ABRUZZO IMPRESA il mensile del manager • AGOSTO 2011 • NUMERO 57 • ANNO VI • www.ABRUZZOIMPRESA.IT • COPIA OMAGGIO
NUMERO
ISSN 1973-5383
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ISSN 1973-5383
IN COPERTINA Stefania, Nestore e Giovanni Bosco foto di Pietro Ferrante
AGOSTO 2011 N°57 ANNO VI NUMERO CHIUSO IN REDAZIONE IL 5 AGOSTO 2011
DIRETTORE RESPONSABILE
ELEONORA LOPES
REDATTORI DENIA DI GIACOMO, JENNY VIANT GÓMEZ, LAURA TINARI EDITORIALISTI AGOSTINO BALLONE, PIERO CARDUCCI HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO LUIGI CARUNCHIO, SIMONE D’ALESSANDRO, ANTONIO TETI, DONATO TRIBUIANI, FRANCESCO FRAVOLINI, FILIPPO PAOLINI, MARTINA LUCIANI, MARZIA AQUILIO, DARIA DE LAURENTIIS, ALESSIO PELUSI, LAURA SACCHETTI, ALESSANDRA VALLERA, ANNA CUTILLI, CAROLINA PIERFELICE, NEDA ACCILI, ANNA CUTILLI DI SILVESTRE, PIETRO CAMPANARO, NICOLA BOSCHETTI, CHIARA STROZZIERI, PIERO VITTORIA, CAMILLA MARINO ART DIRECTOR
MARCELLO STARINIERI _ VISUALADV.IT
UFFICIO GRAFICO
VINCENZO SULPIZIO
UFFICIO FOTOGRAFICO
PIETRO FERRANTE, GIUSEPPE CIAVATTELLA, SIMONE CERIO
CONTROLLO
DANILO MARTORELLI
COORDINATORE TV
GIANLUIGI TIBERI
RESPONSABILE SPEDIZIONI
LOREDANA EVANGELISTA
STAMPA
D’AURIA PRINTING SPA - AP
RESPONSABILE PUBBLICITÀ
ALESSIA LEONE _ COMMERCIALE@ABRUZZOIMPRESA.IT
EDITORE
FABIO DE VINCENTIIS _ EDITORE@ECCOITALIA.IT
SITO WEB
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Abruzzo Impresa è registrato con il n. 04 del 07/04/2006 presso il Tribunale di Pescara. La 1a pubblicazione mensile è del mese di maggio 2006. GRUPPO ECCO ITALIA S.r.l. è iscritto al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 17047. Copyright© 2006/2011 tutti i diritti riservati. ECCO ITALIA srl - Pescara - Italia Nessuna parte della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma o rielaborata con uso di sistemi elettronici o diffusa, senza l’autorizzazione scritta da parte dell’editore. Manoscritti e foto inviati al giornale, anche se non pubblicati, non si restituiscono. ECCO ITALIA S.r.l. S. P. Lungofino complesso Ibisco B 5/6 - 65013 Città Sant’Angelo - Pescara
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capitani d’impresa
Nestore e Stefania Bosco
Nestore Passione
Senza dubbio il Pescara Calcio che seguo da sempre, da vero tifoso, “nella buona (quando era in serie A) e nella cattiva sorte (quando era in Prima Divisione)”. Sono un abbonato storico alla tribuna Adriatica distinti.
Nestore e Stefania,
Sport
la quarta generazione Bosco «Non è facile sentirsi la responsabilità di un’azienda che ha 114 anni, è un onore, ma anche un onere importante». Inizia così l’intervista a Nestore e Stefania Bosco, quarta generazione della storica azienda vinicola Bosco Nestore. La storia della cantina inizia nel 1897, quando Giovanni Bosco, (bisnonno di Nestore e Stefania) inizia la sua attività di viticoltore che suo figlio Nestore prosegue negli anni. Ma è il figlio di Nestore, Giovanni colui che da alla cantina la vera svolta imprenditoriale. Giovanni infatti decide di trasferirsi da Pescara a Nocciano dove inizia a costruire quella che è oggi una delle cantine più belle d’Abruzzo. Nel 1968, con il riconoscimento della D.O.C. Montepulciano d’Abruzzo, per merito di Giovanni, il vino Bosco diventa famoso e riconoscibile in tutto il mondo anche grazie alla storica etichetta disegnata dallo stesso Nestore. Oggi le cantine sono seguite anche dai due figli di Giovanni, Nestore e Stefania. Nestore (si può definire un “predestinato”, è nato lo stesso giorno del bisnonno Giovanni, giorno in cui ricorre anche San Nestore) è l’enologo dell’azienda e si occupa di tutta la parte produttiva. È anche proprietario dell’azienda agricola Bosco Nestore con oltre 50 ettari di terreno e socio insieme alla sorella e al papà della Gineste che si occupa di attività edilizia. Grande tifoso del Pescara Calcio, è sposato con Raffaella e hanno tre figli: Giovanni, Beatrice e Lorenzo. Stefania (nata lo stesso anno della prima produzione del Montepulciano d’Abruzzo DOC, “un ottima annata...”!) si occupa della parte finanziaria-amministrativa e del marketing. È sposata con Alessandro che è titolare dell’enoteca “Il ritrovo di Pan” che si trova a Pescara e sono genitori della piccola Giuliana. Socia attiva dal 2003 dell’associazione nazionale “Donne del vino”, fa parte anche dell’associazione “Vignaioli d’Abruzzo”, formata da 8 produttori vinicoli regionali che si sono consorziati per una promozione comune. È diplomata sommelier e ha la qualifica di assaggiatore di olio extravergine d’oliva. Due fratelli diversi caratterialmente, ma uniti dalla passione per questo lavoro. Nestore più schivo, si occupa degli aspetti tecnici della cantina. Stefania, più portata per le relazioni pubbliche è un po’ il volto della cantina. L’azienda è iscritta a Confindustria Pescara e alla CDO, associazioni che Stefania vive attivamente. «Il vero imprenditore –ci raccontano i due fratelli– della famiglia Bosco è nostro padre. È grazie a lui che l’azienda è diventata così nota fino ad espandere il suo mercato negli Usa, in Canada, in Europa e in Asia. Tutto quello che sappiamo fare ce lo ha insegnato lui, noi siamo sempre vissuti in questo mondo e siamo cresciuti nella consapevolezza e nella gioia di fare questo lavoro».
Mi piace lo sport in generale, li seguo quasi tutti. Oggi mi tengo in forma facendo footing e qualche bella nuotata al mare.
Tempo libero
Con tre figli, non esiste il tempo libero. Quando non sono in azienda cerco di stare con Giovanni, Beatrice e Lorenzo, soddisfacendo nel possibile le loro esigenze.
Stefania Passione
Il mio lavoro è diventato la mia passione. So di avere sulle spalle una grande responsabilità, ma mi ritengo anche fortunata a lavorare in un’impresa così appassionante.
Viaggi
Il nostro lavoro ci porta spesso a viaggiare per il mondo e questo è un aspetto che mi piace molto. Quando posso, viaggio anche con mio marito e mia figlia. La mia città del cuore è Siviglia.
Tempo libero
Tutto il tempo libero che ho, lo trascorro con mia figlia Giuliana. Insieme facciamo tutto. Ma quando posso, mi ritaglio anche un po’ di tempo libero per prendere un aperitivo con le amiche.
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sommario _ anno VI n°57 _ agosto 2011
opinioni&rubriche editoriale
17
Gocce d’inchiostro
ctrl s
22
Tendenze, fatti e persone
l’Abruzzo che produce
27
FIAVET, garanzia di professionalità per i nostri viaggi
la terra di Piero
111
Ricostruzione: superare la logica dei commissari
38
in primo piano personaggi
28
Addio a Remo Gaspari il politico più amato dagli abruzzesi
sisma
32
Roma e L’Aquila, insieme per la rinascita
sisma
35
L’Aquila risorgerà dalle sue montagne
occupazione
38
Estate, aumenta la richiesta di personale straniero
economia
42
Mauro: “La convergenza mancata. Mezzo secolo di economia dell’Abruzzo”
politiche sociali
44
Le carrozzine sono arrabbiate!
42
in copertina bosco nestore
48
Cantine Bosco dal 1897 i vini che fanno storia
incarichi&carriere chiodi/di dalmazio/ giovannelli
55
CIM/Enit/Federalberghi Abruzzo
inannucci/ cicchetti/ranalli
57
Carispaq/Giovani Ance AQ/Confindustria Chieti
alfieri/de cesare/ olivastri
59
Rotary Club PE/Giovani Ance CH/Confindustria CH
girolimetti/ mascarucci
61
Ance PE/GI Confindustria Marche
storie&persone mauro bianchini
62
44
New generation
62
Mauro Bianchini
grandi storie renato soru
65
L’uomo della Rete
tematiche d’impresa
creatività& innova ione
75
Studi di settore: i cambiamenti introdotti dalla Manovra correttiva 2011 Dal poligrafo agli analizzatori del cervello. Anche le banche si adeguano… È possibile superare i limiti umani attraverso le biotecnologie?
norme&leggi
79
Manovra finanziaria, un’altra “stangata”
energia
83
Perché è aumentato il prezzo dell’energia elettrica?
fisco ict
67 71
87
108 89 13
sommario _ anno VI n°57 _ agosto 2011
credito&finan a banca dell’adriatico
87
Accordo tra BIIS, Banca dell’Adriatico e Comune di Pescara
banca del vomano
89
Banca del Vomano: quota quattro milioni di euro
91 edilizia
91
Costruzioni, nasce un polo d’innovazione
imprese
93
IMM, l’Abruzzo che cresce
imprese
97
Il Gruppo Riello completa l’acquisizione della Fontecal
imprese
98
Da imprenditrice ad artigiana
101
Comunione nella diversità: la Cooperativa Sociale Voloentieri
politiche sociali tecnologia
103
Con CBF Kapusons entri nel mondo del public speaking
editoria
107
Dal 1800, a Giulianova, stessa spiaggia stesso mare
93
seminari&convegni Confagricoltura Abruzzo
117
«Un credito fertile per avvicinare le banche agli agricoltori»
gi - ance Confiindustria Ch
119
Restare o lasciare l’Italia?
economia
121
Maiella Gloc Notes, riflessioni sull’economia globale e locale
119
eventi calre
122
CALRE, L’Europa in Regione
sisma
124
«Salone della Ricostruzione», mille idee per tornare a casa
mercati
126
Forumed 2011, l’Abruzzo protagonista
mercati
129
Fare business in India
inopera
131
certificazioni
135
Lido Al Faro, una guida verso la qualità
territorio
137
FBJazz, ed è ancora successo
territorio
139
Rock Wine & Blues Festival
motori
segue a pagina
122
Il valore delle relazioni umane
141
MINI FUN FACTOR fa tappa a Pescara
143
la vita è bella
135
141 137 15
editoriale
/ gocce d’inchiostro
Eleonora Lopes _ direttore
A
veva compiuto 90 anni lo scorso 10 luglio e per questa occasione Abruzzo Impresa lo aveva intervistato e lui, cordiale e disponibile come sempre, ci aveva commentato l’operato dei politici di oggi. E a soli 10 giorni dal suo compleanno, Remo Gaspari, per tutti Zio Remo, ha lasciato il suo amato Abruzzo. Tra i più autorevoli esponenti della DC, additato come un politico virtuoso dal giornalista Gian Antonio Stella, è stato per ben 16 volte Ministro e nel 1992 il politico più votato d’Italia. Legatissimo alla sua terra, in questi anni, ha cercato di portarvi tutte le industrie che gli capitassero sotto mano. Amato dalla gente comune e rispettato dalle opposizioni, è stato tra le personalità politiche più prestigiose della politica italiana. Riceveva chiunque a casa sua, o addirittura sotto il suo ombrellone a Vasto, tanto che le opposizioni coniarono il termine “gasparismo” che oggi potremmo definire una sorta di clientelismo virtuoso. Negli ultimi giorni era apparso stanco Zio Remo, e alle telecamere del tg3 il giorno del suo compleanno dichiarò: «Il mio unico rimpianto è essere rimasto vivo a mia moglie, non vedo l’ora di tornare da lei». Si era licenziato così dalla festa che il Comune di Gissi gli aveva tributato.
I
cittadini aquilani ancora di serie B. La manovra economica approvata di recente al Senato, non contiene nessuna risposta ai problemi relativi al terremoto. «Niente è previsto per spostare –ha spiegato Giovanni Lolli, deputato Pd– in avanti l’avvio della restituzione delle tasse non pagate. I cittadini e le imprese aquilane devono sapere che nello stesso provvedimento per gli abitanti di Lampedusa è prevista l’esenzione delle tasse fine al dicembre 2013 e per gli alluvionati del Veneto non è prevista nessuna restituzione delle tasse non pagate». Gli aquilani, invece, dovranno restituire, a partire da novembre 2011, il 100% delle tasse non pagate e per di più entro dicembre, in un colpo solo, dovranno restituire le prime 12 rate. Il Governo ha adottato due pesi due misure? «L’idea che dal primo gennaio del 2012 gli aquilani ricomincino a pagare le tasse, questo il Governo se lo deve scordare, perché sennò succede una rivoluzione e io sarò tra quelli in testa alla rivoluzione!». Questo il commento del giornalista Bruno Vespa. L’unica buona notizia è che il Governo per ora ha accettato di prorogare gli adempimenti fiscali e i pagamenti per le partite Iva.
I
politici chiedono agli imprenditori di fare sacrifici. E loro? A quanto pare stanno a guardare. Ma Emma Marcegaglia non ci sta e attacca la manovra finanziaria appena approvata: «Provvedimento inaccettabile, mancano i tagli ai costi della politica. Nel momento in cui si fa una manovra dove si chiedono sacrifici alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese, la politica deve dare il buon esempio». Ma non è solo Confindustria a lanciare questo allarme, tutte le associazioni di categoria abruzzesi chiedono l’abolizione degli assurdi privilegi di casta. Tra i politici, c’è chi fa promesse, chi resta impassibile sperando che la polemica finisca presto e chi prende autonomamente l’iniziativa e si riduce lo stipendio. Parliamo del consigliere regionale di Sel Franco Caramanico. «Credo che per recuperare –ha dichiarato- credibilità, i politici debbano dare l’esempio e denunciare gli ingiusti privilegi di cui godono: per questo ho deciso di tagliare dalla mia busta paga di consigliere regionale 900 euro che a me come a tutti gli altri consiglieri vengono corrisposti indebitamente». Il consigliere di opposizione, che destinerà la somma ad opere sociali e di solidarietà, non nasconde che spera che il suo gesto venga seguito a ruota anche dai colleghi.
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IL PREMIO PIÙ AMBITO DA CHI FA IMPRESA. Riconoscimento alle ultime 12 copertine di Abruzzo Impresa
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1° MEETING
FARE IMPRESA
il meeting degli operatori economici abruzzesi
Promosso dalle redazioni di Abruzzo Impresa e Abruzzo Channel del GRUPPO ECCO ITALIA. È l’evento organizzato per gli imprenditori, i manager e tutti i professionisti del mondo economico abruzzese che si terrà il prossimo 25 novembre dalle ore 20:00 presso il Grand Hotel Adriatico a Montesilvano. Durante la serata di gala verranno premiate le ultime 12 copertine del mensile Abruzzo Impresa con il premio Aquila Reale.
L’EVENTO FARE IMPRESA
L’obiettivo del meeting è organizzare un’esclusiva serata di gala che nasce con l’ambizione di affermarsi come immancabile appuntamento annuale per tutti i protagonisti del tessuto economico e politico abruzzese. Nel corso della serata, alle ultime 12 copertine di Abruzzo Impresa, verrà consegnato il premio Aquila Reale, un riconoscimento all’impegno dimostrato nel lavoro e nello sviluppo della propria azienda. Il premio Aquila Reale, alla sua 4° edizione, ha come mission quella di continuare a valorizzare gli imprenditori protagonisti dello sviluppo del nostro territorio.
IL PANORAMA ESPOSITIVO
All’interno della sala meeting, verrà allestita una galleria espositiva dell’ECCO ITALIA Circuito Business dove gli imprenditori e i protagonisti dell’evento potranno relazionarsi creando nuovi progetti e sinergie d’impresa.
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Entra anche tu nell’ECCO ITALIA Circuito Business, è la nuova opportunità da non perdere per la tua azienda. Diventa partner e rafforza le tue relazioni e i tuoi progetti di sviluppo, grazie alla condivisione e alla possibilità di cogliere nuove sinergie imprenditoriali. Farai parte di una grande squadra in grado di supportare i tuoi progetti d’impresa. L’adesione alla ECCO ITALIA Circuito Business dell’anno 2011/2012 prevede dei servizi e delle condizioni molto interessanti. Richiedi la visita di un nostro consulente e apri le porte al futuro del tuo nuovo business!
LA LOCATION
FARE IMPRESA si terrà presso il Grand Hotel Adriatico di Montesilvano, una struttura altamente attrezzata che dispone di una sala meeting di oltre 1200 metri quadrati, accogliente, confortevole e facilmente raggiungibile dall’uscita autostradale A14 Pescara Nord. L’hotel è situato nel complesso dei grandi alberghi a Montesilvano in via Carlo Maresca 10.
COME ARRIVARE
Il Grand Hotel Adriatico è situato nel complesso dei grandi alberghi a Montesilvano in via Carlo Maresca, 10 a 2 Km dall’uscita Pescara Nord A14 a 6 Km dalla stazione ferroviaria e ad 8 km dal locale Aeroporto.
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L’ABRUZZO “RICICLONE” Torre de’ Passeri è in testa alla classifica regionale dei 52 Comuni “ricicloni”, ossia quei Comuni che hanno raggiunto nel 2010 la quota fissata, per legge regionale, al 50% di raccolta differenziata. Secondo i dati forniti dalla Regione Abruzzo ed elaborati da Legambiente, ben 52 Comuni abruzzesi sui 305 meritano questo appellativo. La classifica segnala che su 40, 21 di questi Comuni sono in provincia di Chieti, 13 in quella di Teramo, 9 nel Pescarese e altri 9 nell’Aquilano. A superare il 50% di raccolta differenziata è un Comune su 6, rappresentando così oltre il 18% della popolazione abruzzese. Torre de’ Passeri, in provincia di Pescara, arriva all’83,3% di raccolta differenziata. «Nonostante le numerose difficoltà, l’Abruzzo ha individuato la strada giusta – dichiara Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo – dopo 4 anni dall’approvazione del nuovo piano regionale dei rifiuti i risultati continuano ad essere incoraggianti e confermano la bontà della norma che, come rilevato da Legambiente sin dall’inizio, delinea un corretto sistema di gestione integrata dei rifiuti ponendo come obiettivi prioritari la riduzione e la raccolta differenziata».
ASSE ATTREZZATO, NO CORALE AL PEDAGGIO Quindici sigle che rappresentano il mondo dell’impresa, dei consumatori e dei sindacati dei lavoratori abruzzesi (Adoc-Cgil-Cia-Cisl-Cna-Coldiretti-Confapi-Confartigianato-Confcommercio, Confesercenti-Confindustria-Federconsumatori-Ugl-Uil) hanno fatto il punto delle iniziative comuni necessarie a tradurre i buoni propositi in emendamenti al testo del “decreto-sviluppo”, che sarà all’esame di Camera e Senato. Si ribadisce l’annullamento del pedaggio in questa arteria, in considerazione del suo inglobamento nella viabilità urbana dell’area Chieti-Pescara; del suo utilizzo prevalente da parte di pendolari che quotidianamente si spostano all’interno dei centri che ne fanno parte e della sua funzione solo marginale come collegamento al casello dell’Autostrada A25 da e per Roma, come dimostrano, peraltro, i dati relativi all’utenza. Hanno risposto positivamente all’invito del pool di sigle promotrici il senatore Giovanni Legnini, i consiglieri regionali Franco Caramanico e Marinella Sclocco, i presidenti delle Province di Chieti e Pescara, Enrico Di Giuseppantonio e Guerino Testa, il vicesindaco di Chieti, Bruno Di Paolo, il sindaco di Spoltore Franco Ranghelli e il vicesindaco di San Giovanni Teatino, Giorgio Di Clemente, tra altri esponenti istituzionali.
NEO PROFESSIONISTI DELL’ETICA E SICUREZZA La Scuola Internazionale Etica & Sicurezza Tripla A (aziendale, alimentare e ambientale) dell’Aquila, ha prodotto i primi professionisti di etica e sicurezza del 2011. Dopo quindici mesi di corso, venticinque allievi hanno ottenuto i parametri per richiedere al CEPAS, Organismo di Certificazione delle Professionalità e della Formazione, di essere iscritti nei registri di Security manager, consulenti e Provisional di security. Nell’ambito dell’incontro “Come non alimentare le infezioni da cibo”, sono state discusse le venticinque tesi di fine corso di fronte a docenti universitari, formatori manageriali, dirigenti delle più importanti realtà imprenditoriali nazionali e internazionali e presidenze nazionali delle più importanti associazioni di categoria. Sempre durante l’incontro, Marilia Tantillo, prof.ssa aquilana ordinaria di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari, nell’ambito del Settore Scientifico Disciplinare “Ispezione degli alimenti”, ha tenuto una lectio magistralis, durante la quale ha fornito aggiornamenti sulla crisi internazionale causata dal batterio escherichia coli.
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tenden e fatti persone
FINE FALLIMENTO SAN.STEF.AR. I Centri riabilitativi San.Stef.Ar. di Abruzzo e Molise, specializzati nella riabilitazione fisica, psichica e sensoriale di bambini, adulti e anziani, sono stati acquisiti dalla Casa di Cura di Abano Terme Polispecialistica e Termale s.p.a. Il complesso San.Stef.Ar. è una realtà multispecialistica che comprende 18 centri ambulatoriali di riabilitazione, di cui 16 siti sul territorio della Regione Abruzzo e 2 sul territorio della Regione Molise, provvisoriamente accreditati con il Sistema Sanitario Nazionale per l’erogazione di prestazioni di riabilitazione. I centri ambulatoriali si trovano nelle province di Chieti, Pescara, Teramo, L’Aquila e Campobasso ed erogano prestazioni sanitarie dirette al recupero funzionale e sociale dei soggetti affetti da menomazioni fisiche, psichiche, sensoriali derivanti da molteplici patologie. Grazie alla collaborazione delle rappresentanze sindacali si è potuta finalizzare l’acquisizione, siglando un accordo che ha raggiunto la soddisfazione delle parti.
IL MINISTERO DELL’ECONOMIA PREMIA LA FATER Fater spa ha ricevuto il Premio nazionale “Progetti Sostenibili e Green Public Procurement 2011” promosso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e da Consip, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente. Il Premio è un riconoscimento nazionale per le aziende e le pubbliche amministrazioni che hanno raggiunto risultati tangibili in processi e progetti di approvvigionamento sostenibile, i cosiddetti acquisti verdi della PA. Fater ha vinto nella sezione Imprese per l’approccio organico e strutturato alla sostenibilità. L’utilizzo di energie è stato ridotto in Fater del 10%, tutti gli scarti di produzione vengono riciclati e trasformati in arredi urbani, sono stati eliminati 6.580 camion per il trasporto dei prodotti grazie a più efficienti modalità di carico e all’utilizzo del trasporto via nave. L’azienda ha spinto l’innovazione di prodotto offrendo performance costantemente migliori a fronte della riduzione delle materie prime: negli ultimi venti anni il peso dei pannolini si è ridotto del 45% e il packaging del 68%. «Per noi sostenibilità è sinonimo di competitività – ha dichiarato il direttore generale di Fater spa, Roberto Marinucci – è la nuova sfida che spinge l’innovazione; è coniugare le migliori performance di prodotto con la riduzione degli impatti ambientali».
LA PICCOLA IMPRESA PRENDE LA LAUREA “La relazione fra sistema azienda e sistema ambiente; il ruolo delle Associazioni di categoria. Il caso della Cna di Chieti”, è il titolo della interessante tesi discussa da Laura Vitale, fresca di laurea specialistica in Organizzazione e relazioni sociali della facoltà di Scienze sociali dell’Università d’Annunzio di Pescara-Chieti. La tesi (relatore il professor Michele Samuele Borgia) è stata preparata con un lungo stage all’interno della confederazione artigiana Teatina, che ha permesso alla neo dottoressa di studiare più da vicino l’organizzazione di un’associazione d’impresa e capire il punto di vista degli imprenditori. Nel suo lavoro, la Vitale è stata seguita, per la Cna, da Andrea Buffone (che ha svolto le funzioni di tutor) e dalla direttrice Letizia Scastiglia.
L’AQUILA-TERAMO COME CHIETI-PESCARA? Nonostante le aspre polemiche dei mesi scorsi sembra rafforzarsi la sinergia e la possibilità di una alleanza più ampia tra i due territori: L’Aquila e Teramo insieme come Chieti e Pescara. Ferdinando di Orio, rettore dell’Università aquilana, ha infatti rilanciato l’idea di accorpare gli Atenei e di sottoscrivere più in generale «un grande accordo tra le due province per progetti di alto valore, come quello di un corridoio produttivo dalla Micron alle industrie teramane». Un’idea che ha già l’approvazione del presidente di Confindustria L’Aquila, Fabio Spinosa Pingue, che ha ipotizzato di unire le associazioni degli industriali in un unico polo del Gran Sasso. «Basta con i campanilismi stretti che non portano a nulla, il futuro va programmato oltre le mura», ha detto di Orio, rilanciando la proposta e la convenzione tra Asl teramana e la facoltà di Medicina dell’Aquila, che potrebbe essere un primo passo in questa direzione.
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s “RESTAURARE IN ABRUZZO”, UN’ALTRA GRANDE OPPORTUNITÁ PER I GIOVANI «É un’idea nata un anno fa, cucita proprio addosso all’Aquila - ha ricordato l’assessore regionale Paolo Gatti - per contribuire alla ricostruzione post terremoto del capoluogo e degli altri centri del cratere, abbiamo optato per un progetto che da un lato fornisce una risposta concreta all’esigenza di un attento recupero del patrimonio storico-artistico-architettonico, e dall’altro offre prospettive di crescita ed affermazione a tanti giovani alla ricerca di competenze e professionalità». Gatti ha così illustrato le linee guida dell’iniziativa finanziata con 2mln di euro a valere sul Piano operativo 2009/10/11 del Fondo sociale europeo 2007/2013. “Restaurare in Abruzzo” è articolato in due assi, ciascuno da 1mln di euro: uno ad hoc per L’Aquila, centro storico tra i più belli d’Italia; l’altro per le restanti province abruzzesi, anch’esse ricche di monumenti ed edifici di pregio da conservare. Attraverso percorsi formativi, mira a creare tante differenti figure nel settore del restauro artistico. Una chance per tanti giovani che potranno affermarsi nella difficile arte del restauro, creando altresì nuove imprese ad alta specializzazione per un mercato di nicchia dalle enormi potenzialità professionali e remunerative.
OCCUPAZIONE, IN ABRUZZO LAVORANO 10.000 DONNE IN PIÙ Secondo gli ultimi dati ISTAT sull’occupazione, l’Abruzzo stacca le altre regioni del sud sugli indicatori del mercato del lavoro. A fare la differenza è soprattutto il colore “rosa” di questi dati: in un solo anno il sistema produttivo regionale ha prodotto ben 10.000 posti di lavoro in più per le donne. «L’Abruzzo - ha commentato l’assessore regionale al Lavoro, Paolo Gatti - fa registrare sul totale delle nuove assunzioni femminili un 80% di italiane e solo il 20% di straniere». In forte crescita l’industria con un +7%, a seguire i servizi che crescono del 3%, scende leggermente nel commercio, dato collegato alla flessione dei consumi. A sostegno dell’occupazione femminile, l’Assessorato regionale al Lavoro ha messo in atto incentivi all’assunzione e all’autoimprenditorialità, politiche di conciliazione vita-lavoro, ma anche una parallela riforma strutturale del welfare. Secondo Gatti «Dobbiamo favorire l’uscita di casa verso la società e il mondo del lavoro delle donne senza per questo far pagare il conto alle famiglie, soprattutto quelle con minori, non autosufficienti e diversamente abili».
PESCARA PERDE IL COLLEGAMENTO CON LA CROAZIA Italia-Croazia: è Ortona e non Pescara il porto scelto dalla Snav. Questa è la decisione presa dalla Snav per il mancato dragaggio al Porto di Pescara. La scelta di trasferire il collegamento a Ortona è stata dettata dalle condizioni in cui si trovano i fondali del porto canale di Pescara. «Il catamarano della Snav –ha detto il comandante della capitaneria di Ortona, Giovanni Greco– effettuerà due corse: la prima sabato 23 luglio e la seconda lunedì 25 luglio. Solo dopo la società deciderà su Ortona anche per agosto». Il catamarano può trasportare fino a 80 veicoli e 300 persone, ed effettuerà i collegamenti, andata e ritorno, per Spalato e Hvar. «Questa volta –ha dichiarato Giuseppe Ranalli presidente della sezione trasporti di Confindustria Chieti -ha funzionato il sistema portuale regionale, perché è stato in grado di rispondere con efficienza a un problema che avrebbe potuto avere ripercussioni maggiori. Se la società avesse scelto un porto fuori dalla regione, sicuramente le conseguenze economiche sarebbero state pesanti. Il trasferimento del catamarano da Pescara a Ortona ha comunque carattere di eccezionalità. È una soluzione momentanea».
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tenden e fatti persone L’AQUILA RIPARTE DAI SUOI GIOVANI! È sotto questo claim che oltre 80 giovani aquilani appartenenti a diverse associazioni di categoria, ordini professionali e movimenti giovanili politici si sono ritrovati nel locale aquilano Novecento10 per un aperitivo. Giovani di Confindustria, Confagricoltura e Confcommercio, Giovani Ingegneri, Commercialisti e Ragionieri, Giovane Italia, Udc e Partito democratico tutti uniti perché L’Aquila capisca che per rinascere può e deve contare su di loro, ragazzi che lavorano e si impegnano quotidianamente per la propria attività, ma anche perché la propria città e il proprio territorio non muoiano. Il successo di questo aperitivo e l’entusiasmo che ha generato sono stati da tutti definiti una buona base di partenza per un percorso da fare tutti insieme: a questo primo momento ludico seguiranno infatti nei prossimi mesi altri appuntamenti più “concreti”, pensati per elaborare idee e proposte, scevre da ogni interesse di parte, da presentare a chi governa e amministra questo territorio.
EDILIZIA, L’AQUILA LABORATORIO DELLA SICUREZZA Sperimentare la “patente a punti” alle aziende edili che rispettano tutte le regole in materia di sicurezza del lavoratore, nell’ambito della ricostruzione post terremoto dell’Aquila. Questa la proposta del presidente della Regione, Gianni Chiodi, al convegno organizzato dalla Filca-Cisl “Qualità e legalità per un lavoro sicuro, regolare, stabile e professionale”. «La città dell’Aquila - ha specificato Chiodi - potrebbe in questo modo diventare un laboratorio nazionale nel quale vengono applicate le migliori pratiche di legalità in materia di sicurezza del lavoro». Partendo dall’esperienza del terremoto, il presidente ha detto che in questo ambito «all’Aquila si sono conseguiti buoni risultati. Soprattutto nella fase dell’emergenza, quando sono state realizzate nel giro di pochi mesi abitazioni per 15 mila persone con pochissimi incidenti sul lavoro. Per il futuro dobbiamo proseguire su questa strada, anche perché nei prossimi dieci anni L’Aquila sarà il cantiere aperto più grande del mondo».
NASCE IL PROGETTO DI RILANCIO SOCIO-ECONOMICO NELL’AREA OMOGENEA “DELLA NEVE” Quattro comuni del cratere, Lucoli, Ovindoli, Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo, vicini territorialmente e per caratteristiche culturali, storiche e naturalistiche hanno presentato il primo progetto di rilancio socio-economico relativo all’Area Omogenea n. 9, denominata “Della neve”. Un progetto realizzato in stretta collaborazione tra i sindaci dei Comuni interessati e il Dipartimento di Architettura e Progetto dell’Università La Sapienza di Roma. É stata compiuta un’approfondita analisi delle specificità di questo territorio e poi costruito il progetto strategico di rilancio, giungendo alla formulazione di una serie di interventi infrastrutturali e non che una volta realizzati potranno fare da volano per una vasta area. Gli interventi sulle “infrastrutture di coesione territoriale” identificheranno infatti l’Altopiano delle Rocche e il territorio di Lucoli come un vero comprensorio dove, spostandosi, si avrà la percezione di un reale coordinamento di spazi e funzioni.
AIDP E FIOR DI RISORSE PRESENTANO ENZO MEMOLI E IL SUO “PROJECT MANNAGGIAMENT“ Aidp e Fior di Risorse hanno organizzato presso la Fater un evento che ha visto come protagonista Enzo Memoli il quale ha proposto un workshop di riflessione manageriale sui temi dell’organizzazione e gestione dei progetti utilizzando le tecniche proprie del mondo dello spettacolo per rafforzare, enfatizzare e stressare i contenuti organizzativi e relazionali del project management. Memoli ha affermato che il suo Project Mannaggiament «vuole porre l’attenzione sui temi della gestione della complessità e dell’innovazione, dell’analisi del contesto, della creazione del consenso, della comunicazione e del coinvolgimento dei principali stakeholders, della chiarezza e della condivisione degli obiettivi, dell’integrazione delle competenze e della centralità della Persona».
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l’Abru
o che produce
Agostino Ballone Presidente Fiavet Abruzzo e Molise
FIAVET,
garanzia di professionalità
per i nostri viaggi
F
IAVET, la Federazione Italiana Agenzie Viaggi e Turismo, è l’associazione che raggruppa la maggior parte delle Agenzie Viaggi Italiane. È organizzata in federazione a cui aderiscono le associazioni regionali tra cui Fiavet Abruzzo e Molise. Scopo primario è rappresentare gli interessi diffusi e generali della categoria sui tavoli istituzionale e sindacali, oltre che di tutelare gli interessi degli associati nei confronti dei vettori e dei grandi network. Il mondo dei viaggi negli ultimi anni si è sviluppato in maniera esponenziale. La necessità di fare vacanza è di fatto divenuta indispensabile. Di qui l’esigenza di avere operatori di settore sempre più professionali e strutturati sotto il profilo organizzativo. Le agenzie di viaggi Fiavet sono tutto questo. Professionisti del turismo a disposizione dei viaggiatori sempre pronti a fornire le migliori soluzioni di viaggio con il miglior rapporto qualità/prezzo. Ultimamente, in seguito all’avvento delle nuove tecnologie (internet in primis) si è diffusa una modalità di prenotazione del “turista fai da te” con il miraggio del risparmio, complici, a volte, anche i media, che esaltano tale pratica.. Niente di più sbagliato. Per costruire un pacchetto turistico sicuro bisogna affidarsi ai professionisti, alle agenzie di viaggi qualificate. Infatti sono le uniche organizzazioni abilitate per legge, ad essere munite di apposite licenze, ad avere obblighi di professionalità con Direttori Tecnici assunti, ad avere polizze assicurative di responsabilità civile terzi e cauzionali; a rispondere per legge nel caso di vacanza rovinata (casi assolutamente rari ma di cui, comunque, si ri-
sponde). Insomma un professionista “garantito” di cui ci si fida e al ritorno dal viaggio si riportano le impressioni, le valutazioni sull’andamento della vacanza. Ma le agenzie Viaggi sono anche Tour Operator. In termini semplici sono i grossisti dei viaggi. Coloro che organizzano pacchetti complessi di viaggi per le varie località turistiche mondiali: stipulano contratti con catene alberghiere, compagnie aeree, bus operator; stampano i cataloghi esplicativi, ne curano la diffusione sulla rete commerciale ecc. Fiavet Abruzzo e Molise ha il piacere e l’onore di rappresentare, tra gli altri, un nutrito numero di Tour Operator impegnati sia nell’incoming che nell’out going. L’Abruzzo dell’incoming è presente attraverso i Tour Operator associati Fiavet sui mercati nazionali in tutte le agenzie viaggi italiane e contribuiscono in maniera sostanziale allo sviluppo del turismo nella Regione Abruzzo; ma dove raggiungono il meglio dell’attività incoming sono i mercati esteri. Infatti i Tour Operator associati Fiavet, attraverso una presenza costante ed apprezzata per la professionalità ed imprenditorialità espressa, si trasformano molto spesso in ambasciatori dell’Abruzzo nel mondo, contribuendo a migliorare sensibilmente le statistiche degli arrivi e delle presenze che costantemente vengono presentate come successi della politica di turno. I Tour operator out going, anch’essi rappresentati all’interno di Fiavet, riescono a creare pacchetti impegnativi per molte località di medio e lungo raggio. Dall’Abruzzo, grazie alla loro attività d’impresa, è possibile raggiungere le più affascinanti località turistiche mondiali
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» di Jenny Viant Gómez
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foto di Simone Cerio
Addio
a Remo Gaspari il politico più amato dagli abruzzesi Qualche giorno prima della sua scomparsa, in occasione del suo novantesimo compleanno, abbiamo realizzato un’intervista all’ex ministro.
S
e dopo giovedì 14 luglio alle 17.30 Remo Gaspari non si è concesso ad altri giornalisti, possiamo dire di essere stati gli ultimi ad intervistarlo. Un primato di cui avremmo voluto fare a meno, perché dell’affabilità di Gaspari e dei suoi racconti si sente già la mancanza. Se ne è andato, dopo aver fatto rientro nella sua adorata Gissi, a distanza di poco tempo dal suo 90° compleanno, celebrato il 10 luglio scorso. Memoria storica dell’Abruzzo, esponente della Democrazia Cristiana (Dc) e membro per un periodo della corrente Alleanza Popolare (presieduta da Arnaldo Forlani, Antonio Gava e Vincenzo Scotti), profondo conoscitore dell’Italia, 16 volte ministro della Repubblica (secondo solo a Giulio Andreotti), politico di lungo corso (parlamentare per nove legislature, dal 1953 al 1992) e nel 1992 il più votato in assoluto, ben 88.221 preferenze. Era vedovo da alcuni anni e padre di Lucio Achille, medico chirurgo, direttore del dipartimento di chirurgia dell’Università Tor Vergata a Roma. Cresciuto politicamente al fianco di un vastese illustre, il senatore Giuseppe Spataro, Gaspari è stato segretario della sezione Dc di Gissi dal gennaio 1945, componente del comitato provinciale di Chieti e vicesegretario provinciale nel 1948. Sindaco di Gissi dal 1952 al 1955, fu presidente della Commissione provinciale dell’artigianato di Chieti dal 1957, prima di assumere la presidenza della commissione regionale dello stesso ente. Consigliere nazionale del partito nel congresso del 1964, Gaspari è stato confermato
nell’incarico al congresso di Milano del 1967 e in tutte le successive assise. Vicesegretario nazionale della Dc nel 1976, ricoprì di nuovo la carica di sindaco di Gissi dal 1976 al 1994. Dal 6 aprile 1981 al 16 gennaio 1983 fu presidente della ULSS n.15 di Vasto. Protagonista del boom economico vissuto dall’Abruzzo tra gli anni ’70 e ’90, si ritirò a vita privata a Gissi con la fine della Prima Repubblica, ma non si sottraeva a partecipare a iniziative politiche per dare il suo contributo. Uomo di altri tempi e per paradosso al passo con i tempi. Sorprende sapere che aveva un account di Facebook, sulla cui bacheca in seguito alla sua scomparsa molte persone hanno lasciato un ricordo. Quando l’ho contattato per fargli gli auguri e chiedergli l’intervista, mentre era nel suo studio legale a Roma (esercitava come avvocato dagli inizi del ‘40), immaginavo di dover fissare un appuntamento per il tramite della sua segreteria; invece al telefono, con voce ancora vigorosa e inconfondibile, ha risposto lui, “zio Remo”, come era stato soprannominato, perché dava ascolto a tutti. Per lui le opposizioni coniarono il termine “Gasparismo”. Si racconta che ricevesse anche sotto l’ombrellone, su una spiaggia di Vasto dove andava in vacanza. Ebbene, dopo avergli spiegato lo scopo della mia intervista, ha consultato l’agenda e mi ha dato appuntamento senza fare storie. Ricorderò per sempre la sua frase di congedo. Non ha detto: «a presto» o «arrivederci», ma: «sarò ad attenderla nell’orario concordato. I miei ossequi». Con la stessa compostezza qualche giorno dopo rispondeva alle mie curiosità.
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Intervisa a Remo Gaspari
ex ministro della Repubblica Italiana
Come ha visto cambiare l’Abruzzo? «In peggio, l’economia non va. Vede, ogni regione deve tenere d’occhio un parametro indispensabile: il reddito. Va valutato, se cresce anno per anno si innesca un meccanismo virtuoso. Nell’epoca del cosiddetto “miracolo economico abruzzese”, l’Abruzzo ebbe uno sviluppo notevole. Tra il 1970 e il 1992 l’Abruzzo utilizza somme quattro volte superiori al resto delle regioni meridionali, esistevano risorse che calamitavano gli investimenti industriali e assicuravano posti di lavoro e redditi maggiori alle famiglie; ma dal ’92 l’Abruzzo si è fermato». Come mai? «L’economia ha delle regole semplici. L’amministrazione regionale va paragonata a una fabbrica che produce per la comunità beni e servizi. Questa fabbrica rende se gestisce la produzione di beni e servizi con il minor numero di persone possibili, riducendo i costi, ma ottimizzando la qualità. Può concepire lei una fabbrica con il doppio dei dipendenti necessari? Non c’è dubbio che la fabbrica fallirebbe. Stando ai dati proposti da Il Sole24Ore l’anno scorso, la Regione Abruzzo ha il doppio dei dipendenti della Regione Lombardia, che è una regione con più di 7 milioni di abitanti. Una Regione che ha questo carico di personale costa troppo e produce male. Bisogna ridimensionare quello che è fuori norma e bisogna destinare le risorse agli investimenti. Se non si investe, non si cresce. La società è un’azienda, cresce se c’è denaro nuovo da investire, denaro che produce ricchezza». Ma la congiuntura economica negativa non grava in maniera sfavorevole sull’assetto economico dell’Abruzzo?
«La Germania è guidata dalla vecchia DC della Merkel, non solo ha ripreso a produrre, ma sviluppa l’economia a un ritmo del 5%. Tassi incredibili, che sembravano dimenticati, invece sono raggiungibili. Se si adottano politiche giuste le economie non dormono, crescono e progrediscono. Il giorno in cui anche l’Italia si porterà su quelle posizioni, non ho il minimo dubbio che gareggeremo con la Germania, come abbiamo gareggiato a suo tempo. Non dobbiamo dimenticare che negli anni successivi al ’50, l’Italia ha gareggiato con Germania e Giappone. Perché? Perché la politica che l’Italia praticava con la Democrazia Cristiana era la stessa di questi paesi. Non esiste che se si fanno azioni sbagliate l’economia cresce. Infatti, abbiamo visto com’è andata a finire in Portogallo e Spagna. E come andremo a finire noi se non correggeremo la nostra politica». Che messaggio vuole lanciare alla classe politica abruzzese? «Mi auguro che la classe politica abruzzese si renda conto che la strada che percorre non porta al bene. Deve avere il coraggio di modificare il percorso tornando alle politiche che avevano fatto grande l’Abruzzo, e avevano determinato nella nostra regione un successo non solo nazionale, ma anche europeo». Quanto le manca l’Abruzzo? «Sabato tornerò per due mesi. Ritorno sempre nelle grandi feste nazionali, religiose e civili, perché amo la mia terra; perciò soffro quando la vedo ferma, quando la vedo tornare indietro. Soffro sopratutto per i giovani che non hanno quel futuro che meritano. Sono stato chiaro? Se dovesse avere bisogno di più chiarimenti le posso dare il mio numero di Gissi»
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» di Laura Tinari
Roma e L’Aquila,
insieme
per la rinascita Esclusiva intervista al sindaco di Roma Capitale Gianni Alemanno che ci spiega perché la rinascita dell’Aquila parte dalle sue montagne...
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I
ncontriamo Gianni Alemanno di ritorno dal Gran Sasso, dove si è recato per arrampicare prima di partecipare al convegno “L’Aquila rinasce dalle sue montagne”, ideato dal giornalista Salvatore Santangelo. Il sindaco di Roma Capitale, appassionato di alpinismo, è storicamente legato alle montagne abruzzesi. Con lui parliamo del ritrovato rapporto tra L’Aquila e Roma, del progetto che lo vede promotore della realizzazione di un parco per gli sport di montagna alle pendici del Gran Sasso e del ruolo che nei prossimi anni interpreteranno in Italia le regioni di mezzo.
Spedizione sul K2 nel luglio del 2004 (50 anni dopo la prima scalata al K2). Nella foto si riconoscono Walter Nones (scomparso sul Cho Oyu - Himalaya), Gianni Alemanno e Karl Unterkircher (anch’egli scomparso sull’Himalaya)
Intervisa a Gianni Alemanno sindaco di Roma Capitale
Gianni Alemanno in Fondazione Nuova Italia, di cui è presidente. Foto di Claudio Papi
Roma che tende una mano a L’Aquila e all’Abruzzo, la sua presenza qui oggi va letta un po’ così. «Per me questa è la regione delle bellissime montagne appenniniche. Ristabilire un rapporto privilegiato tra Roma e l’Abruzzo, tra Roma e L’Aquila, faceva parte del mio programma amministrativo già prima del sisma, ma poi è diventata una priorità. Alle vostre montagne mi lega un rapporto storico: è sulle vette del Gran Sasso che ho imparato ad arrampicare, uno sport difficile che insegna a superare gli osta-
coli, siano essi costituiti da una parete rocciosa o da un problema politico…». L’Aquila può rinascere proprio dalla montagna, vero? «La vicinanza di Roma all’Abruzzo e alle zone colpite dal terremoto è stata fin dall’inizio una vicinanza fatta di un susseguirsi di persone, progetti concreti, momenti di incontro e confronto. Il discorso sulla montagna e sul suo ruolo nella rinascita del territorio aquilano è centrale nei progetti: oggi il comprensorio aquilano può davvero diventare la “montagna di Roma” e dal Gran Sasso può partire un nuovo modello di sviluppo basato principalmente sulla green economy, che insieme a realizzazioni importanti, come il “Parco degli sport di montagna”, potrebbe candidare queste montagne a diventare presto un forte polo di attrazione turistica per tutto il centrosud Italia. Naturalmente poi mettendo a sistema anche le altre stazioni sciistiche della provincia, quali Roccaraso, Campo Felice, Ovindoli e Pescasseroli, si potrà incremen-
tare il flusso turistico e dar vita a un modello ben più ampio di sviluppo sostenibile». Come vede Lazio e Abruzzo insieme capofila in un processo di alleanza tra le regioni di mezzo dell’Italia? «Nel nostro Paese non esistono soltanto una questione meridionale e una questione settentrionale, ma anche una questione centrale. L’Italia di mezzo costituisce non solo fisicamente il baricentro della vita della Penisola… È attraverso la conoscenza e l’ottimizzazione delle risorse delle diverse macro-aree che compongono il Paese e la creazione di una macchina amministrativa, tanto efficiente da saperle organizzare in un sistema integrato, che saremo in grado di affrontare le sfide importanti del futuro. Ragionare in termini di area vasta e integrata è necessario soprattutto affinché i territori più piccoli, come l’Abruzzo, siano “leggibili”, sia a livello nazionale che europeo, e in grado di attivare una progettualità capace di attrarre maggiori risorse»
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Da sinistra: Salvatore Santangelo, Giandonato Morra, Gianni Alemanno e Gianfranco Giuliante
» di Laura Tinari
L’Aquila risorgerà dalle sue montagne L’incontro, ideato per ribadire la centralità della montagna nel rilancio della città dell’Aquila, ha chiuso il Salone della Ricostruzione. Tra gli ospiti Gianni Alemanno
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i certo una scelta non casuale quella della sede, il Salone infatti con l’apertura di Gianni Letta e Gianni Chiodi e la chiusura di Gianni Alemanno ed oltre 7mila visitatori ha concluso la prima edizione in positivo. “L’Aquila rinasce dalle sue montagne. Qualità e sostenibilità per lo sviluppo delle regioni di mezzo” ha rappresentato un importante momento di riflessione, durante il quale si è ribadito come l’imprescindibile legame tra la città e le montagne che la circondano sia uno
dei presupposti fondamentali di cui tenere conto oggi quando si parla di ricostruzione e soprattutto di ripristino del tessuto socio-economico del dopo terremoto. «Proprio in questa fase in cui si sta decidendo la privatizzazione del Centro Turistico del Gran Sasso, con l’ingresso nella compagine azionaria di enti e operatori economici del settore turistico, è fondamentale riflettere sulle strategie di sviluppo. -Ha affermato Salvatore Santangelo, ideatore e moderatore- Questa conferenza vuole dare il proprio contributo, confi-
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gurandosi come momento di approfondimento aperto al confronto tra eccellenze provenienti da settori diversi». Ogni strategia per il futuro che sia urbanistica, culturale, di sviluppo economico e sociale deve avere ben in mente l’importanza che già prima del 6 aprile l’asset Gran Sasso ricopriva all’interno di questo territorio. Purtroppo troppo spesso negli ultimi anni questa risorsa ha faticato a mantenere un suo primato e a fare da traino all’intera economia del territorio, prima tra tutte l’industria del turismo, date le potenzialità e le caratteristiche attrattive della montagna aquilana. Il Gran Sasso è anche sede degli importanti Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, diretti dalla professoressa Lucia Votano, una eccellenza di questo territorio, un asset nell’asset, che accresce il prestigio di questa montagna, ma che non riesce a esprimere tutte le sue potenzialità. È dunque giunto il momento di cercare e accettare proposte e aiuti, lungimiranti investimenti imprenditoriali, che vedano la montagna protagonista dello sviluppo della città e dell’intera regione. Nell’ambito del convegno si è parlato di iniziative pensate per promuovere flussi turistici da Roma Capitale verso il nostro territorio, progetti da implementare o realizzare come il “Parco degli sport della montagna”. A parlarne, attraverso una presentazione avveniristica, ma realizzabile, l’architetto e progettista Michele Locatelli: il progetto prevede la realizzazione nell’area tra Assergi e Campo Imperatore di un complesso a basso impatto ambientale ed economicamente sostenibile, costituito da una pista coperta di sci, una palestra di arrampicata indoor, pista per il ghiaccio, un’area museale moderna sulla montagna appenninica, dove ambiente, storia, tradizione e sport possano raccontarsi. «Un progetto -ha detto Agostino Da Polenza, presidente del Comitato Ev-K2-Cnr- presentato all’amministrazione comunale 18 mesi fa, sotto una richiesta da essa stessa avanzata, ma a cui non si è dato seguito». A tal proposito è intervenuto anche Gianni Alemanno e rivolgendosi agli amministratori locali «Se l’idea del parco degli sport della montagna non andasse bene, fate voi dei progetti, Roma è al fianco dell’Aquila, purché ci siano idee innovative e sostenibili, nella doppia accezione sia economica che ambientale», così il sindaco di Roma Capitale si è detto ancora una volta disponibile a mettere in campo risorse capaci di aiutare e sostenere la rinascita del capoluogo abruzzese, perché come ha più volte sostenuto «l’importanza della ricostruzione della città è funzionale affinché L’Aquila
Il pubblico presente all’incontro
L’anteprima di come sarà la pista di sci indoor, inserita nel Parco degli sport di montagna
e Roma insieme possano assumere a pieno la propria posizione baricentrica all’interno dell’intera Italia», una importanza, quella della “questione aquilana”, che dunque ricopre per lui una certa centralità all’interno del sistema Paese. È per questo che l’appuntamento ha avuto una valenza nazionale, sul tavolo dei relatori sono infatti saliti i numero 1 nei propri campi affinché il convegno non avesse una visione provinciale, ma una caratura internazionale, tra loro anche Gianantonio Arnoldi, presidente onorario dell’Osservatorio parlamentare per il turismo, Livio De Santoli, delegato per l’Energia e l’Ambiente dell’Università “Sapienza” di Roma, Franco Salvatori, presidente Società Geografica Italiana, e i due assessori regionali alla Montagna, Gianfranco Giuliante, e ai Trasporti, Giandonato Morra
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in primo piano » di Francesco Fravolini
Estate, aumenta la richiesta di personale straniero Secondo la Fondazione Leone Moressa sono 24.405 i futuri impiegati nelle aziende italiane, previsti tra luglio e settembre. I lavoratori saranno in prevalenza occupati nei servizi turistici e nei servizi di pulizia
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oom di assunzioni di stranieri durante l’estate 2011. Sono 24.405 i futuri impiegati nelle aziende italiane, previsti tra luglio e settembre, con una copertura del 15% del personale richiesto. I lavoratori saranno in prevalenza occupati nei servizi turistici, come alloggio e ristorazione (quasi settemila unità), ricercati anche profili non qualificati nei servizi di pulizia (quasi quattromila persone). Ferrara, Pavia, e Pesaro - Urbino sono le province con il maggior peso di nuove unità lavorative straniere, rispetto al totale dei re-
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Il sito della Fondazione Leone Moressa
clutamenti di personale previsti, con incidenze pari, rispettivamente, a 28,5%, 28,5% e 28,2%. È questa la fotografia del settore occupazionale italiano, ben delineata da un’indagine condotta dalla Fondazione Leone Moressa (www.fondazioneleonemoressa.org) che ha analizzato i dati Excelsior-Unioncamere sulle previsioni di assunzione da parte delle imprese, da luglio a settembre. Nel terzo trimestre 2011 le imprese italiane assumeranno in prevalenza nuova manodopera straniera per ricoprire lavori non stagionali (quattordicimila unità),
mentre per le mansioni a caratte- Previsione di assunzione di manodopera straniera re stagionale si tratta di diecimila (non stagionale, stagionale e totale) e incidenza % assunzioni stranieri / nuovi posti. Ma il peso maggiore totale assunzioni nel terzo trimestre 2011 per le prime 20 professioni in Italia delle nuove assunzioni avviene tra (ordinati secondo il totale delle previsioni di assunzione) i lavori a tempo determinato, dove Incidenza % assunzioni stranieri Valore assoluto 3° trimestre 2011 la percentuale dei contratti stasu totale assunzioni Prime 20 professioni gionali sottoscritti dagli stranieri Non Non Stagionale Totale Stagionale Totale stagionale stagionale sarà il 18,2% del totale, contro il 13,3% di quello delle mansioni non Cuochi, camerieri e altre profes1.490 3.804 5.299 14,1 19,3 17,5 sioni dei servizi turistici stagionali. Personale non qualificato nei La propensione all’assunzione di 2.369 1.460 3.824 29,1 31,4 29,9 servizi pulizia e in altri servizi alle persone manodopera straniera è più elevaOperatori dell’assistenza sociale, ta nelle aree del Nord e del Centro 1.702 314 2.016 38,5 26,6 36 in istituzioni o domiciliari rispetto al Sud: se in Lombardia, Operai specializzati e conduttori 1.602 217 1.820 21,3 38,0 22,5 Emilia-Romagna e Valle d’Aosta di impianti nelle costruzioni l’incidenza dei nuovi assunti straOperai specializzati e conduttori 374 1.115 1.486 25,3 26,0 25,8 di impianti nell’industria alinieri supera il 18% del totale, in mentare Campania e Puglia si tratta appena Commessi e altro personale di 563 339 895 6,0 6,4 6,1 del 5,7% e del 8,2% (rispettivavendita in negozi mente). Operai nelle attività metalmecca656 103 760 15,5 21,0 16,1 «L’assunzione di ventiquattromila niche richieste in altri settori stranieri da parte delle imprese Operai nelle attività metalmecca611 127 736 14,2 30,3 15,6 niche ed elettromeccaniche italiane - dichiarano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa Personale non qualificato nella 332 264 595 10,7 15,2 12,3 logistica, facchini e corrieri contribuirà solo in maniera marginale ad alleviare le difficoltà creaPersonale generico 493 73 562 21,7 72,6 23,7 nelle costruzioni te dalla crisi. La maggior parte dei 304 mila disoccupati stranieri re121 439 560 13,6 24,0 20,6 Altro personale non qualificato gistrati nel primo trimestre 2011, Commessi ed altro personale di con molta probabilità non riuscirà 472 86 555 8,8 4,9 7,8 vendita nella grande distribuzione a trovare, in tempi brevi, una nuoAddetti alla gestione dei magazziva occupazione, correndo il rischio 394 120 515 16,7 13,2 15,8 ni e spedizionieri di cadere nell’irregolarità solo per Personale non qualificato in 120 338 459 44,6 38,4 39,9 attività commerciali, servizi il fatto di non riuscire a trovare d’istruzione e sanitari lavoro (è la condizione necessaria 156 291 444 5,1 20,9 10 Conduttori di mezzi di trasporto per il regolare soggiorno in Italia degli stranieri). Occorre consideInsegnanti e altri tecnici dei 248 166 419 6,8 6,6 6,8 rare che il 40% delle future asservizi alle persone sunzioni di manodopera straniera, Tecnici della sanità e dei servizi 390 3 393 23,1 0,8 19,1 sociali proprio per la concomitanza con il periodo estivo, sarà di carattere Tecnici amministrativi e finanziari 236 152 389 3,3 11,4 4,6 e bancari stagionale, difficilmente si tratta Operai specializzati e conduttori di un’occupazione stabile». 355 12 365 20,4 7,6 19,3 di impianti nell’industria, tessili, Il settore che richiede più manoabbigliamento e calzature Professioni specifiche nei servizi dopera straniera in termini di nu306 29 335 23,0 1,9 11,8 sicurezza, vigilanza e custodia merosità è quello dei servizi con quasi diciottomila assunzioni di Elaborazioni Fondazione Leone Moressa su dati Excelsior Unioncamere stranieri (dei quali quasi la metà in lavori stagionali), mentre per l’industria si tratta di straniero, nell’industria si tratta di 16 su 100. 6.500 richieste (la maggior parte per lavori non sta- Scendiamo nel dettaglio analizzando i singoli comgionali). Ma se su cento assunti nei servizi il 14,6% è parti di attività. Il settore turistico segna, sen-
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in primo piano
za dubbio, il boom di assunzioni straniere con quasi settemila richieste che, in termini relativi, rappresentano il 18,6% di tutti i futuri assunti nel settore. Al secondo posto, in termini di numerosità, troviamo i servizi a supporto di imprese e di persone che mostrano, tra i primi 10 comparti, l’incidenza più elevata di assunti stranieri sul totale delle assunzioni: 27,9%. Seguono a ruota le costruzioni (19,9%) e i servizi di assistenza sociale nonché i servizi sanitari privati (23,2%). Ma se nei servizi turistici prevale il lavoro stagionale, negli altri settori si tratta di lavori a carattere non stagionale. Per le singole professioni, la maggiore richiesta di immigrati proviene dall’esigenza di ricoprire lavori quali camerieri, cuochi e professioni legati all’attività turistica (con 5.300 assunzioni). Seguono il personale qualificato nei servizi di pulizia (3.824 richieste), gli operatori per l’assistenza sociale (duemila), gli operai specializzati nelle costruzioni (1.820) e nell’industria alimentare (1.486). Ancora una volta gli stranieri sono prevalentemente richiesti per ricoprire professioni legate all’assistenza alla persona: quasi il 40% del personale non qualificato nelle attività sanitarie sarà straniero, il 36% se si tratta di operatori nell’assistenza sociale (domiciliare e non). Le aziende romane e milanesi assumeranno più stranieri a livello assoluto (2.375 nella capitale e 1.685 nel capoluogo lombardo), ma sono Ferrara, Pavia e Pesaro – Urbino le aree in cui gli stranieri avranno più probabilità di trovare nuova occupazione rispetto al totale delle nuove assunzioni previste nei singoli territori, con percentuali che superano il 28%
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Previsione di assunzione di manodopera straniera (non stagionale, stagionale e totale) e incidenza % assunzioni stranieri / totale assunzioni nel terzo trimestre 2011 per regione Regione
Valore assoluto 3° trimestre 2011
Incidenza % assunzione stranieri su totale assunzioni
Lombardia
5.101
19,3
Emilia Romagna
3.289
18,5
Lazio
2.732
15,9
Veneto
2.419
17,8
Piemonte
1.739
17,0
Toscana
1.579
14,0
Trentino Alto Adige
1.531
17,5
Sicilia
825
10,2
Marche
677
17,9
Campania
674
5,7
Sardegna
636
12,7
Puglia
565
8,2
Calabria
516
10,6
Abruzzo
507
15,4
Liguria
451
9,2
Friuli Venezia Giulia
378
11,9
Umbria
240
11,0
Basilicata
196
13,4
Molise
194
15,8
Valle d’Aosta
135
18,2
TOTALE
24.405
15,0
Elaborazioni Fondazione Leone Moressa su dati Excelsior Unioncamere
Previsione di assunzione di manodopera straniera (non stagionale, stagionale e totale) nel terzo trimestre 2011 in Italia valori assoluti e incidenza % assunzioni stranieri / totale assunzioni Non stagionali
Stagionali
Totale
Totale assunzioni
106.750
55.850
162.600
Assunzioni di Stranieri
14.240
10.165
24.405
Stranieri/Totale (%)
13,3
18,2
15,0
Elaborazioni Fondazione Leone Moressa su dati Excelsior Unioncamere
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in primo piano » di Eleonora Lopes
Mauro: “La convergenza mancata. Mezzo secolo di economia dell’Abruzzo” Questo il titolo dell’ultimo libro dell’economista Giuseppe Mauro. Il volume, è realizzato sotto forma d’intervista curata da Antonio De Frenza, redattore economico de Il Centro
“P
iù volte mi sono chiesto: perché elaborare e interpretare dati, teorie e idee sull’Abruzzo? In fondo si tratta di una piccola regione, troppo piccola per poter suscitare interessi diffusi. E poi, sotto il profilo accademico, questa tipologia di studi mal si adatta al mainstream della disciplina economica, più propensa ad affrontare le gradi questioni teoriche e elaborare modelli sempre più sofisticati piuttosto che indagare su singole realtà regionali. Il convincimento di studiare l’iter evolutivo del sistema economico abruzze-
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se trova tuttavia conforto in diverse e non marginali motivazioni”. Inizia con queste parole la premessa dell’ultimo libro dell’economista e docente universitario Giuseppe Mauro “La convergenza mancata, Mezzo secolo di economia dell’Abruzzo”. Il volume, che vede la prefazione di Vincenzo Boccia, presidente Piccola Industria Confindustria, è in realtà sotto forma d’intervista curata da Antonio De Frenza, redattore economico de Il Centro. Quali sono le motivazioni che hanno spinto il noto economista a realizzare questo volume? Lo abbiamo chiesto direttamente a lui che ci ha ri-
sposto: «Sono quattro le motivazioni principali che mi hanno ispirato. Innanzitutto l’analisi regionale è divenuta sempre più importante in virtù dell’accresciuta complessità e incertezza che accompagna l’attività economica. Il secondo motivo dello studio riguarda il bisogno di una conoscenza più approfondita e puntuale del processo di trasformazione subìto dalla regione, da area a prevalente caratterizzazione agricola, ad area a forte valenza industriale. Il terzo motivo ha come obiettivo l’esigenza di verificare il modello teorico al quale riferire le dinamiche evolutive della regione che sembrerebbe da ricondurre a quello schema di sviluppo territoriale che va sotto il nome di “via adriatica dello sviluppo”. Ed infine esiste una motivazione di carattere più generale, una sorta di impegno istituzionale volto ad offrire un’idea o un’ipotesi di lettura del territorio capace di stimolare la riflessione degli studiosi, delle istituzioni e delle componenti imprenditoriali e sociali sullo stato dell’economia abruzzese». Il volume abbraccia oltre mezzo secolo di avvenimenti economici. Un periodo storico abbastanza lungo, al cui interno confluiscono fatti economici di rilevanza non solo regionale, ma anche nazionale e mondiale, come per esempio, le due crisi petrolifere, l’introduzione dell’euro e la concorrenza dei paesi asiatici. Gli autori, per evitare un’eccessiva frammentazione, hanno preferito dividere in tre fasi principali, che possano sintetizzare e inquadrare le vicende e l’evoluzione dell’Abruzzo. «La prima fase –spiega Giuseppe Mauro- descrive le difficili condizioni economiche della regione nel corso degli anni Cinquanta e della prima metà degli anni Sessanta, con un Pil inferiore alla media meridionale e con un indice di industrializzazione pari a meno della metà dell’Italia. L’emigrazione e un’agricoltura povera, sembrano essere le caratteristiche dominanti di questo periodo. La seconda fase, è quella del “miracolo abruzzese”, la golden age regionale, che conduce l’Abruzzo verso livelli sorprendenti di Pil e di industrializzazione. In questo periodo che va dal 1970 al 1995, l’Abruzzo tende ad acquisire la fisionomia di regione aperta, dovuta ad un’elevata proiezione internazionale della sua media e grande industria, un importante processo di modernizzazione e di crescita economica, forse mai sperimentato da altre analoghe regioni europee, e così intenso e rapido da determinare l’uscita della regione dai meccanismi comunitari d’incentivazione previsti dal cosiddetto Obiettivo 1. L’ultima fase che arriva fino ai giorni nostri, è quella del cambiamento. Mutamenti che coinvolgono il si-
Da un lato il gigantesco deficit sanitario e l’elevato indebitamento sottraggono risorse preziose da destinare alle infrastrutture, dall’altro, la scarsa attenzione posta su alcuni settori cruciali del sistema economico come il turismo, il credito e le piccole e medie imprese determinano un andamento asimmetrico stema valutario e dei cambi, con l’adozione dell’euro; il quadro tecnologico che influenza la domanda dei consumatori e riduce il ciclo dei prodotti; i livelli di competitività sui mercati internazionali, che spiazzano molte produzioni locali. In questi anni mutano anche le categorie e i comportamenti della politica. Da un lato il gigantesco deficit sanitario e l’elevato indebitamento sottraggono risorse preziose da destinare alle infrastrutture materiali e immateriali e allo sviluppo. Dall’altro lato, la scarsa attenzione posta su alcuni settori cruciali del sistema economico come il turismo, il credito e le Piccole e medie imprese determinano un andamento asimmetrico tra l’intensità del cambiamento e i risultati conseguiti. Il dato ovviamente non riguarda solo l’Abruzzo, ma coinvolge l’intera economia italiana. Ma per l’Abruzzo, la minore performance significa l’arresto del percorso di catching-up, e cioè segna un passo indietro rispetto a un obiettivo che sembrava di imminente realizzazione, da poter conseguire entro tempi piuttosto ravvicinati». La rincorsa dunque non è ancora conclusa
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in primo piano
Alcuni membri dell’associazione “Carrozzine determinate” durante una manifestazione in piazza Montecitorio a Roma
» di Denia Di Giacomo
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foto concesse dall’associazione “Carrozzine determinate”
Le carrozzine sono arrabbiate! Il mondo dei disabili è in subbuglio, barriere architettoniche ovunque, fondi non disponibili e scarsa sensibilità. È arrivato il momento di alzare la voce
N
on chiamateli invalidi, si sono trasformati in “carrozzine determinate” e intendono rimanerci almeno fino a quando le promesse non verranno mantenute. Questo è l’intento di Claudio Ferrante, responsabile dell’ufficio disabili del Comune di Montesilvano, nonché promo-
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tore di una mobilitazione regionale che ormai dura da mesi e che raccoglie oltre 20 associazioni da tutta la regione. I disabili abruzzesi,oltre a sopportare una vita fatta di oggettive difficoltà, oggi devono fare i conti con una regione che non intende rimborsare loro le spese sostenute allo scopo di abbattere le barriere
architettoniche nelle proprie abitazioni private. E così circa 2000 famiglie con disabili a carico, hanno deciso di farsi sentire e, prima a febbraio davanti al Comune di Pescara, poi a maggio sempre nel capoluogo adriatico, davanti la sede della Regione, hanno tentato, non invano, di sensibilizzare la classe politica ad una maggiore attenzione nei loro confronti partendo dall’abbattimento delle barriere architettoniche. La situazione agli occhi di un disabile è veramente grave. Queste persone devono affrontare quotidianamente ostacoli enormi, anche per svolgere le più semplici commissioni. La proteste hanno messo in luce uffici pubblici con passerelle non a norma, senza bagni adeguati e con ogni sorta di impedimento. La protesta non ha intenzione di fermarsi alle promesse, infatti, a fine
luglio, 4000 disabili, capeggiati da oltre 100 abruzzesi, si sono ritrovati a piazza Montecitorio a Roma, per opporsi rumorosamente all’emendamento della Finanziaria relativo alle invalidità civili e all’indennità di accompagnamento che prevedeva l’innalzamento all’85 per cento della percentuale di invalidità necessaria per ottenere l’assegno mensile di assistenza e riservato agli invalidi civili parziali. Le voci sono state ascoltate e la percentuale minima ritorna ad essere quella di prima: il 74 per cento. È una prima piccola battaglia vinta, seppure la guerra sia ancora lunga da combattere. Elemento sconfortante evidenziato da Claudio Ferrante è che anche «attorno a Montecitorio tutti i locali hanno le barriere architettoniche e non dispongono di servizi igienici accessibili».
Intervisa a Claudio Ferrante
presidente dell’associazione “Carrozzine determinate”
Quali sono le vostre richieste più importanti? «La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata il mancato finanziamento della legge 13 dell’89. Questa è una legge che fino al 2001 dava dei fondi alle regioni per consentire alle persone con disabilità di abbattere le barriere architettoniche nelle proprie abitazioni. Nel 2001 lo Stato non l’ha più finanziata e tutte le regioni italiane hanno provveduto con propri fondi. Ora la Regione Abruzzo dice ai disabili che avevano fatto richiesta per il rimborso di lavori effettuati di non poter far fronte alla spesa
perché lo Stato non finanzia più. La situazione è paradossale perché è dal 2001 che questa legge non ha più finanziamenti statali e non da ieri, ma noi riteniamo che in una regione che funziona bene, bisogna provvedere al reperimento dei fondi anche quando lo stato nazionale non copre. Infatti, non solo molte regioni italiane hanno coperto ma hanno anche incentivato questi fondi con nuove leggi regionali, aumentando addirittura i finanziamenti. La Regione Abruzzo ha fatto un ulteriore passo indietro, con un provvedimento retroattivo secondo il quale tutte le persone che attendono questi fondi dal 2008 e che hanno già concluso i lavori, non si vedranno mai rimborsare. Bisogna valutare un elemento ulteriore, questa legge è del 1989 e da allora quelle somme non sono mai state toccate per essere adeguate al costo attuale della vita, tant’è che molte regioni, hanno anche aumentato i rimborsi». Perché questa situazione, è
solo per mancanza di fondi? «Io credo che loro non si siano resi conto della gravità della situazione. Lo si è capito anche in seguito alla storica manifestazione che abbiamo fatto di recente, durante la quale ben 14 rapresentanti del consiglio regionale di cui 4 assessori, sono saliti su una sedia a rotelle, è stato un risultato storico. In quella occasione abbiamo letto nel viso degli amministratoti un grande rammarico, è bastata una passeggiata di mezz’ora sulla sedia a rotelle per farli rendere conto delle oggettive difficoltà che ogni giorno si devono affrontare. Non si poteva entrare nel bagno della Regione perché questa non ha bagni per disabili, nè salire negli uffici regionali perché gli ascensori erano stretti, i marciapiedi, tra l’altro recentemente rifatti, erano tutti fuori norma e pericolosi, l’assessore Di Paolo è addirittura caduto dalla carrozzina! Immaginate quante volte durante la settimana noi disabili cadiamo dalla
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in primo piano
nostra carrozzina, per colpa della scellerata gestione pubblica, ma la differenza sostanziale è che mentre una persona senza handicap può rialzarsi, noi abbiamo bisogno di aiuto. Dopo questo evento l’assessore Angelo Di Paolo ha immediatamente dichiarato che ripristinerà i fondi della legge 13 dell’89 ed è stato richiesto all’assessore al Bilancio di reperire i fondi necessari per rifinanziare la legge. Vogliamo credere che questo avverrà presto». La Regione Abruzzo è anche l’unica a non avere il Comitato Regionale per le Politiche dell’Handicap… «Esatto. C’è una legge specifica, la 53 del 95, che istituì questo comitato. È una legge mai applicata e le motivazioni le chiediamo all’assessore competente, Paolo Gatti, che tra l’altro ha da tempo pubblicamente dichiarato che avrebbe sbloccato questa legge rendendola operativa». Quali sono le vostre
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prossime azioni? «È normale che se non ci saranno risposte alle nostre richieste siamo pronti ad una massiccia mobilitazione regionale per fare in modo che le leggi vengano rispettate. Abbiamo chiesto un’altra cosa all’assessore Gatti, ovvero una legge sulla vita indipendente, che tra l’altro è essenziale per l’autodeterminazione. L’assessore ha dichiarato che entro l’anno ci sarà anche questa legge». Cosa si intende per “Vita indipendente?” «La disabilità è legata soprattutto al problema dell’assistenza, molti sono costretti ad aspettare che arrivino nella loro casa delle persone per aiutarli a fare praticamente tutto. Spesso però i comuni sono impreparati e i disabili si trovano con circa 3 o 4 ore a settimana di assistenza. Vita indipendente significa poter dare la possibilità al disabile grave di scegliere da chi farsi assistere, con un rimborso di 1.500 euro
mensili. Se consideriamo che i disabili gravi per mancanza di assistenza sono spesso costretti a farsi ricoverare con un peso economico sulla regione Abruzzo di circa 150 euro al giorno, allora il risparmio è notevole, con una riduzione dei ricoveri e un miglioramento sostanziale della vita di molte persone». Se dovesse immaginare una città a dimensione disabili, come la vorrebbe? «Una città che sia comoda e accessibile a tutta la popolazione, con servizi adatti a tutti. Faccio un esempio, qualche tempo fa abbiamo inaugurato a Montesilvano la seconda spiaggia pubblica accessibile d’Abruzzo, c’è ne sono solo due al centro sud e sono qui a Montesilvano. In questa spiaggia abbiamo creato un corridoio in cemento con una piattaforma finale, tutte le persone e dico tutte, usufruiscono di questo corridoio, a dimostrazione che una cosa comoda lo è per tutti».
Intervisa a Paolo Gatti
assessore regionale alle Politiche Attive del Lavoro, Formazione ed Istruzione, Politiche sociali
Il mondo dei disabili è in subbuglio, che fine hanno fatto i fondi per le politiche sociali? «Le politiche sociali in Abruzzo si declinano soprattutto con il piano regionale sociale che viene finanziato dal Fondo Nazionale Politiche Sociali e dal Fondo Regionale Politiche Sociali. In quest’ultimo anno sono stati stanziati ben 11 milioni di euro, quindi non c’è stato nessun taglio. Il vero problema è il fondo nazionale, che è sceso drasticamente costringendo tra l’altro tutti gli assessori alle politiche sociali d’Italia a redigere un documento nel quale si esprime forte preoccupazione perché in virtù di questa continua riduzione non siamo più in grado di assicurare i servizi di prima». Quindi il problema da dove parte? «La verità è che sono gli enti d’ambito, gestori delle politiche sociali, a scontare questa drastica riduzione, correlativamente però per le politiche sociali in generale i fondi in realtà sono complessivamente aumentati, mentre i fondi per gli enti d’ambito cioè i fondi destinati ai comuni sono diminuiti». La regione Abruzzo è l’unica a non avere un Comitato Regionale per le Politiche dell’Handicap, perché? «Andrebbero interpellati tutti gli amministratori regionali dal ‘95 ad oggi, me compreso, per sapere perché, nonostante la legge, non è stata mai creata la consulta. In questo periodo non è stata istituita perché questa commissione era prevista con gettone di presenza, quindi con dei costi,
e noi non avevamo il capitolo di bilancio, allora mi sto occupando di redigere il testo unico del welfare dove propongo l’istituzione di questa consulta per l’handicap senza gettone di presenza. Però sarebbe interessante sapere perché in 15 anni non è mai stato fatto». Lei era presente nel corso della protesta da parte dei disabili ed è stato invitato a salire sopra una carrozzina, cosa ha provato? «Ero indeciso se andare o meno, alla fine sono andato e ho fatto bene, perché ho capito tante cose, faccio degli esempi banali: andando per strada uno vede degli scivoli per disabili e pensa che sia tutto perfetto, ma non ci si rende conto che se questi scivoli non sono fatti a regola d’arte e per esempio hanno semplicemente 1 centimetro di gradino diventa quasi impossibile scenderci o salirci. In realtà abbiamo una percezione molto sommaria delle difficoltà che le persone con handicap affrontano tutti i giorni per fare anche le cose più semplici. È chiaro che va aumentata la soglia di attenzione, tuttavia viviamo un momento molto difficile per quanto riguarda le risorse pubbliche, molto si poteva far prima, quando si utilizzava la leva del debito e si facevano mutui per fare qualsiasi cosa. Adesso invece andrebbe ricostruito un sistema e non sarà semplice, però io mi sento positivo perché almeno, su quelli che sono i problemi quotidiani, c’è una maggiore sensibilità»
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in copertina » di Eleonora Lopes
A VELE SPIEGATE VERSO
CANTINE BOSCO
DAL 1897, I VINI CHE FANNO STORIA Xxxxxx
Nata nel 1897 per mano del fondatore Giovanni Bosco, oggi la cantina, tra le più antiche d’Abruzzo, è seguita dai due fratelli Nestore e Stefania che hanno ereditato dal papà Giovanni, primo vero imprenditore della famiglia, serietà, professionalità e passione per questo lavoro
Giovanni Bosco con i figli Nestore e Stefania
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T
radizione, qualità e passione. Sono questi gli ingredienti segreti che hanno portato al successo il vino Bosco; 114 anni di storia che hanno reso la cantina Bosco Nestore di Nocciano, una delle più antiche e importanti d’Abruzzo. La storia inizia quando, alla fine del XIX secolo, il giovane Giovanni Bosco comincia la sua attività di viticoltore. La città di Castellamare Adriatica allora, contava a malapena 15.000 abitanti e si estendeva su una minima superficie. Tutto attorno era campagna e Colle Innamorati era terreno fertile per le uve: proprio qui crebbero quei primi tralci di vite che avrebbero poi segnato l’intera storia della famiglia Bosco.
La quinta generazione della famiglia Bosco da sinistra: Lorenzo, Giovanni, Beatrice e Giuliana (foto autorizzata dalla famiglia Bosco)
Con la stessa tenacia e con la stessa forza della vite, Giovanni proseguì il suo lavoro sino ad ottenere quel vino rosso, dagli intensi profumi e dal gusto speziato che sarebbe stato conosciuto nel secolo seguente in tutto il mondo come Montepulciano d’Abruzzo. Era il 1897 e nasceva così la Cantina Bosco.
» foto di Pietro Ferrante
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in copertina
I NUMERI DI BOSCO
Anno di fondazione: 1897 Ettari totali 70 di cui vitali 50 Ht + 20 Ht in affitto Produzione annuale: 600.000 bottiglie Vigneti coltivati: 65% Montepulciano d’Abruzzo, 10% Trebbiano d’Abruzzo, 5% Cabernet Sauvignon, 8% Chardonnay, 5% Pecorino 4% Moscato, 3% Sangiovese grosso Enologi: Dott. Nestore Bosco, Consulente esterno Dott.Riccardo Brighigna Percentuale Export: 75% Paesi Principali: USA, Canada, Europa, Asia Altri prodotti: Olio Extravergine di Oliva, Grappa, Spumante Numero dipendenti: 10 più svariati collaboratori
Alcune immagini della storica Cantina Bosco
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La storia continua con il Cavaliere Nestore Bosco e con suo figlio Giovanni: si rinnovano i nomi e al contempo si rinnova la passione per la vite e per il vino. A partire dal 1968, con il riconoscimento della D.O.C. Montepulciano d’Abruzzo, il vino Bosco diventa noto in tutto il mondo grazie anche all’originale etichetta disegnata dallo stesso Nestore. La costanza nella qualità permette all’azienda di crescere, ma i Colli di Pescara non sono più in grado di ospitare i vari vigneti coltivati: sono gli anni ’70, la città è in espansione e il boom edilizio investe anche i Colli Innamorati. La scelta risulta obbligata: spostarsi verso l’interno della provincia, scegliere i terreni più fertili, impiantare nuovi vigneti destinandoli esclusivamente a produzioni di alta qualità e costruire una cantina che possa esaltare le potenzialità dei vitigni autoctoni dell’Abruzzo. Sono i primi anni ’80 e Giovanni Bosco Jr., realizza nelle campagne di Nocciano, l’attuale splendida cantina, gioiello di architettura sotterranea, dove tra le grandi botti di rovere, piccole barriques e nicchie per le bottiglie perfettamente allineate, riposa e matura l’orgoglio dei Bosco: il Montepulciano d’Abruzzo. Una tradizione, quella della famiglia Bosco, che è destinata a continuare negli’anni ’90, quando entrano in campo le nuove generazioni, i figli di Giovanni, Nestore e Stefania, che con gli stessi nomi e con lo stesso vivido entusiasmo e passione, continuano a mantenere alto il nome Bosco in campo nazionale, ma soprattutto internazionale. Negli anni arrivano anche diversi premi, più di 100 riconoscimenti e medaglie d’oro ottenuti nei vari concorsi enologici nazionali ed internazionali. E in ultimo l’azienda ha ottenuto la certificazione nel 2009 come “Azienda Eco Friendly”, perchè i vini Bosco vengono prodotti con fonti rinnovabili di energia, con basse emissioni di CO2 in atmosfera, grazie alla realizzazione di un impianto fotovoltaico totalmente integrato, attivo da luglio 2008. Oggi la cantina di Nocciano è strutturata per la ricezione turistica sia locale che estera ed è tra le più visitate in Abruzzo, associata al Movimento Turismo del Vino dal 1995. La cantina offre la visita guidata di tutti i reparti di produzione, dei tunnel di affinamento delle bottiglie e delle bottaie di barrique e botti grandi, la visita al Museo del Vino e delle Arti Contadine realizzato nel cuore della cantina, la degustazione nell’angolo dedicato all’interno del punto vendita, il punto verde attrezzato con gazebo in legno e aree verdi e voliera, oltre ad una originale ed unica vigna didattica, con ben 24 tipologie di viti diverse. E la storia continua con la quinta generazione Bosco, i giovani figli di Nestore e Stefania.
Giovanni Bosco nello splendido tunnel di affinamento delle bottiglie
La vendemmia
I PRODOTTI TARGATI BOSCO
Nestore tra le vigne
La terza, la quarta e la quinta generazione dei Bosco (foto autorizzata dalla famiglia Bosco)
Il primo DOC Montepulciano d’Abruzzo del 1968 targato Bosco
Alla linea tradizionale Montepulciano, Cerasuolo e Trebbiano che esiste da più di quaranta anni, (Montepulciano d’Abruzzo prima annata 1968, Cerasuolo d’Abruzzo, Trebbiano d’Abruzzo prima annata 1972), vengono affiancati negli anni, nuovi prodotti con tagli sia classici e innovativi per processi e vitigni: la riserva Don Bosco, prima annata 1982. La linea Pan, la cui nascita nel 1997, coincide anche con il centenario della fondazione, è dovuta dall’unione fortuita della sua etichetta, che è un regalo alla cantina del grande Maestro Pietro Cascella amico di famiglia. E attraverso l’utilizzo di nuovi vitigni nasce anche il Pan di Chardonnay (2002). Poi c’è Il Grappolo rosso, vino giovane nato in risposta alla moda francese del vino novello. Nel 2001 è la volta di Il Linfa, rosso, vino dal taglio internazionale, che si colloca in una fascia media, per chi ama bere un bicchiere di buon vino rosso, in ogni momento. E negli ultimi anni che si sente l’esigenza di creare una linea per le tre DOC abruzzesi più giovanile e qui entra in campo la Linea Eclipse, una tipologia di vini basici senza invecchiamento, dedicata al bere quotidiano, e nel 2005 fa il suo primo ingresso il Pecorino Bosco, antico vitigno abruzzese riscoperto ed apprezzato sia in campo nazionale che internazionale. Ma è il 2007 che segna un traguardo molto importante, centodieci anni della loro attività vinicola (1897/2007), questa data segna la nascita del più prezioso Montepulciano di questa cantina, il 110. Ed infine, (solo per ora sottolineano…) nel 2010 arriva Voluptuosus, un Montepulciano dal nome ed dal gusto delizioso, dedicato al Vate pescarese Gabriele D’Annunzio, ed anche in questo caso c’è l’unione fortuita con un artista pescarese Graziano Martini, che ha voluto far dono di questo quadro, un omaggio alla prima famiglia pescarese pioniera del vino abruzzese, facendo riferimento nel quadro ad uno dei Motti Dannunziani più forti “Ricordati di Osare Sempre”, come incoraggiamento ad andare sempre avanti.
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in copertina
a tu per tu con Nestore e Stefania Bosco Che legame avete con la vostra terra? «In un mondo dove è sempre più difficile mostrare la propria identità, vogliamo affondare le nostre radici nella tradizione familiare in cui siamo cresciuti e da cui niente e nessuno ci potrà mai allontanare. Vogliamo far dono di tutti i colori, i profumi e i sapori della terra d’Abruzzo, imprigionandoli nei nostri vini per fare affondare i vostri sensi in una tradizione centenaria, ovunque siate. Siamo una famiglia molto unita, cresciuta fianco a fianco dei nonni, che per tutte le generazioni Bosco e ancora oggi, sono sempre stati un importante punto di riferimento. Siamo legatissimi alla nostra terra alla quale ricambiamo fedeltà e dedizione attraverso la coltivazione dei vigneti».
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Quali sono gli insegnamenti più importanti che vi ha trasmesso vostro padre Giovanni? «Nostro padre è sempre stato un lavoratore tenace ed appassionato. Fin da ragazzini ci ha insegnato che in questo lavoro ci vuole serietà, professionalità e amore. La filosofia che guida il nostro lavoro è cioè quella della fedeltà alla terra da cui abbiamo origine, ce l’ha trasmessa proprio nostro padre. È una grande responsabilità guidare un’azienda che ha 114 anni di storia alle spalle, ma è anche un orgoglio. Sono questi i valori che cercheremo di infondere ai nostri figli». In un momento economico difficile, qual è l’elemento a cui non avete rinunciato?
«In un momento di crisi generale, siamo convinti che si possa economizzare su tutto, ma non sulla qualità, perché è un elemento imprescindibile per il nostro prodotto. Diamo grande importanza alla coltivazione dei vigneti, i nostri agronomi controllano continuamente la sanità e la maturità delle uve, e le vigne sono coltivate esclusivamente tramite agricoltura biologica. Ogni annata, rappresenta per noi una nuova sfida da vincere. Alla qualità, uniamo l’amore per il nostro lavoro e la tradizione di questa splendida eredità. Solo così si batte la crisi e la concorrenza». Nel campo enogastronomico e turistico, cosa manca alla nostra regione per raggiungere la notorietà ad esempio della
Toscana? «Da quando siamo al timone dell’azienda, abbiamo cercato di rinnovarci pur mantenendo sempre attenzione nei riguardi della tradizione. Stiamo cercando di valorizzare sempre di più il nostro vino, anche attraverso missioni all’estero organizzate dalla Camera di Commercio, rafforzando la nostra presenza alle fiere nazionali ed internazionali. La promozione e il commercio all’estero sono diventati un punto nevralgico per la nostra cantina. Attraverso il Movimento Turismo Vino abbiamo organizzato diverse visite aziendali e oramai Cantine Aperte è diventato un appuntamento immancabile per gli abruzzesi. Ma tutto questo non basta, al nostro territorio manca la cultura imprenditoriale e la formazione
professionale che ha ad esempio la Toscana. Il loro vino non è di qualità superiore al nostro, ma sono capaci di rendere il prodotto più vendibile. Le Istituzioni non fanno nulla per colmare questo gap e crediamo che non si rendano conto che davvero il turismo e l’enogastronomia potrebbero essere le prime industrie abruzzesi». Cosa avete in serbo per il futuro? «Da pochissimo abbiamo ristrutturato la cantina con la realizzazione di nuovi parcheggi e l’abbattimento di tutte le barriere architettoniche per i diversamente abili, aree dedicate ed attrezzate per ospitare al meglio gli enoturisti, i clienti e gli amici, che siano due o cento, sia nei periodi estivi che in quelli invernali, per trascorrere al meglio una giornata diversa tra storia, tradizione e
passione di vino. Inoltre, sempre nell’ottica della ricettività, stiamo ristrutturando due edifici storici nel centro del paese di Nocciano, ed una struttura rurale, per farli divenire dei luoghi unici, esclusivi e conviviali, dove l’arte incontra l’eno-gastronomia per momenti che ci piace definire “Di Vini”. Spazio all’arte e alla cultura, ma continuando sempre ad investire anche nei vigneti con la realizzazione di nuovi impianti di ben 15 ettari di vigneti, nel comune di Civitaquana a 500 metri sul livello del mare, aggiungendosi ai 35 esistenti nel Comune di Nocciano. Una scelta mirata in quanto l’altitudine costituisce una delle componenti essenziali per la qualità delle uve. E non finisce qui, il segreto è rinnovarsi per passione»
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incarichi&carriere
GIANNI CHIODI ELETTO MEMBRO UFFICIO POLITICO CIM
Il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, è stato eletto membro dell’ufficio politico della
Cim, la Commissione intermediterranea della Conferenza delle Regioni periferiche e marittime d’Europa (Crpm). Presidente dell’organismo, che associa una cinquantina di Regioni di 10 paesi e rappresentativo di oltre 82 milioni di abitanti, è Raffaele Lombardo, governatore della Regione Sicilia. Oltre a Chiodi fanno parte del bureau politique per l’Italia, Ugo Cappellacci (Sardegna) e Nichi Vendola (Puglia). La nuova composizione dei vertici della Cim, per il triennio 2011-2013, è stata decisa nel corso dell’ultima assemblea generale che si è tenuta a Catania. La Commissione intermediterranea, seconda per prestigio solo all’Aer (Assemblea delle Regioni d’Europa) è stata creata in Andalucia nel 1990 allo scopo di esprimere gli interessi comuni delle Regioni mediterranee nei principali negoziati europei. La sua missione si è allargata alle problematiche dell’insieme delle Regioni del bacino del Mediterraneo. «Si tratta di un ruolo importante all’interno del bureau – ha detto il presidente Chiodi – un ulteriore riconoscimento alla Regione Abruzzo che diventa così protagonista nelle strategie politiche europee e nazionali».
DI DALMAZIO NOMINATO VICEPRESIDENTE ENIT
L’assessore regionale al Turismo e all’Ambiente Mauro Di Dalmazio è stato nominato vicepresidente
dell’Enit. Del nuovo Consiglio di amministrazione fanno parte Matteo Marzotto, confermato in qualità di presidente, e l’assessore teramano Mauro Di Dalmazio, coordinatore degli assessori regionali in materia di turismo con il ruolo di vicepresidente, Bernabò Bocca, presidente di Confturismo in rappresentanza delle associazioni di categoria, Flavia Coccia, in rappresentanza del Governo e Maurizio Melucci, assessore dell’Emilia Romagna in rappresentanza della conferenza permanente Stato-Regioni. «Voglio congratularmi con i nuovi membri del Consiglio di amministrazione – ha dichiarato il ministro Brambilla – per l’incarico che si apprestano a ricoprire. La nuova governance ha tutte le carte in regola per svolgere al meglio il compito di promozione dell’Italia nel mondo e di consolidare la propria leadership sui mercati internazionali».
GIAMMARCO GIOVANNELLI AL TIMONE DI FEDERALBERGHI ABRUZZO
Al vertice della più rappresentativa associazione albergatori della regione è stato nominato Giammarco
Giovannelli. Classe 1971, già presidente di Federalberghi Teramo e vicepresidente dell’associazione regionale, Giovannelli subentra ad Emilio Schirato il quale resterà, comunque, nell’ambito della Federalberghi/ Confcommercio Abruzzo in qualità di vicepresidente e continuerà a svolgere il ruolo di presidente della Federalberghi/Confcommercio Pescara. Vicepresidenti sono stati nominati Mara Quaianni per Federalberghi L’Aquila, Andrea Sebastiani per Federalberghi Chieti e lo stesso Emilio Schirato per Federalberghi Pescara. «Per me è un onere –ha dichiarato Giovannelli- ed un onore quello di subentrare ad un grande presidente come Schirato che ha dato lustro ed autorevolezza alla Federalberghi/Confcommercio Abruzzo accreditandola in tutte le istituzioni ed in tutti i tavoli per serietà e competenza. Il mio obiettivo è quello di continuare nello stesso solco tracciato dal presidente uscente portando avanti i progetti già avviati assieme per sviluppare il turismo abruzzese. Per centrare tali obiettivi avrò bisogno del supporto dei vicepresidenti e del costante raccordo con tutte le realtà provinciali al fine di rappresentare compiutamente le istanze di tutto il territorio regionale».
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incarichi&carriere
CARISPAQ, VITTORIO IANNUCCI È IL NUOVO DIRETTORE GENERALE
È Vittorio Iannucci il nuovo direttore generale della Carispaq – Cassa di Risparmio della Provincia
dell’Aquila. La nomina è stata ufficializzata dal CdA della Banca, all’unanimità, nella seduta dello scorso 4 agosto. Originario di Civitella Alfedena (L’Aquila), 60 anni, coniugato, laureato in Economia e Commercio e dottore commercialista, Iannucci ha ricoperto dal 2001 l’incarico di direttore generale della Banca Popolare di Aprilia, anche essa facente parte del gruppo BPER. «Al nuovo direttore generale – ha dichiarato il presidente della Carispaq Antonio Battaglia – formulo i migliori auguri di buon lavoro assicurando una totale e proficua collaborazione da parte di tutta la struttura. Sono certo che sotto questi auspici, la Banca potrà continuare a sostenere la rinascita del nostro territorio fortemente impegnato nelle attività di ricostruzione». «Da abruzzese sono orgoglioso – ha dichiarato il nuovo direttore generale - di essere stato chiamato a ricoprire questo importante incarico, che intendo svolgere con il massimo impegno per dare ulteriore impulso alla crescita di una banca prestigiosa e di grande tradizione».
ADOLFO CICCHETTI ALLA GUIDA DEI GIOVANI ANCE L’AQUILA
L’assemblea dei soci del comitato provinciale giovani imprenditori edili dell’Aquila ha proceduto al rinnovo della presidenza eleggendo Adolfo Cicchetti, figlio di Filiberto Cicchetti, ex presidente dell’Ance e dirigente dell’impresa Edil 2000. Cicchetti, 37 anni laureato in Economia e Commercio, sposato con un figlio, succede a Maura De Meo. Vicepresidente è stato eletto Francesco Gravina. I nuovi consiglieri sono Lino Mascitti, Pierluigi Frezza, Cesare Palombizio e Giorgio Contestabile. Il comitato dura in carica tre anni. Cicchetti ha affermato la volontà di rafforzare la sinergia con la “casa madre” di Ance e di puntare ad una crescita sia numerica che qualitativa del comitato giovani, vivaio degli imprenditori di domani e dei futuri dirigenti dell’associazione costruttori. «I giovani hanno voglia di collaborare e si mettono al servizio del territorio per la sua rinascita – ha detto Cicchetti – intraprenderemo iniziative di aggiornamento e formazione costante, in particolare nel settore dell’innovazione tecnologica».
GIUSEPPE RANALLI, AL VERTICE DELLA SEZIONE TRASPORTI DI CONFINDUSTRIA CHIETI
Giuseppe Ranalli è stato eletto presidente della Sezione Trasporti e Logistica di Confindustria Chieti.
Quarantadue anni, nato ad Ortona, avvocato e padre di due figli, Ranalli è amministratore dell’agenzia marittima Rannalli srl di Ortona. «La Sezione Trasporti e Logistica di Confindustria Chieti –ha detto il neo presidente- vuole svolgere un ruolo da protagonista attraverso una fitta attività di coinvolgimento di tutti gli attori regionali per la formazione di linee comuni sulle priorità infrastrutturali. In particolare: attività di promozione nelle fiere di settore, piattaforma web per la promozione della mobilità regionale, processo di internazionalizzazione della nostra offerta infrastrutturale, azione di marketing territoriale».
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incarichi&carriere
FRANCESCO ALFIERI NUOVO PRESIDENTE DEL ROTARY CLUB PESCARA NORD
Il tradizionale Passaggio del Martelletto ha sancito il passaggio delle consegne tra Manuela Corneli,
presidentessa dal 2010-2011, e Francesco Alfieri per il nuovo mandato. Alfieri é ingegnere esperto di informatica e guiderà l’organizzazione fino al 2012. Dovrà portare a termine il progetto “D’acqua natìa”, una fontana che sorgerà in viale Cristoforo Colombo, nei pressi del Ponte sul Mare. Gli altri membri del consiglio direttivo sono: Diego Buta, vicepresidente; Raffaele Nardinocchi, segretario e Aldo Marcotullio, prefetto. In concomitanza con la nomina di Alfieri sono state consegnate le medaglie Paul Harrys Fellow all’architetto Mario D’Urbano e a Natalino Zaami, socio fondatore e past president del Rotary Pescara Nord. Alla cerimonia hanno partecipato il prefetto di Pescara, Vincenzo D’Antuono, il sindaco Luigi Albore Mascia, il primario del reparto di Pediatria dell’Ospedale Civile di Pescara, dottor Lombardo.
FEDERICO DE CESARE, NEO PRESIDENTE GIOVANI ANCE CHIETI
L’Assemblea dei Soci del Gruppo Giovani di Ance Chieti ha proceduto al rinnovo della presidenza eleggendo Federico De Cesare, rappresentante dell’impresa di costruzioni De Cesare Ing. Ulrico srl. Federico De Cesare succede a Marcello Luciani che il 29 giugno scorso è stato nominato presidente dell’Ance Giovani Regionale. Il neoeletto presidente De Cesare – che diviene di diritto vicepresidente del Comitato Mezzogiorno Edil - Ance Chieti - ha tracciato le linee guida del suo programma di lavoro: crescita in termini di iscritti del Gruppo Giovani Ance, formazione manageriale e tecnica connessa al settore costruzioni, passaggio generazionale e diffusione di vera cultura imprenditoriale e associativa in sinergia con i senior dell’Ance.
LINO OLIVASTRI A CAPO DELLA SEZIONE SERVIZI INNOVATIVI DI CONFINDUSTRIA CHIETI
È stato eletto presidente della Sezione Servizi Innovativi di Confindustria Chieti, triennio 2011/2014, Lino
Olivastri della Meta srl. Pietro Aquilano, della Team service srl è stato eletto vicepresidente. Gli altri membri del Consiglio di Sezione sono: Franco D’Intino, Generazione Vincente srl; Roberto Di Vincenzo, Carsa srl; Antonio Gioioso, Eurobic Abruzzo e Molise; Maurizio Maria Ramazzotti, Eos srl; Maurizio Salerni, Teknovision srl e Gaetano Viccione, Isform srl. La Sezione è composta dai rappresentanti di oltre 90 aziende appartenenti al settore dei servizi innovativi, comunicazione, credito, formazione, consulenza, ICT, ecc.
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incarichi&carriere
ANCE PESCARA, GIUSEPPE GIROLIMETTI CONFERMATO PRESIDENTE
L’Ance Pescara, associazione dei costruttori edili, ha rinnovato gli Organi Direttivi per il prossimo triennio. Alla carica di presidente è stato riconfermato l’architetto Giuseppe Girolimetti che ha già guidato la Sezione negli ultimi tre anni ed è anche il presidente dell’Ance Abruzzo. Eletti nel Consiglio Direttivo: Romano Cocciante (Cocciante Costruzioni), Antonio Di Giovanni (S.A.I.C.E.M.), Franco Olivieri (D’Andrea Service), Vincenzo De Leonibus (De Leonibus Costruzioni), Andrea Di Carmine (Augesco), Paolo Di Cintio (Impresa Di Cintio), Gianluca Centorame (Centorame Costruzioni), Duilio Ferretti (Ferretti srl), Marco Sciarra (Sciarra costruzioni), Giuseppe Marinelli (Costruzioni Emmegi) e Alessandro Acciavatti (Tavo Calcestruzzi). Eletti nel Collegio dei Probiviri: presidente Angelo Chiola; componenti effettivi: Alberto Cetrullo e Arturo Melchiorre; Componenti Supplenti: Enrico Breda. Eletti nel Collegio dei Revisori dei Conti: presidente: Giacomo Costantini; componenti effettivi: Gianni Giammarco e Renato Ruggero.
FRANCESCO MASCARUCCI NEO PRESIDENTE GIOVANI IMPRENDITORI CONFINDUSTRIA MARCHE
Il Comitato Regionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria Marche ha eletto all’unanimità Fran-
cesco Mascarucci come presidente per il triennio 2011-2014. Mascarucci, 32 anni, di Fano, ha già maturato una decennale esperienza in ambito confindustriale, avendo assunto negli anni molteplici incarichi all’interno della Territoriale di Pesaro-Urbino, fra i quali la vicepresidenza del Gruppo Giovani dal quale è stato chiamato a far parte del Consiglio Direttivo sin dal 2000. Imprenditore di terza generazione, all’età di 18 anni entra nell’azienda di famiglia Fanoflex (specializzata soprattutto nella produzione di tendaggi e porte scorrevoli a soffietto) fondata nel 1962 dal nonno, comm. Franco Fenzi. Il neo presidente ha dichiarato di voler far tesoro dei risultati fin qui raggiunti dal Movimento regionale e che il suo lavoro sarà imperniato nell’unità, nella coesione, nel dialogo, nell’ascolto e nella trasparenza.
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storie&persone » di Eleonora Lopes
ation
New gener
«W
hite Project è uno spazio da interpretare come un foglio candido da donare di volta in volta agli artisti per realizzare i propri progetti». E’ questa la risposta che ci da Mauro Bianchini alla domanda “che cos’è la White Project”?. Ventinove anni, non ancora compiuti, Mauro è uno dei galleristi più giovani d’Italia che aprì la sua galleria d’arte contemporanea quando di anni ne aveva solo 21. Innamorato dell’arte, tenace e folle quanto basta per fare questo lavoro, il giovane operatore culturale, ha deciso che l’arte contemporanea di qualità, la si può fare anche in una piccola città come Pescara.
Galleria d’arte White Project La Galleria White Project di Pescara è stata fondata da Mauro Bianchini nel 2004, dal 2008 è affiancato da Lucia Zappacosta. Lo spazio espositivo situato a Piazza Garibaldi, in uno dei quartieri più antichi di Pescara, sfrutta dal 2009 anche un’interessante sinergia di lavoro: la proficua collaborazione con Videoartscope, società di archiviazione e produzione di materiali di video arte. Nell’arco delle sette stagioni espositive White Project ha proposto il lavoro degli artisti emergenti senza tralasciare i nomi della scena internazionale, distinguendosi come attento osservatorio delle attuali ricerche artistiche, con un lavoro prevalentemente promozionale e svincolato dalle mode del momento. L’obiettivo della Galleria è quello di sostenere le espressioni artistiche contemporanee, in particolare le arti visive, tramite l’organizzazione di mostre, rassegne, convegni ed eventi, avvalendosi anche della collaborazione di free lance. Priorità viene data all’organizzazione di importanti operazioni di arte urbana, un arricchimento periodico delle opere murali e delle installazioni artistiche della città.
le parole di Mauro Bianchini
«La vita privata ed il lavoro si fondono completamente, perché l’arte non è una professione, ma uno stile di vita».
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«Vorrei una casa in campagna per fuggire dalla città la sera, ma non troppo lontana perché il mattino dopo ci voglio tornare!».
Mauro Bianchini nasce a Pescara il 19 Settembre del 1982. Vive e lavora a Pescara, città nella quale ha deciso di rimanere per continuare una tradizione di famiglia di operatori culturali legati all’arte contemporanea, (suo padre è Renato Bianchini, noto critico e curatore) ma soprattutto perché ama la sua città e crede che possa diventare una vera realtà internazionale. Dal 1995 al 2003 collabora con numerose gallerie italiane e straniere per la realizzazione e cura di mostre di giovani artisti. Nel 1999 crea la sigla White Project con la quale firma tutte le mostre che gli vengono commissionate, soprattutto in spazi
Mauro Bianchini dedicati a giovani artisti. Nel 2004 apre White Project ed il progetto itinerante che aveva creato da qualche anno trova una dimora fissa, prima in uno spazio in via Vittoria Colonna e in piazza Garibaldi poi. White Project non è una galleria tout court, ci spiega Bianchini, ma uno spazio per giovani artisti italiani ed internazionali, selezionati attraverso una attenta ricerca basta sulla qualità.
«Amo la mia fidanzata perché ha capito che per amare me doveva amare l’arte, oggi lavora con me… e meglio di me!».
» foto di Simone Zaccagnini
«Mi rendo conto che sono uno dei pochi ad essere rimasto nella città in cui è nato, per fare delle mostre di artisti abruzzesi li devo cercare all’estero».
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grandi storie » di Alessio Pelusi
L’UOMO DELLA RETE
Renato Soru, patron di Tiscali, l’uomo che ha contribuito allo sviluppo di internet in Italia
L
a società che ha reso famoso e ricco Renato Soru si chiama “Tiscali”, in omaggio all’omonimo monte sardo, in cui sono presenti i resti di un villaggio nuragico di 2000 anni fa. La storia di questo imprenditore, infatti, è strettamente legata alla sua terra d’origine: la Sardegna. Renato Soru, figlio di Egidio Soru, impiegato nella scuola del paese, e di Gigetta Spada, proprietaria di un piccolo negozio di alimentari, passa la prima parte della sua vita a Sanluri. Consegue la Maturità classica con una votazione di 48/60 e nel 1976 si iscrive al Corso di laurea in Discipline economichesociali, presso la facoltà di Economia dell’Università Bocconi di Milano. Abbandonerà gli studi nel 1977 a causa della morte del padre, cominciando così il proprio percorso lavorativo. Conseguirà la Laurea a quarantadue anni. La sua carriera nel settore finanziario comincia con la fondazione della CBI Merchant. Poi, nel 1992 dopo aver lavorato a Londra e a Milano, decide di tornare in Sardegna. Il suo interesse imprenditoriale vira sulla grande distribuzione del mercato immobiliare nei paesi dell’est europeo. Successivamente, inizia a collaborare con l’imprenditore cagliaritano Nicola Grauso, creatore di Video On Line, il primo internet service provider nazionale. Segue, dunque, la nascita di un’analoga iniziativa nella Repubblica Ceca. Nel 1997, anche in seguito alla vendita di Video On Line a Telecom Italia, torna in Sardegna e grazie all’esperienza acquisita, fonda Tiscali.
La storia di Tiscali segue da vicino quella della liberalizzazione nel settore delle telecomunicazioni in Italia: è in questo periodo, infatti, che il mercato viene aperto alla concorrenza. A gennaio del ‘98, Tiscali avvia la sua attività in Sardegna come operatore regionale, offrendo ad aziende e privati prodotti e servizi per le telecomunicazioni basati sulle tecnologie più avanzate: dalla telefonia fissa all’accesso gratuito ad Internet. La crescita della Società di Soru è inarrestabile. In breve tempo, Tiscali diventa il primo provider informatico italiano e uno tra i più importanti al mondo, imponendosi come alternativa a basso costo alla telefonia tradizionale ed entrando in borsa nel 1999. In pochi mesi capitalizza a Piazza Affari 30.000 miliardi di lire; ed il suo presidente diventa uno dei pochi uomini italiani ad essere inserito nella classifica di Forbes. Renato Soru a questo punto decide di occuparsi attivamente della sua regione e nel 2003 decide di entrare in politica, creando un proprio movimento denominato Progetto Sardegna, che si colloca su posizioni di sinistra moderata. Alle elezioni del 2004 conquista lo scranno presidenziale e vi siederà fino al 2008, quando presenterà le dimissioni, a seguito della mancata integrale approvazione della legge urbanistica regionale. L’avventura politica continua sotto altre forme ed anche quella con Tiscali non si chiude, nel 2009, Renato Soru, ritorna nel Consiglio di amministrazione della sua Società
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fisco » di Luigi Carunchio
Studi di settore:
i cambiamenti introdotti dalla
Manovra correttiva 2011
La Manovra prevede un rigido rimodellamento dell’accertamento e del sistema sanzionatorio per coloro che applicano gli studi di settore
L
a manovra correttiva 2011, contenuta nel decreto legge n. 98 del 6 luglio 2011, non risparmia gli studi di settore e prevede importanti inasprimenti delle sanzioni in caso di omessa o infedele dichiarazione, con effetto anche sul periodo d’imposta 2010. Queste norme, si legge nella relazione alla manovra, si prefiggono l’obiettivo di ottenere dai contribuenti una maggiore correttezza nella compilazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi di settore
e tentano di “stanare” quel 10% di contribuenti che, pur essendone obbligati, omettono la presentazione degli stessi. Con l’entrata in vigore delle nuove norme, l’omessa presentazione degli studi di settore comporterà l’irrogazione di una sanzione fissa di 2.065 euro, pari al massimo importo consentito previsto dall’art. 8 del DLgs. n. 471 del 1997; la maxi-sanzione, tuttavia, scatterà solo se il contribuente non provvede alla presentazione di una dichiarazione integrativa,
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fisco
eventualmente anche a seguito di invito da parte dell’Agenzia delle Entrate. L’omessa presentazione dei dati rilevanti per l’applicazione degli studi di settore costituirà anche un aggravante dell’infedele dichiarazione; è previsto che le sanzioni applicabili nell’ipotesi di infedele dichiarazione dei redditi, dell’Iva o dell’Irap siano maggiorate del 50% qualora il contribuente abbia omesso la presentazione degli studi di settore e non abbia provveduto a farlo anche dietro invito degli Uffici Finanziari. In questa ipotesi, le sanzioni per infedele dichiarazione contenute nel DLgs. n. 471 del 1997 aumenteranno considerevolmente passando dal 100% al 150% della maggiore imposta accertata, come misura minima, e dal 200% al 300% come misura massima. La maggiorazione, tuttavia, scatterà solo se il maggior reddito accertato supera di oltre il 10% quello dichiarato. Oltre che sull’aspetto sanzionatorio, le modifiche introdotte dalla manovra correttiva incidono anche sulle modalità di accertamento con conseguenze particolarmente severe. Si legge infatti che, in caso di omessa presentazione del modello o di assenza di cause di esclusione o di inapplicabilità dichiarate, l’Ufficio può procedere all’accertamento induttivo; può quindi utilizzare una procedura di accertamento particolarmente snella che viene prevista dall’impianto normativo già esistente quando gli adempimenti posti in essere dal contribuente sono tali da rendere inattendibili le risultan-
ze contabili. In questi casi l’Ufficio, prescindendo in tutto o in parte dalle scritture obbligatorie, ricostruirà il reddito del contribuente desumendo l’esistenza di attività non dichiarate o l’inesistenza di passività dichiarate, sulla base di dati e notizie comunque raccolte, basandosi su presunzioni semplici e quindi prive dei requisiti di gravità, precisione e concordanza di solito necessari nelle procedure di accertamento induttivo-analitico. Come nel caso della maggiorazione delle sanzioni per infedele dichiarazione, anche l’accertamento induttivo si applicherà solo nel caso in cui il maggior reddito supererà del 10% quello dichiarato. La stretta sugli studi di settore non ha risparmiato neanche i contribuenti che, a seguito dell’applicazione degli studi di settore, risultano congrui. È infatti stata abrogata la disposizione, contenuta nell’art. 10 della Legge 146 del 2008, che prevedeva, in caso di rettifica dell’imponibile, l’obbligo di indicare nella motivazione del provvedimento le ragioni che inducevano l’Ufficio Finanziario a giudicare inadeguate le risultanze degli studi disattendendone il risultato. Infine, ancora una volta il legislatore modifica il termine di approvazione degli studi di settore differendo la pubblicazione degli stessi al 31 dicembre dell’anno nel quale entrano in vigore e prevedendo la possibilità di modificarli fino al 31 marzo successivo per tener conto degli andamenti economici generali, di settore o territoriali. Nessun termine viene invece stabilito per la diffusione del software Gerico
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ict
» di Antonio Teti
Dal poligrafo agli analizzatori
del cervello. Anche le banche si adeguano…
È una rivoluzionaria misura adottata dal governo di Mosca per contrastare la corruzione dilagante del paese nel settore del pubblico impiego. L’idea è piaciuta al punto tale che alcune banche hanno deciso di adottare un prodotto specifico: il bancomat-poliziotto!
L
a notizia, che risale a fine maggio scorso, non ha destato particolare clamore o stupore, anzi è sostanzialmente passata inosservata. Di certo è un’altra di quelle notizie che porta il nostro subconscio a risvegliare il ricordo del celebre romanzo “1984”, di George Orwell. Come molti ricorderanno, nel romanzo viene descritta un’apocalittica società del futuro il cui dominio è affidato ad un personaggio sconosciuto, meglio noto con il nome di “Grande Fratello”, che si occupa di tenere costantemente sotto controllo la vita di tutti i cittadini, analizzandone i comportamenti ed i pensieri. La notizia in questione interessa il Governo russo ed è riconducibile ad uno dei maggiori problemi del paese: il crescente livello di corruzione dell’amministrazione pubblica. I tentativi condotti in questi anni e con poca convinzione, non hanno sortito gli effetti
sperati, anzi hanno perfino prodotto un innalzamento della circolazione delle mazzette tra funzionari e dirigenti statali. Probabilmente è stata proprio l’esasperazione del livello di corruzione dilagante a condurre il governo ad una misura anti corruzione che potremmo definire semplicemente “drastica”. Dopo alcune sperimentazioni condotte nella città di Mosca, il governo russo ha deciso di estendere l’utilizzo del poligrafo (meglio nota come macchina della verità) a tutti i dipendenti pubblici del paese per verificarne l’effettiva integrità morale. Da qui la notizia di alcuni giorni fa in cui si specifica che tutti coloro che lavorano al municipio della capitale dovranno sottoporsi alla verifica del poligrafo attraverso ripetuti e periodici test. Chi si rifiuterà di farlo sarà licenziato. Al seguito dei dipendenti pubblici, (ma in una fase successiva),
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saranno sottoposti alla macchina della verità gli esponenti delle forze dell’ordine, i doganieri, i funzionari superiori, senza escludere tutto il personale delle strutture sanitarie (medici, infermieri, tecnici, etc). Secondo la classifica di Transparency International (www.trasparency.org), organismo internazionale che si occupa proprio del monitoraggio del livello di corruzione dei paesi a livello mondiale, la Russia si pone al 154° posto, dopo Haiti e Zimbabwe. Ma la vera preoccupazione del governo moscovita non risiede tanto nel non lusinghiero posto occupato in classifica, quanto al fatto che la corruzione nel paese costa annualmente alle imprese qualcosa come 300 miliardi di dollari. Il nervosismo del governo è anche legato alla stratificazione del fenomeno e al fatto che per molte aziende è praticamente impossibile sostenere le percentuali delle “mazzette” che vengono erogate ai famelici impiegati dello Stato, che richiedono somme sempre maggiori per l’affidamento dei lavori pubblici. Sembra che nella sola città di Sochi, cittadina russa ai piedi del Caucaso che ospiterà nel 2014 i Giochi Olimpici invernali, le tangenti abbiano raggiunto il ragguardevole traguardo del 50% del valore degli appalti. Naturalmente non vi è ombra di dubbio sul fatto che la corruzione delle amministrazioni pubbliche sia un malcostume diffuso e dilagante in molti paesi al mondo. Ed è altresì vero che debba essere combattuto e contrastato con ogni mezzo. Tuttavia qualche dubbio sorge, in questo caso, sulla soluzione proposta. Partiamo da alcune considerazioni tecniche. Innanzitutto è stato ampiamente e universalmente dimostrato che la macchina della verità non è assolutamente uno strumento attendibile. Utilizzato soprattutto negli anni ’60-’70 dai servizi segreti di tutto il mondo per verificare l’attendibilità di spie e collaborazionisti, anche nelle versione più evolute ed affidabili, ha dato ampia dimostrazione di un elevato margine di errore. La stessa CIA, che utilizza ancora lo strumento per testare l’affidabilità dei propri dipendenti, orga-
nizza nel contempo corsi specifici per i propri agenti in cui si insegnano metodologie e comportamenti efficaci per ingannarla. In Europa, il dispositivo non gode di grande attendibilità e ai risultati dei test non viene riconosciuto alcun valore legale. Esistono perfino dei siti che forniscono consigli su come aggirare i test (www.antipolygraph.org), e non mancano esempi reali che hanno dimostrato l’inaffidabilità dello strumento, come quello della celebre agente del KGB Aldrich Ames, che riuscì ad infiltrasi nella CIA battendo per ben due volte il poligrafo nel 1986 e nel 1991. È noto che il funzionamento del poligrafo si basa sulla misurazione di una serie di reazioni di un individuo (il battito cardiaco, la respirazione, la pressione sanguigna, la conduttanza cutanea del palmo delle mani), e in funzione delle risposte che pervengono durante un particolare interrogatorio, è possibile comprendere quando la persona mente o dice la verità. Solitamente la tecnica utilizzata prevede la somministrazione di alcune domande neutre o banali, registrandone le reazioni, e solo in un secondo momento si procede con il vero interrogatorio. Anche se nel corso degli anni il poligrafo ha sollevato molteplici dubbi di affidabilità, le continue evoluzioni nel settore delle tecnologie biometriche, soprattutto per quanto concerne la realizzazione di strumenti di valutazione della credibilità, hanno consentito di raggiungere livelli di affidabilità sempre più elevati e convincenti. Le telecamere termiche infrarosse, sensibili alle variazioni di calore, ci consentono di percepire una maggiore irrorazione sanguigna nell’area oculare peri-orbitale (assolutamente non percepibile ad occhio nudo) o in alcune parti del corpo, effetti che si manifestano nell’individuo quando rilascia affermazioni false. Numerosi test hanno confermato un’affidabilità superiore all’80%
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Il nervosismo del governo russo è anche legato alla stratificazione del fenomeno e al fatto che per molte aziende è praticamente impossibile sostenere le percentuali delle “mazzette” che vengono erogate ai famelici impiegati dello Stato
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creatività&innova ione » di Simone D’Alessandro
È possibile superare i limiti umani attraverso le biotecnologie? Ne hanno parlato filosofi e studiosi, proviamo a scoprirne di più...
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el 1998 il filosofo svedese Nick Bostrom assieme al filosofo britannico David Pearce (entrambi professori a Oxford), fondano un’organizzazione internazionale denominata World Transhumanist Association (WTA) con sede principale nel Connecticut e altre sedi presenti in 100 stati. Il manifesto programmatico dell’Associazione parte dal principio dell’abolizione definitiva di qualsiasi tipologia di sofferenza, attraverso l’utilizzo “eticamente corretto” della tecnologia. È il principio che Harris (Harris, 2007) definisce enhancing, ossia miglioramento evolutivo coadiuvato da fattori esterni ed estranei all’evoluzione naturale. Migliorare i corpi e le menti, combattere sin dall’origine la predisposizione a determinate malattie, essere più longevi e prestanti: sono questi i propositi del movimento che potrebbe essere definito, con un altro ter-
mine filosofico, “eudemonistico” ossia fondato sulla massimizzazione scientifica della felicità. All’interno di questo movimento operano, in modo eterogeneo, numerosi personaggi provenienti dal mondo della scienza, della filosofia, della biologia e dell’arte (in particolare body art, correnti neo-futuriste e post-human). Molti di questi esponenti ritengono possibile potenziare l’uomo cercando di rafforzarlo con metalli duri che meglio resistano alle pressioni ambientali o migliorando le prestazioni cognitive e sensoriali attraverso innesti all’interno del cervello umano. Altri, invece, insistono sulla criogenia (ibernazione) o sul mind uploading che permetterebbe di trasferire i neuroni e le loro connessioni su un supporto di silicio attraverso scansioni. Secondo Marchesini (Marchesini, 2009) bisognerebbe fare un distinguo tra la corrente trans-umanistica radicale e quella più nota
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creatività&innova ione
come scuola post-umanistica. Il Trans-umanesimo radicale sembrerebbe assomigliare ad un anti-umanesimo che considera la tecno-poiesi un modo per emancipare l’uomo dal biologico e dal materiale: questa corrente di pensiero ripropone il dualismo cartesiano della logica mente-corpo, proiettandola in un futuro nel quale sarà possibile estrarre tutte le caratteristiche tipiche del cervello-mente, per innestarle direttamente in un altro dispositivomacchina che non sia il corpo umano. Un sentiero che io personalmente definirei “ingenuo”, visto il carattere assolutamente embodied dell’intelligenza umana e ciò è sostenuto sia da autorevoli studiosi di Neuro-scienze (Damasio, 2003) sia da studiosi di Scienze Cognitive (Gardner, 2009; Noë, 2010) sia da alcuni Sociologi (Sennett, 2009). Privare il cervello-mente del proprio corpo, della mano che permette di manipolare, del movimento e della finitudine della nostra fisicità che permettono l’instaurazione della consapevolezza (frutto di un dialogo tra ego, alter e contesto di riferimento) significa depotenziare intelligenza e creatività. L’innesto del cervello su un altro supporto non attecchirebbe. Come afferma Sennett: «tutte le abilità, anche le più astratte, nascono come pratiche corporee1». Il Post-umanesimo, invece, propenderebbe per una visione umanistica-antropodecentrata, nella quale l’identità dell’uomo consisterebbe nel suo eterno “doversi ibridare” con tutto ciò che non ancora gli appartiene. Nella realtà dei fatti esistono elementi esterni con i quali non è possibile scendere a patti neanche a piccole dosi, pena la morte. Possiamo accettare una
mano bionica, purché le funzioni fondamentali di tale artefatto continuino a simulare (potenziando o depotenziando) ciò che è già stato progettato dall’uomo come mano; possiamo accettare un pacemaker a patto che esso continui a far pompare il cuore; possiamo accettare modifiche corporali a patto che tali modifiche non diventino fatali per la nostra sopravvivenza o non creino shock da rigetto (organico e psicologico); possiamo, infine, accettare che le tecnologie da noi inventate modifichino il nostro sistema cognitivo, ma solo continuando a preservare le logiche fondamentali del pensiero. Esiste, infine, una corrente denominata Iperumanesimo e introdotta dal sociologo Andrea Pitasi (Pitasi, 2011). Secondo questa prospettiva si cerca di migliorare l’uomo partendo dal presupposto di voler annullare i deficit del suo sistema paleo-corticale (su questo tema si veda Pitasi, 2011). Tuttavia, secondo alcuni studiosi di scienze cognitive (Noë, 2010) è proprio il dialogo tra paleo-corticalità e neo-corticalità la caratteristica fondante dell’umano. Migliorare o abbattere il senso dell’istinto, l’aggressività, il senso di appartenenza, il dolore e le abitudini significherebbe realizzare qualcosa di totalmente altro rispetto all’uomo. Il futuro rimane aperto e i suoi possibili sentieri non permettono ancora, purtroppo o per fortuna, il tramonto dell’uomo
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1. R. Sennett, L’uomo Artigiano, Feltrinelli, Milano, 2009, p. 19.
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norme&leggi » di Filippo Paolini
Manovra finanziaria, un’altra “stangata” La manovra economica 2011-2014 dovrebbe portare all’azzeramento del deficit, in realtà, secondo la CGIA di Mestre, le misure adottate porteranno nel 2014 il carico fiscale al 44,1%, salvo clamorose impennate del PIL. Scopriamo le novità che riguardano le imprese
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ella prima metà dello scorso mese di luglio è stata licenziata a tempo di record dal Parlamento, per garantire l’Italia dagli attacchi speculativi dei mercati finanziari, la manovra economica 2011-2014 che dovrà portare all’azzeramento del deficit (D.L. 98/2011). Ci sono stati i preannunciati tagli di spesa, anche se si è persa una nuova occasione per abbattere i costi della politica; tuttavia, anche stavolta pesano le maggiori entrate che si tradurranno inevitabilmente in un aumento della pressione fiscale. La CGIA di Mestre, in proposito, ha parlato di “stangata”, evidenziando come le misure adottate porteranno nel 2014 il carico fiscale al 44,1 %, salvo clamorose impennate del PIL. Ma focalizziamo l’obiettivo, come al solito, su quelli che saranno i risvolti di più diretto interesse per il mondo imprenditoriale. Le liti fiscali con l’Agenzia delle Entrate, di valore non superiore a ventimila euro e pendenti alla data del primo maggio scorso, potranno essere definite
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norme&leggi
con pagamenti che variano dal 10% al 50% a seconda delle caratteristiche del contenzioso. Per contenziosi della medesima natura, invece, a partire dall’aprile 2012, il contribuente che vorrà intraprendere le vie della giustizia tributaria, dovrà necessariamente presentare una sorta di proposta di mediazione e l’Ufficio, laddove non la accetti, dovrà presentarne una propria. Inoltre, il contributo unificato è stato esteso anche al contenzioso tributario: da oggi in poi chi vorrà contestare una pretesa impositiva dovrà pagare “i bolli”. Rimanendo in ambito fiscale è slittata al primo ottobre l’entrata in vigore del “temuto” accertamento esecutivo, che avevamo approfondito nel numero 54 di Abruzzo Impresa. Sarà revocata d’ufficio la partita iva inattiva da oltre tre anni, stessa sorte se il titolare non ha presentato per tre anni la dichiarazione annuale iva. Tuttavia, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della manovra, si potrà richiedere la cancellazione e “sanare” dunque l’omessa dichiarazione di cessazione dell’attività pagando una sanzione ridotta. Per quanto concerne gli studi di settore la novità è di rilievo: l’omessa o infedele dichiarazione dei dati aprirà le porte all’accertamento induttivo basato su presunzioni semplici, anche non gravi, precise e concordanti; necessariamente, dunque, si dovrà fare molta attenzione nel momento della compilazione. Per banche ed assicurazioni, già dal periodo di imposta in corso, aumenterà l’irap e ciò potrebbe verosimilmente ingenerare un aumento del costo del denaro, con ripercussioni negative sugli investimenti.
Tra le previsioni che interessano la nascita di nuove aziende, bisogna segnalare il restyling del regime dei contribuenti minimi, che si applica a chi non ha esercitato un’attività di impresa negli ultimi tre anni e che rispetti determinati requisiti, tra cui il percepire ricavi non superiori a trentamila euro e l’aver acquistato beni per un ammontare non superiore a quindicimila euro. Ebbene, per loro, l’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali è ridotta dal 20% al 5%, ma l’applicazione del regime agevolato non potrà superare i cinque anni, almenochè il contribuente non abbia ancora compiuto il trentacinquesimo anno di età, nel qual caso potrà continuare a beneficiarne fino a tale data. E sempre nell’ottica di sostenere lo sviluppo di nuove imprese, va letta la norma che riguarda i fondi di Venture Capital (FCV), vale a dire i fondi comuni di investimento che investono almeno il 75% dei capitali in società non quotate nelle fasi di sperimentazione, costituzione, avvio dell’attività e sviluppo del prodotto. Le società destinatarie di questi fondi, non quotate e con sede nell’UE, non devono essere attive da più di tre anni, devono avere un fatturato inferiore a cinquanta milioni di euro e devono essere detenute in via prevalente da persone fisiche. Ebbene, ricorrendo tali presupposti, non saranno fiscalmente imponibili i proventi derivanti dalla partecipazione ai suddetti fondi: l’agevolazione fiscale, per gli investitori, costituisce un evidente incentivo teso a far si che le piccole e medie imprese possano reperire più agevolmente risorse finanziarie nella fase di avvio
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energia » di Pietro Pastorelli
Perché è aumentato il prezzo dell’energia elettrica? Lo scopriamo attraverso gli “oneri generali di sistema” che hanno determinato l’incremento di prezzo
A Fig. 1 Composizione del prezzo dell’energia elettrica in percentuale dei diversi componenti (III Trimestre 2011) (Nostra elaborazione su dati dell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas relativi al 3° trimestre 2011)
partire dal 1° luglio, scrive l’Autorità in un comunicato del 30/06/2011, “i prezzi di riferimento dell’energia elettrica registrano un aumento dell’1,9%, sostanzialmente per effetto del sostegno alle fonti rinnovabili (in particolare al fotovoltaico) e assimilate”. Vediamo di comprendere quanto sopra analizzando i componenti di costo che determinano il prezzo dell’energia. Il prezzo del “prodotto energia” si compone fondamentalmente di: • Costi legati essenzialmente all’energia primaria, al dispacciamento, alla perequazione ed alla commercializzazione; • Costi di rete e di misura. • Imposte nazionali, regionali, provinciali, ecc. • Oneri generali di sistema.
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energia
Fig. 2 Composizione percentuale degli oneri di sistema (III Trimestre 2011) Fonte: Autorità per l’energia elettrica ed il gas
Fig. 3 Ripartizione componente A3 (promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili e assimilate). (Nostra elaborazione su dati dell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas relativi al 3° trimestre 2011)
Analizzando i componenti di costo scopriamo, nel componente “oneri di sistema”, il sostegno alle fonti rinnovabili, che ha sostanzialmente causato l’ultimo incremento di prezzo. Veniamo allora al dettaglio di questo componente. Scrive l’Autorità: “Gli oneri di sistema che si pagano con le bollette elettriche sono suddivisi in: • Incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate (componente A3, pari a circa il 85,93% degli oneri di sistema); in particolare, l’incentivazione alle assimilate è circa il 18% del totale della A3 e il sostegno alle rinnovabili rappresenta l’82% circa del totale. Per quanto riguarda la quota delle sole rinnovabili, il 54% è destinato agli incentivi per il fotovoltaico, il 26% ai certificati verdi e il restante 20% ad altri strumenti incentivanti. • Regimi tariffari speciali per la società Ferrovie dello Stato (componenteA4, pari a circa il 2,73% degli oneri di sistema). • Oneri per la messa in sicurezza del nucleare e compensazioni territoriali (componente A2 e MCT, pari a circa il 5,32% degli oneri di sistema). • Compensazioni per le imprese elettriche minori (componente UC4, pari a 1,47% degli oneri di sistema). • Sostegno alla ricerca di sistema (A5 pari a circa l’1,09% degli oneri di sistema). • Copertura del bonus elettrico (componente As, pari allo 0,32% degli oneri di sistema). • Promozione dell’efficienza energetica (componente UC7 pari al 3,14% degli oneri di sistema)” . Nella Fig.2 si nota come la componente A3 (incentivi
alle fonti rinnovabili e assimilate) sia la voce di maggior peso rappresentando oltre l’85% del totale. Sempre in riferimento alla Fig. 2, le componenti riportate hanno la seguente definizione: A2 - copertura dei costi sostenuti per lo smantellamento delle centrali nucleari e la chiusura del ciclo del combustibile A3 - promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili e assimilate A4 - finanziamento dei regimi tariffari speciali A5 - finanziamento delle attività di ricerca e sviluppo As - copertura degli oneri bonus sociale UC4 - copertura delle integrazioni tariffarie alle imprese elettriche minori MCT - Finanziamento misure di compensazione territoriale per i siti che ospitano centrali nucleari UC7 - copertura degli oneri derivanti da misure ed interventi per la promozione dell’efficienza energetica negli usi finali. Spingiamo ancora più avanti la nostra analisi con il grafico di Fig.3. : gli incentivi per il fotovoltaico assorbono il 54% del totale del componente A3. A conti fatti, gli incentivi per il fotovoltaico incidono per il 6% sul costo totale della bolletta. Siamo ora in grado di comprendere perché intorno agli incentivi per il fotovoltaico si sia accesa una grande polemica tra chi ne avrebbe usufruito e chi, come i grandi consumatori di energia, li avrebbe pagati
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credito&finan a » a cura della redazione
Dario Pilla, direttore generale di Banca dell’Adriatico
Accordo tra BIIS, Banca dell’Adriatico e Comune di Pescara Iniziativa a sostegno delle imprese fornitrici del Comune. Anticipazione dei crediti fino al 100% dell’importo
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el Comune di Pescara è stato siglato un accordo per anticipare il pagamento delle fatture alle imprese fornitrici dell’Ente, con l’obiettivo di mantenere elevato il livello di servizio ai cittadini e di sostenere l’economia del territorio. I firmatari sono Banca dell’Adriatico e la Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo (BIIS), del Gruppo Intesa Sanpaolo, dedicata al Public Finance e alla collaborazione tra pubblico e privato. I due istituti di credito promuovono a tassi agevolati sia la cessione pro soluto (BIIS) che l’anticipo pro solvendo (Banca dell’Adriatico) a favore delle aziende che vantano crediti verso l’Ente e che subiscono ritardi nei pagamenti. La convenzione, resa possibile dalle previsioni del Decreto An-
» foto di Giuseppe Ciavattella
ticrisi, è di durata semestrale e riguarda i contratti di fornitura di importo unitario superiore a 50.000 euro. Le imprese potranno cedere pro soluto fino al 100% dei propri crediti a BIIS, che ha reso disponibile un plafond di 10 milioni di euro, e potranno richiedere l’anticipo dei crediti pro solvendo di qualsiasi importo a Banca dell’Adriatico, che dopo l’esame del merito creditizio provvederà in tempi contenuti all’accredito. Non appena il Comune di Pescara avrà certificato l’esistenza e l’esigibilità dei crediti, essi potranno essere liquidati. In un contesto economico che mostra ancora segni di difficoltà, il Comune di Pescara, BIIS e Banca dell’Adriatico, attraverso questa convenzione, intendono dare un concreto aiuto al tessuto produttivo locale,
attivando un’ulteriore fonte di liquidità prontamente accessibile, nel servizio delle imprese fornitrici del Comune. Questo accordo, che non comporta oneri finanziari a carico dell’Ente, rende possibile la continuità delle forniture erogate al Comune di Pescara da parte dalle imprese creditrici, in gran parte pmi del territorio, che otterranno rapidamente i pagamenti dovuti ricevendo nuova liquidità per operare e crescere. Questo accordo, che contribuisce ad alleviare la pressione finanziaria che grava sugli Enti e sulle imprese, fa seguito a una serie di convenzioni sottoscritte da BIIS con Comuni, Province e Regioni in tutta Italia, per l’anticipo dei corrispettivi dovuti ai fornitori delle amministrazioni locali
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credito&finan a » a cura della redazione
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biettivo centrato. Il Comitato promotore della costituenda Banca del Vomano ha raggiunto la cifra necessaria per presentarsi in Banca d’Italia con l’obiettivo di far nascere l’istituto di credito cooperativo. Il capitale sottoscritto ammonta a 4.971.500 euro e i sottoscrittori sono 1889. Numeri che attestano il successo del progetto proposto al territorio e la risposta positiva della popolazione. «Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto dal Comitato – ha commentato il presidente Giulio Cesare Sottanelli – raggiungere un obiettivo così ambizioso, in un momento economico delicato com’è quello che il Paese sta attraversando, non è facile, ma l’interesse per la nostra iniziativa si è diffuso, andando anche oltre le aspettative». Nel prospetto informativo d’offerta era stato stabilito un capitale che doveva aggirarsi tra i quattro e i sei milioni di euro, con una previsione di 1.600 soci. «Il traguardo, insomma, è più che raggiunto – ha sottolineato Sottanelli –gli sforzi profusi dal Comitato promotore nella campagna associativa hanno avuto un buon riscontro. Ora ci aspetta un ultimo step, quello dell’atto fondativo, che cercheremo di stipulare entro il 30 settembre». Tutti i soci riceveranno una lettera in cui verranno informati del traguardo raggiunto. I sottoscrittori saranno inoltre chiamati a procedere con il versamento della quota associativa
Giulio Cesare Sottanelli, presidente della Banca del Vomano
Banca del Vomano: quota quattro milioni di euro L’istituto di credito taglia il traguardo nella raccolta del capitale sociale
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» foto concessa da Banca del Vomano
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» a cura della redazione
Costruzioni, nasce un polo d’innovazione Pmi e centri di ricerca sono i partner su risparmio energetico, brevetti, ricerca e biotecnologie di Poloedilizia
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na sessantina di piccole imprese edili abruzzesi, e diversi prestigiosi centri di ricerca pubblici e privati, sono i partner del consorzio “Poloedilizia.it” finanziato dalla Regione con i fondi dedicati ai poli d’innovazione. Un’idea nata con l’obiettivo di rafforzare la capacità di ricerca e di innovazione delle piccole imprese di costruzioni e di legare più stabilmente la ricerca alle esigenze produttive, favorendo un’alleanza duratura tra mondo accademico e micro-imprese. Edilizia “sostenibile”, risparmio energetico, sperimentazione e utilizzo di biotecnologie, certificazione di qualità, introduzione di tecniche innovative nel restauro dei beni culturali, creazione di banche-dati e brevetti, utilizzo del capitale umano, sono solo alcuni dei capitoli inseriti nel piano del polo promosso da Apiedil Abruzzo e Cna Costruzioni. Punto di forza del piano, finanziato dalla Regione con i fondi dell’Unione europea l’inedita alleanza con i grandi centri di ricerca, pubblici e privati, in ossequio della filosofia dei “poli d’innovazione”: nell’elenco dei partner, figurano dunque strutture regionali come l’Università d’Annunzio (un ruolo strategico è assegnato alla facoltà di Architettura), l’ateneo di Teramo (dipartimento di Scienze della Comunicazione), centri di ricerca nazionali pubblici e privati, come ad esempio il Cnr, il Laboratorio della Fassa (azienda leader nel settore delle costruzioni), il Polo per l’innovazione edilizia sostenibile del Piemonte, il Ciri di Bologna, associazioni d’impresa (Api), strutture dedicate alla comunicazione come Aireo di Avezzano e Filminart dell’Aquila. «Il Polo è uno strumento straordinario, -ha affermato il presidente del Polo Domenico Tronca durante la conferenza stampa di presentazione-, perchè consente di costruire una filiera forte, che investe sulla innovazione tecnologica e dei materiali, in vista anche della ricostruzione de L’Aquila. Al centro del nostro progetto ci sono le imprese, e per la prima volta credo che sia stato pensato qualcosa di utile ed importante per l’Abruzzo, con la definizione dei Poli d’Innovazione». I coordinatori e promotori del progetto sono i professionisti pescaresi Alessandro Cianfrone e Andrea Mennilli, affiancati dalla referente dell’Università d’Annunzio prof.ssa Augusta Marconi, esperta in fondi europei e programmazione comunitaria
Un momento della conferenza di presentazione del Polo D’Innovazione
I COMPONENTI DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DEL POLO Il Consiglio Direttivo del Polo è composto da: Domenico Tronca, presidente – (UMT Service) Giustino Di Donato, vicepresidente – (Area Legno) Franco Santilli, vicepresidente - (Santilli & Breda) Massimo Carletti, componente – (COGEM) Luisa Carota, componente – (Feredil 2001) Antonio Cilli, componente – (Ud’A – Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara) Antonio Di Bartolomeo, componente – (DBA Impianti Tecnologici) Flavio Di Gennaro, componente – (Di Gennaro Costruzioni) Ennio Marcozzi, componente – (Marcozzi Costruzioni) Mario Palumbo, componente - (Palumbo Marmi) Giulio Pedicone, componente – (LAS Mobili) Il collegio sindacale e composto da Alessandro Cianfrone (presidente), e dai componenti gli avv. Talamonti e Petricca.
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» di Daria De Laurentiis
Una parte del team dell’Imm e dei ricercatori dell’Università di Ingegneria dell’Aquila
IMM, l’Abruzzo che cresce
La Imm Hydraulics spa progetta e produce tubi e sistemi di connessione oleodinamica. La multinazionale, con sede ad Atessa, ha ideato il “tubo idraulico intelligente”. Prototipo tutto abruzzese, sarà in grado di sfidare i mercati mondiali
A
volte si può guardare la crisi e prenderla per le corna. Sfidare il pericolo recessione e decidere di rilanciare nonostante tutto indichi e suggerisca il contrario. È il caso della Imm Hydraulics spa, multinazionale con sede ad Atessa che progetta e produce tubi e sistemi di connessione oleodinamica. La sfida è ancora in corso, ma, da ormai 24 anni, sta pagando in termini di fatturato che è cresciuto raddoppiando in media ogni 2,8 anni. Un’ascesa che ha pochi eguali in Val Di Sangro. Non è un miracolo, dicono alla Imm, ma una precisa strategia. E per raccontare il metodo Imm, bisogna partire da quello che è oggi l’azienda, dalla crisi partita dal Nuovo Mondo e dalle banche nel 2008, e dal terremoto dell’Aquila nel 2009. Per capire la Imm bisogna sapere cosa si è deciso di fare ad Atessa in uno dei periodi più tragici dell’economia e dell’Abruz-
» foto concesse da IMM Hydraulics
zo. Si è investito. Non si è guardato molto lontano, ma alla facoltà di Ingegneria dell’Aquila che già da qualche tempo aveva deciso di fornire all’azienda la collaborazione fresca e caparbia di
L’amministratore unico Gilberto Candeloro
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un pool di giovani ricercatori coordinati dal professor Pierluigi Beomonte Zobel. L’idea era quella di creare un nuovo sistema di tubi idraulici. Perché è questo che fa la Imm: tubi. Ovunque ci sia nel mondo un movimento di origine fluidodinamica a media o alta pressione, lì, molto probabilmente, c’è la Imm. Dalla sedia del dentista alle escavatrici, dalle gru alle giostre, dalle macchine per miniere a quelle per l’esercito, dalle trivelle alle ferrovie. Con L’Aquila si è subito creata la giusta sinergia, proprio all’indomani del terremoto. Il professor Zobel e i suoi ragazzi hanno preso la sfida come una rivincita e allo stesso tempo come un modo, l’unico in una città devastata, per andare avanti. È nato così il “tubo idraulico intelligente”, prototipo tutto abruzzese che è già pronto per sfidare i mercati mondiali. Il lavoro di tecnici e ricercatori è durato circa un anno. Si tratta di un tubo flessibile ed innovativo in grado di segnalare all’operatore l’intervento di sostituzione prima che il tubo esaurisca la sua vita produttiva. È una rivoluzione nel campo dei tubi idraulici che fino ad ora erano soggetti a manutenzione e controlli periodici che tuttavia non potevano assicurare in assoluta certezza la tenuta del prodotto. La rottura di un sistema di questo tipo può avvenire improvvisamente a causa del carico ciclico dovuto alla pressione del liquido all’interno. E una spaccatura improvvisa, oltre alla fuoriuscita dell’olio e al fermo della macchina, può provocare danni ambientali, problemi di sicurezza per il personale e costi per mancata produzione e per il fermo della macchina. Dopo una serie di prove sperimentali e la comparazione con le prove “storiche” del tubo, il pool di ingegneri è stato in grado di definire quale sarà il numero di cicli a rottura per una determinata pressione, in pratica di indicare quando un tubo dev’essere sostituito. In previsione, dopo il brevetto, c’è la commercializzazione di circa 2mila pezzi l’anno, per un costo di 60 euro a prodotto. «Vogliamo rappresentare un esempio virtuoso per l’Abruzzo – ha commentato Gilberto Candeloro, amministratore unico della Imm Hydraulics – e testimoniare come l’innovazione possa nascere dalla cooperazione di successo tra aziende e università abruzzesi, con il fine ultimo di aumentare la competitività delle imprese della Val di Sangro sul mercato globale». È la targa della Imm l’innovazione. Decidere di investire durante la cri-
In questa pagina: due immagini della sede ad Atessa
si e all’indomani di una catastrofe deve essere la ricetta per tutti, soprattutto in regime di ripresa. La Imm è una multinazionale che quest’anno ha fatturato 80milioni di euro e che commercializza in Europa e nel mondo. Da poco ha avviato un’azienda in Turchia, e la prossima sfida è l’India, il mercato asiatico. «Non credo nelle delocalizzazioni – spiega Candeloro – non ho mai tolto risorse al territorio nemmeno nei periodi più bui. Semplicemente andiamo a produrre quello che serve in altri posti del mondo». Quello che c’è in Val di Sangro rimane, sono le idee e la mission dell’azienda ad essere copiate e riprodotte in scala mondiale. Ed è proprio il globo il metro di riferimento. Candeloro e co. guardano all’economia mondiale, non solo all’Abruzzo. «Paesi come Turchia e Maghreb ci stanno sorpassando – commenta l’a.d. – perché viaggiano molto più veloci di noi. Ormai viviamo una seconda globalizzazione: non ci possiamo più confrontare con la Germania, ma con i cosiddetti paesi emergenti che saranno i nostri futuri concorrenti». La ricetta per sfondare sono le idee. Produrre non più pezzi di ricambio, ma sistemi. E per coltivare il proprio bacino di idee, la Imm ha già aderito al consorzio Iam, società che raggruppa 72 grandi, medie e piccole imprese dell’automotive tra cui Sevel, Honda, Denso, Pilkington e Hydro Alluminio, ed è entrata a far parte del circuito Rati, la rete abruzzese per il talento e l’innovazione che si prefigge di far rientrare tutti i “cervelli” abruzzesi migrati altrove
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SERVIZI DI VIGILANZA • SISTEMI DI SICUREZZA • DOMOTICA
PESCARA via Canova, 45 Tel. 085 4213626
www.metrosistemi.it
CHIETI via dell’Unità d’Italia, 551 Tel. 0871.551157
» a cura della redazione
Il Gruppo Riello completa l’acquisizione della Fontecal
R
iello Group, da quasi 90 anni leader italiano e fra i più importanti player internazionali nella produzione e distribuzione di prodotti e servizi per il riscaldamento e la climatizzazione degli ambienti, ha completato l’acquisizione del capitale di Fontecal S.p.A., azienda di Villanova di Cepagatti (PE), specializzata nella produzione e commercializzazione di sistemi termici ad alta efficienza ed elevato contenuto tecnologico. Riello Group, che già nel 2008 aveva acquisito il 51% di Fontecal, perfeziona così l’acquisto di un’azienda con un consolidato know-how nello sviluppo di una nuova generazione di caldaie che si caratterizzano per la particolare tecnologia dello scambiatore a condensazione. Brevettata in diversi paesi europei, questa tecnologia porta, oltre ad alti rendimenti, anche ad una riduzione significativa delle emissioni nocive e contribuisce alla salvaguardia dell’ambiente. Il completamento dell’acquisizione di Fontecal rappresenta per Riello un ulteriore passo avanti nella crescita del business delle caldaie a condensazione, tra le più innovative oggi disponibili sul mercato, e si inserisce all’interno di un percorso strategico intrapreso dal Gruppo con l’obiettivo di rafforzare il presidio diretto nel segmento tecnologico della condensazione e delle energie rinnovabili. In questo ambito Riello ha previsto un aumento significativo della redditività complessiva per i prossimi anni, nella consapevolezza che contribuire alla riduzione dei rischi di danni ambientali sia la migliore opportunità per un’azienda competitiva e orientata al successo. Con un fatturato globale di oltre 16 milioni di euro, Fontecal ha realizzato una crescita del 28% nell’ultimo esercizio. L’azienda, che impiega 86 dipendenti, dispone di una rete commerciale capillare in Italia, costituita da 26 agenzie e da circa 250 centri di assistenza, oltre alla presenza sui mercati internazionali dove si avvale di strutture proprie ed esterne. «Il completamento dell’acquisizione di Fontecal, già previsto nei progetti del Gruppo, rientra nella strategia di Riello volta a consolidare e rafforzare il segmento tecnologico della condensazione e del risparmio energetico - spiega il presidente Ettore Riello. - Grazie alle sinergie sviluppate con Fontecal, il Gruppo è in grado di perseguire al meglio le evoluzioni tecnologiche e normative, integrare l’offerta di sistemi termici a condensazione e, al contempo, rafforzare la presenza sul mercato italiano ed estero»
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» foto concesse da Riello Group
L’azienda di Villanova di Cepagatti, già partecipata al 51% dal Gruppo Riello, è attiva nello sviluppo, produzione e vendita di sistemi termici ad alta efficienza e ad elevato contenuto tecnologico
Il presidente della Riello Group Ettore Riello
RIELLO GROUP Fondato nel 1922, Riello Group è oggi leader italiano e uno dei più importanti player internazionali nei prodotti e servizi per il riscaldamento e la climatizzazione degli ambienti. Il Gruppo, guidato dal Presidente Ettore Riello, ha sede a Legnago (Verona) e opera in oltre 60 Paesi proponendo un’offerta multicanale e multiprodotto attraverso sette marchi commerciali: Riello, Riello Burners, Beretta, Thermital, Sylber, Vokera, Fontecal e FIT Service. Riello Group conta 8 siti produttivi, 5 centri di ricerca e 13 filiali estere.
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» di Laura Sacchetti
Da imprenditrice ad artigiana
Questa è la storia di Loreta Spurio, titolare della Ciccone calzature con sede a Pescara che dopo aver chiuso la sua azienda che produceva scarpe ha deciso di riconvertirsi in artigiana
Loreta Spurio e il figlio Matteo Ciccone
C
on l’estate l’abbigliamento si fa sempre più essenziale e anche ai piedi bastano semplici sandali. In commercio ce ne sono di tutti i tipi, a prezzi spesso accessibilissimi... una vasta produzione nella quale non è facile orientarsi, ma dove c’è ancora spazio (per quanto tempo ancora?) per il lavoro artigianale. «Appartengo ad una generazione che è cresciuta con un’altra concezione del lavoro e della qualità di quanto si produce – afferma la signora Loreta Spurio, titolare dell’azienda Ciccone calzature con sede a Pescara – Originaria di Montegiorgio, nelle Marche, dopo la terza media ho iniziato a lavorare in casa su commissione, nel periodo del grande boom di questo settore che nella mia regione vantava una solida tradizione. Ho appreso così
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un mestiere che oggi purtroppo rischia di scomparire a causa della massiccia dislocazione del lavoro di fabbricazione in Cina, dove la manodopera costa pochissimo e non ha alle spalle una tradizione di professionalità. Ormai nelle Marche rimangono in piedi solo piccole aziende di artigiani che producono non più di 50/100 paia al giorno, le grandi aziende sono tutte andate via da diversi anni. È un vero peccato... Io ho lavorato per quarant’anni al servizio di grandi marchi, come Dolce&Gabbana o Alviero Martini. Nel 1980, avendo sposato un pescarese, mi sono trasferita qui e ci ho trasportato la mia attività, un piccolo tomaificio dove dirigevo fino a 25/30 dipendenti. Per molto tempo l’attività è andata a gonfie vele. La vera crisi per noi è iniziata sette, otto anni fa e mi ha costretto a licenziare via via il personale, a ridurre
progressivamente la produzione, fino alla decisione inevitabile di chiudere battenti e rottamare i macchinari. Un momento difficile, accentuato dalla morte di mio marito, durante il quale ho maturato l’idea che è necessario resistere e non buttare via tutta l’esperienza di una vita e di una tradizione. Ho così pensato di mettere su un laboratorio di sandali artigianali». La storia dell’azienda Ciccone comincia così nel 2008 ed è una storia simile a tante altre in questi tempi di crisi in cui la capacità di adattarsi al cambiamento, l’inventiva individuale, ma anche la fiducia in certi valori sono gli elementi determinanti. La scelta di dedicarsi alla realizzazione dei sandali positani, tipici della zona di Capri, è derivata da una preferenza personale per questo prodotto, ma anche dal fatto che si tratta di un tipo di scarpa semplice e abbastanza facile da realizzare e quindi relativamente economico: il sandalo si compone di una suola, che è standard, e di fascette – i mignon - da applicare e personalizzare. Il mercato di riferimento inoltre è piuttosto definito: si orienta soprattutto sui turisti nel periodo estivo. L’attività dell’azienda è stata così impostata come una piccola attività di tipo stagionale: d’inverno si prepara per lo più il campionario mentre da fine aprile, e fino a metà settembre, è aperto il negozio vero e proprio. «È il momento più duro e impegnativo della nostra attività – afferma l’imprenditrice - l’arrivo dei clienti significa prendere le misure ed usare le macchine, mettere chiodi... ». Dietro questo progetto c’è tutta la passione per un lavoro in estinzione, che si basa su un rapporto personale con il cliente per il quale viene realizzata una calzatura su misura. Soprattutto c’è ancora un sincero attaccamento al made in Italy, quello di una volta, fatto di prodotti di qualità: i materiali usati, cioè il cuoio e la pelle, sono tutti naturali e di origine italiana, per lo più vengono dalle Marche, mentre alcuni accessori, come i fiori, i titolari dell’azienda li acquistano anche in Toscana. «Il costo di un sandalo, tra i 30 e 45 euro, è da considerare in rapporto alle sue caratteristiche: la qualità dei materiali – spiega la titolare - ma anche la grande professionalità con cui li confe-
Matteo Ciccone e sua madre Loreta Spurio davanti ad alcuni sandali da loro prodotti
zioniamo e che li rende resistenti e non destinati a rompersi o scollarsi dopo poco. Un sandalo come questo può durare anche 5/6 anni, considerando che il cliente può sempre venire in negozio ad aggiustarlo o rinnovarlo. Ma è fondamentale seguire delle regole di manutenzione: soprattutto nel periodo invernale il cuoio va conservato in ambienti asciutti altrimenti marcisce». La signora Loreta Spurio è affiancata nel suo lavoro dal figlio: «In genere i ragazzi non vogliono star seduti a mettere chiodi, mio figlio invece si è appassionato a questo lavoro, nonostante all’epoca frequentasse l’Università. È stato lui anzi a spingermi ad avviare l’attività”. In quella prima estate del 2008 si è tastato il terreno con una distribuzione dei primi manufatti nel giro di 5/6 chilometri, ma è stato un successo che ha incoraggiato i due artigiani: in 3 mesi sono andate via quasi 2000 paia di sandali. Da allora la produzione è molto aumentata, è stata ampliata l’offerta con un nuovo articolo: il mocassino. Per fronteggiare la crisi si è anche cercato di mantenere i prezzi di vendita stabili, risparmiando ad esempio sulle confezioni. Un po’ meno bene sta andando in questa stagione, così segnata da nuove preoccupazioni di instabilità del mercato. «Un segnale della crisi – afferma l’imprenditrice – sono sicuramente le tante persone che tornano ad aggiustare i sandali vecchi più che a comprarne di nuovi. Per questo stiamo pensando di estendere il mercato oltre Pescara, di frequentare fiere e mercati, alla ricerca di nuovi spazi e opportunità»
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Alcuni sandali e parte dei ferri del mestiere
Alcuni degli accessori che arricchiscono le creazioni della Ciccone Calzature
» foto di Vincenzo Sulpizio
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» di Martina Luciani
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a Cooperativa Sociale Voloentieri, iscritta dal 2006 alla sezione B dell’Albo regionale delle Cooperative Sociali, persegue l’interesse generale alla promozione umana e all’integrazione sociale attraverso attività produttive finalizzate all’inserimento nel mondo del lavoro di persone socialmente svantaggiate. Ha iniziato la sua attività il 13 marzo 2007 con la produzione in conto lavoro in officina presso la sede della Fondazione Sviluppo e Competenze, fino ad arrivare all’inaugurazione, il 12 giugno scorso, del laboratorio di tessitura. Come spiegato da Don Gianfranco Travaglini, vero cuore pulsante della Cooperativa, il progetto nasce dalla dicotomia inclusione/esclusione, partendo dalle basi del volontariato. Lo stesso nome “voloentieri” è simbolico. Parte infatti da una “o” che poi si trasforma in “e”. L’idea nasce dalla filosofia, cara a Don Lorenzo Milani, di “fare strada senza farsi strada”. Le persone delle “categorie speciali”, come ci spiega Don Gianfranco, non sono state chiamate da Dio per essere un peso morto per la società. Devono integrarsi, trovare la loro strada, sviluppare le loro peculiarità ed inclinazioni specifiche attraverso il lavoro e l’inclusione sociale. La Cooperativa ha infatti sviluppato diversi settori proprio per sviluppare e potenziare le capacità residue lavorative di ogni persona secondo le proprie attitudini. Le attività portate avanti dalla Cooperativa sono: assemblaggio, disassemblaggio, personalizzazione magliette e indumenti da lavoro tramite macchine ricamatrici, tessitura e laboratorio creativo, raccolta olive con produzione e vendita di olio extravergine, formazione mirata con valutazione delle competenze. Il 12 giugno scorso è stato inaugurato il laboratorio creativo. La Cooperativa Voloentieri ha ripreso la preziosa tradizione della tessitura a mano che affonda le sue radici nel nostro passato e nella nostra cultura, recuperando gli antichi telai e l’arte del benessere. Utilizzando la creatività come strumento di lavoro per il raggiungimento dell’autonomia e del benessere psicofisico viene realizzata una ricca gamma di oggetti di pregiata fattura. La Cooperativa Voloentieri ha inoltre aderito alla Convenzione Quadro Territoriale che recepisce l’art. 14 della legge Biagi 276/2003. Nell’ambito di tale convenzione, le aziende che conferiscono commesse di lavoro alla cooperativa, possono computare tale inserimento ai fini della copertura della quota di riserva a cui ogni impresa con almeno 15 dipendenti è tenuta ai sensi della legge 68/99. Orientamento al lavoro quindi, valutazione delle abilità e competenze e percorsi formativi individuali tesi ad accompagnare le risorse all’interno dell’azienda coniugando gli intenti
Comunione nella diversità: la Cooperativa Sociale Voloentieri Attività mirate all’inserimento sociale e lavorativo dei più svantaggiati. Inaugurato anche il laboratorio di tessitura
Alcune immagini della Cooperativa Voloentieri
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» foto concesse dalla Cooperativa Voloentieri
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» a cura della redazione
Con CBF Kapusons entri nel mondo del public speaking
Conference BioFeedback è un piccolo gadget USB indossabile che, interagendo con un framework web, consente di provocare emozioni e sensazioni direttamente sul corpo del suo utilizzatore. Ad idearlo, Salvatore Iaconesi e lo studio Kapusons
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n dispositivo USB indossabile che, interagendo con un framework web, consente di provocare emozioni e sensazioni direttamente sul corpo dell’utilizzatore. Ideato per workshop, conferenze, seminari, dibattiti elettorali, talk show televisivi, Conference BioFeedback apre prospettive di sviluppo del tutto nuove per il public speaking. L’idea è di Salvatore Iaconesi, presidente di FakePress (associazione che investiga, sviluppa e realizza modelli di publishing e progetti editoriali coerenti con i nuovi scenari tecnologici, produttivi e culturali contemporanei), e Kapusons (www.kapusons.com), studio di comunicazione e sviluppo software di Roma. La considerazione di partenza è la seguente: è necessario rendere le occasioni di public speaking maggiormente interattive, coinvolgendo attivamente l’uditorio all’interno del discorso che il relatore sta tenendo. E il modo migliore e più che veloce per farlo sta nelle infinite potenzialità che
il web 2.0 mette a disposizione degli utenti per generare contenuti. Pensato per essere applicato in contesti come workshop, conferenze, dibattiti elettorali, seminari, talk show televisivi, CBF espone chi lo indossa a “sentire sulla sua pelle” lo stato emotivo del pubblico rilevandone il gradimento. Scosse elettriche a basso voltaggio, associate a led lampeggianti e dispositivi sonori, si palesano sul corpo e nell’ambiente circostante introducendo un nuovo spazio di relazione: un feedback sensoriale-emotivo in costante mutamento. L’idea di CBF nasce all’interno del progetto di ricerca antropologica sull’applicabilità delle tecnologie nella vita quotidiana che FakePress porta avanti in Italia e nel mondo. Nello specifico, Conference BioFeedback “risponde all’esigenza di attivare processi multidirezionali in attività che per definizione stessa sono monodirezionali, come nel caso del public speaking”, sostiene Salvatore Iaconesi. “In questo modo, l’osservazione diventa attiva,
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partecipativa e misurabile. L’emozione diventa parte integrante del processo di informazione che da monodirezionale si trasforma in multidirezionale”. Hackerare un convegno, un dibattito pubblico o una decision session azionaria direttamente attraverso l’ingresso nel gioco di un terzo attore: lo spettatore, ora nelle sue vesti di elettore, ora di azionista, ora di manager, ora di consumer. Gli ambiti di applicabilità di CBF sono innumerevoli: conferenze, dibattiti pubblici anche in ambito politico, formazione aziendale, ecc. Da un punto di vista tecnologico, CBF ha quattro punti di forza: • wearable computing, un dispositivo digitale indossiabile; • low information device, una tecnologia semplice, realizzabile e alla portata di tutti che permette l’interazione tra un framework web e un gadget USB indossabile; • body emotional feedback, un device in grado di fornire riscontri emotivi in tempo reale sul corpo dell’oratore; • knowledge dissemination, una tecnologia in grado si aumentare la conoscenza e l’interazione. Ugo Esposito di Kapusons si chiede se “ci sarà qualcuno dei grandi oratori della nostra politica che vorrà finalmente sperimentarsi in tal senso? Ci sarà qualche CEO disposto a raccogliere in tempo reale i feedback dei suoi manager o dipendenti? O meglio ancora: sarà mai possibile far capire a chi ci sta parlando, chiunque esso sia, che ci sta annoiando?”
Per le platee broadcast si prospetta un’alternativa. Oltre a cambiare canale, giocare sul proprio smartphone durante una conference o addormentarsi, possiamo anche cercare di modificare da subito la situazione comunicativa di cui siamo destinatari, finalmente attivi, finalmente prosumer in real time. CBF è solo l’ultima delle idee di Kapusons. La società, nata nel 2003 dall’incontro di due programmatori e due comunicatori, è una realtà molto dinamica che offre soluzioni di comunicazione attraverso strumenti tecnologici all’avanguardia resi facilmente fruibili dai clienti finali. In quest’ottica, Kapusons ha brevettato Portal Manager, una piattaforma interattiva, rilasciata su tecnologia .net e ruby on rails, per la gestione di portali internet complessi e per l’inserimento costante di contenuti, file multimediali e strumenti di interattività sul web. Clienti nei più diversi settori merceologici testimoniano il successo di Portal Manager, una piattaforma che negli ultimi anni si è evoluta integrando nuove funzionalità. Nell’universo internet, all’epoca del web 2.0 aumentano le richieste da parte delle aziende di avere una solida e strutturata presenza online per aumentare la conoscenza del brand o anche solo per il lancio di nuovi prodotti. Per questo di recente, insieme a CBF, Kapusons ha deciso di puntare sulla web identity per fornire alle aziende nuovi servizi e strumenti per “navigare” ed “essere riconoscibili” nel web
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Divisione
SICUREZZA ANTINTRUSIONE VIDEOSORVEGLIANZA
La EUROSERVICE è azienda leader nella progettazione, installazione e manutenzione di Impianti antintrusione esterni ed interni, sistemi di telecomunicazioni e videosorveglianza intelligente, sistemi di controllo accessi e servizi di teleassistenza, teleprogrammazione e telecontrollo. Come parte fondamentale dei sistemi di Sicurezza, la Euroservice ha scelto di lavorare con partners specializzati nella produzione di sistemi intelligenti. Grazie alla tecnologia RSC (Remote Sensitivity Control) afancata al sistema RDV (Remote Digital Verication) si ha il controllo remoto totale di ogni singolo componente dell’impianto. Sensori, sirene e consolle di comando possono essere raggiunte via Network dall’installatore in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo con la possibilità di regolare e tarare da remoto tutti i sistemi. I nostri sistemi di videosorveglianza permettono di rilevare, classicare, inseguire automaticamente e in tempo reale soggetti (persone, veicoli, oggetti, …) o eventi di interesse, basandosi sui più moderni e aggiornati algoritmi di video analisi con la possibilità di ltrare efcacemente falsi allarmi dovuti a fenomeni atmosferici o luminosi e soggetti non di interesse.
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Divisione
VENDITA ASSISTENZA MANUTENZIONE
La DGM ASCENSORI nasce nel 1984 per opera di Mario Di Gregorio, dopo che per diversi anni aveva lavorato nel settore. L’esperienza, la conoscenza, la passione e la professionalità acquisite col tempo sono alla base della DGM Ascensori, ditta individuale addetta al montaggio e manutenzione ascensori, impianti elettrici e riparazioni. Da subito la DGM decide di lavorare con ditte specializzate nella progettazione costruzione e precollaudo dell’intero impianto elevatore, consegnano l’impianto direttamente in cantiere pronto per essere montato. Oggi la DGM Ascensori srl si avvale oltre che della pluriventennale esperienza del suo fondatore, anche della collaborazione dei gli, che hanno acquisito la passione, la serietà, l’accuratezza, la capacità tecnica e la sicurezza del fondatore, ma anche di un nutrito staff di tecnici e di collaboratori amministrativi che ugualmente applicano il know-how acquisito. La DGM Ascensori srl opera prevalentemente in Abruzzo e Molise, ma conta impianti anche nel Lazio e nelle Puglie.
Corso Europa, 25/B - 66054 Vasto (CH) - Tel. 0873.364346 - Fax 0873.379231 E-mail: info@dgmascensori.it - Web: www.dgmascensori.it
» a cura della redazione
Dal 1800, a Giulianova, stessa spiaggia stesso mare Nel libro “Giulianova e la civiltà balneare. Turismo, Ambiente e modificazioni urbane dall’Ottocento preunitario al 1940”, l’autore Sandro Galantini, percorre un lungo viaggio sulla storia del turismo balneare della cittadina teramana
La copertina del libro di Sandro Galantini
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al litorale insalubre e disabitato di primo Ottocento, con la città collinare ancora rinserrata nella cinta difensiva quattrocentesca e interamente rivolta al fertile retroterra agricolo, alla Giulianova balneare e turistica del Ventennio fascista. Lo storico Sandro Galantini attinge da una ricca documentazione archivistica senza tuttavia trascurare le fonti bibliografiche e giornalistiche, con il suo recentissimo “Giulianova e la civiltà balneare. Turismo, Ambiente e modificazioni urbane dall’Ottocento
» foto concesse dall’editore
preunitario al 1940”, denso e interessante volume pubblicato dalla casa editrice teramana Ricerche&Redazioni, pone il suo sguardo indagatore sulla nascita e sullo sviluppo successivo del turismo balneare a Giulianova. Dai resoconti dei viaggiatori italiani e stranieri, con le notazioni, qui per la prima volta in traduzione italiana, dello scozzese Charles Mac Farlane e dello statunitense Theodore Bacon, rispettivamente del 1848 e del 1860, alle descrizioni contenute nelle prime guide; dalla delibera decurionale del 1856, atto ufficiale di disciplina dei bagni di mare a Giulianova, al
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rapido evolversi della villeggiatura nei decenni postunitari, con la creazione, il 12 luglio 1874, dello stabilimento marino, la struttura turistica per eccellenza che segna il punto di svolta nella storia locale della balneazione. Quindi, tra Otto e Novecento, la nascita delle colonie marine, la creazione, nel settembre 1891, dell’ippodromo della Torre, il rapido affermarsi delle mode e dei riti del divertimento estivo, il diffondersi sul litorale della spensierata architettura delle ville in stile liberty e, dopo la Prima guerra mondiale, l’impostazione turistica modernamente intesa che, grazie anche ad un imponente piano di opere pubbliche, farà di Giulianova, negli anni ‘30 del Novecento, una delle stazioni balneari più importanti dell’Abruzzo portando così a compimento, ad un settantennio dalla sua germinazione a valle, la costruzione Sandro Galantini fisica della città litoranea. Quello proposto da Sandro Galantini è dunque un viaggio intrigante e sinora mai intrapreso, lungo quasi cento cinquant’anni, nella storia turistica, ma anche sociale, politica, urbanistica ed economica di Giulianova, giacché proprio il turismo, dopo gli incerti esordi ottocenteschi, avrebbe rappresentato una voce importante – insieme con l’agricoltura, la pesca, il commercio e l’industria – della locale economia. E difatti non è un caso che la definizione di “industria” attribuita all’attività alberghiera di un protagonista di primo piano del sistema ricettivo su basi professionali, Giulio Federici, occhieggi per la prima volta nel 1903, per poi essere affiancata, in età giolittiana, da espressioni similari (”industria” del forestiero). Una “voce” che però diviene economicamente importante, quasi prevalente, solo durante il Ventennio fascista, al punto tale da condizionare persino le previsioni consacrate del piano regolatore del 1935, con intere aree della nuova Giulianova destinate esclusivamente all’edilizia turistico-balneare. Dunque una presa d’atto sicuramente consacrata in scelte urbanistiche, tese al miglioramento del decoro urbano e della funzionalità dei servizi, ma che trova espressione anche nel notevole impegno rivolto al potenziamento della comunicazione propagandistica e del sistema ricettivo, quest’ultimo avente in buona parte il suo perno sull’Hotel Kursaal Lido, struttura di grande prestigio e vero polo calamite per i turisti italiani e stranieri. Un libro, quello di Galantini, che quindi offre spunti e sollecitazioni ad ampio spettro avendo sullo sfondo gli eventi che segnano il passaggio, in Abruzzo come nel resto d’Italia, dagli aristocratici tour e dai soggiorni “per diporto” di primo Ottocento alle villeggiature borghesi dell’età giolittiana, sino alle vacanze sociali nel periodo tra le due guerre
Il diploma che l’albergo Belvedere di Giulianova ha ottenuto nel 1928 dal Touring Club Italiano
Alcune immagini storiche di Giulianova
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la terra di piero
idee per lo sviluppo delle aree interne » di Piero Carducci*
Ricostruzione: superare la logica dei commissari
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entotto mesi dopo il sisma dell’Aquila possiamo tracciare un ponderato bilancio. Eccellente la gestione dell’emergenza, che ha risparmiato agli aquilani l’umiliazione delle baraccopoli ed ha perseguito il riavviamento in tempi rapidi di servizi essenziali. È stato uno sforzo immenso ricostruire 83 scuole assicurando la ripresa dell’anno scolastico per 17.000 studenti; permettere di tornare all’Aquila a più di 50mila persone; far ripartire l’Università con 23mila iscritti; mettere in sicurezza 1000 palazzi e chiese; far partire migliaia di cantieri nel cratere; riattivare l’ospedale. Dense nubi invece sulla ricostruzione “pesante” e del centro storico, dove manca a tutt’oggi una strategia di lungo periodo che disegni un progetto di ricostruzione in un’area vasta soggetta a grandi disastri. Nella situazione emergenziale sono state assunte decisioni “provvisorie” che in realtà sono definitive e determineranno il futuro urbanistico e sociale della città per i prossimi cinquanta anni. L’urgente esigenza dell’abitare, risolta con i progetti “CASE” e ”MAP”, ha creato nuove polarità ed è diventata condizione stabile per decenni. Il futuro dell’Aquila non può essere più lasciato all’improvvisazione. Il Progetto CASE ha già determinato una forte “centrifugazione” degli abitanti, effetto per il quale le periferie saranno sempre più popolate e ricche di servizi ed il centro sempre più abbandonato. È per tale motivo che la ricostruzione del centro e delle sue funzioni in un arco temporale accettabile è l’unica condizione per evitare che il terremoto, dopo aver distrutto le nostre case, disgreghi pure completamente il tessuto sociale della città. Modeste ed insufficienti pure le scelte di politica economica finalizzate alla rinascita economica dei comuni del cratere. Ma al di là delle polemiche, una forte incertezza caratterizza il dibattito
attuale sulle decisioni da prendere. Una difficoltà dettata dalla complessità dei problemi ma pure una impreparazione di fondo nei confronti di un evento distruttivo unico. Il pragmatismo di Governo e commissari è stato utile a gestire l’emergenza, ma non è sufficiente a disegnare L’Aquila del futuro. Non bastano gli slogan sul tipo “guerra alla burocrazia”; per la ricostruzione occorre una stella polare e scelte strategiche di lungo termine. La ricostruzione è un’occasione unica, inoltre, per “migliorare” l’assetto cittadino, cancellare le insufficienze e le tante brutture della città pre-terremoto ed individuare più avanzate funzioni direzionali del Capoluogo regionale. La ricostruzione permette un ripensamento dell’armatura urbana degli spazi pubblici, utilizzando subito le demolizioni (e trasferimento di volumetrie) per ricostituire il sistema dei servizi al territorio. A fronte di tali problematiche, complesse, ma non certamente nuove, suscita perplessità il basso profilo del dibattito istituzionale, l’arco temporale troppo lungo previsto per la ricostruzione, l’inadeguatezza della governance “centrale-locale”. Siamo molto perplessi. Vediamo troppi burocrati, pochi soldi e troppa burocrazia. Troppi i livelli decisionali. Evidentemente il pastrocchio burocratico già fatto con filiere barocche ed ordinanze confuse non ha insegnato nulla. L’attuale governance della ricostruzione stride tra l’altro con la riforma federale dello Stato, in corso di avanzata attuazione. È venuto il momento di superare la gestione commissariale e dare piena responsabilità - in termini di assegnazione di risorse, autorità decisionale e relativi poteri - ai livelli locali di governo (Comuni, Provincia, Regione) nel rispetto dei principi del federalismo e della sussidiarietà, oltre che del semplice buon senso
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* Economista
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CIAMPOLI MEDIAZIONI, SCELTA DI VALORE INTERMEDIAZIONE IMMOBILIARE ALL’AVANGUARDIA. DAL VIRTUAL TOUR AI SERVIZI ACCESSORI ALLA COMPRAVENDITA
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iampoli Mediazioni, studio di consulenza immobiliare e finanziaria, nasce cinque anni fa dalla volontà di Camillo Ciampoli, il cui interesse per il settore è stato fortemente orientato da suo padre, appassionato di restauro di immobili. Facendo tesoro di questo input, oggi Ciampoli Mediazioni ha sviluppato un piano di azioni che comprende la rivalu-
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tazione del centro storico di Chieti, unitamente a proposte rispondenti alle esigenze delle imprese. In un mercato sempre più saturo e per certi versi caotico, il fiore all’occhiello di questo studio di intermediazione immobiliare è rappresentato dalla capacità di saper sfruttare le risorse multimediali proponendo il virtual tour: www.ciampolimediazioni.com. Strumento innovativo che consente ai clienti di visitare l’immobile oggetto di interesse senza recarsi
ORAZIONE CON CIAMPOLI
» REDAZIONALE IN COLLAB
fisicamente sul posto; permettendo così di razionalizzare tempi e costi. L’innovazione tecnologica e la professionalità sono gli elementi distintivi di Ciampoli Mediazioni, studio associato alla Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali) nel rispetto del codice deontologico della categoria. I criteri organizzativi e gli strumenti operativi adottati hanno consentito all’agenzia la messa a punto di una rete di servizi all’avanguardia, che oltre alla vendita degli immoblili prevede l’assistenza contrattualistica e servizi finanziari. Nel territorio teatino le zone in cui si concentra maggiormente la attività sono: il centro storico della città di Chieti, via Madonna degli Angeli, viale Europa, corso Marrucino, Chieti scalo, Brecciarola, Manoppello e Francavilla al Mare. Lo sfrut tamento delle risorse informatiche ha permesso inoltre di rivolgersi alla clientela straniera. Spiega Ciampoli: «Le aree operative di riferimento riguardano Chieti, Pescara, Roma e i paesi dell’Europa del Nord, soprattutto l’Inghilterra. Tramite una rete di contatti con importanti agenzie immobiliari abbiamo diversificato il nostro target. Il cliente straniero è culturalmente abituato alla ricerca di mercato a distanza. È di norma una persona affermata professionalmente, al vertice della sua carriera, desiderosa di una nuova dimensione esistenziale, alla ricerca di un immobile pregiato immerso nel verde o di una casa inserita nella magica atmosfera di una città d’arte, come Chieti. Altrimenti
MEDIAZIONI
è una persona che viaggia per lavoro e ha bisogno di una residenza di rappresentanza». Le difficili condizioni che colpiscono tutti i settori del comparto economico impongono alcune riflessioni sulle strategie da seguire dal punto di vista commerciale, in tal senso Camillo Ciampoli commenta: «Ho sempre puntato tutto sul piano etico, prima che commercialmente, e questo mi ripaga. La soddisfazione dei clienti mi dà fiducia». Prosegue «La mia linea di condotta è quella di immedesimarmi nell’interlocutore, cercare di comprendere le sue esigenze, prediligere il lato umano e personale, tenendo sempre a mente che nel difficile mondo in cui viviamo, ciò che ancora conta sono i valori semplici». E questi valori Camillo Ciampoli vorrebbe vederli diffusi tra gli operatori del settore: «Non mi permetto di fare lezioni a nessuno – sottolinea – ma non ci si improvvisa agenti immobiliari. Io ho fatto quasi un anno di corso. Vedo che at tualmente operano nel settore persone non legittimate a farlo, ciò dannegia l’intera categoria e il cliente finale». L’operato di Ciampoli Mediazioni risponde allo slogan “Investire per passione”. Molto più di una frase, piuttosto è il sunto della mission che da sempre guida questo studio di intermediazione immobiliare, dove non viene mai dimenticato, come ricorda il suo titolare, che: «Una casa è anche un investimento sicuro per il futuro, ma non solo. È il luogo dove custodire i propri affetti»•
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Da sinistra: Sabrina Filippini, responsabile commerciale ed Enzo Galante, editore di Radio Delta 1
RADIO DELTA 1: GIOVANE DA 35 ANNI!
PARLIAMO DEL GRUPPO RADIOFONICO PIÙ IMPORTANTE D’ABRUZZO, UNA SOLIDA REALTÀ IMPRENDITORIALE CHE NON SMETTE MAI DI EMOZIONARCI
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ra il 22 maggio del 1977, quando un giovanissimo Enzo Galante, raccolta l’intuizione di un gruppo di ragazzi con la voglia di dare qualcosa di diverso agli amanti della radio, fonda Radio Delta 1. Da allora l’ascesa è stata continua e oggi Radio Delta 1 rappresenta un solido gruppo imprenditoriale con oltre 40 dipendenti, con un bacino di utenza che si estende in tutto Abruzzo e Molise, nella zona costiera del sud delle Marche e in parte della Puglia, e che comprende Radio Play Capital e Radio Luna, oltre ad una syndication nazionale con Radio Lattemiele di cui ha la gestione commerciale della zona di Pescara e Chieti. Abbiamo intervistato quel brillante ragazzo, l’editore Enzo Galante.
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Qual è la vostra mission? «La nostra mission è quella di emozionare attraverso musica e parole. La nostra musica è quella dei “Grossi Calibri”: le canzoni più coinvolgenti, gli artisti più influenti degli ultimi 30 anni e di oggi. Le parole sono affidate ad una conduzione sempre energica, evocativa, positiva e fortemente legata al territorio». Come mantenete i vostri standards qualitativi? «La nostra è un’azienda in continua evoluzione, sempre alla ricerca di innovazioni. È per questo che crediamo molto nella formazione continua, in tutti i settori, affinché tutti i collaboratori dispongano degli strumenti necessari ad offrire un servizio altamente qualificato». In un mondo tecnologicamente così avanzato, cosa rappresenta il mezzo radiofonico?
TA 1 ORAZIONE CON RADIO DEL
» REDAZIONALE IN COLLAB
«Come cantava il mitico E. Finardi nel 1976: “Amo la radio perché arriva dalla gente, entra nelle case, ti parla direttamente…”. È questa l’essenza della radio: la semplicità con cui se ne può godere, ovunque e in qualsiasi momento… La radio non ha perso la sua essenza, nel corso degli anni si è semplicemente evoluta e Radio Delta 1 ha seguito l’evoluzione tecnologica, servendosi del web come ulteriore vetrina. Oggi basta avere una connessione internet o
un cellulare per ascoltarci in streaming, interagire con gli speaker, consultare le news o l’oroscopo direttamente dal sito. Sul web offriamo, inoltre, visibilità ai nostri partner commerciali con diverse soluzioni. Tra gli altri, la nostra Delta1card, carta vantaggi gratuita per tutti i nostri ascoltatori, è sicuramente uno di questi validi strumenti. La flessibilità è la nostra caratteristica principale»•
Intervista a Sabrina Filippini, Responsabile Commerciale Radio Delta1 Perché un’azienda dovrebbe scegliere la radio per la propria comunicazione? «Perché la radio fa sognare! Lo spot radiofonico, stimola e dà sfogo all’immaginazione e alla sfera emotiva. Il messaggio trasmesso via radio riesce con estrema facilità ad essere recepito, memorizzato ed elaborato dall’ascoltatore, complice di ciò è anche l’ascolto costante e continuo di un messaggio che ci raggiunge in ogni circostanza. Il mezzo radiofonico, infine, è flessibile poiché veloce, dinamico e immediato, in grado di essere modificato, in base alle esigenze del cliente, in tempi brevissimi». Qual è la vostra mission commerciale? «Prima di tutto risultati tangibili per i nostri clienti. Noi ci proponiamo di aiutare concretamente le PMI ad avere un’adeguata visibilità sul mercato con un brand riconoscibile e vincente. Il nostro obiettivo principale è la piena soddisfazione del cliente, derivante dalla massima qualità del servizio che offriamo e soprattutto da risultati concreti. Per ottenere questo ci avvaliamo di una rete di consulenti e creativi preparati e pronti ad offrire le migliori strategie di comunicazione studiate ad hoc per
ogni azienda». Qual è l’elemento davvero vincente per una campagna pubblicitaria? «Per ottenere il successo auspicato occorre anzitutto che il cliente sia veramente convinto, che sia lui il primo a crederci. Per noi, realizzare una campagna pubblicitaria vincente significa compiere un percorso che vede coinvolte sia la strategia che la creatività. Punto di partenza imprescindibile è l’analisi del mercato e dello stato del brand fino all’individuazione delle leve emotive su cui poi andare a costruire un’immagine unica e distintiva rispetto ai competitors. Qual è la prossima iniziativa organizzata per i vostri clienti? «Stiamo organizzando il nostro primo Marketing Open Day, si tratterà di una giornata totalmente gratuita riservata ai nostri migliori clienti nella quale dei formatori esperti parleranno di tematiche di marketing operativo presentando case histories reali e stimolando il dibattito tra i presenti. La formazione sarà intervallata da momenti per così dire ludici e da piacevoli sorprese che per ora non possiamo svelarvi».
Lo staff del Morning Show: da sinistra, Giuliano Gomez, ‘Nduccio ed Annamaria Orfeo
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seminari&convegni » di Eleonora Lopes
«Un credito fertile
per avvicinare le banche agli agricoltori» È quanto ha dichiarato il presidente nazionale di Confagricoltura Mario Guidi in un convegno promosso dalla federazione abruzzese guidata dalla giovane Federica Morricone. Al centro del dibattito, le relazioni dell’impresa agricola con il sistema bancario, per l’accesso al credito
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l mondo dell’agricoltura e quello del credito a confronto. Di questo e molto altro si è discusso al convegno organizzato da Confagricoltura Abruzzo presso il Romantik Hotel Villa Maria a Francavilla al Mare. Ospite d’onore dell’incontro, il presidente nazionale di Confagricoltura Mario Guidi. Presenti anche diversi rappresentanti del mondo del credito tra i quali: l’On. Roberto Rosso, sottosegretario Ministero dell’Agricoltura, Pucci di Banca dell’Adriatico, Pellegrino, direttore di Agriventure (Società di Intesa Sanpaolo dedicata al settore agroalimentare), Bruno Presidente, presidente regionale dell’ABI, Sbrolli dg di Carichieti, Di Matteo dg di Tercas, e Di Pietro dell’Ismea (Istituto di Servizi del Mercato Agricolo Alimentare). A moderare gli interventi, l’economista Pino Mauro. Ha aperto i lavori una dinamica padrona di casa, Federica Morricone, presidente regionale di Confagricoltura la quale ha illustrato agli istituti bancari
presenti, le problematiche che il settore agricolo sta vivendo dal punto di vista finanziario. «L’impresa agricola moderna, -ha dichiarato il presidente Guidi- che aumenta la propria dimensione economica, che investe, diversifica, si specializza, che guarda con interesse a logiche di espansione sui mercati esteri ha, e sempre più deve avere, attenzione ai temi del credito. La finanza di impresa oggi indispensabile per ogni tipo di attività, sta diventando sempre più importante anche per il settore agricolo; così come diventa fondamentale un sistema assicurativo in grado di offrire servizi qualificati, adeguati alle nuove realtà aziendali». Sempre vivo l’interesse per l’agroenergia, cioè la produzione di energie rinnovabili, da parte di aziende agricole e per i progetti di produzione Biogas. Dall’incontro è emersa anche l’importanza del ruolo di Ismea che già opera con alcuni strumenti finanziari, ma ne sta introducendo uno che, in pratica, anticipa una garanzia, a favore
Mario Guidi
dell’impresa, nel loro rapporto con le banche. «Confagricoltura - ha concluso Guidi - vuole dare risposte concrete svolgendo un ruolo di informazione e formazione in ambito finanziario alle imprese agricole associate, di assistenza al reperimento ed al miglior utilizzo delle fonti finanziarie, stipulando accordi quadro con le banche, migliorando le comunicazioni fra sistema bancario e imprese richiedenti. Ci stiamo attrezzando per far fronte ai nuovi bisogni, facciano altrettanto gli istituti creditizi, comprendendo finalmente la rilevanza strategica del settore agricolo»
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seminari&convegni » a cura della redazione
Restare o lasciare l’Italia? Questo il dubbio che si pongono tanti cervelli italiani che spesso fuggono all’estero per trovare lavoro ed essere valorizzati. Ne hanno discusso ad un convegno promosso dai giovani industriali e i giovani dell’Ance di Confindustria Chieti
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estare o lasciare l’Italia? Questo è il dilemma che assilla i giovani talenti che spesso sono costretti a migrare all’estero e a lasciare il nostro paese che offre loro poche opportunità, ma che soprattutto non li valorizza come meritano. Questo tema è stato al centro del convegno organizzato da Giovani Imprenditori guidati da Riccardo D’Alessandro e Giovani Ance di Confindustria Chieti capitanati da Federico De Cesare. Oltre 100 imprenditori hanno partecipato all’incontro “WE LOVE GLOCAL MINDS” nel quale un ricco parterre di prestigiosi e autorevoli relatori ha animato il dibattito della tavola rotonda su una tematica tanto attuale quale è appunto il futuro delle giovani generazioni nel nostro Paese. A moderare gli interventi, il giornalista Rai Giulio Borrelli. Sono intervenuti al dibattito: Paolo Primavera, presidente di Confindustria Chieti, Monica Lucarelli, presidente Giovani Unindustria Roma, Frosinone Rieti e Viterbo, Antonello Cassalia, presidente Giovani ANCE Puglia, Salvatore Matarrese, presidente Consulta delle Regioni ANCE Nazionale, Anna
» foto concesse da Confindustria Chieti
Alcuni momenti del convegno svoltosi presso La Civitella a Chieti
Morgante, preside facoltà di Economia Università d’Annunzio, Gaetano Bonetta, preside facoltà di Scienze della Formazione Università d’Annunzio, Marcello Luciani, presidente Giovani ANCE Abruzzo, Mauro Barnabei, presidente Giovani Confindustria Abruzzo, Angelo De Cesare, presidente Comitato Mezzogiorno e Isole ANCE Nazionale e Cesare Puccioni, neo presidente Federchimica. «In Italia i giovani –ha dichiarato Riccardo D’Alessandro- si posizionano in una zona grigia, circa 2 milioni, tra i 15 e 34 anni che pesano sulle proprie famiglie per una cifra mensile media tra i 300 e 500 euro. Alla componente sociale degli inattivi c’è da aggiungere quel-
la dei talenti in fuga, le nostre eccellenze: una volta erano le braccia, oggi sono i cervelli ad emigrare». «Vado o resto? Io sono per il restare -ha affermato Federico De Cesare- penso però che ci sia bisogno di investire con occhio vigile al mercato, che si fa sempre più piccolo e competitivo». Il giornalista Borrelli, che per anni è stato inviato Rai a New York, (riportando degli esempi concreti quali Barack Obama o Condoleezza Rice), ha evidenziato quanto l’America rispetto all’Italia, sostenga concretamente la meritocrazia e permetta a chi ha del talento di fare carriera senza alcuna raccomandazione
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seminari&convegni » di Martina Luciani
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iacinto Auriti, nato a Guardiagrele nel 1923 e morto a Roma nel 2006. Professore e tra i fondatori dell’Università d’Annunzio ed in particolare della facoltà di Giurisprudenza di Teramo. Ma soprattutto ideatore della teoria sulla “proprietà popolare della moneta” e del Simec, la banconota che nell’estate del 2000 fu messa in circolazione nella cittadina guardiese, innescando discussioni e commenti in tutto il mondo. È da queste premesse e da questo straordinario personaggio che è nato il primo incontro di Maiella Gloc Notes, svoltosi a Guardiagrele. Dopo l’intitolazione di una piazza, nel pieno centro della cittadina, al prof. Giacinto Auriti, ci si è spostati tutti in piazza San Francesco per partecipare all’incontro ed ascoltare le riflessioni sul valore e sui valori della moneta, del lavoro e dell’attività di impresa. Hanno partecipato Rossano Orlando, giornalista de Il Centro e autore del libro “Debitori dalla nascita”, Giovanni Ajassa, responsabile Servizio studio BNL – Gruppo Bnp Paribas, Marco Panara, giornalista e curatore di Affari&Finanza de La Repubblica e autore del libro “La malattia dell’Occidente, Massimo Rodà, funzionario Centro Studi Confindustria, Lucio Laureti, economista, docente Lum Jean Monnet Bari e Università d’Annunzio Chieti-Pescara, Marcello De Cecco, economista, docente Scuola Normale Superiore Pisa, moderati dal giornalista Massimo Di Cintio. Il dibattito è stato incentrato
Maiella Gloc Notes, riflessioni sull’economia globale e locale A Guardiagrele, incontro sul valore della moneta dopo l’intitolazione di una piazza al prof. Giacinto Auriti
Un momento del convegno
sul cambiamento del valore della moneta e delle monete, sulle pressioni che le monete esercitano sulla vita quotidiana e sulle imprese. Su come sia cambiato anche l’approccio al lavoro e su come anch’esso abbia perso il suo valore originale. Si è discusso di come le industrie abbiano reagito più o meno bene all’attuale crisi e come cercare di far rientrare il pericoloso scollamento tra economia reale ed economia finanziaria. Con questo primo incontro Maiella Gloc Notes vuole essere una sorta di laboratorio che avrà il suo momento principale in un convegno annuale, ma che si articolerà a vari livelli nei mesi successivi in incontri e relazioni tra i mondi dell’impresa e dell’università tesi a stimolare la crescita e la sedimentazione di quei valori culturali, etici e sociali che devono essere alla base del vivere
e dell’operare in un territorio abruzzese, alle prese con problematiche strutturali e culturali, ma abituato a reagire con forza alle difficoltà. L’obiettivo è fare di Maiella Gloc Notes una straordinaria occasione di incontro per l’Abruzzo, capace di ospitare le personalità più intellettualmente vivaci, interessate al trasferimento delle esperienze e al confronto delle opinioni, nel quale l’analisi dei temi di forte attualità sia in grado di generare ulteriori spunti di riflessione e di visione degli scenari futuri
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La targa intitolata al Prof. Auriti
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eventi
» a cura della redazione
CALRE,
L’Europa in Regione Breve resoconto del workshop CALRE tenutosi a Pescara lo scorso luglio. Un’occasione importante per fare dell’Europa un concreto trampolino di sviluppo, partendo “dal basso” delle istituzioni
Da sinistra: la giornalista Rai Monica Maggioni, Nazario Pagano presidente CALRE e Francesco Cascio, Presidente dell’Assemblea regionale della Sicilia
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nione Europea non è solo una bella parola, ma oggi più che mai cresce l’esigenza di rendere l’Europa veramente unita, partendo da una convergenza di intenti istituzionali che coinvolga in primo luogo gli ambiti regionali. È questo il vero senso della CALRE - Conferenza delle Assemblee regionali Legislative Europee – ed è di vari argomenti che si è parlato a Pescara, nel corso del workshop “L’Europa
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delle Regioni: un percorso da costruire insieme” lo scorso 22 e 23 luglio. «Il filo conduttore della mia attività fino ad oggi - ha dichiarato Nazario Pagano, attuale presidente della CALRE - è stato quello di perseguire alcuni obiettivi prioritari tra i quali il potenziamento del ruolo delle Assemblee legislative regionali nelle fasi decisionali delle politiche europee. Oggi - ha aggiunto - è necessaria una
concreta e più consapevole attuazione del rispetto del principio di sussidiarietà da parte delle Istituzioni europee attraverso un maggiore coinvolgimento delle Regioni». Dialogo quindi, è stata questa una delle parole chiave dell’incontro, perché la comunione d’intenti rappresenta uno strumento indispensabile per essere più forti a livello decisionale europeo. Dopo la prima giornata del 21 luglio dedicata all’accoglienza dei presidenti delle Regioni componenti della CALRE con una cena tenutasi su un tradizionale trabocco abruzzese, il giorno seguente i lavori sono partiti ben presto con un forum dal titolo “Il ruolo delle Regioni e i fenomeni migratori alla luce dell’attuale crisi del mediterraneo” per poi proseguire nella sezione pomeridiana con “La collaborazione tra regioni e organismi europei”. La seconda giornata di lavori ha esordito con le “Relazioni sullo status quo dei gruppi di lavoro istituiti dalla CALRE” sui temi della “e-democracy”, del “Federalismo finanziario” e dei “Modelli istituzionali regionali”, seguite da un dibattito sulle “Dinamiche di sviluppo delle regioni CALRE”. Tra le numerose personalità politiche presente anche il presidente Gianni Chiodi, in qualità di Vice Presidente dell’Aer (Assemblea delle Regioni Europee), che ha partecipato al workshop della CALRE, dicendosi soddisfatto di come “L’Abruzzo è riuscito a creare un sistema relazionale importante e strategico per una ulteriore crescita nell’ambito dell’Unione Europea”. E relativamente al tema del workshop, sulla collaborazione fra Regioni e Organismi Europei, Chiodi ha dichiarato: «Esistono oggi due Europe, così come esistono due Italie. Ci sono regioni come le otto del Sud Italia, le cinque della Polonia Orientale e le altre cinque dell’ex
Gianni Chiodi presidente della Regione Abruzzo
» foto concesse da ufficio stampa Consiglio Regionale
Germania dell’Est, non ancora pienamente al passo con le altre. Per questo - ha detto il presidente Chiodi - occorre un’azione sinergica dei vari Paesi per mettere in atto strategie macroregionali in grado di far recuperare il terreno perduto a questo 5% dell’Europa che conta 42 milioni di abitanti e che non è ancora al passo con il resto del vecchio continente. E per fare questo - ha concluso Chiodi - occorre modificare le politiche di coesione e convergenza. Noi come Aer abbiamo da tempo messo in campo azioni volte a ridurre questo sbilanciamento fra le due Europe». Ma anche la CALRE non è stata esente dall’attuale discorso sui costi della politica, un tema scottante in Italia quanto in ambito europeo, per affrontare il quale, con pragmatica risoluzione, è stata istituita una commissione di lavoro composta dai presidenti Boni (Lombardia), Brega (Umbria), Monteleone (Liguria), Ruffato (Veneto) e Thaler Zelger (Trentino Alto Adige) che entro il 30 settembre dovrà riferire all’Assemblea plenaria circa le soluzioni individuate per le decisioni conseguenti. Scopo principale della commissione è quello di razionalizzare le spese di funzionamento che ciascuna Regione ed Assemblea legislativa sta portando avanti in questi mesi. Anche il tema della ricostruzione dell’Aquila è stato presente al workshop, in vista dell’Assemblea plenaria della CALRE che si svolgerà all’Aquila il prossimo mese di novembre. «A novembre – ha dichiarato Luciano Marchetti vice commissario per la ricostruzione, rivolgendosi ai presidenti della Conferenza delle Assemblee regionali europee –troverete una città diversa, con la ricostruzione che avrà già interessato il centro storico aquilano. La regione non è in ginocchio e presto tornerà a camminare»
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Nazario Pagano durante il suo intervento
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eventi » di Jenny Viant Gómez
«Salone della Ricostruzione», mille idee per tornare a casa
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L’area espositiva del Salone della Ricostruzione
Grande successo per la prima edizione della fiera tenutasi a L’Aquila. Tre giorni per esporre e dibattere sulla ricostruzione, il restauro e l’edilizia sostenibile
Gianni Alemanno, sindaco di Roma Capitale, visita il Salone
Giuseppe Girolimetti, Gianni Chiodi e Roberto Di Vincenzo all’interno del Salone
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000 metri quadri di spazio espositivo, oltre 300 stand, più di 230 espositori provenienti da tutta Italia, e anche dall’estero, e 7000 visitatori negli spazi dell’ex Agriformula, nel Nucleo Industriale Caselle di Bazzano, L’Aquila. Alla fine i numeri hanno superato le aspettative della prima edizione del Salone della Ricostruzione, evento promosso da Ance Abruzzo (associazione dei costruttori edili) con le sue territoriali e dall’agenzia di comunicazione Carsa Srl. La qualità e la varietà espositiva e l’alto profilo culturale dei convegni, sono stati la chiave distintiva dell’evento. «Il Salone della Ricostruzione nasce dalla fondamentale esigenza di trovare nuove modalità di sviluppo per L’Aquila e per la sua provincia, consentendo al territorio di passare da un’economia di rendita a un’economia di produzione – ha dichiarato Roberto Di Vincenzo, presidente di Carsa e coordinatore generale del Salone – Come annunciato dal commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi, sono disponibili in cassa 1,7 miliardi di euro, pronti per finanziare i progetti dei soggetti attuatori. Dalla manifestazione può nascere una filiera delle costruzioni che dia un rinnovato stimolo all’economia locale, favorendo e agevolando il ritorno degli aquilani nelle loro abitazioni. Ringrazio il Comune di L’Aquila, nella persona dell’assessore con delega ai grandi eventi Marco Fanfani, che ci ha aiutati a individuare uno spazio dove ospitare l’evento. Ringrazio anche gli sponsor locali e nazionali che hanno sostenuto la fiera». L’inaugurazione dell’evento è stata preceduta da un’affollata assemblea convocata dall’Ance L’Aquila, alla presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, On. Gianni Letta; il governatore della Regione Abruzzo e commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi; Paolo Buzzetti presidente Ance; il presidente regionale Ance Giuseppe Girolimetti; il presidente dell’Ance L’Aquila Gianni Frattale e il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, tra altri esponenti istituzionali. Un’occasione per scambiare riflessioni sulle congiunture economiche e sociali del territorio, sulle possibili strategie di rilancio e sulle responsabilità della categoria. «Scegliendo la strada degli indennizzi – ha detto Frattale – il Governo ha dato fiducia ai progettisti, alle imprese e, soprattutto, ai cittadini, che vedranno risanate le loro abitazioni senza dover incorrere nelle maglie burocratiche della legislazione pubblica. Questa fiducia va onorata con una ricostruzione di qualità e con regole certe per far sì che al diritto di rinascere dal terremoto si accosti il dovere di ricostruire secondo le leggi e usando materiali e tecniche più all’avanguardia. In tal senso, il Salone della Ricostruzione darà una spinta all’economia provinciale, regionale e nazionale. È per questo motivo che all’interno dell’inaugurazione abbiamo inserito l’assemblea annuale di Ance». Da parte sua l’On. Letta, dopo aver passato a rassegna i nodi che ostacolano la ricostruzione veloce, burocrazia in primis, e aver espresso molto rammarico per la mancata ricostruzione della sede della Prefettura, ha tenuto a ribadire che per l’Abruzzo si sta lavorando con un supplemento d’anima e che i risultati arriveranno se ciascuno saprà svolgere con scrupolo il proprio compito
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» foto concesse da Carsa
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eventi » di Jenny Viant Gómez
Il ministro Franco Frattini al momento del taglio del nastro
Forumed 2011, l’Abruzzo protagonista Quattro giorni dedicati al dialogo con i partner del Meditarraneo. Ad inaugurare l’evento il ministro degli Affari Esteri Franco Frattini
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l ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini, ha dato il via ai lavori della seconda edizione di Forumed, il forum biennale del Mediterraneo, organizzato dalla Regione Abruzzo e dall’assessorato allo Sviluppo Economico presso il centro espositivo della Camera di Commercio di Chieti. Numerose le novità di questa edizione 2011 di Forumed, che ha trattato temi come il networking e la conoscenza quali chiavi strategiche fondamentali per favorire attività di collaborazione con l’estero e processi di internazionalizzazione delle imprese. A presenziare il taglio del nastro il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi e l’assessore allo Sviluppo Economico Alfredo Castiglione, oltre ad esponenti politici e imprenditoriali di numerose nazioni dell’area Euro-Mediterranea: Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Croazia, Serbia, Turchia, Moldavia, Russia, Romania, Marocco e Tunisia. «Ringrazio il ministro Frattini per aver voluto essere presente all’inaugurazione di Forumed che per noi rappresenta un momento decisamente importante e significativo nell’ottica dell’internazionalizzazione della Regione. La presenza del ministro - ha detto il presidente Gianni Chiodi - dimostra l’attenzione che il governo nazionale ha nei confronti dell’Abruzzo e di questo evento in particolare. Forumed rappresenta l’occasione per sviluppare in questi quattro giorni di convegno momenti di ri-
flessione, di scambi e soprattutto di condivisione di strategie che potranno portare ad una serie di relazioni importanti con quei paesi che hanno oggi rilevanza politica ed economica nell’area del Mediterraneo”. Il ministro Frattini arrivato al Forumed dopo un incontro, nelle prime ore del mattino a Milano, con Paolo Romani ministro dello Sviluppo Economico, ha spiegato l’obiettivo della riunione milanese. «Ho presenziato alla firma di un accordo fra Promos (azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per l’internazionalizzazione) e la Banca Europea di Investimento, per il pre start-up del Centro Euro Mediterraneo per le micro e pmi che, probabilmente, nascerà a ottobre nel capoluogo lombardo. Grazie a questo accordo, nato sotto l’egida del Governo con il sostegno della Commissione Europea, della Bei in raccordo con il segretariato di Barcellona dell’Unione per il Mediterraneo, verranno sostenute le pmi nella sponda del Sud del Mediterraneo e saranno favorite le iniziative in rete e l’accesso alle fonti finanziarie». Secondo Frattini l’Europa non si è adoperata abbastanza per finanziare un piano Marshall di aiuti per tutto il Mediterraneo. Oltre a evidenziare l’importanza dell’Abruzzo nella costruzione di un dialogo tra paesi frontalieri, il ministro ha fatto un accenno alla politica estera, con particolare attenzione alle zone più “calde” del Mediterraneo: «nei paesi della “primavera araba”, assieme all’impegno e alla lotta per la democrazia, servono stabilità economica e sviluppo». L’assessore allo Sviluppo Economico Alfredo Castiglione ha ribadito l’importanza, soprattutto economica, della seconda edizione di Forumed: «Ringrazio innanzitutto il presidente Chiodi che come me ha creduto e crede nel processo di internazionalizzazione che il nostro territorio sta vivendo, e per quanto la Regione sta facendo per assumere un ruolo di primo piano nel bacino del Mediterraneo. Forumed è un evento che seppur giovane, ha assunto un peso istituzionale importante come evidenziato oggi dalla presenza di numerose personalità politiche estere. Da motore di idee Forumed vuole diventare un luogo dove far partire
Il governatore della Regione Abruzzo Gianni Chiodi con il ministro Frattini
» foto concesse dall’ufficio stampa Forumed
Il ministro Frattini e il vice presidente della Regione Abruzzo Castiglione
iniziative per lo sviluppo e l’integrazione dell’area del Mediterraneo che oggi, alla luce delle ultime dinamiche politico-economiche, ha assunto una funzione ancora più rilevante. Sappiamo che i paesi della sponda del Mediterraneo hanno chiuso il 2010 con tassi di crescita economica interessanti, e con una media che supera il 4%. Nello stesso tempo la media delle esportazioni italiane verso il Mediterraneo registra numeri che tengono bene alla crisi, soprattutto per quel che riguarda i Balcani Occidentali, e questo è sicuramente un segnale importante». È stata più volte ribadita la necessità di fare in modo che l’Abruzzo diventi una regione ponte verso i paesi del Mediterraneo e cerniera con gli stati balcanici dell’Adriatico. In tal senso sono stati firmati protocolli e lettere d’intento anche con quei paesi geograficamente più distanti, come Marocco e Tunisia, ma pur sempre importanti per le imprese che da tempo hanno già intessuto rapporti commerciali ad esempio con Bosnia Erzegovina, Serbia, Montenegro ed Albania. In questa direzione va l’iter per far decollare definitivamente il volo Pescara-Mostar che rivestirebbe anche importanti riflessi sul movimento turistico-religioso fra l’Abruzzo e i Balcani
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Un momento d’incontro bilaterale tra operatori esteri
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eventi » a cura della redazione
Fare business in India Gli imprenditori aquilani in missione commerciale guidati dalle associazioni L’Aquila Siamo Noi e L’Aquila che produce
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l terremoto del 6 aprile 2009 ha ulteriormente aggravato la difficile situazione dell’intero comparto economico della città di L’Aquila, del suo circondario e, di riflesso, dell’intero Abruzzo. Per invertire questo stato di cose alcuni imprenditori hanno deciso di intraprendere un’iniziativa coraggiosa: “Fare business in India”. Una missione commerciale organizzata dalle associazioni L’Aquila Siamo Noi e L’Aquila che produce, in collaborazione con il partner indiano Sharma Group. La missione economica multisettoriale, dal 25 settembre al 1 ottobre 2011, farà tappa nel paese protagonista della nuova economia mondiale, con l’obiettivo di aprire nuovi mercati e stringere jointventures con imprenditori, distributori ed importatori indiani. L’iniziativa si avvale della collaborazione del Gruppo Sharma. Una storica realtà imprenditoriale indiana che spazia dalle infrastrutture turistiche di lusso alle crociere, al commercio di pietre preziose e tessuti raffinati. Il Gruppo ha acquisito una notevole esperienza nell’organizzazione di precedenti missioni commerciali per gli imprenditori e gli artigiani del Nord Italia, con lusinghieri risultati. La missione prevede un sapiente mix di attività dedicate al business (B2B) e alla scoperta di quell’affascinante paese. Agli indiani saranno proposte le eccellenze aquilane e abruzzesi. L’India è protagonista di un cambiamento epocale grazie alla sua posizione competitiva nel mondo. Le previsioni di crescita per l’economia indiana indicano un incremento dell’8,6% nel 2011 rispetto al tasso di crescita del 8,0% nel 2009-10. Tale crescita è dovuta alle percentuali in aumento dei vari comparti: manifatturiero, costruzioni, commercio, alberghi, trasporti e comunicazioni, finanziamenti, assicurazioni e immobiliare. Le performance dell’India inizieranno a superare quelle della Cina entro tre/cinque anni, grazie al grande bacino di manodopera specializzata, alla giovane età media della popolazione (30 anni entro il 2025) e alle solide istituzioni bancarie e finanziarie. Tutte opportunità che gli imprenditori aquilani in partenza per la missione non vogliono farsi sfuggire
New Dehli edificio del distretto commerciale
Il Taj Mahal in India
Il logo dell’associazione “L’Aquila Siamo Noi” Il logo dell’associazione “L’Aquila che Produce”
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eventi » di Donato Tribuiani
In questa e nella pagina successiva: alcune immagini della scorsa edizione di InOpera
Il valore I delle relazioni umane E a questo che vuole dare risalto InOpera che quest’anno si svolgerà il 15 e il 16 ottobre prossimi al Palacongressi di Montesilvano
» foto di Piergiorgio Greco
nOpera è un evento utile per accrescere il proprio business, in forza di un metodo innovativo che differenzia questo evento da tutti gli altri. Non lo dicono gli organizzatori, ma quanti hanno già partecipato in passato alla due giorni che quest’anno si svolgerà sabato 15 e domenica 16 ottobre prossimi al Palacongressi di Montesilvano, organizzata da Net Companies e promossa da Compagnia delle Opere Abruzzo Molise, Confindustria Pescara, Confcooperative Abruzzo e Api Pescara Chieti e Regione Abruzzo. Sono i protagonisti a raccontare perché è un evento che contribuisce al rilancio della propria azienda, in un momento difficile come quello attuale. Ne è sicuro Silvio Di Lorenzo, vicepresidente di Honda Italia, presente nell’edizione 2010, e in passato relatore in alcuni convegni: «Il mio – dice - è un giudizio molto positivo, anche alla luce del fatto che partecipano numerosi visitatori. È del tutto chiara la proposta di InOpera: puntare sulle relazioni umane, sul loro valore. Non saprei dire quanto questo oggi influisce direttamente sul business, ma sono certo che tale modalità, insieme all’attenzione ad altri temi come l’ambiente, il riciclo, la sicurezza, può rappresentare una strada innovativa che, alla lunga, non può che far bene all’azienda». Di Lorenzo, quindi, spiega anche il valore del “fare rete”: «Oggi è una necessità per accrescere il business, indiscutibilmente. Faccio presente che, oltre a stare insieme, relazionarsi, progettare, oggi unire forze ed eventuali capitali è una modalità che viene imposta dai
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eventi
progetti europei. Non saprei dire tutti i vantaggi di un evento come InOpera, ma con certezza posso dire che l’allargamento dei promotori è molto positivo: auspico che in futuro si possano contattare altre categorie, come Confcommercio, Confesercenti, le associazioni agricole, il mondo della cooperazione, Cna e via dicendo, così da allargare il campo d’azione». Non diverso, poi, il giudizio di Valentino De Vincentiis, di Polymatic: «Ho partecipato a InOpera e lo rifarò perché è un evento produttivo grazie ad una modalità operativa basata sull’incontro personale, e che quindi obbliga il partecipante a muoversi, a cercare i partner, i partecipanti, diversamente da quanto avviene nelle fiere tradizionali, dove ognuno attende nel suo stand che passi qualcuno. Del resto – aggiunge – senza relazione umana, tutto è più difficile, anzi impossibile: se non si conoscono nuove imprese, se non si instaurano rapporti destinati a durare, non si può pensare di far crescere il proprio business. Ecco perché voglio dare un suggerimento agli organizzatori: più InOpera sarà in grado di attrarre nuove imprese di fuori regione, più sarà in grado di continuare lungo la strada che sta rendendo questo evento unico. Io personalmente sto già invitando altri imprenditori a partecipare, poiché ho avuto modo di sperimentare personalmente la sua utilità». L’Agenzia Afi, pur avendo una sede anche in Abruzzo, è un’azienda che ha sede a Como, presente l’anno scorso a InOpera: «È un’iniziativa interessantissima – spiega Giuseppe Mosca – non perché mi ha permesso di chiudere contratti quanto, perché, mi ha permesso di conoscere, incontrare tante aziende con le quali successivamente ho avuto la possibilità di instaurare un
rapporto significativo. Anche noi siamo fortemente convinti che sia il rapporto umano a fare la differenza, e un’iniziativa come InOpera è tagliata su misura, con quel suo insistere sugli incontri personali». Mosca sottolinea un altro aspetto dell’evento: quello relativo alla preparazione. «L’importanza data al percorso di preparazione va rimarcata con forza, perché, a mio avviso, è un’occasione davvero importante per riprendere coscienza su chi sono, su cosa realizzo, perché lo realizzo in un determinato modo invece che in un altro, come intendo il mio lavoro, come vendo, come tratto il cliente. Un lavoro preziosissimo, perché quando si arriva a ottobre si ha più chiaro come sfruttare al meglio questa opportunità. Al riguardo, mi sento di suggerire da un lato di ipotizzare un percorso ancora più scadenziato per rendere questo lavoro più incisivo, dall’altro di considerare il social network come strumento che ha un valore soprattutto successivamente all’evento, per riallacciare contatti, e proseguire il lavoro intrapreso. Rimango fortemente convinto che più si va preparati, più si raggiungono risultati». Anche Mosca, come De Vincentiis, sta proponendo InOpera ad altri imprenditori: «Sì, perché sono certo che è utile e vantaggioso. Io ci sarò di nuovo». Quanti sono interessati a partecipare, devono scegliere la formula che preferiscono tra le cinque proposte: Collaborare, per gli operatori di tutti i settori merceologici, Costruire, per quelli dell’edilizia, Mostrare, per quanti offrono servizi alla persona, Educare, per gli operatori della formazione, e Gustare, per le aziende agroalimentari. Tutte le informazioni sono reperibili sul nuovo sito www.in-opera.net, con tanti strumenti utili alla crescita del business aziendale
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COSTRUIAMO IL SUCCESSO DEI NOSTRI CLIENTI
Formazione
Finanza d’Impresa
Qualità e Ambiente
Sicurezza e Igiene nei Luoghi di Lavoro
Direzione d’Impresa
Sistemi Informatici Aziendali
Un’impresa vincente deve produrre qualità per soddisfare i clienti e generare valore per la sua proprietà, controllando i propri impatti ambientali, gestendo l’efficienza e l’efficacia delle sua attività, rispettando i diritti umani, per governare “il rischio imprenditoriale” e proporsi al mercato e al sistema creditizio come un brand impegnato nello sviluppo sostenibile, garanzia di continuità del business. Un modello organizzativo competitivo, ma anche agile e flessibile, deve controllare sistematicamente le proprie prestazioni, nella consapevolezza che il controllo genera attenzione e quindi pone le condizioni per incrementare il coinvolgimento e l’efficienza, in altri termini, garantire il successo della propria azienda. Profili Aziendali, partner delle imprese nel loro sviluppo, assiste i suoi clienti nel raggiungimento di questi obiettivi, mettendo a loro disposizione un gruppo di tecnici altamente qualificati in grado di implementare sistemi di gestione conformi ai più elevati standard internazionali. I numerosi interventi di successo già realizzati, sono la garanzia della nostra professionalità e competenza, che hanno guidato le nostre aziende clienti verso la certificazione, stabilendo precisi obiettivi temporali ed economici. La profonda conoscenza degli standard internazionali da parte dei propri tecnici, permette alla PROFILI AZIENDALI di realizzare sistemi integrati inerenti le diverse normative di riferimento, offrendo l’opportunità alle aziende di raggiungere i più elevati livelli di eccellenza. Servizi Offerti UNI EN ISO 9001:2008
UNI EN ISO 22000:2005
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Sede legale e Uffici: via Ungaretti, 4 - 64013 Corropoli (TE) Tel.: +39 0861 855809 - Fax: +39 0861 807035 E-mail: info@profiliaziendali.it Web: www.profiliaziendali.it
eventi » di Jenny Viant Gómez
Lido Al Faro, una guida verso la qualità
Ad Alba Adriatica, provincia di Teramo, l’unico stabilimento balneare abruzzese con due certificazioni di qualità. Un nuovo concetto di accoglienza
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titolari del moderno lido Al Faro credono fermamente nelle potenzialità del settore e si distinguono per aver fatto scelte vincenti. Nel 2007 decidono di ottenere la certificazione ISO 9001:2007, rilasciata dal Bureau Veritas Italia, ente certificatore che attraverso il monitoraggio di determinati standard incentiva l’ottimizzazione delle performance delle strutture certificate. Visto il riscontro ottenuto a livello organizzativo, dopo la scadenza della validità triennale della certificazione citata precedentemente, i titolari dello stabilimento hanno deciso di replicare l’esperienza, nonostante i costi che ciò implica per un esercizio a gestione familiare. Nel 2010 hanno ottenuto la certificazione ISO 9001:2008 dell’ente Rina. Lo stabilimento, nato nel 1979, attualmente è gestito da Sandro e Mirella Zivelli, rispettivamente di 37 e 30 anni, i quali hanno seguito una tradizione di famiglia, arricchendola con nuove conoscenze. Sandro ha trasferito alla sua attività tutto il know how acquisito dopo il conseguimento della laurea magistrale in “Progettazione di sistemi turistici”. I suoi studi gli hanno fatto maturare l’idea di concepire la certificazione dei servizi erogati non solo come elemento favorevole a livello di marketing, ma soprattutto come punto di forza sul versante organizzativo. «Siamo piccoli, ma con un’impostazione tipica delle strutture con impronta industriale. Gestiamo lo stabilimento secondo un’ottica di suddivisione in reparti: spiaggia, ristorazione (pranzo e bar) e attività notturna. Ciascun settore è seguito con criteri diversi da addetti con compiti precisi; l’attività svolta viene periodicamente monitorata, anche attraverso schede di valutazione fornite ai clienti. Loro ci fanno pervenire suggerimenti e critiche, che apprezziamo molto». Il monitoraggio della customer satisfaction rientra nella logica dei controlli continui a cui è abituato chi opta per la certificazione. Nelle valutazioni, per il lido Al Faro, gioca un ruolo decisivo anche la tecnologia. A breve, sfruttando il collegamento wi-fi esistente nello stabilimento, i clienti in possesso di iPad e iPhone potranno scaricare il questionario di valutazione, compilarlo e spedirlo contestualmente. «Cerchiamo di migliorare sempre il nostro servizio – sottolinea Zivelli – la clientela ci sceglie perché siamo un’azienda certificata. Sanno che continuamente siamo sottoposti a controlli, ad esempio l’ultimo è stato quello della qualità dell’acqua erogata. Abbiamo intrapreso un cammino non facile. La scelta fatta ci impone di lavorare tutto l’anno, d’inverno andiamo in giro per vedere cosa accade altrove, seguiamo dei corsi di perfezionamento; insomma, accumuliamo esperienze per far crescere la nostra attività. Penso che il nostro settore sarà più vincente – prosegue Zivelli – se saprà destagionalizzare, e credo che l’Abruzzo sarà turisticamente più forte se avrà addetti preparati e operatori osservanti della qualità e della tutela ambientale. Non a caso per noi la prossima sfida sarà la certificazione ISO 14000 e anche per questa, ci avvarremo, come in precedenza, del supporto della società di servizi alle imprese Profili Aziendali»
Sandro Zivelli
Il certificato ISO 9001:2008 dell’ente Rina
Le “App” per iPhone del Lido
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» foto concesse da Sandro Zivelli
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eventi » di Donato Tribuiani
FBJazz, ed è ancora successo Il festival jazz di San Giovanni Teatino, anche quest’anno ha visto come main sponsor l’azienda Mark Bass guidata da Marco De Virgiliis
Il logo della manifestazione
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rande successo per l’FBJazz, il festival jazz di San Giodei grandi classici del pop e del rock, capacità di improvvisazione vanni Teatino, diventato oramai un evento di richiamo e grande tecnica per un racconto che riporta alla mente i brani della cittadina abruzzese. che hanno caratterizzato la musica dagli Una rassegna musicale che anni 60’ fino ad oggi. nonostante la giovane età si è già imIl viaggio acustico è continuato poi con posta a livello nazionale. Un cartellone Paolo Giordano il “funambolo della chiche contiene vere e proprie star del tarra” sintesi di virtuosismo e ricerca di panorama jazzstico mondiale. sonorità avanzate. L’eclettismo è il segno «Fb Jazz –ha detto il sindaco Luciano distintivo di questo artista che è partito Marinucci- è stata una grande intuizioda Pescara fino ad imporsi ben oltre i ne della precedente amministrazione, confini nazionali ed europei. Maurizio Rolli e Paolo Giordano che noi abbiamo recuperato, valorizNella seconda serata il palco è stato tutzato e rilanciato. Per questo abbiamo voluto coinvolgere alcune to per Maurizio Rolli e la sua big-band, più di venti elementi a tra le migliori forze culturali ed organizzative del nostro territorio, disposizione del miglior arrangiatore italiano (eletto per il 2010 la Parsek di Mark Bass e l’agenzia di comunicazione Oiko, per dalla rivista specializzata Jazzit). Al fianco di Rolli il chitarrista Mike dare un respiro internazionale alla manifestazione. Credo che il Stern vera icona del jazz-rock nelle sue più varie declinazioni e la risultato sia stato eccezionale e abbiamo voluto abbinarlo ad un splendida voce di Diana Torto. momento di solidarietà, per raccogliere fondi in favore della Onlus Si è arrivati così alla terza serata aperta dal chitarrista francoVittoria che sta realizzando un centro diurno per bambini disabili vietnamita Ngueyen Le, artista capace di sintetizzare musiche e all’interno dello spazio comunale del Centro d’Abruzzo». culture diverse. Massimo che sfugge alle catalogazione e spazia Main sponsor dell’evento è appunto l’azienda Mark Bass. L’amcon naturalezza dal jazz al funky passando per il pop ed il rock. minstratore unico Marco De Virgiliis ha dichiarato: «Il calendario Filo conduttore una creatività senza pari. di quest’anno è stato concepito al fine di poter proporre ad un Il gran finale è stato affidato al Besa Quartet, una fusione di tapubblico variegato un’esperienza musicale di jazz fruibile quanto lenti, un meraviglioso spaccato del panorama jazz internazionale. più possibile». Ritmo, assoli, energia. Vederli insieme sul palco è un omaggio Il festival si è aperto dunque con le suggestioni acustiche della prialla musica. John Abercrombie, Bob Sheppard, Jeff Berlin e Asaf ma serata; “The Dream of Butterfly”, un trio che offre una rilettura Sirkus, quando il sound incanta la platea
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Marco De Virgiliis amministratore Parsek
John Abercrombie
Mike Stern
Nguyen Le
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eventi » di Donato Tribuiani
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utta un’altra musica quella del Rock, Wine & Blues festival. Un autentico viaggio tra note e sapori quello svoltosi il 29 e 30 luglio nella suggestiva cornice del borgo di Silvi Paese. Un appuntamento unico nel suo genere che è riuscito anche quest’anno a conciliare le melodie musicali del blues alla piacevole degustazione degli elisir ricchi di altrettante note e fragranze semplici e complesse. Giunto alla sua 5^ edizione, l’evento organizzato dall’associazione culturale Silvi e l’Europa in collaborazione con il Comune di Silvi, la Provincia di Teramo, la Regione Abruzzo, il Ministero della Gioventù e la Fondazione Tercas, ha proposto un’esperienza indimenticabile all’insegna di un vero e proprio viaggio dei sensi. In palcoscenico le leggende dell’universo musicale blues. Lurrie Bell ha aperto venerdi 29 luglio, la due giorni con la sua Chicago Blues Band. A seguire l’esibizione di Diunna Greenleaf & Blue Mercy, artista pluripremiata che combina sapientemente il gospel con il blues e il soul. Special guest della serata Billy Branch, il grande maestro di Chicago. Sabato 30 luglio ad allietare la nottata è stata la musica di Randy Hansen, considerato da critica ed esperti di tutto il mondo come il più autorevole interprete della musica di Jimi Hendrix. A chiudere la rassegna il noto cantante e compositore di New Orleans, Ivan Neville con i Dumpstaphunk. Protagonisti delle serate dunque i luoghi, gli artisti e i vini. A promuovere questo sodalizio sono state dieci cantine abruzzesi: Azienda Agricola F.lli Fuschi, Orlando Contucci Ponno, Colle Moro, Marchesi De Cordano, Tenuta Ulisse, Cantina Colonnella, azienda Centorame, Cantine Mucci, Nicodemi e il Consorzio Tutela Montepulciano D’Abruzzo Colline Teramane Docg. Oltre ai calici, sulle tavole della degustazione, non sono mancati i piatti tipici regionali necessari per accompagnare i vini e le dolci note, ma anche pronti a viziarci per vantarci insieme agli amici di essere dei buongustai! L’intrigante liaison tra vino e blues si è rivelata, dunque, ancora una volta vincente. «Un successo oltre ogni aspettativa – afferma il presidente dell’associazione Silvi e l’Europa, Massimo Di Mantino – Il festival si conferma una vetrina eccellente, sia dal punto di vista qualitativo che dal punto di vista quantitativo. Il Comune, che tra i suoi principali obiettivi ha quello di promuovere l’immagine della città di Silvi, non può che essere soddisfatto di essere parte di questo successo». Ma al Rock Wine & Blues occhi puntati anche al sociale. Partner dell’evento è stata infatti l’associazione Massimo Oddo Onlus, presieduta dal noto calciatore. Sostegno costante alle realtà disagiate, aiuto umanitario nei Paesi in via di sviluppo, rapporti di collaborazione con istituzioni nazionali e internazionali: questi gli obiettivi dell’A.M.O., che opera per la tutela dei diritti della persona nei settori dell’assistenza sociale, dell’istruzione, della formazione e dell’avviamento allo sport
La Blues Band
Rock Wine & Blues Festival A Silvi il vino a ritmo di blues
Da sinistra Pasqualino De Simone, il presidente dell’associazione Silvi e L’Europa, Massimo Di Mantino, l’assessore alla cultura del Comune di Silvi, Luciana Di Marco, l’assessore al turismo del comune di Silvi, Annapola Mazzone e Vito Pertipilo Un momento della rassegna
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eventi » a cure della redazione
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rande successo per la tappa pescarese del Mini Fun Factor, l’evento itinerante che è stato organizzato da MINI Italia con la collaborazione della concessionaria Mini AUTOABRUZZO. La manifestazione, che si è svolta a Pescara a piazza della Repubblica, aveva come obiettivo far provare al pubblico il tipico ed esclusivo GO-KART FEELING. Attraverso un test drive accurato ed arricchito dall’esperienza e dalla professionalità di piloti professionisti presenti a bordo, era possibile descrivere nei dettagli le caratteristiche delle vetture e fornire utili consigli e suggerimenti di guida. Gli interessati potevano contare su otto MINI in prova e due MINI in expo tra cui la MINI adibita alle prove per neopatentati. Ad accompagnarli, istruttori professionisti, uno per ogni auto in prova, che hanno fornito indicazioni di guida e dotazioni della gamma MINI, senza però distogliere l’attenzione del tester. Il Test Drive di durata media di 30 minuti, comprendeva anche di un brief iniziale che il pilota ha tenuto a bordo della vettura. I presenti hanno scelto di testare il proprio modello preferito tra tutti quelli della famiglia MINI. L’hospitality del MINI FUN FACTOR riproduceva sia esternamente che internamente l’atmosfera di un Luna Park, luogo di divertimento per eccellenza. L’hospitality si componeva di 3 diversi ambienti, uniti da una lounge area dove potersi rilassare in attesa del proprio turno o per respirare l’energia di MINI: 1. WELCOME DESK Dedicato al ricevimento degli ospiti e all’accredito di tutti coloro che erano interessati al Test Drive o a ricevere ulteriori informazioni circa il MINI FUN FACTOR. Dotato di una postazione video per intrattenere gli ospiti in caso di code. 2. GAME STATION Si tratta di un’area arredata come la stanza degli specchi, dove erano presenti cinque postazioni colorate che ospitano gli iPAD su cui è caricato il MINI FUN FACTOR Game. Il gioco utile per testare la propria conoscenza del mondo MINI o per avvicinarsi ad esso è studiata per rendere più piacevole l’attesa in location. 3. PHOTOBOOTH In questa area ad attendere i giocatori, un fotografo e tre diverse macchine fotografiche del marchio Lomography capaci di scattare foto istantanee. Era richiesto di mostrare cosa intendono per FUN FACTOR, potendo contare su una serie di oggetti provenienti dalla MINI Collection o delle colorate parrucche, occhiali da sole e altri simpatici gadget. Poi dovevano posare di fronte a un back drop e possibilmente sorridere. La foto completava gli omaggi e veniva inserita in una simpatica cornice ricordo
MINI FUN FACTOR fa tappa a Pescara L’evento itinerante, è stato organizzato da MINI Italia con la collaborazione della concessionaria MINI AUTOABRUZZO
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hanno collaborato
Agostino Ballone
Piero Carducci
creatività&innovazione | pag. 77
la terra di Piero | pag. 111
Presidente Fiavet Abruzzo e Molise e componente del Consiglio Nazionale Fiavet; Componente di Giunta di Confcommercio Teramo; Componente di Giunta e Direttivo Confindustria Teramo; Componente Consiglio regionale e Nazionale Anav (Associazione Nazionale Autoservizi Viaggiatori). Impegnato in varie attività imprenditoriali è presidente e amministratore delegato del Gruppo Baltour che controlla le società Baltour srl, Sena srl, Eurolines Italia srl, Terminal Bus srl, partecipata Ibus srl. Tutte società leader dei trasporti di linee nazionali ed internazionali che collegano oltre cinquecento destinazioni, ed inoltre, concessionario del servizio Urbano della città di Teramo.
È scrittore, docente universitario, saggista e copywriter. Autore di opere di carattere scientifico. Dal 1997 è sceneggiatore di spot, cortometraggi e documentari. È Copywriter Senior presso CARSA Spa, agenzia leader nella comunicazione ambientale. Segue un dottorato di ricerca presso la facoltà di Scienze Sociali dell’Università degli Studi G. d’Annunzio di Chieti. Vincitore del premio nazionale di letteratura Parco Majella 2007, del premio letterario nazionale Alceste de Lollis e del premio Manzoni.
Economista, consulente direzionale e docente universitario, è specializzato in sistemi per il controllo di gestione e modelli di sviluppo territoriale. È stato direttore della scuola di formazione manageriale-tecnica del Gruppo Telecom Italia (ex Reiss Romoli) e presidente dell’Agenzia di Sviluppo della Provincia di Potenza. Ha insegnato per molti anni programmazione e controllo di gestione ai dirigenti della carriera prefettizia presso la Scuola Superiore di Amministrazione dell’Interno (SSAI) ed ha diretto la collana di management del Ministero degli Interni. È presidente dell’Organismo Indipendente di Valutazione della Provincia dell’Aquila (OIV). Ha pubblicato cinque volumi su discipline manageriali e numerosi articoli su riviste scientifiche e divulgative. Ultimo volume pubblicato: “150 anni di Unità d’Italia. Il Mezzogiorno e lo sviluppo negato” (2011).
Luigi Carunchio fisco | pag. 69 Socio fondatore dello studio “Valore” Professionisti Associati in Lanciano, struttura associata tra commercialisti che ha creduto nell’organizzazione dell’attività professionale in gruppo. Si occupa da sempre delle problematiche di categoria e per questo attualmente ricopre, tra le altre, la carica di presidente nazionale dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed esperti contabili, principale sindacato di riferimento dei commercialisti italiani. Presidente altresì della Fondazione Nazionale Centro Studi UNGDC il cui comitato scientifico è presieduto dal prof Lupi.
Antonio Teti ict | pag. 73 È responsabile del supporto tecnico informatico della Direzione Generale dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Laureato in Economia e Management delle Imprese, ha conseguito tre specializzazioni in Information Technology presso la ELEA Knowledge Integration. È Accademico Ordinario della Pontificia Accademia Tiberina, prestigioso Istituto di Cultura Universitaria e di Studi Superiori e Presidente Onorario della Società Italiana delle Scienze Informatiche e Tecnologiche (SISIT). Ha avuto incarichi di docenza in diverse università italiane e ha collaborato per attività di alta formazione con la facoltà di Informatica dell’Università Politecnica di Valencia e di Madrid.
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Simone D’Alessandro
l’Abruzzo che produce | pag. 27
Filippo Paolini norme&leggi | pag. 81 Nello studio legale di cui è titolare, esercita la professione forense prevalentemente nel ramo del diritto commerciale. È consulente giuridico di diverse aziende, abruzzesi e non, in materia di contratti, diritto societario e crisi dell’impresa. È consulente giuridico, dal 2003, dell’Ufficio Legale Federazione Italiana Giuoco Calcio – A.I.A. Laureato in Giurisprudenza a soli 23 anni, è iscritto dal 2001 all’Albo degli Avvocati presso il Tribunale di Avezzano.
Pietro Pastorelli
energia | pag. 85
Nato all’Aquila nel 1941, si laurea nel 1965 al Politecnico di Torino in Ingegneria elettronica. Dopo una breve esperienza di docente, svolge la sua attività lavorativa presso alcune importanti aziende multinazionali operando nei settori delle apparecchiature e degli impianti MT/BT. Opera anche, come libero professionista, nella progettazione di impianti elettrici per complessi industriali e banche e, come imprenditore, nel settore dei componenti meccanici per applicazioni aerospaziali. Dal 2006 è delegato di Confindustria Abruzzo per le politiche energetiche.
Nicola Boschetti divinoenonsolo | pag. 153 Nato a Guardiagrele l’8 maggio 1971, sposato con un figlio di 10 anni, affianca da oltre 22 anni Angela e Peppino Tinari nel ristorante Villa Maiella, con la piacevole responsabilità di occuparsi di una ricca cantina. Molto conosciuto nel mondo del vino, ha ricevuto riconoscimenti sia regionali che nazionali, tra cui la 1° Edizione 2005 del premio “Francesco Di Cintio” dell’Associazione Italiana Sommeliers. Collaboratore di varie riviste del settore (Gambero Rosso, Cucina e Vini, Slow Food), docente dei master sul vino Slow Food, organizzatore di serate a tema. Coadiuvante nei progetti sull’alimentazione riservati ai bambini delle scuole elementari. Fuori dal suo mondo si rifugia nel ciclismo, sport che pratica con passione.
Chiara Strozzieri In cornice | pag. 159 Laureata in Tecnica Pubblicitaria presso la Lumsa di Roma, svolge attività di critico d’arte e copywriter. Ha curato significative rassegne nazionali e mostre d’arte contemporanea e redatto saggi critici per cataloghi. Ha tenuto conferenze in luoghi pubblici di prestigio quali l’Istituto Italiano di Cultura a Vienna, il Collegio Raffaello di Urbino, il Lavatoio Contumaciale di Roma. Nel 2010 fa parte della commissione inviti al XXXVII Premio Sulmona insieme a Vittorio Sgarbi, presidente.
A R T E C U LT U R AC I N E M A L E T T ER AT U R A M U S I C A M O DAV I AG G I T U R I S M O G A S T R O N O M I A A R T I G I A N ATO
Giorgio Liddo, La campagna nei dintorni di Loreto Aprutino
» a cura di Denia Di Giacomo
145TRAPARENTESI News in pillole 149USCITA DI SICUREZZA Toronto modello di integrazioni 151ITINERARI D’ABRUZZO Pennapiedimonte gioiello in pietra 153DIVINOENONSOLO A tutta birra!!! 155SALUS, IL CIBO PER VIVERE MEGLIO Spazio ai lettori 157TRAIN DE VIE L’insostenibile leggerezza delle ferie 159ARTE&CO./IN CORNICE Mediterraneo Farruggia 165ARTE&CO. Modigliani e il suo tempo 171ARTE&CO. Nel tempio del mosaico 179ARTE&CO. La musica come progetto 185TEMPO RUBATO Borrello Comics 2010
168ARTE&CO.
LE CITTÀ (IN)VISIBILI 162ARTE&CO. Quarant’anni di Jazz insieme a Lucio Fumo
166ARTE&CO. “SPARTA dell’altra arte”
187MUSICAMANIA “What’s It All About”/“4” 189VEZZI MODERNI Nella shopper questo mese
175ARTE&CO. Aspettando la Perdonanza... Mondiale
181ARTE&CO. “Il signore delle pecore”
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traparentesi
ARIATO L’AQUILA HA UNA CASA DEL VOLONT uila in Via Saragat (Località Cam
SOLIDARIETA’
Lo scorso luglio a L’Aq casa del volontariato e po di Pile), è stata inaugurata la onalità presenti alla dell’associazionismo, tante le pers te della Regione Gianni sua inaugurazione, dal presiden , vescovo ausiliario DioChiodi, al mons. Giovanni D’Ercole ente, sindaco Comune Cial cesi dell’Aquila e poi Massimo te Amministrazione iden pres o, Corv Del dell’Aquila, Antonio ancora appartenenti al Provinciale dell’Aquila e molti altri tà. L’Aquila ha un nuomondo della politica e della solidarie vo piccolo cuore…
ARTE
KORNMÜLLER IN MOSTRA Sarà inaugurata sabato 4 settembr e alle ore 19,00 presso il Castello Cantelmo di Pettorano sul Gizio, la mostra personale di Mas similiano Kornmüller, Herbarius, a cura del critico d’ar te, Chiara Strozzieri. La mostra, patrocinata dalla Regione Abruzzo, farà una panoram ica sull’ultima produzione del maestro americano, da anni naturalizzato in Italia, a cui nel 2010 è stata dedicata una storica personale presso il Castel San t’Angelo di Roma. Kornmüller, in oltre vent ’anni di attività, si è posto all’attenzione di pubblico e critic a grazie allo stile di sapore ancestra frontare temi mitologici o nell’inter le, delicatissimo nell’afpretare il fenomeno, come nel caso delle Erbe esposte a Pettorano. L’art i pochi a utilizzare ancora, in man ista è tra iera magistrale, la tecnica dell’enca usto, antico modo di dipingere a pare mostra rimarrà aperta fino al 18 sette te. La mbre 2011, tutti i giorni dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 20. Catalogo in mostra. gratuito
DI FRANCIA IL MOSCATO “SPLEDORE” PRINCIPE cato spumante dolce “Splendore”
ENOLOGIA
del mos I francesi ce lo invidiano. Parliamo aglie si è aggiudicato una delle tre med che o, Mor Colle ina cant della 2010 iices und dell’ o cors le di venticinque nel d’oro assegnate all’Italia, su un tota da ata nizz orga do”, mon del onale “Moscati ma edizione del concorso internazi ade, nei giorni scorsi a Frontignan-La Peyr lusa conc è si che ie, Forum Oenolog per do mon regioni più importanti del nel sud ovest della Francia, una delle altri ad e anch ta ert, ma si pres re è per eccellenza un vino da dess la produzione di moscato. Splendo ità senza “rischio etilometro”. eros gen con are vers può si azione abbinamenti, e grazie alla bassa grad
SPORT
TROFEO MATTEOTTI: VINCE GATTO
Si è conclusa la 65ª edizione del Trofe o Mat teot ti, con la vittoria di Oscar Gatto (Farnese Vini-Neri Sottoli) che ha battuto Davide Rebellin (Miche) e Rubiano Chavez (D’Angelo&Antenucci) sullo sprint finale del traguardo. Quest’an no i partecipanti sono stati 116, con una media generale di 41,500 (quella più alta è stata registrata al primo giro, 42,3 20 km/h). Questo l’ordine di arrivo: 1) Oscar Gatto (Farnese Vini); 2) Davide Rebellin (Miche); 3) Miguel Rubiano Cha vez (D’Angelo&Antenucci); 4) Fabio Taborre (Acqua&Sapone ); 5) Francesco Ginanni (Androni Giocattoli); 6) Fortunato Baliani (D’Angelo&Antenucci); 7) Giusepp e De Maria (De Rosa-Ceramica Flam inia); 8) Federico Canuti (Colnago-Csf); 9) Edoardo Girardi (De Rosa); 10) Giuseppe Muraglia (D’Ange lo&Antenucci).
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traparentesi ARTE E MUSICA
LE ALLO SPOLTORE ENSEMBTE A FERRAN terà la magia musicale dello SpolL’ARTISTA DIAN Dal 14 al 22 agosto si ripe
giunta alla sua 29esima tore Ensemble. La manifestazione, performance di prosa pre sem e com edizione riassumerà splendida cornice del cenmusica, cabaret e arti visive, nella ti presenti quest’anno sarà tro storico di Spoltore. Tra gli artis cui arte figurativa creata la , anche la volta di Diana Ferrante senz’altro di grande sarà li, erel acqu e con la tecnica ad olio vento. interesse per tutti i partecipanti all’e ble.it nsem ltore .spo www to: even sull’ Per INFO il.it INFO sull’artista: d.ferrante@ema
PROGETTI
IL PIANETA SIAMO NOI La Commissione Europea finanzia “We are the Planet” progetto present ato dalla Provincia di Teramo - Assessorato alle Politiche Comunitarie - per la realizzazione di un “modello innovativo a sostegno dell’educazione allo sviluppo sostenibile”. A caratterizzare il progetto la forte interazione fra creativit àe tecnologia con l’utilizzo di tutte le applicazione del WEB.2 Saranno realizzati, fra le altre cose, un “centro didattico” di alta formazi one sulle materie ambientali e un “museo della sostenibilità” e un ciber park. Fra i partner l’Associazione Solstizio, l’Università degli Studi di Teramo - facoltà di Scienze della Comunicazione l’organizzazione non governativa ProgettoMondoMial; la Provincia di Avila; il Comune di Nova Gorica (Slovenia) e il Comune di Strovolos (Cipro).
AMBIENTE
LE TRIVELLE INSISTONO Pare che il nostro mare sia ancora sotto le mire espansionistiche delle compagnie petrolifere straniere. Gli ambientalisti di ogni associazione portano avanti la dura battaglia che vede accendersi un argomento aspro e foriero di polemiche, da una parte puntate sulla salvaguardia dell’ambiente e all’altra mirate al rilancio del settore energetico. Comunque almeno per ora la Regione Puglia, a differenza della nostra, ha presentato ricorso contro il via libera all’ultima concessione per trivellare un’area compresa tra Pescara e le Isole Tremiti. Un piccolo sospiro di sollievo, ma la guerra è ancora lunga.
EVENTI
“LUNTANE CCHIÙ LUNTANE”
to inesima edizione del consueto even Anche quest’anno, per la trentadu ini Rim di Fiera alla simi pros sto ago al 27 ternazionale che si svolgerà dal 21 trogas eno a sarà presente con l’are (ww w.meetingrimini.org) l’Abruzzo ideata e gestita dalla scuola Domus E” TAN LUN IÙ nomica “LUNTANE CCH e azione Santa Caterina) Quindi, com Mariae di Pescara (gestita dalla Fond per i zzes abru ori sap i liere sceg o ann di consueto,i 700 mila visitatori potr e, un evento e, al tempo stesso, sost ntro inco un tra, mos una tra i rars risto to di Pescara. nere le attività didattiche dell’istitu INFO: www.luntanecchiuluntane.it
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EVENTI
ARRIVANO LE STREGHE
a in un Dal 17 al 20 agosto Appignano di Castiglione M. R. (TE) si trasform metutta sfera un’atmo sarà borgo popolato di streghe dove a far da sfondo nei si tuffando le, medieva giornata una di magia dioevale! Si potrà vivere la altri molti e giullari, e, popolan soldati, dame, tra d’epoca mercato colori di un personaggi, stando sempre attenti alle perfide streghe! goTutte le sere spettacoli teatrali a tema, per adulti e bambini, che ripropon tipici piatti re degusta o potrann si nte ovviame e no gli anni bui del medioevo è consiabruzzesi. Disponibile bus navetta. Per l’elevato numero di visitatori, isto di gliata la prenotazione. L’accesso agli spettacoli è subordinato all’acqu un talismano contro le streghe.
EVENTI
“PESCARA TENER-A-MENTE” Un’estate intera di eventi da gustare, all’insegna di un unico slogan “Pescara tener-a-mente”. Partita il 24 giugno e fino al primo ottobre, l’estate pescarese ha subito una ristrutturazione, prevedendo un unico grande contenitore per i tanti eventi organizzati dalle più svariate associazioni. Le location sono eccellenti: Aurum, Cinema Massimo, Teatro d’Annunzio, centro città Pescara, Museo Casa d’Annunzio, Teatro Monumento Gabriele d’Annunzio, Ex Sacome, Stadio Adriatico, Auditorium Flaiano, Mediamuseum, Museo delle Genti d’Abruzzo. INFO: Ufficio Stampa: Angelo Bucarelli Maddalena Santeroni mail@angelobucarelli.it maddalenasanteroni@hotmail.com 06.5815223 / +393487069077
TE FESTIVAL DEL PEPERONCINO PICCAN
EVENTI
più a tutte se immunitarie e regala un tocco in Fa bene alla salute, rinforza le dife to, che ama più pre sem ento alim , ante picc le ricet te. Parliamo del peperoncino Gli sto. ago 21 al to a Filet to (Chieti), dal 18 per il settimo anno viene festeggia filetna cuci della ali are le pietanze tradizion amanti del piccante potranno gust catini e poi una bella passeggiata tra mer ante picc del sfida tese affrontando la un po’ di musica dal vivo! e varie iniziative, magari ascoltando
EVENTI
MAX GAZZÈ A GUASTAMEROLI In occasione di una bella festa di paese a Guastameroli di Frisa, in provincia di Chieti, il locale comitato feste è a lavoro per organizzare un grande evento: il concerto gratuito di Max Gazzè, che si terrà il prossimo 3 settembre in Piazza Principessa di Piem onte alle ore 21.30. Un appuntamento da segnare in calendario per tutti i fans del cant ante e per conoscere questo grazioso posto che in quei giorni sarà ricco di stands gastron omici e divertimenti fino a tarda nott e!
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uscita di sicure
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» a cura della redazione
TORONTO I N O I Z A R G E T N I I MODELLO D
oronto, capoluogo della provincia dell’Ontario, Sud-Est del Canada, si affaccia per circa 46 km sul Lago Ontario ed è il centro più popoloso del paese, con più di quattro milioni di abitanti. Assieme a Montréal costituisce uno dei simboli del Canada. La città è rinomata per essere un esempio di multietnicità, infatti, il 36% dei suoi abitanti è di origine non europea. Per dare un’idea della varietà delle lingue parlate, basti pensare che a Toronto il numero telefonico per le emergenze (911) è supportato da un centralino che risponde in oltre 150 lingue. Una delle più grandi comunità straniere è costituita dagli italiani. Si stima che gli abitanti di origine italiana residenti a Toronto siano superiori a mezzo milione. Il fenomeno dell’immigrazione è dal punto di vista sociologico la chiave distintiva di questa magnifica metropoli. L’afflusso di immigrati più significativo risale al
periodo della carestia irlandese, 1846-1849, che portò molti irlandesi in città, la maggior parte di fede cattolica. Nel XIX secolo Toronto crebbe rapidamente dopo un nuovo flusso rilevante di immigrazione (sul finire del secolo e l’inizio di quello successivo). Arrivarono tedeschi, italiani, cinesi, russi, polacchi ed ebrei provenienti da varie parti dell’Europa orientale. Nonostante lo sviluppo, negli anni Venti, Toronto rimase seconda nel Canada dopo Montreal, economicamente e demograficamente. Ma dopo il 1934 la Toronto Stock Exchange (la Borsa) divenne la più grande del paese. Alla fine degli anni Sessanta, a seguito dell’eliminazione delle politiche di immigrazione su base razziale, il paese iniziò ad attrarre immigrati da tutto il mondo e grazie a ciò oggi costituisce un modello culturale di integrazione che molte nazioni studiano e vorrebbero imitare
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un motivo in più_ Partire comodamente da Pescara Dall’8 giugno fino al 13 ottobre è una delle mete raggiungibili dall’Aeroporto Internazionale d’Abruzzo in questa stagione estiva. Ulteriori informazioni sui portali dell’Aeroporto Internazionale d’Abruzzo e della compagnia aerea Air Transat, rispettivamente: www.abruzzoairport.com e www. airtransat.it.
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itinerari d’Abru
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» di Alessandra Vallera
PENNAPIEDIMONTE GIOIELLO IN PIETRA
ennapiedimonte sorge alle pendici della maestosa Majella, da qui il nome la “Pinna ai piedi del monte”, estendendo il suo territorio per circa cinquanta chilometri quadrati sul versante orientale del Parco Nazionale della Majella. L’altitudine di questo paese raggiunge livelli diversi tra loro, così la località “Laio” è situata a duecentocinquanta metri sul livello del mare, mentre la località “Monte Focalone” raggiunge i duemilaseicentonovantadue metri sul livello del mare. Questo caratteristico comune vanta nel suo centro abitato, posto a seicentosettantanove metri sul livello del mare, tipiche abitazioni edificate in pietra locale, diverse realizzate direttamente nella roccia. L’intero assetto urbanistico colpisce positivamente il visitatore che, percorrendo le strette vie, potrà ammirare gli antichi elementi che decorano le abitazioni come cornicioni, capitelli, portali, tutti rigorosamente realizzati da abili maestri scalpellini, oggi testimonianza dell’attività un tempo particolarmente fiorente. Il grigio della pietra della Majella che domina sulle abitazioni sembra essere contrastato dal bianco della chiesa di San Silvestro e San Rocco, risalente agli inizi del diciottesimo secolo, di chiaro stampo Barocco. Al suo interno sono conservate diverse tele settecentesche, lavori in pietra realizzati dagli scalpellini locali, un antico crocifisso su tavola del quindicesimo secolo, una pala d’altare del secolo successivo ed anche una piccola statua della Madonna, un tempo custodita nella abbazia medioevale di Santa Maria dell’Avella, oggi distrutta. Quest’area fu abitata già nell’antichità, come sottolineano i rinvenimenti archeologici
Case create nella pietra, natura che accoglie e stupisce e una sagra da leccarsi i baffi… poco a valle del centro abitato, in località Cavata, probabilmente in età romana per fini agricoli, ma le testimonianze umane risalgono alla fine del quarto ed all’inizio del terzo secolo, quando la zona servì per realizzare una necropoli, a sua volta allestita su un territorio popolato dall’età neolitica all’età del bronzo. Parte dei reperti della necropoli possono essere oggi visitati nel museo archeologico di Chieti, nella sezione dei culti funerari preromani, il resto dei reperti è visitabile presso la mostra permanente della “Necropoli Italica” a Pennapiedimonte. Ricca di storia e di arte, questa località vanta una natura incontaminata, tanto che nel suo territorio si estende la Riserva naturale Orientata di Feudo Ugni, una delle più grandi del Parco Nazionale della Majella, con un’estensione di circa millecinquecentosessantatre ettari posti su un dislivello che, partendo dal centro abitato, raggiunge i duemilaseicento metri. L’estensione territoriale della riserva offre al visitatore una varietà di flora e di fauna davvero unica
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un motivo in più_ La Sagra del Cinghiale Da anni, nel mese di agosto, le stradine di Pennapiedimonte si popolano di numerosi turisti golosi che giungono sul posto per partecipare alla succulenta Sagra del cinghiale, che quest’anno festeggerà la sua diciottesima edizione; l’evento ha sempre interessato l’intero mese e sicuramente sarà così anche in quest’estate, anche se le date non sono ancora state pubblicate.
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divinoenonsolo » di Nicola Boschetti
A TUTTA BIRRA!!!
Ormai non rappresenta più una novità, sfogliando la carta dei vini di molti ristoranti, notare spazi, sempre più ampi, dedicati alla scelta delle birre, ma sono una moda o fanno qualità? ono finiti i tempi in cui la “bionda” si consumava in quantità industriali, solo per dissetarsi o al massimo per abbinare alla pizza o alle sagre di paese. Oggigiorno vi sono molte scuole di pensiero su come abbinare la birra, dal pesce, alla carne, al cioccolato, ecc. Però non va dimenticato la prima vera regola dell’abbinamento: ovvero la conoscenza del prodotto e del piatto da abbinare. Io stesso ho assistito a degli abbinamenti che avevano dell’impossibile e molte volte si sono rivelati disastrosi. Partendo dal fatto che la nostra cucina, soprattutto quella mediterranea, è fatta di ingredienti che vanno dal riso, pane,
pasta, patate, ecc., normalmente prodotti da bere a base di cereali ben poco si sposano con i nostri piatti. Certamente, se prendiamo dei formaggi, freschi e sapidi, potremmo tranquillamente osare ad abbinarci una birra chiara, di bassa gradazione, ma di grande morbidezza e profumi. Una carne rossa, al sangue, ben potrà supportare una scura doppio malto, servita ad una temperatura non fredda e possibilmente in calice ampio. Considerando che i micro birrifici italiani non superano il 5% del consumo nazionale, comandato dalle grandi birrerie straniere, vien facile capire che la nostra preparazione, in fatto di birre, sia alquanto minima e molto dobbiamo lavorare per raggiungere le eccellenze dei grandi paesi storici
(Belgio, Germania, ecc.). Storicamente e culturalmente, in Italia, il vino rappresenta il re indiscusso sulle tavole per cui, questa nuova frontiera delle birre, momentaneamente rappresenta più una moda che una necessità, aiutata anche dal fatto che, questi prodotti seri sono poco reperibili sul mercato e, il più delle volte, quello che ci viene proposto, non corrisponde a verità. Come tutti i cambiamenti, ci vorrà del tempo e soprattutto professionalità, per far sì che questo nuovo modo di abbinare, sia una valida alternativa a tutti i prodotti a base di uva. Di birre buone ne cominciano a girare e, come sempre, il mio consiglio è quello di provare, fermo restando che: “non sempre quello che va per la maggiore è sacrosanta verità per tutti”
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SCELTO PER VOI > BIRRIFICIO MAIELLA Nel piccolo paesino di Casoli, in provincia di Chieti, il giovane Massimiliano, alcuni anni fa, ha creato un piccolo laboratorio di birra artigianale, rigorosamente con prodotti provenienti da agricoltura biologica (grano, orzo, farro, miele, ecc.) ed esclusivamente presenti sul territorio. Altro ingrediente fondamentale, alla realizzazione di queste birre, è l’acqua usata che sgorga poco lontano, esattamente dalle sorgenti “Del Verde”. Tutte le birre prodotte sono a fermentazione in bottiglia, senza l’aggiunta di coloranti e conservanti, senza pastorizzazione e filtrazione. Dietro prenotazione telefonica, è possibile visitare l’azienda, dove il titolare, facendovi toccare con mano, vi spiegherà tutti i processi di lavorazione ed avrete modo anche di assaggiare la famosa “Bucefalo”, una birra strutturata, di limitatissima produzione, ed eccellente con la cacciagione locale. Massimiliano vi darà anche molte delucidazioni, sulle temperature di servizio e sui vari abbinamenti, e i più esigenti avranno anche la possibilità di acquistare qualche bottiglia.
info_ Birrificio Maiella via San Salvatore, n. 6 - 66043 Casoli (Chieti) - Tel. 0872/981919 - Pers. 338/8485425 www.birrificiomaiella.com
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Spesso la vita frenetica e il lavoro sedentario ci inducono verso un’alimentazione del tutto sbagliata, frettolosa e non corretta per il nostro corpo. Seguendo la giornata tipo di un manager, ecco alcuni consigli di un esperto nutrizionista
salus, il cibo per vivere meglio » di Pietro Campanaro
SPAZIO AI LETTORI Diamo una risposta alle domande più frequenti dei lettori di Salus, con l’augurio che una corretta alimentazione ci accompagni anche durante le ferie ono tante, da quando curo questa rubrica, le domande che mi sono state rivolte dai lettori sugli argomenti più diversi, in questo numero vorrei dedicare uno spazio a tutti loro, ringraziandoli per l’interessamento, facendo una sintesi degli argomenti più frequenti. Molto sentita è la problematica di come attuare una corretta alimentazione al lavoro specie quando si fanno turni lavorativi. In generale bisogna sempre garantire i tre pasti fondamentali colazione, pranzo e cena che ovviamente per via del turno si distanziano nel tempo e per questo bisogna introdurre un alimento jolly (un panino, un pacchetto di crakers più un frutto, una fetta di crostata o dolce, ecc.) da consumare durante il turno lavorativo sia diurno che notturno. In questo modo il corpo affronta meglio la distanza tra i pasti e arriva a quello successivo meno “affamato”. Molte persone pranzano fuori casa e si “arrangiano” con un panino o con un pezzo di pizza, può andare bene, ma bisognerebbe introdurre anche della fibra vegetale che controlli meglio l’assorbimento dei carboidrati e dei grassi di un panino imbottito di salumi o formaggi o di una pizza. Scegliere una pizza con poca mozzarella e del vegetale sopra così come consumare invece che un grosso panino due rosette una con salumi e l’altra con verdure grigliate (zucchine, melanzane) o trifolate (spinaci per es.) potrebbe essere un alternativa, si riduce l’assorbimento dei grassi e si migliora la motilità intestinale. Molte donne specie con il caldo o perché svolgono lavori che le portano a rimanere per molto tempo in piedi hanno problemi di circolazione o affaticamento alle gambe; l’utilizzo di frutti scuri (mirtillo, uva) e ricchi di vitamina C migliorano la circolazione.
In alternativa si può ricorrere ad integratori naturali a base di estratti di mirtillo e ananas combinati con vitamina C. Tante domande anche su come trattare i dolori reumatici in maniera naturale senza prendere farmaci antidolorifici che potrebbero migliorare incrementando l’uso di pesce azzurro, verdura e frutta secca ricchi di omega3, minerali e magnesio rispettivamente e riducendo i grassi e le proteine animali che stimolano l’infiammazione. In alternativa integrare l’alimentazione con calcio, magnesio e omega3 naturali magari combinati con la glucosamina che aiuta le cartilagini oppure estratti di arnica montana o boswellia che hanno azione antinfiammatoria. Il gonfiore addominale e la ridotta funzionalità intestinale (stipsi o stitichezza) sono altri problemi che affliggono tante persone, nel primo caso si ha un miglioramento con l’utilizzo di tisane o preparati a base di anice e camomilla sfruttando l’azione antigas dei semi di anice combinata con l’azione spasmolitica della camomilla, per la stipsi il consumo regolare di verdure sia a pranzo che a cena, bere almeno un litro di acqua al giorno e aiutarsi in maniera naturale con lo psillio o la manna che trattengono acqua nell’intestino favorendone la motilità sono ottimi rimedi. Concludo con la frequente problematica del colesterolo e trigliceridi elevati (dislipidemia) e della ipertensione arteriosa che sono importanti fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. Ovviamente una alimentazione più attenta al consumo di grassi animali e a quello del sale e l’incremento del consumo di pesce e di frutta e verdura insieme ad una costante attività fisica sono alla base del miglioramento di queste patologie che possono trovare ulteriore giovamento anche dall’integrazione con omega3 e policosanoli e fitosteroli ormai ampiamente presenti in commercio
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info_ Dr. Pietro Campanaro Medico-Chirurgo Nutrizionista, Specialista in Scienze dell’Alimentazione, Fitoterapeuta Giulianova - Teramo - Pescara - Ascoli Piceno - Fermo www.fitomedicina.it - info@fitomedicina.it gruppo su Facebook: Nutraceutica e Fitomedicina
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traindevie » di Carolina Pierfelice
epoca moderna è chiaramente “l’era del fare”. Questo modo forsennato di puntare con decisione sull’azione non ha nulla di biasimevole in sé se, nello scorrere tumultuoso della vita moderna, siamo ben coscienti di due derive: l’attivismo forsennato, che può trasformarsi in una fuga di fronte alle esigenze della vita interiore; il culto del decisionismo che, se esagerato, può portare l’uomo a ritrovarsi indifeso e disorientato di fronte a ciò che non è in grado di dominare. Non è mai tempo perso quello speso a seguire la nostra legge interiore e a interrogarci sui fondamenti delle nostre azioni. E agosto, tempo di ferie, è il tempo giusto per fare questo. Il punto è che quando le ferie arrivano ad esse applichiamo gli stessi meccanismi e le stesse modalità di quando lavoriamo. Intanto da molto prima già sono un chiodo fisso: se ne discute in famiglia, è motivo di litigio con il partner sulle mete, le modalità, gli amici con cui andare, con gli eventuali figli adolescenti che non vogliono seguire la famiglia; per i giovani liberi da vincoli con una propria famiglia a questi problemi si aggiunge anche la difficoltà di scegliere la compagnia giusta tra le infinite possibilità che le nuove tecnologie permettono di avere nonché la paura di rimanere soli. In secondo luogo accade che le ferie diventano una sorta di ricettacolo di tutti i bisogni repressi durante il periodo lavorativo, per cui il tempo non ci basta per fare tutto quello che vogliamo, le ferie si trasformano in un’affannosa rincorsa di tutto ciò che ci piace… Da ultimo aggiungiamoci che, almeno in Italia, il periodo più gettonato è agosto e il libro del Qoèlet, nella Bibbia, al capitolo 3 recita: “C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante […] Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare. […] Un tempo per stracciare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace. L’uomo moderno ha perso la capacità di vivere il presente, di essere presente agli eventi che lo colgono, considerato che svolge in contemporanea più attività: parla, lavora, mangia,
L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELLE FERIE Fare fare e poi di nuovo fare, è questo lo stile di vita che spesso ci accomuna tutti e questo frenetico modo di affrontare l’esistenza non viene abbandonato nemmeno durante le ferie messaggia… Tutto nell’arco di brevi istanti, e ciò lo porta a vivere a metà, a non essere completamente immerso in nessuna delle cose che sta facendo, e anche quando è il momento agognato di fermarsi per riposare diventa difficile godere di quel riposo. Come fare allora per vivere con gioia le meritate ferie e godere del meritato riposo? Può sembrare un controsenso, ma anche qui l’improvvisazione non giova; le ferie devono far parte di uno stile di vita, che va applicato durante tutto l’anno lavorativo, altrimenti non riusciamo a cambiare rotta in breve tempo: dobbiamo abbandonare “l’era del fare” per entrare in una nuova era in cui bisogna imparare a “lasciarsi vivere” nel senso di lasciar emergere in noi tutte quelle forze di vita che si traducono in slanci autentici e che ci permettono di esprimere la parte più essenziale di noi stessi
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info_ Carolina Pierfelice Psicologa - psicoterapeuta CarolinaPierfelice@libero.it
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» di Chiara Strozzieri
MEDITERRANEO FARRUGGIA L’omaggio dell’artista siciliano all’antica civiltà da cui tutto ebbe origine
» foto concesse da Vincenzo Farruggia
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38 orizzontale: La soluzione ai tuoi problemi. g u a s t i nc e n d i o m a s fe ra c c h i n e r ap i n a f u r t o
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SFERA garantisce ai propri Clienti rapidità, alta professionalità ed economia di scala, avvalendosi di uno staff composto da professionisti operanti nei vari rami dell’ingegneria, del settore legale ed in quello economico-nanziario. In questo modo siamo in grado di rendere il servizio peritale qualitativamente pregevole, completo ed esaustivo. SFERA opera a servizio delle Imprese Assicuratrici per incarichi peritali relativi a sinistri non auto rientranti nei rami Incendio, Furto, Rapina, R. C. D., R. C. Prodotto, R. C. Inquinamento, Rischi Montaggio, C. A. R., Guasti Macchine, Rischi Elettronici e Rischi Industriali.
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arte&co.
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In queste pagine: alcune delle opere di Vincenzo Farruggia
a cultura mediterranea che permea l’arte di Vincenzo Farruggia costituisce il fulcro di tutta la sua ricerca, portata avanti fin dagli esordi negli anni ’60 nella sua Mazzarino (CL), poi raffinata durante gli studi accademici a Palermo e infine sedimentata in terra d’Abruzzo. Gli anni dedicati all’insegnamento non hanno distratto l’artista dall’approfondimento della civiltà della Magna Grecia, a cui sente ancora di appartenere, e l’hanno spinto alla scoperta di archetipi da fare propri e da interpretare con insistenza durante il suo lavoro. Parlo soprattutto delle anfore, spogliate della loro oggettività e trasformate in uno strumento di passaggio verso l’altrove, un luogo senza tempo. La critica ha attribuito alla pittura di Farruggia il potere della memoria, la capacità di trasportare la mente solo grazie a immagini che siano uno stimolo a ricordare, che agiscano sulla parte più istintiva dell’animo umano. In fondo questo attaccamento alle proprie radici culturali porta con sé la nostalgia per un tempo migliore, in cui diversi erano i valori che muovevano le azioni dell’uomo e la vita era un continuo allenamento del corpo e dello spirito. Ora non rimane che il pensiero di grandezza, esplicitato dall’artista soprattutto grazie a colori luminosi, tonalità che accendono la fantasia, sfumature ben giocate nelle costruzioni architettoniche di sapore ellenistico. L’uomo non è mai esplicitamente presente, eppure è dappertutto e la sua essenza si pietrifica in sorta di sfingi stagliate sui cieli azzurri. Queste teste silenziose si abbattono sul nostro immaginario con la forza del loro sapore ancestrale e noi ritorniamo alle origini, sentiamo il peso di quella cultura nata in Sicilia. Vincenzo Farruggia ha sperimentato l’allontanamento dal qui e ora attraverso tecniche e tipi di pittura diversi, abbandonandosi in certi casi perfino a uno stile metafisico. Le pennellate si fan-
no allora più raffinate e precise in un tutto armonico e plastico, che ci proietta in una eccezionale tridimensionalità. È una sfida riconoscere il valore simbolico di ogni figura, capire l’intelligenza con cui è stata gestita la composizione. Ci si perde tra le pieghe del disegno e, cosa più importante che centrare davvero il pensiero scatenante dell’artista, si perde la cognizione della realtà. Anche questo è meta-fisico, anche questo ci avvicina a un autore che siamo ben lieti di dire ormai abruzzese
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Jazz at Lincoln Center Orchestra
» di Chiara Strozzieri
Quarant’anni di Jazz insieme a Lucio Fumo Intervista al direttore artistico che ha portato alle stelle il Pescara Jazz Festival
l Pescara Jazz Festival, che ha ospitato anche quest’anno presenze illustri del calibro di Cyrus Chestnut, Chick Corea, Stanley Clarke, The Manhattan Transfer, Cassandra Wilson, e si è concluso con l’attesissimo concerto di Lou Reed e la sua band, si prepara a festeggiare nel 2012 i quarant’anni di attività. Oggi, come il primo
Lucio Fumo e Wynton Marsalis
giorno, dietro l’organizzazione di questa macchina da guerra perfetta, che ha anticipato tutto il proliferare di eventi jazzistici che sono nati in Abruzzo, ci sono la passione e la competenza di un grande amante del genere, Lucio Fumo, che torna a parlare ai lettori di Abruzzo Impresa in una storica intervista.
Intervista a Lucio Fumo direttore artistico del Pescara Jazz Festival
Dott. Fumo, la sua direzione artistica di quest’anno è stata l’ennesima conferma di un lavoro mirato a portare il buon jazz internazionale in Italia. Cosa dobbiamo aspettarci per il quarantennale del Festival? «Riprenderemo una vecchia consuetudine del Pescara Jazz, interrotta quindici anni fa, di organizzare dei seminari in collaborazione con il Columbia College di Chicago, che manderà qui alcuni suoi insegnanti. Alla fine di un ciclo di incontri con gli studenti, i migliori verranno scelti per uno stage e raggiungeranno i loro colleghi a Chicago. Siamo sicuri che verranno fuori i nomi di grandi musicisti, come successe con Claudio Filippini e Max Ionata, che si fecero conoscere proprio grazie a questa bella iniziativa». Non solo loro sono una scoper-
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ta del Pescara Jazz. Quest’anno è tornato sul palco il non più piccolo Francesco Cafiso, che era stata la rivelazione della stagione 2002… «Un amico collezionista di dischi jazz mi chiamò quell’anno e mi fece ascoltare la registrazione di alcuni brani eseguiti col saxofono. Solo in seguito mi disse che il musicista era un ragazzino di 13 anni e allora mi convinsi che dovevo assolutamente fargli suonare un pezzo durante il Festival e chiesi di inserirlo nella sua serata al grande jazzista, Wynton Marsalis, che notoriamente è molto attento ai giovani. Lui accettò a scatola chiusa, ma il bello fu il giorno delle prove: tutti i componenti della sua orchestra, che si erano allontanati dal palco per una pausa, cominciarono ad arrivare uno ad uno e a sedersi in prima fila, mentre Marsalis
fu così entusiasta che diede a Cafiso il basso e la batteria per accompagnarlo ufficialmente. Quest’anno Marsalis e Cafiso sono tornati insieme sul palco di Pescara per suonare con gli elementi della Jazz at Lincoln Center Orchestra». Nel raccontare questo aneddoto si percepisce ancora di più il suo entusiasmo per il jazz. Ma come è nato l’amore per questo genere musicale? «Sono cresciuto con le mie cugine, di cui una era un’insegnante di pianoforte e l’altra era un soprano. A casa loro c’era un 78 giri e si sentiva continuamente musica lirica, sinfonica e anche jazz. La mia è diventata una vera e propria passione, finché, ai tempi dell’università, non cominciai perfino a suonare. Per superare una delusione d’amore, andai da mio padre e gli chiesi di comprare un vibrafono. Lui, che non sapeva neanche cosa fosse, mi fece contento e così poi misi su anche un quintetto, con cui andavo girando per i locali e le feste». E la sua discografia? Immagino che in tanti anni di lavoro nel settore lei si sia fatto una bella collezione. «Negli ultimi tempi ho avuto modo di risistemarla e ho contato circa 3.000 titoli, un numero discreto per una collezione molto selezionata. Periodicamente vado a Parigi presso un negozio di fiducia, dove vendo e acquisto dischi, inoltre su internet ho trovato buone occasioni. Ormai ho la discografia completa di tutti Cyrus Chestnut
» foto concesse da Lucio Fumo
i miei musicisti preferiti e anche qualche copia autografata». Tra questi preferiti se la sente di fare tre nomi, che assolutamente andrebbero ascoltati da chi si accosta al jazz per la prima volta? «Chi ascolta jazz deve avere un certo orecchio musicale e tenere sempre a mente quello che diceva l’eccelso pianista, Duke Ellington: “La musica si differenzia solo in musica buona e in quella cattiva”. Per i tre maestri del genere da consigliare, non ho dubbi: Charlie Parker, il più grande innovatore a livello strumentale, Billie Holiday per la voce, perché la vita era riuscita a segnarla sia nel timbro, che nell’espressione, per cui mai nessuno ha cantato, né canterà mai come lei, e infine Eric Dolphy, uno strumentista eccezionale, che ho avuto la possibilità di ascoltare a Parigi dieci giorni prima che morisse nel ’64». Invece qual è il musicista arrivato al Pescara Jazz, a cui è più legato il suo ricordo? «Il geniale Charles Mingus, che venne a Pescara nel ’72 e nel ’75 e si dimostrò un personaggio stravagante e dal carattere duro, ma anche uno straordinario musicista. Divenni suo grande amico, quando scomparve andai da sua moglie a New York e insieme decidemmo di fargli un omaggio, organizzando nell’89 la prima esecuzione italiana dell’Epitaph, la sua opera incompiuta, che venne
Cassandra Wilson
restaurata da Gunther Schuller». Mentre il pensiero va a tutti i jazzisti che grazie alla sua direzione artistica si sono esibiti in Abruzzo, nascono spontanei un ringraziamento e un augurio, perché si succedano ancora tante bellissime stagioni del Festival. E infine un’ultima domanda: c’è ancora un artista che vorrebbe veder salire su quel palco? «A parte il rimpianto di aver cominciato col Festival dopo che maestri come Charlie Parker erano già scomparsi, devo essere sincero: sono davvero venuti tutti i grandi, perfino Tony Bennett, il più valido interprete vivente della canzone americana, che siamo riusciti a coinvolgere nell’edizione del 2005. L’auspicio è solo quello di continuare ad avvalerci di maestri di questa portata»
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Francesco Cafiso e Wynton Marsalis
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arte&co. » a cura della redazione
Modigliani e il suo tempo Il Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna di Pescara ospiterà, dal 6 agosto al 20 novembre 2011, la mostra dedicata al grande maestro
Due delle opere in mostra
i tratta di dipinti e disegni che permetteranno di cogliere il tratto sicuro, incisivo dell’autore, capace di delimitare la forma in modo semplice e perentorio, e di gustare l’equilibrio tra la purezza stilistica e la passionale carnalità dei personaggi. Nei lavori di Modigliani, per molti Modì, che nel suono ricorda la parola francese “maudit”, maledetto, traspare il dramma di un uomo solitario, che ha vissuto un’esistenza breve e tormentata, che tuttavia gli ha permesso di sviluppare uno stile del tutto personale, incentrato su un unico tema: la figura umana, il ritratto. L’artista intende puntare l’attenzione sull’uomo con le sue angosce, i suoi sentimenti e le passioni. Ma le sue figure sono a tratti enigmatiche, dotate di una particolare fissità, un’ambiguità rappresentata dagli occhi a fessura che spesso troneggiano sui volti. “L’arte del disegno non deve perire, la sua fine significherebbe la fine dell’arte stessa”, così scriveva Modigliani nel 1902, per sottolineare l’importanza del disegno nella sua arte. L’essenzialità, la leggerezza, ma anche le forme allungate, le curve dei volti e la mancanza di colore, che fa risaltare l’originalità dei segni sul foglio, sono le cifre distintive della sua produzione, come testimonia Testa scultorea (1910-11), dedicata al fratello Umberto. Questo disegno evidenzia la sua ricerca assidua per rappresentare la forza primitiva, attraverso forme stilizzate che denotano una vicinanza allo stile della Grecia
arcaica. A questo stesso periodo risalgono anche le sculture dell’artista, alle quali egli si dedica per ridurre all’essenziale gli effetti cromatici. Ben presto, però, a causa della salute cagionevole, Modigliani è costretto a interrompere l’attività scultorea, per intensificare quella del disegno e quella pittorica. Famosi sono i suoi ritratti, rappresentazioni pittoriche di persone che gli sono state vicine, che lo hanno amato e stimato. Solo in apparenza inerti, le figure esprimono un’infinita malinconia, la stessa che Modigliani stesso provava e vedeva intorno a sé. I contorni sono ben delineati, il colore puro, accompagnato da zone neutre. L’artista ha chiuso la sua tragica esistenza nel 1920, a trentacinque anni. Poco prima di morire, ha realizzato un dipinto, il Ritratto di Lunia Czechowska, dietro al quale ha scritto: “La vita è un dono, dei pochi ai molti, di coloro che sanno e che hanno a coloro che non sanno e che non hanno”
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La mostra mostra: “Modigliani e il suo tempo” periodo: dal 6 agosto – 20 novembre 2011 sede: Museo Vittoria Colonna Pescara, via Gramsci 1, tel. 085 4283759 orari: 10:00-13:00 / 17:00-24:00 (fino al 15 settembre) 9:30-13.30 / 15:00-20:00 (fino al 20 novembre) organizzazione: Comune di Pescara – Rizziero Arte
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arte&co.
» a cura della redazione
Un incontro dei “Distretti Culturali”
“SPARTA dell’altra arte”
Oltre Mille “spartani” al Circolo Aternino per l’inaugurazione della mostra ideata e realizzata dalla galleria White Project di Pescara in dalla sua fase progettuale aveva tutte le carte per fare grandi numeri e le aspettative non sono state disattese il 16 luglio, giorno dell’inaugurazione. La mostra d’arte contemporanea “SPARTA – dell’altra arte”, ideata e realizzata dalla galleria White Project di Pescara, ha riscontrato un grande consenso di pubblico e di critica che oltre ad apprezzare
L’installazione di Simone Zaccagnini
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l’indiscusso valore artistico dell’evento, si è visto riconsegnare un luogo ricco di storia con intenzioni innovative per il futuro. Questa la scommessa dei giovani organizzatori, approvata anche dalle Istituzioni, felici per la riuscita dell’operazione e per la qualità degli ospiti internazionali intervenuti. 24 gli artisti in mostra suddivisi in due macro sezioni: la mostra tout cour e la sezione di video arte a cura di Videoartscope, azienda vincitrice del premio StartImpresa 2009. Tra i lavori di grande impatto dei giovanissimi artisti under 35 spiccano i nomi di Michelangelo Consani (IT), Damir Niksic (BOSNIA), Vanessa Beecroft (IT), Regina José Galindo (GUATEMALA), Aníbal López (A-1 53167) (GUATEMALA) e Carlos Amorales (MESSICO) indiscussi artisti di calibro internazionale. Con il nome SPARTA scelto per l’evento, gli organizzatori vogliono richiamare all’attenzione l’importanza dell’arte contemporanea a Pescara, una città che pur vivendo alla periferia della capitale è già passata alla storia nel settore del contemporaneo fin dagli anni ’70. Con questa mostra Pescara conferma di essere un luogo fertile, che esprime un’energia propria nel sistema dell’arte contemporanea. Con la riapertura del Circolo Aternino, inoltre, la Galleria White Project ha sottolineato la grande necessità di creare uno spazio dedicato
all’arte contemporanea in città dimostrando di avere la ricetta giusta per poter proseguire una tradizione legata al contemporaneo su cui le Istituzioni dovrebbero scommettere. SPARTA, infatti, è un progetto realizzato grazie a un’efficace sinergia fra enti pubblici ed aziende private con il quale la Galleria White Project propone di accendere i riflettori sul ruolo della cultura per la competitività e lo sviluppo e indica l’inizio di un percorso partecipato per la realizzazione di un distretto culturale evoluto che abbracci non solo gli operatori culturali del territorio, ma anche il pubblico e le aziende. «All’interno di SPARTA, - sostengono gli organizzatori Mauro Bianchini e Lucia Zappacosta - sono stati coinvolti come partner dell’operazione aziende di arredamento, design, cinematografia, enogastronomia, editoria, studi di ingegneria e strutture ricettive che innalzano il livello della regione e che sono tra i nostri migliori esempi di marketing territoriale». Una ventina
L’installazione Damir Niksic
le realtà economiche del territorio che hanno contribuito alla realizzazione di SPARTA: accanto a Zaccagnini, Villa Maria Romantik Sporting Hotel, Trieste Pizza da sempre sensibili all’importanza di diffondere sul territorio l’arte contemporanea, si sono affiancate realtà più giovani, ma con un’alta carica d’innovazione, un segnale su cui riflettere e da incentivare. Da qui è nata l’idea di dedicare uno spazio, nelle serate del
Un momento della conferenza stampa di presentazione di Sparta
sabato, alle aziende coinvolte nel progetto, che hanno la possibilità di presentare la loro attività nella sezione Energia delle Idee gestita in collaborazione con Confindustria Giovani. Dimostrazione, questa, di come l’impresa possa sostenere la cultura e trarne a sua volta un benefit in ordine di visibilità. Completano il calendario di SPARTA gli appuntamenti del lunedì, momenti d’incontro fra pubblica amministrazione, privati e cittadini in cui dibattere su tematiche di estrema attualità, per riflettere sulle prospettive di sviluppo del nostro territorio, sulla nascita di un distretto culturale evoluto e sul rapporto tra arte e impresa. «L’obiettivo della nostra Galleria – hanno concluso gli organizzatori- è quello di tessere reti di collaborazione con le migliori eccellenze del territorio per aprire uno spazio pubblico dedicato all’arte contemporanea. Felici che le esperienze di grandi protagonisti internazionali dell’arte passati per Pescara conquistino attenzioni nazionali ed extranazionali, non possiamo più permetterci però di perdere le tracce di questi passaggi. Il pubblico pescarese è da sempre attento a questo filone, le aziende si sono dimostrate da subito molto sensibili e ben disposte a sposare operazioni d’arte per queste ragioni siamo convinti che è in questo modo che si possono costruire emancipati ed innovativi percorsi culturali, collaborando tutti insieme!»
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SPARTA – dell’altra arte Mostra d’arte contemporanea a cura di White Project 16 luglio >> 30 agosto 2011 Giorni: venerdì sabato domenica lunedì martedì. Orario 19.00 >> 1.00 Piazza Garibaldi <> Circolo Aternino Galleria White Project >> Pescara
Ogni Lunedì h. 19.00: Incontri Ogni Sabato h. 19.00: Energia delle idee Mercoledì e Giovedì chiuso INGRESSO LIBERO sparta@whiteproject.net www.sparta.whiteproject.net - 085 4549728
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arte&co.
» a cura della redazione
Le città (in)visibili Questo il titolo della mostra fotografica organizzata dal general manager del Castello Chiola, Leonardo Chiavaroli che ha visto protagonisti quattro giovani talenti abruzzesi
liberamente ispirata al testo di Italo Calvino “Le città invisibili”, la rassegna di mostre fotografiche che vuole essere un tributo al grande scrittore, ma anche un omaggio sentito all’Abruzzo. Curata da Alessandra Cecconi e organizzata dal general manager del Chiola, Leonardo Chiavaroli, la manifestazione è supportata dalla Tenuta I Fauri e dall’azienda agricola San Lorenzo. Per l’occasione sono stati selezionati i lavori di quattro giovani talenti della fotografia abruzzese volti a ritrarre ciò che è impalpabile ad occhio nudo, ma reso possibile attraverso l’obiettivo. Il ciclo di mostre è stato ispirato dal luogo dove è stato concepito e che lo ospita: il castello Chiola, una dimora storica che vede passare almeno 4000 persone l’anno provenienti da diversi Paesi. Un viaggio che il visitatore è invitato a fare in quattro tappe e che si snoda attraverso il mondo per raccontare con la fotografia, quale strumento per eccellenza del viaggiatore, dei “non luoghi”: per descrivere cioè le città dove tutti gli altri non guardano, verso dettagli che paiono invisibili. Paolo Angelucci, Parigi “À bout de souffle”
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Giorgio Liddo, La campagna nei dintorni di Loreto Aprutino “Se tutti gli uccelli conoscessero il grano non si mangerebbe più pane”
Iacopo Pasqui, Beirut “Gaza Hospital”
Città (in)visibile n.3 BEIRUT Dal 8.08 Iacopo Pasqui “Gaza Hospital” Il Gaza Hospital è la fatiscente struttura ospedaliera all’interno del tristemente “noto” campo profughi di Sabra e Chatila, un tempo fiore all’occhiello della sanità palestinese e dell’Olp per l’assistenza sanitaria nei campi e successivamente distrutto e saccheggiato a causa delle guerre civili che hanno coinvolto il Libano ed i palestinesi. Oggi ospita famiglie di profughi provenienti da tutto il Medio Oriente. È il racconto di una realtà che appare poco alla volta, nascosta tra i vecchi palazzi di Beirut, un luogo apparentemente invisibile e accomunato al resto della città dal grigio dell’intonaco. Massimiliano Costantini, Tokyo “Seppuku”
Città (in)visibile n.1 LA CAMPAGNA NEI DINTORNI DI LORETO APRUTINO Dal 13.06 Giorgio Liddo “Se tutti gli uccelli conoscessero il grano non si mangerebbe più il pane” Un grande cavallo di legno costruito in aperta campagna con materiale di risulta da qui parte il racconto del progetto “This is not a Trojan Horse” dei Futurefarmers. La volontà è quella di monitorare il futuro incerto della campagna a causa dell’avanzare del cemento. Gli scatti ci riportano quello che ha visto e sentito questo grande cavallo di legno, errante per dieci giorni attraverso l’Abruzzo rupestre, dando voce ai contadini.
Città (in)visibile n.2 PARIGI Dal 11.07 Paolo Angelucci “À bout de souffle” “À bout de souffle” è un insieme di immagini che raccontano un avvicinamento lento e graduale alla città. Un rapporto intimo che si crea con il paesaggio, una relazione profonda che diventa sempre più viva con lo scorrere del tempo. È il racconto di uno spettatore che si lascia incantare e che cerca di scoprire il segreto di quell’incanto entrando prepotentemente nel paesaggio come presenza viva e avvicinando al petto la Polaroid insieme al respiro cattura l’aria, rendendola visibile.
Info_ Castello Chiola - Tel.085.8290690 - castellochiolahotel.com
Città (in)visibile n.4 TOKYO Dal 5.09 Massimiliano Costantini “Seppuku” Il reportage focalizza la più popolosa area urbana del mondo dove è ridotto al minimo il contatto umano. A Tokyo non esistono piazze, qui le strade, i vicoli e le metro sono luoghi dove il corpo transita come se fosse un flusso telematico di dati. La città si muove velocemente e con essa i suoi abitanti. La storia raccontata è fatta da singoli individui che in qualsiasi momento della giornata ed indifferentemente da cosa facciano non interagiscono tra di loro
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arte&co. » di Anna Cutilli Di Silvestre
Nel tempio del mosaico La mostra del mosaicista abruzzese Bruno Zenobio
a palazzina storica di Corso Umberto 83, oggi Maison des Arts, a Pescara, è un tempio della bellezza, esempio di una festosa, colorata, ma anche elegante ristrutturazione interna in cui domina il mosaico a ben rappresentare, con il vigore dei colori, la vitalità e la forza giovane della città di Pescara. Dall’11 luglio all’11 agosto 2011 ha ospitato la mostra del mosaicista Bruno Zenobio. Nell’atrio si ergevano davanti al visitatore due totem lignei, aguzzi, protesi con i loro sfavillanti mosaici e con la loro aggressività primitiva che evoca la passione degli artisti del primo Novecento per l’arte arcaica. Il visitatore si rende conto subito che non si tratta dei mosaici di tipo ellenistico con tesserine per lo più di uguale misura e sicuramente di pari spessore, rappresentanti figure o disegni geometrici. Si tratta invece di mosaici moderni raffiguranti oggetti di fantasia come grossi dischi completi oppure parziali e questi ultimi evocano i nautiloidèi, quelle conchiglie fossili a volte madreperlacee, e il visitatore si incanta coinvolto in una emozione di sogno verso le coste indopacifiche. Oltre che alla natura Bruno Zenobio si ispira al passato, ad esempio alla còclea di Archimede, la cosiddetta vite che inserita in un tubo permetteva di trasportare acqua, cereali, sabbie ad un piano superiore. Zenobio utilizza le còclee rinvenute nelle fornaci di Roseto, e ne ricava pezzi che riveste di mosaici, a volte aggressivi nelle forti tinte contrastanti, a volte in quel colore tenue e rasserenante che è il celeste unito alla finezza rassicurante di parti dorate. Sono originali oggetti di grande pregio, sicuramente ornamentali. E poi, in mostra anche le colonne variopinte coronate da un groviglio nero di fili metallici che mantengono grossi pezzi di vetro colorato e materiali vari e altre colonne con l’aggiunta di materiale anche povero come cocci di bottiglia e piatti rotti, ma utilizzati non tanto nel senso di una poetica del recupero, ma piuttosto per comprensione delle loro possibilità espressive. E ancora, fantasmagoriche stele come le due scultore riproducenti parti di un giovane corpo femminile reso con preziose tessere d’oro.
Reperto siderale
Còclea di Archimede
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arte&co. Colonna blé
Bisanzio 2
Nell’ampia sala-mostre della Maison des Arts, non contrasta con queste innovative opere in esposizione, il tondo pavimentale in mosaico policromo “Opus veneziano” di Piero D’Orazio o i mosaici dello stesso autore che erano nelle altre sale. Si tratta di materiali e stili diversi: tessere commerciali, quelle utilizzate dall’artista romano per delineare mirabilmente forme astratte; tessere irregolari e di vari materiali quelle utilizzate da Bruno Zenobio per una figurazione anche se primitiva. Questi, che non disdegna il lavoro manuale, nel suo ampio studio- laboratorio, taglia le pietre e i marmi per ricavarne disuguali tessere che volutamente sistema a livelli diversi, unendovi poi paste vetrose, oro ed altro. L’effetto che l’autore si propone è sempre
Nudo antropomorfo 1 e Nudo antropomorfo 2
un abbozzo rudimentale e primitivo che esprima le sue tensioni concettuali. Zenobio vuole rendere le irregolarità della vita, la diversità di situazione degli uomini e il loro affannoso lavoro per superare le tante asperità quotidiane. Al riguardo Ettore Di Silvestre afferma: «In Bruno Zenobio la graduazione tra massa e colore ha qualcosa di matematico. Si direbbe che egli nel subconscio abbia assimilato l’atmosfera matematica e quantistica dell’attuale momento storico. Il mondo sembra ben fatto invece è costituito da particelle determinate e separate, ma capaci di conformarsi, di saldarsi e confondersi. Bruno Zenobio non è quindi un mosaicista bizantino, è il portabandiera dell’attuale posizione della fisica quantistica»
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CHI È BRUNO ZENOBIO Bruno Zenobio, classe 1941, nato ad Atri, si è diplomato presso il Liceo Artistico di Pescara dove “si è formato artisticamente con maestri come Alfredo Del Greco, Elio Di Blasio, Angelo Colangelo, e ha realizzato insigni mosaici monumentali nelle chiese di San Bernardo a Teramo, della Visitazione a Pescara, di Mater Domini a Chieti, del Sacro Cuore a Roseto, dove vive e ha realizzato l’estensione musiva sacra più grande d’Abruzzo” (Ezio Sciarra). Tra le recensioni: Aristide Vecchioni su Rivista Abruzzese n4, 1998 e poi articoli su Il TEMPO, VARIO, IL MESSAGGERO, IL CENTRO, ABRUZZO NEL MONDO… Tra le tante mostre, qui si cita quella a Pescara, nella Maison des Arts, C.so Umberto 83, Pescara promossa dalla Fondazione PESCARABRUZZO presieduta dal Prof. Nicola Mattoscio.
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arte&co. » di Neda Accili Il corteo storico della Bolla
Aspettando la Perdonanza... Mondiale
La Perdonanza Celestiniana diventerà Patronomio Immateriale dell’Umanità. Una piccola grande vittoria morale per L’Aquila ancora ferita ntro pochi mesi sarà dichiarata Patrimonio Immateriale dell’Umanità, “in virtù dell’alto valore identitario che questa autentica tradizione riveste per la popolazione aquilana” ha dichiarato Franco Salvatori, presidente della Società geografica italiana, presentando la candidatura del riconoscimento da parte dell’Unesco della Perdonanza Celestiniana. Infatti gli abitanti di questa città si riconoscono nella Perdonanza, un evento che travalica la religione, In passato segnava anche l’inizio della transumanza delle greggi, su cui poggiava
» foto gentilmente concesse da Claudio Tracanna
l’economia del territorio. Ma quale valore aggiunto può rivestire oggi questo riconoscimento per la città dell’Aquila? «Un bollino blu, una certificazione di qualità. Significherà che la Perdonanza non è un retaggio di una qualsiasi festa popolare, ma ha un valore internazionale» conclude il professor Salvatori. Celestino V, al secolo frà Pietro Angeleri da Morrone, divenne papa senza volerlo, e dopo pochi mesi scelse di tornare alle sue amate montagne abruzzesi, senza tuttavia riuscirvi.
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Quattro assi, un solo gruppo.
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arte&co.
L’apertura della Porta Santa
Il rito della chiusura della Porta Santa
Unico Papa “dimissionario” della storia Celestino, col suo rifiuto, espresse la irrisolvibilità della contraddizione fra la dimensione spirituale e quella temporale della Chiesa del tempo. Con la Bolla del Perdono regalò alla città dell’Aquila, dove volle essere eletto Papa nel 1294, il privilegio di celebrare il Giubileo con cadenza annuale, concedendo l’indulgenza plenaria anche ai poveri. Fino ad allora solo i ricchi avevano potuto usufruirne, pagando. L’apertura della Porta Santa la sera del 28 agosto, è preceduta da un imponente corteo con centinaia di figuranti in costumi quattrocenteschi. I personaggi più importanti del corteo sono la Dama della Bolla e il Giovin Signore, che porta il
ramo d’ulivo con il quale il cardinale delegato del Santo Padre percuote per tre volte la Porta, ordinandone così l’apertura. La Bolla rimane esposta per 24 ore all’interno della Basilica di Collemaggio, e viene riportata in Comune la sera del 29 agosto, dopo la chiusura della Porta. La Perdonanza Celestiniana è un evento che gli aquilani sentono molto, ed è vissuta come la massima espressione della loro identità e che, dopo il sisma del 2009 assume un significato ancora più profondo. «Mi auguro che si dia sempre più risalto all’aspetto spirituale e religioso della festa -chiosa don Claudio Tracanna, dell’arcidiocesi del capoluogo- così si potrà tenere alto il livello culturale delle manifestazioni che fanno da corollario al giubileo»
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Le spoglie di Celestino V
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arte&co. » a cura della redazione
Alcune esibizioni dell’Associazione Culturale Musicale “C. Monteverdi” di Ripa Teatina
l grande Maestro Riccardo Muti, in una intervista al Corriere della Sera ha dichiarato: «Banda non è sinonimo di qualità inferiore, né di strumenti popolari e di bocca buona con cui ci si può arrangiare. Al contrario, sono strumenti nobili, pensate a Verdi quanto deve alle bande che ascoltava da ragazzo, e che lui usa per annunciare l’arrivo del re Duncano nel Macbeth. E in epoca moderna Stravinskij e Hindemith. E prima ancora Bellini, Berlioz, Spontini che nel secondo atto dell’Agnese di Hohenstaufen usa una banda enorme che fa la funzione dell’organo ed è uno dei momenti sublimi di quell’opera». Parole appassionate nei confronti di una tradizionale formula musicale sempre presente in tutte le occasioni celebrative più importanti. Oggi la banda viene considerata quasi a rischio di estinzione, ma in molti casi ci sono realtà che resistono e anzi, crescono e diventano veri fiori all’occhiello di paesi e città. È il caso dell’Associazione Culturale Musicale “C. Monteverdi” di Ripa Teatina in provincia di Chieti. Questa associazione nasce nel 2000 per volontà di alcuni ragazzi di Ripa Teatina che amano la musica e ben presto, sotto la presidenza del prof. Nicolino Natale diventa un progetto in crescita e pieno di vita con la costituzione della Banda “Città di Ripa Teatina. Oggi questa banda vede all’attivo 1 CD intitolato “I° Volume Marce Sinfoniche” con le più belle marce sinfoniche dei più famosi autori del genere, la partecipazione a numerose manifestazioni e concorsi con risultati notevoli, come ad esempio nello scorso giugno con la vittoria del primo posto nel Concorso Nazionale dei Complessi Bandistici “Città di Bellante”, nel 2009 e nel 2010 del secondo posto nel Concorso Nazionale per Bande Musicali “A. Di Jorio” ad Atessa e sempre nel 2010 per essere stata premiata al VI° Festival Nazionale per Bande Musicali “Città di Laino Borgo (CS)” quale miglior esecuzione del brano d’obbligo in prima esecuzione assoluta: “Fulget Dies” del compositore M° Donato Semeraro. Numerose sono anche le iniziative fuori regione ad esempio con i gemellaggi avvenuti con il Premiato Corpo Musicale “San Michele Arcangelo” di Mapello (BG), la Banda “G. Verdi” di Rionero in Vulture (PZ), con la Banda Musicale di Selvazzano Dentro (PD) e Banda Musicale di Budapest. Insomma un’associazione in grande fermento, che non si limita a credere nella forza della banda, ma continua a creare mille progetti, grazie ad un gruppo unito e pieno di passione per la musica. Ad esempio tra le iniziative più importanti menzioniamo: la scuola musicale “Il Setticlavio”, che permette di estendere questo tipo di cultura ad un numero di giovani sempre maggiore, l’Orchestra di Fiati Giovanile (dai 14 ai 25 anni), Masterclass strumentali “Domeniche in musica, il Quintetto di ottoni “Brass & Brass”, il Quintetto di strumenti a fiato, il Quartetto di trombe
La musica come progetto Parliamo dell’Associazione Culturale Musicale “C. Monteverdi” di Ripa Teatina, una fervida realtà che porta l’amore per la banda e la passione per la musica ai massimi livelli di professionalità “FSMM”, il Quartetto di Sassofoni, il “New Harmony” Big Band che collabora stabilmente con jazzisti internazionali e tante altre ancora fatte di concerti ed eventi, dove la musica è protagonista incontrastata. Insomma Ripa Teatina può ben vantare un progetto culturale di ampio respiro che sicuramente saprà offrire alla comunità ancora molte soddisfazioni, perché dove c’è passione c’è anche la voglia di fare bene e di regalare emozioni
» foto gentilmente concesse dall’Associazione Culturale Musicale “C. Monteverdi” di Ripa Teatina
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comunicazione aziendale
» Farnese vini
Edizione, cinque autoctoni V
ino di grande struttura, morbido, ricco di tannini vellutati, molto persistente e con finale lungo con note speziate di vaniglia e cioccolato. Pronto per essere bevuto subito ma sopporta bene un invecchiamento di 8/10 anni. Temperatura di servizio: 18-20° C circa. Abbinamenti gastronomici: Carni rosse, selvaggina, sughi robusti. Vino da meditazione. Vitigni: Montepulciano, Primitivo, Sangiovese, Negroamaro e Malvasia Rossa. Area di produzione: Comuni di Colonnella, Ortona, Sava e San Marzano. Caratteristiche sensoriali: colore rosso granato molto intenso e persistente con sentori di ciliegia, prugna, ribes maturi, tabacco e nota tostata finale.
I
«Nascono i nostri frutti»
vini Farnese riflettono tutti i colori della terra d’Abruzzo, dipingono incantevoli paesaggi di gusto e vivono della passione per i vigneti sconfinati che la Majella domina e protegge con le sue rotondità materne. Potete osservarli scivolare dalle colline fino al mare, distendersi alla ricerca delle esposizioni ottimali e godere di un microclima invidiato dall’Europa intera. Ecco perché i frutti di questa terra crescono bene e invecchiano ancora meglio.
FARNESE vini s.r.l. Castello Caldora - 66026 Ortona (Ch) tel. 085 9067388 - fax 085 9067389 - www.farnese-vini.com
arte&co. » di Elisa Di Venanzio
“Il signore delle pecore” Non è un fantasy, ma la concreta storia di alcuni giovani abruzzesi che hanno puntato sull’arrosticino e oggi cominciano a raccogliere i frutti n un panorama lavorativo così difficile, ai giovani da più parti viene consigliato di fare impresa. E quando questo appello viene accolto, spesso le neonate aziende si dedicano al recupero e alla valorizzazione dell’enogastronomia tradizionale con risultati eccellenti. È questo il caso di un gruppo di giovani pescaresi che hanno investito su una pietanza antica, l’arrosticino, un tempo legato all’alimentazione quotidiana dei pastori e delle classi meno abbienti e oggi immancabile portata in tutti i ristoranti abruzzesi e nelle allegre e vocianti riunioni conviviali. Nel loro laboratorio artigianale, denominato simpaticamente “Il signore delle pecore”, si producono gli arrosticini ‘’come una volta’’ infilati pezzo per pezzo senza l’au-
silio di nessun macchinario, rispettando la giusta proporzione tra grasso e carne magra con lo scopo di rendere lo spiedino più morbido e profumato. La qualità, la passione e la professionalità alla fine premiano ed arrivano anche i riconoscimenti: lo scorso 26 giugno l’azienda si è aggiudicata il primo premio nell’ambito della manifestazione “l’arrosticino d’oro” a cui hanno partecipato le più importanti aziende abruzzesi produttrici di arrosticini che si sono sfidate nello scenario suggestivo dell’antico borgo di Crecchio. Abbiamo intervistato Paolo Marchione, uno dei titolari de “Il signore delle pecore”.
Intervista a Paolo Marchione titolare de “Il signore delle Pecore”
Quando e come è nata la sua azienda? «“Il signore delle pecore” s.n.c nasce nel luglio 2009 su iniziativa mia e dei miei cugini Fabio e Brunella Spinozzi. Abbiamo scelto di intraprendere questa attività spinti dall’esempio e dall’esperienza di mio zio che da anni lavora nel settore della lavorazione e commercializzazione
» foto di Massimo Avenali
della carne con esiti positivi. E poi negli ultimi anni il settore agroalimentare nella nostra regione sta vivendo una dinamica di rapida espansione e abbiamo approfittato del trend positivo!» Ci può illustrare il processo di lavorazione e preparazione degli arrosticini? «Selezioniamo le migliori razze di pecore
francesi, prendendo solo animali giovani (che hanno una carne più tenera e sapida), poi le disossiamo avvalendoci della professionalità di macellai che da anni operano nel settore. Questa operazione viene effettuata con cura ed impegno, facendo attenzione a non lasciare alcuna traccia di parti sgradevoli al palato che possano risultare pesanti nel momen-
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arte&co.
to della digestione. Successivamente provvediamo a tagliare la carne a mano, senza l’ausilio di macchinari ed infine i bocconi vengono infilzati di nuovo a mano». Perché utilizzate la carne di pecore che provengono dalla Francia? «In Italia gli ovini sono sempre stati allevati più per produrre lana e latte, che per la carne. Fa eccezione solo l’agnello da latte che è diffuso anche presso la grande distribuzione. In Francia, invece, questa carne è molto apprezzata e ampiamente presente nelle ricette della tradizione culinaria. Di conseguenza l’allevamento è molto diffuso e la carne è di alta qualità, sia dal punto di vista organolettico che della sicurezza alimentare». Che cosa hanno in più i vostri
arrosticini, tanto da vincere il premio “l’arrosticino d’oro”? «Credo la loro tenerezza, ma anche la digeribilità; sicuramente la loro preparazione, lenta e complessa che riesce però a garantire un prodotto di rara squisitezza, con un sapore unico, d’altri tempi». Negli ultimi anni il settore alimentare ha risentito della crisi del mercato ed anche della concorrenza straniera. Avete registrato un calo delle vendite? «No, anzi dall’apertura ad oggi il trend delle vendite è costantemente aumentato e questo successo ci ha spinto ad aprire un altro laboratorio-punto vendita simile a quello che gestiamo ora». Oggi è sempre più necessario allargare i confini del proprio business.
Voi quali iniziative pensate di attuare per favorire la diffusione dei vostri prodotti? «Per ora siamo impegnati a soddisfare le richieste dei ristoratori della nostra regione e dei clienti privati che possono acquistarli crudi direttamente nel punto vendita. Poi chissà… magari riusciremo ad aprire un laboratorio fuori regione, visto che negli ultimi anni gli arrosticini hanno già conquistato Milano e si stanno ora diffondendo a Torino, tra chioschi e birrerie». Quali sono i vostri progetti per il futuro? «Incrementare il nostro lavoro, mantenendo però sempre alta la qualità del nostro prodotto»
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tempo rubato
Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare). Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere.
» a cura della redazione
Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli Editore
Argentino D’Auro (a cura di) / Voxpopuli-Abruzzo FM
Borrello Comics 2010 l progetto di promozione del proprio territorio dell’associazione culturale “La Fonte” di Borrello prosegue con la pubblicazione dell’albetto “Borrello Comics 2010”. La particolarità di questo progetto risiede nella valorizzazione delle proprie risorse ambientali tramite un famoso character delle nuvole parlanti, il mitico Za-Gor-Te-Nay, meglio noto con lo pseudonimo di Spirito con la scure. Infatti, già dall’anno scorso, con la pubblicazione di esordio intitolata “Zagor a Borrello”, è stato intrapreso un percorso alternativo di marketing territoriale coniugato con la potente forza evocativa che suscitano le avventure del noto personaggio bonelliano. Come è noto, le storie di questo personaggio sono collocate nella suggestiva e mitica foresta di Darkwood, ambiente incontaminato, per molti versi simile a quello presente a Borrello e, in particolare, nella riserva naturale regionale del “Rio Verde” che ospita le omonime cascate. L’inviolato ecosistema circostante, contribuisce a rendere ancor più selvaggi i luoghi frequentati da Zagor, al pari della stessa mitica foresta di Darkwood. Ma anche gli incantevoli scorci forniti dal Paese valorizzano il personaggio, collocato in una inusuale ambientazione. Merito di questo geniale connubio va ascritto al tratto deciso e vibrante con il quale il maestro Mauro Laurenti, l’autore delle tavole raccolte nell’albetto “Borrello Comics 2010”, è riuscito a rappresentare lo spirito con la scure. La pubblicazione in questione, inoltre, è arricchita da alcuni scritti che ricostruiscono il rapporto, per la verità mai interrottosi, esistente fra Zagor e gli altri personaggi dei fumetti, come Tex, Il Grande Blek, Capitan Miki, Il Comandante Mark, con il variegato popolo degli appassionati lettori locali, costituito allora da giovani adolescenti ed oggi da persone adulte, che, nonostante il tempo trascorso, hanno mantenuto intatta la loro passione per lettura dei “giornaletti”. Fra gli scritti che arricchiscono l’albetto, si segnala il contributo di Moreno Burattini, attuale curatore della testata mensile, che a giugno ha festeggiato il cinquantesimo anniversario di ininterrotta pubblicazione, essendo il 16 giugno 1961 la data in cui Zagor fece il suo esordio nell’allora tradizionale formato a striscia.
le prime trenta righe_ Anche quest’anno l’associazione culturale “La Fonte” ha voluto pubblicare un piccolo albo dedicato ai soggiorni di Zagor nei nostri luoghi, che, come è noto, sono avvenuti nel 2009 e nel 2010. Il consenso ed il successo avuti da “Zagor a Borrello” l’ha spinta a proporre all’attenzione del pubblico e degli appassionati, nonché di tutti coloro che condividono questo progetto culturale, le belle tavole disegnate dal maestro Mauro Laurenti realizzate nell’ edizione di “Borrello Comics con Zagor” dell’estate 2010. Sfruttando l’idea ormai collaudata si é pensato di articolare la nuova pubblicazione in una parte disegnata e un’altra scritta. La prima è stata affidata al genio creativo del maestro Laurenti e la seconda per offrire al lettore degli interessanti spunti per guidarlo alla conoscenza più meditata del personaggio e dei contesti ambientali e letterari ai quali il maestro si ispira, soprattutto in relazione al particolare angolo visuale dato dalla prospettiva del luogo in cui lo Spirito con la scure viene collocato. Gli amici che hanno offerto il loro contributo sono riusciti lodevolmente a fornire un quadro esaustivo dei motivi per i quali Zagor è tornato in questo angolo della terra d’Abruzzo. Motivi identificabili nell’accurato e pregevole lavoro svolto dai disegnatori e
dai curatori dell’eroe bonelliano, che fanno evolvere e progredire il personaggio in nuove avventure, sempre originali ed avvincenti, che alimentano la passione inestinguibile dei suoi fans. La fama ed il successo del personaggio, comprovati dall’ininterrotta pubblicazione delle sue gesta, che nel prossimo mese di giugno raggiungerà il traguardo dei cinquant’anni, trovano conferma anche qui a Borrello. Il paese coglie questa propizia occasione per utilizzare l’immagine di Zagor quale valido veicolo di promozione del suo territorio. Gli interventi che arricchiscono l’albetto, svolti in maniera efficace e succinta, sono, dunque, tesi a coniugare, da un lato, il culto per lo Spirito con la scure e per i personaggi dei fumetti più popolari e, dall’altro, l’amore per il borgo natìo, ripercorso sentimentalmente anche attraverso la lettura delle avventure di Zagor. Queste hanno riempito l’immaginario delle generazioni di giovani che hanno vissuto a Borrello l’età adolescenziale e, in maniera simbolica, hanno accompagnato la loro crescita fisica, morale ed intellettuale in uno con gli accadimenti e le vicende che hanno caratterizzato gli anni trascorsi in Paese.
Info_ L’albetto è acquistabile visitando il sito www.borrellosite.com
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musicamania » a cura di Piero Vittoria
“WHAT’S IT ALL ABOUT”
“4”
Il crepuscolare album di cover di Pat Metheny
La vera consacrazione del talento vocale di Beyoncè
Pat Metheny, per la prima volta nella sua carriera, sceglie di cimentarsi con brani di altri, quelli che lui ha amato da ragazzo. “What’s it all about” è un album realizzato interamente da lui in diretta nel suo studio domestico: a distanza di otto anni da “One quiet night” si ripete dunque la magica esperienza acustica con la sola chitarra (nella maggior parte dei casi una baritono) che aveva all’epoca riscosso tanti consensi dai critici. È un disco da scoprire, traccia dopo traccia, nelle sue atmosfere soffuse, quasi notturne: si consiglia la prima volta di ascoltarlo in cuffia proprio per apprezzarne la profonda bellezza. Inutile dire che il grande musicista statunitense fa centro anche stavolta rielaborando a suo modo dei capolavori assoluti della musica mondiale. Dieci le canzoni presenti appartenenti a mondi musicali distanti fra loro, ma qui uniti da un unico comune denominatore: la magia che le note della chitarra sanno regalare. Si segnalano “The sound of silence” di Simon & Garfunkel che apre il lavoro, “And I love her” dei Beatles (un amore, quello per i Fab 4, mai nascosto da Pat), “Slow Hot Wind” di Henry Mancini & Normal Gimbel e l’omaggio alla musica brasiliana, altra grande passione di Metheny, con “Garota de Ipanema” di Carlos Jobim & Vinicius De Moraes. Il fascino e la raffinatezza sono di casa in questo splendido lavoro discografico. In definitiva “What’s it all about” è molto di più di un semplice album di cover: ci troviamo a compiere un intenso, intimo ed emozionante viaggio nei gusti musicali di un artista che non ha eguali.
Prima della sua uscita c’era molto scetticismo e addirittura la stessa casa discografica era indecisa se pubblicarlo, visto che riteneva che al suo interno non ci fossero potenziali hit di successo. Ma i fatti hanno smentito le paure e “4”, l’attesissimo quarto album di Beyoncè, è schizzato al primo posto delle classifiche di mezzo mondo, scoprendosi come un lavoro sorprendente, che finalmente consacra il talento vocale di Beyoncè. R’n’B – Pop di grande classe ed eleganza, una versatilità musicale, che forse mancava nei suoi precedenti lavori: queste le carte vincenti di un lavoro decisamente convincente. Ottima, ovviamente, la produzione, ma stavolta senza quella voglia di strafare che rendeva forse troppo ridondanti gli altri dischi. Risalta, dopo l’ascolto, una certa divisione dell’album in due parti: all’inizio tutte le ballad e nel finale i brani più ritmati. L’apertura “1+1” esalta la voce di Beyoncè, qui a cavallo fra r’n’b e tocchi musicali alla Prince. “I miss you” è un vero gioiellino, ma il migliore momento è senza dubbio “Best thing I ever had” con un tocco di percussioni elettroniche che ne arricchiscono la bellezza. “Love on top” strizza l’occhio alla musica nera degli anni ’80 e ’90. Gli episodi meno riusciti sono il singolo di lancio “Run the world (Girls)” e “Countdown”, in cui i suoni sono troppo spinti. “4” è il disco della maturità per Beyoncè, finalmente esaltata nella voce. Da segnalare l’uscita di una deluxe edition in doppio cd che include tre brani in più rispetto allo standard e tre remix di “Run the world (Girls)”.
VOTO 8
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i moderni
» a cura di Camilla Marino
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ABRUZZO IMPRESA AGOSTO 2011 N°57 ANNO VI IN COPERTINA STEFANIA, NESTORE E GIOVANNI BOSCO
CINQUANTASETTE VOLTE ABRUZZO IMPRESA DA MAGGIO 2006 IL MENSILE DEL MANAGER
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segno dei tempi » di Vyck
La protesta contro Roselli: “Residenti ma non intontiti” La protesta messa in scena da alcuni cittadini di Spoltore per chiedere le scuse di Roselli che, in un’intercettazione, ha detto: “Spoltore si salva perché bene o male sono tutti intontiti”
scusi buon uomo cosa state facendo?
Aspettiamo Roselli che ora e’ un po’ a testa bassa!
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