Abruzzo Impresa il mensile del manager _ aprile 2011 _ numero 53 _ anno VI
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NUMERO
ISSN 1973-5383
www.abruzzoimpresa.it
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ISSN 1973-5383
IN COPERTINA Giovanna D’Innocenzo e Serena Columbo foto concessa da Fisioter
APRILE 2011 N°53 ANNO VI NUMERO CHIUSO IN REDAZIONE IL 5 APRILE 2011
DIRETTORE RESPONSABILE
ELEONORA LOPES
REDATTORI DENIA DI GIACOMO, JENNY VIANT GÓMEZ, LAURA TINARI, ALESSIO GIANCRISTOFARO EDITORIALISTI GIUSEPPE MAURO, MAURO DI PIETRO, PIERO CARDUCCI HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO LUIGI CARUNCHIO, SIMONE D’ALESSANDRO, ANTONIO TETI, DONATO TRIBUIANI, FRANCESCO FRAVOLINI, FILIPPO PAOLINI, LUCIANO FRATOCCHI, MARTINA LUCIANI, ALESSIO PELUSI, ELISA DI VENANZIO, MARZIO FORCELLA, ANNA CUTILLI, NEDA ACCILI, RAFFAELLA DI MARINO, CAROLINA PIERFELICE, VITTORIA DI CANZIO, PIETRO CAMPANARO, NICOLA BOSCHETTI, CHIARA STROZZIERI, PIERO VITTORIA, CAMILLA MARINO ART DIRECTOR
MARCELLO STARINIERI _ VISUALADV.IT
UFFICIO GRAFICO
VINCENZO SULPIZIO
UFFICIO FOTOGRAFICO
SIMONE CERIO, ANDREA DEL COTTO, GIUSEPPE CIAVATTELLA
CONTROLLO
DANILO MARTORELLI
COORDINATORE TV
GIANLUIGI TIBERI
REGISTA VIDEO/TV
ROBERTO MORELLI
RESPONSABILE SPEDIZIONI
LOREDANA EVANGELISTA
STAMPA
D’AURIA PRINTING SPA - AP
RESPONSABILE PUBBLICITÀ
ANTONELLA CARRIERI _ COMMERCIALE@ECCOITALIA.IT
EDITORE
FABIO DE VINCENTIIS _ EDITORE@ECCOITALIA.IT
SITO WEB
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WEB TV
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Abruzzo Impresa è registrato con il n. 04 del 07/04/2006 presso il Tribunale di Pescara. La 1a pubblicazione mensile è del mese di maggio 2006. Ecco Italia S.r.l. è iscritto al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 17047. Copyright© 2006/2011 tutti i diritti riservati. Ecco Italia srl - Pescara - Italia Nessuna parte della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma o rielaborata con uso di sistemi elettronici o diffusa, senza l’autorizzazione scritta da parte dell’editore. Manoscritti e foto inviati al giornale, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Gruppo Editoriale Ecco Italia S.r.l. S. P. Lungofino complesso Ibisco B 5/6 - 65013 Città Sant’Angelo - Pescara
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capitano d’impresa
Giovanna e Serena
Giovanna D’Innocenzo Passione
Sembrerà strano, ma mi diverte il mio lavoro. Amo inoltre l’arte, soprattutto l’Impressionismo, ma non disdegno gli altri pittori del ‘900 ed i contemporanei.
Giovanna e Serena, la forza delle donne Donne, mamme e imprenditrici di successo. Queste sono le caratteristiche che descrivono perfettamente Giovanna D’Innocenzo e Serena Columbo, rispettivamente mamma e figlia, ma soprattutto Direttore Generale e Direttore Sanitario di Fisioter, uno dei Centri ambulatoriali di Riabilitazione più all’avanguardia in Abruzzo. Fisioter nasce nel 1981 per mano della dinamica dottoressa D’Innocenzo che dopo la laurea in Fisioterapia e diverse esperienze lavorative,come manager nel settore sanitario decide di iniziare un’esperienza personale di imprenditrice . Considerata una struttura d’eccellenza in cui la centralità del paziente è al primo posto, Fisioter è accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale. La forza di questo Centro risiede in un team sanitario formato da professionisti di elevato profilo e altissima formazione. Ma cerchiamo di conoscere meglio le due donne. Giovanna, coraggiosa e pragmatica, è una donna dolce e sempre pronta a donare un sorriso al paziente. La figlia Serena dice di lei: «È una persona molto esigente, ma anche un imprenditrice moderna e lungimirante. Sul lavoro dà e pretende. Tutte le sere, con lo staff, non va via se prima non legge uno ad uno i questionari di soddisfazione che facciamo compilare ai nostri clienti. E anche se i responsi sono sempre molto positivi, lei trova sempre dei nuovi punti per poter migliorare». Serena ha 35 anni, è da poco diventata mamma delle piccola Giovanna, nata a Bologna dieci mesi fa. Sposata con Francesco Berni Canani, medico otorinolaringoiatra, Serena è una donna determinata, intraprendente, ma soprattutto un medico innamorato del proprio lavoro. Dopo la Laurea in Medicina all’Università di Bologna, si specializza in Medicina Fisica e Riabilitazione. Nella sua formazione post laurea anche un Corso di Ecografia Muscolo-Scheletrica e un Master in Riabilitazione Pediatrica. Sono davvero numerose le sue esperienze professionali per elencarle tutte, tra le più importanti citiamo quelle svolte presso il Montecatone Rehabilitation Institute, l’Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, l’Istituto Ortopedico Rizzoli e l’Ospedale Sant’Orsola di Bologna. Serena è dunque una professionista estremamente qualificata, ma anche una donna che ha deciso di non rinunciare al valore della famiglia. La mamma dice di Serena: «Ho cercato di trasmetterle la passione per questo lavoro, ma soprattutto di insegnarle a trasferire il suo essere donna e mamma nell’ attività quotidiana di medico».
Hobby
Mi piace cucinare per la mia famiglia.
Viaggi
Quando posso viaggio molto volentieri .Le mie mete preferite sono le città d’arte, ovunque esse siano.
Sport&Tempo libero Per lo sport no comment! Il tempo libero attualmente è tutto dedicato alla mia nipotina Giovanna
Serena Columbo Passione
Art Nouveau e Dèco (mobili ed oggetti di arredamento).
Hobby
Andare per botteghe di brocanti o mercati dell’antiquario.
Viaggi
Adoro la California, ma la prossima metà sarà l’Africa Centrale.
Sport&Tempo libero Per lo sport: pallacanestro nel passato, golf nel futuro… Per il tempo libero: Art Attack in famiglia!
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sommario _ anno VI n°53 _ aprile 2011
opinioni&rubriche editoriale
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Gocce d’inchiostro
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Tendenze, fatti e persone
l’Abruzzo che produce
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Agricoltura, l’impresa dimenticata
nonsolo economia
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In Abruzzo, timida ripresa dell’occupazione
il punto
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Il motore immobile dell’Abruzzo
la terra di Piero
99
Chi frena la ricostruzione?
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in primo piano speciale unità d’italia
28
Unità all’italiana
speciale alluvione
36
Alluvione nel teramano: davvero inaspettata?
fedaralismo
42
Teramo non applica la tassa di soggiorno
federalismo
45
Federalismo Municipale: inevitabile, ma ancora troppe contraddizioni
finanza innovativa
49
Superare la crisi? La finanza ci aiuta
imprenditoria femminile
52
Politica delle quote: un “male” necessario
gabriele evangelista
57
Addio a Gabriele Evangelista, “l’artigiano imprenditore”
in copertina fisioter
58
66
69
Fisioter, da 30 anni l’eccellenza nella riabilitazione
incarichi&carriere lolli/pagano/ autiero/iezzi
65
Confindustria Abruzzo/Fondazione Michetti Enel Pescara/Ente Parco Nazionale Majella
storie&persone renato piccioni
66
New generation
95
Renato Piccioni
storie&persone susanna salvati
68
La Rocca come rifugio
tematiche d’impresa fisco
71
Finanziamenti dei soci «postergati»
ict
75
Wikirivolte o NetRevolution?
creatività& innova ione
79
La costruzione del manager “ibrido”, umanista e scienziato
97
108 9
sommario _ anno VI n°53 _ aprile 2011
norme&leggi
83
La media-conciliazione funziona davvero?
energia
87
Una rete intelligente per le necessità del futuro
91
Tra fuga dei cervelli ed autoimpiego: libere riflessioni sul futuro dei laureati italiani
ricerca& innova ione
credito&finan a carispaq
95
2010, la Carispaq torna in utile
banca del vomano
97
Università di Teramo e de L’Aquila insieme per lo sviluppo della Banca del Vomano
115
seminari&convegni occupazione
105
I giovani e il diritto all’occupazione
ricostruzione
107
Le cooperative protagoniste della ricostruzione
turismo
108
La montagna al centro di un’alleanza tra le regioni di mezzo
ambiente
111
La grossa stufa di Treglio
ambiente
115
La tracciabilità dei rifiuti
fotovoltaico
117
Gli impianti fotovoltaici sui capannoni industriali
Confartigianato Ch
119
Sulla giusta strada
strumenti d’impresa
121
editoria
123
Il decreto legislativo 231/2001 come strumento per le aziende Il Talento d’Impresa, l’impronta rinascimentale in dieci aziende italiane
gi Confindutria L’Aquila
125
L’Aquila come è, ma come sarà?
117
133
eventi gi Confindustria Teramo
128
White Information, i giovani e il passaggio generazionale
glm
133
La GLM acquisisce la MTA Service
imprenditoria
135
riconoscimenti
139
riconoscimenti
141
135
Grande successo per “Teramo che lavora”, l’oscar dell’imprenditoria abruzzese Antonio Teti nominato Accademico della European Academy of Sciences and Arts Il pasticcere che conquista il mondo
gastronomia
145
Al via il I° Concorso Gastronomico “Le Virtù”
gastronomia
143
Dal Brasile all’Abruzzo
segue a pagina
149
139
la vita è bella
141 11
editoriale
T
ra qualche giorno ricorrerà l’anniversario di quel tragico 6 aprile 2009. Sono trascorsi quasi 2 anni, e ad oggi, sono ancora 37.733, le persone assistite nel Comune dell’Aquila e in quelli del cratere sismico. Di queste, 23 mila risiedono in alloggi a carico dello Stato, circa 13 mila sono beneficiarie del contributo di autonoma sistemazione e 1.328 sono ancora nelle strutture ricettive abruzzesi. Intanto nei giorni scorsi, su diversi muri della città, sono comparsi gli striscioni del Comitato 3e32, contrario ad una eventuale visita del premier il 6 aprile: “Berluscò, non te fa revedé. 6.4.2011 niente sciacalli”. Molto attesa invece è la visita, appena confermata, del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L’Aquila è ancora una città fantasma e sono sempre più frequenti i contrasti tra Comune e Struttura dell’emergenza, tanto da portare il sindaco Cialente a minacciare le dimissioni (quelle reali da vice commissario alla ricostruzione, arrivarono lo scorso settembre). Tutto scorre molto lentamente, tra vie deserte e piazze vuote, ma per fortuna, ad andare spedite sono le indagini condotte dalla Procura dell’Aquila per la maxi inchiesta sui crolli del terremoto. Perché la giustizia per le 309 vittime, quella no, non può più attendere.
Eleonora Lopes _ direttore
L’
anniversario del 6 aprile 2009 è stato pre cedut o d a u na spiacevole notizia che è rimbalzata sulla stampa nazionale. L’ennesimo modo di come si può strumentalizzare una tragedia come il terremoto. Mi riferisco alla storia di una signora che è stata pagata 300 euro da Mediaset per leggere un copione scritto dagli autori del programma “Forum”, condotto da Rita Dalla Chiesa su Canale 5. Marina Villa durante la trasmissione si era dichiarata “terremotata aquilana e commerciante di abiti da sposa” in separazione dal marito. Ma era tutto falso, lei non è dell’Aquila, non è commerciante, il vero marito è a casa a Popoli, dove la coppia vive e gestisce un’agenzia funebre. Fin qua sembrerebbe tutto normale, (tutti sanno che le storie di Forum sono inventate), se non fosse che gli autori le hanno detto di raccontare che l’Aquila stava tornando alla normalità e che la ricostruzione del centro storico era già avviata. Su Facebook è subito esplosa la polemica e la rabbia degli aquilani stanchi di sentirsi strumentalizzati. L’ingenua signora di Popoli dal canto suo, si è giustificata dichiarando che sono stati gli autori della trasmissione che le hanno chiesto di interpretare quel ruolo e di dire che all’Aquila tutto stava tornando alla normalità.
/ gocce d’inchiostro
I
n una ricorrenza così dolorosa c’è spazio anche per segnalare una bella notizia. Il romanzo “Mia madre è un fiume” dell’abruzzese Donatella Di Pietrantonio è stato candidato al Premio Strega 2011. Davvero un esordio in grande stile quello della Di Pietrantonio, infatti oltre alla candidatura al riconoscimento italiano più importante per la scrittura, il suo romanzo è stato pubblicato dalla Elliot Edizioni (una delle case editrici più rilevanti) e per diverse settimane è stato sul podio tra i libri più venduti in Italia. L’autrice è nata ad Arsita, piccolo paese arroccato tra le colline teramane e vive a Penne. È dentista per bambini, ma la sua passione è sempre stata scrivere, lo fa da quando aveva 9 anni. “Mia Madre è un fiume”, è ambientato in Abruzzo e racconta di “una donna alle prese con la malattia che toglie i ricordi, l’identità, il senso stesso dell’esistenza. È tempo per la figlia di prendersi cura di lei e aiutarla a ricostruire la sua storia, la loro storia”. I migliori e più noti quotidiani nazionali hanno recensito e parlato di questo romanzo. Il successo di questo lavoro deve inorgoglire tutta la nostra regione. Un grande in bocca al lupo per la sua attività di scrittrice a Donatella Di Pietrantonio. direttore@abruzzoimpresa.it
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Sa v
e t a d e th e
25 NOVEMBRE 2011 Grand Hotel Adriatico Montesilvano (PE)
FARE
I Meeting o
IMPRESA PremioAquilaReale RICONOSCIMENTO ALLE ULTIME 12 COPERTINE DI
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È il meeting degli operatori economici abruzzesi promosso dalle redazioni di Abruzzo Impresa e Abruzzo Channel del Gruppo ECCO Italia. È l’evento organizzato per gli imprenditori, i manager e tutti i professionisti del mondo economico abruzzese che si terrà il prossimo 25 novembre dalle ore 20:00 presso il Grand Hotel Adriatico a Montesilvano. Durante la serata di gala verranno premiate le ultime 12 copertine del mensile Abruzzo Impresa con il premio Aquila Reale.
LA LOCATION Fare Impresa si terrà presso il Grand Hotel Adriatico di Montesilvano, una struttura altamente attrezzata che dispone di una sala meeting di oltre 1200 metri quadrati, accogliente, confortevole e facilmente raggiungibile dall’uscita autostradale A14 Pescara Nord. L’hotel è situato nel complesso dei grandi alberghi a Montesilvano in via Carlo Maresca 10.
L’EVENTO FARE IMPRESA
L’obiettivo del meeting è organizzare un’esclusiva serata di gala che nasce con l’ambizione di affermarsi come immancabile appuntamento annuale per tutti i protagonisti del tessuto economico e politico abruzzese. Nel corso della serata, alle ultime 12 copertine di Abruzzo Impresa, verrà consegnato il premio Aquila Reale, un riconoscimento all’impegno dimostrato nel lavoro e nello sviluppo della propria azienda. Il premio Aquila Reale, alla sua 4° edizione, ha come mission quella di continuare a valorizzare gli imprenditori protagonisti dello sviluppo del nostro territorio.
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IL PANORAMA ESPOSITIVO All’interno della sala meeting, verrà allestita una galleria espositiva dei partner del circuito Ecco Italia dove gli imprenditori e i protagonisti dell’evento potranno relazionarsi creando nuovi progetti e sinergie d’impresa.
DIVENTA PROTAGONISTA
Entra anche tu nel circuito Ecco Italia, è la nuova opportunità da non perdere per la tua azienda. Diventa partner e rafforza le tue relazioni e i tuoi progetti di sviluppo, grazie alla condivisione e alla possibilità di cogliere nuove sinergie imprenditoriali. Farai parte di una grande squadra in grado di supportare i tuoi progetti d’impresa. L’adesione al circuito Ecco Italia dell’anno 2011/2012 prevede dei servizi e delle condizioni molto interessanti. Richiedi la visita di un nostro consulente e apri le porte al futuro del tuo nuovo business!
COME ARRIVARE Il Grand Hotel Adriatico è situato nel complesso dei grandi alberghi a Montesilvano in Via Carlo Maresca, 10 a 2 Km dall’uscita Pescara Nord A14 a 6 Km dalla stazione ferroviaria e ad 8 km dal locale Aeroporto.
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s GOCCIA DOPO GOCCIA In Abruzzo è Teramo il capoluogo dove l’acqua per uso domestico costa meno (184€ annui), L’Aquila dove costa di più (248€). La spesa media annua regionale è di 213€ per il servizio idrico integrato, a fronte di una spesa media nazionale pari a 270€. Nell’ultimo anno l’incremento tariffario registrato nella regione è stato del 2,4%, a fronte di un incremento medio nazionale del 6,7%. L’indagine svolta dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva è stata realizzata in tutti i capoluoghi, relativamente all’anno 2009. L’attenzione riguarda il servizio idrico integrato per uso domestico (acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa o ex nolo contatori). I dati sono riferiti ad una famiglia tipo di tre persone con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua e sono comprensivi di Iva al 10%. L’acquedotto incide maggiormente sulle spese degli aquilani che spendono 140 euro annui. A Pescara se ne spendono 109, a Chieti 90 e a Teramo 56. Il costo medio della depurazione costa agli aquilani 70 euro, 68 ai pescaresi, 57 ai teramani e 48 ai teatini.
GRAN MENZIONE AL SOL D’ORO PER UN’AZIENDA DI PIANELLA All’unico concorso internazionale per l’olio di qualità organizzato da Veronafiere, Al Sol d’Oro, tra le vincitrici c’è l’azienda agricola pescarese Sandro Di Giacomo di Pianella che, tra 218 oli provenienti da 5 nazioni, si è aggiudicata una delle venti Gran Menzione attribuite all’olio con fruttato leggero. Sandro Di Giacomo titolare dell’azienda è socio storico della Coldiretti e componente del consiglio della Federazione Provinciale di Pescara e dell’associazione regionale Agrimercato d’Abruzzo. «Il premio è un riconoscimento al lavoro che tutta la famiglia sta portando avanti con impegno e volontà - dice Di Giacomo - un riconoscimento che ci spinge a fare sempre meglio e che conferma anche la bontà dell’olio aprutino-pescarese, apprezzato negli ultimi anni anche all’estero». Due i canali usati dall’azienda per la commercializzazione dell’extravergine premiato: la vendita in azienda e nei mercati di Campagna Amica.
DAL GRAN SASSO ALL’HIMALAYA Si chiama “Earth Mater: dal Gran Sasso all’Himalaya” il progetto presentato presso la sede del Consiglio regionale a Pescara. Si tratta di una spedizione alpinistica abruzzese che dal 17 aprile tenterà di raggiungere (in tre settimane) la vetta dell’Himalaya. Il progetto persegue finalità culturali, scientifiche ed antropologiche. In occasione dell’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia la spedizione abruzzese, composta da 25 uomini e guidata dall’alpinista Davide Peluzzi, depositerà sulla vetta dell’Himalaya frammenti di intonaco provenienti dalla casa natale del poeta pescarese Gabriele D’Annunzio e una pietra prelevata dal Gran Sasso con incisi i versi del poeta Gabriele D’Annunzio ( «ove la pietra è figlia della luce e sostanza dell’aere è il pensiere»). Spiega il presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano: «L’iniziativa ha un valore simbolico profondo. Unire due realtà, il Gran Sasso e l’Himalaya, attraverso la scienza e la cultura. Inoltre rende omaggio ai festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia».
UNA DIGA “LUNGA 25 ANNI” È finalmente partito il riempimento della diga di Chiauci (Isernia) che servirà Abruzzo e Molise. La costruzione è stata avviata 25 anni fa e originariamente doveva essere utilizzata solo dal Consorzio di Bonifica di Vasto per gli usi irrigui nel Basso Abruzzo. La revisione degli accordi ha portato alla divisione dei 15 milioni di metri cubi di acqua contenuti nell’invaso in parti uguali tra le due regioni. A valle dell’impianto è in corso di costruzione, attraverso il project financing, anche di una centrale idroelettrica in grado di produrre 69 milioni di kw/h. L’acqua sarà utilizzata per l’irrigazione nel basso Abruzzo e per rifornire la zona industriale di Montenero di Bisaccia. Entro maggio 2013 l’invaso sarà riempito nella sua piena capienza. Oltre a fornire acqua ed energia la diga sarà sfruttata anche a livello turistico. Attraverso un sistema idraulico innovativo, l’invaso avrà un livello di riempimento costante in tutto il periodo dell’anno. L’ottimizzazione dell’area circostante consentirà lo sviluppo delle attività sportive, di aree di sosta attrezzate e del parco giochi realizzato dalla provincia di Isernia.
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tenden e fatti persone DA PESCARA AL VATICANO Una delegazione di studenti dell’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato (Ipsias) Dino Ugo Di Marzio di Pescara è stata ricevuta in udienza da Papa Benedetto XVI in Vaticano. Il Pontefice ha nominato la storica scuola pescarese e ha salutato i circa cinquanta studenti scelti come rappresentanti di tutte le classi, dalla prima alla quinta. I ragazzi sono stati accompagnati dagli insegnanti: Roberta Degli Eredi, Federica Fantini, Rosalba Trapani e Paolo Di Blasio. Per gli studenti si è trattato di un incontro molto emozionante, condiviso con altre scuole provenienti da numerosi Stati europei.
NOTE MUSICALI AQUILANE ALLA STAZIONE TERMINI Nella ricorrenza del 6 aprile la Stazione Termini di Roma è stata la cornice di una significativa iniziativa il “Concerto del ricordo e della volontà di rinascita”, dedicato alla memoria di tutte le vittime del terremoto che distrusse L’Aquila il 6 aprile 2009 alle 3.32. Il concerto è stato eseguito dalla Simphonic Band del Conservatorio aquilano Alfredo Casella. Ospite d’onore la Fondazione 6 Aprile per la vita Onlus, quale segno d’omaggio alla memoria delle persone perite in quella tragica notte. L’evento è stato allestito grazie ad un accordo tra l’Associazione L’Aquila Siamo Noi, Grandi Stazioni S.p.A. e il Conservatorio Alfredo Casella. «Con questo concerto intendiamo onorare la memoria delle vittime del terremoto ed esprimere la volontà di rinascita di L’Aquila, attraverso l’impegno serio e disinteressato di tutte le persone di buona volontà», ha affermato Alfredo Ranieri Montuori, vice presidente dell’associazione L’Aquila Siamo Noi.
BANCA DELL’ADRIATICO, RINNOVATA LA FILIALE DI SILVI MARINA È stata rinnovata completamente la filiale di Silvi Marina di Banca dell’Adriatico, la banca del Gruppo Intesa Sanpaolo che opera in Abruzzo con 98 sportelli. Al taglio del nastro hanno preso parte Giandomenico Di Sante, presidente di Banca dell’Adriatico; Dario Pilla, direttore generale della banca e le autorità cittadine. La filiale - ubicata in via Rossi 1, angolo Rampa Fiume, e diretta da Claudio Concordia che coordina il lavoro di dieci colleghi - è una delle più importanti in provincia di Teramo e rappresenta un traguardo ulteriore nell’ampio programma di restyling della rete di sportelli con strutture ispirate a standard innovativi orientati alla relazione con la clientela. «Stiamo investendo sul territorio – ha dichiarato il presidente della banca Giandomenico Di Sante - per dare nuovi strumenti e opportunità di crescita all’economia locale, per mettere a disposizione di imprese e famiglie i servizi di una banca di prossimità».
IL RUOLO DELLE REGIONI DI MEZZO NELL’ERA DEL FEDERALISMO E DEI 150 ANNI DELL’UNITÀ D’ITALIA L’interesse mostrato nei confronti dell’incontro “Nel cuore dell’Italia. Integrazione, sviluppo e geopolitica delle regioni di mezzo”, tenutosi a Teramo, ha decretato che in Italia a 150 anni dall’unità accanto alla questione meridionale e a quella settentrionale esiste anche una questione centrale. Un dibattito pensato per iniziare una riflessione che metta in luce il valore culturale, le potenzialità turistiche e le prospettive di sviluppo delle regioni dell’Italia centrale e al quale ha partecipato anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che si è soffermato sul ruolo baricentrico delle regioni di mezzo all’interno della vita della Penisola. Di una integrazione infrastrutturale tra l’Abruzzo e il Lazio ha parlato l’assessore regionale ai Trasporti, Giandonato Morra, mentre il presidente della Regione, Gianni Chiodi, ha ribadito che «Ragionare in termini di area vasta e integrata è necessario affinché anche i territori più piccoli, come l’Abruzzo, possano attivare una progettualità più importante e attrarre maggiori risorse». A moderare l’incontro è stato il giornalista Salvatore Santangelo, che ha saputo legare gli interventi affinché si incastrassero in un progetto che si inserisce in uno scenario articolato che va dal federalismo all’Unità d’Italia.
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L’ASSESSORATO AL TURISMO DELLA PROVINCIA DI CHIETI IMPEGNATO NELLA FORMAZIONE DI FIGURE PER LA PROMOZIONE DEL TERRITORIO L’Assessorato al Turismo della Provincia di Chieti ha siglato un Protocollo di intesa con Adecco Formazione e Nexus Srl per progettare, promuovere e realizzare Corsi di Formazione finalizzati a formare nuove professionalità in ambito turistico. Nell’immediato sono in partenza 4 interventi formativi della durata di 240 ore ciascuno che hanno l’obiettivo di formare degli “Addetti al marketing e allo sviluppo del territorio e del turismo”. Le attività sono finanziate utilizzando i fondi Formatemp 2011, messi a disposizione da Adecco Formazione, e sono da ricondurre all’interno del più grande Progetto della Scuola Turismo della Provincia di Chieti. L’iniziativa dà seguito all’azione di sviluppo turistico promossa dallo stesso Assessorato mirante a valorizzare le risorse ambientali, culturali e paesaggistiche del territorio provinciale. I corsi sono rivolti a coloro che intendono acquisire competenze specifiche in merito ai processi di sviluppo del marketing turistico territoriale e inserirsi in qualità di esperti nelle diverse tipologie di aziende turistiche a supporto degli operatori e dei loro ospiti. A fine corso i partecipanti saranno in grado di coadiuvare le attività di promozione e commercializzazione dell’offerta turistica sui mercati locali, nazionali e internazionali; promuovere iniziative di sviluppo del turismo territoriale attraverso la creazione di reti. Le edizioni avranno luogo presso le sedi di Lanciano, Francavilla, Chieti e Ortona a partire dal 13 aprile 2011. Per iscrizioni e maggiori informazioni contattare Nexus Srl, Strada vic.le Torretta, Pescara. Tel. 085/4315267 - info@uditemi.it
PREZZI, L’AQUILA TRA LE CITTÀ PIÙ CARE Le 110 provincie italiane sono state oggetto di una indagine condotta dal Codacons e dal sito spesafacile.com per verificare dove risulti più conveniente fare la spesa. Dai dati è emerso che L’Aquila, tra i capoluoghi abruzzesi, è tra le città più care per acquistare il paniere fissato dal Codacons, mentre Teramo, è quello più conveniente, a seguire Chieti e Pescara. La ricerca è stata fatta prendendo in esame le offerte promozionali della grande distribuzione e analizzando la quasi totalità dei punti vendita presenti in Italia. Il sito spesafacile.com monitora, infatti, quotidianamente il 95% dei supermercati italiani. Il paniere preso in esame è composto da 28 beni, che rappresentano la spesa settimanale tipo di una famiglia media: latte, uova, pane, pasta, carne bovina e beni legati alla persona come sapone, detersivo e dentifricio.
LAVORO, 12,5 MIL DI EURO PER CIRCA 200 NUOVE IMPRESE Stimolare la voglia di impresa degli abruzzesi e in particolare di donne e giovani è l’obiettivo dell’assessore regionale al Lavoro, Paolo Gatti, che ha attivato un bando per 12,5 milioni di euro dedicati al finanziamento di nuove attività imprenditoriali avviate sia in forma di ditta individuale, sia di società (anche cooperativa) attraverso due percorsi alternativi. “Fare impresa” prevede circa 9 milioni di euro per favorire l’integrazione dei fuoriusciti dal mercato del lavoro, per agevolare l’occupazione dei lavoratori prossimi al pensionamento e per sostenere il lavoro autonomo e l’avvio di imprese da parte di soggetti fra i 18 e i 60 anni, rientranti in una o più delle categorie di disagio occupazionale. “Autoimprenditorialità femminile” riguarda lo stanziamento di 3,5 milioni di euro e ha lo scopo di migliorare l’accesso delle donne nel mondo del lavoro per ridurre le disparità di genere favorendo la nascita di imprese femminili caratterizzate da innovazione organizzativa, di prodotto o di processo.
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tenden e fatti persone
3 MIL DI EURO PER LA FORMAZIONE CONTINUA NELLE GRANDI IMPRESE Pubblicato il progetto speciale “Formazione continua per imprese medie e grandi”, finanziato con 3 mil di euro del Piano Operativo 2009/10/11 e del Fondo Sociale Europeo 2007/13. Il progetto si propone di sostenere la riqualificazione dei lavoratori delle aziende coinvolte in processi di riorganizzazione e ristrutturazione, mirati a evitare il licenziamento e rafforzare e consolidare le competenze manageriali degli imprenditori per rendere le strutture organizzative, interne alle aziende abruzzesi, più competitive, attraverso la formazione finalizzata ad innovare i sistemi e i processi aziendali. Sei aree tematiche di intervento: sicurezza sui luoghi di lavoro e salvaguardia dell’ambiente; sviluppo e innovazione organizzativa; innovazione tecnologica; competenze tecnico professionali; competenze gestionali e di processo; qualificazione e riqualificazione delle competenze professionali e di base.
UN ABRUZZESE NELLA SQUADRA DEL CANDIDATO ALLA PRESIDENZA NAZIONALE DEI GIOVANI IMPRENDITORI DI CONFINDUSTRIA L’Abruzzo potrà contare su un proprio rappresentante all’interno della squadra di presidenza dei giovani industriali. Sarà Alessandro Addari, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Pescara, ad assumere in caso di vittoria del candidato Jacopo Morelli la direzione dell’house horgan del movimento “Quale Impresa”. Un riconoscimento importante quello dato all’Abruzzo, che grazie anche al lavoro di mediazione svolto dal presidente regionale dei Giovani di Confindustria, Mauro Barnabei, ha fin da subito sposato il progetto di Morelli, lavorando fianco a fianco con lui nella redazione del suo programma. A rendere Morelli vicino ai giovani imprenditori abruzzesi sono le sue caratteristiche: 35 anni, fiorentino, titolare di una piccola impresa che opera nel settore dell’arredamento. È la prima volta infatti che un piccolo imprenditore del centro Italia riesce a competere, con i numeri dalla sua parte, per il posto più alto del movimento.
ABRUZZO, CITTADINI SEMPRE PIÙ POVERI Povertà ancora in aumento in Abruzzo: nel 2011 le persone in condizioni di disagio assistite dal Banco Alimentare sono diventate 32.920, con un incremento del 7,2% rispetto all’anno precedente. Questi indigenti sono assistiti mediante 193 strutture, cinque in più del 2010, convenzionate con il Banco, che quotidianamente raccoglie da aziende agroalimentari, grande distribuzione e Agea (Agenzia per Erogazioni in Agricoltura) le eccedenze alimentari e le distribuisce ai poveri della regione mediante una consistente rete di strutture convenzionate appunto (associazioni di volontariato, parrocchie, Caritas, enti assistenziali, case famiglia e mense dei poveri). «Sono numeri - commenta Luigi Nigliato, presidente del Banco Alimentare Abruzzo - che da un lato testimoniano il progressivo aumento di condizioni di povertà, dall’altro parlano della crescente sensibilità di aziende agroalimentari e grande distribuzione, che hanno capito l’importanza di combattere lo spreco donando le eccedenze e partecipando ad un’azione sociale di bene».
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l’Abru
o che produce
Giorgio De Fabritiis Presidente Confederazione Italiana Agricoltori Teramo
Agricoltura,
N
l’impresa dimenticata
ella stragrande maggioranza dei documenti ufficiali che si occupano di imprese ci si riferisce, essenzialmente, a quelle industriali, dell’artigianato o del commercio, ma mai a quelle dell’agricoltura. L’impresa agricola, nella mentalità comune, semplicemente non esiste. Quando si parla di agricoltura ci si riferisce essenzialmente ai contadini. A differenza di tutte le altre attività che diventano anonime, nel loro essere inquadrate come settori, per l’agricoltura vi è invece una personalizzazione: l’agricoltura non è un settore o meglio è un settore in cui l’elemento umano irrompe in maniera diretta. Non impresa, ma insieme di persone: i contadini. Se questo però denota, in qualche maniera, una differenziazione che dovrebbe conferire una connotazione positiva e unica al settore primario imperniandolo direttamente sulle persone a cui viene affidata la grande responsabilità di occuparsi dell’alimentazione umana, dall’altra ne determina anche una caratterizzazione negativa. Sembra che, appunto perché i contadini si dedicano alla produzione di alimenti, che loro, relegati in questo ruolo fondamentale per la vita, debbano essere sganciati da aspetti di carattere imprenditoriale come il reddito. Si ha la visione dei contadini come di missionari a cui viene affidato un compito fondamentale, quasi soprannaturale, per cui sembrerebbe blasfemo, nel loro caso, parlare di reddito d’impresa, di remunerazione o di progresso aziendale. Molti, in questa visione sacrale dell’attività del contadino, vorrebbero un ritorno all’antica, all’aratura fatta con i buoi, alla concimazione solo naturale, all’eliminazione dall’agricoltura della chimica e della meccanica e di qualsivoglia altra diavoleria che possa far apparire l’agricoltura come un settore produttivo anch’esso legato al reddito d’impresa. E spesso questa mentalità si diffonde anche nella programmazione della PA che mai si preoccupa di progettarne il futuro pensando che anche l’agricoltura deve fare bilancio ed avere un adeguato reddito d’impresa. Tutto questo poi, drammati-
camente, favorisce l’abbandono dell’agricoltura da parte dei giovani che non vi vedono la prospettiva di una vita dignitosa e con redditi sufficienti per poter avere le risorse adeguate per una vita pari, in termini di vivibilità, a quella dei loro colleghi occupati in altri settori di lavoro. L’agricoltura è una impresa, anzi è l’impresa per eccellenza perché si occupa della produzione primaria fondamentale per la sopravvivenza degli esseri umani e ad essa deve essere riservata un’attenzione particolare e favorire un adeguato reddito perché, se cosi non fosse e dovessimo registrare un arretramento delle produzioni agricole, significherebbe solo compromettere il futuro dell’umanità che invece richiede una sovrapproduzione agricola per rispondere all’aumento della popolazione a livello mondiale nei prossimi decenni. È bene che si continui a pensare all’impresa agricola come ad un’impresa speciale, se non altro perché è un’impresa che ha per tetto il cielo e per pavimento la terra con tutto quello che passa fra terra e cielo e ne determina il condizionamento produttivo, ma la specificità dell’impresa agricola non può essere disgiunta da un reddito idoneo per non comprometterne la sussistenza. Così come condividiamo, per la sanità, occupandosi della nostra salute, un costo particolarmente oneroso, lo stesso principio deve valere per l’agricoltura in quanto interessa la salute in modo prioritario rispetto alla sanità: solo una corretta alimentazione, infatti, può determinare un buono stato di salute. E questo ci riporta, però, a fare in modo che l’agricoltura, nel suo essere impresa primaria, lo sia anche da un punto di vista reddituale perché altrimenti continuerà un’emorragia degli agricoltori dai campi e questo avrà una ripercussione diretta, ma negativa, sulla vita degli esseri umani come nessun altro settore produttivo. L’agricoltura, quindi, non deve essere l’impresa dimenticata, ma l’impresa in cima ai pensieri di tutti perché l’agricoltura è sinonimo di vita e senza agricoltura, semplicemente, non può esservi vita
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Sede di Castiglione M. Raimondo Viale Umberto I 64034 Castiglione M.R. (TE) Tel. 0861/9941 Fax. 0861/994215
Filiale di Rosciano Via Roscio da Montechiaro 65020 Rosciano (PE) Tel. 085/8509142 Fax. 085/8509853
Tesoreria di Città S.Angelo C.so Vittorio Emanuele II 65013 Città S.Angelo(TE) Tel. 085/969343 Fax. 085/9699748
Filiale di Pianella Piazza De’ Vestini 65019 Pianella (PE) Tel. 085/972626 Fax. 085/971456
Tesoreria di Villa Bozza Viale Risorgimento 64030 Montefino (TE) Tel . 0861/996300 - Fax. 0861/996273
Filiale di Elice Contrada Sant’Agnello, 193/2 65010 Elice (PE) Tel. 085/9609006 Fax. 085/9609825
Filiale di Piane di Castiglione M. R. Fraz. Piane di Castiglione M. R.. 64034 Castiglione M.R. (TE) Tel. 0861/909150 Fax. 0861/909818
Filiale di Penne Circonvallazione A. Moro 65017 Penne (PE) Tel. 085/8278386 Fax. 085/8210200
Filiale di Marina Città Sant’Angelo Via Tito de Caesaris, 4 65013 Marina Città S. Angelo (PE) Tel. 085/9506431 Fax. 085/9506824
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nonsoloeconomia
Giuseppe Mauro Economista e Ordinario di Politica Economica
In Abruzzo,
timida ripresa dell’occupazione
L’
Istat ha pubblicato i dati relativi all’occupazione riferiti all’anno 2010. Prima di commentarli è bene esporli in maniera compiuta. Anzitutto il livello occupazione risulta essere esattamente uguale a quello del 2009: 494 mila unità lavorative. Il tasso di disoccupazione cresce dello 0,7%, passando dall’8,1 all’8,8% a seguito dell’aumento delle persone in cerca di occupazione, mentre qualche significativo spostamento si verifica dal lato dei settori produttivi. Infatti, il settore industriale perde circa 7 mila unità che vengono recuperati rispettivamente dal settore agricolo (2 mila) e da quello dei servizi (5 mila). Cosa significa tutto questo? La prima considerazione è abbastanza ovvia. Sembra che la caduta dell’occupazione si sia arrestata. Questo primo dato non va sottovalutato, in quanto in Italia e nel Mezzogiorno la riduzione dei posti di lavoro è proseguita anche nel 2010. In secondo luogo, è opportuno fare una distinzione tra l’attuale situazione è quella precrisi, ossia riferita al 2008. Da questo punto di vista il saldo appare ancora fortemente negativo, pari a -4,6%, il che fa pensare ad un quadro occupazionale ancora complesso e difficile. Inoltre, il settore terziario si caratterizza per le sue forti oscillazioni congiunturali, dovute alla presenza di una vasta fascia di precariato che segue da vicino l’andamento verso l’alto o verso il basso del ciclo economico. La ripresa non sembra dunque aver prodotto effetti positivi sul mercato del lavoro, e ciò in sintonia con quanto di recente ha evidenziato il Cresa, il Centro di ricerca delle Camere di Commercio, nella sua ultima indagine previsionale dedicata al settore manifatturiero. Sul sistema economico regna ancora incertezza
e i mercati stentano a riprendersi, comportando una dinamica poco sostenuta dei consumi e degli investimenti. Ne consegue che gli stimoli alla domanda globale sono scarsi e quindi un allungamento della crisi. Nel suo numero precedente, questa rivista ha giustamente messo in rilievo il dato positivo dell’export, cresciuto del 18,8% dopo la rovinosa caduta del 2009 (-31%), grazie alla presenza delle imprese multinazionali e alle nicchie di eccellenza presenti nel territorio. La questione è proprio questa: il sistema economico abruzzese ha al suo interno un segmento produttivo altamente competitivo, ma una dinamica interna piuttosto debole, a stento compensata dall’evoluzione della domanda interna. E questo andamento poco stimolante dei consumi è da attribuire, oltre alla crescita della cassa integrazione, alla crescita della disoccupazione, in particolare di quella giovanile. Quest’ultimo argomento meriterebbe una grande attenzione. I giovani non possono essere considerati un esercito immobile e poco utilizzato, ma costituiscono un punto di riferimento imprescindibile per creare ricchezza e un grande patrimonio su cui puntare per costruire il futuro dell’Abruzzo. Ecco perché l’emigrazione del 27% dei nostri laureati, come rileva la Svimez, presenta due facce della stessa medaglia: da un lato le famiglie e il sistema educativo investono sui giovani del territorio per portali al conseguimento della laurea e all’acquisizione di capitale umano, con il rischio che questo investimento venga vanificato e che produca effetti in altre regioni anziché in Abruzzo, dall’altro la loro fuga dalla realtà abruzzese riduce la presenza di competenze e abilità di cui l’Abruzzo ha assolutamente bisogno
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il punto
Mauro Di Pietro giornalista
Il motore immobile dell’Abruzzo
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e più di un abruzzese trova la sua prima occupazione in Molise, regione da sempre infelice protagonista delle classifiche, c’è qualcosa di patologico nei meccanismi di sviluppo dell’Abruzzo. E di inguaribile. Gli economisti, in qualche modo, ci hanno convinto del fatto che la regione non vive di processi propri, e che ogni ripresa è spinta da quella nazionale e che, quest’ultima, è trascinata da quella internazionale. Dunque, poiché gli indici economici presentano tutt’ora fattori di negatività, come per esempio l’occupazione giovanile, va da sé che la situazione abruzzese fa il paio con tutto questo. E tutti siamo assolti. Epperò, con tutto il rispetto per gli insigni economisti, la questione non può essere così liquidata, per effetto dello scaricabarile internazionale. Nessuna realtà può veramente crescere se non attraverso una propria forza oppositiva, che si caratterizza per valori, per programmi, per una precisa identità. Che ripresa potrà essere quella che soffierà in Abruzzo, quando soffierà, passando per i meridiani e paralleli mentre tutto il sistema politico, sociale, economico e culturale abruzzese se ne sta in panciolle, aspettando che altri si accollino la fatica delle riforme, della pianificazione, del rinnegamento di convincimenti sbagliati o eccessivi, anche e soprattutto quando questi hanno la forza di spazzare via clien-
telismi, modi di fare, illegittimità diffuse, un inesistente senso dei ruoli? L’obiettivo di una vera classe dirigente dovrebbe invece essere quello di creare le condizioni perché la domanda italiana e internazionale e l’offerta abruzzese si incontrino su un terreno di reciproca crescita valoriale. Invece constatiamo di non essere neppure in grado di prendere il lato buono di ogni fase critica, ovvero la riflessione sugli errori e la spinta ad agire. Con la conseguenza che saremo sempre un po’ più fragili, con un Abruzzo gonfio di false riprese economiche. È un po’ quel che accadde nella nostra regione quando negli anni settanta si cominciò a costruire la rete autostradale perché l’Italia aveva bisogno di dotarsi di moderni sistemi trasportistici. L’Abruzzo non poteva rimanerne escluso, nonostante qualche politico di quei tempi rivendichi per sé un risultato scontato. Il punto è che a quella spinta doveva seguire una visione della classe politica locale, che avrebbe dovuto creare i presupposti per moltiplicare i vantaggi di quei collegamenti autostradali, magari con la nascita di diffusi sistemi viari che avrebbero dovuto irraggiare l’intero territorio. Noi oggi paghiamo quell’assenza di carattere. Chi seguirà pagherà l’attuale cronicizzata assenza di pensiero e volontà della classe dirigente abruzzese. Ne sanno qualcosa i giovani migranti di ritorno, con la laurea nella valigia
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in primo piano » di Denia Di Giacomo ed Eleonora Lopes
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foto concesse dal Consiglio regionale d’Abruzzo
Unità all’italiana Il 17 marzo è passato da poco, ma continuano in Italia e in Abruzzo i festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia…
Un momento del Consiglio regionale solenne svoltosi nel Comune di Civitella del Tronto
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esteggiare o non festeggiare? Questo il problema. E se festeggiare significa rispolverare quell’assopito senso nazionalista tanto caro in altre regioni europee come ad esempio la Francia, non festeggiare significa dare man forte a tutta quella parte del paese che con sforzi cocenti cerca di convincere la maggioranza sul fatto che in realtà non siamo una vera nazione. Il “Sole24 Ore” ha dedicato a questo tema anche un sentito articolo di Stefano Folli dal titolo “Centocinquant’anni di Unità d’Italia. La trappola di credere che non siamo una nazione”, il giornalista scrive:” Tutti dicono fede-
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ralismo…Ma è evidente che il federalismo ha un senso solo se poggia su di un forte senso nazionale. Nel federalismo l’identità è più solida, non più debole… Cosa vuol dire? Che le polemiche sul passato sono folkloristiche, ma possono diventare pericolose quando nascondono l’intenzione di dividere gli italiani, lasciando filtrare l’impressione che l’Italia non è mai veramente nata e anzi è una costruzione artificiosa. Finché permane questa ambiguità, alimentata in particolare dalla Lega, il futuro è incerto. Il 17 marzo sarà un successo se sapremo riconoscere questo nodo cruciale e scioglierlo”. È stato un successo? Chi può
Alcuni rappresentanti della Regione con la bandiera dei 150 anni dell’Unità d’Italia
dirlo, possiamo solo dire con certezza che le manifestazioni, le riflessioni comuni, le sedute ufficiali, i convegni e molto altro ancora, sono stati numerosi in tutta la penisola e, alcuni più, altri meno, il senso di appartenenza ci ha senza dubbio accomunati.
… E l’Abruzzo s’è desto?
L’Abruzzo, come spesso accade anche per altre tematiche, non rientra certamente tra le regioni più menzionate sui testi di storia, e il processo di unificazione nazionale non fa eccezione. Si direbbe quasi una regione storicamente spenta. In realtà anche noi siamo stati intensamente coinvolti in quel frastornante senso di rivoluzione che contraddistinse il Risorgimento italiano, anzi, il professor Walter Cavalieri, docente di
storia e scienze umane al liceo scientifico dell’Aquila, in una intervista rilasciata al quotidiano Il Centro, ci ricorda che “esiste una sorta di prologo tutto abruzzese che annuncia la stagione del Risorgimento nazionale, la storia riporta infatti che nel 1841, quindi ben sette anni prima che avvenissero moti ben più famosi come ad esempio “Le cinque giornate di Milano”, L’Aquila si rese protagonista di una sommossa che avrebbe dovuto spodestare i Borboni ormai da tempo malvisti in quella che allora era Capoluogo di provincia, sede della Gran Corte Civile d’Appello e del Real Liceo degli Abruzzi”. «La rivolta aveva una ispirazione mazziniana, ma fu condotta senza una guida esperta, con obiettivi limitati e metodi settari tardocarbonari…», questo il racconto del professor Cavalieri, e così i moti aquilani furono aspramente repressi dall’esercito borbonico, ma i libri sembrano aver tralasciato totalmente questo sintomatico episodio. Altro passaggio sottovalutato è quello che vede nelle fortezza di Civitella del Tronto l’ultima roccaforte della potenza borbonica a piegarsi all’invasione piemontese. La fine del regno di Francesco II viene riconosciuta nella data del 13 febbraio 1861 con la caduta di Gaeta e con il suggellarsi della resa il 17 marzo, in realtà la fortezza di Civitella del Tronto era ancora sotto l’assedio delle milizie piemontesi e cadde solo il 20 marzo 1861, a ben tre giorni dalla già avvenuta proclamazione del regno d’Italia. L’evento non ha mai acquistato grande rilevanza storica cannibalizzato da passaggi più famosi, ma è proprio in quel nobile
EVENTI PER FESTEGGIARE INSIEME • I mercoledì del Risorgimento - La figura e l’opera di Panfilo Serafini dal 4 al 25 Maggio 2011, Saletta Palazzo Mazara, Sulmona (AQ) • L’Italia s’è desta (?) Dialoghi in Biblioteca sull’Unità 1861-2011 - dal 4 al 28 aprile 2011, Sala Figlia di Iorio, Palazzo della Provincia di Pescara (PE) • Mostra sull’Unità d’Italia - dal 3 al 18 maggio 2011, Museo “Porta della Terra”, San Salvo (CH) • Mostra sulla Pace e l’Unità d’Italia - 2 giugno 2011, piazza Papa Giovanni XXIII, San Salvo (CH) • Dai gigli al tricolore: il Risorgimento in Abruzzo Citeriore, dal 16 aprile al 1 maggio 2011, Palazzo Farnese, Ortona (CH) • Garibaldi e l’Unità d’Italia, dal 7 al 29 maggio 2011, Palazzo Farnese, Ortona (CH) • Musica, musicisti e strumenti musicali nelle opere risorgimentali. Garibaldi e l’unità d’Italia, dal 19 novembre al 18 dicembre 2011, Palazzo Corvo, Ortona (CH) • “Regioni e Testimonianze d’Italia”, dal 2 aprile al 3 luglio 2011, verrà realizzata nei luoghi del giubileo del 1911 a Roma: il Complesso del Vittoriano, Palazzo di Giustizia, Valle Giulia, l’area di Castel Sant’Angelo, nonché l’Aeroporto Leonardo Da Vinci (Terminal T3), Roma www.regione.abruzzo.it
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in primo piano Il pubblico presente al Consiglio regionale solenne
luogo che si svolse l’ultimo atto della nostra unità. A ricordo di questo, lo scorso 15 marzo, nella sala consiliare del Comune di Civitella del Tronto si è tenuto un Consiglio regionale solenne. Alla seduta erano presenti tutte le cariche istituzionali regionali più importanti, il presidente della Regione Gianni Chiodi, del Consiglio Regionale Nazario Pagano, i presidenti
delle quattro province, le autorità, numerosi sindaci, e inoltre il professor Raffaele Colapietra e il giornalista Marcello Veneziani in qualità di relatori. «Noi - ha dichiarato il presidente Chiodi nel corso del suo lungo intervento - in Abruzzo, al di là delle disquisizioni meramente filosofiche, abbiamo avuto una grande testimonianza dell’Italia “una e indivisibile” perché, in occasione del terremoto dell’Aquila di due anni fa, unico è stato il cuore e indivisibile la solidarietà dell’Italia intera. Il Paese si è stretto a noi, ha sofferto con noi, ha mostrato un altruismo ed un senso di fratellanza e comunità davvero encomiabili». Alla seduta è seguito l’alzabandiera con l’esecuzione dell’inno nazionale da parte della banda di Ancarano (Teramo), presso la Fortezza di Civitella del Tronto, che almeno in parte ha ottenuto la sua rivincita sulla storia.
» foto concesse dalla Fondazione Cantiere Abruzzo-Italia
“Un Risorgimento diseguale”
Questo il nome del convegno promosso da Fondazione Cantiere Abruzzo-Italia a Civitella del Tronto. All’incontro è stata anche presentata la ricerca “Il Mezzogiorno e lo sviluppo negato” condotta dall’economista Piero Carducci
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n convegno importante, quello organizzato dalla Fondazione Cantiere Abruzzo a Civitella del Tronto in occasione del 150esimo dell’Unità d’Italia. La due giorni è stata aperta dal presidente della Fondazione, il sen. Fabrizio Di Stefano, che ha spiegato il senso dell’iniziativa: rileggere senza retorica, in maniera critica e documentata, l’Unità nazionale dal punto di vista del Sud. La Fondazione ha presentato una documentata ricerca, in corso di pubblicazione, dal titolo significativo “Il Mezzogiorno e lo sviluppo negato”, coordinata e per buona parte redatta dall’economista Piero Carducci che si è avvalso della collaborazione di alcuni membri della Fondazione, tra i quali il giornalista Roberto Alfatti Appetiti. Al convegno hanno partecipato personalità di spicco della regione Abruzzo ed intellettuali di primo piano, come Pino Aprile,
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Giovanni Fasanella, Benedetto Valentino e Silvano Barone. Pur nella diversità degli spunti, i relatori si sono trovati d’accordo su alcuni punti cardine. Dopo l’unificazione l’economia del Mezzogiorno subì un vero e proprio tracollo. Contrariamente a quel che suggerisce buona parte dell’Accademia degli storici, il Mezzogiorno pre-unitario presentava livelli di reddito e di consumi pari se non superiori a quelli del Nord. L’impatto “senza rete” con l’economia di mercato, determinato dall’unificazione, è stata la causa scatenante del sottosviluppo del Mezzogiorno. Una società invasa delle merci del Nord, impoverita dall’esoso sistema fiscale piemontese, distrutta nelle industrie, derubata del tesoro del Regno (in valore attualizzato pari a 1800 miliardi di euro), spiazzata nella concorrenza internazionale a causa della repentina eliminazione
dei dazi interni, non sostenuta da flussi adeguati di spesa pubblica (destinati per il 75% al Nord), si avviò a diventare presto una società stabilmente sottosviluppata. La storia non può ripetersi, ma è lecito supporre che un’evoluzione graduale delle regioni del Sud, con il sostegno di politiche di coesione, verso l’economia di mercato, le avrebbe portate a mantenere livelli di sviluppo paragonabili a quelli del settentrione, salvandole dall’arretratezza strutturale determinata dalla subordinazione coloniale. Il sottosviluppo non è la conseguenza di politiche necessarie ed obbligatorie. Se, al contrario di quanto è avvenuto, il Mezzogiorno fosse stato difeso dal nuovo Stato italiano, se ci fosse stata una intelligente politica di valorizzazione delle tipicità meridionali, se il Mezzogiorno fosse stato trattato come stato fratello, non solo le vecchie industrie non sarebbero perite, ma altre sarebbero sorte, mettendo in moto un meccanismo autopropulsivo che avrebbe reinvestito nell’industria il notevole surplus agricolo. Un processo di sviluppo possibile, che avrebbe assicurato al Sud l’assorbimento di almeno una quota della manodopera espulsa dall’agricoltura. «Le cose non sono andate così – ha osservato Piero Carducci - ma così sarebbero potute andare. Il fatto che la ricerca di Cantiere Abruzzo dimostri che i divari Nord-Sud non esistevano nel momento dell’unità, e che sono cresciuti negli anni successivi, evince che il sottosviluppo non era l’unico possibile esito per il Mezzogiorno. La Questione Meridionale nasce nel 1861 ed è figlia della forma di Stato imperialista e coloniale che l’ha generata. I padri dell’unità hanno smantellato un sistema economico-sociale senza pensare alle conseguenze e senza creare le basi per un nuovo sviluppo dei territori del Sud su presupposti diversi». Il Convegno ha voluto riflettere serenamente sull’altra storia del Risorgimento e dell’Unità, senza mai discutere il valore politico dell’Italia unita, ma sottolineando la necessità di evitare che il dualismo territoriale porti, alla fine, alla creazione di “due Italie”. Lo sviluppo diseguale fu pianificato dal nuovo Governo Italiano, ovvero dal Governo Piemontese sotto diverso nome, che con una politica di sistematica spoliazione delle risorse del Sud, a favore della crescita accelerata del Nord, stabilì le priorità e le gerarchie territoriali della nazione nascente. Si abbia dunque il coraggio di svuotare la celebrazione dei 150 anni dalla vecchia retorica e di gridare la verità, fino ad oggi nascosta, offuscata, travisata. Solo proclamando la verità si potrebbe riprogettare un futuro di equità
Un momento del convegno
Da sinistra il giornalista Roberto Alfatti Appetiti e l’economista Piero Carducci
Il pubblico intervenuto al convegno
tra le diverse parti del paese, nella ricerca reale di una unità, che sarebbe genuina nel segno della solidarietà e della sussidiarietà. “Continuare sulla strada delle “due italie” - si legge nella ricerca - sarebbe uno strano modo per “festeggiare” i 150 anni di unità: lo sviluppo del Sud è possibile, perché cambiare la storia passata è compito della storia attuale, purché lo si voglia. Se si vuole dare credibilità allo slogan celebrativo dell’”Italia unita”, occorre quindi rivelare la verità storica: dopo 150 anni di politiche “unitarie” esistono “due Italie”. E che il federalismo al Sud non sia, come rischia di diventare, il federalismo dei debiti”
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in primo piano
«L’Italia è un’espressione geografica» A questa storica frase, si è ispirata la mostra organizzata dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. La mostra è realizzata in collaborazione con Banca Fideuram, Gruppo Intesa Sanpaolo
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a mostra aprirà a Torino, negli spazi della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, il 19 maggio per concludersi il 27 novembre 2011. Attraverso lo sguardo di venti artisti internazionali, la mostra racconterà la varietà del territorio italiano, esaltando le ricchezze e la specificità di ciascuna Regione. Ne emergerà un ritratto inedito del panorama sociale, politico e culturale dell’Italia dei nostri giorni. Un racconto delle meraviglie e delle contraddizioni che caratterizzano il nostro Paese, sempre in bilico tra tradizione e innovazione, storia e contemporaneità. Il 2 agosto 1847 lo statista austriaco Klemens Von Metternich scrisse, in una nota inviata al conte Dietrichstein, la famosa e controversa frase «L’Italia è un’espressione geografica». Partendo dalla definizione “Espressione Geografica“ la Fondazione San-
dretto Re Rebaudengo desidera riflettere su come oggi, in un mondo globale dove lo scambio fra le culture e le economie ha cancellato l’antico concetto di confine, la geografia di una nazione sia ritornata a essere un argomento estremamente attuale. «La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo intende ancora una volta sottolineare il proprio impegno a favore delle arti contemporanee più innovative, rafforzando il proprio ruolo di istituzione che mira al sostegno delle nuove generazioni di artisti e alla produzione delle loro opere. Ringrazio Banca Fideuram per aver creduto in questo progetto culturale e averne reso possibile la realizzazione». Questa la dichiarazione di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente dell’omonima Fondazione. Approfondiamo l’argomento con un’intervista all’ad di Banca Fidearum, Matteo Colafrancesco.
intervista a Matteo Colafrancesco ad di Banca Fideuram
La sua è una Banca che investe in cultura in un momento in cui la crisi regna e l’arte non ha un ritorno economico. C’è solo un impegno di valori che garantisca le finalità etiche o oggi conviene investire in cultura? «La partnership con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo è l’ultimo episodio di una storia che lega
Banca Fideuram alla cultura da molti anni. Abbiamo collaborato di recente con il Fondo per l’Ambiente Italiano sul versante della tutela del patrimonio artistico nazionale, l’Accademia di Santa Cecilia su quello della musica, ma anche partecipato a numerose mostre, dai Codici di Leonardo a Salvador Dalì. Per noi la cultura rappresenta innan-
Foto concesse da Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e da Banca Fideuram
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Michael Stevenson, The fountain of prosperity
zitutto un’opportunità di dialogo e confronto con la nostra clientela: organizziamo eventi dedicati con la partecipazione dei nostri private banker e dei loro migliori clienti e lo stimolo culturale ed artistico favorisce lo scambio, il confronto, l’approfondimento dei valori e delle emozioni di ciascuno. Il nostro modo di “fare banca” è improntato, in effetti, sul dialogo e la conoscenza delle peculiarità dei nostri clienti. Non limitarsi alle tematiche finanziarie o socioeconomiche offre la possibilità di ampliare l’orizzonte della relazione “private banker – investitore” e consente di rafforzare il legame, razionale ma anche emotivo, che li lega. La questione del ritorno economico è, come sempre per noi, una conseguenza e non una causa del nostro agire: l’investimento in arte ci consente di rendere più denso il legame con la clientela ed è naturale che quando cresce il rapporto di fiducia aumenti anche la fedeltà. Ma sono la nostra identità ed i nostri valori che guidano le nostre scelte, non di certo l’ossessione della redditività». Banca Fideuram sceglie di finanziare un progetto della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Come mai questa sensibilità verso un ente privato che ha un’offerta d’arte prettamente contemporanea nonostante la matrice storica dell’evento? «Abbiamo a lungo riflettuto su
quale tipologia di iniziativa sostenere nel quadro dei festeggiamenti dell’Unità d’Italia. Il progetto della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ci è subito apparso accattivante: in primis perché investiga il tema dell’identità nazionale con uno sguardo attuale, contemporaneo appunto, sul territorio italiano, le sue eterogeneità e la sua ricchezza. Avere il punto di vista di 20 artisti internazionali sulle 20 regioni d’Italia offrirà ai visitatori della Mostra una panoramica unica sull’identità culturale e territoriale dell’Italia odierna. Il secondo motivo che ci ha spinto a questa partnership è il legame privilegiato che ci unisce al territorio: siamo una banca di 6.000 uomini e donne che fanno della vicinanza al territorio il loro biglietto da visita. Operano nei luoghi dove sono spesso nati e cresciuti ed interpretano al meglio le esigenze di clienti a cui sono legati anche dalla vicinanza fisica quotidiana. Infine, per noi, aiutare a fare emergere nuovi talenti rappresenta una priorità aziendale: lo facciamo con la Mostra “Un’espressione geografica” così come lo facciamo in altri ambiti, per esempio con il progetto di inserimento in azienda di 700 neo laureati nel prossimo biennio». La mostra è composta da un
network di artisti stranieri, perché non scegliere un gruppo di artisti italiani per una mostra sull’Unità d’Italia? «L’italianità non può significare provincialismo. La storia d’Italia è fatta di costanti scambi “da” e “verso” il nostro paese. Affidare il progetto artistico ad artisti internazionali, dalla Nuova Zelanda al Messico, dalla Turchia alla Svezia, è un modo di affermare che l’identità nazionale si costruisce con l’aggiunta di energie nuove, non con il ritirarsi in riflessi protezionistici. È puntando sulla sua capacità ad aggregare talenti che l’Italia può continuare ad affermare la sua eccellenza nel mondo ed il destino naturale di questa Mostra è, anche, di vivere aldilà dei confini dell’Italia, ciò che farà già nel 2012. Infine, sono rimasto molto colpito dalla capacità di artisti provenienti da ogni parte del pianeta di intercettare elementi molto significativi, ma originali della nostra identità. Basta pensare che Michael Stevenson e Cornelia Schmidt-Bleek, che lavorano all’opera riferita all’Abruzzo, hanno scelto di realizzare una lunga corda fatta a mano, attraverso cui si indagherà il legame tra mondo animale e mondo umano per ripensare la relazione odierna tra natura e civiltà»
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L’artista che rappresenta l’Abruzzo Michael Stevenson, Art of the Eighties and Seventies
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ominciamo dalla fine. Vale a dire da un comunicato stampa pubblicato sul sito ufficiale della provincia di Teramo in cui si rende noto il riconoscimento dello stato di emergenza da parte del Governo per l’alluvione che ha colpito il territorio all’inizio di marzo. Catarra, il presidente della Provincia elogia la celerità delle Istituzioni: «Risposta sollecita e immediata: una virtuosa filiera istituzionale. Si tratta del primo passo». Allagamenti e smottamenti in tutta la provincia. Decine le strade chiuse, milioni i danni. Anche la rete idrica è in tilt, 100 automobilisti soccorsi, oltre 2 mila telefonate ai Vigili del fuoco. Scuole chiuse, traffico impazzito. Nei giorni successivi all’alluvione nella provincia di Teramo il bollettino dei danni si rivela subito pesante: la Pedemontana è franata in due punti e c’era un’auto rimasta incastrata nella voragine aperta nella zona di Paganini. Un altro cedimento c’è stato nella zona di Villa Ricci. La provinciale 17 che collega il capoluogo alla Val Vibrata viene chiusa; chiusi due ponti: quello fra Villa e Floriano di Campli e il ponte di Castelnuovo. Numerose le strade impercorribili sulle quali si sono riversate pareti di fango e terra. La costa è stata flagellata e in tutti i comuni si registrano allagamenti, sottopassi inagibili, sistemi fognari in tilt. Ammontano a 50 milioni di euro i danni ai depuratori, alla rete idrica e fognature, provocati dall’alluvione. È questa la prima stima fatta dalla Società Ruzzo Reti impegnata sul territorio per riparare le rotture e riapprovvigionare le zone rimaste a secco, appena dopo l’alluvione. A tempo di record è stato realizzato un nuovo attraversamento sul fiume Salinello, riportando acqua potabile nelle abitazioni di una parte di Tortoreto Alto e Mosciano, nelle 48 ore successive viene riattivato il tratto di condotta che rifornisce gran parte della Vibrata. A Pineto una prima stima parla di danni che ammonterebbero a circa 3 milioni di euro. La situazione più difficile è quella di Borgo Santa Maria, dove alle strade distrutte si sommano recinzioni divelte e scantinati, garage e abitazioni pieni di
Giuliante: «Con lo stesso maxiemendamento il Governo ha stanziato 80 milioni per il Veneto, è lecito aspettarsi lo stesso trattamento»
Miccadei: «Il territorio è, invece, ferito e noi ci muoviamo come se mettessimo cerotti sullo scafo del Titanic affondato»
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» di Alessio Pelusi
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foto concesse da Confindustria Teramo
Alluvione nel teramano: davvero inaspettata? Le abbondanti piogge di marzo hanno provocato danni molto consistenti soprattutto nella provincia di Teramo, tanto da veder riconosciuto lo stato di emergenza. Ma le autorità sapevano dei rischi che correva il nostro territorio. Ce lo racconta il geologo Enrico Miccadei, professore presso l’Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara
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fango. Un allarme importante lo lancia anche Coldiretti. In serio pericolo soprattutto le campagne in prossimità dei fiumi Vibrata e Salinello. Le piogge incessanti hanno reso inagibili molte strade poderali e, oltre ai danni diretti alle coltivazioni, si sono verificati smottamenti ed è stata stravolta la conformazione dei terreni agricoli. Le segnalazioni degli imprenditori sono state molteplici: sono andati sott’acqua centinaia di ettari di terreno. Il governatore Gianni Chiodi, durante la riunione con i sindaci delle zone alluvionate, convocata dal presidente Valter Catarra, annuncia che saranno stanziati 10 milioni di euro, il 60% utilizzando i ribassi d’asta delle opere pubbliche già appaltate e il 40% verrà dalla Protezione Civile. Continua Chiodi: «Stiamo lavorando perché in futuro si possa raddoppiare questa prima dotazione». Durante la riunione il problema della copertura finanziaria è balzato in primo piano a causa di un emendamento del decreto “milleproroghe” che sposta sulle Regioni parte del peso finanziario degli interventi in caso di calamità naturale. Chiodi a tal proposito ha affermato: «Abbiamo più di una ragione per sostenere che l’Abruzzo non ha altre risorse, anche perché sta già facendo fronte al piano di rientro sanitario. Inoltre, tutte le Regioni contestano il provvedimento assunto dal Governo e hanno aperto un confronto per modificare la normativa». L’assessore alla Protezione Civile Gianfranco Giuliante ribadisce: «Con lo stesso maxiemendamento il Governo ha stanziato 80 milioni per il Veneto, è lecito aspettarsi lo stesso trattamento». Questi sono solo alcuni dati e notizie che riguardano la catastrofe teramana, ciò che interessa, a questo punto, è capire come sia stato possibile. Le piogge sono state veramente un evento eccezionale e im-
Di Paolo: «Questa volta, dobbiamo realmente essere uniti e “fare squadra” perché non si tratta di un problema di poco conto, dobbiamo fronteggiare rapidamente una emergenza»
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LE RICHIESTE DI CONFINDUSTRIA TERAMO In un comunicato stampa dello scorso 10 marzo, Confindustria Teramo nella persona del presidente Salvatore Di Paolo, chiede che il presidente della Provincia, unitamente all’assessore alle Attività produttive, apra un Tavolo operativo di lavoro per condividere le azioni più idonee da portare avanti in favore del sistema delle imprese provinciali. «Questa volta, dobbiamo realmente essere uniti –ha detto Di Paolo- e ”fare squadra” perché non si tratta di un problema di poco conto, dobbiamo fronteggiare rapidamente una emergenza». • Contributo fino al 75% del danno per riparazioni e rottamazioni per le imprese che hanno avuto danneggiamenti agli impianti e alle strutture. Lo stesso contributo (75% del danno), si chiede che venga riconosciuto anche per danni a beni mobili. • Contributo non inferiore al 30% del danno per le imprese che hanno subito perdite di materie prime e/o prodotti finiti. • Sospensione del versamento dei contributi previdenziali per un periodo massimo di sei mesi e con possibilità di pagamento successivo in forma rateale. Tale misura consentirebbe alle imprese che hanno avuto danni di disporre di risorse finanziarie, da destinare alle riparazioni immediate per ripartire con l’attività produttiva. • Sospensione dei mutui per almeno dodici mesi. • Finanziamenti straordinari da parte del sistema creditizio, soprattutto quello locale, eventualmente garantiti anche dai Consorzi Fidi, da destinare al sistema delle imprese allo scopo di sostenere le spese per far fronte ai danni subiti.
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L’ALLARME DI CONFCOMMERCIO TERAMO
«Le istituzioni devono fornire risposte immediate. Il rimpallo di responsabilità, peraltro stucchevole, non serve a nulla: in questa fase abbiamo bisogno di celerità negli interventi e di un sostegno, forte, da parte di tutte le istituzioni». È un invito, anche piuttosto energico nei toni, quello che lancia Giammarco Giovannelli, vice-presidente di Confcommercio Teramo, alla luce dei danni e dei disagi prodotti dal maltempo nel teramano. A differenza di quello che si potrebbe pensare, infatti, a pagare dazio sono anche le strutture turistiche del litorale, in un frangente importante per la stagione turistica, oramai alle porte. «Non possiamo attendere i tempi burocratici per intervenire - sottolinea Giovannelli - la spiaggia è piena di detriti da rimuovere, i depuratori sono fuori uso, mentre la politica pensa ad individuare di chi sono le colpe. Non vogliamo sindaci lasciati soli e impossibilitati ad intervenire, cosa che invece andrebbe fatta immediatamente, anche perché il prezzo che si rischia di pagare, in termini di immagine e di fruibilità del territorio, è pesantissimo. Non è pensabile sentirsi rispondere che si attendono i soldi prima di intervenire. Gli enti, nel frattempo, devono far pressione sullo Stato, per ottenere dalla dichiarazione dello stato di emergenza, fondi utili per rimettere in sesto tutto quello che è stato danneggiato. Il testo unico degli enti locali (articolo 149) offre questa opportunità, relativamente alla possibilità di erogare risorse per eventi eccezionali, come questo, e il settore turistico attende risposte immediate. Inoltre, va creato immediatamente un coordinamento di emergenza, in modo da pianificare e risolvere le situazioni più critiche». Nel frattempo, la Confcommercio Teramo ha avviato una sorta di ricognizione con gli associati, per verificare lo stato delle varie strutture e dei danni subiti per effetto del maltempo.
prevedibile? Si poteva evitare il disastro? Per rispondere a queste domande abbiamo intervistato il professore e geologo, presso l’Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara, Enrico Miccadei. «É stata sicuramente una pioggia eccessiva, però è nella natura del pianeta terra. Alluvioni si ripetono periodicamente, può essere anche che si tratti di fenomeni su grande scala che non riusciamo ancora a capire, percepire, ma questo succede appunto in maniera naturale. Il territorio è, invece, ferito e noi ci muoviamo come se mettessimo cerotti sullo scafo del Titanic affondato». Continua spiegando che le leggi ci sono e che si fanno studi scientifici a livello internazionale per prevedere questi eventi, ma manca l’ascolto da parte delle stesse istituzioni che li commissionano. In più manca ed è invece fondamentale un coordinamento fra i comuni, le province, le regioni ed appunto gli enti di ricerca preposti. Ed aggiunge: «Immagina un fiume, chi sta sulla costa non sa nulla di quello che sta combinando chi sta a monte, e viceversa, ma il fiume è uno!». Il professor Miccadei, per chiudere, ci dice che già il 3 dicembre del 2010 aveva tenuto un convegno a Fossa (AQ), sul dissesto idrogeologico, presenti i rappresentati di tutte le province abruzzesi e della Regione, e aveva illustrato la situazione, grave, in cui versa il nostro territorio, affrontando queste tematiche nel dettaglio e mettendo in risalto la necessità di un maggiore coordinamento fra le parti: «Da rimarcare che un primo censimento lo avevamo fatto nel 1998»
Giovannelli: «Non possiamo attendere i tempi burocratici per intervenire, la spiaggia è piena di detriti da rimuovere, i depuratori sono fuori uso, mentre la politica pensa ad individuare di chi sono le colpe»
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» di Francesco Fravolini
Teramo non applica la tassa di soggiorno
Il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca
È in arrivo la tassa di soggiorno da 0,5 a 5 euro. I comuni capoluogo di provincia “potranno istituire, con deliberazione del Consiglio comunale, un’imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul proprio territorio”. Lagambiente, Federalberghi e Touring Club si dichiarano contrarie
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orna la tassa di soggiorno. I visitatori che volessero ammirare le bellezze italiane nei capoluoghi di provincia devono pagare un tributo commisurato al tempo di permanenza nella località. Se andiamo indietro con gli anni vediamo che un tempo, proprio per favorire lo svilup-
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po del turismo, lo Stato aveva abolito questa tassa che, tra l’altro, aveva oneri di riscossione molti alti. Oggi, invece, viene riproposta come sovvenzione al miglioramento delle infrastrutture della città, al fine di rendere sempre più efficienti e moderne le stazioni, i trasporti urbani, le strade, le piazze, le aree di parcheggio. Ma può essere un altro balzello con inevitabili conseguenze negative sul flusso turistico, senza tralasciare le pericolose criticità che potrebbero colpire tutto l’indotto economico del comparto turismo: musei, negozi di souvenir, alberghi, teatri, cinema, ristoranti, bar. Si palesa con estrema chiarezza la gravità del provvedimento economico, nelle dichiarazioni dei protagonisti del settore. La tassa di soggiorno, uno dei primi atti del federalismo fiscale, scatena reazioni contrastanti da parte di tutti gli operatori del comparto economico. Maurizio Brucchi, sindaco di Teramo, interviene sul provvedimento fiscale, con una coraggiosa decisione volta a neutralizzare gli effetti negativi dell’imposizione fiscale. «Teramo non applicherà la tassa di soggiorno – spiega il sindaco - dal momento che, secondo questa Amministrazione comunale, potrebbe determinare una riduzione dell’afflusso turistico. Stiamo lavorando molto sul turismo per la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, con la riapertura dei siti archeologici che si trovano sul nostro territorio». Ma restano i problemi legati al provvedimento fiscale, con inevitabili ricadute negative sul settore economico. «Il comparto turistico si afferma con fatica – dichiara Luigi Rambelli, presidente di Legambiente turismo – sono molte le difficoltà da superare per invertire la rotta, le città turistiche vedono la riduzione dei fondi disponibili. Il funzionamento dei Comuni e dei servizi richiede spese che i Sindaci non sanno più come coprire. La gestione delle casse comunali si presenta più difficile e problematica: lo Stato taglia i soldi ai Comuni, c’è il rincaro delle bollette di acqua, gas, rifiuti ed energia, non si vedono servizi migliori, i proventi di urbanizzazione e l’Ici sulle seconde case calano per il crollo del mercato immobiliare. Una tassa sui pernottamenti in città affidata agli albergatori – incalza Rambelli può incoraggiare tendenze già presenti ad alloggiare altrove. Proporre un balzello sugli arrivi, anche solo per qualche ora, senza controllare in quali casse comunali finisce il pagamento è veramente azzardato. Le persone, turisti oppure pendolari, sono spesso decine di migliaia ogni settimana, molti arrivano in treno e proseguono in autobus o a piedi. Come si pensa di controllare l’accesso alla città, magari introducendo
tornelli e guardie agli ingressi? Il rischio è quello di spendere più soldi di quelli che si incassano. Accanto ad una maggiore oculatezza nella spesa, forse un riordino di questa materia che tenga conto anche delle entrate dei Comuni non guasterebbe certamente, sarebbe più corretto e praticabile». Duro monito del presidente della Federalberghi sulla tassa di soggiorno, inserita dal Governo nelle misure del federalismo fiscale municipale. «È una nuova tassa a carico di chi viaggia – commenta Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi-Confturismo – e pernotta fuori casa non solo per vacanza, ma anche per lavoro o per motivi di salute. Una simile imposizione fiscale, richiesta dai Comuni e favorita dal Governo, rischia di
Il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi
«Teramo non applicherà la tassa di soggiorno – spiega il sindaco – dal momento che, secondo questa Amministrazione comunale, potrebbe determinare una riduzione dell’afflusso turistico» servire solo a ripianare le languenti casse municipali, potrebbe inferire il colpo mortale a quelle migliaia di imprese ricettive che dopo due anni di crisi drammatica, senza alcun piano strategico di rilancio dell’immagine turistica dell’Italia nel mondo, prive di alcun intervento di sostegno, dovrebbero subire un aggravio privo di logica. È chiaro che colpisce unicamente le imprese ricettive, creando ulteriori danni all’economia del Paese ed all’occupazione, che nel solo 2010 ha subito una flessione del 2,4% di lavoratori. Condividiamo la necessità che il Paese si modernizzi
Il comma della legge sul federalismo fiscale riguardante la tassa di soggiorno “Imposta di soggiorno. Comuni capoluogo di provincia, unioni di comuni e comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d’arte potranno istituire un’imposta di soggiorno a carico di chi alloggia nelle strutture ricettive del proprio territorio. L’imposta sarà applicata con gradualità, fino a un massimo di 5 euro per notte di soggiorno, in proporzione al prezzo. Il gettito è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali. La disciplina generale dell’imposta di soggiorno sarà dettata da un regolamento da approvare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo sul federalismo. I Comuni possono anche disporre ulteriori modalità di applicazione del tributo, con la possibilità di esenzioni e riduzioni per fattispecie particolari o per determinati periodi di tempo. In caso di mancata emanazione del regolamento i comuni possono comunque adottare gli atti previsti dall’articolo”. (Estratto da “Il Sole 24 Ore”).
- conclude Bocca – l’avvento del federalismo fiscale è sicuramente un passaggio fondamentale, ma non possiamo non stigmatizzare come la strada imboccata dal Governo e dalla Bicamerale sul federalismo sia un angusto vicolo cieco, contro il quale rischia di andare a sbattere uno dei pochi settori realmente produttivi dell’Italia». L’ennesima presa di posizione al provvedimento fiscale arriva dal Touring Club Italiano. «Non c’è alcuna prevenzione ideologica da parte nostra – commenta Franco Iseppi, presidente del Touring Club Italiano – nessuna obiezione di principio alla tassa di soggiorno se questa si confermasse esclusivamente finalizzata al miglioramento dell’offerta turistica, non a copertura dei deficit di bilancio. La tassa dovrebbe inserirsi in una politica di valorizzazione territoriale che si possa trasformare in obiettivi concreti e realizzabili come la riqualificazione dell’efficienza urbana, l’apertura di un museo»
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in primo piano » di Valeria Tinari
Federalismo Municipale: inevitabile, ma ancora troppe contraddizioni Oltre a modificare nettamente i rapporti tra comuni e Stato in termini finanziari, il federalismo municipale pone la questione dell’adeguatezza delle classi dirigenti regionali e spinge i cittadini ad essere più critici nei loro confronti Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti
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on l’approvazione del 3 marzo 2011 il decreto legislativo sul federalismo municipale ha segnato il passaggio dalla finanza derivata a quella autonoma, sostituendo oltre 11 miliardi di trasferimenti statali annui (assegnati in base al criterio della spesa storica) con tributi propri e compartecipazioni. In altri termini, il nuovo sistema cancellerà il meccanismo dei fondi trasferiti ed attribuirà ai comuni il potere di far ricorso alla leva fiscale attraverso misure quali ad esempio la cedolare secca sugli affitti, una nuova imposta municipale (IMU), una tassa di soggiorno, una rimodulazione dell’Irpef. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha ribadito che «il federalismo non è solo una questione di soldi, ma di coscienza civile, perché educa i cittadini a giudicare direttamente l’operato degli amministratori e quindi a premiarli o penalizzarli al momento del voto». Ne abbiamo parlato con Antonio Centi, presidente di ANCI Abruzzo.
intervista a Antonio Centi
presidente dell’ANCI Abruzzo
Qual è la sua opinione riguardo al federalismo municipale? «La svolta federalista è inevitabile, è la storia che ce la impone. Indubbiamente richiede un adeguamento degli strumenti che normalmente hanno guidato l’attività delle istituzioni locali: è necessario che i comuni acquisiscano una cultura specifica che è ben diversa rispetto ai loro tradizionali rapporti con lo Stato centrale. Si tratterà di passare dalla tradizione dei fondi trasferiti a quella dei fondi che si acquisiscono direttamente sul territorio attraverso politiche specifiche. È una cultura che nei comuni si stava diffondendo positivamente attraverso l’ICI, il cui riassorbimento per effetto di scelte governative ha fatto retrocedere questa progressione culturale dei comuni rispetto alla capacità specifica locale di acquisire risorse: è stato un tornare indietro rispetto alla cultura del federalismo, che adesso riparte attraverso una nuova imposta municipale, l’IMU». Con il sistema tributario municipale, l’attività degli enti locali sarà semplificata o aggravata? «Inizialmente verrà complicata. D’altronde esistono ancora troppe contraddizioni: basti pensare ai vincoli posti dal patto di stabilità, che troppo spesso impedisce di spendere liberamente le risorse acquisite.
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Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei Deputati
Un patto che deve essere ricontrattato dall’Italia a livello europeo, altrimenti rischia di diventare un macigno, oltre che un paradosso. In altri termini, perché funzioni e semplifichi l’attività dei comuni, il federalismo municipale ha bisogno di una serie di misure collaterali che lo esaltino». Parlando dell’Abruzzo, come vede il futuro dei numerosissimi comuni con esigua popolazione? «Il federalismo municipale prevede che i comuni acquisiscano risorse essenzialmente assorbendole dal sistema immobiliare e nei piccoli centri la vivacità immobiliare è modestissima, in alcuni casi pressoché inesistente. Uno studio effettuato dall’ANCI per tramite di un suo istituto specifico chiamato IFEL (Istituto Finanziario Enti Locali) ha rilevato che, in Abruzzo, soltanto la città di Pescara otterrà miglioramenti rispetto alla sua condizione attuale, la stessa L’Aquila sarà penalizzata essendo in questo momento il mercato immobiliare molto diverso rispetto a prima del terremoto. Per questa ragione, l’ANCI si è battuta per il mantenimento di un fondo di perequazione che consenta
ai piccoli comuni di sopravvivere». Ritiene che questa riforma possa potenziare la possibilità di mettere a frutto il patrimonio spesso trascurato o messo a reddito in maniera inadeguata? «Il federalismo municipale spinge alla cultura del comune manager e ci sono molti beni che potrebbero essere valorizzati anche in termini economici. Questa operazione può costituire una spinta in questo senso, ma se si resterà all’interno di una logica burocratica di tipo tradizionale, gli effetti di modernizzazione e avanzamento che esso potrebbe generare (pensiamo al maggior controllo democratico sulle somme acquisite e spese, ma anche al vantaggio che i comuni potranno ottenere dalla lotta all’evasione fiscale condotta al fianco dell’agenzia delle entrate) tenderanno a non manifestarsi». Parliamo della ventilata ipotesi di aggregazione dei comuni di Pescara, Montesilvano e Sambuceto. È una scelta riconducibile alla riforma sul federalismo municipale? «Dietro questa ipotesi c’è senz’altro una logica di razionalizzazione dei
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costi della politica e questo ha indubbiamente un suo valore. Eppure, oltre al risparmio, io non credo che l’accorpamento possa essere utile perché i comuni che vorrebbero unirsi sono tutti territori così ricchi di opportunità da rischiare di rimanere un po’ soffocati, di avvilirsi all’insegna di un unico coefficiente di coordinamento. Vale la pena, allora, di dimezzare i costi della politica se si rischia di deprimere i protagonismi, talvolta molto accesi, di questi comuni?». Possiamo, dunque, ipotizzare che si tratti di una scelta meramente politica? «Potrebbe significare questo: potrebbe significare la volontà di originare un agglomerato talmente forte da diventare un grande magnete abruzzese. C’è da chiedersi se convenga all’assetto regionale, fatto anche di zone interne non baciate dalla fortuna della fascia costiera, disporre di un magnete così potente ed attrattivo da riuscire quasi a bilanciarsi con l’ente regionale a danno del resto del territorio abruzzese. È a rischio l’intero equilibrio economico regionale»
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in primo piano » di Alessio Pelusi
Superare la crisi? La finanza ci aiuta Intervista a Sandro Zincani, professionista nella consulenza strategica per l’alta direzione, che propone alle aziende come affrontare questa lunga crisi attraverso la Finanza Innovativa d’impresa
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ntervista a Sandro Zincani, consulente, fondatore e amministratore di un rinomato Studio di Consulenza Strategica per l’Alta Direzione, con un MBA nell’Università di Oxford. Zincani, grazie alla grande esperienza professionale nell’ambito della Consulenza Finanziaria e Strategica, con particolare attenzione alle operazioni di Finanza Straordinaria e Agevolata d’Impresa, Corporate Restructuring (Ristrutturazione dei Debiti), “turnaround” per aziende in crisi e Project Financing, può fornire ottimi consigli riguardo agli strumenti a disposizione delle medie e piccole aziende, per superare questo periodo di crisi e cambiamenti.
intervista a Sandro Zincani
fondatore e amministratore dello Studio di Consulenza Strategica per l’Alta Direzione Quali sono, oggi, gli strumenti che le piccole e medie imprese possono adottare per uscire dalla crisi? «Per tutte le PMI il minimo comune denominatore per uscire dalla crisi è rappresentato dalla spinta verso l’innovazione sia dei servizi, che dei prodotti, quindi, la realizzazione di nuovi investimenti e la riorganizzazione della struttura». Quali alternative possono essere utilizzate per aziende in cerca di capitali? «Innanzitutto, la Finanza agevolata, ovvero il reperimento delle risorse finanziarie a condizioni
agevolate sia in termini di tasso che di Fondo Perduto. Molte aziende, però, rimangono deluse da questo tipo di opportunità, perchè per avere successo nel finanziamento dei progetti, occorre una chiara realizzazione di documenti programmatici. Infatti, i bandi per l’accesso a tali fonti risultano particolarmente complessi, al punto tale che buona parte delle domande non vengono accolte, poiché presentano errori di compilazione (legati alla difficile interpretazione dei requisiti richiesti). C’è da considerare, inoltre, che, dall’analisi della
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programmazione totale dei fondi comunitari, risulta che l’Abruzzo ha impiegato appena il 7,9% delle risorse con una capacità di spesa del 3%. È il risultato peggiore in assoluto in Italia nel periodo 20072013, che migliora solo prendendo in considerazione il periodo 20072010. La situazione si fa disastrosa con riferimento al FSE (Fondo Sociale Europeo) con l’Abruzzo fermo a una spesa certificata dello 0,1% del totale». In caso si dovesse intervenire in un percorso di ristrutturazione del debito, quali sarebbero le soluzioni migliori? «Esistono delle agevolazioni anche per il consolidamento del debito a livello nazionale, la cosiddetta moratoria del debito. Vale a dire, proporre alle Banche una rimodulazione del debito/credito sulla base di un business plan attendibile, costruito su principi prudenziali». In un periodo di crisi come questo, perchè un’azienda dovrebbe intraprendere un’operazione di turnaround e non solo di consolidamento del
debito? «La ristrutturazione finanziaria di una società in crisi può essere messa in atto per problemi finanziari, immobilismo gestionale, ricambio generazionale, mutamento dello scenario competitivo etc. Ma la prima cosa che deve essere fatta, se si vuole che l’operazione abbia successo, è voltare repentinamente pagina rispetto alla precedente gestione». Si sente sempre più spesso parlare di Project Financing, può spiegarci di cosa si tratta? «È uno strumento finanziario per lo sviluppo delle infrastrutture pubbliche mediante il coinvolgimento dei capitali privati. Una forma di Partenariato Pubblico Privato, caratterizzato dalla mancanza di oneri finanziari per l’Amministrazione Pubblica. L’investitore privato permette sia di colmare il divario tra risorse pubbliche disponibili e necessità di finanziamento per un progetto di utilità collettiva, sia di conseguire obiettivi di efficienza operativa e finanziaria nella realizzazione di opere complesse. Il ruolo del privato, in termini operativi e
finanziari, è pertanto funzione delle responsabilità operative che il pubblico, in virtù del proprio ruolo istituzionale, è chiamato ad (o vuole) assumersi. Per quest’ultimo motivo, però, data la scarsa fiducia dei privati nei confronti del pubblico, non si riesce a sfruttare a pieno questo strumento». Quali strategie sono indispensabili alle piccole e medie imprese per poter crescere? «Essere pronti a rischiare! Vorrei ricordare che negli Stati Uniti non è un disonore aver subito un fallimento (non fraudolento, si intende), ma viene considerato come esperienza. In Italia, senza rischiare il fallimento, è sufficiente che si stabiliscano degli obiettivi e si elabori un piano operativo per raggiungerli. Tutto ciò sapendo che non basta un’idea nella testa dell’imprenditore, ma è essenziale un piano di sviluppo che quantifichi le risorse necessarie, indichi le modalità di reperirle e il modo in cui avverrà l’implementazione. Essere pronti sia ad investire, sia a disinvestire»
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in primo piano » di Laura Tinari
Politica delle quote:
un “male” necessario Da sempre dividono le donne tra favorevoli e contrarie, ma di fronte alle continue ed eccessive discriminazioni non c’è colore che tenga, neanche il “rosa”
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L’
approvazione in Senato del ddl bipartisan, firmato da Lella Golfo del Pdl e Alessia Mosca del Pd, sulle quote rosa nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali delle società quotate e a partecipazione pubblica, apre nuovi scenari nel percorso di “maturità” delle donne. Il provvedimento, che tornerà in terza lettura alla Camera, così come approvato, prevede l’introduzione della percentuale di un quinto di donne nel primo mandato compreso tra il 2012 e il 2015, per entrare poi a regime con il 30% nel secondo mandato 2015-2018. Questa gradualità può mettere al riparo dal rischio maggiore legato all’imposizione per legge: ritrovarsi con cda composti da una schiera di amiche, figlie, fidanzate e fedelissime, spesso non competenti, entrate solo per rispondere ad un obbligo di legge, appunto. In un paese come l’Italia in cui la percentuale di donne in queste aziende è oggi pari al 5%, il passaggio nel giro di pochi mesi al 30% poteva davvero significare correre un rischio. Una richiesta questa fatta da Confindustria, che insieme ad altre sigle come Abi e Ania, ha inviato una lettera congiunta alla commissione Finanze del Senato sollecitando «un’opportuna gradualità nell’applicazione dei nuovi criteri funzionali all’equilibrio tra generi» e fissando al 2021, ossia fra ben 10 anni, la sua attuazione. Una tempistica forse un po’ troppo dilatata. Ma le quote non vanno viste come una forzatura in termini assoluti, bensì come strumento correttivo temporaneo, necessario a generare un cambiamento anche e soprattutto di tipo culturale, perché questo è il vero problema dell’Italia: una cultura economica e politica homocentrica. La parola merito, oggi, se pur nell’epoca delle raccomandazioni, poco ha a che fare con il meccanismo
delle quote: molte donne sono, infatti, più preparate e impegnate degli uomini, che ben lo sanno! Essere meritevoli vuol dire essere validi nel mettere in campo la propria professionalità e le proprie competenze, indipendentemente da questioni di genere. Questo tipo di politiche correttive andrebbe però coadiuvate da altre più generali che riguardano l’intero mondo del lavoro, come quelle in materia di concilia-
Susanna Camusso
Emma Marcegaglia
Le quote non vanno viste come una forzatura in termini assoluti, bensì come strumento correttivo temporaneo, necessario a generare un cambiamento di tipo culturale zione dei tempi di vita lavorativa e familiare. Occorre dunque un sostegno basato su un cambiamento nel modello sociale, perché la parità di accesso al mondo del lavoro dovrebbe tradursi prima di tutto in parità di punti di partenza e questa la si raggiunge solo attraverso azioni di supporto, che permettano alle donne di partecipare alla vita economica o politica con più tranquillità. Spetta, infatti, a politiche conciliative sgravarle da molti impegni familiari, essendo affidata principalmente a loro la cura dei figli, dei genitori e della casa. In Europa diversi sono i precedenti che vanno in questa direzione: la Norvegia per prima nel 2003 ha fissato al 40% la quota di donne nei cda, seguita nel 2007 dalla Spagna e poi dall’Islanda, mentre la vicina Francia ha adottato il provvedimento lo scorso gennaio, approvando una legge che entro il 2017 porterà al 40% le donne dei cda nelle maggiori società quotate in borsa. Resta comunque quello della Norvegia
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in primo piano
l’esempio che meglio riprende il ragionamento, perchè in questo Paese sono già visibili i risultati connessi ad un cambiamento di cultura: oggi su dieci direttori quattro sono donne. In generale, in tutti i paesi scandinavi il welfare è vicino alle donne e ora gli effetti delle politiche messe in atto nel corso degli anni sono decisamente visibili, tanto che le donne impegnate nell’impresa o in politica, perché il principio è sempre lo stesso, raggiungono quasi il 50%. Le norme legate al meccanismo delle quote sono infatti da leggersi come un mezzo e non come un fine, ma soprattutto devono essere transitorie: nascere come nascono in genere le leggi, ossia con l’obiettivo di correggere un difetto o per rispondere ad un bisogno, per poi essere eliminate quando il difetto è stato corretto e quindi la norma non ha più motivo di essere. Se pur inizialmente contrarie, anche le due donne ai vertici di Con-
findustria, sia la presidente Emma Marcegaglia che la presidente dei giovani imprenditori, Federica Guidi, hanno dovuto ammettere che una scossa, anche sotto forma di legge, doveva esserci, perché l’unica strada oggi appare proprio quella di demandare un cambio di direzione allo strumento legislativo. Altra faccia della medaglia però riguarda la diffidenza delle donne nei confronti di questi mondi, perché se da un lato è reso loro difficile rompere il cosiddetto soffitto di cristallo, dall’altro questo soffitto di cristallo sembra essere nella loro testa, rendendole incapaci di provare forti ambizioni al pari degli uomini. A mio avviso tutto resta sempre legato ad un problema culturale, proprio delle regioni neolatine, nelle quali tuttavia nell’ultimo decennio si stanno prendendo decisioni che vanno nella direzione di un cambio di mentalità e di passo
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Il commento di Federica Chiavaroli, imprenditrice e consigliere regionale C’è ora da chiedersi se le quote rosa facciano davvero bene alle donne. Forse no. Perché a ben vedere sono uno strumento controverso che non è certo che raggiungerà i risultati sperati. Però possono aiutare – momentaneamente, o meglio, transitoriamente – a sollevare un problema e a tamponarlo. In attesa che a cambiare sia la mentalità diffusa, non solo degli uomini, ma anche delle stesse donne. Il via libera alla legge fotografa, infatti l’immagine di un Paese bloccato, che non concede spazio ai talenti. E questo vale per le donne, ma vale anche per i giovani. Vale per le aziende, ma vale anche per la politica. Vale per qualsiasi ruolo chiave. Perché questo immobilismo, al di là di antistoriche battaglie sulla parità, si risolve in conservatorismi e arretratezze, che non giovano al futuro del paese e alla sua crescita. In questo quadro, dunque, la scelta di ricorrere alle quote rosa imposte per legge non è la soluzione, ma almeno è un primo passo. Perché fare qualcosa è comunque meglio che lasciare le cose come sono. Fatta la legge, dunque, la parola ora passa alle
istituzioni locali. Regioni, Province, Comuni. È qui che deve cominciare la vera rivoluzione. Perché dire quote rosa significa dire tante cose: flessibilità, conciliazione, sgravi fiscali. In una parola: opportunità. Che consentano alla donna di poter lavorare, coniugando le esigenze della carriera con quelle della famiglia.
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in primo piano
» di Eleonora Lopes
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foto di Simone Cerio
Addio a Gabriele Evangelista, “l’artigiano imprenditore” È scomparso recentemente il fondatore di Evangelista Gomme, Gabriele Evangelista. Oggi l’azienda è guidata dai suoi due figli, Massimo e Marco che dal papà hanno ereditato la voglia di lavorare e crescere
È
scomparso all’età di 72 anni l’imprenditore Gabriele Evangelista, considerato a Montesilvano, “il re dei pneumatici”. Ma lui, un uomo umile e soprattutto un grande lavoratore, amava definirsi un semplice artigiano. Il sig. Gabriele iniziò a lavorare a 14 anni, prima come dipendente e poi a 19 anni si mise in proprio. La classica storia del “self made man”. Un imprenditore instancabile, (bastava vedere le sua mani per capire davvero la fatica quotidiana di tutti questi anni) un uomo sensibile, un vero lavoratore con la passione per le macchine d’epoca, ma soprattutto una persona di grande cuore. Abruzzo Impresa nel numero di luglio 2010 gli dedicò la copertina e il ricordo più bello di quell’intervista fu la commozione del sig. Gabriele quando raccontò la storia di un ragazzo sulla sedia a rotelle, a cui tantissimi anni fa, sostituì le ruote della sua carrozzina che nessuno voleva cambiargli. E il volto felice di quel ragazzo ancora lo commuoveva. Gabriele Evangelista iniziò questo mestiere quasi per caso, aveva solo 14 anni quando un giorno passeggiando in bicicletta, si fermò davanti ad un gommista
e attratto dal mestiere chiese se era possibile fare un po’ di pratica. Da questo momento iniziò il suo percorso da dipendente che durò 5 anni. «Lavoravo 14 ore, -dichiarò Gabriele nell’intervista- anche la domenica mattina. Ma non mi sono mai lamentato». A 19 anni, passione, determinazione e tanto coraggio lo spinsero a mettersi improprio. Da questo momento iniziò la storia dell’azienda che in tutti questi anni, alternata da momenti duri e difficili, è riuscita a diventare leader in Abruzzo nel settore pneumatici. Durante la sua vita, l’imprenditore si è impegnato per la promozione dei motori e nei raduni di auto, dalle vecchie Fiat 500 ai bolidi Ferrari, sue grandi passioni. Oggi Evangelista Gomme è guidata dai suoi due figli, Massimo e Marco. Massimo si occupa di gestire l’amministrazione e in particolare delle vendite e della campagna acquisti, Marco invece è responsabile dell’officina. Due ragazzi giovani e in gamba, che hanno ereditato dal padre la voglia di lavorare con serietà con l’obiettivo di ottenere la massima soddisfazione del cliente. Oggi i due eredi, guidano brillantemente l’azienda Evangelista Gomme. A loro va il nostro affettuoso abbraccio
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in copertina » di Eleonora Lopes
FISIOTER
DA 30 ANNI L’ECCELLENZA NELLA RIABILITAZIONE 58
» foto di Andrea Del Cotto
Nata nel 1981 per iniziativa della dottoressa Giovanna D’Innocenzo, oggi Fisioter, con sede a Montesilvano, è un centro di riabilitazione e fisiokinesiterapia privato di altissima qualità, accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale. Direttore Sanitario della struttura è la giovane dottoressa Serena Columbo. Una gestione tutta in rosa
F
isioter è un centro di riabilitazione e fisiokinesiterapia privato, accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale dal 1981. È nato per iniziativa dell’intraprendente dottoressa Giovanna D’Innocenzo, da sempre vicina alle problematiche relative alla disabilità in diversi ambiti e che ha operato, come dirigente, presso importanti realtà sanitarie regionali e nazionali. Con il passare degli anni il Centro Fisioter ha saputo guadagnarsi sempre maggior fiducia da parte degli utenti, conquistando un ruolo di eccellenza in ambito sanitario riabilitativo. Ad oggi il Centro vanta: la certificazione della qualità ISO 9001/UNI EN ISO 9001:2008; l’autorizzazione definitiva all’esercizio dell’attività sanitaria ai sensi della L.R.32/2007; è in attesa dell’accreditamento definitivo con il SSN nell’ambito dell’eccellenza. Insieme a Giovanna D’Innocenzo, Direttore Generale, lavora sua
Lo staff di Fisioter al completo
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in copertina
Una seduta di Laser Yag
figlia Serena Columbo, Direttore Sanitario di Fisioter e specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione. Un’azienda dalla gestione tutta in rosa, con il valore aggiunto che solo una gestione femminile è in grado di dare. «Nell’accogliere il nostro assistito –ci spiega la dottoressa D’Innocenzo- consideriamo la sua eventuale diffidenza derivante da precedenti esperienze di luoghi avvertiti come inadeguati se non addirittura ostili e ci adoperiamo a concentrare i nostri sforzi nell’offrire condizioni ambientali e strutturali confortevoli, sicure ed igienicamente impeccabili». La direzione del Centro ha, nel corso degli ultimi anni, investito risorse umane e finanziarie per centrare questo ambizioso obiettivo. Gli ambienti sono a misura d’uomo, confortevoli e luminosi. È posta particolare attenzione alle problematiche dei disabili e ne garantisce l’accesso attraverso il totale abbattimento delle barriere architettoniche. La sala d’attesa è accogliente e presenta tutti i comfort, tra cui tv con digitale terrestre e distributore di bevande; gli ambulatori, attrezzati per le visite specialistiche, posseggono tutti i requisiti strutturali previsti dalla normativa vigente; le sedute di terapia si svolgono in appositi locali o nella palestra. La riabilitazione in palestra viene effettuata in una open-space, all’interno della quale sono collocati lettini, tappeti e macchine aerobiche. Insomma, il cliente si sente bene e a proprio agio. Il personale del Centro è organizzato in modo dinamico, secondo un organigramma ben definito che ne stabilisce posizioni funzionali e responsabilità. Il team è composto da medici, coordinatori/case-manager, fisioterapisti, ope-
Una seduta di Diatermia Capacitivo Resistiva - TECAR Terapia
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Una seduta di rieducazione funzionale
PRESTAZIONI MEDICHE • • • • •
Visita specialistica iniziale Indagini ecografiche Consulenza nutrizionale Mesoterapia Infiltrazioni con viscosupplementazione
TERAPIE FISICHE STRUMENTALI
ratori di supporto e personale amministrativo. La presenza costante di due coordinatori case-manager assicura la continuità, l’appropriatezza e la perfetta organizzazione delle terapie. Fisioter è un Centro d’eccellenza che garantisce ai suoi assistiti elevati standard qualitativi. «Conosciamo perfettamente la fragilità –racconta la dottoressa Columbo- emotiva e fisica di utenti chiamati a confrontarsi con problematiche legate a difficoltà di movimento, seppur temporanee, la comprensione degli aspetti psicologici della persona traumatizzata costituisce, infatti, uno degli obiettivi imprescindibili del nostro lavoro». Nell’ottica di questa mission il Centro Fisioter garantisce un’assistenza medica specialistica di alto profilo; medici e riabilitatori vengono costantemente aggiornati sulle metodiche più innovative e le prestazioni offerte si qualificano quali atti specialistici prescritti dal medico finalizzati ad effettuare un corretto trattamento riabilitativo ed a monitorare il recupero del paziente seguendone costantemente i progressi anche in regime di follow-up a distanza di tempo dalla dimissione.
Una seduta di rieducazione al rachide cervicale
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DOV’È FISIOTER Il Centro Fisioter è ubicato a Montesilvano (PE), in Via Giolitti n. 2/4 (angolo C.so Umberto I) ed è facilmente raggiungibile anche con i mezzi pubblici (Autobus: da Pescara n. 38 GTM – da Montesilvano Colli n. 16 GTM – sono inoltre disponibili linee suburbane (GTM o ARPA) da Penne, Loreto Aprutino, Piccianello, Collecorvino, Moscufo, Atri, Silvi, Città Sant’Angelo).
L’ingresso della struttura
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in copertina
a tu per tu con dottoressa Giovanna D’Innocenzo direttore generale di Fisioter Lei è stata una delle prime donne in Abruzzo ad operare nel settore della Riabilitazione. Com’è iniziata la sua avventura imprenditoriale? «È iniziata dopo la vincita di un concorso presso un ospedale della provincia di Pescara. All’epoca la riabilitazione nelle strutture pubbliche era molto poco valorizzata e l’idea di dover svolgere un lavoro del tutto routinario mi atterriva. Ho fatto allora prevalere in me quella parte di DNA “imprenditoriale” che ho sicuramente ereditato dalla mia bisnonna Nicoletta, grande donna imprenditrice dei primi del ‘900, di cui porto il secondo nome, ed ho deciso di iniziare un’attività in proprio». Fisioter è considerata una struttura leader in Abruzzo nella Riabilitazione che quest’anno ha compiuto 30 anni. A breve ci sarà l’apertura di un nuovo centro proprio nel cuore di Pescara, in Via D’Avalos. Qual è il segreto di questi successi? «Nel corso degli anni abbiamo sviluppato un modello organizzativo, ormai collaudato, che ci ha dato molte soddisfazioni e che ora è pronto per essere riprodotto e moltiplicato. Ovviamente ogni nuovo Centro avrà qualcosa in più e sarà l’occasione per aggiornare il protocollo di lavoro della “casa madre”, ossia di Fisioter Montesilvano. Nel Centro Riabilitativo di Pescara abbiamo, ad esempio, previsto l’allestimento di una grande piscina riabilitativa e l’utilizzo della “robotica” nella rieducazione funzionale posttrauma o post-intervento chirurgico oltre che le più importanti tecnologie in materia di terapia fisica strumentale. È stata un’autentica scommessa. Pensi che la Regione, in barba alle più elementari regole del libero mercato
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e della libera imprenditoria, ha tentato di impedire la realizzazione del nuovo Centro. Io però sono per natura ostinata oltre che ottimista ed alla fine l’ho spuntata anche se ancora mi chiedo quale possa essere la “ratio” di tanta opposizione poiché, credo, che in questo momento pochi imprenditori siano disponibili ad investire ed a creare nuovi posti di lavoro. Questo è uno dei tanti misteri di questa Regione che, nonostante i proclami, in ambito sanitario non ha ancora preso in seria considerazione la vera qualità e la appropriatezza delle prestazioni erogate in qualunque ambito, soprattutto quando esse non vengono poste a carico della collettività». Quanto è importante per voi l’aggiornamento e la formazione del personale? «Insieme ad un buon modello organizzativo, sono essenziali per ottenere una prestazione riabilitativa di livello. Il Centro è autorizzato dal Ministero per la formazione in Sanità (ECM), ma i nostri professionisti non disdegnano la partecipazione ai più importanti corsi di aggiornamento organizzati a livello nazionale. La vera forza di una struttura riabilitativa non è costituita dal singolo fisioterapista, ma da un “unicum” indiscindibile di: medici riabilitatori, fisioterapisti e personale di supporto alle loro attività, compreso un buon front-office. Inoltre sia i fisiatri, sia i fisioterapisti devono essere dedicati per lo specifico settore, nel nostro caso la riabilitazione ortopedica, post-traumatica, postchirurgica e dello sportivo. È finito il periodo del medico o del fisioterapista “tuttologo” che passa da un ambito all’altro, senza formazione specifica e senza un team di colleghi con i quali confrontarsi quotidianamente. Da soli in riabilitazione si lavora male».
a tu per tu con la dottoressa Serena Columbo direttore sanitario di Fisioter Nel suo settore c’è molta competizione. Perché un ipotetico cliente dovrebbe rivolgersi proprio a voi? «Il nostro Centro si avvale della forza di una capillare e meticolosa organizzazione: dall’accettazione alla dimissione del paziente, passando attraverso i continui controlli in corso di terapia riabilitativa e del follow-up a distanza. Una vera presa in carico totale riportata nella cartella clinica informatizzata. Il paziente viene continuamente monitorato, consigliato, supportato ed “accompagnato” sino al raggiungimento del massimo recupero funzionale possibile. Difficilmente tali obiettivi non si raggiungono, lo comprovano la nostra customersatisfaction ed i questionari della qualità percepita, positivi al 100%. Il paziente quindi sceglie noi perché viene seguito a 360° con competenza, gentilezza e professionalità». Qual è il target di riferimento dei vostri clienti? «Gli obiettivi terapeutici del nostro Centro sono: il controllo del dolore e dell’infiammazione, il recupero dell’articolarità, della forza e della resistenza muscolare, il recupero della coordinazione ed il monitoraggio nel tempo di tutti parametri. I nostri fruitori sono quindi giovani, adulti, anziani e bambini affetti da patologie osteoarticolari o neurologiche acute, croniche, post-traumatiche o postchirurgiche e tutti i traumi dello sportivo».
come il naturale svolgersi della vita con un cambio di priorità, in certi casi necessario, e con una parola d’ordine: organizzazione. Saper pianificare una gestione attiva del tempo vuol dire suddividere attività lavorativa ed altre esigenze, mantenendo una buona dose di flessibilità che permette di trovare il giusto grado di coinvolgimento in funzione delle reali esigenze lavorative o familiari. Poi si “impara” a delegare riuscendo a ripartire i compiti in famiglia suddividendo le varie responsabilità. E, nel mio caso, ho il privilegio di poter contare su una rete affettiva familiare solida!». Qual è l’insegnamento più grande che le ha trasmesso sua madre? «L’onestà, la dedizione, il rispetto e la capacità di precorrere i tempi dal punto di vista professionale. La disponibilità, l’ottimismo e l’attenzione al dialogo dal punto di vista affettivo. Direi che il privilegio più grande di cui dispongo come figlia è quello di un rapporto tra noi con basi solide e al quale poter accedere come una inesauribile risorsa di sostegno e, soprattutto, di esempi positivi»
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Lei è una giovane imprenditrice da poco diventata mamma. Come riesce a conciliare le sue attività? «Non la vivo come una sfida bensì
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incarichi&carriere MODESTO LOLLI PRESIDENTE DEL COMITATO PICCOLA INDUSTRIA DI CONFINDUSTRIA ABRUZZO
Modesto Lolli è stato eletto all’unanimità presidente regionale della Piccola Industria di Confindustria
Abruzzo. Il neo presidente, sposato con una figlia, è nato a Rocca di Cambio nel 1961. Entra nel mondo del lavoro dopo il diploma di geometra. Nel 2001 fonda la Tecsistem srl, attualmente nel nucleo industriale di Bazzano: tecnologie e sistemi ambientali, arredo urbano, case prefabbricate, più servizi alle imprese per l’ottimizzazione delle stesse e import/export. Nel 2007 viene eletto presidente della Piccola Industria di L’Aquila, dopo aver ricoperto per due mandati consecutivi la carica di vicepresidente. «In una Confindustria non bipartisan, ma no partisan è inutile che qualcuno si chieda con chi stiamo – ha detto Lolli - stiamo a fianco dei nostri azionisti di riferimento: gli imprenditori e le imprese».
NAZARIO PAGANO NOMINATO SOCIO BENEMERITO DELLA FONDAZIONE MICHETTI
Il presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano è stato nominato socio benemerito della Fondazione F.P. Michetti di Francavilla al Mare. «Ringrazio Vincenzo Centorame, presidente della Fondazione Michetti, per questo riconoscimento che il cda e l’assemblea dei soci hanno assegnato al Consiglio regionale dell’Abruzzo, ha commentato il presidente Nazario Pagano. La rassegna artistica promossa dalla Fondazione Michetti è la più antica e prestigiosa delle manifestazioni annuali italiane e negli anni ha assunto un carattere sempre più internazionale. L’iniziativa – conclude Pagano – va sostenuta e promossa perché il Premio Michetti è interprete delle migliori energie culturali della regione e dell’Italia».
VINCENZO AUTIERO NUOVO RESPONSABILE ENEL PESCARA
Il nuovo responsabile Enel per il servizio di distribuzione di energia elettrica nella provincia di Pescara
è Vincenzo Autiero. Napoletano 44 anni, ingegnere elettrotecnico, arriva a Pescara dopo aver rivestito ruoli con responsabilità sempre crescente in Campania e in Sicilia. Sostituisce Antonio Parente, nuovo responsabile della provincia di Rieti. Tra i compiti di Autiero: il trasporto e la trasformazione dell’energia elettrica, la gestione delle reti e l’esercizio degli impianti con interventi di sviluppo e manutenzione.
FRANCO IEZZI NEO COMMISSARIO DELL’ENTE PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA
Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha sottoscritto il decreto per la nomina del nuovo
commissario dell’Ente Parco Nazionale della Majella, individuato nella figura del dottor Franco Iezzi, attuale direttore del consorzio per lo Sviluppo Industriale di Sulmona. Dopo il breve periodo di reggenza di Giuseppe Dionisio (commissario del Parco Majella negli anni 2001-2002), la nomina di Franco Iezzi (di esclusiva competenza ministeriale) coincide nuovamente con una figura diretta espressione del territorio, fatto che, come notato dagli amministratori locali, favorisce l’ascolto delle problematiche dell’intera Comunità del Parco, organo istituzionale consultivo e rappresentativo dei 49 enti pubblici territoriali ricompresi all’interno del perimetro del parco stesso.
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storie&persone » di Jenny Viant Gómez
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New gener
«C
i vuole concretezza. Ogni individuo deve saper cogliere in anticipo le tendenze del mercato, farle proprie e sfruttare al massimo le opportunità che si creano». Con queste parole Renato Piccioni lascia intuire di essere un tipo pragmatico. L’aspetto mite del giovane manager potrebbe trarre in inganno, ma è uno che bada al sodo. Ama il lavoro che svolge nei settori commerciale ed export dell’Europlack, azienda produttrice di cucine situata a S. Atto (Teramo). L’unico svantaggio del ruolo che ricopre è il fatto di doversi allontanare spesso dalla famiglia.
Europlak srl Europlak srl nasce nel 1974 come produttore di semilavorati per l’industria del mobile, oggi produce in Italia circa 7.000 cucine e 3.000 camerette con un fatturato complessivo di 25 milioni di euro. Nel 1983 crea il primo programma componibile con il marchio “Europlak Notte”. La crescita del mercato spinge la proprietà a investire in un altro settore del componibile: la cucina. Così nel 1986 nasce “Europlak Cucine” e in parallelo viene costruito uno stabilimento produttivo. Nel 1989 con l’apertura dei mercati dell’Est Europa iniziano le prime missioni commerciali che prevedono anche la consulenza. Questa strategia ha consentito a Europlak di imporsi sul mercato straniero adattandosi alle caratteristiche del mercato. Nel 1992 nasce nell’ex Jugoslavia l’Eurosalon, la prima joint venture distributiva tra Europlak e un partner straniero, che apre la strada nel 2001 ad altra fusione in Russia. La formula viene replicata in 7 paesi: India, Dubai, Ucraina, Usa, Tunisia, Algeria e Romania.
le parole di Renato Piccioni «Viviamo in un mondo estremamente complesso e turbolento dove fare previsioni a lungo termine equivale a guardare dentro una sfera di cristallo. Se penso in un’ottica di breve-medio periodo mi vedo sempre più impegnato a consolidare la mia azienda».
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«Sono spesso all’estero, mi trovo sempre a dover affrontare situazioni nuove e complesse dove devo necessariamente aguzzare l’ingegno per chiudere le trattative e cercare di risolvere i problemi».
Nato a San Benedetto del Tronto il 15 maggio 1981. Non ama perdere tempo, a soli 23 anni si laurea alla Bocconi in Economia Aziendale con specializzazione in Marketing, ma dichiara di essere stato semplicemente uno studente volonteroso. Durante il suo percorso universitario ha fatto stage in importanti multinazionali e corsi in atenei stranieri - New York University e Berkeley University (entrambe negli Stati Uniti) e Warwick Business School (Regno Unito). Appena laureato è stato assunto da Cisco System. Oggi si occupa di strategia commerciale ed export in Europlack; considera una vera ricchezza la possibilità di viaggiare e confrontarsi con altre culture. Stare tanto tempo fuori casa, lontano dagli affetti e dalla famiglia gli provoca spesso sconforto. «Il corpo non si abitua mai – dice Piccioni – pensate solo quanto è difficile adattarsi alle abitudini culinarie dei vari paesi: dal Maghreb alla Cina».
Renato Piccioni Come tanti italiani è appassionato di calcio. Gli piace molto leggere e cucinare. Stare ai fornelli lo rilassa. Il poco tempo libero a disposizione lo dedica alle due donne della sua vita: la moglie e la figlia.
«Ci sono mille opportunità ogni secondo della nostra vita, ma solo alcune possono essere colte e hanno un lungo respiro. Bisogna anticipare i cambiamenti, se li seguiamo siamo già in ritardo».
» foto di Andrea Del Cotto
«Non lavoro per i soldi, altrimenti ricoprirei altri ruoli o sarei già impegnato in altri settori. Prima di tutto c’è la passione. Etica e rispetto per il lavoro di squadra sono valori imprescindibili senza i quali difficilmente si va lontano».
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storie&persone
Q di Denia Di Giacomo foto concesse da Susanna Salvati
«Rocca Calascio è un luogo sorprendente, di una bellezza emozionante. Dopo venti anni io non riesco ancora ad abituarmi a questi spazi, a questi silenzi e a questi colori»
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uesta è una storia d’amore, ma non una qualsiasi, perché Susanna e Paolo nella loro unione hanno scelto di credere nell’Abruzzo, soprattutto in Rocca Calascio, dopo aver viaggiato moltissimo e aver visto numerosi posti meravigliosi. È quindi una storia di passione per un luogo e un’atmosfera, una storia di impegno e di crescita. «…nonostante l’aspetto spettrale il posto trasmetteva una quiete confortante. - queste le impressioni di Susanna la prima volta che lei e Paolo scoprirono Rocca Calascio - Decidemmo di tornare, e lo facemmo più volte, ed entrambi sapevamo senza ancora dircelo che quello era il luogo dove saremmo approdati». Da allora, cinque figli, una vita insieme e un progetto coinvolgente, l’albergo diffuso il “Rifugio della Rocca”, con 12 camere sparse per il borgo e un ristorante rinomato, in possesso di svariate segnalazioni da parte del Touring Club Italiano e con una nota del prestigioso Gambero Rosso. Susanna Salvati è una donna molto forte e porta avanti con fierezza la scelta di credere in Calascio, una scelta che intende dimostrare con sempre maggiore fermezza anche candidandosi come sindaco alle prossime elezioni. Le abbiamo rivolto qualche domanda per conoscerla meglio.
La sala de “Il rifugio della Rocca”
Perché scommettere su Rocca Calascio? «Rocca Calascio è un luogo sorprendente, di una bellezza emozionante. Dopo venti anni io non riesco ancora ad abituarmi a questi spazi, a questi silenzi e a questi colori. La rocca è una costruzione lineare e semplice, non troppo grande, eppure maestosa e rassicurante». Quali sono le difficoltà maggiori di questo territorio e quali invece le sue più grandi risorse? «La grande potenzialità di questo territorio è la sua unicità, il suo paesaggio, la sua storia, le difficoltà maggiori sono rappresentate solo dalle persone che non vedono queste potenzialità, non tutelano questo paesaggio, ed ignorano la sua storia. Purtroppo queste persone sono proprio quelle che decidono le sorti di questo territorio. Forse un giorno capiranno quanto è forte la domanda turistica europea, e cosa cerca questa domanda, e smetteranno di mettere ostacoli». Qual è la vostra situazione in seguito al sisma del 2009? «Qui alla Rocca abbiamo retto bene, siamo sulla roccia e questo ha aiutato, le case erano state restaurate rispettando le norme antisismiche. Quel giorno siamo partiti tutti, e siamo stati a Roma un paio di mesi, quando siamo tornati era il deserto, ma volevamo tornare a casa e riaprire, per noi è stato più facile, ma volevamo sentirci vicini ai tanti aquilani corag-
LA ROCCA COME RIFUGIO
Rocca Calascio, 1.460 metri sul livello del mare, uno dei posti più suggestivi dell’area montana abruzzese. Ed è proprio per il suo fascino che nel 1994 due giovani romani, Susanna Salvati e suo marito Paolo Baldi, decisero di stabilirvisi e di aprire un albergo diffuso. Conosciamo meglio una donna che ha grandi progetti per lo sviluppo di Calascio
Susanna Salvati e suo marito Paolo Baldi titolari dell’albergo diffuso a Rocca Calascio
giosi che non si arrendevano». Quali sono, dopo il sisma, le eventuali opportunità di crescita? «Faccio fatica a scorgere opportunità di crescita a seguito del terremoto, soprattutto vedendo come è stata gestita l’assistenza e la ricostruzione. Noi abitiamo nel comune escluso dal cratere più vicino all’epicentro, probabilmente per i motivi di “roccia” già accennati. Ma gli aiuti previsti per i comuni terremotati non sono stati solo per le case danneggiate, e da tutti questi aiuti noi siamo stati esclusi, perché qui non sono cadute abbastanza tegole. Siamo quindi, secondo chi ha disegnato questa mappa del “cratere”, un’isola felice, dove nulla si è fermato, certo siamo contenti perché siamo tutti e siamo vivi, ma intorno a noi c’è tanto da ricostruire e dobbiamo farlo senza nessuna agevolazione». Lei ha deciso di candidarsi come sindaco alle prossime elezioni di Calascio, perché? «Ho deciso di candidarmi perché non mi andava più
di restarne fuori. Non ho alcuna esperienza nell’amministrazione, ma ho esperienza da cittadino e penso di capire cosa si possa e si debba cominciare a cambiare, nel campo dei servizi e dell’informazione e collaborazione con i cittadini, soprattutto in un paese di solo 100 abitanti». Quali sono i vostri obiettivi nell’immediato futuro? «Da qualche anno abbiamo iniziato in collaborazione con l’Officina Musicale del maestro Orazio Tuccella una stagione di concerti di musica da camera. La risposta è stata incoraggiante e ci vengono proposte tante iniziative, sia in campo artistico che in quello della produzione. Abbiamo ad esempio una richiesta di una casa discografica belga, molti vogliono organizzare qui corsi di perfezionamento, mostre d’arte. Questi sono i nostri prossimi obiettivi, fare in modo che la gente venga qui non solo per mangiare e dormire, e questo per fortuna è già cominciato»
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fisco » di Luigi Carunchio
Finanziamenti dei soci «postergati» L’ultima sentenza del Tribunale di Venezia ha stabilito che in tema di postergazione dei finanziamenti dei soci di srl è applicabile anche alle SpA
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l tema del finanziamento dei soci alle società di capitali, da tempo interessa sia la dottrina che la giurisprudenza occupando diversi settori del diritto. Se si considera che la struttura societaria del nostro Paese si caratterizza principalmente per la prevalenza di imprese di piccole dimensioni per il ridotto apporto di mezzi propri dei soci rispetto a quello proveniente dal sistema bancario o dal sistema dei fornitori è intuitiva l’importanza del fenomeno del finanziamento soci. Non è pertanto un caso che il legislatore nella riforma del diritto societario di recente è intervenuto con una serie di norme tese a disciplinarne il fenomeno. La principale disposizione contenuta nell’art. 2467 c.c. recita che il rimborso dei finanziamenti dei soci a favore delle società, è por targato rispetto alla soddisfazione degli altri creditori e, se avvenuto nell’anno
precedente la dichiarazione di fallimenti della società, deve essere restituito. La ratio sottesa alla norma è la consapevolezza, ormai consolidata nella prassi commerciale, che la postergazione del pagamento del credito del socio è un sistema adeguato per ovviare alla sottocapitalizzazione della società. L’Art. 2467 è inserito nel capo VII che è dedicato alle srl. Si discute pertanto la sua eventuale applicabilità alla società per azioni. L’ultima sentenza del Tribunale di Venezia (10/02/2011) ha stabilito che in tema di postergazione dei finanziamenti dei soci di srl è applicabile anche alle spa a base azionaria ristretta quando il socio finanziatore non è un mero investitore, ma è partecipe dell’attività d’impresa sia pure attraverso lo schermo societario. E chiaramente s’intendono i finanziamenti dei soci
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fisco
a favore della società quelli, in qualsiasi forma effettuati, che sono stati concessi in un momento in cui, anche in considerazione del tipo di attività esercitata dalla società, risulta un eccessivo squilibrio dell’indebitamento rispetto al patrimonio netto oppure in una situazione finanziaria della società nella quale sarebbe stato ragionevole un conferimento. Per determinare l’eccessivo squilibrio dell’indebitamento, può essere utile il ricorso ad un parametro di legge che indichi i limiti massimi di indebitamento per le spa, a un parametro specifico stabilito dalla legge tributaria, all’elaborazione dei dati periodicamente forniti da istituti specializzati o agli indicatori della composizione del capitale provenienti dalla scienza aziendalistica in materia di analisi di bilancio. Il Tribunale di Venezia in tale sentenza, evidenzia, in primo luogo, come, mentre il controllo di una società su un’altra sia presunto in caso di maggioranza dei voti esercitabili nell’assemblea ordinaria, per dimostrare l’“influenza dominante” sia indispensabile verificare l’andamento delle assemblee della partecipata per un arco di tempo ragionevolmente significativo, al fine di valutare se vi sia stata effettiva capacità di controllo da parte dell’asserita controllante. Il socio che ha una partecipazione consistente, ma non la maggioranza assoluta, è in grado di esercitare un’influenza dominante nella società partecipata quando il capitale sociale è parcellizzato. Si osserva, quindi, come la postergazione operi anche per le spa, quando, per le peculiari caratteristiche del fatto concreto, il socio finanziatore non sia un mero investitore, ma sia titolare di una posizione,
non necessariamente dominante, ma comunque assai influente all’interno della società partecipata, tale da condizionarne la politica gestionale. Come sopra ricordato nel nostro Paese anche nelle spa si possono verificare situazioni in cui la società presenti una base azionaria ristretta con soci partecipi dell’attività economica e coinvolti nella sua gestione (e, quindi, assimilabili ai soci della srl). D’altra parte, la natura generale e non eccezionale dell’art. 2467 c.c., trova conferma nell’art. 2411 c.c., secondo cui il diritto degli obbligazionisti alla restituzione del capitale ed agli interessi può essere in tutto o in parte subordinato alla soddisfazione dei diritti di altri creditori della società. È stato rilevato che, pur essendo la disposizione di legge in oggetto inserita nella disciplina della srl, essa esprime un principio generale di diritto estensibile a tutte le società di capitali, atteso il richiamo dall’art 2467 operato dall’art 2497 quinquies. E quindi, se la postergazione può essere introdotta per gli obbligazionisti della spa, deve, a maggior ragione, valere per i soci che non si limitino ad un investimento finanziario, ma siano coinvolti attivamente, pur non in posizione dominante, nella gestione della società. Il ricorso, pertanto, è stato respinto in quanto l’art. 2467 c.c. è ritenuto direttamente applicabile al finanziamento concesso dalla srl alla società partecipata, che versava in una situazione di evidente squilibrio finanziario in cui sarebbe stato necessario un conferimento di capitale di rischio e non un semplice finanziamento
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ict » di Antonio Teti
La schermata di benvenuto di Facebook, uno dei social software più famosi
Wikirivolte o
NetRevolution?
Qualcuno le ha già definite Wikirivolte, ma sarebbe più opportuno definirle NetRevolution. Sono stati soprattutto i social software a provocare gli inaspettati movimenti di rivolta che hanno determinato una sorta di tsunami socio-politico-militare che ha investito l’intero Nord Africa. Le conseguenze che queste rivolte popolari potrebbero produrre a livello mondiale sono difficilmente prevedibili, al contrario la sensazione di smarrimento dei governi, è una certezza
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o stupore e lo sgomento delle democrazie occidentali, riconducibile agli eventi che hanno stravolto i governi di paesi del Nord Africa come l’Egitto, la Libia, la Tunisia, non si è ancora dissolto, e il perdurare di situazioni di forti instabilità in paesi come lo Yemen, il Pakistan e il Sudan, stanno allarmando l’intero pianeta. Probabilmente è proprio questo il dato più sconcertante degli avvenimenti che stanno stravolgendo lo scenario africano e mediorientale: lo sbigottimento e l’incredulità dei paesi europei e degli stessi Stati Uniti, che probabilmente non solo non avevano previsto la
crescente insofferenza dei popoli dei paesi coinvolti nei tumulti, ma che non avevano minimamente compreso (e forse non lo hanno capito ancora) quale sia stato il comune denominatore di questi drammatici eventi: Internet e i social software. Certo, chi poteva immaginare che le più longeve e resistenti dittature storiche potessero crollare nel giro di pochi giorni grazie all’attacco perpetrato da blog, forum, wiki e chat? Probabilmente nessuno si è posto il problema dell’analisi dei contenuti dei social network, che sono i veri strumenti responsabili delle rivolte che stanno infiammando buona parte dei paesi che si affac-
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ict
ciano sul Mediterraneo. I tumulti che dal 17 dicembre 2010 incendiano i paesi africani, sono partiti dalla Tunisia per poi diffondersi in Egitto, Sudan, Yemen, Algeria, Iran, Libia, Arabia Saudita. Non sono da sottovalutare neanche le piccole proteste che si stanno consumando più silenziosamente in Cina. Altre proteste, che viaggiano sulla rete, si stanno diffondendo tramite Facebook e Twitter in Cameroon, Qatar, Kuwait. Alcuni mesi fa, il vice primo ministro russo Igor Sechin rilasciò un’intervista in cui sosteneva che le rivolte in Medio Oriente erano il frutto di una manipolazione di massa condotta esclusivamente attraverso i social network. Potrebbe essere un’ipotesi plausibile dato che la rete Internet, com’è stato ampiamente dimostrato da studi e apposite sperimentazioni, è attualmente il più straordinario strumento di condizionamento e di persuasione delle masse. Lo asserisce anche il noto psicologo sperimentale B.J. Fogg, direttore del Persuasive Technology Lab della Stanford University, nel suo libro “Tecnologia della persuasione” (Apogeo). Fogg conia addirittura un nuovo termine per indicare quel settore scientifico che si occupa dell’utilizzo della rete quale strumento di condizionamento delle masse: la captologia. Siamo quindi giunti ad una fase di utilizzazione di questa nuova scienza che unisce la psicologia alle tecnologie informatiche? Secondo un articolo pubblicato sul quotidiano britannico Guardian (http://www.guardian.co.uk/technology/2011/mar/17/us-spy-operation-social-networks), una compagnia californiana sarebbe stata incaricata dal Comando Centrale degli Stati Uniti (CentCom) che si occupa della gestione delle operazioni militari nello scacchiere mediorientale e nell’Asia centrale, di sviluppare un “sistema di gestione delle personalità in rete” che permetta, ad un singolo analista, di esaminare fino a dieci identità diverse che siano utilizzatori di social software, senza alcuna limitazione geografica e temporale. Quindi l’esercito americano, secondo il quotidiano inglese, starebbe realizzando delle applicazioni software in grado di manipolare i social media attraverso veri e propri eserciti di operatori, capaci di diffondere informazioni pro-americane e allo stesso tempo di identificare tutti coloro che fanno propaganda contro gli Stati Uniti. In realtà questi operatori agirebbero sotto falsi profili, e il loro lavoro sarebbe quello di inserirsi in conversazioni online per diffondere informazioni e dati al solo scopo di condizionare le opinioni e le credenze di coloro che navigano nel Cyberspazio. Naturalmente si potrebbe obiettare che tutto ciò si verifica quoti-
dianamente su Internet da diversi anni, tuttavia il progetto del CentCom si distingue per l’obiettivo che intende perseguire: innalzare il livello di credibilità di questi falsi profili attraverso sofisticate metodologie psicologiche di manipolazione delle informazioni. Ad esempio nel progetto compaiono alcuni accorgimenti tecnici utili per rendere praticamente impossibile smascherare questi falsi profili: ogni operatore dovrà munirsi di server virtuale privato che potrà essere ubicato in un punto qualsiasi del globo per dare l’impressione che le informazioni diffuse siano effettivamente distribuite senza un coordinamento unico. Addirittura le conversazioni dovrebbero svolgersi esclusivamente in lingua araba (farsi, pasto, urdu), accantonando l’inglese per eliminare qualsiasi possibilità di sospetto. Il Segretario di stato americano Hillary Clinton, in un intervento pubblicato su Russia Today, ha asserito “Siamo in una guerra di informazioni e stiamo perdendo questa guerra” e non è certamente un caso il fatto che difenda con l’aggressività di una tigre gli investimenti degli USA nel settore delle telecomunicazioni e dell’informazione. Siamo tutti pronti al nuovo conflitto della cyber-information-war?
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L’articolo del Guardian secondo cui il CentCom statunitense starebbe cercando di sviluppare un sistema di gestione delle personalità in rete
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creatività&innova ione » di Simone D’Alessandro
La costruzione del manager “ibrido”, umanista e scienziato Questa è l’idea di John Brockman, che in un suo saggio intitolato The Emerging Third Culture, auspicò la nascita di una “terza cultura” in grado di oltrepassare radicalmente i confini tra scienze naturali e scienze umane
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l termine “terza cultura” fu utilizzato per la prima volta dallo scrittore, saggista e storico della scienza Charles Percy Snow. Nella sua celebre opera The Two Culture and a second look del 19641, auspicava l’avvento di una cultura “terza”, capace di oltrepassare i pregiudizi che dividevano i letterati tradizionali dagli scienziati. Il termine, viene successivamente re-introdotto e sistematicamente utilizzato dall’agente letterario John Brockman. Egli nel 1991, in un suo saggio intitolato The Emerging Third Culture, auspicò la nascita, appunto, di una “terza cultura” in grado di oltrepassare radicalmente i confini tra scienze naturali e scienze umane2. Le considerazioni di questo primo saggio sono successivamente confluite nella pubblicazione The Third Culture: Beyond The Scientific Revolution, ad opera dello stesso autore nel 19953; un prodotto editoriale innovativo, non una semplice antologia, ma la ricostruzione di un dialogo aperto tra scienziati che hanno saputo coniugare le scienze dure con una visione umanistica e olistica. Da questo punto di vista le tesi di Brockman sono
molto vicine a quelle di un’altra grande figura di scienziato e divulgatore come Hardy il quale, da anticipatore della tendenza, nel suo libello Apologia di un matematico afferma che «Il matematico, come il pittore e il poeta, è un creatore di forme. Se le forme che crea [il matematico] sono più durature delle loro [il pittore e il poeta] è perché le sue sono fatte di idee» 4. Prima di arrivare alla pubblicazione di libri specifici sulla terza cultura, Brockman mise assieme, attorno agli anni ’80, un gruppo informale di scienziati e altri pensatori empirici noto come Reality Club, dando vita a una vera e propria fondazione (the edge foundation) e a una comunità virtuale (www.theedge.org) all’interno della quale costruire il manifesto identitario dei nuovi umanisti. Tra i rappresentanti di questo neo-umanesimo spiccano eminenti personalità: il filosofo Daniel Dennett, il biogeografo Jared Diamond, il tecnologo Ray Kurzweil, l’antropologo biologico Richard Wrangham, gli informatici Rodney Brooks, Marvin Minsky, Hans Moravec e Jordan B.Pollack; gli scienziati cognitivi
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creatività&innova ione
Andy Clarck e Marc Hauser, gli psicologi Kosslyn e Pinker; i fisici Alan Guth, Seth Lloyd e Paul Steinhardt, il famoso biologo evolutivo Dawkins, il musicista Brian Eno e tanti altri. Gli attori della terza cultura (in alcuni casi definiti, appunto, scienziati neo-umanisti5, in altri casi topbrain worker6, in altri ancora pensatori “ibridi”) sono manager di se stessi e divulgatori che stanno progressivamente sostituendo gli intellettuali tradizionali, perché in grado di orientarsi nel modo più efficace all’interno di un ampio sistema di competenze interdisciplinari di cui non è possibile più fare a meno: biologia molecolare, ingegneria genetica, nanotecnologie, intelligenza artificiale, linguistica computazionale, superstringhe, biodiversità, genoma umano, automi cellulari, logica fuzzy, macchine teraflop ecc. Gli esponenti della Terza Cultura auspicano la nascita di una koinè, di un linguaggio comune formalizzato, che possa fungere da trait d’union fra i diversi ambiti disciplinari. Il loro ottimismo non è di natura esistenziale, bensì meta-teorico in quanto tutta la comunità di riferimento si affida a numerose metodologie previsionali tra cui la “legge di Moore”, basata sul fatto che la potenza di elaborazione dei computer, e più in generale dei dispositivi tecnologici, uniti alle abilità e ai processi inventivi e di scoperta, cresce in modo geometricamente esponenziale di anno in anno. Come afferma Ray Kurzweil, esponente della terza cultura e membro di the edge foundation: «Nei prossimi 25 anni, l’intelligenza non-biologica eguaglierà la ricchezza e la raffinatezza dell’intelligenza umana, per poi superarla abbondantemente grazie a due fattori: la continua accelerazione del progresso dell’informatica e la capacità [delle intelligenze non-biologiche - NdT] di condividere rapidamente il proprio sapere. Integreremo nano-robot intelligenti nel nostro corpo, nei nostri cervelli e nell’ambiente, risolvendo così problemi come l’inquinamento e la povertà, aumentando significativamente la nostra longevità, permettendo (…) un notevole incremento dell’intelligenza umana. Il risultato sarà la fusione della specie creatrice di tecnologie con il processo evolutivo-tecnologico a cui essa ha dato vita (…) Arriveremo al punto in cui il progresso tecnologico sarà talmente rapido da essere incomprensibile per l’intelletto umano non incrementato»7. Al di là del radicalismo ingenuo di Kurzweil, il movimento www.theedge.org tenta di costruire una rete internazionale di global brains: un fenomeno che vale la pena seguire e, perché no, agganciare!
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John Brockman e la copertina del suo libro “The Third Culture”
1. Il termine third culture compare nella seconda edizione aggiornata del libro The Two Culture and a second look: an Expanded Version of The Two Cultures and the Scientific Revolution, edita dalla Cambridge University Press nel 1964, mentre nella prima del 1959 dal titolo The Two Culture and Scientific Revolution non vi è traccia del termine. Trad. it. C.P. Snow, Le Due Culture, Marsilio, Venezia, 2005. 2. In: http://www.edge.org/3rd_culture/ 3. J. Brockman, The Third Culture: Beyond the Scientific Revolution, Simon & Schuster, NY, 1995. 4. In G. H. Hardy, A Mathematician’s Apology, Cambridge University Press, 1940, trad. It. Apologia di un matematico, Garzanti, Milano, 2002, pp. 67-68. 5. In J. Brockman, Op. Cit., 2005, p.13. 6. In A. Pitasi, Teoria Sistemica e Complessità Sociale, Aracne, Roma, 2010, p. 20. 7. In http://www.estropico.com/id259.htm: intervista a Ray Kurzweil a proposito del suo libro La singolarità è vicina, Apogeo, Milano, 2008.
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norme&leggi » di Filippo Paolini
La media-conciliazione funziona davvero? Proviamo a scoprirlo insieme per capire se è davvero vantaggioso trovare un accordo con la controparte
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er la maggior parte delle cause civili e commerciali, prima di entrare in un tribunale, bisognerà passare obbligatoriamente da un “media-conciliatore” per verificare se esiste la possibilità di trovare un accordo con la controparte. Questo, in parole povere, è il succo della “mediaconciliazione” nata circa un anno fa (Abruzzo Impresa 2010 n.41) ed entrata oggi in funzione quasi completamente (restano ancora esclusi i contenziosi condominiali ed assicurativi). La domanda che molti si pongono in questi giorni è: ne trarremo vantaggio? “Ai posteri l’ardua sentenza”… ma le premesse non sono delle migliori. Iniziamo dalla fine: nel novembre scorso (Abruzzo Impresa 2010 n.49), è stato cancellato il tentativo di
conciliazione come condizione obbligatoria per l’avvio dei contenziosi di lavoro. Se l’istituto avesse dato prova di poter essere la panacea dei mali della giustizia, perché sopprimerne l’obbligatorietà? La realtà è che i risultati sono stati insoddisfacenti, benché la materia si prestasse particolarmente e le commissioni fossero formate da esperti del diritto del lavoro. Il problema sta proprio qui: i membri delle Commissioni di Conciliazione, peraltro privi di qualsiasi incentivo economico o professionale, potevano mettere in campo la loro esperienza nel diritto e nella pratica del lavoro, ma ciò non era sufficiente perché gli stessi non vantavano, al contempo, alcuna credenziale come mediatori, i quali – come è noto – devono prescindere dalla ragione e dal torto e devono viceversa inter-
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norme&leggi
pretare i reali interessi in gioco delle parti, facendo te e sbrigativamente cento mediazioni, piuttosto che emergere tra queste una prospettiva di componimen- impegnarsi e sforzarsi a tempo pieno per portarne a to degli stessi. buon fine una decina. A ciò si aggiunga che l’inesiGli odierni conciliatori civili e commerciali saranno in stenza di regole di competenza territoriale e la mangrado di offrire non solo specifica competenza giuri- cata previsione di un’assistenza legale obbligatoria, dica, ma soprattutto qualità di mediazione? E saran- potrebbe incrinare ab origine persino la fiducia nella no incentivati a raggiungere il risultato positivo? effettiva terzietà del mediatore (e quindi la sua autoSul primo aspetto, purtroppo, la risposta negativa è revolezza): il ricorrente potrà scegliersi a piacimento quasi scontata: chiunque sia in possesso di una laurea un organismo che, non solo è magari lontano e scotriennale o sia iscritto in un albo professionale potrà modo da raggiungere per il convenuto, ma potrebbe diventare mediatore. Non ci vorrà tanto per concludere che, ad esempio, un fisioterapista non si troverà certo a suo agio con Gli odierni conciliatori civili una fideiussione o un castelletto bancario, e commerciali saranno in grado così come un logopedista non avrà dimestichezza con un appalto. di offrire non solo specifica competenza Sul secondo aspetto, invece, dovrebbe giuridica, ma soprattutto aiutare, nelle intenzioni del legislatore, qualità di mediazione? un corso teorico pratico di appena 50 ore che costituisce, appunto, il requisito per il conseguimento della qualifica. Penso che non sia affatto azzardato concludere che, almeno anche non apparire imparziale (si pensi, per esempio, in questo inizio, si sia ripetuto lo stesso grave erro- ad un geometra che per dirimere una controversia con re che si fece nel campo giuslavoristico: affidare la un suo cliente scelga come organismo di mediazione mediazione non a professionisti della conciliazione, quello costituito dal Collegio dei Geometri della prospecificamente ed esclusivamente formati da un per- pria Provincia ritrovandosi, come mediatore, un suo corso di studi e di pratica, bensì a dei “dilettanti” collega di vecchia data: è plausibile o meno che il che, magari, al mattino cercheranno di svolgere il loro convenuto, peraltro non assistito da lavoro “vero” e nel pomeriggio, inun avvocato, si chiuda a priori vece, cercheranno di arrotondare dinanzi a qualsiasi proposta improvvisandosi mediatori. conciliativa?). Quanto all’incentivo, se è vero Gli interrogativi rimangono, che in caso di successo mentre le uniche cer tezavranno diritto ad una ze sono costituite maggiorazione fino dall’esistenza di al 20%, è altrettancosti (parcella to vero che in ogni del mediatore) caso, anche se la e di tempi (duconciliazione non rata massima 4 riesce, saranno mesi) di cui pagati per intero: pr ima non quindi, per qualsiac’era necessi organismo di concisità: il futuro liazione, sarà sempre dirà se questi economicamente più costituiranno un vantaggioso, nel tembeneficio per l’utente po di durata massifinale o, purtroppo, ma previsto (4 mesi), soltanto un ulteriore chiudere negativameninutile aggravio
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energia » di Pietro Pastorelli
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ell’articolo apparso sul numero dello scorso mese di questa rivista scrivevo: Superato il concetto storico della rete nata per raccogliere l’energia da poche grandi centrali e distribuirla ai diversi utenti ci si è da qualche tempo avviati verso flussi sempre più bidirezionali dell’energia. Non sarà più facile distinguere tra produttori ed utenti puri ed inoltre la gestione diventerà sempre più complessa per tener conto di piccoli e medi flussi di energia derivanti da fonti primarie (vento, sole, maree,…) non totalmente asservite al gestore dell’impianto. Si porrà ancora di più, rispetto ad oggi, la necessità di dover disporre di sistemi complessi per: gestire al meglio la domanda e l’offerta; ridurre le perdite delle reti; programmare meglio i consumi sulle diverse fasce orarie; utilizzare per nuovi servizi il sistema di comunicazione sulle reti elettriche; migliorare l’affidabilità e la flessibilità della rete in modo da garantire una migliore qualità del prodotto “energia elettrica”.
Gestire meglio la domanda e l’offerta Il sistema elettrico ha la caratteristica che domanda ed offerta debbono coincidere istante per istante: l’energia in eccesso è difficile da immagazzinare, la carenza di energia deve subito essere colmata. In entrambi i casi, se non si opera correttamente, si rischiano pesanti ricadute economiche e sociali. Il caso della centrale atomica giapponese di Fukushima, rappresenta un esempio di eccesso di energia non ricevibile dalla rete per mancanza di utilizzatori (il fenomeno è noto come “brusco distacco del carico”). L’energia primaria va dissipata, pena l’esplosione dell’impianto con conseguenze a tutti tristemente note. La caduta improvvisa del vento in un importante parco eolico ed il distacco per guasto di una grande centrale termica, presenta il problema opposto: in rete bisogna trovare istantaneamente l’energia in grado di sostituire quella non più disponibile. Con una generazione distribuita costituita da numerosissimi impianti con potenze da pochi KW a migliaia di MW, la gestione della domanda e dell’offerta diventa particolarmente complessa poiché richiede organi di intervento posti in ogni impianto. Questi vanno azionati in tempi brevissimi da un’unità centrale che automaticamente riporta il sistema elettrico in un equilibrio stabile. Il vecchio concetto di telecontrollo punto-punto, va sostituito con sistemi di comando capaci di operare su migliaia di strutture e di valutare immediatamente la reazione per provvedere successivamente ad eventuali correzioni. Il contatore elettronico (Fig. 1) potrebbe essere un esempio di un dispositivo periferico capillarmente diffuso ed idoneo a svolgere questa funzione.
Figura 1: un contatore elettronico
Una rete intelligente per le necessità del futuro Una moderna rete elettrica è “come il mare, che riceve acqua da tutte le parti, e la torna a distribuire a tutti i fiumi”
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energia
Figura 2 Andamento del fabbisogno di energia elettrica in tempo reale (diagramma di carico giornaliero) Fonte: Terna Spa
Ridurre le perdite delle reti Il trasporto dell’energia dal produttore al consumatore comporta delle perdite. L’ideale sarebbe consumarla il più vicino possibile al luogo di produzione. Nel caso in cui ciò non fosse possibile, la rete di trasporto deve essere tale da ridurre il più possibile le perdite. Di conseguenza non sarà più sufficiente avere un controllo della produzione a carattere nazionale, ma sarà necessario, anche a livello locale, monitorare, gestire ed integrare la distribuzione di energia prodotta in bassa e in media tensione proveniente da fonti rinnovabili. Si finisce immancabilmente per parlare della struttura della rete: le infrastrutture di rete sono di vitale importanza per una buona gestione dell’energia elettrica. Un sistema raffinato di gestione avrebbe scarso effetto su una rete inaffidabile.
Programmare meglio i consumi sulle diverse fasce orarie Il costo dell’energia varia in funzione delle ore del giorno secondo la richiesta degli utenti, la disponibilità dei gruppi generatori ed il costo dell’energia primaria utilizzata. Un sistema intelligente capace di modulare istantaneamente la richiesta in funzione dell’offerta (in termini tecnici si avrebbe un appiattimento del diagramma di carico ved Fig. 2) porterebbe notevoli benefici economici all’utenza. Si pensi alla possibilità di spostare l’uso di alcune apparecchiature, domestiche od industriali, quando l’offerta risulti più abbondante come, ad esempio, comandare, da parte del gestore di rete, l’accensione di uno scaldabagno ad accumulo o di una lavastoviglie … durante la notte. Si avrebbe un migliore utilizzo dei generatori e quindi un minor numero di centrali da realizzare.
Utilizzare per nuovi servizi il sistema di comunicazione sulle reti elettriche
Per rendere funzionante il tutto, è indispensabile un’infrastruttura elettrica moderna, affidabile e dotata di una grande flessibilità Una rete di comunicazione bidirezionale che collega tra loro tutti gli utenti ed i produttori di energia, può aprire la strada a numerose nuove applicazioni sia di protezione civile che di servizi avanzati alla popolazione ed al territorio. Si può pensare ad una nuova internet attraverso la quale tutti son collegati a tutti: ovunque c’è energia c’è la possibilità di inviare e ricevere informazioni.
Migliorare l’affidabilità e la flessibilità della rete in modo da garantire una migliore qualità del prodotto “energia elettrica” Una rete intelligente che mette insieme l’energia, l’elettronica, l’informatica e le telecomunicazioni cominciò ad essere studiata circa 50 anni fa. Oggi, con la tecnologia disponibile a costi relativamente bassi, abbiamo numerose ed importanti sperimentazioni che fanno ben sperare. Vorrei solo ribadire, per rendere funzionante il tutto, l’indispensabilità di un’infrastruttura elettrica moderna, affidabile e dotata di una grande flessibilità. Gli obiettivi che si vogliono raggiungere sono sempre gli stessi: una migliore qualità e disponibilità del prodotto“ energia elettrica”. Nessuno pensi di raggiungerli dando maggiore peso ad uno o ad un altro componente, ma si proceda ad uno sviluppo armonico dell’intero sistema attraverso un confronto tecnico serio sui vantaggi e sugli svantaggi che ogni scelta può comportare
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La DGM ASCENSORI nasce nel 1984 per opera di Mario Di Gregorio, dopo che per diversi anni aveva lavorato nel settore. L’esperienza, la conoscenza, la passione e la professionalità acquisite col tempo sono alla base della DGM Ascensori, ditta individuale addetta al montaggio e manutenzione ascensori, impianti elettrici e riparazioni. Da subito la DGM decide di lavorare con ditte specializzate nella progettazione costruzione e precollaudo dell’intero impianto elevatore, consegnano l’impianto direttamente in cantiere pronto per essere montato. Oggi la DGM Ascensori srl si avvale oltre che della pluriventennale esperienza del suo fondatore, anche della collaborazione dei gli, che hanno acquisito la passione, la serietà, l’accuratezza, la capacità tecnica e la sicurezza del fondatore, ma anche di un nutrito staff di tecnici e di collaboratori amministrativi che ugualmente applicano il know-how acquisito. La DGM Ascensori srl opera prevalentemente in Abruzzo e Molise, ma conta impianti anche nel Lazio e nelle Puglie.
Corso Europa, 25/B - 66054 Vasto (CH) - Tel. 0873.364346 - Fax 0873.379231 E-mail: info@dgmascensori.it - Web: www.dgmascensori.it
ricerca&innova ione » di Luciano Fratocchi
M Marco Grazietti, ventisettenne teramano laureato in Biotecnologie titolare della Calzoleria Grazietti
Tra fuga
dei cervelli
ed autoimpiego: libere riflessioni
sul futuro
dei laureati italiani
La storia di Marco Grazietti, un giovane teramano che non trovando lavoro con la sua laurea in Biotecnologie ha deciso di mettersi in proprio e di diventare un artigiano calzolaio
entre scrivo questo articolo, sulla home page del sito del più diffuso quotidiano nazionale, il Corriere della Sera, si racconta la storia di Marco Grazietti, giovane ventisettenne teramano in possesso di una laurea in Biotecnologie conseguita nel 2007 con la votazione di 108/110 presso l’Università della sua città. Da qualche giorno, il giovane dottore ha iniziato la sua nuova attività imprenditoriale nel centro di Teramo: fa il ciabattino presso la Calzoleria Grazietti in Corso Cerulli! Non è uno scherzo, questo pazzo mercato del lavoro e questo pazzo Paese è riuscito a convincere un laureato che ha conseguito il titolo a 23 anni con una tesi sperimentale “sull’analisi di molecole implicate in patologie tumorali, infertilità, dolori cronici e disturbi dell’alimentazione” a mettersi in proprio per svolgere un’attività che non ha nulla a che vedere con quello che ha studiato all’università. Nonostante si sia laureato in tempi sufficientemente veloci ed abbia conseguito una votazione finale che se non eccellente, è sicuramente molto buona. Ed il tutto in un corso di laurea – quello di biotecnologie – che appartiene all’area delle scienze della vita, ovvero un’area che guida lo sviluppo tecnologico mondiale, insieme all’ICT ed alle nanotecnologie. Prima di esprimere le mie riflessioni sul caso, desidero esprimere al neo-imprenditore un duplice immenso GRAZIE. Il primo grazie, caro Marco – scusa se ti chiamo per nome nonostante non abbia la fortuna di conoscerti, te lo porgo per non aver ceduto alla tentazione di fare il “bamboccione” e rimanere sul conto spese dei tuoi genitori fino al giorno in cui avresti trovato un lavoro – un diritto questo che una recente ASSURDA sentenza della Corte di Cassazione ti avrebbe dato. Giustamente tu hai detto ai giornalisti “Non avere padroni non ha prezzo”, ma anche “Non dover dipendere dai genitori, non ha prezzo”, senza con questo voler mettere in discussione che si amino i propri genitori. Il secondo grazie per averci dimostrato che voi giovani – se volete, e tu sicuramente hai voluto – siete molto più intelligenti delle generazioni che vi hanno precedu-
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ricerca&innova ione
to, compresa quella dei quarantenni a cui mi onoro di appartenere. Molto più intelligenti perché avete spesso il coraggio di scelte che molti prima di voi non hanno sempre deciso di accettare: la scelta di accettare un lavoro all’estero anche se si ama questo paese e si vorrebbe mettere i propri neuroni al servizio dell’Italia – quella con cui ci siamo tanto riempiti la bocca appena qualche giorno fa in occasione del centocinquantenario dell’Unità; ma anche la scelta di inventarsi un lavoro onesto anche quando questo significa non utilizzare le proprie conoscenze e competenze, i propri sacrifici di anni di studio. Ed ecco allora le riflessioni che il caso di Marco mi genera: a. Siamo sicuri che il Paese – l’Italia di cui prima – abbia fatto un bell’investimento facendo studiare Marco (penso che sia a tutti noto che le tasse universitarie che lui e la sua famiglia hanno pagato non coprono – pro-quota – tutte le spese necessarie per il suo corso di laurea) visto che poi fa un mestiere ben diverso? b. Siamo sicuri che il Paese ci abbia guadagnato a rinunciare per tutti gli anni di studio di Marco ad un buon ciabattino che, tra l’altro, pare offra servizi speciali quali la risuolatura delle scarpe da montagna o da ballo o i mocassini su misura? Non era preferibile fargli
capire prima che poteva essere felice risparmiandosi ore di studio per imparare cose che al massimo resteranno un suo argomento di interesse personale? c. Siamo sicuri che il cittadino Marco abbia ricevuto dal suo Paese servizi di orientamento adeguati per capire come scegliere il proprio corso di laurea in funzione delle sue attitudini ma anche delle prospettive di mercato? d. Siamo sicuri che nel teramano, ed in generale in Abruzzo non ci sia bisogno di un biotecnologo esperto in analisi di molecole implicate in patologie tumorali, infertilità, dolori cronici e disturbi dell’alimentazione? Magari c’è qualcuno che ne ha bisogno ma non sa che c’è Marco e con lui altri, tanti, colleghi di corso! e. Siamo sicuri che – in una qualsiasi delle Università italiane - sia eventualmente possibile progettare corsi di laurea senza tenere conto delle reali esigenze del mercato del lavoro e dei territori? f. Siamo sicuri che sia giusto illudere per tanti anni degli studenti con la prospettiva di fare il biotecnologo – ma anche tante altre professioni ufficialmente d’avanguardia – se poi non abbiamo un tessuto industriale a cui questa figura interessa veramente? Da cittadino e da professore universitario IO NON SONO SICURO! E voi?
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credito&finan a » a cura della redazione
2010, la Carispaq torna in utile Approvato dal Consiglio di Amministrazione della Carispaq il bilancio al 31 dicembre 2010, che chiude con un utile netto di 9,7 milioni di euro
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egna il ritorno della banca a condizioni normali di redditività il bilancio 2010, dopo la perdita del 2009 determinata principalmente dai danni agli immobili di proprietà e dai cospicui accantonamenti prudenziali. Il conto economico al 31 dicembre 2010 si è chiuso, infatti, con un utile netto di 9,7 milioni di euro. Un risultato derivante sia dalla componente ordinaria generata dal buon andamento della gestione caratteristica della banca, pari a 5,6 milioni di euro, sia dalla componente “straordinaria” determinata dall’incasso di parte dei risarcimenti assicurativi per i danni del terremoto, pari a 4,1, milioni di euro al netto delle imposte. A circa due anni dal sisma, il profilo economico e sociale dei territori colpiti appare ancora condizionato dalle contraddizio-
Rinaldo Tordera dg di Carispaq
ni sulle strategie della ricostruzione e dello sviluppo a lungo termine, dalle lentezze nella messa a disposizione dei fondi necessari nonché sull’attuazione delle misure di agevolazione fiscale per le attività produttive, in particolare la “Zona franca”. La Carispaq ha attivato a fine
Principali indicatori patrimoniali ed economici (Variazione del 2010 rispetto al 2009) Raccolta diretta da clientela: euro 2.352 milioni (+15,38%) Mezzi amministrati: euro 3.284 milioni (+9,34%) Impieghi netti a clientela: euro 1.762 milioni (+25,69%) Margine di intermediazione: euro 66,2 milioni (+5,71%) Rettifiche nette di valore sui crediti: euro 13,5 milioni (-65,22%) Utile netto: euro 9,7 milioni (19,2 milioni a dicembre 2009)
2009 uno “sportello speciale” destinato a centro informativo, di assistenza, consulenza ed offerta di servizi, dove le risorse sono impegnate stabilmente alla gestione del processo di lavorazione delle pratiche di finanziamento e a fornire una adeguata consulenza sulla materia. Al 31 dicembre 2010 si è giunti a 6.319 domande presentate per un corrispettivo di 314 milioni di euro di finanziamento, di cui 275 già erogati. Il 2010 è stato caratterizzato anche dall’apertura di una nuova agenzia, nei pressi della nuova sede del Tribunale dell’Aquila, nel nucleo industriale di Bazzano, che ha portato a 53 il numero degli sportelli dell’Istituto
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» foto di Simone Cerio
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credito&finan a » a cura della redazione
Alcuni rappresentanti dell’Università e della Banca del Vomano
L’intervento di Giulio Sottanelli, presidente della Banca del Vomano
Università di Teramo e de L’Aquila
insieme per lo sviluppo della Banca del Vomano
Stipulata la convenzione per il conferimento di due borse di studio del valore di 1.500 euro ognuna, riservate alle migliori tesi di laurea
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ue borse di studio riservate agli studenti impegnati nella stesura delle tesi di laurea. È quanto stabilito dalla convenzione stipulata tra la costituenda Banca del Vomano e le Università degli Studi di Teramo e L’Aquila, presentata nella sala convegni dell’Hotel Abruzzi di Teramo. All’incontro sono intervenuti, tra gli altri, Giulio Cesare Sottanelli, presidente del Comitato Promotore Banca del Vomano, Manuel De Nicola della facoltà di Scienze della Comunicazione di Teramo e Giovanni Bucci della facoltà di Ingegneria de L’Aquila. Obiettivo del comitato promotore del futuro istituto di credito cooperativo, è quello di incentivare la ricerca scientifica e tecnologica per l’innovazione nei processi informativi e di comunicazione.
Da qui l’idea di stipulare con i due atenei abruzzesi una convenzione che preveda il conferimento di due borse di studio del valore di 1.500 euro ognuna, riservate alle migliori tesi di laurea in Ingegneria Gestionale o Ingegneria Informatica e dell’Automazione e nei corsi di laurea della facoltà di Scienze della Comunicazione. «Abbiamo scelto di dotarci sin da subito di modelli gestionali innovativi – ha sottolineato durante la conferenza stampa Giulio Cesare Sottanelli – Questa convenzione ricopre, pertanto, un ruolo fondamentale, in quanto darà l’opportunità al nostro Consiglio di Amministrazione di approfondire l’analisi della struttura organizzativa e delle risorse umane e tecnologiche, per consentire la nascita, l’evoluzione e l’affermazione della nostra banca». Possono concorrere tutti gli stu-
» foto concesse da MA comunication&corporate image
denti delle facoltà di Scienze della Comunicazione e di Ingegneria. Una commissione di valutazione composta da quattro membri sceglierà coloro che si saranno distinti per i risultati raggiunti e per aver prodotto una tesi di laurea di particolare interesse relativamente allo studio e alla realizzazione di piani di comunicazione integrata, nuovi prodotti bancari e sistemi informativi integrati Intranet/ Internet. Tre i criteri di indirizzo che saranno presi in considerazione nella valutazione degli elaborati: valore scientifico, reale applicabilità e valenza economica e livello di integrazione multidisciplinare. Le borse di studio saranno conferite su insindacabile giudizio della commissione e sulla base del parere espresso dal relatore della facoltà di appartenenza del candidato
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la terra di piero
idee per lo sviluppo delle aree interne » di Piero Carducci*
Chi frena la ricostruzione?
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li aquilani sono sempre più attoniti, preoccupati, angosciati. Sulla ricostruzione vera, quella che riguarda il centro storico e le case gravemente danneggiate, tutto continua ad essere fermo. Il terremoto è diventato purtroppo il terreno di scontro di una politica che ha perso la bussola del bene collettivo, e mentre il tempo passa tutto è diventato opaco, contorto, controverso. Evidenti sono le responsabilità del sindaco dell’Aquila, che continua nei soliti gesti teatrali a fini politici, e di una parte del Consiglio comunale, che sta complicando ed ostacolando tutto. Il Comune non vuole più i commissari, ma neppure dispone di una propria struttura interna in grado di guidare la ricostruzione e pianificare il futuro della città. Ogni giorno si accendono inutili e paralizzanti polemiche, e il cittadino non comprende se il problema siano davvero i Commissari o la genetica incapacità del Comune ad amministrare le complessità del post-terremoto, a partire dalla redazione dei necessari, e tuttora mancanti, Piani di ricostruzione. Mentre il sindaco non ha chiarito perché mai, la proposta del commissario dello scorso agosto, con cui rifare subito le vie principali del centro storico, non sia mai stata illustrata ai consiglieri. La ricostruzione si è avvitata in un circolo vizioso, in uno scaricabarile indegno, dove l’aria si è fatta mefitica e sale la tensione e cresce l’ansia degli aquilani ogni giorno di più. Anche la consorteria dei tecnici fa la sua parte per frenare, rallentare e complicare ogni cosa.
Eppure, a leggere gli atti, parrebbe che le risorse siano disponibili e che il quadro normativo, dopo le ultime importanti ordinanze, sia veramente pronto per l’avvio della ricostruzione pesante. I dubbi residui del Comune e dei tecnici potranno essere chiariti strada facendo, come in passato molti problemi sono stati già valutati e risolti nel proficuo confronto con le strutture commissariali e gli altri soggetti impegnati nell’opera della ricostruzione. Proprietari, tecnici e costruttori possono dare inizio alla ricostruzione vera. Ma non lo fanno, perché i cacadubbi tecnici e gli sfasciacarrozze politici sono sempre all’opera. Trascorsi ormai due anni dal tragico sisma che ha distrutto L’Aquila non è più tollerabile il gioco a riampiattino ed il continuo rinvio a successivi incontri ed approfondimenti. Ha ragione il Commissario Chiodi quando dice che ingiustificabile, a questo punto, è il restare fermi. Qualcuno all’Aquila sta giocando con il fuoco. Finirà per scottarsi, ma pure la città distrutta rischia di risultarne ulteriormente scottata. Se il centro resta morto, L’Aquila si trasformerà in una anonima cittadina di provincia, senza alcun ruolo strategico di località centrale, in mezzo ad un’offerta indifferenziata. La ricostruzione può ancora diventare il modello per un nuovo tipo di centro storico del 21° secolo in Italia, purché lo si voglia. La questione è tutta qui: modello Friuli o modello Belice? Il tempo è fugace: egoismi politici, burocrazia e priorità sbagliate rischiano di concludere il lavoro iniziato dal terremoto
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* Economista
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SALVATE LE VOSTRE RISORSE!
PROTAGONISTA NEL SETTORE DELLE SOLUZIONI E DEI SERVIZI PER LA GESTIONE DOCUMENTALE, SISOFO SI PREPARA ALLA TAPPA DEL SAVING TOUR 2011 CHE SI TERRÀ IL 26 MAGGIO, UN’OCCASIONE DA NON PERDERE PER TUTTE LE AZIENDE CHE VOGLIONO VINCERE LA SFIDA DELLA COMPETITIVITÀ!
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a promessa di tutte le soluzioni e i servizi è racchiusa nella parola “Save”. Save come risparmio economico, Save come risparmio di tempo nella gestione dei processi e delle informazioni e Save come riduzione dell’impatto ambientale grazie all’eliminazione degli sprechi e a un migliore utilizzo delle risorse. Tutti aspetti che le aziende devono considerare per competere nell’attuale contesto di mercato e che saranno protagonisti durante la prossima tappa del “Saving Tour”: il contenimento dei costi come leva competitiva”. L’evento è organizzato da Nashuatec, brand del Gruppo Ricoh, in collaborazione con Sisofo, Nashuatec Corporate Dealer, e con Adiuto, Business Unit di JM Consulting specializzata nel document management, e Praim azienda che sviluppa e produce interfacce di stampa. L’appuntamento è a
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ORAZIONE CON SISIOFO
» REDAZIONALE IN COLLAB
Francavilla al Mare (CH), il 26 maggio presso il Romantik Hotel Villa Maria.
GESTIONE DOCUMENTALE SOTTO I RIFLETTORI AL SAVING TOUR L’obiettivo del tour è presentare alle piccole e medie imprese le soluzioni e i servizi più innovativi che consentono di migliorare la gestione dei documenti e delle informazioni e di ottenere un importante vantaggio competitivo. Il tour è l’occasione per presentare il Pay Per Page Green, l’evoluzione dell’approccio consulenziale tradizionale del Gruppo di appartenenza. Si tratta di un modello di business innovativo che, oltre a garantire tutti i vantaggi tecnologici, finanziari ed economici del Pay Per Page tradizionale, consente di ridurre l’impatto ambientale dei processi di stampa. Il punto di partenza è una fase di consulenza mirata per realizzare un progetto su misura e individuare quali soluzioni, sia hardware che software, possono portare a risparmi significativi e a vantaggi di tipo organizzativo. Durante il Saving Tour è inoltre possibile approfondire le
tematiche relative alla gestione dei dati, all’automazione dei flussi documentali, alla sicurezza delle informazioni e alla conservazione sostitutiva.
NON SOLO PRODOTTI Tutte queste soluzioni e i servizi a corredo fanno parte dell’offerta che Sisofo mette a disposizione delle aziende forte delle competenze e della professionalità maturate in 34 anni di esperienza sul mercato. Tra i principali punti di forza vi è l’approccio consulenziale descritto che garantisce soluzioni integrate e personalizzate, in grado di portare innovazione di processo e ottimizzazione delle risorse. Un campo, quest’ultimo, su cui si gioca la competitività delle imprese, specialmente in un mercato complesso come quello attuale. La collaborazione con importanti player di mercato, quali appunto Nashuatec, rafforza il valore aggiunto nei modelli di business e nei servizi proposti. Sisofo supporta le aziende con progetti e soluzioni pensati ad hoc per i differenti mercati verticali, quali per esempio le agenzie di pratiche auto, gli studi di consulenza e i commercialisti, settore chimico - farmaceutico. Completano l’offerta servizi di assistenza, manutenzione e di monitoraggio da remoto dell’ambiente di stampa che sollevano il cliente da tutti gli oneri gestionali. Con un parco macchine assistito di oltre 2.000 periferiche, Sisofo è stata la prima azienda in Abruzzo a ottenere la certificazione ISO 9001 in questo settore•
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ORAZIONE CON PROFESSION
» REDAZIONALE IN COLLAB
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o Studio Professionisti Associati viene fondato a Lanciano nel 1997 per offrire ai propri clienti una consulenza innovativa e personalizzata in campo fiscale, societario e della gestione del personale. Attualmente è composto dai soci dottori commercialisti iscritti presso l’Ordine di Lanciano: Luigi Alfredo Carunchio, Marco D’Orsogna Bucci e Antonio Russo. Inoltre, si avvale del supporto professionale di Raffaella D’Alfonso, Diamantina Pantaleone, Angela Maria D’Alesio e altre 14 valide risorse umane, tra dipendenti e collaboratori, che danno vita ad una struttura multidisciplinare, giovane e in grado di rispondere a tutte le necessità del cliente. Gli uffici hanno sede a Lanciano in via Tinari 3. Il core business di Professionisti Associati in merito alla consulenza ed assistenza verso aziende, enti pubblici, associazioni e altri soggetti economici riguarda schematicamente cinque macro settori: fiscale e contabile, organizzazione e controllo di gestione, lavoro, societario e operazioni straordinarie. Lo Studio offre consulenza fiscale nazionale e internazionale attraverso pareri interpretativi della normativa fiscale nazionale ed internazionale, rappresentando anche i propri clienti nelle sedi dell’amministrazione finanziaria; predispone i bilanci CEE in ogni forma ed elabora tax planning nazionale ed internazionale. Offre assistenza nell’implementazione, start-up e monitoraggio del sistema di controllo dei costi, provvede all’implementazione e monitoraggio di sistemi contabili industriali, definisce organigrammi e job description e offre consulenza nella predisposizione di processi di delega. Affianca i suoi clienti in materia di diritto del lavoro e sindacale, gestione del personale di imprese, enti pubblici ed associazioni. Assiste gli interessati nella costituzione delle varie tipologie societarie e l’applicazione dei Modelli 231, (D.Lgs. 231/01) a tutela dell’azienda da responsabilità amministrative di natura penale. Da ultimo, procedendo nell’elencazione sintetica dei tanti servizi, lo Studio Professionisti Associati assiste i clienti nelle operazioni di cessione, conferimento e affitto d’azienda, trasformazione, scissione e fusione, nonché acquisizioni e ristrutturazioni aziendali•
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seminari&convegni » di Donato Tribuiani
I giovani e il diritto
all’occupazione
Di questo è molto altro si è parlato nel convegno organizzato dall’associazione Futuro In presso l’affollatissima sala polifunzionale della provincia di Teramo
Un momento del convegno di Teramo
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iritto al futuro” è il titolo del convegno organizzato dall’associazione Futuro In presso l’affollatissima sala polifunzionale della provincia di Teramo per discutere dei giovani e il lavoro, quel lavoro che non c’è o c’è sempre meno. L’ospite più atteso, il ministro della Gioventù Giorgia Meloni, non potendo intervenire poiché trattenuta alla Camera dal voto sul processo breve, ha partecipato al dibattito con un intervento in audioconferenza. La rappresentante del governo ha ricordato gli impegni e le attività avviate a livello nazionale per offrire forte sostegno ai giovani, come l’allargamento degli ammortizzatori sociali anche ai contratti atipici ed ha
La numerosa platea che ha partecipato al convegno
promesso di tornare in città per un prossimo appuntamento. All’evento è legata anche una particolare iniziativa: gli utenti di Facebook hanno proposto la loro idea sull’Italia del domani ed hanno rivolto domande al ministro. È stato l’assessore regionale alle Politiche Sociali Paolo Gatti ed il consigliere regionale delle Marche Francesco Acquaroli a rispondere alle domande nate dal social network relative al problema del precariato, del “contenzioso giovanile” tra giovani e adulti e del federalismo fiscale connesso al recente evento dell’unità nazionale. Gatti ha aperto il suo intervento annunciando un nuovo bando per 200 nuove imprese giovanili e al femminile, specificando che la Regione ha stan-
ziato 12,5 milioni di euro per sostenere questo progetto che mira a creare occupazione. Per quanto riguarda il tema del precariato, l’assessore ha lanciato l’idea di fissare le priorità. «Secondo me - ha spiegato Gatti – bisogna dare un’opportunità prima a chi non l’ha mai avuta, perché è probabile che il precario, non per sua colpa –ha specificato- un’opportunità ce l’ha avuta, ma non è riuscito a mantenerla». Per l’assessore regionale il tema del federalismo fiscale potrebbe essere una buona iniziativa, ma chiarisce che in sostanza poi non ci sarà solo un pantalone che paga, ma sarà la bravura degli amministratori locali a gestire le spese della Regione
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componenti elettrici e meccanici per auto
Dal 1957 lavoriamo per le vostre auto. D’Angelantonio S.R.L. nasce nel 1957 proponendosi immediatamente come leader locale nella fornitura di ricambi ed accessori per autovetture ed autocarri. Nel corso degli anni la ditta D’Angelantonio ha inglobato nuove fette di mercato offrendo una gamma sempre più completa di autoricambi ed accessori con l’esclusiva di alcuni marchi prestigiosissimi. D’Angelantonio S.R.L., da sempre attenta ai cambiamenti di mercato, si prefigge come obiettivo il raggiungimento di una sempre maggiore qualità della propria offerta, affiancando alla semplice fornitura del ricambio un qualificato servizio pre e post-vendita che garantisca un elevato livello di assistenza al cliente.
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seminari&convegni » di Laura Tinari
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residio del territorio, qualità del “prodotto” e centralità della persona, queste le caratteristiche che fanno delle cooperative una delle forme di impresa più adatte a rispondere alle crisi economiche. A ciò si aggiungono tre ulteriori motivazioni che Alberto Manelli, direttore dell’Inea ed esperto di finanza aziendale, ha così declinato: «Innanzitutto le cooperative sono un soggetto a bassa intensità di capitale finanziario e ad alta intensità di capitale umano, ciò le rende particolarmente flessibili e capaci di superare le barriere imposte dal mercato; sono poi caratterizzate da una responsabilità diffusa; infine ognuno partecipa al risultato finale: ciò crea “tessuto”, valore e identità». Quindi un nuovo tipo di sviluppo può essere creato attorno al “modello cooperativo”. Per questo l’Associazione Italiana di Studi Cooperativi “Luigi Luzzatti” e il Ministero dello Sviluppo economico, in collaborazione con l’associazione culturale Aqube e la società Smartsys, hanno disegnato un momento di approfondimento in cui è stato presentato anche il progetto “la RETE del SAPERE”, di cui hanno parlato Luciano Morlupi ed Ernesto Lombardi. Si tratta di un percorso formativo messo in campo proprio dal Ministero per accrescere le abilità e le capacità dei dirigenti delle cooperative nel comprendere e affrontare il mercato che cambia. Presente il vice-presidente della Regione, Alfredo Castiglione, che ha affermato «Avremo presto una legge quadro sulla cooperazione». All’incontro sono
Le cooperative protagoniste della ricostruzione Il moderatore Salvatore Santangelo e l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Alfredo Castiglione
Si è parlato di questa particolare forma di impresa e del suo ruolo a Onna durante l’incontro “Cooperiamo per la ricostruzione: le opportunità e le risorse per le Società Cooperative”. Un appuntamento pensato per presentare le occasioni di crescita per la cooperazione nel territorio aquilano intervenuti anche l’assessore regionale alla Protezione civile, Gianfranco Giuliante, sindaci, professionisti e dirigenti, la cui presenza ha dimostrato come le cooperative vogliono essere protagoniste della ricostruzione materiale, sociale ed economica di questo territorio.
A tal proposito il giornalista e saggista Salvatore Santangelo, che ha introdotto e moderato l’incontro, ha sottolineato che «Lo scambio sociale a volte è più importante di quello economico. Per questo le cooperative sono una risorsa da salvaguardare e promuovere»
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seminari&convegni » di Laura Tinari
Da sinistra: Ilse De Matteis, presidente di Terranostra Coldiretti, Gianfranco Giuliante, assessore regionale alla Montagna, Alessandro Amicone, presidente dell’associazione Roccaraso è, Gloria Pasquali, assessore del II municipio di Roma Capitale, Valeria Altobelli, moderatrice
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a cittadina abruzzese di Roccaraso si riconferma centro di elaborazione di idee e progetti sullo sviluppo del sistema montagna e del turismo ad essa connesso. Sabato 5 marzo si sono infatti ritrovati di nuovo attorno allo stesso tavolo, grandi professionisti e intellettuali che gravitano in questo mondo. Un’occasione creata anche per ribadire l’importante e sempre più stretto rapporto che ormai lega Roma Capitale all’Aquila e all’Abruzzo. Un legame già espresso a fine ottobre scorso con l’incontro “Montagna è” e con le numerose iniziative messe in campo dal 6 aprile 2009 dal sindaco di Roma, Gianni Assegnazione del primo premio Roccaraso è alle forze dell’ordine e ai volontari che il 19 febbraio scorso hanno salvato tre ragazzi rimasti bloccati da una slavina
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Alemanno. È stata, infatti, anche questa volta la Fondazione Nuova Italia, presieduta proprio da Alemanno, grande appassionato di montagna, e diretta da Salvatore Santangelo, a dare ampio sostegno all’incontro. Un gemellaggio simbolico, dunque quello tra Roma e L’Aquila, fatto di scambi di tipo turistico, sociale, culturale ed economico e rappresentato in questa giornata di studi dalla presenza del vice-sindaco di Roma Capitale con delega al Turismo, Mauro Cutrufo. Alessandro Amicone, presidente dell’associazione Roccaraso è, ha aperto i lavori parlando dell’importanza di ridisegnare l’universo del turismo e il rapporto tra territorio e sviluppo economico, concentrandosi sul valore dei sistemi turistici locali. «L’idea di fondo di questo modello -ha detto- è assegnare alle comunità locali un ruolo di primo piano nella progettazione integrata del turismo, cosìcche il territorio diventi il vero protagonista. Questo richiede di individuare nuovi modi di gestire e promuovere offerte e località turistiche secondo un’idea di marketing territo-
riale mirata a fare sistema». Dopo di lui, Salvatore Santangelo ha contestualizzato l’iniziativa facendo riferimento a tre importanti eventi dei giorni scorsi: passaggio in Senato del federalismo municipale, il protocollo d’intesa sul turismo abruzzese firmato a Palazzo Chigi e l’attesa proposta di legge sulla montagna approvata alla Camera. «Il protocollo firmato dal sottosegretario Gianni Letta e la proposta di legge di Erminio Quartiani -ha spiegato Santangelo- vanno nella stessa direzione: riaffermare il ruolo della montagna, riassegnandole la sua importanza nell’essere opportunità di sviluppo per tutto il Paese. Come abbiamo già affermato con “Montagna è” è dalle sue montagne che L’Aquila e l’intero Abruzzo devono ripartire, perché è “l’identità” il fattore trainante per uno sviluppo sostenibile e integrato dell’intero sistema turistico italiano». A sottolinearlo anche Franco Salvatori, presidente della Società Geografica Italiana, «L’Abruzzo forte e gentile nei primi del ‘900 si distingueva nell’offerta turistica italiana con un’iden-
La montagna al centro di un’alleanza tra le regioni di mezzo “Turismo è - Qualità e sostenibilità per un sistema integrato della montagna nelle regioni di mezzo”, questo il titolo del secondo appuntamento promosso dall’associazione Roccaraso è perché la montagna riprenda il proprio ruolo nell’offerta turista dell’Italia centrale
Da sinistra: Mauro Di Dalmazio, assessore regionale al Turismo, Mauro Cutrufo, vice-sindaco di Roma Capitale, Alessandro Amicone, presidente dell’associazione Roccaraso è, Salvatore Santangelo, direttore scientifico della Fondazione Nuova Italia
tità essenzialmente montana e attraverso la montagna rappresentava un incalcolabile patrimonio immateriale». Durante l’incontro si è tornati a parlare delle Olimpiadi 2020, che vedono la forte candidatura di Roma e il conseguente coinvolgimento dell’Aquila in primis in questa avventura. «È comprovato -ha detto Mauro Cu-
trufo- che siano i grandi eventi ad avere la maggiore incidenza sul turismo, perché portano investimenti e gente. Per questo invito gli abruzzesi a condividere con noi questo momento, affinché possa essere per la nostra regione un vero strumento di comunicazione. È nostra intenzione, infatti, nei prossimi 10 anni accostare ai progetti
ordinari, logici e propedeutici che legano Roma e L’Aquila, anche un progetto strategico più a lungo periodo». Cutrufo, raccogliendo l’invito dell’assessore regionale al Turismo, Mauro Di Dalmazio, a lavorare insieme in un’ottica di sviluppo condiviso, si è reso disponibile per un accordo tra le regioni al fine di creare un sistema coordinato e fattivamente integrato. Un rapporto bilaterale tra Lazio e Abruzzo, poiché anche la nostra regione con i suoi parchi e la sua ricchezza ambientale può dare molto a Roma 2020. Segue la logica della vicinanza e del sostegno e non quella dell’assistenzialismo l’attività “Sentieri di amicizia”, messa in campo dal II municipio di Roma e rivolta a bambini e studenti e da attivare con comuni e parchi locali già da quest’anno. Un’iniziativa nata per dare l’opportunità di percepire la valenza educativa e formativa delle nostre montagne, improntata al rispetto dell’ambiente. A fare le conclusioni è stato l’assessore regionale alla Montagna, Gianfranco Giuliante, che ha rimarcato l’importanza culturale, economica e identitaria della montagna per la regione abruzzese, affermando di voler implementare le strutture e i servizi legati ad essa, perché, come ha detto anche l’assessore Di Dalmazio, il settore ha visto negli ultimi anni un cambio di approccio: il turismo non è un settore spontaneo, ma necessità di una strategia e per avere un ruolo propulsivo e reale, deve saper puntare sullo sviluppo della mobilità, che permetterà al turista di fruire al meglio dell’offerta, e sulla formazione
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seminari&convegni » di Martina Luciani
Il professor Federico Valerio durante il suo intervento
La grossa stufa di Treglio Il dibattito sull’inceneritore per biomasse non si spegne. Ne hanno discusso in un convegno a Lanciano organizzato dal movimento spontaneo di cittadini Nuovo Senso Civico
U
na volta messo in funzione l’inceneritore per biomasse di Treglio, cosa cambierà per i cittadini? È da qui che muove il convegno, organizzato dal movimento spontaneo di cittadini Nuovo Senso Civico, che si è tenuto a Lanciano, presso il Palazzo degli Studi. L’inceneritore è già stato costruito, senza informazioni o giustificazioni, ma non ancora entra in funzione. Ed è per questo che gli abitanti del posto continuano a manifestare, promuovendo anche una raccolta
» foto concesse da Nuovo Senso Civico
firme, affinché l’impianto venga smantellato quanto prima. All’incontro sono intervenuti il sindaco di Lanciano, l’avvocato Filippo Paolini, il professor Federico Valerio, dell’Istituto Nazionale Ricerca sul cancro di Genova, il professor Paolo Stoppa, preside della Cattedra di Geochimica dell’Università d’Annunzio di Chieti, il dottor Domenico Angelucci ed il rappresentante di Nuovo Senso Civico, Alessandro Lanci. Il prof. Valerio ha spiegato le differenze tra le diverse centrali e quale, a parità di energia, inquini meno. Il confronto
è tra quelle a biomasse, a carbone ed a metano. A parità di energia prodotta, le biomasse le più inquinanti. Il metano risulta invece essere il meno. Dalla combustione delle biomasse vengono prodotti ossido d’azoto, polveri totali sospese, ossido di carbonio, polveri sottili, formaldeide, benzene, diossine, idrocarburi policiclici aromatici. Le polveri sospese, come sottolineato anche dal dott. Angelucci, sono le più pericolose, perché s’insinuano con più facilità nel corpo ed entrano in circolo con maggiore velocità. E queste sostanze
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seminari&convegni
Il tavolo dei relatori
inquinanti sono capaci di viaggiare fino a migliaia di km di distanza, quindi il problema non sarebbe circoscritto alle zone limitrofe. Da una ricerca pubblicata da Repubblica, si legge che riducendo l’inquinamento da polveri ultrasottili nella sola città di Roma, si eviterebbero ogni anno 1278 morti. C’è una proporzionalità diretta, infatti, tra inquinamento e tumori polmonari. Le fasce più a rischio sarebbero bambini, anziani e persone che soffrono di patologie polmonari. Secondo il prof. Stoppa è importante calcolare i fattori di rischio. Per salvaguardare la salute, è necessario azzerare il fattore pericolosità e valutare la vulnerabilità. La risposta non deve essere però un “no” a
priori. In questo progetto manca una vera analisi di efficienza, costi e benefici. Ad oggi non ci sarebbe un reale risparmio energetico con l’uso delle biomasse. Perché quindi non cercare un compromesso? Ha poi preso la parola anche Pierluigi Martini, chimico, in rappresentanza delle intenzioni dell’azienda e delegato Fiper (Federazione Italiana Produttori di Energia da fonti rinnovabili). Nonostante la platea non fosse dalla sua parte, ed ha fatto davvero di tutto per mostrarlo, Martini ha sostenuto che va difesa la corretta trasformazione di ogni tipo di combustibile e si è detto disposto ad una tavola rotonda con i cittadini per spiegare le ragioni del sì. “La grande stufa”, così come
viene definita dall’ingegnere, progettista e proprietario dell’inceneritore (vice sindaco) di Treglio, Antonio Di Nunzio, a parere del presidente onorario di Nuovo Senso Civico Antonello Tiracchia e di Marco Rosati del movimento No Inceneritore Treglio, porterà benefici solo ai proprietari. Mentre i costi saranno pagati da tutti i cittadini. Ci troviamo perciò di fronte ad un problema ambientale, o solo politico? Nell’articolo 1 della Direttiva 96/62/CE (valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente), si legge che è necessario “mantenere la qualità dell’aria ambiente, laddove è buona, e migliorarla negli altri casi”. Alla luce di ciò, senza voler avallare aprioristicamente la paura atavica dell’uomo nei confronti di queste strutture o fare un ecoterrorismo spicciolo, non possiamo che chiederci se sia davvero necessario un inceneritore di questo tipo, in una località come Treglio con un’elevata vocazione agricola e turistica. Forse le ragioni del sì ci convinceranno di più, ma ad oggi, sarebbe auspicabile seguire il “consiglio” della Comunità Europea e cercare di salvaguardare ciò che abbiamo, perché vale più del mero profitto economico
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Il numeroso pubblico intervenuto
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seminari&convegni » a cura della redazione
La tracciabilità dei rifiuti Con questo incontro, si è concluso il terzo approfondimento sul SISTRI organizzato dalla Deco spa in collaborazione con Si&t
Visita all’impianto TMB di Casoni (CH) Un momento del convegno, presso la sala conferenze dell’impianto TMB di Casoni (CH)
S
ono stati più di 300 i partecipanti al convegno Sistri “Operatività e Gestione del Nuovo Sistema di Tracciabilità dei Rifiuti”, organizzato da Deco spa, in collaborazione con Si&t (Soluzioni per le Imprese & il Territorio). Durante i convegni, tenutisi presso la sala conferenze dell’Impianto di Trattamento Meccanico Biologico (Tmb) Deco spa, sono state approfondite le novità dell’attuale normativa, in particolare l’operatività e gestione del nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti Sistri con contestuale compilazione di schede on –line. Un tema fondamentale per tutte le professionalità e le aziende vicine ai temi ambientali
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I NUMERI DELLA DECO SpA La Deco spa, società abruzzese operante nel settore ambientale, nasce nel 1989 per iniziativa del gruppo industriale Di Zio e nell’ambito dell’ intero sistema di gestione integrato dei rifiuti. Svolge, attività di studio, progettazione e valutazione ambientale, costruzione e gestione di impianti di recupero e smaltimento rifiuti (centri di trasbordo, impianti di stoccaggio, piattaforme ecologiche, discariche per rifiuti non pericolosi, impianti di selezione meccanica e di compostaggio, impianti di bioessiccazione con produzione di CDR, impianti di digestione anaerobica della frazione organica con recupero energetico), bonifica, messa in sicurezza, opere di rinaturazione ed ingegneria naturalistica, produzione di energia da fonti rinnovabili quali: impianti di recupero energetico da gas di discarica ed impianti fotovoltaici. La società ha da tempo implementato un Sistema di Gestione Ambientale in linea con i requisiti previsti dalla norma UNI EN ISO 14001:2004, pienamente integrato agli schemi per la qualità UNI EN ISO 9001:2008 e per la Salute Sicurezza sul lavoro, ha ottenuto la certificazione da parte di Rina spa dei propri sistemi di gestione per la qualità, l’ambiente e la salute e sicurezza sul lavoro ed è in attesa di convalida per la certificazione EMAS.
Prospetto esterno dell’impianto TMB di Casoni (CH)
» foto concesse da Deco SpA
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seminari&convegni » a cura della redazione
Gli impianti fotovoltaici sui capannoni industriali Ne ha parlato l’azienda E.S.Co Solare S.r.l. in un seminario a Confindustria Pescara
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i è tenuto a Pescara, presso la sede di Confindustria, il seminario sugli impianti fotovoltaici organizzato dalla Energy Service Company Solare S.r.l., meglio nota come E.S.Co. Solare. All’incontro hanno partecipato illustri relatori legati al mondo dell’energia, della consulenza, della finanza e delle assicurazioni. L’introduzione al seminario è stata curata dell’Ing. Sergio Castellano, amministratore unico della società, che ha illustrato brevemente la storia della E.S.Co Solare Srl, la sua mission e gli impianti realizzati nel 2010 per un totale di circa 1 MWp di installato. A seguire, Attilio Picchi della Banca Agrileasing Spa ha relazionato sul supporto finanziario nel settore delle rinnovabili, presentando alcuni prodotti pensati ad hoc dalla Banca Agrileasing per il fotovoltaico ed illustrandone le caratteristiche. Romolo Marinelli della Zurich Company Insurance ha illustrato i rischi più frequenti per un impianto fotovoltaico e come sia possibile gestirli con “Solar Power All Risks”, un prodotto assicurativo creato appositamente per gli impianti fotovoltaici. Anche il tema dei riflessi fiscali
» foto concesse da E.S.Co Solare S.r.l.
degli investimenti è stato trattato durante il seminario con l’intervento dell’ avv. Alberto Renda di K Studio Associato di Pescara. Renda ha centrato la sua relazione sulla classificazione catastale e la tassazione degli impianti fotovoltaici delle diverse tipologie. L’Ing. Fabio Cazzato e l’Ing. Marco Di Clerico di ENEL Distribuzione S.p.A, hanno illustrato la nuova delibera per la connessione e mostrato i dati statistici delle domande di connessione rispetto allo stato di occupazione della rete elettrica nazionale. Intervento dal quale sono scaturite molte domande da parte del pubblico presente. Molto interessante l’intervento dell’Ing. Maria Strever della E.S.Co Solare. L’Ing. Strever ha infatti presentato il “PhotoVoltaic Monitoring System”, un moderno ed efficiente sistema di monitoraggio che la E.S.Co Solare ha sviluppato internamente per controllare in tempo reale tutti i dati relativi alla produzione di energia. Il sistema di monitoraggio fornisce inoltre un reporting completo ed esaustivo sulle prestazioni dell’impianto, comparando i dati reali di produzione con i dati stimati. La conclusione dell’Ing. Sergio Castellano non poteva non focalizzarsi sul re-
La sede di E.S.Co. Solare
Il team di E.S.Co. Solare
cente Decreto Legge che di fatto annuncia una riduzione degli incentivi in Conto Energia. Tuttavia, precisa Castellano, «gli impianti fotovoltaici sui capannoni industriali sono in armonia con la rete elettrica nazionale, rispettano l’ambiente e rimarranno un’opportunità di investimento, poiché saranno poco interessati dalle prevedibili riduzioni delle tariffe incentivanti, che presumibilmente penalizzeranno gli impianti a terra»
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seminari&convegni » a cura della redazione
I relatori intervenuti al convegno organizzato da Confartigianato Chieti
Sulla giusta strada Confartigianato Chieti, Inail e Polizia di Stato riflettono sulla sicurezza stradale. Norme più severe per gli autotrasportatori
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uove norme sul codice della strada e nuovi incontri per divulgarle. Parte del decreto, varato il luglio scorso dal Governo, è riservato al mondo dell’autotrasporto che sarà tutelato da provvedimenti più rigorosi. Pensando a questa categoria Confartigianato Chieti, in collaborazione con l’Inail provinciale e la Polizia di Stato, ha organizzato il convegno “L’autotrasporto in Provincia di Chieti. Quali interventi per migliorare la sicurezza stradale?”. Il nuovo codice della strada pone l’attenzione su regole più severe nei confronti delle aziende di autotrasporto. Approvato un emendamento che penalizza maggiormente, con multe pecuniarie e decurtazione di punti dalla patente, chi non riposa a sufficienza durante i viaggi. In aiuto alla sicurezza stradale c’è anche
» foto concessa da Confartigianato Chieti
l’emendamento che obbliga il rilascio di una certificazione di non dipendenza da alcol e stupefacenti per il rilascio e rinnovo delle patenti superiori (C, D ed E) e tolleranza zero per chi guida veicoli pesanti in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti. L’incontro è stato moderato da Daniele Giangiulli direttore provinciale e segretario regionale di Confartigianato. Marisa D’Amario, direttore Inail di Chieti, si è soffermata sugli infortuni sul lavoro “in itinere”, cioè che possono verificarsi durante il normale percorso di andata e ritorno dall’abitazione al posto di lavoro. Fabio Santone, comandante della Polizia Stradale di Chieti, ha parlato dell’importanza della sicurezza stradale quale volano della crescita delle imprese. Claudio Cantagalli, responsabile Crediti Speciali Banca
Popolare di Lanciano e Sulmona, ha posto l’attenzione sulla legge 662/96 che riguarda l’accesso al credito tramite il fondo di garanzia del Medio Credito Centrale. L’intervento del presidente nazionale ed europeo degli autotrasportatori, Francesco Del Boca, ha riguardato la sicurezza come elemento di regolazione della competitività delle imprese di trasporto. Le conclusioni sono state affidate all’onorevole Mario Valducci, presidente della commissione Trasporti della Camera dei Deputati. Come è nella tradizione di Confartigianato nel corso del convegno è stato distribuito un questionario alle aziende intervenute per approfondire la conoscenza sul tema. Il questionario servirà alla pubblicazione di un rapporto di ricerca da sottoporre all’attenzione del Governo per sollecitare interventi mirati per la categoria
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seminari&convegni » a cura della redazione
Il decreto legislativo 231/2001 come strumento per le aziende Questo il tema al centro del convegno organizzato dalla “Totalconsult srl”, in collaborazione con AIFOS e CNAI
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a “Totalconsult srl” ha organizzato, in collaborazione con AIFOS (Associazione Italiana Formatori sulla Sicurezza) e CNAI, presso l’Auditorium Petruzzi di Pescara, un convegno per dibattere la tematica della sicurezza per l’azienda ai sensi del D.Lgs 231/2001 e dei collegati disposti del Testo Unico sulla Sicurezza. L’incontro ha visto la partecipazione d’imprenditori, aziende, consulenti e associazioni, ed ha fornito una serie di approfondimenti sul significato, sulle differenze e stato dell’arte di reati “esimenti”, modelli di gestione e certificazione del Sistema Gestione Sicurezza (SGS), secondo quanto previsto dal D.lgs 81/2008 e s.m.i. Con il D.Lgs. 231/01, il Legislatore ha introdotto un regime di responsabilità diretta a carico dell’impresa per alcuni reati commessi nell’interesse o a vantaggio dell’impresa stessa. Dall’agosto 2007, con l’entrata in vigore della L. 123/07, tra i reati contemplati dal D.Lgs. 231/01 sono stati inseriti l’omicidio colposo (art. 589 c.p.) e le lesioni colpose gravi o gravissime (art. 590 c.p.), commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’Igiene e della Salute sul Lavoro. Il coinvolgimento dell’impresa dovuto
I relatori intervenuti al convegno
ad un reato cagionato da persone che a vario titolo operano nella stessa può avere notevoli conseguenze, non solo in termini di sanzioni (pecuniarie e interdittive), ma anche sulla sua immagine. Secondo quanto disposto dal D.Lgs. 231/01, la responsabilità aziendale è però evitabile e non punibile se viene provato che: - è stato adottato ed efficacemente attuato un Modello d’Organizzazione e Gestione idoneo a prevenire il reato che si è verificato; - è stato costituito un Organismo di Vigilanza (o.d.v.) con il compito di vigilare sul funzionamento del Modello adottato; - il reato è stato commesso da un soggetto che ha eluso fraudolentemente il modello d’organizzazione e gestione. La responsabilità che può essere contestata alle Imprese è una responsabilità diretta che trova origine, principalmente, nella mancanza di idonei controlli gestionali. Questa responsabilità sorge esclusiva-
mente in occasione della realizzazione di determinati tipi di reati fra i quali: - Indebita percezione d’erogazioni; Truffa in danno dello Stato o di un Ente Pubblico o per conseguimento d’erogazioni pubbliche; Concussione e corruzione; Frode informatica in danno dello Stato o di un Ente Pubblico; Reati societari; Delitti con finalità di terrorismo o d’eversione dell’ordine democratico; Abusi di mercato e Reati in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro. Il d.lgs. 81/08 e ss.mm. ed.ii., “meglio conosciuto come testo unico della sicurezza”, ha introdotto con l’art. 30 la facoltà di adottare un sistema di gestione in materia di salute e sicurezza sul lavoro secondo la norma OHSAS 18001:2007 o modelli basati sulle linee guida UNI-INAIL che consentono all’impresa, se correttamente attuato, di avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa di cui al d.Lgs. 231/01
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seminari&convegni » di Martina Luciani
Il Talento d’Impresa,
l’impronta rinascimentale in dieci aziende italiane Presentato a Penne, il libro sui talenti d’impresa d’Italia, di Lanzone, Morace e Gobbi
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l Talento d’Impresa come impronta rinascimentale nell’impresa italiana è stato il tema del convegno tenutosi presso la Sala Consiliare del Comune di Penne, in occasione della presentazione dell’omonimo libro scritto e curato da Giovanni Lanzone, Francesco Morace e Linda Gobbi. «Confindustria ha tra gli obiettivi statutari anche quello della diffusione della cultura d’impresa. Il tema odierno cade su un’area che rappresenta una storia unica dell’alta moda italiana nel mondo – ha così introdotto il presidente di Confindustria Pescara Enrico Marramiero - è stata scelta la sede di Penne che rappresenta il cuore del Polo dell’Alta Moda dell’Area Vestina, prima rete di imprese in Europa del Settore Alta Moda». Sono inoltre intervenuti Monica Giuliato, board manager Ad.Venture srl, il sindaco di Penne Donato Di Marcoberardino, il presidente della Fondazione Formoda Lucio Marcotullio, il direttore di stabilimento Brioni Roman Style Gianfranco De Matteis, il vice
» foto concesse da Confindustria Pescara
presidente esecutivo Polo Alta Moda dell’Area Vestina, Marco Belisario ed il presidente Archivi della Moda del ‘900 Isabella Orefice. Il dibattito è stato moderato da Luigi Di Giosaffatte, direttore di Confindustria Pescara. Presenti anche i curatori del libro, Francesco Morace e Giovanni Lanzone. “Il Talento dell’Impresa” si basa sull’analisi di dieci imprese che incarnano l’idea di italianità, indagate con uno studio multidisciplinare e usando tecniche diverse e integrate. Un’associazione, un progetto, dieci aziende e un libro, per raccontare come fare impresa seguendo alcuni valori fondativi come la passione per il fare, l’attenzione al territorio in cui si opera ed il ricorso ai talenti più diversi. All’incontro, è stato presentato anche il progetto neorinascimentale di “The Renaissance Link”. Associazione, fondata dai due autori, che riunisce professionisti e ricercatori di varie discipline, uniti dalla stessa visione del mondo e del modo di fare impresa, per il rilancio delle imprese italiane e la difesa del made in Italy
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Gli ospiti intervenuti alla presentazione
Il pubblico che ha partecipato all’evento
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seminari&convegni » di Laura Tinari
L’Aquila come è, ma come sarà?
Se lo domandano i Giovani di Confindustria, facendosi promotori di un ciclo di incontri, ideato per coinvolgere le istituzioni, i politici, i sindacati e le associazioni locali al fine di fare una fotografia dell’Aquila e della sua provincia e sviluppare idee e progetti per il futuro
“L’
Aquila come è, come sarà. Scenari presenti e futuri per una città in movimento”, L’Aquila non com’era, perché quello che è stato è stato, ma L’Aquila come è oggi e come sarà domani, ossia una città in evoluzione, una realtà che necessita del coinvolgimento di tutti gli attori legati alla ricostruzione, seguendo una logica che comporta grande assunzione di responsabilità politica e sociale. Obiettivo dei giovani imprenditori è creare le condizioni affinché questo avvenga anche attraverso il confronto. Un’idea apprezzata dal vice-commissario alla ricostruzione, Antonio Cicchetti, «Ricostruzione sociale, economica e dialogo, come in questo incontro, sono alla base per capire e crescere. Ri-
Un momento della tavola rotonda
costruire mettendoci più tempo va bene, l’importante è che il tempo in più sia costruttivo e dialogando, confrontandoci e tirando fuori idee per fare della città una attrattiva turistica lo è». Apprezzata la scelta di rappresentare questi appuntamenti con il cubo di Rubik, «Il celebre rompicapo, - si legge nelle Tesi presentate dai Giovani Imprenditori - fatto di tanti tasselli, rappresenta per noi dell’Aquila di oggi, la cui situazione, a distanza di 2 anni, inizia a sembrare davvero un rompicapo. Per risolverlo sono necessari tanti passaggi uniti da una strategia: solo una convergenza condivisa dei problemi da risolvere, delle risorse da mettere in campo e delle reciproche responsabilità garantiranno una nuova stagione
di sviluppo. Oggi, nonostante siano trascorsi già due anni dal sisma, noi continuiamo ad essere ottimisti e a credere che comunque siamo ancora in tempo per definire una strategia per far rinascere e ripartire questo territorio». Il primo appuntamento di questo ciclo di incontri è stata una tavola rotonda, che ha visto sedersi attorno allo stesso tavolo i principali attori istituzionali della provincia: il vice-commissario Antonio Cicchetti, Giovanna Maria Iurato, prefetto dell’Aquila, Gianfranco Giuliante, assessore regionale alla Pianificazione del territorio e Protezione civile, Antonio Del Corvo, presidente Provincia dell’Aquila, Don Luigi Maria Epicoco, vicario episcopale per i Beni culturali, Cultura e Università, Rinaldo Tordera,
Alessandra Rossi, presidente Giovani Imprenditori Confindustria L’Aquila, durante la lettura delle tesi
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Soluzioni e assistenza per la sicurezza macchine e impianti legati all’automazione.
seminari&convegni Le conclusioni di Fabio Spinosa Pingue, presidente Confindustria L’Aquila
direttore generale Carispaq, Giusi Pitari, prorettore Università degli Studi dell’Aquila, con le conclusioni di Fabio Spinosa Pingue, presidente di Confindustria L’Aquila. Assente il sindaco Massimo Cialente impegnato nel Consiglio comunale. «Una realtà, quella aquilana, in cui il presente soffoca lo slancio verso il futuro, - legge Alessandra Rossi, presidente dei GI de L’Aquila - spetta così a noi la ricerca di un nuovo equilibrio in una società che appare delusa dalla politica e per fare questo non possiamo permetterci il lusso di continuare a criticare e delegare sempre ad altri la definizione di obiettivi e strategie: è necessario assumerci tutte le nostre responsabilità e promuovere azioni concrete. Come Giovani Imprenditori vogliamo guardare avanti: noi raccogliamo il meglio dei due sostantivi che ci caratterizzano, siamo “Giovani” che volgono lo sguardo al futuro, cittadini attivi e coinvolti nella società e “Imprenditori” con la voglia di crescere, di costruire, di eccellere, di innovare, capaci di essere portatori di idee nuove». Cosa serve a questo territorio per ripartire? I giovani imprenditori aquilani se lo domandano, ma si danno anche delle ri-
sposte: il coraggio di fare scelte politiche forti, semplicità ed efficienza della macchina burocratica, una legge speciale e incentivi specifici per L’Aquila, un piano per il turismo e veloci infrastrutture di collegamento, lo sviluppo delle imprese locali e le condizioni necessarie per attrarne di nuove, che L’Aquila torni effettivamente ad essere una città universitaria, maggiore senso di responsabilità sociale e rispetto delle regole da parte di enti e imprese. E aggiungono «Non vi sembra arrivato il momento di alzare l’asticella della legalità? Parole come concussione o corruzione sono ormai all’ordine del giorno. Ma questa sappiamo non essere la normalità. Chiediamo dunque un ritorno all’origine, per il quale la stessa Confindustria L’Aquila si sta adoperando, ragionando sull’adesione al “Protocollo di legalità” sottoscritto dal Ministero dell’Interno e Confindustria nazionale». Un punto importante quello dell’etica e della legalità sia per i giovani di Confindustria che per l’intera Associazione degli Industriali aquilani, che stanno facendo della sfida alle mafie il loro cartello. Questa tavola rotonda rientra in un progetto che il Gruppo Giovani dell’Aquila sta portando avanti da mesi, lavorando
affinché su questa realtà non scenda il sipario, non si spengano le luci e si continui a tenere acceso il dibattito anche in ambito nazionale, perché solo questo potrà rendere la città ancora viva e dinamica. Un risultato questo ottenuto anche grazie all’aiuto del consigliere Rai, Rodolfo De Laurentiis, con il cui aiuto «In questi mesi abbiamo raccontato e continueremo a raccontare L’Aquila all’Italia attraverso le reti di Stato affinché la nostra città non sia ricordata solo per la polvere e le macerie del 6 aprile 2009, ma anche per la forza d’animo dei propri cittadini». E sulla necessità di lavorare insieme ha insistito anche Fabio Spinosa Pingue nelle sue conclusioni «Progettare il futuro con fiducia, dobbiamo fare da soli, ma anche condividere, entrambe le cose hanno la loro importanza, perché la litigiosità è causa, insieme alle morti che ci sono state, della tragedia in questo territorio». E rivolgendosi ai giovani imprenditori «Bisogna far tesoro delle cose che non hanno funzionato in passato per migliorarle nel futuro. Il sisma dovete farcelo vedere come un’opportunità, dobbiamo e dovete osare»
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Il pubblico presente all’incontro
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eventi » di Eleonora Lopes
White Information, i giovani e il passaggio generazionale Tre giorni di dibattiti, incontri, riflessioni, nella suggestiva Roccaraso, organizzato dai Giovani Imprenditori di Confindustria Teramo guidati dal vulcanico presidente Luca Verdecchia in collaborazione con il gruppo regionale
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l passaggio generazionale nell’Italia che produce raccontato in un week end pieno di emozioni. Questo e molto altro è “White information”, tre giorni di dibattiti, incontri, riflessioni, nella splendida e mondana cornice di Roccaraso, organizzato dai Giovani Imprenditori di Confindustria Teramo guidati dal vulcanico presidente Luca Verdecchia in collaborazione con il gruppo regionale. Al centro del dibattito, un tema importante e molto attuale: il problema della crescita economica della Regione, connessa a filo doppio al ricambio generazionale e al futuro dell’imprenditoria. Protagonisti i giovani imprenditori, ma non solo. Anche la classe politica è stata chiamata a fare la sua parte. All’evento hanno partecipato imprenditori provenienti da tutto l’Abruzzo e da altre regioni. Ma entriamo nel vivo del convegno che prevedeva due tavole rotonde, la prima di imprenditori, la seconda di politici. Ad aprire i lavori, è stato l’ideatore dell’evento Luca Verdecchia, che nel suo intervento introduttivo, ha rivolto un pensiero speciale «ad
Il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi
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un amico fraterno, alla persona che insieme a me lo scorso anno ha ideato questo evento, contagiando tutto il gruppo con il suo entusiasmo. Una persona che, purtroppo, ci ha lasciato prematuramente ed in maniera improvvisa lo scorso ottobre: Bruno Ballone, al quale desidero dedicare l’evento “White Information”». Dopo questa commuovente parentesi, il presidente di Teramo è entrato nel cuore del tema. «I dati purtroppo parlano chiaro, -ha dichiarato Verdecchia- delle oltre 66.000 aziende coinvolte ogni anno nel passaggio generazionale, il 30% va incontro ad una crisi irreversibile, che mette a rischio oltre 65.000 posti di lavoro. L’Abruzzo, dove quasi la metà degli imprenditori ha più di 50 anni e soltanto il 5,7% degli imprenditori è sotto i 30, riflette esattamente questa realtà. La parola chiave è innovazione, ma intesa non come innovazione di prodotto, ma come innovazione di processo». Poi è stata la volta del presidente regionale dei giovani di Confindustria, Mauro Barnabei. «White Information –ha esortato Bar-
Luca Verdecchia presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Teramo
Da sinistra: Andrea Toscano, Giordano Riello, Eusebio Gualino, Emanuela Scavolini, Federico Vione e Roberto Marino
nabei- ha saputo interpretare i temi più interessanti del dibattito sulle prospettive dell’Abruzzo, mettendo attorno allo stesso tavolo tutti coloro che sono chiamati ad avere un ruolo nella costruzione di una regione più moderna e al passo con i tempi. In questo senso è opportuno parlare di convivenza generazionale, più che di passaggio generazionale, visto che solo unendo idee ed energie è possibile affrontare in azienda e fuori, le sfide sempre più difficili, che ci aspettano». La prima tavola rotonda ha visto la presenza di imprenditori e manager del calibro di Eusebio Gualino, ad di “Gessi SpA”; Emanuela Scavolini, vice presidente di “Scavolini SpA”; Giordano Riello, manager “Aermec SpA e nipote dell’omonimo fondatore del Gruppo Riello, Andrea Toscano, manager del “Gruppo Toscano”; Federico Vione, ad di “Adecco Italia SpA”. A moderare gli interventi, il direttore de Il Centro, Roberto Marino. Anche dal lato della politica, White Information ha visto la partecipazione di protagonisti di livello e importanza nazionale, quali Beatrice Lorenzin, deputato del PdL; Luca Febo, segretario nazionale della UIL Temp; Paolo Gatti, assessore alle Politiche Attive del Lavoro della Regione Abruzzo; Camillo D’Alessandro, capogruppo PD nel Consiglio della Regione Abruzzo; Ettore Rosati, deputato PD. I politici sono stati moderati da un giornalista d’eccezione, Marco Panara, coordinatore di “Affari e Finanza” di Repubblica, di origine abruzzese. L’assessore alle politiche del lavoro, Paolo Gatti ha sottolineato: «La vera sfida dell’impresa abruzzese è sulla valorizzazione del capitale umano e non certo sulla riduzione del costo del lavoro, sul quale noi non possiamo essere competitivi». «Crediamo molto nelle relazioni- ha risposto Febo- industriali, ma è fondamentale che ciascuno faccia la sua parte». E a proposito della globalizzazione, Rosati ha affermato: «Il pro-
» foto di Andrea Del Cotto
blema della globalizzazione è europeo e non italiano. Ognuno deve compiere i suoi doveri, ma non trascuriamo l’importanza delle aziende anche a livello sociale, perché creano ricchezza e posti di lavoro». A chiudere i lavori, il presidente della Regione Abruzzo,
Mauro Barnabei, presidente Giovani Imprenditori Confindustria Abruzzo
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eventi
Da sinistra: Marco Panara, Ettore Rosato, Paolo Gatti, Beatrice Lorenzin, Camillo D’Alessandro e Luca Febo
Gianni Chiodi, che nel suo intervento, ha fatto il punto sulla situazione economica dell’Abruzzo alla luce anche del difficile processo di risanamento che sta vivendo la sanità regionale. «Insieme con la mancanza di ricambio generazionale all’impresa abruzzese - ha dichiarato il presidente - è mancata anche la giusta assistenza della classe di governo e molte volte la politica non è stata in grado di gestire cambiamenti o promuovere azioni di rinnovamento». L’imprenditoria, soprattutto quella giovanile, si aspetta un segnale forte dalla politica. Quello che chiedono i giovani imprenditori si racchiude in pochi e semplici concetti: innovazione tecnologica contro lentezza burocratica, formazione e innovazione contro la disoccupazione e meritocrazia contro le logiche della cooptazione. Perché le sfide del mercato non aspettano e l’Abruzzo, insieme a tutto il paese, rischia di rimanere indietro. Ma il presidente, oltre a parlare di indebitamento, sanità, si è anche soffermato sul terzo grande problema che affligge la nostra regione e cioè il terremoto. Chiodi ha fatto riferimento al recente accordo sottoscritto dalla Regione con la Bei (Banca europea degli investimenti). «Con la Bei - ha dichiarato Chiodi- abbiamo inserito oltre ad azioni di finanziamento per investimenti infra-
Due foto dei Giovani Imprenditori al termine del convegno di Roccaraso
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strutturali da parte delle imprese, anche la possibilità di destinare risorse ai processi di facilitazione di ricambio generazionale, come l’acquisto di quote all’interno di una società oppure ad azioni di joint-venture. Le tre banche locali con le quali abbiamo stretto le convenzioni con la Bei, Tercas, Bnl e Carichieti, hanno accolto con interesse e entusiasmo questo elemento. L’accordo con la Bei può essere molto utile nell’ottica di un cambio generazionale delle imprese Abruzzo». Poi la parola è passata al padrone di casa Verdecchia che ha chiuso i lavori dichiarando: «Abbiamo posto le basi di una discussione che non può e non deve finire qui, ne andrebbe del futuro dell’Abruzzo. Il passaggio generazionale e l’innovazione, d’ora in avanti, dovranno essere al centro delle strategie di un sistema produttivo che si prepara ad affrontare sfide sempre più difficili. Rischieremmo, diversamente, di incamminarci su una strada senza uscita. Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita dell’evento –ha concluso Luca Verdecchia– perché, confermando il valore dell’iniziativa, ci spingono fin d’ora a mettere in cantiere per il prossimo anno una seconda edizione ancora più ricca di questa»
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LE INTERVISTE DI
DIRE&FARE
On. Beatrice Lorenzin – Pdl «Essere giovani ed essere donne significa essere doppi “portatori di handicap”. La giovinezza passa, ma il sesso rimane. Per fortuna in Senato è stata approvata la legge per le quote rosa nelle società partecipate e quotate in borsa. È un passo epocale. In Italia sono meno del 5% le donne al vertice in questi tipi di organizzazioni, questa legge prevede il raggiungimento del 30% di donne nei cda. Le donne devono essere inserite nei posti di comando. Nel nostro paese ci sono seri problemi a livello demografico. I giovani devono fare la loro parte senza arrivare allo scontro tra generazioni. Bisogna rieducare alla responsabilità e bisogna incentivare la leadership. Io vengono da una famiglia semplice e modesta. Ce l’ho fatta perché ci ho creduto. È ovvio che la politica deve fare la sua parte. Deve appoggiare chi desidera emergere e rimuovere gli ostacoli in tal senso. La politica è espressione del paese ci sono esempi virtuosi e altri no».
On. Ettore Rosato – Pd «Il ricambio come passaggio di testimone, deve prevedere l’accompagnamento da parte delle vecchie generazioni. Nell’impresa è bello il passaggio di testimone, in politica tramandare questa passione da padre a figlio è una cosa un po’ diversa. Io vorrei i miei figli impegnati nell’ambito sociale a tutto tondo e liberi di scegliere. Io non vedo i miei figli impegnati in politica da adulti. Nella mia famiglia nessuno aveva una tessera di partito, provengo dal mondo del’associazionismo cattolico. Ho combinato passione e impegno. Le giovani generazioni si sono sempre fatte spazio. La competizione va vista come unità di intenti, presuppone il confronto, ma non lo scontro. È difficile. Bisogna sudare. La politica ha delle responsabilità. Oggi la classe politica che appare sui mass media non emerge per gli aspetti migliori. Attualmente i giovani migliori non fanno politica, ma volontariato o altro. È un peccato perché rende la società più povera».
Mauro Barnabei – presidente Ggi Confindustria Abruzzo «L’Abruzzo vive una situazione particolare. Abbiamo in prevalenza piccole medie industrie. L’aspetto della gestione familiare deve arricchirsi di spunti manageriali. È necessario impostare un discorso di nuova gestione aziendale. Questo aspetto può trasformarsi in un fatto decisivo per affrontare la crisi. Abbiamo voluto fortemente confrontarci, parlare delle problematiche che affliggono le nostre imprese, ecco il perché di questo incontro. È sicuramente il primo di una lunga serie. Confrontarci e parlare con le istituzioni è cruciale. Chiedo ai giovani imprenditori di essere al nostro fianco e partecipare alle nostre iniziative».
Luca Verdecchia – presidente del Ggi Confindustria Teramo «Di ricambio generazionale si parla, ma non a sufficienza. Nel nostro paese circa 60.000 imprese affrontano il passaggio generazionale, il 30% non ce la fa. Da questa osservazione è nata l’esigenza di parlare del tema nel nostro territorio. Qui a Roccaraso abbiamo organizzato il più grande evento del centro-sud Italia. Abbiamo pensato a quest’appuntamento ben 2 anni fa. Capri, Santa Margherita Ligure e Cortina sono gli appuntamenti canonici dei giovani imprenditori di Italia. Volevamo fare un evento di pari caratura nel nostro territorio. La scelta di Roccaraso è da ricondurre all’importanza turistica del luogo. Non ci sono ragionamenti di fondo che riconducano ad affinità politiche; tant’è che gli esponenti politici intervenuti rappresentano trasversalmente maggioranza e opposizione. Non escludiamo nessuno perché dal confronto si esce rafforzati. Ieri sera pensavo già al prossimo evento».
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eventi » a cura della redazione
L
a GLM srl, azienda di Castelnuovo Vomano, leader nella produzione di parti meccaniche per le più importanti case produttrici di auto e moto, guidata dagli imprenditori Graziano Forcini e Peppino Barlafante, si è aggiudicata l’acquisto delle quote rappresentative dell’intero capitale sociale della MTA Service, partecipando al bando indetto dalla Sezione Fallimentare del Tribunale di Teramo. La MTA Service, che svolge la propria attività nello stabilimento situato nella zona industriale di Villa Zaccheo, Comune di Castellalto, oggi occupa 86 dipendenti, oltre a 46 lavoratori interinali, ed ha raggiunto nel 2010 un fatturato di circa 12 milioni di euro. L’azienda acquisita, storico fornitore di case automobilistiche di prestigio quali Ferrari, Maserati, Mercedes, BMW, Audi, Volkswagen, General Motors, Fiat e Alfa Romeo, nonché Iveco, Daf e Volvo per i veicoli industriali, apparteneva al gruppo teramano Metalfin, che nel 2004 ha fatto ricorso alla procedura di concordato preventivo. La GLM Srl, oltre a fornire le principali case automobilistiche quali Ferrari, Maserati, BMW, Mercedes, Toyota, Peugeot, Mini e Iveco, è fornitore diretto di Volkswagen Group (VW, Audi, Porsche, Seat, Skoda e Bentley), inoltre è presente nel settore moto come fornitore di Honda Italia, Ducati e Bmw Moto. La società nel 2010 ha conseguito un fatturato di oltre 25 milioni di Euro e occupa circa 180 dipendenti. Per la GLM srl, l’acquisizione della MTA Service, rappresenta un’opportunità per la crescita e lo sviluppo, trattandosi di azienda che opera con il medesimo parco clienti, ma su prodotti diversi. La GLM srl beneficerà, oltre che di un incremento di fatturato, anche di efficienze derivanti dalla integrazione dei cicli produttivi, salvaguardando nel contempo l’occupazione in ambedue gli stabilimenti. Lo Studio D’Incecco, Dottori Commercialisti di Pescara ha curato la struttura finanziaria e societaria dell’operazione
La sede della GLM I titolari della GLM da sinistra: Graziano Forcini e Peppino Barlafante
La GLM acquisisce la MTA Service
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La GLM srl, azienda di Castelnuovo Vomano, leader nella produzione di parti meccaniche per le più importanti case produttrici di auto e moto, ha rilevato la MTA Service, partecipando al bando indetto dalla Sezione Fallimentare del Tribunale di Teramo
PRINCIPALI DATI DEL GRUPPO Dati al 31.12.2010
GLM srl
MTA service Srl
RF Stampi
Ricavi
25,5 Mil. €
11,8 Mil. €
1,0 Mil. €
Dipendenti a tempo indet.
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86
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Dipendenti Interinali
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Oggetto attività
Produzione e assemblaggio componenti per il settore automotive e moto, lavorazioni prodotti in filo e tubo
Produzione di componenti per auto e moto
Progettazione e costruzione di stampi ed attrezzature
Clienti finali
Volkswagen, Audi, Porsche, BMW, Daimler e Peugeot, Honda (moto)
Ferrari, Maserati, Mercedes, BMW, Audi, Volkswagen, General Motors, Fiat e Alfa Romeo
GLM Srl, Raicam Industrie Srl
» foto concessa da GLM S.r.l.
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eventi
I premiati della serata
» di Eleonora Lopes
Il patron della serata Patrizio Panichi assieme alle attrici Anna Safroncik e Francesca Rettondini
Grande successo
per “Teramo che lavora”, l’oscar dell’imprenditoria abruzzese
Il prestigioso premio ideato dall’intraprendente Patrizio Panichi, anche quest’anno ha visto premiati, nella cornice di Tortoreto, diversi imprenditori, ma anche rappresentanti del mondo civile e militare
T
orna, per il nono anno, il prestigioso premio “Teramo che lavora” ideato dall’intraprendente imprenditore Patrizio Panichi. In un’unica serata, l’associazione che porta il nome del premio, ha radunato, come di consueto, tutte le eccellenze imprenditoriali e non solo, che lontane dalla cronaca quotidiana, con sacrificio e tanta passione, si rivelano i veri protagonisti dell’economia del nostro territorio. L’evento si è svolto a Tortoreto, nel Villaggio turistico Salinello. In questa edizione, sono stati premiati imprenditori abruzzesi, professionisti del mondo della salute e delle forze dell’ordine. Il timone della serata è stato affidato come sempre al simpatico presentatore Rai Massimo Giletti affiancato dalla bella attrice Francesca Rettondini. Tra gli ospiti della serata anche il cabarettista Franco Guzzo, l’attrice Anna Safroncik e il cantante teramano
» foto concesse da Teramo che Lavora
Marco Traini accompagnato al pianoforte da Fausto Montesano. Per lo spazio dedicato alla solidarietà, quest’anno il patron Panichi ha pensato alla Protezione Civile di Tortoreto alla quale l’associazione ha deciso di fare una donazione. La cena di gala a base di pesce, è stata accompagnata con i migliori vini abruzzesi della cantina San Lorenzo di Castilenti. Il servizio cucina e di sala è stato curato dagli allievi dell’Istituto alberghiero di Giulianova. Tra le autorità politiche, presenti anche il vice presidente della Regione Alfredo Castiglione, l’onorevole Tommaso Ginoble e il vice presidente della giunta provinciale, Renato Rasicci. L’evento è patrocinato sin dalla prima edizione da: Regione Abruzzo, Provincia di Teramo, Camera di Commercio, Università degli studi di Teramo, Confindustria Abruzzo, Confindustria Teramo, Federalberghi Abruzzo, Confesercenti, Unione dei
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eventi
Comuni della Val Vibrata e da numerose amministrazioni comunali. In questa edizione il premio è riuscito ad ottenere anche il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico. «Teramo che Lavora che l’anno prossimo compirà 10 anni, - ha dichiarato il patron del Premio Panichi - rappresenta nella nostra regione, l’Oscar dell’imprenditoria Abruzzese che celebra in tutti i suoi aspetti l’universo lavorativo». Ma andiamo a conoscere i premiati di questa edizione: l’azienda La Squisita di Roseto, guidata da Claudio Saccomandi e Vincenzo Di Nicola, Alfredo Catenaro, dirigente della Polizia Stradale di Ancona che presiede la Commissione per il Rilascio delle Abilitazioni alle Scorte per i Trasporti Eccezionali, l’architetto Tonino Ferri, progettista di spicco da ben quattro decenni che vanta un’esperienza tecnica che gli consente di abbinare lo sviluppo urbanistico al progresso turistico. E ancora, il giovane e dinamico imprenditore Pierluigi Latini che si occupa dell’amministrazione di condomini: nel 2010 è diventato anche presidente dei Giovani Imprenditori della Confcommercio di Teramo. E poi, i medici chirurghi Bernardo Massimo Saviano e Stefano Gentile, che operano all’ospedale San Salvatore all’Aquila. Un riconoscimento è stato conferito anche a Francesco Cianciarelli, scrittore e docente dell’Università di Teramo, a Pietro Verna, comandante e direttore marittimo della Marina Militare per Abruzzo e Molise, a Saverio Capezzera comandante della capitaneria di porto di Giulianova, a Fabio Santone, dirigente della polizia stradale di Chieti, e infine a Coriolano Conte pilota della polizia di stato di Pescara. Tra premi, anche uno molto speciale a Margherita Di Febo, moglie del presidente della Confcommercio Abruzzo, Giandomenico Di Sante, presente insieme alla moglie, per l’impegno profuso in tutti questi anni per la Croce Rossa di Teramo, sezione Femminile, di cui lei è presidente. Panichi ha chiuso la serata insieme a Giletti, rinnovando a tutti l’appuntamento per la prossima edizione, in cui il premio compirà 10 anni
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Margherita Di Febo premiata per l’impegno nella Croce Rossa di Teramo sezione femminile
Pierluigi Latini, presidente dei Giovani Imprenditori di Confcommercio Teramo durante la premiazione
L’assessore regionale Alfredo Castiglione intervistato dal giornalista Rai Massimo Giletti
Tra i premiati anche dei medici che operano all’Aquila Tra i premiati di “Teramo che lavora” anche alcuni medici che operano all’Aquila all’ospedale San Salvatore. I medici Gentile, D’Andrea, Saviano e Genitti, che operano da anni in questo settore, a breve, inaugureranno il centro d’eccellenza “Oftalmica Gran Sasso”. Obiettivo del loro progetto è realizzare un centro per la diagnosi e la cura delle patologie che loro già seguono da tempo, al fine di garantire un servizio più efficiente e più efficace. Con il centro “Oftalmica Gran Sasso” i dinamici medici intendono erogare un servizio clinico e di ricerca per la diagnosi e la terapia della degenerazione maculare legata all’età, delle patologie retiniche del glaucoma e delle patologie del segmento anteriore. Il tutto grazie alle più recenti acquisizioni tecnologiche a disposizione della futura struttura. I medici Bernardo Massimo Saviano e Stefano Gentile (da sinistra) premiati
per l’operato all’ospedale
San Salvatore dell’Aquila
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eventi » a cura della redazione
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ell’antichissima sala della Biblioteca Max Gandolph dell’Università di Salisburgo, Antonio Teti, noto esperto informatico dell’Università di Chieti-Pescara, è stato insignito del titolo di Accademico della European Academy of Sciences and Arts per i meriti conseguiti nello studio e nella produzione scientifica generata nel settore delle scienze informatiche. Nel 2011 è stato l’unico italiano ad aver ricevuto il prestigioso riconoscimento, insieme ad altri dieci candidati provenienti da Germania, Spagna, Austria, Bielorussia e Svizzera. L’Accademia nasce nel 1985 proprio nell’omonima cittadina austriaca. L’ambizioso obiettivo della prestigiosa associazione scientifica è quella di raccogliere le migliori intelligenze, a livello mondiale, operanti nel settore delle scienze e delle arti, per realizzare un “serbatoio di menti” (think thank) in grado di dare delle risposte ai molteplici problemi etici e scientifici interdisciplinari che si manifestano a livello transnazionale. In funzione di ciò, i criteri di valutazione e selezione delle personalità, che vengono chiamate a fare parte dell’Accademia, sono rigidissimi. I componenti, dopo la nomina, vengono coinvolti nella costruzione di dibattiti su molteplici settori scientifici e su tematiche riconducibili allo sviluppo di ideologie e correnti socioculturali, nonché sulla promozione di dialogo mondiale e visionario sugli sviluppi delle nuove conoscenze scientifiche e del pensiero accademico. L’Accademia Europea delle Scienze e delle Arti è composta da 1400 “menti” tra cui scienziati, ricercatori, filosofi, studiosi e artisti provenienti da Europa, Asia e Stati Uniti, tra cui si contano ben 29 premi Nobel. Sono solo 64 gli accademici italiani che fanno parte dell’Accademia. L’accesso come membro all’Accademia, a numero chiuso e rigorosamente controllato, avviene unicamente per cooptazione e il nominativo viene proposto da uno dei rappresentanti del Senato Accademico dei vari paesi a livello mondiale. Tra i componenti dell’Accademia, si annoverano anche l’attuale Papa Benedetto XVI, Rudolf Schuster, Carlo Azelio Ciampi, Helmut Kohl, Juan Carlos di Borbone, il Principe Jean di Lussemburgo, il Principe Filippo del Belgio, Romano e Paolo Prodi, Mario Monti. La proposta della nomina di Teti è stata avanzata direttamente dal professor Maurizio Cumo, noto scienziato italiano, nonché professore ordinario di Impianti Nucleari presso l’Università La Sapienza di Roma. «Da un punto di vista culturale e professionale, questa nomina rappresenta il massimo riconoscimento a cui potessi ambire- ha dichiarato Teti- il mio ringraziamento va a tutti i componenti del Senato Accademico che hanno voluto accettarmi nella loro ambitissima Accademia, ma una riconoscenza particolare va soprattutto al professor Cumo, che ha voluto onorarmi della sua stima e considerazione professionale e al presidente dell’Accademia, prof. Unger, che ha accolto la mia nomina».
Antonio Teti riceve l’attestato dal Ministro federale degli affari europei ed internazionali, Michael Spindelegger
Antonio Teti nominato Accademico della European Academy of Sciences and Arts Il noto esperto informatico dell’Università di Chieti-Pescara è l’unico italiano ad avere ricevuto questo prestigioso riconoscimento Il gruppo Ecco Italia, porge i più sentiti complimenti ad Antonio Teti, collaboratore di Abruzzo Impresa da più di due anni. Questo riconoscimento così prestigioso ci rende davvero orgogliosi di avere Antonio Teti tra i nostri collaboratori
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eventi » di Denia Di Giacomo
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uando si tratta di cibo ed eccellenze enogastronomiche l’Abruzzo è una delle regioni più ricche, non solo nell’ambito delle tipicità proposte, ma anche per il vasto numero di professionisti abruzzesi ormai riconosciuti a livello internazionale. Forse non tutti sanno che anche il vicecampione del mondo di pasticceria è della nostra regione. Si chiama Emmanuele Forcone, ha 27 anni, ed è già stato campione italiano nel 2010, oggi, in seguito alla XII Coppa del Mondo di Pasticceria, svoltasi il 23 gennaio a Lione, in Francia, Emmanule ha anche “quasi” conquistato lo scettro planetario, riuscendo ad ottenere un risultato eccezionale considerata la sua giovane età. Celebre maestro della pasticceria Pannamore di Vasto, Emmanuele ha partecipato ai Campionati mondiali insieme alla squadra nazionale italiana, anch’essa formata da professionisti straordinari nell’arte della pasticceria. Alla manifestazione hanno partecipato i migliori pasticceri a livello mondiale provenienti da tutti i continenti. Per una manciata di punti, il team degli chef spagnoli ha conquistato il primo posto, mentre quello Belga si è classificato al terzo posto. Questi i primi tre gradini del podio dei migliori tra 25 squadre provenienti da tutto il mondo. La rappresentanza italiana, oltre che da Forcone, era composta da Domenico Longo di Reggio Calabria e Davide Comaschi di Milano, il direttore tecnico Alessandro Dalmasso e l’allenatore Luigi Biasetto. Per la competizione, gli italiani hanno proposto il tema del “Bosco incantato” rappresentando, con grande abilità e creatività, le creature dei boschi e affidando alle forme artistiche delle sculture di ghiaccio, cioccolato e zucchero una simpatica presenza di fate, gnomi, farfalle multicolori, piccoli funghi e lumache. I tre maestri pasticceri hanno portato in gara dei dolci realizzati come vere e proprie opere d’arte: Forcone si è esibito con lo zucchero, Comaschi con il cioccolato, Longo con il ghiaccio. In particolare, Forcone ha presentato una lavorazione denominata “Ninfa” realizzata coniugando il cioccolato, uno dei suoi ingredienti preferiti, ai sapori esotici. «Ci siamo allenati per un anno - afferma Forcone - cercando di coniugare nuove tecniche artistiche e sapori innovativi. Siamo orgogliosi del risultato raggiunto». Forcone, originario di San Valentino (PE), esprime quotidianamente tutta la sua creatività presso la pasticceria Pannamore di Vasto, dove con estro e professionalità propone le sue gustose creazioni, su tutte cioccolateria e torte cremose. Diplomatosi presso la scuola alberghiera di Pescara, frequenta i corsi delle più rinomate scuole d’Italia, partecipando alle fiere di settore italiane ed estere ed investendo il proprio tempo libero nello studio, nella sperimentazione e nella ricerca. Sempre più attratto dal mondo della pasticceria e della competizione, si cimenta da subito in svariati concorsi, ottenendo risultati notevoli: nel 2005 è il Primo classificato al Campionato Italiano di Pasticceria Seniores al Sigep di Rimini; nel 2007 è componente della squadra nazionale italiana giunta terza classificata alla “Coupe du Monde de la Pâtisserie 2007”, nel 2009 fa ingresso nell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani e nel 2010 diventa campione italiano di Pasticceria
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» foto concesse da Dispenser
Il pasticcere che conquista
il mondo
Emmanuele Forcone, giovane pasticcere di Vasto, ha conquistato il secondo posto ai Campionati Mondiali di Pasticceria. Saranno contenti i golosi d’Abruzzo al pensiero di averlo vicino!
Due immagini del campionato mondiale pasticceri
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eventi » di Martina Luciani
N
el ristorante Borgo Spoltino di Mosciano Sant’Angelo, è stata presentata l’iniziativa “L’Abruzzo incontra il Brasile – Abpo, gli allevatori rispettosi dell’ambiente” organizzata da Slow Food e WWF Abruzzo, in
collaborazione con l’associazione brasiliana dei bovini di carne biologica e l’Istituto Zooprofilattico di Teramo e con il sostegno della Camera di Commercio di Teramo, del gruppo Gabrielli, delle cantine San Lorenzo e Marramiero e dell’azienda Ursini. Alla presentazione sono intervenuti il presidente dell’Abpo (Associazione brasiliana dei bovini di carne biologica) Leonardo Leite de Barros, il presidente di Slow Food Abruzzo e Molise Raffaele Cavallo, il consigliere nazionale del WWF Italia Massimo Pellegrini ed il direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo Vincenzo Caporale. L’Abpo, associazione nata nel 2001, si propone di contribuire al
Dal Brasile all’Abruzzo
miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni isolate del Pantanal, ma anche di conservare il suo habitat naturale. Il Pantanal è la più grande zona umida continentale del mondo e si estende dalle regioni brasiliane del Mato Grosso e Mato Grosso del sud, alla Bolivia e al Paraguay. Quest’area rappresenta uno tra gli ambienti naturali più importanti del Brasile, per il patrimonio di biodiversità assolutamente unico nel suo genere. L’Abpo ha basato la propria produzione sul rispetto più rigoroso dei delicati equilibri ambientali del luogo. Attualmente l’associazione è composta da 20 ranch per una superficie complessiva di oltre 110 mila ettari e circa 35 mila capi di bestiame. Ormai da tempo l’Abpo collabora con numerose organizzazioni ambientaliste, tra cui il WWF. Queste organizzazioni hanno riconosciuto che questo loro tipo di allevamento sia una valida alter-
I relatori intervenuti alla presentazione dell’evento
Slow Food e WWF Abruzzo insieme per promuovere il patrimonio agroalimentare del Pantanal
nativa produttiva che contribuisce alla conservazione ambientale della regione. Il programma di valorizzazione dello straordinario patrimonio agroalimentare e culturale del Pantanal, nasce da un progetto di cooperazione tra l’Istituto G. Caporale di Teramo ed il governo del Mato Grosso del sud. Con il successivo supporto di Slow Food si è definitivamente concretizzata l’idea di promuovere la carne biologica della regione brasiliana attraverso l’estro e la maestria
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gastronomica tipica abruzzese
» foto concesse da MA comunication&corporate image
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comunicazione aziendale
» Farnese vini
Edizione, cinque autoctoni V
ino di grande struttura, morbido, ricco di tannini vellutati, molto persistente e con finale lungo con note speziate di vaniglia e cioccolato. Pronto per essere bevuto subito ma sopporta bene un invecchiamento di 8/10 anni. Temperatura di servizio: 18-20° C circa. Abbinamenti gastronomici: Carni rosse, selvaggina, sughi robusti. Vino da meditazione. Vitigni: Montepulciano, Primitivo, Sangiovese, Negroamaro e Malvasia Rossa. Area di produzione: Comuni di Colonnella, Ortona, Sava e San Marzano. Caratteristiche sensoriali: colore rosso granato molto intenso e persistente con sentori di ciliegia, prugna, ribes maturi, tabacco e nota tostata finale.
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«Nascono i nostri frutti»
vini Farnese riflettono tutti i colori della terra d’Abruzzo, dipingono incantevoli paesaggi di gusto e vivono della passione per i vigneti sconfinati che la Majella domina e protegge con le sue rotondità materne. Potete osservarli scivolare dalle colline fino al mare, distendersi alla ricerca delle esposizioni ottimali e godere di un microclima invidiato dall’Europa intera. Ecco perché i frutti di questa terra crescono bene e invecchiano ancora meglio.
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eventi » di Eleonora Lopes
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n memoria di Giovanna Lamolinara, amica dell’Abruzzo, dei suoi frutti, dei suoi sapori, delle sue tradizioni, ma soprattutto nostra insostituibile amica. “… L’amicizia è una virtù o s’accompagna alla virtù…” Aristotele. Recita così la motivazione che ha spinto un gruppo di amici ad organizzare un concorso dedicato al tipico piatto teramano “Le Virtù”, caratteristico del primo di maggio. Il concorso sarà intitolato alla memoria di Giovanna Lamolinara, sommelier ed esperta di enogastronomia scomparsa improvvisamente qualche mese fa. Tema del concorso è appunto il piatto tipico teramano “Le Virtù” ed ha lo scopo di riscoprire e valorizzare antiche e fedeli ricette della tradizione, premiando i piatti realmente tipici privi di contaminazioni moderne estranee al territorio di riferimento. A giudicare le pietanze, una giuria composta da noti chef ed esperti di enogastronomia. Chiunque (esclusi cuochi, chef ed addetti ai lavori) può partecipare al concorso pagando una quota di 30 euro. Alla sua prima edizione, l’evento, si svolgerà il prossimo 5 maggio alle ore 19:00, presso i locali dell’Hotel Il Parco sul Mare a Tortoreto ed è organizzato dall’associazione Giovanna Lamolinara guidata dal presidente Peppino Forcella, grande amico di Giovanna. La premiazione avverrà nel pomeriggio dello stesso giorno. Ai primi classificati saranno consegnati un piatto ricordo, una selezione di prodotti tipici locali e a tutti i partecipanti sarà consegnato un attestato di partecipazione e una foto ricordo. All’evento, saranno presenti giornalisti ed esperti del settore enogastronomico. Per informazioni contattare Antonietta Mazzeo tel. +39 320-3460557, e-mail antoniettamazzeo@vigilio.it, o Peppino Forcella, e-mail peppinoforcella@alice.it
Al via il I° Concorso Gastronomico “Le Virtù” Si terrà il prossimo 5 maggio, il primo concorso dedicato al tipico piatto teramano. L’evento sarà intitolato alla memoria di Giovanna Lamolinara, sommelier ed esperta di enogastronomia scomparsa di recente
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Che cos’è il piatto Le virtù Si tratta di un cibo molto antico che rispetta rigorosamente “le scadenze calendariali e i ritmi stagionali”, scrive Giuseppe Di Domenicantonio in un suo studio, un cibo che se ormai è ufficialmente “adottato” come proprio dal popolo teramano, si ritrova, sia pure con altre denominazioni e caratterizzato da numerose varianti, in molti paesi d’Abruzzo. In tutti i casi le Virtù appaiono legate all’incerta esistenza dei contadini che al termine dell’inverno vuotavano le madie e le ripulivano da tutti gli avanzi. Ai legumi secchi, così raccolti, si univano gli ingredienti freschi che già la nuova stagione aveva iniziato a produrre in abbondanza. Tale credenza tuttavia per quanto molto nota non è molto seguita nella pratica e gli ingredienti in realtà sono sempre in numero maggiore. Resta il fatto che il sapore deve nascere dalla realizzazione di una perfetta miscela nella quale nessun ingrediente deve emergere. (fonte Wikipedia).
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PRIMAVERA, VOGLIA DI BMW SERIE 6 CABRIO HA DEBUTTATO A MARZO LA NUOVA CABRIO TARGATA BMW
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ORAZIONE CON AUTOABRUZ
» REDAZIONALE IN COLLAB
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on la primavera si sa, arrivano le belle giornate, allora non c’è nulla di meglio della nuova BMW Serie 6 Cabrio, auto perfetta per chi vuole godere dei piaceri della bella stagione senza dimenticare la qualità del motore e l’estetica degli interni. Binomio perfetto tra classico e moderno, la nuoca cabrio ha la cappotte in tela tradizionale abbinata ad un design raffinato, ma nello stesso tempo sportivo. Ma andiamo ad analizzare le caratteristiche. Le dimensioni sono cresciute sensibilmente in lunghezza e in larghezza. La vettura è infatti in grado di ospitare comodamente quattro passeggeri anche grazie ad una distanza tra le ruote anteriori e posteriori. La cappotte in tessuto, è comandata da un sistema elettroidraulico che ne consente l’apertura in 19 secondi e la chiusura in 24, anche in movimento fino a 40 km/h, mentre il bagagliaio offre una capacità di 350 litri che scende a 300 litri nella configurazione aperta. Dal punto di vista
del motore, la più grande novità della generazione 2011 di BMW Serie 6 Cabrio, è l’abbandono della motorizzazione V10. La seconda variante prevista è il 6 cilindri in linea 3.0 turbo ad iniezione diretta con sistema Valvetronic, la 640i da 324 Cv e 450 Nm di coppia, sufficienti per una accelerazione da 0 a 100 km/h in 5,7 secondi e una velocità massima di 250 km/h. La vettura dispone di un cambio automatico a 8 rapporti e sistema Start&Stop, ed è perfino sorprendente per consumi ed emissioni, rispettivamente 7,9 l/100 Km e 185 g di CO2/km. A conferma della vocazione al granturismo della 6 Cabrio, la dotazione di serie prevede il Drive Dynamic Control, il sistema che consente di regolare acceleratore, cambio e sterzo in base allo stile di guida, mentre solo in opzione il dispositivo Integral Active Steering con le quattro ruote sterzanti. Non vi resta che venire a scoprirla presso la concessionaria Autoabruzzo di Pescara•
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hanno collaborato
Giorgio De Fabritiis
Piero Carducci
creatività&innovazione | pag. 79
la terra di Piero | pag. 99
62 anni, sposato e con due figli grandi. Presidente della CIA di Teramo dal 1994 al 1999; vice presidente regionale CIA d’Abruzzo dal 1999 a tutt’oggi; dal 2007 torno al ruolo di presidente della CIA di Teramo in seguito alla prematura morte di Massimo Cerasi. Membro della Direzione Nazionale della CIA. È stato consigliere comunale a Castiglione M.R. per 10 anni e quindi sindaco nello stesso Comune fino al 1999 e in seguito assessore alla Comunità Montana di Cermignano. Da oltre 10 anni è amministratore della BCC di Castiglione M.R. e Pianella. Dal 18-9-2001 è giornalista pubblicista. Negli ultimi 10 anni è impegnato in interventi umanitari di sviluppo in Africa (Togo e Angola).
È scrittore, docente universitario, saggista e copywriter. Autore di opere di carattere scientifico. Dal 1997 è sceneggiatore di spot, cortometraggi e documentari. È Copywriter Senior presso CARSA Spa, agenzia leader nella comunicazione ambientale. Segue un dottorato di ricerca presso la facoltà di Scienze Sociali dell’Università degli Studi G. d’Annunzio di Chieti. Vincitore del premio nazionale di letteratura Parco Majella 2007, del premio letterario nazionale Alceste de Lollis e del premio Manzoni.
Economista e docente universitario, è specializzato in sviluppo territoriale e sistemi per il controllo di gestione. È stato direttore della scuola di formazione manageriale del Gruppo Telecom e presidente dell’Agenzia di sviluppo della Provincia di Potenza. Ha diretto la collana di management del ministero degli Interni. Attualmente è presidente dell’organismo di vigilanza delle Ferrovie regionali.
Giuseppe Mauro nonsoloeconomia | pag. 25 È professore Ordinario di Politica Economica presso la facoltà di Economia dell’Università G.d’Annunzio di Chieti-Pescara. Ha seguito tutta la carriera accademica da borsista a assistente ordinario, a professore incaricato, a professore associato sino a professore ordinario. Ha insegnato Economia Monetaria e Creditizia, Economia Politica, Economia del Lavoro, Economia Industriale ed Internazionale presso le università LUISS di Roma, Teramo e Pescara. È stato Visiting Scholar presso l’Università di York (G.B.) e attualmente collabora con la London School of Economics. Attualmente ricopre la carica di presidente del Corso di Laurea in Economia e Commercio. È Membro della Società Italiana degli Economisti.
Luigi Carunchio fisco | pag. 71 Socio fondatore dello studio “Valore” Professionisti Associati in Lanciano, struttura associata tra commercialisti che ha creduto nell’organizzazione dell’attività professionale in gruppo. Si occupa da sempre delle problematiche di categoria e per questo attualmente ricopre, tra le altre, la carica di presidente nazionale dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed esperti contabili, principale sindacato di riferimento dei commercialisti italiani. Presidente altresì della Fondazione Nazionale Centro Studi UNGDC il cui comitato scientifico è presieduto dal prof Lupi.
Antonio Teti ict | pag. 75 È responsabile del supporto tecnico informatico della Direzione Generale dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Laureato in Economia e Management delle Imprese, ha conseguito tre specializzazioni in Information Technology presso la ELEA Knowledge Integration. È Accademico Ordinario della Pontificia Accademia Tiberina, prestigioso Istituto di Cultura Universitaria e di Studi Superiori e Presidente Onorario della Società Italiana delle Scienze Informatiche e Tecnologiche (SISIT). Ha avuto incarichi di docenza in diverse università italiane e ha collaborato per attività di alta formazione con la facoltà di Informatica dell’Università Politecnica di Valencia e di Madrid.
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Simone D’Alessandro
Abruzzo che produce | pag. 23
Filippo Paolini norme&leggi | pag. 83 Nello studio legale di cui è titolare, esercita la professione forense prevalentemente nel ramo del diritto commerciale. È consulente giuridico di diverse aziende, abruzzesi e non, in materia di contratti, diritto societario e crisi dell’impresa. È consulente giuridico, dal 2003, dell’Ufficio Legale Federazione Italiana Giuoco Calcio – A.I.A. Laureato in Giurisprudenza a soli 23 anni, è iscritto dal 2001 all’Albo degli Avvocati presso il Tribunale di Avezzano.
Pietro Pastorelli
energia | pag. 87
Nato all’Aquila nel 1941, si laurea nel 1965 al Politecnico di Torino in Ingegneria elettronica. Dopo una breve esperienza di docente, svolge la sua attività lavorativa presso alcune importanti aziende multinazionali operando nei settori delle apparecchiature e degli impianti MT/BT. Opera anche, come libero professionista, nella progettazione di impianti elettrici per complessi industriali e banche e, come imprenditore, nel settore dei componenti meccanici per applicazioni aerospaziali. Dal 2006 è delegato di Confindustria Abruzzo per le politiche energetiche.
Luciano Fratocchi ricerca&innovazione | pag. 91 È professore associato di Ingegneria economico gestionale presso la facoltà di Ingegneria dell’università dell’Aquila dove insegna Economia ed organizzazione aziendale, Sistemi di controllo di gestione e Gestione aziendale. Dopo la laurea in Economia e commercio presso la LUISS di Roma ha conseguito il Dottorato di ricerca in Direzione aziendale presso l’Università di Bologna. Docente in diversi corsi Master, svolge attività di ricerca in tema di internazionalizzazione delle imprese minori, sistemi di supporto alle decisioni aziendali e management dell’innovazione, con particolare attenzione a quella organizzativa e gestionale. Ha pubblicato su questi temi articoli su riviste nazionali ed internazionali e con case editrici nazionali ed internazionali.
Nicola Boschetti divinoenonsolo | pag. 161 Nato a Guardiagrele l’8 maggio 1971, sposato con un figlio di 10 anni, affianca da oltre 22 anni Angela e Peppino Tinari nel ristorante Villa Maiella, con la piacevole responsabilità di occuparsi di una ricca cantina. Molto conosciuto nel mondo del vino, ha ricevuto riconoscimenti sia regionali che nazionali, tra cui la 1° Edizione 2005 del premio “Francesco Di Cintio” dell’Associazione Italiana Sommeliers. Collaboratore di varie riviste del settore (Gambero Rosso, Cucina e Vini, Slow Food), docente dei master sul vino Slow Food, organizzatore di serate a tema. Coadiuvante nei progetti sull’alimentazione riservati ai bambini delle scuole elementari. Fuori dal suo mondo si rifugia nel ciclismo, sport che pratica con passione.
Chiara Strozzieri In cornice | pag. 167 Laureata in Tecnica Pubblicitaria presso la Lumsa di Roma, svolge attività di critico d’arte e copywriter. Ha curato significative rassegne nazionali e mostre d’arte contemporanea e redatto saggi critici per cataloghi. Ha tenuto conferenze in luoghi pubblici di prestigio quali l’Istituto Italiano di Cultura a Vienna, il Collegio Raffaello di Urbino, il Lavatoio Contumaciale di Roma. Nel 2010 fa parte della commissione inviti al XXXVII Premio Sulmona insieme a Vittorio Sgarbi, presidente.
A R T E C U LT U R AC I N E M A L E T T ER AT U R A M U S I C A M O DAV I AG G I T U R I S M O G A S T R O N O M I A A R T I G I A N ATO
Il fondale delle sorgenti del fiume Pescara
» a cura di Denia Di Giacomo
151TRAPARENTESI News in pillole 155PREZIOSANDO Il capolavoro della terra, simbolo dell’amore umano e divino: il diamante 157USCITA DI SICUREZZA Cork: irlandese, bella e ribelle 161DIVINOENONSOLO Gli abbinamenti cibo-vino: fantasia o realtà? 163SALUS, IL CIBO PER VIVERE MEGLIO Una piramide... Tutta italiana! 167ARTE&CO./IN CORNICE L’oscura bellezza di Alfredo Di Bacco 183TEMPO RUBATO Macerie dentro e fuori 185MUSICAMANIA All You Need Is Now / Eden
159ITINERARI D’ABRUZZO
“CHIARE, FRESCHE E DOLCI ACQUE”… 165TRAIN DE VIE A proposito di Unità...
175ARTE&CO. 171ARTE&CO. La nuova casa Una moderna maiolicaia del guerriero
187VEZZI MODERNI Nella shopper questo mese
179ARTE&CO. Il ritorno di Lady Hawke
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Coltiviamo emozioni.
CAPPA & SPADA Azienda Agricola di Luigi Di Ubaldo Via dei Sabini, 35 64016 ∙ Sant’Egidio alla Vibrata (TE) Tel. 0861.841111 Fax. 0861.847233 ∙ www.cappaespada.it ∙ diubaldo@cappaespada.it
traparentesi SPORT
NUOTO INVERNALE: FRANCESCA MORE LLI SUL PODIO
L’Associazione Sportiva “Maiella Nuo to” di Guardiagrele è l’unica abru zzese premiata nella categoria del 200 met ri dorso ai 40° Campionati Naziona li Giovanili Invernali di Nuoto svoltosi presso lo Stadio del Nuoto di Riccione, graz ie alla prestazione dell’atleta Francesca Mor elli (classe 1996). La giovane nuo tatrice è, infatti, nuovamente salita sul pod io come unica atleta abruzzese e, un passo alla volta, si sta avvicinando vers o i gradini più alti del nuoto itali traguardo è anche valido come ano. Questo qualificazione per i Campionati Itali ani Assoluti che, dal 13 al 17 aprile 2011, vedranno Francesca Morelli in gara a Riccione con cam pion i di ogni età. Info:partner@dirit tidiretti.it o Numero Verde Gratuito 800 910 580 (lunedì - venerdì) 10:00-13:00 // 15:00-18:00).
RESTAURO
SANTA MARIA AD CRYPTAS RITROVA LA LUCE A due anni dal terremoto è tornato a nuova vita un gioiello dell’arte medievale abruzzese, la Chiesa Santa Maria Ad Cryptas a Fossa (AQ). È stata infatti ultimata la prima fase dei lavori con la messa in sicurezza della Chiesa. Il progetto è stato finanziato da Capgemini Italia una delle maggiori multinazionali di Management Consulting, Information Technology e Outsourcing, da oltre quarant’anni impegnata a promuovere e sostenere importanti progetti di responsabilità sociale in Italia e nel mondo. La Chiesa di Santa Maria Ad Cryptas sorge a circa un chilometro dal centro abitato di Fossa. Costruita attorno alla seconda metà del XIII secolo secondo i canoni dello stile gotico-cistercense, sulle sue pareti vengono custoditi due cicli di affreschi di inestimabile valore: il più antico databile attorno alla metà del duecento, mentre le raffigurazioni presenti sulla parete destra risalgono alla fine del XIV secolo o all’inizio del XV, un vero tesoro da custodire.
ATE DALLE REGIONI AL EG R I AL ER IN M E U Q AC IGLIATRICI un rapporto con tutte le cifre della privatizzaALLE SOCIETÀ IMBOTT e Altreconomia stilano nerale procapite
AT TUALITÀ
Legambiente 192 litri di acqua mi una acqua in Italia, che con zione delle sorgenti di in bottiglia in Europa, con alto consumo di acqua più iffe il tar con lle de ese nto pa il me ma au si confer porzionale non è corrisposto un pro da rò te pe bili cui sta a a rat cor isu an sm sso ta cresci Regioni italiane, spe alle rici liat ttig na bo ro im ad denunciare il qu pagate dalle società nti di oltre 30 anni fa. A me ola rreg Gio da lla o de a e gn on che, in occasi Molise e in Sarde la rivista Altreconomia regio decreto come in ssier a sono Legambiente e cqu ll’a idrica in Italia con il do de ne ni sio stio ge ces la con zionale delle della situazione sul tano lon nto pu ivo il e iett far ob a un no a na cor a, tor do il dossier è an on Sec lia. nata Mondiale dell’Acqu Ita in 06. nti 20 l ge ne nali approvate vatizzazione delle sor ne alle linee guida nazio sio Acque Minerali: la pri ces con di i on can gi regionali sui l’adeguamento delle leg
EVENTI
CIAVOLICH PIÙ ANTICA DELL’UNITÀ
Grande riconoscimento per l’aziend a vinicola di Chiara Ciavolich, con sede a Miglianico, premiata a Rom a, a Palazzo Rospigliosi, per i suoi oltre 150 anni di attività e per i risul tati raggiunti negli anni. La premiazione è avvenuta nell’ambito della manifestazione 150°: Voler bene all’Italia per affrontare il futuro, promossa da Symbola in collaborazione con Coldiretti. E per l’Abruzzo , a rappresentare l’agricoltura, è stata la cantina della famiglia Ciav olich, fondata a metà del 1800. Una storia più antica dell’Unità d’Ita lia, iniziata nel 1500 con l’arrivo nella Penisola di una famiglia di mercanti di lana che si stabilì a Miglianico, in provincia di Chieti.
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traparentesi EVENTI
OPI IN FESTA
in provincia o centro storico di Opi, delle feste nel bellissim ne tichi Megio “An sta to la en ia l’ev inc om con Ric ugurata il 30 aprile ina rà ver ne gio sta lla circa. La manifestazione dell’Aquila. La be a partire dalle ore 16.00 a, ver ma Pri mosse di ta Fes . stieri”, VII ed mbito delle iniziative pro izione, si colloca nell’a ed a itatori tim vis i set do sua an gn alla pa giunta i locali accom po r valorizzare le tradizion Sco i. ion laz po po sue dalla Pro Loco di OPI pe re d’Abruzzo e delle ter lle de ria far r sto pe lla to, ne in un viaggio i di vita del passa riscoprire usanze e stil di ello qu è ne zio sta te. della manife rte vengono pratica dizioni che ancora in pa t rivivere la storia e le tra 56 web: ww w.prolocopi.i 870 .88 347 . 0863-910622 – INFO: Ass. PRO LOCO Tel e-mail: prolocopi@tin.it
MUSICA
PIGRO CANTAUTORI IN VIGNA 2011
o musicale nazionale Riaperte le iscrizioni per l’evento Pigro Cantautori in Vigna, concors ociazione Culturale dall’Ass zato Organiz . edizione 14° alla in ricordo di Ivan Graziani giunto svolgerà il 28 e 29 si Vigna in tori Cantau Pigro i, Grazian Bischi Anna Pigro presieduta da maggio 2011 a Bolognano (PE). band che abbiano comLa partecipazione a titolo gratuito è aperta a cantautori/cantautrici e o inviare una mail entro dovrann ti candida I izione. dell’iscr piuto il 18° anno d’età al momento m con in allegato gmail.co invigna@ ntautori pigroca izzo all’indir p.v. e non oltre il 23 aprile Quest’ultiinedito. brano un due brani in formato mp3: una cover di Ivan Graziani a scelta ed .org groshow www.pi INFO: . dialetto o a mo dovrà essere iscritto alla SIAE e potrà essere in lingua italiana, stranier
EVENTI
A PAVIA UNA MOSTRA PER L’AQUILA
L’associazione di volontariato Gius to per sognare organizza a Pavia dal 3 aprile al 5 maggio una mostra cine -fotografica amatoriale su L’Aquila postsisma dal titolo “Trema anche il pen siero”. L’evento, patrocinato dall’Assesso rato alle Biblioteche Civiche del Com une di Pavia, sarà ospitato da Radio Aut, Commons, Osteria Sottovento e Spa zio Musica e sostenuto dalla rivista Diog ene - Filosofare oggi. L’obiettivo è quello di creare un filo diretto tra L’Aquila e Pavia, così da sensibilizzare la cittadinanza su quella che è la reale situazione del capoluog abruzzese a due anni esat ti dal sism o a. Il programma prevede, oltre alla mostra cine-fotografica, anche una serie di incontri e dibattiti, e un concorso letterario di racconti.
ATTUALITÀ
IL SINDACO DI SILVI OFFRE OSPITALITÀ AI PROFUGHI Anche l’Abruzzo potrebbe dover farsi carico di parte dei 5.400 profughi libici sbarcati a Lampedusa e il sindaco di Silvi, Gaetano Vallescura, offre un gesto di grande solidarietà, proprio alle porte della stagione balneare si dice infatti pronto, magari con l’ausilio della Protezione Civile, ad accogliere alcuni dei profughi sbarcati sulle coste di Lampedusa. E lancia un appello agli altri sindaci abruzzesi: “Solidarietà a tutto il popolo libico, ognuno si assuma le proprie responsabilità, per fare dell’Abruzzo, terra di pace”. A dare la notizia è Antonella Micolitti per l’emittente Rete8, “come in ogni guerra a rimetterci è sempre il popolo” afferma Vallescura. Verrà ascoltato il suo appello?
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MUSICA
NUOVO LAVORO PER PAOLO DI SABATINO
Presentato nei giorni scorsi “Voices”, l’ultimo lavoro discografico dell’artis ta teramano Paolo Di Sabatino. Docente di musica jazz presso il Conservatorio de L’Aquila , Di Sabatino annovera numerosi concerti e collaborazioni, tra gli ultimi, con Mario Biondi (come autore di 2 brani contenuti nell’album “IF”) e con Antonella Ruggiero, con la quale ha partecip ato a Sanremo ’07 e che ha accompagnato al pianoforte nell’ultimo cd “I regali di Natale”. Michele Placido, inoltre, ha voluto inserire un brano di Paolo nel suo ultimo film Vallanza sca - Gli Angeli del Male. «Giusto valorizzare i talenti che con il loro lavoro portano in alto il nome dell’Abruzzo e quindi gli ideali del nostro territorio; è questo il senso della nostra vicinanza a progett i come quello del musicista Paolo Di Sabatino», queste le parole dell’assessore al Turismo Mauro Di Dalmaz io durante la presentazione del lavoro. INFO: www.delloiacono.eu - press.of fice@delloiacono.eu
ARTE
LA PAURA IN MOSTRA A PICCIANO La paura è il sentimento più antico dell’uomo e dallo scorso 26 marzo sarà in mostra presso l’auditorium Giuseppe Sinopoli nel Museo delle Tradizioni ed Arti Contadine di Picciano, in provincia di Pescara. La mostra dal titolo “La paura dal periodo omerico al 1800”, racconta la morte nera, cioè la peste, e la lebbra, e fa vedere come hanno disegnato e influenzato lo sviluppo umano. Sui pannelli saranno ricostruiti il lazzaretto, gli untori, i sacrifici, le torture seguendo le trame dei grandi pittori del tempo, sia italiani che spagnoli e aztechi. La superficie, di circa 500 mq, si compone di tre sezioni: i filmati, i pannelli fotografici e la ricostruzione del lazzaretto per un percorso ben strutturato e guidato da musiche e voce narrante che avrà il suo culmine nella ricostruzione a grandezza naturale del Lazzaretto e del Rogo di Giordano Bruno. La mostra è aperta sabato, domenica e festivi dalle 15:30 alle 18:00.
FOTOGRAFIA
LE CITTÀ (IN)VISIBILI CON UNA MOSTRA FOTOGRAFICA AL CASTELLO CHIOLA
. Perché uno scatto Città invisibili, ma solo apparentemente. Solo per gli occhi più distratti fotografiche che mostre di ciclo del senso il può rivelare realtà segrete e nascoste. È questo promesse della giovani quattro re settemb a giugno Da saranno ospitate al Castello Chiola. presenteranno, Divanto Ivan ci, Angeluc Paolo Liddo, Giorgio Pasqui, fotografia – Iacopo da Tokyo al Beirut, a Parigi da alternandosi, i loro scatti. Diversi e lontani tra di loro i luoghi, le città Come umano. o all’occhi visibile non nostro entroterra, ma unica l’ispirazione: cogliere di ogni luogo l’aspetto quedi io assagg Un . scrittura dalla ti plasma Calvino, Italo di di Marco Polo, create attraverso il racconto, o i mondi are l’evento present a oltre che evento mostrauna con , maggio 14 o prossim il sto stupefacente viaggio è fissato per stellochiolahotel.com - tel. 085 8290690. sarà l’occasione per conoscere da vicino i quattro artisti. INFO: info@ca
EVENTI
L’ABRUZZO PRONTO PER LA XIII SETTIMANA DELL A CULT UR
A
In occasione della XIII Settimana della Cultura, la Soprintendenza Ben i Archeologici dell’Abruzzo propone una serie di iniziative in programma dal 9 al 17 apri le 2011. Musei, siti archeologici, archivi, bibli oteche, Monumenti abruzzesi e mol to altro resteranno aperti gratuitamente in Abru zzo per nove giorni. Oltre all’ingres si svolgeranno oltre cento eventi su so gratuito tutto il territorio regionale. Un’occas ione imperdibile per avvicinarsi alla più grande ricchezza del nostro Pae se: il nostro patrimonio artistico e cultu rale, come recita lo slogan dell’edizione 2011 della Settimana della Cult ura gli italiani per nove giorni sara nno i cittadini più fortunati del mon Un’occasione aggiungiamo noi, per do. ricordarci che la cultura non va cele brata per una sola settimana all’anno Il calendario dettagliato degli app . untamenti è riportato sul sito: www .archeoabruzzo.beniculturali.it.
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pre iosando » di Marzio Forcella
CAP. D • Diamante
Il capolavoro della terra, simbolo dell’amore umano e divino: il diamante Non basterebbero dieci pagine per descrivere degnamente tale capolavoro della Natura, tantomeno per rimanere super aggiornati sui continui e plurinteressanti studi che se ne fanno. Tuttavia, come per ogni argomento, sarà bello comprenderne una colorata sintesi giacchè, la regina fra le gemme, ha un profilo inconfondibile e indomabile. È proprio dal greco “adamas”-indomabile, che deriva il termine diamante. Il più duro tra i minerali e come nessun altro materiale esistente al mondo, il diamante brilla di mille fuochi ed è la più prestigiosa e ambita delle pietre preziose. Sotto questo leggendario nome si cela una semplice varietà di carbonio puro che si cristallizza tra 150-200 km di profondità dalla crosta terrestre sotto forte pressione e ad alta temperatura. Al verificarsi di determinate condizioni e fenomeni vulcanici esplosivi, i cristalli sono portati in superficie dal magma che li circonda. La roccia Kimberlite (dalla località Kimberley in sudAfrica) è la più celebre “mamma” del diamante poichè, attaccata dall’erosione che la sgretola, è proprio attraverso lei che i diamanti grezzi si sedimentano in giacimenti secondari (sabbie, ghiaie...). Il diamante ha una lucentezza molto viva, propriamente “adamantina”; può avere tutte le colorazioni e sfumature, è monorifrangente e con dispersione ottica alta (la sua inconfondibile brillantezza-somma di tutti i colori). Tradizionalmente il pregio maggiore di questa gemma consiste nell’assenza di colore e di impurità. Dopo essere stati selezionati, i diamanti vengono sottoposti al taglio; solo se questo è ben eseguito uscirà fuori il famoso “fuoco”, l’insieme dei lampi colorati dovuti dalla più magica dispersione della luce bianca all’interno della gemma. I tagli possono esser tantissimi e sempre più svariati, ma il più famoso è il taglio a “brillante” rotondo con 58 faccette; a riguardo di ciò
è importante precisare che il termine “brillante” è quindi solo un tipo di taglio e non un tipo di diamante! La qualità e il valore del diamante dipende dalla somma di quattro fattori, le famose “4 C”: Colour, Clarity, Cut, Carat, ovvero colore, purezza, taglio e caratura. Oggigiorno chiunque possiede delle nozioni elementari sulla classificazione del diamante, tuttavia potrò riassumerle così: • Per quanto riguarda le pietre bianche la scala del colore inizia dalla lettera D (bianco extra eccezionale+) per arrivare alla lettera M e successivi ad indicare pietre colorite; commercialmente le più richieste e vendute sono le G, H, I (bianco extra, bianco, bianco sfumato). Un discorso a parte è da fare per i rarissimi diamanti naturalmente colorati. • Per la purezza (inclusioni nella pietra) la scala parte dalla perfezione totale, IF, fino ad arrivare alla P che sta ad indicare pietre con notevoli inclusioni visibili ad occhio nudo (IF, VVS, VS, SI, P). Commercialmente le pietre più vendute sono le VVS. • Per il tipo di taglio ne è ormai possibile ogni tipo se pur il più venduto è quello “a Brillante”. • Per la caratura è semplicemente la più antica e corrente unità di peso dall’inizio del XX secolo che indica l’unità di misura della massa delle pietre preziose equivalente a 0,2 grammi. Il diamante è la pietra dell’amore, della fedeltà, dotata di grandi poteri energetici contro le negatività. Aumenta la forza fisica e la potenza sessuale; è il simbolo della “Luce Bianca” che ci aiuta a rasserenarci favorendo l’unità di sé; protegge dalle invidie! Il suo pianeta è naturalmente il Sole. Provenienza: i giacimenti più famosi sono in India, SudAfrica, Brasile, Australia e Russia. Affinità zodiacali: tutti devono possedere un diamante, senza importanza di grandezza; un diamante è per sempre!
A rileggerci al prossimo numero con diaspro, eliodoro, giada, granato.
info_ Marzio Forcella Designer di gioielli e oggettistica, Esperto in storia dei preziosi e mineralogia www.amalteapreziosi.com - mf@amalteapreziosi.com
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uscita di sicure
a
» a cura della redazione
, E S E D N A L R I : K R O C E L L E B I R E A L L E B
ork, città di ponti e campanili, ha il cuore cittadino racchiuso in un’isoletta tra i due bracci del fiume Lee, collegati da un’infinità di ponti. Le banchine accolgono navi provenienti da ogni parte del mondo. La fondazione della città risale al VI-VII secolo, quando fu eretto un monastero isolato in mezzo alle paludi, sul sito dell’attuale cattedrale di St Finbarr’s. Il monastero attirò i vichinghi, la dominazione durò a lungo e lasciò tangibili tracce culturali. Nel XII secolo arrivarono gli anglo-normanni e Cork ebbe la sua prima carta costituzionale. Da allora è conosciuta con gli appellativi di “capitale del sud” e “bella ribelle”. Infatti ha partecipato a tutte le grandi rivolte irlandesi.
Attualmente, oltre ad essere la seconda città per importanza dopo la capitale, è cosmopolita e seducente. Uno scrigno tipicamente irlandese tutto da scoprire. Molti degli edifici tutt’oggi visibili sono in stile georgiano e vittoriano. Nella visita tipica della città non può mancare l’English Market. Un mercato che dalla fondazione, 400 anni fa, ha un ricco assortimento di prodotti tipici: carne, frutta, verdura, formaggi e leccornie varie. Di primo mattino i migliori chef della città vanno a fare la spesa per i suoi ristoranti. Gli abitanti di Cork sono fieri di un concittadino illustre: il matematico George Boole (1815-1864) che insegnò all’University College. Le teorie di Boole sono alla base del sistema booliano, determinanti per l’invenzione del computer
•
un motivo in più_ Scoprire il whisky di una volta Giunti a Cork anche gli astemi fanno visita al Jameson Centre, la vecchia distilleria della Jameson di Midleton, cittadina confinante con la “bella ribelle”. È il fulcro della tradizionale produzione del whisky. Si tratta di un complesso industriale del XVIII secolo, restaurato magnificamente ed unico nel suo genere in tutta la Gran Bretagna e l’Irlanda. Stupiscono il funzionamento della ruota ad acqua e il maxi contenitore in rame e acciaio con una capienza di 32.000 galloni, è il più grande del mondo. Ovviamente non mancano le degustazioni dei pregiati whisky locali in un contesto che evoca l’atmosfera dei tempi passati. Doverosa anche la passeggiata a Midleton, deliziosa cittadina di campagna, le cui origini risalgono al XII secolo.
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itinerari d’Abru
o
» di Denia Di Giacomo
“CHIARE, FRESCHE E DOLCI ACQUE”…
a Riserva Naturale Guidata Sorgenti del Pescara è un ambiente che saprà regalarvi tutto il relax e la tranquillità di cui avete bisogno. Istituita nel 1986, questo angolo rinfrescante si trova nel Comune di Popoli, in provincia di Pescara, e in essa spesso vengono organizzate numerose iniziative mirate al coinvolgimento del pubblico. La Riserva Sorgenti del Pescara, nasce in un suggestivo angolo della Valle Peligna e vede il suo cuore pulsante in una fitta area vegetativa che nasconde numerosissime sorgenti, se ne contano più di 60! Il vasto specchio d’acqua presente oggi, cristallino e ricco di esseri viventi, è solo la pallida testimonianza del più vasto lago che in epoche remote ricopriva tutta la Valle Peligna, segno tangibile della ricchezza d’acqua posseduta da questo magico luogo. Ma è anche la città di Popoli ad essere ben nota come ricchissima dell’elemento vitale per eccellenza, all’interno della sua area urbana scorrono infatti ben 4 fiumi: Aterno, Pescara, Giardino e Callisto, mentre un quinto, il Sagittario, scorre poco fuori il suo centro urbano. Un’area molto florida quindi, anche per la diversità delle strutture vegetali che nel tempo sono venute e delinearsi. Le Sorgenti del Pescara hanno una portata di ben 7000 litri al secondo, con acqua proveniente direttamente da Campo Imperatore, sulla vetta del Gran Sasso. Dopo 30 km di viaggio questi piccoli corsi d’acqua arrivano ai piedi del colle di Capo Pescara andando a creare quel singolare ecosistema che raccoglie un inverosimile numero di specie della flora e della fauna, tanto da essere segnalato come sito di interesse comunitario e tanto da valere lo studio di numerose società scientifiche ed istituzioni. Mentre all’interno del laghetto, grazie alla limpidezza delle sue acque, il processo fotosintetico si svolge anche ad alcuni metri di profondità,
Il laghetto delle sorgenti
Un airone cenerino
Ricominciano le belle giornate di sole e ritorna la voglia di uscire all’aria aperta. Di luoghi meravigliosi dove passare una piacevole giornata ce ne sono davvero tanti, ma cominciamo con il proporre la Riserva Naturale Guidata Sorgenti del Pescara, un piccolo gioiello molto comodo da raggiungere creando quindi una flora molto rigogliosa, numerose sono le specie sommerse che addirittura in molti altri corsi d’acqua italiani si sono estinte. Inoltre, dal 1990, nella Riserva è attivo un centro di inanellamento per lo studio della migrazione degli uccelli e sono numerose le specie censite che scelgono la riserva di Popoli come luogo preferito per il loro svernamento, come ad esempio la Garzetta, la Gallinella d’acqua, il Porciglione, il Martin Pescatore e numerosi altri. La Riserva Naturale Guidata Sorgenti del Pescara offre davvero la possibilità di una piacevole passeggiata in mezzo alla natura, con numerosi percorsi da seguire, strutture per il birdwatching e numerosi spunti per imparare divertendosi, in un momento di grande interesse per grandi e piccini, durante il quale scoprire uno dei tantissimi tesori che la nostra terra custodisce da tempo
•
Come raggiungerla In Autostrada A 25 venendo da Pescara, uscita Bussi e proseguire per Popoli, una parte della riserva si scorge anche dal tratto autostradale.
Il fondale delle sorgenti del Pescara
» foto di Cristian Moscone - foto subacquee di Riccardo Breda dell’Associazione Subacquea “Scuba Libre Dive”
Due immagini del bosco ripariale
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divinoenonsolo » di Nicola Boschetti
GLI ABBINAMENTI CIBO-VINO: FANTASIA O REALTÀ?
i capita spesso, di sentire o leggere su riviste del settore che la teoria dell’abbinamento cibo-vino sia solo una trovata di pseudo sommelier per vendere bottiglie anonime o per fare la parte del tuttologo del momento. In parte sono d’accordo con chi scrive questo, ma allo stesso tempo rispondo a questi maghi della penna, che se si sta perdendo “l’arte” di saper coniugare i sapori di un piatto, con i profumi di un vino, la colpa principale e proprio di tutti quegli “scrittori esperti” come loro, che stanchi di scrivere di altro, si sono improvvisati “allenatori del bere bene”, con il solo risultato di creare tanta confusione nella testa del povero lettore che chiede solo informazioni utili e vere. L’arte di abbinare presenta due risvolti, o due scuole di pensiero, la prima riguarda la professionalità e la conoscenza della materia, aiutati dall’esperienza e la seconda rientra nella sfera della curiosità e della voglia di provare cose nuove, rompendo gli schemi tradizionali. Entrambi i pensieri sono validi, e vanno a braccetto tra loro, anche se in forme o contesti diversi. Il primo caso riguarda persone come me, che vivono “DI ABBINAMENTI”, ma che soprattutto hanno il dovere di consigliare e soddisfare al meglio le richieste della propria clientela. In questo caso si ha il dovere morale di possedere conoscenza ed esperienza e di esprimere le opinioni con lealtà, solo così si potrà riacquistare fiducia del consumatore, troppo spesso bistrattato, in modo da poter far tornare a volare i nostri grandi vini italiani e, magari, a dare una buona” pulita” anche in ambito informativo. Il secondo caso è fatto di sperimentazioni nel campo degli abbinamenti, che sono elementi importanti, anzi fondamentali per arricchire i nostri bagagli gustativi. Non bisogna mai perdere l’occasione di assaggiare qualcosa di nuovo, di tentare, anche con il rischio di non rimanere soddisfatti. Cari lettori, il mio consiglio è quello di provare sempre, assaggiate cose nuove, scoprite aziende o vitigni minori, non lasciatevi influenzare dai luoghi comuni, ma soprattutto non abbiate mai paura di sbagliare; NON ESISTE L’ABBINAMENTO PERFETTO, e di conseguenza, NON ESISTE L’ABBINAMENTO SBAGLIATO, al massimo sarà imperfetto con un piatto, ma utile in molte altre occasioni. La prossima volta entreremo più a fondo nell’argomento, voi intanto esercitatevi. BUONA PRIMAVERA A TUTTI
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TRENTO EXTRA BRUT
PERLE’ NERO 2004 La prima volta che ho assaggiato questo capolavoro, mi trovavo a Trento per una degustazione; rimasi folgorato da questo nettare, ultimo nato in casa FERRARI-LUNELLI, e pensai tra me e me, quasi timoroso: questo è meglio di molti blasonati champagne. Nel mio piccolo non mi sbagliavo, visto che dopo solo pochi mesi è stato super premiato da molte guide del settore. Ottenuto da sole uve di pinot nero, ha un colore paglierino fitto, con un perlage continuo ed elegante. Una notevole varietà di profumi olfattivi: fragolina, crema di nocciola, mela rossa, vaniglia e sentori di tè in foglia, ottima la persistenza. La beva è elegantissima, fresca e corposa allo stesso tempo, un acidità viva, ma non invadente, con mineralità ben distinta che completa la sua grande morbidezza. La sua permanenza di oltre sei anni sui lieviti , e il suo numero limitato di bottiglie prodotte (appena 20.000) ne fanno un’etichetta per intenditori. Sposa alla grande gli antipasti di mare crudi e marinati, carni bianche salsate e in umido, ravioli di burrata allo zafferano. Da bere entro il 2020. Servire sugli 8° rigorosamente in un flûte alto. Prezzo indicativo 60 Euro. info_ Ferrari fratelli Lunelli www.cantineferrari.it
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Spesso la vita frenetica e il lavoro sedentario ci inducono verso un’alimentazione del tutto sbagliata, frettolosa e non corretta per il nostro corpo. Seguendo la giornata tipo di un manager, ecco alcuni consigli di un esperto nutrizionista
salus, il cibo per vivere meglio » di Pietro Campanaro
UNA PIRAMIDE... TUTTA ITALIANA! Un pool di ricercatori italiani ha creato la nuova Piramide Alimentare della Dieta Mediterranea moderna e sostenibile, un modello di alimentazione che tutti dovrebbero seguire per una vita sana ed equilibrata bbene si, anche noi italiani siamo bravi a costruire piramidi, ovviamente non parliamo di quei capolavori di architettura egizia, ma di piramidi “alimentari” ovvero di modelli di alimentazione ideale basati sulla dieta mediterranea da seguire secondo le nostre tradizioni alimentari e riconosciuti di recente anche dall’UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Già da tempo esisteva una Piramide degli Alimenti, ma negli ultimi anni grazie al lavoro del CIISCAM (Centro Interuniversitario Internazionale di Studi sulle Culture Alimentari Mediterranee) e dell’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) è nata la nuova Piramide Alimentare della Dieta Mediterranea moderna e sostenibile. Parlare di questa nuova piramide e del lavoro di ricerca effettuato per realizzarla, mi da anche l’occasione di ricordare il prof. Carlo Cannella recentemente scomparso (molti lo ricorderanno al fianco di Piero Angela nella trasmissione SuperQuark), che è stato presidente dell’INRAN per diversi anni e che possiamo considerare tra i padri di questo progetto. La Nuova Piramide della Dieta Mediterranea è un modello di alimentazione rivolto a tutte le persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni che tiene conto dell’evoluzione dei tempi e della società, infatti per la prima volta alla base della piramide non
vengono inseriti alimenti da consumare, ma comportamenti da seguire come una regolare attività fisica, la convivialità a tavola, l’abitudine di bere acqua e il consumo di prodotti locali su base stagionale. Poste queste basi successivamente è corretto consumare 1-2 porzioni di carboidrati al giorno sotto forma di pasta, riso, pane o altri cereali e 4-5 porzioni complessivamente tra frutta e verdura variando i colori. A salire si consiglia il consumo giornaliero di latte e derivati, olio d’oliva e frutta secca insieme a spezie come aglio, cipolla e rosmarino per esaltare la sapidità degli alimenti abbassando il consumo di sale. In prossimità del vertice della piramide il consiglio è quello di consumare settimanalmente 2-4 porzioni di carne complessivamente suddivisa tra pollame e carne rossa, 2-4 uova di numero, 2 o più porzioni di pesce e legumi, 1 di salumi e 1-2 di dolci mantenendo le porzioni moderate senza esagerare troppo con il vino. La parola dieta che troppo spesso oggi viene confusa con sacrificio, restrizione e privazione, deriva dal greco dìaita e significa “stile di vita” ovvero un insieme di comportamenti e atteggiamenti non solo alimentari, ma generali, mirati al benessere psico-fisico della persona e il modello alimentare mediterraneo ulteriormente valorizzato da questa nuova piramide alimentare, racchiude in se tutte queste caratteristiche per un vivere sano e in pace con se stessi e con gli altri
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info_ Dr. Pietro Campanaro Medico-Chirurgo Nutrizionista, Specialista in Scienze dell’Alimentazione, Fitoterapeuta Giulianova - Teramo - Alba Adriatica - Pescara - Ascoli Piceno - Fermo www.fitomedicina.it - info@fitomedicina.it gruppo su Facebook: Nutraceutica e Fitomedicina
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Foto e graaca Nicola Viscardi - www.nvs..it
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traindevie » di Carolina Pierfelice
uali sono i principi che sottendono all’unione di un popolo e che permettono di considerarlo tale? La storia, la lingua, la cultura, le leggi, gli ideali, la terra in cui vive, l’orgoglio nazionale, la competizione come stima di sé e confronto assertivo con gli altri, questi, solo per citarne alcuni. Ma questi ideali possono essere trasferiti a qualsiasi contesto in cui si abbia a che fare con un gruppo di persone, in modo particolare in un contesto lavorativo, poiché questo significa rafforzare il senso di appartenenza e creare una molla motivazionale incredibile che spinge il singolo a convogliare i suoi sforzi per il bene comune. È fondamentale che il motto “Tutti per uno, uno per tutti” diventi concreto e reale, perché solo così si potrà trovare il giusto equilibrio tra la soddisfazione del singolo e il raggiungimento degli obiettivi del gruppo. In una società in cui l’individualismo tende a dissimulare quella verità fondamentale secondo la quale l’uomo vive attraverso le sue relazioni, non è facile far passare il concetto che insieme si può fare meglio e di più, eppure è una sfida che vale la pena di raccogliere. A questo proposito mi viene in mente la storia di uno straniero che si avvicina a un gruppo di uomini dall’aspetto triste e li interroga su quel che stanno facendo. ”Ammucchiamo pietre”, rispondono senza entusiasmo; un po’ più in là, lo stesso straniero avvicina altri uomini che sembrano svolgere un compito molto simile, ma con partecipazione e gioia evidenti. Egli li interroga su quello che stanno facendo. “Costruiamo una cattedrale!”, rispondono fieri. Cos’è che cambia la prospettiva dei due gruppi di persone? Sicuramente la capacità di dare un senso a ciò che si sta facendo, ma anche la gioia di condividerlo con gli altri. È quindi evidente che ognuno di noi, in qualsiasi contesto umano sia inserito, debba fare il possibile perché il suo contributo non cada nel vuoto, ma diventi cassa di risonanza per ciò che fanno gli altri, così come è altrettanto evidente che l’impegno maggiore in questo senso deve essere di chi ha un ruolo di responsabilità all’interno di
A PROPOSITO DI UNITÀ...
In questi giorni speciali in cui ognuno di noi è stato chiamato a riflettere sui valori dell’unità d’Italia è opportuno fare alcune riflessioni su concetti che, anche per assonanza, possono essere calati in tutti i contesti i cui protagonisti siano più persone come il mondo del lavoro un gruppo, che dovrà fare di tutto perché si crei un’armonia finalizzata al raggiungimento di obiettivi comuni. Cosa si può fare in concreto perché questi principi e valori vengano trasferiti nella realtà? Creare tutte le situazioni possibili di incontro, tessere relazioni positive con e tra gli “adepti”, creare un clima positivo e collaborativo, gestire i conflitti in modo che si risolvano al meglio e non vadano ad ostacolare la disponibilità al lavoro, ritualizzare i momenti importanti, socializzare continuamente gli obiettivi comuni, ricompattare il gruppo verso obiettivi concreti che di volta in volta devono essere conosciuti da tutti; si tratta in sostanza di creare un contesto in cui gli eventi, anche quelli negativi, possano essere letti in modo costruttivo, e anche eventuali crisi possano diventare un nuovo punto di partenza. Insomma, bisogna fare di tutto per rafforzare il senso di appartenenza in modo che esso sia la molla che spinge tutti a dare il meglio di sé per il bene comune. Ma il bene comune, una volta raggiunto, è un bene per ognuno, perché ciascuno può trarre benefici da una comunità che funziona. E allora forza, impegniamoci al massimo per dare il meglio operando insieme, solo così potremo rendere possibili cose belle e difficili
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info_ Carolina Pierfelice Psicologa - psicoterapeuta CarolinaPierfelice@libero.it
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arte&co.
/ incornice
» di Chiara Strozzieri
L’OSCURA BELLEZZA DI ALFREDO DI BACCO
La Pittura Colta di un abruzzese dalla tempra caravaggesca 1
» foto concesse dall’artista
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a tendenza dell’arte contemporanea a convincerci di nuovi parametri efficaci alla lettura dell’opera, sempre meno rapportata all’estetica e sempre più giustificata dalla sua contestualizzazione, fa sì che ormai identifichiamo il figurativo come l’unico approdo sicuro per il nostro sguardo. Parlo di una rappacificazione con la pittura, dopo lo shock dovuto alle installazioni improbabili, alle performance più ermetiche, a certe tipologie di fotografia d’autore. Ma è sbagliato pensare che l’iconografia debba essere fatta di realtà quotidiane riportate tout court sulla tela o di una tranquilla paesaggistica: Alfredo Di Bacco è la dimostrazione che ancora l’arte figurativa può interrogare con atmosfere tra il surreale e il metafisico, senza fare il verso ai grandi movimenti del passato. La legge che domina su tutto è quella della luce, rubata un po’ dai capolavori di Caravaggio e un po’ dalle piazze di De Chirico, in quanto strumento di guida all’interno della rappresentazione e anche potente mezzo di concretizzazione di un’atmosfera. Quelle dei dipinti di questo abilissimo autore abruzzese sono sempre cupe, suggestive, talvolta melanconiche, adatte comunque al racconto mitologico o fantastico, che viene costruito grazie a personaggi fuori dal tempo, eppure molto vicini alla nostra stessa sensibilità. Non si tratta esattamente di un’invenzione, infatti Di Bacco aderisce all’inizio degli anni ’80 alla Pittura Colta, teorizzata dal critico Italo Mussa, che intende riportare l’arte al giusto rigore formale, dopo le indagini della Pop Art, dell’Informale e della così detta Arte Sociale. Ma quanti hanno aderito allo stesso manifesto, si sono lasciati andare a un manierismo direi michelangiolesco, piuttosto che cercare riferimenti difficili al passato glorioso dall’arte italiana, come ha fatto e continua a fare il nostro artista. Allora la bellezza formale prende diverse sfaccettature e incanta ogni volta che desidera mettersi in comunicazione con l’osservatore con quella voglia esibizionista di catturare costantemente l’attenzione. La nudità degli attori del quadro
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/ incornice
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sicuramente fa la sua parte, perché, indossata con una disinvoltura che ormai non ci appartiene più, facilmente ci riporta a un’altra epoca o addirittura ad un tempo mai esistito, che è esclusiva della mente del suo creatore. E poi c’è la donna, protagonista assoluta delle ossessioni del pittore, amata e descritta in ogni modo e ad ogni età, sempre con la stessa devozione, che la rende il simbolo superiore della bellezza assoluta. Questo non vuol dire che le sue fattezze debbano dipendere da canoni limitanti, che la vogliono fintamente proporzionata in ogni sua parte: ci si riferisce a una perfezione di concetto, che la considera come l’unico essere capace di generare la vita. Proprio il binomio vita-morte è ricorrente nell’opera di Alfredo Di Bacco, che con destrezza abbraccia così ogni sfera dell’esi5 stenza umana e gioca a farci rapportare tanto con le nostre possibilità, quanto con i nostri limiti. Coraggioso questo autore, che non ha paura della forza respingente di uno stile che coinvolge nel profondo e da oltre quarant’anni va avanti per la sua strada, dove sempre ci sarà posto per nuovi compagni di viaggio
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1. La Coppia 2. Sera 3. La Dominatrice 4. Colazione in campagna 5. Rosa
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» di Anna Cutilli Di Silvestre
Una moderna maiolicaia
Le antiche vestigia delle “arti del fuoco” ritrovate in seguito agli scavi archeologici hanno consentito agli studiosi di preistoria la ricostruzione dei modi di lavorazione di vasi e stoviglie di interi millenni. Oggi raccontiamo l’affascinante inventariato di terracotta nelle opere dell’artista Rossella Circeo
a cura con cui i frammenti di vasellame vengono studiati può rendere conto del fascino di questa antica arte: la ceramica. Si tratta di un materiale fragile, ma forse proprio per questo suggestivo e la passione che suscita è duratura. La passione di chi dall’analisi di un sia pur piccolo reperto tenta di ricostruire il passato, e la passione di chi, impastandosi le mani con l’argilla e l’acqua, vuole costruire un oggetto e cuocerlo nel forno. Ben noti artisti come Marc Chagall, Lucio Fontana, Pablo Picas-
so hanno preferito esprimersi anche con la ceramica. Per Rossella Circeo invece, la scelta è stata univoca. La sua dedizione all’arte sin dall’inizio si è caratterizzata come manualità della materia e forgiatura degli oggetti preferiti. L’elemento con cui ha operato è stato sempre la creta. Già nel suo primo laboratorio aveva un forno suo e, come dice Tullio d’Albisola in una poesia del 1963, il forno da vasi è “una tana di stregoneria e sortilegio!” La materia che Rossella spennella sui manufatti è come una diluita fanghi-
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glia, ma una volta che le terrecotte sono messe nella “tana”, le divinità del fuoco trasformano tale modesta materia in barbagli di luci e di colori. Tra le opere esposte nel nuovo laboratorio, in via Genova 78 a Pescara, fanno bella mostra di sé luccicanti e colorate opere invetriate arricchite di parti dorate, realizzate in forma di portali medioevali, in tondi, in quadrati, in piatti, in portacenere tutti oggetti ornamentali di grande pregio. Manca, perché esaurita, una bellissima serie realizzata anni addietro: portali a ogiva gotica, inconfondibili per l’originalità cromatica, invetriati e di colore blu cobalto, opere che rievocano le eleganze islamiche delle mattonelle che abitualmente decoravano gli interni nei paesi mediterranei di religione musulmana. Contrastano con lo scintillio delle opere invetriate, le terrecotte opache di carattere sacro, che Rossella Circeo espone nel suo laboratorio, vere opere di scultura. Sono bassorilievi che si caratterizzano per la pacatezza dei toni anche se vi è stata passata la cera e, a tratti, la foglia d’oro. L’effetto è di una delicatezza struggente, consona al ripiegarsi dell’anima per un colloquio intimo e profondo con se stessi. E l’effetto ornamentale non è stato trascurato: il supporto è sempre appropriato al materiale usato per il soggetto: gli angeli o la Madonna col Bambino poggiano su un fondo di terracotta grezza o su un legno di noce opaco. E poi nel laboratorio, tanti vasi, tutti diversi, con applicazioni di bassorilievo e spesso non vi mancano lumeggiature che ne costituiscono il pregio. In questi ultimi anni Rossella Circeo ha realizzato gioielli in cui alle parti di ceramica variegata e invetriate, aggiunge pietre dure come l’onice, il diaspro, la giada, il lapislazzulo… creando bracciali, collane e pendagli, composizioni di grande effetto, con una tecnica di preparazione piuttosto semplice da far pensare all’arte africana alla quale all’inizio del Novecento si ispirarono diversi pittori. Artista feconda, quindi, Rossella Circeo, donna di gusto e maiolicaia esperta. Ella fa dell’innovazione il suo programma nell’intento di un rinnovamento continuo della sua arte
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Chi è Rossella Circeo Rossella Circeo, pescarese, diplomata al Liceo Artistico e laureata in Lettere. Abilitata all’insegnamento di Educazione Artistica, ha insegnato nella Scuola Media. La passione per la scultura suscitatale a scuola dal Prof. Giuseppe Di Prinzio, l’ha portata a perfezionarsi in questa arte. Nel 1976 a Pescara, la sua prima mostra personale a cui sono seguite diverse altre, di Scultura in ceramica di Arte Sacra e di Oggettistica. E tante le mostre collettive. Sta preparando una mostra a Parigi insieme al mosaicista Bruno Zenobio e al pittore Ivano Pardi. Laboratorio Rossella Circeo in via Genova 78, - 65122 Pescara tel. 085.4215969 - 339.5669018
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La nuova sala espositiva che ospita il Guerriero di Capestrano ideata dall’artista Mimmo Paladino
» di Elisa Di Venanzio
La nuova casa del guerriero
Dopo due anni di lavori, il Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo vedrà finalmente inaugurato un nuovo allestimento al piano superiore, con una suggestiva sala dedicata interamente al Guerriero di Capestrano. Tra molte difficoltà economiche la XIII Settimana della Cultura passa anche in Abruzzo
l 14 aprile sarà il grande giorno, con l’inaugurazione del nuovo allestimento al Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzosede di Villa Frigerj a Chieti. Abbiamo visitato in anteprima il percorso espositivo accompagnati dal direttore del Museo, Maria Ruggeri che, in collaborazione con Rosanna Tuteri, ha curato il progetto scientifico del nuovo spazio museale.
Intervista a Marta Ruggeri
Una delle sale interne del Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo
direttore del Museo Archeologico di Chieti
Dott.ssa Ruggeri, quale criterio espositivo è stato scelto per il nuovo allestimento? «Si vuole offrire al fruitore un’immagine d’insieme della nostra regione dall’epoca protostorica all’età romana. I reperti archeologici sono divisi secondo gli ambiti territoriali di pertinenza dei popoli che abitavano l’Abruzzo prima della romanizzazione, Peligni, Vestini, Marrucini ecc.. Rispetto al vecchio allestimento, il nume-
ro dei reperti è notevolmente aumentato grazie al materiale, in gran parte inedito, proveniente da scavi archeologici effettuati in questi ultimi anni». Quali sono i reperti ora visibili che desteranno maggior interesse nei visitatori? «Sicuramente i letti funerari in osso provenienti dalle necropoli di Fossa e di Bazzano (AQ) che costituiscono il rinvenimento più interessante nel pano-
» foto su gentile concessione della Soprintendenza per i Beni Archeologici d’Abruzzo
rama regionale degli ultimi anni. L’alta qualità esecutiva e la ricchezza dei temi iconografici, peraltro in alcuni casi riconducibili al repertorio dionisiaco, allusivo a credenze di rinascita dei defunti, fanno di questi reperti dei capolavori dell’arte antica. I letti sono stati collocati in spazi espositivi che riproducono le tombe a camera che li ospitavano, insieme ai ricchi corredi funerari costituiti da balsamari, lucerne, monete e vasellame di
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Il Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo
ceramica». Quali strategie sono state adottate per fornire al pubblico le chiavi di accesso alle collezioni archeologiche? «Si è puntato molto sulla chiarezza dei panelli esplicativi e dell’apparato didascalico ed iconografico, utilizzando un linguaggio semplice e sintetico. Alcuni reperti sono accompagnati da disegni ricostruttivi che ne illustrano la funzione e l’uso, oppure da planimetrie dei luoghi di rinvenimento, come nel caso della ricostruzione dell’impianto urbanistico della città romana di Civita di Bagno, uno strumento utile a delineare gli aspetti architettonici del sito da cui provengono i reperti esposti. Invece, per contestualizzare uno dei mosaici pavimentali della Sulmona romana, sono state ricostruite, sulla base dei resti di affreschi rinvenuti nello scavo di signorili dimore, le decorazioni parietali così da restituire al pubblico la visione di uno spazio interno di una domus di 2000 anni fa». Ora rimane da riallestire il piano terra della struttura museale… «Sfortunatamente dal 2008, ovvero dagli ultimi fondi assegnati, il Ministero non ha più destinato alcun finanziamento per questo museo. Faremo con quello che
abbiamo, riciclando le vecchie vetrine e i supporti smantellati per far posto al nuovo spazio espositivo del piano superiore». Il 26 gennaio è stata presentata la sala dedicata al guerriero di Capestrano realizzata da Mimmo Paladino, artista campano la cui produzione è contrassegnata dal richiamo estetico e formale alle civiltà arcaiche. In cosa è consistito il suo intervento? «Paladino non ha progettato un semplice allestimento, ma piuttosto ha ideato uno spazio suggestivo, evocativo in grado di emozionare lo spettatore. Grazie ad
un gioco di luci ed ombre unito ad una sapiente scelta dei colori dei muri della sala, ora possiamo cogliere appieno i valori plastici del capolavoro della scultura italica. La stessa forma della sala, che da rettangolare è diventata ellittica priva quindi di spigoli, richiama il cerchio del grande cappello del guerriero. Oltre a questo, il suo intervento creativo si è concentrato sulla realizzazione di una serie di graffiti incisi sulle pareti che rimandano a un’epoca arcaica e sembrano degli ideogrammi di una scrittura di cui abbiamo perso la chiave di lettura». Non è semplice accostare opere con linguaggi formali ed estetici così lontani nel tempo, ma Paladino è pienamente riuscito nell’intento. Come hanno reagito i visitatori a questo accostamento “antico\moderno”? «È stato un “esperimento” coraggioso. Per la prima volta in Italia un artista contemporaneo progetta la nuova sala destinata ad ospitare un capolavoro assoluto dell’archeologia preromana. Temevamo un riscontro non positivo da parte del pubblico; invece il numero di visitatori dal giorno dell’inaugurazione è notevolmente aumentato ed i commenti che abbiamo raccolto sono per lo più positivi, alcuni entusiastici!»
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Un letto funerario in osso dalla necropoli di Fossa (AQ) con il relativo corredo funerario
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Da un’idea del mensile Abruzzo Impresa prodotto da Abruzzo Channel nasce il format televisivo Dire&Fare il nuovo talk show di approfondimento. È un immancabile appuntamento settimanale di 90 minuti per affrontare tematiche di attualità inerenti il nostro territorio. Autorevoli ospiti danno vita a dibattiti costruttivi finalizzati ad individuare il modo più idoneo per ridurre il divario tra parole e fatti. Realizzato nello studio televisivo del gruppo editoriale Ecco Italia. tutti i martedì su tVQ ore 21:00 e in replica la domenica ore 14:00
arte&co. » di Neda Accili
Il ritorno di Lady Hawke*
È senza dubbio il principe dei cieli, il falco, un cacciatore di alta quota capace di avvistare le sue prede in volo e catturarle in picchiata. Andiamo alla scoperta dell’Associazione Falconieri dell’Aquila che addestra questi maestosi rapaci ai fini del “bird control”
l suo destino si è intrecciato spesso con quello dell’uomo, dalla storica arte della falconeria al rischio d’estinzione fino all’insolito compito di tenere sgombri gli aeroporti da piccioni e gabbiani. L’Associazione Falconieri dell’Aquila, nata nel novembre 2010, è stata costituita da quattro ragazzi: Giovanni Granati, Antonello Dundee (falconieri attivi), Beatrice e Silvia, rispettive mogli dei soci attivi. Sono giovani accomunati da una passione speciale, l’allevamento e l’addestramento dei rapaci, attività che svolgono con entusiasmo ed efficienza, grazie all’esperienza decennale maturata nell’ambito della falconeria. L’Associazione sta attuando un progetto denominato “bird control” su tutto il territorio regionale. Si tratta di una tecnica di addestramento che consente di allontanare uccelli nocivi/problematici come piccioni, storni, gabbiani, cormorani da aeroporti, discariche, centri urbani e capannoni. Nel caso di un aeroporto l’uso dei falconi necessita almeno due volte la settimana per un periodo illimitato, a fronte del grave pericolo rappresentato dai volatili nocivi nei confronti degli aerei. Falco pellegrino, sacro, lanario, aquila rapax, poiana e rapaci notturni - per dare continuità al servizio anche col buio - sono i rapaci utilizzati per il controllo dei volatili. *Lady Hawke, fim di Richard Donner Usa 1985, girato a Rocca Calascio, e a Campo Impertore con Michelle Pfeiffer e Rutger Hauer.
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La falconeria La falconeria come attività venatoria è piuttosto insolita, praticata da pochi appassionati. È disciplinata dalla legge 157 del 1992. La falconeria ha altre finalità oltre al bird control, quali le rievocazioni storiche e le manifestazioni sportive, in cui i rapaci si esibiscono in splendide evoluzioni, per la gioia di quanti assistono agli spettacoli. Per contatti e informazioni sul progetto bird control: falconieridellaquila@hotmail.it Giovanni cell.3485345364 Antonello cell. 3400091137 facebook falconieri dell’aquila.
Ma su quale principio si fonda il “bird control”? «Sulla paura istintiva, atavica che le numerose specie di uccelli hanno quando vedono la sagoma di un rapace, anche a distanza» spiega Giovanni Granati dell’associazione «Il grande vantaggio del bird control con rapaci addestrati, consiste nella difficoltà che le specie trovano ad abituarsi alla loro presenza, proprio per la paura nei confronti dei predatori» continua l’addestratore. L’assuefazione invece è tipica di altre tecniche di deterrenza come spaventapasseri, ultrasuoni, finte sagome di rapaci. L’uccisione delle prede non è l’obiettivo del bird control, anche se a volte qualche sacrificio si rende necessario per aumentare l’efficacia dell’azione, l’obiettivo è l’allontanamento. «Questo è un punto focale in termini etici/morali in quanto usa un mezzo naturale senza interventi da parte dell’uomo e quindi ha anche un basso impatto ambientale» conclude Giovanni.
Uomini e rapaci La falconeria, un’arte antica risalente al VII secolo a.C. quando già si praticava la caccia con i falchi. I cavalieri mongoli erano noti quali eccellenti falconieri. Giunse nel mondo arabo tramite i mercanti che percorrevano la Via della Seta. Nel Medioevo la falconeria raggiunse il massimo della diffusione alla corte dell’imperatore Federico II di Svevia. Il giovane sovrano considerava magico il legame fra uomo e animale e auspicava la nascita di quello stesso legame fra i nobili e il popolo. Fino ad allora il nobile era visto come un uomo rude e coraggioso, in grado di uccidere animali selvatici (orsi, lupi) armato soltanto di una spada, mentre in seguito si privilegia la scaltrezza e l’astuzia, servendosi dell’aiuto di un cacciatore di alta quota, per esempio il falco. In tempi più vicini a noi, negli anni ‘70, questa specie ha rischiato l’estinzione a causa della caccia e dell’inquinamento. Oggi invece questo splendido animale sta vivendo una seconda giovinezza, sperimentando con successo nuovi ruoli, fra cui quello utilissimo di guardiano dei cieli
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» foto concesse dall’Associazione Falconieri dell’Aquila, foto di Michele Piscioneri e Marco Iacobucci
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tempo rubato
Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare). Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere.
» di Raffaella Di Marino
Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli Editore
Umberto Braccili / Associazione A.V.U.S. 6 Aprile 2009
Macerie dentro e fuori n molti punti dell’aquilano ci sono ancora macerie così come nel cuore di coloro che hanno perso i propri cari. Questo libro è stato voluto da alcuni genitori di studenti ormai scomparsi che, grazie all’aiuto di Umberto Braccili e dell’associazione A.V.U.S. (Associazione Vittime Universitarie Sisma) 6 aprile 2009, hanno cercato di dar voce al loro dolore; il ricavato della vendita servirà per portare avanti la battaglia legale contro “i colpevoli” e prevede, inoltre, un progetto con l’istituzione di borse di studio per studenti meritevoli. Il libro, composto da 13 interviste, è suddiviso in tre parti: il ricordo dei genitori, fratelli o amici dei ragazzi deceduti; l’incontro con Umberto Braccili dove nelle conversazioni si sviluppano le tematiche del mancato allarme, degli stabili di “burro” nel centro storico venuti giù in un attimo e allegati dedicati alla ricostruzione degli eventi a L’Aquila prima e dopo il sisma. Attraverso la lettura di queste pagine entriamo in punta di piedi nella sfera personale delle giovani vittime, abbiamo la possibilità conoscerle e ricordarle. Pasqua era ormai vicina, alcuni studenti non erano tornati all’Aquila, invece altri erano rientrati nella loro città universitaria solo per sostenere un esame o per migliorare un voto. Erano tranquilli perché le Istituzioni avevano garantito loro che non c’era nessun pericolo, eppure la notte precedente, alle ore 23.30, si era verificata una forte scossa ed alcuni di loro hanno inviato un sms ai loro amici: “HO PAURA!”, “C’È STATA UNA FORTE SCOSSA, CI SIAMO MESSI SOTTO AL TAVOLO”. La domanda che accomuna i parenti delle vittime è perché non sia stata detta loro la verità, cercando di sminuire ciò che aveva previsto Giampaolo Giuliani, tecnico del laboratorio del Gran Sasso, che aveva preannunciato un forte sisma. E ancora: perché alcune scuole elementari e medie furono chiuse in anticipo per le vacanze di Pasqua invece le università no? Forse perché gli studenti rappresentano gran parte della base economica dell’Aquila?
l’autore_ Sergio Bianchi, presidente dell’A.V.U.S., è il papà di Nicola, uno dei ragazzi che ha perso la vita quella notte. Umberto Braccili, inviato Rai Abruzzo ha incontrato i parenti delle vittime raccogliendo le testimonianze; presenterà il libro il 14 maggio alle ore 11,00 in Piazza Duomo all’ Aquila. Alessandro Gamberini, legale Federconsumatori, con una breve introduzione, esplicita che il ricavato della vendita sarà devoluto ai genitori dei ragazzi per portare avanti la causa contro chi non ha evitato la tragedia.
le prime trenta righe_ “Negli Stati Uniti si studia il territorio e se le ricerche dicono che è a rischio sismico, le autorità forniscono un “kit di emergenza” composto da una torcia, una coperta, della cioccolata e persino una coca cola. Dietro il portone di casa di ogni famiglia, in America, c’ è un foglio sul quale è scritto che fare in caso di sisma. In tutti i paesi industrializzati si studia il territorio e se ne valutano i rischi per strutture pubbliche e private. Anche in Italia si studia tutto questo, ma poi i rapporti tecnici rimangono nel cassetto. Nel resto del mondo chi costruisce senza rispettare le norme vigenti è punito, in Italia no e non serve nemmeno l’ennesimo terremoto come quello de L’Aquila per rivedere leggi che, una volta corrette, dovrebbero poi essere applicate per evitare, dopo un sisma, di vedere tetti posti a livello del marciapiede...” Umberto. Braccili Inviato RAI Abruzzo
“Il lavoro mi ha avvicinato in molte occasioni al dolore per la perdita di una persona cara... la morte cancella dalla nostra esistenza immagini, sguardi, affetti con i quali abbiamo dialogato e vissuto e l’intensità può non avere misura perché l’unicità della vita umana non ha paragoni e teme confronti....è stato il terremoto che ha sconvolto L’Aquila a stroncare la giovane vita di tanti studenti che in quella città erano accorsi per farsi un futuro, ma gli interrogativi dei familiari sono tanti, anche il racconto del dolore invoca e impone una spiegazione dell’accaduto. Perché? È solo la natura matrigna, il caso, che ha travolto le speranze che tanti genitori riservavano sui loro ragazzi? O qualcuno non ha adempiuto al dovere di proteggerli, di assicurare la loro esistenza, di consentire loro di terminare gli studi, di formare una famiglia, di proseguire il loro cammino?...” Alessandro Gamberini – legale Federconsumatori Docente presso l’Università di Bologna – Cattedra Diritto Penale
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musicamania » a cura di Piero Vittoria
All You Need Is Now
Eden
Il grande ritorno dei Duran Duran
Il volto più pop dei Subsonica
Uno sguardo al futuro, ma con una decisa voglia di riscoprire le proprie origini: questo è “All you need is now” il nuovo album dei Duran Duran. La band inglese torna a fare del buon sano pop, elegante e raffinato come pochi. Grazie all’aiuto di Mark Ronson, qui in veste di produttore, Simon le Bon e soci sfornano il loro miglior lavoro da oltre vent’anni a questa parte: qualcuno ha parlato, forse a ragione, di un ideale secondo capitolo di “Rio”, uno degli album manifesto degli anni ’80 ed in parte questo è vero. Si respira infatti in tutti i brani quell’aria di freschezza ed immediatezza che riconduce, senza farne troppo mistero, ai loro primi due lavori. Lasciate perdere i tanti detrattori dei Duran Duran, quelli che amano solo sparare a zero contro di loro, siamo di fronte ad un’uscita perfetta in ogni dettaglio, un vero capolavoro: tradizione e modernità vanno a braccetto meravigliosamente! Il singolo “All you need is now” è l’emblema di quanto detto, con il suo gioco fra una parte quasi “industrial oriented” ed un ritornello che non ti abbandona più. “Girl panic”, ma soprattutto “Too bad you’re so beautiful” e “Other people’s lives” sembrano direttamente uscite da “Rio”, mentre le ballads “Leave a light on”, “The man who stole a leopard” (vero gioiello di questo disco) e “Before the rain” esaltano la voce di un Simon in forma come non mai. A dominare la scena sono di nuovo i tappeti sonori che sanno di magia di Nick Rhodes, il basso che pulsa di John Taylor, il drumming preciso ed ordinato di Roger Taylor, ma un plauso va anche all’ottimo lavoro compositivo svolto dal chitarrista aggiunto Dom Brown. Non mancano gli ospiti illustri: Ana Matronik degli Scissor Sisters, lo stesso Mark Ronson, Owen Pallett degli Arcade Fire, Kelis e la giornalista inglese Nina Hossain. Occhio alle varie edizioni uscite nel mondo per gli amanti del collezionismo. I Duran Duran sono tornati per ribadire al mondo di essere ancora la band più “cool” del pianeta: sarà difficile detronizzarli!
Tornano i Subsonica e ci regalano un album più incline al pop rispetto ai loro precedenti lavori. A tre anni dal cupo “L’eclissi” arriva un lavoro che non snatura il suono della band torinese, non lo vede neanche poi così rinnovato, ma forse lo trova un po’ più fruibile e meno complesso del solito quello sì. Non solo ballate, ma anche brani più aggressivi e tirati che richiamano ogni tanto allo stile che ha reso i Subsonica il gruppo italiano più innovativo degli ultimi vent’anni. Si sentono qua e là echi alla Radiohead (quelli più “difficili” degli ultimi album), si segnala la tranquillità della titletrack e di “Quando”. Le venature pop dominano nel secondo singolo estratto “L’istrice” e in “Serpente”. Si torna al sound classico con “Il diluvio” o “Prodotto interno lurido”, ma anche “Benzina ogoshi” (realizzata grazie al contatto diretto con i fans via mail) in cui ironicamente si dice testualmente “ …non siete riusciti a bissare Microchip Emozionale”. Vero anche questo: il nuovo disco è ben lontano dai livelli di quell’assoluto capolavoro! Ospiti inaspettati i Righeira in “La funzione” che sembra arrivare direttamente dagli anni ’80. “L’angelo” chiude questo disco che in definitiva non convince in pieno. Intendiamoci: non che sia brutto, ma lascia un po’ scettici perché a tratti si ha la sensazione che i Subsonica siano caduti nella tentazione di strafare: non ha giovato eccessivamente questo tentativo di incursione nel pop “radiofonico”. “Eden” è un lavoro dunque dai due volti troppo in contrasto fra loro.
VOTO 8
VOTO 5
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I N R E D I MO
Z Z E V
ve
i moderni
» a cura di Camilla Marino
CHRISTY’S LONDON Nel 1773 Miller Christy inaugura un brand che ancora oggi produce cappelli particolari e famosi in tutto il mondo. La linea Crown è quella più accessibile al vasto pubblico e vanta prezzi davvero popolari, che non superano i 50 euro. Fatte a mano e realizzate con materiali più preziosi sono invece le linee Classic Collection ed Equestrian adatte a chi subisce il fascino del made in Britain… www.christys-hats.com.
CELINE B BY ELISABETTA FRANCHI Perfetto il box-à-porter di Celine B by Elisabetta Franchi che contiene camicia bianca, gonna, pantalone e cintura con fibbia intercambiabile, perfetto per eventi glamour fuori programma dopo una giornata in ufficio. Un outfit da tenere sempre in macchina in un packaging elegante per una vera donna in carriera… www.elisabettafranchi.it.
SWEDISH HASBEENS BY H&M Prodotti artigianalmente con materiali eco-friendly di altissima qualità gli zoccoli Swedish Hasbeens sbarcano in 150 punti vendita H&M in tutto il mondo a partire dal 20 Aprile. Il sabot spuntato con tomaia in pelle e stampa in rettile (foto) è uno dei modelli presenti in collezione oltre ai classici sandali in legno e a quelli alla schiava con l’immancabile zeppa so 70s. Da avere assolutamente. www.hm.com.
MAISON MARTIN MARGIELA Mitica la shopping bag in pelle di Maison Martin Margiela, che imita in tutto e per tutto il sacchetto del supermarket, con l’interno foderato e doppio manico da mettere anche in spalla. Come mitica è la storia della maison fondata nel 1988 da Martin Margiela, designer belga dal talento indiscusso e re incontrastato del trasformismo, in grado di stupirci ad ogni collezione. Ma Martin esiste davvero? O è un’identità fittizia che nasconde un team di designer rivoluzionari? Ai posteri. www.maisonmartinmargiela.com
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PAROLA D’ORDINE: APPROFONDIRE
STATISTICHE, SERVIZI, DIBATTITI E LA PAROLA AI CITTADINI, GLI INGREDIENTI FONDAMENTALI DEL TALK SHOW TARGATO ECCO ITALIA
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ire&Fare, il format di approfondimento del gruppo editoriale Ecco Italia, prosegue con nuove tematiche. Le scorse puntate ci hanno visti impegnati a dibattere in studio su: la sanità abruzzese con Lanfranco Venturoni capogruppo regionale Pdl, Silvio Paolucci segretario regionale Pd, Giustino Varrassi direttore generale Asl Teramo e Aldo Cerulli del Tribunale per il diritto del malato; l’agricoltura biologica con Mauro Febbo assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Bucciarelli consigliere Icea Abruzzo e presidente VerdeAbruzzo Onlus Bio e Gianni Di Carlo titolare dell’azienda agricola Agriverde. Ancora una volta la redazione e lo staff tecnico di Dire&Fare si sono trasferiti per seguire sul posto un evento. White Information, meeting organizzato a Roccaraso dal Gruppo giovani imprenditori (Ggi) di Con-
findustria Teramo per parlare di ricambio generazionale. Ai nostri microfoni si sono espressi gli onorevoli Beatrice Lorenzin ed Ettore Rosato, rispettivamente del Pdl e del Pd, Gianni Chiodi presidente della Regione Abruzzo, Paolo Gatti assessore regionale alla Formazione, Mauro Barnabei presidente del Ggi di Confindustria Abruzzo e Luca Verdecchia presidente del Ggi di Teramo, tra tanti altri partecipanti. Uno spazio d’onore è stato riservato ai cittadini, dopo insistenti richieste, abbiamo dedicato loro una puntata con gli interventi di Vox Populi espressi dai nostri telespettatori in questa seconda edizione. Dire&Fare vi dà appuntamento ogni martedì alle 21.00 su Tvq e in replica la domenica alle 14.00. Alla conduzione Jenny Viant Gómez e Alessio Giancristofaro, con la regia di Roberto Morelli. 80 minuti all’insegna del dibattito per riflettere sul divario tra parole e fatti.
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ABRUZZO IMPRESA APRILE 2011 N°53 ANNO VI IN COPERTINA GIOVANNA D’INNOCENZO E SERENA COLUMBO
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segno dei tempi » di Vyck
Finta terremotata a Forum: «L’Aquila ricostruita, gente in hotel perché gli fa comodo» La donna, in realtà di Popoli, interpreta il ruolo di una terremotata ma racconta una città post sisma che non esiste e L’Aquila insorge
Quale? Report, presa diretta, exit?...
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