ISSN 1973-5383
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anno 3°
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n° dicembre 2008 ISSN 1973-5383
numero chiuso in redazione il 10 dicembre 2008
direttore responsabile coordinatore di redazione collaboratori di redazione
in copertina da sinistra: Ferruccio De Bortoli, Maurizio Beretta e Calogero Riccardo Marrollo foto di Andrea Straccini
Tommaso Di Rino Eleonora Lopes Massimo Avenali, Gaetano Lombardino, Marinella Assogna
hanno collaborato:
Davide Acerra, Alessandro Addari, Anna Berghella, Nicola Boschetti, Luigi Carunchio, Riccardo D’Alessandro, Giuseppe D’Amico, Lucia D’Angelosante, Denia Di Giacomo, Marco Di Santo, Antonio Farchione, Riccardo Calogero Marrollo, Giuseppe Mauro, Filippo Paolini, Andrea Prencipe, Mariangela Scalzi, Arturo Sarrantonio, Alessandra Troilo
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Mauro Di Pietro Marcello Starinieri _ visualadv.it Vincenzo Sulpizio, Daniele Pignoli Andrea Straccini, Simone Cerio, Rocco Petrei Danilo Martorelli Gianluigi Tiberi Giuseppe Ciavattella Antonella Carrieri - commerciale@eccoitalia.it - commerciale@abruzzoimpresa.it
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è anche... una produzione
una produzione
Abruzzo Sport TV è la trasmissione televisiva condotta da Marco Taglieri che accende i riflettori sullo sport della regione Abruzzo, argomentato a 360 gradi con uno stile dinamico e innovativo. il programma andrà in onda direttamente dagli studi televisivi “Enzo Biagi” della Ecco Italia, tutti i giovedì dlle ore 21:00 e in replica tutti i sabato dalle ore 17:00, su ATV7 e sul canale satellitare SKY 912 Italy Italy. In studio si alterneranno ogni settimana ospiti diversi in rappresentanza dei vari sport praticati nella nostra regione. Fissa, invece, sarà la presenza del pubblico in sala, che avrà modo di interagire con gli ospiti stessi. La diffusione dei segnali televisivi di ATV7 e di SKY, in analogico e in digitale satellitare, garantiscono la copertura dell’intero territorio di interesse.
...calcisticamente parlando Palla al Centro è la trasmissione sportiva condotta da Paolo Sinibaldi che accende i riflettori su tutto quanto accade nei campionati di Prima e Seconda Divisione e la serie D. Il programma va in onda, in diretta dagli studi televisivi “Enzo Biagi” della Ecco Italia, dal Centro Ibisco di Città Sant’Angelo, tutti i lunedì dalle 21:30 alle 23:00 su ATV7 e sulla piattaforma satellitare di SKY 912 Italy Italy. Il format prevede, oltre ai commenti degli ospiti in studio, l’intervento in diretta dei tifosi e degli addetti ai lavori, attraverso collegamenti in esterna e l’interattività tramite sms o e-mail. Una formula dinamica che, anche grazie alla messa in onda dei contributi filmati da tutti i campi dove sono protagoniste le squadre abruzzesi, conquista l’apprezzamento di un vasto e affezionato pubblico di appassionati. La diffusione dei segnali televisivi di ATV7 e di SKY, in analogico e digitale satellitare, garantiscono la copertura dell’intero territorio regionale e nazionale. Info: redazione@abruzzosport.tv
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sommario _ anno 3° n°27 _ dicembre 2008
editoriale
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Una zavorra di 11,5 miliardi
il punto
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L’Abruzzo dei sogni, incubo di Bruxelles
confi... denzialmente
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Convention delle imprese: appuntamento al 2009
speciale 2a convention delle imprese
45
speciale convention
14
Convention scaccia crisi
speciale convention
del Presidente 22 Intervento di Confindustria Abruzzo
speciale convention
29 «Per l’Abruzzo, crisi nella crisi»
tematiche d’impresa
54
ricerca& innovazione marketing norme&leggi economia
41
Università: i passi da compiere
45 La certezza di poter gridare: «eureka!» 49 Sotto l’albero il decreto ingiuntivo europeo 52 L’arte in chiave economica
credito&finan a bcc
62
caripe
54 A Chieti la «banca differente» 55 Sulla Caripe l’incognita fusione
incarichi&carriere roberto oglietti alfonso suppa
67
condivisi 59 «Progetti per la competitività»
61
Nuovo partner per KPMG
a ienda partner edata euroflora
62 L’information technology che offre soluzioni 64 Dai fiori sboccia il business
seminari&convegni
83
gi confindustria pescara
67 Impresa che famiglia straordinaria
gi confindustria chieti
della classe politica 70 «Ricambio base dello sviluppo sociale»
aidp giovani commercialisti progetto minerva
88 4
73 Puntare sulle persone per far crescere l’Abruzzo 76 Primo alleato: la pubblica amministrazione 79 Da docente a manager
liberi professionisti
81
Tutti insieme contro il riciclaggio
delverde
83 Delverde pronta per il 2009
elsag
85 La tecnologia che protegge
eventi pescara 2009 teramo che lavora
88 Un premio per due 91
eicma inquinamento ari barbuscia linde provincia pescara formazione d’amico
106
86 Pescara 2009 apre le porte al G8
Abruzzo terra di motori
94 Salviamo Pescara 96 Parlami, ti ascolto
110
99 Barbuscia e Linde 10 anni di successi 103 Stiamo lavorando per voi 106 Ciapi: da 40 anni al servizio del capitale umano 108 «Luigi D’Amico» dolci buoni come il pane
cemu - celada
110
Celada fa rotta verso sud
universal caffè
113
Universal caffè, antica passione per il gusto
113
117
la vita è bella
118
passione motori
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vi i di famiglia
XC 60, intrigante come una svedese Duecento esercizi in un metro quadro
123 divudi Il Divo rubato 125 tempo La terra della mia anima
127 qb In un brodo di giuggiole annata 129 un’ottima Un, due, tre… stella!
adagio con gusto
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Tra chiocciole e bicchieri il racconto dell’Abruzzo
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editoriale
UNA ZAVORRA DI 11,5 MILIARDI
R
appresentano circa il 95 per cento delle imprese attive sul territorio e il 29 per cento del fatturato complessivo. Hanno creato, malgrado la crisi economica, la gran parte dei 110mila nuovi posti di lavoro previsti per fine 2008 dagli esperti di Unioncamere. Sono le microimprese, le aziende con meno di 10 dipendenti, il vero motore della nostra economia. Frenato da un peso di ben 11 miliardi e mezzo di euro: la burocrazia. Un recente studio della CGIA di Mestre ha svelato quanto pesano gli adempimenti, spesso cervellotici, richiesti dalla pubblica amministrazione ad ogni impresa. La ricerca ha preso in considerazione i costi di gestione del personale e di disbrigo delle pratiche fiscali, gli adempimenti contabili o per la formazione e quelli in materia di sicurezza e ambiente. Ebbene, i numeri sono eloquenti: ad avere la peggio sono le micro imprese. A cominciare dal costo medio annuo per ciascun addetto: 1.587 euro. Cifra che scende a 1.445 euro per le imprese che occupano sino a 19 dipendenti, 1.035 per quelle fino a 49 e 720 euro per le grandi imprese che contano fino a 499 addetti. Significativo il numero di adempimenti medi eseguiti in un anno per ciascun addetto: 5,5, ma nelle aziende fino a cinque dipendenti si sale a 8,4. E ancora, il numero delle giornate spese in adempimenti burocratici: 5 giornate e mezzo per ciascun addetto nelle realtà produttive da 3 a 5 dipendenti, 5,2 giornate nelle aziende da 6 a 9 addetti e poi a salire, fino alle 3,1 giornate per le imprese che danno lavoro da 50 a 499 persone. Realtà meglio organizzate, più strutturate nella lotta Tommaso Di Rino _ direttore quotidiana a leggi, regolamenti, circolari. Bisogna pensare anche a questi dati per decidere le strategie di rilancio del Paese e dell’Abruzzo. Nei giorni scorsi, molte imprese ed associazioni di categoria hanno salutato con favore la decisione del Governo di rivedere gli studi di settore, nell’ottica di un rapporto più equo tra mondo produttivo e fisco. Ma c’è un’altra novità che si appresta PIÙ DI 1.500 EURO L’ANNO a facilitare la vita delle imprese e degli studi professionali, rendendo più fluida la gestione del personale. Dal primo gennaio E OLTRE 5 GIORNATE debutta il libro unico del lavoro, una vera e propria rivoluzione SPESE IN ADEMPIMENTI digitale che cancellerà gli archivi cartacei per paghe, matricole PER CIASCUN ADDETTO. e presenze. I benefici saranno evidenti, dopo un primo inevitaÈ IL COSTO INSOSTENIBILE bile periodo di assestamento, per aggiornare software e sistemi di registrazione e tenuta. DELLA BUROCRAZIA, Il libro unico si inserisce in un ampio processo di semplificazioAVVERTITO SOPRATTUTTO ne che sta segnando, nel campo del lavoro, una nuova era. Non DALLE MICRO IMPRESE va dimenticato che dal 1 marzo di quest’anno sono operative le “comunicazioni obbligatorie” e che ogni datore di lavoro ormai comunica on line al ministero qualunque variazione relativa al rapporto di lavoro con un proprio collaboratore. Tutto digitale, senza carta né code allo sportello. Niente file, solo files. Interventi di grande valore strategico, adottati con diversi anni di ritardo. Ma la strada da percorrere non può essere che questa
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direttore@abruzzoimpresa.it
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il punto
L’Abruzzo dei sogni, incubo di Bruxelles C’
era una volta l’Abruzzo bravo e felice. Ma è davvero esistito così? Provate a chiederlo agli euroburocrati che ci hanno conosciuti, vincenti e fieri, durante l’estenuante negoziato del phasing out. Non vi risponderanno compassionevoli che tanto la bufera passerà, che certe cose capitano solo ai vivi. No. Vi risponderanno sferzanti che si sono sbagliati prima a crederci una regione pienamente riscattata dalla sua condizione di profondo Sud. Se questo è quello che pensano di noi a Bruxelles, c’è solo da finire pieni di vergogna dietro la lavagna, se avessimo ancora uno straccio di pudore. E pensare che in campagna elettorale ci hanno gonfiato le meningi a furia di dire che l’unica disponibilità finanziaria per fare le cose sarà quella proveniente dall’Unione europea, perché il resto, perfino il prelievo fiscale sulle nostre fatiche quotidiane, comprese quelle di sopportare le idiozie, serve a riempire il sacco di denaro che altri hanno depredato. Ma ve l’immaginate il nuovo presidente della Giunta regionale a bussare alla porta di quegli stessi funzionari europei che ci considerano solo un manipolo di manigoldi? Al massimo, per civile convivenza, gli offriranno qualche bonbòn belga prima di rispedircelo in Abruzzo, vestito da Sisifo. Questo è quel che pensano di noi in Europa. E grazie tante a tutti quelli che vanno in giro a dirsi classe dirigente di ieri e di oggi, mentre sono solo una classe indecente, che Mauro Di Pietro _ direttore editoriale Ecco Italia meriterebbe un bel contrappasso dantesco, del tipo finire dal girone dei dirigenti a quello dei soccombenti. E, purtroppo, oltre ad essere senza speranza per il futuro siamo anche senza memorie onorate a cui specchiarci. Il gasparismo, per esempio. Ora pare rappresenti l’icona della meritocrazia. Pure un’intelligenza mediocre capirebbe che vale il detto tale padre, tali figli. Ma tutta la vasta platea di politici e compagni sarebbe destinata a rimanere al massimo una colorata ed artigianale campitura di cui non curarsi se non fosse che gestisce il nostro Pil. Ed infatti è una Caporetto: meno cinque punti percentuali dal 2000 al 2006. Gestisce la nostra ricchezza: infatti la povertà attanaglia ben 44.760 famiglie, il 20 per cento della popolazione abruzzese. Gestisce la nostra crescita economica: infatti le retribuzioni medie del 2007 si attestano sugli 850 euro al mese, per 40 ore di lavoro settimanali. Gestisce la nostra possibilità di trovare un impiego e quella dei nostri figli: infatti la disoccupazione nel secondo semestre del 2008 si è attestata intorno al 7,1 per cento, e fa registrare un peggioramento dello 0,9 per cento rispetto al 2007, con quella giovanile che tocca quota 17,5 per cento. Robert Kennedy aveva di ben altri turbamenti. Preoccupato che la sua nazione inseguisse il successo solo attraverso il Pil, e misurasse lo spirito nazionale solo sulla base dell’indice Dow Jones, ebbe a dire che “il Pil non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi”. Ognuno ha i suoi problemi ma guardiamo attentamente i nostri. Il Pil abruzzese non manifesta né una regione che insegue il solo benessere economico né una un entità politica che voglia considerare dentro al Pil anche la saggezza ed il coraggio. Nel nostro caso, più miseramente, vale che la vasta platea di politicanti ci ha trafugato ogni cosa. Perfino il vestito nuovo della domenica, con il quale potevamo sederci accanto alle regioni più evolute e giocare a non sfigurare troppo maurodipietro@eccoitalia.it
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confi... den ialmente
CONVENTION DELLE IMPRESE: APPUNTAMENTO AL 2009
I
l 22 novembre, giorno di svolgimento a Montesilvano della seconda Convention delle Imprese, è stata sicuramente una data importante. Lo è stata per Abruzzo Impresa che, meritoriamente, affiancandolo a quello di Confindustria, mette il suo “marchio” su una iniziativa che, in qualche modo, la proietta in un progetto editoriale di assoluto rilievo ed impegno. Lo è stata anche per Confindustria Abruzzo, che pur abituata, per sue competenze istituzionali, a promuovere ed organizzare progetti di alto profilo sia per proposte che per contenuti e qualità dei soggetti coinvolti, sicuramente vede accrescere la sua immagine, oltre che la sua vision e le prospettive di sviluppo. Ma il giorno di svolgimento della Convention è stato importante anche per la regione Abruzzo, per più aspetti. Intanto è la prima volta che in questa regione è stata realizzata una tavola rotonda che ha visto contemporaneamente la partecipazione di tante illustri e qualificate personalità: il ministro per la Funzione Pubblica Brunetta, l’ex ministro del Lavoro Damiano, il direttore generale di Confindustria Beretta, il segretario generale della CISL Bonanni, il direttore generale di Unicredit Coriani, il rettore della LUISS Egidi, e, infine, ma non per ultimo, il direttore generale de Il Sole 24ore, De Bortoli nella veste di Giuseppe D’Amico _ direttore Confindustria Abruzzo moderatore. Un altro aspetto che spiega l’importanza della data del 22 novembre -ed è forse il più significativo- riguarda il momento in sé: non un evento isolato ma una iniziativa che si inquadra in un progetto ambizioso, che ha già preso il via l’anno scorso con la prima Convention alla quale hanno partecipato relatori di tutto rilievo, come l’attuale presidente di Confindustria Nazionale, Emma Marcegaglia. Non un semplice ed isolato evento, dunque, ma un appuntamento destinato a ripetersi negli anni, che con le prime due edizioni ha già concretizzato le più ampie aspettative di chi -Confindustria Abruzzo e Abruzzo Impresaaveva immaginato, progettato e messo in cantiere, solo poco più di un anno fa, un obiettivo così importante. Si tratta, quindi, di una iniziativa che vuole porsi, pur con peculiarità e caratteristiche proprie, sull’esempio di analoghi forum nazionali in cui si dibatte su temi di economia, impresa e finanza con la partecipazione di grandi personalità. Non è cosa da poco. È facile comprendere, pertanto, che si tratta di un progetto che può dare alla nostra regione e finanche al nostro sistema politico in termini di crescita di relazioni periferia-centro, ritorni positivi di varia natura, anche di tipo promozionale e turistico (soprattutto congressuale). Anche questo è sicuramente un modo per ridare lustro all’Abruzzo, a cui, le ultime vicende politico – giudiziarie, hanno offuscato l’immagine. La convention, peraltro, è stata anche l’occasione per presentare ai candidati alle prossime elezioni regionali il documento di proposta elaborato da Confindustria Abruzzo, di cui una ampia sintesi è stata pubblicata nello scorso numero di questa rivista. Le proposte di Confindustria Abruzzo, quindi, sono state ben riportate, nel corso della convention, sia dall’intervento introduttivo del presidente Di Confindustria Abruzzo, Calogero Riccardo Marrollo, sia da un bel filmato audio visivo molto apprezzato dai presenti per qualità e capacità di sintesi. Peccato che, causa la concomitante presenza di Silvio Berlusconi in Abruzzo e la conseguente impossibilità a partecipare di uno dei candidati, il previsto confronto tra gli aspiranti Governatori non abbia potuto aver luogo, onde evitare una violazione di par condicio. Poco male, il confronto, sempre promosso e programmato da Confindustria Abruzzo, si è comunque svolto il successivo 5 dicembre . Fa pensare (come spesso accade), invece, che ampi pezzi della politica abruzzese abbiano disertato un evento che gli avrebbe dato modo di verificare e “tastare” direttamente gli umori di una platea qualificata, fatta di professionisti ed imprenditori, che certo meriterebbe più attenzione
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speciale 2a convention delle imprese
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speciale
2a Convention delle imprese 22 Novembre 08
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speciale _
2a Convention delle imprese
» di Mauro Di Pietro
CONVENTION SCACCIA CRISI Al secondo appuntamento delle aziende abruzzesi confronto aperto sulla congiuntura economica. Tra gli intervenuti il ministro Renato Brunetta, Ferruccio De Bortoli, Raffele Bonanni, Cesare Damiano e Maurizio Beretta
S
e la prima convention delle aziende abruzzesi aveva conseguito un risultato esaltante, la seconda edizione ne ha confermato tutto il successo. Dopo dodici mesi, imprenditori, politici e cittadini sono tornati a confrontarsi sull’economia di casa nostra, ma
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con un’ampia finestra spalancata sul cortile nazionale ed internazionale. La crisi è stata la protagonista assoluta della discussione, pluricitata sia come causa dei mali, sia come leva per un reale ed apocalittico cambiamento. Il clima in sala era pure reso elettrico dall’approssimarsi della competi-
zione elettorale regionale. Sullo sfondo c’era comunque la straordinarietà dell’evento: non capita tutti i giorni di ritrovarsi fianco a fianco ai volti vip delle serate in tivù. E la convention ne ha subito tutto il collaudato schema, proponendo un talk show in prime time che esce dal piccolo schermo
» fotoreportage di Massimo Avenali, Marco Munerati, Rocco Petrei e Andrea Straccini
e si materializza davanti agli occhi dei presenti in sala, visibilmente compiaciuti di esserci. E, per una volta, messi da parte falsa modestia e falso pudore sia reso onore e merito agli organizzatori: il presidente di Confindustria Abruzzo, Calogero Marrollo e il direttore, Giuseppe D’Amico per
l’azione di coordinamento. E, poi, per la determinazione e la capacità operativa l’editore Fabio De Vincentiis, presidente del gruppo Ecco Italia e la coordinatrice della testata Abruzzo Impresa, Eleonora Lopes. Insomma, per chi non c’era, va detto che gli ingredienti c’erano veramente tutti, compreso il pic-
cante, visto il parterre, con nomi di primo piano, poco rinunciatari e inclini alle crociate mediatiche. Primo tra tutti il ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta, che evoca l’autore dei “Promessi Sposi”: «In Abruzzo avete la crisi nella crisi, ma dovete immaginarla come
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speciale _
2a Convention delle imprese
la pioggia di manzoniana memoria che porta via la peste». L’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano punta il suo intervento su: «Potere di acquisto, ammortizzatori sociali e politiche industriali. Su questi tre argomenti è necessario trovare il massimo di convergenza nella dialettica politica e concentrare lo
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sforzo, non disperderlo». Per Damiano «in tempi come questi non serve guardare ai saldi di bilancio. Dobbiamo guardare alla salvezza del Paese, sapendo che stiamo entrando in situazione molto, ma molto difficile e ci deve essere un’azione rapida e straordinaria». Nell’introdurre le ragioni della con-
vention ed esponendo il documento programmatico, il presidente Marrollo non aveva rinunciato a chiedere un preciso impegno alla politica, sollecitando la subitanea risposta del ministro Brunetta. E Brunetta non si è sottratto, anzi si è lasciato andare a dichiarazioni che speriamo vivamente abbiano il
sapore di un’assunzione di impegno riguardo ai 60 miliardi di debito che lo Stato ha nei confronti delle aziende: «Dare il buon esempio, ridurre l’inefficienza e la burocrazia, aumentare la produttività e pagare i debiti contratti con le aziende, anche a costo di qualche devianza. Ma chissenefrega, ne va della salute
del Paese». E non si è fermato qui con le proposte, per la salute del paese: «Allungare l’orario di lavoro ed estenderlo anche all’impiego pubblico, quindi allargare le fasce di apertura dei negozi. Il Governo farà la sua parte, ma deve fare altrettanto il Paese». Toni come al solito forti, che san-
no come cavalcare l’insoddisfazione dei più ed, infatti, la platea non ha lesinato applausi e condivisione. La congiuntura internazionale tiene banco e un crollo occupazionale desta più di una preoccupazione. Aspetti non secondari su cui Cesare Bonanni, segretario generale della Cisl, ha declinato le richie-
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speciale _
2a Convention delle imprese
ste del sindacato: «Il 2009 sarà un anno terribile e gli ammortizzatori sociali serviranno anche a mantenere l’ordine pubblico. I dati della cassa integrazione sono in violenta accelerazione, e allora bisogna agire con determinazione, anche nei confronti dei lavoratori atipici». Ma proprio riguardo alla piaga della precarizzazione del lavoro e agli strumenti di contrasto alla disoccupazione si è espresso Massimo Egidi, rettore della Luiss: «Il ruolo di un’università al passo con i tempi è quello di rispondere in maniera appropriata alle domande del mercato. Servono ingegneri e tecnici, basta con comunicatori e umanisti». Maurizio Beretta, direttore generale di Confindustria, al termine del suo applauditissimo intervento, ha pronosticato che la nazione saprà trovare la via di uscita, e la riscossa sarà ancora una volta affidata al manifatturiero. «Uscriremo dalla crisi – ha detto - un po’ più magri, ma ne usciremo». Il coordinamento di Ferruccio De Bortoli, direttore de il Sole 24 Ore, ha sapientemente stimolato la discussione, e specialmente punzecchiato le banche, facendo rompere il ghiaccio, con una manifesta e cortese provocazione, a Gianni Coriani, responsabile corporate di Unicredit. Le banche, d’altronde, sono da tutti gli esperti indicate come le vere responsabili della crisi che attraversa il mondo. E, poi, da sempre tra industriali e istituti di credito si consuma una sotterranea baruffa che, però, mai, come in questo momento, potrebbe lasciar scivolare dispute e rivalse verso esiti catastrofici. Ma facciamo un passo indietro. Dopo i saluti delle autorità è toccato dare il benvenuto ai padroni di casa: il direttore responsabile di Abruzzo Impresa, Tommaso Di
Rino, la preside della Facoltà di Economia dell’università d’Annunzio Anna Morgante e il presidente di Confindustria Abruzzo, Calogero Riccardo Marrollo, che ha presentato durante il suo intervento, il documento di Confindustria Abruzzo per i candidati alla presidenza della Regione. Il documento è stato sostenuto dalla proiezione di un video molto incisivo, realizzato per l’occasione, nel quale si elencavano le priorità per il prossimo Governo. Nella prima parte della convention si era invece svolto un confronto tra l’economista Pino Mauro, il presidente dei Giovani industriali, Fabio Spinosa Pingue, il responsabile della piccola e media impresa, Giambattista Blasetti, il segretario regionale della Uil, Roberto Campo, il direttore generale della Capispaq, Rinaldo Tordera. Tutto coordinato da Pasquale Galante, capo redattore del quotidiano “Il Centro”. Ribadito che l’Abruzzo è da sempre incardinato all’andamento della congiuntura nazionale, ci si è chiesti cosa fare e quale strada intraprendere. Anche se con i dovuti distinguo sui metodi: più grinta, più autocritica, più autodeterminazione del singolo per Fabio Spinosa Pingue, che ha suonato la carica affinché tutti, nessuno escluso, giochino il proprio ruolo per la ripresa della regione. Un appello alla capacità critica della polis, che ha anche assunto il significato di un invito a cambiare marcia, nel tentativo di scuotere gli animi e le sensibilità di tutti. Da altri, è invece arrivata un’esplicita accusa alla “Politica, grande assente”, male profondissimo per lo sviluppo che ha prodotto dal 2001 una crescita zero per l’Abruzzo e la restrizione della spesa delle famiglie. In compenso, ha fatto lievitare solo il deficit sanitario. In definitiva, la convention 2008, per i quattrocento accreditati, ha rap-
presentato un’opportunità di confronto serrato sugli scenari di una congiuntura dalle concatenazioni ignote, anche alle teorie economiche più lungimiranti e di moda. Il sipario è calato dopo qualche ora su questa consapevolezza e sul volto dei presenti si incrociava il desiderio di voltare pagina. Al più presto. E c’è chi evoca il Rinascimento italiano per darsi coraggio: «Abbiamo superato la distruzione delle guerre, la nostra è la nazione di Michelangelo, Leonardo da Vinci, Raffaello». E noi aggiungiamo della Vespa, della Lettera 32, e di tanto altro ancora. E, allora, che si riparta da qui. Dall’inesauribile volontà di creare per il mondo il bello e il funzionale. C’è bisogno di ridare prestigio al lavoro in quanto tale. L’eccellenza non si inventa, appartiene al Dna
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Maurizio Beretta e Ferruccio De Bortoli Giuseppe D’Amico, direttore di Confindustria Abruzzo
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2a Convention delle imprese
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2a Convention delle imprese
Âť di Calogero Riccardo Marrollo
Intervento del Presidente di Confindustria Abruzzo
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n caloroso saluto a tutti. È con vero onore che mi accingo ad introdurre questa seconda Convention delle Imprese abruzzesi. Lo scorso anno, si era svolta alla presenza del Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Ma questa volta, assume un interesse ancora maggiore, per due motivi principali: il primo perché, siamo in un clima preelettorale così denso di significato per noi, sull’Abruzzo, saranno puntati i riflettori dell’intero paese. Il secondo motivo, è dato dalla partecipazione di esponenti nazionali di primo piano del mondo politico, economico, culturale, accademico, sindacale e giornalistico. A loro, facendomi interprete del pensiero di tutta l’imprenditoria abruzzese, voglio dare il mio più cordiale benvenuto ed il mio più sentito ringraziamento, ed in particolare, quindi: al ministro Renato Brunetta, innanzitutto, per la Sua riconosciuta autorevolezza e per la funzione Istituzionale che qui rappresenta. All’onorevole Cesare Damiano, già apprezzato ministro del lavoro. Al prof. Massimo Egidi, Magnifico rettore della LUISS, una delle più prestigiose università a livello internazionale. Al dott. Gianni Coriani, direttore generale del Gruppo Unicredit, stimato rappresentante del mondo del credito. Al nostro conterraneo Raffaele Bonanni, segretario generale della CISL. Al dott. Ferruccio De Bortoli, direttore del Sole 24 Ore, il più importante quotidiano economico italiano. Ed infine, all’amico Maurizio Beretta, direttore generale di Confindustria, a cui rivolgo un particolare ringraziamento, anche per la sua insostituibile e preziosa collabo-
razione, svolta per l’organizzazione di questo evento, che abbiamo tutta l’intenzione di riconfermare nei prossimi anni, come appuntamento a valenza nazionale, in cui dibattere di economia ed impresa. È sicuramente anche questo, un modo per ridare lustro all’Abruzzo, di cui, le ultime vicende politico – giudiziarie, hanno offuscato l’immagine. È con questo spirito che oggi, Confindustria Abruzzo, conferma il suo impegno per la ripresa della Regione, e lo fa, come sempre, con idee e proposte. Oggi infatti, presenteremo ufficialmente il nostro documento sulle priorità da affrontare, per lo sviluppo della Regione, aspettando che i candidati ci dicano da parte loro, i progetti che hanno per l’Abruzzo. Purtroppo vi devo annunciare, che abbiamo dovuto rimandare in altra sede, la prevista prima tavola rotonda, con i candidati alla Presidenza della Regione per la concomitante presenza del Presidente Berlusconi in Abruzzo. Uno dei candidati, infatti, Gianni Chiodi, non avrebbe potuto partecipare, rendendo così, incompleto il confronto, e facendoci violare la par condicio. Vi informo allora, che la tavola rotonda suddetta, sarà sostituita da un altro momento di confronto, a cui parteciperanno esperti economisti e conoscitori della realtà economica abruzzese: Pino Mauro economista, Roberto Campo, segretario regionale della UIL, Rinaldo Tordera, direttore generale della Cassa di Risparmio dell’Aquila e già Presidente Regionale dell’ABI, Fabio Spinosa presidente regionale dei giovani di Confindustria, e Giambattista Blasetti, presidente regionale Piccola Industria. A condurre questo interessante dibat-
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tito sarà, poi, sempre l’amico Pasquale Galante, capo redattore de “Il Centro”, A voi, va il mio cordiale saluto. La seconda tavola rotonda, invece, ai cui relatori, qui presenti, ho già
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formulato il mio benvenuto, avrà normale corso. Approfitto di questo palco, comunque, per porgere i nostri auguri, a tutti i candidati.
Ma soprattutto, fare un appello affinché l’Abruzzo possa riprendere quel cammino virtuoso degli anni passati, ora ormai lontani. Infatti, dopo la crescita prodigiosa della seconda metà del secolo scorso, che l’aveva portata ad essere un modello di riferimento per lo sviluppo economico, e che l’aveva condotto, fuori dalle aree depresse del meridione, l’Abruzzo dal 2001, è stata l’unica regione d’Italia, a crescita zero. Le prossime consultazioni elettorali, perciò, dovranno costituire una occasione decisiva, per rilanciarlo nello scenario competitivo nazionale ed internazionale. Ma occorre adesso un cambiamento radicale. E ciò dovrà riguardare tutti, così come ognuno dovrà assumersi le sue responsabilità: maggioranza ed opposizione, classe politica e parti sociali, imprese e lavoratori. E dato lo scenario economico congiunturale, non sarà facile per nessuno. Penso, però, che in Abruzzo, come in Italia, si stiano pagando, anni di politica inadeguata a gestire i grandi cambiamenti in atto, anni di scelte sbagliate e di responsabilità non assunte. Anni di politica incapace di relazionarsi con la società, di esprimere decisioni, competenze e una classe dirigente all’altezza. E purtroppo, la politica è ormai, avvertita come il maggiore ostacolo allo sviluppo. La prima questione da affrontare, quindi, riguarda la capacità e la volontà di questa classe, di compiere quello scatto di responsabilità e di orgoglio tale, da rifuggire tatticismi politici e interessi di parte, per concentrarsi sui problemi concreti da risolvere, che sono tanti e gravi, come ho sempre detto. Occorrono, in tal senso, nuove regole e modelli comportamentali di
Governo. Per l’Abruzzo, in particolare, significa ridare oggi, un senso alla nostra comunità, al nostro lavoro, al nostro impegno. Significa ricostruire un patrimonio ed uno spirito condiviso di civiltà e crescita. D’altra parte, non è più pensabile navigare a vista e far fronte solo all’emergenze. Si impone, quindi, la costruzione di un progetto strategico condiviso, convergente verso un nuovo modello di sviluppo e di Governo, più attento alle esigenze, non solo di competitività e crescita economica ma anche di coesione sociale, e di qualità della vita, per l’intero Territorio, definendone identità e posizionamento negli anni a venire. La politica deve inoltre, riacquistare il ruolo guida che le compete, attraverso un programma organico e a lungo termine, che tracci con chiarezza, tempi e modi di interventi e riforme da attuare, tale da dare contenuto e certezza ai tanti bei discorsi. Cosa fare, come farlo e in che tempi: queste dovranno essere le domande con cui vogliamo incalzare i candidati oggi, ed il nuovo Governo regionale nei prossimi mesi. Disattendere proposte e tempi, sarà motivo di giudizio severo e di conseguenze gravi. Ma ciò potrà misurarsi solo con un Crono Programma di Governo chiaro, trasparente e monitorabile nei tempi di attuazione. È il momento di fare alla svelta. Lo chiede la gente che lavora, ma soprattutto, lo impone la grande difficoltà economica e la crisi dei mercati in atto, a livello globale. Di questa crisi, sicuramente si parlerà con la dovuta competenza, nella seconda tavola rotonda a seguire. Io mi limito a ricordare che Confindustria Abruzzo, ha già promosso
la costituzione di due Osservatori: con il primo -che prende il nome di Osservatorio sulla crisi- vuole monitorare, le ricadute che la crisi produrrà nella nostra regione, attraverso l’analisi di alcuni indicatori sociali, (tasso di disoccupazione, cassa integrazione, e procedure di mobilità); con il secondo -di fatto un tavolo tecnico costituito in accordo con gli istituti di credito operanti in Abruzzo- si vuole monitorare, la situazione creditizia in regione, ed eventuali restrizioni sul credito, per produrre eventuali soluzioni e proposte conseguenti, al fine di favorire l’afflusso di credito alle Piccole e Medie Imprese. Certo non è in Regione, che potranno risolversi le grandi questioni, che interessano l’economia a livello planetario, ma sicuramente questa, potrà dare un grande contributo alle nostre attività, e alla vita degli abruzzesi. A cominciare dalla già richiamata questione della sanità che, oltre ad essere un diritto primario per tutti i cittadini, ha portato la nostra Regione alla rovina, e non solo finanziaria. La Regione poi, deve comunque garantire un Governo del Territorio, che sappia assicurare all’impresa, un contesto ambientale, infrastrutturale, culturale ed amministrativo, in grado di sostenerla ed accompagnarla nella competizione. La competitività, infatti, non riguarda solo la crescita economica, ma anche, lo sviluppo qualitativo dell’intero territorio. Assieme alle Imprese, deve crescere infatti anche la capacità di Governo. Ma come già ricordato, il processo di crescita e di rinnovamento, deve interessare anche altre componenti della società, a cominciare dal mondo del credito e della finanza da una parte, e del Sindacato, dall’altra.
A tali importanti componenti chiediamo di assumere nuovi modi di relazionarsi con il mondo che produce. Il credito, per un sistema di imprese sottodimensionato e sottocapitalizzato quale quello abruzzese, è un problema centrale ed è necessario pertanto che gli istituti di credito abbiano un approccio più moderno, dinamico e attento. Con loro, come ricordato, abbiamo attivato un tavolo tecnico permanente. Alle Organizzazioni Sindacali, si chiede la costruzione, di un sistema di relazioni industriali, più moderno e aderente alla congiuntura in atto, favorevole alla competitività, ed alla crescita dei livelli occupazionali. L’intento è quello di ricercare e condividere, soluzioni idonee, a rimuovere le cause che frenano nuovi investimenti produttivi. Oltre a queste tematiche, in Abruzzo, quindi, è necessario iniziare ad affrontare, con urgenza, anche altre criticità, che vincolano la crescita del territorio, e limitano l’asset competitivo delle imprese. Al riguardo, nel dossier consegnatovi, troverete il nostro documento sulle priorità di Confindustria, su cui chiediamo l’immediato avvio di un confronto, reale e costruttivo, con tempi e risposte certe. Affinché le nostre proposte, possano essere più comprensibili a tutti, e d’introduzione alla tavola rotonda che seguirà, abbiamo pensato di produrre anche, un breve filmato del nostro documento. Nel terminare il mio intervento, desidero farvi i miei più sentiti auguri di buon lavoro, perché di lavoro, questa volta, per risollevare il nostro amato Abruzzo, ce ne sarà da fare tanto. Quindi, coraggio! Sappiate che ripongo tutta la mia fiducia, in ognuno di voi. Grazie»
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«PER L’ABRUZZO, CRISI NELLA CRISI» L’economista Giuseppe Mauro pone l’accento sulla situazione economico-finanziaria della regione e richiama la classe politica a un decisivo intervento con misure concrete di sostegno per la collettività
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alla crisi finanziaria alla crisi economica. Un circolo sempre più vizioso che sta producendo risultati negativi sulle imprese e sulle famiglie. Nessuno immaginava che la situazione critica espressa dai
subprime americani si diffondesse con tanta rapidità, non solo nei circuiti finanziari mondiali, ma anche nel sistema economico reale. Ed ancora oggi non si conosce la portata complessiva del fenomeno e le conseguenze negative sulle
grandezze economiche, conseguenze che possono anche coinvolgere la fiducia nelle istituzioni e nell’intero tessuto sociale. Questo tema è stato ampiamente discusso nelle due tavole rotonde della 2 Convention delle imprese
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organizzata dalla Confindustria regionale e dalla rivista Abruzzo Impresa. Un’occasione meritevole di grande attenzione, non solo per la profondità degli argomenti trattati e per l’autorevolezza dei partecipanti, ma anche perché il dibattito nella nostra Regione sui fatti economici non riesce a svilupparsi in maniera adeguata nonostante la presenza di tre università, due Facoltà di Economia e non pochi insegnamenti di discipline economiche. C’è invece bisogno di studi aventi il carattere di sistematicità e di continuo approfondimento.
Ecco perché lo sforzo condotto da Confindustria Abruzzo e da Abruzzo Impresa assume un valore particolarmente significativo, come punto di riferimento di tutti coloro che hanno a cuore la crescita economica e sociale dell’Abruzzo. Nel corso della prima tavola rotonda dedicata, alle problematiche regionali, è stato più volte ribadito che l’Abruzzo si trova in una situazione di “crisi nella crisi”. Un’espressione corretta ove si pensi all’andamento delle principali grandezze economiche dal 2001 al 2007, con una crescita zero e con una dinamica dei
consumi inferiore alla media nazionale. Un prodotto interno lordo pro capite che perde 5 punti rispetto all’Italia e che tende ad allontanarsi progressivamente dall’evoluzione delle economie europee. In poche parole, mentre fino alla metà degli anni Novanta si pensava che la Regione avesse tutte le condizioni per raggiungere il grado di benessere dell’Italia centrale, oggi addirittura si paventa il rischio di un vistoso arretramento tale da riportare l’Abruzzo nel novero delle regioni dell’Obiettivo 1. La recessione in atto può dunque
i partecipanti alla prima tavola rotonda, da sinistra: Fabio Spinosa, Rinaldo Tordera, Calogero Marrollo, Pasquale Galante, Giambattista Blasetti, Giuseppe Mauro e Roberto Campo
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avere implicazioni ancora più forti per quanto riguarda la nostra Regione e le previsioni di caduta del PIL sembrano essere ancora più accentuate rispetto alla media nazionale. Così, dopo gli anni di impetuosa crescita e di una fase di sviluppo più o meno in linea con il resto del Paese, oggi l’Abruzzo vive significativi mutamenti che da un lato ridisegnano l’assetto produttivo e dall’altro creano non poche incertezze tra gli operatori. Il suo modello produttivo, basato sulla piccola impresa endogena e sulla grande impresa esogena, è
perciò sottoposto ad una tensione crescente che trova riscontro nella caduta del prodotto interno lordo, nell’allargamento del divario nei confronti della media nazionale e nelle difficoltà delle famiglie di sostenere una adeguata spesa in beni di consumo. Sembrava che il ridimensionamento produttivo fino al 2004 e il successivo processo di ristrutturazione e di riorganizzazione qualitativa da parte delle imprese avessero in un certo senso indicato la strada del cambiamento e prospettive positive. Le grandi imprese, protagoniste sui mercati
nazionali, e le medie imprese di eccellenza sembravano condurre a performance di grande interesse e a poli produttivi capaci, da un lato, di garantire una adeguata presenza in termini di export e, dall’altro, di mantenere all’interno della Regione un esteso patrimonio di conoscenza e professionalità. La crisi scoppiata sui mercati mondiali ci riporta indietro ed aggrava le debolezze e i punti di criticità del nostro territorio. In questo contesto, come non pensare, ad esempio, alla crisi del settore automobilistico e alle gravi
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ripercussioni che potrà avere sulla struttura produttiva della Regione. Le imprese dei mezzi di trasporto garantiscono non solo elevati livelli occupazionali, flussi consistenti di reddito e cultura manifatturiera, ma anche una grande capacità di esportare che è pari a circa 35% dell’esportazioni regionali. Alla stessa maniera, come non pensare al declino del distretto tessile della Val Vibrata, nel teramano. Bisogna reagire a questa crisi partendo da quelli che sono le peculiarità del sistema economico regionale: a) l’alta incidenza dell’attività manifatturiera che, in termini industriali, pone la Regione al settimo posto tra le regioni italiane e due province, Teramo e Chieti, nelle prime posizioni a livello nazionale per incidenza di occupati nel settore industriale; b) la presenza di imprese di eccellenza che in questi ultimi anni hanno operato per innalzare il proprio livello di competitività a livello globale con crescenti possibilità di intercettare la domanda mondiale; c) il policentrismo che
sottolinea il ruolo di molti centri dello sviluppo economico, urbano e territoriale; d) la grande impresa che orienta la direzione dello sviluppo e le relazioni funzionali di un sistema economico orientato verso la competizione; e) un sistema bancario privo nella sostanza di titoli “tossici” e quindi agganciato alle economie reali in virtù del suo insediamento territoriale. Occorre dunque lavorare per uscire dalla crisi. In primo luogo, appare necessario individuare un percorso di sviluppo entro cui definire interventi di breve, medio e lungo periodo, evitando l’indicazione di misure confuse ed incerte. In secondo luogo, lavorare per innalzare la bassa reputazione che oggi la Regione ricopre in ambito nazionale ed europeo. Solo così, acquisendo una maggiore dignità istituzionale, si possono intercettare risorse e contare sui tavoli della negoziazione. In particolare, la politica deve essere concepita come risorsa e non come costo, deve accompagnare e sostenere il percorso dello sviluppo
e, soprattutto, deve apparire credibile e convincente. In una fase di transizione come questa non c’è più spazio per una politica politicante, mentre c’è uno spazio significativo per una politica con la “P” maiuscola, capace di pensare agli interessi collettivi e non a quelli del proprio “particolare”. Bisogna superare l’asimetria tra il ciclo elettorale, sempre più di breve periodo, e quello economico che invece ha bisogno di una visione lungimirante e di prospettiva. In terzo luogo, in una fase così acuta di crisi, occorre immettere sul mercato molta liquidità. Forse questo è l’impegno più urgente nel breve termine, che se da un lato coinvolge il sistema bancario dall’altro impone l’esigenza di rimodulare gli interventi comunitari in direzione delle imprese e dei confidi. In ultimo, mai come in questo momento il territorio deve fare squadra, fare sistema sulla base di un progetto condiviso, senza contrapposizioni preconcette, o, peggio ideologiche
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Anna Morgante premia Sergio Galbiati della Micron per la copertina di giugno 2007
Nicola Di Giovannantonio premia Alfredo Savini della Savini Industria Arredobagno per la copertina di luglio-agosto 2007
Evo Talone premia Francesco D’Alessandro della Galeno per la copertina di settembre 2007
Fabrizio Citriniti premia Leonardo Valenti della Delverde per la copertina di aprile 2008
Luigi Carunchio premia Alfiero e Mauro Barnabei del Gruppo Barnabei per la copertina di giugno 2008
Giuseppe D’Amico ritira il premio a nome di Donato Lombardi della Presider per la copertina di luglio-agosto 2008
photogallery la consegna delle aquile reali per le ultime 12 copertine
Calogero Riccardo Marrollo premia Alfredo Leggero della Sevel per la copertina di ottobre 2007
Giambattista Blasetti premia Marco Calabrese della Proel (che ha ritirato il premio a nome di Fabrizio Sorbi) per la copertina di gennaio-febbario 2008
Nicoletta Bucco premia Mauro Angelucci della Oma per la copertina di marzo 2008
Fabio Spinosa premia Federica Chiavaroli dell’ Istituto Mecenate per la copertina di settembre 2008
Antonio Cappelli premia Paolo D’Amico di Reginella d’Abruzzo per la copertina di settembre 2008
Luigi Di Giosaffatte premia Andrea Perrone della Brioni Roman Style con un riconoscimento speciale per la copertina di novembre 2006
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Fabio De Vincentiis editore del gruppo Ecco Italia
a sveglia ha suonato la carica. La stessa sveglia che, simbolicamente, ha rappresentato, su manifesti e inviti, l’annuncio della seconda edizione della Convention delle aziende abruzzesi. Con soddisfazione di tutti l’appuntamento si è confermato un momento pubblico di seria e attenta riflessione sulla situazione economica attuale. Dopo il successo della prima edizione, con l’intervento del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, l’attesa era cresciuta di giorno in giorno e l’imperativo, per tutta la macchina organizzativa, era fare meglio e di più dello scorso anno. Un plauso va a tutti quanti hanno lavorato, con grande dedizione, alla riuscita dell’avvenimento e a quanti, ci hanno spronato a migliorare. Il risultato ottenuto va condiviso con Confindustria Abruzzo e, in particolare, con il presidente, Calogero Riccardo Marrollo e il direttore, Giuseppe D’Amico. Va a loro il riconoscimento di calamitare la partecipazione ai dibattiti di personaggi di primo livello. Un’intensa attività di relazioni che, anche quest’anno, ha dato i suoi frutti. Grazie a loro si sono attivati i massimi referenti del mondo confindustriale a partire dal direttore generale, Maurizio Beretta. Ma i veri protagonisti restano gli imprenditori abruzzesi che, con la loro presenza, confermano maturità e grande spirito di responsabilità. L’impegno civile si coglie non solo nella conduzione quotidiana del business, ma anche dalla voglia di confrontarsi e partecipare attivamente al serio dibattito dell’economia. L’Abruzzo che produce era in sala, pronto a dialogare e misurarsi con la crisi internazionale, ma anche con il sistema universitario e della ricerca. Abruzzo Impresa, il mensile del manager, ha lo scopo di vivacizzare e porre sotto i riflettori gli argomenti sottostanti la crescita e lo sviluppo. Al lavoro redazionale si deve sempre accompagnare il contributo di chi, fattivamente, partecipa con dedizione all’affermazione dell’Abruzzo. Per questo siamo già al lavoro per organizzare la terza edizione. Se la speranza è quella di dare vita a un altro momento indimenticabile per la nostra regione, l’auspicio è quello di trovarci in un contesto diverso. L’augurio è che la crisi sia già un ricordo del passato e che l’argomento cardine sia la ripresa. Considerata la velocità del progresso e dei nostri tempi, non è una missione impossibile
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UNIVERSITÀ: I PASSI DA COMPIERE Leghiamo i finanziamenti alla qualità della didattica e della ricerca. E incoraggiamo la mobilità, in entrata e in uscita, dei ricercatori: consentirebbe la diffusione delle innovazioni
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uale ruolo l’università gioca –o dovrebbe giocare– nei sistemi di innovazioni territoriali. È un tema che abbiamo già affrontato. In estrema sintesi, l’università ha il compito di avanzare la frontiera della conoscenza e nel contempo di educare i giovani, attraverso
percorsi didattici efficaci. Alla luce del recente ed accalorato dibattitto sul futuro dell’università italiana è opportuno soffermarsi per alcune riflessioni sia generali che particolari. Premetto che non condivido la posizione di coloro –solitamente osservatori poco attenti del mondo universitario– i quali pensano che a
noi italiani piace sempre assumere il ruolo di commissario tecnico... anche nel caso della identificazione della “ricetta” che dovrebbe salvare l’università. La riflessione di carattere generale riguarda la politica universitaria nazionale. Sono convinto che un primo, necessario e significativo
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ricerca&innova ione
passo da compiere nella direzione del cambiamento sia quello di legare il finanziamento delle università a criteri virtuosi. Ad esempio, indicatori di performance sia della didattica che della ricerca, come già accade in altri paesi europei. Il finanziamento non può essere legato principalmente al numero di studenti che le università riescono ad attrarre come succede ora. Anche perché questo parametro innesca una serie di offerte al ribasso del titolo di studio, come ci ha puntualmente illustrato la cronaca nazionale. Il finanziamento selettivo innescherebbe invece un processo di cambiamento all’interno del sistema poichè spingerebbe le università a competere per attrarre sia i migliori studenti che i migliori ricercatori e docenti. Ad esempio, il sistema di valutazione delle università, Research As-
sessment Exercise – RAE, introdotto in Gran Bretagna ormai da due decenni, non solo ha migliorato la qualità della ricerca, ma anche la mobilità dei ricercatori. Anche altri paesi nazionali –quali ad esempio Francia e Germania– stanno adottando queste misure. La seconda riflessione riguarda invece la politica universitaria regionale. In linea con le azioni del governo nazionale, il prossimo governo regionale potrebbe implementare politiche innovative dirette ad innescare processi virtuosi a livello di sistema universitario locale. Anche in questo caso, le azioni devono essere mirate a creare cambiamento. Ad esempio, l’università di Trento ha recentemente organizzato un dottorato di ricerca in Economia e Management: a) in lingua inglese, prima innovazione; b) con borse di studio finanziate da
enti locali, come il Comune di Trento, seconda innovazione. Ulteriori azioni di cambiamento possono prevedere sia la prospezione –per esempio il finanziamento di borse di studio per laureati per conseguire master o dottorati in prestigiose università internazionali; sia l’attrazione: per esempio borse di studio per attrarre giovani ricercatori dall’estero. Ritengo che attraverso azioni selettive dirette al capitale umano è possibile “creare enzimi del cambiamento”. Infatti, solo attraverso l’immisione di questi enzimi, portatori del cambiamento, è possibile innovare. La storia della tecnologia ci ha insegnato che il trasferimento tecnologico –e quindi la diffusione delle innovazioni– a livello internazionale è avvenuto attraverso gli spostamenti delle persone
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marketing » di Alessandra Troilo
LA CERTEZZA DI POTER GRIDARE: «EUREKA!» Per scoprire il grado di innovazione di un prodotto sono molteplici le strade che è possibile percorrere: test di fattibilità, pre-serie, interazione diretta con potenziali utilizzatori, presentazione ad un salone di settore o ad un piccolo numero di agenti e distributori
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umerosi studi hanno evidenziato l’importanza dello sviluppo di nuovi prodotti come fattore di crescita delle imprese. Tra le fonti dell’innovazione vanno annoverati in primo luogo il ricercatore –inteso come sezione ricerca & sviluppo dell’impresa o centro di ricerca esterno- e il produttore. A loro va aggiunto, meno evidente ma molto frequente, l’utilizzatore innovatore: ci sono casi in cui l’utilizzatore realizza l’innovazione lungo tutto il processo e casi in cui l’utilizzatore percepisce un nuovo bisogno e lo comunica al proprio fornitore.
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Nel primo caso è questo il processo tipico: percezione di un nuovo bisogno, ricerca della soluzione (invenzione), costruzione del prototipo, prova del valore del prototipo. Il focus è l’utilizzatore: al produttore resta solo la diffusione commerciale. Nel secondo caso l’utilizzatore percepisce un nuovo bisogno e delega al fornitore la ricerca della soluzione: il ruolo dei clienti è quindi particolarmente attivo nella concezione e nello sviluppo dei nuovi prodotti. Per comprendere su quali livelli avviene lo sviluppo dei prodotti, bisogna considerare che per riposizionati si intendono i prodotti dei quali si è modificato il modo in cui l’utilizzatore potenziale li percepisce e li valuta; sono prevalenti nel largo consumo e derivano per lo più dal produttore innovatore. I prodotti riformulati sono quelli in cui si influenza la definizione delle caratteristiche fisiche, senza modificare i parametri di valutazione; sono prevalenti nei prodotti di consumo durevoli e derivano dall’utilizzatore e dal produttore innovatore. Gli originali sono innovazioni di rottura, prevalenti nei prodotti industriali e derivanti per lo più dal ricercatore innovatore. Ma come capire quanto è innovativo un prodotto? Attraverso i test di fattibilità, cioè test preliminari e di valutazione economica dei nuovi prodotti, che hanno lo scopo di ridurre al minimo gli investimenti necessari alla produzione di una pre-serie di nuovi prodotti. Un altro metodo è mettere il prodotto a disposizione di uno o più potenziali utilizzatori. Consente, grazie all’interazione diretta col cliente o con l’utilizzatore, di identificare e risolvere in tempo reale tutti i problemi d’uso che si possono verificare. In seguito viene va-
lutata la performance del prodotto nelle reali condizioni di utilizzo, delimitando precisamente il campo di applicazione del prodotto e definendo le norme di uso e sicurezza. Le informazioni raccolte nel corso del test su attese e reazioni del personale dell’impresa utilizzatrice, consentono di migliorare il posizionamento definitivo del nuovo prodotto. Ciò consente anche di ridurre i costi legati ad un eventuale insuccesso del nuovo prodotto. Un’altra possibilità è quella di presentare il nuovo prodotto ad un salone di settore o ad un piccolo numero di agenti e distributori. Il che comporta diversi vantaggi: valutare l’interesse per i prodotti degli utilizzatori potenziali, diffondere le informazioni sul nuovo prodotto, misurare le reazioni e intenzioni di acquisto. Non manca qualche svantaggio, come il rischiare di informare la concorrenza sulle caratteristiche del prodotto e, se l’interesse suscitato dal prodotto è elevato, incorrere in eventuali ritardi nelle consegne del prodotto rischiando di demotivare la clientela potenziale. Infine, un altro metodo percorribile è la “pre-serie”, la quale consente di mettere alla prova dei “mercati testimone”. Vantaggi: non impegnare risorse per effettuare direttamente il test e avere una valutazione concreta da parte dell’utilizzatore. Svantaggi: anche in questo caso la diffusione delle informazioni. In generale, lo sviluppo di nuovi prodotti richiede un eccellente clima di collaborazione tra le attività di ricerca, sviluppo e marketing; e l’esperienza comune nella gestione di nuovi prodotti deve essere accumulata in banche dati su cui poter fondare e valutare le decisioni future
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norme&leggi » di Filippo Paolini
SOTTO L’ALBERO IL DECRETO INGIUNTIVO EUROPEO In arrivo uno strumento celere ed efficace per il recupero dei crediti che favorirà la crescita degli scambi commerciali nella UE
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imprenditore che intenda avviare un business con partner stranieri non può sottovalutare l’eventualità che si rivelino insolventi e sorga, quindi, la necessità di procedere al recupero del proprio credito; cosa che presenta profili di rischio già quando si tratta di parti contrat-
tuali entrambe italiane. Per questo merita attenzione la novità entrata in vigore da pochi giorni, il 12 dicembre 2008: il decreto ingiuntivo europeo, valido in ogni paese membro dell’UE, ad eccezione della Danimarca. La previsione, introdotta dal Regolamento 1896/2006/CE, ha lo
scopo di garantire agli operatori economici dello spazio comunitario uno strumento celere ed efficace per il recupero dei crediti, favorendo, così, indirettamente, la crescita degli scambi commerciali; in tale prospettiva, è evidente la continuità con il Regolamento 805/2004/ CE, che aveva istituito il cosiddetto
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titolo esecutivo europeo. È bene evidenziare che si tratta di un procedimento facoltativo ed alternativo: il creditore, infatti, potrà sempre continuare ad avvalersi di altri procedimenti già previsti dalla normativa nazionale e comunitaria. Inoltre, tale nuovo istituto opera solo in materia civile e commerciale, con esclusione dei procedimenti fallimentari in genere, dei diritti patrimoniali derivanti da testamento, matrimonio e successione, della materia della sicurezza sociale e dei crediti derivanti da obblighi non contrattuali, salvo che sussista un riconoscimento esplicito del debito. Ferma la necessità di rispettare le regole sulla competenza, la domanda va proposta con un modulo standard –allegato al Regolamento– nel quale andranno riportate tutte le circostanze, in fatto ed in diritto, a dimostrazione della liquidità ed esigibilità del credito. Dal canto suo il Giudice, ritenuta l’ammissibilità della domanda, emette
entro 30 giorni il decreto ingiuntivo europeo. Infine, il debitore, ricevuta regolare notificazione del decreto, ha la facoltà, entro 30 giorni, di proporre opposizione utilizzando un apposito modulo che avrà ricevuto unitamente al decreto: in tal caso si apre un procedimento civile ordinario dinanzi ai giudici competenti dello Stato membro d’origine. La mancata opposizione, invece, comporta la dichiarazione di esecutività del decreto che, de plano vale a dire senza necessità di ulteriore istruttoria (ed è questa la novità più interessante), diviene un titolo esecutivo valido per tutti gli altri Paesi membri, senza dover attivare un ulteriore procedimento di riconoscimento nello Stato membro in cui sarà richiesta l’esecuzione. Qui, per la fase esecutiva, si applicherà la legge interna, ma il debitore non potrà mai richiedere un nuovo esame nel merito della questione, salvo casi eccezionali. Il vantaggio, rispetto agli strumenti offerti dalla precedente norma-
tiva comunitaria (reg. 44/2001 e 805/2004), è evidente: si salta la fase intermedia tesa ad ottenere il riconoscimento dell’atto giudiziario ai fini dell’esecuzione nello Stato estero. Va, inoltre, tenuto presente che -tanto per la richiesta del decreto ingiuntivo europeo quanto per l’opposizione allo stesso- non si è obbligati a ricorrere all’assistenza di un legale che, invece, diviene necessaria nel procedimento di merito che si apre successivamente all’opposizione dinanzi ai giudici competenti dello Stato membro d’origine. L’azione dell’Unione Europea, fondata sulla fiducia reciproca nei sistemi giudiziari dei vari ordinamenti, è stata indirizzata alla soluzione di una problematica che, sebbene non eclatante, non è sicuramente trascurabile e secondaria per gli operatori commerciali, vale a dire il rapido soddisfacimento dei crediti
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economia » di Antonio Farchione
L’ARTE IN CHIAVE ECONOMICA Le relazioni tra due mondi solo apparentemente lontani. Il punto d’incontro tra la percezione di un’artista e le valutazioni di critica e mercato
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rte ed economia, due aspetti apparentemente lontani tra di loro, per qualcuno addirittura inconciliabili. Quando parlava dell’arte, Goethe la definiva «una mediatrice dell’ineffabile, perciò sembra una stoltezza il volerla nuovamente trasmettere con le parole». L’opera d’arte è frutto di una creazione che proviene da uno stato d’animo che è diverso da artista ad artista, ma varia anche da istante ad istante. L’arte, pertanto, è spesso vista come indeterminata nei confini, in quanto frutto di sensazioni, di percezioni, di visioni, di interpretazioni dell’artista; ed è su queste che egli materializza la sua opera. Se questo è vero, come spesso è vero, si aprono dinanzi all’artista una infinità di mondi da cui può attingere la sua ispirazione che, a mio parere, non vale la pena persino pensare di classificare. In contrapposizione, l’economia: basata su ipotesi di razionalità dei comportamenti, di massimizzazione del benessere, dell’utilità, dei profitti, ecc. In altri termini, una scienza che studia i comportamenti riguardanti la ricchezza ed il modo in cui gli stessi si integrano nel sistema. Ebbene, il modo di trattare insieme sia gli aspetti artistici che quelli più squisitamente economici, prende il nome di economia dell’arte, un triangolo i cui vertici sono caratterizzati dal mercato, dall’artista e dal critico. Circa l’artista, è sufficiente affermare che si tratta del creativo che riesce a produrre il prodotto artistico prendendo ispirazione in modo spesso non convenzionale. L’opera d’arte, oltre a dover soddisfare il
suo creatore, deve superare anche l’esame della critica e del mercato. Per quanto possa essere scontato, si può intuire che il critico ed il mercato agiscono con comportamenti completamenti difformi tra di loro. Nel dettaglio, il mercato usa il prezzo come unità di misura per accettare o meno un bene o un servizio e quindi anche un’opera d’arte. Acquistare azioni di una impresa, ad esempio, è un modo per riconoscere come sia stata corretta ed apprezzata dal mercato una particolare strategia messa in atto dall’impresa stessa; di contro, la vendita delle sue azioni è il risultato di un disappunto del mercato verso certe scelte operate dall’azienda. Analogo discorso può essere fatto in riferimento ai collezionisti di arte: una domanda da parte loro di una determinata opera d’arte, genererà un aumento della quotazione della produzione dell’artista a cui l’opera appartiene, in contrapposizione ad altri artisti che, invece, non ricercati dai collezionisti, continueranno a mantenere quotazioni basse. Qual è, invece, il ruolo della critica? L’importanza della critica è legata molto alla capacità della stessa di mettere il mercato in condizione di acquisire informazioni non solo sull’opera, ma anche sul suo artista. In altri termini, la critica, con il suo giudizio, opera di fatto una cernita dei prodotti artistici meritevoli di essere portati al successo. Al fine di dissolvere ogni dubbio, va precisato che l’economia dell’arte ha un interesse economico per diverse declinazioni dell’arte. Pertanto, la sua attenzione spazia dalla visual art (le varie modalità
di espressione artistica rivenienti dalla pittura e dalla scultura), alla performing art (le forme di spettacolo come la musica rock, country, classica, ecc., oppure il cinema, o l’opera , il balletto, ecc.), alla cultural heritage (i beni storici ed artistici che sono la prestigiosa testimonianza di un popolo, di una cultura, ecc.), alla fine art (termine con il quale di solito di intende tutto ciò che non è classificato in una delle suddette categorie, ma che appaga il collezionista attratto dall’oggetto bello; pertanto, possiamo far rientrare in questo termine i mobili, i gioielli, gli orologi, l’antiquariato, ecc.). Altro aspetto importante da citare è, da una parte, il rapporto dell’economia dell’arte con le scienze delle finanze, in special modo quando è necessario capire le ragioni e le modalità di sostegno dell’evento artistico attraverso il finanziamento pubblico. Dall’altra, l’interesse dell’economia dell’arte verso il reddito degli artisti, ed in particolare verso l’approfondimento non solo delle fonti di codesto reddito (contratti, diritti d’autore, diritto di seguito, ecc.), ma anche del tema dell’equità distributiva. Tutto quanto sopra detto non deve, però, confondere circa la figura professionale dell’economista dell’arte. Egli starà ben attento a non entrare nell’ambito delle questioni di valutazione estetica dell’opera d’arte che, come è noto, non solo è il problema della natura dell’arte, ma anche della natura degli effetti del consumo dei prodotti artistici. L’estetica, in realtà, è importante che diventi parte integrante dell’analisi economica
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credito&finan a » di Massimo Avenali
A CHIETI LA «BANCA DIFFERENTE» Grandi nomi dell’imprenditoria abruzzese tra i soci fondatori della Banca teatina di Credito Cooperativo. Aziende di spicco come Gruppo Sarni, Molino Alimonti, Sixty SpA, Roberto Zulli, Teresio Cocco, Toto SpA, Air One SpA, Deco, Di Zio, Marrollo, Spatocco
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e procedure del caso sono state avviate. Gli uomini sono qualificati, le idee sul futuro ben chiare. La Banca di Credito Cooperativo è pronta a scendere in campo a Chieti Scalo una volta ottenute le necessarie autorizzazioni. Quintino Leone, direttore generale, è entusiasta dell’operazione e consapevole che c’è ancora molto da fare per allargare la base sociale. È convinto che l’iniziativa avrà un’importanza rilevante per tutta l’area teatina e della Val Pescara.
Direttore, quando ha avuto inizio il progetto per la BCC di Chieti? «L’iniziativa nasce quattro anni fa da una mia idea, che ha coinvolto un comitato promotore composto inizialmente da tredici persone. Da lì, la raccolta di capitale per ottenere l’autorizzazione da Bankitalia per l’esercizio del credito. Abbiamo raggiunto circa 2,5 milioni di euro, più del minimo richiesto per legge. Ci siamo costituiti nel settembre scorso. La partecipazione è stata molto ampia, ben 615 soci: siamo arrivati al primo traguardo a vele spiegate». Chi sono gli uomini che fanno parte di questa nuova realtà? «Nel consiglio d’amministrazione ci sono persone che conoscono bene l’economia della zona, penso a Gabriele Luciano Aceto, titolare del ristorante Amadeus che ci ha ospitati per l’atto costitutivo, al vice presidente Leonardo Alimonti, Pierluigi Baglietti, al presidente Antonio Caccavale, Fernando Di Berardino, al vice presidente Luigi Pagnini, Carlo Pantalone, Alessandro Rebeggiani, Alessandro e Teodoro Sarni e Roberto Zulli. Tra i soci fondatori troviamo nomi di spicco come il gruppo Sarni, Molino Alimonti, Sixty SpA, Roberto Zulli, Teresio Cocco, Toto SpA, Air One SpA, Deco, Di Zio, Marrollo e Spatocco». Quale obiettivo vi ponete come banca di credito cooperativo? «In linea generale questa tipologia di istituti di credito nasce con l’intento di avvantaggiare i soci, facilitare la loro attività economica anche grazie a condizioni bancarie più favorevoli. È una cosa che i grandi gruppi non fanno più, perché sono rivolti a un ridimensionamento, prestando sempre meno attenzione alle specifiche esigenze locali. La nostra banca ha una funzione socioeconomica chiara, uno scopo sociale che fa parte della nostra stessa natura». Ci saranno vantaggi nello scegliere la BCC? «Certamente, partendo dai soci fondatori fino a giungere a quelli ordinari. È importante puntualizzare che questo tipo di banca si rivolge a tutti, ha a cuore lo sviluppo dell’economia locale, punta ai privati, ai pic-
il direttore Quintino Leone direttore generale Banca Teatina di Credito Coperativo
coli e ai medi imprenditori. Quello che possiamo fare è innescare delle “micce”, dare aiuto reale per arrivare a stimolare crescita e idee. Inoltre siamo in continuo contatto con la Federcasse di Pescara, ovvero la federazione delle banche di credito cooperativo, alla quale fanno riferimento tutte le BCC di Abruzzo e Molise. Un motivo in più che ci dà forza e sicurezza». Come sarete localizzati sul territorio? «Partendo da Chieti abbiamo già in mente di aprire diverse filiali. Tutto dipende da quanto incrementeremo il capitale, ma le prospettive sono davvero buone. L’esigenza di fondare la Banca di Credito Cooperativo di Chieti era forte, è emerso da una ricerca di mercato. Noi abbiamo ascoltato le necessità degli utenti e vogliamo essere vicini alle esigenze della microimpresa. E poi a Chieti, intesa come città e provincia, mancava ancora di un proprio istituto di credito cooperativo. Ora finalmente ci siamo e siamo pronti a dare tutto l’apporto che serve. E nel migliore dei modi»
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credito&finan a » di Marinella Assogna
SULLA CARIPE L’INCOGNITA FUSIONE Banco Popolare va all’attacco e mette in discussione l’autonomia territoriale dell’istituto pescarese. Dal 1 luglio il CdA sarà sostituito da un comitato di gestione
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ovità all’orizzonte per la Cassa di risparmio di Pescara. È ormai ufficiale che lo storico Istituto di credito abruzzese, unitamente alla Popolare di Crema e alla Popolare di Cremona, sarà incorporato dalla Popolare di Lodi. La prima conseguenza della fusione è l’azzeramento dell’attuale consiglio di amministrazione che verrà sostituito il prossimo luglio da un “comitato per la beneficenza e il credito”, così come è stato tecnica-
mente definito, il quale, tuttavia, non dovrebbe subire modifiche né in termini di funzioni, né in termini di rappresentatività. Sembra infatti che i suoi membri saranno esponenti rappresentativi del territorio abruzzese. Minaccia o opportunità? Questo è il principale interrogativo che si pone non solo il mondo finanziario locale, ma anche quello politico-istituzionale. Molti intravedono nell’operazione un pericolo per l’autonomia economica che la Caripe garantisce
da anni al territorio pescarese. Su tutti il sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso, secondo cui «perdere questa realtà sarebbe come dover rinunciare non solo a parte della propria memoria, ma anche ad un pezzo di identità cittadina, di valore economico». A tal proposito il primo cittadino ha dichiarato che farà in modo di incontrare i vertici del Gruppo bancario al fine di «conoscere in concreto il progetto, con l’auspicio di poterci mettere intorno a un tavolo per costruire
da sinistra i vertici di Banca Caripe: Franco Coccioli vice direttore generale, Tonino Di Berardino presidente, Dario Mancini direttore generale
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Dario Mancini durante un incontro con la stampa
un futuro diverso per Caripe. Una realtà verso cui il territorio ora può fare la sua parte». Al momento, infatti, i piani alti della Banca non si sono pronunciati sui dettagli del progetto. Alcune indiscrezioni sembrano rassicurare che il marchio resterà tale così come la connotazione territoriale dell’Istituto, impegnato fin dalla nascita a valorizzare le risorse locali. Secondo i vertici del Banco popolare la fusione potrebbe rappresentare un’opportunità di espansione, un valore aggiunto che faciliterebbe il prosieguo dei successi ottenuti in questi anni, specie in merito agli impieghi alla clientela e al sostegno delle piccole e medie imprese abruzzesi. Senza notizie certe è lecito, però, pensare che l’operazione potrebbe comportare lo spostamento altrove del centro decisionale, lasciando quindi alle sedi pescaresi solo il compito di eseguire gli ordini presi dalla casa madre. Il rischio di perdere il potere di controllo su una real-
tà finanziaria così importante per l’Abruzzo c’è. Le reazioni allarmate dei vertici della Caripe e della Fondazione PescarAbruzzo, azionista di maggioranza, appaiono dunque giustificate. Tonino Di Berardino, presidente della Cassa di risparmio di Pescara, e Nicola Mattoscio, presidente di PescarAbruzzo, vogliono vederci chiaro, non solo per capire quale sarà l’asset futuro dell’Istituto, quale sarà il loro ruolo e quello di tutte le persone che da anni lavorano per il bene dell’azienda, ma anche e soprattutto per dare certezze alla clientela. Appresa la notizia anche esponenti dell’imprenditoria locale si sono detti perplessi. Giuseppe Aristide De Cecco, amministratore delegato dell’Azienda di Fara San Martino ed ex consigliere Caripe, ha affermato che la perdita di autonomia non solo potrebbe sottrarre l’identità territoriale propria della Caripe ma rischierebbe di disorientare i risparmiatori. Non è mancata la reazione delle parti sindacali che manifestano la necessità di capire
quali ricadute a livello occupazionale potrà comportare la fusione. L’Istituto, la cui prima filiale pescarese fu aperta nel 1927, ha chiuso i bilanci dello scorso anno con un utile netto di 5,2 milioni di euro, cifra che testimonia il suo valore e la capacità dell’attuale amministrazione di gestire in maniera virtuosa un’attività tanto radicata nel territorio quanto proiettata e attenta allo scenario economico-finanziario internazionale. La levata di scudi appare quanto mai scontata, specialmente in un momento così delicato per l’Abruzzo. In molti, infatti, si sono espressi per ribadire l’importanza e la centralità di banca Caripe. Il passaggio di consegne fuori regione, in termini di potere decisionale, è un rischio che tutti gli abruzzesi vogliono evitare. Ma il rischio c’è e resta tale. Così dopo i venti che hanno spirato sulla banca pescarese, a seguito della vicenda Fiorani, ora si adombrano le conseguenze della fusione
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incarichi&carriere » di Marinella Assogna
«PROGETTI CONDIVISI PER LA COMPETITIVITÀ» Questa la prima esigenza evidenziata da Roberto Oglietti, della Sevel di Atessa, eletto con voto unanime neo presidente metalmeccanici di Confindustria Chieti
L Roberto Oglietti
a sezione aziende metalmeccaniche ha uno nuovo presidente: Roberto Oglietti. L’assemblea, tenutasi presso la sede dell’associazione industriali di Chieti, ha espresso voto unanime. Un dato da non trascurare se si tiene conto del fatto che vi ha preso parte oltre il 50% delle imprese aventi diritto. Il neo presidente, attualmente in forza alla Sevel di Atessa, ha maturato un’esperienza professionale significativa nell’ambito delle risorse umane. Nato nel 1959 in provincia di Torino e laureato in scienze politiche, lavora nel Gruppo Fiat dal 1986. Nel corso della sua carriera ha consolidato competenze nella gestione, nelle relazioni sindacali, nello sviluppo e nella formazione del personale: una lunga e intensa attività all’interno di realtà produttive, commerciali e di progettazione, nonché nelle direzioni centrali HR. Negli ultimi anni, prima di entrare in Sevel, ha ricoperto il ruolo di capo del personale negli stabilimenti Fiat Powertrain Stura e Mirafiori di Torino e in quelli di Verrone in provincia di Biella, Arese Meccanica in provincia di Milano, Termoli e Termini Imerese. Il settore metalmeccanico vive un momento estremamente delicato, specie in campo automobilistico. Sia la crisi finanziaria a livello internazionale, sia quella economica all’interno del nostro Paese, hanno avuto forti ripercussioni. Il calo della domanda si traduce inevitabilmente in un calo della produzione e mette a rischio tanti posti di lavoro. Oglietti si è detto conscio della situazione di rallentamento che tutti i comparti produttivi stanno attraversando e ha ribadito l’importanza che il settore metalmeccanico continua a rivestire come traino dell’economia provinciale e regionale. Ha sottolineato l’esigenza e la volontà di avviare progetti condivisi che mirino alla difesa e all’incremento della competitività del settore e dell’intero territorio. Le linee guida del suo programma hanno raccolto la totale adesione e la disponibilità alla cooperazione dei rappresentanti delle più importanti aziende metalmeccaniche e automotive presenti all’incontro
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incarichi&carriere » di Marinella Assogna
NUOVO PARTNER PER KPMG La struttura di Pescara con competenze territoriali in Abruzzo e Molise, affidata al commercialista Alfonso Suppa
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lfonso Suppa, 41 anni, di Roseto degli Abruzzi, è stato recentemente nominato nuovo partner KPMG e si occuperà della conduzione dell’ufficio di Pescara. Suppa, dottore commercialista e revisore contabile, ha maturato notevole esperienza nei settori industrial products e consumer markets. Oltre a divenire partner responsabile dell’area abruzzese e molisana, Suppa potrà consolidare la crescita nell’area territoriale di competenza e coordinare l’attività dell’intero network. Attività che comprende, nello specifico, servizi di revisione Alfonso Suppa e organizzazione contabile, business advisory, servizi fiscali e legali. L’obiettivo di Kpmg è quello di trasformare la conoscenza in valore per i clienti, per la propria comunità e per i mercati finanziari. Le società aderenti a KPMG condividono valori come integrità, trasparenza, indipendenza e obiettività e forniscono alle aziende servizi multidisciplinari secondo standard omogenei a livello internazionale. La società di servizi professionali, che quest’anno festeggia 50 anni di presenza in Italia, mira a bilanciare strategicamente la dimensione globale con il forte radicamento sul territorio. KPMG è attiva in 140 paesi del mondo e vi lavorano oltre 123 mila persone. Le sedi italiane sono 27 e coprono l’intero territorio nazionale. I partner sono giunti, dopo le recenti nomine, a quota 165 e i professionisti ammontano a circa 3000 in tutto il territorio nazionale. L’ufficio KPMG di Pescara si avvale di un team di circa 25 professionisti. Tra i clienti KPMG ci sono: Unicredit, Unipol, Monte dei Paschi di Siena, Enel, Autostrade per l’Italia, Ducati, Bulgari, Indesit e Autogrill. In Italia il network KPMG - tenendo conto della chiusura dell’anno fiscale al 30 settembre - stima ricavi a livello aggregato per circa 400 milioni di euro, segno di una realtà stabile e produttiva. A livello globale il network ha registrato ricavi pari a 19.8 miliardi di dollari nel 2007, in crescita del 17.4% rispetto al 2006
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» di Massimo Avenali
L’INFORMATION TECHNOLOGY CHE OFFRE SOLUZIONI Partner Microsoft in Abruzzo, eData è in grado di supportare l’impresa nella pianificazione, nelle scelte di mercato e nella gestione delle proprie risorse
Pietro Larovere, Paolo Parente e Carlo Provenzano della eData
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Data opera nel settore dell’Information Technology dal 2000, progettando e sviluppando sistemi informativi hardware e software per l’automazione dei processi aziendali. Capace di comprendere le esigenze del cliente e di fornire con le pro-
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prie competenze una consulenza e un supporto ad hoc nella definizione delle relative soluzioni architetturali e procedurali, offre in questo modo un apporto fondamentale visto che l’hardware muta sempre più velocemente in ogni sua caratteristica. L’information technology,
soprattutto per l’imprenditore, è una spesa necessaria e in crescita ma generalmente è anche uno dei problemi principali che l’impresa si trova a dover affrontare, orientandosi in modo difficoltoso fra tante tecnologie presenti sul mercato. Spesso si accumula dunque una
certa diffidenza verso questi nuovi sistemi, causata anche da taluni risultati deludenti e non proprio puntuali rispetto alle necessità del mercato, cosa che determina anche sforamenti di budget con un ritorno molto basso degli investimenti realizzati. Tutto ciò sta portando i protagonisti dell’economia, soprattutto piccola e media, ad allontanarsi dall’IT ricorrendo a cessioni in outsourcing, prendendo invero le distanze da una delle loro responsabilità più importanti nei confronti dell’azienda. Proprio in questa fase eData arriva in soccorso, ritenendo che sia l’imprenditore a dover selezionare le tecnologie, a promuovere la loro implementazione, ad assicurarsi che queste vengano sfruttate. L’information technology va vista non solo come una nuova installazione ma come una fase di cambiamento organizzativo determinante, in cui ci si assume la piena responsabilità di gestire al meglio l’azienda per puntare in modo netto alla propria mission. Forte della sua esperienza eData ha sviluppato una soluzione web per la gestione delle vendite che consente di abbattere fino al 90% i tempi di produzione di una offerta, azzerando la possibilità
di errore. La soluzione consente di controllare l’attività di agenti e commerciali e di monitorare con semplicità il portafoglio offerte e ordini, ideale anche per quelle aziende che vendono articoli complessi (serbatoi, infissi, automezzi, ecc). Da circa 3 anni propone ai suoi clienti una soluzione di terze parti denominata Archiflow che unisce le funzionalità tipiche di un programma di gestione documentale e un programma di Business Process Managent basata sui documenti. La soluzione permette di aumentare l’efficienza interna di un’azienda e di implementare dei flussi di lavoro per aumentare la produttività di gruppo. Il prodotto sta riscuotendo un notevole successo e vede tra i maggiori clienti Aci, Asm di Brescia, Artsana, Banca Intesa, Sixty, Costa Crociere, Poste Italiane e la Guardia di Finanza. Dal 2007 Microsoft ha riconosciuto eData come unica azienda in Abruzzo con il prestigioso livello di partnership denominato “Gold Certified Partner”, ovvero il più elevato dal punto di vista della competenza e dell’esperienza sulle tecnologie Microsoft. Un riconoscimento, questo, che permette di lavorare in strettissima collaborazione con la più grande azienda
al mondo di software. eData è inoltre accreditata presso la Regione Abruzzo come nuovo organismo di formazione per le macrotipologie “formazione superiore” e “formazione continua”. Eroga altresì corsi di formazione non finanziati per aziende e privati. L’offerta di prodotti e servizi dell’azienda è articolata e abbraccia diverse problematiche aziendali ma nel portafoglio merita certamente di essere menzionato il Business Erp, robusto e completo. Implementato su diversi clienti, ha già prodotto ottimi risultati. Completano l’offerta i servizi di consulenza e supporto al’IT di rete per soluzioni di messaggistica, soluzioni di backup e protezione dei dati fino alle più recenti tecnologie di soluzioni ad alta disponibilità (blade server, cluster) e virtualizzazione e i servizi di investigazione digitale sempre più richiesti a supporto di attività legali atte a dimostrare casi di infedeltà aziendale o uso non appropriato degli strumenti informatici. Per ogni esigenza l’azienda offre un efficiente supporto attraverso il proprio sito www.e-data.it e il numero 800-090265
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» di Massimo Avenali
DAI FIORI SBOCCIA IL BUSINESS Esperienza e attenzione per il cliente: queste le basi del successo di Euroflora, una delle realtà più importanti in Abruzzo nella vendita di fiori all’ingrosso
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ata da una forza giovane e lungimirante, nei primi anni ’80 Euroflora è entrata a piccoli passi nel mercato rivolto alla vendita all’ingrosso di fiori, ma già con l’idea di realizzare un grande sogno e con la
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giusta maturità per poter crescere. Dopo un primo assestamento societario e strategico, è arrivata nel 1995 a identificarsi nei tre soci che con grande determinazione e passione proseguono tutt’ora l’attività: Angelo Di Renzo, Angelo Di Paolo e
Michele D’Arcangelo. Le soddisfazioni non sono di certo mancate: appena un anno fa i festeggiamenti per venticinque anni di successi e oggi, nel parco macchine, otto Fiat Ducato più un camion Iveco e un magazzino con 1900 metri quadri,
la sede di Euroflora vista dall’esterno
dei quali 1200 di area coperta. «Siamo cresciuti molto dai primi tempi in cui abbiamo iniziato –dicono con entusiasmo i soci– questo è un mercato che va seguito sempre nel giusto modo, prestando la massima disponibilità e garantendo prodotti ottimi e servizi impeccabili. È necessario pianificare bene gli acquisti, stare attenti alle novità, avere le giuste idee da presentare, concretizzare le intuizioni che abbiamo. Ma al centro di ogni discorso resta senza ombra di dubbio l’appagamento di chi si rivolge a noi». Una copertura che riveste tutto l’Abruzzo, un gruppo che si è fatto strada nel proprio campo e un grande affiatamento di tutto lo staff. Così si presenta l’azienda con sede a Chieti che vanta ormai da tempo una posizione di primaria importanza nel settore. Chi sceglie Euroflora si affida a uno staff affiatato, composto da personale esperto e agenti di commercio
che garantiscono professionalità a ogni livello oltre a qualità, cortesia e la più grande disponibilità per accontentare il cliente in ogni sua esigenza. Altro punto fondamentale, a garanzia di un servizio che mira a divenire sempre più reattivo, è la gestione del magazzino ventiquattro ore su ventiquattro. Un servizio no-stop che consente di far fronte nel modo migliore ad ogni improvvisa necessità o richiesta. Tra le ultime novità l’acquisto di un capannone di circa 1000 metri quadri situato a Chieti Scalo nel centro artigianale Parco Paglia e il successivo trasferimento dell’attività nella nuova struttura avvenuto nel maggio di quest’anno. «È la realizzazione di un sogno –commentano all’unisono Angelo Di Renzo, Angelo Di Paolo e Michele D’Arcangelo– questo è un chiaro segno che va tutto per il meglio e che in molti hanno creduto in noi e nel nostro operato e continuano a farlo. Si tratta di un altro proget-
to che si è realizzato, di una bella realtà, per questo ci teniamo a ringraziare di cuore tutti quelli che ci hanno sostenuto negli anni dandoci fiducia». Nelle parole tanta emozione e voglia di continuare e tutta l’onestà e la sicurezza che partendo dai fondatori si diffonde caratterizzando l’intero team: questo il segreto di un’azienda vincente
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parte dello staff di Euroflora
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seminari&convegni » di Eleonora Lopes
IMPRESA CHE FAMIGLIA STRAORDINARIA Si è svolto a Pescara il consueto incontro di Natale del Gruppo giovani di Confindustria Abruzzo. Al centro del convegno «l’autentico pilastro della nostra società»
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l titolo dell’evento parla da sé, non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Scelto ad hoc dal Gruppo Giovani di Confindustria Abruzzo per riaffer-
mare, in questo mondo sempre più caotico e confuso, il primato della famiglia e la sua centralità. “Impresa che famiglia straordinaria” per ribadire che la famiglia è un
cardine insostituibile, il cui valore giuridico è sancito e consacrato dal dettato costituzionale. Un patrimonio di valori, principi, saperi, di cui la comunità non può assolutamente
i relatori intervenuti al convegno organizzato dal Gruppo giovani di Confindustria Abruzzo
» foto di Massimo Avenali
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seminari&convegni
fare a meno. Che assume oggi una valenza economica fondamentale, di dimensioni tutt’altro che trascurabili. Anzi paragonabili a quelle di un’impresa. A parlarne c’era una ricca tavola rotonda, moderata da Luigi Amicone, direttore della rivista “Tempi”. Ma prima i saluti di Nazario Pagano, capo gruppo regionale del PDL e quelli dell’assessore del comune di Pescara Marco Alessandrini. Poi, gli interventi di Riccardo Calogero Marrollo, presidente Confindustria Abruzzo, padre di 5 figli e di Fabio Spinosa Pingue, presidente degli under 40 che ha esposto le sue tesi. «La volontà di porre la famiglia al centro della riflessione –ha dichiarato il presidente Spinosa- è nata dall’idea che ne abbiamo noi: un autentico pilastro della nostra società. Come giovani imprenditori, non possiamo che constatare l’esigenza indifferibile di azioni legislative mirate, di politiche familiari serie e concrete, di azioni organiche e durature». Una tavola rotonda ricca, con personaggi molto differenti. Silvio Formichetti artista, il presidente Spinosa, Paolo Baldi e Susanna Salvati del Rifugio di Rocca Calascio, Amerigo Pellegrini titolare della Pail serramenti, Anna Berghella fiduciaria di Slow Food Sulmona, Don Cristiano Marcucci responsabile pastorale famiglie Diocesi di Pescara e Giuseppe Ranalli presidente della Tecnomatic di Corropoli. Testimonianze diverse, ma tutte accomunate dallo stesso pensiero sul concetto di famiglia, alimentata -secondo Giuseppe Ranalli da un desiderio costante «lo stesso che muove il motore di un’impresa».
Non è un caso se l’evento è stato aperto a tutta la famiglia e non solo agli imprenditori. Infatti prevedeva spazi ed intrattenimento per i bambini e cena tutti insieme. Nel corso della serata, è stata esposta la quinta opera d’arte, della costituenda Pinacoteca del Gruppo
giovani, dal titolo “la Redenzione”, del giovane artista Silvio Formichetti. Con il progetto Pinacoteca gli under 40 di Confindustria Abruzzo, intendono avvicinare ulteriormente il mondo delle imprese alla cultura e all’arte, stimolando magari la nascita di tanti “mecenati”
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il presidente regionale dei giovani di Confindustria durante il suo intervento il pubblico presente al museo delle genti d’Abruzzo di Pescara
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seminari&convegni » di Riccardo D’Alessandro
«RICAMBIO DELLA CLASSE POLITICA BASE DELLO SVILUPPO SOCIALE» Questa la convinzione di Sergio Rizzo, coautore del best seller “La Casta” e ospite d’onore dei giovani imprenditori di Chieti. Per rompere il circolo vizioso che blocca il Paese, bisogna prendere esempio dalla cultura anglosassone: chi sbaglia deve assumersi la responsabilità
Sergio Rizzo coautore del best seller “La Casta” ospite d’onore del convegno organizzato dai giovani imprenditori di Chieti
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ontinuano le iniziative promosse dal gruppo dei giovani imprenditori di Chieti. A novembre, l’occasione è stata una riflessione, a poche settimane dal voto, sul tema dei costi della politica. Un appuntamento molto partecipato, organizzato nella Sala Eden di Ortona, con ospi-
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te d’onore Sergio Rizzo, co-autore assieme a Gian Antonio Stella de La Casta, il best seller che ha messo a nudo i ritardi e i costi della politica italiana. Dopo i saluti introduttivi del sindaco di Ortona Nicola Fratino, il dibattito è stato caratterizzato dagli interventi di Giuseppe Ranalli, pre-
sidente dei giovani imprenditori di Chieti e promotore dell’evento, Calogero Riccardo Marrollo, presidente di Confindustria Abruzzo, Silvio Di Lorenzo, presidente di Confindustria Chieti, Fabio Spinosa Pingue, presidente dei giovani imprenditori abruzzesi e dei presidenti dei club Lions e Rotary di Ortona Tommaso
Dragani e Carlo Ortolano. A moderare la tavola rotonda Nino Germano, giornalista del Tg3 regionale. Tutti d’accordo nel constatare ancora immutati i privilegi e il malcostume dei componenti della Casta. «C’è ansia, ma allo stesso tempo voglia di cambiamento e di rinnovamento della cosa pubblica –ha precisato il Cav. Marrollo durante il suo intervento– Il libro di Rizzo ha razionalizzato un sentore comune verso la politica, ma il problema persiste, è fortemente radicato e pregiudica il futuro del Paese. Del resto basta guardarsi attorno: aumenta la pressione fiscale, ma non aumentano i servizi e la qualità degli stessi. È in gioco lo stato civile». Quale dunque la ricetta per interrompere il circolo vizioso messo in atto dagli attori della Casta? «Occorrerebbe prendere esempio dalla cultura anglosassone –ha sottolineato Sergio Rizzo- dove il ricambio della classe politica è alla base dello sviluppo sociale. In quei paesi non c’è possibilità per abituarsi al potere proprio perché il ricambio è costantemente in atto. Nel nostro sistema nessuno vuole assumersi responsabilità e nessuno vuol pagare per i propri errori». L’evento si inquadra sulla scia di un percorso formativo -avviato dai
» foto di Simone Cerio
da sinistra: Giuseppe Ranalli, Sergio Rizzo, Nino Germano e Calogero Riccardo Marrollo
giovani industriali teatini e dal loro presidente Ranalli- per rimettere l’etica e la trasparenza al centro di tutto. Già nel mese di marzo l’appuntamento di Atessa aveva consentito di approfondire, con il contributo di S.E. Mons. Bruno Forte, il tema di Etica&Impresa. A seguire, la scorsa estate, un successivo evento a Fossacesia dal titolo Impresa&Politica, organizzato per manifestare il bisogno di tornare ad una gestione della politica e dell’impresa più moralizzata, facente leva sui principi della trasparenza e della legalità. «Quello de “La Casta” appartiene al terzo ciclo dei nostri eventi –ha dichiarato Giuseppe Ranalli- e come giovani sentiamo il dovere di affrontare le sfide, apparendo alle
volte anche un po’ provocatori. Questi incontri di riflessione sono particolarmente sentiti dal nostro gruppo che tiene molto a valorizzare il principio dell’etica nelle questioni imprenditoriali, ma non solo. Vogliamo che l’uomo torni al centro di tutto e che sia considerato parte di un sistema produttivo che, oltre a produrre ricchezza materiale, produca anche valori come l’etica e la legalità da trasferire sul territorio». Da circa un anno i giovani imprenditori di Chieti sono molto attivi e attenti alle problematiche del territorio. Il gruppo trae linfa per le proprie iniziative grazie alla rinnovata e numerosa presenza dei suoi iscritti –circa 100 in totale–tutti al fianco del presidente, a partire dai componenti del direttivo
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seminari&convegni » di Massimo Avenali
PUNTARE SULLE PERSONE PER FAR CRESCERE L’ABRUZZO
il gruppo di lavoro AIDP - Overlearning
Nell’incontro promosso dall’associazione per la direzione del personale, proposte e idee per incrementare l’apprendimento e gestire meglio il lavoro. Con riflessi sull’economia
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intangibile valore delle competenze e della gestione del personale. Questi i principali temi affrontati nell’ultimo convegno promosso dal gruppo regionale Abruzzo e Molise dell’Aidp, Associazione Italiana per la direzione del personale, insieme a Challenge e Adecco.
Elisa Antonioni, project leader del Gruppo di lavoro “Sistemi innovativi per l’apprendimento” e Direttrice del centro di formazione e consulenza Sinergie Education, spiega così l’intero progetto: «Bisogna puntare sulla valorizzazione delle persone per far crescere l’Abruzzo, con i sette gruppi che oggi han-
no partecipato, compreso il mio, abbiamo avuto grossi risultati, affrontando ognuno uno specifico tema. Le persone che nelle proprie aziende si occupavano di sistemi di rewarding, piuttosto che di formazione o di relazioni industriali, si sono messe insieme e hanno collaborato unite. Parliamo di esponenti
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seminari&convegni
di aziende importanti come anche di quelle più piccole, innumerevoli in Abruzzo e determinanti per l’economia». Aidp si presenta come una realtà aperta che vuole stimolare l’incontro di esperienze diverse e la condivisione di metodi e risultati, ecco perché diversi sono stati gli interventi dei gruppi formatisi mesi prima e che attraverso i propri portavoce hanno relazionato successi e idee. Dopo l’introduzione del presidente nazionale Aidp Roberto Savini Zangrandi si è passati agli interventi di Claudio Bonasia, presidente per Abruzzo e Molise e di Massimo Mascioletti, direttore tecnico L’Aquila Rugby. Quest’ultimo ha immerso i presenti in esempi e racconti suggestivi e quanto mai in linea con il tema della giornata, puntando sui parallelismi tra mondo lavorativo e mondo dello sport, dove i concetti di spirito di squadra e leadership sono preponderanti. Ai gruppi si è chiesto dunque di pensare a progetti futuri, di incon-
trarsi, di partorire idee nuove. Questo per mettere a fuoco gli aspetti più critici, per poterli identificare e affrontare, per condividere le esperienze e alimentare il network AIDP. «Un aspetto che è emerso è quello dell’approccio alla formazione –ribadisce Elisa Antonioni– è sbagliato pensare, per esempio, che sia meglio dare tante nozioni durante un corso, perché comunque si perderebbero strada facendo. In definitiva è una questione di metodo. Entrando nello specifico si tratta allora di cambiare paradigma, andando più sulla qualità che sulla quantità, stimolando un processo di allenamento e di autovalutazione. Un ulteriore spunto su cui vogliamo lavorare il prossimo anno è la formulazione di moduli che migliorino l’efficacia per l’apprendimento, ovvero la formazione per la formazione, formare le persone all’ascolto, abbattere le barriere emotive tra persone che si legano ai ruoli rivestiti nella società. Credo
che nel mondo, non solo in Abruzzo, ci sia bisogno di una corretta e attenta gestione del lavoro». Importante, nella formazione, è quindi l’acquisizione delle informazioni, l’assimilazione di tutto ciò che viene imparato, in modo che non si tramuti tutto in una parabola discendente bensì in una possibilità dalle basi solide: un input ad apprendere ulteriormente anche al termine del percorso formativo. «Il nome che abbiamo dato al nostro progetto è, non a caso, Overlearning, con netto riferimento alle missioni di Overland, la trasmissione in cui i camion arancioni affrontavano lunghi viaggi e difficoltà, maturando esperienze di vita senza eguali. A questo mira il nostro gruppo così come tutto il movimento che Aidp sta azionando, una filosofia che porti a gestire il cambiamento, per affrontare le situazioni più impervie, per essere preparati di fronte alle novità di qualsivoglia natura»
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Massimo Mascioletti, direttore Tecnico L’Aquila Rugby, durante il suo intervento
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seminari&convegni » di Luigi Carunchio
PRIMO ALLEATO: LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE In un momento così difficile per l’economia, il tessuto produttivo ha bisogno di sentire lo Stato al proprio fianco
da sinistra alcuni dei relatori intervenuti al convegno: Marco Scorrano funzionario agenzia delle entrate di Pescara, Sandro Spella presidente unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili di Pescara, Vincenzo Tartaglia tenente colonnello Guardia di Finanza di Pescara e Carlo Nocera collaboratore de Il Sole 24 Ore
L’
evoluzione dell’accertamento e la tutela del contribuente. Questo il titolo del convegno organizzato a Pescara dall’Unione Giovani Dottori Commercialisti. Oltre quattrocento professionisti hanno partecipato all’evento, segno che l’argomento “riscossione” è molto sentito dalla platea dei contribuenti. Il presidente di Pescara Sandro Spella, ha moderato i vari relatori intervenuti che hanno illustrato le rispettive posizioni dell’amministrazione, dei contribuenti, dei professionisti. È stato un momento di esordio di tutto il neo direttivo dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti di
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Pescara in cui Spella ha avuto al suo fianco tutti i componenti: Valeria Giancola, Daniela Sulplizio, Gianluca Ghiotti, Salvatore Rapino, Andrea D’Alleva e la rappresentante dei praticanti Laura Pacifico. Pensare ai sistemi di accertamento in un periodo di crisi distoglie ancor più i contribuenti dal tenere la barra dritta verso il risanamento. È un momento difficile per l’economia italiana, un periodo che vede una forte crisi finanziaria internazionale che sta avendo non poche ripercussioni sul tessuto economico nazionale, e un periodo che vede un crollo verticale dei consumi per la mancanza di liquidità del consuma-
tore finale. Con interventi di scarso impatto sul bilancio della pubblica amministrazione si otterrebbero dei ritorni rilevanti e un reale rilancio dell’economia, se non anche della speranza delle imprese. Il tessuto produttivo del nostro paese, fatto di medie, piccole e piccolissime imprese oltre che di migliaia di lavoratori autonomi, (che tutti insieme occupano milioni di lavoratori dipendenti), ha bisogno di alleati. Le imprese hanno bisogno di alleati forti per superare questo momento e per affrontare gli scenari economici che nel futuro saranno molto diversi da quelli in cui sono abituate a vivere. L’al-
leato che per primo vogliono trovare al loro fianco è la Pubblica Amministrazione. Primo tra tutti, un intervento conciliativo quale quello della sospensione per l’anno in corso dell’applicazione degli studi di settore porterebbe grandi benefici. Gli studi di settore, in questo momento di forte mutamento delle dinamiche di mercato, stanno mostrando evidenti pecche. Il primo limite, in termini di importanza, è connaturato al loro metodo di funzionamento che prevede l’analisi di quanto accaduto nel passato per definire quelle funzioni matematiche che sono alla base del calcolo dei ricavi stimati. La stragrande maggioranza delle imprese si troverà davanti a questo strumento con una sola possibilità: non adeguarsi. Questo comporterà un aggravio dell’attività dell’amministrazione finanziaria, che si troverà costretta a procedere ad accertamento, quasi sempre non si raggiungerà un’adesione e si procederà al contenzioso tributario, con una spirale di attività e relativi costi che graveranno su imprese e amministrazione senza ottenere un reale ritorno. Meglio sarebbe concentrare l’energia dell’amministrazione finanziaria con interventi e verifiche mirate, tese ad analizzare soglie di reddito, investimenti reali, situazione economica del soggetto verificato. Un iniziativa straordinaria sarebbe
quella di fissare soglie di reddito minimo, al di sotto delle quali effettuare la verifica delle motivazioni che non ne hanno permesso il raggiungimento. Nel caso le motivazioni fossero realistiche, occorrerebbe per assurdo garantire incentivi a tali contribuenti, sanzionando, al contrario, chi ne avesse abusato. Per ridurre la presunta evasione e ridurre automaticamente i costi con un rilancio della spesa, poi, basterebbe applicare l’IVA al 4% al consumatore finale. Con questo intervento si otterrebbero sicuramente maggiori imponibili e, conseguentemente, il danno per lo Stato della riduzione dell’aliquota verrebbe compensato dalla maggiore base imponibile. Altra norma di reale impatto sull’economia sarebbe l’aumento della quota detraibile sulle spese mediche che al 19% non comporta reali vantaggi al consumatore finale rispetto ad altre soluzioni non convenzionali. Lo Stato non si dovrebbe fermare qui, dovrebbe prevedere una ristrutturazione del testo unico, abolendo tutte quelle norme che nel tempo hanno ristretto gli ambiti di detraibilità e deducibilità delle spese, sia delle persone fisiche sia delle imprese. L’alleanza tra mondo produttivo e Pubblica Amministrazione è l’unica strada possibile per il rilancio dell’economia reale
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il pubblico intervenuto all’areoporto di Pescara
» foto di Andrea Straccini
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seminari&convegni
DA DOCENTE A MANAGER
Il percorso formativo del progetto Minerva: un’iniziativa di Confindustria Pescara rivolta agli insegnanti degli Istituti superiori, che ha sottolineato l’importanza di esperienze condivise tra scuola e impresa
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inerva, in antichità simbolo della saggezza, ha dato il nome al progetto realizzato da Confindustria Pescara, rivolto ai docenti degli Istituti Superiori della provincia. Grazie all’intervento di manager ed esperti della rete confindustriale, è stato avviato un percorso di formazione manageriale gratuita rivolto ad un primo nucleo di Docenti Manager esperti in cultura d’impresa. L’obiettivo era creare un modello replicabile, finalizzato alla creazione di un albo docenti, che attraverso un training specifico, potessero diventare punto di riferimento per l’accrescimento delle capacità relazionali degli studenti. Negli 8 incontri -realizzati tra ottobre e novembre- sono state trattate tematiche trasversali quali la Valorizzazione e la motivazione delle risorse umane curate da Claudio Bonasia, direttore organizzazione & risorse umane della Fater SpA; Relazioni e comunicazione interpersonale nel modulo tenuto dal vice-presidente dei Giovani di Confindustria e componente del Board Scuola Università Formazione, Alessandro Addari; e la Gestione del tempo, con l’intervento del direttore di Confindustria Pescara, Luigi Di Giosaffatte. Dopo i saluti di Giuliano Bocchia, dirigente scolastico ITC “G. Manthoné”, ha aperto i lavori Silvano Pagliuca, vice presidente di Confindustria Pescara, che ha delineato il ruolo e l’impegno dell’associazione
» foto concesse da Confindustria Pescara
per favorire i flussi di comunicazione tra scuola e imprese e ha evidenziato come il vero fattore critico di successo per le imprese sia oggi la capacità di fare ricerca e innovazione, grazie alla valorizzazione delle persone. Le finalità del progetto Minerva sono sta- da sinistra: Alessandro Addari, Silvano Pagliuca e Claudio Bonasia te descritte da Luigi Di Giosaffatte, che ha rimarcato come la combinazione di “relaziol’importanza di “mettersi in di- ni e individui” generi un insieme scussione” da parte di imprenditori dotato di qualità e caratteristiche e docenti, con la finalità comune proprie e sconosciute a livello indi mettere al centro lo studente. dividuale. Claudio Bonasia, si è soffermato Alessandro Addari ha poi raccontasull’importanza della condivisione to casi di buona e cattiva comudi esperienze tra scuola e impresa, nicazione all’interno dell’azienda, per la valorizzazione delle persone. riferiti in particolare ai neoassunti, Proprio dalla Scuola nasce lo svi- sottolineando come la scelta del luppo delle capacità dell’individuo “cosa” e del “come” dire faccia la e tre situazioni rappresentano in differenza, nel percorso di crescita particolare il punto di contatto tra professionale di ciascuno. Gilberto scuola e impresa: la motivazione ad Ferri fondatore dell’omonimo grupapprendere, l’imparare ad imparare po, è intervenuto sottolineando e la capacità di comunicare. l’importanza di creare ulteriori ocLa parola è poi passata a Dario Si- casioni di incontro tra imprenditori moncini, docente di gestione della e docenti per favorire i reciproci conoscenza e delle risorse umane flussi di informazione ed avvicinare presso la facoltà di Scienze Ma- sempre più il mondo della Scuola a nageriali della D’Annunzio, che ha quello delle Imprese. Dopo la tavola delineato, con esempi efficaci, il rotonda, nella quale alcuni docenti valore della conoscenza in azienda che hanno partecipato al percorso e l’evoluzione nel tempo delle re- formativo hanno riportato la loro lazioni, da vita lineare a vita com- esperienza, sono stati consegnati plessa, quella odierna fatta di una gli attestati di partecipazione ai pluralità di relazioni, sottolineando Docenti-Manager
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seminari&convegni » di Marinella Assogna
TUTTI INSIEME CONTRO IL RICICLAGGIO Gestione della clientela, nuovi adempimenti per i liberi professionisti. Attività che comportano costi aggiuntivi, ma di grande aiuto nella lotta alle operazioni illecite
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erificare l’identità della clientela, registrarla adeguatamente e segnalare un’operazione sospetta effettuata da un proprio cliente all’UIF, unità di informazione finanziaria. Questi i tre principali adempimenti introdotti per i liberi professionisti dal D.Lgs. 231/07. Le novità in tema di antiriciclaggio al centro di un dibattito tenutosi presso l’auditorium Petruzzi di Pescara. In apertura dei lavori, i saluti dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Pescara portati dal consigliere Elisabetta Plevano, quelli dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Pescara ad opera del vice presidente Andrea Sapienza e di Cristiano Sicari, consigliere dell’Ordine degli avvocati di Chieti. Ha illustrato le criticità che i professionisti si trovano a dover affrontare nell’applicare la normativa, Domenico Di Michele, presidente della Fondazione per la promozione della cultura professionale dei dottori commercialisti di Pescara. Di Michele non ha mancato di sottolineare come ciò comporti un notevole aumento nei costi di gestione dell’attività professionale. «Il riciclatore è per definizione una persona insospettabile» –ha però spiegato Ranieri Razzante, presidente dell’Aira, l’associazione italiana responsabili antiriciclaggio, e docente di legislazione antiriciclaggio all’università di Reggio
» foto di Simone Cerio
da sinistra alcuni dei relatori intervenuti: Luigi Iachini Bellisarii, Roberto Di Mascio, Ranieri Razzante, Fabio Lussoso, Domenico Di Michele e Mirella Di Michele
Calabria- «Ed effettua operazioni lecite attraverso cui immette nel circuito economico-finanziario e patrimoniale soldi provenienti da attività illecite». Secondo Ranieri Razzante, questo tipo di collaborazione da parte dei professionisti può quindi essere di grande aiuto per le indagini e non comporta costi aggiuntivi così esagerati in quanto è di normale prassi che un commercialista, ad esempio, acquisisca dati riguardanti sia il cliente, sia l’attività da lui svolta. Sempre Ranieri Razzante ha tenuto a precisare che «la segnalazione sospetta non è una denuncia, non va segnalato un reato, ma solo un semplice dato probante un’anomalia nella normale attività del cliente. Le segnalazioni, inoltre, non hanno termine di prescrizione ed è garantita la riservatezza dell’identità di chi effettua la segnalazione». Questi ultimi concetti sono stati ribaditi dal tenente colonnello Roberto Di Mascio della Guardia di finanza di Teramo nel corso del
suo intervento riguardante le disposizioni di screening adottate in materia di verifiche. L’incontro si è concluso con le parole dei rappresentanti della Banca di credito cooperativo di Cappelle sul Tavo. «La nostra banca nasce nel corso dell’Ottocento proprio come strumento di lotta contro l’usura, per cui da sempre improntiamo la nostra attività alla legalità e al rispetto della persona», ha affermato Luigi Iachini Bellisarii, presidente della BCC. Ha infine illustrato nei dettagli le procedure che la banca ha introdotto per rispettare la normativa Mirella Di Michele, responsabile ufficio controllo della BCC
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seminari&convegni » di Massimo Avenali
DELVERDE PRONTA PER IL 2009 Molte novità in cantiere per il pastificio guidato da Leonardo Valenti. Dall’accordo con la Coca Cola al lancio di nuovi prodotti, guardando al mercato estero grazie al nuovo socio Molinos Rio de la Plata
“L
’entusiasmo della prima volta”. È stato questo il titolo della Convention Delverde svoltasi a Francavilla al Mare a metà novembre, la prima dopo la rinascita avvenuta tre anni fa grazie all’ingresso di nuovi manager e di nuovi soci che hanno riportato nuovamente il pastificio di Fara San Martino sul gradino più alto tra i produttori mondiali di pasta. All’incontro, organizzato in collaborazione con l’agenzia Virgola comunicazione, hanno partecipato tutti gli agenti del mercato Italia e i capi area della rete vendita, desiderosi di incontrare il management aziendale per fare un punto sull’attuale situazione dei mercati nazionali e internazionali e soprattutto per condividere gli obiettivi e delineare le nuove strategie per il prossimo anno. «Nonostante il periodo difficile per il nostro settore, che deriva dall’impennata del prezzo del grano a livello internazionale, abbiamo avu-
da sinistra verso destra: Carlo Raffa GDO Manager, Domenico De Marco responsabile vendite Italia, Leonardo Valenti amministratore delegato, Marco Vaglieco responsabile commerciale Italia, Pierluigi Picciani sales & marketing director, Armando Riccitelli responsabile vendite Italia divisione fresco, Alessandro Priscilli operation director
to la capacità e la forza di chiudere il 2008 in linea con gli obiettivi prefissati –ha sottolineato l’amministratore delegato di Delverde Leonardo Valenti nel suo deciso e applaudito intervento– e ora che ci troviamo in piena fase di sviluppo non possiamo certo fermarci. Occorre agire con coraggio e continuare ad accrescere ulteriormente, grazie al nostro nuovo socio Molinos Rio de la Plata, la potenzialità del marchio all’estero, dove è destinato il 60% della nostra produzione. Stiamo comunque facendo investimenti importanti anche a supporto della rete vendita per affermarci ulteriormente sul canale del piccolo e medio dettaglio in Italia». Molte le novità per il nuovo anno annunciate anche dal direttore commerciale e marketing Pierluigi Picciani, prima tra tutte l’accordo di co-marketing concluso con il colosso Coca-Cola, che partirà nel periodo natalizio in via sperimentale sulla grande distribuzione (iper e supermercati) di alcune aree e che
prevede la vendita di un pack che vede in accoppiata due bottiglie della nota bevanda con due pacchi di pasta Delverde. Ma tra le novità annunciate nel 2009 anche il lancio di nuovi prodotti come l’olio extravergine d’oliva 100% italiano e il restyling del packaging per la linea di pasta fresca, che si presenta con una differenziazione di colori per le varie tipologie. «Verranno anche incrementate le attività di promozione sul territorio nazionale –ha spiegato Picciani– in particolare abbiamo in programma di potenziare l’attività di promozione attraverso il Bus-tour che sfrutterà il pullman personalizzato Delverde allestito con un originalissimo ristorante itinerante: un modo immediato ed efficace per incontrare migliaia di consumatori in numerose città italiane, farli entrare in contatto diretto con i valori del mondo Delverde e con la qualità della nostra pasta che sarà preparata sul posto dai nostri chef»
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seminari&convegni » di Eleonora Lopes
LA TECNOLOGIA CHE PROTEGGE Security Forum a Francavilla al Mare. Esperienze a confronto per la sicurezza dei dati e delle persone
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massimi rappresentanti della Generale Romolo Bernardi, responsicurezza civile e militare, si sabile della Funzione Sicurezza di sono dati appuntamento in Finmeccanica, Vincenzo Zanni e Abruzzo, per il terzo anno Carlo Gualdaroni, presidente e consecutivo all’Elsag Datamat Se- amministratore delegato di Elsag curity Forum, l’evento promosso Datamat. da E-Security, società abruzzese controllata da Elsag Datamat (Gruppo Finmeccanica) e svoltosi lo scorso novembre nelle Sale del Romantik Hotel Sporting Villa Maria di Francavilla al Mare. Ad accogliere i responsabili della sicurezza del Governo italiano e i security manager delle aziende facenti capo a Bruce Schneier, esperto mondiale di crittografia, Finmeccanica e di im- oggi a capo della Sicurezza di British Telecom portanti realtà mondiali come Ferrari, Agusta Westland, An- «Siamo molto soddisfatti –ha rivesaldo Sts, Telespazio, Selex Galileo lato Rinaldo Cantò amministratore e Selex Communication c’erano il delegato di E-Security, il centro di
eccellenza per la sicurezza informatica di Elsag Datamat con sede a Montesilvano– sia per i contenuti tecnici del Forum, sia per aver stimolato il confronto delle esperienze e delle strategie necessarie ad assicurare la sicurezza dei dati e delle persone». Tra i vari temi di interesse civile e militare, affrontati nei due giorni di lavoro, di particolare rilievo è stato l’intervento sul monitoraggio in tempo reale della sicurezza delle reti, argomento quest’ultimo che vede impegnata in prima fila proprio la società abruzzese E-Security e che è stato sviluppato da Bruce Schneier uno dei più grandi esperti mondiali di crittografia, attualmente a capo della sicurezza di British Telecom
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Elsag Datamat: il Polo Italiano della Sicurezza Elsag Datamat è la società del Gruppo Finmeccanica concepita per mettere a fattor comune e valorizzare il know how e l’immenso patrimonio professionale di due importanti realtà industriali come Elsag e Datamat unitesi nel 2007. Due società dall’illustre passato, accomunate dall’attitudine ad anticipare il futuro, con percorsi diversi che si sono incontrati e incrociati su un terreno comune di valori e orizzonti condivisi: esperienza, eccellenza tecnologica, tendenza all’innovazione, dinamismo, fantasia progettuale. Elsag Datamat rappresenta il “Polo italiano della sicurezza”, ponendosi quale maggiore realtà nazionale del settore, con un’esperienza unica nel panorama industriale italiano e distintiva anche a livello globale, che la rende un vero e proprio centro di eccellenza nella progettazione, realizzazione
e commercializzazione di prodotti, sistemi, soluzioni e servizi ad alto contenuto tecnologico per l’automazione postale e industriale, la sicurezza, la difesa, lo spazio, i trasporti e l’informatica. Tra le prime società del nostro Paese ad ottenere aree dedicate con certificazione ISO 27001, mediante l’approccio securbusiness® l’azienda propone soluzioni complete e integrate per la sicurezza delle infrastrutture critiche nazionali, del territorio, dei confini e delle comunicazioni su reti. In Abruzzo, Elsag Datamat mette la propria esperienza e le proprie competenze al servizio di enti pubblici e privati, organizzazioni e imprese attraverso E-Security che rappresenta uno dei fiori all’occhiello dell’intero gruppo e che da Montesilvano gestisce clienti in tutto il mondo.
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eventi » a cura dell’area Media dei Giochi del Mediterraneo 2009
Pescara 2009 apre le porte al g8 La candidatura per ospitare i rappresentanti governativi della cooperazione e dello sviluppo, nasce da una proposta del presidente del Comitato Giochi del Mediterraneo, Sabatino Aracu ed è stata annunciata dal ministro Frattini
l’ambasciatore Alain Giorgio Economides, plenipotenziario del ministro degli Esteri Frattini insieme al presidente del COJM Pescara 2009, Sabatino Aracu
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no degli eventi collaterali del G8, il vertice degli otto Paesi più industrializzati del mondo che nel 2009 si svolgerà in Italia, potrebbe essere ospitato dall’Abruzzo. La proposta al Governo l’ha avanzata il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ed è stato lui stesso ad annunciarlo in occasione di una recente visita a Sulmona. Una candidatura, quella “abruzzese”, nata nel cor-
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so di un incontro istituzionale fra il ministro e l’onorevole Sabatino Aracu, presidente del Comitato Pescara 2009. L’iniziativa, dall’alto profilo istituzionale, si dovrebbe svolgere dal 22 al 25 maggio, e interesserebbe i ministri della Cooperazione e dello Sviluppo. «L’idea di associare un grande evento come i Giochi ad altre manifestazioni è sempre stato un mio
proposito e con una sessione del G8 in Abruzzo, ad un mese dall’apertura dei Giochi del Mediterraneo, la nostra regione, si proietterebbe in una dimensione davvero internazionale» afferma Sabatino Aracu. Un anno ricco di occasioni per l’Abruzzo, dunque, quello che si sta avvicinando. Stiamo parlando di eventi, una delle sessioni del G8 e i Giochi, che hanno un peso specifico e obiettivi molto diversi,
naturalmente. A “legarli” è proprio il filo tessuto dal presidente del Comitato Pescara 2009, il quale, ha sempre creduto che al grande evento sportivo, dovessero affiancarsi iniziative che rappresentassero anche una “sfida” per il territorio; occasioni di crescita innanzitutto istituzionale e culturale e poi anche una spinta all’innovazione per il mondo imprenditoriale con particolare riferimento a quello che opera nei settori del turismo e dei servizi. L’occasione si è concretizzata una fredda e nuvolosa mattina di novembre, quando a Montesilvano è arrivato Alain Giorgio Maria Economides, direttore generale per la cooperazione e lo sviluppo del Ministero degli esteri. «Dalla ipotesi alla realtà, dalla condivisione con il ministro Franco Frattini, si è presto passati alla messa in moto della macchina organizzativa» è stato il commento di Aracu, il 25 novembre, quando, insieme al sindaco di Montesilvano, Pasquale Cordoma, ha accompagnato il plenipotenziario del ministero degli Esteri nella sua visita alle strutture alberghiere
e convegnistiche della costa adriatica per verificarne la rispondenza ad un evento come quello annunciato. Il sopralluogo ha interessato i grandi alberghi di Montesilvano e Silvi e la struttura ex Aurum di Pescara; una “location” quest’ultima, suggestiva ed elegante, che potrebbe prestarsi a diventare uno dei con-
tenitori più raffinati degli eventi della quattro giorni di maggio. La sessione collaterale al G8 sarebbe presieduta dallo stesso ministro Frattini e sarebbe riservata ai ministri della Cooperazione e Sviluppo. Per questa circostanza speciale parteciperebbero anche alcuni Paesi del continente africano
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da sinistra, Mario Di Marco, direttore generale COJM Pescara 2009, l’ambasciatore Alain Economides e il presidente del COJM, Sabatino Aracu
L’Organizzazione dei Giochi del Mediterraneo supera il severo esame della Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) L’organizzazione di Pescara 2009 supera brillantemente uno dei più importanti ed impegnativi esami in vista dei Giochi del Mediterraneo. La WADA (World Antidoping Agency) ha infatti giudicato conforme a tutte le disposizioni del nuovo Codice Mondiale Antidoping - entrerà in vigore il primo gennaio 2009 - la guida redatta dall’Area Medica dei Giochi, diretta quest’ultima da Carlo Tranquilli. L’importante documento sarà punto di riferimento imprescindibile per tutte le procedure che dovranno essere obbligatoriamente espletate durante la manifestazione (nella corposa guida è contenuta, ovviamente, anche la lista delle sostanze proibite). Una commissione internazionale in sede di gara deciderà quali saranno gli atleti da sottoporre ai controlli. Gli esami verranno svolti a Roma, dal laboratorio della Federazione Medico Spor-
tiva Italiana, unica struttura in Italia ad essere accreditata dalla WADA (fondazione indipendente creata nel 1999 dal Comitato Olimpico Internazionale per coordinare la lotta al doping nello sport). Il professor Tranquilli è direttore sanitario dell’Istituto di medicina e scienza dello sport del Coni e da tempo collabora con prestigiosi organismi internazionali: è rappresentante NADO – National Antidoping Organization – per il Governo Italiano presso il gruppo di monitoraggio sul doping al Consiglio d’Europa ed è componente del gruppo di lavoro della WADA per la realizzazione del passaporto biologico dell’atleta. Amar Addadi, presidente del CIJM, commenta soddisfatto: «Tempestività e scrupolosa professionalità hanno portato a questo successo che attesta ancora una volta il grado di efficienza del Comitato Pescara 2009»
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eventi
UN PREMIO PER DUE La settima edizione del riconoscimento “Teramo che lavora” ha visto premiati gli imprenditori Sabatino Cantagalli e Linda Montauti. Presentatori d’eccezione della manifestazione Massimo Giletti, Francesca Rettondini e Barbara Bouchet
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orna, per il settimo anno, il prestigioso premio “Teramo che lavora”. Un riconoscimento per valorizzare gli imprenditori più meritevoli dell’economia locale. In un’unica serata, l’associazione che porta il nome del premio, raduna tutte le eccellenze imprenditoriali che lontane dalla cronaca quotidiana, con sacrificio e tanta passione, sono i veri protagonisti dell’economia del nostro territorio. «Questo premio –ha dichiarato Patrizio Panichi, presidente dell’omonima associazione– è nato 7 anni fa per dare valore all’imprenditorialità teramana e abruzzese, pronta a rimboccarsi le maniche e portare la nostra economia fuori dalla secche della recessione». La manifestazione, articolata in due parti, ha avuto inizio nella mattinata al centro fieristico di Sant’Egidio alla Vibrata, con un incontro con circa 1000 ragazzi delle scuole medie e superiori di 6 comuni della zona, per parlare di educazione ambientale e per sensibilizzare i ragazzi sulla raccolta differenziata. La premiazione si è svolta durante la cena di gala, al Panoramic di Tortoreto. A condurre la serata, il giornalista Rai Massimo Giletti, insieme all’attrice Francesca Rettondini che, seguendo il trend del momento, è diventata stilista di abiti da donna. E per presentare i suoi seducenti modelli ha scelto proprio il parterre di “Teramo che lavora”.
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da sinistra: Francesca Rettondini, Enzo Decaro, Sabatino Cantagalli mentre riceve il premio “imprenditore dell’anno”, Barbara Bouchet, Massimo Giletti e l’organizzatore della manifestazione Patrizio Panichi Linda Montauti riceve il premio “imprenditrice dell’anno”
il Cav. Giandomenico Di Sante riceve il “premio speciale per il Cavalierato del lavoro” (titolo attribuitogli lo scorso giugno) dall’amministratore delegato e vicepresidente Confcommercio Teramo Giammarco Giovannelli e dal prefetto di Teramo Francesco Camerino
Al loro fianco anche Barbara Bouchet. Una platea di più di 400 persone. Esponenti del mondo politico, militare, economico. Ma non sono mancati ospiti canori, sportivi, attori di cinema e teatro. L’evento è stato patrocinato da: Regione Abruzzo, Pronvincia di Teramo, Università degli Studi di Teramo, la Confcommercio Teramo-Abruzzo, Confindustria Teramo, Federalbeghi Teramo-Abruzzo, la CCIAA di Teamo, dalla società Poliservice e da diversi comuni della Val Vibrata.
Ma torniamo al cuore della manifestazione. Il premio di “imprenditore dell’anno” è andato al vulcanico Sabatino Cantagalli, costruttore edile, titolare della Cantagalli Costruzioni. Quello come “imprenditrice dell’anno” è stato assegnato all’intraprendente Linda Montauti, ideatrice del “Parco avventura” di Prati di Tivo. Riconoscimenti anche per altri noti personaggi: Enzo Decaro, Piero Mazzocchetti, Cecilia Gayle e tanti altri. Nel corso della serata orchestrata da Giuseppe Racioppi, hanno sfilato anche i jeans
couture di Panichi e gli abiti da sposa di Angela Vitale. L’evento si è rivelato un mix di moda, musica, arte e intrattenimento, ma senza mai trascurare quello che è il fine della manifestazione: far conoscere al nostro territorio uomini determinati, lungimiranti e capaci, che rappresentano un Abruzzo sano e in grado di produrre. A detta del presidente Panichi, prossimo step dell’associazione, superare i confini regionali. Una mission senz’altro possibile
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IL PREMIO “TERAMO CHE LAVORA” È nato con l’obiettivo di valorizzare gli imprenditori più meritevoli nei settori trainanti dell’economia teramana: industria, artigianato, commercio, agricoltura, pesca e turismo. Il premio “Teramo che lavora” vuole essere uno stimolo, accompagnato dalla gratitudine, a quelle imprese e singoli operatori che nell’arco dell’anno si sono di-
» foto concesse dall’associazione Teramo che lavora
stinti. Un riconoscimento all’abruzzese operoso, intraprendente ed intelligente, che abbia prodotto iniziative degne di stima. L’intento è quello di puntare i riflettori su coloro che con molteplici sforzi, sfidano i mercati nazionali ed esteri. Imprenditori che hanno voglia di fare, di lottare, di ampliare, di creare tanti e nuovi posti di lavoro.
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eventi » di Mariangela Scalzi
ABRUZZO TERRA DI MOTORI Al Salone EICMA 2008 una conferenza dedicata a un sistema made in Italy che fa scuola: il modello CISI. Pietro Rosica: «Siamo sempre in anticipo sui tempi»
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el mondo l’Abruzzo si è definitivamente accreditato come terra di motori, il più importante polo motociclistico d’Europa. Se n’è parlato all’EICMA, il 66° Salone del Ciclo e Motociclo di Milano, in una conferenza dal titolo “CISI Modello Made in Italy”, organizzata dal Consorzio Imprese Subforniture Italia. L’evento ha avuto l’ambizione di presentare la storia, i protagonisti e gli obiettivi del CISI, una filiera di aziende radicate nel distretto industriale della Val di Sangro, nata nel 1992 con dodici imprese e oggi arrivata a contarne ben diciotto. Il CISI non ha dubbi: è una squadra, e lo è in maniera vincente. Solida, dinamica e all’avanguardia, affronta unita la crisi congiunturale che attraversa globalmente il mercato delle due ruote. Integrazione, spinta all’innovazione e radicamento territoriale sono le materie prime. Dagli interventi dei
il vice presidente Honda Italia, Silvio Di Lorenzo
» foto concesse da CISI
relatori capiamo che il CISI rende millennio.» possibile un sistema competitivo Maurizio Caprino, giornalista de Il che gli altri faticano a realizzare: Sole 24 Ore e moderatore della conunire le migliori aziende del setto- ferenza, incalza i relatori e media re della subfornitura, collegarle tra le curiosità del pubblico. Silvio Di di loro, collegarle ai clienti. Ma non solo. La conferenza è l’occasione per comprendere quei fenomeni di sistema che fanno del Consorzio abruzzese un importante modello di integrazione territoriale e culturale. La sala è gremita, Honda Hornet in versione race “a marchio CISI”. gli associati CISI La trasformazione è a cura di Rossocromo (foto: P’tit Lu) occupano le prime file, molti clienti Lorenzo, presidente Confindustria costruttori europei ascoltano con- Chieti e vice presidente Honda Itacentrati in cuffia gli interventi in lia, illustra come sia stata una sfida traduzione simultanea. «Non pos- avvincente per Honda alimentare siamo esportare prodotti comuni in maniera sana questa rete e cre–dichiara il presidente del CISI Pie- scere insieme. Gabriele Scalzi, amtro Rosica- ma ministratore delegato Rossocromo, eccellenti. Que- riporta l’entusiasmante esperienza sto comunque del CISI nelle competizioni race: il non ci basta. gruppo si è distinto con la vittoria Noi esportia- del campionato Hornet Cup 2008. mo una cultura Mario Ranieri, amministratore d’impresa che si delegato CISI Service SpA, illustra basa sulla quali- gli scenari futuri dei servizi che la tà, la consegna, filiera è pronta ad accogliere, nella sicurezza, l’ottica di un affiancamento stratel’ambiente, tutti gico al nascente Campus dell’Innovalori che fan- vazione Automotive. Quest’ultimo no un’impresa il focus degli interventi di Enrico degna di essere Pisino, responsabile Unità Interiors tale nel terzo Fiat Group Automobile, e Raffaele
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eventi
la platea della Sala Gemini, Centro Congressi Fiera. In prima fila (da sinistra a destra) i relatori della conferenza Gabriele Scalzi, Enrico Pisino, Giovanni Di Fonzo, Mario Ranieri e i soci delle imprese del Consorzio
Trivilino, coordinatore tecnico del Patto Territoriale Sangro-Aventino. Un importante percorso di integrazione ha coinvolto il sistema territoriale e quello industriale, oggi pronti a lanciare la vera sfida: un
il presidente del Consorzio CISI, Pietro Rosica apre la conferenza. A sinistra Maurizio Caprino, moderatore e giornalista de Il Sole 24 Ore (foto: P’tit Lu)
Presidente Rosica, come si allena una squadra forte come il CISI? «Giocando continuamente in partita. Non ci alleniamo fuori campo, non teorizziamo il gioco. Il risultato è la prova del nostro gioco di squadra, ma restare in questa squadra richiede anche uno sforzo continuo.» Quale esperienza vi ha permesso
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polo d’innovazione in cui si farà non più solo subfornitura ma ricerca industriale, sviluppo sperimentale, prototipazione, innovazione, test e prove, alta formazione e formazione continua. La contamina-
zione è la parola che resta in mente a chiusura dei lavori, il filo rosso che descrive il circolo virtuoso. Ce lo conferma anche il presidente del CISI Pietro Rosica, nel rispondere alle nostre domande.
di convincere il mercato e acquisire clienti tra i maggiori costruttori europei? «Giocare in campo con il numero uno al mondo ha significato crescere. Imitarne e assorbirne le tecniche ha influenzato fortemente la nostra cultura e ci ha permesso di essere sempre in anticipo sui tempi. E pensare che oggi queste tecniche vengono proposte da grandi società di consulenza o insegnate nel mondo accademico». Qual è la sfida maggiore che oggi si presenta ad un gruppo localizzato come il Consorzio CISI? Essere riconosciuti dal territorio e dalle istituzioni. Solo a questo punto si potrà propagare la forza della localizzazione. È prematuro rivelare tutti i nostri progetti, ma in questa occasione vi anticipo che il CISI Service SPA si occuperà per primo di azionare una
filiera virtuosa in due direzioni: la responsabilità sociale e l’attenzione ambientale di filiera. Siamo forti perché non smettiamo mai di perdere di vista i reali problemi del territorio e di immaginare soluzioni realmente innovative. Ad esempio, dal mio punto di vista la sanità e lo smaltimento dei rifiuti sono le due vere emergenze della regione. Ancora una volta, il distretto industriale potrà intervenire, portando la sua logica di filiera e facendosi così portatore di tecniche e conoscenze che non sono, ad esempio, l’inceneritore. La nostra esperienza quotidiana ci suggerisce di valorizzare gli scarti e i rifiuti, riutilizzandoli all’interno del circuito economico, pena la dispersione di un grande potenziale per tutto il territorio». Se dunque di contaminazione si tratta, non sarà di certo quella ambientale
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eventi » di Denia Di Giacomo
SALVIAMO PESCARA Si riaccende l’aspra polemica da parte dell’Associazione SOS Inquinamento. Una annosa questione di grande importanza: Pescara ha bisogno della filovia. Ed è raccolta firme
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e nel più breve tempo possibile non si provvederà ad istituire un mezzo di trasporto pubblico come la filovia, Pescara andrà incontro ad una totale paralisi del traffico, con tutte le immaginabili e terribili conseguenze per la salute dei cittadini.» Queste le tonanti parole dell’insigne professore Glauco Torlontano che prosegue affermando «Nel 2009 scadono i cinque anni
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previsti per la costruzione della Filovia, anno tra l’altro dei Giochi del Mediterraneo, che contribuiranno ad aumentare il carico di traffico su una città come Pescara già arrivata al suo massimo limite». Glauco Torlontano, illustre ematologo nonché ex presidente della commissione Sanità e Ambiente e Medaglia d’oro al Merito della Sanità Pubblica, è dal 2000 alla presidenza dell’associazione SOS Inquinamento, che si occupa di
promuovere, sostenere e anche vigilare su tutte la attività preposte alla salvaguardia dell’ambiente. Guida la vice-presidenza dell’associazione, il noto imprenditore pescarese Gilberto Ferri, molto sensibile alle tematiche ambientali e tenace promotore della battaglia ideologica a favore di una città più pulita e vivibile. Ambiente sano significa anche aria pulita e non si può certamente affermare che la città di Pescara ne
il Cav. Gilberto Ferri ed il professor Glauco Torlontano
abbia da vendere. «In nessuna città d’Europa succede che ogni giorno entri un numero di auto superiore al numero dei suoi abitanti, come a Pescara. Siamo classificati tra le dieci città più inquinate d’Italia, tra le quali non c’è Roma», continua il professor Torlontano, estremamente preoccupato per la salute dei pescaresi, soprattutto dei bambini, che respirano la parte più bassa e più pericolosa dei pulviscoli contenuti nello smog.
Ma l’inquinamento non è fatto solo di pericolose particelle che respiriamo provocate, nel caso di Pescara, soprattutto dal traffico cittadino; esiste anche un inquinamento acustico, altrettanto importante per la nostra salute e per l’ambiente in genere, contro il quale SOS Inquinamento tenta di battersi ormai da anni. Ma snodo fondamentale della lotta di questa associazione è senza ombra di dubbio allertare l’opinione pubblica nei confronti della
“questione filovia” che snellirebbe tantissimo l’intero traffico cittadino, fornendo un servizio veloce, comodo e nel contempo ecologico. Negli anni ’90 per la realizzazione della filovia, il Comune di Pescara avrebbe ricevuto ben 32 milioni di euro da parte della Regione che ad oggi sembra abbiano fruttato 5,5 milioni di interessi e ben rimpinguato le casse del Comune stesso. Inoltre, ormai da tanto tempo, vanno avanti le polemiche relative al passaggio della filovia lungo la strada parco, polemiche sterili e fatte solo per puro interesse speculativo, questa è la palese denuncia del professor Torlontano. E allora, negli ultimi mesi, la battaglia si è riaccesa creando una grande mobilitazione pubblica attraverso seguitissime manifestazioni in Piazza della Rinascita a Pescara e grandi raccolte firme sostenute da altre 32 associazioni che hanno fornito tutto il loro supporto per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti di una problematica così urgente come mai a Pescara. Ma tanti altri ancora sono i punti toccati da SOS Inquinamento, come ad esempio il problema dei parcheggi di scambio e la velocità dei mezzi pubblici. «Da un sondaggio realizzato –spiega il professor Torlontano– oltre la metà degli intervistati afferma che userebbe di più il mezzo pubblico se solo fosse più veloce e più comodo». Sì, perché Pescara ha anche il grande privilegio di essere una città lentissima, dal punto di vista dei trasporti pubblici, con una media di 15 chilometri orari. Da fare invidia solo alle lumache
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eventi » di Marinella Assogna
PARLAMI, TI ASCOLTO Marchi di eccellenza e tanti appassionati nella 43a Fiera Mercato del Radioamatore organizzata a Silvi Marina. Grandi novità in tema di comunicazioni digitali
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enticinquemila visitatori sviluppate. in due giorni, oltre 160 Tante le applicazioni: dalla traespositori, 60 soci impe- smissione di semplici segnali audio gnati nell’organizzazione come la voce, trasformati però da per 6 mesi: sono i numeri della 43° analogico a digitale, all’invio di Fiera Mercato del Radioamatore, a coordinate per sistemi GPS, fino cura della sezione pescarese del- alla normale navigazione sul web. l’Ari, l’Associazione Radioamatori «È la prima volta che il D-Star viene Italiana. Un evento che si ripete presentato in Italia -afferma Antoogni anno, l’ultimo fine settimana nino Di Camillo, presidente dell’Ari di Novembre, e che da tempo è un Pescara e curatore della mostra punto di riferimento per il centro mercato- peculiarità del sistema sud. Al PalaUniverso di Silvi Mari- è che le trasmissioni digitali sono na, dove è stata allestita la mostra, possibili anche punto-punto, senza tanti appassionati di radioamanti- ricorso ad alcun ripetitore». A scosmo, ma anche tanti imprenditori, po dimostrativo è stato effettuato venuti a conoscere le ultime novità un collegamento con la fiera del del settore radio e telecomunica- radioamatore di Verona. zioni. Sono marchi di eccellenza nel setGrande novità di questa edizione tore: Marcucci è il leader italiano sono state le comunicazioni D-Star, nel campo della distribuzione di basate sulla tecnologia della mul- ricetrasmittenti per uso profestinazionale giapponese Ikom, nel- sionale. Ikom, di cui Marcucci è lo stand della Marcucci di Milano. rappresentante per l’Italia, è una D-Star è acronimo di Digital Smart multinazionale fondata ad Osaka Technologies for Amateur Radio, ed nel 1954 ed è oggi leader mondiale è un protocollo di comunicazio- nella produzione di apparecchiatune digitale standard open source re per comunicazioni radio. Altra realizzato dalla Jarl. Permette di realtà imprenditoriale di rilievo è accedere a Internet tramite un stata l’ICAL, una società nata nel apparato radiantistico e consente 1976 per dare un unico riferimento comunicazioni, a prestigiosi marsia in fonia dichi giapponesi che gitale sia con volevano sbarcare dati, in maniera sul mercato Eurototalmente svinpeo. colata da una inAccanto a Hitafrastruttura. Una chi, Casio, Dikom possibile solue Samsung, l’Ical è zione all’assenpresente sul merza di reti fisiche cato italiano dal nelle aree meno Antonio Di Camillo, presidente di Ari Pescara 1993 in qualità
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un momento della fiera di Silvi
di distributore del marchio Vertex Yaesu, produttore specializzato in progettazione e sviluppo di apparecchiature ricetrasmittenti. «Nel caso dei prodotti Yaesu -sottolinea Di Camillo- parliamo di tecnologie ancora in analogico, ma di altissima qualità». Testimonia la centralità dell’appuntamento anche la scelta dei neo eletti vertici nazionali dell’Ari, il presidente Giancarlo Sanna e il segretario generale Mauro Pregliasco, presenti nei due giorni di fiera. «Ringrazio le ditte presenti e chi ha lavorato per la riuscita dell’evento -conclude il curatore della mostrain modo particolare la Marcucci, che ha donato alla nostra sezione Ari un nuovo ponte radio digitale che verrà utilizzato nella stazione per collegamenti internazionali che da poco abbiamo a Nocciano. Siamo tra le prime sezioni ad avere una apparecchiatura così all’avanguardia, in un momento che vede intensificarsi la cooperazione dell’Ari per le attività di protezione civile»
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eventi » di Eleonora Lopes
BARBUSCIA E LINDE 10 ANNI DI SUCCESSI Un traguardo importante, festeggiato da oltre cento imprenditori abruzzesi. Una partnership fondata su stima, fiducia e professionalità
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rano presenti più di cento imprenditori abruzzesi per festeggiare l’importante traguardo della Barbuscia SpA: dieci anni di partnership tra la storica concessionaria pescarese e LINDE material handling, leader indiscusso nella costruzione di carrelli elevatori in Europa e in Italia. Per l’occasione giunti direttamente dalla casa madre italiana di Varese, l’amministratore delegato LINDE Italia Harald Foelkening, il direttore commerciale Angelo Maino e, per l’area manager, Michele Miele. Durante la cena, degustata tra le splendide colline di Francavilla, Piero Barbuscia, amministratore delegato del Gruppo, ha presentato agli ospiti la sua storica azienda. Un amarcord di foto recuperate per l’occasione, che raccontano la crescita professionale di una famiglia che ha fatto la storia delle concessionarie abruzzesi. Si è partiti da un documento della Ford che attestava la vendita di un auto da parte di Graziano Barbuscia, nonno di Piero, fino ad arrivare alle foto di oggi che ritraggono i figli di Piero: Luigi e Francesco. Dopo aver ringraziato tutti i clienti che da anni gli confermano fiducia, il patron della Barbuscia, ha lasciato la parola ad Harald Foelkening. «Per noi della Linde -ha spiegato Foelkening- è importante lavorare con aziende serie e affidabili come questa. Un rapporto il nostro, ba-
» foto di Simone Cerio
da sinistra: Luigi, Piero e Francesco Barbuscia; Harald Foelkening amministratore delegato LINDE Italia e il direttore commerciale LINDE Angelo Maino; in prima fila, Di Luzio della Vemac durante la serata di gala
sato da sempre su stima e fiducia reciproca e che riflette una lealtà e una professionalità che hanno fatto nascere in tutti questi anni una bella e solida amicizia». Numerose le aziende presenti alla serata che per prime hanno scelto la qualità dei carrelli LINDE e il servizio e la professionalità del Gruppo Barbuscia: dalla VEMAC con il titolare Di Luzio, ad Acqua & Sapone, rappresentata da Gino Barbarossa, la COSMETAL e tante altre, fra cui la BLG Logistics che ha appena acquistato 138 carrelli, ultima generazione LINDE, per la SEVEL della Val di Sangro. La Barbuscia si occupa della ven-
dita dei carrelli elevatori LINDE in Abruzzo, nelle Marche e in Molise. Questi macchinari, sono ritenuti tra i migliori in Europa per qualità e sicurezza. «È stata un’occasione per stare insieme –ha concluso Francesco Barbuscia, responsabile marketing del Gruppo- a chi ha creduto in noi e a chi continua a crederci. È un onore per il nostro Gruppo vedere riunite le più grandi realtà della nostra regione e le più alte figure di LINDE Italia per festeggiare insieme un traguardo importante raggiunto grazie al nostro lavoro, ma soprattutto grazie ai nostri clienti che ci continuano a scegliere»
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STIAMO LAVORANDO PER VOI Il settore lavoro della Provincia di Pescara presenta agli imprenditori del territorio i servizi gratuiti a loro dedicati
Antonio Castricone, assessore alle Politiche del Lavoro e Formazione Professionale della provincia di Pescara durante la presentazione del “Catalogo dei servizi per le imprese”
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l “Catalogo dei Servizi per le Imprese” è una delle ultime pubblicazioni firmate dal Settore Politiche del Lavoro, Formazione Professionale e Attività Produttive della Provincia di Pescara. Si tratta di uno strumento prezioso a disposizione degli operatori economici del territorio per orientarsi nell’ampia offerta di interventi che riguardano gli incentivi e gli
sgravi, i contributi per la formazione continua di imprenditori, manager e dipendenti, e i finanziamenti per l’attivazione di tirocini formativi e di borse lavoro. Il catalogo, dopo la distribuzione in anteprima nell’ambito della seconda Convention delle Imprese di Confindustria e Abruzzo Impresa, è stato presentato il 10 dicembre scorso all’Auditorium Petruzzi di Pescara nel corso
del seminario “La Provincia di Pescara per le imprese”. Nella prima parte, dopo l’introduzione dell’assessore alle Politiche del lavoro e formazione Professionale della Provincia di Pescara Antonio Castricone, si è svolta la sezione dedicata alla presentazione dei progetti, curata dal direttore Servizio programmi e progetti, Carmine Tontodimamma, dal direttore
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un momento della tavola rotonda con i rappresentanti delle organizzazioni professionali ed imprenditoriali
del Servizio di coordinamento dei Centri per l’impiego Anna del Sole, dalla Responsabile dell’Ufficio mobilità Isabella Mambella, cui hanno fatto seguito i contributi degli esperti Fabrizio Calore e Aldo Gandiglio. E’ seguita un’interessante tavola rotonda alla quale hanno partecipato i rappresentanti delle più importanti organizzazioni professionali e imprenditoriali come Luigi Di Giosaffatte dell’Unione Industriali Pescara, Lucia Todisco di Lega Coop, Carmine Salce di Cna, Ernesto Petricca di Api, Gianni Taucci di Confesercenti, Caludio Bonasia dell’Associazione italiana direttori del personale e Florio Corneli di Federmanager. Pur nella difficoltà di coinvolgere gli imprenditori in prima persona, tutti gli intervenuti hanno plaudito all’iniziativa della Provincia di Pescara di aprire il confronto con le parti sociali, in modo da tener conto delle effettive esigenze delle imprese locali e delineare insieme le linee guida per un settore fondamentale per la crescita delle imprese quale è quello della formazione professionale
e continua. “Nell’attuale scenario – ha spiegato l’assessore Antonio Castricone – le nostre imprese si confrontano in una competizione globalizzata e con mercati in rapida evoluzione e per questo è importante che la Provincia di Pescara assuma un ruolo attivo nello sviluppo del sistema produttivo, promuovendo attività di assistenza e di informazione con l’obiettivo di supportare le imprese in tutte le fasi del ciclo vitale”. Così anche per il 2009 saranno avviati i servizi di consulenza per la creazione d’impresa e per le imprese già in attività, e i servizi di formazione continua per gli imprenditori del territorio provinciale. Inoltre, con l’intento di conoscere con anticipo le reali esigenze di figure professionali richieste dal mercato del lavoro, la Provincia ha già avviato il monitoraggio dei fabbisogni professionali manifestati dal tessuto produttivo, in maniera da elaborare percorsi formativi adeguati ai bisogni attuali delle aziende. Con il servizio di pre-selezione, invece, l’Ente invece intende favorire l’incontro tra domanda e offerta
di lavoro, mentre hanno già avuto importanti risultati i servizi di inserimento lavorativo per l’utenza svantaggiata, come il progetto Silus, che offre alle aziende informazioni in materia di normativa specifica con particolare riguardo ad assunzioni, forme contrattuali e possibilità di accesso ad agevolazioni contributive ed incentivi economici. Di grande interesse si dimostrano infine i due “Progetti speciali”: il primo è denominato P.a.r.i., promosso dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale in collaborazione con la Regione Abruzzo, ed è finalizzato al re-impiego e all’incremento dell’occupazione di lavoratori svantaggiati, offrendo incentivi per le aziende che effettuano assunzioni a tempo indeterminato o determinato; il secondo è il progetto Enterprise Care e si pone invece l’obiettivo di monitorare le imprese per individuare tempestivamente i fattori di inefficienza operativa e gestionale e poter prevenire, quindi, eventuali situazioni di crisi
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eventi » di Eleonora Lopes
CIAPI: DA 40 ANNI AL SERVIZIO DEL CAPITALE UMANO Nei festeggiamenti per la lunga attività del Campus internazionale della formazione di Chieti, il bilancio dei tremila corsi erogati e le prospettive per il futuro
da sinistra i relatori intervenuti all’evento: il vice direttore area qualità monitoraggio e affari speciali Paolo Cacciagrano, l’amministratore straordinario Angelo Di Rosa, il direttore Beniamino De Nardis, il vice direttore vicario responsabile area programmi e progetti Nicola Santospago
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quarant’anni sono la vecchiaia della giovinezza e la giovinezza della vecchiaia». Per festeggiare le sue nozze d’argento ha scelto questa significativa frase di Victor Hugo il Ciapi Abruzzo, Campus internazionale della formazione, e la proiezione del filmato Ciapi: 1968-2008: una storica azienda di servizi per la formazione, a docenti o collaboratori che hanno contribuito a scrivere la storia dell’istituto. Davvero numerosi gli intervenuti all’incontro, avviato da Angelo Di Rosa, amministratore straordinario del Ciapi, che dopo aver ringraziato gli ospiti presenti, molti dei quali ex dipendenti, ha tracciato un excursus sulla storia e l’evoluzione del Campus.
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«Il Ciapi -ha affermato Di Rosanacque nel Mezzogiorno per sostenere un’economia sottosviluppata attraverso la diffusione di figure professionali specializzate. Da allora, si è fatta tanta strada, ma possiamo e dobbiamo ancora crescere, in questo momento più che mai. Vedo un futuro molto positivo nel quale la formazione e le competenze possono rappresentare, attraverso una giusta rete di alleanze, un mezzo per accrescere il nostro tessuto imprenditoriale». Dopo la relazione dell’amministratore Di Rosa, si sono susseguiti molti interventi di saluto. A partire da docenti degli anni passati tra i quali l’economista Giuseppe Mauro, che 15 anni fa ricoprì anche il ruolo di amministratore del Ciapi e
oggi fa parte del Comitato tecnicoscientifico dell’istituto. Poi è toccato al professor William Cerritelli, un tempo commissario straordinario del Ciapi, fino ad arrivare al primo assunto, il signor Prencipe, che un po’ commosso ha rivelato ai suoi ex colleghi che da quando era andato in pensione non era più entrato nel Campus. La parola è poi passata al vice direttore vicario responsabile area programmi e progetti Nicola Santospago (al Ciapi da più di trent’anni) e al vice direttore area qualità monitoraggio e affari speciali Paolo Cacciagrano, che hanno illustrato la realtà attuale dell’istituto, tesa verso l’innovazione e sempre più aperta al mercato. A conclusione dell’incontro, il pa-
l’economista Pino Mauro durante il suo intervento al Quarantennale del Ciapi
drone di casa, il direttore Beniamino De Nardiis, che ha affermato: «In 40 anni abbiamo organizzato oltre 3mila corsi seguiti da più di 30mila allievi, che qui dentro hanno acquisito un valore aggiunto che poi hanno riversato sull’economia abruzzese. Il Ciapi, è un “bonum comunitatis”, appartiene
alla società. E proprio per questo, abbiamo l’obbligo di continuare a lavorare con legalità, trasparenza ed etica, valori per noi imprescindibili». Al termine della cerimonia, la consegna delle medaglie commemorative per i numerosi partecipanti
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il numeroso pubblico presente alla cerimonia
COS’È IL CIAPI Il Ciapi fu costituito nel 1968 per accompagnare, con lo strumento della formazione, la crescita industriale dell’Abruzzo che si avviava in quegli anni, con l’insediamento di alcune grandi e medie imprese nazionali che localizzavano i loro impianti produttivi nel Mezzogiorno d’Italia. Negli anni successivi il Ciapi, ampliò il mercato di riferimento cui indirizzare i propri servizi, con migliaia di corsi e con il coinvolgimento di decine di migliaia di allievi. Fin dall’inizio il Ciapi organizza corsi e attività formative per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro di giovani e adulti e per qualificare maggiormente coloro che già lavorano. È oggi un’associazione le cui quote sono per circa il 98% possedute dalla Regione Abruzzo. Altri soci sono l’Amministrazione Provinciale di Chieti e l’Amministrazione Provinciale di Pescara. Il Ciapi opera in Italia e all’estero.
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eventi » di Arturo Sarrantonio
«LUIGI D’AMICO» DOLCI BUONI COME IL PANE
Quaranta studenti di Economia della d’Annunzio in visita alla storica impresa dolciaria di Manoppello. Un’occasione unica per conoscere da vicino chi ha saputo stare sul mercato da 80 anni. L’ultima novità è dedicata ai ristoranti
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ntrare in azienda, prendere contatto con una realtà vera, che produce. Dinamica ma nello stesso tempo sotto controllo, con dei problemi da risolvere e delle situazioni da affrontare. Questo lo scenario in cui sono stati proiettati circa quaranta studenti della facoltà di Economia della d’Annunzio, al loro ingresso nella storica impresa dolciaria Luigi D’Amico di Manoppello, accompagnati dalla professoressa Petti, docente del corso di Teoria e Tecnica della Qualità. I ragazzi, preparati alla visita da un incontro sulla normativa ISO 22000 sistemi di gestione della sicurezza agroalimentare, sono stati accolti da un sorridente Pierluigi Francini, eccellente comunicatore e squisito padrone di casa. Dopo una brevissima pausa per indossare camici e cuffie, durante il giro in azienda è stato illustrato l’intero ciclo per la produzione dei dolci tipici: dall’ingresso delle materie prime alla cottura nei forni, dalla copertura con cioccolato all’imballaggio. In ogni fase è stata evidenziata la procedura seguita dall’azienda, certificata ISO 9001 dal 1999, e in fase di certificazione per la ISO 22000. Le procedure sono comunque già perfettamente integrate con quanto richiesto dalla sicurezza alimentare (HACCP) con un coinvolgimento concreto di ogni dipendente. Evidente la meticolosa ricerca della precisione, a partire dal layout
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essenziale ed efficiente, fino all’imballaggio effettuato in atmosfera controllata e con l’etichettatura totalmente automatizzata. Dopo un primo momento di ascolto, gli studenti hanno posto domande di tutti i generi: dalle strategie di marketing utilizzate al perché della notevole attenzione sull’utilizzo delle uova, dai mercati di riferimento al fatturato dell’azienda. L’interesse degli studenti si è manifestato soprattutto nel vedere la realizzazione di un prodotto reale e non di un teorico diagramma di flusso. Soprattutto è stato apprezzato il controllo di qualità al termine della fase di copertura di cioccolato. Un’esperienza decisamente unica. Francini ha poi descritto le ultime novità nell’offerta produttiva dell’azienda: la fornitura di pane appena sfornato al settore ristorazione nelle ore serali. Un sogno che sta realizzando assieme al figlio, ideatore di quest’operazione. «Un prodotto semplice come il pane ha spiegato Francini- può portare l’impresa a fare un passo diverso dai concorrenti, può essere la novità che mancava. In tal modo si Pierluigi Francini insieme ad Arturo Sarrantonio e Luigia Petti
Pierluigi Francini durante la visita alla storica impresa dolciaria Luigi D’Amico
ottengono due vantaggi: dare un prodotto nuovo al mercato e sfruttare i tempi morti della sede storica di via Pepe: niente male per un prodotto così semplice e comune. In fondo l’innovazione può essere anche la creazione di un nuovo mercato». Non dimentichiamo che tutto il processo produttivo è tenuto sotto controllo da un sistema di gestione appena introdotto. Molte innovazioni sono state apportate in azienda anche dalla ISO 14000, la norma di certificazione ambientale che ha prodotto nell’azienda fondamentali interventi nelle procedure e nell’attenzione verso la salvaguardia dell’ambiente. Di recente sono stati installati pannelli fotovoltaici per l’approvvigionamento dell’energia. A conclusione della visita, gli studenti hanno portato con loro il ricordo di un’azienda che realizza e commercia il suo prodotto da circa 80 anni e che nel tempo si è evoluta verso le nuove esigenze del mercato
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Siamo orgogliosi di servirvi anche a Chieti. Perché da sempre crediamo nei valori del localismo e della cooperazione, perché continuiamo a crescere nella nostra terra, perché desideriamo essere una nuova risorsa per l’economia locale proponendo soluzioni concrete per giovani, famiglie e imprese. Scopri a Chieti una Banca vicina e veramente differente, in ogni momento.
eventi » di Mauro Di Pietro
CELADA FA ROTTA VERSO SUD
Il Gruppo lombardo, leader nel campo delle macchine utensili, acquisisce l’abruzzese Cemu e si proietta a Chieti con una sede logistica che servirà tutto il Mezzogiorno
da sinistra: Mario Morosetti della Cemu e Guido Celada, presidente del Gruppo lombardo leader nella commercializzazione delle macchine utensili
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i punta sul Mezzogiorno, partendo dall’Abruzzo. Anche nella commercializzazione delle macchine utensili, la centralità della collocazione geografica fa il gioco della nostra regione. Su questo perno poggia la strategia del gruppo Celada nell’acquisizione della Cemu. L’operazione è stata ufficializzata nel corso dell’open house che, per tre giorni, nella nuova sede di via Vella a Chieti, ha dato la possibilità a clienti e utenti di visionare, da vicino, le capacità organizzative della nuova compagine. Il gruppo Celada è una realtà che opera in Italia da più di settanta anni, con un fatturato di 145 milioni di euro, 320 dipendenti e un
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indotto di oltre 150 unità. La commercializzazione di macchine utensili fu avviata, nel 1938, a Milano, dai fratelli Riccardo e Francesco Celada. La storia dell’impresa è legata a doppio filo con l’evoluzione stessa dei macchinari e dei ricambi generazionali che si sono susseguiti. Da macchine utensili, esclusivamente di produzione italiana, si è passati a quelle di importazione da alcuni paesi europei come Svezia, Inghilterra, Francia e Germania, e d’oltreoceano, dagli Usa. Per giungere alla terza generazione, con il timone ben saldo nelle mani di Guido Celada, che ha avviato i rapporti con i paesi del Sol levante. Una scelta strategica connessa all’evoluzione delle macchine uten-
sili, che vedono nell’Oriente un protagonista assoluto nell’impiego di sistemi a controllo numerico, e della robotica. Ma vi è poi anche una motivazione di tipo culturale e sportiva: Guido Celada a 9 anni vestiva il kimono e apprendeva l’arte marziale del karatè. Una passione che, con il tempo, gli ha consentito di conoscere e apprezzare la cultura giapponese e, va da sé, di avvantaggiarlo nello sviluppo dei rapporti commerciali con le maggiori e più importanti case costruttrici del mondo. «L’idea dell’acquisizione della Cemu –dichiara Guido Celada– nasce da una valutazione strategica della collocazione geografica, oltre che dalle potenzialità del mercato della
una delle macchine utensili presentate all’ Open House svoltosi nella nuova sede di Chieti
regione. Noi andremo a sviluppare, con la collaborazione del vecchio management e, in particolare, con Mario Morosetti, una vera e propria piattaforma logistica per tutto il Centro-sud Italia. Macchine utensili, ma, soprattutto, una base di appoggio e snodo per l’erogazione di servizi legati alla rigenerazione e manutenzione delle macchine, con il relativo stoccaggio dei pezzi di ricambio». La Cemu, nata nel 1981, passa dunque di mano. Una realtà tutta abruzzese cresciuta nel tempo, che ha conquistato un’interessante
quota di mercato, raggiungendo un fatturato di 3 milioni di euro. Mario Morosetti, fondatore della Cemu, con un futuro da protagonista nella nuova struttura, ha commentato: «Il mercato e l’evoluzione storica ci hanno spinto a concludere questo accordo. Il gruppo Celada, nel nostro settore, è l’unico che offre garanzie certe di crescita. Abbiamo compiuto questo passo con la convinzione di non chiudere il capitolo della nostra storia, ma di avviarne uno ancora più vivo e interessante»
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Non soli torni e frese L’operazione Cemu, curata, in qualità di advisor, dal commercialista Alfredo D’Incecco, rappresenta per Celada un ulteriore passo avanti nella crescita del business. La filiale abruzzese, dopo quelle di Torino, Bologna, Firenze e lo show room a Cologno Monzese di 3300 mq., costituirà il punto di riferimento per tutto il Centro sud. La crescita proseguirà nel 2009, con l’apertura di una filiale a Dubai,
grazie a Celada Middle East. Celada vende e assiste in tutta Italia grazie all’intervento diretto di tecnici specializzati, un magazzino ricambi completamente automatizzato di oltre 34.000 articoli e una superficie di 5500 mq, con 250 collaboratori. Il gruppo Celada, inoltre, è attivo nel campo della formazione con corsi che si svolgono presso il centro dedicato di Cologno Monzese. Tra i servizi alla clientela la consulenza in fase di pre e post vendita, l’assistenza diretta di tecnici specializzati sulle macchine installate e un call center sempre operativo. Ma il gruppo Celada si fa apprezzare, soprattutto, per la capacità di studiare e approfondire cicli tecnologici anche personalizzati e l’esecuzione di prove di lavorazione.
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eventi » di Lucia D’Angelosante
UNIVERSAL CAFFÈ, ANTICA PASSIONE PER IL GUSTO Fondata nel 1963, l’azienda di Moscufo produce da sempre miscele raffinate, molto apprezzate dagli intenditori ed oggi esportate in venti Paesi
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more per la tradizione e dinamismo aziendale: questa la formula vincente di Universal Caffè, che da 45 anni ha scelto di produrre solo miscele raffinate, uniche, riconosciute ed apprezzate dagli intenditori di tutto il mondo. Una vera e propria passione per il gusto quella tramandata da Raffaele Camiscia che fondò l’azienda nel 1963, con un unico obiettivo: offrire un prodotto d’eccellenza,
» foto concesse da Universal Caffé
senza trascurare l’accuratezza dei processi di lavorazione, fin da allora innovativi. Ciò gli consentì, in breve tempo, di diventare uno dei massimi operatori in Abruzzo in un ambito dominato da industrie nazionali. Facendo tesoro dell’esperienza del suo fondatore, le nuove generazioni Camiscia hanno preservato la più autentica tradizione del migliore caffè italiano, continuando nel contempo a studiare strategie di
produzione e distribuzione sempre più efficaci e all’avanguardia. Basti pensare che oggi Universal Caffè esporta in più di 20 paesi nel mondo, oltre ad essere presente in modo capillare in diverse regioni del centro-sud Italia. L’azienda di Moscufo è stata selezionata da un pubblico di esperti e studiosi italiani di geografia economica, politica aziendale e marketing come esempio di eccellenza imprenditoriale nel volume intito-
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eventi
la premiazione del Memorial Raffaele Camiscia
lo stabilimento Universal Caffé di Moscufo
lato 100% Espresso Italiano – Futuro dell’imprenditoria Italiana in un mercato globale in evoluzione. Alla presentazione ufficiale del libro, tenutasi nell’ambito della Quarta Edizione della fiera TriestEspresso Expo -la più importante fiera nazionale specializzata sulla filiera dell’industria del caffè espresso- erano presenti l’autore, il triestino Maurizio Cociancich, e i principali curatori dei vari interventi, che hanno selezionato la Universal Caffè in quanto realtà di spicco all’interno del panorama aziendale italiano, qualificandola allo stesso tempo come impresa brillante, attenta alle esigenze dei consumatori e particolarmente sensibile al mercato estero. Il vero segno distintivo dell’azienda, guidata oggi da Natascia Camiscia, figlia di Raffaele, è il dinamismo, che ha reso Universal Caffè un brand riconosciuto in tutto il mondo. Consapevole dell’attuale necessità di rilanciare la vera tradizione dell’espresso italiano in un mercato internazionale sempre più competitivo, Universal Caffè ha pensato di dare il suo contributo anche alla crescita della professionalità nel settore bar-caffetteria. Proprio con questa finalità, l’azienda ha coordinato la prima semifinale nazionale dell’8° campionato italiano baristi
caffetteria (CIBC) - 1° Memorial Raffaele Camiscia, che si è svolta per la prima volta in Abruzzo, attirando centinaia di persone intervenute per assistere alla gara. Eppure, non c’è solo il caffè al centro dell’attenzione della Universal. Da sempre animata da uno spirito solidaristico fuori dal comune, Natascia Camiscia ha segnato nell’agenda delle sue priorità l’impegno per il sociale, promuovendo due iniziative di forte impatto etico - solidali. La prima interessa la realtà del no profit abruzzese ed in particolare il Centro socio riabilitativo “Laboratorio Incontro” di Montesilvano, che si sostiene solo grazie ai prodotti artigianali realizzati dai ragazzi diversamente abili ospiti della struttura. Ecco perché Universal Caffè ha messo a disposizione gli spazi del punto Espresso Passion di Sulmona: un vero e
proprio coffee shop, inaugurato da pochissimo, dove è possibile acquistare direttamente gli oggetti confezionati dai ragazzi del Centro. Ma l’impegno dell’azienda si amplia con un progetto equosolidale legato al circuito internazionale del Fair Trade, a sostegno delle popolazioni che vivono nelle aree più svantaggiate del mondo. Nel 2007, infatti, l’azienda ha dato inizio ad una fitta collaborazione commerciale con una cooperativa etiope coltivatrice di caffè, originaria della regione del Sidamo, cui vengono garantite l’equità del trattamento economico, il rispetto dei diritti e la salubrità delle condizioni di lavoro. Il successo dell’operazione ha motivato l’azienda a proseguire lungo questa direzione: è prevista a breve, infatti, la commercializzazione di una nuova linea di prodotti “monorigine”, composti cioè da una sola provenienza di caffè, a marchio Fair Trade, grazie alla quale potenziare ulteriormente il progetto iniziale
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la raccolta del caffè da parte di alcune donne etiopi
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adagio con gusto
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la vita è bella passione motori
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XC 60, intrigante come una svedese
vi i di famiglia
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Duecento esercizi in un metro quadro
divudi
123 Il Divo
tempo rubato
125 La terra della mia anima
qb
127 In un brodo di giuggiole
un’ottima annata
129 Un, due, tre…stella!
Tra chiocciole e bicchieri il racconto dell’Abruzzo
passione motori
XC 60, INTRIGANTE COME UNA SVEDESE
Elegante, slanciato e funzionale: si presenta così il nuovo Suv Volvo
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a bella svedese sbarca in Italia. Si tratta della Volvo Xc 60, il nuovo Suv scandinavo che si preannuncia moderatamente rivoluzionario rispetto ai predecessori. L’ossimoro vuole sottolineare come le caratteristiche delle versioni Xc rimangano comunque immutate:
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trazione integrale, assetto rialzato ed eleganza funzionale. Rispetto alla 90 e alla 70, la Xc 60 si affida maggiormente all’espressività del design, abbandonando i retaggi più classicheggianti. Per rendere meglio l’idea, basterebbe citare il famoso Kinetic Design utilizzato dalla Ford (attualmente pro-
prietaria della Volvo) e trasposto al modello in questione. Le dimensioni parlano chiaro: 4,6 metri di lunghezza, 1,9 di larghezza e 1,7 di altezza configurano un Suv assai compatto. Il risultato è un’auto piuttosto slanciata e dinamica per la categoria, grazie ad alcuni elementi quali il frontale allungato, la profonda scalfitura laterale curva, il montante posteriore inclinato, la linea di cintura alta e a cuneo, la muscolosità dell’insieme. L’abitacolo, con le sue innovative linee curve, risulta più avvolgente e si sposa bene con i comandi “hi-tech” orientati verso il guidatore. Trattandosi di una vettura destinata al tempo libero, grande attenzione è posta alla versatilità dell’abitacolo: in particolare si notano le cinque sedute, con le tre posteriori che, pur facendo parte di un divano unico, sono ribaltabili singolarmente, e con quella del passeggero anteriore che presenta
lo schienale abbattibile in avanti. Un passo avanti, dunque, nell’evoluzione del design svedese, che tiene conto dei gusti delle ultime tendenze in fatto di stile, e dei rinnovati gusti degli automobilisti a livello internazionale. Da segnalare l’attenzione maniacale all’ambiente: ci si è ovviamente concentrati sull’efficienza energetica dei motori e sulla capacità di produrre minori sostanze inquinanti, attraverso l’elettronica, il filtro anti-particolato nei motori a gasolio e il perfezionamento dei catalizzatori, pur con valori assoluti non bassissimi a causa di vari fattori, quali l’alta cilindrata delle motorizzazioni e del peso. Ambiente sì, ma anche sicurezza. City Safety, per l’esattezza: se l’auto si sta avvicinando ad un ostacolo o a un’altra vettura che rallenta, non solo ciò viene preventivamente segnalato, ma, fino a 30 km/h, l’elettronica è in grado di evitare o ridurre un eventuale impatto. Numerose sono poi le tecnologie (a richiesta) che aiutano a prevenire gli incidenti. Il Driver Alert Control e il Lane Departure Warning, ad esempio, emettono avvisi sonori con messag-
gi nella strumentazione, in caso di rilevamento di una “distrazione”. Sul piano della guidabilità, ottimi risultati su strada e fuoristrada, tanto che viene il dubbio che la
nuova Volvo sia davvero una off road… meravigliosa eleganza delle svedesi, quelle vere come la Xc 60. Andate a provarla presso la concessionaria Sisti Auto di Pescara
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Truck of the Year 2009
vi i di famiglia » di Marinella Assogna
DUECENTO ESERCIZI IN UN METRO QUADRO Kinesis, l’ultima novità Technogym per l’home fitness. Tra design e biomeccanica, è adatta all’utente esperto e al principiante
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edicarsi al benessere fisico nell’intimità di casa propria e senza vincoli di orario. Kinesis è l’ultima novità di Technogym per l’home fitness. Non è solo un attrezzo, ma un vero e proprio complemento d’arredo, attraverso cui è possibile eseguire oltre 200 esercizi in un solo mq. Kinesis è adatto a ogni tipologia di utente, dal principiante al più esperto. È ergonomico, silenzioso e sicuro. L’innovazione è “fullgravity”, un brevetto che nasce dall’ispirazione alla natura e alla scienza, per consentire un movimento libero e fluido. Grazie alla sua versatilità è possibile svolgere un allenamento unico e personalizzato. Gli esercizi base consentono di allenare muscoli specifici come pettorali, dorsali, addominali, glutei
e quadricipiti. I combinati, invece, permettono di attivare contemporaneamente muscoli diversi. Il display digitale soft touch facilita la scelta dell’allenamento da svolgere. Con Kinesis si migliorano le abilità motorie fondamentali, ovvero forza, resistenza, equilibrio e flessibilità. Si possono eseguire esercizi di stretching. Si controllano la postura e il respiro, essenziale per un corretto allenamento. Progettato coniugando design e biomeccanica, Kinesis è un attrezzo completo, è disponibile in più di una versione e occupa uno spazio minimo. Non solo un modo per avere mens sana in corpore sano ma anche per trascorrere momenti piacevoli con se stessi o, perché no, con il proprio lui o la propria lei o, ancora, con tutta la famiglia
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Una parata di stelle. BARBUSCIA S.p.A. PESCARA - Via Tiburtina, 141
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divudi
il divo data di uscita in DVD: novembre 2008 regista: Paolo Sorrentino cast: Toni Servillo, Anna Bonaiuto, Giulio Bosetti, Flavio Bucci, Carlo Buccirosso, Giorgio Colangeli, Piera Degli Esposti genere: drammatico durata: 110 minuti trama: Protagonista da decenni della politica italiana, Giulio Andreotti si appresta a essere nominato Presidente del Consiglio per la settima volta. È il 12 aprile 1991. Successivamente la sua “corrente” si prodiga affinché venga nominato Presidente della Repubblica, ma il tentativo fallisce. Nel frattempo, in un paese in cui la parola mafia fa sempre più rumore, iniziano le indagini sulla presunta associazione mafiosa di Giulio Andreotti e sul suo coinvolgimento in più di un omicidio avvenuto per mano di Cosa Nostra. La corrente si sfalda sotto l’onda di Mani Pulite e nel 1993, a Palermo, inizia il maxiprocesso a carico di Giulio Andreotti per associazione mafiosa. Verrà definitivamente assolto dalle accuse dieci anni dopo.
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incitore del premio della giuria a Cannes, il film di Paolo Sorrentino racconta uno spaccato di storia italiana attraverso una delle figure che, più di altre, hanno lasciato il segno. Uno straordinario Toni Servillo interpreta Il divo, uno dei tanti appellativi attribuiti a Giulio Andreotti. Giunto al suo settimo mandato come Capo del Governo, lo statista continua la sua scalata al potere candidandosi alla Presidenza della Repubblica. L’obiettivo, però, non viene raggiunto. Il nuovo Presidente della Repubblica è Oscar Luigi Scalfaro, nominato mentre la Prima repubblica viene spazzata via da Tangentopoli. Andreotti è descritto come un uomo freddo, cinico, ironico e misterioso anche con la moglie Livia (Anna Bonaiuto) e con la segretaria Enea (Piera Degli Esposti), continuamente tormentato dall’emicrania. Ma a tormentarlo è anche la morte di Aldo Moro (Paolo Graziosi), la cui figura e le cui parole vengono costantemente riproposte nel corso del film. Il ritratto del politico si intreccia a quello di un’Italia trafitta dal dolore per le vittime della criminalità organizzata, tra cui il giudice Giovanni Falcone. Omicidi dei quali lo stesso Andreotti è sospettato di essere il mandante. Alle udienze del maxiprocesso di Palermo, ai suoi presunti rapporti con la mafia, tra cui il fantomatico incontro tra lo stesso Andreotti e il boss mafioso Totò Riina, all’altro processo in cui era imputato, con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio del giornalista Mino Pecorelli, è dedicata la seconda parte della pellicola. Il film non svela misteri, ma a Sorrentino va il merito di essere riuscito nella difficile impresa di descrivere un personaggio come Andreotti e di fare cinema politico mantenendo uno stile originale e graffiante
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tempo rubato Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare). Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere. Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli Editore
Massimo Carlotto
LA TERRA DELLA MIA ANIMA Edizioni e/o
il romanzo in breve Il protagonista è Beniamino Rossini, già noto ai lettori di Massimo Carlotto per essere stato compagno di avventure dell’Alligatore in cinque romanzi. Rossini, saputo di essere gravemente malato, decide di raccontare la sua “malavita” e di farlo nella forma di un romanzo di avventure scritto dal suo amico Massimo. Beniamino era un ragazzo quando conobbe Arturo, un contrabbandiere, ed è grazie a lui che entra nel “giro”. Per Rossini la terra della mia anima è la frontiera, luogo simbolo del contrabbando. Le tante avventure vissute nello svolgere questa attività illecita si intrecciano ad altrettante vicissitudini sentimentali in un avvincente racconto attraverso il quale Beniamino tira le somme di quello che molti chiamano destino.
le prime trenta righe Beniamino arrivò, come sempre, senza avvertire. Stavo lavorando sotto il loggiato quando lo vidi scendere dal taxi. Dalla grandezza della valigia capii che si sarebbe fermato abbastanza a lungo. Si tolse la giacca e andò subito nel capanno degli attrezzi. Tornò con una cesoia e un segaccio. «Bisogna portare la solandra, altrimenti non reggerà l’estate. E poi c’è uno dei lecci che sta crescendo tutto storto». Continuai a lavorare. Ogni tanto alzavo la testa dalla tastiera e lo vedevo usare quelle grosse forbici come se fosse un barbiere pazzo, e intanto parlava con le piante, commentava il tempo o raccontava del suo orto. Dopo un po’ venne a sedersi al tavolo. Si accese una sigaretta e la fumò guardando il mare. «Ho il cancro» disse. «Lo so». «Tre, al fegato». «Fai sempre le cose in grande». Tornò a osservare il mare. Il traghetto proveniente da Civitavecchia procedeva pigramente verso il porto di Cagliari. Da quando era arrivato non avevo fatto altro che sbirciarlo, cercando segni evidenti della malattia. Era solo un po’ più magro. Il collo ballava leggermente nella camicia e la pelle del volto era appena più scura intorno al naso e sulla fronte. Se non avessi saputo non avrei mai immaginato che la grande bestia lo aveva azzannato al fegato. Avrei pensato alla stanchezza e all’età che avanzava. D’altronde aveva sessantacinque anni, anche se pensava di averne venti di meno. L’ultima volta che l’avevo visto era stato qualche mese prima, in un locale notturno da qualche parte nel nordest. Stavo tornando da uno spettacolo insieme a Maurizio Camardi e avevamo fatto una piccola deviazione per andare a trovarlo. Mentre stavamo bevendo al bar del locale, aveva redarguito un sinto che aveva mancato di rispetto a un’entraîneuse. Il nomade lo aveva aspettato nel parcheggio e gli aveva piantato nel basso ventre la canna di una calibro 22, pretendendo delle scuse.
l’autore
Massimo Carlotto è nato a Padova nel 1956, vive in Sardegna. Ha pubblicato: Il fuggiasco (Edizioni e/o 1995), da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da Andrea Manni, La verità dell’Alligatore (Edizioni e/o 1996), Il mistero di Mangiabarche (Edizioni e/o 1997), Le irregolari (Edizioni e/o 1998), Nessuna cortesia all’uscita (Edizioni e/o 1999), Il corriere colombiano (Edizioni e/o 2000), Arrivederci amore, ciao (Edizioni e/o 2001), da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da Michele Soavi, Il maestro di nodi (Edizioni e/o 2002), L’oscura immensità della morte (Edizioni e/o 2004), Niente, più niente al mondo (Edizioni e/o 2004), Nordest (Edizioni e/o 2005), Mi fido di te (Einaudi 2007), L’alligatore (Edizioni e/o 2007) e Cristiani di Allah (Edizioni e/o 2008). È in uscita il suo nuovo romanzo Perdas de fogu (Edizioni e/o 2008).
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qb ovvero quanto basta per divertirsi in cucina e mangiar bene
IN UN BRODO DI GIUGGIOLE Cardone, cacio e ova, polpettine: profumo di casa e proprietà salutari in un piatto mai dimenticato, immancabile a Natale. I consigli di Gino Primavera per una preparazione accurata ma alla portata di tutti » di Tommaso Di Rino
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uando aprivo la porta di casa, di ritorno dall’università e da Bologna, cercavo subito di coglierne il profumo. Ero certo che mia madre non avesse mancato, neanche quella volta, di preparare “il piatto del figliol prodigo”, come puntualmente lo definiva. A distanza di anni il brodo di cardone è rimasto uno dei miei piatti preferiti e ora che lei non c’è più, in un certo senso mangiarlo mi consola. Sensazione da attribuire all’essenza stessa del piatto, secondo Gino Primavera, patron del Santa Chiara di Guardiagrele: «Nella tradizione abruzzese il brodo di cardone rappresenta la consolazione e la gratificazione: è tipico il suo utilizzo nel “consòlo”, il pranzo che i familiari del defunto consumano dopo il funerale; ma viene preparato anche per chi torna da un lungo viaggio. E, nell’immaginario collettivo, ha proprietà galattogene: veniva servito alle donne in lattazione». Piatto natalizio per eccellenza, diffuso in tutta la regione, nasconde ulteriori significati: «Gli ingredienti piuttosto numerosi ne fanno una pietanza tipica delle feste, che si distacca dalla maggior parte dei cibi della cucina tradizionale e povera. Trionfo dell’abbondanza e della sostanza, ha ingredienti grassi e corroboranti e rappresentava il desiderio di farsi una solenne mangiata quando c’era penuria di cibo. È il simbolo della “grascia”, l’abbondanza evocata in tempi di ristrettezze». Ci sono accorgimenti da tener presente nella scelta degli ingredienti e nella preparazione: «Un tempo si utilizzava per lo più carne di tacchino, oggi si preferisce la gallina. Forse perché i tacchini “moderni”, supergiganti e gonfi di mangime, conferiscono al brodo un sapore troppo intenso e poco gradevole. Se proprio si vuole questo tipo di brodo, bisogna scegliere tacchinelle femmine, non troppo cresciute e allevate al pascolo. La gallina va comunque benissimo, purché non sia la ovaiola rinsecchita, ma una bella gallina ruspante, grassa e pesante». Poi c’è la preparazione del cardone…«La vigilia di Natale, si scelgono cardi ben sbianchiti, si asporta la parte verde e si lessano le coste, lasciandole raffreddare in acqua dopo averle
Brodo di cardone (foto Gino Primavera)
tagliate a piccoli pezzi. Si può anche ricorrere a quello già pronto, ma non è la stessa cosa. Qualcuno adopera la cicoria. Quindi, con del buon macinato di vitello magro, precedentemente salato, pepato e lasciato riposare qualche ora, vanno preparate polpettine molto piccole, da tenere in caldo dopo averle lessate per breve tempo. Non rimane che mescolare uova e parmigiano e versare il tutto nel brodo, cuocendo ancora per una decina di minuti affinché tutti gli ingredienti si insaporiscano bene». E poi? Chiedo a Gino, che mi risponde secco: «Ne vanno mangiati svariati piatti, fino a che lo stomaco, gonfio e teso, non comincia a far male… »
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Osteria Santa Chiara Guardiagrele, via Roma, 10 Tel. 0871/801139 Chiuso il martedì. Orario: mezzogiorno e sera
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EUROFIL S.r.l. [anno di fondazione 1993] 64035 Castilenti (Te) C.da Cancelli, 11 tel. 0861.99971 - fax 0861.999493 www.eurofil.it - e-mail: eurofil@eurofil.it
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un’ottima annata » di Nicola Boschetti
UN, DUE, TRE… STELLA!
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rrivano le feste e, puntuali come i re magi, tornano le “bibbie” del mangiar bene e del bere eccelso. Complimenti ai “super stellati” italiani veri o presunti, e ai super vini ricoperti di bicchieri e di grappoli. A loro va il merito di rappresentare l’Italia enogastronomica nel suo lato migliore e di essere un faro per gli habitué della carta stampata. Il nostro Paese ha un patrimonio enogastronomico di migliaia di aziende vitivinicole e di ristoranti che accontentano tutte le esigenze e tutte le tasche. Molti di loro lavorano da anni con passione, onestà e sforzo quotidiano, facendo della qualità la loro fede di vita e riuscendo a mante-
nere rapporti qualità/prezzo spesso commoventi. Purtroppo, in molti casi, vengono penalizzati dai “gran giudici” delle guide. Ma mi chiedo: quante volte “questi signori” hanno visitato le cantine, visto i vigneti, le rese, la produzione? Quante volte sono entrati nelle cucine di un ristorante che poi giudicano? Hanno la conoscenza del territorio e dei suoi problemi? Conoscono le materie prime e la stagionalità del luogo? Alcuni sicuramente si ma, la maggior parte di loro vi assicuro no. È vero che tutto fa business ma è anche vero che molte aziende e ristoranti danno lavoro onesto a tante persone. Se non vogliamo esaltarli tutti, al-
meno lasciamoli in pace. Nei giorni scorsi una manifestazione ha ricordato Masciarelli e Valentini, due grandi, che in modo diverso hanno portato l’enologia regionale tra le eccellenze. Ma, in cuor mio, non posso non ricordare un altro piccolo grande uomo come Nicola Santoleri, che con la sua semplicità e disponibilità si è ritagliato uno spazio molto più grande e sincero di quello che gli assegnano i “chirurghi” delle guide. Le stelle e i bicchieri vanno e vengono, ma la storia e la continuità di decenni di un ristorante o di un’azienda vitivinicola, rimarrà sempre. Ai posteri l’ardua sentenza. Belle feste e un sereno anno nuovo a tutti
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Attenti a questi 2 Montepulciano d’Abruzzo Doc Dante, 2001 Conoscere questo vino ci sorprende per quanto si distacca dai vari Montepulciano d’Abruzzo che siamo abituati a bere. Unisce la potenza e la longevità di un grande Barolo al selvatico e speziato di un grande autoctono del sud. Nel bicchiere appare rosso cupo, denso, con riflessi quasi color castagna. Pulito al naso, troppo chiuso appena aperto, si consiglia di caraffarlo 2 ore prima. Regala frutta rossa, quasi sottospirito, ma nulla di spiacevole. Anzi, istiga a risentirlo continuamente per la ricca persistenza di tabacco e foglie secche. Molto speziato. In bocca scalcia: tannini ancora verdi, ricco di sapidità, ma di un gusto che crea eleganza e persistenza amarognola molto lunga e piacevole. Una struttura importante, di piccola produzione, eccellente con cacciagione e formaggi sapientemente stagionati, di lunga vita. Prezzo € 54,00 Az. Vitivinicola Marramiero, C.da S. Andrea 1 – 65010 Rosciano Tel. 085/8505766 - Fax 085/8505318 - www.marramiero.it
Ratafià Praesidium di Enzo Pasquale Sorprendente è dir poco. Per gli appassionati del bere dolce, è un esperienza da non perdere. Colore rosso vino, denso, quasi oleoso nel bicchiere, al naso si esalta la ciliegia e l’amarena. Molto pulito, non modificato da profumi aggiunti, ma solo grande materia prima e lavoro paziente. In bocca è un vero nettare, dolce ma non stucchevole, frutta vera, freschezza e lunghezza di sapore. Vini così sono una rarità da proteggere, sia per la loro bontà, che per la scarsa produzione di bottiglie. Eccellente con i dolci secchi, con il cioccolato, da solo. Provatelo con un gorgonzola molto vecchio. Durerà a lungo ma sarà impossibile non aprirlo per una bella serata tra amici. Prezzo € 24,00 bottiglia da 50 cl. Az. Agricola Praesidium, via N. Giovannucci, 24 - Prezza (AQ) Tel. 0864/45103
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adagio con gusto » in collaborazione con Slow Food Abruzzo
TRA CHIOCCIOLE E BICCHIERI IL RACCONTO DELL’ABRUZZO Vini d’Italia e Osterie d’Italia: tornano le prestigiose guide targate Slow Food. L’occasione per presentare il meglio dell’enologia e della gastronomia regionale e riflettere sulle tante potenzialità del territorio
» di Davide Acerra
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tagione di guide e di nuove uscite editoriali: ecco, allora, Vini d’Italia e Osterie d’Italia, due pubblicazioni che Slow Food Abruzzo ha voluto
presentare, come ogni anno, ai soci e a tutti gli appassionati della regione. Due occasioni per presentare il meglio dell’enologia e della gastronomia regionale e par fare il
punto su un settore, quello agroalimentare, sempre in continua evoluzione. Teatro della presentazione della guida Vini d’Italia 2009, a cui han-
nella prima fila di immagini, la serata delle “Chiocciole” all’Hotel Mara di Ortona: Patrizia Corradetti (osteria Zenobi) intenta a cucinare; un momento della cena; Luca Panunzio (Locanda Manthonè) scherza con Peppino e Arcangelo Tinari (Villa Majella) nella seconda fila: la presentazione della Guida Vini d’Italia 2009 a Sulmona; una delle splendide sale del complesso della SS. Annunziata che ha ospitato l’evento; Daniele Cernilli, direttore del Gambero Rosso e curatore della Guida
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no partecipato i due curatori nazionali Gigi Piumatti e Daniele Cernilli, è stata mercoledì 26 novembre la splendida cornice del palazzo del SS. Annunziata di Sulmona che, per la prima volta, ha aperto le sale di tutti i suoi musei (Museo Civico, Museo Archeologico e quello del costume) per proporre uno splendido connubio tra arte ed enogastronomia. La guida Vini d’Italia, giunta alla sua ventiduesima edizione, rappresenta ormai un vademecum sull’enologia d’eccellenza. In oltre mille pagine recensisce quest’anno ben 2250 aziende e circa 18 mila vini, di cui 339 “Tre Bicchieri”. L’Abruzzo ne conquista ben dodici,
segno dei notevoli progressi dell’enologia regionale, dell’affermarsi di una schiera giovane di produttori e soprattutto delle enormi potenzialità che il territorio abruzzese è in grado di esprimere. La parte del leone la fa ovviamente il Montepulciano d’Abruzzo, nel quale rientra anche la tipologia Cerasuolo (il primo rosato in Italia ad ottenere i “tre bicchieri”), e proprio dal rosso abruzzese arrivano i migliori risultati anche se belle sorprese si rilevano dal Trebbiano d’Abruzzo e dal Pecorino. La presentazione della guida Vini d’Italia ha rappresentato, quest’anno, l’occasione per Slow Food e Gambero
Rosso di ricordare due produttori abruzzesi scomparsi nel recente passato, Edoardo Valentini e Gianni Masciarelli, due “alfieri” dell’enologia regionale a cui va il merito di aver fatto conoscere l’Abruzzo vitivinicolo e i suoi vitigni, Montepulciano e Trebbiano d’Abruzzo, in tutto il mondo. Grande successo anche per la presentazione della guida Osterie d’Italia 2009 che, come recita il sottotitolo, è un vero e proprio Sussidiario del mangiarbere all’italiana. Diventata sinonimo della filosofia Slow Food, della cucina di qualità, di luoghi accoglienti, la guida nelle 19 edizioni fin qui pub-
in alto, la Guida Osterie d’Italia 2009 presentata dalla responsabile nazionale Paola Gho, dal coordinatore per Abruzzo e Molise Massimo Di Cintio, dal presidente Slow Food Abruzzo Raffaele Cavallo e da Tonino Verna presidente di Cantina Tollo. A seguire: Antonio e Cristina Di Giovacchino (Font’Artana); l’organizzatore dell’evento Davide Acerra, con Paola Gho e Daniela Battaglio, responsabile relazioni Osterie d’Italia in basso, un momento della degustazione dei “Tre Bicchieri” di Abruzzo e Molise; Gigi Piumatti presidente di Slow Food Editore e curatore della guida Vini d’Italia; Anna Berghella fiduciaria di Slow Food Sulmona, organizzatrice della serata; il pubblico intervenuto per l’occasione
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adagio con gusto
il presidente di Slow Food Abruzzo, Raffaele Cavallo, premia con la “chiocciola” 2009 Patrizia Corradetti e la sua osteria Zenobi di Colonnella
blicate, ha favorito la ripresa della gastronomia di tradizione regionale in Italia ed il moltiplicarsi di locali che ripropongono lo spirito delle vecchie osterie, con il gusto per la convivialità, il vino, il cibo semplice e genuino, i prezzi contenuti. L’Abruzzo è da sempre conosciuta come una delle regioni che meglio ha saputo conservare le proprie tradizioni alimentari e gastronomiche, pur non disdegnando, oggi, interpretazioni in linea con i mutati stili di vita e di consumo. In guida la nostra regione è rappresentata da 45 osterie di mare e di terra, 6 delle quali inserite nello speciale capitolo degli arrosticini, con 3 novità e ben 8 Chiocciole, il riconoscimento più importante ed ambito assegnato ai locali che meglio interpretano lo spirito della filosofia Slow Food. Sono state proprio le osterie premiate le protagoniste della serata, svoltasi martedì 2 dicembre negli spazi dell’hotel Mara di Ortona, con un menù che ha raccontato in maniera entusiasmante il territorio abruzzese
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LE OSTERIE CON LA CHIOCCIOLA
Taverna 58 di Pescara, Locanda Manthonè di Pescara, Locanda del Pompa di Campli, Font’artana di Picciano, Vecchia Marina di Roseto degli Abruzzi, Taverna de li Caldora di Pacentro, Villa Maiella di Guardiagrele, Zenobi di Colonnella.
I 3 BICCHIERI D’ABRUZZO
Pecorino 2006 e Montepulciano d’Abruzzo Malandrino 2006 di Luigi Cataldi Madonna; Trebbiano d’Abruzzo 2005 e Montepulciano d’Abruzzo Cerasuolo 2006 di Valentini; Montepulciano d’Abruzzo 1998 di Emidio Pepe, Montepulciano d’Abruzzo Solàrea 2003 di Agriverde, Montepulciano d’Abruzzo 2006 di Villa Medoro, Montepulciano d’Abruzzo Bellovedere 2005 di La Valentina; Montepulciano d’Abruzzo Marina Cvetic 2005 e Villa Gemma 2005 dell’azienda Masciarelli; Montepulciano d’Abruzzo Valle Reale 2006 di Valle Reale e Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg Zanna Riserva 2005 di Dino Illuminati.
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adagio con gusto » di Anna Berghella
AGLIO ROSSO DI SULMONA: PATRIMONIO DI BIODIVERSITÀ Le caratteristiche uniche al mondo del più importante prodotto agricolo della Valle Peligna. Un cultivar dalle proprietà ipotensive, antisettiche, antibiotiche e afrodisiache
Carlo Petrini, presidente internazionale di Slow Food, “indossa” l’aglio rosso di Sulmona. Al suo fianco, il produttore Antonella Ciavattone
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erra Madre, il meeting mondiale tra le Comunità del Cibo, ha avuto tra i protagonisti della sua terza edizione, l’aglio rosso di Sulmona. Una coltivazione antica e tradizionale che rischia di disperdersi. E’ stato lo stesso presidente internazionale di Slow Food, Carlo Petrini, ad esortare i produttori peligni a non mollare. Solo la volontà di cocciuti agricoltori che si tramandano i bulbi da generazioni assieme alla tecnica di coltivazione e a quella di confezionamento potranno garantire la sopravvivenza di questo antico ortaggio. Non si tratta di un aglio qualsiasi,
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ma di un biotipo selezionatosi da tempi immemori. Un prodotto agricolo unico al mondo, che in Valle Peligna ha trovato il microclima ideale per esprimere la sua eccellenza. Viene seminato a cavallo tra i mesi di novembre e dicembre e raccolto in luglio. Le operazioni sono tutte svolte rigorosamente a mano. Presenta delle caratteristiche peculiari ed irripetibili rispetto alle altre circa 300 varietà di aglio. Ma come può il consumatore riconoscere quello autentico? Innanzitutto dal colore, il rosso. Bianche le tuniche esterne, ma di un inaspettato bel colore rosso vinoso il vestito che avvolge i bulbilli inter-
ni. Aprendo la testa dell’aglio, di pezzatura non troppo grande ma regolare, immediatamente visibile è la numerazione dei bulbilli che è sempre precisa e gli spicchi mai sottonumerati, privo di spicchi centrali. Altra peculiarità, l’emissione dello scapo floreale nel mese di maggio: una sorta di virgulto interno che viene asportato –di solito nella terza decade di maggio- per consentire alla pianta di svilupparsi. Lo scapo floreale viene utilizzato con il nome di Zolle e mangiato come una specie di fagiolino in insalata o bollito in aceto e mantenuto sott’olio alla stregua di una
Autoabruzzo. Concessionaria BMW e MINI per vocazione. saporita conserva. Non è facile per il consumatore trovare questa delicatezza, ma ultimamente, oltre che nel mese di giugno al mercato di Sulmona presso la bancarella di qualche contadina, anche alcuni produttori hanno iniziato una rara quanto meritevole produzione di zolle in vasetti di vetro. Comprate sempre l’aglio con le radici: quella barbetta che fuoriesce dalla base dell’ortaggio è la garanzia di consumare un prodotto italiano. Per il rispetto di normative sul commercio non possono essere importati prodotti con le radici. Altra caratteristica inimitabile è l’estrema conservabilità: l’aglio rosso di Sulmona ha una durata che arriva tranquillamente alla raccolta successiva. È inoltre ricco di oli essenziali, di gusto, di un aroma che può definirsi interminabile, delicato, un sapore intenso, penetrante e piccante. Si presenta ben legato nelle caratteristiche trecce -la scerta in Anna Berghella, fiduciaria Slow Food di Sulmona
dialetto- con circa 52 teste dalla pezzatura uniforme, una per ogni settimana dell’anno. Non va utilizzato solo come condimento, è anche un’ottima salsa: la famosa agliata. È molto richiesto sia in campo farmaceutico che erboristico per la sua azione ipotensiva, antisettica delle vie respiratorie e intestinali, antibiotica, nonché come afrodisiaco. Il cultivar Rosso di Sulmona è il più ricco in Italia di principi attivi, alte concentrazioni di principi solforati e allucina. Ma se a preoccupare, nel consumare aglio, dovesse essere l’alito, basta sgranocchiare chicchi di caffè o mangiare una mela o, ancor meglio, sbriciolare in bocca dei grani di coriandolo. L’effetto è prodigioso! Nella seconda settimana di luglio nei pressi di Sulmona, a Campo di Fano, si svolge una tre giorni di festa dedicata al più prezioso prodotto della terra peligna. Veniteci a trovare per l’elezione di Mister Aglio Rosso di Sulmona. Slow Food è consapevole che uno dei nodi centrali, tra le sfide cui ci mette di fronte la post modernità, è il sistema di produzione, di distribuzione e di consumo del cibo. Stando dalla parte di chi produce, distribuisce e consuma in maniera buona, pulita e giusta il sistema può cambiare, e renderci tutti più felici, non frenetici, non omologati, non soli. Salvaguardare il seme dell’aglio Rosso di Sulmona può rafforzare l’economia locale e favorire la costituzione di una alleanza forte tra chi produce e chi consuma
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COME SI PREPARA L’AGLIATA
Ingredienti: 25 grammi di aglio rosso di Sulmona, 250 gr di gherigli di noci, prezzemolo, basilico, sale e pepe, olio extravergine di oliva. Pestare gli ingredienti nel mortaio fino a ridurli in morbida crema; stemperare con l’olio di oliva e servire su bolliti o crostini.
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Concessionaria BMW Concessionaria MINI
Autoabruzzo Via Amendola, 300 - Tel. 085 432511 SAMBUCETO (CH) Strada Provinciale, 23 - Tel. 0872 57194 MOZZAGROGNA (CH)
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OPIFER S.r.l. [anno di fondazione 2003] 65020 Rocca Morice (Pe) Via Collarso, 48 www.opifer.it - e-mail: info@opifer.it
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PIERANGELO AUTOTRASPORTI S.n.c. [anno di fondazione 1972] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Aterno, 25 tel. 085.4464808 - fax 085.4464464 www.pierangelotrasporti.it - e-mail: info@pierangelotrasporti.it
adagio con gusto
SE MI MANGI MI SALVI A volte degustare un prodotto significa proteggerlo dall’estinzione. Il progetto “Coltiviamo la diversità” e la rete degli agricoltori custodi » di Marco Di Santo (agronomo Parco Nazionale della Majella)
I
nteresse e curiosità hanno accompagnato la presentazione, al Salone del gusto 2008, del progetto “Coltiviamo la diversità”, promosso dal Parco Nazionale della Majella in collaborazione con l’ARSSA. Un progetto nato per recuperare, conservare e valorizzare le varietà agricole locali -ancora coltivate, ma a rischio di estinzione, nel territorio del Parcoattraverso azioni mirate a rendere gli agricoltori consapevoli del loro ruolo di “custodi del territorio”. Il progetto ha permesso la costituzione della rete degli agricol-
tori custodi, il coinvolgimento di ristoranti e agriturismi selezionati attraverso l’iniziativa Cuciniamo la diversità, e la partecipazione delle mense scolastiche dei comuni del Parco in cui oggi sono proposti prodotti ottenuti da varietà locali. Durante la presentazione sono stati esposti i risultati raggiunti ed alcuni dei prodotti della rete come la pasta di farro, la farina di grano solina, la mela casolana, il fagiolo socere e nore, il cece a fiaschetta ecc. Il laboratorio didattico si è concluso con un simpatico slogan «se
mi mangi mi salvi», un invito a degustare le varietà locali del Parco e dare così forza alle politiche di sviluppo del territorio. Solo così si potrà finalmente parlare di “tipicità autentica”
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A FINE ANNO IL FESTIVAL DELLA BIODIVERSITÀ AGRICOLA
Memorie, ricchezze e attualità dell’agricoltura sostenibile. A Caramanico Terme va in scena, dal 27 al 29 dicembre, la biodiversità agricola. Ricco il calendario di appuntamenti che prevede degustazioni, teatro del gusto, mostra-mercato, punti espositivi e didattici. Obiettivi dell’iniziativa: la valorizzazione di cultivar autoctone, delle razze tipicamente allevate sulla montagna abruzzese, delle piccole filiere; la ricerca delle sinergie istituzionali e sociali per lo sviluppo agricolo sostenibile nelle aree protette; la visibilità dei progetti di assistenza e recupero della biodiversità agricola dei Parchi Nazionali della Majella e del Gran Sasso e Monti della Laga; la divulgazione/formazione al gusto e alla conoscenza delle produzioni antiche, tradizionali e autoctone. Nel corso della manifestazione, “la Piazza dei Presìdi”, angolo degustazione e divulgazione dei Presìdi Slow Food abruzzesi; e “la Notte degli autoctoni”, degustazioni guidate, nel centro storico del paese, dei prodotti tipici ed autoctoni dell’area della Majella. E ancora, il “Pranzo illustrato” alla scoperta della biodiversità agrozootecnica, e la Fiera della zootecnia della Majella. A
» foto di Marco Cirillo
chiusura dell’evento, il convegno “Le grandi opportunità della piccola agricoltura”, che porterà all’attenzione delle Istituzioni le richieste di allevatori e contadini. È prevista la partecipazione di rappresentanti di Slow Food Abruzzo-Molise, del Parco Nazionale della Majella e del Parco del Gran Sasso, dell’associazione regionale Allevatori, della Coldiretti, del Parco Regionale SirenteVelino, del Gal Antiche Terre d’Abruzzo, della Provincia di Pescara, di Legambiente e WWF.
Simone Angelucci, veterinario del Parco della Majella; Marisa Rosato, gestore dell’Agriturismo Pietrantica a Decontra di Caramanico e Remo Bellucci, fiduciario Slow Food di Pescara
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hanno collaborato
Andrea Prencipe | ricerca&innovazione | pag. 41 È Professore Straordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso la Facoltà di Economia dell’Università G. d’Annunzio, Chieti – Pescara ed è Visiting Professor presso lo SPRU dell’università del Sussex. Dopo la laurea in Economia e Commercio presso la facoltà di Economia della d’Annunzio ha poi conseguito il Master in Management dell’Innovazione presso la Scuola Superiore S. Anna di Pisa, il Master in Gestione dell’Innovazione Tecnologica ed il Ph.D. in Strategie Tecnologiche presso lo SPRU. È stato Visiting Scholar presso la Harvard Business School e la Michigan Business School. È docente in corsi di Master e PhD (Scuola Superiore S. Anna, università Bocconi, università di Lecce, università del Sussex, ed università di Trento). Svolge attività di ricerca sui temi della gestione strategica dell’innovazione tecnologica ed organizzativa, apprendimento organizzativo nei contesti project-based. Ha pubblicato su questi temi articoli su riviste nazionali (L’Impresa) ed internazionali (Administrative Science Quarterly, Organization Science, Research Policy, Industrial and Corporate Change) e con case editrici nazionali (Franco Angeli) ed internazionali (Oxford University Press).
Alessandra Troilo | marketing | pag. 45 Bocconiana, laureata con il massimo dei voti in Economia aziendale nel 1998. Responsabile marketing di Sicma SpA, dove svolge attività di pianificazione di marketing, gestione strategica dei dati di vendita, customer satisfaction, analisi di mercato, sviluppo di nuovi prodotti, comunicazione integrata. Cultore della materia in marketing relazionale, cattedra del prof. Andrea Prencipe, facoltà di Economia della d’Annunzio. Ha maturato un’esperienza annuale nel marketing operativo presso Finanza & Futuro Consulenza SIM SpA del gruppo Deutsche Bank, dedicandosi successivamente alla consulenza direzionale presso Valdani Vicari & Associati. Nel corso dell’attività di consulente ha lavorato su progetti di marketing strategico: piani di marketing, analisi di customer satisfaction, ricerche di mercato, metodologie di segmentazione, analisi dei comportamenti della clientela, sviluppo di strategie di crescita.
Filippo Paolini | norme&leggi | pag. 49 Nello studio legale di cui è titolare, esercita la professione forense prevalentemente nel ramo del diritto commerciale. È consulente giuridico di diverse aziende, abruzzesi e non, in materia di contratti, diritto societario e crisi dell’impresa. È consulente giuridico, dal 2003, dell’Ufficio Legale Federazione Italiana Giuoco Calcio – A.I.A. Laureato in Giurisprudenza a soli 23 anni, è iscritto dal 2001 all’Albo degli Avvocati presso il Tribunale di Avezzano.
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hanno collaborato
Antonio Farchione | economia | pag. 00 Dottore commercialista, revisore contabile, iscritto all’albo degli analisti finanziari. Svolge da molti anni la sua attività come consulente aziendale, con incarichi, presso aziende pubbliche e private, nell’ambito del controllo di gestione e della valutazione degli investimenti. È stato promotore di diverse iniziative imprenditoriali delle quali ha poi curato la fase dello start-up. Formatore di lunga esperienza, continua a svolgere attività di docenza per conto di molte scuole di formazione, nelle aree di amministrazione & finanza e marketing & vendite. Da oltre 10 anni collabora con Ipsoa, scrivendo articoli sui temi legati all’amministrazione & finanza, alla pratica contabile & Pmi. Grande appassionato di arte contemporanea, studia gli aspetti che riguardano l’economia dell’arte. Attualmente, oltre ad essere titolare di uno studio di consulenza, è socio in varie società e ricopre anche la carica di amministratore di un’importante società che si occupa di internazionalizzazione delle Pmi.
Nicola Boschetti | un’ottima annata | pag. 129
Nato a Guardiagrele l’8 maggio 1971, sposato con un figlio di 10 anni, affianca da oltre 22 anni Angela e Peppino Tinari nel ristorante Villa Maiella, con la piacevole responsabilità di occuparsi di una ricca cantina. Molto conosciuto nel mondo del vino, ha ricevuto riconoscimenti sia regionali che nazionali, tra cui la 1° Edizione 2005 del premio “Francesco Di Cintio” dell’Associazione Italiana Sommeliers riservata ai giovani professionisti. Ha avuto l’onore di essere il sommelier del pranzo ufficiale riservato all’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, durante la visita a Chieti nel settembre 2005. Collaboratore di varie riviste del settore (Gambero Rosso, Cucina e Vini, Slow Food), docente dei master sul vino Slow Food, organizzatore di serate a tema. Coadiuvante nei progetti sull’alimentazione riservati ai bambini delle scuole elementari. Fuori dal suo mondo si rifugia nel ciclismo, sport che pratica con passione.
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EFFEMME S.r.l. [anno di fondazione 2002] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Via Colle delle More, 5 tel. e fax 085.9506417 e-mail: effemmesrl@tiscali.it
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SFERA S.r.l. [anno di fondazione 2003] 65016 Montesilvano (Pe) Corso Umberto I, 372 Tel. 085.4458839 r.a. - Fax 085.4483084 www.sferapescara.it - e-mail: posta@sferapescara.it
Attrezzature e personale per la tutela ambientale ed il trattamento delle acque
SIVAM S.r.l. [anno di fondazione 1995] 65010 Spoltore (Pe) Via Mare Adriatico, 72/F tel. 085.4972130 - fax 085.4973667 www.sivam.com - e-mail: sivam@sivam.com
DE NATURA [anno di fondazione2001] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) - Via Alzano, 78 tel. e fax 085.960597 - mobile: 3471939305 e-mail: denatura_pe@libero.it
LANGUAGES FOR COMMUNICATION [anno di fondazione 2006] 65127 Pescara Viale Pindaro, 23 - Piazza Accademia tel. 085.4516231 www.languagesforcommunication.it e-mail: info@languagesforcommunication.it
SATAM VIAGGI [anno di fondazione 1982] 65121 Pescara Via Chieti, 39/41 tel. 085.4210733 - fax 085.378140 www.gruppolapanoramica.it e-mail: satamviaggi@tin.it
GEKO s.n.c. di Luca & Marco Gialluca 66020 S. Giovanni Teatino (Ch) Via Trigno, 37 tel. 085.4461248 - fax 085.4406171 www.gialluca.it - e-mail: info@gialluca.it
DUE ELLE S.n.c. di Livi Luigi & C. [anno di fondazione 1980] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Treviso, 4 tel. 085.4462832 - fax 085.4460322 www.dueellecucine.it - e-mail: info@dueellecucine.it
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ITALBANDIERE Group [anno di fondazione 1985] 64020 Villa Vomano (Te) S.s. 150 km 21, 90 tel. 0861.329566 - fax 0861.319516 www.paginegialle.it/ITALBANDIERE e-mail: a richiesta per contatto
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Unione Industriali della Provincia di Pescara Unione Industriali della Provincia di Pescara [anno di fondazione 1945] 65128 Pescara - Via Raiale, 110 bis tel. 085.432551 - fax 085.4325550 www.confindustria.pescara.it e-mail: info@confindustria.pescara.it
F.LLI DI DONATO S.a.s. [anno di fondazione 1986] 65013 Marina di Città Sant’Angelo (Pe) Via Mulino del Gioco, 48 tel. 085.950509 - fax 085.959790 www.didonatosas.it - e-mail: info@didonatosas.it
STYLE PARQUET di Roberto Ciabarra [anno di fondazione 2002] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) C.da Fonte di Moro, 29 tel. e fax 085960542
una produzione
...calcisticamente parlando Palla al Centro è la trasmissione sportiva condotta da Paolo Sinibaldi che accende i riflettori su tutto quanto accade nei campionati di Prima e Seconda Divisione e la serie D. Il programma va in onda, in diretta dagli studi televisivi “Enzo Biagi” della Ecco Italia, dal Centro Ibisco di Città Sant’Angelo, tutti i lunedì dalle 21:30 alle 23:00 su ATV7 e sulla piattaforma satellitare di SKY 912 Italy Italy. Il format prevede, oltre ai commenti degli ospiti in studio, l’intervento in diretta dei tifosi e degli addetti ai lavori, attraverso collegamenti in esterna e l’interattività tramite sms o e-mail. Una formula dinamica che, anche grazie alla messa in onda dei contributi filmati da tutti i campi dove sono protagoniste le squadre abruzzesi, conquista l’apprezzamento di un vasto e affezionato pubblico di appassionati. La diffusione dei segnali televisivi di ATV7 e di SKY, in analogico e digitale satellitare, garantiscono la copertura dell’intero territorio regionale e nazionale.