Dicembre 2009

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anno IV numero 38 _ dicembre 2009

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anno IV

38

n° dicembre 2009 ISSN 1973-5383

numero chiuso in redazione il 12 dicembre 2009

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in copertina Guido Bertolaso capo Dipartimento della Protezione Civile foto di Simone Cerio

Eleonora Lopes Marco Taglieri, Denia Di Giacomo, Jenny Viant, Laura Tinari Enzo Giammarino, Giuseppe Mauro, Mauro Di Pietro, Piero Carducci Alfredo De Vincentis, Luigi Carunchio, Simone D’Alessandro, Antonio Teti, Filippo Paolini, Massimo Avenali, Luciano Fratocchi, Pietro Pastorelli, Martina Di Sciascio, Piero Carducci, Francesco Mancini, Marzia Aquilio, Carolina Pierfelice, Barbara Cemini, Nicola Boschetti, Alessandra Vallera, Chiara Strozzieri, Elisa Di Venanzio, Piero Vittoria, Camilla Marino Marcello Starinieri _ visualadv.it Vincenzo Sulpizio Simone Cerio, Rocco Petrei Danilo Martorelli Gianluigi Tiberi Giuseppe Ciavattella Loredana Evangelista - commerciale@eccoitalia.it - commerciale@abruzzoimpresa.i D’Auria SpA Fabio De Vincentiis _ Ecco Italia gruppo editoriale www.abruzzochannel.it www.abruzzoimpresa.it redazione@abruzzoimpresa.it _ commerciale@abruzzoimpresa.it _ grafica@abruzzoimpresa.it Ecco Italia srl - S. P. Lungofino - complesso Ibisco B 5/6 - 65013 Città S. Angelo - Pescara 085 9508161 085 9508157 Tel. 085 9508161 _ abbonamenti@abruzzoimpresa.it _ arretrati@abruzzoimpresa.it Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara iscritto al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 17047 I dati relativi ai lettori sono utilizzati esclusivamente ai fini della spedizione postale, l’editore garantisce riservatezza al trattamento dei dati ai sensi dell’art. 13 del D. leg. 196/2003. Il lettore può richiedere gratuitamente la rettifica dei dati scrivendo a Ecco Italia srl - S.P. Lungofino - 65013 Città S. Angelo (Pescara)

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Auguri

di buone feste da tutto il gruppo Ecco Italia



sommario _ anno IV n°38 _ dicembre 2009

opinioni&rubriche editoriale

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Gocce d’inchiostro

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tendenze, fatti, persone

l’Abru o che produce

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Il coraggio di investire nello sviluppo durevole

nonsolo economia

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Più professionalità nelle aziende

il punto la terra di Piero

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23 Babbo Natale pensaci tu 91

Ricostruzione, troppa burocrazia

in primo piano appalti occupa ione ambiente

24 AffareAbruzzo

57

28 Bil, il valore aggiunto 32 Il cuore nero dell’Abruzzo

3a convention delle imprese Speciale

38 Innovare per ricostruire

tematiche d’impresa mercati fisco energia ict

53 Borsa? Si, ma a piccole dosi 57 Crediti Iva, cambiano le regole 60 Quanto ci costa l’energia elettrica 63 Ritorno al passato: e se fosse possibile?

creatività& innova ione

67 La creatività infinita

norme&leggi

70 L’arbitro bancario finanziario

risorse umane

67

87

73 Outplacement: il lavoro in tempo di crisi

storie&persone duccio astaldi

completato in tempi da record l’appalto 76 Teramo, dell’acquedotto del Ruzzo

credito&finan a banca dell’adriatico

99

dell’Adriatico, 6 miliardi 87 Banca per artigianato e commercio

107 9



sommario _ anno IV n°38 _ dicembre 2009

incarichi&carriere rocco micucci francesco carli

89 Fira: inizia l’era Micucci 89 L’avvocato difensore della tecnologia

seminari&convegni confcommercio Te

99 Www.Compraincentro.com

confindustria Pe

103 Reporting vuol dire fiducia

soroptimist incaconsult

110

105 Donne al timone 107 Forum Incaconsult

miur

110

Scuola e alimentazione

confindustria Ch

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symantec

115

“L’ambiente nei sogni dell’uomo un percorso tra realtà e immagine” Symantec Security Academy, all’Aquila un esperimento riuscito

gi confinustria CH

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Legalità d’impresa? Un obiettivo possibile

120

eventi Teramo che lavora delverde fercol premio Borsellino confagricoltura b2b 2009 coldiretti Abruzzo nexus terremoto gi confindustria Ch economia cantina tollo

157

120 Un premio alla tenacia degli imprenditori 123 Il gruppo Molinos acquista la Delverde

123

127 Fercol, il controllo è assicurato 131

Premio Borsellino: “Essere contro... Essere per...”

133 L’annata nera dell’agricoltura Camera di Commercio di Pescara presenta 138 La “A tavola con l’Abruzzo”

141

Una filiera “firmata” per combattere la contraffazione

123

143 Internazionalizzazione, l’unione fa la forza 145 Il Friuli abbraccia Fossa 151 153

Controllo di gestione, imprenditori e commercialisti a lezione A Raffaele Mauro il primo premio della fondazione di Montezemolo

155 Tullum e Vinè insieme per stupire

138

la vita è bella

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editoriale

/ gocce d’inchiostro

Eleonora Lopes _ direttore

C

on soddisfazione di tutti si è conclusa la terza edizione della “Convention delle imprese” organizzata dalla nostra rivista e promossa da Confindustria Abruzzo. Un’edizione particolare, a partire dalla location, Coppito, ovvero la Scuola della Guardia di Finanza, ovvero G8. Ma un’edizione anche dai toni sobri e misurati, come era giusto che fosse, visto che il tema portante di tutto il convegno è stato il terremoto e la sua gestione. L’Abruzzo e l’Aquila devono continuare il loro cammino di crescita con determinazione e ci auguriamo che la nostra Convention, possa aver contribuito nel suo piccolo, attraverso il confronto tra gli attori economici, a sostenere questa ripresa. La speranza è che le parole ascoltate e le promesse fatte, non restino in quell’auditorium, ma si trasformino in fatti concreti e leggi. Se lo meritano gli abruzzesi, ma soprattutto se lo meritano gli aquilani. Glielo dobbiamo.

L

a riuscita di un evento così importante è sempre il successo di un gruppo e mai di un singolo. Un ringraziamento va all’editore Fabio De Vincentiis, ideatore di questo progetto e a tutto il Gruppo della Ecco Italia che ha lavorato con grande impegno. Un grazie particolare al presidente regionale di Confindustria Calogero Riccardo Marrollo e il direttore Giuseppe D’Amico, che anche in questa edizione, sono riusciti ad invitare personaggi di spicco del panorama italiano con il sostegno dei massimi esponenti del mondo confindustriale. Ma i veri protagonisti restano loro, gli imprenditori e i manager abruzzesi che ogni edizione con la loro presenza confermano maturità e voglia di confronto. L’auspicio per il prossimo anno, è quello di trovarsi in un contesto diverso, con un clima più sereno e con la speranza che la crisi sia un ricordo lontano.

D

opo il rimbalzo più forte dell’atteso del Pil mondiale nel terzo trimestre, gli indici congiunturali puntano al consolidamento della ripresa tra fine 2009 e inizio 2010. Lo si legge nell’analisi mensile del centro studi di Confindustria. Una ripresa c’è, ma per ora la crisi resta, eccome se resta. Specie quella occupazionale. Il pensiero va a tutti i lavoratori abruzzesi e non solo che trascorreranno un Natale in cassa integrazione, o ancora peggio a coloro che il lavoro l’anno perso del tutto. E ai dipendenti del Gruppo di Villa Pini, che lo stipendio non lo vedono da mesi. E ancora a tutti i terremotati, e a quei 16.000 che sono ancora negli alberghi della costa ad aspettare con ansia l’assegnazione di una delle celebri “casette” o la ricostruzione della propria. Non è retorica, ma durante queste feste, ci sarà davvero poco da festeggiare.

direttore@abruzzoimpresa.it

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“ABRUZZO RELAX” ALLA CONQUISTA DELLA GERMANIA

CIAK SI GIRA! CON GEORGE CLOONEY E PINGUE CATERING

L’istituto Ziemanns Kochschule, scuola di alta cucina di Monaco, nonché sede di importanti eventi, ha ospitato “Abruzzo Relax”. Un’iniziativa promossa da Assoturismo-Confesercenti che coinvolge strutture ricettive consorziate con l’obiettivo di dare slancio al turismo abruzzese. Tour operator e giornalisti hanno potuto apprezzare dimostrazioni culinarie e corsi proposti dai giovani chef Luca Di Felice e Sabatino Lattanzi, del ristorante “Zunica 1880” di Civitella del Tronto. I prodotti dell’Abruzzo sono stati i protagonisti, tra cui: vini Doc e Docg, oli extravergine, zafferano dell’Aquila, salumi e insaccati artigianali, pecorino di Castel del Monte, bocconotti di Montorio e conserve artigianali. «La tecnica promozionale adottata - spiega Enzo Giammarino, direttore regionale di Confesercenti - è innovativa e avvincente perché consente ai decision maker, come i giornalisti e tour operator, di essere coinvolti direttamente nella manifestazione, facendo vivere loro i sapori e colori della destinazione». Daniele Zunica, presidente del consorzio “Abruzzo Relax”, aggiunge: «l’Abruzzo si presenta sul mercato turistico con rinnovate energie e grandi speranze per una stagione turistica che segni il rilancio del territorio».

Per due mesi l’azienda di Sulmona Pingue Catering ha offerto i propri servizi di ristorazione a tutta la troupe del film “The American”, con George Clooney e Violante Placido protagonisti, diretti da Anton Corbijn. Pingue Catering ha fornito le colazioni, i ristori sul set, i pranzi e le cene, seguendo la troupe nelle varie location, compresi Castel Del Monte e Campo Imperatore. Attori e produzione hanno gustato le tipicità abruzzesi: salumi locali, pasta, lo zafferano di Navelli, i confetti di Sulmona, il pecorino di Introdacqua e Farindola, il canestrato di Castel del Monte, le mozzarelle di Sulmona e l’aglio rosso, il torrone dell’Aquila e i dolci tipici. È così che si promuove il territorio.

PAGANO FA VISITA AGLI ITALIANI DEL VENEZUELA Il presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano e una delegazione composta dai consiglieri Riccardo Chiavaroli e Luciano Terra in rappresentanza della Regione Abruzzo; Aurelio Cilli, assessore al turismo ed attività produttive della Provincia di Pescara; Guido D’Urbano, capo segreteria del presidente e Fabio Sciarra, ufficio stampa del Consiglio regionale, sono stati ospiti della Federazione delle associazioni civili abruzzesi del Venezuela. Durante la visita si sono svolti colloqui proficui con l’ambasciatore Luigi Maccotta ed il console generale Giovanni Davoli, per approfondire le problematiche della comunità italiana presente in questo paese (circa 8% della popolazione residente). Il Venezuela può offrire alle nostre aziende grandi opportunità di mercato. Pagano ha incontrato anche gli imprenditori italiani, nella sede della Camera di Commercio italo-venezuelana e il viceministro venezuelano del Turismo Luis Arriaga. Il ministro ha illustrato una serie di progetti turistici per i quali il paese cerca partnership imprenditoriali, non disdegnando collaborazioni a livello di formazione professionale. A tale proposito il presidente Pagano, d’intesa anche con l’Amministrazione provinciale di Pescara, ha offerto la possibilità di stage formativi da tenersi presso strutture abruzzesi e/o alberghi, in particolare della costa.

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tenden e fatti persone

SCUOLA E CONFINDUSTRIA CHIETI PER L’AMBIENTE Durante il workshop organizzato da Confindustria Chieti “L’uomo e la tutela dell’ambiente”, l’azienda associata Laser Lab srl ha premiato l’Istituto (I.P.S.I.A.) U. Pomilio per essersi distinto nel corso degli anni promuovendo iniziative a sostegno dell’ambiente, come la produzione dell’energia alternativa, il recupero e riutilizzo dei materiali di scarto dei laboratori didattici. Sono stati presentati due progetti: la “Bici elettrica” e il “Progetto Lavoisier”. Una testimonianza dello sviluppo di valori e comportamenti virtuosi nelle nuove generazioni. In occasione dell’incontro è stata firmata una convezione tra la scuola e Confindustria Chieti per la promozione di tirocini formativi presso le aziende associate.

TERMOGRAFIA ANTISPRECO ENERGETICO Tra le numerose iniziative condotte dall’Ente “Parco nazionale della Majella” mirate al risparmio energetico ed all’eco-sostenibilità c’è la campagna di sensibilizzazione che sottolinea l’efficacia e l’utilità della termografia come strumento a servizio dell’ambiente. Questa tecnologia, già nota nel Parco per prevenire gli incendi boschivi, è risultata efficace nel campo dell’edilizia per determinare le dispersioni di calore all’esterno di un edificio utilizzando termo camere a infrarossi. La divulgazione prevede oltre l’incontro con le scolaresche, quello con i cittadini e la diffusione di opuscoli informativi per promuovere ed illustrare le potenzialità di questa tecnica al fine di ridurre lo spreco energetico.

COLDIRETTI NUORO DONA UN GREGGE ALL’ABRUZZO In un clima di festa con uno scambio di prodotti tipici della tradizione sarda e abruzzese, rallegrato da musiche folcloristiche, oltre settecento pecore sono state consegnate agli imprenditori agricoli aquilani iscritti alla Coldiretti. Un dono speciale, e non solo simbolico, che ha concesso ai sardi di contribuire alla rinascita dell’economia abruzzese. L’iniziativa è stata coordinata dalla Coldiretti di Nuoro e Abruzzo, rappresentata per l’occasione dai direttori Aldo Manunta e Michele Errico, con la collaborazione dei rispettivi assessori regionali all’agricoltura, Andrea Prato e Mauro Febbo. «Un progetto nato per favorire la ripresa delle attività zootecniche nelle aree danneggiate dal sisma - ha riferito il direttore della Coldiretti Abruzzo Michele Errico - l’azione di sensibilizzazione, svolta in pochi giorni, si è concretizzata in un livello di generosità che non può essere commentato a parole perché è andato oltre qualsiasi aspettativa». Da ringraziare anche l’associazione culturale Istentales, l’amministrazione provinciale di Nuoro, l’agenzia regionale per la ricerca in agricoltura (Agris), l’agenzia regionale per lo sviluppo in agricoltura (Laore), la CCIAA di Nuoro e la Protezione Civile».

L’ARTIGIANATO AQUILANO ALLA FIERA DI MILANO Le più belle testimonianze della tradizione abruzzese hanno fatto mostra di sé in occasione della manifestazione “L’artigiano in Fiera”, svoltasi nel nuovo Polo fieristico di Rho. Uno speciale percorso è stato dedicato all’associazione “L’Aquila siamo noi”, all’interno dell’area riservata alla direzione generale artigianato e servizi della Regione Lombardia. Sono state esposte le creazioni artigiane più pregevoli del territorio aquilano: gioielli tradizionali e moderni, ceramiche, raffinati lavori al tombolo e all’uncinetto. Il presidente dell’associazione Valentina Santucci ha sottolineato: «Desidero esprimere la mia profonda gratitudine e quella di tutta l’associazione a Domenico Zambetti, assessore all’artigianato e servizi della Regione Lombardia, per aver fortemente voluto e reso possibile la partecipazione degli artigiani aquilani a questa prestigiosa manifestazione, un’occasione fondamentale per far conoscere a un pubblico vastissimo le eccellenze artigianali della nostra città. Un patrimonio inimitabile che deve essere tutelato e valorizzato per creare nuove occasioni di lavoro per le giovani generazioni».

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UN RICONOSCIMENTO ALLA MEMORIA DI PIETRO CIONI Nel corso di una iniziativa promossa dall’Assipan Confcommercio di Teramo, il Cav. del lavoro Giandomenico Di Sante, presidente Confcommercio Teramo, e Franco De Giorgis, figura storica della panificazione abruzzese, hanno conferito un importante riconoscimento alla memoria di Pietro Cioni, per lunghi anni dirigente nazionale e alla guida dei panificatori aquilani. La vedova Giovanna Cioni ha avuto l’onore di ritirare il premio creato dagli straordinari ceramisti di Castelli, alla presenza del presidente nazionale Assipan Claudio Conti, del segretario nazionale Umberto Di Punzio e del presidente regionale Roberto D’Intino. Il presidente Di Sante ha ricordato l’ntensa attività di Cioni che nell’ambito di una battaglia sindacale per la tutela degli interessi dei fornai aquilani negli anni Settanta fu addirittura arrestato. Dopo la sua scarcerazione e assoluzione fu abolito il prezzo calmierato del pane che penalizzava l’economia gestionale dei fornai, rischiando di portarli al fallimento a seguito del rincaro delle farine.

CHICCO E AI.BI. UNITI AD ONNA Servizi gratuiti con incontri di sostegno alla genitorialità per le famiglie del territorio colpito dal sisma, questo offre il Punto Famiglia Chicco Ai.Bi. (associazione amici dei bambini) per contribuire a una ricostruzione sociopsicologica. La struttura avrà sede presso la scuola materna di Onna, il comune più colpito dal sisma per numero di vittime rispetto agli abitanti. Con l’inaugurazione del Punto Famiglia di Onna, saranno attivi incontri gratuiti di sostegno alla genitorialità e di mutuo aiuto tra i genitori, uno sportello gratuito di sostegno psicologico per le famiglie, oltre ad attività ludiche e psicologiche per i bambini. Inoltre, da gennaio 2010 durante gli incontri di sostegno con cadenza mensile, grazie alla collaborazione di SIP (Società italiana di pediatria), SIGO (Società italiana di ginecologia) e SIMA (Società italiana medicina per l’adolescenza), oltre allo psicologo, sarà presente alternativamente un medico specialista appartenente a una delle tre categorie di pertinenza. Il simbolo delle iniziative di Chicco/Ai.Bi. è il gommottino. Un piccolo oggetto dal forte valore intrinseco, disponibile presso i negozi Chicco, i Punto Famiglia Chicco/Ai.Bi., i siti www.chicco.it e www.aibi. it. Il ricavato viene intermente devoluto a sostegno dei bambini in difficoltà relativamente all’iniziativa Chicco/ Ai.Bi. Emergenza Abruzzo.

FINITA L’ATTESA PER IL PONTE DEL MARE Collegate finalmente le sponde del fiume attraverso il futuristico ponte sul fiume Pescara oggetto di tante controversie. Durante la cerimonia inaugurale il sindaco Luigi Albore Mascia nei suoi ringraziamenti ha ricordato l’ex sindaco Luciano D’Alfonso (presente all’evento come privato cittadino) e tutta la precedente amministrazione promotrice della realizzazione dell’opera. Il presidente della Regione Gianni Chiodi ha definito il ponte come un’opera che segna la storia della città. Per rendere omaggio alle vittime del terremoto dell’Aquila, era presente Vincent Tummino, coordinatore dei vigili del fuoco americani dopo l’attentato alle Torri Gemelle nel 2001. «Abbattiamo i muri e costruiamo i ponti», citando Giovanni Paolo II, l’ingegnere collaudatore del ponte Enzo Siviero ha sottolineato il significato che questa importante opera rappresenta per la comunità, un monito alla coesione e allo sviluppo collettivo. La chiusura dell’evento è stata affidata alla voce del tenore abruzzese Piero Mazzocchetti e al collettivo artistico Sonics. Il ciclista Danilo Di Luca ha tagliato il nastro rosso della pista ciclabile che affianca il marciapiede. Centinaia di persone hanno percorso per la prima volta i due assi che sovrastano il fiume Pescara, illuminati da splendidi giochi di luce.

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tenden e fatti persone

MARCHE E ABRUZZO UNIONE VINCENTE Si è tenuto a Grottamare, presso l’Hotel Parco dei Principi, l’incontro tra il Comitato Regionale giovani imprenditori di Confindustria Abruzzo e quello delle Marche, capitanati rispettivamente dai presidente regionali Mauro Barnabei e Simone Mariani. Obiettivo della serata, un confronto diretto sulle tematiche associative e progettuali. Un’unione già consolidata quella tra le due regioni confinanti, dovuta anche all’amicizia che lega i due presidenti. Dal dibattito, coinvolgente e costruttivo, sono emerse tante idee e progetti. Uno su tutti, l’intenzione di realizzare un convegno sulla legalità e la trasparenza contro le infiltrazioni mafiose per la ricostruzione de L’Aquila.

ELEZIONI PROVINCIALI DELL’AQUILA. L’IMPRENDITORE FABIO SPINOSA PINGUE TRA I POSSIBILI CANDIDATI Il 28 e il 29 marzo 2010 si voterà per eleggere il presidente e il Consiglio provinciale dell’Aquila. Mentre il centrosinistra riconferma l’attuale presidente Stefania Pezzopane, il centrodestra è impegnato nel balletto dei nomi. Tra questi quello dell’imprenditore Fabio Spinosa Pingue, past president dei Giovani di Confindustria Abruzzo. Spinosa Pingue ha da sempre fatto parlare all’associazione un linguaggio nuovo, a volte “poco confindustriale”, anche affrontando temi come la necessità di eliminare gli steccati tra comuni e tra province. L’Unicum Abruzzo competitivo è sempre stato centrale nella sua azione. Nel convegno per il Progetto Koinè nel luglio 2008 l’imprenditore sulmonese sosteneva «C’è da ripensare a 360° la presenza dello Stato sul territorio. La frammentazione in tanti enti con dimensione provinciale, dove tutti fanno di tutto, fa perdere competitività al sistema/paese, afflitto dall’esplosione di deleteri campanilismi». La riduzione degli enti e la rimodulazione delle loro competenze sarebbe per Spinosa Pingue un segnale importante anche all’interno del processo di sburocratizzazione e semplificazione della macchina amministrativa per la pianificazione e programmazione di un territorio di più ampie dimensioni.

MASTER TOSTO “Pressure Process Equipment: Design & Manufacturing”. È il master di primo livello attivato dall’Università dell’Aquila in collaborazione con l’azienda di Chieti Walter Tosto, leader nel settore della caldareria, e l’Istituto italiano di saldatura di Genova. «Un corso a fortissima selettività – rimarca Luca Tosto – con severi test d’ingresso ed esami di sbarramento ogni due mesi. Ogni esame si può tentare due volte, e se l’esito è sempre negativo si va a casa. A chi ce la farà garantiamo invece un assegno mensile di 700 euro (500 per chi risiede in zona) e, al termine, l’assunzione automatica in azienda, con la possibilità, per gli studenti che vogliano conseguire la laurea quinquennale, di un ulteriore anno di studi pagato dal nostro Gruppo». Il progetto – rivolto ai 25 studenti di Ingegneria più meritevoli, che abbiano conseguito almeno la laurea triennale, dà 60 crediti e può valere quale primo anno di laurea specialistica – oltre alla full immersion nell’organizzazione aziendale prevede trasferte internazionali. Il Ministro dell’Istruzione supporta l’iniziativa in quanto ritenuta altamente innovativa.

COSTITUITO LO SPIN OFF DELL’UNIVERSITÀ DI TERAMO L’interesse crescente per il tema della progettazione europea ha determinato la costituzione dello spin off CISREM srl (Centro internazionale studi e ricerche euro-mediterranei) dell’Università di Teramo. Il centro mira ad affermarsi quale punto di riferimento italiano per la progettazione, analisi, studio di metodologie e proposte di soluzioni di alcuni fenomeni collegati allo start-up aziendale, innovazione, cultura e comunicazione di impresa. La presidenza è stata affidata a Christian Corsi, docente di Strategia aziendale e di Governance e comunicazione di impresa dell’Università degli Studi di Teramo. CISREM srl ha per oggetto lo studio e ricerca, progettazione locale, regionale, nazionale e internazionale a supporto della ricerca scientifica, sostegno alle imprese attraverso progettazione mirata, mappatura bandi europei, gestione progettuale; promozione degli scambi culturali e del turismo, studio delle politiche socioeconomiche dell’UE e del Mediterraneo, e tutte le attività connesse; partecipazione ad azioni e programmi dell’UE e di organismi internazionali; consulenza su progetti finanziati da istituzioni internazionali, organizzazione di incontri su tematiche europee di attualità.

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Sede di Castiglione M. Raimondo Viale Umberto I 64034 Castiglione M.R. (TE) Tel. 0861/9941 Fax. 0861/994215

Filiale di Rosciano Via Roscio da Montechiaro 65020 Rosciano (PE) Tel. 085/8509142 Fax. 085/8509853

Tesoreria di Città S.Angelo C.so Vittorio Emanuele II 65013 Città S.Angelo(TE) Tel. 085/969343 Fax. 085/9699748

Filiale di Pianella Piazza De’ Vestini 65019 Pianella (PE) Tel. 085/972626 Fax. 085/971456

Tesoreria di Villa Bozza Viale Risorgimento 64030 Montefino (TE) Tel . 0861/996300 - Fax. 0861/996273

Filiale di Elice Contrada Sant’Agnello, 193/2 65010 Elice (PE) Tel. 085/9609006 Fax. 085/9609825

Filiale di Piane di Castiglione M. R. Fraz. Piane di Castiglione M. R.. 64034 Castiglione M.R. (TE) Tel. 0861/909150 Fax. 0861/909818

Filiale di Penne Circonvallazione A. Moro 65017 Penne (PE) Tel. 085/8278386 Fax. 085/8210200

Filiale di Marina Città Sant’Angelo Via Tito de Caesaris, 4 65013 Marina Città S. Angelo (PE) Tel. 085/9506431 Fax. 085/9506824

Filiale di Cerratina Via Trieste, 12 - 65010 Cerratina (PE) Tel. 085/9771919 - Fax. 085/9772234 Filiale di Loreto Aprutino Via Mameli - 65014 Loreto Aprutino (PE) Tel. 085/8290611 - Fax. 085/8509853 Filiale di Silvi Marina Via Roma, 285 - 64029 Silvi Marina (TE) Tel. 085/9359724 - Fax. 085/9354798 Filiale di Pineto SS. 16 - C. De Titta 64025 Pineto (TE) Tel. 085/9493471 - Fax. 085/9493374


l’Abru

o che produce

Enzo Giammarino direttore regionale di Confesercenti

Il coraggio di investire nello sviluppo durevole

I

passi avanti ci sono, a partire dal grado di coinvolgimento di chi vivrà le riforme sulla propria pelle. Ma è necessario non perdersi, e andare dritti verso l’obiettivo, di ridare fiato all’economia regionale liberando risorse dall’opprimente debito sanitario. Per i piccoli e medi imprenditori abruzzesi il 2009 si chiude con perdite pesanti, in tutti i settori produttivi. Altre regioni stanno soffrendo di più a causa della grave crisi di un sistema industriale sicuramente più sviluppato del nostro, ma sono stati messi in campo strumenti in grado di consentire alle imprese di tornare a crescere. L’obiettivo non può essere solo la sopravvivenza: saremmo di fronte a una strategia di corto respiro. Occorre invece ridare fiato alle imprese, dare loro strumenti per competere in un mercato che è cambiato, iniettare liquidità nel sistema. E questi strumenti costano. Per questo è necessario un colpo di reni. È urgente mettere mano definitivamente a un sistema sanitario che l’Abruzzo non può più permettersi, e che resta in piedi solo per ragioni politiche, sacrificando le attività produttive, la promozione turistica, l’innovazione, l’internazionalizzazione. Questa strada, è bene ribadirlo, non ci porta da nessuna parte. Anzi, ci porta dritto verso il default finanziario, in uno tsunami che rischia di trascinare con sé migliaia di piccole e medie imprese. Proprio dalle Pmi, invece, bisogna ripartire con forza. La professionalità e il grande spirito di dedi-

zione dei piccoli imprenditori sta consentendo all’Abruzzo di non sprofondare: ora è il momento di investire. Le risorse dei fondi Fas vanno destinate a investimenti per sostenere uno sviluppo duraturo, senza perdersi nei rivoli della burocrazia. Ma soprattutto, è giunto il momento di liberare il bilancio ordinario, ridando all’Abruzzo la dignità di un bilancio autonomo con cui spingere la crescita economica e la qualità della vita. Ed è a questo punto irrinunciabile che si cominci oggi, e non domani, a liberare il bilancio dell’Abruzzo. Perché lo sviluppo durevole è solo quello garantito da un tessuto avanzato di piccole e medie imprese, capace di essere presente su tutto il territorio regionale garantendo una crescita coerente con la vocazione territoriale, equamente distribuita, in grado di reggere agli urti delle cicliche crisi economiche. Ma le Pmi, proprio per la loro natura, hanno bisogno di essere sostenute con iniezioni di liquidità, sostegni alla crescita dimensionale, investimenti nel marketing e nell’internazionalizzazione, attenzione al delicato passaggio generazionale, e soprattutto con un accesso al credito adeguato alle esigenze di chi ha, nelle imprese, tutta la propria vita. Le imprese più piccole stanno d’altronde fungendo anche da ammortizzatore sociale, assorbendo centinaia di persone fuoriuscite dall’industria: è arrivato il momento, anche per l’Abruzzo, di compiere scelte coraggiose e segnare una svolta nello sviluppo

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nonsoloeconomia

Giuseppe Mauro Economista e Ordinario di Politica Economica

Più professionalità nelle aziende seconda parte

C

i eravamo lasciati sulla presentazione del volume del “Centro Studi Confindustria Abruzzo”. Ripartiamo da lì, dall’analisi del volume che appare significativa per almeno quattro motivi: 1) per la possibilità di costruire una banca dati delle professionalità all’interno delle varie esperienze imprenditoriali di matrice manifatturiera; 2) per la capacità di creare uno strumento di tipo innovativo, che viene messo a disposizione del territorio per valorizzare le risorse umane e per porre in essere strategie basate sul capitale umano, anche perchè molto spesso le imprese non sono a conoscenza delle professionalità che operano nel territorio e quindi sono indotte a far ricorso al personale di altre regioni o addirittura all’estero; 3) per lo stimolo che viene dato al processo di mobilità interaziendale, sia a livello intrasettoriale che intersettoriale. A tale proposito un esempio concreto può essere quello delle imprese in crisi che, di frequente, lasciano sul mercato del lavoro professionalità che potrebbero risultare di interesse di altre realtà imprenditoriali. Ritengo che tale aspetto sia di grande importanza per l’Abruzzo in questo periodo di difficoltà, soprattutto perchè favorisce l’equilibrio sociale e abbassa notevolmente l’asimmetria tra imprese in crisi e imprese in espansione. 4) L’ultimo motivo coinvolge il sistema della formazione, nel senso che risulta possibile declinare i profili professionali presenti

nella regione ed incentivare gli interventi formativi, laddove si ravvisano carenze in talune posizioni professionali ritenute fondamentali ai fini della crescita economica. Lo studio sembra convincente sia per le undici famiglie professionali considerate (dall’ICT alla qualità, dall’ambiente alle risorse umane, dal marketing all’amministrazione e finanza) che per il numero dei settori produttivi analizzati, che nella sostanza sintetizzano efficacemente i comparti produttivi più significativi della nostra regione (abbigliamento, agroindustria, chimico e farmaceutico, elettronica, meccanica). La ricerca, originale per metodologia e contenuti, si presta a diverse riflessioni. Innanzitutto emerge nelle aziende abruzzesi una scarsa presenza di figure professionali in possesso di laurea, a differenza di quanto avviene in altre regioni avanzate del paese. In secondo luogo perché si evince la marginalità della componente femminile nelle realtà aziendali esaminate. Ma l’aspetto che merita maggiormente attenzione è che in una fase di incertezza come quella che stiamo vivendo, momenti di analisi e di ricerca possono contribuire a innalzare la soglia della conoscenza; a offrire alla classe dirigente e politica strumenti analitici adeguati in funzione dello sviluppo regionale; a superare il circolo vizioso della contrapposizione tra opposti schieramenti, stimolandoli al confronto, al ragionamento e alla concretezza

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il punto

Mauro Di Pietro giornalista

Babbo Natale pensaci tu…

Con l’approssimarsi della slitta carica di doni, ho preso carta e penna ed ho spedito una letterina a Babbo Natale, incrociando le dita perché lo raggiunga, senza perdersi, in Lapponia

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aro Babbo Natale, ti scrivo dall’Abruzzo; una regione verde sì, ma di rabbia, perché gli arresti dei notabili sono ormai una consuetudine, coprendoci tutti di vergogna. La magistratura é costretta a presidiare più fronti di indagini, dalla truffa, al peculato, dalla mafia al riciclaggio, lasciando intravedere un territorio in cancrena. Poi il terremoto ci ha inchiodati per sempre ad una immane tragedia di vite umane e di opere d’arte, producendo conseguenze anche sul nostro già fragile sistema economico. Insomma, come potrai tu stesso verificare, qui le cose non vanno poi tanto bene, e per questo mi rivolgo a te con la richiesta di alcuni doni. Per iniziare mi piacerebbe ricevere un trenino. Ora che l’alta velocità ci fa scoprire un’Italia più “corta”, con il collegamento Roma-Milano in poco più di tre ore, è giunta l’ora che da Pescara si raggiunga Roma in due ore, invece delle attuali quattro e mezza. È già così comico che un bambino debba spiegare ai nonni che, nel cuore del paese più industrializzando del mondo, nulla è cambiato dal tempo delle carrozze. Per restare in tema trasportistico, mi piacerebbe che in uno dei porti attraccasse una nave, una di quelle vere che trasportano carichi importanti. Sarebbe una dimostrazione concreta di un sistema portuale moderno, al passo con i tempi, in grado di assicurare alle aziende locali una connessione diretta con i paesi del Mediterraneo. Così si darebbe anche una funzione ai tanti autoporti e interporti che presidiano desolate periferie, e che a vederli così inutili e dispendiosi per la collettività vorresti subito che si facesse

giustizia anche lì. Se posso allungare ancora un po’ la lista, mi piacerebbe ricevere anche qualche aziendina da mettere qua e là, un po’ su tutto il territorio regionale. La crisi ci ha colpito duramente, anche a causa della struttura socio economica di questa regione, né troppo antica, ma neanche definitivamente moderna. Per concludere ti chiedo, possibilmente, di lanciare, durante il tuo passaggio attraverso la volta celeste, diversi semi di buon senso. Ce n’é bisogno per tutte le innumerevoli cose da fare. A partire dalla ricostruzione nelle zone colpite dal terremoto. In primo luogo della ricostruzione del tessuto sociale, prima ancora delle case, delle scuole e delle chiese: non sarà facile in Abruzzo dove, di favore in favore, rischiamo di compromettere l’avvio di un futuro maturo ed eticamente sostenibile. Così come c’è bisogno di buon senso per sanare il deficit della sanità regionale. Oggi, caro Babbo Natale, paghiamo un sacco di tasse, le più alte d’Italia, e il sistema sanitario locale non è certo dei migliori. Purtroppo, le decisioni per spese scellerate, perpetrate in anni e anni di gestione allegra, pesano ora su tutti noi e sulle tasche dei nostri figli. Con la speranza di vedere esauditi tutti o in parte i miei desideri ti saluto. P.S. Come avrai notato, non ti ho chiesto la pista per le macchinine. Le ultime che mi sono state regalate non sono proprio il massimo. Quella di Teramo l’ha portata via il fiume, quella di Montesilvano-Pescara è così decentrata che per servirmene sono costretto perfino ad allungare il tragitto

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prima parte

» di Denia Di Giacomo e Laura Tinari

AffareAbruzzo Polemiche in tempo di ricostruzione, appalti e percentuali, ruoli e non-ruoli, parliamo di uno dei tanti problemi che coinvolgono la nostra regione nel post-sisma aquilano, con un’intervista a Camillo D’Alessandro, capogruppo del Partito Democratico nel Consiglio Regionale

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a delicata fase della ricostruzione procede ormai da tempo non senza problematiche e soprattutto polemiche. L’Abruzzo con il suo progetto C.a.s.e. rappresenta un affare da ben 169 milioni di euro che vede impegnate 117 aziende capofila degli appalti e 762 imprese interessate ai subappalti. Secondo dati pubblicati dal quotidiano “Il Centro” (nello schema affianco), alle aziende abruzzesi spetta il 24,69 per cento della torta per quanto riguarda gli appalti, percentuale che scende al 22,31 per i subappalti. Quote che dividono il nostro panorama politico costituito da chi le ritiene eccessivamente basse e quindi frutto del palesemente scarso coinvolgimento degli enti locali nel processo decisionale e da chi al contrario,

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le considera una buona partenza nel processo di ricostruzione che di sicuro non si fermerà in questa prima fase d’emergenza abitativa. Probabilmente, come spesso accade, il giusto sta nel mezzo, ma è certo che quel 47 per cento circa degli appalti ricaduto nelle mani del laborioso nord risulta un po’ indigesto agli imprenditori di casa nostra e alimenta la polemica. Ora i contrasti incalzano soprattutto relativamente al cosiddetto non – ruolo della Regione Abruzzo, che si è vista per troppo tempo messa in un angolo a osservare lo svolgersi dei fatti sul suo stesso territorio senza avere grossa voce in capitolo, una mancanza i cui risultati sono purtroppo ricaduti su tutti gli Enti locali e di conseguenza sul sistema economico che poteva


mettendoci di dare voce agli esponenti della maggioranza sul prossimo numero di Abruzzo Impresa.

Le nuove costruzioni del Progetto C.A.S.E.

e doveva essere maggiormente coinvolto nella ricostruzione. Per cui dopo la nomina del presidente Chiodi in qualità di Commissario delegato per la ricostruzione spetterà finalmente all’Abruzzo la possibilità di organizzarsi e gestirsi. Per parlare della questione abbiamo intervistato Camillo D’Alessandro, capogruppo del PD presso il Consiglio della Regione Abruzzo, pro-

Le aziende locali hanno ottenuto il 24,69% sul totale degli importi per i lavori del Progetto C.a.s.e., ritiene ci sia stato un loro significativo coinvolgimento? «Sì mi sembra significativo, ma ora vogliamo capirne la qualità: ci ritroviamo di fronte ad aziende che hanno ottenuto appalti, subappalti o forniture? La differenza è sostanziale. Se l’azienda abruzzese si trova alla fine della filiera è ovvio che il suo guadagno è nettamente diverso da quello dell’impresa appaltatrice che invece è al primo anello». In deroga alla Legge 163/2006, il Decreto Abruzzo allarga le maglie dei subappalti dei lavori fino al 50%. Questo espone al rischio di infiltrazioni mafiose o permette di snellire il processo di ricostruzione? «Questa norma, nata per accelerare i lavori, pone un problema nel controllo su chi ottiene le commesse in termini di subappalto e soprattutto a quali prezzi. Il rischio di infiltrazioni o il rischio di mettere in campo movimenti poco leciti sono insiti nell’allargamento delle maglie. L’obiettivo dell’accelerazione è positivo se accompagnato da un controllo sistematico e organizzato anche attraverso evidenze pubbliche. Noi abbiamo proposto un progetto di legge per istituire l’Osservatorio sulla ricostruzione, uno strumento di trasparenza, che consente di sapere per ogni cantiere la cosiddetta filiera della ricostruzione: appaltatore, subappaltatore, fino all’ultimo fornitore».

STANZIAMENTO INIZIALE PER LA RICOSTRUZIONE: OLTRE 8 MILIARDI DI EURO IMPORTO COMPLESSIVO DELLE OPERE APPALTATE PER QUESTA PRIMA FASE DELLA RICOSTRUZIONE: 803.276.746,36 REGIONE

IMPORTO APPALTO

IMPORTO SUBAPPALTO

ABRUZZO

198.332.419,04 (24,69%)

48.035.126,80 (22,31%)

(Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna)

342.456.059,28 (42,61)

101.203.014,09 (47%)

CENTRO

(Toscana, Marche, Lazio, Umbria)

198.176.939,93 (24,65%)

47.490.948,96 (22,04%)

SUD e isole

64.311.328,11 (7,99%)

18.501.911,65 (8,57%)

NORD

(Basilicata, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia) (fonte: quotidiano Il Centro del 30 ottobre 2009)

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in primo piano

Le aziende abruzzesi poteva«Dovrà allargare la condivisione no essere agevolate affinché delle decisioni, coinvolgendo gli fossero principalmente loro Enti locali in una sorta di cabina ad aggiudicarsi i lavori in quedi regia. Proponiamo che venga sta fase, dato che il terremoto fatta una legge regionale sulla ha colpito un territorio già in ricostruzione, che sia il risultato crisi? di una condivisione di scelte con «C’è una lamentela diffusa da cui si stabiliscono ruoli e modaliparte delle aziende abruzzesi che tà di esecuzione degli interventi. hanno avuto difficoltà di accesso Finora non si è potuto fare peralle commesse di lavoro. A mio ché l’Abruzzo era commissariato e Camillo D’Alessandro avviso la Regione avrebbe dovuto non aveva poteri per legiferare su svolgere un ruolo di regia sulla ricostruzione, era materie che erano di altri. Solo con una legge ad suo compito promuovere le nostre imprese sane, hoc, che noi proporremo e che speriamo sarà condichiamandole ad esempio a un tavolo, per informar- visa, la Regione potrà riacquistare poteri». le preventivamente sui lavori, sullo scadenziario L’emergenza è stata ben gestita dalla Protetemporale, per farle partecipare con pari diritto e zione Civile. Ad oggi cosa si sente di criticare pari dignità. Nella prima fase tutto questo non è di quanto fatto? avvenuto, perché c’era l’esigenza della Protezione «In generale non sono prevalse le critiche, ma l’uniCivile di fare subito e lì abbiamo assistito ad impre- tà. Anche laddove non abbiamo condiviso, non abse fiduciarie che venivano calate nell’emergenza. biamo messo in campo movimenti di opinione che Non contesto la qualità del lavoro, ma il coinvol- destabilizzassero l’azione della Protezione Civile. gimento delle nostre. L’emergenza, infatti, non è Un rimprovero va al presidente Chiodi, che ha accetincompatibile con lo svolgimento di un ruolo che tato di non svolgere alcun ruolo né propositivo né è mancato». esecutivo e questo è andato anche a discapito del Cosa pensa del ruolo attribuito fin’ora agli Enti controllo e della trasparenza, poiché compito della locali? Regione doveva essere anche garantire processi vir«Noi abbiamo fortemente criticato questo modello tuosi di controllo. Purtroppo durante l’emergenza singolare, perché in passato il Commissario per la sono state compiute molte scelte strategiche, che ricostruzione è sempre stato nominato nella perso- rimarranno nel tempo. Penso ad esempio alla dina del presidente della Regione già durante la fase slocazione delle case, all’aver diviso L’Aquila e aver dell’emergenza. La Regione Abruzzo, decidendo di collocato alle porte della città grandi nuclei urbani. non svolgere ruoli, ha trascinato dietro di sé gli Agglomerati che avranno carattere permanente con Enti locali e solo oggi ci si rende conto che non è drammatici effetti sulla ricostruzione anche sociale possibile una ricostruzione senza i protagonisti del della città. A queste scelte, che rispondono ai mecterritorio, perché sono loro gli attori che consento- canismi di emergenza e che abbiamo salutato come no di coinvolgere veramente il sistema economico positive, sono seguite strumentalizzazioni che franlocale. Ben venga quindi un ruolo che è mancato camente potevano essere evitate rispetto al dramper troppo tempo. Dal 1° gennaio entra in campo ma che ha vissuto quel territorio, ma capisco che la un’altra problematicità che attiene alle competenze politica funziona anche così». del territorio, ossia al mettere in campo un model- Qual è stato l’atteggiamento dell’opposizione? lo di governance della ricostruzione, ciò vuol dire «Abbiamo tenuto un atteggiamento maturo riche bisognerà stabilire priorità, scadenziari precisi, spetto a una situazione complessa e nel frattempo perché una città non riparte se non riparte il suo abbiamo avanzato delle proposte. Ora però siamo centro storico». arrivati al momento in cui non è più consentito neAl presidente Chiodi, commissario delegato anche al presidente di trascinare ancora l’Istituzioper la ricostruzione, è stata affidata una gran- ne in un non ruolo. Abbiamo fatto prevalere buon de responsabilità. A cosa dovrà prestare mag- senso, riconoscendo l’eccezionalità della Protezione giore attenzione per non commettere errori? Civile e del volontariato»•

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» di Marco Taglieri e Jenny Viant

“Bil”, il valore aggiunto xxxxxxxxxxx

Il neo segretario regionale UGL Piero Peretti punta sul “Benessere Interno Lordo” per risollevare l’occupazione

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apitolo “occupazione” in Abruzzo: la situazione è nera. Lo dicono i dati: dal giorno del terremoto (6 aprile) i posti di lavoro persi definitivamente sono stati, per il solo comune dell’Aquila, 2.930. Le aziende che hanno fatto ricorso alla CIG (l’apposita cassa integrazione prevista con il Decreto Legge varato d’urgenza dal governo per fronteggiare l’emergenza sisma) sono state 1.790, per un totale di 7.609 lavoratori coinvolti (dati Inps Abruzzo). Ma c’è chi riesce a guardare al futuro con ottimismo. È Piero Peretti, fresco di nomina a segretario regionale UGL (succede a Geremia Mancini). Con lui abbiamo provato a capire cosa dovrà cambiare affinché l’occupazione riprenda vigore. Aquilano doc, Peretti ritiene il capoluogo di regione il motore della stessa, fulcro da cui ripartire per un nuovo sviluppo. Ma come invogliare le imprese a investire nella città sconvolta dal terremoto, così da riattivare il ciclo virtuoso dell’economia? «Attualmente non saprei cosa rispondere a un imprenditore che mi chiedesse lumi a riguardo, - esordisce Peretti – ma è proprio attorno a questa eventuale domanda che bisogna ragionare e agire. Occorrono sgravi e agevolazioni Piero Peretti, neo segretario regionale UGL importanti per le aziende che vogliano avviare un’attività a L’Aquila e dintorni, perché al momento si parla di Zona franca, ma solo in termini teorici e riduttivi. Questa interesserà soltanto parte del territorio aquilano, e solo le piccole e medie imprese con un massimo di 50 dipendenti. Noi aspettiamo fiduciosi che la Zona franca si concretizzi in una qualche maniera, e che possa magari rendere la nostra regione più ricettiva alle iniziative imprenditoriali esterne». A maggior ragione per il fatto che l’Abruzzo può contare su un valore aggiunto importante. Peretti fa riferimento al metodo “Stiglitz”, pubblicato dal Sole 24 Ore lo scorso settembre, considerato fonte di ottimismo per il futuro: incrociando la misura del livello della qualità della vita con il dato della ricchezza prodotta, si ottiene infatti il cosiddetto “BIL”, Benessere Interno Lordo. Secondo questa scala di valori, alternativa a quella del Pil, l’Abruzzo vola in alto alle spalle del terzetto formato da Emilia Romagna, Marche e Toscana. «Le nostre 4 province possono contare su asset strategici come aspettativa di vita, sostenibilità economica e sicurezza sociale - illustra il segretario regionale UGL - che le rendono maggiormente appetibili rispetto a metropoli come Roma e

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Milano. In altre parole, che m’importa di guadagnare di più se l’inquinamento rischia di uccidermi, se il mio tempo libero è divorato dalla mobilità o se la sera sono costretto a chiudermi in casa per sfuggire all’effetto giungla?». L’Abruzzo deve puntare su questi aspetti, che rappresentano il suo valore aggiunto. Adesso tocca al governo accorgersene e muoversi di conseguenza. Come? «Rafforzando le infrastrutture, - risponde Peretti – e cercando di risollevare le aziende che, come la Sevel, rappresentano il cuore produttivo dell’Abruzzo». Anche perché, come illustra in conclusione il nostro interlocutore, sindacato e impresa sono mondi sempre più vicini e collaborativi: «Loro ci chiedono maggiore flessibilità, noi invece pretendiamo che il lavoratore sia considerato una persona, non un numero. Ma devo dire che negli ultimi tempi il mondo dell’impresa sta lanciando segnali molto positivi». Lo testimonia anche Giuseppe D’Amico, direttore di Confindustria Abruzzo. Pur ribadendo che ciascuna parte ha un ruolo preciso ammette che «l’atteggiamento del sindacato è positivo e poco conflittuale. Ci stiamo impegnando con la Regione in modo da trovare forme contrattuali che possano donare vigore all’occupazione. Ad esempio, anche noi ci battiamo per una contrattazione di 2° livello di qualità. È palese che il numero di posti a rischio aumenta - i recenti dati Istat riportano che su scala nazionale abbiamo raggiunto quota 2 mln di disoccupati - a maggior ragione il clima deve essere di collaborazione». Ovviamente, la collaborazione deve essere assistita da segnali tangibili provenienti dal go-

verno regionale che, pur avendo un raggio di manovra circoscritto, è chiamato a creare contesti di opportunità. Per D’Amico, al fine di raggiungere un contesto economico improntato al futuro sarebbe utile pensare concretamente e seriamente alla semplificazione amministrativa. Lo snellimento della burocrazia, l’eliminazione degli enti inutili, la proposta avanzata alla Regione di creare un’agenzia unica per lo sviluppo, l’investimento in infrastrutture materiali e immateriali - quindi non solo strade, ma anche banda larga – sono interventi che creano valore aggiunto per il nostro territorio. In questo modo l’Abruzzo può creare attrattività. Senza trascurare che bisogna insistere su un fattore di merito costituito dall’auspicabile sinergia università-impresa. «Conferire fondi all’università sulla base di progetti concreti e risultati effettivi, puntare sull’innovazione e la ricerca, sono strategie meritorie capaci di creare occupazione nel nostro territorio», conclude Giuseppe D’Amico

Il monito di Piero Peretti: «Occorrono sgravi e agevolazioni importanti per le aziende che vogliano avviare un’attività a L’Aquila e dintorni»

Giuseppe D’Amicco direttore di Confindustria Abruzzo

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» di Denia Di Giacomo

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foto di Andrea Straccini

Il cuore nero dell’Abruzzo La mappa del centro oli

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La nostra regione si scopre con una grande vocazione mineraria e il suo territorio fa gola a molte compagnie petrolifere. I risvolti della polemica sul Centro Oli e sul futuro del nostro ambiente, con un’intervista a Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF

Abruzzo, “Cuore verde d’Europa”. Questo è da sempre il claim delle numerose campagne promozionali della nostra regione, ma purtroppo rischia di non essere più veritiero. La minaccia che incombe sull’Abruzzo è stata definita una «deriva petrolifera» e anche i riflettori della stampa nazionale, come Il Corriere della Sera e Repubblica, sono puntati sul temibile progetto di petrolizzare metà della “Regione dei Parchi”. Tutto nasce dalla volontà da parte della Vega Oil – società controllata dalla canadese Cygam – di voler impiantare a Ortona, in uno dei tratti litoranei più belli d’Abruzzo, un pozzo per la ricerca di idrocarburi da trivellare a 7 km dalla costa. Ma questa è solo una delle tante minacce. Sono numerose infatti le compagnie che negli ultimi anni hanno mostrato interesse nei confronti del nostro territorio, tra le quali la più conosciuta è l’Eni. Secondo quanto si legge in un dossier pubblicato a febbraio da WWF e Legambiente, basato sui dati del Ministero dello Sviluppo Economico, il 49,1% del territorio abruzzese è interessato da richieste o autorizzazioni per la ricerca di idrocarburi e le tre province costiere, arrivano addirittura a superare il 70%. Sono dati molto preoccupanti, che si abbattono

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su circa l’80% della popolazione regionale anche se non dovrebbero affatto interessare una regione che da sempre basa il suo successo sull’ambiente.

LE PREOCCUPAZIONI DI MOLTI

Il petrolio di cui è ricco il nostro territorio, lungi dall’essere l’oro nero dell’immaginario collettivo è in realtà di bassissima qualità, come spiegano ormai da mesi i numerosi scienziati schierati contro questi progetti. Questo significa che deve essere raffinato sul posto con rischi ambientali altissimi dovuti ai processi di desolforizzazione. L’inquinamento riguarderà tutti gli elementi naturali, senza esclusione di colpi, sia l’aria, dove vi verranno immesse tonnellate di polveri e sostanze nocive, che l’acqua, con le sue falde che verranno raggiunte dalle trivelle e quindi avvelenate dai fanghi nocivi usati per le perforazioni, senza parlare delle contaminazioni nel mare e delle disastrose ricadute sul settore agricolo e sul turismo. Qualcuno potrebbe pensare che la Regione Abruzzo ne ricaverà interessanti royalties, ma anche in questo caso arriva la smentita. In Italia, le tasse governative sono solo del 30% sulle estrazioni, che tra l’altro vengono controllate dagli estrattori stessi, e agli abruzzesi non resterà


che l’1% della ricchezza estratta. Percentuali davvero molto basse se si pensa a paesi come la Norvegia dove le royalties si aggirano intorno all’80%. Per cui associazioni ambientaliste, comitati di cittadini come l’ormai noto “Comitato Abruzzese Difesa Beni comuni”, che riunisce ben 60 associazioni di categoria, e numerosi esponenti politici di ogni schieramento, sono compatti nell’esporre le mille preoccupazioni derivanti da una eventuale deriva petrolifera della regione e non ci stanno a far passare inosservato quello che a loro avviso è un grande e ingiustificato ritardo nelle risposte da parte della Regione Abruzzo, la stessa Regione il cui Consiglio appena insediato, firmò un ordine del giorno con il quale la Giunta Chiodi si impegnava ad opporsi “entro 45 giorni” all’impugnativa del Governo centrale e a produrre un ulteriore provvedimento per bloccare la deriva petrolifera dell’Abruzzo, azione che la regione ha intrapreso tardivamente contro il Governo centrale producendo il disegno Febbo bocciato lo scorso settembre.

Il petrolio di cui è ricco il nostro territorio è in realtà di bassissima qualità e i processi di desolforizzazione per raffinarlo sono estremamente inquinanti

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LE RISPOSTE DELLA REGIONE

Il 30 novembre scorso un nuovo disegno di legge ha riacceso le speranze su una soluzione duratura e importante alla questione ambiente. Ma il disegno, discusso in Consiglio Regionale lo scorso 16 dicembre, non ha sopito le critiche e i dibattiti, alimentati da numerose lacune che, a detta delle associazioni ambientaliste e di cittadini, non riuscirebbero a frenare affatto la corsa dell’Abruzzo verso la petrolizzazione.

Il problema principale, sostengono alcuni esponenti del fronte anti-petrolio come il movimento abruzzese “Nuovo senso civico”, sta nel fatto che permangono ancora le numerose concessioni già emanate, che solo il Governo potrebbe revocare. Affrontiamo il problema più da vicino con le risposte di Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF, e personaggio di spicco nella lotta in corso contro “L’Abruzzo petrolifero”.

intervista a Dante Caserta

Dante Caserta consigliere nazionale del WWF

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Dopo le numerose polemiche è finalmente giunto un disegno di legge “Blocca Centro Oli”. È la soluzione che ci si aspettava? «Crediamo che si sia persa un’occasione importante. La proposta del presidente Chiodi era una buona base di partenza che, di fatto, pone una serie di vincoli stringenti sulla ricerca ed estrazione di idrocarburi liquidi a terra, ma non affronta affatto la problematica a mare che pure ha assunto e assumerà una portata enorme con 5.600 km quadrati di mare antistante la costa abruzzese interessati da richieste di ricerche ed estrazioni di idrocarburi. Inoltre, la legge approvata cancella alcuni elementi positivi della precedente legge come la Valutazione di Incidenza Sanitaria che sarebbe stata sicuramente utile richiamare e che peraltro non era stata oggetto di censura da parte del Governo nazionale davanti alla Corte Costituzionale. Non capiamo perché la maggioranza in Consiglio regionale, al momento dell’approvazione, non abbia voluto ricercare la massima coesione con l’opposizione, apportando dei miglioramenti alla proposta di legge della Giunta. Purtroppo si è perso molto tempo, si è arrivati all’ultimo momento e la legge finale, pur presentando elementi positivi, non risolve com-

pletamente la problematica». Cosa contestate di questo disegno di legge? «La mancanza più grave è sicuramente il non aver affrontato la questione a mare. Al riguardo avevamo anche suggerito una strada già adottata da altre regioni italiane. Si sarebbe potuto prevedere una sorta di moratoria fino a quando la regione non si fosse dotata del Piano di Gestione Integrata della Zona Costiera, strumento introdotto dall’Unione Europea e recepito anche dalla normativa italiana, che consente di pianificare la gestione costiera e quella dei tratti marini antistanti la costa. Non avendo fatto nulla, ci troveremo a dover affrontare senza alcuna pianificazione, le continue richieste di ricerca ed estrazione che arrivano da parte delle multinazionali petrolifere». Quale dovrebbe essere l’atto concreto e immediato da parte della Regione Abruzzo? «A questo punto, si deve immediatamente trovare la strada per intervenire sulle concessioni a mare. Inoltre, la Regione deve aprire un tavolo di confronto con il Governo nazionale, chiarendo di non essere disponibile a compromettere il proprio territorio e la propria economia. Oltre al problema ambientale qui è in gioco la nostra economia


legata al turismo, alle produzioni di vini ed oli di qualità. Non è un caso che in questa battaglia si siano ritrovati fianco a fianco ambientalisti, agricoltori, cantine sociali, amministratori locali e tantissimi cittadini». I sindaci di Silvi e Pineto, Gaetano Vallescura e Luciano Monticelli, hanno proposto un referendum. Sostenete questa idea? «Tutto quello che serve a fermare questa deriva petrolifera è ben accetto. Ma sappiamo bene che tutti gli abruzzesi sono contrari, quindi i consiglieri regionali dovrebbero darsi da fare ed ascoltare quello che dicono i loro elettori, altrimenti viene da chiedersi a chi rispondono». Maria Rita D’Orsogna, docente della CSUN Los Angeles, afferma che “il petrolio abruzzese è di qualità scadente”, allora come si spiega un interesse così alto da parte di grandi e diverse compagnie petrolifere proprio nei confronti della regione verde d’Europa? «È evidente che con l’avvicinarsi del cosiddetto peak oil (il punto di massima produzione di petrolio possibile) anche giacimenti di minor interesse diventano importanti. È la follia di questo mercato che invece di puntare su efficienza, risparmio ed energie alternative, continua ad inseguire le fonti fossili nonostante tutti i problemi che stanno causando al Pianeta. Le difficoltà di arrivare ad accordi stringenti registrate a Copenaghen nel Summit sul clima, evidenziano chiaramente come, anche di fronte all’allarme lanciato dalla comunità scientifica e fatto proprio dall’opinione pubblica, le lobby del petrolio continuano a condizionare pesantemente i governi». Oltre al tratto litoraneo

Ortona – San Salvo, qual è nell’immediato il territorio più a rischio? «Sicuramente la costa è la parte maggiormente minacciata e con essa il tratto di mare antistante. Ad oggi il 49,11% del territorio abruzzese è interessato da richieste per ricerca ed estrazione di idrocarburi. In Provincia di Pescara sono interessati 42 comuni su 46; in provincia di Teramo 40 su 47 (sono dati del Ministero dello Sviluppo Economico). Anche per questo è importante valutare nel concreto gli effetti che potrà avere la legge approvata sulle autorizzazioni già richieste o rilasciate. Non vorremmo che si fosse chiuso il recinto quando i buoi sono già scappati». Quali saranno le prossime mosse del WWF e di tutto il movimento Emergenza Ambiente Abruzzo? «Raccolta di firme, incontri pubblici, pressioni su amministratori e politici, manifestazioni, osservazioni ed opposizione ai singoli progetti presentati: abbiamo fatto e continueremo a fare di tutto. La battaglia è veramente difficile, ma gli esempi del terzo traforo del Gran Sasso o della qualità dell’acqua nella Val Pescara, ci dimostrano che, quando si difendono beni comuni, con impegno e rigore è possibile fermare anche grossi interessi. I cittadini devono però continuare ad informarsi, impegnarsi e farsi sentire: la partecipazione è l’arma più forte!»

«Tutta la costa abruzzese è minacciata. In Provincia di Pescara sono interessati 42 comuni su 46; in provincia di Teramo 40 su 47…»

L’ombra del nucleare Un altro cruccio affligge le associazioni ambientaliste, ovvero quello del nucleare. Lo scorso 11 settembre WWF, Greepeace e Legambiente hanno invitato tutte le regioni italiane a ricorrere dinanzi la Corte Costituzionale contro la legge 99 del 2009 con la quale vengono centralizzate tutte le decisioni inerenti le scelte dei siti da destinare alle centrali nucleari. Questo impedirebbe alle regioni e agli enti locali di avere voce in capitolo sull’insediamento delle centrali nel proprio territorio.

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GRUPPO BPER

MONDO CAR ISTITUTO CONSULENZE SERVIZI AZIENDALI

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> Speciale

3a Convention delle imprese

Costruire e innovare per un nuovo modello di sviluppo

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speciale 3a Convention delle imprese » di Eleonora Lopes

Innovare per

Alla terza “Convention delle imprese” organizzata da Abruzzo Impresa e promossa da Confindustria Abruzzo, si è parlato di ricostruzione e di uno modello di sviluppo che faccia rinascere l’Aquila e l’Abruzzo. Tra gli ospiti intervenuti il capo dipartimento della Protezione Civile Guido Bertolaso

Guido Bertolaso Capo dipartimento della Protezione Civile

Luigi Angeletti segretario generale UIL Luigi Abete presidente BNL S.p.A.

L

a sveglia della Convention delle imprese ha suonato la carica per la terza volta. La stessa sveglia che già lo scorso anno ci aveva annunciato il via alla “Convention delle imprese” organizzata da Abruzzo Impresa con la promozione di Confindustria Abruzzo. Due edizioni indimenticabili e dall’indiscutibile successo, che hanno visto il dialogo tra imprenditori, politici, sindacati, università e banche al centro del dibattito.

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Alfredo Mantovano sottosegretario al Ministero dell’Interno

Stessa determinazione di sempre, ma una location d’eccezione ha fatto da cornice alla nostra Convention, quella che ha ospitato i grandi della Terra per il vertice del G8, la Scuola della Guardia di Finanza a Coppito. Il tema scelto per questa edizione dai toni più sobri non necessita di spiegazioni: Innovare e ricostruire: per un nuovo modello di sviluppo per l’Abruzzo. E non si poteva parlare di ricostruzione se non a l’Aquila, città simbolo della tragedia terremo-


ricostruire Giovanni Fiori professore ordinario di Economia Aziendale all’università Luiss di Roma

Giovanni Floris giornalista Rai

Enrico Letta deputato PD

to. Ma anche da una grande tragedia possono nascere delle opportunità o degli impulsi in grado di realizzare quei cambiamenti necessari per la ripresa dell’economia ed è con questa convinzione che si è svolta la terza “Convention delle imprese”. Un pubblico importante e numeroso e un parterre con grandi nomi, quasi da sembare una puntata del programma Ballarò, visto che a moderare la seconda tavola rotonda è stato proprio il dinamico conduttore

» foto di Simone Cerio, Marcello Starinieri e Vincenzo Sulpizio

Giampaolo Galli direttore generale Confindustria

RAI Giovanni Floris che ha coordinato gli interventi di: Guido Bertolaso, capo dipartimento della Protezione Civile, Alfredo Mantovano, sottosegretario al Ministero dell’Interno, Enrico Letta, deputato del PD, Luigi Angeletti, segretario generale UIL, Luigi Abete, presidente della BNL, Giovanni Fiori, professore ordinario di Economia Aziendale all’università Luiss di Roma e Giampaolo Galli, direttore generale di Confindustria che ha fortemente contribuito all’organiz-

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speciale 3a Convention delle imprese

zazione dell’evento insieme al presidente di Confindustria Marrollo e al direttore D’Amico. Guido Bertolaso che è stato il primo a prendere la parola, ha illustrato alla platea il lavoro compiuto in 8 mesi dalla Protezione Civile, indicando tra i numerosi traguardi raggiunti, la chiusura di tutte le tendopoli, la costruzione delle case anti-sismiche e dei MAP, e il ritorno a scuola di 16 mila studenti. «L’Aquila è diventato –ha detto Bertolaso- il cantiere più grande d’Europa che lavora h24 con un’attenzione, oserei dire quasi maniacale nei confronti della sicurezza degli operai, tanto che abbiamo ricevuto anche i complimenti dai sindacati. Il mio auspicio è che il presidente Chiodi e il sindaco Cialente che dovranno proseguire il nostro operato, riescano a fare il meglio». Galli, che fatto una panoramica sulla situazione economica italiana, si è detto fiducioso, «ma il momento- ha affermato il direttore nazionale di Confindustria -è comunque molto critico, nonostante qualche segnale di ripresa. È necessario puntare sui mercati emergenti ed è importante per la ripresa, la presenza degli istituti bancari». «I numeri non fanno intravedere pericoli». Queste le parole del sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, con delega alla pubblica sicurezza, facendo il punto sulle infiltrazioni mafiose nella ricostruzione post terremoto. «La situazione non è preoccupante perché - ha spiegato Mantovano - si è colta la dimensione dello sforzo di prevenzione messo in atto e probabilmente perché ci è stata una sorta di autodisciplina - ha concluso - per evitare di essere portati alla luce. Il sistema degli appalti in Italia sollecita gli appetiti criminali è vero, ma per il momento ci riteniamo soddisfatti».

«Chiedete politiche di promozione e attrazione per chi investe qui e politiche fiscali per le nuove imprese». Questa l’esortazione giunta dal presidente della BNL. «Le banche in questo periodo, e parlo in generale, non hanno ridotto i crediti - ha spiegato Abete - semmai è cambiato il Mondo, sono diminuiti i soldi pubblici, ed il capitale delle piccole imprese che non possono lavorare solo sul credito». Snocciolando alcuni dati, il presidente BNL ha sottolineato come nel dopo sisma all’Aquila sia cambiato il modo di gestire il risparmio: «I depositi tra il mese di aprile e quello di agosto sono aumentati e questo, in poche parole, significa che le persone tenevano i soldi in casa. Li hanno portati in banca perchè non sapevano più dove tenerli». Abete ha invitato a investire nell’innovazione, ma anche in settori diversi, come il turismo, l’ambiente e la cultura «sebbene - ha stigmatizzato - per questi settori oggi non ci siano grandi progetti d’impresa di qualità». Un argomento appena sfiorato dal ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali Maurizio Sacconi collegato da Roma in video conferenza per un impegno improvviso che gli ha impedito di raggiungere Coppito che ha invitato tutti a essere cauti e ha affermato che è necessaria una ricostruzione seria e in tempi rapidi. «Nella finanziaria il Governo dia risposte certe ai terremotati, perché non è ancora chiara la questione del rinvio del fisco e la modalità della restituzione delle tasse da parte dei terremotati». Ha detto Letta. «In Italia non ci sono vantaggi fiscali competitivi. È giusto puntare sull’innovazione, sulla ricerca, ma per la ripresa è necessario il vantaggio fiscale, così come lo hanno applicato in Irlanda, è l’unico mezzo che

L’intervento del ministro Maurizio Sacconi in videoconferenza da Roma

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speciale 3a Convention delle imprese

concretamente porta a dei risultati». Questo l’appello dell’economista e docente universitario Fiori. Zona franca e ripresa del lavoro, sono stati gli argomenti toccati da Angeletti che ha affermato: «Non ci sarà nessuna ripresa se non riparte l’economia locale. La Zona franca deve servire a far investire qui le aziende provenienti da tutta l’Italia. Il Governo deve capire che le case senza il lavoro servono poco. Sono solo il primo passo». Ma facciamo un passo indietro sul programma della Convention, dopo i saluti del padrone di casa, il comandante della Scuola della Guardia di Finanza di Coppito Fabrizio Lisi, l’apertura dei lavori da parte di Abruzzo Impresa, è stata la volta dell’intervento del presidente Marrollo che ha presentato le proposte di Confindustria Abruzzo per la Regione accompagnato da un video realizzato proprio per la Convention. «Una rinascita –ha detto Marrollo- che dovrà essere orientata alla qualità e all’eccellenza, tale da porre la ricostruzione delle aree terremotate, e con esse di tutto il territorio regionale, come modello innovativo

di riferimento». Poi è toccato a Luciano Fratocchi, professore di Ingegneria Gestionale all’università di L’Aquila con una relazione sui precedenti disastri naturali. Il primo dibattito ha visto confrontarsi: l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Alfredo Castiglione, il sindaco di L’Aquila Massimo Cialente, il segretario regionale della CISL Maurizio Spina, il magnifico rettore dell’Università di L’Aquila Ferdinando di Orio, il direttore generale Carispaq, Rinaldo Tordera, il presidente di Confindustria L’Aquila, Sergio Galbiati e l’economista Giuseppe Mauro. Tutti coordinati dal giornalista Rai Lucio Valentini. Al centro del dibattito non poteva esserci che il terremoto e le modalità della sua gestione. «La Regione Abruzzo non ha risorse endogene. Siamo una Regione commissariata nella sanità e la più tassata d’Italia. Ma stiamo facendo di tutto per sostenere la ripresa economica dell’Aquila e dell’Abruzzo». Ha esordito così il vice presidente della Regione Castiglione, intervenendo alla tavola rotonda. Soffermandosi sulle misure adottate dalla Regione in favore dei

Il comandante della Scuola della Guardia di Finanza di Coppito, Fabrizio Lisi

Il direttore di Abruzzo Impresa, Eleonora Lopes

il segretario regionale della CISL, Maurizio Spina

Il direttore generale Carispaq, Rinaldo Tordera

Il presidente di Confindustria L’Aquila, Sergio Galbiati L’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione

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comuni del cratere, Castiglione ha ricordato di «aver provveduto alla rimodulazione dei fondi Por Fesr per 83 milioni di euro e di aver avviato due bandi per 46 milioni di euro. Bandi che prevedono il rimborso dei danni subiti da imprese e professionisti a causa del terremoto di aprile (35 milioni) e attrazione di nuove aziende (11 milioni)». «In primavera - ha spiegato ancora Castiglione - arriveranno i Fas. Confidiamo di utilizzare poi il Master Plan, per il quale abbiamo già fatto una programmazione. E infine ci sarà la Zona franca urbana per L’Aquila, dopo Pescara. Auspico - ha concluso Castiglione - che si faccia il possibile per passare da una fase dell’emergenza a una della ricostruzione che comprenda la ripresa economica, sociale e produttiva. Bisogna infatti investire non solo in macchinari, ma anche in talenti, conoscenza, giovani. Pensiamo a spin off universitari e start up con imprese. L’Aquila deve diventare modello di sviluppo da esportare». Prima della relazione di Castiglione è stato letto un breve messaggio di saluto del presidente della Regio-

ne, Gianni Chiodi, che non ha potuto essere presente perchè impegnato a Roma per la questione Sanità. Dai toni più preoccupati è stato l’intervento del sindaco del Capoluogo che ha dichiarato: «La situazione è ancora drammatica. Noi abbiamo ancora sulla costa circa 16.000 persone alloggiate nelle strutture alberghiere. Il piano case è insufficiente per almeno 1.200 persone, e poi c’è il ritardo della ricostruzione della case della categoria B e C. Ma non dimentichiamo che dietro questi numeri ci sono drammi personali. Al problema casa si aggiunge quello della mancanza di lavoro, ma il problema più grave è la questione della restituzione delle tasse che potrebbe davvero metterci in ginocchio». L’auspicio è lo stesso per ogni edizione della Convention, quello cioè che tutte le proposte indicate dai relatori e le richieste degli imprenditori, che restano i veri protagonisti dell’evento, non rimangano parole, ma diventino fatti e leggi concrete che davvero possano contribuire alla ripresa economica del territorio aquilano e abruzzese.

Il presidente di Confindustra Abruzzo Calogero Riccardo Marrollo

Il professore di Ingegneria Gestionale all’università di L’Aquila, Luciano Fratocchi

L’economista Giuseppe Mauro

Il magnifico rettore dell’Università di L’Aquila, Ferdinando di Orio Il sindaco di L’Aquila, Massimo Cialente Il giornalista Rai, Lucio Valentini

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speciale 3a Convention delle imprese

Premio Aquila Reale 2009

Al temine della prima tavola rotonda si è svolta la consueta premiazione delle ultime copertine di Abruzzo Impresa con il premio “aquila reale” condotto dal giornalista Rai Nino Germano. Un riconoscimento a 9 imprenditori, che rappresentano l’Abruzzo sano, produttivo, quello che nonostante il momento difficile non vuole mollare, ma anzi contribuisce alla ripresa del territorio con sacrificio e impegno. Il sottosegretario al Ministero Alfredo Mantovano ha premiato i nostri “capitani d’impresa”

Luciano Ardingo Gruppo Spee

Giandomenico Di Sante Gruppo Di Sante Mobili

Valentino Sciotti Farnese Vini

Ornella Mucci Sima 2 Costruzioni

Federico Vione Adecco Italia SpA

Guglielmo Maio Gruppo Maio

Paolo Mingione BCC Castiglione M. R. e Pianella

Mario e Luca Verdecchia Gruppo Radiosanit

Daniele Becci Camera di Commercio di Pescara

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speciale 3a Convention delle imprese » di Luciano Fratocchi

L’esperienza dei precedenti disastri naturali presentata alla terza “Convention delle imprese”

I

l Rapporto 2009 predisposto dal Centro Studi di Confindustria Abruzzo, distribuito in occasione della terza “Convention delle imprese” ha analizzato la situazione dell’Abruzzo tra crisi globale e sisma locale identificando le modalità di gestione del binomio ricostruzione-sviluppo. In quest’ambito, insieme agli altri due autori, Massimo Parisse e Giuseppe D’Amico, abbiamo analizzato le esperienze dei principali disastri naturali avvenuti negli ultimi cinquant’anni nel nostro Paese, al fine di identificare le politiche industriali poste in essere e di derivarne le best practice che dovrebbero ispirare la ricostruzione del territorio del cratere e, più in generale, il rilancio del tessuto imprenditoriale locale. In quest’ottica la prima fondamentale evidenza sta nel fatto che “non può esserci ricostruzione senza sviluppo, per il semplice fatto che sarebbe assurdo e irrazionale il mero ripristino della struttura produttiva ante-catastrofe”. In quest’ottica, va tenuto presente che per le aree già in crisi (quali l’aquilano), “non basterà ricostruire le infrastrutture e le attrezzature preesistenti, eventualmente rinnovandole sotto il profilo tecnologico, dal momento che siamo di fronte ad aree che anche nel periodo ante-catastrofe ne erano sottodotate” (Rosa & Barbieri, 1990).

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Posta l’indissolubilità del rapporto ricostruzionesviluppo, va tenuto conto che lo sviluppo non può che basarsi sull’innovazione. Conseguentemente, è utile rileggere le esperienze passate per comprendere quale ruolo abbia avuto l’innovazione negli interventi post-disastro. In quest’ottica assai significativo è il caso del sisma del Friuli, la cui fase di ricostruzione e sviluppo è giustamente considerata come esempio da prendere a modello anche per il caso aquilano. In tal senso, sono da ricordare, tra le altre, la scelta – assolutamente innovativa rispetto al precedente caso del Belice - di una governance decentrata (alla Regione) e multilivello (Stato-Regione-Comuni) della fase post-emergenza. Non meno importante nell’ottica di saldare ricostruzione, sviluppo ed innovazione, è la scelta di costituire l’Università di Udine, concepita proprio come motore dello sviluppo friulano. Anche in tale contesto di successo, però, la non adeguata attenzione all’innovazione ha comportato dei limiti alla competitività del settore industriale dato che “non furono chiaramente individuati i sentieri di possibile crescita di quest’ultimo e i correlati strumenti d’intervento […] la politica implementata, cioè, sembra aver dato luogo a una riabilitazione efficace, ma passivamente conservativa o, se vogliamo, poco


orientata in senso strategico” (Fabbro, 2009). Con riferimento al cosiddetto sisma dell’Irpinia, invece, l’attenzione all’innovazione ha riguardato tanto la realizzazione di insediamenti produttivi in nuclei industriali di nuova costituzione (L. 219/1981 art. 32) - con preferenza, almeno nella seconda fase, per i settori ad alta tecnologia (L. 120/1987), quanto il contributo a fondo perduto del 75% della spese non solo di riparazione/sostituzione dei macchinari e delle attrezzature danneggiate dal sisma ma anche per il loro adeguamento funzionale (L. 219/1981 art. 21). In altri termini, la fase di ricostruzione è stata intesa come “occasione” per innestare processi di industrializzazione e di innovazione (specialmente di processo) in un territorio che già prima del sisma era in grave ritardo di sviluppo. Da ultimo, nel caso di Umbria e Marche, sono da segnalare – con riferimento al binomio innovazioneattività produttive – l’introduzione del risarcimento del “danno indiretto”, il piano di miglioramento delle infrastrutture logistiche (c.d. “Quadrilatero del terremoto” e il connesso “Piano di Area Vasta”), la focalizzazione degli interventi su specifiche filiere (alimentare e turismo in Umbria) e, soprattutto, l’emanazione di bando speciale della Legge 488/1992 per le sole zone terremotate. Con riferimento al binomio innovazione-Pubblica amministrazione, invece, sono da sottolineare l’istituzione dei due osservatori regionali della ricostruzione – che hanno assicurato trasparenza ed accessibilità pubblica ai dati, anche grazie al contestuale obbligo di trasmissione dei dati

in formato elettronico da parte di tutti gli attori – e la sperimentazione per la prima volta del DURC, utilizzato per verificare le imprese assegnatarie di appalti nella fase di ricostruzione. Anche nel caso dell’Umbria, però, non sono mancati casi di inefficace ed inefficiente gestione del processo di intervento post-sisma come dimostrato dal fallimento del modello di governance delegata nel caso della ricostruzione del centro storico di Nocera Umbra, un precedente a cui bisognerebbe guardare con attenzione per non replicare gli stessi errori nel caso di L’Aquila, in cui si rinvengono molti elementi di affinità con l’esperienza della città umbra.

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speciale 3a Convention delle imprese

alcune immagini della Convention

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speciale 3a Convention delle imprese

Le interviste di Abruzzo Channel La 3ª Convention delle imprese si è profilata ancora una volta come appuntamento di riferimento al quale hanno preso parte personaggi di spicco del panorama economico, imprenditoriale e sindacale. Di seguito riferiamo frammenti di alcune interveste concesse dagli illustri ospiti Calogero Riccardo Marrollo presidente di Confindustria Abruzzo Auspichiamo che dopo tutto quello che è stato ben fatto per l’emergenza, ci sia una continuità e che il Governo ci accompagni anche per la ricostruzione. Non possiamo essere lasciati soli. La nomina del nostro presidente regionale Gianni Chiodi per la ricostruzione è una soddisfazione per tutti noi, perché Chiodi è una persona seria e competente, sono certo che le cose saranno fatte con la massima trasparenza. La Regione da sola può fare poco perché le casse sono vuote, quindi ci affidiamo a quelle che sono le risorse extraregionali. Massimo Cialente, sindaco di L’Aquila La Convention è una iniziativa molto importante. Abbiamo la necessità di ricostruire, non solo le case, bensì un tessuto economico, sociale e culturale, spero sulla base di quelle che erano le idee guida. Però tutto sembra molto difficile perché i segnali che arrivano dal Governo sono preoccupanti. Sono in continuo collegamento telefonico con il Governo, per cercare di capire se si può modificare l’emendamento. È un colpo terribile, soprattutto per tutto il lavoro autonomo, il mondo delle imprese, ecc. Non ci sono i soldi previsti dal Decreto, una quota dei 4 miliardi del Cipe doveva andare sul rilancio produttivo. C’è a mio avviso una interpretazione un po’ ristretta della Zona franca, bisognava avere una visione un pochino più allargata della Zona franca. L’Europa avrebbe accettato. Ci vorrà attenzione particolare da parte del Governo; da un lato c’è voglia di fare da parte del mondo imprenditoriale, dall’altra c’è una sordità di una parte del Governo. Luigi Abete, presidente Bnl Spa Lo slogan “Un nuovo modello di sviluppo” ha dei contenuti certamente condivisibili, ma a me non piace moltissimo perché corre il rischio di perdersi in un’infinità di iniziative e idee che non trovano poi concretezza. Bisogna ridare vita al territorio nei tempi minimi e con le modalità tecnologiche migliori possibili. Bisogna ricostruire il tessuto sociale e produttivo. Le sfide di un nuovo modello di sviluppo si devono basare su tre priorità: rapidità di mettere in agibilità operati-

va il centro storico, individuare metodologie di finanziamento per attrarre o sviluppare capacità imprenditoriali già esistenti nel settore manifatturiero e far crescere la dimensione di impresa, soprattutto nell’economia dei servizi, della cultura e dell’entertainment. Noi come BNL siamo presenti a L’Aquila in modo importante, siamo stati tra i primi ad attivare agenzie mobili. Il nostro Gruppo ha un grande senso di coinvolgimento e responsabilità. Se lo stesso spirito è presente nelle altre aziende del territorio, il protagonismo delle donne e degli uomini può essere un vero promotore per questa fase di rilancio. Luigi Angeletti, segretario generale Uil L’aumento della disoccupazione purtroppo è una dura realtà e non migliorerà nei prossimi mesi. Da che cosa è determinato? Da due fatti, il primo è che sono diminuite le importazioni e di conseguenza le imprese hanno meno lavoro; l’altro elemento è determinato anche da una diminuzione della domanda interna fatta da scarsi investimenti pubblici e da un ristagno dei consumi. Su questo, nei limiti della nostra finanza pubblica, abbiamo qualcosa da fare. La prima sarebbe ridurre le tasse sulla Tredicesima, ciò darebbe una mano all’aumento dei consumi e quindi della produzione. Per quanto riguarda gli investimenti, il problema non è trovare i soldi, ma farli. In Italia si parla, si fanno i piani, si stanziano i soldi, si litiga sul fatto che ci siano o meno i soldi… in realtà poi non succede assolutamente nulla. Questo è grave, determina un aumento della disoccupazione, almeno di quella parte che potremmo seriamente fronteggiare. Alcuni hanno cercato di generare occupazione attraverso i contratti cosiddetti flessibili. Questo non fa altro che incentivare le imprese che vogliono rendere il lavoro atipico meno costoso di quello standard. Bisogna invertire questa tendenza. Bisogna operare sul piano degli incentivi, spingendo all’assunzione con meno contributi per contratti a tempo indeterminato. La flessibilità è già un vantaggio, non c’è bisogno di aggiungere anche il basso costo. Giovanni Floris giornalista Rai e moderatore della Convention In questa Convention ci sono due livelli correlati di discussione e analisi, quello nazionale e quello regionale. La politica deve assumere una flessibilità e una brillantezza, una capacità di iniziativa tale da poter fare ripartire l’economia in Abruzzo e in Italia

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terza parte

mercati

» di Alfredo De Vincentis

Borsa? Sì, ma a piccole dosi Gli esperti invitano a essere prudenti nell’approcciare in questo momento le borse: meglio attendere un consolidamento dei grafici, in modo da avere un rapporto rischio/rendimento a proprio favore

A

bbiamo segnalato in precedenza come i mercati siano saliti molto dai minimi di marzo 2009, e come siano ormai a ridosso di livelli di resistenza corrispondenti ai minimi dell’estate 2008, quando ebbe inizio, con il fallimento e pronta acquisizione da parte di JPM della banca Bear Sterns, il domino del sistema creditizio USA. A questa descrizione aggiungerei un particolare in più. Perché un trend sia forte e consistente, occorre che tutti i diversi indici abbiano lo stesso andamento, occorre cioè che vadano tutti insieme nella stessa direzione e possibilmente con la stessa forza. In questa particolare fase (inizi di dicembre) osserviamo invece come questa esigenza sia insoddisfatta. Lo S&P500, che raccoglie le principali 500 società americane, è ancora nell’ambito di un trend regolare (fig.1);lo S&P400, che raccoglie le principali 400 società americane a media capitalizzazione e il Nasdaq Composite si trovano invece in una configurazione detta a espansione che spesso anticipa una correzione (fig.2 e fig.3); e molto evidentemente l’indice Russell 2000 (l’indice più volatile degli usa e per questo molto utilizzato dai trader) è invece nell’ambito di un andamento con minimi relativi inferiori. Tanto suggerisce l’idea che sia iniziata o che siamo molto prossimi a una fase correttiva dei mercati. (fig.4). Occorre pertanto una certa prudenza nell’approcciare in questo momento le borse: meglio aspettare un consolidamento dei grafici su livelli magari più bassi, in modo da avere un rapporto rischio/rendimento a

proprio favore. Dalla fig.5 si vede molto chiaramente quale potrebbe essere questa occasione di ingresso o aumento delle posizioni: un chiaro golden-cross (espressione con la quale si intende l’accavallamento della media mobile a breve sopra quella lunga) con correzione secondaria successiva. Quello è il momento (cerchio verde) tanto atteso dai molti i quali sono rimasti spiazzati in un modo o nell’altro dalla ripesa di questo primario al rialzo. Attenzione, dunque, ma con fiducia, perché i grafici sono ben impostati in un bel primario al rialzo. I titoli che questo mese prendiamo in considerazione sono Life Partners Holdings Inc. e Click Software Technologies Ltd. La società Life Partners (LPHI) opera negli Sta-

Il grafico della Life Partner

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mercati

ti Uniti, e si occupa di un’attività che può suonare strana per noi italiani, ma può essere utile per persone che hanno bisogno di liberarsi di una polizza vita in cui hanno investito in passato e che vorrebbero liquidare prima della scadenza. Il problema delle polizze vita è generalmente il seguente: se l´investitore che ha comprato la

Il grafico della Click Software

polizza vuole riprendere il capitale prima della scadenza (il cosidetto riscatto), la compagnia assicurativa applica delle penali sulle somme da rimborsare, condizione fortemente penalizzante. In questi casi, negli Stati Uniti e in molti paesi del Nord Europa, chi si trova in questa situazione può rivolgersi ad una società come la Life Partners, e vendere la polizza a questa compagnia. Il vantaggio per il venditore è che riceve un valore più elevato rispetto al valore che avrebbe ricevuto col riscatto. Il vantaggio per la società acquirente è che compra una polizza che ha un valore a scadenza (pari al capitale assicurato) per un valore molto scontato. La Life Partners può anche trovare altri compratori della polizza se non vuole comprarla direttamente, e

così applicare commissioni per l´intermediazione. Questa società è quotata al Nasdaq, è leader in questo settore, ha un ottimo bilancio, e si occupa di un´attività anticiclica, cioè che cresce quando c´è recessione e livelli elevati di disoccupazione. Ha buoni flussi di cassa. Infatti quest´anno ha pagato un dividendo del 5,2% lordo. Si prevedono dividendi uguali per il 2010. Il tasso di crescita del fatturato negli ultimi 3 anni è stato del 124%, e il tasso crescita utili è stato del 46% l´anno. Il suoi ratio finanziari sono di tutto rispetto: roe del 69,7%, indebitamento inesistente. Prezza ad un peg di appena 0,68 e un p/e forward di appena 7. Eccone il grafico: è in primario al rialzo, ora in fase di correzione secondaria: momento ottimo direi per entrare. (grafico lphi). L’altro titolo da considerare è Click Software Technologies Ltd. (CKSW), quotato sul nasdaq e con sede in Israele. Progetta software per il management delle società e offre servizi per la gestione delle reti aziendali. Anche questo titolo ha i dati giusti per superare lo screening a cui sottoponiamo i mercati: alto roe, 46,22%, consistente crescita utili e fatturato, rispettivamente 19,20 e 12%, nessun debito. Il p/e forward è di 13,7%, il peg appena 0,78. Passando al grafico, si notano minimi e massimi relativi crescenti e molto regolari. Anche in questo caso si potrebbe approfittare di una correzione in corso per entrare in questo bel titolo

Figura 1

Figura 2

Figura 3

Figura 4

Figura 5

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fisco » di Luigi Carunchio

Crediti Iva, cambiano le regole Da gennaio 2010 le procedure per fruire dell’utilizzo dei crediti Iva in compensazione, saranno diverse a seconda dell’entità dell’importo che si vorrà compensare

U

no degli ultimi obblighi fiscali posti a carico delle imprese è il Visto di Conformità per accertare l’esistenza del credito iva da utilizzare in compensazione. Molte imprese, per una serie di motivazioni connesse allo svolgimento della propria attività, al termine di un determinato periodo possono trovarsi con un credito iva che potrà essere utilizzato in compensazione per il versamento delle altre imposte o dei contributi inps e altro. Dal prossimo anno, a differenza del passato, se questo credito dovesse essere superiore ai 10.000 euro, potrà essere utilizzato solo dopo aver presentato la dichiarazione annuale o l’istanza trimestrale.

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fisco

Qualora, invece, il credito da utilizzare in compensazione sarà superiore ai 15.000 euro, allo slittamento temporale precedentemente indicato, dovrà aggiungersi l’apposizione di un visto di conformità rilasciato esclusivamente da professionisti ed enti autorizzati. In sostanza, le procedure per fruire dell’utilizzo dei crediti iva in compensazione saranno diverse a seconda dell’entità dell’importo che si vorrà compensare. Infatti la norma pone innanzitutto uno slittamento temporale per la compensazione di importi che vanno da 10.000 a 15.000 euro e poi pone un obbligo di certificazione per compensare crediti superiori a 15.000 euro. La ragione di questo intervento legislativo risiede nel rafforzamento della lotta alle frodi fiscali. Lo slittamento temporale è dovuto alla necessità di consentire la compensazione solo dopo che il contribuente avrà dichiarato quanto di sua spettanza e l’apposizione del visto di conformità è dovuto alla possibilità di utilizzarlo a garanzia dell’effettiva esistenza del credito. Pare ovvio che queste nuove disposizioni richiederanno un’attenta analisi della gestione finanziaria di quelle imprese che utilizzavano il credito iva in compensazione con altre imposte e contributi. Ciascun contribuente dovrà programmare attentamente gli adempimenti necessari al fine di vedersi riconosciuta la possibilità di utilizzare i crediti iva e dovrà poi inserire nella programmazione economica anche i maggiori costi amministrativi che tali nuovi adempimenti richiederanno. Ciascuna impresa dovrà analizzare l’entità del credito iva e una volta decisa la modalità di utilizzo dello stesso, dovrà adempiere ai nuovi obblighi di legge. Se vorrà utilizzarlo in compensazione il prima possibile, non potrà aspettare la presentazione della normale dichiarazione unificata e dovrà quindi provvedere ad inoltrare un’apposita dichiarazione fiscale. Se il credito che vorrà utilizzare sarà superiore ai 15.000 euro dovrà chiedere a un soggetto abilitato l’apposizione di un visto di conformità. Anche questa volta il legislatore fiscale ha inserito delle variabili che inficiano in maniera evidente la programmazione delle imprese. Basti pensare, ad esempio, al riflesso che lo slittamento nell’utilizzo di un credito può avere sul conto economico vista anche la parziale deducibilità degli interessi passivi sui finanziamenti.

Gli argomenti che riguardano la fiscalità sono sempre innumerevoli e di estrema attualità; tanto più in periodi, come questi, caratterizzati da congiunture economiche sfavorevoli riflesse in diversi ambiti produttivi. La pubblica opinione si aspetta che la fiscalità venga usata come leva per far crescere la ricchezza del Paese. E qui si concentra il dibattito: la continua ricerca della giusta mediazione tra la necessità di far cassa della nostra struttura pubblica e l’esigenza di non distogliere risorse economiche dagli ambiti produttivi che tali risorse potrebbero investire o dedicare al consumo. Le imprese investono, investono risorse per generare futura ricchezza e per questo la tassazione che le colpisce, riducendo parte di tali impieghi, deve essere ragionata e valutata in termini di benefici che può restituire alla collettività. Al pari di tale analisi, la fiscalità deve essere ragionata anche in termini di costi degli adempimenti che impone. Perché se da un lato esiste il peso delle tasse che corrispondono al denaro che viene versato allo Stato, dall’altro esiste anche il peso del denaro da spendere per adempiere correttamente agli obblighi fiscali. In un periodo di difficoltà di competizione nei mercati globali e di difficile reperimento di credito il compito del legislatore è quello di semplificare quanto più possibile gli adempimenti di chi produce. Rendere opportunamente più complicato, con una norma, un adempimento atto ad restituire un credito legittimante spettante ad un’azienda fa diminuire la fiducia nelle norme

In un periodo di difficoltà di competizione nei mercati globali e di difficile reperimento di credito il compito del legislatore è quello di semplificare quanto più possibile gli adempimenti di chi produce

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energia » di Pietro Pastorelli

Quanto ci costa l’energia elettrica Viaggio tra i componenti di prezzo più importanti che pesano sui bilanci dei consumatori fino ad arrivare a quello finale

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L’

energia elettrica è un prodotto che oggi può essere liberamente acquistato da una miriade di venditori (quasi al supermercato). Il prezzo segue, istantaneamente (data la sua natura), la legge della domanda e dell’offerta: nelle ore in cui vi è più richiesta il prezzo sale, nelle ore, come durante la notte e nei giorni festivi, in cui la richiesta è minore il prezzo scende. Per evitare l’inseguimento, minuto per minuto, del prezzo alla produzione (impossibile per un utente non professionale) l’autorità per l’energia elettrica ed il gas ha deciso di dividere in fasce di prezzo F1, F2, F3 le ore di ciascuna giornata (vedere tabella). I prezzi sono al netto di tutti gli altri componenti (se ne contano poco meno di 50!) che determinano il prezzo finale. Per poter identificare i più importanti di questi ultimi ci serviremo per comodità di una tabella tratta dal sito http://www. trovaenergia.it. Come un qualunque prodotto l’energia elettrica deve essere fabbricata, trasportata, distribuita ed in tutto il processo, dal produttore al consumatore, devono esserci delle strutture responsabili dei mezzi, delle infrastrutture e delle procedure necessarie. Abbiamo già in questo modo individuato alcuni oneri:


Prezzo F1 Prezzo F2 Prezzo F3

Totale

F/V

CO2

Perdite

Trasp

Disp

Bilanc

Tax

93,5

72,5

52,5

1540000

-

si

no

no

no

si

no

95,5

73

50,4

1549400

-

si

no

no

no

si

no

96,2

77,9

49,1

1568199

no

si

no

no

no

si

no

Tabella costi ed oneri aggiuntivi (si e no indicano se l’onere è compreso o meno nei prezzi F1,F2,F3)

1. Costi di produzione: sono i prezzi nelle fasce F1, F2, F3 di cui si è parlato; 2. Costi per rendere disponibile la potenza necessaria al consumatore (potenza impegnata) che rende necessari investimenti per la costruzione e gestione dei gruppi di generazione; 3. Costi di trasporto: sono gli oneri per il trasferimento dal produttore al consumatore dell’energia elettrica sulla rete di trasmissione nazionale e locale; 4. Perdite: l’energia durante il trasporto subisce delle perdite che vengono contabilizzate in funzione del consumo; 5. Costi di gestione dell’energia cioè del dispacciamento; 6. Costi di sbilanciamento derivanti dal fatto che il cliente preleva più o meno potenza/energia rispetto ai valori di contratto costringendo il fornitore a trovare un cliente a cui dare l’esubero o a comprare, ad un prezzo spesso molto più elevato, altra energia sul mercato. A tutto questo si vanno poi ad aggiungere gli interventi delle autorità centrali e locali (Governo, Regioni, Province, Comuni…) con imposte: per la disincentivazione di comportamenti non corretti (CO2 : per contenere le emissioni di anidride carbonica in atmosfera ); per le casse degli enti locali; per sostenere particolari ricerche in campo energetico e per lo smantellamento

delle vecchie centrali nucleari. Altra sorgente di costi è la gestione non tecnicamente corretta degli impianti elettrici. I casi più comuni sono: il non adeguamento degli impianti MT alle norme dell’Autorità (Norma CEI 0-16 per la connessione di utenti che immettono o prelevano dalle reti elettriche di distribuzione con tensione maggiore di 1 kV); il basso fattore di potenza (rifasamento inadeguato); la potenza impegnata molto diversa da quella realmente necessaria. Se quantizziamo il tutto vediamo che mediamente il costo iniziale è cresciuto di almeno il 35%. Aggiungendo l’IVA si arriva al totale della “bolletta”. In Italia abbiamo il costo dell’energia elettrica tra i più cari al mondo: solo una gestione intelligente e professionale può ridurne l’impatto negativo sui bilanci

In Italia abbiamo il costo dell’energia elettrica tra i più cari al mondo: solo una gestione intelligente e professionale può ridurne l’impatto negativo sui bilanci.

Fasce orarie: F1, F2, F3 F1: ore di punta (peak) Nei giorni dal lunedì al venerdì: dalle ore 8.00 alle ore 19.00 F2: ore intermedie (mid-level) Nei giorni dal lunedì al venerdì: dalle ore 7.00 alle ore 8.00 e dalle ore 19.00 alle ore 23.00 - Nei giorni di sabato: dalle ore 7.00 alle ore 23.00 F3: ore fuori punta (off-peak) Nei giorni dal lunedì al venerdì: dalle ore 23.00 alle ore 7.00 Nei giorni di domenica e festivi* Tutte le ore della giornata * Si considerano festivi: 1 gennaio; 6 gennaio; lunedì di Pasqua; 25 aprile; 1 maggio; 2 giugno; 15 agosto; 1 novembre; 8 dicembre; 25 dicembre; 26 dicembre.

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ict » di Antonio Teti

Ritorno al passato: e se fosse possibile? Il grande collisore di androni del CERN di Ginevra potrebbe fornire spiegazioni scientifiche eccezionali, ma l’uomo è pronto a fronteggiarle? Proviamo a rispondere a questo quesito

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HC, Large Hadron Collider, o per dirla in italiano “grande collisore di androni”. Questo il nome della più gigantesca (nonché costosissima) innovazione tecnologica del terzo millennio progettata e ubicata a Ginevra presso il CERN (European Organization for Nuclear Research). Meglio noto come “acceleratore di particelle”, il più grande e potente dispositivo tecnologico mai realizzato (lungo ben 27 chilometri e costato 4,9 miliardi di euro), si appresta a compiere il suo primo, ma esaltante esperimento: provare l’esistenza del «bo­sone di Higgs» (rinominato con il termine “la particella di Dio”) responsabile della fornitura della “massa” alla mate­r ia nell’universo che dovrebbe anche simulare il famoso “Big Bang” a cui gli scienziati attribuiscono la creazione di tutto il cosmo. L’esperimento, come è noto, fornirebbe risposte ad una serie di dubbi, tesi e domande che il mondo scientifico si pone da centinaia di anni, ma nel contempo consentirebbe di aprire nuovi, inesplorati e forse pericolosi campi finora semisconosciuti o limitatamente osservati. In tal senso, una sperimentazione significativa, è stata annunciata alcune settimane fa da due matematici russi: Irina Arefeva e Igor Volovich. I due scienziati sostengono che il grande acceleratore di particelle sarebbe in grado di generare energie tali da creare un “wormhole” (traducibile testualmente come “foro di tarlo”), una sorta di passaggio spazio-temporale in grado di viaggiare nel tempo. In sostanza, mediante questo “passaggio”, una particella potrebbe essere

veicolata al suo interno effettuando un percorso a ritroso nel tempo, limitatamente al momento in cui il varco è stato attivato. Pubblicata sull’autorevole rivista scientifica “New Scientist”, l’affermazione dei due matematici russi, se confermata dalla sperimentazione, potrebbe confermare la possibilità di effettuare dei percorsi spazio-temporali per poter tornare al passato. Le perplessità del mondo scientifico sono molteplici. Molti scienziati sostengono che l’esperimento sia impossibile a causa della instabilità delle particelle che dovrebbero creare il wormhole, ma aggiungono anche che se l’esperimento decretasse il successo di questa ipotesi, come si spiega il fatto che le generazioni future, che dovrebbero detenere queste tecnologie da decenni, non siano mai venute a farci visita? La risposta non si è fatta attendere: “non abbiamo ancora ricevuto visite dal futuro perché ad oggi il nostro buco temporale non esiste ancora. Le entrate e le uscite nel tempo non potranno farsi se non quando un futuro inventore fabbricherà la macchina per viaggiare nel tempo”. Questa ipotesi, ci riporta alla teoria dell’esistenza degli universi paralleli. Un universo parallelo è un universo ipotetico e separato dal nostro, ma che convive con esso. Scientificamente può essere identificato come un altro continuum spaziotemporale. L’insieme di tutti gli universi paralleli è detto multiuniverso. Diversi scienziati, soprattutto negli ultimi anni, sono sempre più convinti che esistano universi paralleli che, alle volte, interagiscono tra loro. Tuttavia, al momento, non vi sono sperimentazioni

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ict

che abbiano dimostrato praticamente la loro esistenza. Ciò nondimeno, il fascino delle realtà parallele, permangono nella fantasie di molti soprattutto perché le possibilità generate dall’esistenza di questi mondi consentirebbero la fruizione di potenzialità infinite sulla modificazione del futuro dell’uomo. Basti pensare che, se nella nostra realtà alcune cose hanno subito una certa evoluzione, in quella parallela potrebbero evolversi in maniera diversa. Alcuni ricercatori ammettono l’ipotesi dell’esistenza di mondi paralleli, ossia di una infinità di pianeti gemelli alla Terra, che si sono sviluppati in modi diversi magari simili, ma differenti dal nostro mondo. Non voglio di certo addentrarmi nell’oceano di esempi che potrebbero essere elencati sulla possibilità di un viaggio a ritroso nel tempo, ma se chiunque di noi fosse in grado di tornare indietro nel tempo, modificherebbe qualcosa della propria vita e ciò produrrebbe delle conseguenze inesorabili sul nostro futuro e sicuramente anche su tutto ciò che ci circonda. Tornando al nostro “acceleratore di particelle”, di certo vale la pena di segnalare alcune anomalie piuttosto strane verificatesi dalla data della sua entrata in funzione. Il Large Hadron Colli­der viene inaugurato il 10 set­tembre 2008. Poco dopo la sua accensione, si verifica una piccola esplosione di scintille e la macchina

viene immediatamente spenta. Non si hanno spiegazioni certe su cosa ne ha provocato il guasto. Passa un anno. Martedì 3 novembre 2009, l’acceleratore subisce una nuovo blocco in quanto un uccellino (proprio così,

Due scienziati russi sostengono che il grande acceleratore di particelle sarebbe in grado di generare energie tali da creare un “wormhole”, una sorta di passaggio spazio-temporale in grado di viaggiare nel tempo un volatile!) avrebbe lasciato cadere un pezzo di pane in un’installazione esterna di alimentazione elettrica del CERN, causando un corto circuito ed attivando il sistema di sospensione di sicurezza dell’alimentazione elettrica. Incidente bizzarro per quello che viene definito l’impianto tecnologico più avanzato e sorvegliato del mondo. Di certo sono episodi che potrebbero essere giudicati “singolari”, ma qualcuno si spinge anche oltre. Due illustri fisici internazionali, Hol­ger Bech Nielsen, dell’Istituto Niels Bohr di Copenhagen, e Masao Ninomiya, dell’Istituto Yukawa di Fisica Te­ orica di Kyoto, affermano che “È nelle nostre previsioni che ogni macchina che produca bosoni di Higgs ab­bia cattiva fortuna”

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creatività&innova ione » di Simone D’Alessandro

La creatività infinita L’artista Rich Gold elabora sette “modelli di innovazione” ognuno dei quali contiene, in sé, le premesse per la propria autodistruzione

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ich Gold, artista, designer e inventore, punto di riferimento per i giovani creativi, afferma che viviamo in una società caratterizzata da un processo creativo senza sosta. Se ogni oggetto che produciamo soddisfa qualche desiderio, esso crea anche il bisogno di altri oggetti: questo intricato ecosistema di cose create dall’uomo è, per Gold, la “pienezza”. Egli elabora sette ‘modelli di innovazione’ ognuno dei quali contiene, in sé, le premesse per la propria autodistruzione:

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creatività&innova ione

Prima regola

“La necessità è madre dell’invenzione”, che da un lato significa che nel mondo ci sono problemi che innescano (ispirano?) il processo che porta a risolverli (in alcuni casi il problema può anche essere il rovescio della soluzione), ma dall’altro vuol dire che ogni soluzione crea altri problemi.

zarono alle stelle. Due anni dopo, se avessero fatto un sondaggio, sarebbe risultato che vendevano solo bambole morbide”2.

Quarta regola

Rich Gold

Seconda regola

“Una profonda fede nelle visioni obbliga l’innovatore a farle diventare realtà”; che da un lato ribalta la regola precedente, ponendosi come elemento “irrazionale” basato sull’ostinazione dell’inventore nei confronti della sua invenzione, ma dall’altro pone una riflessione sui pericoli dell’investimento di lungo termine: “Chester Carlson ebbe una visione nel 1938, ma ci vollero venti anni di ostinata ricerca prima che qualcuno la comprasse (…) La macchina fotocopiatrice”1.

Terza regola (che Gold definisce Big Kahuna)

“Una creazione può derivare dalle leggi fondamentali, dalle grandi idee già espresse, dall’induzione, da una previsione altamente prevedibile dello sviluppo futuro, da vecchie idee non sviluppate, ovvero da cose a volte scontate”; tuttavia, se da un lato la regola sostiene che ogni innovazione dipende dalle conoscenze precedenti, dall’altro invita a non confidare eccessivamente nelle previsioni. A tal proposito Gold fa un esempio calzante: “Negli anni ottanta (…) le ragazzine non compravano le bambole morbide. A quell’epoca, tutte le bambole erano di plastica dura. Quelle morbide, di pezza, erano fuori moda (…) quando alla Mattel si videro offrire la graziosa e morbidissima Cabbage Pacht Doll, la rifiutarono. Dissero «no, no, lo sanno tutti che non vendono». Fecero perfino delle ricerche di mercato e si assicurarono che le ragazzine volevano esclusivamente bambole rigide. Un’altra azienda comprò la Cabbage Patch Doll e le vendite schiz-

“Il futuro esiste, ma dobbiamo incrociarlo nel momento giusto” che, se da un lato, pone l’accento sull’inevitabilità di ideare prodotti in grado di superare quelli esistenti, dall’altro insiste sull’abilità di non andare troppo avanti nella ricerca.

Quinta regola

“Colonizzazione. Trova qualcosa che non ha un proprietario, confezionala e rivendila”. Gold fa l’esempio della zuppa fatta in casa che è diventata, in America, la nota zuppa in scatola della Campbell’s. In questo caso il modello innovativo è stato: rendere industriale un prodotto comunemente concepito come domestico. Ma se, da un lato, questa quinta regola innesca una riflessione sulla possibilità di innovare “ri-contestualizzando”, dall’altra parte ci mette in guarda dalle forzature del rinnovamento a tutti i costi, soprattutto quando chi colonizza arriva secondo.

Sesta regola

“La roba desidera essere roba migliore”, che mette in luce l’inevitabilità dell’innovazione incrementale, ossia dei miglioramenti costanti di un prodotto già maturo; tuttavia, innesca anche una disattivazione della regola, poiché un eccesso di incrementalità sfocia nell’eccesso di complessità che allontana il consumatore.

Settima regola

“Cambiare la definizione”. La definizione di un prodotto determina, in larga misura, ciò che può o non può essere. Cambiare definizione sposta la percezione che si ha del prodotto. Questa regola è, forse, quella più soggetta a rovesciamenti infiniti di senso, in quanto essa stessa può essere ridefinita

(1) Ibidem p. 45. (2) Ibidem p. 50.

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norme&leggi » di Filippo Paolini

L’arbitro bancario finanziario È il nuovo strumento di risoluzione delle controversie tra banche e clienti, nato per offrire una prospettiva stragiudiziale che, nelle aspettative, dovrebbe ridurre il contenzioso garantendo “risparmio” su tempi e costi rispetto alla giustizia ordinaria

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al mese di ottobre è pienamente operativo l’arbitro bancario finanziario (in sigla ABF), un nuovo strumento di risoluzione delle controversie tra banche e clienti, nato per sostituire in buona parte l’Ombudsman Giurì Bancario ed offrire una prospettiva stragiudiziale che, nelle aspettative, dovrebbe ridurre il contenzioso, garan-

tendo “risparmio” su tempi e costi rispetto alla giustizia ordinaria. Come chiarito dalla Banca d’Italia con il comunicato del 18.06.2009, che richiama la legge di riforma del risparmio e la circolare CICR 275/2008, la struttura operativa si articola su tre collegi (Milano, Roma e Napoli) ognuno dei quali con propria competenza territoriale: per l’Abruzzo è competente la sede di Roma. Potrà ricorrervi ogni cliente che abbia una controversia con un intermediario in merito a servizi bancari e finanziari, con

All’ABF potrà ricorrervi ogni cliente che abbia una controversia con un intermediario in merito a servizi bancari e finanziari

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esclusione delle attività di investimento, inferiore al valore di centomila euro, in caso di richiesta di pagamento, ovvero senza limiti di valore, laddove si domandi l’accertamento di diritti, obblighi e facoltà. Ma non direttamente. Il primo passo è quello del reclamo diretto all’intermediario che, entro trenta giorni, dovrebbe istruire compiutamente la controversia e fornire una risposta. Nel caso di decisione insoddisfacente ovvero nel caso di mancata decisione, il cliente, con un contributo spese di venti euro, potrà personalmente rivolgersi all’arbitro bancario finanziario, nel termine di un anno, compilando un apposito modello di ricorso e recapitandolo sia alla segreteria tecnica dell’ABF territorialmente competente sia alla banca interessata. Quest’ultima, nei successivi trenta giorni, dovrà rimettere al collegio giudicante le proprie controdeduzioni e tutta la documentazione utile e relativa al caso. Sia i clienti che le banche possono avvalersi, nell’espletamento di tali attività, delle associazioni di categoria dei clienti e degli intermediari, mentre sul sito www.arbitrobancariofinanziario.it si possono già reperire guide operative e modulistica. Entro sessanta giorni e, quindi, nel giro di quattro o sei mesi (salvo sospensioni per richiedere integrazioni), l’arbitro bancario finanziario emetterà il proprio verdetto e, se positivo per il ricorrente, fisserà all’intermediario il termine per eseguirlo. Ma tale decisione sarà vincolante? La risposta, purtroppo, è no, e questo costituisce il

tallone d’Achille dell’istituto. Infatti, l’intermediario - come pure il cliente - rimane sempre libero di ricorrere all’autorità giudiziaria e, dunque, va da sé che lo scopo deflattivo dell’intero

Sia i clienti che le banche possono avvalersi delle associazioni di categoria dei clienti e degli intermediari, mentre sul sito www.arbitrobancariofinanziario.it si possono già reperire guide operative e modulistica sistema di risoluzione alternativa delle controversie, corre il serio rischio di essere vanificato: la parte che non si sentirà soddisfatta del verdetto, potrà avviare tranquillamente una vera e propria causa, con l’irrazionale conseguenza che tempi e costi, complessivamente considerati, anziché scendere, finiscono per aumentare. Unico deterrente previsto per cercare di scongiurare tale eventualità è la pubblicazione, a spese dell’intermediario, della notizia della sua inadempienza o, più in generale, della sua mancata cooperazione, su due quotidiani ad ampia diffusione nazionale nonché sui siti web dell’ABF e della Banca d’Italia. Oltre a questo, solo la moral suasion che potrebbe esercitare la Banca Centrale. Bisognerà verificare, dunque, se lo spauracchio del danno alla reputazione potrà effettivamente spingere banche e finanziarie ad accettare anche quelle decisioni suscettibili di considerevoli risvolti patrimoniali. E tale verifica, chiaramente, sarà rilevante soprattutto per il mondo delle imprese che - come noto -trae linfa dal sistema bancario e finanziario e, pertanto, è sicuramente interessato a un meccanismo che consenta una rapida ed economica soluzione dei contrasti che si verificano con questo interlocutore necessario e pressoché quotidiano

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risorse umane » di Martina Di Sciascio

Outplacement:

il lavoro in tempo di crisi Il nuovo strumento che per molti è in grado di gestire in maniera più efficiente il capitale umano

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l mercato del lavoro ha sperimentato mutamenti epocali, una vera e propria rivoluzione industriale, al di là delle previsioni dei più accesi sostenitori del liberismo tout court. Tutti, imprenditori, manager e professionisti, hanno imparato ad apprezzare meccanismi contrattuali meno ingessati rispetto al passato. La flessibilità, tuttavia, non è soltanto la metodica applicazione della logica del just in time all’utilizzo della risorsa lavoro, ma un più ampio concetto di gestione efficiente ed efficace del capitale umano.

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La recessione ha già impoverito il nostro tessuto produttivo e sociale. Tutti concordano sulla necessità di alimentare la domanda interna per sostenere l’economia, anche alla luce delle politiche neoprotezioniste degli altri Paesi, ma è su come produrre ricchezza che ancora si dibatte. Sicuramente, non si può creare occupazione agendo sulla spesa pubblica, dato che ancora si pagano le conseguenze del miope deficit spending di fine millennio. Piuttosto, si deve ri-creare occupazione, ricollocando i tasselli del puzzle nel modo migliore. L’outplacement è stato fino ad oggi uno strumento poco considerato, sebbene esso possa rivelarsi strategico sia per le imprese in difficoltà, che devono ridurre il personale in esubero, sia per quelle in espansione, affamate di profili qualificati, sia per gli stessi lavoratori alla ricerca di nuove opportunità: esso, infatti, consiste nella ricollocazione, su richiesta di un’azienda committente, di una quota più o meno ampia di dipendenti, per i quali vengono studiati ad hoc programmi di aggiornamento, motivazione e ricerca di lavoro. In Italia, i pochi programmi di ricollocazione realizzati sono spesso indotti più da pressioni esterne che da scelte consapevoli, con le distorsioni che ne derivano. Il ricorso a un outplacement di qualità, invece, neutralizza l’impatto negativo sull’immagine dell’azienda in ridimensionamento e la certezza di poter usufruire di tale servizio la rende più appetibile agli occhi delle figure più qualificate. Per non dire degli effetti benefici in termini di retention dei collaboratori non coinvolti nel progetto, i quali non hanno motivo di aderire all’esodo che generalmente ha inizio quando si comincia a vociferare di possibili esuberi: con una battuta, garantire un’adeguata ricollocazione ai dipendenti di cui non si ha più bisogno, permette di trattenere quelli di cui non si può fare a meno. La qualità di un progetto di outplacement si misura sicuramente in termini quantitativi, poiché è la quota di reinserimenti che sintetizza il successo dell’iniziativa, ma eguale importanza, ha l’aspetto qualitativo dell’alternativa proposta ai lavoratori. Chi è costretto a cambiare lavoro affronta uno stress notevole, perché, ad esempio, è ormai pienamente identificato con quella che ritiene la “propria” azienda o perché ritiene di non poter fare altro se non ciò che ha fatto fino a poco tempo prima. In tal senso, è fondamentale un approccio one-to-one con ciascun lavoratore, dalla fase del cosiddetto bilancio delle competenze sino alla presentazione in azienda, passando per la formazione e la revisione del curriculum. Anche perché un evento traumatico come la ricerca di un nuovo

lavoro può significare avere la possibilità, spesso per la prima volta, di svolgere un’attività che realmente si ama. Le agenzie per il lavoro più strutturate sono sicuramente il partner naturale per l’avviamento di un progetto di outplacement e in questo senso esse possono svolgere un ruolo fortemente anticiclico. Resta importante, comunque, il ruolo delle istituzioni locali. L’esempio viene dalla Lombardia, dove, con il progetto Dote, la regione assegna alle APL un contributo di 700 euro per ciascun ricollocamento di durata almeno semestrale e di 1.300 euro per ciascun ricollocamento di durata almeno annuale. Un altro modello è quello della provincia di Torino, in cui con i progetti RI.TO. (Ricollocazione Torino), P.A.RI. (Progetto Accompagnameto Ricollocazione) e C.O.R. (Centri Operativi per il Ricollocamento) si è tentato di contrastare la crisi di un distretto vocazionalmente simile a quello più in difficoltà oggi in Abruzzo. Il sostegno al reddito, insomma, è importante, ma non può rappresentare una soluzione di medio-lungo periodo, anche perché insostenibile economicamente se non finalizzato a un reale reintegro di chi ha perso il lavoro

L’outplacement è stato fino ad oggi uno strumento poco considerato, sebbene esso possa rivelarsi strategico sia per le imprese in difficoltà, che devono ridurre il personale in esubero, sia per quelle in espansione, affamate di profili qualificati, sia per gli stessi lavoratori alla ricerca di nuove opportunità

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storie&persone

Foto 5 - Potabilizzatore

di Marco Taglieri foto di Simone Cerio Foto 3 - Smotaggio Metà Testa Fresante TBM da12 ton.

Il presidente di Condotte Spa Duccio Astaldi svela l'opera cui è maggiormente legato: «Quando sarà pronto il nuovo Centro Congressi dell'Eur a Roma, chiunque si troverà a visitarlo ne rimarrà entusiasta»

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a Società Italiana per Condotte d’Acqua S.p.A., nata nel 1880, è il terzo General Contractor italiano nel settore delle grandi opere e player di riferimento in Italia ed all’estero in tutti i settori delle opere pubbliche e private. Il gruppo, presieduto dall’ing. Duccio Astaldi, è controllato da Ferfina S.p.A., la holding che include Condotte Immobiliare società di progettazione e sviluppo immobiliare. Presidente di Ferfina è la dott.ssa Isabella Bruno Tolomei Frigerio. Il fatturato 2008 di Società Italiana per Condotte d’Acqua è pari a 744 milioni di Euro. Tra i lavori più importanti in Italia figurano l’Alta Velocità Torino – Milano e Roma – Napoli, il progetto MOSE per la tutela e la salvaguardia della Laguna di Venezia, il Ponte sullo Stretto di Messina, il Nuovo Centro Congressi a Roma Eur e il progetto di realizzazione del nuovo “quartiere generale Nato” a Lago Patria (CE). Nel settore delle opere marittime, il Gruppo


Teramo, completato in tempi da record l’appalto dell’acquedotto del Ruzzo

L’opera servirà per potenziare il servizio idrico dell’intero territorio provinciale di Teramo e delle province limitrofe si trova impegnato nel progetto di realizzazione di una rete portuale integrata nel Comune di Lipari. Condotte è inoltre Promotore Definitivo con diritto di prelazione nella gara di concessione per la costruzione e gestione della linea D della Metropolitana di Roma e del Grande Raccordo Anulare di Padova, e nella progettazione, realizzazione e gestione del Centro di terapia Protonica all’Ospedale di Mestre. Il portafoglio lavori all’estero è pari al 45% del totale ed è in continua crescita. Le commesse più rilevanti riguardano paesi come l’Algeria, dove Condotte sta realizzando la nuova linea ferroviaria a doppio binario di 130 Km tra Tlelat e Tlemcen, a sud di Orano, facente parte del programma di

collegamento Est-Ovest (Tunisia-Marocco), e una condotta di trasferimento dell’acqua potabile a Skikda. Storica la presenza in Giordania, dove è in corso di realizzazione il progetto di una marina – all’interno di una laguna nei pressi di Aqaba sul Mar Rosso – comprendente un complesso ricettivo turistico-residenziale, campi da golf e relative infrastrutture viarie su una superficie di 430 ettari. Ultima in ordine di tempo è la commessa vinta in Svizzera relativa alla Galleria di base al Monte Ceneri (San Gottardo). Discorso a parte merita l’attività di Condotte America, realtà ormai completamente consolidata del Gruppo, che si sta occupando di alcune delle più importanti reti stradali della Florida.

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storie&persone

Duccio Astaldi, presidente di Condotte spa

Se dovesse indicare i 3 punti di forza di Condotte spa, quali sceglierebbe? «Direi innanzitutto la capacità e la competenza nel lavoro. Condotte è nata nel 1880 e ha un nome, un’esperienza e una capacità di lavorare riconosciuta sia in Italia che all’estero. Altro punto di forza è la diversificazione del portafoglio lavori. Siamo impegnati in forme diverse e con tipologie di lavoro diverse che vanno dal general contracting al project financing e ad altre forme moderne di concessione che ci consentono di svolgere il ruolo di operatori integrati dei mercati di riferimento. In ultimo il Gruppo Condotte ha una forte e storica solidità patrimoniale e finanziaria». Quanto è importante il capitale umano per un’azienda come la sua? «La filosofia di Condotte pone proprio al centro delle sue attività le persone e le loro capacità. I nostri manager, dipendenti, operai ecc. rappresentano il motore fondamentale di tutte le nostre funzioni, sia dal punto di vista strategico, progettuale che operativo». Come si fa ad essere competitivi in un paese come l’Italia dove la burocrazia, specie nel suo settore,

rallenta la crescita delle imprese? Quali sono le differenze strutturali tra l’Italia e l’estero? «Prima ancora della burocrazia che in Italia assume contorni patologici, il nostro principale problema è l’abitudine per la politica di attribuire alle grandi opere la veste di veri e propri simboli, bandiere dei programmi elettorali. Questo elemento è molto negativo perché fa sì che ad ogni alternanza di governo, le grandi opere siano oggetto di continui stop and go. Non spetta all’imprenditoria la scelta sulla strategicità delle opere ma quando un governo decide di puntare su di un’opera piuttosto che su di un’altra, dovrebbe poi fare un passo indietro e lasciare che i general contractor la portino avanti senza incontrare alcun ostacolo che non sia di carattere squisitamente tecnico». L’opera che le ha regalato la maggiore soddisfazione. «È difficile indicarne una su tutte. Considerando le opere in corso, direi che quando avremo ultimato il Nuovo Centro Congressi dell’Eur a Roma, chiunque si troverà a visitarlo ne rimarrà entusiasta». Può anticiparci i progetti futuri di Condotte spa? «Considero progetti futuri, quelli che sono sul trampolino di lancio e, in particolare, quelli nei quali Condotte è promotore definitivo con diritto di prelazione. Si tratta delle gare di concessione per la costruzione e gestione della linea D della Metropolitana di Roma, della gara di concessione per la costruzione e gestione del Grande Raccordo Anulare di Padova e della gara per la progettazione, realizzazione e gestione del Centro di terapia Protonica all’Ospedale di Mestre». Duccio Astaldi fuori dall’ufficio: ci indichi 3 caratteristiche del suo carattere. «Il mio carattere dentro e fuori l’ufficio è lo stesso; per poter ben lavorare non bisogna mettere troppe maschere a seconda dell’occasione».

Il progetto In due anni di lavoro, lo scorso mese di luglio si è completato l’appalto denominato “Potenziamento dell’acquedotto del Ruzzo dal Gran Sasso lato Teramo”, che ha visto la realizzazione di un’opera che va a potenziare una rete idrica già esistente, detta appunto del Ruzzo, acquedotto utilizzato da tutto il territorio teramano e dalle province limitrofe, che è stato così raddoppiato per accrescere la disponibilità di acqua potabile e sopperire ad eventuali emergenze idriche, ultimamente piuttosto frequenti. Committente dell’appalto Ruzzo Reti S.p.A. di Teramo,

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azienda storica del servizio idrico locale. L’impresa esecutrice dell’opera è stata una A.T.I. (associazione temporanea d’impresa) costituita dalla Società Italiana per Condotte d’Acqua S.p.A. di Roma (mandataria) e dal Consorzio Cooperativo Costruttori di Bologna (C.C.C. & Orion S.C. di Cavriago), con la direzione tecnica dell’ingegner Desiderio Iurisci e la direzione di cantiere geometra Marco Valentini. L’appalto ha visto la realizzazione di importanti opere quali: l’acquedotto Vomano-Tordino con una


Figura 1 - Schema opera presa

estensione di circa 14 km con tubazioni dal ø 1.200 al 400; l’acquedotto Piaganini di circa 5 Km composto da una galleria idraulica e tubazioni del ø 1000; l’ampliamento dell’esistente Potabilizzatore di Montorio al Vomano (fig. 5) con il raddoppio della portata di acqua potabilizzata da 700 a 1400 lt/sec, (con l’intervento specialistico dell’ati: Ice-Pcm-Midal coordinata Sig. Bello Fabrizio); l’esecuzione di due impianti di sollevamento di emergenza, nelle località di Villa Vomano e San Cipriano. Un cenno di maggiore attenzione va dedicato alle opere in sotterraneo e quindi alle due gallerie denominate di “Colle Urania” e “Piaganini” con relativa opera di presa dall’omonimo invaso artificiale. Per la realizzazione delle due gallerie è stata utilizzata una fresa meccanica scudata (del diametro di scavo 4,3 metri) TBM “Tunnel Boring Machine” del tipo LOVAT RMP 167 SE 21700 e ciò ha prodotto migliorie su diversi ambiti: tempo di esecuzione, impatto sulla viabilità, impatto ambientale, riduzione rischio di imprevisti, estensione e tempo di occupazione delle aree, ecc.. La galleria “Colle Urania” è stata realizzata in località Carapollo del Comune di Teramo ed è lunga circa 1

km e 885 metri, e permette di arrivare con le condotte dell’acquedotto al centro della città. Lo scavo di detta galleria è avvenuto in un ammasso roccioso appartenete ad una formazione “marnosa”, ed è stata realizzata nell’arco temporale agosto – novembre ’07 con una soluzione di lavoro a regime di tipo continuativo di 7 giorni alla settimana con turnazione giornaliera da 8 ore con tre squadre di maestranze e una quarta a giro con turno di riposo. La fase di regime è stata caratterizzata da una durata di 71 giorni con una media scavo metri-giorno di 24 metri circa. La punta di massimo scavo è stata 31,20 metri giorno è ciò ha costituito un vero primato aziendale e forse anche a livello nazionale. La realizzazione della seconda galleria, la Piaganini nel comune di Fano Adriano, risulta essere una galleria idraulica con deflusso a pelo libero che consente di attingere l’acqua dall’omonimo lago. La galleria Piaganini (fig. 6) si sviluppa per una lunghezza complessiva di circa 2 km e 50 metri, attraversando l’ammasso roccioso costituito dai rilievi, del massiccio del Gran Sasso, posti in sponda destra del fiume Vomano con una geologia caratterizzata dal complesso marnoso-calcarenitico. Detto ammasso si è rive-

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storie&persone

Foto 2 - Recupero fresa

Figura 4 - Fresa Microtunnelling

lato molto meno fresabile rispetto alle attese e in conseguenza di ciò lo scavo a regime ha conseguito delle velocità medie di avanzamento più basse della Colle Urania, che si sono attestate su circa 18 metri-giorno e comunque sempre su valori molto performanti per una geologia così fatta. La fase di scavo è durata dal mese di febbraio ai primi di luglio dell’anno 2008. Questa galleria, a differenza della Colle Urania, risulta cieca in quanto non ha un vero sbocco perché termina in una camera di manovra, di uguale sezione di scavo, dalla quale parte la condotta di derivazione dall’invaso omonimo. Ciò ha imposto a fine scavo una operazione di smobilizzo della TBM che è risultata tecnicamente irta di difficoltà e che ha visto attingere alla grande esperienza e capacità del personale tecnico del settore gallerie della Società Italiana per Condotte d’Acqua; in altri termini a fine scavo la TBM è stata smontata in galleria nella sua posizione di fine corsa e quindi nello spazio ristrettissimo della propria sagoma e con l’aggiunta di un fuori-sagoma dello spessore di circa 30 cm (fig. 3). All’estremità della galleria Piaganini è stata realizzata l’opera di presa composta di due pozzi sul fondo dei quali è stata eseguita una camera di manovra per il collegamento tra la galleria e la condotta in acciaio del ø 1110 (fig. 1) in pressione, che permette la derivazione delle acque dall’omonimo invaso per poi defluire a pelo libero in galleria. La condotta di presa è stata realizzata con la tecnica del “microtunneling” che per lo scavo e posa della tubazione ha utilizzato uno scudo telecomandato dall’esterno che munito di una testa fresante rotante (fig. 4), del diametro ø 1120, disgrega l’ammasso roccioso durante l’avanzamento, il tutto seguito da tubi mossi da una unità di spinta. L’esecuzione del-

lo scavo è avvenuto in condizioni di tenuta idraulica rispetto all’invaso e senza la presenza di operatori all’interno della zona di scavo. Lo scavo si è concluso con lo sbocco della testa fresante in sub-acqueo sulla sponda destra dell’invaso Piaganini e sotto un battente d’acqua di circa 8 metri. Per il recupero della testa fresante mediante l’impiego di gru è intervenuta una squadra di sommozzatori che hanno ancorato la fresa alla stessa gru (fig. 2). La Società Italiana per Condotte d’Acqua assieme all’altra società Condotte Immobiliare Società per azioni del “gruppo Ferfina” è presente da diversi anni sul territorio Abruzzese con l’iniziativa immobiliare e gestionale denominata “Centro Commerciale all’Ingrosso Ibisco” di Città S. Angelo (PE) nel quale vi sono ancora dei capannoni da vendere. Il Centro è una struttura specializzata destinata a operatori del commercio all’ingrosso e della logistica, che nel corso degli anni ha visto la realizzazione di diversi capannoni per una superficie complessiva di oltre 90.000 mq su una superficie territoriale di oltre 295.000 mq

Foto 6 - Imbocco della galleria Piaganini

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credito&finanza

» redazionale in collaborazione con Mediass Gpa

Mediass Gpa, nasce il “Progetto Credito” La società di brokeraggio assicurativo leader in Abruzzo e nel Centro Italia, si propone oggi sul mercato come consulente globale alle imprese per la gestione dei rischi commerciali attraverso questo nuovo progetto

l’amministratore delegato Mediass GPA Francesco Pirocchi insieme al direttore della società, Stefano Rachele

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asce il cd. “Progetto Credito” che ha lo specifico obiettivo di offrire alle Aziende Private un servizio integrato diretto ad ottimizzare e migliorare la propria gestione del credito, garantendo certezze in termini di stabilità e di competitività nel mercato nazionale e internazionale.

Di fronte alla mutevolezza degli scenari di economia mondiale e alle turbolenze di una fase storica senza precedenti, il Progetto può dare un aiuto concreto alle imprese attraverso un servizio di consulenza e offerta di prodotti competitivi rientranti nel settore del Credit Management. Il Progetto Credito sarà gestito all’in-

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credito&finanza terno di Mediass da una specifica Business Unit B. U. che non opererà sul mercato come mero intermediario ma come Gestore diretto, diventando parte integrante dell’azienda e offrendo un braccio operativo nella gestione e pianificazione del rischio credito di fronte alle improvvise recessioni del mercato. L’obiettivo sarà raggiunto attraverso vari strumenti, quali: (1) Assicurazione dei Crediti Commerciali: strumento primario a tutela del rischio di insolvenza dei debitori, consentendo all’impresa di superare in modo non traumatico disavventure commerciali che potrebbero avere conseguenze negative sul conto economico. Il “Progetto Credito” interviene garantendo alle Aziende: – Ricerca e piazzamento sul mercato di coperture assicurative classiche (Assicurazione crediti commerciali) con tutte le Compagnie Italiane ed Estere operanti nel ramo; – Ricerca e piazzamento sul mercato di coperture assicurative innovative (Cover single risk, Single Buyer: sales and revolving contract, Teri Exchange Rate Risk…) con le Compagnie Estere operanti nel ramo;

– Offerta delle migliori soluzioni contrattuali dirette alla prevenzione e controllo del rischio, garanzia di recupero e copertura assicurativa; – Assistenza quotidiana al personale aziendale nella gestione del contratto (valutazione e/o revisione degli affidamenti dei clienti, consulenze contrattuali, gestione proroghe di pagamento, aperture di mancati pagamenti e affiancamento nelle procedure liquidative dei sinistri) (2) Factoring pro-soluto (garanzia al 100% contro il rischio di insolvenza); (3) Factoring pro-solvendo (gestione in outsourcing dei crediti e loro immediata anticipazione); (4) Maturity (ottimizzazione dell’incasso dei flussi finanziari e della gestione della tesoreria); (5) Risk Rating; (6) Informazioni commerciali;

(7)Analisi di Bilancio

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credito&finan a » a cura della redazione

da sinistra: Daniele Giangiulli segretario regionale Confartigianato Abruzzo, Ernesto Aride Orlando segretario regionale Confcommercio Abruzzo, Roberto Troiani direttore generale Banca dell’Adriatico, Ferdinando Buccella coordinatore regionale Casartigiani Abruzzo, Graziano Di Costanzo direttore regionale CNA Abruzzo

Banca dell’Adriatico,

6 miliardi per artigianato e commercio Presentato l’accordo con Confartigianato, CNA, Casartigiani e Confcommercio: moratorie sui mutui, ricapitalizzazione e continuità di credito per rilanciare i due settori

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ei miliardi di euro per rilanciare artigianato e commercio. Il piano è stato ideato dalla Banca dell’Adriatico in collaborazione con le organizzazioni regionali di Confartigianato, CNA, Casartigiani e Confcommercio. Moratoria su mutui e leasing, rinvio delle scadenze a breve termine, misure per la ricapitalizzazione delle imprese, più continuità al credito e relazioni consolidate sui territori tra banca, Confederazioni artigiane e Confcommercio: sono queste le misure previste dall’accordo, che servirà ad accompagnare le aziende artigiane e del commercio nel percorso di recupero di solidità e fiducia attraverso investimenti finanziari mirati. «La Banca dei Territori, di cui Banca dell’Adriatico è parte integrante, si dimostra ancora una volta vicina al tessuto produttivo, proponendo risposte concrete alla crisi economica nazionale

che attanaglia soprattutto le micro e piccole imprese, – ha spiegato il direttore generale di Banca dell’Adriatico Roberto Troiani - così come ha fatto e sta facendo per le associazioni degli industriali di Marche, Abruzzo e Molise, la nostra banca, attraverso le sue 231 filiali, propone interventi ragionati per le associazioni del commercio e dell’artigianato, per rafforzarne la competitività e favorirne la crescita». L’accordo punta a rafforzare il patrimonio delle aziende, per migliorarne il rating e quindi favorirne l’accesso al credito. Grazie a quest’intesa sarà possibile rinviare la rata di mutui e leasing con “rinvio rata”, una iniziativa di Intesa Sanpaolo che vede la banca già operativa da tempo, avendo avviato fin da maggio la procedura per consentire la posticipazione di 12 mesi del pagamento della rata di mutui e leasing. Tra le varie misure previste dall’accordo citiamo

anche il capitale circolante, con cui si offrono finanziamenti che consentano alle imprese di fare fronte alle esigenze di liquidità, a fronte di criticità di cassa e ritardi nei tempi di incasso; la flessibilità nella gestione dei finanziamenti stessi in corso di ammortamento; lo sviluppo produttivo effettuato attraverso finanziamenti a medio-lungo termine; e infine il rafforzamento patrimoniale, con finanziamenti che hanno durata di 5 anni estendibili a 10 in presenza di garanzie forti, e con un importo correlato all’effettivo aumento di capitale sostenuto, sino a due volte per le classi di rating migliori, con un massimo di 500mila euro. Una accordo, questo, che mira allo snellimento del rapporto tra banche e imprese, nella direzione di risposte più flessibili e tempestive alle esigenze di artigianato e commercio da parte degli istituti di credito

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incarichi&carriere

La Finanziaria, al centro di noti avvicendamenti giudiziari riportati dalla cronaca nazionale, volta pagina e forse potrebbe cambiare anche nome. Nel frattempo, di sicuro c’è un nuovo vertice, il suo a.d. è Rocco Micucci. Nato il 19 luglio 1964 a Rapino, è sposato con Sabrina ed ha una bambina di quattro anni di nome Bianca. Trascorre la giovinezza a Pescara dove consegue la maturità classica, torna alla città natale per dedicarsi all’amministrazione dell’impresa edile di famiglia. L’amore per la politica lo porta tra i banchi della minoranza del Consiglio comunale di Rapino, successivamente ricopre l’incarico di sindaco dal 2004 fino a giugno 2009. Grazie alla grande passione per la tecnologia realizza innovazioni nella pubblica amministrazione che sono state oggetto di premi e riconoscimenti a livello nazionale, tra cui una segnalazione dal Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Pubblica, nonché servizi e reportage su Rai Educational e il Maurizio Costanzo Show. In questi anni ha ricoperto anche altre cariche: vicepresidente del Parco Nazionale della Majella per oltre 5 anni, vicepresidente dell’Ater (ex Iacp) di Chieti per 3 anni e membro del suo C.d.a per 4 anni, infine, consigliere della Comunità Montana della Maielletta per 10 anni. Si legge nel suo curriculum: «nella vita ritengo di essere una persona dinamica ed intraprendente, affidabile e leale, sempre disposto a mettersi in gioco per raggiungere nuovi obiettivi e per non deludere le aspettative di chi conta su di me».

ROCCO MICUCCI FIRA: INIZIA L’ERA MICUCCI La Regione ha eletto il nuovo ad della “Finanziaria Regionale Abruzzese”

FRANCESCO CARLI, L’AVVOCATO DIFENSORE DELLA TECNOLOGIA La diffusione della banda larga, tra i primi obiettivi del nuovo presidente di Abruzzo Engineering S.c.p.a

Dallo scorso 16 novembre, l’avvocato Francesco Carli è presidente e a.d. di Abruzzo Engineering

S.c.p.a. La società (60% Regione Abruzzo, 30% Selex.Se.ma. S.p.a. e 10% Provincia dell’Aquila) intende ridurre il digital divide all’interno del territorio regionale e diminuire il divario tecnologico che separa le zone non raggiunte da servizi a banda larga dai grandi centri urbani, attraverso la creazione di una rete multiservizio basata sull’integrazione di tecnologie di comunicazione, con e senza fili, altamente innovative. Carli, iscritto all’Albo degli avvocati dell’Aquila dal 1976, è nato a L’Aquila il 26 luglio 1949. Nel 1974 consegue la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Bologna, con 110 e lode. Sempre in questo ateneo frequenta la Scuola di Diritto Amministrativo dal 1974 al 1976. Si iscrive all’Albo dei patrocinanti presso le Magistrature Superiori nel 1982 ed esercita quest’attività nel campo del Diritto amministrativo e civile, con impegni anche nel campo del Diritto penale; in particolare in vari procedimenti coinvolgenti la Pubblica Amministrazione. A ciò si sommano consulenze e assistenza stragiudiziale a favore della clientela pubblica e privata; prevalentemente gruppi industriali e società bancarie, oltre che enti locali e territoriali. L’avvocato, tra altri incarichi, è stato direttore della “Rivista Amministrativa Abruzzese” e membro del C.d.a dell’Università degli Studi dell’Aquila. Molto attiva la partecipazione nella fondazione Carispaq: membro dell’assemblea dei soci dal 1994 e presidente dal 30 ottobre 2009, componente del Collegio di presidenza dal 2006 e membro del C.d.a Carispaq S.p.a. dal 1997 al 1999. Nel Comune dell’Aquila è stato assessore all’Urbanistica e alla pianificazione dall’ottobre 2005 al giugno 2007.

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la terra di piero idee per lo sviluppo delle aree interne » di Piero Carducci*

Ricostruzione, troppa burocrazia

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tto mesi dopo. A l’Aquila perdura l’emergenza aggravata dall’inverno. Possiamo immaginare cosa accadrà alle povere case “scoperchiate” del centro storico dopo una stagione di pioggia e gelo. Ciò che si sarebbe potuto recuperare con poche decine di migliaia di euro sarà da rifare completamente o addirittura da abbattere. È questa una delle tante incomprensibili “stranezze” della gestione post-terremoto, certamente non l’unica e neanche la più grave. Un dubbio pervade gli aquilani: ma fatte le CASE, ovvero i moduli abitativi antisismici, si ricostruirà davvero L’Aquila? Finora non si è ricostruito un bel nulla: pure il recupero delle abitazioni lievemente danneggiate procede con incredibile lentezza e le risorse disponibili sono state assorbite dalla gestione dell’emergenza e dal Progetto CASE. Il centro storico è stato sigillato. Stranamente se ne parla poco, forse perché finora ha dominato la necessità di dare risposte a impellenti bisogni primari degli sfollati. Ma pure sono stati commessi gravi errori di impostazione: la sottovalutazione del numero dei senza tetto (per cui le CASE non bastano); la mancanza di tensione verso la ricostruzione della nostra ”fabbrica” più importante (l’Università); l’eccesso di burocrazia e di complessità di Direttive ed Ordinanze; l’assenza di una riflessione strategica sul futuro del Capoluogo. Ora dobbiamo evitare che l’urbanistica emergenziale divenga permanente, e che invece della ricostruzione si faccia soltanto nuova edificazione. Occorre pure eliminare la eccezionalità delle procedure e delle modalità di intervento emergenziali (troppo discrezionali e poco trasparenti). Il Progetto CASE, mix di dirigismo ed emergenza, ha già determinato una forte “centrifugazione” degli abitanti, effetto per il quale le periferie saranno sem-

pre più popolate ed il centro sempre più abbandonato. È per tale motivo che la ricostruzione del centro in un arco temporale accettabile (10 anni) è l’unica condizione per evitare che il terremoto, dopo aver distrutto le case, disgreghi pure il tessuto sociale della città. La ricostruzione è un’occasione unica, inoltre, per “migliorare” l’assetto cittadino ed individuare più avanzate funzioni direzionali del Capoluogo. Occorre pure garantire alle attività economiche e di servizio interrotte dal sisma una veloce ripresa, evitando l’impegno di suoli non urbanizzati. La ricostruzione rappresenta dunque una occasione per ripensare all’assetto della città consolidata. Sarebbe necessario, in primo luogo, ripensare l’armatura urbana degli spazi pubblici, utilizzando le demolizioni per ricostituire il sistema dei servizi pubblici urbani. Ciò consentirebbe, in tempi brevi, sia di realizzare la struttura urbana minima che metta in sicurezza percorsi di penetrazione, sia la riqualificazione degli spazi urbani. A fronte di tali problematiche, non certamente nuove, suscita perplessità sia la scarsità di fondi disponibili; sia l’arco temporale troppo lungo previsto per la ricostruzione, sia gli strumenti messi in campo. Ci sarà un apparato pletorico composto da un commissario per la ricostruzione e un vicecommissario, con poteri straordinari. E poi una “Unità tecnica di missione”, di ben 30 membri, per la definizione delle linee guida inerenti la ricostruzione, assistita da una ulteriore task force. Siamo molto perplessi. Vediamo troppi burocrati e pochi soldi. Troppi i livelli decisionali. Palese il rischio di cadere nelle paludi mortali della burocrazia all’italiana. Evidentemente il pasticcio già fatto con Ordinanze incomprensibili e Direttive paralizzanti non ha insegnato nulla. Di questo passo e con questi strumenti L’Aquila sarà forse ricostruita... ma quando?

* Economista

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azienda partner

Fisioter,

la persona al centro del nostro lavoro Abbiamo incontrato Giovanna D’Innocenzo e Serena Columbo, le artefici di una significativa esperienza imprenditoriale nel campo della riabilitazione

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isioter è un Centro di riabilitazione privato che può vantare una storia aziendale quasi trentennale. Nasce nel 1981 a Montesilvano per iniziativa della dott.ssa Giovanna D’Innocenzo, laureata in Fisioterapia e da sempre vicina alle problematiche relative alla disabilità. Nel corso degli anni l’azienda è cresciuta nel segno della continuità familiare grazie all’ingresso, in qualità di Direttrice Sanitaria, della dott.ssa Serena Columbo, figlia di Giovanna. La dott.ssa Columbo è laureata con lode in Medicina e Chirurgia e specializzata col massimo dei voti in Medicina Fisica e Riabilitazione presso l’Università degli Studi di Bologna. Madre e figlia insieme dunque, testimoni di un’imprenditorialità tutta al femminile. Le abbiamo incontrate entrambe per conoscere da vicino il mondo Fisioter. Dott.ssa D’Innocenzo, quali servizi e prestazioni offrite nel vostro Centro? «Trattiamo tutte le patologie osteoarticolari e neurologiche acute e croniche derivanti da traumi o provocati da altre cause. Facciamo degli esempi: incidenti stradali, traumi da attività


» redazionale in collaborazione con Fisioter

sportiva, patologie sopravvenute per cause anagrafiche o di logoramento professionale. I nostri pazienti possono fruire di terapie che utilizzano attrezzature tecnologicamente avanzate e di comprovata efficacia e sicurezza, frutto degli ingenti investimenti finanziari profusi negli ultimi anni. Oppure di tecniche che si basano sulla esclusiva manualità dell’operatore o sull’utilizzo di metodiche sempre all’avanguardia. I trattamenti hanno funzione non solo terapeutica, ma anche preventiva, per evitare che patologie e minorazioni transitorie diventino definitive se non tempestivamente riconosciute e opportunamente curate». Quali sono i punti di forza del vostro Centro? «Da un punto di vista manageriale il Centro Fisioter concilia l’approccio di una struttura privata orientata all’alta qualità del servizio con il costante contatto con le istituzioni pubbliche grazie all’accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale. Siamo un Centro d’èlite, e lo siamo nei fatti, grazie a 3 elementi tangibili: l’Accreditamento d’Eccellenza, la Certificazione di Qualità, l’informatizzazione totale. Siamo accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale “col massimo dei voti” secondo i criteri di Eccellenza previsti dal manuale di Accreditamento ex Legge Regionale 32/2007. Inoltre abbiamo intrapreso un percorso di formazione e implementazione di un sistema di gestione per la qualità che ci ha portato a conseguire la Certificazione ISO 9001:2008. Infine, mi piace ricordare la completa informatizzazione del sistema amministrativo che ci permette di assegnare al paziente una cartella clinica elettronica personalizzata nella quale è raccolto tutto il suo iter riabilitativo e la possibilità di prenotare le prestazioni via Internet». Dott.ssa Columbo, ci descriva il percorso terapeutico dei vostri pazienti.

«Il paziente che entra nel Centro Fisioter usufruisce subito di una accurata visita specialistica gratuita allo scopo di individuare la patologia e programmare il protocollo terapeutico. Ciascun caso è poi preso in consegna e supervisionato da un Case Manager che funge da anello di congiunzione tra paziente e terapista: è proprio questa figura che s’interfaccia con il terapista/operatore, ne monitora l’attività, concorda eventuali cambiamenti qualora le esigenze del paziente lo richiedano. I nostri 2 case manager/“angeli custodi” sono Monica e Pierluigi. Grazie a loro tutto “gira” alla perfezione, o quasi». Il cliente al centro dell’attenzione dunque: è questo il vostro valore aggiunto? «Vede, noi non curiamo clienti ma persone. Per noi di Fisioter non è uno slogan, ma un credo professionale ripagato da tantissime soddisfazioni. Lo decliniamo quotidianamente con 3 diverse strategie. Primo, le competenze del personale medico e paramedico del Centro, tramite un percorso formativo professionale tecnico e psicologico che non si interrompe mai nel corso dell’anno e che accompagna l’operatore verso l’eccellenza. Secondo, il coinvolgimento dell’utente nelle scelte terapeutiche, sia in termini di dialogo che di trasparenza nel rapporto medico/terapista-paziente: tutto deve essere chiaro, dalle modalità di erogazione, ai tempi, alle controindicazioni e, non ultimo, agli eventuali costi. Terzo ma non per questo meno importante, la valutazione e il miglioramento continuo del servizio: presso il desk d’accoglienza è possibile trovare questionari di valutazione che opportunamente compilati dai pazienti forniscono quei feedback grazie ai quali la direzione prende spunto per l’erogazione di un servizio sempre migliore. Da qui il nostro slogan: “La qualità dei servizi offerti e la professionalità dei collaboratori sono le nostre priorità. La fiducia degli utenti è il nostro vero ed unico patrimonio”»

FISIOTER CENTRO DI RIABILITAZIONE E FISIOKINESITERAPIA VIA GIOLITTI 2/4 65015 MONTESILVANO (PE) - Tel e Fax 085/4451155 Mob 334/7702829 - 337/664425 Web: www.fisioter.com - email: info@fisioter.com

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azienda partner

Autoepi, icona

Citroën in Abruzzo Dalle origini di fine anni Sessanta alle novità dei giorni nostri: una storia fatta di innovazione e successi

Giustino Epifano fondatore Autoepi srl

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l successo di Autoepi nasce da lontano. Esattamente dall’Australia, dove Giustino Epifano, nato a Castiglione a Casauria nel 1920 e fondatore della concessionaria, passò diverso tempo a osservare. Una fase storica, quella, caratterizzata da importanti cambiamenti e nuove tendenze: erano gli anni del cosiddetto “boom” economico, dove le case nazionali proponevano le loro utilitarie e iniziavano ad affermarsi le automobili straniere. Fu così che nel 1969 nacque l’Autotecnica di Giustino Epifano, con sede in via Tiburtina 326. Una scelta dettata anche da ragioni “patriottiche”: ridare slancio a una città come Pescara, ferita dalla Guerra e dalle sue macerie. Si decise dunque che Autoepi avrebbe avuto il doppio Chevron come suo elemento distintivo. La svolta vera e propria si ebbe con l’ingresso in azienda dei figli di Giustino, Giuseppe e Paola, e con la conquista del mandato Citroën. Nasce così una nuova con-


» redazionale in collaborazione con Autoepi

cessionaria, Autoepi srl. Le basi iniziano a farsi solide, c’è bisogno di un’ulteriore espansione: nel 1988 Citroën Autoepi raddoppia la propria struttura a Pescara in via Torretta, 12. Ma aumentano in maniera esponenziale anche i servizi offerti: reparti di officina specializzata, elettrauto, autolavaggio, centro carrozzeria e molto altro in termini di customer care e scelta. L’impegno e la dedizione nel lavoro sono le peculiarità di Autoepi, che ha come obiettivo quello di infondere nel cliente sicurezza e fiducia per il futuro. Senza mai abbandonare la qualità. Il tutto in perfetta sintonia con la casa madre Citroën. Una delle iniziative ultime risponde al nome di Autoepi Classique, proprio in occasione dei 90 anni dalla nascita del marchio Citroën, e con il debutto sul mercato della nuova C3. «Il progetto è dedito

alla riparazione e al restauro delle vetture storiche del marchio Citroën, - ha spiegato la titolare Paola Epifano - e che ne hanno inciso la storia. Sull’onda dello straordinario lavoro svolto in tanti anni di attività da parte di mio padre Giustino Epifano, conservandone apVetture storiche in riparazione punto l’esperienza abbiamo deciso di rimetterci in gioco, arrivando oggi a disporre di un’équipe di meccanici consolidata che garantisce un lavoro di qualità e prestigio. Vetture come l’intramontabile 2cv, la meravigliosa DS ecc, rinascono e si riaffermano come se il tempo si fosse fermato, facendo battere i nostri cuori insieme a quelli di milioni di appassionati. Vi invito a scoprire questo nuovo mondo presso la nostra officina. Trasformeremo i vostri sogni in realtà»

Giuseppe Rossi responsabile marketing Autoepi Classique

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azienda partner

Casa&Co, l’arte di arredare Quando lo spazio diventa luogo di creazione allora l’ arredamento si trasforma in arte. Casa&Co, tra le più dinamiche e innovative realtà nel settore arredamento, propone un nuovo concept store, dedicato a chi non si accontenta

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asa&Co, con 20 anni di esperienza alle spalle nel mondo della casa, oggi è diventato uno spazio unico, tra i più innovativi nel settore e questo soprattutto grazie alla lungimiranza e alla professionalità del titolare dell’azienda Paolo D’Amico. Casa&Co si identifica come un vero e proprio concept store, un luogo dove c’è una continua sperimentazione, una realtà in movimento di prodotti e stili, dove il cliente vive un’esperienza sensoriale unica e sempre nuova. Chi visita il concept-store Casa&Co, partecipa in prima persona alle sue dinamiche multisensoriali, alle possibili situazioni di living, design, life-style.


» redazionale in collaborazione con Casa&Co.

Paolo D’Amico titolare dell’azienda Casa&Co.

Si respira l’aria del concept internazionale grazie ad una selezione dei migliori marchi del mondo del mobile e della tavola e del complemento d’arredo. Lo spazio si sviluppa su un unico livello di circa 1000 metri quadrati, situato a Vasto in Via Quattrocchi, zona Leclerc, facile da raggiungere e dotato di un ampio parcheggio. L’esposizione dei prodotti in vendita è organizzata per ambientazioni, dove l’arredamento, il complemento e l’oggettistica, interagiscono fortemente fra loro. Ampia è la scelta di accessori personali, come pelletteria, alta bigiotteria, profumi. Per Casa&Co arredare casa significa occuparsi di una serie di dettagli che toccano il mondo del mobile, del tessuto, dell’oggetistica, per approdare al mondo della tavola in tutte le sue possibili declinazioni. Questa trasversalità nel design rappresenta il punto di for-

za di questa realtà vastese, la capacità di progettare in toto l’ambiente casa, l’ufficio, senza tralasciare il contract. L’aspetto del concept viene evidenziato anche dagli eventi che periodicamente si organizzano nei loro spazi, come il già collaudato e di grande successo “Chef per un giorno”, iniziativa originale dove il cliente può invitare i suoi amici, esprimere la sua passione per la cucina, l’arte della convivialità, cucinando in uno spazio Hospitality di Casa&Co usufruendo di una cucina Matteo Gennari. Il complesso è un luogo da esplorare, che propone ai suoi visitatori emozioni e suggestioni più che semplici oggetti da acquistare. È aperto al pubblico tutti i giorni dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 20,00 escluso domenica e lunedì mattina. Nei periodi festivi lo show room è aperto anche la domenica

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seminari&convegni » di Massimo Avenali

La home page del sito compraincentro.com

Www.Compraincentro.Com È la nuova vetrina virtuale nella quale i commercianti potranno mettere in rete le informazioni sul proprio punto vendita e sulle offerte in corso. Il progetto è nato da un’idea della società Euromind e sarà realizzato in partnership con la Confcommercio Teramo

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na risposta a ipermercati e colossi della grande distribuzione. Compraincentro è il nuovo strumento on-line che fornisce un supporto per la rivalutazione dei Centri Commerciali Naturali, quali contenitori delle attività commerciali più prestigiose e tradizionalmente più rilevanti nell’ambito del tessuto urbano delle città. Il progetto nasce da Euromind, società di grafica e comunicazione di Chieti, che ha trovato in Confcommercio Teramo un partner sinergico per il lancio dell’iniziativa. Il portale è progettato in modo da costituire un vero e proprio network organizzato in spazi autonomi riservati ai partner commerciali che desiderino presentare i propri prodotti e servizi, promuovendo l’interazione tra enti, istituzioni, commercianti e consumatori. Facilità nella navigazione e nella ricerca dei contenuti sono stati gli obiettivi raggiunti dall’innovativa interfaccia grafica. Anche gli

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seminari&convegni

Da sinistra: il vice segretario generale della CCIAA di Teramo Salvatore Florimbi, l’assessore al commercio del comune di Teramo Mario Cozzi, il segretario generale della CCIAA di Teramo Giampiero Sardi, il presidente della Confcommercio Teramo Giandomenico Di Sante, l’assessore al commercio della provincia di Teramo Ezio Vannucci e il vice presidente di Confcommercio Teramo Giammarco Giovannelli

utenti meno esperti potranno facilmente accedere al portale e ai suoi contenuti, mentre la modifica delle proprie offerte è affidata alle singole attività commerciali, che potranno aggiornare i propri spazi in qualunque momento e con qualunque frequenza, in maniera semplice e intuitiva. Saranno presenti inoltre sezioni che ospiteranno informazioni, curiosità ed altre notizie rilevanti rispetto all’ambito territoriale cui l’area è dedicata, (manifestazioni, eventi, informazioni utili ecc). Alla conferenza stampa di presentazione dell’innovativo portale, presso la Camera di Commercio di Teramo, erano presenti: il presidente della Confcommercio Teramo, Giandomenico Di Sante, l’assessore al commercio della provincia di Teramo, Ezio Vannucci, l’assessore al commercio del comune di Teramo Mario Cozzi, il vice presidente di Confcommercio Teramo Giammarco Giovannelli, l’amministratore di Euromind Carlo Miccoli e il suo socio Augusto Pasotti, il segretario generale della CCIAA di Teramo, Giampiero Sardi e il vice segretario generale della CCIAA di Teramo Salvatore Florimbi. «In un momento così delicato –ha dichiarato Di Sante- di congiuntura economica, come

Confcommercio abbiamo deciso di sostenere questa iniziativa rivolgendo la nostra attenzione ai piccoli commercianti del centro. L’auspicio è che questo portale diventi in futuro un network nazionale dei centri commerciali naturali». «Avere il proprio spazio –ha detto Miccoli durante la dettagliata illustrazione del sito- costerà solo 180 euro all’anno, con la possibilità che ogni singolo commerciante possa inserire e modificare le sue news. Il 10% della somma di adesione al portale, sarà rinvestita da parte della Confcommercio per gli associati, con il fine di mettere in campo iniziative e sevizi a loro dedicati». Ma non è finita qui. Nell’ambito della partnership con Confcommercio Teramo, Euromind si impegna a concedere gratuitamente, i servizi del portale Compraincentro.com agli iscritti Confcommercio con attività imprenditoriali e di lavoro autonomo con sede operativa nel territorio comunale de L’Aquila. «Ai commercianti aquilani, sarà offerto –ha spiegato Giovannelli- lo spazio sul sito gratuitamente per i prossimi tre anni. Molti di loro dopo il sisma hanno dovuto cambiare sede o ne stanno cercando una nuova e con il portale, sarà più facile localizzarli»

L’amministratore di Euromind Carlo Miccoli e il suo socio Augusto Pasotti

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seminari&convegni » di Marco Taglieri

Reporting vuol dire fiducia A Confindustria Pescara si discute sulla trasparenza della comunicazione tra banca e impresa: l’obiettivo è raggiungere il cosiddetto “triangolo virtuoso”

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anca, impresa, consulenti (ovvero i commercialisti): sono i tre vertici dell’auspicato “triangolo virtuoso”, la formula che va raggiunta e perfezionata al più presto affinché si ponga rimedio alla crisi di sfiducia che caratterizza il rapporto tra aziende e istituti di credito. A Pescara si è parlato soprattutto di questo, e in particolare dell’affidabilità del reporting finanziario, considerato mezzo utile per facilitare l’accesso al credito delle imprese stesse. Le “colpe” sembrano essere soprattutto delle aziende: il presidente della Piccola Industria di Pescara ne individua alcune: «Spesso vedono gli strumenti di gestione come spaventosi tecnicismi». Nicola Di Marcoberardino, presidente Dmb Solutions, prosegue sulla stessa linea: «Le imprese non hanno piani strategici e ignorano totalmente il loro vero valore aggiunto, le risorse umane. Gli imprenditori dovrebbero mettersi nei panni delle banche e chiedersi: “Sarei disposto a finanziare la mia attività?”». Ecco dunque l’importanza di una comunicazione strutturata, completa e credibile da consegnare all’istituto di credito, in modo tale da conquistare la fiducia (e il finanziamento) dello stesso. Fabrizio Fujani, sales manager Imq-Csq, illustra la specifica “Birbo” (Basic Internal Reporting Basilea Oriented): «È una valutazione e attestazione di conformità alla specifica sviluppata da Icq, per garantire che il reporting di un’azienda sia realmente affidabile. Birbo agisce a monte sull’origine dei dati di un’impresa, e lavora a stretto contatto con una mappatura costante di rischi e azioni che incidono sull’aspetto finanziario di un’azienda. Non si tratta di una certificazione di bilancio, ma di una doppia analisi (quantitativa e qualitativa) condotta preventivamente sul metodo comunicativo di un’impresa». Concetto apparentemente complesso dietro al

quale si nasconde la leva per abbattere il muro tra impresa e banca: «Rendere visibili i rischi, i ruoli, le responsabilità e la sostenibilità finanziaria di un’attività, - continua Fujani, - in modo tale da qualificarsi meglio agli occhi degli istituti di credito». Più fiducia da parte degli stakeholders, ma anche da parte del sistema economico, un rating più facile e maggiore facilità nell’ottenere i finanziamenti: i vantaggi di un metodo come Birbo sembrano evidenti. Cosa manca, allora, per aprire questo nuovo efficiente canale comunicativo? «Tanta ricerca da parte delle aziende, Nicola Di Marcoberardino tra i relatori del convegno spiega il presidente Confidi Mutualcredito Giorgio Di Rocco – se ne fa davvero poca e la situazione di crisi viene spesso sottovalutata. È necessario agganciare un mercato nuovo, una linea strategica diversa che porti reddito». E questo lo si può fare anche grazie all’aiuto di una figura come quella del commercialista: «In relazione alle Pmi dobbiamo presentare alle banche dei bilanci in forma chiara e abbreviata, così da agevolarle nella valutazione dei rischi di un finanziamento», propone Barbara Guglielmetti dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili. Investire sulle risorse umane e su una comunicazione strutturata e comprensibile sembra essere la strada giusta da seguire. Solo così banche e imprese parleranno la stessa lingua. E il triangolo sarà finalmente virtuoso

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seminari&convegni » di Eleonora Lopes

Donne al timone

Si è svolto a Pescara un incontro organizzato dal Soroptimist International Club di Pescara e dal Lions Host. Al centro del dibattito, la partecipazione femminile in politica. Ne hanno discusso l’on. Paola Pelino, Antonella Allegrino e l’assessore regionale Alfredo Castiglione

Da sinistra: Alfredo Castiglione, Antonella Allegrino, Franco Farias, Gabriella Sparvoli Mauro e Paola Pelino

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o scorso anno il Soroptimist International Club di Pescara ha compiuto 40 anni, e per l’occasione la presidente Gabriella Sparvoli Mauro organizzò un convegno sull’occupazione femminile con ospite Renata Polverini, segretaria nazionale UGL. Quest’anno il club ha scelto di tenere un incontro al quale hanno partecipato l’on. Paola Pelino del PDL, Antonella Allegrino dell’IDV, Alfredo Castiglione, assessore regionale allo Sviluppo economico e l’economista Giuseppe Mauro. La serata che si è svolta alla terrazza dell’Esplanade di Pescara in partnership con i Lions Host, ha visto alternare momenti conviviali a momenti dove si è discusso di attualità e politica. Al centro del dibattito, la partecipazione femminile nella politica. A dare il benvenuto agli ospiti, i padroni da casa, Gabriella Sparvoli Mauro e il giornalista Rai Franco Farias del club di Pescara Lions Host. Il dibattito si è fatto acceso, e ha visto le due donne ripercorrere le tappe della loro carriera, prima da imprenditrici e poi da politiche. «La mia azienda è tutta maschile, - ha dichiarato la Pelino- io sono l’unica donna. La mia gavetta non è stata affatto facile, ma

Un momento della serata all’Esplanade di Pescara

oggi con orgoglio posso dire che ce l’ho fatta. La condizione della donna in Abruzzo è cambiata, si sta evolvendo, ma possiamo e dobbiamo ancora fare tanto». L’Allegrino invece ha raccontato che la sua famiglia l’ha sempre lasciata libera di esprimersi e che non è mai stata condizionata dalla presenza maschile, ma ha anche detto: «Oggi alla provincia di Pescara, sono l’unica donna all’opposizione. Un altro problema legato alla carriera delle donne, e che in Italia mancano gli strumenti per conciliare la vita lavorativa con quella di mamma». In netta minoranza, in una platea quasi tutta rosa, l’assessore Castigione che è stata assalito da domande delle associate del Soroptimist che hanno dichiarato in coro che spesso l’emancipazione della donna è legata alla crescita professionale e che il fatto che in politica ci siano ancora le quote rosa è un segno che la parità dei sessi non è stata ancora raggiunta! Pragmatico e concreto come sempre, l’intervento del prof. Mauro, il quale ha dichiarato che il percorso della donna nel mondo politico va di pari passo con quello della carriera lavorativa

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seminari&convegni » di Jenny Viant

Alcuni dei relatori intervenuti al “1° Forum delle Imprese” organizzato dalla società Incaconsult

Forum Incaconsult

Come superare la difficile crisi congiunturale. Strumenti e azioni a disposizione delle PMI. Tra i relatori dell’evento organizzato dalla società teatina che eroga servizi e consulenze per le imprese, l’illustre economista Giuseppe Mauro

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i è tendenzialmente orientati a valutare gli strascichi della crisi, ma si è un po’ meno propensi a soffermarsi sulle “vie di uscita”. Ovviamente, per ragionare in questi termini occorrono competenze non sempre alla portata dei soggetti maggiormente colpiti: le PMI. A loro sono destinate una serie di misure e azioni illustrate durante il convegno “Come superare la difficile crisi congiunturale. Strumenti ed azioni a disposizione

delle PMI”, organizzato dall’Incaconsult, società specializzata in servizi e organizzazione d’impresa, con la partecipazione dell’economista Giuseppe Mauro e UniCredit Banca di Roma. Il dibattito è partito dall’analisi dell’articolato contesto economico attuale e i conseguenti riflessi sull’economia abruzzese, successivamente sono state affrontate tematiche quali: il “Progetto SOS imprese” e il “Progetto Impresa Italia”, lo scudo fiscale, le

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seminari&convegni

L’intervento dell’economista Giuseppe Mauro

agevolazioni della Tremonti-ter, la ricapitalizzazione delle imprese e i benefici di natura fiscale, le agevolazioni regionali per il consolidamento dei debiti a breve verso le banche e, infine, l’analisi e la pianificazione finanziaria a sostegno della ripresa delle PMI. Come evidenziato dal professore Giuseppe Mauro, docente ordinario di Politica Economica, non esistono al momento dibattiti in materia economica che possano prescindere dall’evidenziare il “corto circuito” nel sistema famiglia-impresa-territorio-banche. L’analisi della caduta del Pil abruzzese (- 5,5 % rispetto al 4,9 % del territorio nazionale) testimonia il profondo mutamento del virtuoso “modello Abruzzo”. A partire dal 2000, dopo una fase ininterrotta di crescita, gli elementi tipici dell’economia diffusa territoriale si sono misurati con il mix di criticità strutturali e congiunturali, acuendo il debito regionale e penalizzando l’export, che per l’Abruzzo rappresentava la voce trainante. Il “Progetto SOS imprese” illustrato da Antonio Senape, condirettore commerciale UniCredit Banca PI - Lazio Sud, Abruzzo e Molise, è orientato a risanare il “corto circuito” banca-impresa. Basandosi sulla storia imprenditoriale, e non solo sul bilancio, è stato erogato circa 1 miliardo di euro. Il 75% delle richieste pervenute è stato accolto e tra queste il 75% non era in grado di rimborsare. L’altra iniziativa, il “Progetto Impresa Italia”, illustrata da Paolo Armiento, direttore Centro Sviluppo, mira a stabilire sinergie tra le associazioni di categoria, Confidi, banche, ecc., al fine di ripristinare l’equilibrio finanziario agevolando l’accesso al credito.

Il controverso tema dello scudo fiscale 2009, è stato approfondito da Lino Lunghi, in rappresentanza di UniCredit Banca. Le agevolazioni di natura fiscale previste dalla Tremonti-Ter per gli investimenti in macchine e attrezzature effettuate nel periodo luglio 2009 – Giugno 2010 e la detassazione dal reddito di impresa conseguente alla ricapitalizzazione delle società effettuate con apporti da persone fisiche, sono state presentate da Roberto Setta, consulente Incaconsult. A seguire è stata presentata dal consulente Fabio D’Angelo di Incaconsult la normativa regionale che consente il consolidamento delle passività a breve verso gli istituti di credito, con approfondimenti in merito alle metodologie e ai diversi strumenti da adottare per sostenere finanziariamente le imprese nella fase di rilancio dell’economia. L’incontro si è concluso con un interessante e vivace dibattito, tra i relatori e gli imprenditori intervenuti, in cui Evo Talone consulente e promotore del Forum Incaconsult ha mediato il confronto tra banche e imprese

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seminari&convegni » di Laura Tinari

Scuola e alimentazione Imparare ad affrontare i problemi legati all’alimentazione anche sui banchi di scuola. Questo l’obiettivo del progetto “Scuola e cibo” presentato all’Aquila, promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

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n occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2009, promossa dall’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite – FAO e celebrata a Milano il 20 novembre scorso, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha organizzato il convegno “La Classe e l’Acqua”, il cui programma prevedeva oltre Milano, i due appuntamenti dell’Aquila e di Torino. In concomitanza a Roma, il vertice mondiale sulla sicurezza alimentare riaffermava l’impegno della comunità internazionale a investire di più nel settore agricolo e eliminare la fame al più presto. La GMA, annualmente programmata da Istituzioni e Enti Nazionali e Mondiali, ha dato al MIUR l’occasione per presentare i Piani di Educazione Scolastica Alimentare, volti ad introdurre l’educazione alimentare nelle scuole, partendo da un progetto pilota che coinvolge già dall’anno scolastico in corso le classi quarte e quinte di alcune scuole primarie delle province di Roma, Milano e Catania. La giornata aquilana è iniziata con un momento simbolico a Onna, uno dei paesi più colpiti dal terremoto, dove alcuni alunni di scuole provenienti da Roma, e che già partecipano al progetto “Scuola e cibo”, hanno incontrato i propri coetanei del circolo didattico “Galileo Galilei” di Paganica-L’Aquila. Il convegno pomeridiano, tenuto nell’Auditorium Carispaq, è stato aperto dal capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, accolto calorosamente dai bambini presenti in sala, che al suo arrivo hanno intonato a gran voce il suo nome. A seguire, sono intervenuti Tre momenti della giornata

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rappresentanti delle istituzioni locali e della scuola, (presenti la presidente della Provincia Stefania Pezzopane, l’assessore comunale all’Ambiente Alfredo Moroni e il direttore generale dell’Ufficio Scolastico per l’Abruzzo Carlo Petracca), docenti universitari, operatori e esperti nel settore delle risorse agroalimentari e ambientali. A presentare il progetto del Ministero l’on. Riccardo Garosci, presidente del comitato Tecnico Scientifico MIUR per il progetto “Scuola e cibo” e consigliere del ministro Mariastella Gelmini, che ha sottolineato come una migliore conoscenza del

processo di nutrizione, delle funzionalità della filiera alimentare e dei consumi responsabili sia indispensabile sia per sé stessi che per la collettività. Tutto il progetto è legato all’attualità dell’argomento FOOD e FEED e all’assegnazione a Milano dell’EXPO Universale 2015 proprio sui temi di cibo e nutrizione. Si aprono così sia da un punto di vista economico-culturale, sia sociale e formativo sei anni per lavorare a una migliore “generazione expo” come il ministro Gelmini ha definito i bambini che oggi frequentano le ultime classi della scuola primaria

Giudo Bertolaso, capo Dipartimento Protezione Civile, Cristiano Sandels Navarro, componente comitato Miur e Stefania Pezzopane, presidente Provincia dell’Aquila

Roberto Daneo direttore Comitato di Candidatura Milano 2015

Expo 2015: “Feeding the Planet, Energy for Life” Ventinove milioni di ingressi nei 6 mesi di esposizione, 14 miliardi di investimenti infrastrutturali sul territorio, ricadute economiche per oltre 3,7 miliardi di euro, 70mila nuovi posti di lavoro, 7mila eventi, oltre 36mila volontari coinvolti, 120 paesi espositori, 6 anni di progetti nazionali e internazionali nella filiera dell’alimentazione, della sostenibilità e dell’uso razionale dell’energia. Questi solo alcuni dei numeri dell’Expo Milano 2015, presentati durante il convegno da Roberto Daneo, direttore del Comitato di Candidatura Milano 2015, che ha vinto proprio sul tema del “food security e food safety: il diritto a un’alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutti; un utilizzo razionale dell’energia come fonte rinnovabile e un principio di sostenibilità per l’umanità intera”. Di qui il nome pensato per l’evento “Nutrire il Piane-

ta, energia per la vita”. Un’ esposizione universale è una sfida che coinvolge l’intero sistema-Paese senza limitarsi a un solo territorio. Milano 2015 sarà infatti per l’Italia un’opportunità, darà impulso all’economia nazionale, dando visibilità ai prodotti del Made in Italy, già fortemente stimati in tutto il mondo. L’indotto che un evento di questa portata produrrà avrà ricadute su tutti i settori dal turistico-ricettivo alla logistica e ai trasporti, dalle infrastrutture all’occupazione. L’insieme delle possibilità offerte dall’esposizione sono presentate nel libro “EXPO 2015. Una guida a tutte le opportunità”, edito dal Sole 24 Ore. Come gesto di solidarietà nei confronti dell’Abruzzo gli autori devolveranno i proventi dei diritti d’autore alla nostra Regione.

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seminari&convegni » di Jenny Viant

“L’ambiente nei segni dell’uomo un percorso tra realtà e immagine” Il seminario di Confindustria Chieti ha focalizzato l’attenzione sulla necessità di incentivare modelli produttivi ecosostenibili. Anche la mostra “Lunaria - Riflessione della natura” ha dato un prezioso contributo

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ell’ambito della “Settimana della cultura” organizzata da Confindustria Chieti si è svolto il seminario “L’ambiente nei segni dell’uomo un percorso tra realtà e immagine”. L’iniziativa ha focalizzato l’attenzione su temi sentiti quali la sostenibilità ambientale e i limiti dello sviluppo e la responsabilità sociale. È chiara la percezione che nei cambiamenti climatici in atto l’azione dell’uomo ha una responsabilità di rilievo. Nel seminario si è posto l’accento sulla necessità di concepire lo sviluppo e i cicli di produzione e servizi secondo criteri che vedano il rispetto dell’ambiente al primo posto. La conseguenza più evidente che scaturisce da modelli produttivi non virtuosi è l’inquinamento atmosferico. Una terminologia che sta a indicare il mutamento delle caratteristiche naturali dell’atmosfera a causa degli agenti fisici, chimici e biologici. I fenomeni di inquinamento sono il risultato di una complessa competizione tra fattori che portano a un accumulo degli inquinanti e altri che invece determinano la loro rimozione e la loro diluizione in atmosfera, problema maggiormente sentito dalle popolazioni dei grandi agglomerati urbani. Di questi fenomeni, che hanno una ricaduta globale, ci si è iniziati a preoccupare solamente negli ultimi 30 anni. La Conferenza di Kyoto, in Giappone, rappresenta il primo caso concreto di applicazione di un modello internazionale sulla regolamentazione dello sviluppo sostenibile. I 169 paesi riuniti dovrebbero firmare un protocollo che si traduce in riferimento applicativo nelle politiche interne, impegnandosi a ridurre entro il 2012 le emissioni di gas serra del 5,2% rispetto al 1990. La sua applicazione, lungi dall’essere un risultato acquisito, rappresenta comunque un pri-

Una delle opere esposte dell’artista

mo modello concreto di realizzazione internazionale delle politiche energetiche e dei modelli sociali e politici degli anni futuri. In attesa che vengano attuate misure serie che favoriscano l’ecosistema che ci ospita, molte aziende hanno sposato la causa dell’eco-produzione. Studi recenti dimostrano che i consumatori premiano prodotti e servizi ottenuti secondo cicli virtuosi e rispettosi dell’ambiente

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seminari&convegni » di Laura Tinari

Symantec Security Academy,

all’Aquila un esperimento riuscito Il programma di seminari sulla sicurezza informatica ideato da Symantec per giornalisti, professionisti e imprenditori ha fatto tappa nel nostro capoluogo

Un momento del corso di formazione

La consegna dell’attestato a Massimo Ianni corsista

a formazione sulla sicurezza è un aspetto fondamentale della strategia di Symantec, leader globale nella creazione di soluzioni per la sicurezza, lo storage e la gestione dei sistemi in grado di aiutare aziende e consumatori a proteggere e gestire le informazioni. Tre ore di lezione pratica durante le quali Michele Bensi e Antonio Forzieri di Symantec Education Services hanno presentato uno scenario di minacce informatiche, facendo esempi concreti e indicando gli accorgimenti utili da conoscere per difendere i dati sensibili da attacchi informatici e poter svolgere il proprio lavoro online con maggiore sicurezza. A coordinare il corso Paola Guerra Anfossi, Docente di Security, Risk & Crisis Management e Partner GAP Associati. Symantec Education Services è la divisione dell’azienda che sviluppa corsi di formazione su sicurezza, alta disponibilità dei dati e strategie di gestione dei rischi informatici. Il format portato all’Aquila a metà novembre fa parte di un progetto avviato all’inizio dell’anno con l’incontro con i media al Circolo della Stampa di Milano. Gli oltre 50 partecipanti hanno dato vita ad un interessante e vivace dibattito sulle tematiche più calde: l’apertura delle e-mail, il download di file, la navigazione su siti “sicuri”, gli accorgimenti utili per non cadere nelle trappole dei pirati informatici. Durante il Seminario è stato presentato

il “Report on Rogue Security Software”, l’ultimo studio Symantec in cui viene messo in luce come i cybercriminali si servano ormai di tattiche di persuasione online fondate sulla paura per convincere gli utenti ad acquistare soluzioni di sicurezza contraffatte. Software che, invece di fornire servizi di tutela della sicurezza, hanno come obiettivo installare codici maligni che compromettono la sicurezza generale della macchina. «La scelta dell’Aquila come sede per questo appuntamento formativo -ci dice Emanuela Lombardo, responsabile Relazioni Esterne e Comunicazione Symantec- è in linea con la filosofia dell’azienda, che vuole portare le proprie competenze e contenuti in una Provincia che sta affrontando un momento critico e collaborare alla ripresa delle attività nel territorio nel più breve tempo possibile»

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seminari&convegni » di Massimo Avenali

Legalità d’impresa? Un obiettivo possibile Si è tenuto ad Ortona un convegno dal titolo “impresa&legalità” organizzato dal gruppo giovani di Confindustria Chieti. Al centro del dibattito il codice etico delle aziende

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egalità ed etica d’impresa sono temi forti che spesso rischiano di essere semplici parole non accompagnate dai fatti. L’iniziativa di Ortona dal titolo “impresa e legalità” ha visto la partecipazione di Giuseppe Ranalli, presidente del gruppo giovani di Confindustria Chieti che hanno organizzato l’evento, del Generale Fabrizio Lisi, comandante Scuola Sottoufficiali Guardia di Finanza di Coppito, del procuratore della Repubblica Enrico Di Nicola e del presidente del Consiglio Regionale Nazario Pagano. Il punto di vista dell’impresa è stato espresso da Mauro Barnabei neo-presidente regionale dei Giovani di Confindustria e da Silvio Di Lorenzo presidente di Confindustria Chieti. Un parterre importante con il quale il Gruppo Giovani degli Industriali di Chieti ha voluto confrontarsi per aumentare e diffondere il senso della legalità. «L’attitudine dei giovani imprenditori – ha dichiarato il presidente Ranalli - è stata, negli ultimi anni, quella di portare al centro della propria condotta d’impresa il tema della legalità unito all’impresa. Legalità significa realizzare comportamenti seri, rispettosi delle norme e del libero mercato. Significa, oltre al rispetto della legge, avere una coscienza etica in grado di saper discernere ciò che è moralmente giusto da ciò che non lo è. A tal fine bisogna evitare distorsioni del mercato del lavoro e

assicurare serietà dei rapporti con i propri lavoratori stabilendo un nuovo Patto nel quale mediare tra le esigenze di sopravvivenza dell’impresa e un maggiore senso di disponibilità alla produttività e di flessibilità da parte del lavoratore». «Sicurezza e legalità –ha affermato Barnabei- sono prerequisiti di una democrazia moderna, e se mancano non ci può essere né crescita duratura, né tanto meno sviluppo. Molto spesso, troppo spesso accade che imprenditori per lo più nell’anonimato, siano costretti a combattere ogni giorno per l’affermazione della legalità e dello Stato di diritto. Dal mondo imprenditoriale registriamo, con sempre più forza le richieste di una maggiore sicurezza di certezza della pena». Concreto e pragmatico come sempre l’intervento di Di Lorenzo che ha affermato: «È un piacere e un onore essere qui in rappresentanza delle oltre 600 aziende associate che hanno sposato il codice etico e comportamentale della nostra organizzazione. Per Confindustria l’eticità dei comportamenti non è valutabile solo nei termini di stretta osservanza delle norme di legge e dello statuto, ma si fonda sulla convinta adesione a porsi, nelle diverse situazioni, ai più elevati standard di comportamento». Un impegno perché la legalità sia un obiettivo possibile, non una grande illusione

Da sinistra: Il generale Fabrizio Lisi, Nazario Pagano, Giuseppe Ranalli, Luigi Vicinanza ed Enrico Di Nicola

» foto di Simone Cerio

Tra il pubblico intervenuto in prima fila l’assessore regionale Federica Carpineta

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eventi

di Francesco Mancini presidente Patto Chietino Ortonese

immagine tratta dal sito www.merlinoprogetti.it

I nuovi progetti del chietino-ortonese L Le ultime iniziative della Società Consortile riguardano la pianificazione territoriale della filiera del tessile-abbigliamento e dell’ex Cartiera Burgo

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a Società Consortile Chietino-Ortonese, nella sua funzione di Agenzia di Sviluppo Locale, ha come oggetto la promozione dello sviluppo sociale, economico ed occupazionale nell’area dei 28 Comuni del comprensorio territoriale Chietino-Ortonese; l’obiettivo è: aumentare la competitività del sistema produttivo locale e sviluppare unitamente azioni tendenti ad una crescente integrazione settoriale, intersettoriale e territoriale delle imprese, valorizzare il potenziale inespresso del patrimonio ambientale e culturale locale ed infine soddisfare le esigenze delle comunità locali, delle imprese e del mercato in materia di servizi. Le azioni sopradescritte si stanno attuando con gli strumenti di pianificazione territoriale com-


» redazionale in collaborazione con Società Consortile Chietino-Ortnese

patibili con lo sviluppo sostenibile, nell’ottica di rafforzare i processi di programmazione e di progettazione territoriale, dando continuità ai percorsi di sviluppo locale e di governance del territorio per elevare la competitività del sistema locale. In quest’ ambito si collocano i progetti “La Filiera del tessile/abbigliamento” (che prevede la costituzione di una piattaforma operativa di intervento nel comparto del tessile e abbigliamento, nell’area del Chietino-Ortonese) e il progetto Sociale Imprenditoriale relativo alla riconversione Industriale Area dell’ex Cartiera Burgo di Chieti – “IN.TE” “La Filiera del tessile/abbigliamento” Il progetto ha l’obiettivo di rafforzare la competitività delle micro-imprese del settore tessile/abbigliamento e coordinare, indirizzare le risorse (materiali ed immateriali) e gli strumenti disponibili, nonché i nuovi modelli organizzativi, per un recupero di efficienza produttiva del comparto, nel comprensorio provinciale del chietino. A tal fine, attraverso una serie di focus group con le aziende del settore, si è inteso porre le basi per la costituzione di una piattaforma operativa di intervento. A tal fine, il primo passo è stato rappresentato dalla comprensione della strategia di business che la Sixty SpA voleva perseguire e comprendere il modello di ristrutturazione aziendale che la Sixty SpA intendesse attuare, evidenziando quali fossero gli elementi strategici ed impattanti di questo processo a livello locale. Sono state, inoltre, incontrate anche le aziende faconiste allo scopo di conoscere la loro reale intenzione a “lavorare insieme” e comprendere, attraverso la somministrazione di un dettagliato questionario, il loro reale stato dell’arte e i passaggi necessari per portarli a diventare delle imprese a 360° organizzate, non solo sotto l’aspetto produttivo, ma anche sotto quello creativo, organizzativo, commerciale e di marketing. Mentre questo articolo andrà in stampa, un gruppo di lavoro composto da tutte le parti, sta già procedendo alla costruzione di un piano industriale che dovrà delineare le linee strategiche del nuovo soggetto imprenditoriale ed intercettare misure agevolative attivabili per tali iniziative. Un importante e qualificante intervento andrà rivolto alle risorse umane che potranno essere coinvolte in tale processo. In questa fase quin-

di dovranno essere attivate iniziative di orientamento, di percorsi di formazione specifici e quant’altro necessario a favorire la qualificazione delle risorse umane, con una particolare attenzione alle competenze manageriali. Un impegno costante, infine, dovrà essere rivolto alla promozione e introduzione di innovazione tecnologica, organizzativa e ambientale all’interno del comparto del Tessile–Abbigliamento proprio per favorire l’efficacia delle azioni di ristrutturazione e di una migliore efficienza dei processi produttivi e gestionali della catena di sub-fornitura. Tale processo potrà intercettare anche grandi iniziative strutturali volte a favorire la creazione di poli di eccellenza del comparto del TessileAbbigliamento. Progetto Sociale Imprenditoriale relativo alla riconversione Industriale Area dell’ex Cartiera Burgo di Chieti – “IN.TE” L’obiettivo prioritario del progetto prevede la rigenerazione industriale del sito cartario di Chieti che, in un’ottica di sostenibilità, favorisca l’avvio di processi di sviluppo endogeno ed auto propulsivo in grado di valorizzare le potenzialità locali, garantire la ricollocazione delle maestranze dell’ex cartiera Burgo e restituire vitalità ad una fondamentale area della Val Pescara. La società del Patto Territoriale ha assunto la funzione di coordinatore istituzionale nelle fasi della sottoscrizione dell’Accordo di Programma Quadro “IN.TE” di cui la Società Merlino Progetti è promotrice. Il progetto prevede la presenza di aziende operanti nel campo dell’energia, delle infrastrutture, dell’innovazione e trasferimento tecnologico e della sicurezza mirante a migliorare il grado di attrattività del territorio creando le condizioni di ambiente esterno favorevoli all’investimento produttivo. È stato istituito un Comitato paritetico di attuazione, che ha provveduto all’audizione di tutte le aziende private che hanno aderito all’accordo e che andranno ad insediarsi nell’area dell’ex cartiera Burgo. Questa prima fase di attuazione si è conclusa lo scorso 12 novembre; seguirà l’impegno della Regione Abruzzo e degli Enti coinvolti, ad istituire un tavolo istituzionale presso il Ministero dello Sviluppo Economico, per portare a compimento l’intero percorso progettuale

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» di Barbara Cemini

I premiati posano per una foto ricordo assieme al conduttore della serata Massimo Giletti e il patron del premio Patrizio Panichi

Un premio alla tenacia degli imprenditori Torna per l’ottavo anno “Teramo che lavora”, il riconoscimento agli industriali più meritevoli dell’economia regionale. Un’edizione particolare, con uno spazio dedicato a L’Aquila

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on un pensiero rivolto ai nostri amici aquilani, torna l’ottava edizione del premio “Teramo che lavora”. Il galà dell’imprenditoria abruzzese, si è svolto anche quest’anno a Tortoreto nel hotel Panoramic gremito di persone. Sul palco, le imprese delle 4 province abruzzesi, ma senza alcun vincitore, nessuno era in nomination. A vincere è stata la classe imprenditoriale. A condurre la serata un dinamico e divertente Massimo Giletti, affiancato da ospiti d’eccezione: Veronica Maia, Francesca Rettondini e Lorenzo Flaherty. Il momento cabarettistico è stato affidato al maresciallo d’Italia Franco Guzzo, quello canoro ai Jalisse e alla cover di Lucio Battisti. Per questa edizione un po’ speciale, il patron della manifestazione Patrizio Panichi, ha voluto premiare l’imprenditoria nella sua accezione più ampia, consegnando ri-

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conoscimenti alla classe imprenditoriale abruzzese e non solo, senza stilare una vera e propria classifica. «A loro vada il segno della nostra gratitudine. Il nostro grazie –ha dichiarato Panichi- è rivolto a chi caparbiamente cerca di contribuire alla ripresa della nostra economia. Questa ottava edizione del Premio, è nata con uno spirito diverso. Il nostro Paese sta attraversando un momento di incertezza e per di più la nostra regione deve aggiungere a tutto questo, le difficoltà legate al terremoto del 6 aprile scorso che, nella provincia dell’Aquila, ha cancellato buona parte dell’economia del territorio. Perciò ai “capitani” dell’industria abbiamo consegnato un simbolico “Premio” al coraggio, alla tenacia e alla determinazione dichiarandoli tutti quanti “eroi” dello sviluppo socio economico del nostro vivere». L’evento è stato patrocinato da: Regione Abruzzo,

» foto concesse da Premio Teramo che lavora


eventi Provincia di Teramo, Università degli studi di Teramo, Confcommercio Teramo, Federalberghi Teramo, Confindustria Abruzzo, Confindustria Teramo, CCIAA di Teramo, Unione dei Comuni della Val Vibrata, dalla società Policervice (che ha realizzato un video per promuovere la raccolta differenziata con i ragazzi dell’istituto di Sant’Egidio alla Vibrata) dal Comune di Sant’Omero e dalla Banca dell’Adriatico. Ma “Teramo che lavora” è anche stile, eleganza e bellezza con la sfilata di abiti da sposa di Angela Vitale e

i jeans Coutoure Patrizio Panichi. Un’edizione particolare quella del 2009, alternata da momenti conviviali e da spazi dedicati al terremoto. Tra questi l’intervento di Lorenzo Alessandrini della Protezione Civile che si è occupato fin dal 6 aprile degli alloggiamenti degli sfollati sulla nostra costa. Ma l’intenzione del riconoscimento rimane la stessa, valorizzare gli uomini del nostro territorio, che nonostante il momento, con impegno e sacrificio, contribuiscono a far crescere l’economia della nostra regione

l’elenco dei premiati Agli imprenditori è stato consegnato un attestato e un oggetto in oro filigranato dei maestri orafi Rubini. Nestore Bosco di Nocciano (PE) storica azienda produttrice di vino. A ritirare il riconoscimento Stefania Bosco. Incaconsult di San Giovanni Teatino (CH) azienda specializzata nella consulenza aziendale. A ritirare il premio l’avv. Evo Talone. F.lli Nurzia dell’Aquila azienda specializzata nella produzione di torroni di qualità. A ritirare il premio Natalia Nurzia. Automobili BMW Di Patrizio spa di Teramo azienda leader per la vendita e garanzia delle automobili a marchio BMW. A ritirare il premio Antonio Di Patrizio. Eleonora Lopes, di Pescara la nostra giovanissima direttrice del mensile Abruzzo Impresa. Antonio Profeta di Castellalto (TE) della ditta autotrasporti Antonio Profeta, azienda specializzata nei trasporti ospedalieri. Flavio Marcozzi di Montorio al Vomano della ditta Marcozzi srl e Marcozzi Tour, ditta

Evo Talone della Incaconsult

Natalia Nurzia dei Fratelli Nurzia

specializzata nelle linee di bus da trasporto e agenzia di viaggi. Claudio Corradetti, di Sant’Egidio alla Vibrata, specializzato nella produzione artigianale di croccante e sassi d’Abruzzo. Giuseppe Vagnozzi, di Tortoreto, della Villa Elena Group, che comprende un grosso hotel, due bar, una pizzeria, un ristorante. Istituto Alberghiero di Giulianova (TE), autonomo dal 30 settembre scorso, ha 860 iscritti e si occupa di formare i suoi studenti in tutte le discipline che riguardano la ristorazione e l’accoglienza turistica in genere. Proprio i ragazzi dell’Istituto hanno gestito tutta l’organizzazione della cena di Gala. Oreficeria Rubini di Nereto (TE), un giovanissimo orafo che si può fregiare del titolo di “maestro filigranista”, a ritirare il premio Francesco Rubini. Alfiero Barnabei di Teramo, importante figura industriale nel campo dei mobili e attuale presidente dell’Unione degli Industriali di Teramo.

Stefania Bosco di Nestore Bosco

Eleonora Lopes di Abruzzo Impresa

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eventi

» di Denia Di Giacomo

Il gruppo Molinos acquista la Delverde L’amministratore delegato Valenti: «In quattro anni abbiamo costruito la rinascita di Delverde, ora è un’azienda solida e in grado di competere a livello internazionale»

Leonardo Valenti amministratore delegato di Delverde

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opo la definizione del nuovo assetto societario, operata in varie fasi nel corso del 2009, che ha visto l’acquisizione del 99,5% del capitale sociale di Delverde Industrie Alimentari Spa da parte di Molinos Rio de la Plata, il pool di manager e di professionisti guidato dall’amministratore delegato Leonardo Valenti sta ormai ultimando il passaggio di consegne ai nuovi manager che assumeranno la responsabilità di gestione a partire dal 1 gennaio 2010. Molinos Rio de la Plata, leader nel settore agroalimentare in Sud America e primo

esportatore argentino di prodotti alimentari e oleari con 2,5 miliardi di dollari di fatturato nel 2007, nel confermare Pierluigi Zappacosta nel ruolo di presidente del Consiglio di amministrazione di Delverde, ha dato grande merito al gruppo dirigente che ha guidato il pastificio negli ultimi quattro anni con coraggio e con impegno. Il piano industriale portato avanti dall’amministratore delegato Valenti e dal suo staff (che nel 2005 ebbe l’intuizione di costruire la cordata per l’acquisizione dell’azienda dal fallimento) è stato definito da molti osservatori come una “case history”

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eventi

Lo stabilimento Delverde immerso nel parco della Majella

di straordinario successo, perché nell’innescare un raro esempio di doppio turn-around, riguardante sia la proprietà, sia l’aspetto gestionale, ha consentito di salvaguardare il lavoro di 120 dipendenti, un patrimonio di esperienze produttive e un marchio conosciuto in tutto il mondo. Nei quattro anni sono stati infatti sviluppati investimenti per 3 milioni di euro per lo stabilimento di Fara S. Martino e per 4 milioni di euro in operazioni sul trade e sulla marca per il recupero di quote di mercato in Italia e nei 52 Paesi all’estero: il fatturato di Delverde è così tornato subito a crescere, passando da 25 milioni di euro nel 2006, a 28 nel 2007 e a 29,6 nel 2008, con una stima di 30,5 milioni nel 2009, nonostante negli ultimi due anni si siano dovute affrontare la più grande crisi del settore pastaio e la crisi

finanziaria di dimensioni mondiali ancora in atto. «Avevamo assunto l’impegno di rilanciare Delverde e ci siamo riusciti attraverso un’operazione di temporary management – spiega l’amministratore delegato Leonardo Valenti che rimarrà nel board come consulente di progetti speciali – capace di coagulare investitori, forze istituzionali, sindacali e sociali intorno a un progetto industriale di alto profilo per il rilancio dell’azienda, e poi di stimolare l’interesse di un gruppo di caratura mondiale come Molinos, in grado di assicurare lunga vita a un grande patrimonio del made in Italy agroalimentare come Delverde, sia assicurando l’approvvigionamento della materia prima, sia assicurando investimenti per 4 milioni di euro nel 2010, destinati alla promozione e all’adeguamento tecnologico delle linee produttive»

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eventi

» di Marco Taglieri

Fercol, il controllo è assicurato L’azienda di presagomati si avvale del prestigioso attestato di Denuncia di Attività: massima sicurezza sui materiali e su tutte le fasi di lavorazione

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no dei valori aggiunti di Fercol? Un attestato di Denuncia di Attività. È questa l’ultima novità di Fercol Presagomati srl, un’azienda nata nel 2004 essenzialmente per fornire prestazioni di posa in opera dell’acciaio lavorato per il settore edile. Recentemente la società aveva incorporato la Fercol, nata nel 1982 dall’esperienza della famiglia Ciarcelluti nella lavorazione del ferro e dell’acciaio per il settore edile. L’azienda Fercol Presagomati è un centro di trasformazione che riceve elementi base quali barre, rotoli e reti solo da acciaierie qualificate, e confeziona elementi strutturali direttamente impiegabili in opere di cemento armato come elementi saldati e/o presagomati (staffe, ferri piegati, ecc.) o preassemblati (gabbie di armatura, pali, diaframmi) pronti per la messa in opera. Il suo processo produttivo si sviluppa sia all’interno dell’area aziendale, dove si realizzano i prodotti richiesti dai clienti, sia presso i cantieri dei clienti, dove viene effettuata la posa in opera del ferro lavorato. Le principali lavorazioni svolte sono il taglio e la piegatura, operazioni eseguite per la produzione di ferro sagomato

destinato alle armature per cemento armato. La lavorazione viene effettuata da macchine sagomatrici automatiche e programmabili pilotate da programmi software realizzati dall’ufficio tecnico e caricati sulla macchina mediante floppy disk. Poi si passa alla saldatura, per la quale sono state eseguite qualifiche e procedure per ogni singolo processo (di saldatura manuale a filo continuo, di saldatura robotizzata e di saldatura a resistenza). Il personale che esegue attività di saldatura è stato qualificato in accordo alle norme UNI EN ISO 15614-1 e UNI EN ISO 17660-2. Ma soprattutto la Fercol Presagomati ha ricevuto dal Servizio Tecnico Centrale l’ispezione dello stabilimento e del controllo di produzione, e le è stato rilasciato l’Attestato di Denuncia di Attività. Il materiale presente nel centro di trasformazione viene sottoposto a controlli in accordo al Cap. 11 del D.M.14.01.2008: il direttore tecnico di stabilimento verifica che tutto il materiale in entrata (barre e rotoli in c.a., filo per saldatura, ecc.) sia accompagnato da documentazione che ne certifichi la qualità; in segui-

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to effettua controlli visivi per verificare eventuali anomalie provocate dalle lavorazioni e giornalmente preleva diversi spezzoni di uno stesso diametro per ogni acciaieria impiegata nella lavorazione, li etichetta adeguatamente e li spedisce ad un laboratorio esterno per sottoporli a prove di trazione e piega. Mensilmente, vengono effettuate dal direttore tecnico di stabilimento delle verifiche di produzione su prodotti finiti di diametri diversi per accertare la correttezza del processo di saldatura: vengono eseguite numerose prove macrografiche sul processo di saldatura manuale e robotizzata, oltre a una serie di prove di torsione per la saldatura a resistenza. Mensilmente, inoltre, il direttore tecnico effettua sui rotoli la verifica dell’area relativa di nervatura, secondo il metodo geometrico: per accertare la rispondenza delle singole partite nei riguardi delle proprietà di aderenza si valuta per un numero significativo di barre, conformemente alle procedure riportate nella norma UNI EN ISO 15630-1:2004, il valore dell’area relativa di nervatura fr; il valore minimo di tale parametro deve risultare

compreso entro i limiti stabiliti nel D.M. 14.01.2008. Per migliorare l’efficienza interna, la Fercol Presagomati ha sempre investito nell’innovazione tecnica e nella formazione delle risorse umane e si è dotata di un sistema di gestione per la qualità e l’ambiente, al fine di tenere sotto controllo il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei prodotti forniti ai propri clienti e di stimolare il miglioramento continuo dell’efficacia e dell’efficienza in tutte le aree operative. I prodotti consegnati al cliente finale sono pertanto accompagnati dalla copia dell’Attestato di Denuncia di Attività del Centro di trasformazione. In più vengono segnalati i dati identificativi dei prodotti consegnati, incluso il codice della colata, e un’attestazione inerente l’esecuzione delle prove di controllo interno fatte eseguire dal direttore tecnico del centro di trasformazione, con l’indicazione dei giorni nei quali la fornitura è stata lavorata delle prove di laboratorio effettuate sui prodotti finiti. In questo modo materiali e processi di lavorazione targati Fercol saranno sempre più sinonimo di qualità e sicurezza

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» di Jenny Viant

Intervento di Gianfranco Fini presidente della Camera dei deputati

Il sindaco di Pescara Albore Mascia premia Massimo Cialente sindaco dell’Aquila

Premio Borsellino: “Essere contro... Essere per...” Pescara si è fatta portavoce della cultura della legalità in memoria dell’insigne magistrato. Dieci giorni di dibattiti e una contestazione suggellati dalla cerimonia di premiazione alla presenza del presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini

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associazione teramana “Società Civile” ha istituito il premio nazionale “Paolo Borsellino” nel 1992 per omaggiare il giudice ucciso dalla mafia. Il Premio, si legge nelle motivazioni ufficiali: «intende testimoniare ammirazione, gratitudine ed affetto a quelle personalità italiane che hanno offerto una testimonianza di impegno, coerenza e coraggio particolarmente significativa nella propria azione sociale e politica contro la violenza e l’ingiustizia, ed in modo particolare per l’impegno profuso in difesa e per la promozione dei valori della libertà, della democrazia e della legalità». Giunto alla 14ª edizione, ha fomentato il confronto attraverso film, rassegne teatrali e dibattiti incentrati sulla tematica “Essere contro... Essere per...; partecipazione, pensieri, parole, idee, percorsi, proposte per una nuova cittadinanza”. In occasione della conferenza di Maurizio Gasparri, presidente dei Senatori P.d.L. sul tema “Domanda di giustizia, dovere di verità”, una delle manifestanti del “popolo delle agende rosse” (chiedono che fine abbia fatto l’agenda rossa di Borsellino) è riuscita a consegnare a Gasparri dieci domande provenienti dal fratello del magistrato ucciso, mentre fuori dal Comune si accendevano gli animi e rimaneva coinvolto in un tafferuglio Leo Nodari, organizzatore del Premio. Lo svolgimento dei lavori, secondo programma, ha previsto

» foto concesse da Leo Nodari

in apertura la consegna di una targa al giornalista di Onna Giustino Parisse, del quotidiano Il Centro. Nel terremoto ha perso i due figli adolescenti e il padre, ma non ha mai smesso di fare il cronista e ha scritto il libro “Quanto era bella la mia Onna”. La cerimonia conclusiva si è celebrata nella Sala dei Marmi del Comune di Pescara, alla presenza di Gianfranco Fini, presidente della Camera dei Deputati, e il procuratore della Repubblica di Pescara Nicola Trifuoggi (entrambi recentemente al centro dell’opinione pubblica a causa della conversazione privata, con risvolto istituzionale, avvenuta a microfoni aperti). Sono stati premiati Antonino Di Matteo, Sostituto Procuratore Dna Palermo; il sindaco di L’Aquila Massimo Cialente; don Luigi Merola dell’associazione “A voce de creature”; il regista Carlo Tedeschi; il giornalista di Repubblica Maurizio De Luca; Maria Rita Parsi, psicoterapeuta presidente del “Movimento bambino”, ha ricevuto il Premio “Manuela Trifuoggi”; Salvo Sottile giornalista del Tg5; il magistrato e presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione Fernando Imposimato; Maurizio De Lucia, Sostituto Procuratore dna Roma e il Gip di Palermo Piergiorgio Morosini . Una menzione speciale è andata a Nino Sospiri, il premio è stato consegnato al nipote Lorenzo da Gianfranco Fini

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» di Laura Sacchetti

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L’annata nera dell’agricoltura Secondo il direttore della Confagricoltura di Chieti De Luca, nel 2009 gli agricoltori si sono trovati a fronteggiare un crollo dei prezzi. L’unica strada per la ripresa di questo settore è indirizzarlo verso la multifunzionalità

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ella tradizione contadina il giorno di San Martino segna la fine dell’anno agricolo. Si festeggia con olio, vino novello e castagne, prodotti tipici delle nostre terre, ma si tracciano anche i bilanci. E quella appena trascorsa è stata un’annata “nera” un po’ su tutti i fronti. A ciò si aggiunge la delusione per la Finanziaria 2010 che spinge produttori e sindacati a mobilitarsi un po’ dappertutto. «Le attese sono rimaste inappagate - dichiara Carlo De Luca, direttore della Confagricoltura di Chieti – mentre gli agricoltori si trovano a fronteggiare un crollo dei prezzi all’origine senza precedenti». Allo strapotere delle lobby dei grossisti, si affiancano altri fattori negativi: la crescita dei costi produttivi, assieme a quelli

contributivi e burocratici, squilibri tra settori produttivi in un mutato contesto internazionale. «Un esempio – continua De Luca – è rappresentato dalle cantine sociali, così numerose nella nostra provincia: se ne sono costituite forse troppe sfruttando un momento favorevole nei decenni passati, ma oggi la concorrenza di paesi emergenti del cosiddetto “Nuovo Mondo”, come California, Sudafrica, Cile, sta mettendo in ginocchio molti produttori locali». Un modo per tamponare la caduta dei prezzi e tutelare i consumatori potrebbe essere un’efficace politica del marchio. In questa direzione va il nuovo regolamento CE 182/2009, con misure più severe sull’etichettatura. «Accanto alla politica dei marchi – continua l’esponen-

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Carlo De Luca, direttore della Confagricoltura di Chieti

te sindacale - io sostengo la necessità di orientare l’impresa agricola verso la multifunzionalità. Produrre puntando sulla qualità non basta più». Il futuro dell’impresa agricola sta nella contaminazione con il terziario. Lo dimostra la felice fusione tra agricoltura e turismo, con la crescita esponenziale degli agriturismi e un’offerta sempre più variegata che spazia dalla ristorazione all’ospitalità alberghiera, dalle escursioni guidate alla partecipazione estemporanea alla vita agricola. Altro connubio felice quello fra agricoltura e didattica, con la creazione di fattorie didattiche, laboratori e corsi per varie esigenze; fino al supporto fornito dalle aziende agricole a percorsi individuali di terapia e riabilitazione (pet therapy, agricoltura-terapia ecc.) o all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati (disabili, detenuti ecc). Ma la contaminazione può avvenire anche con il settore industriale, quello manifatturiero ad esempio, con la produzione di formaggi conserve ecc; oppure quello in crescita delle energie alternative, dal biogas all’eolico al fotovoltaico, fino alla fornitura di materia prima per il bio-

diesel. Se la creatività è una dote indispensabile, l’appoggio delle istituzioni - quando c’è - può rivelarsi strategico: è in fase di decollo il progetto europeo “Frutta a scuola”, che prevede la distribuzione di frutta e verdura fresca negli istituti. Grazie all’impegno dell’Italia è stato salvaguardato un criterio di preferenza, nella scelta dei prodotti, che garantirà un aiuto concreto alla produzione locale. Ma sul fronte della commercializzazione sono spesso gli stessi produttori a non praticare e sfruttare ancora quanto potrebbero la vendita diretta, anche unendosi in associazione. «C’è un esempio di geniale intuizione - continua De Luca – che amo sempre fare: il progetto “Adotta una pecora” della coop. ASCA di Anversa degli Abruzzi, una iniziativa pionieristica il cui successo è testimoniato, oggi, dalla quantità di richieste di adozione superiori alle possibilità dell’azienda, ma anche dalle numerose imitazioni». Così come crescono forme diversificate di filiera corta, di cui sono un esempio anche i GAS, i gruppi di acquisto solidale. Insomma, agli agricoltori oggi si chiede di abbandonare un po’ dei ritmi lenti, ciclici, senza tempo del lavoro agricolo per accogliere un po’ della frenesia, del caos, delle mode che percorrono la vita sociale. Sfruttando, se necessario, anche le strategie più avanzate di marketing. Una sfida non facile. Il ricambio generazionale è particolarmente lento (solo il 3,9% degli agricoltori è under 35 e l’età media si attesta sui 54 anni) mentre la crisi del settore frena molte vocazioni giovanili, nel complesso più numerose dei decenni passati. Eppure sono proprio i giovani a dimostrarsi i più aperti all’innovazione e a registrare un fatturato superiore alla media del 75% per effetto di una maggiore creatività, come rivela una recente indagine della Coldiretti

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» redazionale in collaborazione con Istituto Mecenate

Istituto Mecenate, studiare senza rinunciare alle passioni

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È una scuola paritaria che fa parte del sistema nazionale dell’Istruzione e, quindi, un’alternativa a quella statale. Gli alunni del Mecenate conseguono il diploma sostenendo gli esami in sede

e scuole paritarie sono istituzioni scolastiche che svolgono un servizio pubblico pur essendo gestite da enti diversi dallo stato. Per ottenere e mantenere il decreto di parità “le scuola paritarie erogano un servizio corrispondente agli ordinamenti generali dell’istruzione, coerente con la domanda formativa delle famiglie e caratterizzato da requisiti di qualità ed efficacia”. I requisiti di qualità ed efficacia vengono dettati a livello ministeriale e, periodicamente le scuola paritarie, sono sottoposte a severi e rigorosi controlli per dimostrare il mantenimento degli standard qualitativi richiesti sia sotto il profilo logistico, che sotto quello amministrativo e didattico. La realtà delle scuole paritarie in Italia è spesso una realtà di eccellenza che mal si concilia con il severo giudizio dell’opinione pubblica che le guarda con pregiudizio. Tra gli esempi di eccellenza nella nostra regione troviamo la realtà dell’Istituto Paritario Mecenate, che opera a Pescara dal 1985, ora in una nuova sede di oltre 1500 metri quadrati, ubicata in via del Circuito 71. L’offerta formativa prevede: • Istituto tecnico commerciale ad indirizzo economico – aziendale (IGEA); • Istituto Tecnico per il Turismo; • Istituto tecnico Industriale ad indirizzo Informatico; • Liceo Scientifico. Nell’ultimo triennio ha avuto una media di circa 240 alunni all’anno, dei quali più del 30% provenienti da altre istitu-

zioni scolastiche. Attraverso una metodologia fondata su un’offerta formativa flessibile ed individualizzata, l’Istituto Mecenate riesce ad assicurare il successo formativo dei ragazzi che frequentano la scuola. Quello che differenzia l’Istituto Mecenate dagli altri è proprio il metodo. Classi poco numerose, tutor preparati e motivati, consentono di seguire i ragazzi con attenzione e dedizione. Il corpo decente è costituito da insegnanti abilitati e motivati, in grado di relazionarsi con lo studente in modo semplice ed efficace. Le famiglie sono costantemente coinvolte ed informate di tutto quello che accade a scuola: dai docenti per l’andamento didattico, dalla segreteria per tutti gli aspetti amministrativi e dalla direzione dell’istituto per l’aspetto comportamentale e per qualsiasi altra esigenza. Grande attenzione viene riservata anche agli alunni che sono impegnanti in attività sportive a livello agonistico, nello studio della musica e in ogni altro interesse che viene tutelato strutturando la giornata di studio con un impegno maggiore durante le ore scolastiche, lasciando i ragazzi liberi di dedicare tempo ed energie alle loro passioni nelle ore pomeridiane. L’Istituto Mecenate, nella nuova sede, ha dato ampio rilievo anche al suo “look”: un ambiente ben arredato e colorato conferisce alla scuola un aspetto più accogliente rendendo più piacevole il tempo trascorso tra i banchi. La nuova sede è dotata di ampi spazi riservati alle attività di laboratorio ed alle attività motorie

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» di Jenny Viant

La Camera di Commercio di Pescara presenta “A tavola con l’Abruzzo” L’invito di B2B Abruzzo 2009 agli specialisti del settore turistico. “Assaggiare” il vasto patrimonio di una regione pronta a garantire servizi e accoglienza con i fiocchi

Il pranzo dei giornalisti seguendo il rito della panarda a Città Sant’Angelo

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nche quest’anno si è celebrato l’educational tour “A tavola con l’Abruzzo” previsto dal progetto B2B Abruzzo, nato nel 2006 su iniziativa della Camera di Commercio di Pescara con la collaborazione della Regione Abruzzo, l’Aptr e il sistema camerale. L’obiettivo dell’appuntamento, posposto a causa del sisma, è far apprezzare la “regione verde d’Europa”. Una regione, solo

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parzialmente ferita dopo il 6 aprile e, quindi, perfettamente capace di garantire accoglienza di qualità a 360°, come hanno sottolineato alla conferenza stampa di presentazione dell’evento il vicepresidente vicario della CCIAA di Pescara Carmine Salce, il dirigente regionale dell’ufficio promozione turistica Antonio Bini, Aurelio Cilli assessore al turismo della provincia di Pescara e Claudio Ucci, presidente della


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società organizzatrice GSP (Gestione Servizi Pescara). Ucci ha specificato: «La scelta dell’educational tour anziché il workshop scaturisce dal fatto che recentemente si è svolto nel nostro territorio un meeting del settore, ma non solo. Optare per la conoscenza del territorio partendo dal fatto esperienziale è la maniera migliore per stabilire un rapporto immediato con gli operatori chiamati a divulgare le peculiarità abruzzesi in Italia e nel mondo». Grazie all’ospitalità di prim’ordine quasi cinquanta ospiti, tra giornalisti e tour operator, hanno avuto modo di conoscere le bontà dell’Abruzzo - luoghi, strutture ricettive, prodotti tipici e tradizioni. La visita è iniziata dal Castello di Semivicoli in Casacanditella, trasformato in relais da Marina Cvetic e dal defunto consorte Gianni Masciarelli. Il tocco dell’architetto pescarese Lelio Di Zio, autore dell’albergo diffuso di Santo Stefano di Sessanio, e la vista sui vigneti hanno incorniciato la cena preparata da Marcello Spadone, chef del ristorante “La Bandiera” di Civitella Casanova. Successivamente il gruppo ha visitato il territorio aquilano partendo dal capoluogo, per andare a scoprire l’Altopiano delle Rocche e l’albergo diffuso del Parco Sirente-Velino. La tappa seguente è stata la Costa dei Trabocchi, con degustazione del brodetto alla vastese. Dopo è arrivato il turno del territorio pescarese, con la visita a Città Sant’Angelo, primo “Borgo più bello d’Italia” della provincia, e cena seguendo il rito della Panarda, che prevede oltre 50 portate. La giornata conclusiva è stata dedicata alla visita di Silvi alta, Atri, Farindola, Castelli e Teramo, con cena conclusiva a base di pesce presso il “Porto Turistico Marina di Pescara”. Il presidente Vincenzo Di Baldassarre, ha ribadito l’importanza di questa struttura per l’intera regione: «Il Porto turistico, infatti, è una struttura dotata di uno dei più vasti specchi d’acqua dell’Adriatico ed è capace di

La visita a Città Sant’Angelo il primo “borgo più bello d’Italia” della provincia di Pescara

ospitare oltre mille imbarcazioni. Il miglioramento della già importante offerta al turismo da diporto costituisce, quindi, il trampolino di lancio per rafforzare la posizione della Marina di Pescara quale “porta sul mare” dell’Abruzzo. La nostra ambizione è avviare entro il 2010 i lavori per valorizzare l’intera struttura attraverso la realizzazione di un albergo con nuovi ristoranti, centri fitness e benessere, e con laboratori-punti vendita dedicati alle realtà artigianali della regione». Nell’elogiare il successo della manifestazione, il presidente della CCIAA di Pescara Daniele Becci ha riferito che «occorre contribuire all’immagine di una regione colpita sì al cuore, ma sempre e ancora pronta ad accogliere chi voglia venire a visitarla. Abbiamo una risorsa molto preziosa, costituita da aree incontaminate e da un’eccellente offerta enogastronomica, che trova il suo punto di forza in una materia prima e in una cultura agroalimentare che nulla ha da invidiare alle altre regioni d’Italia». Il vicepresidente Bruno Santori, ha aggiunto: «occorre sempre di più porre in risalto le peculiarità e le unicità di un determinato territorio; e questo è possibile farlo principalmente attraverso strumenti mirati quali appunto l’iniziativa B2B. Tuttavia bisogna anche essere coscienti del fatto che una singola azione non è sufficiente, ma va affiancata e coordinata con altre iniziative sia sul fronte del marketing turistico sia su quello della governance regionale, con riferimento in particolar modo a tutte le politiche trasversali, ad esempio in materia di trasporti, di infrastrutture, di politiche energetiche ed ambientali, di agricoltura e via dicendo»

La preparazione del tipico brodetto alla vastese sulla costa dei trabocchi

» foto concesse da GSP Pescara

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» di Marco Taglieri

Una filiera “firmata” per combattere la contraffazione Promossa da Coldiretti Abruzzo la mappa dei Mercati di Campagna Amica, dove gli agricoltori vendono direttamente ai consumatori nel rispetto delle regole di trasparenza I sindaci e gli assessori dei Comuni virtuosi

Da sinistra: David Falcinelli, Michele Errico e Mauro Febbo

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ome combattere il problema della contraffazione, del finto made in Italy e dell’influenza della grande distribuzione? La Coldiretti prova a rispondere con una soluzione: una filiera agricola tutta italiana, formata da gruppi di agricoltori che vendano i loro prodotti direttamente ai consumatori, nel pieno rispetto delle regole di trasparenza sugli stessi, mediante l’utilizzo di etichette esplicative in merito alle materie prime e all’origine territoriale dei beni in questione. La proposta arriva in un momento di forte crisi per il mondo agroalimentare, sempre più ostacolato dal dilagare della contraffazione, e condizionato dalle leggi della Gdo, che impone ai prodotti agricoli prezzi sempre più bassi. La filiera si definisce anche “firmata” per il fatto che i beni offerti sono di prima qualità. Più concorrenza, più trasparenza, più potere contrattuale agli agricoltori, più vantaggi ai consumatori: il prodotto agricolo “cento per cento italiano” firmato dagli agricoltori, sarà offerto attraverso la più estesa rete commerciale nazionale che coinvolge 2mila mercati di campagna amica

e 2mila punti di vendita delle cooperative, mille dei consorzi agrari, 5mila agriturismi e 10mila aziende agricole, ma coinvolgerà anche la rete della ristorazione a chilometri zero e la distribuzione che intenderà partecipare. Nei mercati di campagna amica i produttori si impegnano a garantire provenienza, salubrità, qualità e tracciabilità dei beni in vendita. Gli Mca d’Abruzzo (alcuni sono stati già aperti, altri lo saranno a breve) si trovano a Pescara, Montesilvano, Pianella, Città Sant’Angelo, Atri, Giulianova, Pratola Peligna, Scurcola Marsicana, Sulmona, Chieti, Atessa, Casoli, Lanciano, Tollo e Vasto. «Una filiera che superi le difficoltà del mondo agricolo, costretto ad assistere alla progressiva contrazione dei prezzi alla produzione a fronte dell’aumento dei prezzi al dettaglio», ha spiegato il direttore della Coldiretti Abruzzo Michele Errico. Alla presentazione dell’iniziativa hanno partecipato anche David Falcinelli, coordinatore per l’Abruzzo della Fondazione Campagna Amica, e l’assessore all’agricoltura Mauro Febbo, oltre ai sindaci e agli assessori dei Comuni “virtuosi” che per primi hanno creduto nell’iniziativa

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» di Marco Taglieri

Internazionalizzazione, l’unione fa la forza Firmato il protocollo operativo per lo sviluppo di un nuovo network che sostenga la Regione Abruzzo sul mercato estero

Da sinistra: Daniele Becci, pres.Camera di commercio Pescara; Alfredo Castiglione, vice presidente giunta regionale e assessore allo sviluppo economico; Salvatore Tatarella Europarlmentare; Pina Costa, responsabile Area Promozione Comunicazione e Sviluppo Assocamerestero

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are sistema” e non disperdere energie finanziarie e conoscitive. Insomma, l’unione fa la forza. Ruota attorno a questo concetto lo sviluppo di un nuovo network a sostegno del territorio per lo sviluppo dei processi reali di internazionalizzazione. L’iniziativa, promossa dalla Regione Abruzzo in collaborazione con l’assessorato allo Sviluppo economico, l’Ice e il Centro estero delle Camere di Commercio d’Abruzzo ed organizzato da NSM Nexus Scuola di Management, rientra nell’ambito del progetto Forumed, incentrato sulla focalizzazione delle opportunità da cogliere nel mercato del Mediterraneo. I mercati esteri sono occasioni di sviluppo, e come tali vanno sfruttati. Per questo l’Abruzzo deve creare una piattaforma operativa coesa che agisca come una sorta di “lobby” sul mercato straniero, in particolare sul Mediterraneo, cui la nostra regione deve guardare con grande interesse. «Il principale problema dell’Abruzzo è sempre stato la mancanza di coordinamento, - ha spiegato Daniele Becci, presidente della Camera di Commercio di Pescara – per questo dobbiamo fare sistema e porci all’estero come una forza unita e competente». «Sarà altrettanto importante non disperdere le nostre energie finanziarie, ma concentrarle su un portafoglio di progetti strategici», conclude Becci. I Balcani, ad esempio, rappresentano un mercato in forte crescita. Investire in formazione e trovare le giuste controparti all’interno dei network: sembra

» foto di Simone Cerio

da sinistra: Daniele B ecci, pres. Camera di commercio Pescara; Alfredo Castiglione, vice presidente giunta regionale e assessore allo sviluppo economico; Pina Costa, Responsabile Area Promozione Comunicazione e Sviluppo Assocamerestero; Carlo Cianci, Direttore ICE Pescara

questa la strada da seguire per l’internazionalizzazione dell’Abruzzo. «Le imprese italiane sono sempre di più sul mercato estero grazie all’incremento di qualità e alla maggiore diversificazione dei propri prodotti», afferma Pina Costa, responsabile dell’area Promozione, Comunicazione e Sviluppo di Assocamerestero. Ma sussistono ancora tanti problemi. Uno è rappresentato dal “difetto di comunicazione” tra aziende, come illustra l’europarlamentare Salvatore Tatarella: «C’è ancora qualcosa che non va, bisogna far capire alle piccole e medie imprese che i mercati stranieri costituiscono un possibile vantaggio, e non un ostacolo, per il loro sviluppo. L’Italia può e deve imparare dal sistema di Camere di Commercio tedesco, presente con 120 uffici in 80 paesi». Sarà importante partecipare alle cosiddette “Reti” (formate da imprese, associazioni di categoria o enti di simile natura), per condividere il know how strategico e per ripartire adeguatamente i costi. Quali strade seguire, e a quali mercati approcciarsi? «In Israele, ad esempio, si sta affermando il mercato dell’energia rinnovabile, - risponde Tatarella – ma è il Marocco a rappresentare la maggiore fonte di crescita per l’export abruzzese». Dal canto suo l’Istituto per il Commercio Estero nell’ambito della Convenzione siglata con la Regione Abruzzo, promuoverà tra le altre attività i percorsi di formazione delle imprese, con seminari e convegni incentrati sul mercato estero e sulle vie strategiche da percorrere

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» di Elisa Di Venanzio

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Una delle costruzioni del villaggio prefabbricato di Fossa realizzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia

Il Friuli abbraccia Fossa Promosso dalla Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia è nato a Fossa un villaggio prefabbricato che ospita le famiglie rimaste senza abitazioni dopo il sisma. La solidarietà concreta di una popolazione che ha conosciuto il dramma del terremoto

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stato inaugurato il villaggio prefabbricato “Friuli Venezia Giulia” destinato ad ospitare la popolazione del piccolo centro di Fossa, distrutto dal sisma del 6 aprile scorso. L’opera è stata realizzata dalla Regione Friuli Venezia Giulia grazie all’operato della Protezione Civile, con la collaborazione delle associazioni di categoria legate al mondo dell’imprenditoria, Confindustria regionale, Legacoop FVG e numerose donazioni private, tra cui quelle della Banca di Cividale e delle Casse edili friulane, per complessivi 1,8 milioni di euro. Abbiamo incontrato Renzo Marinig, che dall’ottobre del 2003 è alla guida di Legacoop FVG, per meglio comprendere la genesi e gli intenti di questo progetto.

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intervista a Renzo Marinig

Presidente Marinig, come nasce l’iniziativa di partecipare attivamente alla realizzazione del Villaggio Friuli a Fossa? «Il progetto è stato promosso dalla Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia, che fin dalle prime ore dopo la sciagura, ha prestato soccorso alla popolazione. Terminata l’emergenza, si è attivata una rete di solidarietà che ha coinvolto il mondo dell’impresa, il sistema bancario ed i privati cittadini anche nella fase successiva, ovvero la ricostruzione. Legacoop, ha subito aderito con entusiasmo all’iniziativa, anche memori dell’esperienza del terremoto che, nel 1976 colpì la nostra regione, distruggendo case, infrastrutture e gettando in ginocchio la popolazione. All’epoca fummo aiutati da molti enti ed è giusto contraccambiare la generosità dimostrata dagli italiani 33 anni fa». Perché proprio il paese di Fossa? «Per non dimenticare i piccoli centri ed evitare così di focalizzare l’attenzione e le risorse solo sugli insediamenti più grandi e popolosi». A quanto ammonta l’impegno finanziario dal vostro ente? «La sinergia che il Friuli Venezia Giulia ha espresso in Abruzzo, tra amministrazione regionale e sistema delle

autonomie, associazioni di categoria ed aziende, ha permesso di raccogliere 1,8 milioni di euro. Nello specifico Legacoop, ha promosso una sottoscrizione interna per una cifra di 300 mila euro, coinvolgendo nel progetto le 243 cooperative friulane associate. La raccolta fondi ha previsto l’intervento dei lavoratori e dei soci consumatori, che hanno versato un importo di 10 euro ciascuno. Ogni cooperativa è stata inoltre coinvolta con un impegno di almeno il doppio della cifra complessiva raccolta dai propri soci. La sottoscrizione è stata poi allargata a tutti i cittadini tramite un progetto che ha coinvolto anche 10 artisti friulani i quali, gratuitamente, hanno donato altrettante opere d’arte che poi verranno assegnate a sorteggio tra i sottoscrittori privati il 16 dicembre prossimo». Con la somma sottoscritta che cosa è stato possibile realizzare? «L’impegno finanziario dell’associazione a cui appartengo ha reso possibile la realizzazione di due delle 16 unità abitative previste, con una spesa di 150 mila euro per ciascun modulo. Queste casette, che possono essere considerate simili alle comuni abitazioni a carattere definitivo, ospiteranno 4 famiglie che potranno così usu-

fruire di tutti quei comfort di cui sono state private all’indomani del sisma di aprile. Ciascun modulo poi presenta un elevato livello qualitativo sotto il profilo strutturale, impiantistico e termico, per rispondere alle rigide temperature invernali tipiche della zona». Dai comunicati stampa è emerso l’intento di Legacoop di promuovere, oltre che la ricostruzione, anche la rinascita e la crescita sul territorio aquilano del sistema cooperativo locale. Come pensate di attuare questo progetto? «Il 7 ottobre a L’Aquila Legacoop Nazionale, alla presenza del presidente della Provincia Stefania Pezzopane e del sindaco di L’Aquila Massimo Cialente, ha presentato alla comunità abruzzese i progetti per l’Abruzzo avviati d’intesa con le comunità locali. In quell’occasione Legacoop FVG ha messo a disposizione le competenze e le capacità maturate all’indomani del terremoto del 1976. Questa esperienza, infatti, è stata determinante per la crescita del sistema cooperativo locale, che ha potuto beneficiare degli aiuti provenienti dalle coop di tutta Italia diventando di fatto uno dei protagonisti della ricostruzione e della ripresa economica. Auspichiamo che il nostro intervento nella vostra regione possa portare alla nascita di nuove cooperative al fine di creare sul territorio nuove imprese e favorire così il rilancio dell’occupazione e dell’economia locale»

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Wtc Pescara-Chieti, “missione” in Medio Oriente C

Il Global Economic Summit si terrà a Mumbai, in India, dal 20 al 22 gennaio. Il presidente Nicola Di Mascio spiega gli obiettivi dell’ appuntamento

Al centro nella foto: l’ingegner Di Mascio e il presidente del WTC Mumbai, Vijay Kalantri si stringono la mano

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os’è un World Trade Center? È un ente polifunzionale che ha come obiettivo quello di promuovere il commercio globale e l’internazionalizzazione dei prodotti di un determinato paese, anche attraverso incontri, workshop, seminari ed esposizioni che fungano da centro di attrazione per importatori, espositori e fornitori di paesi diversi. Il WTC di Pescara-Chieti, presieduto da Nicola Di Mascio, opera nel pieno rispetto di queste regole, ed è promotore del Global Economic Summit che si terrà a Mumbai, in India, dal 20 al 22 gennaio prossimo. Per capire meglio natura e obiettivi dell’evento, abbiamo ascoltato il presidente del World Trade Center di Pescara-Chieti, Nicola Di Mascio. Cosa si aspetta, in termini più o meno concreti, dal Global Economic Summit in India? «Credo che l’India offra delle prospettive di sviluppo molto interessanti. Un paese con oltre 1,1 miliardi di abitanti che cresce a ritmi elevati, è


» redazionale in collaborazione con WTC

oggi uno dei mercati più importanti per gli in- Manca, secondo lei, ancora qualcosa affinvestimenti nelle infrastrutture, nelle costruzioni, ché l’operato dei vari WTC possa portare nel settore energetico, nell’agro-alimentare, nel a uno sviluppo effettivo del commercio insettore industriale ecc. In Italia abbiamo ottime ternazionale? aziende specializzate in tali settori. L’obiettivo «L’innesto di un WTC su un determinato terridel Summit, e altrettanto il nostro, è proprio torio è un’operazione estremamente delicata e quello di individuare in modo concreto le oppor- non semplice, almeno per due ragioni: intanto, tunità di investimento e di business che vi pos- perché non sempre si sa che cos’è, in effetti, un sono nascere grazie ai vari workshop, incontri World Trade Center, poi perché una volta capiB2B che avranno luogo durante il Summit dove to cosa sia, può essere visto da altri enti, come vi parteciperanno oltre 15 paesi». le Camere di Commercio, i Centri Esteri e affini Quali sono le peculiarità del mercato me- come un potenziale concorrente. E’ su questo piadio-orientale, che a suo giudizio andrebbe- no che i vari WTC dovrebbero lavorare ancora ro sfruttate meglio? per godere di un vasto consenso e poter operare «Oggi diversi paesi del Medio-Oriente promuovo- in un contesto fattivo e di collaborazione con gli no investimenti in particolar modo sulle costru- enti e le organizzazioni competenti per i propri zioni. In tali paesi, infatti, manca fondamental- territori, quali Camere di Commercio, istituti mente una buona infrastruttura indispensabile esteri, associazioni di categoria, organizzazioni per lo sviluppo economico. Oggi, i paesi del Me- ecc». dio-Oriente hanno bisogno di reti viarie, ospe- Ci sveli gli eventuali obiettivi futuri del dali, abitazioni ecc. A mio parere quindi, per il WTC di Pescara-Chieti, oltre al Global Ecomomento il mercato delle costruzioni resta un nomic Summit del prossimo gennaio. settore ad elevata «Il WTC Pescapotenzialità di inra-Chieti è una vestimento in tali infrastruttura paesi». internazionale In quali nazioni sempre alla ril’Italia potrebcerca di nuove be valorizzare attività per armeglio il comricchire i propri mercio dei proservizi al fine di pri prodotti? favorire l’interna«L’Italia attraverzionalizzazione so un processo di dei prodotti atrivalutazione deltraverso il motto la produzione ar“peace & stability tigianale e induthrough trade”. striale ha portato Tra le tante idee i prodotti italiani e progetti in fase L’ingegner Di Mascio con Guy Tozzoli (presidente e fondatore della World Trade Center Association con sede a New York) ad eccellere nella di attuazione, competizione commerciale internazionale. Ma il cito qui il nuovo progetto editoriale che il nostro forte indebolimento delle condizioni economiche WTC sta realizzando in collaborazione con l’uniche interessa oggi tutto il commercio interna- co quotidiano in lingua italiana, “America Oggi” zionale crea molte incertezze sulle performance con distribuzione nell’America centrale e settenfuture del “Made in Italy”. I paesi emergenti trionale. L’inserto vuole essere una vetrina per le dell’Unione Europea e quelli dell’Europa centro- nostre eccellenze italiane nell’oltreoceano e sarà orientale, nonché i paesi del Medio Oriente e i curato interamente da noi, con il buon proposipaesi del Nord Africa, saranno a mio parere tra to di fornire uno strumento ulteriore alle regioni i maggiori destinatari dei flussi commerciali in italiane per promuovere le proprie peculiarità uscita dall’Italia nei prossimi anni». all’estero»

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eventi

» di Marco Taglieri

Controllo di gestione, imprenditori e commercialisti a lezione Il corso di formazione è stato tenuto dal professor Luciano Fratocchi e dal commercialista Alessandro Scaranello

Gli organizzatori del corso di formazione

I

mprenditori e commercialisti a lezione di controllo di gestione. Il corso specifico di formazione è stato promosso e organizzato dai Giovani Imprenditori di Confindustria in collaborazione con l’Unione Giovani Dottori Commercialisti di Chieti, e si è tenuto presso la sede del Patto Sangro Aventino a Santa Maria Imbaro. A tenere lezione sono stati il professor Luciano Fratocchi, Associato di Sistemi di Controllo di Gestione dell’Università dell’Aquila, e dal dottor Alessandro Scaranello, commercialista e revisore contabile a Riccione, specializzato in finanza d’impresa. Ampio spazio è stato dedicato all’analisi di casi aziendali che sono risultati oggetto di dibattito fra i presenti. «Sono soddisfatto – ha dichiarato il presidente Giovani Industriali di Chieti Giuseppe Ranalli – perché i nostri iscritti hanno risposto positivamente alla richiesta di tornare sui “banchi di scuola” per sviluppare competenze utili a migliorare la gestione aziendale». Il corso ha avuto come obiettivo principale quello di calare gli aspetti teorici nella realtà quotidiana, così da poter migliorare la crescita competitiva dell’impresa. «Troppo spesso imprenditori, università e ordini professionali lavorano per compartimenti stagni

Una lezione del corso

promuovendo attività ed iniziative autoreferenziali e poco aperte allo scambio di esperienze, - ha continuato Ranalli - il nostro corso vuole invertire questa tendenza nella consapevolezza che la formazione e lo sviluppo delle competenze deve essere obiettivo comune, volano per rispondere alla crisi che attanaglia le nostre aziende». Soddisfatto anche Maurizio Bucci, presidente dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti di Chieti: «Il risultato ottenuto come quota iscritti è stato eccellente, a dimostrazione che il Controllo di Gestione diventa oggi strumento indispensabile per un processo di ottimizzazione dei costi aziendali. L’attività che l’Unione Giovani Dottori Commercialisti promuove in tal senso è indirizzata anche ad elevare la qualità dei professionisti stessi attraverso il processo della formazione professionale che oggi è elemento indispensabile per le attività da intraprendere». Per il futuro le due associazioni promettono nuovi seminari sui temi del controllo di gestione, analisi dei costi indiretti di azienda e sviluppo di competenze trasversali per la crescita dell’economia territoriale

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eventi

» di Barbara Cemini

A Raffaele Mauro il primo premio della fondazione di Montezemolo Il giovane pescarese, figlio del noto economista, vince il concorso indetto dalla Fondazione Italia Futura con un progetto sul sistema di microcredito a favore di piccoli esercizi produttivi per i comuni colpiti dal terremoto

Raffaele Mauro mentre illustra il suo progetto

L

a Fondazione Italia Futura, presieduta da Luca Cordero di Montezemolo ha indetto un concorso dal titolo “Accade Domani-Il venture capital delle idee”, organizzato con il patrocinio della Camera di Commercio di Roma e in collaborazione con l’ENI. Obiettivo del concorso, raccogliere progetti su scala nazionale per stimolare idee in grado di contribuire allo sviluppo del paese. L’iniziativa ha avuto grande successo tant’è che sono stati presentati circa 450 progetti di giovani studiosi. Alla presenza di Luca Cordero di Montezemolo, presidente FIAT, Andrea Mondello, presidente della Camera di Commercio di Roma, Lucia Annunziata in qualità di moderatore e di numerosi rappresentanti della stampa e televisioni nazionali, si è svolta a Roma la cerimonia di premiazione del concorso. Il primo premio è andato a Raffaele Mauro, nato a Pescara e figlio del noto economista Giuseppe Mauro. Raffaele, 28 anni, ha conseguito il PHD alla Bocconi e ha frequentato corsi di specializzazione alle Università di Harward, di Pechino, di Cantabria e alla London School of Economics.

Un momento dell’evento di premiazione presso la camera di commercio di Roma alla presenza di Luca Cordero di Montezemolo

“Ripristinare gli ecosistemi imprenditoriali nei comuni colpiti dal terremoto in Abruzzo: microcredito e coordinamento WEB”, questo il titolo del progetto, per il quale è previsto un finanziamento pari a 30.000 euro. Il presupposto del progetto è che il sisma non ha danneggiato solo il capitale fisico, ma anche la rete di rapporti commerciali e produttivi su cui si fondava l’economia della zona. Di qui la necessità di trovare misure di tipo non assistenziale che possano rilanciare lo sviluppo in modo pro-attivo, senza una dipendenza di lungo termine dagli aiuti pubblici. «Si tratta pertanto di applicare –ha dichiarato Raffaele Mauro- nei comuni abruzzesi colpiti dal terremoto, un sistema di microcredito a favore di piccoli esercizi produttivi o commerciali, utilizzando una piattaforma di aggregazione dei progetti e raccolta fondi basata su Internet». Non si possono non sottolineare due aspetti: innanzitutto che a vincere è stato un giovane studioso abruzzese con un progetto davvero innovativo e in secondo luogo che il terremoto e la ricostruzione sono sempre al centro dell’attenzione del paese

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eventi

» di Massmo Avenali

Tullum e Vinè insieme per stupire A Pescara, l’enoteca Vinè ospita la degustazione della nuova DOC Tullum e annuncia l’uscita del Rosso

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on è un caso se Paolo Massobrio ha annoverato Vinè tra le cinque migliori enoteche italiane nella guida Golosaria. Stefano Guaglione, quando nel 2006, una laurea in economia e una grande passione per il vino, ha scelto di mettere in piedi un’attività di sola vendita di vini, distillati e specialità alimentari, anziché prediligere un wine bar con tanto di fruttifera mescita, non si aspettava di riuscire a creare di lì a poco una boutique del vino di stampo moderno, a cominciare dall’ambiente elegante e che nulla avesse a che fare con le classiche cantine buie e tutto legno. «E invece - spiega Guaglione - in 120 metri quadri ben distinti tra vendita e magazzino, a due passi dalla centralissima piazza della Rinascita, siamo riusciti a creare un “salotto” del vino, in cui i clienti possono scegliere tra oltre 600 etichette, con un occhio di riguardo per la produzione regionale, e acquistare anche le migliori specialità alimentari. Oggi sugli scaffali di Vinè – continua Guaglione - fanno bella mostra di sé i migliori vini e da Giugno 2009 anche la nuova DOC Abruzzese Tullum rappresentata da Tullum Doc Bianco, Tullum Doc Pecorino e Tullum DOC Passerina di Feudo Antico, che oggi abbiamo il piacere di ospitare». Feudo Antico è la nuova realtà della zona di Tollo, in provincia di Chieti, una piccola area collinare a forte vocazione vitivinicola, vicina al mar Adriatico che produce e commercializza la nuova DOC Tullum. La nuova DOC, simbolo della rinascita dell’enologia abruzzese, è nata per valorizzare un territorio da sempre vocato

In primo piano il Doc Tullum

all’enologia e è caratterizzata da una forte attenzione all’innovazione e alla selezione. «Tullum, unica in Abruzzo, rende DOC l’autoctono Pecorino. Le uve provengono da mappali specificamente identificati nei quali i criteri di coltivazione per disciplinare sono rigidi. Questo territorio ci ha donato un vino di grande carattere ed estremamente riconoscibile. La nostra certezza è che anche senza osservare l’etichetta, chi beve i nostri vini è in grado di riconoscerli» così l’enologo Riccardo Brighigna guida la degustazione illustrando anche le caratteristiche specifiche dei singoli vini. «A Vinè – aggiunge Andrea Di Fabio, direttore commerciale di Feudo Antico -che Stefano ed Anna hanno reso una tra le più importanti vetrine dell’enologia abruzzese e nazionale, annunciamo che a partire dal Gennaio 2010 Feudo Antico commercializzerà anche il DOC Rosso Tullum. È un cru derivante da uve Montepulciano vinificate in purezza secondo il rigido disciplinare della nuova Doc e provenienti da vecchi vigneti del comune di Tollo, identificati con il nome della località e il numero del foglio di mappa catastale. Il Rosso Tullum rappresenta –continua Di Fabio- nell’offerta vinicola abruzzese, la riscoperta delle vere caratteristiche del nostro antico vitigno. Per mantenere intatte le caratteristiche varietali tipiche del Montepulciano di Tollo, secondo uno stile estremamente tradizionale, si è scelto di far maturare il Rosso Tullum esclusivamente in vasche di cemento vetrificato e di completare il relativo affinamento in bottiglia»

Da sinistra: Andrea Di Fabio e Riccardo Brighigna

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i partner...

MAR.COM. MEDICALE [anno di fondazione 2000] 65016 Montesilvano (Pe) Via Verrotti, 25 tel. e fax 085.4492556 www.marcomedicale.biz e-mail: vendite@marcomedicale.biz

SO.C.C.A.M. S.r.l. [anno di fondazione 1982] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) C.da Vertonica tel. 085.960721 - fax 085.96675 e-mail: c.trubia@tin.it

COMIND s.a.s. [anno di fondazione 1980] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Aterno, 42 - Zona Comm. Dragonara tel. 085.4463060 - fax 085.4463556 www.comind.it - e-mail: info@comind.it

MECH ENGINEERING S.r.l. [anno di fondazione 2001] 65012 Villanova di Cepagatti (Pe) Via Nazionale, 66/A tel. e fax 085.9774182 e-mail: mechsrl@libero.it

Unione Industriali della Provincia di Pescara Unione Industriali della Provincia di Pescara [anno di fondazione 1945] 65128 Pescara - Via Raiale, 110 bis tel. 085.432551 - fax 085.4325550 www.confindustria.pescara.it e-mail: info@confindustria.pescara.it

DE.AL. S.r.l. [anno di fondazione 1990] 65010 Elice (Pe) - C.da Bastioni, 118 tel. 085.960091 - fax 085.9600960 www.pacfood.it - e-mail: info@pacfood.it

Massimo Paolini Agente Capo PATTARA CONSULTING s.a.s. [anno di fondazione 1996] 66023 Francavilla al Mare (Ch) sede operativa: Via Bachelet, 4 tel. e fax 085.817361 e-mail: alessiopattara@libero.it

TOP SOLUTIONS [anno di fondazione 2003] 65128 PESCARA Via Raiale 110 bis - 2° piano tel. fax 085 4313962 www.topsolutions.it e-mail: info@topsolutions.it

Massimo Paolini - Sara assicurazioni [anno di fondazione 1968] 66100 Chieti Piazza Garibaldi, 3 tel. 0871.323095 - fax 0871.347316 www.sara.it - e-mail: ag6220@saraagenzie.it

MAZZOCCHETTI LUCIANO [anno di fondazione 1983] 66100 Pescara Strada Vic. Acquatorbida, 17 tel. 085.4462666 - fax 085.4464075 www.lucianomazzocchettitrasporti.191.it e-mail: info@lucianomazzocchettitrasporti.191.it

DF ALLUMINIO S.r.l. [anno di fondazione 1994] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Fraz. Sambuceto - Via Cavour, 59 tel. 085.4465042 - fax 085.4407840 www.paginegialle.it/dfallumin e-mail: dfalluminio@alice.it

F.lli DI NINO S.n.c. [anno di fondazione 1960] 65010 Spoltore (Pe) C.da Fontevecchia, 69 tel. 085.413146/47 - fax 085.4155023 www.dinino.it - e-mail: dinino@dinino.it

STYLE PARQUET di Roberto Ciabarra [anno di fondazione 2002] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) C.da Fonte di Moro, 29 tel. e fax 085960542

A.B.FILM Pellicole per Vetri Via Badette 13 64018 Tortoreto (TE) Tel. 0861.777482 Fax. Fax. 0861.359982 e-mail: info@abfilm.net

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Xxxxxxxxxxxxx

arte&co.

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L’amore dietro un Clik

la vita è bella traparentesi

159 News in pillole

traindevie

163 Alla ricerca del tempo perduto

uscita di sicure a

165 Berlino l’ombelico del vecchio continente

itinerari d’Abru o

167 Magia subacquea a Villalago

l’albergo del mese paprika alkimie arte&co arte&co. / in cornice

169 Sextanio 171

Antica taverna

173 Il tempo delle neole Tecnologia, arte e scienza un unicum

178 di contemporaneità 181 Alla ricerca del Divino

tempo rubato

185 Il vincitore è solo

musicamania

187 Queen “Absolute greatest” / “Q.P.G.A.” Baglioni

ve

i moderni

189 Nella shopper questo mese

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traparentesi FAMIGLIA E SOCIETÀ

IL DURO MESTERE DEL GENITORE Parte il progetto “La famiglia che sostiene”, un ciclo di ben 9 incontri organiz zato presso la Direzione Didattica Statale III Circolo di Montesilvano, che ha come scopo principale, con l’ausilio di Carolina Pierfelice, psicologa, psicoter apeuta e insegnante, quello di offrire un valido supporto di analisi e crescita nel difficile compito dell’essere genitori. Appuntamenti importanti per conosce re nuove tecniche d’approccio ai ragazzi e avere maggiore consapevolezza dei problemi della famiglia moderna. Per informazioni: 085. 4470203.

IULIANOVA IL PRESEPE ACCENDE G e viXIV° edizione del Presep

NATALE

l titolo vente di Giulianova da 26 dito “Le Tre Cit tà”. Saba 18:00 ore lle da cembre 2009, del re cuo l ne , 00 22: alle ore avvercentro storico giuliese alla lo ge tra storia e van . Un viaggio in Palestina zio tali sù. na Ge di olo ta rac sci mi il rà di nuovo tempo della na naggi e delle città, al rso sul pe i ca de po i, d’e gh iti luo i ab in de scoperta che sfileranno affidal cor teo dei figuranti, ta uto sta è ced , pre no à an ni sar og to e en L’ev regia, com i di Giulianova alta. La il sito web: rinnovato Corso Garibald oni sull’evento è attivo azi rm info i ior gg ma r Pe . zza na Ca o nic data a Dome et. ww w.presepevivente.n

MUSICA

IL SABATO È IN JAZZ! È partita il 5 dicembre scorso la rassegna “Sabato in concerto jazz”, evento di Jazz Convention organizzata dall’’AICS, Associazione Italiana Cultura e Sport, con il prezioso ausilio della Fondazione Pescarabruzzo. Una lunga serie di appuntamenti dedicati ai protagonisti del jazz che durerà fino al 24 aprile 2010. Per contatti e informazioni: www.jazzconvention.net; www.myspace.com/jazzconvention: e-mail: fabiociminiera@jazzconvention.net; mob: +39.347.4098632; skype: fabio.ciminiera.

ENOGASTRONOMIA

CHIUSA GRANDE BANDIERA VERDE 2009

più rappreL’Azienda Agricola abruzzese Chiusa Grande una delle realtà italiane aziende delle una nonché i, sentative nell’ambito della produzione di vini biologic lo scorte, l’ambien e qualità la riguarda agricole più certificate d’Europa per quanto ricevuto ha Roma, a Ripetta di za Residen della Bernini Sala so novembre, presso la ura 2009”. uno dei riconoscimenti più ambiti del settore: la “Bandiera Verde Agricolt so il quale attraver qualità Il premio “Bandiera Verde” rappresenta un marchio della le proesaltare ad te, l’ambien tutelare a tesi ” si dà pieno riconoscimento a tutti quei compor tamenti “virtuosi settima sua alla giunto ura, Agricolt Verde a Bandier i. duzioni legate al territorio e alle sue molteplici tradizion (www.chiusagrande.com) edizione, è promosso dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori.

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traparentesi CULTURA

RO’FILM, IL CINEMA AIN ABRUZZOa verrà presentato la Ro’FilmLab, labo-

atin Sabato 19 dicembre (ore 17) a Cerr , che ne cinematografica indipendente uzio prod di casa ilm, Ro’F ratorio della /2011 2010 ma a partecipazione, il program ha inaugurato con successo e tant re tato mon i, letin Spo co l’occasione Mar lo scorso 10 dicembre. Presente per i ann Giov Aldo , rone Gar teo Mat boratore di del film Gomorra (2008), già colla ti enta i altri registi del cinema italiano. Pres e Giacomo, Kim Rossi Stuart e tant eggiatura e montaggio e la atrice di corsi biennali di regia, scen quindi la Ro’Film Directing, organizz macchina da presa. biennali di recitazione davanti alla Ro’Film Acting, promotrice di corsi

MUSICA

LUCIO DALL A INCANTA AVEZZANO Harmonia Novissima celebra il Decennale del “Concer to di NatalePremio alla Carriera “Anna Luce”, che si è tenuto nella cattedrale di Avezzano venerdì 18 dicembre. Ospite della serata per lo spettacolo di Natale il grande Lucio Dalla. Lo spettaco lo di Dalla, dal titolo “InCantus: Concerto di Natale per musica e parole”, è stato una novità in assoluto, eseguito ad Avezzano in Prima Esecuzione Nazionale, come già avvenne lo scorso anno con Roberto Vecchioni che, dopo l’evento di Avezzano, portò il progetto in tour in tutta Italia con grande successo. Una tradizione che si rinnova con sempre maggior piacere da parte del pubblico.

TARIO: FESTIVAL DEL DOIOCNUIMEN VIA ALLE GliISamCanRtiIZdel documentario saranno accontentati, daral ci19saral à23Il

CULTURA

Pesca Cinema Sant’Andrea di maggio 2010 presso il rnazionale EmiInte o io d’Abruzzo, Premi tar en cum do l de al stiv “Fe A – Associazione ed organizzato dall’ACM lio Lopez 2010”. Ideato tival si propone ediale Abruzzese, il Fes Cinematografica Multim fruizione del cineovere la dif fusione e la di valorizzare e promu Oltre al concorna iano che internazio le. ital sia io tar en cum do ma cumentari girati anche la rassegna di do rio. so il festival accoglierà dialetto del nostro territo la natura, cultura o sul sul ne zio ira isp con zo in Abruz . ocfest.org o webacma.it Info e iscrizioni: abruzzod

PROMOZIONE DEL TERRITORIO

I PARCHI D’ABRUZZO VINCONO IN FRANCIA

a “Euro Gusto”, Grande riscontro per i Parchi d’Abruzzo che hanno partecipato insieme li aree protette principa le Tours, di Salone del ne occasio In nella città di Tours, in Francia. all’interno di uno figurare di scelto hanno storia, loro nella volta prima la per li, regiona vincitori, quello di stand espositivo comune, realizzando un intendo che li ha visti tutti di territori capaci iatori ambasc propri e veri omici, valorizzare i rispettivi patrimoni gastron la forza! fa l’unione che dire di caso il proprio E’ . culturali e di esprimere eccezionali valori ambientali

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NATALE

RIATICO D ’A L L E D A C N A B SA E CROCE RINOSSIE ME ITALIANA, ONCERTO PER UN C per il consueto

SOLIDARIETÀ

so di pubblico lla Banca Grande succes organizzato da e, al at N di to concer ssa Italiana dalla Croce Ro e o e tic ia dr dell’A o con un fin inile di Teram la al o gi ag sezione femm om er to è stato un solidale. Il conc ente eseguita m tta rfe pe na Canzone Italia ini di Pesaro sinfonica Ross ra st he rc ll’o da n l’accomparto Molinelli, co o diretta da Robe voci: il sopran due splendide La o. m ai Al gnamento di a ol ic e il baritono N Silvia Tortolani Francesca Mada ta ot nd co a at st è esenti, ta ra se naguale. Pr o di ac nd si oltre al i e ch uc Br o m Tera ità al on diverse pers zni ga or locali, gli o: nt ve ll’e de zatori lla de te en id es il pr iatico Banca dell’Adr Di o ic en Giandom lie og m a su e Sante presiMargherita, e ile della Croc zione femmin se lla de e nt de o. Rossa di Teram

IL NATALE A PESCASSEROLI

Dal 27 dicembre 2009 al 06 gennaio 2010 nella be lla Pescasseroli, il Natale è dedicato ai film, con la sec onda edizione del “Christma s Film Festival”, rassegna cin ematografica dedicata alla magia del Natale. E’ l’unica ras segna di questo genere che vuole far vivere agli spettator i tut ta l’atmosfera di questo magico periodo attraverso la pro iezione della più bella film ografia natalizia, dai grandi classici come La vita è una cosa meravigliosa di Frank Capra e Bianco Natale di Michael Cu rtiz ai più moderni film e car toni, il tut to proiettato nel Palate nda. Inoltre tra luci, suoni, sapori e colori natalizi, le vie di Pescasseroli saranno an imate da una serie di iniziative collegate al Festival. Per info : ww w. christmasfilmfestival.it.

PERSONAGGI

A FILOMENA PINGUE, UN PREMIO DAL CAMPIDOGLIO In Campidoglio, si è svolta la cerimonia di consegna dei premi Persona lità Europea 2009 da parte del Centro Europeo per il Turismo. Tante le persona lità premiate, nella sezione lavoro un premio è stato assegnato a Filomen a Pingue, alla sua carriera come donna imprenditrice. Un riconoscimento che premia la lunga, faticosa, ma straordinaria carriera di una donna, mamma di 5 figli, che ha realizzato assieme al marito Antonio Spinosa un gruppo agroalim entare, Fattorie Pingue, conosciuto a livello regionale. La Signora Filomen a Pingue, classe 1943, vive a Introdacqua ( Aq ), studi di V elementare, è la mamma di Rossana Spinosa, Consigliere d’Amministrazione di Conad Adriatico s.c.arl, di Fabio Spinosa, già preside nte dei Giovani di Confindustria Abruzzo, e di Domenico, Sandro e Claudio Spinosa. È nonna di sei nipotini. Come mamma ha sempre avuto un sogno: creare un lavoro ai propri figli. L’ha realizzato con passione, determinazione, e grande dedizione al lavoro. Figli ai quali ha insegnato a essere sempre se stessi...

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traindevie » di Carolina Pierfelice

Una nota pubblicità recitava: “Contro il logorio della vita moderna…” invitando a degustare il proprio amaro, ma lungi dall’essere una semplice trovata di marketing, spesso l’aggettivo più vicino alla vita di oggi è davvero logorio. Giornate sempre più corte e ricche di mille impegni che non lasciano quasi più spazio a noi stessi. Ecco perché la rubrica Train de Vie, il treno della vita, conterrà utili consigli da parte di una professionista per gestire al meglio gli impegni quotidiani e riportarci con consapevolezza sui vagoni della nostra esistenza.

Alla ricerca del tempo perduto a gestione del tempo è lo scoglio su cui si infrangono, spumeggiando, le vite degli uomini moderni, il cruccio che accomuna la maggior parte delle persone, più o meno impegnate, che incontriamo sulla nostra strada, il tarlo che scorgiamo, in quei pochi e fuggevoli sguardi lanciati di sottecchi, in chi fa la fila con noi o aspetta, orologio alla mano, il figlio che esce da scuola o dalla palestra, o mangia al volo un panino nella pausa-pranzo, o…

L’assurdità di questa vita al cronometro ci si palesa in quei pochi momenti in cui ci concediamo una pausa, spesso forzata e, forse proprio perché allora ci rendiamo conto di questo, ricominciamo ancora più veloci. Certo, il tempo in cui “si aveva tempo” per tante piccole, grandi cose, è lontano. La modernità ha delle regole implicite da cui non si può fuggire, ma se si razionalizza, tanto per usare un termine a noi caro, anche qui è possibile fare qualcosa, anzi è necessario. Un racconto ce lo insegna.

Racconto africano: la lentezza dell’anima Una volta, quando ancora nessuna strada attraversava il paese e non c’erano ancora automobili che portassero gli uomini dal mare alle montagne alla velocità del vento, un missionario si spingeva faticosamente attraverso la foresta africana con un gruppo di portatori. Aveva fretta, e incitava i capi dei portatori ad aumentare il passo, poiché voleva arrivare al suo obiettivo in tre giorni.

Il mattino del terzo giorno, il sole splendeva nel cielo, l’aria era frizzante, l’erba alta ondeggiava lievemente e gli uccelli cantavano. Il missionario sollecitò la partenza, ma i portatori stavano sdraiati e non volevano alzarsi. Non ebbero nessun effetto né l’opera di convincimento, né gli ordini e nemmeno le minacce. Alla fine, il missionario chiese il motivo del loro indugiare e ottenne questa risposta: “I nostri corpi sono qui, certo, ma dobbiamo aspettare che ci raggiungano le nostre anime”.

Che dire di più? Solo che, forse, piuttosto che rincorrere affannosamente il nostro tempo libero per riempirlo troppo spesso di ulteriori, seppur ameni, impegni, dovremmo imparare a ricavare un “tempo liberato” in cui rimettere al centro di tutto noi stessi. E così,

riappropriandoci della nostra anima, potremo affrontare non solo con grinta, ma anche con gioia e umanità i piccoli, grandi impegni che ci mettono alla prova ogni giorno, restituendo un senso al veloce scorrere dei nostri giorni. Sarebbe un bel regalo da mettere sotto l’albero!

info_ Carolina Pierfelice, Psicologa - psicoterapeuta CarolinaPierfelice@libero.it

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uscita di sicure

a

Berlino l’ombelico del Vecchio Continente

erlino è geograficamente il centro dell’Europa, ma non solo. Dopo l’unificazione delle zone est e ovest, si assiste a un inarrestabile processo di cambiamento che ha promosso la capitale della Germania a modello continentale sotto il profilo politico, culturale e sociale. La città e diventata l’emblema del progresso, capace di attrarre sia per la grandezza e imponenza architettonica sia per la vivacità, a dispetto del clima non sempre clemente. Di Berlino tutti conosciamo qualcosa, ad esempio i luoghi simbolo come la maestosa Porta di Brandeburgo - alta 26 metri e larga 65 - costruita nel 1791 su modello ateniese, durante il nazismo fu scenario di parate militari, oggi rappresenta la libertà. Altro simbolo è Potsdamer Platz, il

fulcro della mondanità europea intorno al 1920, tra le zone europee più trafficate tanto che, stando alle cronache, vanta l’installazione del primo semaforo al mondo. Attualmente pullula di edifici ultramoderni e punti riferimento per la cultura internazionale, tra cui il Filmmuseum Berlin sede del prestigioso Festival Internazionale del cinema di Berlino. È facile visitare questi luoghi e tanti altri, come il Parlamento, il Duomo, Alexander e Pariser Platz, il Memoriale vittime dell’olocausto, gli innumerevoli giardini e musei (oltre 170). La città ha un sistema di trasporto pubblico integrato tra bus, metropolitana (chiamata U-Bahn), treni di superficie (S-Bahn) e battelli. Sarà alla portata di tutti raggiungere il Checkpoint Charlie, il posto di blocco dove Berlino si divideva. Sul posto si rifletterà meglio sul significato dei recenti festeggiamenti per la riunificazione tedesca

un motivo in più_ Charter di San Silvestro da Pescara Un volo concepito appositamente per assaporare l’atmosfera festosa berlinese. Si parte da Pescara in tarda mattinata e si arriva a Berlino con largo anticipo per fare il conto alla rovescia sotto la Porta di Brandeburgo. Il Capodanno è interamente a disposizione per farsi un’idea di questa città effervescente, è in quel periodo lo sarà nel senso letterale del termine. Nel pomeriggio del 2 gennaio si ritorna in riva all’Adriatico. Info su www.flyonair.it.

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itinerari d’Abru

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» di Alessandra Vallera

Magia subacquea a Villalago Tra i borghi più belli d'Italia, è un luogo da visitare nel periodo natalizio. Una perla di paesaggio e tradizione dove da vent'anni si può assistere al romantico presepe subacqueo, l’unico degli Appennini

n questo periodo del'anno la provincia de L'Aquila offre paesaggi indimenticabili, forse perché a far da cornice agli addobbi natalizi che rallegrano le strade, si ergono maestose le vaste montagne imbiancate dalla neve. Tra i paesi assolutamente da non perdere c'è Villalago, un comune che fa parte della Comunità montana Peligna, che è stato inserito tra l'elenco dei borghi più belli d'Italia e che anche quest’anno riproporrà il suggestivo e originale presepe subacqueo. Già presente intorno all'anno mille con il nome di Villa de Lacu, nel mese di dicembre questo borgo, davvero poco distante dal bellissimo Lago di Scanno, dà vita all'unico presepe subacqueo dell'intera catena appenninica, nelle acque artificiali del lago ai piedi dell’Eremo di San Domenico. Giunto quest’anno alla ventesima edizione, questo rito che si ripete ogni 26 dicembre, che ogni anno fa accorrere una grande folla di devoti e di turisti curiosi, sarà anticipato dalla celebrazione di una funzione religiosa e seguito da una processione in barca, con la quale verranno trasportate sulle acque le statue che comporranno la Natività, adagiata sul fondo del Lago da esperti sub della Asd Tortuga Sub Club di Teramo. Indiscusso custode del presepe subacqueo di Villalago sembrerebbe essere il mistico Eremo di San

Domenico, un’architettura che si affaccia sul lago e che quasi sembra osservarlo ininterrottamente in silenzio. Quest'Eremo custodisce gelosamente una grotta, raggiungibile da una ripida scalinata all’interno della Chiesetta, che secondo la tradizione fu scavata a mano dal Santo più di mille anni fa nella roccia di arenaria, travertino, argilla e grafite. Ma già senza entrare all'interno di essa è possibile comprendere quanto è sentito tra queste popolazioni il culto di San Domenico abate, infatti, le stesse pareti del porticato della Chiesa ripropongono delle raffigurazioni dei miracoli del Santo, dipinti che è impossibile non osservare a causa della loro bellezza ma anche della locazione stessa del porticato. Infatti, questo è un vero e proprio raccordo tra il ponte che collega l'edificio alla statale delle Gole del Sagittario ed il lato di Prato Cardoso, dove c'è la graziosa spiaggia del Lago di San Domenico, un posto dove vige il divieto di balneazione o di pesca ma dove, per gli amanti del trekking, si diramano dei sentieri unici. In questo angolo di natura quasi incontaminata la flora presente è la stessa del Parco Nazionale d'Abruzzo, l'ittiofauna è composta da persici e trote anche della varietà salmonata, l'avifauna perfino da germani reali, senza assolutamente dimenticare i mammiferi che sono presenti nei dintorni, come le volpi, gli scoiattoli, i ghiri, i lupi e gli orsi marsicani

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l’albergo del mese

Sextantio A Santo Stefano di Sessanio si recupera anche la tradizione gastronomica delle Genti d’Abruzzo

eccezionale integrità e fusione tra il patrimonio storico architettonico e quello ambientale rappresenta l’aspetto più caratteristico e qualificante del progetto di recupero e ridestinazione ricettiva di S. Stefano di Sessanio ad albergo diffuso. L’approccio di tutela si spinge fino alla conservazione di quelle tracce del vissuto, e del vissuto povero, per preservare, nei segni di sofferenza del tempo, nelle tracce di un vissuto antico, l’anima più profonda e autentica di questi luoghi. Oltre alle strutture ricettive, l’albergo prevede botteghe di artigianato tradizionale, una cantina di prodotti enogastronomici tipici, una locanda e un ristorante basati sulla cucina locale oltre a servizi per il turismo e le attività connesse: una sala conferenze e diversi luoghi per incontri. Con Santo Stefano di Sessanio la Sextantio si conferma come modello di sviluppo di insolita lettura. Da recenti dati sulla ricettività nella regione emerge infatti che, nonostante il tragico terremoto che ha colpito l’Abruzzo e lo stesso Santo Stefano, il trend delle presenze è raddoppiato rispetto al 2008. Con il suo modello, basato sul concetto di identità territoriale, dall’integrità del costruito storico e del paesaggio circostante alle culture materiali, la Sextantio pone le premesse per l’approccio da parte di un determinato turismo legato non solo e non tanto alla qualità, ma all’Italia da scoprire, autentica, dove identità e tradizione si percepiscono in maniera straordinariamente tangibile. A conferma della validità del modello, la recente apertura del ristorante, altro importante elemento di recupe-

ro e veicolo di quella tradizione materiale che tanta valenza acquisisce nella cultura italiana. Anche per questo aspetto il tratto distintivo è la riproposizione di alcuni punti nodali della mission di tutela delle identità del territorio, in primis la cucina delle popolazioni locali nei momenti di abbondanza, collegati al calendario agricolo o religioso, e in quelli più prosaici delle ristrettezze quotidiane. La ricerca, affidata al Museo delle Genti d’Abruzzo, ha visto emergere piatti che provengono direttamente dalla memoria della popolazione del luogo, tramandati per centinaia di anni all’interno delle mura domestiche, antichi testimoni di una cucina selezionata naturalmente dalla reperibilità, dalla stagionalità, dalle valenze nutrizionali e anche terapeutiche (o presunte tali) degli ingredienti impiegati. Sempre nell’ottica della tutela delle identità, con l’obiettivo di conservare quell’eccezionale archeologia del paesaggio che è una delle caratteristiche di maggiore unicità e suggestione di questi luoghi, la Sextantio ha avviato la produzione diretta di diversi prodotti nella propria azienda agricola, certificati come produzione biologica: si tratta in particolare di granaglie tipiche della montagna, alcune delle quali ormai in disuso o al limite dell’estinzione, e di erbe spontanee ad uso alimentare, altra pratica sulla via dell’oblio. L’idea di fondo è riproporre in maniera puntuale, col dovuto rigore filologico, un patrimonio storico e culturale così profondamente legato alla vita materiale delle popolazioni locali, dando così un senso compiuto e vivo alle ricerche in alternativa alla musealizzazzione o mera catalogazione che queste ricerche sistematicamente subiscono

dove_ Santo Stefano di Sessanio info_ Tel 0862/899112 servizi_ Hotel, ristorante, convegni

» foto concesse Hotel Sextantio

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paprika

Antica taverna Entrate nel regno della piana di Navelli, dove zafferano, legumi e tante tipicità vi inebrieranno con i sapori dell’Abruzzo. Il ristorante Antica Taverna sposa tutti i prodotti di questo magico luogo, e nella cornice della splendida Navelli vi accoglie in uno dei Borghi più Belli d’Italia

e cercate pietanze originali, ma ispirate alla tradizione e un ambiente suggestivo e armonioso, siete nel posto giusto. Gestito dai coniugi Daniele Giovani e Gabriella Colangelo il ristorante Antica Taverna appena fuori Navelli, è un locale suggestivo che abbraccia sin da subito il visitatore con le sue rocce a nudo e le sue antiche volte. L’Antica Taverna nasce dalla ristrutturazione di più cantine in un unico ambiente nella località Taverna, così chiamata perché sin dall’antichità rappresentava una zona di ristoro per i viandanti. Pastori o cavalieri che fossero, questi infatti si rifocillavano dai loro lunghi viaggi grazie ad una sosta in taverna. Il ristorante accoglie nel suo menù tutti i più tipici e apprezzati prodotti locali in particolare quelli dell’area che lo accoglie, ovvero la piana di Navelli. Lo zafferano, il tartufo, i ceci, l’orzo, le lenticchie, i salumi, le carni rigorosamente allevate da produttori locali, i formaggi nelle loro più squisite varianti come quello alle noci e fichi, alle erbette, alle pere, al tartufo, sott’olio di oliva, con marmellate e miele di ogni genere e poi naturalmente i vini, sui quali regna incontrastato il Montepulciano d’Abruzzo, questo il corteo dei sapori che l’Antica Taverna offre ai suoi clienti. Profumi e caratteri da lasciare senza parole. Antica Taverna propone davvero un vasto e variegato menù, dai primi piatti come pappardelle, sagnarelle, ritorce, tutti fatti a mano, ai secondi come filetto al tartufo, scaloppine ai porcini e zafferano, gamberi di fiume, e poi contorni di stagione e dolci di produzione propria, tutto sarà all’insegna del fresco, genuino e gustoso, con preziosi tocchi di originalità dati ad esempio dalla carta del pane, che vede l’elemento più semplice di un pasto trasformarsi in una scoperta davvero interessante. Nella stagione fredda non mancano squisite minestre di legumi, la trippa, la cacciagione oppure la saporita polenta che potranno creare rimembranza dell’antico ristoro di un tempo. L’ambiente caldo e famigliare saprà conquistarvi e poi usciti da quel rifugio del sapore potrete deliziare la vostra vista andando alla scoperta di Navelli, uno dei Borghi più Belli d’Italia

info_ Ristorante Antica Taverna, in Località la Taverna (appena fuori dal paese) via dell’Osteria, 16 - 67020 Navelli (AQ) tel. 0862 959171 - cell 333 02991089 email: info@anticataverna.it

» foto concesse dalla Antica Taverna

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alkimie » di Denia Di Giacomo e Nicola Boschetti

Il tempo delle neole Antichi dolci della nostra tradizione, le ferratelle sono uno dei prodotti più semplici e più conosciuti d’Abruzzo. Nonostante i loro tanti nomi hanno una forma molto riconoscibile, sono veloci da preparare e risultano ottime in ogni occasione eola, nevola, ferratella, o cancellata, potremmo chiamarla anche pizzella, come le definiamo dipende dalla nostra provincia di residenza, ma restano vera delizia. Morbide e spesse oppure sottili e croccanti, le neole sono una sorta di cialde, con molte varianti, accoppiate una sull’altra con una dolce farcitura di scrocchiata (la nostra tipica marmellata d’uva), cioccolata, crema o miele, oppure a forma di cannolo ripieno. Alcuni le preferiscono al naturale, perché in questo modo, dicono, si sente tutto il dolce sapore della semplicità. Ma la caratteristica più importante delle ferratelle è la loro forma data da un apposito “ferro”di cottura, un attrezzo molto antico leggermente incavato e stampigliato a piccoli quadri o rombi all’interno, che riesce a dare alle cialde una sagoma, in genere quadrata, tondeggiante o a ventaglio, con forgiatura a rilievo. Gli ingredienti e la preparazione delle ferratelle sono davvero semplici. Si montano gli albumi delle uova e successivamente si uniscono i rispettivi tuorli, l’olio extravergine di oliva, lo zucchero e la buccia di limone grattugiata, poi si aggiunge piano la farina fino a ottenere un impasto morbido. Al centro del ferro, precedentemente oliato e riscaldato sulla fiamma del camino, si versa un cucchiaio dell’impasto, infine si richiude e lo si mette sulla fiamma, avendo cura di girarlo sull’altro lato a metà cottura. La tradizione vuole che il tempo stimato per la giusta cottura della neola da un lato e dall’altro, sia quello che ci si impiega a recitare prima un “Ave Maria” e poi un “Padre Nostro”. Spesso il ferro faceva parte della dote della sposa, infatti nella parte centrale portava incise le sue iniziali, ma le neole venivano preparate in particolare per accogliere i parenti arrivati ad osservare la sua dote, in seguito la loro usanza si è estesa a molte altre occasioni, dalle feste patronali a quelle civili. Insomma ogni momento era giusto per assaggiare una ferratella!

Clematis passito rosso I.G.T. 2003

Abbinare i dolci “poveri” della nostra tradizione può sembrare facile e superfluo, vista la loro ubicazione nei pranzi conviviali di famiglia o nelle feste di calendario. Difficile trovare questi dolci in carte di ristoranti più o meno famosi e quindi, bottiglie di nettari da coniugare non avrebbero avuto senso in altre epoche, ma fortunatamente oggi la cultura dei piaceri enogastronomici si sta affermando anche tra le mura domestiche. Il “clematis” ottenuto da uve montepulciano in purezza, appassite nel vigneto S. Clemente a Casauria, si presenta, ai nostri occhi, con colore rosso profondo, impenetrabile, con una consistenza quasi viscosa, dovuta alla meticolosa selezione di acini sani e al lungo affinamento, per anni, in piccoli caratelli di rovere da 75 litri. Il naso è un vulcano di frutta sciroppata, fondente, caffé e tabacco, con una sensazione quasi da capogiro, tanta è la sua intensità. Al palato rivela tutta la maestria del suo inventore: Concezio Marulli, l’enologo dalla barba incolta, che, nella sua Bolognano, riesce a sfornare grandissime chicche, che portano la nostra mente a viaggiare verso le mete mondiali dell’enologia (Francia per esempio). Sapori dolci, ma non stancanti, retrogusto piacevolissimo, che ne vorresti bere subito una bottiglia; peccato che se ne produca pochissimo e solo nelle migliori annate. Assaggiatelo appena potete, ma un prodotto così dura decenni. Bere ad una temperatura di 16/18°, in bicchieri piccoli a tulipano. Prezzo indicativo: 45 euro - 37,5 cl. info_ Az. Agricola Zaccagnini - C.da Pozzo Bolognano (Pe) - tel. 085 8880195 - www.cantinazaccagnini.it

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arte&co. » di Denia Di Giacomo

L’amore dietro un click Dopo il lavoro dietro le quinte del film di Tornatore “Baarìa”, Stefano Schirato, giovane fotoreporter abruzzese, non si sente affatto arrivato e ci meraviglia con la sua grande umiltà in una intervista tutta da assaporare

Una mamma con il suo bambino, dal reportage “Cambogia”

tefano Schirato, classe ’74, laureato in Scienze Politiche, sposato con figli e una insostituibile ragione di vita:la fotografia. Un grande amore che nasce quasi per gioco e si trasforma presto in un fuoco che continua ad alimentare tutti suoi lavori. Oggi Stefano Schirato è un eccezionale fotoreporter che ama concentrare le proprie attenzioni su tematiche sociali di particolare rilevanza. “Gli occhi della Cambogia”, un libro dove racconta con immagini spesso agghiaccianti il dramma

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delle mine anti-uomo in Cambogia, “Né in terra, né in mare”, dove testimonia i drammatici momenti di vita dei marinai sulle navi sequestrate e dove ha l’onore di una prefazione del Premio Oscar Giuseppe Tornatore, e ancora il suo ultimo libroracconto “Fuori di me”, un reportage girato ad Anversa degli Abruzzi sulla condizione dei malati di schizofrenia. «È difficile raccontare in immagini un disagio tanto impalpabile come quello della malattia mentale», ci racconta in un’intervista, ma a

» foto concesse da Stefano Schirato


quanto pare Schirato ci è riuscito benissimo, e questo lavoro gli è valso il Premio Internazionale Carletti per il fotogiornalismo. Dopo aver lavorato con Giuseppe Tornatore nel suo ultimo film “Baarìa”, oltre ad aver collaborato con numerosi e importanti

Un’immagine tratta dal reportage “Albania”

organi di stampa nazionali e internazionali, oggi Stefano Schirato progetta altro, per poter ancora scandagliare i punti grigi di qualche altra difficile condizione umana e raccontarceli in foto.

Un’altra immagine dal reportage “Albania”

Dal backstage di “Baarìa” l’ultimo film di Giuseppe Tortatore

intervista a Stefano Schirato

Come nasce la tua passione? «Nasce per caso nel 1995. Mio fratello aveva questa passione e in un pomeriggio d’estate mi invitò ad andare con lui e cominciò ad insegnarmi i rudimenti della fotografia. Io non sapevo assolutamente niente, ma già dal primo scatto decisi che avrei voluto fare il fotografo per tutta la vita. Da allora cominciai a fotografare tutto, con grande emozione e iniziai a studiare e a fare i primi concorsi». C’è qualcuno che tu riconosci come tuo mentore? «Ne ho diversi, ma il primo in assoluto

è stato un fotografo del mio paese che puntualmente non per demoralizzarmi, ma per farmi crescere, criticava aspramente tutti i miei lavori. Probabilmente aveva riconosciuto in me una scintilla importante che voleva far maturare, ogni volta che vincevo un piccolo concorso, lui distruggeva verbalmente la mia opera insegnandomi sempre qualcosa in più. Oggi viene alle mie mostre e mi sostiene con affetto». Come si riconosce un bravo fotografo da uno che invece deve ancora crescere? «L’opera di un bravo fotografo pesa e contiene in sé un messaggio che un non-bravo fotografo non riesce a far leggere. Ferdinando Scianna dice: “C’è un momento in cui tu scatti, uno solo, non è un secondo prima né un secondo dopo, fai un’inquadratura nella quale è racchiuso tutto il tuo background culturale… c’è tutto te stesso”». Lei si definirebbe un bravo fotografo? «Credo di avere la consapevolezza di poter dire qualcosa. Ma non mi sento arrivato e ho ancora tanta voglia di

imparare. Quando ero ragazzino il mio obiettivo era pubblicare un libro, per me era un punto di arrivo. Ma quando ho visto il mio primo libro pubblicato la mia felicità è durata molto poco, ho subito pensato ad altro, perché c’è ancora tanto da conoscere e fare». Qual è stato tra i tuoi tanti lavori e reportage quello che ti ha lasciato di più? «Probabilmente la Cambogia. Sarei dovuto andarci con Steve McCurry, fotografo di Magnum, con il quale si era creata una forte amicizia, ma alla fine lui non potè più partire e io andai ugualmente, portando avanti un lavoro dai grandi risvolti sociali. Quando rientrai in Italia avevo una enorme mole di materiale e pubblicai il mio primo libro. Quel reportage è stato il mio primo lavoro da professionista perché sono cresciuto molto, sotto tutti i punti di vista a prescindere dal libro». Pensi sia importante per un fotografo fare reportage impegnativi? «Se vuoi diventare un buon fotoreporter credo sia davvero importate cono-

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arte&co.

Il regista Giuseppe Tornatore sul set di “Baarìa”

scere certe realtà di persona, anche se non così distanti come la Cambogia e soprattutto deve leggere, documentarsi e conoscere bene ciò che accade nel mondo». Com’è nata la collaborazione con Tornatore nel suo ultimo film Baarìa? «Tornatore è stato un po’ il leitmotiv della mia vita per vari motivi anche privati. Inoltre lui nasce come fotografo per cui ha un occhio molto attento e preparato alla fotografia. All’indomani dell’uscita del suo film “Il pianista sull’oceano”, ho avuto l’audacia di contattarlo per chiedergli un incontro e lui me l’ha concesso. È rimasto molto colpito dalle mie foto e questo mi ha permesso di chiedergli di scrivere la prefazione al mio libro. Ha speso parole molto belle per i miei lavori». Ci parli del suo lavoro nel film

Margareth Maccarone, protagonista di “Baarìa”

Baarìa… «In seguito a quel primo incontro e dopo avermi contattato per alcuni suoi ritratti, mi ha proposto di lavorare in Baarìa. Tornatore voleva che io fotografassi tutto ciò che c’è dietro un film, che non facessi il fotografo di scena, ma qualcosa di ben diverso. Lui voleva “documentare” tutto ciò che nessuno ha mai modo di vedere, la lavorazione, il casting degli attori, anche i suoi momenti intimi nel corso delle prime fasi del film, come quando era a casa del Maestro Morricone ad ascoltare per la prima volta la colonna sonora. Sono stati due anni di reportage, che hanno dato vita alla pubblicazione di un libro “Baarìa” contenente le mie foto e quelle della fotografa di scena». Ti senti un artista? Cos’è la fotografia per te? «Quando qualcuno mi definisce un arti-

Dal backstage di “Baarìa”

sta non mi trova d’accordo. La fotografia non è assunta ad Arte o per lo meno non ancora, in Italia in particolare. L’artista per me è a tutto tondo, non lo è solo nel suo mestiere e credo ce ne siano pochi, tutti gli altri tendono all’arte, io compreso. Ma proprio in virtù di questo, ho passato la mia vita a difendere la fotografia dall’etichetta di “passione”, per me la fotografia non è affatto una passione, non lo è mai stata, perché io senza di lei potrei anche morire. Non riesco a pensare alla mia vita senza fotografia, in quanto esisto io fotografo. Una delle frasi più significative della mia vita è stata la risposta di un fotografo americano alla mia domanda: “Come si fa a diventare professionisti?” e lui mi rispose: “Tu devi mangiare, devi bere, devi dormire e devi sognare fotografia” e quando me la disse mi resi conto che lo stavo già facendo»

Un bambino che ha perso il piede a causa di una mina anti-uomo,dal reportage “Cambogia”

Un ragazzo con problemi mentali, dal reportage “Fuori di me”, effettuato ad Anversa degli Abruzzi (AQ)

I genitori di Angela Celentano, bimba scomparsa il 10 agosto ‘96, dal reportage “Bambini scomparsi”

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arte&co. » di Laura Tinari

Culla Celeste - olio su tela - anno 2003

Tecnologia, arte e scienza un unicum di contemporaneità Il Maestro Franco Angelosante, che ha fatto della contemporaneità il concetto base della sua arte, è l’unico artista aquilano ad avere esposto alla Mostra delle eccellenze “L’Arte del sapere fare bene Italiano” in occasione dell’evento del G8 dell’Aquila

ncontriamo il Maestro in un bar alle porte della città, il suo atelier in centro storico è inagibile a causa del sisma del 6 aprile. Mentre una fredda e piovosa giornata avvolge L’Aquila, prendiamo un caffè e parliamo di lui e del suo lavoro. Ci racconta che nei mesi scorsi ha recuperato le sue opere portandole al sicuro e che una di esse “Methafora” è stata esposta alla vista dei grandi della Terra durante il G8. Ma Franco Angelosante vanta anche un altro primato: essere stato

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l’unico Artista vivente presente in questa mostra. La maggior parte delle altre opere provenivano infatti dai musei di tutta Italia. La sua ultima rassegna personale dal titolo “TechnologyArt”, tenuta all’Aquila nel 2007 presso il “Museo di Santa Maria Dei Raccomandati” e interamente concentrata su arte e scienza, è un connubio tra tecnologia, energia e meccanica. Con lui abbiamo riflettuto sull’attualità dell’arte, sulla sua crisi, sul bisogno di innovazione e sul concetto contemporaneità.

» foto di Marcello Pezzuti


Maestro, l’unico aquilano ad aver esposto alla “Mostra delle Eccellenze”. Cosa ha Franco Angelosante in più degli altri artisti locali? «La mostra ha il titolo “L’arte del saper fare bene italiano” per cui le opere esposte non rispecchiavano il solo canone della bellezza, ma sopratutto quello della maestranza, dell’utilità e dell’essere funzionale. Lo scopo non era invitare un artista contemporaneo che sapesse mostrare come dietro un’opera ci fosse progettualità ricerca e maestranza. La mia opera esposta “Methafora”, rispecchia certamente tutto ciò e la maestranza insieme alla ricerca scientifica-tecnologica è il presente e il futuro dell’uomo». Cosa ha provato quando le hanno detto «I grandi della Terra ammireranno le sue opere»? «Inizialmente pur essendo contento di far parte di questo progetto non avevo inteso pienamente di che mostra si trattasse (non avendo sponsor), ma non immaginavo che la mia opera sarebbe stata collocata a fianco di Galileo Galilei, Leonardo Da Vinci, Stradivari, della FIAT e altre eccellenze d’Italia. Solo il giorno dell’inaugurazione ho percepito l’eccezionalità dell’evento; in più il sindaco Massimo Cialente e la presidente della Provincia Stefania Pezzopane sono rimasti sorpresi del mio inserimento nella manifestazione. Questo insegna che quando ci si rivolge agli operatori culturali, quelli veri, le raccomandazioni non servono e ciò si verifica fuori dal nostro Paese, dove la qualità dell’opera è tutto. Rappresentare L’Aquila e gli aquilani in una mostra dove le “Eccellenze” hanno fatto la storia dell’Arte Italiana nel mondo è stato un grande onore». Il suo lavoro degli ultimi

anni è incentrato sulla contemporaneità, ma cosa rende un’opera e il suo artista contemporanei? «Un’opera rispecchia il suo tempo solo se l’artista diventa come il suo tempo, cioè complesso. Oggi tutto si consuma velocemente: compito e pregio dell’artista è saper rendere eterna l’opera prendendo il meglio della sua epoca. L’opera pur restando classica nelle radici deve proiettarsi nel futuro attraverso la tecnologia». Oggi si parla di crisi del mercato dell’arte. Quali sono secondo lei le ragioni? «L’arte è un mercato in crisi perché la vera “innovazione” richiede investimenti ingenti. La responsabilità maggiore è degli operatori del settore, che considerano solo il proprio profitto; purtroppo oggi non esistono più i mecenati, per cui l’arte viene venduta come un qualsiasi prodotto e i possibili acquirenti si adagiano solo su ciò che viene proposto. Un tempo si visitava l’atelier dell’artista, il quale presentava le proprie opere ai collezionisti d’arte. Oggi è il gallerista e non più l’artista il principale protagonista della comunicazione dell’arte, per cui l’artista paradossalmente diventa quasi la comparsa di se stesso». La Fisica del cosmo è il tema di uno dei più importanti filoni del suo lavoro. Pura indagine dell’universo con gli strumenti dell’arte? «L’uomo ha bisogno di nuovi spazi. Il suo futuro non sarà solo un paesaggio terrestre, ma l’universo, quindi il cosmo. In una casa tecnologica non sarà più affissa un’opera classica, ma probabilmente una galassia. È sempre stato l’artista con la sua sensibilità ad anticipare i tempi futuri«.

“Technology-Art”, la sua ultima mostra personale: una serie di installazioni che fanno riflettere anche sul futuro dell’uomo. «L’uomo per mancanza di spazi vivrà in ambienti che sembreranno tutte installazioni. I musei si stanno organizzando in questa direzione, resistono mostre solo di retrospettivi come Picasso, Van Gogh. Riportare la tecnologia nell’arte non è semplice: c’è bisogno di manualità, maestranza, conoscenza delle tecnologie e le mie opere sono una summa di tutto questo. La maggior parte degli artisti contemporanei non hanno queste capacità»

Methafora - legno ferro led luci tecnica mista collage elettronica anno 2004

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comunicazione aziendale

» Farnese vini

Edizione, cinque autoctoni V

ino di grande struttura, morbido, ricco di tannini vellutati, molto persistente e con finale lungo con note speziate di vaniglia e cioccolato. Pronto per essere bevuto subito ma sopporta bene un invecchiamento di 8/10 anni. Temperatura di servizio: 18-20° C circa. Abbinamenti gastronomici: Carni rosse, selvaggina, sughi robusti. Vino da meditazione. Vitigni: Montepulciano, Primitivo, Sangiovese, Negroamaro e Malvasia Rossa. Area di produzione: Comuni di Colonnella, Ortona, Sava e San Marzano. Caratteristiche sensoriali: colore rosso granato molto intenso e persistente con sentori di ciliegia, prugna, ribes maturi, tabacco e nota tostata finale.

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«Nascono i nostri frutti»

vini Farnese riflettono tutti i colori della terra d’Abruzzo, dipingono incantevoli paesaggi di gusto e vivono della passione per i vigneti sconfinati che la Majella domina e protegge con le sue rotondità materne. Potete osservarli scivolare dalle colline fino al mare, distendersi alla ricerca delle esposizioni ottimali e godere di un microclima invidiato dall’Europa intera. Ecco perché i frutti di questa terra crescono bene e invecchiano ancora meglio.

FARNESE vini s.r.l. Castello Caldora - 66026 Ortona (Ch) tel. 085 9067388 - fax 085 9067389 - www.farnese-vini.com


arte&co.

/ incornice

» di Chiara Strozzieri

Visita vespertina, 2009, olio su tela, 200 x 150 cm

Alla ricerca del Divino La pittura come espressione di intimismo e sacralità e Maurizio Romani è senza dubbio l’espressione contemporanea di questo antico e ritrovato tema

a consapevolezza che l’intuizione artistica abbia a che fare in qualche modo con l’assoluto e con la guida misteriosa che taluni uomini sembrano avere quando impugnano il pennello, ci convince di come la pittura non possa prescindere dal sacro. Maurizio Romani è uno degli autori contemporanei più illuminati per quanto riguarda il tema del Divino e si può dire che la sua arte non sia mai stata applicata a questo contenuto, ma sia nata proprio dal cuore del sentimento religioso.

» foto concesse dall’artista

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arte&co.

Visita mattutina, 2009, olio su tela, 200 x 150 cm

/ incornice

Cammino nel deserto, 2009, olio su tela, 150 x 200 cm

Infatti in giovane età egli studia presso il convento dei frati cappuccini di Parma e impara la prima lezione sull’arte da Padre Graziano Arvedo Bertini, che astiene i suoi disegni dal colore e gli insegna così la fatica del lavoro sulla figura. Ritroviamo oggi quell’insegnamento prezioso di rispetto per le forme nei tratti aulici di Romani, nella meticolosità con cui egli tratta ogni parte della composizione e in particolare il paesaggio di fondo, lo stesso che incanta anche più delle scene in primo piano e che proietta dentro il quadro con una forza a cui non rimane che abbandonarsi. Quei luoghi appartengono a Roteglia (RE), dove l’artista è nato e lavora, così come alla terra d’Abruzzo, che custodisce le sue origini e dove egli ha bisogno di rifugiarsi spesso, raccogliendo le proprie idee nel suo studio di Giulianova. La meditazione sicuramente gli permette un graduale scollamento dalla realtà, una trascendenza che ritroviamo tanto nello stile pittorico, quanto nel simbolismo che da sempre gli appartiene: numerose sono le tracce allegoriche che egli lascia nel quadro come indizi di significato, appena percepibili dalla coscienza, ma palesi alla cognizione inconscia. Parlo di un’appassita rosa rossa, che giace accanto a un angelo senza ali e porta Solitudine di un angelo, 2009, con sé tutto l’amore che rende questa figura più simile olio su tela, 200 x 150 cm a una creatura terrestre, che a una presenza mistica; e ancora, parlo di quei limoni che alludono alla prosperità eterna, al Paradiso promesso, in una scena di Annunciazione fantastica, dove il calore di quei frutti esplode in un paesaggio gelido, fatto di ghiacciai e nubi gonfie d’acqua. La bellezza di una pittura tanto ricercata si arricchisce dei grandi formati, che Maurizio Romani predilige insieme a quelli piccolissimi: entrambe queste dimensioni lo spingono a uno studio estremo del segno e della luce, che è elemento fondante. La precisione del suo gesto lo rende Pietre nel deserto, 2009, olio su tela, 150 x 200 cm artista eccelso anche nella difficile arte incisoria, che indaga la realtà soprattutto attraverso liriche nature morte. Un impegno forte nell’audace indagine del mondo e, in ultima istanza, dell’umanità tutta

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tempo rubato

Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare). Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere.

» di Barbara Cemini

Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli Editore

Paulo Coelho / Bompiani Editore

Il vincitore è solo rancia. È la settimana del festival di Cannes, la più importante per questa città, sia da un punto di vista economico sia di immagine. In questo periodo dell’anno questo luogo normalmente molto calmo e tranquillo diventa il centro, il fulcro, per il mondo del cinema, della moda e quant’altro, intorno al quale ruotano migliaia di persone e personaggi di varia natura. Tutto viene creato e fatto mettere in moto per quella favolosa macchina quale risulta essere il cinema e la moda. Ragazze giovani, di svariate parti del mondo, che investono i loro risparmi pur di esserci per ambire ad avere un fatidico incontro che cambierà loro la vita, forse in meglio. Donne e uomini potenti, presenti solo perché devono esserci e in realtà annoiati da tutto quel pacchetto preconfezionato. Artigiani di poche pretese, con la speranza di poter vendere quanti più prodotti possibili e mettere da parte qualche soldo per quando tutti i riflettori saranno di nuovo spenti. In tale scenario, all’edizione in corso, partecipa anche un personaggio che invece, in tutto questo, non ha alcun interesse. Il suo nome è Igor Malev, un ricco imprenditore russo, il cui obbiettivo è solo quello di riportare Ewa, la sua ex moglie, a casa. Ewa, una donna che amava, la sua ossessione, e uno scopo: riaverla per sé a ogni costo, mantenendo la promessa di distruggere qualsiasi cosa si possa interporre tra lui e lei

l’autore_ Paulo Coelho è nato a Rio de Janeiro nel 1947. Di fama internazionale, ha pubblicato in più di centosessanta paesi in sessantasette lingue. Tra i premi più recenti ricevuti c’è il “Crystal Award 1999”, conferitogli dal World Economic Forum. Dall’ottobre 2002 è membro della Academia Brasileira de Letras. Dal settembre 2007 è stato nominato Messaggero di Pace delle Nazioni Unite.

le prime trenta righe_ 3:17 AM La pistola Beretta Px4 compatta è poco più grande che un telefono cellulare, pesa circa 700 grammi e può sparare dieci colpi. Di dimensioni modeste e leggere, non lascia trasparire alcun segno della propria presenza sulla tasca dov’è riposta; inoltre, in considerazione del piccolo calibro, offre un enorme vantaggio: anziché attraversare il corpo della vittima, il proiettile frantuma le ossa e tutto ciò che incontra sulla sua traiettoria. Ovviamente, le possibilità di sopravvivere a una pallottola di questo calibro risulterebbero piuttosto elevate: sono noti migliaia di casi in cui non è stato colpito alcun punto vitale, e la vittima ha avuto il tempo di reagire e disarmare l’aggressore. Comunque, se colui che spara possiede una certa esperienza, può scegliere tra una morte rapida - mirando a una zona tra gli occhi, oppure al cuore - o una fine più lenta, puntando la can-

na dell’arma tra le costole del suo obbiettivo con una certa angolatura e premendo il grilletto. Quando viene centrata, la vittima impiega qualche momento per rendersi conto di essere ferita a morte – tenta di contrattaccare, di fuggire, di chiedere aiuto. Ha un grande vantaggio, però: ha il tempo sufficiente per vedere chi la uccide, mentre le forze l’abbandonano; poi stramazza al suolo, senza sanguinare copiosamente e senza comprendere che cosa le sta succedendo. Di certo, la Px4 non può dirsi un’arma per intenditori: “È molto più adatta alle donne che alle spie,” dice un tizio dei servizi segreti britannici a James Bond, nel primo film della serie, allorchè gli confisca la vecchia pistola per consegnargli un nuovo modello. Un aggeggio per professionisti, sicuro: lo strumento migliore per i suoi obbiettivi.

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musicamania » a cura di Piero Vittoria

Queen “Absolute greatest” Nuova raccolta per uno dei gruppi più importanti della storia del rock Ennesima raccolta per i Queen e la domanda sorge spontanea: ma ce n’era veramente bisogno? “Absolute greatest” (già un titolo così sa molto di auto celebrazione) racchiude venti fra i migliori brani della carriera di uno dei più grandi gruppi della storia del rock. Non mancano i grandi hits, quali “We are the champions”, “Bohemian Rhapsody”, “A kind of magic” e “Radio ga ga”, ma questa compilation lascia un po’ di amaro in bocca per una serie di motivi. In primis salta all’occhio la mancanza di pezzi fondamentali, su tutti “Innuendo”, e poi ci si chiede quale possa essere il senso ed il reale valore di un’altra operazione che ha tanto il sapore di una pura manovra commerciale. Per gli amanti del collezionismo sono state pubblicate tre edizioni diverse: il cd singolo con venti canzoni, il doppio contenente nel disco aggiuntivo i commenti di Bryan May e Roger Taylor su ogni singolo brano, un triplo vinile ed un cd book che comprende, oltre il doppio cd, anche un libro con fotografie rare o mai apparse in precedenza, manoscritti di alcuni testi dei vari componenti del gruppo ed i testi di tutte le venti canzoni. Si potrebbe tranquillamente malignare che questa uscita discografica sia stata progettata ad arte per andare a recuperare le vendite deludenti di “Cosmos rocks”, il primo (e forse ultimo?) album intero senza la straordinaria voce di Freddie Mercury, da molti giudicata la più bella del secolo. Rimane con “Absolute greatest” la sensazione di avere fra le mani una compilation che non soddisfa pienamente, ma torna comunque ad alimentare un mito senza tempo come quello dei Queen.

VOTO 10

5 per l’operazione puramente commerciale

“Q.P.G.A.” A quasi quarant’anni dalla sua pubblicazione Claudio Baglioni decide di rimettere mano al suo concept album “Questo piccolo grande amore”.Il risultato? Sorprendente… un disco che sembra essere nato oggi, pur avendo radici così lontane “Q.P.G.A.”: È questo il nuovo capitolo discografico di Claudio Baglioni, un progetto decisamente ambizioso. Dopo libro, film e tour è arrivato il doppio cd che omaggia, a quasi quarant’anni dalla sua pubblicazione, “Questo piccolo grande amore”, uno dei primi concept album della musica italiana. Cinquantadue canzoni che il cantautore romano ha inciso per l’occasione, reinterpretando e riarrangiando quelle già presenti sull’originale lavoro del 1972 ed aggiungendo anche dei preziosi inediti per dare un tocco nuovo e moderno alla già popolare storia d’amore fra Giulia e Andrea. Tanti gli artisti che hanno collaborato a questo disco: Mina, Ornella Vanoni, Franco Battiato, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi e tanti altri. Dopo tanto tempo Baglioni ha sentito l’esigenza di “rivedere” quello che è stato uno dei suoi più grandi successi e dietro questo immenso e complicato lavoro di riscrittura c’è stata un’accurata ricerca di suoni e di un linguaggio che potessero così regalare all’intero album un tocco di modernità, ma senza andare a stravolgere il senso dell’originale. Non si deve cadere nell’errore di pensare a questo come un disco di duetti, ma piuttosto ad una serie di collaborazioni nate in maniera spontanea ed allo stesso tempo efficace. Baglioni ha dunque avuto il coraggio di confrontarsi con il suo glorioso passato quasi a segnare un nuovo punto di partenza nella sua carriera. Alla fine la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un prodotto “nuovo”: già, il pregio di questo lavoro è proprio quello di dare all’ascoltatore quasi l’impressione di non dover necessariamente conoscere il disco del 1972 per accostarvisi. Un meritato applauso ad un artista unico come Claudio Baglioni.

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I N R E D I MO

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i moderni

» a cura di Camilla Marino

MONTANTE CICLI È più che una bici da città, è il simbolo del nuovo lusso urbano il ciclo presentato da Montante Cicli al Bespoke 2009, evento milanese dedicato al lusso e all’eccellenza in ambito moda e lifestyle, giunto quest’anno alla sua seconda edizione. Ha ruote da 20”, è pratica e leggerissima per il trasporto su camper o auto, su treno o tram. Il telaio ha un tubo di sterzo granitico che dà rigidità e controllo alla bicicletta, mentre il tubo reggisella in fibra di carbonio è impreziosito dall’accoppiamento con un’elegante sella in cuoio. Per i ciclisti super trendy.

MARNI È realizzata in cotone gessato tinto artigianalmente per ottenere l’effetto di colore irregolare questa camicia a maniche lunghe di Marni, la griffe femminile disegnata dal 1994 da Consuelo Castiglioni. La linea maschile nasce invece nel 2006, ha ispirazioni retrò e una cura maniacale per il dettaglio, insieme a una fortissima impronta sartoriale. Marni è una linea che si odia o si ama e non ammette tra i suoi adepti gli indecisi perché le forme, i materiali e quindi il risultato finale ha un sapore di design concettuale da indossare. Una filosofia postmoderna che rivisita totalmente il modo di vestire contemporaneo.

RALPH LAUREN Ispirazione vintage per gli occhiali in acetato tartaruga con astine in titanio placcate oro da Ralph Lauren che rievoca così un mito cinematografico anni 60’. Perfetti per la stagione invernale come per quella estiva e habiller, possono essere infatti indossati per completare mille diversi look.

“TREIZEOR PAR ALEXIS MABILLE” “Treizeor” è la linea di “bow-tie” o più comunemente papillon creata da Alexis Mabille. Trentunenne, francese di Lione esordisce nel 2005 con la sua linea di abiti Impasse 13 di gusto unisex, dopo aver lavorato al fianco di John Galliano nella maison Dior e Hedi Slimane anima creativa di Dior Homme fino al 2007. In seguito dà vita alla linea “Treizeor” dedicata ad un accessorio antiquato come il papillon, che riesce a rendere elemento irrinunciabile e sempre presente nel guardaroba maschile. Ecco allora papillon in pelle, bicolori, con le piume o con pietre preziose poco importa, la cosa fondamentale è che l’abbinamento sia sempre un gioco.

CLARKS “UNION JACK” Interessante la riedizione che Clarks fa delle Desert Boot per festeggiare il suo sessantesimo anniversario. Ci propone difatti 6 Special Edition, una per decennio, tre dedicate all’uomo, tre alla donna presentati durante la scorsa edizione di Pitti Uomo. Tra i modelli maschili abbiamo Desert Boot Edizione anni 90 che inneggia alla cultura Bit-Pop in voga nei 90s, tanto per intenderci e che adottò il polacchino come calzatura cult e che oggi viene proposto in suede blu con ricamata la bandiera Union Jack rossa e bianca. Da avere assolutamente.

GUCCI Portafoglio bi-fold in pelle guccissima color indaco e blu e finitura e interni in pelle indaco. È chiuso da un elastico che riproduce il tema classico di Gucci, ovvero le bande bicolori, che negli anni 20’ rifinivano le selle che Gucci produceva in maniera impeccabile. Quanto alla pelle guccissima si tratta di nappa stampigliata con il doppio monogramma, tipico della maison fiorentina, ideato anni fa per festeggiare gli ottantacinque anni di attività nel mondo del fashion system.

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hanno collaborato

Enzo Giammarino Abruzzo che produce | pag. 19 È direttore regionale di Confesercenti Abruzzo, sistema che garantisce rappresentanza e servizi avanzati a oltre 12 mila piccole e medie imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dell’artigianato. Esperto di promozione e organizzazione turistica, è fondatore e presidente di Ecotur, la borsa internazionale del turismo natura che nel 2010 compirà vent’anni. È stato amministratore dell’Azienda regionale di promozione turistica e componente della giunta della Camera di Commercio di Chieti, ed oggi siede nel consiglio d’amministrazione del Patto territoriale SangroAventino.

Giuseppe Mauro nonsoloeconomia | pag. 21 È professore Ordinario di Politica Economica presso la facoltà di Economia dell’Università G.d’Annunzio di ChietiPescara. Ha seguito tutta la carriera accademica da borsista a assistente ordinario, a professore incaricato, a professore associato sino a professore ordinario. Ha insegnato Economia Monetaria e Creditizia, Economia Politica, Economia del Lavoro, Economia Industriale ed Internazionale presso le università LUISS di Roma, Teramo e Pescara. È stato Visiting Scholar presso l’Università di York (G.B.) e attualmente collabora con la London School of Economics. Attualmente ricopre la carica di presidente del Corso di Laurea in Economia e Commercio. È Membro della Società Italiana degli Economisti. È presidente del Collegio Sindacale della Banca Caripe. Collabora con i principali quotidiani locali ed ha scritto numerosi articoli e volumi sulla crescita economica di Pescara e dell’Abruzzo.

Alfredo De Vincentis mercati | pag. 53 Nato nel 1970, è laureato in economia. Dopo anni di esperienza nel sistema bancario come promotore finanziario lavora come analista tecnico e trader dal 2005.

questo attualmente ricopre, tra le altre, la carica di presidente nazionale dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed esperti contabili, principale sindacato di riferimento dei commercialisti italiani. Interfaccia tra la categoria professionale e le istituzioni. Presidente altresì della Fondazione Nazionale Centro Studi UNGDC il cui comitato scientifico è presieduto dal prof Lupi.

Pietro Pastorelli energia | pag. 60 Nato all’Aquila nel 1941, si laurea nel 1965 al Politecnico di Torino in Ingegneria elettronica. Dopo una breve esperienza di docente, svolge la sua attività lavorativa presso alcune importanti aziende multinazionali operando nei settori delle apparecchiature e degli impianti MT/BT. Opera anche, come libero professionista, nella progettazione di impianti elettrici per complessi industriali e banche e, come imprenditore, nel settore dei componenti meccanici per applicazioni aerospaziali. Dal 2006 è delegato di Confindustria Abruzzo per le politiche energetiche.

Antonio Teti ict | pag. 63 È responsabile del supporto tecnico informatico della Direzione Generale dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Laureato in Economia e Management delle Imprese, ha conseguito tre specializzazioni in Information Technology presso la ELEA Knowledge Integration. È Accademico Ordinario della Pontificia Accademia Tiberina, prestigioso Istituto di Cultura Universitaria e di Studi Superiori e Presidente Onorario della Società Italiana delle Scienze Informatiche e Tecnologiche (SISIT). Ha avuto incarichi di docenza in diverse università italiane e ha collaborato per attività di alta formazione con la facoltà di Informatica dell’Università Politecnica di Valencia e di Madrid. Qualificato esperto di sicurezza dei sistemi informativi, collabora in qualità di consulente con diverse Procure italiane e con la Guardia di Finanza. È autore di numerosi libri e lavori scientifici e scrive su diverse riviste e periodici del settore.

Simone D’Alessandro Luigi Carunchio fisco | pag. 57 Socio fondatore dello studio “Valore” Professionisti Associati in Lanciano, struttura associata tra commercialisti che ha creduto nell’organizzazione dell’attività professionale in gruppo. Si occupa da sempre delle problematiche di categoria e per

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creatività&innovazione | pag. 67 È scrittore, docente universitario, saggista e copywriter. Autore di opere di carattere scientifico, tra cui, in collaborazione con Andrea Pitasi ed Emilia Ferone, “Il Tempo Zero del Desiderio. Una strategia evolutiva per l’economia e la società della conoscenza”, McGrawHill, 2008. Dal 1997 è sceneggiatore di spot, cortometraggi e documentari. È Copywriter Senior presso CARSA Spa,

agenzia leader nella comunicazione ambientale. Segue un dottorato di ricerca presso la facoltà di Scienze Sociali dell’Università degli Studi G. d’Annunzio di Chieti. Vincitore del premio nazionale di letteratura Parco Majella 2007, del premio letterario nazionale Alceste de Lollis e del premio Manzoni.

Filippo Paolini norme&leggi | pag. 70 Nello studio legale di cui è titolare, esercita la professione forense prevalentemente nel ramo del diritto commerciale. È consulente giuridico di diverse aziende, abruzzesi e non, in materia di contratti, diritto societario e crisi dell’impresa. È consulente giuridico, dal 2003, dell’Ufficio Legale Federazione Italiana Giuoco Calcio – A.I.A. Laureato in Giurisprudenza a soli 23 anni, è iscritto dal 2001 all’Albo degli Avvocati presso il Tribunale di Avezzano.

Martina Di Sciascio risorse umane | pag. 73 Laureata in scienze dell’educazione all’università di Bologna, si interessa di risorse umane dal 2003 e si è specializzata nelle tematiche legate al mercato del lavoro e alla formazione professionale. Per Gi Group spa si occupa di sviluppo territoriale e della gestione della filiale di Lanciano.

Piero Carducci la terra di Piero | pag. 91 Economista e docente universitario, è specializzato in sviluppo territoriale e sistemi per il controllo di gestione. È stato direttore della scuola di formazione manageriale del Gruppo Telecom e presidente dell’Agenzia di sviluppo della Provincia di Potenza. Ha diretto la collana di management del ministero degli Interni. Attualmente è presidente dell’organismo di vigilanza delle Ferrovie regionali.


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segno dei tempi » di Vyck

Fini, fuorionda su Berlusconi

Durante un convegno a Pescara, il presidente della Camera non sa che i microfoni sono aperti e parla a ruota libera con un Trifuoggi. E spiega le sue opinioni sul premier

E piantala! te l’ho gia’ detto: Non ci sono altri microfoni!

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