ISSN 1973-5383
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dicembre 2010 _ numero 49 _ anno V
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QR
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“business in hand” offerto da Ecco Italia
I contenuti multimediali
di Abruzzo Impresa
a portata di cellulare
Con questo numero parte il Codice QR, il nuovo servizio dedicato ai lettori di Abruzzo Impresa. Il codice QR è una tecnologia che vi permetterà di vivere la vostra rivista in una maniera nuova, usufruendo dei contenuti multimediali attraverso il semplice utilizzo del cellulare. Segui la facile procedura indicata sotto e scopri quanto è semplice entrare nel futuro. 4 semplici passi per utilizzare il nuovo servizio
1. Invia un sms
Inizia con lo scaricare il software per leggere i codici simili a quello di fianco. La procedura va eseguita una sola volta. Il software per leggere il QR funziona con tutti i cellulari dotati di fotocamera e connessione al WEB. Per scaricare la versione adatta al tuo telefonino invia un sms con la scritta “LIVE” al numero 3294245608, oppure digita dal tuo telefonino l’indirizzo http://get.quarkode.mobi e segui le semplici istruzioni fornite. Il software è gratuito e si autoinstalla.
2. Ricevi un sms
Dopo alcuni secondi riceverai un messaggio sms con i link da cliccare per scaricare la giusta versione adatta per il tuo cellulare.
3. Il software si autoinstalla
Una volta selezionato il collegamento relativo al proprio modello di cellulare basta solo un altro click e il software si installerà da solo sul tuo cellulare. Non necessita di collegamento al computer.
4. Inquadra il codice e clicca
A questo punto sei pronto per accedere, con semplicità, ai contenuti speciali legati ai servizi di Abruzzo Impresa. Basta cliccare sull’icona del programma “i-nigma” che si è autoinstallato. Poi basta inquadrare con la fotocamera del proprio cellulare il codice QR e il software riconoscerà automaticamente il codice in esso contenuto collegandoti al sito web di riferimento. Il costo di collegamento ad internet seguirà il vostro solito piano tariffario senza costi aggiuntivi.
Ti informiamo su tutti gli eventi più importanti ed interessanti legati al mondo del business. Manifestazioni, fiere, convention, meeting, seminari, incontri B2B, corsi di aggiornamento, e tanto altro... Gratuitamente, direttamente sul tuo cellulare.
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tel. 085.9508161 _ e-mail: info@eccoitalia.it
Il servizio “business in hand” offerto dalla Ecco Italia è gratuito, sarà a pagamento solo l’invio dell’sms per l’attivazione al costo di un normale sms come da vostro piano tariffario.
€3,00
ISSN 1973-5383
in copertina Francesco e Natalia Nurzia foto di Simone Cerio
DICembre 2010 n°49 anno V numero chiuso in redazione IL 7 dicembre 2010
direttore responsabile
Eleonora Lopes
redattori Marco Taglieri, Denia Di Giacomo, Jenny Viant GÓmez, Laura Tinari EDITORIALISTI Giuseppe Mauro, Mauro Di Pietro, Piero Carducci hanno collaborato a questo numero Luigi Carunchio, Massimiliano Pian, Simone D’Alessandro, Antonio Teti, Filippo Paolini, Massimiliano palumbaro, luciano fratocchi, alessio Giancristofaro, piergiorgio greco, Laura Sacchetti, alfredo nepa, Piergiorgio Greco, Raffaella di Marino, Marzio Forcella, Neda Accili, anna cutilli, Carolina Pierfelice, Pietro campanaro, Nicola Boschetti, Alessandra Vallera, Chiara Strozzieri, Piero Vittoria, Camilla Marino, Cinzia Piatti art director
Marcello Starinieri _ visualadv.it
ufficio grafico
Vincenzo Sulpizio, Alex di nunzio
ufficio fotografico
Simone Cerio, Rocco Petrei, Giuseppe Ciavattella
controllo
Danilo Martorelli
Coordinatore TV
Gianluigi Tiberi
Regista video/TV
Peppe Melizzi
responsabile spedizioni
Tiziano polidoro
stampa
D’AURIA PRINTING SPA - AP
responsabile pubblicità
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editore
Fabio De Vincentiis _ editore@eccoitalia.it
sito WEB
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web tv
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Abruzzo Impresa è registrato con il n. 04 del 07/04/2006 presso il Tribunale di Pescara e la 1a pubblicazione mensile è del mese di maggio 2006. Ecco Italia S.r.l. è iscritto al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 17047. Copyright© 2006/2010 tutti i diritti riservati. Ecco Italia srl - Pescara - Italia Nessuna parte della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma o rielaborata con uso di sistemi elettronici o diffusa, senza l’autorizzazione scritta da parte dell’editore. Manoscritti e foto inviati al giornale, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Gruppo Editoriale Ecco Italia S.r.l. S. P. Lungofino complesso Ibisco B 5/6 - 65013 Città Sant’Angelo - Pescara
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capitano d’impresa
Natalia e Francesco Nurzia
Natalia Passione
Adoro viaggiare. Mi capita di farlo spesso per lavoro e cerco di unire l’utile al dilettevole. Le mie mete preferite? New York e Dubai.
Hobby
Quando ho un po’ di tempo libero mi diletto a cucinare per gli amici. Ma poiché sono sempre alla ricerca dell’eccellenza, sto seguendo anche dei corsi di cucina.
Sport
Da aquilana doc, non posso non tifare per l’Aquila Rugby. Seguo le loro partite sin da ragazzina, ho avuto anche un fidanzato che giocava in squadra.
Natalia e Francesco la sesta generazione Nurzia È una delle aziende dolciarie più antiche d’Italia, parliamo di Fratelli Nurzia, che produce torroni all’Aquila dal 1835. Sono trascorsi 175 anni dalla nascita di questa realtà, ma la qualità e il sapore del noto torrone con le nocciole, sono sempre gli stessi. Natalia e Francesco Nurzia, insieme al papà Ulisse e alla mamma Giuliana, oggi rappresentano la sesta generazione di questa storica ditta. Due fratelli molto uniti, ma anche molto diversi che lavorano in azienda praticamente da sempre. «Siamo nati in mezzo ai torroni» ci raccontano. Classe 1974, Natalia rappresenta oggi il volto femminile dell’azienda. La sua dinamicità e la sua capacità di stare tra la gente, la porta a viaggiare e a diffondere il nome del suo torrone in tutto il mondo. Una donna grintosa, pragmatica, innamorata del proprio lavoro e soprattutto della “sua L’Aquila” nella quale vive e lavora da sempre. Francesco Saverio, noto a tutti come Chicco, di un anno più piccolo rispetto Natalia, è esattamente l’opposto della sorella. Come suo nonno Tito, ha un carattere molto tranquillo, ed è un ragazzo riservato e pacato. Prima del tragico terremoto del 6 aprile, Chicco aveva un’enoteca tutta sua vicino alla Villa Comunale che però è andata distrutta. Oggi Natalia e Chicco vivono con i genitori in una delle abitazioni del Progetto Case a Preturo. La loro villa liberty risalente al 1915, dove vivevano prima del sisma, è attualmente in ristrutturazione. Nati e cresciuti all’Aquila, i due giovani lavorano attivamente nello storico Caffè Nurzia sin da piccolini. Due imprenditori-artigiani che dopo il doloroso evento che ha colpito la loro amata città, si sono rimboccati le maniche ed insieme ai genitori hanno riaperto (esattamente l’8 dicembre 2009) lo storico Caffè Nurzia, riavviando, come da tradizione, la produzione del torrone proprio all’interno del locale.
Francesco Passione
Mi piace andare alla ricerca di ristoranti eccellenti. Un nome su tutti? Sicuramente quello del mio amico Niko Romito a Rivisondoli.
Hobby
Adoro assaporare il vino con gli amici. Prima del terremoto avevo un’enoteca che gestivo io, ma che purtroppo è andata completamente distrutta.
Tempo libero
Sono sempre al Caffè, ma quel poco tempo libero che ho, mi piace trascorrerlo in compagnia dei miei amici. Prima andavamo in giro per i locali del centro storico, oggi ci tocca adattarci!
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La Newsletter della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Pescara Anno IV - n° 11
Il futuro della Camera di Commercio di Pescara è 2.0: eliminazione del digital divide, interazione, web e nuove tecnologie. Un rafforzamento della politica dell’ente volta a soddisfare i nuovi bisogni del mercato, promuovendo soluzioni competitive ed all’avanguardia. All’interno, leggi di PuntoZero, un contenitore di eventi innovativi che si è inaugurato il 15 dicembre con L’Impresa ai tempi del web e che andrà avanti per tutto il 2011. Oppure, clicca su www. pe.camcom.it e scopri il nuovo portale camerale. Per te si sta aprendo un nuovo mondo, non lasciartelo sfuggire.
Imprese InForma la newsletter della Camera di Commercio IAA di Pescara Iscriviti su www.pe.camcom.it
Lavorare Informati Avvisi e Scadenze
15 dicembre: convegno “L’Impresa ai tempi del Web” 17 dicembre: scadenza presentazione domande “Master in Diritto ed Economia del Mare” 19 dicembre: consegna premio “Fedeltà al Lavoro ed al progresso economico” 31 dicembre: scadenza per le iscrizioni alla Camera Arbitrale 24 gennaio: scadenza presentazione domanda per “Ercole Olivario”
Lavorare informati
Novembre 2010
La Camera di Commercio IAA di Pescara apre il portale al web 2.0 Nasce il nuovo portale dell’Ente in chiave web 2.0: profilazione dei contenuti, forme di interazione e comunicazioni su misura sono solo alcuni degli elementi che lo caratterizzeranno. Il nuovo portale è stato presentato il 15 dicembre scorso durante il Convegno “L’Impresa ai tempi del web”, appuntamento che rientra nell’ambito del Progetto PuntoZero, volto alla promozione della cultura digitale e delle soluzioni legate al web ed all’innovazione. Vieni a visitarci su www.pe.camcom.it Uff. Comunicazione e Servizi Informatici tel. 0854536404 comunicazione@pe.camcom.it
PuntoZero: facciamo il punto sul futuro PuntoZero è un progetto ideato dall’ente camerale per diffondere a livello locale una nuova cultura fondata sull’innovazione, la tecnologia ed il web. Sebbene la crisi faccia sentire il suo peso, l’informatizzazione dei processi e della comunicazione aziendale aprono uno spiraglio sul futuro cercando di garantire alle aziende performance migliori accompagnate da un’ottimizzazione delle risorse. Per conoscere PuntoZero, oltre a visitare il sito, puoi andare sulla pagina dedicata di Facebook e Twitter. Uff. Comunicazione e Servizi Informatici tel. 0854536404 comunicazione@pe.camcom.it
Il gusto di mettersi in gara Servizi camerali: la telematica prende piede La Camera di Commercio di Pescara effettuerà la selezione regionale degli oli partecipanti alla XIX edizione del Premio Ercole Olivario. La domanda dovrà essere presentata all’Ente dal 15/12/10 al 24/01/11 con un’apposita modulistica, disponibile sul sito camerale, distinguendo tra sezione oli DOP e sezione oli Extravergine. Novità per l’edizione 2011 è la possibilità, per i frantoi non produttori di olive, di partecipare non solo nella sezione DOP, ma anche nella sezione oli extravergine, con olive acquistate nella zona di origine. Le altre info su www.pe.camcom.it. Uff. Agricoltura tel. 0854536216 agricoltura@pe.camcom.it
Dal mese di novembre 2010, la CCIAA di Pescara ha attivato lo “Sportello Telematico” dell’ufficio marchi e brevetti, un nuovo servizio che permette agli utenti di trasmettere in formato elettronico le pratiche relative alle domande di brevetto per invenzioni industriali e modelli di utilità, oltre a quelle di registrazione di disegni, modelli ornamentali e marchi d’impresa nazionali. Dai primi mesi del 2011 sarà, inoltre, possibile usufruire del servizio di conciliazione on line per assolvere a tutto l’iter burocratico del sistema camerale di giustizia alternativa. Uff. Marchi e Brevetti tel. 0854536266-244 ufficio.metrico@pe.camcom.it
SALDI INVERNALI: dal 6 Gennaio al 6 Marzo 2011 SALDI ESTIVI: dal 15 Luglio al 12 Settembre 2011 www.youtube.com/camcompe Il canale della Camera di Commercio I.A.A di Pescara
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sommario _ anno V n°49 _ dicembre 2010
opinioni&rubriche editoriale
13
Gocce d’inchiostro
ctrl s
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Tendenze, fatti e persone
nonsolo economia
19
L’Italia come l’Irlanda?
il punto
21
Ci scusi presidente Chiodi
la terra di Piero
93
31
Ricostruzione pesante ferma
in primo piano lavoro
26
La Sevel come Pomigliano “La ricostrzione come unico obiettivo”
ricostruzione
31
ricostruzione
34
I piccoli comuni dimenticati
gi confindustria
40
«L’Italia non può più aspettare»
34
in copertina fratelli nurzia
44
Fratelli Nurzia dal 1835 la storia si fa dolce
incarichi&carriere d’auria/pesci/ chiodi/graziani varrassi/frattale/ di eleuterio
51 53
Mtv Abruzzo/Brioni Aer/Giovani dottori commercialisti d’Abruzzo Asl Teramo/Ance L’Aquila/Ance Teramo
storie&persone danilo taddei
54
New generation
Danilo Taddei
storie&persone mariano monaco
56
40
Mariano Monaco e la capacità di rinnovarsi
88
grandi storie adriano olivetti
59
Olivetti, la letteratura entra in azienda
tematiche d’impresa mercati
61
Tutti i segreti del CAP
ricerca& innova ione
63
Dal Made in China al Made for China
fisco
67
Tracciabilità dei flussi finanziari, si cambia!
energia
71
96
Autorità per l’energia elettrica e il gas
99 9
sommario _ anno V n°49 _ dicembre 2010
creatività& innova ione
75
La Rivoluzione “Continua” di Conner: la scienza è più popolare di quanto si pensi!
ict
78
Wi-Fi in volo ma c’è sicurezza?
norme&leggi gestione d’impresa
81 85
Tutte le novità sul “collegato lavoro” Il modello di controllo
103
credito&finan a mediass gpa
88
Mediass GPA leader tra i broker di assicurazione
banca dell’adriatico
89
Restyling per Banca dell’Adriatico
seminari&convegni confesercenti abruzzo
96
Pmi Abruzzo Meeting, Confesercenti alza la voce
confindustria abruzzo
99
Rapporto Confindustria sull’economia abruzzese
turismo
103
Montagnaè 2010
dataone
107
Virtualizzazione: la nuova frontiera aziendale
eventi confcommercio abruzzo
108
globalizzazione
111
Processi di Globalizzazione
informatica
113
E- Security: nuove sfide per la sicurezza informatica
turismo
115
Il cuore bianco del Sud-Europa?
cdo
117
Ri.Cre.A. l’Abruzzo
premi
119
Festival dei Giovani Talenti, un premio per l’abruzzese Raffaele Mauro
volontariato
121
L’importanza della ricerca
infanzia
123
Gala Del Turismo Abruzzese, buona la prima
107
108
113
L’Isola che non c’è Merano Wine Festival
enogastronomia
131
enogastronomia
133
Moscatello di Castiglione, ritorno alla storia
enogastronomia
135
Fior di Reginella d’Abruzzo
segue a pagina
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119
la vita è bella
133 11
editoriale
T
redicimila per la questura, almeno il doppio per gli organizzatori. Qualsiasi sia il numero reale bisogna ammettere che nonostante la pioggia battente sopra il Capoluogo di Regione, la partecipazione è stata molto importante. Stiamo parlando della manifestazione “SOS L’Aquila chiama Italia”. Un evento che ha visto persone, provenienti da tutta Italia, sfilare sotto un’unica bandiera, quella aquilana, senza simboli di partito e per un unico obiettivo: una legge giusta per la ricostruzione di questa città. Gli organizzatori della manifestazione hanno stilato un elenco di cose a cui dicono basta! Chiedono un trattamento fiscale uguale agli altri territori colpiti da calamità, interventi economici per i disoccupati, cassaintegrati e precari e per le attività produttive e commerciali, ricostruzione certa, al di fuori della logica commissariale. Hanno aderito alla manifestazione anche diverse delegazioni di sindacati, associazioni, università, categorie produttive e ordini professionali dell’Aquila e rappresentanze politiche quasi tutte di centro sinistra anche nazionali.
Eleonora Lopes _ direttore
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on era mai accaduto prima. Anche gli imprenditori edili sono scesi in piazza. Lo scorso 1° dicembre si è svolta la manifestazione nazionale di tutte le associazioni imprenditoriali e delle organizzazioni sindacali del settore edile, a Piazza Montecitorio per protestare contro l’insufficienza politica industriale per il settore. L’Ance Abruzzo ha partecipato con una folta rappresentanza di imprenditori, per dare forza e credibilità alle istanze della categoria. Il settore è piegato da una crisi senza precedenti. Dall’inizio della crisi, infatti, il comparto delle costruzioni ha perso a livello nazionale, considerando anche l’indotto, 250mila posti di lavoro. Una cifra che rischia di arrivare fino a 290mila nel 2011. Gli edili puntano il dito soprattutto contro la Pubblica Amministrazione che paga in ritardo lavori regolarmente eseguiti, un’attesa che ha portato alla chiusura di migliaia di imprese. «Nel 2010 abbiamo –ha dichiarato Girolimetti, presidente Ance Abruzzo- registrato anche una forte diminuzione degli appalti pubblici, stimati intorno al 70%. Se a questo si aggiunge l’inaccettabile danno causato dai ritardati pagamenti della PU emerge un quadro di assoluta gravità».
/ gocce d’inchiostro
N
atale, tempo di gioia, sorrisi e doni. In Abruzzo, sarebbe più corretto dire, Natale, tempo di crisi, di rimpasti e rimpastini. La Uil Abruzzo solo qualche giorno fa ha riportato questi sconfortanti dati: ben 4.834 posti di lavoro, più del 51%, sono a rischio o già perduti. A questi dati vanno aggiunti quelli dell’edilizia. La crisi occupazionale aumenta in maniera vorticosa e non intende arrestarsi. La politica nel frattempo pensa alle poltrone da riempire. L’eventuale rimpasto nel Pdl abruzzese dovrà tener conto non solo della situazione nazionale, con l’avvento di Fli e la fiducia al Governo del prossimo 14 dicembre, ma anche dei casi giudiziari che hanno colpito la nostra giunta regionale. Il presidente della Regione Gianni Chiodi, appare più propenso a prendere tempo, ma sembra essere l’unico. Dulcis in fundo, il problema dell’Aquila e della ricostruzione aggravata nei giorni scorsi dall’alluvione che ha colpito alcune zone terremotate. Quasi una persecuzione per questa gente. Siamo sicuri che ci sia qualcosa da festeggiare in questo Natale? Molti abruzzesi, l’unico regalo che vorrebbero trovare sotto l’albero è la certezza di un posto di lavoro.
direttore@abruzzoimpresa.it
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Campagna Amica a Pescara
Melinda per L’Aquila
È stato inaugurato il primo mercato coperto di Campagna Amica d’Abruzzo, promosso da Coldiretti e Fondazione Campagna Amica in collaborazione con l’assessorato alle attività produttive del Comune di Pescara e la Provincia di Pescara. In via Paolucci sarà possibile fare la spesa a “chilometro zero”, il giovedì, venerdì e sabato dalle 8.00 alle 20.00. Ogni genere di prodotto agricolo sarà proposto da 35 produttori che assicurano un rapporto ottimale qualità-prezzo. Presenti all’inaugurazione il prefetto di Pescara Vincenzo D’Antuono, l’assessore regionale all’Agricoltura Mauro Febbo, il presidente della Provincia Guerino Testa, il sindaco Albore Mascia e l’assessore alle Attività Produttive del Comune di Pescara Stefano Cardelli, il direttore generale di Campagna Amica Toni De Amicis, il presidente della Coldiretti Abruzzo Domenico Pasetti e il direttore Simone Ciampoli, il coordinatore regionale della fondazione Campagna Amica David Falcinelli e il segretario di zona della Coldiretti Pescara Mauro Del Ponte.
Il Consorzio delle mele della Val di Non (Consorzio Melinda) ha devoluto 100.000 euro al mercato ortofrutticolo de L’Aquila. La donazione è vincolata all’acquisto di 6 furgoni commerciali, 4 tendoni da furgone e un gazebo in legno. All’evento hanno partecipato sia i più piccoli, che si sono cimentati in una gara di pittura dal tema “Ortofrutta”, sia i più grandi, che hanno degustato piatti tipici della terra trentina preparati dallo chef stellato Cristian Bertol e Marco Bottega. La scelta di realizzare l’evento in piazza Duomo «è particolarmente carica di significato - ha spiegato Michele Odorizzi, presidente del Consorzio Melinda - in quanto vorremmo che i nostri colleghi ripartissero simbolicamente con la loro attività, proprio da dove l’hanno dovuta bruscamente interrompere».
Colletta Alimentare: 217,1 tonnellate dall’Abruzzo Nel corso della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, in Abruzzo sono state donate 217,1 tonnellate di alimenti, raccolti da oltre 4 mila volontari in circa 200 punti vendita di tutta la regione. Un risultato che fa segnare un incremento del 4,8% rispetto al 2009, quando erano state donate 207 tonnellate. Nel dettaglio, a Pescara e provincia sono state raccolte 70 tonnellate, a Teramo 61,4, a Chieti 53,2 e a L’Aquila 32,5. Sin dai prossimi giorni inizierà la distribuzione dei prodotti agli oltre 30 mila poveri dell’Abruzzo assistiti dal Banco Alimentare mediante 188 enti convenzionati. Per Luigi Nigliato, presidente del Banco Alimentare dell’Abruzzo: «La crisi non ferma la generosità del nostro popolo. C’è un sentire comune che sfugge alle analisi, ma che rappresenta la speranza su cui fondare il futuro».
Credito anticrisi “Banche+Confidi=Un’alleanza per aiutare l’artigianato e le piccole imprese a rilanciare l’economia”, è il titolo della tavola rotonda organizzata dal gruppo bancario Ubi, Banca Popolare di Ancona e Fidimpresa Abruzzo (il confidi del sistema Cna). Secondo un’analisi recente del centro studi della Cna Abruzzo, nel primo trimestre del 2010 sono stati registrati timidi segnali di ripresa nell’erogazione del credito alle imprese, è cresciuto di 60 milioni di euro, a fronte di una diminuzione (nello stesso periodo dell’anno precedente) di 110. Secondo la stessa analisi, a sostenere la ripresa sono state quasi esclusivamente le banche più piccole, con 159 milioni su un totale di 231 erogati in più, complessivamente, rispetto alla stessa data del 2009.
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I GIOVANI SI CONFRONTANO CON LA “TERZA REPUBBLICA” Si è svolto presso il Park Hotel Alcione a Francavilla al Mare l’incontro dei Giovani Imprenditori di Confindustria Pescara con lo scrittore Davide Giancalone, autore del libro “Terza Repubblica”. Dopo l’introduzione del presidente dei GI di Pescara Alessandro Addari, si è aperta la tavola rotonda con la partecipazione di Federica Chiavaroli, consigliere Regionale PDL, Marinella Sclocco, Consigliere Regionale PD, Florindo Rubbettino, direttore di Qualeimpresa e naturalmente di Davide Giancalone. Dopo una brillante ricostruzione dell’autore “del dove siamo e come ci siamo arrivati”, ripercorrendo alcuni capitoli del libro, sono state esaminate alla “radice” le fonti della perdita di competitività del nostro paese partendo dalla Scuola e dall’Università. Nella tavola rotonda sono stati affrontati i nodi che impediscono la crescita dell’Italia e della nostra regione in particolare, partendo dall’analisi del passato. Il nuovo libro di Giancalone “Terza Repubblica” (Rubbettino Editore), è una brillante e appassionante ricostruzione di come il nostro paese sia arrivato a questo punto, ma anche, nella seconda parte, l’individuazione di proposte concrete per riprendere la strada dello sviluppo in ambito economico e della crescita civile. In chiusura un messaggio positivo, riportato anche nel retrocopertina del libro: abbiamo forze, risorse e passione per riprendere la via dello sviluppo economico e della crescita civile, ma dobbiamo chiudere la lunga agonia della Prima Repubblica, superando la Seconda, mai nata, e dare vita alla Terza Repubblica.
Provincia di Teramo, stati generali dell’economia: credito, misure anti-crisi, formazione Alla Provincia di Teramo toccherà il compito di coordinare il lavoro dei gruppi tecnici che trasformeranno in proposte i punti programmatici individuati. Credito, misure anticrisi, formazione. Sono questi, in estrema sintesi, i punti sui quali l’Opes, l’Osservatorio provinciale per l’economia e lo sviluppo, riunitosi a Teramo, che ha fatto registrare la convergenza degli interventi di sindacati e associazioni datoriali; insieme a loro, questo l’impegno assunto, i punti programmatici individuati anche dalla mozione unitaria votata dal Consiglio, si trasformeranno in un’agenda di lavoro a breve termine. «Prendo atto con piacere – ha detto il presidente, Valter Catarra - che molte delle nostre idee coincidono con le vostre proposte. Non si tratta di ripartire, ma di ampliare quello che già si sta facendo con il contributo di tutti. Occorre, rispetto al passato, un salto culturale».
Il Centro Nazionale Studi di Diritto del Lavoro si confronta con l’AIDP Si è svolto presso l’Aula Alessandrini del Tribunale di Pescara, il convegno su “Innovazione e lavoro di qualità” organizzato dal Gruppo Regionale AIDP Abruzzo e Molise, dal Centro Nazionale Studi di Diritto del Lavoro “Domenico Napoletano” - Sezione Abruzzo Adriatico e dallo Studio Avvocato Alfonso Vasile & Altri di Pescara. Ai lavori, introdotti da Raffaele Credidio, presidente AIDP Abruzzo e Molise, e dal segretario della Sezione Abruzzo Adriatico del Centro Studi, avv. Alfonso Vasile, hanno partecipato illustri relatori, tra i quali il prof. Valerio Speziale, ordinario di diritto del lavoro all’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, Paolo Arrigoni, senior Legal della Micron Technology Italia, Carlo Pettinelli, direttore del Personale e dell’Organizzazione della Fater e il prof. Giuseppe Santoro Passarelli, ordinario di diritto del lavoro all’Università “La Sapienza” di Roma. La relazione di sintesi e le conclusioni sono state curate dal presidente del Centro studi “Domenico Napoletano” e giudice della Sezione lavoro del Tribunale di Pescara, Carmine Maffei. Tra i temi trattati, di particolare interesse è stato quello relativo ai “tempi di lavoro e tempi di vita, la flessibilità scelta: riflessioni, aggiornamenti ed esperienze in margine alla L. 53/2000”.
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I FONDI PER LA FORMAZIONE Organizzato da Confindustria Pescara e Confindustria Abruzzo con la collaborazione di Sinergie Education, il seminario sui Finanziamenti per la Formazione ha coinvolto numerosi imprenditori. Obiettivo dell’evento, rendere semplice e accessibile alle aziende e ai lavoratori l’utilizzo della formazione, leva indispensabile per favorire l’innovazione e lo sviluppo, attraverso Fondimpresa e Fondirigenti, ovvero i due fondi promossi dal Sistema Confindustria per promuovere la formazione continua di operai, impiegati e quadri e dirigenti. Sono ancora poche infatti le imprese che sanno cogliere appieno i vantaggi offerti dai Fondi per la formazione, due tra tanti che per ogni esigenza formativa dei dipendenti (inglese, informatica, sicurezza…) si può realizzare un corso specialistico senza esborsi diretti e che aderire a Fondimpresa e Fondirigenti non costa nulla. Hanno portato la loro testimonianza due imprese soddisfatte dall’utilizzo dei Fondi per la formazione: Eco Fox Srl e Luigi D’Amico “Parrozzo” Sas. Sono intervenuti come relatori: Nicola Di Marcoberardino, delegato Formazione ed Education di Confindustria Pescara, Luigi Di Giosaffatte, direttore Confindustria Pescara, Chiara Aloisio, operatore AT Fondimpresa Abruzzo, Chiara Nardi, Responsabile Area Progettazione Sinergie Education S.r.l, ed Elisa Antonioni, direttore generale Sinergie Education S.r.l.
CONFINDUSTRIA PESCARA VISITA LA FATER “Crescere nei cicli economici: flessibilità, innovazione, sostenibilità per un nuovo modello di business”, questo il nome dell’evento organizzato dalla grande azienda Fater SpA e da Confindustria Pescara, gruppo Giovani Imprenditori per conoscere meglio questa grande realtà industriale. Dopo la presentazione del case history Fater a cura del direttore generale Roberto Marinucci, per tutti coloro che hanno partecipato all’incontro, è seguita una visita guidata allo stabilimento produttivo nel settore pannolini. All’incontro hanno partecipato: il presidente di Confindustria Pescara Enrico Marramiero, il direttore Luigi di Giosaffatte e il presidente dei GI, Alessandro Addari.
SINERGIA ADV REALIZZA IL NUOVO PACK DELVERDE È stato ufficialmente presentato a Fara San Martino, il nuovo marchio della “griffe” abruzzese recentemente acquisita da Molinos Argentinos. È opera di Sinergia Adv di Pescara, già partner della Delverde, che si è aggiudicata il contest prevalendo su importanti strutture italiane ed estere. Risultato che premia l’esperienza ultraventennale di un’agenzia alla quale anche il nuovo management sudamericano ha riconosciuto doti quali tempestività, professionalità, propositività. Grazie anche al cospicuo know-how nel settore pasta e beni di largo consumo, Sinergia ha centrato l’obiettivo conferendo ricercatezza a un prodotto premium attraverso la ridefinizione di lettering, forme e colori. Un marchio moderno dal sapore antico, che esalta l’identità di marca irrobustendo il doppio legame al “made in Italy”: qualità del prodotto e suggestioni stilistiche. Oltre all’estetica, il nuovo involucro spicca per la busta “stand-up” (rimane in piedi ) e il pratico sistema salvafragranza nei formati “corti”, mentre la “lunga” ha un pack orizzontale per accrescere personalità e visibilità. Di grande rilievo, novità assoluta nel settore, l’inserimento del Qr Code sulle confezioni da oggi… multimediali.
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tenden e fatti persone
MORTI BIANCHE, NUMERI ALTI, MA L’ABRUZZO LASCIA LA MAGLIA NERA Il rapporto annuale regionale sulle morti bianche illustrato dall’Inail in apertura del convegno sulla “Prevenzione delle neoplasie professionali” lancia un dato positivo per la nostra regione se rapportato al nazionale togliendo all’Abruzzo la maglia nera. I numeri denunciati dall’Istituto nel 2009 sono comunque alti: 19.705 gli infortuni nei luoghi di lavoro, quasi 2 mila in meno rispetto al 2008 e oltre 5 mila rispetto al 2006. Al contrario aumentano i casi mortali, da 34 a 39, riaffermando così un tragico trend secondo cui ogni anno in Abruzzo muoiono sul luogo di lavoro dai 30 ai 40 lavoratori, a cui si aggiungono nel 2009 le 14 morti avvenute a seguito di un incidente stradale in orario di lavoro. L’Aquila con 14 decessi è la provincia con maggior numero di morti bianche, seguono Teramo con 10, Pescara con 8 e Chieti con 7 morti. Un focus particolare è ai lavoratori stranieri: 2.362 gli infortunati, dato in diminuzione rispetto al 2008.
L’AQUILA È LA CITTÁ PIÚ VERDE D’ITALIA Fortunati i bambini aquilani, poiché ognuno di essi può giocare sulla più grossa porzione di territorio verde d’Italia. È infatti L’Aquila il capoluogo di provincia con un verde pro-capite ben al di sopra della media nazionale, 2.787 metri quadri contro 106. La notizia è contenuta ne L’Atlante dell’infanzia in Italia, presentato da Save the children. Poveri di verde nella nostra regione sono invece i bambini teatini, che non possono avere più di 5 mq di verde ciascuno. Nell’Atlante sono contenute anche indicazioni sui tassi di inquinamento dell’aria e insieme a città del nord come Torino, Milano, Brescia, c’è Pescara. La città adriatica è tra le prime per il maggior numero di giorni di superamento del valore limite di particolato, polveri sospese nell’aria che penetrano nelle vie respiratorie causando problemi cardio-polmonari e asma.
L’AQUILA DA RAITRE CON FAZIO E SAVIANO A NEW YORK CON VENDOLA «Vado via perché questo Paese ha perso una città: L’Aquila». «Resto qui finché non si potrà fare una passeggiata nel centro dell’Aquila ricostruito». Hanno duettato così rispettivamente Roberto Saviano e Fabio Fazio nella terza puntata del programma di Rai 3 Vieni via con me, facendo battere il cuore ai tanti aquilani sintonizzati. È stato nella lista dei motivi per i quali bisogna andarsene dall’Italia o si può restare a viverci, che ha trovato posto lo scambio dedicato anche al capoluogo abruzzese. Di qui migliaia di aquilani sul social network Facebook hanno scritto “Io resto” spiegandone il perché. Nell’ultima puntata della trasmissione Saviano ha dedicato alla vicenda della Casa dello studente uno dei suoi monologhi. Ma il terremoto è arrivato anche nella Grande mela, dove a farsene portavoce è stato il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che si è espresso favorevolmente alla legge di iniziativa popolare dei comitati aquilani, promossa proprio nella manifestazione “Sos L’Aquila chiama Italia” e ha accusato «Dopo un anno e mezzo non c’è nessuna discussione pubblica sulla ricostruzione. La ricostruzione di una delle città d’arte più importanti del mondo, come L’Aquila».
Errata corrige Nel numero scorso di Abruzzo Impresa la foto a pagina 28 è il lungomare di Fossacesia in provincia di Chieti e non, come erroneamente indicato nella didascalia, di San Vito. Ci scusiamo per la svista.
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Sede di Castiglione M. Raimondo Viale Umberto I 64034 Castiglione M.R. (TE) Tel. 0861/9941 Fax. 0861/994215
Filiale di Rosciano Via Roscio da Montechiaro 65020 Rosciano (PE) Tel. 085/8509142 Fax. 085/8509853
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nonsoloeconomia
Giuseppe Mauro Economista e Ordinario di Politica Economica
L’Italia
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come l’Irlanda?
i risiamo. La crisi finanziaria colpisce ancora. Dopo la Grecia anche l’Irlanda e molti si chiedono a chi toccherà prossimamente. Al Portogallo, alla Spagna o anche all’Italia? In effetti, c’è il pericolo di un contagio, ove si pensi che tutte le principali banche europee sono coinvolte nella crisi irlandese. La posta in gioco è molto alta e si corre il rischio di un effetto domino che potrebbe coinvolgere la sopravvivenza dell’euro. Per quanto riguarda l’Irlanda, non si può fare a meno di rilevare che a fine 2009 la posizione debitoria netta con l’estero era del 75,1% del prodotto interno lordo. Si interrompeva così il lungo processo di crescita basato essenzialmente su un’aliquota per le imprese particolarmente bassa, pari al 12,5%, tale da favorire una forte attrattività di capitali dalla stessa Europa e dagli Stati Uniti. Un regime fiscale da molti ritenuto “scandaloso”, in quanto capace di sottrarre capitali agli altri paesi europei e quindi di produrre effetti consistenti di crescita per la sola Irlanda. L’Irlanda è diventata così il secondo paese, dopo la Grecia, a chiedere il sostegno dell’Unione Europea. Le cause della crisi sono più o meno simili a quelle sperimentate in Grecia: spesa pubblica cresciuta in maniera consistente negli ultimi dieci anni, mutui facili, prestiti a pioggia. Anche in questa circostanza, non appena il valore delle case è via via diminuito, fino a raggiungere un livello inferiore del 60% al valore di due anni prima, da un lato, è scoppiata la prima bolla immobiliare e, dall’altro, è cresciuta l’esposizione delle banche verso questo settore, che ha portato ad una spaventosa crescita dei crediti inesigibili. Il prodotto interno lordo è crollato, la disoccupazione ha raggiunto il 13%, le banche si ritro-
vano una quantità enorme di titoli tossici ed è iniziato un flusso migratorio di proporzioni non trascurabili. Ovviamente, è anche aumentato lo scostamento dei titoli pubblici irlandesi rispetto agli analoghi Bund tedeschi. Infatti, l’Irlanda conosce un differenziale di 593 punti base, valore superiore a quello del Portogallo, pari a 427, e in continua ascesa con il rischio di raggiungere quello greco, di 939 punti. È bene ricordare che per l’Italia il valore è pari 163 punti base. L’intervento di 85 miliardi di euro da parte del Fondo Monetario e dell’Unione Europea e le misure di risanamento poste in essere dal governo nazionale di 15 miliardi di euro hanno contribuito a respingere la speculazione che imperversava sui mercati. Obiettivo principale del governo è quello di riportare il rapporto del deficit pubblico sul pil dall’attuale 11,7% al 3% entro il 2014. Si tratta di provvedimenti fortemente rigorosi che colpiscono il pubblico impiego con stipendi ridotti del 10%, che introducono un taglio di circa 24 mila posti di lavoro e di una contrazione di un euro del salario minimo, e che portano ad un aumento dell’iva e a risparmi nella spesa sociale. La difficile situazione irlandese è stata avviata a soluzione, ma rimane un problema di fondo. Emerge ancora una volta che i paesi con elevato debito pubblico possono essere sottoposti a continue speculazioni finanziarie e che gli accordi di Maastricht che hanno portato all’euro poggiano più su una costruzione di tipo monetario che reale. Appare inoltre evidente la posizione svolta dalla Germania all’interno della costruzione europea tesa a confermare il ruolo di paese leader e il suo modello di sviluppo basato sulle esportazioni
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il punto
Mauro Di Pietro giornalista
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i scusi presidente Chiodi a proposito dell’ultimo buco sanitario, non abbiamo capito la notizia. Vediamo di seguire il suo ragionamento. Dopo due anni dal suo insediamento, lei scopre che le precedenti amministrazioni di centrodestra, quindi suoi sostenitori, e di centrosinistra hanno distratto 528 milioni di euro dal sistema sanitario nazionale in favore del bilancio regionale. Aggiunge pure che la scoperta del “superbuco” (altri ne sono stati messi a segno da lei in questi mesi, ma di inferiore entità), è fresca di novità perché sono cambiati i criteri di analisi dei conti della sanità, introdotti soltanto nel 2009 e, partiti quindi nel 2010. Senonché rincuora dicendo che però bisognerà coprire solo 360 milioni di euro dei 528; quindi torna ad affondare minacciando che bisognerà farlo entro il 31 dicembre. Tranquillizza di nuovo dicendo che l’esposizione debitoria per il 2010 è di circa 20 milioni di euro, ma torna a minacciare paventando il rischio di nuove tasse o, male che vada, che i fondi Fas promessi dalla sua Giunta all’universomondo, potrebbero essere sacrificati sull’altare della vicenda sanità. Tuttavia rincuora ancora perché il tavolo di monitoraggio governativo, istituito con il compito di fare le pulci alle regioni canaglia, l’Abruzzo era in cima a questo elenco, conferma il giudizio positivo “sull’operato dell’attuale giunta regionale abruzzese, con la sola raccomandazione di tagliare le teste ai primari”. Sic. E il “superbuco”? Ci scusi Presidente, ma ricominciamo di nuovo da quello che ricordiamo. La Regione Abruzzo viene commissariata dall’allora Governo Prodi
per il pesante deficit sanitario ed obbligata a seguire un percorso guidato di rientro dal deficit sanitario. Tutti i conti vengono passati al setaccio, compresa l’anomalia del computo del Fondo sanitario regionale nel bilancio della Regione. A ciò si deve aggiungere che il servizio di controllo contabile della Regione deve cominciare a certificare la rispondenza e la praticabilità delle spese sostenute dalle Asl fino a quel momento pagate a piè di lista. Non crediamo, quindi, che proprio il tavolo di monitoraggio, dove siede il temutissimo Ministero dell’Economia, scopra ora il buco da 500 milioni di euro, quando, guarda caso, per la procedura prevista dall’Intesa Governo-regione per il ripiano del deficit sanitario, la Regione Abruzzo avrebbe dovuto chiudere la partita debitoria, sottoscrivere entro quest’anno un piano operativo, con la certificazione del rientro dal deficit e la fuoriuscita dalla fase commissariale, per un ritorno graduale alla gestione ordinaria del settore sanità. Perché se il suo operato è tanto da lodare il Governo non firma questa nuova conclusiva intesa con la Regione quale prova tangibile della sua efficienza? Perché oggi ci propone come nuova una notizia vecchia e non ci dà quella dell’uscita dalla fase emergenziale e commissariale, con conseguente ripiano dei debiti? Cosa ha voluto veramente comunicare con il superbuco: nuove tasse, costringere alla resa il sistema imprenditoriale abruzzese che chiede soldi per lo sviluppo? Ci faccia capire Presidente, magari alla prossima conferenza stampa
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È Natale, tra i regali non fatevi mancare una lettura. Concedetevi “L’economia Giusta” dello scomparso Edmondo Berselli. Un pamphlet di 100 pagine, a 10 euro, della collana Vele di Einaudi. Una lettura più che realista della crisi economica internazionale, dei rimedi che hanno già fallito o che non riescono ad essere credibili. Allora una via d’uscita è più semplicemente avere meno risorse, meno soldi in tasca. Essere più poveri. Questo l’ammonimento che Berselli lascia cadere nelle ultime righe.
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4a convention delle imprese
Premio Aquila Reale 2010
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Il premio aquila reale della passata edizione
Antonio Del Corvo - Provincia dell’Aquila R. Tordera A. Battaglia - Carispaq Marco De Virgiliis - Parsek
Massimo e Antonio Pavone - Fox Italia Guerino Testa - Provincia di Pescara Onofrio Totaro - CRMP
Guido Bertolaso - Protezione Civile Donato Di Fonzo - Lancianofiera Fam. Barbuscia - Barbuscia
Fam. Evangelista - Evangelista Gomme
Gerardo Gigli - Edimac
Giulio Pedicone - Las Mobili
Anche quest’anno, come di consueto, ci sarà l’assegnazione del premio”Aquila Reale” alle ultime 12 copertine di Abruzzo Impresa. Un riconoscimento agli imprenditori che rappresentano l’Abruzzo sano, produttivo, quello che nonostante il momento difficile, non intende mollare, ma anzi contribuisce con coraggio e sacrificio, alla ripresa del territorio. La scorsa convention, a premiare i nostri “Capitani d’impresa” fu il sottosegretario al Ministero dell’Interno Alfredo Mantovano.
Appuntamento con l’impresa 24 febbraio 2011
4a Convention delle imprese Ex Foro Boario Chieti Scalo
2007
4a Convention delle imprese
Emma Marcegaglia, capitano d’impresa Tanti ospiti di spicco nel primo appuntamento organizzato da Abruzzo Impresa e Confindustria Abruzzo
È
2008
l’ora del dialogo. Tra il mondo dell’imprenditoria e quello della politica. Via le barriere, via le lungaggini burocratiche, e dentro una strategia di concertazione in cui tutti concorrano alla ripresa economica del Paese. Protagonista assoluta della prima convention delle imprese, tenutasi presso il Grand Hotel Adriatico di Montesilvano, è stata l’allora vice presidente nazionale di Confindustria Emma Marcegaglia. La prima convention delle imprese, organizzata dal mensile Abruzzo Impresa e da Confindustria Abruzzo, in collaborazione con la facoltà di Economia di Pescara, ha riscosso grande successo ben oltre le aspettative. Presenti molti protagonisti della politica e dell’imprenditoria: tra questi Sergio Galbiati, Giuseppe Del Gesso, Massimo Minolfi, Pasquale Cordoma, Luciano D’Alfonso e Ottaviano Del Turco, intervenuti nella tavola rotonda.
Convention di successo, grandi nomi a confronto Due tavole rotonde per discutere della crisi e delle possibili vie per uscirne
L
a crisi può essere paradossalmente l’occasione giusta per ricominciare alla grande. Quella che sembra una frase fatta è stata in realtà argomentata in modo dettagliato dagli illustri protagonisti della seconda Convention delle imprese. Maurizio Beretta, Renato Brunetta e Raffaele Bonanni, ovvero industria, politica e sindacato. Insieme a tante altre personalità di spicco delle tre realtà, hanno dato vita a un interessante dibattito finalizzato al reperire una o più soluzioni per uscire dalla crisi che attanaglia il Paese. In linea con le attese, è stato il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta a rubare la scena: «Servirà più impegno da parte di tutti, aumentando la produttività e riducendo al massimo la burocrazia, anche a costo di lavorare di più. Ne va della salute della nostra economia». Sono state due le tavole rotonde che hanno caratterizzato l’evento: la prima composta da figure politiche e imprenditoriali della regione Abruzzo, la seconda, moderata dall’allora direttore del “Sole 24 Ore” Ferruccio De Bortoli e animata da personalità di rilevanza nazionale.
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Innovare per ricostruire
2009
Al centro alcune immagini delle ultime edizioni
Alla terza Convention, svoltasi 8 mesi dopo il terremoto che ha colpito L’Aquila, si è parlato di ricostruzione e di un modello di sviluppo che faccia rinascere il capoluogo e l’Abruzzo
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Quarta Convention delle Imprese, si parte! Abruzzo Impresa e Confindustria Abruzzo di nuovo insieme nell’organizzazione dell’appuntamento più importante per i nostri imprenditori
24/02/2011
tessa determinazione della prima edizione, ma una location d’eccezione, ha fatto da cornice alla Convention 2010. I fatti tragici che hanno colpito la città dell’Aquila e la sua provincia ci hanno indotti a svolgerla proprio nel Capoluogo di Regione, ma soprattutto ad incentrare la tematica della Convention sulla ricostruzione. Innovare e ricostruire: per un nuovo modello di sviluppo per l’Abruzzo infatti, è stato il titolo del convegno e come oramai di consueto, ospiti illustri appartenenti al mondo politico, imprenditoriale, sindacale, creditizio e universitario, sono intervenuti nella prima tavola rotonda. Tra questi: Guido Bertolaso, Alfredo Mantovano, Enrico Letta, Luigi Angeletti, Luigi Abete, Giovanni Fiori e Giampaolo Galli. Moderatore del convegno, il dinamico conduttore Rai Giovanni Floris. Ma anche una tavola rotonda con ospiti regionali ha affrontato le delicate problematiche del nostro territorio con un occhio di riguardo verso i cittadini aquilani.
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a macchina organizzativa della quarta Convention delle Imprese è già all’opera. Un lavoro che vede sin dal primo anno, fianco a fianco Abruzzo Impresa e Confindustria Abruzzo. La location è già definitiva: l’ex Foro Boario della Camera di Commercio di Chieti, una struttura moderna, situata in una zona strategica e facile da raggiungere. Per i nomi degli ospiti, ci sono già le prime conferme, una su tutte la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, su altri si è in attesa di una risposta. Tre Convention indimenticabili e dall’indiscusso successo, che hanno visto la presenza di ospiti nazionali di altissimo livello. Al termine della tavola rotonda, come di consueto, ci sarà la premiazione delle ultime 12 copertine di Abruzzo Impresa con il premio “Aquila Reale”. L’appuntamento è per il prossimo 24 febbraio, non ci resta che rinnovarvi l’invito a partecipare numerosi.
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in primo piano
V
enerdi 26 novembre. Tardo pomeriggio. Su skytg24 scorre la notizia che Mirafiori produrrà Jeep e berline Alfa Romeo. Penso immediatamente che sarà un ottimo elemento per discuterne con il segretario provinciale della Fiom-Cgil, Marco Di Rocco, classe 1965, con il quale ho appuntamento in serata presso la sede della CGIL in via Isonzo a Lanciano per parlare della Sevel. Penso, logicamente, che la produzione annunciata è sinonimo di lavoro, dunque di attività produttiva, ma voglio capire meglio di che si tratta. Sevel, cioè la più grande azienda abruzzese, una volta era la metafora di un Abruzzo in salute, forte e vigoroso, che accettava senza paura le sfide più lungimiranti del futuro. Oggi la Sevel è sempre una metafora, ma di un’atrofica situazione di precarietà, simbolo ahimè per antonomasia dello tsunami della crisi che ha invaso questa regione. Più di un anno e mezzo fa, sempre su queste pagine, avevamo voluto portare a conoscenza di tutti, attraverso un’inchiesta, le eccellenze produttive
«Bisogna puntare sull’innovazione, sulla qualità. Abbiamo gli strumenti per farlo» dell’Abruzzo, di quelle aziende che “nonostante tutto”, ce la facevano a resistere all’onda anomala della crisi, magari anche assumendo. Avevamo capito che non si trattava di “improvvisazione aziendale”, ma era questione di lungimiranza, di consapevolezza. Queste aziende erano, in altre parole, preparate. Vogliamo vedere se, effettivamente, la preparazione di quel novero ristretto di “eccezioni positive” ha fatto scuola, ha insegnato a comportarsi in periodi delicati come quello attuale, oppure se sono rimaste solo delle sporadiche brillantezze nella selva oscura in cui si ritrovano, purtroppo, tantissime realtà di questo territorio. Intere pagine dei quotidiani regionali, servizi delle emittenti locali, convegni tecnico-politici delle più svariate zone d’Abruzzo, dedicano sempre una menzione particolare alla Sevel con un’infinità di contorni. Questa volta vogliamo cambiare la prospettiva d’osservazione. Il punto di vista è quello del sindaco
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più rappresentativo all’interno della Sevel, la FIOMCGIL. È solo l’inizio del nostro intento; Abruzzo Impresa vuole approfondire lo stato di salute del comparto produttivo di questo territorio. Sentiremo i più svariati attori, i cosiddetti stakeholders di questo territorio. Il mio colloquio con Marco Di Rocco parte subito con una sorta di “provocazione” da parte mia: gli mostro il libro di Stefano Livadiotti, penna autorevole de L’espresso e autore del libro “L’altra casta. Privilegi. Carriere. Misfatti e fatturati da multinazionale. Inchiesta sul sindacato”, (edizione Bompiani, 2008). Gli chiedo quindi se l’ha letto. «Lo conosco bene questo libro – esordisce Marco Di Rocco, due cellulari d’ordinanza in dotazione oltre al fisso della sede che continuano a squillare senza soluzione di continuità e lui è sempre pronto a rispondere e a rassicurare tutti – ma ti voglio anche dire che fino a quando la CISL e la UIL continueranno a dire sempre si e continueranno a soddisfare le richieste del governo, la casta si rafforzerà ancora ulteriormente. E poi – prosegue il segretario – noi della FIOM, non rinnovando il contratto nazionale del settore metalmeccanico, abbiamo perso circa 500.000 euro di entrate». «Qualcuno parla di ruolo “strumentale” del sindacato – gli chiedo – che poi è un po’ il laitmotiv del libro di Livadiotti». «Ti posso semplicemente dire che dopo l’accordo di Pomigliano le altre sigle si sono allontanate dalla vita di fabbrica, ma così si fa solo male agli operai. Noi continuiamo sulla nostra linea di condotta, lo facciamo per il bene di tutti i lavoratori. Vogliono mettere in pratica anche dalle nostre parti quella che definirei la “pomigliarizzazione” della Sevel – continua Di Rocco – con scopi che umiliano gli operai: in pratica la FIAT vuole essere libera dalla trattativa sindacale e vuole governare senza vincoli la vita dei lavoratori. Vi pare normale? Forse la strumentalizzazione è di qualcun altro». E sulla notizia che Mirafiori produrrà Jeep e berline Alfa Romeo? «Troppo presto per esprimermi - è la risposta - ne sono venuto a conoscenza da poco e voglio capire meglio». Che i rapporti tra il management Sevel e la FIOM non siano certo idilliaci lo si intuisce facilmente: «Dal 2007 non c’è confronto tra noi e l’azienda – spiega non ci convocano nemmeno, ci hanno esclusi da tutto e non capiscono che non hanno escluso solo la CGIL, ma l’intero territorio». E sull’apparato politico il commento è duro: «Al pre-
Âť di Alessio Giancristofaro
La Sevel
come Pomigliano Ăˆ il timore che paventa con determinazione il segretario provinciale della Fiom-Cgil Marco Di Rocco in questa intervista, sulle problematiche della piĂš grande azienda abruzzese che produce i furgoni targati Fiat
Lo stabilimento della Sevel. Foto concessa da Sevel (archivio Abruzzo Impresa)
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sidente della regione Chiodi abbiamo chiesto di sensibilizzare i vertici Sevel affinché ci ascoltassero. Probabilmente Chiodi ci avrà anche provato, ma la Sevel, non ascoltandoci, ha fatto capire che non ha nulla da dirci. In generale – aggiunge Di Rocco – i politici della zona sono stati vaghi, salvo alcune rare eccezioni. La politica abruzzese doveva emanare leggi, fare atti, proporre nuove idee e non lasciarci nel baratro dell’immobilismo. La classe politica dovrebbe sapere, ma se non lo sa glielo ricordiamo adesso – precisa Di Rocco – che c’è una generazione, quella nata a cavallo tra gli anni 80 e 90, che non lavora più. I giovani non entrano più nelle fabbriche. È in atto una crisi sociale senza precedenti – prosegue – che sta per esplodere definitivamente. Lo sa la classe politica di tutte le fazioni – continua il delegato della FIOM – che i lavoratori non hanno più liquidità e c’è chi ha dovuto mettere mano ai risparmi di una vita per sopravvivere?». Passiamo ai numeri della crisi e della Sevel. «L’intera provincia di Chieti è in crisi, sta vivendo una crisi sociale che non sappiamo nemmeno noi quantificarla – spiega Marco Di Rocco – la situazione è drammatica. In questa provincia – aggiunge il rappresentante della FIOM – ben 87 aziende hanno avviato le procedure di mobilità e oltre 5000 lavoratori sono stati colpiti da questa crisi. Le dimensioni sono stratosferiche, più della metà di questi 5000 lavoratori appartiene al settore metalmeccanico. E come se non bastasse, 200 aziende ricorrono alla cassa integrazione da due anni. Chi pensa ai precari? Le politiche di Marchionne e del governo non sembrano interessarsi a questi dati, ma invece sono molto interessati a cancellare il volto delle nostre fabbriche, a far diventare i lavoratori degli schiavi. Ci siamo sempre impegnati per il bene di questa azienda – continua – nel 2010 abbiamo fatto 4 sabati di straordinario, ci teniamo alle sorti della Sevel, se ci è stato chiesto di fare sacrifici mai ci siamo rifiutati di farli. Ricordo bene l’anno 2005 quando Marchionne ci veniva a fare visita e si fermava a parlare e a stringere le mani, quel Marchionne che prendeva con noi l’impegno di portare lo stabilimento a produrre 300.000 furgoni. Era un Marchionne che si era aperto alla parificazione salariale con la FIAT, era il promotore di un certo tipo di relazioni sindacali mirate alla correttezza, al rispetto dei ruoli, improntate alla concertazione. Oggi, purtroppo, sta tagliando e sta riducendo al nulla i lavoratori, li sta annientando». Cosa fare, dunque? «Bisogna puntare sull’innovazione, sulla qualità. Abbiamo gli strumenti per farlo – incalza Di Rocco – ma questi strumenti rimangono tali solo sulla carta. Mi riferisco al Campus
d’innovazione tecnologica, un punto di forza per tutti noi che, però, rimane tale solo sulla carta. Vi faccio un esempio per farvi capire lo stato del settore della Val di Sangro: la Honda, per la prossima stagione, prevede una
Il segretario provinciale della Fiom-Cgil, Marco Di Rocco. Foto di Andrea Colacioppo
«Le politiche di Marchionne e del governo non sembrano interessarsi a questi dati, ma invece sono molto interessati a cancellare il volto delle nostre fabbriche» produzione di 10.000 moto in meno il che, tradotto, significa cassa integrazione, chiusure varie, ulteriore crisi in generale. Lo sappiamo tutti in anticipo e nessuno interviene. La FIOM urla i problemi che ci sono in giro e auspica la ripresa, cerca di sensibilizzare. Confidustria, così come la politica e le istituzioni, dovrebbe spendersi di più per la soluzione di questi problemi. Se riparte la SEVEL, in qualche modo, riparte l’economia della nostra regione – conclude il delegato della FIOM – e faccio solo notare che nel 2008 questa azienda ha fatturato 3 miliardi e 300 milioni di euro producendo 258.000 furgoni, nel 2009, l’anno terribile della crisi per intenderci, ha fatturato 1 miliardo e 600 milioni di euro sfornando 120.000 Ducati, mentre per questo 2010 che si avvia alla conclusione il fatturato previsto è di 2 miliardi e 200 milioni di euro con una produzione di 190.000 furgoni». L’inchiesta continua nel prossimo numero di Abruzzo Impresa, auspicando di sentire i vertici della Sevel
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» di Modesto Lolli*
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foto di Marco Giancarli
“La ricostrzione come
unico obiettivo” L’Aquila 20 novembre: Confindustria scende in piazza. Il Comitato P. M. I. ha aderito alla manifestazione con un documento programmato
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l Comitato Piccola e Media Industria di Confindustria L’Aquila ha aderito alla manifestazione del 20 novembre ritenendo che l’unità di tutte le forze e delle risorse presenti sul territorio sia strategica e indispensabile perché venga individuato, sostenuto e attuato un necessario PROGRAMMA DI INTERVENTI che permetta al Capoluogo di uscire dalla situazione di emergenza e di rinascere. Alla manifestazione il Comitato P.M.I. ha partecipato in maniera propositiva, come è nella tradizione confindustriale e, pertanto, il 20 novembre ha sottoposto all’attenzione collettiva un pacchetto di azioni concrete, concertate con le altre associazioni di categoria con le quali ha costituito il Comitato Attività Produttive per lo Sviluppo e l’Occupazione nell’area del sisma (Camera di Commercio dell’Aquila, Confindustria L’Aquila, Ance L’Aquila, Apindustria-Confapi L’Aquila, Confcommercio L’Aquila, Confesercenti L’Aquila, Confartigianato L’Aquila, Cna L’Aquila, Coldiretti L’Aquila, Cia L’Aquila, Cidec L’Aquila, Confcooperative L’Aquila, Legacoop Abruzzo - Abi L’Aquila, organizzazioni sindacali dei lavoratori Cgil, Cisl, Uil, Ugl L’Aquila). L’adesione alla manifestazione è espressione di PARTECIPAZIONE ATTIVA, finalizzata al perseguimento dell’interesse di tutto il Territorio: imprese, lavoratori, famiglie. Purtroppo le manifestazioni precedenti sono apparse all’opinione pubblica italiana come espressioni insensate di facinorosi o, peggio, di gente che “ci vuole marciare”. Gli italiani non sanno qual è la situazione reale: nessun paese terremotato si è visto costretto a pagare le tasse dopo un anno e mezzo dal disastro e, in più, al 100%, come è accaduto invece per L’Aquila; agli altri sono stati concessi 10 anni di tempo e il pagamento del 40% dell’intero ammontare. Gli italiani non sanno che è la prima volta che viene
raso al suolo un Capoluogo di Provincia e di Regione, pure 6° patrimonio culturale d’Italia, per cui paragoni con San Giuliano, Nocera Umbra eccetera sono insensati e strumentali per non affrontare la questione nei termini di giusta gravità ed eccezionalità. Gli italiani non sanno che non possiamo diffondere la conoscenza della gravità della situazione per evitare ulteriori conseguenze dannose; sul territorio abbiamo anche grandi aziende e multinazionali la cui immagine sul mercato internazionale va tutelata: chi sareb-
be disposto ad investire, con o senza di esse, su un Territorio del quale si percepisce l’immagine di totale devastazione e incapacità di gestire quasi qualunque tipo di pratica amministrativa? Sarebbe opportuno che, data la gravità della situazione aquilana, i mass media locali si attivassero per riservare uno spazio costante alle iniziative concrete assunte per la città, scegliendo di privilegiare queste rispetto a fatti di cronaca, beghe tra politici, facili vetrine. Il documento che Confindustria ha elabo-
* Presidente del Comitato Piccola e Media Industria Confindustria L’Aquila
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rato in raccordo con tutte le Associazioni di categoria è nelle mani dei nostri politici, e a breve si avrà riscontro dei “SI” e dei “NO” che il Governo darà agli Aquilani.
Pertanto, affinché L’Aquila e l’Abruzzo si facciano valere a Roma, è necessario che l’obiettivo sia stretto sempre sulle azioni proposte e che su queste si lavori tutti per una massima diffusione, finalizzata alla condivisione collettiva. Contestualmente, dobbiamo
proteggere l’immagine del Territorio, che non appaia quello di elemosinanti, litigiosi, insaziabili profittatori della generosità e della benevolenza dello Stato, di volgo disperso incline solo alla becera protesta. Sarebbe un’altra sconfitta ancora. Dobbiamo essere consapevoli che le manifestazioni cui L’Aquila ha dato vita fino ad oggi sono state relegate o costrette al terreno della pura protesta DALLA MANCANZA DI UN PIANO DI AZIONE congiunto da sostenere e da sottoporre al Governo: ora abbiamo un programma di interventi che dà concretezza e senso alla battaglia aquilana. E su questo vorremmo che si concentrasse l’attenzione di tutti. La certezza che la ricostruzione dell’Aquila sia l’unico obiettivo che ci lega tutti insieme, da queste colonne lanciamo l’appello affinché possiamo confidare, oggi e per il futuro, in spazi ampi, certi e continui su tutti i mezzi di comunicazione. Per il mentre, ringraziamo Abruzzo Impresa e le testate che ci hanno dato voce a nome di tutti gli Aquilani
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Sintesi programma di interventi a) Zona Franca Urbana. Accelerazione della procedura di autorizzazione della ZFU e maggiorazione del regime de minimis, fino a 500 mila euro, per le attività economiche avviate nella ZFU prima del 6 aprile 2009. b) Tremonti ter. Proroga al 31 dicembre 2011 per i soli comuni del “cratere” per la detassazione al 50% degli investimenti in macchinari. c) Confidi di Stato. Concessione gratuita di garanzie su finanziamenti bancari per le PMI dei comuni del cratere d) Credito d’imposta. Anticipazione al 2011 dei decreti di concessione sul credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali e) Consolidamento delle passività. Consolidamento delle passività a breve e a medio termine per le imprese con sede legale o unità produttive nel “cratere”. f) Accelerazione interventi per le attività agricole, previsti dal Piano di Sviluppo Rurale 2007/2013ma non ancora pubblicati. g) Finanziamento Contratti di programma. Ex Legge 77/2009, art. 10 sub 3, “Con delibera del CIPE una quota delle risorse di cui al Fondo strategico per il Paese a sostegno dell’economia reale, può essere destinata al finanziamento di accordi di programma già sottoscritti [...] ovvero da sottoscrivere [...]”. h) Recupero di imposte dirette, tasse, imposte comunali sugli immobili e sullo smaltimento rifiuti, tasse di circolazione non prima di tre anni, con le stesse mo-
dalità previste per le aree colpite dal sisma UmbriaMarche, per tutti, cittadini, privati, professionisti, imprese. Recupero per tutti del 100% dei pagamenti dei contributi previdenziali, assistenziali e assicurativi, a partire dal 1 gennaio 2012 in centoventi rate mensili. Sospensione della riscossione di ogni tributo, anche precedente al 6 aprile 2009, fino al 31 dicembre 2011, senza interessi e sanzioni. Restituzione del 100% della sola sorte capitale con 180 rate. i) Rifinanziamento fino al 31 dicembre 2011 degli incentivi ai cittadini e alle imprese sull’acquisto beni. l) Proroga degli ammortizzatori sociali in deroga con l’utilizzo, dal 2011, del residuo di 40.000.000 di euro. m) Rafforzamento della CIGO. Raddoppio delle settimane da 52 a 104. n) Incentivi alle nuove assunzioni. Bonus occupazionali per assunzioni a tempo indeterminato, incentivi all’apprendistato e alla stabilizzazione dei lavoratori flessibili. o) Politiche attive. Misure ad hoc per i giovani per la promozione dell’occupabilità e della creazione d’impresa. p) Monitoraggio e pianificazione di medio-lungo periodo degli interventi posti in essere fino ad oggi onde perfezionarne l’attuazione ed elaborare una ragionata pianificazione di quelli potenzialmente disponibili.
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» di Laura Tinari
I piccoli U comuni dimenticati
Tra difficoltà e ordinanze, speranze e risorse, una città-territorio che stenta a partire e le dimissioni del vice-commissario, come i piccoli comuni del cratere nella Valle dell’Aterno, l’area più colpita dopo L’Aquila in termini sociali, abitativi ed economici, hanno vissuto gli ultimi 20 mesi? Ne abbiamo parlato con due sindaci
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n modello vincente quello di Villa Sant’Angelo e San Demetrio ne’ Vestini, una visione strategica che i sindaci, rispettivamente Pierluigi Biondi e Silvano Cappelli, si sono dati in maniera quasi istintiva, ma nonostante ciò oggi continuano a trovarsi nella situazione del «A 20 mesi dal terremoto ancora non siamo messi nelle condizioni di gestire la governance della ricostruzione in maniera tale da rispettare tempi e scadenze». Due piccoli comuni del cratere, di 436 e 1800 abitanti, accomunati dall’ingente entità dei danni e dalle stesse preoccupazioni, sebbene differenti nelle peculiarità.
intervista a Pierluigi Biondi sindaco di Villa Sant’Angelo
Quali sono le difficoltà vissute in questo periodo? «Nell’emergenza oltre alle condizioni ambientali nelle quali ci siamo trovati ad operare, con tendopoli e senza municipi attrezzati, abbiamo visto amplificarsi le difficoltà ordinarie, quali la carenza di capacità di spesa, l’inadeguatezza degli uffici rispetto alle responsabilità e l’organico ridotto, perché mentre il personale era lo stesso, lo spettro delle attività è cambiato». Gestire l’emergenza qui è stato più semplice? «Tutto è relativo alle dimensioni della popolazione e all’organico che si ha a disposizione, ma ciò che conta è come ti poni di fronte ai problemi. Noi immaginavamo che le scelte fatte in emergenza, con ragionamenti condizionati dal momento, avrebbero avuto comunque conseguenze anche dopo, per cui quando abbiamo progettato il villaggio MAP abbiamo espropriato subito altri terreni su cui sorgeranno l’ambulatorio, il nuovo municipio e il centro aggregativo. Ovunque la progettualità sarebbe dovuta andare di pari passo con le necessità degli sfollati, dovevamo già sapere cosa volevamo fare dei nostri territori». Esiste già la città-territorio? «No perché non si è compreso che i comuni potevano diventare una risorsa per L’Aquila e un sostegno
anche dal punto di vista abitativo, perché avremmo potuto ospitare le famiglie che in città non avevano un alloggio, risolvendo un problema alla città senza bruciare territorio prezioso lì. Non si è investito sull’importanza che i Comuni circostanti avrebbero potuto rivestire per il capoluogo. Nessuno di noi ha mai voluto disconoscere il suo ruolo preminente, sappiamo che se L’Aquila non sarà ricostruita e non riprenderà un protagonismo culturale, civile, sociale, universitario noi non saremo niente». Parliamo del reperimento di fondi e risorse. «Anche qui torna il discorso della progettualità e della visione: la Provincia Autonoma di Trento voleva realizzare le case e l’asilo “Nino Sospiri” a Paganica (poi fatti a Villa Sant’Angelo), come la Barilla voleva fare la scuola all’Aquila (poi realizzata a San Demetrio), ma noi abbiamo avuto la facilità di mettere subito a disposizione il terreno utile oppure avere già i progetti. Non va però sempre così perché la Regione Emilia Romagna, pur essendo stata impegnata sul nostro campo, ha deciso di realizzare la Centrale 118 all’Aquila e qui solo un ambulatorio. Ma la volontà dei donatori va sempre rispettata. La programmazione delle risorse pubbliche é un’altra cosa e va fatta a 360°: va stilata una graduatoria in base alla rilevazione delle priorità, in modo che si sappia a priori quanto si dovrà aspettare per vedere i primi interventi sul proprio territorio. E questa manca». È stato giusto identificare
commissario e vice-commissario in due amministratori? «Massimo Cialente era il vicecommissario perché era il sindaco della città capoluogo, era il vicecommissario di tutti noi e quando si è dimesso avrebbe dovuto riunirci e parlarci dei problemi, perché lui ci rappresentava, era per noi un simbolo e doveva essere garante
Ovunque la progettualità sarebbe dovuta andare di pari passo con le necessità degli sfollati
della categoria. La politica in questo terremoto è stata troppo messa da parte, un po’ per sua responsabilità. È giusto che il commissario sia il presidente della Regione perché è eletto da tutti i cittadini e perché è una figura istituzionale tale da avere i rapporti giusti con il governo, per il suo ruolo non per il colore politico. La filiera deve essere Governo - presidente di Regione - sindaci, poi i comitati, i cittadini, le associazioni di categoria, che affiancano l’azione».
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intervista a Silvano Cappelli sindaco di San Demetrio ne’ Vestini
Quali sono le difficoltà vissute in questo periodo? «Nei primi 6 mesi siamo stati coadiuvati bene dalla Protezione Civile e dai volontari, ma dopo siamo tornati alla stessa struttura amministrativa del pre-terremoto, solo che con una situazione totalmente diversa dal punto di vista economico e amministrativo e soprattutto con esigenze diverse da parte dei cittadini. La fase in cui siamo prevede che venga fatta una fotografia della situazione del nostro territorio per riprogrammare le azioni in base alle nuove necessità e alle opportunità, ma mancano gli strumenti». Gestire l’emergenza qui è stato più semplice? «Rispetto ad alcune esigenze siamo stati più attenti. Ci siamo dati delle
priorità: non potevamo pensare di riattivare un comune come San Demetrio non partendo dalle attività produttive, abbiamo 90 partite iva e ad agosto avevamo già trovato una soluzione alternativa anche provvisoria a chi non aveva più una sede. Magari il puntellamento nel centro storico è venuto in un secondo tempo, ma non se ne è accorto nessuno perché l’esigenza primaria del lavoro era tamponata. Noi stiamo reagendo, ma dobbiamo avere gli strumenti adatti e qualcuno ci dovrà dire se varrà la pena ricostruire i nostri comuni e dare una possibilità alla valle. Questa è una sfida che il nostro territorio merita di fare, chi è rimasto qui lo ha fatto perché ama questa terra e un paese come l’Italia, fatto di tante piccole località, deve tener conto di questi aspetti». Esiste già la città-territorio? «Tra tutti i comuni dovrebbe esserci una pari dignità che non c’è e una collaborazione in grado di evitare molte frizioni sociali, economiche
Ci sarebbero volute pari dignità e collaborazione per avere una capacità di proposta molto superiore a quella attuale e di rapporti, creando una opportunità di proposta molto superiore a quella attuale, perché unica, ma diversificata nelle necessità. Ora abbiamo proposte parcellizzate e deboli». È stato giusto identificare commissario e vice-commissario in due amministratori? «In qualsiasi calamità il commissario è stato il presidente di Regione, per il suo ruolo politico-amministrativo è questo. Il problema è però capire e saper recitare il doppio ruolo e qui il vice-commissario è coinciso troppo con il sindaco dell’Aquila»
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Una potenza di 4,7 MW e una produzione di circa 5,5 milioni di kWh all’anno di energia pulita, pari al fabbisogno energetico di 2.200 famiglie, queste le caratteristiche dell’impianto di solarizzazione realizzato nel Comune dell’Aquila e presentato nel corso di una innovativa conferenza stampa tenuta online. Permetteranno una riduzione annua di 3.000 tonnellate di anidride carbonica gli impianti fotovoltaici già attivi nei 148 edifici costruiti nel Progetto C.A.S.E. all’Aquila, garantendo al Comune un’entrata annuale, per i prossimi 20 anni, di circa 180.000,00 euro. Allo scadere del periodo, il Comune diventerà proprietario del 100% degli impianti. I lavori di solarizzazione sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa online, aperta da Paolo Rocco Viscontini, presidente e amministratore delegato di Enerpoint S.p.A., e a cui hanno partecipato Alfredo Moroni, assessore comunale alle Politiche e Servizi per la tutela e valorizzazione dell’ambiente, Aldo Meneghelli, amministratore delegato di Sharp Electronics S.p.A. Italia, Paolo Casini, vice-presidente marketing di Power One Italy S.p.A., e Renato Ciarrocchi, amministratore di Troiani e Ciarrocchi Srl. Per portare a termine in tempi record un progetto così ambizioso, sono state coinvolte aziende che rappresentano l’eccellenza nel fotovoltaico: Enerpoint S.p.A., Sharp Electronics S.p.A. Italia, Power One Italy S.p.A. e Troiani e Ciarrocchi S.r.l.. Gli impianti sono stati progettati e costruiti da Enerpoint e Troiani e Ciarrocchi impiegando i nuovi moduli Sharp da 235 Wp al silicio monocristallino ad alta efficienza, ai quali sono stati affiancati gli inverter Power One a garanzia di un’efficienza di conversione corrente continua/alternata superiore al 97%. La stessa scelta di utilizzare un evoluto sistema di conferenze in diretta, offerto da Cisco, risponde alla volontà di ridurre il più possibile l’impatto ambientale. Con questa idea, che ha permesso ai giornalisti di partecipare attivamente alla conferenza pur restando in redazione, sono infatti state azzerate le emissioni di anidride carbonica e i costi risparmiati si tradurranno nell’acquisto di un pulmino per disabili da donare alla città.
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I fotovoltaici arrivano nel progetto C.A.S.E.
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in primo piano » di Eleonora Lopes
«L’Italia non può più aspettare» È questo l’allarme lanciato al consueto convegno di Capri dalla leader di Confindustria Emma Marcegaglia al Governo Italiano. E giovani imprenditori abruzzesi guidati dal presidente Barnabei la seguono chiedendo alla politica il coraggio di cambiare
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o sguardo di oggi sull’impresa di domani. Questo il nome del XXV Convegno di Capri dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Al centro del dibattito, una riflessione sul nostro tessuto imprenditoriale e sulla nascita di una nuova rete di condivisione delle conoscenze produttive che supera il livello locale, richiedendo alle imprese uno sforzo di cambiamento e di innovazione.
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Sul palco della sala congressi del Hotel Quisisana, come di consueto, si sono alternati protagonisti del mondo imprenditoriale, politico, bancario e istituzionale, tra cui il presidente del Senato Renato Schifani, il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, il vicesegretario del Partito democratico Enrico Letta, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e naturalmente la padrona di casa, la presidente dei Giovani Imprenditori Federica Guidi. Ma quello di quest’anno non è stato il solito convegno di Capri, l’affluenza dei partecipanti è stata minore, non ci sono stati eccessi, e soprattutto la presidente Marcegaglia più agguerrita che mai, nel suo intervento conclusivo ha preteso risposte dal Governo e ha dichiarato con fermezza ai suoi colleghi imprenditori che «l’Italia non può più aspettare. Bisogna avere il coraggio di dare risposte politiche sul fronte delle riforme che servono per lo sviluppo. Proprio per sostenere la crescita, ho anche inviato al Governo insie-
Emma Marcegaglia durante il suo intervento a Capri
me a banche e sindacati, la richiesta per un incontro sul patto sociale chiedendo all’esecutivo una risposta in tempi brevi sui temi condivisi: gli ammortizzatori sociali in deroga, la detassazione dei salari di produttività, un investimento importante in ricerca ed innovazione. Il fattore tempo è determinante quando un paese è in piena crisi». Gli imprenditori sono tornati ad annunciare l’allarme “immobilismo” chiedendo al Governo di agire sulle riforme e sostenere la crescita. Le aziende lo ripetono da mesi e la leader dei giovani imprenditori, Federica Guidi, ha rinnovato l’allarme a Capri: «Urgono interventi per tagliare la spesa pubblica improduttiva, snellire la burocrazia, riformare la giustizia, e, soprattutto, tagliare il peso del fisco». La pressione fiscale effettiva, al netto dell’evasione, è molto al di sopra del 50%. «Dicono che occorrerà –ha dichiarato sul palco la Guidi- tirare ancora la cinghia, spremere i contribuenti. E questo è deprimente. La politica è incapace di imporre scelte dolorose, ma necessarie per il bene del Paese». Ma le problematiche nazionali sono le stesse delle nostre regioni e l’Abruzzo purtroppo non è da meno. Queste ed altre tematiche, sono infatti state trattate durante il consueto incontro che i giovani imprenditori organizzano con la stampa abruzzese. Una location, quella di quest’anno un po’ inusuale, visto che la conferenza si è tenuta nel salone di una villa che alcuni giovani abruzzesi abitualmente affittano per stare insieme. Tra gli ospiti c’erano: l’assessore regionale al Lavoro Paolo Gatti, il consigliere RAI Rodolfo De Laurentiis, il professor Leonardo Mastropasqua
direttore del Centro di Oftalmologia dell’Ospedale di Chieti, il consigliere regionale (ex presidente GI Confindustria Pescara) Federica Chiavaroli e l’ex presidente GI Confindustria Abruzzo, Fabio Spinosa Pingue. A moderare il dibattito, il direttore del TG 8 Lorenzo Labarile. Presenti ovviamente anche i quattro presidenti provinciali di Confindustria, guidati dal presidente regionale Mauro Barnabei. Ad intervenire per primo è stato proprio Barnabei. «L’economia italiana –ha affermato il presidente regionale GI- e di conseguenza quella abruzzese sta attraversando una fase davvero critica. Gli imprenditori sono sfiduciati e la politica ritarda nelle risposte. Manca una programmazione fatta di visioni e azioni condivise tra istituzioni e imprenditori». Per Fabio Spinosa è necessario un Patto unico per l’Abruzzo, un nuovo modello di sviluppo. «Siamo d’accordo –ha detto Spinosa- su molte delle cose che il nostro Governo sta facendo, come sulla sanità e sui Consorzi Fidi, ma ci vuole un atto di coraggio per tagliare tutti gli stipendifici». Per Luca Verdecchia, presidente GI Confindustria Teramo, la parola d’ordine è formazione. «È ora di pensare alla formazione –ha detto Verdecchia- rivolta anche agli imprenditori che hanno bisogno di adeguarsi al cambiamento che stiamo vivendo. Per la prima volta i fondi ci sono, e non sono solo pubblici, ma anche privati. Un esempio? Fondimpresa». «Manca una cultura del merito –ha dichiarato Alessandro Addari, presidente GI Confindustria Pescara- e del fare da sé, dobbiamo valorizzare il capitale umano mettendo la meritocrazia al primo posto».
Leonardo Mastropasqua Leonardo Mastropasqua, ha ricevuto il premio nazionale “Diritto alla vista 2010”. Il riconoscimento è andato al centro regionale di eccellenza in Oftalmologia dell’università d’Annunzio di Chieti-Pescara, da lui diretto. È la prima volta che il premio va ad una struttura sanitaria pubblica italiana che si è particolarmente distinta nel campo della lotta alla cecità a livello internazionale. «Questa vittoria è frutto di un lavoro lungo e lungimirante –ha raccontato Mastropasqua a Capri- che ha coinvolto università, istituzioni, mondo imprenditoriale e tutto il gruppo di lavoro del centro di eccellenza. Bisogna puntare sempre sulla qualità, è questa la nostra salvezza». Ricordiamo che lo scorso anno, Mastropasqua fu premiato dai GI di Confindustria Abruzzo come “Personaggio dell’anno” come esempio di eccellenza del prestigioso centro che dirige con successo.
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Renato Schifani presidente del Senato
Federica Guidi presidente nazionale GI Confindustria
Riccardo D’Alessandro, presidente GI Confindustria Chieti ha focalizzato il suo intervento sulla green economy: «A mio avviso, le priorità da affrontare oggi sono la promozione e la gestione di progetti di responsabilità sociale e la green economy. Occorre diffondere una cultura d’impresa per sensibilizzare gli imprenditori su queste tematiche». Alessandra Rossi, presidente GI Confindustria L’Aquila che ha vissuto in primo piano la tragedia del terremoto ha parlato dell’economia ulteriormente indebolita dal sisma. «L’impresa familiare sta reggendo l’intera economia aquilana perché con la tragedia del 6 aprile tutto è andato distrutto, compresi i legami sociali: il connubio felice tra famiglia, impresa, manager ci dà la forza per essere competitivi». Poi è stata la volta di Paolo Gatti. «La colpa di tutto quello che sta accadendo –ha dichiarato l’assessorenon è solo della politica, ma di tutte le categorie
che non riescono a convergere su obiettivi condivisi. Manca una classe dirigente: non possiamo fare altro che copiare chi ha fatto bene già quindici anni fa, come ad esempio il Veneto, e copiare, cominciando dalla sanità. In tutti i settori la formazione sarà necessaria per salvarci dalla crisi». A chiudere i lavori, Rodolfo De Laurentiis, che a chiare lettere ha voluto ribadire la responsabilità delle politica nell’indicare le priorità per la nostra regione. «È grave che ci troviamo a gestire con una ordinaria amministrazione pur vivendo un periodo di eccezionale mutamento ed emergenza: va costruita una nuova regione, ma manca la classe dirigente. Non sappiamo chi è che stabilisce gli obiettivi e ridistribuisce sui grandi obiettivi di crescita le risorse che tutti stiamo cercando di recuperare attraverso la riqualificazione della spesa pubblica. Oggi il tasso di impoverimento è salito al 12,5%»
Alcuni giovani imprenditori insieme all’assessore Gatti e al professor Mastropasqua
Un momento della conferenza stampa
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in copertina » di Eleonora Lopes
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al 1835 il risveglio mattutino in Piazza Duomo, è sempre stato legato all’odore caratteristico della tostatura delle nocciole per la preparazione del torrone. Un odore che tutti gli aquilani conoscono bene. Il sisma del 6 aprile che ha ridotto il centro storico a un cumulo di macerie, ha risparmiato l’antico locale Caffè Nurzia dove il classico torrone morbido al cioccolato, viene ancora prodotto secondo la ricetta originale e confezionato rigorosamente a mano. Tutto iniziò nel lontano 1835, quando Gennaro Nurzia, distillatore di liquori, decise di intraprendere la produzione dolciaria. Suo figlio, Francesco Saverio, verso la fine del 1800 ampliò l’attività del padre con una svariata produzione di torroni. Come ogni dinastia che meriti questo nome, il
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La famiglia Nurzia all’interno dello storico Caffé in piazza Duomo a L’Aquila. Da sinistra: Ulisse, Natalia, Giuliana e Francesco
Fratelli
Nurzia dal 1835 la storia si fa dolce
Qualità indiscussa delle materie prime insieme all’amore per il lavoro artigianale sono i segreti che da quasi 200 anni rendono noto il torrone aquilano F.lli Nurzia in tutto il mondo. Oggi al timone dell’azienda ci sono i figli di Ulisse Nurzia, Natalia e Chicco
» foto di Simone Cerio
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Natalia Nurzia in compagnia di Zia Caterina conducente del Taxi “Milano 25” che accompagna gratuitamente i bambini malati
Con il sindaco di Roma Gianni Alemanno
Con il cantante Renato Zero
Con la cantante Laura Pausini
Con l’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso
Con il sindaco di Milano Letizia Moratti
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nipote del fondatore, Ulisse Nurzia, seguì la tradizione di famiglia e andò persino oltre. Mise a punto una pasta di cacao morbida con nocciole piemontesi che diede origine a una delle due specialità: il torrone tenero al cioccolato e in seguito realizzò anche il torrone bianco alle mandorle. Questo prodotto si affermò subito e, nelle migliori occasioni dell’anno, veniva donato come vera prelibatezza. Arrivò il primo conflitto mondiale, ed anche se per legge autarchica era proibito l’uso del cacao, la ditta tenne bene. Il torrone tenero al cioccolato continuava a piacere e così divenne una tradizione radicata nelle ricorrenze più felici del popolo abruzzese. Il segreto di questo prodotto è sempre stato la qualità indiscussa delle materie prime. Ulisse Nurzia nel 1940 donò il proprio negozio di pasticceria con il vecchio laboratorio, siti in Piazza Duomo, al figlio Tito che continuò a produrre faticosamente anche durante la seconda guerra mondiale. Da quel momento in poi, e con la stesso metodo di allora, i componenti dell’azienda Fratelli Nurzia, composta da Ulisse, la moglie Giuliana e i figli Francesco Saverio e Natalia, hanno capito che la loro dolce missione sarebbe consistita nel fare torroni e gestire il laboratorio con annesso caffé-negozio, in stile liberty, aperto a inizi del 1900. Il Torrone Nurzia si prepara, ancora nello storico laboratorio, con antichi sistemi di lavorazione, con la stessa scrupolosa attenzione degli antenati e resta una specialità
Natalia e Francesco insieme ad alcune collaboratrici
di tutte le stagioni. «Da secoli il ciclo produttivo è lo stesso –ci spiega la famiglia Nurzia- Facciamo tutto a mano, packaging compreso. Noi ci rivolgiamo ad un target specifico, chi sceglie il nostro prodotto vuole la qualità e l’artigianalità». Tentano di imitarlo in 1000 modi, il torrone Fratelli Nurzia resta sempre unico ed inimitabile. Come cita un vecchio slogan. Ancora oggi la produzione del torrone ed il negozio-caffè, continua a trovarsi in Piazza Duomo, ed è nonostante tutto ancora uno dei preziosi gioielli della città dell’Aquila dove chiunque entra per acquistare l’antico torrone Fratelli Nurzia. Solo un evento tragico come quello
del 6 aprile ha sospeso la produzione e ha costretto la famiglia Nurzia a chiudere per la prima volta per 8 mesi. I danni per fortuna sono stati lievi, e l’8 dicembre 2009 il Caffè Nurzia ha ripreso la sua storica attività. Oggi 5 dipendenti sono impiegati al bar e 7 lavorano nel laboratorio dove in questi giorni si lavora tantissimo per produrre e impacchettare a mano i famosi torroni. «La tradizione e l’artigianalità –ci spiega Natalia- sono le nostre armi, ma in futuro ho intenzione di ampliare la gamma dei prodotti e organizzare una rete vendita che arrivi fuori dai confini nazionali per portare il nome del torrone aquilano in tutto il mondo».
Una fase della lavorazione del torrone
Il torrone prima di essere confezionato
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in copertina
a tu per tu con Natalia e Chicco Nurzia Natalia, qual è il segreto del vostro torrone? «Il Torrone dei Fratelli Nurzia è un dolce prelibato e una rinomata specialità aquilana che risale al 1835 e che è sempre stato prodotto dalla famiglia Nurzia, i cui discendenti, ancora oggi, esercitano l’arte degli avi. Il gusto inconfondibile del nostro torrone è rimasto lo stesso in quasi 200 anni di storia. La sua pasta tenera, fragrante, viene lavorata con materie prime genuine e con l’amorosa cura manuale di una volta. Il segreto però non posso svelarlo, altrimenti che segreto sarebbe! Ma come hanno scritto in un articolo, nei nostri torroni c’è assolutamente il tocco femminile, anche se fratelli!». Un anno fa c’è stata la riapertura dello storico Caffè Nurzia, come vi state preparando a queste festività dove per voi la mole di lavoro aumenta straordinariamente? «Un anno fa, centinaia di persone il giorno dell’Immacolata, si sono radunate nel cuore dell’Aquila a Piazza Duomo, per arrivare in tempo alla riapertura post sisma del Caffè Nurzia. La riapertura è stata per tutti noi una scommessa. Per ottenere il permesso per riaprire scrissi davvero a tutte le autorità nazionali. Ci siamo imposti di tornare a lavorare in questa zona senza neanche avere un posto dove fare il torrone, ma ce l’abbiamo messa tutta per riaprire a Natale. Non
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avevamo mai chiuso, in tanti anni di storia. Anche per questo Natale, gli aquilani potranno ammirare il classico albero addobbato con i nostri torroncini e assaporare le nostre specialità. In questi giorni i ritmi di lavoro sono davvero frenetici!». Quali insegnamenti vi hanno trasmesso i vostri genitori? «Nostro padre ci ha trasmesso l’onestà e il senso della tradizione, lui è la storia della famiglia, mentre da mia madre ho imparato l’amore verso il lavoro. Credo che se dovessi avere un figlio e non seguisse la tradizione di famiglia, sarebbe una grande delusione. Ho la fortuna di fare un lavoro bellissimo, ho fatto la gavetta, e me ne vanto, questo mi ha permesso di conoscere l’azienda in ogni minimo particolare, dal ciclo produttivo alla parte commerciale». Chicco, dopo il terremoto, come sono cambiate le cose? «Deve riprendere la vita sociale, l’Aquila non può essere una città dormitorio. Gli aquilani sentono la necessità di lavorare. Ogni tanto viene lo sconforto, ma non serve lamentarsi. All’inizio non potevamo riaprire il Caffè, la mia enoteca è andata distrutta, ma io e la mia famiglia, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo allestito un punto vendita nella Villa Comunale in una struttura di legno. Ne approfitto per fare un ringraziamento sincero a Leonardo Pizzollo, titolare della cantina di Valle
Reale. Un vero amico che mi ha ospitato a casa sua dopo il sisma per 5 mesi e mi ha aiutato a superare un momento della mia vita davvero difficile». Cosa si sente di dire ai vostri colleghi che non hanno ancora avuto la possibilità di riaprire la propria attività? «Voglio fargli un augurio sincero con l’auspicio che i lavori si velocizzino e che possano al più presto riaprire le proprie attività. Oggi il problema per chi ha i locali distrutti è che gli affitti all’Aquila sono ancora molto alti. Le criticità sono tante e ci vorrà molto tempo per risolverle». Come azienda, quali progetti avete in campo per il futuro? «L’azienda Fratelli Nurzia cerca sempre di guardare avanti tenendo però presente la storia. La tradizione è un elemento che sarà sempre fondamentale per i nostri torroni, ma unita anche all’innovazione intesa come ampliamento della gamma di prodotti. Un mese fa la Camera di Commercio di Milano ha premiato 14 aziende in Abruzzo per il progetto innovativo e per l’incentivo all’occupazione. Tra queste con orgoglio posso dire che c’eravamo anche noi. Il progetto consiste nella presentazione, entro il 2011, di una nuova linea di cioccolato artigianale. Tra le altre novità c’è anche il recupero di un pack degli anni 60 utilizzato da nostro padre che abbiamo voluto riprodurre»
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incarichi&carriere Nicola D’Auria nuovo presidente del MTV Abruzzo
È Nicola D’Auria il neo presidente del Movimento Turismo del Vino Abruzzo. D’Auria, titolare dell’Azienda “Dora Sarchese”, aveva già ricoperto l’incarico dal mese di maggio, al momento delle dimissioni anticipate di Massimo Di Cintio, socio fondatore, alla guida dell’associazione negli ultimi nove anni. Il neo presidente rimarrà in carica un triennio insieme al nuovo direttivo, composto da: Enrico Cerulli Spinozzi (vice presidente), Erika de Luca (segretaria), Stefania Bosco (tesoriere) e Domenico Radica. D’Auria ha illustrato le linee guida dell’associazione: «Il nostro primo impegno sarà rivolto a creare una rete di relazioni indispensabile a dar maggiore forza organizzativa e rappresentativa alla nostra associazione».
Francesco Pesci nuovo ad Brioni
Brioni ha un nuovo amministratore delegato. Francesco Pesci subentra ad Andrea Perrone, che aveva
rassegnato le dimissioni lo scorso luglio. Pesci, classe 1967, è laureato in Economia e Business Administration. Lavora da tempo, a parte una breve parentesi in Damiani International, nell’azienda abruzzese, dove è diventato nel 2007 direttore commerciale per il settore estero. Obiettivo primario del nuovo ad è quello di rinvigorire il brand leader dell’abbigliamento maschile italiano. Pesci è al vertice di una realtà che, grazie alla ristrutturazione di un passivo da 65 milioni di euro, ha recentemente liberato risorse per avviare nuovi progetti.
Chiodi eletto vice presidente Aer
«Questa nomina rappresenta un importante riconoscimento per la nostra regione, un’opportunità di rilancio e la dimostrazione del ruolo che l’Abruzzo vanta oggi nello scenario europeo». Lo ha detto ad Istanbul il presidente della Regione Gianni Chiodi, a margine della sua elezione a vice presidente dell’Aer, l’Assemblea delle regioni europee. L’Aer è stata istituita nel 1985, con lo scopo di dare alle regioni la giusta voce politica nelle questioni che riguardano le competenze regionali. Il network mette assieme più di 270 regioni da 33 paesi e 16 organizzazioni interregionali e svolge importanti attività di supporto alla Commissione Europea. Eletti, oltre a Chiodi, Michele Sabban presidente (attualmente vice presidente della regione Ile-de-France), l’austriaca Johanna Mikl-Leitner vice presidente e lo svizzero Urs Wuthrich-Pelloli vice presidente tesoriere.
Christian Graziani neo coordinatore dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti Abruzzo
Il commercialista teramano Christian Graziani è il nuovo coordinatore regionale dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili. Già presidente dell’Unione locale di Teramo succede al collega pescarese Gianluca Ghiotti. L’Unione è aperta a tutti i dottori commercialisti, praticanti ed esperti contabili di età inferiore a 43 anni ed è presente nell’intero territorio nazionale con oltre 100 Unioni, per un totale di circa 10.000 aderenti. «Ringrazio innanzitutto la Giunta nazionale per la fiducia accordata, in perfetta sintonia con le cinque Unioni locali (Avezzano, Chieti, L’Aquila, Pescara, Teramo), intendo avviare in Abruzzo una collaborazione ed un confronto costruttivo con le altre associazioni giovanili professionali e imprenditoriali», queste le prime affermazioni del neo coordinatore.
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incarichi&carriere
Giustino Varrassi alla guida dell’Asl di Teramo
Professore ordinario di Anestesia e Rianimazione dell’Università de L’Aquila, 62 anni, figura di spicco nel panorama mondiale della terapia del dolore. Il prof. Giustino Varrassi è il nuovo direttore generale della Asl di Teramo, subentra a Mario Molinari, alla scadenza del contratto. Innumerevoli i titoli scientifici del prof. Varrassi: fondatore della European Society of Obstetric Anaesthesiology, di cui è stato segretario sino al 1998 e poi presidente dal settembre 2001, è anche presidente, dal 2003, dell’Associazione Italiana Studi sul Dolore e della Federazione Europea per gli studi sul Dolore, dal 2005. Inoltre editore di 31 libri ed atti congressuali, incluso un testo di Anestesia ed Analgesia in Ostetrica. Il suo ultimo libro, scritto con Attilio Panarei, si intitola “Terapia del dolore”.
Giovanni FRATTALE è IL NUOVO PRESIDENTE DELL’ANCE L’AQUILA
Eletto presidente dell’ANCE L’Aquila per acclamazione dall’assemblea dei 350 soci. L’elezione del costruttore Giovanni Frattale arriva dopo mesi difficili per l’associazione culminati con le dimissioni dell’ex presidente, Filiberto Cicchetti e la sostituzione di alcuni consiglieri anch’essi dimissionari. Giovanni Frattale, 61 anni è presidente, amministratore delegato e direttore tecnico della Edilfrair SpA, azienda nata nel 1980 dalla Edilfraser s.n.c., da lui fondata nel 1972. La società opera nel campo della realizzazione di opere civili e industriali, stradali e infrastrutturali, nonché del restauro di edifici monumentali. Dal 6 aprile 2009 è impegnata soprattutto nella ricostruzione dell’Aquila. La Edilfrair ha già esperienze nel campo della ricostruzione post-terremoto: ha infatti lavorato nella ricostruzione dei comuni friulani di Tolmezzo (UD), Gemona (UD) e Pontebba (UD) per la ristrutturazione e ricostruzione delle case danneggiate dal sisma. L’impresa fa parte della società Finim Srl, proprietaria anche della RSA Villa del Carmine a Scoppito. Accanto a lui Danilo Taddei, Salvatore Petrilli, Armido Frezza, Gaetano Serafino e Aldo Del Beato.
Ance Teramo ha un nuovo presidente: Armando Di Eleuterio
Imprenditore teramano, 41 anni, già consigliere della stessa organizzazione, ha guidato la Cassa Edile
nell’ultimo triennio. Eletto con 446 voti, contro i 79 dell’altro candidato, l’immobiliarista Flavio Di Gennaro; Armando Di Eleuterio è il neo presidente dell’Ance Teramo. Le sue priorità sono : intervenire sulle opportunità offerte dalla ricostruzione de L’Aquila, prestare attenzione alle attività dell’’Ente Unico, che eroga i servizi alle imprese di formazione e di sicurezza, e avviare una nuova fase nelle relazioni industriali. In consiglio, entrano in ordine di preferenze: Raffaele Falone, Diego Di Sabatino, Valentino Piergallini, Vittorio Beccaceci, Agostino Di Giannatale, Silvestro Diodoro, Ezio Iervelli, Eddy Rastelli, Giuseppe Cingoli, Guido Abbondanza, Luigi De Lauretis, Serafino Pulcini, Alfonso Sistarelli, Francesco Tempestini, Italo Cipolloni, Roberto Falà, Lorenzo Di Teodoro, Gabriele Frattari, Luigi Benvenuto, Andrea Fabbri.
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storie&persone » di Laura Tinari
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uando era ancora uno studente durante le vacanze estive il suo pensiero ogni mattina era alzarsi e andare in azienda come operaio, perchè nonostante fosse il figlio del titolare a Danilo Taddei non venivano fatti sconti. Dal 2005 è amministratore delegato della TADDEI S.p.A., azienda del Gruppo EDIMO dell’Aquila, e ancora oggi la sua giornata è fatta di lavoro, lavoro, lavoro. Negli ultimi 20 mesi, ossia dal terremoto in poi, periodo che ha visto la TADDEI impegnata su più fronti nel dopo sisma aquilano, la sua quotidianità è principalmente dedicata all’impresa. Il poco tempo libero a disposizione lo dedica a sua moglie e allo sport. Danilo, oltre ad essere un grande lavoratore, un valore insegnatogli dal padre Carlo, è infatti un grande sportivo: ama i cavalli, il ciclismo, il tennis, l’arrampicata, il nuoto e ovviamente il calcio, tanto da aver rilevato come presidente l’Asd Poggiobarisciano, società calcistica che milita in Seconda Categoria.
Taddei S. p.A. L’attuale TADDEI S.p.A. nasce nel 2005 con il nome TADDEI COSTRUZIONI S.r.l. dalla necessità di creare un ramo di azienda dedicato interamente ai lavori pubblici e diventa subito la punta di diamante del Gruppo EDIMO. La società, che oggi ha un fatturato di oltre 97 milioni di euro e più di 150 dipendenti, opera sia nel settore degli appalti pubblici che in quello degli appalti privati, garantendo la realizzazione chiavi in mano delle opere commissionate grazie alla capacità di mettere in campo le sinergie e le conoscenze delle aziende dell’intero Gruppo. La sua potenzialità gestionale deriva da oltre quarant’anni di attività imprenditoriale della famiglia Taddei. La prima azienda fu fondata all’inizio degli anni Settanta da Carlo Taddei, oggi patron di un Gruppo che attraverso le sue aziende opera nel campo dell’edilizia, dei prefabbricati in cemento armato, della carpenteria in acciaio, dei serramenti e facciate continue, ma anche del restauro di edifici antichi e beni culturali. Il Gruppo impiega complessivamente 500 lavoratori e nel 2009 ha registrato un fatturato di circa 200 milioni di euro. Ultimamente con l’acquisizione di una società con quasi un secolo di esperienza la Taddei è entrata proprio anche nel ramo strade.
le parole di Danilo Taddei «L’aspetto del mio lavoro che preferisco è la competizione nello sviluppo dell’impresa: mi permette di scoprire sempre settori nuovi, come nuove sono sempre le commesse. Non c’è mai una realizzazione uguale all’altra»
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«Da qualche anno lavoriamo sull’internazionalizzazione dell’azienda, conquistare mercati nuovi è emozionante, prima Romania e Moldavia e ora Serbia e Paesi Arabi. Il bello è che questa attività si sta svolgendo nell’arco di un’unica generazione, infatti, solo venti anni intercorrono tra mio padre e me e i miei fratelli»
Danilo Taddei ha 34 anni e dal 2005 è ad della TADDEI Costruzioni S.r.l. oggi TADDEI S.p.A.. Quotidianamente si confronta con i suoi 150 dipendenti, dei quali comprende le difficoltà di ogni fase lavorativa, perché prima di arrivare
Danilo Taddei ai vertici dell’azienda anche Danilo ha fatto la sua gavetta lavorando prima come operaio, poi responsabile ufficio acquisti e ufficio qualità. Nel 1999 arriva il primo incarico da direttore commessa per la EDIMO METALLO S.p.A., altra azienda del Gruppo, per un importo di 2.600.000,00 euro. Di lì una escalation lavorativa con commesse di importi sempre maggiori. Il primogenito della famiglia Taddei rappresenta il Gruppo anche all’interno delle maggiori associazioni di categoria: è membro del Consiglio direttivo di Confindustria L’Aquila e da poco anche dell’Ance L’Aquila, nonché membro dell’Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali.
«La correttezza e il rispetto per gli altri sono gli insegnamenti di mio padre che mi sono stati più utili da quando sono entrato in azienda come operaio. Io aggiungerei la lealtà, fondamentale nel campo in cui lavoro»
» foto di Renato Di Bartolomeo
«Il calcio è lo sport più praticato e seguito in Italia, mi piace perché intorno ad esso si aggrega una società fatta di persone, valori positivi e confronto tra atleti. Certamente questo solo se viene praticato nella maniera più giusta»
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storie&persone
S di Eleonora Lopes
«Nel mio settore le parole d’ordine sono specializzazione e competenza. Affiancarci a partner solidi e di qualità come Lube ci ha aiutato, noi lavoriamo solo con brand importanti»
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i definisce un moscianese doc, nato e cresciuto a Mosciano Sant’Angelo, che in Abruzzo è considerata la patria del mobile, Mariano Monaco, classe 1970 è oggi alla guida del Gruppo EuroMobili composto da 4 punti vendita e da un outlet dell’arredamento. Ma la storia imprenditoriale della famiglia Monaco inizia nel lontano 1959 quando il papà Bruno iniziò a lavorare nel settore del mobile con un piccolo laboratorio artigianale di produzione propria. Da allora di strada il signor Bruno ne percorre molta, gli affari vanno bene e la bottega artigianale diventa un’azienda che produce mobili dando lavoro a più di 70 persone e conquistando segmenti di mercato all’estero. L’Italia stava crescendo e con essa la società e il life style. Poi nel 1989 c’è una svolta, in 6 mesi, l’attività produttiva si ferma e tutti gli spazi della produzione vengono convertiti in esposizione. E’ in questa fase che Mariano fa il suo ingresso in azienda. Dopo anni di gavetta affianco al padre, oggi guida con successo il Gruppo Euromobili. Sposato con Assunta che fa l’avvocato, hanno 2 figli Bruno di 3 anni e la piccola Laura Angelica di pochi mesi. Mariano è un vulcano di idee, un imprenditore ottimista con il pallino per l’arte e per gli eventi culturali. «La mia passione per l’arte, -ci racconta Mariano Monaco- mi ha spinto un anno fa, a fondare l’associazione culturale “Mo Art” di cui sono il presidente. Con “Mo Art” abbiamo organizzato eventi tematici, creato punti d’incontro e di contaminazione creativa e continueremo a farlo. Tra gli eventi che abbiamo organizzato, vorrei citare quello che ha dato vita a “Le ricette di Moma”, un libro nato dalle ricette che gli chef più importanti della nostra regione hanno creato con un cooking live show proprio nelle cucine Moma nei miei punti vendita». Un forte segno di attaccamento al territorio. Ultimo progetto, in ordine di tempo, ideato dal dinamico Mariano è un volume sulla storia del mobile di Mosciano Sant’Angelo. «L’idea è nata –ci spiega Mariano- per consacrare i 50 anni di attività della mia famiglia, la cui biografia si intreccia al tessuto storico del territorio. Ma poi ho deciso di realizzare un volume che raccontasse tutte le storie delle famiglie di Mosciano che lavoravano nel settore dei mobili. La creazione del libro, che sarà articolato in diversi capitoli (storia, cultura, economia, tradizione), diventerà un evento di grande rilevanza che coinvolgerà anche le scuole, le istituzioni, gli enti, dando una risonanza regionale e nazionale alle famiglie di Mosciano che hanno fatto la storia del mobile in Abruzzo. Con rammarico devo dire che la maggior parte di queste aziende oggi non esiste più. Solo quelle più organizzate si sino sapute rinnovare e oggi sono realtà di successo». E la politica in questi anni è stata affianco agli imprenditori teramani? «La classe dirigente –ci dice Monaco- dovrebbe essere più vicina agli imprenditori che ricoprono un ruolo fondamentale per la crescita del tessuto economico del territorio. E agli imprenditori invece rimprovero il fatto che non abbiano avuto la capacità di rinnovarsi. In Abruzzo manca una cultura imprenditoriale, gli industriali dovrebbero, invece che “curare solo il proprio orto”, unire
La nuovissima sede di Moma Centro Cucine Lube a Francavilla al Mare
MARIANO MONACO E LA DI
CAPACITÀ RINNOVARSI
A tu per tu con l’eclettico imprenditore moscianese che lavora da 20 anni nel mondo dell’arredamento del mobile le forze e le abilità e indirizzarle nelle associazioni di categoria preposte. E’ importante che le associazioni di categoria affianchino gli imprenditori nella crescita e nelle formazione per prepararli ad affrontare le sfide che il mercato in continua evoluzione presenta». La filosofia di successo di questa realtà aziendale è racchiusa in due valori ci spiega Monaco:«Nel mio settore le parole d’ordine sono specializzazione e competenza. Affiancarci a partner solidi e di qualità come Lube ci ha aiutato, I PUNTI VENDITA
Gruppo Euromobili Mosciano Stazione si occupa dell’arredo per la casa Moma Centro Cucine Lube Ha tre punti vendita, uno a Montesilvano aperto nel 2004, uno a Mosciano Sant’Angelo aperto un anno fa e l’ultimo aperto a Francavilla al Mare un mese fa. Outlet dell’arredamento si trova a Giulianova e propone una selezione di prodotti scontati e offerte economiche per tutta la casa
noi lavoriamo solo con brand importanti. Ho cercato di diversificare il mio lavoro anche aprendo un’attività immobiliare. All’esperienza di generazioni nel fare mobili, Euromobili unisce un team di collaboratori dinamici e competenti che tratta le aziende di design più importanti (Kartell, Poliform, Valcucine e Flou). Più che negozi i nostri sono laboratori d’idee, dove il primo collaboratore è il cliente. Dedichiamo ai dettagli la massima attenzione per soddisfare ogni tipo di esigenza del nostro acquirente». Solo un mese fa, nonostante il momento di crisi, l’apertura a Francavilla al Mare, di un altro punto vendita di cucine targato Moma. La domanda nasce spontanea. Ma dove vuole arrivare questo eclettico imprenditore?«Il mio obiettivo –conclude Monaco- è replicare il più possibile i nostri punti vendita, distribuendoli al meglio su tutta la regione e vorrei sempre più formare collaboratori capaci ed esperti perché sono loro il vero motore di un’azienda che funziona»
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grandi storie
» di Alessio Pelusi
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uando fu inaugurata, nel 1908 ad Ivrea su iniziativa dell’Ing. Camillo Olivetti, sul tetto dell’azienda campeggiava a lettere cubitali questa scritta: “Olivetti & C. prima fabbrica nazionale di macchine per scrivere”. “La temerarietà dell’impresa è palpabile, in una città quasi di confine, con tradizioni unicamente agricole e artigiane, in un’Italia in cui neppure calamaio e pennino erano prodotti popolari”. (Fonte: Wikipedia). Fin dall’inizio, dunque, questa società si distingue per l’innovazione ed il desiderio di spingersi oltre nel proprio settore, che era appunto quello tecnologico. La storia dei successi della Olivetti è grandiosa e irripetibile, ma il focus dell’articolo non sono le conquiste imprenditoriali, bensì gli aspetti sociali e culturali di una Società che guardava “oltre” anche in questi settori. Poeti e letterati dagli anni ‘40 entrano e lasciano il loro contributo artistico e culturale. Non solo, alcuni ricoprono importanti ruoli manageriali con grandi responsabilità. Nessuno di loro è considerato un “qualcosa in più”, un ornamento, bensì una risorsa per la società. Tanto che Adriano Olivetti, figlio del fondatore, usava assumere, nei livelli più alti, per ogni tecnico-ingegnere nuovo, una persona con formazione economica-legale e una con background umanistico. L’obiettivo di Adriano Olivetti è accrescere la cultura di chi lavora nella sua azienda e per far questo chiama a dirigerla: Geno Pampaloni, critico letterario; gli scrittori Ottiero Ottieri e Paolo Volponi; il poeta Giovanni Giudice. Attorno alla società si forma un cenacolo frequentato dai nomi più illustri dell’arte e della letteratura italiana, come Moravia e Pasolini. Durante l’orario di lavoro si tengono corsi sulla storia del movimento operaio. Si organizzano festival cinematografici e mostre di pittura. Una sera Luigi Nono dirige un concerto in una sala allestita di fianco all’officina, di fronte ad una platea in cui dirigenti e operai siedono accanto. Le iniziative culturali hanno il loro centro nella biblioteca di fabbrica. All’interno sono conservati migliaia di volumi, che vengono messi a disposizione di tutti i dipendenti. Altro strumento di diffusione della cultura umanistica e di quella aziendale sono le riviste e i giornali che Adriano Olivetti finanzia o produce direttamente. I giornali aziendali nella sua idea, non sono la “Voce del padrone”, bensì un momento di confronto e critica, un’opportunità di
Olivetti,
la letteratura entra in azienda Fra tecnologia, innovazione e ottimi risultati, parliamo di un’azienda italiana che ha fatto la storia del nostro paese, soprattutto grazie ad un grande uomo, Adriano Olivetti
crescita. C’era chi considerava l’Ing. Olivetti un utopista, o peggio un industriale astuto, chi invece solo un uomo con dei valori saldi. La sua convinzione era che bisognasse reinvestire gli utili della società sul capitale umano, al fine di migliorarne la qualità della vita. Probabilmente, Adriano era tutte queste cose assieme, poiché, attraverso i suoi metodi, l’azienda accrebbe enormemente il proprio giro d’affari e divenne leader mondiale in un mercato che oggi di certo il nostro Paese non domina
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FONTI E APPROFONDIMENTI www.storiaolivetti.it • http://it.wikipedia.org • www.lastoriasiamonoi.rai.it
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mercati
» di Massimiliano Palumbaro
A
nalizziamo una particolare tipologia di mutuo a tasso variabile, ma con un livello massimo oltre il quale il tasso non può salire: CAP. In genere questi mutui se offerti a clientela privata, nascono sin dall’inizio con la componente derivata CAP insita nelle condizioni contrattuali, mentre nel caso di aziende il mutuo viene sottoscritto con un tasso variabile semplice, mentre il CAP è previsto in un contratto a parte. Vediamo come tecnicamente funziona lo strumento.
Il CAP
Il CAP si concretizza in un’opzione che consente di limitare la salita del tasso variabile del debito sottostante. In caso di azienda, la soglia di tetto massimo entro cui ci si vuole proteggere viene scelto dal cliente, mentre nel caso dei privati è direttamente la banca che offre il limite massimo. A seconda della soglia (o strike del CAP) vi è un diverso “premio” da pagare per l’acquisto dell’opzione, così come si paga un “premio” per la polizza auto. Più è basso il livello strike a cui ci si vuole coprire, più sarà alto il premio da pagare. Date le attuali condizioni del mercato dei tassi, se un’impresa volesse coprire un mutuo di 1.000.000,00 di euro, per una periodo di 10 anni e con ammortamento all’italiana (cioè quote capitali costanti), pagherebbe un premio di 27.000,00 euro per coprirsi ad un livello massimo del 3%, mentre per avere una copertura al 2,5%, pagherebbe 35.000,00. Le imprese possono scegliere se pagare il premio in un’unica soluzione ovvero farlo finanziare e pagarlo sottoforma di spread aggiuntivo a quello del mutuo. Quest’ultima è la modalità prevista per i mutui con CAP rivolti ai privati.
Il meccanismo di copertura
Riprendiamo il caso di un’impresa che voglia coprire un mutuo di 1.000.000,00 di euro, per una periodo di 10 anni ed ipotizziamo che la rata sia trimestrale e pari ad Euribor 3 mesi più spread 2%. L’impresa decide di acquistare un CAP con strike 2,50% pagando il premio per intero all’inizio della copertura. Durante il periodo di vita del derivato, fintanto che l’Euribor 3 mesi resta sotto la soglia 2,5%, l’azienda paga sul mutuo un tasso totale pari ad Euribor 3 mesi più 2% (es. con un Euribor 3m pari a 1,035%, l’azienda paga un tasso totale di 3,035%). Nel caso in cui l’Euribor supera lo strike scelto (es. arriva al 3,25%), l’azienda riceve dal derivato un flusso di interessi calcolato ad un tasso pari alla differenza tra Euribor 3 mesi e 2,5%. Lo schema seguente descrive il risultato netto dell’operazione: In pratica il tasso totale pagato dall’azienda è pari al 4,50% dato dalla somma tra 2,5% e spread del mutuo pari al 2%. Se l’azienda non si fosse coperta, avrebbe pagato un tasso totale pari al 5,25%
Tutti i segreti del CAP Cerchiamo di capire come funziona questo nuovo strumento finanziario che appartiene al settore mutui
Il grafico mostra l’andamento storico dell’Euribor 3m (dal 2001 al novembre 2010) ed evidenzia quante volte detto tasso è stato sopra/sotto la soglia del 3%.
L’impresa paga sul mutuo Euribor 3m
3,25%
L’impresa paga sul mutuo spread 2%
2,00%
Totale tasso pagato sul mutuo
5,25%
L’impresa incassa dal CAP (3,25% - 2,50%)
0,75%
Totale netto pagato (5,25% - 0,75%)
4,50%
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e-mail: m.palumbaro@cfiadvisors.it
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Mercedes-Benz è un marchio Daimler.
Il futuro appartiene a chi ha il coraggio di essere differente. Da 34.990 euro*. Classe GLK si rinnova, nella versione PREMIUM, con un design potente firmato AMG. Bixeno, Led, cerchi AMG da 20”, interni sportivi in pelle ecologica e Parktronic di serie. Nella versione SPORT sorprende per dinamismo ed eleganza, con cerchi da 19” e Sport Package. Nuova GLK 200 CDI BlueEFFICIENCY 2WD da 143 CV. Benvenuti nel futuro.
Consumo combinato (l/100km): da 5,8 (GLK 200 CDI BlueEFFICIENCY 2WD) a 10,8 (GLK 350 4MATIC). Emissioni CO2 (g/km): da 153 (GLK 200 CDI BlueEFFICIENCY 2WD) a 251 (GLK 350 4MATIC). *Prezzo riferito alla versione GLK 200 CDI BlueEFFICIENCY 2WD SPORT (chiavi in mano, IPT esclusa). La vettura raffigurata è una Classe GLK PREMIUM.
P. & B. Auto S.p.A.
Concessionaria Ufficiale di Vendita Mercedes-Benz Avezzano (AQ) Via S. Pertini, 167 tel. 0863 401034 - L’Aquila S.S. 17 Km 30 Loc. Coppito tel. 0862 314681 pebauto@pebauto.it
ricerca&innova ione » di Luciano Fratocchi
L’ Dal Made in China al Made for China
Le opportunità per le imprese italiane nel mercato cinese
importanza della Cina negli scambi commerciali a livello globale è ormai riconosciuta da tutti gli “addetti ai lavori”; è infatti indubbio che una quota sempre crescente del valore dei beni che vengono compravenduti nel mondo sia realizzato in opifici cinesi. Tale evidenza viene solitamente identificata come un gravissimo pericolo per le economie occidentali che si ritrovano a subire la concorrenza di un sistema industriale caratterizzato sì da bassi costi di produzione, ma anche da limitata attenzione ai diritti dei lavoratori, scarso interesse per la sicurezza sui luoghi di lavoro, contenuto orientamento all’eco-sostenibilità e diffuso orientamento alla contraffazione, specie dei marchi. È indubbio che tali elementi siano da considerarsi particolarmente allarmanti, in quanto in grado di annullare le fonti di vantaggio competitivo delle imprese occidentali, specialmente in settori come l’abbigliamento e la meccanica, dove le piccole e medie imprese italiane competono – nonostante le limitate dimensioni - sulla base di innovazione e qualità dei materiali e dei processi produttivi. Ci sono interi settori dell’economia mondiale che assai difficilmente potranno essere gestiti in maniera competitiva dalle imprese europee - ed italiane in particolare; basti pensare all’abbigliamento di fascia bassa o all’elettronica di consumo. Seppur amara, questa evidenza non deve lasciare spazio al talvolta tipico piagnisteo italiano, per cui ci si lamenta che qualcun altro ci ha eroso il mercato ed a noi non rimangono margini di azione. La supremazia cinese in alcuni campi è indubbia, ma presenta anche un rovescio della medaglia: se i cinesi diventano così tanto ricchi con la vendita dei loro
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ricerca&innova ione
prodotti, dovranno pur tramutare questi impressionanti aumenti del PIL in consumi. Ed ecco che le imprese italiane devono farsi trovare pronte a questo intenso flusso di domanda che proviene – e sempre più proverrà - dal mercato cinese. Alcuni dati presentati da Edward Burman - in un recente seminario dal titolo “La Cina e le PMI abruzzesi” organizzato a L’Aquila da Reiss Romoli Srl - possono chiarire la dimensione del fenomeno. Bentley nel 2009 ha venduto a clienti cinesi residenti in Cina 421 esemplari delle sue auto ed il target per il 2011 è di 1.000 unità; Lamborghini ne ha vendute 80 nel 2009 e si aspetta di immatricolarne 100 entro la fine di quest’anno; nel solo primo quarter del 2010 Rolls Royce ha venduto 678 esemplari delle sue macchine da sogno. Ma la Cina può essere un paradiso non solo per il settore automotive e non solo per i marchi stranieri: nell’abbigliamento, Zegna ha aperto 60 negozi e realizza in Cina circa il 25% del suo fatturato mentre Ferragamo ha 25 punti vendita; nell’alimentare, Illy detiene 13 negozi di proprietà ed un elevato numero di franchisee; nell’arredamento, Natuzzi ha una fabbrica a Shanghai che produce solo per il mercato del Sud Est asiatico ed una rete di negozi dell’insegna Divani&Divani. Per capire tali risultati commerciali bisogna tener conto che, secondo McKinsey Global Institute il PIL pro-capite dei consumatori cinesi residenti nelle zone urbane passerà dagli 8.575 RMB del 2005 ai 16.218 del 2010 ed ai 27.177 del 2015. E non si parla solo di clienti super ricchi – che comunque valgono tra l’1% ed il 2% di una popolazione di 2 miliardi di abitanti; sempre secondo le stime di McKinsey Global Institute la classe media emergerà entro il 2015 (41% della popolazione) e diventerà dominante entro il 2025 (65% della popolazione). Alla luce di questi dati non apparirà strano che – come segnalato da The Economist lo scorso Agosto - in soli 30 anni il mercato cinese della birra sia passato dalla quasi inesistenza ad essere il più grande del mondo. Un mercato immenso che aspetta solo di vestire e mangiare italiano. Ma non solo. Come evidenzia Bicchielli nel suo utilissimo libro “Made for China”, recentemente edito da il Sole 24 Ore, altrettante opportunità ci sono per l’industria delle macchine utensili e per le società
di servizi di ingegneria. Lo stesso autore – che da oltre vent’anni vive ed opera in Cina e che ha permesso a molte aziende italiane di entrare in questo fantastico mercato – sottolinea, però, che un simile traguardo va preparato per tempo. Va definita una precisa strategia di mercato che tenga conto delle reali esigenze
Se i cinesi diventano così tanto ricchi con la vendita dei loro prodotti, dovranno pur tramutare questi impressionanti aumenti del pil in consumi. Ed ecco che le imprese italiane devono farsi trovare pronte a questo intenso flusso di domanda che proverrà dal mercato cinese dei consumatori locali e delle peculiarità della cultura locale. In sintesi, la Cina è una minaccia ma anche un’opportunità, sta alle aziende italiane far leva sui propri punti di forza per evitare la prima (minaccia) e cogliere la seconda (opportunità). Ciò che va comunque evitato è il fenomeno che definirei del “Made in Italy by China”. Fenomeno per cui, specialmente nel settore dell’abbigliamento produttori italiani si affidano a laboratori (spesso illegali) cinesi in Italia per tenere basso il costo delle lavorazioni. Come ricordavo nello scorso numero, più della metà delle nuove imprese straniere operanti in provincia di Teramo sono cinesi ed operano, tra l’altro, nel campo delle confezioni (28 imprese) e borsettifici (12). E stiamo parlando solo di quelle legali, almeno dal punto di vista dell’iscrizione alla Camera di commercio. Sta agli imprenditori abruzzesi imparare per tempo la lezione che viene dalla lettura di “Storia della mia gente” di Edoardo Nesi, l’imprenditore scrittore che descrive con passione la “cinesizzazione” di Prato e le conseguenze sull’economia locale
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Sono i particolari che fanno il tutto.
GLM è specializzata nella lavorazione del tubo e del filo metallico di piccolo e medio diametro con applicazione e impiego nei più disparati campi dell’industria automotive. GLM è specializzata anche nella realizzazione di telai moto. Tra i nostri prodotti ganci e staffe per impianti di scarico, cavalletti moto, manubri e molto altro.
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fisco
» di Luigi Carunchio
Tracciabilità dei flussi finanziari, si cambia! Dal 7 settembre 2010 sono entrate in vigore le nuove regole per la tracciabilità finanziaria negli appalti pubblici. Andiamole a scoprire nei dettagli
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on l’entrata in vigore della L. n.136 del 13/08/10, recante le misure per il “Piano straordinario contro le mafie”, sono state introdotte all’art. 3 stringenti disposizioni in materia di tracciabilità dei movimenti finanziari, finalizzate a prevenire infiltrazioni criminali relative ai lavori, ai servizi ed alle forniture di natura pubblica. Lo scorso 5 novembre 2010 il Consiglio dei Ministri ha approvato un Decreto Legge che contiene disposizioni integrative e attuative della Legge n.136/2010. L’art. 3 della Legge n.136/2010 prevede che gli appaltatori, i subappaltatori e i subcontraenti delle imprese ed i concessionari di finanziamenti pubblici, di qualsiasi natura, interessati ai lavori, ai servizi e alle forniture pubblici devono, al fine di assicurare la tracciabilità dei flussi finanziari, utilizzare uno o più conti correnti bancari o postali dedicati, anche in via non esclusiva, alle commesse pubbliche. Il Decreto Legge con l’intento di sciogliere alcuni dubbi interpretativi, chiarisce che: » la nuova disciplina si applica immediatamente per i contratti sottoscritti a partire dal 7 settembre 2010 ed ai contratti di subappalto e ai subcontratti da essi derivanti; » viene prevista una moratoria di 180 giorni per consentire l’adeguamento alle nuove regole, e pertanto entro il 7 marzo 2011, per i contratti stipulati precedentemente al 7 settembre 2010;
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fisco
» nell’individuazione dei soggetti obbligati ad adeguarsi alla nuova normativa ci si riferisce ai contratti di subappalto così come definiti dall’art.118, comma 11 del D.Lgs. n.163/2006, nonché ai subcontratti stipulati per l’esecuzione, anche non esclusiva, del contratto. Ai sensi dell’art. 118, comma 11 del D.Lgs. n.163/2006 è considerato subappalto qualsiasi contratto avente ad oggetto attività ovunque espletate che richiedono l’impiego di manodopera, quali le forniture con posa in opera e i noli a caldo, se singolarmente di importo superiore al 2% dell’importo delle prestazioni affidate o di importo superiore a €100.000 e qualora l’incidenza del costo della manodopera e del personale sia superiore al 50% dell’importo del contratto da affidare. Il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri chiarisce anche che il conto corrente dedicato può essere un conto corrente già esistente presso gli appaltatori, ma destinato, anche in maniera non esclusiva, alle attività rientranti nella sfera di applicazione della Legge n.136/2010: la comunicazione da effettuare alla stazione appaltante circa gli estremi del conto corrente utilizzato e le generalità delle persone delegate ad operarvi dovrà essere effettuata entro 7 giorni nel caso di accensione di uno specifico conto corrente o entro 7 giorni dalla prima utilizzazione in operazioni finanziarie relative ad una commessa pubblica nel caso di conto corrente già esistente. Nel testo originario della norma era previsto che tutti i movimenti finanziari riguardanti i lavori, i servizi e le forniture pubblici dovessero essere effettuati esclusivamente tramite bonifico bancario o postale. L’art.9 del D.L. prevede invece che: » i pagamenti effettuati a dipendenti, consulenti e fornitori di beni e servizi; » i pagamenti destinati all’acquisto di immobilizzazioni tecniche; » i pagamenti eseguiti in favore di enti previdenziali, assicurativi e istituzionali; » il pagamento di gestori e fornitori di pubblici servizi;
» il pagamento di tributi; possono essere effettuati anche con strumenti diversi dal bonifico bancario o postale, purché idonei ad assicurare la piena tracciabilità della transazione finanziaria. Rimane l’obbligo di documentare la spesa ed il divieto assoluto di utilizzo del denaro contante. Possono essere utilizzati Strumenti alternativi (ma sempre tracciabili) per il reintegro di somme sui conti correnti dedicati, da utilizzare per il pagamento di spese estranee ai lavori, ai servizi e alle forniture pubblici. Ai fini della tracciabilità dei flussi finanziari, gli strumenti di pagamento devono riportare per ciascuna transazione eseguita dalla stazione appaltante, dai subappaltatori e dagli altri soggetti della filiera delle imprese il codice identificativo di gara (CIG), attribuito dall’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture su richiesta della stazione appaltante e, se obbligatorio, il Codice unico di progetto (CUP) relativo all’investimento pubblico sottostante. Si ricorda che in tutte le tipologie di contratti (dal contratto di appalto iniziale a quelli di subappalto) deve essere presente, a pena di nullità assoluta, un’apposita clausola con la quale le imprese e i professionisti interessati assumono gli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari. L’appaltatore, il subappaltatore o il subcontraente che ha notizia dell’inadempimento della propria controparte agli obblighi di tracciabilità finanziaria deve darne immediata comunicazione alla stazione appaltante e alla Prefettura della Provincia ove ha sede la stazione appaltante o l’amministrazione concedente. La violazione di tali obblighi determina la risoluzione di diritto del contratto. L’autorità competente per l’irrogazione delle sanzioni è il Prefetto della Provincia ove ha sede la stazione appaltante o l’amministrazione concedente. L’inadempimento degli obblighi previsti, infatti, comporta l’applicazione di una serie di sanzioni amministrative pecuniarie, diverse a seconda del tipo di inadempimento
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energia
» di Pietro Pastorelli
Autorità per l’energia elettrica e il gas
Alcune brevi riflessioni sul documento relativo alla strategia energetica nazionale presentato dall’Autorità alla X Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato della Repubblica
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uesto articolo vuole essere uno stimolo, attraverso la sintesi di un importante documento dell’Autorità, ad una profonda riflessione sulle scelte da fare, a livello politico, nel settore energetico. La X Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato della Repubblica il 20 ottobre 2010 ha ascoltato l’Autorità sulla strategia energetica nazionale. Dalla memoria presentata abbiamo estratto alcune considerazioni legate agli argomenti affrontati su questa rivista. Veniamo ora ai dettagli.
Mercato all’ingrosso “Nell’ambito del mercato elettrico, sebbene solo in alcune aree del paese, il grado di concentrazione dell’offerta è ancora lontano da quello proprio di mercati caratterizzati da equilibri concorrenziali. A ciò bisogna aggiungere la difficoltà a sviluppare il sistema di trasporto in misura adeguata a consentire che la concorrenza possa esprimersi su un mercato di taglia veramente nazionale.(….) È quindi necessario porre in essere ogni azione utile ad assicurare la realizzazione nei tempi previsti delle infrastrutture incluse nel piano di sviluppo della rete di Terna e finalizzate a rimuovere o, quantomeno, ridurre le congestioni interzonali, intrazonali e transfrontaliere.” Come si può vedere le infrastrutture, di cui abbiamo più volte chiesto la realizzazione in Abruzzo, incidono sia sulla qualità che sul costo dell’energia. Ma
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energia
non basta: una rete non affidabile crea seri problemi anche per l’energia da fonti rinnovabili. Scrive infatti ancora l’Autorità.
Connessioni ed utilizzo delle reti “Attualmente si registrano notevoli problemi relativi alla connessione degli impianti di produzione alla rete. In alcune zone nel sud dell’Italia, sono state presentate richieste di connessione per oltre 70.000 MW alla rete di trasmissione nazionale e richieste per circa 28.000 MW alle reti di distribuzione. Tuttavia appare impossibile che vengano effettivamente realizzati impianti per potenze complessive così elevate. (…) Vi sono numerosi impianti già realizzati e in esercizio, soprattutto eolici, che non possono produrre a pieno carico, pur avendo disponibilità della fonte rinnovabile, a causa delle insufficienze di rete. (…) Anche da queste considerazioni si evince che un impianto di produzione di energia elettrica non può prescindere dalla rete a cui deve essere connesso”. Ma continuiamo a leggere il documento per affrontare un nuovo problema legato alle rinnovabili: come si governa la necessità di una rete con energie primarie indipendenti dalla volontà del gestore? Scrive l’Autorità: “Infine, il quantitativo di potenza da fonte rinnovabile, che dovrebbe essere installata per realizzare l’obiettivo europeo di utilizzo di fonti rinnovabili per il 20% del consumo finale di energia (e che ha portato a definire per l’Italia un obiettivo nazionale del 17%), non potrà che essere in larga parte rappresentato da fonti intermittenti. Il problema dell’intermittenza delle fonti rinnovabili e della loro scarsa programmabilità, profilo particolarmente problematico rispetto all’energia eolica e solare, non può essere risolto solo attraverso lo sviluppo delle reti. Le stesse “Smart grids”, o reti “intelligenti”, quando anche fossero in grado di connettere ottimamente tutti
i nodi di produzione e consumo della rete, non consentirebbero comunque l’accumulo di energia. Posto che la maggiore disponibilità di fonti rinnovabili primarie (vento e sole) si trova nel Mezzogiorno, mentre l’unico strumento di accumulo oggi realmente disponibile (bacini idroelettrici) è concentrato nel Nord del paese, si pone il problema della disponibilità di strumenti di accumulo dell’energia che garantiscano la necessaria flessibilità della rete, esattamente nelle aree dove essa è più necessaria, cioè dove sono maggiormente localizzati impianti rinnovabili non programmabili”.
Qualità Veniamo ad un altro argomento: la qualità dell’energia elettrica. Con i dati da noi raccolti avevamo dedotto che le interruzioni più frequenti e dannose per i bilanci aziendali sono le interruzioni brevi che non sono indennizzabili. Ecco sull’argomento cosa scrive l’Autorità: “L’estensione della regolazione anche alle interruzioni brevi (…) produrrà benefici in particolar modo per i clienti industriali con processi automatizzati. Per questi clienti sono allo studio nuove iniziative finalizzate a ridurre anche il numero delle micro interruzioni, vale a dire i buchi di tensione e le interruzioni di durata inferiore al secondo”. Ecco una bella notizia per tutte le aziende!
Tutela dei consumatori Anche su questo argomento sono in arrivo delle novità. L’Autorità scrive: “Con il 1° gennaio 2011 entrano in vigore alcuni importanti provvedimenti a tutela del consumatore ed in particolare le nuove norme sulla trasparenza delle bollette elettriche e del gas”. Per maggiori dettagli: http://www.trovaenergia.it/joomla/articoli/varie/25autorita-per-lenergia-elettrica-e-il-gas.html
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creatività&innova ione » di Simone D’Alessandro
La Rivoluzione “Continua” di Conner:
la scienza è più popolare di quanto si pensi! Una riflessione sulla tesi del grande accademico che racconta la storia della Scienza dal punto di vista degli artigiani, dei fabbri, degli operai e dei mercanti che hanno contribuito al suo sviluppo dal basso
L
a creatività è un processo che genera innovazioni in cui un’intera comunità popolare prende parte attiva anche se anonima. L’eredità di tale processo viene successivamente ricodificata dallo scienziato o dall’intellettuale elitario che viene visto, erroneamente, come unico gestore di questo processo. Questa è la tesi “anti-accademica” di un grande accademico e storico della scienza Clifford Conner. Egli, in Storia popolare della scienza (Tropea ed., Milano, 2008, 528 pagine) racconta la storia della scienza dal punto di vista degli artigiani, dei fabbri, degli operai e dei mercanti che hanno contribuito al suo sviluppo dal basso, senza gloria o riconoscimenti. Conner, da sapiente e creativo, rovescia gli stereoti-
pi comunemente percepiti a proposito dello scontato rapporto virtuoso tra creatività, innovazione, scienza, evoluzione storica e capacità dello scienziato: «La leggenda che circonda la figura di Pitagora illustra in modo efficace la tendenza, a quanto pare di ogni epoca, ad attribuire la creazione scientifica a singole figure di eroi sapienti1». L’autore smaschera gli altarini a cominciare dalla scienza ufficiale, capace di esaltare il genio individuale di uno scienziato, eclissando le influenze dell’ambiente e la tradizione anche popolare, basata su un trasferimento anonimo di conoscenze, frutto di pratiche sociali. Conner disattiva, inoltre, il luogo comune dell’evoluzione e del progresso irreversibile, sostenendo
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creatività&innova ione
che ogni epoca sviluppa modalità conoscitive non direttamente confrontabili e non necessariamente migliorabili con il passare del tempo. In questo senso, dimostra che molte antiche civiltà pre–letterate avevano un sistema di conoscenze che ha di molto aiutato le culture letterate, quando queste ultime hanno deciso di colonizzare nuovi mondi, dialogando in modo etnocentrico con individui che venivano ritenuti meno progrediti: «Tutte le piante e le specie animali di cui ci nutriamo al giorno d’oggi, sono state selezionate attraverso la sperimentazione e una vera e propria ingegneria genetica messe a punto dagli antichi popoli preletterati (…) Furono gli amerindi a insegnare agli europei come usare la corteccia di china per il trattamento della malattia, e fu uno schiavo di nome Onesimus a introdurre la pratica dell’inoculazione contro il vaiolo nel Nordamerica. Il merito della scoperta della vaccinazione (…) appartiene a Benjamin Jesty, che di mestiere faceva l’agricoltore. Va, inoltre, detto che fino al Diciannovesimo secolo la scienza medica deve il suo progresso più alle categorie semianalfabete dei barbieri–chirurghi, dei farmacisti, dei praticoni che agli studiosi di medicina provenienti dalle università, la cui influenza ha avuto piuttosto l’effetto di rallentare l’acquisizione di nuove forme di conoscenza. Fu uno svizzero di nome Jakob Nufer, un castratore di maiali, a eseguire intorno al 1500 il primo taglio cesareo documentato. (…) Benjamin Franklin, allorché realizzò la prima Carta della Corrente del Golfo, riconobbe di essersi basato esclusivamente su ciò che aveva appreso da semplici balenieri. La chimica, la metallurgia e la scienza dei metalli in genere ebbero origine dalle conoscenze accumulate da antichi minatori, fabbri e vasai. La matematica deve la sua esistenza e gran parte della sua evoluzione nel corso
dei millenni, ad agrimensori, mercanti, contabili e meccanici. E infine, il metodo empirico che caratterizzò la rivoluzione scientifica del Sedicesimo e Diciassettesimo secolo (…) emersero dai laboratori di artigiani (…) la scienza, così come la intendiamo oggi, ha origine in fonti popolari e artigianali; è diventata ciò che è sfruttando ampiamente queste fonti. Il progresso della conoscenza, affermava Popper, è avvenuto principalmente attraverso la modificazione delle conoscenze precedenti2». Oggi quest’ultima affermazione potremmo ricontestualizzarla dicendo che ogni innovazione radicale è il frutto di costanti incroci di piccole innovazioni incrementali. Conner rovescia il rapporto tra attività intellettuale e attività manuale, dando più importanza alla seconda che alla prima; egli posiziona la manualità come principio creativo che apporta dati preziosi alla teoria e rovescia anche il rapporto scienza/tecnologia, proponendo, fonti alla mano, che sia stata la tecnologia a sorgere prima, dando basi fondative alla scienza stessa. La scienza non è staccata dai fini pratici, in altre parole, e non esiste una scienza dura o naturale gerarchicamente superiore a una scienza molle o sociale, anche perché scienze esatte e oggettive non potranno mai affrontare, oggettivamente, il mondo della complessità del soggetto escludendo le scienze sociali. Il pensiero di Conner presenta numerose affinità con la riflessione sociologica di Becker e di De Masi. Questi ultimi, in alcune delle loro opere più celebri3, dimostrano che la creatività è frutto di un processo collaborativo in cui la nozione stereotipata dell’autore individuale tende a decadere. Le idee nascono per contaminazioni continue e influenze anche accidentali, per cui alla fine di ogni processo creativo risulta difficile attribuire il merito a una singola persona
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1. D. C. Conner, Storia popolare della scienza, Tropea, Milano, 2008, p. 9. 2. D. C. Conner, op. cit., p. 11. 3. Tra cui spiccano in particolare: H. S. Becker, I mondi dell’arte, Il Mulino, 2004; D. De Masi, L’emozione e la regola. Gruppi creativi in Europa dal 1850 al 1950, Laterza, Bari, 1989; D. De Masi, L’ozio creativo, Rizzoli, Milano, 2000; D. De Masi, La fantasia e la concretezza. Creatività individuale e di gruppo, RCS libri, Milano, 2003.
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ict » di Antonio Teti
Wi-Fi in volo
ma c’è sicurezza? Anche sugli aeromobili, la possibilità di connettersi in rete ha assunto la connotazione di un servizio da offrire ai passeggeri, non più procrastinabile. Ma questo servizio di connettività ad alta quota, che viene accolto con grande favore dal pubblico, è veramente esente da rischi?
L
a notizia è di qualche settimana fa. Grazie ad un accordo tra Google e tre compagnie aeree americane (Air Tran, Delta, Virgin America) entro fine anno sarà possibile usufruire gratuitamente delle connessioni Wi-Fi durante i voli nazionali. Sembra tuttavia che il vantaggio del servizio di connettività sarà gratuito solo per un intervallo di tempo ben definito: dal 20 novembre al 2 gennaio. Successivamente si dovrà pagare una quota (minima da quanto è dato sapere) per poter usufruire del preziosissimo servizio che consentirà di rendere i voli più confortevoli grazie soprattutto all’ottimizzazione dei tempi dedicati alle trasferte lavorative. Naturalmente, quest’accordo consentirà all’azienda di Mountain View di attivare un ulteriore filone di introiti. Ciò nondimeno, al di là delle considerazioni sulla lungimiranza economica di Google, che la porta ad essere ancora una volta protagonista in svariati settori (vedi n.41 Abruzzo Impresa marzo 2010– Google Energy: dalla ricerca delle informazioni in rete al controllo dell’energia elettrica), è opportuno fare alcune considerazioni sui rischi derivanti dall’inserimento di questo innovativo servizio proprio sugli aeromobili, che costituiscono un mezzo di trasporto tradizionalmente esposto ad una serie di rischi. Anche se l’idea di dare connettività in volo risale al 2008, è solo nell’ultimo anno che molte compagnie aeree (anche europee) si sono attivate per concedere questo ulteriore servizio sui propri voli di linea. Tut-
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tavia molti esperti di sicurezza, a livello mondiale, concordano nell’affermare che l’adozione di sistemi di connettività wireless sugli aerei, può rappresentare una potenziale minaccia per la sicurezza stessa dei velivoli e di conseguenza dei passeggeri trasportati. I tragici episodi dell’11 settembre, che hanno visto proprio gli aeromobili recitare un ruolo da protagonista nel compimento dei famosi eventi criminosi, hanno evidenziato come il trasporto aereo costituisca un strumento particolarmente appetibile proprio per il compimento di attentati terroristici.
Anche i recenti ritrovamenti verificatisi negli ultimi mesi, di pacchi bomba negli scali aeroportuali di Stati Uniti, Regno Unito e altri paesi mediorientali, confermano questa particolare predilezione del terrorismo internazionale per il trasporto aereo. In questo contesto così pericoloso, l’idea di inserire la possibilità di offrire connettività wireless ai passeggeri, desta non poche perplessità. Infatti se consideriamo che le reti WiFi possono consentire di attivare a di-
stanza, e senza grossi problemi tecnici, un congegno esplosivo, lo scenario che si potrebbe configurare in futuro dovrebbe portare ad un’attenta riflessione da parte delle strutture governative addette al controllo e alla sicurezza del trasporto aereo. In tal senso, risulta emblematico il recente episodio verificatosi il 29 ottobre scorso e riconducibile al ritrovamento di una bomba nascosta in una cartuccia per stampanti laser, presso un centro di smistamento FedEx a Dubai. Il pacco era giunto dallo Yemen ed era diretto a Chicago negli Stati Uniti. Curiosamente, sembra che il pacco, prima di fare scalo negli Emirati Arabi Uniti, abbia viaggiato a bordo di due voli di linea senza che avvenisse alcun controllo. Secondo le autorità, la cartuccia era stata riempita di tetranitrato di pentaeritrite (Petn), il medesimo esplosivo utilizzato per il fallito attentato del giorno di Natale 2009 a bordo di un aereo diretto negli Stati Uniti. L’involucro che conteneva la cartuccia esplosiva, era stato confe-
zionato con una particolare attenzione e minuziosità. All’esplosivo era collegato un circuito elettrico che si interfacciava con la scheda SIM di un cellulare nascosto in una stampante. Insomma sarebbe bastata una telefonata al cellulare contenuto nella stampante (o anche un semplice sms indirizzato alla SIM), per innescare il circuito di detonazione della bomba. A questo punto risulta piuttosto banale evidenziare che la presenza della connettività WiFi a bordo di un aereo renderebbe questa operazione molto più semplice, soprattutto per quanto concerne le molteplici possibilità offerte dai moderni palmari di collegarsi a dispositivi cellulari in grado di attivare l’innesco di un ordigno esplosivo. Una cosa è certa, la connettività WiFi in volo costituisce un ulteriore rischio per la sicurezza dei passeggeri, e su questo aspetto si dovrebbe concentrare l’attenzione delle compagnie aeree e delle strutture responsabili della sicurezza del trasporto aereo. Secondo una stima di Google, il servizio wireless sarà disponibile su più di 700 aerei di differenti compagnie aeree, e che circa 15 milioni saranno i passeggeri che utilizzeranno, per il prossimo anno, questo innovativo e utilissimo servizio di bordo. Ricordiamoci però che potrebbe essere utile anche per altro
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Secondo una stima di Google, il servizio wireless sarà disponibile su più di 700 aerei di differenti compagnie aeree, e che circa 15 milioni saranno i passeggeri che utilizzeranno questo innovativo servizio di bordo
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norme&leggi
» di Filippo Paolini
Tutte le novità sul “collegato lavoro”
È entrato in vigore dal 24 di novembre 2010. Anche per le imprese ci sono novità rilevanti, cerchiamo di capire quali sono
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opo un travagliato iter di approvazione, è finalmente entrato in vigore il cd “collegato lavoro” (Legge 183/2010), un pacchetto di norme che incidono profondamente sulla disciplina del rapporto di lavoro, privato e pubblico. Per le imprese, le novità rilevanti sono molteplici: in questo articolo parleremo dell’introduzione delle clausole arbitrali nei contratti di lavoro, dell’abolizione della conciliazione obbligatoria per la procedibilità dei processi del lavoro, e delle modifiche alle procedure di impugnazione del licenziamento e della cessazione del rapporto di lavoro in genere. Dopo oltre dieci anni di servizio - per la verità “poco onorato”, visti i risultati - va in pensione il tentativo di conciliazione quale istituto obbligatorio per l’avvio di azioni legali, con la sola eccezione dei contenziosi aventi ad oggetto l’impugnativa di contratti di lavoro certificati (art. 80 “Legge Biagi”). Quindi, da oggi,
chi intenderà promuovere una causa di lavoro non sarà più tenuto a promuovere la conciliazione che, così, nel sistema giuslavoristico, prende i connotati di una mera scelta facoltativa, mentre, in campo civile e commerciale, ha assunto recentemente un ruolo chiave, essendo prevista come passaggio obbligato per la gran parte dei contenziosi (D. Lgs. 28/2010). Un’opzione in chiara controtendenza, dunque, che forse può essere in parte spiegata - nell’ottica di un legislatore ossessionato dal tentativo di deflazione del contenzioso ordinario - con il parallelo potenziamento dell’arbitrato che, come noto, non prevede l’intervento di un giudice (e quindi il ricorso ai Tribunali), bensì di un arbitro, cioè un professionista “privato” cui le parti decidono concordemente di affidare la risoluzione di una controversia, in questo caso nascente dal rapporto di lavoro.
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norme&leggi
D’ora in poi, infatti, fin dal sorgere del rapporto di te di alcune organizzazioni sindacali potrebbero relelavoro, si potrà prevedere di devolvere le future garlo - o meglio mantenerlo - nell’oblio. eventuali controversie tra le parti ad un collegio Destinate, invece, a incidere fin da subito sono le arbitrale composto da un rappresentante del dato- nuove norme in tema di impugnazione del recesso dal re di lavoro, da un rappresentante del dipendente rapporto di lavoro. Rimane immutato l’obbligo d’ime da un terzo membro che assumerà le funzioni pugnazione entro sessanta giorni, anche extra giudidi Presidente e che sarà scelto di comune accordo ziale, ma questo diverrà inefficace se entro i succeso, in mancanza, dal presidente del Tribunale com- sivi duecentosettanta non sarà stata iniziata l’azione petente ; questo attraverso l’inserimento nel contratRimane immutato l’obbligo d’impugnazione entro to di lavoro di vere sessanta giorni, anche extra giudiziale, ma questo e proprie clausole arbitrali, derogadiverrà inefficace se entro i successivi duecentosettanta tive della giurisdinon sarà stata iniziata l’azione giudiziaria o richiesta zione ordinaria. la conciliazione oppure l’arbitrato Ci sono però diversi limiti da rispettare. Anzitutto, ciò sarà possibile solo se previsto nei contratti collettivi di giudiziaria, o richiesta la conciliazione (sempre facollavoro o in accordi interconfederali; in secondo luogo, tativa) oppure l’arbitrato. la clausola compromissoria dovrà essere certificata Altra novità rilevante è che questa tempistica dovrà (art.75 e ss. “Legge Biagi”) a pena di nullità, onde ac- essere rispettata oltre che in tutti i casi di invalidità certare l’effettiva volontà di entrambe le parti in tal del licenziamento (molto probabilmente, quindi, pure senso, e non potrà essere stipulata prima del termine in caso di licenziamento orale), anche per il recesdel periodo di prova oppure, se non previsto, prima di so del committente nelle collaborazioni coordinate e trenta giorni dalla firma del contratto di lavoro; infi- continuative e nei contratti a progetto, nelle ipotesi ne, non potrà valere per i contenziosi attinenti alla di trasferimento da un’unità produttiva ad un’altra risoluzione del rapporto di lavoro e, quindi, in parole (art. 2103 c.c.), nelle azioni concernenti la legittipovere, il licenziamento passerà sempre, obbliga- mità del termine apposto al contratto, nei contratti toriamente, per le mani del giudice. a termine, per le questioni inerenti al trasferimento Quale sarà la sorte del “nuovo” arbitrato del lavoro? d’azienda regolate dall’art. 2112 c.c. ed, infine, in tutDifficile prevederlo: da un lato, i tempi ridotti e certi ti i casi in cui si chieda la costituzione del rapporto di del procedimento dovrebbero indurre ad un maggior lavoro in capo ad un soggetto diverso dal titolare del utilizzo dello strumento; dall’altro, tuttavia, i costi contratto (es. somministrazione irregolare) potenzialmente maggiori e la nota diffidenza da par-
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gestione d’impresa
quarta parte
» di Massimiliano Pian
Il modello di controllo Quanto è importante la sua analisi per le piccole e medie imprese? Proviamo a scoprirlo attraverso alcuni esempi
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a facilità con cui si costruisce il modello in funzione delle caratteristiche dell’impresa, consente di mantenerlo e farlo evolvere abbastanza rapidamente, garantendone l’efficacia: così come possono modificarsi le linee di business, possono anche emergere necessità di rivedere il modello di attribuzione dei costi indirettti. Di seguito un esempio che serve ad evidenziare quanto sia necessario avere ben chiaro lo stato di efficienza ed efficacia dei diversi processi, prima di intraprendere complicate e costose soluzioni di attribuzione di costi indiretti di struttura alle linee di business. Prodotto A
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Manutenzione: criterio di allocazione dei costi del servizio in base agli effettivi interventi sulle due diverse linee di produzione Prodotto A: 30 Prodotto B: 10 Amministrazione: criterio di allocazione dei costi del servizio in % del fatturato Prodotto A: 16 Prodotto B: 14 Voci economiche
Prodotto A
Prodotto B
Totale
Ricavi
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Costi diretti
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Manutenzione
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Amministrazione
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Risultato
Modello di controllo per un’impresa operante nel settore tessile. Amministrazione, Finanza e Controllo Logistica Servizi Tecnici MARGINE
Risultato
Processi di supporto
Voci economiche
Information tecnology
Marchi di proprietà
Marchio XXX
Marchio YYY
Marchi in licenza
Marchio AAA
Marchio BBB
Marchio CCC
Processi primari
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gestione d’impresa
Da questo esempio risulta che il prodotto B è quello che porta margine, mentre il prodotto A “brucia” risorse. Qualora si rilevasse che i costi amministrativi fossero del 50% superiori ad un benchmark e si attivassero azioni per la loro riduzione (da 30 a 15), ecco quali sarebbero i risultati: Voci economiche
Prodotto A
Prodotto B
Totale
Ricavi
100
85
185
Costi diretti
60
65
125
Manutenzione
30
10
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Amministrazione
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Risultato
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3
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Amministrazione, Finanza e Controllo Pianificazione Ricerca e Sviluppo Affari Legali Risorse Umane e Organizzazione Marketing e Servizi Commerciali Direzioni di Divisione
MARGINE
Processi di supporto
Mantenendo i medesimi criteri di allocazione dei costi indiretti, si scopre che i prodotti sono entrambi profittevoli: il risultato complessivo dell’impresa non era influenzato dall’avere in portafoglio un prodotto a redditività negativa, ma dall’avere una funzione amministrativa non efficiente. Iniziare a sviluppare complicati e sofisticati modelli di allocazione dei costi ai prodotti/servizi può fornire informazioni distorcenti: l’area dei costi raccolti all’interno delle funzioni che rappresentano la strut-
tura d’impresa deve essere prima analizzata in riferimento agli obiettivi specifici di efficienza ed efficacia di ciascuna funzione. Solo una volta assicuratisi che il rispetto di tali obiettivi sia centrato, si può allora procedere a studiare e realizzare meccanismi di ripartizione dei costi sull’output finale. Se un servizio inefficiente viene attribuito alle linee di business, queste rischiano di veder penalizzato il proprio risultato, a causa di una variabile che non sono in grado di controllare. In tal modo si potrebbe valutare come non profittevole una linea di prodotto (con la conseguenza di tutte le decisioni che ne deriverebbero, senza considerare la causa di tale risultato), quando invece sarebbe opportuno intraprendere azioni per migliorare l’efficienza della funzione di supporto. Non è, quindi, la sofisticazione del modello che si realizza a determinare la disponibilità di informazioni significative, quanto l’accortezza ed il senso pratico nel saper calare modelli teorici nella specifica realtà sotto esame, disegnando di volta in volta soluzioni specifiche e mai applicando standard predefiniti. La consulenza per le piccole e medie imprese deve imparare ad essere più pratica e meno teorica
Divisione Divisione Divisione Divisione Poliuretani Stirenici e Divisione Olefine intermedi Cloro e Tecnopoli Elastometri e Aromatici Sistemi meri
Processi primari
Modello di controllo per un’impresa operante nel settore chimico
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credito&finan a » a cura della redazione
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La società di brokeraggio nata nel 1996 è guidata dall’imprenditore Francesco Pirocchi
a sede e menti in Abruzzo, ma il suo ambito operativo spazia in tutta Italia, tanto da aver conquistato la trentesima posizione della speciale classifica nazionale stilata da AsefiBrokers che cura la più importante guida all’intermediazione assicurativa. Mediass Gpa Spa, la società di brokeraggio assicurativo operativa dal 1996 per iniziativa dell’imprenditore Francesco Pirocchi e del Gruppo Gpa – prima società italiana e tra le più importanti a livello internazionale con 35 sedi, 500 dipendenti, 650 milioni di premi e 45 milioni di fatturato – è infatti considerata leader assoluto nel centro sud per volume di affari e per organico e si appresta
a chiudere il 2010 con numeri importanti e in controtendenza rispetto al mercato assicurativo con circa 4 milioni di fatturato e un aumento degli utili del 17%, seguendo un percorso di crescita continua e costante anno dopo anno e soprattutto dimostrando di saper mettere in campo una forza e una dinamicità che le hanno consentito di ampliare la gamma dei servizi e di proporre nuovi modelli commerciali. «Se è vero che la crisi produce nuove opportunità – dichiara Francesco Pirocchi, amministratore delegato di Mediass Gpa – noi siamo in grado di coglierle, ma anche di generarle attraverso quello spirito innovatore che da sempre caratterizza la nostra azienda». Uno spirito che
ha consentito a Mediass Gpa di lanciare, ultimo in ordine di tempo, il “Progetto Partnership”, aperto alla collaborazione di imprenditori e professionisti, di agenti e broker locali ai quali viene fornito il supporto operativo e logistico, permettendo loro di penetrare rapidamente sul mercato con una gamma di servizi completa attraverso canali di intermediazione già collaudati che facilitano l’accesso alle grandi Compagnie assicurative. «Il Progetto Partnership – spiega Gianluca Graziani, direttore commerciale di Mediass Gpa – ha l’obiettivo di creare un network innovativo nell’ambito dell’intermediazione assicurativa, con una formula di collaborazione tra imprendiDirigenti e dipendenti Mediass Gpa davanti alla sede di Pescara
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I componenti dell’Ufficio Gestione: da sinistra Catia Fizzani, Davide Pollice, Cinzia Chiarizia, in primo piano la Responsabile Patrizia Forcone
tori che punta a massimizzare i risultati commerciali e a mettere a disposizione degli affiliati, le competenze, il know-how e il supporto operativo che un’azienda come la nostra è in grado di garantire». Forte di un organico di circa 50 tra dipendenti, agenti e collaboratori con un’età media di 36 anni che operano tra la sede principale di Piazza Troilo a Pescara e le altre filiali sul territorio nazionale, Mediass Gpa è infatti una società di consulenza che mette a disposizione di aziende private e di amministrazioni pubbliche servizi di alto profilo nei settori dell’assicurazione, della finanza e del credito commerciale attraverso un approccio sinergico delle tre macroaree e un’ottimizzazione delle risorse e delle leve finanziarie. Va sottolineata, tuttavia, la forte espansione del settore del “credit management” anche alla luce dell’esigenza sempre più stringente di monitorare il rischio credito, sia da parte delle imprese sia da parte del sistema bancario. In questo caso la Business Unit Credito&Cauzioni
di Mediass Gpa, guidata dal direttore Christian Ridolfi, non opera come intermediario ma come gestore, diventando parte integrante dell’azienda attraverso un’assistenza globale e un’offerta di prodotti e servizi competitivi. Questo consente il miglioramento “oggettivo” del merito creditizio, la crescita della reputazione dell’azienda nei confronti del sistema bancario e, di conseguenza, una maggiore facilità nell’ottenere finanziamenti con un più basso “costo” del denaro attraverso soluzioni efficaci quali l’assicurazione crediti commerciali; informazioni commerciali; contratti di recupero crediti; monitoraggio e ottimizzazione del rapporto con le banche; autovalutazione del merito creditizio secondo Basilea 2. Non è un caso dunque che Mediass Gpa possa contare tra i suoi clienti oltre 400 aziende private e circa 120 tra amministrazioni locali, aziende sanitarie locali, municipalizzate o a partecipazione pubblica, alle quali garantisce una grande professionalità e un elevato li-
Da sinistra: Christian Ridolfi direttore Business Unit Credito&Cauzioni, Francesco Pirocchi Amministratore Delegato e Gianluca Graziani Direttore Commerciale di Mediass Gpa » foto di Andrea Straccini
Barbara Pagliaro Responsabile sistema qualità ed Elisabetta Briolini, Responsabile ufficio amministrazione
vello di servizio e di assistenza, unita al costante confronto con le primarie compagnie nazionali e internazionali del settore. In questo modo Mediass Gpa formula proposte mirate e personalizzate per soddisfare ogni esigenza espressa sia dall’Ente pubblico per la protezione del patrimonio, del personale e della responsabilità, sia dalle imprese private con un servizio di consulenza e brokeraggio di elevatissimo standing e di approfondita analisi dei rischi, grazie a un attento processo di Risk Management, alla realizzazione e condivisione del piano assicurativo programmatico, alla gestione ed esecuzione dei contratti assicurativi e alla gestione dei sinistri. Un’impostazione vincente che consente a Mediass Gpa di guardare anche al 2011 con grande ottimismo e con la giusta ambizione
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credito&finan a » a cura della redazione
Restyling per Banca dell’Adriatico Riapre la filiale di Pineto. «Investiamo sul territorio» afferma il presidente dell’istituto bancario Giandomenico Di Sante
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opo una complessa ristrutturazione la Banca dell’Adriatico ha inaugurato la filiale di Pineto in via D’Annunzio. La sede in questi mesi è stata completamente rinnovata per offrire alla clientela ambienti più accoglienti e funzionali. Rappresenta un presidio storico operante da ben venticinque anni, diretta da Carmine Di Lodovico, che coordina sette giovani colleghi. L’ammodernamento rientra in un ampio piano di restyling che ha interessato 15 sportelli di Banca dell’Adriatico dislocati nelle Marche, Abruzzo e Molise. «Stiamo investendo sul territorio – ha dichiarato il presidente
della banca Giandomenico Di Sante – per dare nuovi strumenti ed opportunità di crescita all’economia locale, per mettere a disposizione di imprese e famiglie i servizi di una banca ben radicata sul territorio e vicina alle loro esigenze, insieme alla forza di un grande Gruppo creditizio europeo». Banca dell’Adriatico appartiene al gruppo Intesa Sanpaolo, nato dalla fusione di Banca Intesa e Sanpaolo IMI. Due grandi realtà bancarie italiane che si sono aggregate per crescere. Il conto economico consolidato del terzo trimestre 2010 registra proventi operativi netti pari a 4.052 milioni di euro, in aumen-
to dello 0,7% rispetto ai 4.024 milioni del secondo trimestre 2010 e in diminuzione del 9,9% rispetto ai 4.497 milioni del terzo trimestre 2009. In quest’ambito, nel terzo trimestre 2010 gli interessi netti ammontano a 2.470 milioni, in aumento dello 0,3% rispetto ai 2.462 milioni del secondo trimestre 2010, in presenza di una ripresa degli impieghi a fine trimestre (+1,1% rispetto al 30 giugno 2010) e di tassi euribor che tra il secondo e Giandomenico Di Sante
il terzo trimestre 2010 sono risultati in leggera crescita dopo la continua e rapida discesa avviata dal quarto trimestre 2008, rimanendo peraltro ancora su livelli di minimo storico. Il risultato dell’attività di negoziazione è pari a 126 milioni di euro (con un apporto positivo di 8 milioni dall’attività di proprietary trading e tesoreria e di 27 milioni dai prodotti strutturati di credito)
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La filiale di Banca dell’Adriatico a Pineto » foto concesse da Banca dell’Adriatico
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la terra di piero
idee per lo sviluppo delle aree interne » di Piero Carducci*
Ricostruzione pesante ferma
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erremoto, venti mesi dopo. La fase dell’emergenza è stata affrontata obiettivamente bene. Pure le abitazioni con lievi danni sono in via di riparazione, seppure con forti ritardi imputabili al Comune ed alla diabolica filiera Fintecna-Cineas-ReLuiss. Ma la ricostruzione pesante è ferma. E’ ferma in centro storico, è ferma in periferia, è ferma ovunque. Si assiste al penoso balletto dello scaricabarile: la colpa è sempre degli altri. I tecnici accusano i commissari, i commissari accusano il Comune, il Comune accusa tutti, i cittadini aspettano sempre più sfiduciati, depressi, stanchi. La questione vera è: le istituzioni in senso lato intese, hanno intenzione di ricostruire L’Aquila oppure no? Vogliono darci l’opportunità di un futuro oppure no? Perché una cosa deve essere chiara: con le assurde procedure e con le scarse risorse attuali L’Aquila resterà una città morta. I nodi arrivano al pettine. Ora si deve affrontare la ricostruzione dell’Aquila, non la riparazione di abitazioni con danni leggeri, ma di quelle distrutte o gravemente danneggiate. Le procedure disegnate dalle ordinanze continuano ad essere tanto barocche quanto inefficienti. Ma chi può, non le modifica. Assolutamente insufficienti pure le risorse per le seconde case, presenti nel 90% dei compendi. Con troppa burocrazia e con poche risorse per gli aquilani sarà impossibile ricostruire, a meno che non si contribuisca pesantemente di tasca propria. E Il centro storico sarà destinato a diventare una città fantasma. Gli aquilani già impegnati nella ricostruzione della pri-
ma casa non potranno esporsi finanziariamente pure sulla seconda, semplicemente perché non dispongono della necessaria liquidità e perché la contribuzione prevista è insufficiente. Chi ha lavorato e risparmiato anni ed anni, sobbarcandosi pesanti mutui, per acquistare una seconda casa ed assicurare un po’ di futuro ai figli, vede questo sogno infrangersi miseramente. Ci attendono ruderi, macerie e feroci liti condominiali tra chi vuole ricostruire e chi non potendo contare su adeguato contributo in quanto proprietario di seconda casa, non potrà partecipare alle spese. Cosa accadrà? Saremo espropriati delle seconde case che non potremo ristrutturare per mancanza di soldi? Dovremo svendere a prezzi stracciati a qualche immobiliarista, o alla Fintecna, alla ricerca dell’affare facile? Dobbiamo essere molto preoccupati. I contributi alla ricostruzione pesante devono essere incrementati. Le spese per il consolidamento dei terreni et similia, inoltre, devono essere a carico dello Stato, se si vuole rifondare una città sicura. Molte osservazioni degli ordini professionali sono giuste e devono essere accolte. E però la politica è stranamente muta su tali macroscopiche carenze dei provvedimenti. Una pletora di commissari è al lavoro, ma i risultati non si vedono. Il Sindaco appare del tutto inadeguato a gestire la complessità dei processi della ricostruzione. E gli aquilani sono stanchi, demotivati, fatalisti. Le istituzioni devono dare subito delle risposte, se si vuole evitare che la protesta, per ora contenuta ma montante, assuma forme violente e dimensioni incontrollabili
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* Economista
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CAMPAGNA, CANTINA, COMMERCIALIZZAZIONE: LO STILE “CAPPA&SPADA” L’azienda vitivinicola abruzzese, situata in una zona collinare del teramano e fondata dalla famiglia Di Ubaldo, fonda il suo successo sulla cura dei particolari e sul filo conduttore delle “tre C”
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zione con Di Ubaldo
» redazionale in collabora
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er chi arriva da lontano, la zona in cui si trova l’azienda Cappa & Spada è a cavallo di uno spartiacque che fu confine tra il regno di Napoli e lo Stato Pontificio. Limite sud del centro Italia, ha rappresentato per secoli un importante nodo di comunicazione tra la costa adriatica e Roma, e dall’epoca imperiale la strada di collegamento è la consolare Salaria attraverso la quale avveniva l’approvvigionamento del sale per l’Urbe; per chi invece vive in Abruzzo, più semplicemente si trova su una zona collinare compresa nei comuni di Ancarano, Torano e Controguerra, tanto che solo la loro citazione indica un territorio altamente votato alla viticoltura. I terreni dell’azienda sono praticamente attraversati a mo’ di pettine dalla valle del Vibrata, dalla valle del Tronto e dalla valle del Salinello, in queste colline che degradano dalle montagne dell’Appennino al mare Adriatico, a testimonianza di una zona in fermento. Tanti sono stati gli insediamenti antichi rinvenuti: essi vanno dall’età del bronzo alla romanizzazione (XIII-III sec a.C.), la cui traccia indelebile può essere riscontrata visitando il museo archeologico di Campli. La famiglia Di Ubaldo, autoctona, di provenienza da attività agricole e artigianali tessili, negli ultimi dieci anni ha deciso di sviluppare intensamente la propria attività agricola nel settore vitivinicolo, e si adopera cercando di sviluppare conoscenze e competenza in ambiti che sono ritenuti basilari. In una parola, il filo conduttore passa attraverso le cosid-
dette “tre C”: Campagna, Cantina, Commercializzazione. In campagna, l’azienda dispone di risorse intellettuali proprie o in acquisizione per la gestione delle vigne, che va dalla individuazione dell’iniziale metodo di potatura, alla concimazione biologica, fasi e operazioni colturali della vigna stessa, nell’obiettivo di basse rese per ettaro, metodo di raccolta delle uve e giusto momento di raccolta; poi si lavora sullo sviluppo e la programmazione di nuovi vigneti in sintonia con le esigenze di mercato. In cantina, profonde massimo impegno, cura e ricerca nelle operazioni di vinificazione, già si opera con la spremitura delle uve, raccolte in cassette da 10 chili depositate in cella frigo e portate in pochissimo tempo a zero gradi centigradi, con macerazione a freddo, trasferimento dei mosti in assenza di ossigeno, fermentazione dei mosti a basse temperature, il tutto a bassissime dosi di anidride solforosa. La fase successiva è quella dell’affinamento a temperature controllate e imbottigliamento automatico e autonomo, tutto nel rispetto delle norme HACCP. Nella commercializzazione, l’ultimo imprescindibile step, Cappa & Spada profonde l’impegno costante al posizionamento dei prodotti su un target medio alto, traendo forza oltre che alla qualità degli stessi anche da una forte azione di marketing che va dalla presentazione assolutamente inedita del prodotto con etichette di tessuto (perché, si dice, regalano un’emozione), coperte dal brevetto ornamentale proprio dell’azienda, ad azioni pubblicitarie mirate e di nicchia•
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seminari&convegni » di Marco Taglieri
Da sinistra: il professor Nicola Mattoscio, il direttore regionale Confesercenti Enzo Giammarino, l’assessore regionale alle attività produttive Alfredo Castiglione e il presidente regionale Confesercenti Beniamino Orfanelli
Pmi Abruzzo Meeting, Confesercenti alza la voce Il nuovo Polo regionale di Chieti ha ospitato una due giorni dedicata all’economia e alla ricetta per uscire dalla crisi. Tra le principali richieste fatte alla Regione, più liquidità e maggiore attenzione al sistema di trasporti
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iù liquidità nel sistema per agevolare l’accesso al credito, un aeroporto efficiente, un sistema di collegamenti ferroviari e marittimi veloci. E meno ricorso alla soluzione “centro commerciale” come antidoto alla disoccupazione. Confesercenti alza la voce, e lo fa nel corso del PMI Abruzzo Meeting, la due giorni dedicata all’economia e tenutasi il 29 e 30 novembre scorsi presso il nuovo Polo regionale del The-
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ate Center di Chieti, nel corso della quale sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Regione Chiodi, i senatori Legnini, Cianci e Rapposelli, il presidente della Camera di Commercio di Chieti Di Lorenzo e l’assessore regionale al Turismo Di Dalmazio. «Le imprese abruzzesi sono stanche di vedere una classe dirigente che, di fronte ad un preoccupante scivolamento verso sud, preferisce guardare solo pochi indicatori, quan-
do la condizione economica di migliaia di piccole e medie imprese dovrebbe destare più di una preoccupazione»: queste le parole di Enzo Giammarino, direttore regionale Confesercenti. «Si pensi anche ad un taglio deciso dei costi delle istituzioni, visto che una Regione indebitata come l’Abruzzo mette in bilancio 132 milioni di euro per il funzionamento di Giunta e Consiglio regionale. L’Abruzzo ha bisogno di un presidente a tempo pieno: il
presidente Chiodi si avvii verso una progressiva uscita dai ruoli commissariali», ha continuato Giammarino. Puntuale è arrivata la risposta di Gianni Chiodi: «Ci piacerebbe uscire dalla logica commissariale, ma non sempre questo è possibile. L’Abruzzo è una regione indebitata e noi facciamo quello che ci consentono le leggi. I commissariamenti non dipendono dalla nostra volontà, ma vi assicuro che molte delle difficoltà che vive l’Abruzzo sono le stesse di tante altre Regioni». Nel documento che Confesercenti ha voluto consegnare all’assessore allo Sviluppo economico Alfredo Castiglione, compare la sintesi dell’attuale
situazione economica delle Pmi abruzzesi, oltre alle richieste più urgenti cui le istituzioni devono rispondere al più presto: «Occorre immettere liquidità nel sistema per consentire la ripresa dei consumi e destinare mezzo punto di Irap alle attività produttive sostenendo per prima cosa la garanzia dell’accesso al credito, - si legge nel testo – inoltre le amministrazioni, di ogni colore devono archiviare culturalmente e politicamente la brutta pagina nella quale ogni soluzione alla disoccupazione si è chiamata centro commerciale, trasformando l’Abruzzo in un grande incubatore di fondi di magazzino». Infine la riforma dei Con-
Un’immagine del nuovo polo regionale del Theate Center di Chieti
fidi: «Sulle nostre strutture si scaricano i costi della crisi di tante piccole e medie imprese e senza di noi l’accesso al credito diventa impossibile per la maggior parte delle imprese», ha spiegato il direttore provinciale di Confesercenti Patrizio Lapenna. «Il nostro è un sistema vivace, forte, con 16 sedi in Abruzzo e un radicamento consolidato, - ha poi concluso Giammarino - Per questo le imprese guardano a noi con fiducia, ed è per questo che fotografiamo quotidianamente la loro situazione economica e patrimoniale: l’Abruzzo vive una condizione di grave allarme e deve fare scelte coraggiose»
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L’inaugurazione con il taglio del nastro
Coop Credito si apre ai professionisti: «Ora siamo il confidi a tutto tondo» Il principale consorzio fidi del gruppo Confesercenti ha infatti deciso di modificare il proprio statuto per recepire la riforma approvata dal Consiglio regionale, diventando così un confidi a tutto tondo. «I risultati ci premiano» ha spiegato all’assemblea dei soci il presidente Flaminio Lombi, «siamo diventati il confidi che dà garanzie a tutto il mondo delle imprese. Partiti dal commercio, dal turismo e dai servizi – ha proseguito Lombi – ci siamo aperti al mondo delle altre piccole e medie imprese ed ora anche ai liberi professionisti». «Ora occorre mettere carburante alla riforma dei confidi» ha aggiunto il direttore di Coop Credito Marco Di Paolo: «Sulle nostre strutture si scaricano i costi della crisi di tante piccole e medie imprese e senza di noi l’accesso al credito diventa impossibile per la maggior parte delle imprese». Con l’inaugurazione del nuovo Polo regionale dei Servizi Confesercenti, Coop Credito si dota ora di un nuovo centro direzionale all’avanguardia in via Spezioli 30-32, all’interno del complesso Theate Center.
» foto concesse da Confesercenti
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seminari&convegni » di Jenny Viant Gómez
Un momento della presentazione dell’indagine semestrale
Rapporto Confindustria sull’economia abruzzese Presentata l’analisi di Confindustria Abruzzo per il I semestre del 2010. Aumentano i disoccupati e diminuiscono le imprese. Richiesto un intervento programmatico regionale
L’
indag ine sull’industria relativa al primo semestre 2010, giunta alla sua ventisettesima pubblicazione, elaborata dal Centro studi di Confindustria Abruzzo, rivela che la situazione economicofinanziaria della nostra regione è drammatica, lasciando qualche barlume di speranza per l’export. Una delle cifre più allarmanti è rappresentata dal tasso di disoccupazione, salito al 9,4 % nel secondo trimestre del 2010 rispetto ad una media italiana dell’8,3%. A ciò si aggiunga che la Cassa integrazione straordinaria e quella in deroga sono aumentate rispetto a quella ordinaria, decretando il peggioramento dell’ambiente economico. Ciò fa pensare alla
necessità di aprire un confronto con il governo nazionale per dare il via a una “vertenza Abruzzo”, che anche in considerazione del processo federalista in atto, evidenzi la complessità della situazione abruzzese e la conseguente necessità di iniziative politiche ed economiche ad hoc a sostegno della regione. Nel rapporto si delinea un quadro poco roseo, come ha evidenziato il professor Luciano Fratocchi dell’università de L’Aquila, uno dei tre autori insieme a Giuseppe D’Amico e Massimo Parisse. Il dato relativo alla demografia delle imprese evidenzia la scomparsa di oltre 280 imprese nei tre settori tradizionalmente manifatturieri e di oltre 320 aziende industriali.
In calo il numero di occupati, scesi da 521 mila unità nel primo trimestre 2008 a 435 mila alla fine del secondo trimestre 2010, con una perdita complessiva di quasi il 7%. Una situazione congiunturale confermata dal professor Giuseppe Mauro della facoltà di Economia dell’Università G. d’Annunzio. Tuttavia le previsioni dei principali istituti di ricerca, nazionali ed internazionali, continuano ad indicare una modesta ripresa dell’economia del nostro paese, anche se le previsioni formulate nel I trimestre sono state più recentemente riviste al ribasso. La crescita delle economie europee è fortemente trainata dalle esportazioni che registrano tassi di crescita a due cifre
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seminari&convegni
L’intervento del professor Luciano Fratocchi
per quasi tutte le principali economie europee, ma l’Italia si pone come fanalino di coda nel I trimestre e come seconda peggiore performance nel II trimestre dell’anno. L’indagine riporta che in termini prospettici le previsioni di tipo commerciale relative al II semestre 2010 risultano ancora disomogenee, con solo il 38,9% degli intervistati che prevede una crescita del fatturato e degli ordini provenienti dal mercato italiano. Il mercato estero si conferma come una nicchia per pochi operatori. Alfredo Castiglione, vicepresidente della Regione e assessore allo sviluppo economico, precisa che per fare in modo che le imprese abruzzesi possano
godere del timido rilancio, è necessario sbloccare i Master Plan, i fondi Fas, fare accordi di programma quadro, attuare la Zona franca e rifinanziare la cassa integrazione. «Per le zone colpite dal sisma occorre attivare delle procedure amministrative speciali per accelerare la ricostruzione – dice Paolo Primavera presidente Confindustria Chieti e vicepresidente Confidustria Abruzzo – non si tratta solo di una ricostruzione materiale, ma anche urbanistica e sociale». Inoltre, Primavera ritiene che il presidente della Regione, Gianni Chiodi, debba smettere i panni di commissario e fare il governatore a tempo pieno. Successivamente alla pubbli-
cazione dei dati e all’insorgere di alcune polemiche, Mauro Angelucci, presidente di Confindustria Abruzzo, ha voluto precisare che le critiche alla politica economica della Giunta contenute nell’indagine, non devono essere intese come «un violento strappo da parte del sistema confindustriale nei confronti dell’attuale governo regionale». Angelucci ha rinnovato «la massima disponibilità a proseguire un rapporto di collaborazione attivo e costruttivo, ma anche critico se necessario, con l’attuale governo regionale»
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Il pubblico intervenuto
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Il tavolo dei relatori
seminari&convegni » di Laura Tinari
Montagnaè 2010 Il recupero della cultura della montagna, di un insieme di valori da condividere, custodire e potenziare, affinché gli Appennini tornino a far sentire la loro voce a livello nazionale, questo il tema che ha riunito intorno all’evento, istituzioni, imprenditori, mondo dello sport e della cultura
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l centro la montagna, quella appenninica in particolare, intorno cultura, impresa, spiritualità e turismo, i quattro pilastri alla base della nostra comunità e sui quali bisogna puntare per costruire una giusta idea di montagna. Parte da qui “Montagnaè 2010” l’incontro promosso dall’associazione culturale ROCCARASOè, nata con la mission di mettere in rete le istituzioni, laiche e religiose, e le forze economi-
» foto di Francesco Colantoni
che e sociali per rilanciare e potenziare il sistema montagna in Abruzzo. Un’occasione per ricordare che ogni regione, ogni territorio ha la sua unicità, il suo valore aggiunto che lo rende particolare e che va preservato e rafforzato. Di una Roccaraso capitale mondiale dell’inverno 2012 ha parlato il presidente della Federazione Italiana Sport Invernali, Giovanni Morzenti «I mondiali di sci juniores del prossimo febbraio si disputeranno qui e
questa sarà una grande opportunità perché l’Italia vi guardi con interesse e il mondo vi ammiri. Il disastro del terremoto ha sicuramente influito sulla scelta della location, ma voi avete comunque le carte in regola per proporre l’Abruzzo». Che l’intero comprensorio aquilano resti protagonista è obiettivo anche dalle Olimpiadi Roma 2020, un’avventura che prevede già il coinvolgimento dell’Aquila, le cui montagne dovranno giocare un ruolo
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seminari&convegni
particolare, perchè la rinascita di questo territorio passa anche per queste valli e vette. La montagna non è infatti solo sci, ma è cultura, tradizione, spiritualità, paesaggio e soprattutto persone «Per invertire la tendenza che sta portando al declino socio-economico e allo spopolamento delle nostre aree interne - ha affermato Salvatore Santangelo, giornalista e saggista - è importante mettere in campo iniziative che forniscano risultati strutturali e di ampio impatto sociale e che attengono alla valorizzazione delle produzioni tipiche locali e delle vocazioni naturali». E rivolgendosi ai politici presenti ha sottolineato «Forse qui si può riscoprire il lato “nobile” della politica, che ha un senso quando ha la capacità di leggere un territorio, affrontandone le criticità, esaltandone le potenzialità mediante un’adeguata capacità di mediare i progetti e finalizzare le risorse». Quello dello spopolamento è un tema centrale nel dibattito sulla montagna e sulle aree interne, che non devono cedere a questa tentazione, perché l’ambiente si difende tenendo la gente sul territorio. Anche un secondo tema è stato al centro dell’incontro: il rapporto che lega L’Aquila ferita e Roma Capitale. Un rapporto fatto di idee, progetti, uomini che lavorano per dar vita ad una ricostruzione identitaria sia materiale che sociale. Di questo file rouge ha parlato ancora il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ricordando come l’indotto economico che crea Roma nel suo hinterland non può non interessare
l’Abruzzo e candidando le aree abruzzesi ai confini con il Lazio a nuove zone industriali romane e gli aeroporti di Pescara e dei Parchi dell’Aquila a terzo aeroporto di Roma. Tornando sul tema del convegno «Il senso di identità del nostro territorio non è il mare, l’Abruzzo è conosciuto per la montagna, anche per la promozione che se ne fa», ha detto il Presidente. Temi rilanciati anche dall’assessore regionale ai Trasporti, Giandonato Morra, e da Gianfranco Giuliante, vice-presidente nazionale di Federparchi. A conclusione dell’incontro l’atteso intervento di Gianni Alemanno, la cui presenza ha evidenziato ancora una volta la sua passione per la montagna e soprattutto per quella aquilana. «Tra Roma e l’Abruzzo ha esordito - esiste un legame fondato sul grande contributo che ogni giorno i tanti cittadini, che ormai lavorano e vivono a Roma, danno alla città». Entrando nel tema «In montagna si genera ancora un’economia essenziale per il nostro Paese e valorizzare lo sci e gli altri sport montani vuol dire investire nel turismo montano, un settore economico tutto italiano e vincente». È importante infatti ricordare come intorno alla montagna esista un’economia fatta di strutture ricettive, attività commerciali e produttive legate alla moda e agli strumenti per la montagna. In questa sede Alemanno ha riproposto la necessità di “una legge sulla montagna”, un intervento di risarcimento e sviluppo. «Abbiamo una grande responsabilità: - ha spiegato - quella di riportare in monta-
Gianni Alemanno, sindaco di Roma, durante il suo intervento
Salvatore Santangelo, giornalista e saggista, con Valeria Altobelli, moderatrice dell’incontro
gna un po’ di quella ricchezza che abbiamo spesso prelevato e che continuiamo a prelevare. Per farlo serve anche un’adeguata politica fiscale che crei incentivi a fare impresa sulle nostre montagne. Un modello di sviluppo che deve avvenire nel segno della qualità e del rispetto all’ambiente e in cui i valori della montagna devono essere al centro, perché il divertimento turistico non deve più essere cercato a centinaia di km dal punto di partenza»
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Gli organizzatori dell’evento, da sinistra: Gianfranco e Antonio Merletti (Dataone) e Franco Frigerio, business developer Ready Informatica
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resso il Castello Chiola di Loreto Aprutino (Pe) si è svolto l’unico evento regionale del “Virtualization Tour” di Citrix, dedicato alla piccola-media e grande impresa. Una giornata organizzata dall’azienda Dataone di Pineto, in collaborazione con Ibm, Wyse e Stonesoft, per conoscere e approfondire le novità della virtualizzazione. Tecnologia rivoluzionaria che permette di sfruttare al massimo le risorse dell’Ict (Information communication technology), grazie alla possibilità di eseguire più server o sistemi operativi desktop su un server fisico singolo. L’utilizzo in sicurezza di risorse interne ed esterne permettono, infatti, di gestire i dati aziendali migliorandone la fruibilità e riducendo i costi. La proficua sessione di briefing è iniziata con i saluti di Gianfranco e Antonio Merletti, rispettivamente titolare e responsabile commerciale di Dataone, per poi proseguire con le articolate relazioni di Marco Frigerio, business developer Ready Informatica e Angelo Centorame, responsabile tecnico dell’azienda organizzatrice dell’evento. Le demo e l’interazione con i partecipanti sono stati gli ingredienti fondamentali dell’incontro, che nella seconda parte si è focalizzato su
seminari&convegni » di Jenny Viant Gómez
due storie abruzzesi di successo aventi come fattore comune l’implementazione della produttività attraverso i sistemi di virtualizzazione. Fabrizio Sacchini, titolare e amministratore del Gruppo Metalchimica - leader nell’ideazione e produzione di articoli in plastica destinati a prodotti industriali liquidi e solidi, prevalentemente rivolti ai settori chimico, crop science, farmaceutico, alimentare e cosmetico – ha apprezza-
Angelo Centorame, responsabile tecnico Dataone
Virtualizzazione: la nuova frontiera aziendale Il “Virtualization Day” ha fatto tappa in Abruzzo grazie alla Dataone di Pineto e partners. Illustrate le nuove frontiere dell’Ict to i vantaggi di poter conoscere in tempo reale l’andamento dell’azienda avendo due nuove sedi commerciali in Brasile ed Egitto. L’azienda Sarni, nota nel settore della ristorazione e dei centri commerciali, ha sottolineato i punti salienti del processo appena intrapreso di ammodernamento del sistema di virtualizzazione
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eventi » di Eleonora Lopes
La premiazione all’eccellenza del turismo 2010: da sinistra, il presidente del Primo Polo del Turismo “Innovatur” Dario Colecchi, l’assessore regionale al Turismo Mauro Di Dalmazio, il giornalista di Rai 3 Antimo Amore e il presidente di Confcommercio Abruzzo Giandomenico Di Sante
Gala Del Turismo Abruzzese, buona la prima Si è concluso con successo il 1° Gala degli Operatori Turistici della nostra regione organizzato da Confcommercio Abruzzo e Federalberghi Abruzzo. Più di 300 imprenditori e numerose istituzioni hanno preso parte alla cena che si è svolta a Tortoreto
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rande successo per il 1° Gala degli Operatori Turistici Abruzzesi organizzato da Confcommercio Abruzzo e Federalberghi Abruzzo. L’evento che diventerà un appuntamento annuale, ha visto la collaborazione delle associazioni di categoria aderenti alla Confcommercio quali Sib, Fiavet, Faita e Agriturist. Una piacevole serata d’intrattenimento e spettacolo e, al contempo, un’iniziativa di categoria che riaffermi il principio del sistema turistico come volano dell’economia della nostra regione, questo l’obiettivo della serata centrato in pieno. Più di 300 imprenditori del settore turismo hanno preso parte alla cena di gala organizzata dalla Gsp che si è svolta al Hotel Panoramic a Tortoreto. L’evento ha visto il patrocinio di: Ministero del Turismo, Enit, Regione Abruzzo, APT Abruzzo, Saga, Unioncamere Abruzzo, Provincia di Pescara, Provincia dell’Aquila, Provincia di Chieti e Provincia di Teramo. Prima dell’inizio della cena, gli ospiti hanno potuto gustare l’aperitivo offerto da Ekk, l’Abruzzo in sintesi del Gruppo Febo. La cena invece è stata curata dall’associazione cuochi d’Abruzzo che ha
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deliziato i palati dei presenti con piatti prelibati e raffinati preparati con i tipici prodotti della nostra regione offerti dal Gruppo Quartiglia. I vini sono stati offerti da: Cantina Tiberio di Cugnoli, Monte delle Vigne di Ozzano Taro (Parma ), Azienda Agricola Lidia Amato di Controguerra e dall’Azienda Agricola Orlandi Contucci Ponno di Roseto degli Abruzzi. La serata, presentata dal giornalista del TG3 Antimo Amore, si è aperta con un ricordo di Bruno Ballone, giovane imprenditore teramano del settore turismo scomparso improvvisamente a 33 anni 2 mesi fa. Bruno era componente del cda del Gruppo Baltour. Dopo il momento emozionate con la lettura di un brano di Sant’Agostino, è intervenuto il padrone di casa, il Cav. Giandomenico Di Sante presidente di Confcommercio Abruzzo che ha dato il benvenuto ai numerosi ospiti presenti. «Il Gala che nasce con l’ambizione – ha detto Di Sante- di affermarsi come immancabile appuntamento annuale, ha voluto riunire i massimi esponenti del turismo abruzzese per cercare di rafforzare le sinergie in un’unica grande squadra e per favorire una comunicazione diretta tra
» foto di Giuseppe Ciavattella
Un altro momento della premiazione
i dirigenti degli asset turistici territoriali e i destinatari delle strategie politiche di sistema». Poi è stato il turno delle istituzioni con l’intervento dell’assessore regionale al Turismo Mauro Di Dalmazio che ha dichiarato: «Eventi come questi sono fondamentali affinchè si crei tra la politica e gli operatori un rapporto empatico, di continuo confronto per raggiungere quello che è l’obiettivo comune, cioè di fare del turismo la prima industria della nostre regione». Presenti all’evento, oltre tutti i vertici regionali della Confcommercio e della Federalberghi, anche i maggiori rappresentanti delle altre associazioni di categoria quali: Confesercenti, Confindustria e Cna. Durante la cena sono intervenuti anche: il presidente Federalberghi Abruzzo Emilio Schirato, l’assessore della Provincia di Teramo al Turismo Ezio Vannucci, il presidente Fiavet Abruzzo Agostino Ballone, il presidente Faita Abruzzo Giuseppe Delli Compagni e il presidente nazionale di Charme Relax Roberto Mion. La serata è stata alternata da momenti musicali e ludici con l’intrattenimento del comico N’duccio che per l’occasione ha ideato uno spettacolo ad hoc per gli operatori del Turismo.
N’duccio durante il suo spettacolo ideato per gli operatori turistici
L’evento si è concluso con la consegna del Primo Premio istituito per il Gala degli Operatori Turistici Abruzzesi. Il premio è stato assegnato alla costituzione del Primo Polo del Turismo “Innovatur” ed è stato ritirato da Dario Colecchi presidente del cda del Polo. “Innovatur” è un consorzio che risponde all’esigenza di creare una unica cabina di regia che riunisca tutte le rappresentanze sindacali ed il maggior numero di imprese per migliorare la competitività della offerta turistica regionale in termini di accessibilità, fruibilità, qualità, sicurezza, conoscenza. A consegnare la targa, l’assessore Di Dalmazio e il presidente Di Sante. Il premio ha l’intenzione di diventare una consuetudine e ogni anno verranno premiate le eccellenza del turismo della nostra regione. L’appuntamento è per il prossimo anno
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terza parte
eventi » di Alfredo Nepa*
Processi di Globalizzazione Un’analisi sui cambiamenti giuridici e istituzionali che derivano dalla globalizzazione
L
e novità più impetuose del processo di globalizzazione non riguardano tanto la sfera economica in quanto tale, ma i suoi nessi e i suoi riflessi nella sfera istituzionale, più esattamente il cambiamento relativo al rapporto tra politica ed economia e, i cambiamenti in atto nello scenario istituzionale che riguardano sia la sfera statale, sia il sistema giuridico. Non è più possibile ritenere che la sede del potere politico effettivo siano semplicemente i governi nazionali: il potere è condiviso e negoziato da numerose forze e agenzie ai livelli regionale, nazionale e internazionale. Accanto agli Stati e alle tradizionali istituzioni sovranazionali, come l’Onu, il Fmi, la Banca Mondiale, l’Ocse, si profilano nuovi soggetti dell’ordinamento giuridico internazionale: le unioni regionali – in primis l’Europa – le alleanze politico-militari come la Nato, le corti penali internazionali, le corporation multinazionali, le organizzazioni per la regolazione finanziaria internazionale, le organizzazioni non governative in generale. E accanto ai trattati, alle convenzioni e alle consuetudini emergono nuove fonti del diritto internazionale, come gli atti normativi delle autorità regionali, la giurisprudenza delle corti penali ad hoc, e con particolare rilievo, le elaborazioni normative della transnational law firms, e cioè dei grandi studi associati di avvocati ed esperti legali che operano soprattutto nei settori del diritto commerciale, del diritto fiscale e di quello finanziario. Danilo Zolo afferma che “in un sistema internazionale fortemente condizionato dalle convenienze delle grandi agenzie economiche e finanziarie, il potere
decisionale e innovativo delle forze dei mercati tende a prevalere sulla decrescente efficacia regolativa delle legislazioni statali e delle istituzioni internazionali”. Le law firms radicate principalmente in Occidente e nei paesi in via di sviluppo, plasmano le nuove forme della lex mercatoria. Esse sono impegnate in una permanente rielaborazione del diritto contrattuale e nell’introduzione di schemi contrattuali atipici – il franchising ne è un esempio – al fine di favorire la circolazione e gli scambi dei prodotti e dei loro marchi. Il modello organizzativo di queste “imprese del diritto” è statunitense così come il tipo di professionalità che esse coltivano: una professionalità imprenditoriale, che non pratica un approccio propriamente esegetico alle norme, ma le reinterpreta liberamente al fine di assecondare le nuove esigenze della vita economica. Si sostiene dunque che gli Stati nazionali siano in declino perché la loro sovranità esterna è soffocata dal potere di autorità sovranazionali, mentre la sovranità interna viene erosa oltre che dall’interferenza di fonti normative esterne, da una serie di contro-poteri locali che rivendicano spazi di autonomia sempre più ampi. Gli Stati nazionali sembrano aver perso la funzione di controllo e razionalizzazione delle forze economiche, sociali e tecnologiche per le quali erano stati creati (denazionalizzazione). Al posto del modello di Vestfalia (incentrato sugli Stati nazionali) va affermandosi una modalità inedita di “governance globale” in virtù della quale sia i rapporti inter-statali, sia i rapporti fra gli Stati sono sottoposti al controllo e al potere di intervento di nuovi soggetti
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*Giovane imprenditore, laureando in Scienze Internazionali all’Università di Milano, dopo alcuni anni di formazione presso la CCIAA di Milano e la Sda Bocconi, ha iniziato a lavorare presso l’azienda di famiglia, Nepa Packaging Srl. Dal 2010 è membro del Consiglio Direttivo dei G.I di Confindustria Teramo.
Riferimenti bibliografici Maria Rosaria Ferrarese; Le istituzioni della globalizzazione. Danilo Zolo; Globalizzazione una mappa dei problemi
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eventi » di Denia Di Giacomo
C
ontribuire all’aggiornamento dei professionisti del settore sulle nuove sfide in termini di vulnerabilità dei sistemi e sulle risposte adeguate per combatterle. È questo l’obiettivo che si prefigge il Security Forum l’appuntamento organizzato ogni anno da E-Security, società abruzzese controllata da Elsag Datamat (Gruppo Finmeccanica) leader nella sicurezza informatica. Tradizionalmente esteso a tutte le società del Gruppo Finmeccanica, con particolare riferimento alle funzioni maggiormente interessate dal tema (IT Manager, Security Manager, Information Security Manager) il Security Forum è stato ulteriormente allargato coinvolgendo i principali clienti e partner del Gruppo, oltre che i rappresentanti delle principali istituzioni governative e militari e del mondo associativo. I lavori, aperti da Rinaldo Cantò, amministratore delegato della società abruzzese E- Security, hanno visto gli interventi del presidente di Elsag Datamat Alberto De Benedictis e dell’amministratore delegato Paolo Aielli e di numerosi esperti che hanno affrontato i temi dell’edizione 2010, incentrati sulla sicurezza dei sistemi informatici non più soltanto relativamente al network, ma estesi al software nel suo intero ciclo di vita, passando così a una visione della security come “processo” e non più come semplice “prodotto”. Nei due giorni sono stati così trattati argomenti quali la nuova direttiva sulla Governance della Security nel Gruppo Finmeccanica; la sicurezza del cyberspace e delle infrastrutture critiche; nuove metodologie e strumenti del Real Time Security Monitoring; la sicurezza nell’architettura ICT nei nuovi scenari; lo sviluppo e gestione dei rischi delle applicazioni web 2.0; il furto dei dati digitali e sistemi di clonazione delle carte di credito. Si sono confrontate le opinioni, tra le altre, del responsabile Sicurezza del Gruppo Finmeccanica generale Romolo Bernardi, di due fra i massimi esperti mondiali di sicurezza software come Gary McGraw e Marco Morana e di ospiti di rilievo come Enrico Bologna dello Stato Maggiore della Difesa e Domenico Vulpiani, dirigente generale della Polizia di Stato, mentre Pasquale Sorgonà, dirigente regionale della Polizia di Stato ha illustrato le tecniche adottate nelle indagini svolte in Abruzzo in tema di furto dei dati. Il Security Forum si è confermato anche nella sua quinta edizione come un appuntamento atteso dai manager delle principali imprese e organizzazioni italiane: «La sicurezza informatica – ha
Rinaldo Cantò amministratore delegato di E-Security, durante il suo intervento
E-Security: nuove sfide per la sicurezza informatica I più importanti manager italiani al Security Forum 2010
spiegato Rinaldo Cantò amministratore delegato di E- Security, recentemente nominato anche responsabile della business unit “cyber security” di Elsag Datamat – va assumendo un valore sempre più strategico nella vita delle aziende e delle organizzazioni finendo per riguardare tutti i campi della nostra attività quotidiana e quindi diventa fondamentale adottare adeguate metodologie per garantire continuità e sicurezza dei servizi». Servizi che E-Security assicura in tutto il mondo dalla sua sede abruzzese, come è avvenuto in occasione del G8 dell’Aquila e come avviene quotidianamente per clienti come Inps, Banca Intesa, Protezione Civile e Aereonautica Militare, oltre ovviamente a Finmeccanica, per la quale E-Security gestisce la sicurezza delle sedi estere e la PKI (Public Key Infrastructure)
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La platea del Security Forum
» foto di Andrea Straccini
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eventi
Sci fuori pista sulle montagne di Campo Imperatore
» di Laura Tinari
A
vevate mai pensato che siamo conosciuti come la regione verde d’Europa, ma poco come il cuore bianco del sud-Europa? Un peccato data la bellezza dei nostri comprensori sciistici che davvero non hanno nulla da invidiare alle Dolomiti, ma che poco da soli riescono a competere con loro. Diverse allora le iniziative che si vanno delineando in questo inizio di stagione invernale, tutte tese a far riprendere alle nostre montagne il loro protagonismo inizialmente in ambito nazionale. Una di queste è stata elaborata proprio alle pendici del Gran Sasso e per ora comprende solo quattro aziende turistiche che sorgono in prossimità della città capoluogo. Parliamo dello Ski Pass dei Parchi, un grande progetto di marketing territoriale per L’Aquila, basato sulla consapevolezza che il territorio aquilano va venduto come un unicum, perché solo così si potrà competere sul mercato. «Si tratta di una complessa operazione culturale prima che turistica, - ci ha detto il presidente del Centro Turistico del Gran Sasso S.p.A., Vittorio Miconi - nata per iniziativa di chi in questo momento vive il momento più difficile, ossia l’azienda che rappresento e che gestisce gli impianti di Campo Imperatore. Ho dovuto po’ insistere per far capire il valore di questo progetto, ma siamo tutti d’accordo che è necessario trovare una strada per lo sviluppo dei prossimi 50 anni». Quattro finora i pilastri: Campo Felice, Monte Magnola Impianti di Ovindoli, Centro Turistico del Gran Sasso e Grotte di Stiffe. Lo Ski Pass dei Parchi non vuole essere, infatti, un progetto tarato solo sullo sci, ma una proposta di un brand territoriale che catturi l’attenzione turistica e introduca in un territorio molto ampio, perché la sfida dei prossimi anni deve essere vendere l’intero Abruzzo sotto un unico marchio. Per ora a livello sciistico il progetto prende in considerazione solo 3 comprensori e ha come obiettivo creare collegamenti sci ai piedi
» foto concesse dal Centro Turistico del Gran Sasso
Il logo dello Ski Pass dei Parchi
Il cuore bianco del Sud-Europa? È quello che potrebbe diventare la nostra regione grazie ad una convergenza di intenti tra i maggiori operatori turistici della montagna aquilana pronta a candidare l’Abruzzo come la più grande ski area del sud-Europa tra Campo Imperatore e Monte Cristo, i cui impianti dovranno essere ripristinati per poter creare un circuito di 80 Km di piste, e Ovindoli-Campo Felice con 60 Km di piste. Già da ora, però, si pensa che lo Ski Pass dei Parchi dovrà configurarsi nei prossimi anni come un grande progetto di sviluppo territoriale abruzzese con l’obiettivo di implementare l’offerta turistica invernale ed estiva del più esteso sistema di aree protette d’Europa attraverso la realizzazione della più grande ski area del sud-Europa
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eventi » di Piergiorgio Greco
Ri.Cre.A. l’Abruzzo È il nome del progetto dove piccole imprese, associazioni e fondazioni di ogni categoria operanti nel cratere, potranno inviare progetti socioeconomici entro il 30 gennaio 2011 seguendo le indicazioni presenti sul sito www.cdoabruzzomolise.it
I
ncoraggiare la riattivazione di attività socioeconomiche sospese a causa del sisma, e sostenere la nascita di nuove iniziative, valorizzando la creatività, il coraggio e il carattere di chi vive e opera nelle zone colpite dal sisma. È lo scopo del concorso di idee promosso dalla Compagnia delle Opere nazionale e dalla Fondazione Banco Alimentare onlus, e attuato dalla Compagnia delle Opere Abruzzo Molise, cui potranno partecipare micro e piccole imprese, associazioni e Fondazioni di ogni categoria del territorio del Cratere, presentando progetti entro il 30 gennaio 2011. Il concorso rappresenta la seconda fase del progetto Ri.Cre.A. (Riattivazione/Creazione di micro-imprese nelle zona dell’Abruzzo colpite dal terremoto) portato avanti da Cdo Abruzzo Molise nell’Aquilano sin dal 2009, e consistente in un Centro Servizi per persone e imprese che sta lavorando per favorire rapporti e reti tra imprese, ma anche opere sociali, a partire dalla certezza che la ricostruzione passa attraverso il
onlus. Quelli giudicati più validi in base al punteggio - assegnato secondo criteri tra cui la chiarezza, la sostenibilità finanziaria, l’incisività socioeconomica e altro -, saranno sostenuti con un contributo economico a fondo perduto fino ad un massimo di 50 mila euro e che, comunque, non supererà il 70 per cento delle spese previste. Inoltre, i beneficiari saranno assistiti nella realizzazione del progetto dal Centro Servizi Ri.Cre.A.. L’ammontare dei fondi a disposizione del concorso di idee è pari a 360 mila euro, provenienti da un’autonoma campagna di raccolta fondi realizzata dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus. La prima parte del progetto Ri.Cre.A. è stata sostenuta da Cdo nazionale. «Questo concorso di idee – spiega Antonio Dionisio, direttore generale di Cdo Abruzzo Molise – è il seguito della nostra presenza nelle zone terremotate: sin dai primi giorni, infatti, abbiamo provato a fare la nostra parte, mettendo in contatto imprenditori e
Antonio Dionisio (a sinistra) e Andrea Spagnuolo (a destra), rispettivamente direttore generale di Cdo Abruzzo Molise e responsabile del progetto Ri.Cre.A.
sostegno globale alla persona. Il concorso è semplice: micro e piccole imprese, associazioni e fondazioni di ogni categoria operanti nel Cratere potranno inviare progetti socioeconomici entro il 30 gennaio 2011 seguendo le indicazioni presenti sul sito www.cdoabruzzomolise.it. Le idee inviate saranno analizzate entro il 15 marzo 2011 da una Commissione di Selezione composta da cinque persone indicate da Cdo Abruzzo Molise, Cdo nazionale e Fondazione Banco Alimentare
famiglie con la nostra rete nazionale per trovare alcune risposte ad esigenze contingenti, come quella dell’alloggio o di una sede. Oggi vogliamo sostenere direttamente la riattivazione di imprese colpite dal sisma o la creazione di nuovi progetti. Non solo, ma a quanti vorranno cogliere questa opportunità, forniremo anche assistenza per verificare la sostenibilità delle idee. Insomma – conclude Dionisio - anche in questo caso vogliamo riproporre la nostra esperienza: un criterio ideale e un’amicizia operativa»
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eventi » di Marco Taglieri
U
n titolo appropriato, parafrasando una recente trasmissione televisiva, sarebbe “Abruzzo’s got talent”. Si parla, infatti, del TNT, il Festival dei giovani talenti, il più grande progetto mai realizzato in Italia e dedicato ai giovani imprenditori del paese, che si sono distinti per le loro idee brillanti e originali. Tra coloro che hanno ricevuto l’ambito riconoscimento c’è anche Raffaele Mauro, abruzzese, 29 anni, figlio del noto economista Giuseppe. Imprenditore impegnato e apprezzato soprattutto in ambito internazionale, Mauro si occupa di sostegno alle start up: «È un lavoro che mi appassiona perché implica il fatto di trovarsi sempre sulla frontiera del mercato», afferma il giovane, che si occupa di selezione e gestione degli investimenti per Annapurna Ventures, società specializzata nel supporto di iniziative imprenditoriali. Laureato in Economia, Mauro svolge attività di docenza presso il collegio di Eccellenza di Milano. Ha inoltre collaborato con la Direzione nazionale dei Giovani Imprenditori, con il Centro studi di Confindustria e con l’edizione italiana di Harvard Business Review. Mauro ha alle spalle anche un’attività di ricerca presso la Peking University, la Harvard University e la London School of Economics. «Le start up sono la principale sorgente di nuovi Raffaele Mauro premiato al Festival dei Giovani Talenti posti di lavoro nel corso dell’attuale crisi globale, - aggiunge – e quando finanziamo un’impresa contribuiamo a creare occupazione e a generare ricchezza». Raffaele Mauro ha dunque partecipato alla cinque giorni del TNT, che ha trasformato l’Eur di Roma in una vera città dei giovani, un modo per gli imprenditori di esibire dal vivo il proprio ingegno e la propria creatività. Lo scopo di questo appuntamento è stato Nel corso dell’appuntamento dedicato a coloro che si sono quello di rispolverare il criterio distinti nel mondo imprenditoriale in età ancora verde, del merito raccontando l’esistenza di una “meglio gioventù d’Italia”, importante riconoscimento anche per il manager pescarese, spesso trascurata da mass media attivo nel campo dello start up di impresa che rivolgono la loro attenzione ad aspetti più “commerciabili”. Portabandiera dell’iniziativa è stato l’etoile di fama mondiale Roberto Bolle, accompagnato dal campione della nazionale italiana di rugby Mirco Bergamasco, la cantante Malika Ayane, il fuoriclasse dell’Nba Andrea Bargnani, e poi ancora l’attrice Cristiana Capotondi, l’artista Simona Atzori, il cardiologo Ruggiero Mango e l’operatrice del mondo del no-profit Selene Biffi. Insieme a loro, altri 200 nomi che nonostante la giovane età, hanno saputo esportare all’estero il nome dell’Italia, inteso come sinonimo di competenza e successo
Festival dei Giovani Talenti, un premio per l’abruzzese
Raffaele Mauro
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eventi » a cura della redazione
L’importanza della ricerca È questa la mission di Telethon, la prestigiosa Fondazione Onlus che da anni combatte la distrofia muscolare. Da due mesi la provincia di Teramo ha un nuovo coordinatore per l’associazione, il giovane imprenditore Antonio Persano
L
o scorso ottobre, la Fondazione Onlus Telethon ha eletto stessa: combattere la distrofia muscolare e altre malattie genetia Roma il nuovo coordinatore dell’associazione per la che attraverso la ricerca. provincia di Teramo. Si tratta di Antonio Persano, giova«Prima di iniziare quest’avventura – ha dichiarato Persano – così ne imprenditore di 36 anni che opera nel campo della emozionante e così forte dal punto di vista umano, non mi renSicurezza e dalla Medicina del Lavoro in Abruzzo e nelle Marche. devo conto di quanto fossi e di quanto sono fortunato. Grazie a Persano è stato eletto direttamente dal presidente Luca Cordero Telethon ho preso coscienza di quanto possano invalidare queste di Montezemolo e del vice presidente malattie, ma anche di quanto sia imOmero Toso, che hanno conferito il portante la ricerca che in questi anni mandato, sotto l’alto patronato del ha compiuto passi da gigante. Anche Presidente della Repubblica Italiana. gli altri coordinatori sono impegnati «I giorni della convention nazionale in questa missione e quotidianamenTelethon sono stati fantastici – ha te cercano di dedicare parte del loro raccontato Antonio Persano – Dopo tempo alla Fondazione». un’attenta selezione sono stato insi«Il Comune di Teramo – conclude il gnito coordinatore provinciale proneo coordinatore – ci ha consentito Antonio Persano insieme al presidente di Telethon prio da Montezemolo. Un vero onore di stanziare l’ufficio della Fondazione Luca Cordero di Montezemolo per me». al suo interno. Ho attivato una segreAntonio Persano La Fondazione Onlus Telethon è teria che ha come responsabile della con il vice presidente di Telethon Omero Toso nata per merito di Susanna Agnelli comunicazione una persona di mia che fortemente motivata e spinta dai fiducia. Tra i miei obiettivi c’è anche genitori di figli colpiti dalla distrofia quello di informare i cittadini sulle muscolare diede vita alla nota maramalattie più rare di cui Telethon si tona televisiva di RAI1 in cui furono occupa. Ma questo è solo l’inizio, il raccolti 21 miliardi di lire nell’ormai lavoro da fare è davvero tanto». Non lontano 1990. Sono trascorsi da aldimentichiamo la grande raccolta Telora 20 anni, ma la mission di quelethon con la maratona televisiva di sta prestigiosa associazione resta la RAI1 il prossimo 17 dicembre
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Telethon Dal 1990, Telethon ha finanziato 2.261 progetti in diversi ambiti della ricerca su 454 malattie genetiche, con un investimento diretto di 323,7 milioni di euro, la pubblicazione di 7.393 articoli scientifici e soprattutto la cura definitiva di 14 bambini affetti da una gravissima immunodeficienza, prima incurabile. Le attività di ricerca finanziate da Telethon comprendono la ricerca esterna, svolta da ricercatori che operano in istituti pubblici e privati no profit in Italia (università, ospedali, Consiglio nazionale delle ricerche e Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico), e la ricerca interna, svolta negli istituti Telethon. L’eccellenza della ricerca finanziata, la trasparenza e l’efficienza nella gestione dei fondi e il sostegno degli italiani sono i valori che ispirano Telethon nel lavoro di ogni giorno e che ne fanno una fondazione di ricerca biomedica riconosciuta a livello internazionale. Da www.telethon.it Per info: +393666351856 - Antonio Persano, coordinatore provinciale fondazione Telethon Teramo
» foto concesse da Antonio Persano
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eventi » di Laura Sacchetti
L’Isola che non c’è
È il nome di un asilo nido di Vasto, fiore all’occhiello in Abruzzo. La struttura moderna e all’avanguardia immersa nel verde, è gestita dalla dinamica Slavica Iovanovic
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l nido “L’isola che non c’è” sorge nella zona collinare di Sant’Onofrio, a Vasto. Nonostante la forte avanzata di edilizia residenziale, qui si respira ancora un’aria campestre, con le strade tortuose fiancheggiate da una ricca vegetazione, vitigni e oliveti a vista, i colori delle stagioni…. Il posto ideale per un asilo. Nella piccola struttura, una villetta con giardino, facilmente raggiungibile dal centro abitato, i bimbi spesso escono per passeggiare lungo i sentieri di campagna e partecipano ai momenti salienti della vita rurale, come la vendemmia o la raccolta delle olive. Un asilo agricolo sarebbe il sogno di Slavica Iovanovic, titolare di questa struttura, che spera in futuro di poter ampliare gli spazi e mettere su una vera e propria fattoria con tanti animali. Attualmente, in base alla legge regionale 76/2000 (“Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia”), il suo centro offre dei servizi qualificati come integrativi ai nidi. L’attività principale è quella del “nido in famiglia” che si differenzia dal nido tradizionale sotto vari punti di vista: «Innanzitutto per il numero ristretto di bambini (max 12) – ci spiega la titolare – poi abbiamo una programmazione didattica differente, elaborata da una coordinatrice psicopedagogica e attuata dall’educatrice e altre assistenti all’infanzia, che seguono giornalmente i bambini in un rapporto di 1/5. Se il bambino si ammala offriamo un servizio di baby sitting a casa. Inoltre i genitori possono sostare nella struttura e partecipare alle attività. Un’altra particolarità è la
» foto concesse dall’asilo “L’Isola che non c’è”
Slavica Iovanovic titolare dell’asilo nido “l’Isola che non c’è”
flessibilità degli orari». Con l’acquisto di una card (pacchetti di ore, da 5 a 60) si può usufruire liberamente del servizio in un arco giornaliero di dodici ore, dalle 7.30 alle 19.30, «ma anche dopo cena c’è possibilità di assistenza» precisa la titolare. Per bambini più grandi è possibile seguire anche il percorso della scuola materna. Inoltre la struttura offre una giocoteca, laboratori, spazi per feste di compleanno, un servizio di doposcuola, baby sitting, corsi per genitori. È stata un’esigenza privata prima ancora che imprenditoriale a dare vita a questo progetto che ha poco più di un anno di vita. Il percorso di Slavica Iovanovic è simile a quello di molte altre donne: «Quando sono emigrata da Novi Sad a Vasto nel 1999 – racconta – non sapevo dove avrei potuto lasciare i miei due figli (oggi di 10 e 5 anni). Come tutte le mamme ero
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eventi
L’ingresso dell’asilo
perplessa, non perché mancassero le strutture, ma perché non rispondevano pienamente alla mia idea di asilo, oltre che alle mie esigenze pratiche. C’era un modello a cui avevo sempre guardato e che mi ha ispirato: i “tagesmutter” (“mamme di giorno”) molto diffusi nel Nord Europa». Si tratta di asili domiciliari in cui una mamma si prende in carico la gestione di un piccolo gruppo di bambini (max sei), spesso figli di amici e conoscenti. Tale formula, che si sta rapidamente diffondendo anche in Italia, soprattutto a Nord, consente al piccolo di frequentare un ambiente familiare ristretto, evitando il trauma del distacco e del rapporto con una struttura anonima. Contemporaneamente consente a molte mamme di rientrare nel circuito lavorativo come imprenditrici, senza particolari investimenti e procedure. Basta infatti inviare una comunicazione di inizio attività in Comune e, in alcuni casi, sottoporsi ad una visita della ASL che valuti l’idoneità della struttura. Per il resto è sufficiente attrezzare la propria casa e sentirsi disposte ad accudire un piccolo gruppo di bambini. La nostra legge regionale 76/00 inquadra il nido in famiglia come “servizio domiciliare”, prevedendo però un tetto più alto di bambini (da 4 a 12). «A Novi Sad mi occupavo di organizzazione fiere ed eventi – continua la titolare serba -. Il fatto di essere già una imprenditrice mi ha aiutato nella decisione di creare personalmente ciò che mancava. Purtroppo non è stato facile superare gli ostacoli
Alcuni bambini durante le ore di attività
burocratici e culturali legati ad una visione ancora limitata e tradizionale dei servizi per l’infanzia, ma certo quello che grava sul mio bilancio è anche l’affitto dell’intera struttura, non di mia proprietà». Eppure il progetto va nella direzione giusta. I servizi per la fascia 0-3 anni, attualmente, risultano del tutto insufficienti rispetto alle esigenze delle famiglie. L’asilo viene considerato sempre più come un luogo fondamentale di socializzazione per il bambino nella fase prescolare, a prescindere da un effettivo impiego lavorativo delle madri. Proprio sulla base di questa esigenza lo scorso 11 ottobre la Giunta Regionale, su proposta dell’assessore alle Politiche sociali Paolo Gatti, ha approvato il ‘’Piano straordinario per lo sviluppo del sistema dei servizi socio-educativi per la prima infanzia”. Un milione di euro di contributi sono così stati destinati ai Comuni e agli Enti d’ambito sociale per l’aumento di posti presso i nidi, pubblici e privati, o presso i servizi integrativi per la prima infanzia. Dopo la pubblicazione del bando sul B.U.R.A. del 3 novembre scorso, la possibilità di fare richiesta di adesione entro il 3 dicembre. «Mi auguro - ha detto l’assessore regionale - che gli enti locali sappiano sviluppare in questo senso progetti che rafforzino i servizi, sia in termini quantitativi che qualitativi». Un auspicio che coinvolge anche i privati, direttamente coinvolti nella opportunità di elaborare proposte valide e innovative
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iane
orazione con Poste Ital
» redazionale in collab
POSTIMPRESA, I SERVIZI A MISURA DI IMPRENDITORE Gino Frastalli, responsabile dell’area territoriale centro Lazio Abruzzo Sardegna della divisione mercato privati di Poste Italiane
A tu per tu con Gino Frastalli, responsabile dell’Area territoriale Centro Lazio Abruzzo Sardegna della divisione Mercato Privati di Poste Italiane
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ottor Frastalli, ci può illustrare l’evoluzione del rapporto tra Poste Italiane e gli operatori economici? «Poste Italiane nell’immaginario collettivo ha sempre rappresentato un punto di riferimento per i cittadini sia per la funzione sociale svolta, sia per i servizi offerti realizzati per la collettività. Questo ha fatto sì che i soggetti imprenditoriali si servissero di Poste Italiane solo per i prodotti tradizionali, come ad esempio i pacchi e la posta registrata. Nel corso degli anni questa realtà si è modificata. L’azienda ha infatti avuto la capacità di adattarsi alle mutate esigenze del mercato e di rinnovarsi, diversificando la sua offerta, settorializzandola e introducendo prodotti dedicati a spe-
» foto concesse da Poste Italiane
cifici soggetti». Come si concretizza questa nuova particolare attenzione? «Con la realizzazione di una rete di uffici denominati Posteimpresa, pensati e organizzati per soddisfare le esigenze delle categorie produttive: professionisti, artigiani, commercianti, piccoli imprenditori, pubblica amministrazione, associazioni e onlus. In sostanza i Posteimpresa propongono soluzioni dedicate a questo particolare segmento di clientela con l’obiettivo di fornire risposte e soluzioni attraverso un’offerta di servizi innovativi e convenienti». Quali sono, nello specifico, i servizi offerti e le loro caratteristiche ? «La proposta è variegata e spazia dai servizi finanziari
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e assicurativi, alle spedizioni e corrispondenza; dai servizi innovativi online al Poste Mobile Business; dalle comunicazioni pubblicitarie e di forniture per ufficio. Per quanto riguarda i sevizi finanziari, cito solo a titolo esemplificativo il Conto BancoPosta InProprio, il conto corrente dedicato alle diverse esigenze di chi fa business che grazie all’accesso a tutti i servizi finanziari della gamma
della clientela. Il valore aggiunto dei nostri uffici dedicati però ci differenzia sostanzialmente dai nostri competitor: con Posteimpresa, Poste Italiane si propone quale interlocutore unico per il professionista o l’imprenditore, offrendo soluzioni integrate e personalizzate utili a semplificare ed agevolare l’attività degli operatori economici e delle pubbliche amministrazioni. Inoltre, consideri che con la Business
Gli uffici di Poste Italiane
BancoPosta, semplifica la gestione dell’attività imprenditoriale garantendo al tempo stesso il contenimento dei costi. Anche PosteMobile presenta un’offerta di piani tariffari specificatamente sviluppati per conciliarsi al meglio con la dinamicità e celerità di comunicazione degli operatori economici, consentendo l’accesso, oltre che ai servizi tradizionali di telefonia e a quelli di ultima generazione come la connessione internet, anche ai servizi semplifica che trasformano il cellulare in un vero e proprio portafoglio elettronico. Per la prima volta in Italia, tra l’altro, una SIM telefonica è diventata recentemente un mezzo per effettuare pagamenti per l’e-commerce, in alternativa agli strumenti di pagamento esistenti, in assoluta sicurezza e con estrema facilità d’uso. Una delle punte di diamante, inoltre, è sicuramente la gestione “personalizzata” della corrispondenza e delle spedizioni con i servizi Posta Easy e Posta pick up per la preparazione e il ritiro degli invii direttamente presso il cliente». “PosteImpresa” sancisce pertanto l’ingresso dell’azienda in un mercato che vede comunque la presenza di moltissimi operatori… «Di questo ne siamo consapevoli e riteniamo che l’elemento della competitività sia un fattore positivo poiché ci consente di migliorare sempre più la qualità dei servizi e dei prodotti che offriamo per soddisfare al massimo le esigenze
Card, completamente gratuita e che può essere richiesta presso gli Uffici Posteimpresa della regione, è possibile accedere ai servizi dedicati non solo negli uffici abruzzesi, ma presso tutti gli oltre 500 Uffici Posteimprese presenti sul territorio nazionale». Come si inserisce l’ufficio Posteimpresa nel territorio abruzzese costituito da un tessuto consistente di imprese, attività e imprenditorialità estesa? «L’individuazione delle località cui implementare un ufficio avviene secondo precise strategie per garantire un presidio laddove è più alta la domanda di servizi per l’impresa. Se consideriamo i comuni abruzzesi dove è collocato un Posteimpresa ci vengono in mente distretti industriali e zone commerciali particolarmente significative. In considerazione di questa analisi del territorio, il canale PosteImpresa in Abruzzo si articola per ora in 7 uffici: Pescara, Sulmona, Lanciano, Vasto, Chieti, Teramo e Alba Adriatica dove personale specializzato per settori di attività è a disposizione per rispondere al meglio alle richieste della clientela». Per chi fosse interessato ad accede alla vostra offerta, dove è possibile reperire ulteriori informazioni? «Oltre che presso i singoli uffici, sono a disposizione il Contact Center 800.160.000 e il sito Internet www.poste.it/ imprese•
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Foto e graaca Nicola Viscardi - www.nvs..it
Siamo tutti perfetti, o quasi!
Sistemi controllo qualitĂ , solo il meglio della produzione
eventi » di Cinzia Piatti
Un momento del Merano Wine Festival
Merano Wine Festival Si è conclusa con successo la 19esima edizione del Merano Wine Festival, una vetrina prestigiosa per vini superiori nonché una delle manifestazioni più apprezzate dai veri intenditori
L
a 19ˆ edizione del Merano Wine Festival ha visto la presenza di 664 espositori a maggioranza italiana, con una piccola, ma significativa rappresentanza dell’Abruzzo vitivinicolo. Questa manifestazione enologica della cittadina altoatesina, che si svolge in quattro giornate, è considerata una delle più serie nel panorama espositivo, vista la buona organizzazione, la fama di cui gode e una notevole scrematura del pubblico affluente data dal prezzo del biglietto (cosa che garantisce che sia la passione a far muovere i partecipanti). L’accesso per i produttori va ad invito: è necessario, infatti, superare la selezione dell’apposita giuria per essere invitati ad esporre. Se il vino è il piatto centrale di questa fiera, di contorno ci sono le eccellenze gastronomiche con apposito spazio espositivo, l’arena gourmet in cui si esibiscono alcuni chef rinomati e le classiche attività della stampa specializzata che comprendono presentazioni, premiazioni e degustazioni guidate. L’Abruzzo era presente con 7 produttori: Bosco Nestore, Cantina Zaccagnini, Dino Illuminati, Fattoria La Valentina, Masciarelli, Valle Reale e Feudo Antico, azienda quest’ultima che rappresenta la più piccola denominazione italiana, la doc Tullum. I vini ammessi erano in totale 16, a grande maggioranza Montepulciano e poi qualche Pecorino, Trebbiano e Passerina. Campanilismo a parte, l’Abruzzo esce vincente. Abbiamo assaggiato tutti i vini: convincono e mostrano carattere, alcuni sono più territoriali, altri cercano espressioni più personali, ma la fotografia finale mostra uno stato di buona salute e solidità della viticoltura abruzzese. Bella espressione sia dei Montepulciano (che dimostra di uscire alla grande con qualche anno in più di affinamento, quando rivela non solo la sua potenza, ma tutta la sua struttura) che dei vitigni a bacca bianca, di cui buona prova hanno dato le vinificazioni del Pecorino. Accattivante anche la presenza di un Montepulciano Passito, che avevamo assaggiato anche in annate precedenti e conferma il suo valore. Tutti i produttori si sono dichiarati soddisfatti delle vendite all’estero, segno di valore che dimostra quanto il vino abbia appeal anche per i mercati non locali, soprattutto in questo periodo ancora di crisi. Due note: una di perplessità per la parte dell’edificio in cui i nostri erano situati, cioè un’ala del piano superiore del favoloso edificio che ospita il festival; spazi ristretti e soffitti bassi rischiano di penalizzare le performances della degustazione e di demotivare i produttori seri che si ritrovano ogni anno nella stessa postazione. E una di piacere, che consideriamo fondamentale: la solidarietà dei partecipanti. In ogni momento in cui qualcuno si assentava dal banco di esposizione, il collega vicino provvedeva a mescere anche il vino dell’altro, esponendo le caratteristiche del vino in questione. Questa è la cooperazione che vorremmo vedere sempre, aldilà del giusto orgoglio per il proprio lavoro
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eventi » di Denia Di Giacomo
Moscatello di Castiglione, ritorno alla storia Antonio Angelucci con un grappolo di Moscatello
Questo passito, derivante dal più antico vitigno d’Abruzzo, ha ottenuto tre importanti riconoscimenti. Una grande vittoria per la famiglia Angelucci, impegnata da molto nella ricerca storica e nella sperimentazione
L’
azienda agricola Angelucci ha raggiunto un notevole tracola, che dimostra sempre più spesso di possedere un potenziale guardo. Il suo Moscatello Passito Igt Colline Pescaresi di crescita e sviluppo di enorme rilevanza. 2009, ha conquistato ben tre riconoscimenti da altret«Per quanto fossimo consapevoli del valore del nostro Moscatello tante importanti guide nazionali, con una doppia sod– ha dichiarato il patron dell’azienda Antonio Angelucci – si tratta disfazione: quella ottenuta dall’aver superato il severo giudizio di un risultato inatteso che ci ripaga dei tanti sacrifici necessari delle commissioni di degustazione, ma anche per aver finalmente in questi anni per salvare questo vitigno dall’estinzione. Il nostro valorizzato molti anni di duro lavoro per salvare l’antico vitigno è stato un gesto d’amore e di rispetto verso le tradizioni di un del Moscatello di Castiglione, che ormai si riteneva scomparso. Il territorio straordinario, aspro e difficile ma in grado di dare vini Moscatello è dunque uno dei pochi vini passiti naturali italiani, e davvero unici e originali, come il Moscatello». ha ricevuto i premi “Top Hundred, 100 migliori vini d’Italia” della L’azienda agricola Angelucci ha avviato l’attività all’inizio degli anni guida Il Golosario di Paolo Massobrio e Paolo 2000, con l’obiettivo di sostenere il progetto Gatti, la “Corona” dalla guida Vini Buoni d’Itadi recupero del Moscatello di Castiglione a lia del Touring Club, che si aggiungono alla Casauria. Ottenuto il riconoscimento del clone menzione speciale a lui riservata dalla guida “Casauriense”, ha deciso di piantare il MoscaSlowine di Slow Food presentata in Abruzzo lo tello su oltre 25 ettari distribuiti tra Castiglione scorso ottobre. a Casauria e Vicenne in Tocco da Casauria. Il Moscatello di Castiglione è il più antico vitiAvvalendosi di validi collaboratori come l’agrogno d’Abruzzo, alcune notizie storiche docunomo Romano D’Amario, noto professionista mentate discendono addirittura al 1747, ma la e studioso di grande esperienza e l’enologo sua coltivazione risale almeno al 1600, e oggi, Donato Di Tommaso, diplomato ad Asti patria finalmente, può tornare ad essere commerciadel moscato, finalmente gli Angelucci hanno lizzato. Gli anni di ricerca e sperimentazione raggiunto il loro sperato obiettivo creando uno sostenuti dalla famiglia Angelucci e sviluppati dei pochi vini dolci naturali italiani ottenuto dall’Arssa in collaborazione con il Crivea e con dall’appassimento delle uve direttamente sulla le Università di Bari e di Foggia, hanno portato pianta. La famiglia Angelucci è anche la titoal riconoscimento della selezione del clone di lare della Oma, Officine Meccaniche Angelucmoscato “biotipo casauriense” (UBA-RA-MO ci di Torre de’ Passeri, guidata dal fondatore 16, riconosciuto dal Ministero delle Politiche Antonio, che gestisce tutto con i figli Giovanni agricole). Dunque una vittoria della scienza, e Mauro (presidente di Confindustria AbruzUna bottiglia di moscatello angelucci della natura, ma anche dell’imprenditoria agrizo)
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eventi
Paolo D’Amico amministratore delegato di Reginella d’Abruzzo
» di Jenny Viant Gómez
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l fior di latte dell’azienda Reginella d’Abruzzo di Sulmona è stato l’unico prodotto caseario abruzzese, della tipologia in questione, ad essere scelto dal Gambero Rosso per partecipare alla selezione dei 10 fiordilatte “migliori” d’Italia. Motivo d’orgoglio per l’azienda essere arrivata al settimo posto tra i caseifici selezionati, quasi tutti localizzati in Puglia e Campania. Alla degustazione e selezione hanno partecipato Francesca Adinolfi, vicepresidente dell’Onaf (Organizzazione Nazionale Assaggiatore di Formaggi); Marco Greggio, agronomo e docente di analisi sensoriale; Vincenzo Mancino, degustatore di formaggio e titolare D.O.L.-Roma e Sandro Masci, esperto e docente di analisi sensoriale. Gli esperti hanno decretato il seguente giudizio apparso sulla rivista specializzata in tematiche enogastronomiche Gambero Rosso: «Buona mozzarella vaccina di un’azienda casearia con oltre un secolo di storia, presente in tutto il territorio nazionale, anche nella Gdo. È ottenuta da latte pastorizzato italiano, per lo più regionale, e da una cagliata acidificata con l’aggiunta di fermenti lattici. Il risultato è un prodotto che si presenta bene alla vista e all’olfatto. Bella faccia lucente color bianco porcellanato. Al naso odore gradevole e pulito e una nota animale che richiama alla stalla e al caseificio. Pasta morbida, ma leggermente asciutta e fibrosa, discreta palpabilità. Nel sapore intenso e sapido, prevale l’acidulo sulla dolcezza; si avvertono una sensazione di burro fuso, un leggero eccesso di sale sulla “pelle” e una nota amara in chiusura». L’amministratore delegato Paolo D’Amico ha espresso enorme soddisfazione per il riconoscimento: «Ci rende molto orgogliosi essere tra i primi dieci prodotti di questa categoria, il nostro investimento continuo in qualità è stato premiato e riconosciuto»
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Fior di Reginella d’Abruzzo Il fior di latte dell’azienda casearia peligna tra i migliori 10 d’Italia. La classifica è della rivista Gambero Rosso
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NUOVA BMW X3, LA LUCE DIVENTA PIACERE Si è lavorato tanto sui concetti di luminosità e spazio: il risultato è una sensazione di armonia e comfort. Da provare subito su strada
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zione con Autoabruzz
» redazionale in collabora
«I
l mio obiettivo era di conferire a questa vettura una grande luminosità. Il gioco di luci e ombre sulle superfici mette decisamente in evidenza le linee dell’auto, sottolineandone il tipico carattere Bmw X»: le parole di Erik Goplen, designer degli esterni della nuova Bmw X3, illustrano bene il concept di questa creazione. Una macchina pensata in assoluta armonia con lo spazio esterno, con la natura, con la luce. Che diventa piacere. Piacere di guida che deriva anche dalla morbidezza e dalla comodità degli interni. Anche qui l’allestimento vuole creare una sensazione di modernità: grazie ad una carreggiata larga e un’ergonomia unica nel suo genere, la nuova Bmw X3 offre lo spazio necessario a 5 persone, con libertà di movimento e grande comfort anche durante i viaggi lunghi. Inoltre la scelta di questo “layout” rende la macchina sportiva e atletica già al primo sguardo. È tempo di accendere il motore e scoprire altri segreti: partiamo dal Bmw EfficientDynamics, il sistema che combina piacere di guida a ridotte emissioni di CO2 e minor consumo di carburante, per godersi le lunghe tratte nel pieno rispetto dell’ambiente. E poi il cambio automatico a 8 rapporti, che anche a velocità sostenute permette regimi bassi per viaggiare con la massima tranquillità. Un’efficienza che si avverte anche da ferma, quando la funzione Start Stop automatico spegne automaticamente il motore. Anche la “semplice” frenata nasconde qualcosa di interessante: il sistema Brake Energy Regeneration permette di recuperare l’energia e ricaricare la batteria. Geniale. Ogni momento può essere decisivo per risparmiare carburante: anche il cambio di marcia risulta funzionale a tale scopo, basta effettuarlo al momento giusto. Come? Facile: con l’indicatore del punto di cambiata. E per concludere il quadro “comfort”, non mancano un’acustica ottimizzata e totale sicurezza a bordo: provare la vettura in situazioni di vento forte, per credere. All’interno, come detto, comfort e spazi larghi, ma anche tecnologia. Basti citare il particolare head up display, che proietta direttamente nel campo visivo del guidatore tutte le informazioni come la velocità o le indicazioni del sistema di navigazione, dando la priorità alle informazioni più importanti. Tra le motorizzazioni, 6 cilindri benzina, 4 e 6 cilindri diesel: 380 Nm e 135 kW (184 CV) sono valori di potenza che solo pochi motori possono vantare. Farsi bastare solo 5,6 l/100 Km, emettendo solo 149 g/km di CO2, è una cosa che riesce soltanto alla nuova Bmw X3. Venitela a provare presso la concessionaria AutoAbruzzo di Pescara•
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hanno collaborato
Giuseppe Mauro nonsoloeconomia | pag. 19 È professore Ordinario di Politica Economica presso la facoltà di Economia dell’Università G.d’Annunzio di Chieti-Pescara. Ha seguito tutta la carriera accademica da borsista a assistente ordinario, a professore incaricato, a professore associato sino a professore ordinario. Ha insegnato Economia Monetaria e Creditizia, Economia Politica, Economia del Lavoro, Economia Industriale ed Internazionale presso le università LUISS di Roma, Teramo e Pescara. È stato Visiting Scholar presso l’Università di York (G.B.) e attualmente collabora con la London School of Economics. Attualmente ricopre la carica di presidente del Corso di Laurea in Economia e Commercio. È Membro della Società Italiana degli Economisti.
Massimiliano Palubaro mercati | pag. 61 Nasce a Pescara, sposato e due figlie. Dopo aver conseguito la laurea in Economia e Commercio presso la facoltà di Economia dell’Università “G. d’Annunzio” di Pescara, svolge l’attività di promotore finanziario, dedicando, tuttavia, la maggior parte del suo tempo allo studio e all’analisi di strumenti derivati per la copertura dei rischi finanziari. Nel 2003 lascia il mondo della promozione, per dar vita, assieme a Roberto Diodati, ad uno dei primi Studi italiani di Consulenza Finanziaria Indipendente. Nel 2007 fonda, con Roberto Diodati e Giulio Caso, la CFI & Partnerns s.r.l. all’interno della quale si occupa di financial risk management.
Luciano Fratocchi ricerca&innovazione | pag. 63 È professore associato di Ingegneria economico gestionale presso la facoltà di Ingegneria dell’università dell’Aquila dove insegna Economia ed organizzazione aziendale, Sistemi di controllo di gestione e Gestione aziendale. Dopo la laurea in Economia e commercio presso la LUISS di Roma ha conseguito il Dottorato di ricerca in Direzione aziendale presso l’università di Bologna. Docente in diversi corsi Master, svolge attività di ricerca in tema di internazionalizzazione delle imprese minori, sistemi di supporto alle decisioni aziendali e management dell’innovazione, con particolare attenzione a quella organizzativa e gestionale. Ha pubblicato su questi temi articoli su riviste nazionali ed internazionali e con case editrici nazionali ed internazionali.
Luigi Carunchio fisco | pag. 67 Socio fondatore dello studio “Valore” Professionisti Associati in Lanciano, struttura associata tra commercialisti che ha creduto nell’organizzazione dell’attività professionale in gruppo. Si occupa da sempre delle problematiche di categoria e per questo attualmente ricopre, tra le altre, la carica di presidente nazionale dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed esperti contabili, principale sindacato di riferimento dei commercialisti italiani. Presidente altresì della Fondazione Nazionale Centro Studi UNGDC il cui comitato scientifico è presieduto dal prof Lupi.
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Pietro Pastorelli
energia | pag. 71
Nato all’Aquila nel 1941, si laurea nel 1965 al Politecnico di Torino in Ingegneria elettronica. Dopo una breve esperienza di docente, svolge la sua attività lavorativa presso alcune importanti aziende multinazionali operando nei settori delle apparecchiature e degli impianti MT/BT. Opera anche, come libero professionista, nella progettazione di impianti elettrici per complessi industriali e banche e, come imprenditore, nel settore dei componenti meccanici per applicazioni aerospaziali. Dal 2006 è delegato di Confindustria Abruzzo per le politiche energetiche.
Simone D’Alessandro creatività&innovazione | pag. 75 È scrittore, docente universitario, saggista e copywriter. Autore di opere di carattere scientifico. Dal 1997 è sceneggiatore di spot, cortometraggi e documentari. È Copywriter Senior presso CARSA Spa, agenzia leader nella comunicazione ambientale. Segue un dottorato di ricerca presso la facoltà di Scienze Sociali dell’Università degli Studi G. d’Annunzio di Chieti. Vincitore del premio nazionale di letteratura Parco Majella 2007, del premio letterario nazionale Alceste de Lollis e del premio Manzoni.
Antonio Teti ict | pag. 78 È responsabile del supporto tecnico informatico della Direzione Generale dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Laureato in Economia e Management delle Imprese, ha conseguito tre specializzazioni in Information Technology presso la ELEA Knowledge Integration. È Accademico Ordinario della Pontificia Accademia Tiberina, prestigioso Istituto di Cultura Universitaria e di Studi Superiori e Presidente Onorario della Società Italiana delle Scienze Informatiche e Tecnologiche (SISIT). Ha avuto incarichi di docenza in diverse università italiane e ha collaborato per attività di alta formazione con la facoltà di Informatica dell’Università Politecnica di Valencia e di Madrid.
Filippo Paolini norme&leggi | pag. 81 Nello studio legale di cui è titolare, esercita la professione forense prevalentemente nel ramo del diritto commerciale. È consulente giuridico di diverse aziende, abruzzesi e non, in materia di contratti, diritto societario e crisi dell’impresa. È consulente giuridico, dal 2003, dell’Ufficio Legale Federazione Italiana Giuoco Calcio – A.I.A. Laureato in Giurisprudenza a soli 23 anni, è iscritto dal 2001 all’Albo degli Avvocati presso il Tribunale di Avezzano.
Massimiliano Pian gestione d’impresa | pag. 85 È laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi di Milano nel 1989, ha lavorato per 20 anni in Accenture, società leader nei servizi di consulenza manageriale, tecnologica e organizzativa, ricoprendo il ruolo di Client Partner per importanti società multinazionali, nonchè di Responsabile della consulenza strategica in ambito “finance” per il settore dell’energia. Dottore Commercialista e Revisore Contabile dal 1992, è iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti di Pescara. Dalla metà del 2009 opera come libero professionista, collabora con lo studio N&CA- Nicolini Commercialisti Associati, con particolare attenzione alla consulenza gestionale e strategica per le medie imprese.
Piero Carducci la terra di Piero | pag. 93 Economista e docente universitario, è specializzato in sviluppo territoriale e sistemi per il controllo di gestione. È stato direttore della scuola di formazione manageriale del Gruppo Telecom e presidente dell’Agenzia di sviluppo della Provincia di Potenza. Ha diretto la collana di management del ministero degli Interni. Attualmente è presidente dell’organismo di vigilanza delle Ferrovie regionali.
Nicola Boschetti Alkimie | pag. 157 Nato a Guardiagrele l’8 maggio 1971, sposato con un figlio di 10 anni, affianca da oltre 22 anni Angela e Peppino Tinari nel ristorante Villa Maiella, con la piacevole responsabilità di occuparsi di una ricca cantina. Molto conosciuto nel mondo del vino, ha ricevuto riconoscimenti sia regionali che nazionali, tra cui la 1° Edizione 2005 del premio “Francesco Di Cintio” dell’Associazione Italiana Sommeliers. Collaboratore di varie riviste del settore (Gambero Rosso, Cucina e Vini, Slow Food), docente dei master sul vino Slow Food, organizzatore di serate a tema. Coadiuvante nei progetti sull’alimentazione riservati ai bambini delle scuole elementari. Fuori dal suo mondo si rifugia nel ciclismo, sport che pratica con passione.
Chiara Strozzieri In cornice | pag. 163 Laureata in Tecnica Pubblicitaria presso la Lumsa di Roma, svolge attività di critico d’arte e copywriter. Ha curato significative rassegne nazionali e mostre d’arte contemporanea e redatto saggi critici per cataloghi. Ha tenuto conferenze in luoghi pubblici di prestigio quali l’Istituto Italiano di Cultura a Vienna, il Collegio Raffaello di Urbino, il Lavatoio Contumaciale di Roma. Nel 2010 fa parte della commissione inviti al XXXVII Premio Sulmona insieme a Vittorio Sgarbi, presidente.
A R T E C U LT U R AC I N E M A L E T T ER AT U R A M U S I C A M O DAV I AG G I T U R I S M O G A S T R O N O M I A A R T I G I A N ATO
Una delle foto di Stefano Marziali » a cura di Denia Di Giacomo
141traparentesi News in pillole 151Preziosando Come scegliere le gemme da indossare 153uscita di sicurezza Abu Dhabi lusso a impatto zero 155itinerari d’abruzzo Lama dei Peligni, incanto della natura 157alkimie Il carciofo del vastese 159Salus, il cibo per vivere meglio Contro il “logorio della vita moderna” sua maestà il cioccolato 161train de vie Sotto l’albero… 169Arte&co. “Costellazioni” 175Tempo rubato Mira Cancelli 1950–2010 177Musicamania Bon Jovi/Carmen Consoli
163arte&co. / in cornice
La bellezza delle cose 145Speciale natale Natale & Dintorni
147speciale natale L’Abruzzo dei Presepi
166Arte&Co. Luca Paparella la bici come stile di vita
179vezzi moderni Nella shopper questo mese
171Arte&Co. La poesia delle architetture
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comunicazione aziendale
» Farnese vini
Edizione, cinque autoctoni V
ino di grande struttura, morbido, ricco di tannini vellutati, molto persistente e con finale lungo con note speziate di vaniglia e cioccolato. Pronto per essere bevuto subito ma sopporta bene un invecchiamento di 8/10 anni. Temperatura di servizio: 18-20° C circa. Abbinamenti gastronomici: Carni rosse, selvaggina, sughi robusti. Vino da meditazione. Vitigni: Montepulciano, Primitivo, Sangiovese, Negroamaro e Malvasia Rossa. Area di produzione: Comuni di Colonnella, Ortona, Sava e San Marzano. Caratteristiche sensoriali: colore rosso granato molto intenso e persistente con sentori di ciliegia, prugna, ribes maturi, tabacco e nota tostata finale.
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«Nascono i nostri frutti»
vini Farnese riflettono tutti i colori della terra d’Abruzzo, dipingono incantevoli paesaggi di gusto e vivono della passione per i vigneti sconfinati che la Majella domina e protegge con le sue rotondità materne. Potete osservarli scivolare dalle colline fino al mare, distendersi alla ricerca delle esposizioni ottimali e godere di un microclima invidiato dall’Europa intera. Ecco perché i frutti di questa terra crescono bene e invecchiano ancora meglio.
FARNESE vini s.r.l. Castello Caldora - 66026 Ortona (Ch) tel. 085 9067388 - fax 085 9067389 - www.farnese-vini.com
traparentesi
CULTURA & SOCIETà
Il Papa benedice due
maxitele abruzzesi
Lo scorso 1 dicembre in Vaticano, Papa Bene detto XVI, durante l’Udie alizzate all’Aquila, appe nza Generale ha bene na dopo il sisma dell’a detto due maxitele reprile 2009. La prima op artisti abruzzesi, mentr era dal titolo “Soqquadri e l’altra, ”Globalaquilar ” è una collettiva di 18 t”, è stata compiuta da la tenda messa a dispo 332 residenti del Camp sizione dalla CRI, e do o Centi-Colella, dov’era ve sono nate entrambe le Seccia, coordinatrice de grandi e significative op ll’iniziativa, per ringrazia ere. L’ar tista Anna re Sua per sancire questo indim Santità Papa Ratzinger enticabile momento, ha per aver accettato la sua donato a sua Santità, un richiesta e opera pit torica dal titolo a copia delle due maxite “Evocazione” realizzata le oltre ad una sua per l’occasione.
CULTURA
I° CONCORSO NAZIONALE DI POESIA “Continuiamo a sognare, continuiamo a costruire” Antonella Leone (Bari), Mattia Musa (Pescara), Andrea Timpanaro (Muggia), Valeria Aiello (Pescara) sono i vincitori del I° Concorso Nazionale di Poesia “Continuiamo a sognare, continuiamo a costruire”, organizzato dall’Associazione Nuova Acropoli di Pescara e inserito nel cartellone delle iniziative organizzate in occasione della IX Giornata Mondiale della Filosofia indetta dall’UNESCO. Patrocinata dall’UNESCO – Commissione nazionale italiana, dalla Provincia e dal Comune di Pescara, la manifestazione vede tra i premiati anche Martina Giansante di Montesilvano (menzione speciale), Matteo Bennati di Roma, premiato con una targa da Germano D’Aurelio e Sabrina Balbinetti di Roma.
IKE FRANCIS”, STELLA TRIBUTO ABRUZZESE A “M ICO ANNI ‘80 DEL POP DANCE ELET TRON zzo esce un Tributo a sua prematura scomparsa, in Abru
MUSICA
A quasi due anni dalla i ’80, questo a della pop dance elettronica ann Mike Francis, indimenticabile icon dell’Aziention loca li, ivico Sem di to al Castello grazie al videoclip “Francesco”, gira in arte ioni, in provincia di Chieti. Francesco Pucc da vinicola Masciarelli che si trova he di otec disc nelle hit Survivor negli anni 80’, Mike Francis, ha spopolato con la tto due in ds Frien e ther con brani come Toge tutta Europa e scalato le classifiche su hele Mic Di zia Gra da ato pret e del brano scrit to ed inter nom il unto app è co” nces “Fra art. con Amii Stew uzione tutta abruzzese, protagonisti del videoclip. Una prod te, ofor pian al o atin Sab Di lo Pao musiche di otto di grande qualità e suggestioregia del videoclip, che vede un prod alla ti men ngia arra agli , voce dalla metà gennaio 2011. titolo “Voices”, si prevede l’uscita a ne. Per il progetto discografico, dal
SALUTE
TUMORE AL SENO, UNA GUIDA PER CONOSCERLO È uscita la nuova edizione di “Conoscere per vincere”, realizzato da Gaia onlus (Generazione Attiva, Ideazione Attenta), l’associazione di volontariato da anni in prima linea a Chieti e Ortona per la prevenzione del tumore al seno e il sostegno alle donne che combat tono questa malattia. Giunto alla quarta edizione, il volume rappresenta una semplice quanto approfondita guida per conoscere tutti i problemi legati alla malattia, non solo da un punto di vista prettamente clinico, ma anche legislativo, previdenziale, psicologico, con utili suggerimenti che nascono dall’esperienza maturata negli anni dall’associazione Gaia. L’edizione 2010 contiene importanti aggiornamenti nella parte legislativa e in quella previdenziale, un’indis pensabile vademecum per chi, oltre alla prova della patologia, è alle prese con problemi di ordine burocratico e, a volte, non conosce i suoi diritti. “Conoscere per vincere”, verrà distribuito gratuitamente presso gli ospedali, in tutte le occasioni pubbliche e a quanti lo richiederanno contattando l’associazione Gaia. Info: 338 9263225 - 339 8393327, o info@gaia-onlus.org. - www.ga ia-onlus.org.
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traparentesi SOLIDARIETà
PRESEPI IN MOSTRA
la giornata conclusiv
i presepi, dal 5 dicembre ne, torna la mostra de Allegro a MonGiunta alla quarta edizio d’intrattenimento Porto tro cen il sso pre l aio nn fino al 6 ge riscoprire la magia de per grandi e piccini di e ion cas po ’oc un sco È o . un no tesilva La mostra ha riscalda i cuori di tut ti. Natale, un’atmosfera che ologia di Pescara. Nelrdi Ca di o art di per il rep benefico, raccogliere fon ta della befana. a è in programma la fes
CULTURA
NATALE CON NOI
ragazzi della
alla SoMs, proL’associazione SpoltorestateSport e Cultura, il 7 dicembre alle ore 21 anniversario primo nel e Dell’Elc Licio se spoltore sarto storico allo o omaggi pone un che sarà d’Autore bottega La – della scomparsa. È stato istituito il Premio Licio Dell’Elce Orizzone ociazion dell’Ass disabili ragazzi dei , consegnato a La compagnia dell’Arca di edizione 15° questa In Guerra. Enrico scrittore allo e luogo te, a due artigiani del dai scena in “Natale con noi” in aggiunta all’omaggio al sarto storico, verrà messa gorio. lo spettacolo «Ora piacere di incontrarti» per la regia di Lilia Giangre dell’Arca nia Compag
MUSICA
CONCERTO GOSPEL Domenica 12 dicembre a partire dalle ore 21, presso il Santuario del Cuore Immacolato di Maria a Pescara, si terrà un concerto gospel del coro “The Original NewPort Gospel Singers” di fam a internazionale. L’evento nasce com e iniziativa volta alla raccolta di fondi a favo re dell’UTIE – Unità Terapia Intensiva Ematologica dell’Ospedale Civile di Pescara, desiderio nato da Annamaria Di Dom enico che ha sperimentato su se stessa le necessità e le esigenze del repa rto.
EVENTI
MERCATINO DI NATALE
o Neve, tradizione e calore umano: atmosfera che farà da contorn di Loco Pro dalla alla 3° edizione del mercatino natalizio, organizzato Barisciano, con il patrocinio del Comune di Barisciano. Un’iniziativa nata per valorizzare il patrimonio artistico-culturale del territorio, sfruttando la suggestiva cornice delle festività natalizie. Oltre al mercatino, la manifestazione sarà animata da diversi momenti culturali, tra i quali “magici scultori”, che il Presepe Vivente e la Casa della Befana; novità di quest’anno saranno ere una giornata trascorr per ne occasio Un’ o. realizzeranno delle affascinanti Statue di Ghiacci e. original dono un i regalars per e , natalizio completamente immersi nel clima
Cultura
“Il gran segreto del cielo” presentato al papa Il Santo Padre Benedetto XVI ha espresso sincere congratulazioni per il lavoro “Il gran segreto del cielo”, durante un incontro a Roma con Jean-Paul Di Gaetano, uno degli autori di questo volume che è stato oggetto della mostra fotografica tenutasi a Roccacaramanico (PE). «A nome di tutti coloro che hanno creduto nel progetto, -ha dichiarato Jean-Paul Di Gaetano- ho consegnato al Papa un messaggio in cui chiedevo un aiuto affinchè gli eremi celestiniani diventino patrimonio dell’UNESCO». Occorre che tutte le forze si uniscano per tutelare gli eremi celestiniani. Essi trasmettono il senso della unicità ed i luoghi in cui si trovano, per la loro magia, per la loro particolare sensazione, per il pacato senso della pace, danno la sensazione di toccare il cielo , “il gran segreto del cielo”.
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EVENTI
Il Natale a Città Sant’Angelo
Lo splendido borgo angolano, a part ire dal 6 dicembre, verrà letteralm ente inondato di piccoli grandi even in onore del Natale. Dagli spet taco ti li teatrali ai concerti, dalle degusta zioni in piazza alle divertenti tombola dai musical alle mostre per grandi te, e piccini, tutto all’insegna di un sano divertimento che possa ricordare tutti la gioia di un momento così part a icolare come il Santo Natale. Città Sant’Angelo, con le sue bellezze e sua atmosfera sarà il giusto posto la per passare dei bei momenti.
EVENTI
NOA AD AVEZZANO
, torna anche il grande 11 anni, al ritorno delle feste natalizie E come di consuetudine ormai da il 21 dicembre alle no, st’an Que cattedrale di Avezzano. concerto che si tiene presso la bella , conosciutissima diale mon a fam di star liana NOA, pop ore 20:45, sarà la nota cantante israe commosso il aver e per ra del film La vita è bella di Benigni nti al Papa, in Italia per la celebre colonna sono dava ata cant uzione dell’Ave Maria di Gounod, favore del mondo con una straordinaria esec in e pace della sa dife a. Da sempre schierata a ebre ante cant una per volta a prim identità e culture divermusica è strumento di contatto tra dialogo israelo–palestinese, la sua ro di Avezzano, presso o di euro 18:00, è già iniziata nel cent se. La prevendita dei biglietti, al cost e b, Dell’Olio, Iride. erin so i negozi Kath ento, Cattedrale, Magagnini e pres le edicole Tribunale, piazza Risorgim in beneficenza. Parte dei proventi sarà destinata
enogastronomia
VILLA MAIELLA PREMIATA DA MICHEL
IN
Il ristorante Villa Maiella di Guardia grele ha conquistato la sua prima “stella” assegnata dall’edizione 2011 della prestigiosa guida Michelin. La più nota pubblica zione dedicata al mondo della ristorazione, ha così sancito la qualità indiscussa dalla famiglia Tinari, la cui attività oggi può contare sulla terza generazione. Villa Maiella è infatti nata nel 1968 grazie ad Arcangelo Tinari e a sua mog lie Ginetta (ancora oggi preziosissimi , l’uno alla cura dell’orto e l’altra tra i fornelli), per poi proseguire con Peppino Tinari e sua moglie Angela che hanno contribuito a portare il Villa Maiella ad essere riconosciuta tra le migliori tavole abruzzesi e italiane. Da qualche tem po alla conduzione del locale si affia cangelo e Pascal con il bravo som ncano i figli Armelier professionista Nicola Boschett i.
TURISMO
MAMMA QUANTI AUSTRIACI!!! Circa 14 mila turisti austriaci sono attesi in provincia di Teramo grazie all’accordo sostenuto dalla Regione Abruzzo e promosso da Cerrano Tour e oltre centomila le presenze per tutto l’Abruzzo, questo nel periodo a partire da aprile e per tutto il mese di maggio. Sono i turisti austriaci che hanno scelto la regione Abruzzo e la provincia di Teramo per trascorrere le vacanze per i prossimi due anni, in periodo di bassa stagione, dal 5 aprile al 10 maggio. Sono almeno 100 i voli charter da e per Pescara che consentiranno il flusso costante dei turisti tra il 2011 e il 2012. All’accordo con l’Austria, suggellato dalla partecipazione della Regione Abruzzo, si è arrivati per iniziativa del tour operator di Pineto, Cerrano Tour, e del più grande tour operator d’Europa “Pensionisten Verband e Senioren Reisen”. L’organizzazione conta 380 mila associati, con un età media tra i 65 e i 70 anni e raccoglie il cinque per cento dell’intera popolazione austriaca.
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i n r o t n i D Natale &
Speciale Natale » a cura della redazione
Natale, tempo di feste religione e non solo, sacro e profano si fondono e confondono per creare magici momenti da passare insieme. Se poi il borgo che ci accoglie è antico e un po’ di neve ci accompagna, allora l’atmosfera è perfetta! Proponiamo solo alcuni degli eventi che si svolgeranno nel periodo natalizio approfondendo in breve un evento molto singolare “Il Presepe Subacqueo” di Villalago, in provincia dell’Aquila… Buone Feste a tutti! 23/12/2010 La Squilla - Festa Religiosa - Centro storico di Lanciano (CH) Info: 0872-7071 Comune Lanciano - ass.turismo@lanciano.eu
25/12/2010 Presepe vivente - Pianola (AQ) Info: 0862-410808/22306 presidio.aquila@abruzzoturismo.it - conoscere.abruzzoturismo.it
26/12/2010 al tramonto Presepe subacqueo - Villalago (AQ) - Info: www.eribertosub.it 26/12/2010 dalle ore 15:30 XXXIV edizione del Presepe vivente - S. Eusanio del Sangro (CH) Info: tel.328 3343748 - http://www.comune.santeusaniodelsangro.chieti.it
26/12/2010 dalle ore 18:00 XV edizione del Presepe Vivente Centro storico di Giulianova (TE) Info: www.presepevivente.it – giulianova@presepevivente.net
30/12/2010 dalle ore 17:00 Presepe vivente “Una porta su Betlemme” - Castelvecchio Calvisio (AQ) 05/01/2011 Presepe Vivente - Rivisondoli (AQ) - Info: iat.rivisondoli@abruzzoturismo.it - comune.rivisondoli.aq.it 6/01/2011 dalle ore 17:00 “Arriva arriva la Befana”- “Presepe vivente” – Centro storico di Città Sant’Angelo (PE) Info: tel 085.96961
6/01/2011 49° edizione della “Sagra della Polenta” - Pettorano sul Gizio (AQ) Info: Comune di Pettorano sul Gizio Tel. 0864 48115 - 48338 - info@comune.pettorano.aq.it
6/01/2011 Presepe vivente - Vigliano di Scoppito (AQ) Associazione culturale i Monelli VILLALAGO E IL PRESEPE SUBACQUEO Una manifestazione davvero suggestiva, quella che ogni anno riempie il borgo di Villalago, in provincia dell’Aquila, per festeggiare il Natale. Si tratta del presepe subacqueo, un evento unico nel suo genere, durante il quale, ad una particolare processione sulle sponde del lago di San Domenico segue l’immersione di un presepe all’interno delle sue verdi acque, da parte di un esperto gruppo di subacquei. La manifestazione, che si svolgerà il 26 dicembre al tramonto, è stata organizzata dall’associazione ERIBERTO SUB (www.eribertosub.it). Villalago è una “sentinella naturale” della Valle del Sagittario e sorge a ben 930 metri sul livello del mare. L’antico borgo, denominato anticamente “Villa de Lacu”, fu fondato intorno all’anno mille su uno sperone roccioso che poteva garantirne naturalmente la difesa. L’attuale centro storico, disposto ad anfiteatro sul versante orientale del Monte Argatone è caratterizzato da suggestivi scorci con gradinate, vicoli e piazzette. Al di sotto, tra folti pioppeti, vi è il Sagittario dal cui sbarramento, negli anni ’20 del secolo scorso, fu creato il lago che ospita il presepe.
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Speciale Natale
Un presepe creato da Piero Boschetti
» di Neda Accili
L’Abruzzo dei Presepi Il presepe, fonte di miti e simbologie, mantiene nel tempo il suo fascino arcano. La nostra regione è lo scenario ideale per rappresentarlo. Ma scopriamo insieme qualcosa in più
mmaginate di ritrovarvi in un paese fantastico in cui le emozioni si fondono con la tradizione, e la cultura diventa espressione di fede. Il presepe riesce ancora a ricreare queste suggestioni. I paesaggi, gli scorci, la natura, i pastori, le pecore (quelle rimaste), tutto è predisposto per la sacra rappresentazione. Sono questi gli elementi che ritroviamo nella produzione di Piero Boschetti, artista aquilano capace di infondere alle sue opere il soffio della passione e della poesia espresse nei suoi presepi. È soprattutto dalla natura che l’autore trae ispirazione per le sue opere, «Se vedo una pietra grezza delle nostre montagne la metto in visioneracconta lo scultore- immagino cioè come potrò trasformarla e completarla con le cose che ci mancano, come il senso della famiglia, per esempio, per me la Natività rappresenta la famiglia, e ogni presepe quasi un figlio» continua Boschetti.
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Speciale Natale
CURIOSITÀ SITÀ
CURIO Piero Boschetti
Piero Boschetti, artista scultore di arte presepiale, nasce all’Aquila nel 1948. Ha realizzato oltre 40 presepi, l’ultimo dedicato al sisma dello scorso anno, utilizzando materiali naturali quali pietra, legno, sughero. Le sue opere creano atmosfere suggestive ed esaltano la spiritualità del nostro Abruzzo. Rappresentano antichi borghi, paesini arroccati sui monti, con chiesette incastonate nella roccia, tratturi ormai in disuso. Ha esposto in Italia e all’estero, presso il Museo delle Bambole di Rottweil, in Germania, a Bruxelles in occasione delle manifestazioni culturali organizzate dalla Regione Abruzzo, riscuotendo ovunque consensi di critica e di pubblico. Per contatti: cell. nr. 339-6157602.
Il Presepe nel mondo Ogni popolo realizza il presepe a modo proprio, con la fantasia della propria terra, secondo lo spirito della fede. In Cina il presepe si ambienta tra le risaie, utilizzando statuine di porcellana bianca. Fra i nativi Navajo, in America del Nord, Gesù viene al mondo in una tipica capanna indiana. In Costa d’Avorio (Africa) la Natività si trova fra le palme di cocco, mentre i visitatori arrivano in canoa sulla riva del mare. E da noi? L’antica arte popolare del presepe assume in ogni regione una connotazione particolare. Attingendo alle diverse tradizioni locali, ai costumi, alle case e ai paesaggi naturali, possiamo ammirare presepi di legno fra le baite del Trentino, di ceramica nella campagna romana, di cartapesta fra i trulli di Alberobello, situato in fondo al mare nella costa ligure.
Una divertente poesia a lui dedicata recita, tra l’altro… ”Ne ha fatti tanti, son tutti belli/ come dei figli ma non gemelli./Li concepisce in un’escursione;/la prova lì la prima emozione;/ avverte dentro di sé il primo “calcetto”/da quella pietra o da quel tronchetto”. Interamente realizzati a mano con infinita pazienza, sono veri e propri scorci d’Abruzzo, con paesini arroccati sui monti, fedeli ricostruzioni di antichi borghi dell’aquilano come Scanno, Ocre, Stiffe. Fantasia e creatività trasformano e amalgamano materiali semplici e naturali. Una radice abbraccia un freddo sasso, un frantume di pietra si apre ad abituro, mormora filante una vena d’acqua piccola laudante e ognora benedetta. Aulente appena, coltre verde muschiata per fiorite, infanti ricordanze. Questi versi, da “Presepi”, scritti per lui da Elio Peretti, poeta e commediografo aquilano, raccontano le creazioni del Boschetti. «Vorrei che gli enti locali destinassero uno spazio per consentire l’esposizione permanente dei miei lavori, al fine di scongiurare la scomparsa dell’arte presepiale» conclude l’artista
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Il Presepe Vivente Consiste in una breve pièce teatrale, con l’impiego di figuranti umani, rappresentante la nascita di Gesù in una scenografia idonea ad ambientare la vicenda della Natività. Si ritiene erroneamente che sia stato San Francesco d’Assisi a realizzare il primo presepe della storia, a Greccio, nel 1223. In realtà si trattò della celebrazione della Messa in una grotta naturale, poiché all’epoca, non erano consentite rappresentazioni sacre in chiesa. Francesco pose una greppia riempita di paglia accanto a un asino e un bue. Per illuminare la strada ai devotiera la notte santa- i frati accesero delle fiaccole e Francesco predicò al popolo di Greccio. Da allora la consuetudine si diffuse in ogni regione d’Italia e negli altri Paesi cristiani. Oggi i presepi viventi si organizzano in tutto l’Occidente, non solo cattolico, ma anche da fedeli di altre Chiese, durante le festività natalizie. L’ambientazione può non essere quella dell’epoca di Gesù Cristo, ma spesso il presepe vivente fornisce l’occasione per mostrare antichi mestieri del luogo, più o meno scomparsi. L’artigiano dei presepi Piero Boschetti
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a che il cibo sia la tua medicina
Ippocrate, Aforismi
Il Relais del Vino Agriverde è una realtà unica nel suo genere: è infatti un Ristorante in Cantina. Nel Relais del Vino l’alta qualità dei vini Agriverde incontra i piatti di terra e di mare della tradizione abruzzese rivisitati in chiave moderna dando vita, così, ad un perfetto connubio tra cibo e vino. Qualità, eccellenza nel servizio e nell’accoglienza, raffinatezza, cura ed attenzione dei particolari fanno di Agriverde la location ideale per ogni evento. Se vuoi rendere indimenticabile il giorno del tuo matrimonio o trascorrere momenti speciali in un’atmosfera sobria ed elegante, il Relais del Vino Agriverde sarà la cornice ideale per ogni circostanza.
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pre iosando » di Marzio Forcella
CAP. A • l’Acquamarina, l’Agata, l’Ametista
Come scegliere le gemme da indossare La scelta di una gemma è l’esempio più alto, intimo ed affascinante che Dio ci possa aver dedicato. Il carattere di ogni pietra si esprime grazie alle sue forme e colori che si pongono in relazione con la nostra personalità emozionale; solo quando si sentirà una sintonia, un’affinità, la gemma potrà diventar nostra.
L’Acquamarina
L’Agata
L’Ametista
Principesca ed elegantissima gemma della grande famiglia del berillo (silicato di alluminio e berillio con durezza 7), sorella dello smeraldo (verde), della morganite (rosa), dell’eliodoro (giallo), l’acquamarina comprende tutte le varietà di colore dall’azzurro cielo intenso all’azzurro verdolino proprio come tutte le sfumature della reale acqua del mare. Il colore, la lucentezza vitrea, la fanno distinguere dalle pietre simili, soprattutto dal topazio celeste. Sono frequenti le pietre piuttosto grandi di cui molte prive di inclusioni; il taglio più usato è quello rettangolare se pur oggi è possibile ogni forma per quasi ogni gemma. Il suo valore può variare notevolmente poichè quando il colore è bello cioè azzurro-verdolino intenso, è tra i più elevati fra le pietre di seconda classe (esclusi cioè smeraldo, diamante, zaffiro, rubino); quando la tonalità è troppo sbiadita, incolore la quotazione diminuisce notevolmente. È la gemma di marzo, simboleggia la fedeltà, la speranza, favorisce la calma e, naturalmente, è la protettrice di chi va per mare. Provenienza: Brasile, Pakistan, Madagascar; in Italia nell’isola D’Elba Affinità zodiacale: Gemelli.
Pietra della fantasia, della grande famiglia dei quarzi (ossido di silicio con durezza 7), nella varietà dei calcedoni, l’agata è una divertente pietra caratterizzata da una distribuzione del colore in bande o livelli paralleli spesso curvi o concentrici, differenti per trasparenza e porosità, dagli svariati colori di cui i più frequenti nei toni del grigio, giallo, bruno. Sono anche molto di moda alcune agate traslucide contenenti inclusioni di sostanze minerali dall’aspetto ramificato o filiforme: l’agata muschiata e paesina. Tagliata, scolpita, lavorata nelle forme più libere e bizzarre è la pietra ornamentale più diffusa, tra le più accessibili commercialmente. Dona stabilità, favorisce il pensiero logico. Provenienza: Brasile, Uruguay, India Affinità zodiacale: Toro, Scorpione, Pesci.
Sempre della famiglia dei quarzi è la varietà più famosa e pregiata. Di colore viola più o meno intenso fino al lilla l’ametista trae il suo nome dal greco a-méthystos che significa “non mi ubriaco”. Con colorazione tipicamente a chiazze o bande sfumate ha una buona lucentezza e trasparenza. Fin dal 3000 a.C. è stata una tra le gemme più utilizzate, fino al medioevo, che le collega il più alto simbolo di sacralità e pace. È la gemma di febbraio, favorisce la meditazione e l’equilibro interiore. Provenienza: Brasile, Stati Uniti, Messico; in Italia in Val di Fassa Affinità zodiacale: Ariete, Sagittario, Pesci
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Dal Vocabolario dei termini usuali dell’artigianato orafo ADAMANTINO si dice di un minerale che possiede la lucentezza del diamante; ALI DI FARFALLA è un tipo di inclusione che ricorda,appunto,un ala di farfalla riscontrabile in rari zaffiri provenienti soprattutto da Ceylon; ASTERISMO è un fenomeno ottico causato dal riflesso della luce sulle inclusioni che formano una stella. Una vera rarità che si manifesta in pietre cabochon dette “stellate”.
A rileggerci al prossimo numero con l’alessandrite, l’almandino, l’amazzonite, l’avorio e l’ambra.
info_ Marzio Forcella Designer di gioielli e oggettistica, Esperto in storia dei preziosi e mineralogia www.amalteapreziosi.com - mf@amalteapreziosi.com
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uscita di sicure
a
» a cura della redazione
Abu Dhabi lusso a impatto zero a capitale degli Emirati Arabi è la maggiore e più ricca delle sette città che costituiscono la federazione degli Emirati Arabi Uniti (EAU). Abu Dhabi, fondata nel 1790 circa, ha conosciuto un forte incremento demografico ed economico solo negli ultimi cinquant’anni, grazie alla scoperta di numerosi giacimenti di petrolio che le hanno permesso di trasformarsi da piccolo villaggio di pescatori a moderno e lussuoso centro. Adagiata sulla Costa dei Pirati, nel Golfo Persico, con temperature comprese tra i 26 gradi di giorno e i 15 gradi di notte si è imposta all’attenzione del mondo come nuova meta del turismo e diventerà il punto di riferimento per il turismo eco-compatibile. L’authority per il Turismo di Abu Dhabi ha definito un codice per costruire “hotel verdi”, in cui accanto alla solita classificazione delle strutture, basata sulle “stelle”, ci saranno anche le “perle”, come indicatore del livello di eco-sostenibilità. Seguendo questo criterio è nata Masdar City, oasi ecologica e città a emissioni zero, con l’obiettivo di far fronte ai
problemi di inquinamento e ai cambiamenti climatici. La cittadella ecologica occuperà un’area di 6 km² e sarà in grado di ospitare 50.000 persone. I pannelli fotovoltaici collocati sui tetti degli edifici produrranno l’80% del fabbisogno energetico, e il restante 20% sarà coperto dagli impianti eolici e geotermici. I rifiuti saranno riciclati per il 98% o convertiti in energia. Per la costruzione della prima eco-città del deserto sono stati stanziati circa 22 miliardi di euro, ma per l’inaugurazione di Masdar City bisognerà pazientare fino al 2020
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un motivo in più_ C’è la “Formula Rossa” È stato appena inaugurato il Ferrari World, il primo parco tematico della Ferrari. Situato a Yas Island, una località di 25 km² dedicata al divertimento e la ricettività di lusso, sede del GP F1 di Abu Dhabi. Il Ferrari World rende omaggio all’innovazione tecnologica italiana. L’attrazione di punta è la “Formula Rossa”, le montagne russe più veloce al mondo, raggiunge i 240 km/h. Altra chicca è la simulazione di un viaggio aereo attraverso l’Italia inseguendo una Ferrari, porta i passeggeri lungo un percorso adrenalinico fino a 62 metri di altezza. Il divertimento è assicurato, in una struttura di 200.000 m² che si fa notare con Il lucente e rappresentativo tetto rosso, ispirato al profilo del fianco a doppia curva della carrozzeria della Ferrari GT, ornata dal logo Ferrari più grande al mondo.
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itinerari d’Abru
o
» di Alessandra Vallera
Lama dei Peligni, incanto della natura
Nel pieno del Parco Nazionale della Majella, Lama dei Peligni incanta per la bellezza dei suoi posti, dove anche il camoscio ha deciso di soggiornare ama dei Peligni, immersa nel Parco Nazionale della Majella, è una località antica le cui origini si perdono nella storia, sorge tra il fiume Aventino, che scorre nel centro abitato, e il massiccio della Majella. Questa invidiabile posizione dona al paese un panorama dissimile che incanta. Infatti, si passa da una zona con vasti querceti a ripide balze rocciose, fino a raggiungere i pianeggianti territori in alta quota, in cui cresce la stella alpina appenninica. Lama dei Peligni è conosciuta dai naturalisti anche come “il paese dei camosci” poiché non è così raro avvistare in quelle zone esemplari di questo caratteristico mammifero. Sorgendo in una posizione privilegiata, questa località gode anche della presenza di aquile reali e falchi pellegrini, che spesso sono visibili perfino nei pressi del paese. Il territorio fu abitato sin dai tempi della preistoria, come testimoniano i ritrovamenti nella zona; il reperto più antico fu rinvenuto a Fonterossi, una vicina frazione di Lama dei Peligni, e si tratta di un calco dell’Uomo della Majella, risalente ad oltre 7000 anni fa, custodito nel Museo Naturalistico-Archeologico del paese,
luogo orgoglio dell’intera cittadinanza, strutturato come un vero e proprio laboratorio per rendere protagonista il visitatore. Ricco di vari supporti multimediali che si affiancano ai reperti naturalistici ed archeologici, il museo custodisce la storia dell’intero territorio orientale della Majella, evidenziandone le peculiarità floro-faunisitiche. Non manca assolutamente un ricco spazio dedicato al camoscio, presentando immagini degli ambienti in cui vive, spiegandone le caratteristiche fisiche e comportamentali, senza tralasciare informazioni relative al primo e riuscito tentativo di reintroduzione in queste zone della specie, che prima era presente solo sulle montagne del Parco Nazionale d’Abruzzo. Il Museo NaturalisticoArcheologico custodisce, inoltre, i tanti reperti archeologici rinvenuti nel territorio di Lama dei Peligni e nei paesi vicini, come utensili in pietra, monete, vasi, parti di corredi funerari in ferro e in bronzo, testimonianze che giungono dal Medioevo e perfino dalla Preistoria. Inoltre, è possibile visitare il Giardino Botanico con ben 500 specie da scoprire, delle voliere che ospitano rapaci e la ricostruzione di un villaggio neolitico, tutto facilmente accessibile, poiché nelle vicinanze del museo
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un motivo in più_ Le Grotte del Cavallone Tra il comune di Lama dei Peligni e Taranta Peligna, a ben 1475 metri sul livello del mare, è possibile visitare le Grotte del Cavallone, per un chilometro circa, un luogo ricco di suggestione fiabesca, dove il silenzioso lavorio dell’acqua ha creato uno scenario fiabesco. Già conosciute nel XVII secolo, queste grotte furono valorizzate turisticamente solo alla fine del XIX secolo. Tra i molti visitatori spicca in assoluto il nome del pittore abruzzese Francesco Paolo Michetti, che rimasto folgorato dall’incanto di tale posto, ne trarrà ispirazione per parte della scenografia della tragedia “La figlia di Jorio”, nata dalla penna di Gabriele D’Annunzio. In onore di ciò, alcune sale visitabili lungo il cammino prenderanno i nomi dei personaggi della tragedia dannunziana, come, ad esempio, la Sala di Aligi, protagonista maschile dell’opera. Così, l’esperta mano della natura è stata esaltata dalla bravura artistica dell’uomo, e la meraviglia immortale del posto è stata già ricordata da molti come le “Grotte della figlia di Jorio”.
» foto di Filippo Schiavi
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alkimie » di Nicola Boschetti
prendere una bella doratura. Per la salsa usare i gambi e il a zona di produzione del carciofo del vastese si concentra carciofo lasciati a parte e precedentemente tagliati a cubetti, prevalentemente nei comuni di Cupello, Furci, Lentella, mettere tutto in una casseruola con olio e lo scalogno, fare San Salvo, Vasto, Monteodorisio. Cupello rimane l’area rosolare e aggiungere acqua. Infine passare tutto nel passapiù vocata e con maggiore concentrazione della produverdure assicurandosi che non sia troppo liquido. Adagiare zione di questa pianta. Le prime notizie la salsa su un piatto piano caldo, posarvi sopra il carciofo risalgono al 1550 d.c. quando, secondo ripieno, un filo di olio e un pizzico di sale alcuni documenti scritti, esistevano in quelle zone molte varietà di carciofi selvatici. Già all’inizio del 1900, si potevano acquistare nel mercato contadino di Lanciano carciofi nostrani. Ricco di molte benefiche proprietà, il carciofo di Cupello Secondo alcuni documenti atè ora un marchio registrato e possiede anche un disciplinare torno al 1930 vi erano circa 20 ettari del comune di Vasto tutti coltivati a carciofi. Dopo la seconda guerra mondiale e con il cambiamento delle coltivazioni, nel 1960 nacque a Cupello la prima cooperativa di produttori che diedero vita ad una coltura intensiva e cominciarono a valorizzare il prodotto anche fuori regione. Nel 1965 fu organizzata a Cupello la prima sagra del carciofo, evento che negli ultimi anni ha raggiunto una importanza a livello nazionale. Oggi, grazie alla camera di commercio della provincia di Chieti e alle varie associazioni del settore, si è riuscito a creare il marchio: CARCIOFO di CUPELLO, con un disciplinare di produzione, basato sui terreni idonei di coltivazioni, il numero di capolini per pianta e alcune operazioni che devono essere fatte tassativamente in forma manuale, come la raccolta dei carciofini, eccellenti nella Pecorino conservazione sott’olio. Il carciofo è un alimento ricco di ferro e viene usato molto nell’alta ristorazione, vi proponiamo quindi una ricetta realizzata da Giuseppe Tinari, chef e titolare del ristorante Villa Maiella di Guardiagrele. I vini dell’Azienda Pasetti sono una realtà eccellente nel panorama vitivinicolo abruzzese. Questo peCARCIOFI DI CUPELLO FARCITI CON RICOTTA corino, nasce da una selezione di uve leggermente INGREDIENTI PER 4 PERSONE: 5 carciofi di Cupello, 300 g tardive, che gli conferiscono dei colori più marcati, di ricotta freschissima di pecora, il succo di 1 limone, 80g di dorati, ma puliti e brillanti. Il naso spazia tra la frutta pecorino grattugiato, 1/2 scalogno, 100 ml di olio extravergine dolce, matura come la banana, ananas e sensaziodi oliva, sale e pepe. ne di mandorla. Il gusto è pieno, leggermente dolce, morbido e caldo, ma la sua vinificazione in acciaio gli PREPARAZIONE: Pulire i carciofi, togliendo le foglie esterne permette di mantenere un grande equilibrio. È un vino dure e eliminare la parte interna in modo da poterli farcire, pronto, ma potrà dare tante sorprese anche nei prospoi metterli nell’acqua con il limone e sbollentarli. Dopo 10 simi mesi. Sposa alla grande il piatto proposto, ma è minuti scolare e posizionare a testa in giù su carta assorbente. ottimo anche con zuppe di pesce. Passare la ricotta al setaccio, quindi aggiungere: sale, pepe e Eccellente qualità/prezzzo 15€ formaggio grattugiato e amalgamare il tutto. Riempire i carciofi info_ AZ. Pasetti, via San Paolo 21, c.da Pretaro con la farcia, sistemarli in una pirofila con abbondante olio e 66023 Francavilla al Mare. 085/61875 - www.pasetti.it mettere in forno a 180 gradi per 8 minuti, di cui 6 coperti VISITE SU PRENOTAZIONE RIVOLGERSI ALLA SIGNORA LAURA. con un foglio di alluminio e 2 minuti scoperti in modo da far
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Il carciofo del vastese
Colle Civetta 2009
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Coltiviamo emozioni.
CAPPA & SPADA Azienda Agricola di Luigi Di Ubaldo Via dei Sabini, 35 64016 ∙ Sant’Egidio alla Vibrata (TE) Tel. 0861.841111 Fax. 0861.847233 ∙ www.cappaespada.it ∙ diubaldo@cappaespada.it
Spesso la vita frenetica e il lavoro sedentario ci inducono verso un’alimentazione del tutto sbagliata, frettolosa e non corretta per il nostro corpo. Seguendo la giornata tipo di un manager, ecco alcuni consigli di un esperto nutrizionista
salus, il cibo per vivere meglio » di Pietro Campanaro
Contro il “logorio della vita moderna”
sua maestà il cioccolato passato un bel po’ di tempo da quando una pubblicità ci consigliava un amaro a base di carciofo per combattere il “logorio della vita moderna”. Oggi lo stress, nutrizionalmente parlando, si combatte con armi diverse: antiossidanti, polifenoli, oligoelementi e quant’altro per aiutare il nostro organismo a fortificarsi e resistere agli attacchi. Farà sicuramente piacere sapere che molte di queste proprietà le possiede sua “maestà” il cioccolato. “Kakaw uhanal” ovvero “cibo degli Dei”, così chiamavano il cioccolato i maya e il suo consumo era riservato solo ad alcune classi alte della popolazione come sovrani, nobili e guerrieri. Agli inizi del 1500 il cacao arriva in Europa portato dai conquistadores spagnoli e per diverso tempo venne consumato come bevanda miscelata a pepe e/o peperoncino, poi i monaci spagnoli, depositari di una lunga tradizione di miscele e infusi, aggiunsero vaniglia e zucchero per correggerne la naturale amarezza togliendo pepe e peperoncino e con questa sublime miscela il cioccolato si è diffuso rapidamente in tutto il vecchio continente trovando via via sempre più estimatori, arrivando fino ai giorni nostri dove risulta uno degli alimenti più consumati al mondo, senza distinzione di classi o età. Considerato per tanti anni alimento da golosi e causa di molte malattie, con le conoscenze attuali il cioccolato è stato ampiamente riabilitato e si sta rivelando, al contrario, molto utile per la salute e una vera miniera di nutraceutici (sostanze contenute negli alimenti con potere curativo), ma attenzione, ad avere tutte queste proprietà è solo il cioccolato fondente che risente meno di aggiunte o processi di lavorazione rispetto a quello al latte o bianco.
Tra le sostanze contenute nel cioccolato troviamo teobromina e caffeina che hanno un’azione stimolante e migliorano la concentrazione, tannini e polifenoli ad azione vaso e cardioprotettiva, epicatechine e flavonoidi che agiscono come antiossidanti, magnesio, feniletilamina, anandamide e triptofano che riducono lo stress nervoso ed hanno una spiccata azione antidepressiva e ancora rame e potassio che migliorano gli stati di affaticamento e astenia. Un recente studio clinico ha dimostrato che 6,7 grammi di cioccolato fondente al giorno garantiscono un effetto protettivo sulle malattie cardiovascolari riducendo il rischio di infarto, altri studi hanno dimostrato che il rame e i flavonoidi contenuti in esso riducono la pressione arteriosa e migliorano il metabolismo del glucosio (abbassamento della glicemia) ed in particolare un recentissimo studio ha dimostrato che 40g di cioccolato al giorno riducono gli ormoni che generano stress. Sicuramente è un alimento molto calorico, ma assunto a piccole dosi (20g circa al giorno) e facendo attenzione al consumo dei grassi nella dieta quotidiana possiamo già beneficiare di tutte le sue proprietà. Per il massimo rendimento il cioccolato va sciolto lentamente in bocca, dando tempo alle papille gustative di dilatarsi e impregnarsi del suo “aroma” magari consumandolo insieme a piccole dosi di una bevanda calda come il caffè o di alcolici come per esempio il rhum. Per concludere, pensate che il miglior cioccolato fondente con le più elevate proprietà sia svizzero? Ovviamente no! È di Modica (in Sicilia) che con l’originalissima e antica lavorazione a freddo e la sola aggiunta di zucchero di canna garantisce il massimo delle proprietà, provare per credere! Buon cioccolato a tutti e Buone Feste
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info_ Dr. Pietro Campanaro Medico-Chirurgo Nutrizionista, Specialista in Scienze dell’Alimentazione, Fitoterapeuta Giulianova – Teramo – Pescara – Ascoli Piceno – Fermo Web: www.fitomedicina.it - E-mail: info@fitomedicina.it
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traindevie » di Carolina Pierfelice
atale, tempo di festa, di vacanze e compagnia, acquisti significato e valore diventando segno dell’interesse di Babbo Natale e la Befana che portano dell’azienda per i dipendenti: si potrebbe decidere di far dare regali. Già, regali. Natale è tempo di rega- il pacco dai diretti superiori, o si potrebbero far scomodare i li. Il dizionario definisce il regalo: “Oggetto offerto per cortesia o per affetto nell’ambito di rapporti di consuetudine o di familiarità, di solito in una Il rito del regalo natalizio nei confronti dei propri collaboratori occasione determinata. In senso figurato può potrebbe acquistare molta più importanza di quella che di solito indicare cosa gradita”. possiede. Piccoli consigli per un gesto concreto di umanità Ogni azienda, in occasione del Natale, si organizza per fare regali ai dipendenti, trasmettendo gli auguri con un cesto più o meno ricco, e dimostrando membri della direzione, creando il clima giusto magari con un brindisi e due semplici parole di augurio oppure, in casi parcortesia e rispetto per la tradizione. Sarebbe molto bello che il cesto natalizio, oltre che una con- ticolari di difficoltà di un dipendente di cui si è a conoscenza, suetudine, fosse anche un modo tangibile per dimostrare af- decidere di vederlo da solo per esprimergli ancor meglio la fetto e calore a chi lo riceve. Sicuramente ciò accade in modo vicinanza. spontaneo in molte aziende, soprattutto quelle a carattere fami- Potrebbe accadere che un’azienda in difficoltà non abbia l’opliare, ma sarebbe opportuno che si spendesse un po’ di tempo portunità di fare il pacco-dono: un biglietto caldo e sentito, da in più per far sì che questo cesto diventi qualcosa di diverso accompagnare magari a un piccolo gadget natalizio, sarebbe da un regalo fra tanti da mettere sotto l’albero. Certo non è un segno dell’interesse per chi lavora. possibile fare regali personalizzati, ma rendere più personale Le modalità possono essere infinite, ognuno può scegliere in base alla situazione, ciò che conta è far sì che il pacco natalizio il dono si può. Come? Ad esempio preparando un pacco meno classico, prevedendo diventi veicolo di positività e di conferme, dimostrazione dell’interesse per i lavoratori come persone. Può sembrare piccole cose originali che suscitino una piacevole sorpreretorico e poco credibile attribuire a un cesto tutte sa. Oppure allegando al pacco un bel biglietto di auqueste possibilità, ma io sono convinta del contraguri che non sia il solito “Buon Natale e felice anno rio. In un’epoca in cui abbiamo seppellito feste nuovo” di circostanza, ma che esprima con calore e occasioni importanti sotto i rifiuti tossici del la vicinanza emotiva a ciascuno. Infine si potrebbe consumismo e cerchiamo imperterriti di contiscegliere più accuratamente il momento in cui nuare a farlo nonostante la crisi, dissotterrare dare il pacco, facendo in modo che diventi un il calumet della pace e degli affetti che pasrito: potrebbe essere il classico pranzo o la cena, sano attraverso i gesti e le parole strutturati però in modo che perdano di formalipiù semplici, capaci di riportarci tà e acquistino umanità: si dovrebbero alle radici della nostra umanità, scegliere con cura il locale, la sicredo sia il modo migliore di stemazione dei tavoli, ma anche il celebrare una festa che, per giorno giusto, stando attenti che ci antonomasia, parla di amore siano tutti e che si possa vivere un a tutti, credenti e non. momento di comunanza senza la Allora non mi resta che fretta di andar via. augurare a tutti un Felice Se si decide di scegliere un altro Natale, un Natale di piccole momento, anche qui una ritualizcose fatte con amore zazione del dono farà sì che esso
Sotto l’albero…
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info_ Carolina Pierfelice Psicologa - psicoterapeuta CarolinaPierfelice@libero.it
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arte&co.
/ incornice
» di Chiara Strozzieri
La bellezza delle cose
Stefano Marziali guarda attraverso la realtà e scopre la fotografia
» foto concesse dall’artista
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arte&co.
/ incornice
tefano Marziali è uno di quegli artisti di fronte ai quali si rimane inermi e si sospende ogni giudizio, per godere semplicemente dei frutti della loro ricerca. E davvero sono anni che questo talentuoso fotografo abruzzese è impegnato nelle sue visioni in bianco e nero, che poeticamente restano sospese tra spirito e materia, tra noumeno e fenomeno. I giochi di luce, le linee sinuose che si nutrono di pieni e di vuoti, sembrano appartenere a un pensiero, più che alla concretezza degli oggetti. Forse perché Marziali ne sviscera l’essenza, rendendo la loro forma inconsistente, la loro appartenenza all’ordine delle cose impalpabile. Ciò che davvero distrae il suo obiettivo dall’aderenza alla verità è l’anima delle cose, quella che la luce, infrangendosi su di esse o riflettendosi, si svela. E allora la bellezza di questa rivelazione, la delicatezza con cui la realtà che lo circonda parla all’artista, si trasforma in un attimo eterno, fa nascere la fotografia. Spesso basta un fiore che infila il lungo stelo in un vaso per carpire il miracolo della vita, per riflettere su tutto ciò che ci è stato donato e che è lì, di fronte a noi, ad offrirsi con la sua energia. L’eleganza dello stile di questo fotografo emerge dalla semplicità del suo sguardo, dalla sintesi che egli riesce a fare di quel mondo che gli interessa e che vuole scoprire anche agli occhi degli altri. Dunque sono potentissimi quegli scatti in cui gli oggetti sono in bilico e non riescono a star fermi: ci parlano dalla caducità delle cose, delle implicazioni dei gesti umani, delle leggi del mondo. Che basti un’immagine a spiegarlo, una sola, è qualcosa di straordinario, di cui solo l’arte ci può parlare, e Stefano Marziali è in questo un vero artista, uno spirito di una sensibilità diversa, che non smette mai di emozionare. È infatti il sentimento ciò che infine egli trova al centro di tutto, dopo aver analizzato e spogliato dalla retorica qualunque concretezza: l’essenza emozionale che fa ogni oggetto diverso da un altro e che dona perfino magia ad alcuni di loro, legandoli alla nostra crescita, alla nostra memoria, al patrimonio conoscitivo che ci portiamo dietro. Per questo alcune fotografie sono sfuocate: non hanno bisogno di rivelare i soggetti a cui appartengono, ma si intestardiscono a sottrarne la vera sostanza e a legarla indissolubilmente all’ardire sentimentale di chi le vede. Solo lo spettatore può dargli una forma, può mettere a fuoco le immagini e incredibilmente a ogni percezione far corrispondere una realtà diversa, perché diversa è l’emozione che la muove. Fluttuano davanti ai nostri occhi i fantasmi anacromatici di Marziali e noi prendiamo a immergerci in un nuovo mondo della fotografia, che certamente desideriamo continui a rivelare tutto il suo fascino
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Alcune opere di Stefano Marziali
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arte&co.
Luca Paparella con una delle sue biciclette
» di Eleonora Lopes
Luca Paparella la bici come stile di vita Le bici di questo giovane talento, oramai note in tutta Pescara, sono un mix tra artigianalità, design, funzionalità e creatività
a mia bici è un concetto sartoriale, tutti i componenti che utilizzo sono unici e la bici è fatta su misura del cliente, proprio come un abito realizzato da un sarto». È questo il concept di Luca Paparella, giovane talento pescarese che da un anno ha fondato il marchio “maibaic”, letteralmente “la mia bici”, proprio perché il suo è un prodotto esclusivo, unico come tutte le cose artigianali. Oramai a Pescara tutti conoscono le sue bici; sono inconfondibili, coloratissime e curate nei minimi dettagli. Ma facciamo un passo indietro e percorriamo la storia di Luca. Classe 1978, Luca nasce a Milano da mamma milanese e papà pescarese. A 2 anni torna a Pescara dove il papà fonda l’azienda MPIM. Ha una sorella Debora, che lavora tra l’azienda di famiglia e il negozio Kartell, nel centro di Pescara. Dopo le superiori, si trasferisce a Roma dove si diploma allo IED, Istituto Europeo del Design. Luca è un ragazzo versatile e poliedrico, sempre in cerca di nuove esperienze, tant’è che nel 2006 decide di trasferirsi a Londra per imparare l’inglese
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e specializzarsi nel web. Proprio a Londra, la città delle tendenze, nasce l’idea di realizzare una bici tutto da solo. «Corro in bici da quando avevo 11 anni, -ci spiega- è stato sempre il mio sport, al contrario di tutti i miei amici che giocavano a pallone». Le prime bici sono nate quasi per caso. All’inizio Luca si è fatto una bici per se, poi una per la sua ragazza, per il migliore amico, e quando a Pescara è iniziata a girare la voce di questo nuovo “artigiano delle bici”, ha deciso di fondare il marchio “maibaic” e di trasformare questa passione in lavoro. La bici per Luca non è solo un mezzo di trasporto, ma uno stile di vita, un concetto legato al mondo eco sostenibile, un modo per rispettare l’ambiente. Ma anche un oggetto esteticamente bello, di tendenza e soprattutto unico. Ma come nasce una sua creazione? «È come un abito, -ci dice- lo faccio su misura del cliente, compro tutti i pezzi a partire dal telaio e poi ci inizio a lavorare, dalla verniciatura a tutti i piccoli oggetti decorativi. Ascolto sempre le esigenze del cliente, ma è importante che lo consigli per le scelte dei colori o dei materiali. Ogni bici che realizzo deve perlomeno raggiungere le mie aspettative, se non superarle». Il suo prodotto è un mix tra artigianalità, design, funzionalità e creatività. «Pescara è una città ideale per andare in bici, -spiega Luca- sia per il clima, sia per le distanze. Ma purtroppo l’uso della bici è legato anche ad una questione culturale e qui in Abruzzo è ancora poco diffusa, rispetto ad esempio al nord Italia». Paparella ha già esposto le sue “creature” nella galleria d’arte contemporanea White Project all’interno di una mostra dell’artista Marco Bernacchia. Di recente ha allestito un “mostro” fatto di telai di bici nel noto locale pescarese Tipografia. «Questa installazione è nata così, quasi per caso, come spesso accade per tanti miei progetti, ho iniziato ad assemblare i telai di bici inutilizzati ed è venuta fuori questa figura». E ancora attualmente le sue bici campeggiano nelle vetrine dello show room della Kartell in viale Regina Margherita. Luca è un vulcano di idee, mentre parla e descrive i suoi futuri progetti, viene fuori tutta la passione e l’entusiasmo tipici dei giovani. «Il progetto più importante al quale sto lavorando oggi –conclude– è una sorta di fabbrica delle idee. Un centro creativo, dove esporre si le mie bici, ma dove raggruppare le menti creative della mia città. Dando spazio a chiunque voglia esprimersi attraverso l’arte, la moda, l’architettura, lo sport, la musica. È un progetto molto ambizioso sul quale sto lavorando con altri ragazzi, mi auguro sia pronto entro il 2011, ma non posso svelarvi tutto!». Per info: www.maibaic.com
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» foto concesse da WM Foto
Le bici esposte alla galleria White Project durante una mostra
Un modello esposto nella vetrina del negozio Kartell
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arte&co.
I lavori di Simone Zaccagnini esposti alla galleria White Project di Pescara
» a cura della redazione
“Costellazioni”
Questo il nome della mostra organizzata dalla White Project di Pescara che ha visto come protagonista il giovanissimo artista abruzzese Simone Zaccagnini conferma della propria vocazione di osservatorio rivolto alle ricerche dei giovani artisti italiani e internazionali, per la stagione 2010/2011 lo spazio espositivo White Project ha voluto focalizzare l’attenzione sulla pittura. Come prima mostra ha proposto la personale dell’artista abruzzese Simone Zaccagnini, da tempo residente in Toscana. Una decina di raffinati disegni applicati su legno diventano i punti cardinali del lavoro presentato da White Project, un progetto concepito appositamente per lo spazio e realizzato durante un lungo soggiorno a Berlino. Per l’occasione, infatti, l’artista è intervenuto sulle pareti dello spazio espositivo su cui sono stati istallati i dipinti. L’espressivo e deciso segno di Simone Zaccagnini, sortito da attenti studi di grandi maestri vicini e lontani, esprime efficacemente il desiderio di creare e trattenere un riflesso che tende a liberare dall’inibizione e nel contempo mette in scena un’ideale compiutezza. Nel divenire del lavoro ci si imbatte in momenti di particolare sospensione colti per essere introdotti nel personale glossario di parole e immagini che l’artista ama definire “costellazioni”. Si tratta di effetti visivi dal ritmo musicale, diffusi da elementi segnici che rivelano l’intenso rapporto che il giovane artista ha con la musica che accompagna ogni suo singolo gesto creativo. Interventi grafici che escono dal quadro per invadere lo spazio espositivo e che abbracciano le singole opere creando un personale cosmo: ritratti di persone e paesaggi che nelle interpretazioni dei propri ruoli sembrano comporre lo spartito della colonna sonora che accompagna le sue “costellazioni”
Chi è Simone Zaccagnini Simone Zaccagnini è nato a Tocco da Casauria (PE) nel 1982, vive e lavora tra Firenze e Berlino. Ha partecipato a numerose mostre collettive come Cromofobie (Ex Aurum, Pescara a cura di Silvia Pegoraro), “Agorà. Game over/Play again“, Brunelleschi industrie (Firenze), è stato pubblicato sulla rivista Colors. Lo scorso 30 settembre era al MACRO Testaccio (La Pelanda) per un Live Video Painting.
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» foto di Gino Di Paolo
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arte&co. Il Circeo 2009 acquerello 90x70 cm
ella nostra società dominata da sessant’anni di figurazioni astratte, realizzate a volte con appesantimenti materici, trovarsi dinanzi agli acquerelli di paesaggi familiari ci porta in atmosfere dimenticate, suscitando dolci ricordi. E mentre le opere astratte sono una sfida al nostro intelletto a coglierne il messaggio sotteso, gli acquerelli di Nadia Lolletti mostrano piazze, fontane, palazzi, castelli, scorci di strade di cittadine abruzzesi, rese con rapide pennellate e colori mai eccessivi. Acquerelli che si caratterizzano per la delicatezza e la trasparenza delle tinte. Si tratta di velature fluide e di toni perlati, un po’ opachi, ma proprio per questo più tenui e raffinati. Sono quindi immagini senza ermetismi. Sensazioni gradevoli che evocano immagini del passato, o del paese d’origine o di luoghi non lontani: la Sulmona storica con le romane arcate dell’Acquedotto (2010); una fontana ottagonale in pietra, che troneggia in una piazza in Ricordo di paese (2009); un imponente palazzo barocco di Penne (2009) con, al pianterreno, una variopinta esposizione di vestiti appesi in fila davanti ad un negozio; una merlata torre ne La salita del castello (2009); un antico portone circoscritto da un portale ne Il Vicolo (2010)... Sono immagini che creano, appunto, spazi di serenità mediante una struttura compositiva armoniosa e piacevole. Gli acquerelli di Nadia Lolletti, nonostante la chiara riconoscibilità dei luoghi, hanno snellito la loro conformazione puntando all’essenziale e all’indeterminatezza delle tinte e quindi alla capacità evocativa dei segni. La Lolletti, che non dipinge ispiran-
» di Anna Cutilli Di Silvestre
La poesia delle architetture I delicati acquerelli di Nadia Lolletti e i suoi paesi dai tratti romantici
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arte&co.
dosi alle cartoline del luogo, ma si reca sul posto, al cospetto del particolare che l’ha colpita, trasferisce la percezione in immaginazione. Quindi ciò che viene dipinto ha come punto di partenza i piaceri dell’immaginazione ed in particolare la ricerca del bello. È una situazione emotiva di trasfigurazione poetica. Ella dipinge sì quello che vede, ma filtrato dal suo stato d’animo. In realtà dipinge la sua emozione. E come diceva Edmund Burke, l’emozione dell’artista o del poeta si trasferisce al fruitore dell’opera d’arte o del lettore della poesia. Quindi per l’estetica burkiana il linguaggio figurativo acquista il potere di “commozione” proprio del linguaggio della poesia. In alcune opere di Nadia Lolletti si nota una levità limpida assoluta, come nei bellissimi monocromi color seppia chiaro e, ad esempio, Il Viale (1999) genera una dolce malinconia. Può rappresentare la metafora della vita e sembra chiedersi dove porti il fatale andare. Un altro acquerello invece, è un festoso tripudio di colori come i tanti papaveri rossi in un campo di grano Estate (2010). Ciò che particolarmente si caratterizza nella pittura di Nadia Lolletti è anche la spontaneità delle sue raffigurazioni: le sue immagini mai si cristallizzano, quindi non si caratterizzano per staticità e freddezza creando il distacco e quasi l’inquietudine del realismo magico del primo Novecento. Gli acquerelli della Lolletti si fanno notare per vivacità e immediatezza espressiva. Traspare dalle sue opere, il desiderio di una personale ispirazione. Per lei l’essenza della pittura non è necessariamente al di là della figurazione, ma dentro di essa. È la motivazione espressiva dell’autrice sostenuta dal necessario possesso della tecnica, che le assicura l’entusiasmo e la forza di dipingere. Nadia Lolletti impressionisticamente a volte libera la forma dai suoi contorni per puntare sulle evanescenze del colore e della luce come ad esempio ne Il Circeo (1998) , attingendo aspetti di grande liricità
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Sulmona Acquedotto 2010 acquerello 90x70 cm
Ricordo di paese 2009 acquerello 90x70 cm
Il Vicolo 2010 acquerello 70x50 cm
Biografia dell’artista Nadia Lolletti, classe 1962, vive e lavora a Sulmona dove ha conseguito la maturità artistica presso l’Istituto Statale d’Arte. Appassionata per l’acquerello ne ha perfezionato la tecnica con il Maestro P. Tirone. Ha coltivato anche la passione per la ceramica. Numerosi i riconoscimenti tra i quali: Premio Sulmona Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea; al Vittoriano a Roma nel 2007 su segnalazione del figlio di Salvador Dalì, 2 sue opere sono nelle chiese del Mozambico; nel 2008 fu invitata da RAI 2, nel programma “Mezzogiorno in famiglia” per realizzare un dipinto in diretta TV.
Il Viale 1999 acquerello 70x50 cm
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tempo rubato
Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare). Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere.
» a cura della redazione
Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli Editore
A cura di Chiara Strozzieri / Edizioni Artechiara
Mira Cancelli 1950–2010 na panoramica sui sessant’anni di attività di Mira Cancelli, danno un’idea esaustiva di questa personalità di spicco dell’ambiente culturale abruzzese e in particolar modo della sua ricerca pittorica, costantemente legata alle radici abruzzesi. Il critico d’arte, Chiara Strozzieri, curatrice dell’elegante monografia, mette l’accento infatti sui cicli dedicati a D’Annunzio e Silone, dove Cancelli dimostra un’abilità tecnica di grande vigore espressivo. Importante il capitolo dedicato alle testimonianze, che custodisce alcuni saggi redatti da illustri studiosi, che si sono interessati a questa artista poliedrica, che può vantare lavori di scenografia, illustrazione, ceramica, scrittura, istallazione. Attraverso una spiegazione accurata dell’evoluzione stilistica della pittrice, coadiuvata dall’inserimento di numerose immagini prese dal suo archivio personale e talvolta inedite, Strozzieri dimostra una coerenza di fondo, che rende fuori dal comune questa vita spesa per l’arte
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l’autore_ Laureata in Tecnica Pubblicitaria presso la Lumsa di Roma, Chiara Strozzieri svolge attività di copywriter e critico d’arte. Ha collaborato con giornali e riviste italiane e organizzato rassegne quali il LII Premio Termoli e il XXXVII Premio Sulmona con Vittorio Sgarbi, presidente. Ha curato significative mostre d’arte contemporanea e pubblicato decine di cataloghi. Ha tenuto conferenze in luoghi pubblici di prestigio quali l’Istituto Italiano di Cultura a Vienna, il Collegio Raffaello di Urbino, il Lavatoio Contumaciale di Roma. le prime trenta righe_ Sulle pareti del suo studio a Cepagatti Mira Cancelli ha dipinto un grande murales che recita: “Se hai paura della notte buia senza stelle, rivolgi gli occhi al sole: riempili di giorno. Se hai paura della vita senza luce, volgi gli occhi a Dio: riempili d’amore!”. In questo messaggio forte, donato alla sua gente che passando di lì può leggerlo ogni giorno, c’è l’anima stessa di una donna illuminata dalla fede e dalla cultura, che instancabilmente ha cercato la gioia di vivere nelle cose terrene e per le vie dello spirito. E davvero, a guardarla oggi, dopo sessant’anni di attività nel campo dell’arte, pare che abbia trovato qualcosa di più della gioia: una serenità interiore che si nutre costantemente delle piccole e grandi evoluzioni nel panorama artistico e culturale abruzzese, con un senso di gratitudine verso l’Assoluto. Non è facile mantenere alta la fiamma della passione per tutto ciò che è cultura in un periodo storico come quello presente, che regala troppe delusioni e riesce a scoraggiare anche l’ottimista più convinto. Mira Cancelli ha dovuto sopportare le piccole sconfitte nella provincia e seguire con spirito critico le tendenze a livello nazionale, con
tagli ingiustificati al settore, boicottaggi politici a rassegne di interesse internazionale, sostegni a tutta una serie di pseudo artisti aditi a sperimentazioni antiestetiche, capaci però di stimolare la curiosità morbosa del popolino. Tanti validi pittori e scultori assistono a questo stato di cose, senza trovare la forza per combatterlo, schiacciati come sono da un sistema troppo radicato per poter essere messo in discussione. Ebbene, Cancelli non è tra questi. Sono anni che lei è in lotta con la stupidità di quanti considerano l’arte vera come un superfluo di cui poter fare a meno in questi tempi di crisi. A loro non smette mai di insegnare che arte e cultura sono le fondamenta della società, capaci di sostenere la crescita morale, politica, economica del paese. Tanti l’hanno criticata proprio per questo, chiedendosi a cosa mirasse questa piccola artista, radicata in provincia. Credo che dopo tanti anni di grande fermento sia chiaro a tutti quale sia l’obiettivo della piccola grande Mira, ovvero quello di partire con una massiccia azione a livello territoriale, per muovere poi un globale risveglio delle coscienze sul difficile e oscuro ai più tema dell’arte contemporanea.
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musicamania » a cura di Piero Vittoria
Bon Jovi Greatest Hits
Per Niente Stanca
La nuova raccolta di una delle band più amate al mondo
Carmen Consoli pubblica il suo primo best of
Incombe il mercato natalizio ed anche per i Bon Jovi arriva un nuovo greatest hits, il secondo della loro carriera. La band ha fatto le cose in grande: il disco esce infatti in due differenti versioni, singola e doppia. Decisamente più appetitosa la seconda: oltre a contenere 30 canzoni, fra queste troviamo ben quattro inediti e non due come nella singola, (il primo singolo estratto è “What do you got?”). I Bon Jovi sono da sempre una macchina “macina hit”: tanti i loro singoli di successo che hanno fatto la storia prima dell’hard rock e poi di quello più “morbido” e radiofonico. Si può infatti tracciare un confine ben netto nel loro percorso: quello pre e post “Always”. Quella canzone, nel bene e nel male, ha segnato il destino di Jon e compagni: prima della sua pubblicazione e del quindi conseguente successone planetario della precedente raccolta “Crossroads”, erano gli alfieri dell’hard rock (come non ricordare l’album capolavoro “Slippery when wet”, uno dei più venduti della storia della musica?), in seguito c’è stata una continua rincorsa al facile pezzo da classifica. Intendiamoci: i Bon Jovi hanno sempre mantenuto un buon livello qualitativo e poi i numeri giocano decisamente a loro favore (milioni e milioni di copie vendute, concerti affollatissimi, sempre al top della popolarità senza mai un momento di calo). Qui troviamo veri e propri capolavori del rock mondiale, fra cui “Livin’ on a prayer”, “You give love a bad name”, “It’s my life”, “Wanted dead or alive”, “Bad medicine”, ma anche pezzi più soft come la già citata “Always”, “When you’re beautiful” e “This ain’t a love song”. “Greatest hits” è stato pubblicato anche in dvd e ad esso seguirà un lungo tour mondiale che toccherà l’Italia nel luglio del prossimo anno.
“Per niente stanca” è il primo best of di Carmen Consoli. Inevitabile, dopo ben quindici anni di carriera, pubblicare quello che è una sorta di riassunto di uno strepitoso percorso musicale che ha portato la cantantessa a spaziare dal rock più puro e graffiante dei primi dischi alle raffinate evoluzioni cantautoriali dei suoi ultimi lavori. Finora aveva sempre rifiutato di mandare nei negozi una raccolta, ma ora era forse il momento giusto: in questo doppio cd trovano posto ben quaranta canzoni fra cui anche due inediti. Il primo è frutto della collaborazione con Tiziano Ferro: “Guarda l’alba” è un pezzo elegante in cui l’accostamento fra questi due nomi del panorama italiano, ad alcuni parso forse insolito ed azzardato, invece risulta decisamente vincente. “AAA Cercasi” ha un testo che graffia e picchia duro scagliandosi contro i politici le ragazze in cerca di fama, quelle disposte ad ogni costo ad arrivare: un argomento di forte attualità trattato da Carmen in maniera esplicita e senza mezzi termini. Difficile citare titoli in questo best, ma ci piace ricordare gli esordi di “Amore di plastica”, la tagliente “Besame Giuda”, “Tutto l’universo obbedisce all’amore” in duetto con il maestro Franco Battiato, la delicatezza di “L’ultimo bacio”, “L’eccezione” e “Mandaci una cartolina”, quest’ultima tratta da “Elettra”, ultimo cd in studio, recentemente insignito del Premio Tenco. “Per niente stanca” non sarà, a quanto pare, seguito da un tour: per questo bisognerà aspettare il prossimo album di inediti previsto per il prossimo anno. Nell’attesa tuffiamoci nell’ascolto di quaranta autentiche gemme che racchiudono i mille volti di un’artista unica come Carmen Consoli.
VOTO 8
VOTO 8
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I N R E D I MO
Z Z E V
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i moderni
» a cura di Camilla Marino
FURLA Holiday Glam Collection è una mini collezione di borse e pochette da sera realizzate con l’impiego di materiali pregiati e con una forte ispirazione agli anni ‘40 e ’50 da Furla, lo storico marchio bolognese, nato negli anni ’30 dalla famiglia Furlanetto che ha saputo mantenere intatta l’originalità e la qualità del prodotto negli anni, non dimenticando l’innovazione e il design. www.furla.it
SAMSUNG BY GIORGIO ARMANI Galaxy S by Samsung è il nuovo smartphone dal design raffinato, realizzato in collaborazione con Giorgio Armani. Cover minimal con logo dello stilista ed elevate prestazioni tecnologiche sono le sue caratteristiche. È già in vendita presso le boutique Giorgio Armani. www.armani.com
PAUL SMITH È un vero e proprio appassionato di bici il designer inglese Paul Smith, che ha collaborato con la compagnia americana Giro, leader nella produzione di caschi e accessori di protezione. È così nata la sua nuova collezione di helmets. Tre modelli con le classiche strisce multicolor e personaggi stilizzati. Presto disponibili sul sito www.paulsmith.co.uk
BULGARI Bulgari realizza un anello in argento e ceramica per sostenere Save the Children, la più importante organizzazione indipendente per la difesa dei diritti dei bambini, che opera in oltre 120 paesi al mondo, e che ha alle spalle 90 anni di attività. Acquistando il gioiello, che ha un design molto simile alla linea B.zero1, ed ha una fascia in ceramica e il logo Save the Children inciso all’interno, si può sostenere l’operato dell’organizzazione e dare un contributo concreto alla causa umanitaria. www.bulgari.com
BALLANTYNE 1921 LIMITED EDITION Ballantyne, lo storico marchio di cachemire, conosciuto sin dagli anni ’30 per i suoi rombi e indossato da personaggi del calibro di Steve Mc Queen, realizza una collezione in edizione limitata di 13 modelli maschili, con un pregiato filato di lana merinos ruvido e corposo. Ogni capo è contrassegnato da un nome e un anno di nascita che evoca luoghi celebri o grandi personaggi del passato vicini al fortunato brand: Balmoral 1950, Humphrey 1951, Gary 1953, Elvis 1956, Jerry 1957, Munro 1961, Marlon 1962, Steve 1967. www.ballantyne.it
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Dibatti, interviste, statistiche, ospiti autorevoli e la rubrica Vox Populi, gli ingredienti del vincente format targato Ecco Italia
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ire&Fare continua a proporvi spunti di riflessione sull’attualità, con il contributo di cittadini e ospiti autorevoli che danno vita a dibattiti costruttivi improntati a indicare il modo migliore per ridurre la distanza tra buoni propositi e fatti concreti. Ogni settimana su Sky 909 il Gruppo Editoriale Ecco Italia attraverso il talk show di approfondimento Dire&Fare vi consente di trascorrere 80 minuti all’insegna del confronto. In studio alla conduzione Jenny Viant
Gomez, con la co conduzione di Alessio Giancristofaro e la regia di Peppe Melizzi. Nelle recenti puntate vi abbiamo fornito spunti per riflettere su temi quali: l’immigrazione; la cultura; la bioedilizia, ospiti il consigliere regionale Maurizio Acerbo e il presidente Ance Abruzzo Giuseppe Girolimetti e il sistema territoriale dei trasporti, con la presenza in studio dell’assessore Giandonato Morra e Carla Mannetti. Dire&Fare vi dà appuntamento ogni settimana per ridurre il divario tra parole e fatti
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QUANDO UN’AZIENDA FA LA STORIA…
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uova puntata, nuova avventura. Un tuffo nella storia della Evangelista Liquori, la storica azienda abruzzese le cui origini partono dall’incantevole paese di Borrello, in provincia di Chieti. Quando le vicende di una impresa si intrecciano con lo storico di una comunità, fino a diventarne una parte fondamentale noi abbiamo intervistato i
testimoni di questa lunga storia, con delle chiacchierate dai risvolti inaspettati! E poi, dalla deliziosa cornice di Borrello abbiamo visitato l’attuale sede della Evangelista Liquori, per scoprire come nascono i suoi mitici prodotti, un breve viaggio “dietro le quinte” delle nostre eccellenze. Insomma La Vita è Bella saprà nuovamente catturarvi, con questa e con molte altre puntate ricche d’Abruzzo!
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ABRUZZO SPORT TV L’APPUNTAMENTO DEL MARTEDi E’ SU SKY 909
Il talk show sportivo della Ecco Italia vi aspetta ogni settimana (ore 20:30): calcio ma non solo, con lo speciale salottino sempre ricco di novità
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l giorno della settimana è il martedì. Il canale è Sky 909. L’orario è 20:30. Ecco come fare per non perdere l’appuntamento con ABRUZZO SPORT TV, il talk show sportivo ideato dal gruppo editoriale Ecco Italia, condotto dalla coppia formata da Marco Taglieri e Francesca Priore, con la regia di Peppe Melizzi. Tra gli ospiti illustri che si sono seduti al tavolo per parlare soprattutto di calcio, vanno ricordati, tra gli altri, il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia e l’amministratore delegato della società biancazzurra Daniele Sebastiani.
Sempre ricco di spunti è invece il salottino dedicato a tutte le altre discipline sportive: spazio alla Vela, con il presidente del Club Nautico di Pescara Riccardo Pasquinelli, alla Ginnastica ritmica con le ragazze dell’Armonia Abruzzo, fresche vincitrici del terzo scudetto consecutivo, allo sport aquilano con Marco Molina (L’Aquila Rugby) e Fabio Aureli (L’Aquila Calcio) per parlare di Ricostruzione, ma anche a Pallamano e Nuoto. Immancabile la rubrica FUORICAMPO, a cura di Francesca Priore, e le interviste ai personaggi dello sport regionale.
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sul canale
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Mercoledì 22 Dicembre, Ore 20:00
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ABRUZZO IMPRESA DICEMBRE 2010 N°49 ANNO V IN COPERTINA FRANCESCO E NATALIA NURZIA
QUARANTANOVE VOLTE ABRUZZO IMPRESA DA MAGGIO 2006 IL MENSILE DEL MANAGER
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segno dei tempi Âť di Vyck
Sevel, la paura per la fine dell’accordo con i francesi Capire qual è il futuro della Sevel di Atessa e fare chiarezza sulla possibile fine anticipata degli accordi della Fiat con la Peugeot-Citroen
La Citroen vuole fare un accordo con la sevel fino al 2014... 3 anni prima di quello che avevano detto
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Fanno affidamento sul fatto che i maya hanno predetto la fine del mondo nel 2012
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