Febbraio 2009

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ISSN 1973-5383

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3a Convention delle imprese Autunno 2009




€2,50

anno 4°

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n° febbraio 2009 ISSN 1973-5383

numero chiuso in redazione il 18 febbraio 2009

direttore responsabile coordinatore di redazione collaboratori di redazione hanno collaborato:

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in copertina Giandomenico Di Sante foto di Luciano Dolcini

Tommaso Di Rino Eleonora Lopes Massimo Avenali, Jenny Viant Ernesto Paolo Alba, Nicola Boschetti, Federica Ceci, Giuseppe D’Amico, Antonio Farchione, Alessio Giancristofaro, Filippo Paolini, Andrea Prencipe, Serafino Pulcini, Laura Tinari

Mauro Di Pietro Marcello Starinieri _ visualadv.it Vincenzo Sulpizio, Daniele Pignoli Simone Cerio, Rocco Petrei Danilo Martorelli Gianluigi Tiberi Giuseppe Ciavattella Antonella Carrieri - commerciale@eccoitalia.it - commerciale@abruzzoimpresa.it DVF srl D'Auria spa Ecco Italia gruppo editoriale - Fabio De Vincentiis www.abruzzoimpresa.it redazione@abruzzoimpresa.it _ commerciale@abruzzoimpresa.it _ grafica@abruzzoimpresa.it Ecco Italia srl - Strada Lungofino - complesso Ibisco B 5/6 - 65013 Città S. Angelo - Pescara 085 9508161 085 9508157 Loredana Evangelista _ tel. 085 9508161 _ abbonamenti@abruzzoimpresa.it _ arretrati@abruzzoimpresa.it Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara iscritto al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 17047 I dati relativi ai lettori sono utilizzati esclusivamente ai fini della spedizione postale, l’editore garantisce riservatezza al trattamento dei dati ai sensi dell’art. 13 del D. leg. 196/2003. Il lettore può richiedere gratuitamente la rettifica dei dati scrivendo a Ecco Italia srl - Strada Lungofino - 65013 Città S. Angelo (Pe)

è anche... una produzione

Abruzzo Sport TV è la trasmissione televisiva condotta da Marco Taglieri che accende i riflettori sullo sport della regione Abruzzo, argomentato a 360 gradi con uno stile dinamico e innovativo. il programma andrà in onda direttamente dagli studi televisivi “Enzo Biagi” della Ecco Italia, tutti i giovedì dlle ore 21:00 e in replica tutti i sabato dalle ore 17:00, su ATV7 e sul canale satellitare SKY 912 Italy Italy. In studio si alterneranno ogni settimana ospiti diversi in rappresentanza dei vari sport praticati nella nostra regione. Fissa, invece, sarà la presenza del pubblico in sala, che avrà modo di interagire con gli ospiti stessi. La diffusione dei segnali televisivi di ATV7 e di SKY, in analogico e in digitale satellitare, garantiscono la copertura dell’intero territorio di interesse.

Info: redazione@abruzzosport.tv

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Sede di Castiglione M. Raimondo Viale Umberto I 64034 Castiglione M.R. (TE) Tel. 0861/9941 Fax. 0861/994215

Filiale di Rosciano Via Roscio da Montechiaro 65020 Rosciano (PE) Tel. 085/8509142 Fax. 085/8509853

Filiale di Cerratina Via Trieste, 12 65010 Cerratina (PE) Tel. 085/9771919 Fax. 085/9772234

Tesoreria di Città S.Angelo C.so Vittorio Emanuele II 65013 Città S.Angelo(TE) Tel. 085/969343 - Fax. 085/9699748

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Tesoreria di Villa Bozza Viale Risorgimento 64030 Montefino (TE) Tel . 0861/996300 - Fax. 0861/996273

Filiale di Elice Contrada Sant’Agnello, 193/2 65010 Elice (PE) Tel. 085/9609006 Fax. 085/9609825

Filiale di Loreto Aprutino Via Mameli 65014 Loreto Aprutino (PE) Tel. 085/8290611 Fax. 085/8509853

Filiale di Piane di Castiglione M. R. Fraz. Piane di Castiglione M. R.. 64034 Castiglione M.R. (TE) Tel. 0861/909150 Fax. 0861/909818

Filiale di Penne Circonvallazione A. Moro 65017 Penne (PE) Tel. 085/8278386 Fax. 085/8210200

Filiale di Marina Città Sant’Angelo Via Tito de Caesaris, 4 65013 Marina Città S. Angelo (PE) Tel. 085/9506431 Fax. 085/9506824

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capitano d’impresa

Giandomenico Di Sante

Passione:

il sociale! Ho avuto l’onore di essere amico e sostenitore dell’Arcivescovo Mons. Iannucci che ha realizzato in Abruzzo tante opere importanti per i meno fortunati.

Sport:

Giandomenico di sante un cavaliere a lavoro Un capitano di industria e finanza. Tutti in Abruzzo lo chiamano “il Presidente”, con la «P» maiuscola. Classe 1936, abruzzese di San Nicolò a Tordino, Giandomenico Di Sante è un uomo che si è fatto da sé partendo dalla falegnameria artigiana del padre Attilio. Oggi è diventato il decano dei banchieri italiani e proprio per il credito, ha ricevuto qualche mese fa, la nomina di Cavaliere del Lavoro. Ma facciamo un passo indietro. Subito dopo il diploma di ragioneria, per aiutare il padre, interrompe gli studi e si concentra nell’attività del commercio dei mobili, che diventa negli anni il Gruppo Di Sante Mobili a San Nicolò a Tordino. Al lavoro nella sua impresa, affianca l’impegno nel settore del credito. Dal 2006 è infatti presidente di Banca dell’Adriatico, figlia anche della storica Banca Popolare di Teramo e Città Sant’Angelo in cui entrò, nel 1974, a far parte del CdA. Le sue cariche sono troppe per elencarle tutte. Esponente storico di Confcommercio, è attualmente presidente della Confcommercio della provincia di Teramo, vice presidente vicario della Confcommercio della regione Abruzzo, vice presidente della Camera di Commercio di Teramo ed è stato vice presidente dell’Unione Industriali della provincia di Teramo. E ancora: vice presidente regionale dell’UCID (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti) e consigliere della Fondazione università degli Studi di Teramo. Di Sante ha sempre riconosciuto gran parte dei suoi successi ai famigliari e ai collaboratori. Margherita, la moglie, che gli è sempre affianco, è impegnata da anni nel sociale ed è l’attuale presidente della Croce Rossa Italiana, sezione femminile, della provincia di Teramo. I tre figli, Attilio, Marcello e Tiziana, lavorano attivamente nell’azienda di famiglia. Un’agenda fittissima di impegni, ma lui non si ferma mai e non conosce soste. Personaggio poliedrico e dai molteplici interessi, prima su tutti l’economia e la letteratura, il Cavaliere Di Sante è l’espressione di un’imprenditoria vera, robusta e sana, legata alle sue radici, ma proiettata al futuro e ai giovani. E proprio i giovani che gli lavorano affianco, si sentono fortunati e dicono: «Ci insegna l’impegno e la dedizione al lavoro, ma più di tutto, crede in noi e nelle nostre capacità».

in passato giocavo a bocce, oggi preferisco camminare. Qualche anno fa lo facevo più spesso, camminavo ore e ore. È salutare e rigenerante.

Hobby:

non sempre trovo il tempo, ma mi piacerebbe trascorrerlo nella piccola azienda agricola insieme a famigliari e amici per i quali produciamo olio e vino. La campagna mi trasmette pace e serenità.

Piatto preferito:

adoro i dolci. Sono talmente goloso che ne mangerei in grande quantità. Mi piacciono tutti, ma ho un debole per quelli tipici della nostra regione, semplici e gustosi.

Letture:

amo i libri di economia e la poesia. Una passione che ho sin da ragazzo. Tra i poeti italiani, prediligo Ugo Foscolo. Uno stile sintetico e diretto, ma nello stesso tempo così aulico ed elevato. Un grandissimo della letteratura.

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sommario _ anno 4° n°29 _ febbraio 2009

opinioni&rubriche

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editoriale

13

La corte dei conti che non tornano

il punto

15

Una corsa contro il tempo per l’immobile Abruzzo

confi... denzialmente

17

Una “diga” di fiducia e azioni coordinate

l’Abruzzo che produce

19

La strada per la ripresa passa dall’edilizia

ctrl s

20 Tendenze fatti persone

in primo piano

30

Regione Abruzzo

24 Le riforme per combattere la crisi

Regione Abruzzo

30 Le 12 strategie di Chiodi

por fesr Confindustria Abruzzo

36 La nuova scommessa dell’Abruzzo 39 Turismo: ora o mai più

a ienda con il segno + di sante

42 Di Sante, quando il mobile è un affare di famiglia

tematiche d’impresa

55

ricerca& innova ione marketing norme&leggi

48 L’ombra del passato 51

Primi e differenti

55 Relazioni industriali: si cambia

economia

58 Bello senz’anima

marketing

60 La partita del marketing non dura 90 minuti

60

storie&persone linda montauti

64 Montagna, passione tutta al femminile

credito&finan a confidi

64

incarichi&carriere giampaolo galli alessandro addari giampiero ledda

68 10

68 La “garanzia” per avere credito

73 Giampaolo Galli: concretezza e determinazione 75 Addari, il volto nuovo 77 Nuovo presidente per Confcooperative Abruzzo


seminari&convegni cciaa chieti

82 «Ridurre gli incidenti è una priorità»

Confindustria Pe

85 Rifiuti pericolosi, arriva lo sportello Mud

rotary club cheti

89 Chieti in prima linea nella lotta al tumore

gi Confindustria Abru o

82

90 Politica? No grazie

eventi cpl concordia

99 Torano nuovo, gusto e sole

pingue group

103 Se potessi avere qualche lira al mese

turismo

107 Il business del turismo si tinge di verde

oasi dello spirito

110

Come il Vaticano

onlus novissi

112

Impresa e solidarietà

107

110

115

la vita è bella

121

divudi

Pranzo di Ferragosto

rubato 123 tempo La Pasqua bassa

125 qb Faraona farcita annata 127 un’ottima Facciamo come i francesi con gusto 128 adagio Coraggio, Abruzzo

uscita di sicure a

117

Ecco Londra Low Cost

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editoriale

LA CORTE DEI CONTI CHE NON TORNANO N

el solo 2008, la Corte dei Conti ha denunciato un danno erariale di 1,7 miliardi di euro. Una cifra enorme. Riferita a tangenti per lavori stradali, percezione di illeciti compensi negli appalti pubblici, appropriazione indebita di somme con emissione di falsi mandati di pagamento, relativi a prestazioni contrattuali mai realizzate. Per non parlare dei gravissimi sprechi legati alla realizzazione di opere rimaste incompiute o «inutilizzabili per scorretta esecuzione». Un danno incredibile per le casse dello Stato. Ed è solo la “punta dell’iceberg” perché non contiene le tante irregolarità che restano impunite. Somme che lo Stato non incassa e opere pubbliche che a causa della corruzione finiscono per costare 5 o 10 volte tanto. E così il debito pubblico si gonfia a dismisura e rende ancora più cupi i segnali di crisi che ci raggiungono quotidianamente. Intanto il nostro Abruzzo non si smentisce mai: questa volta si segnala a livello nazionale per il primato di frodi -quasi 30 Tommaso Di Rino _ direttore milioni di euro- sul fondo comunitario “FEOGA Orientamento”, destinato (normalmente) al miglioramento della produzione agricola e alla commercializzazione dei prodotti. Le cifre e la casistica citate in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario, dal procuratore generale della Corte dei Conti Furio Pasqualucci, fanno impallidire e disegnano una Nazione malata, nella quale le tangenti sono pane quotidiano e la corruzione nella Pubblica Amministrazione tutt’altro che sconfitta, a 16 anni da Tangentopoli. Anzi, LA CORRUZIONE DISSANGUA L’ITALIA E L’ABRUZZO, GONFIANDO avverte Pasqualucci: «Allora le risorse della corruzione fluivano direttamente ai partiti politici, oggi riguardano A DISMISURA IL DEBITO PUBBLICO. le singole persone o piccoli gruppi». NON SOLO AUTO BLU E FANNULLONI: È difficile scorgere segnali di un’inversione di tendenza, sul banco degli imputati c’è la classe politica, ma in realtà AUMENTANO GLI SPERPERI NELLA dovremmo esserci tutti. Se questa è l’Italia (e l’Abruzzo) PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. dei furbi e degli sprechi è colpa di uno stile di vita geMA LE VERIFICHE CONTINUANO neralizzato, che considera con troppa leggerezza la “cosa AD ARRIVARE QUANDO pubblica”. La Corte dei Conti segnala i settori più a rischio: sanità, “I BUOI SONO SCAPPATI” contributi comunitari, gestione dei rifiuti. E chiede mezzi e poteri. Ma è il meccanismo che non funziona: le verifiche avvengono sempre quando i buoi sono scappati e il danno è stato fatto. I cittadini hanno diritto –per dirla con il presidente della Corte Tullio Lazzaro- di conoscere «fino in fondo l’uso che viene fatto delle risorse pubbliche». Ma hanno anche diritto –aggiungiamo noi- ad una radicale riforma di un sistema di riscossione, che fa rientrare nelle casse dello Stato appena il 12% delle somme da pretendere per l’esecuzione di sentenze. Tra il 2004 e il 2008 la Corte ha accertato danni per 220 milioni di euro, ne ha recuperati solo 34… Un’azienda avrebbe già chiuso

direttore@abruzzoimpresa.it

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il punto

Una corsa contro il tempo per l’immobile Abruzzo P

artiamo analizzando un dato incontrovertibile. Secondo il rapporto Svimez 2008, l’Abruzzo, in termini di crescita economica, nel periodo 20012007, ha mostrato il peggior risultato. Ciò vuol dire nessun passo in avanti del Pil rispetto a sette anni fa, a differenza delle regioni dell’area meridionale che hanno fatto registrare mediamente una crescita dello 0,7%, e in contrapposizione al resto dell’Italia, che ha prodotto un incremento dell’1,1%. Insomma, negli anni considerati, se la Nazione era pressoché ferma, l’Abruzzo era immobile. Purtroppo, una conferma della grave difficoltà del sistema produttivo regionale arriva anche dai dati del Pil 2007, che assegnano all’Abruzzo una crescita pari allo 0,9 per cento, contro l’1,5 per cento del resto d’Italia. Ed è significativo che Puglia, Molise e Basilicata raggiungano perfomance migliori, lasciando intuire che nulla resta di una regione che, in testa alle classifiche delle regioni meno sviluppate d’Italia, si era guadagnata l’uscita dall’Obiettivo 1. In questo caso si può dire che il tracollo del sistema è stato evitato grazie alla grande industria e alla sua propulsione all’export. La stessa grande industria che, pur in una non diversa congiuntura economica, rispetto al quadro appena delineato, ora risulta tra le più colpite dalla crisi mondiale: la Val di Sangro, con il distretto dell’automotive, è tra Mauro Di Pietro _ direttore editoriale Ecco Italia le aree a maggior rischio. Non meraviglia, quindi, che, in termini eminentemente nominalistici, le previsioni del Pil per il 2009 pongano l’Abruzzo dopo Piemonte e Basilicata. Queste, quindi, sono le condizioni vincolanti con cui va affrontata la crisi. La Regione, dal canto suo, ha riattivato il Cicas, il Comitato d’intervento per le crisi aziendali e di settore, un’idea nata dalla mente dell’Esecutivo Del Turco. Il presidente Chiodi ritiene così di arginare gli effetti dell’onda d’urto della congiuntura internazionale, facendo fronte unico con il sostegno dei sindacati e delle associazioni di categoria. Ma se il Cicas sarà impegnato a dare risposte su casi d’urgenza, una sorta di unità operativa ristretta sarà impegnata, invece, a tracciare strategie d’intervento, con la relativa individuazione delle risorse da mettere in campo. Dal canto suo, l’assessore alle Attività produttive, Alfredo Castiglione, presente in questo numero con un’intervista rilasciata ad Abruzzo Impresa, ha spiegato la natura del suo pacchetto anticrisi, che non prescinde, tra le altre novità, da una minirivoluzione dell’accesso al credito, e da una riforma della Fira e dei Consorzi industriali. Ora tutte le speranze sono riposte nei tempi della politica. Non dimenticando che, accanto ai pessimi risultati già enucleati, se ne deve aggiungere un altro, e riguarda la scarsa capacità nella spesa dei fondi comunitari, per il ciclo di programmazione 2000 – 2006, attestatasi solo al 71 per cento. Una soglia molto al di sotto dell’80 per cento, media delle altre regioni. In questo senso, pensare a una struttura di analisi e consulenza per le Pmi come quella prefigurata dall’assessore Castiglione, nel corso della citata intervista, potrebbe rivelarsi un buon punto di partenza. Sempre che non si ceda a carrozzoni di vario genere, tra l’altro già visti e naufragati in passato. Semmai quel che serve è che si colloqui con l’impresa attraverso la lingua degli imprenditori. L’imperativo è, però, sbrigarsi

maurodipietro@eccoitalia.it

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confi... denzialmente

UNA “DIGA” DI FIDUCIA E AZIONI COORDINATE L

a crisi che sta interessando a livello economico e finanziario l’intero pianeta assume ogni giorno di più aspetti preoccupanti, soprattutto per le drammatiche ricadute occupazionali che si stanno registrando, a ritmi sempre più frequenti, anche in Abruzzo. Purtroppo, a differenza di altre situazioni di crisi verificatesi nell’ultimo secolo, questa ha connotati e aspetti non perfettamente definiti, non solo nei tempi, per cui non si riesce bene a capire quando avrà termine e inizierà un inversione di tendenza, ma anche quali siano state effettivamente le cause a determinarla e quindi i rimedi per affrontarla. Probabilmente la crisi in atto -quella che dalle cronache giornalistiche è stata ricondotta ed esemplificata inizialmente come una crisi di tipo quasi esclusivamente finanziario- ha genesi e motivazioni ben più profonde e strutturali. È una crisi che probabilmente ha ulteriori cause scatenanti in un processo di globalizzazione sviluppatosi troppo velocemente e senza regole, unitamente a surplus produttivi connessi a una forte diminuzione del potere -e forse, nel periodo, anche della voglia- di acquisto dei consumatori. Sicuramente oggi occorrono misure energiche, coordinate e misurabili. In grado di dare anche un messaggio rassicurante, per restituire fiducia e slan- Giuseppe D’Amico _ direttore Confindustria Abruzzo cio a cittadini e imprese. Uno dei rischi, già evidenti, di questa situazione, infatti è la mancanza di fiducia e lo stato di grande incertezza di cui tutti i protagonisti del mercato (consumatori e imprese) si stanno facendo interpreti. Data la situazione ciò è comprensibile ma, soprattutto da parte delle imprese, per il ruolo attivo e sociale che esse svolgono, è necessaria una risposta di reazione tale da cercare di trasformare, se possibile, la crisi in opportunità e quindi di attuare iniziative volte a riorganizzare e riposizionare le proprie strategie di mercato ed i propri asset competitivi. Non è cosa facile, ma sicuramente utile e necessaria. Altrimenti significherebbe restare in attesa passiva che il peggio passi: ma a quel punto potrebbe essere tardi. Importante quindi, che anche da parte delle associazioni di categoria si affrontino questi temi, coinvolgendo e stimolando -attraverso momenti di informazione, discussione e formazione- imprenditori e manager. È però necessario che i Governi favoriscano ed incoraggino questi modelli comportamentali attraverso adeguate azioni di politica economica. Il rischio più grosso, infatti, potrebbe essere quello che ciascuna impresa e ciascun soggetto pubblico e privato, resti da solo ad affrontare la crisi producendo -o non producendo- iniziative scoordinate ed isolate che si rivelerebbero fatalmente insufficienti. Si tratta di creare una diga sorretta dagli sforzi di tutti i protagonisti, in grado di sostenere l’urto della crisi, avendo ben presente che i sacchetti di sabbia che ciascun soggetto potrebbe mettere sulla porta della propria casa si rivelerebbero, con molta probabilità, inutili ed insufficienti. In questa logica, ciascuno avrà da fare la sua parte e il suo lavoro, compresi gli enti territoriali che, a loro volta, dovranno coordinare e coordinarsi sul territorio cercando di predisporre tutti gli strumenti e le condizioni idonee per fronteggiare l’emergenza e favorire la ripresa

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l’Abruzzo che produce

LA STRADA PER LA RIPRESA PASSA DALL’EDILIZIA L’

economia reale è stata contagiata dalla crisi finanziaria che ha investito nel 2008 i mercati internazionali e che, come è ben noto, sta avendo tutta una serie di conseguenze: da una forte stretta nell’accesso al credito -frutto anche di un crollo di fiducia diffuso- a un crescente indebolimento di investimenti e consumi. Un quadro di vera e propria emergenza, che sta imponendo in tutti i Paesi la messa in campo di misure e azioni forti. Per quel che riguarda l’Italia, sono convinto che la strada da seguire per far ripartire l’economia  passi inevitabilmente per il settore delle costruzioni. Settore che ha sempre avuto un ruolo decisivo, trainando massicciamente l’occupazione e sostenendo il Pil nazionale. Per questo, oggi più che mai, il fondamentale e vitale motore rappresentato dall’edilizia va tenuto acceso e alimentato. Nell’interesse di tutti. Ed è questa la convinzione che sta portando l’Ance, sia a livello nazionale che a livello locale, a mettere in campo una serie di azioni mirate. Puntare sull’edilizia è la scelta migliore per trasformare i gravi ritardi del Paese, in termini sia di casa che di infrastrutture, in una grande occasione di rinascita e recupero della competitività perduta.   Non è un caso che uno dei principali pilastri del nostro impegno riguardi in que- Serafino Pulcini sto momento il ruolo decisivo delle imprese di costruzione nel Piano casa varato Presidente Ance Teramo dal Governo. Non va dimenticato che la domanda abitativa delle fasce sociali più svantaggiate non ha ancora trovato risposte adeguate: dare rapida ed efficace attuazione al Piano nazionale di edilizia abitativa significa far fronte ad un fabbisogno vero e forte del Paese, ma anche fornire alle imprese di costruzione una concreta chance per continuare a crescere e sostenere l’economia e l’occupazione. Un altro fronte su cui si sta impegnando l’Ance è quello che riguarda le opere pubbliche. Al di là delle molteplici dichiarazioni di questi giorni, vorremmo vedere finalmente fatti concreti. La manovra d’estate e la finanziaria 2009 hanno tagliato pesantemente le risorse per nuovi investimenti infrastrutturali: tutti i principali programmi di spesa hanno subito forti riduzioni, che -se non verrà compiuta una decisa inversione di rotta- bloccheranno di fatto la realizzazione delle opere necessarie al Paese. Si tratta di una situazione molto seria, a cui si aggiunge il problema dei continui blocchi o rinvii dei pagamenti da parte degli enti locali, che, a fronte di lavori pubblici realizzati o in corso, negano i compensi dovuti alle imprese a causa dei vincoli all’indebitamento imposti dal patto di stabilità. I mancati introiti impediscono alle imprese di fare investimenti, di cui potrebbero beneficiare tutti i componenti della filiera delle costruzioni, dai fornitori ai dipendenti. Per queste ragioni risulta quanto mai determinante l’intervento che stiamo portando avanti sul grave problema delle restrizioni nell’accesso al credito e sull’innalzamento dei tassi di interesse sui finanziamenti già concessi alle imprese. Se i provvedimenti che chiediamo saranno tempestivi e adeguati, il nostro Paese riprenderà con rapidità la via della crescita

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ctrl s » a cura della redazione

Agricoltura, torna il prestito di conduzione

Su proposta dell’assessore alle Politiche agricole, Mauro Febbo, la Giunta regionale ha ripristinato il Prestito di conduzione, approvando un provvedimento particolarmente atteso dagli imprenditori agricoli abruzzesi. Il Prestito, previsto dalla Legge regionale 62/94, era stato dichiarato “incompatibile come aiuto di Stato” dai nuovi orientamenti comunitari 2007-2013. Così, molti imprenditori agricoli temevano di dover pagare interessi salati per il Prestito scaduto a fine 2008. D’altra parte i numeri sono importanti: l’assessorato regionale all’agricoltura eroga un milione e 800 mila euro l’anno per i Prestiti di conduzione; l’anno scorso le domande pervenute sono state oltre 1500. «Grazie a tale provvedimento –ha dichiarato l’assessore Febbo- migliaia gli imprenditori abruzzesi nel corso del 2009 potranno investire con maggiore tranquillità e con la garanzia, specie in un momento di forte contrazione del credito, di non ritrovarsi a pagare somme esorbitanti».

Nel terziario le imprese parlano donna

Negli ultimi 4 anni le imprese femminili sono cresciute del 9% a fronte del 5,7% di quelle maschili; 15 su 100 sono nel terziario, il solo settore produttivo dove le donne imprenditrici crescono del 2% (gli imprenditori uomini calano dell’1%). È quanto emerge da una ricerca realizzata da Confcommercio e Censis, disponibile sul sito www.confcommercio.it. La metà delle donne al vertice di imprese ‘’terziarie’’ opera nel commercio, soprattutto in quello al dettaglio (+37%). La forma giuridica preferita è l’impresa individuale. Consistente l’apporto delle donne immigrate: dal 2004 fanno registrare un + 52,6% nei settori trasporti, magazzinaggio e comunicazioni (le italiane aumentano solo dell’1,4%).

Campus dell’automotive e “burosauri”

Un progetto lungimirante, che può dare risultati importanti per lo sviluppo dell’intera provincia di Chieti. È il Campus dell’automotive in Val di Sangro, un centro di ricerca e sviluppo fortemente voluto da Confindustria, in grado di consolidare la filiera produttiva locale ma anche di favorire il radicamento di grandi imprese. Nell’incontro del 2 febbraio presso la sede degli industriali teatini con il neo assessore regionale alle attività produttive, Alfredo Castiglione, Silvio Di Lorenzo –vice presidente di Honda Italia– ha auspicato «un fattivo interessamento della Regione alla struttura, anche in termini di risorse». Tra gli obiettivi illustrati da Confindustria Chieti a Castiglione, la necessità di una politica del credito e della riforma dei Cofidi. Ma, prima di tutto –lo ha sottolineato con forza Paolo Primavera, presidente dell’Ance- la cacciata dei “burosauri”, per snellire l’eccessiva burocrazia regionale.

Rallenta il battito dell’Italia

Emma spinge per il contratto unico

«L’Italia è uno dei Paesi con i maggiori squilibri generazionali dal punto di vista demografico, sociale ed economico. L’intero sistema di welfare va reinventato». Emma Marcegaglia ne ha parlato al World Economic Forum di Davos, in Svizzera, davanti a numerosi imprenditori italiani e una consistente pattuglia di banchieri. «Abbiamo un welfare che passa tutto per le pensioni di anzianità –ha sottolineato la presidente di Confindustria- e non concede un euro per i sussidi di disoccupazione per i giovani e le donne che hanno figli». Dalla crisi possono nascere spinte al cambiamento, ad esempio in tema di contratti di lavoro: «È il momento di pensare ad un contratto unico, per favorire i giovani, che preveda inizialmente meno tutele e poi un aumento progressivo, evitando però l’attuale segmentazione tra anziani irremovibili e giovani eternamente precari».

«Il virus della crisi mondiale sta cominciando ad aggredire l’economia reale e l’anagrafe delle imprese ne registra i primi effetti, segno che bisogna far presto ad applicare le terapie necessarie». Questo il commento del presidente di Unioncamere, Andrea Mondello ai dati Movimprese 2008. Il tessuto imprenditoriale italiano nel 2008 fa registrare la crescita più contenuta degli ultimi sei anni: il bilancio tra iscrizioni e cessazioni al Registro delle Imprese delle Camere di Commercio fa segnare un attivo di sole 36.404 unità. A incidere maggiormente è stato il risultato negativo delle imprese individuali (16mila unità in meno), un valore che però avrebbe potuto essere doppio senza il contributo positivo delle imprese aperte da immigrati (15mila in più nei dodici mesi passati). Per il presidente Mondello è il momento di difendere le imprese: «È necessario assicurare continuità dei flussi di credito, investire nell’ammodernamento delle infrastrutture e nell’innovazione della macchina pubblica». In Abruzzo l’andamento demografico delle imprese ha conosciuto nel 2008 un tasso di crescita dello 0,54 per cento (era lo 0,41 nel 2007). La media della ripartizione “Centro Italia” è però attestata all’1,18 per cento.

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tenden e fatti persone Lavoro, in Abruzzo 25mila incidenti l’anno

«Se dopo 60 anni non siamo in grado come Repubblica, non solo di garantire il lavoro come diritto fondamentale, ma di garantire un lavoro sicuro, appare evidente che stiamo abdicando al primo principio che i costituenti ci hanno assegnato». Così l’assessore regionale al Lavoro, Paolo Gatti intervenendo a Pescara il 3 febbraio al Convegno organizzato presso la facoltà di Scienze Manageriali della D’Annunzio. Il prof. Roberto Veraldi, curatore del “Progetto Sicurezza e Igiene del lavoro”, e docente di Sociologia dello Sviluppo economico, ha presentato le principali evidenze di una ricerca condotta per conto di Abruzzo Lavoro. Non diminuisce il numero degli incidenti sul lavoro: nella nostra regione sono circa 25mila l’anno, per un totale, dal 2000 al 2006, di oltre 179mila, di cui 349 mortali. L’assessore Gatti ha promesso azioni concrete, attraverso il coinvolgimento attivo di lavoratori, sindacati, imprese, istituzioni, organi di vigilanza e controllo. Si pensa alla formazione e responsabilizzazione dei lavoratori e degli imprenditori; ad una forte attività di comunicazione e sensibilizzazione sul tema direttamente nei luoghi di lavoro.

Al via il Piano Auto

Al via il pacchetto di aiuti a sostegno del settore dell’auto e gli sconti per l’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici per chi decide di ristrutturare casa. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto che prevede interventi complessivi per circa 2 miliardi, validi fino al 31 dicembre. Confermato il bonus da 1.500 euro per chi rottama un’auto da Euro 0 a Euro 2 immatricolata entro il 1999 e ne acquista una Euro 4 o Euro 5. Presente anche un bonus da 2500 euro per l’acquisto di veicoli commerciali leggeri; e un incentivo di 500 euro per l’acquisto di motorini o ciclomotori. Nel decreto sono contenute inoltre misure per rilanciare gli acquisti e la produzione di elettrodomestici e di mobili. Prevista infatti una detrazione Irpef del 20% su un tetto di spesa di 10 mila euro, legata a una ristrutturazione edilizia. Ha commentato a caldo Emma Marcegaglia: «Bene gli incentivi, ma non bastano. È molto importante che si lavori a supporto di tutto il sistema delle imprese, delle pmi e dell’export».

Il nuovo sogno di Renato

Si chiama E-Gov 2012 il nuovo sogno di Renato Brunetta e prevede la scomparsa della carta nelle pubbliche amministrazioni entro quattro anni. Ogni italiano sarà dotato di una casella di posta elettronica attraverso cui dialogare con la pubblica amministrazione e ottenere servizi senza muoversi da casa e affrontare estenuanti code allo sportello: la carta d’identità e il passaporto, i documenti giudiziari, la ricetta del medico, la pagella del figlio. Il traguardo sarà raggiunto, assicura il determinatissimo ministro della Funzione Pubblica, attraverso 80 progetti, finanziati con un miliardo e 380 milioni. Si interverrà nella scuola, nella giustizia, nella sanità, a favore delle imprese.

Teramo, distretto agroalimentare di qualità

Il Consiglio provinciale di Teramo ha approvato a maggioranza, con l’astensione dell’opposizione, lo statuto del Distretto Agroalimentare di Qualità. Al Distretto, il primo in Abruzzo, hanno già aderito oltre un centinaio di soggetti, di cui una sessantina di imprese, 21 Comuni, altre 6 istituzioni (fra queste università, Istituto Zooprofilattico e Camera di Commercio), 18 associazioni di categoria. «Un progetto -ha detto il presidente, Ernino D’Agostino- sul quale abbiamo registrato un grande riscontro da parte delle aziende del settore e delle altre istituzioni coinvolte. L’approvazione dello statuto è un grande passo in avanti. Contiamo anche sul fatto che nella programmazione regionale dei fondi Fas c’è una linea di finanziamento di 10 milioni di euro destinati alla realizzazione di quelle infrastrutture funzionali al piano di distretto».

Accordi innovativi in Luxottica

Per molti è un accordo destinato ad aprire una nuova stagione nelle relazioni industriali. Soprattutto perché prevede un innovativo sistema di incentivazione basato su benefici “non monetari” per i circa 7.800 dipendenti del gruppo Luxottica. Nell’intesa siglata con le organizzazioni sindacali si prevedono in favore di operai e impiegati: accordi con le catene retail per l’acquisto di beni di uso primario; convenzioni con centri di medicina preventiva e diagnostica; cure odontoiatriche, pediatriche e specialistiche; interventi per l’istruzione scolastica. E poi l’assistenza sociale di sostegno, per aiutare le famiglie con portatori di handicap, tossicodipendenti, anziani da assistere. Nicola Pelà, direttore risorse umane della Luxottica è convinto che «la qualità aziendale passi sempre più dal livello di qualità della vita dei nostri dipendenti».

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ctrl s AMMORTIZZATORI SOCIALI, C’È L’ACCORDO

Otto miliardi di euro saranno destinati nel biennio 2009-2010 ad azioni di sostegno al reddito e di politica attiva del lavoro. Accordo raggiunto fra Regioni e Governo sugli ammortizzatori sociali. In particolare, 5,350 miliardi saranno a carico dello Stato e 2,650 miliardi peseranno sui Fondi sociali europei delle Regioni da impegnare per gli ammortizzatori in deroga a favore dei lavoratori delle aziende in crisi con meno di 15 dipendenti. Grazie alla maggiore dotazione di fondi potranno essere inclusi nelle tutele anche quei lavoratori dipendenti, e altre figure, attualmente non coperti dalla cassa integrazione. Per Chiodi si tratta di «un accordo innovativo che premia il senso di responsabilità delle Regioni e le scelte del governo Berlusconi di far fronte con misure oggettive alla grave crisi economica mondiale. Per l’Abruzzo l’accordo riveste importanza vitale perché le imprese con meno di 15 dipendenti rappresentano una fetta importante del tessuto economico della regione».

AL VIA IL BANDO DI FONDIMPRESA BOOM DEI PRODOTTI BIOLOGICI

Nel 2008 aumento del +23% dei consumatori abituali di alimenti biologici. Sono ormai quasi 8 milioni. Non solo: ben 7 italiani su 10 hanno inserito, occasionalmente, prodotti bio nel carrello della spesa. È quanto emerge da un’analisi ColdirettiSwg riferita ad un settore di punta del made in italy agroalimentare. In Italia si trovano un terzo delle imprese biologiche europee e un quarto della superficie bio dell’Unione. Inoltre, secondo la Coldiretti esiste un segmento crescente di consumatori che non si accontenta di consumare biologico ma preferisce quello locale, non trasportato per lunghe distanze con mezzi inquinanti prima di giungere in tavola. A trainare la crescita del bio ci sono i prodotti ortofrutticoli freschi e trasformati (+18,4%), i prodotti per l’infanzia (+17,6%) e i lattiero-caseari (+5,7%).

Nuovo pacchetto di finanziamenti a favore della formazione e della sicurezza del lavoro. Risorse pari a 12 milioni di euro, sei dei quali disponibili per la prima scadenza, fissata al 9 marzo. È l’opportunità concreta lanciata da Fondimpresa, il fondo paritetico interprofessionale costituito da Confindustria e Cgil-Cisl-Uil per promuovere la formazione continua di quadri, impiegati e operai. Con l’avviso 1/2009 -pubblicato su www.fondimpresa.it– vengono finanziati piani formativi condivisi tra le parti sociali e riguardanti il miglioramento dei livelli di prevenzione e protezione contro gli infortuni e le malattie professionali o i sistemi di gestione integrata qualità, ambiente e sicurezza. Ciascun piano deve prevedere un finanziamento non inferiore a 70mila e non superiore a 200mila euro; ed una serie di attività “preparatorie” di rilevazione dei bisogni formativi e di selezione dei partecipanti, oltre che l’indicazione delle modalità di erogazione della formazione. Tra le priorità indicate nell’avviso, la presenza di lavoratori assunti da meno di 12 mesi o non italiani; e l’appartenenza dell’azienda ad un settore particolarmente a rischio di infortuni. A Fondimpresa hanno già aderito 62mila aziende (in Abruzzo 891), con oltre 3 milioni di lavoratori.

IL FASCINO DI UNA 500 CABRIO

Debutterà, in anteprima mondiale, al prossimo Salone di Ginevra. L’originale versione cabriolet della Fiat 500 rende omaggio alla vettura “scoperta” del 1957 ma, al tempo stesso, propone soluzioni d’avanguardia nel campo della meccanica, dei motopropulsori e del benessere a bordo. Conserva le stesse dimensioni del modello di base (è lunga 355 centimetri, larga 165 cm e alta 149 cm) ma adotta l’innovativo sistema “Start&Stop”, il dispositivo che gestisce lo spegnimento temporaneo del motore e il suo successivo riavviamento. L’abitabilità offre 4 posti comodi per adulti e un bagagliaio che non deve rinunciare a preziosi centimetri di capienza. Vero e proprio oggetto di design, la capote della Fiat 500C si contraddistingue per i cinematismi molto raffinati del movimento a comando elettrico.

IL TREBBIANO VALENTINI SEMPRE AL TOP

Per la rivista specializzata Bibenda, il Trebbiano d’Abruzzo 2005 dell’azienda Valentini di Loreto Aprutino è uno dei migliori 30 vini d’Italia. Tra le 319 eccellenze premiate con i “5 Grappoli” dalla guida “Duemilavini 2009” (la più venduta e letta d’Europa), è stata compiuta una selezione che ha incoronato il meglio del meglio della produzione nazionale, veri e propri fiori all’occhiello di un settore che tiene alta la bandiera italiana nel mondo. Le trenta etichette premiate toccano praticamente tutte le Regioni italiane: oltre al grande bianco dell’azienda abruzzese condotta da Francesco Valentini (figlio dell’indimenticabile Edoardo), i premi sono andati a vini blasonati come Brunello di Montalcino (2003, Biondi Santi), Vino Nobile di Montepulciano (Grandi Annate Ris. 2004 Avignonesi); Barolo Monfortino (Riserva 2001, Conterno), Amarone di Valpolicella (Masseto 2005, Tenuta dell’Ornellaia).

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tenden e fatti persone Persi in quattro mesi 130mila posti

La Commissione europea lancia l’allarme disoccupazione: l’industria ha bruciato negli ultimi quattro mesi 130mila posti di lavoro, la maggior parte dei quali nei settori dell’auto e delle costruzioni. Numeri importanti, se si considera che l’analisi si riferisce al solo periodo ottobre 2008-gennaio 2009 e che la crisi, nella migliore delle ipotesi, durerà fino alla metà di quest’anno. Di questo passo, stima Bruxelles, un lavoratore comunitario su dieci potrebbe ritrovarsi senza lavoro a fine 2010. Per di più «la fiducia delle imprese è crollata ai livelli più bassi dal 1985». Che fare? Mantenere il controllo della dinamica dei conti pubblici, resistendo alla tentazione di misure più onerose che metterebbero a repentaglio il Patto di stabilità. E coordinare le misure nazionali, che vanno concepite in totale riferimento al quadro comunitario.

La sfida ibrida della Honda Insight

Ha fatto il suo debutto mondiale al Salone Internazionale dell’Auto di Detroit. In Europa viene presentata il prossimo 3 marzo al Salone di Ginevra. Honda rilancia la sfida alla Prius Toyota con la nuova ibrida Insight, che utilizza una versione del sistema ibrido Integrated Motor Assist (IMA) brevettato da Honda ancora più efficiente in termini di costi, con un consumo di soli 4,4 litri/100km e emissioni di CO2 di appena 101 g/km. «Commercializziamo veicoli ibridi -ha detto Shigeru Takagi, presidente di Honda Motor Europe- da quasi un decennio, ma è la prima volta che la nostra tecnologia è stata resa disponibile su una berlina a cinque posti e cinque porte a un prezzo veramente accessibile». L’intenzione di Honda è di incrementare il proprio volume di vendite globale di auto ibride fino a 500mila unità l’anno.

Bce: possibile taglio dei tassi a marzo

«Non escludo un eventuale taglio ai tassi –ha affermato il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet- a marzo avremo nuove previsioni e faremo quello che dovremo fare per avere un tasso di inflazione inferiore ma vicino al 2% a medio termine». Nel corso di una conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo dell’Istituto di Francoforte che ha mantenuto i tassi invariati al 2%, Trichet ha confermato che la crescita nell’area euro sarà molto negativa nel quarto trimestre 2008 e la debolezza dell’attività economica proseguirà nei prossimi trimestri. «Tuttavia –ha aggiunto- il calo dei prezzi delle materie prime, iniziato a metà 2008, dovrebbe permettere di sostenere il livello dei redditi e i consumi delle famiglie».

Crescono le aziende che hanno innovato

Nel sistema industriale della provincia di Teramo soltanto un’azienda su trenta, nell’attuale fase congiunturale, riesce a avere un trend positivo e a vantare numeri e fatturato in crescita. Lo ha sottolineato il direttore di Confindustria Teramo, Nicola Di Giovannantonio nel corso della tavola rotonda “Imprenditori a confronto: Idee e strategie per superare la crisi ed aumentare la competitività”. È aumentato a dismisura il ricorso agli ammortizzatori sociali: nel periodo settembre-dicembre 2008 sono state 23 le aziende associate che hanno usufruito della CIG ordinaria per 1.219 lavoratori (nel 2007 furono solo 11 per 600 dipendenti). Le ore di Cassa richieste hanno fatto registrare rispetto all’anno precedente l’aumento record del 515%. Occorre una strategia basata sulla razionalizzazione dei costi e sull’innovazione, la sola che renda l’azienda capace di resistere alla crisi. Una strategia che alcune imprese stanno già mettendo in atto. «Abbiamo notato –ha detto Di Giovannantonio- che tra le aziende associate ce ne sono alcune che riescono a crescere, nonostante la crisi. Sono quelle che hanno investito nell’innovazione».

Stop al falso olio made in Italy

Finalmente in Europa non sarà più possibile spacciare come “made in Italy” l’extravergine ottenuto da miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine. A dire basta è stato il Comitato di gestione olio di oliva della Commissione europea che ha approvato la modifica al regolamento 1019/02, riguardante l’etichettatura dell’olio di oliva. «Si tratta di una svolta storica e indispensabile –ha sottolineato la Coldiretti- vista la necessità di garantire la trasparenza alle scelte di acquisto dei consumatori e di combattere le truffe». La norma consentirà di verificare, oltre al marchio, la reale origine delle olive impiegate e quindi anche di valorizzare gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono al paesaggio e all’ambiente. Il presidente Coldiretti Sergio Marini rilancia: «La decisione dell’Unione Europea apre la strada all’etichettatura trasparente per tutti i prodotti alimentari che sono ancora anonimi, dalla carne di maiale a quella di coniglio ed agnello, dai succhi di frutta alle conserve vegetali, dal latte a lunga conservazione a tutti i formaggi».

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in primo piano » di Mauro Di Pietro

LE RIFORME per combattere la CRISI L’assessore alle attività produttive, Alfredo Castiglione, anticipa tutte le misure che il nuovo Governo regionale si appresta a varare per fronteggiare la congiuntura e rilanciare l’economia abruzzese. Novità per Fira, Consorzi industriali e accesso al credito. I consumatori vigileranno sui prezzi

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È

impegnato su due fronti eccezionalmente caldi. Da un lato la redazione del pacchetto di iniziative anticrisi; dall’altro l’avvio delle attività di governo, passando per la gestione dei fondi Fesr 2007/2013 e la ristrutturazione della macchina organizzativa in riferimento a Fira, consorzi industriali, consorzi fidi. Alfredo Castiglione, neoassessore regionale alle Attività produttive, commercialista, tributarista, vanta un’esperienza politica ai più alti livelli istituzionali, se si aggiunge l’incarico a guidare il Bilancio nella Giunta Pace. Attualmente con Chiodi, oltre a detenere la delega in uno dei settori cruciali del sistema Abruzzo, è anche vicepresidente dell’Esecutivo. Castiglione si dice consapevole della complessità dello sforzo da compiere per strappare gli indici del Pil abruzzese da posizioni di fondo classifica, al punto da rimboccarsi da subito le maniche e rimaneggiare, in funzione anticlientelare, leggi e leggine omnibus, ma anche la galassia di enti, cui solo in via teorica è demandato il supporto all’attività imprenditoriale. «Il bilancio gravato da una spesa sanitaria pesante –spiega l’Assessore– impone di reperire risorse finanziarie rimodulando tutti i provvedimenti messi in piedi, a fine legislatura, dalla vecchia maggioranza. Si tratta per lo più di sostegni a pioggia, destinati, in larga parte, ad alimentare solo clientela. Quei soldi vanno posti al servizio dell’intera collettività». Un passo concreto e necessario, secondo Castiglione, poiché, come spiega «tutti gli sforzi sono orientati ad approntare, nelle prossime settimane, un pacchetto di provvedimenti in grado di arginare la crisi dilagante, anche valutando

» foto di Simone Cerio

che la pressione fiscale regionale non potrà scendere prima del 2011 e che le entrate sono utilizzabili solo a sostegno del servizio sanitario regionale». A questo punto, le iniziative devono perlustrare strade del tutto nuove rispetto alle grandi leggi di finanziamento, come ad esempio quella sulla prima casa o quella sulle vittime dell’usura. Anche se, per quest’ultimo caso, l’Assessore ha già annunciato l’istituzione di un tavolo di confronto. Fatto è che, in un contesto puntellato da rigidità di bilancio non meno che dallo sguardo capzioso del commissario per il Piano di rientro del debito sanitario, per l’assessore Castiglione diventa politicamente strategico ed economicamente fruttuoso istituire uno “Sportello consumatori”: «Intanto –spiega- lo riteniamo uno strumento in grado di ricreare un clima di fiducia tra la politica e le famiglie, che vogliamo sostenere ad ogni costo, pur tra mille ostacoli. I prezzi al consumo saranno posti sotto rigida osservazione, con effetti concreti come l’emanazione di una certificazione per gli esercizi pubblici virtuosi, che operano in regime di prezzi contenuti e all’interno di un paniere regionale». Sul piano squisitamente legislativo, Castiglione conferma di voler produrre un Testo unico per le Pmi ed una riforma delle leggi sull’artigianato e sul commercio. Nel merito delle forme di sostegno alle imprese, si dice d’accordo con il Governo nazionale: «Le misure per fronteggiare questo momento congiunturale devono prevedere una rimodulazione dei fondi Fas, destinati alle aree sottosviluppate». Quindi, in ordine alle politiche del credito per piccole e medie imprese, artigianali e commerciali,

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in primo piano

Castiglione anticipa i contenuti della riforma della Finanziaria regionale. «Per cominciare – dice con convinzione – la Fira dovrà essere una banca di garanzia regionale a supporto dell’azione condotta dai consorzi Confidi e non più un ente strumentale della Regione con compiti burocratici, troppo spesso al servizio della politica. Di pari passo, la miriade di consorzi di garanzia dovranno dar vita a raggruppamenti e fusioni, perché dobbiamo contrastare gli interessi individualistici e di piccolo cabotaggio –afferma Castiglione– e favorire la nascita di organismi snelli e funzionali, con un congruo numero di associati ed un solido capitale sociale. Basta con

la politica che produce consigli di amministrazione e poltrone». Un decisionismo che non lascerà senza conseguenze neppure gli attuali assetti dei consorzi industriali: «Vanno ridotti –incalza l’Assessore– e, comunque, quello di Pescara, in considerazione del debito accumulato in questi anni, va sicuramente posto in liquidazione». Dai debiti ai crediti che l’Abruzzo vanta nei confronti dell’Unione europea per il prossimo quinquennio. «I fondi Por-Fers 2007-2013 indubbiamente rappresentano una grande occasione, a patto che si attivi un’integrazione reale tra imprese, istituzioni, università, mondo della ricerca, per generare un nuovo sviluppo nel territorio

regionale». Per l’Assessore il grande nodo da sciogliere resta ancora quello dell’accesso ai fondi e ai bandi. «Creare filiere, poli e piattaforme di eccellenza nella ricerca può essere utile. Penso all’istituzione, anche in Abruzzo, di un organismo come il consorzio Aster che opera in Emilia Romagna. In sostanza, Regione, università, Enti di Ricerca e Imprese si sono uniti con l’obiettivo comune di favorire lo sviluppo di servizi e progetti, la ricerca industriale, il trasferimento tecnologico e l’innovazione del tessuto produttivo. Ciò ha consentito all’Emilia Romagna di accrescere la capacità contrattuale nei confronti dell’Unione europea e, al tempo stesso, di avviare un

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processo moltiplicatore per attrarre tutte le risorse finanziarie disponibili nei vari bandi. Questo –puntualizza l’assessore Alfredo Castiglione– significa stimolare lo spirito di iniziativa e il mondo imprenditoriale. Tocca, però, alla classe dirigente creare le giuste

opportunità perché merito e qualità emergano. E stiano certi gli abruzzesi, –conclude avvertendo tutti gli intenzionati– se darò vita a comitati, cabine di regia e altri organismi utili a gestire al meglio l’amministrazione e a prendere decisioni più mirate, non graverò il

bilancio regionale di un euro. Tutti i componenti saranno chiamati a partecipare senza compensi. Perfino eventuali pranzi o cene di fine riunione saranno pagati alla “romana”, ciascuno per sé, di tasca propria»

CONFINDUSTRIA TRACCIA LA ROTTA Nella conferenza stampa di inizio anno, Confindustria Abruzzo ha chiesto pubblicamente un immediato confronto con il nuovo Governo regionale e con le parti sociali. Tra i temi sollecitati: la spinosa questione della sanità e del relativo deficit pubblico; la semplificazione del sistema amministrativo e le procedure da mettere in campo, la riforma degli enti di programmazione e degli enti strumentali regionali, delle agenzie e degli enti territoriali di politica industriale, ed in particolare, dei Consorzi e dei Distretti industriali. È stata inoltre sottolineata la necessità di varare una legge regionale di settore per l’industria che promuova, in particolare, ricerca, innovazione e accesso al credito. E, al tempo stesso, punti a un nuovo sistema logistico con infrastrutture più efficienti e una maggiore autonomia energetica. Tra le priorità indicate anche una più mirata politica ambientale, con azioni concrete per il territorio e turismo. Presenti all’incontro: il presidente di Confindustria Abruzzo, Calogero Riccardo Marrollo e il direttore, Giuseppe D’Amico; l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione, e il vice Presidente del Consiglio Regionale, Giorgio De Matteis. «Sono tutte priorità queste –ha dichiarato il presidente Marrollo– che incidono sulla competitività delle imprese e del territorio e, quindi, sui livelli occupazionali e di reddito». Un intervento, il suo, a tratti accorato: «I dati ufficiali disponibili al 31 dicembre 2008 –ha sottolineato Marrollo- non evidenziano compiutamente la crisi che stiamo affrontando. In Abruzzo quasi tutte le maggiori aziende -Sevel, Honda, Micron, Pilkington, Denso, tanto per citare alcuni esempi- sono in cassa integrazione per svariate settimane. Solo nelle prossime rilevazioni si avranno i dati della reale situazione. L’Abruzzo sconta un deficit competitivo, sia in termini di produttività che infrastrutturali, energetici, amministrativi e politici». Ma il presidente ha anche parlato di una possibile

Calogero Riccardo Marrollo, presidente di Confindustria Abruzzo

via di uscita: «Vorrei lanciare un messaggio di cauto ottimismo. Bisogna affrontare, questa crisi, con determinazione e speranza, con uno sforzo congiunto, che deve vedere coinvolte tutte le espressioni della società e delle loro rappresentanze». Ha poi richiamato l’importanza del sistema creditizio: «Il credito, per un sistema imprenditoriale sottodimensionato e sottocapitalizzato, quale quello abruzzese –ha precisato il Presidente regionale di Confindustria– è un problema centrale, ed è necessario pertanto, che gli istituti di credito abbiano un approccio più moderno, dinamico e attento. Con loro abbiamo già attivato dei tavoli permanenti di confronto e monitoraggio». Un intervento che si è concluso con un chiaro invito: «Alle organizzazioni sindacali si chiede di contribuire alla costruzione di un sistema di relazioni industriali più moderno e aderente alla congiuntura. Insomma, un atteggiamento più collaborativo con l’obiettivo di ricercare e condividere, soluzioni idonee, a rimuovere le cause che frenano nuovi investimenti produttivi». Confindustria Abruzzo adesso resta in attesa di un crono programma di governo regionale, chiaro, trasparente e monitorabile nei tempi di attuazione. La parola passa alla politica.

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in primo piano » a cura della redazione

LE 12 STRATEGIE DI CHIODI Rivoluzione meritocratica, riduzione dei costi della politica, abbattimento della spesa pubblica regionale. Ma anche riforma strutturale della sanità e misure per l’economia e il lavoro. L’impresa? Al centro

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bbiamo valori comuni: tutti pensiamo che gli uomini e le donne sono stati creati per essere liberi, che sono depositari di diritti naturali inviolabili, che sono uguali e devono avere uguali opportunità. Ma c’è un’altra cosa che ci unisce. Siamo quella classe dirigente politica che deve riconquistare la fiducia degli abruzzesi, che deve restituire dignità all’impegno politico». Queste le prime parole che il Governatore Gianni Chiodi ha voluto pronunciare, rivolgendosi ai Consiglieri di centrodestra e centrosinistra, in occasione della cerimonia di insediamento della IX legislatura regionale, lo scorso 27 gennaio. «Ciò che ci ha impedito di far fronte alle sfide –ha precisato il Presidente- non è la mancanza di politiche valide. A impedircelo è stato il fallimento della leadership, il basso profilo della politica

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di chi ci ha preceduto, la cronica tendenza a svicolare e rinviare le decisioni importanti, a preferire risultati politici modesti piuttosto che rimboccarsi le maniche e aggredire problemi seri come quello della sanità». E allora, Chiodi ha ritenuto opportuno chiarire da subito la sua strategia di governo. Esplicitandola in 12 priorità. Al centro c’è la rivoluzione meritocratica, ma anche la lotta alle lobby: «La politica non è l’unica casta». Si parte dalla prima necessità: la rivoluzione meritocratica. «Il merito della nuova classe politica abruzzese, di destra e di sinistra, non dovrà più essere quello di portare voti promettendo cose ai gruppi di interesse, con impegni che finiscono col bloccare la società e l’economia; dovrà invece convincere i propri elettori dei benefici a lungo termine di una azione di governo basata sul merito». Ad esempio,

impegnandosi a valorizzare i dipendenti regionali sulla base di quanto producono e lavorano. Per il Presidente «L’età dell’oro dell’economia italiana è finita». Occorre inevitabilmente ridurre la spesa pubblica regionale (seconda strategia), perché «l’alternativa è quella di mettere le mani nelle tasche dei cittadini e noi non lo vogliamo fare». Non è dunque più possibile elargire concessioni di tutti i tipi, accogliere qualsiasi rivendicazione per creare consenso elettorale. «Per alcuni sarà traumatico ma è indispensabile viste le condizioni finanziarie in cui versa l’Abruzzo». La terza strategia riguarda l’economia e il lavoro ed è dettata dal fosco quadro congiunturale. «I principali indicatori economici hanno evidenziato delle contrazioni evidenti –ha dichiarato Chiodi- i segnali di sofferenza più forti sono arrivati dalle piccole e medie imprese ed a cedere è soprattutto la domanda in-


terna. Inoltre, molti abruzzesi sono oggi preoccupati per la stabilità del loro posto di lavoro o sono impegnati a cercarne uno. O, ancora lottano per arrivare a fine mese». Così, le azioni da fare sono molteplici: il Presidente ha annunciato di voler «rafforzare gli strumenti che forniscono garanzie e promuovere ulteriori canali di accesso al credito sia attraverso intese con il sistema bancario, sia attraverso la ricerca di sinergie con i Fondi dello Stato e della Commissione Europea». Inoltre, saranno organizzate «alcune misure di sostegno per le famiglie che sono in condizione, o a rischio, di povertà. Rivisiteremo le norme che agevolano l’accesso ai servizi erogati dalla Regione per concentrare i sostegni su chi ha veramente bisogno». Chiodi ha annunciato anche l’organizzazione di piani d’azione per il reinserimento lavorativo. Il Presidente non ha mancato di

» foto concesse da ufficio stampa Regione Abruzzo

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esaltare la centralità dell’impresa quale fattore di sviluppo, promettendo l’adozione entro dodici mesi del Piano Strategico regionale e la costituzione di una task force per la semplificazione amministrativa. Ma il punto nodale della quarta strategia di Chiodi è il recupero della competitività delle imprese abruzzesi. Da promuovere attraverso la liberalizzazione dei servizi pubblici a livello regionale e locale, un rapporto più fattivo tra banca e impresa («costituiremo un osservatorio sul credito entro due mesi»), ma soprattutto con una attenta riflessione su temi cruciali come l’acqua, i rifiuti, l’energia, la qualità dell’aria, la mobilità. «In questa strategia non trova posto il Centro Oli, ma l’agricoltura di qualità». Per l’Abruzzo la rinascita del Mediterraneo rappresenta un’opportunità straordinaria. Chiodi ne è convinto e ha individuato due grandi direttrici per l’azione della Regione: infrastrutture e cultura. «I Paesi del Mediterraneo meridionale per proseguire nel loro sviluppo hanno bisogno impellente di modernizzare le loro infrastrutture. Per questo la Regione potrebbe promuovere relazioni istituzionali per creare un canale privilegiato per le imprese abruzzesi. Il bisogno di cultura, poi, è evidente. In particolare studi tecnici, matematici, di scienze e di economia non sono abbastanza diffusi. Quindi le nostre università potrebbero essere favorite dalla Regione in progetti che attraggano leve di giovani, li formino e ne facciano i futuri ambasciatori dell’Abruzzo nei propri paesi». La sesta strategia è incentrata nel rapporto con Roma. «Il nostro mare, i nostri Parchi, le nostre montagne, il nostro patrimonio culturale, i luoghi della tradizione religiosa, possono intercettare molto turismo che gravita su Roma e che costituisce uno dei settori trainan-

L’AZIONE DI GOVERNO IN 12 PRIORITÀ 1_ 2_ 3_ 4_ 5_ 6_ 7_ 8_ 9_ 10_ 11_ 12_

Rivoluzione meritocratica Riduzione della spesa pubblica Misure per l’economia e il lavoro Rilancio della competitività delle imprese Relazioni più forti con il Mediterraneo Nuovo rapporto con Roma Riforme strutturali per la sanità Basta con anacronistici campanilismi Riduzione costi della politica Diverso ruolo dell’Ente Regione Nuovo welfare regionale Codice etico di comportamento

la giunta Chiodi al completo

ti dell’economia regionale e sul quale molto si dovrebbe investire. Nonostante ciò le interrelazioni tra l’Abruzzo e Roma non sono mai state oggetto di una programmazione specifica né di accordi politici ed amministrativi. L’Abruzzo, invece, deve avere la consapevolezza che Roma rappresenta la sola vera possibilità di raggiungimento di una massa critica e che non si può prescindere da un rapporto con la Capitale e con l’attrattività che il contesto laziale esplica verso tutti gli scambi commerciali nel mare Adriatico». Nelle priorità di governo non po-

teva mancare la sanità. Chiodi è stato chiaro: «L’espediente delle cartolarizzazioni per sanare il debito è stata una operazione tecnica virtuale (e per la Procura di Pescara truffaldina) che è servita solo a prendere un po’ di fiato, a tamponare la falla, ma in realtà ha aggravato il problema perché non sono state adottate soluzioni». Cosa c’è da fare? Per Chiodi le soluzioni sono note: «Attuare riforme strutturali, ridurre le spese, soprattutto quelle correnti per diminuire il deficit, tagliare i rami secchi, le Asl, i distretti sanitari, il personale amministrativo in esubero; riorga-

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nizzare ed aumentare il controllo sulle cliniche private convenzionate; eliminare gli ospedali duplicati e specializzare soprattutto gli ospedali minori. Occorrerebbe passare dalla ospedalizzazione di massa alla prevenzione». Sono scelte difficili, impopolari. Ma, avverte Chiodi: «Il problema è oggi diventato serissimo e, se passa il federalismo, si rischia davvero il collasso, perché l’Abruzzo non ha e non avrà mai le risorse per tenere in piedi da solo un tale Titanic». Corposo il capitolo sulla riduzione dei costi della macchina burocratica e dei tagli alle aziende regionali. Chiodi però lo fa precedere, anche dal punto di vista logico, dall’ottava priorità, quella della lotta agli anacronistici campanilismi, che impediscono ad una Regione di appena 1,3 milioni di abitanti di competere ad armi pari nell’attuale fase di globalizzazione. Cita il primo Forum regionale dei Giovani imprenditori abruzzesi dei primi di luglio dello scorso anno incentrato sul tema “Abruzzo Città Regione” e l’intervento del Presidente Fabio Spinosa Pingue: «Possiamo competere ad armi pari con una Regione di appena 1,3 milioni di abitanti, con 305 comuni, 19 comunità montane, 22 ospedali, 4 province, 4 porti, 4 camere di commercio, 4 Ato, 3 università con diverse sedi distaccate in formato condominio, financo 6 Asl per mettere in crisi il bilancio regionale, ed una miriade di società pubbliche formato mignon? Noi sosteniamo con ferma determinazione che ciò non è possibile». Per attuare la nona strategia Chiodi propone di ridurre le ASL, far rimanere una sola ATER (dalle cinque attuali), ridurre gli ATO da quattro a uno e aprire sulle aziende di trasporto regionali una attenta riflessione. Per l’ARSSA ritiene necessaria una riforma del modello organizza-

Gianni Chiodi neo governatore della Regione Abruzzo

tivo, per la FIRA una riforma radicale accompagnata da un generale riordino degli strumenti regionali di politica industriale, a cominciare dai Consorzi Industriali «di cui si dovrà prevedere in breve tempo la liquidazione». Sui costi della politica proporrà una riduzione del 10% dei compensi dei consiglieri regionali e l’eliminazione dei privilegi legati alle pensioni, cancellando la possibilità che l’assegno possa essere percepito a partire dai 55 anni di età e dopo una legislatura. Governare una Regione ed il suo territorio è oggi molto più difficile e richiede la capacità di migliorare le infrastrutture, i servizi, la qualità della vita, l’ambiente culturale e sociale. Secondo Chiodi bisogna puntare allo sviluppo dell’intero sistema territoriale per attrarre le forze economiche, gli investimenti, le professionalità, le intelligenze. In questo scenario la Regione deve adottare un nuovo modello di governance e riconoscere il valore

aggiunto che può venire dalle associazioni imprenditoriali e dei lavoratori, dagli ordini professionali, dal sistema del volontariato e delle associazioni culturali, dalle banche e dagli istituti di ricerca, dalle università e dalle camere di commercio, dalle Fondazioni e dagli Enti Parco. Infine Chiodi ha annunciato di voler costruire un nuovo welfare regionale (undicesima strategia), concepito «per aiutare chi veramente è più debole e sradicare privilegi e forme di assistenzialismo diffuse e costose.» E di voler presentare nel prossimo Consiglio regionale un codice etico al quale si atterrà durante il suo mandato. Tra i punti salienti del codice: la concezione del potere come servizio al bene comune; il rispetto delle altrui posizioni; il rifiuto di comportamenti illegali e immorali; il distacco dal proprio interesse; la selezione della classe dirigente su fondamenti meritocratici ed etici

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in primo piano » di Eleonora Lopes

LA NUOVA SCOMMESSA DELL’ABRUZZO

Presentato a Pescara il Programma operativo regionale FESR 2007-2013. Una dotazione di 345 milioni di euro da impiegare al meglio per lo sviluppo dell’intero territorio regionale. Chiodi: «Rispondere alla sfida con prontezza»

«D

obbiamo perseguire e raggiungere obiettivi di qualità. Servono progetti affidabili, proposte credibili e nuove iniziative di sviluppo perché ci troviamo di fronte ad una sfida

i relatori del convegno “In Abruzzo l’Europa funziona”

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importante, in un momento molto delicato». Con queste parole, incisive e determinate, il neo governatore Gianni Chiodi ha aperto i lavori del convegno “In Abruzzo l’Europa funziona” per la presentazione del Programma Operativo Re-

gionale “Fondo europeo di sviluppo regionale (POR-FESR) 2007-2013” svoltosi a Pescara nella sede dell’ex Aurum. Di fronte ad un pubblico un po’ indisciplinato ma numerosissimo, il presidente Chiodi ha evidenzia-


to l’importanza per la crescita del territorio dei fondi POR e FESR, destinati sia ad interventi pubblici che privati, che prevedono per l’Abruzzo una dotazione finanziaria di oltre 345 milioni di euro. Un vero tesoro da utilizzare al meglio per rafforzare l’intera regione. Il Programma promuove l’innovazione del sistema produttivo e l’attrattività del territorio «per meglio competere sui mercati globali». Le aree principali di intervento sono “Ricerca e innovazione per la competitività delle imprese abruzzesi” per un totale di circa 136milioni di euro; “Energia”, per interventi mirati a migliorare l’efficienza energetica e la produzione di energia da fonti rinnovabili per oltre 36 milioni; “Società dell’informazione” per il potenziamento delle infrastrutture della banda larga nelle aree montane e il miglioramento dei servizi per circa 50milioni di euro; “Sviluppo territoriale” destinato a ridurre gli squilibri territoriali per un importo di oltre 111 milioni di euro. Ad illustrare nel dettaglio i 5 assi strategici e la distribuzione dei 345 milioni di euro, Giovanna Andreola, dirigente del servizio attività internazionali e autorità di gestione del POR-FESR Abruzzo. Ospite d’eccezione Patrick Amblard, capo unità Direzione Generale Politiche Regionali della Commissione Europea che ha affermato:

«L’Abruzzo ora più che mai, necessita di una politica lungimirante del territorio. Serve una crescita basata sulla qualità della vita e sul rispetto dell’ambiente». Amblard ha poi confermato che la programmazione 2000-2006 sta facendo registrare una buona capacità di spesa ed ha parlato di una sufficiente capacità di mobilitazione delle risorse, nonostante la complessità di strumenti come i PIT, Programmi Integrati Territoriali, gestiti dalle Amministrazioni Provinciali. Ma, ha avvertito: «Le chiavi del successo del Programma saranno la rapidità nella pubblicazione dei bandi, una spesa di qualità e tempestiva ed una razionale capacità di rendicontazione». Al convegno, moderato dalla giornalista del Sole 24Ore Daniela Casciola, erano presenti anche Sabina De Luca, direttore generale servizio politiche di Coesione MISE e diversi assessori regionali che hanno espresso la loro soddisfazione per l’arrivo dei fondi europei. «Ci troviamo davanti -ha affermato l’assessore regionale allo sviluppo economico Alfredo Castiglione- ad una grande occasione, non dobbiamo sciuparla se vogliamo vincere l’importante sfida della competitività». Hanno partecipato all’evento anche l’assessore al turismo e alla cultura Mauro Di Dalmazio, l’assessore ai lavori pubblici Angelo Di Paolo, e quello all’ambiente e alla protezio-

Patrick Amblard, capo unità Direzione Generale Politiche Regionali della Commissione Europea

Giovanna Andreola, dirigente del servizio attività internazionali e autorità di gestione del POR-FESR Abruzzo

ne civile Daniela Stati. «Gli obiettivi sono ambiziosi –ha concluso il neo presidente della Regione- e l’appuntamento con i fondi strutturali europei rappresenta un momento strategico e vitale a cui l’Abruzzo deve rispondere con prontezza. È importante far capire a tutti gli attori territoriali che esiste questa opportunità e che l’accesso ai fondi è aperto»

Riferimenti PIT (Progetti Integrati Territoriali) Provincia di L’Aquila e-mail: direzione.finanziamenti@provincia.laquila.it tel. 0862 299442 - fax 0862 299453

Provincia di Pescara e-mail: infopit@provincia.pescara.it tel. 085 3724395 - fax 085 3724395

Provincia di Chieti e-mail: attivita.produttive@provincia.chieti.it tel. 0871 4084804 - fax 0871 4084820

Provincia di Teramo e-mail: europa@provincia.teramo.it tel. 0861 331245 – fax 0861 331263

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in primo piano » di Ernesto Paolo Alba

TURISMO: ORA O MAI PIÙ

Se si vuole rilanciare il settore, bisogna avere il coraggio di voltare pagina. Servono scelte di programmazione condivise, risorse spese sui prodotti turistici più appetibili, un’organizzazione programmata con il giusto anticipo, infrastrutture di base

È

giunto il momento di fare qualcosa di serio per il turismo abruzzese e che la politica dia risposte concrete e tangibili agli operatori del settore. Si deve necessariamente partire

dalla identificazione degli operatori del turismo: bisogna individuarne i ruoli, distinguerli per prodotti, collegarli nell’ambito della propria filiera di offerta turistica, dargli una giusta rappresentanza. I “santoni”, che con alchimie pseudopolitiche,

suggeriscono strategie senza senso e distaccate dalla realtà che vive tutti i giorni l’operatore turistico, debbono una volta per tutte lasciar spazio a chi crede, investe, da lavoro a sue spese e, noncurante delle difficoltà economiche nazionali ed

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in primo piano

internazionali, va avanti con tenacia e perseveranza. Non si chiede alla Regione di sostituirsi al ruolo dell’imprenditore e alla funzione socio-economica dell’impresa, da troppo tempo si chiede la condivisione delle scelte in materia di promozione turistica, elemento fondamentale per lo sviluppo turistico. L’identificazione dei prodotti turistici rilevanti, quali il mare, la montagna invernale-estiva ed il prodotto naturalistico-ambientale sono i cavalli di battaglia sui quali puntare la stragrande maggioranza delle risorse disponibili, senza inventarsi prodotti e “prodottini” definiti di nicchia e per questa stessa ragione, racchiusi nei macro prodotti: il tutto più delle volte diventa una sterile ripetizione, un aggravio dei costi e una grande confusione per i possibili acquirenti del nostro prodotto turistico. Una delle soluzioni sarebbe, invece, un’organizzazione più puntuale e fatta con largo anticipo. I mercati, soprattutto esteri, pianificano oltre un anno prima le destinazioni su cui puntare e l’Abruzzo decide di partecipare ad una fiera un mese prima, se tutto va bene… tralasciando completamente tutto l’aspetto preparatorio dell’evento, ad esempio redazionali sulle testate di settore e campagne promo pubblicitarie atte al recepimento dell’offerta turistica che si va a proporre. Altra nota dolente è proprio l’organizzazione dell’offerta, non a caso si è richiesta la costituzione dei sistemi turistici locali che darebbero la possibilità agli operatori di produrre per tempo e con strategie condivise pacchetti turistici rispondenti alle esigenze del territorio e più appetibili sul mercato, ma la regola del dividi et impera ha, fino ad oggi, spadroneggiato nella “cul-

tura turistica” dei politici di turno. Così facendo si disperdono risorse rilevanti: se si pensa a quanti danari vengono spesi, in nome della promozione turistica, dagli enti locali quali comuni, enti parco, comunità montane, province, proloco, associazioni e consorzi; se si pensa a quanti danari spendono i privati per promuovere le loro attività anche con la semplice stampa dell’ormai obsoleto dépliant e la redazione di un sito internet; sembra irreale che non si riesca a legiferare per far sì che il tutto venga speso con indirizzi univoci, ripeto, a seconda delle peculiarità territoriali. La mancata organizzazione dei territori comporta, tra l’altro, anche la perdita delle risorse messe a disposizione dallo Stato per i progetti interregionali. Fortunatamente l’unico Ente che non spende è la Regione: infatti da due anni il capitolo di bilancio destinato alla promozione turistica indica uno

possibilità di esercitare la funzione politica che gli appartiene. Tutti parlano di innovazione, di accrescimento della professionalità, si danno da fare nel redigere progetti per avere contributi, come se la “crisi” del turismo abruzzese sia da addebitare solo ed esclusivamente agli operatori del settore, ma nessuno denuncia la mancanza delle infrastrutture di base come le reti informatiche, soprattutto nelle aree interne, la precarietà della viabilità essenziale sia stradale che ferroviaria, la quasi totale mancanza dei collegamenti dell’intera regione con l’unico aeroporto d’Abruzzo, il mancato sostegno economico al costosissimo carosello delle nevi abruzzesi che rimane ad esclusivo onere degli imprenditori della filiera, di cui tutti si fanno “paladini”, ma nessuno si fa carico delle loro difficoltà. L’Abruzzo ha voltato pagina politica e sono fiducioso che ci sia un

splendido zero… e, visto che sono rimaste sempre inevase le richieste di abbattimento dell’IRAP per le imprese turistiche, si chiede quantomeno che la Regione destini al Turismo e alla Cultura il 50% della tassa che introita dal comparto, il che sarebbe un atto di giustizia sociale e di equità fiscale atta a sostenere un settore sempre più trainante dell’economia abruzzese sia in termini di PIL che a tutela dell’occupazione, ma soprattutto, ridarebbe all’assessore di riferimento la

cambio radicale nell’impostazione e nell’organizzazione di questa fondamentale risorsa strutturale, economica e sociale. Il Governatore Chiodi, a cui rivolgo un sincero e caloroso augurio di buon lavoro, ha più volte sostenuto che l’Abruzzo ha bisogno di competenze e di professionalità per uscire da questo stato “comatoso” in cui versa e, quindi, sono ottimista che saprà ascoltare e far propri tutti i suggerimenti necessari a ridare slancio e fiducia agli imprenditori turistici

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» di Eleonora Lopes

Di sante, quando il mobile è un affare di famiglia Dal 1910 lo storico Mobilificio di San Nicolò a Tordino, ha costruito sull’attenzione per il cliente un successo certificato da milioni di clienti e dai numerosi riconoscimenti. Accanto al padre guidano l’azienda i figli Marcello, Attilio e Tiziana

Gianomenico Di Sante nello showroom aziendale con i figli: da sinistra in senso orario Attilio, Marcello e Tiziana

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» foto di Simone Cerio


U

n nonno falegname e un padre ebanista. Da qui inizia la storia del Gruppo Di Sante, oggi azienda leader per il commercio del mobile. Determinazione, tanto coraggio e un pizzico di fortuna, queste le armi vincenti che hanno spinto Giandomenico Di Sante, appena 20enne, a dare una svolta all’attività artigianale del padre. È un salto nel vuoto non da poco quello che compie il figlio del falegname Attilio, che passa in una manciata di anni, dalla bottega all’azienda. Nel 1961 inizia la grande attività con la costruzione dello stabilimento dalle dimensioni allora avveniri-

stiche. Attualmente 30mila metri quadrati di area impegnata con le vetrine che si affacciano sul ciglio della statale che porta a Teramo. Seguono anni di duro sacrificio, ma ben presto arrivano anche i successi, uno tra questi, quando nel 1973 il Gruppo riceve a Stoccolma il primo premio per il design. Le principali attività sono concentrate in due complessi immobiliari: lo storico Mobilificio Di Sante a San Nicolò a Tordino e l’Expo 2000 a Silvi Marina realizzato agli inizi degli anni 70 insieme al fratello Tito e al papà. Oggi lo stabilimento di Silvi ha un’area impegnata di oltre 20mila metri quadrati ed è diretto

dall’attenta e generosa presenza del Cav. Tito Di Sante. Qualità dei materiali, confort per ogni ambiente di vita, sia classico che moderno, più un design all’avanguardia: sono le caratteristiche dei mobili con il marchio Di Sante. Il tutto senza mai tralasciare l’attenzione e il rispetto verso il cliente. Proprio sulla fidelizzazione l’azienda teramana ha creato la sua forza, mettendo a disposizione della clientela l’esperienza, la professionalità, l’affidabilità maturata in quasi un secolo di attività. Un team di arredatori e architetti progettano e realizzano un arredamento che rispecchia il modo di essere, lo stile di vita e le esigenze personali. Una storia che va avanti di generazione in generazione. Al suo fianco ci sono i tre figli, Marcello, Attilio e Tiziana che con ruoli differenti sono tutti inseriti nelle attività di famiglia. Marcello, laureato in Scienze politiche e abilitato commercialista, sin da giovanissimo con tanta passione ha assunto la totale responsabilità di alcune aziende del Gruppo. È stato anche presidente dei giovani imprenditori di Confindustria Teramo ed attualmente è componente del direttivo. Attilio, laureato in Economia e Commercio, è dottore commercialista e giudice tributario all’Aquila; con professionalità e competenza, si occupa di alcune attività del Gruppo. Ed infine Tiziana, che opera con eccellenti risultati nelle varie imprese famigliari. Laureata in Giurisprudenza, svolge diverse attività di promozione sociale ed è presidente del terziario donna della Confcommercio di Teramo e presidente del comitato provinciale dell’imprenditoria femminile della CCIAA di Teramo. Per i tre figli, stessa grinta e capacità paterna. Buon sangue non mente.

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Storia di un Industriale Banchiere

Patron del Gruppo Di Sante Mobili, presidente di Banca dell’Adriatico, esponente storico della Confcommercio e da qualche mese Cavaliere del Lavoro. Giandomenico Di Sante rivolge un appello ai giovani: «Fate progetti, impegnatevi e non fermatevi di fronte alle difficoltà»

Imprenditore del mobile, con l’amore per le attività finanziarie e in passato con la passione per la politica. Il Cavaliere del Lavoro Giandomenico Di Sante, presidente della Banca dell’Adriatico, ha affrontato con capacità, entusiasmo, umiltà e un pizzico di caparbietà, tipica degli abruzzesi, i cambiamenti epocali che hanno contraddistinto il sistema creditizio della nostra regione e del nostro Paese. La sua è la storia di un autentico self made man: dal laboratorio artigiano del papà, assumendosi rischi e respon-

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sabilità rilevanti, avvia nei favolosi anni Sessanta, la costruzione di un mobilificio, il cui successo oggi, è certificato dalla storia, da milioni di clienti e dai riconoscimenti che vengono attribuiti ai suoi prodotti. Una vocazione alla concretezza la sua, al fare piuttosto che al dire.

Di Sante è diventato negli anni anche personaggio di spicco della Confcommercio. Ha raccolto consensi e prestigio in politica, e nel 1974 incontra la banca che gli consente, in circa un trentennio, di esprimere le sue capacità di apprezzato amministratore, passando dall’ambito

locale a quello nazionale. Un rapporto con la sua terra fortissimo. Una fiducia nei confronti dei giovani fuori dal comune. E un’attenzione scrupolosa e particolare per le cose che si muovono nella sua Teramo e in Abruzzo.

il primo “cavaliere” del teramano dopo quasi 40 anni Una nomina che ha dato lustro all’Abruzzo e ad un territorio come quello teramano, che ha dovuto aspettare 38 anni prima di vedere nuovamente un proprio cittadino ricevere l’ambita onorificenza. In una splendida cornice bucolica, i famigliari, gli amici e molti colleghi della Confcommercio e della Banca dell’Adriatico, hanno voluto festeggiare con una sorpresa il loro presidente, Giandomenico Di Sante, appena nominato Cavaliere del Lavoro per il credito. All’evento, organizzato da Fabrizio Emili presidente dei giovani imprenditori di Confcommercio di Teramo e da Giammarco Giovannelli vice presidente dell’associazione e presidente provinciale di Federalberghi, erano presenti tantissimi ospiti, amici ed esponenti del mondo economico e politico locale. Per il neo Cavaliere anche una targa ricordo sulla quale hanno fatto incidere una frase del suo poeta preferito, Ugo Foscolo: «Una parte degli uomini opera senza pensare, l’altra parte pensa senza operare» aggiungendo in riferimento alla sua persona «pochi operano dopo aver pensato»…. A consegnare il riconoscimento, il neo presidente della Regione, allora ex sindaco di Teramo,Gianni Chiodi. Oltre al party organizzato dai suoi collaboratori, il presidente ha partecipato anche ai festeggiamenti organizzati dalla Federazione nazionale dei Cavalieri del

un momento dei festeggiamenti organizzati da colleghi e amici

Lavoro che si sono incontrati a Roma con la presenza del ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola. Infine ad ottobre Di Sante è stato insignito dell’importante riconoscimento che gli è stato consegnato direttamente dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Presenti anche Gianni Letta, Renato Schifani, Gianfranco Fini e tanti personaggi della politica, della finanza e dell’impresa. Un orgoglio per il nostro Abruzzo.

foto di gruppo al Quirinale in occasione della cerimonia di consegna dell’onorificenza

Gianni Letta si congratula con il neo Cavaliere

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INTERVISTA A GIANDOMENICO DI SANTE Come ha iniziato la sua carriera da imprenditore? «Ero poco più che ventenne, volevo a tutti i costi dare una svolta alla nostra piccola attività di falegnameria e commerciale. L’Abruzzo degli anni 60 era ancora quasi interamente rurale. Ricco di artigiani, ma soprattutto di emigranti. Mio padre si fidò di me. Ci indebitammo oltre misura. Una cosa impensabile oggi. L’investimento fu enorme per l’epoca: 200 milioni di lire. E noi, anche se in modestissima misura, contribuimmo al cambiamento e alla crescita economica e sociale del nostro territorio». Cosa ha significato ricevere la massima onorificenza di Cavaliere del lavoro? «È un incoraggiamento ad affrontare il futuro con

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impegno e ottimismo. Ne sono orgoglioso, Teramo aspettava questo riconoscimento dal 1970. Devo dire che questa è una onorificenza con percorso e un’istruttoria complessa, difficile e rigorosa, e anche per questi motivi, è stato per me molto gratificante. Mi auguro di continuare ad onorare il prestigio dell’Abruzzo e di poter contribuire, nel mio piccolo, al miglioramento delle condizioni economiche, sociali e di lavoro della nostra regione». Quale è il suo pensiero in merito alla crisi mondiale del momento? «Spesso ripeto che è fondamentale adeguarci alla velocità dei grandi cambiamenti che influenzano in tempo reale le varie attività in ogni luogo del mondo.


Dobbiamo operare per un’economia sociale di mercato finalizzata ad una crescita equilibrata delle diverse categorie e dei vari segmenti della nostra società. Non dimentichiamo che l’Abruzzo ha una grande risorsa: le PMI. Il sistema creditizio è cambiato, e resta centrale anche il ruolo delle banche locali. Noi di Banca dell’Adriatico, abbiamo saputo coniugare le nostre radici regionali con le strategie e il prestigio di un grande Gruppo come Intesa Sanpaolo. Ho piena fiducia nei giovani e nelle loro capacità. A loro rivolgo un appello: fate progetti, impegnatevi e non fermatevi di fronte alle difficoltà». Qual è il segreto per raggiungere tanti successi? «Soprattutto la centralità della famiglia. I miei figli, mio fratello e in modo particolare gli esempi e gli insegnamenti che mi hanno trasmesso mio padre e anche mia madre. In modo particolare sono grato a mia moglie per la sua vicinanza e la sua generosità. I miei famigliari e i miei collaboratori rappresentano la mia forza, la mia linfa, ed è merito del loro sostegno, se ancora riesco a dedicare moltissimo tempo alle varie attività». Tempo libero… «Io forse non so fare altre cose che lavorare. Abbiamo una piccola azienda che produce olio e vino per gli amici. Mi piacerebbe trascorrere lì le domeniche

un’immagine della famiglia Di Sante al completo

soleggiate insieme ai miei nipoti, ai parenti e agli amici. È sicuramente un modo per tornare alle mie radici e ai miei ricordi da adolescente. E poi dedico un po’ tempo anche al sociale. Mia moglie Margherita se ne occupa da sempre e molto sostenendo la Croce Rossa Italiana. In particolare io mi sento orgoglioso per aver incoraggiato le opere che ha iniziato in Abruzzo l’Arcivescovo Mons. Antonio Iannucci per i meno fortunati. Un grande vescovo e grande amico»

Decano dei banchieri

Giandomenico Di Sante assieme alla medaglia d’argento alle Olimpiadi di Pechino 2008 Josefa Idem. Nel 2007 la Sanpaolo Banca dell’Adriatico e la Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna sponsorizzarono l’atleta azzurra

Al lavoro nella sua impresa di mobili, Di Sante affianca da anni l’impegno nel settore del credito. Nel 1974 assume il suo primo incarico bancario, divenendo consigliere di amministrazione nella Banca Popolare di Teramo e Città Sant’Angelo, di cui tre anni dopo, nel 1977, viene nominato presidente. In questa veste è stato artefice dell’aggregazione di alcune banche popolari abruzzesi e marchigiane per la nascita della Banca Popolare dell’Adriatico. Un importante traguardo è stato raggiunto nel 1983, quando è stata fondata la Banca Popolare Abruzzese Marchigiana, da cui nel 1994 è nata la Popolare dell’Adriatico. Attraverso 5 concentrazioni bancarie, si è riusciti a trasformare la piccola banca tra Teramo e Pescara con pochi sportelli, in un istituto che oggi opera in tre regioni, Marche, Abruzzo e Molise. Dal giugno 2006 la Banca Popolare dell’Adriatico si è trasformata in Sanpaolo Banca dell’Adriatico, di cui Di Sante è attualmente presidente. L’istituto, che fa parte del gruppo Intesa Sanpaolo, conta 1.729 dipendenti e 213 filiali.

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ricerca&innova ione » di Andrea Prencipe

L’OMBRA DEL PASSATO La “memoria” delle organizzazioni rappresenta una leva competitiva importantissima: lo dimostra il caso Pilkington. Ma può diventare un ostacolo all’innovazione

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L’

inerzia rappresenta un fattore limitante l’innovazione. La routinizzazione, la standardizzazione delle attività e l’utilizzo di un particolare strumento –sia esso hardware o software– ossifica i comportamenti degli individui e delle organizzazioni e pertanto aumenta la resistenza al cambiamento. Si narra che agli albori dell’era dell’informatica, nei dipartimenti di amministrazione delle grandi imprese statunitensi, affinché fossero accettati, i primissimi personal computer vennero equipaggiati con delle leve che ricordavano le leve delle macchine da scrivere necessarie per andare alla riga successiva. Ovviamente, tali leve non avevano nessuna utilità funzionale, se non quella di accettazione sociale –cioè di far ricordare agli utilizzatori lo strumento utilizzato in precedenza. Ma tutto il passato –radicato, cumulato, consolidato e stratificatosi nel tempo– nuoce all’innovazione? In realtà la continuità è necessaria per qualsiasi organizzazione. Le organizzazioni utilizzano la ripetitività del funzionamento come essenziale fattore di economia di risorse nel raggiungere i propri obiettivi. Il modo di essere di una organizzazione –il modus operandi– è una risorsa preziosa per l’efficienza dell’organizzazione. Essa è una caratteristica distintiva: ciò che viene replicato volutamente – dal top management nel caso delle imprese– per crescere. Si pensi alle strategie di crescita di McDonald o delle banche: replicazione di filiali,

procedure di back office, ed in generale di un template organizzativo di successo. Un recente studio sul cambiamento organizzativo in Pilkington –effettuato dal DASTA della d’Annunzio in collaborazione con il CRORA dell’università Bocconi– ha messo in risalto che la memoria delle organizzazioni rappresenta una leva competitiva importantissima. Nello specifico, i ricercatori hanno introdotto il concetto di invarianti organizzative, ovvero elementi e tratti dell’organizzazione –es. routine, procedure, task force– che permettono la stabilità necessaria per sopravvivere e soprattutto per competere. Dallo studio emerge che in Pilkington –tra il gli anni ‘60 ed la fine degli anni ’90– tali invarianti hanno permesso all’organizzazione di mantenere quella continuità necessaria a livello operativo nonostante i cambiamenti radicali a livello di top management. Tuttavia, a questo carattere fisiologico –e necessario, come illustrato nel caso Pilkington– si aggiunge quasi sempre un carattere patologico, come dimostrano invece altri casi di imprese o altre istituzioni che si ostinano invece a perpetuare soluzioni sviluppate in passato come se fossero le uniche perseguibili per il futuro. Per identificare la linea di confine tra fisiologia e patologia del passato sono necessari individui con una prospettiva lungimirante, poiché l’eccessivo utilizzo dell’ombra del passato può essere esiziale per il futuro

Per approfondimenti Grandori A. e Prencipe A. “Organizational Invariants and Organizational Change: The Case of Pilkington plc” European Management Review, 2009, 6, 1.

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marketing » di Federica Ceci

PRIMI E DIFFERENTI

Per Anita Roddick managing director di The Body Shop «una delle regole di ogni impresa di successo è trovare quali sono le proprie caratteristiche originali e gridarle a tutti dalle cime dei tetti»

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onostante ci sia stato un crescente diffondersi di imitatori, The Body Shop viene ancora identificato come il leader nel mercato dei prodotti cosmetici indirizzati ai consumatori attenti all’ambiente e alla salute. Attraverso i suoi numerosi punti vendita in franchising,

l’azienda progetta, produce, distribuisce e vende cosmetici basati su ingredienti naturali. Dall’apertura del suo primo punto vendita, avvenuta a Brighton nel 1976, sono passati quasi 30 anni e, nei primi 20, già più di 500 negozi in Europa e in America ne diffondevano il brand. Ma quello che stu-

pisce non è la sua crescita in termini dimensionali o di performance finanziarie quanto la crescente attenzione ricevuta grazie alla forte posizione etica e la filosofia sottostante il business. Molte delle attenzioni dedicate dalla stampa si sono concentrate attorno alla figura della managing

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marketing

director Anita Roddick, un personaggio carismatico e determinato che spiega il segreto del suo leggendario successo con una semplice formula: «Guardo la direzione intrapresa nel settore dei cosmetici e cammino in quella opposta». Così spiega la differenza fondamentale fra The Body Shop e altre aziende del settore: «Il profitto non è il primo obiettivo del nostro business, è offrire prodotti e servizi fatti con passione». Ma come fare ciò? «È così facile. Prima di tutto devi conoscere quello che differenzia la tua impresa e sfruttarlo, poi conoscere i tuoi clienti ed educarli, parlare dell’immagine che vuoi dare dell’impresa e dei prodotti ed infine osa, sii il primo e sii differente. Una delle regole di ogni impresa di successo è trovare quali sono le proprie caratteristiche originali e gridarle a tutti dalle cime dei tetti. Abbiamo scoperto che quando ci si prende cura dei propri clienti, senza mai dimenticare che la tua prima linea è rappresentata dal tuo staff, i profitti ne scaturiscono direttamente». Un aspetto importante della filosofia di The Body Shop è che, per essere coerenti con la loro ambizione di essere l’azienda di cosmetici più onesta del mondo, non chiama i suoi prodotti “di bellezza” né utilizza immagini idealizzate di donne per venderli. La Roddick spiega: «L’industria cosmetica è bizzarra perché è gestita da uomini che creano bisogni che non esistono, rendendo le donne insoddisfatte dei loro corpi». The Body Shop non pubblicizza nei suoi punti vendita gli effetti dei suoi prodotti e il materiale informativo è finalizzato a dare informazioni sugli ingredienti contenuti nel prodotto e nell’educare il cliente sul suo uso. Sugli scaffali ci sono dépliant con storie sui prodotti oltre a dépliant

informativi con titoli tipo “Test sugli animali e cosmetici” e “Cosa è naturale?”. Il livello di informazione che The Body Shop offre rappresenta una fonte potente di vantaggio competitivo che differenzia l’impresa dai suoi competitor e crea ostacoli alla replicazione. Illustrando i “retroscena” della lavorazione e produzione, i clienti sentono che conoscono i valori e le pratiche di business dell’impresa e l’effetto è di creare fedeltà e attaccamento che vada oltre il brand. Nonostante l’impresa non faccia pubblicità diretta, coltiva le pubbliche relazioni che sono fondamentali per supportare una tale strategia di marketing: infatti la pubblicità sul singolo prodotto non è necessaria se l’impresa è riuscita a costruire un immagine pubblica forte e riconoscibile. I fondi che non vengono investiti in pubblicità trovano una diversa allocazione a vantaggio dei dipendenti. La newsletter dell’impresa è coerente con l’impronta filosofica: viene dedicato ampio spazio a temi quali: “campagna per salvare la foresta pluviale” e “vietare i prodotti che danneggiano lo strato di ozono” e poco spazio ai classici temi quali l’apertura di nuovi punti vendita o il lancio di una nuova linea di prodotti. The Body Shop è riuscita a comunicare con ogni mezzo la propria diversità e differenza. La chiave del successo di un brand tanto forte e riconosciuto è da ritrovarsi nella coerenza delle scelte di marketing implementate, guidate tutte da una filosofia di business differente e chiaramente delineata

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norme&leggi » di Filippo Paolini

RELAZIONI INDUSTRIALI: SI CAMBIA Con l’accordo sulla riforma dei contratti addio al tasso di inflazione, arriva un indice Ue. Ma la novità più importante è aver spostato il baricentro nelle aziende e nei territori

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opo quindici anni si apre una nuova era nelle relazioni industriali: lo scorso 22 gennaio tutte le organizzazioni sindacali, con la sola defezione della CGIL, e tutte le associazioni del mondo imprenditoriale, tranne ABI ed ANIA, si sono date nuove regole per confrontarsi sulla contrattazione collettiva. Nuovi termini di validità dei CCNL, “pensionamento” del tasso di inflazione programmata quale parametro di riferimento, tempi certi per le trattative di rinnovo, decisa incentivazione della contrattazione di secondo livello: queste sono le novità più rilevanti che saranno applicate in via sperimentale nei prossimi quattro anni.

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norme&leggi

Il CCNL di ogni categoria rimarrà in vigore complessivamente per tre anni, senza più distinzioni di durata tra la parte economica e quella normativa. Al fine di limitare le ricorrenti lungaggini in occasione dei rinnovi dei contratti in scadenza, si è previsto che specifiche intese dovranno fissare tempi e modalità precisi per la presentazione delle richieste sindacali e lo svolgimento delle trattative: il mancato rispetto di termini e procedure precluderà la copertura economica del periodo di vacanza contrattuale che va, appunto, da tre mesi dopo la scadenza del vecchio CCNL fino all’entrata in vigore di quello nuovo. Durante lo svolgimento del negoziato, la cosiddetta tregua sindacale (lasso di tempo senza iniziative di protesta) dovrà essere sempre garantita. Anche il contratto collettivo aziendale avrà durata triennale ed avrà il preciso scopo di collegare incentivazioni economiche al raggiungimento di obiettivi di produttività, redditività ed efficienza, anche nel campo nel lavoro pubblico: è sul piano territoriale, dunque, che si giocheranno le “partite” sulle retribuzioni. La contrattazione di secondo livello dovrà essere orientata alla fruizione di incentivi fiscali e contributivi e, per le piccole imprese, tenuto conto delle ridotte dimensioni

aziendali, si potranno prevedere apposite modalità di contrattazione, plausibilmente semplificate, a fini chiaramente incentivanti. Come già detto, andrà in soffitta il tasso di inflazione programmata: da oggi, e per un triennio, al fine di parametrare salari e stipendi, per l’indice previsionale dell’andamento dei prezzi al consumo si farà riferimento all’IPCA (indice dei prezzi al consumo armonizzato in ambito europeo), e la relativa ela-

borazione verrà affidata ad un soggetto terzo. L’IPCA è calcolato sulla quota parte dei consumi di beni e servizi che hanno regimi di prezzo comparabili nei diversi paesi dell’Unione Europea; rispetto a questo, l’indice che sarà applicato per i CCNL sarà “depurato” della componente relativa ai beni energetici importati; in tal modo si dovrebbe evitare che una parte consistente dell’inflazione importata si scarichi sulle retribuzioni. Sarà attivato un monitoraggio con

verifica di eventuali scostamenti tra inflazione prevista ed inflazione reale: il recupero dell’eventuale scarto non ricadrà sul nuovo CCNL –come avviene oggi– ma sarà operato entro la vigenza di ciascun contratto. In occasione di crisi economiche territoriali o aziendali, oppure al fine di incrementare sviluppo economico ed occupazione, si potrà sospendere in parte l’efficacia del CCNL: più precisamente, verranno concordate apposite procedure per modificare –anche in via temporanea e sperimentale– singoli istituti economici e normativi del contratto che, pertanto, potrebbe divenire una fonte di obbligazioni “modificabile” nel corso della sua durata. Novità anche in tema di rappresentatività delle parti sociali in sede di contrattazione: entro tre mesi specifici accordi dovranno individuare nuovi criteri quali, ad esempio, la certificazione INPS dei dati di iscrizione sindacale. Senza dubbio positiva, infine, è la previsione di una razionalizzazione e semplificazione della contrattazione collettiva, attraverso l’accorpamento per aree omogenee degli oltre quattrocento contratti oggi esistenti: bando alle inutili duplicazioni, dunque, e maggiore certezza normativa a beneficio sia delle imprese che dei lavoratori

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economia » di Antonio Farchione

BELLO SENZ’ANIMA Le logiche economiche e finanziarie spesso annullano la libertà creativa di un’artista. Così, quando arrivano successo e alte quotazioni, scompare la ricerca di nuove forme espressive

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olte sono le definizioni che cercano di inquadrare la figura dell’artista, ma altrettante sono le testimonianze di artisti che spesso sono la negazione della definizione di artista stesso. Per definire un artista è sufficiente ricorrere a parametri quantitativi? Essi sono solo in apparenza oggettivi, per esempio il valore attribuito alle sue opere, il numero delle mostre a cui ha partecipato, il numero di riviste e libri in cui è stato citato o si è parlato più o meno ampiamente di lui. Anche un artista locale la cui notorietà non si spinge oltre i confini territoriali di una provincia o di una regione, può essere apprezzato dal mercato locale e le sue opere valutate ad un prezzo particolarmente alto. Ed ancora, che peso dare ad un artista che ha fatto molte mostre all’estero rispetto ad un altro che ne ha realizzate solo alcune a livello nazionale se, per esempio, il primo si è servito di gallerie private di scarso valore, mentre il secondo è stato ospite di gallerie riconosciute come prestigiose dal mercato nazionale ed internazionale? Inoltre, chi l’ha detto che un ricco catalogo in carta patinata è più importante di uno con modesta veste editoriale, se quello è stato scritto da un critico d’arte “svogliato e freddo” nella stesura della sua critica all’artista, mentre questo è frutto di un lavoro appassionato da parte del critico che, probabilmente, è anche molto stimato dal mercato dell’arte? E se l’artista venisse valutato in funzione del successo raggiunto? Anche in questo caso bisognerebbe chiedersi cosa vuol dire per un

artista avere successo. Del resto un artista può ritenere di aver avuto successo anche solo se amici e parenti lo lodano per le sue performance, mentre un altro che è riconosciuto a livello nazionale, vive questa notorietà male perché non è ancora ciò che desidera. In altri termini, il successo è in funzione delle aspettative che l’artista sente per sé e che possono variare da soggetto a soggetto, da periodo a periodo. Sembra proprio che l’artista non sia così facilmente stereotipabile o, quantomeno, è auspicabile che venga analizzato volta per volta. A ben guardare la figura dell’artista è ancora più difficile da definire se spostiamo la nostra attenzione sul fronte economico. Il sistema dell’arte (collezionisti, galleristi, critici, ecc.) con le sue regole economiche, pone spesso l’artista in una posizione di subalternità, condizionando il suo operato che deve sottostare alle logiche economicofinanziarie. L’artista sarà come un Giano bifronte che da una parte, nell’immaginario collettivo, è custode di una creatività che ha la fortuna di esprimere in tutta libertà, dall’altra alimenta un individuo che è spesso consapevole del fatto che se vuole acquisire notorietà, deve subire le pressioni sociali, culturali, economiche che sono in concreto un limite alla sua espressione artistica, un forte condizionamento alla sua libertà creativa. Il risultato è un artista che si sente controllato nelle sue emozioni e nella sua creatività. Relativamente a quest’ultimo aspetto, a risentirne è anche il prodotto artistico che, al raggiungimento del successo dell’artista, diventa “senz’anima”,

ripetitivo. In questi casi ciò che conta è sottoporre al mercato un prodotto che sicuramente è in grado di assorbire perché è quello con il quale l’artista è divenuto famoso. Codesto comportamento tende ad annullare lo spirito creativo dell’artista che, dal canto suo, non si sente più stimolato a fare ricerca e trovare nuove forme espressive. In realtà il vero limite che viene imposto all’artista è nell’ambito del controllo della diffusione dell’opera nel mercato. Sono gli attori economici che manipolano non solo il canale di distribuzione dell’opera d’arte, ma anche il prezzo dell’opera il cui valore, quasi sempre, è assai lontano dal prezzo proposto dall’artista. In realtà alla base di questo complesso meccanismo c’è la necessità di rispondere alle logiche della segmentazione del mercato dell’arte. I segmenti possono essere identificati in vari modi, ad esempio facendo riferimento alle possibilità economiche dei collezionisti ed alla loro propensione all’innovazione, ecc. Per l’artista è importante comprendere quale sia il segmento a cui una determinata galleria d’arte appartiene, questo consente di allineare il suo prodotto artistico al canale distributivo giusto. È proprio questa scelta che può portare al successo un artista o segnare la sua alienazione. C’è chi ritiene però (A. Vettese, 1998, Artisti si diventa. Carocci) che «La maggiore opera di un artista sia oggi la costruzione del proprio carisma …. Del resto anche il mercato ha finito … (per) riconoscere e valutare non tanto l’opera in quanto tale, ma in quanto traccia di un individuo eccezionale»

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marketing Âť di Alessio Giancristofaro

LA PARTITA DEL MARKETING NON DURA 90 MINUTI Delfino Pescara e Virtus Lanciano: storia di due squadre con elevato potenziale di attrazione, perfetto per colpire target specifici. E di due presidenti, determinate e attente, pronte ad affrontare le sfide del calcio 60


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l calcio d’Abruzzo si tinge di rosa. Anche se, proprio dietro a quel colore tenue, c’è un affresco dalle tinte cromatiche forti, decise. Decise come Deborah Caldora e Valentina Maio, le nuove presidenti in gonna del Delfino Pescara 1936 e della Virtus

» foto di Rocco Petrei

Lanciano. Attive, dinamiche, pronte ad affrontare le sfide del calcio. Con una prospettiva diversa. La Caldora è figlia d’arte; papà Armando fu presidente dei biancazzurri. Attualmente a capo della Caldora Immobiliare Costruzioni, Deborah è stata la prima donna a

presiedere i Giovani Industriali di Confindustria Pescara. La Maio, invece, ha trovato nel calcio non solo un ruolo istituzionale, ma anche l’amore, difatti è la compagna del centrocampista della Virtus, Manuel Turchi. Nell’azienda di famiglia, impegnata nello smal-

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marketing

timento dei rifiuti, la prima tifosa rossonera gestisce le risorse umane, 130 dipendenti che però –come lei stessa tiene a precisare– «diventano 190 se si tiene conto di tutti quelli che stanno attorno alla squadra». Storie di presidenti, ma anche di donne d’azienda che hanno a disposizione due potenziali macchine da gol soprattutto dal punto di vista economico-strategico: la Virtus Lanciano e il Delfino Pescara. Le loro squadre sono oggi sinonimo di organizzazione, di funzionalità perché rappresentano un nuovo volto del calcio di casa Abruzzo. È il volto di Valentina e di Deborah, delle presidenti che riescono ad accaparrarsi l’attenzione non solo degli addetti ai lavori, ma di tante altre persone. Anche di coloro che, tradizionalmente, hanno sempre dimostrato una certa equidistanza dallo sport più amato dagli italiani. Avere tanti occhi puntati addosso significa, in termini pratici, poter contare su di un target molto differenziato, esteso ed eterogeneo. Un target ricco di peculiarità al quale è possibile rivolgersi direttamente attraverso le due squadre di calcio. La Virtus Lanciano e il Delfino Pescara, infatti, grazie ad attente politiche di management sportivo e mettendo a punto un lungimirante piano integrato di marketing dello sport, hanno gli strumenti per accrescere continuamente il proprio valore di marca, la cosiddetta brand equity, cioè tutta quella serie di risorse intangibili che permettono di dare forza e valore alle due società attraverso le leve della notorietà, della qualità percepita, della fidelizzazione, delle associazioni e delle altre risorse esclusive della marca. Pensiamo, per esempio, alla fidelizzazione realizzabile dalle squadre capitanate da Bolic e Pomante.

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I due team, in linea con i dati nazionali, hanno un potenziale elevato d’attrazione nei confronti dei bambini, il cui generale attaccamento per una squadra si mantiene pressoché inalterato nel corso di tutta la vita. Uno studio dell’Istat attesta, infatti, che l’interesse verso una società di calcio nei maschi nasce nell’età compresa tra i 3 e i 9 anni. Da queste premesse, è facile intui-

senta, quasi per antonomasia, gli aspetti caratteristici. Soffermiamoci anche sul naming, cioè sull’altro strumento sinergico e strumentale della notorietà e su tutti i caratteri evocativi ad esso legati: Virtus è la traduzione di coraggio, richiama l’abnegazione nell’affrontare una sfida senza paura, con determinazione, mentre Delfino Pescara 1936 ricorda le origini storiche del club e rimarca una

Valentina Maio, presidente della Virtus Lanciano

re che la squadra adriatica e quella frentana, per loro natura, possono gestire uno dei settori a più alta fidelizzazione poiché portano con loro una serie di aspetti emozionali, coinvolgenti che riescono a far leva su vincoli affettivi. Nell’ottica del valore della marca è, altresì importante, prendere in esame la notorietà del marchio. Virtus e Delfino non sono semplicemente due nomi da gridare negli stadi; in essi è sintetizzato un mix di elementi associativi a forte valenza culturale ed identificativa che s’incardina nel contesto territoriale di riferimento e ne rappre-

tradizione calcistica di lungo corso. È chiaro, in altre parole, che l’etimologia dei due nomi cristallizza le rispettive mission societarie. Parlare di brand equity implica considerare anche l’aspetto della qualità percepita. I due staff calcistici sono percepiti come solidi in quanto alla loro base c’è un progetto importante, manageriale e concreto. Chi è interessato ai destini dei rossoneri e dei biancazzurri, attualmente, ripone negli stessi un sentimento fiduciario, lo avverte e lo ascrive all’avvento delle famiglie Maio e Caldora le quali hanno

» foto di Simone Cerio


allontanato le turbolenze societarie e, allo stesso tempo, gettato solide basi per il futuro. Le due società hanno subito, dunque, un riposizionamento che le colloca nel quadrante della credibilità e della tranquillità calcistica. Infine, è importante analizzare anche l’ampio apparato degli altri valori associati ai colori rossoneri e biancazzurri, cioè le altre associazioni addizionali.

travalicano il semplice momento agonistico domenicale e sono presenti nei territori di riferimento in maniera famigliare, friendly; fungono, insomma, anche da elemento socializzante. Da questa breve analisi sulle leve della brand equity, emerge un quadro ricco di opportunità strategiche attuabili da Virtus e Delfino Pescara attraverso una politica di marketing dello sport.

Deborah Caldora, presidente della Delfino Pescara 1936

Si pensi, ad esempio, alla mission ecologica della Virtus, prima società italiana di calcio a basso impatto sull’ambiente, che orienta le sue azioni verso l’etica sociale, in armonica sintonia con la filosofia gestionale dell’azienda di famiglia. Oppure al progetto del “Poggio degli Ulivi” di Peppe De Cecco, in cordata societaria insieme ad altri con la Caldora, il quale ha avuto la lungimiranza di creare un sistema calcistico innovativo. Valori, questi, che conferiscono unicità alle due società di calcio. Inoltre, sia l’undici calcistico della Maio che quello della Caldora

Opportunità dalle quali attingere o, se vogliamo, opportunità strategiche a disposizione dell’economia abruzzese. Vediamo com’è possibile mettere in pratica questo sinergismo aziendal-calcistico nella realtà imprenditoriale abruzzese. Le imprese del territorio hanno la possibilità di avvalersi del valore di marca delle due società, in altri termini di “sfruttare” la loro serie di attività, di convergere sul patrimonio di “infrastrutture intangibili” e instaurare una correlazione tra le basi industriali e quelle immateriali delle squadre di calcio. Con benefi-

» foto concessa dall’ufficio Stampa Delfino Pescara 1936

ci bidirezionali. In che modo? Realizzando, ad esempio, partnership con azioni di cooperative marketing, collaborando direttamente con le società sotto forma di un investimento congiunto; oppure creando delle community, utilizzando cioè i valori associati alle stesse per intessere delle relazioni interpersonali tra i vari attori che gravitano intorno al mondo del calcio con politiche di community marketing. Le imprese, inoltre, possono focalizzare la propria attenzione sull’apparato generale dell’evento calcistico: Virtus e Delfino agiscono a tutto campo, veicolano un’immagine, sono dei veri e propri mezzi di comunicazione di massa e hanno un proprio linguaggio. Queste caratteristiche sono, senza dubbio, appetibili per le aziende che vogliono orientare le loro azioni su un target diversificato -e senza dubbio “bersagliabile” per i più disparati fini– come quello che ruota attorno ai due team di prima divisione. Virtus Lanciano e Delfino Pescara 1936 hanno, dunque, un potenziale importante da offrire al panorama economico dell’Abruzzo. Tutti gli sforzi strategici dovrebbero essere orientati affinché il calcio regionale torni ad essere protagonista in palcoscenici più importanti. Per far ciò, è necessario un processo di benchmarking rigoroso e innovativo. Il basket, il volley, il rugby e la pallanuoto della regione hanno dimostrato che è possibile farlo. Deborah e Valentina sono già al lavoro. Anche se la partita (di marketing) è appena iniziata. E non durerà, di certo, solo novanta minuti. La vittoria, ad ogni modo, è la mission principale delle presidenti in gonna d’Abruzzo, sia dal punto di vista aziendale che dal punto di vista sportivo

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storie&persone » di Eleonora Lopes

MONTAGNA, PASSIONE TUTTA AL FEMMINILE L’imprenditrice turistica di Prati di Tivo, Linda Montauti, svela i segreti del suo successo: «Il bosco è sempre stato il luogo dei miei giochi da bambina, farlo diventare il mio lavoro è stata la realizzazione di un sogno»

Linda Montauti durante una scalata in montagna

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a 42 anni, è risoluta, energica, ma soprattutto appassionata del proprio lavoro. Dopo le scuole superiori, ha conseguito il diploma di designer al Politecnico della moda di Firenze, ma l’amore per la

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montagna spinge Linda Montauti a lavorare da subito nell’albergo di famiglia a Prati di Tivo. Nel 2000 i Montauti aprono un’altra attività alberghiera a Pietracamela, ristrutturando uno storico albergo dei nonni.

Due anni fa Linda ha l’intuizione di creare qualcosa di nuovo, di diverso: nasce così “Parco avventura” a Prati di Tivo. In funzione dall’agosto 2008, comprende quattro diversi percorsi per bambini, famiglie ed adulti, con giochi sospesi in altez-


za che consentono di camminare, in assoluta sicurezza, spostandosi da un albero all’altro. Tanti i successi di questa imprenditrice, ma altrettante le difficoltà. Perché lavorare in montagna, isolati dalla città, non è affatto semplice. I problemi sono molteplici, legati innanzitutto alla posizione di questi incantevoli luoghi. Ma Linda è una donna forte e non molla, da sempre vive con i suoi figli in montagna a Prati di Tivo e non ha intenzione di spostarsi. Riesce a non trascurare neppure la vita associativa, infatti è responsabile della Federalberghi-Confcommercio della montagna teramana e di Abruzzo Travelling, nonché componente del cosiglio regionale di Federalberghi. E ancora, non è un caso che la Montauti quest’anno abbia ricevuto il premio “Teramo che lavora” come imprenditrice dell’anno, un riconoscimento che da 7 anni valorizza gli industriali più meritevoli dell’economia locale.

un’immagine di “Parco Avventura” a Prati di Tivo

Com’è nata la passione per questo lavoro? «Nasce dall’amore per la montagna, dove sono nata e lavoro da sempre. Sono convinta che sia fonte di tante risorse economiche, ed è necessario saper sfruttare queste potenzialità con rispetto e coscienza, altrimenti si rischia di rimanere vittime di se stessi». Quali sono le difficoltà che riscontra quotidianamente? «L’ambiente montano presenta delle difficoltà oggettive: la lontananza dai grandi centri, uno straordinario isolamento, e la viabilità, già di per sé difficile, lo diventa ancor di più in gran parte dell’anno a causa della neve… che per noi operatori turistici, a volte è una manna dal cielo, a volte è un vero pericolo». Ci parli del progetto Parco Avventura… «Il bosco è sempre stato il luogo dei miei giochi da bambina, farlo diventare il mio lavoro è stata la realizzazione di un sogno. Il progetto è nato nel 2007, le fasi per costituirlo sono state piuttosto veloci, poi le cose sono rallentate per un contenzioso ancora in

la Montauti mentre riceve il premio “Teramo che lavora” come imprenditrice dell’anno

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storie&persone

atto con il Comune di Pietracamela per l’uso dell’area. A tale proposito, ci tengo a ricordare che Parco Avventura rispetta e riqualifica il bosco ed è un impianto ecosostenibile». Progetti per il futuro? «In montagna si vive giorno per giorno, ma oggi il mio obiettivo principale è risolvere definitivamente il contenzioso con il Comune per poi ampliare il Parco Avventura che conta attualmente 27 piattaforme fissate sugli alberi e divise in 4 percorsi differenti per altezza e difficoltà, con all’interno una struttura di 7 metri per l’arrampicata sportiva». Si parla spesso di pari opportunità…che ne pensa? «Al di là del luogo dove si sceglie di far crescere la propria impresa, essere mamma e imprenditrice

comporta la necessità di una organizzazione “millimetrica”. La tabella di marcia è sempre in salita. Lo è ancor più se si entra in un mondo tradizionalmente maschile, legato all’alpinismo che ha a che fare con imbragature, moschettoni, carrucole, cavi ecc. La competizione diventa più esasperata se entra in gioco il fisico. Ma io amo le sfide, specie quelle che sembrano più estreme. Il mio tempo migliore lo trascorro proprio nel Parco Avventura tra gli alberi, un ambiente straordinario dove la gente si diverte, ma affronta anche le proprie paure, come il senso di vuoto, lo scarso equilibrio, l’altezza. È un vero circo sugli alberi.. Siamo tutti apprendisti equilibristi…come nella vita»

un’altra immagine dei percorsi di “Parco Avventura”

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credito&finana a » di Massimo Avenali

La “garanzia” per avere credito Dario Boilini, presidente di Confidi Abruzzo, parla del sostegno erogato alle imprese, in un momento di stretta creditizia senza precedenti. «Sui bilanci pesano sempre più le contrazioni di fatturato e l’allungamento dei tempi di incasso»

Dario Boilini, presidente di Confidi Abruzzo

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utti parlano di Confidi. La ristrettezza al credito è una dura realtà e, in presenza di una crisi finanziaria così marcata, i Consorzi di garanzia collettiva dei fidi, sono chiamati a svolgere un ruolo di fondamentale importanza. Nella sostanza, grazie alla loro attività, le imprese sono agevolate nell’accesso ai finanziamenti, a breve medio e lungo termine, destinati allo sviluppo delle attività eco-

nomiche e produttive. Con il loro supporto si negozia con gli istituti di credito e, a fronte della garanzia ottenuta, si “strappano” tassi di interessi più concorrenziali. Inutile dire che oggi, in maniera particolare, la concessione della “garanzia” rappresenta un mercato. I Confidi, spesso espressione delle Associazioni di categoria nei comparti dell’industria, del commercio, dell’artigianato e dell’agricoltura, si basano su principi di mutualità

Quali sono le condizioni che caratterizzano questo momento di crisi? «Chi come noi opera quotidianamente al fianco delle imprese nella ricerca di finanziamenti ha cominciato a percepire l’irrigidimento nelle erogazioni del sistema bancario sin dall’inizio dell’estate 2008, irrigidimento subdolo, sempre negato, che trova manifestazione nell’estremo allungamento nei tempi di risposta, nella richiesta di maggiori garanzie, nella dichiarazione di non interesse a pratiche che fino a pochi giorni prima erano anelate. Ora l’aggiornamento al gennaio 2009 dell’indagine di Banca d’Italia sul credito bancario mette un punto fermo: il credit crunch c’è stato ed è ancora in forte aumento. E riguarda tutto il sistema, senza evidenti differenziazioni tra gli istituti a forte vocazione territoriale e gli altri. Il problema vero è che le imprese abruzzesi, in questo frangente, non necessitano di credito per lo sviluppo ma per la sopravvivenza: debbono infatti fronteggiare maggiori necessità finanziarie indotte dalla contrazione del fatturato e dall’allungamento dei tempi di incasso». In Abruzzo la crisi finanziaria mondiale come si riflette? «La riduzione generalizzata dei consumi è aggravata dalle caratteristiche della struttura economica regionale: molte delle PMI e delle microimprese regionali operano infatti o quali anelli deboli nella catena della produzione delle multinazionali o come fornitori e appaltatori della pubblica amministrazione. Le prime, ad esempio quelle del comparto automotive della Val di Sangro, fiore all’occhiello dell’economia regionale, subiscono il crollo delle vendite delle multinazionali che ha indotto le stesse, dall’oggi al domani, a ridurre (azzerare in alcuni casi) l’utilizzo dei subfornitori. Ne

e solidarietà. In Abruzzo si vive una realtà tutta particolare, infatti sono ben 88 le cooperative di garanzia. Un numero elevatissimo per il territorio. Per comprendere meglio la valenza strategica di queste strutture e come le aziende possono interloquire in maniera più funzionale con il locale sistema bancario, abbiamo incontrato, Dario Boilini, presidente di Confidi Abruzzo.

risultano compromessi i risultati economici ed esaltate le difficoltà finanziarie aggravate, talvolta, dal ritardo negli incassi. Le seconde scontano i cronici ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione ed i governi (stato, regione provincia, comune), debbono prendere atto che la salvezza di molte imprese oggi dipende dalla loro capacità di pagare forniture ed appalti in tempi ragionevoli e certi». …E il ruolo dei Consorzi confidi? «In questo panorama i confidi, e Confidi Abruzzo tra questi, rivestono un ruolo fondamentale. Nella attività quotidiana riscontrano che il sistema bancario richiede sempre di più all’impresa di essere affiancata dal confidi, sia per il valore sostanziale della garanzia sia per la conoscenza delle imprese e del territorio. Verificano anche che molte imprese non hanno cambiato il modo di approcciare il credito. Se Basilea 2 è passata di moda nei discorsi, le regole che portano questo nome hanno cominciato ad essere effettivamente applicate solo nel corso del 2008 e la maggior parte delle imprese e dei loro consulenti non hanno ancora adeguato alle nuove aspettative il modo di presentarsi attraverso il proprio bilancio, il proprio budget, la propria pianificazione finanziaria. I confidi e le imprese loro socie debbono fare propria l’esperienza Francese del “mediatore del credito” (figura voluta in Francia dal Presidente Sarkozy con la funzione di premere sulle banche perché tengano aperti i rubinetti a vantaggio delle PMI) che ha permesso in pochi mesi a 1.200 imprese a rischio revoca di ottenere credito e a sopravvivere semplicemente trovando il modo giusto di colloquiare con la banca. In tutto il mondo si stanno attuano politiche di sostegno alla economia, in Italia il recente decreto anti crisi ha

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credito&finana a

ritenuto centrale il ruolo dei confidi a sostegno delle PMI e molte regioni stanno deliberando misure di supporto tramite garanzie». In Abruzzo cosa si sta verificando? «Noi dobbiamo ringraziare la Regione ed i suoi uomini, funzionari ed assessori, che nei difficili mesi tra le dimissioni del presidente Del Turco e le nuove elezioni hanno trovato la maniera di stanziare, tra i primi in Italia, importanti somme a supporto della operatività dei confidi. Per il settore industria la legge 59 è stata rifinanziata per il 2008 elevando le somme a disposizione dagli originali 300 mila euro ai definitivi 4,2 milioni di euro. Visto che l’accesso a questi fondi è aperto a qualunque confidi operi a favore di imprese industriali si può considerare il piano di riparto dei contributi come una statistica attendibile della operatività dei confidi industriali. Nel periodo di riferimento, l’anno 2007, il sistema ha garantito crediti industriali per circa 94,5 milioni di euro assistendo 560 imprese, con una media per impresa di 169 milioni di euro. Confidi Abruzzo, tra gli undici che hanno partecipato al riparto dei fondi, è risultato il leader avendo garantito 37,2 milioni di euro pari al 39,30% del totale, assistendo 152 aziende. Questi numeri dimostrano come sia efficiente per gli enti preposti (Regione, Provincie, Camere di Commercio) aiutare le imprese capitalizzando i confidi: mediamente ogni 1000 euro di contributo hanno generato 22.500 euro di finanziamento alle imprese. Non è una cosa da poco».

Vito Di Nunzio, direttore generale di Confidi Abruzzo

In questo quadro come si inserisce il ruolo di Confidi Abruzzo? «Se in Abruzzo la garanzia al credito industriale è significativa lo è perché esiste, protagonista indiscusso, Confidi Abruzzo con il suo modo di operare:

«Dimezzare le rate per due anni» La proposta del vice presidente di Confidi Abruzzo, Gianluca Saraceni «La crisi economica che ha iniziato a farsi sentire dopo il passato agosto stupisce per intensità, velocità e diffusione in tutti i settori. L’incertezza che circonda l’evoluzione di breve periodo è elevatissima e l’impossibilità di formulare previsioni affidabili inducono le nostre aziende associate ad essere più attente e oculate nelle vendite e nelle spese. Nei primi giorni di questo inizio anno stiamo formulando ipotesi gestionali per cavalcare questo periodo preoccupante cercando di dialogare con gli istituti di credito affinché si possa prospettare, per chi ha effettuato investimenti attraverso mutui o finanziamenti, la possibilità di dimezzare le rate per circa due anni, rimettendo quanto oggi “congelato” in coda al finanziamento stesso».

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competenza nell’analisi delle pratiche per avere basse insolvenze, struttura contenuta ed efficiente e nessuna provvigione passiva per contenere i costi di gestione da cui derivano per il socio ridotte commissioni e nessuna cauzione o quota aggiuntiva da sottoscrivere.

Questo modello, nato ed affermatosi per il mondo industriale, è da qualche anno a disposizione di tutte le PMI, di qualunque settore. Ne vado fiero perché presidente, ma innanzitutto perché operatore economico abruzzese»

CONFIDI ABRUZZO Società cooperativa di Garanzia Data di costituzione:

06/06/1974

Imprese associate:

581

FIDIe FINANZIAMENTI garantiti:

€ 80.000.000,00

Banche convenzionate:

BANCA DELL’ADRIATICO BANCA MARCHE MONTE PASCHI SIENA BANCA POPOLARE ANCONA BANCA CARIPE SPA UNICREDIT BANCADIROMA CASSA RISPARMIO AQUILA BANCA POPOLARE LANCIANO SULMONA BANCA POPOLARE PUGLIA BASILICATA BCC ABRUZZESE CAPPELLE SUL TAVO CASSA RISPARMIO CHIETI

Presidente:

Boilini Dario

Vice presidente:

Saraceni Gianluca

Consiglieri:

Rietti Rinaldo Cetrullo Alberto Mancini Nunziato Di Prospero Teresa Girolimetti Fabrizio Scurti Gabriele Mancini Carmine Gigli Giuliano Zaccagnini Marcello

Direttore generale:

Di Nunzio Vito

Recapiti telefonici:

085 4325070 - 085 4317426

Servizi offerti:

CONSULENZA ED ASSISTENZA alle PMI in materia di credito e finanza RILASCIO DI GARANZIE sulla più ampia tipologia di operazioni bancarie TASSI DI INTERESSE e CONDIZIONI ACCESSORIE chiari e vantaggiosi CONSULENZA NELLA SCELTA delle migliori fonti di finanziamento ASSISTENZA DIRETTA NELLE OPERAZIONI di allestimento pratiche di fido

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incarichi&carriere » a cura della redazione

GIAMPAOLO GALLI: CONCRETEZZA E DETERMINAZIONE Torna un economista, dai tempi di Innocenzo Cipolletta, sulla poltrona di direttore generale di Confindustria

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Giampaolo Galli

celto personalmente dal presidente Emma Marcegaglia per sostituire Maurizio Beretta, è l’economista Giampaolo Galli il nuovo direttore generale di Viale dell’Astronomia. L’annuncio è stato dato in occasione della riunione del primo consiglio direttivo dell’anno di Confindustria. Prima di questo incarico, Galli era direttore generale dell’Ania, associazione nazionale fra le imprese assicuratrici. La nomina di Galli arriva dopo le parentesi dei manager Stefano Parisi (2000-2004) e Beretta (2004-2008) e riporta ai tempi di Innocenzo Cipolletta (1990-2000). Classe 1951, milanese doc, uomo concreto e determinato, Galli torna a Confindustria dopo l’esperienza maturata negli anni Novanta come responsabile del centro Studi. Laureato in Economia politica alla Bocconi di Milano, ha proseguito gli studi con il PHD in Economia al MIT, dove dal 1980, ha intrapreso studi sulla teoria del rischio e sui sistemi finanziari. Nello stesso anno, è entrato in Banca d’Italia, dove ha lavorato fino al 1995 al servizio Studi, occupandosi di mercato finanziario, ricerche econometriche e previsioni economiche. Ha svolto attività di ricerca presso il Fondo Monetario Internazionale a Washington, ed è stato membro del National Institute of Economic Research (Londra). Proprio al termine dell’esperienza, è entrato in Confindustria, dove è diventato capo economista del Centro Studi dal marzo 1995 al febbraio 2003. Oggi Giampaolo Galli è anche docente di Economia e finanza delle assicurazioni alla Luiss-Guido Carli di Roma e consigliere del Cnel. È autore di numerose pubblicazioni di economia ed articoli su quotidiani e riviste scientifiche

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incarichi&carriere » a cura della redazione

ADDARI, IL VOLTO NUOVO Coinvolgimento, progettualità, fare sistema: queste le linee guida del programma del neo presidente dei Giovani di Confindustria Pescara

T Alessandro Addari

anta esperienza nei 34 anni conteggiati dall’anagrafe. Alessandro Addari è a capo della Top Solutions – ExportItaly, realtà imprenditoriale che si pone l’obiettivo di sviluppare le vendite sui mercati locali e internazionali delle aziende italiane. Eletto all’unanimità presidente del gruppo Giovani Industriali di Confindustria Pescara, già vice presidente durante il precedente mandato, ha manifestato da subito la voglia di fare bene attraverso chiari e concreti obiettivi da perseguire. In continuità con il mandato di Federica Chiavaroli –ora consigliere regionale- Addari ritiene essenziale il coinvolgimento di sempre più imprenditori della nuova generazione, per renderli finalmente protagonisti delle attività, dei passi da compiere, dei modelli da seguire e sviluppare. «La partecipazione alle attività dei Giovani Imprenditori –afferma il neo presidente– deve essere vissuta come un “palestra” che sviluppi lo spirito associativo, la conoscenza ed il coinvolgimento nelle attività di Confindustria “senior”». Ma non è tutto, concetti basilari devono essere anche il “fare sistema” e il “programmare” i passi da compiere. «Nel programma presentato per la mia candidatura –ha sottolineato Addari– non potevano mancare punti cruciali come quelli rivolti al marketing associativo, all’importanza del coinvolgimento e dei gruppi di lavoro, al valore delle diverse idee che possono essere messe in condivisione. Un impegno, quindi, che richiama fortemente l’importanza delle relazioni con scuola e università, l’istituzione di seminari e progetti, la forza delle relazioni senza confini, la formazione e anche la solidarietà». Nel consiglio direttivo, su proposta del presidente Addari, i quattro vice nelle vesti di Roberto D’Eramo, Maria Cristina Di Marco, Nicola Di Marcoberardino e Massimo Meschini. A completare la squadra, nei ruoli di consiglieri direttivi, Federica Angelucci, Massimiliano Antico, Guido Carletti, Daniele Pasquali, Alberto Patriarca, Arturo Sarrantonio e Rosario Sgroi. Scelte tra l’altro condivise e apprezzate dal Presidente di Confindustria Pescara Mauro Angelucci, poiché già evidenziano un’interessante e lungimirante trasversalità che coinvolge i settori del manifatturiero, dell’Ance e del terziario avanzato. Il modo migliore per ascoltare e rappresentare le oltre settanta aziende iscritte al Gruppo Giovani Imprenditori

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incarichi&carriere » a cura della redazione

NUOVO PRESIDENTE PER CONFCOOPERATIVE ABRUZZO È il giovane commercialista teramano Giampiero Ledda. Tra i suoi primi impegni, la promozione di una legge regionale di settore

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Giampiero Ledda

uiderà la Confcooperative in Abruzzo per i prossimi quattro anni. Ed ha subito dichiarato che la sua presidenza si muoverà in tre direzioni: «Affermare il valore della partecipazione e dell’appartenenza dei soci, organizzare un sistema associativo efficiente e moderno, proporre il modello cooperativo come modello sostenibile di sviluppo». Commercialista teramano di 38 anni, Giampiero Ledda è stato eletto dal Consiglio regionale di Confcooperative a Pescara. Tra i primi impegni che Ledda intende assumere, c’è l’approvazione di una legge regionale del settore, già da tempo richiesta dalle Confcooperative. Ai lavori presso la sala riunioni del Caffè Letterario, in via delle Caserme, hanno partecipato il vicepresidente nazionale vicario dell’associazione, Carlo Mitra, ed il neopresidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, al quale è stata consegnata la proposta dell’associazione per la definizione della legge regionale di riordino del settore. Confcooperative è la principale organizzazione di rappresentanza, assistenza e tutela del movimento cooperativo e delle imprese sociali. Si ispira ai principi cooperativi, fissati e periodicamente aggiornati dall’ACI (Alleanza Cooperativa Internazionale) e ne promuove lo sviluppo, la crescita e la diffusione. Conta a livello regionale su oltre 30mila soci, che operano nelle quasi 400 imprese cooperative associate, il cui fatturato complessivo si aggira intorno ai 600 milioni di euro, escluse le Banche di Credito cooperativo e le cooperative di garanzia. Fanno parte di Confcooperative Abruzzo, infatti, gli 8 istituti di credito abruzzesi (Bcc), con 51 sportelli e 17.337 soci. Sono 10.647 invece i soci delle 7 cooperative di garanzia del Sistema regionale

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azienda partner

Bernocchi Infissi, porte aperte alla qualità Specializzata in infissi per tutte le soluzioni, l’azienda teatina vanta un’esperienza che solo le più importanti realtà raggiungono. Il segreto? La fiducia della clientela conquistata ogni giorno

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e parole chiave della Bernocchi Infissi sono qualità e serietà. È questo che ha consentito all’azienda di meritare un successo che dura da trent’anni anni ed essere all’avanguardia per innovazione, tecnologie ed esperienza maturata sul campo. Il contatto con la clientela, una fiducia fondata sull’ascolto, sulla ricerca di nuove idee per tutto quel che riguarda porte e finestre. E non solo. A capo dell’azienda Ugo Bernocchi, fondatore e titolare, che ha investito tutte le competenze necessarie per portarla a livelli di assoluto prestigio. «È il contatto diretto con la gente –afferma Ugo Bernocchi– che ci ha permesso di intuire le tendenze e le richieste che mano a mano, nel corso degli anni, sono mutate e si sono affermate. Oggi le persone hanno capito che il risparmio più grande deriva dalla qualità, dall’investire in qualcosa che duri nel tempo, che abbia tutte le caratteristiche per soddisfare appieno le proprie


» redazionale in collaborazione con Bernocchi

esigenze. I nostri clienti vanno dal privato alle piccole aziende, fino a raggiungere le grandi imprese costruttrici che sempre più si rivolgono a noi per tutto quel che concerne gli infissi». Per la posa in opera di porte e finestre, la Bernocchi Infissi si avvale di uno specializzato staff interno di tecnici, preparato e pronto a far fronte a qualsivoglia inconveniente. Ma la forza dell’azienda risiede anche nella parte progettuale. Una fase in cui vengono presi in considerazione tutti gli aspetti e le soluzioni più adatte a seconda della situazione e delle priorità. Inoltre ogni porta, portoncino, finestra e scala della Bernocchi è accompagnata da garanzia e da assistenza completa. Tra i punti di forza dell’azienda la puntualità nelle consegne, oltre alla precisione nella posa in opera, la consulenza tecnica sul cantiere e l’alta serietà in fase di assistenza e preventivi. «Solo conoscendo le vere esigenze del cliente si diventa leader –commenta Ugo Bernocchi– offriamo un’ampia scelta, impossibile non esaudire i desideri di ognuno. La casa, ricordiamocelo, è il luogo che accoglierà gran parte del nostro tempo e per questo merita di essere curata e dotata di infissi certificati, innovativi, che garantiscono, inoltre, un gran risparmio energetico, ben il 20% rispetto agli sprechi che si riscontrano con i vecchi infissi. Il discorso quindi si fa più ampio, coinvolge la spesa, il risparmio, l’ambiente, la qualità della nostra vita». Porte e finestre si abbinano con tutti gli stili di arredamento, dando a ogni ambiente quei tratti peculiari di fascino, colore ed eleganza. Nell’ampio e variegato mondo Bernocchi è possibile trovare porte in ciliegio, rovere, noce nazionale, wengè, acero come anche laccate opache o lucide, in alluminio, massello, lamellare e molto altro. Comprese tutte le tipologie di apertura, dalla porta battente a più ante, alle porte scorrevoli esterne al muro, a scomparsa o a libro. Inoltre la Bernocchi Infissi dispone di una vasta scelta anche per uso industriale e in linea con le normative esistenti quali porte tagliafuoco, antipanico e multiuso. E ancora, porte di sicurezza per qualsiasi impiego, per uso residenziale e per comunità, persiane blindate, grate, casseforti, una gamma completa che risponde ad ogni problema di protezione fino ad arrivare alle più moderne porte con apertura a scheda elettronica, tutte rigorosamente coperte da certificazione europea.

Nello showroom di Montesilvano in via Vestina e nella sala espositiva della sede di Torrevecchia Teatina, lungo la Fondovalle Alento, uno staff preparato è a completa disposizione per fornire tutte le informazioni e soddisfare curiosità e richieste. Anche perché il mondo Bernocchi non si ferma qui ma va ben oltre

Ugo Bernocchi, fondatore e titolare della Bernocchi Infissi

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azienda partner

Edilmet, trentennio di successi

Un traguardo conquistato con il passaparola dei clienti, tra i quali importanti gruppi industriali. Parlano le realizzazioni già effettuate per l’azienda teatina specializzata in prefabbricati e strutture spaziali, edilizia e metallica

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rogettazione e realizzazione di strutture in metallo, capannoni chiavi in mano coibentati, prefabbricati industriali, coperture di abitazioni, lavorazione lamiere in acciaio zincato, rame, acciaio inox ed alluminio. È lavoro per Edilmet, un’azienda teatina nata nel 1979 dal rilevamento di una piccola azienda artigianale, che nel corso del tempo ha saputo imporsi sul mercato, come testimoniano numeri e clientela. Oggi, fra personale interno, consulenti e collaboratori esterni, la Edilmet conta su un numero di dipendenti che oscilla fra le venti e le trenta unità. Un gruppo di persone qualificate e competenti, in grado di garantire lavori sempre ottimali e la massima serietà e assistenza. Con il trentesimo anno, conquistato con grandi soddisfazioni, arriva per l’azienda anche il terzo anno di certificazione ISO 9001:2000, con il RINA, ovvero uno degli enti di certificazione della qualità più importanti al mondo. Un segno,


» redazionale in collaborazione con Edilmet

la struttura realizzata dal Gruppo Edilmet per conto della Cantina Zaccagnini

questo, che Edilmet continua a percorre la strada giusta e che l’esperienza maturata si trasforma in forza competitiva e alta professionalità. A riconoscerne le doti, i grandi gruppi industriali che si sono serviti per anni del lavoro specializzato di questa azienda. Fra questi va ricordata la Merker Yshima che ha affidato alla Edilmet la copertura dei suoi capannoni per circa 42mila mq e la realizzazione delle strutture riguardanti la palazzina  uffici e l’ingresso allo stabilimento, più tutte le opere del rivestimento perimetrale. Ma la Merker non è la sola, anche Tekal e Dayco Europe continuano a servirsi del lavoro di Edilmet, cosa che rende l’azienda un vero e proprio partner per il successo. Particolare e non meno importante è stata poi la realizzazione, qualche anno fa, della piattaforma marina fissa “Posidonia” per l’allevamento ittico. Più recenti sono invece i lavori di costruzione di un capannone completo -della grandezza di 11mila mq- per Di Muzio Laterizi.

Sono ancora i lavori stessi a parlare, a fare della Edilmet una delle realtà più ricercate e apprezzate, ecco perché ai suoi uomini sono state affidate tutte le opere per il rivestimento perimetrale del centro commerciale Megalò di Chieti, con le tre  pensiline d’ingresso di 33 metri di lunghezza e quella unica d’ingresso di ben 44 metri. Inoltre, da anni, le cantine Tollo, Sincarpa e Zaccagnini sono tra i suoi clienti più affezionati. Non a caso Edilmet è stata protagonista del nuovo progetto della Cantina Zaccagnini di realizzare una piazza sospesa sullo splendido paesaggio che si scorge dalla collina, ovvero una originale struttura a sbalzo di 15 metri a forma circolare. Restando quindi su altri nomi noti, la Walter Tosto, società leader nella progettazione e realizzazione dei serbatoi, gli ha affidato nel tempo decine di lavori per la realizzazione e la manutenzione dei propri capannoni industriali e sta al momento curando il montaggio, presso gli stabilimenti di Ortona porto, di strutture in ferro con annesse coperture e opere di completamento. In questi ultimi tempi, invece, con le imprese De Cesare e Di Cosmo, sta partecipando alla costruzione del padiglione di cardiochirurgia dell’Opedale Ss Annunziata di Chieti. Forse per l’alta adattabilità ai lavori da eseguire, per la professionalità che la contraddistingue, il radicamento nel territorio è ormai forte. Un successo dettato da un passaparola spontaneo che l’ha fatta conoscere negli anni e ne evidenzia sempre più capacità, serietà e spirito di innovazione. Come ben dimostrato da chi si affida a Edilmet

una struttura in metallo

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seminari&convegni » di Massimo Avenali

«RIDURRE GLI INCIDENTI È UNA PRIORITÀ» Così Dino Di Vincenzo, presidente della Camera di Commercio di Chieti, tra le prime in Italia a mettere in campo importanti risorse per la sicurezza nei luoghi di lavoro

i relatori del seminario dedicato a “L’apertura del cantiere mobile”

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dati relativi agli infortuni sul lavoro dicono che, a fronte di un aumento di occupati negli ultimi due anni, è diminuita in maniera significativa la percentuale delle denunce. Si tratta

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di notizie che non possono indurre in nessun modo ad abbassare la guardia nell’affrontare un problema così complesso, ma che confortano e testimoniano quanto l’opera di sensibilizzazione avviata a più

livelli da enti e da organizzazioni di categoria stia cominciando pian piano ad affermare una nuova cultura della sicurezza. La Camera di Commercio di Chieti -guidata dall’imprenditore Dino Di


Vincenzo- è stata tra le prime in Italia a mettere in campo importanti risorse finanziarie e tecniche per favorire un’intensa attività di informazione e di formazione rivolta agli operatori del settore di tutti i comparti produttivi, capace di generare una moltitudine di interventi che vanno dall’organizzazione di corsi di aggiornamento (in aula e sul campo) alla pubblicazione di testi per l’applicazione di una normativa sempre in evoluzione. «Che ci sia crescente attenzione ai problemi della sicurezza –spiega Di Vincenzo– lo dimostra l’alta frequentazione delle iniziative che organizziamo periodicamente di concerto con gli altri enti locali». Ultima in ordine di tempo il ciclo di otto seminari settimanali organizzati tra dicembre e marzo dall’Agenzia di Sviluppo della Camera di Commercio di Chieti in collaborazione con Ance Chieti, Ance

Abruzzo e Prefettura di Chieti e dedicati all’argomento “L’apertura del cantiere mobile”, con l’obiettivo di fornire agli operatori del settore, consulenti e imprenditori, aggiornamenti e approfondimenti sugli aspetti fondamentali della materia legata ai piccoli cantieri e su temi quali regole giuridiche, contratti di lavoro, ruolo degli enti paritetici, normative ambientali, igiene e codice degli appalti. «Ridurre il più possibile la catena di incidenti sui luoghi di lavoro è una priorità – spiega il Presidente dell’ente camerale Dino Di Vincenzo – e questo può essere un obiettivo raggiungibile solo se vengono effettuati investimenti per sensibilizzare gli addetti e coloro che occupano ruoli di responsabilità e di vigilanza all’interno dei cantieri dove la maggior parte degli infortuni scaturisce dallo scarso rispetto delle regole e dalla scarsa idoneità

in prima fila al centro il Cav. Dino Di Vincenzo

tecnico-professionale ed organizzativa delle imprese e dei lavoratori. La materia della sicurezza è in continua evoluzione ed è necessario confrontare le esperienze ed evidenziare i vantaggi di una corretta applicazione delle procedure»

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seminari&convegni » di Massimo Avenali

RIFIUTI PERICOLOSI, ARRIVA LO SPORTELLO MUD Novità in tema di “Modello Unico di Dichiarazione ambientale” 2009. A sostegno degli imprenditori un servizio di assistenza specializzata di Confindustria Pescara

Franco Pietrantonio durante il suo intervento

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il modello attraverso il quale devono essere denunciati i rifiuti pericolosi prodotti dalle attività economiche, i rifiuti raccolti dal Comune e quelli smaltiti, avviati al recupero o tra-

» foto di Simone Cerio

sportati. Ma districarsi tra adempimenti e innovazioni normative riguardanti il MUD Modello Unico di Dichiarazione Ambientale è tutt’altro che facile. Per fare chiarezza su adempimenti e modalità e guidare

gli imprenditori attraverso norme e direttive -le ultime introdotte con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2 dicembre 2008- scende in campo Confindustria Pescara in collaborazione con

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seminari&convegni

il dépliant informativo di Sipe e Servizi C&D

Sipe e Servizi C&D. Tra le novità del decreto, la possibilità di presentazione del Mud, tramite la sezione semplificata, per un maggior numero di soggetti. Un’opzione riservata ai produttori iniziali di rifiuti che, nella propria unità locale, ne producono non più di cinque e, per ogni rifiuto, utilizzano non più di tre trasportatori e non più di tre destinatari finali. Ma ancora, secondo le linee da seguire per il 2009, viene introdotta la possibilità di compilazione del Mud su supporto cartaceo per i comuni con meno di 5mila abitanti, con conseguente obbligo di trasmissione della dichiarazione tramite spedizione postale. Per tutti gli altri soggetti, ovvero produttori con più di cinque rifiuti, comuni con oltre 5mila abitanti, operatori del settore, intermediari e consorzi, resta l’obbligo di presentazione del modulo attraverso mezzi telematici, mentre non è più prevista la possibilità di presentare il modulo su supporti quali floppy-disk o CDRom. In ogni caso è esclusa la pre-

sentazione del Mud a mano presso gli sportelli. Infine altre novità riguardano particolari sezioni, con relative schede ed allegati, per quei soggetti tenuti alla presentazione del Mud sempre tramite invio telematico. A spiegare i vari punti e le soluzioni possibili, in un incontro tenutosi a Confindustria Pescara a inizio febbraio, Mauro Angelucci, presidente Sipe, e Franco Pietrantonio, amministratore della Servizi C&D. Società, quest’ultima, che fornisce una serie di servizi legati alla sicurezza e all’ecologia, a tutti gli aspetti di compatibilità tra lavoro in cantiere e ambiente circostante. Grazie a questa cooperazione, ecco la nascita di uno sportello che andrà direttamente al problema. I servizi erogati, infatti, mireranno alla semplificazione degli adempimenti ambientali per i piccoli produttori di rifiuti e alla consulenza sulle varie tematiche connesse. Comprese quindi le difficoltà più tangibili, come la redazione del registro di carico e scarico rifiuti e

la presentazione annuale della dichiarazione ambientale in Camera di Commercio. Inoltre l’appoggio dato riguarderà la gestione dei servizi di cantiere, con rifiuti, noleggi e intermediazioni. Secondo la legge, infatti, i soggetti la cui produzione annua di rifiuti non eccede le dieci tonnellate di rifiuti non pericolosi, possono adempiere all’obbligo della tenuta dei registri di carico e scarico degli stessi, anche tramite le organizzazioni di categoria o loro società di servizi. Queste, a loro volta, devono annotare i dati richiesti con cadenza mensile, mantenendo nella sede dell’impresa copia di quanto trasmesso agli enti preposti. Lo sportello, tra i vari vantaggi riservati agli associati, presenta quello di avere un solo registro per più unità locali depositato nella sede di Confindustria Pescara, cosa che si trasforma in risparmio di tempo e denaro, oltre alla delega della responsabilità per la corretta tenuta del registro

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seminari&convegni » di Eleonora Lopes

CHIETI IN PRIMA LINEA NELLA LOTTA AL TUMORE Le importanti scoperte del professor Saverio Alberti e del suo team, al centro di un incontro del Rotary Club del neo presidente Ettore Del Grosso

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l ristorante Casina dei Tigli di Chieti, in un’atmosfera conviviale, si sono riuniti tutti gli esponenti del Rotary Club di Chieti Ovest. Professionisti, imprenditori e diversi rappresentanti dell’economia locale. D’altronde, l’occasione era davvero importante: l’incontro con il professor Saverio Alberti, l’uomo che insieme al suo team ha scoperto un gene rivelatosi importante per la diagnosi e la cura dei tumori. Tutti i mezzi di comunicazione nazionali hanno dato di recente ampio risalto ai risultati di questa innovativa ricerca, condotta presso il CESI di Chieti dal gruppo di lavoro del prof. Alberti. Lo studio ha dimostrato l’esistenza di un nuovo meccanismo di sviluppo di tumori nell’uomo, attraverso una molecola mai precedentemente descritta, aprendo vie potenziali totalmente nuove per la cura del cancro e prospettive inattese di prevenzione dello sviluppo dei tumori. «Non potevamo certo –ha dichiarato il neo presidente Rotary Club Chieti Ovest Ettore Del Grosso- farci sfuggire l’occasione di incontrare il prof. Alberti, un uomo straordina-

rio, uno scienziato eccellente, autore di 148 pubblicazioni, di cui 84 internazionali. Alberti è anche titolare di tre brevetti su nuove cure anti-tumorali e di tre brevetti su nuovi biosensori per DNA e proteine e, soprattutto, è un rotariano». Il suo laboratorio ha anche identificato molecole presenti nella maggioranza dei tumori nell’uomo e responsabili della loro crescita. Sono state sviluppate anche nuove cure anti-cancro, ora in fase di sperimentazione. Il CESI è un Centro di eccellenza del MIUR nato nel 2003 per favorire la convergenza di competenze scientifiche ed industriali nazionali ed internazionali su ricerche inerenti malattie tumorali, cardiovascolari e del sistema nervoso. Il centro è dotato di strutture, organizzazione ed equipaggiamento di ultima generazione, ospita laboratori di biologia molecolare, biochimica, biologia cellulare, genetica, genomica, proteomica ed è sede di numerosi dottorati e scuole di specializzazione oltre che di un centro avanzato di sperimentazione clinica, unica struttura accademica di questo tipo in Italia. E non dimentichiamo che si trova a Chieti.

al centro: il professor Saverio Alberti e il presidente del Rotary Club Chieti Ovest Ettore Del Grosso

Il presidente Del Grosso ha assicurato i numerosi ospiti che questo sarà il primo di una lunga serie di incontri nel corso dei quali saranno invitati a parlare esponenti politici, imprenditori e professionisti con il fine di creare una rete di contatti sempre più amplia e contribuire a iniziative umanitarie. «Tra i miei obiettivi –ha concluso Del Grosso- c’è quello di cambiare nome al nostro Club per allargare l’area metropolitana dei nostri associati già provenienti da tutto l’Abruzzo e non solo da Chieti»

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seminari&convegni » di Laura Tinari

POLITICA? NO GRAZIE Crisi dei partiti, incapacità di risolvere i problemi della gente, lontananza dalla società civile, sfiducia crescente da parte dei cittadini. Questi i temi di un interessante dibattito organizzato a Teramo dai Giovani Imprenditori. C’è chi dice: «Potere alle donne»

da sinistra: Carlo Costantini, Paolo Tancredi, Fabio Spinosa, Remo Gaspari e Mauro Barnabei

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porca, brutta e cattiva. È davvero diventata così la politica italiana? Su questo tema, venerdì 20 febbraio nella sala convegni di Confindustria Teramo, si sono confrontati tre importanti esponenti della politica abruzzese, il consi-

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gliere regionale Carlo Costantini, l’ex ministro Remo Gaspari e il sen. Paolo Tancredi, che insieme a Fabio Spinosa Pingue, presidente Regionale Giovani Imprenditori e Mauro Barnabei, presidente GI di Teramo, hanno esaminato le cause del distacco dei cittadini italia-

ni dalla politica. Al dibattito ha partecipato anche Francesco Delzìo, direttore Gruppo Piaggio, che nell’occasione ha presentato il suo ultimo libro Politica ground zero. Impietoso il giudizio di Barnabei: la politica ormai si svolge prevalentemente nei salotti televisivi,


attraverso dibattiti che sanno solo di campagna elettorale. Spinosa Pingue ha richiamato l’attenzione sui tanti giovani coraggiosi e determinati, che vogliono continuare a fare impresa in Abruzzo e per questo chiedono le condizioni per recuperare la competitività: «A noi non piace quello sport nazionale secondo cui sono gli altri a dover cambiare. Gli imprenditori sono persone illuminate e sta anche a noi spingere sull’acceleratore per fare i cambiamenti che riteniamo necessari». Il ministro ha prima rimproverato gli industriali, «La vostra voce non si è sentita mai quando si trattava di dare un contributo di idee ai politici» e poi ha dato una stoccata ai parlamentari abruzzesi, accusati di non fare proposte adeguate per risollevare la situazione della propria regione. Centrale è il rapporto tra politica e società civile, oggi quanto mai distanti: i partiti sembrano non esistere più e i cittadini hanno cambiato le loro richieste, che non sono più di qualità. Eppure un tempo, come ha ricordato il ministro, erano loro a dettare l’agenda politica. Su questo ha concordato anche Carlo Costantini: «L’interesse generale era il punto d’arrivo dell’agire politico. Trent’anni fa esisteva un grande dibattito in aula, che permetteva a Gaspari di parlare della propria terra, oggi invece si va avanti a decreti legge». Secondo il sen. Tancredi la crisi che oggi vive la politica affonda le sue radici nella fine della Prima Repubblica. «Ho iniziato nel 1999 e oggi sento il peso del fallimento della Seconda Repubblica. La politica dal ‘92 non è cambiata molto. Ho grande stima della DC, di cui mio padre era un importante

tra i relatori intervenuti all’incontro a fianco all’ex ministro Gaspari, Francesco Delzìo direttore del Gruppo Piaggio

esponente, ma già allora c’era il distacco dei parlamentari dai propri territori». A concludere Francesco Delzìo, che si è soffermato sulla capacità progettuale che la politica aveva e sulla sua immagine di oggi, priva di quella forza e autorità che l’hanno sempre contraddistinta. Il suo libro, uscito ad ottobre 2008, narra del viaggio di un giovane manager tra le macerie della politica. Ne abbiamo parlato con lui. Da cosa nasce la delusione nei confronti di una politica che non sa più rappresentare? «La politica italiana esclude da sé più del 50% dei cittadini, cioè i giovani e le donne. Questo è molto grave e le toglie la capacità pragmatica di risolvere i problemi della gente, rendendola distante dalle difficoltà vere dei cittadini». Ad accompagnarla in questo viaggio sono otto politiche italiane, perché ha scelto delle donne come guida? «Le ho scelte perché oggi sono escluse dalla politica e dal potere all’interno dei partiti e perché credo che se loro fossero protagoniste attive, potrebbe aumentare sia la fiducia dei cittadini nella politica sia la capacità della politica di leggere i loro bisogni».

Politica ground zero e Generazione Tuareg sono legati in un progetto di lettura dell’Italia e restituiscono una pagina negativa della sua storia (giovani senza più certezze e politica in crisi). Ma fino a che punto è pessimistica la visione che Delzìo ha del suo tempo? «L’immagine più efficace è quella di ground zero: la morte della politica e il cratere lasciato in tutti noi da questa morte, ossia la sfiducia radicale nella possibilità di incidere nella politica e della politica di governare il mondo. Ma esiste la speranza, che io ho molto forte ma che viene frustrata quotidianamente da ciò che vedo, ossia che dal cratere si possa ricostruire qualcosa di molto più vicino ai bisogni dei cittadini». Quanto è importante per i giovani imprenditori ragionare su questo tema? «I giovani imprenditori hanno avuto in Italia una straordinaria funzione storica: far uscire gli imprenditori dai cancelli delle loro fabbriche per costruire un ponte tra impresa e società. E credo che oggi nella loro visione, che concilia l’interesse dell’impresa con quelli più generali, ci sia il seme che può far rinascere la pianta della politica in Italia»

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eventi

I magnifici sette della cucina abruzzese Li unisce un patrimonio di valori comuni e l’idea di rinnovare i piatti della gastronomia regionale restando fedeli alla propria cultura. Ristoratori affermati che condividono esperienze, progetti, capacità di accoglienza

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alvolta mettendo su un’azienda non si immagina fino in fondo il suo futuro. Talvolta una semplice trattoria, nata come punto di ritrovo per operai e autisti di passaggio, si trasforma in un ristorante di lusso, esempio di eleganza e raffinatezza, fermo restando quella qualità che da sempre accompagna i migliori piatti della cucina locale, preparati con materie prime sicure e sane. Nasce proprio per difendere la tradizione gastronomica della nostra regione l’Associazione “Qualità Abruzzo”. Parlando di qualità, non si può infatti non citare il settebello della ristorazione abruzzese Beccaceci, L’Angolo d’Abruzzo, L’Angolino da Filippo, Elodia, La Bandiera, Cafè Les Paillotes, Villa Maiella. Le sette eccellenze della nostra cucina, soci-cofondatori dell’Associazione, sono state consacrate dall’autorevole e unanime giudizio delle guide gastronomiche nazionali. Il patrimonio di valori condivisi, nel rispetto delle tipicità agroalimentari e vinicole della regione e la capacità di saper sempre valorizzare una cucina capace di rinnovarsi pur restando fedele alla propria cultura, è ciò che lega questi ristoranti. “Qualità Abruzzo” è in tal senso una vera e propria rete di operatori e imprenditori che condividono sapere, esperienze, progetti all’interno del sistema enogastronomico abruzzese. I titolari dei sette locali sono da sempre un esempio di calore, cortesia e accoglienza. Conosciamoli meglio.


» redazionale in collaborazione con l’associazione Qualità Abruzzo

Andrea Beccaceci Beccaceci, Giulianova Nipote del fondatore del ristorante, guida oggi l’azienda di famiglia. Apprezzato ristoratore, ha saputo rileggere la tradizionale identità della cucina di mare, inserendola in un contesto di classica eleganza e attenzione per ogni dettaglio. Accanto a lui sua madre Anna, capitano della cucina dal 1955.

Lanfranco Centofanti L’Angolo d’Abruzzo, Carsoli Competenza e passione, è con queste doti che Lanfranco Centofanti difende la stagionalità dei cibi, l’autenticità dei prodotti della tradizione e la vera identità della cucina abruzzese. È titolare del locale dal 1986 e oggi nella gestione può contare anche sul brio e la creatività dei figli Valentina e Valerio.

Carlo De Santis L’angolino da Filippo, San Vito Chietino Il locale si distingue per una gestione da sempre familiare, che spinge oggi il titolare, Carlo De Santis, a seguire personalmente tutti gli acquisti e la cura di ogni dettaglio. Nella conduzione di questo piccolo ed elegante ristorante è affiancato da sua moglie Patrizia, regina della sala.

Antonello Moscardi Elodia, Camarda - L’Aquila Sommelier professionista, manager e responsabile di cantina e sala, è lui a guidare con successo il ristorante di famiglia. Dal 1974 una squadra di donne, Vilma e Nadia a cui mamma Elodia ha passato il testimone, governa i fornelli, per portare in tavola piatti del passato rivisti in chiave moderna per tecniche di esecuzione e presentazione.

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eventi

» redazionale in collaborazione con l’associazione Qualità Abruzzo

Marcello Spadone - La Bandiera, Civitella Casanova Figlio d’arte, quarantuno anni passati quasi tutti in cucina accanto a sua madre Anna. Ha frequentato l’Istituto Alberghiero a Pescara e si è perfezionato nei migliori ristoranti italiani. Oggi, insieme a sua moglie Bruna, preziosissima compagna, è uno degli interpreti più apprezzati della cucina abruzzese, attento ai sapori della tradizione. La Bandiera ha tre eleganti camere arredate con cura.

Peppino Tinari Villa Maiella, Guardiagrele La ricercatezza negli accostamenti delle risorse del territorio: è questo che lo ispira. Cresciuto nella trattoria dei genitori Ginetta e Arcangelo, si diploma all’Istituto Alberghiero e si perfeziona al Cipriani di Venezia. È il protagonista di numerosi eventi nazionali e internazionali. Il suo alter ego è la moglie Angela, particolarmente attenta alla pasticceria e al foie gras. Nel locale 14 confortevoli camere e una cantina molto ricca, gestita con passione e professionalità dal sommelier Nicola Boschetti.

Antonio Strammiello - Cafè Les Paillotes, Pescara Ha solo ventinove anni ed è uno dei più promettente allievi di quell’Heinz Beck considerato tra i migliori chef del mondo con il suo ristorante La Pergola all’ultimo piano dell’Hotel Cavalieri Hilton di Roma. Strammiello vanta un bagaglio professionale fatto di conoscenza delle materie prime, delle moderne tecniche ed attrezzature e di grande sensibilità creativa. Nel locale di Pescara, nato per mano di Antonio Filippo De Cecco, lo coadiuva il manager Andrea Zana

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eventi

Grandi atleti a Pescara 2009 Il commissario straordinario Mario Pescante al lavoro per assicurare i migliori testimoni dello sport internazionale ai prossimi giochi del mediterraneo. Le cerimonie di apertura e chiusura alla K-event del prestigioso gruppo FilmMaster

Il Presidente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) Jaques Rogge

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i sarà anche Jacques Rogge, presidente del Comitato Olimpico Internazionale, alla cerimonia di apertura dei Giochi del Mediterraneo 2009. Lo ha annunciato a fine gennaio il presidente del Coni, Gianni Petrucci, intervenuto alla conferenza stampa che si è svolta a Pescara, nella sede del Comitato Organizzatore, per il consueto incontro con gli organi di informazione del presidente del CIJM, Amar Addadi. Molte le novità emerse e fra queste, quelle sottolineate dal commissario straordinario  Mario  Pescante: fissata la cerimonia per il sorteggio dei gironi che si svolgerà a 50 giorni dai Giochi; a 100 giorni dall’evento, invece, sarà organizzata una “suggestiva manifestazione di carattere culturale” con l’esibizione di “un’orchestra Mediterranea”. Assegnata anche la gara d’appalto delle cerimonie di apertura e chiusura: sarà la K-events, società del gruppo FilmMaster, a curare l’evento. Si tratta di un’azienda che nel curriculum vanta, fra le altre cose, l’organizzazione delle cerimonie di Torino 2006 e delle Paraolimpiadi e l’evento di lancio della nuova Fiat 500 a Torino. Atmosfera nuova, nuovo clima, due definizioni che sono state usate spesso nel corso dell’incontro con i giornalisti sia da Pescante che da Addadi. Il presidente del CIJM, infatti, ha dichiarato: «Si respira aria nuova, sintomo della mobilitazione di tutti». Parlando dello stato dei lavori ha affermato che «ora bisogna mettere il turbo» ma che non è preoccupato rispetto all’andamento dell’organizzazione. Rispondendo alle domande dei giornalisti  sullo stato dei lavori negli impianti, ha sottolineato: «Sono sereno anche rispetto al Villaggio Mediterraneo».


» redazionale in collaborazione con l’area Media dei Giochi del Mediterraneo 2009

da sinistra: il presidente del Coni Nazionale Gianni Petrucci, il presidente del CIJM (Comitato Internazionale Giochi del Mediterraneo) Amar Addadi, il commissario straordinario dei Giochi On. Mario Pescante, il direttore generale dei Giochi prof. Mario Di Marco

Petrucci si è detto convinto che: «Il Governo ha molto a cuore le sorti di Pescara 2009 e io stesso farò visite molto più frequenti. Non va dimenticato che l’Italia è il Paese più medagliato nella storia dei Giochi; anche per questo ci teniamo a fare bella figura e lavoreremo per portare le migliori squadre. Ancora qualche ansia sui finanziamenti ma sono convinto che Pescante, su questo specifico aspetto, possa fare molto». Assente per motivi istituzionali il presidente di Pescara 2009, l’onorevole Sabatino Aracu, il quale, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Dopo aver auspicato l’arrivo di Pescante, oggi, anch’io sono molto soddisfatto per la ritrovata unità d’intenti». E sull’importanza della qualità dei partecipanti, lo stesso Pescante, ha ribadito la volontà di garantire un alto livello qualitativo degli atleti e delle squadre e ha annunciato che, a questo scopo, lui e il suo collaboratore, Roberto Fabbricini, insieme ad una delegazione ufficiale di Parlamentari, si recheranno in visita nei Paesi del nord e del sud del Mediterraneo, per incontrare i massimi rappresentanti dei Comitati Olimpici in maniera da sollecitare l’arrivo a Pescara 2009 dei migliori testimoni dello sport internazionale. Il commissario straordinario ha sottolineato il grande valore di questa edizione dei Giochi da un punto di vista culturale e politico: «Ci sono popoli e Paesi che stanno soffrendo, ai Giochi si ritroveranno non come nemici ma come avversari: Pescara offrirà loro questa occasione». Molta attenzione, secondo Pescante, va prestata anche a Paesi come Siria e Libano; e di quest’ultima nazione era presidente del Comitato Olimpico: Souhail Khouri

LE PREMESSE DI UN GRANDE SPETTACOLO Ad aggiudicarsi la gara (2.500.000 euro) delle cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi del Mediterraneo è stata una Associazione temporanea di imprese, (mandataria K-Events) composta da tre società appartenenti al Gruppo FilmMaster, il principale gruppo italiano di produzione spot pubblicitari che organizza grandi eventi di spettacolo per aziende ed enti. Tra i maggiori eventi realizzati, la produzione esecutiva delle Cerimonie di Apertura e Chiusura dei Giochi Olimpici invernali di Torino 2006, la Cerimonia di Apertura dei Giochi Paraolimpici di Torino 2006 (compreso l’evento di presentazione del viaggio della fiamma Paralimpica a Roma). Inoltre il Flag hand-over tra Torino e Salt Lake City durante la Cerimonia di Chiusura dei Giochi Invernali di SLC del 2002, nonché, nel mondo sportivo, nel 2008 la Cerimonia di Apertura degli Europei di Taekwondo a Roma e la celebrazione del Centenario dell’Internazionale FC allo Stadio Meazza di Milano. Tra gli eventi aziendali il più importante è il lancio della Fiat 500 con uno show sul fiume Po a Torino nel luglio 2007. Insieme alla K-event, in Abruzzo, arrivano l’australiano Rich Birch, director producer, fra le altre cose, delle più spettacolari cerimonie olimpiche che a Pechino ha lavorato a fianco del regista Zhang Yimou, e Marco Balich, veneziano, che ha esordito con il mitico concerto dei Pink Floyd sulla laguna nel 1989. Balich ha inventato l’ Heineken Jammin Festival ed è stato direttore artistico delle Olimpiadi di Torino nel 2006.

Un momento della cerimonia di apertura delle olimpiadi di Pechino

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eventi » di Lucia Mancini

TORANO NUOVO, GUSTO E SOLE

La CPL Concordia, per volontà del sindaco Dino Pepe, realizzerà un campo fotovoltaico da un milione e mezzo di Kilowatt. Nell’area sarà attivo anche un allevamento di asini. L’idea è un chiaro esempio di rispetto della natura e risparmio energetico

È

il momento del fotovoltaico. Tanto che a Torano Nuovo, comune teramano adagiato tra le colline della laboriosa Val Vibrata, sarà realizzato un impianto con una produzione annua di circa un milione e mezzo di kilowatt. Energia pulita e rinnovabile in grado di coprire il fabbisogno di oltre 500 famiglie. L’idea è dell’Amministrazione comunale con in testa il sindaco, Dino Pepe.

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eventi

una veduta del borgo di Torano

La realizzazione dell’opera e la gestione venticinquennale saranno affidate alla CPL Concordia, una società cooperativa di Concordia sulla Secchia, in provincia di Modena, ma che ha, proprio in Val Vibrata, una delle sedi più dinamiche. Alfredo Lupi, responsabile di area adriatica della CPL Concordia spiega le caratteristiche dell’impianto che sarà realizzato: «Il campo fotovoltaico di Torano Nuovo avrà una potenza nominale di 999,60 KWp – e aggiunge – verrà installato su un terreno avente una superficie complessiva di oltre 38mila metri quadrati. Circa un quarto della estensione totale verrà occupata dai moduli fotovoltaici, che saranno ancorati a terra ad un altezza di circa un metro e mezzo. L’energia elettrica prodotta dal campo fotovoltaico attraverso l’irradiamento solare, verrà interamente ceduta all’ENEL Distribuzione, fatta eccezione degli autoconsumi per i sistemi ausiliari dell’impianto. L’intero terreno ceduto in locazione dall’Amministrazione Comunale di Torano Nuovo, verrà recintato e dotato di un impianto di antintrusione di tipo perimetrale che consentirà di avere un controllo costante 24 ore su 24».

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Per la locazione del terreno, l’Amministrazione Comunale di Torano Nuovo, oltre a ricevere, un canone fisso, che già incamera sin dalla consegna del terreno, avvenuta lo scorso mese di Agosto, incasserà dalla CPL Concordia una percentuale correlata all’energia elettrica effettivamente prodotta nel corso di ogni anno solare, per l’intera durata contrattuale. «Rispetto ad una crisi di tale gravità – esclama Dino Pepe, sindaco di Torano Nuovo – si impongono soluzioni incisive e decisioni rapide, tali da fronteggiare l’immediato e far ripartire l’economia su basi nuove e più avanzate, sul piano sociale e su quello ambientale». Il primo cittadino spiega così i motivi che hanno condotto l’Amministrazione a dotare il proprio territorio di un campo fotovoltaico da installare su un terreno di proprietà comunale: «Il forte squilibrio ambientale impone la necessità assoluta di risparmiare energia e mettere in campo progetti validi e concreti. Si tratta di coniugare l’uso accorto delle risorse con la tutela dell’ambiente. E magari la ricerca di nuove entrate finanziarie con lo sviluppo del territorio». Ma la genesi dell’idea è nata proprio dalla capacità propositiva della CPL Concordia, con a capo Alfredo Lupi: «Per la verità credo di potermi annoverare tra coloro che hanno, in qualche modo, “solleticato” la realizzazione dell’opera. La decisione di destinare un’area comunale per l’installazione di un campo fotovoltaico, si è concretizzata a seguito della partecipazione degli amministratori al convegno organizzato nella nostra sede di Sant’Omero, a dicembre 2007, che aveva come tema, appunto, lo “stato dell’arte” delle energie rinnovabili –e incalza– da quel momento si è messa in moto la “macchina”,

è stato individuato il sito ove realizzare l’installazione, in località Campodino, sono stati adottati tutti i provvedimenti necessari per la concretizzazione dell’iniziativa ed a seguito dell’effettuazione della gara d’appalto per l’individuazione del soggetto a cui locare il terreno comunale, la CPL Concordia è risultata aggiudicataria per la realizzazione dell’opera. Per effetto di ciò, nei prossimi mesi, dopo che saranno ultimate tutte le pratiche autorizzative, si darà inizio ai lavori, che presumibilmente dovrebbero concludersi entro la fine della prossima estate, per cui subito dopo si avvierà la produzione di energia elettrica». Sicuramente la solidità e la competenza della CPL Concordia che opera sia a livello nazionale che internazionale e vanta 110 anni di storia, con 1200 dipendenti e ben 9 sedi in Italia ha avuto il suo peso. Il ruolo, poi, della sede di Sant’Omero, che gestisce l’attività dell’area del medio e basso Adriatico (dalle Marche alla Puglia) e che occupa circa 140 dipendenti, tutti fortemente legati al territorio dove la società opera, e che avrà la piena responsabilità della gestione del campo fotovoltaico di Torano Nuovo, si è rilevato determinante. Ma non è finita qui, infatti, è allo studio, l’ipotesi di allestire all’interno del campo, al fine di tenere pulito il terreno, rispettando l’ambiente ed anche per non snaturarne la vocazione agricola, un allevamento di animali adatti allo scopo. Si sta pensando ad un allevamento di asini. Insomma, il 2009 sarà per Torano Nuovo un anno pieno di energia con i raggi del sole che illumineranno il comune, i propri abitanti, e la famosissima sagra. Motivi che hanno spinto il sindaco Dino Pepe a coniare lo slogan: «Paese del gusto e del sole». In tutti i sensi




eventi » di Eleonora Lopes

SE POTESSI AVERE QUALCHE LIRA AL MESE Singolare iniziativa del Gruppo Pingue: i clienti paghino pure con la vecchia moneta. Ed è subito successo

L

a crisi continua a dilagare, ma c’è chi -invece di rassegnarsi- si ingegna e cerca di affrontarla con iniziative diverse. Un esempio? Fabio Spinosa, amministratore del Gruppo Pingue, ha

deciso di offrire la possibilità ai suoi clienti di pagare con le vecchie lire. L’azienda agro-alimentare di Sulmona segue i suoi prodotti dalla coltivazione fino alla vendita diretta nei negozi di proprietà. «Abbiamo percepito –ha affermato

Spinosa- che c’erano ancora un po’ di lire in circolazione e così abbiamo pensato di offrire questo servizio ai clienti, perché magari per pochi spiccioli a Bankitalia non ci si va. Così abbiamo avuto modo di notare che molte persone, che for-

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eventi

se avevano messo da parte le lire per ricordo, pur di comprare da mangiare hanno deciso di spenderle: è un segno delle difficoltà delle famiglie in questo momento». Il positivo riscontro della clientela, ha spinto il Gruppo Pingue a prorogare la scadenza dell’iniziativa fino al 30 aprile. Così gli otto negozi delle Fattorie Pingue, sparsi tra Sulmona e Pescara, sono diventati per l’Abruzzo un luogo di riferimento, dove poter spendere le ultime monete di vecchio conio. Ad oggi sono state raccolte 13 milioni e 150 mila lire tra banconote e soprattutto spiccioli.

I personaggi che si recano nei punti vendita Pingue sono i più svariati: una signora che ha trovato circa 130 mila lire in barattoli di vetro della casa chiusa dei propri genitori defunti; un’altra, che ha trovato 50 mila lire in una tasca di un vecchio cappotto del figlio. Ma c’è anche chi viene a spendere somme davvero esigue. «Un signore –ci ha riferito Spinosa- ha portato un borsello pieno di monete. Un vecchio ambulante ha trovato sotto il sedile della propria auto 65 mila lire. Una signora, che aveva pensato di conservare almeno una banconota da dieci mila lire, da la-

sciare come ricordo ai figli, ha deciso di spenderla: doveva arrivare a fine mese». Molti clienti hanno chiesto informazioni e hanno manifestato l’intenzione di spendere le lire che ancora “circolano” in casa. Molte le persone mosse dall’esigenza di recuperare denaro per fronteggiare il caro vita. Anche la stampa nazionale ha dato spazio a questa singolare iniziativa: la rubrica del Tg2 “cultura&società” le ha dedicato un importante servizio. La conduttrice Paola Perego, ha ospitato il Gruppo Pingue a “Questa domenica” su Canale 5

Fabio Spinosa, amministratore del Gruppo Pingue

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eventi » di Jenny Viant

IL BUSINESS DEL TURISMO SI TINGE DI VERDE Il Parco Nazionale d’Abruzzo, in base a uno studio del Sole 24 Ore, si conferma la meta preferita tra le aree protette d’Italia. La tutela dell’ambiente non basta. È necessario valorizzare e sviluppare professionalità e competenze una veduta del Gran Sasso

L’

Abruzzo, “regione verde” si conferma un modello di business vincente. Il Parco Nazionale d’Abruzzo primeggia nella classifica dell’indice di gradimento dei parchi d’Italia. Questo è quanto emerge dal rap-

porto sul turismo natura edito da “Il Sole 24 Ore Business Media”. La relazione è curata dal Centro studi permanente dell’osservatorio Ecotur, unitamente all’università dell’Aquila, Regione Abruzzo, ENIT e ISTAT. Le statistiche confermano

che puntare e investire sullo sviluppo del “turismo natura” significa seguire il trend di crescita di un comparto che vanta un fatturato di 9,894 miliardi di euro. Aver salvaguardato il 28% del proprio territorio, testimonia che il sen-

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eventi

l’altopiano di Campo Imperatore

tiero del “turismo verde” è tutto da percorrere, senza trascurarne le insidie, con la certezza che conduce a risultati ragguardevoli in una prospettiva di lungo termine. L’attenzione dedicata al turismo sostenibile risulta sempre maggiore, sia da parte delle istituzioni sia da parte dei professionisti del settore, a tal proposito si riuniranno al Palacongressi di Montelsivano, dal 18 al 20 aprile, in occasione della XIX edizione della borsa del turismo “Ecotur Nature Tourist Workshop” e “I borghi più belli d’Italia”. A livello istituzionale cresce la sensibilità ambientale e non è casuale che alcuni giorni fa si sia svolta, presso la sede di Bruxelles della Regione Abruzzo, la conferenza La tutela dell’ambiente quale fattore di impulso del turismo. Ancora una volta si è dibattuto sulle opportunità di finanziamento offerte da programmi ed interventi comunitari. Fino a qualche decennio fa si riteneva che il settore turistico nel suo complesso fosse una smokless industry

(industria non inquinante) fonte di profitto e occupazione. Nell’arco degli anni l’evoluzione del settore ha fatto emergere le criticità, ad esempio le problematiche legate all’impatto ambientale, dimostrando che il potenziamento del turismo, e dell’ecoturismo in particolare, richiede strategie mirate che definiscano il ruolo e le responsabilità di tutti gli attori interessati. Oggi è inammissibile un modello di gestione basato sullo sfruttamento scriteriato di risorse naturali; urge creare e fomentare sinergie tra i vari segmenti del comparto “turismo natura”. Il primo segmento è costituito dai parchi e le aree protette, ma ne vanno aggiunti e considerati altri: la montagna, gli agriturismi, il mare –parchi e riserve marine- il turismo rurale, i borghi e, infine, il turismo lacuale, ritenuto un segmento emergente. La particolarità e versatilità del “turismo verde” lo rendono un settore di nicchia, fonte di attrazione per turisti stranieri e italiani, ap-

partenenti a una fascia di età prevalentemente tra 30 e 60 anni, alla ricerca di relax, ma anche desiderosi di scoprire cultura e tradizioni del territorio con l’enogastronomia al primo posto. Quest’ultima, tra l’atro, funge da traino per la rivalutazione dei prodotti tipici. L’incremento razionale delle presenze costituisce uno dei punti cruciali. Questo argomento è stato al centro della Conferenza internazionale sul turismo, “Destinazione Italia 2020”, svoltasi lo scorso mese a Torino. Tutti gli intervenuti, con a capo il presidente di Confturismo-Confcommercio, Bernabò Bocca, hanno ribadito la necessità di “fare sistema”. Il potenziale turista-cliente, grazie a una più mirata promozione e commercializzazione dell’Italia turistica, deve rimanere colpito dalla varietà dell’offerta. Non va trascurato che tutto ciò va sostenuto da un impianto organizzativo che garantisca un’adeguata accoglienza. Questa dovrebbe implicare un ottimo livello di specializzazione degli addetti. Purtroppo, molto spesso, invocando la genuinità, la preparazione cede il passo all’improvvisazione, dimenticando che non c’è più margine per l’estemporaneità. Sono necessari professionisti esperti nell’ambito della: programmazione turistica, distribuzione dei prodotti turistici, sviluppo di progetti di turismo sostenibile, marketing e comunicazione in ambito turistico e territoriale, sviluppo locale e imprenditore turistico, giusto per elencare le figure più rilevanti. Un’adeguata attenzione alle risorse umane, unitamente all’oculata gestione delle risorse naturali; una coscienza ambientale, che concepisca la natura come ecosistema, insieme a una valorizzazione delle aree protette. Tutti questi fattori, fanno del “turismo verde” una scelta vincente

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eventi » di Massimo Avenali

COME IL VATICANO Attivato un mega impianto fotovoltaico all’Oasi dello spirito di Montesilvano. Un’operazione a costo zero, finanziata da Banca Etica, che consente alla struttura religiosa di essere indipendente e non acquistare più energia

i pannelli fotovoltaici presso l’Oasi dello Spirito, un’operazione in sintonia con la sala Nervi del Vaticano

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un momento della conferenza stampa: da sinistra Massimo Marcone e l’amministratore della Mundus Cristiano D’Ortenzio

«D

al punto di vista finanziario l’operazione effettuata per l’Oasi dello Spirito è unica perché consente alla Fondazione di Don Antonio Di Giulio, proprietaria della struttura, di non privarsi di liquidità per installare il sistema fotovoltaico e poi di risparmiare circa undicimila euro l’anno sulle bollette dell’Enel». Basterebbero queste parole di Cristiano D’Ortenzio, amministratore della società energetica abruzzese titolare del marchio Mundus, a spiegare la rilevanza dell’installazione realizzata a Montesilvano. Immediato il taglio delle spese per la casa di spiritualità nata per offrire a sacerdoti, religiosi e laici

giornate di ritiro e studio, conferenze, corsi, convegni: dal momento dell’attivazione dei 217 pannelli solari la Fondazione non deve più acquistare energia elettrica. Niente più bollette dunque, e a costo zero nonostante la spesa si aggiri sui 300mila euro. La società di Cristiano D’Ortenzio si è occupata non solo degli aspetti tecnici ma soprattutto di quelli economico-finanziari. La realizzazione dell’impianto fotovoltaico è stata completamente finanziata da Banca Etica, attraverso un mutuo ventennale le cui rate saranno liquidate grazie a un contributo erogato dal ministero delle Attività produttive. Il rientro finanziario dell’operazione è stato

possibile grazie all’accurata progettazione, commisurata alla produzione prevista ed al finanziamento ministeriale. Sempre la Mundus, cui è stata affidata anche la gestione dell’impianto, si è occupata di mettere a punto i pannelli solari distribuendoli su circa tremila metri quadri del tetto dell’Oasi, assolutamente invisibili dalla strada. I lavori hanno preso il via il 13 novembre 2008, sono durati poco più di un mese e il 31 dicembre è stato attivato l’impianto, dando così addio al sistema tradizionale. La potenza dell’impianto è di circa 50 kw e si prevede la produzione di energia catturata dal sole di circa 70mila kwh

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eventi » di Eleonora Lopes

IMPRESA E SOLIDARIETÀ La Onlus Novissi, i bambini del Togo e il sostegno delle aziende abruzzesi

N

ata a Pescara nel 2006 dall’iniziativa di alcuni volontari, Novissi è un’associazione Onlus di cooperazione allo sviluppo internazionale. Attenta alle esigenze e alle problematiche dell’Africa, tutela i diritti connessi all’infanzia, all’istruzione, all’alimentazione e alla salute. Da qualche tempo Novissi sta curando il progetto “Bomboyé Yegué” che riguarda la costruzione di un

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orfanotrofio in Togo. Dal maggio 2008, il gruppo si è concentrato sulla costruzione, in un area periferica e marginale della Regione Centrale del Togo, di un centro di accoglienza per orfani che prevede la realizzazione di alloggi, di una piccola scuola materna e la riabilitazione di un dispensario abbandonato. Il progetto è stato co-finanziato sia dalla Regione Abruzzo -nell’ambito del programma annuale sulla Cooperazione

Internazionale- sia dall’Istituzione Comunale per la Cooperazione e la Solidarietà della città di Pescara. Ma i sostegni economici in questi casi non bastano mai e il mondo dell’imprenditoria può e deve dare il suo contributo. Le aziende dislocate in tutto il territorio abruzzese, rappresentano possibili partner per questa associazione. In un’ottica di cooperazione internazionale, un’impresa può cambiare il volto di un progetto dando un sostegno


i volontari dell’associazione Onlus Novissi con i bambini del Togo

minimo, ma significativo nell’ambito degli aiuti ai paesi con difficoltà economiche legate al sostentamento delle comunità più povere. Da più di due anni si sono susseguite varie spedizioni da parte dei volontari e collaboratori, ricevendo aiuti e appoggi anche da parte del Banco Alimentare per l’Abruzzo ONLUS e del Rotary Club Pescara Nord dei Vestini. I tanti volontari, giovani e non, sono stati impegnati nell’ ultimo mese in varie attività: il confezionamento dei pacchi di natale (presso le librerie IperCoop e Feltrinelli), o l’organizzazione di tornei di gioco a carte (il più recente contava 170 partecipanti accolti presso l’hotel Serena Majestic). Anche l’adozione a distanza rappresenta un canale importante di aiuto attraverso il versamento di un contributo economico stabile e continuativo (25 euro al mese)

destinato ad un “beneficiario” ben identificato. Con questo contributo il bambino riceverà alimentazione, cure mediche, interventi igienico-sanitari, scolarizzazione e parteciperà ad attività ricreative ed educative organizzate da Novissi. Il donatore verrà aggiornato sulle novità e sugli sviluppi della azione dell’associazione e su tutti i progetti di Novissi. «Le attività dell’associazione –hanno dichiarato i volontari- sono svolte in stretta collaborazione con l’ausilio di personale locale, composto da giovani ragazzi volenterosi che seguono costantemente tutti i bambini rimanendo in contatto diretto con Novissi». Significativi sono anche i sostegni che provengono dal 5 x mille che garantiscono l’istruzione, le cure mediche e un’alimentazione corretta a migliaia di bambini che vivono in condizioni drammatiche

la costruzione di un centro d’accoglienza in Africa

PER INFO E-mail: info@novissi.org - Web: www.novissi.org Presidente 347 5506670 - Vicepresidente 3284836761 Responsabile Progetti in Africa 333 4119156 - Togo 002280714569

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uscita di sicure a

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la vita è bella divudi tempo rubato qb un’ottima annata adagio con gusto

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Pranzo di Ferragosto

123 La Pasqua bassa 125 Faraona farcita 127 Facciamo come i francesi 128 Coraggio, Abruzzo

Ecco Londra Low Cost


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ECCO LONDRA LOW COST

«Q

uando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita, perché a Londra si trova tutto quanto la vita può offrire». Non si possono che condividere le parole di Samuel Johnson, importante figura della letteratura inglese, critico letterario, poeta, saggista. Londra è infatti una delle grandi capitali del mondo, città che influenza da sempre cultura, comunicazione, politica, economia e arte. Metropoli multietnica, è una delle mete predilette dai turisti europei, anche se tradizionalmente costosa. In questo momento, com-

re è visitare la mostra Picasso: Challenging the Past organizzata presso la National Gallery. Dal 25 Febbraio al 7 giugno 2009 saranno esposti ben 60 capolavori di uno dei maestri della pittura del XX secolo. La capitale britannica è un centro turistico attivo tutto l’anno: poche attrazioni chiudono o riducono notevolmente gli orari di apertura in inverno. Giorno e notte, la città offre innumerevoli occasioni di divertimento. Mescolanza cosmopolita di tradizione immutabile e orgogliosa avanguardia, riesce a tenere insieme Sua Maestà e Amy Winehouse plice la Sterlina in caduta libera nei confronti dell’Euro, è però “conveniente”. Secondo gli analisti, raggiunta ormai la parità, il sorpasso della moneta unica potrebbe essere questione di settimane. Allora, perché non approfittarne? Londra è la patria di un’infinità di attrazioni, chi non conosce monumenti-simbolo come il Big Ben, la St Paul’s Cathedral e la Westminster Abbey. Luoghi carichi di fascino, senz’altro da visitare la prima volta che ci si reca nella capitale britannica. Ma la città vanta anche musei e gallerie d’arte tra i più prestigiosi del mondo. Un’occasione da coglie-

Un motivo in più: si vola da Pescara Sono disponibili ben tre volte a settimana i collegamenti aerei per Londra dall’Aeroporto d’Abruzzo. Si parte da Pescara il martedì, il giovedì e il sabato alle 9.50 con arrivo a Londra (aeroporto di Stansted) alle 13.15. Al ritorno, sempre negli stessi tre giorni e sempre dall’aeroporto di Stansted, si decolla alle ore 13.40 e si atterra a Pescara alle 15.20. Sono tutti voli low cost operati dalla compagnia aerea Ryanair. Prenotazioni da effettuare on line sul sito www.ryanair.com. Se si approfitta delle promozioni è possibile strappare prezzi davvero convenienti.

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passione motori

Semplicemente Qubo!

Fiat rivisita il Fiorino e dà vitaa una vettura multispazio ma compatta, con dimensioni da urlo: 1,7 metri di larghezza e altezza, 4 di lunghezza

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E

cco Qubo, la nuova Fiat multi spazio. Un “cubo” vero e proprio quello proposto dalla casa madre italiana, che rivisitando lo storico Fiorino ha fissato in 1,7 metri (centimetro più, centimetro meno) la misura di larghezza e altezza della vettura, lunga invece quasi 4 metri. In perfetta linea con una strategia di marketing ricercata e sottile, tutto sembra girare attorno al significato della lettera “Q”: l’idea di robustezza, affidabilità e funzionalità si sposa benissimo con un brand dalla forte personalità. L’iniziale del nome rimanda poi ai profili bombati della linea esterna. Insomma, è la vettura con la quale puoi fare tutto ciò che ti salta in mente, proprio come ci si aspetta da un veicolo multifunzione, perché è maneggevole come una city-car, ed è spaziosa e confortevole come un monovolume. Qubo ha il vantaggio di sapersi adattare a qualsiasi tipo di terreno, sfruttando un diametro di sterzata inferiore a 10 metri, e vantando consu-


» redazionale in collaborazione con Danelli srl

mi e costi di gestione molto ridotti. Originale e razionale, lo stile esterno della multijet si contraddistingue anche per specifici trattamenti della fiancata e del posteriore che gli conferiscono un’impronta assai ricercata. Allo stesso modo, il frontale grintoso e robusto non pregiudica l’impressione generale di un veicolo anticonformista e simpatico, così il suo aspetto di vettura solida e ben “piantata a terra” viene controbilanciato da linee fluide e nette che richiamano il dinamismo. Entrando dentro, il conducente/passeggero può “sentire” e toccare con mano il concetto di free space, che combina sei diverse configurazioni di sedili con la razionalità e la regolarità delle forme degli interni. Basti pensare che da un minimo di 330 litri, il bagagliaio può raggiungerne addirittura 2500, rimuovendo i sedili posteriori e misurando la capienza fino al tetto. Inoltre, per il massimo del comfort di marcia, Fiat Qubo può contare su propulsori progressivi abbinati a cambi robusti. In particolare è il brillante 1.3 Multijet da 75 cv a distinguersi per il piacere di guida, le ottime prestazioni e i ridotti costi operativi, oltre che per l’affidabilità e il rispetto dell’ambiente. Infine, Fiat va incontro alle esigenze

del cliente, mettendogli a disposizione una gamma semplice ma nella quale ognuno può trovare la risposta ideale ai propri stili di vita. Gli allestimenti proposti sono due, Active e Dynamic: il primo più essenziale ed informale mentre il secondo più ricco e completo; in più sono disponibili nove colori di carrozzeria e due tipologie di rivestimenti. Qualcuno l’ha definita un «bulletto muscoloso un po’ guascone», qualcun altro ha invece parlato di «grande bocca a forma di aspirapolvere, pronta a mangiarsi la strada»: sta di fatto che questo Fiorino rivisitato stupisce per come riesce a sintetizzare spazio e compattezza. Proprio come un… Qubo. Provatelo presso la concessionaria Danelli srl di Pescara

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PIERANGELO AUTOTRASPORTI S.n.c. [anno di fondazione 1972] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Aterno, 25 tel. 085.4464808 - fax 085.4464464 www.pierangelotrasporti.it - e-mail: info@pierangelotrasporti.it

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TOP SOLUTIONS [anno di fondazione 2003] 65128 PESCARA Via Raiale 110 bis - 2° piano tel. fax 085 4313962 www.topsolutions.it e-mail: info@topsolutions.it

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GTM S.r.l. 64020 Scerne di Pineto (Te) Via dei Pastai - Zona Industriale Tel. 085.9462146 - Fax 085.9461445 www.gtmsrl.com - e-mail: info@gtmsrl.com

Massimo Paolini - Sara assicurazioni [anno di fondazione 1968] 66100 Chieti Piazza Garibaldi, 3 tel. 0871.323095 - fax 0871.347316 www.sara.it - e-mail: ag6220@saraagenzie.it

MANZONI S.r.l. [anno di fondazione 1992] 67031 Castel di Sangro (Aq) Via Ponte Nuovo, 52 tel. e fax 0864.840302 e-mail: centrostudi.manzoni@tin.it

NORDIMPIANTI SYSTEM S.r.l. [anno di fondazione 1975] 66013 Chieti (Ch) Via Erasmo Piaggio, 19/A - Zona Industriale Chieti Scalo tel. 0871.540222 - fax 0871.562408 www.nordimpiantisystem.com e-mail: info@nordimpiantisystem.com

LEONE GABRIELE S.r.l. [anno di fondazione 1967] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) C.da Vertonica - c.c. Ibisco F 9/10/11 tel. 085.95165 - fax 085.9508923 www.leonegabrielesrl.com e-mail: info@leonegabrielesrl.com

DANIVA S.r.l. [anno di fondazione 1999] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Strada Lungofino - c.c. Ibisco comp. C 19 tel. e fax 085.959192 www.daniva.eu - e-mail: info@daniva.eu

LA PANORAMICA [anno di fondazione 1948] 66100 Chieti Via Picena, 52 tel. 0871.344969 - fax 0871.346507 www.gruppolapanoramica.it e-mail: info@gruppolapanoramica.it

D’AMBROSIO s.r.l. [anno di fondazione 1991] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Strada Lungofino - c.c. Ibisco comp. B/8 tel. 085.9506217 - fax 085.9500073 www.dambrosiosas.com e-mail: info@dambrosiosas.com confezione abbigliamento maglieria pronto moda

EUROFIL S.r.l. [anno di fondazione 1993] 64035 Castilenti (Te) C.da Cancelli, 11 tel. 0861.99971 - fax 0861.999493 www.eurofil.it - e-mail: eurofil@eurofil.it

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DIEFFE S.r.l. [anno di fondazione 1969] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Strada Lungofino - c.c. Ibisco comp. D - 3/4/5 tel. e fax 085.950563 e-mail: dieffesrl@yahoo.it


divudi

PRANZO DI FERRAGOSTO data di uscita in DVD: settembre 2008 regista: Gianni Di Gregorio cast: Gianni Di Gregorio, Valeria De Franciscis, Alfonso Santagata, Marina Cacciotti genere: commedia durata: 75 minuti trama: Gianni si occupa dell’anziana madre un tantino opprimente, vivono soli e faticano a tirare avanti. Per questo accetta la proposta di Alfonso, l’amministratore di condominio: niente più spese condominiali da pagare in cambio di un favore, ospitare la madre per la notte e il successivo pranzo di ferragosto. Ma arrivano inaspettatamente altre due signore: la zia di Alfonso e la mamma del suo amico dottore. E così Gianni è costretto, suo malgrado, a dare asilo a tre anziane signore nell’appartamento che divide con la madre. Tra capricci, ripicche e smemorataggini si avvia a preparare per tutte il pranzo di ferragosto.

L

o sceneggiatore e aiuto regista Gianni Di Gregorio affronta la sua prima volta da solista raccontando un fatto realmente accaduto nella propria vita. Incuriosito da quello che sarebbe potuto succedere se avesse davvero accettato di tenere la madre dell’amministratore per le ferie di ferragosto, costruisce una storia in cui l’improvvisato ospizio diventa il teatro di una serie di gag. Di Gregorio stesso recita il ruolo del figlio di mezz’età, figlio unico di madre vedova, celibe e con il vizio del bere, che tiene d’occhio la madre come se fosse una bimba sopportandone i capricci. Tiranneggiato da lei, nobildonna decaduta, trascina le sue giornate fra le faccende domestiche e l’osteria. Il giorno prima di Ferragosto l’amministratore del condominio gli propone di tenere in casa la propria mamma per i due giorni di vacanza. In cambio gli scalerà i debiti accumulati in anni sulle spese condominiali. Gianni è costretto ad accettare. A tradimento, l’amministratore si presenta con due signore, perché porta anche la zia che non sa dove collocare. Gianni, si adopera eroicamente per far contente le tre anziane signore, ma accusa un malore e chiama un amico medico che lo tranquillizza ma gli lascia la sua vecchia madre perché è di turno in ospedale. Così, Gianni passa ventiquattr’ore d’inferno. Le signore che lo circondando in attesa del pranzo di ferragosto sono tutte attrici non professioniste e questo dona al film un’aura genuina. Lo stesso regista dichiara di essere stato travolto, durante le riprese dalle anziane signore, perché la storia cambiava in base ai loro umori ma, ammette che il loro apporto, in termini di spontaneità e verità, è stato determinante. Il regista mette in luce i desideri, i vizi e le virtù delle mature signore e fa riflettere sulla condizione dell’anziano, troppo spesso relegato in ospizi dai propri figli, troppo spesso trascurato dalla società

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tempo rubato Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare). Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere. Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli Editore

Antonio Del Giudice

La Pasqua bassa Edizioni San Paolo

il romanzo in breve «La cronaca di una paternità ferita a morte». Si può sintetizzare così per Ermanno Rea, intervenuto alla presentazione del romanzo il 31 gennaio a Pescara, la prova d’esordio di Antonio Del Giudice. Scrive il grande scrittore napoletano nella quarta di copertina: «Limpida e struggente soprattutto l’immagine del vecchio contadino con il figlio morto sulle ginocchia al centro di una radura deserta. Non contenesse che questo solo capitolo, questa sola immagine, La Pasqua bassa sarebbe un libro assolutamente da leggere». Per la diffusa credenza popolare, la “Pasqua bassa” è foriera di sciagure. In questa atmosfera e sullo sfondo dell’Otto settembre si dipana la narrazione: Pinuccio, figlio di Peppino e Caterina, soldato sbandato, è a pochi chilometri da casa quando viene falciato, nel pieno dei suoi 18 anni appena compiuti, da una raffica di mitra di un battaglione tedesco. Peppino apprende la notizia da un soldato che è riuscito a salvarsi e va verso il mare, a dieci chilometri da casa, dove ritrova il figlio riverso su un mucchio di sassi sulla spiaggia del mare Adriatico. Con la morte del figlio inizia la tragedia di una famiglia contadina, la cui unica fonte di salvezza è rappresentata dalla fede religiosa. Un romanzo che parla di Meridione e dei modi di vivere di gente semplice, che affronta con dignità il dolore della guerra. Una storia vera, nella quale emerge la figura della donna: quando Peppino si lascia sopraffare dal dolore, è Caterina a farsi carico del marito e della figlia Rita.

le prime trenta righe Le voci stridule dei chierichetti riempiono la stanza. Requiem aeternam dona eis Domine, intonano i ragazzi vestiti da piccoli preti. Requiescant in pace amen, rispondono le donne vestite di nero, col capo coperto dallo scialle che scende fino agli occhi. Le luci velate, le quattro torce brunite agli angoli del catafalco. Ave Maria piena di grazia, intona la bizzoca che non si perde un funerale del quartiere. Santa Maria madre di Dio, rispondono tutti, ancor prima che la voce arrivi al frutto del ventre tuo Gesù. Un’armonia di musica, in quelle preghiere, che si snoda come su una strada a saliscendi. Parte l’Ave Maria, e tutti preparano il seguito, per attaccare un secondo prima degli altri. I bambini guardano curiosi, sorpresi e intontiti dall’aria di funerale. La certezza che tanto muoiono sempre i grandi tiene lontana da loro la paura. Oggi è la festa dei Morti, non si va a scuola. Vorrebbero andare a giocare in strada. Hanno provato a sgattaiolare, per correre verso i soliti passatempi. Ci hanno provato, ma Sabatina li ha rimproverati. È lei la vicina di casa che sovrintende ai giorni solenni. Oggi non si può giocare in strada. È morto Pinuccio, è morto in guerra, a un passo da casa. Un occhio al catafalco, un occhio a chi entra o esce. Nell’altra stanza ci sono le donne che chiacchierano, raccontano… Raccontano la vita del povero Pinuccio, come se fosse un eroe popolare, di quelli che ci sono nei libri che loro non hanno letto. Gesta epiche da poveri contadini. Pinuccio il più bello, il più bravo, il più buono. Sabatina fruga nella memoria e racconta, non si ferma più. Racconta con voce incerta, qualche volta singhiozza. Lei Pinuccio l’ha visto nascere, e questa disgrazia proprio non se l’aspettava, proprio non voleva vederla.

l’autore

Antonio Del Giudice inizia la sua carriera giornalistica al Corriere dello Sport e continua come redattore di politica interna e sindacale alla Gazzetta del Mezzogiorno di Bari. A Paese Sera sotto la direzione di Geppino Fiori si occupa di temi sindacali e diviene capo servizio della cronaca nazionale. Eugenio Scalfari lo chiama a La Repubblica dove rimane nove anni, fra Roma e Milano. Nel 1989 gli viene offerta la vice direzione de L’Ora di Palermo, guidata da Vittorio Nisticò. Passa a L’Unità di Renzo Foa prima e alla Gazzetta di Mantova dopo, prima di arrivare, nel 1995, alla direzione del quotidiano abruzzese Il Centro. Questo è il suo primo romanzo.

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WTC ABRUZZO S.r.l. [anno di fondazione 2006] 65127 Pescara Viale Pindaro c/o Condominio “P.zza Accademia” tel. e fax 085.6921092 www.wtcpescara.com e-mail: info@wtcpescara.com

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CONFINDUSTRIA ABRUZZO 67100 L’Aquila Nucleo Ind. loc. Campo di Pile tel. 0862.317207 - fax 0862.311929 www.confindustria.abruzzo.it e-mail: info@confindustria.abruzzo.it

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COMIND s.a.s. [anno di fondazione 1980] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Aterno, 42 - Zona Comm. Dragonara tel. 085.4463060 - fax 085.4463556 www.comind.it - e-mail: info@comind.it

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MOBILFINO S.r.l. [anno di fondazione 1973] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Nuc. Ind.le Piano di Sacco, 13 tel. 085.9690145 - fax 085.9690022 www.mobilfino.com - e-mail: infocasa@mobilfino.com

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SFERA S.r.l. [anno di fondazione 2003] 65016 Montesilvano (Pe) Corso Umberto I, 372 Tel. 085.4458839 r.a. - Fax 085.4483084 www.sferapescara.it - e-mail: posta@sferapescara.it

Perizie Assicurative e Consulenze Tecniche

PATTARA CONSULTING s.a.s. [anno di fondazione 1996] 66023 Francavilla al Mare (Ch) sede operativa: Via Bachelet, 4 tel. e fax 085.817361 e-mail: alessiopattara@libero.it

MAZZOCCHETTI LUCIANO [anno di fondazione 1983] 66100 Pescara Strada Vic. Acquatorbida, 17 tel. 085.4462666 - fax 085.4464075 www.lucianomazzocchettitrasporti.191.it e-mail: info@lucianomazzocchettitrasporti.191.it

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DF ALLUMINIO S.r.l. [anno di fondazione 1994] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Fraz. Sambuceto - Via Cavour, 59 tel. 085.4465042 - fax 085.4407840 www.paginegialle.it/dfallumin e-mail: dfalluminio@alice.it

Attrezzature e personale per la tutela ambientale ed il trattamento delle acque

SIVAM S.r.l. [anno di fondazione 1995] 65010 Spoltore (Pe) Via Mare Adriatico, 72/F tel. 085.4972130 - fax 085.4973667 www.sivam.com - e-mail: sivam@sivam.com


qb ovvero quanto basta per divertirsi in cucina e mangiar bene

La ricetta de La Bandiera

FARAONA FARCITA

Su questo piatto ha tenuto una “lezione” davanti alla prestigiosa platea di ristoratori di Identità Golose 2008. Caposaldo della sua cucina, Marcello Spadone ci svela come prepararlo a casa

Marcello Spadone

FARAONA FARCITA CON I SUOI FEGATINI E PURÈ DI FAGIOLI Ingredienti. 1 faraona, 100 gr. di lardo di maiale, 2 fette di pane, 1 carota, 2 gambi di sedano, rete di maiale, 1 bicchierino di brandy, timo, alloro, sale, fegatini della faraona, aglio, vino bianco, purè di sedano, olio extravergine. Preparazione. Saltate in padella i fegatini con olio, aglio, sale, pepe, alloro e rosmarino, sfumate con il brandy e fate raffreddare. Disossate la faraona facendo attenzione a non bucare la pelle, dividete a metà, salate e pepate. Preparate la farcia tagliando le verdure e i fegatini a striscioline, frullate il lardo con il timo e il pane inzuppato al latte e mescolate. Con questo composto farcite la faraona, avendo cura di lasciare al centro le verdure e i fegatini. Avvolgetela con la rete di maiale in modo da formare 2 salsicciotti. Saltatela in padella con poco olio, avendo cura di rosolarla su tutti i lati e poi passatela in forno a circa 200° con aglio, rosmarino e un po’ di vino bianco; fate cuocere per 15-18 minuti: al termine nella teglia si formerà il fondo di cottura che andrà steso su un piatto da portata. Tagliate a fette e accompagnate con un purè di fagioli tondino

La Bandiera Civitella Casanova Marcello Spadone e l’insostituibile moglie, Bruna Sablone, conducono da anni con maestria un ristorante divenuto nel tempo un vero e proprio punto di riferimento per i gastronomi di tutta Italia. Accreditato dai migliori punteggi nelle guide specializzate, La Bandiera è a Civitella Casanova, in provincia di Pescara Contrada Pastini, 4, tel. 085/845219. Sopra il ristorante eleganti camere, da poco realizzate. Chiuso il mercoledì e la domenica sera.

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un’ottima annata » di Nicola Boschetti

FACCIAMO COME I FRANCESI

A

lcuni giorni fa, parlando con dei ristoratori americani che si trovavano a fare un tour enologico nella nostra regione, mi ha colpito molto una loro frase: «In Abruzzo assaggiato un vino, li hai assaggiati tutti». Lì per lì pensai ai soliti presuntuosi d’oltreoceano che vedono il prodotto abruzzese “come quantità e non come tipicità”. Poi, riflettendo, ho capito che avevano ragione. Per molti motivi. Il primo. Una denominazione doc (il Montepulciano) che riguarda tutta una regione, anche se con climi e dislivelli totalmente diversi. Il secondo. Il disciplinare delle IGT -indicazione geografica tipica- vuole che almeno l’80%

del prodotto sia fatto nella zona di produzione. Prendiamo l’IGT colline teatine che rappresenta il più grosso serbatoio da cui attingere, da tutta la regione e anche oltre. Come si può parlare di tipicità di un luogo quando è così vasto? E ancora: come si ha la certezza che quelle uve siano effettivamente di quella zona oppure, come spesso accade, non vengano da un’altra zona lontana decine di Km? Il terzo. Gli enologi: le aziende fanno a gara per avere “l’enologo del momento”, colui che riesce a fare il vino da “3 bicchieri” o “5 grappoli” e poco importa se di quei vini -uguali sia nel gusto che nel prezzo- l’Abruzzo è pieno. Sarebbe bello avere una classifica-

zione “alla francese”, in cui a fare la differenza è la vigna, l’annata e molte volte anche il prezzo. Non dico che il problema sia solo abruzzese, è così anche in altre regioni, ma noi dobbiamo guardare sempre i migliori, perché la terra d’Abruzzo è unica sia per il clima sia per la diversità di territorio che cambia di vigna in vigna. La tradizione va rispettata, perché non c’è futuro senza passato. L’innovazione va cullata con conoscenza e senza strafare. Ma una cosa è certa: attualmente c’è solo tanta confusione e in questo periodo di austerity più le informazioni sono trasparenti più si rimane a galla. Un sogno? Può anche avverarsi, basta volerlo

Attenti a questi 2 Marsala superiore 1860 Marco De Bartoli

Montepulciano d’Abruzzo Testarossa 2003

Parlare di De Bartoli di Sicilia significa parlare di un fuoriclasse del vino. Genio e sregolatezza, ma con principi e rispetto della tradizione enologica. Famoso per il marsala e i passiti, questa piccola creatura dal colore ambrato vivo con riflessi quasi rame è qualcosa di favoloso. Al naso è un trionfo di spezie, fichi secchi, miele, zucchero di canna goudron, tostatura e tanto altro ancora. In bocca, dopo una leggera vena alcolica sprigiona tutta la sua classe: abboccato, leggermente sapido con sapore deciso di fico secco e miele, una persistenza che dura minuti. Va bevuto d’obbligo a una temperatura di 18/20 gradi e accompagna in maniera eccelsa sia le carni rosse che i formaggi. Si manterrà ancora a lungo.

Un vino un po’ diverso, sia per struttura sia per impatto visivo. Molto apprezzato dai consumatori abruzzesi e soprattutto dai giovani. Ha un colore vivo, rubino carico, con leggera densità nel bicchiere. Al naso è bello ma non ruffiano, frutta matura, spezie, leggera sensazione di cioccolato, pulito. In bocca elegante con giusto equilibrio tra alcol e tannino, lunga persistenza di sapore, si beve con piacere. Ottimo su cacciagione marinata e pecorini stagionati. Stappare almeno 1 ora prima, si conserverà ancora per diversi anni.

Prezzo indicativo € 400,00 bottiglia da 50 cl. Marco De Bartoli & C. srl - 91025 Marsala (TP) Contrada Fornara Samperi, 292 Tel. 0923.962093 - Web: www.marcodebartoli.com

Prezzo indicativo € 22,00 Azienda agricola Pasetti Via S. Paolo, 21 - C.da Pretaro - 66023 Francavilla al Mare Tel. 085/61875 - Web: www.pasettivini.it

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adagio con gusto » in collaborazione con Slow Food Abruzzo

CORAGGIO, ABRUZZO

Se dalla crisi usciremo con una sorta di terza rivoluzione industriale, fondata sulle energie rinnovabili, l’agricoltura potrà essere modello e guida di questa nuova stagione. E con essa la “regione verde d’Europa”

» di Roberto Burdese (Presidente Slow Food Italia)

C’

è tanta confusione sotto il cielo. Giornali e televisioni annunciano da mesi l’arrivo di una catastrofe economica senza precedenti. I Governi presentano misure anti crisi di dimensioni vertiginose, le banche stringono i cordoni della borsa attorno al collo degli imprenditori, le aziende chiudono o lasciano a casa personale quasi a prescindere da quello che ci attende per i prossimi mesi. Gli analisti

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economici, che per anni non si sono resi conto di nulla, ora prefigurano scenari apocalittici e non ci resta che sperare che anche questa volta non abbiano capito nulla. In mezzo a questo mare in tempesta, la vita della maggior parte della gente prosegue con il solito tran tran. Certo non mancano i piccoli e grandi drammi, che talvolta ci toccano da vicino (magari con la perdita del posto di lavoro o la cassa integrazione di un componente del nucleo famigliare), ma che più spesso coinvolgono qualcuno della nostra comunità senza che necessariamente la cosa assuma ai nostri occhi una effettiva rilevanza. La sensazione diffusa, insomma, è che almeno per il momento questa grave crisi non abbia ancora contribuito a modificare in maniera evidente i nostri costumi e le nostre abitudini. Siamo talmente assuefatti a 60 anni di consumismo e 15 anni di globalizzazione e liberismo sfrenati che i loro effetti collaterali ormai ci colgono del tutto indifferenti. Nel giro di un paio di generazioni siamo passati dall’avere tutti quanti un orto (se non il nostro, quello del papà o del nonno) a comperare interi menu precotti e surgelati, i cui ingredienti hanno percorso mediamente oltre mille chilometri prima

di arrivare alla nostra tavola. Ci lamentiamo tutti che frutta e verdura non sono più quelle di una volta ma se ci propongono un pomodoro a gennaio non ci chiediamo mai da dove viene e quanto energia deve essere stata consumata per produrlo e portarlo sulla nostra tavola in un momento così lontano dalla sua naturale stagione di maturazione. Senza voler passare per pessimista o peggio per disfattista (anzi, mi considero un inguaribile ottimista!), sono tra coloro che ritiene che questa crisi sarà grave e lunga. Non si tratta della solita, periodica, crisi economico-finanziaria a cui tutto sommato siamo abituati, specie in Italia, sin dai primi anni ’70. No, questa volta la faccenda è molto più seria: siamo in presenza di una crisi del sistema, del pensiero politico ed economico che lo ha guidato, dei suoi modelli di sviluppo. Anzi, sarebbe meglio dire che la crisi non è la causa del collasso del sistema ma è il collasso del sistema, ormai esausto e sfinito, a generare le grandi crisi che stiamo vivendo. Non è forse il modello economico-politico-culturale che ha dominato il ‘900 e in particolare il secondo dopoguerra, ad aver generato la grave crisi ambientale che stiamo vivendo? E d’altronde,

il presidente di Slow Food Italia, Roberto Burdese

essendo quel modello fondato sulle energie fossili, non vive forse nell’assurda condizione di essere al contempo causa e vittima della crisi energetica? La stessa crisi alimentare, per venire ai temi più cari a Slow Food, è figlia di un modello produttivo fondato sulle energie fossili, sul sovrasfruttamento dell’ambiente, sull’industrializzazione dell’agricoltura (un ossimoro!) e infine sulla finanziarizzazione delle principali materie prime agricole. È come se avessimo acceso tutti gli elettrodomestici di casa nostra, senza averne effettivo bisogno, senza la possibilità di usarli tutti assieme e soprattutto senza l’energia sufficiente ad alimentarli tutti contemporaneamente. Solo che l’impianto elettrico non è fatto ad arte, gli apparecchi sono attaccati l’uno all’altro alla bell’e meglio: così, invece che scattare il salvavita parte un corto circuito che brucia tutti gli elettrodomestici in un colpo solo e ci lascia improvvisamente al buio e senza più alcun confort tecnologico. Nel buio, però, si riscopre il fuoco (di un cerino, di una candela) e si ritorna al livello

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adagio con gusto

primordiale. Si affina l’udito, si impara a vedere nel buio, si annusa con attenzione l’aria, ci si affida al tatto e a quanto rimane di quel misterioso e primitivo sesto senso che sempre più raramente sentiamo di possedere. Per pochi istanti, prima che torni la luce, si torna a vivere pienamente. Ecco, il motivo del mio ottimismo risiede proprio in questa possibilità – in mezzo alle macerie della crisi – di tornare a vivere pienamente, di recuperare quei valori fondamentali che la società moderna ha cancellato o marginalizzato. Tra tutti, certamente il legame con la terra (la Terra Madre) è uno dei principali. Crisi o non crisi, continueremo a mangiare tutti. E il tipo di cibo che noi sceglieremo per la nostra mensa quotidiana contribuirà in maniera determinante alla nostra salute e a quella del pianeta (oggi il sistema cibo è il principale responsabile, tra tutte le attività produttive dell’uomo, del deterioramento dell’ambiente). Recuperare un rapporto più diretto e consapevole con il cibo sarà una delle migliori vie d’uscite dai grandi problemi che ci attendono. Il ritorno alla terra che noi auspichiamo non dovrà essere letterale, non dovremo tornare tutti contadini: basterà diventare co-produttori, ovvero complici e alleati di chi produce il nostro cibo,

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partendo però da casa nostra, dai contadini e dai produttori che lavorano vicino a noi, che usano le risorse del nostro territorio, che con scelte oculate e sensibilità per l’ambiente e per il cliente-consumatore potranno realizzare produzioni “buone, pulite e giuste”. Se –come alcuni sostengono, non ultimo il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama– da questa crisi usciremo con una sorta di terza rivoluzione industriale, fondata sulle energie rinnovabili, l’agricoltura potrà essere modello e guida di questa nuova stagione: essa infatti è l’unica attività umana che da sempre si fonda sulle energie rinnovabili, in particolare sull’energia solare che la fotosintesi trasforma in energia assimilabile dagli esseri viventi. Giunti a questo punto vi starete forse chiedendo che c’entra l’Abruzzo con tutto questo. Lascio a voi la risposta, nel senso che dalla regione verde d’Europa non mi aspetto un pigro allineamento alle iniziative che prenderanno piede in giro per il mondo. L’Abruzzo, che non è solo verde ma è anche solidamente ancorato alle proprie tradizioni e alla propria cultura identitaria (almeno lo è in misura di quanto è possibile esserlo al giorno d’oggi), si trova in questo momento in una teorica posizione di vantaggio

» foto di Liset Nyland

competitivo rispetto a molta parte dell’Italia. Non credo, malgrado loro, che saranno le province imbottite di capannoni di cemento del Nord Italia a guidare la rivoluzione verde del 21° secolo. In Italia questo ruolo potrebbe toccare all’Abruzzo, o alla Puglia. Certo non è semplice, occorrono politici onesti e lungimiranti, imprenditori coraggiosi e mossi non solo dalla ricerca del profitto, una cittadinanza attiva, vigile e pensante. Non prendiamocela con la terra se non ce la faremo, prendiamocela con gli uomini che la abitano. Ma non diamoci per sconfitti senza nemmeno averci provato


LA NUOVA SFIDA DEI PRESÌDI

Negli ultimi dieci anni hanno dimostrato che un’altra agricoltura è possibile. Ora hanno un marchio, che certifica il rispetto del rigido disciplinare di produzione. Regole messe nero su bianco per rafforzare la difesa dei saperi produttivi tradizionali e dei territori

C

anestrato di Castel del Monte, Pecorino di Farindola, Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio, Mortadelle di Campotosto. Sono i quattro presidi Slow Food d’Abruzzo. Assieme ai tanti altri di tutta Italia (la razza bovina romagnola, la toma di Gressoney o il culatello di zibello per citarne alcuni) e del resto del mondo, hanno festeggiato dieci anni di vita al Salone del Gusto 2008. Dieci anni in cui hanno cercato di trovare spazio sul mercato, di contrastare l’omologazione dilagante, di tutelare la biodiversità agroalimentare. Un percorso difficile, lungo il quale –si legge nel sito www.presidislowfood.it- hanno effettivamente contribuito a salvare numerose razze animali, specie vegetali, formaggi, pani e salumi che rischiavano l’estinzione; hanno aiutato centinaia di produttori affinché potessero proseguire la propria attività, favorendo il contatto tra consumatori interessati alla qualità e disponibili a pagare un prezzo equo e remunerativo. Ma, soprattutto, hanno materialmente contribuito a

dimostrare che un’altra agricoltura e un’altra produzione alimentare sono possibili. Ora i Presidi sono proiettati verso nuove sfide. Slow Food ha accolto una richiesta dei produttori: la creazione di un marchio, di un contrassegno -una spirale dai colori delle terre italiane- da apporre sulle confezioni dei prodotti. Per comunicare senza incertezze chi condivide impegni e filosofia Slow Food. In occasione della conferenza “Il nuovo progetto dei Presìdi Slow Food”, il presidente Roberto Burdese si è rivolto direttamente ai 177 Presìdi italiani, incitandoli a c o nt i nua re a dimostrare coraggio e responsabilità: «Permettendovi di spendere il nostro nome

compiamo una grande operazione di fiducia nei vostri confronti, sarà necessario aumentare quindi l’attenzione contro i “furbi”, ne basterà infatti solo uno per infangare dieci anni di lavoro e fatiche». Sono infatti autorizzati ad utilizzare il nuovo logo solo i produttori che abbiano sottoscritto il regolamento e la

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adagio con gusto

carta di utilizzo (in cui hanno dichiarato di rispettare il disciplinare di produzione del proprio Presidio). In ogni caso, Slow Food Italia non si limita ad attribuire un contrassegno, ma mette a disposizione dei produttori servizi di consulenza, comunicazione, assistenza tramite i suoi collaboratori sul territorio, i

tecnici della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus e l’ufficio dei Presìdi, presso la sede nazionale. L’associazione non è partecipe di eventuali ricavi sulle vendite dei prodotti, a meno che non siano devolute volontariamente dagli stessi produttori in seguito a campagne specifiche di raccolta fondi, finaliz-

zate a sostenere progetti internazionali. Il produttore che aderisce al progetto accetta le verifiche realizzate da Slow Food Italia il cui obiettivo è verificare il rispetto del disciplinare di produzione e delle linee guida generali del progetto.

stagionatura del pecorino di Farindola

i quattro presìdi abruzzesi Canestrato di Castel del Monte: sono sempre meno i pastori che salgono ai pascoli del Gran Sasso. Il Presidio vuole richiamare l’attenzione su questa realtà e, con la collaborazione del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, trovare i modi per perpetuarla e trasformarla in occasione di lavoro e sviluppo. Il pecorino stagionato si presenta in forme a pasta dura di peso variabile (da mezzo chilo a due chili e mezzo) e ha un sapore pronunciato e piccante: è buono da taglio e ottimo grattugiato. Si produce tutto l’anno. La stagionatura minima prevista dal disciplinare del Presidio è di 2 mesi per le forme da uno o due chilogrammi, 8 mesi per le forme da cinque chilogrammi e 15 mesi per le forme tradizionali da 15 chilogrammi. Referente dei produttori del Presidio: Giulio Petronio, tel. 333/5814030 - bioformaggigransasso@gmail.com

» foto di Federico Deidda

Pecorino di Farindola: è preparato (caso unico in Italia e forse nel mondo) utilizzando il caglio di maiale, che gli conferisce aroma e sapori particolari. Si produce in quantità limitatissime in una ristretta area del versante orientale del massiccio del Gran Sasso. La preparazione del caglio suino ha origini molto antiche, risale all’epoca romana, e ancora oggi è prerogativa esclusiva delle donne, che si tramandano la ricetta di generazione in generazione. Ha la crosta striata (grazie ai cestini di giunco in cui viene collocato per la sgrondatura) di un colore che va dal giallo chiaro al marrone scuro, a seconda della stagionatura. La pasta è granulosa, giallo paglierina e leggermente umida, anche quando il formaggio è molto stagionato: merito del caglio e della tecnica di produzione. Questa umidità gli conferisce profumi leg-

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i partner...

MECH ENGINEERING S.r.l. [anno di fondazione 2001] 65012 Villanova di Cepagatti (Pe) Via Nazionale, 66/A tel. e fax 085.9774182 e-mail: mechsrl@libero.it

Perizie Assicurative e Consulenze Tecniche

SFERA S.r.l. [anno di fondazione 2003] 65016 Montesilvano (Pe) Corso Umberto I, 372 Tel. 085.4458839 r.a. - Fax 085.4483084 www.sferapescara.it - e-mail: posta@sferapescara.it

Attrezzature e personale per la tutela ambientale ed il trattamento delle acque

SIVAM S.r.l. [anno di fondazione 1995] 65010 Spoltore (Pe) Via Mare Adriatico, 72/F tel. 085.4972130 - fax 085.4973667 www.sivam.com - e-mail: sivam@sivam.com

DE NATURA [anno di fondazione2001] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) - Via Alzano, 78 tel. e fax 085.960597 - mobile: 3471939305 e-mail: denatura_pe@libero.it

LANGUAGES FOR COMMUNICATION [anno di fondazione 2006] 65127 Pescara Viale Pindaro, 23 - Piazza Accademia tel. 085.4516231 www.languagesforcommunication.it e-mail: info@languagesforcommunication.it

SATAM VIAGGI [anno di fondazione 1982] 65121 Pescara Via Chieti, 39/41 tel. 085.4210733 - fax 085.378140 www.gruppolapanoramica.it e-mail: satamviaggi@tin.it

GEKO s.n.c. di Luca & Marco Gialluca 66020 S. Giovanni Teatino (Ch) Via Trigno, 37 tel. 085.4461248 - fax 085.4406171 www.gialluca.it - e-mail: info@gialluca.it

DUE ELLE S.n.c. di Livi Luigi & C. [anno di fondazione 1980] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Treviso, 4 tel. 085.4462832 - fax 085.4460322 www.dueellecucine.it - e-mail: info@dueellecucine.it

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NRG ITALIA S.p.A. - Divisione Gestetner [anno di fondazione 1871] 65123 Pescara Via L. Muzii, 15 tel. 085.4213020 - fax 085.4221128 www.rossibruno.it - e-mail: info@rossibruno.it

DANIVA S.r.l. [anno di fondazione 1999] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Strada Lungofino - c.c. Ibisco comp. C 19 tel. e fax 085.959192 www.daniva.eu - e-mail: info@daniva.eu

D’AMBROSIO s.a.s. [anno di fondazione 1991] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Strada Lungofino - c.c. Ibisco comp. B/8 tel. 085.9506217 - fax 085.9500073 www.dambrosiosas.com e-mail: info@dambrosiosas.com

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A.B.Film Pellicole per Vetri Via Badette 13 64018 Tortoreto (TE) Tel. 0861737648 Fax. 0861/777482

eData S.r.l. [anno di fondazione 2000] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Roma, 10 tel. e fax 085.4460257 www.e-data.it - e-mail: info@e-data.it

ECOLOGICA ANZUCA S.r.l. [anno di fondazione 1994] 66023 Francavilla al Mare (Ch) Via Valle Anzuca, 18/D tel. 085.4917963 - fax 085.4918077 www.ecologicanzuca.it e-mail: info@ecologicanzuca.it

EUROFLORA S.r.l. [anno di fondazione 1982] 66013 Chieti Scalo (Ch) Via Penne, 37-39 tel. 0871.565569 - fax 085.565180 e-mail: euromaa@virgilio.it

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Servizi Integrati di Sicurezza S.r.l. [anno di fondazione 2000] 65010 Spoltore (Pe) Via Mare Adriatico, 72/E tel. 085.4971521 - fax 085.4973121 www.sisworld.net - e-mail: info@sisworld.net

Verlicchi Casoli srl [anno di fondazione 1997] 66043 Casoli (Ch) Zona Ind. est tel. 0872.992111 - fax 0872.992154 www.verlicchi.it - e-mail: verlicchicasoli@verlicchi.it

M2MARINUCCI S.r.l. [anno di fondazione 1987] 66023 Francavilla al Mare (Ch) Via Nazionale Adriatica Nord, 57/B tel. 085.4911991 - fax 085.4913453 www.m2marinucci.it - e-mail: info@m2marinucci.it

Unione Industriali della Provincia di Pescara Unione Industriali della Provincia di Pescara [anno di fondazione 1945] 65128 Pescara - Via Raiale, 110 bis tel. 085.432551 - fax 085.4325550 www.confindustria.pescara.it e-mail: info@confindustria.pescara.it

F.LLI DI DONATO S.a.s. [anno di fondazione 1986] 65013 Marina di Città Sant’Angelo (Pe) Via Mulino del Gioco, 48 tel. 085.950509 - fax 085.959790 www.didonatosas.it - e-mail: info@didonatosas.it

STYLE PARQUET di Roberto Ciabarra [anno di fondazione 2002] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) C.da Fonte di Moro, 29 tel. e fax 085960542


adagio con gusto

germente muschiati (fungo, muffa nobile, legna secca) e, in bocca, una straordinaria pastosità e un grande equilibrio tra sensazioni piccanti e un buon sapore di latte ovino. Un Consorzio riunisce i produttori e garantisce il rispetto del disciplinare di produzione. Il pecorino di Farindola si produce tutto l’anno. La stagionatura minima prevista dal disciplinare del Presidio è di 3 mesi. Referente dei produttori del Presidio: Ugo Ciavattella, tel. 085/823133, 337/912386 - u.ciavattella@pecorin odifarindola.it Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio: è minuscola (pochi millimetri di diametro) e di colore scuro, marrone-violaceo. Cresce oltre i mille metri di altitudine solo sulle pendici del Gran Sasso, nei territori incontaminati del Parco Nazionale. Non ha bisogno di alcun ammollo preliminare ed è straordinariamente saporita. Non si tratta di una lenticchia qualsiasi ma di un biotipo preciso selezionatosi in questa zona da tempi immemori. Basti pensare che le coltivazioni di legumi, e in particolare di lenticchie, in questa zona dell’Aquilano sono già citate in documenti monastici dell’anno 998. Il Presidio ha già raggiunto un obiettivo: con il sostegno dei tecnici del Servizio Agro Silvo Pastorale del Parco e dell’ARSSA, dell’Amministrazione Comunale di Santo Stefano di Sessanio e di Slow Food è nata ad ottobre 2008 l’Associazione dei Produttori della Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio, cui hanno aderito 13 produttori. Un piccolo ma significativo tassello nel quadro della conservazione della biodiversità agraria del Parco e della regione Abruzzo, sicuro punto di partenza per lo sviluppo di future iniziative e progetti.

Le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio si raccolgono nel mese di agosto, ma si consumano essiccate e quindi sono disponibili tutto l’anno. Referente dei produttori del Presidio: Alessio Di Battista, tel. 347/6995264. Mortadelle di Campotosto: conosciute da sempre anche come “coglioni di mulo” (data la forma e la vendita a coppie), sono prodotte con le la responsabile dei Presidi Slow Food Abruzzo, stesse regole del passato da Silvia De Paulis, tel. 0862/60521 due produttori di Campotosilviadepaulis@gransassolagapark.it. sto. (Ernesto e Fabrizio Berardi e Goffredo Pandolfi). Vengono utilizzati tagli di carne suina magra di prima scelta macinata a grana fine, sale, pepe e una concia di aromi dalla miscela segreta. Nell’impasto è inserito il tipico lardello lungo una decina di centimetri. Appena confezionate, le mortadelle sono appese a una pertica ed esposte per circa 15 giorni al fumo di un camino alimentato con legna di quercia o di faggio. Poi sono trasferite in locali di stagionatura naturale: il vento di tramontana e l’altitudine (circa 1300 metri) garantiscono una temperatura e un’umidità ideali, indispensabili per l’essiccamento ottimale. A tre mesi sono pronte per il consumo. Si producono nel periodo invernale, la stagionatura minima prevista dal disciplinare del Presidio è di 2 mesi. Referente dei produttori del Presidio è Ernesto Berardi, tel. 0746/825086, 0862/909260 - e-mail: ernesto.berardi@tiscali.it.

la Mortadella di Campotosto

» foto di Goffredo Pandolfi

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adagio con gusto

LE INIZIATIVE IN CALENDARIO Condotta di Chieti domenica 15 marzo

a pranzo col pescatore – Termoli. Ritrovo alle 11.30 al porto di Termoli a bordo del peschereccio “Romeo e Rosalia Papponetti”: storie di pesca e pescatori, con aperitivo sulla barca e antipasto a buffet. A seguire il pranzo presso il ristorante “Dentro Le Mura” col seguente menù: minestra di cicale e cicoria campestre, “U Pappon” (zuppa di pesce senza spine e pane raffermo), frittura mista di paranza, torta di cioccolato e pere. Vini: Falanghina, Gironia bianco e rosato della cantina Borgo di Colloredo. Sarà presente, per l’azienda, Erminia Gatti. Per informazioni: fiduciario Eliodoro D’Orazio, telefono 328/3247473, eliodoro@email.it.

Condotte di Chieti e Sulmona

domenica 29 marzo

tradizionale appuntamento annuale con la Passeggiata di Primavera. Ore 9.30 ritrovo al Casino di Caprafico di Guardiagrele, passeggiata per conoscere le erbe commestibili, raccolta, classificazione e foto. Ritorno al casino, utilizzo del raccolto e partecipazione attiva anche alla cucina. Per informazioni: fiduciario di Chieti Eliodoro D’Orazio, telefono 328/3247473, eliodoro@email.it; fiduciario di Sulmona, Anna Berghella, telefono 346/7473043, berghella@arc.it.

Condotta di Pescara venerdì 13 marzo

Chateaux Lumiere. Brindisi ed Ebbrezze al Cinema. Alle ore 18.30 presso la Fattoria La Valentina a Spoltore, presentazione del libro Chateaux Lumiere con la presenza dell’autore Antonio Attorre. Chateaux Lumière racconta la fortuna del vino al cinema nelle diverse epoche e nei diversi Paesi ed offre un excursus su film nei quali

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il vino è presente come elemento significativo (come connotazione sociologica, in funzione narrativa, come protagonista ecc.) o anche come semplice “figurante”. La serata prevede la proiezione di spezzoni di film e degustazione di vini de La Valentina. Per informazioni: fiduciario Remo Bellucci tel. 347/2985577.

venerdì 27 – sabato 28 marzo

Festival della Biodiversità Agricola, organizzato dal Comune di Caramanico Terme con il contributo di ARSSA. Inizialmente previsto per fine dicembre e rimandato a causa delle condizioni meteorologiche, si terrà il 27 e 28 marzo a Caramanico Terme. Il 27 è previsto il convegno dal titolo Le grandi opportunità della piccola agricoltura, biodiversità agrozootecnica, aree protette, filiera corta, fruizione del territorio: esperienze, strategie, prospettive. Sabato 28, Fiera-esposizione della biodiversità agricola presso la struttura polifunzionale del Palasantelena. Al termine, recitativo con racconti di vita pastorale e concerto de I Discanto. In serata: Teatro della Cucina con la biodiversità abruzzese. Per informazioni: Simone Angelucci, simoneangelucci@katamail.com




hanno collaborato

Serafino Pulcini | abruzzo che produce | pag. 19 Geologo ed imprenditore, già presidente dell’Ance di Teramo dal 1992 al 1994, è stato eletto nuovamente alla guida dei costruttori teramani nel giugno 2006. Incarico poi confermato per acclamazione nel novembre 2007. La positiva esperienza al vertice dell’Ance di Teramo gli valse nel 1994 la candidatura alla Camera dei Deputati nelle file dei Progressisti. Eletto parlamentare dal 1994 al 1996, è stato il primo parlamentare del collegio teramano eletto con il sistema uninominale. Nella XII legislatura è stato componente della Commissione Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, nella quale è stato primo firmatario di un progetto di legge per la semplificazione legislativa.

Andrea Prencipe | ricerca&innovazione | pag. 48 È Professore Straordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso la Facoltà di Economia dell’Università G. d’Annunzio, Chieti – Pescara ed è Visiting Professor presso lo SPRU dell’università del Sussex. Dopo la laurea in Economia e Commercio presso la facoltà di Economia della d’Annunzio ha poi conseguito il Master in Management dell’Innovazione presso la Scuola Superiore S. Anna di Pisa, il Master in Gestione dell’Innovazione Tecnologica ed il Ph.D. in Strategie Tecnologiche presso lo SPRU. È stato Visiting Scholar presso la Harvard Business School e la Michigan Business School. È docente in corsi di Master e PhD (Scuola Superiore S. Anna, università Bocconi, università di Lecce, università del Sussex, ed università di Trento). Svolge attività di ricerca sui temi della gestione strategica dell’innovazione tecnologica ed organizzativa, apprendimento organizzativo nei contesti project-based. Ha pubblicato su questi temi articoli su riviste nazionali (L’Impresa) ed internazionali (Administrative Science Quarterly, Organization Science, Research Policy, Industrial and Corporate Change) e con case editrici nazionali (Franco Angeli) ed internazionali (Oxford University Press).

Federica Ceci | marketing | pag. 51 Insegna in master e corsi di perfezionamento presso diverse università italiane. I suoi interessi di ricerca riguardano le teorie d’impresa, la gestione dell’innovazione, l’analisi delle implicazioni sulle competenze e sui confini d’impresa delle soluzioni integrate. Laureata in Economia e Commercio e ricercatrice presso l’università D’Annunzio, ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Ingegneria Economico - Gestionale presso l’università di San Marino. Durante gli anni di dottorato, è stata visiting student presso il centro di ricerca Spru (università del Sussex) e la London Business School (UK) ed invited student presso l’università di Linkoping in Svezia ed il centro di ricerca INGENIO presso l’università Politecnica di Valencia in Spagna. Ha partecipato a conferenze internazionali (AOM 2007, Informs Annual meeting 2006, DRUID Tenth Anniversary Summer Conference 2005, European Accademy of Management 2005, DRUID Academy Winter 2005 PhD Conference). È “ad hoc reviewer” per le riviste International Journal of Technology Management; International Studies in Management & Organization, Industrial and Corporale Ch’ange e ha pubblicato su Journal of Management and Governance e Industry & Innovation.

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hanno collaborato

Filippo Paolini | norme&leggi | pag. 55 Nello studio legale di cui è titolare, esercita la professione forense prevalentemente nel ramo del diritto commerciale. È consulente giuridico di diverse aziende, abruzzesi e non, in materia di contratti, diritto societario e crisi dell’impresa. È consulente giuridico, dal 2003, dell’Ufficio Legale Federazione Italiana Giuoco Calcio – A.I.A. Laureato in Giurisprudenza a soli 23 anni, è iscritto dal 2001 all’Albo degli Avvocati presso il Tribunale di Avezzano.

Antonio Farchione | economia | pag. 58 Dottore commercialista, revisore contabile, iscritto all’albo degli analisti finanziari. Svolge da molti anni la sua attività come consulente aziendale, con incarichi, presso aziende pubbliche e private, nell’ambito del controllo di gestione e della valutazione degli investimenti. È stato promotore di diverse iniziative imprenditoriali delle quali ha poi curato la fase dello start-up. Formatore di lunga esperienza, continua a svolgere attività di docenza per conto di molte scuole di formazione, nelle aree di amministrazione & finanza e marketing & vendite. Da oltre 10 anni collabora con Ipsoa, scrivendo articoli sui temi legati all’amministrazione & finanza, alla pratica contabile & Pmi. Grande appassionato di arte contemporanea, studia gli aspetti che riguardano l’economia dell’arte. Attualmente, oltre ad essere titolare di uno studio di consulenza, è socio in varie società e ricopre anche la carica di amministratore di un’importante società che si occupa di internazionalizzazione delle Pmi.

Nicola Boschetti | un’ottima annata | pag. 127 Nato a Guardiagrele l’8 maggio 1971, sposato con un figlio di 10 anni, affianca da oltre 22 anni Angela e Peppino Tinari nel ristorante Villa Maiella, con la piacevole responsabilità di occuparsi di una ricca cantina. Molto conosciuto nel mondo del vino, ha ricevuto riconoscimenti sia regionali che nazionali, tra cui la 1° Edizione 2005 del premio “Francesco Di Cintio” dell’Associazione Italiana Sommeliers riservata ai giovani professionisti. Ha avuto l’onore di essere il sommelier del pranzo ufficiale riservato all’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, durante la visita a Chieti nel settembre 2005. Collaboratore di varie riviste del settore (Gambero Rosso, Cucina e Vini, Slow Food), docente dei master sul vino Slow Food, organizzatore di serate a tema. Coadiuvante nei progetti sull’alimentazione riservati ai bambini delle scuole elementari. Fuori dal suo mondo si rifugia nel ciclismo, sport che pratica con passione.

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ma Scusa, gli scuolabus li fanno Blu adesso?

No, e’ che con la crisi Chiodi e i suoi non possono usare troppe auto blu

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