ISSN 1973-5383
anno IV numero 33
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anno IV
33
n° giugno 2009 ISSN 1973-5383
numero chiuso in redazione il 18 giugno 2009
direttore responsabile coordinatore di redazione collaboratori di redazione hanno collaborato:
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in copertina Guglielmo Maio foto di Simone Cerio
Tommaso Di Rino Eleonora Lopes Massimo Avenali, Alessio Giancristofaro, Laura Tinari, Jenny Viant Claudio Bonasia, Nicola Boschetti, Piero Carducci, Giuseppe D’Amico, Mauro Di Pietro, Luciano Fratocchi, Filippo Paolini, Francesca Piccioli, Andrea Prencipe, Lorenzo Spinosi, Antonio Teti Marcello Starinieri _ visualadv.it Vincenzo Sulpizio, Daniele Pignoli Simone Cerio, Rocco Petrei Danilo Martorelli Gianluigi Tiberi Giuseppe Ciavattella Antonella Carrieri - commerciale@eccoitalia.it - commerciale@abruzzoimpresa.it DVF srl D'Auria spa Ecco Italia gruppo editoriale - Fabio De Vincentiis
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è anche... una produzione
mensile di informazione sportiva
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GIU. LUG. 2009
ISSN 1973-5847
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Palla al Centro è la trasmissione sportiva condotta da Paolo Sinibaldi che accende i riflettori su tutto quanto accade nei campionati di Prima e Seconda Divisione e la serie D. Il programma va in onda, in diretta dagli studi televisivi “Enzo Biagi” della Ecco Italia, dal Centro Ibisco di Città Sant’Angelo, tutti i lunedì dalle 21:30 alle 23:00 su ATV7 e sulla piattaforma satellitare di SKY 912 Italy Italy. Il format prevede, oltre ai commenti degli ospiti in studio, l’intervento in diretta dei tifosi e degli addetti ai lavori, attraverso collegamenti in esterna e l’interattività tramite sms o e-mail. Una formula dinamica che, anche grazie alla messa in onda dei contributi filmati da tutti i campi dove sono protagoniste le squadre abruzzesi, conquista l’apprezzamento di un vasto e affezionato pubblico di appassionati. La diffusione dei segnali televisivi di ATV7 e di SKY, in analogico e digitale satellitare, garantiscono la copertura dell’intero territorio regionale e nazionale.
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Sede di Castiglione M. Raimondo Viale Umberto I 64034 Castiglione M.R. (TE) Tel. 0861/9941 Fax. 0861/994215
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capitano d’impresa
Guglielmo Maio
Sport:
La risposta è scontata, il calcio ovviamente ed in particolare la Virtus Lanciano. Ma mi piace anche il tennis, che pratico da anni.
Guglielmo Maio competenza e creatività Giovane, brillante, determinato. Queste le caratteristiche peculiari di Guglielmo Maio, erede insieme alla sorella Valentina del Gruppo Maio, azienda leader in Italia per la gestione del ciclo dei rifiuti. Classe 1980, Guglielmo è nato ad Atessa e dopo aver frequentato il Liceo Scientifico a Lanciano, si è laureato in Economia Aziendale a Bologna. Poi, prima di entrare nell’impresa di famiglia, ha frequentato un master in Management a Milano. Oggi all’interno del Gruppo frentano, è responsabile di Ricerca&Sviluppo e acquisizione di nuovi progetti, di fatto un vero e proprio brand manager. Valentina, anche lei giovanissima, ha soli 27 anni. Laureanda in Giurisprudenza a Bologna, si sposerà il 3 luglio prossimo, ha un bimbo e in azienda è responsabile delle risorse umane. Entrambi i figli devono tutto a papà Francesco, per tutti Franco, amministratore unico del Gruppo che a sua volta ha ereditato l’attività dal papà Guglielmo e con gli anni è riuscito a trasformarla in un vero colosso nel settore dello smaltimento dei rifiuti. «Quando ho mosso i primi passi in azienda –ha dichiarato Guglielmo Maio- ho cercato di imparare tutto quello che potevo. Dal singolo operaio fino ai dirigenti. Ma la nostra più grande fortuna è stata che mio padre ci ha sempre lasciati liberi e autonomi. Dal suo modo di lavorare ho tratto i veri insegnamenti». Il giovane imprenditore oggi vive a Lanciano con la sua compagna Ketty con la quale è sposato da 2 anni. Lei si occupa del merchandising e dell’organizazione di eventi della Virtus Lanciano. Sì, perché la famiglia Maio quest’anno ha rilevato la squadra di calcio della sua amata città, una nuova avventura che tutti gestiscono con passione ed entusiasmo. La cura e l’attenzione che il giovane Maio mette per la sua persona riesce ad infonderla anche sul piano lavorativo. Guglielmo è infatti un imprenditore dinamico che ha voluto dare all’azienda, anche per la sua giovane età, un’impronta diversa, creativa e vivace. Una dimostrazione si ravvisa nel design dei nuovissimi uffici, ma anche nei progetti che lui stesso sta seguendo. Uno su tutti la sua creatura “Enviconcept” che ha come mission la promozione di spazi, congressi, mostre e progetti interdisciplinari, idee, attività, tecnologie e processi innovativi che abbiano una forte relazione con l’ambiente e con l’energia.
Passione:
Mia moglie Ketty. Lei è la vera passione della mia vita. Ovviamente insieme alla Virtus.
Hobby:
Adoro i film. Sono un divoratore di dvd. Ma, mi piacciono anche i documentari e i programmi sportivi.
Style:
Lo ammetto, seguo molto la moda. Amo le cose raffinate, ma nello stesso tempo “stilose” e originali. Ho il pallino per le cravatte e le scarpe.
Viaggi:
Quando ho un po’ di tempo libero scappo all’estero con mia moglie. Mete preferite? New York d’estate e i Caraibi d’inverno. Ogni volta che li visito, mi tolgono il fiato.
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sommario _ anno IV n°33 _ giugno 2009
opinioni&rubriche editoriale
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Niente più alibi
ctrl s
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Tendenze, fatti, persone
confi... den ialmente
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Stop al recupero coattivo degli sgravi
22
il punto la terra di Piero
69 Il Decreto crolla sul terremoto 85 Riflettere a fondo sulla ricostruzione
in primo piano la voce delle categorie daniele
28
unica
fabio spinosa federica guidi a L'Aquila speciale ele ioni
22 Si può fare di più 28 Il Veneto come modello 32 Vi prego, voliamo alto 36 Pronti a fare la nostra parte 41
Il cuore dell'Abruzzo batte a destra
a ienda con il segno + gruppo maio
32
tematiche d’impresa ricerca& innova ione
50 Che fortuna, siamo in crisi
ricerca& innova ione
52 Marchionne, un abruzzese dalle idee chiare
ict marketing
52
44 Gruppo Maio, quando lo sviluppo è sostenibile
norme&leggi
56 Green IT l'informatica pulita 61
Il cuore oltre l'ostacolo
65 Coprimi, io esco
storie&persone donato di fon o alessandra rossi
78
70 «Saremo l'eccellenza del Centro Sud» 74 «Zona franca e obiettivo 1 per almeno 10 anni»
credito&finan a banca dell'adriatico
78 Tranquilli, per pagare c'è tempo
incarichi&carriere pi abru
o
pi pescara
94 12
81
La "piccola" sceglie Giuseppe Marozzi
83 Pescara conferma Marramiero
seminari&convegni settimana europea pmi altero matteoli pa e nuove tecnologie
94 Teramo soffre ma tiene 97 Ripartiamo così 99 A Sant'Omero la burocrazia è sconfitta 101
radiosanit Confesercenti
110
Sicurezza, meglio aggiornarsi
105 Pescara, nuova sede per Confesercenti
eventi career day
106 Laurearsi al tempo della crisi
forumed
110
In vetrina per sedurre nuovi mercati
tag comunica ioni
113
Ha 1 anno e già telefona
carsa
116
"L'Aquila com'era L'Aquila com'è"
cantine aperte
118
Vedi cosa bevi
116
123
la vita è bella
di sicure a 125 uscita Nizza, quando lo charme ha origini italiane
129 divudi Lo strano caso di Benjamin Button 131
tempo rubato
E morirono tutti felici e contenti
133 qb Le Cicorielle della Madonna annata 135 un’ottima Lombardia, non solo bollicine
adagio con gusto
123
Lì, dove il mare luccica
13
editoriale
Niente più alibi I
stituzioni travolte da inchieste e scandali, una crisi economica profonda e prolungata, un terremoto devastante. Non si può certo dire che questa regione se la passi bene, già da un po’. L’atmosfera - e non solo nei territori dell’aquilano, più direttamente colpiti - è pesante, cupa, di forte preoccupazione. Lo sciame sismico non è ancora finito, ma si è appena conclusa (l’ennesima) tornata elettorale. Con un risultato chiaro: anche in Abruzzo spira il vento del centro destra, in linea con una tendenza che caratterizza l’intera Europa. Ciò che colpisce è il «miglior risultato italiano» del PDL, prossimo al 45 per cento, proprio nella regione del terremoto. Gli elettori si sono affidati con convinzione a Berlusconi – del resto molto presente in Abruzzo sin dal day after – anche nelle realtà in cui era viva la protesta contro il decreto per la ricostruzione e l’esclusione di diversi Comuni dal cratere sismico. Ora un solo colore politico amministra l’Abruzzo. In Regione e Tommaso Di Rino _ direttore in tre province su quattro (ma solo perché nella quarta non si è votato). Ed è lo stesso del Governo centrale. È tempo dunque di considerare finito ogni “rodaggio”. Il presidente Chiodi concordi con Sindacati e Confindustria un’agenda delle priorità per i prossimi mesi. L’Abruzzo deve essere governato e ricostruito. Fa piacere sentirlo dire a caldo «Il consenso non deve appagarci, bensì fungere da stimolo». E allora gestisca oculatamente la ricostruzione dell’aquilano. Metta in campo un programma di riforme, preciso negli obiettivi e definito nei tempi, grandi progetti di investimento e sviluppo basati anche sull’impiego ottimale di Fondi strutturali e Fas. Concordi con il Governo un diverso piano di rientro del deficit della sanità, acceleri le politiche industriali annunciate dall’assessore Castiglione. Idee chiare e decisionismo, accontentare tutti è difficile. E non è quello che serve. Dopo l’accordo sugli ammortizzatori in deroga, è il momento di sostenere le politiche attive del lavoro e rilanciare la formazione professionale. In questo, sarà fondamentale il lavoro di squadra con i neopresidenti di Provincia. Tra chi le politiche le deve programmare e chi le attua sul territorio. Per i neo presidenti Testa, Catarra e Di Giuseppantonio il tema è cruciale. Da circa dieci anni la gestione dei Centri per l’Impiego (gli ex uffici di collocamento) è passata a livello locale, con l’obiettivo di rendere tali strutture finalmente efficienti, in grado di passare da un ruolo soprattutto burocratico a quello di centri di erogazione di servizi, per cittadini e imprese. Per la formazione, è necessario imprimere una svolta radicale: il rapporto con il mondo del lavoro non può essere “residuale”, bisogna cercare con convinzione di integrare i piani formativi con le esigenze delle imprese. In sintesi: organizzarsi adeguatamente e mettere in campo buona volontà e buone idee. Non sprecate la vittoria
Governo centrale, Regione, Province, un solo colore politico amministra l’Abruzzo. Dopo la brutta campagna elettorale, è tempo di mettersi al lavoro, di considerare finito ogni “rodaggio”
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Insieme per competere Prima serata del ciclo “cena a tema dei giovani imprenditori e giovani imprenditori edili” organizzata dagli under 40 di Confindustria Pescara. Degustata nella splendida cornice dell’Hotel Alcione di Francavilla al Mare presso il ristorante Novilunio, la cena ha visto come prima testimonianza per il tema “La comunicazione della piccola impresa per competere, casi di successo”, l’ex presidente regionale del gruppo giovani di Confindustria Michele Russo, attuale amministratore delegato della società di comunicazione Mirus. L’evento organizzato da Alessandro Addari, presidente dei giovani di Confindustria Pescara e da Guido Carletti, presidente dei giovani dell’Ance di Confindustria Pescara, ha visto la presenza di numerosi associati, ma anche di due past president, Federica Chiavaroli e Roberto Chiola che hanno voluto portare il loro saluto a tutti gli ospiti presenti. Durante la cena, aperta anche ai familiari, un bingo di beneficenza che ha contribuito ad alimentare il fondo di solidarietà “Sisma L’Aquila”. Partner della serata, brand abruzzesi come Saquella Caffè, Rustichella d’Abruzzo, Marramiero, Reginella d’Abruzzo, Luigi D’Amico Parrozzo e Preziosi Amaltea.
Produzione in calo del 14% Non positivo il quadro dell’impresa manifatturiera abruzzese nel primo trimestre 2009. Consistenti diminuzioni nei principali indicatori economici rispetto al trimestre precedente e, soprattutto, rispetto allo stesso periodo del 2008. La produzione a livello regionale ha registrato un calo del 14%. Secondo l’indagine congiunturale sulle imprese manifatturiere realizzata dal Cresa, le diminuzioni più marcate hanno riguardato i settori dei mezzi di trasporto (-35,8 %), lavorazione dei minerali non metalliferi (-24,4%), metalmeccanico (-16,9 %), legno e mobili (-19,7 %). Minori contrazioni produttive nel chimico-farmaceutico (-4,9 %) e nel tessile abbigliamento (-2,7 %). Il maggiore calo produttivo in provincia di Chieti (-16,9 % su base annua). Anche tutte le altre province mostrano comunque diminuzioni tendenziali della produzione, sebbene inferiori al calo rilevato a livello regionale (L’Aquila -11,9 %, Teramo -13,5 %, Pescara -10,9 %).
Windows 7, tra un po’ ci siamo Microsoft lancia Windows 7. Prevista per il 22 ottobre prossimo l’uscita del nuovo sistema operativo, destinato a sostituire l’impopolare Windows Vista. La più grande compagnia produttrice di software del mondo, che inizialmente aveva previsto il lancio del nuovo sistema per l’inizio del 2010, ha deciso di anticipare la data per immettere sul mercato Windows7 in tempo per gli acquisti natalizi. Il nuovo software verrà consegnato a luglio alle case costruttrici di computer, in modo tale da poter avere già dal 22 ottobre la possibilità di comprare un nuovo Pc con software già installato.
«Il mio libro per la Casa dello Studente» Finanziare la realizzazione di un’aula informatizzata in quella che sarà la nuova Casa dello Studente a L’Aquila. Saranno destinati a questa precisa finalità tutti i compensi derivanti dalle vendite del nuovo libro di Antonio Teti, esperto di ICT a livello internazionale, firma di Abruzzo Impresa. Un’azione concreta in favore dei terremotati dell’Aquila, un gesto di solidarietà che vuole essere di augurio per una pronta ricostruzione. Il futuro dell’Information & Communication Technology - Tecnologie, timori e scenari futuri della global network revolution, questo il titolo del volume edito da Springer che sarà in libreria a settembre e che descrive con un linguaggio semplice e comprensibile, anche per il pubblico dei non addetti, le più recenti tecnologie informatiche disponibili sul mercato e le loro metodologie di impiego. Affrontando anche rischi e conseguenze di un loro errato utilizzo. Antonio Teti è presidente onorario della Società Italiana delle Scienze Informatiche e Tecnologiche (SISIT), ed è l’ideatore dell’ICT Security Day, evento nazionale di grande prestigio in tema di sicurezza informatica organizzato nella natia Lanciano.
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tenden e fatti persone
Gatti agli studenti: «Rimanete in Abruzzo» “Il mercato del lavoro: il ruolo della formazione”. Si è concluso con questo convegno il ciclo di seminari della facoltà di Economia & Commercio organizzati dal docente di Politica Economica Giuseppe Mauro. A discuterne con un tu per tu con gli studenti, l’assessore regionale al Lavoro Paolo Gatti. Due le sfide lanciate dal giovane assessore: rimuovere gli ostracismi burocratici e mettere al primo posto la meritocrazia. «Queste sono le linee guida – ha dichiarato Gatti- necessarie per il cambiamento strutturale della nostra Regione che in questo momento sta attraversando un momento davvero difficile. Con la cultura del merito dobbiamo riuscire far crescere l’economia di questo territorio». Travolto dalle domande degli studenti, Gatti ha invitato i numerosi ragazzi presenti a rimanere in Abruzzo dopo avere conseguito la laurea, per contribuire ad arricchire il tessuto economico della regione.
Tremonti: fase critica alle spalle «Considerando che abbiamo un debito pubblico molto forte abbiamo fatto tutto quello che potevamo. Stiamo esercitando tutte le pressioni perché si faccia credito alle imprese. In ogni caso, quando ci sarà la ripresa noi saremo più forti degli altri». Parola di ministro dell’Economia, al secolo Giulio Tremonti. Tre cose, in particolare, gli appaiono giuste: «Abbiamo messo in sicurezza i conti pubblici». Inoltre, l’aver aperto i canali di finanziamento per le imprese. «Grazie a Cdp, Sace, Bei ed emettendo dei titoli che sostengono il patrimonio banche abbiamo messo in campo per le imprese da 100 a 150 miliardi». Infine, «abbiamo cercato di mantenere la coesione sociale del paese, mettendo in campo una quantità enorme di fondi per gli ammortizzatori sociali. Abbiamo a disposizione 1,3 miliardi di ore, finora ne sono state utilizzate meno di 300 milioni, quindi c’è ancora un miliardo da utilizzare». Tremonti ha sottolineato che «il rischio di un crollo generale è stato evitato, la fase più critica è alle spalle».
Nuovo sito per Confindustria Teramo È on line, all’indirizzo www.confindustriateramo.it, il nuovo sito di Confindustria Teramo. Un vero e proprio portale di informazione e servizi, che rispetta tutti i criteri di accessibilità previsti dalla legge ed applica le tecnologie più moderne e innovative. Permette di navigare velocemente in tutto il sistema web locale di Confindustria, aprendo un canale di accesso diretto al sistema nazionale e soddisfacendo qualsiasi tipo di esigenza. L’imprenditore può leggere le ultime notizie, essere aggiornato sui corsi di formazione, fruire dell’accesso riservato a circolari e ad altri documenti, e, inoltre, accedere alle sezioni dedicate alle altre strutture associative locale: il Confidi Teramo, che assiste le piccole e medie imprese associate nell’accesso al credito e/o nel reperimento del capitale di rischio, attraverso la prestazione di garanzie collettive, e l’Assindustria Servizi srl, che eroga servizi alle imprese ed organizza attività che coinvolgono, sia direttamente che indirettamente, il mondo delle imprese industriali. Il nuovo sito è stato realizzato da Giammaria de Paulis della web agency Cykel Software di Teramo.
Agricoltura arma anti-recessione Secondo i dati appena diffusi dall’Istat, nel 2008 il settore agricolo ha contribuito alla crescita economica in tutte le principali ripartizioni geografiche del paese. Ciò è evidente soprattutto nel Nord-Est, dove il Pil è diminuito dello 0,9%, condizionato dal settore industriale (-2,7%), mentre il valore aggiunto agricolo, inclusa silvicoltura e pesca, ha dato un apporto positivo del 4,7%. Nel Nord-Ovest, dove il Pil è calato dell’1,1%, il valore aggiunto agricolo è stato del +1,3%. Nel Centro solo le attività primarie sono risultate in crescita (+3%), mentre nel Mezzogiorno – come evidenzia Confagricoltura - l’attività agricola registra una crescita (+1,2%), in controtendenza con le performance negative dell’industria (-2,7%) e dei servizi (-0,7%), dando un apporto positivo in una realtà territoriale maggiormente segnata da divari di crescita ed occupazionali.
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L’Aquila, intesa per l’adeguamento dell’aeroporto Firmato il 9 giugno il protocollo d’intesa per l’ampliamento dell’aeroporto dei Parchi, in località Preturo, a L’Aquila, in vista del G8, il vertice annuale dei principali paesi industrializzati programmato dall’8 al 10 luglio nel capoluogo abruzzese. Il protocollo è stato firmato dal direttore generale dell’Enac Alessio Quaranta e dal direttore generale amministrazione e bilancio del dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli. Le opere da realizzare riguardano l’adeguamento della struttura aeroportuale, le connesse infrastrutture e la viabilità. Il finanziamento complessivo è di 900 mila euro, a carico dell’Enac.
Assegnate le “Tre Olive” 2009 Per l’ottavo anno Slow Food ha presentato quella che ritiene il meglio della produzione olearia italiana. La nuova edizione della Guida agli Extravergini racconta di 722 produttori e di 996 bottiglie degustate. L’edizione 2009 è da record: mai così tante aziende recensite, mai così tanti extravergini valutati, mai così tanti premi. Le 58 “Tre Olive” premiano il top assoluto in tutto il territorio nazionale, produzioni che esprimono caratteristiche di tipicità ed eccellenza. Per l’Abruzzo l’ambito riconoscimento è andato all’Olio Extravergine di Oliva Tenuta Fragassi Dop Aprutino Pescarese Verde Abruzzo (Città Sant’Angelo) e all’Olio Extravergine di Oliva Trappeto di Caprafico Dop Colline Teatine da Agricoltura Biologica, Tommaso Masciantonio (Casoli). Dalla Guida, in vendita sul sito www.slowfood.it, emerge che c’è una produzione sana, fortemente impegnata, regione per regione, a difendere la qualità, a differenziarsi con prodotti che esaltano la grande ricchezza di varietà organolettica. È qui che si gioca il futuro del settore.
Vuoi lavorare? Iscriviti ad ingegneria A tre anni dalla laurea lavorano quasi 9 ingegneri su 10 ed hanno ottime prospettive infermieri e ostetriche. È quanto emerge dall’ultima indagine Istat “Università e lavoro: orientarsi con la statistica”. Uno studio che cerca di individuare quale sia “il pezzo di carta” che consenta di trovare più facilmente un lavoro stabile e soddisfacente. I dati 2009, riferiti ai laureati del 2004, non contraddicono quanto emerso negli anni precedenti. Continuare a studiare conviene: nel periodo immediatamente successivo alla conclusione degli studi, il tasso di disoccupazione dei laureati è inferiore di quasi 6 punti percentuali rispetto a quello dei diplomati di scuola secondaria superiore (12,9% contro il 18,8%). Il differenziale si mantiene anche successivamente: 6,9% per i laureati 30-34enni, 9,3% per i diplomati 25-29enni. A tre anni dalla laurea ha un’occupazione continuativa l’88,9% degli ingegneri meccanici, l’88,1% di chi ha scelto Ingegneria delle telecomunicazioni e l’84,9% dei laureati in Ingegneria chimica. Qualche difficoltà di troppo per i laureati del gruppo giuridico (solo il 22% ha un lavoro continuativo); seguono i laureati dei gruppi geo-biologico (31,3%), psicologico (32,2%) e letterario (35,3%).
Marcegaglia: «Leggi buone solo se applicate» «Un buon governo del Paese passa attraverso un’amministrazione efficiente. Troppo spesso le leggi non vengono applicate». Lo ha detto la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, nel suo intervento d’apertura alla giornata dell’Innovazione lo scorso 9 giugno. Rivolgendosi al ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, presente in platea, la Marcegaglia ha auspicato «un salto di qualità rispetto al passato, lavorando sull’efficienza della governance». Secondo la leader degli industriali «la crisi non ci deve distogliere dal tema dell’innovazione e noi vogliamo lavorare in una logica di medio termine. Dobbiamo investire molto, in modo non parcellizzato, nella ricerca e nell’innovazione e dobbiamo lavorarci insieme».
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tenden e fatti persone
A Pescara la prima casa a energia solare Addio alle bollette di luce e gas. Ascensore, boiler dell’acqua calda, impianto di condizionamento, lavatrice, televisore, fornelli. Al civico 425 di via Tiburtina tutto funziona grazie all’energia solare. La casa è stata realizzata con mattoni in poroton che la rendono energeticamente efficiente e con una dispersione molto bassa. In più è dotata di pannelli solari, che consentono piena autonomia dal punto di vista energetico. Non c’è bisogno neppure del gas: i fornelli della cucina sono elettrici e l’allaccio del gas semplicemente non c’è. Ad occuparsi dell’intervento per la famiglia di Giampiero Capitanio, è stato il marchio energetico Mundus di Cristiano D’Ortenzio, lo stesso che ha messo a punto l’impianto fotovoltaico all’Oasi dello Spirito di Montesilvano Colle. Per prima cosa è stato costruito un tetto nuovo in legno ventilato, con una camera d’aria interna che assicura un buon isolamento e consente agli ambienti di scaldarsi meno d’estate e raffreddarsi meno d’inverno. Poi, nel tetto sono stati sistemati in modo da creare un’unica superficie con le tegole, 54 pannelli solari, un impianto fotovoltaico da 12,42 kw che ha ottenuto il finanziamento del Ministero per le Attività produttive, attraverso la società GSE spa.
Navi da Guinness per Costa Crociere È entrata nel Guinness dei primati per il doppio battesimo di Costa Luminosa e Costa Pacifica. Per la prima volta nella marineria mondiale, due nuove navi da crociera, costruite dallo stesso cantiere e appartenenti allo stesso armatore, vengono battezzate nello stesso luogo, in contemporanea. È accaduto a Genova lo scorso 5 giugno. Costa Pacifica è la quattordicesima nave della flotta Costa Crociere, il più grande gruppo turistico italiano. Costruita da Fincantieri, è la prima “nave della musica”. Con 114.500 tonnellate di stazza, può accogliere fino a 3.780 ospiti totali, in 1.504 cabine. Costa Pacifica è la seconda delle nuove navi ad essere consegnate da Fincantieri alla compagnia italiana in meno di un anno: il 30 aprile è arrivata infatti Costa Luminosa (92.600 tonnellate di stazza e 2.826 ospiti totali), la nave della luce. A fine gennaio 2010, sarà la volta di Costa Deliziosa. «In Italia nello scorso anno abbiamo generato un indotto di 1,1 miliardi di euro, derivante, oltre che dalla costruzione di nuove navi, da spese generali, trasporti, indotto su aeroporti e porti - ha dichiarato Pier Luigi Foschi, presidente e amministratore delegato del Gruppo Costa Crociere S.p.A - un beneficio che si distribuisce da nord a sud in tutte le principali regioni della penisola, portando ricchezza e occupazione».
Draghi: «Alzare l’età pensionabile» Riforme strutturali per garantire la tenuta dei conti pubblici e interventi che completino il riassetto degli ammortizzatori sociali. Ripresa degli investimenti pubblici, azioni di sostegno della domanda e del credito. Sono queste le linee di azione indicate dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, per «uscire più forti da questa crisi». Quanto alle pensioni, invece, Draghi promuove i fondi pensione, ma chiede qualche correzione favorendo la diffusione di prodotti che riducano la rischiosità del portafoglio all’avvicinarsi del momento del pensionamento e titoli che consentano di gestire meglio i rischi su lunghi periodi di tempo. E spiega che per averle adeguate basta un graduale aumento dell’età effettiva di pensionamento: «Un più alto tasso di attività nella fascia da 55 a 65 anni innalzerà sia il reddito disponibile delle famiglie sia il potenziamento produttivo dell’economia».
Nuovo presidente per Unioncamere Ferruccio Dardanello è il nuovo presidente di Unioncamere per il triennio 20092012. Dardanello, presidente Unioncamere Piemonte, è stato eletto dai presidenti delle Camere di Commercio e succede ad Andrea Mondello. «Ringrazio tutti i colleghi che hanno avuto fiducia in me concedendomi il loro supporto – ha detto il neo presidente. Tutti insieme continueremo ad impegnarci per lo sviluppo delle nostre imprese ed il rafforzamento del Sistema Paese».
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confiden ialmente
Stop al recupero coattivo degli sgravi A
ncora un problema per l’Abruzzo. Ci si riferisce alla nota e ormai annosa questione relativa al c.d. “decreto Mastella” del 05 agosto ‘94 e al successivo decreto Ministeriale del 24 novembre ‘97, che determinarono, per il periodo fine 1994-1996, l’esclusione dell’Abruzzo dagli sgravi contributivi previsti per le regioni meridionali. La riproposizione della questione è dovuta all’improvvisa e recente decisione, unilaterale, da parte dell’INPS, di procedere al recupero coattivo degli sgravi in questione (tranne che nei comuni del cratere sismico per i quali è prevista una sospensiva). La vicenda ha avuto una lunga vertenza, anche giudiziaria, che ha dato ripetutamente riconoscimento, da parte degli organi giudiziari amministrativi interessati, alle ragioni sostenute dal mondo imprenditoriale. Nel merito, infatti, il decreto Mastella escluse ingiustificatamente l’Abruzzo dal beneficio degli sgravi contributivi previsto per le regioni meridionali - prima ancora che la stessa Commissione europea escludesse l’Abruzzo dalle regioni dell’Obiettivo 1- con un danno per le imprese e per lo sviluppo dell’intero territorio dimostratosi nel tempo molto importante. A titolo esemplificativo della pesante incidenza che avrebbe l’eventuale Giuseppe D’Amico_ direttore confindustria Abruzzo recupero coattivo per il periodo considerato, infatti, si può valutare che su una ipotetica retribuzione lorda di € 1.000,00 mensili, lo sgravio è di circa € 270,00 che per 2 anni fa un totale € 7.000,00, a cui si dovranno aggiungere i costi degli interessi di mora e rivalutazioni. È evidente, ora, che il problema si pone unicamente in termini di opportunità e di sensibilità politica, considerando la situazione di vera e forte difficoltà congiunturale che sta investendo da anni il sistema imprenditoriale abruzzese. Quest’ulteriore “tegola”, infatti, verrebbe a sovrapporsi non solo al sisma del 6 aprile scorso, ma anche ad altre gravi situazioni di cui ricordiamo le principali: l’Abruzzo è l’unica regione che dal 2001 al 2007 è regredita in termini di PIL; la regione sta soffrendo in modo veramente traumatico lo “sforamento” della spesa sanitaria, con ripercussioni pesantissime sia sulle possibilità di programmazione da parte degli enti pubblici regionali, sia, soprattutto, sul tessuto produttivo e sociale che è costretto a sopportare la maggiorazione delle aliquote IRAP (+1%) e IRPEF (+0,5); la crisi economica mondiale sta colpendo l’Abruzzo in modo particolarmente violento, come dimostrano i dati sulla chiusura di stabilimenti e sulla Cassa Integrazione che danno alla regione il primato assoluto negativo, in Italia, per ore complessive erogate (+ 404,91 %, 1° quadrimestre 2009 su stesso quadrimestre 2008). È chiaro quindi, che il recupero coattivo delle somme degli sgravi contributivi di cui ai Decreti richiamati, si porrebbe come il colpo di grazia nei confronti dell’economia regionale. In ragione di quanto detto, Confindustria Abruzzo, congiuntamente a tutte le altre associazioni di categoria regionali, ha chiesto al Governo di intervenire con urgenza sull’argomento sospendendo innanzitutto - in tutto il territorio regionale - l’iniziativa dell’INPS e di adoperarsi, quindi, anche in sede comunitaria, per una ragionevole ed equa soluzione al problema. Un accoglimento di questa legittima richiesta darebbe alle autorità Governative il grande merito di porre finalmente termine ad una annosa questione, che pesa da troppo tempo come una spada di Damocle sul tessuto economico abruzzese e che si pone, nell’attuale contesto, in termini veramente anacronistici
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in primo piano » di Laura Tinari
La voce delle categorie
Si può fare di più
Proposte, iniziative, critiche, bisogni. Il mondo delle associazioni è diviso tra pessimismo e ottimismo ma opera con tenacia e determinazione per contribuire alla ripresa dell’aquilano
C
ontinua la nostra indagine tra le associazioni di categoria: difficoltà e iniziative, pessimismo e ottimismo, questa è oggi la duplice realtà di imprese e lavoratori.
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Filiberto Cicchetti presidente ANCE L’Aquila Cosa sta facendo l’associazione per sostenere e tutelare in questo momento la categoria? «Ci stiamo muovendo su tutti i fronti, abbiamo dialogato con la Protezione Civile per portare gli appalti in Abruzzo e siamo stati ascoltati, tanto che lo si legge anche nel decreto legge 39 del 28 aprile. Poi, naturalmente, stiamo portando avanti quella che è la nostra normale attività». Pensate che le aziende locali siano in grado di rispondere ai bandi per la ricostruzione? «Gli appalti sono molti e vanno da piccolissimi importi fino a centinaia di milioni di euro. Tra le oltre 20 imprese locali, che hanno presentato offerte al bando per la realizzazione delle palazzine per gli sfollati, tre ATI costituite da aziende aquilane hanno preso appalti e una di queste da sola aveva già vinto quello per la fornitura dei pilastri per le piastre isolanti». Gli attacchi rivolti finora alla categoria hanno rischiato di far passare l’idea che i costruttori non fossero in grado di svolgere la propria professione, non trova? «Si è trattato solo di attacchi mediatici, la verità la dimostrerà la
magistratura. Noi l’abbiamo sempre spronata a fare chiarezza sui singoli casi e ad intervenire. Certo è che il terremoto che si è abbattuto sull’Aquila è stato di una violenza unica e nonostante ciò la città ha retto, lo dimostra che fuori le mura non ci sono stati morti. Questo vuol dire che i costruttori hanno costruito bene prima e lo faranno anche dopo».
Alberto Fasoli presidente Associazione Regionale Allevatori Quanto è importante che i prodotti locali siano consumati nelle tendopoli? «È importantissimo per noi che si istauri il principio secondo cui i prodotti locali siano consumati soprattutto dal territorio che li produce, concetto rafforzato in un momento come questo dove c’è un’oggettiva difficoltà a collocare la produzione, perché il tessuto economico del comprensorio colpito dal terremoto è di fatto inesistente. Assistiamo all’assurdo se pensiamo che, da una parte i nostri prodotti freschi e di qualità restano invenduti e stoccati nelle aziende, e dall’altra che nelle tendopoli si preferisca utilizzare prodotti che spesso arrivano da fuori Italia o comunque da fuori regione. Al di
fuori di qualche campo, che ha preso latticini, non abbiamo ancora notizie di casi in cui si stia dando carne di produzione aquilana». Come vi muoverete in futuro? «Come Associazione Regionale Allevatori abbiamo avviato dal 20 aprile un discorso con il Comune dell’Aquila, dialogo poi ripreso dal nucleo operativo per l’emergenza in agricoltura, costituito per volontà della Giunta regionale, per poter conferire prodotti zootecnici e agricoli nelle tendopoli. A distanza di un mese abbiamo stipulato un protocollo d’intesa sottoscritto dal Comune dell’Aquila il 22 maggio, ma che ancora oggi non viene riconosciuto valido, perché alcuni funzionari hanno sollevato delle obiezioni. Come allevatori siamo stanchi del comportamento che ha assunto il Comune nel senso che ora non è solo un problema di conferimento dei prodotti, perché riusciremo a trovare la strada per poter smaltire le produzioni di questo periodo, ma è in gioco la dignità degli allevatori, che oltre ad aver subito, come aquilani, i danni del terremoto, stanno subendo anche questa presa in giro da parte delle autorità locali». La vostra battaglia ha avuto il sostegno dell’associazione nazionale? «La battaglia che portiamo avanti in questi termini è regionale e la stiamo sostenendo come membri di un nucleo operativo costituito per delibera di Giunta regionale, nel quale sono rappresentate tutte le organizzazioni sindacali agricole, l’ARSSA e la direzione agricoltura della Regione Abruzzo».
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Angelo Taffo presidente Confartigianato Abruzzo Quali progetti la Confartigianato sta predisponendo perché la produzione locale riparta? «A causa di questo evento così disastroso sono oggi senza prospettive circa 8000 imprese. Molti capannoni sono venuti giù e l’economia del comparto, che rappresentava circa il 20% del PIL, è azzerata. Si sta cercando di far diventare il disastro un’opportunità: nella fase durante la quale la priorità è far uscire la gente dalle tende è chiaro che l’artigianato e la piccola impresa possono incidere poco, avranno un ruolo soprattutto le grosse aziende che verranno da fuori. Ci riserviamo però la fase della ricostruzione e siamo fieri di aver creato un consorzio chiamato “Noi ricostruiremo L’Aquila” dove stiamo inserendo le aziende artigiane locali». C’è collaborazione con l’associazione nazionale? «Si, proprio per la buona riuscita di questo progetto la Confartigianato nazionale ci ha messo a disposizione tutte le SOA per rispondere alle gare, in modo da veicolare tutti i nostri artigiani nella fase della ricostruzione. Insieme poi chiediamo con forza sia al Governo che alla Regione che le imprese locali siano i primi attori, se poi non riuscissimo a raccogliere sufficienti qualità
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e competenze nel bacino aquilano è chiaro che ci sposteremo nella regione. La cosa più importante è aiutare queste piccole aziende oggi terrorizzate da quello che è successo, ma anche da un dopo che si prefigura senza avvenire e senza prospettive di lavoro. È questo uno degli aspetti più drammatici dell’evento sismico». Zona franca necessaria solo se estesa ai comuni limitrofi a L’Aquila, giusto? «Si, su questo la Confartigianato regionale non transige: l’estensione deve essere quanto meno fatta nel cratere, bisogna ridare ossigeno alla piccola e media impresa che, in assenza delle grandi aziende, rappresentava l’economia e il lavoro della zona e che oggi è di fondamentale importanza per il rilancio del territorio. Purtroppo sembra che l’Europa non sia molto d’accordo, “Abbiamo messo nell’unione Paesi che stanno peggio di L’Aquila terremotata, se diamo la Zona Franca a L’Aquila dobbiamo darla anche agli altri Paesi”…. La nostra sensazione è che sia solo uno slogan, sappiamo bene che la Zona Franca è necessaria per far ripartire economia e lavoro».
Giuseppe D’Amico direttore Confindustria Abruzzo Qual è oggi il punto di partenza dell’economia regionale? «Il terremoto è stato un punto
di svolta epocale per la regione, per la vita dei cittadini e per il sistema imprenditoriale. Noi ci troviamo di fronte ad un duplice scenario: abbiamo aziende colpite direttamente e che hanno cessato temporaneamente l’attività per danni materiali e aziende che sono fuori dal cratere e che, se pur colpite indirettamente, hanno però visto interrompersi i propri rapporti lavorativi e risentito di mancati pagamenti e forniture. Penso che si debbano chiedere forme di sostegno diverso per queste due tipologie: uno status di vantaggio, riconducibile a quella che viene comunemente chiamata area franca per le aziende del cratere, e interventi mirati a compensare danni relativi ai mancati introiti per le altre». Nello specifico, quali sono le misure che chiedete? «Per le imprese aquilane chiediamo contributi a fondo perduto e procedure amministrative semplificate per ridurre i costi e accelerare i tempi di investimento e di ripresa, mentre, come dicevo prima, per le altre prevediamo misure straordinarie per compensare i danni. Questa proposta nasce dalla consapevolezza che bisogna confrontarsi con un sistema di aiuti comunitari, per cui bisogna fare attenzione ad avanzare proposte che possano essere effettivamente accolte». Si parla molto di Zona Franca, una richiesta che però sembra non sarà accolta dall’Europa… «Non è detto. Dipende dalla volontà politica e dalla chiarezza delle proposte. Su questo tema, infatti, si è fatta molta confusione dando molte interpretazioni al concetto di zona o area franca. Confindustria da subito ha paragonato L’Aquila alla Berlino del dopoguerra, un’area dunque a cui è necessario garantire uno status di vantaggio assolu-
to – tecnicamente: un pacchetto straordinario di interventi - per ridare attrazione e competitività al territorio. Oggi il problema maggiore per la città è dare uno stimolo ai cittadini che hanno paura di tornare o alle imprese di investire in queste aree. Noi per area franca intendiamo un pacchetto straordinario di interventi e incentivi fiscali e contributivi a favore sia delle piccole, medie e grandi imprese, che hanno bisogno di ridurre i costi di produzione, sia dei lavoratori che devono poter contare su una retribuzione più consistente. Il periodo di durata dovrà essere di almeno 10 anni se vogliamo che la misura funzioni». Ma cosa differenzia la vostra proposta dalla Zona Franca? «La zona franca urbana è prevista solo per aree ridotte e per una popolazione di solo 30.000 persone e prevede incentivi solo per le micro e piccole imprese, per cui, a mio parere -essendo molto improbabile che l’UE potrà concederne più di una- andrebbe concentrata solo su L’Aquila e il suo comprensorio, essendo il più danneggiato e dove effettivamente sono incluse imprese, professionisti e attività commerciali e di servizi. La zona franca urbana, inoltre, non prevede che i benefici fiscali e contributivi siano estesi anche ai lavoratori. Pertanto la zona franca urbana può essere sì utile, ma è poca cosa rispetto a ciò di cui ci sarebbe bisogno». Terremoto anche come occasione di rinascita, vero? «Si, in questa situazione c’è un dato positivo: il terremoto va visto come una grossa opportunità per tutte le imprese e per tutto il territorio, perché se da una parte il cratere potrà essere oggetto di grandi investimenti esterni, dall’altra le aziende regionali stanno già partecipando alla ricostruzione.
Questo meccanismo di rimessa in moto coinvolgerà tutto il sistema economico locale. Tanto più la ricostruzione sarà fatta in maniera intelligente, tendendo all’eccellenza e coinvolgendo le imprese locali, tanto più L’Aquila potrà divenire un modello positivo di sviluppo. Anche iniziative come il G8 contribuiscono a creare un clima di rinascita positivo per tutta la regione».
Filippo Ciancone direttore Confesercenti L’Aquila Quali sono i problemi che i vostri associati dentro e fuori le mura hanno ancora oggi? «In centro c’erano 854 attività tra commercio, servizi e turismo poi gli ordini professionali, banche e uffici finanziari, per un indotto annuo di 350 milioni di euro. La difficoltà che queste attività oggi hanno è di natura logistica e tecnica, a causa della tempistica con cui vengono messe in sicurezza le strade, poiché la procedura da seguire è lunga. Si spera di poter far insediare, nel corso del prossimo anno, almeno 350 aziende in modo da rendere di nuovo il centro appetibile, pena la morte della zona e i trasferimenti in periferia delle aziende. Quelle che sono fuori le mura invece si stanno già organizzando con strutture di vario tipo, per ripartire negli spazi intorno ai propri stabili». Perché la proposta di un
trasferimento delle attività in capannoni industriali non vi ha soddisfatto? «Il problema dei capannoni è che non sempre sono strutture funzionali. Mentre alcuni sono già strutturati, altri invece sono solo costruzioni di cemento, pertanto sono gli imprenditori a dover far investimenti per sistemarli e renderli funzionali alle proprie esigenze. Ci sono poi gli affitti per immobili agibili, dove si è arrivati a chiedere 40 € al mq, spese che non si possono sostenere almeno per ora poiché la gente non c’è e quindi il volume d’affari non permetterebbe un recupero dei costi. Noi chiediamo di accelerare la messa in sicurezza per far rientrare in centro le attività e di dare la possibilità ai commercianti di affittare a prezzi contenuti gli spazi e avere così una collocazione per 36 mesi, tempo necessario per vedere come va e se c’è indotto». Come pensate di agire ora? «Abbiamo chiesto all’Ufficio Tecnico del Comune un aiuto per l’identificazione di quelle aree intorno alla città dove sorgerà il Progetto C.a.s.e. della Protezione Civile e che saranno più popolose per poter attivare lì una rete di bar, ristoranti e supermercati e dar modo, con spese minime, di riattivarsi temporaneamente». State lavorando anche sulla realizzazione di un villaggio commerciale. «Il villaggio sta nascendo nel centro sportivo di Verdeaqua, si tratta di 17 casine in legno gratuite per le attività commerciali, una sorta di galleria provvisoria fino a novembre. E, se poi il mercato va, nei prossimi due anni ci si stabilisce lì. Non possiamo costringere a fare investimenti che non potranno essere sostenuti in futuro»
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19 MAGGIO Il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, in visita ufficiale a L’Aquila, accompagnato dal premier Silvio Berlusconi, per valutare i danni provocati dal terremoto in modo che l’Italia possa usufruire delle risorse del Fondo catastrofi dell’Unione Europea. «Se sarà confermata la stima dei danni in 10 miliardi di euro, l’Italia riceverà dall’Europa 480 milioni provenienti dal Fondo europeo di solidarietà», ha affermato il presidente Barroso, che ha ricordato che l’Unione è presente e sta attivando tutti gli strumenti a sua disposizione perché L’Aquila e l’Abruzzo si risollevino. 20 MAGGIO Il ministro per la Pubblica Amministrazione e Innovazione, Renato Brunetta, a L’Aquila per la firma di un Protocollo con l’università e con Telecom Italia. Durante l’incontro il ministro ha chiesto al rettore, Ferdinando di Orio, di cosa avesse bisogno e lui prontamente ha risposto «Mi servono altri computer, ministro». Brunetta, quindi, rivolgendosi a Galateri, presidente dell’azienda di telefonia, si è fatto assicurare la consegna in tempi rapidissimi di altri 1000 computer per studenti, che si vanno ad aggiungere alle 2000 chiavette per la connessione ad internet in mobilità, consegnate proprio in questa occasione. 26 MAGGIO Attuare ogni forma possibile di sgravio contributivo Inps-Inail, sospensione per un anno dei pagamenti all’Agenzia delle Entrate, sospensione per un anno dell’Irap, riduzione dei costi di energia, gas, acqua, rifiuti e applicazione della normativa sulla esigibilità differita dell’Iva. Queste le misure strutturali che la Confcommercio dell’Aquila e Federalberghi nazionale, intende proporre al Governo per la ripresa delle attività commerciali e ricettive. I punti sono stati discussi nel corso di una conferenza alla quale ha partecipato Bernabo’ Bocca, presidente nazionale Federalberghi. «Questo periodo - ha detto Bocca - racchiude eventi che catalizzano l’attenzione nazionale e internazionale, come il G8 e i Giochi del Mediterraneo. L’Aquila sotto questo aspetto deve giocare un ruolo importante sul fronte della ricettività alberghiera, ma entro il 5 luglio le strutture devono essere pronte». 26 MAGGIO «Dopo poco più di un mese riprende a L’Aquila il servizio giustizia. I cittadini ritroveranno la casa dove ottenere i loro buoni diritti e dove far valere le loro giuste pretese». Queste le parole del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, in città per inaugurare il nuovo complesso degli uffici giudiziari nel nucleo industriale di Bazzano. «Anche in questo campo lo Stato ha dato prova di efficienza e presenza in un percorso che porta al progressivo ritorno alla normalità», ha sottolineato il guardasigilli. 29 MAGGIO L’Acer, pronta a sostenere le imprese colpite dal sisma, ha donato, nel corso di una conferenza stampa organizzata presso l’attuale sede di Confindustria L’Aquila, 40 computer da tavolo e portatili ad aziende e professionisti presenti con i propri uffici nell’Open Space. Duemila notebook sono stati invece consegnati dal vice presidente Acer, Emanuele Accolla, al direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Abruzzo, Carlo Petracca, per attrezzare 50 classi che rientreranno nell’innovativo progetto europeo E-lerning.
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in primo piano Âť di Eleonora Lopes
Daniele Zunica, presidente regionale Assoturismo - Confesercenti
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Il Veneto come modello Puntare sulla qualità, con il sostegno di istituzioni ed enti. Daniele Zunica, presidente regionale di Assoturismo, indica la strada da percorrere per rilanciare il settore
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appresenta la quarta generazione di una storica famiglia che da quasi 130 anni gestisce la celebre struttura “Zunica 1880” a Civitella del Tronto. Lui, Daniele Zunica, ha fatto dell’ospitalità uno stile di vita. Del turismo e della gastronomia le sue passioni. E dal 2005 il dinamico imprenditore civitellese è anche presidente regionale di Assoturismo, associazione che include albergatori e vari esercizi che fa capo alla Confesercenti. L’abbiamo intervistato per capire con quali mezzi è possibile, dopo il terremoto, rilanciare il turismo in Abruzzo.
Presidente, il turismo più penalizzato dal terremoto è certamente quello interno… «Purtroppo, l’idea che si è diffusa in Italia e all’estero è che l’intero Abruzzo è stato colpito dal sisma ed è quindi completamente “inagibile”. Sappiamo benissimo che non è così e a farne le spese è l’intero comparto turistico-alberghiero. La mia struttura si trova a Civitella del Tronto, non è stata minimamente intaccata dalle scosse, eppure la gente annulla le prenotazioni. E lo stesso accade per i miei colleghi. Come Assoturismo, oramai tre mesi fa, ci siamo attivati immediata-
mente dopo il sisma, mettendo 4mila posti letto a disposizione degli sfollati nel giro di poche ore. Da qualche giorno è stata firmata la seconda convenzione con la Regione, la Protezione Civile e le altre associazioni di categoria, per il rimborso degli albergatori. Oggi stiamo continuando a fornire il nostro aiuto alle persone colpite da questa tragedia, ma con il passare dei giorni, ci siamo resi conto che tutto il nostro settore in qualche modo è stato travolto dal terremoto. Sulla fascia collinare-montana riposano 18 tra i più suggestivi borghi italiani, ma le strutture
sono praticamente vuote. Per non parlare della costa che come detto più volte è sicura e non ha subito alcun danno, ma anche lì sono fioccate le disdette. Assoturismo-Confesercenti come intende rilanciare il turismo in Abruzzo? I dati sono molto preoccupanti. Il turismo interno, rispetto a quello della costa sta subendo una crisi più profonda. Parliamo di un calo di prenotazioni che supera il 50% e che arriva al 70% in montagna. Come Assoturismo abbiamo partecipato di recente a due fiere:
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in primo piano
l’ingresso di Hotel Zunica
la “Campionaria della Qualità” a Milano e alla “Cooking for wine” a Napoli, per lanciare l’idea della vacanza etica in Abruzzo. “Venite in vacanza in Abruzzo. Questo il modo migliore per aiutarci a risollevare il capo da questa terribile tragedia”. È questo l’appello più efficace che sto diffondendo da un po’ di tempo». Il terremoto si è aggiunto ad una crisi economica già molto preoccupante… «È un momento molto critico. Oggi più che mai, c’è bisogno di una forte campagna di promozione a lungo termine da parte del Governo e della Regione che sponsorizzi la nostra terra e le sue risorse. L’Abruzzo fino a quel terribile 6 aprile era una regione a molti sconosciuta. Il terremoto l’ha resa nota a tutto il mondo. È quindi necessario che questa tragedia si trasformi in opportunità e occasione di crescita, per l’intero tessuto economico. Non dimentichiamo che a giorni la nostra terra accoglierà due straordinari eventi quali i Giochi del Mediterraneo 2009 e il G8, dai quali mi auguro giungano
una veduta dello splendido borgo di Civitella del Tronto
benefici per l’intero Abruzzo». Da dove si deve ripartire? Quale supporto chiede alle istituzioni e agli enti preposti? «L’appello che rivolgo al Governo è di non dimenticare che la situazione si sta facendo critica anche fuori dell’area aquilana. Ai media, invece chiedo aiuto per far comprendere agli italiani che l’Abruzzo è fruibile nella sua quasi totalità. Ai tour operator e alle agenzie di viaggio, chiedo di invitare i loro clienti verso i nostri territori. Anche la Regione deve lavorare su questa linea. In primis l’assessore regionale al Turismo, Mauro Di Dalmazio, che ritengo un politico capace e competente e che sono convinto darà quell’impulso necessario alla ripresa del turismo».
turismo non è un settore sufficientemente sviluppato, anche perché mancano totalmente le infrastrutture. Invece potrebbe rappresentare un’opportunità per far emergere una cultura imprenditoriale e professionale che contribuisca alla crescita del PIL regionale. Il mio modello di riferimento è quello Veneto, una regione che investe sul turismo e che punta tutto sulla qualità, con il pieno sostegno delle istituzioni e degli enti preposti. Da noi, per essere più competitivi, c’è bisogno di un attento sviluppo dei collegamenti stradali, ma non solo. Un altro aspetto da non trascurare è la formazione rivolta a coloro che lavorano nel settore»
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Lei oltre ad essere un imprenditore del settore, è un esperto di turismo. Cosa manca al nostro territorio? «Qui da noi il
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in primo piano » di Eleonora Lopes
Vi prego, voliamo alto Fabio Spinosa a L’Aquila insieme alla presidente nazionale dei giovani imprenditori di Confindustria, Federica Guidi
Il processo di ricostruzione non deve prescindere da un innovativo modello di sviluppo regionale basato sul rispetto delle regole e sulla totale trasparenza. Per Fabio Spinosa Pingue, presidente regionale del Gruppo Giovani di Confindustria, è il momento di «abbattere gli Abruzzi»
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Presidente, lei ha dichiarato che il sisma può diventare l’occasione per un cambiamento strutturale della nostra Regione. In che senso? «Non c’è solo da ricostruire l’Aquila, c’è da ripensare ad un ruolo forte e autorevole per “L’Aquila capoluogo di Regione”, altrimenti ne risentirà la coesione di tutto l’Abruzzo. È un’ occasione storica per scongiurare definitivamente il rischio di una regione che vive solo sulla costa, relegando le zone interne a riserva per pochi, con grossi e violenti squilibri che minerebbero al cuore l’equilibrio regionale. Ma si ha bisogno che la classe dirigente voli alto, che abbia una visione più strategica e che autorevoli amministratori non bollino come “strisciante” la solidarietà che viene da altri territori della regione. È questo il momento di realizzare “l’unicum Abruzzo” ed abbattere gli Abruzzi che tanti sprechi e inefficienze hanno realizzato». È accaduto questo dopo il 6 aprile? «No, anziché rimuoverle, il terremoto sta acuendo tutte le negatività di questa regione. A partire dal campanilismo e dall’esasperato provincialismo che dimentica l’esiguo numero di abitanti. Senza un chiaro e condiviso progetto organico che ripensi un ruolo strategico e riaffermi in maniera inequivocabile L’Aquila capoluogo di Regione, assisteremo nei prossimi decenni ad una sua lenta ed inesorabile spoliazione, andando a perpetrare le tensioni tra la costa e le zone interne la cui logica conseguenza sarà quella di avere i pochi aquilani contro il resto di tutta la regione».
Di cosa c’è bisogno per il nuovo modello d’Abruzzo? «Le tante eccellenze, di cui questa regione è gravida, escano dal proprio guscio e si facciano garanti di un nuovo “Sistema Abruzzo”, aiutino la politica, le istituzioni, gli stakeholders a disegnare una nuova regione. Abbandonino l’individualismo e facciano più “ territorio “con la consapevolezza che se arriva lo tsunami coinvolge inevitabilmente anche i talenti e le eccellenze. Il nuovo Abruzzo non può che avere alle fondamenta un’autentica cultura della legalità, del rispetto delle regole, della meritocrazia che contamini tutta la società abruzzese». E Confindustria, in che modo può e deve contribuire? «Confindustria, che ha la nobile ambizione di rappresentare gli imprenditori virtuosi ed illuminati, deve a mio avviso essere ancora più presente “contaminando” ed “inondando” la Polis di innovazione, di scelte strategiche e coraggiose. Deve insomma spingere molto sull’acceleratore, andare oltre il proprio “orticello” fatto di Consorzi industriali, di formazione, di relazioni industriali e sposare definitivamente la crescita e la competitività del sistema regione. Deve insomma fare più politica. Ad esempio può e deve “inondare” la Polis della cultura della legalità. Deve rivedere il proprio codice etico. Non è più sufficiente per garantire una società liberale e fondata sulla certezza delle regole. Bisogna fare di più. Confindustria, che da sempre rappresenta quella parte della società che può essere annoverata tra la classe dirigente, deve porre al primissimo posto dei suoi obiettivi
strategici, la questione della moralità e del rispetto della legalità. In attesa che la politica avvii una decisa e non equivoca azione rigeneratrice, Confindustria deve andare oltre il proprio codice etico. Rinunciando a qualche iscritto e a qualche decina di migliaia di euro, deve avviare un’autentica selezione tra gli imprenditori anche e soprattutto in termini di social responsability». Lo scenario che ci ha illustrato è preoccupante. Qual è la sua speranza? «Dobbiamo avere il coraggio di affermare che ci sono ancora zone, soprattutto quando si ha a che fare con una parte della pubblica amministrazione, in cui si annidano la cultura e la pratica dell’illegalità. E alcuni operatori economici si rendono co-protagonisti, per bieca convenienza, per tacita acquiescenza, per colpevole contiguità, di comportamenti stridenti rispetto alla corretta metodologia dei rapporti economici e commerciali. La società abruzzese necessita di una politica di “tolleranza zero” verso l’illegalità. Non possiamo certamente ignorare, e fare come lo struzzo, che una giunta Regionale e ben due giunte di strategiche città come Pescara e Montesilvano si sono interrotte anticipatamente per problemi giudiziari. Esiste, anche in Abruzzo, il problema Politica-Impresa. A me non piace fare il moralista, il puro. Ma sono convinto che la cultura della legalità, della moralità nell’agire deve essere il primissimo valore di un individuo e di un imprenditore. Sono almeno tre, quattro anni che ho trovato il coraggio e la forza, stimolato dai miei colleghi regionali,
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di sottolineare a voce alta questo autentico cancro della nostra società. Che va rimosso». Cosa sta avvenendo nella sua Sulmona? «Lo stato di salute economico della Valle Peligna pre terremoto era già abbastanza precario e compromesso. Con il terremoto gli effetti sono stati devastanti sul tessuto produttivo, artigianale e commerciale dell’intero comprensorio in quanto la nostra realtà vive molto di scambi con L’Aquila che, prima di essere il capoluogo di Regione è la nostra Provincia; magari un po’ troppo matrigna…» Come uscirne? «È ormai chiaro che quella comunità da sola non ce la può fare. Da qualche lustro a questa parte si sta avvitando su se stessa. È una comunità bloccata. Senza classe dirigente. È necessario un intervento deciso e straordinario della Regione, dello Stato. Abbiamo tutti gli indicatori economici, sociali e finanziari, atteggiamenti e relazioni industriali tipici
di una comunità decisamente sottosviluppata. Intervento necessario, ma purtroppo non sufficiente in quanto manca un ruolo, indispensabile per lo sviluppo di una comunità, attivo e propositivo – insomma la cultura del fare – da parte di quasi tutti gli stakeholders che preferiscono protestare, litigare, dividersi anziché condividere. Hanno l’abitudine di mettere veti, lamentarsi, chiedere, lanciare idee senza progetti. Un territorio gravido di “comitati del No a prescindere” che deve “essere accompagnato“ a riscoprire una cultura del fare sistema, del dialogo, della condivisione, della progettazione, insomma di quei fattori immateriali indispensabili per fare sviluppo e competere nell’anno del Signore 2009. Serve un autentico elettrochoc per svegliare una città in decadenza; in preda alla rassegnazione. Quindi mi chiedo: quanto potremmo resistere come sistema produttivo in realtà dove le istituzioni locali non fanno nemmeno ordinaria amministrazione?»
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in primo piano » di Laura Tinari
Federica Guidi a L’Aquila
Pronti a fare la nostra parte La presidente nazionale dei giovani imprenditori di Confindustria, nel capoluogo abruzzese per incontrare i giovani e presentare il progetto di adozione della scuola della Dottrina Cristiana
OPEN SPACE
La presidente nazionale Giovani Imprenditori di Confindustria, Federica Guidi, accompagnata dal presidente regionale, Fabio Spinosa Pingue, e dalla presidente dei giovani dell’Aquila, Alessandra Rossi, ha fatto un giro nell’Open Space. Questo spazio, allestito grazie ad un fondo attivato dal gruppo giovani, è stato messo a disposizione di aziende e professionisti affinché potessero riprendere la propria attività grazie a una scrivania con sedie, connessione ad internet, telefono, fax, macchinetta del caffè.
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CONFERENZA STAMPA
Durante la conferenza stampa è stata illustrata la difficile situazione che la città dell’Aquila vive in questo momento, sia dal punto di vista economico che materiale. Si è parlato infatti di ricostruzione, zona franca, legalità, di una programmazione rapida, della necessità di una classe dirigente unita e tesa a salvaguardare il bene della collettività. Accanto alle autorità erano presenti anche la madre superiora della scuola della Dottrina Cristiana, suor Nazarena, e altre sorelle.
Visita scuola Dottrina Cristiana
Grazie al fondo attivato, che ha raggiunto 55.000 euro, nel gruppo dirigente nazionale dei Giovani Imprenditori è nata l’idea di adottare la scuola della Dottrina Cristiana, attiva in città dal 1890. «Anche se è una piccolissima voce sono felice di poter dire che anche noi abbiamo fatto la nostra parte», ha detto la presidente Guidi. Il progetto prevede anche la diffusione della cultura d’impresa nella scuola elementare, attraverso corsi di business game.
VISITA NEL CENTRO STORICO
In conclusione della giornata, a bordo di un pulmino, un gruppo di imprenditori ha fatto una breve visita nel centro storico dell’Aquila, nella famosa zona rossa. Ci si è fermati nei luoghi simbolo della città e del terremoto: piazza Duomo, la basilica di San Berardino, il Castello, la prefettura e lo storico Hotel Duca degli Abruzzi.
«Torno a L’Aquila per aiutare la mia famiglia» La scelta coraggiosa di Massimo Ianni, giovane aquilano che lascia Milano per tornare nella sua città ferita È iniziata con una Borsa di studio per la partecipazione al Master full-time in diritto tributario de Il Sole 24 Ore l’esperienza milanese di Massimo Ianni, oggi giovane ventottenne aquilano, laureato in Economia e Commercio. Era l’ottobre 2006, partendo per il capoluogo lombardo Massimo certamente non pensava di tornare così presto a L’Aquila. Una scelta che potremmo definire controcorrente. La sua attività lavorativa a Milano è stata scandita da collaborazioni con diversi studi, che gli hanno permesso di partecipare anche ad importanti operazioni finanziarie come l’acquisizione Massimo Ianni del capitale della Gimi S.p.A. da parte dei Fondi di Private Equity Aksìa e Alcedo. «Nonostante le possibilità offerte dalla piazza milanese -ci ha detto Massimo- e il sostegno morale e non solo ricevuto dai colleghi dello studio legale associato LS Lexjus-Sinacta con cui attualmente collaboro, ho deciso di lasciare il mio posto di lavoro a Milano per dedicarmi ad attività di volontaria-
to e per aiutare la mia famiglia, ormai in tenda da oltre due mesi, a tornare in una casa al più presto». Rassegnare le dimissioni e tornare a L’Aquila nell’arco di due settimane con un’unica certezza: avere una branda in tenda accanto ai suoi genitori. Non ha avuto dubbi Massimo Ianni, al contrario di tanti professionisti dell’Aquila che si domandano se forse non sia il caso di lasciare la città per delle prospettive migliori. Lui, ha abbandonato un presente sicuro per un futuro incerto. «Per cercare di dare un senso alla mia scelta -ci ha spiegato-, insieme ad altri giovani aquilani (professionisti e studenti universitari) abbiamo costituito l’associazione “IdeAq – un’idea per ripartire”. L’associazione ha lo scopo di sostenere la nascita di imprese attraverso consulenza gratuita e l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che il terremoto deve rappresentare uno spartiacque tra un prima ed un dopo, dove il dopo è quello che possiamo costruire insieme, soddisfacendo le nostre esigenze».
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Pagine unificate per l’Abruzzo Nel mese di marzo avevo pensato di avviare nel Gruppo Regionale Abruzzo e Molise AIDP (Associazione Italiana per la Direzione del Personale) un team di progetto, sulla scorta delle esperienze fatte con altri gruppi nel 2007, dedicato ai giovani in cerca di occupazione (come progetto di responsabilità sociale). Ho contattato alcuni giovani associati per verificarne la disponibilità ricevendo risposte molto positive. Il 6 APRILE (data del terremoto in Abruzzo) ci cambiò scenario e motivazioni e con naturalezza il gruppo di lavoro neocostituito mutava obiettivo, cogliendo un’idea di Domenico Moretti, Past President del Gruppo AIDP A&M: COME AIUTARE L’UNIVERSITÀ DELL’AQUILA, con soluzioni concrete e azioni mirate. Il gruppo di progetto, composto da: Domenico Moretti come Sponsor, Nunzia Salvatorelli Project Leader, Riccardo Cavazzini, Anastasia Cervella, Francesco Ciattoni, Damiano De Cristofaro, Ettore Del Grosso, Riccardo Di Nisio, Paolo Gentile, Luciana La Verghetta ha iniziato la sua attività preparando un set di proposte per incontrare i referenti dell’ Università dell’ Aquila. La motivazione principale che ci ha spinto ad organizzarci per l’Università dell’Aquila è che essa rappresenta per il territorio una risorsa fondamentale per il futuro. Lo sviluppo del patrimonio delle idee e delle conoscenze messo in discussione dal tragico evento non deve spaventarci, tutt’altro, deve caricarci di grinta e “voglia fare”. Aidp Abruzzo e Molise si è così focalizzata su una Università intesa come azienda, come industria. Un’industria che produce talenti, che attrae giovani dalle regioni vicine. Possiamo dire che stiamo difendendo con i denti il nostro socio più prezioso. Vogliamo mettercela tutta affinché le previsioni per il prossimo anno accademico(riguardo le iscrizioni) siano una piccola vittoria e non una sconfitta accettabile. Vogliamo coinvolgere chi ha la “responsabilità di essere parte”, quindi chi gestisce persone, chi assume, chi decide per. A tale proposito sensibilizzeremo i soci AIDP di tutta Italia nel Congresso Nazionale di Torino del 22 – 23 maggio, per scatenare tutte le energie possibili in aiuto dell’Università dell’Aquila. Si sono offerti spontaneamente di collaborare al progetto i vertici di Manpower, Adecco, GI, Randstad, dichiarando la loro disponibilità, nelle forme più efficaci. Nell’incontro avuto a Scoppito, grazie all’ospitalità di Sanofi-Aventis, nella persona di Paolo Esposito, Direttore HR del sito, con il Prorettore, il Direttore Amministrativo e alcuni docenti incaricati di collaborare al progetto sono emerse le seguenti indicazioni sulle conseguenze del sisma per l’Università. I tre poli, quello delle Facoltà Umanistiche, quello delle facoltà di Ingegneria e di Economia e quelle di Scienze, Biotecnologie, Medicina e Psicologia presso il polo di Coppito sono stati tutti profondamente danneggiati. Gli stabili (aule, uffici, laboratori, biblioteche) per l’80% risultano inagibili mentre la sede di Palazzo Carli, cuore dell’ateneo e sede del rettorato, è completamente crollata. Alcuni numeri di quanti direttamente coinvolti dal sisma: 27.000 studenti, 600 docenti, 600 unità del personale amministrativo. Gli approfondimenti principali, forniti dai relatori presenti, ci hanno permesso di avere un quadro più preciso soprattutto della facoltà di Ingegneria che conta ben 11 Corsi di Laurea e che è stata fortemente danneggiata in quasi tutte le sue strutture ( la sede di Roio in particolare e l’edificio A). Il Prorettore ha evidenziato inoltre le seguenti esigenze: • necessità di nuove sedi per la ripresa delle attività didattiche che siano strategiche da un punto di vista logistico;
• favorire la disponibilità di laboratori per gli studenti, in qualunque modo, anche all’interno delle aziende del territorio. Non di secondaria importanza la necessità di sbloccare la disponibilità dei Fondi P.O.R. che potrebbero essere destinati proprio in questo delicato frangente a finanziare le attività per gli studenti iscritti e per creare attrattività anche nei confronti di studenti stranieri. Altra necessità quella di creare spazi per le attività delle Lauree Specialistiche che, se non presenti, potrebbero portare ad un importante esodo verso altri atenei da parte di quanti hanno terminato o termineranno i corsi di laurea triennali. Avere maggiore disponibilità per attivare stage e tirocini formativi da parte di un numero maggiore di aziende a livello nazionale ed internazionale. Nel corso dell’incontro il Gruppo di progetto AIDP ha formulato le sue prime proposte concrete identificando al suo interno i referenti per le specifiche azioni: • ricercare nuove sedi per far continuare l’attività accademica. Sedi temporanee e non intese come delocalizzazione, con una particolare attenzione a garantire la sicurezza degli studenti in questa fase. • sostenere le iniziative di UNIVAQ per attrarre nuovi iscritti e mantenere quelli esistenti. • generare risorse economiche: invito ai soci AIDP Italia (oltre 3.000) alla destinazione del 5‰ per UNIVAQ: codice 01021630668. • iniziative per raccolta fondi dedicati a progetti specifici, coinvolgendo i soci AIDP Italia e le Associazioni Internazionali consorelle: EAPM – WFPMA -FMRH. • favorire l’inserimento nel mondo del lavoro di neolaureati di UNIVAQ anche attraverso la sensibilizzazione dei soci AIDP verso le aziende di appartenenza perché si impegnino ad assumerne nel tempo. A tale proposito Telespazio ha riservato in esclusiva ai laureati di UNIVAQ i posti del suo master 2009 per ingegneri (rif.: luciana. laverghetta@it.randstad.com). • attivazione di un piano di comunicazione regionale, nazionale e internazionale che dia visibilità sistematica, nel tempo, di quanto si sta facendo concretamente(progetti, iniziative, azioni, ecc.) per sensibilizzare tutti ad aiutare in tutte le forme possibili, rif.: info@kmpeople (Paolo Gentile), www.aidp.it, www.aidpabruzzoemolise.com. • erogazione di competenze distintive e innovative nei corsi di laurea di UNIVAQ (es. corsi di HR per ingegneri, con la partecipazione ed il supporto di esperti AIDP). Questo è quanto successo finora, ma è solo l’inizio. Claudio Bonasia
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Speciale Elezioni 2009
I
l cuore dell’Abruzzo batte a destra. È’ il dato incontrovertibile che emerge dalle consultazioni elettorali del 6-7 giugno scorsi. Pescara, Chieti e Teramo traslocano dal centrosinistra al centrodestra, già dal primo turno. La radiografia del voto degli abruzzesi testimonia che il 44,5% delle preferenze è stato accordato al Pdl, tre punti percentuali in più rispetto alle politiche dello scorso anno. Questo dato fa si che in Abruzzo lo schieramento capeggiato dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, abbia potuto registrare la migliore performance del partito a livello nazionale. Per quanto concerne il Parlamento Europeo, nessun rappresentante della nostra regione siederà a Bruxelles. Soffermandoci sui principali schieramenti, le consultazioni per il rinnovo delle amministrazioni provinciali vedono la seguente situazione. In Provincia di Pescara ha vinto al primo turno Guerino Testa, centrodestra, con il 53,24%; la Allegrino, centrosinistra, si è fermata al 41,53%.
Guerino Testa voti 91.417 liste
seggi
IL POPOLO DELLA LIBERTÀ RIALZATI ABRUZZO
10
Antonella Allegrino
UNIONE DI CENTRO
3
LISTA LOCALE PROVINCIA PROTAGONISTA CON TESTA PRESIDENTE
voti 71.306
1
MOVIMENTO PER L’AUTONOMIA
0
LEGA NORD
0
LISTA LOCALE INNOVAZIONE IN PROVINCIA SFL
0
LIBERALSOCIALISTI
0
liste
%
53,24
%
41,52
seggi PARTITO DEMOCRATICO
6
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI
3
SINISTRA SIN.DEM.-FED.VERDI- COM.IT.
0
LISTA LOCALE PATTO RIFORMISTA
0
Elezioni provinciali (Pescara) - Affluenza 65,98%. Sezioni 392/392
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in primo piano
In Provincia di Chieti l’uscente Coletti, centrosinistra, ha ottenuto appena il 34,5%, consegnando la vittoria al candidato del centrodestra Enrico Di Giuseppantonio, che ha conquistato il 55,7% dei consensi.
Enrico Clemente Di Giuseppantonio voti 118.298 liste
Tommaso Coletti
seggi
IL POPOLO DELLA LIBERTÀ
10
UDC-UDEUR
3
ALLEANZA
2
LISTA LOCALE THEATINA PER LA LIBERTÀ
1
MOVIMENTO PER L’AUTONOMIA
1
COSTITUENTE DI CENTRO
1
LEGA NORD
0
voti 73.311 liste
%
55,74
%
34,54
seggi PARTITO DEMOCRATICO
6
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI
3
SINISTRA E LIBERTÀ.
1
DEMOCRATICI PER L’ABRUZZO
0
Elezioni provinciali (Chieti) - Affluenza 61,00%. Sezioni 458/458
In Provincia di Teramo, per soli 59 voti, ha vinto Walter Catarra con il 50,02%; l’uscente D’Agostino, centrosinistra, è arrivato al 48,3%.
Walter Catarra
Enrico D’Agostino
voti 86.251
voti 83.361 liste
seggi
IL POPOLO DELLA LIBERTÀ
10
LISTA LOCALE AL CENTRO PER CATARRA PRESIDENTE
2
UNIONE DI CENTRO
1
LIBERALSOCIALISTI
1
MOVIMENTO PER L’AUTONOMIA
0
LEGA NORD
0
UDEUR POPOLARI
0
liste
%
50,01
%
48,34
seggi PARTITO DEMOCRATICO
5
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI
2
SINISTRA E LIBERTÀ.
1
LISTA LOCALE D’AGOSTINO PRESIDENTE LA TUA PROVINCIA
1
RIFONDAZIONE COMUNISTA.
0
COMUNISTI ITALIANI
0
Elezioni provinciali (Teramo) - Affluenza 69,94%. Sezioni 367/367
Anche nei Comuni hanno vinto i candidati del centrodestra. A Pescara, dopo 6 anni di amministrazione D’Alfonso, Luigi Albore Mascia ha battuto Marco Alessandrini, ottenendo 39.521 voti e assicurandosi il 54,51% contro il 37,50% del suo sfidante. Nel Comune di Teramo, il neo sindaco Maurizio Brucchi si è aggiudicato il 57,06% delle preferenze, de-
cretando la sconfitta di Paolo Albi, che si è fermato a 37,29%. A Giulianova, Francesco Mastromauro, centrosinistra, ha ottenuto il 45,32% delle preferenze, contro il 33,86% del centrodestra, rappresentato da Giancarlo Cameli, rendendo necessario il ballottaggio. Si è ulteriormente incrementato il partito degli astensionisti
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» in collaborazione con il Gruppo Maio
Gruppo Maio, quando lo sviluppo è sostenibile Esperienza consolidata, know-how d’eccellenza, grande attenzione al miglioramento continuo e alla salvaguardia di territorio e ambiente. Il tutto sotto la regia di papà Franco
U
no spettro d’attività ricco ed eterogeneo. Impianti, servizi, commercializzazione, consulenza, gestione. E altro ancora. Una tradizione datata 1983. Un consolidamento continuo. Venticinque candeline e passa già soffiate e un’esperienza salda per il Gruppo Maio, leader di riferimento nel contesto abruzzese della gestione del ciclo dei rifiuti attraverso l’uso di modalità operative e di tecnologie all’avanguardia. Il tutto nel massimo rispetto per l’ambiente. Dimensioni rilevanti per il gruppo frentano che racchiude le proprie attività in due principali brand: la BLEU S.r.l. e la MAIO GUGLIELMO S.r.l.. Bleu e Maio Guglielmo, due anime di un gruppo, un minimo comun denominatore: l’imprescindibile filosofia dell’adozione di un sistema di gestione ambientale da migliorare costantemente. Ed è proprio il miglioramento continuo una sorta di massima aziendale che echeggia negli impianti del Gruppo di Lanciano e delle altre strut-
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Âť foto di Simone Cerio
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Guglielmo Maio con alcuni dipendenti del Gruppo Maio
ture dislocate anche in altre regioni d’Italia. Un settore in movimento, quello in cui opera il Gruppo Maio, perennemente in evoluzione. Che ha bisogno di una particolare attenzione per saper spesso anticipare le dinamiche future. Occhi attenti, dunque, nella gestione di una macchina così importante, ma anche freschezza di risorse, proattività, massima professionalità e un know-how tecnico-scientifico d’eccellenza. Ingredienti, questi, alla base del Gruppo che accomuna gli oltre 100 dipendenti e tutto il “cosmo Maio”. A guidare il Gruppo di famiglia è l’attenta regia di papà Franco, pioniere e vero e proprio “ideatore” dell’importante complesso aziendale. Il vertice del management societario si completa con i giovani figli: Valentina classe 1982, responsabile
delle Risorse Umane e Guglielmo, classe 1980, Brand Manager con una formazione economica che ben si adatta al delicato ruolo aziendale. Un iter societario che ha portato all’implementazione dei sistemi di gestione ambientale, ai sistemi di certificazione e all’acquisizione di una vera e propria responsabilità sociale, fino all’imminente introduzione del Codice Etico. Un impegno che si è concretizzato nella definizione e nell’attivazione di processi di controllo qualità della gestione ambientale sempre più sofisticati e performanti, accompagnato anche da un processo comunicativo aziendale che veicola saperi e valori. Come detto, le due anime fondanti del Gruppo Maio sono la Bleu S.r.l. e la Maio Guglielmo S.r.l.. La prima, attiva dal 1989, si occupa di fornitura di servizi e tecnologie per l’ambiente. Il core business è rappresentato prevalentemente dalla progettazione e dalla gestione di impianti di smaltimento, di bonifica di aree industriali dismesse e siti inquinanti, di consulenza in fase di progetto e in fase di gestione, di recupero di energia da biogas, di produzione di energia da fonti rinnovabili. Un ventaglio d’offerta differenziato e sempre crescente. Attività di punta della Bleu S.r.l. è la gestione della discarica per rifiuti industriali non pericolosi di Canosa di Puglia (BA), entrata in funzione nel 1997; attività oggetto anche del Bilancio Ambientale (pubblicato dal 2007) oggi sostituito dalla “Dichirazione Ambientale”, in virtù della recente certificazione EMAS; ulteriore testimonianza dell’attenzione aziendale per il business ethic. La Maio Guglielmo, la prima nata del gruppo nel 1983, invece, è specializzata nel trattamento dei rifiuti
ENVICONCEPT Un museo virtuale, una vetrina online per mettere in mostra piccoli capolavori d’ingegno, idee creative: www.enviconcept.com. È questo il link che si può cliccare per ammirare la vena creativa di tante persone che promuovono discorsi artistici incentrati sulle tematiche ambientali ed energetiche. Enviconcept è la concretizzazione dell’estro innovativo ed innovatore di Gugliemo Maio che ha messo a disposizione un palcoscenico virtuale sul quale rappresentare, comunicare e, perché no, provocare sul tema dell’ambiente e dell’energia. Requisiti fondamentali? Assoluta libertà d’espressione artistica, dalla fotografia alla scultura, ma
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anche creatività con il riuso e il riciclaggio delle materie. Obiettivi futuri? Trasformare Enviconcept in una sorta di movimento determinato a “imporre” un cambiamento vero e netto e a far crescere la sensibilità in un “mondo distratto”. A pochi mesi dalla concretizzazione di questa idea, sono già in tanti coloro che hanno attivamente aderito al progetto. È stata, inoltre, allestita lo scorso dicembre una mostra dedicata al Mu.Mi. di Francavilla e, a breve, ne sono attese altre. L’appuntamento è sul web: www.enviconcept.com.
il sito discarica Bleu prima della realizzazione dell’impianto a Canosa di Puglia
speciali, pericolosi e non pericolosi e, in particolar modo, di quelli prodotti da strutture sanitarie pubbliche e private. Nel corso di questi quasi trent’anni d’attività, questo brand è riuscito a sviluppare specifiche competenze sia di natura ambientale sia relative alla progettazione di servizi specifici per l’ambiente. Le attività della Maio Guglielmo S.r.l. vengono svolte attraverso la gestione di una rete di impianti destinati allo smaltimento finale di rifiuti sanitari, al
l’ingresso degli uffici della Maio Guglielmo Srl ad Atessa
deposito e al raggruppamento preliminare dei rifiuti liquidi pericolosi e non pericolosi prodotti da terzi, al recupero dei rifiuti non pericolosi, delle materie prime secondarie come carta, cartone, pellicole fotografiche, plastica e vetro, provenienti da una raccolta differenziata applicata all’interno delle strutture sanitarie, secondo modalità operative e criteri rigorosi. Le sedi operative della Maio Guglielmo sono dislocate tra l’Abruzzo (zona industriale della Val di Sangro,
Le certificazioni del Gruppo Maio Essere all’avanguardia è anche sinonimo di acquisizione di tutti i requisiti normativi necessari. La BLEU S.r.l. è certificata UNI EN ISO 14001:2004 (certificato n. EMS-1793/S) in relazione alla progettazione e alla gestione di impianti di smaltimento, trattamento e recupero rifiuti; UNI EN ISO 9001:2000 (certificato n. 16379/07/S) che ha stabilito la conformità della società a tutti i requisiti previsti dalla norma per i sistemi di gestione qualità, relativamente ai processi aziendali di gestione integrata delle risorse energetiche, delle risorse idriche e di quelle ambientali. Le certificazioni sono state rilasciate dal Gruppo RINA, l’ente certificatore ai servizi per l’industria presente in tutto il mondo. La BLEU S.r.l. è, inoltre, registrata EMAS Italia del Comitato per l’Ecolabel e l’Ecoaudit, dal 22 Dicembre 2008, con il numero IT-001042, con validità fino al 24 Aprile 2011. Codice NACE 38.21. L’EMAS (EcoManagement and Audit Scheme) è uno strumento volontario creato dalla Comunità Europea al quale possono aderire volontariamente le organizzazioni (aziende, enti pubblici, ecc.) per valutare e miglio-
rare le proprie prestazioni ambientali e fornire al pubblico e ad altri soggetti interessati informazioni sulla propria gestione ambientale. Anche la Maio Guglielmo S.r.l. ha ottenuto la certificazione del “sistema di qualità aziendale” ai sensi della norma UNI EN ISO 9001:2000 e quella del “sistema di qualità ambientale” ai sensi della norma UNI EN ISO 14001:2004, entrambe da parte dall’Ente Certificatore RINA .
il termovalorizzatore di Atessa
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Franco Maio insieme al figlio a ECOMONDO 2008
Atessa) e le Marche (a Monsano, in provincia di Ancona). Il Gruppo dunque, può avvalersi di una pluralità di attività integrate e complementari, ma più in generale di una visione prospettica a 360 gradi del contesto professionale di riferimento. «L’ambiente ci indica la strada» è il claim che accom-
discarica Bleu: bacino di smaltimento
pagna alcune brochure informative del Gruppo. Una strada che i Maio sembrano decisi a percorrere fino in fondo. Il Gruppo, infatti, sta già investendo per il potenziamento dell’ufficio commerciale che offrirà ulteriori prospettive per la fornitura di servizi integrati. Gli strumenti e le capacità per superarsi ci sono. E anche i numeri parlano chiaro.
Virtus Lanciano, passione di famiglia 16 maggio 2008: una data indelebile per la Lancia- il tecnico Di Francesco; sulla panchina della Virtus no sportiva. Da quel venerdi di metà maggio dello arriva Dino Pagliari che ha solo un obiettivo: rimascorso anno, infatti, i destini della prima squadra nere in prima divisione. L’impresa sembra compiudi calcio frentana si sono incrociati con quelli del- ta. Nell’ultima di campionato basterà non perdere la famiglia Maio. Un avvenimento, quello del trio a Perugia, ma la Virtus decide di complicarsi la vita uscendo sconfitta dal “Renato Franco-Valentina-Guglielmo al verCuri”. La salvezza, a questo puntice del sodalizio rossonero che ha to, passerà ancora una volta per ridato vita alle speranze di una i play-out, sempre contro la Juve società che aveva toccato il punto Stabia. Le lacrime della presidente più basso della sua esistenza con Valentina Maio sono emblematiche la gestione Di Stanislao. Maggio per capire l’attaccamento della so2008. La squadra, ormai priva di cietà alla squadra. Pronti via. Nella ogni punto di riferimento e in bagara uno degli spareggi la Virtus è lia degli eventi, retrocede contro in vantaggio fino a cinque minula Juve Stabia negli spareggi playti dalla fine, ma al triplice fischio out. In piena estate, però, arriva finale uscirà addirittura sconfitta. la notizia più bella: ripescaggio in Il 7 giugno 2009 si decide tutto a prima divisione. I Maio si mettono Valentina Maio presidente della squadra di calcio Virtus Lanciano Lanciano. La Virtus deve vincere a subito all’opera per allestire una tutti i costi per mantenere la casquadra competitiva e ambiziosa. A condurre la Virtus Lanciano 1924 c’è Eusebio Di tegoria. Questa volta l’obiettivo è centrato. RosFrancesco. L’undici parte bene, ma manca di co- soneri salvi e tante lacrime di gioia. Ora un po’ di stanza nei risultati. Bellissima la vittoria col Fog- festa per la sofferta salvezza, ma i Maio sono attesi gia, anche se le cinque sconfitte consecutive tra anche da un’estate calcistica lavorativa. C’è da aldicembre e gennaio buttano nel buio più pesto la lestire una buona squadra che eviti finali thriller squadra. La piazza rumoreggia e a farne le spese è come quello appena verificatosi.
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veicolando saperi e valori». La crisi economica ha inghiottito anche il vostro settore o siete stati in grado di erigere delle barriere immunizzanti? «Il nostro comparto ha retto bene, non ha accusato flessioni dovute alla crisi. Continuiamo ad investire, a puntare molto sul settore energetico, in quell’ambito che, fortunatamente, è rimasto ai margini dell’onda anomala che sta sconvolgendo le economie mondiali».
A TU PER TU con Guglielmo Maio » di Alessio Giancristofaro
Un contesto di riferimento, quello in cui opera il Gruppo Maio, molto delicato. È necessaria una gestione oculata e attenta… «Ci troviamo ad operare in un settore estremamente complesso, per certi aspetti sconosciuto, in cui le leggi spesso sono controverse, contraddittorie. Un settore difficile e anche in continua evoluzione, per il quale è necessaria la massima preparazione, competenze specifiche, ma anche diffuse ed ampie per capire tutte le dinamiche. Un settore che ci proietta in ambiti diversi ed eterogenei». Per gestirli cos’è necessario? «Il lavoro di squadra. È questo lo spirito che da sempre contraddistingue il nostro modus operandi. Un interscambio reciproco e costante nel quale è fondamentale ogni singolo punto di vista, ogni idea è importante». Tanto è stato fatto, tanto altro, nell’ottica lavorativa, c’è da fare. Come vi state muovendo?
«Di progetti in cantiere ce ne sono molti, anche fuori dai nostri confini regionali. Puntiamo molto sull’ambiente, sul rispetto per la natura, pur utilizzando alta tecnologia. Questa è la nostra mission. Di idee da sviluppare ce ne sono tante. Tra quelle più immediate, la progettazione di un parco eolico». Da tempo il vostro impegno è concentrato anche sulla comunicazione… «Ci siamo impegnati nel definire e attivare processi di controllo qualità della gestione ambientale e, insieme, in una nuova e più profonda attenzione per la comunicazione verso l’esterno. Il tutto nell’ottica del “fare impresa” producendo profitto per l’azienda, ma anche garantendo sviluppo sociale ed economico al territorio in cui operiamo,
Guglielmo Maio, una vita divisa tra azienda, famiglia e un’altra grande passione: la Virtus Lanciano. C’è stato da soffrire, ma alla fine? «È vero, la Virtus è una vera e propria passione. Un’avventura nella quale ci siamo buttati a capofitto, da un anno a questa parte. Ho lavorato in stretto contatto con mia sorella Valentina e mio padre Franco. È stato un anno complicato, dal quale però abbiamo imparato molto. Fortunatamente è andato tutto bene. E non dimentichiamoci, inoltre, che stiamo lavorando per rendere la Virtus Lanciano la prima società calcistica ad impatto zero, in piena linea con la nostra mission aziendale di rispetto assoluto per l’ambiente. Non male, direi, per il primo anno di gestione Maio al timone della squadra»
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ricerca&innova ione » di Andrea Prencipe
Che fortuna, siamo in crisi Le difficoltà possono essere utilizzate strumentalmente per innescare processi innovativi. È ciò che accade in Samsung, colosso coreano dell’elettronica
L
a stampa nazionale ed internazionale si è concentrata sull’analisi – più o meno affrettata – delle cause dell’attuale crisi finanziaria. Sono stati aperti e consumati processi agli economisti, poiché incapaci di prevedere la dinamica della crisi e soprattutto la portata e le implicazioni sociali della stessa. A livello locale, la crisi è stata aggravata
tali per processi di razionalizzazione – più o meno naturali – e nel contempo sono foriere di innovazioni radicali. Un parallelo con la neurofisiologia sembra appropriato. La plasticità della mente è la capacità della stessa di modificare aggiungendo, rafforzando o eliminando le connessione tra i neuroni. Attraverso queste modifiche strutturali della mente, ha luogo l’apprendimento. Nel secolo scorso, i neurofisiologi sostenevano che le strutture mentali – ed in particolare, neocorticali – diventassero immutabili dopo l’età dello sviluppo. In altri termini, raggiunta una certa età, la nostra mente diventava sempre meno plastica. Recentemente, alcuni studi empirici hanno illustrato che i cambiamenti del contesto in cui vivono gli esseri viventi possono modificare i processi cognitivi umani alterando profondamente le connessioni neuronali anche degli adulti. L’immutabilità della mente sta cedendo il passo alla mutabilità, indotta da shock esterni. Qual è l’insegnamento per il management? L’amministratore delegato di Samsung – colosso elettronico coreano –sostiene continuamente, durante le riunioni
«Le fasi di stallo economico sono momenti fondamentali per processi di razionalizzazione, più o meno naturali. E, nel contempo, sono foriere di innovazioni radicali» dai recenti movimenti tellurici (di diversa natura). In questo caso, i processi hanno avuto come bersaglio l’establishment politico, per i terremoti di loro competenza, ed i tecnici – Protezione Civile inclusa – per i movimenti tellurici in senso stretto. Le crisi tuttavia possono essere utilizzate per innescare processi di cambiamento a più livelli. La letteratura economica sull’innovazione ha evidenziato che le fasi di stallo economico sono momenti fondamen-
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con manager e ingegneri, che il cataclisma è alle porte – i concorrenti, soprattutto cinesi, possono vincere quote di mercato, il mercato dell’elettronica può implodere, il prezzo delle materie prime può salire vertiginosamente – e che l’unico modo per sopravvivere è l’innovazione di prodotto – per aprire nuovi mercati – e l’innovazione di processo – per ridurre i costi. In questo modo, egli ha creato e rinforzato una cultura dell’innovazione, indotta dalla crisi. La crisi pertanto viene creata virtualmente ed utilizzata strumentalmente per innescare processi innovativi. Ovviamente, Samsung può fare leva sul sistema di innovazione coreano che
ha promosso e finanziato copiosamente sin dagli anni ’70 la formazione universitaria avanzata permettendo ai potenziali talenti di specializzarsi presso università internazionali prestigiose e successivamente ha creato le condizioni per far tornare i talenti ormai formati e quindi cinetici
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«L’amministratore delegato di Samsung sostiene continuamente, durante le riunioni con manager e ingegneri, che il cataclisma è alle porte»
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in primo piano Âť di Luciano Fratocchi
l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne durante una visita allo stabilimento Sevel di Atessa
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Marchionne, un abruzzese dalle idee chiare Da player continentale a colosso mondiale. Cosa insegna la strategia del Gruppo Fiat
N
elle ultime settimane si sono da più parte diffusi dati – ma più spesso mere opinioni, se non addirittura speranze - volti ad affermare che “il peggio è passato”. Allo stesso tempo, però, ci si è chiesti se il fondo che si ritiene di aver toccato sia la base di una ripresa a V (rapida), ad U (mediamente lenta) o – Dio ce ne scampi – ad L, magari con la base più lunga dell’altezza. Nessun economista pare essere in grado di fornire certezze in merito. L’unica certezza è la necessità di ridefinire le strategie di impresa per essere pronti alla ripresa, in qualunque momento essa avverrà. Come sottolineato in un precedente numero di Abruzzo Impresa, infatti, nessuna imprenditrice o imprenditore può permettersi di perdere l’occasione per cambiare pelle alla propria azienda e ridefinirne le fonti di vantaggio competitivo. Esemplare in questo senso appare il caso del Gruppo FIAT che nelle ultime settimane ha aperto una serie di fronti volti a trasformare un blasonato, ma piccolo – in termini mondiali – gruppo in un colosso mondiale dell’automotive, uno dei settori senza dubbio più competitivi alla scala internazionale. Il caso è esemplare per diversi motivi, il primo dei quali è rappresentato dal fatto che le diverse opera-
zioni in corso rientrano tutte in una chiara strategia di crescita dimensionale che nel settore automobilistico – ed in tempi di crisi quale quello attuale – non può che essere per linee esterne (alleanze, acquisizioni e fusioni). In altri termini, si è partiti da un chiaro obiettivo strategico: formare un colosso da almeno 5,5 milioni di auto prodotte all’anno. Tale obiettivo ha ispirato da tempo la strategia di FIAT ed è stato alla base di altre scelte strategiche, forse meno eclatanti di quelle che riempiono le pagine dei giornali in queste ultime settimane. Si pensi, ad esempio, agli accordi strategici sottoscritti nel 2006-07 con l’indiana TATA, ovvero l’azienda che si propone come
«Strategici gli accordi sottoscritti nel 2006-07 con l’indiana TATA. Strategiche le scalate a Chrysler e Opel, portate avanti senza il ricorso a strumenti finanziari creativi che aumenterebbero l’indebitamento dell’azienda» leader di un mercato che dovrebbe risultare tra i più dinamici dei prossimi anni. In quest’ottica appaiono assai chiarificatrici le parole allora pronunciate da Ratan Tata, presidente dell’omonima conglomerata, che affermò «sapevo anche che Fiat aveva punti di
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in primo piano
forza e non li aveva persi. Il Lingotto aveva una serie di auto che non erano andate bene, ma sapevo anche che era forte sul piano tecnologico e manteneva una posizione ben radicata nei mercati». Ovvero, sbagliando si impara… a meno che non si resti sotto le macerie dei propri errori. Il secondo fondamentale motivo di interesse risiede nel fatto che la scalata a colossi come Chrysler e Opel, braccio operativo di General Motors in Europa, viene portata avanti senza il ricorso a più o meno creativi strumenti finanziari che aumenterebbero l’indebitamento dell’azienda, esponendola a sua volta al rischio di insolvenza. Il gruppo torinese, infatti, acquisterà – dopo il via libera del 10 giugno da parte della Suprema Corte di giustizia americana – il terzo produttore statunitense di automobili quasi esclusivamente apportando know how. In altri termini, FIAT riceverà quote di capitale sociale – e finanche la maggioranza assoluta nel 2013 - conferendo la propria tecnologia in tema di auto ad elevate prestazioni e limitato impatto ambientale. Allo stesso tempo, l’azienda si lancerà alla conquista dei clienti americani grazie al design tipicamente italico della nuova Cinquecento che da qualche giorno sta facendo venire il torcicollo ai passanti delle affollate strade di Manhattan. Un terzo aspetto che rende particolarmente interessante il recente dinamismo di FIAT alla scala internazionale è rappresentato dalla capacità di valutare attentamente gli sforzi finanziari che sembra caratterizzare le scelte negoziali del gruppo torinese in questa complessa partita. Nel momento in cui questo contributo sta andando in stampa non è ancora chiaro se il consorzio formato dal gruppo austro-canadese Magna e dalla banca russa Sberbank riuscirà effettivamente a diventare proprietario delle attività europee di General Motors, nonostante i 500 milioni di euro che avrebbe assicurato di conferire (in realtà 400 sarebbero rappresentati da un prestito senza interessi
che verrebbe convertito in capitale sociale solo in un periodo abbastanza ampio di tempo). Un importo di ben cinque volte superiore a quello proposto da FIAT come iniezione di capitale, ma che deriverebbe da un’analisi non proprio avveduta della situazione economica e finanziaria della moribonda preda tedesca. In tal senso, appare assai significativo che secondo il solitamente ben informato Der Spiegel una recente perizia di McKinsey, commissionata dal governo regionale dell’Assia, avrebbe definito il piano di Magna particolarmente rischioso in quanto «le attese appaiono ottimistiche e i miglioramenti dei conti aziendali relativi ai costi sono ambiziosi». Da ultimo, appare degno di nota che – nelle more delle decisioni finali circa l’effettivo accordo tra GM, governo tedesco e consorzio presieduto da Magna - FIAT stia comunque continuando a perseguire la propria strategia di espansione alla scala internazionale, avendo nel mirino gli stabilimenti sudamericani di General Motors. Come dire, nonostante una possibile battuta di arresto si va avanti verso l’obiettivo che ci si è posti. Non resta che sperare che simili traguardi strategici conseguiti sotto la guida esperta di un figlio della terra d’Abruzzo quale Sergio Marchionne possano – seppur con le dovute proporzioni – ispirare imprenditrici ed imprenditori della nostra regione che intendano trasformare la crisi in una reale opportunità
«Non resta che sperare che la guida esperta di un figlio della terra d’Abruzzo quale Sergio Marchionne possa ispirare imprenditrici ed imprenditori della nostra regione»
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L’ingresso del “Lingotto” a Torino
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ict Âť di Antonio Teti
Green IT l’informatica pulita
Spegnimento temporizzato dei Pc, attivazione automatica dello stand-by, analisi del livello di utilizzo dei server, razionalizzazione dello spazio disco. Basta poco per impedire che i sistemi informatici siano tra i maggiori responsabili delle emissioni di CO2
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reen IT: è la nuova moda del momento o sottolinea un problema reale? È uno degli argomenti maggiormente dibattuti su riviste specializzate, quotidiani, canali televisivi senza escludere blog e forum presenti in Internet. Innanzitutto cerchiamo di comprendere il significato del termine: quando di parla di Green IT si fa riferimento a quel filone di studio che interessa le tecnologie ecologiche o “verdi”, ovvero la realizzazione di dispositivi informatici che siano parsimoniosi in termini di consumo energetico e che consentano la riduzione di emissioni di CO2 nell’atmosfera. E già, perché anche i computer, similarmente alle automobili, inquinano l’aria che respiriamo! Secondo una recente indagine condotta da Gartner (una nota azienda americana specializzata in ricerche e consulenza nell’ICT), si evidenzia che i sistemi informatici sono tra i maggiori responsabili delle emissioni di CO2 nell’aria e di altri gas riconducibili all’effetto serra, con una percentuale che si aggira sul 2% del totale delle emissioni globali, pari al totale delle emissione nocive prodotte dagli aeromobili. Le decine di milioni di computer disseminati in tutto il pianeta, assorbono enormi quantità di corrente e le centrali che li alimentano emettono tonnellate di carbone che inquinano l’atmosfera. Anche per questo motivo, la stessa Comunità Europea sembra voglia agire seriamente sulla questione. Proprio lo scorso anno, ha cambiato l’esistente unità “For Environmental Risk Management” nella “ICT for Sustainable Growth Unit”, che si occupa di finanziare la ricerca in questo campo e che organizza eventi e conferenze sul tema. Recentemente lo stesso José Manuel Durão Barroso, presidente della Commissione Europea, ha dichiarato «Questa è la nostra visione dell’Europa: una società prosperosa e sostenibile che ha come sfida il controllo dei cambiamenti climatici e della globalizzazione[..] Per realizzare questi obiettivi, noi abbiamo una strategia aderente e ambiziosa che garantisce la sostenibilità, la sicurezza degli approvvigionamenti e la competitività. Il successo di questa strategia dipende dall’energia lavorativa svolta dai settori pubblici e privati indirizzato alla ricerca e allo sviluppo tecnologico». Lo scorso anno, sulla scia delle varie indagini svolte a livello mondiale, gli Stati membri dell’Unione Europea hanno approvato una proposta di regolamento mirante alla riduzione del consumo di energia elettrica da parte delle apparecchiature domestiche
e da ufficio in posizione stand-by. Tale regolamento fissa dei per stabilire livelli di efficienza energetica per tutti i prodotti commercializzati in Europa, che si tradurranno in una riduzione del consumo di energia elettrica delle apparecchiature, a livello comunitario, di quasi il 75% entro il 2020. Riguarda tutte quelle apparecchiature elettriche (apparecchi televisivi, computer, forni a microonde, etc) utilizzate nelle abitazioni e negli uffici, e a seconda della funzionalità del prodotto, fissa un consumo massimo di energia consentito per lo stand-by di 1 o 2 Watt per il 2010. A partire dal 2013 il livello di consumo energetico ammesso sarà ridotto a 0,5 Watt o a 1 Watt, livelli più prossimi a quelli che è possibile raggiungere con la migliore tecnologia disponibile. In questo modo, secondo i calcoli della Unione Europea, l’attuale consumo di energia elettrica da parte delle apparecchiature in stand-by (circa 50 TWh all’anno) diminuirà del 73% entro il 2020. Un risparmio equivalente al consumo annuale di energia elettrica della Danimarca, che porterebbe ad una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 14 milioni di tonnellate all’anno. Sono misure importanti che evidenziato la serietà del problema. Inoltre, da una ricerca condotta da IDC negli USA, nel
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Edilizia Progettazione Ambiente Arredamento
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2007, è stato evidenziato che per ogni server che viene rimosso dal Data Center, sono ridotte di circa 11,4 tonnellate le emissioni di C02 nell’aria. In tutto il mondo, per la gestione dei server, si stima una spesa annua di circa 55 miliardi di dollari; in aggiunta, per “raffreddare” questi sistemi si spendono ulteriori 30 miliardi di dollari (un numero che è salito in maniera esponenziale negli ultimi cinque anni). Nel corso degli ultimi 24 mesi i costi riconducibili al consumo energetico dei Data Center sono diventati preoccupanti per tutte le aziende. In base a sondaggi recenti, il 22% degli IT Manager intervistati ha affermato che l’alimentazione e il raffreddamento dei loro sistemi, rappresenta il principale problema per i prossimi anni. In tutto il mondo esistono 50 milioni di “sistemi esterni” (utilizzati per servizi IT) che consumano in media 13 Watt per unità per ora. È prevedibile che solo negli Stati Uniti ci si possa aspettare di pagare una media di 35 dollari l’anno per ogni sistema alimentato. Secondo l’EPA, l’agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente, il 90% dei personal computer desktop non ha il sistema di “Energy saving” attivo. Sebbene tutti i Pc vengano ormai da anni venduti con questa utility, entro i primi 90 giorni dalla data di acquisizione, la funzione viene disattivata in una percentuale pari al 10% dei computer venduti. Lasciare la funzione attiva consentirebbe un risparmio di circa 30 dollari l’anno (pari ad un risparmio di circa 200 W). I costi riconducibili alla gestione dei Data Center sono aumentati di circa il 10% solo nel 2009; in 10 anni la spesa per l’alimentazione e il raffreddamento dei Data Center si è più che raddoppiata e il tasso di crescita per i prossimi anni è pari a 4 volte il tasso
di crescita della spesa per nuovi server; nei prossimi anni per ogni dollaro speso in hardware quasi 75 centesimi saranno spesi in energia. La responsabilità del rispetto dell’ambiente è un problema mondiale, che interessa in particolare le aziende e su cui si rende necessaria una profonda e concreta riflessione. Le azioni per ridurre lo spreco di risorse energetiche e dell’inquinamento del pianeta possono essere molteplici e applicabili a diversi settori e possono contribuire a creare nuovi posti di lavoro nell’ambito della ricerca e per aziende che producano apparecchiature tecnologiche “verdi”. Inoltre non è più procrastinabile l’adozione di metodologie
« La responsabilità del rispetto dell’ambiente è un problema mondiale, che interessa in particolare le aziende e su cui si rende necessaria una profonda e concreta riflessione» corrette per l’utilizzo dei sistemi informativi (procedure temporizzate di spegnimento dei personal computer, attivazione automatica di funzioni di stand-by, analisi del livello di utilizzo dei server, razionalizzazione dello spazio disco sui sistemi), di percorsi formativi per il personale, sull’importanza del risparmio energetico, oltre all’adozione di modelli di best practices per la gestione dei servizi ICT. Solo vent’anni fa, le economie mondiali marciavano a ritmi serrati e il petrolio sembrava ancora abbondante. In quell’epoca un personal computer richiedeva meno di 100 W., monitor incluso, molto meno del kWh di cui necessitano gli attuali Pc
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marketing Âť di Carmen Cristiano e Lorenzo Spinosi
Il cuore oltre l’ostacolo
Il caso Betafence, ovvero come conciliare bisogni della clientela apparentemente contrastanti, partendo da un diario affidato a ogni dipendente
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he l’approccio relazionale del marketing abbia spiazzato quello tradizionale sembra ormai cosa assodata, ma la sua implementazione al caso concreto rimane ancora un mistero per molti. Senza dubbio, la comunicazione rappresenta il suo strumento principe. Il mistero sembra dunque infittirsi maggiormente allorquando si pensa a quei settori in cui si ritiene esserci davvero ben poco da comunicare, quello delle recinzioni ad esempio. Paradossalmente, proprio in un settore
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marketing
così semplice e maturo, Betafence è stata in grado di sfatare questo mito e di conquistare rapidamente la fama di leader mondiale nella progettazione, produzione e commercializzazione di sistemi di recinzione, grazie proprio all’innovatività del suo orientamento comunicativo. Come riscontrabile nella generalità delle imprese, tale orientamento comunicativo è per lo più rivolto al solo ambiente esterno. Betafence va oltre questa semplificazione, senza comunque trascurare la rilevanza e lo spessore della tag line in quanto a distintività ed esclusività. Infatti, “Securing what matters” la dice lunga sull’offerta di un concetto di sicurezza ben più ampio e differente dai tipici luoghi comuni e da quanto normalmente assicurato dalla concorrenza. Betafence tende a conciliare un bisogno fortemente avvertito dalla clientela, qual è quello di sicurezza, con un altrettanto considerevole bisogno di libertà che una recinzione potrebbe facilmente restringere e limitare. Per quanto difficile possa sembrare concretizzare tale pensiero, l’azienda riesce pienamente nell’intento. Peculiarità ben più singolare di Betafence è però riconducibile a quanto precedentemente introdotto a proposito del suo andare oltre un orientamento comunicativo per lo più rivolto al solo ambiente esterno. Dal variare delle determinanti del vantaggio competitivo riscontrato sul mercato negli ultimi tempi, si evince la primarietà dei cosiddetti “intangible asset”, identificati nel capitale intellettuale. A tal proposito, Betafence prevede una pluralità di sistemi volti ad incrementarlo e valorizzarlo, tra i quali spicca per innovatività il “Betafence Value”. L’azienda spiega al meglio espressioni di uso comune e tra loro interrelate, quali “azienda fatta di persone” e “risorsa umana”: le caratteristiche peculiari dei Betafence riflettono appieno quelle delle persone di cui si compone, a loro volta permeate ed enfatizzate dal Betafence Value. Quest’ultimo si sostanzia in un progetto avviato circa tre anni fa, quando un diario venne consegnato a tutti gli impiegati ed
uno strano poster affisso sulle pareti della sede. Esso riportava un elenco dei valori in cui l’azienda crede, sintetizzati in dieci punti salienti: orientamento al cliente, creatività, entusiasmo, imprenditorialità, apprendimento, fedeltà, apertura, rispetto delle diversità, guida ai risultati, lavoro di team. Inoltre, il poster invitava gli impiegati ad essere pazienti, in attesa di interessanti iniziative a carattere
«L’azienda ha promosso una serie di attività di marketing interno, in collaborazione con il dipartimento risorse umane ed orientate ai dipendenti delle diverse filiali nel mondo» informativo o creativo che avrebbero preso avvio nei mesi successivi ed a mezzo delle quali ognuno avrebbe potuto fornire il proprio contributo, considerato fondamentale e chiave del successo. Si sono dunque succedute una serie di attività di marketing interno promosse in collaborazione con il Dipartimento Risorse Umane ed orientate ai dipendenti delle diverse filiali nel mondo. Con cadenza periodica è stato selezionato uno dei dieci valori come tema dell’iniziativa: il primo mese è stata promossa la compilazione di un questionario con cui poter valutare l’orientamento al cliente del singolo impiegato, sulla base delle esperienze trascorse. La seconda iniziativa intendeva stimolare la creatività degli impiegati con la progettazione di nuovi prodotti derivanti dai semilavorati di Betafence, mentre la terza aveva ad oggetto l’entusiasmo, sostenuto con la distribuzione di un cappellino come gadget. In definitiva, il Betafence Value può considerarsi una sorta di dna o filosofia dell’azienda, esplicitato come raccolta dei valori che ciascuna risorsa umana dovrebbe quotidianamente sviluppare e portare avanti nel proprio lavoro. Alla luce di queste considerazioni, risulta quindi evidente il ruolo fortemente performante che la comunicazione è in grado di rivestire anche nei contesti più impensabili
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norme&leggi » di Filippo Paolini
S Coprimi,
io esco
La Cassazione scrive la parola fine per chi timbra il cartellino al posto del collega “fannullone”. Lesione del dovere di lealtà nei confronti dell’azienda e licenziamento legittimo del dipendente assenteista
e il dipendente attesta falsamente la propria presenza a lavoro può essere licenziato in tronco, anche se non genera un danno economico al datore di lavoro: la normativa di riforma del pubblico impiego, bollata fin da subito dalla stampa come “decreto antifannulloni”, prevede questa disposizione come punto fermo, tanto che il padre del progetto, il ministro Brunetta, è stato categorico: “se non passa me ne vado”. L’onda lunga – e lenta – della privatizzazione del pubblico impiego, iniziata con il D.Lgs. 29/1993, si arricchisce in tal modo di nuova linfa, cercando di mutuare dal settore privato anche il modello sanzionatorio che, fino ad oggi, era rimasto decisamente troppo rigido e legato agli schemi del passato. Così le regole relative al settore statale - ancora in
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norme&leggi
corso di approvazione definitiva – prevedono, come giusta causa di licenziamento, non solo ipotesi di condotte moleste ed ingiuriose, di insufficiente rendimento, di ingiustificato rifiuto al trasferimento, di assenza ingiustificata per tre giorni in un biennio ovvero per sette in un decennio, ma anche le fattispecie di assenza “coperta” da un falso certificato medico e di qualsiasi “alterazione” del rilevatore automatico della presenza. Proprio quest’ultima ipotesi - quella appunto del dipendente che lascia il proprio badge ad un collega per far risultare la propria presenza in servizio - aveva ingenerato nei mesi scorsi molteplici rumors proprio nell’ambito del mondo del lavoro privato. Nell’ottobre scorso si era, infatti, concluso in sede di conciliazione un lungo scontro tra la società per azioni Ferrovie dello Stato ed i sindacati, in relazione al licenziamento di otto dipendenti rei di aver “affidato” il badge ad uno di loro per fa sì che gli altri potessero cambiarsi e prendere al volo un treno che li riportasse a casa. Fine del rapporto fiduciario e licenziamento immediato per il datore di lavoro, forzatura delle previsioni contrattuali in tema di sanzioni disciplinari per i lavoratori: l’epilogo è stato che questi ultimi hanno accettato la fine del rapporto e, quindi, la legittimità del recesso e, dopo oltre due mesi senza retribuzione e contribuzione, sono stati riassunti ex novo. Ma, al di là dell’accordo, chi aveva ragione? La parola definitiva sembra averla detta qualche giorno dopo la Corte di Cassazione che si occupava di un caso simile, dove un dipendente di una clinica privata
di Torino, per fare un favore a una collega in ritardo, aveva timbrato il suo cartellino. I giudici, con la sentenza 26239 del 30 ottobre 2008, hanno stabilito che l’espulsione del lavoratore, in questi casi, è motivata dalla lesione del dovere di lealtà da parte del dipendente nei confronti dell’azienda. Trattasi di un requisito di per se solo sufficiente a ledere il rapporto fiduciario e, come tale, idoneo a giustificare il recesso dal rapporto di lavoro, indipendentemente da ogni considerazione in merito all’assenza o alla tenuità del danno economico subito dall’imprenditore. A tal proposito è interessante osservare come alcune imprese private abbiano cercato, da qualche anno a questa parte, di superare le problematiche connesse ai cartellini marcatempo ricorrendo a sistemi di identificazione biometrica (es. impronte digitali) per controllare le presenze e gli orari di entrata e di uscita dei propri dipendenti (un po’ quello che è attualmente in corso di studio nelle aule parlamentari per il controllo delle presenze degli onorevoli). Tuttavia, il Garante della Privacy ha per ora sbarrato la strada a questo tipo di soluzioni. In assenza di particolari e compravate esigenze di sicurezza (ad esempio per l’accesso ad aree sensibili), tale strumento si rileverebbe sproporzionato e, comunque, troppo invasivo della sfera personale e della libertà individuale. Quindi i sistemi alternativi, quali badge o registri firma, resistono, avendo dalla loro i principi di proporzionalità e necessità del trattamento dei dati, ma con loro sopravvivono problematiche poco piacevoli della disciplina del lavoro
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il punto
Il Decreto crolla sul terremoto D
estra e Sinistra, in nome del terremoto, avevano sancito un patto di non belligeranza. A poche ore dal disastroso sisma tutti hanno inneggiato al valore dell’unità popolare e politica, ma il bel gesto è durato poco. E’ bastato il decreto per sostenere le popolazioni colpite dal sisma per dar fuoco alle polveri e infuocare Montecitorio e quello che resta dell’Emiciclo. Nel bel mezzo della battaglia ci sarà, ancora una volta, una città già scossa, con gli aquilani senza patria e senza certezza e senza fiducia perché nulla di quanto annunciato c’è. L’emergenza è ora più cupa perché ha meno speranze, dopo la fine della competizione elettorale. Sullo sfondo restano il G8, le innumerevoli promesse del Governo e la necessità di reperire i fondi per risarcire i danneggiati. Ma la ricostruzione ha bisogno di un altro spirito, di tutt’altro piglio. Sull’onda dell’emotività qualcuno ha giocato sporco, arrivando perfino a vendere la possibilità che finalmente, di fronte ad una catastrofe, Destra e Sinistra, la smettessero di azzuffarsi come baruffe chiozzotte per dimostrare schiena dritta, serietà di propositi e concretezza nell’azione. Chiuse le urne si svela l’indole di una classe politica inerme e cinica. Anzi aver narcotizzato lo scontro che serpeggiava ha soltanto allungato i tempi e reso più confuso l’orizzonte. Invece, se c’era un impegno da prendere con tutti Mauro Di Pietro i cittadini era di essere corretti intellettualmente. Ricostruire l’Aquila e ridare forza all’intero Abruzzo è un po’ come la sfida che la nazione raccolse dopo il ’45. De Gasperi e Togliatti discutevano, spesso si fronteggiavano anche in maniera aspra, ma alla fine la decisione doveva conseguire un risultato per il bene del Paese. Più che cedere alle ragioni dell’appartenenza o alle differenze ideologiche c’era la necessità di immaginare scenari e individuare degli obiettivi comuni. A circa tre mesi dal sisma è ora di parlare di un piano strategico che indichi chiaramente come rifondare la città di l’Aquila e l’intero territorio regionale. L’emergenza deve essere fronteggiata, ma è ancora più importante dare un senso al futuro dell’intera comunità. Non si uscirà dalle tendopoli se non si prefigureranno, ancora prima, azioni necessarie a rinsaldare le collettività, i luoghi e le prospettive per la rinascita. I segnali che giungono, invece, sono di segno ben diverso. Bastano due esempi per comprendere la difficoltà del momento. Confesercenti denuncia il crollo totale del turismo nelle aree interne. Secondo le prime stime rilevate dal Centro studi dell’associazione, il settore si avvia a lasciare sul campo perdite consistenti per circa un milione di presenze; un mancato gettito fiscale e tributario (Iva e Irap) pari a 53 milioni di euro; 2 mila e 200 mancate assunzioni stagionali. Così come il ricorso in Abruzzo alla cassa integrazione ordinaria ci pone al quinto posto tra le regioni italiane. Un primato che la dice lunga sullo stato in cui versano le aziende locali, specialmente quelle colpite dal terremoto. Il tessuto imprenditoriale va riattivato prima che la cassa integrazione si traduca in licenziamenti. La ricostruzione in se sarà sicuramente un volano per la ripresa, ma nel frattempo c’è bisogno di avviare nuove imprese. Bisognerà anche utilizzare il piano per la ricostruzione per uscire, definitivamente, dalle sabbie mobili di comparti produttivi decotti che, negli ultimi anni, hanno rappresentato la spina nel fianco dell’economia aquilana. Non tutti i mali vengono per nuocere, ma ci sarà bisogno di intelligenza e molta, molta attenzione
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storie&persone » di Alessio Giancristofaro
«Saremo l’eccellenza del Centro Sud» Grandi progetti e tanta voglia di fare: Donato Di Fonzo si divide tra i trasporti e la politica, ma è entusiasta del suo attuale incarico, la presidenza dell’Ente Fiera di Lanciano
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iviso tra due grandi passioni, le due anime convergenti della sua formazione, i trasporti e la politica (è infatti un esponente del PDL), vorrebbe concretizzare tante idee e, perché no, quella più immediata di indossare la fascia tricolore da Sindaco di Lanciano. «Ma solo per un mandato, non di più» giura col sorriso. La dinamicità gioca senza dubbio a suo favore. Cinquantatre anni da poco compiuti, nato a Vasto, ma in pratica frentano da sempre, Donato Di Fonzo è un personaggio attivo che ama stare tra la gente, vivere in prima persona le situazioni lavorative ed essere al centro delle dinamiche che sottendono alle varie occasioni. Di Fonzo appare nel panorama politico cittadino nel 1996 come capogruppo di una lista civica, nel 2000 l’elezione a consigliere regionale,
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Donato Di Fonzo, presidente dell’Ente Fiera di Lanciano
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storie&persone
nel 2003 la nomina ad assessore regionale alle Attività produttive ruolo ricoperto fino al 2005 («Il 28 ottobre 2003, una data storica per me e, soprattutto un incarico altrettanto storico, in quanto sono stato il secondo lancianese a ricoprire la carica di assessore regionale dopo il compianto Lello D’Amico»), la nomina nel giugno 2005 a vice presidente della Donato Di Fonzo SpA, azienda di famiglia che si occupa di trasporti dal 1934, nel giugno 2006 l’incarico di presidente del Consorzio autonomo Ente Fiera e dal 2007
Come valuta il suo operato da presidente dell’Ente Fiera? «In modo estremamente positivo, basti guardare alcuni indicatori: il numero delle fiere, il numero degli espositori presenti e il numero di visitatori, tre elementi in continua ascesa. “Ruote e Motori show” è stato un successo nonostante il settore automobilistico stia vivendo una profonda crisi, “Abitare Oggi” è andato altrettanto bene malgrado la crisi in Val di Sangro. Numeri estremamente positivi anche per la Fiera dell’Agricoltura nonostante il dramma del terremoto che ha colpito la nostra regione e soprattutto gli sfortunati abitanti dell’aquilano, ai quali abbiamo voluto destinare una parte dell’incasso». Numeri che crescono grazie a cosa? «Grazie alla scelta di puntare molto sulla qualità. Siamo passati da cinque rassegne annue a ben tredici. È fondamentale aprire ai privati che portano conoscenze ulteriori. Bisogna puntare molto sugli investimenti, crescere e migliorarsi costantemente. Dopo ogni manifestazione fieristica, io cerco sempre di individuare delle criticità, anche se minime, perché solo in questo modo si può continuare a crescere. Si pen-
membro del consiglio di amministrazione di Sistema SpA. La presidenza al Consorzio Ente Fiera rimane comunque attualmente l’attività principale di Donato Di Fonzo, il cui mandato scade a fine anno. «Uno straordinario palcoscenico, una vetrina importante della mia carriera – spiega – che mi ha dato molta più visibilità di quando ho rivestito per due anni la carica di assessore regionale».
si, ad esempio, alla manifestazione “Agroalimenta” che da quattro anni non veniva fatta. Io ho subito ripristinato questo evento studiando approfonditamente le criticità da eliminare. I risultati dicono che da due anni consecutivi “Agroalimenta” è un fiore all’occhiello. Non male direi...». Nell’immediato futuro cosa ritiene necessario fare? «Bisogna delocalizzare, aprire ai privati, bisogna stare vicino ad un campus tecnologico, bisogna creare una ricettività molto ampia. C’è la necessità assoluta di fare un investimento di 30-40 milioni di euro, di creare una “elle” macro territoriale che abbracci la Val di Sangro, Lanciano e Ortona. L’internazionalizzazione è altrettanto importante e ci dobbiamo puntare molto. Abbiamo già invitato nelle nostre fiere esponenti di spicco montenegrini, croati, albanesi che riconoscono le fortissime valenze dei nostri eventi». Un contesto territoriale strettamente connesso al suo polo fieristico, dunque? «Questo territorio ha una forte e spiccata propensione fieristica, ma è indispensabile progettare. E la progettazione è propedeutica ad
una delocalizzazione che appare sempre più necessaria. Penetrare il territorio della Val di Sangro equivarrebbe a creare forza attorno ad un polo fieristico. Il caso di Lanciano insegna come è possibile creare un’eccellenza fieristica alternativa ad altri centri importanti e addirittura a capoluoghi di provincia come Macerata e Foggia». Non rimane che mettersi in movimento… «Già siamo in moto, stiamo lavorando a tempo pieno. Dobbiamo sempre inventarci soluzioni innovative perché vogliamo fare del nostro polo fieristico un’eccellenza, l’eccellenza del Centro Sud»
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storie&persone » di Laura Tinari
«Zona franca e obiettivo 1 per almeno 10 anni»
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Alessandra Rossi direttore amministrativo del Gruppo Sportland Appalti Barisciano e presidente del gruppo giovani di Confindustria L’Aquila
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Ma anche procedure amministrative più snelle e trasparenti e coinvolgimento di imprese e banche. Questa la ricetta di Alessandra Rossi, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria L’Aquila per la ricostruzione
abbiamo incontrata nella sua casa a Villarosa, dal 6 aprile la sua famiglia si è trasferita lì. Lei invece viaggia, dividendosi tra L’Aquila, dove la sua azienda ha ripreso ormai da tempo l’attività e la costa teramana dove invece alloggiano Matteo, Marco e Francesco, i tre gemellini nati il 20 ottobre scorso. Simone, suo marito, fa il carabiniere e anche lui, a seconda dei turni, è costretto a viaggiare continuamente affinché i tre bimbi, seppur ben accuditi da nonna Franca, non sentano troppo la mancanza dei genitori. Alessandra Rossi è direttore amministrativo del Gruppo Sportland, che opera nel settore degli appalti pubblici, edilizia civile e industriale e che riunisce la Sportland appalti Srl, la Markedil Sas e la Rossi Costruzioni Srl, aziende fondate dal padre Sergio a partire dagli anni Ottanta. A tenerla impegnata in questo momento oltre al suo ruolo in azienda ci sono gli incarichi in Confindustria, Alessandra è infatti presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Aquila dal dicembre 2007, vice-presidente senior e consigliere direttivo regionale: «Per me ora Confindustria è un impegno importante -ci dice- perché l’associazione deve seguire da vicino la ricostruzione della città, il suo è un ruolo fondamentale soprattutto poiché ha il compito di garantire la trasparenza delle procedure». La sua azienda non ha subito grandi danni, l’attività si è fermata solo una settimana, il tempo necessario per ottenere l’agibilità dal comune di Barisciano, nella cui zona industriale ha sede lo stabilimento, «quando si hanno appalti fuori non ci si può fermare, i clienti non ti aspettano», sottolinea. Alla domanda se il Gruppo Sportland ha fatto le proprie offerte per le gare di appalto indette dalla Protezione Civile, ha risposto: «Il nostro core business è proprio la gestione di appalti, ristrutturazione ed edilizia residenziale e avendo il Gruppo tutte le categorie per partecipare ritengo che possiamo avere un ruolo di primo piano». Ma ci dice che per
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storie&persone
Alessandra Rossi con Federica Guidi durante la visita al centro storico de L’Aquila
fare questo è necessario sia garantita la massima trasparenza nelle procedure di appalto: «Affinché tutte le imprese dell’Aquila, che hanno le giuste caratteristiche per partecipare possano farlo, le autorità competenti devono assicurare limpidezza nei bandi». A tal fine la presidente chiede che sia trovato un mezzo di comunicazione adatto perché tutte le imprese interessate possano entrare a conoscenza dei bandi in modo chiaro e tempestivo e, insieme al suo gruppo di giovani imprenditori, propone la realizzazione di un sito internet su cui ogni autorità possa pubblicare i bandi relativi alla propria attività e competenza. Le abbiamo chiesto un giudizio sulla situazione economica attuale dell’Aquila, «Già prima del terremoto la nostra città attraversava un momento critico, c’era carenza di liquidità per le imprese e non si attraevano investimenti. Un territorio dunque già danneggiato dal punto di vista economico e finanziario, dove il sisma non ha che acuito la difficile situazione. L’Aquila e i 49 comuni del cratere sono rasi al ruolo, sono oggi territori da ricostruire totalmente e non solo in senso materiale». Le abbiamo chiesto come si potrà procedere, quali sono le proposte che lei si sente di fare, «Sicuramente la zona franca e l’obiettivo 1 per questi 49 comuni e per almeno 10 anni. La ricostruzione va avviata in tempi brevi, è necessario snellire le procedure ora più che mai, non mi stancherò mai di ripeterlo, e per fare ciò bisogna coinvolgere i privati. Le aziende locali devono partecipare in primo piano alla ricostruzione (non per finta) e devono essere messe in grado di farlo, altrimenti non ci sarà lavoro né per le imprese né per i lavoratori aquilani e molti giovani emigreranno altrove senza fare più ritorno. Ci sarà un vero e proprio impoverimento della città con tutto ciò che ne consegue», largo dunque ai privati, che possono oggi proporre agli enti i cosiddetti Piani Integrati. Un progetto importante questo e molto caro al Gruppo Sportland, che già tre anni fa ne ha proposto uno al Comune dell’Aquila: «Presso gli uffici comunali
sono giacenti Piani Integrati di intervento che potrebbero impegnare una quarantina di ettari con un potenziale abitativo di circa 5mila unità e relative attività connesse alla residenza (studi professionali, laboratori, negozi, pubblici esercizi), nonché dare all’amministrazione la disponibilità di aree urbanizzate per l’edilizia sociale in conformità alla finanziaria 2007. Cercando tra le stesse carte tornerebbero alla luce anche una serie di programmi costruttivi da attivare e che potrebbero soddisfare le esigenze di altri mille abitanti. Tali Piani potrebbero essere attivati rapidamente con una semplice delibera di Consiglio senza ulteriori adempimenti e, con un avviso pubblico, ulteriori operatori potrebbero essere sollecitati per la presentazione di altri programmi». Poi le banche, attori per niente trascurabili in questo contesto, «Devono assumere il ruolo di intermediari tra i finanziamenti statali e le aziende private. Lo scopo resta sempre lo stesso del periodo pre-terremoto: far riprendere le attività delle imprese già esistenti e attrarre gli investimenti, ma per fare questo si deve agire subito, perché la bravura sta nel trasformare la difficile situazione pre e post terremoto in un’occasione di ripresa e sviluppo del territorio»
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Alessandra Rossi con i suoi tre gemelli
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credito&finan a » di Eleonora Lopes
Tranquilli, per pagare c’è tempo
Giandomenico Di Sante presidente di Banca dell’Adriatico per i territori di Marche, Abruzzo e Molise
Vista la difficile congiuntura economica la Banca dell’Adriatico offre alle PMI la possibilità di rinviare le rate su mutui e leasing
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inviare di un anno il pagamento delle rate di finanziamenti e leasing. È la possibilità offerta alle piccole e medie imprese da Banca dell’Adriatico e Intesa Sanpaolo. Un’iniziativa nata per contribuire a superare la crisi, per consentire al tessuto produttivo di fronteggiare la difficile congiuntura economica da una posizione di maggior forza. Già individuate in uno speciale panel di livello nazionale le oltre 30.000 aziende potenziali beneficiarie dell’opportunità. Quando si fa poca “cassa”, quando c’è scarsa liquidità, la possibilità di rinviare il pagamento delle rate di finanziamenti può dare una mano concreta, può essere un contributo fattivo alla gestione dei flussi finanziari. Le imprese clienti che ne faranno richiesta, con una semplice scrittura privata, potranno dunque posticipare di un anno il rimborso della parte di capitale di finanziamenti ordinari - ipotecari e chirografari - e di leasing strumentali. Il rinvio riguarderà tutte le rate scadenti nei dodici mesi successivi alla richiesta, che potrà decorrere dal prossimo luglio. Nello stesso periodo matureranno esclusivamente gli interessi sul debito residuo, che
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saranno addebitati alle scadenze naturali del finanziamento. Al termine dei 12 mesi, il piano di rimborso delle rate proseguirà regolarmente, ma spostato in avanti di un anno. Potranno usufruire dell’iniziativa tutte le piccole e medie imprese (di norma con fatturato di gruppo da ultimo bilancio ufficiale che non superi i 50 milioni di euro), in possesso dei requisiti, che hanno finanziamenti accesi con Banca dell’Adriatico o con le banche e società del Gruppo Intesa Sanpaolo. Il costo per la clientela è costituito da una commissione correlata all’entità del debito residuo e alla durata del finanziamento. In considerazione della necessità di fornire risposte concrete e tempestive alle aziende, sono stati isti-
tuiti canali privilegiati per il perfezionamento delle richieste di rinvio delle rate. Nell’ambito dell’iniziativa sono stati anche predisposti strumenti per favorire la capitalizzazione aziendale, con linee di finanziamento finalizzate a supportare l’impresa nei programmi di rafforzamento della struttura patrimoniale. «Gli imprenditori, in questa fase critica per la liquidità aziendale, hanno bisogno di “tenere acceso il motore” delle loro imprese». Ha commentato Carlo Berselli, direttore Marketing Imprese Intesa Sanpaolo. «Con la possibilità di rinviare le rate –ha continuato- affianchiamo le imprese per affrontare e superare la fase di crisi del mercato, salvaguardando nel contempo la loro capacità produttiva e competitiva. È un’innovativa opportunità ideata da Intesa Sanpaolo nell’ambito delle numerose iniziative messe a punto dal nostro Gruppo a favore del sistema imprenditoriale del Paese, con particolare riguardo per la piccola e media impresa»
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il direttore generale di Intesa S. Paolo, Roberto Troiani
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incarichi&carriere
La “piccola” sceglie Giuseppe Marozzi Confindustria designa all’unanimità il successore di Giambattista Blasetti. A rappresentare il nerbo del tessuto produttivo abruzzese, il presidente della Giprofil di Giulianova
A Giuseppe Marozzi
lla riunione c’erano i presidenti dei comitati provinciali della piccola industria di Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo. All’unanimità hanno eletto Giuseppe Marozzi nuovo presidente regionale della Piccola Industria di Confindustria Abruzzo. Cinquantasei anni, Marozzi è impegnato nell’attività imprenditoriale da circa 30 anni. Attualmente ricopre la carica di presidente del consiglio d’amministrazione della società Giprofil di Giulianova, azienda che si occupa della produzione di profili in plastica per l’industria del mobile. In campo associativo è stato presidente del comitato provinciale Piccola Industria di Confindustria Teramo, dal 2006 è vice presidente di Confindustria Teramo e dal 2007 membro di giunta di Confindustria Abruzzo. È stato inoltre membro del consiglio di amministrazione della banca Tercas e consigliere comunale presso il comune di Giulianova. Dopo la sua nomina, il neo presidente Marozzi ha tracciato le linee portanti che caratterizzeranno il suo mandato, evidenziando l’impegno a rendere il comitato regionale della Piccola Industria sempre più incisivo e propositivo sui temi della politica economica e occupazionale della regione, con specifico riferimento alle problematiche proprie della piccola impresa e nel quadro delle linee politiche e programmatiche di riferimento di Confindustria Abruzzo e di Confindustria nazionale. In particolare, Marozzi ha evidenziato l’importanza di una maggiore presenza del comitato regionale Piccola di Confindustria Abruzzo, attraverso un più costante rapporto con le Istituzioni e gli altri organismi regionali con l’obiettivo di definire interventi improntati ad una maggiore attenzione verso imprese che rappresentano la quasi totalità del tessuto produttivo abruzzese. Giuseppe Marozzi succede nella carica a Giambattista Blasetti che termina il suo mandato per scadenza dei termini statutari
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incarichi&carriere
Pescara conferma Marramiero Il comitato piccola industria rielegge per il biennio 2009-2010 l'amministratore unico di ALMA C.I.S.
Enrico Marramiero
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nrico Marramiero è stato rieletto Presidente del Comitato piccola industria dell’Unione Industriali di Pescara, per il prossimo biennio 2009/2010. Lo ha eletto il comitato composto dai rappresentanti di tutte le sezioni merceologiche che compongono la base associativa. Marramiero, dopo l’elezione ha sottolineato «il ruolo di primo piano della piccola industria, cui appartiene oltre il 95% delle aziende». L’organo rappresentativo delle piccole imprese dà un contributo essenziale alla vita dell’associazione degli industriali, rivolta a rappresentare le aziende del territorio garantendone lo sviluppo e facilitandole nel superare i problemi, attraverso un rapporto dialettico e continuo con il sistema politico, amministrativo, economico e finanziario. L’imprenditore pescarese è sposato e ha due figli. I temi del suo prossimo mandato sono focalizzati su: credito, finanza, energia e approvvigionamenti. Marramiero è amministratore unico di ALMA C.I.S., azienda leader del Centro sud nel settore della cogenerazione. Ma non è finita qui, il presidente della Piccola Industria, dirige anche l’azienda agricola vitivinicola Marramiero, che produce e distribuisce vini a livello internazionale. La conferma della guida della piccola industria lo porta a mantenere la carica di vice Presidente di diritto di Confindustria Pescara
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la terra di piero idee per lo sviluppo delle aree interne
Riflettere a fondo sulla ricostruzione
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lle 3.32 del 6 Aprile un terremoto di inaudita violenza devasta L’Aquila e decine di paesi limitrofi. Uccide più di 300 persone, ne ferisce 2000, distrugge l’enorme patrimonio artistico della città e priva della casa 68.000 aquilani. Il Terremoto dell’Aquila (e non dell’Abruzzo come erroneamente si dice) non ha eguali nella storia recente, perché ha devastato un’importante città antica ed un Capoluogo di Regione, sede di vitali funzioni direzionali. Non è come in Umbria e non è come in Friuli. E’ un evento singolare nella sua drammaticità e l’unico termine di paragone è il terremoto che distrusse il centro di Lisbona nel lontano 1755. Dopo questa immane catastrofe, il dibattito a quasi tre mesi dalla tragedia si pone comprensibilmente un doppio punto di vista. I problemi sono, da un lato, “fare qui ed ora”, dall’altro l’individuazione di strategie di lungo periodo che, oltre a risolvere l’emergenza, disegnino un progetto di ricostruzione in un’area soggetta a grandi disastri. Come sempre l’urgente prevale sul necessario, la burocrazia sui bisogni reali degli sfollati. In tale situazione di obiettiva emergenza, si assumono con leggerezza decisioni che determineranno il futuro urbanistico e sociale dell’Aquila per i prossimi 50 anni almeno. L’urgente esigenza dell’abitare, risolta in maniera provvisoria con le “casette”, rischia invece di diventare una condizione stabile per decenni. Allo stesso modo rischiano di essere fatte, con poca chiarezza di fondo, altre scelte fondamentali: la scelta tra la “ricostruzione in loco” o la “nuova edificazione”; il ricostruire “com’era e dov’era” e la necessità di darne una nuova versione con progetti e materiali più “attuali” ed antisismici; la scelta di dover stabilire i nuovi poli di aggregazione della città distrutta, il nuovo tessuto di relazioni della vita collettiva e domestica; le scelte relative al modello produttivo preesistente contrapposto ad evoluzioni
secondo nuovi modelli; le scelte relative allo sviluppo della città, prima centrato sul terziario avanzato, sull’amministrazione, sull’università... ed ora? Le scelte sulla tempistica, perché la ricostruzione ha senso nell’ambito di un dato orizzonte temporale (non oltre i 10 anni). Si tratta di scelte che fanno tremare i polsi. Al fondo delle forti incertezze che caratterizza il dibattito attuale sulle decisioni da prendere, è una impreparazione di fondo nei confronti di un evento distruttivo unico. Ecco perché il Piero Carducci _ economista modello pragmatico scelto dal Governo è quello dello “step by step”, rinunciando da subito a teorici scenari onnicomprensivi e a pianificazioni “di stampo sovietico” che appaiono oggi vetuste e inadeguate. Ma se il pragmatismo è utile a gestire l’emergenza non è però sufficiente a disegnare L’Aquila del futuro. Il “fare comunque purché si faccia” di questo momento deve essere indirizzato da una stella polare e da scelte strategiche di lungo termine. Sarebbe molto utile aprire un grande confronto sui temi della ricostruzione, partendo da una comparazione documentata delle esperienze in tema di terremoti e grandi disastri. Si può partire con una giornata di studio all’Aquila, che giunga alla definizione di un repertorio ragionato delle varie possibilità di fronte al dilemma “ricostruzione o nuova costruzione” e relative modalità di attuazione. Sarebbe una buona cosa per L’Aquila e per l’Abruzzo
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azienda partner
i fondatori di Partner Value da sinistra: Nicola Di Marcoberardino, Alessandro Addari e Massimo Meschini
Con Partner Value l’orizzonte è piÚ ampio 86
» redazionale in collaborazione con Partner Value
Esperienza, idee, coesione, servizi ad alto valore aggiunto: questi i punti di forza del progetto lanciato da Alessandro Addari, Nicola Di Marcoberardino e Massimo Meschini
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re imprenditori che per sviluppare nuovi mercati hanno condiviso l’importanza di fare sistema. Una società con sedi a Pescara, Roma e Santiago del Cile. C’è questo dietro al brand “Partner Value”. Un viaggio all’interno della necessità di formare un gruppo coeso e giovane, che sappia consigliare sempre al meglio l’imprenditore. È lo stesso Alessandro Addari, fondatore della ExportItaly, della Top Solutions nonché presidente dei Giovani di Confindustria della provincia di Pescara, che spiega la nuova visione che sta prendendo corpo: «ExportItaly seleziona prodotti del made in Italy di qualità da tutta Italia e li esporta sui mercati mondiali con i brand ExportItaly – ArteItaly. Top Solutions si occupa invece di accompagnare all’estero le imprese italiane e di training specifico per l’internazionalizzazione d’impresa. Partner Value nasce dalla consapevolezza che per crescere e ampliare i propri orizzonti aziendali è sempre più importante fare rete con altri imprenditori. La comune frequentazione di Confindustria è stata la “scintilla” che ha portato me, Nicola e Massimo che tra l’altro sono vice presidenti del gruppo Giovani Imprenditori, a ragionare su un nuovo progetto. Così è nato quel rapporto fiduciario indispensabile per poter fare business insieme. Tra l’altro uno dei punti chiave della mia presidenza è proprio facilitare le reti tra imprese che ritengo, soprattutto in momenti di difficoltà del sistema finanziario ed economico un volano per la competitività, in particolare per le PMI» Diversi quindi gli obiettivi da perseguire, finalità ben chiare che questa volta espone Massimo
Meschini, fondatore della Elaform e della Iniciativas Internacionales società di Import - Export: «Si mira in primis all’affiancamento delle imprese con servizi ad alto valore aggiunto per lo sviluppo del business, che portino a un incremento della competitività aziendale, puntando a una riduzione dei costi, a un incremento della marginalità e del fatturato. Le azioni si basano su piani di sviluppo del business sui mercati globalizzati e i punti di forza sono l’alta specializzazione dei professional con esperienza diretta “sul campo” e l’approccio integrato teso alla creazione di valore per i clienti». Riguardo ai progetti che Partner Value intende promuovere, è Nicola Di Marcoberardino, presidente di DMB Solutions - Bizil logo di Partner Value brain Systems, a rispondere: «Le principali aree di business sono il recupero di competitività attraverso un innovativo sistema di business intelligence focalizzato sul controllo dei costi e sull’incremento della marginalità, lo sviluppo delle vendite all’estero e dei canali distributivi, la creazione di reti tra aziende per l’internazionalizzazione, l’individuazione delle opportunità internazionali di business l’accompagnamento per l’apertura di sedi commerciali e/o produttive all’estero. Nel mese di maggio nella nostra sede di Roma, nella zona Eur, a due passi dalla sede nazionale di Confindustria, si è tenuto il workshop “Competere nel Mercato Globale” che inaugura la nostra partnership e la nuova avventura imprenditoriale, con l’obiettivo di fornire alcuni strumenti pratici focalizzati sull’aumento della competitività e finalizzati a sviluppare le attività aziendali nel “locale” e nel “globale”»
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azienda partner
Dai valore alla tua vacanza Hapimag, soggiorni in luoghi esclusivi nel mondo che diventano investimento senza eguali
in alto: l’ingresso del resort di Scerne di Pineto; qui sopra: il biolago all’interno del villaggio
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azienda partner
Qualità da vivere Tasso & Candeloro Costruzioni: da oltre vent’anni esperti in immobili residenziali, commerciali e industriali Mario Tasso
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Giancarlo Candeloro
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ata nel bacino industriale della Val di Sangro, è divenuta una delle aziende leader nel settore edile. Il suo biglietto da visita è fondato sulla serietà professionale e sui lavori realizzati. La Tasso & Candeloro fa parte del rinomato Gruppo Tasso, operante da anni nel campo industriale, specializzato nella lavorazione delle materie metalliche e plastiche. Grazie a un team affiatato composto da progettisti di livello e alcune fra le più qualificate imprese operanti nel campo delle costruzioni, riesce a seguire il committente in ogni fase realizzativa. Con architetti e tecnici sempre pronti ad accogliere richieste, valutare idee, personalizzare gli spazi, curare le finiture. Dall’ampliamento dello studio tecnico dell’ingegner Mario Tasso, già in attività dal 1981, l’azienda è cresciuta allacciandosi a imprese di costruzione per conto terzi, e poi attraverso una diversificazione dell’attività per giungere alla costruzione diretta delle proprie opere. Per questo motivo la Tasso & Candeloro può riservare e assicurare una notevole attenzione all’aspetto ambientale ed energetico, tema che al giorno d’oggi è sempre più presente e rilevante e che riguarda l’intera collettività. Tutti i nuovi im-
» redazionale in collaborazione con Tasso&Candeloro
mobili realizzati, infatti, recepiscono in pieno le direttive in ambito di qualificazione energetica e fanno della “Classe A” una garanzia di risparmio di energia, di minori consumi e anche di elevata serietà. Inoltre la società vanta la certificazione UNI EN ISO 9001:2000, in conformità degli standard qualitativi richiesti: un modo in più per offrire trasparenza e rispettare le aspettative di tutte quelle figure che rientrano nella
evitando inutili e talvolta dispendiosi disagi. Stesso discorso si applica non solo al residenziale, ma anche all’edificazione commerciale. Molti i grandi insediamenti industriali già portati a termine e in diverse regioni del centro Italia oltre che in numerose zone dell’Abruzzo. In particolare la Tasso & Candeloro vanta la realizzazione di diversi opifici. Per tutti i lavori è poi assicurata la formula “chiavi in mano”, fornendo
realizzazione di uno stabile, dal cliente, al fornitore allo stesso realizzatore. Punto di forza di una soluzione abitativa a firma Tasso & Candeloro, è la certezza che nulla è lasciato al caso. Da sempre l’innovazione è una delle parole d’ordine adottate dall’azienda, guardando quindi anche ai migliori materiali scelti e impiegati, nonché alla sicurezza e mantenendo infine il termine “comfort” come base imprescindibile da cui partire e alla quale giungere. È infatti sempre più importante mettersi nelle mani di veri esperti per vedere realizzata la casa della propria vita e avere il minor numero di preoccupazioni. Inoltre, grande valore aggiunto è rappresentato dai tempi e dalle modalità di consegna che, per merito di una corretta pianificazione dei lavori in cantiere e dell’impegno scrupoloso nel controllo della tempistica stabilita, permettono di rispettare gli impegni assunti
il giusto supporto dalla progettazione alla costruzione, fino al disbrigo delle varie pratiche urbanistiche. I NUMERI DI TASSO & CANDELORO Un bilancio sano, il Gruppo Tasso che chiude il 2008 con un fatturato che supera i 33 milioni di euro. Segni concreti e positivi che permettono alla società di impegnarsi ottimamente su diversi fronti. I lavori in corso riguardano infatti la costruzione di ben 200 alloggi, ulteriori 300 prenderanno corpo nel prossimo futuro. Un’importante espansione del settore edile che si riscontra nell’apertura di numerosi nuovi cantieri anche fuori regione, come per esempio nelle Marche, dove sorgerà un complesso residenziale di 70 alloggi al centro di Macerata
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azienda partner
Oma: risultati che fanno la differenza realizzazione condotti per trattamento fumi presso la raffineria di Leuna (Germania)
Dall’Abruzzo all’est Europa: storia di un’azienda in espansione che fa affidamento sull’alta professionalità e lo sviluppo tecnologico
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Officina Metalmeccanica Angelucci fondata nel 1981 e nata come produzione di carpenteria medio-leggera in pochi anni è riuscita, grazie al raddoppio del volume d’affari, in un progressivo incremento delle maestranze, degli impianti e delle attrezzature. Una graduale e costante crescita che ha consentito di concentrare la propria attività di produzione di impianti industriali, diventando una solida realtà a livello nazionale. A capo della società i fratelli Mauro e Giovanni Angelucci che hanno ereditato dal padre fondatore, Antonio Angelucci, i valori chiave dell’innegabile successo: passione, professionalità, atten-
» redazionale in collaborazione con OMA Group
Montaggi meccanici presso la Raffineria Motor Oil Hellas di Corinto (Grecia)
zione alla soddisfazione del cliente, alla qualità del prodotto e rispetto per l’igiene e l’ambiente. Giovanni Angelucci è il direttore di produzione, Mauro Angelucci è il direttore commerciale. Quest’ultimo, oltre a ricoprire dal Giugno 2007 la carica di Presidente Confindustria Pescara di recente è stato nominato consigliere d’Amministrazione di Banca Caripe. La diversificazione dei settori di intervento della Oma Group evidenzia la flessibilità produttiva del gruppo che, grazie alla tradizionale esperienza e alla ricerca e sviluppo delle tecnologie, si è radicata come azienda leader del settore. Si va quindi da lavori riguardanti il settore dell’energia, del petrolchimico, del siderurgico, dell’ecologico e del vetro al settore del cemento, della caldareria, della meccanica di precisione e dell’ Oil & Gas. Importante, e allo stesso tempo di interesse, è il brevetto sviluppato dal servizio tecnologico del-
la Oma Group: un nuovo e innovativo metodo di piegatubi. Questo consente di ottenere tubazioni metalliche a curvatura stretta a freddo senza pregiudicare le caratteristiche meccaniche ed estetiche del tubo stesso, fornendo così un prodotto tecnicamente rispondente ai requisiti meccanici usualmente richiesti. Attualmente Oma possiede cantieri fissi sparsi su tutto il territorio italiano per svolgere attività di manutenzione e miglioramento degli impianti e, alle sedi operative di Tocco e Castiglione a Casauria nel pescarese, San Salvo in provincia di Chieti, Venezia e Bucarest, si aggiunge l’imponente stabilimento rumeno di Giurgiu situato sulle rive del Danubio, al confine con la Bulgaria; sito di notevole interesse per la realizzazione di manufatti destinati ai paesi UE ed extra UE. Un nuovo investimento che conferma la volontà e la concretezza dei fratelli Angelucci nel voler potenziare le proprie attività anche all’estero. Parte non trascurabile dei successi ottenuti è certamente dovuta al prezioso lavoro svolto dalle risorse umane, alla formazione del personale interno e al team costituito da personale specializzato in grado di garantire prodotti di assoluta qualità, con un raggiungimento di performance di alto livello sia in termini di produzione che di fatturato, in campo nazionale e internazionale. Anche per questo motivo Oma gode di buona salute nonostante la crisi economica che attanaglia ogni realtà, riuscendo peraltro ad aggiudicarsi importanti commesse in Grecia e in Svezia, tutto sotto la luce di un trend economico che anche nel 2009 si prospetta in forte crescita
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Sedi operative di Tocco e Castiglione a Casauria (Pescara)
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seminari&convegni » di Salvatore Florimbi
Teramo soffre ma tiene
Presentato il Rapporto annuale sull’economia teramana in occasione della settimana europea delle PMI. Un sistema produttivo pronto a “scattare” quando ci sarà la ripresa
da sinistra: Gianni Chiodi, Giustino Di Carlantonio e Salvatore Florimbi
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l sistema produttivo teramano si trova nella fase conclusiva di un processo di ristrutturazione che ha determinato un’incisiva selezione nella struttura imprenditoriale ed avviato un percorso di cambiamento ed evoluzione nei modelli organizzativi aziendali. Queste trasformazioni s’innestano in uno scenario globale permeato da grande incertezza, che rende difficile prevedere quali dinamiche evolutive potran-
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no interessare nel prossimo futuro le PMI locali. Queste in estrema sintesi sono le conclusioni emerse dal convegno “Teramo: una economia in evoluzione”, il tradizionale incontro di presentazione del Rapporto annuale sull’economia teramana, svoltosi presso la sala convegni della Camera di Commercio di Teramo, in occasione della Settimana Europea delle PMI. L’industria teramana, negli ultimi decenni, ha subito dei cambiamenti significativi nella specializzazione
produttiva verso una progressiva diffusione di attività in comparti, prima meno presenti, quali la meccanica, l’elettromeccanica e l’agroalimentare a discapito delle tradizionali specializzazioni legate al sistema della moda. Questo processo di diversificazione produttiva ha rafforzato la storica vocazione manifatturiera centrata sulle PMI, ma ha evidenziato una tendenza estremamente interessante che riguarda la crescente affermazione della classe media d’impresa (la middle class), in altre parole di imprese che hanno caratteristiche dimensionali di media impresa, con spiccata capacità di competere sui mercati esteri, di sviluppare relazioni formali (appartenenza a gruppi di impresa) e/o informali (accordi di cooperazione) e che si evolvono verso forme giuridiche più complesse (società di capitali). Infatti, la provincia di Teramo si colloca al primo posto in Italia, nella classifica che misura l’incidenza percentuale del valore aggiunto delle medie imprese sul totale del settore manifatturiero. Al tempo stesso, le performance economiche della nostra provincia sono fortemente correlate con le dinamiche dell’economia nazionale, tanto che Teramo può essere definita una provincia a “forte impatto congiunturale”. Tale aspetto ha avuto ed ha una influenza molto rilevante sugli andamenti recenti e sulle prospettive di ripresa dell’economia teramana. I dati di consuntivo dell’anno 2008, evidenziano tassi di natalità e di mortalità aziendali in diminuzione, da cui è scaturito un lieve ampliamento della struttura
imprenditoriale. L’occupazione, rilevata dall’Istat, è aumentata rispetto all’anno precedente in virtù della positiva dinamica della componente femminile, solo parzialmente compensata dalla riduzione subita dagli occupati maschi. I dati di performance, elaborati dal CRESA, registrano dinamiche negative per quanto concerne la produzione industriale, il fatturato e gli ordinativi. In crescita, soprattutto nei primi mesi del 2009, le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni. Il processo di internazionalizzazione dell’economia teramana prosegue, anche se con ritmi insufficienti per consentire l’allineamento del grado di apertura internazionale della nostra economia a quello medio nazionale. I motivi di questa differente dinamicità si possono individuare in fattori strutturali e congiunturali. Da un lato la composizione settoriale delle esportazioni della provincia di Teramo evidenzia un maggior peso di quei settori che a livello nazionale hanno avuto una dinamica meno brillante, e di conseguenza un minor peso dei settori più dinamici. Dall’altro lato in provincia di Teramo si è rilevata una minore crescita delle esportazioni, rispetto ai dati nazionali, in modo particolare in quei settori di specializzazione dell’export provinciale. In sintesi, l’economia teramana soffre ma “tiene” e sembra avere le carte pronte per fare il proprio gioco, nel momento in cui la ripresa dell’economia mondiale si concretizzerà
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il numeroso pubblico intervenuto all’evento
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seminari&convegni » di Massimo Avenali
Ripartiamo così Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Altero Matteoli incontra a Pescara Unione industriali e Ance. E indica le priorità: «Porto e ferrovia al primo posto»
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n faccia a faccia atteso, per capire da subito nali per non lasciare che le parole restino tali. E poi cosa si può e si deve fare per riprendersi da la questione terremoto, perché resti sempre in primo una crisi che con il sisma non ha fatto che piano e sia chiaro che L’Aquila è lo stesso Abruzzo, aggravarsi, per portare finalmente l’Abruz- che il problema di una città e di un’intera provincia, zo verso traguardi nuovi e importanti. Presenti, tra in una regione come l’Abruzzo, appartiene a tutti. esponenti politici e rappresentanti dell’economia È in apertura di incontro che infatti il ministro parla abruzzese e in particolare del pescarese, il presidente di verifiche fatte personalmente con i colleghi di godell’Unione industriali di Pescara Mauro Angelucci e il verno per toccare con mano le disponibilità, del suo presidente dell’Ance Giuseppe Girolimetti. Nella sede impegno per portare agli imprenditori abruzzesi dati di Confindustria Pescara si levano domande, interessi, seri e concreti e affermare che i soldi per ripartire voglia di ricominciare. ci sono, che possono esseDal suo ruolo di uomo re investiti per intervenire di governo e di responquanto prima. Tra le dosabilità, Altero Mattemande del pubblico presenoli rassicura e disegna te, la richiesta di risposte prospettive. Emerge la più concrete fatta dal prevolontà da parte del sidente Ance Pescara, che governo centrale di vede nelle piccole imprese investire sulla città di che determinano il tessuto Pescara. Al centro deleconomico della regione, le priorità, lo sviluppo una risorsa imprescindibile Altero Matteoli nella sede di Confindustria Pescara della zona portuale e e da tutelare. Il fine è non un decisivo ammoderessere colonizzati dalle namento della rete ferroviaria che ormai da troppo grandi realtà, mantenere le tante identità e attività tempo sfida obsolescenza e sicurezza. Soprattutto per per poter proseguire e continuare a crescere in una giungere a un rapporto ancora più stretto con la capi- giusta competitività e con gli spazi adeguati. Un rifetale, per favorire sempre più contatti diretti e veloci, rimento alla ricostruzione quindi, al discorso appalti ed essere degni della chiamata che lancia il nuovo che molto fa discutere e che tutti auspicano siano millennio e che la regione deve poter assorbire e ge- trasparenti e corretti. A questo il ministro risponde stire nel migliore dei modi. Stando a quanto emerso che nel concreto sono le norme europee che impondall’incontro, si dovrebbe quindi partire con la sta- gono direttive precise, che chiaramente non possono zione marittima, nuova, moderna, dotata di sistemi essere fatti favoritismi ma che, d’altro canto in una di controllo e servizi all’avanguardia. E poi amplia- situazione come questa, è auspicabile che la maggior menti dello scalo, miglioramenti delle infrastrutture, parte degli appalti siano affidati all’imprenditoria lodei collegamenti. Molti progetti che il nuovo Sindaco cale. Perché anche in questo modo si può e si deve di Pescara e il Governatore Chiodi dovranno portare rimettere in moto la macchina fermata dal sisma avanti in collaborazione con le altre forze istituzio-
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seminari&convegni » di Eleonora Lopes
A Sant’Omero la burocrazia è sconfitta
Nel teramano il primo Comune abruzzese ad abbandonare la carta in favore delle immagini ottiche. Un risultato raggiunto con la collaborazione specializzata della Cisia Progetti
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nternet e le nuove tecnologie informatiche stanno cambiando velocemente il modo di rapportarsi con la pubblica amministrazione chiamata a soddisfare una domanda crescente di servizi telematici ad alto valore aggiunto. L’amministrazione comunale di Sant’Omero, sensibile alle innovazioni, ha voluto acquisire un sistema di gestione documentale, integrato con il Protocollo Informatico, passando per i sistemi di governance dei procedimenti amministrativi (workflow di processo), per arrivare a realizzare soluzioni avanzate come lo sportello unico per il cittadino. Tutto questo consentirà di servire meglio gli utenti, di gestire il flusso documentale all’interno dell’Ente in modo più veloce e trasparente - col passaggio dal cartaceo all’ottico – e, cosa che di certo non guasta, permetterà di custodire il patrimonio documentale in massima sicurezza. Partner dell’amministrazione comunale, sia per realizzare il processo di informatizzazione dei documenti cartacei sia per la loro custodia in outsourcing, è la Cisia Progetti, società leader nel settore. Il Comune della Val Vibrata ha attivato un innovativo sistema di gestione documentale, integrato a un processo di workflow gestionale (tradotto letteralmente “flusso di lavoro”), che per la sua efficacia può definirsi unico nell’ambito della pubblica amministrazione. Gli enti pubblici producono negli anni una enormità di atti e documenti che diventano inevitabilmente difficili da conservare e reperire nel tempo, sia per necessità interne che per l’utenza esterna, e ciò tende ad allungare a dismisura i tempi burocratici. Per questa ragione, il Comune ha provveduto ad affidare la custodia dell’archivio alla Cisia Progetti, incaricata di inventariare, catalogare e informatizzare i documenti comunali, conservandoli fisicamente in appropriate sedi che rispettino la complessa legi-
slazione in termini di privacy, sicurezza e accesso ai dati e documenti. Il vantaggio che l’Ente ne trae è di natura pratica, poiché non solo si liberano spazi utili per svolgere attività istituzionali, ma si fornisce un valore aggiunto per le consultazioni dei documenti ad uso interno, ma soprattutto per la cittadinanza, riuscendo a fornire
un momento della conferenza stampa svoltasi a Teramo
certificati di ogni genere quasi in tempo reale. A ciò si aggiunge un sistema di Workflow Management, prodotto dalla SIAV spa di Padova. Archiflow, questo è il nome dell’applicazione, integra un potente motore di workflow procedurale in grado di governare procedimenti amministrativi in modo efficiente e sicuro. Questa partnership sancisce un importante e radicale cambiamento dei rapporti tra cittadino e pubblica amministrazione, che il Comune di Sant’Omero nella persona del sindaco Ernano Fucilitti, della giunta e del segretario generale, hanno voluto realizzare per rendere reali e tangibili gli auspici rivolti anche dalle istituzioni nazionali, affinché la gente diventi protagonista della vita amministrativa
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seminari&convegni » di Massimo Avenali
Sicurezza, meglio aggiornarsi
Le novità introdotte dal decreto correttivo discusse in un convegno organizzato a San Benedetto del Tronto. Partner dell'evento l'azienda Radiosanit
alcuni relatori intervenuti al convegno sul nuovo testo unico in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro dopo il decreto correttivo
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l nuovo testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro dopo il decreto correttivo”. Di questo e molto altro si è parlato al convegno organizzato dall’ordine dei consulenti del lavoro di Ascoli Piceno nell’Hotel Calabresi di San Benedetto del Tronto. Partner dell’evento, già alla sua seconda edizione, l’ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Ascoli Piceno e il Gruppo Radiosanit, azienda di Roseto degli Abruzzi, il più grande poliambulatorio d’Abruzzo, specializzato in medicina, sicurezza e formazione.
Ha aperto i lavori Marco Assenti, presidente del Consiglio provinciale di Ascoli, poi è stata la volta della Radiosanit, con il saluto del direttore commerciale area Mache Gianni Corradetti e dell’architetto Paola Capece, direttore dell’area sicurezza del Gruppo. Numerosi gli ospiti presenti. Con i vari interventi dei relatori si è entrati nel cuore del convegno. Hanno preso la parola: Pierluigi Rausei, direttore direzione provinciale del lavoro di Macerata e docente di Diritto sanzionatorio del lavoro all’università di Modena e di Reggio Emilia, Licio Cimini,
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seminari&convegni
le unità sanitarie mobili targate Radiosanit
direttore INAIL Ascoli Piceno, Paolo Trincia, direttore SPSAL e Mario Aniso, funzionario INPS di Ascoli Piceno. Al centro di ogni intervento il “Decreto correttivo” del testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/2008) approvato dal Consiglio dei ministri tre mesi fa, che ha introdotto ulteriori aggiornamenti circa le sanzioni penali e amministrative. È emerso che per le aziende è oggi fondamentale mettersi in regola affidandosi alle imprese specializzate del settore, quali ad esempio la Radiosanit, che da più di trent’anni si occupa di sicurezza sul lavoro. Il Gruppo di Roseto ha presentato in esclusiva il “Progetto consulenza”, una grande novità che prevede un aggiornamento costante on line su tutto quello che riguarda la sicurezza del lavoro. Per Luca Verdecchia di Radiosanit «Il grande vantaggio dell’aggiornamento on line, che partirà dal primo agosto, sarà quello di consentire ai nostri clienti di essere costantemente informati sul loro andamento aziendale in merito alla sicurezza. Ma a beneficiarne saranno anche i consulenti del lavoro che potranno
accedere direttamente al sito e controllare, senza intermediari, la situazione dei propri clienti». Oggi Radiosanit è l’unica nel Centro Italia a fornire questo tipo di consulenza. «Forse proprio per questo, -ammette con soddisfazione Verdecchia- il “Proget-
to Consulenza” ci sta facendo acquisire diversi nuovi clienti». Convinzione unanime dei partecipanti al convegno è che il mancato rispetto della normativa sulla sicurezza, con il nuovo decreto legislativo, ha conseguenze decisamente penalizzanti per gli imprenditori
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Il più grande poliambulatorio d’Abruzzo Opera da trent’anni nel campo della medicina del lavoro, sicurezza del lavoro, HACCP, analisi sugli alimenti, sistemi di qualità, ambiente, consulenza, formazione. Il Gruppo Radiosanit è un poliambulatorio leader nel settore sanitario. Amministratore unico dell’azienda di Roseto degli Abruzzi è il Comm. Mario Verdecchia che da qualche anno ha deciso di aprire un’altra filiale a San Benedetto del Tronto. Accanto a lui ci sono i figli
Luca e Grazia. Oggi Radiosanit è il poliambulatorio più grande d’Abruzzo e tra i primi tre in Italia ed è stata la prima realtà regionale ad ottenere la certificazione di qualità UNI EN ISO 9002 adeguato nel 2003 alle nuove norme internazionali UNI EN ISO 9001:2000. Il Gruppo dispone di 3 unità sanitari mobili in grado di effettuare tutte le prestazioni all’interno delle stesse aziende. Per info: www.radiosanit.com.
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seminari&convegni » di Massimo Avenali
Pescara, nuova sede per Confesercenti In pieno centro, nei palazzi dell’ex galleria River, per garantire «servizi innovativi alle PMI di commercio, turismo e servizi»
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mprenditori, dirigenti delle altre associazioni di categoria ed esponenti politici di entrambi gli schieramenti hanno partecipato il 4 giugno all’inaugurazione della nuova sede di Confesercenti Pescara, aperta in pieno centro in corso Vittorio Emanuele II, 163 nei palazzi dell’ex galleria River. All’inaugurazione della nuova sede provinciale dell’associazione presieduta da Bruno Santori e diretta da Gianni Taucci hanno partecipato, fra gli altri, il presidente regionale di Confesercenti Beniamino Orfanelli, il direttore regionale Enzo Giammarino, il direttore provinciale di Cna Carmine Salce, Lucia Todisco di Legacoop Abruzzo, l’ex presidente della Camera di commercio Gilberto Ferri, socio storico di Confesercenti. Hanno voluto esserci anche i candidati alla poltrona di sindaco di Pescara dei due principali schieramenti, Marco Alessandrini e Luigi Albore Mascia, e i candidati alla presidenza della Provincia Antonella Allegrino e Guerino Testa. Ai seminari articolati durante la giornata su formazione, credito e sicurezza, hanno partecipato commercianti, imprenditori balneari, albergatori. «Con questa nuova sede la Confesercenti provinciale si apre a nuovi servizi innovativi per le piccole e medie imprese del commercio, del turismo e dei servizi» ha detto Santori, «puntando al cuore di Pescara, motore dell’economia dell’intera regione». L’azione di sviluppo sulla provincia di Pescara, che vede al centro l’apertura della nuova sede, passa anche per i nuovi uffici del patronato Itaco che svolge servizi alla persona, per nuove attività nella sede di Penne e nell’area della Val Pescara
il direttore regionale di Confesercenti Enzo Giammarino tra Simonetta e Gilberto Ferri
• in alto altri momenti dell’inaugurazione della nuova sede di Confesercenti
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eventi » di Massimo Avenali
Laurearsi al tempo della crisi il direttore di Abruzzo Impresa, Tommaso Di Rino, nel corso del suo intervento. Alla sua destra Michele Rea, docente di Economia Aziendale e, alla sua sinistra, Sabina Fantini rappresentante della Sixty SpA
Seconda edizione del Career Day alla facoltà di Economia della d’Annunzio. I giovani incontrano le aziende e scoprono come affrontare il mercato del lavoro. Con uno stimolo in più: se l’economia rallenta «il capitale umano è fondamentale»
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aurea e poi? Chi sta uscendo dalle università non ha iniziato il suo percorso di studi in una fase di difficoltà finanziarie come quella che da mesi sta sconvolgendo le economie di tutto il mondo. Si è iscritto ben consapevole che il mercato del lavoro era cambiato e che richiedeva sempre più flessibilità e intraprendenza, ma ora si trova a fare i
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conti con la recessione. Ha dunque una (lecita) preoccupazione in più. Deve però tenere a mente che il continuo aggiornamento delle proprie competenze e la conoscenza diretta del mercato del lavoro - attraverso periodi di stage o apprendistato – sono i suoi alleati più preziosi e gli consentiranno di trovare un impiego in cui realizzarsi.
È quanto è emerso dalla seconda edizione del “Career Day”, la manifestazione organizzata dalla facoltà di Economia della d’Annunzio – quest’anno in collaborazione con Abruzzo Impresa - volta a promuovere un confronto tra laureati e laureandi e mondo del lavoro. Avviata lo scorso anno su proposta della KPMG, l’iniziativa vuole diventare un appuntamento annuale di confronto fra gli studenti di Economia e le aziende che operano sul territorio abruzzese e che sono tradizionalmente legate alla facoltà sia per i programmi di partnership che per l’attività di stage. Il Career Day si è articolato su due giornate. Nel pomeriggio del 12 maggio il Career Focus, con l’intervento di Jobadvisor, la società milanese specializzata nel fornire servizi di orientamento a laureandi, neolaureati e young professional. Tre le fasi del Career Focus: il curriculum vitae e la lettera di presentazione, in cui sono state fornite indicazioni su come scrivere un curriculum efficace, quali informazioni riportare e come impostarlo per valorizzare al meglio il proprio percorso e le proprie competenze; un approfondimento sul colloquio di selezione, con indicazioni su come affrontarlo, come presentarsi e comportarsi, quali sono le domande più ricorrenti da parte dei selezionatori; e infine il CV check, momento in cui i partecipanti hanno potuto presentare il proprio curriculum per un esame personalizzato del documento, con lo staff di Jobadvisor che ha fornito suggerimenti pratici per migliorarne l’efficacia comunicativa. Il giorno successivo, nell’aula magna Federico Caffè della facoltà di Economia, l’incontro con i manager delle aziende. Padrone di casa il prof. Michele Rea, docente di Economia aziendale, che ha sottolineato
l’interesse e l’attenzione che la facoltà ha sempre riversato nel placement, nella occupabilità dei propri studenti, nel cercare di sviluppare proficue collaborazioni con il mondo produttivo senza essere “autoreferenziali”. Non ha voluto far mancare il suo saluto e il suo incoraggiamento ai tanti studenti che hanno gremito l’aula, l’assessore allo sviluppo economico Alfredo Castiglione, anche lui laureato in Economia proprio alla d’Annunzio: «Stiamo lavorando per il rilancio della meritocrazia, siamo per una politica delle opportunità e delle occasioni, abbiate fiducia nelle Istituzioni». E poi: «La Regione adotterà politiche industriali di sostegno al mondo che produce, saremo al fianco delle PMI, cercheremo di accedere a finanziamenti europei che in Abruzzo mancano. Tutto questo creerà occasioni di rilancio e opportunità di lavoro». Il direttore di Abruzzo Impresa, Tommaso Di Rino, esperto di politiche del lavoro, ha cercato di stimolare i giovani intervenuti ricordando che «questo non è solo un periodo di tagli, le aziende più dinamiche hanno bisogno di rafforzare competitività ed efficienza puntando sui talenti, su risorse umane di qualità, ben preparate, in grado di sostenere lo sforzo del continuo investimento in innovazione che molte stanno sostenendo». Che fare allora? «Non smettere mai di incrementare il proprio bagaglio di conoscenze, avere voglia e coraggio di essere messi alla prova, “assaggiare” il mercato del lavoro attraverso stage, periodi di lavoro temporaneo, apprendistato. Ora, peraltro, sostenuto dai voucher della Regione». I rappresentanti delle aziende, moderati da Pasquale Galante, il noto ex giornalista de Il Centro ora responsabile delle relazioni esterne della De Cecco,
i responsabili della società di revisione e consulenza KPMG durante il loro intervento
il pubblico che ha affollato l'aula magna Federico Caffé; riconoscibile in prima fila il professor Andrea Prencipe
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eventi
hanno presentato le lare”, come lui preattività d’impresa, i ferisce) della preprofili professionali miata fabbrica di richiesti, i possibili biscotti e dolci, la percorsi di carriera, Luigi D’Amico Pare più in generale, rozzo, «un’azienda le politiche azienpiccola, ma antidali di inserimento. ca» ha sottolineato Maurizio Sacchi, rel’importanza dello sponsabile risorse stage: «Va solo orumane della KPMG, ganizzato al meglio, una delle più grandi ma è molto utile società di revisione al giovane per far e consulenza, precapire da vicino lo sente anche a Pespirito di un’azienscara, ha sottolineda e serve alle iml’assessore regionale allo Sviluppo Economico Alfredo Castiglione e Pasquale Galante responsabile delle relazioni esterne della De Cecco ato: «Il 90% delle prese per valutare persone che lavorala professionalità». no con noi in Italia ha la laurea in Economia e com- Comunque, in tempi di crisi «dobbiamo moltiplicare mercio, l’importante è avere professionalità, capacità gli sforzi nella ricerca dei talenti. Oggi il settore che critica, voglia di tenersi costantemente aggiornati». può offrire maggiori chance è quello commerciale». Marco Zulli e Alessandro Donatelli per Honda Italia Gabriele Carafa, vice direttore generale della Banca hanno evidenziato come l’azienda sia alla ricerca di popolare di Lanciano e Sulmona, ha ricordato ai giorisorse motivate più che specializzate ed ai giovani, vani che «l’Istituto ha assunto 140 dipendenti negli illustrando il percorso di selezione della casa giappo- ultimi 3 anni, con un processo di selezione basato su nese, hanno rivolto l’invito a «presentare progetti: è prove psico-attitudinali e un colloquio orale. Ospitiala chiave per farvi apprezzare». Sabina Fantini della mo continuamente giovani tirocinanti, anche perché Sixty ha ribadito che per l’azienda di abbigliamento siamo in espansione, contiamo di arrivare ad 80 filiali produttrice di marchi come Murphy&Nye, Miss Sixty attive, 8 in più di quelle attuali, entro il 2010». Monia o Energie «le risorse umane hanno un ruolo cardine» Romagnoli della ASSIA ha infine illustrato il percorso e, nell’illustrare le fasi che portano all’inserimento di inserimento dei giovani candidati e le principali in azienda, ha reso noto che «il 23% degli stagisti attività di una società divenuta anche a Pescara un viene poi inserito con contratti di lavoro. Le maggiori punto di riferimento nelle ricerche e pianificazione di opportunità sono in area commerciale e amministrati- marketing, nell’organizzazione di eventi e meeting, va». Pasqualino Provaroni e Valeria Marziale, rappre- nei servizi aziendali relativi alle risorse umane. Nelsentanti della Micron di Avezzano, hanno ricordato lo spazio antistante l’aula magna i frequentatissimi le tante collaborazioni dell’azienda di semicondut- stand delle aziende, presso i quali laureati e lauretori con vari atenei e la particolare attenzione per andi hanno potuto confrontarsi con i rappresentanti la formazione delle risorse umane: «Ci sono laureati delle varie realtà imprenditoriali, rivolgere domande, in Economia che hanno partecipato a master e sono soddisfare curiosità, consegnare il curriculum stati assorbiti in azienda, oggi hanno un ruolo presso di noi». Per Bianca Saquella, dell’omonima azienda produttrice «da oltre un secolo» di caffè, «l’inglese è fondamentale, il 60% del nostro mercato è estero. Persino ai torrefattori chiediamo di imparare l’inglese, per poter fornire direttamente le spiegazioni tecniche necessarie». E poi: «Crediamo molto nei tirocini formativi e per questo collaboriamo molto con la d’Annunzio e in particolare con la cattedra di Andrea Prencipe». Anche Pierluigi Francini, general manager (o “tito-
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eventi » di Marco Taglieri
In vetrina per sedurre nuovi mercati Forum del Mediterraneo, ovvero quando i Giochi permettono di stringere importanti partnership su programmi di sviluppo
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ornire una panoramica qualificata delle opportunità presenti nelle varie realtà territoriali del Mediterraneo e contribuire ad avviare una “filiera delle eccellenze” nell’ambito delle attività produttive regionali per aprire l’Abruzzo a nuovi mercati. Queste le finalità dell’evento FORUMED (Forum del Mediterraneo) – Internazionalizzazione, Innovazione e Conoscenza – promosso dall’assessorato allo Sviluppo Economico della Regione Abruzzo e organizzato dallo sportello regionale per l’internazionalizzazione delle imprese Sprint Abruzzo. Il Forum si svolgerà il 27 e 28 giugno a Pescara, in occasione della grande manifestazione sportiva dei Giochi del Mediterraneo, e vedrà il coinvolgimento di imprenditori, operatori economici e rappresentanti di istituzioni, associazioni di categoria, camere di commercio, agenzie di
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sviluppo, università dell’Abruzzo e dei Paesi dell’area del Mediterraneo. «L’iniziativa – afferma Alfredo Castiglione, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Abruzzo – vuole proporre un percorso di approfondimento sui tessuti produttivi di realtà che hanno radici comuni. Il grande evento dei Giochi del Mediterraneo costituisce un’importante vetrina che permetterà all’Abruzzo di assumere un ruolo da protagonista nella scena internazionale». L’evento è suddiviso in diverse sessioni di lavoro con una serie di interventi e presentazioni di autorità istituzionali e di esperti in campo economico e accademico, di livello internazionale, nazionale e regionale. Sono state già concordate le presenze del vice ministro allo Sviluppo Economico, Adolfo Urso, e del presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi,
a sinistra la Telespazio nella valle del Fucino due dipendenti Micron all’interno dello stabilimento produttivo di Avezzano
Alfredo Castiglione assessore regionale allo Sviluppo Economico
nonché dello stesso vice-presidente Castiglione. Nelle ultime settimane sono state raccolte le adesioni di rappresentanti e delegazioni dei diversi Paesi dell’area del Mediterraneo. Prevista, inoltre, la partecipazione di responsabili in ambito europeo e di autorevoli esponenti degli istituti nazionali rivolti al commercio con l’estero e al supporto dell’internazionalizzazione delle imprese (ICE, SACE, SIMEST), di Unioncamere, delle associazioni di categoria, del mondo economico e universitario. Il Forum si articola in due giornate. La prima è orientata prevalentemente a illustrare le principali opportunità dei mercati mediterranei e le caratteristiche del sistema produttivo abruzzese; la seconda è strutturata da diversi tavoli tecnici di approfondimento. Nello specifico gli interventi si concentreranno su tematiche quali: progetti di collaborazione istituzionale e di sviluppo economico tra Regione Abruzzo e Paesi del Mediterraneo; programmi europei di sviluppo per il Mediterraneo e illustrazione delle opportunità economiche presenti nell’area; presentazione delle opportunità offerte dal sistema economico-produttivo abruzzese; progetti di formazione e di collaborazione interuniversitaria.
Un altro argomento centrale, che troverà un posto significativo all’interno di FORUMED e su cui l’assessore Castiglione intende puntare molto nel prossimo futuro, è quello relativo al concetto di Cluster, sistema di reti di “eccellenze” che, operando in modo trasversale rispetto ai diversi settori, si riverbera sull’intero tessuto produttivo territoriale. «La competitività viene ormai valutata in termini di territorio e non di singoli comparti – spiega Castiglione – è fondamentale pertanto avviare un percorso che permetta il passaggio da un modello produttivo tradizionale basato sui distretti industriali, troppo esposto alle instabilità di mercato, al modello dei Cluster d’innovazione, sempre più presente nelle economie avanzate e in grado di garantire una maggiore flessibilità di sistema». L’obiettivo è quello di gettare le basi per un appuntamento biennale, una sorta di rendez-vous periodico tra l’Abruzzo e i mercati internazionali, in grado di sviluppare condizioni di collaborazione istituzionale e di scambio commerciale. Maggiori informazioni sul sito www.sprintabruzzo.it o attraverso il contatto mail forumed2009@regione. abruzzo.it
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eventi » di Massimo Avenali
Ha 1 anno e già telefona Tag Comunicazioni conquista il mercato della telefonia con le nuove infrastrutture Cisco
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ag Comunicazioni festeggia il primo anniver- frendo un servizio di qualità e fortemente competitisario dall’inaugurazione della propria infra- vo attraverso pacchetti che integrano telefonia fissa, struttura tecnologica Cisco, che comprende telefonia mobile, Internet Adsl, web fax, web sms, ben due centrali di nuova generazione PGW e voip. A questo si aggiungono un’assistenza pronta BTS. Un passo fondamentale nella storia dell’azienda, e veloce attraverso un numero verde, un call-center che entra definitivamente nel mercato degli operatori strutturato per evitare lunghe attese in compagnia telefonici. di voci registrate, massima trasparenza sulle tariffe. In principio, Tag Comunicazioni si era fatta strada Angelo Torzi, amministratore delegato di Tag Coin qualità di rimunicazioni, ha venditore di sersottolineato gli vizi telefonici e importanti tradi connettività. guardi raggiunti Da un anno a quee guarda ottista parte, grazie mista al futuro. agli investimenti «Sono sicuro –ha in infrastrutture dichiarato Torstrategicamente zi- che la qualità localizzate presso sempre maggiore un partner interdei servizi offerti nazionale quale sarà ben ripagata Interoute, l’aziendalla fiducia dei da ha conquistato clienti». autorevolezza e Posizione analoga credibilità svilupè quella dell’Inun’immagine dello stabilimento Tag Comunicazioni pandosi soprattutgegnere Mario to nell’area AbruzZarrelli, direttore zo-Molise. E i numeri confermano le aspettative: Tag tecnico della TAG Comunicazioni, ampiamente soddiComunicazioni vanta oggi oltre 10.000 clienti e conta sfatto dei frutti derivati dalla collaborazione con la su circa 30 dipendenti divisi tra le due sedi di Termoli società di consulenza Connecting Project ed il gruppo e Monterotondo, in provincia di Roma. Init, fornitore degli apparati Cisco Tag risponde alle esigenze di imprese e cittadini, of-
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eventi
«Ponte di civiltà e vetrina d’Abruzzo» lo stadio Adriatico di Pescara
Pescara 2009, a pochi giorni dall’avvio dei Giochi, svelati la sceneggiatura e i protagonisti della Cerimonia d’apertura
le piscine Naiadi di Pescara
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«L’
Italia farà una brillante figura davanti al mondo, del resto c’è in gioco il nostro primato nel medagliere dei Giochi del Mediterraneo». Il presidente del Coni Gianni Petrucci ha aperto con queste parole la conferenza alla sala d’Onore del Coni, appuntamento atteso dalla stampa sportiva per conoscere tutti i dettagli su Pescara 2009, le miniolimpiadi a 23 nazioni che si disputeranno dal 25 giugno al 5 luglio prossimi in oltre 30 impianti sparsi in Abruzzo. Un uditorio gremito, tra inviati della carta stampata e delle tivù e rappresentanti delle decine di federazioni coinvolte. Quello di Mario Pescante è stato l’intervento più lungo: un’appassionata difesa dei Giochi pronunciata da abruzzese, parlamentare e uomo di istituzioni sportive di lungo corso. Il commissario straordinario nominato dal governo ha dichiarato che a rendere realtà Pescara 2009 è stata una squadra compatta, che ha saputo tenere la politica alla debita distanza. «L’Abruzzo -ha aggiunto riferendosi anche al terremoto del 6 aprile, -si affaccia a questo evento con orgoglio, unità d’intenti e volontà di rinascere. Tra 23 giorni convergerà qui il gotha dello sport mondiale, un risvolto che già da solo avreb-
» redazionale in collaborazione con area media Giochi 2009
be determinato il governo a scartare l’opzione della rinuncia, capitalizzando invece –come si sta già facendo- sulla simpatia che l’Italia riscuote tra i Paesi che affacciano sul Mediterraneo, in particolare nel mondo arabo». Pescante ha annunciato una visita in Abruzzo. Al “Villaggio Mediterraneo” di Chieti il commissario straordinario potrebbe certificare l’apertura della struttura che ospiterà circa 6mila persone, mille in più del previsto. E ha anticipato che il Villaggio sarà l’alloggio, a partire dal 7 luglio, di 5mila giornalisti accreditati per il G8. Il sottosegretario allo Sport, Rocco Crimi, si è unito a Pescante nell’apprezzamento per il ruolo svolto da Sabatino Aracu, il parlamentare abruzzese oggi presidente onorario del Comitato organizzatore dopo esserne stato il numero uno. Alfredo Castiglione, vice presidente della giunta regionale abruzzese, a nome anche del presidente Gianni Chiodi ha definito l’Abruzzo «Regione colpita al cuore, ma i Giochi faranno capire di che pasta è fatta la nostra terra. Pescara 2009 unirà attraverso il mare, nel dialogo. Vi accoglieremo a braccia aperte», ha concluso tra gli applausi. Raffaele Pagnozzi, segretario generale del Coni, ha sciorinato cifre fondamentali per capire l’importanza della manifestazione. «Per le 29 discipline in lizza -ha detto- i Giochi italiani fanno segnare il record, mentre le oltre 700 persone della comitiva italiana battono la presenza alla scorsa edizione spagnola di Almeria, dove erano meno numerosi i nostri atleti, 418 in tutto. Compagine di primo piano, quella italiana, che difatti presenterà atlete e atleti già medagliati in ambito olimpionico». Roberto Fabricini, vice commissario dell’organizzazione di Pescara 2009, ha dato notizie aggiornate dalle federazioni dei 23 Paesi partecipanti. «Sarà un’edizione da record, con oltre 4mila atleti, più che a Almeria». Citati i “test event” tenuti a Pescara nelle ultime due settimane: il Top Club Challenge di atletica leggera nel rinnovato stadio Adriatico e i campionati italiani assoluti di nuoto all’impianto Le Naiadi. Per il direttore generale del Comitato organizzatore, Mario Di Marco, si tratta di «una sfida per l’Abruzzo, ma alla fine dei Giochi rimarranno impianti che faranno della regione una “Svizzera” degli impianti sportivi, all’avanguardia e sicuri. Abbiamo messo in rete- ha spiegato- le 15 cittadine che con un impianto ospitano i gio-
sopra: il Palatricalle di Chieti; sotto il Palascapriano di Teramo
chi: informazioni e statistiche viaggeranno in tempo reale». Di Marco ha sottolineato la nuova veste dello stadio Adriatico. Quasi il 40 per cento dell’intero budget, difatti, è stato impiegato nella ristrutturazione e messa a norma. «Opere –ha continuato Di Marco- per lo più progettate e realizzate da cervelli e mani abruzzesi, una tradizione che continua nel ricordo di quelli che non ci sono più», ha chiuso con una punta di commozione riferendosi alle vittime del terremoto. Marco Del Checcolo, direttore generale dell’Area Media in seno al Comitato organizzatore, ha condotto i lavori della conferenza mentre Paolo De Angelis, coordinatore esecutivo, ha presentato la campagna di comunicazione. La conferenza era attesa per le anticipazioni sulla cerimonia di inaugurazione, in programma all’Adriatico il 26 giugno, illustrate da Marco Balich, presidente di K-Events e produttore esecutivo della cerimonia. Omaggio al capoluogo L’Aquila, il giorno precedente avrà inizio la “cerimonia dell’acqua”: un’anfora di ceramica di Castelli verrà riempita alla Fontana delle 99 Cannelle da Romina, la mamma del primo neonato a vedere la luce alle 4 del mattino del 6 aprile scorso, mezz’ora dopo il terremoto. Presentati anche i nuovi sponsor di Pescara 2009: Telecom Italia e San Carlo, che si aggiungono a quelli già noti Elleffe e Santa Croce e alle sponsorizzazioni istituzionali dell’Unione Europea, della Regione Abruzzo e della Provincia di Pescara
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eventi » di Eleonora Lopes
“L’Aquila com’era L’Aquila com’è” un’immagine della mostra fotografica “L’Aquila com’era, L’Aquila com’è” allestita in occasione della fiera “Campionaria delle Qualità Italiane” di Milano
Mostra fotografica e multimediale ideata da Carsa per sostenere il recupero del patrimonio storico e artistico delle terre colpite dal sisma
L’
Aquila, città delle 99 chiese e delle 99 piazze, colta, florida, curata e ordinata. L’Aquila, città distrutta dal terremoto, colpita nei quartieri, nei palazzi storici, nelle attività commerciali, negli uffici pubblici, nella sua dimensione urbana. Ferita nell’orgoglio. L’Aquila com’era. L’Aquila com’è. Questo il nome della mostra presentata oltre un mese fa alla fiera “Campionaria delle Qualità Italiane” di Milano. Una mostra fotografica e multimediale ideata da Carsa Edizioni&Comunicazione Integrata per sostenere il recupero e il restauro del
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patrimonio storico-artistico dell’Abruzzo aquilano. Fotografie, multivisioni, suoni, proiezioni, oggetti per contrapporre, in modo diretto, drammatico e per certi versi crudo, la consistenza e la qualità di quel patrimonio come era prima del terremoto alla tragica realtà attuale: un modo semplice e immediato per permettere a tutti di “toccare con mano” la distruzione, con l’obiettivo di stimolare un’azione concreta di fund raising per gli interventi di restauro e recupero attraverso il ministero dei Beni e delle Attività Culturali.
A Roberto Di Vincenzo, presidente Carsa, chiediamo: com’è nata l’idea di questa mostra? «L’emozione del sisma anche per noi è stata molto forte. I nostri lavori, il nostro archivio di immagini, i nostri volumi sull’Aquila, in un attimo sono diventati storia. Da qui è nata l’idea di una mostra che documentasse la rovine del terremoto e questo è stato il nostro modo per contribuire alla ricostruzione delle zone distrutte. Carsa oltre ad aver messo a disposizione il suo ricco archivio fotografico e la propria conoscenza del territorio, ha garantito il coinvolgimento del sistema regionale delle imprese e delle istituzioni, raccogliendo le risorse finanziarie necessarie alla sua realizzazione». Chi ha promosso questa importante iniziativa? «Nei giorni del sisma noi stavamo organizzando la fiera “Campionaria delle Qualità Italiane” a Milano e ci siamo subito messi a lavoro per allestire questa mostra all’interno dello stand Abruzzo. Promotori dell’iniziativa sono stati il ministero dell’Interno, che ha reso disponibile l’enorme mole di materiale documentario fotografico e video realizzato dai Vigili del Fuoco sin dal primo giorno dopo il sisma, la Fondazione Symbola e la Fiera Milano che ha offerto gratuitamente lo spazio e gli allestimenti. E poi c’è stato un importante contribuito
finanziario da parte di quello che io chiamo “l’altro Abruzzo” cioè quello non colpito dal sisma. Un ringraziamento va alle istituzioni e alle aziende abruzzesi che con entusiasmo hanno finanziato il progetto permettendo di allestire uno spazio di grande impatto emotivo e creare così un momento di sensibilizzazione per favorire il ripristino di monumenti storici e contribuire, attraverso una raccolta fondi, alla rinascita e al rilancio del nostro territorio». Com’è strutturata la mostra? «Articolata su un’area di 300 metri quadrati, la mostra alterna gigantografie crudamente spettacolari e filmati fortemente emozionali che documentano, anche attraverso il sonoro in presa diretta, gli interventi di soccorso alle popolazioni e di recupero e messa in sicurezza del patrimonio storico-artistico, a immagini serene ed evocative, testimoni di un’eredità gloriosa e di un presente che in 37 secondi è diventato passato. Particolarmente drammatico è il confronto tra le fotografie dei monumenti e dei palazzi storici prima del terremoto e le stesse inquadrature realizzate dopo il sisma. E poi ancora l’esposizione di reperti, come la campana della torre crollata della chiesa di San Bernardino da Siena e la targa della Prefettura, testimoni silenziosi dell’enorme impatto che questo evento ha prodotto sulle
Roberto Di Vincenzo presidente Carsa
genti e sui patrimoni dell’Abruzzo». Oggi dove continuerà l’allestimento? «La mostra è stata inaugurata nell’ambito della “Campionaria delle Qualità Italiane”, appuntamento espositivo dedicato alle eccellenze italiane, ma il nostro intento è di renderla itinerante. Stiamo vagliando una serie di luoghi e di iniziative su scala nazionale nelle quali allestire la mostra, che nel frattempo verrà rivisitata e ulteriormente ampliata anche con esempi concreti di interventi già in atto. Oggi l’obiettivo è di trasformarla in “L’Aquila come sarà” con un archivio di materiali sulla ricostruzione della città»
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Hanno sostenuto la realizzazione dell’iniziativa Federazione Abruzzo e Molise delle Banche di Credito Cooperativo, Consulta delle Fondazioni delle Casse di Risparmio Abruzzesi, Abruzzo Promozione Turismo, Centro Regionale Commercio Interno delle Camere di Commercio d’Abruzzo, Proger, Di Vincenzo Dino & C., Reginella d’Abruzzo, Azienda Agricola Fonte Marte, Molino Alimonti, Del Verde, D’Andrea & D’Andrea, Cantina Tollo, Jubatti Carni, Di Marzio, S.M. Sud.
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eventi » di Jenny Viant
Vedi cosa bevi Nonostante la pioggia, circa 40mila abruzzesi hanno partecipato all’edizione 2009 di Cantine Aperte. Degustazioni guidate, ma anche musica, mostre pittoriche e fotografiche, concorsi di poesia
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acco-Giove 1-0. La manifestazione “Cantine Aperte”, celebrata l’ultimo fine settimana di maggio, ha avuto la meglio sulla pioggia. All’incirca 40.000 abruzzesi - mossi dal motto «vedi cosa bevi», coniato dal Movimento Turismo del Vino - hanno avuto modo di cimentarsi in un’esperienza che va oltre il fatto prettamente enologico. Il vino funge da traino per scoprire cultura, tradizione e vocazione di un territorio. Secondo una statistica del Movimento, il vino muove oltre 6 milioni di enoturisti e ha un giro di affari di 2,5 miliardi di euro. La proiezione di crescita prevede un incremento dell’8%, in termini di presenze, e del 10% in termini di fatturato. Il vino è la terza attrattiva per i turisti stranieri diretti
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in Italia e coinvolge soprattutto un target medio-alto che predilige, oltre al buon bere, le bellezze naturali, la gastronomia tipica e l’arte. Ne consegue che i produttori tendano, sempre di più, a proporre la degustazione insieme ad altri elementi che possano sposare il concetto di identità regionale. In Abruzzo, ben 39 le cantine che hanno abbracciato questa filosofia durante Cantine Aperte 2009, consentendo ai visitatori di apprezzare da vicino le diverse fasi della produzione vinicola, le degustazioni guidate e l’assaggio di prodotti del territorio, tra i quali molti dell’aquilano. L’elenco di iniziative è veramente ricco. Zaccagnini ha declinato al femminile l’abbinamento vino-musica, con il concerto “Rock Rosé”. Altre cantine hanno preferito le note della tradizione, ad esempio nella Cantina Miglianico i canti del gruppo folk “Ammezze all’are” hanno allietato le degustazioni gratuite di vino, olio e ottima pasta (prodotta nel cuore della Majella). Molti vignaioli hanno pensato anche a mitigare la sete d’arte. Singolare il concorso di poesia sul vino promosso dall’azienda Emidio Pepe. Innumerevoli le esibizioni teatrali, mostre pittoriche e fotografiche, solo per elencare alcune iniziative. I vignaioli abruzzesi, dimostrando grande versatilità, fanno vedere di poter essere protagonisti dello sviluppo del territorio. Non solo producendo e attraendo visitatori, ma anche tutelando l’ambiente. La produzione sostenibile e l’attenzione alle energie rinnovabili sono il segno distintivo dell’azienda vinicola Bosco Nestore, di Nocciano. Il loro fiore all’oc-
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chiello è un nuovo impianto fotovoltaico, messo a punto dal marchio energetico Mundus, composto da 86 pannelli solari da 20 kwp che si integrano perfettamente nei tetti, annullando l’impatto visivo. L’impianto permette di abbattere del 30% i consumi energetici, ne consegue una rilevante riduzione di emissioni di CO2. La sensibilità ambientale dimostrata è stata ricambiata con la certificazione di “Azienda Eco-Friendly”. L’andar per cantine va oltre la logica della “semplice” degustazione. Non è un caso che anche in questa edizione di “Cantine Aperte” siano state confermate, oltre alle collaborazioni con Regione Abruzzo, Arssa, Unioncamere Abruzzo e Fondazione PescarAbruzzo, anche le partnership con Abruzzo Promozione Turismo, l’Associazione italiana sommelier Abruzzo e i fotografi dell’associazione Fiaf-Aternum. Nuovi partner dell’evento sono Slow Food Abruzzo e l’Onav Abruzzo. C’è da scommettere che il numero di sostenitori è destinato a crescere
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la vita è bella uscita di sicure a divudi tempo rubato qb un’ottima annata
125 Nizza, quando lo charme ha origini italiane 129 Lo strano caso di Benjamin Button 131
E morirono tutti felici e contenti
133 Le Cicorielle della Madonna 135 Lombardia, non solo bollicine
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PROGETTO INFORMATICA S.n.c. [anno di fondazione 1985] 65010 Spoltore (PE) – Via F. Fellini, 2 c/o Centro Comm.le “L’ARCA” Tel. 085.414992 - fax 085.4174229 www.proginf.com e.mail : info@proginf.com
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DE.AL. S.r.l. [anno di fondazione 1990] 65010 Elice (Pe) - C.da Bastioni, 118 tel. 085.960091 - fax 085.9600960 www.pacfood.it - e-mail: info@pacfood.it
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LEONE GABRIELE S.r.l. [anno di fondazione 1967] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) C.da Vertonica - c.c. Ibisco F 9/10/11 tel. 085.95165 - fax 085.9508923 www.leonegabrielesrl.com e-mail: info@leonegabrielesrl.com
Nizza, quando lo charme ha origini italiane
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na cosa è certa: merita di lasciarsi andare. È un piacere percorrere la sua Promenade des Anglais e poi entrare nel cuore del centro storico, scoprendo così il patrimonio architettonico e culturale, i parchi, i giardini. Dominata da varie colline - la più conosciuta è Cimiez, con le sue rovine di epoca romana - Nizza è uno scrigno da perlustrare con ogni mezzo: a piedi, in treno turistico o in battello. L’importante è capire che ci si trova nella capitale della Costa Azzurra. In passato Nizza era il capoluogo della Contea di Nizza. Un territorio italofono che comprendeva quasi tutto il bacino del fiume Varo e parte della vallata del Roia e
del Bevera. Era denominata Nizza Marittima, per distinguerla dalla piemontese Nizza Monferrato. La Contea, appartenne al Regno di Sardegna fino al 1860, in seguito fu ceduta da Cavour alla Francia. L’italianità di Nizza si attenuò progressivamente. Tuttavia, ancora oggi parte della popolazione autoctona porta un cognome di origine italiana. Un discreto numero di abitanti conserva il dialetto nizzardo. Appartenente all’ambito linguistico occitano, ma con influssi liguri. Le denominazioni stradali della città vecchia sono bilingue; quindi riportano l’indicazione in francese e nizzardo. L’illustre Giuseppe Garibaldi nacque a Nizza, in suo onore nella Vieux Nice c’è Place Garibaldi.
Il simbolo della città, L’Hotel Negresco, testimonia i fasti della Belle Époque ed è classificato monumento storico. Costituisce un ottimo punto di partenza per costruire un itinerario che, ad esempio, vi vedrà impegnati nella visita di Place Masséna, Jardin Albert 1er, Musée Masséna e il Casinò Ruhl
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Un motivo in più: un clima invidiabile a portata d’aereo
La perla della Côte d’Azur, oltre a vantare 32 monumenti storici, 19 musei e gallerie, 300 ettari di parchi, giardini, ai quali vanno aggiunti i 150 bacini idrici e numerose fontane, ha un clima mite e gentile. Le temperature sono molto gradevoli e le piogge rare. Forse anche per questo sono tantissimi gli scrittori che hanno trovato nel sole e nella luce di Nizza un motivo di ispirazione. Dall’Aeroporto d’Abruzzo è possibile raggiungere Nizza con FlyOnAir. Sul portale www.flyonair.it, tariffe davvero interessanti.
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passione motori
BMW Z4, lo sprint nelle vene Forma aerodinamica e potenza esplosiva: un “bolide” elegante e sinuoso
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otore spento. Piede lontano dal pedale. Ma è tutto inutile: la Bmw Z4 ispira potenza, velocità, sprint. Anche da fermo. Straordinariamente aggressiva e dinamica, questa vettura esibisce una silhouette allungata e affascinante, in linea con l’idea di potenza esplosiva. Cofano allungato, sinuoso profilo del tetto, parte posteriore atletica con spoiler integrato e una luce stop aggiuntiva: ecco le 4 armi di un temperamento evidente già a prima vista. E salendo in macchina l’impressione viene confermata: tutto (tachimetro e contagiri) è sistemato frontalmente al guidatore, che deve avere sotto controllo strada e velocità. Volante in pelle e sedile sportivo completano il quadro.
» redazionale in collaborazione con Autoabruzzo concessionaria BMW
Alla velocità esplosiva si unisce anche una notevole stabilità, ottenuta grazie a un telaio leggerissimo: l’asse anteriore in alluminio e l’asse posteriore a 5 bracci esaltano il carattere di guida della Z4. Grazie ad appositi stabilizzatori, sospensioni e ammortizzatori risultano ben armonizzati con il motore e la trasmissione. L’assetto diventa ottimale se si considerano la carreggiata larga, il lungo interasse e il baricentro basso. Da segnalare anche il servosterzo elettromeccanico: un sensore per la coppia misura le forze dello stesso, determinate dal guidatore, e lo adatta alle molteplici condizioni di guida. Il guidatore avverte direttamente questa caratteristica con un feeling ancora più diretto per quanto riguarda lo sterzo che assume maggiore intensità premendo un pulsante. E la sicurezza della macchina? Aprite le orecchie: carrozzeria costruita in acciaio altamente rigido, capace di rimanere addirittura intatto anche in caso di collisioni a velocità fino a 15 km/h! In più i 4 airbag sono gestiti dall’Ase, un sistema molto… “intelligente” che decide quando e come aprire questi accessori salvavita. Anche i freni sono stati ideati in relazione al leggerissimo telaio: un modo efficace per conferire reattività al conducente che schiaccia il pedale di arresto. In ultimo, un cenno sui fari allo xeno, con relativa regolazione automatica della profondità, che garantiscono un’illuminazione sorprendente, soprattutto di notte. Provate la nuova Bmw Z4 presso la concessionaria BMW Autoabruzzo
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Scheda Tecnica
POTENZA (CV) 150 ACCELERAZIONE 0/100 Km/h in 6,6 sec VELOCITÀ MASSIMA 242 Km/h CONSUMO (ciclo misto) 8,5 (l/100 Km)
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divudi
Lo strano caso di Benjamin Button data di uscita in DVD: giugno 2009 regia: David Fincher cast: Brad Pitt, Cate Blanchett, Elias Koteas, Julia Ormond, Tilda Swinton, Jason Flemyng, Taraji P. Henson, Elle Fanning. genere: drammatico durata: 159 minuti trama: Benjamin Button nasce il giorno della fine della prima guerra mondiale, è un bimbo in fasce, ma ha l’aspetto di un ottantenne e la salute di un novantenne: artrite, cataratta, sordità. Dovrebbe morire il giorno dopo e invece più passa il tempo e invece di invecchiare, inspiegabilmente, ringiovanisce. La sua è una vita al contrario, che attraversa il Novecento americano, sempre alla ricerca del primo e unico amore. Durante la sua crescita/ringiovanimento l’uomo si innamorerà della bella trentenne Daisy, ma il loro amore è destinato a prendere strade opposte: mentre lei diventerà sempre più vecchia, lui diventerà sempre più giovane.
T
ratto da un racconto scritto nel 1922 da Francis Scott Fitzgerald, è una satira grottesca e malinconica sul tempo e sulla morte. Una vicenda tragicomica, con un protagonista che è sempre l’uomo sbagliato nel posto sbagliato: quando nasce sembra il padre di suo padre, quando muore sembra il figlio di suo figlio. E quel che è peggio è che nessuno dei familiari perdona la sua stranezza. Poco dopo la nascita Benjamin viene abbandonato dal padre inorridito (la madre è morta) e finisce in un ospizio. Lì si innamora di Daisy (Cate Blanchett), la nipotina di un altro ospite, incontrata durante il giorno di visite. Tra il vecchio e la bambina scocca un inverosimile colpo di fulmine. Per tutto il film, mentre lei cresce e lui ringiovanisce, i due si incrociano, si desiderano e si separano in attesa del momento anagraficamente giusto per lasciarsi andare alla passione. Quando però finalmente Benjamin e Daisy si mettono insieme e hanno una figlia, lui decide di sparire: «Caroline aveva bisogno di un padre, non di un fotomodello», è la spiegazione che dà a Daisy quando si incontrano di nuovo, lui un teenager, lei una signora di mezza età. Ma sarà ancora Daisy a prendersi cura di lui quando il passare degli anni riporta Benjamin verso la culla dove finirà la sua esistenza. Per trarre un film dal racconto di Fitzgerald si sono unite due major di prim’ordine, Warner Bros e Paramount. Il film è un grande affresco di storia americana strutturato come un surreale romanzo di formazione a passo di gambero e scandito dalla voce narrante del protagonista. Del racconto ispiratore cambia tutto tranne lo spirito: il tono grottesco e la riflessione esistenziale sul passare del tempo, sull’età, sulla paura della morte. Gigantesco il lavoro fatto sull’invecchiamento e il ringiovanimento digitali di Brad Pitt, entrambi ottenuti sperimentando una tecnica innovativa di motion capture. Il film ha vinto 3 premi oscar: miglior scenografia, miglior trucco, migliori effetti speciali
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tempo rubato Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare). Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere. Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli Editore
Autori Vari
E morirono tutti felici e contenti Neo Edizioni
il libro in breve
Divertente, ilare, sarcastica, esilarante, è così che si presenta questa raccolta di racconti dedicata alle fiabe che, come dice il sottotitolo stesso, non sono più fiabe. Ma anche dolorosa, grottesca e soprattutto - ma non con l’intento di sminuire - dissacrante. Gli autori, che si sono trovati ad affrontare questa difficile prova, sono riusciti brillantemente a confrontarsi con simboli così importanti, quali appunto le fiabe rappresentano, della storia infantile di ogni individuo. Sono i racconti che tutti noi conosciamo, completamente riscritti, capovolti, a volte stravolti e concentrati sui temi del mondo che ci circonda, su come la realtà oggi ci appare, con le sue contraddizioni e verità. Ci troviamo così di fronte a una Cenerentola incarnata da un’adolescente sperduta in una città come Milano in piena estate, a una Piccola fiammiferaia nei panni di una prostituta obesa e maltrattata, a un Aladino che si ritrova a soddisfare desideri più disperati e disparati mettendo un annuncio sul giornale. Si tratta quindi una raccolta che ha saputo andare oltre, nel pieno significato del termine e con grande coraggio. Il fiore all’occhiello della Neo Edizioni, giovane casa abruzzese che portando in tour l’antologia in tutto lo stivale, ormai un piccolo caso editoriale in evidenza anche al Salone del Libro di Torino, sta già facendo parlare di sé.
le prime trenta righe
(da “La bella addormentata”) Indossa una salopette azzurra a strisce vinaccio. Ha questa salopette addosso da diversi giorni. E da diversi giorni se ne sta lì, richiusa, come una sedia pieghevole in un angolo. Ha le gambe tirate al seno, il mento e la testa leggermente reclinati verso la parete, un braccio abbandonato in terra, l’altro lasciato penzoloni lungo il fianco. I capelli, lunghi e biondi, sembrano impagliati, una matassa di stoppa. Iulia comincia a lavarglieli con lo shampoo a secco. Iulia non lo sa, ma prima erano lisci di balsamo quotidiano. Oggi sono quasi rasta. Quando gli occhi sono chiusi, la salopette si alza e abbassa, in un lieve respiro, così debole che a tratti pare davvero morta. Quando sono aperti, Iulia prova a passarci una mano davanti. Le fa persino ciao. La pupilla non si muove, è priva di riflesso. Ma, volendo, nelle iridi si può specchiare. Minuscole stazioni, massimo quattro binari più biglietteria, distano cinque minuti l’una dall’altra. Il paesaggio che corre ai lati delle rotaie è un patchwork di terra brulla e mattoni desolati. Qua e là, appezzamenti coltivati a tabacco e pomodori. Villette a più piani indugiano in colori pastello. E quando si intravede un ponte di sopraelevata, cumuli di immondizia e accampamenti abusivi ci convivono sotto. Nei pomeriggi assolati, piccoli rom strapazzano teste di bambole sotto tettoie di fortuna. Dal finestrino entra la luce delle undici di mattina: si sfilaccia in una pioggia di efelidi sul collo cinquantenne della signora che siede di fronte. La gente sui regionali ad alta frequentazione di domenica, di una domenica qualsiasi di novembre, è sempre poca. Due senegalesi sono entusiasti del loro acquisto: un paio di scarpe da ginnastica dorate, con le suole somiglianti alle sospensioni di un trattore. Se le rigirano in mano e commentano l’affare nella loro lingua. I toni sono concitati, la signora di fronte smorfia di insofferenza e, tra i denti, si lamenta che strillano troppo. Francesca annuisce e le sorride.
l’autore
Diciotto gli autori di questa antologia: Roberto Di Egidio, Carlo Calcaterra, Mario Rossi, Carla D’Alessio, Giovanni Di Iacovo, Matteo Forte, Stefano Tanturri, Nicola Manuppelli, Gianni Solla, Angela Buccella, Gianni Tetti, Antonio Pizzola, Evo Pallotto, Alessandro Petrini, Srecko Jurišic, Angelo Scimia, Francesca Andriani, Dario Falcone. Il curatore è Massimo Avenali.
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comunicazione aziendale
» Farnese vini
Edizione, cinque autoctoni V
ino di grande struttura, morbido, ricco di tannini vellutati, molto persistente e con finale lungo con note speziate di vaniglia e cioccolato. Pronto per essere bevuto subito ma sopporta bene un invecchiamento di 8/10 anni. Temperatura di servizio: 18-20° C circa. Abbinamenti gastronomici: Carni rosse, selvaggina, sughi robusti. Vino da meditazione. Vitigni: Montepulciano, Primitivo, Sangiovese, Negroamaro e Malvasia Rossa. Area di produzione: Comuni di Colonnella, Ortona, Sava e San Marzano. Caratteristiche sensoriali: colore rosso granato molto intenso e persistente con sentori di ciliegia, prugna, ribes maturi, tabacco e nota tostata finale.
I
«Nascono i nostri frutti»
vini Farnese riflettono tutti i colori della terra d’Abruzzo, dipingono incantevoli paesaggi di gusto e vivono della passione per i vigneti sconfinati che la Majella domina e protegge con le sue rotondità materne. Potete osservarli scivolare dalle colline fino al mare, distendersi alla ricerca delle esposizioni ottimali e godere di un microclima invidiato dall’Europa intera. Ecco perché i frutti di questa terra crescono bene e invecchiano ancora meglio.
FARNESE vini s.r.l. Castello Caldora - 66026 Ortona (Ch) tel. 085 9067388 - fax 085 9067389 - www.farnese-vini.com
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qb ovvero quanto basta per divertirsi in cucina e mangiar bene
La ricetta de La cantina di Jozz
Le Cicorielle della Madonna Ingredienti a Km zero, il meglio dei vini abruzzesi, ricette ispirate alla mitologia contadina, una finestra sull’arte locale contemporanea. Con questa filosofia Gianni Giannandrea torna alla guida del ristorante fondato nel 1976
La Cantina di Jozz – Pescara Gianni Giannandrea
LE CICORIELLE DELLA MADONNA Ingredienti. Olio, cipolla, sedano, prezzemolo, carote, gallinella ruspante per il brodo, pomodoro, cicoria selvatica di montagna, salsiccia, pancetta, uova, formaggio pecorino. Preparazione. Indispensabile la cicoria piccola, a ciuffetti, che cresce spontanea nei prati d’Abruzzo, a primavera. Le piantine che tendono ad accartocciarsi devono essere accuratamente mondate, lavate, lessate e messe in acqua fredda per togliere l’eccesso di amaro. Preparare il brodo con carne di gallinella, cipolla, sedano, prezzemolo e carotine e, a parte, il sugo di pomodoro. Successivamente in un tegame grande rosolare nell’olio la pancetta a pezzetti e la salsiccia sbriciolata. Scolare la cicoria dall’acqua, strizzarla bene con le mani, tagliuzzarla, salarla e farla insaporire nel soffritto. Aggiungere alla verdura il sugo di pomodoro e, se necessario, qualche mestolo di brodo. Poco prima di servirle, sbattere le uova, unire il pecorino grattugiato, qualche cucchiaiata di acqua fredda e versare la miscela sulla cicoria, infine aggiungere il rimanente brodo bollente e portare in tavola
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Il primo locale di Pescara Vecchia, è tornato nelle mani del barbuto fondatore. La filosofia di sempre, quella di sposare ecologia, cultura e cucina tipica, si tramuta in una nuova sfida: diventare il primo ristorante “a chilometri zero” della zona, servendosi solo di fornitori locali e biologici. Jozz si fa anche promotore attivo dell’arte di giovani artisti, offrendo uno spazio espositivo all’interno delle sue mura settecentesche. Al momento sono esposte le opere di tre artisti emergenti: Simone Anzini, Cristian D’Aloia e Niccolò Celaia. Fra le opere d’arte, è esposta “Histoire D’O” del Maestro Franco Summa, restaurata in occasione della riapertura del ristorante. La Cantina di Jozz è nel Centro Storico di Pescara, in via delle Caserme, 61. Fino a settembre è aperta dal martedì alla domenica dalle 20 in poi. Tel. 085/64953-328/6872135, info@jozz.it - www.jozz.it
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un’ottima annata » di Nicola Boschetti
Lombardia, non solo bollicine
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embrerà strano, ma quando si parla di vini italiani, quasi nessuno parla della Lombardia e, se lo fa, si discute solo ed esclusivamente di bollicine. Sarà perché per il popolo enologico, la Lombardia rappresenta una regione di lavoro, moda, tecnologia, smog, ecc. Ma chi ha la fortuna di poterla girare si accorgerà che a grandi pianure industrializzate si sovrappongono splendide colline, maestose montagne ed incredibili distese di vigneti. Patria incontrastata della produzione di nobili bollicine (Franciacorta D.O.C.G.) che nel giro di un decennio hanno invaso le carte di ristoranti noti e meno noti, enoteche famose e di nic-
chia, creando una valida alternativa al mitico “champagne”, sia per la piacevolezza, sia per il rapporto qualità-prezzo. Non dobbiamo però dimenticare che il disciplinare di produzione lombardo, classifica ben 14 vini D.O.C. e udite, udite 5 vini D.O.C.G. Ai grandi vitigni internazionali (Chardonnay, Merlot, Cabernet Sauvignon, Pinot nero, ecc...) si aggiungono dei vitigni autoctoni, che danno delle sensazioni uniche. Chiavennasca, Barbera, Schiava gentile, Marzemino, Sangiovese, Trebbiano di lugana, Riesling italico, Garganega, Groppello, Buttafuoco, Vespolina, Croatina, Malvasia di Laudia e Moscato di Scanzo, un vino passito favoloso. Nomi quasi sconosciuti
per i fanatici delle etichette prestigiose e, difficilmente reperibili fuori regione, ma se vi capita di trovarvi da quelle parti assaggiateli e non ve ne pentirete. Un capitolo a parte merita lo “Sfursat della Valtellina”, detto anche Barolo lombardo, sia per uguaglianza di vitigno, sia per struttura e longevità. Un vino prodotto da uve leggermente appassite e dopo lunghi affinamenti in botte e poi in bottiglia, da dei risultati eccellenti. Quindi cari lettori in Lombardia vi sono vini per tutti i gusti e per tutte le tasche, dai piacevoli chiarotti, ai super rossi, passando per le eleganti bollicine. Provare per credere. Alla prossima tappa
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Attenti a questi 2 SFURSAT DELLA VALTELLINA 5 STELLE - 1998
CUVÉE ANNAMARIA CLEMENTI 1997 FRANCIACORTA D.O.C.G.
Un vino di grande struttura ed importanza, nasce da un’accurata selezione di uve provenienti dalla Valtellina. Le uve vengono lasciate leggermente appassire per poi essere vinificate. Dopo un periodo di maturazione, di circa 16 mesi e in barriques nuove, ha un ulteriore affinamento in bottiglia. Ha un colore rosso granato, con leggere sfumature arancio. Abbastanza limpido, ma senza velature. Al naso sprigiona la sua struttura alcolica (15°), ma compensa con sensazioni di prugna, nocciola tostata, uva passa e chiodi di garofano. In bocca si sente tutta la sua vigorosità, pienezza, calore. È comunque dotato di una grande sensazione vellutata, che ricorda la confettura e il rovere. Di una persistenza lunghissima. Un vino del genere chiede cacciagione, carni al sangue e formaggi molto stagionati.
Una delle bollicine più rappresentative d’Italia, nata dalla dinamica azienda Ca’ del Bosco, che si avvale di modernità estrema, ma senza snaturare la tradizione. Frutto di un uvaggio di chardonnay, pinot bianco e pinot nero. La fermentazione e l’affinamento del prodotto base avviene in barrique e la permanenza sui livelli, va oltre i 5 anni. Alla vista dona un color giallo oro, con ricco perlage e spuma finissima. Il naso è molto elegante: pane caldo, albicocca, nocciola e vaniglia persistente. In bocca è un perfetto equilibrio tra freschezza e struttura, con sapore di miele, banana e fichi. Dal finale lungo e leggermente amarognolo. Bocca contenta e felice. Sposa egregiamente carni bianche, risotti, primi di pesce, carni speziate ed erborinati cremosi. Da bere molto freddo tra i 6/8 gradi. Durerà ancora qualche anno.
Prezzo indicativo: 50 euro Azienda Nino Negri Via Ghibellini, 3 Chiuro (Sondrio) Tel. 0342482521 - Web: www.ninonegri.it
Prezzo indicativo: 80 euro Azienda Ca’ del Bosco Via Case Sparse, 20 Erbusco (Brescia) Tel. 0307766111 - Web: www.cadelbosco.it
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adagio con gusto Âť in collaborazione con Slow Food Abruzzo
LĂŹ, dove il mare luccica
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Dal 3 al 5 luglio torna Cala Lenta e la costa che ha stregato d’Annunzio si anima di laboratori del gusto, cene tematiche, spettacoli ed eventi culturali
» di Francesca Piccioli
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are e terra, pescatori e pastori. E quelle suggestive palafitte piantate sugli scogli e collegate da corde ed un esile passerella di legno alla terraferma, opera di genti inesperte di correnti e di flutti che diventano da governatori di greggi a manovratori di reti. È dall’intreccio magico di culture e tradizioni, storie e leggende, pastori che si fanno pescatori e che dall’Appennino scivolarono verso l’Adriatico per cercare di sfruttare la grande risorsa che avevano davanti a loro, il mare, che bisogna partire per raccontare la costa teatina e Cala Lenta, la manifestazione che ha fatto dei trabocchi la tessera risolutiva di un ricco mosaico che dipinge territori e tradizioni di una parte d’Abruzzo. Tornerà infatti dal 3 al 5 luglio, Cala Lenta, la tregiorni itinerante dedicata alla cultura marinara abruzzese e alla scoperta delle bellezze paesaggistiche della costa dei trabocchi, rassegna organizzata da Slow Food Abruzzo ed ideata dalla Condotta di Lanciano, con il contributo di Regione Abruzzo, Arssa, Aptr, Provincia di Chieti, Camera di Commercio di Chieti, il Comune di San Vito Chietino. E se da un lato le affascinanti costruzioni da pesca, intreccio di funi e di reti, capaci di sfruttare elementari tecniche di incastri e contrappesi per resistere alla forza del mare, saranno i luoghi privilegiati per gustare le tipicità locali e conoscere antiche e sempre attuali tecniche di pesca, dall’altro mercati e laboratori, cene tematiche, convegni ed escursioni, a cena su uno dei Trabocchi della costa teatina nei luoghi più suggestivi del litorale adriatico su imbarcazioni della piccola pesca, faranno il resto. Ad ospitare i numerosi appuntamenti culturali ed enogastronomici dell’attesa manifestazione, che ha assunto nel tempo un ruolo determinante nella promozione integrata della costa dei trabocchi, saranno i Comuni di Francavilla al Mare, Ortona, San Vito
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adagio con gusto
un piatto della tradizione marinara: il brodetto di pesce
Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino, Vasto e San Salvo. Luoghi idealmente uniti da un unico filo rosso, capace di portare all’attenzione del grande pubblico, nelle più genuina filosofia di Slow Food, le problematiche legate alla salvaguardia del mare e dello straordinario patrimonio natural-gastronomico della costa teatina, svelandone la ricchezza culturale e ambientale. Ed ecco, dunque, che a Cala Lenta sarà possibile co-
noscere attività marinare praticate su pescherecci ed imbarcazioni della piccola pesca e gustare, per cena, specialità culinarie sugli affascinanti trabocchi. Inoltre trattorie e ristoranti del litorale teatino, selezionati da Slow Food, ospiteranno banchetti a tema con piatti della tradizione marinara, come scapece, frittura di paranza e brodetto di pesce, mentre la serata di venerdì 3 luglio sarà dedicata al pesce azzurro. Ovviamente in abbinamento con i migliori
Difendere il mare Per porre all’attenzione del grande pubblico le problematiche legate alla salvaguardia del mare e dello straordinario patrimonio naturale e gastronomico della costa teatina, sono previsti nell’ambito di Cala Lenta due eventi culturali. Il 3 luglio, alle ore 17.00, presso la sala consiliare di San Vito Chietino, si terrà il convegno Costa Teatina, laboratorio sul mediterraneo. Moderati da Lucio Valentini, giornalista del TG3 Abruzzo, interverranno Luigi Mazza sul tema “Laboratorio di rigenerazione territoriale della costa teatina”, Alessandro Cipressi sulla “Pista ciclabile della costa teatina”, Antonio Bianco sul “Valore economico della pista ciclabile”. A Maria Cristina Forlani è affidato il compito di delineare “Le attrezzature balneari sostenibili”, ad Aurelio Manzi, quello di illustrare le “Colture e i paesaggi agrari tradizionali lungo la costa”. Il giorno successivo, sabato 4 luglio alle ore 20.00 presso il Teatro Due Pini di San Vito Chietino, è la volta del convegno Difendere il mare: in barca, al mercato, a tavola e oltre. Modera Giampaolo Visetti, giornalista de “La Repubblica” e sono previsti interventi di Cinzia Scaffidi del Centro Studi Slow Food, di Franco Andaloro dell’Istituto superiore protezione e ricerca ambientale, di Pietro Giorgio Tiscar della facoltà di Medicina Veterinaria dell’università di Teramo, di Nicolantonio D’Orazio, unità di Nutrizione Umana e Clinica, università “G. d’Annunzio”.
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vini d’Abruzzo. Ancora, nel centro storico di San Vito Chietino, cuore propulsivo dell’intera kermesse, sarà allestito, dalle 19 alle 24, il “Mercato del Gusto”, con le eccellenze agroalimentari della costa dei trabocchi e delle colline circostanti. Dai vini, all’olio dop Colline Teatine, dai formaggi agli agrumi, dai salumi della Majella alla tradizione pastaia di Fara San Martino, dagli ortaggi sott’olio agli oli agrumati della Frentania, fino alle specialità dolciarie come il bocconotto frentano e le neole di Ortona. Un mercato, quello del gusto, che diventerà anche solidale, aprendo i suoi stand, ai produttori dell’aquilano, che vivono e lavorano nelle zone danneggiate dal sisma. Cala Lenta sarà anche l’occasione per riscoprire, tra le novità della quinta edizione, i classici cibi di strada abruzzesi, serviti nei tipici “cartocci” e non mancheranno infine i “Laboratori del Gusto”, vero e proprio momento di incontro con i piatti e le risorse enogastronomiche del territorio per farne conoscere antiche ricette, produzioni artigianali ed abbinamenti, anche innovativi. Inoltre sempre a San Vito, il Teatro Due Pini sarà l’affascinante cornice del “Teatro del Gusto” in cui ogni sera chef affermati e nuove leve della ristorazione abruzzese si esibiranno in cucina, preparando in diretta i loro piatti-simbolo. Ai fornelli Ermanno Di Paolo che racconterà uno spaccato della storia gastronomica rivierasca abruzzese, Nicola Fossaceca con le sue ricette della tradizione proposte in chiave innovativa e Peppino Tinari che, in
un viaggio culinario dalla Majella al mare, interpreterà alcuni piatti della gastronomia marinara. Novità della quinta edizione saranno, inoltre, le “Cene d’autore” in due cantine vinicole dell’ortonese, con alcuni dei migliori interpreti della cucina abruzzese che si cimenteranno con la cucina di mare. A tavola piatti del tutto originali, in abbinamento con le etichette dell’azienda ospitante. Giovedì 2, apertura con lo chef stellato di Rivisondoli Niko Romito, nella luminosa sala della Cantina Sarchese Dora e chiusura, domenica 5 luglio, con Nadia, Vilma ed Antonello Moscardi nel magico relais della cantina Agriverde. Ma nei tre giorni di Cala Lenta si alterneranno anche interessanti convegni sullo sviluppo della costa in termini di sostenibilità ambientale e della difesa del mare “in barca, al mercato, a tavola e oltre” e numerose altre iniziative, come gli itinerari del gusto alla scoperta della provincia teatina, a cura del Gal Maiella Verde. Insomma, una rassegna che da molteplici punti di osservazione vuole ricordare che ci sono microeconomie ed un paesaggio da conservare e salvaguardare. Un’iniziativa “buona, pulita e giusta” che racconta un territorio e ipotizza progetti possibili di sviluppo integrato: come il gesto antico del traboccante che rilascia lentamente le cime per scendere le reti in mare, compiendo uno dei più antichi rituali della pesca sostenibile locale. Da non perdere. Tutte le informazioni sulla rassegna sono reperibili telefonando al 338/2680783, inviando un’e-mail all’indirizzo info@calalenta.com, oppure visitando il sito www.calalenta.com
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hanno collaborato
Andrea Prencipe | ricerca&innovazione | pag. 50 È Professore Straordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso la Facoltà di Economia dell’Università G. d’Annunzio, Chieti – Pescara ed è Visiting Professor presso lo SPRU dell’università del Sussex. Dopo la laurea in Economia e Commercio presso la facoltà di Economia della d’Annunzio ha poi conseguito il Master in Management dell’Innovazione presso la Scuola Superiore S. Anna di Pisa, il Master in Gestione dell’Innovazione Tecnologica ed il Ph.D. in Strategie Tecnologiche presso lo SPRU. È stato Visiting Scholar presso la Harvard Business School e la Michigan Business School. È docente in corsi di Master e PhD (Scuola Superiore S. Anna, università Bocconi, università di Lecce, università del Sussex, ed università di Trento). Svolge attività di ricerca sui temi della gestione strategica dell’innovazione tecnologica ed organizzativa, apprendimento organizzativo nei contesti project-based. Ha pubblicato su questi temi articoli su riviste nazionali (L’Impresa) ed internazionali (Administrative Science Quarterly, Organization Science, Research Policy, Industrial and Corporate Change) e con case editrici nazionali (Franco Angeli) ed internazionali (Oxford University Press).
Luciano Fratocchi | ricerca&innovazione | pag. 52
È professore associato di Ingegneria economico gestionale presso la facoltà di Ingegneria dell’università dell’Aquila dove insegna Economia ed organizzazione aziendale, Sistemi di controllo di gestione e Gestione aziendale. Dopo la laurea in Economia e commercio conseguita presso la LUISS Guido Carli di Roma ha conseguito il Dottorato di ricerca in Direzione aziendale presso il Dipartimento di Studi aziendali dell’università di Bologna. È stato visiting student presso la School of Management dell’university of Bath (UK) e del Department of Business Studies dell’università di Uppsala (Svezia). È stato docente di Organizzazione aziendale (Corso progredito) presso la LUISS Guido Carli di Roma, di Tecnica del Commercio Internazionale presso la facoltà di Economia dell’Aquila e di Tecnica industriale presso la facoltà di Economia di Ancona. Docente in diversi corsi Master, svolge attività di ricerca in tema di internazionalizzazione delle imprese minori, sistemi di supporto alle decisioni aziendali e management dell’innovazione, con particolare attenzione a quella organizzativa e gestionale. Ha pubblicato su questi temi articoli su riviste nazionali (Sviluppo & Organizzazione, Sistemi & Impresa, Sinergie) ed internazionali (International Business Review, Industrial Management & Data Systems, Supply Chain Management An International Journal, International Journal of Business Performance Management) e con case editrici nazionali (Franco Angeli) ed internazionali (Palgrave).
Antonio Teti | ict | pag. 56 Presidente Onorario della Società Italiana delle Scienze Informatiche e Tecnologiche (SISIT), è l’ideatore dell’ICT Security Day, evento nazionale di grande prestigio in tema di sicurezza informatica organizzato nella natia Lanciano. È responsabile del supporto tecnico informatico della Direzione Generale della d’Annunzio di Chieti-Pescara - ove ricopre anche incarichi di docenza - e Accademico Ordinario della Pontificia Accademia Tiberina. È docente di Informatica e ICT Security, in master e corsi di alta formazione presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’università di Teramo. Laureato in Economia e Management delle Imprese, ha conseguito tre specializzazioni in Information Technology presso la ELEA Knowledge Integration maturando una considerevole esperienza nel settore ICT con la Olivetti System and Networks. Dal 2004 al 2008 è stato Adjunct Professor di Informatica alla Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Ha collaborato per attività di alta formazione con le Facoltà di Informatica dell’università Politecnica di Valencia e di Madrid. Tra i suoi libri più noti: EUCIP – Il manuale per l’informatico professionista (Hoepli), Business and Information System Analyst – Il Manuale per il Manager IT (Hoepli), Network Manager – Il manuale per l’Amministratore di Reti e Sistemi (Hoepli), Management dei servizi IT: dal modello ITIL all’ISO/IEC 20000 (Il Sole 24 Ore), Sistemi informativi per la Sanità – ECDL Health (APOGEO), Il futuro dell’Information & Communication Tehcnology Tecnologie, timori e scenari futuri della global network revolution (Springer).
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Lorenzo Spinosi | marketing | pag. 61 Vincitore nel 2003 del Premio Philip Morris per il Marketing e l’anno successivo del Premio “Creative Marketing” Volvo. È iscritto all’American Marketing Association e alla Società Italiana di Marketing. Dal 2004 collabora con la cattedra di Marketing della facoltà di Economia della d’Annunzio e si dedica allo studio della Brand Strategy e del Marketing Relazionale. Laureato in economia e commercio, è Marketing Specialist presso Betafence Italia S.p.a.
Filippo Paolini | norme&leggi | pag. 65 Nello studio legale di cui è titolare, esercita la professione forense prevalentemente nel ramo del diritto commerciale. È consulente giuridico di diverse aziende, abruzzesi e non, in materia di contratti, diritto societario e crisi dell’impresa. È consulente giuridico, dal 2003, dell’Ufficio Legale Federazione Italiana Giuoco Calcio – A.I.A. Laureato in Giurisprudenza a soli 23 anni, è iscritto dal 2001 all’Albo degli Avvocati presso il Tribunale di Avezzano.
Piero Carducci | la terra di Piero | pag. 85 Economista e docente universitario, è specializzato in sviluppo territoriale e sistemi per il controllo di gestione. È stato direttore della scuola di formazione manageriale del Gruppo Telecom e presidente dell’Agenzia di sviluppo della Provincia di Potenza. Ha diretto la collana di management del ministero degli Interni. Attualmente è presidente dell’organismo di vigilanza delle Ferrovie regionali.
Nicola Boschetti | un’ottima annata | pag. 135 Nato a Guardiagrele l’8 maggio 1971, sposato con un figlio di 10 anni, affianca da oltre 22 anni Angela e Peppino Tinari nel ristorante Villa Maiella, con la piacevole responsabilità di occuparsi di una ricca cantina. Molto conosciuto nel mondo del vino, ha ricevuto riconoscimenti sia regionali che nazionali, tra cui la 1° Edizione 2005 del premio “Francesco Di Cintio” dell’Associazione Italiana Sommeliers riservata ai giovani professionisti. Ha avuto l’onore di essere il sommelier del pranzo ufficiale riservato all’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, durante la visita a Chieti nel settembre 2005. Collaboratore di varie riviste del settore (Gambero Rosso, Cucina e Vini, Slow Food), docente dei master sul vino Slow Food, organizzatore di serate a tema. Coadiuvante nei progetti sull’alimentazione riservati ai bambini delle scuole elementari. Fuori dal suo mondo si rifugia nel ciclismo, sport che pratica con passione.
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segno dei tempi Âť di Vyck
Luigi Albore Mascia nuovo sindaco di Pescara Delfno Pescara Salvo senza Play-Out
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Io eletto senza ballottaggio!