ABRUZZO IMPRESA il mensile del manager • LUGLIO 2011 • NUMERO 56 • ANNO VI • www.ABRUZZOIMPRESA.IT • COPIA OMAGGIO
NUMERO
ISSN 1973-5383
56
dispenserstudio.it
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Con questo numero parte il Codice QR, il nuovo servizio dedicato ai lettori di Abruzzo Impresa. Il codice QR è una tecnologia che vi permetterà di vivere la vostra rivista in una maniera nuova, usufruendo dei contenuti multimediali attraverso il semplice utilizzo del cellulare. Segui la facile procedura indicata sotto e scopri quanto è semplice entrare nel futuro. 4 semplici passi per utilizzare il nuovo servizio
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ISSN 1973-5383
IN COPERTINA Patrizio Lupinetti e Giuseppe Del Sole foto di Pietro Ferrante
LUGLIO 2011 N°56 ANNO VI NUMERO CHIUSO IN REDAZIONE IL 9 LUGLIO 2011
DIRETTORE RESPONSABILE
ELEONORA LOPES
REDATTORI DENIA DI GIACOMO, JENNY VIANT GÓMEZ, LAURA TINARI EDITORIALISTI GIUSEPPE MAURO, MAURO DI PIETRO, PIERO CARDUCCI, LORENZO SANTILLI HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO LUIGI CARUNCHIO, SIMONE D’ALESSANDRO, ANTONIO TETI, MASSIMILIANO PIAN, DONATO TRIBUIANI, FRANCESCO FRAVOLINI, FILIPPO PAOLINI, LUCIANO FRATOCCHI, MARTINA LUCIANI, ALESSIO PELUSI, LAURA SACCHETTI, ALESSANDRA VALLERA, ANNA CUTILLI, CAROLINA PIERFELICE, NEDA ACCILI ANNA CUTILLI DI SILVESTRE, PIETRO CAMPANARO, NICOLA BOSCHETTI, CHIARA STROZZIERI, PIERO VITTORIA, VITTORIA DI CANZIO, CAMILLA MARINO ART DIRECTOR
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UFFICIO GRAFICO
VINCENZO SULPIZIO
UFFICIO FOTOGRAFICO
PIETRO FERRANTE, GIUSEPPE CIAVATTELLA
CONTROLLO
DANILO MARTORELLI
COORDINATORE TV
GIANLUIGI TIBERI
RESPONSABILE SPEDIZIONI
LOREDANA EVANGELISTA
STAMPA
D’AURIA PRINTING SPA - AP
RESPONSABILE PUBBLICITÀ
ALESSIA LEONE _ COMMERCIALE@ABRUZZOIMPRESA.IT
EDITORE
FABIO DE VINCENTIIS _ EDITORE@ECCOITALIA.IT
SITO WEB
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E-MAIL:
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Abruzzo Impresa è registrato con il n. 04 del 07/04/2006 presso il Tribunale di Pescara. La 1a pubblicazione mensile è del mese di maggio 2006. Ecco Italia S.r.l. è iscritto al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 17047. Copyright© 2006/2011 tutti i diritti riservati. Ecco Italia srl - Pescara - Italia Nessuna parte della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma o rielaborata con uso di sistemi elettronici o diffusa, senza l’autorizzazione scritta da parte dell’editore. Manoscritti e foto inviati al giornale, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Ecco Italia S.r.l. S. P. Lungofino complesso Ibisco B 5/6 - 65013 Città Sant’Angelo - Pescara
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capitani d’impresa
Patrizio Lupinetti e Giuseppe Del Sole
Patrizio Passione
Senza dubbio l’azienda. Questo è un momento duro per gli imprenditori e per superarlo sono fondamentali passione e impegno per il proprio lavoro.
Hobby
Quando riesco mi piace trascorrere un po’ di tempo con la bici da corsa. Ma ho anche il pallino per il volo e l’aereonautica. Se non avessi fatto l’imprenditore probabilmente avrei intrapreso questo percorso.
Giuseppe Del Sole e Patrizio Lupinetti,
una passione
chiamata Mec System Colleghi, amici e soci. Questo è il percorso che hanno compiuto insieme Patrizio Lupinetti e Giuseppe Del Sole, attuali amministratori della Mec System, azienda di Roseto degli Abruzzi che progetta, produce ed installa sistemi di immagazzinaggio industriale. La loro è una storia che vale la pena raccontare, fatta di impegno, coraggio, sacrifici (tanti), ma soprattutto di passione per il proprio lavoro. Patrizio è nato a Montefino nella provincia di Teramo 44 anni fa, dopo il diploma in ragioneria e piccole esperienze lavorative, viene assunto in un’azienda del teramano che tra le varie attività opera nel settore dei soppalchi e delle scaffalature metalliche. Stessa cosa accade per Giuseppe, nato ad Atri nel 1969, il quale dopo il diploma di perito elettronico, va a lavorare anch’egli in questa azienda. Da qui inizia la loro avventura come colleghi che dura quasi 13 anni, fino a quando in seguito alla crisi dell’azienda decidono di investire quello che hanno in un’attività tutta loro. Nasce così l’8 marzo del 2004 nella zona industriale di Roseto, la Mec System. «All’inizio –raccontano i due soci- forti della nostra esperienza pluridecennale, abbiamo cominciato con piccoli lavori, oggi abbiamo clienti in tutt’Italia, qualcosa anche all’estero in Romania e in Spagna». Attualmente la Mec System impiega 13 dipendenti più 10 collaboratori esterni con un fatturato pari a 3 milioni di euro e a settembre si trasferiranno nella nuova e moderna struttura ubicata sempre a Roseto accanto a quella storica. Patrizio responsabile commerciale e Giuseppe responsabile tecnico, lavorano 12 ore al giorno e spesso anche il week end, e dicono: «Se quello che fai lo fai con passione non ti pesa». Giuseppe è sposato e ha tre figli. Tempo libero pochissimo per entrambi. Grazie a un team di specialisti e a un’assistenza che copre ogni fase, oggi la Mec System è in grado di attuare soluzioni standard, ma soprattutto personalizzate. Infatti, oltre ai sistemi di stoccaggio per magazzini, ai porta pallet, alle scaffalature e ai magazzini autoportanti per esterno, l’impresa di Roseto esegue strutture che sfruttano al meglio lo spazio disponibile, adotta soluzioni automatizzate, realizza soppalchi e strutture portanti, il tutto con prodotti di ottima qualità. La Mec System rappresenta davvero la storia di un sogno di due ragazzi che nel tempo è diventata realtà.
Sport
Ho sempre amato il ciclismo. Lo seguo sin da bambino.
Giuseppe Passione
Anche per me è l’azienda. Mec System è nata dall’impegno, dalla passione e dal coraggio di due amici ed è naturale che sia la nostra prima passione.
Sport
Mi piace molto la pesca. Mi rilassa e mi fa staccare dal tran tran quotidiano.
Tempo libero
Durante la settimana il lavoro mi porta spesso a viaggiare. Il week end cerco di trascorrerlo con mia moglie e con i miei tre figli.
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sommario _ anno VI n°56 _ luglio 2011
opinioni&rubriche editoriale
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Gocce d’inchiostro
ctrl s
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Tendenze, fatti e persone
l’Abruzzo che produce
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Campeggio, un settore in crescita
nonsolo economia
29
«L’Abruzzo deve tornare a crescere»
il punto la terra di Piero
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36
FAS… ciamoci la testa Ricostruzione: l’esempio del 1703
in primo piano gestione acqua
32
L’Abruzzo è un colabrodo
turismo
36
Rai Local promuove l’Abruzzo
occupazione femminile
38
Il mercato che dimentica le donne
50
in copertina mec system
40
Mec System, qualità che regge
incarichi&carriere puccioni/di lorenzo rossi
47
Federchimica/PattoSangro-Aventino Confindustria Giovani
testa/verna delli compagni
49
Porto Pescara/Consorzio tutela vini d’Abruzzo/Faita
87
storie&persone stafania peduzzi
50
“Bludreams”, sogni che diventano realtà
grandi storie dolce e gabbana
53
Domenico Dolce & Stefano Gabbana: storia d’amore e di successo
89
tematiche d’impresa fisco
55
Il fisco e le proroghe di rito
ict
59
Facebook-Google: tutti in rete appassionatamente!
creatività& innova ione
63
Il Modello Pragmatico Elementare: quando la creatività avvicina il software
norme&leggi
67
Obiettivo reti d’impresa
energia
71
115
Confindustria ed ENEA firmano il protocollo d’intesa
ricerca&i innova ione
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Risorse umane e laurea in Ingegneria: un binomio necessario
gestione d’impresa
79
Il controllo di gestione nelle imprese agricole
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sommario _ anno VI n°56 _ luglio 2011
credito&finan a carispaq
83
Carispaq, longevità che premia
confartigianato Abruzzo
85
Lo scenario 2011 per l’artigianato abruzzese
sanità
86
“… Ti addormenti di sera e ti risvegli col sole…”
giovani talenti
89
Da Pescara alla Silicon Valley
terremoto
90
Orto in città? Oggi è possibile
118
seminari&convegni bankitalia
103
Giovani, primi esclusi dal mercato del lavoro
confindustria giovani
104
L’Italia non è un paese per giovani
gi confindustria L’Aquila
109
“L’Aquila come è, come sarà. Scegliere oggi per intraprendere domani”
confindistria Pescara
110
“Marca Adriatica. Abruzzo, Marche, Molise al futuro”
confindistria Pescara
113
Confindustria Pescara: ancora troppo alti i costi della burocrazia
confindistria Abruzzo
115
Reti d’impresa, l’unione fa la forza
CCIAA Chieti
117
La camera di commercio di Chieti promuove “l’Ospitalità italiana”
comunicazione
118
La comunicazione che non ti aspetti
gi confindustria Te/Pe
120
Donne ai vertici
corecom Abruzzo
123
Donne e tv. Tra stereotipi e pregiudizi
120
123
eventi assessorato lavoro
125
Sicurezza sul lavoro: sei aziende fanno la differenza
gi confindustria L’Aquila
129
«Non vogliamo contributi a fondo perduto, ma lavorare»
premio
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Idee al futuro, l’eredità dei nostri figli
expò delle relazioni
132
Le nuove frontiere del business
web 2.0
135
“Internet Marketing”, la nuova frontiera
farnese
136
Ai Music Awards si brinda con Farnese
barbuscia/icobit
138
Barbuscia e Icobit, un matrimonio felice
segue a pagina
141
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la vita è bella
138 15
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editoriale
/ gocce d’inchiostro
Eleonora Lopes _ direttore
A
ncora un’azienda fallita in procinto di essere rilevata da nuovi imprenditori. Dopo il caso di MTA Service rilevata dalla Glm, ora è la volta dell’Atr Group di Colonnella, industria di componenti in fibra di carbonio per il settore automotive. Il Ministero dello Sviluppo economico ha autorizzato la cessione ai due gruppi imprenditoriali che hanno avanzato le offerte accettate dall’amministrazione straordinaria. L’azienda futura acquirente è la Poggipolini Srl di Bologna, che rileverà l’attività, invece una società locale in via di costituzione (formata da imprenditori teramani del settore immobiliare) acquisterà tutti i capannoni di proprietà del gruppo. La Poggipolini, nome storico del distretto meccanico bolognese che produce componenti meccanici per auto e moto dal 1975, si è impegnata a salvare i 430 dipendenti (erano 1000 prima del tracollo finanziario del 2007) che non hanno mai smesso di produrre nonostante la cassa integrazione e nonostante il commissariamento durato 3 anni. Una partnership che promette numeri importanti, l’auspicio è che l’accordo vada a buon fine.
V
ia libera alla prima tranche del riordino degli enti regionali. La Giunta ha infatti presentato un doppio disegno di legge per sopprimere l’Arssa, l’agenzia regionale per i servizi di sviluppo agricolo e l’Aptr, l’azienda di promozione turistica regionale, due fra le strutture regionali più importanti, che impiegano gran parte delle risorse destinate agli enti strumentali. «La prossima settimana - ha aggiunto Chiodi verranno presentati in Giunta i disegni di legge per sopprimere Abruzzo Lavoro, Arit e l’Agenzia sanitaria regionale. Ci troviamo di fronte ad una svolta epocale che mira a razionalizzare le risorse umane, a migliorare l’efficienza dei servizi regionali e a contenere i costi in settori nei quali in passato la politica ha fatto operazioni poco trasparenti». Oggi l’operazione targata Chiodi è diventata una necessità per monitorare la spesa pubblica e ottimizzare l’attività di una serie di enti. Il dubbio sorge sul personale che pare verrà trasferito nelle direzioni regionali di competenza. I sindacati per ora sono rimasti in silenzio, l’opposizione invece ha dichiarato che il risparmio che se ne ricava sarà irrilevante.
Q
uando si dice che la politica deve dare il buon esempio. È quanto è accaduto in Abruzzo, dove in tempi di vacche magre, i consiglieri di opposizione, Maurizio Acerbo e Antonio Saia, hanno deciso di proporre una legge che intende sospendere l’assegno vitalizio, ovvero la generosa pensione maturata con appena una legislatura, ovvero 4 anni di lavoro, almeno a quei exconsiglieri che da pensionati sono stati nominati presidenti, direttori, componenti dei cda, di enti, consorzi agenzie aziende regionali. Insomma una folta sforbiciata ai doppi stipendi -spiegano gli autori della legge- che è il minimo che si possa fare di fronte ad una generazione di giovani che di pensione non ne arriveranno a prendere neppure una. La maggioranza di centrodestra, ed è anche questa una (buona) notizia, si è detta favorevole a votare il provvedimento che a questo punto dovrebbe diventare presto legge. Una degna dimostrazione di come maggioranza e opposizione possano collaborare in sintonia.
direttore@abruzzoimpresa.it
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IL PREMIO PIÙ AMBITO DA CHI FA IMPRESA. Riconoscimento alle ultime 12 copertine di Abruzzo Impresa
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1° MEETING
FARE IMPRESA
il meeting degli operatori economici abruzzesi
Promosso dalle redazioni di Abruzzo Impresa e Abruzzo Channel del Gruppo ECCO Italia. È l’evento organizzato per gli imprenditori, i manager e tutti i professionisti del mondo economico abruzzese che si terrà il prossimo 25 novembre dalle ore 20:00 presso il Grand Hotel Adriatico a Montesilvano. Durante la serata di gala verranno premiate le ultime 12 copertine del mensile Abruzzo Impresa con il premio Aquila Reale.
L’EVENTO FARE IMPRESA
L’obiettivo del meeting è organizzare un’esclusiva serata di gala che nasce con l’ambizione di affermarsi come immancabile appuntamento annuale per tutti i protagonisti del tessuto economico e politico abruzzese. Nel corso della serata, alle ultime 12 copertine di Abruzzo Impresa, verrà consegnato il premio Aquila Reale, un riconoscimento all’impegno dimostrato nel lavoro e nello sviluppo della propria azienda. Il premio Aquila Reale, alla sua 4° edizione, ha come mission quella di continuare a valorizzare gli imprenditori protagonisti dello sviluppo del nostro territorio.
IL PANORAMA ESPOSITIVO
All’interno della sala meeting, verrà allestita una galleria espositiva dell’Ecco Italia circuito business dove gli imprenditori e i protagonisti dell’evento potranno relazionarsi creando nuovi progetti e sinergie d’impresa.
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Entra anche tu nell’Ecco Italia circuito business, è la nuova opportunità da non perdere per la tua azienda. Diventa partner e rafforza le tue relazioni e i tuoi progetti di sviluppo, grazie alla condivisione e alla possibilità di cogliere nuove sinergie imprenditoriali. Farai parte di una grande squadra in grado di supportare i tuoi progetti d’impresa. L’adesione alla Ecco Italia circuito business dell’anno 2011/2012 prevede dei servizi e delle condizioni molto interessanti. Richiedi la visita di un nostro consulente e apri le porte al futuro del tuo nuovo business!
LA LOCATION
FARE IMPRESA si terrà presso il Grand Hotel Adriatico di Montesilvano, una struttura altamente attrezzata che dispone di una sala meeting di oltre 1200 metri quadrati, accogliente, confortevole e facilmente raggiungibile dall’uscita autostradale A14 Pescara Nord. L’hotel è situato nel complesso dei grandi alberghi a Montesilvano in via Carlo Maresca 10.
COME ARRIVARE
Il Grand Hotel Adriatico è situato nel complesso dei grandi alberghi a Montesilvano in via Carlo Maresca, 10 a 2 Km dall’uscita Pescara Nord A14 a 6 Km dalla stazione ferroviaria e ad 8 km dal locale Aeroporto.
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SETTIMA EDIZIONE PER IL CORSO DI PERFEZIONAMENTO IN ECONOMIA DELLA D’ANNUNZIO Torna per il settimo anno il Corso di Perfezionamento in Economia e Tecniche della gestione bancaria e finanziaria. La cerimonia di inaugurazione è avvenuta qualche giorno fa alla facoltà di Economia dell’Università d’Annunzio. Presenti all’incontro: l’ideatore e direttore del Corso il prof. Pino Mauro, il dottore commercialista e professore universitario Alfredo D’Incecco, il responsabile Corporate Abruzzo della BNL Giuseppe Picca e il direttore commerciale di Banca Caripe Bruno Presidente. Il valore aggiunto di questo Corso è che sin dalla prima edizione ha saputo coniugare la teoria delle materie trattate alla pratica attraverso i case history delle aziende che dalla prima edizione hanno aderito a questa importante iniziativa. «Ci tengo molto a promuovere gli incontri con gli imprenditori- ha dichiarato Mauro- affinchè i corsisti attraverso le testimonianze dirette, acquisiscano nozioni ed esperienze di vita che i manuali universitari non sono in grado di trasmettere».
LA PRESIDENTE COPPOLA OSPITE DELL’ASSEMBLEA DI CONFINDUSTRIA CHIETI Grande successo per l’assemblea annuale di Confindustria Chieti alla quale, oltre ad un nutrito numero di imprenditori, hanno preso parte il presidente della Provincia Enrico di Giuseppantonio e l’assessore regionale alle Attività Produttive Alfredo Castiglione. L’evento ha assunto rilevanza nazionale grazie alla presenza della vice presidente di Confindustria per il Mezzogiorno Cristiana Coppola la quale ha tenuto a rimarcare con forza l’impegno di Confindustria in difesa dei valori della legalità e della trasparenza, filo conduttore del Nuovo Codice Etico. Il presidente Paolo Primavera, ha illustrato i dati relativi all’andamento economico della sua provincia, all’attuale trend e quelli che potrebbero essere gli scenari futuri. Inoltre, raccogliendo le parole della Coppola, ha ribadito l’impegno di Confindustria Chieti sul tema della legalità. A tal proposito, subito dopo l’assemblea, Confindustria Chieti, ha avuto il piacere di ospitare presso il Teatro Marrucino di Chieti una tappa dello spettacolo Teatrale del giudice Giuseppe Ayala, “Chi ha paura muore ogni giorno”. Nel corso dello spettacolo lo stesso Ayala ha ripercorso in maniera toccante e inedita la sua vita al fianco dei giudici Falcone e Borsellino, con i quali ha condiviso l’attività professionale oltre che una profonda amicizia.
FORMAGGI E CONSUMI AWARDS 2011, PREMIATA REGINELLA D’ABRUZZO Il prodotto “Amordilatte”, ultimo nato in casa Reginella D’Abruzzo, è stato scelto e premiato come miglior packaging prodotto a libero servizio da una prestigiosa giuria composta per FORMAGGI E CONSUMI AWARDS 2011. La premiazione è avvenuta durante la fiera Tuttofood tenutasi a Milano dal 7 al 11 maggio. Il caseificio della famiglia D’Amico di Sulmona produce le celebri mozzarelle sin dagli inizi del ‘900. Oggi alla guida di questa dinamica azienda ci sono tre fratelli: Paolo, Simone ed Incoronata che hanno saputo unire l’esperienza tramandata dalla famiglia alla tecnologia del presente.
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tenden e fatti persone
ADDIO AD ANDREA DI BARTOLOMEO Nato nel 1948, Andrea Di Bartolomeo è stato uno degli imprenditori più attivi nell’economia abruzzese, dagli anni ‘70 ai giorni nostri. Il suo nome è legato all’omonima azienda specializzata nel commercio di materiali per l’edilizia, arredo casa, cantieristica e idrotermosanitari, che gestiva con il fratello Franco e il cugino Claudio. A metà degli anni ‘70, fondò il Sea River Club. Fu uno dei maggiori promotori del collegamento via mare Pescara-Croazia. Un folla commossa ha partecipato alle esequie dell’amato imprenditore. Parenti, amici, dipendenti dell’azienda, rappresentanti del mondo politico e dell’imprenditoria cittadina, hanno voluto tributargli l’ultimo saluto. Il mare e le automobili erano le sue grandi passioni. Lascia due figli, Antonio e Filippo.
ACCORDO ANTICRISI TRA CONFINDUSTRIA TERAMO E BLS Confindustria Teramo e Banca popolare di Lanciano e Sulmona (Bls) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa in favore delle imprese associate che prevede una serie di strumenti e prodotti finalizzati a sostenere processi di crescita, sviluppo e rilancio del sistema produttivo locale. L’accordo, in particolare, intende facilitare l’accesso al credito delle imprese e snellire i processi, spesso burocratici, che impediscono corrette sinergie tra gli istituti di credito e le aziende. Il sostegno riguarda in particolare gli investimenti per l’acquisto di macchinari ed attrezzature, la capitalizzazione, il consolidamento delle passività, l’estero, l’innovazione e i contributi di finanza straordinaria. L’accordo ha validità fino al 31 dicembre 2012. «Migliorare l’accesso al credito - ha dichiarato il presidente di Confindustria Teramo, Salvatore Di Paolo - è uno dei nostri obiettivi prioritari». Il direttore generale della BLS, Guido Serafini ha aggiunto «Interesse comune di BLS e Confindustria Teramo è quello di realizzare questa sfida che riteniamo possa essere vincente. Auspichiamo un favorevole riscontro dagli imprenditori».
NUOVO MUSEO NAZIONALE D’ABRUZZO Tempi brevi per l’avvio dei lavori all’ex mattatoio dell’Aquila. È stato pubblicato il bando per l’aggiudicazione dell’appalto dell’importo di 5 milioni di euro, così nascerà il nuovo Museo Nazionale d’Abruzzo alla “Rivera”. L’intervento “Borgo Rivera una sede per un museo” rientra nel “Progetto poli museali di eccellenza nel Mezzogiorno” nato dalla volontà del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Dipartimento per lo Sviluppo Economico; attraverso Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. L’obiettivo è quello di qualificare il patrimonio museale e archeologico come leva per lo sviluppo. «Il nuovo museo –spiega il direttore regionale per i Beni Culturali dell’Abruzzo, Fabrizio Magani – vuole rispondere alla necessità di non interrompere il rapporto che esisteva tra museo, città e territorio. Questo progetto assume un valore simbolico perché è un segnale di ripresa della vita cittadina ai margini della zona rossa ed accanto al monumento simbolo, la Fontana delle 99 Cannelle; ma anche di contenuti perché questo sarà uno spazio di sperimentazione, di incontro, di elaborazione di esperienze. È un progetto importante che si sta portando avanti grazie anche alla fattiva collaborazione del Comune dell’Aquila».
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CONFINDUSTRIA L’AQUILA E BCC PRATOLA PELIGNA INSIEME PER L’ANTICIPO FATTURE Un nuovo protocollo d’intesa, con durata fino a 12 mesi, permetterà alle imprese iscritte a Confindustria L’Aquila di ricevere l’anticipo di crediti a carico della Pubblica Amministrazione anche dalla BCC di Pratola Peligna. Un’altra azione messa in atto per porre rimedio alla lentezza dei pagamenti della PA legati alla scarsa liquidità presente nel sistema. Le richieste di accesso ai benefici del protocollo potranno essere inoltrate alla Banca dalle imprese iscritte all’Associazione in regola con il pagamento delle quote associative, previa esibizione del certificato di iscrizione. Al momento della firma erano presenti Fabio Spinosa Pingue, presidente Confindustria L’Aquila, Domenico Ciaglia, presidente BCC di Pratola Peligna, Maria Assunta Tricarico, presidente Confidi L’Aquila, Antonella Di Nino, vice-presidente della Provincia dell’Aquila.
LA RISPOSTA DELLE IMPRESE MANIFATTURIERE ABRUZZESI ALLA CRISI ECONOMICO-FINANZIARIA DEL 2008-2009 L’approfondimento contenuto nell’ultimo numero della Congiuntura Economica, organo stampa del CRESA, ha fatto emergere le linee principali delle strategie di risposta adottate dagli imprenditori abruzzesi per far fronte alla recessione del 2008-2009. Due le risposte nel settore manifatturiero: da un lato un forte calo della domanda legata a strategie di contenimento dei costi e tradotta soprattutto in una contrazione dei margini di profitto; dall’altro un aumento della gamma dei prodotti offerti e dei mercati di destinazione soprattutto per le piccole e medie imprese in più settori: chimica, tessile-abbigliamento e legno. In aumento il grado di internazionalizzazione delle aziende con trasferimento all’estero anche di quote significative della produzione, fenomeno visibile soprattutto nell’elettromeccanica ed elettronica e nelle imprese medio-grandi. Un aumento delle risorse è stato indicato anche per operazioni di marketing e pubblicità. Infine, dal lato dell’input di lavoro, poco più di un quarto delle imprese dichiara che nel 2011 i livelli occupazionali resteranno inferiori a quelli del 2010.
ENERGIA, SI PUNTA AL 50% DI CONSUMO DA RINNOVABILI «Gettare il cuore oltre l’ostacolo ed arrivare entro qualche anno a raggiungere almeno il 50% del consumo energetico prodotto da fonti rinnovabili» è l’ambizioso obiettivo che si prefigge il Piano energetico regionale e che Gianni Chiodi, presidente della Regione Abruzzo, ha ribadito nel corso della presentazione del progetto “MABRE: Mobilising Abruzzo Resources”, iniziativa alla quale ha aderito il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Un progetto di efficientamento energetico diffuso che coinvolge le amministrazioni provinciali di Pescara e dell’Aquila e che individua diversi ambiti di intervento tra cui l’illuminazione pubblica, la diffusione di fonti energetiche rinnovabili e l’efficienza energetica negli edifici. Il presidente ha confermato che «ben 35 milioni di euro sono stati previsti per sostenere l’azione delle amministrazioni locali nello sviluppo delle fonti di energia rinnovabile».
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tenden e fatti persone
L’ABRUZZO E IL CRATERE SISMICO: ECONOMIE A CONFRONTO PRIMA E DOPO IL TERREMOTO, IN UN CONVEGNO ORGANIZZATO DAL CRESA Secondo le informazioni Inps nei comuni del cratere alla fine del 2010 operavano oltre 13 mila aziende, l’8% in più rispetto a due anni prima. Lo stesso periodo le imprese industriali sono aumentate del 19,5% mentre nel resto della regione sono diminuite del 3%, dinamiche imprenditoriali che si sono solo parzialmente riflesse sul versante occupazionale. Al 2010 risultano iscritte al registro imprese 7.198 unità locali, oltre 700 in più rispetto al 2008. Solo 31 di queste appartengono al comparto manifatturiero e, mentre il commercio continua ad arretrare, crescono pubblici esercizi e altre attività di servizio. L’economia del centro storico dell’Aquila rappresentava il 30% circa del valore aggiunto totale del capoluogo, al 50% generato dalle attività commerciali e per la parte restante da studenti fuori sede e studi professionali. Delle circa 800 unità locali (attività commerciali e pubblici esercizi) che alla fine del 2008 operavano in centro ne risultano rilocalizzate 233 nell’immediata periferia della città e nelle sue frazioni. Al momento sono contabilizzate 31 attività nel centro storico, tutte localizzate sull’asse principale di Corso Vittorio Emanuele e Corso Federico II.
IRAP DA RECORD IN ABRUZZO L’Abruzzo è la regione italiana con la più alta incidenza dell’Irap sui redditi d’impresa e lavoro autonomo. Lo rivela uno studio condotto dall’Ufficio politiche fiscali della Cna nazionale, presentato a Pescara, in occasione del forum “L’Abruzzo e le tasse: un freno allo sviluppo delle imprese”. Secondo l’analisi condotta da Claudio Carpentieri, su dati del 2008, il peso dell’imposta regionale sulle attività produttive incide in Abruzzo per il 9.42% sui redditi delle imprese e dei lavoratori autonomi, con oltre 311mila euro su un reddito medio di circa 3 milioni e mezzo; un record assoluto. La pressione media esercitata sulle imprese italiane è pari all’8,66%. Complessivamente, l’insieme della tassazione applicata ai redditi delle imprese e dei professionisti abruzzesi (Irpef e relative addizionali, Ires, Irap) ammonta a circa il 35% del reddito totale. L’Abruzzo è un caso nazionale. Nelle altre regioni gravate dal debito della sanità – Lazio, Campania, Molise, costrette ad applicare addizionali sull’Irap - l’incidenza sul reddito di imprese e professionisti risulta comunque inferiore a quella abruzzese.
LA NUOVA CAMPAGNA DELVERDE SI AGGIUDICA LA CATEGORIA BEST IMPACT ALL’8° PRESS & OUTDOOR KEY AWARD La nuova campagna pubblicitaria del pastificio abruzzese Delverde è stata premiata a Milano, presso l’Università IULM, aggiudicandosi la categoria “Best Impact”, nell’ambito dell’8° “Press & Outdoor Key Award”, uno dei più prestigiosi appuntamenti nel mondo della Comunicazione. A ritirare il premio nell’ambito della selezionatissima soirée presentata dalla “Iena” Andrea Agresti, il C.E.O. di Delverde Luca Ruffini. Accanto a quella del pastificio abruzzese, sono state premiate, in altre categorie, le pubblicità di colossi del calibro di Ikea, Coop, Lavazza, Audi, Fiat Veicoli commerciali e Mini Bmw, tutte valutate da una giuria selezionata composta da direttori di testate, giornalisti di autorevoli mensili e quotidiani, docenti universitari, presidenti di associazioni di settore, direttori creativi, registi e importanti operatori del settore. La campagna Delverde, che sarà presto on air, declinata su affissioni, carta stampata ed emittenti radiofoniche nazionali, porta la firma dell’agenzia On Comunicazione ed è incentrata sul tema dell’acqua purissima del Parco nazionale della Majella, come “valore aggiunto” che rende straordinariamente unico il sapore della pasta abruzzese.
Rettifica_ Nel numero scorso di Abruzzo Impresa, in merito all’articolo a pag. 105 “L’ambiente prima di tutto”, ci teniamo a precisare che la Cooperativa Il Bosso ha sede presso la città di Bussi sul Tirino.
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l’Abru
o che produce
Giuseppe Delli Compagni Presidente Faita Abruzzo
Campeggio,
un settore in crescita
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AITA FederCamping Abruzzo rappresenta e tutela gli interessi ed i diritti delle Imprese Turistico Ricettive dell’Aria Aperta (camping e villaggi turistici). La Federazione è attiva ed opera da più di 40 anni associando la maggioranza delle 80 imprese abruzzesi del settore ed aderisce a Faita Federcamping nazionale. Il settore dell’open air abruzzese, campeggi e villaggi turistici, ha registrato negli ultimi anni un costante aumento della domanda riscuotendo soprattutto un grande successo da parte dei mercati del Nord Italia e di quelli stranieri del Nord Europa; ultimamente in forte crescita anche le presenze da parte dei mercati dell’Est e di quelli Scandinavi. Il contatto con la natura, la possibilità di godere di servizi e comfort ad altissimo livello, la bellezza dei luoghi che ospitano i campeggi ed i villaggi turistici abruzzesi sono le principali motivazioni di scelta degli amanti delle vacanze all’aria aperta. L’offerta open air abruzzese è realizzata da circa 80 aziende turistico ricettive che mettono a disposizione degli ospiti una capacità complessiva di 42.080 posti letto circa. Il settore del campeggio abruzzese ha conosciuto due significative stagioni di sviluppo, la prima verso la metà degli anni ’60 quando si è passati da campeggi piccoli e per lo più frequentati da ospiti stranieri a strutture più vaste ed articolate e la seconda sul finire degli anni ’70 quando, anche grazie al diffondersi di mezzi tecnici nuovi (caravan e camper) le aziende si sono moltiplicate ed hanno articolato e diversificato la loro offerta. Nell’ultimo decennio si è fatto strada un nuovo profilo delle aziende caratterizzato dall’utilizzazione di moderne e sofisticate unità abitative quali case mobili e bungalow che hanno ormai raggiunto circa un 50% del totale della domanda mentre è continuato il calo della do-
manda di tende e roulottes (richieste solo dai più giovani). Il modello di ospitalità è caratterizzato da strutture immerse nella natura, ma dotate di ogni comfort e servizi. Le strutture ricettive all’aria aperta hanno subito radicali trasformazioni ed evoluzioni nel corso dell’ultimo decennio per adattarsi ad una domanda in continua evoluzione. Oggi la scelta di trascorrere le proprie vacanze in campeggio non è più motivata dalla economicità del soggiorno, ma dalla incredibile opportunità di trovarsi a stretto contatto con la natura con tutti i comfort di casa, lontani dal caos, dall’inquinamento e dallo stress anche nei periodi di maggiore affluenza delle strutture. In campeggio è anche più facile socializzare, condividere strutture e spazi porta gli ospiti a vivere in un clima disteso e di massima apertura alle nuove amicizie. Oggi i campeggi abruzzesi offrono sempre più un servizio orientato alla massima qualità, sono sempre di più le aziende certificate ISO 9001 per la gestione e per la tutela dell’ambiente, un obiettivo quest’ultimo che ha da sempre avuto la massima attenzione dei nostri operatori , che curano e proteggono la natura all’interno delle proprie strutture, rispettandola affinché i clienti ed il territorio circostante ne possano godere i benefici ed il piacere. Tra i progetti futuri FAITA FederCamping Abruzzo punterà alla valorizzazione del comparto attraverso la promozione della cultura d’impresa e la qualificazione del management aziendale. In questo senso verranno sviluppati programmi di certificazione sia del processo aziendale, sia ambientali, già applicati in numerose strutture. Ulteriori attività saranno implementate per la formazione professionale, l’ausilio all’adeguamento ed al miglioramento delle dotazioni strutturali, l’attività di rappresentanza e partenariato
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nonsoloeconomia
Giuseppe Mauro Economista e Ordinario di Politica Economica
«L’Abruzzo deve
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tornare a crescere»
a Banca d’Italia ha presentato il suo consuet o R appor t o su l l’ E conomia dell’Abruzzo. Nel corso dell’appuntamento aquilano del 16 giugno è stato analizzato con perizia e ricchezza di dati l’andamento dell’economia reale, dell’intermediazione creditizia e della finanza pubblica. Si tratta di una Relazione meritevole di grande attenzione, non solo perché redatta da un organismo tradizionalmente di grande prestigio e serietà, ma anche perché induce a fare il punto sull’evoluzione del tessuto produttivo abruzzese. Tutti, dalle famiglie alle imprese, dalle istituzioni agli studiosi, si stanno chiedendo se il ciclo congiunturale negativo, che ha attanagliato l’economia nella morsa della recessione, possa essere considerato finalmente concluso. La risposta è quella che indica la stessa Banca d’Italia: “Dopo la marcata contrazione dell’anno precedente, nel 2010 l’economia dell’Abruzzo ha mostrato segnali di ripresa. Il fatturato e la produzione delle imprese industriali sono tornati a crescere, grazie al contributo delle esportazioni e al miglioramento della domanda interna”. E ciò sembra essere in linea con le indicazioni che emergono da un altro organismo di indubbio valore quale il Cresa, la cui analisi congiunturale stima tra il 10 e il 15% il ritmo di crescita del fatturato, della produzione e degli ordinativi delle imprese manifatturiere. Dopo la crisi devastante del 2009, che aveva portato ad una caduta del PIL del 6,9%, ad un crollo delle esportazioni del 31%, a una diminuzione dell’occupazione del 4, 6% e a un pil pro capite del – 7,2%, ora si guarda con maggiore fiducia al futuro economico della nostra regione. I dati che il sistema registra nel 2010 e nel primo trime-
stre del 2011 inducono a qualche considerazione positiva. Il Pil, sia a valori concatenati che a valori correnti, dovrebbe invertire la tendenza e quindi ritornare a crescere; l’emorragia occupazionale sembra essersi interrotta, tenuto conto che il numero degli occupati è rimasto invariato rispetto al 2009; l’export manifesta nel primo trimestre del 2011 un aumento del 21,2% sul trimestre dell’anno precedente, con un valore al di sopra della media nazionale. La forte variazione positiva delle esportazioni non va sottovalutata. L’Abruzzo ha una spiccata vocazione internazionale e l’incidenza delle esportazioni sul valore aggiunto si aggira intorno al 25%. Anzi, per la provincia di Chieti supera decisamente il 40%. Si può perciò affermare che il sistema economico abruzzese sta dimostrando una significativa capacità di recupero, anche se la crescita appare piuttosto lenta. Ma su quest’ultima considerazione occorre fare una precisazione. L’Abruzzo è una regione fortemente correlata a quanto accade al resto del paese. La sua crescita dipende molto dal trend espansivo dell’Italia, anche perché le riforme che incidono sul tessuto produttivo non possono che essere prese in sede nazionale. Il pensiero va alla riforma fiscale, alle liberalizzazioni nel settore dei servizi, alle iniziative da assumere nel mercato del lavoro, all’istruzione, alla dimensione d’impresa e a tutte le riforme indicate dal Governatore Draghi nelle sue considerazioni finali. E in chiave locale molte aspettative vanno risposte sul patto per lo sviluppo appena sottoscritto. L’Abruzzo deve tornare a crescere. Questo deve essere l’obiettivo più importante per le istituzioni e per l’intero asse economico e sociale della regione
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Nuova Classe CLS. Ritorna alle origini. Del desiderio. Consumo combinato (l/100 km): da 7,0 (CLS 350) a 6,0 (CLS 350 CDI). Emissioni CO2 (g/km): da 164 (CLS 350) a 159 (CLS 350 CDI).
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il punto
Mauro Di Pietro giornalista
FAS…ciamoci la testa
P
iù che un sogno svanito, un incubo in cui piombiamo tutti a occhi aperti. I Fondi Fas, per intenderci i circa 750 milioni di euro, evocati come risolutivi per le sorti economicosociali dell’Abruzzo, sono congelati. Fine del mantra. I soldi pubblici hanno perfino smesso di gocciolare. Le fontane si sono seccate, recita il nostro folklore melodico. Così conferma la delibera regionale che, nell’indicare le modalità di spesa del Fas, rimanda tutto al biennio 2013 – 2014. Capito bene? Più o meno tra tre anni. Cioè con un altro Governo regionale. E ci chiediamo: come impiegheranno il loro tempo libero i nostri politici? Cercheranno un nuovo ritornello: Fas che vanno Fas che vengono. E i soggetti del Patto per lo sviluppo che faranno? Forse nulla. Staremo tutti lì, cloroformizzati dall’attesa, sedati dall’assistenzialismo della moneta, astenici un po’ per tradizione un po’ per superiorità borbonica. Cianotici per effetto dell’assenza di idee e di fantasia politica e normativa, che si dimostra perfino peggiore del congela-
mento dei mitici Fas. A questo punto, messi alle strette, c’è solo una strada da percorrere: proporre l’apertura di un avviso pubblico per la individuazione di un guru, o santone, o creativo, o deux ex machina cui affidare il compito di svegliarci dall’immaginifico mondo dei milionari fondi Fas e di farci capire che c’è una sola possibilità per riappropriarci del nostro destino e del nostro sviluppo: rimboccarsi le maniche, darsi qualche calcetto nel lato B, spremersi le meningi, riconsegnare le feluche. Anche se, diciamolo francamente, a noi abruzzesi sciccosi dei soldi poi non importa granché. Guardate le risorse comunitarie. C’è qualcuno che le spende? Abbiamo a disposizione più o meno la stessa cifra dei fondi Fas, ma non ci preoccupa più di tanto riconsegnare le risorse intatte all’Unione europea. No grazie, siam signori. Poi se qualche altro paese più radical di noi vuole avvantaggiarsene, ben venga. A patto che ci scriva una cartolina di ringraziamenti: all’Abruzzo forte e gentile. Cin cin!!!
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in primo piano » di Denia Di Giacomo
L’Abruzzo
è un colabrodo Purtroppo lo dicono le inchieste sul servizio idrico integrato e non si parla solo di perdite d’acqua, ma anche di investimenti mai realizzati. La legge n. 9 dello scorso aprile rivede tutta la materia, ma è già scontro tra Regione e Stato
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n questa materia giocare sul titolo è molto semplice “L’Abruzzo fa acqua da tutte le parti” oppure “Il colabrodo d’oro”…. Ben più difficile è sorridere su una questione così seria, che a ben guardare potrebbe assurgere ad emblema della cattiva gestione pubblica, nonostante gli italiani continuino a volerla. Naturalmente parliamo della ormai nota “questione acqua”, un bene di tutti sinonimo di vita, ma che da molto, troppo tempo, profuma di business e non solo per i privati, ma fino ad oggi soprattutto per il pubblico, che della sua gestione ha fatto totale esempio di inefficienza e di sperpero. Questo purtroppo dicono i conti, dove emergono migliaia di euro mai destinati agli investimenti e organici sempre più grandi. Questo dicono anche gli ammanchi d’acqua, con una dispersione nella rete idrica che, per essere ottimisti, si aggira intorno al 50%, e pensare che c’è gente al mondo che per avere un secchio di acqua deve camminare scalza per chilometri! Non è nostro compito colpevolizzare, lo spirito vuo-
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le invece essere quello del comprendere cosa sta succedendo nella gestione della nostra acqua, soprattutto alla luce del recente referendum che ha visto la schiacciante vittoria dei sì. La più importante novità è la Legge Regionale n. 9 del 12 aprile 2011 che vede la riorganizzazione del servizio idrico integrato partire proprio da Chieti. Il presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio, nella sua qualità di presidente dell’Unione delle Province Abruzzesi (Upa), ha infatti indetto già da tempo la prima riunione alla quale hanno partecipato il commissario unico dell’Ato Abruzzo, l’ing. Pierluigi Caputi, i dirigenti regionali del settore, assessori e dirigenti delle quattro Province, presidenti e dirigenti degli enti gestori del servizio idrico e rappresentanti dell’Arta. Questa legge in linea di massima prevede, un unico Ato regionale e la costituzione del soggetto d’ambito individuato nell’ente pubblico denominato Ente Regionale per il Servizio Idrico Integrato (ERSI), con il coinvolgimento concreto e diretto delle Province, i cui presidenti faranno parte del CdA dell’ERSI. I presidenti delle Provin-
ce avrebbero dovuto convocare l’Assemblea dei Sindaci (ASSI) entro 60 giorni dall’entrata in vigore della Legge, ad oggi (6 luglio 2011 ndr) a questo hanno provveduto solo le province di Chieti e di Pescara. Secondo questa legge le quattro ASSI sono chiamate a pronunciarsi obbligatoriamente sulle più rilevanti problematiche del servizio idrico, deliberando il regolamento recante le norme per il suo funzionamento e la disciplina del procedimento di espressione dei pareri, pareri che sono obbligatori e vincolanti all’ERSI. Inoltre le ASSI dovranno svolgere i compiti di organizzazione del Servizio, di adozione del Piano d’Ambito Provinciale, di scelta della forma di gestione, di determinazione e modulazione delle tariffe all’utenza e di affidamento della gestione. Vista così sommariamente la nuova legge sembrerebbe perfetta, ma ci sono ancora molte cose da discutere e rivedere, a partire dall’impugnazione della stessa da parte del governo di fronte alla Corte Costituzionale. A parere del Governo sono due i profili di illegittimità costituzionale: l’istituzione delle ASSI con i loro relativi compiti e il comma 11, primo
periodo, che dispone che l’ASSI, esprime in via ordinaria pareri obbligatori e vincolanti all’ERSI. E mentre il PD chiede la revoca in autotutela dell’impugnativa, dall’altra parte della barricata si schierano ambientalisti e partiti di sinistra: «L’impugnazione da parte del governo di fronte alla Corte Costituzionale - dicono Acerbo (consigliere regionale PRC) e Saia (consigliere regionale PdCI) - conferma le critiche che avevamo formulato in anticipo. La legge non solo non corrispondeva ai modelli di gestione proposti dai movimenti referendari per l’acqua bene comune, ma appariva palesemente illegittima anche rispetto alla normativa vigente». La questione a questo punto diventa perniciosa, allora abbiamo intervistato due che di acqua “se ne intendono” ognuno a modo proprio, per cercare di comprendere meglio gli attuali sviluppi. Parliamo di Augusto De Sanctis, referente acque del WWF Abruzzo e del presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, nonché presidente dell’ATO n.6 Chietino e dell’Unione delle Province Abruzzesi (U.P.A.).
intervista ad Augusto De Sanctis referente acque WWF Abruzzo
Qual è il vostro giudizio sulla nuova L.R. n. 9 del 12/04/2011 che regolerà il servizio idrico integrato? «Il nostro giudizio è molto negativo su numerosi aspetti. Intanto a marzo noi siamo stati auditi in commissione e il nostro rappresentante chiese o di aspettare il referendum che probabilmente avrebbe offerto un quadro diverso, si era quindi detto di non avere fretta e oggi invece è
stata approvata una legge che è già vecchia e tra l’altro è stata impugnata dal governo nazionale. La legge n. 9 fa inoltre riferimento al Decreto 168 che approva definitivamente il decreto Ronchi, facendo affidamento all’articolo 23 bis di quella legge che a questo punto è stata abrogata dal referendum. Poi è una legge confusa, che affida a soggetti che si devono formare ruoli anche difficili da comprendere. Un esempio è la costituzione di un unico ATO regionale, il cui presidente è l’assessore stesso, ora, l’ente d’ambito regionale nasce come ente strumentale della regione, nella struttura regionale enti simili sono controllati dall’assessorato, ma solitamente non è presieduto dall’assessore stesso, bensì da un soggetto esterno, in questo caso la ATO sarebbe l’unico ente strumentale ad essere presieduto dall’assessore
di riferimento. Questo ci pare a dir poco inopportuno intanto per una questione di competenze e di controllo e poi perché c’è una eccessiva mescolanza di ruoli e quando accade questo non si comprendono mai appieno la responsabilità. È davvero una legge macchinosa, poco chiara e male strutturata, sfido chiunque a leggerla e a capirci qualcosa». Voi vi battete molto affinché il servizio idrico sia più partecipato dai cittadini… «Sì, sono molti anni che ci battiamo per questo. Qualche anno fa noi proponemmo che nei CdA di questi ATO sedessero, senza gettone di presenza né rimborso spese alcuno, senza diritto di voto, ma con diritto di parola, un rappresentante delle associazioni ambientaliste, uno dei sindacati e uno delle associa-
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zioni dei consumatori, semplicemente come osservatori. Avere delle persone presenti nei CdA che hanno davvero a cuore l’interesse della comunità significa avere la possibilità di denuncia delle cose che non vanno. Su questo punto non ci hanno mai risposto, guarda caso. Abbiamo anche proposto che vengano rese pubbliche le assemblee dedicate ai bilanci, per illustrare a tutti quali sono i progetti in vista, come viene fatto negli altri paesi del mondo». Qual è a vostro avviso la lacuna ambientale più importante di questa legge? «È quella relativa alla mancanza di regolazione secondo i bacini idrografici, come previsto dalla direttiva comunitaria n. 60 del 2000. L’acqua non sente i confini amministrativi, ma è regolata dal bacino idrografico, cioè l’acqua che scende a L’Aquila alla fine arriva a Pescara, se inquini all’Aquila inquini anche a Pescara. Questo per dire che bisogna gestire l’acqua su basi ambientali, rappresentate dal bacino idrografico che copre un determinato territorio… ».
Queste osservazioni sono state presentate? «Sono anni che scriviamo ai politici e ai rappresentanti regionali, due anni fa facemmo anche una cartina per illustrare i bacini idrografici e rendere la comprensione della cosa più agevole». Parliamo di un’altra questione che vi sta a cuore: i piani d’ambito… «Gli ultimi piani d’ambito sono stati fatti nel 2002 - 03, spesso i cittadini non lo sanno, ma il piano d’ambito è quello che regola tutto il servizio idrico è in pratica il piano regolatore delle acque e dura la bellezza di 25 anni! E’ una cosa troppo importante per essere decisa in silenzio tenendo all’oscuro i cittadini. Gli ultimi piani oggi sono in via di rivalutazione da parte dell’ing. Caputi, commissario unico dell’ATO nonché direttore dell’area ai Lavori Pubblici dell’assessorato della Regione Abruzzo. Alla rivalutazione dei piani d’ambito era connesso l’aumento delle bollette, che siamo riusciti a bloccare, perché non era giusto che le inefficienze del
servizio idrico si scaricassero ancora sulle spalle dei cittadini!». Che cos’è una V.A.S.? «La V.A.S. è la Valutazione Ambientale Strategica, fatta da una equipe di esperti ogni volta che si devono formulare dei piani che in qualche modo hanno effetti prolungati sull’ambiente. Anche la revisione dei piani d’ambito del servizio idrico devono quindi essere sottoposti a VAS, non solo, ma la legge prevede anche la partecipazione dei cittadini all’interno di queste valutazioni. Naturalmente anche in questo caso l’Abruzzo procede senza rispettare le regole e la VAS non è stata fatta. Noi abbiamo comunicato tutto questo alla Regione, poi abbiamo emesso una diffida ad adempiere e infine, in mancanza di risposta, abbiamo fatto ricorso al TAR sul primo piano d’ambito approvato ovvero quello di Sulmona. Io ritengo che questo aspetto sia davvero incredibile, perché fa perdere molto tempo a tutti e inoltre c’è un problema di fondo: quello del non rispetto delle leggi e dei cittadini».
intervista ad Enrico Di Giuseppantonio presidente dell’U.P.A.
La situazione dell’acqua in Abruzzo è davvero grave… «Sì, intanto bisogna dire che esiste una dispersione importante nella nostra regione. Per esempio nell’ex
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ATO chietino, la dispersione addirittura è del 50% tra le perdite effettive e quelle amministrative dove per quest’ultime vanno intesi i consumi non conteggiati al contatore. I casi più eclatanti sono quelli dei comuni e di molte delle utenze, come palestre e impianti vari, riconducibili ai comuni, che sono privi dei contatori dell’acqua. La perdita effettiva è invece quella che avviene attraverso le reti e ci sono perdite importanti, le reti andrebbero rifatte, alcuni lavori ci sono stati, ma non sono bastati e sono stati fatti senza una organizza-
zione e una razionalità. Per entrambe le perdite non è possibile effettuare una stima sulla quantità d’acqua perduta e sui mancati incassi laddove non esistono contatori». Di chi sono le responsabilità di questa situazioni? «È evidente che un intero sistema non funziona da decenni. Tra l’altro c’è anche un report da parte della regione sulla gestione del sistema idrico integrato delle acque che mette in evidenza la disorganizzazione e anche l’incapacità a fare investimenti». Quindi a suo avviso le
motivazioni di questo caos sono a livello organizzativo? Oppure mancano i fondi? «Per aggiustare le reti ci vogliono i soldi. Ma spesso i fondi da investire nelle reti, previsti dai piani d’ambito, non sempre sono stati usati per questo scopo, piuttosto a volte per ingrossare gli organici di queste società di gestione. Quindi oggi ci vogliono investimenti seri e concreti e questi investimenti a mio avviso devono essere assolutamente prioritari perché ci sono delle condutture di 100 anni fa. Poi c’è anche da verificare queste ingenti perdite amministrative e mettere i contatori dove non ci sono, una verifica tra l’altro anche molto più semplice di quella relativa alle reti». Quali sono i maggiori vantaggi posti in essere dalla L. n. 9 del 12/04/2011? «Possiamo parlare di uno snellimento delle procedure tecnico-amministrative nei tempi di attivazione del piano d’ambito. Purtroppo senza l’applicazione completa della legge il mio giudizio non può essere che parziale». Non crede ci sia una eccessiva autoreferenzialità politica nei ruoli previsti da questa legge? «Il politico ha il compito di indirizzare a controllare, la gestione dovrà essere data ai tecnici. A mio avviso tutto dovrà essere gestito da un manager che si prenda in pieno le responsabilità di una eventuale errata gestione dell’ATO». Gli ambientalisti dicono che alla luce del referendum questa legge sia già vecchia… «No, sostanzialmente non cambia nulla dopo il referendum. Già da prima del referendum c’era una diffusa volontà per la gestione pubblica. Ma bisogna affettivamente ammettere che questa è una legge di transizione, poi bisognerà fare una legge che riformi l’intero sistema, è stata osservata in alcuni principi dal governo centrale e dobbiamo attendere le
Nuovi acronimi da conoscere ATO - Ente d’Ambito
Territoriale Ottimale.
ATUR - Ambito Territoriale
Unico Regionale, prende il posto dei 6 ATO (Ambito Territoriale Ottimale) precedentemente esistenti per la gestione dell’acqua.
ERSI :Ente Regionale Sistema Integrale.
ASSI :Assemblea dei sindaci servizio idrico.
prossime mosse della regione. Io credo che adesso, alla luce del referendum, c’è urgente necessità di fare una legge seria, che consenta di razionalizzare e rendere produttivo questo servizio. Non credo che ci potranno essere rivoluzioni copernicane, l’unica vera rivoluzione potrà essere l’efficienza, ma l’importante è che i partiti facciamo mille passi indietro nella gestione, mentre la politica ne faccia mille in avanti per programmare, indirizzare e controllare e se il manager sbaglia vada a casa». Una delle più grandi critiche che si rivolge alla gestione dell’acqua è la mancanza di partecipazione e coinvolgimento nei confronti dei cittadini… «Io sono la voce del basso, perché vengo eletto dai cittadini, così come il sindaco. Oggi non possiamo offuscare ulteriormente il ruolo della rappresentanza politica. Altro discorso è invece che nell’ambito dell’organizzazione di questo sistema si dia spazio alla rappresentanza delle associazioni dei cittadini e dei consumatori. Per cui mi vedo in accordo con un coinvolgimento maggiore ma non dimentichiamoci del ruolo della politica»
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in primo piano
» di Francesco Fravolini
Rai Local promuove l’Abruzzo Sarà possibile attraverso la piattaforma per web e telefonini, messa a punto da Rai Nuovi Media e Massachusetts Institute of Technology (Mit), in accordo con Abruzzo Promozione Turismo
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coprire le particolarità e il patrimonio culturale dei territori abruzzesi, mediante avanzate tecnologie web 2.0 e social network. Autentica occasione per divulgare le indiscusse bellezze architettoniche e paesaggistiche della regione, al fine di aumentare visitatori e interesse delle località della regione. È un valido sostegno promozionale, decisa mission dell’iniziativa culturale realizzata da “Rai Local”, la nuova piattaforma per web e telefonini, messa a punto da Rai Nuovi Media e Massachusetts Institute of Technology (Mit), in accordo con Abruzzo Promozione Turismo. Il progetto culturale sarà un sicuro volano di sviluppo del settore turistico, troppo spesso abbandonato a se stesso. Piero Gaffuri, direttore di Rai Nuovi Media, spiega la validità di simili interventi sull’economia del territorio, con inevitabili ricadute positive per tutto l’indotto economico del settore.
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Piero Gaffuri
direttore di Rai Nuovi Media
Come sarà promossa la cultura abruzzese? Quale ruolo assume il web per il turismo? «Un ruolo sicuramente essenziale, come in molti altri settori. Attualmente una percentuale crescente di persone, di fatto tutti nelle fasce più ambite (giovani, alto spendenti), prendono decisioni in merito alla destinazione e alla scelta di hotel, ristoranti e altro, in base alle indicazioni reperite sul web. E
sempre di più seguono le indicazioni dei propri “amici” nei social network. Persone che magari non hanno mai visto di persona ma i cui consigli pesano in modo rilevante. Si pensi che in Italia il 33% delle vacanze sono prenotate on line e negli USA il 74% delle famiglie, prendono decisioni in ambito turistico, seguendo le indicazioni reperite sul web». Quali benefici per la divulgazione del patrimonio del territorio? «Le nuove tecnologie permettono un approccio molto più mirato ma al tempo stesso capillare, arrivando a nicchie prima non raggiungibili. Si applica al turismo la teoria della “coda lunga”. Diventa possibile e sostenibile far conoscere anche aspetti particolari, di interesse non per la massa ma per gruppi più ristretti che però som-
mati “fanno” una quantità sicuramente importante». I vantaggi economici? «Il web è uno strumento estremamente misurabile, quindi c’è massima “accountability”. Gli aspetti virali nonché il coinvolgimento degli utenti sia per la “creazione” di contenuti, sia per la sua diffusione generano effetti esponenziali che hanno ritorni molto importanti. Una campagna virale (che funziona) con poche migliaia di euro genera una visibilità che, ai prezzi correnti, vale milioni sui mezzi tradizionali». Come sono agevolate le imprese da simili iniziative? «Essere presente su queste piattaforme è un enorme vantaggio, in particolare, per le aziende di medie e piccole dimensioni. Proprio quelle tipiche del settore turismo».
«Essere presente su queste piattaforme è un enorme vantaggio, in particolare, per le aziende di medie e piccole dimensioni. Proprio quelle tipiche del settore turismo» Attivo da giugno al sito www.railocal.rai.it e sui cellulari Android e iPhone, il progetto vuole coinvolgere gli utenti attraverso la connessione del patrimonio multimediale Rai con quello dei territori abruzzesi. La piattaforma intende arricchire, attraverso la tecnologia, l’esperienza turistica in Abruzzo, con il telefonino che diventa chiave di accesso a contenuti media geolocalizzati, nonché strumento di condivisione di itinerari e di informazioni in mobilità. Molte le applicazioni possibili in tutte le fasi del viaggio, a partire dalla creazione di un profilo per accedere a mappe, informazioni, foto e video (Rai, istituzionali e video generati dagli utenti) fino alla possibilità di scaricare guide ed e-book, pianificare l’agenda e il proprio itinerario personalizzato, esplorare i luoghi attraverso la navigazione Gps. Ma Rai Local è soprattutto un modo social di condividere luoghi e territori, con
lo scambio di informazioni (anche video) e commenti in tempo reale sulla community dedicata, sui principali social network e su Twitter. Quando il turista tornerà a casa potrà rivivere comodamente le sue emozioni della vacanza, grazie ad un archivio on line personalizzato: un link emozionale permanente dell’esperienza di viaggio appena conclusa, dove si potranno condividere, con la propria rete sociale, avventure, materiali audio e video, brevi suggerimenti. È un’interessante applicazione tecnologica, in linea con il crescente uso di Internet nelle scelte turistiche: secondo lo studio “Fattore Internet” commissionato da Google al Boston Consulting Group (BCG), la rete è diventata la principale fonte di informazione per chi intende viaggiare. I motori di ricerca sono i più utilizzati sia da chi viaggia per motivi di lavoro (40%), sia dai turisti per una semplice vacanza (48%)
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in primo piano
» di Laura Tinari
Il mercato che dimentica le donne
«Le donne sono ora il più potente motore dello sviluppo mondiale», scriveva già qualche anno fa The Economist, mentre la teoria della womeneconomics, elaborata dalla ricercatrice giapponese Kathy Matsui nel 1999, veniva adottata a livello mondiale per indicare «l’economia delle donne»
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iù donne nel mondo del lavoro, più richie- superiore a quello di molti altri paesi europei. È stato sta di nuovi mestieri, più impulso allo svi- così elaborato il “paradosso della cuoca”: mentre lo luppo dell’economia dei servizi. Una som- stipendio che pago alla mia cuoca entra nel Pil, se la ma il cui risultato è l’aumento di posti di sposo diminuisco la produzione di ricchezza nazionale. lavoro e una nuova ricchezza diffusa. Se l’Italia fosse Un paradosso che potrebbe essere eliminato se ci fosse in grado di considerare l’importanza delle sue due mag- una migliore ridistribuzione tra i sessi o se il lavoro dogiori risorse, donne e giovani, tornerebbe a crescere a mestico fosse trasformato in lavoro retribuito esterno ritmi sorprendenti. Sprecare competenze ed energie è alla famiglia. infatti il segno di un mercato del lavoro bloccato, ac- Tra le sfide previste nel 2007 a Lisbona dall’Unione cessibile solo a gruppi limitati. È questa la fotografia Europea c’era portare l’occupazione femminile al 60% dell’Italia del 2011, un Paese dove la bassa occupa- entro la data del 2010, un impegno disatteso dalla zione in categorie che vengono solitamente definite maggior parte degli stati europei, tanto che oggi ci si “disagiate” è solo un freno alla crescita. trova a fare nuove previsioni, ma in fondo l’Ue non può Promuovere oggi l’occupazione femminile non è più che dare indicazioni, spetta poi ai singoli paesi applisoltanto una questione di pari opportunità, ma di equi- care buone politiche per progredire. L’inclusione resta tà sociale e di sviluppo del Paese. Il tasso di donne che comunque un obiettivo dell’Europa che la vede come lavorano descrive infatti non solo la parità dei sessi, base per la crescita economica di uno stato. ma la salute complessiva del mondo del lavoro in una Una delle strade possibili per un giusto riequilibrio del società. Il problema principale oggi diventa dunque mercato del lavoro a favore della componente femminon solo scalfire il “soffitto di cristallo” per raggiun- nile è la creazione di misure di sviluppo dei servizi alla gere la famosa stanza dei bottoni, ma la crescita eco- persona e di sostegno alla famiglia, senza questi aiuti nomica di un Paese in un momento in cui il fenomeno e con un’offerta di lavoro ristretta e residuale molte della bassa occupazione femminile regolare ha ormai ampiamente dimostrato di essere un ostacolo. C’è, infatti, differenza tra le classiche politiche di pari opportunità, nelle quali io comunque credo e mi sforzo di portare avanti, e la teoria della Kathy Matsui, teorica della “womeneconomics” womenconomics, ispirata proprio dal principio “più donne lavorano, più un paese cresce”, che si fa donne continueranno a rinunciare all’“impresa”. Così se strada nel XX secolo in risposta alla crisi mondiale. Ri- da un lato si sente la necessità di politiche del personanunciando al lavoro delle donne l’Italia trascura quello le woman oriented, volte alla flessibilità nei luoghi e neche negli altri stati si sta mostrando il vero motore gli orari di lavoro, che permettano una conciliazione tra dell’economia mondiale, nonché importante fonte di i tempi di vita e attività, dall’altro andrebbero sperimenreddito e ricchezza per le famiglie: i dati Ocse mo- tate misure fiscali nuove come le “aliquote rosa”, ossia strano che nei nuclei in cui un solo genitore lavora la sgravi a favore delle donne che lavorano, soprattutto se povertà infantile è maggiore, infatti se anche la donna con figli e genitori da accudire. Agire sulla leva fiscale guadagna le famiglie hanno maggiore capacità di con- lascia al datore di lavoro la possibilità di scelta su chi sumo, risparmio e investimento. Si stima che se nel assumere tra un uomo e una donna, tenendo conto che Pil di un paese fossero incluse le attività che le donne a parità di competenze cambiano gli incentivi. Una misvolgono senza un corrispettivo economico, la ricchez- sura applicabile a tutte le lavoratrici, che come scrive za di quella nazione sarebbe nettamente superiore. Se l’economista Alberto Alesina, al cui nome è legata la si sommano infatti lavoro domestico e retribuito, ri- proposta, potrebbe essere affiancata proprio a quella sulta che la donna italiana dedica al lavoro 7 ore e 26 politica delle quote nei consigli di amministrazione liminuti al giorno per sette giorni la settimana, tempo cenziata dal Senato nei mesi scorsi
Agire sulla leva fiscale lascia al datore di lavoro la possibilità di scelta su chi assumere tra un uomo e una donna, tenendo conto che a parità di competenze cambiano gli incentivi
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in copertina » di Eleonora Lopes
Da sinistra: Giuseppe Del Sole, responsabile tecnico e Patrizio Lupinetti, responsabile commerciale
MEC SYSTEM, QUALITÀ CHE REGGE
La Mec System si occupa di progettazione, produzione e installazione di sistemi di immagazzinaggio industriale. L’azienda di Roseto degli Abruzzi, è diretta da Patrizio Lupinetti responsabile commerciale e Giuseppe Del Sole responsabile tecnico, che operano in questo settore da più di 20 anni. Obiettivo dei due soci, massima soddisfazione del cliente attraverso qualità, tecnica e professionalità
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uando una buona idea diventa progetto attraverso tecnica, capacità progettuale e professionalità. Tutto questo e molto altro è Mec System, azienda con sede a Roseto degli Abruzzi, specializzata nella progettazione, produzione e installazione di sistemi di stoccaggio per magazzini. Un’impresa fatta di uomini, idee e passioni che ha i suoi punti cardine nella capacità di intuizione, nella continua attenzione alle esigenze del cliente e alla formazione del proprio personale. Al timone di questa giovane realtà nata nel 2004 ci sono i coraggiosi titolari Patrizio Lupinetti, responsabile commerciale e Giuseppe Del Sole, responsabile tecnico. Forte del bagaglio acquisito grazie all’esperienza quasi ventennale dei due soci, la Mec System è in grado di offrire un servizio di prima qualità, una meticolosa fase di progettazione realizzata da un apposito staff di tecnici specializzati e un’assistenza costante durante l’installazione. Tutte queste attività sono sostenute da un prodotto di assoluta qualità, rispondente a tutte le norme di sicurezza e durevolezza, l’azienda inoltre, e questo è uno dei più grandi punti di forza, è in grado di attuare soluzioni standard, ma soprattutto personalizzate in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza. Infatti, oltre ai sistemi di stoccaggio per magazzini, ai porta pallet, alle scaffalature e ai magazzini
autoportanti per esterno, l’azienda esegue strutture che sfruttano al meglio lo spazio disponibile, adotta soluzioni automatizzate, realizza soppalchi e strutture portanti. Patrizio Lupinetti, ripercorre così le tappe fondamentali della Mec System: «L’azienda è nata sette anni fa, ma da un’esperienza nel settore di tredici anni sia mia che di Giuseppe, che eravamo impiegati nella stessa azienda. Poi un po’ di coraggio e tanta passione ci hanno spinti ad intraprendere questa bella avventura professionale».
» foto di Pietro Ferrante
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in copertina
Nonostante la crisi economica che attanaglia il nostro Paese, è un segno positivo e distintivo il fatto che questa azienda abbia costantemente un fatturato in aumento, quello di quest’anno rispetto allo scorso anno, è cresciuto del 40%. Attualmente la Mec System impiega 13 dipendenti più 10 collaboratori esterni con un fatturato pari a 3 milioni di euro e a settembre verrà inaugurata la nuova e moderna struttura ubicata sempre a Roseto accanto a quella storica. «Attraverso il nostro sito internet, -ci spiega Del Sole- www. mec-system.net, siamo ancora più in grado di raggiungere il cliente, seguirlo, presentare i servizi offerti che possono interessare: dal magazzino, all’azienda, all’ufficio, alle più disparate realtà come dimostrano le nostre referenze». Da qualche tempo, per essere ancora più completi i due soci hanno deciso di compartecipare alla società Archilog che ha sede sempre presso la Mec System e si occupa di consulenza del magazzino, automazione e software dedicati. «Un ramo aziendale che attraverso il nostro know how –ci raccontano i due soci– vogliamo sempre di più far crescere». Un’azienda, la Mec System, diventata negli anni un’autentica fucina di idee da realizzare concretamente con sicurezza e qualità.
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I CLIENTI DELLA MEC SYSTEM
La sede di Mec System a Roseto degli Abruzzi
AS Roma Calcio, Aeroporti di Roma, Alitalia, Impregilo, Montenegro, Estav Centro Distribuzione Farmaci, Artsana Chicco, Barberini, Hugo Boss, Brioni, Sixty, Fater, La perla, Kemon, Procter & Gamble, Terme di Caramanico, Banca Tercas, Banca d’Italia, Banca di Castiglione Messer Raimondo, Inps, Denso SpA, Electrolux, Bticino, Acqua&Sapone, Sinergia Sistemi SpA e Guardia di Finanza.
I PRODOTTI CHE REALIZZA MEC SYSTEM Soppalchi, drive in, push back, picking, passerelle tachna, porta pallet, scaffalature gancio, compatti, coperture, cantilever, scale di sicurezza, magazzini autoportanti e magazzini speciali.
Alcune fasi di lavorazione dell’azienda
Rendering di un impianto di stoccaggio medicinali automatizzato
Alcune realizzazioni della Mec System
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in copertina
a tu per tu con Patrizio Lupinetti e Giuseppe Del Sole
Sono quasi 20 anni che lavorate insieme, prima da impiegati in un’azienda e ora da imprenditori. Qual è il segreto di un sodalizio lavorativo così duraturo? «Innanzitutto il rispetto che abbiamo l’uno per l’altro e poi senz’altro la fiducia, sono questi i due ingredienti segreti che di anno in anno hanno rafforzato il nostro rapporto che da lavorativo è diventato anche d’amicizia. A renderci ancora più forti ed uniti è la passione per il nostro lavoro che ci lega ormai da 20 anni grazie alla nostra esperienza fatta insieme. Certo spesso si discute, ma sono sempre discussioni costruttive che hanno come fine comune la crescita della nostra azienda». Qual è il valore aggiunto che Mec System da ai propri clienti? «Per noi è necessario pensare al concetto di spazio con funzionalità e versatilità. Attraverso un’esperienza pluridecennale in questo settore, abbiamo raggiunto un sistema lavorativo fatto di tecnica, pregettualità e professionalità. Il nostro valore aggiunto è sicuramente la cura verso il cliente che seguiamo in tutte le fasi, dal progetto alla realizzazione del lavoro. Inoltre negli anni la nostra azienda si è specializzata nelle soluzioni personalizzate, che si adattano alle esigenze e allo spazio del cliente. Anche questo è un altro punto di
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forza. E poi per i lavori ci avvaliamo di esperti, per questo Mec System riesce sempre a esaudire le richieste del cliente. Il nostro è un settore di nicchia, e il prodotto è di alta qualità, tutto made in Italy, curato nei minimi dettagli». Quali sono gli elementi che non possono mancare nel vostro lavoro? Sicuramente la sicurezza certificata e garantita, la puntualità nelle consegne, l’elasticità nei riguardi del cliente attraverso i servizi su misura, il comfort per le condizioni di lavoro che devono essere ottimali per i nostri operai e per l’azienda cliente, la cura nei dettagli attraverso affidabilità e professionalità e per ultima, ma non in ordine di importanza, la soddisfazione dei nostri clienti. Con i valori sui quali avete fondato la vostra azienda avete creato un team affiatato e competente... «Lavorare deve equivalere a crescere insieme nel rispetto e nella condivisione di determinati valori e di obiettivi comuni. Un’attenzione particolare la dedichiamo alla formazione, alla sicurezza, a porre i nostri collaboratori nelle migliori condizioni di lavoro soprattutto nei cantieri. L’azienda, grazie alle risorse umane e tecniche di cui dispone, ha raggiunto importanti risultati
con realizzazioni in quasi tutto il territorio nazionale. Il nostro è un gruppo giovane e competente, fatto di esperti e professionisti, per questo Mec System riesce a soddisfare le richieste del cliente». La Mec System ha investito in anni di crisi, sia sul personale che sull’innovazione dei prodotti. È stata una scelta coraggiosa… «Negli ultimi anni, nonostante la crisi che dobbiamo dire che a noi ha diminuito la liquidità e non il lavoro, abbiamo deciso di investire molto sul personale, ma anche sui macchinari, sulla sicurezza e sulla formazione dei dipendenti. In tempi difficili l’imprenditore capace intuisce che è fondamentale ottimizzare e rendere al massimo il magazzino, ed è qui che subentra il nostro operato. Ecco perché abbiamo sentito la necessità di una nuova e più ampia struttura, che inaugurerà a settembre. Nella nuova sede saranno ubicati nuovi uffici e la produzione. Un passo importante per l’immagine della Mec System che andrà a rafforzare la già grande professionalità che ci distingue e la disponibilità per lavori fatti davvero su misura. In futuro, oltre alla nuova sede, abbiamo come obiettivo la realizzazione di progetti sempre più importanti e inoltre intendiamo continuare ad espanderci verso l’estero»
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incarichi&carriere
CESARE PUCCIONI NUOVO PRESIDENTE DI FEDERCHIMICA
L’associazione nazionale delle imprese del settore chimico, Federchimica, ha eletto presi-
dente per il triennio 2011-2014 Cesare Puccioni, dell’omonima impresa di Vasto che produce fertilizzanti dal 1888. Succede a Giorgio Squinzi, in carica da 12 anni. Puccioni, Cavaliere del Lavoro, è nato a Siena nel 1944, è sposato e ha due figli: Mario (attuale ad della società e membro del cda) e Ginevra, imprenditrice. Dal 1995-1999 è stato presidente di Assofertilizzanti. Dal 1993 è rappresentante per l’Italia nel Consiglio dell’International Fertilizer Association, nonché membro del Comitato Finanziario dal 2002. È componente della Giunta di Federchimica dal 1973, membro del Consiglio direttivo dal 1998 e del Comitato di Presidenza dal 1999. È stato tesoriere dal 1999-2001 e vice presidente per i rapporti interni dal 2001-2009. Il vicepresidente della Regione Abruzzo, Alfredo Castiglione, recentemente ha incontrato il neo presidente Puccioni. «È nostra intenzione, anche per celebrare il 2011, Anno della chimica, dar luogo ad un convegno che puntando alla chimica come fattore propulsivo di crescita, ne individui possibili sbocchi e strategie in Abruzzo, segnatamente nel settore farmaceutico ed in quello agroalimentare», ha detto l’assessore.
SILVIO DI LORENZO ALL’UNANIMITÀ PRESIDENTE DEL PATTO SANGRO-AVENTINO
Il cda della società Sangro Aventino ha rinnovato le cariche sociali. Alla presidenza, pro-
mosso da Confindustria, è stato confermato all’unanimità Silvio Di Lorenzo, presidente anche della Cciaa di Chieti e vicepresidente esecutivo della Honda Italia Industriale. Sarà affiancato dal vicepresidente Giovanni Enzo Di Rito, consigliere provinciale e sindaco del comune di Rocca S.Giovanni (Ch). Membri del cda anche: Sergio De Luca, Patrizia D’Ottavio e Mario Pupillo (indicati dagli Enti Locali); Salvatore Orsini, Provincia dell’Aquila e Enzo Giammarino (indicato dalla Confesercenti Chieti). «Sono onorato della rinnovata fiducia – ha detto Di Lorenzo – segno che la strada intrapresa è stata condivisa e apprezzata da istituzioni e soggetti economici che operano e lavorano nel nostro territorio. Siamo fieri delle iniziative messe in campo che riteniamo strategiche per l’intera Regione, in particolare il Campus Automotive e la Costa dei Trabocchi».
ALESSANDRA ROSSI NELLA COMMISSIONE NAZIONALE VERIFICA POTERI DI CONFINDUSTRIA GIOVANI
Il Comitato Regionale Giovani Imprenditori di Confindustria Abruzzo ha ottenuto un nuo-
vo, importante e significativo riconoscimento nella nuova Presidenza nazionale. Alessandra Rossi, attuale presidente dei Giovani Imprenditori Confindustria L’Aquila, è stata eletta membro effettivo della Commissione Verifica Poteri, organo di controllo del Movimento. «Questa nomina -afferma Rossi- è una grande soddisfazione per me, in quanto è il riconoscimento dell’impegno dato in questi anni al movimento dei G.I. Nel prossimo triennio cercherò di adoperarmi per il buon funzionamento della Commissione e di tutto il Movimento, con lo stesso entusiasmo e dedizione con cui vivo da sempre Confindustria, perché credo fortemente nei valori associativi che ci contraddistinguono».
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TOTO
incarichi&carriere
GUERINO TESTA COMMISSARIO DEL PORTO DI PESCARA
L’ordinanza numero 3948 della Presidenza del Consiglio dei ministri, che contiene dispo-
sizioni urgenti di Protezione Civile, ha decretato la nomina del presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, come commissario delegato in sostituzione dell’architetto Adriano Goio, per la realizzazione degli interventi da eseguirsi nell’area del porto di Pescara, in termini di somma urgenza. L’intervento da realizzare, come si legge in un’ordinanza precedente, riguarda la caratterizzazione dell’intera area della darsena portuale e del porto canale di Pescara e il successivo completamento del dragaggio. Il commissario dovrà anche provvedere alla individuazione e relativa progettazione degli interventi strutturali necessari. Si avvarrà anche della Fondazione dell’Università degli studi di L’Aquila e del Dipartimento di Ingegneria delle Strutture, delle Acque e del Terreno dell’Università dell’Aquila nonché degli uffici tecnici della Provincia di Pescara.
TONINO VERNA NEO PRESIDENTE DEL CONSORZIO TUTELA VINI D’ABRUZZO
A un anno dalla nomina del nuovo cda, in seguito alle dimissioni del presidente Sebastiano
Porello, il Consorzio tutela vini d’Abruzzo ha eletto all’unanimità Tonino Verna - già vicepresidente - nel ruolo di presidente, fino alla primavera del 2013. Verna ha 57 anni e dal 2005 è presidente di Cantina Tollo. Il Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo, costituito nel 2002, raggruppa circa 10 mila produttori-viticoltori (singoli e associati) e circa 100 vinificatori e imbottigliatori, che rappresentano oltre il 70% della superficie iscritta all’albo della DOC Montepulciano d’Abruzzo e relativa produzione, e circa l’88% di quella iscritta all’albo della DOC Trebbiano d’Abruzzo e relativa produzione. I soci del Consorzio producono annualmente oltre 2,5 milioni di ettolitri di vino e imbottigliano ogni anno circa 60 milioni di bottiglie che vengono esportate per oltre il 50% in più di 40 paesi nei diversi continenti.
DELLI COMPAGNI ELETTO VICE PRESIDENTE NAZIONALE DI FAITA
Presidente della Faita Abruzzo Federcamping da circa 20 anni, recentemente, Giuseppe
Delli Compagni è stato eletto vice-presidente nazionale della Federazione per i prossimi 3 anni. Cinquant’anni, abruzzese da sette generazioni, Delli Compagni è amministratore del Camping Residence Village Don Antonio di Giulianova che gestisce con i suoi fratelli. La Faita FederCamping rappresenta e tutela gli interessi ed i diritti delle imprese turistico ricettive dell’aria aperta (camping e villaggi turistici). La Federazione è attiva ed opera da più di 50 anni associando la maggioranza delle 2350 imprese italiane del settore attraverso 18 associazioni regionali.
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storie&persone
di Jenny Viant Gómez foto concesse e autorizzate da Stefania Peduzzi
«Come associazione oggi non abbiamo spazi adeguati. Ci metto passione e amore. Facciamo una cosa utile, ma spesso non trovo un supporto dagli enti preposti. Non demorderò»
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posata da 21 anni, mamma di tre figli, appassionata di viaggi e concreta sognatrice. In sintesi, così può essere descritta Stefania Peduzzi. Imprenditrice superindaffarata – responsabile dell’ufficio grafico e della comunicazione del pastificio Rustichella – dopo la Scuola Magistrale, abbandona il corso di laurea in Psicologia, all’Università La Sapienza, e ritorna in Abruzzo per dedicarsi all’azienda in seguito alla morte del padre. Il suo ruolo di manager non fa passare in secondo piano l’amore per i bambini, perché come ama sottolineare: «sono orgogliosamente una maestra». Così dà vita all’Onlus “Bludreams” la cui mission è seguire i bambini da 0 a 10 anni, proponendo un percorso didattico creativo in cui la famiglia ha un ruolo decisivo. Spiega Stefania: «Letteralmente “Bludreams” significa: sogni blu. Per me questo colore è sinonimo di pace, equilibrio e tranquillità; quindi un colore positivo. Il blu della vita e del cielo. Se guardi il cielo blu vedi l’infinito e provi un senso di completezza. Questa armonia voglio trasferirla ai bambini e alle loro famiglie, ma vorrei andare oltre, il mio sogno è quello di realizzare una casa famiglia che accolga donne in difficoltà con i figli, anche in età preadolescenziale».
Viaggio culturale a Roma
L’ambizioso progetto della Peduzzi è supportato da una lunga esperienza. Tutto inizia nel 2001 con l’apertura dell’asilo nido “Zerotre”. In origine creato per accogliere i bambini, da 0-3 anni, dei suoi collaboratori; servizio successivamente esteso a tutte le mamme lavoratrici. Nel 2003 viene istituita la scuola dell’infanzia paritaria “L’isola che c’è” e nel 2007 è nata la Scuola Primaria Paritaria “Orizzonti”. A settembre è prevista l’attivazione di un corso di Scuola Media. «Noi ci
I bambini mentre partecipano a una manisfestazione per i 150 anni dell’Unita d’Italia
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“BLUDREAMS”
SOGNI CHE DIVENTANO
REALTÀ
I bambini e la famiglia al centro della società. Stefania Peduzzi, imprenditrice e maestra, racconta il suo sogno proponiamo come ponte tra bambino e famiglia. Nelle nostre attività cerchiamo di fare scuola, ma come finestra affacciata sul mondo. A livello didattico inculchiamo al bambino la sete di sapere e diamo degli input alla scoperta. Ad esempio, i nostri bambini seguono un percorso in cui la musica e la poesia hanno ampio spazio. Inoltre, da tre anni grazie al nostro progetto “Dall’Adriatico all’Europa” scegliamo un bimbo, di età compresa tra 5-10 anni, per visitare una città europea accompagnato dai genitori». Per Stefania il viaggio è un momento di crescita e di apertura mentale. Concilia spesso le trasferte lavorative con le parentesi di relax. «Ricerco le novità, le rielaboro e al mio rientro cerco di trasferire nel mio ambito lavorativo le esperienze vissute all’estero. Il Canada è il mio modello di società, credo che racchiuda quanto c’è di positivo negli Stati Uniti. In Canada si respira il giusto equilibrio tra famiglia e lavoro. È una società in cui convivono tante etnie e tutte si riconoscono nei valori della bandiera canadese». L’analisi dei vari modelli sociali, i paragoni tra di essi, muovono spesso la Peduzzi a riflettere: «Io sono stata fortunata, in mia assenza i miei figli sono stati seguiti dalle due nonne. Un vero privi-
legio perché dove non c’è una struttura famigliare di supporto i bambini ne risentono. Oggi i bimbi sono sottoposti a ritmi forsennati. Hanno il tempo occupato, ma molto spesso in queste attività la famiglia è assente. Il genitore quando rientra tardi la sera, per motivi di lavoro, non può colmare i momenti di vuoto. I bambini mancano di una parte di vissuto con la famiglia. È una realtà che purtroppo riscontro quotidianamente nel mio lavoro. Vediamo bambini bisognosi di un abbraccio, manca il contatto fisico con i genitori, è un quadro molto triste». Conclude Stefania: «Come associazione oggi non abbiamo spazi adeguati. Vogliamo realizzare una struttura più idonea riconvertendo un’area – per la quale abbiamo presentato il progetto - ma non c’è stata risposta da parte istituzionale. Ci metto passione e amore. Facciamo una cosa utile, ma spesso non trovo un supporto dagli enti preposti. Non demorderò. Ho rispetto nei confronti dei miei collaboratori, dei volontari, dei bambini e delle famiglie». Non a caso Stefania Peduzzi ha fatto suo un principio di Loris Malaguzzi: «L’educazione è un fatto di interazioni complesse, molte delle quali si verificano solo se anche l’ambiente vi partecipa»
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Prospetto della scuola da realizzare recuperando un capannone artigianale
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Niente rompicapi, afdati alla nostra esperienza.
Strada Vecchia Fontanelle, 84/6 · 65129 Pescara Uff. Amm.: Tel. 085.4465554 · Fax 085.4409935 Uff. Traff.: Tel. 085.4462666 · Fax 085.4464075 e-mail: amministrazione@mazzocchettitrasporti.it
Via Torretta, 21 · 65128 Pescara Sede Amm.: Via Aterno, 25 · 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Uff. Amm.: Tel. 085.4409074 · Fax 085.4409749 Uff. Trafco: Tel. 085.4465099 www.ctvlogistica.it - info@ctvlogistica.it
Via Aterno, 25 · 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Uff. Amm.: Tel. 085.4465650 · Fax 085.4409807 Uff. Traff.: Tel. 085.4464808/4464464 · Fax 085.4409807 www.pierangelotrasporti.it · info@pierangelotrasporti.it
grandi storie » di Alessio Pelusi
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omenico Dolce nasce a Polizzi Generosa, un piccolo comune in provincia di Palermo nel 1958. Stefano Gabbana, invece, qualche anno più tardi, dalla parte opposta dell’Italia, a Milano. Eppure i due ragazzi di origini geografiche e culturali così diverse sono destinati ad incontrarsi, per fondare quella che sarà una della Case di Moda più famose nel Mondo. Entrambi iniziano la loro carriera presso lo studio di Giorgio Correggiari, dove lavoreranno per anni. Qui, dunque, s’incontrano per la prima volta. In una intervista di qualche anno fa per “La Repubblica”, Stefano Gabbana commenta così la sua relazione con il socio e partner: “Vivi per vent’anni con una persona: sempre insieme, ogni giorno e ogni notte, lavoro, vacanze, ogni pensiero, ogni minuto, ogni gesto, tutto. Che cos’è, se non un matrimonio?”. In quello Studio, infatti, nasce il sodalizio amoroso e professionale fra i due, che prende forma nel 1985 con una sfilata a “Milano Collezioni” nella categoria Nuovi Talenti. Da questo punto in poi, c’è un’ascesa inarrestabile: abbiamo la prima collezione firmata e la prima sfilata D&G nel 1986 nella sede dell’atelier milanese. Nel 1988 siglano l’accordo con l’azienda di Saverio Dolce (padre di Domenico), per la produzione del prêt-à-porter. Nel 1989 realizzano la prima sfilata Donna a Tokyo e creano la prima linea intimo e mare. Poi è la volta della Collezione maschile e della sfilata Donna/Uomo a New York e dell’apertura di uno show-room nella stessa città. Si susseguono fra il ‘91 ed il 92 nuove collezioni e l’uscita di un profumo. Verso la fine degli anni novanta inizia una strategia industriale verticale: viene rilevato il 51% di Dolce Saverio S.p.A., il 100% di DGS (società a cui fa capo la distribuzione su punti vendita a gestione propria) ed acquisito il 5% di Marcolin S.p.A. (settore dell’occhialeria). Ma l’ascesa aziendale non frena le vicissitudini amorose e nel 2004 quella che era considerata la coppia gay più famosa e invidiata al mondo “scoppia”, la loro separazione avviene però in modo consensuale e così, ancora oggi, Domenico e Stefano continuano ad essere buoni amici e a lavorare insieme… un sodalizio vincente che prosegue senza battute d’arresto! Dal sito internet www. dolcegabbana.it si scopre che, oggi, il Gruppo ha il controllo diretto dell’intera catena del valore, dalla creazione alla vendita. Vale a dire che crea,
produce e distribuisce abbigliamento, pelletteria, calzature ed accessori di alta gamma. Gestisce invece, tramite partner licenziatari, la produzione e la distribuzione delle linee beauty, occhiali, orologi e gioielli. Notevoli sono anche i suoi guadagni. Leggendo i risultati economici dell’esercizio fiscale 2009/2010, si scopre, infatti, che “Le vendite wholesale – effettuate sia dal Gruppo che da terzi licenziatari e riferite ai prodotti a marchio Dolce&Gabbana e D&G – sono pari a 1.392,3 milioni di euro. Alla stessa scadenza, il fatturato consolidato registrato dalla capogruppo Dolce&Gabbana Holding S.r.l. ammonta a 1.028,5 milioni di euro, l’organico complessivo è di 3.527 unità e la rete distributiva a gestione diretta include 113 punti vendita, a cui si aggiungono 21 factory outlet.” Perché scegliere Dolce e Gabbana per questa rubrica? Forse per porre in evidenza che il business non è necessariamente scollegato dall’amore e che spesso ad un perfetto connubio nella vita corrisponde un altrettanto fruttuoso rapporto d’affari… pensateci…
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DOMENICO DOLCE & STEFANO GABBANA:
STORIA D’AMORE
E DI SUCCESSO
In soli 25 anni, i due famosissimi stilisti hanno creato uno dei marchi più importanti e quotati al mondo
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fisco » di Luigi Carunchio
Il fisco e le proroghe di rito La vera novità riguarda il fatto che quest’anno la proroga ha interessato anche il modello 730. L’introduzione della cedolare secca sugli affitti ed i ritardi nell’invio dei modelli CUD 2011 hanno costretto l’Amministrazione Finanziaria a prorogare i termini entro i quali i contribuenti potevano consegnare i documenti
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i appresta a diventare una consuetudine la proroga delle scadenze dei versamenti relativi alle dichiarazioni dei redditi. Anche quest’anno, infatti, i versamenti relativi ai saldi per l’anno 2010 e alle prime rate di acconto per il 2011 slittano dal 16 giugno al 6 luglio, senza maggiorazione, e dal 16 luglio al 5 agosto, con maggiorazione dello 0,40 per cento. La vera novità riguarda il fatto che quest’anno la proroga (contenuta nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 maggio) ha interessato anche il modello 730; l’introduzione della cedolare secca sugli affitti (con conseguenze sul calcolo degli acconti d’imposta per il 2011) ed i ritardi nell’invio dei modelli CUD 2011 hanno costretto l’Amministrazione Finanziaria a prorogare i termini entro i quali i contribuenti potevano consegnare i documenti al proprio sostituto d’imposta oppure ad un CAF o pro-
fessionista abilitato, termini che sono slittati rispettivamente dal 30 aprile al 16 maggio e dal 31 maggio al 20 giugno. Di conseguenza, è stato previsto anche un differimento degli adempimenti a carico dei Caf e dei professionisti abilitati che hanno tempo fino al 30 giugno per consegnare al contribuente copia della dichiarazione elaborata ed il relativo prospetto di liquidazione e fino al 12 luglio per la trasmissione telematica ai sostituti d’imposta e all’Agenzia delle Entrate. Per quanto riguarda i versamenti derivanti dalle dichiarazioni UNICO 2011 ed IRAP 2011, quest’anno la proroga interessa indistintamente tutte le persone fisiche, mentre per le altre tipologie di contribuenti il rinvio dei versamenti si riferisce soltanto alle attività interessate dagli studi di settore (e, di conseguenza, ai contribuenti che ne ricavano redditi da partecipazioni). Laddove
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fisco
opera la proroga, come accennato, c’è tempo fino al 6 luglio per i versamenti senza alcuna maggiorazione e dal 7 luglio al 5 agosto per i versamenti con maggiorazione. Per quanto riguarda le società di capitali, tuttavia, è bene sottolineare che, essendo le scadenze dei versamenti legate alla data prevista per l’approvazione del bilancio d’esercizio, non possono beneficiare della proroga tutte le società che in base a disposizioni di legge approvano il bilancio oltre il termine di quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio; in tali casi, infatti, qualora l’approvazione cadesse in giugno, la prevista scadenza del 16 luglio (prorogata automaticamente a lunedì 18 luglio) non rientrerebbe nell’ambito di applicazione dell’articolo 1, comma 2, del Decreto in esame. La proroga delle scadenze ordinarie incide anche sui tempi per avvalersi dell’istituto del ravvedimento operoso qualora il contribuente non sia puntuale all’appuntamento con il fisco. Per i contribuenti interessati dalla proroga, infatti, ci sarà tempo fino al 5 settembre (cadendo il 4 settembre di domenica) per il ravvedimento breve pagando sanzioni pari al 3 per cento dell’imposta, oltre agli interessi legali maturati
fino a quel momento. Inoltre, è stato previsto, per evitare gli eventuali disagi legati al periodo estivo, che tutti i versamenti e gli adempimenti in scadenza nel periodo tra l’1 e il 20 agosto possono essere effettuati in tale ultimo giorno e, quindi, trattandosi di un sabato, la scadenza effettiva slitta automaticamente a lunedì 22 agosto. Per espressa disposizione legislativa, non rientrano in quest’ultima finestra i versamenti con la maggiorazione dello 0,40 per cento, che vanno eseguiti entro il 5 agosto. È importante osservare, infine, che poiché tale disposizione interessa anche gli adempimenti fiscali in scadenza tra l’1 agosto e il 20 agosto, la proroga incide anche sulle scadenze al 31 luglio 2011 già prorogate “di diritto” al 1 agosto, in conseguenza del fatto che il giorno 31 luglio quest’anno cade di domenica. È il caso, ad esempio, delle dichiarazioni dei sostituti d’imposta modello 770/2011 e degli adempimenti collegati alla presentazione delle stesse che, quindi, vengono differiti al 22 agosto
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ict » di Antonio Teti
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acebook ti aiuta a connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita”. Questa è la frase che da tempo campeggia sulla homepage del più famoso social network esistente al mondo. Tuttavia, in funzione delle diverse implementazioni e sviluppi che la creatura di Mark Zuckerberg ha subito nel corso degli anni, è possibile sostenere che la funzione a cui si riferisce la famosa frase, possa ritenersi ormai completamente obsoleta. La conferma di questa certezza ci giunge da una notizia diffusa a metà giugno dai media di tutto il mondo: Facebook annuncia, quasi in sordina, un nuovo servizio in grado di attribuire automaticamente un nome a tutte le foto “taggate” sui profili presenti nel social network. Sarà sufficiente fornire al social network una foto di un qualsiasi individuo registrato nel suo gigantesco database, per ottenerne automaticamente il suo nome e cognome. Se consideriamo che ammonta a circa seicento milioni il numero di utenti registrati su Facebook, la notizia assume una connotazione a dir poco preoccupante. I timori sorgono da una riflessione che è direttamente riconducibile alla mole di informazioni che milioni di utenti del famoso social network, depositano al suo interno. Sappiamo bene che all’interno di ogni singolo profilo personale è possibile trovare informazioni di diverso genere: data di nascita, livello di scolarizzazione, tipologia di impiego, interessi, curiosità ed altro ancora, il tutto molto spesso corredato da foto e filmati che ritraggono anche amici e conoscenti. A questo punto se il sistema è in grado
Mark Zuckerberg, ideatore del social network Facebook
Facebook-Google: tutti in rete appassionatamente!
Dalla catalogazione di informazioni al riconoscimento facciale e vocale: sono i nuovi servizi offerti da Facebook e Google e mirano a raccogliere un numero maggiore di informazioni sugli utenti della rete. È giunto il momento di dire definitivamente addio alla privacy?
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ict
Larry Page e Sergey Brin ideatori del celebre motore di ricerca Google
di attribuire un nome, attraverso un procedimento di riconoscimento facciale, è altresì in grado di incrociare dati e informazioni che possono consentire di creare un gigantesco archivio di “fascicoli” personali che avrebbe un valore immenso. Si renderebbe pertanto praticabile la possibilità di realizzare un sistema informativo “individuale” strutturato su base mondiale. Potrebbe sembrare un’innovazione al limite tra la fantascienza e la fantapolitica, ma non lo è. Anzi quest’annuncio renderebbe felici tutti coloro che da sempre hanno lavorato e tramato per la costruzione di schedari e fascicoli personali fruibili per una molteplicità di scopi. Un elemento, che per certi versi è piuttosto ironico, risiede nella data di attivazione di questo straordinario servizio. Quasi segretamente avviato a dicembre scorso negli Stati Uniti, è stato recentemente esteso a quasi tutti i paesi del pianeta (Italia inclusa con i suoi 22 milioni di utenti registrati). È stato lo stesso Zuckerberg ad annunciarlo, spiegando però che per rendere funzionale il servizio la persona taggata deve essere ovviamente iscritta a Facebook. Qualcuno potrebbe far notare che il social network statunitense non è il solo ad utilizzare la tecnologia del riconoscimento facciale (lo fanno da tempo anche Picasa di Google e iPhoto di Apple), ma è certamente il primo a farlo in automatico, cioè senza la richiesta di consenso da parte degli utenti. Se Mark Zuckerberg, grande taicun di Facebook, porta avanti il suo progetto di catalogazione umana online, Larry Page e Sergey Brin di Google non stanno certo a guardare. Il 15 giugno annunciano che sulla barra
“search” di Google saranno introdotte le funzioni di ricerca vocale collegabile con immagini. Anche se ancora in fase sperimentale, il colosso di San Francisco ha garantito che al potente motore di ricerca saranno integrate delle funzioni in grado di ricercare e identificare un individuo grazie alla sua voce (che sarà registrata in rete) e alla sua foto (che sarà collegata al relativo file audio). Niente male come evoluzione dell’identificazione online! Anche se apparentemente in guerra per la conquista nel cyberspazio di ulteriore consenso e di nuovi adepti, i due colossi della rete già nel dicembre scorso hanno raggiunto un primo accordo. Google si è impegnata ad integrare le bacheche di Facebook con le innumerevoli richieste di ricerche effettuate con i suoi search engines in tempo reale. Pertanto tutti gli aggiornamenti pubblicati sul social network sbarcheranno su Google rendendo i dati e le notizie recenti degli utenti, parte integrante del repository informativo contenuto in Internet. Zuckerberg si è affrettato a dichiarare che garantirà l’accesso a Google solo dei profili cosiddetti “pubblici”, ossia di quelli relativi a personaggi famosi, aziende, politici e imprese, escludendo quindi tutti quelli relativi ai privati e a coloro che non desiderano pubblicizzare le informazioni personali. Sarà vero? Quién sabe, dicono gli ispanici, di certo Zuckerberg, Page e Brin sono alcuni dei nomi a cui si guarda con timore reverenziale, forse perché qualcuno ha asserito che le guerre del prossimo futuro saranno combattute per il possesso delle informazioni…
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creatività&innova ione » di Simone D’Alessandro
Il Modello Pragmatico Elementare: quando la creatività avvicina il software Questo Modello, nasce dall’ottica sistemica dell’antropologo Gregory Bateson e viene successivamente aggiornato dallo studioso De Giacomo
È
possibile elaborare un metodo standard in grado di stimolare i processi creativi partendo da poche regole trasformabili in opposizioni binarie? Con tali regole possiamo dar vita a un software specializzato nella guida alla soluzione dei problemi? La risposta definitiva non c’è, tuttavia esiste un modello che, coniugando Cibernetica, Teoria dei Sistemi, Reti Neurali e Psicologia, tenta di rispondere in modo singolare alle domande poste: il MODELLO PRAGMATICO ELEMENTARE (Elementary Pragmatic Model o EPM) che trae le sue origini dall’ottica sistemica dell’antropologo Gregory Bateson (Bateson, 1984) successivamente aggiornato dallo studioso De Giacomo (De Giacomo, 1999)1. Si tratta di un modello della mente a 16 stili di interazione che mostra qualche parentela con il “Connessionismo” e vede il suo naturale sbocco nel concetto di reti neurali. Seguendo il modello è possibile sviluppare, in maniera organizzata, sia il pensiero convergente sia quello divergente, rompendo gli schemi limitati della persona. Percorrendo le 16 piste di ri-
flessione si è costretti a trovare connessioni insolite, nuove, non comuni. L’EPM persegue l’obiettivo di definire e utilizzare le interazioni mentali e interpersonali, articolandosi su 4 livelli: 1. Il Primo livello, somigliante al pensiero hegeliano, è quello della triade: a. Proposta del primo soggetto. b. Proposta del secondo soggetto. c. Risultato dell’interazione. Questo vedere il mondo continuamente come triadi spinge la mente a una visione fortemente legata all’interazione. D’altra parte tale sistema di relazioni tra soggetti e contesto è anche alla base della maggior parte delle tecniche di problem solving e di generazione di idee (per esempio il thought shower, il focus, il metodo dei sei cappelli ecc). Il confronto relazionale con l’altro da sé (sia esso oggetto, sia esso soggetto) attiva nuove associazioni che possono portare alla generazione di nuove idee; più si creano opportunità di confronto, più aumentano le pro-
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creatività&innova ione
babilità di generazione di nuove idee tra le quali vi potrebbero essere quelle adatte a individuare un problema, oppure a risolvere un problema, ovvero a tracciare un nuovo percorso verso nuove forme di sapere. 2. Il secondo livello, a partire dalle triadi, sviluppa quattro modalità di composizione delle triadi sopra menzionate: a. Accettazione del mondo dell’altro. b. Mantenimento del proprio mondo. c. Accettazione della condivisione. d. Accettazione di ciò che non esiste, né nel proprio mondo, né nel mondo dell’altro. 3. Il terzo livello passa dalle quattro coordinate alle sedici funzioni o stili relazionali frutto della combinazione delle quattro modalità. I sedici stili di interazione rappresentano sedici stati mentali possibili, corrispondenti a sedici prospettive, sedici ottiche, sedici punti di vista, sedici angolature con cui la mente può pensare e risolvere i problemi: a. Annullamento b. Condivisione c. Ritiro nel proprio mondo d. Mantenimento del proprio mondo e. Accettazione passiva del mondo dell’altro f. Immedesimazione nel mondo dell’altro g. Oscillazione fra i due mondi
h. Mediazione i. Antifunzione j. Accettazione di ciò che è condiviso e di quello che non esiste, né nel mondo proprio, né nel mondo dell’altro k. Bastian contrario l. Dittatura m. Pseudoaltruismo n. Accettazione oltremisura del mondo dell’altro o. Metafora p. Accettazione totale Il tenere conto di sedici diverse possibilità collegate ai sedici stili relazionali sopra menzionati, genera un moltiplicatore di idee che può essere utilizzato, oltre che come metodo, per prevedere il risultato delle interazioni, come amplificatore degli orizzonti mentali. 4. Il quarto livello passa dai 16 stili relazionali alla “tavola dei paradossi”, ovvero: 256 formule dell’interazione che possono essere utilizzate nella previsione teorica dei cambiamenti della mente e utilizzate anche per generare frasi a forte impatto psicologico. De Giacomo ha codificato gli stili relazionali con il sistema binario 0/1. Oggi questo sistema viene utilizzato nel tentativo di elaborare software capaci di produrre decisioni ed essere di supporto alle persone e alle loro organizzazioni
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1. Per approfondimenti sul modello si veda: De Giacomo P., Mente e creatività: il modello pragmatico elementare quale strumento per sviluppare la creatività in campo medico, psicologico, manageriale, artistico e di ricerca, Franco Angeli, 1999.
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norme&leggi » di Filippo Paolini
Obiettivo reti d’impresa
Si tratta di un nuovo istituto giuridico, un contratto con il quale due o più imprese, secondo un programma comune, si obbligano a collaborare oppure a scambiarsi informazioni e prestazioni industriali, commerciali e tecnologiche o, infine, ad esercitare in comune una o più attività economiche rientranti nell’oggetto della propria impresa
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uante volte il tessuto imprenditoriale italiano è stato accusato di “frammentarietà” e di “nanismo”? Capitali esigui, dimensioni ridotte, mancanza di investimenti nella ricerca sono caratteristiche che, secondo l’opinione comune, limitano la competitività internazionale e, quindi, la crescita. Con il dichiarato fine di superare questo limite, sono nate le cosidette reti di impresa, introdotte con la Legge 33/2009, modificata dal DL 78/2010. Nulla a che vedere con consorzi, fondazioni, associazioni. Siamo in presenza di un nuovo istituto giuridico, un contratto con il quale due o più imprese, secondo un
programma comune, si obbligano a collaborare oppure a scambiarsi informazioni e prestazioni industriali, commerciali e tecnologiche o, infine, ad esercitare in comune una o più attività economiche rientranti nell’oggetto della propria impresa: il tutto con lo scopo di accrescere la reciproca capacità innovativa e la competitività sul mercato. Il contratto va redatto per atto pubblico o scrittura privata autenticata, è soggetto all’iscrizione nel registro delle imprese e deve contenere obbligatoriamente, tra l’altro, gli obiettivi strategici di innovazione e di miglioramento della competitività, la durata dell’accordo e la specifica illustrazione del “programma di rete” cioè di una sorta di business plan che
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norme&leggi
individui diritti ed obblighi di ciascuna impresa partecipante e le modalità di realizzazione dello scopo. Facoltativamente, si può scegliere di creare un fondo patrimoniale comune, che risponderà in via esclusiva per le obbligazioni contratte per conto della “rete” e non potrà essere aggredito dai creditori di particolari dei singoli partecipanti. Altra facoltà rilevante è sicuramente quella di prevedere l’esistenza di un organo comune che rappresenti la rete, ad esempio, nelle procedure negoziali con la pubblica amministrazione e nelle procedure di finanziamenti con istituti di credito. Al fine di incentivare e promuovere la costituzione delle reti di impresa, il legislatore ha deciso di agire anzitutto sulla leva fiscale: come specificato con la circolare del 15 febbraio 2011 dell’Agenzia delle Entrate, per le imprese partecipanti, gli utili di esercizio (nei limiti di un milione di euro per ciascuna) godranno di una sospensione di imposta e, quindi, non concorreranno alla formazione del reddito, se accantonati in un apposita riserva e destinati al fondo patrimoniale della rete per la realizzazione, entro l’esercizio successivo, degli investimenti previsti dal programma di rete. In secondo luogo, è prevista la possibilità di stipulare convenzioni con l’ABI, nei termini definiti dal Ministero dell’Economia, e ciò al fine evidente di creare un
canale “preferenziale” di accesso al credito. Questa, per sommi capi, è la disciplina di questa nuova formula aggregativa, che ovviamente può – anzi dovrebbe – essere arricchita dall’autonomia contrattuale delle imprese aderenti, per le quali sarà necessario aver cura di prevedere puntuali norme di comportamento, una disciplina rigorosa della riservatezza e, più in generale, disciplinare con precisione ogni aspetto della vita della “rete” al fine di prevenire l’insorgere di situazioni conflittuali che porterebbero al “fallimento” del progetto. Il vantaggio che potrebbe derivare dalla concreta realizzazione della rete è evidente: si pensi alla possibilità di realizzare investimenti che risulterebbero inaccessibili per le singole imprese partecipanti oppure all’opportunità di proporsi per un appalto, privato o pubblico, che per l’esecuzione necessita di un apporto aziendale (capitale, dipendenti, sedi, ecc.) raggiungibile attraverso l’aggregazione. L’ostacolo più consistente al diffondersi di questo nuovo modo di “fare impresa” sta, invece, nella prevedibile difficoltà in cui si verrà a trovare il piccolo o medio imprenditore, nel momento in cui dovrà “spogliarsi dell’individualità” e condividere con altri imprenditori - che magari fino a ieri aveva visto soltanto come concorrenti - le proprie conoscenze e le proprie risorse
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energia » di Pietro Pastorelli
Confindustria
ed ENEA firmano il protocollo d’intesa Obiettivo dell’accordo la crescita e lo sviluppo delle piccole aziende
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l 22 Giugno 2011 è stato firmato il Piano operativo tra Confindustria ed ENEA in attuazione del Protocollo d’Intesa sottoscritto in data 12 luglio 2010. Il protocollo consolida una già avviata collaborazione strategica finalizzata a sviluppare la ricerca industriale e ad elaborare e condividere scenari e previsioni d’impatto sul sistema paese della normativa nazionale e comunitaria in materia energetica. Nello sviluppo di nuovi prodotti e di nuovi processi le PMI incontrano spesso la difficoltà di reperire, all’interno della struttura, competenze e risorse. Per questo si è pensato, per aiutarle, di fare un accordo con l’Enea che prevede: A. Supporto a CONFINDUSTRIA nella definizione di position paper contenenti anche le analisi di scenario e di impatto della normativa nazionale e comunitaria. L’attività di supporto prevede, in particolare: 1. Valutazione dell’impatto sull’economia del Dlgs n. 28/2011 in materia di promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, con particolare riferimento agli effetti occupazionali, ambientali e sui prezzi dell’energia elettrica. 2. Analisi delle conseguenze sullo scenario energetico nazionale ed internazionale dell’incidente occorso alla centrale nucleare di Fukushima. B. Condivisione di informazioni utili a individuare esigenze ed opportunità di innovazione tecnologica per le imprese con particolare riferimento alle
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energia
implicazioni di carattere energetico e di sostenibilità economica. Si prevede un’attività congiunta finalizzata alla valutazione della fattibilità tecnica e dell’opportunità economica di iniziative produttive nei seguenti settori: 1. Climatizzazione solare e produzione di pannelli solari (termici e fotovoltaici) integrati nei componenti dell’edilizia. 2. “Eco-Industria”: sviluppo dell’offerta di nuove tecnologie per l’efficienza energetica, per la eco-innovazione di processo e di prodotto e per la chiusura dei cicli di flussi di materia e energia (risparmio, recupero e riciclo di energia, acqua e materie prime nei processi industriali; supporto all’implementazione di direttive, norme e regolamenti comunitari; supporto all’implementazione di strumenti di gestione ambientale e nei percorsi di certificazione di processo (ISO 14001, EMAS) e di prodotto (Ecolabel), analisi di ciclo di vita (LCA) a processi e prodotti). 3. Sviluppo delle tecnologie per l’industria della “Smart City” (integrazione delle reti con ampio ricorso alle tecnologie ICT). 4. Sviluppo di sistemi di accumulo per applicazioni mobili. 5. Qualificazione e sviluppo di tecnologie nel campo dei materiali e dei trattamenti innovativi per applicazioni industriali. 6. Sviluppo e industrializzazione di tecnologie innovative per le fonti rinnovabili. 7. Tecnologie e componenti per la gestione intelligente di moduli e generatori anche per la generazione distribuita dell’energia. C. Promozione e implementazione, attraverso le associate e le federazioni di categoria e le associazioni territoriali di CONFINDUSTRIA, di metodi e tecnologie per l’analisi, l’ottimizzazione e la gestione dei processi e sistemi di produzione finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica, alla promozione delle fonti rinnovabili, alla riduzione delle emissioni di gas serra e, più in generale, alla sostenibilità ambientale ed economica. Tali attività, che saranno rese visibili sul sito di CONFINDUSTRIA tra i “Servizi” offerti agli associati (imprese, federazioni di categoria e associazioni territoriali), comprendono:
1. SERVIZI PER LE ASSOCIAZIONI – Informazioni, analisi e valutazioni, anche avvalendosi del supporto degli uffici ENEA di Bruxelles, in merito alle normative di incentivazione dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. – Informazioni, analisi e valutazioni, in merito alle tecnologie commerciali utilizzabili per investimenti di efficienza energetica e di fonti rinnovabili. – Analisi settoriali ed elaborazione di scenari e strategie. – Diffusione delle informazioni presso le imprese associate. 2. SERVIZI ALLE IMPRESE – Corsi e seminari di formazione sull’efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili. – Sviluppo e innovazione tecnologica. – Trasferimento tecnologico. – Diagnosi avanzate di tipo energetico e tecnologico. – Accesso ai programmi di incentivazione sia a livello nazionale che comunitario. – Accesso ai servizi informatici avanzati utilizzando le infrastrutture di calcolo dell’ENEA. L’ENEA si impegna a mettere a disposizione, nel primo anno di vigenza del presente atto, per le attività previste in questa area di interesse, non meno di 10 persone a tempo pieno, delle quali almeno 5 ad elevato livello professionale. Tutti i servizi saranno prestati sulla base di accordi diretti tra l’ENEA e le imprese interessate. D. Promozione dell’accesso delle imprese associate a CONFINDUSTRIA ai servizi avanzati di prova, qualificazione e certificazione di materiali, componenti e sistemi disponibili presso i centri dell’ENEA. Tali attività saranno rese visibili sul sito di CONFINDUSTRIA tra i “Servizi” offerti agli associati. Per meglio approfondire l’iniziativa è possibile, attraverso il link “ENEA per Confindustria” presente nella pagina web “Info Energia” di Confindustria, collegarsi al sito dell’ENEA. Questo accordo, anche alla luce delle recenti decisioni sul nucleare, rappresenta un servizio con forte valore aggiunto per il tessuto industriale che consentirà alle imprese di competere a livello internazionale grazie all’elevata possibilità di generare innovazione tecnologica
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ricerca&innova ione » di Luciano Fratocchi
Risorse umane e laurea in Ingegneria: un binomio necessario Lo dimostrano i risultati di un’indagine realizzata dall’Università dell’Aquila e presentata durante il congresso nazionale dell’AIDP
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l 27 e 28 Maggio scorsi si è svolto a Montesilvano – come riportato in precedenti articoli apparsi su questa rivista – il Congresso nazionale dell’Associazione Italiana Direzione del Personale (AIDP) in cui, basandosi sulla metafora del ponte, si è analizzato il complesso, ma fondamentale rapporto tra Università ed imprese. Nell’ambito delle sessioni parallele del pomeriggio, sono stati presentati i risultati di una ricerca che ho avuto il piacere di condurre insieme al dott. Tommaso Prete – titolare dell’omonimo studio di consulenza, formazione e selezione del personale – ed alla dott.ssa Luciana La Verghetta – Unit Manager dell’Agenzia per il lavoro Randstad Italia. Lo studio – a cui ha collaborato anche la neo dottoressa in Ingegneria gestionale Silvia Di Censo, per la quale l’argomento è stato l’oggetto della tesi - ha approfondito il tema delle competenze in tema di gestione delle risorse umane possedute dai laureati in Ingegneria. Più specificatamente, si è inteso comprendere quanto questo tipo di competenze fosse effettivamente richiesto dalle imprese e quanto nei curricula accademici a livello nazionale esso fosse presente. Per analizzare il primo aspetto (effettiva richiesta da parte del mondo delle imprese) è stato definito un campione rappresentativo di tredici medio-grandi imprese abruzzesi – appartenenti sia al comparto manifatturiero che a quello dei servizi – che impiegano nel loro organico ingegneri in maniera significativa (in media il 10% del totale dei dipendenti con picchi del 23-24%) ed in cui gli stessi rappresentano una quota assai rilevante dei livelli dirigenziali (il 52% in media, con picchi del 100%). I referenti delle aziende prescelte sono stati quindi sottoposti ad un’intervista strutturata dalla quale è emersa una forte criticità rispetto al problema trat-
La locandina del Congresso Nazionale AIDP
tato. In particolare, mentre per undici delle tredici aziende intervistate le competenze in tema di risorse umane sono considerate assolutamente importanti (valutazione pari a 4 su una scala da 1 a 5), solo 3 di queste considerano almeno adeguate le competenze effettivamente possedute dai propri dipendenti ingegneri (vedasi tabella in figura 1). Il dato diventa ancora più critico laddove si tenga conto che circa un terzo delle aziende intervistate
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Figura 1 Valutazione competenze possedute
Importanza delle competenze in termini di RU 1
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non effettua investimenti in formazione specifici sul tema della gestione delle risorse umane, il che amplifica la necessità che tali tematiche siano analizzate durante il curriculum accademico. Per questo motivo, l’analisi si è quindi spostata all’esame dell’offerta formativa delle facoltà di Ingegneria, nelle quali si è rinvenuta traccia di tematiche del genere solamente nei corsi di laurea in Ingegneria gestionale. I dati raccolti evidenziano che – su un totale di 25 Atenei a livello nazionale in cui viene erogato il Corso di laurea specialistica/magistrale in Ingegneria gestionale – solo in 18 esiste un insegnamento che affronti le tematiche in parola. I corrispondenti valori per le Lauree triennali sono 30 Ate-
nei e solo 7 corsi. Alla luce di questi dati assume ancora più rilevanza la scelta effettuata dal Consiglio di corso di studi in Ingegneria gestionale dell’Università di L’Aquila che, sul tema delle risorse umane, aveva già maturato un’importante esperienza negli anni accademici 2004-2005 e 2005-2006 in cui era stato attivato un corso di 30 ore tenuto da un docente interno. All’indomani del tragico sisma del 6 Aprile 2009, il Consiglio ha progettato insieme all’Associazione Italiana Direzione del Personale Abruzzo Molise – presieduta dall’Ing. Credidio di Micron Technology Italia – un nuovo corso di ben 60 ore – quelle generalmente dedicate ai corsi “istituzionali” - con esame finale e votazione che “fa media” ai fini del voto di laurea. La docenza - è stata interamente svolta da manager, consulenti e professionisti del mondo delle risorse umane, coordinati dal dottor Prete – il tutto sulla base di un approccio di assoluta gratuità. Al termine delle due edizioni – in cui hanno seguito il corso e superato gli esami oltre 150 ingegneri – ed in attesa che nel prossimo anno se ne attivi la terza, l’esperienza può essere considerata come un caso di successo che dimostra nella pratica quanto il “ponte” tra Università e mondo del lavoro possa essere costruito e – soprattutto – sia proficuo per gli studenti e per lo sviluppo economico del territorio
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L’intervento del presidente nazionale Roberto Savini Zangrandi
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gestione d’impresa » di Massimiliano Pian
Il controllo di gestione nelle imprese agricole
Riflessioni sulle peculiarità del business agricolo per un controllo di gestione efficace
I
l controllo di gestione delle imprese manifatturiere si basa su un’ampia bibliografia di tesi, esperienze, modelli: sono diventate nozioni ormai comuni di management e note agli imprenditori concetti quali la saturazione della capacità di un impianto, il tasso di rotazione del magazzino, l’assorbimento di costi fissi e ammortamenti. Più complicato e difficoltoso trovare un’identica disponibilità e diffusione di concetti di controllo di gestione da applicare alle aziende agricole. Eppure l’Italia, tra i Paesi industrializzati, mantiene ancora una significativa connotazione agricola: il cosiddetto settore primario, pur in calo negli ultimi decenni, ha contribuito nel 2009 all’1,8% del Valore Aggiunto complessivo, contro l’1,6% dell’Unione Europea e l’1,3% degli Stati Uniti. In particolare, gli ultimi anni hanno visto la crescita
del settore dell’agricoltura biologica, che ha incrementato nel 2009 gli ettari coltivati del 10,9%: secondo IFOAM (International Federation of Organic Agriculture Movements) il mercato mondiale biologico vale 32 miliardi di euro nel 2009, il 50% del quale realizzato in Europa e il 10% in Italia. L’Italia è anche il maggior esportatore mondiale di prodotti biologici verso l’Europa, gli Stati Uniti e il Giappone, per un valore dell’export di prodotti biologici stimato in 900 milioni di euro nel 2008 (dati IFOAM). Quali sono le caratteristiche che rendono peculiare il business agricolo e che impongono la definizione di un modello di controllo specifico non immediatamente riconducibile ai tradizionali strumenti in uso nelle aziende manifatturiere? Per brevità e semplicità vengono esposti alcuni de-
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gestione d’impresa
gli elementi tipici, utili ad evidenziare come la più antica delle attività economiche richieda forse anche la più particolare e sofisticata metodologia di controllo: 1. Costi e ricavi non sono sincronizzati temporalmente. Le vendite dei prodotti agricoli sono tipicamente stagionali, per cui i ricavi si concretizzano e si concentrano in un periodo ben definito e solitamente breve; i costi seguono invece un andamento più costante durante tutto l’arco dell’anno: il mantenimento e la cura delle piante, gli ammortamenti delle infrastrutture, gli eventuali costi degli imballi (almeno 2-3 mesi prima della commercializzazione), i costi fissi del back-office: ne consegue che le aziende agricole hanno mediamente necessità di liquidità in anticipo rispetto alla maturazione dei ricavi. 2. I costi variabili di produzione sono “poco” variabili rispetto ai volumi. La maggior parte dei costi variabili di produzione (la manodopera diretta, i costi di materiali per il trattamento delle piante) sono variabili non tanto in relazione ai volumi di prodotto raccolto, e quindi ai ricavi realizzati dalla vendita, ma agli ettari coltivati. Gli indicatori di settore stimano, infatti, i costi della manodopera in risorse per ettaro e non per volume di prodotto. Tale configurazione di costo rende ancor più incerto il risultato della gestione: i ricavi sono la conseguenza dei volumi e della qualità del prodotto (che si determina solo a raccolto avvenuto), mentre i costi, anche di produzione, sono correlati alla dimensione del terreno coltivato.
3. Eventi climatici esterni incidono sul livello di fatturato. Concentrando la maggior parte della produzione in un determinato periodo dell’anno, cattive condizioni climatiche nel periodo immediatamente prossimo al raccolto possono influenzare significativamente sia i volumi che la qualità del prodotto. A fronte di tale rischio sono ben poche le azioni di prevenzione possibili (una possibile copertura assicurativa, tecniche di strutture estese per la protezione delle coltivazioni). Volumi e qualità inferiori al previsto determinano ovviamente minori volumi di ricavi, mentre la maggior parte dei costi viene comunque sostenuta: ciò significa incidere direttamente sulla marginalità dell’intero esercizio. 4. Sono necessari costanti investimenti per il rinnovo delle piante. In molte culture le varietà di prodotto sono di continuo aggiornate: nei vivai se ne creano sempre di nuove, in grado di avere rese sempre maggiori e costi di gestione inferiori; è quindi assolutamente necessario investire costantemente nel rinnovo delle piante, al fine di incrementare le rese per ettaro e ridurre i costi di gestione; La costruzione di strumenti di controllo per verificare la redditività di un’impresa agricola non è una semplice trasposizione dei più comuni modelli di contabilità “industriale”, ma richiede un alto grado di specializzazione, oltre alla necessità di combinare competenze agronome e finanziarie
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credito&finan a » a cura della redazione
L
a Carispaq, Cassa di Risparmio della provincia dell’Aquila, all’età di 152 anni riceve il premio “Italia 150. Le radici del futuro”, istituito dall’Unione Nazionale delle Camere di Commercio. La cerimonia di premiazione di 150 imprese centenarie iscritte al Registro delle Imprese Storiche Italiane si è tenuta nella prestigiosa sede di Palazzo Colonna a Roma, alla presenza del ministro dello Sviluppo Economico, Onorevole Paolo Romani. Durante la 133° assemblea degli amministratori delle Cciaa d’Italia, il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello e il presidente della Cciaa dell’Aquila Lorenzo Santilli hanno consegnato lo speciale riconoscimento al presidente della Carispaq Antonio Battaglia e al direttore generale Rinaldo Tordera. La Carispaq conta oggi 54 filiali, 463 dipendenti e un utile netto (2010) di circa 10 milioni di euro. È tornata in utile a 2 anni dal sisma che ha devastato il capoluogo abruzzese. I vertici della banca si sono dichiarati molto soddisfatti del riconoscimento avuto. «Un premio per la longevità dell’azienda bancaria locale che ha sempre rivolto la sua attenzione al territorio creando ricchezza e occupazione. Essere tra le 150 imprese italiane ultracentenarie premiate è per tutti motivo di grande orgoglio. La storia della Carispaq rappresenta un patrimonio importante per il territorio»
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» foto concessa da Carispaq
Carispaq, longevità che premia
“Italia 150. Le radici del futuro” è il nome del premio conferito alla Cassa di Risparmio. Unica azienda storica della provincia dell’Aquila
Il presidente di Carispaq Antonio Battaglia e il dg Rinaldo Tordera
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» di Donato Tribuiani
Lo scenario 2011 per l’artigianato abruzzese Il direttore regionale di Confartigianato Daniele Giangiulli, fa il punto sulla situazione economica delle nostre imprese
D
irettore Giangiulli, possiamo finalmente dire che la congiuntura economica sta volgendo al termine e che stiamo assistendo ad un’effettiva ripresa dell’economia locale? «Si ritiene che la recessione sia ormai finita. Lo dimostrano molti dati. In particolare, l’indagine congiunturale del CRESA, secondo cui il fatturato e gli ordinativi delle imprese stanno crescendo del 10%, e l’andamento dell’export per il 2010 che è aumentato del 18,8%, tre punti percentuali al di sopra della media nazionale. Le esportazioni sono concentrate in gran parte presso le grandi imprese, tuttavia questo risultato si può considerare incoraggiante per gli effetti che potrà avere sull’indotto e sulle piccole imprese. Anche la caduta dell’occupazione si è arrestata. Non siamo ancora ai livelli pre-crisi, ma il fatto che i livelli occupazionali non si siano ulteriormente ridotti induce a pensare che la ripresa delle attività produttive stia evolvendo positivamente. La ripresa dunque c’è, ma non è stabile, è ancora incerta e oscillante, non è diffusa e ciò genera incertezza sulle aspettative delle famiglie e sugli investimenti delle imprese. I settori che sembrano aver ripreso un cammino evolutivo sono quelli relativi ai servizi alle persone, al meccanico, al turistico-alberghiero, socio sanitario, elettrotecnico e agroalimentare». Nello specifico per l’artigianato abruzzese come è stato l’impatto della crisi e quali sono le vostre proposte per uscirne? «Il settore artigiano è stato duramente colpito dalla crisi, sia in via diretta per il calo dei consumi delle famiglie e della produzione sia in via indiretta per la grave crisi che ha colpito la grande impresa che ha conosciuto un picco nella cassa integrazione e nel crollo dell’export a fine 2009 del 31%. È anche diminuito il numero delle imprese artigiane entrate nel mercato, mentre è cresciuto il numero delle cessazioni aziendali, determinando di conseguenza un saldo negativo. La disoccupazione è notevolmente aumentata e a fine 2010, è risultata dell’8,8%, circa 0,7% in più rispetto al 2009, e oltre 1,5% rispetto al periodo pre crisi. Il settore industriale e quello dei servizi hanno fortemente risentito della crisi. Per quanto riguarda le istanze richieste per contribuire ad uscire dalla
Daniele Giangiulli, direttore regionale di Confartigianato
crisi, riteniamo che le questioni da affrontare siano essenzialmente due: Fisco e Liquidità. Poichè il primo aspetto è connesso a problematiche e risoluzioni nazionali, in questa fase intermedia diventa cruciale il rapporto con le banche e il ruolo dei Confidi. Mi riferisco nello specifico a strumenti che possano supportare l’accesso al credito delle imprese, quali il potenziamento del ruolo dei Consorzi Fidi». Il sistema bancario, rappresentato sia dalle banche nazionali che locali, ha supportato il sistema produttivo abruzzese? «Dopo una forte stretta creditizia che ci è costata, in termini di minor erogato, 300 milioni di euro nell’anno 2009, possiamo affermare che il sistema bancario abruzzese, specie quello rappresentato dalle banche locali, sta mostrando una leggera ripresa nelle erogazioni. Anche se in alcuni settori tipo quelli legati all’automotive o al tessile ci sono ancora forti criticità, per via anche delle tipologie delle attività che stanno risentendo della crisi delle grandi imprese. L’Abruzzo ha sistema produttivo “bancocentrico”, ossia il sistema bancario rappresenta l’unica fonte di finanziamento esterna per le imprese. Pertanto è indispensabile rilanciare l’accesso al credito delle imprese con il ruolo prezioso dei Consorzi Fidi che in questo momento di congiuntura fortissima hanno saputo essere dei veri e propri ammortizzatori sociali per le imprese. Appunto per questa loro funzione “sociale” la Regione ne deve riconoscere il ruolo con degli incentivi pubblici per il loro rafforzamento»
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» di Martina Luciani
“… Ti addormenti di sera e ti risvegli col sole…” Alba Chiara: a Lanciano apre la prima struttura abruzzese per la cura ed assistenza dei malati terminali
In questa e nella pagina affianco due immagini dell’Hospice di Lanciano
«D
opo giorni bui, come quelli della malattia, arriva sempre la luce; c’è sempre un’alba chiara» è con queste semplici parole che il direttore Pier Paolo Carinci ha presentato l’hospice per malati terminali, inaugurato lo scorso 4 giugno a Lanciano. All’inaugurazione erano presenti il presidente della Regione e commissario alla sanità Gianni Chiodi, il manager della ASL Lanciano-Vasto-Chieti Francesco Zavattaro, il Vescovo della Dio-
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cesi Lanciano-Ortona monsignor Emidio Cipollone ed il senatore Fabrizio Di Stefano. «L’hospice di Lanciano ci permette di recuperare un gap nei livelli essenziali di assistenza che poneva l’Abruzzo in una condizione di grave ritardo rispetto alle regioni italiane» ha commentato il governatore Chiodi. «L’hospice frentano, a cui seguirà tra pochi mesi quello di Torrevecchia Teatina, poi gli hospice di Pescara, Teramo, è un esempio di come il servizio pubblico possa fare sanità di qualità tenendo sotto controllo i costi».
Sono occorsi 4 anni di lavori e un investimento di circa 1 milione 200mila euro, coperti per 465 mila euro con fondi regionali ed il resto dalla Asl. La struttura è parte integrante della rete di assistenza territoriale della Azienda USL Lanciano-Vasto-Chieti. L’hospice è un servizio pubblico gratuito in grado di offrire autonomamente tutti i servizi previsti dai livelli assistenziali propri della rete di cure palliative, e quindi di assicurare la piena continuità di assistenza. «La nostra è stata una decisione coraggiosa», ha sottolineato il manager della Asl provinciale, Francesco Zavattaro «perché la disponibilità di risorse umane è davvero limitata e pesantemente condizionata dal piano di risanamento. E’ prevalsa la convinzio-
ne di prendersi cura del malato, in prima persona, con un approccio improntato all’umanità, alla sensibilità, alla competenza». L’ufficio include aree dedicate all’attività ambulatoriale e di degenza. Ci sono 12 camere ad uso singola, di cui 2 miniappartamenti tutte dotate in ogni genere di comfort per accogliere nel miglior modo possibile pazienti e familiari. L’ambulatorio di cure palliative dell’hospice è a disposizione anche per i malati seguiti a domicilio dal servizio, con le stesse modalità multidisciplinari applicate a domicilio ed in hospice. L’accesso in hospice non è diretto. Possono accedere alla struttura solo le persone malate seguite dall’assistenza palliativa domiciliare previa richiesta e valutazione dell’équipe medica
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Cure palliative: cosa sono ed a chi si rivolgono Le cure palliative sono cura attiva per quelle persone la cui malattia di base non risponde più a trattamenti specifici. L’intervento terapeutico in questi casi viene esteso al supporto psicologico, relazionale, sociale e spirituale, con un alto livello di assistenza specialistica. Il piano di cura è volto a garantire la migliore qualità di vita possibile alla persona malata, tenendo sotto controllo il dolore e gli altri sintomi, prestando attenzione all’aspetto psicologico e sociale, per offrire una risposta adeguata alle sue esigenze, nel rispetto della sua volontà e dei suoi principi. La filosofia delle cure palliative è di alleviare la sofferenza della persona malata, qualunque sia la sua età e la sua diagnosi, garantendole la miglior qualità di vita possibile fino al termine dei suoi giorni, circondata dai suoi cari.
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» di Eleonora Lopes
E
nnesimo successo per il figlio del celebre economista abruzzese Pino Mauro. Com’è noto Raffaele Mauro lo scorso anno ha vinto il primo premio indetto dalla Fondazione Italia Futura con un progetto dedicato al microcredito nell’area del sisma. Successivamente è stato premiato dal ministro della Gioventù Giorgia Meloni tra i duecento giovani talenti italiani. Ed oggi il trentunenne pescarese si trova in California presso la Singularity University, scelto, con borsa di studio, tra gli 80 ammessi su oltre 2200 domande provenienti da 109 paesi. I partecipanti provenienti dall’Italia sono soltanto quattro. La Singularity University, sponsorizzata, tra l’altro, dalla Nasa e da Google è probabilmente il più evoluto progetto educativo- imprenditoriale oggi attivo nel mondo, con sede al Centro di Ricerche Nasa Ames, in Silicon Valley. Il suo scopo è di trovare, selezionare, educare dei “Dream Team” di leader dedicati a comprendere e applicare tecnologie e conoscenze in crescita esponenziale. Si tratta di una scuola che intende stimolare un pensiero pioneristico e innovativo, capace di affrontare le grandi sfide dell’umanità, come quelle dell’energia e dell’ambiente. Dal suo lancio, nel febbraio 2009, sono usciti in 24 ore 14.000 articoli, incluse le copertine di Financial Times, Business Week, Chicago Tribune. Il Corso dura 10 settimane e ha carattere interdisciplinare perché comprende lo studio delle tecnologie in ampia varietà di campi, tra cui la medicina, la nanotecnologia, l’intelligenza artificiale e la finanza. Nella sostanza, come si afferma nella nota di presentazione dell’Università “Stiamo chiamando a noi da tutto il pianeta i leader futuri più appassionati e intelligenti per dare loro gli strumenti e i contatti necessari per affrontare le grandi sfide davanti a noi”. E aggiungiamo noi, Raffaele Mauro, con le sue competenze e capacità, potrebbe essere uno di questi leader
Raffaele Mauro, giovane economista abruzzese
Da Pescara alla
Silicon Valley È il percorso che è riuscito a compiere il giovanissimo economista Raffaele Mauro che ha di recente vinto una borsa di studio in California presso la Singularity University per un progetto davvero innovativo
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» di Laura Sacchetti
Orto in città? Oggi è possibile Anche nella nostra regione sta prendendo piede la moda di creare piccoli orti in città sotto la propria abitazione. È già realtà a Pescara, Alba Adriatica e in alcuni paesi dell’aquilano…
Un orto cittadino
U
n tempo gli orti erano un elemento essenziale dell’economia urbana. Erano posizionati intorno all’abitato o nelle sue immediate adiacenze e fornivano quanto era necessario alla comunità. Con l’industrializzazione e l’espansione delle città, la contemporanea diffusione in agricoltura di tecniche produttive meccanizzate, gli orti hanno finito per perdere la propria centralità ed entrare in contrasto con nuovi stili di vita. Da alcuni anni a questa parte l’orto sembra invece essere tornato di gran moda, sia come pratica “fai da te” che come obiettivo di politiche sociali, ambientali, di progetti e iniziative di natura didattica, ricreativa o terapeutica. Citando un rapporto sul tem-
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po libero dell’ISTAT, Coldiretti conferma che il 37% degli italiani si dedica oggi alla passione dell’orto, anche in città, utilizzando spazi pubblici, giardini, ma anche semplici terrazze, balconi, tetti, persino muri o spazi interni alla propria abitazione. Tra le ultime frontiere di questa moda figurano l”orto a parete”, che cresce in verticale su pannelli da appendere come fossero quadri; oppure l”orto da camera”, originale proposta al Salone del Mobile 2011, dove pomodori e insalate crescono anche su divani, cassettiere, armadi, poltrone, sedie e finestre che non si usano più. Questa rinascita di interesse per l’orto in tutte le sue forme, anche le più eccentriche, ha radici fondamentalmente diverse dal passato. Non vi è più alla base un’esigenza materiale di sosten-
tamento, ma al contrario il rifiuto di modelli consumistici e globalizzati e, insieme, il desiderio di riaccostarsi alla natura, al suo linguaggio, ai suoi ritmi e di recuperare quell’ancestrale rapporto con la terra come fonte primitiva di sostentamento. «Il fatto che i cittadini ritornino ad appassionarsi alla terra – afferma Luca Carra di Italia Nostra - riveste una funzione strategica nella difesa del verde come risorsa paesaggistica, ambientale, economica. Tale atteggiamento favorisce la proposta e l’attuazione concreta di politiche di riqualificazione urbana e di contrasto alla cementificazione. Su queste basi nel 2008, in collaborazione con ANCI e Coldiretti, abbiamo avviato il progetto nazionale “Orti urbani” che si rivolge a quanti, privati o enti pubblici, siano in possesso di aree verdi e vogliano destinarle alla realizzazione di orti storici o urbani; i nostri Centri per la Forestazione garantiscono la qualità delle iniziative grazie alla presenza di orticultori esperti. A Milano è già un successo, con cento aree assegnate... il nostro esempio? La Germania, l’Olanda dove da tempo sono molto diffusi soprattutto orti periurbani». In Abruzzo ancora nessun progetto di Italia Nostra ha preso il via, eppure l’interesse per gli orti sembra non meno vivace. A parte i tanti progetti didattici che sempre più di frequente scuole elementari e medie propongono ai propri alunni, citiamo un’iniziativa della facoltà di Architettura dell’Università d’Annunzio di Pescara. Qui gli studenti, diretti dal prof. Alberto Ulisse, sono stati coinvolti nel corso di questo anno accademico in un progetto sperimentale di studio e riqualificazione di aree urbane sensibili, tra cui il quartiere Rancitelli di Pescara. Le proposte dei ragazzi - che hanno lavorato con plastici immagini e sostenuto anche l’esame di Rural Urbanism - sono state in seguito affidate per una loro realizzazione all’Ater e alla onlus “Domenico Allegrino” di Pescara, che da 5 anni porta avanti un’esperienza di orti sociali nell’area di San Donato. Anche l’iniziativa isolata del Comune di Alba Adriatica ha una finalità sociale ma non solo, come ci spiega l’architetto Luigi Irelli dell’Ufficio Urbanistica: «Abbiamo coniugato la richiesta di alcuni privati cittadini di avere a disposizione un pezzo di terra da coltivare con le difficoltà dell’amministrazione di fronteggiare le spese di manutenzione delle aree verdi comunali. Di qui l’assegnazione nel 2010, con bando pubblico, dei due primi piccoli lotti di terra a due anziani che ora li coltivano a ortaggi e ulivi...». L’esperienza forse più rilevante la stanno però vivendo i cittadini aquilani residenti nei terreni del progetto C.A.S.E. Circa un anno fa, grazie ad un protocollo d’intesa tra il proprio Comune e l’Ente Parco Gran Sasso-Monti della Laga, sono stati assegnati ben 216 orti sociali da coltivare secondo principi di sostenibilità ambientale. «Sono un piccolo esempio di volontà di ripartire, di far pace con la natura, di ritrovare delle radici - afferma Silvia De Paulis, responsabile del Servizio Agro Silvo Pastorale dell’Ente Parco –
» foto concesse da Silvia De Paulis dell’Ente Parco
Un orto cittadino ad Assergi
Sto seguendo personalmente il progetto e ci tengo tantissimo perché sono aquilana e vorrei che non passasse l’idea che siamo solo soggetti passivi in assistenza. Gli ortisti in un anno sono aumentati e sono molto motivati, pensi che mi telefonano se si è seccata una pianta nei giardini o se non arriva acqua nelle siepi, di recente a Poggio di Roio si è tenuta una bellissima Festa degli orti. L’incarico di manutenzione del verde scade però fra un anno ma, se i cittadini assegnatari si fanno parte attiva, sarà tutto più facile... consideri che per le 19 aree del progetto C.A.S.E. ci sono circa 60 ettari da mantenere!»
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Un altro orto cittadino nella piana di Roio
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la terra di piero
idee per lo sviluppo delle aree interne » di Piero Carducci*
Ricostruzione:
l’esempio del 1703
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febbraio 1703. L’Aquila fu rasa al suolo da un devastante terremoto. Quasi tremila morti, distruzioni ben superiori a quelle del 6 aprile 2009, una società ed un’economia totalmente azzerate. Fu uno scenario di profonda desolazione quello che si presentò, dopo dieci giorni dal sisma, al Vicario Generale degli Abruzzi prontamente inviato da Napoli, il Marchese della Rocca Marco Garofalo. Un commissario con ampi poteri che seppe affrontare con grande capacità ed intelligenza la situazione, senza mai separare l’emergenza dalla ricostruzione. Gli aquilani superstiti furono convinti a non abbandonare la città, furono subito sistemati acquedotti e forni, si riaprirono le strade principali del commercio, si portarono via le “muraglie dirute”, le macerie che ingombravano ogni dove. “Insomma – scrive lo storico Walter Capezzali – si documenta una forte volontà di rinascita e ricostruzione che in effetti doveva dare gradualmente i suoi frutti positivi”. “Il drammatico momento del terremoto è ancora significativo punto d’intersezione tra le due storie civile ed ecclesiale... E la Chiesa aquilana risorse anche materialmente, come il resto della struttura urbana e contro le insistenti e funeste previsioni di una fine senza scampo... [e seppe]... reagire con provvido decisionismo: promuovere un sinodo, restaurare la Cattedrale, istituire una nuova Accademia”. L’azione del “commissario” Garofalo, personaggio di grande spessore, fu estremamente incisiva. Riuscì sempre a farsi rispettare dal potere centrale, attraverso una dialettica serrata ed a volte polemica, si assunse enormi responsabilità, per la tutela della salute, dei beni dei cittadini e dell’ordine pubblico, nonché per l’immediato avvio della ricostruzione. Fu l’artefice di una geniale intuizione e riuscì ad otte-
nere un provvedimento decisivo per la rinascita aquilana: l’esenzione dai pagamenti ordinari e straordinari di tutte le tasse per almeno dieci anni. Il provvedimento diede un enorme impulso all’opera di ricostruzione: L’Aquila “Zona franca” non solo trattenne i possidenti locali e del contado, ma attirò come una calamita commercianti ed imprenditori dal Nord (soprattutto da Milano), attirati dalle forti esenzioni e privilegi fiscali. La stessa economia cittadina, così ricostituita e rinvigorita da potenti iniezioni di capitali privati, generò le risorse per uno sviluppo autopropulsivo che portò gradualmente alla rinascita aquilana, determinando un assetto sociale più avanzato ed un’economia più ricca e dinamica. E dopo il sisma del 2009? Ottima la gestione dell’emergenza, come nel 1703, ma per il dopo non si percepisce un’idea strategica di fondo – come quella del Garofalo sulla “Zona franca” – né una determinazione forte alla ricostruzione nell’innovazione. La “megamacchina” politica-amministrativa messa in piedi per la ricostruzione appare non del tutto adeguata a gestire la situazione. Ma la constatazione che più addolora è lo smarrimento dell’obiettivo comune della rinascita della città. Tra un sindaco ormai in campagna elettorale e troppi amministratori attenti al loro tornaconto politico, si è smarrito il seme che fu la forza determinante della “primavera aquilana” dopo il 1703: l’unanime forza di reagire, lo spirito di cooperazione nel comune e convergente interesse. Oggi la ricostruzione “pesante” stenta ad avviarsi. Sarebbe bene cominciare a far saltare qualche testa, se si è incapaci di cambiare le regole del gioco. O sono sbagliate le regole o sono incapaci le persone, o tutte e due le cose. Se difettano le regole, si devono modificare. Se difettano le persone, si trovi la maniera di sostituirle o scavalcarle. Ma subito
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* Economista
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osciano è un piccolo paese in provincia di Pescara, uno dei tanti affascinanti borghi della nostra terra. Leggendo alcune notizie su Rosciano salta all’occhio il fatto che ancora oggi attività prevalente del paese viene considerata l’agricoltura e soprattutto la coltivazione dell’uva. Un dato significativo, che ci porta senz’altro a immaginare, per chi non avesse mai visitato quelle aree, dei posti quasi incantati, d’altri tempi, dove l’uomo riesce ancora a vivere in armonia con la natura e gli equilibri tra la nostra attività e i doni della terra sono ancora intatti. È in questo contesto che nasce e si fa storia l’azienda Marramiero Vini, che dell’amore per la terra ha fatto la sua filosofia coniugandola perfettamente con la forte spinta al progresso tipica dell’essere umano che si appassiona al proprio lavoro. Erano gli anni ‘90 quando Dante Marramiero ha dato vita al suo progetto di lavorazione delle uve, di invecchiamento del
Enrico Marramiero
MARRAMIERO VINI: PASSIONE DA BERE vino e di imbottigliamento. La sua eredità è passata nelle mani dei figli Enrico e Patrizia Marramiero che in collaborazione con l’enologo Romeo Taraborrelli e con il responsabile Antonio Chiavaroli, hanno fondato l’azienda Marramiero. È così che nasce un grande pezzo di storia della nostra viniviticoltura, una storia dove all’orgoglio delle proprie origini si unisce alla voglia di migliorarsi continuamente, nella prospettiva che la crescita non deve assolutamente inficiare la genuinità e la qualità dei propri piccoli pezzi d’arte: i vini.
L’azienda Marramiero
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RACCONTIAMO LA STORIA DELLA MARRAMIERO VINI, UNO DEI MIGLIORI PRODUTTORI VINICOLI DELLA NOSTRA REGIONE, CHE RIESCE PERFETTAMENTE A CONIUGARE LA VOGLIA DI PROGRESSO CON IL RISPETTO DELLE PROPRIE RADICI
» REDAZIONAL E IN COL LAB
Il vino come mestiere dunque, fatto con serietà, impegno, innovazione tecnologica, ma anche vino come passione, tradizione, come rispetto per la propria storia e amore per le radici. Alla domanda “Cos’è per lei il vino?”, Enrico Marramiero risponde:«Inizialmente è stato il legame più stretto con la memoria di mio padre, poi è diventato pura passione. Le passioni possono indurti a fare scelte sbagliate, soprattutto in questo settore, dove giustamente i costi della qualità sono altissimi, e i tempi di recupero degli investimenti sono molto lenti. Ma abbiamo lavorato bene e oggi il nostro vino è presente in tutto il mondo. Sa qual è stata una delle emozioni più forti che ho provato in vita mia? Quella di veder esposto il Marramiero in alcuni negozi del Giappone». Questo e molto altro ancora si sprigiona a Rosciano, a circa 270 metri sul livello del mare, nel pieno delle morbide colline Pescaresi. La produzione annua di Marramiero Vini è di circa 4500 ettolitri, con una superficie coltivata di 65 ettari. La terra che accoglie le viti è di medio impasto, tendente all’argilloso con una presenza di tufo. Questa composizione permette un risultato ottimale in termini di crescita e nutrimento dell’uva. I vini, ottenuti nel massimo rispetto di determinate procedure a seconda delle tipologie, possono essere imbottigliati freschi, giovani, oppure invecchiati in barriques e successivamente in bottiglia•
Lo chardonnay “Punta di Colle”
ORA ZION E CON CANTINE
Il montepulciano riserva “Inferi”
MARRAMIERO
Il “Pecorino” D.O.C.
VINI DA PODIO… Sono davvero numerosi i riconoscimenti nazionali e internazionale che i vini Marramiero hanno ottenuto nel corso degli anni. In particolare i tre prodotti di punta: INFERI MONTEPULCIANO D’ABRUZZO D.O.C., ABRUZZO PECORINO DOC SUPERIORE e PUNTA DI COLLE IGT COLLINE PESCARESI CHARDONNAY. Per questioni di spazio pubblichiamo solo i più recenti. IGT COLLINE PESCARESI CHARDONNAY “PUNTA DI COLLE” 2008
Abruzzo Pecorino D.O.C. Superiore “PECORINO” 2010
MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC Riserva “INFERI” 2007
Medaglia d’Oro - VINITALY 2011 - Verona Medaglia d’Oro - CONCOURS MONDIAL BRUXELLES 2011 - Belgique Medaglia d’Argento - SELECTION MONDIALES DES VINS 2011 - Canada Medaglia d’Argento - CHARDONNAY DU MONDE 2011 Medaglia d’Oro - INTERNATIONAL WINE CHALLENGE 2011 - Londra Gran Menzione - VINITALY 2011 - Verona
Medaglia d’Argento - VINITALY 2011 - Verona Medaglia di Bronzo - INTERNATIONAL WINE CHALLENGE 2011 - Londra Medaglia di Bronzo - CHALLENGE INTERNATIONAL DU VIN 2011 Blaye & Bourg- Bordeaux - France
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L’AMBIENTE DIVENTA SOSTENIBILE CON ECOLOGICA SANGRO
Parco fotovoltaico
LA SOCIETÀ HA REALIZZATO IL PARCO FOTOVOLTAICO ATTUALMENTE PIÙ GRANDE IN ABRUZZO CHE CONTRIBUISCE AL FABBISOGNO DI OLTRE 2000 FAMIGLIE
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ieci ettari di terreno che equivalgono a 5.400.000 kWh di energia elettrica annua prodotta da fonti rinnovabili, nel massimo e assoluto rispetto dell’ambiente e a impatto zero. Si tratta del nuovo parco fotovoltaico realizzato dalla società Ecologica Sangro S.p.A. di Lanciano, in località Cerratina a contrada Serre, già in funzione dallo scorso mese di Aprile. Impianto di recupero energetico da biogas a Lanciano
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Termini come “fotovoltaico”, “solare” o “eolico” non sono più da cercare sul vocabolario, ma sono entrati di diritto nel nostro linguaggio comune e quotidiano, così come si sta facendo strada il principio che lo sviluppo è davvero sostenibile quando le risorse presenti in ambiente, per definizione limitate nel tempo, vengono preservate a favore delle generazioni future. È questa la concezione da cui muove il parco fotovoltaico
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ORA ZION E CON ECOLOGICA
SANGRO S.P. A.
La discarica consortile di Lanciano e un particolare, il pozzo per la captazione del biogas
realizzato da Deco S.p.a. per conto della Ecologica Sangro: cinque mesi di lavoro e 12 milioni di euro per installare, con pannelli fotovoltaici, una potenza di 4MWp capace di trasformare i raggi solari in 5.400.000 kWh l’anno di energia elettrica. Un’attività che ha un duplice risvolto: da un lato la capacità di produrre energia e immetterla nella rete di distribuzione sfruttando una fonte rinnovabile, e per sua natura inesauribile; dall’altro il mancato utilizzo del petrolio come combustibile fossile. Per generare una potenza di 4MWp, come quella presente nell’impianto fotovoltaico di Lanciano, sarebbero state necessarie 1.011 tonnellate di petrolio, che a loro volta avrebbero rilasciato in atmosfera emissioni di CO2 pari 2.867 tev (tonnellate di petrolio evitate). L’energia così prodotta dai raggi solari contribuisce al fabbisogno energetico di oltre 2.000 famiglie. L’Ecologica Sangro S.p.A., nata nel 1987, opera nel settore della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani dell’area comprensoriale del Frentano e del Sangro Aventino e rappresenta una delle più innovative realtà aziendali del centro-sud Italia nel suo campo.
Professionalità e competenza aziendali, confermate anche dall’ottenimento delle certificazioni in materia di Qualità ed Ambiente ISO 9001:2008 e ISO 14001, hanno permesso all’Ecologica Sangro di realizzare, oltre al parco fotovoltaico, la discarica del Consorzio Comprensoriale Smaltimento Rifiuti, l’impianto di Trattamento Meccanico dei Rifiuti solidi urbani, l’impianto di recupero energetico del gas di discarica. Come questi ultimi impianti, anche il parco fotovoltaico di Lanciano, che attualmente è il più grande attivo in Abruzzo e che sarà inaugurato nel mese di Settembre, potrà essere visitato da chi ne farà richiesta• La sala conferenze Ecologica Sangro a Lanciano
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C.I.D. GROUP S.R.L., PROBLEM SOLVERS
Lo stabilimento CID Group sito in via Erasmo Piaggio complesso Parco Paglia (1000 mq di estensione tra uffici e opificio)
TECNOLOGIA ALL’AVANGUARDIA AL SERVIZIO DELL’AUTOMAZIONE INDUSTRIALE. SOLUZIONI: DALLA PROGETTAZIONE ALLA TERMOGRAFIA ALL’INFRAROSSO
Un particolare di un quadro elettrico di automazione per l’industria del pannolino
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l Gruppo C.I.D. S.r.l., presente sul mercato dal 1992, ha come core business la progettazione ed esecuzione di soluzioni globali per l’automazione industriale. Con la costituzione di C.I.D. Engineering S.r.l., nel 2003, il gruppo affronta un significativo potenziamento nel settore elettrico ed elettronico. Sette anni dopo le due società appena citate convergono nella C.I.D. Group S.r.l., che amplia le attività del gruppo teatino, potenziando la progettazione meccanica, l’assemblaggio, il collaudo, la messa in opera e la manutenzione di macchine speciali e linee di produzione complete, in particolare nel settore del pannolino. Il qualificato lavoro di squadra di C.I.D. Group S.r.l. ha consentito l’evoluzione tecnologica nelle seguenti aree: progettazione e dimensionamento di quadri elettrici ed impianti di bordo macchina, su CAD e conformi alle normative europee ed internazionali in vigore; realizzazione di quadri elettrici di automazione e di impianti a bordo macchina; programmazione di dispositivi PLC (Siemens, Rockwell) in configurazioni centralizzate o all’interno di architetture di rete ProfibusDP, Controlnet, Profinet, Ethernet, Wi-Fi, ecc.; progettazione e realizzazione di sistemi SCADA di supervisione e stazioni di controllo remoto; manutenzione ordinaria e straordinaria di macchinari industriali; progettazione meccanica; assemblaggio meccanico; collaudo e messa in servizio di macchi-
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ne proprie o di terzi; studio e implementazione di migliorie ed ammodernamenti per aumentare la sicurezza, efficienza e affidabilità delle macchine; customer care nella selezione, acquisto, collaudo e installazione di impianti produttivi e unità ausiliarie; esecuzione di prove strumentali di verifica della conformità degli impianti elettrici ai requisiti delle direttive BT e Macchine, con rilascio della certificazione relativa e fornitura di parti di ricambio nuove o revisionate, oltre all’ottimizzazione delle scorte di magazzino del cliente; formazione professionale di manutentori, programmatori e progettisti di PLC e, infine, prevenzione dei guasti elettrici e meccanici attraverso termografia all’infrarosso industriale. Vale la pena ricordare che oggetti e corpi emettono energia sotto forma di radiazione all’infrarosso, proporzionale alla propria temperatura superficiale. Misurare con termocamere l’intensità dell’energia irradiata da un impianto permette di analizzare discontinuità o anomalie che ne riducono l’efficienza globale. A tal fine C.I.D. Group offre i seguenti servizi (ulteriori informazioni sul sito www.cidgroup.it): rilevazioni sul campo con strumentazione termografica di ultima generazione; redazione, attraverso software specifici, di report corredati di analisi, diagnosi e cura dei difetti rilevati; preparazione ed esecuzione di programmi di manutenzione predittiva su impianti di produzione, inclusa la riparazione e/o la sostituzione dei componenti; installazione ed integrazione di sistemi di controllo termografici di processo fissi; corsi base ed avan-
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Un particolare di un quadro in fase di assemblaggio per l’industria dell’automotive
zati di termografia tenuti da personale certificato UNI EN473 e, infine, fornitura e messa in servizio di sistemi di rilevazione portatili e installazione di accessori per la predisposizione ottimale degli impianti. Alla competitività di C.I.D. Group e al suo posizionamento di rilievo sul mercato contribuisce la costante specializzazione delle sue risorse umane. L’azienda investe nella formazione di tecnici con competenze trasversali – che gestiscono cantieri complessi e di lunga durata, anche all’estero - in modo da ottimizzare i progetti e soddisfare le richieste dei clienti. Il tutto in un’ottica di razionalizzazione di tempi e costi. Per maggiori dettagli tecnici ed informazioni di contatto invitiamo a consultare il sito www.cidgroup.it•
Immagini termografiche riguardano analisi termiche all’infrarosso eseguite su impianto di produzione. (Dall’alto in basso e da sinistra verso destra: filtro polveri, tubazioni, lama rotante, componente elettromeccanico surriscaldato, box a ingranaggi, climatizzazione involucri elettrici, ventilatori, quadri di distribuzione di potenza, componenti elettrici difettosi)
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LIFTED
PUNTARE VERSO L’ALTO Alcuni componenti del team di Lifted, da sinistra: Gianni Giancaterino, Marcello Di Prinzio, Alessandro Sborgia, Riccardo Sborgia, Gianluca Iarussi e Fabio Sciarra
SINONIMO DI COMPETENZA NELL’AMBITO DELL’ASCENSORISTICA. PARTNERSHIP DI SUCCESSO E RISORSE UMANE QUALIFICATE. E-COMMERCE: IL NUOVO TRAGUARDO
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a Lifted s.r.l. viene fondata nel marzo 2008 da un gruppo di imprenditori con una lunga esperienza nel settore ascensoristico. Nel 2009 l’azienda entra nella famiglia della Sborgia Ascensori s.r.l. che trasferisce alla Lifted s.r.l. tutto il know-how sviluppato in 50 anni di esperienza, con l’obiettivo di approfondire, espandere ed innovare il settore. Il ventaglio di servizi offerto è amplio e comprende: installazione ascensori, homelift, piattaforme elevatrici, montacarichi, montauto, servoscala e scale mobili; realizzazione di vani corsa con strutture metalliche (interne ed esterne); assistenza tecnica sugli impianti in esercizio, interventi straordinari, modifiche ed adeguamenti alle nuove normative; interventi di ammodernamento parziale o totale di impianti ascensori e la realizzazione e fornitura
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di componenti ad altre aziende del settore. A questi servizi se ne aggiungono altri derivanti, in particolar modo, dall’importante partnership siglata con la GMV Martini Spa di Pero (Mi), multinazionale italiana leader nel mercato ascensoristico e prima azienda ad aver applicato con successo negli anni ‘60 e ’70 la tecnologia oleodinamica sviluppandola fino ad arrivare oggi a produrre i famosi ascensori Fluitronic (impianti oleodinamici a gestione elettronica). Lifted gode infatti del doppio ruolo di dealer in Abruzzo ed agenzia di vendita in Lazio ed Abruzzo, per impianti completi e componenti. Hanno scelto la professionalità targata Lifted prestigiose aziende multinazionali, banche ed enti pubblici. A coordinamento di tutte le attività sopra citate ed a garanzia della qualità ci sono Luciano Sborgia (fondatore della Sborgia Ascensori), Alessandro Sborgia (amministratore unico della Sborgia Ascensori e socio fondatore di Lifted s.r.l.) e Riccardo Sborgia (amministratore Lifted s.r.l.). Le risorse umane dell’azienda sono 8 tecnici installatori; 2 persone dedicate alle attività di amministrazione e credit management;
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1 responsabile finanza e controllo di gestione; 1 ingegnere tecnico progettista e sviluppatore di nuovi prodotti (come la piattaforma elevatrice E.Motion e l’ascensore a tecnologia MRL di prossima uscita); 1 sales manager responsabile per la gestione del portafoglio clienti ed il business development, con particolare focus su strutture condominiali e 1 sales e marketing manager, responsabile per il business development, con focus sul brand management, nuovi impianti e la vendita di impianti completi, area Abruzzo e Lazio. Lifted Srl, azienda che vanta prestigiose certificazioni - ISO 9001:2008, Abilitazione D.M. 37/2008 (ex L. 46/90), Certificato di Gestione Ambientale ISO 14001:2004, Certificato per collaudo diretto impianti ascensori: 95/16CE Modulo H (All. XIII) e Attestazione SOA (categoria OS4) per l’esecuzione di Lavori Pubblici - attualmente si avvale anche dell’ecommerce per lo sviluppo del proprio business, attraverso la piattaforma www.granbuy.com. Un sito nuovo e dinamico, fondato da giovani abruzzesi e che rispecchia la vision aziendale di Lifted Srl: crescita costante, raggiungimento della eccellenza e vicinanza al consumatore
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seminari&convegni » di Laura Tinari
Giovani, primi esclusi dal mercato del lavoro
Il rapporto 2010 di Bankitalia sull’economia dell’Abruzzo restituisce una regione che mostra segnali di ripresa nei fatturati e nella produzione industriale, ma in grave difficoltà se si parla di disoccupazione, soprattutto giovanile
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a presentazione del Rapporto annuale della Banca d’Italia è stata inserita quest’anno nell’ambito degli eventi per il ventennale della Facoltà di Economia dell’Aquila. Ad aprire i lavori è stato il rettore, Ferdinando di Orio, che ha portato l’attenzione su uno degli indicatori più tristi del rapporto: le difficoltà e l’esclusione dal mercato del lavoro dei giovani, «nella mia lettura, che forse è di parte, il lavoro e il precariato pongono la situazione giovanile come una delle questioni più difficili per il nostro Paese», ha esordito. La crisi economica ha infatti colpito intensamente i giovani e le loro prospettive occupazionali in tutte le aree del Paese: in Abruzzo il tasso di disoccupazione nella fascia 15-24 anni si è attestato al 29,5%, oltre tre volte il livello medio regionale. Luigi Bettoni, direttore della filiale dell’Aquila, ha sottolineato che «nel 2010 l’economia dell’Abruzzo si è collocata su una linea di modesta ripresa, che non si è estesa però paritariamente su tutti i comparti produttivi e su tutte le imprese», la ricerca mostra infatti che mentre le grandi aziende e i settori tec-
La sede di Bankitalia
nologicamente avanzati hanno mostrato una migliore capacità di recupero, le pmi, soprattutto quelle operanti nel made in Italy, hanno risentito di più. Il Rapporto ha anche rilevato un «prolungato ristagno della crescita da quando la Regione è uscita dall’economia assistita». Daniele Franco, direttore centrale dell’Area Ricerca economica e relazioni internazionali della Banca d’Italia, ha spostato il focus sull’area euro, «esiste una tensione tra paesi come la Germania e la Francia, che hanno guadagnato competitività, e la Grecia e la Spagna, che invece l’hanno persa, l’ampiezza della forbice ci dice che non sarà facile riequilibrare le differenze». Il suo giudizio però
non è del tutto negativo «non va male, non siamo un Paese federale e la lezione della crisi è che contano le economie dei singoli paesi. L’Italia ha perso più degli altri in questi anni e oggi cresce meno: secondo le previsioni del Governo solo nel 2014 si tornerà ai livelli del 2007». Franco ha infine dettato il menù delle riforme per recuperare i 10 anni persi: «migliorare i servizi pubblici, potenziare le infrastrutture, ridurre la pressione fiscale, intervenire sulla regolamentazione per le imprese, rafforzare la concorrenza nei servizi, riequilibrare il mercato del lavoro agendo sulla flessibilità e rafforzando il controllo aziendale»
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seminari&convegni » di Eleonora Lopes
L’Italia non è un paese per giovani È questo il grido d’allarme lanciato dai giovani imprenditori di Confindustria durante il consueto convegno di Santa Margherita Ligure che ha visto l’esordio del nuovo presidente, il toscano Jacopo Morelli
Il presidente nazionale dei GI di Confindustria nel suo intervento d’esordio
«È
tempo di occuparci del futuro dell’Italia. Alziamo la voce sul nostro futuro, che è il futuro del Paese. Non ci arrendiamo e non ci rassegniamo». Questo il messaggio forte e deciso che il nuovo presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Jacopo Morelli, ha consegnato in occasione del consueto convegno di Santa Margherita Ligure. Mentre il giovane Jacopo un po’ emozionato faceva il suo intervento, giungeva nella mondana cittadina ligure il premier Silvio Berlusconi che però non ha fatto nessuna sorpresa agli imprenditori presentandosi al convegno,
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ma è rimasto nella sua villa di Portofino. Eh sì, perché in quei giorni si votava per i referundum e il Cavaliere aveva invitato gli italiani a disertare le urne e ad andare al mare, proprio come ha fatto lui, invito che in seguito ai risultati del referendum si è rivelato del tutto sbagliato. Ma torniamo al convegno, a Jacopo Morelli e alle sue quattro proposte presentate durante il suo discorso d’esordio: detassazione per i più giovani, ridurre il cuneo contributivo per chi entra nel mercato del lavoro, detassare le nuove imprese abbattendo l’IRAP sulle start up e di abolire il valore legale dei titoli di studio.
Un messaggio quello del presidente condiviso anche dalla numerosa delegazione di Giovani Imprenditori di Confindustria Abruzzo guidata dal presidente regionale Mauro Barnabei. Anche quest’anno gli abruzzesi hanno voluto esserci, ascoltare e dire la loro sulla situazione economica che il nostro Paese sta attraversando. «L’invito di Jacopo Morelli – ha dichiarato Barnabei – ad intraprendere la via della responsabilità diretta dei Giovani Imprenditori è in linea con il percorso che abbiamo condiviso con Jacopo e con la sua squadra sin dall’inizio, ancora prima della sua elezione». Un concetto quello della re-
sponsabilità che ha trovato consenso anche nelle parole di Emma Marcegaglia, numero uno di Viale dell’Astronomia, che ha accolto positivamente le proposte operative elaborate dagli imprenditori under 40, perché possano essere espressione vivace ed autonoma di un modo nuovo di fare impresa, in un Paese che spesso costringe i giovani a scelte parziali e condizionate. Nel convegno dal titolo “Guardare lontano per vedere oltre”, sono stati invitati ad intervenire diversi imprenditori, docenti ed eccellenze nel campo sportivo, militare, ma di politici davvero pochi. Una scelta mirata che fa ormai parte del filone confindustriale. Nel primo giorno c’è stato un faccia a faccia tra il giovane ministro Giorgia Meloni e il rottamatore sindaco di Firenze Matteo Renzi e poi nel secondo l’intervento del ministro dell’Economia Giulio Tremonti che ha dichiarato: «I fattori di instabilità e di crisi che si sono manifestati tre-quattro anni fa sono tutti in essere. Il tempo della prudenza non è finito. Non
Il ministro Tremonti, ospite del convegno
Da sinistra: Cristian Di Nicola (Autelcom), Incoronata D’Amico (Reginella D’Abruzzo), Mauro Barnabei (Gruppo Barnabei) e Giacomo Ortolano (Argon Energia)
possiamo fare una riforma che crea deficit, dobbiamo trovare i soldi senza scassare i conti». A moderare i vari interventi, un dinamico e divertente Antonello Piroso. Torniamo alle riflessioni dei nostri presidenti regionali. Che convegno è stato quello di quest’anno? «Formazione, riflessione, proposte, convivialità, -ha affermato Alessandro Addari presidente GI Pescara- credo che queste siano le parole chiave di questo convegno. In particolare
vorrei soffermarmi sulla formula dei Workshop del venerdì mattina, entrata nel DNA dei convegni Nazionali di Santa e Capri, che rappresenta un momento formativo importante sia per i Giovani Imprenditori che partecipano all’organizzazione che per i fruitori». Secondo Riccardo D’Alessandro, presidente GI di Chieti: «Nel nostro Paese ci sono oltre 2.2 milioni di giovani tra i 15 e i 34 anni che non sono impegnati in un’attività di studio, non lavorano, non cercano un’oc-
Emma Marcegaglia durante il suo intervento
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seminari&convegni
cupazione, ma soprattutto non sembrano neppure interessati a trovarla. Facciamo molta fatica ad immaginare che in Italia vivano 2.2 milioni di “bamboccioni”. Siamo invece più orientati a pensare che, rispetto agli altri paesi occidentali, il nostro è un paese che investe poconiente nelle giovani generazio-
ni ed è un Paese in cui manca una sana cultura della competizione e del merito». «Il convegno di quest’anno – ha concluso Alessandra Rossi, presidente dei GI dell’Aquila- ha avuto un’ impronta più moderna e giovanile degli anni passati nel format delle tavole rotonde che sono state
interessanti, oltre che per gli argomenti trattati, anche perchè si è avuta quella famosa “contaminazione “ ed apertura di Confindustria verso le eccellenze giovani, non solo di tipo imprenditoriale, ma anche di altri settori, e questo è un fattore fondamentale per la crescita di tutto il movimento»
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Guardare lontano per vedere oltre, anche in Abruzzo A cura dei Giovani Imprenditori Confindustria Abruzzo
Alcuni dei giovani imprenditori di Confindustria Abruzzo
Una situazione difficile sia presente che futura per la nostra regione si figura ai nostri occhi e noi Giovani Imprenditori non possiamo restare a guardare, anzi vogliamo dare il nostro contributo
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su temi che riguardano il nostro futuro e quello delle prossime generazioni. Un futuro che va conquistato e difeso quando minacciato dall’egoismo generazionale di chi governa e che non si rende
conto che sta tenendo fuori dalla vita economica una generazione intera, che invece costituisce una risorsa per la crescita dell’intera regione. “Guardare lontano per vedere oltre” è stato il titolo dato al nostro convegno di Santa Margherita Ligure del mese scorso ed è questo lo spirito con cui vogliamo contribuire alla rinascita del nostro Abruzzo. A metà giugno è stato presentato il rapporto annuale della Banca d’Italia sull’andamento dell’economia nella nostra regione e di certo il quadro che ne viene fuori non è affatto confortante, soprattutto per ciò che riguarda i giovani. Solo alcuni dati relativi al nostro Abruzzo: tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni il tasso di disoccupazione si è attestato nel 2010 al 29,5%, oltre tre volte il livello medio regionale fermo all’8,8%; si è inoltre accentuata la tendenza di questi giovani a partecipare con minore frequenza al mercato del lavoro; il tasso di attività in tale fascia di età è calato dal 29,1% al 23,2%. Tra i giovani appare ampia, seppure con rilevanti differenze territoriali, la quota di coloro che risultano non occupati e allo stesso tempo non coinvolti in esperienze formative di alcun tipo (NEET: Not in Education, Employment or Training) 21,6 % contro il 18% del 2008. È questa la fotografia di una Regione in grave difficoltà, una difficoltà che noi Giovani Imprenditori abruzzesi viviamo tutti i giorni con le nostre aziende, quando non riusciamo a lavorare con serenità, quando leggiamo bilanci in rosso, quando sentiamo la pressione degli istituti bancari. Per non farci sopraffare da questa situazione è necessario riacquisire e far riacquisire ai giovani, tutti, un senso di rispetto ed un impegno personale nel promuovere il dibattito sui temi della crescita, nel proporre soluzioni possibili ai problemi di oggi, nel costruire prospettive, anche mettendo in gioco noi stessi e posizioni di vantaggio, perché i Giovani sono la spina dorsale dell’Abruzzo e dell’intera Italia. È già capitato che i giovani risollevassero il Paese, pensiamo alla generazione della ricostruzione e del boom economico, che, superata la tragedia della guerra, ha trasformato una nazione povera ed arretrata in una potenza industriale. Una generazione che ha fatto tanto credendo nei propri mezzi, senza lamentarsi e lavorando sodo. In Abruzzo, ed in particolare nella zona dell’aquilano, stiamo rivi-
vendo la stessa situazione di allora: nella nostra regione abbiamo la stessa opportunità del periodo post-bellico, ma se si continua a penalizzare le nuove generazioni, le loro forze, i loro talenti, sarà impossibile ottenere una robusta crescita economica ed uno sviluppo sostenibile, condizione indispensabile per garantire un avvenire sereno e duraturo all’intero Abruzzo. Per questo, come GI, abbiamo una precisa volontà, da condividere con tutti coloro, soprattutto giovani, che desiderano impegnarsi: liberare le nostre energie, nel senso di rimuovere gli ostacoli che frenano le potenzialità esistenti, per indirizzarle su un progetto di Abruzzo, che guardi alla crescita. Quali gli ostacoli? L’inefficienza della macchina burocratica; una fiscalità oppressiva; una Pubblica Amministrazione pervasiva e demotivata; la mancanza di efficaci strumenti di sostegno al credito; la carenza di infrastrutture di collegamento moderne e veloci; l’incapacità di attrarre investimenti; la totale assenza di una Politica di servizio, che si occupi dei problemi reali delle persone. Contribuire a rimuovere questi ostacoli, innovare, interpretare la velocità con cui il mondo cambia sono interventi da porre al centro dell’agire civile e politico. Va in questa direzione il “Patto per lo Sviluppo”, sul quale Confindustria Abruzzo si sta fortemente impegnando e che rappresenta un’ottima occasione per la modernizzazione e per il bene della regione, andando al di là di ogni divisione e particolarismo di parte. Progettare e costruire il futuro tocca a persone come noi, tocca a tutti i giovani abruzzesi, tocca a noi Giovani Imprenditori che abbiamo la responsabilità e l’orgoglio di essere classe dirigente. E se riteniamo che la politica non è più in grado di rappresentarci perché ancorata a schemi partitici troppo rigidi o al contrario ad un eccessivo cesarismo, non possiamo permetterci di stare a guardare, dobbiamo rischiare e osare in prima linea. Noi insistiamo e continueremo a farlo perché vogliamo essere una voce da ascoltare quando vengono messe a punto strategie e prese decisioni. L’appello che ci sentiamo di rivolgere a tutti i Giovani Abruzzesi è che l’unico modo di rispondere a chi ci giudica una generazione spenta è dimostrare quanta energia abbiamo. A prevalere deve essere il nostro ottimismo, perché niente è più triste di un giovane pessimista.
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seminari&convegni » di Laura Tinari
“L’Aquila come è, come sarà. Scegliere oggi per intraprendere domani” Ooccupazione e lavoro, le leve strategiche per la ripresa dell’intero territorio, al centro del secondo appuntamento organizzato dai Giovani Imprenditori di Confindustria L’Aquila. A moderare l’incontro il giornalista Angelo De Nicola
L’
intento dei Giovani Imprenditori di fare una fotografia dell’Aquila oggi è stato raggiunto, forse un po’ meno quello di trovare una chiave di lettura del futuro della città. Alla base dell’incontro alcuni concetti condivisi: è necessaria un’idea di città futura; il livello dello scontro politico è diventato troppo alto; la burocrazia frena la rinascita; il sistema economico e produttivo ha bisogno di interventi urgenti. Pierluigi Panunzi, vice-presidente G.I., ha presentato i dati sulla disoccupazione giovanile, lanciando anche alcune proposte per incentivarne l’occupazione. Nel dibattito anche la famosa Zona franca Urbana richiesta per la città dell’Aquila, Giorgio De Matteis, vice-presidente del Consiglio regionale, ha ribadito che sono in corso di trasmissione alcuni dati chiesti dall’Ue. A sottolineare ciò che non va bene l’on. Giovanni Lolli, che ha portato l’attenzione sugli asset strategici del territorio, che troppo spesso vengono dimenticati: un’Università importante, il progetto del Gran Sasso Institute, la scuola di formazio-
» foto concessa da Confindustria L’Aquila
Un momento della tavola rotonda
ne Telecom a cui manca una sede, i fondi che non arrivano per la Thales Alenia Space, la vertenza Technolabs. «Non la vedo così male, ma neanche così bene. -Ha esordito Filippo Piccone, coordinatore del PdlVa fatto un mea culpa collettivo». Rodolfo De Laurentiis, leader abruzzese dell’Udc, ha allargato l’orizzonte «Il sisma si è introdotto in un quadro già fragile. Non basta la buona volontà degli imprenditori, finora è mancata la capacità trainante delle istituzioni. Vanno definiti gli elementi per attrarre investimenti e va trovato il giusto collegamento con Roma per uscire dall’isolamento». Piero Gaffuri, direttore Rai Nuovi Media, ha illustrato il progetto “Rai Local”, un’applicazione
del web 2.0 per il rilancio del turismo regionale. Nelle conclusioni Alessandra Rossi, presidente G.I., ha chiesto fatti concreti e dichiarato che i giovani imprenditori sono pronti ad ascoltare idee e progetti, come il modello di ricostruzione urbanistica della città suggerito dal nunzio apostolico Orlando Antonini “L’Aquila com’era, ma meglio di com’era” e il “parco degli sport della montagna” sostenuto dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, per legare L’Aquila alla candidatura di Roma alle Olimpiadi 2020. Presente all’incontro anche Cesare Trevisani, vice-presidente nazionale di Confindustria e membro del Comitato dei saggi della ricostruzione
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seminari&convegni » di Jenny Viant Gómez
“Marca Adriatica. Abruzzo, Marche, Molise al futuro” È il titolo del convegno promosso da Confindustria Pescara. Riflessione sul concetto di macroregione
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i è svolto presso la sede di Confindustria Pescara il convegno dal titolo “Marca Adriatica. Abruzzo, Marche, Molise al futuro”. Sulle scelta che hanno spinto l’organizzazione confindustriale al dibattito, parla il moderatore dell’evento Enrico Rotolo, presidente della sezione Terziario Avanzato di Confindustria Pescara. Che cos’è la Marca Adriatica? «Nel 1060 Roberto il Guiscardo creò la Contea di Loritello assegnandole una giurisdizione che comprendeva la fascia costiera delle attuali regioni di Molise e Abruzzo. Un secolo dopo l’imperatore Federico II di Svevia estese la contea anche alle Marche, chiamandola Marca Adriatica. Oggi con questa definizione si vuole indicare un progetto di macroregione. Esiste un caso di successo in Europa: la macroregione Baltica, costituita nell’ottobre 2009. È molto vasta e nasce da un accordo internazionale precedente tra Svezia e Danimarca per valorizzare l’Øresund. In un decennio è divenuto un caso di eccellenza
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Il tavolo dei relatori
nella ricerca e nell’innovazione. Le 12 università consorziate, i 6 parchi scientificotecnologici, oltre 2000 aziende specializzate hanno attirato e favorito l’insediamento di nuovi stabilimenti di multinazionali quali: Sony Ericsson, Astra Zeneca, TetraPak, Novo Nordisk, attraendo oltre 700 milioni di euro di investimenti l’anno. La forte integrazione pubblico-privato, consolidata dall’intesa internazionale, ha permesso la nascita di partnership concrete e modelli di sviluppo condivisi (marcati dalla costruzione del ponte di
16 chilometri che collega Malmö a Copenhagen). Il tutto, per una popolazione equivalente a quella che popola i territori potenziali della Marca Adriatica e condensati su una superficie geografica molto più ridotta». Perché Confindustria se ne sta occupando? «È un progetto che noi di Confindustria Pescara (sezione Terziario Avanzato) abbiamo abbracciato con convinzione. Riteniamo possa costituire una valida soluzione alle questioni che condizionano le prospettive di sviluppo del no-
stro territorio insieme a quelli limitrofi. Infatti, in questi ultimi anni i problemi emergenti sia di natura interna (debito pubblico, politica delle infrastrutture; Federalismo, ecc...), sia di natura esterna (globalizzazione, competitività, ecc...) obbligano alla ricerca di soluzioni e percorsi innovativi. Dopo lo straordinario riscontro nel primo incontro, organizzato a febbraio scorso, con la partecipazione di Luciano D’Alfonso e i contributi del presidente e vice presidente di Confindustria Abruzzo, Mauro Angelucci e Paolo Primavera; del presidente dell’Ance Abruzzo, Giuseppe Girolimetti e del presidente di Confindustria Molise, Michele Scasserra; abbiamo pensato di arricchire il nostro programma con altre testimonianze eccellenti. Al secondo incontro hanno partecipato in qualità di relatori, oltre al governatore dell’Abruzzo Gianni Chiodi; l’economista Mario Baldassarri (già vice ministro alle Infrastrutture) e il presidente della Regione Molise, Michele Iorio, preceduti dall’introduzione del presidente di Confindustria Pescara, Enrico Marramiero. I tre relatori hanno concordato sulla valenza del progetto, individuando nella politica delle infrastrutture quella che in primis potrebbe beneficiare di una sinergia fra le tre Regioni, ma aggiungendo ad essa tutta una serie di tematiche che potrebbero fruire di una maggiore condivisione delle scelte e dell’azione comune delle stesse». Quali sono le vostre attese e come intendete procedere?
» foto concesse da Confindustria Pescara
Da sinistra: il presidente della Regione Molise, Michele Iorio e Enrico Rotolo, presidente della sezione Terziario Avanzato di Confindustria Pescara
«Ciò che è iniziato sotto l’egida della Marca Adriatica vuole costruire un’intesa pubblico-privata che si pone come obiettivo principale il costruire uno scenario territoriale dove le singole regioni non siano limitati dispositivi geografici, ma territori del futuro, resi più forti e competitivi a livello globale, connessi da nuove ed efficienti infrastrutture, reti pubbliche e private, filiere di informazioni, conoscenze, servizi e imprese. Il ruolo delle istituzioni pubbliche è determinante, ma deve saper andare al di là di una politica di sostegno alla crescita industriale. Primariamente deve con-
tribuire a creare tre tipi di infrastrutture: una dotazione infrastrutturale fisica; un’infrastruttura regolatoria, che si scrolli di dosso le troppe prassi burocratiche e fiscali; un’infrastruttura immateriale, che supporti il confronto, lo sviluppo e la crescita della società globale. Alla fine del ciclo auspichiamo un incontro istituzionale delle tre regioni insieme: Abruzzo, Molise e Marche, per agevolare un’intesa che firmi una vera e propria “carta” costituenda la Marca Adriatica, nella convinzione che i nostri territori, oggi, abbiano bisogno più di nuove porte che di mura e confini»
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Il pubblico presente al convegno
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seminari&convegni » a cura della redazione
Confindustria Pescara: ancora troppo alti i costi della burocrazia Alla consueta assemblea degli industriali, il presidente Enrico Marramiero ha presentato i risultati del rapporto tra imprese e pubblica amministrazione. Ospite d’onore, il vice presidente di Confindustria Cristina Coppola
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uesta volta Confindustria Pescara, al centro del dibattito della consueta assemblea ha posto un tema molto attuale e vicino agli imprenditori: il rapporto tra imprese e pubblica amministrazione. All’incontro ha partecipato anche il vice presidente di Confindustria Cristina Coppola. L’assemblea è stata aperta con la relazione del presidente Enrico Marramiero sull’andamento dell’economia e sulle priorità associative del suo primo anno di presidenza: «Numerosi sono i progetti –ha detto Marramiero- che abbiamo avviato, ma molto c’è ancora da fare. Bisogna puntare sulle risorse insite del territorio e saperle comunicare per attrarre investimenti e garantire il futuro della nostra regione». Di seguito ha avuto luogo l’illustrazione dei risultati del Progetto IRIDE, Indagine sui rapporti tra impresa e pubblica amministrazione in provincia di Pescara. Il lavoro di rilevazione e analisi su un
» foto concesse da Confindustria Pescara
Da sinistra, Enrico Marramiero, Mauro Angelucci e Cristina Coppola
La vice presidente di Confindustria Cristina Coppola
campione di imprese associate è stato svolto dal gruppo di lavoro composto da Alessandro Addari, Ernesto Anchini, Donatello Aspromonte, Nicola Cinquino sotto il coordinamento tecnico-scientifico del direttore generale di Confindustria Pescara Luigi Di Giosaffatte. Il Progetto IRIDE pone in evidenza le carenze della P.A., ma in logica propositiva punta alla promozione dei modelli positivi di semplificazione per una divulgazione sul territorio. IRIDE rappresenta un modello di studio e miglioramento da replicare sull’intero territorio nazionale. La semplificazione amministrativa è un vero volano per la competitività d’impresa che si traduce in mi-
glioramento dei tempi d’azione e recupero dei costi della burocrazia facilitando nuovi investimenti e quindi rispondendo alle emergenze in tema di occupazione. Presente all’assemblea, anche il presidente regionale Mauro Angelucci che ha tenuto a portare il suo saluto. A chiudere i lavori, la presidente Coppola autrice del saggio “Il Sud aiuta il Sud. Le tesi di Confindustria per il rilancio del mezzogiorno”. «È importante –ha concluso la Coppola- che gli imprenditori siano protagonisti sul proprio territorio con la forza dei fatti, per qualificarlo ed accrescere la sua attrattività per altre imprese»
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seminari&convegni » di Eleonora Lopes
Reti d’impresa, l’unione fa la forza
Rappresentano uno strumento fondamentale per accrescere la competitività delle nostre aziende. Se ne è discusso in un convegno organizzato da Confindustria Abruzzo che ha visto la presenza del vice presidente nazionale di Confindustria Aldo Bonomi
O
ggi i contratti delle Reti di Impresa rappresentano uno strumento fondamentale per la crescita delle aziende. In Abruzzo l’argomento attrae particolare interesse per la recente approvazione dell’Accordo Programma “Abruzzo 2015” siglato tra la Regione Abruzzo e il Ministero dello Sviluppo Economico che stanzia quasi 10 milioni di euro per le Reti di Impresa. Partendo da questo fatto, Confindustria Abruzzo ha organizzato un convegno a Pescara che ha visto come ospite il vice presidente nazionale di Confindustria e presidente di RetImpresa Aldo Bonomi. Partner dell’evento: Banca dell’Adriatico e RetImpresa, l’agenzia creata ad hoc da Confindustria per supportare le aziende in questo percorso. Ad aprire i lavori il presidente di Confindustria Abruzzo Mau-
Il tavolo dei relatori
ro Angelucci che ha dichiarato: «L’accordo di Programma “Abruzzo 2015” è una grande opportunità fortemente sollecitata dalla nostra organizzazione che favorisce le Reti d’Impresa per accrescere il posizionamento dei mercati delle nostre aziende». L’incontro è proseguito con una tavola rotonda alla quale hanno partecipato: Fabio Di Battista, esperto di contratti di rete, Carlo Stocchetti, direttore generale di Mediocredito Italiano- Gruppo Intesa Sanpaolo, Nello Rapini presidente Abruzzo Sviluppo e Alfredo Castiglione, assessore regionale alla Sviluppo Economico. A coordinare gli interventi, Fulvio D’Alvia, direttore RetImpresa di Confindustria. «La politica -ha affermato Castiglione- non deve sostituirsi al territorio, ma deve operare con il territorio, e le Reti d’im-
Aldo Bonomi vice presidente nazionale Confindustria
presa costituiscono un ottimo veicolo per la cooperazione e la crescita tra gli imprenditori». Dopo il polo dell’alta moda e quello della produzione di componenti industriali, i prossimi contratti per le Reti d’impresa in Abruzzo potrebbero riguardare l’Automotive e il turismo, due settori fondamentali per la nostra regione. «Ad oggi i contratti di rete –ha detto Bonomi- a livello nazionale che Confindustria ha stipulato sono 63, e il mio obiettivo entro il 2012 sarà raddoppiarli. Anche la mia azienda si sta adoperando ad utilizzare questo strumento che è fondamentale per un tessuto come il nostro costituito al 98% da piccole aziende. In Abruzzo avete già lavorato bene con due esempi concreti, ma potete fare di più con le Reti che vi daranno possibilità di ulteriore sviluppo»
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seminari&convegni » a cura della redazione
N
el centro espositivo della Camera di Commercio di Chieti sono state premiate le strutture turistiche (alberghi, agriturismi, ristoranti e bed&breakfast) del territorio teatino che si sono aggiudicate il marchio di qualità “Ospitalità Italiana” per il 2010. L’iniziativa, a cui l’ente camerale di Chieti ha aderito nel 2006, è stata promossa in collaborazione con Isnart Scpa, Istituto Nazionale Ricerche Turistiche. Ben 109 operatori del settore hanno fatto richiesta di assegnazione del prestigioso riconoscimento, ma dopo la verifica degli standard qualitativi da parte degli ispettori dell’Isnart, solo 92 attività sono state ritenute idonee. Alla cerimonia per la consegna dei diplomi e delle vetrofanie hanno partecipato il presidente della Cciaa di Chieti Silvio Di Lorenzo, il presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio, Francesco Favia dell’Isnart e il segretario della Camera di Commercio Pierluigi Federici; oltre a molti sindaci dei 31 comuni nei quali operano le strutture premiate. «In questo territorio c’è una concentrazione di eccellenze inusuale - ha detto Favia – dovete esserne fieri e consapevoli. Il marchio “Ospitalità Italiana” a breve sarà europeo perché abbiamo “esportato” l’idea. Quindi le strutture meritevoli saranno integrate con altre città d’Europa, così ci sarà più selezione». Il presidente Silvio Di Lorenzo ha sottolineato che la crescita qualitativa delle strutture si sposa con il progetto di valorizzazione della Costa dei Trabocchi e del turismo della
» foto concesse da Michele Camiscia
La camera di commercio di Chieti promuove “l’Ospitalità Italiana”
Un riconoscimento alleato della qualità nel settore turistico per 92 attività della provincia di Chieti. Iniziativa promossa dall’ente camerale e dall’Isnart provincia di Chieti. Ha proseguito: «Il nostro nuovo obiettivo è portare nel 2016 le presenze turistiche, che nel biennio 2007-2009 sono state di oltre 4 milioni e 600 mila presenze con un fatturato stimato di 393 milioni di euro, a 5,6 milioni di presenze, con una ricaduta sul territorio di 510 milioni di euro. Le risorse finanziarie sono quelle previste dai programmi nazionali e comunitari. Ci aspettiamo dalla Regione Abruzzo un impegno preciso, nel frattempo il nostro ente per mettere in moto la macchina ha stanziato per il 2011 ben 500 mila euro per i primi interventi». «Il turismo rappresenta un’industria ammortizzatore - ha spiegato il presidente della Provincia – genera grandi opportunità in un momento di crisi, consentendo di recuperare la perdita di occupazione generata in altri comparti. Occorre mettere a sistema tutte le risorse finanziarie e di progettualità per condividere le scelte determinanti utili allo sviluppo»
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Da sinistra: Pierluigi Federici, Silvio Di Lorenzo, Enrico Di Giuseppantonio e Francesco Favia
il pubblico intervenuto all’evento
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seminari&convegni » di Eleonora Lopes
Christian Corsi
docente di Comunicazione economica-finanziaria
Valter Catarra
presidente della Provincia di Teramo
Paola Besutti
vicepreside facoltà di Scienze della Comunicazione
Claudio Velardi spin doctor
La comunicazione che non ti aspetti
Il ruolo ed il valore della comunicazione sociale e politica: a Teramo “Pubblicità Progresso” e lo spin doctor Claudio Velardi
I
l valore della comunicazione sociale nell’anno europeo del volontariato, il ruolo della comunicazione politica nel disegnare strategie di relazioni pubbliche per costruire e gestire il consenso. Intorno a questi due temi la facoltà di Scienze della Comunicazione, la Provincia ed il Centro Servizi del Volontariato, hanno promosso a Teramo un calendario di incontri con rappresentanti nazionali del mondo del volontariato e della comunicazione politica, come Rossella Sobrero, consigliere di Pubblicità Progresso, e Claudio Velardi, spin doctor, già portavoce dell’allora presidente del Consiglio Massimo D’Alema.
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L’iniziativa, che fa seguito ad una giornata di discussione sulla comunicazione d’impresa che si è svolta alla facoltà di Scienze della Comunicazione con Giovanni Buttitta e Luca Del Pozzo, rispettivamente direttore Comunicazione e responsabile Media Relations di Terna Spa, è stata ideata dal giornalista Stefano Cianciotta, titolare dell’Agenzia di Relazioni Pubbliche SMC. Gli incontri, che si sono svolti nella Sala Tesi della facoltà di Scienze della Comunicazione, hanno avuto inizio il 7 giugno con la tappa di On the move 2011, il Roadshow nazionale di Pubblicità Progresso che ha già toccato altre università italiane, come La Sapienza
di Roma e lo Iulm di Milano. Rossella Sobrero ha illustrato agli studenti e alle associazioni di volontariato le principali campagne di comunicazione realizzate in questi 40 anni da Pubblicità Progresso, spiegando anche in che modo volontariato e sviluppo sostenibile saranno i temi conduttori dei prossimi impegni della Fondazione, in vista dell’Expo 2015 di Milano. L’incontro è stato replicato nel pomeriggio al Centro Servizi del Volontariato. L’8 giugno è stata la volta di Claudio Velardi, che ha spiegato ad una platea gremita ruolo ed attività di uno spin doctor. Era la prima volta che l’ex collaboratore di D’Alema parlava
in pubblico dopo la sconfitta al ballottaggio di Gianni Lettieri, candidato del Pdl alle amministrative a Napoli, di cui Velardi è stato consulente. Velardi ha analizzato la sconfitta, spiegando gli errori commessi, primo tra tutti l’idea di replicare a Napoli il modello vincente di candidato popolare, neofita della politica, che aveva consentito alla Polverini di vincere nel Lazio nel 2010. A Napoli, complice anche una
situazione nazionale che si è rivelata difficile per il centrodestra, si è assistito, secondo Velardi, all’effetto “bandwagon” (letteralmente salire sul carro dei vincitori), perché l’opinione pubblica dopo il primo turno di elezioni ha scelto Luigi De Magistris, il candidato che sembrava avere in quel momento maggiori chance di vittoria, penalizzando invece Lettieri, che aveva ottenuto al primo turno il 38% dei
consensi. La fine dei partiti, così come li avevamo concepiti nella Prima Repubblica, la personalizzazione della politica, e lo spostamento dei centri decisionali dallo Stato alla periferia, ha detto ancora lo spin doctor partenopeo, hanno di fatto ampliato l’importanza della pianificazione strategica nella comunicazione, strumento essenziale per costruire e gestire il consenso con il territorio e con gli stakeholders
Teramo celebra i 40 anni di Pubblicità Progresso
Claudio Velardi: professione spin doctor
Chi è Rossella Sobrero
53 pannelli, 4 video per celebrare 40 anni di attività. Sono questi, in sintesi, i numeri della mostra itinerante di Pubblicità Progresso, che farà tappa a Teramo il prossimo settembre. L’evento sarà promosso in collaborazione con la facoltà di Scienze della Comunicazione, il Centro Servizi per il volontariato e la Provincia e Fondazione Tercas.
Installazione Pubblicità Progresso
Già dirigente politico del Pci, Velardi è stato capo ufficio stampa del gruppo parlamentare del Partito Democratico della Sinistra, e portavoce di Massimo D’Alema a Palazzo Chigi nel 2008. Dal febbraio 2008 al giugno 2009 è stato assessore al Turismo e ai Beni culturali della Regione Campania. Nel 2010 ha seguito da consulente strategico la campagna elettorale della candidata del centrodestra per la Regione Lazio Renata Polverini.
» foto concesse dalla facoltà di Scienze della Comunicazione
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Fondatore e presidente di Koinètica, agenzia specializzata nella comunicazione sociale, Sobrero è docente di Comunicazione Pubblica all’Università degli Studi di Milano. Collabora con numerose testate giornalistiche, in particolare sui temi della comunicazione sociale. È presidente della Consulta Relazioni Pubbliche di Assocomunicazione, consigliere della Fondazione Pubblicità Progresso, responsabile della Comunicazione Interculturale di FERPI.
L’intervento di Rossella Sobrero
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seminari&convegni » di Eleonora Lopes
Le relatrici intervenute all’incontro di Roseto
Donne ai vertici
Questo il titolo del convegno organizzato dai Giovani Imprenditori di Confindustria Teramo e Pescara con la collaborazione della Fondazione Domenica D’Abruzzo
“D
onne ai vertici” è titolo del c o nv e g n o o r ganizzato dai Giovani Imprenditori di Confindustria Teramo e Pescara con la collaborazione della Fondazione Domenica D’Abruzzo. Il titolo è ispirato alla posizione verticistica raggiunta dalle due province “rosa” nella stima condotta dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, in base alla quale nell’elaborare il tasso “IWF-Index Woman Friendly”, considerando 19 in-
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dicatori economici e sociali, Pescara e Teramo sono risultate le province più “a misura di donna”. Me le donne sono davvero ai vertici nella nostra regione? Purtroppo occorre mettere un punto interrogativo a questo titolo e il perché non è difficile da comprendere. Ne hanno discusso i consiglieri regionali Federica Chiavaroli (PDL) e Marinella Sclocco (PD), la vice-presidente nazionale eletta del Soroptimist International d’Italia, Miriam
D’Ascenzo, Tiziana Di Sante, imprenditrice e presidente Comitato per l’Imprenditorialità Femminile C.C.I.A.A di Teramo e l’imprenditrice Antonella Ballone, componente del Direttivo dei Giovani Imprenditori di Confindustria Teramo. A moderare gli interventi, la giornalista RAI Mariarosaria La Morgia. Ad aprire i lavori, dopo i saluti delle istituzioni presenti, il presidente dei Giovani Imprenditori di Teramo Luca Verdecchia, che si è soffermato su un
primo dato confortante che riguarda il tasso di occupazione femminile che ha invertito la tendenza negativa e ha ripreso a salire nel 2010. A seguire c’è stato l’intervento di Luigi Fusco, responsabile dell’Osservatorio Mercato del Lavoro della Regione Abruzzo, che ha snocciolato vari dati: «In Abruzzo, in particolare, le imprese femminili sono 41.652 su un totale di 150.642. Si tratta di dati molto positivi, che confermano un’inversione di tendenza rispetto a qualche anno fa, quando il panorama delle aziende era quasi esclusivamente maschile». Le ospiti presenti hanno discusso dell’inserimento delle donne nel mondo del lavoro, della politica, dell’impresa e delle professioni. La Ballone, ha sottolineato come spesso le aziende continuino a ragionare in termini “maschili”, la Di Sante ha evidenziato che alcuni provvedimenti a favore delle donne imprenditrici ci sono, ma il problema è la mancanza d’informazione, mentre le consigliere regiona-
Da sinistra: Alessandro Addari, Paolo Gatti e Luca Verdecchia
li Chiavaroli e Sclocco hanno incentrato i propri interventi sull’azione politica delle donne, sull’importanza delle quote rosa e sugli aspetti positivi della legge sulla conciliazione. All’assessore regionale al Lavoro Paolo Gatti, è toccato il compito di rispondere alle richieste delle relatrici e di illustrare gli interventi di politica regionale a favore delle donne e del loro inserimento sul mercato occupazionale, per stimolare lo start-up di nuove imprese in rosa. «È necessario -ha ri-
cordato Gatti- puntare sulla valorizzazione di giovani e donne, elemento indispensabile per tornare a crescere. Sono convinto (ha detto sorridendo) che tra un po’ di anni, noi maschietti ricorreremo alle quote blu!». Le conclusioni dell’incontro sono state affidate al presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Pescara, neoeletto direttore della rivista Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Alessandro Addari
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Il pubblico presente al convegno
» foto concesse da Sergio Pancaldi
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seminari&convegni » di Jenny Viant Gómez
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uona male dire presidentessa, assessora o direttrice? È questione di abitudine. Viviamo in una società in cui i ruoli di potere si declinano al maschile anche quando esistono definizioni grammaticalmente corrette per il genere femminile. Bisogna darci un taglio! Iniziare dalle parole e dall’analisi dei canoni con cui viene proposta l’immagine della donna nei media è una via. Si è dibattuto di questo tema in un convegno, a Pescara, dal titolo: “Donne e tv. Tra stereotipi e pregiudizi”, promosso dal Co.Re.Com Abruzzo presieduto da Filippo Lucci. Sono stati analizzati i dati dell’indagine Glocal Media Monitoring Project, progetto pilota nato nell’ottica di abbinare strumenti globali e pratiche locali, nell’ambito di uno studio sulla rappresentazione delle donne nell’informazione di tutto il mondo. I l mon it oragg io, condott o dall’Osservatorio di Pavia e illustrato dal presidente Stefano Mosti, ha preso in considerazione 16 emittenti TV delle regioni italiane: Veneto, Lombardia, Calabria e Abruzzo (notiziari di Antenna 10, Telemax e Rete 8). Complessivamente è emersa un’elevata visibilità femminile nella conduzione dei telegiornali, 72,9%. Le donne giornaliste in video rientrano nella fascia di età tra i 19 e 34 anni, dato che equivale al 94,1%. Analizzando nel dettaglio le notizie, si osserva una sottorappresentazione del genere femminile. Le donne intervistate sono il 17,2% e le notizie in cui sono coinvolte riguardano in prevalenza: salute, temi sociali, criminalità e violenza. Dovendo
Donne e tv. Tra stereotipi e pregiudizi
La rappresentazione mediatica del genere femminile sotto la lente dell’Osservatorio di Pavia. Illustrati i dati in un convegno promosso dal Co.Re.Com Abruzzo
L’invito del convegno
fare una sintesi, si veicola una immagine di donna giovane, subalterna al ruolo maschile e coinvolta prevalentemente in tematiche “minori”. Per l’assessora regionale alle Pari Opportunità Federica Carpineta: «C’è bisogno di un percorso culturale che vada nella direzione del superamento di quei pregiudizi e di quegli stereotipi che rappresentano ancora oggi la causa delle discriminazioni che le donne subiscono in tutti i campi. La nostra regione sotto questo aspetto non è agli ultimi posti». Infatti, le giornaliste abruzzesi relatrici durante
il dibattito - Gioia Salvatore (direttrice Antenna 10), Leda D’Alonzo (direttrice Telemax), Marina Moretti (Rete 8) e Maria Rosaria La Morgia (Rai3) sono un esempio di giornaliste di lungo corso che sovvertono gli stereotipi. Al convegno, ricco per lo spessore degli interventi e la partecipazione attiva dei presenti in sala, erano presenti anche la consigliera regionale (Pd) Marinella Sclocco, Elisa Manna responsabile Cultura Censis e Chiara D’Onofrio del Co.Re. Com Abruzzo, nelle vesti di moderatrice
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eventi » a cura della redazione
Sicurezza sul lavoro:
sei aziende fanno la differenza Si è concluso con l’attribuzione del Marchio “AZIENDA SICURA 2010” il Concorso “Le Buone Prassi per la sicurezza sul lavoro” promosso dall’Assessorato alle Politiche Attive del Lavoro della Regione Abruzzo e da Abruzzo Lavoro nell’ambito del Progetto SICURLAVORANDO
In questa e nella pagina successiva: alcuni momenti della premiazione
C
on il marchio “Azienda Sicura 2010” si è concluso l’evento di premiazione del concorso “Le Buone Prassi per la sicurezza sul lavoro”. L’iniziativa è stata promossa dall’Assessorato alle Politiche del Lavoro della Regione Abruzzo e realizzata da Abruzzo Lavoro nell’ambito del Progetto SICURLAVORANDO (PO 2007-2008), allo scopo di individuare le aziende più virtuose in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro e di renderle note al pubblico, favorendo lo
» foto concesse da Carsa
scambio di Best Practice. Lanciato lo scorso luglio, il concorso ha raccolto le candidature di circa 40 aziende. In una fase successiva alle aziende iscritte è stato chiesto, ai fini della trasparenza nella valutazione, di autocertificare il possesso dei requisiti enunciati in fase di candidatura. Tra le aziende che hanno risposto positivamente producendo la documentazione richiesta sono state selezionate, grazie ad alcuni ex equo, 6 aziende vincitrici che hanno ricevuto il
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eventi
marchio “Azienda Sicura 2010”, con il relativo manuale d’uso, che potranno utilizzare per promuovere la propria immagine di azienda virtuosa. Le sei aziende, insieme alle altre risultate non vincitrici, sono state inoltre inserite nella pubblicazione “Impresa Sicura – Le Best Practice in Abruzzo per la sicurezza e la prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro” che sarà distribuita tramite spedizioni postali presso le istituzioni, le associazioni di categoria, la stampa e attraverso un’edizione della newsletter elettronica. «Questa iniziativa è dedicata alle imprese abruzzesi che si distinguono per l’applicazione delle norme in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro e che rappresentano sul tema della sicurezza dei casi di eccellenza del sistema produttivo regionale –ha sottolineato l’assessore regionale alle Politiche Attive del Lavoro, Paolo Gatti– Un’iniziativa che segue l’impegno dell’Amministrazione regionale nel dare priorità a interventi finalizzati a promuovere la sicurezza e la prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro, attraverso la sperimentazione di strumenti efficaci e innovativi di sensibilizzazione che prevedono lo scambio e la condivisione di buone pratiche. Il nostro auspicio è che tutti gli attori coinvolti, datori di lavoro, istituzioni preposte e gli stessi lavoratori, legati da un significativo patto di fiducia, riescano a percepire completamente gli incomparabili benefici che derivano da una corretta applicazione di tutte le norme vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, non solo in termini di salvaguardia di vite umane, ma anche in termini di competitività e di presenza sul mercato. Le regole, però, da sole non bastano. Occorre insistere su formazione, sensibilizzazione e comunicazione per ribadire a tutti che la sicurezza sul lavoro è una questione di cultura che riguarda e interessa l’intera collettività». In occasione dell’incontro sono stati inoltre premiati gli studenti vincitori del concorso “Occhio alla Sicurezza” per la realizzazione di progetti sperimentali in materia di sicurezza. Ad aggiudicarsi la Borsa Premio del valore di mille euro, gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore Alessandro Volta di Pescara, grazie al progetto realizzato dal titolo “Gli occhiali antinfortunistici del futuro”. Gli studenti premiati riceveranno, inoltre, dei biglietti-omaggio per il Parco Avventura Majella, dove verranno coinvolti in una giornata ludico–formativa dedicata ai lavori in quota e potranno applicare le specifiche norme di sicurezza nelle attività di arrampicata e di percorsi avventura
LE AZIENDE VINCITRICI DAYCO EUROPE Srl – Manoppello (PE) – Settore di attività: gomma e plastica. Ha ricevuto il premio Massimo Papa, responsabile Risorse Umane DOMPÉ Spa – L’Aquila – Settore di attività: chimicofarmaceutico. Ha ricevuto il premio Stefania Scarsella, RSPP (responsabile Sicurezza, Prevenzione e Protezione) ISRINGHAUSEN Spa – Atessa (CH) – Settore di attività: metalmeccanico. Ha ricevuto il premio Paolo Forte, direttore di Stabilimento SAINT-GOBAIN Abrasivi Spa – Colledara (TE) – Settore di attività: metalmeccanico. Ha ricevuto il premio Enrico Coccoli, direttore di Stabilimento S.I.S. Srl – Spoltore (PE) – Settore di attività: petrolifero. Ha ricevuto il premio Andrea Ferrante, direttore Commerciale SIVAM Srl – Spoltore (PE) – Settore di attività: petrolifero. Ha ricevuto il premio Paolo Orsini, presidente
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eventi » di Laura Tinari
«Non vogliamo contributi a fondo perduto, ma lavorare»
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appuntamento è iniziato raccontando a Mons. Giovanni D’Ercole le iniziative post terremoto portate avanti dal Gruppo Giovani Imprenditori e ricordando in particolare l’adozione della Scuola della Dottrina Cristiana. Un incontro, quello ideato dai Giovani Imprenditori dell’Aquila ed esteso al Comitato regionale, che ha permesso di fare una fotografia della situazione economica e dell’impresa in Abruzzo, ogni giovane imprenditore ha illustrato infatti il settore in cui la propria azienda opera, mettendo in evidenza i propri timori. «Alle nostre aziende manca la linfa, soprattutto al settore manifatturiero. – Ha spiegato il presidente del Comitato regionale, Mauro Barnabei – Ma se non va l’economia non si investe nei servizi, nell’ambiente, nella qualità, nella comunicazione e nella formazione». Quello degli investimenti, insieme alla pressione degli istituti bancari, è stato un po’ il comune denominatore di tutti gli interventi. «Oggi chi ha bisogno di credito, soprattutto se giovane, non riesce a dialogare con le banche» ha lamentato Pierluigi Panunzi, vice-presidente GI dell’Aquila, e ad un tessuto produttivo, come quello abruzzese fatto di pmi, molte delle quali artigiane, il sostegno delle banche non può mancare, specialmente in un momento con una congiuntura economica così difficile. «Ma L’Aquila non è che lo specchio, l’esasperazione della situazione economica dell’Abruzzo e in generale dell’Italia», ha sottolineato Alessandra Rossi, presidente GI dell’Aquila. La ricostruzione del capoluogo resta, infatti, uno dei temi chiave nel dibattito dei GI dell’Abruzzo, perché dalla ripresa di questa provincia dipende la ripresa di un territorio molto più vasto per via dell’indotto che crea. Mons. D’Ercole ha invitato i ragazzi a leggere questa crisi economica come una grande opportunità, «Oggi i giovani hanno la più straordinaria occasione per darsi da fare, di fronte ad una crisi enorme e una politica che non sa che fare. – Ha esordito – Io voglio essere un costruttore, L’Aquila sta morendo e questo accadrà se voi giovani non farete progetti e non vi porrete come guida». Tutti d’accordo con le parole del vescovo ausiliario dell’Aquila, che ha chiesto ai giovani «mettete energia in ciò che fate, perché è necessario un cambiamento di menta-
Ha senso stare qui? Ha senso investire in questa regione? Se lo sono chiesto i giovani imprenditori di Confindustria Abruzzo in un incontro pensato per ragionare sul delicato momento storico con Mons. Giovanni D’Ercole, vescovo ausiliario dell’Aquila lità. Io ho fiducia nei processi che partono dal basso, ho fiducia nei giovani». Altro concetto fortemente espresso ha riguardato un altro tipo di ricostruzione, quella del senso di appartenenza ad un Paese, la necessità di tornare a sentirsi portatori di diritti comuni e di responsabilità personali. Con questo primo incontro sono state gettate le basi per un percorso da fare insieme per creare una cultura di base fondamentale per un rinnovamento. Un incontro informale quello tenuto nella sede di Confindustria L’Aquila, terminato con una cena preparata dagli stessi giovani imprenditori: in cucina erano Luca Verdecchia, Stefano Panella e Antonella Ballone, con la collaborazione di Incoronata D’Amico
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I giovani imprenditori durante l’incontro con Mons. D’Ercole
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eventi
» a cura della redazione
Da sinistra: Paola Inverardi, Università dell’Aquila; Fabio Graziosi, Università dell’Aquila; Ferdinando di Orio, Rettore Università dell’Aquila; Fabio Benasso, Amministratore delegato Accenture Italia; Paola Mansi, Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione
Idee al futuro, l’eredità dei nostri figli Premiati i giovani vincitori del concorso “Idee al Futuro”, un progetto figlio della Fondazione Italiana Accenture, nato per raccogliere progetti innovativi nell’ambito delle nuove tecnologie applicate al territorio
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edici idee innovative, provenienti da giovani studenti abruzzesi, –degli Istituti delle scuole secondarie superiori dell’Aquila e di Pescara –in grado di favorire lo sviluppo del territorio attraverso l’uso delle nuove tecnologie. Sono loro ad essere stati premiati dalla Fondazione Italiana Accenture- F.I.A. - in occasione del concorso Idee al Futuro, nato dalla sinergia tra la F.I.A. l’Associazione degli Alunni Accenture e l’Università dell’Aquila. Nato nell’ambito dell’iniziativa “L’Aquila Innovazione”, promossa dall’Università degli Studi dell’Aquila e
dal Ministero per la PA e l’innovazione, Idee al Futuro ha inoltre avuto il patrocinio dell’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione. Il Concorso, che in soli due mesi ha raccolto ben 32 progetti innovativi, prevedeva due categorie: singoli e team, e i riscontri sono stati eccellenti. Abbiamo intervistato Mauro Vella – responsabile del progetto Idee al Futuro di Accenture e Bruno Ambrosini - segretario generale, Fondazione Italiana Accenture, per conoscere meglio questa iniziativa e la Fondazione Accenture.
Intervista a Mauro Vella responsabile del progetto Idee al Futuro di Accenture
Quali sono le finalità principali del progetto “Idee al futuro”? «Idee al Futuro ha l’obiettivo di far crescere negli studenti abruzzesi le competenze necessarie a realizzare dei progetti innovativi e permettergli di partecipare al rilancio del loro territorio
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attraverso l’uso consapevole delle nuove tecnologie. Grazie a questo percorso i giovani hanno potuto acquisire capacità nuove che potranno innescare opportunità professionali ben radicate nel territorio. Una duplice finalità dunque: far procedere parallelamente alla ricostru-
zione del territorio, la costruzione di un futuro per i giovani, in un momento di forte incertezza». Perché scegliere l’Abruzzo? «Per contribuire all’attivazione di un circolo virtuoso di crescita e sviluppo dei talenti in un’area che già naturalmente si
presenta ricettiva nel settore dell’innovazione tecnologica e inoltre per sostenere la Regione a seguito del sisma del 2009». I progetti vincitori sono già operativi? «Nei prossimi mesi si svolgerà la fase di sviluppo dei progetti. L’ultima fase prevede infatti una collaborazione ancora più stretta con l’Università dell’Aquila, durante la quale i ricercatori dell’Università affiancheranno i giovani studenti nello
sviluppo delle idee vincitrici del concorso. Tra i premi del concorso inoltre sono state previste delle borse di studio per coloro che si iscriveranno all’Ateneo Aquilano». Qual è il comune denominatore dei progetti che hanno vinto? «La maggior parte delle idee presentate si è focalizzata sull’utilizzo delle tecnologie per il miglioramento del rapporto tra cittadini e PA. Inoltre, dalle idee proposte
sono emersi i bisogni dei giovani abruzzesi nati dopo aver vissuto l’esperienza del sisma, come la mancanza di luoghi in cui incontrarsi e socializzare. In questo caso le tecnologie rappresentano uno strumento di comunicazione e condivisione. I criteri di valutazione hanno preso in considerazione in particolare alcuni fattori come: benefici per la comunità, originalità e innovazione, fattibilità tecnologica ed economica».
Intervista a Bruno Ambrosini segretario generale, Fondazione Italiana Accenture
La F.I.A. ha nella sua mission la volontà di “promuovere le più alte e significative esperienze e conoscenze sull’innovazione”. Quali sono i mezzi per perseguire questo obiettivo? «La tecnologia gioca certamente il ruolo determinante di fattore abilitante, di strumento che facilita e amplifica la diffusione dei messaggi e dei valori di cui ci facciamo portatori. Nello specifico, per aprire un canale di comunicazione e confronto con i giovani è necessario parlare il loro linguaggio: questo avviene proprio attraverso i new
media. In quest’ottica, poco più di un anno fa la Fondazione ha lanciato ideaTRE60, una piattaforma partecipativa e di networking dedicata a promuovere e realizzare iniziative di innovazione sociale». La piattaforma ideaTRE60: come si inserisce questo progetto all’interno delle attività della Fondazione? «ideaTRE60 nasce dalla necessità della F.I.A. di sfruttare la tecnologia a favore di una maggiore incisività delle proprie azioni: la piattaforma, infatti, possiede il potenziale
del 2.0 per amplificare la diffusione delle nostre iniziative e, soprattutto, per permette un contributo partecipativo della collettività, che ha così uno strumento per interagire. Attraverso i concorsi per idee lanciati su ideaTRE60, aziende e organizzazioni hanno la possibilità di sollecitare la community a proporre idee progettuali che rispondano a bisogni sociali concreti, impegnandosi a realizzare la migliore. Un esempio concreto del funzionamento della piattaforma e del compimento della nostra mission è il concorso “Idee al Futuro”»
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I VINCITORI CATEGORIA TEAM
1°: Progetto “EMEPOLIS la mia città” - di Carlotta Candeloro, Julia D’Antonio, Stefania Matricardi, Veronica Pagliaro, Herida Troka dell’Istituto Tecnico Statale Aterno di Pescara. 2°: Progetto S.I.R.O. (Sistema Interattivo Richieste Ospedaliere) - di Francesco Cucchiara, Fabrizio Ruzza, Silvia Valente, Luca Volpe dell’Istituto Tecnico Amedeo di Savoia I vincitori Duca d’Aosta dell’Aquila. 3°: Progetto Servizio d’informazione delle attività d’intrattenimento e di svago nella città dell’Aquila di Francesco Maione, Tiziano Mimmone, Matteo Pavesi, Manuel Romano dell’Istituto Tecnico Amedeo di Savoia Duca d’Aosta dell’Aquila.
CATEGORIA SINGOLI
1°: Progetto OMNIACode -Realtà aumentata senza bisogno di localizzazione di Emanuele Guardiani, studente dell’Aquila. 2°: Progetto “Collegare reparti ospedalieri alla vita quotidiana”, di Alessia Castagna studentessa di Pescara. 3°: Progetto A.B.D.E. Abruzzo Distant Education, di Andrea Di Biase studente dell’Aquila.
» foto concesse da Fondazione Italiana Accenture
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eventi » di Donato Tribuiani
Le nuove frontiere del business Si avvia alla settima edizione il grande evento Inopera, l’expo delle relazioni che ha come obiettivo il rilancio delle aziende attraverso la cooperazione di varie associazioni In queste pagine: due immagini dell’edizione di Inopera 2010
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el 2004, quando si chiamava Cdo Adriatico Day, i padiglioni della Fiera Adriatica di Silvi erano la location di una rassegna di economia piuttosto embrionale, ma che portava in sé uno spirito che oggi, dopo sei edizioni, mantiene ancora intatto, pur avendo mutato il nome in InOpera: il business dell’azienda cresce se cresce la persona, se cioè il suo desiderio di felicità viene sostenuto con iniziative innovative, opportunità concrete e un’amicizia operativa. Dal 2004, non solo questa intuizione di fondo è rimasta intatta, ma nel panorama abruzzese e molisano non è stata mai eguagliata neppure l’unicità dell’evento. Antonio Dionisio è l’ideatore della due giorni promossa dalla società di servizi Net Companies, che quest’anno si svolgerà il 15 e 16 ottobre al Palacongressi d’Abruzzo di Montesilvano. Spiega: «In Abruzzo e Molise, ad oggi, non esistono iniziative che mettono uno accanto all’altro l’imprenditore profit e quello no profit, il dirigente d’azienda e il volontario. Non ci sono altri eventi di carattere economico centrati sulla persona e sulle relazioni: InOpera rimane unico nel suo genere». A fronte di questo criterio ideale immutato, tante cose sono cambiate o, meglio, entrate in una fase adulta. Nel tempo, innanzitutto gli obiettivi dell’evento si sono chiariti meglio: “Da una semplice vetrina, InOpera sin dall’anno scorso è diventato un vero e proprio expo delle relazioni, vale a dire un luogo che mira a far incontrare i partecipanti a partire da ciò che fanno quotidianamente, cioè lavorare e costruire. Questo incontro mira a far scoprire a chi vi partecipa che solo mettendosi insieme, solo ipotizzando percorsi comuni, solamente abbozzando una progettualità a più voci sarà possibile uscire dalla crisi economica e rilanciare realmente il proprio business. InOpera, dunque, è un evento anticrisi proprio grazie alla sua spiccata e originale dinamica di relazione”. Ma come si svolge InOpera? Spiega l’ideatore: «Prima ancora
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dell’evento, quanti sono interessati a partecipare entrano nel social network Officine Italiane Innovazione, nello specifico nel gruppo InOpera: partecipando alle discussioni e facendosi conoscere con una dinamica tipica delle community (chi sono, i miei interessi, i miei progetti, le mie passioni ecc.), possono preparare gli appuntamenti di lavoro per il 15 e 16 ottobre. Nei giorni dell’evento, i partecipanti avranno a disposizione un desk preallestito in un’area riservata dove potranno incontrare gli altri iscritti con un’agenda di incontri suggeriti, che lo staff operativo predispone nei giorni precedenti proprio alla luce del lavoro svolto nella community. Inoltre, un intenso programma di seminari, workshop e convegni andrà a rendere ancora più proficua la loro presenza a InOpera». Un evento, dunque, che non dura solo due giorni: «No, perché è articolato in varie fasi. Fino a settembre raccoglieremo le adesioni delle imprese e, contestualmente, vaglieremo le necessità di ciascun partecipante: invitiamo tutte le imprese interessate a mettersi in contatto con noi sin da ora per intraprendere questo importante percorso. Subito dopo, nei giorni che precedono l’evento, incroceremo i reciproci interessi dei partecipanti e suggeriremo l’agenda degli incontri che, infine, si svolgeranno il 15 e 16 ottobre». Chi vuole partecipare che cosa deve fare? «Innanzitutto deve valutare quale proposta di rete fa al caso suo. InOpera, infatti, si articola in quattro formule, tutte descritte nel sito www.in-opera. net. Collaborare si svolgerà solo sabato 15 ottobre, e si rivolge agli imprenditori profit e no profit di tutte le categorie merceologiche. Costruire, in programma domenica 16 ottobre, funziona come Collaborare, con la differenza che è formula rivolta agli
» foto di Piergiorgio Greco
operatori del settore edile: costruttori, progettisti, impiantisti, fornitori e via dicendo. Mostrare, invece, è l’opportunità rivolta a chi offre prodotti e servizi alla persona, e consiste in una parte espositiva più tradizionale, con desk personalizzati, visitabili in tutti e due i giorni. Stesso discorso, infine, per Gustare, con produttori locali che faranno scoprire le loro golosità a tutti i visitatori. Scelta la formula, si può procedere con l’adesione. Sul sito ci sono anche i nostri recapiti: saremo lieti di incontrare l’imprenditore per ulteriori informazioni o per sottoscrivere l’adesione». Dionisio ci tiene a rimarcare un’ulteriore, significativa innovazione che caratterizza InOpera: «L’evento non è più un’esclusiva di Cdo Abruzzo Molise, ideatrice delle prime edizioni, ma è un’opportunità pensata e promossa da Net Companies, società di servizi che sta coinvolgendo attorno all’idea varie realtà associative, a partire ovviamente da Compagnia delle Opere, uno dei main partner. Il perché è presto detto: è interessante far lavorare insieme le associazioni di categoria a partire da quei temi che condividono perché riconosciuti come prioritari e urgenti nell’attuale fase storica». A proposito di contenuti, quello generale dell’edizione 2011 di InOpera sarà «Creatività coraggiosa, realismo audace», e sarà affrontato in vari convegni, workshop e aree tematiche. «Si tratta – conclude Dionisio - delle virtù con le quali la stragrande maggioranza degli imprenditori, collaboratori e professionisti sta affrontando le difficoltà che affliggono la nostra economia. Virtù necessarie, che vogliamo sostenere con determinazione in una fase di crisi non ancora superata, in un’Italia e un Abruzzo ancora da migliorare»
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eventi » a cura della redazione
“Internet Marketing”, la nuova frontiera
Si è svolto a Pescara il Workshop dedicato alla conoscenza degli strumenti più aggiornati per affrontare il Web 2.0. Numerosi partecipanti e tanta soddisfazione, una iniziativa targata Sida Group di Ancona
Uno dei corsi organizzati dalla SIDA Group
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ell’attuale contesto socio-economico non si può più prescindere da una continua crescita formativa, soprattutto nelle aziende che intendono acquisire sempre maggiori fette di mercato e affrontare le mille difficoltà del momento in modo innovativo e orientato allo sviluppo. È in questa ottica che nasce l’iniziativa della Sida Group di Ancona, che con le sue divisioni di Ricerca e Selezione e quella della Formazione, è presente anche a Pescara con una sede didattica, dove spesso si organizzano una serie di incontri di formazione gratuita sulle tematiche in cui da trent’anni il gruppo è un riferimento per l’imprenditoria. Il terzo di questi incontri, svoltosi lo scorso 13 giugno, era un workshop dal titolo “INTERNET MARKETING”- La nuova frontiera. In questa occasione, insieme a Valerio Fioretti docente dei Master Sida per i moduli di web marketing e titolare della web agency Immagenow, i 70 partecipanti hanno avuto modo di apprendere i concetti tecnici più importanti sull’utilizzo dei social network come mezzo di comunicazione efficace. Purtroppo l’ambiente del marketing e della comunicazione è ormai saturo di professionalità non sempre tecnicamente preparate, che spesso compensano la mancanza di competenza e preparazione teorica sui fondamentali principi di queste complesse materie, con la manualità tecnica e tecnologica. Questo ha progressivamente indotto ad un sovraffollamento nel mercato
» foto concesse da Sida Group
La sede della Sida Group ad Ancona
degli operatori di web-marketing e ad un caos nei parametri che regolano prezzi e corrispondenti prestazioni. Grazie al Workshop SIDA, sono stati approfonditi tutti i tecnicismi che regolano l’ambiente web 2.0 ed internet in generale, tanto da poter permettere ai partecipanti di assicurarsi le migliori performance al giusto corrispettivo e per avere il controllo delle performance. È anche per questo che oggi la formazione diventa un passaggio di strategica importanza, sia in ambito aziendale che privato. Requisito prioritario di ogni Master della Scuola Manageriale Sida Group, è quello della competenza dei propri docenti, che devono essere professionisti attivi nel mondo del lavoro e quindi capaci di trasferire un know-how spendibile e completo ai discenti. «Sono molto soddisfatto della riuscita di questo incontro, così come dei precedenti che trattavano di bilancio e di controllo di gestione – ha sottolineato Luigi De Seneen, organizzatore dell’incontro nonché responsabile del settore formazione e risorse umane del Gruppo Sida- ma ciò che più conta è che siano i partecipanti ad essere soddisfatti perché hanno acquisito maggiore consapevolezza dell’ambiente web 2.0 e soprattutto hanno dedicato del tempo alla loro personale formazione!». Al termine del corso è stato rilasciato a tutti un attestato di partecipazione, in attesa di un prossimo e fruttuoso incontro
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eventi » di Roberta Accardo
Ai Music Awards si brinda con Farnese Nell’After show del grande evento musicale che si è svolto a Verona, tutti gli artisti hanno potuto assaporare un bicchiere di vino Farnese. Grande successo per la Cococciola e per il Montepulciano Casale Vecchio
N Casale Vecchio Cococciola
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Casale Vecchio montepulciano
otti magiche a Verona, capitale dello spettacolo con oltre 50 artisti per i Music Awards. Per due giorni l’Arena si è trasformata nel gotha della musica italiana con artisti del calibro di Baglioni, Biagio Antonacci, Ligabue, De Gregori, Vecchioni, e tanti tanti altri. Un cast di prim’ordine accolto nell’anfiteatro romano da due mattatori come Vanessa Incontrada e Teo Mammucari. Durante la due giorni di musica hanno ritirato l’ambito riconoscimento gli artisti che hanno pubblicato e venduto nell’arco di tempo compreso tra maggio 2010 e maggio 2011, oltre 120 mila copie (multi platino) o 60 mila copie (platino) o 30.000 copie (oro) dei loro dischi in Italia. A rompere il ghiaccio e ad inaugurare la prima serata, Zucchero, che ha eseguito alcuni brani tratti dal suo ultimo album multiplatino “Chocabeck” per il quale è stato premiato, a seguire i Negroamaro, decisamen-
te live, e poi Renato Zero che, abbandonati lustrini e paillettes e presentandosi vestito da capo indiano con tanto di piumaggio sul capo, ha regalato al pubblico un medley in chiave disco dei suoi cavalli di battaglia. Sempre Renato Zero si è reso protagonista esibendosi in un magico duetto, con Gino Paoli, che ha commosso in molti in “Senza fine”. Proprio a Gino Paoli è stato dato un riconoscimento alla carriera. Una divertentissima incursione di Giorgio Panariello a dare spettacolo in Arena, che ha gradito molto anche la presenza di altri grandi protagonisti dell’after show veronese: i vini Farnese. Nella splendida cornice del Palazzo della Gran Guardia, infatti, si è tenuto l’after show dove tutti gli artisti, ultimata la loro esibizione, si sono spostati per un momento di svago tra un bicchiere di vino Farnese e un ricco buffet. Il Loggione del Palazzo della Gran Guardia, allestito in maniera impeccabile e scenografica, ha accolto veramente tutti i big che non hanno lasciato il salotto fino al mattino seguente. Grande successo della Cococciola, vino neonato in casa Farnese, da lla desueta freschezza, intensa e piacevole aromaticità, fruttato con sentori agrumati che ha davvero destato l’attenzione dei molti presenti. La temperatura è scesa intorno ai 12° per una degustazione perfetta e in molti si sono soffermati a ritrovare il sapore dei giorni vissuti e a scoprire, viaggiando nella memoria e nell’immaginazione, le componenti del vino per capirne il gusto. Altrettanto successo è stato riscosso dal Montepulciano Farnese Casale Vecchio, un vino rosso rubino, dal grande carisma, intenso, persistente, fruttato con note di ciliegia e di marasca, con sentori di fiori secchi, spezie e liquirizia e se l’aroma è l’insieme dei profumi che si sprigionano all’interno di un bel calice di vino, il corpo è la percezione tattile di un velluto tra lingua e palato. Ed è proprio questo velluto, riconosciuto anche dai non addetti ai lavori, che ha fatto dei vini Farnese i grandi protagonisti dell’evento veronese. Un Premio, dunque, anche a Farnese, che già pochi anni fa aveva ottenuto una “statuetta” perchè approdata nel jet-set più esclusivo del mondo: la notte degli Oscar. Sì perché, in quella occasione sono stati il Sangiovese e lo Chardonnay Farnese a riempire le coppe delle stelle del cinema del mondo che hanno festeggiato l’evento nel prestigioso ristorante di Robert De Niro
La mescita del Montepulciano Farnese Un momento dei WMA
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Giorgio Panariello
» foto concesse da Farnese Vini
Claudio Baglioni
Ligabue
Renato Zero
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eventi » a cura della redazione e
Gianni De Nicola, della Barbuscia s.p.a. Arcangelo Iervolino, titolare della Icobit Program s.r.l.
Barbuscia e Icobit, un matrimonio felice Le sinergie che funzionano portano sempre a risultati ottimali. È il caso del rapporto tra Icobit Program s.r.l. di Chieti e la concessionaria Barbuscia, un connubio che da oltre 25 anni va alla grande e ha recentemente portato, per l’ennesima volta, ad un nuovo grande investimento: un altro colosso della strada è pronto alla partenza
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nche tra le aziende, come nella vita privata, esistono veri e propri matrimoni che durano a lungo e felicemente e che si basano su valori fondamentali come il rispetto, la condivisione e la fiducia. Ecco la parola chiave: fiducia. È proprio grazie alla fiducia, costruita solidamente in oltre 25 anni di rapporto, che nasce il vincente sodalizio tra la Icobit Program s.r.l. di Chieti Scalo e la Barbuscia S.p.a. da sempre concessionaria Mercedes Benz. Un connubio davvero ben riuscito, che vede un rapporto basato su stima e trasparenza, e che oggi, ancora una volta come accade da anni, ha portato la Icobit all’acquisto di un altro colosso della strada, un autocarro Mercedes-Benz 2548L, con ruote motrici a tre assi e ricco di ogni comfort. Il gigante nero (è questo il suo
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colore) ha una portata di circa 150 quintali, un vero e proprio tesoro su strada. Un investimento di 150 mila euro per il quale Icobit, nella persona del suo titolare Arcangelo Iervolino, ha scelto nuovamente Barbuscia, attraverso il suo interlocutore Gianni De Nicola. «La scelta è Mercedes, l’interlocutore è Barbuscia e la parola d’ordine è fiducia» sono queste le forti motivazioni di Arcangelo Iervolino, ma il signor Iervolino prosegue: «Oggi la nostra azienda parla di espansione, di un parco macchine completamente rinnovato nell’ultimo anno e mezzo e i nostri autisti sono contenti di operare su macchine sempre più sicure e sono orgogliosi di guidare Mercedes». Sicurezza, una parola particolarmente cara in questo periodo, dove spesso ai fondamentali valori della vita
si sostituiscono le fredde logiche del guadagno a discapito dei lavoratori, ma Icobit guarda lontano e desidera solo il meglio per la propria crescita e in questo caso il meglio è Barbuscia
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ICOBIT: ESPANSIONI IN VISTA La Icobit Program s.r.l. nasce nel 1976 nel settore delle impermeabilizzazioni e oggi è annoverata tra i produttori più importanti di impermeabilizzanti liquidi in Italia e nel Mondo. Un’azienda cresciuta nelle abili mani dei fratelli Arcangelo e Antonio Iervolino, una realtà che continua la sua espansione grazie ad una politica orientata alla qualità e all’investimento. «Investire è fondamentale dichiara Arcangelo Iervolino - anche in periodi di crisi come questo, non bisogna mai arrestare la corsa dell’azienda, è questo il vero lavoro dell’imprenditore». E così, oltre allo storico stabilimento di Chieti Scalo, il cui core business è dedicato soprattutto ai prodotti impermeabilizzanti liquidi, Icobit sta investendo anche in Brasile, dove si concentrerà sui prodotti acrilici, mentre è recente l’acquisto di 40.000 metriquadri di terreno in contrada Sant’Agnese a Città Sant’Angelo, in provincia di Pescara, dove l’azienda ha intenzione di costruire uno stabilimento per sviluppare nuovi prodotti per edilizia ancor più ecocompatibili. Progetti molto lungimiranti, che vedono questa azienda impegnata in una crescita verticale e senza sosta, ma ben ponderata e con basi estremamente solide alle spalle.
I due mezzi Icobit entrambi acquistati da Barbuscia I giganti della strada al fianco dei propri autisti Icobit
CAMPIONI ANCHE NEL CALCIO Ma azienda è anche passione ed è nel calcio a 5 che la Icobit Program ha scelto di investire seguendo quell’amore per il calcio che unisce non solo i fratelli Iervolino, ma tutto lo staff Icobit. Parliamo del Montesilvano calcio a 5, con Antonio Iervolino come presidente della società, si tratta di una squadra che, come il suo sponsor Icobit, sta ottenendo risultati straordinari, con la vittoria del Campionato Italiano di calcio a 5 e il recente ottenimento del titolo di Campioni d’Europa con la vittoria della Final Four di Uefa Futsal Cup, dove Icobit - Montesilvano ha battuto lo Sporting Club di Portugal nella finalissima. Una squadra che sta facendo appassionare tutti per grinta, voglia di vincere e soprattutto per il duro lavoro.
ALCUNI DATI… MERCEDES BENZ ACTROS 2548L 480 CV 3 ASSI SOSPENSIONI PNEUMATICHE POSTERIORI. VEICOLO IN A.D.R. TUTTE LE CLASSI. CABINA SUPER ALTA CON INTERNI CON PAVIMENTO PIATTO. CLIMATIZZATORE, NAVIGATORE SATELLITARE, TELEFONO BLUTOOTH. CASSONE CENTINATO, SPONDE ALL.H 80 PORTE POSTERIORI. TELONE IGNIFUGO CON SPONSORIZZAZIONE LIVREA CLIENTE.
» foto di Giuseppe Ciavattella
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hanno collaborato
Giuseppe Delli Compagni
Massimiliano Pian
creatività&innovazione | pag. 63
risorse umane | pag. 79
Presidente della Faita Abruzzo Federcamping da circa 20 anni, recentemente, Giuseppe Delli Compagni è stato eletto vice-presidente nazionale della Federazione per i prossimi 3 anni. Cinquant’anni, abruzzese da sette generazioni, Delli Compagni è amministratore del Camping Residence Village Don Antonio di Giulianova che gestisce con i suoi fratelli.
È scrittore, docente universitario, saggista e copywriter. Autore di opere di carattere scientifico. Dal 1997 è sceneggiatore di spot, cortometraggi e documentari. È Copywriter Senior presso CARSA Spa, agenzia leader nella comunicazione ambientale. Segue un dottorato di ricerca presso la facoltà di Scienze Sociali dell’Università degli Studi G. d’Annunzio di Chieti. Vincitore del premio nazionale di letteratura Parco Majella 2007, del premio letterario nazionale Alceste de Lollis e del premio Manzoni.
È laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi di Milano nel 1989, ha lavorato per 20 anni in Accenture, società leader nei servizi di consulenza manageriale, tecnologica e organizzativa, ricoprendo il ruolo di Client Partner per importanti società multinazionali, nonchè di Responsabile della consulenza strategica in ambito “finance” per il settore dell’energia. Dottore Commercialista e Revisore Contabile dal 1992, è iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti di Pescara. Dalla metà del 2009 opera come libero professionista, collabora con lo studio N&CA- Nicolini Commercialisti Associati, con particolare attenzione alla consulenza gestionale e strategica per le medie imprese.
Giuseppe Mauro nonsoloeconomia | pag. 29 È professore Ordinario di Politica Economica presso la facoltà di Economia dell’Università G.d’Annunzio di Chieti-Pescara. Ha seguito tutta la carriera accademica da borsista a assistente ordinario, a professore incaricato, a professore associato sino a professore ordinario. Ha insegnato Economia Monetaria e Creditizia, Economia Politica, Economia del Lavoro, Economia Industriale ed Internazionale presso le università LUISS di Roma, Teramo e Pescara. È stato Visiting Scholar presso l’Università di York (G.B.) e attualmente collabora con la London School of Economics. Attualmente ricopre la carica di presidente del Corso di Laurea in Economia e Commercio. È Membro della Società Italiana degli Economisti.
Luigi Carunchio fisco | pag. 55 Socio fondatore dello studio “Valore” Professionisti Associati in Lanciano, struttura associata tra commercialisti che ha creduto nell’organizzazione dell’attività professionale in gruppo. Si occupa da sempre delle problematiche di categoria e per questo attualmente ricopre, tra le altre, la carica di presidente nazionale dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed esperti contabili, principale sindacato di riferimento dei commercialisti italiani. Presidente altresì della Fondazione Nazionale Centro Studi UNGDC il cui comitato scientifico è presieduto dal prof Lupi.
Antonio Teti ict | pag. 59 È responsabile del supporto tecnico informatico della Direzione Generale dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Laureato in Economia e Management delle Imprese, ha conseguito tre specializzazioni in Information Technology presso la ELEA Knowledge Integration. È Accademico Ordinario della Pontificia Accademia Tiberina, prestigioso Istituto di Cultura Universitaria e di Studi Superiori e Presidente Onorario della Società Italiana delle Scienze Informatiche e Tecnologiche (SISIT). Ha avuto incarichi di docenza in diverse università italiane e ha collaborato per attività di alta formazione con la facoltà di Informatica dell’Università Politecnica di Valencia e di Madrid.
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Simone D’Alessandro
l’Abruzzo che produce | pag. 27
Filippo Paolini norme&leggi | pag. 67 Nello studio legale di cui è titolare, esercita la professione forense prevalentemente nel ramo del diritto commerciale. È consulente giuridico di diverse aziende, abruzzesi e non, in materia di contratti, diritto societario e crisi dell’impresa. È consulente giuridico, dal 2003, dell’Ufficio Legale Federazione Italiana Giuoco Calcio – A.I.A. Laureato in Giurisprudenza a soli 23 anni, è iscritto dal 2001 all’Albo degli Avvocati presso il Tribunale di Avezzano.
Pietro Pastorelli
energia | pag. 71
Nato all’Aquila nel 1941, si laurea nel 1965 al Politecnico di Torino in Ingegneria elettronica. Dopo una breve esperienza di docente, svolge la sua attività lavorativa presso alcune importanti aziende multinazionali operando nei settori delle apparecchiature e degli impianti MT/BT. Opera anche, come libero professionista, nella progettazione di impianti elettrici per complessi industriali e banche e, come imprenditore, nel settore dei componenti meccanici per applicazioni aerospaziali. Dal 2006 è delegato di Confindustria Abruzzo per le politiche energetiche.
Luciano Fratocchi ricerca&innovazione | pag. 75 È professore associato di Ingegneria economico gestionale presso la facoltà di Ingegneria dell’università dell’Aquila dove insegna Economia ed organizzazione aziendale, Sistemi di controllo di gestione e Gestione aziendale. Dopo la laurea in Economia e commercio presso la LUISS di Roma ha conseguito il Dottorato di ricerca in Direzione aziendale presso l’università di Bologna. Docente in diversi corsi Master, svolge attività di ricerca in tema di internazionalizzazione delle imprese minori, sistemi di supporto alle decisioni aziendali e management dell’innovazione, con particolare attenzione a quella organizzativa e gestionale. Ha pubblicato su questi temi articoli su riviste nazionali ed internazionali e con case editrici nazionali ed internazionali.
Piero Carducci la terra di Piero | pag. 93 Economista e docente universitario, è specializzato in sviluppo territoriale e sistemi per il controllo di gestione. È stato direttore della scuola di formazione manageriale del Gruppo Telecom e presidente dell’Agenzia di sviluppo della Provincia di Potenza. Ha diretto la collana di management del ministero degli Interni. Attualmente è presidente dell’organismo di vigilanza delle Ferrovie regionali.
Nicola Boschetti Di vino e non solo | pag. 151 Nato a Guardiagrele l’8 maggio 1971, sposato con un figlio di 10 anni, affianca da oltre 22 anni Angela e Peppino Tinari nel ristorante Villa Maiella, con la piacevole responsabilità di occuparsi di una ricca cantina. Molto conosciuto nel mondo del vino, ha ricevuto riconoscimenti sia regionali che nazionali, tra cui la 1° Edizione 2005 del premio “Francesco Di Cintio” dell’Associazione Italiana Sommeliers. Collaboratore di varie riviste del settore (Gambero Rosso, Cucina e Vini, Slow Food), docente dei master sul vino Slow Food, organizzatore di serate a tema. Coadiuvante nei progetti sull’alimentazione riservati ai bambini delle scuole elementari. Fuori dal suo mondo si rifugia nel ciclismo, sport che pratica con passione.
Chiara Strozzieri In cornice | pag. 157 Laureata in Tecnica Pubblicitaria presso la Lumsa di Roma, svolge attività di critico d’arte e copywriter. Ha curato significative rassegne nazionali e mostre d’arte contemporanea e redatto saggi critici per cataloghi. Ha tenuto conferenze in luoghi pubblici di prestigio quali l’Istituto Italiano di Cultura a Vienna, il Collegio Raffaello di Urbino, il Lavatoio Contumaciale di Roma. Nel 2010 fa parte della commissione inviti al XXXVII Premio Sulmona insieme a Vittorio Sgarbi, presidente.
A R T E C U LT U R AC I N E M A L E T T ER AT U R A M U S I C A M O DAV I AG G I T U R I S M O G A S T R O N O M I A A R T I G I A N ATO
Una delle opere di Loreno Sguanci
» a cura di Denia Di Giacomo
143TRAPARENTESI News in pillole
147USCITA DI SICUREZZA
Creta, rievocazione di una legenda
149ITINERARI D’ABRUZZO
Castelli, la via delle maioliche
151DIVINO E NON SOLO
Pazzi prezzi o prezzi pazzi
153SALUS, IL CIBO PER VIVERE MEGLIO
Caldo estivo? con la pasta mi “riattivo”!
155TRAINDEVIE
Tempo di maturità…
176ARTE&CO.
La passione nel piatto
179TEMPO RUBATO
Polvere d’amore e nuvole di speranza (Seconda parte)
183MUSICAMANIA
Numeri La terra degli aquiloni
185VEZZI MODERNI
Nella shopper questo mese
157ARTE&CO./IN CORNICE
RICORDARE LORENO SGUANCI 161ARTE&CO. Pescara come Sparta
165ARTE&CO. Che fascino un bel cappellino!
169ARTE&CO. Vetro, piombo, colore
173ARTE&CO. Cultura è territorio
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I nostri più affezionati clienti.
La prima azienda mangimistica italiana con sistemi certificati di gestione per la qualità e per l’ambiente. Dal 1981 la SAGeM produce e fornisce mangime di prima qualità per i propri clienti, senza trascurare le necessarie garanzie per i nostri produttori. Il ciclo di produzione, denominato Natura Ciclo Completo, avviene con un controllo attento e costante delle fasi etto dei naturali p di semina e raccolto. Qualità e rispetto processi di no il nostro lavo oro. L L’accurata nutrimento sono i principi che guidano lavoro. selezione delle materie prime rende il e. nostro mangime di qualità superiore.
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traparentesi AMBIENTE
GUIDA BLU: L’ABRUZZO AL QUINTO PO STO
Anche quest’anno le spiagge e le acqu e migliori sono presentate nella Guida Blu, giunta alla sua undices ima edizione. La guida presenta 367 località costiere di mare e di lago e 50 grot te marine, non manca la sezione dedicata alle stru tture ricet tive e turistiche. L’Abruzzo conquista quest’anno un soddisf acente quinto posto sulla scala nazionale per la media delle vele conquistate. Nessuna località è stata premiata con le cinque vele, ma ne sono state conferite 4 a Rocc a San Giovanni; 3 a San Vito Chietino, Ortona, Pineto, Giulianova, Torino di Sangro, Vasto e Roseto degli Abru zzi; 2 a Silvi, Tortoreto, Alba Adriatica ; e una a Mar tinsicuro.
AMBIENTE
LA PROVINCIA DI TERAMO SI FA SOSTENIBILE
EVENTI
La Provincia di Teramo resta al passo con i tempi prevedendo la realizzazione di 11 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 414 kWp ed un investimento di 2.000.000,00 di euro. Tali impianti andranno installati sui tetti dei principali istituti scolastici della provincia, con la previsione che la spesa verrà recuperata in poco più di 5 anni, ottenendo per i successivi 15 anni un guadagno di circa 2.992.000,00 di euro. Per gli anni successivi la Provincia continuerà, inoltre, a beneficiare dei risparmi in bolletta e del contributo in conto scambio fino a quando gli impianti fotovoltaici continueranno a funzionare. Ad oggi la vita media di un impianto fotovoltaico è stimata in 25/30 anni: si otterranno, quindi, ulteriori benefici per un importo che va da circa 346.500,00 euro a 693.000,00 euro (5-10 anni per € 69.300,00 l’anno).
SAN GIOVANNI TEATINO IN MUSICA! edizione dell’FB Jazz ,
Seconda promotore dell’iniziativa è il comune di San Giovanni Teatino in collaborazione con la Scuola Civica Musicale, diretta dal Maestro Giuliano Mazzoccante. Il cartellone è dav vero molto nte gratuito. interessante e l’ingresso è totalme so l’Auditorium pres 0 I concerti si terranno dalle 21,3 to e in Piazza buce Sam a , della Scuola Civica Musicale ma: ram prog il are parl o iam S. Rocco. Ma lasc 26 LUGLIO: TERFLY 1° concerto: THE DREAM OF BUT (chitarra acustica) NO RDA 2° concerto: PAOLO GIO 27 LUGLIO: g MIKE STERN ROLLI’S TONES BIG BAND featurin 28 LUGLIO: 1° concerto: NGUYEN LE trio 2° concerto: BESA QUARTET
IALI DI HOCKEY CAMPIONATI MONDAS O! ndiali di hockey in IN LINE A ROCCranAR lio 2011 i campionati mo lug 16 al 2 l da o ras cca no a Ro che si pratica con i
SPORT
Si ter iaccio ma identica all’hockey su gh po: line, una disciplina quasi mero di giocatori in cam nu il r si dif ferenzia pe che e na. s de seg bla ras a ler rol est i qu ett cosidd Roccaraso ospita che ta vol da on sec la È li albori. Un evento cinque anziché sei. questa disciplina era ag do an qu 6 199 l ne ne per la partecipazione La prima avven vista sportivo e mediatico di nto pu l da e oltre za van rile di grande nazioni rappresentate ti da tut to il mondo, 22 ien oluta ven ass pro na re seg ad ras squ la di 40 saranno tre: dirigenti. I Campionati tative sen pre rap Le . nile 1000 tra atleti, tecnici e mi to fem , gli junior e il campiona à il Paladei fuoriclasse mondiali ospitare gli incontri sar Ad e. ori eg cat le te tut in ti sen pre no an azzurre sar raso. ghiaccio Bolino di Rocca
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traparentesi SPORT
L A PALL ANUOT O SIMPLY IN SE RIE A Gli atleti de
lla pallanuoto Simply hanno tà la pallanuot riconquistato o è storia ed la serie A. «In oggi intendo ai campioni… questa citesprimere le ». Così ha esor mie vive cong dito il presiden Becci, prima de ratulazioni te della CCIA A i festeggiamen di Pescara, D ti per questo im Il riconoscimen aniele portante tragu to istituzionale ardo riconquis ha de visto la conseg lla CCIA A ed Presidente de tato. na di due targ una dalla Prov lla Provincia di he, una da pa incia di Pescar Pescara, Guerin provinciale de rte a. Tra le autorità o Testa, il suo l Coni, Enzo Im presenti anch vicepresidente bastaro. «Stiam che abbia com e , il Fa o br ce izio Rapposelli rcando di met e motore train e il presidente tere in funzione ante lo spor t Simply – il prim – ha dichiara un m o, ruota intorn icro ed un mac to Luciano Di o al mondo de ro sistema Renzo presiden Le Naiadi, e il te e allenatore secondo abbr della accia l’intera ci ttà di Pescara… ».
ARTE
“MODIGLIANI E IL SUO TE MPO”
Dal 6 agosto al 20 novem bre il Museo d’Arte Mo derna Vit toria Colonna scara ospiterà la mostra di Pedal titolo “Amedeo Modig liani e il suo tempo”. Si di dipinti e disegni che tratta permetteranno di coglier e il tratto sicuro, incisivo tore, capace di delimitar dell’aue la forma in modo sem plice e perentorio, e di l’equilibrio tra la purezza gustare stilistica e la passionale carnalità dei personagg orari: 10.00-13.00 / 17.0 i. 0-24.00 (fino al 15 set tem bre) 9.30-13.30 / 15.00-20.00 (fino al 20 novembre) Organizzazione e info: Comune di Pescara – Riz ziero Arte: tel. 085.4219 73
CULTURA
L’AQUILA IN CONCERTO ALL’AMBASCIATA U.S.A
per soprani, La sede romana dell’ambasciata degli Stati Uniti ha ospitato un concerto stato orgaè concerto Il Casella. Alfredo o baritoni e pianoforte del conservatorio aquilan delEuropea Giornata della ne occasio in Noi” Siamo nizzato dall’Associazione “L’Aquila mostra alla e collegat iniziative delle ito nell’amb ce s’inseris culturale la Musica. L’evento «È un gesto di gran“Paolo Mayol, scultore”, in un ideale connubio tra musica e scultura. delle sue prestigiouna di e L’Aquila di città de attenzione e sensibilità nei confronti della e organizzatrice. ociazion dell’ass nte preside vice ri, Montuo se eccellenze musicali» ha affermato Alfredo Ranieri
EVENTI
O DALL’ETNA AL GRAN SASS tornerà st’anno il borgo di Città Sant’Angelo
Anche que ri, tradizioni e sapori ad inebriarci con i mille profumi, colo . Una festa che unisce della Trinacria e della nostra terra con le celebrazioni de, sapientemente il sacro e il profano lle rivolte al gemelque e ova dicate a Sant’Antonio di Pad Nicolosi, in provincia di laggio tra la cittadina angolana e nnale del gemellagCatania. Cade nel 2011 anche il dece rese, a cominciare sorp gio, per cui non mancheranno le perdere! non da to even dei fuochi piromusicali…un
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IONFO DELL’ARTE TR O ET SU N O C SO AS LB A CASTE 1, la tradizionale manife 2 luglio Castelbasso 201
EVENTI
È partita il cinante borgo agosto animerà l’af fas stazione che fino al 31 cia di Teramo. medievale della provin mostra curai visive, che ospiterà la Inaugurata la Sezione Art azione realigin ma Im nato Guttuso. ta da Francesco Poli ‘’Re ter ferenze Clemente, e la mostra ‘’In stica’’, allestita a Palazzo rimarstre mo idenza in Azienda’’. Le 19.00 costruttive - Artisti in Res ore lle da , agosto, tut ti i giorni ioni ranno aperte sino al 31 sez re alt le o nn rira dal 12 luglio ap Di a alle ore 24.00. A partire ssi da Ale ezione Didattica, curata re, no di Castelbasso 2011: la S Mi ato teratura, curata da Ren Clemente, la Sezione Let rto Marini, curata dal maestro Robe , la Sezione Musica antica dita “Caine e ion Sez la temporanea, la Sezione Musica con a. Sezione Enogastronomi stelbasso incontra” e la
AMBIENTE
IN PERICOLO ANCHE LE ISOLE TREMITI Legambiente, insieme ad altre associazioni ambientaliste, ha impugnato dinanzi al TAR del Lazio il decreto del ministero dell’Ambiente (126/2011) che valuta positivamente, sotto il profilo della compatibilità ambientale, un programma d’indagini sismiche proposto da Petroceltic Italia srl per l’individuazione e lo sfruttamento di giacimenti petroliferi sottomarini al largo delle coste abruzzesi, molisane e pugliesi. «È partita una “lottizzazione” senza scrupoli del mare italiano che non risparmia nemmeno le Aree Marine Protette - commenta il responsabile scientifico di Legambiente Stefano Ciafani -. Una ricerca forsennata per individuare ed estrarre i 129 milioni di tonnellate che, secondo le stime del ministero dello Sviluppo economico, sono recuperabili dal mare e dalla terra italiani. Ma il gioco non vale la candela. Agli attuali ritmi di consumo, queste riserve consentirebbero all’Italia di tagliare le importazioni per soli 20 mesi, col serio rischio di ipotecare, invece, per sempre il futuro di intere aree di importante valenza naturalistica e turistica».
ARTE
ANNA SECCIA ALLA BIEN NAL
E DI VENEZIA
Dal 25 giugno al 27 no vembre, Anna Seccia, segnalata dal prof. Giorgi o Di Genova, approda alla 54° Biennale Internazio nale d’Arte di Venezia, e più precisamente nel Pa diglione Italia curato da l prof. Vit torio Sgarbi/Sezi one Regionale Abruzzo con “Illuminazione. L’ar te è cosa (mia) nostra ”, un’installazione che gu arda alla complessità de l mondo contemporaneo e alle sue esasperazion i più acc en tuate. L’opera, aperta completerà il suo messa per definizione, ggio quando cinquanta “Amici di Anna”, saran tati dall’artista ad un’op no sollecierazione di creatività alla rgata finalizzata alla libe quell’energia creativa col razione di lettiva che consente di andare oltre il tempo ed zio. oltre lo spaINFO: Uff. stampa Kaleid os -3387518834 - info@a rtekaleidos.it
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uscita di sicure
a
E N O I Z A C O V CRETA, RIE
A D N E G E L A N DI U a maggior parte delle isole greche si visita in giornata, ma non Creta; il cui nome trae origini dalla notevole presenza di creta utilizzata per costruire vasi e utensili. La visita di quest’isola richiede almeno una settimana. Si estende per circa 260 chilometri, è la quinta isola del Mediterraneo per estensione territoriale ed è anche l’isola europea più a sud. Amministrativamente è divisa in quattro prefetture (Hania, Rethymno, Iraklio e Lassithi), ma geograficamente si contano tre zone: Creta orientale, occidentale e centrale. La costa settentrionale, zona turistica e densamente popolata, è l’esatto opposto della costa meridionale: poco abitata, ripida e scoscesa. La città principale, Heraklion, ha un “sapore” orientale e pullula di tesori archeologici custoditi nel museo e nel
famoso Palazzo di Minosse, a Cnosso. L’antica storia di Creta risale al 3000 a.c., quando si sviluppò una delle più importanti civiltà, la minoica. Questa denominazione deriva da Minosse, re di Creta, che secondo la mitologia era figlio di Zeus e di Europa. I minoici, giunti dal Nord Africa o dal Medio Oriente, fecero conoscere agli abitanti l’utilizzo delle tecniche di lavorazione dei metalli, tra cui in particolare il bronzo; ciò permise loro la costruzione di imponenti navi, e palazzi, che consentirono l’espansione del commercio anche in territori lontani. Oltre alla legenda, Creta si fa apprezzare per le sue limpide acque. Gli amanti del mare e del sole hanno l’imbarazzo della scelta, possono visitare le spiagge di Malia, Elounda, Gouves, Hersonissos, Almyros e Vai; a ovest Falassarna, Elafonissi e Georgioupolis; mentre a sud del Mar Libico, Frangokastelo
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un motivo in più_ Rivivere il mito di Minosse Il palazzo di Cnosso, a soli 5 chilometri da Heraklion, è tipico della cultura minoica. Esso ebbe la funzione di ospitare la famiglia reale, nobili funzionari e sacerdoti in oltre 1000 stanze. Visitarlo è d’obbligo per ripercorrere il famoso mito di Minosse. Secondo la legenda il Minotauro, figura mitologica metà uomo e metà animale, era rinchiuso nel labirinto di Cnosso, costruito da Dedalo. Teseo si offrì per ucciderlo, aiutato da Arianna, figlia di Minosse. Arianna se ne innamorò e lo salvò con il famoso filo.
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itinerari d’Abru
o
» di Alessandra Vallera
CASTELLI
LA VIA DELLE MAIOLICHE
Passare una giornata all’insegna dell’artigianato e della tranquillità, al fresco riparo dalla vita cittadina, a pochi passi dalla natura più imponente Una veduta di Castelli
astelli, in provincia di Teramo, è un piccolo borgo di circa milleduecentocinquanta abitanti, sorge alle pendici del Gran Sasso, nell’omonima comunità montana ed è stato inserito tra i borghi più belli d’Italia. La sua fama si è allargata oltre i confini nazionali per la caratteristica produzione di ceramiche che, per il design esclusivo, è apprezzata oggi in tutto il mondo. Infatti, la presenza nella zona dei calanchi e dell’argilla, dell’acqua per impastare e della legna fondamentale per l’alimentazione dei forni di cottura, permise nell’alto Medioevo la produzione di queste ceramiche ad opera di una comunità di frati Benedettini giunti da San Vincenzo al Volturno. Questi frati, cui è dovuta la fondazione dell’abbazia di San Salvatore, iniziarono la produzione della ceramica che fu particolarmente apprezzata dal Rinascimento fino ai nostri giorni. Piatti, brocche, mattonelle ed oggetti vari sono oggi conservati nel Museo della Ceramica, allestito tra le mura dell’ex convento benedettino, in cui sono anche custodite le tavelle rotte e deteriorate che erano state poste sul caratteristico soffitto della chiesa di San Donato. Questa chiesetta di campagna, definita da Carlo Levi nel 1963 “la cappella sistina della maiolica”, sorge appena fuori dal borgo su una leggera altura, ed è considerata una meta d’obbligo per chi visita il paese, infatti, la sua peculiarità sta proprio nelle tavelle decorate a mano che ne arricchiscono la volta. Dedicata alla Madonna del Rosario, fu costruita nel 1500 circa e fu
ampliata nel secolo successivo, risalgono al 1615 circa le maioliche presenti al suo interno, sono circa mille, di una grandezza di venti per quaranta centimetri, raffiguranti i temi più vari, come simboli araldici, animali apotropaici, scritte religiose, modi di dire popolari, decorazioni floreali e semplici disegni geometrici. La particolare chiesetta ed il museo però, non esauriscono le attrattive di Castelli e non si può non visitare una delle botteghe dove ancora oggi si tramanda l’arte della ceramica. La ceramica stessa è un marchio distintivo per Castelli e rappresenta per l’intera popolazione un motivo d’orgoglio, sia quella più antica sia quella più moderna. Quest’ultima è custodita nell’Istituto di Arte Ceramica, che ospita la raccolta delle più belle ceramiche moderne
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Il soffitto delle maioliche nella chiesa di San Donato di Castelli. Foto di Franco Pilati
un motivo in più_ Il maestoso Monte Camicia La visita del piccolo paese di Castelli potrebbe concludersi con una gita in automobile verso Rigopiano oppure, per i più sportivi ed avventurosi, con una passeggiata a piedi di un paio d’ore verso il Fondo della Salsa, la conca dominata dal Monte Camicia, una barriera di roccia friabilissima alta milleduecento metri e larga quattro chilometri. Il Monte Camicia dall’area sud-est denominata Fonte Vetica
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divinoenonsolo » di Nicola Boschetti
PAZZI PREZZI O PREZZI PAZZI Prodotti che intendono farsi strada nel mercato devono rispettare un certo rapporto qualità-prezzo, purtroppo molto spesso questo non accade ai nostri vini, che risultano essere molto più cari di altre etichette regionali di ottima qualità arà capitato a tutti, leggendo una carta dei vini, di notare con leggero stupore il confronto di prezzi tra i vini abruzzesi e i vini del Trentino Alto Adige, giusto per citare una regione a caso, ma l’elenco potrebbe essere ancora più lungo. Precisando che sono un paladino dei nostri prodotti, ma allo stesso tempo un attento osservatore e ricercatore del mercato vitivinicolo, mi sorge spontanea la domanda di cui conosco purtroppo già la risposta, ovvero: come mai i vini di fascia media della nostra regione, i cosiddetti “quotidiani” hanno un
costo più alto rispetto ad altre realtà vitivinicole nazionali? E per di più, molte volte sono vini che nella retroetichetta portano scritto “imbottigliato da:…” a significare che le uve, o peggio ancora i mosti, provengono da altre zone distanti chilometri dalla cantina e in un momento in cui va molto di moda parlare di prodotti a km 0, questa mi sembra la solita presa in giro a danno del consumatore finale. Noi produciamo o meglio imbottigliamo vini dal nome “Pecorino” in tutte le salse: secco, dolce, spumantizzato, appassito e chi più ne ha più ne metta, senza che vi sia un filo conduttore di gusto o di vinificazione abbastanza lineare tra un prodotto e un altro e cosa ancor più grave senza un disciplinare serio che ne controlli l’auten-
ticità. Sarà che regioni come il Trentino o come il Friuli Venezia Giulia hanno oltre il 90% del territorio produttivo classificato d.o.c. e sarà pure perché producono monovitigni riconoscibili facilmente dal consumatore finale, senza perdersi nella lettura di un’anonima etichetta. Unendo tutti questi piccoli fattori e aggiungendo il fatto che la loro comunicazione di marketing è sicuramente superiore alla nostra, si capisce chiaramente il motivo per cui oggi giorno i consumatori scelgono sempre meno le nostre etichette. Se poi il prezzo di un Trebbiano o di un Montepulciano “tranquillo” è addirittura più alto rispetto ad un Lagrein, Pinot Grigio o ad uno Chardonnay, il gioco è finito. Buona Estate
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SCELTO PER VOI Enoteca Pensieri Magici Da questo mese vorrei parlarvi di quei luoghi dove il vino e tutto ciò che gli gira intorno viene gelosamente proposto in maniera “amorevole”. Nel cuore della Chieti più nobile, si trova questo piccolo atelier del buon bere, grandi nomi nazionali e francesi, una selezione di champagne che ha pochi pari in Abruzzo, una lista lunghissima di Cognac e Armagnac, con annate addirittura del 1910. Il patron Pierluigi e la sua dolce metà Ermelinda, si dannano l’anima per poter accontentare tutte le richieste, trasformando un semplice pacchetto di cioccolatini in un opera d’arte, (merito delle mani d’oro di Ermelinda, capace di fare confezioni inimitabili). E per gli amanti di caffè, the, caramelle e aceti balsamici non vi è che l’imbarazzo della scelta. Cosa molto importante, danno la stessa attenzione sia a chi vuole comprare bottiglie prestigiose, sia a chi sceglie solo un piccolo pensiero. Insomma se cercate qualcosa di particolare lì la troverete e con grandi prodotti dall’ottimo rapporto qualità-prezzo. info_ Enoteca Pensieri Magici - Viale Europa 66100 Chieti. Tel: 0871 63697
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Spesso la vita frenetica e il lavoro sedentario ci inducono verso un’alimentazione del tutto sbagliata, frettolosa e non corretta per il nostro corpo. Seguendo la giornata tipo di un manager, ecco alcuni consigli di un esperto nutrizionista
on il caldo torrido dei mesi estivi l’idea di mangiare pastasciutta, zuppe e minestroni non è sicuramente delle più allettanti e per questo molte persone preferiscono la “freschezza” di una caprese o magari di una bella insalatona con ciliegine di latte e tonno oppure pranzare con prosciutto e melone o solo con la frutta o con un gelato. Premesso che saltuariamente alimentarsi in questo modo può essere un piacevole diversivo, mangiare d’abitudine così quando fa caldo non è la scelta migliore, in quanto pur se la temperatura si aggira intorno ai 30 gradi centigradi il nostro metabolismo non cambia le sue esigenze che prevedono prevalentemente l’utilizzo dei carboidrati nella prima parte della giornata e quello delle proteine la sera, inoltre, con il caldo, le esigenze di liquidi del nostro organismo crescono per cui andare a consumare alimenti come le proteine e i grassi che richiedono molti liquidi per la digestione non avvantaggia di sicuro il bilancio idrico del corpo. Mangiare solo frutta a pranzo o un gelato favorisce l’innalzamento degli zuccheri nel sangue che stimolano la produzione eccessiva di insulina provocando una fame riflessa e la tendenza a ingrassare specie a livello addominale. E allora per continuare a far funzionare correttamente il metabolismo garantendo i carboidrati a pranzo dobbiamo essere per forza costretti a fare una sauna tra paste fumanti e bollenti zuppe? Certamente no. Fortunatamente i carboidrati sono di una versatilità estrema e anche freddi sono ottimi, provare per credere! La pasta al ragù può cedere il passo ad un’ottima pasta fredda con pomodoro fresco a tocchetti e qualche fogliolina di basilico condita con un cucchiaio di olio extravergine di oliva e un filo di aceto balsamico che oltre ad essere buona e fresca, idrata ed è ricca di antiossidanti utili per combattere l’esposizione della pelle ai raggi solari, la calda pasta e legumi invernale può essere consumata nella sua fresca veste estiva con fagioli e ceci semplicemente bolliti, scolati e tenuti in frigo da unire alla pasta insieme a spicchi di pomodorini pachino e olio d’oliva e ancora le insalate di riso, di farro o orzo perlato possono essere consumate al posto delle zuppe o dei risotti. Anche le patate sono carboidrati e in estate si abbinano perfettamente con alcuni ortaggi, bollite e lasciate raffreddare sono ottime insieme ai fagiolini con la mentuccia e un filo di olio d’oliva delle nostre generose terre abruzzesi (personalmente aggiungo anche pomodorini datterini e qualche goccia di aceto balsamico).
salus, il cibo per vivere meglio » di Pietro Campanaro
CALDO ESTIVO? CON LA PASTA MI “RIATTIVO”! A differenza di quello che molti pensano, una giusta dose di carboidrati è fondamentale anche in periodi molto caldi. Spesso le apparenze ingannano… anche sul cibo
Se si ha poco tempo a disposizione per il pranzo o si va al mare un “classico” pane, olio e pomodoro oppure una insalata di pomodori, cetrioli e carote con due fette di pane (è ammessa la scarpetta) sono fantastici. Infine una novità o piuttosto una riscoperta, visto che parliamo di un alimento millenario, la puls di farro o polenta di farro consumata già al tempo degli antichi romani, molto saziante, nutriente, digeribile e poco calorica, ottima anche fredda con un filo di olio extravergine di oliva. Caldo d’Agosto? Pasta mia se non ci fossi tu!
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info_ Dr. Pietro Campanaro Medico-Chirurgo Nutrizionista, Specialista in Scienze dell’Alimentazione, Fitoterapeuta Giulianova - Teramo - Alba Adriatica - Pescara - Ascoli Piceno - Fermo www.fitomedicina.it - info@fitomedicina.it gruppo su Facebook: Nutraceutica e Fitomedicina
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traindevie » di Carolina Pierfelice
TEMPO DI MATURITÀ…
Tempo di esami alla scuola superiore, tempo di piccoli grandi bilanci, ma cosa significa essere maturi? luglio si concludono i famigerati esami di maturità che sanciscono ufficialmente l’ingresso di un ragazzo nel mondo dei “maturi”. Da vocabolario il termine “maturo” indica “uno stato di completa e stabilizzata differenziazione e integrazione somatica, psichica e mentale, l’attitudine a eseguire i compiti assegnati al singolo individuo e ad affrontare le esigenze della vita”. Premesso che nel raggiungimento della maturità incide il fattore sessuale che porta le donne a maturare prima dei maschi e che il concetto di maturità varia al variare delle culture, le considerazioni che faccio sono relative alla cultura europea. Bisogna fare un distinguo tra diversi aspetti della maturità: la maturità sessuale, la maturità psichica e la maturità sociale. La maturità sociale si manifesta con l’impulso di operare in senso positivo e di accettare gli ordinamenti superindividuali della vita sociale e politica, infine con la scelta definitiva delle proprie mete e con l’amalgamarsi del sesso con l’eros. A questo punto il processo di emancipazione dai genitori è superato e così pure la sensazione di essere ancora esclusi dal complicato mondo civilizzatore degli adulti, dalla tirannica formazione di gruppi e dalla sottocultura livellatrice. L’individuo, differenziato fisicamente e psichicamente, e mentalmente e integrato in un tutto personale, è pronto per la comunità e per l’ambiente culturale che gli si addice. Mi guardo intorno e mi chiedo quante persone abbiano raggiunto davvero la maturità, pur volendola coniugare negli infiniti, personalissimi modi che le diversità individuali impongono; mi piacerebbe poter mostrare qualche esempio di maturità ai giovani che si accingono a “raggiungerla”, ma purtroppo non ho molti riferimenti da offrire. Non voglio dire che siamo tutti immaturi, ma sicuramente che, a mio avviso, la maturità non è un obiettivo da raggiungere, ma un percorso in continuo divenire in cui i fattori intervenienti sono così disparati che l’equilibrio è una continua conquista. Ciò implica che nel processo di maturazione ognuno di noi è protagonista e attore principale: siamo noi che abbiamo il potere di raggiungere quella maturità che mi piace
far coincidere con una serenità e un equilibrio che ci fanno stare bene. Purtroppo la maggior parte delle persone tende a cristallizzarsi, sfruttando al minimo le potenzialità della mente e sprecando così le infinite opportunità di miglioramento che la vita ci presenta. Questo lo dobbiamo anche a una scarsa attenzione per tutto ciò che riguarda la formazione umana; troppo spesso ci concentriamo su una crescita e una formazione in termini di competenze trascurando che la cura degli aspetti emotivo-affettivi è fondamentale in tutto quello che facciamo. Anche in ambito lavorativo c’è la tendenza a formarsi e a specializzarsi sulle competenze pensando che siano la chiave di volta dell’efficienza. Ritengo, invece, che una formazione a tutto campo possa permettere alle persone di raggiungere equilibrio e maturità che sono i veri requisiti dell’efficienza. Questa cura della persona dovrebbe iniziare già dai banchi di scuola, dove gli insegnanti dovrebbero avere il coraggio e la preparazione di trascurare, se necessario, qualche punto del programma per guardare negli occhi i ragazzi e capire cosa stanno vivendo in modo da permettere loro di stare bene potenziando così le loro prestazioni. Se vogliamo crescere come persone è dal “Come stai?” che dobbiamo ripartire, guardando negli occhi il nostro interlocutore, aspettando che ci risponda e ascoltando davvero ciò che ci dice
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info_ Carolina Pierfelice Psicologa - psicoterapeuta CarolinaPierfelice@libero.it
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Imbottigliamo la natura.
Questa è la storia di un Lui e una Lei. Lui è un idealista, innamorato a tal punto di lei da assecondare ogni suo capriccio. Lei detta le regole: vuole andare in collina, mentre gli altri vanno al mare; vuole vento e passione mentre gli altri dormono; ma soprattutto vuole cure e attenzioni solo da lui. Lui è Franco D’Eusanio, ideatore di vini. E lei? È la natura, ovviamente.
Vini Chiusa Grande: alla natura si comanda solo ubbidendole.
www.chiusagrande.com Az. Agr. Chiusa Grande • C.da Casali 65010 Nocciano • Pescara (Italy) • Tel. 085847460
arte&co.
/ incornice
Âť di Chiara Strozzieri
RICORDARE LORENO SGUANCI
A Cepagatti un simbolo della sua dedizione all’arte plastica
In questa e nella pagina successiva, alcune opre di Loreno Sguanci
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arte&co.
/ incornice
entre il Wine Glass di Toyo Ito sta per lasciare gli sfortunati lidi di Pescara, dopo una precoce rottura a soli due mesi dalla sua inaugurazione e circa due anni di inutile attesa al restauro, fare una ricognizione dei monumenti simbolo dell’intero territorio abruzzese ci rassicura con strutture incorruttibili dal tempo. Tra queste merita un’attenzione particolare il Monumento ai caduti di Cepagatti, antistante la ben nota torre Alex, opera di un maestro assoluto della scultura, recentemente scomparso, Loreno Sguanci. Ricordare agli abruzzesi questa meraviglia bronzea, che dal 2000 ha riformulato lo spazio del centro storico cepagattese, è un modo per ringraziare un artista sempre presente sul nostro territorio (numerose le partecipazioni ai vari Premi Michetti, Sulmona, Vasto, Penne, Valle Roveto, Triennale di Celano, Alternative Attuali a L’Aquila, Biennale di San Gabriele, nonché memorabile l’antologica allestita negli anni ’90 al Palazzo Sirena di Francavilla al Mare), che ha portato nella nostra realtà la sua cultura per la materia. Sguanci privilegiava il duro legno d’Africa, faticosamente lavorato con motivi geometrici perfetti e un accenno all’arte cinetica, spiegava all’uomo attraverso il suo lavoro l’appartenenza a una natura universale, a una fibra vitale unica. La materia sotto le sue dita prendeva a pulsare, a muoversi al ritmo del cuore stesso dell’autore e questa è una forza che oggi e per sempre le sue sculture potranno trasmettere. Tutto passa attraverso il tatto: non solo i legni, ma anche i bronzi, le terrecotte, le pietre, le plastiche da lui realizzati stimolano al tocco istintivo, creando una sinergia immediata tra arte e uomo. È per questo che il Museo Omero di Ancona, specializzato nella riproduzione dei più grandi capolavori del mondo per la fruizione dei non vedenti, anni fa dedicò a Sguanci una personale, tutta di opere visibili non solo con le mani, ma anche con gli occhi. È per questo che, nel caso del monumento di Cepagatti, un tema così sfruttato come quello dei caduti, che purtroppo dà spesso vita a noiose statue lapidarie, è stato magistralmente affrontato dal maestro pesarese. Attraverso le sue geometrie tattili si apre uno spazio della memoria fatta di sensazioni, di suggestioni, che poco ha a che fare con un mero simbolo di riconoscimento agli scomparsi. Quella di Loreno Sguanci è stata una continua educazione al sentimento, così come alla bellezza, ed è giusto che a ricordarlo siano le semplici parole del figlio Luca, anch’egli artista: “Far crescere il senso del bello nel cuore delle persone è un dono che illumina lo sguardo di pochi. Mio padre aveva quel dono”
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a che il cibo sia la tua medicina
Ippocrate, Aforismi
Il Relais del Vino Agriverde è una realtà unica nel suo genere: è infatti un Ristorante in Cantina. Nel Relais del Vino l’alta qualità dei vini Agriverde incontra i piatti di terra e di mare della tradizione abruzzese rivisitati in chiave moderna dando vita, così, ad un perfetto connubio tra cibo e vino. Qualità, eccellenza nel servizio e nell’accoglienza, rafnatezza, cura ed attenzione dei particolari fanno di Agriverde la location ideale per ogni evento. Se vuoi rendere indimenticabile il giorno del tuo matrimonio o trascorrere momenti speciali in un’atmosfera sobria ed elegante, il Relais del Vino Agriverde sarà la cornice ideale per ogni circostanza.
Agriverde ∙ Relais del Vino Via Stortini 32/a ∙ 66020 Villa Caldari, Ortona (CH) Tel. 085.9032101 ∙ Fax 085.9031089 www.agriverde.it ∙ eventi@agriverde.it
arte&co. » a cura della redazione
PESCARA COME SPARTA White Project fa risorgere il Circolo Aternino con “Sparta – dell’altra arte”
Ignacio Uriart
l 16 luglio apre il Circolo Aternino nel cuore del centro storico di Pescara Vecchia per ospitare “SPARTA – dell’altra arte”, una grande operazione culturale che vuole coniugare l’arte contemporanea con l’intrattenimento. Da un’idea della Galleria White Project di Pescara in collaborazione con il Comune di Pescara, l’Assessorato alla Cultura, alla Mobilità, al Commercio e all’Aggregazione Sociale, 45 giorni densi di avvenimenti, incontri, happenings, presentazioni dei nuovi tracciati ciclabili e interventi di street – art, ma soprattutto una mostra d’arte contemporanea che vedrà scendere in campo 15 artisti internazionali e che prevede 10 ore di Videoarte a cura di Videoartscope. Piazza Garibaldi, protagonista della mostra con le installazioni, sarà il perno delle due location: il Circolo Aternino e la Galleria White Project. La forza dell’operazione è anche l’allestimento dello spazio interno del Circolo Aternino con un’area lounge dove degustare i sapori dell’enogastronomia d’eccellenza del nostro territorio. Oltre ai momenti di confronto, organizzati ogni lunedì, per riflettere sulle prospettive di sviluppo del nostro territorio, sul distretto culturale nel quadrilatero di Pescara Vecchia e sul rapporto tra arte e impresa, l’obiettivo è anche quello di dare spazio a nuove aziende innovative under 35 che potranno presentarsi all’interno della sezione “L’energia delle idee” nelle serate di sabato. Perché Sparta? «Il nome -sostiene il giovane curatore della Galleria White Project, Mauro Bianchini, nonché direttore artistico dell’operazione- sta ad indicare una condizione limitrofa rispetto al sistema centrale dell’arte contemporanea: gli artisti della mostra diventano i protagonisti di un gesto eroico espresso attraverso i loro lavori, che insieme creano un nuovo avamposto L’invito della mostra
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Quattro assi, un solo gruppo.
S.r.l.
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arte&co.
dell’arte». Sparta riporta alla memoria il senso della forza umana e del grande coraggio onorato dall’Olimpo proponendosi come una scommessa per i giovani artisti invitati a compiere un gesto audace attraverso il loro lavoro. La galleria White Project cavalca quest’onda e nel corso della sua attività si è distinta come attento osservatorio delle attuali ricerche artistiche, con un lavoro prevalentemente promozionale e svincolato dalle mode del momento. Un luogo che esprime una energia propria, maturata nel tempo a tal punto da farla diventare un riconosciuto polo di riferimento dell’arte contemporanea. Tanti linguaggi si incontrano per intrecciarsi e creare l‘energia necessaria e fondamentale per procedere
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Il Circolo Aternino
Un’opera di Filippo Minelli
Un’opera di Damir Niksic
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arte&co. » di Anna Cutilli Di Silvestre
Daria Seri con indosso alcune delle sue creazioni
CHE FASCINO UN BEL CAPPELLINO!
Parliamo del cappello: elegante, discreto o vistoso, ma da sempre protagonista della moda femminile, riscopriamone il fascino grazie a Daria Seri, artigiana del cappello che di questo oggetto fa opera d’arte
urono gli ultimi anni Sessanta a decretarne la scomparsa. La travolgente ventata di egalitarismo che contraddistinse quegli anni portò alla moda unisex, all’uso dell’eskimo invece della giacca e del jeans a tutte le ore. Si arrivò quindi al rifiuto della cura dell’eleganza e della bellezza in generale. Il cappello oltre ad essere un ornamento, era stato un segno di distinzione. Tutti ricordiamo i romantici cappelli della Belle Époque immortalati nei dipinti di Giovanni Boldini: larghe tese ornate con piume, fiori e velette dietro le quali ammiccavano gli sguardi delle signore. E poi negli anni Venti quando la donna diventa sportiva guidando l’automobile e alcune, come la pittrice Tamara de Lempicka, anche l’aereo, il cappello si fa pratico piccolino aderente come una cuffietta: è la cloche. La frivolezza ritorna negli anni Trenta quando di nuovo i cappelli vengono arricchiti di tulle e fiori. Successivamente con le ristrettezze dell’ultima guerra, i cappelli sopravvivono solo nei matrimoni e nelle cerimonie ufficiali. Come non pensare ai deliziosi cappellini di Jaqueline Kennedy di una semplicità quasi collegiale e puntati dietro, sulla nuca? E poi venne il Sessantotto che, come già detto, ha azzerato la vanità femminile. Negli anni Ottanta l’avversione al bello comincia
» foto di Paolo Imperatore
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arte&co.
a stemperarsi, si ritorna al pantalone con la piega stirata e, successivamente, alle ciocche di capelli da aggiungere ai propri per rendere la capigliatura più ricca e attraente. La tendenza delle donne a farsi belle anche in età avanzata, è presa di mira da Goya che nelle 80 opere di grafica satirica intitolate “Capricci” (1799) inserisce Hasta la muerte in cui ritrae un’anziana che dinanzi allo specchio, come fosse ancora giovane, cerca di indossare un estroso cappellino. E proprio questo desiderio di abbellire le donne Fino alla morte, anima Daria Seri, una signora abruzzese che vive in campagna, in un posto incantato a 5 Km
Il laboratorio di Daria
da Silvi dove stanziano gli uccelli migratori e la notte i rigogoli, i gruccioni, le upupe e gli usignoli la deliziano con il loro canto prima di riprendere il volo. Anima sensibile che vibra dinanzi agli effetti della natura, eppure una donna forte e vitale, che gode della bellezza e riesce a realizzarla per le altre donne creando eleganti cappellini. Fa tutto da sola, trasformando teli di tessuto di paglia a trama lasca dagli incantevoli colori pastello o dalle tinte scure, opache, ma sempre raffinate che creano nuances sulla pelle del viso. Daria Seri piega, ripiega e attorciglia il telo di paglia per dare forma al cappello e formare boccioli di fiori delicati sempre con lo stesso telo. Dopo aver fissato i primi punti, si preoccupa della sua staticità. I suoi cappelli sono opere d’arte, raffinati, leggeri, eterei che incorniciano bene un volto donando il benefico effetto del colore che si riflette ed esalta la carnagione di chi l’indossa. E se la falda del cappello è inclinata su un occhio, quasi a nasconderlo, si crea un’aria di mistero. E un po’ di mistero torna a suscitare la cappelliera quando Daria la apre per estrarre una sua nuova creazione. In un fremere di carta velina viene fuori il cappellino oggetto frivolo, ma pur così importante per completare un abbigliamento elegante. Daria racconta di essere stata favorevolmente impressionata, nella sua fanciullezza, dalle visite che sua madre faceva alla modista, a Pescara, in corso Umberto e di aver conservato nel suo animo la sensazione della piacevolezza di quegli incontri. E anche se oggi è musico- terapeuta, docente presso l’Università d’Annunzio di Chieti-Pescara e creatrice della terapia “D”, nei momenti liberi sente il bisogno di estrinsecare la carica di fantasia e di sogni di bellezza che covano nella profondità del suo animo. Daria Seri è felice per la rete di incontri e di relazioni che la nuova attività le procura: è stata invitata per una mostra dal Museo della Paglia e del Cappello di Signa (FI); e poi per una sfilata, dalla dirigente del Centro Afareul di Genova, Silvana Baroni; ed è in trattativa per una mostra in uno dei Musei d’Arte moderna di Londra. Viene il momento in cui una persona sente il bisogno di sublimarsi in qualche forma d’arte e crearsi qualcosa da fare per cui sognare
Daria a lavoro
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Uno dei cappelli
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Giove e Giunone. Vetrata realizzata nel 2010
» di Elisa Di Venanzio
VETRO, PIOMBO, COLORE Sono queste le materie prime dell’arte vetraria, nella bella Atri, in provincia di Teramo. Un’antica lavorazione artigiana ancora praticata con amore
mmagini tracciate su carta in luce dalle mille sfumature iridescenti spesso unico vezzo di maestosi e austeri edifici del passato. Ad Atri l’antica arte vetraria è ancora praticata dalla Camper, un’azienda le cui origini risalgono ai primi del Novecento, quando l’avvento del movimento Liberty rilanciò la decorazione delle vetrate. Da allora, con passione e tenacia, quattro generazioni di maestri si sono avvicendate incrociando, lungo il loro percorso, alcuni dei più importanti pittori del panorama artistico abruzzese. Oggi a guidare l’attività è Debora Camplese che profonde tutte le sue energie per promuovere in Italia e all’Estero quest’arte segno di creatività e sensibilità.
Intervista a Debora Camplese Titolare dell’azienda Camper
Signora Camplese può raccontarci le origini della sua attività? «La presenza di una vetreria artistica ad Atri è attestata già a partire dagli anni venti quando Alfredo Ferzetti si specializza nella produzione di vetrate con soggetti sacri. Mio padre Giuseppe Camplese da ragazzo, incuriosito e affascinato dal lavoro del maestro Ferzetti, comincia a frequentare la sua bottega, innamorandosi dell’arte vetraria. Prima apprende
» foto concesse dall’azienda CAMPER
i rudimenti del mestiere qui ad Atri, poi approfondisce gli studi a Firenze, dove ha modo di confrontarsi con i grandi artisti del passato e affinare le conoscenze tecniche nella vetreria Polloni. Tornato al paese natio nel 1960 è ormai pronto ad ereditare l’attività del vecchio maestro e, con l’ausilio del professore Benito Perilli, fonda l’azienda Camper, nome nato dall’unione dei cognomi dei due soci. Dopo la prematura scomparsa di mio
padre, mia madre, Anna Maglione, ha portato avanti l’attività, fino a quando, tre anni fa, mi ha passato il testimone». Qual è l’opera più importante che avete realizzato in questi anni? «I lavori più importanti sono stati realizzati durante la gestione di mio padre, come la vetrata della cappella dell’ospedale di Fatima o quella nella chiesa SS. Crocifisso a Chieti Scalo, che è tra le più estese in Europa. Le nostre opere sono
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arte&co. Bozzetto preparatorio di Alfredo Ferzetti
andate in tutta Europa (Svizzera, Germania, Belgio) e nel mondo, (Arabia Saudita Canada, USA, Brasile). Anche qui ad Atri, è possibile ammirare alcuni lavori, come ad esempio alcuni tondi decorati con simboli cristiani ed eucaristici realizzati per la chiesa di San Domenico». Ed oggi? «La Camper è nata come azienda specializzata in vetrate ad uso sacro e
ancora oggi i lavori più importanti ed impegnativi vengono commissionati da enti ecclesiastici. Negli ultimi venti anni è aumentata la richiesta di vetrate anche per uso arredo». Oltre che della realizzazione lei si occupa anche della progettazione delle vetrate? «Sì, ma spesso ci è capitato di collaborare con vari artisti mettendo a disposizione la nostra esperienza per tradurre in luce e colore opere realizzate con tecniche diverse, stando sempre attenti a rispettare e non stravolgere l’idea di partenza. Nel corso degli anni ci si è avvalsi di collaboratori esperti ed artisti affermati quali Ireneo Ianni, Giuseppe Zaccheria, Guido Grilli, Franco Campanari, Federico Tamburri, Gabriella Albertini, Tommaso Cascella, Marcello Ercole, Alfonso Ciarrocchi… spero di non aver dimenticato nessuno!». Ci può illustrare le tecniche di realizzazione delle sue opere? «Oggigiorno sono molto in voga delle tecniche a basso costo che permettono di realizzare opere in breve tempo, come l’uso di colori a freddo che però, dopo una lunga esposizione alla luce, sbiadiscono, o di piombi adesivi che, inevitabilmente, si staccano. Le nostre ve-
trate, invece, sono dipinte e cotte in forno a 600° circa, in modo che la pittura, diventando un tutt’uno col pezzo di vetro, risulti indelebile. Per scelta abbiamo preferito rimanere legati alle tecniche tradizionali più laboriose e con tempi più lunghi di realizzazione, ma resistenti allo scorrere del tempo. La qualità delle nostre opere ci ha messo al riparo dalla crisi economica odierna. Certo sono diminuite le commesse per i privati, ma non quelle destinate a chiese e parrocchie, lavori in cui è richiesta una certa abilità pittorica che per tradizione ci appartiene da generazioni». Il comune di Atri ha intenzione di realizzare un museo sulle vetrate artistiche, per rendere fruibile al pubblico i lavori di alcuni grandi artisti abruzzesi, accanto naturalmente alle opere dei maestri della vetreria. Come siete stati coinvolti nel progetto? «Nel 2006 per la realizzazione del museo abbiamo donato un cospicuo numero di vetrate realizzate in un ampio arco cronologico, dagli anni venti fino ad oggi, ma per ora il progetto sembra si sia arenato. Sarebbe un peccato lasciare in un deposito buio le testimonianze di un’arte che ha portato il nome di Atri in tutto il mondo!»
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Cappella dell’ospedale di Fatima in Portogallo
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38 orizzontale: La soluzione ai tuoi problemi. g u a s t i nc e n d i o m a s fe ra c c h i n e r ap i n a f u r t o
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arte&co. » di Denia Di Giacomo
La Filarmonica dell’Adriatico
CULTURA È TERRITORIO
In questo momento di crisi la cultura assume maggiore importanza, contribuendo a rafforzare i fattori simbolici del territorio. È questo in breve il cuore di una nuova ricerca di Symbola, la Fondazione per le Qualità Italiane. Intervista ad Antonio Centi, presidente dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese e membro del comitato scientifico della Fondazione Symbola risi, nell’idioma cinese, assume anche il significato di opportunità. L’Istituzione Sinfonica Abruzzese –I.S.A. - uno degli Enti culturali più grandi d’Abruzzo, ha compreso come sia possibile fare della cultura un’impresa anche in questo particolare momento storico. L’ISA una delle 13 ICO (Istituzioni Concertistico Orchestrali d’Italia), è la più grande impresa culturale d’Abruzzo. «Allargare i propri orizzonti è ormai fondamentale per far sopravvivere un ente culturale come il nostro» - dice il presidente dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese Antonio Centi –. E continua: «Un’impresa culturale si pone nel territorio di riferimento non soltanto con gli spettacoli proposti, ma cerca di arricchire il contesto in cui opera. Questo è strategico e noi in Abruzzo disponiamo di tutto il necessario per far emergere il nostro territorio ricco per ambiente e per cultura». La regione di appartenenza però non basta più. I confini si stanno allargando e così negli ultimi mesi si è parlato di Macro Regione Marche, Abruzzo e Molise, trasformandola nella Marca Adriatica, in grado di porsi in condizioni di vantaggio non soltanto rispetto all’Italia, ma anche e soprattutto nell’Unione Europea.
Intervista a Antonio Centi presidente dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese e membro del comitato scientifico della Fondazione Symbola
Cosa comporterebbe per un Ente culturale come il vostro? «La Filarmonica dell’Adriatico è già realtà dallo scorso mese di marzo. Quasi 100 elementi provenienti dall’integrazione (per alcuni programmi della Stagione) dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese e dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana. Nella logica della Marca Adriatica la Filarmonica costituisce il collante favorendo il processo di aggregazione delle tre
» foto di Letizia Di Tommaso
regioni. Nelle prossime Stagioni la programmazione delle due orchestre sarà pensata anche per coinvolgere il Molise con alcuni concerti. Dirò di più: ci si può proporre sull’altra sponda dell’Adriatico per scambi culturali che facilitano poi le interazioni imprenditoriali sempre nell’ottica dell’espansione della Marca. Questo progetto, nato quest’anno grazie ai due Enti Musicali, è ora al vaglio delle due regioni per attivare un protocollo
d’intesa». Lei prima parlava di allargare i propri orizzonti. Cosa intende? Con la musica classica non è più complesso? «Partendo dall’assunto che la “Sinfonica è la madre di tutte le guerre” bisogna pensare che la suggestione musicale è senza limiti, universale. Proprio per questo volendoci attestare come impresa culturale dobbiamo diversificare il prodotto. Durante la scorsa stagione è stato
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comunicazione aziendale
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ino di grande struttura, morbido, ricco di tannini vellutati, molto persistente e con finale lungo con note speziate di vaniglia e cioccolato. Pronto per essere bevuto subito ma sopporta bene un invecchiamento di 8/10 anni. Temperatura di servizio: 18-20° C circa. Abbinamenti gastronomici: Carni rosse, selvaggina, sughi robusti. Vino da meditazione. Vitigni: Montepulciano, Primitivo, Sangiovese, Negroamaro e Malvasia Rossa. Area di produzione: Comuni di Colonnella, Ortona, Sava e San Marzano. Caratteristiche sensoriali: colore rosso granato molto intenso e persistente con sentori di ciliegia, prugna, ribes maturi, tabacco e nota tostata finale.
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«Nascono i nostri frutti»
vini Farnese riflettono tutti i colori della terra d’Abruzzo, dipingono incantevoli paesaggi di gusto e vivono della passione per i vigneti sconfinati che la Majella domina e protegge con le sue rotondità materne. Potete osservarli scivolare dalle colline fino al mare, distendersi alla ricerca delle esposizioni ottimali e godere di un microclima invidiato dall’Europa intera. Ecco perché i frutti di questa terra crescono bene e invecchiano ancora meglio.
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attuato un progetto molto interessante finanziato dal Ministero della Gioventù e dall’ANCI, l’Accademia della Canzone: dieci allievi che hanno frequentato le lezioni per un anno tenute da docenti di alto profilo che hanno dato loro le basi per entrare nel mondo della canzone e della musica in generale. La tournèe estiva prevede la loro presenza con un repertorio di musica pop e l’Orchestra Sinfonica Abruzzese. Poi c’è la lirica con la Fondazione Tercas in coproduzione con l’associazione Primo Riccitelli di Teramo e con la Fondazione Carichieti e la direzione artistica del Teatro Marrucino
di Chieti. E poi ancora il Teatro Storico Mobile che da progetto è divenuto da poco realtà grazie ad un finanziamento del Senato della Repubblica. Si tratta di un vero e proprio teatro che si monta in poco meno di quattro ore con tanto di sipario di velluto rosso con l’arlecchino e quinte, ma tecnologicamente avanzato. Una struttura utile per tutti i luoghi ed i paesi dove un teatro non c’è. Vorremmo divenisse uno dei nostri “strumenti” di punta proprio nell’ottica della diversificazione del prodotto». Tanti progetti concreti dunque, ma in tutto questo l’Aquila, la città dove fate
Il teatro Storico Mobile con gli allievi dell’Accademia della Canzone
base, a che punto è? «L’Aquila è ancora ferita. Ma cerca di ritrovare il suo ruolo e la sua funzione nel più breve tempo possibile. Abbiamo imparato che è molto più costruttivo parlare di quello che l’Istituzione può fare per L’Aquila riducendo al minimo le lamentele di quello che non va (e purtroppo è ancora molto). Come ho detto all’inizio fare impresa vuol dire costruire sul territorio, noi aiutiamo il territorio in termini di arricchimento artistico e culturale, poi esportiamo nella regione, in Italia e all’Estero, attestandoci come orchestra d’Abruzzo»
La Filarmonica dell’Adriatico
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La Tosca in scena al teatro Marrucino
I numeri dell’ISA* Presidente e legale rappresentante: Antonio Centi Direttore artistico: dal 2011 M° Ettore Pellegrino Segretario Generale: Dr. Giorgio Paravano Giornate lavorative complessive ISA: 14.150 Orchestrali totali: 59 Organico orchestrale medio: 38 (impegnati per l’intero periodo di attività) Concerti base 31 Concerti in replica 66 Concerti di repertorio 26 Concerti di nuova esecuzione 5 Concerti a pagamento 66 Concerti gratuiti n° 42 PRESENZA COMPLESSIVA SPETTATORI: 40.668
CIRCUITO CONCERTISTICO REGIONE L’Aquila e provincia, Teramo e provincia, Chieti e provincia, Pescara e provincia. FUORI REGIONE Parco della Musica di Roma 4 concerti, Conservatorio di S. Cecilia, Città di Castello, Terni, Foligno, Ascoli Piceno, Fermo, Ancona, Macerata, Campobasso, Trieste, Vicenza, Brescia ESTERO Spagna - Oviedo, Lugo, Pontevedra, Vigo.
* dati forniti al Ministero per la Stagione 2010
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Lo staff del “Magione Papale”
» di Neda Accili
LA PASSIONE NEL PIATTO L’Aquila e le mille storie della sua rinascita, storie che passano anche attraverso la ristorazione e le eccellenze della nostra enogastronomia. Raccontiamo il Relais di Campagna “Magione Papale” e la passione del suo chef William Zonfa
etti una sera a cena invitato da amici, e ti ritrovi in un locale elegante e riservato, dall’atmosfera calda e serena, con musica soft in sottofondo. Vieni accolto con un aperitivo accompagnato da un piatto di entrèe, dove un delicato fiore di zucca in tempura si lascia avvicinare da fettine di guanciale croccante. Si degusta poi uno squisito carpaccio di gamberi rossi con arancia e frutto della passione. Il giovane chef spiega l’esecuzione dei prossimi piatti, deliziosi tortelli con pecorino liquido e brodo di porcini al forno con cappelletti di burrata. La carne di agnello viene declinata in 5 variazioni, e un manzetto brasato è tanto tenero quanto delicato. Il “momento abruzzese” comprende dolcini al cioccolato di gusto sopraffino, e dalla presentazione spettacolare. La carta dei vini prevede etichette quasi esclusivamente locali, illustrate dal sommelier molto competente, e consente abbinamenti ad hoc per questa cucina raffinata che esprime una
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sinfonia di sapori magistralmente orchestrata.
Sulle tracce di Celestino Prati, piccoli borghi tra i monti, campi coltivati a ridosso del fiume Aterno. Attraverso questi luoghi, 700 anni fa Pietro da Morrone transitò prima di essere incoronato papa col nome di Celestino V nella vicina Basilica di Collemaggio. Luoghi magici, incontaminati, dove il tempo scorre lentamente tra storia e leggenda. Qui sorge il Relais di Campagna “ Magione Papale”, ricavato da un antico mulino che non ha riportato danni nel terremoto del 2009, benché situato a 500 metri dalla zona più colpita della città. Ciò che sorprende è l’architettura dell’edificio, ristrutturato di recente impiegando materiali e arredi in sintonia con lo stile originario.
Comprende l’hotel con camere e suite, un ampio giardino, un ristorante tradizionale e un’esclusiva sala gourmet, per un’ospitalità piacevole e impeccabile. Vi si possono gustare le delizie preparate dallo chef William Zonfa e dai suoi collaboratori. Seguendo l’offerta delle stagioni il menu si compone di piatti presentati come piccoli capolavori estetici, che contengono i prodotti tipici della gastronomia della nostra regione.
Ritratto di uno chef William Zonfa, prima del sisma del 2009 lavorava in un ristorante del centro storico dell’Aquila, che ora è inagibile e inaccessibile poiché si trova all’interno della zona rossa. Nel periodo post-terremoto si trasferisce a Ischia, dove rimane circa sei mesi, in attesa che sia ultimata la struttura che ora accoglie il Magione Papale. Una delle creazioni culinarie di William Zonfa
Con la scelta coraggiosa di tornare all’Aquila a gestire i due ristoranti, William affronta il progetto come una sfida, diffondendo nel contempo un nuovo concetto di ristorazione. «Il mio obiettivo –afferma- è quello di far conoscere la mia città come meta gastronomica e non soltanto per la nota tragedia». Per la realizzazione dei suoi piatti utilizza solo prodotti locali della tradizione abruzzese, acquistati direttamente dai produttori, oltre a servirsi delle erbe aromatiche che coltiva personalmente nel suo orticello. «La tecnica da me adottata è semplicemente lo strumento per valorizzare ed esaltare i sapori autentici del territorio aquilano» conclude il talentuoso chef. Ma tutto ciò non basterebbe, se non fosse “condito” da un a buona dose di creatività e di passione, ad accompagnare gli estimatori dell’alta cucina attraverso originali e personalissimi itinerari del gusto
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Il salone del “Magione Papale”
Lo chef William Zonfa
La proposta di William Zonfa > Uovo Patate e Peperoni Ingredienti per 4 Persone N° 4 Uova freschissime da 65 gr l’una N° 4 Peperoni Rossi N° 5/6 patate da 80 gr circa (possibilmente pasta gialla e consistenza asciutta) Olio extravergine d’oliva Sale e Pepe Germogli di porro Preparazione Arrostire i peperoni sulla brace in maniera violenta, in modo che la pelle bruci, si riesca a staccare e il colore rosso del peperone resti vivo. Mettere i peperoni in una busta di plastica e lasciarli raffreddare. Spellare i peperoni e tagliare finemente come se stessimo facendo delle tagliatelle. Asciugare i peperoni al forno a 55°C per 24/28 minuti. Quando sono abbastanza asciutti bisogna frullare e setacciare i peperoni per ottenere una polvere di peperone arrosto.
» foto concesse dal Relais Magione Papale
Lavare e sbucciare le patate. Con le bucce delle patate realizziamo un brodo. Tagliare le patate a cubetti tenendone una intera da parte e farle bollire nel brodo appena fatto. Portare il tutto a concentrazione, ovvero le patate devono essere bollite e il brodo deve essersi ritirato del tutto. A questo punto si può frullare, salare e pepare il preparato. Cuocere l’uovo a bassa temperatura per 38 minuti a 66 °C. Sfogliare la patata rimasta e realizzare delle tagliatelle lunghe 20 cm e spesse 1,5 cm. Avvolgere attorno ad un coppa pasta e friggere fino a doratura ottenendo così anelli di patate. Composizione del Piatto In un piatto del tipo cappello di prete mettiamo la crema di patate, l’anello di patate ed infine l’uovo salato sopra in modo da reggere il tutto, spolveriamo con la polvere di peperone arrosto, decoriamo con i germogli e infine con un filo di olio a crudo.
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tempo rubato
Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare). Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere.
» di Vittoria Di Canzio
Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli Editore
Seconda Parte
Polvere d’amore e nuvole di speranza
veva ancora davanti agli occhi la scena che la sua mente aveva architettato durante il sonno: al solito orario di chiusura Mary-Lou non osava leggere le scritte e le dediche nel “libro degli amori” (così amava chiamarlo dentro di se) ma rimaneva accanto ad una pila di giocattoli. A leggere quelle pagine c’era Ebony, volta di spalle, che improvvisamente si girava, le sorrideva diabolicamente e strofinando un fiammifero appiccava fuoco al libro. Fu in quel momento che Mary-Lou si risvegliò, intimorita ma subito confortata dal chiarore lunare, accolta tra le braccia del venticello frizzante che imperterrito soffiava. Erano le quattro ma non ci fu verso di riprendere sonno, Mary-Lou si alzò, andò in cucina e prese un sorso d’acqua, poi con un sospiro sprofondò nella poltrona e accese il televisore, iniziò a guardare uno di quei programmi di varietà ma presto si stancò. Chiuse gli
occhi e come in un attimo li riaprì che era già giorno, già ora di ricominciare una giornata monotona con una voglia pari allo zero di uscire di casa per camminare lungo il viale che la conduceva a lavoro. La carriera di Ebony procedeva, con maggiori soddisfazioni ogni giorno, il suo romanzo rimaneva in vetta alle classifiche inglesi. Era riuscita a comprare un attico con una vista mozzafiato su Londra, aveva acquisito quell’altezzosa concezione di se tipica dell’artista che sa il fatto suo e non lo nasconde. Passava il suo tempo tra giornalisti, show televisivi e negozi costosi. Ma come in una giornata calda e soleggiata una nuvola arriva e porta via la perfezione del cielo limpido e azzurro, così la chiamata del giornalista più indiscreto di Inghilterra spezzò l’idillio della sua vita perfetta. Lui le chiese dei suoi affetti e delle sue amicizie. Lei non seppe rispondere, silenziosamente pianse al telefono sentendosi la persona più sfortunata
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del mondo. All’improvviso capì che la vita non era limitata a questo o quell’aspetto positivo, pensò al paesino francese da cui proveniva, alle discriminazioni subite e non le sembrarono insormontabili come le erano sembrate anni addietro. Capì che era grazie all’affetto della sua famiglia e della sua amica Mary-Lou che lei era sopravvissuta, era andata così in alto grazie ai suoi cari che la spingevano a scrivere fino a perfezionarsi. Pensò a come sarebbe ridotta in quel momento se non l’avessero costantemente sostenuta, cosa starebbe facendo se avesse dovuto affrontare tutta la sua vita da sola. E con amarezza scoprì che era troppo tardi per tornare indietro. Dopo due anni nessuno avrebbe accettato le sue scuse e le sue spiegazioni, l’avrebbero tutti rifiutata rinfacciandole la sua vita da scrittrice famosa. E fu nello stesso istante che si accorse che la sua ispirazione era svanita nel nulla come la sua anima, entrambe prigioniere di una vita da telefilm. L’aria frizzante sfiorava il volto di Mary-Lou, sbattuto ma incredibilmente bello e angelico. Lei camminava incurante di qualsiasi stimolo esterno fino a quando vide un crocchio di gente attorno alla vetrina della libreria; anche lei decise di avvicinarsi e con sua grande sorpresa, un pugno allo stomaco la colpì, Ebony Sparks, “la luna di saint-Maxime”. Una lacrima rigò il volto di Mary-Lou, faceva fatica a capire le parole di quelli che le stavano accanto, nella sua mente solo una voce che le diceva “entra, entra!”. Ovviamente la ragazza decise di entrare, si diresse all’enorme pila di libri, ne prese uno e lo aprì. La faccia sorridente di Ebony le ricordò i vecchi tempi ma riconosceva benissimo che aveva subìto un forte cambiamento, il suo viso non era più innocente come allora, era vistosamente truccata. Tuttavia nei suoi occhi riconobbe molto bene il bagliore famigliare e desiderò con tutte le sue forze che l’amica si materializzasse davanti a lei. Un altro lato di Mary-Lou era però estremamente ferito, si sentiva tradita per un futile attimo di popolarità. Mary-Lou chiuse il libro e uscì, la faccia impassibile e la mente così affollata di pensieri. La giornata a lavoro trascorse come ogni altra ma una martellante ossessione ave-
va ormai preso sopravvento su Mary-Lou. Era costantemente distratta, camminava ma non riusciva a sentire esattamente il pavimento sotto i piedi, aveva perso perfino l’appetito. Fu proprio mentre la ragazza si dirigeva con la sua pila di bambole da sistemare agli scaffali che si sentì la testa girare all’impazzata. Le raccontarono che era svenuta, l’unica cosa che ricordava era un ragazzo occhialuto, il primo che aveva visto dopo essersi ripresa. Ecco, mancava soltanto che quell’accaduto innescasse assurde dicerie nel negozio e presto in paese. Nonostante tutti le consigliassero di tornare a casa, bere qualcosa e riposare, lei decise di restare, oltretutto quell’assurda abitudine del libro stava diventando una vera ossessione. Fine giornata arrivò presto, Mary-Lou si avvicinò titubante al “libro degli amori” e iniziò a sfogliare, all’ultima pagina scorse un disegno in inchiostro blu. Rappresentava un omino, forse un principe, che aveva tra le braccia una ragazza. Sotto, la scritta in rosso diceva “alza lo sguardo”. Mary-Lou, attratta e con un pizzico di stupore rivolse gli occhi alla vetrina, aldilà di essa un ragazzo dai capelli rossi e con occhiali d’altri tempi le sorrise e la salutò. In quel viso c’era un sentore, un qualcosa che Mary-Lou identificò nel modo di essere del giovane. Uscì fuori, entrambi estasiati si guardarono negli occhi poi lui, con fare amichevole le porse la mano e con la sua voce rassicurante disse “sono Eliah”, la ragazza rispose semplicemente, con voce flebile “Mary-Lou”. Appena le due mani si strinsero ci fu una specie di congiunzione astrale, fu come se si formasse un’anima destinata a vivere in due corpi. Fu così che Mary-Lou vide il suo passato finalmente chiaro, capì il bene e il male, per un attimo pensò ad Ebony con rabbia, imparò in pochi secondi a discernere affetto da amore, credette di morire sapendo che la sua vita era stata usata, vissuta dagli altri, dalla sua amica. Non fu così che andò, Mary-Lou lentamente imparò ad amare, apprese l’arte della vendetta, divenne passo dopo passo una donna migliore. Eliah le aveva insegnato l’amore vero. Dopo qualche anno fu la ragazza che su una polaroid di un tramonto autunnale scrisse “Ti amo”. Eliah rispose “Sposami”
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l’autore_ Vittoria Di Canzio nata il 23/12/1994 a Teramo, frequenta il terzo anno del Liceo Scientifico Albert Einstein di Teramo. Leggere è sempre stata la sua grande passione ma è la scrittura che l’accompagna ovunque. “Trovo che scrivere sia il mezzo più potente per esprimersi appieno ed è per questo che credo che anche la cosa più banale possa essere fonte di grande ispirazione”.
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musicamania » a cura di Piero Vittoria
NUMERI il ritorno del “re pop” Raf A torto o a ragione Raf ha la fama di chi sa confezionare canzoni pop perfette, di quelle che lasciano il segno. Freschezza, immediatezza, ma anche eleganza: caratteristiche tipiche del modo di fare musica del cantautore che è passato con grande scioltezza dall’internazionalità delle sue prime hit ad un’italianità fuori da ogni moda o tendenza. Non fa eccezione questo nuovo lavoro discografico “Numeri”. Dov’è il problema allora? Purtroppo questa perfezione da anni nelle produzioni di Raf fa rima con ovvietà: questo è un disco sì godibile, ma ampiamente prevedibile. Non che sia una pecca, ma manca la carta sorpresa: ad ogni nota si ha la consapevolezza di ascoltare quello che ci si sarebbe potuti aspettare in partenza. Nessuna novità dunque: le tracce presenti non hanno particolari picchi di genialità, sono abbastanza statiche, pur essendo godibili e piacevoli. Raf non si sforza cioè di essere qualcosa in più del “re pop”, come da più parti è stato definito. A volte può sembrare irritante questa perfezione così esagerata. Ballate e brani un po’ più tirati convivono con incredibile facilità. “Un’emozione inaspettata” è il singolo che ogni cantante vorrebbe scrivere, la title track è quasi completamente rappata grazie all’inconfondibile apporto di Frankie Hi-Nrg Mc che lascia poi spazio nell’inciso alla splendida voce di Nathalie. “Controsenso” riecheggia dei migliori momenti del fortunato album “Iperbole”, l’intima “Un momento indefinito” è l’episodio più riuscito del cd, “Vertigine” va in continuo crescendo culminando poi nel bel gioco colorato di fiati nel finale, “Oltre di noi” è un vero marchio di fabbrica alla Raf. Come giudicare dunque “Numeri”? Semplicemente guardandolo senza cercare nulla di particolarmente sconvolgente o innovativo, ma come un qualcosa all’insegna della tradizione, insomma in puro stile Raf.
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LA TERRA DEGLI AQUILONI Il nuovo volto musicale di Mango Classico e moderno al tempo stesso: ecco il nuovo volto musicale di Mango che torna al suo pubblico con un album di inediti “La terra degli aquiloni” che arriva a ben quattro anni dal precedente “L’albero delle fate”. Ancora una volta il cantautore lucano sceglie di seguire una nuova strada, abbandonando quasi completamente la sperimentazione che tanta fortuna gli ha regalato nella sua lunga carriera. Questo è un disco delicato, che spiazza al primo ascolto, ma che poi si lascia lentamente amare: l’eleganza fa sempre capolinea nelle undici canzoni presenti, la poesia è di casa nei testi. “La terra degli aquiloni” è fuori dagli schemi, complesso e di non facile comprensione, ma sicuramente ricco di fascino. Si apre con la title track, vero gioiello dell’intero lavoro, per poi dare spazio a “La sposa”, primo singolo estratto, brano delicato in cui si racconta l’amore in maniera intensa, grazie alla rinnovata collaborazione con Pasquale Panella. “Guarda l’Italia che Bella” ci regala il “nuovo” Mango, “Dove ti perdo” è un’altra piccola perla. Nel cd non mancano, però, alcuni momenti di stanca che ne scalfiscono la bellezza. Non molto riuscite “Chiamo le cose” e “Tutto tutto”: quest’ultima non brilla certo con quei ritmi spagnoleggianti che ben poco si addicono a Mango. Presenti anche due cover, “Volver”, un flamenco di Carlos Gardel (altro momento buio) e “Starlight” dei Superman Lovers, realizzato in collaborazione con la moglie Laura Valente ed i figli Angelina e Filippo. “La terra degli aquiloni” è dunque un album riuscito solo a metà: una prima parte esaltante si contrappone ad una seconda un po’ fiacca e deludente.
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i moderni
» a cura di Camilla Marino
L OPTICA IN STILE E E R O L A IL CO AGLIAR EI DOMIN RA PER NON SB BBIA E ANCHE L R E P . ALLA SE ANZIERO ULLA SA OK VAC LLA SPIAGGIA ANTE ANCHE S O L L TA A D TO EG SSANTA, . LUI È EL ANNI SE O UNA MOSSA SNEAKERS. I N NEMME TRAMONTABIL IN E L N CO PETIT BATEAU
il marchio francese che crea meravigliose collezioni pour enfants ha anche una linea per la donna. Il costume intero in tre colori con bretelle incrociate è trés chic www.petit-bateau.com
LANVIN È fresca e bellissima la borsa mare, ma non solo, di Lanvin. I fiori realizzati in tessuti preziosi sono una vera e propria delizia da ostentare… www.lanvin.com
MILA SCHON Bianca Gervasio, la giovane quanto promettente designer di Mila Schon ha creato due miniabiti in limited edition, che celebrano l’alternanza di colore e giocano sui toni del bianco e del giallo. Trovano ispirazione nei mitici 60s e sono in morbido cady di seta-cotone. Perfetti per le giornate estive sia per impegni mattutini, che per soirèe, con l’aggiunta degli accessori adeguati. www.milaschon.com
ALBERTA FERRETTI È in puro retrò style anche il sandalo ultrapiatto di Alberta Ferretti, in velluto verde e corda.
XACUS Camicia lavata “Beluga Washed” su base pin point, letteralmente punta di spillo. Da Xacus, l’azienda vicentina che produce camicie dal 1956. www.xacus.com
MARNI Il pantaloncino da mare in stile 60s con losanghe di Marni è davvero perfetto per la spiaggia, così come per il tempo libero. British. www.marni.com
ADIDAS Era il 1971 quando Adidas decise di creare un paio di sneakers dal design lineare, con tomaia in pelle bianca e nessuna scritta, in onore di Stanley Smith, pluricampione statunitense di tennis. Da allora queste scarpe, che hanno preso il suo nome sono note in tutto il mondo, divenendo il passepartout e l’accessorio sobrio quanto fondamentale di moltissimi look, entrando persino nel cuore della cultura hip-hop. Ebbene sembra che l’azienda madre abbia deciso di sospenderne la produzione nel 2012. Verità o trovata pubblicitaria? Lo scopriremo presto... www.adidas.it
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PASSIONEMOTORI scopre la TOYOTA AURIS HSD e PRIUS HSD
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L’IBRIDO È OGGI
TOYOTA SARACENI PRESENTA LA TECNOLOGIA FUTURA CHE AMA LA NATURA!
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a mesi tutti parlano di IBRIDO, da anni i clienti di Toyota Saraceni lo guidano. L’ibrido è la tecnologia futura che consente una guida fluida con bassi consumi e una bassissima emissione di CO2. CHE COS’È IL MOTORE IBRIDO O HSD? Hybrid Sinergy Drive è l’avanzata tecnologia ibrida di Toyota, basata sull’azione combinata di un motore a benzina e un motore elettrico. Due motori sulla stessa auto che lavorano in perfetta sinergia, per garantire il massimo piacere di guida e una straordinaria efficienza nei consumi, senza rinunciare a una guida fluida e a un funzionamento estremamente silenzioso. Questa tecnologia consente effettivamente di rigenerare energia. Come è possibile? Sia durante la guida che in decelerazione e frenata, il sistema ibrido sfrutta l’energia cinetica dell’auto trasformandola in energia da immagazzinare nella batteria. Mentre si guida si genera energia così come quando si frena. Nella maggior parte delle auto tale energia va completamente sprecata, mentre le auto ibride Toyota sono
in grado di catturarla e riutilizzarla, trasformandola in energia che alimenta il motore elettrico. Doppio motore, doppia potenza, doppio divertimento. Tutti i modelli AURIS e PRIUS con la tecnolgia Hybrid Sinergy Drive essendo dotati di due motori, quello elettrico e quello a benzina che all’occorrenza lavorano insieme, garantiscono una potenza fluida e reattiva, che raggiunge un valore di 138cv. COME FUNZIONA IL MOTORE IBRIDO? PARTENZA: nella partenza da fermi il motore a benzina è a riposo. SALITA: entrambi i motori alimentano sinergicamente il veicolo in modo da massimizzare le prestazioni della vettura. DECELLERAZIONE E FRENATA: il sistema recupera l’energia cinetica per ricaricare la batteria. Le caratteristiche principali del motore ibrido sono la silenziosità, i bassi consumi e la bassa emissione di CO2 Su tutti i modelli HSD si può inserire la modalità elettrica EV e godersi il silenzio. Provare per credere. La modalità elettrica EV, oltre a produrre zero emissioni, offre una guida estremamente flu-
SCHEDA TECNICA AURIS Cilindrata cm3 N° cilindri e disposizione
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Distribuzione
Catena silenziosa
Potenza (CV)
99/5200
Coppia max Nm/giri Emissione di CO2 gr/km N° rapporti del cambio Trazione
142/4000 89 Automatico E-CVT Anteriore
Freni anteriori
Autoventilanti 273mm x 26mm
Freni posteriori
Dischi solidi da 270mm x 10mm
DIMENSIONI Lung. / larg. / alt. cm. Passo cm.
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Peso in origine di marcia kg.
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Capacità bagagliaio litri
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Pneumatici (di serie)
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ida. L’auto ibrida diventerà uno dei posti più tranquilli in cui ti potersi trovare. Tutti sanno che guidare in città fa aumentare i consumi, ma con un auto Full Hybrid Toyota si crea il connubio perfetto tra i due motori, elettrico e benzina, che permette di consumare al massimo 3.81/100km, un valore ulteriormente
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riducibile in caso di guida in modalità ECO. Le vetture ibride Toyota emettono emissione di CO2 pari a solo 89g/Km. Infatti in modalità elettrica EV, da 0-50km/h le emissioni sono pari a zero. Ce ne sono di più in un palloncino. Non c’è da stupirsi se Toyota Hybrid Sinergy Drive ha appena ricevuto il premio “Green Engine of the year” per la quarta volta. AURIS HSD è stata recentemente votata “ The Car of the Future”. LA GAMMA Toyota Auris HSD e Prius HSD. Auris HSD offre ottime performance, comfort e tutta la praticità di cui hai bisogno, garantendo sicurezza ed affidabilità. Disponibile anche nella versione 5 porte con interni funzionali ed eleganti. L’ottima manovrabilità della vettura si accompagna ad una guida tranquilla dallo stile ricercato. Prius HSD pioniera della tecnologia ibrida è in continua evoluzione, interni spaziosi e confortevoli, grazie ad una tec-
nologia innovativa e facile da utilizzare, e al suo design intuitivo e aerodinamico. Provare per credere è la parola d’ordine per entrare a far parte del modo TOYOTA HSD. ANTEPRIMA Toyota ha deciso di presentare al pubblico europeo la Yaris HSD (hybrid synergy drive) presentata al Salone di Ginevra 2011. La nuova Yaris che entrerà nel mercato italiano in autunno ha una veste del tutto particolare, quella ibrida. In effetti, una delle caratteristiche più significative della terza generazione della piccola giapponese è proprio quella di essere disponibile anche in una versione con doppio propulsore, termico ed elettrico. Accendi la tua passione con Toyota da la SARACENI AUTOMOBILI SRL Concessionaria Ufficiale ed esclusivista TOYOTA per la provincia di Chieti con sede a FOSSACESIA in SS 524 OVEST, VASTO SS 16 LOC. PUNTA PENNA, SAMBUCETO VIA ALDO MORO, 250 e visita il
SCHEDA TECNICA PRIUS Cilindrata cm3 N° cilindri e disposizione
1798 4 in linea
Distribuzione
Catena silenziosa
Potenza (CV)
99/5200
Coppia max Nm/giri
142/400
Emissione di CO2 gr/km N° rapporti del cambio Trazione Freni anteriori Freni posteriori
89 Automatico X + r. Anteriore Dischi autoventilanti Dischi pieni
DIMENSIONI Lung. / larg. / alt. cm. Passo cm.
446 / 174,5 / 1490 - 1505 270
Peso in origine di marcia kg.
1395
Capacità bagagliaio litri
445
Pneumatici (di serie)
195/65 R 15
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Saraceni Automobili S.r.l.
SS 524 Ovest • Fossacesia (CH) • tel. 0872 578188 SS 16, Località Punta Penna • Vasto (CH) • tel. 085 4407533 Via Aldo Moro, 250 • Sambuceto (CH) • tel. 0873 310582
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Anno 1¡ n. 5 - ottobre 2006 - (copia omagg o) - Registrazione Registr razione n. 04 del 07/04/2006 07 7/04//2006 Tribunale Tribunale di Pescara Tr Pesc cara ra a - Sped. Sped ped. ped ed. in in a.p. a.p .p.. Art. Art rt. t. 2 comma co omma 20/C legge 626/96P 626 626/96P /96 6P
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ABRUZZO IMPRESA LUGLIO 2011 N°56 ANNO VI IN COPERTINA GIUSEPPE DEL SOLE E PATRIZIO LUPINETTI
CINQUANTASEI VOLTE ABRUZZO IMPRESA DA MAGGIO 2006 IL MENSILE DEL MANAGER
segno dei tempi » di Vyck
Il flop di “Visit Abruzzo”, per il gruppo su Facebook La creazione e la gestione della pagina sul turismo abruzzese su Facebook sono costate 1500 euro
Si, mi occupo di tenere aggiornata la pagina di “Visit Abruzzo”
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Praticamente... ti pagano per stare su Facebook!