ISSN 1973-5383
anno IV numero 32
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anno IV
32
n° maggio 2009 ISSN 1973-5383
numero chiuso in redazione il 15 maggio 2009
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in copertina Federico Vione Amministratore delegato Adecco Italia
Tommaso Di Rino Eleonora Lopes Massimo Avenali, Alessio Giancristofaro, Laura Tinari, Jenny Viant Nicola Boschetti, Piero Carducci, Raffaele Cavallo, Giuseppe D’Amico, Daniela Iubatti, Antonio Farchione, Marta Ficca, Luciano Fratocchi, Francesca Masciarelli, Giuseppe Mauro, Filippo Paolini, Andrea Prencipe, Antonio Teti
Mauro Di Pietro Marcello Starinieri _ visualadv.it Vincenzo Sulpizio, Daniele Pignoli Simone Cerio, Rocco Petrei Danilo Martorelli Gianluigi Tiberi Giuseppe Ciavattella Antonella Carrieri - commerciale@eccoitalia.it - commerciale@abruzzoimpresa.it DVF srl D'Auria spa Ecco Italia gruppo editoriale - Fabio De Vincentiis www.abruzzoimpresa.it redazione@abruzzoimpresa.it _ commerciale@abruzzoimpresa.it _ grafica@abruzzoimpresa.it Ecco Italia srl - Strada Lungofino - complesso Ibisco B 5/6 - 65013 Città S. Angelo - Pescara 085 9508161 085 9508157 Loredana Evangelista _ tel. 085 9508161 _ abbonamenti@abruzzoimpresa.it _ arretrati@abruzzoimpresa.it Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara iscritto al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 17047 I dati relativi ai lettori sono utilizzati esclusivamente ai fini della spedizione postale, l’editore garantisce riservatezza al trattamento dei dati ai sensi dell’art. 13 del D. leg. 196/2003. Il lettore può richiedere gratuitamente la rettifica dei dati scrivendo a Ecco Italia srl - Strada Lungofino - 65013 Città S. Angelo (Pe)
è anche... una produzione
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capitano d’impresa
Federico Vione
Passione:
Gioco a basket da quando avevo 9 anni e ahimè ho smesso un po’ di anni fa. Oggi seguo con entusiasmo il Teramo basket e mi auguro riesca a vincere il campionato.
Federico Vione da temporaneo a manager di successo Determinato, professionale, pragmatico, appassionato del suo lavoro. Ma sopratutto fiero di essere abruzzese. Questo è Federico Vione, classe 1972, partito come lavoratore temporaneo e divenuto a soli 36 anni amministratore delegato di Adecco Italia. Federico nasce a Torino, da papà torinese e mamma pescarese appartenente alla storica famiglia Michetti. Nel 1980 la famiglia Vione si trasferisce in Abruzzo perché il padre si occupa dello start-up Fiat-Sevel dello stabilimento di Atessa. Si laurea con lode in Economia e Commercio presso l’università d’Annunzio di Pescara, che ci tiene a definire «un’ottima facoltà con docenti molto qualificati». Dopo la laurea, con un contratto di lavoro temporaneo con Adecco, inizia a muovere i primi passi presso l’ufficio marketing e comunicazione dell’azienda teramana Cordivari, della quale ha un bellissimo ricordo, specie del suo fondatore Ercole Cordivari, «un grande imprenditore e un grande uomo che mi ha insegnato moltissimo». Nel 1999 Federico entra in Adecco con il ruolo di direttore della filiale di Pescara. Ed inizia un percorso lavorativo nel Gruppo in costante ascesa. L’anno successivo diventa direttore di zona Abruzzo e Molise, nel 2001 National Key Account per il settore Chimico Farmaceutico e della grande distribuzione organizzata. Nel 2002 è direttore generale di Ajilon,azienda del Gruppo Adecco specializzata nel Professional Staffing. Nel 2004 lascia l’Italia alla volta della Svizzera per ricoprire l’incarico di direttore generale di Ajilon Svizzera. Dal 2005 ad oggi, in qualità di Head of Eastern Europe, Vione è responsabile dello sviluppo del business nei Paesi dell’Est, includendo 14 paesi, dalla Russia ad Israele, gestendo più di 1400 persone e raddoppiando le vendite e quintuplicando gli utili in soli 4 anni. Giovanissimo, a gennaio di quest’anno, viene nominato amministratore delegato di Adecco Italia, avente un fatturato complessivo nel 2008 di 1200m€. Nonostante i continui spostamenti lavorativi continua a vivere a Pescara con la sua famiglia. È sposato con Antonella, dalla quale ha avuto 2 figli: Lorenzo di 12 anni e Stefano di 6. Federico Vione è un uomo dinamico, concreto e con tanta voglia di fare. Ama la sua terra, si definisce «un abruzzese doc» e alla famiglia dedica tutto il tempo libero. È la sua linfa vitale: grazie alla complicità di sua moglie Antonella riesce a lavorare con la massima serenità. Anche per questo è diventato un manager di successo.
Hobby:
Adoro le moto. Ho una BMW e insieme agli amici mi piace guidare tra le splendide montagne abruzzesi, scoprendo ogni volta posti nuovi.
Tembo Libero:
Vivo a Pescara, ma per lavoro sono sempre in giro. Quindi tutto il mio tempo libero lo dedico a mia moglie Antonella e ai miei figli Lorenzo e Stefano. Loro sono la mia più grande forza.
Viaggio:
Il lavoro mi porta a girare il mondo, ma amo viaggiare e conoscere nuove realtà, quindi quando mi è possibile, lo faccio volentieri anche con la mia famiglia.
Motto:
Il mio motto è “no alibi”, focus sulle opportunità.
9
sommario _ anno IV n°32 _ maggio 2009
opinioni&rubriche
37
editoriale
13
Terremotati due volte
il punto
15
Terremoto gratta e vinci
confi... den ialmente
17
Rinascita nel segno dell’eccellenza
ctrl s la terra di Piero
26 Tendenze fatti persone 79 Un decreto da cambiare
in primo piano
42
le misure del governo
22 Provvedimenti per le imprese
primi segnali di ripresa
24 Le aziende non mollano
la voce delle categorie la crisi del turismo università: come ripartire agevola ioni
46
28 «Non vogliamo abbandonare la città» 34 In Abruzzo le vostre vacanze 37 «La nostra strada si è solo interrotta» 40 Tremonti chiama, le banche rispondono
ricostruire L’Aquila
42 Zona Franca e ottimismo
ricostruire L’Aquila
46 Vietato sedersi sugli aiuti
a ienda con il segno + adecco
50 Adecco dieci anni da numero 1
tematiche d’impresa ricerca& innova ione
56
ict
56 Kilometro Rosso: la strada per lo sviluppo 59 Internet sulla cima del Gran Sasso
economia
63 L’arte di comunicare
marketing
67 Con sei fatine ho battuto la Walt Disney
storie&persone luciano ardingo
59
incarichi&carriere franco cuccurullo
98 10
70 «Il giovedì eravamo già al 100%»
77 Il Magnifico è di nuovo Cuccurullo
seminari&convegni confindustria Pescara
88 Crisi: evoluzioni e prospettive 91
incaconsult
Il rilancio passa dall’innovazione
Ud’A
95 Onore al merito
giornata paese India
98 L’India è vicina
100
eventi fiera campionaria
100 Il futuro è già qui
mercedes E coupé
Barbuscia brinda con Zaccagnini
111
protagonisti del cambiamento
115
Essere commercialisti oggi
un libro nove tesi
118
Il “tempo zero del desiderio” è già qui
111
121
la vita è bella
126 divudi Mondovino rubato 129 tempo Venuto al mondo
131
qb
Baccalà all’olio
annata 133 un’ottima Piemonte aristocratica varietà con gusto 134 adagio Venite a trovarci con gusto 137 adagio la sacrosanta alleanza
uscita di sicure a
123
Barcellona, fascino modernista
11
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editoriale
Terremotati due volte «N
on è affatto vero che l’intero Abruzzo sia stato devastato dal sisma. Come sempre, è in grado di offrire a turisti e visitatori posti da favola e servizi all’altezza della situazione». Così «chi decide di trascorrervi dei giorni di vacanza, lo faccia per godere delle sue straordinarie bellezze naturali, artistiche ed architettoniche che sono rimaste pressoché immutate, ovviamente fatta eccezione per L’Aquila e i suoi dintorni». L’assessore al turismo Mauro Di Dalmazio coglie una delle criticità più evidenti per la già disastrata economia regionale, l’ennesima emergenza frutto di quel maledetto 6 aprile. I media hanno veicolato il messaggio di un intero Abruzzo sconvolto dal sisma. Di un’intera regione non più integra, non più in grado di accogliere turisti. Sbagliato meravigliarsi se Giammarco Giovannelli della Federalberghi denuncia un 30% di prenotazioni in meno: «Alba Adriatica, Martinsicuro, Tortoreto, come l’intero territorio della Val Vibrata, si sono trovate a fronteggiare una vera e propria emergenza turistica». O se Giuseppe Rossi, presiTommaso Di Rino _ direttore dente del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise parla di «situazione al collasso, con il 95% di turisti in meno rispetto all’anno scorso, quando in questo periodo avevamo un centinaio di gite scolastiche e weekend con i pienoni negli alberghi. Invece adesso sono vuoti persino i campeggi». Siamo terremotati due volte. Disdette a raffica, anche in territori a cento chilometri dall’Aquila, dove il sisma non ha causato neanche un danno. Si è diffusa una psicosi ingiustificata, ma determinata da giornali e televisioni e dai loro continui riferimenti al terremoto in Abruzzo. Con questo non voglio certo sostenere che bisogna far calare l’attenzione sui problemi che affliggono le zone colpite dal disastro. Tutt’altro, abbiamo molto a cuore le esigenze dell’aquilano, delle imprese colpite, dei tanti lavoratori disagiati. C’è bisogno – viene sottolineato negli incisivi contributi pubblicati in questo numero di Abruzzo Impresa - di azioni efficienti e trasparenti, progetti mirati, “soldi veri”, strategie oculate. Dico soltanto che bisogna cercare di scongiurare il crollo del turismo: per molte zone dell’Abruzzo sarebbe la paralisi dell’economia. Non ce lo possiamo permettere. Raffaele Cavallo, governatore Slow Food Abruzzo e Molise, denuncia un’altra emergenza figlia del terremoto, è in ginocchio l’economia dei piccoli allevatori e dei produttori. Cita due esempi: da Pasqua alla fine di aprile un produttore di Canestrato di Castel del Monte, formaggio tutelato da Slow Food, ha venduto 20 chili di formaggio invece dei 10 quintali abituali; il presidio della Lenticchia di Santo Stefano ha 10 quintali di legumi invenduti. Una situazione in cui versano tutti i produttori di eccellenze alimentari. «Comprate abruzzese», fate vostro l’appello che Cavallo vi rivolge da pagina 134. Anche questo è un bel modo per dimostrare solidarietà
È passato il messaggio di un intero Abruzzo sconvolto dal sisma. La regione è pronta ad accogliere turisti ma fioccano le disdette. Pesanti contraccolpi anche per piccoli allevatori e produttori
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direttore@abruzzoimpresa.it
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il punto
Terremoto gratta e vinci L
a cabala è cosa seria. Soprattutto se il Governo affida alle insondabili combinazioni numeriche un nuovo piano Marshall per la ricostruzione del capoluogo di regione, la vita di intere famiglie con le case atomizzate, la speranza di tornare ad essere quel che si era. Di soldi, per concretare quel che si è promesso, non ce ne sono. O meglio, quelli in valuta sonante, pronto cassa. Potranno essercene, ma solo grazie a nuove lotterie, alle estrazioni istantanee e ad altre modalità di gioco del Lotto. Nel Decreto legge 39, che contiene gli interventi urgenti in favore delle popolazioni terremotate, l’articolo 12 dedicato alle norme di carattere fiscale in materia di giochi, è l’unico caratterizzato da chiarezza di idee. È la solita politica delle tre carte, avventuriera fino alla fine, cinica per stile. Pure il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, aveva creduto che il piano per la ricostruzione fosse un vero piano, quando pose al centro del suo intervento la necessità di reperire soldi sonanti da impiegare per il rilancio socio-economico e l’istituzione di una Zona Franca per agevolare e facilitare l’attrazione di nuovi investimenti nelle aree colpite dal sisma. Nel Piano tuttavia c’è un po’ di tutto, perfino una commissione che dovrà vigilare su mafia e camorra, allettate dal fiume di denaro, peccato Mauro Di Pietro manchi proprio il denaro. Il bello è che, presi da uno scatto d’orgoglio, perché tanto c’è sempre la lotteria, il nostro Governo ha rifiutato l’”elemosina” americana, e non si è ancora ben capito come andrà a finire con i fondi di provenienza comunitaria. La venuta in Abruzzo del commissario alle Regioni Danuta Hubner, infatti, è stata percepita da tutti come un addio definitivo alla ventilata possibilità di istituire la Zona Franca, mentre per gli stanziamenti tutto è legato ai documenti che il Governo dovrà presentare a Bruxelles. Ma con un avvertimento numeri e dati concreti e bando alle ciance. La diffidenza è tanta e l’Abruzzo pecca sicuramente di credibilità visti i precedenti, sanità e Fondi Pop. Insomma, se quattrini arriveranno, questi non saranno di provenienza istituzionale. Tutto dipenderà dalla benevolenza dei cittadini, le cui coscienze sono accuratamente titillate da trasmissioni televisive che impietosiscono penosamente, dai malati della dea bendata, che, generalmente, si posizionano tra quelli con minor capacità reddituale, e dal mondo dello spettacolo. Insomma, si fa quel che si può per garantire gli oltre 8 miliardi di euro necessari per la ricostruzione e assicurare un rimborso del 100% per le case da riedificare e riavviare le attività danneggiate. Figuriamoci. Il fatto vero è che il terremoto è entrato nella campagna elettorale, e c’è chi ha capito che valeva la pena sfruttare un palcoscenico così drammatico per recitare il ruolo di salvatore della patria. A costo zero. Nelle cittadine marine, dove a migliaia trascorrono le loro giornate da sfollati, gli aquilani sono rincorsi dai candidati che li invitano, in loco, a seguire questo o quell’incontro. Indovinate di cosa si parla? Di ricostruzione. Ma se non ci fosse stato il terremoto quale sarebbe stato il loro programma? Per fortuna che c’è Bocelli. Al Colosseo delizierà con la sua voce il pubblico, per un costo di mille euro a biglietto, circa 380 mila euro di incasso. Non sappiamo se nella scaletta è prevista la romanza “Nessun dorma” della Turandot di Giacomo Puccini. Mai come in questa occasione sarebbe azzeccato l’avvertimento
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maurodipietro@eccoitalia.it
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confiden ialmente
Rinascita nel segno dell’eccellenza I
l sisma che ha colpito il comprensorio aquilano e anche altre località abruzzesi, induce ed ha indotto a tantissime considerazioni di ordine morale, religioso, politico, economico e sociale e tantissimi potrebbero essere gli spunti e le questioni su cui ragionare e riflettere. C’è un aspetto, su cui sicuramente già si è concentrata l’attenzione di tutti gli osservatori e degli stessi comuni cittadini di tutta Italia, che forse merita una piccola quanto ovvia riflessione e su cui, come aquilano, ho la voglia -e anche l’orgoglio- di spendere ulteriormente qualche parola, utile anche per affrontare altri temi. La gente aquilana ed abruzzese ha dimostrato, a fronte del dramma che l’ha colpita, una dignità, una forza di reazione e uno spirito di sopportazione di cui essere veramente fieri. E riconoscimenti in questo senso ci stanno provenendo da tutta l’Italia e dal mondo intero. Credo anche, in tal senso, che non sia un caso ma una conseguenza di ciò, l’immane sforzo e le grandi iniziative di solidarietà che si stanno producendo in un modo e con una intensità che non ha precedenti. La forza e la “tostaggine” degli aquilani e degli abruzzesi, e la relativa voglia di ricominciare, si è tradotta e si sta traducendo anche in aspetti di cui ancora non si parla a sufficienza e che potranno anche avere riflessi Giuseppe D’Amico_ direttore confindustria Abruzzo diretti sulla ripresa economica. Da una parte le imprese e gli imprenditori, fin dal giorno dopo il sisma, hanno subito dimostrato di voler fare tutto il possibile per far ripartire le attività. I lavoratori non sono stati da meno: tra mille difficoltà umane e logistiche hanno immediatamente accolto l’invito delle imprese a ricominciare e, negli stabilimenti dove è stato possibile riattivare le linee produttive, il tasso di assenteismo è stato zero o prossimo allo zero. Ciò non può che indurre alla speranza e all’ottimismo. Se questo popolo verrà sostenuto saprà affrontare e vincere l’immenso dramma che l’ha colpito. Soprattutto questa gente e la sua già conosciuta laboriosità e serietà, rappresenta un motivo in più per invogliare imprese esogene ad investire in Abruzzo e in particolare nell’area più colpita. Ma ciò, evidentemente, non basta. I territori più colpiti, oggi, sono infatti assimilabili alla Berlino bombardata del dopoguerra. Questo è il motivo per cui Confindustria Abruzzo sta insistendo per l’ottenimento, a favore del cratere sismico, di uno status di assoluto vantaggio in termini di riduzione ed esenzione fiscale e contributiva, da una parte, e di incentivi finanziari in conto capitale ed in conto interessi dall’altra, tali da incoraggiare veramente imprese e lavoratori ad investire capitali e risorse umane in questo comprensorio. L’evento sismico si è dimostrato straordinariamente drammatico sia per gli effetti devastanti che ha causato, sia per la particolare area che ha colpito (città Capoluogo di Regione). Ecco perché, comunque, le risorse e gli strumenti richiesti devono essere colti come opportunità di una vera rinascita orientata alla qualità ed all’eccellenza, tale da porre la città di L’Aquila ed il suo comprensorio come modello di riferimento per l’intera comunità internazionale. In tal senso sarebbe quanto mai opportuno e lungimirante convogliare, ai fini della ricostruzione, le migliori competenze ed intelligenze internazionali, in tutti i campi di intervento: pianificazione territoriale ed urbanistica, architettura, cultura, università, programmazione economica, sanità, ecc.. Di qui una ulteriore proposta: istituzione da parte dell’UE di specifici bandi internazionali per la ricostruzione del cratere sismico. La gente aquilana ed abruzzese lo meriterebbe davvero
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Sviluppo rurale, prorogati i bandi Posticipati dal 30 aprile al 30 giugno i termini per la presentazione delle domande relative ai bandi del Piano di Sviluppo Rurale regionale. Il rinvio, causato dal terremoto, è stato definito insieme alle associazioni di categoria e concordato con la Commissione europea in seguito alla visita dell’assessore regionale Mauro Febbo a Bruxelles. Le misure interessate sono quelle di primo insediamento, ammodernamento aziendale, prepensionamento, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, ricostituzione del potenziale produttivo forestale, indennità compensativa e agro ambiente. L’Unione Europea ha accordato di far gravare l’intero importo di co-finanziamento regionale del Piano di Sviluppo Rurale per circa 40 milioni di euro sul fondo di rotazione dello Stato e di destinare alle Regioni italiane ulteriori 712 milioni di euro. Per l’assessore Mauro Febbo «la proroga dei bandi è il primo passo necessario per far ripartire la realtà agricola, pesantemente provata dalla calamità, e dare un pò di respiro a migliaia di imprenditori. Contestualmente alla proroga abbiamo deciso di agevolare gli imprenditori agricoli che volessero provvedere subito agli acquisti previsti nei progetti - ha precisato l’assessore - infatti, basterà presentare una richiesta cartacea. Dal giorno successivo, saranno riconosciute come ammissibili, salvo il buon esito dell’istruttoria, tutte le spese effettuate».
Costo del denaro al minimo storico Denaro sempre meno caro in Europa. La Banca centrale europea (Bce) ha ridotto di un quarto di punto il tasso di riferimento, portandolo all’1%. Il taglio del 7 maggio segue il ribasso di 25 punti base deciso in aprile e porta il costo del denaro al minimo storico da quando la Bce ha iniziato a gestire la politica monetaria nel 1999. Per il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, l’economia sta «ancora attraversando un grave rallentamento economico». Il primo trimestre 2009 è stato «molto peggiore» delle previsioni ma «ora è alle spalle, il secondo trimestre sarà molto meno negativo», ha rilevato ancora il capo dell’istituto centrale europeo, secondo cui «la situazione è complessa e dipenderà dalla nostra capacità di infondere fiducia».
Delverde va in crociera e sbarca in Cina È salito a bordo della Costa Classica ed ha fatto rotta verso l’Asia. L’intento era valorizzare e promuovere le eccellenze gastronomiche e la cucina regionale abruzzese. Il pastificio Delverde ha proposto agli ospiti delle crociere i tanti formati dell’alimento italiano più famoso al mondo, nel corso di ricchi buffet allestiti nei saloni e nelle piscine della nave. Non sono mancate piacevoli e divertenti lezioni di cucina italiana con gli chef di bordo. Il pastificio Delverde è stato poi il protagonista dell’evento “Un mondo di Pasta”, svoltosi lo scorso 26 e 27 aprile, in Piazza Italia a Pechino e organizzato dalla Camera di Commercio italiana in Cina, dall’Ambasciata italiana a Pechino e dall’Istituto della Cultura italiana. Due giornate di informazione e intrattenimento sul mondo della pasta, una vera e propria arte che «con centinaia di formati diversi e infiniti condimenti – ha sottolineato l’ambasciatore Sessa - rappresenta una sfida gastronomica, non solo per gli chef ma anche per tutte le persone che amano cucinare».
In Abruzzo 13 Bandiere Blu Positivo il risultato della 23esima edizione della “Bandiere Blu” assegnate dalla Foundation for Environmetal Education (FEE) in collaborazione con il COBAT (Consorzio nazionale batterie esauste) ai comuni rivieraschi ed agli approdi turistici. Quest’anno vengono premiati 113 comuni, 9 in più della precedente edizione, e 60 approdi turistici. A livello del Bacino del Mediterraneo, l’Italia si colloca al quinto posto in graduatoria, dopo Spagna, Grecia, Turchia e Francia. Nel nostro paese il primato 2009 spetta alla Toscana, a pari merito con le Marche e la Liguria con 16 bandiere. Stabile l’Abruzzo con 13 Bandiere Blu: Martinsicuro, Alba Adriatica, Tortoreto Lido, Giulianova-lungomare Zara, Roseto degli Abruzzi, Pineto, Silvi Marina, Francavilla al Mare, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Vasto, San Salvo. Per i laghi, Bandiera Blu a Scanno.
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tenden e fatti persone
Formazione: fondi per le aziende Su proposta dell’assessore alle Politiche del lavoro, Paolo Gatti, la Giunta regionale ha deliberato l’assegnazione di 1.838.000 euro alle aziende. Si tratta di fondi relativi a 1700 voucher, che consentiranno un percorso formativo di 120 ore l’anno connesso all’apprendistato professionalizzante e rivolto a giovani lavoratori. In base al nuovo istituto previsto dalla legge 133 del 2008, che modifica l’articolo 49 del decreto legislativo 276 del 2003, i lavoratori di età compresa tra i 18 e 29 anni possono essere assunti con un contratto della durata massima di sei anni, in tutti i settori di attività, per il conseguimento di una qualificazione attraverso una formazione sul lavoro e l’acquisizione di competenze di base, trasversali e tecnico-professionali. «Sblocchiamo fondi congelati da tempo ponendoli a disposizione delle aziende che possono formare giovani lavoratori, senza costi per la formazione - ha commentato l’assessore Gatti - è un’occasione da cogliere per il mondo produttivo regionale che può investire sul rinnovamento del proprio capitale umano».
Affidabile chi produce la Nutella Chieti, economia con luci e ombre Un sistema economico provinciale caratterizzato da luci e ombre. E’ quanto emerge dai dati 2008 elaborati dall’Ufficio informazione economica della Camera di Commercio di Chieti, resi noti in occasione della settima Giornata dell’economia. Tra gli aspetti positivi la crescita, a un ritmo del 6,1%, delle esportazioni, oltre il 66% del totale regionale. Anche la ricchezza prodotta dal sistema economico colloca Chieti in posizione dominante rispetto alle altre province abruzzesi, con il 30% del valore aggiunto. Il quadro diventa meno positivo se si considera il tenore di vita. Pur potendo contare su un Pil pro-capite superiore alla media regionale, Chieti evidenzia una certa arretratezza rispetto al resto del Paese: 22.344,6 euro a Chieti, 26.278,6 euro in Italia. Indicazioni poco favorevoli provengono dal mercato del lavoro: i dati Istat mostrano un assottigliamento degli occupati (-1,5%), dinamica che ha risparmiato solo i servizi. Il tasso di disoccupazione è passato dal 5,8% del 2007 all’attuale 6%, inferiore alla media nazionale. Al 31 dicembre 2008 la base produttiva locale era costituita da 47.776 imprese: 2.779 hanno iniziato l’attività, 2.839 hanno chiuso i battenti, determinando un saldo iscrizioni-cessazioni pari a -60.
C’è la Ferrero al vertice della classifica del centro studi Reputation Institute di New York. L’azienda di Alba, famosa in tutto il mondo per la Nutella e i cioccolatini Rocher, è il marchio più affidabile al mondo: ha la migliore reputazione, più di Ikea e Johnson & Johnson che si devono accontentare del secondo e terzo posto e molto più di Walt Disney e Google. L’autorevole centro studi di New York stila ogni anno questa speciale classifica prendendo in considerazione le 600 maggiori imprese di 32 Paesi e un campione di oltre 60.000 intervistati. Ad essere valutate sono la qualità di prodotti e servizi, le performance finanziarie, l’innovatività, la leadership, l’ambiente di lavoro, la responsabilità sociale e l’eticità. In tre di queste aree la Ferrero è arrivata prima, nelle altre quattro ha raggiunto posizioni di rilievo.
Servizi a cittadini: Trentino al top Paese spaccato in due per le prestazioni della pubblica amministrazione. La parte del leone per i servizi forniti è del Trentino, il Sud non vanta nessuna eccellenza. È quanto emerge dal Forum sulla pubblica amministrazione, tenutosi a metà maggio a Roma. Il Trentino è leader sul terreno dell’ambiente, del lavoro, del welfare e della giustizia; l’Emilia Romagna ha il primato della sanità, il Friuli dell’istruzione, la Lombardia della sicurezza. E l’Abruzzo? Arranca su ambiente, welfare e competitività. In posizione mediana su lavoro, giustizia e istruzione.
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Il 60% degli italiani ha ridotto i consumi Circa sei italiani su dieci stanno affrontando la crisi con una riduzione dei consumi. Ancor più, con una contrazione della tendenza, già assai modesta in Italia, ad indebitarsi. Nei primi tre mesi dell’anno, il ricorso al credito al consumo è diminuito del 10% rispetto allo stesso periodo del 2008. Sono calate, in modo particolare, le richieste di finanziamento per l’acquisto di autoveicoli e motoveicoli (-22,9%), nonché per gli elettrodomestici (-9,1%). É quanto emerge dall’indagine Censis “Diario della crisi”. Ma la paura emerge soprattutto dalle previsioni che gli italiani fanno riguardo all’uscita dalla crisi: per il 68,3% non è vero che ormai abbiamo toccato il fondo, ma anzi il peggio deve ancora arrivare.
Eni: in Abruzzo il Ponte per l’Innovazione Cinquanta tra ricercatori e dottorandi dell’ateneo aquilano saranno accolti nelle strutture di ricerca Eni per un periodo di tre anni. Firmato lo scorso 8 maggio un protocollo d’intesa dal ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Mariastella Gelmini, il rettore dell’università dell’Aquila, Ferdinando di Orio, e l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni. L’intesa prevede la progettazione e la costruzione da parte di Eni di un Centro di ricerca a l’Aquila e
Nicola Fossaceca, chef emergente del Centro Italia Ha 26 anni, è lo chef del ristorante Al Metrò di San Salvo, che gestisce insieme all’insostituibile fratello Antonio. La sua cucina di mare ha già convinto molti appassionati gourmet ed ha ricevuto molti consensi al Salone del Gusto 2008, a Torino. Ora, per l’abruzzese Nicola Fossaceca, un’altra importante soddisfazione: il Premio quale miglior chef emergente del Centro Italia. Nicola ha vinto a fine aprile il concorso organizzato dal giornalista enogastronomico Luigi Cremona nell’ambito della manifestazione Medoliva, Club degli olii extravergini d’oliva del bacino del Mediterraneo, patrocinata dalla provincia di Arezzo e dalla Regione Toscana. La Giuria, che vedeva allineati critici esperti e famosi come Fausto Arrighi (direttore della guida Michelin Italia) ed Eleonora Cozzella (L’Espresso), è stata conquistata da due ricette: “ravioli di ricotta di pecora in brodetto” e “zuppa di fave con bianchetto e pecorino”.
l’elaborazione di un progetto di fattibilità per la realizzazione di una centrale di teleriscaldamento, sempre presso il capoluogo abruzzese. L’ospitalità verso ricercatori e dottorandi comprenderà trasferimento, vitto, alloggio e accesso ai laboratori Eni, nonché la possibilità di borse di studio o contratti a progetto. Con questo “Ponte per l’Innovazione” Eni intende contribuire con risorse umane, finanziarie e strutturali alla ripresa e al rilancio delle attività di ricerca dell’ateneo dell’Aquila.
Prima casa, agevolazioni per i mobili Da PDL e PD sì ad agevolazioni fiscali per l’acquisto di arredi per la casa. L’iniziativa di legge del Centrodestra porta la firma del questore della Camera Antonio Mazzocchi e del senatore Rosario Costa; la proposta di legge del Pd è stata depositata alla Camera dall’ex ministro Pierluigi Bersani e dal deputato Massimo Vannucci. Si tratta di norme destinate ad aiutare chi voglia metter su casa, ma anche un settore, quello del legno e dell’arredamento, che nel suo insieme fattura circa 40 miliardi di euro, occupa oltre 410mila addetti ed esporta il 34,5% della produzione. Se l’obiettivo delle due proposte coincide, qualche differenza di impostazione c’è. Il PDL prevede una riduzione dell’Iva al 4%, fino ad un massimo di 20mila euro, a patto però che si tratti di coppie sposate da non più di dodici mesi o che intendano sposarsi. Inoltre, per accedere allo sconto fiscale, il reddito complessivo lordo della coppia non deve superare i 20mila euro annui. Nella proposta del centrosinistra il vincolo non è matrimoniale ma anagrafico: la detrazione, fino ad un massimo di 10mila euro, spetta ai giovani tra i 20 e i 30 anni e a condizione che l’indicatore della situazione economica equivalente del beneficiario (ISEE) non superi cumulativamente i 41mila 316 euro.
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tenden e fatti persone
Meno ore per lavorare tutti Mantenere più persone possibili occupate attraverso una temporanea ridefinizione delle ore di lavoro e azioni di riqualificazione finanziate dal Fondo sociale europeo. Incoraggiare l’imprenditorialità, diminuendo ad esempio i costi extra-salariali; migliorare l’efficienza delle agenzie nazionali di collocamento; incrementare gli apprendistati e i tirocini di alta qualità entro la fine del 2009. Questa la ricetta per l’occupazione emersa dal vertice Ue svoltosi il 7 maggio a Praga. Concorde il Job Summit su 10 punti per rispondere agli oltre 20 milioni di europei senza lavoro. Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, si è dichiarato d’accordo sulla proposta di riduzione dell’orario di lavoro: «È esattamente quello che stiamo facendo, con l’obiettivo di mantenere la base occupazionale di fronte alla crisi».
La prima 500 in USA entro il 2010 Quotidiani, arriva il maxi-Kindle Si chiama Kindle DX ed è il futuro dell’editoria per il fondatore di Amazon, Jeff Bezos. È stata presentata nei giorni scorsi la versione “deluxe” del lettore digitale per libri prodotto dall’azienda statunitense. Un apparecchio dotato di uno schermo da 9,7 pollici e memoria interna per 3,2 Gigabyte. Con batterie che durano più di una settimana e la capacità di scaricare libri e giornali direttamente dalla rete di telefonia mobile. Il display ha forte contrasto e può
essere letto all’aperto in pieno sole. Ha tuttavia una risoluzione limitata, in bianco e nero (con 16 toni di grigio) e un ciclo di refresh molto lento, che non consente di mostrare video o animazioni. Kindle è pensato per visualizzare libri ma anche PDF di giornali e riviste cui abbonarsi e manuali scolastici e tecnici. Già stipulati accordi con gli editori del Washington Post, Boston Globe e New York Times.
Quando la casa di Detroit sarà uscita dalla procedura di bancarotta controllata, Sergio Marchionne diventerà l’amministratore delegato della Chrysler. Lo ha detto in un’intervista a Bloomberg lo stesso Marchionne precisando che l’idea è stata discussa nel corso degli incontri con i rappresentanti del Tesoro statunitense. L’Ad del Lingotto ha annunciato che l’obiettivo è «vendere la prima 500 negli Usa entro la fine del 2010». L’alleanza permetterà di unire la tecnologia Fiat, tra le più innovative e avanzate al mondo, con la forte presenza in Nord America della Chrysler.
Per Walter Tosto business a tutto Gas Non solo produttore mondiale di serbatoi, ma anche partner autorevole per la fornitura in Italia di gas Gpl ai cittadini privati e non: è questo il nuovo obiettivo della Walter Tosto SpA, il leader assoluto dei grandi impianti di caldareria (fatturato 2008: 110 milioni di Euro; margine operativo lordo: 10 milioni). Attraverso la propria divisione wts gas, e grazie alle liberalizzazioni della legge Bersani che offrono ai privati l’opportunità di scegliere tra i vari fornitori di Gpl, la Walter Tosto ha potuto avviare la commercializzazione e distribuzione di gas a prezzi davvero competitivi: rispetto alla concorrenza l’azienda abruzzese propone infatti prezzi inferiori mediamente del 40%. Dopo aver raggiunto un parco clienti di 3000 famiglie in due anni, l’azienda mira ad arrivare a quota 8000 entro l’anno in corso, e prevede di raggiungere una copertura di distribuzione nazionale entro fine 2009. Ciò significa conquistare entro il 2010 una quota del 5% di questo mercato, che attualmente ha un valore di 3,5 miliardi di euro. Spiega l’Ad Luca Tosto: «Nel solo 2008 abbiamo speso 10 milioni, di cui 2,5 solo in ricerca e sviluppo. Adesso in Italia vogliamo portare avanti anche le nostre soluzioni integrate nel settore gas, dalla produzione e vendita del serbatoio, alla vendita del Gpl e al servizio di distribuzione, differenziandoci nettamente dagli altri gestori a partire dal prezzo che proponiamo. Quest’operazione ci consente di proporci come interlocutore unico, in grado di offrire un servizio completo».
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in primo piano » di Filippo Paolini
Provvedimenti per le imprese Le prime misure adottate dal Governo per rilanciare le attività produttive nelle zone colpite dal sisma
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ontributi, sospensioni di termini, agevolazioni fiscali e finanziamenti: questa la prima ricetta del Governo per il mondo imprenditoriale abruzzese - ed aquilano in particolare - a seguito del terremoto che ha coinvolto numerosissime aziende rimaste bloccate, se non gravemente danneggiate, per la distruzione di capannoni, officine e macchinari. Con il decreto legge n.39 del 28 aprile 2009 sono state adottate misure urgenti anche in favore delle imprese che hanno subito conseguenze economiche sfavorevoli. Anzitutto è prevista la concessione di contributi, anche come credito di imposta, per la ricostruzione o riparazione degli immobili nonché dei beni mobili, distrutti o danneggiati, strumentali all’esercizio delle attività imprenditoriali, ivi compreso il ripristino delle scorte. Non si parla di cifre per i singoli interventi ma, al momento, soltanto di ammontare complessivo dell’intero
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stanziamento che raggiunge circa 8 miliardi di euro spalmati dal 2009 al 2033. Sono pochi o sono abbastanza? Per capirlo bisognerà attendere e verificare quanti soldi andranno effettivamente nelle tasche degli imprenditori, con quali precise modalità e se potranno realmente consentire una rapida ed integrale ricostruzione; tuttavia, fin da adesso, non si può fare a meno di osservare che la previsione di un arco temporale così eccessivamente lungo potrebbe penalizzare irreparabilmente il sistema produttivo aquilano. Sul versante dei pagamenti, va evidenziato che cambiali, assegni e titoli esecutivi in genere sono sospesi dal 6 aprile al 31 luglio 2009: pertanto, gli interessati potranno godere di un consistente periodo di “moratoria” per la soddisfazione dei propri creditori. Stessa sorte per quanto concerne il pagamento delle rate dei mutui e dei finanziamenti di qualsiasi genere erogati dalle banche e dagli intermediari finanziari. In ambito fiscale, è prevista la sospensione della ri-
scossione dei tributi, dei contributi previdenziali ed assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali non solo per le imprese dei territori colpiti dal sisma, ma anche per qualsiasi altra impresa che, alla data del 6 aprile 2009, era assistita da professionisti operanti nei comuni terremotati. Per le stesse, inoltre, non saranno applicate le sanzioni amministrative per inadempimenti in materia di lavoro e fiscale. Alle misure finora descritte, che potremmo definire misure volte ad “ammortizzare” le immediate ripercussioni negative accusate dalle imprese, se ne affiancano altre mirate, invece, a garantire aiuti concreti per ripartire. Anzitutto il sostegno al reddito, per cui è previsto un indennizzo – anche qui, allo stato, non quantificato - per i lavoratori autonomi, ivi compresi i titolari di attività di impresa che abbiano dovuto sospendere l’attività a causa degli eventi sismici. In secondo luogo finanziamenti agevolati. Sono stati prorogati i termini per le iniziative agevolate e le altre misure di incentivazione di competenza del ministero dello sviluppo economico, nonché per i progetti regionali sui distretti industriali cofinanziati dal medesimo ministero. Al contempo, il CIPE potrà dirottare una quota delle risorse del “Fondo strategico
» foto di Simone Cerio
per il Paese”. Infine, le agevolazioni per l’accesso al credito. Il Governo metterà sul tavolo la concessione gratuita di garanzie per le piccole e medie imprese, comprese quelle commerciali, turistiche, di servizi, nonché per gli studi professionali: ciò potrebbe significare ottenere più facilmente denaro dal sistema bancario, fermo restando la prev isione di agevolazioni per la r inegoz iazione di mutui e finanziamenti. Le misure adottate riguardano soltanto i soggetti residenti o aventi sede o domicilio nei quarantanove comuni individuati con decreto del 16 aprile 2009 a firma del Commissario Straordinario Guido Bertolaso, eccezion fatta per le misure fiscali che, invece, in virtù del decreto del 9 aprile, sono relative a tutta la provincia di L’Aquila
«Contributi, sospensioni di termini, agevolazioni fiscali e per l’accesso al credito, finanziamenti. Spalmati però in un arco temporale che appare eccessivamente lungo»
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in primo piano » di Laura Tinari
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irca il 60% delle aziende con stabilimenti nei nuclei industriali aquilani oggi ha ripreso l’attività, in seguito alla verifica di agibilità degli edifici da parte della Protezione civile. Diversa è la situazione che vivono le imprese con sede nella zona rossa della città, ossia il centro, dove la maggior parte dei palazzi è inagibile. Differente è la storia di ognuna di loro. C’è chi già dal 7 aprile ha potuto ripartire - se pur solo con riunioni organizzative - chi ha dovuto fermarsi per qualche giorno, chi non ha ancora ripreso la produzione per problemi esterni alla propria attività. Abruzzo Impresa ha ascoltato le loro difficoltà e le loro storie per dare uno spaccato di quella che a oltre un mese e mezzo dal terremoto è la situazione delle imprese locali. Partiamo dal nucleo industriale di Pile, dove ha
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seduto Carlo Taddei, patron del Gruppo EDIMO, in piedi da sinistra i tre figli Valerio, Antonello e Danilo
Primi segnali di ripresa
Le aziende non mollano Ad un mese e mezzo dal terremoto, vi raccontiamo la caparbietà di alcune imprese dell’aquilano. C’è chi è riuscita a fermarsi solo qualche giorno e chi ancora non riesce a ripartire. Ma l’obiettivo è uno solo: riprendere al più presto
sede la Elital S.r.l., azienda che opera nel campo dell’alta tecnologia, in particolare nel settore delle telecomunicazioni satellitari, nell’ambito del controllo del traffico aereo con la manutenzione dei sistemi Radar, in quello aerospaziale e della difesa. Il danno maggiore creato dal terremoto è relativo soprattutto a macchinari e lavoro: in 20 secondi è stato azzerato il laboratorio di misure elettroniche per un danno stimato di circa 250.000 euro. L’attività è stata ripresa dopo 2 settimane di stop dipese dai danni e dalla verifica di agibilità senza la quale non si poteva rientrare negli stabilimenti. Il 70% dei dipendenti è tornato a lavoro in azienda, chi invece risiede sulla costa e ha la possibilità di operare in telelavoro, ha portato con se computer e dati e sta continuando a collaborare. La Protezione Civile ha allestito un campo vicino agli stabilimenti e qui una tenda è stata riservata ai dipendenti, poiché si è pensato di far fare loro 2-3 giorni di lavoro con turni un po’ più lunghi affinché poi potessero stare più a lungo sulla costa con le proprie famiglie ottimizzando il viaggio. Si è cercato di venirsi così incontro, perché se tutti stanno bene si va avanti più facilmente. Oggi prodotti Elital per le comunicazioni attraverso il satellite, dopo molte esercitazioni, sono operativi nei campi della Protezione Civile allestiti proprio all’Aquila. Nella stessa zona industriale troviamo lo stabilimento di Thales Alenia Space, leader europeo nei sistemi satellitari e all’avanguardia nelle infrastrutture orbitali, altra vittima del terremoto e attualmente chiuso. L’azienda ha preso tutte le misure necessarie per limitare il più possibile le conseguenze sia per i clienti sia per mettere in sicurezza il sito industriale, in accordo con gli assicuratori. Oggi l’obiettivo è riprendere al più presto l’attività lavorativa all’Aquila così da assicurare la continuità del
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lavoro agli impie- Diversa è la storia della società aquilana Air2bite gati, ai quali si è S.r.l., esempio di una piccola azienda, che, nonostancercato comunque te le tante difficoltà che il terremoto ha causato alla di preservare lo sua attività, ha ripreso il lavoro fin dal primo giorno, stipendio. Fino mettendo prima di tutto la propria esperienza e speGuido Arista, tecnico commerciale Elital S.r.l. al momento della cificità al servizio di una collettività, che silenziosariapertura dello stabilimento aquilano i dipenden- mente ha chiesto il suo intervento. Leader nel territi Thales Alenia Space sono trasferiti tra le sedi di torio nell’ambito del Wireless Internet Service Provider, Roma, Torino e Milano. Significativo sottolineare l’ini- ossia nel fornire connessione ad internet attraverso ziativa messa in campo dall’azienda relativa alla do- banda larga senza la necessità di una linea telefoninazione alle autorità locali di un contributo iniziale ca, la Air2bite ha stabilito un accordo con i vari Com di 100.000 euro per l’emergenza. (Centro operativo misto) del Comune dell’Aquila e dei Nel nuovissimo nucleo di Poggio Picenze incontriamo comuni limitrofi per dare a tutti, sia strutture operainvece il Gruppo EDIMO, cinque aziende che operano tive sia singoli cittadini che risiedono nei campi, la in sinergia per poter produrre “in house” chiavi in possibilità di connettersi gratuitamente ad internet mano, insediamenti industriali, direzionali e commer- tramite portatile o cellulare. ciali. Già dal 7 aprile sono iniziate riunioni organiz- Il loro ufficio in centro storico all’Aquila è inagibile, zative, per riaprire gli uffici il venerdì e far ripartire così come la sala server. I ragazzi, scortati dai Vigili la produzione il lunedì. L’azienda si è infatti ferma- del Fuoco, sono riusciti infatti a rientrare solo qualta solo il tempo necessario per la messa in sicurezza che istante per recuperare il materiale necessario per degli stabilimenti, avvenuta in autonomia e d’intesa garantire la connessione. con i tecnici della Protezione Civile, poiché le grandi Più complessa è la situazione per l’industria alimencommesse (Aeroporto di Malpensa e le Metropolitane tare. Il caseificio Santa Teresa, uno dei più impordi Roma e Milano, per citarne alcune), che il gruppo tanti all’Aquila, con 10 dipendenti tra produzione, diha non gli hanno permesso di dilatare i tempi del- stribuzione e punto vendita, è costretto ad uno stop le consegne. I danni stimati ammontano a 4 milio- forzato per mancanza di gas. Il terremoto ha infatti ni di euro e sono concentrati fortemente danneggiato il mei ragazzi della Air2bite sorridenti in una delle tendopoli nell’area stoccaggio, dove era tanodotto. Lo stabilimento proappoggiato materiale, che saduttivo e il punto vendita si trorebbe andato in consegna nei vano nella zona della stazione, giorni seguenti. dove la rete è stata abbastanza Il Gruppo ha ricevuto dal cocompromessa e ripristinarla sarà mune di Poggio Picenze la complesso perché passa sotto prima concessione edilizia per la ferrovia. I negozi nei centri costruire casette prefabbricastorici nei quali i prodotti del te per i suoi 400 dipendenti, caseificio venivano venduti sono di cui l’80% è del luogo, duntutti chiusi e comunque spesso que sfollato. Gli appartamenla popolazione che è nei campi ti, costruiti all’interno del non ha ora la forza di acquistare. modernissimo insediamento L’obiettivo è far ripartire l’azienproduttivo di Varranoni, sono da con tranquillità e sicurezza, confortevoli e sicuri e copassare poi in rassegna tutti i esterno del nuovo stabilimento produttivo del Gruppo struiti con tecniche in linea punti vendita e contattare quelEDIMO in località Varranoni con il risparmio energetico. li aperti, cercando di potenziare Il Gruppo non nasconde la voglia di partecipare alla gli accordi con le catene di supermercati che sono ricostruzione del suo territorio e a tal fine sono già sulla costa. Più sarà veloce la ripresa della città più stati presentati dei progetti alla Protezione Civile. sarà veloce la ripresa dell’azienda, la cui dirigenza si Il buono stato dell’azienda lo evidenzia la firma di dice fiduciosa e tranquilla, anche se sa che per paimportanti commesse avvenuta dopo il 6 aprile e il recchio tempo il fatturato non sarà come prima, ma non dover far ricorso alla cassa integrazione neanche questo non demoralizza chi vuole tornare a vendere i in questo momento. propri prodotti in città
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in primo piano » di Eleonora Lopes e Laura Tinari
«Non vogliamo abbandonare la città»
È la voce unanime delle categorie produttive. I problemi affrontati e quelli da superare, le iniziative in cantiere, gli elementi da cui ricominciare
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lla Camera di Commercio dell’Aquila sono censite oltre 27mila imprese tra industriali, artigianali, agricole e commerciali. Il 15% del PIL regionale deriva dalle attività agricole che danno vita ad un tessuto produttivo composto da oltre 82 mila aziende, con 220 mila unità lavorative: nella zona dell’aquilano operano quasi 1500 imprese agricole e zootecniche. Parliamo dunque di voci importanti per il reddito di questa regione che si traducono poi in eccellenze qualitative apprezzate in tutto il mondo.
la tenda sede provvisoria del CNA L’Aquila
Agostino Del Re direttore CNA L’Aquila Quali sono i problemi che le vostre associate si sono trovate ad affrontare? «Inizialmente sono mancati dei
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punti di riferimento, non sapevano a chi rivolgersi. Per questo abbiamo allestito in pochi giorni un punto mobile di supporto alle aziende, a cui indirizzarsi per avere risposte. Chiedevano come il Governo sarebbe intervenuto per ripristinare la loro attività, ma a questo era difficile rispondere perché neanche noi avevamo notizie certe. Le aziende chiedevano di essere messe in condizione di ristabilire al più presto la loro attività perché non vogliono abbandonare la città, ma contribuire alla sua ripresa».
rare per ripristinare una banca dati delle imprese, suddividendole in base ai danni subiti: danni diretti e materiali quindi ai laboratori e alle strutture; danni indiretti ed economici come impossibilità di operare per mancanza di commesse. Le aziende alimentari e l’artigianato locale sono le più danneggiate in senso indiretto. Ci sono molte attività che sono in grado di produrre e vorrebbero iniziare a riversare i propri prodotti nelle tendopoli perché non possono ancora venderli in altro modo».
Come si sta muovendo la Confederazione per sostenerle? «Da subito abbiamo iniziato a lavo-
Quale sarà il ruolo delle imprese artigiane e delle piccole e medie imprese nella fase di
ricostruzione? «La piccola e media impresa deve essere centrale perché costituisce la maggior parte del tessuto locale, ma le singole aziende devono formare consorzi per poter essere concorrenziali alle grandi. Oggi comunque sono un punto di riferimento economicamente valido. Non crediamo né pensiamo ad una new town, il centro storico deve mantenere la sua importanza e la sua ricostruzione va affidata a loro».
Antonio Cappelli direttore Confindustria L’Aquila Quali sono i compiti che Confindustria si è trovata ad assolvere dal 7 aprile? «Le aziende ci chiedevano di gestire le verifiche di staticità degli impianti per vedere le condizioni degli immobili, di trovare un modo affinché i molti lavoratori che erano e sono dislocati sulla costa potessero facilmente tornare all’Aquila ogni giorno. Poi bisogna gestire la cassa integrazione per quelle aziende che non hanno ripreso l’attività e quella per i dipendenti che non potranno raggiungere il posto di lavoro, quindi la cassa in deroga. Infine dovevamo riattivare le nostre strutture e trovare una sistemazione per chi non ha più il proprio ufficio e si è rivolto a noi». Che ruolo avranno le imprese
locali nella ricostruzione? «Siamo convinti che dovranno avere un ruolo importante, anche se quelle del sistema L’Aquila e Abruzzo non potranno sicuramente fare da sole e quindi dovranno essere affiancate. Stiamo creando un elenco di imprese, a cui allegheremo una descrizione delle aziende, che vogliono essere presentate alla Protezione Civile, che dovrà comprendere che la ricostruzione passa anche attraverso il lavoro delle imprese. Ci stiamo occupando anche del settore alimentare e insieme con la Camera di Commercio stiamo lavorando affinché le aziende locali possano avere un canale privilegiato nella grande distribuzione organizzata. Abbiamo avuto un contatto con una multinazionale che fa milioni di acquisti e che è ora interessata a rivolgere la sua attenzione al territorio aquilano».
Domenico Falcone presidente Confederazione Italiana Agricoltori Abruzzo Presidente, avete fatto già una stima dei danni all’agricoltura? «Abbiamo delle squadre composte da tecnici che stanno effettuando una ricognizione puntualissima di tutte le aziende, le strutture, i magazzini, i mezzi meccanici nonché del bestiame di tutti i comuni riconosciuti dal decreto. Siamo al 70% della ricognizione e abbiamo
motivo di ritenere che il totale del danno si aggirerà sui 35 milioni di euro». Avete proposto alla Protezione Civile di acquistare e distribuire nelle tendopoli e negli alberghi prodotti abruzzesi. La proposta è stata accolta? «La Protezione Civile si approvvigiona mediante gara d’appalto e il prodotto tipico di questo territorio è una produzione pregiata che non può essere paragonata a quella industriale e per questo ha un prezzo più alto, si tratterebbe quindi di un’integrazione dei prodotti già utilizzati. Questa operazione darebbe comunque un’iniezione di fiducia alle aziende e agli agricoltori, che hanno seguitato a produrre senza fermarsi neanche il 6 aprile». State preparando iniziative di marketing che promuovano fuori regione la produzione abruzzese? «Abbiamo preparato diverse iniziative nazionali come “INAC in piazza per te”, la vendita dei prodotti degli agricoltori in cinquanta mercati e una grande asta a Roma delle eccellenze agroalimentari abruzzesi. A livello regionale invece stiamo predisponendo un’iniziativa al Porto turistico di Pescara nel weekend del 2 giugno e una che si terrà in occasione dei Giochi del Mediterraneo sempre tra Pescara e Chieti. Attraverso queste manifestazioni puntiamo a far conoscere i prodotti abruzzesi permettendo che vengano anche acquistati. L’obiettivo è trasmettere il messaggio che l’Abruzzo è un territorio che è stato stravolto, ma che ha una popolazione fiera che dimostra grande dignità e voglia di reagire. Vogliamo poi invogliare gli italiani a visitare questo territorio, a vivere
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in primo piano
una giornata o una settimana di vacanza qui». Quanto tempo impiegherà l’Abruzzo agricolo per risollevarsi? «Per la ricostruzione delle case ci vorrà tempo, ma per far ripartire un tessuto economico nel quale il settore agricolo e l’allevamento hanno avuto sempre un grandissimo ruolo ci vorrà meno e noi stiamo lavorando per questo».
Celso Cioni direttore della Confcommercio L’Aquila Da quali elementi bisogna ripartire? «C’è tantissimo lavoro, ma due elementi sono indispensabili per ripartire: l’agibilità delle attività commerciali e le strutture di riferimento per accogliere i nostri associati. Infatti da subito sono partiti i sopralluoghi dei tecnici della Confcommercio, scelti con l’Ordine degli Ingegneri dell’Aquila, per censire i danni subiti dalle attività commerciali e recuperare merci ed attrezzature in attesa di una prossima collocazione. Questo è quello che ha dichiarato anche il vice presidente nazionale di Confcommercio, Renato Borghi, coordinatore dell’emergenza sisma,
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durante una riunione nella nostra sede mobile. La Confcommercio ha inaugurato la sua nuova sede, un prefabbricato di 90 metri quadrati presso il terminal Lorenzo Natali, località Collemaggio, con tutti i servizi per offrire un supporto agli operatori del settore in modo da poter riprendere al più presto l’attività. Oltre a questa struttura, abbiamo dei camper itineranti che ogni giorno visitano diversi comuni. Su 1.800 attività, ne sono già ripartite più di 150. Con orgoglio posso dire che la prima edicola che ha riaperto è stata una nostra associata, e lo stesso vale per il primo bar in città». Su quali progetti state lavorando oggi? «Con l’ausilio di un gruppo di lavoro misto, costituito da alcuni assessori comunali, dirigenti e tecnici, coordinati dall’architetto Angelo Patrizio e dal prefetto Franco Gabrielli, sono già stati definiti con l’amministrazione comunale dell’Aquila i contorni del futuro “Villaggio del Commercio”, da insediare a Piazza d’Armi, che possa ospitare ambulanti ed esercenti in un nuovo luogo che potrebbe essere denominato “Piazza della Rinascita”. Bisogna ricreare le dinamiche funzionali economiche e sociali degli aquilani e stiamo lavorando infatti almeno su due ipotesi progettuali, per individuare formule che possano aggregare anche gli studi dei professionisti, da sistemare con gli esercenti, in una stessa area, in modo da innescare nuove dinamiche economiche. E ancora abbiamo messo a disposizione una vetrina on-line, una sorta di “e-bay” riservata ai nostri soci, per acquistare i capi di abbigliamento
che sono all’interno dei negozi dichiarati inagibili». Che collaborazione c’è stata con la Confcommercio nazionale e regionale? «La Confcommercio nazionale insieme al nostro presidente Roberto Donatelli, si è mossa immediatamente. Il presidente nazionale Carlo Sangalli si è recato subito a L’Aquila per darci supporto e ha dichiarato che la ripresa delle attività commerciali è fondamentale al fine di recuperare al più presto la socialità e il vivere civile; soprattutto con il ripristino della funzionalità del commercio, del turismo e dei servizi sarà possibile riportare vitalità e vivacità nelle aree oggi devastate dal sisma. Ridare linfa vitale al tessuto sociale e imprenditoriale rappresenta infatti un aspetto preponderante ed una fra le priorità essenziali, per permettere alla popolazione di riprendere lentamente e faticosamente la strada verso la normalità. Attraverso il vice presidente Borghi, abbiamo attivato tutti i canali necessari per sostenere le attività aquilane in questo frangente. E ovviamente tanta solidarietà dalle varie sedi di Teramo, che ha accolto e gestito più di 35.000 sfollati negli alberghi sulla costa, ma anche Pescara e Chieti». Lei si è dichiarato subito favorevole alla “Zona Franca”… «L’Aquila deve diventare zona franca per dieci anni. È questa l’unica possibilità per rimettere in moto l’economia di questa città. Sarebbe anche un modo per indurre altri territori a fare investimenti su L’Aquila»
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Commercio: ancora troppe incertezze
Diverse centinaia i negozi costretti a sospendere il proprio lavoro a causa di un centro storico completamente inagibile, sede della maggior parte delle attività commerciali e degli studi professionali della città, nonché del quotidiano mercato di Piazza Duomo. Abbiamo parlato dei disagi di commercianti e professionisti, il cui futuro è oggi ancora pieno di incertezze, con l’assessore comunale al Commercio, Antonio Lattanzi. Antonio Lattanzi, assessore al Commercio del Comune de L’Aquila
Qual è oggi lo stato del commercio a L’Aquila? «Esiste una zona rossa, che coincide con il centro storico, totalmente impraticabile, dove si stima ci fossero circa 1000 esercizi commerciali più gli ambulanti del mercato della mattina. Alcuni di loro hanno cercato già stalli in altri mercati di zone vicine, gli altri sono fermi, per cui noi diamo la possibilità a chi ha perso i propri locali di spostarsi in altre strutture, non per forza commerciali, come capannoni o nei casi di parrucchiere o barbieri nelle proprie abitazioni o ancora istallare provvisoriamente strutture su terreni e spazi purché di proprietà o in affitto, quindi non pubblici». Confcommercio ha fatto richiesta affinché alcuni commercianti potessero avere uno spazio a Piazza d’Armi, che tipo di attività andranno lì? «Confcommercio ha chiesto di spostare il mercato da Piazza Duomo a Piazza d’Armi in container a più piani per soddisfare
le necessità di tutti, questo vuol dire che nel primo piano andrebbero le attività commerciali e sopra gli studi dei professionisti che esercitavano in centro storico. Per realizzare ciò c’è bisogno di un quadro dettagliato anche al fine di prevedere dei parcheggi, perché la situazione della viabilità in questo momento è già molto compromessa, dato che in città transitano mezzi anche molto pesanti della Protezione civile e Vigili del fuoco». Pensa dunque che il commercio aquilano possa ripartire da Piazza d’Armi? «Si, ma non solo, infatti abbiamo fatto richiesta al settore urbanistica affinché identifichi altre aree intorno alla città in cui sistemare i commercianti poiché a Piazza d’Armi ci sono massimo 400 posti. Si pensa alla periferia o a Paganica, dove sta ripartendo anche il mercato del venerdì. In concertazione con le associazioni di categoria stiamo lavorando per dare la possibilità di riprendere l’attività a chi non
è ancora riuscito a provvedere da se. Il comune non può comunque acquistare le strutture, non ne ha la possibilità economica, per cui il nostro ruolo è solo quello di mettere le attività nelle condizioni più favorevoli per lavorare». Altre misure messe in campo affinché si possa ripartire in breve tempo? «Abbiamo permesso ai titolari di cambiare facilmente settore merceologico, riconvertendo la propria licenza, questo per favorire quei settori che oggi non sono più appetibili. Poi è stata fatta un’ordinanza per tenere aperte le attività commerciali anche la domenica e i giorni festivi infrasettimanali per cercare di incrementare il più possibile un volume d’affari, che resterà per ora comunque ridotto. Questa misura è rivolta anche a quei cittadini, che avendo provveduto autonomamente ad una sistemazione e magari essendo tornati a lavoro, potrebbero aver bisogno di queste giornate per approvvigionarsi».
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in primo piano
23 APRILE Lo scorso 23 aprile presso la scuola della Guardia di Finanza dell’Aquila si è tenuto un Consiglio dei Ministri straordinario volto a definire gli interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma e ulteriori interventi urgenti di protezione civile. Nel corso della conferenza stampa, durante la quale il decreto legge appena emanato è stato presentato, il presidente Silvio Berlusconi ha dato in anteprima la notizia del trasferimento del G8 del prossimo luglio dall’isola della Maddalena all’Aquila. 29 APRILE «Il Governo non lascerà nessun operatore turistico abruzzese senza il necessario supporto». Queste le parole del neo ministro del Turismo Michela Brambilla durante la sua visita a l’Aquila insieme all’assessore regionale al Turismo Mauro Di Dalmazio. La Brambilla ha poi incontrato in una conferenza stampa tutte le associazioni di categoria del settore e ha parlato dei 2 eventi che attendono l’Abruzzo tra giugno e luglio: i Giochi del Mediterraneo e il G8. «Due occasioni –ha concluso la Brambilla- che dovranno rilanciare l’immagine dell’Abruzzo».
30 APRILE Unanime il coro di Confindustria secondo cui l’immane disastro dovrà trasformarsi in occasione di rinascita, «se sapremo ben operare rinascerà una comunità migliore e un territorio più prospero, attrattivo e competitivo». Con queste parole Calogero Marrollo, presidente di Confindustria Abruzzo, ha aperto la prima conferenza stampa post terremoto. Ma accordo c’è anche in merito alla gestione delle risorse che arriveranno in Abruzzo, secondo il direttore D’Amico «la ricostruzione dovrà essere ordinata e andrà affidata a un’apposita agenzia per una trasparente allocazione delle risorse, lontana dalla frammentazione tra le istituzioni che porterebbe al clientelismo, certo ciò non vuol dire escludere i poteri locali». 5 MAGGIO La presidente di Confindustria Emma Marcegaglia all’Aquila nel corso di un incontro con gli imprenditori abruzzesi tenuto nello stabilimento della Dompè si è dichiarata disponibile a condividere e appoggiare tutte le richieste fatte da Confindustria Abruzzo e ha passato in rassegna le misure che andranno prese affinché l’economia locale semiparalizzata dal terremoto possa riprendere al più presto. Sul rischio di eventuali infiltrazioni mafiose al momento della ricostruzione ha chiesto di non esagerare con gli allarmismi, perché l’Abruzzo sarà un esempio di legalità.
8 MAGGIO Anche i giovani imprenditori di Confindustria Abruzzo, guidati da Fabio Spinosa Pingue, riunitisi per due volte all’Aquila hanno promosso una serie di iniziative da una raccolta fondi all’inaugurazione di un “Open space”, dove circa 20 aziende aquilane e di Confindustria L’Aquila e Abruzzo rimaste prive di sede hanno potuto trasferire il proprio ufficio; dalla promozione di un consorzio di imprese locali alla ricostruzione di una scuola.
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in primo piano » di Massimo Avenali
In Abruzzo le vostre vacanze Si appella ai turisti italiani Giammarco Giovannelli della Federalberghi. «Siamo pronti ad accogliervi, come tutte le estati. La nostra riviera vi aspetta»
Giammarco Giovannelli, presidente regionale dei giovani albergatori di Federalberghi-Confcommercio, e presidente senior di Federalberghi-Confcommercio per la provincia di Teramo
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a Federalberghi a poche ore dal sisma era già attiva nelle operazioni di coordinamento delle strutture ricettive, soprattutto della costa, impegnate ad accogliere le famiglie aquilane stravolte dal terremoto. «Continuate a prediligere la costa abruzzese come meta delle vostre vacanze. Sia-
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mo pronti ad accogliervi nella nostra riviera». Questo l’appello rivolto ai turisti italiani da Giammarco Giovannelli, presidente regionale dei giovani albergatori di Federalberghi-Confcommercio, nonché presidente, per la provincia di Teramo, degli albergatori senior di Federalberghi-Confcommercio.
Presidente Giovannelli, quali ripercussioni ci sono sulle presenze di turisti in Abruzzo? E quali iniziative pensate di adottare? «Le prenotazioni estere e italiane hanno subito, rispetto allo scorso anno, un’inflessione pari a circa il 30%. Ma la nostra costa è sicura. È questo il messaggio più forte che dobbiamo lanciare. In questo momento più che mai è necessario creare un grande progetto di marketing e di comunicazione a livello internazionale. Insieme alla Regione, all’assessore al Turismo Mauro Di Dalmazio, e ai big di questo settore, il neo ministro Michela Brambilla, il presidente dell’Enit Matteo Marzotto e tanti altri, stiamo lavorando su una forte campagna pubblicitaria che sponsorizzi le bellezze dell’Abruzzo, ma anche i prodotti tipici del nostro territorio. Il turismo dovrà stimolare anche la ricostruzione del territorio aquilano e la ripresa dell’economia abruzzese. Siamo fiduciosi nel fatto che il sisma non costituirà un impedimento, ma che sarà uno stimolo a fare di più e meglio». Il vostro è stato da subito un grande lavoro di squadra… «A poche ore dal terremoto siamo subito riusciti a mettere a disposizione circa 7.000 posti letto. Un risultato incredibile, inaspettato anche per noi, frutto di una staffetta tempestiva e mirata, tra il presidente regionale Federalbeghi Emilio Schirato, con il quale continua una collaborazione quotidiana, la Regione Abruzzo, la Protezione Civile e le altre
rappresentanze turistiche regionali. Nonostante qualche difficoltà dal punto di vista logistico, sono numerose le strutture ricettive che stanno ancora ospitando le famiglie aquilane. Ad oggi le prenotazioni hanno subito un vistoso crollo e sono fioccate le disdette. Alba Adriatica, Martinsicuro, Tortoreto, come anche l’intero territorio della Val Vibrata, e di tutta la costa abruzzese, si sono così trovate a fronteggiare una vera e propria emergenza turistica. Ma abbiamo con piacere dato il nostro contributo alla risoluzione dello stato di emergenza dei cittadini aquilani. L’Abruzzo ha dimostrato generosità e tempestività nell’affrontare la tragedia. Ma ci tengo a ribadire il messaggio che va dato ora, e cioè che siamo comunque pronti ad esercitare, come sempre, l’azione di accoglienza turistica». Come procede il piano accoglienza in raccordo con la Protezione Civile? «Insieme alla Protezione Civile abbiamo costituito un tavolo regionale in grado di coordinare e affrontare le necessità di ogni singolo operatore. Con Lorenzo Alessandrini, funzionario del dipartimento nazionale della Protezione Civile e stretto collaboratore di Guido Bertolaso e il presidente Schirato con il quale sono in collegamento costante, affrontiamo quotidianamente tutte le priorità relative alle sistemazioni alberghiere ed extra-alberghiere dei vari territori interessati all’ospitalità. Attualmente gli ospiti
aquilani, perché ci piace definirli ospiti o conterranei, sono circa 35.000 in tutto il litorale adriatico, di cui circa il 60% sul teramano». Come procedono le convenzioni per i rimborsi spesa degli albergatori? «È stata firmata una prima convenzione con la Regione circa un mese fa, che prevede una quota variabile al giorno per la pensione completa, a seconda delle stelle attribuite alla struttura. Ma siamo in procinto di aggiornarla, ovviamente anche nell’aspetto economico». Una catena di solidarietà che non intende fermarsi… «Tutti gli albergatori e i vari operatori del settore, hanno dimostrato grande sensibilità, spirito umano e generosità. Ci tengo a fare un ringraziamento particolare a Claudio Ucci, consulente turistico di fama nazionale che prima di essere un esperto del settore è un abruzzese. Il suo contribuito tecnico e organizzativo, è stato molto prezioso per tutte le rappresentanze delle categorie turistiche regionali che sono riuscite ad attivare programmi unitari come il coordinamento unico delle strutture ricettive ospitanti. Ma la solidarietà abruzzese non si ferma qui. Laddove gli staff lavorativi non siano ancora completi, siamo pronti a coinvolgere, presso le nostre aziende turistiche, i giovani universitari aquilani per la prossima stagione estiva»
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in primo piano » di Laura Tinari
«La nostra strada si è solo interrotta» Ferdinando di Orio, il rettore dell’università de L’Aquila
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Fino al 5 aprile con 27.000 iscritti e 9 facoltà l’ateneo rappresentava la più grande azienda dell’Aquila. Da dove ripartire? Ne abbiamo parlato con il rettore di Orio
ccellenza e volano dello sviluppo economico dell’Aquila», così il ministro dell’università e della Ricerca, Mariastella Gelmini, ha definito nei giorni scorsi l’ateneo aquilano. Oggi sono tante le difficoltà da risolvere, ma al contempo tante sono anche le iniziative che si stanno predisponendo affinché la prestigiosa università sia preservata e potenziata per il futuro. Uno dei problemi che ci si trova ad affrontare è quello degli spazi: oltre l’80% delle strutture universitarie sono state distrutte dal terremoto. Per ora sono state fatte provvisorie scelte di delocalizzazione delle singole facoltà, che, come assicura il rettore Ferdinando di Orio, dureranno solo il tempo necessario per garantire il completamento del semestre. Si preme infatti affinché tutte restino tra L’Aquila e la provincia tanto che si sta pensando a strutture alternative come la
Reiss Romoli, intorno alla cui concessione si è aperto un forte dibattito. La delocalizzazione delle facoltà preoccupa chi teme che sarà poi difficile riportare tutto in città, ma su questo il Rettore è tranquillo. L’Unione degli Universitari si è già dichiarata contraria alla dispersione delle sedi, convinta che la rinascita dell’Aquila passi inevitabilmente attraverso la ricostruzione dell’ateneo, motore principale della città grazie al suo portato di conoscenza e socialità. Intanto importanti protocolli d’intesa sono stati firmati per permettere all’università di tornare il più presto possibile ad essere ciò che era. La Carispaq realizzerà un campus di 15.000 metri quadrati usufruibili dall’Ateneo in località Cansatessa, quindi di fronte Coppito. Si tratta di uno spazio utile per aule, laboratori e residenze per gli studenti per un ammon-
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la firma del protocollo d’intesa tra ENI, il ministero dell’Università e della Ricerca e dall’università de L’Aquila
tare di circa 30 mila euro e da completare in 18 mesi. Soddisfatto il Rettore, tanto che il provvedimento è stato già approvato circa un mese fa. A seguire il protocollo firmato dall’Ente Nazionale Idrocarburi, il ministero dell’Università e della Ricerca e dall’università dell’Aquila per il progetto “Ponte per l’innovazione”, che prevede che l’Eni accolga presso le proprie strutture 50 tra dottorandi e ricercatori dell’università, consentendo loro di continuare la propria attività, e al contempo la realizzazione di un Centro di ricerca su energia e ambiente dotato di alloggi per studenti e ricercatori, che sarà ceduto all’ateneo, mentre i risultati brevettabili della ricerca verranno ceduti ad Eni. Le facoltà coinvolte saran-
Rettore quali rischi corre oggi l’ateneo aquilano? L’allontanamento dei nostri studenti a seguito delle condizioni create dalla tragedia del terremoto. Ci sono moltissime espressioni di disagio che vengono dagli studenti, legate anche a grandi scelte di affettività alla nostra università. Il sentimento prevalente è quello di voler svolgere l’attività in condizioni di sicurezza e noi stiamo cercando di garantire proprio questo, in una situazione obiettivamente difficile. Da dove ripartire? Dal fatto che eravamo in una posizione prevalente in tutto il centro-sud, ma anche nei confronti di gran parte delle università italiane.
no Ingegneria, Scienze e Biotecnologie, ossia quelle che svolgono attività con cui l’Eni potrà condividere dei risultati. «Sull’onda dell’emozione -ha affermato Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni- ci siamo chiesti come l’Ente poteva contribuire, usando il cervello abbiamo definito questo progetto che traguarderà l’ateneo verso il futuro». Un investimento di 20 milioni di euro finanziato interamente da Eni, una sorta di riconoscimento all’ateneo. Un accordo di programma, che porterà altre ingenti risorse all’università, prevedendo tra l’altro contributi per favorire le iscrizioni ai corsi di studio, è stato infine firmato con il Governo.
L’Ateneo dell’Aquila prima del sisma aveva parametri a livello degli atenei più significativi in Italia: era uno dei pochi in crescita per numero di studenti e aveva importanza anche dal punto di vista della collocazione nel mondo del lavoro. Noi dobbiamo ripartire da qui. Non sarà facile perché 20 secondi hanno distrutto un patrimonio costruito in decenni, ma crediamo che la strada della nostra Istituzione si sia solo interrotta, non fermata. Pensa che puntare su 2-3 facoltà affinché diventino poli di eccellenza possa essere la strada migliore? L’università per il suo concetto di universitas riunisce insieme più settori disciplinari, è un insieme di
culture frutto di diversi saperi. Non è riducendo questa serie di aspetti di carattere culturale-scientifico che si migliora un’università e noi dobbiamo rilanciarci con tutte le facoltà. Trasformare il dramma in un’opportunità di rilancio. È questo l’obiettivo? È la nostra forte speranza. Il punto in cui eravamo arrivati fino al 5 aprile era talmente alto, che ora soltanto il pensiero che questa piccola università possa arrivare a quei livelli crea sensazioni di difficoltà. Dobbiamo cercare tutti insieme di riportarla a quegli splendori e sebbene può sembrare un percorso piuttosto difficile, bisogna provarci
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in primo piano » di Jenny Viant
Tremonti chiama, le banche rispondono I pacchetti di interventi e agevolazioni predisposti da Carispaq, Monte dei Paschi e Banca di Credito Cooperativo. Prestiti per privati e professionisti, finanziamenti per le aziende colpite dal sisma
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ospendere, rinegoziare e valutare. Predominano questi verbi nella lettera che il ministro Tremonti ha inviato all’ABI lo scorso 9 aprile. Alle banche operanti nei Comuni colpiti dal sisma è stato chiesto di ridisegnare il proprio operato. «Sospendere fino al 31 dicembre 2009, e comunque fino alla precedente data di entrata in vigore dei provvedimenti pubblici che saranno appositamente adottati, i pagamenti rateali dei mutui e degli altri finanziamenti bancari, ivi compreso il credito al consumo; favorire la rinegoziazione delle operazioni di mutuo attraverso l’allungamento della scadenza e la conseguente rimodulazione della rata, salvo altre modalità di rinegoziazione; valutare l’andamento delle aperture di credito in essere nel pieno interesse del cliente e nella consapevolezza della straordinarietà della situazione, con particolare riferimento a rinnovi, revoche e sconfinamenti.»
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Inoltre, le banche sono chiamate a impegnarsi al fine molte agenzie è garantita attraverso l’allestimento di di «non applicare commissioni sui bonifici fatti da container in punti strategici della città. qualunque zona del Paese a titolo di donazione per In analoghe condizioni lavora Banca Monte dei Pal’emergenza sisma; non gravare i clienti colpiti dal schi di Siena. Il pacchetto di interventi e agevolasisma di eventuali commissioni per operazioni di pa- zioni per le aziende prevede il servizio di sospengamento o per prelievi effettuati per cassa o a mezzo sione delle rate dei finanziamenti a medio e lungo sportelli Atm; sostituire le carte di pagamento perse termine, valido anche per la Carispaq, e un plafond di dai titolari a causa del sisma senza applicare le even- 500 milioni di euro destinato alle piccole aziende. In tuali commissioni dovute per il blocco e/o per l’emis- particolare a favore dei commercianti e artigiani dei sione delle nuove carte.» Comuni interessati. Non solo clienti, ma anche attiSe per l’impero del credito si tratta di aderire a un vità che contatteranno la banca attraverso i Confidi operato di valore etico significativo, per le attivi- e associazioni di categoria. Le finalità e modalità di tà produttive si tratta di misure atte a garantire la funzionamento del plafond saranno specificate dopo sopravvivenza. Benché il quadro normativo complessivo non contribuisca a rasserenare gli animi - il Decreto Abruzzo è ritenuto, da molti, lacunoso riguardo a quantità, modalità e tempistica dell’erogazione dei fondi per la ricostruzione – le banche sembrano pronte a fare la loro parte. In primis quelle che hanno come punto di forza un solido legame territoriale. La Carispaq, attraverso l’ufficio stampa, rende noto l’attivazione di un plafond di 50 milioni di euro in favore di privati e piccole imprese per affrontare l’emergenza post terremoto. I prestiti per i privati e professionisti – per un importo massimo di 30.000 euro la tendopoli di Piazza d’Armi - avranno durata di 6 anni al tasso del 3%. Saranno finalizzati a fronteggiare le spese di prima necessità legate a lavori di l’emanazione del Decreto Abruzzo. Per i finanziamenti ristrutturazione di abitazioni o studi, nonché all’ac- a medio e lungo termine la sospensione delle rate verquisto di camper, roulotte, auto e casette in legno. rà realizzata, fino a un massimo di 12 mesi, mediante Invece, per le piccole imprese potranno essere finan- l’allungamento della vita degli stessi per un periodo ziati: l’anticipazione delle spese di ristrutturazione corrispondente alle rate prorogate, senza aggravio di dell’immobile di proprietà, per un importo massimo di commissioni e costi finanziari. euro 100.000, durata inferiore a 18 mesi e tasso 3%; La Banca di Credito Cooperativo di Roma, presente la fornitura delle merci, per un importo da concorda- nella zona colpita con 6 agenzie, oltre 1600 soci e re, ma non superiore ai 100.000 euro, durata compre- 10.000 clienti, segnala la costituzione di un plafond sa tra i 12 ed i 24 mesi al tasso del 3% e gli interventi di 30 milioni per finanziamenti a imprese e attività volti all’acquisto delle attrezzature necessarie per la professionali. Sino a 15 mila euro a tasso zero e rimripresa delle attività, per un importo non superiore ai borso in tre anni a partire dal secondo anno. 100.000 euro, durata 5 anni e tasso 3%. Le banche citate hanno attivato conti correnti per la Da aggiungere che, per ovvi e gravissimi problemi lo- raccolta fondi. Tutte le informazioni sui relativi siti gistici, la continuità operativa dei servizi offerti in web
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in primo piano » di Giuseppe Mauro
RICOSTRUIRE L’AQUILA
Zona Franca e ottimismo
Ci attende un biennio di grandi difficoltà. Per superarlo occorre stimolare subito la ripresa economica, con azioni efficienti e trasparenti. No all’accentramento delle risorse e ad inutili difficoltà burocratiche
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l terremoto del 6 aprile 2009 che ha colpito l’Abruzzo ed in particolare L’Aquila e la sua provincia, sarà ricordato in maniera drammatica per il gran numero di perdite umane e per le gravi conseguenze economiche che ha generato. Una grande tragedia che ha provocato centinaia di
La sospensione dell’attività agricola, in gran parte gestita da aziende a conduzione familiare, delle attività commerciali e artigianali, soprattutto nel centro storico, e del settore industriale, con alcune grandi imprese esterne che operano sui mercati internazionali e che sono sottoposti alle regole della concorrenza, dimostrano quanto gravi siano gli effetti sull’economia del territorio. Sempre con riferimento allo shock economico si possono produrre tre tipologie di costi: a) diretti, dovuti alla distruzione di capitale; b) indiretti, legati alla sospensione del ciclo degli affari e del flusso di salari per alcune categorie economiche; c) indotti, vale a dire quei costi di stock e di flusso che hanno un impatto aggregato sull’intera attività economica. Inoltre, la distruzione o l’abbandono della propria abitazione può dar luogo ad un’altra tipologia di costi, quelli di natura psicologica, che si riflettono in particolare in alcune categorie di persone, come nel caso degli anziani. Quest’ultimo costo può tuttavia essere compensato dal clima di solidarietà e dai movimenti associativi che si sono costituiti all’indomani dell’evento sismico. Il terremoto rende dunque ancora più grave la situazione economica della regione. Un’economia aperta
«Tra il 1995 e il 2007, in termini di PIL pro capite, L’Aquila passava dalla provincia più ricca alla provincia più povera della regione. Inutile sottolineare che il terremoto rende ancora più grave la situazione» vittime, distrutto migliaia di abitazioni, danneggiato numerosi monumenti e interrotto il flusso della produzione di beni e servizi. Concentriamo l’attenzione sull’aspetto economico. Gli enormi danni subiti dalle infrastrutture sociali (abitazioni, sanità, istruzione, ambiente e pubblica amministrazione) e dai settori economici testimoniano la gravità e la criticità della situazione.
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Âť foto di Simone Cerio
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come quella abruzzese era stata già sottoposta ai duri colpi della crisi finanziaria. È noto che per il 2009 è stimato a livello nazionale un calo del pil di oltre il 4%. Ove dovesse confermarsi il trend di questi ultimi anni la caduta del pil della regione potrebbe essere ancora più consistente. Per la provincia dell’Aquila, i dati ancora prima del terremoto, evidenziavano una situazione di difficoltà, a causa del processo di deindustrializzazione subito in questo ultimo decennio. Tra il 1995 e il 2007, in termini di pil pro capite, L’Aquila passava dalla provincia più ricca alla provincia più povera della regione. Nella graduatoria delle 103 province italiane quella dell’Aquila è al 72° posto, a cavallo delle regioni del Mezzogiorno e perdendo ben sette posizioni rispetto al 2001. Con riferimento all’Europa a 27 paesi, la provincia dell’Aquila, tra il 2001-2006 aveva perso diciotto punti percentuali di pil pro capite. Se consideriamo invece l’Europa a 15, quella dei paesi più sviluppati, il pil sarebbe pari al 73% di quello medio pro capite europeo. È inutile sottolineare che il fenomeno sismico ha fortemente aggravato questa situazione, per cui è da ritenere che il prossimo biennio sarà per l’Abruzzo un biennio di grande difficoltà. Questa catastrofe naturale potrà trasformarsi in grande opportunità nel corso della fase di costruzione, che passa attraverso diversi momenti operativi che vanno dalla ricostruzione leggera a quella pesante ed integrata, dalle infrastrutture a rete alle infrastrutture rurali e alle opere pubbliche, dal dissesto idrologico ai beni culturali. In questo contesto le risorse finanziarie necessarie alla ricostruzione devono essere in grado di ricoprire i costi prima richiamati ed in particolare far fronte a tre fonti di rischio: a) quello finanziario, causato dai danni alle attività pubbliche, come nel caso delle Porta Rivera a L’Aquila infrastrutture; b) quello degli operatori economici, per coloro che hanno sospeso le attività produttive; c) quello connesso alla redistribuzione delle risorse e della ricchezza.
«Importante occuparsi di questioni in passato trascurate, come la questione ambientale e i contenuti della crescita economica»
La crisi che ne deriva può dunque offrire l’opportunità di impegnarsi a risolvere i grandi problemi che il terremoto ha generato e ci fa capire l’importanza di occuparsi di questioni in passato trascurate come quella ambientale e i contenuti della crescita economica. L’importante è che la ripresa venga accompagnata da comportamenti efficienti e trasparenti. Ciò significa evitare l’accentramento delle risorse e la pesantezza burocratica, in quanto fattori che generano sfiducia e carenza di credibilità. Ma soprattutto occorrono due componenti: considerare l’Aquila Zona Franca, al fine di stimolare con immediatezza le condizioni della ripresa economica, e ottimismo, in modo da alimentare una volontà complessiva da parte delle famiglie e delle imprese di ripristinare le attività produttive. Non solo, ma le ingenti risorse che stanno per essere investite nella ricostruzione potrebbero ulterior-
mente stimolare lo sviluppo del territorio, nel senso turistico-culturale-ambientale che fa dell’Aquila una provincia di alto prestigio
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in primo piano » di Luciano Fratocchi
RICOSTRUIRE L’AQUILA
Vietato sedersi sugli aiuti
Non ci si può limitare ad aspettare i finanziamenti di Roma o Bruxelles. Facciamo della città un centro in cui si integrino ingegneria antisismica e bio-architettura. E sviluppiamo strategie di cooperazione.
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a notte tra il 5 ed il 6 Aprile ha segnato per L’Aquila ed il suo hinterland un confine profondo tra ciò che era e ciò che potrebbe essere. In mezzo ciò che è: morte, dolore, macerie, ma anche tanta solidarietà e voglia di rimboccarsi le maniche. Le inquietanti foto delle spaccature nel terreno vicino ad Onna o nella neve sul Velino rappresentano segni evidenti della forza della natura che si oppone alla forza degli uomini che su di essa abitano, costruiscono case, ponti, viadotti… Quelle spaccature, però, possono rappresentare anche la metamorfosi che questa terra potrebbe vivere nei prossimi anni. Nei testi di strategia aziendale si evidenzia che dietro ogni minaccia dell’ambiente esterno si può nascondere un’opportunità. Anche un terremoto, che è una minaccia divenuta tragica realtà, può quindi diventare un’opportunità. Esempio per eccellenza è il terremoto del Friuli del 6 Maggio 1976; ancora oggi si parla di quell’esperienza come l’esempio migliore di ricostruzione, ancor più di quello di Umbria e Marche del 1997. Paesi come Gemona del Friuli vennero ricostruiti perfettamente senza gli sprechi e le lungaggini che si registrarono in eventi tellurici quali quello dell’Irpinia, per non scomodare quello della valle del Belice. Ed il tessuto imprenditoriale di quella regione è oggi di assoluto livello. Quale sarà la strada su cui si incamminerà la ricostruzione in Abruzzo? Saremo più vicini al modello friulano o copieremo l’esperienza campana? Quanto distanti saranno il vecchio ed il nuovo Abruzzo, la vecchia e la nuova L’Aquila? Quanto grande sarà la spaccatura? Prima di ricostruire, però, bisogna avere un progetto – e non solo per essere sicuri che questa volta il ferro del cemento armato sia quello giusto ed in quantità idonea. Bisogna chiedersi che cosa si vuole che L’Aquila ed il suo hinterland siano dopo la ricostruzione. Non basta dire L’Aquila città della cultura o L’Aquila città universitaria.
«Bisogna creare un tessuto imprenditoriale in cui il valore percepito dal cliente, l’etica del business e la valorizzazione delle risorse umane siano i nuovi pilastri del fare impresa»
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in primo piano
Bisogna pensare ad una mission specifica per la città e gli altri comuni colpiti. Un’idea potrebbe essere quella di farne un centro in cui ingegneria antisismica e bio-architettura si integrino per mostrare come si possa costruire in sicurezza con ridotto impatto sull’ambiente, il tutto valorizzando il patrimonio storico ed artistico dei tanti borghi e del grande capoluogo (Santo Stefano di Sessanio – dove le case ristrutturate nel rispetto dell’architettura originaria hanno sostanzialmente tenuto - docet). Un simile progetto sarebbe coerente anche con la vocazione universitaria di L’Aquila; potremmo diventare un centro di eccellenza a livello internazionale. Un “modello L’Aquila” che non significa limitarsi a dire che la ricostruzione la debbono fare le imprese edili che abbiano la sede legale nella provincia o nella regione. Un progetto che valorizzerebbe anche il patrimonio naturalistico del nostro territorio, attirando a sua volta turisti sempre più attenti al tema dell’eco-compatibilità. In questo scenario si necessita di un tessuto imprenditoriale nuovo, basato sul principio della creazione del valore nel rispetto delle regole. È indubbio che la possibilità di ottenere profitti sia il più potente volano per lo sviluppo economico di un’area ma non può essere perseguita a scapito della vita di trecento persone. Allo stesso tempo, non si può aspettare che la ricostruzione la “finanzino da Roma”. Si chiede da più parti di far rientrare l’Abruzzo nell’Obiettivo 1 o addirittura di rendere le aree colpite dal terremoto una zona franca. Scelte di politica economica e fiscale di per sé condivisibili, ma solo se gestite adeguatamente. Solo se non porteranno a “sedersi” sugli aiuti che vengono da Roma o da Bruxelles e non alimenteranno la fame di soldi di quegli avvoltoi in giacca e cravatta che già il 7 aprile volteggiavano famelici sulle rovine dei comuni colpiti dal sisma, avendo in tasca business plan e rendering di future realizzazioni urbanistiche. Il rischio di “sedersi” è grande in una città – ed in
una provincia - in cui l’università si vanta di essere tra i primi datori di lavoro per numero di addetti; in cui una fonte di reddito cospicua di molte famiglie era quella degli affitti delle seconde e terze case (e talvolta si faceva uno sforzo a definirle tali) agli studenti. Una città ed un territorio in cui la voglia di intraprendere spesso non era considerata la leva principale dello sviluppo economico, sostituendo ad essa il “posto fisso” o il “piacere” da chiedere al potente di turno. Il ritorno all’Obiettivo 1 e/o l’avvento della Zona Franca saranno una reale opportunità solo se serviranno per creare un tessuto imprenditoriale in cui il valore percepito dal cliente, l’etica del business e la valorizzazione delle risorse umane saranno considerati i nuovi pilastri del fare impresa e dove le strategie cooperative si sostituiscano a quelle basate sul “tanto peggio tanto meglio” e sul “tanto paga Pantalone”. In un simile contesto meritevole di plauso appare la scelta di alcuni professionisti dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di L’Aquila, che hanno perso i loro studi, stanno valutando di ri-iniziare dando vita ad uno studio associato. Come sempre, però, c’è anche il rovescio della medaglia: due falegnami della stessa frazione di L’Aquila stanno cercando un luogo dove riprendere la propria attività artigianale a favore delle tendopoli. Alla proposta di lavorare nello stesso capannone e di unire i macchinari si sono dichiarati contrari! Ce la faremo a creare la spaccatura tra ciò che era e ciò che sarà?
«Attenti agli avvoltoi in giacca e cravatta che già il 7 aprile volteggiavano famelici sulle rovine»
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Âť di Eleonora Lopes
Adecco dieci anni da numero 1 50
Federico Vione, amministratore delegato di Adecco Italia
Leader mondiale nella gestione delle risorse umane, è presente in 60 Paesi. In Italia può contare su un network di 430 uffici. Le 13 filiali attive in Abruzzo, nel solo 2008, hanno avviato 7.600 lavoratori in 550 imprese
È
il leader mondiale nella gestione delle risorse umane grazie ad un’offerta di servizi che include il temporary staffing, l’outsourcing, il permanent placement, l’outplacement, la formazione e la consulenza. Adecco è nata nel 1996 in seguito alla fusione tra Adia (Svizzera) ed Ecco (Francia), due fra le principali società specializzate in Risorse Umane. Oggi è presente con 6.600 uffici in 60 paesi nel mondo. In Italia Adecco offre i suoi servizi attraverso un network di 430 uffici capillarmente distribuiti su tutto il territorio e un pool di 1.700 professionisti che ne fanno il leader di mercato. Grazie al lavoro dei team delle 13 filiali che operano in Abruzzo, nel 2008 Adecco ha avviato oltre 7.600 lavoratori abruzzesi in 550 imprese. Numeri a cui si aggiungono le risorse inserite in Ricerca & Selezione e quindi assunte direttamente dai partner di Adecco. Per rispondere in modo sempre più efficace alle esigenze del mercato, delle aziende e dei professionisti, Adecco ha basato la sua strategia su 8 Business Line dedicate ad 8 aree di competenza: Office - Industrial - Sales, Marketing & Events - Medical & Science - Finance & Legal - Engineering & Technical - Information Technology – Lee Hecht Harrison.
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uno degli uffici Adecco a Pescara
Adecco investe per preparare i lavoratori alla ripresa In un contesto come quello attuale Adecco riconferma il suo ruolo di leader nel settore, realizzando per prima un progetto per sostenere i propri lavoratori colpiti dalla crisi e rispondere alle aspettative delle imprese che stanno risentendo maggiormente del rallentamento del mercato. È nato così il Candidate Caring, un’iniziativa lanciata nei mesi scorsi per riqualificare i temporanei Adecco e aumentare il loro bagaglio di competenze in vista della ripresa economica e quindi di un nuovo inserimento in azienda. Gli oltre 400 consulenti Adecco stanno già ricontattando i 31mila ex lavoratori coinvolti in tutta Italia, di cui 1.138 in Abruzzo: 568 persone in provincia di Chieti, 237 a Teramo, 148 a Pescara e 230 all’Aquila. Il progetto - su cui Adecco sta investendo più di 10 milioni di euro - si rivolge in particolare, a tutti coloro che hanno lavorato con l’agenzia negli ultimi mesi del 2008 e che non sono stati prorogati o riassunti con nuovi incarichi nel 2009. Coinvolte, inoltre, anche numerose aziende che hanno deciso di sposare l’iniziativa a favore dei loro ex lavoratori rimasti a casa e le associazioni sindacali di
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categoria. Nell’ambito del Candidate Caring, infatti, Adecco, Alai Cisl, Nidil Cgil e Uil Cpo, hanno siglato un accordo per lo sviluppo di azioni integrate di orientamento al lavoro e formazione professionale, volte a favorire la ricollocazione dei lavoratori. Agli ex temporanei Adecco viene offerto un pacchetto di servizi che mira all’aggiornamento delle competenze e alla valutazione del percorso professionale svolto. I curricula sono poi proattivati dallo staff Adecco alle imprese potenzialmente interessate al tipo di profilo. Per gli ex lavoratori dell’agenzia che lo scorso anno hanno maturato un’anzianità lavorativa di almeno 6 mesi con Adecco, infine, c’è la possibilità di seguire dei percorsi formativi concreti e gratuiti, realizzati ad hoc in base alle segnalazioni delle aziende clienti. Oggi più che mai, infatti, la formazione rappresenta lo strumento per rispondere attivamente alla crisi: chi è senza un’occupazione può utilizzare il maggior tempo a disposizione per formarsi; le aziende, invece, potranno contare su risorse più qualificate da inserire al momento della ripresa, tornando subito competitive.
anno in innovazione e formazione e che offre servizi che vanno dalla selezione all’outsourcing, restando sempre all’avanguardia. Per rispondere alle esigenze del mercato in modo sempre più efficace abbiamo basato la nostra strategia su 8 Business Line specializzate dedicate ad altrettante aree di competenza. A questo si aggiunge un’approfondita conoscenza del territorio. Siamo presenti in tutta Italia attraverso un network di filiali che garantisce l’attenzione alle esigenze delle singole aziende ed offre soluzioni ad hoc che tengano conto dell’area in cui operano». Lei ha lavorato molto all’estero, come vedeva l’Italia? «Io amo l’Italia e l’Abruzzo e con rammarico devo ammettere che una delle nostre debolezze è che parliamo troppo spesso dei nostri difetti e mai dei nostri punti di forza, come il saper fare squadra, la passione per il lavoro, la creatività e lo spirito imprenditoriale. Concetti che all’estero, e parlo per esperienza diretta, non sono affatto così diffusi».
A TU PER TU con FEDERICO VIONE Adecco è leader mondiale nella gestione delle risorse umane. Quale considera il vostro valore aggiunto? «Il fattore di successo di Adecco è legato alla perfetta combinazione di un know-how a livello internazionale e di una forte presenza
sul territorio. Adecco è un’azienda dinamica, solida, quotata in borsa che da anni lavora al fianco di imprese di ogni dimensione e settore in 60 paesi nel mondo. Operiamo secondo le linee strategiche di una multinazionale che coniuga legalità e flessibilità, che investe ogni
Che rapporto ha Adecco con le imprese abruzzesi? «L’Abruzzo è un territorio dove Adecco ha sempre avuto un grande successo. Ed io stesso devo molto alla lungimiranza degli imprenditori locali che hanno intuito prima di altri il potenziale della flessibilità lavorativa, consentendoci di avere performance eccezionali. Fin dall’inizio abbiamo lavorato con le più grandi imprese abruzzesi: il Gruppo Angelini, il consorzio Cisi, il Gruppo De Cecco, Cordivari, Fiat Sevel, Denso Manufacturing, Honeywell, Isringhausen, Hydro Alluminio Atessa e tanti altri».
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i direttori di filiale dell’area Abruzzo, in prima fila: Pino Razzano (Avezzano), Mimma Montinaro (Operation Developer), Luca Di Giammatteo (Nereto), Massimo Cesarino (Controller Operation), Marianna Callozzo (Termoli), Maria Tamasi (Isernia), Carmela Gallo (Head of Operation), Federico Vione (AD Adecco Italia), Paola Primiterra (Account Executive area Abruzzo), Loretta Cianflocca (Chieti). In seconda fila: Comandino Di Francescantonio (Ortona), Paolo Rosati (Val Di Sangro), Raffaella Febbo (Sulmona), Andrea Toracchio (Pescara Industrial), Andrea Monaco (Lanciano), Francesca Mattei (L’Aquila), Nadia Ragonici (Teramo), Maria Di ludovico (San Salvo)
State lavorando a qualche progetto in particolare nella regione? «La nostra presenza sul territorio è forte e continuerà ad esserlo ancor di più. Abbiamo in cantiere numerosi progetti che coinvolgeranno presto istituzioni, imprese e lavoratori abruzzesi. Un po’ com’è avvenuto lo scorso anno con il lancio del Campus Automotive Lab, il laboratorio itinerante realizzato in partnership con Rossocromo e Tecseo. Simbolo su ruote del “Campus dell’Innovazione e dell’Automotive”, che cambierà il volto della Val di Sangro, il laboratorio è nato come progetto integrato e specialistico per promuovere Innovazione, Ricerca & Sviluppo e Formazione
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nell’Automotive ed è stato realizzato anche grazie all’impegno dello staff Adecco, in contatto costante con le aziende». Quello abruzzese è uno degli staff storici di Adecco... «In Abruzzo abbiamo un team eccezionale, con collaboratori che lavorano da anni nel settore delle risorse umane e posseggono un’ottima conoscenza del territorio. Anche per questo motivo è aumentata l’autonomia e l’empowerment dei direttori di filiale. L’obiettivo del Gruppo è continuare a mantenere la leadership sul territorio attraverso uno sviluppo mirato, ma snellendo le procedure e dando ai team massima fiducia, la meritano».
La crisi sta sconvolgendo l’economia mondiale. Con quali strumenti state cercando di reagire? «Il fattore tempo gioca un ruolo fondamentale. È importante trasformare questa crisi in opportunità, e ora più che mai, le parole d’ordine sono: pragmatismo, flessibilità e rapidità d’azione. All’inizio dell’anno in tre settimane siamo riusciti a ristrutturare il Gruppo con un piano di incentivo all’esodo gestito con grande responsabilità sociale. Abbiamo ottimizzato il nostro network, mantenendo la presenza sul territorio. Il risultato è stato un clima interno più sereno, uno staff ancora più motivato e competente, dove tutti in un momento di crisi così significativo,
si stanno esprimendo al meglio». Come state sostenendo lavoratori e aziende? «In un periodo come quello che stiamo affrontando non abbiamo dimenticato il nostro ruolo sociale. Come leader nel settore, abbiamo anticipato le aspettative delle nostre aziende clienti realizzando un progetto per sostenere i lavoratori temporanei colpiti dalla crisi e quindi non prorogati o riassunti con nuovi incarichi. Per riqualificarli e aumentare il loro bagaglio di competenze in vista della ripresa economica e quindi di un nuovo inserimento in azienda, Adecco sta investendo 10 milioni di euro nel progetto di Candidate Caring. Un’iniziativa che ha trovato il favore dei nostri partner e delle organizzazioni sindacali di categoria e che coinvolge in Italia ben 31mila nostri ex lavoratori privi al momento di un’occupazione. Alcuni stanno già seguendo dei percorsi formativi gratuiti e molto concreti, realizzati ad hoc in base alle segnalazioni delle nostre aziende
clienti. La formazione ora più che mai ha un duplice valore: chi è senza lavoro potrà ricollocarsi con maggior facilità e le aziende saranno pronte ad affrontare la ripresa del mercato, contando su risorse più qualificate e produttive». La flessibilità nel mercato del lavoro ha favorito le aziende in un momento come questo? «Certamente si. L’attuale congiuntura economica ci ha dimostrato quanto la flessibilità nel mercato del lavoro – e in questo le imprese abruzzesi sono state molto lungimiranti – giochi un ruolo fondamentale. Ha permesso, infatti, a molte società di riorganizzarsi e rispondere alla crisi rapidamente, restando competitive». Cosa consiglia ai tanti giovani in cerca di lavoro? «La crisi ci sta dando una grande lezione in merito, dimostrando che l’unica vera forma di garanzia per i lavoratori non è il contratto a tempo indeterminato, ma il loro livello
di “occupabilità”, ossia di attrattività del loro profilo. Ai giovani, quindi, vorrei dare due consigli: il primo di valutare le offerte di lavoro in termini di competenze acquisibili, come ho fatto io quando ho iniziato da lavoratore temporaneo e non limitarsi a scegliere solo in base al tipo di contratto proposto. La chiave di successo nel mondo del lavoro attuale e futuro è la specializzazione, non è più possibile avere un curriculum generico, ma bisogna avere un know how specifico. Il secondo è che la crisi deve essere percepita come un’occasione. Non bisogna stare con le mani in mano ad aspettare che il mercato si riprenda, al contrario bisogna avere un atteggiamento proattivo e rimboccarsi le maniche, agendo in fretta. È necessario capitalizzare la maggior quantità di tempo a disposizione sfruttandola per continuare il proprio percorso di formazione. La crisi non deve essere un alibi, bisogna investire su se stessi ed essere pronti a cogliere tutte le opportunità»
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il camion di Rossocromo e Tecseo sponsorizzato da Adecco per il lancio del Campus Automotive Lab
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ricerca&innova ione » di Marta Ficca & Francesca Masciarelli
Kilometro Rosso: la strada per lo sviluppo Il caso del Parco Scientifico e Tecnologico voluto in Lombardia da Alberto Bombassei, presidente della Freni Brembo. Un esempio di strategia vincente per la competitività, in grado di attrarre e sviluppare insediamenti
I
Parchi Scientifici e Tecnologici sono importanti strumenti di stimolo e di supporto allo sviluppo economico ed alla competitività dei sistemi territoriali. A favorire il loro ruolo è la progressiva erosione del valore delle tradizionali fonti del vantaggio competitivo (materie prime, lavoro e capitale), non più sufficienti a produrre un beneficio economico stabile e durevole nel tempo, e l’affermarsi della “conoscenza” come risorsa in grado di far ottenere alle imprese prestazioni competitive differenziali. I parchi si caratterizzano proprio per la capacità di creare opportunità per i trasferimenti informali di conoscenza - knowledge spillover - che sono alla base del vantaggio competitivo e che avvengono nel Parco attraverso lo sviluppo di una fitta rete di relazioni tra i diversi attori. Tale sviluppo è favorito dalla contiguità geografica. Un recente studio sulle relazioni che legano le imprese al proprio territorio – effettuato dal DASTA della d’Annunzio - ha analizzato un Parco Scientifico di recente costituzione e di riconosciuto successo: il Kilometro Rosso. L’obiettivo della ricerca è stato quello di comprendere le dinamiche che hanno segnato la nascita del Parco ed il legame con il territo-
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rio di localizzazione. Il Kilometro Rosso si presenta come un luogo per la sperimentazione di soluzioni architettoniche e progettuali d’eccellenza ed impiantistiche avanzate. La nascita del Parco si deve all’intuizione di Alberto Bombassei, presidente della Freni Brembo, il cui obiettivo iniziale si limitava alla realizzazione di un centro di ricerca efficiente per la propria impresa. In seguito, verificando alcune esperienze di Parchi Scientifici nel mondo, Bombassei è giunto alla conclusione che la contaminazione tra settori diversi, industriali merceologici di ricerca diversi, poteva essere il punto di forza per il suo Centro di R&S. L’intento era la realizzazione di un campus della scienza e della tecnologia, con l’obiettivo di valorizzare la diversità istituzionale e funzionale, favorire il dialogo tra cultura accademica, imprenditoriale e scientifica, la complementarietà e la specializzazione, e quindi utilizzare l’interdisciplinarietà per raggiungere le nuove frontiere della scienza e della tecnologia. A meno di cinque anni dal primo insediamento, il Parco si sta già affermando in questa direzione: un sistema multidisciplinare di relazioni, in grado di
Alberto Bombassei, presidente del gruppo Brembo durante una visita in Abruzzo
attrarre e sviluppare insediamenti leader nel settore delle tecnologie prioritarie ed emergenti, capace di ospitare iniziative di eccellenza nel campo della ricerca. In questo, il Kilometro Rosso è stato certamente favorito dalla localizzazione. Il Parco si sviluppa, infatti, nel cuore della Lombardia, territorio italiano con maggiore concentrazione di attività economiche e di ricchezza, dove l’industria è il vero motore dell’economia, sostenuta da un terziario avanzato e da attività commerciali, artigianali e turistiche, consolidate da un sistema finanziario determinante per tutto il paese. La forte vocazione industriale, la presenza di una rete di istituti universitari e centri di ricerca ben articolata e di alto livello qualitativo ed un sistema di trasporti che facilita i contatti sono tutti fattori relativi al territorio che ne hanno favorito il rapido sviluppo. Particolarmente importante è il ruolo delle relazioni. A livello territoriale, il Kilometro Rosso è riconosciuto come Centro di Ricerca e di Trasferimento Tecnologico (CRTT) dalla Regione Lombardia. Tale riconoscimento contribuisce alla gestione del trasferimento tecnologico ed alla valorizzazione e diffusione dei risultati delle attività di R&S.
Le relazioni del Parco coinvolgono altri soggetti con diverse funzioni. Il Parco è membro dei network AIRI Associazione italiana per la ricerca industriale, APSTI Associazione Italiana Parchi Scientifici e Tecnologici, IASP International Association of Science Parks, a conferma che nel campus l’analisi delle competenze e delle tecnologie esistenti si basa su strumenti e network altamente qualificati. A livello internazionale, il Kilometro Rosso ha siglato un accordo di partnership con il M.I.T. Massachusetts Institute of Technology che consente di accedere al database on-line contenete informazioni aggiornate sulle tecnologie emergenti e di frontiera, sulle innovazioni applicate ai diversi settori industriali, sui brevetti, nonché la possibilità di partecipare agli incontri organizzati dall’Istituto. Il Kilometro Rosso si presenta quindi come un nodo strategico di un’importante rete di collaborazioni estesa a livello nazionale e internazionale, che oggi contribuisce a determinare un innalzamento del livello tecnologico medio dell’industria nel territorio, il miglioramento qualitativo e competitivo dei settori di specializzazione e la crescita di percorsi innovativi per le politiche di sviluppo locale
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ict » di Antonio Teti
Internet sulla cima del Gran Sasso Reti di telecomunicazione a banda larga e senza fili con il WiMAX. Anche in zone montuose come quelle colpite dal terremoto
L
a potenza della natura non ha eguali. Ma questa volta, la furia distruttrice della terra ha colpito la nostra splendida regione. Aldilà delle considerazioni personali su aspetti riconducibili alle metodologie di realizzazione degli edifici o alla prevedibilità dei fenomeni sismici, ritengo che si debba riflettere su una tematica di cui poco si parla: Global connectivity. Prima di spiegare il significato del termine, ritengo opportuno fare una attenta valutazione della situazione nelle zone del terremoto. I soccorsi hanno funzionato più che bene, la popolazione è stata
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ict
soccorsa prontamente e la condizione delle persone si è normalizzata (si fa per dire) nel giro di pochi giorni. Ora inizia la fase della ricostruzione. Case, edifici, scuole, servizi primari e tutto quanto occorrerà per riportare alla normalità di un tempo gli abitanti dei paesi sconvolti dal terremoto. Tuttavia in questo percorso di ricostruzione si rende necessario predisporre un piano di progettazione e soprattutto di controllo sulla bontà e sull’effettiva spendibilità delle opere che si andranno a realizzare. Ciò detto parliamo di Global Connectivity, vale a dire la scienza che studia le metodologie di connessione e trasmissione dati a livello globale. Tradotto in termini pratici, tecnologie come il WiFi ma soprattutto il WiMAX, possono consentirci di collegare zone particolarmente impervie (soprattutto montuose) grazie all’ausilio di speciali antenne che garantiscono la connettività in rete senza l’utilizzo di cavi (fibra ottica) che comporterebbero costi di realizzazione elevatissimi. Il WiMAX (Worldwide Interoperability for Microwave Access) è una tecnologia che consente l’accesso a reti di telecomunicazioni a banda larga e senza fili. È in grado di fornire copertura a banda larga per un raggio fino a 50 km da ciascuna stazione base e con un velocità pari a 70 Mbit/s. In Italia vi sono aziende particolarmente innovative e all’avanguardia nella produzione di speciali antenne WiMAX in grado di interfacciarsi con i satelliti per garantire la copertura geografica di un intero Paese. Una di queste società italiane sta già realizzando questo innovativo sistema integrato di trasmissione dati, in Iraq. È un binomio perfetto: tecnologia ultra low cost e diffusione della banda larga. E in Italia? C’è ancora qualcuno che parla di fibra ottica, tecnologia che comporta trivellazioni dai costi esorbitanti, coinvolgimento di manodopera a diversi livelli, autorizzazioni innumerevoli, tempi di realizzazione indefinibili, costi globali enormi. Il progetto iracheno peraltro nasce proprio dall’esigenza di ricostruire le reti TLC distrutte dopo il conflitto. Il digital divide (che indica la divisione tra chi può
accedere alle tecnologie digitali e chi non è in grado di farlo) è ancora un grande problema nel nostro Paese. Molteplici famiglie, aziende e pubbliche amministrazioni sono escluse dai vantaggi dell’accesso a Internet veloce, condannate ad accumulare ritardo e isolamento rispetto al resto dell’Europa. Secondo alcune stime, sono circa 10 milioni gli italiani che ancora oggi non possono navigare in rete ad alta velocità. Degli 8103 comuni, 5800, che contano meno di 5000 abitanti, hanno grosse difficoltà per l’accesso a Internet a banda larga: soprattutto nella fascia appenninica e nell’arco alpino…
«C’è ancora qualcuno che parla di fibra ottica, nonostante trivellazioni dai costi esorbitanti, coinvolgimento di manodopera a diversi livelli, autorizzazioni innumerevoli, tempi di realizzazione indefinibili, costi globali enormi»
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Inoltre, in funzione dei costi bassi e della velocità di trasmissione, il WiMAX sembra destinato a stravolgere non solo il mercato delle trasmissione dati, ma anche quello della telefonia mobile. Piccolo esempio: in Germania un piccolo operatore nazionale ha lanciato un’offerta promozionale che consente con soli 20 euro al mese di utilizzare Internet veloce e chiamare tutti i numeri nazionali di rete fissa e mobili senza limiti di sorta. Proprio per questo motivo, alcuni operatori della telefonia mobile, che peraltro hanno effettuato enormi investimenti in passato su tecnologie come la rete 3G, non vedono di buon occhio l’arrivo del WiMAX che potrebbe stravolgere il mercato delle telecomunicazioni a livello globale. Suggerimento: perché non elaborare un progetto veramente innovativo per l’abbattimento del digital divide in Abruzzo che sia verticalizzato sull’utilizzo di questa nuova tecnologie di trasmissione dati? È una tecnologia che assicura la piena connettività anche in caso di fenomeni sismici...
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economia » di Antonio Farchione
L’arte di comunicare
Il collezionismo aziendale può garantire enormi ritorni d’immagine e stimolare dipendenti e collaboratori
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a cultura sta diventando il nuovo modo di fare comunicazione e, soprattutto, di imprimere valore aggiunto ad ogni cosa che le imprese vogliono farci consumare, convincendoci che stiamo acquistando qualcosa che è in grado di affermare la nostra identità. Quanto più ognuno di noi si lascia convincere dal plus-valore insito nel bene, tanto più un marchio d’azienda, o un prodotto, aumentano il loro valore simbolico, intangibile. Se questo concetto è attuale, come lo è, molte strategie aziendali puntano a dare valore alla propria corporate image anche attraverso il ricorso a collezioni d’arte
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economia
contemporanea. Per quanto in continua espansione, il collezionismo aziendale è ritenuto da molti un sostenitore poco illuminato della cultura, soprattutto perché non in grado di anticipare in modo intelligente le nuove modalità di promozione dell’immagine e dei valori presenti nell’impresa. Probabilmente questo gap è in parte giustificato dal fatto che la creatività degli artisti mal si concilia con le componenti alla base della corporate image che, invece, sono caratterizzate da variegati bisogni e gruppi di interesse portatori ognuno di proprie ragioni (clienti, azionisti, dipendenti, ecc.). In questi ultimi anni l’azienda sta rispondendo pianificando le collezioni aziendali e dedicando anche risorse (umane e materiali) a questo scopo. Il risultato sorprendente è che esistono realtà che riescono a creare perfino un proprio mercato dell’arte, contribuendo a lanciare nuovi artisti grazie non solo alle loro possibilità economiche, ma anche, e soprattutto, alla precisa e puntuale conoscenza delle tendenze artistiche presenti sul mercato. In quest’ottica, non dovrebbe essere difficile accettare l’idea che una strategia aziendale, che tenga conto anche del collezionismo aziendale, possa contribuire, molto efficacemente, alla costruzione solida e duratura dell’identità aziendale. La tendenza in atto è quella di costruire una collezione d’arte che non sia troppo in linea con i prodotti dell’impresa; il motivo è chiaro: evitare che nel tempo si possa verificare un’interferenza della comunicazione istituzionale aziendale con quella culturale e vice-
versa, provocando, come spiacevole conseguenza, un indebolimento di entrambe. Spesso l’obiettivo di una collezione aziendale è quello di puntare alla qualità delle opere, anche per comunicare meglio all’esterno l’immagine di un’impresa proiettata al cambiamento ed all’apertura a tutto ciò che è nuovo. In realtà, il ricorso intelligente al collezionismo aziendale ha molti altri vantaggi, oltre alla costruzione della corporate image dell’azienda che vi ricorre. In particolare, il collezionismo può essere, ad esempio, un valido investimento finanziario, oppure un modo alternativo per fare ricerca e sviluppo, o anche uno stimolo per il personale interno. In alcuni casi, l’acquisto di opere d’arte da parte delle imprese può essere oggetto di ritorni di immagine spettacolari; è il caso di aziende che, di tanto in tanto, acquistano costose opere al fine di conquistare ampi spazi sui media in occasioni particolari come, ad esempio, il lancio di un nuovo prodotto, l’apertura di nuove sedi, ecc. In una sola parola, l’arte diventa per le imprese un’occasione unica per aprirsi a nuove opportunità e, soprattutto, a nuove relazioni con tutti coloro che, a vario titolo, contribuiscono allo sviluppo aziendale; all’interno dell’azienda è, invece, un modo per stimolare i dipendenti ed i collaboratori verso quello che viene chiamato il “pensiero laterale”, ovvero la molteplicità dei punti di vista attraverso i quali è possibile esaminare un problema. La globalizzazione, evidentemente, può essere affrontata anche attraverso forme di relazione creativa con il mondo della cultura
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marketing » di Daniela Iubatti
Con sei fatine ho battuto la Walt Disney
Iginio Straffi e le sue Winx hanno sfidato il colosso dell’animazione e conquistato gli adolescenti di tutto il mondo. Un successo globale partito da zero e dalle Marche
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a fantasia è più importante della scienza», diceva Einstein. La pensa così anche l’imprenditore che ha dato vita al progetto più “divertente del momento: le Winx, ovvero le sei fatine che fanno impazzire gli adolescenti di tutto il mondo. Il progetto affonda le sue radici nell’entroterra marchigiano, per la precisione a Loreto. Qui sorge la Rainbow, società di produzione di serie e lungometraggi a cartoni animati fondata nel 1995 da Iginio Straffi, che con le Winx ha sfidato la Walt Disney e la giapponese Toei Animation.
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marketing
La Rainbow spa è una “bottega d’animazione italiana” che nel giro di undici anni è diventata una delle realtà più importanti del panorama dell’animazione internazionale. L’obiettivo è divertire e divertirsi con la magia. «Le Winx sono il frutto di una lunga elaborazione - spiega Straffi - di ricerche su soggetti e personaggi che hanno richiesto anni di duro lavoro prima di essere pronti per il lancio sul mercato; il format vede un gruppo di sei amiche affiatate ed integrate, pur nelle differenze delle personalità e dei gusti, a cui si aggiunge l’ingrediente della magia, come strumento di lotta contro il male». Straffi ha trasformato la sua creatività in un vero e proprio impero economico: la serie a cartoni animati delle Winx rappresenta una sorta di piccolo miracolo italiano, considerato il successo riscosso non solo in patria, ma anche nel resto d’Europa. La serie tv, infatti, è trasmessa in 140 Paesi ed è il primo cartone animato di un produttore straniero indipendente ad andare sulla tv libera in Giappone. La Rainbow si presenta sul mercato cinematografico come unica casa italiana in grado di realizzare internamente tutte le fasi della produzione di un cartone animato: dalla pre-produzione, che comprende l’ideazione del concept, la stesura della sceneggiatura, la definizione dei personaggi e delle ambientazioni, alla post-produzione, compresi gli effetti speciali in 3D, doppiaggio, scelta delle musiche e montaggio. Anche sul piano della distribuzione l’impresa marchigiana è sempre più orientata al business internazionale con l’ausilio di due bracci operativi, quali la divisione vendite e distribuzione tv e la divisione licensing e merchandising. L’indotto generato dal “fenomeno Winx” raggiunge notevoli dimensioni in breve tempo: attraverso la vendita delle licenze, le sei fatine permettono la crescita di molte PMI che sono anche riuscite ad approdare sui mercati esteri con i loro prodotti griffati, ovviamente, Winx. Dal 2004 Winx è il brand numero uno in Italia ed Europa per livello di notorietà: le bambole Winx han-
no raggiunto nel 2007 una quota di mercato di quasi il 40% di marketshare superando sia Bratz e Barbie con un incremento del 67% rispetto al 2006. L’obiettivo di Straffi è far diventare il marchio Winx un vero e proprio life style brand, che accompagni, attraIgino Straffi, ideatore delle Winx verso i prodotti a marchio Winx, le bambine di tutto il mondo in ogni loro attività quotidiana. Il successo della Rainbow deriva dal perfetto connubio tra creatività, spirito imprenditoriale e attenzione al pubblico internazionale: «La Rainbow è stata capace di guardare avanti, non si è accontentata di restare ancorata ai confini della sola produzione animata». Infatti, è caratterizzata da una struttura integrata, che si occupa di tv, licensing, publishing, internet, pubbliche relazioni ed eventi. Questa scelta deriva dalla consapevolezza di essere parte di una realtà globale e dalla volontà della Rainbow di paragonarsi con le major americane e giapponesi. Per questo la società di Straffi è strutturata in modo da curare non solo tutte le fasi produttive di un cartone animato, ma anche la sua traduzione in prodotto attraverso il licensing e un corretto posizionamento nelle tv di tutto il mondo. Una società come la Rainbow, che ha come mission quella di creare dei prodotti per i ragazzi, non può prescindere da questi aspetti fondamentali; essa nasce e cresce con questi obiettivi, cioè produrre cartoni animati di qualità che siano la risposta ai desideri e alle esigenze dei bambini. Infatti, il motto della Rainbow è working in progress e «solo rispettando questi obiettivi – sottolinea Straffi - sarà possibile mantenere il successo sul mercato globale». Ha un sogno nel cassetto: «Diventare la versione italiana della Pixar», la casa cinematografica di Steve Jobs, fondatore della Apple, i cui film d’animazione sono lanciati come eventi mondiali. Per questo motivo Straffi ha in progetto la quotazione in Borsa, come trampolino di lancio verso un successo ancora più “magico”
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storie&persone » di Laura Tinari
«Il giovedì eravamo già al 100%» Luciano Ardingo, presidente del Gruppo SPEE, racconta i momenti post terremoto e il ritorno alla normalità di un’azienda che è riuscita a non fermarsi mai
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uando abbiamo mandato la mail per fissare l’intervista abbiamo piacevolmente ricevuto l’invito ad arrivare un po’ prima per consumare in allegria un panino aziendale. Così alle 13.30 del 5 maggio eccoci seduti nella sala living insieme al presidente Luciano Ardingo e ad alcuni dipendenti del Gruppo SPEE a mangiare pizza e prosciutto. L’aria che si respirava era informale, così come l’abbigliamento del presidente: pile, giubbino blu e caschetto al posto dell’usuale abito con cravatta. Conversando con l’ingegnere Ardingo viene fuori la sua estrazione tecnica che accetta il concetto siloniano del terremoto inteso come fatalità naturale: «Il terremoto uccide non per una volontà malevola, ma perché l’uomo non riesce a proteggersi da esso. Abbiamo imparato a proteggerci dalla pioggia, dalle intemperie e non ancora, almeno per quanto riguarda l’Italia, dai terremoti. Non c’è odio da parte della natura nei nostri confronti o, da parte di chi crede, in demoni malvagi; si tratta di accadimenti scientificamente conosciuti e spiegati, tocca all’uomo porre i giusti rimedi con case più sicure e in linea con le più moderne tecnologie antisismiche. Occorre modificare il modo di costruire, d’altronde le case sono come le persone: più sono rigide e più sono fragili». La sede principale del Gruppo SPEE è in una costruzione (la fabbrica del-
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storie&persone
la sicurezza) inaugurata solo pochi mesi fa, super protetta, realizzata con tecnologie ad alto livello antisismico. Lo stesso Ardingo, arrivato in azienda già alle 4 del mattino di lunedì per portare sostegno ai suoi ingegneri ed operatori del Centro di Controllo Panopticon, funzionante 24 ore su 24, 365 giorni l’anno, era tranquillo. «Qui i livelli di sicurezza sono ridondati su due livelli ed entrambi certificati a livello internazionale: -ci dice- uno è quello di un’azienda tradizionale che opera sull’alta sicurezza e l’altro attiene al centro di controllo Panopticon, dotato di ulteriori innovative ed affidabili infrastrutture tecnologiche capaci di consentire l’erogazione dei servizi anche a fronte di eventi catastrofici (business continuity), salvaguardando gli interessi degli stakeholders, le attività produttive, l’affidabilità e l’immagine aziendale». Il Gruppo SPEE non ha mai smesso di essere operativo: glielo hanno permesso gli operatori nella sala di controllo, l’energia che non è mai andata via e le comunicazioni attraverso la rete WLL a banda larga e ad altissima velocità, che ha continuato a funzionare. «La nostra rete opera con frequenze proprietarie che fino a qualche anno fa erano utilizzate dalla Nato e dalla Difesa per applicazioni governative e costituisce un affidabile sistema radio territoriale di telecomunicazioni a banda larga per tutta la Regione Abruzzo. Essendo conosciuti sull’Aquila perché gestiamo il traffico nelle aree comunali delle Ztl e le relative colonnine SOS, -spiega Ardingo- siamo stati subito subissati da richieste di aiuto. Purtroppo non abbiamo potuto fare molto poiché le altre vie di comunicazione erano intasate o indisponibili». Dall’azienda il presidente ha fatto inviare ai propri dipendenti e-mail e sms per capire come stavano e per farli andare lì dove sarebbero stati al sicuro con le famiglie. «Sono arrivate persone -ci racconta- che avevano ancora le pupille dilatate dallo spavento, persone che hanno vissuto esperienze drammatiche. Qualcuno è stato tirato fuori dalle macerie o ha dovuto tirare fuori altri, fortunatamente tra i nostri collaboratori nessuno ha avuto lutti. Il problema grande e attuale sono le case». Nei giorni seguenti nessun dipendente è stato richiamato per tornare a lavoro, nonostante ciò il martedì tutti si sono ritrovati in azienda in maniera volontaristica, «Sono persone -continua Ardingo- che io senza retorica chiamo “eroi”: circa 60 di loro erano qui a sistemare oggetti caduti, qualche controsoffitto, le reti in fibra ottica e a far ripartire le connessioni con i vari
Luciano Ardingo (a destra) con il dottor Giampiero Porzio, presidente dell’associazione L’Aquila per la Vita e la dottoressa Federica Aielli, ospiti del Gruppo Spee
server sparsi per il mondo. Questo ci ha permesso il giovedì di essere al 100%». «Alle 8 di lunedì, -ci dice Massimo Fulgenzi, dipendente Gruppo SPEE- dopo aver messo al sicuro la mia famiglia, ero volontariamente in azienda per verificare le condizioni della struttura e attivarmi subito insieme agli altri per far si che si riprendesse immediatamente. Il nostro mercato non è aquilano e non aspetta noi». Ancora oggi si da sostegno ai dipendenti che sono nelle tendopoli: in azienda possono fare la doccia, c’è un living che fa piacere utilizzare perché gli orari non si confanno con quelli rigidi di una tendopoli, ma anche perché lì si da vita a momenti di convivialità che permettono di buttare via l’ansia comunicando. Una novantina di dipendenti sono oggi dislocati tra
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tende, costa, Avezzano, Roma e Teramo. L’azienda è per loro un punto di riferimento e socializzazione. «Nessuno è stato messo in cassa integrazione, -sottolinea Ardingo- abbiamo pagato lo stipendio di aprile anticipando per intero l’importo del mese precedente a tutti e a chi aveva immediata necessità sono stati consegnati dei contanti. Questo penso sia il minimo che l’azienda potesse fare per chi sta dando tanto». Dalle parole del presidente si evincono grande ammirazione e apprezzamento per tutti coloro, che con il proprio comportamento stanno dimostrando di tenere molto all’azienda. «Rispetto le componenti psicoemotive delle singole persone: le donne hanno maggiore timore di entrare in un ambiente chiuso, così abbiamo ricavato degli uffici al piano terra. L’edificio è stato bonificato dai nostri tecnici specifici e dalla protezione civile e presto (passata la paura) torneremo ad occupare anche gli uffici ai piani più alti». L’azienda, di cui hanno parlato anche i media nazionali, non ha potuto che ripartire subito: il mercato non si ferma e alcuni clienti già avevano pensato di trasferire temporaneamente i servizi gestiti dal Gruppo ad altri. Ma ciò sarebbe stata la morte annunciata della società. «Ci sono stati tentativi di “sciacallaggio”, portati da nostri competitori, che hanno approfittato di un momento del genere per tentare di portar via ciò che nella normalità non erano stati in grado di conquistare. Un grazie anche a tutti i nostri clienti che non solo ci hanno testimoniato la loro solidarietà, ma anche la soddisfazione dei servizi da noi erogati. Sono fermamente convinto dell’importanza di difendere il lavoro, rimboccandosi le maniche e cercando anche nell’avversità di tentare di fare il proprio dovere: creare ricchezza per l’azienda, per i dipendenti, per il territorio. Non credo nelle soluzioni assistite, in chi ferma le attività per qualche calcinaccio caduto desiderando l’inagibilità della fabbrica, mettendo tutti in cassa integrazione e aspettando che arrivino i soldi per ripartire. La nostra è un’impresa più piccola che media, che non può assolutamente permettersi un’assenza prolungata dal mercato. Lavoriamo sull’ingegneria avanzata, sull’informazione real time e nel nostro settore o si è vivi o si è morti. Siamo ripartiti subito con i servizi di videosorveglianza e di telecontrollo anche su New York, Berlino, Parigi e Stoccarda. Pertanto chi voleva fare speculazioni su di noi, ha trovato un’azienda determinata, presente sul mercato e pronta a rispondergli anche a muso duro. Un fatto positivo, un segnale imprenditoriale forte, che tutti ci hanno riconosciuto».
Anche i dipendenti hanno apprezzato, «Poter tornare subito a svolgere il nostro lavoro per noi è stato importante: -dice Marino De Matteis- abbiamo perso tante cose, perdere anche il lavoro sarebbe stato un altro dramma. Lavorare è un incentivo a ricostruire. Il nostro Presidente non ha voluto aspettare alcun aiuto per essere di nuovo pienamente operativi. In azienda siamo tutti certi del valore della professionalità e della competitività che esprimiamo, che più di ogni altro risarcimento, ci permetterà di non svanire aspettando». Durante il colloquio Ardingo ha accennato anche alla battaglia che da tempo porta avanti contro la mancanza di attenzione da parte del territorio verso le PMI. «La piccola impresa è da sempre abituata a fare
Massimo Fulgenzi e Marino De Matteis dipendenti del Gruppo Spee
da sola, rischia tutti i giorni in proprio e paga pesantemente quando sbaglia. Se nella ricostruzione dell’assetto territoriale e del conseguente progetto industriale, la politica non metterà al centro delle proprie attenzioni la piccola impresa, si ripeteranno gli stessi scellerati errori del passato. Il territorio, per dirla con Vicinanza, il direttore de Il Centro, paga oggi un triplo prezzo: quello comune a tutti gli italiani per la recessione internazionale, quello specifico locale per la cattiva politica degli ultimi 20 anni e quello attuale del terremoto. La locale classe dirigente ha davanti a sé difficoltà impegnative, ma anche opportunità irripetibili. Un aiuto potrà venirgli dall’aprirsi alla società civile, per attualizzarsi con un mondo che si trasforma velocemente e continuamente, che spesso sfugge a chi è impegnato in altro»
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il presidente della BCC Castiglione Messer Raimondo e Pianella durante l’inaugurazione della filiale di Pineto
Noi ci siamo Il presidente Savini inaugura a Pineto l’undicesima filiale BCC. «Siamo qui per ascoltarvi e lavorare con voi»
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«P
er noi è una grande vittoria. Inaugurare l’undicesima filiale è segno che il nostro credito cooperativo sta crescendo, ma soprattutto che siamo riusciti a infondere nel territorio quelle caratteristiche che ci contraddistinguono e che ci rendono una banca differente: il mutualismo e la solidarietà». Non nasconde la sua soddisfazione il presidente Alfredo Savini per la nuova filiale di Pineto della BCC di Castiglione Messer Raimondo e Pianella. Ora sono a quota 11, dopo le ultime due di Città Sant’Angelo e Silvi Marina. Presenti all’evento il direttore generale Paolo
» redazionale in collaborazione con BCC
Mingione, i vertici della BCC di Castiglione Messer Raimondo e Pianella, autorità, politici, esponenti del mondo economico, ma soprattutto molti cittadini. Una banca, la BCC, storicamente vicina alle persone e che da più di 50 anni cerca di dare impulso alle imprese, con un occhio di riguardo verso le PMI. E di essere un punto di riferimento per tutte le realtà sociali: famiglie, lavoratori, giovani, anziani. Il Sindaco di Pineto, Luciano Monticelli, dopo il taglio del nastro che ha aperto ufficialmente la filiale non ha mancato di manifestare il suo apprezzamento: «Sono molto l’ingresso della nuova filile di Pineto orgoglioso di essere qui oggi – ha dichiarato - la BCC è una realtà solida e molto questo invito tutti i soggetti sociali, economici, forte nel panorama del credito. Segnale che il si- imprenditoriali e dell’associazionismo a visitare stema di questo tipo di banca è davvero differen- questa nostra nuova sede, moderna e confortevote, è basato sulla trasparenza e la concretezza. le. Troveranno sicuramente personale pronto ad L’apertura di questa nuova filiale ne è la dimo- ascoltare e a lavorare per rispondere a tutte le strazione concreta». esigenze e le necessità del territorio». «Aprire una filiale a Pineto è per noi un fattore In un momento così delicato, nel quale l’Abruzimportantissimo - ha continuato durante la ceri- zo è stato investito da una tremenda tragedia, il monia di inaugurazione Savini - questo Comune presidente Savini ha voluto parlare anche delrappresenta una realtà vivace, ricca di impre- l’iniziativa di raccolta fondi attivata subito da se che producono e che hanno voglia di fare. Il Federasse, la Federazione Italiana delle Banche momento storico, lo sappiamo tutti, non è dei di Credito Cooperativo Casse Rurali ed Artigiamigliori, eppure noi vogliamo esserci. Vogliamo ne, che ha aggregato, le oltre quattrocento BCC lavorare con voi e con la comunità, capire le esi- italiane. «Personalmente sono vicino – ha congenze, intuire i vostri bisogni e cercare di dare cluso Savini - a tutti coloro che sono stati colpiti le risposte più adeguate ad ogni situazione. Per dal sisma. È una vera tragedia, che ha toccato tutti noi molto profondamente, ma con orgoun momento della benedizione con i soci del gruppo bancario glio abruzzese ci tengo a dire che ad oggi sono già stati raccolti circa 2.000.000,00 milioni di euro»
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I NUMERI DELLA BCC
La raccolta diretta passa da 263 milioni di euro del 2007 a 302 milioni di marzo 2009, con un incremento che supera il 15%; gli impieghi passano da 210 milioni di euro a 250 milioni di euro di marzo del corrente anno, segnando un aumento pari al 19%. In questo anno l’utile della Banca è di 2.680. La compagine sociale è passata da 1907 a 2002 soci. I collaboratori dell’azienda che erano 66 a fine 2007, oggi sono 75.
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incarichi&carriere
Il Magnifico è di nuovo Cuccurullo Rettore della d’Annunzio da dodici anni consecutivi e per altri tre ancora. Nettissima affermazione sullo sfidante Gallenga
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Franco Cuccurullo
n lungo applauso ha sancito un risultato che nel corso dello spoglio, comunque, non era mai sembrato in discussione. Il rettore uscente dell’università “Gabriele d’Annunzio”, Franco Cuccurullo, è stato confermato, per il quinto mandato consecutivo, alla guida dell’ateneo di Chieti Pescara per il triennio 2009/2012. Una vittoria chiara, un’affermazione nettissima: Cuccurullo è stato eletto con 438 voti contro i 196 dello sfidante, il prof. Pier Enrico Gallenga, stimato oculista, docente dal 1979 di Oftalmologia. Nato a Bologna nel 1943, laureato in Medicina e Chirurgia, Franco Cuccurullo è stato Professore Associato dal 1982 ed Ordinario di Medicina Interna dal 1986; preside della facoltà di Medicina e Chirurgia per un decennio (dal 1987 al 1997, anno di inizio del suo primo mandato da rettore). È stato Membro della Commissione Unica per il Farmaco (ministero della Sanità), presidente della II° sezione del Consiglio Superiore di Sanità, presidente del Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca (ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), presidente del Consiglio Superiore di Sanità per il triennio 2006/2009. L’elettorato era composto dai professori di ruolo – ordinari e associati – dai ricercatori e dai rappresentanti degli studenti nel Consiglio di Amministrazione e nel Senato Accademico e dal personale amministrativo e tecnico con contratto di lavoro a tempo indeterminato. A caldo ha assicurato di affrontare il nuovo mandato con rinnovato impegno. In un recente articolo pubblicato sull’inserto settimanale Salute de Il Sole 24 Ore, Franco Cuccurullo aveva parlato dello stato della ricerca negli atenei italiani. Proponendo, in particolare di «attivare più scuole di ricerca e di dottorato coinvolgendo le migliori competenze a livello internazionale; stipulare convenzioni con il mondo produttivo e facilitare la circolazione dei ricercatori nei laboratori di ricerca attraverso stage di formazione». E ancora, aveva sottolineato l’esigenza di «creare una mobilità frenetica e continua» per sconfiggere il provincialismo eccessivo che caratterizza il settore
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la terra di piero
Un decreto da cambiare I
l Governo vuole ricostruire L’Aquila o limitarsi a risarcire (più o meno) i proprietari dei beni distrutti? Perché una cosa deve essere chiara: con il decreto varato dal Consiglio dei Ministri, se non interverranno sostanziali aggiustamenti, L’Aquila resterà una città fantasma. Sbagliata in primo luogo la ripartizione degli 8MLD disponibili: 1,5 per l’emergenza e 6,5 per la ricostruzione. Per l’emergenza del terremoto in Umbria, che riguardò il 50% degli sfollati aquilani, si spesero 140mln di euro. Quindi la cifra indicata per l’Abruzzo è sproporzionata. Secondo i nostri calcoli l’emergenza costerà, in Abruzzo, circa 800mln di euro, ovvero la metà di quanto stimato dal Governo. Ancora sbagliata è la stima dei senza tetto, fatta sulla base dei primi rilievi di danno disponibili. In effetti la valutazione dell’agibilità è iniziata dalle aree meno danneggiate, e quindi il numero degli sfollati è destinato a salire notevolmente. Ed ancora: quando le CASE, Complessi Antisismici Sostenibili Ecocompatibili, saranno abbandonate gradualmente dagli aquilani (per tornare nelle loro abitazioni), saranno trasformate in un campus universitario. Il che avrà un impatto devastante sull’economia aquilana, laddove un buon 30% delle famiglie trae una quota importante del proprio reddito dagli affitti agli studenti. Ma arriviamo alla parte del decreto che proprio non sta in piedi: la ricostruzione. Saranno disponibili 6,5MLD di euro, poiché dall’emergenza “avanzeranno” almeno 800mln di euro che potranno essere utilizzati per le CASE. È inaccettabile l’orizzonte temporale della ricostruzione, fissato addirittura in 24 anni. Si tratta di una carenza grave perché si dovrebbe dare immediatamente una speranza ai giovani ed un impulso per rimettere in moto l’economia e la vita sociale. Per le risorse, il decreto concederebbe un ristoro significativo per la prima casa (100% per la ricostruzione delle case abbattute). Ma quasi nulla per la seconda casa: forse credito d’imposta e un mutuo agevolato. Il meccanismo non può funzionare. In primo luogo, la struttura demografica della città vede la
idee per lo sviluppo delle aree interne
presenza massiccia, da un lato, di anziani e, dall’altro, di giovani disoccupati. E il credito di imposta per i disoccupati e per i 70-80enni ha il sapore amaro della provocazione. L’obiettivo del Governo dovrebbe essere quello di ricostruire i condomini, a corpo di fabbrica, e non di ristorare parzialmente i singoli proprietari. La ricostruzione delle seconde case è un interesse collettivo da tutelare, poiché la insufficiente contribuzione per le seconde case impedirà pure la ricostruzione delle prime. Ci attendono ruderi, macerie e Piero Carducci _ economista feroci liti condominiali tra chi vuole giustamente ricostruire e chi, nello stesso corpo di fabbrica, non potendo contare sul contributo in quanto proprietario di seconda casa, non potrà partecipare alle spese. Cosa accadrà? Saremo espropriati delle seconde e terze case che non potremo ristrutturare per mancanza di soldi? Dovremo vendere i ruderi a prezzi stracciati a qualche società immobiliare speculativa? Il tempo per correggere il tiro c’è, i contributi devono essere incrementati fino ad assicurare la ricostruzione al 100% di tutta la città e non solo delle prime case. Occorre poi una maggiore tensione verso la ricostruzione della nostra ”fabbrica” più importante: l’università. L’Aquila potrà essere ricostruita, pietra su pietra, ma la forza per tornare a vivere sarà nei giovani aquilani che resteranno e nei giovani studenti che torneranno per frequentare l’ateneo. Il decreto è all’esame del Parlamento, e gli aquilani di tutti i colori politici sperano in sostanziali miglioramenti, peraltro già promessi dal Governo. Ai giovani, soprattutto a loro, il Governo deve la speranza di un futuro, perché la costruzione del futuro dei giovani sarà anche la costruzione del futuro dell’Aquila
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Vulcano di idee Dall’edilizia al mondo del vino passando per le calzature: non conosce sosta la creatività di Gaetano Massimo Biancone. L’ultima novità si chiama Exor Group
Gaetano Massimo Biancone fondatore e amministratore di Exor Group
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» redazionale in collaborazione con Exor Group
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a 29 anni. È ricco della forza e della verde. E uno sguardo particolare all’ambiente, creatività che si addice a un giovane con una commistione intelligente tra cemento e abruzzese, innamorato delle proprie legno. origini e alimentato dalla voglia di Ma questo è solo l’inizio, perché sulla scena ecco creare. Gaetano Massimo Biancone dà il via alla arrivare anche Peccato Capitale, presente ormai Exor Group con entusiasmo, riunendo in un’uni- da due anni e orientata al mondo delle calzaca società tutte le imture. «Credo che la prese cui finora ha scarpa sia un prodato vita. dotto senza tempo Prima, per questioni – spiega Biancone anagrafiche, Dalla – e allo stesso modo Palma Costruzioni. distintivo. La vedo Nata nel 2000 con come simbolo di un l’intento di fornire cammino verso un una consulenza mimondo sempre più rata alla progettaglobale che si muozione per interni ed ve e si evolve. Oltre esterni, si è evoluta alla qualità offrianel tempo spaziando mo un plus che risiedalla ristrutturaziode nell’importanza ne in campo edile alla del lavoro artigiarealizzazione di varie nale e nel Made in tipologie di soluzioni Italy. Prodotti unici, abitative, lavorando quindi, per clienti sia nel pubblico sia nel che intendono fugprivato. «Dopo aver gire l’omologazione abbandonato nel 2003 di massa, gli inutili il settore automobifeticci come segnalistico come designer li di riferimento da – racconta Massimo ostentare. Partner Biancone – mi sono di questa realtà è la dedicato pienamente Principe, di Milano, all’edilizia, puntando specialista del settoa un discorso a tutto re che ha come forza campo che comprenil genio di maestri una delle attività di Biancone è la costruzione di complessi residenziali desse la costruzione, artigiani che ogni ma anche la consugiorno lavorano per lenza e la vendita. Questo è oggi possibile grazie un risultato unico, inconfondibile e comodo: peralla rete di partners che lavorano con me e con ché noi siamo ciò che indossiamo». il mio team, cosa che ci permette di maturare E poi ancora un altro progetto, più recente, a sempre nuove possibilità dettate dalla qualità e sposarsi con il sapore di ciò che partorisce la dal rispetto di ciò che ci circonda». È infatti in magnifica terra abruzzese. Gaetano Massimo quest’ottica che si staglia uno degli ultimi lavori Biancone produce e imbottiglia Montepulciano, di Dalla Palma Costruzioni: la creazione di un Trebbiano e Pecorino, il fine è recuperare nel gucomplesso fatto di sessanta unità in bifamilia- sto un attaccamento alle radici che vanno riscori con piscina, parco giochi per bambini e tanto perte e apprezzate. «Mio nonno, Gaetano, era un
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» redazionale in collaborazione con Exor Group
il giovane designer produce le calzature “Peccato Capitale”
piccolo proprietario terriero e questa iniziativa vitivinicola è un omaggio a lui e alla mia famiglia. Bisogna sempre, in ogni campo, capire il significato più profondo. Con questi vini intendo ritrovare la vera essenza, il fascino che si nasconde dietro il nettare degli Dei». Un modo suggestivo per scoprire un territorio nasce quindi da qui, da connotati forti di tradizione e cultura: «Il vino ci parla di storia e del sapiente lavoro dell’uomo che trasforma una materia pregna di promesse in un prodotto carico di messaggi. Messaggi che devono essere colti e decifrati». Cavallo di battaglia, come ama definirlo Biancone, è il suo Montepulciano d’Abruzzo doc del 2005, ovvero il “1793”. Il nome si riferisce alla data in cui per la prima volta fu usata la denominazione Montepulciano d’Abruzzo in un saggio redatto dal diplomatico napoletano Michele Torcia, dopo aver attraversato la terra dei peligni nel 1792. Con l’etichetta “Corvino di Alderamo”, invece, il Montepulciano 2007 e il Trebbiano 2008, en-
trambi con denominazione di origine controllata, e un Pecorino IGT 2008. Il nome che li raggruppa fa riferimento a Collecorvino, alla ricchezza dei suoi pendii che consente una produzione ottimale. Ma è un ulteriore ringraziamento anche a colui che, il 16 aprile del lontano 835, fondò e fortificò il colle facendo sorgere il castello e credendo nella fecondità e potenzialità della zona. «In quest’ultima avventura stiamo puntando su un’attenta strategia di marketing, destinando i tre vitigni di Corvino Alderano alla grande distribuzione alimentare e proponendo invece il “1793” a una clientela più ristretta, rappresentativa di un significato ancora più profondo del buon bere. Solo un orientamento strategico, insieme alla propensione per l’innovazione e la cura del cliente, potranno consentire un durevole processo di crescita. Ecco il motivo della nascita di Exor Group, per seguire in modo dedicato ogni settore in cui sono impegnato e in cui credo fortemente»
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azienda partner
OPT Solutions migliora le performance S Meno sprechi e maggiore competitività. Dall’azienda di Sulmona il Know-how per raccogliere e trasformare i dati in informazioni e governare i processi business
il valore dell’informazione
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istemi software per la soluzione di ogni problematica aziendale inerente l’utilizzo ottimale di risorse limitate. Consulenza per il re-engineering dei processi aziendali. Analisi dei dati per il miglioramento delle performance. A tutto questo pensa la Opt Solutions, l’azienda di Sulmona in grado, con le tecniche e le tecnologie più avanzate, di affiancare al meglio le imprese che vogliono perseguire un processo di perfezionamento continuo del livello di informatizzazione aziendale e del grado di distribuzione delle informazioni. Nel suo organico, la Opt può contare su un gruppo di consulenti esperti nel settore delle tecnologie software e hardware più avanzate. Per questo può aiutare le figure chiave di un’azienda nel processo di estrazione delle informazioni relative all’andamento dei diversi processi aziendali e porle così nelle condizioni ottimali per governare l’impresa in modo efficiente e proattivo. Quattro le linee di business integrate tra loro fondate sulla “data collection”, termine che indica una risposta alle esigenze del controllo real-time delle attività d’impianto, la rilevazione di tempi e quantità, la verifica dello stato avanzamento ordini e la gestione delle attività indirette e di manutenzione. In altre parole, la realizzazione di soluzioni MES. È proprio questo che permette
» redazionale in collaborazione con OPT Solutions
strumenti per analisi KPI
l’implementazione di diversi progetti per il controllo e la gestione delle attività di produzione, l’esplosione di ordini clienti e l’analisi di costi, performance e produttività. Su questa base, tre ulteriori linee di intervento fortemente alimentate dai risultati di data collection: business intelligence, optimization e simulation. Accumunate nell’essere metodi e mezzi per l’identificazione delle perdite e delle attività con maggior valore aggiunto. Si punta l’attenzione sull’efficienza dell’impianto in termini di costi, e sull’utilizzo delle risorse per disponibilità, efficienza e qualità. A questo scopo vengono dunque ideati cruscotti direzionali per il monitoring dei diversi indicatori. Tra questi, l’OEE per il controllo globale dell’efficienza di fabbrica. “Optimization” sta invece per miglioramento dei metodi, aumento dell’efficienza, pianificazione, razionalizzazione dell’uso delle risorse, verifica dei colli di bottiglia e saturazione delle risorse. Con la “simulation” si fornisce il supporto alla
linee di intervento e conoscenze
progettazione di un layout d’impianto, alla verifica delle prestazioni dinamiche delle linee di produzione e l’ottimizzazione delle politiche di gestione materiali e di risorse produttive. Valutando i diversi scenari è così possibile individuare quello più efficiente. Tra le attività della Opt Solutions, la realizzazione di importanti progetti di informatizzazione dei processi di fabbrica: produzione, qualità, manutenzione, magazzino, attrezzature per aziende di rilevanza nazionale operanti nel settore automotive. Questi progetti hanno permesso di rendere la gestione della produzione e delle attività di supporto alla stessa più efficace ed efficiente, consentendo alla direzione di mantenere sotto controllo una serie di indicatori di performance (OEE) indispensabili per perseguire il miglioramento continuo come auspicato dai principi fondamentali della teoria della “Lean Manufacturing”. Opt si presenta come partner tecnologico, mettendo a disposizione dei suoi clienti le proprie conoscenze con l’obiettivo di costruire un rapporto di fiducia e collaborazione a lungo termine. Un approccio “level by level” consente di pianificare un piano di miglioramento graduale in funzione delle specifica realtà aziendale. Alla base di tutto l’innovazione e la partnership con importanti società e organizzazioni specialiste del settore
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+INFO
web: www.optsolutions.it e-mail: info@optsolutions.it cruscotto controllo impianto (OEE)
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azienda partner
Il partner giusto per l’ambiente E Ensr, gruppo Aecom. A Pescara i leader in consulenza ambientale. Professionalità ed esperienza al servizio delle aziende
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nsr è una società che supporta l’impresa nel delicato campo della consulenza ambientale. In Italia ha sede a Milano, Pescara e Roma. Conta in tutto su 150 dipendenti, con professionalità altamente specializzate: ingegneri ambientali, geologi, biologi, laureati in scienze ambientali, ingegneri chimici e civili. Ha chiuso il 2008 con un volume d’affari di oltre 23 milioni di euro, segno della buona salute di cui gode l’azienda, ormai partner irrinunciabile per le grandi realtà che verso l’ambiente devono e vogliono guardare con attenzione. «La nostra società, come Ensr, nasce nel 1995 – racconta Andrea Bianchini, responsabile ufficio operativo di Pescara – e si è specializzata da subito in questo settore. Siamo cresciuti negli anni e, dopo una partnership eccellente, da questo maggio ci siamo fusi nella stessa AECOM, mantenendo la peculiarità del nostro lavoro.
» redazionale in collaborazione con Gruppo Aecom
Ormai siamo un’organizzazione che conta su 43.000 dipendenti in tutto il mondo, con ben 4.200 persone dedicate unicamente al ramo ambiente. Ciò vuol dire che ogni sede operativa può contare tanto sulle proprie risorse umane, quanto sulle esperienze dei colleghi all’estero, sia per tecnologie che per soluzioni innovative, andando dallo studio di un determinato sito fino alla fase operativa della bonifica». Bonifica di siti inquinati, Capital Permitting e valutazione delle passività ambientali, durante le transazioni immobiliari, formano il core business della AECOM Environment. Tra i maggiori clienti della sede pescarese vi sono colossi come Fater, aziende che sempre più tengono a prendersi cura dell’ambiente circostante impiegando professionisti in grado di monitorare, determinare l’impatto, offrire soluzioni, mantenere le normative europee in materia ed eseguire la manutenzione a regola d’arte. «Oggi come oggi –spiega Luca Sanese, responsabile del settore Capital Permitting di AECOM Pescara– le più grandi aziende fanno della loro efficienza ambientale, della propria performance, un obiettivo importante, soprattutto se fanno attività ad elevato impatto ambientale. Un gruppo di professionisti si occupa di passività ambientali, ovvero di valutare a quanto ammonteranno costi e operazioni da compiere per bonificare un’area o un immobile che si sta acquistando. Bonifica e ripristino ambientale, sono azioni che vanno fatte, e noi seguiamo il cliente in ogni fase. Dalla consulenza nell’approccio del problema, a come affrontarlo
a livello operativo, fino all’esecuzione del lavoro. In tema di Capital Permitting, invece, pensiamo a tutte le attività legate all’ottenimento di autorizzazioni per la realizzazione di un determinato tipo di progetto». Un discorso che gira a tutto tondo intorno all’ambiente. Con servizi che riguardano indagini ambientali in sito, piani della caratterizzazione, progettazione, interventi di bonifica, audit ambientali, analisi di rischio, studi di impatto ambientale e strategie di sostenibilità aziendale. Ovvero tutte quelle operazioni che consentono a un’azienda di investire coscientemente un certo capitale, al fine di essere informati e preparati alle spese. «Ad esempio – riprende Bianchini – quando ci troviamo di lo staff AECOM di Pescara fronte a una vecchia area industriale dobbiamo capire se esiste contaminazione, se migra oltre il sito rischiando poi di impattare pozzi e falde acquifere e quindi la salute pubblica. Questa è la nostra forza, intervenire sul sito che va ripristinato, offrendo un lavoro continuativo e attento nel tempo. E siamo tra i migliori a farlo a questi livelli qui in Abruzzo e, più in generale, nel centro-sud Italia». Tra i principali clienti, importanti gruppi industriali che vogliono affidarsi a specialisti del settore, così come attività chiamate direttamente in causa quali ad esempio stabilimenti petrolchimici, aziende farmaceutiche, imprese per il trattamento dei rifiuti. E nomi importanti, tra gli altri, come Eni, Shell, Api, Edison Info: www.aecom.com
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seminari&convegni » di Eleonora Lopes
Crisi: evoluzioni e prospettive
Nella sede di Confindustria Pescara, ne hanno discusso alcuni imprenditori e i dirigenti della società di intermediazione mobiliare Ruffo&Partners i relatori che hanno partecipato al convegno, in piedi Alessandro Addari presidente GI Pescara
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a crisi dei mercati e l’impatto sull’economia reale: evoluzione e prospettive. Questo il titolo del convegno svoltosi a Confindustria Pescara e organizzato dagli industriali di Pescara, da quelli di Chieti e dalla Ruffo&Partners, la prima società di intermediazione mobiliare, di consulenza e di gestione di patrimoni del centro sud Italia. A parlarne erano presenti: Nicola Ruffo, presidente di Ruffo&Partners SPA SIM di consulenza e gestione, Stefano Sabatini, amministratore delegato di
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Ruffo&Partners, Toni Atrigna, professore a contratto di Diritto del mercato finanziario alla facoltà di Giurisprudenza dell’università di Brescia e Paolo Primavera, imprenditore edile e presidente Ance di Chieti. A moderare gli interventi la giornalista de “Il sole 24 ore”, Lucilla Incorvati. Dopo i saluti di Alessandro Addari, presidente del gruppo giovani di Confindustria Pescara, Sabatini ha illustrato in maniera originale come la crisi economica già nel 2007 dava i suoi primi segnali: attraverso
un excursus di diversi numeri della rivista “Time”, ha fatto notare come prima con timidi articoli, poi con copertine, il popolare giornale americano, informò il mondo intero circa la gravissima crisi che stava per investirlo. Poi è stata la volta di Ruffo che ha tenuto a rimarcare al pubblico presente che le cause di questa crisi finanziaria vanno ricercate non solo nei fattori economici, ma anche nell’avidità e nell’ingordigia dell’uomo che lo ha portato a superare limiti impensabili. Atrigna invece ha presentato in maniera tecnica, gli strumenti bancari e finanziari utili per superare la crisi dei mercati e per avere maggiori evoluzioni di ripresa, in grado anche di recare benefici alle imprese e ai singoli risparmiatori. Infine Paolo Primavera, che ha prima portato i saluti di Silvio Di Lorenzo, presidente Confindustria Chieti, e poi ha affermato con fermezza che per una ripresa dell’economia locale è necessario un cambiamento radicale del sistema economico. Una grande incertezza grava su qualsiasi previsione. Ci troviamo di fronte alla peggiore crisi che l’economia mondiale abbia attraversato dalla seconda guerra mondiale. I relatori hanno anche dichiarato che i rischi sulle prospettive di crescita sono controbilanciati: da un lato, l’impatto negativo della crisi finanziaria e la gravità del circolo vizioso innescatosi tra il settore finanziario e l’economia reale; dall’altro, la possibilità che la crescita sia maggiore del previsto se strumenti quali le misure di bilancio riescono a restituire fiducia negli investitori e nei consumatori più rapidamente di quanto ipotizzato. Al termine del convegno si è aperto un acceso dibattito tra gli imprenditori presenti in sala che hanno raccontato la propria esperienza e come stanno affrontando questa grande crisi
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da sinistra: Stefano Sabatini, amministratore delegato di Ruffo&Partners e Toni Atrigna, professore a contratto di Diritto del mercato finanziario alla facoltà di Giurisprudenza dell’università di Brescia
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seminari&convegni » di Alessio Giancristofaro
Il rilancio passa dall’innovazione Interessante convegno promosso dalla Incaconsult sulle azioni finanziabili con il POR Abruzzo 2007-2013. Il ruolo del Consorzio Fidi Consorform e il progetto “Impresa Italia” di Unicredit
da sinistra: Graziella Vinciguerra, Evo Talone, Paolo Armiento e Gianfranco Mancini
L
e piccole e medie imprese d’Abruzzo che vogliono sostenere programmi di investimento organici e innovativi per promuovere prodotti e processi produttivi nel rispetto dell’ambiente hanno trovato la strada giusta. La Incaconsult, azienda che si occupa di servizi e organizzazione d’impresa, ha infatti organizzato un incontro presso l’Hotel Dragonara di San Giovanni Teatino dedicato alla tematica del finanziamento del-
la PMI, in particolar modo in relazione ai POR FERS Abruzzo 2007-2013. Insieme alla Incaconsult, “padrona di casa” dell’evento, anche la Unicredit con il direttore Paolo Armiento e la Consorform col presidente Gianfranco Mancini. «È un’occasione fondamentale per le microimprese, le PMI, le società cooperative e le società consortili costituite da PMI del nostro territorio – spiega Evo Talone, avvocato e portavoce della Incaconsult – per
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edito dalla Ecco Italia Gruppo Editoriale
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seminari&convegni
conoscere le iniziative possibili e le tipologie d’intervento che possono essere attuabili». «Il nostro intento – prosegue Talone – è quello di prospettare vie percorribili, far riflettere sui dati numerici e sui soggetti interessati, sulle spese ammissibili, sulle tipologie di finanziamenti, insomma su quanto concerne l’ambito dei POR FERS Abruzzo 2007-2013. È necessaria – aggiunge - una conoscenza approfondita e trasversale degli aspetti ed è altresì fondamentale fare squadra per creare una sinergia di servizi tra gli attori che operano anche in diversi contesti. Per questo motivo – puntualizza l’avvocato Talone – riteniamo che la nostra iniziativa sia particolarmente importante». L’occasione ha offerto anche lo spunto a riflessioni sulla grave situazione economica della regione Abruzzo, devastata dagli eventi sismici che hanno colpito L’Aquila: «È un periodo buio, ma la luce è visibile. Sono sicuro – precisa Evo Talone – che l’Abruzzo imprenditoriale ha e avrà la forza per risollevarsi. Io sono ottimista, la nostra regione merita una ripresa che sono certo si manifesterà nel più breve tempo possibile e nel migliore dei modi». Tecnico ed esemplificativo l’intervento di Paolo Armiento dell’Unicredit, che ha presentato al numeroso pubblico il progetto “Impresa Italia”: Unicredit, le Rappresentanze e i Confidi a supporto dell’economia reale. Armiento ha spiegato l’iter che la Unicredit ha seguito per la predisposizione operativa dell’iniziativa con la definizione dell’offerta di prodotti e servizi che consentiranno, quindi, di attivare il plafond stanziato in 7 miliardi di euro, di cui tre miliardi destinati esclusivamente alle micro imprese e piccole imprese del territorio nazionale. Il direttore di Unicredit ha riflettuto, inoltre, sull’attuale contesto congiunturale, sull’importanza dell’iniziativa e ha chiarito come sia possibile avviare la fase operativa dell’iniziativa sui territori. Attenzione focale è stata posta al “caso Abruzzo”: Armiento ha parlato della particolare situazione del territorio regionale e del rapporto tra crediti connessi all’emergenza Abruzzo, contestualizzando il tutto con pratici ed esemplificativi esempi concreti. Contributi altrettanto pratici ed esemplificativi anche da parte di Gianfranco Mancini, presidente del gruppo Consorform, società che da anni si occupa di formazione professionale e servizi alle imprese, il quale ha posto l’accento sullo stato dell’arte abruzzese in materia economica, a partire dalla difficoltà delle piccole e medie imprese per accedere al credito, alla promozione e alla nascita di attività autonome
Evo Talone, avvocato e portavoce della Incaconsult
e alle prospettive future che potrebbe apprestarsi a recitare l’Abruzzo. Spunti, ma soprattutto numeri e ipotesi da prendere concretamente in considerazione sono emersi dall’evento di San Giovanni Teatino. Dunque, una riflessione utile, “tangibile”, con un contributo autorevole ed esperto da parte del trio Incaconsult-UnicreditConsorform
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seminari&convegni » di Eleonora Lopes
Onore al merito
Si è parlato di strategie per lo sviluppo e di rivoluzione meritocratica al convegno organizzato dall’economista Giuseppe Mauro presso la d’Annunzio. Tra i relatori, Gianni Chiodi e Remo Gaspari
«P il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi
er convenienza potrei anche dire che le ragioni del declino economico dell’Abruzzo sono dovute agli errori dei miei predecessori, ma la verità è che, se all’inizio degli anni ‘90 si è arrestata completamente la crescita della nostra economia, lo si deve principalmente a due fattori: l’eliminazione dell’istituto della Cassa per il Mezzogiorno e la fine del regime di agevolazioni e di esenzioni fiscali che facevano della nostra regione un autentico paradiso fiscale». Con queste parole il presidente della Regione, Gianni Chiodi, ha iniziato il suo intervento al convegno “La rincorsa è finita. L’economia abruzzese tra trasformazione e crescita” che si è tenuto presso la facoltà di Economia, in un’aula affollata da studenti, tutti catturati dalle parole del Governatore. Al convegno hanno partecipato anche il docente di Politica Economica Giuseppe Mauro, nelle doppie vesti di relatore e organizzatore dell’incontro, Piergiorgio Landini, direttore del dipartimento di Economia e Storia del Territorio, Riccardo Calogero Marrollo, presidente di Confindustria Abruzzo, Anna Morgante, preside del facoltà di Economia e l’ex ministro Remo Gaspari. Il dibattito, dai toni vivaci, è stato moderato dal direttore del quotidiano “Il Centro”, Luigi Vicinanza. «Un altro aspetto da prendere in considerazione – ha continuato Chiodi - nell’analisi dei percorsi
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seminari&convegni
economici della nostra regione, è l’elevata stabilità del sistema politico e la continuità dell’azione di una classe dirigente che ha retto le sorti del Paese e dell’Abruzzo per oltre un trentennio. Merito di personaggi come il ministro Gaspari per aver avuto le giuste intuizioni a vantaggio dello sviluppo di una delle regioni più arl’ex ministro Remo Gaspari retrate del dopoguerra. Ma bisogna anche mettere in conto la capacità, per chi era al governo, di aver avuto a disposizione il tempo necessario per realizzare questo sviluppo. Il rovescio della medaglia - ha aggiunto Chiodi - è, però, l’aver determinato questo boom economico ed infrastrutturale contribuendo a costruire il terzo debito pubblico al mondo in rapporto al Pil. Oggi questo non è più possibile e non dobbiamo dimenticarlo quando si valuta l’operato di un’amministrazione pubblica». Il presidente Chiodi ha anche posto l’accento su deficit infrastrutturale che ancora oggi penalizza l’Abruzzo. «Adesso siamo chiamati ad operare solo con le nostre forze, ma il debito della Regione, se si considera il solo periodo l’economista Giuseppe Mauro 2000-2007, è passato da 500 milioni di euro a ben 4 miliardi. Si è creato un pozzo senza fondo come la sanità dove è finito e continua a finire gran parte del nostro bilancio anche a causa del fatto che in Abruzzo esistono addirittura 30 presidi ospedalieri, tra pubblico e privato, in una realtà territoriale dove forse ne basterebbero molti meno. Mettiamo fine allo sti-
pendificio della politica - ha continuato Chiodi - ma la gente deve essere consapevole che l’unica strategia possibile, è favorire l’economia della conoscenza, l’unico prodotto durevole che saremo in grado di vendere nei prossimi decenni. Altrimenti dovremo rassegnarci a diventare un Paese fornitore di manodopera a basso costo». «Quindi - ha concluso il presidente - l’unica rivoluzione di cui ha veramente bisogno il Paese è quella meritocratica. L’uguaglianza rappresenta un valore da salvaguardare nel senso di dare a tutti le stesse opportunità ma poi deve prevalere il merito. Ecco perché ci aspettiamo molto dai giovani per riuscire a scardinare alcuni modelli culturali che purtroppo si sono imposti. La politica va fatta con la testa e non con la pancia ed è per questo che soprattutto ai giovani dico di impegnarsi in politica perché le scelte che vengono compiute entrano nelle case di tutti». Tecnico e puntuale, come di consueto, l’intervento dell’economista Mauro che illustrando i disastrosi dati della nostra regione ha dichiarato che in questo momento più che mai serve un orientamento mirato per la ripresa economica, una valorizzazione del territorio, delle PMI ed del turismo che costituiscono le nostre reali risorse. «Una regione che vuole essere moderna – ha dichiarato Mauro - deve lavorare con il principio del merito»•
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seminari&convegni » di Alessio Giancristofaro
L’India è vicina
Punti di forza e rischi di un investimento nel grande paese asiatico
il tavolo dei relatori intervenuti alla “Giornata Paese India”
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e distanze, siano esse geografiche che di qualunque altra natura, non sono insormontabili. L’India non è poi così lontana. Le tante opportunità rappresentano, anzi, un esplicito invito per le imprese abruzzesi. La Confindustria di Pescara e quella di Chieti, insieme alla Camera di Commercio
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Italo-Indiana di Mumbai, hanno organizzato presso la sala Orofino della sede di Confindustria Pescara un incontro dal titolo “Giornata Paese India”, un’occasione per parlare del mercato indiano nelle sue mille accezioni. Possibilità di sviluppo, conoscenza delle peculiarità
giuridiche e fiscali, consapevolezza dei punti di forza e dei rischi, prospettive future e case histories. Il tutto nell’ottica di una semplice, ma eloquente formula che potrebbe essere così sintetizzata: India sta ad offerta di opportunità strategiche come imprese abruzzesi stanno a realizzazione di opportunità strategiche in India. Dal convegno sono emersi una serie di contributi a favore di quell’Abruzzo imprenditoriale il cui fil rouge è il raggiungimento di possibilità strategiche nel paese asiatico. Alessandro Addari, presidente dei giovani imprenditori di Confindustria Pescara che ha introdotto i lavori, ha ricordato la particolare attenzione di Confindustria Pescara verso i temi dell’internazionalizzazione: «In un momento così particolare – ha sottolineato – vogliamo mettere a disposizione delle aziende del territorio la possibilità di conoscere nuove opportunità, creare sistema, intessere una rete strategica». Significativa la testimonianza di Sergio Sgambato, segretario generale della Camera di Commercio Indiana in Italia, che ha cristallizzato la favorevole situazione del paese asiatico nelle sue molteplici sfaccettature. Sgambato ha riflettuto sui rilevanti numeri del quadro economico, sul consolidamento crescente dell’India a livello di potenza mondiale e sull’incremento costante dell’economia indiana negli ultimi anni; si è inoltre soffermato sullo studio condotto dall’Economic Intelligence Unit (EIU) dell’Economist group dal quale è emerso che il rischio paese dell’India rimane inferiore a quello della Cina. Considerazioni, infine, anche sull’importanza del sistema di rete che si verrebbe a creare con un network forte di partner indiani. L’evento di Pescara ha offerto l’occasione per riflettere sull’adeguata e fondamentale conoscenza per recitare un ruolo da protagonisti in India e, più in generale, in qualunque altra latitudine e longitudine. Fondamentale, in questo caso, è possedere una preparazione particolareggiata e trasversale che abbracci una serie di aspetti, da quelli giuridici e legali, alla tutela della proprietà industriale e così via. Un importante contributo, in questo ambito, è stato offerto da Giuseppe Rozzi e da Lia Lepore della Consulmarchi, le cui sedi sono a Roma e a Pescara. I due esperti in consulenza della proprietà intellettuale e servizi per le imprese hanno incentrato il loro intervento sui rischi di concorrenza sleale che si corrono nel momento in cui si intraprende un percorso di internazionalizzazione. In altre parole, «meglio sa-
Giancarlo D’Annibale, responsabile delle relazioni esterne di Rustichella d’Abruzzo
pere tutto e approfonditamente per evitare spiacevoli sorprese». Giornata Paese India è stata anche l’occasione per conoscere praticamente il mercato indiano attraverso due casi made in Abruzzo: Rustichella e Proavanca. Giancarlo D’Annibale, responsabile delle relazioni esterne di Rustichella d’Abruzzo, ha sottolineato le prospettive strategiche e gli immediati piani produttivi in via di definizione dell’azienda pennese nel contesto indiano, mentre Williams Di Loreto, responsabile estero della Proavanca, azienda sudamericana con sede a Città Sant’Angelo che da 40 anni produce accessori metallici per calzature da lavoro e di moda, ha ricordato i numeri positivi della sua impresa sul mercato indiano dal 2006. Soddisfazione per il direttore di Confindustria Pescara, Luigi Di Giosaffatte, che ha ribadito la focale attenzione dell’associazione nei confronti di tematiche strategiche per il tessuto aziendale abruzzese. L’India chiama. L’Abruzzo imprenditoriale sa che il suo ulteriore successo potrebbe parlare indiano
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eventi » di Massimo Avenali
Il futuro è già qui lo stand dell’Abruzzo alla Fiera Campionaria di Milano
Negli stand della Fiera Campionaria di Milano, il meglio del made in Abruzzo tra confetti personalizzati e sensori d’immagine
L’
Abruzzo guarda al futuro, e lo ha dimostrato con la sua partecipazione, attraverso il coordinamento del Centro Interno delle Camere di Commercio d’Abruzzo, alla seconda edizione de “La Campionaria delle Qualità Italiane, Fiera della Soft Economy”, a Milano. Originale il progetto espositivo che ha visto da una parte, per non dimenticare, la toccante mostra fotografica “L’Aquila com’era, l’Aquila com’è”, allestita con immagini e filmati storici, provenienti dall’archivio della Casa Editrice Carsa e dalla documentazio-
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ne dei Vigili del Fuoco, e dall’altra l’esposizione di elementi ed oggetti identificativi del genio creativo, del design, della capacità produttiva artigianale ed industriale delle imprese che rappresentano il fiore all’occhiello dell’Abruzzo in Italia e nel mondo. Dall’alta tecnologia industriale all’agroalimentare, dall’artigianato artistico ai grandi eventi, dalla tutela dell’ambiente alla ricerca scientifica, raccontando così la virtuosa convivenza tra tradizione ed innovazione, tra conservazione e sviluppo, che ha consentito all’Abruzzo di essere una delle regioni più dinamiche
un artigiano al lavoro su una tipica ceramica di Castelli
i celebri confetti di Sulmona William Di Carlo
del centro-sud Italia e di guardare avanti con fiducia dopo il terribile terremoto dello scorso aprile. «L’Abruzzo – sostiene il presidente del Centro Interno Dino Di Vincenzo – anche in questa occasione ha
dimostrato tutta la sua vitalità ma soprattutto la sua identità di regione laboriosa, sana e creativa, forte di una classe imprenditoriale dinamica e di un territorio ospitale che le consentiranno di risollevarsi». Due grandi “vele” alte 4 metri e lunghe 10 metri con le gigantografie panoramiche racchiudevano il meglio del “made in Abruzzo”: l’antica e funzionante macchina per la produzione della pasta di Fara S. Martino (pastificio artigianale Cocco) secondo la tradizione abruzzese avviata dalla metà dell’800, accanto all’orsetto balneare “A uà” mascotte dei Giochi del Mediterraneo Pescara 2009; la ricerca in campo dei fertilizzanti per l’agricoltura (Valagro e Puccioni 1888), insieme alle sculture in ferro battuto (Guido Maltempo), alle ceramiche tradizionali di Castelli (Mercante 1840) e quelle più moderne di Villamagna (Liberati); i modellini del Fiat Ducato e delle altre produzioni Sevel con le graniglie di Aganippe; l’industria (Pail Serramenti) e l’artigianato del legno (Nuova Falegnameria Caravelli) con le strumentazioni musicali utilizzate dai più grandi musicisti del mondo (Proel); i confetti di Sulmona “personalizzati” di William Di Carlo 1833 e gli straordinari prodotti norcini di De Paulis di Paganica, insieme all’ultima generazione di sensori di immagine di cui Micron Technology è centro mondiale
una batteria targata Proel
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eventi
di produzione e agli “educativi” di Lisciani Giochi. Due grandi schermi proiettavano una serie di video con le immagini aeree del territorio abruzzese – dalla Costa dei Trabocchi fin sul Gran Sasso e sulla Majella – e quelle che riguardano l’attività di Telespazio che dall’altopiano del Fucino guarda il mondo e racconta in un video l’evoluzione dei servizi spaziali, dallo Sputnik ad oggi; le sperimentazioni che si svolgono sotto 1400 metri del Gran Sasso nel Laboratorio nazionale dell’Istituto di Fisica Nucleare; la presentazione dei prossimi Giochi del Mediterraneo Pescara 2009 e del Villaggio Mediterraneo per gli atleti; ed
ancora l’aeroporto d’Abruzzo, il primo Museo del maiale italiano di Carpineto Sinello ed i componenti meccanici di Tecnomatic. Ad animare lo stand, le esibizioni “dal vivo” da parte dei maestri ceramisti di Castelli che hanno visto impegnata con un antichissimo tornio a pedale la bottega artigiana Mercante 1840 e la produzione in diretta dei confetti di Sulmona con un’affascinante bassina roteante, ad opera del laboratorio William di Carlo 1833, che ha presentato in anteprima assoluta il confetto personalizzato con l’incisione dei nomi degli sposi o del festeggiato
il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in visita allo stand abruzzese
un sensore d’immagine prodotto dalla Micron
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LUIGI D’AMICO ALLA CAMPIONARIA CON COMIECO Prodotti di qualità e imballaggi in cartone: binomio vincente per il Made in Italy. Luigi D’Amico Parrozzo è stata scelta come rappresentante dell’Abruzzo da Comieco Consorzio Nazionale per il recupero ed il riciclo degli imballaggi a base cel-
lulosica. Insieme ad altri 20 campioni del Made in Italy, la storica azienda abruzzese che produce il celebre parrozzo dal 1850, è stata presente allo stand che Comieco ha ideato per la Fiera Campionaria delle Qualità Italiane a Milano in collaborazione con Assocarta,
Assografici e Symbola. Protagoniste milanesi, aziende come Luigi D’amico che hanno in comune l’utilizzo di imballaggi in cartone, materiale che per gli italiani risulta essere il più ecologico e il più riciclabile.
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eventi
Nella foto la conferenza stampa tenutasi a Coppito lo scorso 27 aprile: è il giorno dell’annuncio che la fiaccola dei Giochi verrà accesa davanti alla casa dello studente, il simbolo del terremoto che ha colpito l’Abruzzo
Nei Giochi la voglia di ricominciare L’ Comune, Regione e Governo confermano la forte valenza simbolica della manifestazione sportiva. In arrivo 12 milioni di euro. Pescante: «L’Abruzzo sarà più tosto del terremoto»
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Aquila è l’Abruzzo e l’Abruzzo è L’Aquila, questa l’idea condivisa ed è per questo che tutti vogliono che i Giochi si facciano perché mai come ora, questi «rappresentano la dignità della gente abruzzese e la voglia di ricominciare». Nella conferenza stampa svoltasi a Coppito, nella “cittadella istituzionale” presso la Scuola sottoufficiali della Guardia di Finanza, organizzata congiuntamente dalla Regione Abruzzo e dal Comitato Pescara 2009, questo messaggio è stato scandito con chiarezza: lo hanno detto il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente; il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi; il Commissario straordinario dei Giochi del Mediterraneo, Mario Pescante; il rappresentante
» redazionale in collaborazione con Giochi del Mediterraneo 2009
italiano del Comitato olimpico internazionale Franco Carraro; il segretario generale del Coni Raffaele Pagnozzi davanti ad una platea istituzionale molto ampia composta da rappresentanti politici di tutti gli schieramenti. «In Abruzzo di colpo sono venute meno tutte quelle contrapposizioni di campanile, politiche e corporative. È nato un sentimento comune. Si apre un futuro molto positivo in cui tutte le componenti sono chiamate a lavorare». Così ha esordito il presidente della Regione Gianni Chiodi. «Una delle prime telefonate che ho ricevuto – ha detto il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente – è stata quella di Pescante che mi ha assicurato che l’Aquila sarebbe stata il cuore dei Giochi. L’Abruzzo si trova in un momento difficile davanti a grandi sfide, le stiamo accettando tutte perché ci fanno sentire, vivi, forti e ci aiutano a pensare al futuro». «L’Abruzzo sarà più tosto del terremoto – ha affermato Mario Pescante - i Giochi sono l’immagine della nostra terra e della nostra volontà di ricominciare». Quasi a sottolineare in maniera simbolica la bontà di questa scelta, nel corso della conferenza, è arrivata telefonicamente, al sindaco Cialente, la notizia dell’agibilità dello stadio Fattori, casa del rugby, sport che più di ogni altro ha incarnato il coraggio e la capacità di rinascita della regione colpita dal terremoto.
E dall’Aquila partirà la fiaccola dei Giochi che sarà accesa davanti alla casa dello studente. A “salutare” il tedoforo, che attraverserà i paesi interessati dal sisma prima di arrivare a Pescara, anche i bambini di Onna. Ovviamente tutta la manifestazione sportiva sarà “riconfigurata” e, in particolare, le cerimonie di apertura e chiusura conterranno numerosi momenti inseriti e studiati per la particolare circostanza; tra i più significativi la premiazione dell’Aquila rugby da parte del presidente del Comitato Olimpico Internazionale Jacques Rogge. Inoltre ci sarà un omaggio di trenta minuti interamente dedicato all’Abruzzo. La conferenza stampa, moderata da Italo Cucci, con la partecipazione di Franco Carraro e Raffaele Pagnozzi ha anche offerto l’occasione a Mario Pescante, per annunciare che il Governo ha stanziato ulteriori 12 milioni di euro per i Giochi. «Non si tratta di soldi in più, siamo andati ad azzerare un deficit che si era creato rispetto allo stanziamento iniziale a causa dei 18 milioni di interessi per l’accensione del mutuo». A questi vanno aggiunti i fondi deliberati recentemente dalla Regione, 4 milioni di euro, che si aggiungono agli altri otto già erogati. «Questa somma sarà utilizzata per l’acquisto di attrezzature di livello internazionale, l’Abruzzo diventerà la capitale delle attività sportive dopo i Giochi» ha dichiarato l’assessore regionale allo Sport e al Bilancio, Carlo Masci
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alcuni ragazzi delle scuole di danza aquilane che parteciperanno alle cerimonie di apertura e di chiusura dei Giochi del Mediterraneo
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eventi un momento del casting di una scuola di danza dell’Aquila
i numeri di pescara 2009 Quella di Pescara sarà una edizione record, 4.115 atleti e 2.170 tra accompagnatori e dirigenti, per un totale di 6.285 presenze. Numeri di gran lunga superiori ai Giochi di Almeria 2005. Per quanto riguarda i totali per delegazioni, solo per l’Italia sono 847; 705 arriveranno dalla Francia; 641 dalla Grecia; 616 dalla Turchia; 345 dall’Algeria; la Libia sarà presente con 221 atleti, per la prima volta con 20 donne. Significativa, rispetto al contesto internazionale, la partecipazione delle squadre di molte nazioni dell’ex Jugoslavia (Bosnia, Serbia, Montenegro, ecc). L’atletica si conferma la disciplina leader con il più alto numero di Paesi rappresentati: 22 su 23. A seguire Judo e Nuoto (21 Paesi) e Sollevamento pesi e Tiro a segno (20 Paesi). Questi i Paesi e il numero degli atleti per sport di squadra (basket, calcio, pallamano, pallavolo e pallanuoto): Albania 82; Algeria 40; Bosnia Erzegovina 28;Croazia 81; Egitto 58; Spagna 59; Francia 87; Grecia 111; Italia 111; Libano 12; Libia 43; Malta 30; Marocco 42; Montenegro 71; Serbia 69; Slovenia 44; Siria 18; Tunisia 74; Turchia 111.
la qualità degli azzurri Non solo numeri, ma anche tanta qualità come ha sottolineato il segretario generale del Coni Raffaele Pagnozzi «L’Italia si presenterà con squadre tutte di altissimo livello. Per il calcio ci sarà la nazionale under 20 guidata da Francesco Rocca che probabilmente giocherà il suo girone di qualificazione all’Aquila. L’atletica schiererà i suoi nomi di punta. Canoa, canottaggio, nuoto, pallanuoto, pallavolo e beach volley femminile e pallacanestro gareggeranno con le rappresentative maggiori. Si prevede spettacolo anche grazie al nuoto, molti atleti metteranno a punto la preparazione in vista dei mondiali di Roma. Avremo la squadra di boxe guidata da Francesco Damiani con i medagliati di Pechino, Russo e Cammarelle, mentre per la ginnastica artistica ci saranno Vanessa Ferrari e Igor Cassina». In chiusura l’intervento di Franco Carraro membro del comitato olimpico internazionale «Anche il Cio vede i Giochi in una luce diversa rispetto a qualche mese fa. L’attenzione è testimoniata dall’annunciata presenza del nostro presidente Rogge e del presidente della Fifa Joseph Blatter oltre ai massimi esponenti del panorama sportivo mondiale».
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eventi
Domus Mariae tra tradizione e innovazione Da cinquant’anni l’istituto pescarese guida la crescita di intere generazioni di bambini. Ora, con la gestione affidata alla Fondazione Santa Caterina, l’obiettivo è occuparsi dell’intero ciclo della Scuola dell’obbligo
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ra il 28 ottobre 1957 quando le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, inaugurarono nel cuore di Pescara, un asilo molto affollato, una scuola elementare con 3 prime classi, una scuola di musica ed un laboratorio di ricamo. Da allora, lo storico istituto “Domus Mariae” di via Manzoni 29, ha accompagnato migliaia di famiglie nell’educazione e la crescita di intere generazioni di bambini della città di Pescara, formando così la sua classe dirigente e istruendo la sua gente nel rispetto dei valori della tradizione cattolica. Dopo tanti anni è cambiata la gestione della scuola, ora affidata alla Fondazione Santa Caterina, ma è rimasta immutata la volontà di
» redazionale in collaborazione con Domus Mariae
voler contribuire, con l’esperienza umana e professionale di uno staff altamente qualificato, alla crescita e alla valorizzazione dei bambini. L’istituto “Domus Mariae” ha, infatti, come obiettivo concreto l’educazione e lo sviluppo affettivo, cognitivo e sociale degli alunni, attraverso la promozione dell’autonomia, la maturazione dell’identità e lo sviluppo delle competenze. In questo contesto, la tradizione culturale e pedagogica delle “Domus” colloca il bambino al centro dell’azione educativa mirando alla sua formazione umana, sociale, scolastica e religiosa. Particolare rilevanza viene data allo studio della lingua inglese, alle scienze e alle arti espressive con riferimento soprattutto alla dimensione teatrale e musicale. Anche quest’anno, come da tradizione, l’Istituto darà vita ad uno spettacolo teatrale “Il bosco incantato” che si svolgerà giovedì 4 giugno alle 18.30 presso il Parco De Riseis a Pescara. Le “Domus Mariae” portano avanti da qualche anno diversi progetti di solidarietà tra cui un ge-
mellaggio con un istituto della città di Elbasan in Albania e l’adozione a distanza di bambini in difficoltà realizzata tramite AVSI. Numerose sono anche le attività extrascolastiche. Per completare l’offerta educativa l’Istituto organizza anche la Colonia estiva al mare. Proviamo ad approfondire alcuni aspetti di questa Scuola con Federica Chiavaroli, attuale consigliere regionale ed ex presidente del Gruppo Giovani di Confindustria Pescara. Lei fa parte del CdA della Fondazione Santa Caterina che ha recuperato lo storico Istituto “Domus Mariae”. Quale obiettivo vi siete posti per la sua crescita? «Quello di creare un polo di eccellenza educativa nel cuore di Pescara, con un’offerta formativa che riguarda l’intero ciclo della Scuola dell’obbligo. A tal proposito sono iniziati, e in parte già compiuti, i lavori di ristrutturazione dell’Istituto di via Manzoni. Ma dobbiamo e possiamo fare ancora di più». Che progetti avete in serbo per il futuro? «Oggi l’istituto educa oltre 300 bambini dai 2 agli 11 anni nelle sue due sezioni primavera, cinque sezioni di scuola dell’infanzia e due corsi di scuola primaria. Nel prossimo futuro, si prevede di dar vita anche ai corsi di scuola secondaria di primo grado»
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5 X 1000 alla Fondazione Santa Caterina
Quest’anno si potrà scegliere di destinare il 5 x 1000 della propria imposta sul reddito (IRPEF) alla Fondazione Santa Caterina, contribuendo così a rilanciare l’educazione come valore fondante della nostra società. Basta aggiungere il Codice Fiscale 91070870687 nel riquadro apposito della propria dichiarazione dei redditi. L’obiettivo è quello di raccogliere fondi, senza gravare sul donatore: il 5 x 1000 non comporta nessun costo, in quanto costituisce esclusivamente una modalità per scegliere dove destinare parte delle proprie imposte versate. Federica Chiavaroli durante il taglio del nastro in occasione dell’apertura della scuola
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eventi » di Eleonora Lopes Francesco Barbuscia posa sulla nuova Mercedes Classe E Coupé
Barbuscia brinda con Zaccagnini Si sono incontrati a Bolognano per un evento eccezionale due tra i più importanti marchi d’Abruzzo. L’occasione? La presentazione della nuova Mercedes Classe E Coupè
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er presentare la nuova Mercedes Benz Classe E Coupè non si poteva immaginare una cornice migliore: lo splendido paesaggio di Bolognano, la bellezza della Cantina Zaccagnini, lo scenario di arte e cultura a fare da sfondo, la piacevolezza di vini ammirati in tutto il mondo. La storica concessionaria pescarese Barbuscia ha scelto bene e così, in una serata dal clima mite e molto gradevole, due tra i più importanti marchi d’Abruzzo
si sono incontrati e ne è nato un evento originale e molto apprezzato. Numerosi gli ospiti, gli amici, i clienti che non sono voluti mancare. Come anche diversi esponenti del mondo politico ed economico della regione. Ad ideare l’evento di esibizione della nuova vettura l’agenzia Dispenser di Vasto che cura da tempo l’immagine di entrambe le aziende. Francesco Barbuscia, responsabile marketing & comu-
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eventi
Mercedes Classe E Coupè La casa di Stoccarda ha divulgato le nuove motorizzazioni della nuova Classe E Coupè. Tre opzioni sul versante benzina: si parte con la E Coupè 250 CGI 204 cavalli. Troviamo poi la E 350 BlueEFFICENCY 292 cavalli. Al vertice la E 500, dotata di un V8 da ben 388 cavalli. La nuova Classe E Coupè, come si evince dal nome, deriva direttamente dalla nuovissima Classe E berlina. La linea fonde eleganza e sportività: molto aggressivi i passaruota posteriori, bombati a dovere. La linea arcuata del tetto ricorda invece la grossa coupè CL. Le portiere prive di cornice e l’assenza del montante centrale donano grazia alla vista laterale. Il posteriore, piuttosto massiccio e raccolto, sembra puntare verso l’alto. Sotto il cofano sono attesi buona parte dei propulsori benzina e gasolio in arrivo per la Classe E berlina. Probabile, in un secondo tempo, l’introduzione di varianti integrali 4Matic.
Marcello Zaccagnini
un momento della degustazione
nicazione del Gruppo, non nasconde la sua soddisfazione: «Non ci aspettavamo tanto entusiasmo, siamo onorati che quasi mille clienti ci abbiano dato il piacere di poter brindare con loro all’ultima nata in casa Mercedes e in questa meravigliosa cornice». «Ringrazio immensamente Marcello Zaccagnini per la sua ospitalità e generosità. Credo che il successo di questa serata – sottolinea Francesco Barbuscia - sia dovuto anche al fatto che le nostre aziende, sia pure in campi molto diversi, hanno in comune l’attenzione verso i bisogni di chi compra i nostri prodotti e la ricerca costante della qualità. Ho avuto l’impressione che tutti stasera si siano sentiti a casa e in compagnia di amici. Proprio questo è il clima che accoglie chi sceglie le nostre aziende».
Ad impreziosire la serata anche un omaggio per gli ospiti, gradito da tutti. Una bottiglia di vino in edizione speciale, ideata per celebrare l’evento, che il patron dell’azienda vinicola, Marcello Zaccagnini, ha voluto regalare agli intervenuti
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eventi » di Alessio Giancristofaro
Essere Commercialisti oggi Per il presidente nazionale Siciliotti «bisogna avere il coraggio di cambiare e di riconoscere il merito» Ermando Bozza, presidente dell’ordine dei dottori commercialisti di Lanciano
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ravalicare il ruolo di “mero professionista”, essere un’interfaccia fondamentale tra gli attori economici, ma anche tra quelli sociali. Stare al passo coi tempi, interpretarli, essere - più in generale - artefici del successo. Insomma, dottori commercialisti sinonimo di “Protagonisti del cambiamento” proprio come recita il titolo del libro di Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Classe 1952, friulano di Udine, Siciliotti nel suo testo (edizione IPSOA, Gruppo Walters Kluwer, 156 pagine, euro 20), presentato a Lanciano nel Palazzo degli Studi, mette in luce il bagaglio di competenze che un libero professionista dovrebbe possedere. «Il cambiamento è la capacità di interpretare gli eventi – spiega Siciliotti – chi altro, se non noi commercialisti, siamo al centro di questi problemi?». Nel testo, ricco di spunti e consigli, il presidente Siciliotti descrive la figura del commercialista a trecentosessanta gradi, versatile e proiettato alla ricerca del giusto. «Serve un Paese in cui il motore non sia la relazione – scrive e spiega all’attento pubblico intervenuto - ma la capacità, un Paese che non sia miope al riconoscimento del merito, in cui esista il merito di avere fiducia, bisogna essere capaci di cambiare, di essere protagonisti di quel cambiamento di cui la nostra società
ha bisogno e che non potrà mai aver luogo senza una presa di coscienza collettiva e, allo stesso tempo, un avvio del percorso a livello di singoli comportamenti individuali». Nel corso della presentazione del libro, Siciliotti ha parlato anche della crisi economica «La finanza si è lasciata andare a briglie sciolte per creare cartelli di valori che sarebbero risultati inesistenti e i rischi sono ricaduti su chi non li poteva assumere», al sistema contabile «Un unico modello contabile per tutti non funziona. Potrebbe andare un modello dedicato alle aziende quotate, uno alle grandi imprese e un altro alle piccole e medie imprese», al gettito fiscale e alle politiche fiscali. L’incontro di Palazzo degli Studi è stato l’occasione per affrontare le novità codicistiche del bilancio d’esercizio 2008 (poche in verità) con il contributo di Nicola Cavalluccio, giornalista del Sole24Ore. Stima e conforto a Vincenzo Merlini, presidente dei dottori commercialisti di L’Aquila, presente all’incontro, che ha ricevuto attestati di solidarietà da Siciliotti «Il terremoto del Friuli ha segnato la mia vita quando avevo 24 anni», da Cavalluccio «Ho origini campane, quel 23 novembre dell’80 in Irpinia lo ricordo bene» e dall’organizzatore e mediatore dell’evento, Ermando Bozza, presidente dell’ordine dei dottori commercialisti di Lanciano: «Siamo vicini ai fratelli aquilani, siamo a loro completa disposizione sotto tutti i punti di vista»
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eventi
Io avrò cura di te
i soci pescaresi fondatori della società Badine; da sinistra: Roberto D’Eramo, Nicola Francescucci e Stefano Sajeva
Dal felice incontro di alcuni professionisti nasce Badine, la società che accompagna le imprese verso la crescita e la valorizzazione
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l nome della società di consulenza trae origine dal significato francese del termine, ovvero “bastoncino da passeggio, sottile e flessibile”. Un oggetto utile, quindi, anche durante una piacevole passeggiata. Ed è proprio con questo animo che nasce Badine Associates, per accompagnare le aziende durante il difficile cammino di crescita e valorizzazione. Ma Badine è anche acronimo di Business Advisory in Equity (B.AD.inE.), una società che nasce volutamente a Pescara, ma con sedi di rappresentanza anche e Roma e Milano per via
» redazionale in collaborazione con Baden
delle attività che coinvolgono i partner anche su queste piazze più grandi e complesse. A decretarne il successo, il felice incontro e confronto di alcuni professionisti, ossia i partner fondatori, che hanno maturato un background interessante nell’ambito della consulenza di matrice finanziaria e strategica. Una dimostrazione che oggi più che mai intende comunicare quanto la finanza acquisti un ruolo di assoluto rilievo al servizio dell’impresa. Ma per comprendere meglio il lavoro svolto da Badine occorre individuare da quali importanti istanze prende vita il progetto. Grazie infatti ai ruoli chiave ricoperti dai partners principali in altre strutture societarie, diverse necessità hanno nel tempo preso corpo. Appare ormai il socio milanese Francesco Murgiano evidente che dal mondo imprenditoriale, non solo regionale, e da quello delle istituzioni finanziarie fatto di gruppi bancari e fondi di investimento, partono continuamente progetti volti ad amplificare la portata e il valore delle idee. Si tratta dunque di recitare un ruolo importante, capace di cogliere le esigenze imprenditoriali, codificarle secondo quelle che sono le modalità e i linguaggi degli investitori e attribuire ad esse la giusta importanza. In questo panorama, la mission di Badine Associates è ben chiara. I servizi offerti comprendono management consulting, valuation e fairness opinion, transaction services, corporate finance,
consulenza in finanza straordinaria, consulenza fiscale, turnaround aziendale e distressed assets. Si tra quindi di una vera e propria struttura dedicata alla consulenza nel corporate finance, offrendo supporto all’imprenditore e al management nell’attività direzionale, valutazione e determinazione del valore di un’azienda, conduzione di transazioni e gestione delle criticità, ottimizzazione nei progetti di investimento, ottimizzazione del carico fiscale e gestione di contenziosi tributari, risoluzione di eventuali stati di tensione aziendale in favore del potenziale acquirente. A occuparsi in prima linea dei servizi offerti da Badine quattro figure fondamentali. Francesco Murgiano, presidente e socio fondatore di una SGR (Società di Gestione del Risparmio) indipendente di Milano, specializzata nell’asset management, con un trascorso di prestigio nella banca americana JP Morgan. Nicola Francescucci, partner e responsabile del marketing della medesima SGR e con un trascorso manageriale in Pmi e multinazionali. Stefano Sajeva, commercialista in Pescara, già presidente dell’Unione dei Giovani Commercialisti ed Esperti Contabili di Pescara, specializzato in internal audit e operazioni di finanza straordinaria. Roberto D’Eramo, già consulente senior della nota società Kpmg Corporate Finance ed imprenditore nel settore real estate
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eventi » di Massimo Avenali
Il “tempo zero del desiderio”è già qui Un libro, nove tesi. E una teoria sociologica sulla produzione sociale delle élite
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ome è possibile creare una società con un’economia veloce, ricca e prospera, adeguatamente selettiva da non caricarsi di fardelli inutili e sufficientemente libera e tollerante da dare delle chance anche ai più svantaggiati? È un tipo di economia che sa che la sfida è nel rendere immediato, rapido e vincente l’incrocio tra domanda e offerta, eliminando sprechi di energie e risorse; un’economia consapevole però che tale incrocio avviene attraverso variabili cognitive, simboliche, affettive ed emotive senza potersi permettere di perdere tempo in nome della complessità delle variabili. Questa economia crea un nuovo scenario: il tempo zero del desiderio, in cui le innovazioni organizzative (di processo e tecnologiche) sono il principale fattore strategico per offrire crescenti spazi di vita autentica al maggior numero possibile di persone e liberandole sempre più dalla zavorra dell’esperienza (del tentativo e dell’errore), che è
ciò che si ottiene quando non si raggiunge ciò che si vuole. Questo volume offre una strategia in nove punti per comprendere in concreto che il tempo zero del desiderio è già qui. Intende tracciare una teoria sociologica sulla produzione sociale delle élite, tentando di rispondere al seguente interrogativo: come può una società che si definisce della conoscenza e dell’informazione, accettare di essere governata da una classe politica che dispone ancora di categorie mentali di tipo confessionale, ideologico o di senso comune? Oggi una società che si definisce presuntuosamente della conoscenza e accetta i “politici del consenso” come una delle proprie principali élite, si è già condannata all’autodistruzione per implosione. Una società che
accetta e condivide, camuffandola da illusione democratica, l’idea che l’incompetenza possa governare, è una società che perde. Una società che accetta un’élite politica impreparata e stucchevolmente emotiva, innesca una profezia autoavverantesi assolutamente suicida, mostrandosi come l’opposto di ciò che dichiara di essere: ossia società della non-conoscenza. Un’elite intellettuale di una società knowledge intensive è ben altra cosa, è generatrice di innovazione tecnologica radicale, protagonista di grandi salti evolutivi che detiene il potere non per “mantenerlo”, bensì per “oltrepassarlo”. Le nove tesi esposte nel libro mostrano indicazioni alle nuove élite su quali sono gli scenari che innescano rilanci positivi, prendendo le distanze da quelli che innescano circoli viziosi
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Gli autori Andrea Pitasi. Professore Associato. Insegna Formazione e Politiche delle Risorse Umane presso la d’Annunzio e Management Strategico presso l’università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Simone D’Alessandro. Docente universitario, copywriter e formatore. Responsabile Adv di Carsa Spa. Dottorando in Scienze Sociali presso l’università G. d’Annunzio di Chieti-Pescara. Emilia Ferone. Consulente e formatrice. Collaboratrice di cattedra presso la facoltà di Scienze della Formazione dell’università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Il Tempo Zero del Desiderio, Una strategia evolutiva per l’economia e la società della conoscenza, Mc Graw Hill, 2008.
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uscita di sicurezza
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la vita è bella divudi tempo rubato qb un’ottima annata
126 Mondovino 129 Venuto al mondo 131
Baccalà all’olio
133 Piemonte aristocratica varietà
adagio con gusto
134 Venite a trovarci
adagio con gusto
137 la sacrosanta alleanza
Barcellona, fascino modernista
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Barcellona, fascino modernista È sinonimo di Rambla, il corso principale che conduce al mare. Ma vuol dire anche tapas, i piccoli piatti sfiziosi perfetti per aperitivo, e movida, il pellegrinaggio notturno da un locale all’altro, a caccia di divertimento. E rappresenta anche l’apice del Modernismo. Per descrivere Barcellona si potrebbe andare avanti a lungo, non c’è nulla in questo angolo di Catalogna che possa essere associato alla banalità. L’impressionante sviluppo economico e la vivacità culturale rendono Barcellona protagonista nel panorama europeo. Secondo centro urbano della Spagna, custodisce con zelo la propria cultura. Non a caso il catalano è la lingua ufficiale. Chi ha la fortuna di visitarla, scopre una città sospesa tra passato e futuro, dove convivono le testimonianze dello stile gotico catalano e la modernità. Basti pensare alla fortunata intuizione
di ammodernare la zona portuale integrandola alla città, un modo per sottolineare il legame indissolubile con il mare. Barcellona è una metropoli affascinante, ma anche molto ribelle. La storia parla chiaro. Carlo Magno, la proclamò capitale della Marca Hispanica. Nel 1474 perde la supremazia economica e mercantile, quando le nozze tra Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia danno luogo alla Spagna unita composta da Castiglia, Catalogna e Aragona. Comincia a nascere un forte sentimento indipendentista che sfocerà nella dichiarazione di autonomia del 1931. Durante la Guerra Civil la città subisce l’occupazione dell’esercito franchista. Bisognerà aspettare la morte di Francisco Franco, nel 1975, perché la Catalogna veda riconosciuta l’autonomia e riconquisti un parlamento autonomo. Popolo decisamente fiero, ma ospitale
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Un motivo in più: ammirare “l’incompiuta”.
A Barcellona c’è un’opera iniziata nel 1882 e mai finita: la Sagrada Familia. Un concentrato di alte guglie di architettura capricciosa. Fu concepita secondo un nuovo concetto di spazio che, mischiando antico e moderno, esaltava la libertà creativa. È un lascito del geniale Antonio Gaudì, le cui spoglie riposano all’interno. Da vedere, comunque non c’è solo Gaudì. Nel Museo Picasso è esposta l’opera giovanile del maestro Pablo Picasso, mentre nella Fundaciò Mirò sono custoditi i capolavori del creatore catalano, insieme a tante opere di artisti contemporanei. Un’ultima cosa: si vola da Pescara. Info su www. flyonair.it
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passione motori
Morbida che è un piacere A proprio agio su ogni tracciato. Toyota Avensis Sw: il massimo del comfort è al volante
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orbidissima. Difficile trovare un aggettivo unico e originale da associare a ogni singola macchina. Toyota Avensis Sw riesce in questa ardua impresa. Perché un’auto così morbida davvero non l’avevamo mai vista. Con il termine vogliamo indicare il complesso di sensazioni che la stessa suggerisce. Sembra quasi che gli opposti si armonizzino in un insieme unico e irripetibile. Perché la Avensis racchiude in sé sportività e raffinatezza. Una forma fluida e aerodinamica che prepara a quello che si trova all’interno: abitacolo spazioso, ricercato ed elegante.
» redazionale in collaborazione con Pavoni Auto
Il concetto di morbido è anche associato al senso di sicurezza. La Sw è dotata dei più avanzati dispositivi di sicurezza attiva e passiva: freni maggiorati, Vsc, Trc, poggiatesta attivi, fari auto adattivi, e stop attivi, che riducono il rischio di tamponamenti. E ancora 7 airbag, tra cui quello per le ginocchia del guidatore, e quelli a tendina anteriori e posteriori per passeggeri. Senza considerare che Toyota Avensis ha ottenuto il massimo punteggio ai Crash test Euroncap 2009: dettagli... Ma passiamo al nocciolo della questione: il piacere di guida. Al volante si raggiunge l’apice del comfort, su qualsiasi tipo di tracciato. Il telaio rigido e leggero garantisce la massima stabilità mentre lo sterzo aiuta precisione e agilità. Dicevamo della capacità di adattarsi a qualsiasi tipo di percorso: il conducente della Sw apprezzerà soprattutto i nuovi cambi manuali, e gli innovativi automatici a 6 rapporti e Multidrive S a 7 rapporti. La “chicca” è invece rappresentata dal sofisticato sistema fonoassorbente che tiene fuori tutti i rumori dall’abitacolo. L’equipaggiamento di serie è ricchissimo: freno di stazionamento elettronico, servosterzo Eps, strumentazione Optitron. La versione base comprende anche il climatizzatore manuale e l’impianto stereo. Disponibile in 2 configurazioni di carrozzeria, berlina e wagon, la versione “Sol” presenta cerchi in lega, climatizzatore automatico, attivazione diretta di fari e tergicristalli, dei fendinebbia, del sedile del guidatore ergonomico,
del volante e della leva del cambio rivestiti in pelle. Una macchina per tutte le esigenze, all’insegna della globale morbidezza. Provala presso la concessionaria Pavoni Auto di Pescara
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divudi
Mondovino data di uscita in DVD: dicembre 2006 regia: Jonathan Nossiter cast: Michael Broadbent, Hubert de Montille, Aime Guibert, Jonathan Nossiter, Robert Parker, Michel Rolland, Neal Rosenthal Messina, Rebecca Hall.. genere: documentario durata: 135 minuti trama: viaggiando dagli Stati Uniti alla Francia, passando per Italia, Brasile e Argentina, il regista mostra l’industria vinicola mondiale, e lo fa senza risparmiare gli aspetti peggiori del caso. Il film-documentario racconta la lotta che ha visto protagonista un piccolo paesino della Borgogna, Aniane, lotta tra i produttori locali e la famiglia Mondavi. I Mondavi, di origine italiana, hanno creato nella Napa Valley californiana un vero e proprio impero del vino, che dagli USA si è allargato in tutto il mondo. Ma i loro vini stanno omogeneizzando il gusto mondiale, perchè simili tra loro e semplificati, addomesticati nel gusto in modo da incontrare i favori della maggior fetta possibile di consumatori.
L’
impatto della globalizzazione sull’industria del vino. La globalizzazione “cattiva”, quella che sfrutta e riduce le complessità e le diversità culturali, che omogeneizza e che appiattisce. È di questo che il regista Jonathan Nossiter, enologo di New York ma anche regista di fiction, ha voluto parlare in Mondovino. Chi ama il vino - non soltanto dal punto di vista gastronomico, ma anche culturale e territoriale - deve vedere questo documentario. Con la sua telecamera frenetica, Nossiter porta lo spettatore in diversi paesi e a contatto con varie realtà, dalle più piccole alle più influenti e accentratrici. Gli fa conoscere Robert Parker, critico di vini così influente da regolare il mercato vinicolo mondiale, il responsabile dei vini di Christie’s, vari coltivatori francesi ed i nostri Frescobaldi ed Antinori, alleati con la famiglia dei Mondavi. I Mondavi producono vini di grandissimo pregio, esaltati appunto dal critico numero uno del mondo, Robert Parker e supportati non a caso dall’enologo-superstar Michel Rolland. Ma proprio per questo, secondo alcuni - tra cui Nossiter e molti dei produttori di vino di Aniane e non solo - la non ufficiale alleanza tra i Mondavi, Rolland e Parker fa sì che il vino prodotto da questa vera e propria multinazionale in Francia, California, Italia o Argentina sia molto simile, se non uguale. Senza legame con il “terroir”, ovvero quell’insieme di fattori geologici, geografici, climatici che fa sì che il vino derivante dalla vendemmia di quella specifica vigna posta in quello specifico sito sia diverso da qualunque altro. Con la giusta tecnologia si riescono a produrre vini tecnicamente molto ben fatti, nonostante le materie prime. Ma sono senz’anima, vini fatti in cantina, con il ruolo dell’enologo che sovrasta di parecchio quello del vignaiolo. Mondovino ha conquistato la nomination come Miglior film dell’Unione Europea - Les César du Cinéma 2005
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Anno 2° n. 5 _ maggio 2007
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ottobre 2007
mensile
Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Ar t. 2 comma 20/C legge 626/96P
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marzo 2008
20 aprile 2008
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22 giugno 2008
maggio 2008
ISSN 1973-5383
anno IV numero 32
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26 novembre 2008
27 dicembre 2008
28 gennaio 2009 ISSN 1973-538
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25 ottobre 2008
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ISSN 1973-5383
ISSN 1973-5383
ISSN 1973-5383
anno IV numero 31
€2,50
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29 febbraio 2009
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23 luglio/agosto 2008
24 settembre 2008
comunicazione aziendale
» Farnese vini
Edizione, cinque autoctoni V
ino di grande struttura, morbido, ricco di tannini vellutati, molto persistente e con finale lungo con note speziate di vaniglia e cioccolato. Pronto per essere bevuto subito ma sopporta bene un invecchiamento di 8/10 anni. Temperatura di servizio: 18-20° C circa. Abbinamenti gastronomici: Carni rosse, selvaggina, sughi robusti. Vino da meditazione. Vitigni: Montepulciano, Primitivo, Sangiovese, Negroamaro e Malvasia Rossa. Area di produzione: Comuni di Colonnella, Ortona, Sava e San Marzano. Caratteristiche sensoriali: colore rosso granato molto intenso e persistente con sentori di ciliegia, prugna, ribes maturi, tabacco e nota tostata finale.
I
«Nascono i nostri frutti»
vini Farnese riflettono tutti i colori della terra d’Abruzzo, dipingono incantevoli paesaggi di gusto e vivono della passione per i vigneti sconfinati che la Majella domina e protegge con le sue rotondità materne. Potete osservarli scivolare dalle colline fino al mare, distendersi alla ricerca delle esposizioni ottimali e godere di un microclima invidiato dall’Europa intera. Ecco perché i frutti di questa terra crescono bene e invecchiano ancora meglio.
FARNESE vini s.r.l. Castello Caldora - 66026 Ortona (Ch) tel. 085 9067388 - fax 085 9067389 - www.farnese-vini.com
tempo rubato Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare). Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere. Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli Editore
Margaret Mazzantini
Venuto al mondo Mondadori
il romanzo in breve
Una storia d’amore appassionata, imperfetta come gli amori veri. Gemma, cinquantenne romana, smette di scacciare il suo passato e decide di tornare nella Sarajevo ormai ricostruita, in compagnia del figlio sedicenne, nato là, durante la guerra, in circostanze non ben definite. Gojko, amico bosniaco conosciuto nel 1984, ai tempi dell’Olimpiade invernale, le telefona per annunciarle una “mostra per ricordare l’assedio”, e nella mostra ci sono foto di Diego, primo marito e grande amore di Gemma, oltre che padre di Pietro, suo unico figlio. La storia fra Gemma, giovane studentessa italiana e il fotografo slavo è un colpo di fulmine cui si sovrappongono intanto gli eventi della guerra, poi il conseguente bisogno di fuga, infine la sterilità di lei e la necessità di essere madre. Gemma fa concepire suo figlio a un’altra donna. Quindi la coppia torna a Roma, ma Diego non sopporta il rientro alla normalità. La guerra è diventata un’esigenza e Gemma, moglie fedele, non può non seguire il suo uomo. La narrazione di ciò che è accaduto, si intreccia con Gemma e Pietro oggi nella città bosniaca, con le tracce della guerra ancora visibili sui muri e sui visi delle persone. Dalle prime pagine, non emerge altro che la commozione di Gemma, contrastata dall’apparente menefreghismo del figlio Pietro, non interessato a tornare nel luogo dove suo padre Diego, che lui non ha conosciuto, è morto, vittima indiretta di quella maledetta guerra.
le prime trenta righe
Il viaggio della speranza... parole residue, tra le tante in fondo alla giornata. Le ho lette in farmacia, su un bussolotto di vetro accanto alla cassa, c’era l’asola per infilare i soldi e la fotografia di un bambino appiccicata con lo scotch, uno di quelli da portare lontano per tentare un’operazione, un viaggio della speranza appunto. Mi giro sul cuscino, macino respiri sonori. Guardo il corpo di Giuliano, fermo, pesante. Dorme come dorme lui, supino, a torso nudo. Dalla bocca ogni tanto cava fuori un piccolo grugnito, come una bestia placida che scaccia moscerini. Speranza, penso a questa parola che nel buio prende forma. Ha la faccia di una donna un po’ sgomenta, di quelle che trascinano la loro sconfitta eppure continuano ad arrabattarsi con dignità. La mia faccia, forse, quella di una ragazza invecchiata, ferma nel tempo, per fedeltà, per timore. Esco sul terrazzo, guardo il solito. Il palazzo dirimpetto al nostro, le persiane accostate. Il bar con l’insegna spenta. C’è il silenzio della città, polvere di rumori lontani. Roma dorme. Dorme la sua festa, il suo pantano. Dormono le periferie. Dorme il papa, le sue scarpe rosse sono vuote. La telefonata arriva al mattino molto presto. Sussulto per lo squillo, inciampo lungo il corridoio, forse urlo per sembrare sveglia. «Chi è?» C’è rumore nella cornetta, come vento in fuga tra i rami. «Posso parlare con Gemma?» L’italiano è buono, ma le parole sono troppo scandite. «Sono io.» «Gemma? Tu sei Gemma?» «Sì...» «Gemma...» Ripete il mio nome e adesso sta ridendo. Riconosco questa risata rauca, strappata... mi salta addosso in un attimo. «Gojko...» Fa una pausa. «Sì, il tuo Gojko.» È un’esplosione ferma. Un lungo vuoto che si riempie di detriti. «Il mio Gojko...» balbetto. «Proprio lui.» Il suo odore, la sua faccia, i nostri anni. «Sono mesi che provo a cercarti attraverso l’ambasciata...» Ho pensato a lui pochi giorni fa, per strada, dal niente, da un ragazzo che passava e forse gli somigliava.
l’autore
Scrittrice, drammaturga e attrice. Margaret Mazzantini si diploma presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica all’inizio degli anni ottanta. Successivamente si esibisce come attrice di teatro, cinema e televisione ma è conosciuta soprattutto come scrittrice; ha infatti esordito in letteratura con Il catino di zinco (Marsilio Editori, 1994), vincitore del Premio Campiello e del premio Opera Prima Rapallo-Carige. Con Non ti muovere (Mondadori, 2002) ha vinto il premio Strega e ha venduto quasi 2 milioni di copie, cifra record per un libro italiano.
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qb ovvero quanto basta per divertirsi in cucina e mangiar bene
La ricetta del Ritrovo d’Abruzzo
Baccalà all’olio
«Christian e Mirko per freschezza di idee hanno pochi eguali. Nel loro locale piacere puro e sincero». È il lusinghiero commento di Paolo Marchi, uno dei più noti esperti di gastronomia, patron di Identità Golose il congresso italiano di cucina d’autore
Christian e Mirko Di Tillio
BACCALÀ MANTECATO ALL’OLIO D’OLIVA Ingredienti. Per 6 persone: 400 g di ceci ammollati, 600 g di baccalà, 200 g di olio di oliva. Verdure di campo, 1 cipolla, 2 spicchi d’aglio, 1 rametto di rosmarino, 2 foglie di alloro. Preparazione. Per la zuppa: lessare i ceci ammollati per un’ora con uno spicchio d’aglio, una foglia d’alloro, una cipolla ed un rametto di rosmarino. A fine cottura frullare e regolare di sale. Per il baccalà: chiudere in una busta sottovuoto il baccalà dissalato e cuocere a vapore per tre ore a 80°. A fine cottura, emulsionare il baccalà con l’olio d’oliva. Per le verdure di campo: lessare in abbondante acqua salata e saltare in padella con aglio e olio. Composizione del piatto: in un piatto fondo mettere la crema di ceci, un cucchiaio di verdura di campo, una quenelle di baccalà mantecato e finire con un filo d’olio d’oliva, fiori secchi ed un grissino
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Ritrovo d’Abruzzo Civitella Casanova (Pe) Aperto dai fratelli Di Tillio nel 2003 nel luogo dove sono nati, il Ritrovo d’Abruzzo è la meta ideale per un pranzo o una cena in tutto relax immersi nell’incanto delle colline pescaresi. Ad un’ora di auto dalla costa, il Ritrovo va però conquistato, addentrandosi tra vie strette e una segnaletica non sempre adeguata. La bellezza del posto e la qualità delle proposte culinarie ripagano ogni sforzo. Il menu cambia frequentemente, per la passione e la creatività di Christian e Mirko, ed è sempre curioso e raffinato. Un locale in ascesa. Il Ritrovo d’Abruzzo è a Civitella Casanova (Pescara), in Contrada Bosco, 16 - telefono 085/8460019. Chiuso il lunedì a pranzo e martedì l’intera giornata. Orari: pranzo e cena.
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un’ottima annata » di Nicola Boschetti
Piemonte, aristocratica varietà
L
anghe, tartufo bianco, grandi tradizioni storiche e culinarie, paesaggi ampi e di una diversità estrema sia climatica che territoriale. Tutto questo rende il Piemonte una regione unica al mondo. Se poi aggiungiamo una perfetta macchina organizzatrice, manovrata in onesta simbiosi dai produttori e dalle innumerevoli istituzioni, si capisce pienamente perché queste terre vengono visitate ogni anno da milioni di appassionati italiani e stranieri. Dal punto di vista enologico, basta guardare alcuni dati: 11 vini D.O.C.G., 44 vini D.O.C., più un vasto assortimento di I.G.T. e D.O.P.
Una classificazione molto selettiva, quasi simile a quella francese, dove le piccole zone più vocate vengono tutelate in maniera maniacale, quasi a voler dimostrare che l’eccellenza viene dal terroir e non, come spesso accade in altre zone dello stivale, dal singolo produttore blasonato. Decenni e decenni di lotte per salvaguardare, dalla massificazione globale, un vitigno autoctono come il “Nebbiolo” (Nebbiolo da nebbia, come quella che si sviluppa in autunno nelle dolci colline delle Langhe) che da il meglio di sé dopo anni di pazienza; annate felici e rispetto da parte dei produttori, nella nascita di un vino famoso come il Barolo o il Barbaresco, nomi pro-
nunciati con religioso rispetto in tutti i punti del globo. Se a questi due mostri sacri aggiungiamo un’incredibile varietà di uve che cambiano stile, passando da un comune all’altro, riusciamo forse a capire quanto sia bella e difficile la produzione di vino in Piemonte. Nebbiolo, Barbera, Dolcetto (con 7 denominazioni diverse), Brachetto, Grignolino, Freisa, Spanna, il Ruche, la Malvasia, il Moscato d’Asti, il Gavi, l’Arneis, ecc. ecc. Parlare di queste terre è difficile perché c’è tanto da dire. Ma il mio consiglio, per gustare al meglio sapori e costumi, è di visitarle almeno una volta nella vita. Alla prossima tappa, fra un mese si riparte
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Attenti a questi 2 BAROLO D.O.C.G. – VIA NUOVA CHIARA BOSCHIS 2001
DOLCETTO D’ALBA MONROBIOLO – RUÉ 2006
Questa piccola azienda di proprietà di Chiara Boschis è un vero gioiello, emblema di piacevolezza e ricercatezza. Con una produzione minima, riesce a far dei prodotti favolosi, anche in annate poco felici e di scarsa produttività. Il Barolo Via Nuova 2001 si fa notare per il suo colore tipico, leggermente granato cupo, di notevole limpidezza. Al naso esprime tutta la sua eleganza, frutti rossi, leggere note di tostatura, alcool delicato, intenso e lungo. In bocca è prepotente, leggermente sapido e ruvido, dai tannini ancora troppo evidenti, ma nella complessità di buona beva. Dal sapore finale lungo ed importante. Si abbina a cacciagione, pecorini stagionati, ottimi salumi. Si consiglia di aprire 2 ore prima. Da bere entro il 2015.
Parlare di quest’azienda famosa nel mondo, può sembrare facile e superfluo, visto che siamo di fronte all’uomo, purtroppo scomparso, che ha fatto della tradizione il suo stile di vita. Io non voglio scomodare i suoi mitici Barolo, osannati da tutte le guide, ma vi parlo di un vino, forse più semplice ed alla portata di tutti, sarà perché sono un convinto sostenitore che i grandi produttori si vedono dalle piccole etichette. Il Dolcetto ha un colore rosso intenso, abbastanza denso, pulito. Al naso svetta la mora, accompagnata da un leggero sentio di cioccolato di ottima persistenza. In bocca è elegante, ma non troppo. Tannini decisi, ma non invadenti, dal gusto pieno e leggermente rotondo. Lunga persistenza gustativa. Ottimo con primi piatti di terra, formaggi morbidi e carni in umido. Si conserverà ancora per diversi anni.
Prezzo indicativo: 70 euro Azienda E. Pira e Figli Via Vittorio Veneto, 1 12060 Barolo (CN) Tel. 017356247 www.il-vino.com/pira/home.html
Prezzo indicativo: 15 euro Azienda Bartolo Mascarello Via Roma, 15 12060 Barolo (CN) Tel. 017356125
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adagio con gusto » in collaborazione con Slow Food Abruzzo
Venite a trovarci
uno dei Presìdi Slow Food, la lenticchia di Santo Stefano di Sessanio
» di Raffaele Cavallo (presidente Slow Food Abruzzo)
A distanza di un mese dal terremoto emerge con evidenza il crollo della domanda dei prodotti del territorio. L’economia dei piccoli allevatori e dei produttori è in ginocchio. A tutti coloro che hanno mostrato attenzione e solidarietà rivolgo un appello: «Comprate abruzzese»
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Q
uanti sentimenti si sono sovrapposti e continuano a soggiornare nell’anima di noi abruzzesi. Chi, in questo ultimo drammatico mese, non ha avvertito dentro di se: paura, angoscia, sofferenza, disagio, incapacità, timore, frustrazione, inadeguatezza. Il sisma del 6 aprile ha distrutto le vite di circa 300 persone e ha sconvolto quelle di molti altri. In tutti noi, aquilani e non, terremotati e non, un solo sentimento non ha mai trovato spazio: la solitudine. Perché è vero che l’intero nostro Paese, ma anche la comunità internazionale, non ci ha lasciati da soli. Ci hanno fatto sentire la vicinanza partecipe ed attiva con le tante donazioni e con l’opera, straordinaria per abnegazione, dei tanti soccorritori. Da parte nostra rivendichiamo l’aver mostrato dignità in questo momento di indicibile sofferenza. Così sono gli abruzzesi: forti e gentili. Ma oggi a chi ci è stato vicino, a chi si è interessato a noi alle nostre storie, chiediamo un’attenzione ancora
maggiore. ciali e i locali sono inattivi quando non inagibili, il Non dimenticare le nostre comunità colpite dal sisma. turismo del fine settimana annullato: anche in aree Saranno numerosi e lunghi i giorni per il ritorno alla della provincia dell’Aquila e del resto della regione normalità. che non sono state assolutamente colpite dal sisma. Quella normalità che manca totalmente e che rende Questa situazione sta mettendo in ginocchio l’ecoinsicuri, che fa temere per il futuro delle proprie atti- nomia dei piccoli allevatori e dei produttori che non vità e delle proprie vite. possono contare su un mercato regionale e nazionaSlow Food ha, ormai da anni, avviato un’attività di tu- le. tela e salvaguardia della biodiversità alimentare nella Abbiamo raccolto dati allarmanti dai nostri Presìdi: provincia aquilana con il contributo importante del sono colpiti in particolare i produttori di formaggi Parco Gran Sasso Laga. della zona del Gran Sasso, dove Slow Food ha istituiQuest’azione ha avuto il merito di mantenere vive e to il Presidio del Canestrato di Castel del Monte. Da attive le comunità di contadini, allevatori, pastori Pasqua alla fine di aprile Giulio Petronio, uno dei proche meditavano l’abbandono delle proprie terre. duttori del Presidio, ha venduto circa 20 chili di forOra a distanza di un mese dal terremoto, che fortu- maggio invece dei dieci quintali venduti nello stesso natamente non ha causato periodo dell’anno scorso e danni strutturali e non ha ci sono ancora quantitativi Giulio Petronio, produttore di Canestrato di Castel del Monte fatto vittime tra i produtconsiderevoli di formaggio tori dei Presìdi abruzzesi, da stagionare. emerge con evidenza un proIl Presidio raccoglie quoblema che tutti gli organi di tidianamente il latte di 22 informazione hanno denunpiccoli allevamenti, da Paciato in maniera marginaganica a Calascio, e la magle, ma che coinvolge tutti gior parte del latte munto i produttori agroalimentari in questi giorni viene condella provincia dell’Aquila: gelato perché nessuno si è crollata la domanda locale azzarda a produrre senza la di prodotti del territorio. sicurezza di trovare poi un In un comprensorio compomercato. In questo modo sto da circa 80.000 abitanti, si perde la possibilità di almeno 30.000 persone sono produrre successivamente ospitate negli alberghi della un buon formaggio a latte costa abruzzese, molti altri crudo. sono per lo più ospitati nelle Anche il Presidio della lentendopoli. ticchia di Santo Stefano di Nessuno fa la spesa ovviaSessanio, il borgo famoso mente, gli esercizi commerper le sue piccole lenticchie
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adagio con gusto
scure che i contadini coltivano su terreni impervi, ha ancora oltre 10 quintali di legumi invenduti. Ma i problemi non sono solo legati alla carenza di ordini: molti coltivatori dei paesini aquilani sono scoraggiati e molti non vogliono più seminare; i contadini più anziani sono impauriti da superstizioni:
una credenza popolare di queste zone dice che non bisogna seminare i terreni dopo un terremoto perché crescerebbero piantine avvelenate. Un grande lavoro di recupero della biodiversità, svolto grazie all’impegno dei tecnici del Parco Nazionale del Gran Sasso e di Slow Food, rischia così di essere compromesso. La grave situazione che abbiamo descritto non riguarda solo i produttori dei Presidi ma tutti i produttori di eccellenze alimentari fino a risalire la filiera della ristorazione di gran parte della regione, soprattutto quella delle aree interne. Da un lungo periodo, anni in realtà, ci interroghiamo sul problema dell’abbandono delle aree interne della nostra regione, su quali iniziative porre in atto per evitare che si perda la memoria delle comunità locali. E, purtroppo, il terremoto ha ingigantito questa problematica. È lecito chiedersi: quanti vorranno tornare nei piccoli borghi dell’aquilano così gravemente danneggiati? A tutti coloro che in questo mese tragico hanno mostrato verso di noi attenzione e solidarietà rivolgiamo un appello: comprate prodotti abruzzesi, venite a trovarci. Saremo all’altezza della nostra tradizionale ospitalità e voi sarete partecipi della nostra rinascita. Venite senza timori e paure. L’Abruzzo, tutto intero, saprà essere ospitale, buono in ciò che mangerete, pulito nella sua natura ancora protetta e incontaminata, e ancora più giusto grazie a Voi
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GRUPPO D’AQUISTO PER L’ABRUZZO Per aiutare i piccoli produttori dei Presìdi e delle Comunità del cibo aquilani, Slow Food Italia ha organizzato un gruppo di acquisto nazionale: è possibile comperare un pacco contenente una varietà di prodotti (pecorino canestrato, zafferano dell’Aquila, legumi, cereali biologici e miele) attraverso l’indirizzo internet http://store.slowfood. it/store_it/pagine/dettagli.lasso?cod=P ACCHETTOABRUZZO. Il pacco contiene: Pecorino canestrato di Castel del Monte semistagionato (23 mesi) - n.2 forme intere (ca. 3,6 kg. Tot); Pecorino canestrato di Castel del Monte stagionato (superiore a 3 mesi) - n.1 forma intera (ca. 2,5 kg.); Salame di pecora (1 Kg.); Salsiccia stagionata di cinghiale selvatico 80%
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(0,5 kg.); Lenticchie di Santo Stefano di Sessanio (2 kg); Liquore alle erbe (zafferano, rosa canina, ortica, genziana) - 500 cc.; Zafferano dell’Aquila (1 gr.); Miele dei monti d’Abruzzo (Castagno, millefiori, santoreggia) - 500 gr.; Ceci (1 sacchetto da 500 gr.); Cicerchia (1 sacchetto da 500 gr.); Farro perlato (1 sacchetto da 500 gr.); Orzo perlato (1 sacchetto da 500 gr.); Fagioli (1 sacchetto da 500 gr.); Ferratelle (biscotti tradizionali) - 400 gr.; Fior di Mandorla (biscotti tradizionali) - 400 gr.; Noci atterrate (biscotti tradizionali) - 400 gr.; Mostaccioli bianchi (biscotti tradizionali) - 400 gr.; Mostaccioli neri (biscotti tradizionali) - 400 gr. Costo del pacco € 215,00
La sacrosanta alleanza Presìdi Slow Food e cuochi uniti per privilegiare le materie prime locali, rispettare la stagionalità, valorizzare i piccoli produttori
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l ruolo di cuochi, ristoratori, osti, è fondamentale per la divulgazione del messaggio di Slow Food legato alla salvaguardia della biodiversità agroalimentare. Del resto, quale luogo è più adatto a raccontare una cultura, un territorio, di un contesto conviviale come un’osteria o un ristorante? I cuochi sono stati – a partire da Terra Madre – gli ambasciatori più preziosi nel divulgare i contenuti dei progetti di Slow Food. E già molti di loro propongono nei menu prodotti locali, spesso appartenenti alle Comunità del Cibo e ai Presìdi. Slow Food Italia ha lanciato nei primi mesi del 2009 un nuovo progetto: la costruzione di un’alleanza tra i 177 Presìdi Slow Food italiani e i cuochi del nostro Paese interessati a dare spazio ai prodotti dei Presìdi - in particolare i prodotti della propria Regione – nei menu, e motivati non solo a utilizzare i prodotti per le loro qualità organolettiche ma anche per il loro valore culturale, per condividere e divulgare il progetto di salvaguardia della biodiversità di Slow Food. Le Condotte Slow Food italiane cercheranno di coinvolgere i cuochi del proprio territorio. E i cuochi, dal canto loro, si impegneranno a rispettare alcune regole: aderire alla filosofia del progetto dei Presìdi, ovvero privilegiare la scelta di materie prime locali per i propri piatti, rispettare la stagionalità, lavorare direttamente con i piccoli produttori, per conoscerli e valorizzarli; inserire almeno tre prodotti dei Presìdi nei menu, privilegiando quelli del pro-
prio territorio e l’utilizzo degli stessi in particolare nei piatti della tradizione, evidenziati nel menu con il contrassegno; offrire la massima visibilità ai protagonisti dei Presìdi Slow Food, indicando sul menu il nome del produttore da cui si approvvigionano e con il quale i cuochi si impegnano a stabilire, ogni volta che sia possibile, un rapporto diretto; riportare nel menu una frase sul significato del progetto dei Presìdi Slow Food. Slow Food fornirà ai ristoratori coinvolti nell’Alleanza una locandina che segnalerà la loro partecipazione al progetto e comunicherà tramite il sito www.presidislowfood.it l’elenco dei locali in cui è possibile degustare i Presìdi Slow Food. Il progetto culminerà con le Cene dell’Alleanza, a fine settembre. Protagonisti, accanto ai prodotti dei Presìdi, saranno alcuni vini prodotti da aziende sensibili al tema della tutela della biodiversità. Il senso dell’iniziativa è accostare a produzioni artigianali di grande qualità, realizzate da piccoli produttori, vini realizzati da produttori che condividono il progetto Slow Food e che anzi, lo fanno proprio e lo sostengono attivamente. Per maggiori informazioni sul progetto contattare, presso la sede nazionale di Slow Food, Tiziana Gazzera, tel. 0172 419643 t.gazzera@slowfood.it
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il contrassegno che identifica i Presìdi Slow Food
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hanno collaborato
Filippo Paolini | primo piano | pag. 22 Nello studio legale di cui è titolare, esercita la professione forense prevalentemente nel ramo del diritto commerciale. È consulente giuridico di diverse aziende, abruzzesi e non, in materia di contratti, diritto societario e crisi dell’impresa. È consulente giuridico, dal 2003, dell’Ufficio Legale Federazione Italiana Giuoco Calcio – A.I.A. Laureato in Giurisprudenza a soli 23 anni, è iscritto dal 2001 all’Albo degli Avvocati presso il Tribunale di Avezzano.
Giuseppe Mauro | in primo piano| pag. 42 Nato in Calabria, Giuseppe Mauro vive da sempre a Pescara con la sua famiglia. È professore Ordinario di Politica Economica presso la facoltà di Economia dell’università G.d’Annunzio di Chieti-Pescara. Ha seguito tutta la carriera accademica da borsista a assistente ordinario, a professore incaricato, a professore associato sino a professore ordinario. Ha insegnato Economia Monetaria e Creditizia, Economia Politica, Economia del Lavoro, Economia Industriale ed Internazionale presso le università LUISS di Roma, Teramo e Pescara. È stato Visiting Scholar presso l’università di York (G.B.) e attualmente collabora con la London School of Economics. È stato presidente del Corso di Laurea in Economia Politica ed attualmente ricopre la carica di presidente del Corso di Laurea in Economia e Commercio. È Membro della Società Italiana degli Economisti. È stato presidente della Finanziaria Regionale Abruzzese (FI.R.A.) dal 1996 al 2001. È presidente del Collegio Sindacale della Banca Caripe. Collabora con i principali quotidiani locali ed ha scritto numerosi articoli e volumi sulla crescita economica di Pescara e dell’Abruzzo.
Luciano Fratocchi | primo piano | pag. 46
È professore associato di Ingegneria economico gestionale presso la facoltà di Ingegneria dell’università dell’Aquila dove insegna Economia ed organizzazione aziendale, Sistemi di controllo di gestione e Gestione aziendale. Dopo la laurea in Economia e commercio conseguita presso la LUISS Guido Carli di Roma ha conseguito il Dottorato di ricerca in Direzione aziendale presso il Dipartimento di Studi aziendali dell’università di Bologna. È stato visiting student presso la School of Management dell’university of Bath (UK) e del Department of Business Studies dell’università di Uppsala (Svezia). È stato docente di Organizzazione aziendale (Corso progredito) presso la LUISS Guido Carli di Roma, di Tecnica del Commercio Internazionale presso la facoltà di Economia dell’Aquila e di Tecnica industriale presso la facoltà di Economia di Ancona. Docente in diversi corsi Master, svolge attività di ricerca in tema di internazionalizzazione delle imprese minori, sistemi di supporto alle decisioni aziendali e management dell’innovazione, con particolare attenzione a quella organizzativa e gestionale. Ha pubblicato su questi temi articoli su riviste nazionali (Sviluppo & Organizzazione, Sistemi & Impresa, Sinergie) ed internazionali (International Business Review, Industrial Management & Data Systems, Supply Chain Management An International Journal, International Journal of Business Performance Management) e con case editrici nazionali (Franco Angeli) ed internazionali (Palgrave).
Francesca Masciarelli | ricerca & innovazione | pag. 56 Laureata con lode in Economia Aziendale presso la D’Annunzio, è dottoranda in Economics and Management presso la facoltà di Economia dell’università di Trento. Collabora con la cattedra di Economia e Gestione delle Imprese, Economia e Gestione dell’Innovazione dell’università D’Annunzio ed è membro del gruppo di ricerca R.o.c.k. (Research on Organizations, Coordination & Knowledge) dell’università di Trento. È stata visiting student presso la Copenhagen Business School. I suoi interessi di ricerca? L’innovazione, il capitale umano ed il capitale sociale.
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Antonio Teti | ict | pag. 58 Presidente Onorario della Società Italiana delle Scienze Informatiche e Tecnologiche (SISIT), è l’ideatore dell’ICT Security Day, evento nazionale di grande prestigio in tema di sicurezza informatica organizzato nella natia Lanciano. È responsabile del supporto tecnico informatico della Direzione Generale della d’Annunzio di Chieti-Pescara - ove ricopre anche incarichi di docenza - e Accademico Ordinario della Pontificia Accademia Tiberina. È docente di Informatica e ICT Security, in master e corsi di alta formazione presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’università di Teramo. Laureato in Economia e Management delle Imprese, ha conseguito tre specializzazioni in Information Technology presso la ELEA Knowledge Integration maturando una considerevole esperienza nel settore ICT con la Olivetti System and Networks. Dal 2004 al 2008 è stato Adjunct Professor di Informatica alla Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Ha collaborato per attività di alta formazione con le Facoltà di Informatica dell’università Politecnica di Valencia e di Madrid. Tra i suoi libri più noti: EUCIP – Il manuale per l’informatico professionista (Hoepli), Business and Information System Analyst – Il Manuale per il Manager IT (Hoepli), Network Manager – Il manuale per l’Amministratore di Reti e Sistemi (Hoepli), Management dei servizi IT: dal modello ITIL all’ISO/IEC 20000 (Il Sole 24 Ore), Sistemi informativi per la Sanità – ECDL Health (APOGEO), Il futuro dell’Information & Communication Tehcnology - Tecnologie, timori e scenari futuri della global network revolution (Springer).
Antonio Farchione | economia | pag. 63 Dottore commercialista, revisore contabile, iscritto all’albo degli analisti finanziari. Svolge da molti anni la sua attività come consulente aziendale, con incarichi, presso aziende pubbliche e private, nell’ambito del controllo di gestione e della valutazione degli investimenti. È stato promotore di diverse iniziative imprenditoriali delle quali ha poi curato la fase dello start-up. Formatore di lunga esperienza, continua a svolgere attività di docenza per conto di molte scuole di formazione, nelle aree di amministrazione & finanza e marketing & vendite. Da oltre 10 anni collabora con Ipsoa, scrivendo articoli sui temi legati all’amministrazione & finanza, alla pratica contabile & Pmi. Grande appassionato di arte contemporanea, studia gli aspetti che riguardano l’economia dell’arte. Attualmente, oltre ad essere titolare di uno studio di consulenza, è socio in varie società e ricopre anche la carica di amministratore di un’importante società che si occupa di internazionalizzazione delle Pmi.
Daniela Iubatti | marketing | pag. 67 Dottoranda presso la d’Annunzio, dove si è laureata in Economia e Amministrazione delle Imprese, è attualmente visiting student presso il CIFREM, scuola di dottorato in Economics and Management dell’università di Trento. Ha collaborato nell’ambito del progetto “Towards Evolving Knowledge-based interNetworked Enterprise” (TEKNE) e collabora con le cattedre di Economia e Gestione delle Imprese ed Economia e Gestione dell’Innovazione del prof. Andrea Prencipe presso l’università di ChietiPescara. I suoi interessi di ricerca riguardano le teorie d’impresa, la gestione dell’innovazione e le dinamiche gestionali e innovative all’interno dei network d’imprese.
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hanno collaborato
Piero Carducci | la terra di Piero | pag. 79 Economista e docente universitario, è specializzato in sviluppo territoriale e sistemi per il controllo di gestione. È stato direttore della scuola di formazione manageriale del Gruppo Telecom e presidente dell’Agenzia di sviluppo della Provincia di Potenza. Ha diretto la collana di management del ministero degli Interni. Attualmente è presidente dell’organismo di vigilanza delle Ferrovie regionali.
Nicola Boschetti | un’ottima annata | pag. 133 Nato a Guardiagrele l’8 maggio 1971, sposato con un figlio di 10 anni, affianca da oltre 22 anni Angela e Peppino Tinari nel ristorante Villa Maiella, con la piacevole responsabilità di occuparsi di una ricca cantina. Molto conosciuto nel mondo del vino, ha ricevuto riconoscimenti sia regionali che nazionali, tra cui la 1° Edizione 2005 del premio “Francesco Di Cintio” dell’Associazione Italiana Sommeliers riservata ai giovani professionisti. Ha avuto l’onore di essere il sommelier del pranzo ufficiale riservato all’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, durante la visita a Chieti nel settembre 2005. Collaboratore di varie riviste del settore (Gambero Rosso, Cucina e Vini, Slow Food), docente dei master sul vino Slow Food, organizzatore di serate a tema. Coadiuvante nei progetti sull’alimentazione riservati ai bambini delle scuole elementari. Fuori dal suo mondo si rifugia nel ciclismo, sport che pratica con passione.
Raffaele Cavallo | adagio con gusto | pag. 134 Lancianese, 43 anni, dirigente d’azienda. Dal giugno 2006 è presidente regionale Slow Food Abruzzo-Molise e membro del consiglio dei governatori di Slow Food Italia. In precedenza, dal 1999, è stato fiduciario della condotta Slow Food di Lanciano/Vasto. Si deve a lui l’organizzazione di numerose iniziative per la valorizzazione dei prodotti e del territorio, e di eventi di grande partecipazione come Cala Lenta, per la salvaguardia della piccola pesca e della Costa dei Trabocchi, uno dei tratti più suggestivi d’Abruzzo, descritto da d’Annunzio nel Trionfo della Morte. È convinto che oggi ci sia bisogno di una nuova economia, basata sulla rilocalizzazione di produzioni e consumi, sull’accorciamento delle filiere, sulla valorizzazione delle economie locali e di piccola scala. Nel succedere all’indimenticato Libero Masi ha dichiarato che l’obiettivo della sua presidenza era «proseguire l’opera di valorizzazione e di promozione delle tradizioni e della cultura alimentare abruzzese, cercando di tradurre al meglio le attese del mondo produttivo regionale e quelle dei consumatori. In altri termini, operare concretamente per la tutela della tipicità e della biodiversità e per l’educazione al gusto».
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segno dei tempi » di Vyck
Ricostruzione e lotterie Ma che sta facendo?
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Ma nulla: gli hanno detto che i soldi per ricostruire l’aquila si faranno col “Gratta e Vinci”