Maggio 2010

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ISSN 1973-5383

www.abruzzoimpresa.it

maggio 2010 _ numero 43 _ anno V

â‚Ź3,00




www.puzzle.it Adecco Italia S.p.A. (Aut. Min. Prot. N. 1100-SG del 26.11.2004).

Leader mondiale nei servizi HR Adecco è il Gruppo n° 1 in Italia specializzato nella gestione delle risorse umane. Grazie a un’offerta completa di servizi, che include il temporary staffing, l’outsourcing, il permanent placement, l’outplacement, la formazione e la consulenza, Adecco è in grado di rispondere alle esigenze di ogni azienda. In Italia opera attraverso un team di 1700 professionisti e un network di 400 uffici capillarmente distribuiti su tutto il territorio nazionale. Adecco Avezzano Industrial Via Trento, 56 - Tel. 0863.41.58.55 Adecco Chieti Industrial Via T. Scaraviglia, 102 - Tel. 0871.55.20.74 Adecco L’Aquila Industrial Via Strinella, 12/e - Tel. 0862.41.92.58 Adecco Lanciano Industrial Corso Bandiera, 93 - Tel. 0872.72.40.18 Adecco Nereto Industrial Piazza Marconi, 16/17 - Tel. 0861.80.80.02 Adecco Ortona Industrial Via della Libertà, 74/76 - Tel. 085.906.83.60

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€3,00

ISSN 1973-5383

IN COPERTINA Guerino Testa presidente della Provincia di Pescara foto di Simone Cerio

MAGGIO 2010 N°43 ANNO V NUMERO CHIUSO IN REDAZIONE IL 14 MAGGIO 2010

DIRETTORE RESPONSABILE

ELEONORA LOPES

REDATTORI MARCO TAGLIERI, DENIA DI GIACOMO, JENNY VIANT GÓMEZ, LAURA TINARI EDITORIALISTI ERNESTO PETRICCA, GIUSEPPE MAURO, GIUSEPPE D’AMICO, MAURO DI PIETRO, PIERO CARDUCCI HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO GIUSEPPE D’AMICO, LUCIANO FRATOCCHI, ALFREDO DE VINCENTIS, LUIGI CARUNCHIO, PIETRO PASTORELLI, SIMONE D’ALESSANDRO, ANTONIO TETI, FILIPPO PAOLINI, MASSIMILIANO PALUMBARO, MASSIMO AVENALI, RAFFAELLA DI MARINO, ALESSIO PELUSI, LAURA SACCHETTI, CAROLINA PIERFELICE, PIETRO CAMPANARO, ELISA DI VENANZIO, NICOLA BOSCHETTI, ALESSANDRA VALLERA, CHIARA STROZZIERI, PIERO VITTORIA, CAMILLA MARINO ART DIRECTOR

MARCELLO STARINIERI _ VISUALADV.IT

UFFICIO GRAFICO

VINCENZO SULPIZIO

UFFICIO FOTOGRAFICO

SIMONE CERIO, ROCCO PETREI

CONTROLLO

DANILO MARTORELLI

WEB ENGINEER

GIANLUIGI TIBERI

REGISTA VIDEO/TV

PEPPE MELIZZI

RESPONSABILE SPEDIZIONI

GIUSEPPE CIAVATTELLA

STAMPA

D’AURIA PRINTING SPA - AP

RESPONSABILE PUBBLICITÀ

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EDITORE

FABIO DE VINCENTIIS _ ECCO ITALIA GRUPPO EDITORIALE

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Abruzzo Impresa è registrato con il n. 04 del 07/04/2006 presso il Tribunale di Pescara e la 1a pubblicazione mensile è del mese di maggio 2006. Ecco Italia S.r.l. è iscritto al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 17047. Copyright© 2006/2010 tutti i diritti riservati. Ecco Italia srl - Pescara - Italia Nessuna parte della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma o rielaborata con uso di sistemi elettronici o diffusa, senza l’autorizzazione scritta da parte dell’editore. Manoscritti e foto inviati al giornale, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Gruppo Editoriale Ecco Italia S.r.l. S. P. Lungofino complesso Ibisco 5/6 - 65013 Città Sant’Angelo - Pescara

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La Newsletter della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Pescara Anno IV - n° 5

Integrare per collaborare Nello scorso numero il titolo di quest’articolo era “Integrare per partecipare”. In quel caso però intendevamo l’utilizzo di più strumenti di comunicazione per raggiungere un obiettivo di buona informazione e comunicazione. Questo mese, si continua a parlare di integrazione, ma stavolta tra Enti e tra questi e le Associazioni di categoria. Infatti, tra le notizie più importanti del mese, c’è quella della firma di un protocollo d’intesa tra la Camera di Commercio I.A.A. di Pescara e la Provincia per l’abbatimento del digital divide. I due Enti si sono trovati perfettamente in sintonia nel riconoscimento di un problema attuale: l’impossibilità di aziende e cittadini di potersi connettere fruendo dei vantaggi della Rete. La CCIAA continua anche la collaborazione con le Associazioni di Categoria promuovendo l’impresa e l’occupazione con il progetto Mise-Unioncamere. Sul sito www.pe.camcom.it è possibile approfondire questi ed altri temi. Venite a trovarci.

Maggio 2010

Lavorare informati

Banda larga: un protocollo per abbattere il digital divide Al via il protocollo d’intesa tra la Camera di Commercio di Pescara e la Provincia per portare, grazie alla tecnologia wireless, il collegamento in banda larga ai comuni del pescarese. Sono molti i comuni non coperti dalla connessione ADSL, gap tecnologico che coinvolge diverse migliaia di persone e di imprese e che i due Enti vogliono azzerare. Il progetto verrà presentato al Forum della Pubblica Amministrazione che si terrà a Roma dal 17 al 20 maggio. Successivamente si entrerà nel momento operativo del progetto che, si prevede, verrà completato nei primi mesi del 2011.

Imprese InForma la newsletter della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Pescara

Emergìe: Mostra sul Risparmio Energetico e fonti di energia rinnovabili

Dal 10 al 13 Giugno parte la terza edizione di Emergìe, Iscriviti su www.pe.camcom.it la rassegna della CCIAA di Pescara dedicata al Lavorare Informati risparmio energetico e alle fonti rinnovabili. L’evento mira a sensibilizzare il mondo imprenditoriale e quello dei consumatori verso una tematica di importanza cruciale per la realizzazione di uno sviluppo economico sostenibile e rispettoso degli equilibri ambientali. Sono presenti numerose aziende di caratura nazionale ed internazionale, oltre che rappresentanti del Mondo Istituzionale e della Ricerca e delle Associazioni di Categoria. Tra le iniziative, vi segnaliamo: “Innovazione e Trasferimento Tecnologico”, l’area nella quale la BIRTT (Borsa Regionale dell’Innovazione, della Ricerca e del Trasferimento Tecnologico), presenterà le eccellenze regionali ed “Innovazione e Ricerca”, lo spazio gestito dall’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), in qualità di partner del Consorzio BRIDG€conomies, che organizzerà 2 workshop. Il primo, che si terrà il 10 giugno alle 18.30, sarà dedicato a “L’efficienza energetica e l’eco-progetazione edilizia”, l’altro, previsto per l’11 giugno alle 18.00, avrà come tema la “Generazione Distribuita di energia elettrica”. Inoltre, durante la mostra, si potrà fare un check up gratuito sull’efficienza della propria casa o impresa. Maggiori informazioni sul sito www.emergie.it oppure telefonando al +39 0854536434

Promozione di nuova imprenditorialità e sostegno all’occupazione

Avvisi e Scadenze 17 - 20 maggio: FORUM PA

Nel quadro dell’Accordo di Programma tra il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Unioncamere per sostenere l’occupazione e l’accesso al credito delle 10 - 13 Giugno: Emergìe piccole e medie imprese (PMI) è stato approvato un progetto, finanziato da Porto Turistico “Marina di Pescara” MISE – UNIONCAMERE, per la creazione di uno sportello che si occupi della 30 Giugno: Scadenza promozione di nuova imprenditorialità e di aggregazione d’impresa e sostegno presentazione MUD all’occupazione. L’ambito d’interventi prevede una serie di iniziative, programmate dalla CCIAA in partnership con le Associazioni di Categoria, finalizzate a promuovere e sostenere la creazione di nuove imprese, attraverso il finanziamento regionale di interventi destinati a realizzare un’offerta integrata di servizi di informazione, orientamento, formazione, assistenza tecnica ed accompagnamento all’imprenditorialità. I beneficiari del progetto suindicato sono le imprese di nuova costituzione, anche in forma aggregata, i lavoratori di imprese che intendano costituirsi in cooperativa o avviare un’attività imprenditoriale e di lavoro autonomo, altri aspiranti imprenditori, in condizione di disoccupazione o inoccupazione, appartenenti a categorie a rischio di esclusione dal mercato del lavoro. Informazioni: www.pe.camcom.it - email: promozione@pe.camcom.it - tel. +39 0854536434 www.pe.camcom.it


2010

Appuntamento con l’impresa

Autunno 2010

4a Convention delle imprese


in copertina

Guerino Testa

Hobby

I miei hobby preferiti sono il calcetto e la palestra. Ma purtroppo oggi non ho tempo per tutto.

Guerino Testa,

onestà e dialogo al servizio della Provincia Guerino Testa è nato a Pescara il 16 marzo 1970. Passione, coerenza e grande capacità di confronto, sono tra le qualità che un anno fa gli hanno garantito il consenso per l’elezione a presidente della Provincia di Pescara. Laureato in Economia e Commercio, Testa è dottore commercialista e si occupa da anni di finanza agevolata per le imprese, di contabilità e consulenza aziendale. Ha una sorella maggiore, Anna. È sposato dal 2005 con Connie ed è padre di due bimbe: Vittoria e Valentina. È un uomo affascinante, elegante ed è ritenuto “il bello della politica abruzzese”. Chi lo conosce sa che il presidente ha uno spiccato senso dell’amicizia, è altruista, sempre aperto al dialogo e come dice lui stesso «amo stare in compagnia». Da sempre vicino al mondo delle imprese e delle professioni, è diventato, negli anni scorsi, presidente dell’associazione “Dire Pescara” che aggrega professionisti e imprenditori che vogliono contribuire allo sviluppo e alla crescita economica della città. La sua attività in favore della città e del territorio inizia con l’associazione, e nel 2003 viene eletto consigliere comunale della città di Pescara con la lista civica di “Pescara Futura” risultando il più votato. Nel 2005 sceglie di entrare in Forza Italia. A Palazzo Città è membro delle commissioni consiliari “Bilancio”, “Lavori Pubblici”, “Decentramento e Vigilanza” dove matura un’esperienza significativa nel controllo di gestione dell’ente pubblico. Nel settembre 2005 viene nominato presidente della Commissione “Vigilanza e garanzia” al Comune di Pescara. Nello stesso anno viene designato Commissario Provinciale di Forza Italia in virtù delle sue qualità di eccellente coordinatore e organizzatore. Alle elezioni amministrative del 2008 viene rieletto consigliere comunale con 1021 voti, risultando il primo degli eletti del PDL. Le carte vincenti della sua avventura politica sono l’onestà, la coerenza e la capacità di mantenere un dialogo vivo e costruttivo con i suoi elettori. L’energia e l’entusiasmo del giovane amministratore si coniugano con la sua già significativa esperienza di consigliere e uomo di partito. Nel 2009 viene eletto presidente della Provincia di Pescara con 91.417 voti. Il suo slogan, in campagna elettorale è stato: promuovere una “Provincia utile”, coinvolgendo il territorio e i 46 comuni.

Passione

Sono appassionato di lettura, con particolare riferimento ai temi finanziari.

Sport

La squadra di calcio del cuore è l’Inter. Ma solo dopo il Pescara che seguo da sempre.

Piatto preferito

A tavola impazzisco per le cotolette. Le adoro.

Vacanza

L’ultima vacanza l’ha trascorsa a Pescocostanzo, in famiglia. Con due bambine piccole, scelgo posti adatti a loro.

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Sede di Castiglione M. Raimondo Viale Umberto I 64034 Castiglione M.R. (TE) Tel. 0861/9941 Fax. 0861/994215

Filiale di Rosciano Via Roscio da Montechiaro 65020 Rosciano (PE) Tel. 085/8509142 Fax. 085/8509853

Tesoreria di Città S.Angelo C.so Vittorio Emanuele II 65013 Città S.Angelo(TE) Tel. 085/969343 Fax. 085/9699748

Filiale di Pianella Piazza De’ Vestini 65019 Pianella (PE) Tel. 085/972626 Fax. 085/971456

Tesoreria di Villa Bozza Viale Risorgimento 64030 Montefino (TE) Tel . 0861/996300 - Fax. 0861/996273

Filiale di Elice Contrada Sant’Agnello, 193/2 65010 Elice (PE) Tel. 085/9609006 Fax. 085/9609825

Filiale di Piane di Castiglione M. R. Fraz. Piane di Castiglione M. R.. 64034 Castiglione M.R. (TE) Tel. 0861/909150 Fax. 0861/909818

Filiale di Penne Circonvallazione A. Moro 65017 Penne (PE) Tel. 085/8278386 Fax. 085/8210200

Filiale di Marina Città Sant’Angelo Via Tito de Caesaris, 4 65013 Marina Città S. Angelo (PE) Tel. 085/9506431 Fax. 085/9506824

Filiale di Cerratina Via Trieste, 12 - 65010 Cerratina (PE) Tel. 085/9771919 - Fax. 085/9772234 Filiale di Loreto Aprutino Via Mameli - 65014 Loreto Aprutino (PE) Tel. 085/8290611 - Fax. 085/8509853 Filiale di Silvi Marina Via Roma, 285 - 64029 Silvi Marina (TE) Tel. 085/9359724 - Fax. 085/9354798 Filiale di Pineto SS. 16 - C. De Titta 64025 Pineto (TE) Tel. 085/9493471 - Fax. 085/9493374


sommario _ anno V n°43 _ maggio 2010

opinioni&rubriche editoriale

15

Gocce d’inchiostro

ctrl s

16

Tendenze, fatti e persone

o che produce

21

L’appello della Confapi: ripartire dalle Pmi

23

La crisi in Grecia e le ripercussioni in Italia

confi.... denzialmente

25

Le priorità di Confindustria Abruzzo

il punto

27

Lo “spezzatino” indigesto

la terra di Piero

105

Ricostruzione: cambiare passo

l’Abru

nonsolo economia

46

in primo piano speciale terremoto

28

L’Aquila, un anno dopo

vinitaly

40

Vinitaly 2010, l’Abruzzo vince la sfida

regione

46

Carpineta: «Selezione e formazione per una Regione più efficiente»

regione

48

Paolo Gatti, «Le risposte del mio assessorato alla crisi»

provincia l’Aquila

53

«108 Comuni, un’unica Comunità»

Confindustria Abruzzo

57

Economia: pollice verso

energia

59

Terna e i progetti in Abruzzo

48

57

in copertina provincia di Pescara

62

La sfida di una Provincia utile

incarichi&carriere gabrielli/rapone

69

girolimetti/ varrenti/nigliato

71

Protezione Civile/sezione terziario Confindustria Teramo Ance Abruzzo/Coldiretti pensionati/Banco alimentare

72

storie&persone renato ricci

72

Renato Ricci e un sogno chiamato museo

grandi storie rupert murdoch

75

Keith Rupert Murdoch, il re della comunicazione

98

tematiche d’impresa mercati

77

La ripresa del Dollaro

fisco

80

Tutte le novità su Iva e Intrastat

energia

82

La non qualità dell’energia

106 11



sommario _ anno V n°43 _ maggio 2010

creatività& innova ione

84

L’ozio creativo

ict

86

La lettura della mente umana: il punto di non ritorno?

norme&leggi

89

La revocatoria fallimentare

economia& sviluppo

92

Le reti d’impresa

ricerca& innova ione

95

Agroalimentare: l’imperativo è il polo dell’innovazione

credito&finan a bnl banca dell’adriatico caripe tercas

98 101 103

115

Bnl: fare i conti con l’ambiente Monitor dei distretti Abruzzo e Marche Tercas-Caripe, continua il braccio di ferro…

seminari&convegni abruzzotravelling

106

Abruzzotravelling, il consorzio che fa la differenza

sanità

109

Pazienti in rete

sanità

111

123

L’Abruzzo non sente bene

cgil

113

«Conflitto e democrazia le nostre armi»

regione Abruzzo

115

Occhio alla sicurezza

progetto natosicuro

117

Parola d’ordine: sicurezza sul lavoro

129

eventi ecotur

118

«Sorridi, c’è Ecotur»

ekk

120

Ekk, l’Abruzzo forte e gentile

cciaa e provincia Pescara

123

CCIAA e Provincia di Pescara, insieme per la rete senza fili

formazione

127

All’Aquila un master sulla gestione dei rischi e delle crisi

premi

129

L’abruzzese Teti conquista il Premio Marconi

premi

131

oma

133

OMA Group sbarca in Libia

agenzia doganale romeo

134

Deposito doganale e fiscale: perché convengono

industria nautica

137

La multiproprietà navale

industra musicale

141

editoria

segue a pagina

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131

Soalca riceve il premio “Italialleva 2010”

133

La musica in Abruzzo si fa sentire La sfida dell’E-book

la vita è bella

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editoriale

/ gocce d’inchiostro

Eleonora Lopes _ direttore

S

ei aprile 2010. È già trascorso un anno dal terremoto che ha sconvolto l’intera comunità aquilana, causando 308 vittime. Sono state numerose le iniziative promosse per non dimenticare la tragedia: concerti, fiaccolate, incontri culturali. «Oggi è il giorno del ricordo e del dolore - ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta - bisogna ritrovare lo spirito unitario di armonia, di condivisione che caratterizzò i primi giorni dopo il terremoto». Cosa non affatto semplice. Tante cose sono state fatte e tante altre sono ancora da fare. Abruzzo Impresa ha deciso di dedicare uno speciale di approfondimento, ad un anno dalla tragedia che ha commosso il mondo intero trascorso tra buone azioni e scandali vergognosi. Diverse le voci ascoltate: il sindaco dell’Aquila Cialente, l’ex presidente della Provincia Pezzopane, il vice presidente del Consiglio regionale De Matteis, ma anche il Comitato 3.32 e il Popolo delle carriole. Le posizioni, c’era da immaginarselo, sono molto differenti, ma convergono in un punto: il bene di questa città.

C

ambiamo decisamente argomento e parliamo di una notizia che ha avuto risonanza a livello nazionale. Il primo cittadino di Teramo, Maurizio Brucchi, si è fatto promotore di una nobile e originale iniziativa per abbattere l’inquinamento e il traffico e aumentare la qualità della vita. E infatti, il Comune che dirige ha anche firmato il “Patto dei Sindaci” della Commissione europea per raggiungere gli obiettivi Ue del 20, 20, 20. Da diversi giorni, il sindaco e i suoi assessori, in città non viaggiano più in auto blu, ma con delle biciclette blu, lasciando le loro macchine in appositi parcheggi. Un buon esempio per i teramani. Ma la stupidità umana non ha limiti e qualche mattina fa, Teramo si è svegliata con la consapevolezza di avere cittadini davvero stupidi. Un atto vandalico avvenuto di notte, ha visto distrutte le biciclette dell’amministrazione comunale. Ma Brucchi non si è dato per vinto, e ha già provveduto a far riparare le bici per continuare a diffondere il suo messaggio contro l’inquinamento. Un plauso al sindaco Brucchi.

U

n po’ d’Abruzzo a Bruxelles. Il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, è appena rientrato da Bruxelles, insieme ad una delegazione di 55 sindaci per il “Patto dei Sindaci”. La provincia di Chieti è stata scelta come rappresentante di tutte le province italiane firmatarie del Patto, poiché è stata l’unica in Italia ad essere riuscita a far firmare a tutti i comuni del proprio territorio il “Patto dei Sindaci”. Il Covenant of Mayors è finalizzato alla redazione di piani di sviluppo delle energie rinnovabili e del risparmio energetico per il conseguimento degli obiettivi del Pacchetto Clima ed Energia denominato “20-20-20” (20% di riduzione di anidride carbonica, 20% di aumento dell’efficienza energetica, 20% di energia da fonti rinnovabili). Nel corso della cerimonia, che si è svolta alla presenza del presidente della Commissione Europea, José Manuel Durão Barroso, del presidente dell’Europarlamento, Jerzy Buzek e del presidente di turno dell’Unione europea, José Luis Rodriguez Zapatero, Di Giuseppantonio è intervenuto a nome di tutte le province italiane. direttore@abruzzoimpresa.it

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ctrl

s FAZIO: «L’ABRUZZO UN MODELLO DA ESPORTARE, MA IL NUMERO DEGLI OSPEDALI VA RIDOTTO DA 22 A 9» Abruzzo e Sicilia «hanno avuto un esito pienamente soddisfacente sul piano di rientro» ha commentato il ministro Fazio, in visita all’Ospedale dell’Aquila, e facendo riferimento alle difficoltà registrate nel dibattito sul settore privato ha continuato «ci rendiamo conto che le riforme strutturali sono difficili perché la riqualificazione della rete ospedaliera è complessa, per questo si chiede la collaborazione di tutti, pubblico e privato». Il ministro si è così congratulato con la Regione Abruzzo per gli ottimi risultati ottenuti nel Piano di rientro sul deficit sanitario concordato con il Governo. In un secondo momento, il ministro della Salute, intervenendo con un videomessaggio ad un convegno sull’informatica nella Sanità a Pescara, ha annunciato che entro il 2012 in Abruzzo si passerà da 22 a 9 ospedali. «Questo non significa che si registrerà una riduzione di posti letto - ha puntualizzato - perché la manovra avverrà attraverso la riqualificazione generale». Fazio ha aggiunto che si punterà sulla sanità territoriale e su quella in rete e ha così annunciato che anche l’Abruzzo sarà interessato dal fascicolo sanitario elettronico che faciliterà enormemente la cura del paziente.

L’AQUILA, ZONA FRANCA URBANA SEMPRE PIÙ VICINA È stato approvato dal CIPE lo stanziamento di 45 milioni di euro come dotazione a supporto della Zona Franca Urbana per il territorio aquilano, che per i prossimi cinque anni potrà beneficiare di una fiscalità di favore e altre misure a sostegno dello sviluppo economico e occupazionale. Il CIPE, in conformità a quanto deliberato dal Consiglio Regionale d’Abruzzo, ha individuato come territorio interessato dalla zona franca l’intero Comune dell’Aquila. Le modalità di attuazione saranno oggetto di un apposito decreto ministeriale, che chiarirà forma e misura dei benefici utili per favorire la nascita di nuove micro e piccole imprese sino a 50 dipendenti, per l’insediamento di aziende extra-territoriali e per il sostegno alle aziende preesistenti. La pratica ora passerà a Bruxelles per l’approvazione e il via libera della Commissione Europea.

LA CUCINA ABRUZZESE PIACE AGLI AMERICANI Meglio se è tipica e familiare. Sul New York Times dell’11 aprile, il giornalista Matt Gross ha pubblicato, nella sezione Travel, un lungo articolo dal titolo “Mangia, Mangia!” con il quale elogia la tipicità dell’enogastronomia abruzzese e la capacità di essersi conservata tradizionale. Nel suo diario di viaggio in Abruzzo il giornalista ha legato sul filo della bontà culinaria - dai formaggi, ai salumi, ai cerasuoli - e la bellezza paesaggistica di località diverse tra loro: Pescara e Carpineto della Nora, Abbateggio e Sulmona, il Parco Nazionale della Majella e L’Aquila. «Nel suo articolo - ha commentato l’assessore regionale al Turismo, Mauro Di Dalmazio - Gross ha descritto l’Abruzzo come una regione che ricorda dipinti di pittori stranieri e set cinematografici avvertendo che però si tratta di realtà». Nelle sue parole l’Abruzzo si mostra in tutta la sua suggestione di luogo meno conosciuto della più classica Toscana, ma altrettanto ricco di tradizioni, di borghi e di inesplorate ambientazioni. «Il mercato statunitense - ha concluso Di Dalmazio - è un mercato dalle forti potenzialità per la nostra regione sul quale bisogna continuare ad investire».

SANITÀ, SIGLATO L’ACCORDO CON I PRIVATI PER FISSARE IL TETTO DI SPESA La sigla dell’accordo sui tetti di spesa per la cliniche private e quindi anche per l’Aiop segna un momento di fondamentale importanza nel processo di risanamento e riorganizzazione della sanità abruzzese. «Un risultato - ha dichiarato Gianni Chiodi, commissario ad acta per la Sanità - ottenuto grazie anche alla presa di coscienza degli imprenditori della sanità privata, che hanno compreso l’importanza del piano di risanamento della sanità abruzzese». L’accordo, che allontana definitivamente, il disaccreditamento delle cliniche, tutela sia i pazienti che le centinaia di lavoratori che operano in quelle strutture sanitarie. Per fissare il tetto di spesa, è stato preso come riferimento il fatturato 2008 delle cliniche private, che rappresenta un dato certo. Secondo l’assessore Venturoni così la Regione avrà la certezza che verranno erogate solo prestazioni appropriate, mentre i titolari delle cliniche potranno contare su un tetto di spesa chiaro e definito oltre a pagamenti certi a fronte di un sistema di controllo efficace e trasparente.

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tenden e fatti persone

TERAMO, IMPENNATA NELLA CASSA INTEGRAZIONE + 431% da febbraio a marzo 2010 con 12.324 lavoratori fermi, questi secondo un rapporto Uil i dati della Cassa integrazione straordinaria nella provincia teramana. Un fenomeno grave che riguarda soprattutto i lavoratori non più giovanissimi che sempre più spesso al termine della cassa integrazione straordinaria in deroga si trasformano in disoccupati. Parliamo dei lavoratori over 45, troppo vecchi per l’azienda e troppo giovani per la pensione. È questa infatti la fascia più a rischio per la perdita definitiva del lavoro. Come sempre a farne maggiormente le spese sono le donne, con una professionalità medio-bassa, e che rappresentano circa il 27% dell’intera fascia di espulsi dal mondo del lavoro. Per loro, dunque, diventa essenziale riqualificarsi per trovare un nuovo spazio nel mercato occupazionale.

DAL 2011 CANONE PER L’ACQUA MINERALE

MODIFICATA LA LEGGE REGIONALE SUL COMMERCIO

In linea con altre regioni anche in Abruzzo a partire dal primo gennaio 2011 entrerà in vigore il canone dell’acqua minerale a carico dei concessionari di acque minerali e termali destinate all’imbottigliamento e alla commercializzazione o ad attività termali. Il canone ha spiegato l’assessore regionale Alfredo Castiglione sarà pari a un euro ogni 1000 litri imbottigliati e 50 centesimi ogni 1000 litri di acqua termale. Le imprese che firmeranno un protocollo con la Regione Abruzzo, a difesa dei livelli occupaziononali, beneficeranno di una riduzione e pagheranno 30 centesimi ogni 1000 litri imbottigliati, mentre per le acque termali non ci sarà alcuna riduzione. La decisione nasce da un accordo con le aziende, che in regione operano nel settore, e rivede le decisioni assunte precedentemente dalla finanziaria. L’intenzione, come l’assessore ha sottolineato, è creare un canone unico che accomuni tutte le regioni.

Vendite promozionali tutto l’anno e senza limiti sulle referenze dei punti vendita, riposi infrasettimanali concordati e introduzione del riposo a turno alla metà dei dipendenti nei giorni festivi, con la possibilità di assumere nuovi lavoratori. 44 ora le giornate festive e domenicali e bloccata per 24 mesi l’apertura delle grandi superfici di vendita, fatta eccezione per le domande già pervenute prima dell’entrata in vigore delle modifiche, ma solo se complete di ogni certificazione. Il provvedimento sblocca infine 6 milioni di euro da affidare ai consorzi fidi dei commercianti per l’abbattimento dei tassi di interesse. Questi alcuni dei punti qualificanti il testo di riforma della legge 11 del 2008 sul commercio approvata in Consiglio regionale. Una legge che farà da punto di partenza per l’elaborazione di un testo unico, da approvare entro la primavera del 2011, che superi la logica dell’attuale legge, composta da un solo articolo e da 200 commi. La norma, giudicata un giusto equilibrio tra piccolo e medio commercio, grande distribuzione e sindacati, ha trovato sul piano politico il parere positivo delle opposizioni, che come ha sottolineato l’assessore alle Attività Produttive, Alfredo Castiglione, «hanno dovuto convenire sul fatto che si tratta di un testo dove prevale il buon senso ed in cui, per la prima volta, si mostra attenzione verso i lavoratori del comparto».

LUISS E CONFINDUSTRIA ABRUZZO A CACCIA DI TALENTI Reclutare i migliori talenti su tutto il territorio nazionale, valorizzando l’eccellenza di un modello che, per la qualità della didattica e dell’ambiente studentesco e il forte collegamento con il mondo del lavoro, forma con cultura d’impresa e vocazione internazionale “classe dirigente” per il Paese. Questi sono gli obiettivi che la LUISS - Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma - ha illustrato all’Aquila in un incontro rivolto agli studenti delle quarte e quinte classi delle scuole medie superiori della città e della provincia dell’Aquila. L’evento, organizzato in collaborazione con Confindustria Abruzzo, ha avuto come oggetto le opportunità di studio e gli sbocchi professionali offerti dalla LUISS, Università promossa da Confindustria e presieduta da Luca Cordero di Montezemolo. Lo scorso anno gli studenti abruzzesi iscritti alla LUISS erano il 4,8% della popolazione studentesca.

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OCCUPAZIONE, I DATI DELL’ISTAT

100.000 EURO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

L’istituto nazionale di statistica ISTAT ha pubblicato i dati relativi all’occupazione italiana del 2009. In Abruzzo il tasso di disoccupazione è aumentato dal 6,6% del 2008 al 8,1% del 2009, mentre l’aumento in Italia è stato dal 6,7% al 7,8%. Nel 2009 sono stati tagliati in Abruzzo ben 24 mila posti di lavoro, passando da 518mila a 494mila occupati. Il numero dei disoccupati è salito da 36 a 43 mila. Anche la forza lavoro è diminuita scendendo a 17 mila persone (da 554 a 537 mila). Il tasso di attività in Abruzzo (la forza lavoro in rapporto alla popolazione in età tra i 15 e i 64 anni) è passato dal 63,1% al 60,7%. Il calo dell’occupazione ha colpito più gli uomini che le donne e specialmente gli autonomi e i lavoratori a tempo determinato, ma anche nelle piccole imprese quelli a tempo indeterminato. Degli occupati abruzzesi totali del 2009 363 mila sono dipendenti e 131 mila gli autonomi: 19 mila impiegati nell’agricoltura, 150 mila nell’industria e 325 mila nei servizi.

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Ambiente Daniela Stati, ha approvato la delibera con cui viene finanziato l’accordo di programma per “Agenda 21”, prevedendo un contributo di 100.000 euro per Provincia. L’accordo siglato tra la Regione Abruzzo, le quattro province e la partecipazione della Regione al Coordinamento Regionale; prevede un piano d’azione per lo sviluppo sostenibile da realizzare su scala globale, nazionale e locale, con il coinvolgimento di tutti gli operatori del territorio. Il contributo sarà erogato in tre fasi e a seguito di avanzamenti delle azioni. Nell’accordo si stabiliscono una serie di impegni reciproci: facilitare e potenziare lo scambio di informazioni sui temi di “Agenda 21”, incentivare la formazione di nuove figure professionali per lo sviluppo sostenibile, attivare iniziative promozionali e culturali di diffusione dei principi di sostenibilità, contribuire alla determinazione di indicazioni ed orientamenti per la formulazione dei piani di settore e regionali, monitorare e valorizzare le buone pratiche sul territorio regionale e favorire momenti formativi per amministratori e responsabili negli Enti Locali.

MARCHIO DI QUALITÀ OSPITALITÀ ITALIANA La CCIAA di Chieti ha premiato 86 strutture turistiche della provincia (alberghi, agriturismi, ristoranti e bed&breakfast) che hanno superato la rigida selezione per l’assegnazione del Marchio di qualità Ospitalità Italiana; iniziativa giunta alla quinta edizione promossa dalla Camera di Commercio di Chieti in collaborazione con IS.NA.R.T. Scpa, società del sistema camerale nazionale di ricerche e promozione della qualità turistica. Alla cerimonia per la consegna dei premi hanno partecipato il presidente della Camera di Commercio di Chieti Silvio Di Lorenzo, il presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio e Francesco Favìa di IS.NA.R.T., oltre a molti sindaci dei 31 comuni nei quali operano le strutture premiate.

ATTIVATA LA PEC IN CONSIGLIO REGIONALE Il servizio di Posta elettronica certificata (Pec), come previsto dalla legge, è stato attivato anche negli uffici del Consiglio regionale dell’Abruzzo. L’ha annunciato il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano. Interesserà le direzioni e le strutture amministrative di Palazzo dell’Emiciclo. Saranno, infatti, attivati 12 indirizzi Pec: uno per ciascuna direzione, uno per ogni servizio interno e uno per la segreteria della Presidenza del Consiglio regionale. Oltre alla Pec verrà attivato anche il Protocollo elettronico. Questi provvedimenti sono stati assunti dall’Ufficio di Presidenza nel dicembre 2009, in occasione dell’approvazione degli obiettivi annuali affidati alla struttura amministrativa del Consiglio regionale.

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tenden e fatti persone

IMPRENDITORIA ABRUZZESE A HANNOVER Alla cerimonia di inaugurazione della fiera di Hannover (Germania) - la più importante manifestazione del mondo dedicata alla tecnologia, all’automazione, alle forniture industriali e all’energia - il cancelliere Angela Merkel e l’ex ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola hanno visitato lo stand del gruppo Lenze, azienda tedesca leader nell’automazione elettronica e meccanica, con sede italiana a Milano. L’ad di Lenze Italia è Sergio Vellante, affermato imprenditore di origini abruzzesi, già noto per essere stato insignito, nel dicembre 2008, del premio internazionale Cartagine per l’imprenditoria e l’economia. La Merkel ha mostrato particolare interesse per le soluzioni ad alta efficienza energetica e sicurezza illustrate dal presidente del Gruppo Lenze, Dr. Erhard Tellbüscher e dall’ad Lenze Gerit - Italia, Sergio Vellante.

NUCLEARE IN ABRUZZO? NI

DA CHIETI AL PARLAMENTO EUROPEO

«La centrale nucleare la fanno, così come nel vicino Molise». Ne è sicuro il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro. Si starebbe ora solo valutando dove realizzarle. «In Abruzzo potrebbe essere costruita a Casalbordino o a Teramo, mentre in Molise a Termoli. A farla - ha ribadito - la fanno sicuramente alla faccia degli impegni che avevano preso in precedenza e prima delle elezioni, quando con artifizi e raggiri in ogni regione avevano detto che non le avrebbero fatte. Dove stanno - ha sottolineato queste 11 regioni dove devono fare le centrali nucleari? Non tutte ad Arcore immagino, in Abruzzo sicuramente la fanno». Il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi si è affrettato a smentire: «Voci completamente destituite di fondamento. Smentisco categoricamente questa ipotesi».

Il presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, in rappresentanza di tutte le Province italiane, ha parlato nell’emiciclo del Parlamento Europeo di fronte al presidente della Commissione Europea, José Manuel Durao Barroso; al presidente dell’Europarlamento, Jerzy Buzek e al presidente di turno dell’Unione europea, José Luis Rodriguez Zapatero, primo ministro spagnolo. L’occasione è stata la cerimonia ufficiale per la firma del “Covenant of Mayors”, documento finalizzato alla redazione di piani di sviluppo delle energie rinnovabili e del risparmio energetico per il conseguimento degli obiettivi del Pacchetto Clima ed Energia denominato “20-20-20” (-20% di riduzione di anidride carbonica, + 20% di aumento dell’efficienza energetica, 20% di energia da fonti rinnovabili). La Provincia di Chieti ha fatto la parte del leone nell’emiciclo di Bruxelles, con ben 84 sindaci presenti in fascia tricolore guidati dal presidente Enrico Di Giuseppantonio e dagli assessori Eugenio Caporrella (Ambiente ed Energia), Mauro Petrucci (Chietini nel mondo) e Donatello Di Prinzio (Protezione Civile ed Edilizia Scolastica); c’erano anche il presidente dell’Alesa, Gianfranco Basterebbe, e il suo direttore, Antonio Di Nunzio.

DEBITO REGIONALE SOTTO I 3,5 MILIARDI ENTRO IL 2010 «Abbiamo già alle spalle due Finanziarie durissime, da lacrime e sangue, ed entro la fine dell’anno, l’indebitamento della Regione Abruzzo, strettamente legato al fattore sanità, calerà ancora sensibilmente arrivando a circa 3 miliardi 250 milioni di euro. Già dal 2012, contiamo di avere risorse per cominciare a liberare ulteriori potenzialità». Parole del presidente della regione, Gianni Chiodi, nel corso di una tavola rotonda organizzata dalla BIIS, Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo, che si è tenuta a Pescara. «È forse il momento più difficile per la storia dell’Abruzzo, ma abbiamo già creato le premesse per una risposta efficace con la firma, con il Governo nazionale, dell’Accordo integrativo quadro per le infrastrutture e con il Masterplan relativo al sistema economico. Inoltre, - ha aggiunto Chiodi - i fondi Fas, Fesr ed Fse sono risorse reali e non fittizie che si avvicinano ai due miliardi di euro e che saranno destinati allo sviluppo. La sfida vera, oltre a spenderli, sarà soprattutto quella di spenderli bene, ma questo dipenderà in gran parte dalla qualità delle proposte che arriveranno dal mondo dell’impresa».

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l’Abru

o che produce

Ernesto Petricca segretario generale della Confapi Abruzzo

L’appello della Confapi: ripartire dalle Pmi

O

rmai da anni sentiamo parlare di crisi economica internazionale, di indici finanziari negativi, di trend economici al ribasso e di altri “numeri” che ancora oggi non danno la giusta dimensione di tutto ciò che sta succedendo intorno a noi. Noi di Confapi Abruzzo da tempo abbiamo iniziato un confronto diretto con i nostri imprenditori perché, se è vero che l’ossatura economica del nostro paese e della nostra regione poggia sulle Pmi, è da loro che bisogna ripartire. Oggi siamo di fronte ad un quadro a tinte fosche fatto di grossi problemi aziendali, ma anche di grosse speranze e voglia di lottare per il futuro; quindi, ora più che mai tutta la politica e tutti gli attori sociali sono chiamati a svolgere un ruolo determinante nel lungo cammino che ci porterà fuori dalla crisi. Ogni giorno partecipiamo a riunioni, incontri e workshop per cercare soluzioni ai problemi, ma ora più che mai pensiamo che queste soluzioni passino inevitabilmente per un concetto: “strategia”. Tematiche legate al credito, ai finanziamenti, alla gestione del capitale umano e allo sviluppo territoriale non possono prescindere da una strategia d’insieme che coinvolge inevitabilmente tutte le parti sociali, chiamate a svolgere non più un ruolo di difesa e tutela esclusiva delle proprie istanze, ma quello di condivisione di valori e principi per creare una giusta sinergia. Su queste basi Confapi Abruzzo, da tempo, spinge per un rilancio del territorio che passi per lo sviluppo delle infrastrutture. Non possiamo più permetterci gestioni, a dir poco inefficienti, di

società a capitale pubblico, non possiamo ulteriormente procrastinare lo sviluppo del trasporto intermodale, dell’aereoporto, di un sistema portuale intelligente; tutte questioni che farebbero girare più velocemente e in modo molto più economico persone e merci. Noi crediamo anche e soprattutto nelle sinergie tra imprese e imprenditori. Una delle tematiche fondamentali per la nostra vita associativa è la promozione delle politiche economiche, attraverso sinergie, scambi d’informazioni e creazioni di filiere produttive. Fino ad un decennio fa questi concetti apparivano distanti per un tessuto economico giovane e dinamico quale quello abruzzese, descritto da economisti e giornalisti come la locomotiva del sud. Non è il momento dei ricordi, è il momento di ritornare ad essere “forti e gentili” anche nell’economia nazionale. Quindi tornare a rendere il nostro territorio appetibile, prima di tutto agli investimenti degli abruzzesi. Il più grosso errore che potremmo fare in questo momento è lasciarsi andare alle negatività del momento difficile, per evitare, e questo è il nostro accurato appello a tutti gli attori sociali, di tornare ad essere quello che si è; quindi le banche siano di supporto alle imprese, la politica crei sostegni ad hoc alle imprese e al lavoro, i sindacati siano di supporto e anche di controllo a nuove politiche sul lavoro e sul reddito e le associazioni datoriali, come la nostra, infine siano volte a rafforzare il nostro ruolo “tipico”, ovvero di rappresentanti degli interessi delle imprese e dei loro reali fabbisogni. Siano esse Grandi, Piccole e Medie o Artigiane

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nonsoloeconomia

Giuseppe Mauro Economista e Ordinario di Politica Economica

La crisi in Grecia

e le ripercussioni in Italia

L’

Europa ha subìto due crisi profonde negli ultimi anni: quella devastante dei subprime e quella più recente dell’attacco speculativo ai mercati e ai paesi europei. I timidi segnali di ripresa, dopo la grave recessione che ha prodotto instabilità e disoccupazione, potevano essere annullati da una seconda recessione, la cui dimensione sembrava assumesse connotati ancora più gravi rispetto alla prima. Per molti versi la situazione sembrava dunque simile a quella dell’autunno del 2008. In quel periodo vi fu il fallimento della banca d’affari Lehman, oggi si temeva addirittura la dichiarazione di insolvenza di uno Stato sovrano come la Grecia, con il rischio di un contagio nei confronti di Portogallo, Spagna, Irlanda e, per l’agenzia di rating Moody’s, dell’Italia. La prima crisi traeva origine da fenomeni finanziari che poi si trasmettevano sull’economia reale, la seconda invece ha come matrice l’elevatezza del debito pubblico ed il problema del suo rifinanziamento. Non a caso l’ondata speculativa si abbatte inizialmente sul paese più vulnerabile, la Grecia, che in passato aveva occultato alcuni dati del suo bilancio e che presentava un forte squilibrio nei conti pubblici, un disavanzo tra entrate e uscite superiore al 13%. Ciò induceva gli investitori a pretendere rendimenti sempre più elevati per l’acquisto di titoli del debito pubblico. La differenza tra un titolo di stato emesso dalla Grecia e un titolo emesso dalla Germania è di circa sei punti percentuali. Non solo, ma nei prossimi cinque anni il paese ellenico dovrà rifinanziare titoli in scadenza per 240 miliardi di euro. Esistevano quindi tutti i presupposti per l’ondata speculativa da parte di banche d’affari, di fondi speculativi, di speculatori professionisti, alimentata dalle dichiarazioni avventate e

pericolose, in piena crisi, da alcune agenzie di rating anglosassoni. Il panico ha attraversato l’Europa. Le borse del vecchio continente sono crollate una dopo l’altra, bruciando 183 miliardi di euro e trascinando verso il basso anche i listini asiatici e la borsa di New York. La tempesta sembrava dovesse condurre allo sgretolamento dell’eurosistema e alla caduta dell’euro. Scenario, quest’ultimo, decisamente impensabile fino a qualche tempo fa allorché l’euro manifestava una marcata tendenza al rialzo. E l’Italia? Com’ è noto il nostro paese ha evidenti problemi di elevato debito pubblico, ma una situazione generale di controllo dei suoi conti e di solidità. Aver messo l’Italia accanto a Portogallo, Spagna e Irlanda aveva l’obiettivo di colpire la moneta europea. L’intesa raggiunta tra i paesi europei per blindare la zona euro, per combattere la speculazione e per evitare il rischio di default dopo quello corso dalla Grecia, ha prodotto effetti positivi sui mercati. Il maxi piano fino a 750 miliardi di euro, di cui 250 da parte del Fondo Monetario Internazionale, e la possibilità per la BCE di acquistare titoli pubblici dei paesi in difficoltà hanno decisamente allontanato il rischio di una rottura dell’eurosistema e l’inversione di tendenza da parte delle borse europee. Ma cosa insegna questa crisi? Non vi è dubbio che l’Unione Europea ha come collante soltanto l’aspetto monetario. Si avverte la mancanza di un governo europeo capace di governare i fatti economici e sociali dell’Europa. Alla stessa maniera appare evidente la necessità di un Fondo monetario europeo capace di intervenire nei momenti di crisi. Dall’altro lato bisogna affrontare la questione dell’elevatezza dei debiti. Ciò vale anche per l’Italia. La riduzione della pressione fiscale in questa fase è davvero lontana

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confi... den ialmente

Giuseppe D’Amico direttore Confindustria Abruzzo

Le priorità

I

di Confindustria Abruzzo

l 29 marzo scorso, con l’elezione di Mauro Angelucci a presidente di Confindustria Abruzzo, si è avviato un nuovo corso della maggiore associazione di categoria imprenditoriale regionale, corso che sicuramente non rompe con quello passato, ma che altrettanto certamente prefigura nuovi scenari operativi e nuovi approcci alle questioni che gravano sul sistema economico e sociale abruzzese. Ciò, peraltro, è imposto da un mandato che dovrà affrontare una situazione strutturale, produttiva, economica e occupazionale di estrema gravità che necessita di terapie d’urto e che coincide anche con un periodo di delicata transizione verso modelli sociali ed economici che non saranno più come quelli che siamo stati finora abituati a conoscere e in cui saranno sempre più forti e sentiti gli effetti competitivi di una globalizzazione sempre più invasiva. In Abruzzo, come è noto, agli effetti della grande crisi economica si sommano ulteriori grandi criticità, quali il sisma che ha devastato in particolare il comprensorio aquilano nell’aprile 2009, e l’annosa questione sanitaria, con connesso deficit di bilancio, che tanti problemi ha comportato per l’Abruzzo, fino a comprometterne seriamente le stesse possibilità competitive e di sviluppo impedendo programmazioni e investimenti da parte della Regione e, soprattutto, gravando con una fiscalità aggiuntiva sul sistema delle imprese e sugli stessi cittadini. Sisma e sanità sono questioni che vanno affrontate con decisione dando le giuste risposte e soluzioni alle aspettative e alle richieste delle popolazioni abruzzesi. Il sisma, come più volte sottolineato, può essere una vera grande occasione di rinascita non solo per le aree colpite più duramente, ma per tutto l’Abruzzo, ma per il momento resta ancora una situazione di indicibile disagio sociale ed economico su cui intervenire sempre più urgentemente, cominciando a rendere operativa la zona Franca urbana già riconosciuta a L’Aquila e avviando senza più

indugi la ricostruzione, non solo quella abitativa civile, ma anche produttiva e infrastrutturale. Con altrettanta decisione e rigore deve essere affrontata la questione sanitaria: non è più pensabile mantenere in vita un sistema ormai insostenibile con ripercussioni oltre che economiche anche di ordine qualitativo per gli utenti. Da un punto di vista più congiunturale il grande problema resta però quello delle dinamiche produttive e occupazionali, fortemente colpite e contratte dalla crisi economica globale che è andata a sommarsi ad una fase recessiva che già caratterizzava l’Abruzzo da almeno un decennio. La crisi globale e i suoi effetti sono questioni di valenza nazionale e ancor più internazionale, ma anche il livello locale, e regionale in primis, deve e può fare la sua parte, aggredendo quei nodi strutturali che da tempo limitano l’asset competitivo non solo delle imprese, ma anche del “sistema Abruzzo” nel suo complesso: burocrazia, enti di programmazione economica, innovazione, infrastrutture, energia, competitività e attrattività del territorio, credito, turismo e via dicendo. Tutto sommato problemi vecchi, ma che oggi, alla luce della grave situazione e dei mutamenti in atto non possono più essere disattesi e rinviati. E allora, forse, il problema principale da risolvere e superare è sempre quello relativo al costo della politica, inteso quale incapacità di decidere e di avviare le riforme necessarie a causa di un sistema ancorato a modelli gestionali obsoleti e a logiche e tatticismi di parte. Ciò non è più possibile. Occorre un grande scatto di responsabilizzazione, da parte di tutti, sia dal punto di vista progettuale che di approccio politico e amministrativo. La domanda è: sapremo interpretare in tempo questa nuova esigenza? Saprà la politica locale farsi essa stessa esempio e interprete di nuovi modelli comportamentali e dare finalmente le risposte necessarie?

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il punto

Mauro Di Pietro giornalista

Lo “spezzatino” indigesto

L

a crisi è impietosa anche nell’imbarazzo della scelta. L’indice del clima economico complessivo, riportato nella nota congiunturale di Confindustria Abruzzo, per esempio, passato dai circa 90 punti del II trimestre 2008 ai 76 punti del II semestre 2009: il dato peggiore, sia rispetto a quello medio nazionale, sia a quello relativo al Mezzogiorno. L’allarme si registra soprattutto sul fronte delle esportazioni, avendo ottenuto il terzo peggior risultato tra le regioni italiane (-31,7% a fronte di un -21,4% medio nazionale ed un -23,5% del Mezzogiorno). La contrazione trova origine nel dimezzamento del settore degli autoveicoli e nel crollo dell’abbigliamento. Quindi la disoccupazione il cui tasso, superiore all’8 per cento nel 2009, si dimostra costantemente peggiore a quello del Centro Italia. L’attività del Governo regionale non va oltre la gestione dell’ordinario, succube del consenso a tutti i costi, nonostante il presidente Gianni Chiodi abbia avuto il coraggio di levare il dito contro la “vecchia logica dello spezzatino”. A proposito del brutto stop del Governo nazionale sui Fondi Fas. I fondi dei fondi, ben 800 milioni di euro, bloccati dai responsabili

del Ministero, perché, senza una visione innovativa e progettuale, si concentrano su quisquilie localistiche, elettoralistiche, utili a qualche restyling insomma. Una presa di posizione coraggiosa che fa onore al Governatore, ma del senno del poi sono piene le fosse. Ora anche sui Fas siamo in recupero. Sarà scomodo, ma chi sceglie di guidare il timone deve anche essere pronto a qualche picconata, se l’obiettivo è costruire per la nostra regione una nuova coscienza civica. Purtroppo il punto nodale è sempre lo stesso: deve farsi strada una nuova concezione della classe dirigente regionale altrimenti gli ospedali non li chiuderà nessuno, le spese superflue non le taglierà nessuno e tutto continuerà ad assumere proporzioni iperboliche, come il debito accumulato, quasi impronunciabile. Mauro Angelucci, neo presidente regionale di Confindustria Abruzzo, in occasione della sua prima uscita pubblica ha esortato tutti gli attori a un “salto di qualità e un grande scatto di responsabilizzazione, sia dal punto di vista progettuale che di approccio gestionale e amministrativo”. Ma per il momento siamo al solito “spezzatino”

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in primo piano » di Laura Tinari

L’Aquila,

un anno dopo A più di un anno da quel tragico 6 aprile 2009 che sconvolse il mondo intero, Abruzzo Impresa dedica uno speciale sul terremoto, per cercare di capire meglio, attraverso interviste e approfondimenti, quanto è stato fatto e quanto è ancora da fare

La fiaccolata del 6 aprile 2010 in ricordo delle vittime del sisma - Foto di Giuseppe D’Amico

«U

na realtà di terremoto molto particolare, una città, un capoluogo di Regione con quasi 100mila abitanti e dove di fatto il sisma ha distrutto tutto quello che era il tessuto sociale», così il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, ha definito L’Aquila in occasione della cerimonia per i 34 anni dal sisma del Friuli ad Udine. Abbiamo pensato di aprire così il nostro speciale Ad un anno dal terremoto, con il quale si è scelto di dare voce a tutti, Istituzioni, cittadini, giornalisti. Un anno fa, all’indomani del 6 aprile con la distruzione dell’intera Città davanti agli occhi, tutti pensavamo che L’Aquila non sarebbe mai ripartita. Maggio 2010, lo sforzo fatto da tutti gli attori coinvolti: politici, cittadini, imprenditori è stato grande e la Città sta, seppur con piccoli e lenti passi, procedendo. Durante la fase dell’emergenza si è riusciti a garantire, prima con l’alloggio presso gli alberghi e poi con il Progetto C.a.s.e., i MAP o l’autonoma sistemazione un’abitazione confortevole a gran parte della

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popolazione, a restituire a tutti gli studenti luoghi per l’apprendimento sicuri e a permettere all’Università di raggiungere ottimi livelli d’iscrizione. Un risultato importante che non ha precedenti nella storia del nostro Paese, ma che oggi ci lascia comunque e, soprattutto purtroppo una città con gravi disagi sociali ed economici. Come ha detto lo stesso Bertolaso «Si può sempre fare meglio». Anche noi la pensiamo così! Perché infatti errori nella gestione dell’emergenza possono esserci stati, pensiamo alla sottovalutazione del fabbisogno abitativo, alle polemiche per le gare d’appalto e soprattutto al centro storico dell’Aquila, la parte migliore della Città ancora oggi lasciata lì, abbandonata a sé stessa e alle intemperie. Ora la “patata bollente” della gestione delle conseguenze del sisma è passata agli enti locali, che tanto hanno rivendicato il loro ruolo, ma che non possono più tardare nel prendere le decisioni necessarie per permettere alla Città di riprendersi il suo futuro, perché i cittadini non possono più attendere, L’Aquila non può più attendere.


speciale terremoto un anno dopo » di Jenny Viant Gómez

intervista a Massimo Cialente sindaco dell’Aquila

«Ce la faremo nonostante sia difficile combattere con il Governo centrale» A più di un anno dal terremoto che bilancio fa? «Sul nostro operato si sono scatenate polemiche da tifoseria. Curva sud contro curva nord. Facendo un’analisi serena si può capire che, a fronte di una città distrutta nel tessuto edilizio, istituzionale, economico, sociale e lavorativo, abbiamo reagito. Stiamo assistendo ancora delle persone e abbiamo creato città temporanee. Ora tutto è provvisorio, anche le imprese. Viviamo di sigle: CASE, MAP, SGE... La scelta politica è stata obbligata. Guardando le ordinanze si capisce che la Protezione Civile disponeva, e poi tutto passava dall’amministrazione comunale. Posso esprimere un giudizio più che positivo». Nonostante gli sforzi, molti

vedono nella sua persona un ostacolo alla ricostruzione. Come si difende da queste critiche? «Quando è uscito il D.L. 39, poi convertito nel D.L. 77 a luglio, sono partito immediatamente con le linee guida. A fine agosto avevamo già individuato la scelta dell’Unità di Missione e la figura dell’architetto Gaetano Fontana. A settembre eravamo pronti. Il passaggio di poteri è slittato quindi abbiamo avuto la struttura normativa a febbraio. Oggi siamo il primo comune che approva la perimetrazione. Abbiamo approvato un Piano Casa della Regione molto articolato giacché prevede demolizioni e ricostruzioni. Il lavoro dietro le quinte c’è, ed è intenso. Ci stiamo battendo per definire il ruolo di Fintecna; potrà, sì, acquisire gli immobili danneggiati, ma tutto il resto sarà deciso dal Comune. Stiamo pensando al piano strategico territoriale, che oserei definire di quarta generazione. Stiamo lavorando sulla viabilità; per paradosso la disgrazia ci ha fatto scoprire il rapporto con la costa. Intendiamo ricostruire secondo criteri di avanguardia che contemplino il piano dei sottoservizi, la banda larga, solo per fare alcuni esempi». La ricostruzione reale non è ancora partita. Da cosa dipende? «C’è un insieme di fattori da valutare. Ad esempio, si è perso tempo ad intervenire sulle case B e C. C’è stato un accaparramento di progetti, denunciato dal presidente dell’Ordine degli ingegneri. Ci sono responsabilità da individuare presso il Governo centrale, che si traducono in mancanza di concessione

di fondi. Dal terzo giorno dopo il terremoto ho chiesto la tassa di scopo e la Zona franca. Tremonti mi chiedeva perché prendevamo i soldi dal finanziamento diretto e non dal finanziamento agevolato. La risposta è semplice. La legge è fatta male, infatti è stata sottoposta alla ragioneria dello stato. I soldi non arrivano. Non capisco perché il Mise (Ministero dello sviluppo economico) non porta i fondi Fas a L’Aquila. I nostri imprenditori sono alla canna del gas. L’immagine è brutta, ma è così. Le imprese che hanno lavorato non ricevono i soldi, gli albergatori non vengono pagati. Sono francamente preoccupato. I lavoratori autonomi sono discriminati in modo disumano». Che impegno si sente di prendere con i suoi cittadini? «Sto facendo assemblee nelle frazioni per spiegare ai cittadini le varie situazioni, perché capisco che sia difficile avere una visione globale della problematica. Ce la faremo nonostante sia difficile combattere con il Governo centrale. C’è rallentamento da parte del Mise. All’interno del Governo non c’è omogeneità, alcuni stanno con noi, altri no. (A pochi giorni da questa dichiarazione il premier ha polemizzato a distanza con l’amministrazione comunale aquilana sulla gestione delle macerie, ndr). Non ci fermeremo».

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in primo piano » di Laura Tinari

intervista a Stefania Pezzopane e Giorgio De Matteis

Giorgio De Matteis, vice presidente del Consiglio Regionale

Stefania Pezzopane, ex presidente della Provincia dell’Aquila, oggi consigliere provinciale

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Intervista doppia al vice presidente del Consiglio Regionale Giorgio De Matteis e all’ex presidente della Provincia dell’Aquila Stefania Pezzopane. Dalla fine dell’emergenza, che possiamo far coincidere con il passaggio di consegne di fine gennaio tra il commissario Bertolaso e il presidente Chiodi, quanto è stato fatto per avviare davvero il processo di ricostruzione? De Matteis. «Siamo in una fase difficile, in cui il passaggio di consegne non è ancora completato e in cui c’è la difficoltà di interpretare il futuro, cioè di capire con visione strategica ed esaustiva cosa deve accadere dell’Aquila e dei centri colpiti dal terremoto. Contemporaneamente però sono in fase avanzata le procedure tecniche e urbanistiche legate alla ricostruzione, perché l’architetto Fontana si è mosso rapidamente. Questo è un passaggio cruciale, a cui si lega anche il complesso processo di ricostruzione di carattere sociale, economico e produttivo. Questa parte non è stata ancora affrontata in maniera adeguata, ma bisogna insistere altrimenti si rischia una ricostruzione parziale con un tessuto sociale disgregato e con delle attività produttive colpite da una fortissima crisi accentuata poi dal terremoto». Pezzopane. «Innanzitutto spieghiamo che siamo ancora in emergenza, questo passaggio di consegne ha sancito semplicemente che ad una emergenza gestita dalla Protezione Civile si è sostituita una emergenza gestita dal Presidente della Regione, dunque un passaggio agli enti locali. L’emergenza subentrata in questa fase è economica e sociale e per essa sono stati fatti

piccoli passi, insufficienti. Abbiamo l’approvazione delle linee guida, non ancora operative, per cui di ricostruzione vera e propria non possiamo ancora parlare. Siamo nella fase in cui parte dei cantieri B e C sono aperti, qualcuno anche con buoni risultati, tuttavia la ricostruzione vera, cioè quel processo di rivitalizzazione delle città, delle loro economie e dei loro assetti sociali è ancora molto indietro». Come si stanno muovendo le Istituzioni, stanno elaborando un vero progetto di azione? De Matteis. «Sarebbe più opportuno che da parte loro ci fosse una maggiore velocità nel pensare a ciò che dovrà essere la Città del futuro e cosa dovrà essere L’Aquila per i Comuni limitrofi. L’idea di città territorio, fino a qualche tempo fa sostanzialmente uno slogan, oggi è diventata una realtà, perché dal terremoto in poi la popolazione si è diffusa in questi centri, la città si è disgregata socialmente sia con la realizzazione del Progetto C.a.s.e. sia con l’autonoma sistemazione. L’Aquila è divenuta una città molto più ampia dal punto di vista sociale. Da settimane sollecito affinché si affronti il tema con un confronto su un’idea di base, ma che coinvolga anche intelligenze che vengano da fuori regione. Con Fontana ci stiamo lavorando, mi auguro che Chiodi e Cialente colgano questa opportunità». Pezzopane. «A mio giudizio non c’è ancora una vera missione, un vero disegno che coinvolga tutte le Istituzioni. Finché c’è stato il commissario Bertolaso, abbiamo avuto un accentramento molto forte, ma oggi questa non condivisione e non collaborazione è ingiustificata. C’è stato un passaggio elettorale,


speciale terremoto un anno dopo

quindi oggi ci sono, mio malgrado, gli assetti costanti, per cui bisogna superare ogni barriera e lavorare per costruire questo disegno. Un disegno che ripensi l’organizzazione della città anche in relazione ai comuni limitrofi e che non si limiti solo a fare piani di recupero delle case danneggiate. È indispensabile un piano strategico, uno strumento che delinei quanta parte di città deve essere recuperata e quanta parte di città deve essere sostituita dalla modernità per restituire da qui a pochi anni all’Italia e al mondo una parte di territorio devastata dal terremoto, che però ha assunto una nuova funzione: essere una città di servizi, riccamente dotata di infrastrutture moderne e tecnologiche. L’Aquila non va isolata, ma riconnessa al resto del territorio. Oggi la Città ha subito un processo di grande trasformazione: il centro storico è disabitato, le migliaia di persone che vi risiedevano sono andate ad abitare disordinatamente nelle frazioni, la periferia è diventata un tutt’uno con i comuni limitrofi. In questo senso la strategia da condividere è quella di una città territorio, che si vede investita di una missione più grande, che distribuisca anche le funzioni in maniera più articolata: dove andranno l’Università, le sedi pubbliche e le scuole? A queste domande bisogna rispondere per delineare questo piano strategico».

Guardando indietro, sono stati commessi sbagli? De Matteis. «In situazioni del genere è molto semplice dare giudizi a posteriori, molto più complicato è dire le cose che non vanno nel momento in cui si verificano. Io ho cercato di farlo soprattutto nel periodo in cui si parlava della realizzazione del Progetto C.a.s.e., che non ho condiviso perché già da maggio i numeri della Protezione Civile indicavano quelle che sarebbero state le esigenze reali per la popolazione in termini di abitazioni. Fin da allora si era consapevoli che il Progetto C.a.s.e. non sarebbe stato sufficiente a coprire le necessità, che avrebbe avuto costi elevati e una realizzazione che ha trasmesso poi all’esterno l’idea che tutto andasse bene, quando invece solo 15mila persone potevano entrare a fronte delle 25mila che ne avevano bisogno. Altro problema è la gestione di queste aree che a breve passerà sotto la competenza del Comune e io mi chiedo come farà ad amministrarle con le difficoltà che ha. C’è poi l’aspetto della disgregazione sociale, che non è stato affrontato come si doveva. Si sapeva fin dall’inizio che ci sarebbe stata una delocalizzazione di migliaia di persone, pertanto si doveva pensare a realizzare aree in queste strutture e luoghi di aggregazione e incontro per giovani, anziani e i più disagiati. Si sono infatti create

situazioni di disadattamento che vanno affrontate: ci sono proposte e risorse finanziarie, ma il Comune continua a polemizzare su chi invece si sta muovendo». Pezzopane. «L’errore più grande, che ancora oggi paghiamo pesantemente, è non aver assunto come emergenza la condizione economica e sociale: se per le case c’è stata un’azione rapida e incisiva, se pur con alcune criticità, non c’è stata una Protezione Civile dell’economia, perché giustamente quando c’è una tragedia questo organismo si occupa di ciò che manca nell’immediato come le abitazioni. Nessuno si è occupato dell’emergenza lavorativa, dei disoccupati e dei cassaintegrati: oggi a distanza di un anno noi abbiamo migliaia di persone che a seguito del sisma sono andate in cassa integrazione e non sono state ricollocate; migliaia di artigiani e commercianti che, dopo i tre mesi di sussidio, non hanno avuto più alcun aiuto; moltissimi giovani laureati, con una dotazione professionale di qualità non trovano lavoro. Parallelamente abbiamo decine di professionisti e ditte che vengono da fuori, anche utilizzando il miraggio della Zona franca, sostituendosi e sovrapponendosi in qualche modo all’economia locale. Questa è una situazione molto grave in un Abruzzo che perde Pil e reddito e che rischia di diventare un Abruzzo povero».

L’opinione di Confindustria Abruzzo

» di Giuseppe D’Amico*

L’Aquila 6 aprile 2010, un anno dopo il terribile sisma che ha sconvolto una intera città capoluogo di regione e un intero comprensorio territoriale. Nei volti della gente illuminata dalle fiaccole in un grande e partecipato corteo che ha sfilato per le vie della città percorribili, la stessa incredulità e senso di impotenza, unita ad un senso di commossa consapevolezza di quanto purtroppo accaduto e dei tanti problemi collettivi e personali da affrontare negli anni a venire. * Direttore di Confindustria Abruzzo, aquilano

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speciale terremoto un anno dopo

Eppure un anno è passato e tante cose sono state fatte e la città, seppure stravolta nei suoi equilibri sociali e urbanistici, ha ripreso a vivere, in alcuni casi anche con nuove iniziative commerciali e imprenditoriali e rinnovata vitalità, forte della speranza e tenace convinzione che da questa tragedia possa rinascere una città più forte, coesa e organizzata. In quest’anno la fase emergenziale è stata affrontata e superata con grande determinazione e capacità, con buona pace di chi cerca la polemica e la critica strumentale: mai in situazioni simili, anche a livello internazionale, in meno di un anno si è realizzato quanto e stato fatto a L’Aquila, dando sistemazione immediata, anche negli alberghi o con l’autonoma sistemazione, e abitazione dignitosa, con il Progetto C.A.S.E., pressoché a tutti gli aventi diritto. E di questo la stragrande maggioranza degli aquilani, sempre con buona pace di chi trova sempre da polemizzare e strumentalizzare, è veramente grata alla Protezione Civile e a quanti si sono prodigati nell’emergenza. Tale gratitudine, però, non deve essere confusa con rassegnazione o, peggio, con rinuncia alla voglia di poter procedere ad una rinascita virtuosa, di rivedere una città ricostruita, magari non esattamente come prima, ma comunque valorizzata e dotata dei suoi luoghi aggreganti, sia sociali che economici e culturali. E in questo senso tanto ancora si sarebbe già potuto fare, e non è stato fatto e tanto resta ancora da fare, soprattutto se, come da sempre sostenuto e proposto da tanti -Confindustria Abruzzo per prima- la ricostruzione deve costituire un’opportunità di rilancio economico e sociale che partendo dalla rinascita e dalla ricostruzione dei territori colpiti può coinvolgere tutto l’Abruzzo. Si tratta di una occasione veramente di grande portata e valenza che deve vedere il coinvolgimento delle migliori energie ed intelligenze professionali, anche extra regionali. Al momento, però, non si possono non rilevare i ritardi che cominciano a stratificarsi non solo nella ricostruzione materiale, ma soprattutto nella pianificazione di quello che dovrebbe essere un modello virtuoso che possa essere di riferimento a livello internazionale, come lo è stata la gestione dell’emergenza. Salta agli occhi, ad esempio, il fatto che ancora si discuta sullo smaltimento delle macerie; di come ancora non esista un piano per la necessaria ricostruzione delle reti di servizio sotterranee (gas, energia, acqua, ecc); di come non esista un piano che delinei L’Aquila che sarà, nelle sue caratteristiche urbanistiche, architettoniche ed economiche; di come non si chieda e non si faccia nulla, o poco, per avere strumenti amministrativi

che permettano di superare le lungaggini burocratiche che non agevolano una ricostruzione così difficile -e le attività economiche connesse-; di come ancora non vengano resi operativi quanto meno la Zona franca urbana e altri possibili strumenti incentivanti (va dato atto che alcuni, seppure minimi, sono stati messi in campo dalla Regione) utili a sostenere e ridare fiato all’economia locale e ad attrarne quella esogena, sicuramente interessata dai business della ricostruzione. E si potrebbe continuare a meno che alcune di queste cose e altre si stiano facendo o siano già state fatte senza averne notizia: in questo caso è richiesta, come necessaria, maggiore comunicazione e un maggiore coinvolgimento delle parti sociali e della cittadinanza, sia per evitare senso di frustrazione, sia per evitare la sensazione diffusa, che da anche adito a strumentalizzazioni, che dopo l’emergenza poco si sia prodotto. Il sisma si è scatenato nel pieno di una crisi economica globale senza precedenti e, nell’aquilano, ad una situazione socio economica sicuramente già fortemente compromessa. Occorre, pertanto, rendersi conto che la situazione non consente più rinvii, rimpalli di responsabilità, campanilismi e ostracismi non detti, ma percepibili (quasi che intervenire sulla situazione del cratere possa inficiare economie di altre zone o alterare equilibri territoriali), tatticismi politici, il perseguimento di interessi di parte. La posta è alta e si deve anche comprendere che questa può effettivamente essere una occasione per costruire un modello di sviluppo da estendere a tutto l’Abruzzo e per il bene di tutto l’Abruzzo. Un modello di sviluppo che può e deve coinvolgere tutti gli aspetti della vita e del progresso socio economico, amministrativo, culturale, infrastrutturale urbanistico, ambientale, universitario e via dicendo. Spesso si sente dire che per ricostruire L’Aquila ci vorranno decenni. Sicuramente il compito è di grande difficoltà, ma il rischio è che ciò possa costituire l’alibi, “mettendo le mani avanti”, per giustificare ritardi che non sono ammissibili. Certamente per riposizionare l’ultimo tassello di uno dei tanti importanti monumenti devastati, potranno occorrere anche 20 anni, ammesso che ciò sia vero. Ma per ricostruire le abitazioni civili, rianimare di volta in volta spicchi di città e di centro storico, veramente occorre tutto quel tempo? In realtà con una buona pianificazione e capacità decisoria e progettuale e grazie all’intervento delle tante ditte specializzate esistenti sul mercato, alcuni passaggi fondamentali quali quelli descritti potrebbero trovare realizzazione nell’arco di solo qualche anno. Confindustria Abruzzo, fin dal giorno dopo il sisma, paragonando L’Aquila alla Berlino del dopoguerra

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speciale terremoto un anno dopo

– città, che dalle ceneri, è stata capace di divenire simbolo di innovazione e sviluppo, in tutti i campi – si è fatta parte attiva presentando documenti e proposte, anche attraverso apposite importanti iniziative (es. terza Convention delle Imprese in collaborazione con Abruzzo Impresa). Occorre ora che la politica e le istituzioni sappiano fare la loro parte, con decisione e responsabilità. In particolare gli enti locali, che hanno rivendicato da su-

bito la titolarità delle competenze per la ricostruzione, dovranno dimostrare capacità decisoria e progettuale, altrimenti con uguale responsabilità dovranno avere il buon senso di fare un passo indietro e, con umiltà, o avvalersi dell’aiuto di chi ha maggiori competenze e attributi per risolvere simili situazioni, o rimettere in toto a questi stessi il difficile compito. Intere popolazioni e il destino dell’intera regione dipende da queste decisioni

» di Marco Taglieri

“Comitato 3.32”, lotta per la ricostruzione sostenibile L’associazione nasce pochi giorni dopo il terremoto e si erge come importante voce fuori campo, pronta a testimoniare il dissenso di chi si sente abbandonato o escluso dai processi decisionali politici e sociali

“R

icostruzione sostenibile”. È soltanto l’ultimo cavallo di battaglia del comitato “3.32”. Un’associazione nata il 15 aprile 2009, pochi giorni dopo il sisma che ha devastato L’Aquila. Una voce fuori campo che urla il proprio dissenso verso i metodi di gestione dell’emergenza scelti dal governo nazionale e locale. Per capire meglio il senso dell’attività del comitato, siamo andati all’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio a L’Aquila, “Casematte”, dove l’associazione stessa ha sede. In una giornata assolata senza un filo di vento, ci accoglie Sara Vegni, che sarà la nostra referente pronta a chiarire tutti i punti di interesse. Ma dobbiamo fare presto: dopo di noi è pronta la troupe di AnnoZero.

VOGLIA DI PARTECIPARE

«Il nostro comitato non è propriamente di protesta, ci dice Sara Vegni – ma nasce più che altro da una gran voglia di incontrarci per capire cosa stava accadendo nel nostro territorio. Il 15 aprile si è infatti tenuta un’assemblea partecipata presso il Parco del Sole, che ha inaugurato l’attività del “3.32”. Da subito ci siamo resi conto delle enormi difficoltà cui stavamo andando incontro, in termini di disgregazione sociale e di diaspora vera e propria, tra chi aveva deciso di rimanere nelle tende e chi invece si accingeva a spostarsi negli alberghi sulla costa». Il comitato ha da subito chiesto e ottenuto uno spazio dentro il Parco Unicef, nel quale sono state ospitate decine di persone. Inizia dunque a delinearsi quello che per un anno intero sarà l’obiettivo dell’associazione: monitorare la gestione dell’emergenza e ricreare spazi di condivisione sociale e culturale.

LE 3 PAROLE CHIAVE

Sono un po’ il leit motiv del comitato “3.32”, che si è imposto all’attenzione dei media nazionali anche e soprattutto per una grande organizzazione strutturale e tematica. «Abbiamo sempre parlato di 3 punti

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in primo piano

fondamentali per noi, - spiega la Vegni – il primo è il cento per cento della ricostruzione; vogliamo infatti che si provvedano a ricostruire non soltanto le case, ma anche i luoghi di cultura e di politica, e soprattutto l’economia della nostra città, visto che finora non è stato fatto assolutamente nulla in tal senso. Ci sono 16mila tra persone che non hanno il lavoro e che lo stanno perdendo, ci sono le case B e C che sono state messe nel dimenticatoio. Il secondo punto riguarda la trasparenza. Abbiamo chiesto disperatamente alla Protezione Civile, al Commissario e alle istituzioni di avere una rendicontazione precisa su tutto, per sapere dove vadano a finire i soldi della Ricostruzione, euro per euro. Il terzo punto è quello della partecipazione. La storia ci insegna che le migliori gestioni di eventi così tragici sono arrivate quando la popolazione è stata coinvolta attivamente in tutte le decisioni. Noi invece ne siamo stati totalmente esclusi, e ad oggi non è cambiato nulla».

Report su popolazione assistita al 11 Maggio 2010 In totale, sono rilevate 25.761 persone beneficiarie del contributo di autonoma sistemazione, 18.657 persone alloggiate tra Progetto C.A.S.E., MAP e affitto, 3.950 persone in strutture ricettive e 688 nelle caserme a L’Aquila. I dati su CAS, Progetto C.A.S.E., MAP, affitto fondo immobiliare, affitto concordato sono relativi al solo Comune di L’Aquila

IL DECRETO ABRUZZO

È il principale oggetto di tutte le critiche. Il comitato “3.32” imputa al governo il fatto di aver imposto la ricostruzione. Non è affatto piaciuta l’idea di voler passare direttamente dalle tende alle case, di fatto saltando quella fase intermedia che le istituzioni hanno ritenuto inutile e dannosa. Ma nessuno dei comitati di protesta avrebbe preteso i container. Non si voleva questo. «Siamo rimasti in tenda per 8 mesi, una cosa mai vista – continua la ragazza – e nessuno ha ascoltato le nostre richieste. Non volevamo certo i container, ma molto più semplicemente si poteva ragionare su moduli abitativi removibili di classe A, già sperimentati per costruire campus universitari a Copenaghen e Amsterdam, con un costo di circa un terzo rispetto a quello del Piano Case. Basti pensare che secondo le stime per difetto, si sono spesi 500mila euro al giorno per la gestione dell’emergenza». Ora si temono speculazioni quando si dovrà ridurre la distanza tra le città e

Tipo di assistenza

Area

Totale persone

Contributo di autonoma sistemazione

benificiari residenti nel Comune dell’Aquila al 06/04/09

25.761

Progetto C.A.S.E.

19 aree nel territorio aquilano

14.581

MAP (moduli abitativi provvisori)

21 frazioni del Comune dell’Aquila

2.108

Affitti fondo immobiliare

Comune di L’Aquila

579

Affitti concordati con DPC

Comune di L’Aquila

1.389

Totale persone in case antisismiche e affitto

Strutture ricettive

2.274

Provincia di Teramo

1.103

Provincia di Chieti

113

Provincia di Pescara

386

Fuori regione Totale persone in strutture ricettive Strutture di permanenza temporanea

36

18.657

Provincia di L’Aquila

74 3.950

L’Aquila - Caserma Guardia Finanza

557

L’Aquila - Caserma Campomizzi

131

Totale persone in strutture di permanenza temporanea

688

Totale persone assistite e alloggiate

49.056


speciale terremoto un anno dopo

le cosiddette 19 new town, costruite con la prospettiva di uno smantellamento futuro. Anche per questo sarà importante ricostruire bene.

LA RICOSTRUZIONE SOSTENIBILE

«Se dobbiamo ricostruire, facciamolo bene». L’ultima campagna appoggiata dal “3.32” riguarda la ricostruzione sostenibile. Sara Vegni chiarisce tutto: «Forse perché siamo giovani, abbiamo pensato che questa città dovrà rinascere migliore di prima. Bisognerà investire facendo attenzione ai problemi del mondo moderno, come quello ambientale. C’è la concreta possibilità di trasformare il nostro dramma in un’opportunità per la

progettazione di interventi concreti nel campo della bioedilizia: l’utilizzo di pannelli solari termici e fotovoltaici, dell’energia eolica, dei cappotti termici per gli involucri degli edifici, dell’ammodernamento degli impianti di riscaldamento, del teleriscaldamento, delle biomasse, ecc. Il rilancio del nostro territorio non può che passare per un processo di riconversione verso un modello di sostenibilità ambientale». Il comitato “3.32” continuerà a battersi con mille iniziative basate sulla partecipazione di massa e sulla condivisione decisionale, a maggior ragione per il fatto che, come ricorda Sara Vegni, «Nulla è cambiato, e i cittadini aquilani si sentono ora più che mai soli e abbandonati»

» di Jenny Viant Gómez

Il popolo delle carriole

P

opolo delle carriole: movimento di democrazia partecipata nato spontaneamente sul social network Facebook, a febbraio dell’anno in corso, con l’obiettivo di testimoniare l’amore per la città. Questa è l’unica definizione possibile per Bonifacio Liris, uno dei promotori e attivisti dell’organizzazione. «Ritenevamo fosse necessario rimuovere le macerie dalla città – racconta Liris – esse costituiscono un alibi per non ricostruire. Così il 14 febbraio abbiamo detto: perché non dichiarare il nostro amore alla città? Ci siamo radunati e ci siamo avviati verso i 4 Cantoni

(centro storico, ndr). C’era un blocco, l’abbiamo forzato e siamo entrati in Piazza Palazzo. C’era un impressionante cumulo di macerie, alto tre metri, di fronte alla statua di Sallustio. Era una scena desolante». Questo è stato l’inizio di una serie di manifestazioni che hanno suscitato l’interesse dei media. La più clamorosa è stata la “Manifestazione delle 1000 chiavi”, come il numero delle persone che vi hanno preso parte. «In nessun momento abbiamo chiesto la presenza di esponenti politici – precisa Liris. A titolo del tutto personale, posso dire che ho interpretato la loro presenza come un gesto di vicinanza e non come

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speciale terremoto un anno dopo

un’intrusione. Non volevamo violare la “zona rossa”, non vogliamo trasgredire le regole, ma è stato un gesto frutto del desiderio di riavere la nostra città. Ci siamo semplicemente detti: rimuoviamo le macerie!». Le iniziative del movimento hanno fatto proseliti attraverso la rete, raggruppando 6000 persone con pale e carriole per fare la rimozione differenziata delle macerie. Le macerie sono risorse e si calcola che solo il 20% possa essere scartato. Con le carriole gli attivisti intendono simbolicamente rappresentare la propria autonomia. Per loro le domeniche sono diventate momenti di aggregazione e confronto in cui sono sorti vari gruppi tematici di lavoro. Ma dopo il Consiglio comunale commemorativo del 5 aprile scorso alcuni puntano l’indice contro i “carriolanti”. «C’è stata contestazione perché è venuto meno il carattere celebrativo – spiega Liris - il tutto

ha assunto una venatura autoreferenziale. Strideva. La frattura è stata immediata. Mi da fastidio sentir dire che eravamo una minoranza. Ha protestato larga parte dei presenti, e non un manipolo di lamentosi come qualcuno ha raccontato. Internet è una grande risorsa, ci sono filmati che documentano la portata della protesta. Semplicemente, ci siamo sentiti presi in giro. La commemorazione vera è stata dopo, durante la toccante fiaccolata». E aggiunge in conclusione: «Noi vogliamo semplicemente far rinascere la città e il tessuto sociale, anche attraverso iniziative culturali. Il nostro popolo è disgregato, l’Università rischia di sparire. Siamo un laboratorio che crea consenso, abbiamo al nostro fianco molti personaggi importanti. Il mondo della cultura è con noi. Ad esempio, il maestro Monicelli ci sostiene. Vogliamo solo far capire che il popolo è vivo»

Foto di Giuseppe D’Amico

Angelo Venti - giornalista vincitore del Premiolino 2010 per la libertà di stampa È direttore del quotidiano online Site.it e responsabile del presidio locale di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, di don Luigi Ciotti. Nell’albo d’oro del Premiolino figurano nomi illustri come Giorgio Bocca, Oriana Fallaci, Ennio Flaiano, Indro Montanelli, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Eugenio Scalfari, Leonardo Sciascia. Quest’anno è andato anche a Marco Travaglio, Lirio Abbatte (L’Espresso), Sigfrido Rannucci (Report) e al cardinal Carlo Maria Martini(Corriere della Sera), tra altri. A Venti viene riconosciuto l’aver

denunciato fin dai primi giorni i rischi di infiltrazioni mafiose negli appalti e nei subappalti, sulla base di testimonianze da lui raccolte sul campo. Inoltre ha sollevato perplessità sull’opportunità di accentramento di poteri della Protezione Civile. Tante le inchieste da lui fatte: «Ci siamo occupati dei bagni chimici in esubero durante la fase dell’emergenza; del sistema fognario inadeguato nelle new town; della discarica abusiva di 25 ettari a Celano e delle tracce del tesoro di Vito Ciancimino che portano in Abruzzo».

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in primo piano

» di Eleonora Lopes

Vinitaly 2010, l’Abruzzo vince la sfida La rassegna internazionale del vino che si svolge ogni anno a Verona, ha registrato numerosi visitatori negli stand delle cantine abruzzesi e importanti risultati con i buyers stranieri. Molto soddisfatto anche l’assessore regionale all’Agricoltura Mauro Febbo

L’

Abruzzo protagonista al taglio del nastro della 44° edizione del Vinitaly e della 16° rassegna del Sol di Verona. L’assessore all’Agricoltura, Mauro Febbo ha infatti partecipato alla cerimonia d’inaugurazione della prestigiosa rassegna internazionale al fianco del ministro per le Politiche Agricole e neo Governatore del Veneto, Luca Zaia, al vice presidente vicario della Camera dei Deputati, Antonio Leone, al presidente della Provincia di Verona, Giovanni Miozzi, al sindaco di Verona, Flavio Tosi, e al presidente di Veronafiere, Ettore Riello. Sono ben 110, tra Vinitaly e Sol, le realtà imprenditoriali presenti in questa prestigiosa rassegna veronese. Una partecipazione nutrita, frutto della sinergia tra assessorato all’Agricoltura, Arssa, Enoteca regionale e Centro interno delle Camere di Commercio regionali. «Nell’edizione di quest’anno - ha dichiarato Febbo - ci è stata data questa straordinaria vetrina di visibilità che consente di avere i riflettori puntati sulle nostre eccellenze vitivinicole e olivicole. Di questo sono estremamente grato all’organizzazione anche a nome di tutti gli operatori abruzzesi presenti a Verona». A Verona era presente anche il presidente della Regione Gianni Chiodi, che accompagnato dall’assessore

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Febbo, ha visitato uno ad uno tutti gli stand delle 61 aziende presenti nell’area istituzionale di oltre 1600 metri quadrati, quasi 160 metri quadrati in più rispetto all’edizione precedente, e delle altre 25 aziende presenti al Vinitaly con propri stand. «Siamo fieri dell’attività –ha affermato Chiodi- e dei risultati delle nostre aziende vitivinicole e come Regione non faremo mai mancare loro il nostro sostegno. Quello che lascia ben sperare per il futuro, è la scelta di numerosi operatori vitivinicoli di investire e di affidarsi a professionalità emergenti come i tanti giovani e talentuosi enologi abruzzesi che sono presenti in questo settore. Prospettive di grande interesse si aprono, quindi, sul fronte della sempre migliore qualità dei nostri vini e in relazione alle loro potenzialità di affermarsi sui mercati nazionali ed internazionali». I vini abruzzesi conquistano i mercati internazionali: nell’edizione numero 44 del Vinitaly, ai prodotti vitivinicoli della terra d’Abruzzo si sono interessati operatori commerciali collegati con importanti canali di distribuzione di Stati Uniti, Canada, Giappone, Olanda, Francia, Germania, Sud Africa, Ungheria, Svezia, Singapore ed anche India. Durante la rassegna internazionale, oltre a numerosi contatti, alcune aziende hanno firmato diversi ordinativi. Il dato è emerso


speciale vinitaly 2010

dalle risultanze dell’incontro tra 20 buyers stranieri e 66 delle 86 aziende abruzzesi presenti al Vinitaly. Una scelta, fortemente voluta dall’assessore Febbo, dall’Arssa e dall’Enoteca regionale, che ha rappresentato l’assoluta novità dell’edizione 2010 e che si è rivelata estremamente azzeccata, ma soprattutto è stata molto apprezzata dai produttori del territorio regionale che hanno verificato la concreta opportunità di ampliare il portafoglio clienti e quindi le entrate economiche. I buyers stranieri hanno mostrato molto interesse per i vini abruzzesi: oltre al Montepulciano, molto gettonati sono

risultati i nuovi prodotti messi in campo per allargare la gamma dell’offerta: su tutte la spumantistica, produzione innovativa in Abruzzo, i vini autoctoni, come Cococciola, Passerina e Pecorino, molto apprezzati soprattutto nel nord Europa, ed i passiti. «La scelta di mettere in contatto le aziende con importanti buyers

Oggi l’Abruzzo conta in totale oltre 20.000 produttori viticoli, che lavorano una superficie vitata di circa 35.000 Ha, il 5% del territorio nazionale e inoltre, una produzione totale di quasi 3,5 milioni di ettolitri

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in primo piano

L’assessore regionale all’Agricoltura Mauro Febbo

stranieri è stata vincente - ha spiegato Febbo - ed è rientrata nel nutrito carnet di iniziative messe in campo dall’assessorato per contrastare la crisi che non è legata alle vendite, ma al calo dei prezzi che oscilla tra il 20% e il 25%. Per far fronte alla crisi, l’altro indirizzo seguito è stato quello di individuare prodotti di grande qualità per allargare la gamma dei vini affiancando al cavallo di battaglia Montepulcia-

no, la spumantistica, gli autoctoni ed i passiti». Accanto al Vinitaly, come dicevamo, si è svolto anche il Sol, il salone internazionale dell’olio extravergine di qualità, che ha visto le aziende abruzzesi ottenere ben sei gran menzioni. L’andamento in controtendenza delle aziende abruzzesi è stato sottolineato anche dal presidente del Centro interno delle Camere di Commercio, Silvio Di Lorenzo, struttura che ha collaborato fattivamente con assessorato, Arssa ed Enoteca regionale per organizzare al meglio la presenza del sistema Abruzzo a Verona. Oggi l’Abruzzo conta in totale oltre 20.000 produttori viticoli, che lavorano una superficie vitata di circa 35.000 Ha, il 5% del territorio nazionale. Inoltre, una produzione totale di quasi 3,5 milioni di ettolitri, di cui 1,1 milioni di Hl sono produzioni. E non è finita qui, per la prima volta al Vinitaly, è stato presente uno stand dei Parchi mentre quello dell’Aptr è diventato centrale ed è stato fornito in maniera soddisfacente di materiale promozionale. Una delle principali novità è stata rappresentata dall’angolo multimediale. L’Enoteca regionale d’Abruzzo, infatti, ha voluto mettere a disposizione dei visitatori un “totem” che ha riprodotto il programma “Perbacco”, una guida interattiva multi-mediale per apparecchiature mobili. La sua applicazione, disponibile gratuitamente su App Store, finora è stata scaricata da oltre tremila utenti da tutto il mondo

I NUMERI DEL VINITALY 2010 Quest’anno, un padiglione intero, il numero undici, è stato dedicato esclusivamente alla Regione Abruzzo con 61 aziende presenti nell’area istituzionale di oltre 1600 metri quadrati, quasi 160 metri quadrati in più rispetto all’edizione precedente, e 450 rispetto al 2008, ed altre venticinque aziende con propri stand, sono stati allestiti, comunque, sempre all’interno dello stesso spazio espositivo. Ma l’Abruzzo è stato presente con 24 aziende anche alla 16° edizione SOL, la più importante manifestazione fieristica al mondo nel settore degli oli di oliva di qualità. Vinitaly, con i suoi oltre 4 mila espositori di cui oltre 100 esteri, i circa 100 mila visitatori, gli oltre 2.600 giornalisti accreditati, di cui 345 esteri, rappresenta una straordinaria vetrina turistica internazionale. Diverse anche le visite illustri al padi-

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glione dell’Abruzzo. Su tutte quelle del governatore del Veneto, Luca Zaia, il regista Ermanno Olmi, il giornalista e conduttore, Bruno Vespa, l’allenatore, Gianni De Biasi, l’ex ciclista Francesco Moser, e l’ex presidente della Juventus, Giovanni Cobolli Gigli. Inoltre, per la prima volta all’interno del padiglione, ha operato il ristorante Casa Abruzzo che ha avuto una media giornaliera di presenze di 270-280 persone. Il servizio è stato curato da tutte e 6 le scuole alberghiere d’Abruzzo con il coordinamento della federazione cuochi e l’organizzazione dell’AIS (Associazione italiana Sommelier). Nell’occasione sono stati serviti solo prodotti tipici abruzzesi (pasta, carne e pesce sempre fresco provenienti dall’Abruzzo) ed a rotazione sono stati serviti a tavola tutti i vini presenti al Vinitaly.


speciale vinitaly 2010

I VINI PREMIATI L’Azienda Masciarelli vince per l’Italia il Premio Internazionale Vinitaly 2010. Tale riconoscimento è riservato ad insigni personalità o aziende del mondo enologico e vitivinicolo, una del nostro paese ed una estera, che si siano particolarmente distinte nel contesto internazionale per la loro meritoria attività nel settore di riferimento. Numerosi i riconoscimenti ottenuti dalle aziende abruzzesi in una edizione caratterizzata anche dalla forte presenza di aziende estere. Vini bianchi tranquilli

Medaglia d’Oro ex-aequo TREBBIANO D’ABRUZZO DOC “ANIMA” 2006 AZIENDA MARRAMIERO S.R.L. - ROSCIANO (PE) Vini rossi dai 4 ai 6 anni dalla vendemmia

Medaglia d’Oro MONTEPULCIANO D’ABRUZZO COLLINE TERAMANE DOCG “VIZZARRO” 2003 AZ. AGR. BARONE CORNACCHIA - TORANO NUOVO (TE) Vini rossi con oltre 6 anni dalla vendemmia

Medaglia d’Oro MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC “POEMA” 1999 AZ. AGR. JASCI DONATELLO - VASTO (CH) Medaglia d’Argento MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC “CAGIOLO” 2000 CANTINA TOLLO S.C.A. - TOLLO (CH) Medaglia di Bronzo MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC COLLINE TERAMANE RISERVA “ESCOL” 2000 SAN LORENZO VINI S.R.L. - CASTILENTI (TE)

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in primo piano

» di Laura Tinari

Carpineta: «Selezione e formazione per una Regione più efficiente» Laureata in Economia e commercio, imprenditrice nel settore turistico dal 2001, madre di due bambini, dal 2009 è assessore regionale alle Risorse umane e strumentali e Politiche di genere. Federica Carpineta, 33 anni, è una delle due componenti femminili, nonché tra le più giovani, nella Giunta del presidente Gianni Chiodi

S

empre sorridente l’assessore Federica Carpineta ci riceve nel suo ufficio a Palazzo Silone all’Aquila. L’intervista inizia parlando di lavoro, ma noi ci troviamo di fronte una donna impegnata nella sua famiglia prima che in politica. Da oltre un anno titolare di un Assessorato difficile, soprattutto in questo momento storico per l’Abruzzo, con lei parliamo del duro compito di razionalizzazione dei costi e riorganizzazione dell’Ente che la Regione Abruzzo sta mettendo in campo nel corso di questa legislatura. L’Assessorato alle Risorse umane e strumentali, ossia personale, immobili e mezzi di produzione mobili per lo svolgimento dell’attività, è infatti impegnato in prima persona in questo processo, in cui la formazione del personale, vero volano dell’efficienza di un Ente, è al primo posto. A completare le sue deleghe ci sono le Politiche di genere, in questo ambito tanti i progetti da presentare al Governo nazionale, affinché sempre più donne possano, oltre ad avere il ruolo di cura della famiglia, che spetta principalmente a loro, pensare anche alla propria carriera lavorativa.

Progetto vinca il migliore All’interno degli obiettivi di riforma della Pubblica Amministrazione in regione sarà presentato il progetto “Vinca il migliore”, di cui la Regione Abruzzo si farà promotrice su tutto il territorio e che attraverso il Formez sta già proponendo. Il progetto prevede un’unica programmazione di concorsi pubblici su tutti i livelli istituzionali locali: un unico concorso e un’unica graduatoria, da cui potranno attingere tutti gli enti territoriali. «Si otterrebbe così un risparmio di costi - ci dice l’Assessore -, perché si eviterebbe che ogni singolo Comune debba organizzare una propria commissione per i suoi spesso pochi posti da amministrativo. Questo porterebbe anche alla maggiore garanzia che il procedimento sia trasparente e senza discriminazioni anche territoriali, perché a vincere sarebbero i migliori candidati». Si tratta di un progetto in cui l’Abruzzo sarà Regione pilota, perché ancora unico in Italia.

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intervista a Federica Carpineta

Qual è in questa legislatura l’obiettivo dell’assessorato che lei guida? «L’obiettivo è innanzitutto avere un’azione amministrativa più efficiente, per questo si sta cercando di razionalizzare i costi. Come ben sappiamo la Regione si è trovata in grosse difficoltà economiche dovute al commissariamento della Sanità, che ha portato il 90% del suo bilancio ad essere destinato alla risoluzione di questi problemi. Ma anche altri ambiti hanno subito negli anni una gestione poco oculata, come quello delle risorse della Regione, dai lavoratori all’utilizzo dei beni come mezzi di trasporto e sedi, ad esempio a Pescara abbiamo sedi di proprietà, sedi in affitto e sedi che hanno bisogno di essere ristrutturate, nei prossimi anni cercheremo quindi di avere lì un’unica sede regionale per rendere il nostro lavoro più veloce, efficiente e meno costoso». Per quanto concerne le Risorse umane, l’Abruzzo ha già recepito la Riforma Brunetta? «L’aspetto delle Risorse umane oggi è preponderante sia perché siamo incalzati dalle novità nazionali,

come appunto la Riforma Brunetta che ha portato una grande attenzione al discorso dell’efficienza della Pubblica Amministrazione, sia per la volontà di raggiungere i più alti livelli qualitativi per i nostri lavoratori. Ciò vuol dire tagliare le sacche di inefficienza per ridare dignità al lavoro pubblico e per farlo è giusto mettere i dipendenti nelle migliori condizioni. Per questo uno dei miei obiettivi è la loro formazione e l’accesso di nuove energie e capacità. Siamo di fronte ad una Regione che non vede concorsi pubblici da diversi anni, e dove il personale interno non è potuto crescere perché non sono mai stati fatti percorsi di riqualificazione. Procedure di selezione per nuove risorse e percorsi di formazione sono invece necessari per rendere la Regione più efficiente e in grado di rispondere alle richieste dei cittadini». Passiamo alle Politiche di genere. I dati relativi al lavoro femminile e quelli relativi all’impegno delle donne in politica non sono molto confortanti, forse inizia a divenire davvero importante iniziare a parlare di conciliazione dei tempi…. «La conciliazione dei tempi ha bisogno di servizi sul territorio rivolti alle famiglie, ora deve essere nostro compito incentivare i servizi di assistenza dei bambini o degli anziani, perché come sappiamo all’interno della famiglia spetta alla donna occuparsi di loro. Ovviamente volendo permettere loro di

avere una famiglia, di poter lavorare e avere una carriera è corretto dare loro maggiori possibilità. Mi vengono in mente poi altri aspetti come l’introduzione dell’accompagnamento al momento del rientro nel mondo del lavoro dalla maternità o dare maggiore flessibilità al lavoro attraverso i famosi voucher di conciliazione, strumenti importanti che vorremmo utilizzare sul territorio, ma per i quali ora non abbiamo risorse. Presso il Dipartimento per le Pari Opportunità c’è un fondo di 40 milioni di euro che dovrà avere proprio questo scopo: portare risorse sul territorio per iniziative in merito alla conciliazione dei tempi. Aspettiamo che questi soldi vengano sbloccati per poter poi come Regione presentare progetti». Imprenditrice, politico, moglie e mamma, le bastano le 24 ore che la giornata le offre? «Si, riesco a conciliare tutti questi aspetti della mia vita anche grazie alla mia famiglia: a mio marito che mi sostiene e a mia mamma sempre presente anche nell’educazione dei miei figli. La possibilità delle donne di scegliere di avere una carriera fa parte anche di un percorso culturale che passa sicuramente attraverso un’accettazione e un sostegno di tutti i componenti della famiglia. Parliamo anche della giusta distribuzione delle responsabilità e dei ruoli, ma sicuramente la mia esperienza mi insegna che per farcela sono necessari impegno, forza di volontà, tenacia e tanto studio»

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in primo piano

» di Eleonora Lopes

Paolo Gatti: «Le risposte del mio assessorato alla crisi» A tu per tu con l’assessore regionale alle Politiche Attive del Lavoro, Formazione, Istruzione e Politiche sociali. Tra i progetti più importanti realizzati da Gatti per combattere la crisi occupazionale, c’è “Lavorare in Abruzzo” Un momento del convegno a Teramo organizzato dall’assessore Gatti con ospite il ministro della Gioventù Giorgia Meloni

C

lasse 1975, nato a Teramo, di professione avvocato. Paolo Gatti ha iniziato a compiere i primi passi in politica all’età di 24 anni. È sposato con Valentina e ha un figlio di nome Massimo. Attualmente è assessore regionale alle Politiche Attive del Lavoro, Formazione, Istruzione e Politiche sociali. Gatti è un uomo concreto che lavora in silenzio. Non ama fare annunci, ma lavorare in gruppo e portare i risultati. Il politico teramano vanta due primati: è l’assessore uomo più giovane della Giunta Chiodi e il candidato più votato delle regionali 2008. Lo abbiamo intervistato nel suo ufficio di Pescara per tracciare un bilancio del suo operato ad un anno e mezzo dal suo insediamento.

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intervista a Paolo Gatti

«La strategia che seguiamo è questa: tenuta sociale da un lato e incentivi come “Lavorare in Abruzzo” dall’altro»

Assessore Gatti, partiamo dall’attualità. Ci parli del progetto “Lavorare in Abruzzo”… «Considero senza dubbio “Lavorare in Abruzzo” l’atto politico più significativo di questo primo scorcio di legislatura. È sicuramente il progetto di cui vado più orgoglioso. Finanziato con circa 20 milioni di euro, recuperati presso l’Unione Europea, prevede bonus occupazionali, incentivi all’apprendistato professionalizzante e stabilizzazione di lavoratori flessibili. Questo progetto rappresenta una risposta concreta e decisa alla congiuntura occupazionale in grado di creare quasi 2000 posti di lavoro in Abruzzo. Con tempi molto rapidi abbiamo compiuto due atti politici di grande importanza. Abbiamo riportato in Abruzzo 50 miliardi delle vecchie lire che erano andati persi, impiegandoli per sostenere imprese, aziende e studi professionali affinché, anche in un contesto di crisi, possano assumere, crescere e rafforzare il proprio capitale umano. Sull’altro versante, diamo una chance a tante persone, tra cui giovani e donne che difficilmente l’avrebbero avuta in questa fase economica. Ad oggi in assessorato sono giunte oltre 2.500 richieste di accesso agli incentivi da parte delle imprese abruzzesi che hanno risposto all’avviso pubblico». Come state affrontando la situazione nella provincia dell’Aquila? E in che modo avete seguito la vertenza Transcom? «È noto a tutti quanto l’intera provincia dell’Aquila stia attraversando un periodo davvero difficoltoso. Ma di recente c’è stato un piccolo segnale di ripresa delle attività

lavorative nella zona del cratere. Dal picco di oltre 8.000 lavoratori trattati con la cassa integrazione nel 2009, oggi siamo scesi a circa 2.000. Dato che indica un’importante ripresa delle attività economiche e che dimostra come gli ammortizzatori siano uno strumento che lega il lavoratore all’azienda e che non necessariamente diviene l’anticamera del licenziamento. Ma ovviamente si può e si deve fare di più. In merito alla vertenza del noto call center Transcom, in principio siamo subito intervenuti con la cassa. Ma per fortuna le cose si sono evolute. E’ proprio di ieri la notizia che il Gruppo Ecare ha acquisito la Transcom assorbendo tutti i 200 lavoratori. Anche qui la Regione è stata presente garantendo al Gruppo, il raddoppiamento dei fondi per la formazione continua, e sostenendolo con politiche di incentivazione all’occupazione». Il suo assessorato si è insidiato in un momento davvero critico. Con quali strumenti intende sostenere i lavoratori abruzzesi in difficoltà? «Senza dubbio stiamo attraversando un momento molto critico. Le difficoltà non sono alle spalle, la ripresa sarà lenta e selettiva. Non abbiamo lasciato indietro nessuno nel 2009 e non lo faremo neanche quest’anno, fiduciosi che con la ripresa della produzione industriale, diminuisca il fabbisogno di assistenza sociale. Adesso dobbiamo ancorare gli ammortizzatori anche a percorsi di formazione e riqualificazione delle competenze dei lavoratori. È di qualche giorno fa la notizia che il Cicas (Comitato d’intervento per crisi aziendali e di settore) ha deliberato interven-

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primo piano

«Dobbiamo ancorare gli ammortizzatori anche a percorsi di formazione e riqualificazione delle competenze dei lavoratori»

ti per 30 milioni di euro in favore dei lavoratori abruzzesi. Questo a seguito dell’accordo sottoscritto a Roma fra Regione e Ministero del Welfare con il quale il Governo ha stanziato 60 milioni di euro nel 2010 per gli ammortizzatori sociali in deroga. Nel 2009 abbiamo garantito con 100 milioni di euro pace sociale e supporto economico a circa 13 mila famiglie abruzzesi che stanno affrontando la crisi con maggior serenità. La strategia che seguiamo è questa: tenuta sociale da un lato e incentivi come “Lavorare in Abruzzo” dall’altro». I tavoli di concertazione sono fondamentali per il confronto tra le parti sociali. Che rapporto ha con le organizzazioni sindacali? «Io ho un rapporto sereno con tutti. Quello che mi aspetto dalle organizzazioni sindacali è un atteggiamento corretto, ma soprattutto costruttivo e concreto. Con rammarico devo dire che ad oggi la fase delle proposte non è stata molto incisiva, ma non mi riferisco solo ai sindacati, ma a tutta la classe dirigente abruzzese. Le analisi e i dati economici che vengono pubblicati di continuo e che spesso mi presentano durante i tavoli di concertazione, sono certamente utili, ma se utilizzati per costruire delle idee, delle proposte, dei progetti in grado di trovare soluzioni migliori, e non per creare inutili e dannosi allarmismi». Lei è un assessore molto giovane, che appello vuol fare ai giovani che si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro? «Io credo che compito della politica nei riguardi dei giovani sia di dare delle opportunità, della chance, non dei posti di lavoro. Il mio auspicio è che i giovani possa-

no avere la certezza che da parte delle istituzioni ci sia un’attenzione particolare nel concedergli queste opportunità. Ma sono loro che devono intercettarle e meritarle attraverso capacità, competenze, studio, esperienze e tanta determinazione. È spiacevole sentire di ragazzi che non hanno passioni, che non hanno interessi e che pensano solo al posto fisso che oggi ahimè è un’illusione sbagliata perché solo pochi possono ottenerlo. Tra gli obiettivi del mio assessorato, c’è la realizzazione di progetti per sostenere i giovani a creare impresa, sia per la loro crescita, che per quella del nostro territorio». Quanto le è servita, per il suo attuale incarico, l’esperienza come assessore al Comune di Teramo accanto al presidente Chiodi, allora sindaco della sua città? «È stata un’esperienza non facile, ma nello stesso tempo straordinaria. Ho iniziato a fare politica da giovanissimo, prima come consigliere all’opposizione e poi come assessore al Comune, nella giunta di Chiodi sindaco. Lavorare in un comune ti forma molto, ti permette di conoscere bene il territorio e il tessuto sociale». Le prossime azioni del suo assessorato? «Non amo annunciare, a me piace parlare delle cose già realizzate. Il politico deve periodicamente rendere conto ai cittadini del proprio operato, ed è giusto che a fine mandato si sottoponga al giudizio degli elettori. Sono molto orgoglioso di essere stato il candidato con più preferenze in tutta la regione, ma nello stesso tempo, questo fatto mi obbliga a ripagare la fiducia che gli elettori hanno riposto in me»

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primo piano

» di Laura Tinari

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foto di Raniero Pizzi

«108 Comuni, un’unica Comunità» Sette assessori, espressione delle varie anime del centrodestra locale, affiancheranno il presidente Antonio Del Corvo nella difficile amministrazione del territorio provinciale aquilano

La nuova giunta della Provincia dell’Aquila

L

a campagna elettorale per Antonio Del Corvo era iniziata all’insegna di forti contrapposizioni interne, che vedevano la parte aquilana del Pdl non essere d’accordo con la scelta del candidato per una questione puramente di territorialità, ma alla fine il sostegno dato da tutti e l’unità che il partito ha mostrato hanno prevalso. Purtroppo la provincia dell’Aquila vive ormai da molti

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primo piano

anni un forte campanilismo tra le sue 4 aree interne (L’Aquila, Avezzano, Sulmona e l’Alto Sangro) e questo si ripercuote necessariamente anche sui rapporti politici. Ma un presidente marsicano, che dovrà sicuramente impegnarsi molto per la ricostruzione del capoluogo di Provincia, potrà essere davvero l’occasione per far dire basta a questa sciocca contrapposizione? «Il campanilismo è un’arma a doppio taglio - ci ha detto il presidente - perché se da un lato crea l’illusione di un senso di unione, dall’altro costituisce un limite che non permette il confronto e la relativa crescita di un territorio. La provincia dell’Aquila per me rappresenta un’unica grande area per la quale lavorare con lo stesso impegno, cosciente di trovare problemi differenti a cui affiancare soluzioni adeguate. Non è un luogo di nascita di un uomo che stabilisce la qualità e l’efficienza del suo lavoro». L’Aquila rimarrà dunque la priorità della nuova presidenza: è stato, infatti, istituito un Assessorato alla Ricostruzione che sentirà su di sé il grande ruolo di responsabilità che l’Ente avrà nei confronti dei Comuni più piccoli del cratere. Saranno infatti questi a dover redigere i Piani di ricostruzione e il sostegno della Provincia, assicurato proprio attraverso questo assessorato, sarà necessario. «La nostra provincia - ha continuato il presidente - chiede delle azioni urgenti che vanno oltre un’amministrazione ordinaria. L’Aquila e i piccoli comuni del cratere necessitano di una politica concreta e dinamica, che porti ad interventi immediati per la ricostruzione del tessuto economico e sociale. Per mettere in moto una filiera a prova di terremoto, ma anche di disoccupazione e di crisi economica, e che sia guidata da nuove strategie territoriali, è necessaria una forte collaborazione tra Istituzioni e cittadini di ogni zona della provincia dell’Aquila». Ad accompagnare Del Corvo nei prossimi 5 anni sarà una squadra di 7 assessori, di cui uno solo interno: l’avvocato Antonella Di Nino, prima degli eletti alla consultazione di fine marzo, sarà anche vice-presidente della Provincia. «Gli assessori che formano la Giunta Provinciale - ha concluso Del Corvo - sono stati scelti in base alle professionalità e alle competenze tecniche di ognuno: caratteristiche studiate, analizzate e predisposte per essere messe al servizio della collettività. Ogni singolo assessorato è stato creato per essere adeguato alle richieste dei 108 comuni della Provincia dell’Aquila e l’insieme dei 7 assessori costituisce il risultato di un connubio tra esperienza amministrativa e competenze specialistiche in grado di mettere in campo progetti, iniziative e soluzioni per l’intero comprensorio che amministro»

Antonella Di Nino, nata a Popoli il 25/09/1976, avvocato, assessore alle Attività Produttive e Politiche Comunitarie (PdL)

Marianna Scoccia, nata ad Avezzano il 17/12/1981, imprenditrice, assessore alla Promozione del Turismo e Decentramento (PdL)

Giuseppe Tiberio, nato all’Aquila il 17/03/1947, impiegato, assessore all’Ambiente e Risorse Naturali (MpA)

Vincenzo Patrizi, nato ad Avezzano il 25/01/1954, veterinario Asl, assessore alla Promozione Sociale e Scuole (PdL)

Vincenzo Retico, nato a Trasacco l’8/5/1955, impiegato, assessore al Personale e Tributi (UdC)

Mimmo Srour, nato in Siria 25/12/1948, ingegnere, assessore alla Ricostruzione (Per L’Aquila con Mimmo Srour)

Roberto Romanelli, nato all’Aquila il 4/3/1976, amministratore soc. tecnico legale, assessore alla Viabilità (PdL)

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primo piano » di Jenny Viant Gómez

Economia: pollice verso

Il centro studi Confindustria Abruzzo presenta l’indagine sull’industria regionale relativa al 2° semestre 2009. Giù l’export, il fatturato e l’occupazione. Ripresa lenta

P

resso la sede di Confindustria Pescara è stata presentata l’indagine che restituisce un quadro preoccupante dell’andamento economico regionale. Il PIL mostra che, seppur a livelli meno drammatici, la crisi dell’economia UE non si arresta. In Italia, si è evidenziata una maggiore tenuta del PIL, corrispondente al 4,38%. Sul fronte del commercio internazionale la contrazione delle esportazioni italiane è stata superiore a quella della media UE27. Nel mercato del IL CONFRONTO I/II SEMESTRE 2009 SECONDO GLI IMPRENDITORI ABRUZZESI Aumentato

Diminuito

Stabile

Non risponde

Giorni di lavoro

9,7%

34,0%

55,3%

1,0%

Grado di Utilizzazione Impianti

14,6%

38,8%

46,6%

0,0%

Scorte Prodotti Finiti

16,5%

29,1%

54,4%

0,0%

Scorte Materie Prime

14,6%

29,1%

56,3%

0,0%

Fatturato

26,2%

52,4%

20,4%

1,0%

Esportazioni

10,7%

23,3%

23,3%

42,7%

Portafoglio Ordini Italia

18,4%

44,7%

34,0%

2,9%

Portafoglio Ordini Estero

11,7%

29,1%

14,6%

44,7%

lavoro si è registrata una diffusa e rapida crescita del tasso di disoccupazione, in Italia è risultata più attenuata rispetto alla media UE anche grazie al ricorso agli ammortizzatori sociali. Le esportazioni in Abruzzo hanno registrato il terzo peggior risultato tra le regioni italiane (-31,7% a fronte di un -21,4% medio nazionale ed un -23,5% del Mezzogiorno). Queste performance sono state condizionate dalla crisi dei tradizionali settori portanti del commercio estero regionale; in particolare, il dimezzamento del settore degli autoveicoli e la contrazione di circa il 30% del sub-settore articoli di abbigliamento. Conseguentemente, sono risultate colpite le aree a maggiore vocazione industriale: la Val di Sangro (automotive) ed il teramano (abbigliamento, mobili). Sul mercato del

lavoro la nostra regione ha registrato un tasso di disoccupazione superiore all’8% nel 2009, dato superiore di circa 1,5 punto rispetto al 2008 e costantemente peggiore di quello dell’aggregato Centro Italia. Lo studio è stato curato da Giuseppe D’Amico, direttore Confindustria Abruzzo, Luciano Fratocchi, docente dell’Università dell’Aquila e da Massimo Parisse. Alla presentazione dei dati hanno assistito Mauro Angelucci, neopresidente di Confindustria Abruzzo; Alfredo Castiglione, vicepresidente della Regione Abruzzo con delega allo sviluppo economico; Giuseppe Mauro, economista e Oreste Invernizzi, direttore Caripe. Analizzando la riduzione del fatturato del 52%, che ha indotto una diminuzione del grado di utilizzo degli impianti (38,8%) e la situazione occupazionale, il vicepresidente Castiglione ha sottolineato che: «I fondi per ripartire ci sono e non sono fittizi. I fondi Fas stanno sul tavolo Cipe. Invece, per quanto concerne il Masterplan bisogna essere più cauti sulla valutazione della disponibilità». Inoltre, Castiglione ha spronato le banche a scendere in prima linea per agevolare l’accesso al credito. Da parte sua, Invernizzi ha puntato l’indice contro il massiccio uso dei fondi a favore del dissesto del sistema sanitario abruzzese. Con una congiuntura simile per il presidente Angelucci l’unica opzione possibile è: «Correre e fare. È il momento di reagire contando ovviamente sul sostegno dei restanti attori indispensabili per la ripresa»

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primo piano

» di Pietro Pastorelli

Terna e i progetti in Abruzzo Intervista esclusiva all’Ing. Di Bartolomeo, abruzzese e direttore Sviluppo Rete e Ingegneria del grande gruppo di trasmissione di energia

Q

uesta rivista, nella rubrica dedicata all’energia, si è più volte occupata della qualità del “prodotto energia elettrica” intesa come assenza di interruzioni ed in generale di disturbi che si ripercuotono pesantemente sulla produttività e sull’attrattività del territorio. Per migliorare la qualità sono di fondamentale importanza gli interventi sulla rete di alta ed altissima tensione che portino a una maggiore “magliatura” della stessa e alla creazione di nuovi percorsi da utilizzarsi in caso di guasti. Per questi motivi abbiamo voluto sentire dall’ingegnere Evaristo Di Bartolomeo, abruzzese e direttore Sviluppo Rete e Ingegneria di Terna, i programmi per la nostra regione e la loro incidenza sulla qualità dell’energia.

intervista a Evaristo Di Bartolomeo Lo scorso 3 febbraio in una manifestazione dedicata all’energia a Città Sant’Angelo lei ha presentato le attività programmate da Terna per la rete italiana con particolare riferimento all’Abruzzo che è anche la sua regione. Può riassumerci a grandi linee gli interventi previsti nella nostra regione? «Innanzitutto va evidenziato che l’Abruzzo produce solo il 75% dell’energia elettrica che consuma, il resto deve essere necessariamente importato da regioni che, al contrario, producono in surplus rispetto al locale fabbisogno. Attualmente, tale rifornitura viene fondamentalmente garantita da un solo elettrodotto, che provenendo dalla Puglia, corre lungo la dorsale adriatica e transita per la Stazione

Elettrica di Villanova. Tale linea risulta ormai sempre in sovraccarico e non più sufficiente per garantire la sicurezza del sistema elettrico della Regione Abruzzo. Nell’ipotesi di un guasto grave, non ci sarebbe certezza di assicurare attraverso altre linee elettriche secondarie di rincalzo l’energia necessaria, con possibili rischi di black-out. Per questa ragione Terna ha pianificato alcuni interventi risolutivi, in grado di scongiurare i rischi di mancata fornitura di energia, quali: un collegamento in cavo sottomarino in grado di importare energia dal Montenegro, un nuovo elettrodotto di collegamento con il Sud, un nuovo elettrodotto di collegamento con il Nord e varie linee minori in grado di distribuire l’energia elettrica all’interno del territorio regionale».

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primo piano Stazione di Villanova

La rete AAT ed AT dell’Abruzzo è ancora ferma ad alcuni decenni fa e risente ancora della vecchia struttura determinata dalle aziende elettriche operanti prima della nazionalizzazione (1962). Quali vantaggi per la qualità e la disponibilità dell’energia potrebbero venire dai vostri interventi? «La sicurezza della fornitura di energia, attraverso i due moderni collegamenti, e la certezza della sua distribuzione alle aree di consumo attraverso le linee minori garantiranno la totale disponibilità dell’energia elettrica con elevati standard di qualità del servizio. Infatti, grazie anche alle moderne tecnologie realizzative degli impianti, più affidabili e meno impattanti, nonché ai moderni sistemi di supervisione e controllo, i guasti sono praticamente scongiurati e nel caso in cui se ne verificassero alcuni (ad esempio a causa di condizioni meteo particolarmente avverse, ecc.) verrebbero prontamente ripristinati senza che il consumatore si accorga di nulla. In sostanza, anche i disturbi sulla rete oggi lamentati da molti utenti industriali verrebbero drasticamente abbattuti se non del tutto annullati». La nuova struttura della rete che si avrà dopo la realizzazione degli interventi programmati consentirà anche di gestire meglio l’energia prodotta dalle nuove centrali e da quelle in via di realizzazione? «Le nuove infrastrutture che Terna ha in programma di realizzare consentiranno principalmente di garantire il trasporto con continuità e sicurezza dell’energia elettrica necessaria in Abruzzo per i prossimi dieci anni (peraltro prevista in aumento). Questo perché sarà costruita un’adeguata “magliatura” della

rete elettrica ad elevata affidabilità in grado di assicurare supporto in maniera automatica. In tal modo ovviamente l’energia potrà essere trasportata dalle attuali centrali di produzione, soprattutto da fonti rinnovabili - che in Abruzzo rappresentano circa il 30% della produzione - ai centri di consumo in modo ottimale, senza sprechi dovuti a perdite lungo la rete con conseguente risparmio di energia e quindi riduzioni di emissioni di CO2. Al momento non si ha conoscenza di nuove iniziative di produzione significative in Abruzzo; quando un soggetto produttore chiede di poter realizzare una nuova centrale, si eseguono appositi studi e verifiche di rete che, se necessario, possono portare alla pianificazione di ulteriori interventi per gestire la nuova produzione di energia». Quali sono i tempi previsti per i vari interventi e quali gli eventuali ostacoli che potrebbero allungarli? «Dopo l’ottenimento delle autorizzazioni serviranno tre anni per realizzare il collegamento con il Montenegro e meno di due per gli

altri interventi. Gli eventuali ostacoli potrebbero derivare da opposizioni da parte di Amministrazioni Pubbliche Locali, rappresentanze di Comitati di cittadini o singoli privati, mirate alla delocalizzazione delle opere previste in altri ambiti territoriali. Siamo comunque fiduciosi di poter superare eventuali criticità attraverso un dialogo costante con le Autorità locali ed i cittadini, evidenziando il fatto che le opere pianificate sono state localizzate “laddove servono” e progettate nel pieno rispetto delle regole tecniche, della normativa in tema di campi elettromagnetici e degli standard internazionali. Inoltre, tutti gli interventi vengono localizzati attraverso l’ottimizzazione dei tracciati e sono accompagnati da mitigazioni e riqualificazioni ambientali, ove opportuno. Infine, vorrei sottolineare che per le opere previste, ma non ancora progettate, Terna ha avviato fin d’ora un impegnativo, ma importantissimo processo concertativo mirato a condividere preventivamente con gli Enti Locali coinvolti le localizzazioni dei futuri interventi»

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in copertina » di Eleonora Lopes

La sfida di una PROVINCIA

UTILE “T

È questa la mission di Guerino Testa, il giovane presidente della Provincia di Pescara che comprende 46 comuni. «Al primo posto c’è il dialogo con il territorio per capire le esigenze dei cittadini»

rasformare la Provincia di Pescara in una Provincia utile”. È stato questo, nel 2009, il leit motiv di tutta la campagna elettorale di Guerino Testa e della coalizione di centrodestra. Una campagna elettorale che ha attraversato tutti i 46 centri del pescarese e durante la quale si è parlato in continuazione dei 46 interessi comuni da tutelare sul territorio. Oggi Testa dice con soddisfazione che sta «raccogliendo i primi risultati concreti», sta «dialogando con il territorio per valutare le priorità» e sta attuando delle «importanti collaborazioni con le altre istituzioni». Il presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, non nasconde la soddisfazione per i progetti portati avanti e concretizzati in questi mesi e parla con entusiasmo delle iniziative promosse in vari settori. Non nega, però, che il periodo è particolarmente difficile e le risorse dell’ente impongono una certa austerità.

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Il presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa nel suo ufficio Âť Foto di Simone Cerio

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in copertina Il palazzo della Provincia di Pescara

Testa con il sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia e il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi

Tra i progetti attuati il presidente cita quello per l’eliminazione del digital divide, promosso con la Camera di Commercio di Pescara. Si punta, cioè, a diffondere la banda larga, assicurando l’accesso alla “rete” alle imprese dei comuni della provincia di Pescara, affinché possano accrescere la loro competitività. I fondi a disposizione sono circa un milione di euro, e si tratta di risorse della Camera di commercio bloccate dopo il terremoto e sbloccate da Unioncamere per promuovere l’iniziativa.

Va poi ricordato il progetto che la Provincia sta portando avanti, d’intesa con il governo centrale, per il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese italiane in Tunisia: esistono, e vanno sfruttate al massimo, delle linee di credito agevolato del Ministero Affari Esteri a favore delle piccole e medie imprese tunisine che acquisiscono presso fornitori italiani attrezzature nuove e servizi nei settori dello sviluppo industriale, energia, trasporti, agro-alimentare, turismo, tecnologie dell’informa-

Andrea Faieta

assessore alle Grandi infrastrutture, Pianificazione del territorio, Trasporti, Programmi integrati territoriali

Roberto Ruggieri,

assessore ai Lavori pubblici, Viabilità

Mario Lattanzio

Valter Cozzi

assessore al Personale, Associazionismo, Politiche sociali, Politiche comunitarie

Angelo D’ottavio

assessore all’Energia, Innovazione, Informatica, Agricoltura, Sviluppo territoriale, Cluster, FAS

assessore all’Ambiente, Caccia e pesca, Protezione civile, Terremoto, Sanità

Guerino Testa

presidente della Provincia di Pescara con delega al Bilancio, Pari opportunità, Marketing territoriale, Polizia provinciale e Coordinamento enti locali

Fabrizio Bernardini

segretario generale della Provincia

Antonio Martorella

assessore alla Formazione professionale, Politiche del lavoro, Rapporti Università, Politiche giovanili

Aurelio Cilli

assessore alle Attività produttive, Turismo, Sport, Patrimonio, Volontariato, Terzo settore, Sussidiarietà

Fabrizio Rapposelli

vice presidente, assessore all’Edilizia scolastica, Pubblica istruzione, Cultura, Famiglia, Contenzioso

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zione e comunicazione, alta formazione, ricerca scientifica e tecnologica. Nello stesso tempo sono previsti per gli investitori esteri, da parte della Tunisia, degli incentivi fiscali significativi. Per fare in modo che queste opportunità vengano sfruttate a pieno la Provincia ha già promosso un workshop e sta lavorando per attivare delle sinergie con le altre istituzioni e i rappresentanti del settore privato. Da sottolineare anche lo sblocco dei fondi Pit per l’innovazione: il 14 aprile è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo, il bando del Progetto Integrato Territoriale della Provincia di Pescara, che prevede agevolazioni per due milioni e 638mila euro per le imprese che investono in innovazione. Attraverso questa forma di sostegno saranno promossi investimenti per 5 milioni di euro su tutto il territorio: i comuni beneficiari sono tutti quelli della provincia, e non solo una parte, anche se c’è una premialità per le zone montane. Tutte le informazioni sono sul sito dell’ente (www.provincia.pescara.it). Per aiutare l’economia del pescarese e i suoi prodotti di eccellenza Testa ha anche promosso due tavoli di lavoro, uno con gli imprenditori del vino e l’altro con gli imprenditori dell’olio, per studiare insieme delle iniziative di rilancio, che servano per attirare l’attenzione sulle specialità di questa terra. Parlando del tessuto imprenditoriale locale il presidente ci tiene a sottolineare un protocollo d’intesa da poco sottoscritto con Ance, Api Edil, Cna Costruzioni, Filca Cisl, Feneal Uil e Fillea Cgil, per garantire migliori livelli di prevenzione, sicurezza e regolarità nei

cantieri pubblici promossi dalla Provincia di Pescara. «Più attenzione per chi lavora – questa la filosofia della Provincia – ma anche più attenzione per la qualità dei lavori promossi dall’ente». In tema di occupazione, la Provincia ha voluto puntare molto sulla festa del primo maggio, spostando in piazza della Rinascita i Centri per l’Impiego, che molte imprese e molti cittadini conoscono poco. Proprio in occasione del primo maggio è stato attivato il nuovo portale lavoro della Provincia (www.pescaralavoro.it), navigabile anche attraverso i cellulari, e dal mese di aprile è in funzione il nuovo Sistema Informativo Lavoro, “Contatto”, basato sulla piattaforma Link, ottenuta in riuso gratuito dalla Provincia di Teramo e già utilizzata dal Ministero del Lavoro per la costituzione del sistema delle Comunicazioni Obbligatorie a livello nazionale. Sono solo alcuni dei progetti portati avanti in questi mesi per il mondo produttivo del pescarese e tra i rapporti virtuosi instaurati con i privati c’è quello con la Fater: in base ad un recente accordo saranno realizzate a Pescara nuove piste ciclabili che saranno finanziate congiuntamente dall’ente pubblico e dall’azienda leader del settore chimico. Tra le priorità del giovane presidente anche cultura e turismo. «Nonostante il periodo di ristrettezze economiche ci stiamo attivando per promuovere diverse iniziative culturali (presentazioni di volumi, mostre, conferenze e dibattiti) e per quanto concerne il turismo siamo stati e saremo presenti a tutte le fiere più importanti per rilanciare l’immagine del nostro splendido territorio».

l’intervento del presidente Testa durante un consiglio provinciale

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in copertina

a tu per tu con Guerino Testa Presidente, il suo slogan in campagna elettorale era incentrato sul concetto di “Provincia utile” in un momento in cui si parlava della possibilità di abolire questo ente. Cosa mi dice a riguardo? «Sì, in effetti proprio un anno fa scoppiò la polemica sull’utilità delle Province e sulla loro possibile abolizione, per ridurre i costi della politica. Alcuni si dichiararono a favore, altri contrari. Proprio da questa diatriba è nata la mia più grande sfida, lanciata nel 2009 durante la campagna elettorale: promuovere una “Provincia utile” che faccia da ponte tra i Comuni e la Regione, rispondendo al meglio ai bisogni e alle richieste dei cittadini. Con orgoglio posso affermare oggi che la Provincia di Pescara sta lavorando per svolgere le proprie competenze in modo appropriato». Passiamo all’attualità: opere pubbliche e viabilità. Da dove è partito l’operato della Provincia di Pescara? «Le opere pubbliche costituiscono uno dei settori principali di intervento della Provincia, uno di quelli che ci vede maggiormente impegnati, basti pensare che il Piano triennale prevede interventi per 124milioni di euro (su edilizia scolastica, viabilità e patrimonio). Vale la pena ricordare l’impegno che abbiamo profuso, ovviamente doveroso, su alcune opere strategiche, ad esempio per dirottare dal primo al secondo lotto i fondi della “mare-monti” e per aprire al traffico la variante alla strada statale 16 (per il collegamento PescaraMontesilvano). Solo negli ultimi giorni

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abbiamo promosso lavori di manutenzione straordinaria su circa 90 chilometri di strade della Provincia e poi stiamo lavorando per i tre ponti sul fiume Saline e abbiamo dato il via all’intervento per la realizzazione della bretella di collegamento tra la statale 602 e l’asse attrezzato in corrispondenza del nuovo mercato ortofrutticolo, superando problemi di vecchia data. Non posso non sottolineare gli appalti promossi per la sistemazione, la messa in sicurezza e la manutenzione delle strade, nonché per la sistemazione dei dissesti. È sufficiente scorrere velocemente l’elenco delle gare avviate per rendersi conto degli interventi voluti da questa giunta, che sta anche portando avanti opere volute dalla precedente amministrazione, perché è giusto che io dia continuità alle attività positive che ho ereditato. Solo tra marzo e aprile abbiamo appaltato lavori pubblici per 7milioni e 400mila euro. Non amo fare gli spot, ma in campagna elettorale abbiamo promesso delle cose che in meno di un anno abbiamo effettivamente realizzato. E credo sia mio dovere comunicare ai cittadini il nostro operato». Quanto conta l’intesa e la sintonia tra lei e i suoi assessori? «Moltissimo. E non è una frase fatta. Ho scelto con cura la mia squadra e pretendo che sia unita e collaborativa, sono tutti ragazzi giovani e competenti. Io sono per la forza del gruppo, specie in politica. Anche il fatto che lo scorso 31 dicembre siamo riusciti ad approvare il bilancio a soli 5 mesi dall’insediamento, è un segnale importante di un’ammi-


nistrazione che lavora con serietà e determinazione per raggiungere gli obiettivi prefissati». A che punto è la situazione delle scuole? «Abbiamo ereditato una situazione difficile, con somme limitate per la manutenzione degli edifici per cui come prima cosa ci siamo preoccupati di prevedere fondi cinque volte superiori rispetto al passato. Il Servizio Edilizia scolastica sta svolgendo un’attività non indifferente perché al momento del nostro insediamento, abbiamo scoperto che la Provincia di Pescara non si è mai preoccupata di ottenere i certificati di agibilità delle scuole e così abbiamo previsto di colmare questa mancanza attivandoci per la messa a norma degli impianti e per i fascicoli di fabbricato. Per sistemare le nostre scuole abbiamo contratto mutui, solo nel 2009, per 1milione e 300mila euro, e i frutti si vedranno a breve. Certo, ci sono delle situazioni particolarmente difficili da affrontare, sul fronte dell’edilizia scolastica, ma ci stiamo dando da fare e vogliamo mantenere gli impegni presi. Per il prossimo anno scolastico ci sarà una novità importante: Pescara sarà una delle 28 città d’Italia ad avere il liceo musicale coreutico, che nascerà a settembre nel liceo artistico “Giuseppe Misticoni”. Una scelta del ministero, della quale non possiamo che essere felici perché offriamo un servizio in più ai giovani». Per incentivare l’occupazione, quali attività ha promosso la Provincia? «Per quanto riguarda occupazione e imprese nei primi mesi di attività la Provincia ha promosso dei bandi per la formazione che hanno avuto un ottimo riscontro. Il primo è quello per 190 tirocini formativi e di

orientamento in favore di disoccupati, per un finanziamento totale pari a 570.000 euro. C’è stato poi il bando per il finanziamento di 5 percorsi integrati per l’inserimento lavorativo dei disoccupati, per un totale di 412.500 euro. E poi, ancora, abbiamo promosso il bando per il finanziamento di circa 13 progetti di formazione continua in favore di piccole imprese, per un ammontare di 234.000 euro. Per il rilancio delle attività di formazione diretta, sono stati avviati i corsi di formazione per l’Area Benessere e sono in fase di avvio quelli relativi all’Area Informatica, il 6 aprile è stato attivato il nuovo Sistema Informativo Lavoro provinciale, acquisito in riuso gratuito della piattaforma più diffusa in Italia. E poi, ancora, sono stati avviati percorsi mirati di politica attiva del lavoro in favore dei destinatari di ammortizzatori sociali in deroga presso i Centri per l’Impiego: da gennaio a metà marzo sono state effettuate almeno 600 convocazioni (e altrettanti colloqui informativi) per illustrare le opportunità previste dalla normativa, e sono stati stipulati 221 Patti di Servizio e Piani d’Azione Individuali, per la definizione e l’avvio di attività di orientamento personalizzate. Abbiamo provveduto a rilanciare le attività della Commissione Tripartita Provinciale e a breve partiranno i lavori di ristrutturazione della sede del Centro di Formazione provinciale presso cui realizzare nuovi corsi». In diverse occasioni, lei ha dimostrato molta sensibilità per le politiche sociali. Quali iniziative sono state promosse fino ad oggi? «L’iniziativa che mi ha colpito di più è stata quella delle “giornate accessibili”. Siamo saliti sulle carrozzelle dei disabili per capire come vivono quotidianamente e abbiamo indossa-

to una mascherina nera per provare sulla nostra pelle come si muove un non vedente. Un’esperienza dalla quale ho imparato molto e che mi ha fatto capire quanti ostacoli esistono ancora oggi sul nostro territorio per chi ha un handicap. Da qui è nato un nuovo servizio: uno sportello sulla disabilità e accessibilità per favorire l’inclusione e integrazione sociale dei diversamente abili. Da citare, sicuramente, anche altre iniziative promosse dal Servizio Politiche Sociali, tra cui un protocollo d’intesa con il Comune per l’abbattimento delle barriere architettoniche in piazza Italia, a Pescara, i progetti comunitari per combattere la dispersione scolastica attraverso la formazione innovativa dei docenti delle scuole superiori, i progetti per favorire il protagonismo giovanile, i servizi di trasporto e assistenza agli studenti disabili che frequentano gli istituti superiori della provincia, il servizio di Assistenza Scolastica Domiciliare Integrata per i disabili sensoriali, il servizio di Assistenza Domiciliare rivolto ai cittadini ciechi pluriminorati, l’attivazione di un tavolo Provincia – Regione per la discussione delle problematiche relative all’assistenza e al trasporto disabili, il sostegno a progetti contro la tratta delle donne con la firma della convenzione sugli interventi di assistenza a favore di vittime di tratta e riduzione in schiavitù, il progetto per il conseguimento del titolo di studio di scuola superiore rivolto a cittadini stranieri. Va avanti, poi, il progetto “Giustizia Riparativa” per favorire il reinserimento sociale dei detenuti e infine abbiamo siglato un Protocollo della Rete Antiviolenza Provinciale e promosso una selezione per l’avvio del nuovo Centro Polivalente Provinciale»

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incarichi&carriere

FRANCO GABRIELLI IL PREFETTO DELL’AQUILA SARÀ IL VICE DI BERTOLASO

Quarantanove anni, sposato e padre di tre figli. Una carriera nell’antiterrorismo, è stato il più

giovane capo dei servizi segreti civili italiani (allora Sisde, ora Aisi). Entrato in polizia nel 1985, due anni dopo è passato alla Digos di Imperia, inizio questo di un percorso che lo ha portato a smembrare le nuove Br, a coordinare le indagini che hanno consentito di fare luce sulle stragi mafiose della primavera-estate del 1993, fino al 2003 momento dell’arresto dei brigatisti responsabili degli omicidi di Massimo D’Antona, Marco Biagi e del sovrintendente della polizia Emanuele Petri. Gabrielli è stato nominato dal governo Prodi direttore del Sisde a fine 2006 e vi è restato per 2 anni. Ad aprile 2009 il Consiglio dei ministri, su indicazione di Guido Bertolaso, gli ha affidato la guida alla prefettura dell’Aquila, in quanto persona capace di gestire le difficoltà dell’emergenza, ma soprattutto di vigilare sulla regolarità degli appalti per evitare infiltrazioni della criminalità organizzata. Anche questa volta a volere Gabrielli al Dipartimento della Protezione Civile è stato lo stesso Bertolaso, dopo averlo visto di persona lavorare nell’emergenza aquilana. Una stima reciproca lega i due uomini, perché se da un lato il Capo della Protezione Civile ha sempre rimarcato il valore del Prefetto, dall’altro Gabrielli ha da subito confermato la propria fiducia e la propria stima nei confronti di Bertolaso in occasione dello scandalo sugli appalti del G8 alla Maddalena. Gabrielli, che ha già cominciato a conoscere la macchina del Dipartimento, lavorando insieme ai direttori generali e ai funzionari che si sono occupati dell’emergenza dell’Aquila, sarà affiancato per un periodo da Bertolaso prima che come sembra lasci in autunno definitivamente la Protezione Civile.

GIUSEPPE RAPONE NEO PRESIDENTE DELLA SEZIONE TERZIARIO AVANZATO DI CONFINDUSTRIA TERAMO

Giuseppe Rapone è il nuovo presidente della Sezione “Terziario Avanzato” di Confindustria Te-

ramo. La nomina, avvenuta nel corso dell’ultima assemblea di sezione, è stata ratificata dal Consiglio Direttivo. Teramano, 46 anni, coniugato, ha due figlie. Laureato in Scienze Politiche con indirizzo economico, ha iniziato l’attività lavorativa nel 1983, collaborando con varie piccole e medie imprese del tessuto provinciale, nelle quali ha ricoperto incarichi di responsabilità. È dottore commercialista e revisore dei conti. Nel 2001 ha fondato con alcuni colleghi la Global Consulting, società di consulenza direzionale e, nel 2006, la società Aristeia, che opera nel settore dei sistemi informativi aziendali. Già membro del Comitato Tecnico Nazionale di Confindustria per la tutela dei Marchi e la lotta alla Contraffazione, è attualmente componente del Coordinamento Regionale per la Ricerca e l’Innovazione di Confindustria Abruzzo. È anche presidente dell’associazione culturale Club Italiano dei Creativi. «Nel corso del mandato – ha dichiarato Giuseppe Rapone - lavoreremo in diverse direzioni. Uno dei punti di impegno riguarderà la promozione di collaborazioni stabili tre le imprese dei servizi innovativi, affinché si rafforzino reciprocamente e siano in grado di procurarsi opportunità anche al di fuori dal mercato regionale». Rapone subentra a Cesare Zippilli, eletto due mesi fa presidente regionale dei Servizi Innovativi di Confindustria Abruzzo.

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incarichi&carriere

L’architetto Giuseppe Girolimetti, attuale presidente dell’Ance Pescara, è stato eletto presso

la sede di Confindustria Pescara presidente regionale Ance. Subentra a Gennaro Strever che lascia per fine mandato. Rimangono vice presidenti di diritto i presidenti delle tre associazioni provinciali: ing. Paolo Primavera (Ch), il dott. Serafino Pulcini (Te) ed il geom. Filiberto Cicchetti (Aq). Giuseppe Girolimetti, 54 anni, coniugato e padre di due figli, proviene da una famiglia storica dell’imprenditoria pescarese. L’impresa Girolimetti, fondata nel 1951 dal padre Fulvio, al quale si sono successivamente affiancati i figli Giuseppe e Fabrizio, opera nel settore dell’edilizia residenziale e nel settore pubblico. Il neo presidente ha evidenziato che in questo momento l’Ance Abruzzo si sforzerà affinché si incentivino nuovi percorsi per sviluppare i più recenti indirizzi di pianificazione urbanistica e territoriale.

GIUSEPPE GIROLIMETTI È IL NEO PRESIDENTE ANCE ABRUZZO

PASQUALE VARRENTI AL VERTICE DI COLDIRETTI PENSIONATI

Il nuovo presidente regionale dell’associazione pensionati Coldiretti Abruzzo, che conta oltre

30mila deleghe, è Pasquale Varrenti, 60 anni, di Pescara eletto all’unanimità dall’assemblea di soci, a cui hanno partecipato un centinaio di pensionati agricoli provenienti da tutta la Regione. Oltre a Varrenti, che sostituisce il teramano Bengasino Mancinelli, sono stati eletti Angelo Martinelli (Aq), Giuseppe Di Giampaolo (Te), Cesarino Di Serio (Te) e Francesco Di Gregorio (Pe). All’assemblea era presente anche il presidente nazionale Natale Carlotto e, per l’organizzazione agricola, il direttore regionale Coldiretti Abruzzo Michele Errico. «La presenza di attività agricole, svolte anche dai pensionati, soprattutto nelle zone montane e svantaggiate, è sinonimo di salvaguardia e tutela del territorio» - ha detto il neoeletto presidente.

LUIGI NIGLIATO CONFERMATO PRESIDENTE DEL BANCO ALIMENTARE DELL’ABRUZZO

Luigi Nigliato è stato confermato presidente del Banco Alimentare dell’Abruzzo per il triennio

2010-2013. L’associazione assiste in Abruzzo e Molise oltre 35 mila persone. Il consiglio direttivo uscente, formato da Carlo Ciommi, Giulio De Carolis, Donato Di Renzo, Piergiorgio Greco, Annafrancesca Marchegiani, Luigi Nigliato, Giuliano Tontodonati, è stato confermato in blocco; con l’ingresso di: Nicola Di Pietro e Mimmo Zocco. È stato rinnovato anche il consiglio dei revisori dei conti: confermati Tommaso Paolini e Mario Lombardi, mentre Chiara Rapino prende il posto di Alfonso Di Giamberardino. Confermato anche Cosimo Trivisani quale direttore. Nel 2009 sono state raccolte da Agea, aziende agroalimentari, GDO e Colletta Alimentare, 3.353 tonnellate di alimenti. Durante l’emergenza sismica sono state distribuite a L’Aquila e provincia oltre 100 tonnellate di alimenti e prodotti per l’igiene.

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storie&persone

di Marco Taglieri Foto Simone Cerio

Renato Ricci e un sogno chiamato museo Dagli esordi nell’azienda di famiglia al desiderio di onorare la memoria del padre: un progetto diventato realtà

A breve arriverà un pezzo unico, una Ardea 800 Belvedere: «È una sorta di station wagon con vetri laterali e 6 posti, un bijou»

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I

mprenditore, appassionato di ciclismo e di motori, amante dei sogni. Uno di questi era onorare la memoria del padre Emanuele. Renato Ricci ce l’ha fatta. Anzi, ha scelto l’opzione più prestigiosa e audace, un museo. Per la precisione, il Museo dell’Automobile e del Trofeo Matteotti “Emanuele Ricci”. Nasce in via Cavour 77, a San Giovanni Teatino, praticamente alle spalle dell’omonimo stabile aziendale: «Glielo dovevo, - spiega Ricci riferendosi al padre Emanuele – per tutto quello che mi ha insegnato. Mi diceva sempre che i sogni si avverano se uno ci crede. Ecco, questo Museo ne è l’esempio lampante». Il Museo è una sorta di scrigno in cui prende vita la storia dell’auto e del ciclismo. Renato Ricci, patron del Trofeo Matteotti, illustra come è nata questa iniziativa: «Abbiamo allestito una sezione con auto degli anni ’40 e ’50, tutte italiane (dall’Alfa Romeo alla Fiat, ndr) tranne una francese R4; inoltre abbiamo ricostruito un vecchio garage-officina in cui c’è uno “smonta gomme” del 1945. Sono cimeli più unici che rari, che ho raccolto e conservato dopo un lungo e meticoloso restauro». Un salone al pian terreno dedicato alle auto d’epoca, un’altra sezione al primo piano caratterizzata dallo splendido colpo d’occhio del mondo a due ruote, con le maglie storiche dei ciclisti che hanno trionfato nella Classica pescarese, e altri oggetti avvolti nel mito come la “Bianchi” di Fausto Coppi. «Il Matteotti fa parte della mia famiglia, - continua Ricci – è normale che abbia dedicato grande spazio alla storia del ciclismo. Ma non manca un’area dedicata al calcio, in particolare al club Renato Curi, la squadra che ho sostenuto per 9 anni e da cui sono emersi campioni


Renato Ricci tra le auto d’epoca del suo museo

del calibro di Falcone, Oddo e Grosso». Tremila metri quadri di ampiezza, di cui 1500 dedicati al museo e l’altra metà alla sala conferenze. «Ho intitolato la sala Matteotti a Tito Verna, il vero patron della manifestazione», annuncia l’imprenditore. A breve arriverà un altro pezzo più unico che raro, una Ardea 800 Belvedere: «E’ una sorta di station wagon con vetri laterali e 6 posti, un bijou», dice Ricci. La bandiera della Malesia, che sventola all’entrata del Museo, ci offre lo spunto per approfondire le origini del successo imprenditoriale di Renato Ricci e dell’azienda di famiglia: «Mio padre iniziò commercializzando i vini Intorcia e Marsala in Sicilia, oltre a prodotti chimici importati da Cina, Grecia e Svezia. Si trattava di materiali utilizzati per fare asfalti, oli lubrificanti e grassi. La nostra attività nacque nel 1938, negli anni ’60 diventammo concessionari dell’olio Fiat, uno dei più famosi e ricercati. Oggi il nostro raggio d’azione si estende su 6 province fino a Macerata. Proprietario dell’olio Fiat da qualche tempo è la Petronas, società malese titolare, tra le varie cose, del circuito di Sepang, sponsor Bmw Mercedes oltre che di campioni come Schumacher e Valentino Rossi, proprietaria di circa 130 petroliere. La Petronas sta entrando con grande impeto nel mercato eu-

ropeo attraverso diverse acquisizioni. Ecco, possiamo dire che da qualche tempo siamo un po’… malesi anche noi!». Il successo della “Emanuele Ricci” sembra derivare da una logica imprenditoriale intelligente, ambiziosa, ma semplice. Almeno a sentire la risposta di Renato Ricci quando gli chiediamo come è stata gestita e affrontata la crisi economica del 2009: «Le crisi ci sono e influiscono negativamente, questo è innegabile. Ma le crisi finiscono. Credo che si debba fare un po’ di attenzione per 4-5 anni, magari risparmiando. Magari non facendo il Matteotti…». Una frecciata sottile, ma dal significato davvero profondo

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grandi storie » di Raffaella Di Marino

Keith Rupert Murdoch, il re della comunicazione Durante un’intervista alla BBC Rupert Murdoch disse: «Dai canguri ho imparato che a volte i problemi non vanno risolti. Ma saltati». Sarà stata questa filosofia a renderlo uno degli uomini più potenti al mondo?

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fondatore e proprietario deldi provincia, The Adelaide News e la News Corporation, la più da allora ha inizio la sua continua grande compagnia nel sete inarrestabile ascesa. Dopo aver tore dei mezzi di comunicazione a iniziato con giornali, magazine e livello mondiale, valutata da Forstazioni televisive nella sua Aubes 40 miliardi di dollari. Possiede stralia, le produzioni di Murdoch un numero come 69 tra quotidiani si espandono prevalentemente nel e riviste in tutto il mondo, 12 piatRegno Unito e negli Stati Uniti, taforme televisive, 10 reti televisive per poi approdare in quasi tutti gli e due case editrici. Ha in pratica angoli del pianeta. Nel 1969 trasfeil controllo sul più grosso gruppo ritosi in Gran Bretagna acquista Il magnate australiano Rupert Murdoch editoriale di libri e multimedia il quotidiano Gutter Press, The sulla terra con la Harper Collins, Sun e il domenicale News of the la 20th Century Fox, la Fox News Network, tv en- World, tramite i quali riesce ad ottenere un gran tertainment e notizie che girano il globo intero in successo vendendo attorno a 4 milioni di copie. molte lingue, arabo compreso. Tra i suoi giornali I due giornali, tra la fine degli anni Settanta e i ci sono il Times, Sun, News of the World e Sunday primi anni Ottanta, garantiscono perfino un apTime in Gran Bretagna; possiede anche il secondo poggio all’ascesa di Margaret Thatcher e alle sue giornale newyorkese, il New York Post. Oggi per- politiche anti-welfare state. Riesce a spaziare tra i sino proprietario dei Dodgers di Los Angeles, una tutti i media possibili, dall’editoria al cinema con delle migliori squadre di baseball d’America. Il investimenti sempre maggiori e sempre vincenti; suo gruppo editoriale raggiunge ogni giorno circa nel 1985 diventa cittadino americano e in quegli 4,7 miliardi di persone, cioè i 3/4 della popolazio- stessi anni, acquista a Hollywood la Casa Cinemane globale. Parliamo di Keith Rupert Murdoch, il tografica 20th Century Fox, oltre al Network Fox magnate delle telecomunicazioni, il cui potere si è TV. Ma anche la sua vita privata non è stata priva espanso a macchia d’olio su tutto il mondo a par- di sorprese, con ben 3 matrimoni alle spalle e 6 fitire dagli anni settanta. Keith Rupert Murdoch, è gli all’attivo, Rupert Murdoch può ben dirsi anche nato a Melbourne, in Australia, l’11 marzo 1931. un uomo prolifico e pieno di vita. Ormai di salute Laureatosi ad Oxford, inizia a dedicarsi al gior- fragile, vista l’età, non gira più il mondo, ma resta nalismo lavorando presso il quotidiano londinese sempre un imprenditore presente e attivo, tanto da Daily Express. A 21 anni, rientrando in Australia essere comunque uno dei più importanti impreneredita dal padre, Sir Keith Murdoch, di antico ditori del mondo digitale satellitare. È il 117esimo ceppo scozzese presbiteriano, un piccolo giornale uomo più ricco del mondo

«Possiamo cambiare il mondo? No, cavolo! Ma perlomeno noi tutti possiamo provarci».

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mercati » di Massimiliano Palumbaro

La ripresa del Dollaro Le conseguenze in Europa e i vantaggi per le aziende che esportano

A

partire dal dicembre 2009 abbiamo assistito, complice anche la crisi greca, ad un continuo indebolimento della valuta europea rispetto al dollaro americano. Siamo passati infatti da un rapporto di cambio attorno a 1,50 di inizio dicembre 2009, agli attuali 1,33 (1,3368 il 23 aprile 2010). Questa situazione avvantaggia tutte le imprese che esportano i propri prodotti ricevendo pagamenti in dollari ed offre, inoltre, l’opportunità di porre in essere delle coperture che garantiscano l’impresa contro eventuali rafforzamenti dell’euro. Facciamo l’esempio di un’azienda che deve ricevere un pagamento di 100.000 dollari. Al cambio di 1,33 incasserebbe 75.187,97 euro, mentre al cambio di 1,50 ne incasserebbe 66.666,67 con una perdita di oltre 8.500 euro. Sono essenzialmente due gli strumenti efficaci ed efficienti per coprirsi contro questo rischio: Vendita a termine di dollari. Acquisto opzione put dollaro.

Vendita a termine

Con questo derivato di copertura, l’azienda fissa sin da oggi il tasso di cambio al quale effettuerà una vendita di dollari in un momento futuro. Facciamo l’esempio di un’azienda che sa di ricevere fra tre mesi un pagamento di USD 100.000,00. A questo punto se non vuole correre il rischio che il tasso di cambio si apprezzi, conclude con una banca un contratto di vendita a termine di dollari per l’importo della fattura. La banca fissa sin da oggi il tasso di cambio al quale effettuerà l’acquisto di dollari dopo tre mesi e nel momento in cui l’azienda incassa la fattura, porterà i dollari presso la banca controparte del derivato. Quando invece un’azienda dovesse avere vari pagamenti in dollari nell’arco dell’anno, senza sapere tuttavia le scadenze, potrà coprirsi attraverso una vendita a termine flessibile, che consente di gestire con lo stesso tasso di cambio, o con cambi differenti, ma fissati all’inizio del contratto, i vari momenti in cui riceverà i dollari anche se di ammontare differenti tra loro. L’in-

conveniente di questi contratti è dato dal fatto che giunti alla scadenza l’azienda ha l’obbligo di presentare i dollari in banca per effettuare il cambio. Tornando all’esempio di prima, se l’azienda non dovesse ricevere il pagamento della fattura alla data prestabilita ed avesse aperto un contratto di vendita a termine, dovrebbe comunque onorare quest’ultimo, acquistando i 100.000 dollari sul mercato e portandoli in banca per il cambio. Da questa operazione potrebbe ricavare un utile se, il tasso di cambio si è apprezzato (rafforzamento dell’euro) o subire una perdita in caso di ulteriore rafforzamento del dollaro.

Opzione put dollaro

L’inconveniente di dover comunque onorare il contratto viene superato da questo secondo strumento che consiste nell’acquisto di un’opzione put. Questa copertura da diritto al titolare di scegliere se, alla scadenza del contratto, vendere i dollari ad un tasso di cambio già predeterminato ovvero non fare nulla. In pra-

Il grafico evidenzia l’andamento del cambio euro/dollaro nell’ultimo anno

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mercati

tica l’azienda esportatrice che acquista l’opzione put, arrivati alla scadenza sceglierà di vendere i dollari se il tasso di cambio è salito (rafforzamento dell’euro), mentre non procederà ad esercitare l’opzione in caso contrario. Anche qui riportiamo l’esempio di un’azienda che deve incassare 100.000 dollari ed acquista un’opzione put fissando un cambio a 1,33. Alla scadenza dei tre mesi (si possono avere tutte le scadenze desiderate) se il cambio fissa sotto 1,33, all’azienda non conviene esercitare l’opzione, mentre se fissa sopra, l’azienda esercita e cambia i dollari a 1,33. L’opzione prevede per il suo acquisto il pagamento di un premio che varia a seconda della durata del contratto e del tasso di cambio che si desidera fissare. Altri strumenti di copertura, oltre quelli indicati, possono essere efficienti, ma incorporano elementi speculativi ed in genere hanno costi più elevati dei prodotti semplici sopra descritti. In tutti i casi, comunque è necessario fare attenzione alle commissioni bancarie (occulte ed esplicite) che potrebbero erodere i margini di efficienza del prodotto

e-mail: m.palumbaro@cfiadvisors.it

Il grafico relativo all’andamento della Goldman Sachs

Occhio ai mercati » di Alfredo De Vincentis

Goldman Sachs

Con i mercati dei capitali e del credito in via di riequilibrio, con le borse oramai impostate al rialzo in modo affidabile vista la regolarità dei trend in atto, con i sistemi macroeconomici di nuovo in fase di espansione (ove più, ove meno, Italia come sempre tra i peggiori, il vanto per non aver visto nemmeno una banca fallire si tramuterà in disincanto nel vedere di nuovo il pil inchiodato vicino allo 0...), ebbene, considerato tutto, penso Goldman Sachs (GS) sia un’ottima candidata all’acquisto. Non fatevi ingannare dalle notizie circa la condanna della SEC per pratiche illegali e fraudolente (per dirla semplice ha scommesso al ribasso su strumenti finanziari molto sofisticati di cui ne incentivava l’acquisto sulla clientela privata), la Goldman Sachs rimane (lo era anche prima) la banca meglio gestita degli USA. C’era, c’è e ci sarà sempre, più centrale che mai nel sistema finanziario americano, ora che il suo ruolo si è accresciuto, e ora che la sua stabilità è più preziosa che mai per quella intera del mercato del credito e assicurativo (si veda il ruolo che ha Goldman Sachs in AIG). La struttura del bilancio delle banche è diversa da quella propria delle altre società, per cui risulta fuorviante indicare i ratio finanziari consueti. Mi concentrerei piuttosto sul fatto che ha uno short ratio di appena 0,7 (questo rapporto indica il totale di giorni che, a volumi medi ultimo mese, le azioni vendute allo scoperto impiegherebbero per essere ricomprate): cioè si scommette poco su un prossimo crollo del titolo. Il prezzo ha raggiunto i livelli antecrisi, così come pure gli utili per azione (linea in basso del grafico) hanno ritrovato il ritmo di crescita proprio di una grande banca come Goldman Sachs. Su ogni eventuale fase di discesa momentanea del titolo, aumenterei posizione. e-mail: aldevinc@libero.it

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fisco » di Luigi Carunchio

Tutte le novità su Iva e Intrastat Dal 2010 sono in vigore le nuove norme sulla territorialità dell’Iva. In particolare è stata rivista l’applicabilità dell’imposta alle prestazioni di servizi che, per effetto della materia esecuzione e per i soggetti coinvolti, è riferibile agli scambi internazionali

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a revisione del 2010 ha portato ad una riorganizzazione del sistema prevedendo, nei meccanismi di funzionamento, una regola generale ed alcune deroghe. Alla regola genera-

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le della tassazione nel paese del committente, sono state affiancate deroghe riguardanti, ad esempio, le prestazioni relative ad immobili, le prestazioni di trasporto passeggeri, i servizi culturali e sportivi, la ri-


storazione, il catering e la locazione a breve termine in particolare nella terza e nella quarta, oggi presenti di mezzi di trasporto. Buona parte di tali deroghe, ha sia nel modello intra 1 (relativo alle cessioni di beni come minimo comun denominatore la possibilità di ed ai servizi resi) sia nel modello intra 2 (relativo agli individuare, almeno in alcuni casi, il luogo di effet- acquisti di beni ed ai servizi ricevuti). tiva esecuzione e fruizione del servizio. La periodicità cui dovrà riferirsi il contribuente sarà Le modifiche appena riassunte, indicando la territo- mensile o trimestrale, non essendo più possibile prerialità delle prestazioni, hanno naturalmente posto a sentare elenchi annuali. carico dei contribuenti gli adempimenti necessari ad La possibilità di presentare gli elenchi trimestralmenapplicare l’imposta nel paese di riferimento. Si trat- te rimarrà ai soli contribuenti che porranno in esseta di adempimenti utili a liquidare l’imposta, come re un volume di transazioni non superiore a 50 mila l’applicazione del meccanismo del reverse charge, euro. Riassunte, queste, come le novità di particolare e adempimenti di natura dichiarativa, come la pre- rilievo, va accennato che in tema di effettiva e consentazione del modello creta compilazione sono intrastat, utili a manifeancora molti i dubbi che stare all’Amministrazione dovrebbero essere risolti Alla regola generale finanziaria, l’esecuzione o con una pronuncia che le della tassazione nel paese il ricevimento di prestaAgenzie fiscali competenti zioni intracomunitarie. sono in procinto di emanadel committente, Mentre il meccanismo del re. Tra quanto invece è già sono state affiancate reverse charge è da temchiaro c’è il modo di storderoghe riguardanti po presente nel nostro nare i servizi resi e ricevuordinamento e quindi ti, quindi la compilazione le prestazioni relative ben collaudato, i modeldella quarta sezione dei ad immobili, le prestazioni modelli. Per tale fattispeli intrastat relativi alle di trasporto passeggeri, prestazioni di servizi cie ci si dovrà comportare sono un’assoluta novità diversamente da quanto si i servizi culturali e la loro introduzione ha fa con riferimento ai beni; e sportivi, la ristorazione, infatti, per stornare anavuto, e forse ha ancoil catering e la locazione ra, bisogno di un certo che parzialmente un serrodaggio per superare vizio occorrerà annullare a breve termine di mezzi quelle obbiettive condiquanto precedentemente di trasporto zioni di incertezza in cui dichiarato con il reinserimolti si sono trovati, o mento di nuovi elementi si troveranno. In merito, che indichino esattamente anche l’Agenzia delle Entrate, riconoscendo la tardi- gli estremi della prestazione rimasta rilevante ai fini vità della pubblicazione della normativa interna di dell’imposta. Altrettanto chiaro è che fino al 30 aprile recepimento della nuova disciplina comunitaria, non 2010 le dichiarazioni Intra potranno essere presentaapplicherà sanzioni in caso di violazioni commesse te agli uffici doganali territorialmente competenti su dai contribuenti nella compilazione degli elenchi in- formato elettronico entro il 20 del mese successivo al trastat –con riferimento ai servizi - per il primo tri- periodo di riferimento; diversamente, dal 1° maggio mestre del 2010 e per i mesi da gennaio a maggio. In 2010, gli elenchi riepilogativi, sia mensili che trimecaso di errori, quindi, i contribuenti avranno la possi- strali, dovranno essere presentati esclusivamente in bilità di sanarli, senza incorrere in sanzioni, inviando modalità telematica entro il 25 del mese successivo al entro il 20 luglio elenchi intrastat integrativi. periodo di riferimento. Tra le innovazioni introdotte negli elenchi suindicati L’auspicio è che il ritardo con cui il legislatore ha rec’è ovviamente la parte relativa allo scambio dei ser- cepito i dettami comunitari non si perpetui nel forvizi e c’è poi la modifica alla periodicità da conside- nire i chiarimenti che oggi si rendono necessari per rare utile alla presentazione degli stessi. una corretta compilazione di una dichiarazione fiscale Le prestazioni di servizi dovranno infatti essere di- com’è l’intrastat; è evidente che ulteriori incertezze chiarate nelle nuove sezioni del modello intrastat, ed non rendono giustizia al mondo produttivo

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energia » di Pietro Pastorelli

Numero delle interruzioni lamentate in funzione del tipo e distribuzione percentuale delle stesse.

La non qualità dell’energia Proviamo a spiegare in maniera dettagliata quali sono i danni più comuni lamentati dagli utenti

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el numero di Marzo abbiamo esaminato i problemi derivanti dalla non qualità dell’energia elettrica e alcune possibili soluzioni. Ora siamo in grado di dare i risultati di una prima analisi quantitativa relativa a circa due mesi dall’avvio dell’indagine realizzata dal sito http://www.trovaenergia.it. I grafici riportati di seguito danno una triplice descrizione del fenomeno come è percepito dagli utenti: 1. Il primo fornisce la distribuzione, comune per comune, dei problemi segnalati divisi per tipo; 2. Il secondo indica il totale di ciascun tipo di disturbo; 3. Il terzo riporta l’incidenza percentuale di ciascun evento sul totale di quelli segnalati. Purtroppo non sono le interruzioni lunghe le più presenti: le interruzioni brevi e le brevissime sono quelle più segnalate come origine dei guasti e dei danni economici. Nella normativa dell’AEEG, però, solo le interruzioni lunghe danno diritto agli “indennizzi automatici”. Per comprendere, in generale, di quali danni stiamo

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parlando copiamo il contenuto di una scheda ricevuta nella parte “descrizione sintetica dei danni”: “Le interruzioni di energia elettrica destabilizzano i nostri processi produttivi arrecando un danno grave alla produzione. Il danno può essere sintetizzato in: » perdita di produzione dovuta agli arresti produttivi; » tempo di riavvio delle macchine che, anche dopo un’interruzione di brevissima durata, prima di tornare a regime, producono particolari di scarto per oltre mezz’ora; » danni ai macchinari stessi dovuti alle sovratensioni che si innescano con le microinterruzioni di energia elettrica. All’interno della nostra azienda infatti sono presenti macchine che necessitano di condizioni al contorno stazionarie dopo l’avvio.” Scendendo nel particolare segnaliamo quanto lamentato da alcuni tipi di aziende: » Una piccola industria aerospaziale della provincia dell’Aquila: “negli ultimi due anni, a seguito di numerose interruzioni di vari tipi abbiamo avuto oltre 40.000


€ di danni dovuti sia agli scarti di lavorazione che ai guasti alle schede elettroniche dei controlli numerici”. » Una media azienda che produce serbatoi per autoveicoli in provincia di Chieti: “la mancanza improvvisa di energia ha, in alcuni casi, prodotto dei fenomeni acustici dovuti all’implosione di sistemi sotto vuoto che hanno messo a repentaglio l’udito degli operatori”. » Un’azienda tessile del teramano: “Microinterruzione della durata inferiore ad 1 secondo: blocco di tutte le macchine e le linee di produzione del tessuto con conseguenti danni quantificabili in circa € 2.800,00”. Spesso i disturbi si verificano in orari nei quali può non essere presente il tecnico che programma ed avvia le macchine (di sera, di notte): ne deriva la perdita di molta della produzione del turno. Il responsabile dell’azienda comincia a vivere in uno stato d’ansia: non è più sicuro di poter rispettare sia gli impegni presi con i clienti sia i preventivi di bilancio. Si allungano le consegne ed i pagamenti e si cominciano ad incrinare i rapporti di fiducia faticosamente conquistati. Sono storie di tutti i giorni. Gli esami per scoprire le cause, spesso, non sono né brevi né facili data la complessità del sistema nel quale si è inseriti. È colpa della rete non adeguata per la sua struttura, per i conduttori non ben dimensionati, per la potenza di corto circuito non idonea, per la scarsa manutenzione? È colpa delle strutture degli utenti non a norma, non controllate attraverso una sistematica manutenzione, non sufficientemente selettive e tali da trasferire anche agli altri i problemi? Occorrerebbe sedersi ogni volta intorno ad un tavolo e affrontare i problemi per accorgersi che la soluzione è meno lontana di quanto si possa pensare. La non qualità è un danno per la competitività delle aziende e per l’attrattività del territorio

Numero dei disturbi lamentati nei vari comuni in funzione del tipo di interruzione

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creatività&innova ione » di Simone D’Alessandro

L’ozio creativo Il sociologo Domenico De Masi, è stato tra i primi ad aver contrapposto il processo creativo alle alienanti procedure dall’organizzazione meccanicistica e iper-efficientista del lavoro

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immaginario collettivo di una società storicamente determinata, gioca un ruolo fondamentale nella formazione dei processi creativi e nell’interpretazione fenomenologica del concetto di creatività. Le dimensioni sociali della creatività sono state poco analizzate o totalmente sottovalutate da una certa visione occidentale che ha sempre correlato e spesso confuso la fiera e libertaria indipendenza del genio con la sua dimensione individualistica e solitaria. Tuttavia, esiste una dimensione collettiva della creatività. Le premesse sociali sussistono sia nei sistemi fondati su etiche individualistiche, sia in società vicine al collettivismo. Autori come George Gurvitch e Michele La Rosa hanno affrontato questo tema, enfatizzando le potenzialità dello spontaneismo collettivo come scintilla della creatività sociale consapevole. Autori come Lewis Feuer (1969), Alfonso Montuori e Ronald Purser (1997) si sono invece concentrati

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sulle variabili religiose, economiche e culturali che permettono ad alcune epoche di “essere più creative di altre”. Ma è l’eminente sociologo e studioso della creatività, Domenico De Masi (1989; 2000; 2003) ad aver contrapposto il processo creativo alle alienanti procedure dall’organizzazione meccanicistica e iperefficientista del lavoro. Secondo De Masi la creatività emergerebbe soprattutto in strutture organizzative flessibili, collaborative, fondate sul lavoro di squadra,

Secondo De Masi la creatività emergerebbe soprattutto in strutture organizzative flessibili, collaborative, fondate sul lavoro di squadra, attente all’informalità e all’estetica


attente all’informalità e all’estetica. Nell’opera L’Emozione e la Regola (1989), egli presenta tredici modelli molto diversi per settore ed esiti, ma con molti elementi in comune: dalla Casa Thonet al Bauhaus, dagli intellettuali di Bloomsbury al circolo filosofico di Vienna, dall’Istituto Pasteur al gruppo di fisici di via Panisperna. Passando per esperienze più o meno famose, l’autore dimostra quanto il gruppo sia assolutamente funzionale al processo creativo, spesso in misura maggiore rispetto alla dimensione individuale. Il pensiero di De Masi, inoltre, contrappone il modello taylorista - organizzazione scientifica della produzione industriale e della divisione del lavoro - a un modello organizzativo caratterizzato da strutture partecipative. Secondo il noto studioso, il gruppo riesce a esprimere, attraverso un’organizzazione flessibile, risultati superiori alla somma delle singole parti componenti, come oggi è rilevato ampiamente dalla teoria della complessità e dal knowledge management. De Masi, infine, dimostra che se mettiamo in relazione la nostra incapacità di risolvere i problemi del lavoro e della vita, con i ritmi stressanti della nostra esistenza quotidiana, ci rendiamo conto che l’attuale carenza creativa non deriva dalla scarsa operosità, ma dal suo eccesso. Ciò che manca alla nostra creatività, ciò che serve per far respirare la nostra mente, è Ciò che manca l’ossigeno del tempo libero. Nell’Atene di Pericle i giorni alla nostra festivi erano quasi più numecreatività, ciò rosi di quelli lavorativi. Non che serve per diversa era la vita sociale nella Firenze medicea dove le far respirare botteghe artistiche erano, al la nostra mente, tempo stesso, luoghi di lavoro è l’ossigeno e club di confronto culturale. Qualcosa di analogo avveniva del tempo libero nella Vienna a cavallo tra Otto e Novecento dove Hoffmann, Musil, Klimt, Malher trascorrevano molte ore al giorno nei meravigliosi caffè liberty, indugiando nelle fecondissime conversazioni interdisciplinari che oggi molti “nevrotici dell’efficientismo fine a se stesso”, scambierebbero per chiacchiere sfaccendate, ma che, invece, produssero il meglio della cultura innovativa. Allora, forse, per stimolare il pensiero creativo sarebbe auspicabile costruire un sano equilibrio tra libertà e necessità, ozio e negozio, quiete e tempesta

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ict » di Antonio Teti

Dean Pomerleau, ricercatore dei laboratori Intel

La lettura della mente umana: il punto di non ritorno? Un tempo era fonte di idee per registi e sceneggiatori di film di fantascienza, oggi rappresenta l’ennesimo traguardo dell’Information Technology. Si apre una nuova porta su cui effettuare sperimentazioni e applicazioni per ogni esigenza, ma si attiva anche un nuovo dibattito sulle conseguenze soprattutto sociologiche dell’utilizzo di uno strumento così rivoluzionario

Tempi duri, quindi per maghi e illusionisti, la lettura del pensiero ha inaugurato la sua nascita “scientifica” e sarà difficile prevederne gli sviluppi e le molteplici applicazioni che ne deriveranno

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icordo ancora, con una certa nostalgia che mi riporta indietro nel tempo, ad un vecchio film degli anni ’70 in cui uno scienziato di un laboratorio di ricerche di una grande azienda, aveva sviluppato una fantomatica macchina di lettura del pensiero. Il film non ebbe un grande successo, forse anche a causa della presenza di attori non particolarmente noti, ma il fascino e il mistero legato alla realizzazione di sistemi in grado di leggere il pensiero dell’uomo, se non addirittura di simulare la sua mente, ha sempre costituito un valido elemento su cui basare romanzi, film e serial televisivi. I decenni passano e lo stupore, con un misto di ironia e di incredulità, ci coglie in pieno soprattutto quando apprendiamo che alcune di quelle stesse storie fantastiche e ricche di fascino, considerate appartenenti al mondo della fantasia e quindi irrealizzabili, oggi assumono la connotazione dell’ennesima scoperta scientifica. D’altronde negli ultimi anni, la scienza e in partico-


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lare l’Information Technology, ci ha resi abbastanza insensibili alle continue innovazioni e realizzazioni avanzatissime che stanno condizionando (o meglio stravolgendo), quasi inconsciamente, la vita dell’uomo e quindi della società stessa in cui vive. Pertanto non deve stupire più di tanto anche l’annuncio di qualche mese fa, sulla realizzazione di un software messo a punto da Intel (azienda statunitense, leader nel settore della realizzazione di microprocessori), in grado di effettuare la lettura del pensiero (almeno in parte) della mente umana. Il funzionamento del dispositivo è piuttosto semplice (si fa per dire!) e si basa sull’utilizzo di un sistema utilizzato per effettuare le risonanze magnetiche. Il congegno effettua una mappatura delle aree del cervello interessate alla generazione delle parole, in maniera similare a quanto fanno le applicazioni che traducono la voce in comandi i testi. È opportuno ricordare che l’attività cerebrale del cervello si basa su onde elettriche (onde cerebrali) che generano l’attività elettrica cerebrale. Non a caso, mediante l’elettroencefalogramma (EEG) è possibile registrare l’attività elettrica dell’encefalo. In sostanza, mediante il dispositivo della Intel, è possibile identificare le parole generate dal cervello, abbinare a loro un significato elettrico cerebrale e costruire, per mezzo di una procedura di apprendimento, una sorta mappa di collegamento tra le parole pensate e i relativi comandi da generare. La dimostrazione è stata effettuata su un soggetto a cui è stato chiesto di pensare ad una serie di parole comuni (indicate dal ricercatore). Uno specifico algoritmo matematico, associava ad ogni parola le aree del cervello che si attivavano quando esse venivano pensate. Successivamente, al soggetto veniva chiesto di pensare a una delle parole precedentemente suggeritegli. Il sistema ha dimostrato, durante i vari test effettuati, un’accuratezza superiore al 90 per cento. Le applicazioni che potrebbero usufruire di un sistema del genere, sono sterminate. Pensiamo solo alla possibilità di gestire dispositivi elettronici senza usare le mani (pensate all’eliminazione di tastiere, mouse, monitor touchscreen, telecomandi, etc), ma consideriamo anche le possibilità di applicazioni nel settore della domotica (scienza interdisciplinare che si occupa dello studio e della ricerca nelle tecnologie legate al miglioramento della qualità della vita nella casa). Forse, nel giro di qualche anno, saremo in grado di accendere il televisore e di sincronizzarlo su di un canale televisivo, semplicemente pensando al programma che ci interessa, oppure di aprire porte e serrature con un semplice desiderio espresso

Mediante il dispositivo della Intel, è possibile identificare le parole generate dal cervello, abbinare a loro un significato elettrico cerebrale e costruire una sorta di mappa di collegamento tra le parole pensate e i relativi comandi da generare

dalla nostra mente. Mi fermo qui, ma potrei continuare a fare esempi innumerevoli, citando anche le possibili applicazioni per le persone affette da gravi handicap fisici. Il dispositivo è stato presentato al Teach Heaven di New York suscitando grande stupore e interesse. Al momento i limiti maggiori sono imposti dall’elevato costo dei particolari macchinari, soprattutto in funzione del costo e delle dimensioni del dispositivo di risonanza magnetica, ma secondo Dean Pomerleau, ricercatore dei laboratori Intel, il dispositivo ridurrà il suo ingombro alle dimensioni di un cappello, ed anche il costo subirà un sostanziale ridimensionamento grazie anche allo sviluppo delle nanotecnologie. Tempi duri, quindi per maghi e illusionisti, la lettura del pensiero ha inaugurato la sua nascita “scientifica” e sarà difficile prevederne gli sviluppi e le molteplici applicazioni che ne deriveranno. Tuttavia, quando si annunciano scoperte scientifiche di particolare rilevanza come questa, che possono implicare enormi ripercussioni a livello sociologico, economico e filosofico, bisognerebbe fermarsi a riflettere per più di qualche istante, sull’esigenza di porre una particolare attenzione sulle possibili conseguenze sulla vita dell’uomo. È bellissimo pensare che un giorno, persone diversamente abili possano usufruire delle tecnologie di trasmissione del pensiero per vedersi facilitata la gestione della vita quotidiana, un po’ meno pensare che qualcuno possa “spiare” ciò che un qualsiasi individuo possa pensare

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norme&leggi » di Filippo Paolini

La revocatoria fallimentare È uno strumento utilizzabile dal curatore fallimentare allo scopo di ricostituire il patrimonio del fallito destinato alla soddisfazione dei suoi creditori, facendovi rientrare quanto ne era uscito nel periodo antecedente al fallimento

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no dei fenomeni meno comprensibili per l’imprenditore consiste nel vedersi recapitare una lettera da parte di un Curatore Fallimentare con la quale si chiede sostanzialmente di restituire quanto incassato, a buon diritto, per aver venduto dei beni o prestato dei servizi a una impresa poi dichiarata fallita. Si chiama revocatoria fallimentare ed è una scure che colpisce, tra vari atti, anche i pagamenti effettuati, appunto dall’impresa fallita, nel periodo immediatamente precedente alla dichiarazione di fallimento (sei mesi o un anno a seconda dei casi). Tuttavia, una delle ultime riforme in campo fallimentare, quella del marzo 2005, ha previsto un “salvagente” fondamentale: i pagamenti dei corrispettivi di beni e servizi non possono essere revocati se sono eseguiti nell’esercizio dell’attività di impresa e se

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norme&leggi

sono avvenuti nei termini d’uso. gettivi e, di conseguenza, più certi, non si potrà fare Tale norma è tesa ad evitare quello che succedeva in a meno di valutare i termini contrattuali di adempipassato e cioè che un’impresa in difficoltà si vedeva mento, di modo che, se le parti avevano convenuto il via via abbandonata dai propri fornitori che, appun- saldo entro una data certa, il marcato superamento to, nel timore di dovere restituire, di lì a poco, quan- di questa deve normalmente condurre ad un giudizio to incassato, preferivano interrompere ogni rapporto negativo. rendendo in tal modo improbabile, se non impossi- Ove, invece, ci si trovasse in assenza di scadenze conbile, l’auspicata eventualità che l’impresa in cattive trattuali (ipotesi molto rara nelle prassi commerciaacque si risollevasse con le li), sopperirebbe la normativa sue forze. in materia di ritardi di pagaOggi questo non avviene più mento nelle transazioni comed, al contempo, l’impresa merciali (decreto legislativo n. Oggi l’impresa “sana”, nell’offrire i propri 231 del 2002): questa prevede prodotti o i propri servizi ad termini legali di pagamento “sana”, altri imprenditori, non deve che, nella fattispecie, possono nell’offrire i più preoccuparsi del loro bifungere da spartiacque per capropri prodotti lancio. librare il concetto di “termine Ma che cosa significa “pagad’uso”. o i propri menti effettuati nell’esercizio Ovviamente, quest’ultimo non servizi ad altri dell’impresa ed avvenuti nei si riferisce esclusivamente al imprenditori, termini d’uso”? tempo dell’adempimento, ma Con il primo riferimento, si anche alle modalità, le quali non deve più intende ovviamente delimitadevono atteggiarsi come “ordipreoccuparsi re il campo di questa rilevante narie” sempre in consideraziodel loro bilancio “esenzione” alle liquidazioni ne della storia delle relazioni operate in adempimento dei tra le parti. Così, ad esempio, contratti necessari per manuna compensazione, di per sé tenere in esercizio il ciclo suscettibile di essere inquaproduttivo. Ovvio, dunque, drata con un mezzo di pagache andrà valutato, caso per mento “anormale”, potrebbe caso, se i beni o i servizi reessere invece ritenuta ordinamunerati dal fallito fossero riria se, nello specifico rapporto conducibili a finalità inerenti tra quelle determinate parti, la all’oggetto sociale o meno. stessa si atteggia come istituMolto più problematica è l’into usualmente utilizzato. terpretazione della seconda In conclusione, dunque, si può condizione necessaria, quella riflettere sull’importanza delle relativa ai cosidetti “termini previsioni contenute nell’art. d’uso”. 67 comma 3 lett. a) Legge In difetto di una specificazioFallimentare e sulla necessità ne normativa, tale concetto risulta essere molto ela- che un imprenditore avveduto le tenga bene a mente stico e, quindi, deve necessariamente essere valutato allorquando abbia a che fare con un partner commercaso per caso. ciale “poco affidabile”. La sorte dei pagamenti che Sicuramente valido è il parametro delle modalità di riceverà in questi casi dipende, come visto, da pasvolgimento della specifica relazione commerciale rametri assolutamente valutabili ex ante. E proprio tra creditore e debitore così come l’analisi di ciò che tale azione “preventiva”, se correttamente eseguita, avviene “su piazza” e nel determinato settore com- potrà evitare che quella nota del Curatore Fallimentamerciale. re giunga nella buca delle lettere della propria azienTuttavia, se ci si vuole agganciare a parametri più og- da

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economia&sviluppo

prima parte

Le reti d’impresa

» di Gianni Caramanico

Le sfide “glocal” dei nuovi modelli di sviluppo e la riforma dei distretti produttivi in Abruzzo

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a fine del millennio ha visto attenuarsi la corsa alla differenziazione produttiva e organizzativa che rispondeva alla parcellizzazione dei target e all’aumento di turbolenza dei mercati, sotto la pressione delle nuove e opposte sfide dell’integrazione su scala locale e globale conseguenti al tramonto degli assetti post-coloniali del dopoguerra. Complessità delle relazioni e grado medio d’interazione tra organizzazioni e processi, aumentano rapidamente al pari della turbolenza e instabilità dei sistemi produttivi e ambientali, mentre gli sforzi di (re)ingegnerizzazione sistemica convergono sull’integrazione, interazione e collaborazione tra sistemi, processi e risorse eterogenei. Le modifiche strutturali ai modelli organizzativi e di mercato hanno portato allo sviluppo di forme totalmente nuove, le imprese a rete, i cui primi esempi italiani si sono manifestati in alcuni distretti industriali già negli anni ’80. Lo sviluppo del modello distrettuale si è protratto fino agli anni novanta per poi subire un evidente rallentamento, ma lo studio degli esempi ante litteram d’innovazione competitiva in rete, continua ad appassionare gli esperti in un ricco dibattito tra posizioni eterogenee e diversificate sui fattori di nascita, mortalità, sviluppo e governo delle configurazioni in cluster. Anche l’attenzione dall’estero si è intensificata, specie negli ultimi anni, sopratutto sull’analisi dei possibili contributi delle “esternalità di agglomerazione” a prestazioni anticicliche delle reti di PMI nelle fasi turbolente o recessive. Nell’attuale declino competitivo dei distretti italiani cosiddetti “formali”, definiti secondo rigidi parametri di contiguità geografica e concentrazione verticale d’imprese, risalta comunque la performance di alcuni distretti “informali”, geograficamente delocalizzati e settorialmente eterogenei, che anticipano le nuove configurazioni in rete con valore aggiunto superiore alla sommatoria dei singoli e R&S infusa nel quotidiano dell’imprenditore, capaci di rispondere a nuovi stimoli con la riduzione complessiva di tempi e costi in una riuscita dimostrazione sul campo delle Chandleriane “economie di scopo”. Un assetto, quello delle reti d’impresa, particolarmente efficace per prevedere e anticipare gli stimoli della competizione, che favorisce il governo dei sistemi migliorando la capacità di tempestive risposte alle mutevoli situazioni. L’orientamento al mercato e al risultato, e la flessibilità strutturale ed operativa consentita da sofisticati meccanismi d’integrazione,


Schema di rete neurale rappresentativo delle interconnessioni in sistemi a rete olonico-organica

consentono alle reti di sviluppare il potenziale di sinergico dei diversi fondi nello sviluppo di un nuovo nodi umani e materiali interconnessi da relazioni mi- sistema economico regionale dove nuove reti d’impreste di tipo procedurale, economico-finanziario, pro- sa e poli d’innovazione e ricerca trovino gli opportuni duttivo, informativo, culturale e di R&S. Nodi autono- stimoli competitivi insieme ad infrastrutture, norme mi e rappresentativi del potenziale olistico dei nuovi e contesto più adeguati. In questo disegno, pertanto, sistemi produttivi olonico-organici, che richiedono nuovi modelli di governance sviluppati dal basso per consentirne Un assetto, quello delle reti d’impresa, l’adattamento reciproco e la regolazione di flessibili processi negoziali tra i nodi, particolarmente efficace per prevedere massimizzarne la flessibilità e garantire e anticipare gli stimoli della competizione, la loro più completa integrazione. che favorisce il governo dei sistemi La riforma dei distretti produttivi abruzzesi avviata dalla Regione Abruzzo nel migliorando la capacità di tempestive 2008 in seguito alla Finanziaria 2007, risposte alle mutevoli situazioni costituisce l’anello di congiunzione tra le Azioni Connesse di Industria 2015 e i Poli d’Innovazione del POR FESR per lo sviluppo dell’innovazione competitiva in rete. Il nuo- gli aiuti alle nuove reti d’impresa e le azioni di sistevo piano Abruzzo 2015 dell’assessore allo Sviluppo ma finalizzate a realizzare un ambiente idoneo e stiEconomico Alfredo Castiglione, appare ora mirato a molante dovranno indirizzare il potenziale regionale rafforzare il sostegno alle reti e consentire l’utilizzo verso obiettivi competitivi e sostenibili

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ricerca&innova ione » di Luciano Fratocchi

Agroalimentare: l’imperativo è il polo dell’innovazione Nella nostra regione questo settore è ancora poco sviluppato, potrebbe invece rappresentare, per la vocazione del nostro territorio, un polo attrattivo per turismo, cibo e cultura

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el numero di Marzo di Abruzzo Impresa ho sottolineato l’importanza dei poli dell’innovazione per lo sviluppo economico della regione Abruzzo e ho evidenziato il contributo che ognuno degli attori coinvolti può - e deve portare - alla formazione di tale entità organizzativa. In questo numero, ritengo necessario fare un approfondimento specifico sul settore agroalimentare, intendendo con esso tutta la filiera che va dal seme e dai materiali ed attrezzature per la coltivazione delle materie prime agricole alla logistica distributiva che permette ai prodotti finiti delle imprese di trasformazione di giungere ai diversi punti vendita in cui i clienti si approvvigionano. E’ un insieme di attori che vale diversi punti del prodotto interno lordo regionale e che si può anche proporre come “cerniera” per lo sviluppo dell’intera economia regionale, date le strette interdipendenze, ad esempio, con i comparti metalmeccanico (si pensi alla meccanizzazione delle fasi colturali), farmaceutico (con la sempre crescente crescita della nutriceutica), chimico (prodotti per

l’agricoltura e per le tecnologie di processo), elettronico (tracciabilità di filiera e sensoristica per la coltivazione), biotecnologico (sviluppo di specie vegetali portatrici di principi attivi funzionali, ma anche recupero di varietà vegetali autoctone scomparse o a rischio di estinzione). Da non trascurare, infine, le strette interdipendenze con il comparto del turismo, la grande materia prima di cui la nostra regione è particolarmente ricca e che non sempre sappiamo valorizzare adeguatamente nel trinomio turismo-cibocultura. In queste ultime settimane – così come per altri settori – si sono svolti dei tavoli di confronto tra imprenditori, consulenti, associazioni imprenditoriali, enti di ricerca. Per quanto riguarda il settore alimentare, non sempre lo spirito che ha caratterizzato questi incontri è quello che ci si aspettava, specialmente quando si sono elevate reciproche barriere alla comunicazione tra il mondo dell’impresa e quello della ricerca. In taluni momenti, le due parti sono apparse addirittura arroccate su preconcetti duri

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ricerca&innova ione

a morire che rischiano di far “perdere il treno” del polo dell’innovazione. In quest’ottica ritengo che sia assolutamente necessario ribadire che il polo dell’innovazione ha come “clienti naturali” le imprese, ma che esso non deve “essere calato dall’alto”, pensato e progettato da “altri”. Per questo è necessario che le imprese della filiera partecipino attivamente alla definizione della strategia e della struttura del polo, evidenziando i tipi di servizi che ritengono necessari per il loro sviluppo. In quest’ottica è fondamenta-

L’innovazione – di prodotto, processo, organizzativa, gestionale e di marketing – passa anche – ed anzi soprattutto – attraverso la ricerca, specie quella applicata le che gli imprenditori e le imprenditrici del settore accettino di “perdere un po’ di tempo” a riflettere insieme su questi aspetti e non deleghino tutto a più o meno volenterosi “esperti”. Allo stesso tempo, però, non si può non sottolineare che l’innovazione – di prodotto, processo, organizzativa, gestionale e di marketing – passa anche – ed anzi soprattutto – attraverso la ricerca, specie quella applicata. In quest’ottica l’Abruzzo può considerarsi terra fortunata in quanto ha nel suo territorio centri di ricerca che possono coprire la gran parte delle esigenze della filiera agroalimentare e dei settori con cui la stessa è interdipendente. Non si possono in questo senso non citare le facoltà di Agraria e Medicina veterinaria di Teramo, quelle di Ingegneria, Biotecnologie e Scienze MM.FF.NN. di L’Aquila, quella di Farmacia della d’Annunzio e quelle di Medicina di L’Aquila e Chieti – a cui si aggiungono un numero altrettanto significativo di Dipartimenti e di Centri di ricerca. Un utile contributo può – a vario titolo - venire dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale “G. Caporale”, dal Consorzio Mario Negri Sud, dal Consorzio di ricerche applicate alla Biotecnologia, dal Distretto Tecnologico Innovazione Sicurezza e Qualità degli Alimenti nonché dall’esperienza dell’ARSSA e del COTIR. Tutti questi attori dovrebbero interagire con il nascente polo dell’innovazione del settore agroalimentare in un’ottica “cliente-fornitore” al fine di riuscire, contemporaneamente, a valorizzare i risultati della ricerca condotta in Abruzzo e potenziare la competitività delle imprese locali

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L’inaugurazione della nuova agenzia

BNL:

fare i conti con l’ambiente La Banca del Gruppo BNP Paribas inaugura una sede a L’Aquila e presenta “Metti in conto un nuovo albero”. Un modo per creare nuove aree verdi

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NL, Gruppo BNP Paribas, continua nel proprio impegno a fianco del Comune di L’Aquila per contribuire alla normalizzazione della vita cittadina. La Banca ha inaugurato una nuova sede in via Corrado IV, rilevando l’attività dell’agenzia di Pettino. I nuovi locali, confortevoli e ampi, sono più vicini al centro della città e possono essere raggiunti da un maggior numero di clienti. In occasione dell’apertura dell’agenzia, BNL - in collaborazione con il Comune di L’Aquila - ha promosso l’iniziativa “Metti in conto un nuovo albero”. La Banca donerà all’amministrazione comunale un albero per ogni conto corrente aperto

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nei primi mesi di attività della nuova sede. Già nel dicembre scorso, BNL aveva riaperto al pubblico la storica agenzia di corso Federico II, garantendo, come unico istituto di credito attivo nel cuore della città, la continuità dei servizi bancari; che nei giorni immediatamente successivi al sisma era stata possibile attraverso l’installazione di sportelli e bancomat mobili. Con “Metti in conto un nuovo albero” si è avviata la piantumazione dei primi alberi nei pressi di Piazza D’Armi. Alla presenza di Massimo Cialente, sindaco di L’Aquila; Alfredo Moroni, assessore all’Ambiente; Stefano Calderano, responsabile divisione Retail e Private BNL, tra altri rappresentanti della

direzione generale e dell’area territoriale. L’iniziativa ha coinvolto inoltre gli studenti della Scuola Media Giuseppe Mazzini, che hanno avuto l’occasione di seguire il ciclo di vita degli alberi e di accrescere la sensibilità verso l’ambiente. L’obiettivo del progetto, infatti, è creare aree verdi, arricchire o riqualificare quelle già esistenti e, non ultimo, concorrere con i comuni a diminuire le emissioni di gas a effetto serra. «L’inaugurazione della nostra nuova sede, insieme all’iniziativa per accrescere il verde pubblico, vuole essere un contributo di BNL alla ripresa della normale attività economica della città - ha dichiarato Stefano Calderano - confermando l’impegno preso lo scorso anno


Un momento della “piantumazione”

a sostegno della popolazione aquilana». Da parte sua, l’amministrazione comunale ha espresso estrema gratitudine: «Ringraziamo di cuore BNL Gruppo Bnp Paribas – ha commentato l’assessore Moroni – per la grande sensibilità dimostrata verso il nostro territorio e verso le tematiche ecologico ambientali, che si inseriscono a

pieno nell’idea di ripartire che ha il Comune de L’Aquila, anche dagli spazi verdi. Andremo avanti, infatti, con tutta una serie di iniziative che coinvolgerà anche altri soggetti istituzionali». “Metti in conto un nuovo albero” conferma l’impegno di BNL nella responsabilità sociale, contribuendo a consolidare e

diffondere la cultura dello sviluppo sostenibile. Questo progetto rappresenta sia un passo avanti nel percorso di ecosostenibilità, già avviato da BNL nel 2008, sia un valido supporto per l’abbattimento delle emissioni di gas a effetto serra e per l’attuazione del Protocollo di Kyoto

I numeri della Bnl BNL, fondata nel 1913, è uno dei principali gruppi bancari italiani e tra i più noti brand in Italia. Con circa 900 punti vendita in Italia, BNL offre un’ampia gamma di prodotti e servizi da quelli più tradizionali a quelli più innovativi per soddisfare le molteplici esigenze dei propri clienti (privati e famiglie, imprese e pubblica amministrazione). BNL è dal 2006 nel Gruppo BNP Paribas, leader europeo nel settore dei servizi bancari e finanziari di portata mondiale, prima banca per depositi nella Zona Euro e una delle 6 più solide del mondo secondo la valutazione di S&P’s. Il Gruppo è presente in oltre 80 paesi, con più di 200.000 collaboratori, di cui 160.000 in Europa. BNP Paribas opera in Europa, attraverso la banca retail, su quattro mercati domestici: Belgio, Francia, Italia e Lussemburgo. Detiene posizioni chiave in tre grandi settori di attività: Retail Banking, Investment Solutions e Corporate & Investment Banking.

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Monitor dei distretti Abruzzo e Marche La Banca dell’Adriatico propone uno studio dei distretti industriali abruzzesi. Cassa integrazione in aumento ed export in flessione, ma buone prospettive per le aziende specializzate nel made in Italy

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ella prima edizione del monitor trimestrale dei distretti industriali di Abruzzo e Marche, realizzato per Banca dell’Adriatico dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, emerge un quadro negativo per le esportazioni dei distretti in oggetto; nonostante compaiano i primi segnali di recupero. L’Abruzzo chiude con un calo tendenziale delle esportazioni pari al 25,6%, seguito dalle Marche con un -21,1%, dati aggiornati al 31 dicembre 2009. Diversi distretti registrano decrementi di vendite nei principali sbocchi commerciali, Russia in primis. Fino al secondo trimestre del 2009 l’export delle aree distrettuali abruzzesi aveva mostrato un andamento simile

a quello del resto d’Italia, per poi discostarsi a causa del deterioramento accusato da tre dei quattro distretti analizzati; imputabile anche al sisma. Le criticità maggiori hanno interessato l’abbigliamento nord abruzzese, che recupera gradualmente. Anche l’abbigliamento sud e il mobilio. Il distretto della pasta di Fara San Martino è risultato solo lievemente negativo nella seconda metà del 2009, grazie al carattere poco ciclico della domanda. Le difficoltà nelle due regioni sono confermate dal numero di ore di cassa integrazione guadagni (CIG). È una situazione altalenante quella della cassa ordinaria (CIGO), che chiude il 2009 con 10,4 milioni di ore autorizzate e il primo bimestre

2010 con 1,6 milioni. Più preoccupante la situazione della cassa straordinaria e in deroga (CIGS), che può sottintendere problemi strutturali. Le ore nel primo bimestre 2010 mostrano un’impennata rispetto alle soglie di chiusura 2009, ammontano da sole al 28% del monte ore totale dello scorso anno (calcolato a 5,7 milioni di ore). Il futuro di molte imprese distrettuali è legato al miglioramento delle condizioni di domanda. Ci sono speranze per le imprese specializzate nel made in Italy. A gennaio 2010 le esportazioni italiane sono cresciute nei paesi dell’Eda (Singapore, Corea del Sud, Taiwan, Hong Kong, Malesia e Thailandia), in America latina, Cina e India

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Tercas-Caripe, continua il braccio di ferro… Ancora in corso le trattative per una fusione. Questione di tempo e di cifre: la Caripe diretta da Oreste Invernizzi vuole 270 milioni di euro, la Tercas del presidente Lino Nisii è ferma a quota 220

N Oreste Invernizzi dg Banca Caripe

Lino Nisii presidente di Banca Tercas

el supplemento economico Affari e Finanza di Repubblica è stata preannunciata la trattativa che porterà, quasi certamente, alla fusione dei due importanti istituti. La richiesta di acquisto di Caripe gruppo Banco Popolare che ha sede a Verona - sarebbe stata avanzata dalla Tercas presieduta da Lino Nisii, al comando dall’82. Si tratta di un grande gruppo interregionale con 112 sportelli tra Abruzzo, Marche, Lazio, Molise e Emilia Romagna. L’acquisto della Caripe significherebbe rafforzarsi su un territorio in cui è presente con solo 5 sportelli. La Tercas è considerata tra le prime 10 banche italiane per quanto concerne la redditività. Il rapporto utile-patrimonio è pari al 72%, tre volte al di sopra della media nazionale. L’anno scorso ha aumentato il credito concesso ai clienti del 4,5%, con picchi del 14% nel Teramano e dell’8% nel resto dell’Abruzzo. Questi dati, tra altri parametri, sono alla base del conferimento del premio

Global Awards 2010 per la creazione del valore, assegnato dal quotidiano economico Milano Finanza. Inoltre, a certificare i risultati dell’istituto ci sono le valutazioni delle agenzie di rating: BBB+ per Standard & Poor’s e A3 per Moody’s. In occasione della recente assemblea dei soci è stato approvato il bilancio, rinnovato in parte il cda – dopo dieci anni Claudio Di Gennaro lascia la vicepresidenza e subentra Mario Russo, mentre al posto di Alfredo Rabbi siederà Federica Morricone – e ancora una volta ratificato alla presidenza l’avvocato Nisii, per un altro triennio. Dall’altra parte, l’ad di Banco Popolare Pier Francesco Saviotti, sottolinea che sotto la sua gestione il Gruppo ha chiuso il 2009 con un utile netto consolidato di 267 mln di euro, contro le perdite di 333,4 mln di euro del 2008. In un’intervista al quotidiano La Stampa riferendosi alla trattativa ha detto: «Penso si possa chiudere presto»

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la terra di piero

idee per lo sviluppo delle aree interne » di Piero Carducci*

Ricostruzione: cambiare passo

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redici mesi dopo. Il Governo ha fatto fronte all’emergenza, con una mobilitazione straordinaria e da tutti riconosciuta, assistendo oltre 70.000 persone, evitando una diaspora che sarebbe stata letale per il futuro del capoluogo. In tempi rapidi sono stati ripristinati servizi essenziali e realizzati alloggi per oltre 20mila persone, evitando il calvario dei “container” che ha segnato la storia dei terremoti italiani. Gli uffici pubblici, l’importante Università, la scuola di ogni ordine e grado hanno ripreso le attività, evitando anche per tale via l’emigrazione delle famiglie per motivi di studio o di lavoro. La primissima fase dell’emergenza è finita, e ora occorre rilanciare l’economia e avviare la ricostruzione vera. Nelle scorse settimane il Governo ha rovesciato lo schema: devono essere i livelli locali a farsi carico delle decisioni da adottare, della definizione delle priorità, delle condizioni affinché i programmi e i progetti abbiano tempi ragionevoli e certi. Il Governo non si defila – si legge nei documenti - ma partecipa mettendo a disposizione risorse finanziarie e logistiche per la ricostruzione e attivando progetti di grande respiro (come la “Zona franca”) per la ripartenza dell’economia aquilana. E qui iniziano i problemi. Sono in grado le istituzioni locali di farsi carico della ricostruzione? L’impressione degli aquilani è che il Comune e la Regione non siano nelle condizioni di gestire i mille impegni e le mille complessità connesse al processo della ricostruzione. In altri termini, da quando Bertolaso si è defilato, lasciando quasi tutte le incombenze al livello locale di Governo, la macchina si è inceppata e quasi

fermata. Restano 34.326 cittadini in attesa di rientrare nelle proprie abitazioni. Molte di queste hanno patito danni leggeri che possono essere riparati in poche settimane di lavoro. Ed invece no: siamo caduti nelle paludi micidiali della burocrazia e dopo un anno dal terremoto la ricostruzione leggera è appena iniziata. Tra i giri di valzer di Fintecna, ReLuis, Cineas e Comune, è stato complicato e rallentato tutto fino al grottesco ed all’esasperazione di cittadini che non sanno più dove sbattere la testa. Tempi biblici, quelli che dobbiamo attenderci, tempi che L’Aquila non può permettersi, pena l’irrecuperabile e definitiva decadenza. La colpa di queste lungaggini è nota. Le conseguenti ricette sono condivise, e occorre operare subito una drastica semplificazione delle procedure e dell’architettura barocca di ordinanze e direttive. Le linee guida, inoltre, dovrebbero essere scritte in italiano, e non in quel linguaggio “burocratese”, un mix di gergo ministeriale ed ermetismo urbanistico, fatto apposta per leggere tutto ed il contrario di tutto. Molti aquilani iniziano a sussurrare “ridateci Bertolaso”, che ha dimostrato di avere il carisma per imporre soluzioni innovative e la forza necessaria per penetrare il muro di gomma della burocrazia. Gli aquilani sarebbero più tranquilli con Bertolaso e Gabrielli (il capace prefetto dell’Aquila) al timone della ricostruzione, nelle giuste postazioni (Bertolaso come Commissario governativo e Gabrielli come Capo della Protezione Civile). Il tempo s’è fatto breve, e la ricostruzione vera deve partire subito. Con l’ottimismo dei desideri L’Aquila non riparte, né oggi né mai

* Economista

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seminari&convegni » di Eleonora Lopes

Abruzzotravelling, il consorzio che fa la differenza I relatori intervenuti all’assemblea svoltasi a Roseto

Alcuni dei soci del consorzio festeggiano i primi 5 anni di attività

Ha appena festeggiato 5 anni il consorzio nato per valorizzare e migliorare l’offerta turistica nella nostra regione. Le strutture appartenenti all’organizzazione guidata da Emilio Schirato sono 106

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bruzzotravelling è un consorzio nato già avanti, da un’idea diversa e lungimirante, quella cioè di far associare non solo le strutture alberghiere, ma tutte le realtà in grado di valorizzare l’offerta turistica del nostro territorio per far vivere al turista un’esperienza unica». Con queste parole, Emilio Schirato, presidente del consorzio, ha aperto l’assemblea annuale dei soci di Abruzzotravelling che si è svolta a Roseto. Il consorzio, nato nel maggio 2005, proprio

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quest’anno ha compiuto 5 anni. Presenti all’evento, al quale hanno partecipato i numerosi soci dell’organizzazione, anche: Giammarco Giovannelli vice presidente di Abruzzotravelling, Claudio Ucci responsabile marketing, il sindaco di Roseto Franco Di Bonaventura, il presidente della Banca dell’Adriatico Giandomenico Di Sante, l’assessore al Turismo della Provincia di Teramo Ezio Vannucci e l’assessore al Turismo del Comune di Roseto Antonio Porrini. Tra le novità annunciate du-

rante l’incontro, anche una sede a Pescara e a Teramo per “Abruzzo convention bureau”, il nuovo polo del turismo congressuale regionale. «Per la provincia di Pescara – ha spiegato Ucci – la nuova “Pescara congressi” avrà sede in un complesso di 12 uffici e sale meeting destinate al settore turistico, presente a Città Sant’Angelo all’interno della struttura Ekk - e prossimamente avrà una sede anche nella provincia di Teramo». Ma non è finita qui. Per il consorzio abruzzese anche un nuovo


portale web www.abruzzotravelling.com dalla veste accattivante e colorata che consente di gestire on-line le fasi di prenotazione turistiche fino al pagamento con carta di credito. E ancora, l’annuncio del raduno di Harley Davidson a Pescara che si terrà il prossimo giugno. Nell’ambito di questa manifestazione, proprio Abruzzobooking organizzerà l’accoglienza ricettiva al fine di agevolare e semplificare la prenotazione presso Hotel, Residence, Camping, Villaggi e B&B, da parte di tutti i partecipanti alla manifestazione. «Abbiamo chiuso l’anno registrando il – 13% della presenza turistica (di cui circa il -20% di turismo straniero) – ha detto Emilio Schirato – ma va sottolineato che a giugno dello scorso anno, le nostre proiezioni prevedevano un calo

del 30% a seguito del sisma». Abruzzotravelling è sostenuta da 16 aziende partner della filiera turistica e conta 106 soci (tra alberghi e aziende) di cui 24 presenti nella provincia di Pescara, altrettanti in quella di Chieti, 51 nella provincia di Teramo - la cui costa da sola detiene circa il 50% delle strutture ricettive abruzzesi – e solo 7 nella provincia dell’Aquila. «Abruzzotravelling rappresenta un’iniziativa originale – ha aggiunto Giovannelli durante il suo intervento – per la crescita del nostro turismo. Ma il vero valore aggiunto di questo consorzio, sono i soci, che attraverso le loro attività, il loro know how, con coraggio e determinazione, sono in grado di offrire al turista un prodotto unico». New entry di” Ekk Tipico d’Abruzzo” tra i soci del con-

sorzio: il centro di vendita di prodotti tipici abruzzesi con annesso il laboratorio di degustazione, è stato presentato durante l’assemblea da Tino Fortunato Di Sipio, responsabile del progetto. Tra le altre iniziative per il 2010 di Abruzzotravelling ci sono anche Abruzzo Bike Hotels, una filiera di strutture alberghiere create su misura dei ciclisti e Golf Hotel, i due campi da golf della nostra regione che si accingono a fare il loro ingresso nella Roma district golf

Il piano marketing 2010 del Consorzio È stato presentato a Pescara, alla presenza dell’assessore regionale al Turismo Mauro Di Dalmazio, il piano marketing 2010 di Abruzzotravelling. Oltre alle azioni promozionali già annunciate durante l’assemblea, il presidente Schirato ha illustrato l’adesione di Abruzzotravelling con Federalberghi al progetto Ar.Co. di Italialavoro, società del Ministero del lavoro, per creare le condizioni di un sostegno verso le aree interne e le aree del cratere e consentendo così agli operatori l’ingresso L’assessore regionale al Turismo a costo agevolato. Questi sosterranno una quota di Mauro Di Dalmazio soli 200 euro per il primo anno anziché 550, partecipando a tutte le azioni promozionali previste dal consorzio. «Con molta soddisfazione posso dire –ha dichiarato Di Dalmazio- che le iniziative di Abruzzotravelling sono perfettamente in linea e in sinergia con quelle della Regione e del Governo. Il turismo congressuale, quello sportivo, oltre al turismo delle bellezze naturali, sono tutte azioni sulle quali stiamo lavorando e sulle quali vogliamo investire anche in termini infrastrutturali».

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seminari&convegni » di Jenny Viant Gómez

Pazienti in rete Presentato il progetto “Rete dei medici di Medicina Generale della Regione Abruzzo”. Obiettivo: condividere le informazioni, ottimizzare le risorse e migliorare le cure al cittadino-paziente

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el corso del convegno “L’informatica sanitaria in Abruzzo – Stato dell’arte, prospettive e obiettivi del fascicolo sanitario elettronico regionale”, svoltosi a Pescara, è stato presentato il progetto “Rete dei medici di Medicina Generale della Regione Abruzzo”, sviluppato da Telecom Italia, l’Agenzia regionale per l’Informatica e la telematica, insieme con la Dedalus, azienda leader nazionale nel software clinico sanitario. Il progetto, che si colloca in un contesto di respiro nazionale, ha l’obiettivo di avviare la messa in rete della sanità regionale per dare un impulso decisivo alla collaborazione e all’interoperabilità fra i medici di Medicina Generale e i presidi sanitari sul territorio. Il processo passa attraverso la realizzazione del Fascicolo sanitario elettronico individuale, la Scheda individuale sanitaria e, soprattutto, il Patient summary. Quest’ultimo è una sintesi di immediata consultazione redatta dal proprio medico curante, contenente solo le informazioni fondamentali: gruppo sanguigno, allergie, patologie pregresse, etc. Sono dati la cui conoscenza può incidere in modo vitale nella ri-

La presentazione del convegno sull’informatica sanitaria

duzione degli errori clinici e nella definizione della diagnosi e delle cure più idonee. L’assessore alla Sanità della Regione Abruzzo, Lanfranco Venturoni, a tal proposito ha commentato: «L’informatizzazione è la nostra sfida perché significa ottimizzare la funzionalità del sistema sanitario, ridurre gli sprechi, razionalizzare i costi e migliorare i flussi delle informazioni e dei dati. Tutto questo incide positivamente sull’intera società, ma soprattutto sul cittadinopaziente». Per Alfredo Castiglione, vice presidente della Regione Abruzzo con delega allo Sviluppo Economico e Informatico: «La regione Abruzzo ha tutti gli elementi, la proget-

tualità capace e idonea per poter affiancare in questo lavoro la società Dedalus che ringraziamo per quanto sta facendo per il nostro territorio». Giorgio Moretti e Riccardo Fontanelli, vertici della società sviluppatrice del software, entrando nel merito del progetto hanno sottolineato che: «La fase di pilot del sistema FSE ha preso avvio con la sperimentazione del Patient Summary e proseguirà per tutto il 2010 con la progressiva attivazione di tutti i flussi informativi supportati dal Fascicolo. Entro fine anno è previsto il collaudo del progetto e a partire dal 2011 l’avvio in produzione delle componenti rilevanti dello stesso»

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seminari&convegni » di Massimo Avenali

L’Abruzzo non sente bene Gli esperti lanciano l’allarme: sempre più preoccupanti i dati sui disturbi uditivi. È quanto emerso a Pescara in occasione del Secondo Forum regionale sulla Sordità

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partita dall’Abruzzo e in particolare da Pescara una sfida importante, quella contro la sordità e contro i troppi tabù che ancora avvolgono questa malattia. A suonare il campanello d’allarme i dati emersi dal Secondo Forum Abruzzese sulla Sordità che si è svolto a Pescara con il patrocinio del Ministero della Salute, della Regione, Provincia e Comune di Pescara. Una giornata di riflessione e di studio, che ha riunito intorno allo stesso tavolo personalità politiche, mediche ed operatori sanitari, e che ha finalmente acceso i riflettori su un problema serio e in preoccupante crescita. «La sordità purtroppo ha una particolarità – ha spiegato Mauro Menzietti, direttore della rivista nazionale, organo ufficiale di categoria, “L’Audioprotesista” – è invisibile e quindi sottovalutabile. Il primo ostacolo che ci fa rendere conto della sua complessità è l’aspetto comunicativo e relazionale. Eppure sarebbe sufficiente un veloce controllo. I massimi esperti nel campo si sono riuniti a Pescara, dunque, a cominciare dal Prof. Carlo Giordano, direttore della Prima Cattedra ORL dell’Univer-

sità degli Studi di Torino” e dal professor Adelchi Croce, primario ORL dell’Ospedale SS Annunziata di Chieti, intervenuto nella veste di coordinatore scientifico del Forum, che hanno guidato l’elaborazione dell’importante documento “Il Manifesto Abruzzese di Prevenzione” sottoscritto da tutti i primari di Otorinolaringoiatria degli Ospedali d’Abruzzo, tutte le figure sanitarie coinvolte e le personalità politiche rappresentate, tutti presenti all’Ex Aurum per l’importante convegno. I dati raccolti negli screening condotti dagli Audioprotesisti sul territorio abruzzese in collaborazione con le amministrazioni comunali di ben 224 comuni sono inquietanti: è emerso infatti che tra i soggetti esaminati uno su tre, oltre 50 anni, ha problemi di udito, che per il 26% dei casi si trattava del primo controllo dell’udito nella propria vita. Ma ancora più significativo è il dato relativo alla inconsapevolezza del problema uditivo: ben il 16% non era infatti a conoscenza di avere questo problema. Curiosità riguardo al fatto che il 59% dei deboli di udito è di sesso maschile. Dieci anni, in-

Un momento del convegno

fine, il tempo necessario per prendere provvedimenti con una visita specialistica e una protesi acustica. Un ritardo gravissimo a detta degli esperti. Qualcosa ora potrebbe cambiare, il Forum di sabato, infatti, è culminato con l’elaborazione del Secondo Manifesto Abruzzese di Prevenzione, un documento che rappresenterà un punto di riferimento per tutti gli operatori del settore. E proprio dalla Provincia di Pescara che il presidente Guerino Testa ha sottolineato la piena e ampia disponibilità a collaborare mettendo in campo campagne di prevenzione e di sensibilizzazione che, partendo dalla città di Pescara, possano coinvolgere l’intero territorio provinciale, in occasione della conferenza stampa di presentazione del progetto

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seminari&convegni » di Marco Taglieri

«Conflitto e democrazia, le nostre armi» Fiom, 25esimo congresso nazionale: il segretario confermato Gianni Rinaldini dice no alla concertazione e invoca coesione contro la crisi

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o alla concertazione. No al dialogo sempre più stretto tra Confindustria e Governo. Sì alle armi storiche come conflitto e democrazia. A parlare è Gianni Rinaldini, segretario uscente e riconfermato della Fiom, il sindacato dei metalmeccanici affiliato alla Cgil, in occasione del 25esimo congresso nazionale dell’associazione. «Il Governo dopo l’accordo separato ha continuato nell’opera sistematica e quotidiana di allargamento di tutte le forme di precarietà – afferma Rinaldini - dal contratto in affitto a tempo indeterminato a quello a chiamata, e di superamento di tutte le forme di tutela e di diritti del lavoro fino al recente dispositivo legislativo sulla certificazione, conciliazione e arbitrato, per ora bloccato dalla scelta di non firmare da parte del Presidente della Repubblica. Lo scenario che si mostra all’orizzonte è tutt’altro che ottimistico: «Avevamo riconquistato il Ccnl unitario sulla base della condivisione di regole democratiche che prevedevano il referendum unitario sull’ipotesi di accordo, anche se richiesto da una sola organizzazione. Un accordo unitario conquistato con forme di lotta e di mobilitazione che ci hanno permesso

Gianni Rinaldini

di aprire nella controparte una differenziazione di posizione. È durato pochi mesi, perché con l’accordo separato confederale sul sistema contrattuale tutto è stato rimesso in discussione. Non siamo tornati al punto di prima, come qualcuno afferma, ma peggio di prima, perché in questo caso lo strappo non riguarda un accordo giudicato negativamente, ma l’intero sistema contrattuale». E allora quale può essere la soluzione? «Compiere la scelta di riunificazione del lavoro, - spiega il segretario Fiom - con una pratica contrattuale coerente che si ponga l’obiettivo di costruire forme di coordinamento della contrattazione della filiera produttiva o di sito, laddove l’organizzazione dell’impresa corrisponde a uno spazio territoriale. Non è un percorso semplice, ma in prospettiva è decisivo per la ricostruzione di una rappresentanza sociale del lavoro come oggi si configura. Questo comporta una modifica sostanziale dell’or-

Guglielmo Epifani

ganizzazione della Cgil, con il superamento della molteplicità dei contratti e delle categorie esistenti». «Non è più rinviabile la necessità di una legge sulla democrazia sindacale, – continua - una legge che affermi il diritto democratico delle lavoratrici e dei lavoratori di decidere sulle piattaforme e sugli accordi aziendali e nazionali». Tra i punti all’ordine del giorno non può mancare, ovviamente la crisi, che a giudizio di Rinaldini va affrontata con «Un vero e proprio piano del lavoro che sia terreno unificante delle numerose lotte presenti nel nostro paese». Molto atteso era anche l’intervento del segretario Cgil Guglielmo Epifani: «Non possiamo immaginare una stagione in cui la Cgil non possa esercitare la contrattazione: dobbiamo riconquistare un modello contrattuale degno. Un sindacato che non contratta perde la sua identità». Parole che fanno pensare a un riavvicinamento sostanziale di posizioni tra i due sindacati

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seminari&convegni » di Massimo Avenali

Occhio alla sicurezza! Al via la campagna informativa promossa dalla Regione Abruzzo e realizzata da Abruzzo Lavoro nell’ambito del progetto “Sicurlavorando”, con l’obiettivo di far crescere, sul piano culturale, l’attenzione verso la sicurezza e la prevenzione degli infortuni sul lavoro

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assessore alle Poli- e salute sui luoghi di lavoro; tiche Attive del La- coinvolgere attivamente i giovoro, Formazione e vani in età scolare e gli studenIstruzione, Politiche ti universitari per diffondere la Sociali della Regione Abruzzo cultura della sicurezza e stimoPaolo Gatti, ha presentato la lare attività di ricerca e apporcampagna di informazione e ti tecnico/scientifici in merito sensibilizzazione “Occhio alla alla prevenzione dei rischi. Sicurezza”, nell’ambito del Pro- «È un’iniziativa importante getto “Sicurlavorando”. Oltre che segue l’impegno dell’ammiall’assessore,  all’incontro  era nistrazione regionale nel dare presente Germano De Sanctis, priorità a interventi finalizzati commissario straordinario di a promuovere la sicurezza e la Abruzzo Lavoro e dirigente prevenzione degli infortuni nei della Regione Abruzzo. La campagna, affidata da Abruzzo Lavoro all’ATI Carsa Spa-Csa Sas-Lynx Srl, si articolerà nei prossimi mesi in interventi sui mezzi di comunicazione e iniziative specificamente volte a coinvolgere Un momento della conferenza stampa imprese, lavoratori e giovani studenti, con il chiaro obiettivo di migliorare luoghi di lavoro, - ha affermato la percezione dei rischi e sen- l’assessore Gatti - attraverso la sibilizzare circa l’importanza sperimentazione di strumenti della sicurezza negli ambienti efficaci e innovativi di sensilavorativi, promuovendo la cul- bilizzazione che prevedono lo tura della legalità e della pre- scambio e la condivisione di venzione; valutare il grado di buone pratiche. Questo impeinformazione e consapevolezza gno nel tempo ha portato risuldei target di riferimento; pro- tati positivi, ma la sensibilizmuovere la diffusione di buone zazione costituisce un’attività prassi in materia di sicurezza che non deve mai avere fine».

Il commissario straordinario di Abruzzo Lavoro Germano De Sanctis ha dichiarato: «Questa campagna si inserisce nel più ampio progetto denominato Sicurlavorando, affidato dalla Regione ad Abruzzo Lavoro e finanziato con fondi PO 20072008 con l’intento di stimolare un’attenzione costante del corpo istituzionale, sociale ed economico intorno al tema della sicurezza del lavoro e sollecitare l’adozione di comportamenti virtuosi e di misure concrete per prevenire gli infortuni e migliorare  l’organizzazione aziendale e gli ambienti di lavoro. Le parole d’ordine di questa iniziativa sono concertazione e condivisione con gli interlocutori interessati dal fenomeno». La campagna sarà veicolata su tutto il territorio regionale attraverso azioni di comunicazione  diversificate per garantire la più ampia visibilità, come pubblicità (spot radio e tv, speciali televisivi, avvisi stampa, campagna web, campagna affissioni), opuscoli, seminari rivolti a enti e istituzioni, incontri con gli studenti e sistema di invio mail e sms

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seminari&convegni » a cura della redazione

Parola d’ordine: sicurezza sul lavoro Prevenire attraverso informazione e formazione: questo l’impegno di Confindustria Teramo, sindacati territoriali e rappresentanti istituzionali alla presentazione del progetto “NATOSICURO”

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n provincia di Teramo, così come nell’intera regione, sono ancora poche le aziende che considerano la sicurezza sul lavoro un valore strategico ed essenziale al fine di prevenire gli infortuni sul lavoro. Basti pensare che, come si evince dai dati dell’Inail, soltanto il 3,2% delle aziende teramane (un valore comunque più alto del 2% rilevato in Abruzzo e dell’1,1% riguardante l’intero Paese) dichiara di possedere i requisiti per poter accedere alle agevolazioni tariffarie riservate alle aziende virtuose. Inoltre, il numero degli infortuni e degli incidenti mortali, nel teramano, è ancora elevato. Dunque, occorre impegnarsi di più per sensibilizzare imprenditori e lavoratori e costruire insieme a tutti gli attori coinvolti una cultura della sicurezza basata innanzitutto sull’informazione e sulla formazione. È stato questo l’impegno assunto coralmente, in occasione della “Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro”, da Confindustria Teramo, sindacati territoriali e

La presentazione del progetto “Natosicuro”

rappresentanti istituzionali al seminario di presentazione di “NATOSICURO, progetto di (in)formazione sulla sicurezza”, organizzato da Assindustria Servizi Srl di Teramo, in collaborazione con OSA Srl di L’Aquila, entrambi partner del Progetto, e tenutosi ieri nella sala convegni di Confindustria Teramo, a Sant’Atto. L’obiettivo del progetto, finanziato da Fondimpresa (ente bilaterale costituito da Confindustria e Cgil, Cisl e Uil), è quello di diffondere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso incontri di informazione di base gratuiti rivolti ai dipendenti di tutte le aziende abruzzesi. Al seminario, introdotto dal direttore di Confindustria Teramo, Nicola Di Giovannantonio, hanno partecipato anche l’assessore provinciale al Lavoro e alla Formazione, Eva

Guardiani e l’assessore alle Attività produttive del Comune di Teramo, Mario Cozzi. I loro interventi hanno preceduto la presentazione del progetto a cura del responsabile, Gianfranco Esposito, direttore generale di Sia Srl, l’ente capofila, e di Antonio Febo, dell’Enfap Abruzzo, partner di progetto. Successivamente sono intervenuti Maria Ceci (Inail Teramo) sul tema degli incentivi alla prevenzione, e Vito Liberati (Asl Teramo) il quale ha illustrato l’attività del servizio di prevenzione e sicurezza del lavoro. Hanno insistito sul ruolo della formazione e della messa in rete di esperienze e informazioni per la diffusione della cultura della sicurezza, invece, i sindacati con Bernardo Testa (Cgil), Antonio Liberatori (Cisl) e Gianluca Di Girolamo (Uil). Il dibattito, a cui hanno partecipato diversi imprenditori, è stato coordinato in chiusura da Valentina Vaddinelli, psicologa del lavoro, che si è soffermata sul tema della comunicazione nella sicurezza sul lavoro

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eventi » di Marco Taglieri

«Sorridi, c’è Ecotur» Oltre 20mila presenze nella 3 giorni del Festival delle vacanze. Il presidente Enzo Giammarino spiega la scelta del claim: «Bisogna guardare al futuro con ottimismo»

Enzo Giammarino presidente e fondatore di Ecotur insieme a Paolo Rubini direttore generale dell’Enit

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ltre ventimila presenze nei 3 giorni di expo, con un vero e proprio boom dell’attenzione verso i parchi del sud Italia e i Borghi più belli d’Italia della fascia appenninica. Si è chiusa lo scorso 26 aprile la 20esima edizione di Ecotur – il Festival delle vacanze che per 3 giorni, dal 24 al 26, ha trasformato il centro espositivo e dei servizi della Camera di commercio di Chieti Scalo, in un’area di 60mila metri quadrati dedicati al turismo natura di tutta Italia. I 310 espositori provenienti da 14 regioni italiane hanno riscosso un altissimo gradimento fra i visitatori che,

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eventi con il contributo del bel tempo, hanno affollato l’expo specialmente nella giornata di domenica. Segno ulteriore del boom del turismo natura, che secondo i dati del Rapporto Ecotur, nel 2009 ha fatto registrare un aumento di circa 100mila presenze in tutta Italia nonostante l’anno nero del turismo mondiale. Quella di sabato 24 aprile è stata una giornata molto intensa, iniziata con un annuncio nazionale importante: sarà l’Italia, e per la precisione il Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise ad ospitare, dal 29 settembre al 2 ottobre, la Europarc Conference 2010, che dal 1973 è il più importante meeting dei parchi naturali europei, organizzato dalla federazione che riunisce quasi 500 parchi del Vecchio continente. L’Italia è stata scelta nell’anno internazionale della biodiversità. Due best practies tutte abruzzesi sono state poi al centro dell’attenzione, e cioè la riqualificazione del centro storico di San Martino sulla Marrucina e l’albergo diffuso a Città Sant’Angelo. Numerosa la presenza dei parchi nazionali e dei piccoli comuni accolti nel club Anci de «I Borghi più belli d’Italia», che hanno occupato un intero padiglione. Attenzione particolare quest’anno anche alla filiera dei prodotti tipici provenienti da tutta Italia. «Un’edizione che ha puntato decisamente sull’ottimismo – spiega il presidente e fondatore di Ecotur Enzo Giammarino - perché il turismo natura, per quanto abbia resistito meglio di altri segmenti di mercato, ha bisogno di una iniezione di energia per riprendere a crescere». Anche per questo il claim scelto per la campagna di comunicazione 2010 è «Sorridi, c’è Ecotur». «Oggi – ha aggiunto Giammarino - tutti parlano di sostenibilità e ambiente: noi lo facciamo da venti anni. Ed è il momento di accelerare su questo filone». «Certo è che questa manifestazione si attesta ormai come il punto di riferimento nazionale per il turismo natura - ha spiegato Paolo Rubini, direttore generale dell’Enit-Agenzia italiana del turismo, presente alla Conferenza Enit-Regioni - e agisce in un settore, quello del turismo natura, in forte crescita e che può diventare un decisivo volano di sviluppo». È stato proprio Matteo Marzotto, presidente dell’Enit, insieme al coordinatore degli assessori regionali al Turismo Mauro Di Dalmazio e al presidente Ecotur Enzo Giammarino, a tagliare il nastro inaugurale del workshop. Tra le tante novità proposte nella 3 giorni anche la presentazione del Marchio Unico Nazionale, un importante progetto di promozione e commercializzazione del Made in Italy a cura del Polo centralizzato Promozione Italia

Alcuni degli stand presenti alla fiera Gli incontri con i tour operator

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eventi » di Jenny Viant Gómez

La locandina di Ekk

Mauro Febbo assessore regionale

Claudio Ucci direttore marketing Euro Consulting-Tourism strategies

politiche agricole

Ekk, l’Abruzzo forte e gentile Nasce il polo dell’eccellenza abruzzese a Città Sant’Angelo. Il sindaco Gabriele Florindi, l’ideatore di Ekk Umberto Febo e l’assessore regionale alle Politiche Agricole Mauro Febbo hanno dichiarato: «È l’Abruzzo che vogliamo far conoscere»

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no spazio produttivo dismesso e riqualificato, l’ex cantina sociale di Città S.Angelo; una locuzione dialettale, “ekk” (qui); un imprenditore caparbio con il “pollice verde”, Umberto Febo e un progetto che si racchiude nel company claim: L’Abruzzo in sintesi. Sono alcuni dei pilastri su cui sta sorgendo Ekk, primo centro integrato delle tipicità territoriali in cui ci sarà spazio per: l’accoglienza attraverso l’Ekk hotel, la promozione di prodotti territoriali attraverso l’Ekk tipico d’Abruzzo e la ristorazione con l’Ekk ristorante laboratorio del gusto e l’Ekk cafè. Il progetto, accolto con favore dalla stampa specializzata, costituisce per il sindaco di Città S.Angelo, Gabriele Florindi, una sfida premiante. «Abbiamo recuperato un edificio che era una cattedrale nel deserto. Grande orgoglio per il comune, ma non solo. L’iniziativa va oltre. Anzi, colgo l’occasione per annunciare che la città sarà insignita di un riconoscimento internazionale. Entrerà nel circuito delle Città Slow. Quindi siamo promotori dell’Abruzzo in Italia e accogliamo altre regioni. Teniamo molto alle nostre tradizioni, da cui un’espressione dialettale per questo ambizioso progetto. Questo è un trampolino di lancio per la nostra regione, ma è solo un punto di partenza e non di arrivo». Da parte sua, un emozionato Umberto Febo parla di scom-

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messa ragionata che nasce da un progetto messo a punto insieme alla sua famiglia e alcuni cari amici, concepito seguendo concetti improntati alla sostenibilità ambientale e all’esaltazione dei tratti distintivi abruzzesi. «Ci sarà ovviamente spazio per il garden, che è il nostro core business, ma anche per esaltare quanto di meglio esiste nel nostro territorio. Intendiamo superare la logica del corner presso la Gdo creando una rete di scambio delle tipicità». Perché ora più che mai l’Abruzzo ha bisogno di maturare una consapevolezza delle proprie risorse, come ha sottolineato l’assessore regionale alle Politiche Agricole Mauro Febbo. «Vogliamo far capire, per prima cosa agli abruzzesi, l’importanza dei prodotti del territorio , che non sono solo olio, vino ed enogastronomia, ma cultura, turismo, tradizione, bellezze naturali. È “l’Abruzzo forte e gentile” che vogliamo far conoscere»




eventi » a cura della redazione

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alla Provincia di Pescara e dalla Camera di Commercio di Pescara arriva un esempio di iniziativa territoriale di lotta al digital divide, con l’obiettivo di “coprire” l’intero territorio provinciale entro il 2011, allargando al totale di cittadini e imprese i vantaggi della connessione veloce. La convinzione è che una pubblica amministrazione 2.0 parta dalla connettività. «Quotidianamente – ci spiegano Paolini e Di Gabriele, referenti del progetto per CCIAA e Provincia-Enti pubblici, aziende, università utilizzano internet come canale di comunicazione e di fornitura e richiesta di servizi. La crescente complessità tecnica dei servizi, rende necessaria una velocità di connessione che solo un’ADSL o superiore può offrire». Da qui parte EL.DI.DI, progetto di Eliminazione del Digital Divide nel territorio pescarese. Tra i suoi 46 Comuni, la Provincia di Pescara ne conta 23 esclusi dall’ADSL (per un totale di 4700 imprese) e 5 collegati a centrali telefoniche di paesi vicini. «La morfologia e la bassa densità di popolazione – continuano i referenti del progetto – hanno di fatto scoraggiato investimenti di operatori privati nelle aree soggette a digital divide». Dunque, quale soluzione adottare? La risposta è “Rete senza fili” (Wireless Network). «Tra le varie tecnologie presenti sul mercato – spiegano – sono state individuate come soluzioni l’HiperLAN e il WIFI. nel dettaglio, la rete HiperLAN verrà utilizzata per la “dorsale”, il segnale verrà trasportato dal punto di partenza (dove arriva il cavo) verso le località individuate. Si tratta di una tecnologia wireless con antenne a bassa emissione e che assicura bande di trasmissione molto elevate con un raggio di copertura che può arrivare a 30-40 km. Questa dorsale veicolerà la connettività attraverso i Comuni non raggiunti da questo servizio. Una volta che la dorsale porterà il segnale direttamente presso l’area individuata in un punto, da qui verrà irradiata, sempre in modalità wireless con un’antenna omnidirezionale. Gli utenti che ne faranno richiesta potranno collegarsi al gestore». In sintesi, il network sarà composto da tre elementi: Rete di alimentazione internet; Dorsale, per il segnale principale raggiungerà i luoghi sprovvisti di connettività in modalità HiperLAN, Distribuzione, il cd “ultimo miglio” coperto con access point HiperLAN/WIFI per circa 2 km. Importantissima sarà la struttura di management del network. Il primo passo è stato la stipula di un protocollo d’intesa Provincia di Pescara-CCIAA di Pescara e i sindaci dei Comuni interessati al progetto. Il secondo la partecipazione congiunta al FORUM PA di Roma dal 17 al 20 maggio

CCIAA e Provincia di Pescara, insieme per la rete senza fili È questa la mission di EL.DI.DI, progetto di Eliminazione del Digital Divide nel territorio pescarese. Il primo passo verso il Wireless Network, è stato il protocollo d’intesa stipulato dai due enti

Daniele Becci presidente della CCIAA di Pescara

Guerino Testa presidente della Provincia di Pescara

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eventi » di Jenny Viant Gómez

Il direttivo AIDP Abruzzo e Molise in visita al villaggio di legno realizzato da Sanofi Aventis, composto da 112 case, per dare ospitalità a dipendenti e rispettive famiglie

Largo al welfare contrattuale Focus sul rapporto domanda-offerta lavorativa nella Finanziaria 2010. Tutte le novità nella conferenza organizzata da Gi Group e Aidp. Non solo flessibilità, ma tutele

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a Finanziaria 2010 ha introdotto modifiche e novità al mercato del lavoro partendo dal percorso iniziato con il Pacchetto Treu e proseguito con la Legge Biagi». Così Michele Tiraboschi, ordinario di diritto del lavoro all’Università di Modena e Reggio Emilia ha spiegato i provvedimenti in materia di lavoro introdotti dalla Finanziaria 2010 in un incontro organizzato a Milano da Gi Group, leader nei servizi dedicati allo sviluppo del mercato del lavoro, con il patrocinio di AIDP, Associazione Italiana per la Direzione del Personale. Il presidente AIDP per Abruzzo e Molise, Raffaele Credidio, ha dichiarato: «Spesso, la scarsa conoscenza delle opportunità offerte dalle novità introdotte nell’impianto normativo nazionale, impediscono la crescita e lo sviluppo con la velocità richiesta dal mercato. Devo lodare Gi Group e l’organizzazione che rappresento per aver voluto tale evento, che aiuta e favorisce la diffusione delle conoscenze a livello locale». Per l’occasione, Riccardo Cavazzini, responsabile commerciale Abruzzo e Molise di Gi Group, ha organizzato

una videoconferenza presso il Romantik Sporting Hotel Villa Maria, di Francavilla al Mare. È stato illustrato come fino ad oggi della Legge Biagi si colga solo la flessibilità contrattuale; trascurando il progetto più complessivo che include: somministrazione di lavoro; ammortizzatori sociali; misure per l’assunzione e il reimpiego di soggetti svantaggiati e beneficiari di prestazioni sociali; modificazioni di tipologie contrattuali (lavoro accessorio e apprendistato). Come hanno confermato Stefano Colli Lanzi, amministratore delegato di Gi Group, e il sindacalista Ivan Guizzardi, segretario generale Felsa Cisl, che ha inoltre specificato: «Il pacchetto di norme amplia la funzione delle agenzie per il lavoro e rafforza il ruolo delle parti sociali, sempre più centrali nella gestione del mercato del lavoro. La Finanziaria consegna importanti pezzi di politica attiva alla bilateralità, soprattutto in materia di formazione, andando verso la creazione di un welfare contrattuale-negoziale che si affianca al welfare statale rappresentato dagli ammortizzatori sociali»

AIDP 4 AQ Dopo il 6 Aprile 2009, da un’idea di Domenico Moretti (past president Aidp Abruzzo e Molise), è nato il gruppo di lavoro AIDP 4 AQ con l’obiettivo di sostenere l’Università de L’Aquila. Risorsa di saperi e talenti per il presente e il futuro. Il gruppo è formato da Domenico Moretti, sponsor del progetto; Luciana La Verghetta, coordinatrice; Paolo Gentile; Riccardo Cavazzini; Carlo Vallone e Damiano De Cristofaro. Attraverso AIDP 4 AQ si agevola il placament, si assegnano borse di studio e si avviano progetti formativi. Nel 2010 verrà riservata attenzione a progetti specifici, come iniziative pubbliche - decise con Univaq- di promozione dei corsi di laurea della Facoltà di Ingegneria, coinvolgendo in particolare la Greek People Management Association, ovvero l’associazione greca dell’EAPM (European Association for People Management), il network europeo di cui è membro AIDP.

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eventi » di Laura Tinari

All’Aquila un master sulla gestione dei rischi e delle crisi Security and Crisis Manager, rappresentanti di Università e Istituti di Ricerca, docenti e formatori aziendali all’Aquila per inaugurare con 3 giornate di Open Day la prima edizione del Corso di Alta Formazione Etica e Sicurezza

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d inaugurare il primo Corso della Scuola Internazionale Etica e Sicurezza sono stati 27 Security and Crisis Manager, che il 19 aprile si sono ritrovati all’Aquila per discutere e restituire una fotografia scientifica di come è stata e sarebbe dovuta essere gestita l’emergenza causata in tutta Europa dall’eruzione del vulcano islandese, che in quei giorni aveva bloccato i voli di tutto il continente. «Oggi - ha detto Paola Guerra, membro del Comitato di Direzione della Scuola, che ha coordinato i lavori - la catastrofe naturale (terremoto, maremoto, tsunami, eruzione vulcano) legata ai cambiamenti climatici è un evento con possibilità di accadimento non bassa per cui su eventi catastrofali bisogna essere preparati. In Europa ci sono 7mila vulcani attivi, di cui 7 solo in Italia, per cui il rischio in merito all’emergenza del vulcano islandese valutato dai 27 Security e Crisis Manager riuniti all’Aquila è stato 3 in una scala da 1 a 4. Nella gestione della crisi il danno è limitato al tempo d’intervento, non ci si può concentrare sulla causa, ma sull’impatto del danno». «È stata la crescente necessità di un numero sempre maggiore di persone e di nuovi manager in grado di gestire rischi ed emergenze e trasmettere sicurezza a spingerci a creare questo Master», ha continuato Alberto Anfossi, segretario della Scuola. La sede del capoluogo abruzzese è stata scelta per faci-

Un momento della lezione

litare la crescita di questo vitale settore della formazione anche per i neolaureati dell’Università dell’Aquila, grazie al contributo di aziende leader nazionali e internazionali, per loro e per gli studenti residenti in città e in provincia che vorranno frequentare la Scuola sono state messe a disposizione 8 borse di studio, di cui 5 già assegnate. Le 3 giornate di Open Day hanno voluto dare agli studenti del Master e a tutti gli altri partecipanti un assaggio delle discipline che il Corso tratterà. Ospiti di eccezione delle lezioni sulla sicurezza alimentare alcune classi dell’Istituto alberghiero dell’Aquila. La Scuola Internazionale è coordinata da docenti universitari e aperta al dialogo e al gemellaggio con tutte le più importanti Università e Centri di Studi e Ricerca del Mondo. Infatti il Master, composto da 14 moduli didattici, vedrà alternarsi professori e docenti di oltre 8 Università, formatori aziendali e testimonial di associazioni e aziende sostenitrici, di riconosciuta e comprovata esperienza nelle diverse discipline trattate. Etica, gestione dei rischi, delle emergenze e delle crisi, prevenzione e reazione alle frodi, sicurezza nelle sue declinazioni aziendale, ambientale e alimentare, queste le materie che gli studenti della Scuola Internazionale hanno iniziato a studiare con una full immersion di 3 giorni al mese a partire dal 6 maggio. (www. scuolaeticaesicurezza.eu)

Il pubblico presente durante l’Open Day

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eventi » di Massimo Avenali

L’abruzzese Teti conquista il Premio Marconi Conferito ad Antonio Teti il Premio “Guglielmo Marconi” dell’Accademia delle Scienze di San Marino. L’ambitissimo riconoscimento gli è stato conferito dal nipote del celebre scienziato, principe Guglielmo Giovannelli Marconi

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o scorso 24 aprile, a San Marino, il Senato Accademico dell’Accademia delle Scienze di San Marino, ha conferito il Premio “Guglielmo Marconi” ad Antonio Teti, dell’Università di Chieti-Pescara e presidente onorario della Società Italiana delle Scienze Informatiche e Tecnologiche, con la motivazione “per il suo magistrale apporto scientifico e culturale”. A consegnargli la prestigiosa onorificenza è stato proprio il nipote del celebre scienziato, principe Giovannelli Marconi (figlio di Elettra Marconi). Non è particolarmente nutrito il gruppo degli insigniti di questo ambitissimo premio, che è stato patrimonio dell’ex Istituto di Cibernetica e dell’Accademia Nazionale delle Scienze. Tra i 32 insigniti, dal 1975, si annoverano il professor Coolin Cherry dell’Imperial College di Londra, il professor Gevorgi Lozanov dell’Università di Sofia, Bulgaria e il professor Antonio Ruberti già rettore dell’Università “La Sapienza” di Roma. Il premio viene concesso periodicamente e su parere del Consiglio Accademico e del Consiglio Scientifico, a studiosi italiani o stranieri meritevoli di questa particolare distinzione accademico-scientifica che abbiano dimostrato attraverso opere, pubblicazioni, meriti professionali, culturali,

Antonio Teti riceve il premio dal principe Guglielmo Giovannelli Marconi

sociali, politici e industriali, riconducibili allo sviluppo e all’esaltazione delle Scienze. Da sottolineare il particolare rigore che viene osservato dal Consiglio Scientifico dell’Accademia, nella valutazione del curriculum vitae del candidato e sull’attività scientifica realizzata, affinché sia degno di questa particolare premiazione. Il prestigioso riconoscimento è stato conferito in occasione del Simposio “Informatica e scenari futuri” tenutosi nella splendida cornice del salone della Fondazione “Valori Tattili” della Asset Banca di San Marino, con il patrocinio della Segreteria di Stato per la Giustizia, l’Informazione e la Ricerca e alla presenza di autorità istituzionali, politiche e religiose. Oltre a Teti, è stato insignito dell’autorevole premio anche Ferdinando Taddei, già rettore e professore emerito dell’Università di Modena e Reggio Emilia, nonché presidente dell’Accademia Nazionale di Scienze, Lettere ed Arti di Modena e Reggio Emilia. «Devo confessare –ha dichiarato Teti– che quando ho saputo che mi avrebbero conferito questo grande riconoscimento, sono rimasto senza parole, sia per l’autorevolezza della struttura che me lo ha attribuito, che per la rilevanza del premio, che porta il nome di una delle figure più autorevoli del genio italiano nel settore delle scienze. Riceverlo direttamente dal principe Giovannelli Marconi è stato per me come riceverlo direttamente da suo nonno». Nell’occasione, Teti ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “Dalla società dell’informazione alla società della conoscenza: pericoli e rischi della galassia delle tecnologie”. Questo premio rappresenta un esempio di eccellenza in Abruzzo che porta alto il nome della nostra regione. E un motivo in più d’orgoglio per noi di Abruzzo Impresa, è che Antonio Teti collabora da più di un anno con la nostra rivista

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eventi » a cura della redazione

Francesco Iubatti durante la cerimonia di premiazione svoltasi a Roma

Soalca riceve il premio “Italialleva 2010” L’azienda di Pretoro, gestita dalla famiglia Iubatti e specializzata nella trasformazione e lavorazione delle carni, in occasione dell’assemblea annuale dell’AIA, si è aggiudicata l’ambito riconoscimento del lingottino d’argento

Francesco Iubatti

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n occasione dell’assemblea dell’Associazione Italiana Allevatori (Aia), che si è svolta a Roma il 28 aprile scorso, sono stati consegnati i “Premi Italialleva 2010” a due aziende del settore agroalimentare partner della piattaforma Aia. Per il settore carne, il lingottino d’argento è andato all’azienda SOALCA Srl di Pretoro (CH), gestita dalla famiglia Iubatti, che da tempo opera in stretta collaborazione con il sistema allevatori in un percorso di qualità testimoniato dai prodotti a marchio “Jubatti - La Carne del Parco” e dal recente decollo del progetto “Agnello d’Abruzzo”. Questo riconoscimento premia l’importante azione di valorizzazione degli allevamenti locali svolta negli anni da SOALCA, azienda specializzata nella trasformazione e lavorazione delle carni, che aderisce sin dalla nascita al circuito Italialleva, per l’esigenza di trovare un partner che garantisca alla moderna distribuzione il proprio lavoro. «L’idea – spiega Francesco Iubatti a nome della famiglia – è quella di far crescere gli allevatori della zona, destagionalizzando il più possibile il loro modo di produrre, e mantenere il prezzo costante, in modo che il prodotto sia disponibile durante tutto l’anno e non solo nei momenti di massima richiesta». Grazie a questa impostazione l’allevatore ha la certezza che il prodotto sarà sempre ritirato senza esitazioni o taglieggiamenti. Una sinergia che funziona e che gradualmente sta cambiando le abitudini dei pastori locali, spingendoli a gestire il gregge in gruppi e a valorizzare antichi usi

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eventi » di Denia Di Giacomo

OMA Group sbarca in Libia Siglata una joint venture tra il gruppo pescarese OMA e una società libica, che porterà a lavori internazionali di metalmeccanica e impiantistica. La grande crisi economica non arresta la crescita di OMA

N Il fondatore della OMA Antonio Angelucci tra i figli Giovanni e Mauro

el periodo più difficile che l’economia capitalistica moderna abbia mai vissuto, solo le imprese con una forte e solida base riescono a crescere. La crisi, che ormai da tempo attanaglia il nostro sistema economico e la nostra società, è destinata a mutare radicalmente in modo ancora poco chiaro, il sistema cui da sempre siamo abituati. In questo mutevole e controverso panorama una grande azienda pescarese, OMA, abilmente guidata dal presidente di Confindustria Abruzzo, Mauro Angelucci, lo scorso 30 aprile ha siglato la costituzione di una joint venture con una società libica, per lavori internazionali nei settori della metalmeccanica e dell’impiantistica. Questo fruttuoso traguardo segna una simbolica dimostrazione di come la crisi può essere affrontata con ottimismo e lungimiranza cercando nuove strade di sviluppo e trasformando così le minacce in opportunità. La OMA GRUOP è già da tempo una solida e importante realtà aziendale nel campo della programmazione costruzione e manutenzione degli impianti industriali di ogni genere, che consta di tre stabilimenti in Italia e uno in Romania, un organico di 700 dipendenti ed un volume d’affari nel 2008 di circa 82 milioni di Euro. Con “lo sbarco” in Libia non farà altro che confermare quella professionalità e competenza che da ben 27 anni hanno reso possibile la crescita costante e inarrestabile di questa azienda. Un successo di questo genere riempie di orgoglio e soddisfazione anche Confindustria Pescara, sempre più attiva, partecipe e utile nel sostegno concreto delle imprese associate e sempre più attenta affinché quest’ultime possano trovare nell’associazione degli industriali il più valido supporto alla loro competitività

uno degli impianti realizzati da OMA Group

» foto concesse da OMA Group

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eventi » di Marco Taglieri

Deposito doganale e fiscale: perché convengono L’Agenzia doganale Romeo illustra i vantaggi che questi strumenti fiscali garantiscono alle aziende: bassi costi e rilevanti benefici

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n mercato dinamico come quello attuale, caratterizzato da margini di competizione sempre più impegnativi, ci invita a riconsiderare in termini più ampi l’idea tradizionale di ottimizzazione dei

costi. Si tratta di uno sforzo doveroso perché il mercato appare sbilanciato a favore dei Paesi che si rendono protagonisti di una offerta produttiva appetibile proprio in virtù del prezzo, perfino a scapito della qualità: la sfida delle imprese deve quindi concentrarsi su un’ottimizzazione che

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coinvolga non solo il lavoro, i servizi e le materie prime, ma anche i costi connessi all’organizzazione della produzione, ivi compresi gli oneri fiscali. In questa ottica è importante conoscere e valutare l’utilizzo di due peculiari strumenti fiscali come il Deposito doganale e il Deposito Fiscale, argomento che abbiamo affrontato con l’Agenzia Doganale Romeo, operante in Abruzzo a servizio delle imprese dal 1950, a Pescara, Teramo e L’Aquila: forti di numerosi depositi già istituiti per conto dei propri clienti, abbiamo approfondito con loro il discorso su que-


Fiorindo Di Lorenzo doganalista e amministratore dell’Agenzia Doganale Romeo Snc

ste potenzialità sconosciute a molte aziende, ricevendone un quadro molto interessante. Quello legato al deposito doganale è un regime economico che consente di “congelare” il pagamento dei diritti gravanti sulle merci estere in esso depositate e differirlo al momento della destinazione finale dei beni, con vantaggiose implicazioni: • L’acquisto dei beni o materie prime all’estero può essere effettuato quando il prezzo di mercato è più basso, stoccando l’eventuale surplus senza provvedere al pagamento immediato dei diritti dovuti, posticipato alla data di effettiva utilizzazione. • Le merci all’interno del deposito doganale possono essere estratte anche solo parzialmente o a più riprese a seconda dei reali e contingenti bisogni produttivi. • Qualora occorrano licenze, in caso di lacune di certificazione o incoerenze documentali o ancora se occorra procedere a particolari incombenze (come le verifiche radiometriche recentemente imposte sui metalli) il deposito doganale agisce da Zona franca che evita i costi derivanti da soste degli automezzi o stallie nei porti/aeroporti. • Nell’ambito di regimi temporanei a fronte di più introduzioni in deposito doganale può essere stilata un’unica temporanea importazione cumulativa, abbattendo i costi vivi dello svolgimento pratica e riducendo i tempi operativi. • All’interno del deposito doganale è sempre possibile effettuare tutta una serie di interventi sulle merci definiti “manipolazioni usuali” (tra le quali rientra anche il riconfezionamento, per esempio) prima dell’estrazione. Anche il deposito fiscale (IVA) si lega a utili procedure legate agli scambi con l’estero, configurandosi come un efficace strumento di riequilibrio finanziario per l’azienda, soprattutto quando non si dispone di plafond. Il pagamento dell’IVA all’atto della importazione ha natura immediatamente esigibile, con l’ovvia conseguenza di

esporre l’azienda all’anticipo immediato dell’imposta, che poi recupererà nel tempo. Attraverso l’uso del deposito fiscale (IVA) il pagamento dell’IVA è invece differito al momento dell’estrazione da deposito: questo vuol dire trasferire l’onere dell’imposta direttamente al cliente finale in caso di vendita, o computarla in autofattura in caso di autoconsumo, dove perderà la propria natura di esigibilità immediata guadagnando la possibilità di essere neutralizzata attraverso reverse charge. «In una politica di seria ottimizzazione dei costi non si può prescindere da strumenti come questi – ci dice Fiorindo Di Lorenzo, doganalista e amministratore dell’Agenzia Doganale Romeo Snc – perché rappresentano il complemento essenziale ad una pianificazione efficace, a tutto vantaggio delle aziende. Abbiamo la fortuna di collaborare con imprese abruzzesi di assoluta eccellenza, e già molte di loro hanno trovato nei depositi doganali e IVA la risposta alle loro esigenze. Non bisogna pensare che siano strumenti destinati alle sole aziende che lavorano con grandi volumi o in consignment stock: tutti possono beneficiare dei vantaggi legati all’uso (anche combinato) delle due tipologie di deposito: se l’utilizzo è sistematico consigliamo di creare questi spazi direttamente in azienda, ma tutti possono ricorrere ai depositi doganali e fiscali pubblici. A volte mi stupisco, negli incontri di consulenza, di essere il primo a prospettare all’azienda questo tipo di soluzioni: questo vuol dire che manca ancora una scrupolosa educazione fiscale in questo senso, e molte aziende non immaginano neppure di poter facilmente ottenere un risparmio cosi marcato. Questo è il messaggio che voglio sottolineare: il deposito doganale, al pari di quello fiscale, è una realtà che possiamo impiantare all’interno di ogni impresa senza difficoltà e con costi di gestione trascurabili, e può garantire benefici per tutte le tipologie aziendali»

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eventi » di Massimo Avenali

La “Rex Siciliae” in un’immagine notturna

La multiproprietà navale La nuova formula per fare business a costi di acquisto e gestione ancora possibili

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industria nautica è uno dei settori più affascinanti. La scoperta via mare consente una diversa visione dei territori e una migliore conoscenza delle meraviglie del paesaggio. Purtroppo la crisi economica mondiale e una politica poco indirizzata verso la costruzione di nuove marine e/o potenziamento dei pontili nei porti esistenti, penalizza in Italia, nonostante notevoli miglia di coste, la diffusione della cultura del mare come avviene in altre nazioni vicine come Croazia, Francia e Spagna. Interessanti sono stati gli incentivi statali verso gli inver-

ter e motori con potenza massima di 100 hp, ma non è sufficiente per risolvere i problemi del settore. In questo contesto di crisi globale si sta facendo avanti, anche in un settore dapprima immune, l’idea di multiproprietà per le imbarcazioni da diporto. La multiproprietà nasce con gli appartamenti da vacanza, ma sono numerosi ormai i club che permettono ai propri soci di acquistare, in quote, beni che hanno un costo importante. Questa formula è già stata applicata anche agli aerei executive e oggi, la multiproprietà sta rapidamente diventando la soluzione più logica e finanziariamente

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eventi

più intelligente per divenire proprietari di prodotti di lusso a costi di acquisto e gestione ancora possibili. Tra i vantaggi della multiproprietà, infatti, figura quello di permettere agli armatori uno stile di vita composto di prestigio, immagine e lusso, a un costo ridotto rispetto alla pura e intera proprietà, consentendogli anche la possibilità di possedere una parte di un super-yacht molto più grande di quello che avrebbe potuto acquistare come proprietario unico. Questa idea progettuale sarà concretizzata su un Ketch denominato Rex Siciliae, bi albero, full restlyng 2010, 24 metri, abilitato alla navigazione mediterranea e al noleggio. Per invogliare gli armatori a entrare nella partita, inoltre, la Rex Siciliae offre loro di rientrare delle spese straordinarie organizzando dei charter per la clientela esterna nei periodi di alta stagione (luglio-agosto) nel Mediterraneo e di utilizzare l’imbarcazione negli altri periodi dell’anno. Il socio non deve pensare a nulla, tutto il management dello yacht (equipaggio, logistica, maintenance, amministrazione e charter) e tutti gli aspetti tecnici, fino ai più piccoli saranno gestiti dalla società armatrice, in modo da assicurare una permanenza a bordo estremamente rilassante e priva di preoccupazioni. Al fine di poter contemperare il modello multiproprietà e la destinazione commerciale dell’unità, la formula giuridica

utilizzata è la costituzione/partecipazione nella società a responsabilità limitata armatrice del bene. La stessa ha, infatti, acquisito il knowhow sulla gestione, manutenzione e commercializzazione del prodotto Rex Siciliae mediante comprovata professionalità. Al socio, sotto formula di noleggio, sarà consentito l’utilizzo di due settimane dell’imbarcazione in un periodo a scelta nei mesi di Maggio, Giugno e Settembre e Ottobre e/o in altri periodi liberi da contratti di noleggio sottoscritto con la propria clientela esterna. La stessa sarà messa a disposizione nella zona di navigazione oggetto di pianificazione charter. Al socio sarà, inoltre, consentito l’utilizzo del bene durante i periodi da Ottobre a Maggio per organizzazione di eventi/ ricorrenze speciali/appuntamenti di lavoro. L’imbarcazione durante tutto l’anno sarà assistita per i lavori di manutenzione ordinaria. Le spese ordinarie e straordinarie ricadranno sulla società armatrice salvo indennizzo da parte dei soci in base al bilancio di esercizio. Il progetto prevede per il futuro la implementazione diretta della propria flotta per l’acquisizione di altre imbarcazioni da utilizzare, con medesima formula, e da destinarsi a medesima attività. Ciò consentirebbe la possibilità di permutare il solo periodo di utilizzo del bene e scoprire nuovi mari e nuovi itinerari

Un particolare della “Rex Siciliae”

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eventi » di Alessio Pelusi

La musica in Abruzzo si fa sentire

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a aperto i battenti da un paio di mesi la Protosound Polyproject snc, società di promozione, produzione discografica e ufficio stampa. I soci fondatori sono due ragazzi con un’immensa passione per la musica e per la qualità in questo settore: Giulio Berghella e il cantautore abruzzese Paolo Tocco. Giulio gestisce la parte legale e amministrativa dell’azienda, la produzione artistica ed esecutiva. Organizza insomma la gestione di un “progetto musicale” sia a livello burocratico che operativo. Paolo, invece, si occupa dei rapporti con tutti i canali indipendenti di comunicazione e di promozione: internet, radio, televisioni, testate giornalistiche cartacee. Tutto questo attraverso i mezzi tipici dell’ufficio stampa: comunicati, interviste, recensioni e contenuti in genere. La struttura operativa della società è il nuovo studio di registrazione di 150 metri quadrati, aperto nella zona in-

Nasce a Chieti la Protosound Polyproject snc, produzione e promozione discografica: si investe, finalmente, sul talento dustriale di Chieti Scalo. Una regia, tre sale di ripresa, visivamente collegate, ma acusticamente e fisicamente indipendenti. Gli ambienti hanno geometrie studiate e caratterizzanti, pareti trattate per migliorarne l’acustica e sono stati fatti rilievi fonometrici certificati in base agli standard del settore. Tutti questi accorgimenti rendono lo studio di registrazione tra i più all’avanguardia del nostro territorio e non solo. Figlia della Protosound è l’Etichetta ufficiale “Volume!”, che completa la visione imprenditoriale di Paolo e Giulio. Quest’ultima nata, infatti, è il veicolo attraverso il quale far circolare i prodotti musicali. Compagna di viaggio dell’Etichetta “Volume!” è la società “L’Altoparlante”, un marchio importante nella discografia indipendente italiana. Di altissimo livello anche le altre partnership con le maggiori etichette e gruppi editoriali italiani, come: Universal, Cramps, EMI, CNI, etc.

La sala di registrazione della “Protosound Polyproject”

» foto concesse da “Protosound Polyproject”

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eventi » di Laura Sacchetti

E

siste qualcosa di meno tecnologico di un libro? Fino a non molto tempo fa la risposta sarebbe stata scontata, oggi invece la digitalizzazione dei contenuti unita all’evoluzione dei supporti di lettura, gli ereader, è interpretata come il segnale di una futura rivoluzione che, al pari di quella gutenberghiana nel XV secolo, stravolgerà non solo le modalità di fruizione, ma l’intera filiera produttiva e distributiva del supporto scritto. L’elemento determinante, per una rivoluzione già annunciata da tanto tempo, viene considerata la tecnologia e.ink, perché capace di superare il vero tallone d’Achille del libro digitale: la scarsa qualità della lettura su supporto elettronico. Ora l’e.ink, cioè un inchiostro elettronico, permette di leggere su uno schermo che, diversamente da quello del computer, non è retroilluminato. Tuttavia, nonostante si registri nel 2009 una crescita record nelle vendite di ebook (+ 65% in Italia, + 228% nel mondo), la fetta di mercato è ancora esigua: l’1,5% in America, lo 0,04 in Italia. Media World, la prima catena in Italia a proporre gli ereader nei propri megastore, calcola dall’inizio di dicembre 2009 una vendita di oltre 3000 pezzi a un prezzo medio di 235 euro. La commercializzazione è ancora lenta perché il mercato è incerto: mancano i contenuti, dato che poco ancora è digitalizzato, inoltre le potenzialità intrinseche di un ereader, cioè immagazzinare anche 3000 volumi, un’intera biblioteca, non si addice - ironizzano i librai - ad una popolazione come quella italiana così poco propensa alla lettura. Eppure il Ministero dell’Istruzione e il mondo della scuola stanno facendo passi importanti in questa direzione, destinati a condizionare fortemente una mentalità giovanile già così orientata alle nuove tecnologie. Complice la possibilità di contrastare il caro-libri, il peso degli zainetti, ma anche il desiderio di svecchiare una scuola giudicata antiquata attraverso ciò che, a torto o a ragione, può essere il simbolo della modernità, il computer (proprio come è avvenuto nelle scuole di Tocco da Casauria con l’adozione di lavagne interattive). «È solo questione di tempo - sostiene Giacomo Bruno, titolare dell’omonima casa editrice, operante nel settore della formazione, che ha introdotto per prima la cultura dell’ebook in Italia e ora sfrutta il vantaggio accumulato. Abbiamo preparato il terreno con la diffusione di testi gratuiti dal 2002. Ora sono gli editori tradizionali a venire da noi, dato che nel mondo dell’editoria nessuno è preparato. Convertire in digitale è complesso, l’editore teme in modo particolare la pirateria e la perdita dei diritti. Se la

La sfida dell’E-book Nonostante nel 2009 si siano registrate vendite record del “libro elettronico”, in Italia sono molti i diffidenti verso questa nuova forma di lettura. Proviamo a scoprirne di più…

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eventi

Il sito della Bruno Editore

Mondadori ha rimandato al 2012 il suo pieno ingresso nel mondo dell’ebook, importanti case editrici come la Sperling & Kupfer, Dante Alighieri, Armenia, Guerini&Associati, Morlacchi – solo per citarne alcune - ci hanno invece venduto i diritti perché pubblicassimo loro i primi ebook». Il sorpasso dunque non sarebbe lontano, secondo Bruno, anche in altri settori come quello della narrativa. Ma è davvero pensabile una trasformazione così radicale delle nostre abitudini di lettura e dell’identità del libro, da prodotto a puro contenuto? Per i giornali è in parte già in atto una rivoluzione. La notizia, per sua natura, si brucia in un attimo e, dall’avvento del world wide web, la carta stampata non ha più retto il confronto. Ma per il libro vale lo stesso? È scettico Oscar Buonamano, direttore della Carsa Edizioni di Pescara: «Non esiste nulla di più interattivo di un libro di carta stampata. Puoi sfogliarlo comodamente, andando avanti e indietro, soffermandoti su singole parti, immagini, puoi godere anche della grafica, sempre diversa, puoi sottolineare, prendere appunti, instaurare un rapporto materico che coinvolge tutti i sensi. Del resto basta riflettere sul programma di scrittura Word: ci sono tantissime funzioni che rimangono inutilizzate, a cominciare dalla sottolineatura. Questo significa che la lettura richiede facoltà diverse dall’ascolto della musica o dalla visione di un film, rivoluzionate dalla conversione digitale. A noi gli ebook non interessano - continua l’editore abruzzese - non solo per la tipologia di pubblicazioni che trattiamo, libri d’arte, ma anche perché siamo una piccola casa editrice (come tutte le altre in Abruzzo) e non abbiamo quella capacità di investimento con cui permetterci delle sperimentazioni». I pareri sono diversi, anche i consumatori si dividono, ma c’è la tendenza a valutare i pro e i contro di un’offerta del digitale destinata ad aumentare

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La felicità sta nelle piccole auto.

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NUOVA BMW SERIE 5, LA POTENZA STA IN EQUILIBRIO

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inee equilibrate, motori potenti ed evoluti e la solita qualità Bmw: parliamo della nuova Serie 5. Andiamola a conoscere più da vicino. Questa berlina media offre da subito un’immagine di classe, lussuosa e sportiva allo stesso tempo. Lusso a bordo, tecnologia all’avanguardia, affidabilità, prestazioni elevate: ecco le principali caratteristiche della Bmw Serie 5. La guardiamo dall’esterno, e notiamo subito linee accattivanti, dinamiche, slanciate, ma senza mai raggiungere nessun tipo di eccesso. La Bmw Serie 5, infatti, è una Berlina che combina in una sintesi creativa dinamica, funzionalità e stile. Alla guida la vettura sorprende per la sua leggerezza. L’eleganza sportiva del lungo passo, delle ruote di serie in lega leggera e dei copriruota corti non sono affatto una coincidenza; è questo il risultato logico costituito dalla trasmissione agile sulle ruote posteriori e dagli spaziosi interni. Dando uno sguardo all’interno, i sedili comfort, opzionali per guidatore e passeggero, sono ergonomici e possono essere regolati elettronicamente. Dai poggiatesta comfort (con superficie d’appoggio esterna regolabile), passando per il segmento superiore dello schienale, il supporto lombare e la larghezza dello schienale regolabile fino al piantone sterzo in modo elettrico: la posizione di chi siede si può impostare individualmente. Tra le opzioni citiamo l’Active Steering, che permette una precisione di guida e un’agilità maggiori, oltre a un superiore livello di comfort. Un elettromotore infatti, riduce o aumenta l’effetto della sterzata in base alla velocità: in questo modo, soprattutto in autostrada aumentano precisione e tranquillità di marcia. Head up display, sistemi di

navigazione i-dirve, Cruise control attivo sono solo alcuni dei tanti optional che potrete scegliere sulla vostra Serie 5. Capitolo sicurezza: il sistema attivo Dynamic Drive è all’avanguardia. Con una guida veloce in curva offre un’elevata stabilità anti-rollio e maggiore comfort di guida. Grazie a stabilizzatori attivi sugli assi, i movimenti laterali della vettura vengono ridotti al minimo. Vi rallegrerete di questo sistema, curva dopo curva. Il Controllo dinamico della trazione aumenta lo scorrimento delle ruote per facilitare la partenza, e sostiene la trazione su fondi sconnessi. Avanguardia e flessibilità si fondono anche in una struttura mista composta da alluminio e acciaio. Alcuni elementi del propulsore, la parte anteriore incluse le parti laterali e il cofano motore sono infatti in alluminio: il risultato? Più equilibrio, stesse prestazioni! Tante le motorizzazioni proposte: ci soffermiamo sulla versione 8 cilindri benzina: numeri e risultati davvero impressionanti: 367 cavalli, accelerazione da 0 a 100 in 5,2 secondi, per un consumo medio di 10,9 litri ogni 100 chilometri. Bella da guardare, emozionante da guidare: provate la nuova Bmw serie 5 presso la concessionaria AutoAbruzzo di Pescara•

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hanno collaborato

Ernesto Petricca

Filippo Paolini

fisco | pag. 80

norme&leggi | pag. 89

Ha 39 anni, laureato in Scienze Politiche all’Università di Bologna con specializzazione nella gestione delle associazioni datoriali. Dopo una collaborazione con l’Università svedese di Goteborg ha diretto diverse società del bolognese nel campo dell’Information Technology, e delle energie alternative. Da cinque anni alla direzione dell’Api Pescara, è stato nominato da un anno segretario generale della Confapi Abruzzo.

Socio fondatore dello studio “Valore” Professionisti Associati in Lanciano, struttura associata tra commercialisti che ha creduto nell’organizzazione dell’attività professionale in gruppo. Si occupa da sempre delle problematiche di categoria e per questo attualmente ricopre, tra le altre, la carica di presidente nazionale dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed esperti contabili, principale sindacato di riferimento dei commercialisti italiani. Presidente altresì della Fondazione Nazionale Centro Studi UNGDC il cui comitato scientifico è presieduto dal prof Lupi.

Nello studio legale di cui è titolare, esercita la professione forense prevalentemente nel ramo del diritto commerciale. È consulente giuridico di diverse aziende, abruzzesi e non, in materia di contratti, diritto societario e crisi dell’impresa. È consulente giuridico, dal 2003, dell’Ufficio Legale Federazione Italiana Giuoco Calcio – A.I.A. Laureato in Giurisprudenza a soli 23 anni, è iscritto dal 2001 all’Albo degli Avvocati presso il Tribunale di Avezzano.

Giuseppe Mauro

nonsoloeconomia | pag. 23 È professore Ordinario di Politica Economica presso la facoltà di Economia dell’Università G.d’Annunzio di ChietiPescara. Ha seguito tutta la carriera accademica da borsista a assistente ordinario, a professore incaricato, a professore associato sino a professore ordinario. Ha insegnato Economia Monetaria e Creditizia, Economia Politica, Economia del Lavoro, Economia Industriale ed Internazionale presso le università LUISS di Roma, Teramo e Pescara. È stato Visiting Scholar presso l’Università di York (G.B.) e attualmente collabora con la London School of Economics. Attualmente ricopre la carica di presidente del Corso di Laurea in Economia e Commercio. È Membro della Società Italiana degli Economisti.

Massimiliano Palubaro

Pietro Pastorelli

energia | pag. 82

Nato all’Aquila nel 1941, si laurea nel 1965 al Politecnico di Torino in Ingegneria elettronica. Dopo una breve esperienza di docente, svolge la sua attività lavorativa presso alcune importanti aziende multinazionali operando nei settori delle apparecchiature e degli impianti MT/BT. Opera anche, come libero professionista, nella progettazione di impianti elettrici per complessi industriali e banche e, come imprenditore, nel settore dei componenti meccanici per applicazioni aerospaziali. Dal 2006 è delegato di Confindustria Abruzzo per le politiche energetiche.

Simone D’Alessandro

mercati | pag. 77

creatività&innovazione | pag. 84

Nasce a Pescara, sposato e due figlie. Dopo aver conseguito la laurea in Economia e Commercio presso la facoltà di Economia dell’Università “G. D’Annunzio” di Pescara, svolge l’attività di promotore finanziario, dedicando, tuttavia, la maggior parte del suo tempo allo studio e all’analisi di strumenti derivati per la copertura dei rischi finanziari. Nel 2003 lascia il mondo della promozione, per dar vita, assieme a Roberto Diodati, ad uno dei primi Studi italiani di Consulenza Finanziaria Indipendente. Nel 2007 fonda, con Roberto Diodati e Giulio Caso, la CFI & Partnerns s.r.l. all’interno della quale si occupa di financial risk management.

È scrittore, docente universitario, saggista e copywriter. Autore di opere di carattere scientifico. Dal 1997 è sceneggiatore di spot, cortometraggi e documentari. È Copywriter Senior presso CARSA Spa, agenzia leader nella comunicazione ambientale. Segue un dottorato di ricerca presso la facoltà di Scienze Sociali dell’Università degli Studi G. d’Annunzio di Chieti. Vincitore del premio nazionale di letteratura Parco Majella 2007, del premio letterario nazionale Alceste de Lollis e del premio Manzoni.

Alfredo De Vincentis

mercati | pag. 79

Nato nel 1970, è laureato in economia. Dopo anni di esperienza nel sistema bancario come promotore finanziario lavora come analista tecnico e trader dal 2005.

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Luigi Carunchio

Abruzzo che produce | pag. 21

Antonio Teti

ict | pag. 86

È responsabile del supporto tecnico informatico della Direzione Generale dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Laureato in Economia e Management delle Imprese, ha conseguito tre specializzazioni in Information Technology presso la ELEA Knowledge Integration. È Accademico Ordinario della Pontificia Accademia Tiberina, prestigioso Istituto di Cultura Universitaria e di Studi Superiori e Presidente Onorario della Società Italiana delle Scienze Informatiche e Tecnologiche (SISIT). Ha avuto incarichi di docenza in diverse università italiane e ha collaborato per attività di alta formazione con la facoltà di Informatica dell’Università Politecnica di Valencia e di Madrid.

Gianni Caramanico

bio-economia | pag. 92

Senior expert della Commissione Europea per l’energia, la ricerca, le tecnologie e l’innovazione, Gianni Caramanico è il fondatore di OPUSNET, la prima azienda italiana di soluzioni per lo sviluppo a cicli chiusi di PMI e PA. Laureato in Economia e Commercio, e Dottore di Ricerca in Management dell’Innovazione, inizia la sua carriera di economista e tecnologo, che prosegue in Italia ed Europa nei settori dell’energia, information technology, finanza e marketing . Rientrato in Abruzzo collabora con l’Università G. D’Annunzio, l’Università telematica Leonardo da Vinci e l’Università Bicocca, ed assiste la Regione Abruzzo, di cui è il delegato ai rapporti interistituzionali per lo Sviluppo Economico, nella programmazione e valutazione di aiuti e investimenti.

Luciano Fratocchi

ricerca&innovazione | pag. 95 È professore associato di Ingegneria economico gestionale presso la facoltà di Ingegneria dell’università dell’Aquila dove insegna Economia ed organizzazione aziendale, Sistemi di controllo di gestione e Gestione aziendale. Dopo la laurea in Economia e commercio conseguita presso la LUISS Guido Carli di Roma ha conseguito il Dottorato di ricerca in Direzione aziendale presso il Dipartimento di Studi aziendali dell’università di Bologna. Docente in diversi corsi Master, svolge attività di ricerca in tema di internazionalizzazione delle imprese minori, sistemi di supporto alle decisioni aziendali e management dell’innovazione, con particolare attenzione a quella organizzativa e gestionale. Ha pubblicato su questi temi articoli su riviste nazionali ed internazionali e con case editrici nazionali ed internazionali.

Piero Carducci

la terra di Piero | pag. 105 Economista e docente universitario, è specializzato in sviluppo territoriale e sistemi per il controllo di gestione. È stato direttore della scuola di formazione manageriale del Gruppo Telecom e presidente dell’Agenzia di sviluppo della Provincia di Potenza. Ha diretto la collana di management del ministero degli Interni. Attualmente è presidente dell’organismo di vigilanza delle Ferrovie regionali.


A R T E C U LT U R AC I N E M A L E T T ER AT U R A M U S I C A M O DAV I AG G I T U R I S M O G A S T R O N O M I A A R T I G I A N ATO

» a cura di Denia Di Giacomo

153TRAPARENTESI News in pillole 157TRAIN DE VIE Sei un cervello destro o un cervello sinistro? 161USCITA DI SICUREZZA Istanbul, la città sospesa 163ITINERARI D’ABRUZZO Corvara, forte di storia 165L’ALBERGO DEL MESE Grand Hotel Mediteraneo, mare e monti 167PAPRIKA Locanda da Pia 169ALKIMIE Il Parrozzo, anima d’Abruzzo 185TEMPO RUBATO La moleskine nera 187MUSICAMANIA Cardio/Inaspettata

181ARTE&CO./IN CORNICE

Lo spirito del colore 159SALUS Carboidrati o no? Questo è il dilemma!

171ARTE&CO. 174ARTE&CO. “Quelli di roba da matti” Lacrime dorate

189VEZZI MODERNI Nella shopper questo mese

177ARTE&CO. Le costellazioni dell’arte

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traparentesi

A MARRUCINA LL SU O IN RT MA S. A E SC NA RI IA ES LA PO Comune di San Mar tino sulla Mar

CULTURA

, soprattutto nel La poesia non è mai stata così viva «I Pensieri del del Premio Internazionale di poesia ione ediz 7° la ia rucina, che patrocin e to organizzato in lingua italiana. Il concorso, idea Poeta» riser vato a componimenti gorie, una risercate Di Paolo”, è suddiviso in due dall ’associazione culturale “Attilio opera prima di e com sia poe icata alla raccolta di vata alla poesia inedita e l’altra ded sie dovranno poe Le a. gori cate i ogn di i tre classificati un autore, verranno premiati i prim terza domenica di agosto e la premiazione si terrà la essere spedite entro il prossimo 30 petenza, nasce com de ata e con una giuria di gran ottobre 2010. L’iniziativa, ben organizz na, la sublime italia sia poe la nzione e l’amore per con l’intento di mantenere vivi l’atte eridelpoeta.it ensi w.ip :ww INFO e. part spesso di essere messa da iato risch ha li seco dei o cors nel arte che

ENOGASTRONOMIA

LA DEL VERDE SULL’ISOL A DEI FAMOSI Forse non tutti sanno che sull’Isola dei Famosi, il fortunato program ma della RAI condotto da Simona Ventura, per tutta la durata del reality show, ben 10 settimane, la pasta Del Verde è stata l’indiscussa protagonista dei pasti dello staff di RaiDue. Quest’anno la location era il Nicaragua, nell’arcipelago delle Cayos Perlas, e anche grazie alla forte presenza in Centro e Sud America dei prodotti del noto pastificio di Fara San Martino, il nostro prodotto è diventato il principe della tavola. Anche gli ambiti premi culinari riservati ai naufraghi erano realizzati con la Pasta Del Verde e al termine del programma per i partecipanti e per lo staff tecnico e organizzativo, è stata prevista un’abbondante fornitura omaggio di pasta, olio e condimenti Delverde...per riprendere forma e forza con un po’ d’Abruz zo.

ESTERO

L.A. ONORA JOHN FANTE

o di origini John Fante, lo scrit tore italo american Los Angeles onora con una piazza tto dell’arede mal e to resentato l’animo turbolen abruzzesi che più di ogni altro ha rapp tto per ede mal o rican ame tore rles Bukowski, lo scrit te letteraria, tanto che anche Cha a Peliicell Torr di io inar orig e Fant Nick dio”. Figlio di eccellenza, diceva che fosse “il suo John ne, italia ini nata a Chicago, ma anche lei di orig sua gna (AQ), e di Maria Capoluongo, la per che oltre oso, to nel 1983, è diventato fam tto Thomas Fante, nato nel 1909 e mor attu sopr ose fam e ntat dive ti, per molte opere vita particolarmente piena di imprevis uva del dell’ rnita rate conf La e 1939 del famosi ci sono Chiedi alla Polvere dopo la sua mor te. Tra i romanzi più ere”, nel cast Colin Farrell, Salma otto da Tom Cruise, ”Chiedi alla polv prod film, il esce 6, 200 gio mag Nel . 1977 o latino “Nemo propheta in patria”. Fante rappresenta in pieno il proverbi Hayek e Donald Sutherland. John

NATURA

ALBERI IN ESTINZIONE Un accordo siglato tra Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e l’Ufficio territoriale per la Biodiversità del corpo forestale dello Stato dell’Aquila, porterà numerose specie di piante fra le più rare e a rischio d’estinzione, ad essere conservate per prevenire l’ipotesi di una loro definitiva scomparsa. I semi di questi vegetali sono stati infatti riprodotti nei laboratori dell’Ufficio territoriale per la Biodiversità di Pieve Santo Stefano (Arezzo). Grazie a questa collaborazione inoltre i ricercatori del Centro ricerche floristiche dell’Appennino, struttura dell’Ente Parco gestita in collaborazione con l’Università di Camerino, stanno già da tempo raccogliendo e conservando i semi delle specie spontanee del parco.

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traparentesi NEWS

UN AUTODROMO A MONTORIO

mo del Gran Vomano è stato inaugurato l’Autodro Lo scorso 7 maggio a Montorio al oristiche di mot ioni petiz com tare ospi pensato per Sasso, il nuovo circuito abruzzese idente delpres , hanno preso parte Mario Petrarca altissimo livello. All’appuntamento ettista del prog zio, o”, l’ingegner Adamo Leon la Società “Autodromo del Gran Sass Ezio Aned li ienta amb ni tazio che ha curato le valu circuito, l’ingegner Carlo Taraschi, hanno che torio terri del aci sind ai il nuovo logo del circuito oltre to idea ha che a, form oa Tras mod nzia darà gelozzi, dell’age vero importante che ppo del territorio. E’ un progetto dav svilu di etto i! prog pion nte cam ri orta futu l’imp ano to sostenu detto che non nasc nella guida ad alta velocità e non è tutti gli amanti del genere di allenarsi

FORMAZIONE & PROMOZIONE

GLI ERASMUS A COLLEDIMEZZO Parte “Project Village 2010”, progetto realizzato dall’associazione di promoz ione sociale “FeelLand Group”, in collaborazione con Erasmus Student Network Italia, e il Comune di Colledimezzo (CH), che si terrà dal 3 al 6 Giugno. Oltre cento studenti universitari provenienti da tutta Europa sono pronti a invader e Colledimezzo per studiare le eccellenze del territorio e realizzare un vero e proprio reportage fotogiornalistico, è questo l’obiettivo del progetto, che, secondo gli organizzatori può diventare un ottimo metodo “per la valorizzazione di piccole comunità capace di creare il concetto di village, uno spazio europeo di incontro e promozione del territorio in grado di offrire un turismo unico improntato in un’ottica europea di confronto e condivisione di cultura, tradizioni e storia. L’obiettivo è la creazione di un circuito di turismo internazionale precisamente documentato”.

PROMOZIONE

IN ABRUZZO SVENTOLA BANDIERA BLU Il 2010 può dirsi un anno dagli esordi più che buoni per la stagione balneare della nostra regione. L’Abruzzo si è infatti classificato al 4° posto tra le altre regioni italiane insignite delle bandiere blu, ottenendo ben 13 vessilli. Il riconoscimento, indice di pulizia, servizi di qualità e rispetto per l’ambiente, con cui ogni anno la FEE – Fondazione per l’Educazione Ambientale – premia i luoghi più meritevoli, ha riguardato i comuni di: Martinsicuro, Alba Adriatica, Tortoreto, Giulianova, Roseto degli Abruzzi, Pineto, Silvi, Ortona, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Vasto, San Salvo, San Vito Chietino. Prima di noi vengono la Liguria in testa con 17 bandiere, seguita dalla Toscana e dalle Marche con 16 bandiere.

PROMOZIONE

HOLLYWOOD VERRÀ IN ABRUZZO? L’Abruzzo può contare su una nuo va alleanza creata per puntare sulla nostra regione i riflet tori di Hollywood e con lo scopo quindi di promuovere la Reg ione come “location” per girare program mi televisivi e cinematografici. L’ass e è formato da Nazario Pagano, presiden te del Consiglio Regionale d’Abruzz o e Dom Serafini, direttore della rivista “VideoA ge”, la seconda principale rivista di sione internazionale. A sottolineare televil’aspetto del business dell’intratten imento all’incontro c’era il comico abruzzese, ma famoso all’estero Germ ano D’Aurelio (in arte N’duccio), men tre a rappresentare il respiro internazionale della proposta, vi era il giornalista esperto di emigrazione , Generoso D’Agnese, tra l’altro collaboratore del quotidiano italia no negli Usa, “AmericaOggi”. L’Ab ruzzo ha la fortuna di avere molti lenti operanti nel campo dell’intratten taimento internazionale, ma anni di scarsa attenzione a questo argomento hanno portato una regione come la nostra, seppure ricca di pote nzialità, ad essere poco gettonata come possibile set cinematografico soprattutto dal più potente e vasto stato estero che si dedica a questo settore, ovvero gli Sati Uniti. Il pres idente Pagano, ha promesso un piú stret to e frequente contatto fra i rappresentanti istituzionali della Reg ione con la comunità abruzzese nel nord America.

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CINEMA

DRAQUILA, LA GUZZANTI CE LE CANT A

A partire dal 7 maggio nelle sale cinematografiche italiane c’è “Dra quila. L’Italia che trema”. Il film inchiesta di Sabina Guz zanti, che sarà presentato al Fest ival di Cannes come fuori concorso. Ancora una volta il terremoto del capoluogo abruzzes e torna a far parlare di se, questa volta però, attravers o l’occhio critico e attento della Guz zanti che realizza un documentario sul modello di quelli di Michael Moore, in cui racconta “crimini e misfatti” della ricostruzione dell’Aquila, parland o degli affari che girano intorno al terremoto. La tesi sostenuta da Sabina Guzzanti e port ata avanti attraverso numerosi filma riguarda la Protezione civile “usata” ti e testimonianze, da Berlusconi per aggirare la legg e e per poter gestire “al di sopra dello Stato” soldi pubblici e appalti. Un film che almeno noi abruzzesi dovremm o conoscere, anche solo per capire.

CINEMA

I CORTOMETRAGGI ANIMANO PALENA Prepariamoci sin d’ora  all’appuntamento  estivo  del comune di Palena. Dopo l’enorme successo riscosso l’estate scorsa, torna il “Premio Cinematografico Palena”. Dal 7 al 14 agosto 2010 l’obiettivo sarà come sempre quello di valorizzare e pubblicizzare al massimo le risorse culturali e peculiari esistenti in Palena attraverso la forma espressiva del cortometraggio, l’indiscusso protagonista dell’evento, che si svolgerà nel Teatro Comunale E. M. Margadonna (noto anche come “Teatro dell’Aventino”) e nel Teatro all’aperto di Largo San Francesco. Particolare riferimento sarà dato alla figura dei due personaggi più illustri che hanno onorato maggiormente Palena nel mondo della cultura e dello spettacolo: Perry Como ed Ettore Maria Margadonna. Il concorso è ad iscrizione gratuita ed il bando e la scheda di partecipazione sono scaricabili agli indirizzi: http://www.premiocinematograficopalena.com e http://www.associazioneculturalepalenese.com/sitopcp/ (nella sezione “Iscrizione al premio”) INFO: info@associazioneculturalepalenese.com o marcovittoria@gmail.com

CULTURA

UN SAGGIO PER ROSETO

a Roseto deIl prossimo 22 maggio a edizione tav l’ot na gli Abruzzi tor Rose” per la del Premio “Città delle in concorso – saggistica. «I volumi seto, Franco Ro di racconta il sindaco la firma di no rta po – a Di Bonaventur ale nazionapiano sulla scena cultur nomi di assoluto primo si potranno o cora una volta a Roset le e internazionale e an ttere sulla rifle cui tori di oggi con incontrare i grandi pensa premiate o nn rra Ve ». eo temporan condizione dell’uomo con iano e l’also, una di un autore ital due tra le opere in concor egnerà ass ria ro, poi una ulteriore giu tra di un autore stranie chia”. vic Ca l ico “M i la sezione giovan un premio speciale per

CULTURA

L’ABRUZZO RITORNA AL SALONE DEL LIBRO

Dopo dieci anni di assenza la Regione Abruzzo torna al Salone internazionale del libro di Torino con uno stand di 45 metri quadrati, in parte dedicati alla mostra fotografica di Roberto Grillo, ed un’altra ai dibattiti che caratterizzeranno le giornate torinesi. L’assessore alla Cultura Mauro Di Dalmazio e il dirigente del servizio Paola Di Salvatore, hanno parlato di «presenza importante per l’editoria abruzzese», e l’assessore ha proseguito: «Si va a colmare una lacuna che durava ormai da dieci anni, un’operazione che andava fatta proprio in considerazione del grosso patrimonio che abbiamo a livello editoriale in Abruzzo. A Torino – ha proseguito l’assessore alla Cultura - la vicenda del terremoto avrà un peso indiscutibile e questa presenza è stata salutata con favore da tutto il mondo editoriale italiano quale segno di rinascita e di voglia di ricominciare e di riproporsi». Speriamo che sia l’inizio di un lungo percorso.

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traindevie » di Carolina Pierfelice

Sei un cervello destro o un cervello sinistro? Il nostro modo di agire e affrontare la vita dipende da quale emisfero del cervello riusciamo a sfruttare di più… tutti sarà capitato di riflettere sulle enormi diversità tra noi e gli altri soprattutto se si tratta di affrontare dei problemi, sentendoci magari inferiori o inadeguati. Ma se conoscessimo un po’meglio il modo di operare del nostro cervello riusciremmo a capire che la diversità non è legata all’essere più o meno bravi e capaci, ma soprattutto a una dominanza degli emisferi cerebrali. Noi abbiamo due emisferi, che per semplificare chiameremo cervello destro e sinistro. Nei primi 6 anni di vita siamo guidati principalmente dal cervello destro, sede di qualità e comportamenti tipici del “fanciullino” come la fantasia, l’espressione emotiva, l’attività fisica, i frequenti mutamenti di attenzione, la curiosità, etc.. Nella maggior parte delle culture l’ingresso a scuola coincide con l’inizio dello sviluppo dell’emisfero sinistro, e tutto ciò che si cerca di trasmettere ai bambini a partire da allora è l’attitudine al ragionamento logico, all’ordine, alla disciplina, al conformismo, al lavoro, all’attività orientata verso un obiettivo e una ricompensa differita nel tempo. Chi non arriva a questi risultati viene considerato immaturo. Al di là della diatriba sulla questione se la prevalenza di un emisfero cerebrale sia legata a fattori genetici o ambientali, resta il fatto che nella vita è possibile avere successo a prescindere dalla dominanza degli emisferi, a patto che si abbia consapevolezza di limiti e risorse e si impari a migliorarsi. Nella storia i geni sono quelli che hanno dimostrato la capacità di usare tutto il cervello, ma senza la pretesa di essere come loro possiamo comunque imparare a sfruttare al meglio le nostre risorse com-

pensando i punti deboli. Ad esempio, se predomina l’emisfero destro siamo persone disorganizzate, vogliamo fare troppe cose, non annotiamo le nostre attività e, anche se lo facciamo, non troviamo più il biglietto, elaboriamo contemporaneamente più progetti, non rispettiamo i tempi di consegna, lavoriamo bene e ci esalta finire all’ultimo minuto! Preferiamo discutere in team le nostre idee andando fuori tema e se stabiliamo delle regole ci dimentichiamo di rispettarle… Insomma siamo prevedibilmente imprevedibili! I “cervelli sinistri”, invece, hanno la tendenza alla precisione e all’ordine, capacità di portare a termine ciò che stanno facendo prima di iniziare altro, compilano liste e fissano priorità, si concentrano sui dettagli, sono puntuali, meticolosi, hanno bisogno di procedure collaudate, vivono rispettando regole ben precise. Tutto ciò, è bene dirlo, spesso a discapito di creatività e flessibilità. Non è un caso che abbia usato il “noi” per i “cervelli destri” nei quali mi riconosco. Col tempo, sin dall’epoca dell’università, ho però imparato a valorizzare le mie potenzialità e a migliorarmi, studiando per gli esami con un’amica “cervello sinistro”. Questa collaborazione preziosa tra due modi diversi di approccio è fondamentale, soprattutto in un ambiente di lavoro: bisognerebbe formare dei team mettendo insieme persone molto differenti in modo che, dopo una possibile fase iniziale di impasse, si possa procedere in modo sinergico ottenendo risultati decisamente migliori in meno tempo. Non solo. Da questo confronto costruttivo ognuno potrà imparare qualcosa dall’altro per migliorarsi e perfezionarsi, piccole strategie che potranno fare miracoli amplificando le nostre potenzialità

“LE CARATTERISTICHE DEI CERVELLI” SINISTRO Logico - Matematico - Lineare, dettagliato - Linguistico, verbale - Controllato - Sequenziale - Orientato al mondo - Dominante Intellettuale - Analitico - Ordinato, lettore - Scrive - Nomina - Si ricorda i nomi

DESTRO Figurativo - Simbolico - Intuitivo - Creativo - Musicale - Emotivo Associativo - Ideatore - Sognatore - Contemporaneo - Divergente - Si ricorda i volti

info_ Carolina Pierfelice, Psicologa - psicoterapeuta CarolinaPierfelice@libero.it

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Spesso la vita frenetica e il lavoro sedentario ci inducono verso un’alimentazione del tutto sbagliata, frettolosa e non corretta per il nostro corpo. Seguendo la giornata tipo di un manager, ecco alcuni consigli di un esperto nutrizionista

salus, il cibo per vivere meglio » di Pietro Campanaro

Carboidrati o no? Questo è il dilemma! n una alimentazione equilibrata la quota di carboidrati che un individuo adulto dovrebbe introdurre quotidianamente è di circa il 60% di tutto il fabbisogno giornaliero di nutrienti (le altre quote dovrebbero essere del 1015% per quanto riguarda le proteine e del 25-30% per i grassi equamente ripartiti tra vegetali e animali). Quindi nell’arco della giornata i carboidrati sono la quota principale di nutriente di cui il nostro corpo ha bisogno, eppure spesso questo nutriente fondamentale viene ridotto notevolmente nella dieta quotidiana se non addirittura completamente eliminato. Tutto ciò deriva principalmente dal concetto che i carboidrati (pasta, pane, cereali e i prodotti che ne derivano) sono molto calorici e fanno ingrassare. Ovviamente non si può negare che un etto di pasta sia molto più calorico di un etto di carne, ma l’errore sta nel considerare l’alimentazione come un puro calcolo aritmetico. Il nostro organismo non è una calcolatrice, ma una complessa macchina che per funzionare bene ha bisogno di una miscela giusta di nutrienti correttamente ripartiti nell’arco della giornata in base ai fabbisogni. Inoltre non dobbiamo dimenticare che i carboidrati sono fondamentali sia per il sistema nervoso che per la massa muscolare, che in una condizione di carenza di questo nutriente, lavorano con meno efficacia con ripercussioni importanti sia sulla resa fisica, maggiore stancabilità, che sull’umore, minor concentrazione e maggiore irritabilità. Come possiamo allora introdurre i carboidrati in maniera da ottimizzare il nostro rendimento senza paura di ingrassare? È molto importante la colazione; dopo il risveglio l’organismo ha bisogno di ristabilire i livelli di zuccheri nel sangue che si

sono abbassati durante la notte, per cui è essenziale assumere alimenti a base di carboidrati; pane o fette biscottate con miele, marmellata o anche un po’ di cioccolata spalmabile, fiocchi di cerali, biscotti o dolci caserecci sono l’ideale. Altro momento importante è quello del pranzo, in cui il nostro corpo affronta il giro di boa della giornata. Un errore frequente è quello di ridurre il pranzo esclusivamente ad un primo piatto o ad un panino o mangiare prevalentemente proteine o addirittura saltare il pranzo stesso. Purtroppo questi atteggiamenti (salto del pasto, consumo di proteine) rallentano il metabolismo oppure distorcono la produzione di alcuni ormoni tra cui l’insulina (solo primo o panino) favorendo l’ingrassamento specie a livello addominale. Meglio allora consumare un primo accompagnato da un contorno preferibilmente crudo (le fibre riducono la velocità e la quantità di assorbimento dei carboidrati controllando la produzione di insulina) oppure una insalata mista con pane o patate o ancora mangiare panini farciti con verdure cotte o grigliate. Infine a cena meglio è orientarsi sulle proteine (carne, pesce, uova, ecc) perché la richiesta di carboidrati in questa fase è molto ridotta, ma è bene non esagerare nelle porzioni aggiungendo contorni sia crudi che cotti e facendo assumere ai carboidrati il ruolo di “accompagnatori” delle pietanze; se si desidera consumare un primo la sera meglio non abbondare con la porzione ed evitare il pane. I carboidrati per il nostro metabolismo sono come la legna secca per il fuoco, se introdotti con criterio fanno ardere bene la fiamma, non producono fumo e tengono il fuoco sempre “vivo”

info_ Dr. Pietro Campanaro Medico-Chirurgo Nutrizionista, Specialista in Scienze dell’Alimentazione, Fitoterapeuta Giulianova – Teramo – Ascoli Piceno - San Benedetto del Tronto Web: www.fitomedicina.it - E-mail: info@fitomedicina.it

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uscita di sicure

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Istanbul la città sospesa a geografia della più importante metropoli della Turchia, con ben 13 milioni di abitanti, non ha uguali. Nessun’altra città al mondo può vantarsi di occupare due continenti. Sorge SULLE SPONDE del Bosforo, che separa L’Europa dall’Asia, e per questo sembra sospesa tra Oriente e Occidente. Ha fascino da vendere, in questo la storia ha fatto la sua parte. La Istanbul di oggi fino al 330 era Bisanzio e poi Costantinopoli sino al 1930. Fu capitale dell’Impero Romano (330-395), dell’Impero Romano d’Oriente (395-1204 e 1261-1453), dell’Impero Latino (1204-1261) e dell’Impero Ottomano (1453-1922). Con un profilo segnato da cupole e minareti, è ritenuta una delle città più romantiche del mondo ed è ricca di primati e curiosità. Nel fastoso Palazzo di Topkapi (antica reggia dei sultani risalente al XV secolo) è custodito l’enorme “Diamante dei tre cucchiai”. L’origine del nome è curiosa: qualcuno trovò il gioiello in cima a un cumulo di immondizie e, pensando si trattasse di un falso, lo barattò

per tre cucchiai. La città è ricca anche di gioielli architettonici: la Moschea Blu (detta blu per le straordinarie maioliche che ne rivestono l’interno) Aya Sofya (la chiesa più grande della cristianità fino alla caduta di Costantinopoli) e la Cisterna Baslica, solo per citarne alcuni. Icona di Istanbul è il ponte sul Bosforo. Non c’è turista che rinunci ad attraversarlo per fare il salto di continente. Anche la crociera sul Bosforo è un mezzo per annullare le frontiere continentali. Da uno dei numerosi battelli si può ammirare il profilo della città, sorseggiando un tè e immaginando i fasti dei lontani tempi dei sultani

un motivo in più_ È capitale europea della cultura per il 2010 Sin dal 1985 i quartieri storici di Istanbul fanno parte della lista dei patrimoni dell’umanità e per l’anno in corso la città è stata annoverata tra le capitali europee della cultura. Festival, spettacoli e mostre d’arte per le strade sono appuntamenti immancabili. Tutte le iniziative si ispirano al pensiero del filosofo greco Aristotele, secondo il quale l’universo è composto da terra, aria, fuoco e acqua. C’è anche un pizzico d’Italia. L’architetto Renzo Piano collaborerà per rinnovare il quartiere popolare di Yenikapi nelle cui vicinanze si trova un nuovo parco archeologico. In quest’area una troupe di National Geographics ha trovato i resti dell’antico porto bizantino di Eleutherios e circa 30 navi.

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itinerari d’Abru

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» di Alessandra Vallera

Corvara, forte di storia

L’antichissimo borgo di Corvara regala al visitatore suggestive storie di lotte appartenenti a epoche molto lontane, il tutto immerso in una natura quasi incontaminata mmerso nello splendido paesaggio della Valpescara sorge il piccolo paese di Corvara, un antico borgo medioevale facente parte della Comunità Montana Vestina, un luogo la cui storia antichissima sembra non essere stata mai contagiata dalla frenesia dei giorni contemporanei. Si hanno notizie lontane di Castrum Corbariae, antico nome derivato dall’unno-tartaro karavar che letteralmente indica il “paese dei bruni”, un borgo che tanto fa pensare allo scenario di un presepe, le cui strade rivestite ancora oggi degli antichi ciottoli si intrecciano fiabescamente ai vicoletti che gelosamente custodiscono gli attimi di vita serena di questa comunità. Questo paese nacque come punto fondamentale di controllo del valico di Forca di Penne, attraverso il quale passarono anticamente Giulio Cesare, di ritorno dalla lontana Gallia, e l’esercito romano che in una manciata di giorni distrusse la vicina Corfinium, sede nel 91 a. C. della Lega Italica e cuore della resistenza contro il potere di Roma. Ancora oggi visitando Corvara è possibile notare, all’altezza delle tre porte lungo la cinta muraria, gli antichi bastioni sorti per l’avvistamento e la difesa del nemico.

Meta turistica di numerosi inglesi, che qui cominciano a comprare le vecchie case, questo abitato conserva ancora oggi un campanile romanico che sorgeva accanto ad un’antica chiesa distrutta nel 1933, di cui però è rimasta la cripta che ospitava i defunti. In questo borgo medioevale è possibile visitare anche i resti di una parete absidata ed il portale della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, oggi sconsacrata, ma custode di capitelli riccamente decorati e di un doppio arco, di costruzione romanica, probabilmente derivati entrambi dalla prolifica e vicina scuola casauriense. Il nome di Castrum Corbariae è testimoniato perfino sulle pregiate porte dell’Abbazia di San Clemente a Casauria, distante circa dieci chilometri da Corvara, poiché questo antico borgo ai tempi dell’incastellamento era un possedimento della suddetta abbazia, monumentale complesso architettonico ed orgoglio della comunità casauriense che purtroppo è stato reso inagibile dal sisma del 6 aprile 2009. Corvara può essere un’ottima meta per una domenica di pace e cultura, accompagnati magari da un bel pranzetto ricco di prodotti tipici

un motivo in più_ Natura e cultura in un solo contesto Corvara è immersa in uno scenario ambientale e culturale non indifferente, infatti, a due chilometri di distanza dal centro abitato è possibile visitare una particolare fontana di epoca romana, a quindici chilometri sorge l’Abbazia di San Bartolomeo in Carpineto e a dieci chilometri di distanza è possibile visitare la chiesa di santa Maria delle Grazie, in stile barocco. A far da cornice ad un paese ricco di tanta storia c’è una natura ancora forte, rigogliosa e incontaminata e così, nelle sue vicinanze, è possibile passeggiare per i suggestivi faggeti del monte Picco, intervallati da piazzole e grotte, e visitare la riserva naturale protetta del monte Queglia, dove alcuni resti archeologici documentano l’antichissima esistenza di un santuario italico dedicato a Giove.

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comunicazione aziendale

» Farnese vini

Edizione, cinque autoctoni V

ino di grande struttura, morbido, ricco di tannini vellutati, molto persistente e con finale lungo con note speziate di vaniglia e cioccolato. Pronto per essere bevuto subito ma sopporta bene un invecchiamento di 8/10 anni. Temperatura di servizio: 18-20° C circa. Abbinamenti gastronomici: Carni rosse, selvaggina, sughi robusti. Vino da meditazione. Vitigni: Montepulciano, Primitivo, Sangiovese, Negroamaro e Malvasia Rossa. Area di produzione: Comuni di Colonnella, Ortona, Sava e San Marzano. Caratteristiche sensoriali: colore rosso granato molto intenso e persistente con sentori di ciliegia, prugna, ribes maturi, tabacco e nota tostata finale.

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«Nascono i nostri frutti»

vini Farnese riflettono tutti i colori della terra d’Abruzzo, dipingono incantevoli paesaggi di gusto e vivono della passione per i vigneti sconfinati che la Majella domina e protegge con le sue rotondità materne. Potete osservarli scivolare dalle colline fino al mare, distendersi alla ricerca delle esposizioni ottimali e godere di un microclima invidiato dall’Europa intera. Ecco perché i frutti di questa terra crescono bene e invecchiano ancora meglio.

FARNESE vini s.r.l. Castello Caldora - 66026 Ortona (Ch) tel. 085 9067388 - fax 085 9067389 - www.farnese-vini.com


l’albergo del mese » a cura della redazione

Grand Hotel Mediteraneo, mare e monti Ai piedi del mare, al cospetto del Gran Sasso: l’albergo di Montesilvano vuole rendere speciali e indimenticabili le vostre vacanze e splendide spiagge della costa adriatica tanto amate da Gabriele D’Annunzio e i romantici tramonti sulle cime innevate del Gran Sasso D’Italia, fanno da cornice al Grand Hotel Mediterraneo. Questa moderna struttura a 4 stelle ha tutte le attrattive per rendere indimenticabili le vostre vacanze. Comfort, relax e sicurezza regnano in ognuno dei 175 alloggi, tutti molto accoglienti e con accesso via carta magnetica, televisore con ricezione satellitare, servizi con vasca o doccia, asciugacapelli, telefono, aria climatizzata e balcone con ampia vista sul mare e sul Gran Sasso. Il Grand Hotel Mediterraneo riserva ai propri clienti un grande ristorante panoramico con vista sul mare e aria condizionata. Il servizio a buffet comprende specialità dell’Abruzzo e internazionali sapientemente preparate. L’estate 2010 sarà caratterizzata dall’implementazione di nuovi servizi per i clienti. Innanzitutto a partire dal 10 aprile, tutti i bambini da 0 a 6 anni compiuti hanno la possibilità di soggiornare gratis per l’intero anno semplicemente aderendo alla promozione lanciata dal Comune di Montesilvano, Free Children Card, che offre numerose gratuità in tutto il territorio cittadino. Inoltre il nostro servizio di intrattenimento diventerà specifico per i bambini. Ben 11 ore di programma giornaliero sistematico in cui i piccoli ospiti avranno la possibilità di stare insieme tra loro in compagnia dei nostri animatori, professionisti reclutati da ludoteche, asili, scuole sportive ed artistiche, divertendo-

si ed accrescendo la loro creatività, mediante giornate a tema, laboratori creativi e lezioni sportive. Il servizio di pasto assistito consentirà alla clientela adulta di godersi il pranzo e la cena in tutta tranquillità. Ma anche per gli adulti il divertimento è assicurato: coreografi, dj e sportivi professionisti, allieteranno la “rilassante routine” della loro vacanza. Il Grand Hotel Mediterraneo vuole essere un punto di ritrovo per le famiglie che amano trascorrere le loro vacanze immersi in un’atmosfera di assoluta cordialità e professionalità, caratterizzata dallo “stare insieme”. Il principale obiettivo dello staff è quello di diventare, col tempo, un’azienda di riferimento del centro-sud, per la ricettività per famiglie, con servizi specifici e attività di intrattenimento oculate, rivolte soprattutto ai bambini di tutte le fasce di età e con la creazione di pacchetti e tariffe che includano tutti i servizi accessori e non (dalle bevande ai pasti, al servizio spiaggia, all’utilizzo di biciclette) e che vadano a favorire anche le famiglie composte da sole due persone con attente offerte per i single con bambini. Il Grand Hotel Mediterraneo è situato direttamente sul mare senza strade intermedie. L’albergo e la zona vacanza dista 200 metri dal Palacongressi di Montesilvano, 200 m dal multisala Warner Village, 1 km dal centro di Montesilvano, 1 km dal casello autostradale Pe-Nord, 6 km dal centro di Pescara, 10 km dal Porto Turistico di Pescara e 15 km dall’Aeroporto D’Abruzzo

dove_ Montesilvano (PE) info_ tel. 0854492771 - fax 0854452567 - e-mail info@ghmediterraneo.com categoria_  servizi_ Piscina, bar, cassette di sicurezza fino ad esaurimento. Collegamento internet tramite hotspot WiFi e tv satellitare SKY

» foto concesse da Grand Hotel Mediterraneo

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paprika » a cura della redazione

ntrare nella Locanda da Pia significa amare la semplicità della vita, senza rinunciare a un sano pizzico di peccati di gola! Pia, la titolare, è una dinamica e grintosa signora madre di due figlie delle quali una, Serena, ha scelto di restare al suo fianco per aiutarla nel ristorante. La locanda ha 40 coperti, non uno in più, e oramai rappresenta una tappa fissa, soprattutto a pranzo, per molti protagonisti della vita politico-economica di Pescara, che amano ritrovarsi in questo semplice ma garbato ristorantino per pranzare bene e con un adeguato rapporto qualità – prezzo. Il ristorante si trova nella centralissima Piazza Sacro Cuore. La Locanda da Pia nasce nel 2002 dalla grande passione di Pia per l’arte culinaria. Per i primi 5 anni infatti la cucina è stata il suo regno incontrastato, poi, grazie ad uno staff attento e preparato che lentamente è cresciuto con lei, ha potuto dedicarsi ai suoi ospiti, lasciando in ottime mani lo scettro da chef: Silvana alla pasta, Mirco e Francesca ai fornelli e Giovanni, che con lei e Serena, cura la sala. Ma il locale può dirsi gestito quasi a livello famigliare per il clima che si respira, e l’instancabile Pia riesce ad occuparsi anche della spesa mattutina e della preparazione dei dolci (sono davvero squisiti!). Gli ingredienti sono sempre freschi e genuini e nel menu della locanda non mancano mai frutta e verdura di stagione. La proposta culinaria di Pia punta infatti su prodotti del posto, a chilometri zero, con una cucina sana, non sofisticata, ma comunque molto curata, con ricette spesso nuove, proposte particolari e sapori che spaziano dal tradizionale al semplicemente originale! E così la cucina mediterranea della Locanda da Pia accoglie piatti gustosi come purè di fave con cicoria e crostoni di pane, tortelloni burro e salvia, chitarrina alla teramana, gnocchi - tutte le paste sono rigorosamente fatte a mano - baccalà e peperoni arrosto, carni ben selezionate e molto altro, il tutto condito con purissimo olio extravergine d’oliva e accompagnato da una vasta scelta di verdure fresche e fantasiosi dolci per dare il tocco finale, preparati tutti i giorni perché vanno a ruba, soprattutto se parliamo della torta con frutta fresca, zenzero e pinoli, un mix delizioso, inventato dalla fantasiosa Pia. Non vi resta che provare di persona!

Locanda da Pia Nel cuore di Pescara c’è un locale che stupisce per la semplice bontà della sua cucina, dove l’accoglienza è tanto spontanea da farci sembrare di essere a casa. Pia, la sua titolare, saprà senza dubbio conquistarvi

info_ Locanda da Pia Piazza Sacro Cuore. 36 - Pescara (PE) tel. 085.39465

» foto concesse da Locanda da Pia

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alkimie » di Nicola Boschetti

Il Parrozzo, anima d’Abruzzo Parliamo del dolce che più di ogni altro porta dentro un pezzo di storia della nostra regione, ormai famoso nel mondo e dalla dolce forma collinare

il dolce più rappresentativo dell’Abruzzo, decantato da artisti e poeti. Gabriele D’Annunzio, in primis, che sembra sia stato a proporre questo nome, affiancando a un preparato simile, grezzo, che i contadini producevano per autoconsumo in casa, utilizzando una farina grezza, rozza, che si distingueva da quella bianca dei signori di allora. La sua lunga conservazione faceva in modo che potesse essere consumato in tutte le occasioni, a colazione, merenda e soprattutto immerso nel vino. Fu il pasticcere Luigi D’Amico che all’inizio del secolo scorso decise di fare un dolce con forma sferica, sostituendo il granturco con le uova e grazie alle mandorle e la copertura di cioccolato, hanno fatto di questo dolce, dalla forma sim-

patica sferica, un prodotto rappresentativo e distribuito nel mondo. La sua registrazione di marchi e bravetti risale al 1925/1926. Di seguito riportiamo una ricetta realizzata da Angela Di Crescenzo, cuoca e pasticcera del Ristorante Villa Maiella di Guardiagrele. Semifreddo al Parrozzo (nr. 8 porzioni) 9 rossi d’uovo, 180 gr. di zucchero, 500 gr. di panna, 125 gr. di parrozzo, 50 gr. di cioccolato. Procedimento: montare i rossi con lo zucchero finchè non diventano bianchi. Nel frattempo montare la panna fresca non troppo, lasciarla leggermente morbida. Aggiungere il parrozzo sbriciolato con il cioccolato nei rossi montati e per ultimo la panna. Metterlo in forma e nel freezer per almeno 4 ore. Poi sformarlo e tagliarlo a triangoli dello spessore di 1 cm. adagiarli nel piatto e guarnire a piacere

JARNO ROSSO IGT 2003 Leggendo questo nome subito si pensa al grande campione di F.1 che ha portato l’Abruzzo nel mondo sportivo. Il vino in questione, che esce solo in grandi annate, nasce da un’accurata selezione di uve Montepulciano lasciate appassire e dopo una lunga macerazione, ulteriore affinamento in piccoli caratelli, segue il suo cammino in bottiglia, prima di giungere sul mercato. Alla vista si presenta con colore rosso cupo, leggermente granato, denso e importante. Al naso appena aperto è molto chiuso, quasi sgradevole, ma dopo attenta decantazione e con l’uso di un ballon ampio, comincia a sprigionare tutta la sua forza, frutta dolce, tabacco, tostatura, leggermente etereo, persistente. In bocca cambia tutto, eleganza, tannino morbido, piacevolezza gustativa e grande retrogusto di frutta matura. Leggermente caldo di alcol. È in piena evoluzione, ma sarà perfetto tra 2/3 anni. Sposa alla grande carni al sangue, primi robusti e cacciaggione, pecorini forti e anche dolci al cioccolato. Prezzo indicativo 40 euro. info_ Az. Podere Castorani. Via Castorani 5 - 65020 Alanno (Pe). Tel.085/2012513. Visite su prenotazione. Vendita diretta. www.poderecastorani.it

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Lo staff di “Roba da Matti” in compagnia Simone Cristicchi

arte&co. » di Alessio Pelusi

uelli di roba da matti” è un’interessante iniziativa del settore psichiatrico della “Fondazione Padre Alberto Mileno Onlus”: un programma radiofonico condotto dagli ospiti delle strutture psicoriabilitative residenziali “Il Gabbiano” di Lanciano e “Villa Altruda” di Vasto, in collaborazione con “RadioFrequenza”, la radio ufficiale dell’Università degli Studi di Teramo. Gli obiettivi di tale progetto sono di tipo riabilitativo per quanto riguarda i ragazzi in cura, che in tal modo incrementano le proprie abilità sociali, cioè un “saper fare” nella quotidianità e in relazione con la società, che ne aumenta l’autostima e diminuisce lo stress, causa principale di ricaduta nelle psicosi. Un altro scopo, non meno importante, è quello della lotta allo “stigma”, vale a dire al pregiudizio delle persone rispetto a chi soffre un disagio mentale. Dunque si cerca, attraverso la Radio, di stabilire un contatto fra chi è in cura in queste strutture e la società. In particolare, durante il programma radiofonico si affrontano: argomenti inerenti la natura e l’evoluzione della malattia mentale, la possibilità di riconoscerne precocemente i segnali, l’importanza del trattamento e le opportunità riabilitative. Si darà spazio anche alla cultura, all’arte, al costume, all’attualità, affinché l’attenzione non si focalizzi sulla patologia, ma sulla relazione con la diversità, sull’approccio costruttivo al diverso. Si cerca, insomma, di attivare un circolo vir-

“Quelli di roba da matti” Parliamo di una psicoradio per la riabilitazione e la lotta al pregiudizio, un modo creativo e assolutamente nuovo per dar voce e speranza ai ragazzi con disagi mentali

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arte&co.

tuoso, in cui due mondi distanti possano incontrarsi, conoscersi e avere entrambi un po’ meno paura l’uno dell’altro. Un ultimo obiettivo del progetto “Quelli di roba da matti” è rivolto verso gli stessi operatori delle strutture riabilitative che lo ospitano. Con questa iniziativa, infatti, si desidera migliorare il servizio psicoriabilitativo offerto, tramite una maggiore spinta motivazionale del personale. Si cerca di fare tutto questo partendo dal lavoro degli operatori con i ragazzi, stimolandoli alla ricerca d’informazioni sui personaggi dell’arte e della cultura che, di volta in volta, si rendono disponibili per un’intervista. Dalla ricerca si passa, poi, alla formulazione di un “canovaccio” di domande, che verranno poste dagli stessi pazienti delle strutture psichiatriche agli intervistati. La registrazione dell’intervista, quando non viene fatta direttamente in radio, viene inviata a Teramo, montata con le canzoni e la sigla iniziale e mandata in onda. Attualmente, la sigla di inizio del programma, intitolata “Mio fratello”, scritta dallo psichiatra e cantautore Gaspare Palmieri, è finalista del concorso “Musicultura 2010” su Radio Rai 1. Ospiti della trasmissione, ad oggi, sono stati: Paolo Tocco e Giò Di Tonno, famosi cantautori, entrambi di origini abruzzesi; Simone Cristicchi, sempre cantautore, che ha già affrontato nelle sue canzoni tematiche riguardanti la disabilita mentale; Francesco Carofiglio, scrittore e Roberta Scardola, giovane attrice, oggi assai celebre grazie al

personaggio di “Carlotta”, interpretato nel telefilm i “Cesaroni”. C’è da rimarcare, in ultimo, il carattere assolutamente gratuito di tutta l’iniziativa, la “Fondazione Padre Alberto Mileto” è, infatti, una Onlus con diverse sedi in Abruzzo e Molise, fondata e gestita dai Frati Minori Cappuccini d’Abruzzo. Tale fondazione è un Centro di riabilitazione funzionale e polivalente, dove vengono trattate tutte le minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali, dipendenti da qualsiasi causa con diverse modalità di trattamento: residenziale, semiresidenziale, ambulatoriale, domiciliare, extramurale. La responsabilità di ogni sua attività è affidata a Padre Franco Berti, supervisore anche dell’iniziativa “Quelli di roba da matti”, che vede impegnati anche la psicologa Lorenza La Rovere, il tecnico della riabilitazione psichiatrica Giuliana Milano e l’operatore sociosanitario Cristiano Delle Rose

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arte&co. » di Elisa Di Venanzio

Lacrime dorate

naugurato nel 2004 il Museo dell’ambra conserva, oltre che una vasta raccolta di fossili, anche una bella collezione di oggetti realizzati con questo prezioso materiale. L’ambra è sempre stata studiata sia dal punto di vista paleontologico che da quello di utilizzazione da parte dell’uomo. La sua trasparenza e l’iridescenza ci hanno affascinato a tal punto da attribuirle proprietà magiche e terapeutiche dovute alla credenza di una sua origine divina. Nel mito greco si narra infatti, che Fetonte, figlio di Elio, il Sole, dopo aver osato guidare il carro del padre, venne punito e precipitato nel fiume Eridano. Le Eliadi, le figlie di Elio, accorsero al fiume per piangere la morte del fratello, si trasformarono in pioppi e le loro lacrime scendendo dai rami, divennero gocce d’ambra. Abbiamo intervistato uno dei collezionisti, Concezio Antonucci che, insieme ad Emiliana Santoli, Alberto Tanfi, e Mariangela Coccato, hanno generosamente donato i reperti per farci raccontare la genesi di questo peculiare museo.

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L’ambra è la protagonista di un piccolo, ma interessantissimo museo a San Valentino in Abruzzo Citeriore. Tra la bellezza del prezioso e il fascino della paleontologia, scopriamo, ancora una volta, uno dei tanti tesori d’Abruzzo


Alcune preziose ambre cinesi presenti nel museo di San Valentino

La sala delle ambre

Perchè ha scelto di collezionare oggetti realizzati con l’ambra? «Tutto è iniziato verso la metà degli anni Settanta quando, ancora studente di lingue e letterature slave, accompagnavo gruppi di turisti nelle principali città dell’allora Unione Sovietica e nelle capitali baltiche, e fu proprio a Riga, in Lettonia, che acquistai i primi pezzi, affascinato dalla trasparenza, dalla varietà dei colori e dal calore al tatto emanato da quella che sembrava una pietra ma non lo era. Solo in seguito mi resi conto che non ero stato il solo a subire il fascino dell’ambra, visto che era conosciuta e apprezzata da millenni dalle popolazioni del nord Europa e successivamente si era

» foto di Concezio Antonucci

diffusa nelle principali civiltà dell’area mediterranea». Che cosa è l’ambra? «L’ambra è una resina fossile originata da antichi alberi di specie oggi estinte, in particolare da conifere nell’area baltica e da leguminose in quella centroamericana. Questa resina in seguito a disidratazione e ad una graduale perdita di componenti volatili, subisce un processo di “polimerizzazione”. In breve, diventa sempre più dura fino ad assumere le caratteristiche dell’ambra dopo circa 5 o 6 milioni di anni. Nel corso della fase che precede la completa trasformazione della resina in ambra, si genera un prodotto chiamato “copale”, una sostanza semifossile spesso venduta come ambra, ma in realtà di scarso valore economico e scientifico perché di origine recente». Da dove provengono le ambre? «La maggior parte dell’ambra oggi estratta e lavorata proviene dai Paesi che circondano il Mar Baltico: coste della Lituania, della Lettonia, della Polonia e dell’enclave russa di Kaliningrad. Altra area di produzione è quella centroamericana: zona nord della Repubblica Dominicana e Stato messicano del Chiapas. In quantità minori l’ambra è presente in moltissimi altri luoghi del mondo». Cosa l’ha spinta a trasformare la sua collezione privata in un museo? «Penso che condividere con altre persone il piacere di osservare, commentare e studiare gli oggetti che per anni sono stati acquisiti e custoditi gelosamente nella propria raccolta sia lo sbocco naturale del collezionista; niente di meglio, in questo caso, dell’opportunità di esporli ina un museo civico frequentato da scolaresche, gruppi di turisti o singoli visitatori». Parliamo del museo. Qual è la filosofia espositiva? «In realtà si tratta di un museo paleontologico con un’ampia sala

dedicata ai fossili, una sala dell’ambra e una piccola sezione dedicata alla storia dell’Uomo. La sala principale offre un quadro generale del nascere e dell’evolversi della vita nel mare, attraverso l’esposizione di diverse centinaia di fossili che illustrano la storia degli ultimi 500 milioni di anni del nostro pianeta. La sala dell’ambra ha un percorso articolato in una prima parte dedicata al mondo racchiuso nella resina fossile, con l’esposizione di reperti contenenti inclusioni animali e vegetali. A seguire, una serie di vetrine suddivise per aree di provenienza e contenenti pezzi grezzi, levigati e manufatti in ambra. Completano l’esposizione numerosi pannelli esplicativi e fotografie di grande formato». Quali sono i progetti futuri del museo? «La provincia di Pescara ha già stanziato le risorse finanziarie per ristrutturare e rendere fruibile anche l’ala destra della villa Olivieri de Cambacérès, attuale sede del museo, rendendo così disponibili spazi per i laboratori didattici, per una sala espositiva dei fossili abruzzesi e per una sala dedicata ai reperti provenienti dall’attività di ricerca della rete museale “Pangea”, rete della quale il nostro museo fa parte insieme ad altri quattro importanti musei italiani di Storia Naturale». Avete collaborazioni con altri enti e istituzioni italiani? «Il Museo dei Fossili e delle Ambre di San Valentino, Il Museo Civico di Rovereto, il Museo Geopaleontologico di Lerici, il Museo di Storia Naturale e del Territorio di Pisa e il Museo Regionale di Storia Naturale della Regione Piemonte hanno dato vita alla rete museale “Pangea”, che, mettendo in comune le differenti risorse umane, tecniche, finanziarie e il patrimonio di scienza ed esperienza di ciascun museo, ha condotto una serie di campagne di scavo in Argentina e instaurato una collaborazione con il governo argentino per la realizzazione di una stazione scientifica in Patagonia»

INFO: www.ambrefossili.org

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arte&co. » di Anna Cutilli Di Silvestre

Le costellazioni dell’arte Dalle esperienze novecentiste ad interprete della pittura classica, Titti Baldino, una pittrice dal cammino multiforme l percorso artistico di Titti Baldino è quanto mai vario. Ma il flusso dei modi espressivi, pur nella sua diversità, è stato sempre ancorato ad alcuni valori fissi: l’entusiasmo per la sperimentazione, l’amore per la materia, la passione per i colori. Donna sensibile e volitiva, partecipe e determinata, in una dedica al suo catalogo Percorsi ed. Tracce 1999, ha scritto: “I percorsi sono sempre in salita”. Titti Baldino, poiché crede nella funzione simbolica e liberatrice dell’arte, non si è sottratta all’opportunità di sperimentare le proprie capacità creative nelle novità artistiche che man mano si erano andate affermando. Titti ha fatto sopravvivere l’informale alla sua fase storica realizzatasi negli anni Cinquanta: nella sua esaltazione della materia al fine di scoprirne le capacità espressive, ha manifestato la tensione comunicativa con energia istintiva e corposa manualità producendo materici altorilievi e bassorilievi in cui ha inserito tubi, circuiti elettrici, lampadine e oggetti di plastica. Oggetti del riuso di origine new dada che in una

» foto concesse da Titti Baldino

società consumistica come la nostra, potrebbero assumere anche un carattere programmatico. Di argomento sacro e particolarmente efficace nella sua semplicità, L’annunciazione in cui l’impasto materico delle sole pieghe degli abiti che nascondono i volti, rende bene la sicurezza dell’angelo e lo sconcerto di Maria che si rannicchia a tanto annuncio. La lampadina conficcata nello strato materico suggerisce il dono della maternità. In tutte le opere materiche a rilievo le tinte sono forti e contrastanti del tipo espressionistico. Le rilucenti tensioni cromatiche riferiscono il mondo interiore dell’artista fatto di impulsi, desideri e conflitti che l’esperienza coloristica interpreta e trasfigura. Tra le varie correnti sperimentate da Titti Baldino, tra le quali non manca quella surrealista, ve ne è una in cui l’autrice è del tutto originale: quella dei grafismi materici. Su una base di impasti cartacei su cui si adagiano macchie di colori a volte delicati e a volte vivaci, si tendono fili scuri che si srotolano, si incurvano o si arricciano a movimentare

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arte&co.

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la resa dell’insieme. È la sublimazione dei precedenti altorilievi dai colori espressionistici e dai violenti contrasti con parti aggettanti e densi significati. I grafismi materici invece rinunciano alla narrazione o alla descrizione di un fatto. Sono opere di astrazione lirica. Sono forme artistiche pure che non vogliono dimostrare nulla. Suscitano sensazioni di

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gradevoli apparenze: percezioni e impressioni che trovano rispondenza nel mondo interiore dell’osservatore che si apre a vibrazioni liriche. Titti Baldino artista di formazione classica, pur nella sua versatilità nei confronti delle innovazioni succedutesi, non ha mai tralasciato il figurativo nelle opere di arte sacra che è andata producendo dall’inizio

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della sua attività. A Rosello, suo paese natale nella provincia di Chieti, nella parrocchia di S. Nicola di Bari figura, imponente, la pala della Madonna delle Grazie (1982), olio su tela. E tra le altre opere destinate alle chiese, a Francavilla (CH) dove l’artista vive e lavora, è sicuramente non comune una Natività come messaggio universale (1990) sviluppata su una lunga striscia orizzontale (cm 550 x 156). Non comune perché è una natività realizzata in fastosi vestimenti orientali: stupefacente è la turba che si accalca alla festa coinvolgendo i re magi. La passione per il Rinascimento ha portato Titti Baldino ad un nuovo ciclo di opere, ad una rivisitazione degli artisti di quel luminoso periodo dell’arte italiana. Ma non più Madonne che restano modeste pur nel loro destino immortale, bensì figure che si ergono maestose in uno spirito tutto moderno. Mentre sono conservate ed esaltate le decorazioni di minuti disegni in elaborati colori, nei ricercati copricapo come nei ricchi mantelli. Colpisce la resa dei tessuti sia nella pesantezza dei velluti che nella trasparenza dei veli. Titti Baldino ha collezionato attestati e coppe per riconoscimenti nazionali ed internazionali. E non scandalizzi il suo attraversare le varie costellazioni dell’arte: ciò esprime l’evoluzione di un artista, come ci ha mostrato Picasso

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Alcuni dei lavori realizzati dall’artista Titti Baldino

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arte&co.

/ incornice

» di Chiara Strozzieri

Lo spirito del colore L’opera di Eraldo Zecchini, un artista che al fragore del successo ha preferito l’intimità della propria arte

» foto concesse da Eraldo Zecchini

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arte&co.

l nome di Eraldo Zecchini sarebbe arrivato al grande pubblico, e non solo agli amanti d’arte e persone del settore, se solo questo straordinario artista avesse scelto la strada della notorietà, piuttosto che quella, assai più tortuosa, dello studio ininterrotto. Eppure quella dedizione all’arte testimoniata dai circa 10.000 disegni eseguiti nell’arco di una vita, oltre che dalle copiose tele dipinte, lo ha guidato lungo un vero e proprio percorso spirituale, che lo ha fatto allontanare man mano dalla figura e di contro avvicinare a un’astrazione vincolata esclusivamente dal sentimento. L’andamento dei tratti sul foglio ha sempre seguito un viaggio mentale e personalissimo dell’autore, che ha visto concretizzarsi sotto le sue mani i propri paesaggi interiori e soprattutto quella sincera adesione ai valori francescani, che non l’ha mai abbandonato. Negli anni ’70 erano gli alberelli messi in fila come piccoli frati in preghiera a parlarci della sua devozione per S. Francesco; oggi sono gli elementi della simbologia cristiana, che spontaneamente vengono fuori dai suoi lavori: l’uovo, il triangolo, i pesci stilizzati, il cerchio. È inoltre doveroso citare il ciclo di Sorella povertà, risalente agli anni ’80, in cui sono affascinanti le sperimentazioni sui toni del bianco e del grigio, sempre molto materiche e incorniciate da fasce dorate che stanno a significare l’ossimoro di una povertà che diventa misteriosamente grande ricchezza. Le opere devono la scelta del grigio a quei frati dell’Ordine che preferirono questo colore al marrone del saio, proprio come i conventuali di Castelvecchio Subequo (AQ), a lungo frequentati da Zecchini. L’artista ha trascorso intere giornate in meditazione presso il bellissimo Convento di S. Francesco, i cui affreschi della scuola di Giotto, oggi purtroppo parzialmente rovinati dal sisma, lo hanno ispirato. Dalla celletta che gli veniva riservata c’era un pertugio praticabile carponi, che conduceva direttamente dentro la chiesa, un dono da parte dei frati che Zecchini amava chiamare “minimi”, perché vivevano con il minimo indispensabile e solo di elemosina. Questa profonda esperienza, insieme all’esercizio continuo nel disegno, ha cresciuto una sensibilità artistica davvero fuori dal comune, che emerge inevitabilmente dall’incredibile delicatezza di ogni lavoro. Sono l’essenzialità del tratto, la sintesi aniconica delle forme a stupire per la capacità dimostrata dall’autore di cogliere la bellezza di una pittura semplice e immediata. L’atteggiamento comunicativo che Zecchini ha nei confronti degli strumenti artistici, gli permette poi di abbandonarsi anche a esercizi ludici, tutti basati su allegri intrecci di forme e sull’uso azzardato e riuscitissimo di vivissime tonalità di colore. Viene fuori allora uno stile prorompente e fresco, che sdogana il suo estro creativo a tutti i livelli. Che ci si senta coinvolti in questi giochi cromatici o si apprezzino di più i frutti di un’intensa riflessione artistica, non ci si esime dal riconoscere la presenza in Abruzzo di un astrattista eccelso

/ incornice

In queste pagine alcune lavori di Eraldo Zecchini

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tempo rubato

Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare). Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere. Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli Editore

Alessio Pelusi / Edizione Tracce

La moleskine nera a moleskine può essere un quaderno per gli appunti, una base solida e cartacea per i propri pensieri, un regalo per chi ama scrivere o disegnare, un libro senza parole per un bambino. Per Alex, il protagonista, la moleskine fu un diario, una cassaforte, uno psicologo che assorbe le proprie tensioni e per Dario fu una porta che squarciò la realtà e la cambiò fino ad annichilirlo. La storia è ambientata in parte a Chieti e in parte a Roma e comincia con un ritrovamento fortuito per poi svilupparsi in pochi giorni di intensa lettura e riflessione. Dario amico di Alex, a due anni dal suicidio di quest’ultimo, ritrova la sua moleskine e comincia un imprevedibile e sorprendente viaggio nel passato, scoprendo una lettura nuova degli eventi che portarono Alex fino alla morte. Cadono le maschere e squarciano la realtà. Anna, la sua ragazza, Cyntia la sua amante e Davide l’amico, sono tutti presenti sulle pagine scritte da Alex. Ognuno di loro è parte della storia, conseguenza e causa di una vita che si perde. Una forza distruttiva e folle invade il presente di Dario e il ragazzo a stento la sopporta. Le sue certezze si dissolvono pagina dopo pagina per far posto alla rabbia e all’autocommiserazione. Dario quella moleskine avrebbe preferito non trovarla e ad ogni nuova, tremenda, scoperta è tentato di chiudere per sempre quello scritto e di dimenticarsi ciò che ha già letto. La curiosità, però, non gli lascia scampo. In fondo, ciò che sta scoprendo riguarda la sua vita ed è finalmente intenzionato a capire

l’autore_

Alessio Pelusi ha trent’anni, è di Chieti e si occupa di qualità, sicurezza, finanziamenti pubblici ed organizzazione aziendale. Nel 2008 ha pubblicato il racconto dal titolo “Ana non può baciare” sull’antologia “Una storia sbagliata” della casa editrice “Mediando” e nel 2009 ha vinto il concorso per Giovani Autori della Fondazione Pescarabruzzo, in collaborazione con la casa Editrice Tracce, con il romanzo “La moleskine nera”.

le prime trenta righe_ Dario trovò la moleskine di Alex per caso, quando chiese alla madre del suo migliore amico, se poteva restare solo nella sua stanza per stendersi sul letto a pensarlo. Gli mancava tanto, gli mancava così tanto, a volte, che sembrava avesse sete. Non c’era salvezza per lui. Avrebbe continuato a pensarlo per il resto della vita, ogni giorno. La camera di Alex era spaziosa, con le pareti candide e una grande libreria. Di fronte stava lo scrittoio e di fianco il letto. Si accorse solo stendendosi che la madre continuava a cambiare il copriletto al figlio. Erano passati già due anni, eppure Giulia metteva quello invernale a novembre e quello estivo a maggio. C’erano alcune foto alle pareti e qualche poster. I suoi nipoti erano cresciuti, ma nelle immagini appese ai muri erano piccoli e sorridenti. I libri non erano tutti al loro posto, qualcuno stava di piatto sopra quelli ordinati negli scaffali. Altri erano poggiati sulla mensola della finestra. In cima all’armadio c’era la valigia con la quale il ragazzo andava a Roma. Il computer era impolverato, la sedia della scrivana era tirata tutta in dentro, sotto il tavolo, quasi nascosta. Così gli vennero in mente i pomeriggi di tanti anni prima, passati a giocare sul pavimento. Dario provava dolo-

re allo stomaco a stare lì dentro, steso su quel letto. Se chiudeva gli occhi poteva ancora sentirne la voce. «Apri gli occhi, aprili!» si disse, «non c’è più niente, sta scomparendo anche il suo odore». Spalancò le palpebre e fece per sedersi, quando notò che fra i libri dello scaffale ce n’era uno nero, piccolo e senza scritte. Pensò, anzi non pensò, quasi non ci fece caso, ma tanto bastò per farlo alzare e muovere verso la libreria. Ne prese alcuni fra le mani: “Hemingway, Kerouack, Bunker…”, inevitabilmente, l’occhio ricadde su quell’unico libricino nero e senza titolo. Lo afferrò e, tolta la molla che lo chiudeva, lo aprì. Caddero alcuni fogli, c’era anche una foto che, planando al suolo, si girò dalla parte bianca. Dario si chinò per prenderla e dopo averlo fatto, rimase accovacciato per terra: c’erano tutti. Erano in piedi davanti casa, la fotografia l’aveva scattata il papà della sposa, stavano per andare al matrimonio di Carla, la sorella di Alex. Erano vestiti di nero e indossavano giacca e cravatta e pantaloni stirati perfettamente, tranne Anna, ovviamente, lei aveva un tailleur. Si tenevamo sotto braccio, Alex stringeva Anna, lei teneva Dario, che aveva un braccio sulla spalla di Davide. «Tutti e quattro, bellissimi!» si lasciò sfuggire.

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musicamania » a cura di Piero Vittoria

“Cardio”, grande ritorno

di Miguel Bosè

Pop immediato ma di gran classe, la sua carta vincente per il disco dell’estate A tre anni di distanza dal sensazionale successo mondiale di “Papito” (oltre 2.500.000 copie nel mondo e disco straniero più venduto dell’anno in Italia) torna Miguel Bosè, uno degli artisti più amati dal pubblico nostrano. “Cardio” è un album sorprendente: pop freschissimo, ma di ottima qualità fatto di sonorità modernissime, con qualche richiamo agli anni ’80 ed un tocco di rock qua e là. Lavoro interamente prodotto, arrangiato, scritto e composto da Miguel con Nicolás Sorin, contiene tredici canzoni inedite che esaltano una voce oggi matura e profonda come non mai. All’ascolto emerge la solarità e l’immediatezza dei brani, ma anche la loro eleganza e varietà sonora: Miguel fa infatti della versatilità e creatività le sue armi migliori ed il suo è un vero e proprio momento di grazia. Di grande impatto radiofonico il primo singolo estratto, “Per te” il cui testo in italiano è stato riadattato con maestria da Jovanotti (nel cd troviamo anche la versione originale, “Por ti”). Particolarmente d’effetto risultano la title track “Cardio”, che prende subito con un coinvolgente ritmo dalle tinte elettroniche e Júrame” che nel testo ricorda l’esaltante esperienza vissuta nel concerto fatto con Juanes nel 2009 di fronte ad un milione e mezzo di persone nella Piazza della Rivoluzione a Cuba. “Dame argumentos” e la conclusiva “Eso no” testimoniano l’anima rock di Miguel (“Eso no” sembra un vero e proprio omaggio ai T - Rex di Marc Bolan). Lo spirito di questo lavoro è stato ben riassunto dallo stesso Bosè in una recente intervista in cui l’ha definito “Un album sfrenato e autoironico. Come me. È quasi una sfilata di moda in cui ogni pezzo si relaziona ai suoi personaggi con la sua forma di vestirsi, esibirsi ed essere”. Potremmo azzardare che se cerchiamo un disco che faccia da colonna sonora alla nostra estate, “Cardio” si candida a pieno titolo per diventarlo!

VOTO 8

“Inaspettata” Biagio Antonacci punta al mercato internazionale con il suo nuovo lavoro. Però lascia un po’ di amaro in bocca Con “Inaspettata” Biagio Antonacci dà una decisa svolta al suo modo di fare musica puntando dritto al mercato internazionale. Questo suo nuovo lavoro discografico, però lascia un po’ di amaro in bocca. Sicuramente lui rappresenta il pop per eccellenza in Italia in questo momento, ma è proprio questo il problema: Biagio da anni propone canzoni che sono l’immagine di una facile rincorsa al “motivo da classifica e da radio” che va forse un po’ a discapito della ricerca musicale, insomma nonostante le bellissime sonorità qui presenti anche stavolta siamo di fronte allo scontato Antonacci degli ultimi dischi. Un vero peccato! Si comincia con “Vivi l’avventura” che subito rende bene il concetto appena espresso: ritmi quasi discotecari su un testo semplice in cui viene addirittura citato “Stupendo” di Vasco Rossi, insomma un brano un po’ troppo banale. “Se fosse per sempre” è il classico singolone da radio a cui Biagio ci ha ormai abituato. Nonostante tutto, però, non mancano due bei gioiellini di ottima qualità: la ballata “Buon giorno bell’anima”, uno dei migliori pezzi che Antonacci abbia mai fatto, e la title track “Inaspettata”, cucita su misura per il duetto con la star Leona Lewis. Il resto è una saga di buon pop, ma inutilmente ripetitivo (“Chiedimi scusa”, “Lei, lui e lei”, “La rarità” ne sono la giusta fotografia). Qualche altra buona intuizione si trova, come ad esempio “Questa donna”, ma sono solo episodi, quasi un predicare nel deserto. C’è spazio anche per un maldestro tentativo di contaminazione fra il Biagio “tradizionale” e l’hip hop dei Club Dogo (decisamente brutta “Ubbidirò”). La conclusiva “Migrazione”, con piano e voce che si incontrano magnificamente, rende ancora più chiara la cosa: quando Antonacci vuole, tira fuori ancora il suo indubbio spessore artistico… ecco perché “Inaspettata” lascia interdetti. Dentro fa crescere un senso di rabbia: ok, pop perfetto, ma perché non osare un po’ di più e magari affiancare a dei suoni così ben curati in ogni dettaglio un po’ più di ricerca e sperimentazione? Da lui sarebbe lecito aspettarsi qualcosa in più, quindi un’ottima valutazione va a questa voglia di dare un taglio più internazionale alla sua musica, ma purtroppo il risultato finale non conferma le buone intenzioni di partenza. Rimandato…

VOTO 5

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PubblicitĂ Mirror Reg Abruzzo


I N R E D I MO

Z Z E V

PRADA PRINT COLLECTION “Prada Print Collection” è una minicollezione ispirata alle stampe e ai tessuti custoditi nell’archivio dell’omonima maison milanese nata nel 1913 come cuoieria e in seguito ereditata a fine anni ’70 da Miuccia che ne fece un brand d’alta moda. L’ispirazione di questa capsule collection è anni ’50 naturalmente, il periodo preferito dalla designer e comprende ballerine stampa floreale e borse effetto matelassè con tracolla a catena. La collezione sarà in vendita da metà maggio nelle boutique Prada e rivenditori selezionati. Corsi e ricorsi. (www.prada.com)

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i moderni

» a cura di Camilla Marino

COMME DES GARÇONS PER SUPERGA

Superga, uno dei marchi italiani più longevi si rinnova. L’azienda fondata nel lontano 1913 a Torino e che prende il nome dall’omonimo colle, inizia producendo scarpe con suola in gomma; nel 1929 le calzature hanno il fondo in gomma vulcanizzata e tomaia in tela. Oggi grazie alla collaborazione con Comme des Garçons del mitico Rei Kawakubo, il classico modello in tela 2560 è realizzato con cuciture bianche anche a contrasto e disponibili nella versione alta e bassa. In vendita solo in Dover Street Market, un luogo assolutamente unico per lo shopping londinese, che vi lascerà a bocca aperta. (www.doverstreetmarket.com)

FASHION AGAINST AIDS H&M lancia per il terzo anno consecutivo Fashion Against Aids una collezione che comprende una linea di abbigliamento e una serie di accessori per il tempo libero. Parte dei proventi sarà devoluto alle associazioni che da anni lottano per sconfiggere l’Aids. La collezione in edizione limitata sarà disponibile a partire dal 20 maggio. (www.hm.com).

ETRO Per l’estate Etro realizza cravatte in seta in fantasie multicolore che vanno dai classici disegni della seta, un must per la maison milanese ai quadretti vichy in stile campagnolo ai pois neri. Perfettamente gestibili per ogni occasione. Nodo piccolo mi raccomando… (www.etro.it)

ODD MOLLY Molly è una ragazza che negli anni Ottanta si distingue perché non corre dietro ai ragazzi skateboarder della costa. Siamo in California. Nel 2002 a Stoccolma la designer Karin Jimfelt-Ghatan decide di dare il nome di Molly al marchio che a tutt’oggi vanta 1200 store in tutto il mondo. Il design è ricercato e sensuale, accompagnato dall’utilizzo di ottimi materiali e da uno stile unico. La linea Odd Molly comprende non solo biancheria intima, ma abiti, accessori, borse; testimonial da sempre l’icona di stile Helena Christiensen. La top danese per la spring/summer 2010 passa dall’altra parte dell’obiettivo, fotografando la modella socialite inglese Daisy Lowe. (www.oddmolly.com)

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Anno 2° n. 4 _ aprile 2007

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Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Ar t. 2 comma 20/C legge 626/96P

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Anno 1¡ n. 5 - ottobre e 2006 - (copia omagg gio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P

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Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Ar t. 2 comma 20/C legge 626/96P

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ottobre 2006

Anno 1¡ n. 6 - novembre 2006 - (copia omag ggio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P

settembre 2007

novembre 2006

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dicembre 2006

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gennaio 2007

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febbraio 2007

Anno 2¡ n. 3 - marzo 2007 - (copia omaggio o) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P

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Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Ar t. 2 comma 20/C legge 626/96P

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ottobre 2007

Anno 2¡ n. 1 - gennaio o 2007 - (copia omagg gio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P

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24 settembre 2008

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28 gennaio 2009

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29 febbraio 2009

30 marzo 2009

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32 maggio 2009

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annoo IV ann IV num numero ero 36 ISSN 1973-5383

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35 settembre 2009

34 lug-ago 2009

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anno V numero 40 _ febbraio o 201 20 01 010 100

38 dicembre 2009

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37 novembre 2009

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segno dei tempi Âť di Vyck

Teramo, distrutte le bici dell’eco-giunta I vandali nella notte hanno reso inutilizzabili le biciclette imposte dal sindaco Maurizio Brucchi ai consiglieri per lanciare l’amministrazione ecocompatibile

Ma guarda tu... Una volta tanto che dei politici rinunciano alle auto blu

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Ma chi glie lo fa fare! Adesso agli autisti di deputati e ministri non levano manco piu’ i punti della patente!




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