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anno 3°
19
n° marzo 2008 numero chiuso in redazione il 3 marzo 2008
PREMIO ALLA COMUNICAZIONE DI QUALITÀ PER AGENZIE E UTENTI
ORO
XX EDIZIONE 2007
NUTRIAMO LA STESSA PASSIONE direttore responsabile coordinatore di redazione collaboratori di redazione hanno collaborato:
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capitano d’impresa
Mauro Angelucci
la passione Adoro l’arte in tutte le sue forme ed espressioni. In ogni occasione possibile, anche quando sono fuori per lavoro, cerco di dedicare un po’ del mio tempo libero alla visita di musei, mostre e luoghi storici.
l’orologio Il tempo che trascorre è una delle cose più importanti della vita. Penso che lo strumento con cui si conteggia deve avere un valore prezioso e racchiudere in sé eleganza e funzionalità. Mi piacciono gli orologi Bulgari.
l’hobby
OMA, passione e professionalità da generazioni «Perché i risultati fanno la differenza». È lo slogan della sua azienda. La sintesi perfetta di Mauro Angelucci che di risultati, alla guida della OMA Group ne ha conseguiti a bizzeffe. È direttore commerciale di una multinazionale specializzata nella produzione di impianti industriali di ogni genere, che vanta numeri di tutto rispetto: un volume di affari di 75milioni di euro, quattro sedi in Italia e uno stabilimento in Romania per un totale di circa 600 dipendenti. Una realtà aziendale in grado di assicurare servizi di ingegneria, forniture, management, programmazione, costruzione e montaggio, manutenzione. Tutto ha inizio nel 1981, ad opera di suo padre Antonio, che avvia un’attività di tipo artigianale. Mauro, 45 anni, sposato con quattro figli, si divide tra l’amore per la famiglia e un lavoro nel quale infonde la stessa passione e determinazione del padre. E che condivide con il fratello Giovanni. Trova anche il tempo per ricoprire cariche di spicco nell’Unione Industriali: prima è vice presidente, poi tesoriere. Da giugno 2005, delegato per lo sviluppo industriale e la competitività. Da giugno 2007, è presidente dell’Unione Industriali di Pescara. Nel suo discorso di insediamento ha detto: «Vogliamo essere protagonisti del cambiamento, desideriamo credere che è ancora possibile dare una spinta in avanti ai processi di crescita delle imprese ed è per questo che ogni giorno siamo pronti a metterci in discussione, a formarci per essere noi stessi portatori di nuovi e più entusiasmanti valori».
Se potessi, fotograferei in continuazione. Non è solo una questione di accumulare immagini. Si tratta, innanzitutto, di dare valenza alla memoria. I soggetti preferiti sono i momenti che trascorro con la famiglia.
la tecnologia Da quando ho scoperto il Black Berry, non me ne separo più. La tecnologia applicata alla comunicazione è una realtà imprescindibile. Se ne facciamo un buon uso, può aiutarci a vivere meglio.
il mezzo di trasporto Al volante preferisco la sportività, senza rinunciare al comfort. Guido una A8. La strada da percorrere non mi spaventa, ma se posso scegliere, preferisco viaggiare in aereo.
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sommario _ anno 3° n° 19 marzo 2008
editoriale
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Capitale umano, una sfida tutta da vincere
il punto
11
Informare sull’economia parlare dell’Abruzzo «Investire sullo sviluppo delle conoscenze»
l’Abruzzo che produce
13
in primo piano
16
Ud’A Facoltà di Economia
14
La nascita della fabbrica “automatica”
Confindustria Abruzzo
16
Difendiamo i nostri prodotti da contraffazione e pirateria
azienda con il segno + OmA
18
OMA, passione e professionalità da generazioni
tematiche d’impresa
26
32
ricerca& innovazione
relazioni che fanno grande la PMI: il caso 24 Le C.I.S.I. della Val di Sangro
ricerca& innovazione
e competitività 26 Innovazione delle PMI abruzzesi
norme&leggi
30 Class Action “all’italiana”
marketing
marketing relazionale: 32 Il caro cliente, io ti conosco
economia aziendale
la giusta strategia 34 Sviluppare per non sbagliare prezzo
lavoro formazione comunicazione
38 Prendi la laurea, l’università ti troverà il lavoro generazionale, 42 Passaggio il coraggio di affidarsi ai giovani distretto creativo, 46 Il nuova culla del talento
storie&persone mauro barnabei
48
le esperienze, 48 «Condividere più che inseguire la sterile logica del potere»
paolo de angelis
52 Come si diventa manager
gilberto ferri
55 Gilberto Ferri si racconta
credito&finanza Banca Generali
“integrata” 56 L’offerta di Banca Generali Spa
azienda partner
58
inerti valfino ctv o.c.m.
58 Inerti Valfino, per “soddisfare” chi costruisce 60 CTV, logistica integrata per passione realizza allestimenti 62 O.C.M. di automezzi su misura
incarichi&carriere incarichi& carriere
71 6
71
Alessandra Rossi, la diffusione della cultura d’impresa
seminari&convegni confindustria teramo g.i. chieti corso perfezionamento BCCA cappelle sul tavo ferri e elex italia
«Puntare sulla competenza 72 Montezemolo: per crescere»
76 Pastificio De Cecco, tradizione e innovazione bancaria e finanziaria, 78 Gestione consegnati gli attestati ai partecipanti
78
80 La BCCA: la crescita valorizzando il territorio 83
Gli aderenti alla Elex si sono incontrati a Pescara, ospiti del Gruppo Ferri
eventi abruzzo made in italy WTC g.i. confindustria abruzzo
88 “Abruzzo Made in Italy”: risultati e prospettive 92 A maggio, l’ERM 2008 in Abruzzo Regione deve puntare 100 «La sull’internazionalizzazione e sui nuovi investimenti»
100
111
la vita è bella
112
passione motori
BMW Serie 6 Coupé, “esclusivamente” sportiva
115
uscita di sicurezza
117
focus hi-tech
119
divudi
121
tempo rubato
In volo verso la raggiante Catania
La tecnologia che comunica con te
SMS – Sotto Mentite Spoglie
La cattedrale del mare
annata 123 un’ottima Gustate il vino con gli occhi
adagio con gusto
124
Slow Food, storia di un movimento “lento” 7
editoriale
CAPITALE UMANO, UNA SFIDA TUTTA DA VINCERE È
opinione comune che qualunque sistema produttivo non potrà mai essere realmente competitivo senza un adeguato capitale umano. Ma i fondi stanziati dallo Stato, per il sistema dell’istruzione e della formazione, appaiono davvero esigui per superare le sfide poste dal mercato globale: in rapporto al Pil, sono al di sotto della maggior parte dei Paesi Ocse. In Italia abbiamo un tasso di abbandono scolastico che supera il 20%, abbiamo ben 113mila giovani esclusi da qualsiasi percorso formativo e abbiamo davvero pochi laureati, soprattutto in discipline tecnico-scientifiche. Non è un problema di poco conto, e riguarda anche l’Abruzzo. Questo mese, nella sezione “tematiche d’impresa”, ospitiamo un interessante contributo della ricercatrice Francesca Masciarelli, che evidenzia i primi risultati dell’indagine “Capitale innovativo”, promossa da Abruzzo Lavoro e dal DASTA, dipartimento delle Scienze Aziendali, Statistiche, Tecnologiche e Ambientali dell’università D’Annunzio. Tra gli obiettivi della Tommaso Di Rino _ direttore ricerca, esplorare il capitale umano delle imprese abruzzesi nel triennio 2004-2006. Uno degli indicatori utilizzati è stato la percentuale dei laureati sul totale dei dipendenti: i risultati indicano che in media il numero di laureati nelle imprese della regione è pari all’8.7% dei dipendenti. Di questi, solo il 4.5% ha una laurea tecnico-scientifica (come fisica, ingegneria o matematica). Lo squilibrio tra domanda e offerta di lavoro di laureati è evidente, e non solo in Abruzzo. I problemi sono molteplici: le imprese vorrebbero assumere laureati ma ritengono i titoli o gli indirizzi di studio, inadeguati rispetto alle loro esigenze produttive. Sono poi troppo lunghi i tempi di conseguimento dei titoli: solo un laureato su tre compie il percorso (triennale) nei tempi. Al punto che ha sicuramente maggiori opportunità d’inserimento chi ha conseguito un diploma di istituto tecnico. Non a caso, nel Piano d’azione per la scuola preparato da Confindustria, si punta ad una crescita annua del 10 per cento delle iscrizioni agli istituti tecnici. L’azienda con il segno + di questo mese è la Oma Srl, Officina Metalmeccanica Angelucci, un’impresa abruzzese nata con coraggio e spirito di iniziativa 27 anni fa, e divenuta oggi una grande realtà internazionale, che dà lavoro a circa 600 dipendenti. Il segreto del successo? Tanta professionalità, tanta passione, tanta concretezza. Leggendo l’intervista a Mauro Angelucci, direttore commerciale del Gruppo e presidente dell’Unione Industriali di Pescara, ne scoprirete un altro. Quando gli chiediamo di indicarci l’elemento determinante per la crescita della sua azienda, lui risponde: «Sicuramente il team… credo fermamente nella capacità dei miei collaboratori, per i quali nutro fiducia e stima». Anche questo mese riserviamo ai lettori una sorpresa, spero gradita. Nella sezione “la vita è bella”, troverete “adagio con gusto” 8 pagine dedicate alle attività, ai progetti, alla filosofia di Slow Food. Un movimento internazionale, molto attivo anche in Abruzzo, che si batte per la salvaguardia dei cibi, delle materie prime, della biodiversità agroalimentare. Sono particolarmente lieto, da iscritto, che sia stato accettato il mio invito a collaborare con Abruzzo Impresa, per diffondere quanto di buono il movimento sta realizzando nella nostra regione. Ad esempio, il progetto Patto con la salute, che trovate a pagina 127. Buona lettura
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il punto
INFORMARE SULL’ECONOMIA PARLARE DELL’ABRUZZO N
ulla è altrettanto cambiato come nel modo di comunicare e informare sull’economia e la finanza. Solo trent’anni fa, a parte Fiat e qualche altro grande Gruppo industriale, nessuno si occupava di trasmettere all’esterno notizie sulla propria realtà imprenditoriale. Non era solo una questione di oscurantismo o riservatezza. Le cose andavano così. La cultura d’impresa si basava essenzialmente sul fare. In silenzio. Schivi per convinzione. Un nome per tutti: Enrico Cuccia. Dall’altra parte i giornali economici relegavano l’economia tra le ultime pagine e prevalentemente dedicate ai listini di Borsa. Le cose oggi appaiono totalmente cambiate e le notizie finanziarie spesso assumono anche il valore di cronaca e cronaca giudiziaria, se non anche di costume e impegno sociale. Certo è che i giornali economici sono passati dall’informazione di base, eventi aziendali e annunci, all’analisi dei contesti, fornendo ai propri lettori – anch’essi sempre più interessati in quanto gestori dei propri risparmi – la disamina dei mercati e il commento sugli eventi economici. È andato in frantumi il diaframma fra aziende e pubblico, stimolando la proliferazione di organi di informazione, trasmissioni televisive e radiofoniche dedicate ai temi di settore. In nome della democrazia economica si è aperto un varco alla trasparenza e, dunque, c’è bisogno di atteggiamenti etici ed un rinnovato senso di responsabilità nel praticare un mestiere delicato – quello del giornalismo economico – ancorato ai mercati per propria natura sensibili al flusso delle notizie. Mauro Di Pietro _ direttore editoriale Ecco Italia Si capisce, quindi, che una comunicazione fuorviante, superficiale o errata può creare gravi danni. Perciò, il principio dell’accuratezza dell’informazione è la linea guida di Abruzzo Impresa. Vi è poi la dimensione territoriale del nostro sistema industriale che obbliga a una lettura trasversale e comparata dei fenomeni. Infatti, l’Abruzzo laborioso ha almeno tre anime. Le grandi multinazionali, con sedi produttive di tutto rispetto, un corpo di piccole e medie aziende, dalle dimensioni contenute ma dalla forte vivacità in termini di export e di redditività, e un tessuto smisurato di piccolissime realtà imprenditoriali. Questo ci porta ad affermare che globale e locale non sono in contrapposizione, ma integrati da un reciproco confronto e condizionamento. Ecco, allora, che il ruolo di un mensile economico non può limitarsi alla sola descrizione dei fatti. Un organo di informazione autorevole deve diventare un volano di idee. Per questo temi come il passaggio generazionale e la managerializzazione, l’avvento di innovativi strumenti finanziari, la valorizzazione delle risorse umane, senza dimenticare la messa in rete di casi di eccellenza imprenditoriale, la ricerca e lo sviluppo, costituiranno il nostro interesse quotidiano. Con un accorgimento principe. Parlare forte e chiaro
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l’Abru
o che produce
Il neo-direttore di Confindustria Chieti indica le priorità per lo sviluppo economico e industriale della provincia
«INVESTIRE SULLO SVILUPPO DELLE CONOSCENZE» L’indotto deve essere più autonomo: «Troppo spesso le nostre piccole e medie aziende sono solo la componente esecutiva di strategie concepite altrove»
D
opo quasi 30 anni di attività nel sistema confindustriale, di cui circa 25 come responsabile dell’area sindacale, lo scorso gennaio sono stato designato direttore della territoriale di Chieti. Un incarico che prosegue nell’impegno a servizio delle aziende e del territorio, ma che allo stesso tempo pone ogni giorno nuove e maggiori sfide e responsabilità. Molte sono le questioni aperte che riguardano il presente e il futuro dello sviluppo economico e industriale della provincia di Chieti, certo che il nostro modello valga anche per altri territori dell’Abruzzo. Primo tra tutti il ruolo della grande impresa, in particolare delle multinazionali, sulla competitività e la crescita del nostro sistema produttivo. La presenza di gruppi multinazionali: Fiat-Sevel, Honda, Pilkington, Honeywell, Fabrizio Citriniti Dayco, Denso, Pierburg, Isringhausen, Saint Gobain - solo per citare i più noti direttore Confindustria Chieti - ha condizionato in modo determinante lo sviluppo locale, favorendo la crescita dell’occupazione e l’affermarsi di una fitta rete di piccoli e medi fornitori locali. L’indotto, tuttavia, è quasi completamente dipendente dalle grandi aziende, generando un equilibrio economico che potrebbe dimostrarsi piuttosto fragile e delicato. Troppo spesso le nostre piccole e medie aziende sono solo la componente esecutiva di strategie concepite altrove, con limitata autonomia e scarsa possibilità di diversificazione della produzione e della clientela. Nell’ottica di un processo irreversibile - direi ormai concluso - di globalizzazione, la dipendenza dalle scelte e dagli investimenti della grande impresa, che ovviamente persegue logiche di economicità ed efficienza con scarso o nullo legame con il singolo territorio in cui opera, espone il nostro sistema produttivo al rischio di crisi difficilmente gestibili e con probabili pesanti ripercussioni sulla tenuta economica e sociale della provincia di Chieti. In prospettiva credo si debba lavorare su due fronti: da una parte, e per quanto possibile, per una progressiva autonomia dell’indotto locale, ricercando committenti diversificati; ma ancor di più e con determinazione sul complessivo sistema territoriale, non solo quello produttivo, investendo affinché diventi qualificato e competitivo; rendendolo insomma un polo di eccellenza, per rafforzare il legame delle grandi aziende con il territorio e per attrarre ancora nuovi investimenti. A dire il vero oggi alcuni segnali fanno ben sperare in questa direzione. Ad esempio, il progetto del Campus per l’Innovazione nell’ambito dell’efficace Patto Territoriale Sangro-Aventino; la nutrita presenza di management locale sia nei siti produttivi delle multinazionali presenti che nei loro centri decisionali a livello europeo e mondiale; la creazione di una rete di fornitori e di consorzi di sub fornitura in grado di dare risposte a tutto tondo alle esigenze dei committenti ed il tutto con una diffusa attenzione alla sicurezza, all’ambiente ed alle pratiche di tutela e salvaguardia del patrimonio naturale. Nell’immediato futuro il legame tra grandi e piccole aziende dovrà fondarsi sempre più sulla definizione di progetti comuni, sullo sviluppo di conoscenze, sullo scambio di informazioni ed anche, in alcuni casi, sulla condivisione di rischi. Solo così potrà innescarsi quel circolo virtuoso in grado di determinare stabili e duraturi legami fra multinazionali, imprese locali e territorio
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in primo piano » di Anna Morgante
Era neotecnica: il controllo elettronico dei processi produttivi
LA NASCITA DELLA FABBRICA “AUTOMATICA” Una seconda rivoluzione industriale, che giunge alla fase dell’automazione quando le macchine non solo sostituiscono il lavoro dell’uomo, ma controllano anche il proprio operato 5a Parte
L
o sviluppo industriale è dipeso dall’invenzione di macchine motrici capaci di sfruttare diverse fonti di energia e far funzionare, in modo sempre più efficiente ed economico, le macchine utensili operatrici. La macchina del XIX secolo era sotto il dominio dell’uomo, in quanto ne costituiva il prolungamento degli arti, ma nello stesso tempo dominava l’uomo. Le macchine del XX secolo, si autopilotano, per cui, come scrive V. Tonini (1967) l’uomo si distacca quasi del tutto dal procedere operativo delle macchine. La sua attività diventa sempre più logica, simbolica: creatrice alfine. La macchina non è più comandata manualmente, ma con una segnaletica, una semantica e una sintassi, con uso di servomeccanismi intermediari. Il progresso tecnologico ha permesso la costruzione di macchine in grado di dirigere altre macchine e ha reso possibile il conseguimento dell’autonomia finalizzata dei processi produttivi. Ciò si è realizzato quando si è stati capaci di affiancare al processo produttivo o operativo, un processo rappresentativo di esso, una semantica (formazione di segnali o simboli) e una sintassi (combinazione e calcolo sui simboli). L’automazione comporta la
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presa o captazione di un segnale in un certo punto del processo, la sua trasformazione in una certa semantica o linguaggio macchina (cioè una struttura rappresentativa degli avvenimenti propri del processo reale) la elaborazione di essa in un sistema processuale a parte (es. un sistema elettronico) e, quindi, la riconversione dei segnali, con appositi servomeccanismi, in ordini esecutivi sugli organi stessi della macchina. Le macchine utensili operatrici del XIX secolo facevano esattamente ciò che l’uomo decideva di fare; l’uomo cioè modificava la materia con l’uso strumentale della macchina e l’applicazione costante e continua delle sue facoltà mentali. Le macchine cibernetiche del XX secolo sono finalizzate, infatti hanno un programma interno da svolgere e lo svolgono senza bisogno di essere condotte, guidate e sorvegliate dall’uomo. La macchina cibernetica (capace di autoregolarsi) è essenzialmente un sistema che funziona in base ad informazioni anch’esse automatizzate. Possiede cioè organi sensoriali che estraggono informazioni (anche dall’ambiente esterno), le immettono in uno speciale circuito che le elabora e fornisce nuove informazioni (comandi) ad altri organi (che prendono il nome
di servomotori), i quali agiscono sul processo del sistema per riportarne il funzionamento alla norma e allo scopo voluti. Una macchina cibernetica funziona, quindi, con l’uso combinato di energia ed informazioni. Il problema di controllare contemporaneamente diversi punti del processo produttivo, si pose con l’aumento delle dimensioni dell’impianto. All’inizio del secolo, la maggior parte degli impianti era controllata in modo manuale. Dagli anni ‘30, l’introduzione di trasmettitori pneumatici di segnale permisero la trasmissione a distanza a sale di controllo centralizzate. Gli anni ‘60 vedono l’affermazione della strumentazione di controllo elettronico e l’utilizzo, sempre più diffuso, del calcolatore digitale, per far fronte alla crescente complessità della funzione di controllo. Alla base dei sistemi automatici di produzione c’è il concetto di comando automatico, che permette alle macchine di autoregolarsi. Probabilmente il primo a concepire consapevolmente un comando automatico fu D. Papin, il quale può essere considerato l’ideatore della valvola di sicurezza per le caldaie a vapore, che è uno dei più semplici e più diffusi regolatori attualmente usati.
Ud’A facoltà di Economia
Il funzionamento dei comandi automatici è basato sul principio di retroazione, per il quale qualsiasi deviazione della quantità sottoposta a regolazione, rispetto al valore desiderato, determina l’entrata in funzione del regolatore, che agisce in modo da eliminare la deviazione. Quindi, qualsiasi quantità materiale può essere regolata, purché ci sia un mezzo per misurarla ed uno per variarne la grandezza. La realizzazione di congegni automatici è il primo passo verso la fabbrica automatica e costituisce la fase che si può definire dell’automatismo, cioè dell’applicazione di tecniche di produzione basate sull’impiego di macchine automatiche. F.G.Junger (1949) descrive il sistema produttivo tipico di questa fase come segue: “progresso tecnico significa moltiplicazione degli automi di ogni tipo. La fabbrica stessa diventa un automa quando l’intero processo produttivo, alla fine del quale sta il prodotto tecnico, si realizza con un meccanismo automatico ed è ripetuto con uniformità meccanica. L’operaio non interviene più con la mano nel lavoro dell’automa, ne controlla solamente, come m e c c a n i c o , i l funzionamento meccanico”. In questa fase il lavoro dell’uomo è strettamente legato a quello delle macchine a u t o ma t i che. Infatti dipende dall’uomo l’avviamento e
l’arresto delle macchine, così come il posizionamento del materiale da lavorare, il controllo del processo e del prodotto, il funzionamento delle macchine utensili monoscopo addette a più lavorazioni. Egli inoltre afferma che gli automi hanno il compito di ripetere la lavorazione ad essi affidata “con la stessa uniformità meccanica con la quale un disco ripete sempre la stessa musica. Soltanto grazie a questo automatismo la nostra tecnica assume una sua fisionomia, che la differenzia dalle tecniche di tutti gli altri periodi”. Quando si è passati da un sistema produttivo basato sulle macchine automatiche ad uno fondato sul ciclo produttivo automatico, si può considerare conclusa la fase dell’automatismo ed iniziata quella dell’automazione
•
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in primo piano » di Giuseppe Rapone
Numerosi gli strumenti a disposizione per tutelare merci e proprietà intellettuale. Ma, da soli, non bastano. Il traffico della contraffazione supera i 340 miliardi di Dollari
DIFENDIAMO I NOSTRI PRODOTTI DA CONTRAFFAZIONE E PIRATERIA Bisogna sfruttare meglio i mezzi offerti dalla tecnologia e fare uno sforzo di coordinamento doganale e giudiziario tra i vari Paesi
S
i calcola che il traffico di prodotti contraffatti abbia raggiunto l’astronomica cifra di 340 miliardi di Dollari, pari al 7% del commercio mondiale. E l’Italia, ahimé, occupa il primo posto in Europa e il terzo nel mondo (dopo Corea del Sud e Cina) nella poco lusinghiera graduatoria dei paesi produttori e distributori di prodotti contraffatti. Per le imprese è necessario perciò adottare strategie per contrastare l’azione dei falsari a difesa di merci e proprietà intellettuale. Esistono numerosi strumenti per tutelare prodotti e marchi, ma occorre che imprese, da un lato, e organi di controllo, dall’altro, attivino collaborazioni per un efficace contrasto ai flussi commerciali delle merci contraffatte. L’azione di contrasto, inoltre, dovrebbe essere coordinata tra i diversi Paesi, sotto il duplice profilo giuridico e tecnologico.
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Dal lato dell’impresa, vi sono diverse tecniche per difendersi dai contraffattori. Una di esse consiste nell’inserire all’interno dell’apparato tecnologico del prodotto/servizio, prima di commercializzarlo, una stringa o un marker, assolutamente irrilevanti dal punto di vista del suo funzionamento. In questo modo, si costituisce la prova dell’illecita utilizzazione dei diritti di proprietà intellettuale semplicemente riscontrando la presenza della stringa o del marker nel prodotto che si sospetta contraffatto. Su un principio opposto è basata la microscrittura, strumento tecnico di autenticazione del prodotto costituito da scritte miniaturizzate, visibili solo attraverso apparecchiature sofisticate, normalmente apposte sul documento che accompagna il prodotto o sulla confezione. Se sul prodotto non si riscontra la microscrittura vuol dire che l’esemplare è contraffatto. Per distinguere il prodotto originale da quello contraffatto un altro strumento tecnico di autenticazione è l’ologramma, cioè un’immagine i cui colori variano a seconda dell’angolo visuale di osservazione. Di norma viene posta sui prodotti per mezzo di un adesivo inciso lun-
Confindustria Abru
go delle linee tratteggiate, di modo che se viene rimosso si spezza. Grazie all’ologramma la riproduzione di un’etichetta di un prodotto originale con tecniche di stampa tradizionali ed a basso costo, come quelle poste alla base degli scanner e delle stampanti, diviene facilmente riconoscibile, in quanto la fotocopia, ancorché a colori, non potrà mai riprodurre anche la rifrazione tipica dell’ologramma. Una tecnica molto innovativa utilizza etichette a radiofrequenza (RFID). Il metodo consiste nell’incorporare nella confezione del prodotto dei microscopici chip a onde radio che consentono di tracciare il prodotto dal magazzino dell’impresa produttrice al consumatore, rendendo difficile l’azione dei contraffattori. Proprio sulle apparecchiature RFID, la Commissione europea ha presentato le sue proposte per una strategia basata sull’utilizzo delle etichette radio intelligenti in vari ambiti, compresa la lotta alla contraffazione. Esistono altre tecniche anticontraffazione che utilizzano strumenti chimici, meccanici e di marchiatura, visibile o invisibile. Ad esempio, nel settore enologico si utilizza il metodo del “tappo anti-riempimento”: consiste in una serie di palline di vetro inserite nel collo della bottiglia che permette al liquido di uscire ma impedisce il successivo riempimento. Nel settore dei contenuti digitali si utilizzano sistemi audio che riconoscono “l’impronta” del suono di una canzone confrontandolo con quelli contenuti in un database di musica, raccolto in un hard-disk o su un web server, da cui seguire il percorso del file musicale in Internet e tornare al computer di partenza, verificando se questo trasmette da un cd legalmente distribuito.
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Nel tessile-abbigliamento esiste un rivelatore di protezione, nascosto nell’etichetta del prodotto, ed ha la funzione di differenziare l’etichetta originale da quella falsa. Per controllare l’autenticità del prodotto, si utilizza un lettore di formato maneggevole, simile ad una penna. La verifica di autenticità è effettuata tenendo premuto un tasto del lettore mentre viene passato sull’etichetta. Se il lettore produce un punto luminoso sull’etichetta, vuol dire che il rivelatore nascosto è stato riconosciuto, e che quindi si tratta di un prodotto originale. Per quanto riguarda gli organismi pubblici preposti ai controlli dei flussi commerciali, l’Agenzia delle Dogane utilizza sistemi tecnologici ed informatici. Viene effettuata una prima selezione delle navi sospette grazie a banche dati popolate con i documenti di carico (bill of lading, sea waybill, ecc.), mentre nei casi sospetti si utilizzano giganteschi scanner che radiografano il container alla ricerca di contraddizioni tra quanto dichiarato e quanto realmente trasportato. Inoltre, con strumenti basati su tecnologia Web, i funzionari doganali possono interrogare la banca dati multimediale inserita nel sistema informativo dell’Agenzia, ottenendo risposte in tempo reale. Nel caso di dubbio circa l’autenticità dei prodotti, possono anche avvalersi dei tecnici delle associazioni di categoria e degli enti di certificazione della qualità dei prodotti. Ma, evidentemente, tutto questo non basta. Occorre sfruttare meglio i mezzi che la tecnologia mette a disposizione in un’ottica di interoperabilità, e soprattutto, fare uno sforzo di coordinamento doganale e giudiziario tra i vari Paesi per una efficace controffensiva nei confronti dei falsari
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a ienda con il segno+ » di Eleonora Lopes
Un’azienda che ha raggiunto livelli altissimi, in termini di produzione e di fatturato e che opera anche nei mercati internazionali. Un vanto per l’imprenditoria abruzzese
OMA, PASSIONE E PROFESSIONALITÀ DA GENERAZIONI
Con quattro sedi operative in Italia, uno stabilimento in Romania e circa 600 dipendenti, assicura servizi di ingegneria, forniture, management, programmazione, costruzione, montaggio e manutenzione di impianti industriali di ogni genere
Il fondatore della OMA Antonio Angelucci tra i figli Giovanni, direttore di produzione e Mauro, direttore commerciale
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» foto di Andrea Straccini
L’
Officina Meccanica Angelucci, per tutti la OMA, è un esempio di come passione e professionalità arrivano dritte dritte al successo. La piccola azienda abruzzese, nata con coraggio e spirito di iniziativa 27 anni fa, è diventata una grande realtà internazionale, con circa 600 dipendenti. C’è voluta tanta professionalità, tanta passione, tanta concretezza. La OMA è stata fondata nel 1981 da Antonio Angelucci e Leandro Di Berardino. L’attività iniziale fu di tipo artigianale, nacque come produzione di carpenteria medioleggera. Il raddoppio del volume d’affari e un progressivo incremento delle maestranze, degli impianti e delle attrezzature, contribuirono alla graduale crescita aziendale che riuscì, in pochi anni, a concentrare la sua attività nella produzione di impianti industriali. Oggi la Oma Group ha raggiunto livelli altissimi, sia in termini di produzione che di fatturato. Alla guida dell’azienda i figli del fondatore Antonio Angelucci, Mauro, direttore commerciale e suo fratello
Giovanni, direttore di produzione. Un cambio generazionale a tutti gli effetti, ma la passione e la determinazione è la stessa del padre, ed ha consentito di creare una realtà aziendale con numeri e commesse da record. Il fatturato ammonta a circa 75 milioni di Euro e si prevede per il 2009 una crescita del 30%. Un percorso inarrestabile, quello della OMA, reso possibile, negli ultimi 27 anni, grazie a una filosofia strategica basata su tre elementi: la creazione di valore, l’etica e la trasparenza nella comunicazione d’impresa. L’azienda si sviluppa attraverso quattro sedi operative: Tocco da Casauria, in provincia di Pescara, con un area coperta di 12mila metri quadri, Castiglione a Casauria con 4mila e 200 metri quadri, San Salvo con 4mila metri quadri, e Venezia con un’area di mille e 400 metri quadri. La OMA, inoltre, a conferma dell’importanza di sviluppare sinergie con l’estero, possiede anche uno stabilimento in Romania, con un area di 5mila e 500 metri quadri. La chiave dell’innegabile successo
della OMA sono i valori che i fratelli Angelucci avevano chiari, fin dall’inizio: grande attenzione alla soddisfazione del cliente, qualità del prodotto, rispetto dell’ambiente e costante disponibilità al dialogo. Senza dimenticare la diversificazione dei settori d’intervento, resa possibile da una spiccata flessibilità produttiva del gruppo, che è servita per affiancare alla tradizionale esperienza nuove specializzazioni e tecnologie. Parliamo del settore power, ecologico, siderurgico, petrolchimico, del vetro, della carpenteria, della caldareria, della meccanica di precisione e infine del settore oil e gas. Buone soddisfazioni anche per il settore del cemento. L’ecologia, è noto, è un settore di immediata rilevanza sociale, posto all’attenzione di tutti per la necessità indifferibile di salvaguardare il territorio. Ebbene, la OMA realizza numerosi componenti meccanici, quali sedimentori, ispessitori, ponti va e vieni (sia in acciaio zincato che in acciaio inox e di recente anche in alluminio) e, inoltre, campane gasometriche, piping, silos di
Tubazioni isola di potenza e servizi presso la centrale termoelettrica di Gissi
» foto concesse da OMA Group
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a ienda con il segno+
Condotti per Raffineria TOTAL in Germania
stoccaggio, nonché apparecchiature specifiche per impianti di depurazione per centri urbani e zone industriali. Il settore della carpenteria e della caldareria richiede sempre più infrastrutture sul territorio, a servizio di una società in rapida evoluzione. Inoltre, la continua ricerca di nuovi mercati e occasioni di lavoro, ha consentito alla OMA di poter operare in quasi tutti i settori dell’ingegneria civile e industriale e di acquistare un patrimonio di conoReattore per impianto petrolchimico
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scenze tecniche-operative particolarmente vasto e diversificato. Il Gruppo, grazie all’esperienza che ha maturato sia nella gestione generale, sia con l’impiego di tecnologie all’avanguardia, è in grado di affrontare, con specifica professionalità, anche gli interventi più impegnativi. Il settore della carpenteria meccanica e quello della meccanica di precisione richiedono linee di macchine dedicate e l’opera di tecnici specializzati. La società, pur proiettata con slancio verso il terziario, continua ad avvalersi del decisivo apporto industriale, per questo il settore piping, fluidi e gas continua a realizzare importanti interventi. Attualmente la OMA possiede cantieri fissi, sparsi per l’Italia, per svolgere attività di manutenzione e miglioramento degli impianti. Senza dimenticare che l’azienda è operante in varie realizzazioni in Europa e nei paesi Medio Orientali, con particolare attenzione agli Emirati Arabi Uniti. Parte non trascurabile dei successi ottenuti è certamente dovuta al prezioso lavoro svolto dalle risorse umane: un elevato staff tecnico, amministrativo, commerciale e inoltre 12 supervisori di officina, 28 capi squadra, 192 tubisti, 150 saldatori, 38 meccanici, 18
Riporto in acciaio inox
gruisti e 152 operai generici, per un totale di 580 unità operative. Anche il rispetto per l’ambiente è un tema caro alla società. Tutte le attività avvengono nel pieno rispetto dei rigorosi standard qualitativi imposti dalla certificazione UNI EN ISO 9001-2000 con ASME per lo stamp “U”, lo stamp “R” e con UDT (normativa polacca). La OMA è un altro fiore all’occhiello dell’imprenditoria abruzzese al servizio del mondo. Un’altra azienda di cui andare fieri.
A TU PER TU CON MAURO ANGELUCCI, DIRETTORE COMMERCIALE DEL GRUPPO OMA E PRESIDENTE DELL’UNIONE INDUSTRIALI DI PESCARA. Come si è passati dalla produzione di carpenteria medio-leggera alla produzione di impianti industriali? «La OMA è nata nel 1981, per mano di mio padre, Antonio Angelucci. In origine era un’impresa artigianale di manutenzione e di montaggi. Il cambio di marcia c’è stata cinque anni dopo, grazie a tanta passione e professionalità e all’acquisizione di diverse commesse importanti. Si iniziò con la trasformazione di una piccola azienda in un grande stabilimento industriale. Per il resto c’è stata una continua crescita». Come giudica il momento di congiuntura economica, da socio della OMA e da presidente dell’Unione Industriali di Pescara? «Con sollievo posso confermare che il nostro non è un settore in crisi. Gli affari vanno bene, il fatturato cresce, ma la situazione generale della regione non è delle migliori. È necessario che tutti gli attori protagonisti si assumano le proprie responsabilità. Inoltre l’imprenditore deve essere competitivo e sempre aggiornato per stare al passo con i tempi.
Non dimentichiamo però che il politico, a differenza dell’imprenditore, non deve fare il suo interesse, ma quello del pubblico cittadino. In fondo, è quello che faccio come presidente di Confindustria Pescara nei riguardi dei miei associati. Le nostre imprese devono poter competere sui mercati internazionali alla pari degli altri Paesi». Quali sono gli obiettivi della OMA per il 2008? «Innanzitutto puntiamo a migliorare le performance in ambito di sicurezza, igiene, ambiente ed inoltre a consolidare e aumentare la crescita dell’azienda, in termini di numeri e di qualità. Lo scorso anno abbiamo stilato il piano industriale triennale 2007-2009 che prevede il raggiungimento di un fatturato pari a 100 milioni di Euro e un potenziamento degli stabilimenti all’estero, come abbiamo già fatto con l’investimento in Romania. Questi due obiettivi, ovviamente, non ci faranno dimenticare di puntare sempre sulla qualità del prodotto e sul rispetto delle esigenze del cliente. I nostri veri punti di forza». Se dovesse indicarci l’elemento che caratterizza la crescita della sua azienda e la contraddistingue da tutte le altre? «Sicuramente il team, costituito da personale altamente specializzato, molti dei quali sono ingegneri, in grado di garantire un prodotto di assoluta qualità. Crediamo nella formazione del personale interno, al quale diamo la possibilità di fare carriera. Per i diversi servizi che offriamo è necessario che i dipendenti dimostrino massima flessibilità e abilità. Non possiamo pensare di competere rimanendo in un mercato di lavoro rigido e statico. Credo fermamente nella capacità dei miei collaboratori per i quali nutro fiducia e stima».
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a ienda con il segno+
Gli stabilimenti di Castiglione a Casauria e Tocco da Casauria
Ci sono altri elementi per conseguire il successo? «Tanta concretezza e pragmaticità. Le stesse che metto come presidente dell’Unione Industriali di Pescara. Mi piace ripetere che non sono un’azionista esterno, ma un imprenditore, e la differenza sta proprio nel fatto che metto tutto me stesso e la mia professionalità nei progetti in cui credo. Sono presente “in prima linea” tutti i giorni. Solo in questo modo si vive pienamente l’azienda. Naturalmente, sono riconoscente a
mio padre, che con fatica e tenacia è riuscito a costruire tutto questo. Così come mi sento di ringraziare mio fratello che, insieme a me, è un po’ l’anima dell’azienda, e la mia famiglia, in particolare mia moglie, che mi è sempre stata vicina». Come vi muovete rispetto all’ambiente? «Il 70% degli impianti che produciamo sono destinati all’ecologia. In un momento così delicato per l’ambiente, non possiamo che rispettare in primis il territorio che ci Montaggio apparecchiature per cementerie
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Skid compressore centrifugo
circonda e poi le prescrizioni della normativa. Seguendo attentamente l’andamento del mercato, abbiamo intrapreso importanti contatti in questo settore, ottenendo commesse per la realizzazione di impianti di depurazione di importanti società di progettazione che operano in questo campo. E anche qui, con un certo rammarico, devo dire che la Pubblica Amministrazione non aiuta il mercato, anzi lo ostacola»
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Banco multifunzione
MAURO ANGELUCCI: UN UOMO PRAGMATICO IMPEGNATO NEL RILANCIO COMPETITIVO DELLE IMPRESE » di Luigi Di Giosaffatte (direttore di Confindustria Pescara)
Mauro Angelucci non ha mai esitato nell’affermare che l’associato dev’essere al centro delle attenzioni di Confindustria. Negli anni dell’allargamento del perimetro associativo della rappresentanza, ha spostato inevitabilmente l’attenzione sulla “personalizzazione” delle prestazioni associative. Se fino alla fine degli anni ‘90 era ancora facile catalizzare l’attenzione di un esteso gruppo di imprenditori su una questione del “fare impresa”, oggi, invece, la massa associativa trova motivazioni diverse per aderire alla grande rete confederale. Essere al timone di una territoriale di Confindustria impone una conoscenza quasi empirica del territorio e delle sue radici culturali e sociali. Mauro Angelucci è un uomo pragmatico per definizione, attento organizzatore ed instancabile imprenditore. I suoi impegni aziendali con il gruppo OMA - fondato dal padre
Antonio, di cui lui, con il fratello Giovanni, rappresenta la seconda generazione - lo portano a conoscere realtà produttive di altissimo spessore in Italia ed all’estero ed a lavorare in assetto organizzativo internazionale (Italia, Europa, Emirati Arabi, Africa). L’avvio del Forum dell’economia e dello sviluppo in Confindustria Pescara, rappresenta per Mauro Angelucci un primo, vero e concreto metodo per rilanciare i grandi temi della città e della provincia pescarese e trovare posizioni comuni tra tutti gli attori del territorio: associazioni datoriali e sindacali, consumatori, università e sistema bancario. L’unione fa la forza ed è proprio il caso di sottolineare che spesso – come in questo caso – può fare anche la differenza. La politica del “dire” non appartiene al presidente Angelucci ed all’imprenditore in genere ma, al contrario, vi è la necessità di dimostrare che la logica d’impresa è quella del “fare”; traguardare giorno dopo giorno nuovi e più alti obiettivi per competere su un mercato globale, con l’unica condizione di competere ad armi pari e nel rispetto delle regole. È per questo che Angelucci, nella sua lunga militanza associativa che lo ha portato a ricoprire cariche di spicco nell’Unione Industriali, sostiene le ragioni delle imprese: perché sia giustamente riconosciuto ad esse il ruolo di motore dello sviluppo dell’economia.
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ricerca&innova ione » di Andrea Prencipe
Emerge da una ricerca del dipartimento di Scienze Aziendali, Statistiche, Tecnologiche ed Ambientali (DASTA) dell’università D’Annunzio
LE RELAZIONI CHE FANNO GRANDE LA PMI: IL CASO C.I.S.I. DELLA VAL DI SANGRO
Appaiono determinanti le relazioni consortili: le imprese coinvolte sono tutte cresciute ed è aumentato il loro potere contrattuale nei confronti della clientela. Il trend parla chiaro: dal 1992, il numero degli addetti è passato da 233 a 821 unità e il fatturato complessivo è decuplicato
S
ituato nella Val di Sangro, il CISI (Consorzio Imprese Subfornitura Italia) è un’importante realtà produttiva presente sul territorio abruzzese dagli anni ’70. Nato nel 1992, conta 18 imprese associate, per un totale di circa 800 addetti e oltre 100 milioni di euro di fatturato. Grazie alle competenze distintive sviluppate e alle sue doti di flessibilità e affidabilità, il CISI si è affermato come uno dei punti di riferimento a livello europeo nel settore automotive. Considerato in precedenza come un insieme di “captive supplier” della Honda, ha saputo allargare il proprio raggio di attività, per includere tra i
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suoi clienti altri grandi produttori di moto e autoveicoli come Bmw, Fiat, Sevel, Rotax, Triumph, Harley Davidson. Consapevoli della forza del proprio modello organizzativo, i “cisiani” stanno tentando di replicarlo in altri contesti geografici (Spagna e Brasile) proponendosi come un sistema consolidato di fornitura. La nostra ricerca (box a lato, ndr) ha evidenziato l’importante ruolo delle relazioni di network per lo sviluppo dell’innovazione. Nel CISI, in particolare, più che parlare di network al singolare occorre parlare di “networks” al plurale, in quanto coesistono differenti tipi di relazioni: di fornitura, collaborazione,
clientela, concorrenza ma anche familiari, di amicizia, politiche e sociali. Relazioni di filiera. Honda Italia rappresenta una fonte di innovazione continua nei confronti della rete dei propri fornitori. Le innovazioni si sono concretizzate soprattutto in cambiamenti organizzativi, fra tutti il Just in Time (un approccio che prevede l’eliminazione di ogni forma di spreco e l’armonizzazione dei ritmi di produzione in funzione del reale andamento della domanda di mercato). Tale spinta determina, all’interno del consorzio, una forte propensione all’adattamento ai cambiamenti del mercato e all’apprendimento continuo.
Relazioni territoriali. Un altro dato che emerge dall’analisi è il forte nesso tra attività innovative e relazioni territoriali. Relazioni consortili. La ricerca ha inoltre sottolineato il ruolo svolto dalle relazioni consortili. Grazie alla importante attività di sviluppo e sostegno portata avanti dal presidente Pietro Rosica, il CISI è riuscito a favorire la crescita delle imprese coinvolte, ad aumentare il loro potere contrattuale nei confronti della clientela e a “vendere” servizi e prodotti come un sistema fortemente integrato di componentistica e servizi per l’industria automotive. I trend di crescita delle imprese parlano chiaro: dal 1992 (anno di costituzione) ad oggi, il numero degli addetti è passato da 233 a 821 unità ed il fatturato complessivo è decuplicato (da 13 a 130 milioni di euro). Questo ci permette di presentare l’esperienza abruzzese del consorzio CISI come un caso di successo di PMI italiane. Relazioni Personali. Le relazioni personali amplificano il ruolo dei rapporti di clientela nella diffusione delle innovazioni. La relazione con il cliente favorisce le attività innovative: è l’aspetto amichevole e informale di tale rapporto a incrementarne notevolmente il successo. Ciò è dovuto alla condivisione di valori e idee e, soprattutto, alla fiducia
che è alla base dei rapporti personali. Questo è presente nel consorzio CISI e tale risultato pone sotto una nuova luce la comprensione che si ha dei fattori che facilitano la diffusione dell’innovazione. Una innovazione è adottata con maggiore facilità se il proponente è un amico o si ha fiducia nelle sue opinioni. Tale risultato ha importanti implicazioni per tutti gli operatori del settore, siano essi manager e imprenditori o addetti alla gestione di politiche di innovazione. I risultati presentati enfatizzano il discusso tema dell’efficacia dei modelli produttivi basati sul “Toyotismo” e la sua esportabilità in contesti sociali, culturali e produttivi differenti da quello d’origine. Valori quali fedeltà, rispetto e onore, fiducia reciproca su cui esso si basa, e che vedono nelle persone e nei rapporti personali il veicolo di diffusione, sono in grado di dar vita a modelli di sviluppo locale assolutamente efficaci. Il merito di aver saputo riproporre ed elaborare in chiave italiana tali dinamiche spetta in parti uguali alla dirigenza Honda, che da oltre trent’anni ha innescato, con grande lungimiranza, un processo di crescita senza paragoni; e alle aziende della Val di Sangro, che hanno saputo raccogliere la sfida cogliendone l’essenza
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Il gruppo di ricerca - coordinato dal professor Andrea Prencipe - è composto da Federica Ceci, Daniela Iubatti ed Alberto Simboli, giovani ricercatori del dipartimento delle Scienze Aziendali, Statistiche, Tecnologiche ed Ambientali (DASTA) dell’università degli studi “G. d’Annunzio” di ChietiPescara. La ricerca è svolta all’interno di “TEKNE” (Towards Evolving Knowledgebased iNternetworked Enterprise), un progetto di ricerca FIRB (Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base) del ministero dell’Università e della Ricerca. Obiettivo del progetto è individuare le contingenze ambientali, organizzative e tecnologiche che possono agevolare l’adozione di innovazioni tecnologie (ad es. basate su tecnologie informatiche) a sostegno delle relazioni reticolari delle imprese.
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ricerca&innova ione » di Francesca Masciarelli
Primi risultati da Capitale innovativo, l’indagine promossa da Abruzzo Lavoro e dal DASTA, dipartimento delle Scienze Aziendali, Statistiche, Tecnologiche e Ambientali dell’università D’Annunzio
INNOVAZIONE E COMPETITIVITÀ DELLE PMI ABRUZZESI
Troppo basso nella nostra regione il numero di lauree tecnico-scientifiche, ma anche l’inserimento di laureati all’interno delle imprese
L’
innovazione è un fenomeno complesso che richiede conoscenze e competenze spesso differenti e complementari. Numerose evidenze empiriche di fenomeni agglomerativi locali (es. distretti, sistemi locali di innovazione) e non (sistemi settoriali e nazionali di innovazione) hanno evidenziato l’importanza della cooperazione tra i diversi attori e come questa possa tradursi in un vantaggio competitivo. Obiettivo dell’indagine “Capitale innovativo” era quello di esplorare l’innovazione, il capitale umano,
la partecipazione associativa, le esportazioni, la delocalizzazione ed il capitale sociale delle imprese abruzzesi nel triennio 2004-2006. I dati fanno riferimento ad un campione rappresentativo della popolazione delle imprese abruzzesi, divisa in gruppi distinti (sottopopolazione) attraverso un campionamento stratificato. La variabile usata per la stratificazione è il settore a cui l’impresa appartiene. Il periodo di raccolta dati, iniziato ad ottobre 2007, ha interessato 3 mesi e coinvolto 90 imprese. La prima tematica esplorata è il ca-
pitale umano. Nei paesi sviluppati i miglioramenti del capitale umano riguardano soprattutto gli investimenti in istruzione e formazione professionale. Il capitale umano necessario per i territori orientati all’innovazione deve incentrarsi su professionalità molto qualificate. Nell’analisi abbiamo utilizzato come indicatori di capitale umano la percentuale dei laureati sul totale dei dipendenti, ed in particolare, i laureati in discipline tecnico-scientifiche. I risultati indicano che in media il numero di laureati nelle imprese è pari all’8.7% dei di-
Da sinistra Marcello Vinciguerra, responsabile risorse umane Honda Italia S.p.A., Fernando Fabbiani, assessore regionale al lavoro, Lucio Tinari, esperto di Abruzzo Lavoro e Andrea Prencipe, professore di Economia e Gestione delle Imprese dell’università d’Annunzio
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» foto di Andrea Straccini
Da sinistra Gianni Di Cesare (segretario generale CGIL Abruzzo), Graziano Di Costanzo (direttore regionale Confederazione nazionale Artigianato) e Francesca Masciarelli (DASTA)
pendenti, il 38.8 % è diplomato, il 4.5% ha una laurea tecnico-scientifica, come fisica, ingegneria, matematica. L’analisi ci permette di confermare il quadro macro economico della bassa dotazione di lauree scientifiche in Abruzzo. Non solo la nostra regione è caratterizzata da un basso numero di lauree tecnico-scientifiche, ma anche l’inserimento di laureati all’interno delle imprese è ancora molto basso. Il capitale umano, così come il capitale fisico, si deprezza con il passare del tempo. Questo rende necessari gli investimenti in formazione. Il 51.22% ha investito in formazione del personale. La spesa media sostenuta va da oltre 80mila euro nel 2004 a circa 65mila euro nel 2006. Il secondo tema oggetto dell’indagine è il capitale sociale. Nel suo libro Making Democracy Work, Putnam (1993) mostra che, in Italia, le performance dei governi regionali sono significativamente correlate con la partecipazione, i livelli associativi, ed altre manifestazioni del capitale sociale. I benefici derivanti dalla partecipazione consistono nell’accesso all’informazione, ovvero nell’opportunità di ottenere una
porzione rilevante di informazione; nella tempistica, cioè nell’opportunità di essere informati presto; o nelle referenze, cioè nell’essere menzionati al momento giusto e nel posto giusto (Burt, 1992). Il capitale sociale faciliterebbe in tal modo il processo esterno di comunicazione attraverso un più ricco insieme di canali di comunicazione. A tal fine, abbiamo investigato la partecipazione associativa delle imprese abruzzesi attraverso l’iscrizione a consorzi, albi e associazioni e la partecipazione attiva a meeting o convegni organizzati dagli stessi. Circa l’80% delle imprese del campione fa parte di un consorzio, albo o associazione. Più del 40% delle imprese ha dichiarato che nel triennio 2004-2006 non ha mai partecipato a meeting o convegni organizzati da consorzi, albi o associazioni. La nostra indagine ha rilevato anche gli investimenti in ricerca e sviluppo, importante indicatore della propensione all’innovazione. Cohen e Levinthal (1989) hanno sottolineato come l’attività di Ricerca e Sviluppo di una impresa svolga un duplice ruolo: da una
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ricerca&innova ione
parte genera conoscenza utile ad innovare, mentre dall’altra incrementa le conoscenze necessarie a manifestare nuovi bisogni conoscitivi ed ad identificare quali fonti di conoscenza esterne possono soddisfarli (absorptive capacity). I dati mostrano che il 37% delle imprese intervistate ha investito in R&S e che gli investimenti effettuati sono stati consistenti: la spesa media in R&S interna passa da 140mila euro nel 2004 a 200mila euro nel 2006, superando i 250mila euro nel 2005. L’indagine ha esplorato, tra gli altri, due dei principali indicatori di competitività delle imprese: l’innovazione e l’esportazione. Il 64% delle imprese intervistate ha dichiarato di aver innovato. Al fine di analizzare il tipo di innovazione realizzata, abbiamo distinto le innovazioni di prodotto da quelle di processo. Le innovazioni di prodotto si riferiscono a prodotti o servizi nuovi o significativamente migliorati, le innovazioni di processo fanno riferimento a processi di produzione nuovi o significativamente migliorati. Per quanto attiene le innovazioni di prodotto, lo sviluppo dell’attività innovativa si basa sulla conoscenza accumulata in passato
(Pavitt, 1987) ed i nuovi prodotti riflettono la conoscenza esistente (nell’impresa), sebbene ricombinata in forme nuove. Le innovazioni incrementali rappresentano la maggior parte delle innovazioni. Le innovazioni radicali sono prodotti nuovi per il mercato che incorporano una nuova tecnologia per il settore. Le innovazioni incrementali sono solitamente una piccola minoranza delle innovazioni realizzate in un territorio. Esiste poi una classe intermedia, caratterizzata da moderately innovative products (Kleinschmidt & Cooper, 1999) o really new innovations (Garsia ed altri, 2002). I prodotti moderatamente innovativi sono nuovi o per il mercato (hanno creato un nuovo mercato o segmento di mercato) oppure per la tecnologia (nuova tecnologia per il settore). Il 45% delle imprese che hanno innovato hanno realizzato sia innovazioni di prodotto che di processo, dimostrando una buona attitudine all’innovazione. Anche se le innovazioni di prodotto e di processo sono spesso complementari (Pisano 1996, Reichstein and Salter 2006) e sono spesso introdotte simultaneamente. In altre parole, l’introduzione di una innovazione di prodotto molto spesso richiede
Alcuni intervenuti al seminario organizzato da Abruzzo Lavoro lo scorso 15 febbraio
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una innovazione di processo. Tuttavia, a causa della mancanza di risorse, introdurre due tipologie di innovazione è un processo costoso e complesso che comporta maggiori rischi per l’imprenditore. Osservando la tipologia di innovazione realizzata, è possibile notare che il comportamento delle imprese abruzzesi è conforme alla generalità delle evidenze empiriche riportate negli studi sull’innovazione. Solo una percentuale molto bassa rappresenta le innovazioni radicali sul totale delle innovazioni. In Abruzzo, la cooperazione per l’innovazione è ancora molto bassa. Un esiguo numero di imprese (5%) ha definito accordi di cooperazione per l’innovazione con altre imprese ed istituzioni. Ulteriori importanti indicatori della competitività delle imprese sono l’esportazione e la delocalizzazione. Il 40% delle imprese intervistate dichiara di aver esportato in tutto o in parte i propri prodotti nel triennio 2004-2006 dimostrando la buona propensione all’esportazione delle imprese abruzzesi. Un numero minore di imprese - il 20% - ha realizzato parte della propria produzione all’estero
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norme&leggi » di Filippo Paolini
Tra mille polemiche, un emendamento alla Finanziaria 2008 ha introdotto, nel nostro Paese, l’azione collettiva a tutela dei consumatori
CLASS ACTION “ALL’ITALIANA” Il rischio è la proliferazione di cause infondate, al solo scopo di ottenere comunque un accordo transattivo che le imprese potrebbero essere costrette a subire
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alla XIV legislatura il Parlamento Italiano vedeva depositati e discussi, senza molta fortuna, diversi disegni di legge per l’introduzione nel nostro ordinamento processuale civile della c.d. class action, azione rappresentativa molto in voga negli Stati Uniti (ed adottata in numerosi ordinamenti europei), laddove uno o più cittadini possono rivolgersi ad un giudice chiedendo il riconoscimento di una pretesa per tutti gli appartenenti ad una medesima categoria (classe), a prescindere dalla loro diretta partecipazione al giudizio. Tuttavia, la svolta decisiva che ha prodotto la genesi dell’istituto nell’ordina me nt o italiano non è passata attraverso
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l’esame di una delle tante proposte di legge giacenti, bensì, in maniera repentina, attraverso la votazione di un emendamento all’ultima legge Finanziaria (art. 2 commi 445449 Legge 244/2007), approvato al Senato con il voto decisivo di un senatore dell’opposizione che, con disperazione, ha poi rivelato di aver sbagliato nel pigiare il pulsante al momento dell’espressione del voto. Sarà stata, forse, proprio tale “casualità” nell’iter normativo ovvero l’aver traslato di colpo il delicato argomento all’interno di una legge finanziaria (provvedimento notoriamente mastodontico e spesso preclusivo di adeguati approfondimenti e confronti), a far sì che immediatamente si innescassero polemiche dai toni accesi, provenienti tanto dalle associazioni imprenditoriali, unanimi nel tacciare il provvedimento come “atto grave di ostilità all’impresa”, quanto da alcune associazioni dei consumatori, pronte invece a denunciare l’allontanamento sensibile dal modello americano ed a presagire la scarsa efficacia dell’istituto, definito espressamente “un pastrocchio”.
La nuova normativa, innestata all’interno del Codice del Consumo (art. 140 bis D.Lgs. 206/2005), prevede che le associazioni dei consumatori riconosciute, nonché associazioni e comitati ritenuti rappresentativi degli interessi collettivi fatti valere, laddove siano lesi i diritti di una pluralità di consumatori o utenti, possano richiedere, al tribunale del luogo in cui ha sede l’impresa, l’accertamento del diritto al risarcimento del danno ed alla restituzione di somme ai singoli; tutto ciò nell’ambito dei rapporti giuridici aventi ad oggetto i c.d. “contratti dei consumatori”, ovvero in conseguenza di atti illeciti extracontrattuali, di pratiche commerciali scorrette o di comportamenti anticoncorrenziali. Nel corso del giudizio, addirittura anche in secondo grado, i consumatori o utenti interessati possono aderire all’azione collettiva intrapresa, ferma restando la facoltà di intervenire nel giudizio singolarmente proponendo domande aventi il medesimo oggetto. A differenza del sistema nordamericano, dunque, l’azione collettiva non può essere iniziata da chiunque, avendo il legislatore italiano attribuito la legittimazione ad agire in capo ad un soggetto (associazione o comitato) diverso dal titolare della pretesa. A prescindere dalla querelle squisitamente giuridica circa la compatibilità con
alcuni fondamentali principi processuali (interesse ad agire, limiti del giudicato), va osservato che questa opzione potrebbe realizzare vantaggi di economia processuale e di deflazione del contenzioso, ma lascia inevitabilmente aperta la problematica dei criteri per l’individuazione delle associazioni e dei comitati legittimati. Il procedimento dell’azione collettiva si struttura sostanzialmente in tre fasi. Preliminarmente, il tribunale deve vagliare l’ammissibilità dell’azione escludendola in caso di manifesta infondatezza, sussistenza di un conflitto di interessi ovvero mancanza di un interesse collettivo suscettibile di adeguata tutela. Se l’azione viene ammessa, si entra nella seconda fase, procedendo a dare idonea pubblicità all’azione e, di qui, decidendo sull’istanza: in caso di accoglimento, si fissano i criteri per la liquidazione del risarcimento. Infine, nell’ultima fase, l’impresa soccombente deve proporre il pagamento di una determinata somma da corrispondere a ciascun consumatore o utente: se non lo fa, oppure se la proposta non viene accettata, il tribunale nomina una camera di conciliazione oppure, su richiesta delle parti, le rimette davanti ad uno degli organismi di conciliazione previsti dall’art. 38 D.Lgs. 5/2003. Gli effetti della sentenza si producono soltanto nei confronti degli utenti e dei consumatori che hanno aderito all’azione e, quindi, a differenza della class action americana, chi intende avvantaggiarsi dell’azione non può limitarsi a rimanere inerte. Per chi non aderisce, la legge fa espressamente salva la facoltà di agire come singolo, ma non chiarisce se altre associazioni possano reiterare la medesima azione collettiva nei confronti della stessa impresa, lasciando pericolosamen-
te aperta la via per una ripetizione del medesimo processo. L’azione collettiva, come visto, prevede solo la possibilità di conseguire una somma di denaro a ristoro delle conseguenze del danno subito, mentre non è stata recepita la possibilità di ottenere i cosiddetti danni punitivi (punitive demages), che consentono al consumatore statunitense di ottenere somme eccedenti il danno effettivamente subito, con evidenti finalità di deterrenza. Nonostante le circostanze singolari e fortuite in cui ha visto la luce, è indubbio che ci troviamo di fronte ad uno strumento processuale che, al di là degli aspetti prettamente giuridici, inciderà profondamente sui rapporti economici tra consumatori ed imprese fin dal prossimo mese di luglio, data prevista per l’entrata in vigore. Il rischio obiettivo per il mondo produttivo è che l’azione collettiva possa presto piegarsi, con il determinante contributo di studi specializzati, a pratiche degenerative comportanti la proliferazione di cause infondate, al solo scopo di ottenere comunque un accordo transattivo che le imprese, a prescindere dal merito della fattispecie, potrebbero a loro volta essere costrette a subire, pur di evitare il rischio di perdite (si pensi soprattutto alle conseguenze dell’avvio di una class action per le società quotate in borsa). In questa prospettiva, sarà fondamentale, da un lato, l’individuazione di “requisiti di garanzia” delle associazioni e dei comitati titolari del potere di iniziativa e, dall’altro, un vaglio preliminare di ammissibilità da parte dei tribunali che porti a bloccare sul nascere azioni meramente temerarie o comunque non in linea con il vero spirito della class action
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marketing » di Federica Ceci
È sempre più viva nei consumatori l’esigenza di servizi personalizzati. Anche per la diffusione di Internet, che facilita una relazione non mediata con le aziende
IL MARKETING RELAZIONALE: CARO CLIENTE, IO TI CONOSCO Ma le imprese dovrebbero concentrarsi nello sviluppare relazioni intense e one to one con i clienti a maggior potenziale di profitto
L’
avvento delle nuove tecnologie, la crescente frammentazione del mercato e il vertiginoso aumento della competizione fra le imprese, hanno fatto entrare in crisi i paradigmi legati al marketing così come viene tradizionalmente inteso. Le attività di segmentazione, le scelte di posizionamento, l’utilizzo
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delle 4 P come base per la formulazione di una strategia operativa di marketing, stanno mostrando segni di incertezza e inadeguatezza nel rispondere alle mutate esigenze richieste dall’attuale scenario competitivo. Il mercato mostra una crescente atomizzazione e i clienti più sofisticati non vogliono l’anonimato, esigendo un trattamento
individualizzato. I consumatori hanno iniziato a far sentire la loro esigenza di un’offerta sempre meno standardizzata, capace di risolvere gli specifici bisogni di ogni individuo. Il paradigma del quale si osserva la crisi è quello definito del marketing transazionale, basato sulla gestione dello scambio, della transazione.
Sebbene tale approccio abbia caratterizzato l’era industriale, i cambiamenti economici e sociali che hanno determinato la fine del consumo di massa hanno favorito l’emergere di una nuova filosofia commerciale: il relationship marketing (o marketing relazionale). Questo approccio alternativo iniziò a diffondersi verso i primi anni del ventesimo secolo in tutto il mondo occidentale. Il marketing relazionale si propone come obiettivo la gestione delle relazioni di scambio con individui chiave per ottenere vantaggi competitivi sostenibili e di lungo periodo. La ricerca di sostenibilità e l’ottica di lungo periodo sono gli aspetti che caratterizzano questo nuovo approccio: la relazione tra il venditore e il suo cliente diventa più importante della semplice vendita. In altre parole, la filosofia del marketing relazionale è basata sul management delle relazioni più che delle transazioni. Le nuove tecnologie costituiscono uno dei fattori abilitanti dello sviluppo del marketing relazionale per due ordini di motivi. Il primo riguarda la diffusione del media internet e la conseguente creazione di ambienti procedurali e partecipativi che coinvolgono l’utente, facilitando una relazione non mediata con le imprese; la creazione di una relazione one-to-one è resa possibile dallo sviluppo di formati che richiedono una forte iterazione con la clientela potenziale, quali la presenza in siti, blog, motori di ricerca, avatar nei mondi virtuali. Il secondo motivo è l’aumento delle capacità di calcolo dei computer e la diffusione di applicativi software di CRM (Customer Relationship Management). La gestione del database e la profilazione dei clienti ne risulta facilitata e l’impresa può quindi conoscere esigenze, abitudini d’acquisto, comportamenti e
preferenze di ogni singolo cliente. La diffusione di tali software semplifica la gestione e l’elaborazione dei dati che sottendono la relazione con il cliente. In un tale contesto, le opportunità di marketing one-to-one aumentano. Occorre sottolineare che questo tipo di marketing non implica necessariamente che l’impresa debba instaurare una relazione interattiva e intensa con tutti i suoi clienti; allo stesso tempo non tutti i consumatori potrebbero richiedere questo tipo di relazione. Due concetti chiave sono alla base della definizione della desiderabilità di relazioni one-to-one: la profittabilità del cliente e le opportunità di creare valore aggiunto per i clienti attraverso l’offerta. È sorprendente osservare che la maggior parte delle imprese si focalizza più sulla profittabilità dei prodotti che su quella dei clienti. Inoltre, considerando che i consumatori differiscono nelle richieste dei servizi di consegna, nei modelli di ordini e nei prodotti che acquistano, ogni cliente contribuirà in modo differente all’apporto di ricchezza nell’impresa. Le imprese dovrebbero quindi concentrarsi nello sviluppare intense relazioni con i clienti a maggior potenziale di profitto. D’altra parte rimane valido il paradigma del marketing transazionale per quei consumatori con bassa profittabilità e minori opportunità di personalizzazione. Si evidenzia quindi come il nuovo paradigma del marketing relazionale non vada sempre considerato come un superamento del precedente modello ma appare necessaria una attenta valutazione dei due differenti approcci. La loro implementazione non deve trascurare quindi le contingenze specifiche in cui l’impresa si trova ad operare
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economia a iendale » di Antonio Farchione
Individuare il valore economico di un prodotto o di un servizio non è un atto banale, non si può limitare alla mera somma algebrica dei costi sostenuti dal produttore
SVILUPPARE LA GIUSTA STRATEGIA PER NON SBAGLIARE PREZZO Conoscere la propria clientela è fondamentale per fronteggiare la competitività dei mercati internazionali, specialmente nei settori tradizionali: tessile abbigliamento e calzaturiero
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n recente studio della Banca d’Italia, sull’analisi dei prezzi delle esportazioni praticate dalle imprese italiane - autore Matteo Bugamelli - ha messo in evidenza un dato alquanto allarmante: ci sono settori tradizionali come quello tessile, cuoio e calzature, abbigliamento e mobili che mostrano una scarsa propensione all’innovazione. Gli stessi settori sono, inoltre, quelli maggiormente esposti sui mercati internazionali alla concorrenza dei paesi in via di sviluppo
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che, come è noto, si distinguono per la manodopera a basso costo. Tale panorama è determinato dalla media dimensione delle nostre aziende, caratteristica che, sicuramente, prescinde anche dalla specializzazione settoriale delle imprese. Ma il fattore che può essere considerato scatenante è probabilmente il costo fisso; la sua rilevanza si fa particolarmente sentire specialmente tra le imprese di più modeste dimensioni, che non riescono a realizzare incrementi di produttività grazie all’innovazione di processo o di prodotto. Ma anche i costi fissi necessari per accedere ai mercati esteri, nonché i ritardi nell’innovazione, sono cause che limitano quelle aziende che vogliono penetrare i mercati più dinamici ed in particolare quelli emergenti asiatici. Lo studio della Banca d’Italia ha, però, messo bene in luce anche un terzo importante fattore quale causa della perdita di competitività delle imprese italiane: i prezzi che le aziende italiane praticano sui mercati esteri. A questo punto viene da chiedersi: come mai i prezzi dei prodotti/servizi delle aziende italiane è più alto di quello di aziende concorrenti,
tanto da provocare una “marginalizzazione” dei prodotti nostrani? Una prima risposta potrebbe riguardare la dinamica del costo del lavoro per unità di prodotto che, appunto, in Italia è tra le più elevate, proprio a causa del rallentamento della produttività del settore manifatturiero rispetto agli altri principali paesi europei. Un’altra spiegazione potrebbe riferirsi, per citare lo stesso Bugamelli, ad “un effetto di composizione, secondo cui le medesime caratteristiche di specializzazione e di dimensione di impresa avrebbero accelerato il processo di selezione innescato dalla globalizzazione, escludendo dai mercati esteri soprattutto le imprese produttrici di beni di qualità medio-bassa, in particolare nei settori tradizionali; ne sarebbe derivato un aumento della qualità media e quindi un incremento del livello medio dei prezzi dei beni esportati”. A ben guardare, il problema del prezzo, freno alla competitività delle imprese italiane che vogliono rapportarsi al mercato internazionale, è una trasposizione del modo di concepire la politica di princing anche su scala nazionale. In particolare, la strategia prevalente è quella di cogliere le opportunità nel
breve termine anziché nel mediolungo termine, con la conseguenza che si predilige la massimizzazione dei margini unitari di profitto a discapito sia delle quantità vendute, che di una presenza stabile ed importante in un determinato mercato estero. A questo va aggiunto anche un ulteriore comportamento registrato da alcuni esportatori italiani operanti in settori tradizionali che hanno provveduto ad aumentare i prezzi di vendita esteri in misura superiore rispetto a quelli interni, sebbene da un punto di vista congiunturale si sia registrato un apprezzamento del tasso di cambio ed un sensibile incremento delle pressioni competitive. Allora varrebbe la pena riflettere se il processo di globalizzazione, attraverso la generazione di informazioni di ogni tipo, sia la causa di una inevitabile complessità che viene vissuta dalle piccole e medie imprese come una perdita di una qualunque forma di controllo. “In realtà, – per citare quanto scritto nel libro Il prezzo. Tecniche, strumenti e strategie – la complessità va vista anche in un’ottica di opportunità, nel senso che è il risultato di un passaggio da un’economia di bisogni, dove i comportamenti dei clienti sono imbrigliati dalle necessità e dallo standard, ad un’economia dei desideri in grado di stimolare chiunque ad agire in libertà ed autonomia per costruirsi mondi nuovi in cui vivere ed agire”. La questione della complessità diventa drammaticamente attuale nel momento in cui ci si riferisce all’azienda che vuol competere prevalentemente sul prezzo di vendita. Ridurre o aumentare un prezzo di vendita non è di per sé un atto banale. La determinazione di un prezzo di vendita è frutto di una “capacità del cliente e del fornitore di cavalcare insieme la curva del-
l’apprendimento, rendendo disponibile l’uno all’altro quel bagaglio di conoscenze che giustifichino un certo livello di prezzo e rendano l’operato dei concorrenti più difficoltoso. Per un’azienda, conoscere il più possibile il proprio cliente è un’occasione unica, ma anche un modo per sapere sempre come assegnare ad un bene o ad un servizio il giusto prezzo di vendita”. Il prezzo di vendita è calcolato applicando formule matematiche più o meno elaborate. Ma il valore che ne viene fuori è la “cristallizzazione” solo di una parte delle informazioni a cui l’imprenditore può accedere e che possono essere utilizzate per affinare il prezzo che il cliente dovrà pagare. Nella pratica quotidiana, le imprese, il più delle volte, interpretano il prezzo ponendosi l’obiettivo di assicurarsi la copertura di tutti i costi e disporre ovviamente anche di margine di guadagno. Per quanto comprensibile possa considerarsi questo approccio, in realtà non è giustificabile in un field game altamente competitivo. Tale circostanza richiede un approccio differente volto, di contro, a sintonizzare il prezzo di vendita con la volontà a pagare del cliente. L’imprenditore vorrebbe che il prezzo di vendita, una volta determinato, fosse quello definitivo, ma se perseguisse questo atteggiamento rischierebbe di precludersi tutto un mondo di feedback, provenienti dal mercato (e non solo), che andrebbero interpretati non come l’effetto di una perdita di controllo dell’impresa, quanto come un ritorno di conoscenza da parte di qualunque attore della catena del valore che abbia voluto rendersi utile, insieme all’azienda, nella gestione della complessità. Il sacrificio economico di un cliente che acquista un bene o un servizio è la fonte di ricavi dell’azienda;
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economia a iendale
si tratta di un concetto ovvio, ma anche così impeccabile da un punto di vista aziendale. Un errore di posizionamento su livelli di prezzo troppo alti o troppo bassi, potrebbero determinare ripercussioni tali
Antonio Farchione autore del libro “Il prezzo”
da compromettere significativamente il livello di redditività aziendale e la capacità di fidelizzare il più a lungo possibile i propri clienti. Una soluzione, come più sopra si accennava, sarebbe quella di posizionare il prezzo di vendita di un prodotto o di un servizio, ad un livello considerato ottimale per il cliente. La letteratura scientifica, riferendosi alla teoria economica del benessere, parla di disponibilità a pagare del cliente o anche di Willingness to Pay. L’approccio della disponibilità a pagare considera tutti gli aspetti che portano a desiderare l’oggetto, tra i quali oltre ai costi indiretti, anche i componenti intangibili. È evidente che nonostante si tratti di un solido impianto teorico, il metodo presenta ancora forti difficoltà nella sua
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pratica applicazione. La competitività però impone alle aziende di imparare ad intercettare comunque dal mercato la percezione avvertita del valore. Al di là dell’applicazione di sofisticate formule matematiche, la determinazione del prezzo di vendita deve tener conto che il valore del prodotto non è solo una mera somma algebrica dei costi sostenuti dal produttore, ma anche e, soprattutto, un insieme dei benefici attesi dai clienti. Purtroppo, fino a quando un’azienda sarà vista, per usare le parole di Paolo Preti, come “un’entità che va controllata e contenuta e che è dunque costretta, replicando le gesta di Houdini, a utilizzare molte risorse per liberarsi dai vincoli della burocrazia prima di potersi dedicare alle attività per cui è stata voluta e al perseguimento dell’obiettivo da cui dipende la propria sopravvivenza”, anche il prezzo di vendita continuerà ad essere percepito come il risultato di un comportamento opportunistico da contrastare. Un’impresa vessata da una burocrazia (e non solo) che, dal canto suo, non intende rinunciare ad incassare risultati nel breve termine, avrà ben pochi stimoli a profondere, anche nella determinazione del prezzo di vendita, una buona dose di creatività che vada oltre l’arida applicazione di una formula che, in questo caso, restituirebbe semplicemente una banalizzazione della realtà. Ben altra cosa sarebbe lo scenario nel quale l’imprenditore, riconosciuto per quello che è: “un prenditore di idee dalla società… e, al tempo stesso, un costruttore di occasioni di lavoro” – come lo definisce il già citato Paolo Preti – trovasse anche l’entusiasmo per allargare di significato il momento delicato della determinazione del prezzo di vendita
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lavoro » di Massimo Avenali
L’ufficio Placement dell’ateneo di L’Aquila si occuperà degli studenti dopo il corso di studi
PRENDI LA LAUREA, L’UNIVERSITÀ TI TROVERÀ IL LAVORO Il servizio si propone di favorire concretamente l’inserimento lavorativo dei propri laureati. Con l’orientamento e l’analisi delle competenze, ma anche dando una mano alle imprese nella preselezione dei candidati
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iamo a L’Aquila, nella Sala Rossa di Palazzo Selli, sede dell’ufficio Placement e rapporti con il territorio dell’università. Presenti il professor Enzo Chiricozzi, delegato del rettore, la dottoressa Rosa Petrera, responsabile dell’ufficio e l’ingegnere Pietro Pastorelli, che cura i rapporti con le imprese. Prendiamo lo spunto dall’ultima parte dell’intervista all’ingegner Pastorelli, pubblicata nel numero di ottobre di Abruzzo Impresa, con il titolo “Sportello imprese, porte aperte a chi cerca e a chi offre lavoro” in cui si parlava della recente creazione dell’ufficio Placement e rapporti con il territorio e cerchiamo di capire meglio, attraverso le parole del professor Chiricozzi gli scopi e le finalità di questa struttura. «L’università dell’Aquila ha istituito il job placement allo scopo di agevolare le scelte professionali degli studenti e facilitare il concreto inserimento lavorativo dei neolaureati. L’ufficio è in grado di gestire e rispondere alle specifiche problematiche interne di ciascuna facoltà, analizzando i bisogni dell’utenza al fine di individuare le tipologie dei servizi o degli strumenti maggior-
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mente in grado di soddisfare le esigenze espresse. Si occupa anche della gestione amministrativa dello stage: stipula le convenzioni con gli enti e le aziende interessate, progetta il percorso formativo a cui gli studenti devono attenersi nel corso dell’esperienza formativa e rilascia la certificazione attestante le caratteristiche e l’effettivo svolgimento dello stage. Sulla base delle relazioni instaurate con l’esterno, l’ufficio fornisce informazioni sulle offerte di stage e di lavoro: le rende disponibili sul web o le recapita via e-mail, su richiesta degli interessati. Dal lato dei servizi alle imprese, l’ufficio offre la possibilità di pubblicizzare le offerte di lavoro e di fornire un servizio di preselezione delle candidature, individuando quelle più vicine ai profili professionali richiesti. Vengono inoltre distribuite ai giovani riviste specializzate e materiale informativo.» Dottoressa Petrera, come si articola, in concreto, l’attività? Cosa vuol dire occuparsi dell’orientamento in uscita? «La struttura fornisce consulenza finalizzata alla definizione di progetti professionali e di percorsi di inserimento lavorativo, attraverso
incontri orientativi sulle tecniche di ricerca attiva del lavoro; il supporto per l’elaborazione dei curricula e delle lettere di presentazione; colloqui singoli per l’individuazione e l’analisi delle competenze possedute (saperi disciplinari e tecnici, abilità operative, comportamenti); moduli formativi specifici per l’inserimento nei contesti organizUniversità di L’Aquila, facoltà di Ingegneria
zativi (gestione del colloquio di selezione, comunicazione e public speaking, cooperazione e lavoro di gruppo, leadership).» Come avviene, poi, l’incontro con le aziende? «Per favorire l’incontro tra laureati ed aziende cerchiamo di sfruttare le opportunità di inserimento nel mercato del lavoro attraverso: informazioni sul funzionamento dei tirocini; l’individuazione degli obiettivi professionali e la selezione delle offerte delle imprese più vicine alle specifiche esigenze di ciascun candidato; l’assegnazione di un tutor e il supporto nella predisposizione del progetto formativo; colloqui individuali/collettivi di supervisione del percorso formativo e di verifica finale del livello di apprendimento; itinerari formativi di accrescimento o approfondimento delle competenze.» Ingegner Pastorelli, lei si occupa dei rapporti con le aziende e con
gli enti interessati alle professionalità che l’università prepara. Come si svolge praticamente l’incrocio tra chi cerca e chi offre lavoro? «Avvalersi delle risorse migliori ed inserirle al meglio nel contesto aziendale è, per le imprese, una necessità ineludibile. A questo scopo abbiamo sviluppato una serie di attività aventi come obiettivo la formazione e l’orientamento al lavoro di laureati e laureandi delle varie facoltà. In pratica, promuoviamo incontri con le aziende per far conoscere ai giovani che cosa esse si aspettano da loro e quale ambiente di lavoro potrebbero trovare una volta entrati nel loro organico. Contemporaneamente, ricerchiamo opportunità di stage e di tirocini accompagnando, a volte, i giovani stessi a conoscere le realtà che li ospiteranno. La struttura fornisce anche un supporto nella individuazione delle professionalità
Liberi di rischiare. Rischio e sicurezza. A prima vista, queste due cose non possono convivere: o ti assumi i rischi, oppure scegli la sicurezza. Come imprenditore devi assumerti dei rischi; è necessario per far crescere la tua azienda. Ma per poterti concentrare sui tuoi affari, devi poter controllare il rischio. Con Atradius puoi, facendo coesistere rischio e sicurezza, perfettamente. Con oltre 75 anni di esperienza nella gestione del credito a livello mondiale, Atradius è una delle maggiori compagnie di assicurazione del credito al mondo. Atradius sostiene le imprese come la tua con un’ampia gamma di servizi: dall’assicurazione del credito alle fideiussioni, sino al recupero dei crediti, aiutandoti a bilanciare rischio e sicurezza. Da oggi, puoi sentirti libero di rischiare e di contattarci all’800.343400.
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lavoro
più vicine alle richieste, pubblicizzando le offerte di lavoro provenienti direttamente dalle imprese e da altre fonti, individuando i profili più rispondenti alle richieste, presentando rose di candidati». Professor Chiricozzi: quali risultati avete ottenuto in questo periodo di lavoro, e cosa vi aspettate da questa attività? «I risultati sono molteplici e confortanti. I dati parlano da soli: ad oggi, i laureandi e laureati dell’Ateneo che si sono rivolti all’ufficio Placement sono stati 300 e le richieste di consulenza stanno notevolmente aumentando; sono state evase 400 richieste di invio elenchi di laureati, presentate da aziende operanti nel territorio ma anche in campo nazionale; nel nostro database sono presenti -a disposizione delle aziende- 150 curricula di laureati; oltre 100 offerte di lavoro sono state pubblicate sia sul sito dell’ufficio che nelle bacheche di facoltà. Inoltre, è stata realizzata l’interconnessione alla Borsa Continua Nazionale del Lavoro (BCNL) e con il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, per offrire ai nostri laureati maggiori opportunità di inserimento nel mondo del lavoro. E’ stata attivata la partecipazione al progetto FixO (Formazione, Innovazione per l’occupazione), promosso dal ministero del Lavoro, in collaborazione con Italia Lavoro. Ad oggi sono state realizzate le azioni 1, 2 e 3 di tale Progetto, riguardanti rispettivamente il Placement, i tirocini di inserimento al lavoro e i partenariati con le imprese; ma è stata già avviata la partecipazione all’azione 4, che riguarda la promozione e il sostegno per i giovani laureati e ricercatori che intendono avviare spin-off utilizzando il patrimonio di conoscenze ed applicazioni derivanti dalla
ricerca universitaria. Sono stati tenuti due seminari di orientamento al lavoro: “Tipologie dei contratti di lavoro. Linee guida e suggerimenti” tenuto dal professor Piero Lambertucci, ordinario di Diritto del lavoro, e “Dall’Università all’Azienda. Come entrare nel mondo del lavoro con successo”, tenuto da Paola Falcone , PhD in Marketing. Come ufficio Placement, abbiamo anche partecipato alla Borsa Internazionale del Placement (BIP), manifestazione che ha concentrato in un unico incontro i diversi attori del mondo del lavoro: università nazionali ed internazionali, aziende, istituzioni e società di servizi. Settimanalmente, realizziamo indagini sul mercato occupazionale, attraverso contatti telefonici con le aziende e anche con i nostri laureati, al fine di conoscere la loro situazione lavorativa attuale. Si sono organizzate giornate dedicate all’incontro tra domanda e offerta di lavoro coinvolgendo aziende e laureati in cerca di occupazione. L’ultimo? Quello organizzato presso la facoltà di Ingegneria, dal titolo: “In Accenture ogni sfida è un’opportunità, entra nel nostro team!”. Per concludere, da queste attività, che tutte le persone dell’ufficio Placement svolgono con competenza ed entusiasmo, spero possa nascere un circolo virtuoso, nel senso che i risultati conseguiti creino un feedback in ingresso. Mi auguro che si riesca a far nascere, negli studenti che si iscrivono all’università, la consapevolezza che il nostro Ateneo li seguirà anche dopo la laurea, specie se conseguita in modo brillante, favorendone l’inserimento nel mondo del lavoro. A mio avviso, tutto questo può costituire uno stimolo ad affrontare gli studi universitari con maggior profitto»
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forma ione » di Alessandro Addari
Dai giovani imprenditori di Confindustria preziose “istruzioni per l’uso”
PASSAGGIO GENERAZIONALE, IL CORAGGIO DI AFFIDARSI AI GIOVANI Occorre un assetto organizzativo in cui sia chiaro «chi fa cosa». Troppo spesso i candidati alla successione hanno deleghe solo formali. L’importanza di strumenti quali il trust e il ruolo cruciale della formazione
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ue tematiche molto importanti per lo sviluppo della competitività aziendale: la gestione del passaggio generazionale e la formazione continua. Due argomenti in apparenza distanti, eppure la formazione rappresenta un tassello fondamentale per gestire al meglio il passaggio del testimone in azienda. Nei prossimi anni, oltre un terzo delle imprese europee dovrà necessariamente affrontare il passaggio generazionale. In Italia, nei prossimi 10 anni, il 40% delle aziende dovrà fronteggiare il passaggio del testimone; il che si spiega ampiamente, considerando che quasi la metà dei nostri imprenditori ha più di 60 anni. Soprattutto per motivi di ordine culturale, da noi solo raramente viene attuata una pianificazione. A farlo sono soprattutto le aziende più grandi e strutturate: le nostre PMI spesso percepiscono questa fase più come un costo che come un importante strumento per prepararsi al cambio di governo dell’azienda. In futuro saranno dunque a rischio molte realtà, in particolare quelle artigianali, per le quali si stima un altissimo tasso di cessione dell’attività durante il passaggio generazionale (si sfiora il 50%). E’
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probabile la perdita di un inestimabile patrimonio di eccellenze per il nostro paese. La tipica gestione accentrata che caratterizza molte imprese tuttora governate dal fondatore, rappresenta un forte ostacolo alla creazione di una struttura manageriale di supporto, dotata di effettiva delega che possa accompagnare il passaggio degli incarichi ai designati. Viceversa sarebbe auspicabile un assetto organizzativo in cui sia chiaro il “chi fa cosa”, creando graduali momenti di inserimento nella compagine sociale del candidato o dei candidati alla successione, realizzando una vera “gavetta” necessaria per conoscere a fondo i meccanismi e le procedure aziendali e farsi conoscere e apprezzare dai collaboratori e dagli altri stakeholders. E’ fondamentale che durante l’inserimento in azienda, i candidati vengano investiti gradualmente di attività e progetti in cui hanno l’ultima parola. Troppo spesso infatti si assiste a deleghe formali, che necessitano di firme ed autorizzazioni, impedendo una reale assunzione di responsabilità. Laddove l’azienda operasse in diversi business o in diversi paesi, uno strumento utile potrebbe essere la de-
lega alla guida di singole business unit o filiali, al fine di testare sul campo le capacità dei candidati. Dopo gli studi può costituire un’importante momento di crescita professionale un’esperienza in altre aziende, anche all’estero, in cui non sia presente la “rete protettiva” che spesso avvolge nell’azienda di famiglia i successori. Inoltre, l’idea che il primogenito debba essere sempre e comunque l’erede unico dell’azienda, molto radicata fin dall’antichità nella tradizione continentale, porta sovente a sottovalutare l’importanza di mettere alla prova sulla base di specifiche motivazioni, competenze e abilità creando un percorso di inserimento in azienda. In queste fasi potrebbe essere determinante il supporto di professionisti esterni capaci di osservare da una posizione “super partes”, senza condizionamenti di natura affettiva. L’ipercompetizione globale e le veloci evoluzioni dei mercati, rendono ancor più necessaria la realizzazione di un piano organico e condiviso che permetta di affrontare razionalmente ogni ipotesi possibile contribuendo a scongiurare il deterioramento dei rapporti all’interno della famiglia e dell’azienda
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» foto concesse da Confindustria Pescara
L’OPINIONE DI FEDERICA CHIAVAROLI, PRESIDENTE DEI GIOVANI IMPRENDITORI DI CONFINDUSTRIA PESCARA
Federica Chiavaroli
Le attività svolte dal gruppo hanno l’obiettivo di dare occasioni di incontro e confronto con altri imprenditori che condividono l’importanza di “fare sistema” e promuovere iniziative atte a valorizzare ed arricchire le esperienze e le competenze di tutti. A proposito di formazione, l’anno scorso abbiamo presentato un progetto, grazie alle professionalità interne al gruppo, ed abbiamo intrapreso un Percorso di Alta Formazione Imprenditoriale e Manageriale, dedicato ai Giovani Imprenditori di Pescara, chiamando ad intervenire relatori e società di livello nazionale. Sono state affrontate tematiche quali la comunicazione, il public speaking, la leadership e la delega, elementi essenziali tra l’altro anche in vista del passaggio generazionale nelle imprese. Inoltre, sempre nell’ottica di formare ed informare, ricordo con particolare piacere l’evento dello scorso anno dei G.I. di Pescara dal titolo “La Cina si avvicina – Conferenza per cogliere le opportunità del mercato cinese”, presso l’auditorium Petruzzi, che ha registrato un’affluenza straordinaria di pubblico, anche grazie all’intervento di relatori di livello Internazionale. E il workshop realizzato presso la
sede di Confindustria specifico sul Passaggio Generazionale. Proprio in questi giorni stiamo programmando nuove importanti iniziative. Non mancano poi le occasioni tese a conoscere mercati internazionali: basti pensare alla missione in Romania, in cui insieme ad altri 20 giovani imprenditori della nostra territoriale e al Presidente della Provincia di Pescara, all’indomani dell’ingresso del paese nell’Unione Europea, abbiamo incontrato soggetti istituzionali nonché manager e imprenditori italiani, che hanno aperto stabilimenti produttivi e aziende interessate ad avviare partnership internazionali. Non dimentichiamo l’ultimo evento organizzato in collaborazione con il comitato giovani imprenditori Abruzzo, al Caffè Letterario di Pescara, in cui abbiamo avuto ospiti Cleto Sagripanti vice-presidente nazionale G.I. di Confindustria, candidato alla presidenza nazionale che ci ha parlato dei progetti inerenti l’education portati avanti a livello nazionale; e Luca Margaritelli A.D. della Margaritelli SpA, importante gruppo multi-business, esempio emblematico di passaggio generazionale di successo, che ci ha raccontato, con grande efficacia e semplicità, la storia dell’azienda di famiglia, fondata nel 1870, detentrice del marchio Listone Giordano leader mondiale dei pavimenti in legno, presente anche nel settore dell’arredamento per interni, traverse ferroviarie, barriere di sicurezza e antirumore per opere stradali. E che, tra l’altro, ha rilevato nel 2005 la Merker, entrando nel comparto del veicolo trainato. Sicuramente un esempio eccellente di internazionalizzazione, innovazione, diversificazione produttiva e aggiungerei… coraggio.
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forma ione
L’OPINIONE DI ANTONIO MONTEMURRO PARTNER DELLA MP & PARTNERS
Antonio Montemurro
Quali sono gli strumenti giuridici e tributari per affrontare al meglio questo momento così delicato nella “vita” di un’impresa, vale a dire il passaggio generazionale. Le imprese possono avvalersi di supporti esterni, consulenti preparati che ricoprano il ruolo di supervisori e coordinatori di tutte le fasi del processo di transizione ed al tempo stesso allenatori dei successori prescelti dalla proprietà per portare l’azienda nel futuro. Gli strumenti sono: la successione, la donazione, la scissione, il conferimento e la cessione di azienda, l’usufrutto. I più innovativi sono senz’altro: il trust ed il patto di famiglia, introdotto dalla Legge n. 55 del 14 Febbraio 2006, uno strumento teso a facilitare l’imprenditore che intenda trasferire, in tutto o in parte la propria attività aziendale ad un proprio discendente. Il patto di famiglia è definito dal Codice come un contratto con cui, compatibilmente con le disposizioni in materia di impresa familiare e nel rispetto delle differenti tipologie
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societarie, l’imprenditore trasferisce, in tutto o in parte, l’azienda, e il titolare di partecipazioni societarie trasferisce, in tutto o in parte, le proprie quote, ad uno o più discendenti. Il trust è un particolare tipo di rapporto giuridico nel quale la proprietà di un bene appartiene temporaneamente a un soggetto giuridico, detto “trustee”, il quale tuttavia non ne ha la piena disponibilità, in quanto è vincolato da un rapporto di natura fiduciaria che gli impone di esercitare il suo diritto reale a beneficio di un altro soggetto, detto appunto “beneficiary” (al quale saranno trasferiti in piena proprietà i beni alla fine del trust). Il diritto del beneficiario nei sistemi di diritto civile (Corte di Giustizia europea sentenza Web vs Web) non è un diritto reale, ma personale verso il “trustee” (non vi è nessuna doppia proprietà sul bene in trust). Sono sicuramente strumenti da condividere e non da imporre nel delicato passaggio tra generazioni.
L’OPINIONE DI ELISA ANTONIONI, VICE PRESIDENTE DEI GIOVANI IMPRENDITORI DI PESCARA, CON DELEGA ALLA FORMAZIONE, ALLA GUIDA DEL GRUPPO SINERGIE EDUCATION
Elisa Antonioni
Su cosa si basa il “Life Long Learning”, la Formazione Continua in Azienda? «Oggi un’azienda che decide di affrontare le nuove regole indotte dal mercato globale deve puntare tutto sull’innovazione e sul cambiamento, visto come un continuo adeguarsi all’evoluzione dei mercati, precorrendo i tempi, anticipando la concorrenza. La formazione continua è lo strumento per realizzare il cambiamento, che è poi la nostra mission». Quali ritieni siano i migliori approcci a queste tematiche così importanti, in particolare durante il passaggio generazionale? «L’approccio per poter vincere le nuove sfide parte da una nuova cultura della leadership e della gestione del personale. Il primo passo per realizzare una vera Formazione Continua è far comprendere al management l’importanza della formazione, i motivi che spingono l’azienda a investire. Il manager deve essere un nuovo leader, conquistare la fiducia della
sua squadra per guidare il cambiamento, incoraggiare l’assunzione al rischio, superare e far superare ogni resistenza all’azione. È il manager che deve incentivare la partecipazione alle attività formative, che oggi non sono più polverose lezioni magistrali, sono lavori di gruppo, role-play, simulazioni, outdoor, teatro d’azienda e simul-impresa. Questi sono i nuovi strumenti. Non c’è più il docente, ma il formatore, non il noioso monologo, ma l’interazione, la soluzione di casi aziendali, attività di apprendimento brevi e intense, sempre cariche di stimoli emozionali, perché non dimentichiamo che ci vuole coraggio per vincere la resistenza all’azione, per pensare e agire in modo non convenzionale. Durante il passaggio generazionale è ancora più importante valutare con attenzione percorsi formativi che consentano di liberare le energie e mettere a disposizione di tutta l’azienda il patrimonio di informazioni e conoscenze, alla base delle “Learning Organisations”».
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comunica ione » di Simone D’Alessandro
Anche le città abruzzesi possono trasformarsi in fari dell’innovazione. Gli esempi non mancano: è accaduto nelle province californiane o finlandesi, ma anche in Veneto e in Emilia
IL DISTRETTO CREATIVO, NUOVA culla del talento Passione per la ricerca, l’innovazione, ma anche per la qualità della vita sono indispensabili per entrare nella competizione globale
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ichard Florida, considerato uno dei più autorevoli studiosi delle evoluzioni socio-economiche in corso, autore del notissimo L’Ascesa della nuova Classe Creativa (Mondadori 2003) e del più recente La Classe Creativa Spicca il Volo, la fuga dei cervelli: chi vince e chi perde (Mondadori 2006), sostiene che le nazioni più sviluppate del mondo, Stati Uniti in testa, rischiano di perdere competitività creativa e innovativa. La sfida del XXI secolo è ciò che Florida definisce: “competizione globale per il talento”(Florida R., La Classe Creativa Spicca il Volo, la fuga dei cervelli: chi vince e chi perde, Mondadori, Milano, Settembre 2006, pp. 5). Numerose città di paesi più
o meno emergenti si stanno imponendo come nuovi poli d’attrazione
del talento globale: Wellington, in Nuova Zelanda, ha realizzato uno dei distretti più innovativi del mondo in campo cinematografico, attraendo gli artisti e i professionisti più talentuosi del momento; la Finlandia si sta imponendo come una delle nazioni più creative, più tecnologizzate e nello stesso tempo tolleranti, confermando un’altra tesi di Florida: «Le tre T, talento, tolleranza e tecnologia hanno tra loro correlazioni unicamente dirette e positive; concorrono all’incremento del benessere e della competitività di un paese». Oggi i “migliori”, in tutti i settori lavorativi, non scelgono solamente in base alla remunerazione economica, ma anche in base alle reali possibilità di fare innovazione, soddisfacendo ai propri “ideali di
ricerca”, e alla qualità della vita intesa come tolleranza sociale e servizi di base alla cittadinanza. Ciò significa che oggi le “province” sviluppate di tutto il mondo hanno una concreta possibilità di realizzare Distretti Industriali all’insegna della creatività, confermandosi poli di attrazione del talento per quanti sono alla ricerca di innovazione, qualità e integrazione. Esistono testimonianze concrete in questo senso: il modello Silicon Valley, e il noto Istituto di Ricerca di Palo Alto, nascono nelle province californiane; Fabrica, fondazione di ricerca creativa nata per volontà di Benetton e Toscani, nasce nella provincia veneta; Nokia, una delle più importanti realtà produttive di telefonia mobile, nasce nella provincia finlandese (nella città di
Da sinistra: Sebastiano Bagnara, ordinario di Psicologia Cognitiva - Politecnico di Milano, Simone D’Alessandro, responsabile advertising - Carsa Spa e Andrea Pitasi, professore Associato - università degli studi G. d’Annunzio
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» foto di Andrea Straccini
Buste in plastica
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Bollini e nastrini
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Buste in carta
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nia. Oggi il mercato dei piccoli e dei grandi è dominato da vantaggi competitivi sempre meno duraturi e sempre più determinati dal grado di innovazione. Un’impresa che continua a scegliere politiche di bassa remunerazione, scarsa motivazione e scarsa delega, è destinata a perire, a meno che non si trovi in posizioni di forte monopolio: gran parte della letteratura sociologica ed economica contemporanea sostiene unanimemente questa tesi. Paesi come la Finlandia, la Nuova Zelanda, la Svezia, il Canada sono oggi ai primi posti secondo i parametri del Creative Index (indice di misurazione del grado di creatività e innovazione elaborato da Florida e dai suoi collaboratori americani) perché hanno saputo creare un ambiente in cui qualità della vita, remunerazione, soddisfazione, innovazione, valorizzazione delle risorse umane, meritocrazia e stato sociale, potessero convivere. L’Italia continua a perdere posizioni, arretrando nelle classifiche della competizione (Fonti: Ocse, Oil, Innovation Index e Competitivness Index) perché arroccata su assunti assolutamente difensivi. In special modo nel meridione italiano dove la forza lavoro continua ad essere percepita da molti imprenditori come un costo e non come un investimento. Facciamo qualcosa perché la creatività venga percepita come un’opportunità e non una minaccia
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Nokia, appunto); Ferrari e Malaguti nascono nelle province emiliane. La provincia, se ben guidata, può trasformarsi in un faro dell’innovazione. Pescara, città del terziario avanzato, tra le più brillanti e dinamiche realtà del corridoio adriatico, in un futuro prossimo potrebbe avere tutte le carte in regola per creare un distretto della comunicazione unico in Italia, se il sistema imprenditoriale e quello politico avessero il coraggio di affidare il compito della “trasformazione” ai creativi di talento. Ai politici e agli imprenditori italiani manca ancora la chiara consapevolezza che le regole del mercato del lavoro stanno cambiando. Oggi la capacità di creare un clima aziendale motivante è essenziale ai fini dello sviluppo di innovazione. Spesso le imprese, soprattutto le Pmi, si trovano costrette a scegliere tra posizioni conservatrici e posizioni innovatrici, finendo naturalmente per preferire le prime (meno profittevoli, ma sicuramente più note e gestibili) alle seconde (forse più necessarie, ma sicuramente più rischiose); tuttavia numerosi economisti sostengono che le imprese debbano rischiare proprio nei momenti di maggior crisi, così come numerosi pubblicitari sono convinti del fatto che sia necessario comunicare proprio quando le vendite subiscono un calo. Quando non si ha nulla da perdere è bene gettarsi nella mischia e cercare di risalire, invece di attendere una lenta ago-
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storie&persone » di Eleonora Lopes
Intervista a Mauro Barnabei, presidente dei giovani imprenditori di Teramo
«CONDIVIDERE LE ESPERIENZE, PIù CHE INSEGUIRE LA STERILE LOGICA DEL POTERE» Tra le iniziative l’attivazione, a breve, di un’area all’interno del sito Internet dell’Unione Industriali di Teramo e sul notiziario “Unindustria” per dare voce alle iniziative del gruppo giovani
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on è il classico presidente Mauro Barnabei. Il formalismo non gli appartiene. È diretto nelle risposte come nella vita. Dalle prime parole si capisce subito che è un uomo che ci tiene a trasmettere che fa prima di tutto l’imprenditore. E poi che ricopre il ruolo di presidente dei giovani imprenditori di Teramo. L’incontro si è così rivelato una gradevole chiacchierata, più che una intervista, per capire cosa vuol dire, nel 2008, essere il presidente del gruppo giovani. E quali sono le difficoltà che si incontrano nel percorso associativo di Confindustria. Ne è venuto fuori che Mauro Barnabei non è una persona “sfuggente” come riferito, ma disponibile, soprattutto sincera e innamorata del proprio lavoro. Che crede che per vivere attivamente il movimento di Confindustria, sia necessario per prima cosa essere un buon imprenditore. E con rammarico, parla delle problematiche che incontra nel sistema confindustriale. Cosa vuol dire essere alla guida dei giovani imprenditori? «Seguendo le orme paterne (il pa-
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Mauro Barnabei presidente dei giovani imprenditori di Confindustria Teramo e presidente del CdA dell’azienda ABF
» foto di Andrea Straccini e Simone Cerio
dre è Alfiero Barnabei fondatore e titolare dell’azienda ABF s.r.l., che produce mobili per ufficio, ndr) ho iniziato a frequentare Confindustria da quando avevo 18 anni. Sono stato tra i più giovani imprenditori iscritti in Italia. Credo fermamente che per essere un buon presidente sia necessario essere prima un buon imprenditore. In tutta onestà, ammetto che i problemi nel gruppo giovani ci sono. E non sono pochi. Sarebbe fondamentale fare gioco di squadra con le altre territoriali, collaborare, relazionarsi continuamente per potenziare gli strumenti conoscitivi che i giovani imprenditori hanno rispetto al proprio settore di appartenenza. E invece accade, troppo spesso, che i giochi di potere prendano il sopravvento, facendo perdere di vista quelli che sono i reali obiettivi di un presidente. Questo lo dico con molto rammarico. E comunque mi piace ripetere che non è necessario essere presidente per vivere attivamente il movimento, l’essenziale è “respirarlo” ed essere presenti mettendo in pratica i valori etici che esso trasmette». Chi sono dunque i giovani di Confindustria Teramo? «Come prima cosa ci tengo a sottolineare che si tratta di un gruppo di persone. E non di numeri legati a quote associative. Il nostro è composto da giovani imprenditori che credono in questa missione e partecipano in maniera attiva al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati. All’inizio eravamo solo in tre. Oggi, e lo dico con molto orgoglio, siamo diventati trentacinque. Ogni vice presidente ha una delega (alla formazione, all’energia, agli eventi, all’innovazione…) e recentemente è stato costituito un Comitato tecnico per la pianifi-
cazione dei progetti. Per il 2008 è stato stilato un calendario ricco di eventi e iniziative. A breve, per dare voce alle nostre idee, sarà realizzata una sezione dedicata a noi, all’interno del sito Internet e sul notiziario “Unindustria” di Confindustria Teramo. Questo ci permetterà, sicuramente di farci conoscere di più e promuovere le nostre attività». Quali difficoltà incontra un giovane industriale nel vostro territorio? «Le difficoltà storiche sono certamente legate al territorio, penalizzato in termini di infrastrutture e servizi, e alla classe dirigente, troppo spesso assente o poco partecipe. Sono convinto che un giovane imprenditore sia più interessato a conoscere le attività dei propri associati, per un confronto sano e competitivo, che a partecipare ai tradizionali eventi. In un certo senso, le attività del gruppo giovani, nell’accezione positiva del termine, celano una forma di ”strumentalizzazione” utile a farci conoscere come imprenditori. Anche questo è un modo sano per fare impresa. Ecco perché nel mio programma sono previste diverse visite nelle aziende del nostro territorio e non solo. Ad esempio, qualche mese fa, abbiamo visitato la Pershing SpA di Mondolfo. Prossima meta sarà la Brioni Roman Style di Penne». Giorni fa, il presidente Montezemolo ha affermato, proprio nella sua città, che «La vera forza di un’azienda sono i collaboratori». È d’accordo con lui? «Completamente. Lo vivo in prima persona, gestendo un’azienda con più di 100 dipendenti. Il capitale
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storie&persone
umano è una risorsa indispensabile. Nella nostra impresa abbiamo sempre dato la possibilità ai più meritevoli di crescere professionalmente e fare carriera: dal semplice collaboratore fino ad arrivare al manager. Un team vincente riesce a fare grandi cose, un uomo da solo non può riuscirci. È un po’ quello che mi auguro accada tra le nostre territoriali: dobbiamo fare gruppo e delegare gli elementi più validi». Che rapporto avete con i senior di Confindustria Teramo? «Negli ultimi mesi Confindustria Teramo ha avuto una grande crescita. Nella nuova sede di Sant’Atto, moderna e funzionale, situata nella zona industriale della città, sono già stati organizzati due importanti eventi che hanno visto la presenza di ospiti del calibro di Montezemolo e Abete. Tutto ciò è avvenuto con
la nostra piena collaborazione. Credo sia importante una serena e laboriosa convivenza generazionale. Il segreto sta nel raggiungere il giusto equilibrio tra l’esperienza dei senior e la necessità di modernizzazione dell’apparato produttivo del gruppo giovani». Per concludere, chi è Mauro Barnabei? «Semplicemente un imprenditore, che ama il proprio lavoro e che ricopre anche la carica di presidente dei giovani imprenditori di Teramo. Per la mia concezione, sono due attività per forza convergenti. Sono una persona pragmatica e realista. A volte troppo diretta, che ritiene che in un periodo così critico per il sistema economico, sia più doveroso risolvere le problematiche dei giovani imprenditori che rincorrere la poltrona da presidente.
Sono orgoglioso del territorio dove vivo, la mia provincia ha il più alto numero di imprese attive. Teramo ha contribuito a fare la storia dell’economia di questa regione. La nostra provincia è al primo posto in Abruzzo per industrializzazione diffusa, basti pensare che sono iscritte a Confindustria Teramo quasi 500 aziende, escluse quelle appartenenti al settore edile, assistite dall’Associazione territoriale competente. (L’indice di industrializzazione della mia città è del 14,7% contro il 10,9% dell’intera regione. Teramo occupa il 17esimo posto tra le 103 province italiane). Ma questo non basta. È necessario crescere ancora. Bisogna rinnovarsi, competere e cercare delle floride sinergie all’estero. Purtroppo in Italia manca una vera cultura d’impresa e la competizione è ancora vista come qualcosa di insano»
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Mauro Barnabei con i giovani imprenditori di Confindustria Teramo e il presidente Montezemolo
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storie&persone » di Eleonora Lopes
Intervista a Paolo De Angelis, neo diplomato MBA presso il CUOA di Altavilla Vicentina
COME SI DIVENTA MANAGER Il racconto di un percorso didattico prestigioso, riconosciuto a livello internazionale, nella Business School più antica d’Italia
M
ba, ovvero Master of business administration. Un prestigioso percorso formativo, di alta specializzazione, organizzato dal CUOA, Centro Universitario di Organizzazione Aziendale ad Altavilla Vicentina, l’antica business school fondata nel 1957. Non accessibile a chiunque, ma a chi può già vantare una buona esperienza professionale. Quarantadue i diplo-
in un ambiente “dinamico”, che ha consentito lo scambio di metodi ed esperienze professionali. Padrone di casa della cerimonia di assegnazione dei diplomi, il Presidente Cuoa Vittorio Mincato, ex amministratore delegato di Eni e attuale presidente di Poste Italiane e membro dei CdA di molte aziende tra cui Fiat. La formula didattica del master è basata su 13 moduli: dalla strategia ai sistemi informatici, passando
l’ingegner Vittorio Mincato -presidente Poste Italiane- consegna il diploma a Paolo De Angelis
mi assegnati, a conclusione della terza edizione. Allievi provenienti dalle più diverse specializzazioni universitarie, che hanno frequentato le aule per 23 mesi, accrescendo le proprie competenze manageriali,
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per finanza, controllo di gestione e le altre aree aziendali. Per ogni modulo, affidato ad un docente di riferimento nazionale, ciascun corsista deve superare un esame finale; per ottenere il diploma, vanno
superate almeno 8 prove su 10. Tra i diplomati anche un abruzzese, Paolo De Angelis che vive a Corropoli, in Val Vibrata, sposato e padre di due bimbe. Laureato a Teramo in scienze politiche e attualmente chief commercial officer presso la MIVV SpA. Da lui cerchiamo di saperne di più. Dopo l’MBA, un futuro da manager o manager del futuro? «Sicuramente entrambi. Avere gli strumenti per analizzare il futuro non basta. Bisogna anche assumersi la responsabilità di fare delle scelte e avere la determinazione per raggiungere gli obiettivi che ci si è posti». Quale strategia devono adottare le imprese negli anni a venire? «Mi piace citare la testimonianza di un parere molto autorevole, quello del Presidente Mincato. La storia dell’impresa italiana è quella del terzismo verso imprese più grandi, quasi sempre estere, in cui la chiave del successo era il prezzo competitivo del prodotto grazie alla svalutazione della lira. Da cinque anni le aziende stanno lottando con una moneta solida e sentono attorno una feroce competizione globale. Il passaggio da azienda imprenditoriale a manageriale, pertanto, è fondamentale per il futuro delle aziende italiane. In questo modo sarà possibile tradurre il fiuto e la spinta innovativa, classica dell’imprenditore italiano,
» foto concesse da Paolo De Angelis
I neo diplomati al master Mba
in strategie di lungo periodo, grazie alle competenze del manager, per creare e mantenere un vantaggio competitivo nel lungo periodo». Cosa rappresenta un Master in Business Administration? «È la forma più alta, e l’unica riconosciuta a livello internazionale, di specializzazione per la direzione d’impresa finalizzata a coltivare e sviluppare la conoscenza dei migliori manager già operanti in azienda». Perché ha scelto la Fondazione “CUOA”? «È la Business School più antica d’Italia e fin dal 1957 è al servizio di un territorio con la maggior concentrazione industriale italiana. Con la sua opera ha contribuito alla crescita e allo sviluppo delle maggiori e più conosciute imprese italiane». Come si è sviluppato il percorso didattico? «Sono stati due anni intensi, passati a condividere esperienze e metodologie con colleghi che, mediamente, rispondevano ad un identikit preciso: età 37 anni, laurea in ingegneria, 11 anni di esperienza professionale, provenienza dal settore metalmeccanico in qualità di dirigente nell’area marketing. La formula didattica è basata su 13 moduli, che vanno dalla strategia ai sistemi informatici, passando per la finanza,
il controllo di gestione. Per ogni modulo va sostenuto un esame finale e per ottenere il diploma va superato almeno l’80% delle prove. Ogni modulo è affidato ad un docente di riferimento nazionale. Nel nostro caso erano Paolo Gubitta docente di Organizzazione Aziendale all’università di Padova e Kamalesh Kumar, Ph.D. docente di Strategia aziendale alla Michigan University. In ogni modulo venivano inserite testimonianze aziendali di manager delle più importanti aziende come Diego Bolzonello (amministratore delegato della Geox), Paolo Disarò (controller industriale della Illy Caffè), Massimo Lolli (direttore risorse umane del Gruppo Marzotto). Ci sono stati poi tre momenti molto importanti di lavoro di gruppo, al fine di applicare le conoscenze apprese a lezione, quali il Business Game, in cui ci si misura non solo all’interno dell’aula ma anche con altre scuole ed università economiche italiane e mondiali; quali il Business Plan applicato ad un caso pratico: l’acquisizione di una nuova impresa per il Gruppo Riello. E i “lavori a progetto”, in cui ogni partecipante ha potuto portare, previa approvazione della direzione scientifica, dei progetti propri o della propria azienda per poterli sviluppare con l’aiuto dei gruppi di lavoro»
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storie&persone » di Massimo Avenali
GILBERTO FERRI SI RACCONTA Nel libro realizzato con Marcello Benegiamo, la vita e la storia di un uomo protagonista delle trasformazioni e della rinascita dell’Abruzzo
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ntusiasma sentirlo parlare, c’è passione nella sua voce. C’è la solidità dell’esperienza e della tenacia. Tra imprevisti, euforia di gioventù, impegno, sana coscienza di essere, ecco allora formarsi l’uomo al quale oggi si può attribuire una grande forza, la stessa che - ha raccontato lui stesso con un nostalgico sorriso sulle labbra - gli ha permesso di fare qualcosa dapprima per Pescara, insieme a suo padre dopo la seconda guerra mondiale, quando dalle macerie si pensava che la città non sarebbe più risorta, e poi per l’ambiente circostante, rimboccandosi le maniche mentre ancora continuava gli studi, credendo nelle proprie forze. Un’opera ricca e importante sotto diversi profili: storico, economico, umano. Ci riferiamo al volume “A colloquio con un capitano d’azienda: Gilberto Ferri” (Textus, 2007), presentato nella sala dei marmi della Provincia di Pescara, lo scorso 14 febbraio, alla presenza, tra gli altri, dell’autore: Marcello Benegiamo, professore di Storia d’impresa presso l’università “G. D’annunzio”. «Parlare con Gilberto Ferri e farsi raccontare la storia della sua famiglia e la sua opera di imprenditore è stato molto interessante e istruttivo – ha detto Benegiamo – anche perché se è vero che non si può comprendere il presente e tantomeno il futuro se non si co-
» foto di Andrea Straccini
nosce il passato, è altrettanto vero che le fonti orali sono a volte più importanti di quelle scritte. Perché fatte di contatto umano, memoria, vissuto». Gilberto Ferri, Cavaliere del lavoro è a capo del Gruppo Ferri, ovvero una tra le più importanti e storiche realtà distributive del centro Italia nei settori del materiale elettrico, elettrodomestici ed elettronica di consumo, articoli per la casa e per la prima infanzia. Nel libro racconta la sua vicenda, attraverso un excursus dei fatti che lo hanno coinvolto, mutato, migliorato. Dal fascismo alla guerra, le pagine scorrono lungo la narrazione dei sacrifici fatti, della lotta al nazismo e dei tanti rischi corsi in quegli anni inquietanti, come se si trattasse del riassunto di un avvincente film d’avventura, un Indiana Jones del nostro territorio. È partito da una piccola officina per arrivare via via alla prima fabbrica, negli anni ’60, con 85 operai, per la costruzione di trasformatori. E poi alla prima centrale idroelettrica, costruita a Farindola. Da lì, il bisogno conseguente di investire anche nel campo delle elettroforniture, l’apertura di diversi punti vendita, l’espansione in un progetto più moderno che porta a quel che ognuno conosce. Una struttura che nel settore commerciale vede oggi ben 400 dipendenti. Dal padre, Ferdinando Ferri, già figura rilevante
Gilberto Ferri con una copia del libro
nei primi anni del ‘900, Gilberto ha certamente preso la versatilità imprenditoriale, aggiungendo poi una personale attenzione per le istituzioni, per la società, per la cultura. Secondo l’assessore alla Cultura della Provincia di Pescara, Paolo Fornarola, il libro contiene le linee guida che i giovani di oggi dovrebbero seguire, sia da un punto di vista imprenditoriale che umano, di coraggio. Per la professoressa di Storia economica della d’Annunzio, Paola Pierucci, è indiscutibile quanto sia prezioso avere una testimonianza così vasta; un’operazione, quindi, che dovrebbe avere seguito, anche perché l’Abruzzo ha aziende che mancano di un archivio storico e risulta difficile in molti casi fare stime, analizzare le varie vicende industriali e culturali di questa terra. Tra i presenti all’incontro, Anna Morgante, preside della facoltà di Economia della d’Annunzio, la quale ha presieduto l’evento al cospetto di una sala interessata e rapita dalle parole di Gilberto Ferri
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L’OFFERTA «INTEGRATA» DI BANCA GENERALI SPA
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anca Generali è nata nel 1998 come Polo Bancario del Gruppo Generali, ed è oggi una delle maggiori realtà nel settore della distribuzione integrata di prodotti finanziari, bancari ed assicurativi attraverso una rete capillare di promotori finanziari, di private banker e di sportelli bancari. Dalla sua creazione ad oggi, i numeri di Banca Generali sono stati continuamente in ascesa: ora è il terzo polo distributivo in Italia con una massa in gestione pari a circa 25mila miliardi di euro. Il successo scaturisce da valori semplici e vincolanti: l’intero Gruppo bancario è completamente
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focalizzato sulla gestione degli investimenti personali. La conoscenza e la comprensione del profilo di investimento e delle necessità dei singoli clienti permette a ciascun promotore finanziario di offrire una consulenza accurata per ottimizzare in qualsiasi situazione di mercato il rendimento del patrimonio affidato in gestione. L’offerta integrata di Banca Generali comprende servizi bancari e strumenti di risparmio gestito, risparmio amministrato e risparmio assicurativo. Nell’ambito del risparmio gestito, l’offerta multibrand comprende oltre mille prodotti tra società di casa e società terze. Il che posiziona la Banca - nel merca-
to di riferimento - tra le realtà con la più ampia e selezionata gamma. L’offerta di Banca Generali nel risparmio assicurativo e previdenziale viene messa a disposizione da “La Venezia Assicurazioni”, società interamente controllata da Assicurazioni Generali. Il prodotto principale che nasce da questo connubio è la Ri.Alancio, un investimento di natura assicurativa senza costi, con un minimo vincolo di 6 mesi, che per tutto il 2008 offre un rendimento certo del 3,56% netto su base annua. Banca Generali offre poi una gamma di conti correnti telematici, con la possibilità di utilizzare anche lo sportello fisico, le cui caratteristi-
» foto concesse da Banca Generali spa
In questa e nella foto di pagina 56, la sede di Pescara
che di prezzo e di remunerazione la pongono ai primi posti delle classifiche stilate da Altroconsumo e di cui è possibile trovare conferma anche sul sito www.pattichiari.it. Due esempi su tutti: il conto corrente Active, costa 2,5 Euro/mese e comprende bancomat e carta di credito, operazioni illimitate e gratuite (comprese utenze e bonifici), internet banking gratuito e remunerazione pari al 50% dell’euribor/ mese; e conto Vip, riservato a chi ha un patrimonio complessivo in gestione pari ad 1 milione, prevede zero costi e remunerazione pari al 100% dell’euribor/mese. I numeri del mese di gennaio 2008 testimoniano l’ulteriore crescita di Banca Generali: in un periodo in cui la crisi del sistema creditizio legata ai titoli subprime e le quotazioni dei mercati azionari hanno messo in ginocchio il sistema del risparmio gestito, Banca Generali
ha riportato degli ottimi risultati, con una raccolta amministrata pari a 293 milioni di euro. Segno che sia la piattaforma bancaria, sia l’offerta di Pronti contro Termine sono molto attraenti per una clientela che cerca sempre più certezze sia di capitale che di rendimento. La nuova raccolta assicurativa è stata pari a 37 milioni di euro. La scelta fatta a sua tempo, di collocare presso la clientela prodotti che facessero della protezione il loro segno distintivo, sta dando i suoi frutti: Bg Target (gestione patrimoniale a capitale protetto) presenta un appeal interessante verso una clientela retail con uno standing elevato, tanto da aver raccolto oltre 100 milioni di euro; mentre Bg Ri.Alancio si propone anche come investimento alternativo ai prodotti comunemente pubblicizzati in tv per la gestione della liquidità ed ha raccolto 150 milioni di euro
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BANCA GENERALI IN ABRUZZO Banca Generali è presente in Abruzzo con lo sportello bancario a Pescara, in Via Milano 85 (085385031). I promotori finanziari sono dislocati su tutto il territorio presso gli uffici di Pescara (085441341), Giulianova (0858006741), Alba Adriatica (0861758007), Vasto (0873361753), L’Aquila (0862312127), Sulmona (086453903), Avezzano (0863412150) oltre che a Termoli e Campobasso; il totale del patrimonio gestito supera i 125 milioni di Euro, con un numero di clienti pari a 3000.
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INERTI VALFINO, PER “SODDISFARE” CHI COSTRUISCE Dal 1978 un’azienda leader nella fornitura del calcestruzzo preconfezionato, che punta con decisione sulla “customer satisfaction”
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roduzione di materiali inerti lapidei e di calcestruzzi preconfezionati. È di questo che si occupa Inerti Valfino, un’azienda presente sul mercato da oltre 30 anni, fondata dalla famiglia Costantini nel 1978 come società in nome collettivo. Dal 1993, l’azienda ha assunto la forma di società a responsabilità limitata, con stabilimenti a Elice, in contrada Madonna degli Angeli, e a Città Sant’Angelo, in contrada Vertonica. L’attività si è notevolmente ampliata con l’ingresso in azienda della “seconda generazione”: da qui la necessità di cambio della ragione sociale, allo scopo di dare all’azienda una veste giuridica più adeguata alle nuove dimensioni. Negli ultimi anni il processo di espansione è continuato e la Inerti Valfino è riuscita a raggiungere una sempre più vasta ma selezionata clientela. Risale al novembre 2003, l’apertura di un nuovo stabilimento per la produzione di calcestruzzo preconfezionato, a Città Sant’Ange-
Leone Costantini, amministratore
lo zona Ibisco, in modo da essere più vicini ai potenziali mercati di sbocco della costa e in prossimità delle arterie stradali principali. Di pari passo con la realizzazione del nuovo impianto, completamente automatizzato e in grado di fornire elevati standard qualitativi, nel 2004 avviene l’implementazione del sistema qualità secondo la normativa ISO 9001:2000. L’anno successivo, la Inerti Valfino ottiene la certificazione 2+ del controllo di produzione in fabbrica per gli aggregati, secondo la normativa UNI EN 12620 e 13043. Nel 2007 è la
volta della certificazione relativa al controllo del processo di fabbricazione del calcestruzzo preconfezionato, conforme alle nuove norme tecniche per le costruzioni di cui al D.M. 14/09/2005 e alle linee guida sul calcestruzzo preconfezionato edite dalla presidenza del Consiglio superiore dei Lavori pubblici - Servizio tecnico centrale. La qualità è un obiettivo primario dell’azienda, non è solo un insieme di documenti da custodire o di procedure da applicare, ma una filosofia che permea l’intero tessuto aziendale. La Inerti Valfino, infatti, si adopera da sempre in funzione Luigi Di Marcoberardino
Il parco automezzi della Inerti Valfino
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» foto concesse da Inerti Valfino
Cambielli Group Edilizia
della “customer satisfaction”, in primo luogo fornendo un prodotto realizzato attraverso la lavorazione ottimale di materie prime scelte, ma anche attraverso la resa del miglior servizio al cliente in termini di competenza, puntualità e trasparenza. Si avvale di 36 dipendenti, inclusi i 7 collaboratori destinati a compiti amministrativi e tecnici.
competenze, della positiva sinergia tra tutte le risorse umane e professionali». Anna Costantini, responsabile amministrativo: avete dunque puntato molto sulla “soddisfazione del cliente”… «È il principio centrale intorno al quale ruota il più ampio concetto di qualità aziendale, che poi è la filosofia fondante della Inerti
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VILLAROSA DI MARTINSICURO (TE) Lo staff della Inerti Valfino
Il personale viene costantemente aggiornato e istruito in modo da assicurare alla clientela la massima professionalità e collaborazione. Va detto, ancora, che la Inerti Valfino dispone di un vasto parco automezzi e macchinari operatori, costantemente rinnovato e tecnicamente all’avanguardia. Un’altra solida garanzia per l’esecuzione di lavori di alto livello. Luigi Di Marcoberardino, responsabile commerciale: perché scegliere la vostra azienda? «Perché la Inerti Valfino mette a disposizione una complessa ed efficace organizzazione di risorse umane e materiali e un prodotto di qualità certificata. Proprio sulla qualità abbiamo investito veramente molto, per soddisfare le sempre più specifiche richieste provenienti dal mercato. Gli obiettivi raggiunti in questi ultimi anni sono senza dubbio il frutto di un “lavoro di squadra”, dell’integrazione delle
Valfino, che permea ogni settore o funzione aziendale e si concretizza attraverso la realizzazione del miglior prodotto e del servizio ottimale per il cliente. In questo quadro e in un’ottica di competizione di mercato più ampia, la “customer satisfaction” non può che rappresentare l’obiettivo finale che l’azienda si pone, convinta che rispettando le aspettative e le esigenze del consumatore, se ne possa ottenere la fidelizzazione»
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Anna Costantini
S.S. 16 Adriatica km. 395 - Tel. 0861 758017 Fax 0861 757030
AVEZZANO (AQ) Via Roma, 309 - Tel. 0863 36222 Fax 0863 36222
TERAMO Z. Art. Villa Pavone, 1 - Tel. 0861 211698 Fax 0861 211413
SULMONA (AQ) Via Staz. Introdacqua, 15 - Tel. 0864 212829 Fax 0864 206497
ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE) Via Romania, 2/4 - Tel. 085 8999125 Fax 085 8930227
CITTÁ SANT’ANGELO (PE) Viale Matrino, 200 - Tel. 085 95161 Fax 085 95291
ROMA Via di Casal Bianco, 200/A - Tel. 06 41294993 Fax 06 41294357
SAN SALVO (CH) C.da Piano S. Angelo, 1 - Tel. 0873 346221 Fax 0873 344406
ORTONA (CH) C.da Cucullo, 5 - Tel. 085 9032551 Fax 085 9032414
SANTA MARIA IMBARO (CH) Strada Prov. della Rocca - Tel. 0872 578880 Fax 0872 579832
LA DISTRIBUZIONE IDROTERMOSANITARIA QUALIFICATA
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CTV, LOGISTICA INTEGRATA PER PASSIONE Nata da tre famiglie operanti nel campo dei trasporti, l’azienda ha maturato negli anni una forte specializzazione nel settore dello stoccaggio e della distribuzione delle merci
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al luogo d’origine a quello del consumo, con l’obiettivo della massima efficienza. Integrare attività al fine di programmare, attuare e controllare il flusso delle materie prime, dei prodotti semilavorati e di quelli finiti. E’ la specializzazione della CTV (Compagnia Trasporti Voluminosi), leader della “logistica integrata”. Immagazzinamento, stoccaggio, movimentazione dei materiali, controllo delle giacenze, custom packer, processo degli ordini, trasporti, progettazione e gestione dei depositi e molto altro. La CTV, nasce nel 1994 ed è cresciuta nella cultura della specializzazione nella logistica integrata, divenendo un anello di collegamento importante tra fornitori, industria e destinatari finali. L’azienda, consapevole della necessità di fornire alle imprese strutture idonee alla conservazione delle scorte in attesa della distribuzione sul mercato, dispone di 60.000 metri quadrati circa di depositi industriali. Tali depositi sono dislocati principalmente sul territorio abruzzese, specialmente tra Pescara e Chieti; ulteriori sedi sono presenti a Marcianise, in provincia di Caserta, per i servizi forniti a SO.C.I.B., Coca Cola, con ben 18mila metri quadrati. Tutte le attività svolte nei magazzini vengono sottoposte a specifici controlli affidati a sistemi informatici collegati in rete con le aziende per
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Da sinistra: Marina Trivellizzi, socio; Annamaria Marini, socio amministratore; Federica D’Arcangelo, socio
le quali si opera, e gestite a mezzo di software dedicati e realizzati da proprie strutture interne. Così
si dispone di mappe di magazzino in grado di gestire tutte le fasi di movimentazione della merce, dal-
Il magazzino delle materie prime a Sambuceto
» foto di Andrea Straccini
Il deposito del prodotto finito a Pescara
l’impegno delle ubicazioni prima dell’arrivo fisico all’uscita del prodotto. Fiore all’occhiello è la tracciabilità al 100% di ogni referenza, nel rispetto delle rigorose norme di Quality Assurance. Tra i clienti più importanti: Fater, Coca Cola, Smeg, Sibil, Procter & Gamble. Data la necessità di gestire in modo efficiente, attento e professionale il servizio di movimentazione delle merci all’interno dei depositi, sia nei periodi di normalità sia nei periodi di picco, l’azienda dispone di personale altamente qualificato ed addestrato allo svolgimento delle specifiche attività ed all’impiego delle apposite attrezzature. La CTV dispone di una struttura aziendale per il Customer Service, che pianifica e coordina i flussi della lavorazione da fine linea di
produzione fino alla consegna ai destinatari, passando attraverso la fase di stoccaggio sia all’interno dei Plant che in depositi esterni. Inoltre gestisce, in appositi spazi, attività di Custom Packing. La CTV, ad integrazione del ciclo logistico, svolge attività di trasporto, avvalendosi di una flotta di oltre 250 automezzi di varia tipologia (autoarticolati ed autotreni granvolume, centinati e frigoriferi, autogrù, furgoni); particolare attenzione e specializzazione viene riservata al trasporto di merci voluminose. Tesa al massimo rispetto dell’ambiente, la CTV si occupa infine del recupero e della gestione degli scarti di produzione e dei rifiuti speciali fino al loro conferimento in specifici centri di raccolta
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Il custom packer di Pescara
» foto concesse da CTV
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OCM, ALLESTIMENTI SU MISURA PER AUTOMEZZI Strutture con cassone ribaltabile curate nei particolari con maestria artigiana
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ll’interno di un cantiere è necessario che gli automezzi che vi operano siano perfettamente attrezzati per rispondere alle esigenze, al terreno, alle difficoltà. La OCM Ribaltabili di Marinelli F.
3mila coperti. Attualmente occupa ben 25 dipendenti. La società, fondata già nel 1965 come azienda artigiana, assicura una elevata affidabilità del prodotto pur mantenendo, per scelta di mercato, una produzione artigiana-
e alle particolari condizioni della clientela. Ecco perché gli uomini che ci lavorano si definiscono veri e propri “sarti della cava”. È come se confezionassero, di volta in volta, un vestito su misura per il cliente. Gli obiettivi dell’azienda riguardano la creazione di una solida e protetta nicchia dove i prodotti siano leader in termini di qualità e versatilità delle proposte. Questo implica la necessità di una pronta risposta alle necessità del cliente, anche le più particolari, e di un lavoro eseguito con dettaglio, attenzione, capacità e affidabilità. La qualità viene attuata dal giugno 2004, grazie a un sistema conforme alla normativa UNI EN ISO 9001:2000.
Wiliams Marinelli, Responsabile ufficio tecnico & De Cicco G. è un’azienda specializzata nella progettazione e nella costruzione di strutture a cassone ribaltabile per l’equipaggiamento di veicoli industriali. Da tempo opera nel settore metalmeccanico, nel quale ha riscosso successo grazie all’impegno, all’innovazione e alla capacità di saper rispondere alle esigenze del cliente, realizzando quei particolari che hanno un peso rilevante nel facilitare il lavoro in cava e in cantiere. L’azienda, ubicata in un primo momento a Francavilla al Mare, si trasferisce nel 1970 a Torrevecchia Teatina, in via Fondovalle Alento, su un’area di circa 18mila metri quadri di cui
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le. La OCM non produce in serie, ma è in grado di realizzare una vasta gamma di allestimenti per rispondere il più possibile alle richieste
Come nasce la OCM? «La OCM nasce agli inizi degli anni settanta a Francavilla al Mare con Graziano De Cicco e Franco Marinelli che decidono di associarsi
» foto di concesse da OCM
per produrre, prevalentemente, ribaltabili per autocarri. Successivamente, realizzano un nuovo opificio a Torrevecchia Teatina e, negli anni ottanta, la produzione si allarga ai mezzi d’opera, senza disdegnare allestimenti su qualche mezzo pesante stradale». Come si rinnova l’azienda? «L’azienda si rinnova negli anni novanta con il subentro della nuova generazione: Stefano De Cicco ricopre la carica di presidente, Micaela De Cicco è la responsabile amministrazione, Wiliams Marinelli è il responsabile omologazioni e collaudi,
Ivan Marinelli è il responsabile ufficio tecnico per la progettazione e la produzione. Si continua, così, con entusiasmo l’opera avviata dai genitori». Qual è il vantaggio competitivo che la caratterizza? «Per la OCM è quello di offrire un prodotto di qualità e di sviluppare nella maniera più professionale tutte le possibili esigenze degli operatori. Da qui la scelta di evitare, per quanto possibile, una produzione di serie. Per noi, personalizzare il prodotto secondo le esigenze del cliente è un imperativo»
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Una veduta dall’alto dell’azienda
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Pensare il profitto oggi: cos’è la Lean Production
LEAN PRODUCTION REXROTH Snelli e competitivi in 4 Mosse: Lean Training, Lean Consulting, Lean Products, Lean Partners
S
e il mercato si trasforma è necessario cambiare. A partire dagli anni 90 il prezzo di vendita è diventato una variabile estranea all’azienda produttrice perché il mercato stabilisce il valore delle merci. Le cause sono riassumibili nell’intensificazione e nell’espansione della concorrenza. Questo fatto, ignoto nel dopoguerra, ha colto spesso impreparate le aziende con conseguenze immaginabili. L’unico rimedio per mantenere i profitti consiste nel ridurre i costi. Quindi eliminare gli sprechi. La soluzione si chiama Lean Production (Produzione Snella). Questo sistema mira appunto a “snellire” i processi eliminando le attività non a valore aggiunto. L’obiettivo è incrementare l’efficienza produttiva, la qualità delle merci e la capacità di risposta dell’azienda. Il miglioramento richiede il coinvolgimento di tutti
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i settori e la responsabilizzazione dei collaboratori, fattori indispensabili per il successo. Oggi Rexroth si propone come partner per la vostra Lean Production. Esibisce due credenziali formidabili: il sistema produttivo BPS, collaudato felicemente dalle aziende Bosch di tutto il mondo, e l’esperienza all’avanguardia della Divisione Linear Motion & Assembly Technologies.
L’AUTOMAZIONE È ANCORA NECESSARIA? Drastica riduzione dei volumi produttivi, maggiore differenziazione dei prodotti, minore durata dei modelli, elevata flessibilità richiesta, grande potere acquisito dalla clientela. Questi sono alcuni degli elementi che rendono in alcuni casi ingiustificati gli investimenti in automazione spinta, caratteristici della tradizionale
produzione di massa. Il mercato non è cambiato solo dal punto di vista economico, ma anche nella capacità di accogliere gran parte dei prodotti con volumi elevati. Quindi il futuro immediato gioca a favore di strutture più flessibili, basate sul lavoro manuale e su un’automazione “low cost”, tipiche delle aziende snelle.
L’ESPERIENZA BOSCH PRODUCTION SYSTEMS (BPS) ORA A DISPOSIZIONE DI TUTTI
I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA LEAN PRODUCTION APPLICATI NEL BOSCH PRODUCTION SYSTEM
Già da alcuni anni all’interno degli stabilimenti Bosch viene implementato il Bosch Production System (BPS) che applica i principi fondamentali della Lean production. I risultati sono ottimi, in termini di miglioramento dell’efficienza produttiva e della riduzione dei costi. L’esperienza ha coinvolto principalmente la divisione Linear Motion & Assembly Technologies di Bosch Rexroth e si è tradotta nello sviluppo di nuovi prodotti, in particolare per la produzione manuale, e nel perfezionamento di quelli già consolidati sul mercato. Oggi i sistemi che Bosch Rexroth offre in questo ambito sono studiati per favorire l’implementazione pratica dei concetti Lean e sono già stati testati all’interno degli oltre 200 stabilimenti Bosch nel mondo. Tutti i prodotti sono concepiti come totalmente personalizzabili in funzione delle richieste dei clienti e sono dotati di una struttura modulare che garantisce la massima flessibilità.
• Logica Pull E’ una logica di tipo reattivo (Pull) per la quale la domanda regola la produzione. Impone di abbandonare strategie anticipatrici (push) che obbligano alla sovrapproduzione e all’accumulo di scorte. Si produce la quantità ordinata al momento giusto e dove richiesto, rispettando la qualità pretesa. Caratteristicamente le esigenze della clientela determinano tutte le azioni. • Identificare il valore È la capacità fondamentale di individuare ciò che crea valore aggiunto e che pertanto giustifica l’investimento di risorse. Con il termine “valore” si identifica il vero valore aggiunto per il cliente, il quale diventa la figura di riferimento che detta il ritmo produttivo (takt time). • Determinare il flusso di valore Individuare il flusso del valore (Value Stream Mapping - cioè l’insieme delle azioni necessarie per realizzare un prodotto/servizio) evidenzia gli sprechi nel processo produttivo e di conseguenza
consente di adottare e pianificare le misure per migliorarlo (Value Stream Design). • Far scorrere il flusso(One Piece Flow) L’obiettivo consiste nel realizzare un flusso continuo di piccoli lotti (idealmente di dimensione unitaria) che sostituisce l’attuale sistema basato su lotti di grande dimensione, code e tempi di setup non modificabili.
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Bosch Rexroth come Partner: la Lean Production in 4 mosse Bosch Rexroth è il partner ideale per pianificare e realizzare in modo pratico e veloce impianti di produzione snelli. Naturalmente la nostra offerta va oltre i componenti. Infatti si concentra su un sistema complessivo e un concetto comune di attuazione che comprende servizi, prodotti e supporto. Servizi Bosch Rexroth vi sostiene sin dalle fasi iniziali con un ventaglio di servizi suddiviso in 2 mosse: Lean Training dei vostri collaboratori, Lean Consulting su progetti lean. Prodotti I Lean Products Bosch Rexroth sono pensati, costruiti e collaudati per unità lavorative, disponibilità di materiali e concatenamento. Vengono utilizzati per creare posti di lavoro e linee di produzione convertibili e diversamente configurabili. Supporto Bosch Rexroth con i suoi Lean Partners certificati, distribuiti capillarmente su tutto il territorio italiano, accompagna il cliente anche nella realizzazione ed implementazione pratica della Lean Production per migliorare l’efficienza produttiva.
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Passo dopo passo verso la produzione snella
Evitare la sovrapproduzione
Eliminare i tempi di attesa
Evitare errori
Evitare processi inefficienti
Evitare movimenti che non creano valore aggiunto
Ridurre le scorte
Ridurre i trasporti
Lean Training Dal manager al magazziniere: chi decide pensa snello La Lean Production richiede che tutti i settori aziendali - insieme alla produzione - condividano una organizzazione lean orientata al Cliente. Non solo: i collaboratori svolgono un ruolo fondamentale nel processo di miglioramento continuo, poichè coinvolti nel proporre soluzioni e responsabilizzati nel raggiungimento dei risultati. Per questo Bosch Rexroth, attraverso la sua scuola di formazione TEC - Bosch Training Esperienze Competenze - offre corsi di formazione sulla Lean Production, con argomenti e livelli di approfondimento differenziati per tutti i collaboratori e manager dell’azienda. Oltre ai percorsi di base (StartLEAN) e avanzati (LEANPlus+), TEC eroga seminari che completano le competenze necessarie all’organizzazione lean dell’azienda e della produzione: ergonomia, progettazione delle linee, gestione di team e di progetti.
Lean Consulting Consulenza in azienda: analizzare per evitare gli sprechi e gli errori Ridurre i costi richiede il massimo della precisione nell’individuare le carenze del processo produttivo. Bosch Rexroth sostiene le aziende clienti con l’attività di consulenza svolta mediante KAIZEN Institute (quest’ultima, nota ed affermata società di consulenza specializzata nell’implementazione dei principi lean attraverso un approccio Kaizen rivolto al miglioramento continuo). L’offerta prevede anche la realizzazione di “Cantieri Kaizen” presso lo stabilimento del cliente oltre che percorsi di formazione per creare Trainer interni all’azienda cliente. Queste consulenze permettono di guidare il cliente attraverso il processo di analisi completa e riorganizzazione del sistema di produzione per individuare le aree di miglioramento e la pianificazione delle tipologie d’intervento necessarie.
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Lean Products e Lean Partners Implementazione di soluzioni collaudate e personalizzate dal progetto al prototipo È arrivato il momento di tradurre in soluzioni concrete le idee scaturite nella fase di consulenza. Infatti, l’ultimo servizio offerto, l’implementazione, consente di costruire con i prodotti Bosch Rexroth le soluzioni pratiche necessarie al miglioramento produttivo. I Lean Partners Rexroth sviluppano e realizzano soluzioni in ottica lean, garantendo risultati efficaci. I nostri Partner vi assisteranno nell’allestimento di postazioni di lavoro manuali, nella realizzazione di linee di assemblaggio, nell’organizzazione di rifornimento ed asservimento di materiale, ed in tutte le altre attività legate all’organizzazione ottimale della vostra produzione. Cambiare il processo produttivo non è mai stato così facile, veloce e sicuro. Grazie alla Lean Production Rexroth.
Profilati in estruso di alluminio
Sistemi di produzione manuale
Il lean partner di
SAMI
MODULI PER L’AUTOMAZIONE FLESSIBILE 66100 Chieti Scalo (CH) - Via N. Mammarella, 46 tel. 0871 565 509- 0871 565 886 - fax 0871 560 118 e-mail: info@samisrl.it - www.samisrl.it Sistemi di produzione manuale
Sistemi di trasferimento pallet
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i partner...
LOGIMA S.r.l. [anno di fondazione 2004] 63037 Porto d’Ascoli (AP) Via del Lavoro, 34 tel. 0735.753864 - fax 0735.766132 www.logimasrl.it - e-mail: info@logimasrl.it
COMIND s.a.s. [anno di fondazione 1980] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Aterno, 42 - Zona Comm. Dragonara tel. 085.4463060 - fax 085.4463556 www.comind.it - e-mail: info@comind.it
SOSTITUZIONE VETRI AUTO E TIR
L.T.A. ABRUZZO S.r.l. [anno di fondazione 1994] 66010 Fara Filiorum Petri (Ch) Via S. Eufemia, sn tel. 0871.79789 - fax 0871.706944 www.ltaabruzzosrl.it - e-mail: info@ltaabruzzosrl.it
Masterglass di Letta Ottorino [anno di fondazione 1997] 65016 Montesilvano (Pe) Corso Umberto I, 590 (int. 74) - Espansione 1 tel. 085.834550 - fax 085.4456174 www.masterglass.it - e-mail: masterglass@inwind.it
confezione abbigliamento maglieria pronto moda
DIEFFE S.r.l. [anno di fondazione 1969] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Loc. Vertonica - C.c. Ibisco comp. D-3/4/5 tel. e fax 085.950563 e-mail: dieffesrl@yahoo.it
MAXI FOODS S.r.l. [anno di fondazione 1997] 65015 Montesilvano (Pe) Via Danubio, capannone B tel. 085.4684079 - fax 085.4684261 www.maxifoods.com e-mail: info@maxifoods.com
MACO S.r.l. [anno di fondazione 1985] 66020 S. Giovanni Teatino (Ch) Via Aterno - Loc. Dragonara tel. 085.4406194 - fax 085.4465923 www.macosrl.com - e-mail: info@macosrl.com
MAZZOCCHETTI LUCIANO [anno di fondazione 1983] 66100 Pescara Strada Vic. Acquatorbida, 17 tel. 085.4462666 - fax 085.4464075 www.lucianomazzocchettitrasporti.191.it e-mail: info@lucianomazzocchettitrasporti.191.it
MAR.COM. MEDICALE [anno di fondazione 2000] 65016 Montesilvano (Pe) Via Verrotti, 25 tel. e fax 085.4492556 www.marcomedicale.biz e-mail: vendite@marcomedicale.biz
SERVILOG PESCARA S.r.l. [anno di fondazione 2006] 66100 Chieti Via E. Piaggio, 21 tel. 0871.570212 - fax 0871.570211
ADRIATICA SERVICE S.r.l. [anno di fondazione 2006] 65016 Montesilvano (Pe) Corso Umberto I, 491 tel. 085.4459921 - fax 085.4450624 e-mail: massimo.toscano.adserv@concessionaria.renault.it
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MECH ENGINEERING S.r.l. [anno di fondazione 2001] 65012 Villanova di Cepagatti (Pe) Via Nazionale, 66/A tel. e fax 085.9774182 e-mail: mechsrl@libero.it
MOBILFINO S.r.l. [anno di fondazione 1973] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Nuc. Ind.le Piano di Sacco, 13 tel. 085.9690145 - fax 085.9690022 www.mobilfino.com - e-mail: infocasa@mobilfino.com
CONCORDE S.r.l. 65126 Pescara Via M. Polo, 73 tel. 085.64154 - fax 085.64433 www.concordeairsea.it e-mail: info@concordeairsea.it
incarichi&carriere » di Alessandra Vallera
L’Aquila. Un nuovo presidente per i giovani imprenditori di Confindustria
ALESSANDRA ROSSI, LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA D’IMPRESA
È
il nuovo presidente dei Giovani Imprenditori della provincia dell’Aquila. Nel discorso di dichiarazione programmatica, ha promesso che «l’elezione sarà nel senso della continuità. Lavoreremo con impegno sul progetto, già avviato dal mio predecessore Fabio Spinosa Pingue, di costituzione di un gruppo unico Pescara, Chieti, L’Aquila e Teramo, perché va nella direzione della più ampia modernizzazione del nostro sistema». Ha poi proseguito: «Personalmente ritengo che la partecipazione alla vita del gruppo rappresenti per un giovane imprenditore un percorso di arricchimento nella propria maturazione professionale, oltre che un’occasione d’incontro e di conoscenza con realtà diverse. Nella logica di una sempre maggiore consapevolezza del ruolo sociale dell’impresa. Il gruppo Giovani, in quanto portatore di un sistema di idee e di valori, è espressione di un’imprenditoria consapevole del proprio ruolo, orientata ed aperta al nuovo, impegnata ad incoraggiare il diffondersi di qualsiasi iniziativa che possa portare alla nascita di nuovi soggetti imprenditoriali e ad uno sviluppo autentico». Nel programma della nuova presidenza, l’impegno ad essere interlocutori di supporto e di stimolo nei confronti di Confindustria L’Aquila; ad apportare idee per la promozione di collegamenti con gli organismi associativi dei giovani imprenditori a livello nazionale e a partecipare alle Commissioni nazionali dei gio-
» foto concessa da Alessandra Rossi
vani di Confindustria. Si vuole diffondere nel territorio, in linea con il movimento nazionale, la diffusione della cultura d’impresa come fondamentale fattore di sviluppo della società; si vuole promuovere i principi della libera iniziativa e della libera concorrenza nelle attività imprenditoriali. E il valore sociale del ruolo dell’imprenditore e l’assunzione di responsabilità che ne deriva; ed anche il dibattito positivo e dialettico. «Il nostro impegno – ha detto la neo presidente - sarà focalizzato soprattutto sulla capacità progettuale ed operativa per poter affrontare le complesse e rischiose sfide che i mercati impongono alle nostre imprese». «Vogliamo costruire alleanze con la società – ha concluso Alessandra Rossi - per promuovere la crescita economica e lo sviluppo civile. Proporremo progetti ed azioni per diffondere la cultura d’impresa e del mercato, elementi centrali per la modernizzazione del Paese. Vogliamo contribuire a creare un nuovo modello di capitalismo che valorizzi le energie imprenditoriali diffuse e che coniughi l’interesse dell’impresa con quello del Paese. Vogliamo essere laboratorio di idee e strategie per una Confindustria rinnovata e più incisiva. Una Confindustria capace di rappresentare e tutelare adeguatamente le imprese e portatrice di una forte progettualità di lungo periodo». Il neo presidente è laureata in economia e commercio, collabora con
Alessandra Rossi presidente dei giovani imprenditori de L’Aquila con il presidente di Confindustria Montezemolo
l’università dell’Aquila dal 1998, e, dall’anno successivo, ha un contratto integrativo presso l’università di Sulmona. Svolge la propria attività nell’azienda di famiglia, la Sportland Appalti S.p.A., società che produce e commercializza strutture prefabbricate in legno e cemento, arredo urbano e parco giochi, chioschi, edicole e piccole strutture metalliche. L’azienda nasce nel novembre 2007, dopo aver rilevato il ramo d’azienda degli appalti pubblici delle altre due società la Rossi Costruzioni e la Markedil, entrambe create da Sergio Rossi. Oggi la società opera nel nucleo industriale di Barisciano, nella provincia dell’Aquila, ed è ben radicata nel proprio ambito territoriale e nelle regioni limitrofe del Centro-Nord. Lavora per conto di enti pubblici e di privati e occupa circa 20 addetti
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seminari&convegni » di Eleonora Lopes
Teramo, il presidente di Confindustria inaugura la nuova sede e parla di competitività
MONTEZEMOLO: «PUNTARE SULLA COMPETENZA PER CRESCERE» Forte e accorato il richiamo agli imprenditori abruzzesi. «Le imprese devono dare spazio ai collaboratori più validi, premiandoli. Insieme a Governo e sindacati, bisogna mettere al primo posto la produttività. Basta con i conflitti arcaici per i contratti»
«P
er il rilancio del nostro Paese, l’imperativo è crescere». Con queste parole Luca Cordero di Montezemolo ha aperto il suo intervento in occasione del convegno svoltosi a Teramo lo scorso 21 gennaio, e che ha inaugurato ufficialmente la nuova sede dell’Unione Industriali,
una splendida e moderna palazzina ubicata nella zona industriale di S. Atto. La cerimonia si è rivelata l’occasione per riflettere sul sistema produttivo teramano, abruzzese e nazionale. “Crescere per competere: il ruolo delle imprese e delle istituzioni per un nuovo sistema Italia”: questo il tema attorno al quale sono
stati chiamati a riflettere i qualificati relatori e il numeroso pubblico intervenuto. I lavori sono stati aperti dal padrone di casa Alfiero Barnabei, presidente dell’Unione Industriali di Teramo, il quale ha disegnato un profilo del tessuto imprenditoriale locale, rimarcando le difficoltà che incontra quotidianamente. Il sindaco di Teramo
Luca Cordero di Montezemolo assalito dai giornalisti al suo arrivo nella sede di Confindustria Teramo
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» foto di Simone Cerio
Da sinistra: Alfiero Barnabei, presidente Confindustria Teramo, il presidente Montezemolo, Calogero Riccardo Marrollo, presidente Confindustria Abruzzo e il governatore Ottaviano Del Turco
Gianni Chiodi si è soffermato su quanto il debito pubblico possa ostacolare la crescita della regione. Ernino D’Agostino, presidente della Provincia di Teramo, ha messo in luce da una parte il dinamismo imprenditoriale e dall’altra la necessità di un impegno comune per lo sviluppo del territorio. Ultimo intervento di saluto, quello di Giustino Di Carlantonio, presidente della Camera di commercio di Teramo, che ha sottolineato come pur occupando, la provincia di Teramo, il 17esimo posto in Italia tra quelle più industrializzate, in realtà si avverta un’enorme difficoltà nella competizione globalizzata. La prima relazione è stata affidata al presidente di Confindustria Abruzzo, Calogero Riccardo Marrollo, appena riconfermato ai vertici
degli industriali. Il Cavaliere ha usato parole incisive e decise: «Gli industriali abruzzesi sono pronti a fare di più, ma occorre che la classe politica regionale compia il suo dovere: è necessario che i tempi tra le decisioni e le realizzazioni si accorcino in maniera radicale. A questo punto -riferendosi al presidente Del Turco che lo ascoltava- abbiamo bisogno di risposte e soluzioni». Il governatore, rispondendo a Marrollo, ha incentrato il suo intervento su quanto sia importante un atteggiamento di stimolo per rilanciare l’economia locale. «Non chiedo un’alleanza, -ha detto Del Turco- oserei troppo, ma una lotta corale e concreta contro gli sprechi». Ha poi definito “positiva” l’azione di stimolo che quotidianamente arriva dal presidente di Con-
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seminari&convegni
findustria Abruzzo e ha aggiunto: «Con l’80% del bilancio corrente assorbito dalla sanità e i costi fissi per i dipendenti, quel che rimane per innovazione e infrastrutture è davvero poco». Montezemolo ha esordito ricordando quanto avvenuto il giorno prima: «È stata una giornata importante, abbiamo finalmente concluso l’accordo con i metalmeccanici, un aumento di 127 euro per 30 mesi, più straordinari. È un fatto positivo che si sia chiuso il contratto, ma si poteva fare meglio. Il sistema delle trattative è ancora arcaico, siamo molto indietro rispetto ai sistemi burocratici europei, ma considero questo accordo un piccolo step in avanti». Il leader, alla sua terza visita in Abruzzo, nonostante un impegno di lavoro che in serata lo voleva a Mosca, non ha esitato a raggiungere Teramo per far ascoltare la sua voce. «L’Industria Italiana -ha affermato Montezemolo- è cresciuta molto, contribuendo ad esempio a determinare il tesoretto con un extra gettito fiscale pari al 50%. Il problema è che non cresce la Nazione. Ma la crescita è un bene comune, è la cosa più importante. Se ci si confronta con altre realtà, ci si rende conto che il nostro è il Paese delle divisioni e delle reciproche accuse. Iniziamo con il diminuire le tasse, soprattutto a chi lavora in fabbrica e a chi ha uno stipendio fisso. In Italia -continua il presidente di Confindustria- non ci sono risorse naturali o materie prime come il petrolio. È quindi necessario che si investa su una grande ricchezza: il capitale umano, i collaboratori. Dando spazio a quelli validi e meritevoli, che sono numerosi, anche in Abruzzo. Bisogna premiarli, le imprese, insieme al governo e ai sindacati, devono mettere al primo posto la produt-
Il presidente Montezemolo con il presidente Barnabei e il direttore di Confindustria Teramo Nicola Di Giovannantonio
tività. Noi Industriali ci assumiamo le nostre responsabilità, è ovvio che possiamo e dobbiamo fare meglio, ma è necessario che il governo ci venga incontro; ad esempio aumentando la qualità e il numero dei servizi che sono cari e poco competitivi, a partire dagli asili e dalle scuole». Ha continuato il numero uno di Confindustria: «Ho dei ricordi di gioventù che mi legano alla terra d’Abruzzo e alle sue bellezze. Un giorno marinai la scuola, avevo una 500 a metà con un amico e andammo insieme sul Gran Sasso. Ricordo ancora il cielo azzurro: è stato uno dei giorni più belli della mia
vita. Avete industrie, artigianato, turismo di qualità, servizi avanzati e poli d’eccellenza come Micron, Honda o Sevel. È necessario puntare su questo per crescere e stare al passo con un mondo che corre velocissimo e che non ha affatto intenzione di rallentare». Al termine della cerimonia, con la benedizione di Monsignor Michele Seccia, Montezemolo, giunto oramai al termine del suo mandato, ha voluto tributare dei riconoscimenti a quattro “past-president” dell’Unione Industriali di Teramo e ha salutato il foltissimo pubblico abruzzese con un caloroso “Arrivederci”
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Da destra gli intervenuti al convegno: Gianni Chiodi, sindaco di Teramo, Mons. Michele Seccia, vescovo della Diocesi di Teramo e Atri, Giustino Di Carlantonio, presidente C.C.I.A.A. di Teramo e Ernino D’Agostino, presidente della Provincia di Teramo
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seminari&convegni » di Riccardo D’Alessandro
PASSERI TECHNOLOGIES
Leader nei servizi di comunicazione avanzata
PASTIFICIO DE CECCO, TRADIZIONE E INNOVAZIONE I giovani imprenditori di Confindustria Chieti in visita allo stabilimento per conoscere il segreto di un successo
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ercorrendo le vie interne del Pastificio De Cecco si avverte una sensazione particolare: si fa fatica a pensare che uno dei fiori all’occhiello del tessuto produttivo abruzzese – e non solo - abbia alle sue spalle più di un secolo di vita. Si fa fatica perché in ogni angolo del suo interno l’alta tecnologia e la tradizione convivono in maniera armoniosa trovando la “giusta miscela”, proprio come quella tra acqua e semola, che permette alla famiglia De Cecco di ottenere una pasta da sempre al vertice del gradimento internazionale. Il passare silenzioso del tempo è altresì annullato dal dinamismo e dalla modernità che solo un team giovane può fornire, attento in ogni momento alle nuove esigenze del mercato. Esempio straordinario
di simbiosi tra natura ed impresa, emblema del “made in Italy”, il Pastificio ha aperto le sue porte ad una nutrita delegazione di Giovani Imprenditori di Chieti, guidata dal presidente Giuseppe Ranalli e dal neo direttore Fabrizio Citriniti. Ad accogliere i Giovani Imprenditori, l’amministratore delegato Saturnino De Cecco. Il giovane manager ha illustrato, ripercorrendo le principali tappe, la lunga storia dell’azienda di famiglia fondata nel 1886 da Filippo De Cecco, inventore del sistema di termoventilazione per l’essiccazione della pasta. Numerose le domande giunte dai giovani industriali, volti a conoscere i segreti del successo di questa realtà tra le più affermate del panorama imprenditoriale, presente anche oltre i confini nazionali. I giovani Imprenditori teatini hanno potuto
Al centro Saturnino De Cecco con i giovani imprenditori di Confindustria Chieti
Achille Passeri & Figlio Via Marino Carboni, 88 66013 Chieti Scalo tel. 0871 58511 fax 0871 5851200 Info a passeri.com www.passeri.com
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I giovani imprenditori all’interno dello storico pastificio
comprendere concretamente l’importanza del concetto di qualità che è posta sempre alla base dei processi volti ad ottenere non solo pasta ma l’intera gamma di prodotti con il marchio De Cecco (sughi, olio extravergine di oliva, conserve di pomodoro). L’estenuante ricerca della qualità e dell’eccellenza in tutta la filiera, dalla scelta delle materie prime da impiegare fino ai processi di lavorazione, viene costantemente premiata e a darne testimonianza ci sono ben 87 paesi nel mondo che scelgono di portare ogni giorno sulle proprie tavole Pasta De Cecco. Ampio spazio è stato riservato all’imminente quotazione in borsa, annunciata di recente. L’ amministratore delegato ha rivelato l’importanza di questo ennesimo passo, voluto dal Gruppo, che assume i tratti di una vera svolta epocale, dovuta all’esigenza della famiglia di confrontarsi più incisivamente con i mercati internazionali, dando ulteriore valore all’azienda. Saturnino De Cecco non ha escluso che il processo di quotazione possa portare nuove acquisizioni di realtà industriali operanti nel settore alimentare.
» foto concesse xxxxxx da Confindustria Chieti
Poi si sono aperte le porte del pastificio ed i giovani imprenditori hanno potuto assistere, sotto la guida del direttore di produzione Celeste Moio, alle fasi attraverso cui si ottiene l’ottima pasta. I profumi sono ancora quelli caratteristici dei mulini “di una volta” e nel contempo la tecnologia lavora silenziosa, sposata con la tradizione pastaia tramandata nei secoli. La visita si è conclusa con l’invito ad assaggiare, nella mensa dell’azienda, i prodotti di casa De Cecco. Il presidente Ranalli, ringraziando l’intero staff De Cecco, ha ribadito la volontà dei giovani industriali di proseguire il percorso itinerante alla scoperta di aziende, con particolare attenzione alle eccellenze locali. Lo stesso Ranalli ha ricordato come troppo spesso i giovani imprenditori cerchino lontano modelli ed esempi di successo aziendali, dimenticando che non occorre necessariamente oltrepassare i confini regionali per scorgere realtà che meritano la nostra attenzione e il nostro interesse. De Cecco, la Honda di Atessa e la Sixty -prossima tappa per il gruppo di Chieti in programma nei mesi futuri- sono “solo” alcuni esempi
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seminari&convegni » di Eleonora Lopes
GESTIONE BANCARIA E FINANZIARIA, CONSEGNATI gli ATTESTATI ai partecipanti Conclusa la terza edizione del corso di perfezionamento coordinato dal professor Giuseppe Mauro. Obiettivo: collegare l’università con il mondo bancario, finanziario e industriale. Ad aprile l’avvio della quarta edizione
I relatori intervenuti alla cerimonia di consegna dei diplomi. Da sinistra: Giuseppe Mauro, Dario Mancini, Pasquale Galante, Gabriele Magrini Alunno, Alfredo D’Incecco e Silvio Di Lorenzo
«N
el nostro settore è fondamentale la comunicazione». Con queste parole il direttore della Banca d’Italia di Pescara, Gabriele Magrini Alunno, ha aperto, lo scorso 8 febbraio, la cerimonia per la conclusione della terza edizione del corso di perfezionamento in Economia e tecniche della gestione bancaria e finanziaria, che ha visto la consegna degli attestati ai 52 corsisti che vi hanno partecipato. Ha continuato Michele Alunno: «Spesso i problemi nascono dalla difficoltà di capirsi, perciò non
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dimenticate mai la disponibilità al dialogo, e ricordate che non bastano competenza e professionalità: mettete sempre passione in quello che fate». In cattedra, per questa lezione un po’ speciale, oltre a Magrini Alunno erano presenti: Giuseppe Mauro, coordinatore del corso; Alfredo D’Incecco, dottore commercialista; Silvio Di Lorenzo, vice presidente esecutivo Honda Italia Industriale SpA e Dario Mancini, direttore generale Banca Caripe SpA. A coordinare i lavori il vice capo redattore de Il Centro, Pasquale Galante. Il professor Mauro ha ripercorso la
storia dell’esperienza formativa: «Il corso è nato come una scommessa, in maniera quasi pionieristica. Per la quarta edizione miglioreremo alcuni aspetti, al fine di diventare un corso d’eccellenza. Il nostro punto di forza è aver creato un link importante tra il mondo accademico e quello bancario, finanziario e industriale». Di Lorenzo si è rivolto ai corsisti incitandoli a mostrarsi sempre positivi, nel lavoro e nella vita: «La positività è un valore fondamentale, imparate anche a trasmetterla ai vostri collaboratori. E poi - ha aggiunto - non dimenticate di guardare alla competizione, qualsiasi lavoro facciate, come qualcosa di sano. Oggi dobbiamo misurarci con colossi come Cina e India e per competere dobbiamo puntare sulla qualità e la conoscenza». Mancini ha invece sottolineato che il merito di questo corso è aver creato
» foto di Andrea Straccini
Gli invitati presenti alla cerimonia
i presupposti per una solida base lavorativa e si è soffermato sulla validità dell’indirizzo didattico e pratico che il corso ha assunto. A chiudere i lavori Alfredo D’Incecco, docente fin dalla prima edizione. «Il corso ha subito un’importante evoluzione: dalla denominazione al contenuto delle lezioni, fino all’ampliamento del numero dei docenti. Non va dimenticata –ha continuato- la presenza dei partner che hanno abbracciato l’iniziativa:
si tratta di banche e imprese industriali e commerciali del territorio, caratterizzate da uomini eccellenti che hanno inseguito un sogno e che sono riusciti a realizzarlo attraverso la passione e la conoscenza. Sono convinto –ha concluso D’Incecco- che le testimonianze rese in questi mesi siano state utili ai corsisti per apprendere la cultura del merito e dell’impegno». Appuntamento ad aprile per la quarta edizione
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ELENCO DEI PARTECIPANTI AL CORSO: Agostini Danilo, Alberoni Alessandra, Angelucci Roberta, Balante Antonio, Basile Michele, Bosco Lidia, Buonpadre Antonio, Cappucci Filomena, Carcerieri Marta, Catalani Angela, Checchia Laura, Cordisco Lucia, Crisante Rossella, D’Alonzo Rossana, D’Angelo Francesca, De Lellis Luca, De Lerma Olga Di Celenza, De Nigris Paolo, Di Lello Vittoria, Di Marco Barbara, Fantacuzzi Erica, Ficcaglia Dalila, Giusti Egizia, Granata Giuseppe, Granchelli Gabriella, Iezzi Alessandro, Mandolese Federica, Marcantonio Giovanni, Marcovecchio Enza, Marzocchella Giulia, Menna Giuseppe, Mezzanotte Fabiana, Mucci Monica, Nasuti Alessandro, Orsini Alessio, Paolini Marianna, Piluso Giuliano, Pozzi Raffaella, Prencipe Carlo Pio, Ranieri Francesca, Rapino Tatiana, Romano Pasquale, Rossi Annalisa, Russo Pietro, Sansevero Gessica, Scioli Danilo, Sticca Dina, Tano Gabriele, Tarantelli Marialba, Totaro Valentina, Viola Claudia, Vittorio Costantin. I partecipanti al corso di perfezionamento in Economia e tecniche della gestione bancaria e finanziaria
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seminari&convegni » di Eleonora Lopes
Festeggiato il 50esimo anniversario della fondazione della Banca di Credito Cooperativo Abruzzese di Cappelle sul Tavo. Nuova filiale a Pescara, nel centro commerciale Il Molino
LA BCCA: LA CRESCITA VALORIZZANDO IL TERRITORIO
I relatori del convegno: da destra, Giuseppe Mauro, docente di politica economica all’università d’Annunzio, Alessandro Azzi, presidente nazionale di Federcasse, Luigi Iachini Bellisarii, presidente della BCCA, Luciano D’Alfonso, sindaco di Pescara, Mons. Francesco Rosso, assistente spirituale del Movimento cooperativo nazionale, Giuseppe Morandini, presidente nazionale di piccola industria Confindustria e Riccardo Barlaam, caporedattore de Il Sole 24 ore
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prirsi al mercato mondiale mantenendo saldo il proprio rapporto con il territorio d’origine. Questa è la mission della Banca di Credito Cooperativo Abruzzese di Cappelle sul Tavo. Se ne è parlato, a 50 anni esatti dalla sua fondazione – risalente al 2 febbraio 1958 - in un convegno tenutosi presso l’auditorium De Cecco a Pescara, dal titolo “Universalità del localismo: il ruolo di una banca di credito cooperativo in un contesto sempre più globale”. A moderare l’incontro, un ospite d’eccezione, il capo redattore de Il Sole 24 Ore l’abruzzese Riccardo Barlaam, tornato, per l’occasione,
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nella sua terra d’origine. Hanno preso parte al convegno il presidente della BCCA, Luigi Iachini Bellisarii; il sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso; il presidente nazionale piccola industria di Confindustria, Giuseppe Morandini; il presidente nazionale di Federcasse, Alessandro Azzi; Monsignor Francesco Rosso, assistente spirituale del movimento cooperativo nazionale e il professor Giuseppe Mauro, docente di Politica economica all’università ”G. d’Annunzio” di Chieti Pescara. «In un mercato globale, formato da attori di dimensioni nazionali ed internazionali – ha affermato
il presidente Bellisarii - occorre riflettere sul ruolo di un istituto, come la BCCA, che continua ad essere fedele, dopo 50 anni, ai valori di sempre: cooperazione e legame con il territorio. Una scelta dettata dalla volontà di offrire un servizio eccellente alla realtà socio-economica di cui essa è parte integrante». Dopo il saluto di Gabriele Magrini Alunno, direttore generale della filiale di Pescara della Banca d’Italia, che ha sottolineato il senso di appartenenza e di servizio della BCCA, è intervenuto Monsignor Rosso, il quale ha ricordato quando «Tanti anni fa abbiamo avuto l’au-
Tra il pubblico presente il direttore generale della BCCA Carlo D’Angelantonio
torizzazione ad aprire di domenica. Oggi la BCCA continua ad essere una banca differente per forza e, aggiungerei, per vocazione». L’economista Mauro ha incentrato il suo intervento approfondendo il tema del convegno da un punto di vista più strettamente tecnico. «Dopo la crisi del 2004, -ha dichiarato- nella quale l’Abruzzo ha subito un forte rallentamento per l’economia, c’è stata, due anni dopo, una leggera ripresa. Ma questo non basta: abbiamo trascurato la capacità di fare sviluppo. È importante puntare tutto sulle piccole imprese, ma è altrettanto importante che per raggiungere obiettivi precisi, la politica svolga un ruolo attivo». «Inoltre -ha concluso Mauro- non dimenticate che la banca è la prima impresa, e la BCCA ne è un esempio concreto, dal momento che la crescita degli impieghi e della raccolta è in continuo aumento. La vera distinzione tra le banche non è tra Luigi Iachini Bellisarii
grandi e piccole, ma tra efficienti e non efficienti». «A nome di tutte le imprese, grazie -ha esordito il presidente Morandini- perché siete riusciti a mantenere un dialogo con i vostri clienti attraverso parole semplici e dirette. E grazie per la vostra passione, perché è la stessa che noi ci mettiamo per far crescere le piccole imprese». Ultimo intervento, quello del presidente Azzi, che ha espresso i suoi complimenti alla BCCA per il lavoro svolto in questi anni. «Complimenti per la fiducia che continuate a dimostrare -ha affermato- e per l’affidabilità nei riguardi della clientela. I mass-media parlano sempre e solo di grandi banche, ma le piccole ricoprono un ruolo fondamentale: continuano ad avere nel tempo una relazione stabile e una grande intesa con la comunità». Nel pomeriggio del 2 febbraio, è stata inaugurata la nuova filiale della BCC Abruzzese all’interno del centro commerciale Il Molino. Per l’occasione, il quartiere di Pescara Porta Nuova si è svegliato con una lieta sorpresa: centinaia di fiocchi verde-blu erano comparsi misteriosamente su portoni e vetrine della zona. Fiocchi che non annunciavano la nascita di un bimbo, ma quella della nuova filiale della BCC Abruzzese: avevano infatti i colori istituzionali della banca. L’operazione è stata studiata dall’agenzia di Pescara Sinergia Advertising, che ha messo a punto una strategia di “guerrilla marketing”
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» foto Andrea Straccini
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seminari&convegni » di Massimo Avenali
GLI ADERENTI ALLA ELEX SI SONO INCONTRATI A PESCARA, OSPITI DEL GRUPPO FERRI
I
numeri sono da record: 26 distributori associati, 262 punti vendita, 2.680 dipendenti, 580 agenti di vendita, 530mila mq di magazzini, per un fatturato pari a 1 miliardo e 350 milioni di Euro. Parliamo della Elex Italia, il maggiore raggruppamento italiano di imprese di distribuzione di materiali elettrici di alta e bassa tensione. Lo scorso 5 febbraio, per la prima volta, la Elex Italia si è radunata a Pescara per l’usuale assemblea con gli associati, presso la sede del Gruppo Ferri in via Raiale. Fautore dell’incontro, il Cavaliere Gilberto Ferri, il decano degli imprenditori abruzzesi, socio fondatore della Elex. Nell’intervallo del Cda, riusciamo a strappare alcune domande ai due protagonisti: Gilberto Ferri per l’appunto e il presidente della Elex Italia, Guido Barcella. Dottor Ferri, come è nata la collaborazione con la Elex Italia? «La società è nata nel 1966 dalla fusione di due gruppi d’acquisto GGA e Sogeme, raggruppamenti storici della distribuzione italiana di materiale elettrico. Oggi la società è cresciuta, in termini di numeri e di fatturato, e il gruppo Ferri è diventato un associato importante». Quali obiettivi vi siete prefissati per il futuro? «In questi due giorni abbiamo presentato l’ipotesi di diventare una SpA, è una cosa su cui stiamo lavorando. Per crescere è fondamentale offrire un servizio di ottima qualità
Uno dei numerosi punti vendita del Gruppo Ferri
ed è quello che stiamo facendo; ma è anche necessario essere competitivi e preparati ad affrontare tutte le problematiche che un mercato così evolutivo ci presenta ogni giorno. Le attività di marketing e di promozione che caratterizzano il gruppo, si sviluppano su una solida base costituita dalla disponibilità di magazzino. Il nuovo consorzio detiene più del 24% della quota di mercato italiana e rappresenta il più grande gruppo del settore». Presidente Barcella, quali sono le tematiche che avete affrontato in questi due giorni? «Sono stati due giorni molto impegnativi, nei quali abbiamo affrontato problematiche importanti, ma ci siamo anche prefissati obiettivi strategici. Le aree in cui lavoriamo sono l’area della logistica, l’area del marketing e quella
della gestione. L’obiettivo è rendere il più efficiente possibile il lavoro delle aziende e avere la possibilità di raggiungere obiettivi comuni. Un altro traguardo importante è quello di diffondere in larga fascia i prodotti attenti all’ambiente, quelli a risparmio energetico, molto utilizzati nel nord Europa». Che rapporti ha con Gilberto Ferri? «Innanzitutto di grande amicizia e stima. Ci tenevo in modo particolare a venire a Pescara per svolgere la nostra consueta assemblea, specie per il rapporto che mi lega a Gilberto Ferri, un grande imprenditore, un innovatore ed un artefice importante per il nostro consorzio. Ne approfitto per ringraziare pubblicamente lui e sua figlia Simonetta, eccellenti padroni di casa, per l’ospitalità che hanno avuto nei nostri confronti»
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i partner...
F.LLI ADEZIO S.n.c. [anno di fondazione 1963] 66010 Ari (Ch) - Via Ponte di Ari tel. 0871.71156 - fax 0871.718211 www.fratelliadezio.it e-mail: info@fratelliadezio.it
CERTIEURO S.r.l. [anno di fondazione 2004] 65100 Pescara Via San Marco, 3 tel. 085.4312170 - fax 085.88431149 www.certieuro.com e-mail: certieuro@certieuro.com
COMPAGNIA TRASPORTI VOLUMINOSI S.r.l. [anno di fondazione 1994] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Aterno, 25 tel. 085.4409074 - fax 085.4465553 www.ctvlogistica.it e-mail: info@ctvlogistica.it
CAMERANO GUIDO [anno di fondazione 1976] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Strada Lungofino, 117 tel. e fax 085.95202 e-mail: g.camerano@telematicaitalia.it
CONFINDUSTRIA ABRUZZO 67100 L’Aquila Nucleo Ind. loc. Campo di Pile tel. 0862.317207 - fax 0862.311929 www.confindustria.abruzzo.it e-mail: info@confindustria.abruzzo.it
IMPRESAFORM [anno di fondazione 2003] 65128 PESCARA Via Raiale 110 bis - 2° piano tel. fax 085.9352852 - tel. fax 085.76637 www.impresaform.it e-mail: info@impreaform.it - roma@impresaform.it
DE NATURA [anno di fondazione2001] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) - Via Alzano, 78 tel. e fax 085.960597 - mobile: 3471939305 e-mail: denatura_pe@libero.it
OBIETTIVO LAVORO S.p.A. Agenzia per il lavoro 65100 Pescara Via Trilussa, 79/81 tel. 085.42.19.706 - fax 085.42.19.707 www.obiettivolavoro.it e-mail: pescara@obiettivolavoro.it
SIA Servizi Integrati Assindustria S.r.l. [anno di fondazione 1999] 66100 Chieti - Via F. Viaggi, 7 tel. 0871.3595291 - fax 0871.321605 www.siaservizi.com - e-mail: siaservizi@tin.it
AGRICOLFIDI ABRUZZO S.C.A.R.L. [anno di fondazione 2001] 66026 Ortona - Via Marina, 25 tel. 085.9061118 - fax 085.9064724 e-mail: mirascar@tin.it
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BIENNE S.a.s. di Delli Rocioli Beniamino & C. [anno di fondazione 1999] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Via Crocifisso, 38 tel. e fax 085.960289
IN FIERA S.r.l. [anno di fondazione 1991] 66034 Lanciano (Ch) Via Isonzo, 1 tel. 0872.711929 - fax 0872.711934 www.infiera-ecotur.it e-mail: info@infiera-ecotur.it
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2ÂŞ Convention delle imprese
30 ottobre 2008 Montesilvano _ (Pe)
evento organizzato da
eventi
“ABRUZZO MADE IN ITALY”: RISULTATI E PROSPETTIVE
L’assessore regionale, Valentina Bianchi: «Un momento importante dell’integrazione fra territorio, persone, aziende e istituzioni»
La delegazione di giornalisti stranieri all’ingresso di Telespazio ad Avezzano
“A
bruzzo made in Italy”: cronologia di un brand. Le azioni, i numeri, le prospettive. Questi i temi affrontati in occasione dell’ultima conferenza stampa-seminario di “Abruzzo made in Italy” - Programmi di Marketing Territoriale dell’assessorato alle Attività Produttive e all’Innovazione della Regione Abruzzo. Lo scorso 19 gennaio si sono dati appunta-
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mento presso il Caffè Letterario in via delle Caserme a Pescara, Valentina Bianchi, assessore regionale alle Attività Produttive e all’Innovazione; Lorenzo Strona, presidente Unicom; Ivano Villani, coordinatore comunicazione “Abruzzo made in Italy”; i rappresentanti del raggruppamento di imprese Ad.Venture srl, Elsagdatamat SpA e Accenture SpA, incaricate della gestione del progetto e alcune delle aziende abruz-
zesi coinvolte in “Abruzzo made in Italy”: Abruzzohotel, Azienda Agricola Nicola Santoleri, Arianna SpA Confetti di Sulmona, Azienda Mion, Azienda Petruzzi, Cappucci, Consorzio Industriale Teramo, Edildada, Delverde Pastificio di Fara San Martino, Euroconsulting. Una mattinata di lavoro e confronto, dedicata alle attività di “Abruzzo made in Italy” con la presentazione dei due eventi di febbraio.
» foto concesse da Ad. Venture srl
Uno in Germania -con una delegazione Abruzzo composta da rappresentanti istituzionali, imprenditori abruzzesi e incaricati della gestione del progetto- per approfondire interessi nei settori infrastruttura, logistica, agroalimentare e turismo, manifestati da investitori e imprenditori tedeschi; l’altro a Pescara, per l’evento di promozione dei risultati. Fra i componenti la delegazione Abruzzo, Roberto Mion, presidente Abruzzohotel; Pietro Rosica, amministratore Cometa Group e presidente Consorzio CISI; Niko Romito, chef internazionale d’Abruzzo, stella Michelin; rappresentanti del Pastificio Delverde e delle Cantine Zaccagnini. «L’esperienza di questo progetto ha accresciuto le competenze di tutti i soggetti coinvolti -ha affermato Valentina Bianchi in occasione dell’incontro- perché abbiamo costituito un sistema pronto a confrontarsi con sempre più target, sia in Italia sia all’estero. “Abruzzo made in Italy” è un momento importan-
te dell’integrazione fra territorio, persone, aziende e istituzioni. Un progetto che non si esaurisce sulla carta, per una regione pronta alla sfida per continuare ad emergere. Supportati anche dall’incitamento di Lorenzo Strona e delle aziende intervenute, andiamo avanti con maggiore convinzione». «L’Abruzzo rappresenta il paradigma della buona comunicazione in Italia -così Lorenzo Strona, presidente Unicom- Conosco questa realtà da pochi anni, ma anche grazie a questo progetto che mi ha coinvolto in convegni e incontri, ho apprezzato l’approccio non convenzionale applicato alla comunicazione del territorio, all’insegna di multicanalità e multimedialità. Mi colpisce questa terra che coniuga metodologie corrette e spirito di collaborazione, sommando impegno di testa e impegno di cuore. Il risultato è l’eccellente integrazione fra imprese, territorio e istituzione. La “sorpresa Abruzzo” giova all’intero Paese»
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La visita guidata all’interno dello stabilimento Honda di Atessa
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eventi
LE AZIONI, I NUMERI, LE PROSPETTIVE • 18 mesi di attività; • 8 mercati coinvolti: Austria, Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Usa, Russia; • 25 “pacchetti localizzativi” nati da un processo di aggiornamento, integrazione e revisione condotto “desk” e sul territorio per identificare le opportunità di investimento; • 2 eventi internazionali; • 2 eventi nazionali; • 2 press tour, internazionale e nazionale; • 2 business tour internazionali; • business tour mirati nazionali ed esteri; • altri eventi di rilievo nel corso del 2007 con la partecipazione di “Abruzzo made in Italy”: Open Days, Bruxelles; L’Abruzzo che sorprende, Capri; Presentazione dei prodotti tipici locali abruzzesi, Friburgo; Incontro nazionale task force italo-russa, Napoli; • 15 i contatti più significativi riportati nell’ambito dell’assistenza alla localizzazione con holding del Nord Italia, aziende abruzzesi, consulenti internazionali, imprenditori e centri di ricerca; • 40 incontri one-to-one con i “portatori di interessi socio-economici collettivi” in Abruzzo (stakeholders); • 12 i principali settori merceologici promossi da “Abruzzo made in Italy”: acque minerali, agroalimentare, ambiente, automotive e alumotive, benessere, edilizia, infrastrutturale e logistica, metalmeccanico, prototipazione, ricerca e innovazione, terziario avanzato, turismo; • oltre 35 imprese abruzzesi coinvolte nel corso delle azioni di promozione di “Abruzzo made in Italy”;
• oltre 2mila contatti fra associazioni, enti, media, operatori economici e servizi nel database di “Abruzzo made in Italy”; • short list di potenziali investitori: sei gruppi di investitori, sette Stati e tre continenti per un totale di 79 aziende; • individuate 10 aziende in Italia, 10 in Francia, 26 tra Germania e Austria, 13 nel Regno Unito, 11 in Russia e 9 negli Stati Uniti; • 12 strutture visitate in occasione dei tour: Arianna Confetti di Sulmona, Atr Group, Azienda Agricola Nicola Santoleri, Azienda Marramiero, Cantina Tollo, Cantine Zaccagnini, Delverde Industrie Alimentari, Honda Italia, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Micron, Sextantio, Telespazio; • 5 testate della stampa specializzata di settore rappresentate in occasione del Press Tour Internazionale: Industrie Anzeiger (Germania), IW Industry Week (USA), L’Usine Nouvelle (Francia), Management Today (Gran Bretagna), MT Management & Technik (Russia); • 6 testate della stampa specializzata di settore rappresentate in occasione del Press Tour Nazionale: Automazione e Strumentazione, Eurofinanza, Il Giornale della Subfornitura, Mototech, Panorama Economy, Spot and Web Media Communication Magazine; • Oltre 100 contatti stampa internazionale, 200 nazionale e tutta la stampa regionale nel database di “Abruzzo made in Italy”; • Più di 150 uscite, oltre 30 sulla stampa internazionale, più di 40 sulla stampa nazionale, più di 70 sulla stampa regionale, con, inoltre, i servizi delle Tv locali; • 16 le testate internazionali e
23 le nazionali che hanno illustrato “Abruzzo Made in Italy”. Tre gli speciali dedicati ad “Abruzzo Made in Italy”: Industrie Anzeiger, Management&Technik, Eurofinanza.
Marcello Zaccagnini all’interno della sua cantina
Un tecnico Micron a lavoro nella clean room
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eventi
Silvi Marina ospiterà il prestigioso evento internazionale organizzato dal network dei World Trade Centers. Grande soddisfazione per la giovane struttura di Chieti-Pescara
A MAGGIO, L’ERM 2008 IN ABRUZZO European, African & Middle East Regional Meeting: un’occasione di confronto e di stimolo, nella prospettiva dell’internazionalizzazione
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al 28 maggio al 1 giugno 2008, presso il “Berti Hotels & Congress” a Silvi Marina, il World Trade Center Pescara-Chieti ospiterà un evento internazionale: l’European, African & Middle East Regional Meeting (ERM 2008). Si tratta di un riconoscimento prestigioso che il network mondiale ha voluto dare alla giovane struttura abruzzese per la sua attività di marketing relazionale che ha consentito di inserire a pieno titolo il territorio abruzzese ed il suo World Trade Center tra gli oltre 300 World Trade Center sparsi in oltre 100 Paesi. Il capitale relazionale è il punto di forza di un World Trade Center (WTC). Se questo è vero nella puntualità dei rapporti interpersonali, ancor di più vale in quelli internazionali. Del resto, in un suo discorso, lo stesso ministro del Commercio Internazionale e per le Politiche Europee, Emma Bonino, ha dichiarato che si deve «cominciare a pensare al di là del nostro mercato di riferimento, a creare sinergie, ad avviare nuove dinamiche, a partire dai nostri vicini. Fissiamocelo bene in testa: il mondo non è il posto dove rischiamo di naufragare, ma la nostra àncora di salvezza contro i rischi di impaludamento che corriamo se restiamo nei nostri piccoli mercati locali». In altri termini, ancora una volta alla base di ogni buon andamento aziendale c’è la
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forza e la qualità dell’alleanza che strategicamente l’azienda deve riuscire a tessere a livello internazionale. L’ERM 2008 è uno dei tanti eventi che il network dei World Trade Center organizza, anche più volte l’anno, al fine di focalizzare l’attenzione non solo su aspetti più squisitamente operativi tipici di un WTC (il principio della reciprocità,
la collaborazione, i nuovi servizi del network mondiale, il rapporto con la World Trade Center Association, ecc.), ma anche e, soprattutto, su opportunità di business da scambiarsi reciprocamente, ovvero far conoscere agli altri colleghi del network le attività che vengono svolte nel proprio WTC, quelle in programma, le opportunità commerciali, ecc., oltre, come è ovvio,
Da sinistra: Nicola Di Mascio, amministratore WTC Pescara-Chieti, Antonio Farchione, amministratore WTC Pescara-Chieti, Ilaria Di Mascio, responsabile estero WTC Pescara-Chieti, Anders Berner, WTCA coordinator Northern Europe, Richard Dandrea, director Business Development & Technology - WTCA New York.
» foto concessa da WTC Pescara - Chieti
consentire di rafforzare le relazioni tra i membri della comunità. In occasione dell’ERM 2008, oltre alla partecipazione dei titolari dei vari WTC, è prevista anche la partecipazione di delegati, ovvero di aziende invitate dai vari WTC al fine di consentire alle stesse di far conoscere direttamente ai titolari di altri WTC o ai delegati di WTC, un proprio prodotto, un servizio, un processo, un brevetto, ecc. Rispetto alle altre edizioni, quest’anno l’ERM è reso particolarmente importante ed unico anche grazie alla partecipazione straordinaria di alcuni World Trade Center di aree che ricadono al di fuori di quella di competenza dell’ERM. In altre parole, oltre ad avere la partecipazione dei WTC dell’Europa, dell’Africa e del Medio Oriente, ci sarà anche la presenza di WTC degli USA, del
Canada, dell’India e della Cina. Attualmente la World Trade Center Association di New York ha raggruppato il network mondiale dei World Trade Center nelle seguenti 4 aree: 1) Western Europe, Eastern Europe, Middle East, Africa; 2) North America; 3) Central America, The Caribbean, South America; 4) Asia, The Pacific. Il WTC Pescara-Chieti è, come è ovvio, inserito nell’Area 1. A ben guardare, eventi come l’ERM 2008 sono solo una delle tante occasioni per stimolare le aziende, ed in particolare quelle abruzzesi, a svegliare lo stimolo verso un confronto internazionale. Come è noto il processo di internazionalizzazione delle imprese può assumere le forme più diverse; oltre a quella, più semplice ed immediata, del commercio diretto, vi possono essere altre modalità come, ad esempio, gli accordi di collaborazione con le imprese estere, oppure altre forme di internazionalizzazione più impegnative come gli investimenti diretti nella forma della localizzazione delle attività produttive all’estero o l’acquisizione di quote di capitale nelle imprese estere. Il ritorno degli investimenti, come quelli a cui si accennava, può dare risultati soddisfacenti e, soprattutto, offrire un ritorno di competitività alle nostre imprese a livello internazionale, solo se si riesce a far leva da una parte sulle economie di scala sufficienti e dall’altra sulla dimensione delle imprese. Rispetto ad un passato alquanto recente, le piccole e medie imprese non riescono più ad esprimere quel dinamismo, quel determinismo, quella inventiva che le ha portate a livelli competitivi di tutto rispetto a livello nazionale. Eccellente è stato il loro modo di cogliere l’originale organizzazione dei distretti industriali, attraverso i quali hanno potuto sfruttare economie di scala
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eventi
legate a forme di integrazione “di sistema”. È sotto gli occhi di tutti, però, che se codeste forme organizzative hanno senza dubbio rappresentato non solo il punto di forza dell’Italia, ma anche una modalità operativa alquanto originale, ora presentano tutta la loro debolezza nella competizione internazionale. Di fronte ad un processo di globalizzazione sempre più incalzante, le piccole e medie imprese hanno necessità di ricorrere a forme di aggregazione alternative come, ad esempio, alleanze o sistemi di rete tra imprese, ma anche modalità innovative nei processi produttivi e nella presenza sui mercati esteri. Non bisogna essere così semplicistici nel pensare che la mera partecipazione ad un evento internazionale come l’ERM 2008, o l’accodarsi ad una trade mission, od anche partecipare sporadicamente ad una fiera collettiva con altri imprenditori, ecc. possano far venire ad una azienda il “bernoccolo dell’internazionalizzazione”; di certo, però, nella consapevolezza di una competizione economica globale, si tratta di piccole occasioni che predispongono ai mutamenti perentori del mercato. In questa direzione vanno anche le linee direttrici dell’attività promozionale 2008-2010, redatte dal ministero del commercio internazionale, che, in particolare, si pongono una serie di obiettivi quali il mantenimento dell’azione promozionale nei confronti dei “mercati maturi” (per esempio, Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone), l’incremento di iniziative verso i Paesi dell’area danubiano-balcanica, quelli dell’Europa Orientale, e dell’Africa Mediterranea, l’avvicinamento ad aree geografiche prioritarie come i Paesi Bric (Brasile, Russia, India e Cina), ed, infine, lo sviluppo di
azioni verso nuovi Paesi o aree geografiche con mercati emergenti ad alto potenziale di sviluppo economico che potrebbero risultare di notevole rilevanza nello sviluppo del commercio internazionale (per esempio Sud Africa e Paesi produttori di energia nell’area Caucaso/ Asia Centrale – in particolare Azerbajian, Kazakhistan). Da molto tempo, ormai, si va affermando che le imprese italiane, specialmente quelle che operano nei settori tradizionali del Made in Italy, si trovano a dover affrontare una concorrenza sempre maggiore da parte dei paesi a basso costo del lavoro (ad esempio, i paesi dell’Est Europa, l’India e la Cina). Uno dei modi per mantenere alto il livello di competitività, non solo sui mercati nazionali ma anche su quelli internazionali, è la capacità delle imprese di sapersi innovare. In altri termini, ciò che viene richiesto alle imprese è la possibilità di sapersi innovare a livello organizzativo, dei processi produttivi e dei prodotti. A tal riguardo, il governatore della Banca d’Italia, in un suo intervento del 24 luglio 2007, ha affermato che «Il quadro italiano è critico, ma la situazione non è immodificabile. Vi sono segni che la trasformazione del nostro sistema produttivo è iniziata. Si è accresciuta nelle imprese italiane l’importanza degli investimenti in progettazione, design, marchi, reti distributive e di assistenza. Fra le imprese medio-grandi si sono diffuse nuove tecnologie di gestione aziendale integrata. È aumentato il ricorso a personale con livelli di istruzione più elevati. È proseguito il processo di internazionalizzazione. Sono segnali positivi, anche se la strada da percorrere è ancora lunga»
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Targa commemorativa dalla Concessionaria per l’ennesimo acquisto del Gruppo specializzato nell’antincendio: 7 veicoli della gamma Vito
BARBUSCIA E BOSICA, BINOMIO DI ECCELLENZA
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ualità del prodotto e passione. Questi i punti di forza che accomunano Barbuscia SpA e il Gruppo Bosica. Da questa armonia nasce un rapporto lavorativo che dura da trent’anni. Risale al lontano 1978 il primo acquisto del gruppo che fa estintori presso la storica concessionaria abruzzese. Barbuscia vendeva, già all’epoca, il top dei veicoli. Bosica voleva solo il meglio per la sua azienda. E la storia continua ancora oggi. Lo scorso 5 febbraio l’azienda specializzata in estintori, ha acquistato presso la Barbuscia sette veicoli commerciali della gamma Vito.
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I 7 veicoli commerciali della gamma “Vito” acquistati dal gruppo Bosica presso la concessionaria Barbuscia
L’unico veicolo in grado di adattarsi perfettamente a qualsiasi esigenza, disponibile con due passi, tre lunghezze e due differenti altezze. Con un design straordinariamente dinamico, stabilità di marcia e comfort di comando senza pari. Per l’occasione, Luigi Barbuscia ha omaggiato Lorenzo Bosica di una targa che sigla l’ennesimo importante acquisto fatto presso la sua concessionaria. «A noi piace il nostro lavoro – ha affermato Bosica - lo facciamo da anni e ci mettiamo tanta passione. Per noi la qualità del prodotto e il servizio al cliente sono punti di forza. Anche gli automezzi che utilizziamo devono essere il meglio, e il meglio in Abruzzo
è Barbuscia». «La mia famiglia collabora da sempre con il Gruppo Bosica. Il rapporto non è solo lavorativo, ma anche di stima -ha detto Luigi BarbusciaMi fa piacere che oggi sia proprio io a consegnare questa targa e a ufficializzare questa importante vendita». Beh, riguardo a Barbuscia, c’è poco da dire: in Abruzzo è un pezzo di storia. Nasce nelle Marche, nel 1920, per mano di Graziano Barbuscia, che avvia la commercializzazione di macchine agricole e industriali e di veicoli industriali e automobili. L’attività prende sempre più piede e viene gestita successivamente dai fratelli Luigi e Ignazio, a Roma e
» foto di Andrea Straccini
Pescara. Si intensificano i rapporti di concessione di vendita e assistenza con i principali costruttori nazionali di automobili e veicoli (gruppo FIAT). Negli anni 70’ entra in azienda Piero Barbuscia; l’attività è concentrata a Pescara e vengono gestiti in proprio i mandanti OM e Ford. Negli anni 90 c’è la svolta: si conclude il rapporto con Iveco e si apre quello con Mercedes Benz con il mandato di vendita e assistenza dei veicoli industriali e commerciali per l’Abruzzo. Nel 1998, viene acquisito il mandato Smart. Nello stesso anno cessa il mandato OM per essere sostituito con quello della Linde. Nel frattempo nascono filiali in tutto l’Abruzzo. Nel 2003, entra in azienda Luigi Barbuscia, quattro anni dopo subentra anche il fratello Francesco, dando così continuità alla quarta generazione in azienda. Attualmente il gruppo impiega 200 unità lavorative sulle 5 filiali in Abruzzo. Bosica Estintori nasce a San Benedetto del Tronto nel lontano 1970 da un’idea dei coniugi Domenico ed Elena Bosica. L’attività allarga rapidamente il proprio raggio d’azione,
Luigi Barbuscia consegna a Lorenzo Bosica le chiavi dei veicoli
al punto che nel 1976 avviene il trasferimento della sede a Martinsicuro e il graduale coinvolgimento dei figli Lorenzo e Tina, oggi a capo del Gruppo, impegnato nella produzione di estintori e antincendi (attività, quest’ultima, gestita dal cugino Pierluigi Bosica). Nel 2000 apre i battenti la nuova filiale di Montesilvano. E, nel contempo, si ampliano i già numerosi servizi offerti al cliente, con l’aggiunta dei collaudi I.S.P.S.L., un centro di ricerca CO2, la commercializzazione di calzature di sicurezza, la consulenza per la legge 626 e corsi di formazione. Oggi l’azienda può contare su un team di 39 dipendenti, puntando sulla qualità del prodotto e del servizio reso ai clienti
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Conosciamo più da vicino il nuovo sponsor della Pescara Calcio
HUMANGEST IN BIANCAZZURRO
L’agenzia del lavoro, tutta abruzzese, offre alle imprese soluzioni innovative e affidabili. Servizi avanzati di formazione, intermediazione, ricerca e selezione
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umangest ha siglato un accordo con la squadra biancoazzurra affinché il campionato di calcio 2007/2008, nella seconda parte della stagione, veda il proprio marchio sulle magliette del Pescara. La vicinanza della società al mondo dello sport non è comunque un caso isolato, sponsorizza anche L’Aquila Rugby 1936 e la Water Polis Pescara. Realtà, dunque, in cui l’agonismo e la forza si sposano pienamente con la correttezza, con lo spirito di squadra, il rispetto dei compagni, il coraggio e la lealtà dei giocatori. Valori, questi, che possono essere facilmente condivisi da chi fa dello sport la propria professione o, semplicemente, la propria passione. Humangest, come realtà specializzata nel mondo del lavoro, punta su soluzioni che funzionano, sull’innovazione, l’affidabilità, la concretezza. Con al centro l’uomo. L’idea Humangest nasce dalla volontà e dalla passione di un team di esperti del settore risorse umane, con una lunga e solida esperienza nell’erogazione di consulenza di alto livello. Professionisti che sanno trasformare le esigenze nel proprio lavoro, le richieste in priorità, i problemi in soluzioni. La flessibilità si traduce nella capacità di individuare e rispondere prontamente e con professionalità ai diversi problemi, e di saperli collocare in uno scenario quanto mai vasto e complesso. Per meglio accontentare le neces-
sità dei lavoratori e delle imprese, Humangest ha creato Humanform, la società del Gruppo dedicata alla formazione. Ciò che si prefigge è la realizzazione di quattro differenti livelli di corsi, al fine di offrire quello più pertinente ai mutamenti del mercato. Si hanno quindi corsi di formazione di base, ovvero dei percorsi finalizzati a fornire conoscenze di carattere generale collegate al mondo del lavoro; corsi di formazione professionale, e quindi interventi di prequalificazione, qualificazione, riqualificazione, specializzazione e aggiornamento, realizzati con sistemi che utilizzano metodologie di formazione d’aula e/o a distanza; corsi di formazione on the job, mirati a raccordare la professionalità del lavoratore alle esigenze collegate all’espletamento della mansione in contesti produttivi/organizzativi individuati. Senza dimenticare la formazione continua: quella serie di iniziative che puntano a soddisfare le richieste di formazione dei lavoratori assunti con contratto di somministrazione, attraverso azioni che permettano la realizzazione di obiettivi quali l’anticipazione dei bisogni, la riqualificazione, l’aggiornamento e l’adattamento professionale, per rafforzare la competitività delle imprese e del loro personale. Oltre a questo, Humanform è anche “formazione in company”, con a disposizione una vasta scelta di corsi a catalogo o progettati su misura, che investono sia l’ambito manage-
La presentazione delle divise da gioco del Pescara Calcio con il nuovo sponsor Humangest
riale che quello tecnico-industriale, andando dall’area comportamentale a quella dei corsi obbligatori. La gamma di prodotti e servizi è dunque ampia ed esclusiva. Il team di Humangest è composto da più di 80 professionisti che impiegano ogni giorno una media di 3000 lavoratori presso le 500 aziende clienti, sparse su tutto il territorio nazionale. Numeri che hanno alla base la forte volontà di donne e uomini preparati e con un grande affiatamento e gioco di squadra. Anche per questo Humangest ha un cuore sportivo
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eventi » di Eleonora Lopes
«LA REGIONE DEVE PUNTARE SULL’INTERNAZIONALIZZAZIONE E SUI NUOVI INVESTIMENTI» Il comitato regionale dei giovani imprenditori di Confindustria Abruzzo, presieduto dal presidente regionale Fabio Spinosa, ha organizzato un incontro con l’assessore regionale alle attività produttive Valentina Bianchi. Il tema: lo sviluppo economico del territorio
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giovani imprenditori di Confindustria Abruzzo a tavola con Valentina Bianchi. Un incontro, seppure informale, ma dai grandi contenuti che il presidente Fabio Spinosa Pingue ha promosso con il preciso scopo di consolidare il dialogo tra la classe politica e quella imprenditoriale. Impeccabile la cornice e l’ospitalità del ristorante “Milù - La prora”. Davanti ai piatti dello chef Marcello Di Girolamo e alle pizze di Luciano Passeri, si è aperto un dibattito dai toni accesi sulle questioni legate allo sviluppo dell’economia e delle attività produttive. Ha partecipato la stampa e anche una nutrita rappresentanza del gruppo giovani delle territoriali di Confindustria. In particolare, il presidente regionale Spinosa, i quattro presidenti provinciali Federica Chiavaroli di Pescara (nella doppia veste di padrona di casa: è una dei tre soci proprietari del ristorante Milù - La prora), Mauro Barnabei di Teramo, Alessandra Rossi di L’Aquila e Giuseppe Ranalli di Chieti. «È necessario che l’impresa torni al centro dell’azione dell’Amministrazione Regionale -ha affermato Spinosa rivolgendosi alla BianchiDobbiamo puntare tutto su una
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politica di internazionalizzazione, selezionando con cura le fiere più attuali. Il problema dell’Abruzzo è che pur essendoci le carte giuste per attrarre investimenti esteri, spesso non si riesce a farlo. Da sole, le PMI non possono farcela. Servono proposte e finanziamenti da parte della Regione». L’invito ad investire nella ricerca & innovazione nella risposta della Bianchi: «L’Abruzzo - ha affermato si trova da una parte ad aumentare le capacità attrattive, dall’altra ad avere la grande opportunità di utilizzare al massimo i fondi europei e il fondo FAS. Si tratta, complessivamente di 2,8 miliardi di euro fino al 2013». Ha continuato l’assessore: «La nuova finanziaria ha rimodulato alcune misure comunitarie come la 87 3c. Numerosi i vantaggi per le imprese, compreso un bonus sulla ricerca e l’innovazione, due temi a me molto cari. Proviamo ad investire qui, come hanno fatto la Micron o la Honda. Facciamo innovazione dentro le imprese e puntiamo su qualcosa che all’estero si perde: la qualità». La speranza dei giovani imprenditori è che le parole dell’assessore Bianchi, già presidente dei giovani di Confindustria Abruzzo, non siano vane
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Confindustria Abruzzo
A Federica Chiavaroli va o un grande in bocca al lup e ion az red da parte della la di Abruzzo Impresa per . ria ust nd scalata a Confi Ăˆ stata infatti candidata da Cleto Sagripanti (in lista per diventare i presidente nazionale de di ri ito nd giovani impre Confindustria) alla vice l presidenza nazionale de . gruppo stesso
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ubicazione: • nel Comune di Città Sant’Angelo • a 8 km da Pescara
descrizione: • capannoni per commercio all’ingrosso, moduli da 634 mq a 10.000 mq
• a 4 km dall’autostrada A-14 uscita Pescara nord
• capannoni per logistica, moduli da 480 mq a 2.400 mq
centro servizi: • sportello bancario • bar e ristorante • sala conferenze • uffici
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[anno fondazione 2002]
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LE MILLE SFACCETTATURE DEL «TEATRO DEL COLORE» DELLA DI DONATO SPA
Grande successo per Decor & Color Show, la più importante rassegna italiana dedicata al colore, organizzata nell’ambito del MADE Expo, la fiera internazionale tenutasi a Milano dal 5 al 9 Febbraio. In un’area di 100mila mq espositivi, più di 1900 le aziende italiane ed estere che hanno offerto a progettisti, imprese e operatori qualificati, le più innovative soluzioni per l’architettura, il design e l’edilizia. Un punto di incontro ed un momento di aggiornamento su prodotti e soluzioni in tema di pitture, smalti, finiture decorative, stucchi, prodotti per la preparazione delle superfici, pitture speciali - ai silicati, ai silossani, ignifughe, anticorrosive -, paste e coloranti, sistemi tintometrici, pennelli e rulli. Non poteva mancare l’azienda abruzzese più importante del settore, la Di Donato SpA capogruppo dei brands IVC, Azimut e Muratti. Con una superficie espositiva di oltre 230 metri quadrati su due livelli, si è distinta per il suo look total white ed uno stile unico. Il concept creativo, denominato “Teatro del Colore”, prevedeva infatti uno spazio scenico in cui a farla da padrone erano sì i colori ma in una veste totalmente rinnovata, come fruizione di arte: in esposizione alcune sculture di un giovane artista abruzzese, in visione - su quattro moderni schermi ad alta definizione - i paesaggi e gli spazi incontaminati delle colline pescaresi. I colori legati ai profumi e ai sapori della terra d’Abruzzo erano sottolineati dalla degustazione dei vini più raffinati della cantina Zaccagnini. Uno stand, non solo delizia degli occhi e del palato, ma elogio della terra nella quale ha sede la Di Donato SpA, permeato della filosofia del rispetto per la natura. I 4 cilindri in vetro con ossidi colorati, dai quali prendevano vita tralci di vite, ricordavano l’impegno costante nell’ambito della sostenibilità ambientale, poiché è dalla terra che vengono generati i colori. Di Donato ha riscosso un grande successo e l’ammirazione dei presenti per aver saputo stimolare tutti i sensi del visitatore: tatto, vista, gusto e olfatto, instillando la curiosità per una regione dai mille colori, dalla grande tradizione eno-gastronomica, sensibile da sempre alle tematiche ambientali con oltre un terzo del territorio regionale protetto. Di Donato: protagonista attento delle mille sfaccettature del colore, palcoscenico di una esperienza di stile ed estetica, che ha raccontato un piccolo viaggio nella terra d’Abruzzo DI DONATO S.p.A. 66020 S. Giovanni Teatino (Ch) Via Salara, 12-13 tel. 085.4460159 - fax 085.4460491 www.didonatospa.com e-mail: info@didonatospa.com
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MOSCONE DI NEON JOLLY: LAVORI AD ALTA TECNOLOGIA Chieti, nella Villa Comunale rivive lo storico locale “Casina dei tigli”
All’ingresso della Villa Comunale di Chieti, la “Casina dei tigli” risplende di nuova vita grazie alla tecnologia della Moscone Lavorazioni Tecnologiche di Neon Jolly snc. Si tratta di una struttura di 180 metri quadri, curata nei minimi particolari e costruita in armonia con il parco circostante. La realizzazione, in tubolare cavo FE verniciato e acciaio inossidabile lucido e satinato, si fonde con estrema eleganza alla trasparenza delle pareti e della copertura. Particolarità che rendono il moderno punto di ristorazione in completa sintonia con la fila dei secolari tigli da cui prende il nome. Moscone di Neon Jolly snc, può definirsi un’azienda unica, che cerca e trova la soluzione ideale per il cliente. Che opera in un settore in continua evoluzione, ed è, anche per questo, sempre pronta a nuove sfide. La sua forza? L’esperienza, la professionalità, la dedizione e la passione delle persone che da oltre trent’anni fanno dell’azienda il punto di riferimento per tutto ciò che non è possibile costruire in grande serie. L’azienda realizza ambientazioni interne, strutture metalliche, plastiche su misura, arredamenti in metallo e carpenteria leggera. Oltre che lavorazioni conto terzi. La tecnologia di cui si avvale è altamente avanzata: il parco macchine è costantemente aggiornato e consente di produrre con estrema precisione e standard qualitativi altissimi. Il cliente è sempre assistito con professionalità, anche in tutte le fasi della fornitura e dei servizi collegati
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Moscone di Neon Jolly snc Uffici e stabilimento: Via Aterno, 135/137 66020 San Giovanni Teatino (CH) Tel. e Fax 085.4460411 web: www.moscone-pescara.it
» foto concesse da Moscone di Neon Jolly snc
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Confindustria Abruzzo
“E’ più bello di un Chia” così ha commentato il presidente di Confindustria Luca Montezemolo, l’olio su carta filigranata, tessuta a mano, di Mimmo o Germanà, con cui Angel Di Maida l’ha voluto omaggiare, durante l’inaugurazione della nuova sede dell’Unione industriali di Teramo. “Stimo da sempre Montezemolo e vedo in lui, il vessillo del bello stile italiano e della nostra tipica intelligenza e capacità, una formidabile analogia con il Germanà”, ha ribattuto da era gallerista, che op più di 15 anni in Abruzzo. Il dipinto è un “senza titolo” 57 per 76 cm. 1990.
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Slow Food, storia di un movimento “lento”
Mille cuochi di tutto il mondo a Terra Madre 2006
la vita è bella passione motori
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BMW Serie 6 Coupé, “esclusivamente” sportiva
uscita di sicurezza
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In volo verso la raggiante Catania
focus hi-tech
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La tecnologia che comunica con te
divudi
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SMS – Sotto Mentite Spoglie: 90 minuti di sana legerezza
tempo rubato
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La cattedrale del mare
un’ottima annata
il vino con gli occhi: 123 Gustate vi troverete l’arcobaleno
passione motori » di Marco Taglieri
BMW SERIE 6 COUPé, “ESCLUSIVAMENTE” SPORTIVA Dinamicità, lusso e sicurezza. Prestazioni brillanti, che esaltano l’agibilità di guida
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vederla così, sportiva e dinamica, nessuno mai sospetterebbe le reali potenzialità di questo “bolide”. La Bmw serie 6 coupé, infatti, si presta alle più svariate situazioni di guida, non soltanto quelle pret-
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tamente sportive. Vi basterà aprire il bagagliaio per realizzare che è tutto vero: spazio e comodità per viaggiare anche con più persone a bordo e per lunghe tratte. L’eleganza della capote, oltre che particolarità suprema di questa Bmw,
concorre in modo decisivo alla creazione di spazio interno: quando rimane chiusa, infatti, il bagagliaio appare ancora più capiente. Un’altra sua importante caratteristica sta nella capacità di isolare l’abitacolo, sia sotto il profilo
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Concessionaria BMW e MINI
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acustico che sotto quello termico. Si sta davvero bene dentro questa cabrio, ma al piacere tattile si associa quello degli occhi: il frontale marcato e sportivo conferisce un’immagine di lusso all’intera vettura, grazie soprattutto alla decisa linea trasversale situata nella parte superiore della calandra. Inoltre, le nervature che si snodano lungo i fianchi della macchina, creano singolari effetti di luci e ombre, in perfetta sintonia con l’esclusività dello stile Bmw. Quello che d’altronde si ripresenta in tutta la sua forza ammaliante anche negli interni, con traiettorie marcate ma raffinatissime. Basta parlare dell’estetica, è ora di accendere il motore: inizia il vero divertimento, con le opzioni disponibili (8 o 6 cilindri a benzina, 6 cilindri diesel) e la possibilità di scegliere un cambio manuale piuttosto che un altro automatico e sportivo. Con quest’ultimo i movimenti sono ancor più fluidi ed “eccitanti”, tanto che l’accelerazione da 0 a 100 Km/h (in soli 5,1 secondi!) regala emozioni notevoli. Ma ad alte velocità la cosa più importante è la sicurezza: ecco il Dynamic Drive, un
sistema che migliora la sterzata e riduce sensibilmente le vibrazioni della carrozzeria in occasione delle curve. Il controllo dinamico di stabilità (Dsc) interviene, invece, sulle singole ruote e su ogni tipo di tracciato, giusto per non lasciare nulla al caso. Ma come fa questa Bmw a raggiungere tali prestazioni rimanendo così sicura? Lo deve agli speciali materiali utilizzati nel telaio: una struttura mista di alluminio e acciaio che alleggerisce entrambi gli assi, così da garantire equa ripartizione dei carichi e un’agilità di guida impressionante. All’interno del vastissimo pacchetto sicurezza della macchina ci preme sottolineare il particolare sistema di funzionamento degli airbag: il sistema ottico a bus fa scattare anche il pretensionatore della cintura, spegne la pompa del carburante, sblocca la chiusura centralizzata e accende le luci di emergenza. Per finire, anche i pneumatici runflat continuano a “lavorare” in sicurezza anche in caso di perdita di pressione. Visto? È proprio il caso di dire che questa Bmw serie 6 coupé non vorresti spegnerla mai
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INFOMAX S.r.l. [anno di fondazione 1987] 66026 Ortona (Ch) Via Giro degli Ulivi, 3/b tel. 085.9063838 - fax 085.9066336 www.infomaxsrl.it - e-mail: info@infomaxsrl.it
LEONE GABRIELE S.r.l. [anno di fondazione 1967] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) C.da Vertonica - c.c. Ibisco F 9/10/11 tel. 085.95165 - fax 085.9508923 www.leonegabrielesrl.com e-mail: info@leonegabrielesrl.com
PELDO S.a.s. di Giovanni D’Ottavio & C. [anno di fondazione 1973] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) C.da Vertonica - c.c. Ibisco, comparto C mod. 1/2/3 tel. 085.950579 - fax 085.9500035 www.peldo.it - e-mail: staff@peldo.it
T&D S.r.l. [anno di fondazione 2001] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Via Lungofino, 187 - c.c. Ibisco mod. B/12 tel. 085.959283 - fax 085.9507155 www.tditcompany.it - e-mail: info@tditcompany.it
EUROFLORA S.r.l. [anno di fondazione 1982] 66013 Chieti Scalo (Ch) Via Penne, 37-39 tel. 0871.565569 - fax 085.565180 e-mail: euromaa@virgilio.it
Susa S.p.A. [anno di fondazione 1949] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Strada Prov. Lungofino, 187 tel. 085.9500778 - fax 085.9508781 www.susa.it - e-mail: susape@susa.it
EVANGELISTA LIQUORI S.n.c. [anno di fondazione 1907] 66020 Sambuceto di San Giovanni Teatino (Ch) Via Mazzini, 133 tel. e fax 085.4462801 www.evangelistaliquori.com - e-mail: info@evangelistaliquori.com
FIDES TRADING S.r.l. [anno di fondazione 1966] 66030 Arielli (Ch) Via s.p. Marrucina, 3 tel. 0871.938671 / 085.432461 fax 0871.930329 / 085.4314959 www.fidestrading.it - e-mail: info@fidestrading.it
TRASPORTI ITAL-P.A.D. S.r.l. 65125 Pescara (PE) Via Naz. Adriatica Nord, 563 tel. 085.470701 - fax 085.4718054 www.italpad.it - e-mail: italpad@tin.it
FARNESE VINI S.r.l. [anno di fondazione 1999] 66026 Ortona (Ch) Via dei Bastioni - Castello Caldora Tel. 085.9067388 - Fax 085.9067389 www.farnese-vini.com - e-mail: farnese@farnese-vini.com
Concessionaria BMW Concessionaria MINI
Autoabruzzo Via Amendola, 300 - Tel. 085 432511 SAMBUCETO (CH) Strada Provinciale, 23 - Tel. 0872 57194 MOZZAGROGNA (CH)
FAS TRASPORTI S.r.l. [anno di fondazione 1973] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Po, 69 tel. 085.444471 - fax 085.44447210 www.fastrasporti.com - e-mail: info@fastrasporti.com
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F.LLI DI DONATO S.a.s. [anno di fondazione 1986] 65013 Marina di Città Sant’Angelo (Pe) Via Mulino del Gioco, 48 tel. 085.950509 - fax 085.959790 www.didonatosas.it - e-mail: info@didonatosas.it
F.lli DI NINO S.n.c. [anno di fondazione 1960] 65010 Spoltore (Pe) C.da Fontevecchia, 69 tel. 085.413146/47 - fax 085.4155023 www.dinino.it - e-mail: dinino@dinino.it
FREE S.r.l. [anno di fondazione 2003] 65015 Montesilvano - Via Verrotti, 142 tel. 085.4451749 e-mail: free_srl@libero.it
IN VOLO VERSO LA RAGGIANTE CATANIA
G
uido Piovene, quasi cinquant’anni fa, nel suo Viaggio attraverso le città italiane raccontato sul Corriere della Sera, la chiamò la “Milano del Sud”. Turi Ferro, mattatore del palcoscenico scomparso nel 2001, parlava, all’inizio degli anni ‘50, della “città di belle donne, che più tempo passa e più bella si fa”. È Catania, antica città dal clima mite, ricca di monumenti e luoghi d’arte, che domina il Golfo omonimo, nata nel 729 a.C. come insediamento siculo dei coloni greci calcidesi che, la chiamarono Katane, in antico siculo “grattugia” per l’asperità del terreno lavico su cui sorgeva. Chi la visita oggi trova principalmente una città barocca, ridisegnata da illustri architetti dopo il terremoto del 1693, in un fervore di ricostruzione che la farà rinascere in pochi anni. Catania è una città ricca di arte, dove la cultura “trasuda da ogni angolo”. La si avverte facendo una passeggiata per le strade del centro: massima espressione la piazza del Duomo, con la Fontana dell’Elefante nel mezzo, contornata dalla Cattedrale barocca dedicata a Sant’Agata; dal Palazzo dei Chierici e dal Municipio settecentesco, nei
cui pressi sorge il Palazzo dell’università, la più antica di Sicilia. Altri edifici e chiese di gran pregio sono allineati lungo la via Etnea, arteria principale e salotto buono della città e lungo la sontuosa ed elegante via Crociferi. Nonostante eruzioni e terremoti, la città conserva ancora notevoli testimonianze del passato. È di epoca sveva il Castello Ursino, sede del Museo Comunale, mentre risalgono ai romani l’Odeon e il Teatro, interamente edificati in pietra lavica, e l’Anfiteatro, costruito durante l’impero di Augusto e secondo solo al Colosseo. Catania è una città con una spiccata vivacità culturale da attribuire, molto probabilmente, al fatto che per secoli è stato un autentico crogiuolo di popoli e culture diverse. Va ricordata per i grandi artisti che qui sono nati o vissuti a partire dagli scrittori che hanno fatto la storia della letteratura italiana come Giovanni Verga e Luigi Capuana e al musicista Vincenzo Bellini e ai più recenti Franco Battiato, Mario Venuti, Gerardina Trovato, Carmen Consoli e molti altri autori minori. Catania è la porta di accesso principale per l’Etna, il più grande vulcano europeo, attivo da tempo
immemorabile. Attorno ad esso si estende un ambiente unico e impareggiabile, ricco di suoni, profumi colori. Un comprensorio dal paesaggio incantevole, protetto da un parco naturale che chiunque si trovi in Sicilia non può mancare di visitare. Infine passiamo alla cucina: la pasta alla norma, è un piatto originario della città di Catania, creato in onore alla Norma di Vincenzo Bellini. L’aneddoto vuole che un giorno, durante un pranzo tra artisti, sia arrivato a tavola un piatto di spaghetti condito con ricotta salata infornata, salsa di pomodoro, melanzane fritte e basilico. Alla fine qualcuno dei commensali, ispirato dai sapori e dagli odori del piatto, esclamò: «ma questa è una Norma!». Si sa che in questa città, Bellini e la Norma sono sinonimi di tutto ciò che è eccelso. Ma a Catania troviamo anche tutto il meglio della cucina siciliana. Nata dall’incontro di vari popoli, è un mondo a sé, che passa con disinvoltura dal salato al dolce e poi all’agro. E infine i dolci: cassate, cannoli, pasta di mandorle, frutta martorana… irresistibili tentazioni della pasticceria sicula
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UN MOTIVO IN PIÙ: VOLARE DA PESCARA
A partire dal 6 marzo, si vola dall’aeroporto di Pescara a quello di Catania. La compagnia aerea abruzzese Itali Airlines, vola due volte la settimana, ogni giovedì e domenica, con andata e ritorno in mattinata. I voli sono operati con Md82 da 164 posti e Dornier 328 da 312 posti. Successivamente la frequenza dei voli su Catania verrà incrementata. Il volo sarà attivo tutto l’anno. I costi partono da 80 euro a tratta, tutto incluso. Per prenotazioni on line: www.italiweb.it Agenzia di viaggi e Turismo Il mondo alla tua portata _ Via L. Da Vinci,22 _ 65100 Pescara (PE) - tel. 085-2058464 Pacchetti validi per il week end del 11 – 13 aprile (i prezzi sono suscettibili di variazione) Volo Roma – Catania A/R - Windjet 2 notti – B&B Hotel Royal - 4 stelle prezzo 370,00 euro/2 persone
Volo Roma - Catania A/R - Windjet 2 notti - B&B Hotel Parco degli Aragonesi - 4 stelle prezzo 450,00 euro/2 persone
Volo Roma – Catania A/R – Windjet 2 notti - B&B Hotel Excelsior Grand - 5 stelle prezzo 460,00 euro/2 persone
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i partner...
PUBLIGRAFIKA S.r.l. [anno di fondazione 1990] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Traiano, 25 tel. e fax 085.4460893 - 085.4465558 www.publigrafika.it - e-mail: info@publigrafika.191.it
RICAMI & DINTORNI di Marozzi Isabella [anno di fondazione 2006] 65012 Cepagatti (Pe) Via A. Forlani 70/a tel. 085.974701 www.ricamiedintorni.com - e-mail: info@ricamiedintorni.com
RIZZIERO S.r.l. [anno di fondazione 1936] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Via Saline, 1 tel. 085.950495 - fax 085.950494 www.rizziero.com - e-mail: info@rizziero.com
RTI di Gabriele Federico [anno di fondazione 1988] 65122 Pescara Via Ortona, 1 tel. 085.4173593 fax 085.4156824 www.rtiweb.it - e-mail: info@rtiweb.it
MPIM di MARIO PAPARELLA [anno di fondazione 1986] 66020 Sambuceto (Ch) Via Chiacchiaretta, 37 tel. 085.4461210 - fax 085.4460236 www.mpim.it - e-mail: mario@mpim.it
PIAZZA DELL’AUTO S.r.l. [anno di fondazione 2005] 65129 Pescara Via Tiburtina, 427 tel. e fax 085.4315313 www.piazzadellauto.com e-mail: info@piazzadellauto.com
PIERANGELO AUTOTRASPORTI S.n.c. [anno di fondazione 1972] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Aterno, 25 tel. 085.4464808 - fax 085.4464464 www.pierangelotrasporti.it - e-mail: info@pierangelotrasporti.it
PROGETTOGGETTO S.r.l. [anno di fondazione 1999] 66020 San Giovanni Teatino Via Amendola, 212 - Sambuceto tel. 085.4326754 - fax 085.4318915
PROGETTO INFORMATICA S.n.c. [anno di fondazione 1985] 65126 Pescara - Via D’Avalos, 66 tel. 085.63721-67325 - fax 085.4513827 www.proginf.com e-mail: progetto@proginf.com
OTTICA L’IRIDE di Cipressi Antonella [anno di fondazione 1983] 66013 Chieti Scalo Via Colonnetta, 23 tel. e fax 0871.562628 e-mail: otticaliride@interfree.it
Massimo Paolini Agente Capo NADIR di Di Nardo Di Maio Gabriele [anno di fondazione 1979] 65010 Cappelle sul Tavo (Pe) Contrada Fiume Tavo, 71 tel. e fax 085.4470840 r.a. e-mail: gabdinar@tin.it
Massimo Paolini - Sara assicurazioni [anno di fondazione 1968] 66100 Chieti Piazza Garibaldi, 3 tel. 0871.323095 - fax 0871.347316 www.sara.it - e-mail: ag6220@saraagenzie.it
NEW AID SOC. COOP. ARL ONLUS [anno di fondazione 1988] 65013 Città Sant’Angelo Vico Ghiotti, 04 tel. e fax 085.969268 e-mail: newaid@libero.it
PAPER PLAST S.n.c. [anno di fondazione 1979] 65016 Montesilvano Via Egitto, 14 tel. 085.4683939 - fax 085.4684041 www.paper-plast.it - e-mail: info@paper-plast.it
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focus hi-tech
LA TECNOLOGIA CHE COMUNICA CON TE
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ue sono oggi i dispositivi fondamentali nello scambio di informazioni: il router e l’adattatore di rete wireless da porta USB 2.0. Il primo è il dispositivo “centrale”, che mette in condivisione i vari dati; il secondo è l’accessorio che ogni pc deve avere per entrare in comunicazione con gli altri dispositivi. Nel mondo di oggi, tecnologicamente avanzato e sempre in continuo cambiamento, la comunicazione è certamente importante nella vita di relazione ma addirittura essenziale nel lavoro. Avere a disposizione, nel proprio ufficio o anche a casa, mezzi che permettano di collegarsi e interfacciarsi con gli altri per rendere più agevole il passaggio e la condivisione di informazioni, è certamente un aiuto, un fattore positivo che l’avanzare delle soluzioni rende sempre più a portata di mano, sia in termini di costi che di dimensioni. I piccoli dispositivi di cui parliamo questo mese, curati anche nel design e nei materiali utilizzati, sono proprio quegli elementi indispensabili per far dialogare meglio dei computer, per scambiare dati, per accedere a Internet. Il tutto, senza l’impiego di fili e scomodi cavi. Strumenti essenziali per chi dei mezzi informatici non può fare a meno, per chi nello scambio veloce e agevole di dati e informazioni trova una mano determinante nell’organizzazione e nella gestione dei propri impegni.
TP-Link 108M WL Router SuperG,eX Range
Il router TL-WR641G 108Mbps Wireless integra firewall, NAT e Access Point Wireless. Una soluzione ideale per le reti Wireless Small Office/Home Office (SOHO). Permette di connettere i dispositivi di rete senza utilizzare cavi e di condividere l’accesso ad Internet, i file e le stampanti in modo facile e sicuro. Fornisce varie funzioni di sicurezza e permette di disattivare il broadcasting dell’SSID in modo che solo le stazioni che conoscono l’SSID possano connettersi. Fornisce la crittografia WEP a 64/128/152-bit, l’autenticazione WPA/WPA2 e l’WPA-PSK/WPA2-PSK, nonché la crittografia TKIP/AES. Supporta anche il VPN pass-through per la trasmissione sicura di dati sensibili. TP-Link 108M WL USBAdap,SuperG,eXRan
Adattatore Rete Wireless da porta USB 2.0. Si attiene agli standard IEEE 802.11g e IEEE 802.11b. Velocità di trasferimento dati fino a 108 Mbps. Banda di frequenza: 2,4 +/- 2,4835GHz. Per una maggiore sicurezza supporta: WEP, 64/152-bit WEP + TKIP/AES. Interfaccia: A-type USB 2.0 connector. Supporta Windows 98Se/Me/2000/XP
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Puoi trovarli da: CA TECHNOLOGIES AND COMMUNICATIONS Prodotti informatici Via L’Aquila, 29 – Bussi sul Tirino (Pe) tel. e fax 085.980131 - cell. 347.3555100 e-mail: catechnologies@libero.it Prezzo Router 33,00 euro + IVA Prezzo Adattatore USB 22,75 euro + IVA
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i partner...
COOP CREDITO [anno di fondazione 1986] 66100 Chieti - Via Spezioli, 16 (Theate center) tel. 0871.402598 - fax 0871.404609 www.coopcredito.it - e-mail: chieti@coopcredito.it
UNICAM S.r.l. [anno di fondazione 2006] 65016 Montesilvano (Pe) C.so Umberto I, 372 tel. 085.4491668 - fax 085.4483084
EDILMET S.n.c. [anno di fondazione 1979] 66013 Chieti Scalo (Ch) Via Marino Turchi - Zona Industriale tel. 0871.565191 / 560387- fax 0871.552438 www.edilmet.it - e-mail: info@edilmet.it
AGENZIA C & G S.r.l. [anno di fondazione 2000] 66100 Chieti Via dei Marsi, 92 tel. 0871.321728 - fax 0871.334877 e-mail: cgmincone@tiscali.it
GEKO s.n.c. di Luca & Marco Gialluca 66020 S. Giovanni Teatino (Ch) Via Trigno, 37 tel. 085.4461248 - fax 085.4406171 www.gialluca.it - e-mail: info@gialluca.it
DE.AL. S.r.l. [anno di fondazione 1990] 65010 Elice (Pe) - C.da Bastioni, 118 tel. 085.960091 - fax 085.9600960 www.pacfood.it - e-mail: info@pacfood.it
NORDIMPIANTI SYSTEM S.r.l. [anno di fondazione 1975] 66013 Chieti (Ch) Via Erasmo Piaggio, 19/A - Zona Industriale Chieti Scalo tel. 0871.540222 - fax 0871.562408 www.nordimpiantisystem.com e-mail: info@nordimpiantisystem.com
DF ALLUMINIO S.r.l. [anno di fondazione 1994] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Fraz. Sambuceto - Via Cavour, 59 tel. 085.4465042 - fax 085.4407840 www.paginegialle.it/dfallumin e-mail: dfalluminio@alice.it
ESSE V S.r.l. [anno di fondazione 1996] 66013 Chieti Scalo (Ch) Via Colonnetta, 22/a tel. e fax 0871.577307 www.essev.it - e-mail: info@essev.it
DAP MATIC S.r.l. [anno di fondazione 2006] 65100 Pescara Via Tiburtina, 383/7 tel. 085.4312292 - cell. 338.5024150
LA PANORAMICA [anno di fondazione 1948] 66100 Chieti Via Picena, 52 tel. 0871.344969 - fax 0871.346507 www.gruppolapanoramica.it e-mail: info@gruppolapanoramica.it
SATAM VIAGGI [anno di fondazione 1982] 65121 Pescara Via Chieti, 39/41 tel. 085.4210733 - fax 085.378140 www.gruppolapanoramica.it e-mail: satamviaggi@tin.it
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SAFRA s.a.s. [anno di fondazione 1979] 65016 Montesilvano (Pe) Via Verrotti, 46 bis tel. e fax 085.4452609 e-mail: safra2000@tele2.it
ARCO RICERCA [anno di fondazione 2006] 65020 Alanno (PE) Via Madonna del Carmine, 245 tel. 0871.561740 fax 0871.404035 www.arcoricerca.it e-mail: info@arcoricerca.it
divudi
SMS – SOTTO MENTITE SPOGLIE: 90 MINUTI DI SANA LEGGEREZZA
data di uscita in DVD: febbraio 2008 regista:Vincenzo Salemme cast: Vincenzo Salemme, Giorgio Panariello, Luisa Ranieri, Lucrezia Lante Della Rovere, Enrico Brignano, Gabriela Belisario, Teodoro Giambanco, Raffaele Pisu, Pia Velsi, Anna Longhi, Luisa De Filippo genere: commedia durata: 90 minuti
trama: Tommaso ha una vita piena di soddisfazioni: lavoro, famiglia e la sua bellissima moglie Chicca, con cui ancora condivide passione e voglia di giocare. Per mantenere vivo il rapporto e abbandonarsi a qualche fantasia erotica, i due iniziano un gioco in cui Tommaso si finge l’amante segreto di sua moglie Chicca. Da un sms infuocato, inviato per errore a Chiara, moglie di Gino ovvero il suo migliore amico, hanno inizio molteplici situazioni divertenti e ricche di sotterfugi e il tutto si amplifica con paradossali scenette.
I
l gioco degli equivoci cercati e scampati. Quando in un film si ritrovano insieme attori come Vincenzo Salemme e Giorgio Panariello non può di certo mancare qualche sana risata. La trama è semplice, tira in ballo l’ormai indispensabile e diabolico telefonino, che dà vita a giochi in cui gli adulti sembrano quasi degli adolescenti, intenti a nascondere le proprie “malefatte”, e alla fine, non è più chiaro chi nasconde cosa.
La regia è frizzante al punto giusto, Salemme come negli altri film che lo hanno visto protagonista ama la commedia all’italiana e riesce a non scadere nella volgarità, nonostante il tema piccante con cui gioca. Film consigliato, quindi, a chi ha intenzione di passare novanta minuti divertenti, in assoluto relax. E non teme che al proprio partner venga poi in mente di dare un’occhiata ai messaggi in memoria nel telefonino
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i partner...
Università d’Annunzio - facoltà di economia [anno di fondazione 1965] 65127 Pescara Viale Pindaro, 42 tel. 085.4537626 - fax 085.4537628 www.unich.it - e-mail: preconom@unich.it
EFFEMME S.r.l. [anno di fondazione 2002] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Via Colle delle More, 5 tel. e fax 085.9506417 e-mail: effemmesrl@tiscali.it
C & C S.n.c. [anno di fondazione 1996] 66054 Vasto (Ch) Via Trieste, 5 tel. 0873.365055 - fax 0873.375068 www.teknomec.it - e-mail: info@teknomec.it
SI.RE.A. s.a.s. di Di Lizio Renzo & C. [anno di fondazione 1821] 66013 Chieti Scalo (Ch) Via Avezzano, 48 tel. 0871.561039 - fax 0871.572672 www.gruppoitas.it e-mail: agenzia.chieti@gruppoitas.it
Associazione Regionale Pizzerie e Pizzaioli [anno di fondazione 2000] 66034 Lanciano (Ch) Via F. Masciangelo, 26 tel. 0872.719317 - fax 0872.717631 e-mail: info@stelladabruzzo.it
EUROFIL S.r.l. [anno di fondazione 1993] 64035 Castilenti (Te) C.da Cancelli, 11 tel. 0861.99971 - fax 0861.999493 www.eurofil.it - e-mail: eurofil@eurofil.it
GIANSANTE AUTO S.r.l. [anno di fondazione 1949] 66013 Chieti Scalo (Ch) Viale Benedetto Croce, 538 centralino 0871.54531 www.giansanteauto.it
EASY CAR S.p.A. 65124 Pescara Via Enzo Ferrari, 123 (stazione f.s.) numero verde: 800.93.92.93 tel. e fax 085.2059319 www.easycaritalia.it - e-mail: pe1@easycaritalia.it
Attrezzature e personale per il monitoraggio atmosferico e di sicurezza
Servizi Integrati di Sicurezza S.r.l. [anno di fondazione 2000] 65010 Spoltore (Pe) Via Mare Adriatico, 72/E tel. 085.4971521 - fax 085.4973121 www.sisworld.net - e-mail: info@sisworld.net
Attrezzature e personale per la tutela ambientale ed il trattamento delle acque
LANGUAGES FOR COMMUNICATION [anno di fondazione 2006] 65127 Pescara Viale Pindaro, 23 - Piazza Accademia tel. 085.4516231 www.languagesforcommunication.it e-mail: info@languagesforcommunication.it
SIVAM S.r.l. [anno di fondazione 1995] 65010 Spoltore (Pe) Via Mare Adriatico, 72/F tel. 085.4972130 - fax 085.4973667 www.sivam.com - e-mail: sivam@sivam.com
ECOLOGICAMENTE [anno di fondazione 2004] 65010 Villa Raspa di Spoltore (Pe) Via Italia, 1/A tel. e fax 085.4159445 www.ecologicamente.org e-mail: info@ecologicamente.org
Verlicchi Casoli srl [anno di fondazione 1997] 66043 Casoli (Ch) Zona Ind. est tel. 0872.992111 - fax 0872.992154 www.verlicchi.it - e-mail: verlicchicasoli@verlicchi.it
M2MARINUCCI S.r.l. [anno di fondazione 1987] 66023 Francavilla al Mare (Ch) Via Nazionale Adriatica Nord, 57/B tel. 085.4911991 - fax 085.4913453 www.m2marinucci.it - e-mail: info@m2marinucci.it
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tempo rubato Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare). Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere. Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli Editore
Ildefonso Falcones
LA CATTEDRALE DEL MARE Il romanzo in breve Barcellona, XIV secolo. In una Catalogna rurale e crudele, poiché fortemente improntata al diritto feudale, si svolge la vita di Arnau Estanyol, figlio di un servo fuggiasco approdato a Barcellona, città semi-indipendente dal potere regio, culla di libertà e di ascesa sociale. Tra il 1320 e il 1384 seguiamo l’alternarsi della fortuna di Arnau e la contemporanea costruzione della “cattedrale del popolo” di Barcellona, Santa María del Mar, la quale sarà il cardine delle tormentate vicende del protagonista: Arnau e la Cattedrale crescono insieme, uniti da un legame quasi mistico. Appassionanti sono le vicende personali di Arnau, personaggio eroico che sale tutti i gradini della scala sociale: nato servo, diventa signore, dopo essere passato per infinite peripezie e tradimenti, ma anche amori e amicizie sincere. Sullo sfondo, un Medioevo di guerre e pestilenze, carestie e conflitti religiosi, amori tormentati e soprusi d’ogni genere. Giunto alla nona edizione, con oltre 240mila copie vendute, si legge con avidità. È un romanzo nel quale avventura e sentimento s’intrecciano alle vicende di un uomo e della sua città, protagonisti di un’avventura corale, sullo sfondo delle luci e delle ombre di un Medioevo innegabilmente affascinante.
le prime 30 righe Anno 1320 Masseria di Bernat Estanyol Navarcles, principato di Catalogna Approfittando di un attimo di disattenzione dei presenti, Bernat alzò gli occhi verso il cielo azzurro e terso. Il tenue sole di fine settembre accarezzava i volti dei suoi invitati. Aveva dedicato così tante ore e sforzi ai preparativi della festa che solo un tempo inclemente avrebbe potuto rovinarla. Bernat sorrise al cielo autunnale e, quando abbassò lo sguardo, l’espressione dipinta sul suo volto si accentuò di fronte all’allegria che regnava sullo spiazzo di pietra davanti alla porta delle stalle, al pianterreno della masseria. Gli invitati, una trentina, erano entusiasti: la vendemmia, quell’anno, era stata ottima. Tutti, uomini donne e bambini, avevano lavorato dall’alba al tramonto, prima per raccogliere l’uva e poi per pigiarla, senza concedersi un momento di riposo. Solo quando il mosto era ormai a fermentare nelle botti e le vinacce riposte per essere poi distillate nelle tediose giornate invernali, i contadini celebravano le feste di settembre. E Bernat Estanyol aveva deciso di sposarsi proprio in quell’occasione. Osservò i suoi invitati: si erano dovuti svegliare all’alba per coprire a piedi la distanza, in alcuni casi assai rilevante, che separava la loro masseria da quella degli Estanyol. Chiacchieravano animatamente, delle nozze, del raccolto o di entrambe le cose; alcuni, come il gruppo in cui si trovavano i cugini Estanyol e i Puig, la famiglia di suo cognato, scoppiarono a ridere e gli volsero un’occhiata maliziosa. Bernat si accorse che stava arrossendo e preferì ignorarli: non voleva neppure immaginare il motivo della loro ilarità. Sparpagliati sullo spiazzo della masseria scorse i Fontanìes, i Vila e gli Joaniquet oltre, naturalmente ai parenti della sposa: gli Esteve.
l’autore e la critica Ildefonso Falcones de Sierra (1959), avvocato specializzato in diritto civile, esercita a Barcellona, dove vive con la moglie e i quattro figli. La cattedrale del mare, è il suo romanzo d’esordio. «Un libro per tutti… Risveglierà passioni di ogni tipo. Magari tutti i best seller fossero così» El Mundo. «Confesso di essermi bevuto le sue 644 pagine in meno di 2 giorni, per di più con grande soddisfazione» Bruno Arpaia, Il Sole 24 Ore.
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un’ottima annata » di Nicola Boschetti
GUSTATE IL VINO CON GLI OCCHI: VI TROVERETE L’ARCOBALENO
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el mondo di oggi tutto si valuta in base al “colpo d’occhio”. È così per l’acquisto di un auto, la scelta di un vestito, la stima di un appartamento e tutto il resto. Anche il vino è entrato in quest’ottica: i colori, le tonalità, i riflessi sono aspetti sempre più importanti. Personalmente ho sempre ritenuto che l’impatto visivo di un calice di vino rappresenti un’ottima carta d’identità, contenente informazioni che con un po’ di giocosa pazienza
si possono agevolmente decifrare. Fortunatamente, grazie alle più moderne tecnologie, gli attuali prodotti hanno sostituito quei vini “casalinghi” che (non me ne vogliano gli appassionati produttori saltuari) negli anni passati abbondavano sulle tavole del centro sud. Vini dai colori ossidati verso l’ambrato o l’aranciato che, in nome di una pseudo genuinità, danneggiavano tutti i nostri sensi, in primo luogo la vista. Ma il vino, come il cibo, va gustato
innanzitutto con gli occhi: perdetevi piacevolmente tra bianchi paglierini, riflessi verdolini o dorati o ancora rosso rubino o intenso porpora. Sarà per voi un gioco in più, da fare in compagnia o anche, perché no, da soli: il vino - nel giusto consumo - è un ottimo compagno. Godiamoci queste sfumature che ci permettono di tornare bambini come quando, estasiati, ammiravamo l’arcobaleno. Buona degustazione
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Attenti a questi 2 ROSÉ DRY- SEC HENKEL (GERMANIA)
CHAMPAGNE KRUG ROSÉ REIMS (FRANCIA)
Un prodotto che può sembrare anomalo agli occhi dei puristi, vista la provenienza tedesca e la grande quantità di bottiglie prodotte ed esportate in tutto il mondo: circa 250 milioni per l’intera gamma che comprende un Riesling Dry Sec e un Blanc de Blancs. Il metodo di lavorazione - in grossi autoclavi - gli permette di presentarsi alla vista con la tonalità rosa della pesca matura e con bella effervescenza. Al naso salgono i profumi dolci della fragola, accompagnati da una buona persistenza aromatica. L’ingresso appena dolce in bocca, ma con giusta sapidità ed equilibrio, permette di accostarlo ad antipastini delicati di mare e ai salumi. Ma è da provare anche con dolci a base di frutta.
Una bollicina di nicchia, difficile da trovare sia per la produzione limitata e sia per la discontinuità: esce solo nelle annate migliori. Dal colore rosa antico con riflessi brillanti, dotato di un perlage fine e molto persistente . Al naso è un apoteosi, con quei profumi che solo il Pinot Nero di Francia può dare. Amarene, pesche, menta fresca, leggera vaniglia dovuta a lunghi affinamenti in botte. Al gusto si ha la sensazione di toccare il cielo con un dito: un’inondazione di sensazioni, ricche e di una lunghezza straordinaria, dove morbidezza e sapidità si sposano in un matrimonio perfetto. Uno champagne così, da provare almeno una volta nella vita, si abbina a tutto, con un occhio di riguardo per i piatti di grande elaborazione, di terra e di mare.
Prezzo indicativo € 15,00 Da bere giovane e ghiacciato. Distribuito da Enoteca Pensieri Magici - viale Europa - Chieti tel. 0871.63697
Prezzo indicativo € 260,00 Distributore per l’Italia: Marchesi Antinori Srl - Firenze tel. 055.23595
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adagio con gusto » in collaborazione con Slow Food Abruzzo
Un’associazione internazionale no profit, che conta oggi su oltre 86mila iscritti e che si batte per l’eco-gastronomia
SLOW FOOD, STORIA DI UN MOVIMENTO “LENTO” Farne parte vuol dire impegnarsi nella salvaguardia dei cibi, delle materie prime, della biodiversità agroalimentare. E imparare a rispettare i ritmi delle stagioni e del convivio e a riflettere su ritmi di vita più lenti e meditati » di Davide Acerra
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el Basso Piemonte, tra le Langhe e il Roero, nasceva vent’anni fa un movimento destinato a diventare in tutto il Mondo sinonimo di una nuova filosofia del cibo, più consapevole dei valori della terra. La storia è legata indissolubilmente al suo carismatico leader, Carlo Petrini: è lui che fonda la “Libera e benemerita associazione degli amici del Barolo”. Si tratta del primo nucleo di quella che diventerà, nel 1986, la lega Arcigola, ed assumerà tre anni dopo la denominazione di Slow Food, con il Manifesto presentato a Parigi. Parlare di Slow Food come di una semplice associazione può essere riduttivo. Alla base del suo sviluppo si erge una filosofia che coinvolge lo stile di vita, il modo di pensare e di condurre la propria esistenza. Slow Food, infatti, nasce in opposizione alle tendenze dilaganti nel mondo contemporaneo: si contrappone al pianeta dei fast food, all’esistenza frenetica senza ricerca del piacere e della tradizione, che dimentica quanto il cibo sia importante per vivere meglio. Petrini è partito proprio dall’amore per la sua terra, per la storia e la cultura delle differenti popolazioni, per promuovere le diversità, in contrasto alla tendenza dilagante che mira all’omologazione. Un obiettivo ben espresso nel manifesto del mo-
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vimento, che recita: “Contro coloro, e sono i più, che confondono l’efficienza con la frenesia (…) contro l’appiattimento del Fast Food riscopriamo la ricchezza e gli aromi delle cucine locali. Se la Fast Life in nome della produttività ha modificato la nostra vita e minaccia l’ambiente e il paesaggio, lo Slow Food è oggi la risposta d’avanguardia”. Slow Food diventa presto bacino di idee, iniziative, manifestazioni, di cui un esempio è il Salone del Gusto, divenuto punto di ritrovo in cui convergono appassionati di enogastronomia, studiosi, operatori provenienti da tutto il mondo, per promuovere una produzione sostenibile che si contrappone alla standardizzazione. E ancora l’uni-
CARLO PETRINI, UNO DEI 50 TUTOR DELLA TERRA » di Tommaso Di Rino
A gennaio la stampa internazionale ha insignito il fondatore e presidente internazionale di Slow Food, Carlo Petrini, di un prestigioso riconoscimento: è l’unico italiano tra i 50 Tutor del pianeta Terra. Una delle persone “che potrebbero salvare il pianeta”, secondo l’autorevole quotidiano britannico The Guardian, che ha stilato una lista di personalità che si sono distinte per il loro impegno nella promozione di metodi di sviluppo sostenibile. I Tutor sono stati individuati tra attivisti ed esperti di 19 nazionalità, tra i quali molti big del gotha politico, da Al Gore ad Angela Merkel. Petrini è l’unico italiano. Appresa la notizia si è dichiarato «felicemente stupito per il riconoscimento, il cui merito si deve anche ascrivere a “Terra Madre” per lo sforzo che, come Slow Food, stiamo facendo
» foto Archivio Slow Food
versità di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in Piemonte, che persegue l’ideale di insegnare l’amore per la tavola e la tradizione partendo dai Paesi d’origine, dalla loro storia e dalle loro caratteristiche fino ad arrivare all’economia, all’antropologia, all’ecologia; con lo scopo di educare, insomma, a vedere il mondo in un modo diverso, legato alla specificità del singolo. E infine Terra Madre, l’incontro mondiale delle comunità del cibo, ideata per mettere a confronto produttori e operatori del settore agroalimentare di tutto il mondo rappresentativi di un modo diverso e più complesso di intendere il cibo di qualità: attento alle risorse ambientali, all’aspetto organolettico dei prodotper lo sviluppo dell’agricoltura sostenibile». Il leader di Slow Food è l’autore di Buono, pulito e giusto. Principi di nuova gastronomia, edito da Einaudi, nella prestigiosa collana Gli Struzzi, e già tradotto in francese, inglese, tedesco, spagnolo e polacco. Un saggio in cui sono delineate le linee guida sulle quali oggi si muove il movimento e che ispirano manifestazioni quali il Salone del Gusto, Slowfish, Cheese e i più piccoli eventi delle Condotte. I tre aggettivi “buono, pulito e giusto” definiscono le caratteristiche che, per la filosofia del movimento, deve avere un cibo: buono, ossia deve dar piacere per le sue qualità organolettiche, ma anche per i ricordi, le implicazioni identitarie che ne derivano, per il suo valore affettivo; pulito, ovvero prodotto nel rispetto degli ecosistemi e dell’ambiente; giusto, cioè conforme ai concetti di giustizia sociale negli ambienti di produzione e di commercializzazione. Siamo convinti che oggi una profonda riflessione s’imponga: un
ti, alla dignità dei lavoratori e alla salute dei consumatori. Oggi il movimento, che coinvolge oltre 86mila persone in 130 Paesi, si batte per la tutela della biodiversità, attraverso progetti come i presidi e l’educazione al gusto; per la salvaguardia dei diritti dei popoli alla sovranità alimentare e contro l’omologazione dei sapori, l’agricoltura massiva, le manipolazioni genetiche. Una scelta di campo che vuole tradursi in un nuovo modello di agricoltura sostenibile, il “buono, giusto e pulito” perché dietro ad un buon piatto ci sono scelte operate nei campi, sulle barche, nelle vigne, nelle scuole, nei governi. E ogni scelta ha un sapore diverso
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Carlo Petrini, presidente internazionale di Slow Food
rapporto Onu del 2005 ha individuato nel cibo, fonte di piacere e patrimonio di cultura, la causa prima d’inquinamento e distruzione progressiva del pianeta. Ebbene, il 2008 è anche l’anno internazionale del Pianeta Terra. Facciamo che non sia una ricorrenza come tante
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adagio con gusto
RITRATTO DI RAFFAELE CAVALLO, PRESIDENTE DI SLOW FOOD ABRUZZO E MOLISE » di Davide Acerra
Originario di Lanciano, 43 anni, dirigente di azienda, fiduciario Slow Food, dal 1999, della Condotta di Lanciano-Vasto, Raffaele Cavallo è dal giugno 2006 il presidente di Slow Food Abruzzo-Molise. È l’organizzatore di numerose iniziative per la valorizzazione dei prodotti e del territorio, e di eventi di grande partecipazione, tra cui spicca soprattutto Cala Lenta, per la salvaguardia della piccola pesca e della Costa dei Trabocchi. «La passione per l’enogastronomia, il forte attaccamento alla mia terra e
il piacere di condividere questi interessi con altre persone – ci dice Cavallo - mi hanno spinto nel ’99, per caso, dopo aver frequentato un corso di degustazione di vino a Lanciano, ad intraprendere questa meravigliosa avventura. Oggi, quella stessa passione – prosegue il presidente - mi spinge a tutelare e a difendere il patrimonio agroalimentare di questa regione, a salvaguardare le tradizioni e la cultura alimentare abruzzese con l’obiettivo di tradurre al meglio le attese del mondo produttivo regionale e quelle dei consumatori, e dunque ad operare concretamente con proposte ed azioni al fianco degli operatori dell’agricoltura e della pesca, per la tutela della tipicità e della biodiversità e per l’educazione al gusto»
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Raffaele Cavallo
SLOW FOOD IN ABRUZZO
La rete degli associati a Slow Food è suddivisa in sedi locali – dette Condotte in Italia e Convivium nel mondo – che si occupano di organizzare corsi, degustazioni, cene, viaggi, di promuovere a livello locale le campagne lanciate dall’associazione, di attivare progetti diffusi (come il Patto per la salute che trovate alla pagina successiva) e di partecipare ai grandi eventi organizzati da Slow Food a livello internazionale. Più di 1000 i Convivium attivi nel mondo, comprese le 410 Condotte italiane e, ovviamente le 10 abruzzesi. In Abruzzo, il movimento conta su circa mille soci, suddivisi tra le condotte di Chieti, Francavilla al Mare, L’Aquila, Lanciano, Pescara, Sulmona, Torano Nuovo, Val Vibrata, Vestina e del Vastese. La condotta è la struttura organizzativa di base dell’associazione, il cui territorio di competenza è stabilito in base sia a criteri di omogeneità storico-culturale e agroalimentare sia a specifiche necessità di organizzazione. Compiti principali della Condotta sono dunque la promozione della filosofia Slow Food e lo sviluppo del movimento, l’organizzazione di momenti di incontro e di educazione per gli associati, il contatto e la collaborazione con enti pubblici, associazioni enogastronomiche e consorzi per contribuire allo sviluppo e alla conoscenza della produzione agroalimentare nonché la collaborazione con enti e associazioni per la tutela dell’ambiente e il rispetto della natura. Responsabile territoriale di Slow Food, è il fiduciario, eletto direttamente dai soci, che ha il compito di organizzare le attività associative nella sua zona, di promuovere il tesseramento e di rappresentare il movimento nei rapporti con enti, istituzioni, media e realtà produttive. I FIDUCIARI Eliodoro D’Orazio (Chieti), Davide Acerra (Francavilla al Mare), Franco Gizzi (L’Aquila), Silvana Pasquini (Lanciano), Remo Bellucci (Pescara), Anna Berghella (Sulmona), Leo Dezi (Torano Nuovo), Raffaele Grilli (Val Vibrata), Sandro Rossi (Vestina), Raimondo Pascale (del Vastese). Completano la squadra i due Governatori Slow Food Roberto Angelucci e Silvia De Paolis.
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Le Condotte Slow Food del teramano lanciano il progetto Patto per la salute. Obiettivo: arginare la pericolosa tendenza all’obesità dei più giovani, migliorando lo stile di vita di alunni e famiglie
COMINCIA A SCUOLA LA COLAZIONE BUONA PULITA & GIUSTA Affrontare la mattina in modo sano e genuino, con prodotti freschi e naturali, è il primo passo per l’educazione alla salute a partire dai primissimi anni di vita » di Jolanda Ferrara
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a nuova colazione buona, pulita & giusta comincia a scuola: può essere a buon diritto lo slogan del Patto per la salute lanciato, per l’anno scolastico in corso, dalle Condotte Slow Food del teramano negli istituti di istruzione primaria e secondaria della provincia di Teramo. La riqualificazione della refezione scolastica e il miglioramento degli stili di vita di alunni e famiglie è ormai un imperativo urgente per arginare la pericolosa tendenza all’obesità e i sempre più frequenti disturbi del comportamento alimentare registrati tra i più giovani. Una colazione sana e genuina, a base di prodotti freschi e naturali, è il primo passo per l’educazione alla salute a partire dai primissimi anni di vita, fin dalla scuola materna. Frutta fresca (mele bio) & biscotti artigianali (Gialletti) sono
stati scelti come primo concreto esempio di modello alimentare sano e alternativo per indurre al miglioramento dei comportamenti alimentari e degli stili di vita della popolazione. Anticipando le linee guida del progetto “Guadagnare salute”, lanciato dal ministero della Salute per prevenire la pericolosa tendenza all’obesità, il Patto per la salute è un progetto studiato in collaborazione con Arssa Abruzzo, università degli Studi di Teramo - facoltà di Scienze e Tecnologie alimentari e di Medicina Veterinaria - Istituto Zooprofilattico e Asl di Teramo, Ufficio Scolastico Provinciale, Provincia e Comune di Teramo. Con la guida scientifica del Centro regionale di Fisiopatologia della Nutrizione della Asl di Teramo, diretto dal dott. Paolo De Cristofaro, e l’esperienza di Concezio Centini, maestro pa-
sticcere di Bisenti, all’avanguardia nel saper coniugare tradizione e creatività nella proposta alimentare. Secondo i promotori, è di importanza fondamentale che il Patto si traduca in rete tra enti locali, scuola e mondo scientifico e che le amministrazioni si facciano carico dell’investimento necessario a favorire il nuovo modello di alimentazione nelle scuole, mense e ospedali. Un sicuro risparmio della spesa sanitaria, oltre che una migliore qualità della vita. Per questo, si auspica che la nuova colazione divenga presto realtà anche nei luoghi di lavoro, di studio e di socialità. Un approccio integrato alla promozione di stili di vita sani, volti a ridurre l’obesità, l’inattività fisica e a migliorare la qualità dell’alimentazione, con particolare riguardo all’incremento nel consumo di frutta
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adagio con gusto
e verdura, «ha ricadute importanti sulla salute pubblica, sui costi sanitari e sull’economia del Paese, incidendo positivamente sui fattori di rischio modificabili sia delle malattie cardiovascolari che delle neoplasie» sottolinea De Cristofaro, che insieme a Slow Food Teramo-Val Vibrata e Airc, l’associazione italiana per la ricerca sul cancro, ha ideato nelle scorse stagioni la campagna di educazione alimentare “Come combattere il cancro con coltello e forchetta”. Con le scuole aderenti al progetto, è stato messo a punto un calendario di incontri per la degustazione di mele per la colazione a scuola. Ad ogni rappresentante scolastico sono stati distribuiti testi teatrali e cd per gli alunni di scuola elementare e media (Ruba la bandiera della salute e W il mappamondo a cura di Maria Cristina Cianella e Maria Giovanna Umili) da utilizzare nel quadro dei programmi didattici POF predisposti dalle Scuole. Nel programma messo a punto per gli studenti delle scuole superiori, per la degustazione guidata e corretta di vino e birra, sono previsti incontri con personaggi di spicco dello sport e della cultura; si pensa a Jarno Trulli, Paolo Rossi, Michael Schumacher, Valentino Rossi, Marcello Lippi, Gianna Nannini. Come sottolinea il fiduciario Slow Food Condotta Val Vibrata, Raffaele Grilli, «la possibilità di avvalersi di tali strumenti e programmi educativi è a costo zero per le scuole. Un’occasione unica da non perdere per educare a uno stile di vita più sano e corretto alunni e famiglie». Tra le altre proposte educative «un concorso a tema riservato alle classi di alunni aderenti al progetto: i migliori contributi – annuncia il fiduciario Grilli - saranno presentati al Salone internazionale del Gusto che si svolgerà a Torino nell’ottobre prossimo»
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Presìdi Slow Food. La Ventricina del Vastese
NEL MAIALE FELICE IL SEGRETO PER UN’OTTIMA VENTRICINA
5domande a Luigi Di Lello,
presidente dell’Accademia della Ventricina
» di Tommaso Di Rino
Conosco Luigi Di Lello in una serata organizzata a San Salvo, a febbraio, dalla condotta Slow Food del Vastese. Una serata molto piacevole, ospiti dell’Osteria delle Spezie e dello chef Giancarlo Cilli, storico sostenitore della filosofia Slow Food, per una cena tutta giocata sul filo conduttore del maiale. In quella gustosa occasione, Di Lello ci parla di una passione divenuta lavoro, ovvero la Ventricina, il più nobile dei salumi del Vastese, una delle produzioni più interessanti dell’artigianato norcino italiano, pure così ricco di tesori. Un prodotto portato all’attenzione del grande pubblico, grazie al supporto decisivo di Slow Food. La ventricina è infatti tutelata dal Presidio fin dal 2000. Nel corso della serata l’assaggiamo con attenzione, assieme ad altri salumi del territorio, tutti eccellenti. Due considerazioni vengono subito alla mente: non ha nulla a che vedere con le pallide imitazioni che si trovano in commercio, è decisamente più buona (forse perché
è naturale); e poi, ha un sapore antico: ricorda uno dei momenti più belli dell’adolescenza, la merenda. In fondo, cosa c’è di meglio di pane e salame? Gli rivolgiamo alcune domande, per capirne di più. Come ha avuto l’idea di fondare l’Accademia? Nel 1996, alcuni agriturismi, alberghi, ristoranti ed osterie del Vastese volevano caratterizzare il territorio con una peculiarità. Mancava però un simbolo comune. Dopo molte analisi, venne l’idea: la Ventricina, un salume confezionato solo nel vastese ed in nessuna altra parte del mondo. Solo che quell’anno capimmo subito, con stupore, che erano rimasti in pochi a confezionare la Ventricina secondo tradizione e che in commercio c’era solo una sua bruttissima copia, somigliante più ad una mortadella rossa, che, dal punto di vista organolettico, non aveva nulla a che vedere con la ventricina dei contadini. Quel prodotto non poteva certo essere quello che cercavamo.
La Ventricina del Vastese
Così ideai l’Accademia della Ventricina perché volevo che ci fosse un approccio scientifico ed accademico alla Ventricina e mi contornai di esperti e gastronomi per riportare il nobile salume all’antico splendore. In quella circostanza, stabilimmo anche la denominazione attuale - “Ventricina del Vastese”. Perché sostiene che il segreto per una Ventricina perfetta è il maiale felice? Il maiale deve vivere in uno stato di benessere, in primo luogo per l’alimentazione. È onnivoro, deve quindi avere una dieta molto varia. Ma il maiale deve vivere anche in spazi adeguati e non costretto in box di allevamento intensivo, dove è facile che si sprigionino malattie, stress e cannibalismo. Abbiamo un motivo di orgoglio: siamo convinti che il Regno Unito, che ha emanato una legge a tutela del benessere dei suini, si sia ispirato al nostro disciplinare per dettare comportamenti consoni agli allevatori.
A che punto è il riconoscimento per la DOP? È un nostro grande obiettivo, il marchio di tutela più forte e consono per un prodotto come la Ventricina. La regione Abruzzo ha individuato nell’Accademia, l’unica meritoria per tale riconoscimento, soprattutto per essersi posta anche l’obiettivo di uno sviluppo economico intorno alla Ventricina. Negli ultimi tre anni sono stati investiti circa 4 milioni di euro per modernizzare i laboratori e acquisire le attrezzature; gli occupati sono aumentati del 65%. La sfida che ci siamo posti è quella di una gestione moderna di un prodotto antico e tradizionale. La pratica è al ministero delle Politiche Agricole. Siamo in attesa, la burocrazia italiana, è noto, ha tempi lunghi. Qual è il periodo migliore per consumare la Ventricina? Nella tradizione contadina la ventricina veniva consumata nel periodo in cui si affrontavano i
grandi lavori, quelli dispendiosi da un punto di vista energetico: la falciatura, la mietitura, la trebbiatura, la vendemmia, la raccolta delle olive. Gli odorosi pezzi di ventricina rossa venivano accompagnati con il pomodoro in insalata. La ventricina comunque esprime le sue qualità organolettiche migliori dalla primavera in poi. Ci spieghi perché è importante recuperare il suino nero abruzzese... Fino a tutti gli anni cinquanta in Abruzzo viveva il suino nero abruzzese, una razza davvero pregiata. Insigni zoologi e zootecnici come il professor Stanga ed il professor De Matteis lo descrivevano come un suino frugale, con senso materno, ottimo per dare prosciutti e lardo di grandissima qualità. L’introduzione della tecnologia in agricoltura ha fatto sì che dell’animale rimanessero pochi esemplari. Ma il suo recupero è necessario per la tutela della biodiversità, specie nella Regione verde d’Europa. Immaginate quale impatto emotivo e suggestivo per i turisti vedere un suino nero che grufola libero sotto un querceto in cerca di ghiande. Lo hanno fatto nazioni come la Spagna e regioni come la Toscana. Per noi, legare la ventricina al suino nero abruzzese, significa implementare ulteriore qualità e portare valore aggiunto al prodotto con notevoli ricadute economiche sul territorio
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COSA SONO I PRESÌDI
Allo scopo di valorizzare e sostenere piccole produzioni eccellenti che rischiano di scomparire, Slow Food crea i Presìdi, vale a dire progetti mirati sul territorio. Si tenta, in questo modo, di recuperare mestieri e tecniche di lavorazione tradizionali o di salvare dall’estinzione razze autoctone e antiche varietà di ortaggi e frutta. I Presìdi coinvolgono direttamente i produttori, offrono l’assistenza per migliorare la qualità dei prodotti, facilitano scambi fra Paesi diversi e cercano nuovi sbocchi di mercato (locali e internazionali). In Italia sono circa 200 e tutelano i prodotti più disparati. Nella nostra regione cercano di difendere e valorizzare: il Canestrato di Castel del Monte, la Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio, la Mortadella di Campotosto il Pecorino di Farindola, la Ventricina del Vastese.
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adagio con gusto
IL TERRITORIO E LA TRADIZIONE
La Ventricina del Vastese è un prodotto profondamente radicato nel suo territorio di origine. È prodotta ancora oggi in modo molto artigianale nella zona collinare e pedemontana, prossima al fiume Trigno e al fiume Sinello. La tradizione della maialatura, nel territorio che si estende dalle colline di Scerni-Cupello fino a giungere a Schiavi d’Abruzzo, è ancora viva presso le famiglie contadine. Il maiale viene acquistato appena svezzato, durante l’inverno precedente. Ed allevato con molta cura, lasciandolo ingrassare fino a pesi molto elevati: da 180 ad oltre 200 chili. L’alimentazione prevalente è a base di crusca, farinacei, frutta, avanzi domestici in genere; ed è uno degli elementi fondamentali per il suino nero abruzzese le caratteristiche qualitative delle carni e quindi dei salumi. L’uccisione avviene in inverno e rappresenta una vera a propria festa per i contadini, un momento di aggregazione sociale. Le giornate scelte sono sempre quelle più fredde e - per i più tradizionalisti - sempre in fase di luna calante. Il maiale viene ucciso per giugulazione. Dopo il dissanguamento, il suino è desetolato con fuoco, acqua bollente e lama di coltello; subito dopo viene eviscerato. In seguito, la carcassa viene lasciata frollare almeno per una notte, prima di iniziare le operazioni di disossatura. Il clima rigido delle zone in cui è viva questa tradizione, garantisce una buona refrigerazione. La carne viene tagliata a pezzi esclusivamente con il coltello. I tagli di carne impiegati sono: spalla, lonza, lombo, coscia e pancetta. È ammesso l’impiego di rifilature e di triti di prima qualità. La proporzione tra i vari tagli e tra le rifilature deve essere tale da garantire le seguenti percentuali: 70% tagli magri (di cui almeno 80% prosciutto e lombo), 30% pancetta e grasso di prosciutto. Accanto al sale, usato come conservante della carne di maiale fin dagli antichi egizi, per la Ventricina si utilizza una speziatura a base di peperone trito dolce e piccante, utile anche per conservare. Per l’insaccatura vengono usate le vesciche dei maiali. La stagionatura avviene in ambienti a temperatura non superiore a 13 gradi, per un periodo di almeno 90 giorni.
LA DEGUSTAZIONE
Appena giunta a maturazione, la Ventricina del Vastese ha un colore melograno vivo. Proseguendo la stagionatura, tende al rosso arancio e leggermente ad imbrunire. All’olfatto si manifesta una fragranza di peperone ed un velato sentore di fiore di finocchio. Ma l’esaltazione avviene al gusto: il magro, opportunamente amalgamato con il grasso, presenta una leggerissima acidità dovuta al peperone trito, subito smorzata dalla dolcezza del grasso che, nell’insieme, appena deglutito, lascia un sentore di formaggio fresco. Può essere accompagnata da un contorno di pomodori quasi maturi. Si accompagna con vini bianchi leggermente frizzanti d’estate e con vini rossi di struttura in autunno inverno.
DOVE TROVARLA
Associazione produttori di Ventricina del Vastese Aquilano Antonio, via Vittorio Emanuele Vico III n. 5 - Celenza sul Trigno, tel. 3395284785; Battista Pasqualino, via D’Annunzio 10 – Roccaspinalveti, tel.3490548079; Caracciolo Luciano, via Croce 1 – Carunchio, tel. 0873 954215/3342891711; Chiarella Bruno, via G. Verdi Vico III n. 6 – Palmoli, tel. 3405130850; D’Aloisio Carlo, via Vittorio Veneto 6 – Palmoli, tel. 0873950237; Di Carlo Vittorio, contrada Valloni 1 - Schiavi d’Abruzzo, tel. 0873970250; Di Virgilio Alessandro, contrada Torrone (Villa Ragna) 25 – Scerni, tel.0873 914527/3298425056; Fattorie del Tratturo, contrada Ragna 59 – Scerni, tel. 0873 914173 Magnacca Michelina (boutique della carne), viale Kennedy 14 - Castiglione M. Marino, tel.0873 978175; Nanni Luigi, via Pozzo Vecchio 9 – Gissi, tel.3286561361.
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RIFLESSIONI SU CIBO E AMBIENTE A Francavilla al Mare, in occasione degli Stati generali, Slow Food Abruzzo-Molise ha affrontato il tema della salvaguardia della biodiversità » di Davide Acerra
In occasione dell’appuntamento con gli Stati generali, Slow Food Abruzzo-Molise ha presentato le principali tematiche su cui in questi anni si sta concentrando l’impegno del movimento e le molteplici attività che meglio ne permettono lo sviluppo e l’attuazione pratica. Lo scorso 26 gennaio, nelle sale del Museo Michetti di Francavilla al Mare, si è cercato di dare un contributo al dibattito che da tempo anima il Movimento Slow Food. Un dibattito che, esplorando le produzioni dei settori agricolo, ittico e pastorizio, affronta il tema cruciale del cibo, declinato in tutte le sue valenze e problematiche: educative, ambientali, economiche, politiche e sociali. «Questo evento – ha sottolineato il presidente di Slow Food AbruzzoMolise Raffaele Cavallo – ha rappresentato una tappa importante nel percorso di riflessione sulle tematiche che la nostra associazione sta portando avanti sia a livello nazionale sia a livello regionale. E’ stata un’opportunità per confrontarsi e condividere i progetti futuri con i soci, le piccole tavole delle condotte abruzzesi e molisane, i produttori, i presidi e tutti gli appassionati, in genere. È stata un occasione per venire a contatto con problematiche che ci riguardano da vicino, prima fra tutte la salvaguardia della biodiversità» «Nonostante si abbia a disposizione un infinita varietà di prodotti, l’alimentazione della maggior parte della popolazione mondiale – ha continuato il presidente - si basa oggi esclusivamente su riso, mais e grano, incentivata da una produzione di massa che le multinazionali
portano avanti a scapito delle piccole produzioni e della qualità del cibo. Il nostro è un impegno quotidiano per riaccendere soprattutto nei giovani, l’interesse per un’alimentazione sana e per il mondo dell’agricoltura». Con un programma articolato in due nutrite sessioni, si è parlato con la dirigenza nazionale di Slow Food di biodiversità, filiera corta e di attenta informazione alimentare; e si sono analizzati i mezzi che Slow Food utilizza per dare miglior credito alla sua riflessione concreta su cibo e ambiente: dalla comunicazione strategica alle pubblicazioni della casa editrice, dai rapporti fondamentali con le istituzioni e con le O.n.g, all’entusiasmo della rete di Terra Madre e alla sfida dell’università degli Studi delle Scienze Gastronomiche e, per finire, all’impegno profondo, in sede locale, di Slow Food Abruzzo-Molise. Perché, come ha affermato il presidente di Slow Food Italia Roberto Burdese «l’Abruzzo e il Molise sono terre ricche dal punto di vista gastronomico, con una storia contadina molto importante e viva in tante sue espressioni e territori. Terre in cui c’è ancora un patrimonio da salvaguardare e dove l’esperienza Slow Food può essere utile per mettere esperienze virtuose in collegamento con progetti presenti in altre parti d’Italia e del mondo. I lavori di questo appuntamento con gli Stati generali in Abruzzo-Molise sono stati, pertanto, una straordinaria opportunità per condividere idee e proposte e per rinnovare l’impegno di Slow Food in Abruzzo e in Molise»
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LE INIZIATIVE IN CALENDARIO Condotta di Lanciano Nell’ambito di RetroGusto, rassegna di cinema e cibo, presso il Cinema Ciak City (ex Maestoso) di Lanciano: mercoledì 26 marzo – ore 20.45, proiezione del film Sideways (USA, 2004). A seguire, degustazione di vini dell’Azienda agricola Nicola Santoleri di Guardiagrele e di prodotti dell’Azienda agrituristica Casino di Caprafico; venerdì 4 aprile – ore 20.45, proiezione del film Fast food Nation (USA-Gran Bretagna, 2006). A seguire, degustazione di “Pensieri vegetariani”, chef Cinzia Mancini – Bottega culinaria biologica. Vini della Cantina Frentana di Rocca San Giovanni; venerdì 11 aprile – ore 20.45, proiezione del film Big Night (USA, 1996). A seguire, degustazione “Cucini quello che sei. Tradizione e integrazione”, chef Peppino Tinari – Ristorante Villa Maiella di Guardiagrele. Vini del Bioagriturismo Agriverde di Caldari di Ortona; mercoledì 16 aprile – ore 20.45, proiezione del film Il Cuoco, il Ladro, sua Moglie e l’Amante (Gran Bretagna, Olanda 1989). A seguire, degustazione “La cultura della carne”, chef Franco Michini – Ristorante La Tacchinella di Canzano. Vini della Fattoria Bruno Nicodemi di Notaresco. Per informazioni: tel. 338/2680783, info@calalenta.com
Condotta di Sulmona-Chieti
domenica 6 aprile – “Pecora, pecorino e pecorini” in collaborazione con la Condotta di Chieti: visita guidata alla scoperta di Pacentro e poi pranzo presso il ristorante Taverna de li Caldora a base di pecora al cutturo e pecorini del Parco della Maiella. In abbinamento: vini Pecorino.
Condotta della Val Vibrata
giovedì 3 aprile – Cena dedicata alla cucina borbonica presso il ristorante Zunica di Civitella del Tronto. Prenotazioni al tel. 0861/91319; giovedì 10 aprile – Massimiliano Capretta - ristorante l’Arca di Alba Adriatica - interpreta i pesci affumicati dell’azienda CHINOOK. Prenotazioni al tel. 0861/714647; giovedì 17 aprile – Cena sui pesci affumicati, in collaborazione con la Condotta di Pescara, presso il ristorante Don Ambrosio di Silvi Marina. Prenotazioni al tel. 085/9351060.
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i partner...
HONEYWELL TURBO TECHNOLOGIES [anno di fondazione 1991] 66041 Atessa (Ch) Zona Industriale Saletti tel. 0872.891614 - fax 0872.889015 www.honeywell.it
COLTIVATORI DIRETTI TOLLO S.c.a.r.l. [anno di fondazione 1962] 66010 Tollo (Ch) Via Don Morosini, 104 tel. 0871.961117 - fax 0871.961595 e-mail: tolloccdd@tin.it
AD.VENTURE S.r.l. [anno di fondazione 1994] 65122 Pescara Via Ravenna, 3/22 tel. 085.4219183 - fax 085.2058363 www.ad-venture.it - e-mail: info@ad-venture.it
TEKNIMPIANTI S.r.l. [anno di fondazione 1998] 66030 Arielli (Ch) S.S. Marrucina tel. 0871.938858 - fax 0871.930664 www.teknimpianti.it e-mail: info@teknimpianti.it
BRUNO MAZZOCCHETTI Photographer [anno di fondazione 1975] 65126 Pescara - Via D’Avalos, 151 tel. e fax 085.63286 www.brunomazzocchetti.it e-mail: info@brunomazzocchetti.it
STUDIO CHIMICO LAVALLE Dr. LUIGI [anno di fondazione 1988] S.P. Lungofino, km 3 65013 Città Sant’Angelo (Pe) tel. 085.9508170 - fax 085.9508916 www.luigilavalle.org - e-mail: info@luigilavalle.org
eData S.r.l. [anno di fondazione 2000] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Roma, 10 tel. e fax 085.4460257 www.e-data.it - e-mail: info@e-data.it
DANIVA S.r.l. [anno di fondazione 1999] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Strada Lungofino - c.c. Ibisco comp. C 19 tel. e fax 085.959192 www.daniva.eu - e-mail: info@daniva.eu
MANZONI S.r.l. [anno di fondazione 1992] 67031 Castel di Sangro (Aq) Via Ponte Nuovo, 52 tel. e fax 0864.840302 e-mail: centrostudi.manzoni@tin.it
SICUR SERVICE Maravalle S.r.l. [anno di fondazione 1987] 65122 Pescara - Via Firenze, 52 tel. e fax 085.293133 - 085.295172 r.a. www.sicurservicemaravalle.it e-mail: info@sicurservicemaravalle.it
MONDO CAR D’AMBROSIO s.a.s. [anno di fondazione 1991] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Strada Lungofino - c.c. Ibisco comp. B/8 tel. 085.9506217 - fax 085.9500073 www.dambrosiosas.com e-mail: info@dambrosiosas.com
MONDO CAR S.r.l. [anno di fondazione 2006] 66013 Chieti Scalo Via Tiburtina tel. 0871.574752 - fax 0871.574027 e-mail: info@mondocarsrl.it
AUTOMAZIONI INDUSTRIALI APPLICAZIONI CONTROLLI NUMERICI FORMAZIONE VENDITA ED ASSISTENZA
SAPI S.r.l. [anno di fondazione 1989] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Aterno, 83 Tel. 085.4461045 r.a. - Fax 085.4461046 www.sapisrl.com - e-mail: info@sapisrl.com
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SEM INDUSTRIALE S.r.l. [anno di fondazione 1987] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Aterno, 18 tel. 085.4465888 - fax 085.4465892 www.sem-industriale.it - e-mail: info@sem-industriale.it
i partner...
SASTE S.r.l. [anno di fondazione 2001] 67051 Avezzano (Aq) Via Mazzini, 52 tel. 0863.21314 - fax 0863.21312 www.sastesrl.it - e-mail: info@sastesrl.it
SETRA S.r.l. [anno di fondazione 1988] 66026 Ortona (Ch) C.da S. Elena - Zona Industriale tel. 085.9032026 - fax 085.9032027 e-mail: dilullo.setra@tiscali.it
Perizie Assicurative e Consulenze Tecniche
Dr. SCIARRA ROSSANO [anno di fondazione 1994] 65124 Pescara Via Sella di Corno, 46 tel. e fax 085.4171231 e-mail: rossano.sciarra@virgilio.it
SEA FACTOR S.r.l. [anno di fondazione 1985] 65126 Pescara Viale Vespucci, 188 tel. 085.4554355 - fax 085.4516230 e-mail: seafactorsrl@virgilio.it
SEA IMPIANTI - DI GIACINTO S.n.c. [anno di fondazione 1999] 64025 Pineto (Te) Via V. Alfieri, 10 tel./fax 085.9495281 e-mail: pirfeliceluciano@virgilio.it
SFERA S.r.l. [anno di fondazione 2003] 65016 Montesilvano (Pe) Corso Umberto I, 372 Tel. 085.4458839 r.a. - Fax 085.4483084 www.sferapescara.it - e-mail: posta@sferapescara.it
SO.C.C.A.M. S.r.l. [anno di fondazione 1982] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) C.da Vertonica tel. 085.960721 - fax 085.96675 e-mail: c.trubia@tin.it
SO.DI.FARM. S.r.l. [anno di fondazione 1976] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Adige, 5 tel. 085.4461437 - fax 085.4461192 www.sodifarm.it - e-mail: info@sodifarm.it
SITVAL PESCARA S.r.l. [anno di fondazione 1986] 66100 Chieti Via E. Piaggio, 21 tel. 0871.560249 - fax 0871.575597 www.sitvalsrl.it - e-mail: dematteis@sitvalsrl.it
SORGENTE SANTA CROCE S.p.A. [anno di fondazione 1969] 67050 Canistro Terme (Aq) - Loc. Cotardo tel. 0863.97941 - fax 0863.979481 www.acquasantacroce.it e-mail: info@acquasantacroce.it
TEMPO REALE GROUP 66034 Lanciano (Ch) Corso Roma, 34 tel. 0872.724399 - fax 0872.702378 www.temporealegroup.com e-mail: info@temporealegroup.com
ART LEGNO GARDEN di Gianni Colangelo [anno di fondazione 1991] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) - Strada Lungofino, 53 tel. e fax 085.959747 www.artlegnogarden.it e-mail: info@artlegnogarden.it
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ITALBANDIERE Group [anno di fondazione 1985] 64020 Villa Vomano (Te) S.s. 150 km 21, 90 tel. 0861.329566 - fax 0861.319516 www.paginegialle.it/ITALBANDIERE e-mail: a richiesta per contatto
WTC ABRUZZO S.r.l. [anno di fondazione 2006] 65127 Pescara Viale Pindaro c/o Condominio “P.zza Accademia” tel. e fax 085.6921092 www.wtcpescara.com e-mail: info@wtcpescara.com
DMP Electronics S.r.l. [anno di fondazione 1978] 64020 Canzano (Te) Via Maestri del Lavoro, 1 tel. 0861.2046 fax 0861.232000 www.dmpelectronics.com e-mail: info@dmpelectronics.it
Az. Agr. ZANOTTI [anno di fondazione 1996] 65100 Pescara Via Aterno, 61 tel. 085.4460224 - fax 085.4460214
STYLE PARQUET di Roberto Ciabarra [anno di fondazione 2002] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) C.da Fonte di Moro, 29 tel. e fax 085960542
SO. SE. A [anno di fondazione 1997] 66010 Ripa Teatina (Ch) C.da Arenile, 62 tel. 0871.399041 - fax 0871.399298 e-mail: sosea@sosea.com
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GDM S.r.l. [anno di fondazione 2004] 64035 Castilenti (Te) C.da Pavignano, 19 tel. 0861.993543 - fax 0861.993554 www.gdmsrl.net - e-mail: info@gdmsrl.net
BANCA GENERALI S.p.A. [anno di fondazione 1997] 65122 Pescara Via Milano ang. Via Trento tel. 085.441341 www.bancagenerali.it e-mail: pescara@pf.bancagenerali.it
GTM S.r.l. 64020 Scerne di Pineto (Te) Via dei Pastai - Zona Industriale Tel. 085.9462146 - Fax 085.9461445 www.gtmsrl.com - e-mail: info@gtmsrl.com
HERMES s.a.s. [anno di fondazione 1982] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Via Lungofino - c.c. Ibisco tel. 085.9506345 - fax 085.9506594 e-mail: hermesriocci@libero.it
ICSA S.r.l. [anno di fondazione 1988] 66016 Guardiagrele (Ch) Loc. Giardino tel. 0871.84744 - fax 0871.801436 e-mail: a.colasante@studioicsa.it
VALMUSIC S.r.l. [anno di fondazione 1998] 65012 Villanova di Cepagatti (Pe) Via Nazionale, 66 tel. 085.9774538 - fax 085.9772059 www.valmusicgroup.com - e-mail: info@valmusicgroup.com
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hanno collaborato
Fabrizio Citriniti | abruzzo che produce | pag. 13 Da gennaio è direttore di Confindustria Chieti, ma opera nel sistema confindustriale dal 1978. Sin dall’inizio si è occupato di problematiche sindacali e del lavoro. Da sempre ha collaborato con le multinazionali presenti nella provincia, divenendo punto di riferimento nella gestione delle problematiche attinenti al lavoro. Ha seguito trattative sindacali e rinnovi contrattuali a livello locale e a livello nazionale. È componente di numerose Commissioni in cui è presente la rappresentanza di Confindustria.
Anna Morgante | primo piano | pag. 14
Preside, dal 1999, della facoltà di Economia dell’università G. d’Annunzio, Chieti – Pescara, nella quale insegna Tecnologie dei cicli produttivi e di recupero e riciclo dei materiali. È stata direttore del dipartimento di Scienze e del dipartimento di Metodi Quantitativi e Teoria Economica. Ha iniziato la carriera accademica all’università di Bologna sotto la guida del prof. Walter Ciusa. È autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche. Fa parte, come fondatore, dell’Editorial Board dell’International Journal of management Literature.
Giuseppe Rapone | primo piano | pag. 16 Teramano, 44 anni, consulente di direzione. Ha iniziato l’attività lavorativa nel 1983, collaborando con varie Pmi, nelle quali ha ricoperto incarichi di responsabilità. Numerosi i corsi di specializzazione post-laurea: abilitazione alla professione di dottore commercialista e revisore dei conti, master in Europrogettazione, master in Facilitazione Organizzativa, master in Management dell’innovazione, corsi specialistici sulla tutela e sfruttamento della proprietà intellettuale. Nel 2001, ha fondato con alcuni colleghi la Global Consulting, società di consulenza direzionale. È membro del Comitato tecnico nazionale di Confindustria per la tutela dei marchi e la lotta alla contraffazione, componente della Consulta regionale del terziario avanzato di Confindustria Abruzzo, membro del Coordinamento regionale per la ricerca e l’innovazione di Confindustria Abruzzo. È laureato in scienze politiche, indirizzo economico-politico.
Andrea Prencipe | ricerca&innovazione | pag. 24 È Professore Straordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso la Facoltà di Economia dell’Università G. d’Annunzio, Chieti – Pescara ed è Visiting Professor presso lo SPRU dell’Università del Sussex. Dopo la laurea in Economia e Commercio presso la Facoltà di Economia della d’Annunzio ha poi conseguito il Master in Management dell’Innovazione presso la Scuola Superiore S. Anna di Pisa, il Master in Gestione dell’Innovazione Tecnologica ed il Ph.D. in Strategie Tecnologiche presso lo SPRU. È stato Visiting Scholar presso la Harvard Business School e la Michigan Business School. È docente in corsi di Master e PhD (Scuola Superiore S. Anna, Università Bocconi, Università di Lecce, Università del Sussex, ed Università di Trento). Svolge attività di ricerca sui temi della gestione strategica dell’innovazione tecnologica ed organizzativa, apprendimento organizzativo nei contesti project-based. Ha pubblicato su questi temi articoli su riviste nazionali (L’Impresa) ed internazionali (Administrative Science Quarterly, Organization Science, Research Policy, Industrial and Corporate Change) e con case editrici nazionali (Franco Angeli) ed internazionali (Oxford University Press).
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Francesca Masciarelli | ricerca&innovazione | pag. 26 È dottoranda in Economics and Management presso la facoltà di Economia dell’università di Trento. Collabora con la cattedra di Economia e Gestione delle Imprese, Economia e Gestione dell’Innovazione dell’università D’Annunzio ed è membro del gruppo di ricerca R.o.c.k. (Research on Organizations, Coordination & Knowledge) dell’università di Trento. È stata visiting student presso la Copenhagen Business School. I suoi interessi di ricerca? L’innovazione, il capitale umano ed il capitale sociale. Si è laureata con lode in Economia Aziendale presso la D’Annunzio.
Filippo Paolini | norme&leggi | pag. 30 Nello studio legale di cui è titolare, esercita la professione forense prevalentemente nel ramo del diritto commerciale. È consulente giuridico di diverse aziende, abruzzesi e non, in materia di contratti, diritto societario e crisi dell’impresa. È consulente giuridico, dal 2003, dell’Ufficio Legale Federazione Italiana Giuoco Calcio – A.I.A. Laureato in Giurisprudenza a soli 23 anni, è iscritto dal 2001 all’Albo degli Avvocati presso il Tribunale di Avezzano.
Federica Ceci | marketing | pag. 32 Insegna in master e corsi di perfezionamento presso diverse università italiane. I suoi interessi di ricerca riguardano le teorie d’impresa, la gestione dell’innovazione, l’analisi delle implicazioni sulle competenze e sui confini d’impresa delle soluzioni integrate. Laureata in Economia e Commercio e ricercatrice presso l’università D’Annunzio, ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Ingegneria Economico - Gestionale presso l’università di San Marino. Durante gli anni di dottorato, è stata visiting student presso il centro di ricerca Spru (università del Sussex) e la London Business School (UK) ed invited student presso l’università di Linkoping in Svezia ed il centro di ricerca INGENIO presso l’università Politecnica di Valencia in Spagna. Ha partecipato a conferenze internazionali (AOM 2007, Informs Annual meeting 2006, DRUID Tenth Anniversary Summer Conference 2005, European Accademy of Management 2005, DRUID Academy Winter 2005 PhD Conference). È “ad hoc reviewer” per le riviste International Journal of Technology Management; International Studies in Management & Organization, Industrial and Corporale Ch’ange e ha pubblicato su Journal of Management and Governance e Industry & Innovation.
Antonio Farchione | economia aziendale | pag. 34 Dottore commercialista, revisore contabile, iscritto all’albo degli analisti finanziari. Svolge da molti anni la sua attività come consulente aziendale, con incarichi, presso aziende pubbliche e private, nell’ambito del controllo di gestione e della valutazione degli investimenti. È stato promotore di diverse iniziative imprenditoriali delle quali ha poi curato la fase dello start-up. Formatore di lunga esperienza, continua a svolgere attività di docenza per conto di molte scuole di formazione, nelle aree di amministrazione & finanza e marketing & vendite. Da oltre 10 anni collabora con Ipsoa, scrivendo articoli sui temi legati all’amministrazione & finanza, alla pratica contabile & Pmi. Grande appassionato di arte contemporanea, studia gli aspetti che riguardano l’economia dell’arte. Attualmente, oltre ad essere titolare di uno studio di consulenza, è socio in varie società e ricopre anche la carica di amministratore di un’importante società che si occupa di internazionalizzazione delle Pmi.
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Alessandro Addari | formazione | pag. 42 Vice-presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Pescara, consigliere direttivo del Terziario Avanzato, membro del board Scuola Università Formazione. È amministratore unico della Top Solutions International Sales & Training e si occupa di commercializzazione di prodotti tipici sui mercati internazionali, start up di nuove aree strategiche d’affari, sviluppo delle reti commerciali, internazionalizzazione e training. Partecipa alle principali fiere internazionali e missioni economiche in Europa, Usa, Emirati Arabi Uniti, Canada, Australia e coordina un team di progetto per lo sviluppo di servizi legati alle fiere Internazionali. È consulente e trainer di diverse società sul territorio italiano nell’ambito di progetti dell’Unione europea finalizzati al sostegno e all’internaziona lizzazione delle Pmi. È relatore in lingua Inglese, nell’ambito di progetti internazionali di cooperazione. In particolare, con Polonia, Spagna e Grecia. Dal 1999, è Master Practitioner in PNL e comunicazione efficace.
Simone D’Alessandro | comunicazione | pag. 46 Scrittore, sceneggiatore, copywriter, formatore. Tra i suoi spot: Lemilledop per Legambiente nazionale; L’unico stupefacente sei tu!, per il Sert di Pescara. Tra i suoi documentari: I mestieri nascosti del Teatro. Tra i suoi libri creativi: Vinosophia, Vinofollia, la bevanda di bacco e il pensiero creativo, Carsa, 2006. Tra i suoi saggi: Comunicazione pubblica e opinione pubblica, pubblicato nella Rivista Italiana di Comunicazione Pubblica n. 1, Franco Angeli, 1999. Tra i suoi romanzi: Una storia comincia sempre dalla fine. Vincitore del secondo premio nazionale di letteratura Parco Majella 2007. Terzo classificato al Premio Letterario Manzoni, sezione teatro. Terzo classificato al Premio Letterario Nazionale Alceste de Lollis, sezione poesia. È responsabile advertising di Carsa, segue un dottorato di ricerca in Scienze Sociali presso l’università D’Annunzio.
Riccardo D’Alessandro | ambiente | pag. 44 Nato ad Ortona il 29 ottobre 1978, laureato in chimica. Dopo un’esperienza negli USA entra a tempo pieno nell’azienda di famiglia, il Gruppo Galeno di Ortona, dove svolge attività di consulente nei settori della sicurezza e dell’ambiente. È revisore e consulente ambientale EMAS e Auditor ambientale di terza parte. È iscritto all’Ordine dei Chimici di Roma (Abruzzo, Lazio, Molise, Umbria). Particolarmente coinvolto nei temi legati all’impresa, è membro del consiglio direttivo del Gruppo Giovani Imprenditori di Chieti - dove detiene la delega per l’ambiente - ed è delegato dello stesso Gruppo al Consiglio Regionale di Confindustria Abruzzo.
Nicola Boschetti | un’ottima annata | pag. 123 Nato a Guardiagrele l’8 maggio 1971, sposato con un figlio di 10 anni, affianca da oltre 22 anni Angela e Peppino Tinari nel ristorante Villa Maiella, con la piacevole responsabilità di occuparsi di una ricca cantina. Molto conosciuto nel mondo del vino, ha ricevuto riconoscimenti sia regionali che nazionali, tra cui la 1° Edizione 2005 del premio “Francesco Di Cintio” dell’Associazione Italiana Sommeliers riservata ai giovani professionisti. Ha avuto l’onore di essere il sommelier del pranzo ufficiale riservato all’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, durante la visita a Chieti nel settembre 2005. Collaboratore di varie riviste del settore (Gambero Rosso, Cucina e Vini, Slow Food), docente dei master sul vino Slow Food, organizzatore di serate a tema. Coadiuvante nei progetti sull’alimentazione riservati ai bambini delle scuole elementari. Fuori dal suo mondo si rifugia nel ciclismo, sport che pratica con passione.
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