Novembre 2009

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ISSN 1973-5383

anno IV numero 37

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2007 Registrazio

_ novembr e/dicem Anno 2° n. 10 copia omaggio

Tanti ospiti di spicco nel primo appuntamento organizzato da Abruzzo Impresa e Confindustria Abruzzo

AB_IMP_NOVEMBRE

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È

Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Ar t. 2 comma 20/C legge 626/96P

bre 2007

Emma Marcegaglia, capitano d’impresa

ne n. 04 del 07/04/2006

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7-12-2007 16:50:51

l’ora del dialogo. Tra il mondo dell’imprenditoria e quello della politica. Via le barriere, via le lungaggini burocratiche, e dentro una strategia di concertazione in cui tutti concorrano alla ripresa economica del Paese. Protagonista assoluta della prima convention delle imprese, tenutasi presso il Grand Hotel Adriatico di Montesilvano, è stata l’allora vice presidente nazionale di Confindustria Emma Marcegaglia. La prima convention delle imprese, organizzata dal mensile Abruzzo Impresa e da Confindustria Abruzzo, in collaborazione con la facoltà di Economia di Pescara, ha riscosso grande successo ben oltre le aspettative. Presenti molti protagonisti della politica e dell’imprenditoria: tra questi Sergio Galbiati, Giuseppe Del Gesso, Massimo Minolfi, Pasquale Cordoma, Luciano D’Alfonso e Ottaviano Del Turco, intervenuti nella tavola rotonda.

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22/11/2009


ISSN 1973-5383

Convention di successo, grandi nomi a confronto

mensile

2008

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Due tavole rotonde per discutere della crisi e delle possibili vie per uscirne

13-12-2008

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L

a crisi può essere paradossalmente l’occasione giusta per ricominciare alla grande. Quella che sembra una frase fatta è stata in realtà argomentata in modo dettagliato dagli illustri protagonisti della seconda Convention delle imprese. Maurizio Beretta, Renato Brunetta e Raffaele Bonanni, ovvero industria, politica e sindacato. Insieme a tante altre personalità di spicco delle tre realtà, hanno dato vita a un interessante dibattito finalizzato al reperire una o più soluzioni per uscire dalla crisi che attanaglia il Paese. In linea con le attese, è stato il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta a rubare la scena: «Servirà più impegno da parte di tutti, aumentando la produttività e riducendo al massimo la burocrazia, anche a costo di lavorare di più. Ne va della salute della nostra economia». Sono state due le tavole rotonde che hanno caratterizzato l’evento: la prima composta da figure politiche e imprenditoriali della regione Abruzzo, la seconda, moderata dall’allora direttore del “Sole 24 Ore” Ferruccio De Bortoli e animata da personalità di rilevanza nazionale.

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3a convention delle imprese

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2009

Appuntamento con l’impresa

3° Convention delle imprese Costruire e innovare per un nuovo modello di sviluppo L’Aquila - ore 15:00 Auditorium Caserma Guardia di Finanza di Coppito

3 dicembre 2009


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in occasione della 3a convention delle imprese dicembre 2009

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anno IV

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n° novembre 2009 ISSN 1973-5383

numero chiuso in redazione il 5 novembre 2009

direttore responsabile redazione hanno collaborato:

art director ufficio grafico ufficio fotografico controllo web engineer responsabile spedizioni responsabile pubblicità

in copertina Giulio Pedicone foto concessa da Las Mobili

Eleonora Lopes Marco Taglieri, Denia Di Giacomo, Jenny Viant, Laura Tinari Italo Lupo, Giuseppe Mauro, Mauro Di Pietro, Giuseppe D’Amico, Ida Pagnottella, Alfredo De Vincentis, Luigi Carunchio, Simone D’Alessandro, Antonio Teti, Filippo Paolini, Massimo Avenali, Alessio Giancristofaro, Piero Carducci, Anna Cutilli Di Silvestre, Barbara Cemini, Francesca Lupone, Valentina Procopio, Piergiorgio Greco, Alessandro Addari, Nicola Boschetti, Alessandra Vallera, Chiara Strozzieri, Elisa Di Venanzio, Piero Vittoria, Camilla Marino Marcello Starinieri _ visualadv.it Vincenzo Sulpizio Simone Cerio, Rocco Petrei Danilo Martorelli Gianluigi Tiberi Giuseppe Ciavattella Loredana Evangelista - commerciale@eccoitalia.it - commerciale@abruzzoimpresa.it

stampa editore

D’Auria SpA Fabio De Vincentiis _ Ecco Italia gruppo editoriale

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capitano d’impresa

Giulio Pedicone

Sport

Da artigiano a imprenditore di successo Giulio Pedicone nasce a Teramo 69 anni fa, proprio dove la produzione del mobile ha una tradizione secolare. Ha un animo moderno, giovane e un modo di pensare che va fuori dagli schemi, tant’è che da artigiano negli anni è riuscito a diventare un imprenditore di successo a capo di una delle più grandi aziende in Italia di mobili per ufficio, la Las Mobili. Un self made man a tutti gli effetti. Ma facciamo un passo indietro. Giulio inizia a compiere i primi passi nel settore del mobile da ragazzino. Figlio di un contadino, non avendo possibilità di studiare, ad 11 anni comincia a lavorare in una piccola falegnameria a Teramo. «All’epoca per frequentare le scuole medie, bisognava passare un esame di ammissione. La mia famiglia non aveva i soldi per sostenermi negli studi e così incominciai a lavorare da giovanissimo». Poi seguono 3 anni di esperienza in un mobilificio a San Benedetto del Tronto. È un ragazzo determinato e con tanta voglia di fare, e nel 1973 a soli 33 anni, riesce a trasformare il mobilificio Pedicone in una SpA che produce mobili per la casa. Nel 1976 avviene la svolta, nasce la Las Mobili srl specializzata nel settore mobili d’ufficio. Passione e tanta concretezza nel lavoro, fanno espandere di anno in anno l’attività, collezionando diversi successi. Da imprenditore lungimirante, reinvestendo gli utili aziendali nelle sue attività, lavorando con tenacia e dedizione, è riuscito a garantire alle sue aziende una continua crescita annua in termini di fatturato, dipendenti, tecnologie impiegate e strutture operative. L’industriale teramano è sposato e ha tre figli tutti inseriti in azienda: Marcello che è l’ad del Gruppo, Lorella che si occupa di direzione approvvigionamenti e Cinzia che è direttore commerciale&marketing. Ma è anche nonno di quattro splendidi nipotini. Oggi il gruppo è diventato Pedicone Holding srl con circa 450 dipendenti e un fatturato annuo che oscilla intorno a 80 milioni di euro con a capo Giulio Pedicone, presidente del CdA. Non ultima la dedizione alla vita associativa e lo spirito d’aggregazione. Infatti Pedicone è stato vice presidente della banca di Credito Cooperativo di Teramo, presidente di Api Teramo per due mandati. Attualmente ricopre la carica di presidente onorario di API Teramo, presidente della Confapi Abruzzo e componente il Consiglio camerale della Camera di Commercio di Teramo.

Mi piace molto lo spirito di aggregazione e di competitività che lo sport esprime. In passato abbiamo sponsorizzato la Las Daytona Modena Volley, il Teramo basket e tante realtà locali. Ma c’è una novità, la Las sponsorizzerà per 2 anni L’Aquila Rugby 1936, e insieme al Ministero della Gioventù, saremo promotori del progetto “Giovani per l’Abruzzo” che porterà alla città dell’Aquila e a tutta la regione, enormi benefici, attraverso l’organizzazione di attività sportive, ludiche e interculturali nelle scuole.

Solidarietà

Mi ritengo un uomo molto fortunato ed è quindi mio dovere aiutare le attività sociali e umanitarie. In questi anni abbiamo sostenuto, la Lega del filo d’oro, Medici senza frontiere, Amnesty international, Amref, Unicef, Wwf, Airc e tante altre. Da ben 19 anni la Las è vicina al mondo della disabilità sportiva come “main sponsor” del Gruppo Sportivo Amicacci di Giulianova impegnato nella massima serie di “basket in carrozzina”.

Tempo libero

Praticamente sono sempre a lavoro. Ma quel poco di tempo libero che ho, lo trascorro volentieri con la mia famiglia e soprattutto con i miei splendidi quattro nipotini, il mio vero cuore.

Viaggi

Ho viaggiato spesso per lavoro, ho girato l’Europa e anche il Medio Oriente. Mi piace visitare le fiere che riguardano il settore del mobile e cerco ogni volta di carpire qualche segreto da riportare nella mia azienda.

Tv

Quando sono a casa la sera mi capita di guardare un po’ di tv. Mi piacciono i programmi culturali, quelli sui viaggi e i documentari. Ma non sopporto le trasmissioni politiche dove si litiga e non c’è nulla di costruttivo per il nostro Paese!

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sommario _ anno IV n°37 _ novembre 2009 opinioni&rubriche editoriale ctrl s l’Abru o che produce nonsolo economia confi... den ialmente il punto la terra di Piero

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Gocce d’inchiostro

26 Tendenze, fatti, persone 31

Un gioiello di Cna

33 Forze e debolezze del nostro territorio 35 Un modello di sviluppo innovativo

38

37 L’Abruzzo dei campanili e rintocchi della crisi 101

Ricostruire L’Aquila. Oppure no?

in primo piano geologia inail

38 Abruzzo tra rischi e risorse 42 Lavorare si, ma da morire no

economia

46 Tra globalizzazione e localismo

terremoto

48 La provvidenza siamo noi

bio architettura

sostenibile: 53 Architettura un cambiamento possibile

gi confindustria

56 L’Abruzzo che ti sorprende... a Capri

a ienda con il segno + las mobili

42

46

60 Un mobile internazionale

tematiche d’impresa mercati fisco energia creatività& innova ione

66 Il rischio dei mercati 68 Il redditometro al servizio di un fisco moderno 70 Il futuro dell’energia 72 I falsi miti degli imprenditori

ict

74 The ultimate computer: il punto di non ritorno

norme&leggi

78 Uno strumento per risolvere la crisi d’impresa

storie&persone domenico merlino mar io forcella ascensina evangelista

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81

Un gruppo che pensa in grande

85

85 Marzio Forcella, il gioielliere erede del Canova 88 Lady Limoncello

credito&finan a banca dell’adriatico

dell’Adriatico, 93 Banca continua il sostegno alle Pmi

93 21



sommario _ anno IV n°37 _ novembre 2009 credito&finan a regione - caripe

95 Cassa integrazione, intesa Regione - Caripe

incarichi&carriere cio

97 Mario Pescante

ordine ingegneri

97 Maurizio Vicaretti

gi confindustria Abruzzo

99 Mauro Barnabei

ciba

99 Riccardo Ciferni

106

seminari&convegni gi confindustria Abruzzo confindustria Pe

106 Donne e politica, un binomio difficile 111

Outplacement, quale futuro?

security day

112

La sicurezza in rete

carispaq

115

«Lavoriamo per un obiettivo comune»

confindustria Abruzzo

117

La forza del capitale umano

security forum

119

La sicurezza informatica nei luoghi di lavoro

eventi ecotour cdo baltour autoabru

o

expo arredamenti gi confindustria Pe Ei Systems Tasso adecco sia agroalimentare cciaa Ch associazionismo renato ricci

122 Natura e turismo, connubio di successo

132

124 l’Abruzzo che riparte acquisisce quote di maggioranza 129 Baltour del gruppo Lazzi

131

Semplicemente BMW X1

132 Expo arredamenti, un nuovo traguardo 134 Gi in rete

144

139 Ei Systems ha un... “Tasso” energetico in più 141

Adecco: pronti a ripartire

142 Dieci anni con l’impresa tipicità abruzzesi alla conquista 144 Le dei nuovi mercati

147 Il nuovo centro espositivo targato Di Vincenzo

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149 Un riconoscimento per Annino Di Giacinto 151

Museo dell’automobile, il sogno che si avvera

gruppo spee

153 Gruppo Spee, l’importante è crederci

opt solutions

155 Come innovare? Riducendo i costi

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la vita è bella 23



editoriale

/ gocce d’inchiostro

Eleonora Lopes _ direttore

R

esponsabilità,  etica, qualità, coraggio, legalità e meritocrazia. Questi i punti cardine che la presidenza Spinosa ha lasciato in eredità al neo presidente dei giovani industriali di Confindustria Abruzzo Mauro Barnabei. Il passaggio di consegna è avvenuto a Capri, durante il 24esimo convegno degli industriali under 40, al quale ha partecipato una nutrita e compatta delegazione di abruzzesi. Anche quest’anno si è percepita tra i giovani la voglia di condividere i grandi temi di natura economica e politica che li coinvolgono come imprenditori e come cittadini. Un appuntamento immancabile, di forte valenza. Un’iniezione di energia e positività per rimettersi a lavoro in un momento così critico.

M

a Capri non rappresenta solo il consueto evento di Confindustria. Capri vuol dire Sud Italia, Meridione. E allora non posso non riportare le parole del ministro dell’Economia Giulio Tremonti che proprio durante il convegno, a proposito del Mezzogiorno, ha dichiarato: «la caduta della presenza dello Stato e l’ingresso delle regioni ha costituito un fattore non di avanzamento, ma di arretramento. Tutti abbiamo responsabilità in questo processo. La questione del Meridione è una questione nazionale, non regionale». Una riflessione più che condivisibile, ma resta il fatto che nel 2009 l’Italia continua ad essere divisa e a viaggiare su due velocità.

L

o sviluppo del Mezzogiorno è un’impresa possibile. Ad affermarlo sono esperti di economia, politici, imprenditori. Certo, i problemi ci sono, e tanti anche, in primis quelli legati alla disoccupazione, ma l’Abruzzo ha tutti i titoli per fare da capofila nel progetto di rilancio del Sud Italia. Non dimentichiamo il Mediterraneo e tutte le potenzialità che ne derivano. Il futuro è nelle mani delle nuove generazioni che solo con capacità innovativa e determinazione, unite ad un vigoroso riscatto culturale, potranno far fruttare il grande patrimonio del Meridione. Ma i primi a crederci devono essere proprio i politici che devono investire nel Sud e non abbandonarlo. Questione di priorità.

*

Cari lettori, la macchina organizzativa è già all’opera. La “Convention delle imprese”, giunta alla sua terza edizione, è pronta a decollare. L’impegno, per quanto ci riguarda, è quello di trattare ancora una volta, tematiche d’impresa di valenza strategica per la nostra regione attorno ad un tavolo che riconduca il mondo imprenditoriale a quello politico. Un lavoro che ci vede sin dal primo anno, fianco a fianco a Confindustria Abruzzo. Tanti e prestigiosi gli ospiti di questa edizione di cui non posso svelare ancora l’identità. Non mi resta che rinnovarvi l’invito a partecipare numerosi il 3 dicembre a l’Aquila, presso l’auditorium della caserma della Guardia di Finanza a Coppito

direttore@abruzzoimpresa.it

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REGIONE ABRUZZO UNICREDIT-ABI PER LE PMI

IL MINISTRO ZAIA VISITA LO STAND DELVERDE A COLONIA

La Regione Abruzzo, in base al pacchetto anticrisi sottoscritto in accordo con Abi e Unicredit Mediocredito centrale, ha stanziato 6,5 milioni di euro per le PMI (con sede legale e almeno un’unità produttiva presente nel territorio regionale) affinché possano consolidare i propri debiti a breve, nei confronti delle banche. «Dalle notizie che ci arrivano dall’Abi - afferma l’assessore allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione - aderiranno quasi tutte le banche abruzzesi. Si tratta di un provvedimento importante perché il prolungamento del debito a tassi agevolati, oltre a permettere alle imprese di avere un respiro finanziario, incide notevolmente sull’eliminazione del presupposto secondo cui gli imprenditori, fuggendo dai canali istituzionali del credito, si ritrovano poi in situazioni poco piacevoli come l’usura». Sarà possibile rinegoziare i debiti aventi scadenza di un anno, per un massimo di 250 mila euro, e poi rimodularli per un massimo di 5 anni. «Così facendo la Regione, con i 6 milioni e mezzo di euro, si accolla il 100 per cento degli interessi passivi di riferimento», ha concluso Castiglione.

Il ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, ha fatto visita allo stand del pastificio Delverde, nell’ambito di Anuga, la più importante fiera tedesca del settore food&beverage. Zaia ha incontrato Leonardo Valenti, ad del pastificio di Fara San Martino, e ha avuto modo di apprezzare le specialità Delverde durante il pranzo servito nel ristorante BuonaItalia. Il famoso chef Fabio Campoli, che si è occupato anche delle preparazioni culinarie all’interno del Bus Delverde e delle degustazioni presso lo stand, ha preparato per il ministro una scelta di tre gustosi primi piatti: spaghetti cacio e pepe al vino rosso e bieta, mezze maniche con pesto e agrumi, e gemellini al pomodoro e olive. Tre ricette frutto della creatività abbinata alla tradizione, molto apprezzate da Zaia.

PREMIO PERSONAGGIO DELL’ANNO 2009 AL PROF. MASTROPASQUA I giovani imprenditori di Confindustria Abruzzo hanno conferito al professore Leonardo Mastropasqua il Premio Personaggio dell’anno 2009. Nella cerimonia, svoltasi presso il centro di Oftalmologia dell’ospedale di Chieti, è stata evidenziata la necessità di arginare la rovinosa deriva del sistema sanitario abruzzese, attraverso una riforma che bandisca gli sprechi e blocchi definitivamente il mostruoso debito pubblico. In questo modo sarà possibile cancellare l’aumento IRAP, insostenibile per il sistema produttivo, e destinare risorse alle attività di ricerca ed innovazione, indispensabili per il recupero della competitività dell’intero sistema regionale. I giovani imprenditori hanno dichiarato guerra alla mala sanità, invitando i cittadini a offrire la propria testimonianza attraverso la casella e-mail: malasanita@confindustria.abruzzo.it.

DUE DONNE AL COMANDO DEL CONSORZIO “PRODOTTO A L’AQUILA” La Confcommercio ha ufficialmente presentato il vertice del Consorzio Prodotto a L’Aquila. La presidente è Natalia Nurzia e la vicepresidente Roberta Pietrantoni. Il Consorzio è costituito da sette fondatori: Fratelli Nunzia, Cantine Pietrantonj, Fratelli Properzi, Antichi Sapori De Paulis, Dolci Aveja, Panificio Peppinella e Dolceria dell’Orso. Si prefiggono di distribuire efficacemente, in Italia e all’estero, i propri prodotti attraverso la GDO e il commercio al dettaglio. I prodotti sono contraddistinti da un logo donato da Piero Gratton, all’indomani del sisma. Il direttore di Confcommercio, Celso Cioni, ha commentato: «è un segnale importante per le nuove generazioni, ed un nuovo approccio socio-economico, strettamente legato alla promozione del territorio. La Zona franca dovrà essere costruita con logiche diverse – ha proseguito Cioni – bisogna sostenere l’economia locale, ed anche la Regione dovrà convincersi che questa è la strada giusta per lo sviluppo». FRATELLI NURZIA, UNA DOLCE DINASTIA: ERRATA CORRIGE Nel numero 36 di Abruzzo Impresa a pag. 74 abbiamo erroneamente riportato la data di fondazione dell’azienda Fratelli Nurzia. La data di fondazione dell’antica fabbrica di torroni aquilana è il 1835. Ci scusiamo per l’imprecisione commessa.

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tenden e fatti persone

L’ABRUZZO AL CENTRO DEL MEDITERRANEO Sono state affrontate le tematiche del programma di cooperazione transfrontaliero, Progetto Adriatic Ipa, presentato nell’auditorium De Cecco di Pescara. Al programma “Moving Abruzzo forward” partecipano le province marittime della Slovenia e della Grecia, le regioni equivalenti della Croazia, l’Albania, la Bosnia Erzegovina, il Montenegro e le sette regioni adriatiche italiane: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia. «Lo sviluppo non si incentiva come in passato, limitando la strategicità degli interventi nell’ambito di aree territoriali circoscritte ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi - per incidere sul tessuto socio-economico di una certa area geografica occorre, infatti, che le iniziative, frutto di un’attenta programmazione, siano inserite all’interno di alcune grandi direttrici di sviluppo che abbraccino territori di riferimento anche extra-nazionali».

IL PRESIDENTE CHIODI SI COMPLIMENTA CON IL NOBEL OBAMA «All’uomo che cambierà il mondo, a un vero amico dell’Abruzzo, con infinita stima, Gianni Chiodi». Sono state queste le significative battute del telegramma che il governatore della Regione Abruzzo ha inviato al presidente degli Stati Uniti Barack Obama, in occasione della nomina a Premio Nobel per la pace. Nei prossimi giorni Gianni Chiodi visiterà Washington, ospite della National Italian American Foundation, fondazione degli italo- americani, impegnati in iniziative umanitarie.

TERAMO PROMOTRICE DI ENERGIA RINNOVABILE CON IL CNA La provincia di Teramo è capofila di un importante progetto europeo appartenente al programma SEE, South East Europe . Un progetto che si identifica nello slogan: “Wide the see succmod: widening the thermal solar energy exploitation by the successful models”. In italiano equivale a dire: “Espandere lo sfruttamento dell’energia solare attraverso prassi di successo”. L’Italia è rappresentata dalla CNA di Teramo insieme all’Ente Provincia. Le altre nazioni partecipanti sono: Slovenia, Grecia, Romania, Bulgaria, Ungheria, Austria, Croazia, Macedonia, Ucraina, Moldova. L’obiettivo è promuovere l’utilizzo di impianti solari termici per uso domestico e produttivo. La Provincia coordinerà le attività di tutti i partners, comunicherà alla Commissione europea l’avanzamento dei lavori e svilupperà azioni di informazione alla cittadinanza. La CNA di Teramo dovrà progettare e realizzare percorsi formativi per rendere più competitivi gli installatori associati al gruppo. La sfida consiste nel ridurre la disparità fra le nazioni appartenenti all’area SEE, tramite il confronto con i Paesi più avanzati in materia di produzione di energia termica, oltre alla volontà di ridurre l’effetto serra e creare opportunità occupazionali.

ASSEGNATI I CIATTÈ D’ORO E DELFINO D’ORO Posticipata di una settimana, in segno di rispetto per le vittime della frana di Giampilieri, si è svolta la cerimonia di assegnazione delle onorificenze Ciattè d’oro e Delfino d’Oro. L’amministrazione pescarese valorizza i cittadini meritevoli premiandoli con il Ciattè d’oro, ogni 10 ottobre, in occasione della festa del patrono San Cetteo. Quest’anno i riconoscimenti sono andati a: Eriberto Mastromattei, decano dei balneatori pescaresi; Emidio Isidoro, il pilota di AirOne che evitò una strage compiendo l’ammaraggio da manuale sul fiume Hudson (New York); infine, Piero Mazzocchetti, noto tenore. Il Delfino d’Oro, destinato a personalità che hanno operato a favore del progresso della città, pur non essendo di origine pescarese, è stato conferito alla memoria dell’avvocato Carlo Sartorelli, membro dell’assemblea regionale abruzzese e presidente dell’istituto di credito cittadino; a Luigi Di Giosaffatte, direttore di Confindustria Pescara e Achille D’Alessandri, capo di Gabinetto di 7 sindaci di Pescara.

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IMPRESE IN SICUREZZA Confindustria, in collaborazione con INAIL, Fondirigenti e Federmanager, ha lanciato il progetto Sviluppo Imprese in Sicurezza. Il programma nasce dalla necessità di favorire un cambiamento culturale sul tema della salute e sicurezza sul lavoro. Occorre passare da una visione della sicurezza come problema di pochi, ad un’autentica cultura della sicurezza come patrimonio di tutti. In questo quadro l’iniziativa promuove nuove abitudini di vita lavorativa e investimento produttivo. I destinatari sono i vertici delle imprese, imprenditori e manager, nella loro qualità di promotori delle strategie economico-organizzative. Il programma prevede un articolato ciclo biennale di seminari (2009-2010) in tutto il territorio nazionale, incentrato su testimonianze, filmati ed azioni concrete. In chiusura del progetto formativo sarà celebrato il Safety Day.

35 MLN DALLA U.E. PER LE IMPRESE TERREMOTATE La Commissione Europea ha espresso parere positivo in merito allo stanziamento di 35 milioni di euro in favore delle imprese, e dei titolari di partita Iva, che hanno subito danni dal sisma del 6 aprile. La decisione implica che la Regione Abruzzo provveda direttamente alla gestione dei fondi, in ottemperanza con l’art. 87. 2b del trattato CE. Potranno beneficiare del regime le imprese che hanno sede nei comuni della Regione Abruzzo individuati come “cratere” nelle ordinanze della Protezione civile. Gli aiuti si applicano a tutti i settori economici, dalle imprese agli artigiani, dai professionisti ai commercianti, ad eccezione di quelle operano nella produzione di prodotti agricoli, che invece potranno contare su altri fondi. Il risarcimento può essere erogato fino al 31 dicembre 2013.

SKY SOSTIENE LA SANITÀ AQUILANA Un po’ alla volta, settori cruciali per la vita degli aquilani tentano di ripristinare la normalità, grazie anche alla solidarietà di tante persone. Sky, colosso della televisione commerciale, ha donato oltre due milioni di euro per la realizzazione del primo pronto soccorso pediatrico in Abruzzo, presso l’ospedale San Salvatore. Questo traguardo è stato raggiunto in seguito a una raccolta fondi che ha visto in prima fila gli abbonati Sky. Il presidente della Regione Gianni Chiodi ha ricevuto l’assegno dalle mani di Daniela e Leonardo Bongiorno, moglie e figlio del celebre conduttore Mike Bongiorno, recentemente scomparso. Mike avrebbe dovuto condurre, proprio su Sky, la riedizione del fortunato programma “Rischiatutto”.

IL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO CONQUISTA IL LIBANO Firmato un interessante accordo di cooperazione tra il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Federparchi e la Riserva dei Cedri dello Shouf-Libano. Il patto, siglato a Roma, è stato sottoscritto dal presidente del Parco Giuseppe Rossi, dal presidente della Riserva libanese Charles Noujaim e dal direttore di Federparchi Luigi Bertone. Il progetto, finanziato dal ministero degli Affari Esteri, intende consolidare e garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali della riserva dei Cedri contribuendo alla salvaguardia della flora, della fauna e dell’ecosistema di quell’area del Libano, basandosi sull’esperienza del Parco nazionale italiano più conosciuto. Sono previsti interventi di promozione turistica sul mercato nazionale e internazionale. La delegazione libanese è intenzionata a esportare il modello di organizzazione e l’articolazione territoriale dell’Ente Parco.

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tenden e fatti persone

LA LEGGE QUADRO PER L’INDUSTRIA Il vicepresidente della Regione Abruzzo e assessore allo Sviluppo economico Alfredo Castiglione, ha annunciato una legge quadro per l’industria entro novembre. Secondo l’assessore è necessaria una riforma del settore che punti allo snellimento burocratico e alla capacità di arrivare a cogliere le opportunità offerte dai finanziamenti europei in maniera più rapida e senza nodi. L’annuncio è stato fatto in occasione della presentazione del nuovo CdA dell’Ente Abruzzo Sviluppo. Il presidente è Nello Rapini, con consiglieri Leandro Verzulli e Salvatore Occhiuto. «L’ente Abruzzo Sviluppo è il braccio operativo dell’assessorato allo sviluppo economico - ha sottolineato Castiglione - dal nuovo CdA attendiamo, perciò, grande collaborazione, allo scopo di ridisegnare la geografia economica e produttiva dell’Abruzzo». Altri obiettivi per Abruzzo Sviluppo, indicati dall’assessorato, sono il coordinamento delle azioni relazionali del sistema economico verso il Governo centrale, l’affiancamento delle aziende regionali per la partecipazione a bandi comunitari, soprattutto nel campo della ricerca e dell’innovazione, la creazione di un sistema regionale della ricerca, come motore di sviluppo economico e sociale del territorio.

III RAPPORTO “GENERARE CLASSE DIRIGENTE” Investire in classe dirigente, privilegiando percorsi di azione centrati basati sull’apprendimento e sulla valorizzazione dei talenti. È questa una delle strade da percorrere per affrontare la crisi economica. Emerge dai risultati della ricerca Luiss: “Generare classe dirigente. Una mutazione del Paese da accompagnare oltre la crisi”. Il III Rapporto è stato presentato alla sede Confindustria Pescara e si configura come uno strumento atto a promuove la cultura d’impresa. Durante l’incontro è stato siglato un accordo tra Luiss e Confindustria Pescara, dove sorgerà la sede del quinto Luiss Network Point in Italia.

LUIGI VICINANZA È IL DIRETTORE DELL’ANNO Luigi Vicinanza, direttore del quotidiano Il Centro, è il vincitore della terza edizione del premio giornalistico “Il direttore dell’anno”, intitolato alla memoria di Baldassarre Molossi, storico direttore della Gazzetta di Parma. Il premio, promosso dal Rotary Club Parma in collaborazione con Cariparma Crédit Agricole e Gazzetta di Parma, sarà assegnato mercoledì 2 dicembre, alle 18, a Palazzo Soragna, sede dell’Unione parmense degli industriali. Il direttore Vicinanza terrà una relazione sul tema: L’Aquila, ore 3.32. Un giornale dentro il terremoto. Le due precedenti edizioni del premio sono state vinte da Paolo Mieli e Ferruccio De Bortoli.

UN VILLAGGIO PER PICENZE DI BARISCIANO La Fondazione De Agostini e l’associazione For Life onlus hanno donato un villaggio, composto di dieci unità abitative prefabbricate, per dieci famiglie di Picenze. Il villaggio è stato inaugurato alla presenza dell’arcivescovo d L’Aquila, Monsignor Giuseppe Molinari, del presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, del vicepresidente del Consiglio regionale Giorgio De Matteis, del presidente della Provincia dell’Aquila Stefania Pezzopane, del sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, del sindaco di Barisciano Domenico Panone, del presidente della Fondazione De Agostini Roberto Drago e del presidente di For Life onlus Alessandro Carriero. Le unità abitative misurano circa 30 metri quadrati, sono realizzate in legno e hanno una zona giorno con angolo cottura, due camere da letto e servizi igienici.

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l’Abru

o che produce

Italo Lupo presidente regionale della Cna

Un gioiello di Cna

R

ilanciare le ragioni del nostro territorio, sfruttare le sue enormi potenzialità, facendo delle piccole imprese, della loro immagine e della loro qualità un potente fattore di sviluppo. Sono le idee che ho scelto per dare un contenuto originale al mio mandato di presidente regionale della Cna, per quella che sarà la mia sfida di questi anni: un profilo, mi si permetta una piccola citazione personale, che assomiglia al mio essere artigiano orafo, abituato a maneggiare la materia, a plasmarla. Con i suoi oltre 9mila associati, la Cna è la più forte organizzazione regionale di tutto il comparto della piccola impresa, commercio incluso: la mia ambizione è aiutarla a diventare non solo una associazione d’impresa grande, ma una grande associazione d’impresa. In una parola che amo: un gioiello. Dicevo del territorio. L’Abruzzo si collega quotidianamente e in poche ore con le maggiori capitali europee, combatte per superare antichi limiti di provincialismo. L’artigianato di qualità può ambire – come la gastronomia, come l’ambiente protetto – a diventare un potente fattore di attrazione, a condizione però che inizi a pensare in grande, che si colleghi ai grandi flussi turistici, che contribuisca a fare marketing per il proprio territorio. In una parola: che divenga impresa adulta. Sposare le ragioni del territorio, per gli artigiani e le piccole imprese, vuol dire ad esempio contrastare con decisione la tendenza a espellere dai centri storici tante, troppe attività – un conto è trasferire nelle aree attrezzate attività

inquinanti, altro mestieri antichi e creativi! – ma anche guardare al grande patrimonio storicoarchitettonico di cui questa terra è ricca, per riusarlo. Per costruirci eventi di spessore nei borghi più belli. Per aggiungerlo all’offerta turistica abruzzese, che ha bisogno di idee, progetti. Questa mission l’artigianato può realizzarla solo con una forte iniezione di immagine e di qualità. Ne ha bisogno l’artigianato, ne hanno bisogno le piccole imprese. Ne ha bisogno la Cna, la mia Cna. Tra le diverse attività produttive, l’artigianato gode di un “valore aggiunto” formidabile, frutto della sua storia centenaria, ma tutto questo non basta più in una società complessa: le piccole imprese devono uscire da quella “linea d’ombra” che le ha relegate (rispetto, ad esempio, all’industria e alla sua rappresentanza) a età infantile del fare impresa. Mi piace, allora, pensare che in questi anni il mondo della piccola impresa e degli artigiani, attraverso la Cna, “invada” pacificamente eventi e manifestazioni dedicati all’economia. Che i suoi dirigenti, i suoi imprenditori, siano protagonisti attivi nei rapporti con l’università, con la scuola, con il mondo editoriale: dove cioè la società dell’economia della conoscenza forma le sue leve, costruisce i saperi del futuro. Una forte immagine, infine, che sfrutti le potenzialità offerte dalla formazione di consorzi di qualità e tutela, dalla partecipazione a manifestazioni internazionali. Troppa ambizione? No: nello sport vince solo chi riesce a elevare l’assicella, e noi siamo qui per vincere

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nonsoloeconomia

Giuseppe Mauro Economista e Ordinario di Politica Economica

Forze e debolezze del nostro territorio prima parte

L’

Abruzzo è una regione piuttosto complessa sotto il profilo economico. In essa convivono grandi e piccole imprese; esperienze imprenditoriali elevate ed imprese marginali; unità produttive innovative e unità interstiziali o marginali; forti differenziazioni nelle vocazioni produttive ed economiche delle quattro province. In virtù di questa complessità, la Regione avrebbe bisogno di una maggiore sensibilità culturale da parte delle istituzioni, anche accademiche, al fine di approfondire le caratteristiche produttive, i suoi punti di forza e di debolezza e i motivi che determinano una forte caduta dei principali aggregati economici ogni qualvolta si verifica una fase congiunturale negativa. Nonostante vi siano tre università, la presenza di non poche facoltà con indirizzo economico-sociale e numerosi corsi di laurea sono davvero pochi gli studiosi che pongono al centro della loro ricerca la conoscenza del territorio, che si ritiene fondamentale per pervenire a modelli interpretativi condivisi, capaci cioè di contribuire alla

definizione di un adeguato percorso di sviluppo. L’assenza di immediati elementi conoscitivi per quanto riguarda la configurazione della regione nella sua dimensione produttiva, occupazionale e competitiva crea non poche difficoltà all’intero tessuto sociale ed economico, in quanto ritarda l’eventuale l’adozione di adeguate e pronte misure di politica economica. In questo quadro non del tutto soddisfacente, il lavoro del prof. Luciano Fratocchi, dell’Università di L’Aquila, costituisce un’importante e positiva eccezione. Il suo libro “La mappa del capitale umano come strumento di gestione della mobilità interaziendale” rappresenta il primo volume predisposto dal “Centro Studi Confindustria Abruzzo” e dal suo consigliere delegato Gaetano Clavenna. Lo studio in questione fa fare un notevole passo in avanti nella conoscenza e nell’interpretazione delle realtà aziendali. Nel prossimo numero di Abruzzo Impresa, spiegheremo perché l’analisi appare così significativa

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Sede di Castiglione M. Raimondo Viale Umberto I 64034 Castiglione M.R. (TE) Tel. 0861/9941 Fax. 0861/994215

Filiale di Rosciano Via Roscio da Montechiaro 65020 Rosciano (PE) Tel. 085/8509142 Fax. 085/8509853

Tesoreria di Città S.Angelo C.so Vittorio Emanuele II 65013 Città S.Angelo(TE) Tel. 085/969343 Fax. 085/9699748

Filiale di Pianella Piazza De’ Vestini 65019 Pianella (PE) Tel. 085/972626 Fax. 085/971456

Tesoreria di Villa Bozza Viale Risorgimento 64030 Montefino (TE) Tel . 0861/996300 - Fax. 0861/996273

Filiale di Elice Contrada Sant’Agnello, 193/2 65010 Elice (PE) Tel. 085/9609006 Fax. 085/9609825

Filiale di Piane di Castiglione M. R. Fraz. Piane di Castiglione M. R.. 64034 Castiglione M.R. (TE) Tel. 0861/909150 Fax. 0861/909818

Filiale di Penne Circonvallazione A. Moro 65017 Penne (PE) Tel. 085/8278386 Fax. 085/8210200

Filiale di Marina Città Sant’Angelo Via Tito de Caesaris, 4 65013 Marina Città S. Angelo (PE) Tel. 085/9506431 Fax. 085/9506824

Filiale di Cerratina Via Trieste, 12 - 65010 Cerratina (PE) Tel. 085/9771919 - Fax. 085/9772234 Filiale di Loreto Aprutino Via Mameli - 65014 Loreto Aprutino (PE) Tel. 085/8290611 - Fax. 085/8509853 Filiale di Silvi Marina Via Roma, 285 - 64029 Silvi Marina (TE) Tel. 085/9359724 - Fax. 085/9354798 Filiale di Pineto SS. 16 - C. De Titta 64025 Pineto (TE) Tel. 085/9493471 - Fax. 085/9493374


confi... den ialmente

Giuseppe D’Amico direttore Confindustria Abruzzo

Un modello

I

di sviluppo innovativo

l sisma che ha sconvolto tragicamente l’Abruzzo e che continua ad interessare con i suoi effetti il comprensorio aquilano e gli altri comuni colpiti, lascia invariate e ancora irrisolte una serie di problematiche che pongono l’Abruzzo in una situazione di vera grande difficoltà. In più occasioni si è affermato che il terremoto può costituire una occasione unica e irripetibile per aiutare, con la ricostruzione, tutto l’Abruzzo a emergere dalla crisi economica che lo attanaglia e per sperimentare, superata la fase di emergenza, un modello di sviluppo realmente innovativo, a cominciare dalla governance del sistema economico e della pubblica amministrazione. Terremoto e crisi economica, infatti, sono due ulteriori variabili che hanno aggredito la nostra regione che da tempo, però, soffriva già di suo: deficit di bilancio, sanità, scarsa crescita economica, difficoltà nell’accesso al credito, infrastrutturazione non adeguata, dialogo non sufficiente tra mondo produttivo e mondo della ricerca, politiche e strumenti di programmazione industriali e del territorio ormai da ricostruire e riformare. Occorre ora sapere operare con capacità ed urgenza avviando immediatamente e con coraggio tutte quelle riforme e quei provvedimenti di cui l’Abruzzo necessita da tempo. Pensiamo al sistema sanitario e della rete ospedaliera regionale. Qualsiasi riforma orientata al rigore e alla razionalizzazione della spesa, coniugata con il miglioramento e la qualificazione dei servizi resi al cittadino, non solo è ormai non più rinviabile, ma sarà inevitabilmente sostenuta anche dalle parti sociali, dalle imprese e dai lavoratori, che da tempo stanno scontando le conseguenze di anni di mala politica. Allo stesso modo, nel campo della Pubblica Ammini-

strazione regionale, sarà quanto mai apprezzata, in quanto non più rinunciabile, qualsiasi riforma volta a semplificare il quadro amministrativo da una parte e a semplificare le procedure burocratiche dall’altra. Si tratta di intervenire in modo organico sulla governance di questioni fondamentali, quali l’innovazione, il credito, l’internazionalizzazione, gli enti territoriali di gestione economica, e coordinarne attività e scelte strategie in una ottica di efficienza, razionalizzazione e soprattutto, di competenza e qualità. Il mondo imprenditoriale e il suo sistema di rappresentanza da tempo rivendica un nuovo modo di fare sviluppo e una maggiore partecipazione, reale, nei processi decisionali. In quest’ottica, è auspicabile un progetto di riforma che, razionalizzando l’apparato esistente e sull’esempio di quanto accade nei paesi europei più avanzati, preveda una Agenzia di Sviluppo regionale che vada a individuare, sviluppare e supportare politiche di sviluppo alla crescita delle imprese e del territorio. Sarebbe una riforma innovativa che necessita di scelte rigorose, e coraggiose necessarie per eliminare vecchie incrostazioni che impediscono la semplificazione e la reale pianificazione dei processi di sviluppo economico e la definizione di un nuovo assetto delle competenze e degli strumenti che governano l’economia regionale. La situazione regionale con le sue gravi situazioni di carattere economico e sociale richiede questo coraggio e questa capacità di visione strategica. L’attuale Governo regionale ha più volte affermato di voler intraprendere questa nuova strada. Se affrontato con coerenza e determinazione, troverà nel mondo produttivo e della società civile il necessario sostegno

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il punto

Mauro Di Pietro giornalista

L’Abruzzo dei campanili e rintocchi della crisi

L

a  s t or ia  e  l o  s v il upp o  e conomico dell’Abruzzo fanno i conti con le vicende, anche drammatiche, legate allo “spirito di campanile”. La logica con cui, in questi anni, sono stati promossi gli interventi progettuali e di modernizzazione, più che a una pianificazione nella tutela di tutti, ha risposto alla ossessiva volontà dei singoli portatori di voti di consolidare i potentucoli locali, senza gravare sugli equilibri politici e di partito dell’intero assetto territoriale. Ecco perché si è arrivati al paradosso che in Abruzzo i tracciati ferroviari, i nodi stradali, gli aeroporti, i porti, proprio in forza della malagestione degli investimenti, hanno finito per rappresentare una palla al piede, più che un volano di crescita in grado di favorire l’attrazione di nuovi investimenti. E il fenomeno deve aver raggiunto tali livelli di evidenza e di inefficienza da costringere pure il presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, a puntare il dito contro il campanilismo. Lo ha fatto in occasione della presentazione dell’ultimo libro dell’economista, Giuseppe Mauro, dedicato alla globalizzazione e al localismo. Ora si annuncia un cambio di marcia, con una classe dirigente che, pungolata e sferzata dalla crisi internazionale, promette un nuovo corso. In tutti si riaccende la speranza di vedere, finalmente, i famosi autoporti cominciare a funzionare, o l’avvio di un hub marittimo nel medio Adriatico. Ed è proprio sul sistema portuale che l’Abruzzo si gioca una delle sue chance più importanti, anche in vista dell’entrata in Europa dei Paesi che si affacciano dall’altra parte della costa.

Ma la domanda che rintocca nella testa, dopo tanti pessimi esempi, è se questi politici che si dicono nuovi riusciranno veramente a dipanare il nodo dei localismi, ottusi ed egoistici. Nella Val di Sangro, per esempio, ci sono aziende di livello internazionale, ma, chissà perché, nessuna si appoggia allo scalo portuale di Vasto o, tanto meno, a quello di Ortona. E cosa ancora più grave è che nessuno si è posto il problema di quanto l’inefficienza delle infrastrutture gravi direttamente sulla chiusura dei siti produttivi. È pur vero che, al momento, né Ortona, né Vasto sono nelle condizioni di poter ricevere in porto navi di grosso cabotaggio. Però, ai limiti fisici, legati alla profondità dei fondali, si sommano vecchi retaggi ideologici sugli assi di sviluppo regionali. Per esempio, è ora che qualcuno spieghi perché Vasto, per esempio, che ha i fondali giusti, un potenziale collegamento sinergico con la ferrovia e il sistema viario, deve svolgere un ruolo subalterno a Ortona su cui, invece, si continua a puntare con ben 84 milioni di euro. Interrogativo che forse resterà senza risposta perché c’è già chi si scatena su come ripartire i Fondi Fas. Una cosa è comunque certa, se lo spessore degli attori rimarrà questo, tra l’annuncio dei cambiamenti e la loro concretizzazione ce ne passerà, visto che neppure una crisi internazionale senza precedenti, ha fatto cambiare ritmo all’Abruzzo dei campanili. La speranza è che un giorno i furgoni della Sevel e il vetro della Pilkington potranno prendere il largo da uno dei porti d’Abruzzo

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in primo piano

» di Marco Taglieri

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foto di Simone Cerio

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20 ottobre ‘09

Abruzzo tra rischi e risorse

Geologia, economia e prevenzione del territorio sono tre aspetti strettamente connessi. Il professor Enrico Miccadei illustra il delicato rapporto tra uomo e natura

L Miccadei ci illustra il rapporto tra geologia ed economia

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a geologia fa economia. E si può fare economia solo attraverso conoscenza e prevenzione. Se poi vogliamo chiudere il cerchio, diciamo che la geologia non è altro che la base della prevenzione. A spiegare questi delicati aspetti è Enrico Miccadei, professore associato di Fotogeologia e Geologia ambientale presso l’Università “G.d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Siamo in una fase storica difficile, non soltanto per l’oramai stranota crisi economica, ma anche per il non continuo accettare i processi naturali da parte dell’uomo. Prima il devastante terremoto de L’Aquila, poi l’alluvione di Messina: due episodi che hanno messo in luce come il territorio nazionale sia terribilmente fragile. Quanta colpa ha la mano dell’uomo in tutto questo? Abruzzo Impresa cerca di andare a fondo, e magari di scoprire eventuali, possibili rimedi. Chiamatele pure “tecniche di prevenzione del territorio”, se volete. Il difficile sarà far passare un messaggio così delicato per la nostra regione, “polmone verde d’Europa”, di vitale importanza per la pianificazione territoriale e per la gestione ambientale.


Una buona carta geologica, la sua creazione e il suo utilizzo, rappresenta la giusta ricetta per conoscere le eventuali aeree a rischio ambientale

LA GEOLOGIA DELL’ABRUZZO

Già, perché correre ai ripari quando il danno è fatto non serve. Bisogna conoscere per prevenire. Parliamo di ambiente, territorio, natura. Enrico Miccadei illustra la storia geologica della nostra regione: «L’Abruzzo è molto giovane da questo punto di vista. È una terra che contiene rischi e risorse. Il tutto scaturisce dai tanti ambienti geologici diversi che si sono sovrapposti nel corso degli anni. Basti pensare che la catena dell’Appennino si è formata negli ultimi 3-4 milioni di anni, e che in passato la Majella o le dorsali del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, erano fondali di antichi mari». Stesso discorso vale per il clima: «Circa due milioni di anni fa il clima era molto caldo e in Abruzzo c’erano elefanti e una savana; 20mila anni fa, la temperatura era invece molto più fredda, con il livello del mare 100 metri più in basso di quello di oggi e fiumi più lunghi di decine di chilometri. Questo cambiamento continuo di paesaggi rende la struttura geologica dell’Abruzzo una delle più belle e studiate al mondo. Infatti non tutti sanno

che la nostra regione, oltre a detenere un grande patrimonio artistico e storico, offre a chi la visita e a chi la abita una delle più vaste diversità di paesaggi geologici in un territorio apparentemente piccolo e limitato. Nessuno sciando pensa che sta attraversando mari di milioni di anni o lembi di antichi vulcani o oceani. Questa impressionante varietà di paesaggio trova la sua origine nella estrema giovinezza, intesa in senso geologico, del nostro territorio. Questa sua estrema varietà di paesaggi è però anche la causa dei rischi a cui, in maniera continua nel tempo, siamo sottoposti. Si deve partire da una storia lontana per capire quanto sia estremamente giovane la formazione delle montagne e delle coste della nostra regione. Si parla poi di Abruzzo come terra di rischi e risorse. «La nostra regione possiede entrambi; - spiega Miccadei – per quanto riguarda i primi, annotiamo ovviamente il rischio sismico, ma anche quello idrogeologico, in fatto di frane e alluvioni. Sono tante le zone interessate da questo tipo di geologia, e si trovano in tutte le quattro province, specialmente nelle zone

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in primo piano

Sono due gli ostacoli da superare: «La mano dell’uomo, spesso nociva per ambiente e territorio, e la mancanza di fondi per la ricerca» pedemontane e conche intramontane. Queste zone sono tristemente note per la loro pericolosità sismica, basti ricordare il disastroso terremoto del Fucino del 1915 e quello recente de L’Aquila. Frane e alluvioni caratterizzano da sempre, invece, la storia della nostra regione. Si pensi a tante frane storiche del 1700 o del 1800 che hanno modificato radicalmente la struttura sociale di alcuni paesi, ma anche a quello che accadde a Tortoreto e Alba Adriatica nel 2007, o alle inondazioni dei fiumi Sangro e Piomba negli inizi del 2000. Il terreno dove si costruisce è formato da diversi tipi di rocce. Alcune sono “tenere” e altre più “dure”. Bisogna sapere come e dove si costruisce qualsiasi tipo di “opera” grande o piccola, pubblica o privata. Il rischio di incappare in aree sottoposte a dissesto o a rischio sismico, in alcune zone, può essere elevato. Per il futuro sussiste un forte rischio detto “antropico” relativo all’inquinamento, come dimostra l’esempio della discarica di Bussi». «Ma l’Abruzzo ha anche tante risorse, - afferma il professore – su tutte l’acqua, si vedano le sorgenti del Pescara, dell’AvenSchema geolitologico della Regione Abruzzo con la distribuzione dei fenomeni franosi censiti nell’ambito del Progetto Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia. Tratto da D’Alessandro L., Del Sordo L., Buccolini M., Miccadei E., Piacentini T. & Urbani A. (2007) – Rapporto sulle frane in Italia. Il Progetto IFFI. Risultati, elaborazioni, e rapporti regionali. Regione Abruzzo (Cap.18). Rapporti APAT 78/2007, 464-497

il professor Miccadei durante la nostra intervista

tino e della Marsica, poi il gas e il petrolio, con i giacimenti della Val Pescara e del distretto teramano». Il quadro è abbastanza chiaro. Eppure la natura non perdona la scelleratezza umana. Qual è, se esiste, la possibile soluzione?

L’IMPORTANZA DELLA CARTA GEOLOGICA E GEOMORFOLOGICA

«Conoscere bene gli oggetti geologici che sono dietro al fare quotidiano dell’uomo. Io dico sempre che i migliori geologi sono il contadino e il pescatore, che conoscono al meglio i loro habitat naturali. Perché la geologia è pura e semplice osservazione dei fenomeni naturali». L’imperativo sottolineato dal professor Miccadei ha uno sbocco naturale: la creazione e l’utilizzo di una buona carta geologica del territorio, con rocce, rischi e risorse ben evidenziate. La mappa andrà letta e studiata attentamente prima di una qualsiasi decisione “umana”. Un esempio? «Non costruire case su un terreno formato da rocce molto giovani. Ecco, guarda qui (Miccadei ci mostra una cartografia dell’Abruzzo, ndr), si vede benissimo che la valle dell’Aterno presenta numerose frane, alcune delle quali si sono riattivate durante il terremoto. Leggendo questa carta è facile capire che lì non bisogna edificare; tutt’al più si dovrà edificare secondo le norme vigenti e tenendo conto dei rischi nel tempo, usando correttamente i dati di una relazione geologica». Messaggio chiarissimo. Ma ci sono ancora alcuni ostacoli da superare. Uno sembra davvero difficile: «Il confronto della crescita culturale e tecnica dell’uomo con i cambiamenti naturali del clima». L’altro non è certo più semplice: «Ci vorrebbero tanti soldi per la ricerca, e allora sì che potremmo compiere dei passi importanti. In Italia si deve cambiare al più presto mentalità, altrimenti i geologi più bravi, e li abbiamo noi, fuggiranno sempre di più all’estero»

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in primo piano

» di Jenny Viant

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foto di Riccardo Venturi

Lavorare sì, ma da morire no Sono 1.078 i morti all’anno sul lavoro. Risulta dal “Rapporto Inail 2008”, un numero inferiore rispetto al 2007, ma non bisogna abbassare la guardia. Urge più prevenzione. Inail-Amnil in prima fila per promuovere la cultura della sicurezza sul lavoro Ahmad, 21 anni, muratore afgano, finalmente ha un contratto regolare dopo anni di lavoro nero

L’

articolo 1 e 4 della Costituzione vengono spesso citati in questo periodo. «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società». Appurato che la situazione occupazionale è critica, è lecito chiedersi se, laddove c’è impiego, sia possibile parlare di sviluppo sociale quando viene meno la tutela della sicurezza sul posto di lavoro. Il problema è annoso, ma non sembra proprio che sussistano le condizioni per archiviare l’argomento,

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tutt’altro. Dai recentissimi dati del “Rapporto annuale regionale 2008” - presentato questo mese, con dati effettivi aggiornati al 30 aprile 2009 - emerge che su 1.078 morti sul lavoro a livello nazionale, 34 vittime sono abruzzesi. Per quanto concerne gli infortuni, si registra un lieve calo rispetto al 2007, ma analogamente al dato precedente non bisogna abbassare la guardia perché si tratta ben 21.842 casi. La direttrice della sede Inail di Pescara, Marisa D’Amario, nel commentare i dati sottolinea. «È evidente che il trend è in diminuzione, è un passo avanti che sicuramente non va trascurato, ma bisogna analizzare anche un aspetto molto importante. Il dato va correlato anche al drastico calo occupazionale in atto. Noi come Inail abbiamo un compito di rilievo. Da tre


anni forniamo non solo ed invalidi del lavoro), assistenza all’assicuraCl audio  Ciampagna, zione o diamo la rendiche ha perso il padre a ta in caso di postumi, causa di una malattia ma siamo anche incariprofessionale contratcati di fare formazione ta nella Montedison di funerali di Kweku Abakan Reebodj, muratore ghanese schiacciato e fornire informazione. Bussi. «Noi ci occupiada una trave in un cantiere dell’Emilia Romagna Questo è un compito a mo dei superstiti facura del nostro staff cendo concretamente di professionisti competenti in materia di sicurezza. il possibile per mitigare il loro disagio. Un infortunio, Abbiamo intrapreso una serie di progetti focalizzati grave o lieve che sia, cambia l’assetto del nucleo fasulla prevenzione conformemente con il D.L. 81/2008. miliare. Molte famiglie in attesa della rendita al suUrge divulgare la cultura della prevenzione, attraver- perstite sono tentate di andare dagli usurai, infatti so una serie di iniziative, presso le organizzazioni da- per scongiurare ciò abbiamo creato l’associazione toriali, le piccolissime e PMI. Il controllo, sì, è impor- “Sosteniamoli subito”. Bisogna diffondere con tutti tante, ma la prevenzione deve essere al primo posto. i mezzi a disposizione la cultura della prevenzione e E in tal senso, insisto, bisogna sensibilizzare anche della sicurezza, per questo ci stiamo battendo. C’è bii piccoli datori di lavoro. Ma non è tutto, bisogna sogno di sconfiggere l’ignoranza imprenditoriale alla mirare a stabilire una sinergia tra tutti gli organi che base di tanti infortuni, i controlli vanno potenziati, esercitano funzione di controllo. La divulgazione del- ma in primis va fatta prevenzione. Occorre parlare di la cultura della sicurezza va a beneficio della collet- prevenzione iniziando dall’età scolare, i ragazzi sono tività». Consultando i dati forniti dal vicario di sede, i lavoratori di domani. Per questo Miur-Ministero del Francesco Balbinot, possiamo farci un’idea dell’entità lavoro-Inail hanno siglato un accordo che sancisce di spesa a carico del contribuente. A favore degli as- la tematica della sicurezza del lavoro come materia sicurati Inail di Pescara nel 2008 sono stati erogati scolastica. Ci stiamo muovendo con il pieno appoggio 34.065.256 euro per rendite dirette, 10.659.180 euro del ministro Maurizio Sacconi. Possiamo solo elogiarper rendite ai superstiti e 3.009.606 euro di inden- lo. Grazie al suo contributo - e quello di Marco Fabio nizzi per infortuni. Voci di spesa che potrebbero es- Sartori, presidente dell’INAIL - la città di Pescara è sere ridimensionate drasticamente se si osservasse la stata inserita tra le sedi della mostra fotografica legge. itinerante: “NO! contro il dramma degli incidenti sul Il D.L. 81/2008, “Testo Unico” sulla sicurezza sul lavoro, rappresenta un passo avanti rispetto al DL 626/94 in quanto riordina e armonizza la normativa. Punta molto a rafforzare i modelli organizzativi e gestionali di sicurezza, ne potenzia la diffusione nell’ambito delle Pmi e inasprisce le sanzioni prevedendo multe che possono arrivare a 1,5 milioni di euro, oltre a sanzioni interdittive come il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per un anno. Questo è solo un accenno all’impianto normativo. Le regole ci sono, peccato che vengano disattese quo- lavoro”. Gli scatti fotografici di Riccardo Venturi sono tidianamente e che si pianga invano quando si ve- stati raccolti in un libro in cui si raccontano venticinrificano le “morti bianche”. Termine inammissibile, que drammatiche storie di infortuni. soprattutto per i familiari dei morti sul lavoro, per La toccante mostra, appena conclusa, ha potuto le vittime di infortuni e per chi dà sostegno alle fa- contare sull’alto patronato della presidenza della Remiglie dopo le sciagure. Come il direttore della sede pubblica e il patrocinio della Camera dei deputati. pescarese dell’Anmil (Associazione nazionale mutilati Aveva come obiettivo coinvolgere studenti, lavo-

«È evidente che il trend è in diminuzione, è un passo avanti che sicuramente non va trascurato, ma bisogna analizzare anche un aspetto molto importante. Il dato va correlato anche al drastico calo occupazionale in atto»

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Christian Azzolari 26 anni operaio, amputato alla mano sinistra a causa del cedimento di una colonna di sollevamento (Bergamo)

«Ci stiamo muovendo con il pieno appoggio del ministro Maurizio Sacconi. Grazie al suo contributo e quello di Marco Fabio Sartori, la città di Pescara è stata inserita tra le sedi della mostra fotografica itinerante: “NO! contro il dramma degli incidenti sul lavoro”»

ratori e famiglie, al fine di capire i rischi insiti nei luoghi di lavoro e il dramma che segue gli infortuni. La chiusura è stata impreziosita dal concerto della nota cantautrice Mariella Nava che ha composto e donato all’ANMIL il suggestivo brano: “Stasera torno prima”. «Fortunatamente non si registrano cifre come nel periodo del boom economico in cui si contavano 4.000 morti all’anno – prosegue Ciampagna – era una guerra in tempo di pace. Le cose sono migliorate, ma non si può abbassare la guardia. Noi Amnil vogliamo una regia unica che guidi tutti gli attori della prevenzione e sicurezza. Non bisogna perdere tempo. Ci sarebbero tante cose da dire. Vogliamo parlare del problema degli infortuni degli immigrati che lavorano “in nero”? Circa 200.000 infortuni sottaciuti. E gli infortuni al femminile? Sono in aumento e hanno dei risvolti psicologici a livello familiare non indifferenti. Bisogna agire. Noi lo stiamo facendo, ma abbiamo bisogno di tutti»

INFORTUNI SUL LAVORO DENUNCIATI ALL’INAIL CHIETI

L’AQUILA

PESCARA

TERAMO

ABRUZZO

ITALIA

Modalità di evento

2007

2008

2007

2008

2007

2008

2007

2008

2007

2008

In occasione di lavoro

7.285

7.009

3.761

3.704

4.294

4.074

5.159

4.801

20.499

19.588

814.438 777.739

7.031

6.756

3.538

3.531

3.998

3.751

4.871

4.560

19.438

18.598

762.224 726.878

Circolazione stradale

254

253

223

173

296

323

288

241

1.061

990

52.214

50.861

In itinere

704

744

340

341

615

576

572

593

2.231

2.254

97.972

97.201

7.989

7.753

4.101

4.045

4.909

4.650

5.731

5.394

22.730

2007

2008

di cui Ambiente di lavoro ordinario

TOTALE

21.842 912.410 874.940

INFORTUNI MORTALI SUL LAVORO DENUNCIATI ALL’INAIL (*) Modalità di evento

CHIETI

L’AQUILA

PESCARA

TERAMO

ABRUZZO

ITALIA

2007

2008

2007

2008

2007

2008

2007

2008

2007

2008

2007

2008

7

8

7

7

2

5

4

8

20

28

903

812

Ambiente di lavoro ordinario

5

8

5

4

1

3

4

6

15

21

562

484

Circolazione stradale

2

0

2

3

1

2

0

2

5

7

341

328

In itinere

1

5

2

0

0

0

3

1

6

6

304

266

TOTALE

8

13

9

7

2

5

7

9

26

34

1.207

1.078

In occasione di lavoro di cui

* si registra un aumento degli infortuni mortali in Abruzzo.

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in primo piano » di Jenny Viant

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foto di Peppe Melizzi

Da sinistra: Giuseppe Mauro, Roberto Campo, Giuseppe D’Amico, Antimo Amore, Gianni Chiodi, Alfredo Castiglione e Piergiorgio Landini

Tra globalizzazione e localismo Riflessioni sul passato e sul futuro dell’economia abruzzese nel nuovo libro del professore Giuseppe Mauro. Il parere degli attori politici e sociali. Ospite d’onore il governatore della Regione Abruzzo

N

ell’aula magna “Federico Caffè” della facoltà di Economia dell’ateneo abruzzese è stato presentato il nuovo libro del professore Giuseppe Mauro, noto economista e docente ordinario di Politica Economica. Grazie alla presenza di numerosi studenti e membri delle istituzioni non si è trattato di una formale presentazione bensì di un proficuo confronto. Gianni Chiodi, presidente della Regione Abruzzo; Alfredo Castiglione, as-

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sessore alle Attività produttive; Roberto Campo, segretario regionale UIL; Giuseppe D’Amico, direttore di Confindustria Abruzzo e Piergiorgio Landini direttore del dipartimento di Economia e Storia del territorio, hanno offerto il proprio contributo addentrandosi nelle tematiche principali. Evoluzione del paradigma economico abruzzese, rapporto credito-sviluppo e dinamiche di settori produttivi specifici. Per il professore Mauro, il rilancio è possibile se si


considerano le caratteristiche del nostro territorio. talità alle imprese, spesso costrette a licenziare. Del «L’Abruzzo è una regione complessa, coesistono pro- ricorso crescente agli ammortizzatori sociali originavince con vocazioni diverse. È una regione piccola to dalla crisi ha parlato Roberto Campo. «L’Abruzzo è sotto il profilo demografico e produttivo, ma che fino la regione d’Italia con il numero più alto di lavoratori a poco tempo fa ha conosciuto uno straordinario pro- in Cassa Integrazione rispetto al numero degli occucesso di sviluppo, passando pati. La crisi ha danneggiada una regione prevalenteto in prevalenza le province mente agricola a un’altra cadi Chieti e Teramo. Nei mesi ratterizzata da un processo scorsi il numero degli usudi industrializzazione crefruenti è cresciuto, adesso scente, sino a diventare una c’è una sorta di assestadelle regioni più industriamento, ma non bisogna illizzate d’Italia. Dal 2000, ludersi». dopo una fase di ininterrotta In  rappresentanza degli crescita, muta profondamenimprenditori è stato inte lo scenario economico deteressante  l’inter vento scritto». Le motivazioni alla di Giuseppe D’Amico. Una base di questo mutamento voce per certi versi fuori vengono affrontate schemadal coro che, pur sottoliticamente nella prefazione neando i pregi del libro, del libro e approfondite nei ha puntualizzato alcuni successivi nove capitoli. “Tra aspetti. «Non concordo con globalizzazione e localismo” Mauro per quanto concerne per il governatore della Rele vocazioni territoriali. Lo gione Abruzzo, Gianni Chioschema che vuole la prodi, è un contributo rilevante vincia di Chieti improntata e aggiornato, utile al nostro all’impresa, Teramo al tessisistema economico. «L’anale e pelletteria, Pescara al lisi dal 2000 al 2008 palesa terziario e L’Aquila alla culIl nuovo libro del professor Giuseppe Mauro che il mondo è cambiato. Bitura e all’ambiente, molte sogna ricordare che l’Abruzzo volte ha generato politiche in passato è stato un territorio di speculazione. Veni- disastrose che hanno penalizzato le vocazioni terrivano a investire da fuori, era consentito non pagare toriali stesse. Puntare solo sulla vocazione può creare Irpef e Ilor per dieci anni. In altre parole, semplice- debolezza del territorio. Noi imprenditori chiediamo mente non esistevano barriere economiche all’ingres- una politica regionale che crei contesti di opportuniso. Lo sviluppo dipende anche dal contributo degli tà. In questo governo abbiamo fiducia, ma vogliamo attori extralocali, ma gli attori locali hanno una gran- una riforma della governance economica. Ad esempio, de responsabilità. I protagonisti dello sviluppo sono ritengo che Abruzzo Sviluppo sia un ente strumentale gli imprenditori e pertanto la classe imprenditoriale da accorpare. Oggi, più che mai, chiediamo una polideve essere competente. La miopia imprenditoriale, tica coraggiosa» politica e sindacale frenano lo sviluppo. L’approccio deve sottrarsi alle logiche delle corporazioni. Noi vogliamo stimolare il mondo imprenditoriale attraverso il consistente risanamento finanziario, la riforma della sanità (da 6 a 4 ASL), la riduzione delle Comunità Montane, solo per citare alcuni interventi». Dello stesso tenore sono state le osservazioni dell’assessore Alfredo Castiglione, che ha ribadito l’importanza della riduzione del numero dei Confidi. Ciò da solidità patrimoniale al rapporto credito-sviluppo e dona vi-

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in primo piano » di Denia Di Giacomo

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foto di Simone Cerio

La provvidenza siamo noi A Pescomaggiore, frazione de L’Aquila distrutta dal terremoto, nasce un eco villaggio autocostruito. Progetto E.V.A., questo il suo nome, promosso dal Comitato per la rinascita di Pescomaggiore, è un’alternativa alle abitazioni costruite dallo stato, per non abbandonare il proprio paese

P

escomaggiore è una piccola frazione a 15 chilometri de L’Aquila, che rischia di scomparire. Il terribile sisma dello scorso 6 aprile ha inesorabilmente colpito anche le sue antiche abitazioni, ora puntellate e disabitate e la maggior parte dei suoi abitanti, quasi tutti anziani, è stata costretta a trasferirsi in altri luoghi ospitata da figli e parenti. Situazioni come questa, oltre che distruggere le case, portano ad una totale disgregazione della comunità, che si ritrova priva di qualsiasi punto di riferimento se non quello costituito dalle istituzioni preposte ad affrontare l’emergenza. Da qui nasce il Progetto E.V.A. E.V.A. sta per Eco Villaggio Autocostruito, una concreta iniziativa il cui intento principale è quello di ricostruire la vita dei pescolani nella loro stessa cittadina. Dopo il sisma i pescolani si sono ritrovati senza un tetto, e il Progetto C.A.S.E. previsto dalle istituzioni avrebbe voluto per i pochi fortunati, probabilmente solo 1 su 10 entro quest’inverno, delle abitazioni poste a 8 chilometri di distanza da Pescomaggiore. E’ in questa precaria e imposta condizione che nasce il Progetto E.V.A. da parte del coraggioso

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Comitato per la Rinascita di Pescomaggiore. E.V.A. è soprattutto “un piano di recupero partecipato, tempestivo ed efficace del centro storico” di Pescomaggiore, che un gruppo di abitanti non vuole abbandonare, è questo che ci spiega Dario D’Alessandro, membro del Comitato per la Rinascita di Pescomaggiore. Quindi, con l’aiuto di avvocati e architetti volontari, capeggiati dai membri del Comitato è partita la costruzione di sette moduli abitativi, di due tipologie, bilocali e trilocali di circa 40 e 54 metri quadrati, che dovranno essere pronti prima del rigido freddo invernale. Sette case per 22 sfollati che non ci stanno ad accettare l’imposizione dell’emergenza che prevede un completo ridisegno del territorio. Il villaggio E.V.A. sorge a pochissima distanza dal centro di Pescomaggiore su un terreno di circa 3 ettari generosamente donato da tre famiglie originarie del posto. Il progetto vuole che le case vengano costruite seguendo i criteri della bioedilizia, la tecnologia costruttiva prevede quindi una struttura portante realizzata in legno con una tamponatura in balle di paglia e il successivo intonaco, il tutto impiantato su piattaforme removibili in cemento e progettato


Dario D’Alessandro, uno dei promotori del Comitato per la Rinascita di Pescomaggiore sul cantiere del Progetto EVA

La paglia è un materiale già usato in molti paesi anglosassoni. È economico, leggero, ottimo per l’isolamento termico e semplice da utilizzare in autocostruzione

Volontari a lavoro sul cantere di EVA

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in primo piano

secondo l’odierna legislazione antisismica prevista per la zone a rischio 1 come quelle aquilane. Le casette avranno un impatto ambientale bassissimo, la loro energia elettrica verrà fornita da impianti fotovoltaici mentre il riscaldamento da stufe a pellets. La costruzione del villaggio prosegue ormai a pieno ritmo, naturalmente con tutte le difficoltà dovute sia all’inesperienza in ambito edilizio da parte dei numerosi volontari che vi lavorano ogni giorno, sia alla carenza di materiali e risorse economiche, i beneficiari delle abitazioni sono infatti pronti ad indebitarsi, ma nonostante il costo contenuto del progetto, circa 500 euro al metro quadrato, questo non basta per finire le case, per cui è stata indetta una pubblica sottoscrizione per ricevere aiuti e solidarietà di qualsiasi genere, dai materiali per costruire, alla forza lavoro dei più volenterosi. Il progetto dell’ecovillaggio è stato realizzato dall’associazione B.A.G., Beyond Architecture Group, costituita da tre giovani architetti e da un esperto in “costruzioni alternative” che intendono riunire le loro diverse esperienze per promuovere il tema della progettazione e costruzione partecipata e sostenibile. Quando i membri del B.A.G., fortemente sensibili al disastro del terremoto in Abruzzo, hanno incontrato Un’abitazione con tamponatura in paglia

il Comitato per la Rinascita di Pescomaggiore è nato il Progetto E.V.A., che intende non solo ricostruire delle case, ma ricreare un minimo di tessuto sociale, ridando vita ad una comunità distrutta dal dolore e ora anche dalla lontananza, grazie alla possibilità di portare avanti un obiettivo importante e sentito, per non abbandonare il proprio paese. I pescolani non vogliono spostarsi da Pescomaggiore, anche soli 8 chilometri sarebbero sufficienti a distruggere il loro centro, a renderlo disabitato e abbandonato, con la perdita dell’intero patrimonio di tradizioni, storia e cultura in esso custodito che andrebbe perso per sempre. È da questa conservazione che parte la vera rinascita. Per info e contatti: http://eva.pescomaggiore.org/

Il Progetto E.V.A., intende non solo ricostruire delle case, ma ricreare un minimo di tessuto sociale, ridando vita alla comunità di Pescomaggiore

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in primo piano » di Denia Di Giacomo

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Architettura sostenibile: un cambiamento possibile

Una casa in città realizzata in modo sostenibile

C’

L’attuale contesto ambientale mette in evidenza l’importanza di un diverso rapporto tra economia e natura che parte anche dalla nostra casa. La bioarchitettura vuole un modello diverso del costruire, riscoprendo anche gli elementi dell’architettura tradizionale, dalla quale c’è tanto da imparare

è bisogno di un ritorno al passato. Con i forti cambiamenti climatici dovuti all’inquinamento, il continuo sfruttamento delle risorse naturali esauribili e con una crisi economica di livello mondiale che lascia presagire cambiamenti planetari ben più importanti di un semplice accordo economico, torna in auge il discorso della bioedilizia. L’edilizia è spesso considerata il motore dell’economia, ma proprio per questo necessita di un profondo ravvedimento dal punto di vista etico, relativo non solo a uno stringente discorso locale e temporale, ma a una visione molto più ampia che tenga realmente in conto la necessità di costruire edifici ecosostenibili, quindi corretti nei confronti del sistema antropico-ambientale, prima durante e dopo la loro realizzazione. L’architettura sostenibile è l’architettura che, integrando

Professore, cosa si intende per architettura tradizionale? «L’architettura tradizionale si caratterizza nelle diverse aree territoriali per alcuni elementi di omogeneità tra cui l’uso di consolidate tecniche costruttive tramandate e conservate, il ricorso a una limitata varietà di materiali, l’uso di tipi edilizi di forma geometrica sempli-

nell’edificio strutture e tecnologie appropriate, conferisce priorità alle finalità progettuali determinate dall’esigenza di efficienza energetica, di riduzione dell’impatto ambientale e di miglioramento della salute, del comfort e della qualità della fruizione degli abitanti. E poiché l’edilizia è sempre stata espressione culturale dell’organizzazione sociale e territoriale di un luogo è proprio da quest’ultima che devono partire i principi di sostenibilità, che spesso possono derivarci dall’architettura tradizionale. Per capire come e quanto l’architettura tradizionale debba essere riscoperta per le sue intrinseche qualità ecologiche, abbiamo intervistato l’architetto Michele Di Sivo, professore Ordinario in Tecnologia dell’Architettura e direttore del DiTAC - Dipartimento di Tecnologie per l’Ambiente Costruito della facoltà di Architettura presso l’Università G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara.

ce e compatta. Più recentemente l’identità della cultura costruttiva di ambito locale è stata progressivamente messa in crisi dalle rapide e profonde modificazioni prodotte dai successivi processi di sviluppo urbano caratterizzati da una generale uniformità legata all’evoluzione industrializzata delle tecniche costruttive e sostanzialmente

indipendenti dall’ambito territoriale di riferimento». Quali sono i principi su cui si basa l’architettura sostenibile? «L’architettura sostenibile è improntata ai principi di bioclimatica passiva: le soluzioni progettuali tendono ad assicurare nelle costruzioni il mantenimento delle condizioni di benessere senza

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in primo piano

il professor Michele Di Sivo, direttore del Di.TAC presso la facoltà di Architettura dell’Università d’Annunzio di Ch-Pe

l’utilizzo di impianti, contribuendo al risparmio energetico. Ciò avviene in funzione del rapporto che gli edifici stabiliscono con l’ambiente in base alle proprie caratteristiche morfologiche e alle tecnologie costruttive. Le condizioni esterne variano in funzione del sito e del tempo: l’edificio bioclimatico si comporta di conseguenza. Nei periodi invernali disperde poco calore, capta energia solare nelle ore diurne e la conserva per quelle notturne; nei periodi caldi limita l’ingresso della radiazione solare e disperde calore per ventilazione naturale. Tale comportamento è conseguito mediante una serie di accorgimenti tecnologici e costruttivi di semplice realizzazione». Quali erano gli accorgimenti dell’architettura tradizionale per interagire correttamente con l’ambiente? «L’architettura tradizionale ha sempre fatto ampio uso di soluzioni tecno-costruttive in seguito riprese nella moderna bioclimatica-passiva. Per limitare l’eccessivo riscaldamento estivo, l’utilizzazione di sistemi di chiusure di elevata capacità

termica con lapidei o laterizi in spessori rilevanti, ombreggiamenti, ventilazioni naturali trasversali, raffrescamento evaporativo con l’uso integrativo della vegetazione e tanti altri… Il problema del contenimento della dispersione termica invernale invece, è sempre stato risolto con minore efficacia anche in rapporto alla limitata disponibilità di materiali, le soluzioni tendevano in generale a limitare l’esposizione delle parti esterne del fabbricato agli agenti atmosferici tramite accorgimenti protettivi quali gli sporti di gronda, elementi di filtro, logge e porticati. Con l’evolversi delle tecniche disponibili gli edifici hanno assunto configurazioni progressivamente più aperte relazionandosi in maniera maggiormente attiva ai fenomeni naturali». Quali elementi bisogna considerare per poter costruire un edificio sostenibile? «Innanzitutto è essenziale la conoscenza delle caratteristiche climatiche della zona. Temperatura dell’aria, escursioni termiche, umidità, radiazione solare, caratteristiche e direzione dei venti sono i fattori di base da considerare nella definizione dell’orientamento e della forma dell’edificio e nei rapporti tra questo e gli elementi naturali circostanti». Quali sono le caratteristiche dell’architettura tradizionale che un edificio sostenibile potrebbe

fare proprie? «Ci sono da considerare molteplici elementi. Partiamo dalla forma e dall’orientamento degli edifici che nell’architettura tipica delle città mediterranee è caratterizzata da un forte addensamento e da insediamenti di forma compatta, che contribuiscono a ridurre la dispersione di calore invernale e la captazione di radiazione solare estiva , per proseguire con l’involucro degli edifici, per il quale l’architettura tradizionale presenta forme compatte tendenzialmente chiuse con aperture di piccole dimensioni per preservare gli ambienti interni da un eccessivo scambio termico con l’esterno e dalla radiazione solare estiva. Poi c’è l’involucro, che riveste un ruolo fondamentale per la protezione del microclima interno. Tradizionalmente le murature sono costituite da pietre naturali locali o da materiali a base di argilla; in maniera integrativa è utilizzato il legno. I muri di pietra hanno spessori rilevanti e per questo elevata capacità termica, sono traspiranti e rallentano l’entrata del calore nei momenti più caldi e smorzano le oscillazioni di temperatura interna. Poi ci sono altri fattori come i sistemi di ombreggiatura, dei rivestimenti esterni e dei fattori climatici quali ad esempio la ventilazione trasversale»

Le baite di montagna sono un ottimo esempio di architettura sostenibile Veduta dall’alto del borgo di Fossa (AQ) con la sua caratteristica forma a chiocciola

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in primo piano » di Eleonora Lopes e Laura Tinari

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foto Claudio Lattanzio

Da sinistra: Mauro Barnabei, Federica Guidi, Nazario Pagano, Fabio Spinosa e Alfredo Castiglione

L’Abruzzo

che ti sorprende… a Capri L’appuntamento che ha fatto da cornice al passaggio di testimone tra Fabio Spinosa Pingue e Mauro Barnabei, nuovo presidente regionale giovani imprenditori di Confindustria, è stato un momento importante per dare stimoli e input alla futura classe dirigente

L’

attenzione verso il senso di responsabilità, l’etica, il coraggio, la qualità nelle scelte, la richiesta di meritocrazia e la necessità di contaminazione tra imprenditori e eccellenze hanno contraddistinto la presidenza di Fabio Spinosa Pingue.

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L’Abruzzo che ti sorprende è stato un po’ il momento riassuntivo di quanto fatto dal past president in questi due anni trascorsi alla guida del movimento. L’importanza dell’evento è stata segnata anche dalla presenza del prof. Leonardo Mastropasqua, direttore del Centro di Oftalmo-


logia dell’Ospedale di Chieti, di Nazario Pagano, presidente del Consiglio Regionale, e di Alfredo Castiglione, assessore regionale alle Attività Produttive. È infatti la prima volta che rappresentanti delle Istituzioni seguono la rappresentanza regionale dei giovani a Capri. Spinosa ha parlato di un Abruzzo a due velocità, con la zona interna che sta soffrendo molto, su cui si è abbattuto anche il terremoto, «noi ora dobbiamo guardare la situazione con occhi diversi, altrimenti dovremo mettere gli occhiali e non è un caso che abbiamo conferito al prof. Mastropasqua il Premio Personaggio dell’anno». Altro leitmotiv della presidenza Pingue è stata la volontà di «abbassare le barriere per creare un gruppo regionale forte, perché in questi anni abbiamo buttato le basi per un gruppo unico, ma ci sono ancora tante divisioni». Poi il richiamo alla meritocrazia «esiste una zona grigia nel mondo dell’impresa, un codice etico ancora troppo basso. Noi abbiamo chiesto a Confindustria di alzare l’asticella, perché non tutte le aziende hanno senso sociale e di responsabilità nel fare impresa». Distretti produttivi e forte sinergia per utilizzare al meglio i fondi comunitari sono le linee guida che l’assessore Castiglione ha indicato come direttrici della sua attività nei prossimi anni. «I ritmi dell’azione di governo deve darli la gente, non la politica», ha sottolineato. «La legislatura sarà caratterizzata dal terremoto, dalla fase che lo seguirà e da come si saprà gestire questa fase», ha precisato il presidente Pagano, che ha poi annunciato il suo obiettivo: «lavorerò affinché gli abruzzesi ritrovino fiducia

nell’Istituzione della Regione». A conclusione le linee programmatiche di Mauro Barnabei, che ha definito Fabio Spinosa «un grande presidente, ma anche un fratello maggiore, che voglio accanto nei prossimi due anni». La presidente nazionale del movimento, Federica Guidi, nei suoi saluti finali ha ringraziato i presidenti delle territoriali abruzzesi per il proprio impegno costante e definendo il past president regionale una persona di grande correttezza, ma non ha esitato a lanciargli una frecciatina «ricordo, però, che l’Abruzzo un anno e mezzo fa era schierato con il mio concorrente!». La necessità di un “unicum Abruzzo” competitivo è stata ribadita da Fabio Spinosa anche durante il consueto appuntamento del venerdì sera con la stampa abruzzese. «In attesa dell’abolizione delle province si deve lavorare per il superamento delle logiche territoriali». E lanciando una provocazione al presidente Pagano, ha parlato di “trappola del consenso”. Il discorso è scivolato così su una legge elettorale che va cambiata anche per rendere l’Abruzzo, una regione già oggi matura, più responsabile. E tornando sull’unicum territoriale «oggi a competere non sono più le singole imprese, ma i territori, che devono attirare investimenti e non allontanarli», ha aggiunto Alessandro Addari, presidente del gruppo di Pescara. Per questo «Confindustria vuole essere presente nei tavoli in cui si prenderanno decisioni sulla ricostruzione. -Ha detto Alessandra Rossi, presidente giovani di L’Aquila- Chiediamo agli Enti locali di seguire input e indicazioni che la Protezione Civile e il Governo nazionale stan-

I giovani industriali abruzzesi incontrano la stampa

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in primo piano

no dando». Per Giuseppe Ranalli presidente di Chieti «La tragedia del terremoto ci ha insegnato a rafforzare lo spirito di gruppo e a stimolare il confronto tra le varie territoriali». L’assessore Castiglione, sotto suggerimento di un giornalista, ha voluto lanciare un appello: «Voi rappresentate la futura classe dirigente. Siate coraggiosi e determinati nelle vostre scelte, perché la ripresa dell’economia dipende anche dal vostro contributo; la politica sta facendo la sua parte, ma da sola non può far ripartire l’economia». Sabato mattina un altro importante ospite ha

raggiunto il gruppo a Capri: il presidente della Regione Gianni Chiodi ha seguito con i giovani abruzzesi l’ultima sessione dei lavori. In un breve, ma interessante incontro si è parlato della ristrutturazione della sanità che partirà a breve per concludersi nel 2012 «un progetto importante che senza la presenza del Commissario straordinario, scevro da influenze, non si sarebbe potuto raggiungere. Nel ridisegnare il sistema siamo stati condizionati dalle scelte passate». L’incontro si è concluso con la richiesta di impegno alla corresponsabilità da parte del presidente a tutti gli abruzzesi•

Alcuni momenti conviviali durante le giornate trascorse a Capri

Prof. Leonardo Mastropasqua, “Personaggio dell’anno 2009” In un momento in cui la sanità regionale vive uno dei suoi periodi più bui, i giovani imprenditori scelgono di assegnare uno dei due Premi Personaggio dell’anno 2009 (l’altro a Giustino Parisse, giornalista de Il Centro) al prof. Leonardo Mastropasqua, direttore del Centro di Oftalmologia dell’Ospedale di Chieti. Il premio, che quest’anno ha preso la forma di una statua del Guerriero di Capestrano, è nato per riconoscere e fare emergere le eccellenze della nostra regione. A Capri il professore ha tenuto una “lezione energizzante”, durante la quale ha presentato i risultati del team da lui diretto «Siamo stati i primi a fare il trapianto di cornea con un robot laser e oggi il 33% dei pazienti che sceglie la nostra tecnologia clinica viene da fuori regione». Il prof. Mastropasqua, che ha sottolineato come il riconoscimento vada a tutto il suo gruppo, si è soffermato sull’aspetto della ricerca, vero motore dell’assistenza e della

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formazione. L’assegnazione del Premio ad un alto rappresentante della sanità pubblica ha spinto i giovani imprenditori a dichiarare guerra alla mala sanità istituendo la casella email malasanità@confindustria.abruzzo.it per raccogliere e denunciare i numerosi casi che si continuano a registrare in Abruzzo e che offuscano qualità e eccellenza, che in alcuni ambiti ancora resistono.

Il presidente della Regione Gianni Chiodi insieme a Mauro Barnabei e Fabio Spinosa di Confindustria e il professor Leonardo Mastropasqua


I nuovi sbocchi del Mediterraneo “Mediterraneo: dall’Europa al Golfo, la rotta verso nuovi orizzonti”. Questo il tema del 24esimo convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria svoltosi a Capri. E la presidente Guidi lancia un appello: «Il nostro sogno è che il Mediterraneo diventi un’unica, grande Zona franca, senza dazi, senza barriere»

Due giorni di confronti, dibattiti, scambi di idee tariffaria allo scambio fra imprese di Paesi diversi ed esperienze che hanno per protagonisti gli “un- di fatto siamo ancora lontani dalla creazione di der 40” di Confindustria. Quest’anno il tema era una zona di libero scambio». “Mediterraneo: dall’Europa al Golfo, la rotta verso Anche quest’anno sono intervenuti diversi big nuovi orizzonti”. Un mare che da millenni separa del mondo politico ed economico moderati dalla e unisce popoli che solcando le sue acque han- giornalista Lucia Annunziata. Tra i nomi più atteno dato vita a grandi civiltà e fiorenti commerci. si, Walter Veltroni e Roberto Maroni per il primo Diverse le lingue che si parlano sulle sue spon- giorno, e Gianfranco Fini e Giulio Tremonti per il de, così come diverse secondo, senza tralale culture che caratsciare ovviamente la terizzano i Paesi che relazione conclusiva vi si affacciano. Una del presidente di Conpromessa di crescita findustria Emma Marcomune che rischia di cegaglia. restare lettera morta, «L’enorme massa di vinta dall’assenza di c apit al e  t r a s f er it a una decisa spinta polial Sud, che è sempre tica che risolva i concresciuta, non ha mai trasti e stemperi le difunzionato». Questa versità, ma anche dalla la riflessione del minimancanza di un valido stro dell’Economia nel modello di sviluppo suo intervento dediche possa conciliare cato al Mezzogiorno. l’universo multicultu«C’è stata una fase rale di cui si compone in cui c’era ancora lo il Mare Nostrum. Da Stato pur con i suoi liFederica Guidi durante la sua relazione qui la necessità di un miti, e c’è invece una progetto strategico globale per un Mediterraneo fase in cui arrivano le regioni - ha proseguito - e integrato, nel quale si tenga conto delle reali esi- la caduta della presenza dello Stato e l’ingresgenze delle società che vi appartengono, dallo so delle regioni ha costituito non un fattore di sviluppo socio-economico alla sostenibilità am- avanzamento, ma di arretramento. Tutti abbiamo bientale, dalla governance locale alla mobilità di responsabilità in questo processo. La questione persone, merci e capitali. Secondo la presidente del meridione è una questione nazionale, non redei giovani imprenditori, Federica Guidi, «la fine gionale». Il ministro dell’Economia, accennando della Guerra fredda ha reso più largo l’Atlantico: il anche ad una sintonia su questo punto con il prelegame privilegiato che univa l’Europa e gli Stati sidente della Camera, Gianfranco Fini, presente in Uniti non è più l’unico a condizionare rapporti e sala, ha aggiunto: «Non possiamo accettare che il relazioni fra paesi. Il nostro sogno è che il Medi- Paese si divida per una crescente dualità». terraneo fra vent’anni sia un’unica, grande Zona Contenuti stimolanti e più attuali che mai. franca: senza dazi, senza barriere di natura non

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» di Eleonora Lopes

Un mobile

“internazionale” L’azienda di Tortoreto Las Mobili dal 1976 è leader in Italia per la produzione di mobili d’ufficio. Alla guida del Gruppo, il fondatore Giulio Pedicone e i suoi tre figli: Marcello, Lorella e Cinzia. Un modello industriale studiato anche dai concorrenti stranieri

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odici unità operative che occupano un’area di circa 250.000 metri quadrati, di cui 190.000 interamente coperti, circa 450 dipendenti altamente qualificati, le più avanzate tecnologie di lavorazione attualmente esistenti per un fatturato pari a 80 milioni di euro. Questi sono i numeri della Las Mobili, una delle maggiori imprese italiane nel settore del mobile per l’ufficio. La Las Mobili srl nasce nel 1976 fondata dall’imprenditore teramano Giulio Pedicone. La mission del Gruppo è quella di migliorare le condizioni di lavoro in ufficio con la creazione di mobili innovativi, contraddistinti da un eccellente rapporto qualità - immagine - prezzo. In un mercato globale caratterizzato dalla crescente complessità, Las Mobili è diventata un’azienda esperta, innovativa e determinata che negli anni ha conquistato la leadership nel settore del mobile per l’ufficio. Il Gruppo esporta in più di 70 paesi europei ed extra-europei; sede principale e produzione sono situate a Tortoreto. Alla Las il senso della continuità e dell’evoluzione è assicurato dalla presenza in società dei tre figli di Giulio Pedicone entrati giovanissimi nell’azienda di famiglia e arrivati a ricoprire posizioni di rilievo dopo Giulio Pedicone assieme ai suoi figli, da sinistra: Cinzia direttore commerciale&marketing, Lorella direzione approvvigionamenti e Marcello ad del Gruppo

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Âť foto concesse da Las Mobili

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Giulio Pedicone durante l’incontro con il presidente della Repubblica dell’Uruguay

insieme a Giobbe Covatta per la donazione all’Amref

lo stabilimento produttivo di Tortoreto

circa 20 anni di esperienza. Marcello è l’ad del Gruppo, Lorella si occupa di direzione approvvigionamenti e Cinzia è direttore commerciale&marketing. È nata così l’esigenza di organizzare meglio le varie strutture societarie che si sono costituite dando vita al gruppo Pedicone Holding srl che controlla le società della Las e le altre attività del gruppo. Giulio Pedicone ricopre la carica di presidente del CdA della Pedicone Holding e della Las Mobili srl. La mission di Las Mobili non è soltanto quella di produrre mobili e soluzioni d’arredo per l’office contemporaneo ai massimi livelli di funzionalità, estetica e qualità, ma anche capire i nuovi modi di lavorare di oggi e di domani, integrandosi perfettamente negli

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un momento dell’inaugurazione della Pedicone SpA

habitat lavorativi di tutto il mondo. L’attitudine al lavoro di gruppo è il vantaggio competitivo che consente a Las di esaudire le richieste dei clienti e di superare l’offerta di una concorrenza sempre più qualificata. «La completa soddisfazione dei partner commerciali -ha dichiarato Pedicone- è il traguardo che ogni giorno misura le intelligenze, la creatività e lo spirito di gruppo. Le linee di prodotto sono molteplici, dalla versione executive fino ad arrivare alla top manager con la firma dei principali designer europei. Design, eleganza, funzionalità, qualità e prezzo questi sono i segreti del mobile targato Las. Proprio questi elementi hanno reso il brand del Gruppo teramano noto in tutto il mondo. Una curiosità, i tavoli dove hanno


l’ingresso della direzione logistica

PEDICONE HOLDING SRL Il gruppo Industriale Las Mobili costituito dalle seguenti società: i mobili per ufficio modello Logic

LAS MOBILI srl (produzione mobili per ufficio) MODULO srl (pareti divisorie) FORSIT srl (sedute) METALWAY srl (lavorazioni parti metalliche di mobili) PEDICONE Spa (produzione mobili per ufficio) Il gruppo delle “altre attività” comprende: DADO ARREDAMENTI srl (punto vendita arredo casa) KE UFFICIO srl (puntovendita arredo ufficio) MEETING srl (costruzione, acquisto, vendita e locazione immobili) P4 EDIL srl (appalti e costruzione opere edili) CHRISTIAN srl (Acquapark Onda Blu)

il modello 70’S Seventies

mangiato e discusso i “grandi” durante il G8 svoltosi all’Aquila erano targati proprio Las Mobili. La LAS Mobili è stata tra i primi nel suo settore ad ottenere la certificazione UNI EN ISO 14001: 2004 per la corretta gestione dei processi produttivi a tutela dell’ambiente. «Siamo consapevoli che, la “certificazione”, -ha dichiarato Marcello Pedicone- non è un traguardo raggiunto, bensì un punto di partenza per il miglioramento della qualità del lavoro e per la salvaguardia dell’ambiente. Come industria siamo coscienti della grande responsabilità che abbiamo, e che ogni azione deve assicurare un futuro importante e duraturo per tutti». Un altro importante traguardo raggiunto è stato

l’ottenimento della certificazione FSC (Forest Stewardship Council), una organizzazione internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, composta da membri che operano insieme per migliorare la gestione delle foreste in tutto il mondo. Ma la Las Mobili è una azienda certificata anche UNI EN ISO 9001:2000, (Sistema di gestione per la qualità), HOSAS 18000:1999 (Sistema di gestione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro) e SA 8000 responsabilita sociale legata al tema dell’etica. Assicura il rispetto dei giusti parametri di comunicazione interna tra i dipendenti, nel pieno rispetto di tutte le norme a tutela dei lavoratori.

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A TU PER TU CON GIULIO PEDICONE Siamo a Tortoreto, nello splendido ufficio di Giulio Pedicone, presidente della Pedicone Holding e fondatore del colosso Las Mobili, azienda leader nella produzione di mobili d’ufficio, con quasi 450 dipendenti e un fatturato che si aggira intorno a 80 milioni di euro. Ma per arrivare a questi risultati, Giulio Pedicone ne ha fatta di strada. Nei suoi occhi e nelle sue mani ci sono i segni, ma anche la soddisfazione, di un uomo che ha lavorato e che ha fatto tanti sacrifici. E ci dice: «Io sono un artigiano, un tecnico, non sono fatto per stare dietro la scrivania. A me piace stare in produzione e assaporare il profumo del legno». Una dichiarazione, che non ha bisogno di spiegazioni.

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Da piccolo artigiano lei oggi è diventato un imprenditore di successo a capo di una delle più grandi aziende italiane nella produzione di mobili d’ufficio. Com’è iniziata la sua avventura? «Provengo da una famiglia di umili origini, i miei genitori erano dei contadini e non potevano permettersi di mantenermi agli studi, così ho iniziato a lavorare da ragazzino compiendo i primi passi in una piccola falegnameria. Poi sono entrato nel mobilificio Vespasiani a San Benedetto del Tronto, e qui il signor Tito, al quale devo moltissimo, mi ha insegnato i trucchi del mestiere. Sono sempre stato molto curioso, avevo soli 16 anni quando andai per la prima volta a Milano a seguire una fiera di mobili. Poi con

il passare degli anni, mi sono messo in proprio e nel 1976 ho fondato la Las Mobili». Un eccellente imprenditore, un uomo attivo nel mondo dell’associazionismo, che ha sempre sostenuto le attività sociali, umanitarie e anche quelle culturali. Qual’è il segreto dei suoi successi? E dove vuole ancora arrivare? «La mia fortuna è iniziata quando ebbi l’intuito di capire qual’era la strada giusta da percorrere, quella che io chiamo “la rotta”. L’ho intrapresa e seguita con tenacia, determinazione e tanta passione, ecco perché oggi mi ritengo un uomo fortunato, ma anche molto sereno e soddisfatto di quello che la vita mi ha concesso. Anche per i miei figli, che oggi hanno preso le redini del Gruppo, ho voluto che scegliessero la loro strada, senza mettermi in mezzo. E oggi sono molto orgoglioso del loro operato. Ma il mio è un successo di gruppo, i miei collaboratori sono la mia forza. Sa, il mio primo dipendente lavora ancora con me, praticamente siamo cresciuti insieme. Il segreto è la forza del team e la grande sinergia che si è creata. Mi piacerebbe un giorno che nel tavolo del CdA sedesse anche qualche operaio. Il mio sogno, e non escludo di poterlo realizzare, è inserire nella gestione aziendale, una partecipazione rappresentata dalle maestranze». Qual è il valore aggiunto di un prodotto targato Las Mobili? «Sicuramente la tecnologia. In tutti questi anni abbiamo investito molto sull’innovazione e sulla ricerca. Grazie all’acquisizione delle più avanzate tecnologie di lavorazione attualmente esistenti sul mercato, la Las è in grado di produrre giornalmente fino a 10.000 colli, uno ogni 3 secondi, e di effettua-


re 1200 spedizioni al mese in 76 paesi in tutto il mondo. Dall’estero alcune delegazioni di imprenditori vengono qui per studiare il nostro modello aziendale, siamo diventati un case study per l’innovazione. L’assenza di barriere gerarchiche, la condivisione delle informazioni e l’assunzione di responsabilità degli uomini che si sentono parte integrante dell’impresa, ci consentono di reagire rapidamente alle spinte del mercato e di innovare la qualità di prodotti e dei servizi offerti. Il prodotto Las è un mix tra eleganza, design, funzionalità, innovazione e soprattutto qualità. Il tutto con un giusto rapporto qualità-prezzo per essere sempre vicini alle esigenze del cliente». Sappiamo che ha diversificato la sua attività con altri investimenti. Titolare dell’Acquapark Onda Blu e della storica discoteca Plaza, lei in Abruzzo è diventato un punto di riferimento per il divertimento dei giovani…. «Si, diversi anni fa ho voluto diversificare le mie attività inve-

stendo con l’Acquapark Onda Blu e con la discoteca Plaza che però da quasi un anno ho deciso di tener chiusa. Oggi i giovani, ovviamente non tutti, si divertono in maniera estrema, spesso una serata in discoteca equivale allo sballo e io non voglio contribuire a sostenere questo divertimento che definirei malsano. Per quel che mi è possibile, mi piacerebbe contribuire al miglioramento di questa società e non al suo deterioramento. Se dovessi riaprire, lo farei solo per un ambiente sano e di puro divertimento». Lei è da pochi mesi è diventato presidente Confapi Abruzzo. Che situazione sta attraversando l’economia della nostra regione in questo momento? «Stiamo attraversando un periodo davvero critico. Al danno economico, causato dalla crisi già di per se devastante, si è aggiunto un ulteriore danno dovuto al terremoto. Le piccole imprese che io rappresento, che costituiscono l’ossatura del tessuto economico abruzzese, sono completamente schiacciate dalla

un momento della serata dell’inaugurazione della discoteca “Plaza”, tra i numerosi ospiti Gigi Sabani

competitività dei grandi colossi esteri. Un altro grande problema è la scarsa erogazione del credito da parte degli istituti bancari. Anche la mia azienda sta risentendo della crisi. Ci sono meno commesse e la produzione è rallentata, tant’è che siamo stati costretti a ricorrere alla cassa integrazione per una parte delle maestranze»

l’Acqua Park Ondablu a Tortoreto

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mercati

seconda parte

» di Ida Pagnottella e Alfredo De Vincentis

Il rischio dei mercati

Alcuni consigli sulla finanza per la gestione dei propri risparmi

(a cura di Ida Pagnottella)

O

ltre al rating, per capire in tempo reale se il rischio dell’emittente sta aumentando, è possibile usare i prezzi di mercati dei cosiddetti “CDS” o Credit Default Swap. I CDS sono contratti derivati che molti investitori istituzionali acquistano per proteggersi dal rischio di default di un certo emittente di obbligazioni o titoli di stato. Si tratta del premio assicurativo che gli investitori istituzionali sono disposti a pagare alla controparte del contratto (che è di solito un gruppo bancario) per assicurarsi dal rischio di insolvenza dell’emittente le cui obbligazioni hanno acquistato. I prezzi che vediamo dei CDS sono i prezzi che un investitore è disposto a pagare per assicurarsi. Pertanto più sale il rischio di un certo emittente, più alto diventa il costo per assicurarsi.

INVESTIRE IN OBBLIGAZIONI USARE IL CREDIT DEFAULT SWAP PER VALUTARE IL RISCHIO EMITTENTE IN TEMPO REALE

Nel grafico vediamo i prezzi che gli investitori hanno pagato negli ultimi 12 mesi per assicurarsi dal default di diversi stati sovrani europei. Nel primo grafico si confronta il rischio dei seguenti stati emittenti: la Grecia, l’Italia, l’Austria, la Svizzera, la Danimarca, la Germania, la Finlandia, la Norvegia. In termini relativi, il prezzo per assicurarsi dal rischio di default

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della Grecia è il più alto rispetto agli altri, dunque negli ultimi 12 mesi è stata percepita come l’emittente con più rischio rispetto agli altri nell’elenco. La Norvegia è considerata come l’emittente meno a rischio, quindi il costo per assicurarsi da un default della Norvegia è relativamente basso. Si noti come i prezzi per assicurarsi dal default di ogni emittente siano saliti molto da settembre 2008 a febbraio 2009, (in coincidenza con un periodo di panico sui mercati azionari e finanziari in genere), e poi sono scesi da marzo 2009 a oggi (in coincidenza con un periodo di relativa serenità sui mercati finanziari). Dal grafico possiamo notare che quando c’è paura e panico sui mercati, il rischio aumenta per tutti gli emittenti, però cresce in modo accentuato per gli emittenti più rischiosi come la Grecia, l’Italia e l’Austria rispetto a quelli più tranquilli come la Germania, la Norvegia e la Finlandia. Dove vediamo il riflesso di questo aumento di rischio? Nei prezzi dei titoli di stato che abbiamo in portafoglio. In una situazione di panico, il prezzo di un titolo di stato considerato più rischioso (Italia, Grecia, Austria, Irlanda) scende molto di più in termini percentuali rispetto ad un titolo di stato norvegese o tedesco, creando problemi a chi ha bisogno di vendere il titolo per esigenze di spesa. Si può concludere affermando che i titoli di stato dei paesi sicuri offrono un tasso di interesse più basso


rispetto ad emittenti più rischiosi, perché offrono in cambio un titolo che non subisce forti variazioni di rischio, a dimostrazione ancora una volta che in finanza nessuno regala nulla!

UNO SGUARDO AI MERCATI AZIONARI

(a cura di Alfredo De Vincentis) Prima di tutto diamo uno sguardo alla situazione dei mercati. Dal nostro ultimo appuntamento non è cambiato granchè: mercati ancora in primario rialzista, in stato di ipercomprato anche settimanale, per giunta sotto resistenza. Per chi avesse intuito il doppio minimo (sul nasdaq100) fra novembre e marzo non è difficile gestire le posizioni aperte in trailing stop. Entrare in questo momento appare invece più problematico. Andiamo allora a cercare titoli che non presentano una configurazione grafica con nuovi massimi, ma pur tuttavia in primario rialzista, e dal bilancio più che buono. Eccone un esempio: CHL CHINA MOBILE LIMITED NYSE Società cinese, si occupa di telecomunicazioni nello stesso paese e in Hong Kong. È il principale operatore di telefonia mobile e servizi correlati del suo paese. È stata fondata nel 1996, e ha sede in Hong Kong. Il bilancio ci dice che negli ultimi 5 anni ha avuto una crescita degli utili del 26% all’anno, una crescita del fatturato del 21%. Ha un roe del 25,8%, e prezza ad un p/e forward di 12. La situazione debitoria è nettamente migliore della media del settore (con un rapporto debiti-capitale di 7,36, contro una media di 56 del settore – dati Thomson Reuters). Notiamo come il prezzo sia in primario rialzista e poggi su un supporto dinanico di lungo termine (10 ottobre 2009)

Note ROE: La sigla R.O.E. è utilizzata per indicare la redditività del capitale proprio (in inglese Return On Equity). Il R.O.E. non è altro che il rapporto tra il reddito netto conseguito nel corso dell’esercizio e il valore del capitale proprio impiegato in media nel corso dello stesso esercizio. Rappresenta quindi l’indice globale dei risultati economici dell’azienda, ed è inoltre una percentuale che evidenzia il potenziale del capitale di rischio e la capacità dell’azienda di attrarre capitali (cioè quanto rende il capitale conferito all’azienda). P/E: è il rapporto fra il prezzo pagato per comprare una determinata azione e l’utile annuale attribuibile alla stessa azione ( che non necessariamente sarà dato agli azionisti tramite dividendo). Esprime pertanto la misura che il mercato è disposto a pagare per il business aziendale, in particolare per ogni singola unità di utile netto. Il suo valore indica pertanto il livello di sopravvalutazione o sottovalutazione di un titolo azionario in funzione del flusso di utili atteso e del prezzo di borsa dello stesso.

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fisco » di Luigi Carunchio

Il redditometro al servizio di un fisco moderno Prepotentemente tornato alla ribalta nel dibattito politico-fiscale, dopo anni di oblio, questo strumento si fonda sull’analisi della disponibilità di spesa del contribuente per investimenti e consumi

I

l redditometro è uno strumento che si fonda sull’analisi della disponibilità di spesa del contribuente per investimenti e consumi, al fine di raffrontarla con i redditi da questi dichiarati negli anni cui si riferisce l’accertamento. Nella misura in cui da questo raffronto emerga una significativa divergenza tra livello di redditi dichiarati e capacità di spesa del contribuente, scatta una presunzione di occultamento parziale o totale di redditi e tocca al contribuente spiegare che, ad esempio, la maggiore capacità di spesa deriva invece dall’essere stato beneficiario di donazioni, oppure dal consegui-

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mento di proventi legittimamente non confluiti nella dichiarazione dei redditi, in quanto esclusi o soggetti a regimi di tassazione sostitutiva. Il redditometro non è una novità di questi ultimi tempi, anche se è indubbio che solo nell’ultimo anno è prepotentemente tornato alla ribalta nel dibattito politico-fiscale, dopo anni di sostanziale oblio. Fin dagli anni ’90 infatti, l’amministrazione finanziaria ha preferito concentrare la propria attenzione sugli studi di settore, ritenendoli uno strumento più idoneo a contrastare il fenomeno della nota “evasione fiscale di massa” cioè quella che riguarda la moltitudine dei soggetti di piccole e piccolissime dimensioni e che si concretizza mediante il puro e semplice occultamento dei ricavi. Negli anni però, vi è stato il tentativo di caricare questo strumento di eccessivo peso e significato. Gli studi di settore possono svolgere un ottimo ruolo di indicatori di anomalia e quindi di preselettori automatici delle posizioni individuali meritevoli di essere assoggettate a controllo in via prioritaria. Ma non possono invece essere uno strumento di accertamento automatico, perché l’incongruità dei ricavi dichiarati dal contribuente rispetto alle medie del proprio settore, è bel lontana dal poter rappresentare una presunzione solida ed efficace. I commercialisti italiani, su questo punto hanno preso una posizione netta sin dall’inizio e oggi il ritorno a uno strumento di accertamento quale il redditometro dimostra che i contenziosi sugli studi di settore non erano affatto strumentali. A distanza di una decina d’anni dalla loro prima introduzione, lo ha definitivamente affermato anche la Corte di cassazione (si sa che la giustizia in Italia ha dei tempi drammatici). Finalmente anche la politica ha dovuto prendere atto di quello che, se avesse avuto l’umiltà di ascoltare i professionisti tecnici preparati sulla materia, avrebbe anch’essa saputo da subito, evitando di far perdere tempo a tutti (contribuenti e professionisti in primis) dietro ad accertamenti assolutamente illegittimi. Perso il filone degli studi di settore, ecco quindi il ritorno in auge del redditometro. Un ritorno che i giovani commercialisti condividono e sostengono, nella piena consapevolezza che ben altro è il timore probatorio (anche dal punto di vista del messaggio sociale) di uno strumento che fonda una presunzione di evasione sul riscontro di una incongruenza tra tenore di vita del contribuente e redditi da questi dichiarati.

Anche lo sviluppo tecnologico gioca a favore di una maggiore centralità del redditometro nell’azione di contrasto all’evasione di massa, perché, rispetto ai suoi possibili utilizzi negli anni ’80 e nei primi anni ’90, oggi è possibile interfacciarlo con le numerose banche dati telematiche di cui si compone l’anagrafe tributaria. Resta il fatto che, tanto più sarà incisiva l’utilizzazione del redditometro nelle scelte operative dell’amministrazione finanziaria (e, da quello che si legge sui media, pare evidente che la riscoperta dello strumento è già in una fase avanzata), altrettanto dovrà essere incisiva l’azione di ammodernamento e revisione dello strumento attualmente utilizzato. Se infatti riteniamo condivisibile la ratio sottostante al redditometro, siamo del pari perplessi di fronte a incongruenze, sia dal punto di vista delle sue modalità di utilizzo, sia dal punto di vista degli indicatori e dei coefficienti automatici posti alla base di esso. La speranza è che, evitando di ripercorrere gli errori già fatti con riferimento agli studi di settore, la politica e l’amministrazione finanziaria vogliano questa volta ascoltare e confrontarsi con chi ogni giorno lavora da tecnico con tempestività in grado di contribuire concretamente al miglioramento e alla manutenzione di uno strumento che può garantire allo Stato di infliggere un duro colpo alla piaga sociale dell’evasione fiscale e, al tempo stesso, garantire ai contribuenti di non vedersi piovere addosso accertamenti basati su presunzioni e calcoli palesemente errati. Su questo fronte, i giovani dottori commercialisti ed esperti contabili sono pronti a fare la propria parte a fianco delle istituzioni e dei cittadini

Gli studi di settore non possono essere uno strumento di accertamento automatico, perché l’incongruità dei ricavi dichiarati dal contribuente rispetto alle medie del proprio settore, è bel lontana dal poter rappresenvtare una presunzione solida ed efficace

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energia » di Pietro Pastorelli

Il futuro dell’energia Come ripianificare la rete elettrica di trasporto per lo sviluppo della nostra regione

L’

energia elettrica, come qualsiasi altro prodotto, o si produce dove viene utilizzato o lo si importa dai luoghi di produzione. La Regione Abruzzo, nel 2007, ha consumato il 43% in più dell’energia prodotta. Questo la costringe ad importare energia. È quindi necessario, ancora di più dopo l’entrata in servizio della centrale di Gissi da 800 MW, avere una rete di trasporto adeguata. La rete elettrica di trasporto (linee di alta ed altissima tensione: 380 kV, 220 kV, 150 kV) rispecchia in Abruzzo le vecchie strutture societarie precedenti la nazionalizzazione, ma anche il tempo in cui l’energia costava poco, l’impatto sull’ambiente non era una priorità e la qualità non veniva considerata. Le necessità della rete negli ultimi anni sono notevolmente cambiate. Qualche decennio fa il sistema elettrico poteva essere gestito centralmente e la produzione era fatta da un numero relativamente piccolo di grandi centrali. Oggi la rete deve tener conto della domanda e dell’offerta in una

Oggi assume notevole importanza l’efficienza delle reti di trasporto. È quindi urgente ed importante promuovere le nuove energie, ma anche realizzare nuove strutture di rete per non perdere ciò che si produce

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Abruzzo: energia richiesta

Fonte: Tema SpA. Dati statistici 2007

Abruzzo:

struttura produttiva disseminata sul t e r r i t o r io e basata anche su impianti di generaziorete di trasporto 380 kV ne piccoli e piccolissimi. In questo contesto assume notevole importanza l’efficienza delle reti di trasporto. È quindi urgente e importante promuovere le nuove energie, ma anche realizzare nuove strutture di rete per non perdere ciò che si produce.Urge la costruzione di nuove linee in modo da creare percorsi alternativi all’energia nei casi di guasti, manutenzioni o eventi eccezionali. Ciò si ottiene creando delle maglie che consentono di raggiungere gli stessi punti con percorsi diversi ed ugualmente affidabili. Una rete di questo tipo si definisce rete magliata. Al contrario quando non sono disponibili percorsi alternativi (rete non magliata) il sistema è in una situazione di precarietà che non permette alcuna sicurezza nell’alimentazione. Abbiamo già esaminato, in un intervento precedente, la situazione dell’Abruzzo interno ed in particolare la provincia di L’Aquila. Questa volta ci soffermiamo sulla zona costiera. Essa è caratterizzata da un forte incremento dei carichi nel periodo estivo e dall’impossibilità di esercire la rete in assetto magliato a causa delle ridotte portate dei conduttori delle linee esistenti. Si aggiungono anche i problemi legati alle recenti entrate in servizio di diverse centrali concentrate in prossimità della costiera adriatica centro-meridionale.

La nuova immissione di potenza ha avuto, come logica conseguenza, l’aumento dei transiti di potenza sulla rete AAT della costiera adriatica, dove però è presente un unico collegamento da Foggia a Fano, fatta eccezione per la trasversale che da Villanova (Pescara) arriva a Villavalle (Terni). Questo si ripercuote sulla sottostante rete AT creando problemi dovuti all’adozione di assetti di esercizio di tipo radiale che riducono l’affidabilità e la qualità del servizio e, in alcune situazioni, la necessità di limitare o distaccare dei gruppi di produzione. Le problematiche esposte riducono inevitabilmente la qualità del servizio e pongono consistenti vincoli anche alla gestione delle indisponibilità per i lavori in rete. Alcune soluzioni sono state elaborate da tempo. Le più importanti relative alla rete AAT sono gli elettrodotti a 380 kV Fano – Teramo e Foggia – Villanova (Pescara ). Ciò aumenterebbe la magliatura della rete a 380 kV, migliorerebbe la sicurezza e la continuità di alimentazione ed ottimizzerebbe la gestione evitando congestioni sulla rete AAT. Possiamo concludere che in Abruzzo le strutture produttive soffrono per una carenza di qualità nell’energia elettrica che costa mediamente, ogni anno, migliaia di euro ad ogni azienda. Sono, però, pronti anche i progetti per porvi rimedio nel rispetto della normativa vigente.Essi si presentano come una grande opportunità in questo momento di crisi.

Dobbiamo immediatamente dare il via alla realizzazione delle infrastrutture elettriche programmate per migliorare la qualità del servizio e per aumentare l’attrattività del territorio Dobbiamo immediatamente dare il via alla realizzazione delle infrastrutture elettriche programmate per migliorare la qualità del servizio, per dare subito alle imprese alcune decine di milioni di euro di lavoro e per aumentare l’attrattività del territorio. Tutti, ma in prima linea le autorità locali ed in particolari i comuni, devono adoperarsi perché i progetti diventino realtà al più presto

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creatività&innova ione » di Simone D’Alessandro

I falsi miti degli imprenditori Secondo l’economista Theodore Levitt, rischiano di portare il proprio giro d’affari alla rovina

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ome agire quando l’imprenditore sviluppa una forte miopia nei confronti del marketing? Il noto esperto di economia e marketing Theodore Levitt nel suo libro Marketing Myopia1, sostiene che ogni giorno gli imprenditori rischiano di portare il proprio giro d’affari alla rovina se, nello sviluppo di prodotti e servizi, inseguono i seguenti falsi miti:

Falso Mito n. 1, limitarsi all’individuazione dei competitor nel settore in cui si opera

Molti uomini d’affari credono nell’esistenza di prodotti “insostituibili”, perchè ragionano in termini di settore, sostenendo che in un dato ambito, per un certo tipo di

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prodotto di punta, non esista alternativa. Inutile dire che si sbagliano, poiché non fanno caso a quei competitor che apparentemente non sembrano far parte del loro mercato. Facendo un esempio specifico accessibile a tutti: a volte una compagnia aerea ignora che il suo


competitor potrebbe essere un bus operator oppure un nuovo comportamento turistico e non un’altra compagnia aerea. L’estrema concentrazione sulle possibilità del prodotto fa perdere di vista le esigenze del mercato e dei suoi consumatori.

Theodore Levitt sostiene che ogni giorno gli imprenditori rischiano di portare il proprio giro d’affari alla rovina se, nello sviluppo di prodotti e servizi, inseguono i falsi miti

Falso Mito n. 2, credere che aumentando la produzione si possa uscire dalla crisi

Molti produttori sono disposti ad aumentare la quantità, in cerca di un incremento di profitti, quando il profitto potrebbe nascondersi nella riduzione dei costi di transazione di Williamson (organizzativi, contrattuali, materiali) per produrre la stessa quantità di prima. Ancora una volta, seguendo il falso mito, si cerca di fare l’interesse dell’impresa concentrandosi sul prodotto, evitando l’ascolto del consumatore che potrebbe dare suggerimenti su come fare meglio con meno. Il modello Toyota si è imposto nel mondo, scardinando questo falso mito.

Falso Mito n. 3, credere ciecamente nell’innovazione

Generalmente si ritiene che la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnico possano far crescere chiunque, ovunque e comunque. Anche in questo caso ci si sbaglia: si focalizza l’attenzione sull’individuazione di un nuovo prodotto, spesso investendo troppo e sperando poi, di raggiungere economie di scala, senza considerare che in molti mercati la via è proprio quella di non innovare, di non cambiare nulla del prodotto, aspettando che esso diventi un “brand classico” per costruire politiche di promozione o di posizionamento.

di ciò che realizzano; concentrandosi, conseguentemente, sull’efficienza produttiva, invece di promuovere il valore intangibile del marchio che origina i prodotti. Il “mantra” del mercato in espansione arresta l’ascolto nei confronti di consumatori in cerca di tendenze da seguire: si prepara in tal modo la stagione del declino. Da questa brevissima rielaborazione personale delle considerazioni di Levitt, emerge chiaramente che le vere rivoluzioni “kuhniane” e i grandi successi commerciali, avvengono quando un imprenditore disattiva un modo standardizzato di concepire lo sviluppo della propria impresa, “decidendo di sostituire all’inseguimento delle tendenze, la creazione di nuove tendenze”. Il trendshift, ossia l’autentico salto paradigmatico, si crea nel momento in cui un imprenditore, guidato dai Top Brainworker (quei consulenti particolarmente qualificati, ma anche liberati dalla prigione dei modelli consolidati), decidono di invertire le rotte abituali. Se nel mondo domina il paradigma della multifunzionalità, perchè non produrre un sistema monofunzionale? Se nel mondo domina l’espansione commerciale globalizzata, perchè non inseguire la controtendenza del genius loci? Se nei sistemi organizzativi standard prevale il determinismo tecnologico, per cui ogni nuovo prodotto deve necessariamente essere più sofisticato del precedente e dotato di sistemi elettronici, perchè non tornare a sistemi meccanici? La società della conoscenza si reifica nel momento in cui una classe imprenditoriale preparata, sviluppa la capacità di fare di nuovi mercati, senza cadere nella schiavitù della routine e dei paradigmi noti

La società della conoscenza si reifica nel momento in cui una classe imprenditoriale preparata, sviluppa la capacità di fare nuovi mercati, senza cadere nella schiavitù della routine e dei paradigmi noti Falso Mito n. 4, migliorare ciò che si ha quando il mercato si allarga, senza brandizzare

Quando il business di un certo prodotto o servizio è in espansione, molti intendono mantenere la loro quota di mercato, limitandosi al miglioramento incrementale

(1) Levitt T., Marketing Myopia, Harvard Business Press, Boston, 2008.

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ict » di Antonio Teti

The ultimate il punto di non Sviluppo ed evoluzione dell’hardware. Dai microchip magnetici ai computer quantici. Ma come influiranno sulla vita dell’uomo?

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computer: ritorno I

l futuro rappresenta per l’uomo la più grande fonte di incertezze, dubbi e perplessità, ma conserva, nonostante tutto, un ruolo di preminente importanza per tutta la durata della sua vita. Sono soprattutto le incertezze e l’incapacità di prevedere il futuro, anche a breve termine, a determinare ansie e sgomento, durante le fasi della vita di ognuno di noi. Anche il settore delle tecnologie, non differisce in questo senso. Oltre a studiosi e ricercatori, molte persone comuni si pongono domande diverse ma spesso riconducibili alle stesse tematiche: come saranno i computer del futuro? Quali materiali saranno impiegati per la loro costruzione? E la velocità dei processori, aumenterà ancora di più? I media, quotidianamente annunciano scoperte e innovazioni che configurano scenari stravolgenti per il futuro, come quella che ci garantisce che nel giro di qualche decennio i microprocessori (ormai presenti in quasi tutti i dispositivi elettronici) potranno essere magnetici, ottici o addirittura chimici. È vero che, secondo la legge di Moore1, il numero di transistor in un chip raddoppia ogni 18 mesi, incrementando di conseguenza le prestazioni di un singolo computer. Tuttavia sembra ormai certo che nel giro di qualche decina di anni i processori tradizionali realizzati in silicio, scompariranno per una molteplicità di fattori (consumo energetico eccessivo, surriscaldamento, etc), e saranno sostituiti da una nuova generazione che si baserà sull’utilizzo del movimento degli atomi. Un esempio è dato dai cosiddetti “computer quantici”, che utilizzano atomi “imbrigliati” che sono in grado di variare il loro stato energetico, oppure quelli

definiti “a spin” che utilizzano alcune proprietà magnetiche delle particelle. Gennaio 2002. È una data storica. A molti non dirà molto, ma alcuni scienziati che lavorano nel settore dell’Information Technology asserirono: “…il mondo dei computer non sarà mai più quello di prima”. La notizia giunse dal laboratorio militare della NASA, più precisamente dall’Air Force Research Laboratory di Hanscom, un luogo sperduto nel Massachusetts, dove due scienziati, Philip Hemmer dell’ A&M University del Texas e Selim Shahriar del Mit (Massachusetts Institute of Technology), sono riusciti a fare quello che, per lungo tempo, si era ritenuto impossibile: intrappolare un raggio di luce in un materiale solido portato a 268 gradi sotto zero. In sintesi, sono riusciti ad arrestare fasci di fotoni (le particelle di cui è fatta la luce) che viaggiano a 300.000 chilometri al secondo, bloccandoli e immagazzinandoli in un cristallo meglio identificato come silicato di ittrio drogato con terre rare (un cristallo simile a quelli usati nelle memorie dei computer). La portata del successo di questo esperimento, apre scenari e sviluppi impensabili, in particolare nel campo dell’elettronica e delle telecomunicazioni. Le applicazioni ed i possibili scenari, sono difficilmente ipotizzabili. Il controllo della luce può consentire di dominare i fotoni in modo da impiegarli per la realizzazione di nuovi e rivoluzionari dispositivi elettronici (ivi compresi i computer). Per essere più chiari, questa tecnologia potrà consentire di realizzare dei computer quantistici in grado di memorizzare quantità gigantesche di informazioni con assoluta precisione e consentirà, altresì, di trasmettere masse di dati a

(1) Gordon Moore cofondatore di Intel con Robert Noyce, nel 1965 scrisse un articolo su una rivista specializzata nel quale illustrava come nel giro di pochi anni (1959-1965) il numero di componenti elettronici che formano un chip fosse raddoppiato ogni anno. Da ciò derivò la sua famosa affermazione.

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ict

velocità fino ad oggi impensabili e con una sicurezza totale, essendo i dati manipolabili quantisticamente. A questo punto è opportuno fare chiarezza sul funzionamento di un computer quantistico, da alcuni definito come “the ultimate computer”, il computer definitivo. I transistor quantistici sono congegni progettati per manipolare singoli atomi e diversamente da come opera un computer tradizionale, seguono le leggi sfuggenti e illogiche della meccanica quantistica. Tuttavia cercherò di fare chiarezza. In base al Principio di indeterminazione di Heisenberg2, non possiamo determinare la posizione esatta di un elettrone e nello stesso istante della sua velocità, perché questa viene modificata dall’atto stesso dell’osservazione. Ciò premesso, i transistor quantistici sono in grado di imitare, contemporaneamente, l’azione non di uno solo ma di molteplici transistor. I computer che attualmente utilizziamo, si basano sull’architettura della macchina di Turing3, che fonda il suo funzionamento sull’utilizzo dei bit (che possono assumere il valore di 0 o 1 - le basi del codice binario). Nei transistor quantistici l’unità di riferimento è il “qbit” (il quantum bit), che non assume alternativamente il valore 0 o 1, ma li sovrappone simultaneamente. In funzione di questa peculiarità, un elaboratore quantistico sarebbe in grado di fare calcoli enormemente più complessi di quelli attualmente effettuati da un computer tradizionale, dato che invece di elaborare informazioni in modalità seriale, sarebbe capace di elaborare le informazione in parallelo, come fa ad esempio, il cervello. In sostanza si tratta di un computer che opera a livello subatomico, attraverso le particelle invisibili di cui è composta tutta la materia. Grazie a queste potenzialità, il computer quantistico, lavorando in parallelo, sarà in grado di effettuare calcoli enormi che al momento, con le tecnologie disponibili, richiederebbero anni (ad esempio i calcoli astronomici). Non a caso queste proprietà particolari dovrebbero rendere i qubit strumenti estremamente potenti per far fronte ad alcuni

problemi di calcolo, come la scomposizione di numeri primi, molto grandi nelle applicazioni cifrate nella ricerca su enormi banche dati connesse a Internet. È sicuramente un mondo ancora incomprensibile per

Il numero di transistor in un chip raddoppia ogni 18 mesi, incrementando di conseguenza le prestazioni di un singolo computer la mente umana, dato che ci propone la possibilità di condividere la materia intangibile con quella invisibile. Ciò determinerà, nel prossimo futuro, anche una profonda trasformazione dell’approccio filosofico della tecnologia che ci costringerà a ragionare in maniera differente. Naturalmente dovremo attendere ancora un po’ di anni prima che il primo computer quantico possa vedere la luce, tuttavia in cammino è tracciato. Alcuni studiosi già ipotizzano applicazioni particolarmente avveniristiche, soprattutto nel campo della cibernetica, in grado di utilizzare molecole di Dna per costruire computer quantistici, configurando uno scenario che vedrebbe il codice della vita intrecciarsi con quello della materia. Ciò determinerebbe, nel giro di qualche decennio, un procedimento capace di replicare i miliardi di neuroni e le migliaia di miliardi di sinapsi che sono parte integrante del cervello umano. Da ciò ne potrebbe derivare la possibilità di realizzare un sistema nervoso umano creato artificialmente. L’affermazione potrebbe apparire ai più, alquanto fantascientifica ma in diversi laboratori di ricerca, molti scienziati hanno già iniziato a sperimentare l’uso di reti neurali animali per creare “computer organici”, rendendo reale, quasi in maniera inconsapevole, la fusione tra materia animata e materia inanimata. Forse il giorno in cui si verificheranno scene che finora erano unicamente appannaggio di film di fantascienza, non è poi così lontano. È bene cominciare ad abituarsi all’idea

(2) Werner Karl Heisenberg (nato a Würzburg, il 5 dicembre 1901 e deceduto a Monaco di Baviera il 1 febbraio 1976) è stato uno dei più grandi fisici della storia. Ottenne il premio Nobel per la Fisica nel 1932 ed è considerato uno dei padri della fisica quantistica. (3) Alan Mathison Turing (Londra, 23 giugno 1912 – Wilmslow, 7 giugno 1954) è stato un matematico e logico britannico. Considerato uno dei padri dell’informatica, introdusse il concetto della macchina ideale. La macchina di Turing è una macchina formale (ideale) che può trovarsi in stati determinati, che opera su stringhe che funzionano grazie a regole definite e che costituisce, nel suo insieme, un modello di calcolo.

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norme&leggi » di Filippo Paolini

Uno strumento per risolvere la crisi d’impresa Questo l’obiettivo della transazione fiscale che è possibile per mezzo di un accordo con il fisco e con gli enti previdenziali, ottenendo uno “sconto” oppure una dilazione nel pagamento di tributi e contributi

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a transazione fiscale, introdotta dal legislatore nel 2005 (Legge 80) e via via modificata negli anni fino alla recente Legge 2/2009, è uno strumento di “politica tributaria” che, nonostante le indubbie potenzialità, stenta notevolmente a decollare. Tralasciando i tecnicismi dottrinali, possiamo dire, semplificando, che il fine è quello di fronteggiare e risolvere positivamente la crisi dell’impresa (non di piccole dimensioni), mentre il mezzo è quello di raggiungere una sorta di accordo con il fisco e con gli enti previdenziali, ottenendo uno “sconto” oppure una dilazione nel pagamento di tributi e contributi. La rilevanza è tutta nelle statistiche che dipingono l’impresa in difficoltà come, di solito, molto indebitata con l’Erario.

La transazione fiscale non è autonomamente praticabile, ma va necessariamente a braccetto con il concordato preventivo oppure con gli accordi di ristrutturazione dei debiti. Il primo consiste in una vera e propria procedura concorsuale attraverso la quale l’imprenditore passa attraverso un giudice onde raggiungere, in relazione ad una proposta di pagamenti ridotti, il consenso di una determinata maggioranza di creditori, idonea a garantire l’efficacia della proposta per tutti. I secondi, invece, costituiscono una sorta di transazione negoziata tra privati, dove l’autorità giudiziale interviene soltanto nella fase finale dell’omologazione. In entrambi i casi, siamo in presenza di una “exit strategy” dalla spirale di un probabile fallimento. La proposta di transazione fiscale deve essere presentata all’agenzia fiscale (Agenzia delle Entrate, del Demanio, delle Dogane, del Territorio) e all’agente di riscossione competenti in relazione all’ultimo domicilio fiscale e deve contenere, tra l’altro, l’indicazione della proposta transattiva con la precisa indicazione di tempi, modi

Il vero vantaggio per l’impresa sarebbe quello di pagare solo una parte del debito, andando a “scalfire” la morsa dell’indisponibilità dei crediti tributari, grazie al cambiamento di prospettiva del legislatore dinanzi alla crisi dell’impresa

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e garanzie del pagamento, ridotto oppure rateizzato. I tributi oggetto dell’accordo, quali Irpef, Ires, Irap, imposta di bollo, imposta di registro, tanto per citarne alcuni dei più noti, anche se non ancora iscritti a ruolo, potranno essere amministrati dalle agenzie fiscali. Diverso, invece, il discorso per l’Iva che potrà essere oggetto soltanto di accordo per la dilazione del pagamento nel tempo. Sono totalmente esclusi i tributi locali (Ici, Tarsu, ecc.). Il Fisco, dopo aver determinato abbastanza celermente l’entità del debito complessivo dell’impresa, esprime il proprio consenso o dissenso con il voto all’interno di una delle due procedure che abbiamo appena indicato. A prescindere dal consolidamento, cioè dall’attività di ricognizione del debito tributario (che pure ha una sua rilevanza nell’ottica di fissare punti fermi e certi in un percorso di superamento della crisi), il vero vantaggio per l’impresa sarebbe quello di pagare solo una parte del debito, andando a “scalfire” il dogma o, se preferite, la morsa dell’indisponibilità dei crediti tributari, grazie al cambiamento di prospettiva del legislatore dinanzi alla crisi dell’impresa. In parole povere, oggi lo Stato è disposto a rimodulare la pretesa tributaria se questo serve ad aiutare l’impresa a ritornare sana e produttiva, con indubbi vantaggi economici per la collettività. Perché, allora, come dicevamo all’inizio, la transazione fiscale non è ancora appetibile?

Sicuramente, la causa va ricercata nelle numerose incertezze interpretative ed operative che, ancora oggi, accompagnano questo strumento. La Pubblica Amministrazione, nonostante gli sforzi, non si è mostrata subito pronta a fronteggiare questa

la proposta di transazione fiscale deve essere presentata all’agenzia fiscale e all’agente di riscossione competenti in relazione all’ultimo domicilio fiscale e deve contenere l’indicazione della proposta transattiva con la precisa indicazione di tempi, modi e garanzie del pagamento, ridotto oppure rateizzato nuova realtà. Non soltanto, ad esempio, perché ancora non esiste il decreto attuativo relativo ai crediti previdenziali e, quindi, mancano istruzioni pratiche in questo settore. Ma anche perché, a volte, le agenzie fiscali non hanno al loro interno professionalità in grado di valutare dei piani industriali pluriennali che, appunto, sono quelli presentati dalle imprese al fine di illustrare le modalità di superamento della crisi e, quindi, rendere credibile la transazione proposta

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Un gruppo che pensa in grande

di Marco Taglieri

Abruzzo, cosa non va: «La lentezza esasperante della pubblica amministrazione nel dare permessi e risposte ai progetti»

Domenico Merlino, titolare dello studio “Merlino Progetti”, illustra l’ampia gamma delle sue attività: «I nostri progetti nascono dallo studio del territorio e non sono ripetibili in altri contesti»

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allo studio di ingegneria all’edilizia commerciale, dall’urbanistica all’energia alternativa, fino alle grandi opere della sua Onlus. Delineare in modo univoco l’attività dell’ingegner Domenico Merlino non è affatto facile. Nemmeno per lui. Proviamoci lo stesso, ingegnere... «Lo studio di Ingegneria “Merlino Progetti”, che vanta 70 collaboratori, è il fulcro del mio lavoro: siamo presenti su tutto il territorio nazionale con due sedi a Roma e a Chieti Scalo e ci avvaliamo di collaborazioni altamente specializzate in vari campi che vanno dalla progettazione strutturale e impiantistica alla coordinazione della sicurezza e direzione lavori. Ma il core business dell’azienda è sicuramente l’edilizia commerciale. Per avere un’idea dei progetti che abbiamo realizzato, si pensi a Megalò, Centauro, Insieme e all’Outlet Village. Lavoriamo in Europa, ma anche nei paesi del Mediterraneo, proponendo progetti per grandi opere». Descrivere dettagliatamente tutte le sue società è impresa ardua… «Sì, ma possiamo citarne alcune. La società immobiliare Rem commercializza grandi progetti e grandi opere, il consorzio “Grandi Progetti” lavora principalmente all’estero. Ora stiamo realizzando un ospedale a 7 stelle ad Amman. “Mercato Italia” presenta invece i migliori prodotti

foto concesse da Domenico Merlino

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storie&persone

della italianità all’estero, sia sotto il profilo ideologico che strettamente fisico. “Enermia” si occupa di energia alternativa, mentre “Sviluppo Mercato Solidarietà” organizza ogni anno un meeting internazionale per mettere a confronto grandi progetti. Poi c’è la nostra Onlus Aurora, con cui trasformiamo l’utile aziendale in opere a beneficio dei paesi che più ne hanno bisogno. Ce ne sarebbero altre, ma mi fermo qui». Ci racconti come ha iniziato questa sua attività. «Sono partito come libero professionista. Feci un test per entrare in un’azienda, e arrivai 11esimo su 10 posti disponibili. Allora capii di dover trovare dentro di me la forza giusta per affermarmi, non avendo alle spalle una famiglia che mi sostentasse economicamente. Così feci un’inserzione su un giornale: in quel periodo si parlava molto della legge sulla sicurezza negli impianti centralizzati di riscaldamento. Scrissi che molti palazzi erano a serio rischio, e chi avesse voluto risolvere il problema avrebbe trovato la soluzione contattando il nostro studio. Da lì iniziarono ad arrivare le prime richieste». Qual è il vantaggio competitivo che le sue società sanno offrire al cliente? «Il nostro gruppo di progettazione ha la capacità di esaminare attentamente il territorio e rispondere alle specifiche esigenze dello stesso con un progetto unico, che non sarebbe ripetibile in un altro contesto». La specializzazione come valore aggiunto, dunque. «Certo. Saper rispondere alle esigenze di un mercato di nicchia è fondamentale nel nostro settore». Parliamo dell’Abruzzo: cos’è che non va? «Non va la lentezza esasperante della pubblica ammini-

strazione nel dare permessi e risposte ai progetti. Manca una programmazione ad ampio raggio che permetta alla nostra regione di rispondere al meglio alle esigenze del turismo. Un esempio? La linea ferroviaria PescaraRoma: non è possibile che si percorra in 4-5 ore. E ci vorrebbe anche un aeroporto molto più funzionale per attrarre i turisti». Di tempo libero ne ha davvero poco, e lo passa con la famiglia. Questo perché sono tanti i progetti in cantiere: quale le sta più a cuore? «Sicuramente l’ex Burgo di Chieti. Mi sono attivato personalmente per trovare le aziende che potessero sorgere in quell’area. Adesso devo trovare chi realizzerà l’opera, con la condizione imprescindibile che vengano assunti tutti coloro che hanno perso il lavoro in quella struttura. È una scommessa che ho accettato e che voglio assolutamente vincere»

L’ingegner Domenico Merlino

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Marzio Forcella davanti alla sua Boutique a Pescara

Marzio Forcella, il gioielliere erede del Canova Dal mito di Amaltea alla classicità in chiave moderna. Pietre preziose e diamanti purissimi per regalare emozioni, lezioni di stile da un giovane designer di gioielli di Jenny Viant

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n’intervista con pochi preamboli per lasciare spazio a un colto stilista del gioiello che si fa largo con successo nel settore delle creazioni di lusso. Abruzzese, appartenente a una famiglia nobile le cui donne gli hanno insegnato ad amare la bellezza. Perché ha scelto un mestiere così particolare? «Sono sempre stato attratto dal disegno, dall’oggettistica preziosa e dalla mitologia. Dopo gli studi all’“Accademia di costume e moda” di Roma per diventare

designer di gioielli, avendo fatto una tesi di 110 e lode dedicata al mio artista trainante, Antonio Canova - dal quale nasce il neoclassicismo che pervade e incornicia il mio stile - ho dovuto decidere se lavorare per aziende importanti o mettermi in proprio. Avendo una vena artistica, modestia a parte, molti dicono innata; a 23 anni decisi di mettermi in proprio. Era il 2001. Dal notaio sorteggiai il nome della futura azienda, uscì Amaltea. Sono stato premiato in partenza per essermi avventurato in un mestiere rischioso per un giovane. Amaltea - capretta eburnea con occhi di rubini che respirava

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La collana Luisa Stolberg

La collana Grace Kelly

polvere di diamanti - fu regalata a Zeus dalle ninfe. Egli si appese ad un corno, il corno si staccò e ne uscirono i simboli dell’abbondanza: grano, frutta, colori della natura e gioielli. Questo nome, colonna portante del mio fare, si lega all’architettura rinascimentale e alla cornucopia. Motivo iconografico che rappresento ovunque perché incarna la prosperità». Quindi la sua creatività poggia sulla mitologia? «In questo momento sono abbastanza deluso dell’estetica del mondo. Mi ispiro ai colori della natura, non amo utilizzare il nero, se non sdrammatizzato dal bianco, come faceva Coco Chanel. Amo il turchese, il verde che si traduce negli smeraldi e le giade; utilizzo il blu, quindi gli zaffiri; uso il bianco nella sua veste principale: il diamante. Ma ricordiamo che è trasparente, rientra nel bianco come somma di tutti i colori, quindi iridescenza». Come concilia il suo rigore stilistico con le tendenze della moda? «Bella domanda! Le tendenze non sconfinano nella gioielleria. Né ora né mai succederà. Ci sono tendenze di colore, però io, da gioielliere all’antica ritengo che non si debba seguire una moda. Da stilista del gioiello devo impormi. Un gioiello Amaltea deve durare infinitamente. Creo gioielli classici in chiave moderna, ma non di moda. Le scelte vincenti impongono la classicità. Lo riscontro nelle mie mostre dell’hotel Regina Baglioni a Roma e dell’hotel Augustus a Forte dei Marmi. È un concetto valido ovunque, per la provincia, per la boutique di Pescara aperta tre anni fa e all’estero. La mia clientela, internazionale e italiana, apprezza questa scelta». Cosa impone il Galateo dei gioielli? «Il gioiello nasce per l’uomo come simbolo di potere. Ovviamente ci siamo aggiornati, le donne indossano più gioielli rispetto all’uomo. Dovendo imporre la mia moda sarei molto severo nei gioielli maschili. Propongo di indossare braccialetti sottili, catenine lunghe se

hanno dei ciondoli grandi o girocolli corti, mai stretti, se hanno ciondoli piccoli. L’accessorio per uomo più importante è il gemello. Dona classicità e serietà. Una camicia con il gemello può essere anche più allegra e meno monotona. Le donne possono indossare tutti i gioielli, ma calibrandone la preziosità in base all’ora del giorno, alla circostanza e all’abbigliamento. Quelli ricchi di diamanti si indossano dopo le 18.00 e i più colorati, o con pietre dure, dal mattino fino alle 18.00. Le pietre incastonate solitariamente vanno indossate in chiave alquanto elegante». Si avvale dell’aiuto di qualcuno? «Mi sono sempre avvalso della collaborazione di chi entra in simbiosi internazionale con la mia creazione. Sembra un concetto filosofico, ma per capire i gusti altrui entro in simbiosi con il mio direttore, assistente o dipendente. Cristophe Ruffier, l’assistente di Pescara nonché direttore, è francese. Ha un’eccelsa formazione». Come affronta la crisi economica? «La crisi non colpisce questo settore se vige l’unicità del pezzo. Ad esempio, l’anno scorso ho realizzato una bellissima collana - disegnata tempo fa - ricca di diamanti, oro bianco, smeraldi e zaffiri. Si chiama Luisa Stolberg, musa ispiratrice e mecenate per Canova. Dopo, in omaggio a Grace Kelly, ho fatto una variante. Una striscia di luce, un arcobaleno dove i diamanti irraggiano tutti i colori»



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di Marco Taglieri foto di Simone Cerio

L’Inghilterra, una sfida vinta: «All’inizio nessuno voleva ascoltarmi, fino a quando i sommelier hanno iniziato ad assaggiare i miei liquori…»

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ello stabile di Sambuceto, siamo riusciti finalmente a incontrare Ascensina appena tornata da Londra.

È difficile incontrarla... «Lo so, vivo spesso tra le... “nuvole”. Tutti i mesi a Londra, fiere in Italia e all’estero, insomma dalla vita sedentaria, come professoressa, sono entrata in un vortice dove però le gratificazioni sono continue ed intense. La scuola stava sottraendo sempre più tempo all’azienda di famiglia, così ho dovuto fare una scelta». Come mai ha puntato su Londra?

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Lady Limoncello Ascensina Evangelista ha spopolato in Inghilterra, dove ha diffuso il culto dei suoi liquori

«Perché è magica. E’ una metropoli che adoro sin da ragazza, quando vi studiavo Inglese. La conosco ormai come le mie tasche, conosco bene la lingua e mi trovo in sintonia con il popolo inglese, la cui cultura mi ha sempre affascinato. Certo Londra è mercato duro, esigente, selettivo, vi si trova tutto da tutto il mondo. La mia è stata una “challenge”, una sfida. Ho sempre creduto nella qualità dei miei liquori, così ho voluto provare». Ci racconti. «Well: lasciata la scuola, mi sono trasferita un mese a

Londra nonostante tutti me lo sconsigliassero. Lì ho contattato i vari importatori, ma nessuno voleva ricevermi. “Siamo pieni di liquori” era il ritornello che sentivo ripetermi. Inutile insistere sulla qualità e genuinità dei liquori Evangelista. Si può lottare contro i mulini a vento? Perché no? Non mi sono arresa, la delusione dei contatti presi era pesante ma ha fatto solo accrescere la volontà di riuscire, la sfida era ormai stata lanciata». Qualche aneddoto? «Come lei sa, da 5 anni volo a Londra tutti i mesi.

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Le prime volte, la sera prima di ripartire per l’Italia, salivo al 28esimo piano dell’Hilton, al”Windows Bar”, per ammirare dall’alto una Londra scintillante e avere l’illusione che fosse ai miei piedi… Sono una vera abruzzese testarda e non mi sono arresa, la sfida era ormai lanciata. Per diversi mesi, all’interno di Harrods, sono riuscita ad organizzare promozioni dei Liquori Evangelista definiti “Sips of Pleasure” (“Sorsi di Piacere”, ndr). Intanto il limoncello Evangelista non temeva confronti, veniva sempre indicato come “The Best”, “Il Migliore”: “Limoncello Evangelista is not for tourists, but for connoisseurs” (Il limoncello Evangelista non è per turisti, ma per intenditori). Così sono entrata nei locali più prestigiosi, più esclusivi, più lussuosi: Ritz, Dukes, Hakkasan, Nobu, Intercontinental, Gilgamesh, Planet Hollywood e così via. Soprattutto al Ritz, sono presente in ogni angolo: Rivoli Bar, Casinò Club, Privè e nei mini bar delle Suites. Al Ritz adorano tutti il mio limoncello che addirittura al Privè è sempre in prima fila sul carrello dei liquori. Sembra che anche Sua Maestà, Queen Elizabeth, lo assaggi normalmente quando cena lì». E Lady Limoncello? «A Londra tutti ormai mi chiamano “Lady Limoncello”. Anche la stampa e soprattutto “Londra Sera”. Insomma, può dire di avercela fatta. «In gran parte sì, Londra è davvero immensa!». Ma la vostra specialità è il Punch Abruzzo Evangelista, giusto? «Certamente, innegabile! Nel 1907 l’azienda è nata con il Punch Abruzzo. Da allora viene sempre prodotto seguendo la ricetta originale del capostipite Antonio Evangelista. Ricetta segreta tramandata a Felice, mio padre e quindi a me e a mio figlio Marco. In tutti questi

anni il nostro Punch Abruzzo ha ricevuto diversi riconoscimenti, attestati e medaglie d’oro. Nel 2006 il severo Beverage Testing Institute di Chicago lo ha scelto fra 100 prodotti da loro reperiti e gli ha assegnato la medaglia d’oro, definendolo “Exceptional Liquor”. Ancora ci chiediamo come il nostro Punch Abruzzo sia finito a Chicago nelle loro mani. Ma anche gli anglosassoni stanno scoprendo la bontà di questo liquore definito “ricco” per gli innumerevoli ingredienti che lo compongono. A Londra famose catene di Bar Clubs hanno appena lanciato gli “Hot Cocktails”, i “Cocktail caldi” con Twining Black Tea e Punch Abruzzo!». Esportate all’estero? «A parte l’Inghilterra, siamo presenti in Canada, in alcuni stati dell’America del nord, in Olanda, e abbiamo fatto qualche spedizione in Giappone e in Cina. Attualmente stiamo avviando delle buone trattative con Russia, Spagna e Grecia». Ma “La signora dei liquori” assaggia mai le sue prelibatezze? «Certamente, ma senza esagerare. L’alcool in genere, vino compreso, ha uno strano effetto su di me, raggiunta una certa euforia, devo fermarmi altrimenti cado in depressione». Il piccolo paradosso di “Lady Limoncello”. Ascensina è una donna carismatica, che riesce ad occuparsi di marketing, pubblicità, fiere, rapporti con l’estero con inesauribile energia, con entusiasmo, con la fede in ciò che fa. Un successo figlio del lavoro duro, costante, onesto, di tanto entusiasmo e notevole impegno da parte di tutta la famiglia: Claudio e Marco, rispettivamente marito e figlio di Ascensina

Il figlio Marco Cosanni

Il marito Clavio Cosanni

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credito&finan a » a cura della redazione

Banca dell’Adriatico,

continua il sostegno alle Pmi Dopo quello con Teramo, l’istituto del Gruppo Intesa San Paolo sigla l’accordo con Confindustria Chieti e Pescara

L’

afflusso di credito al sistema produttivo delle genze di circa 10mila imprese clienti (4500 nell’area Pmi verrà garantito attraverso interventi sul- teatina, 5000 in quella pescarese). «La convenziola liquidità e sulla patrimonializzazione delle ne - sottolinea Roberto Troiani, direttore generale imprese. Tutto questo in base al doppio accor- di Banca dell’Adriatico - mette a disposizione degli do che Banca dell’Adriatico (Gruppo Intesa San Paolo) imprenditori delle province di Chieti e Pescara struha sottoscritto con la Confindustria di Chieti e Pesca- menti immediatamente utili per alleggerire la gestiora. L’intesa siglata si spinge ben oltre l’accordo per ne finanziaria in questo frangente, per rinforzare la la moratoria sottoscritto in sede ABI, che consente capacità patrimoniale delle imprese e per prepararle la sospensione di 12 mesi del pagamento della quota a riprendere con basi più solide lo sviluppo successicapitale delle rate di mutuo e leasing, l’allungamento a 270 giorni della scadenza dei crediti a breve per operazioni di anticipazione su crediti e l’erogazione di finanziamenti per il rafforzamento patrimoniale delle imprese. Questo nuovo accordo prevede una serie di risposte concrete alle diverse esigenze delle Pmi: soddisfare il fabbisogno di liquidità delle aziende fornendo continuità ai flussi di credito verso il sistema produttivo e permettere di superare la fase più difficile della crisi; gestire in forma flessibile i finanziamenti in corso attraverso Enrico Marramiero, presidente piccola industria Confindustria Pescara con Roberto Troiani, direttore generale il rinvio del pagamento della rata di Banca dell’Adriatico di mutui e leasing per 12 mesi; favorire interventi di rafforzamento patrimoniale del- vo che tutti ci auguriamo. Il rinvio di un anno delle le aziende, per permettere così un miglioramento del rate dei mutui in essere, il nuovo polmone finanziarating e, quindi, un più agevole accesso al credito ed rio per la gestione del circolante e i finanziamenti un efficace utilizzo degli strumenti di garanzia. Banca per aumentare o rafforzare il patrimonio netto delle dell’Adriatico opera in Abruzzo, Marche e Molise con aziende sono la nostra risposta alle esigenze delle un totale di 231 sportelli, di cui 26 in provincia di imprese in questo momento, in particolare delle picPescara e 26 in quella di Chieti, rispondendo alle esi- cole e medie aziende»

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credito&finan a » a cura della redazione

Cassa integrazione, intesa Regione-Caripe Firmato il protocollo per l’anticipazione dell’indennità da parte dell’istituto bancario in caso di trattamenti ordinari, straordinari e in deroga

Il direttore generale di Banca Caripe, Oreste Invernizzi

I

ntesa tra Regione e Banca Caripe per l’anticipazione sociale dell’indennità di cassa integrazione guadagni ordinaria, straordinaria e straordinaria in deroga. L’atto è stato sottoscritto dal vice presidente della Regione e assessore allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione e dal neo direttore della Caripe, Oreste Invernizzi. «E’ un primo passo importante della Caripe verso i problemi sociali che vive questa regione - ha commentato Castiglione - con questa intesa la Regione e la Cassa di Risparmio di Pescara raccolgono il grido d’allarme, lanciato da organizzazioni imprenditoriali e sindacali, sui tempi lunghi di erogazione della cassa integrazione, che spesso provocano disagi ai lavoratori e alle loro famiglie, costretti a enormi sacrifici. La nostra è una prima risposta, una boccata d’ossigeno utile a fronteggiare le difficoltà legate all’erogazione della cassa integrazione e altre risposte verranno per affrontare la crisi in atto». Il protocollo prevede l’anticipo da parte della banca Caripe delle indennità

L’assessore regionale allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione

derivanti da trattamenti di cassa integrazione ordinaria, straordinaria o straordinaria in deroga, attraverso l’apertura di credito in un conto corrente apposito, con disponibilità crescente per frazioni mensili, per un massimo di 7 mesi, ciascuna non superiore all’80 per cento della retribuzione mensile percepita in servizio, al netto degli oneri sociali e fiscali, per un importo complessivo non superiore ai 7mila euro. Questa apertura di credito cesserà con il versamento da parte dell’Inps delle indennità e comunque sia non potrà avere durata superiore a 7 mesi, eventualmente prorogabili di altri 2. «Ringrazio il presidente e il direttore della banca Caripe che hanno aderito subito alla sollecitazione per la stipula dell’intesa che aiuta tutti i lavoratori abruzzesi costretti alla cassa integrazione, anche alla luce del fatto che in Abruzzo è stato riscontrato un aumento del ricorso al trattamento di cassa integrazione, per aziende coinvolte in processi di riorganizzazione o di crisi», ha concluso il vice presidente della Regione

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incarichi&carriere

MARIO PESCANTE VICEPRESIDENTE DEL CIO Un altro importante incarico per l’onorevole di Avezzano

Il Commissario straordinario dei XVI Giochi del Mediterraneo Pescara 2009 è stato eletto vicepre-

sidente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) con 53 voti su 88, circa il 61% delle preferenze, superando Ching Kuo Wu di Taipei, presidente mondiale della boxe, che ha ottenuto 37 voti. Con la nomina di Pescante, avvenuta a Copenaghen, è stata scritta una pagina memorabile, trattandosi del primo italiano a ricoprire un incarico di tale prestigio. L’onorevole Pescante, deputato del Pdl, è chiamato a sviluppare e promuovere strategie che accrescano lo spirito olimpico. Il suo ruolo determinante durate l’organizzazione dei Giochi del Mediterraneo ha inciso notevolmente nella nomina, va ricordato che grazie a Pescante, per la prima volta nella storia, a una cerimonia inaugurale dei Giochi del Mediterraneo era presente il massimo esponente del CIO (Jacques Rogge, belga, rieletto con 88 voti su 92). Ovviamente anche il bagaglio di esperienze ha avuto grande rilevanza, Pescante ha ricoperto numerosi incarichi dirigenziali sportivi. Il 71enne avezzanese, ha iniziato la sua carriera da dirigente al Cus Roma, poi è diventato segretario generale CONI, dal 1973 al 1993, anno in cui viene eletto presidente del CONI e rimane in carica fino al 1998. Nel 1994 diventa membro CIO e inizia a insegnare Diritto Sportivo presso l’università LUISS di Roma. Con l’incarico di vicepresidente del CIO, il curriculum di Pescante si arricchisce di un tassello prezioso, forse il più importante della sua carriera. «È un grande successo per Pescante e per tutto lo sport italiano - ha detto il presidente del Coni, Gianni Petrucci - siamo qui proprio per testimoniare la nostra vicinanza a Mario, nel momento più importante della sua carriera sportiva. Ha dedicato la sua vita al mondo olimpico nazionale ed internazionale, quindi lo sport italiano gli deve dire grazie».

Maurizio Vicaretti è il nuovo presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Pescara. Il

consiglio direttivo, eletto a settembre, ha designato le principali cariche al suo interno. All’indomani della prima riunione è stato decretato all’unanimità e con un forte senso di stima reciproca, che Maurizio Vicaretti sarà il nuovo presidente, Marco Pasqualini il vicepresidente vicario, Antonino Prosperi vicepresidente aggiunto, Fabrizio Marcheggiani il segretario e Riccardo Calabrese il tesoriere. Il direttivo così formato, per il prossimo quadriennio si avvarrà della collaborazione dei consiglieri confermati: gli ingegneri Antonio Bellizzotti, Maria Angelucci e Luciano D’Amico (ingegnere junior) e i nuovi eletti Sergio Lopez, Franco Antonacci e Demetrio Di Simone, che già godono della piena fiducia dei colleghi. «In particolar modo – commenta il presidente Maurizio Vicaretti – il nuovo consiglio, con rinnovato impegno, mirerà a rafforzare la presenza sul campo dell’Ordine e tenderà ad accrescere la collaborazione con tutte le istituzioni e le rappresentanze delle altre professioni. In tal modo si auspica di portare, nei vari settori di interesse, il prezioso contributo della categoria e di favorire una maggiore chiarezza circa l’essenza della nostra figura professionale e delle relative competenze tecniche necessarie, tenuto conto dell’attuale momento di grande confusione a riguardo, nonché di forte evoluzione in vista dell’imminente riforma delle professioni. Per fare ciò, il consiglio avrà bisogno del sostegno e dell’assistenza del presidente uscente Antonio Bellizzotti, depositario di un’esperienza decennale. Per noi sarà prezioso averlo accanto, in modo da poter continuare nella maniera più consona le azioni da intraprendere sulle tracce di quanto già ben operato».

MAURIZIO VICARETTI A CAPO DEGLI INGEGNERI DI PESCARA Accanto al neo eletto, ci sarà anche l’ex presidente Antonio Bellizzotti

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incarichi&carriere

Non capita a tutti di essere incoronati presidenti durante il noto convegno di Confindustria che ogni

anno si svolge a Capri. Mauro Barnabei ha avuto questo onore, durante l’evento “L’Abruzzo che ti sorprende”, alla presenza di numerosi ospiti, è avvenuto il passaggio di presidenza da Fabio Spinosa a Barnabei. Nato a Teramo, classe 1971, laureato in giurisprudenza e padre del piccolo Alfiero, Mauro frequenta il mondo Confindustria da quando aveva solo 18 anni, seguendo le orme del padre Alfiero che oggi è presidente di Confindustria Teramo. Prima ancora di terminare gli studi, viveva già pienamente la vita associativa del gruppo. Oggi dirige con dedizione e capacità l’ABF, nota azienda teramana di produzioni di mobili d’ufficio. Il neo presidente nel suo discorso iniziale, alla presenza di Federica Guidi, presidente nazionale dei giovani di Confindustria, ha dichiarato: «Innanzitutto, ci tengo a ringraziare il mio presidente Fabio Spinosa che in questi due anni ci ha insegnato tanto e ha fatto un lavoro davvero eccellente. La mia presidenza sarà impostata sugli stessi principi e gli stessi valori che fino ad oggi abbiamo perseguito con lui. Al primo posto: responsabilità, etica, qualità, coraggio, legalità e meritocrazia».

MAURO BARNABEI INDUSTRIALI UNDER 40, SI CAMBIA Al convegno nazionale dei giovani imprenditori di Capri, Mauro Barnabei, titolare dell’azienda di mobili d’ufficio ABF, è diventato presidente regionale del gruppo giovani di Confindustria

RICCARDO CIFERNI AL TIMONE DEL CONSORZIO IMPRESE BALNEARI DELL’ADRIATICO La prossima stagione balneare aprirà sotto la guida di un nuovo presidente

Riccardo Ciferni, titolare dello stabilimento balneare Trieste, sarà al comando del Consorzio Imprese Balneari dell’Adriatico (Ciba). Lo ha deciso l’assemblea generale, rinnovando l’intero Consiglio direttivo. I votanti hanno scelto in base a due candidature, Ciferni e Sandro Lemme, titolare dello stabilimento La Playa. I 39 consorziati presenti hanno espresso 30 voti a favore di Ciferni, 8 a favore di Lemme e 1 voto nullo. Il Consiglio è stato ridimensionato da 7 a 5 componenti; i loro membri sono: Andrea Lancia (Mila), Fabio Tiberi (Lido Beach), Francesco Simone (Nettuno) e Sandro Lemme. Rimane da scegliere, come da statuto, la figura del vicepresidente. «Alcune settimane fa – ha ricordato Ciferni – il direttivo ha ricevuto e accolto le dimissioni del presidente uscente, Stefano Cardelli, dimissioni irrevocabili per i nuovi incarichi istituzionali assunti presso l’amministrazione comunale di Pescara come assessore. A quel punto, ringraziando il presidente Cardelli per l’ottimo lavoro svolto nell’opera di avvio del consorzio, abbiamo deciso di procedere con la rielezione dell’intera struttura organizzativa. Ora – ha proseguito Ciferni – dovremo affrontare le urgenze più impellenti che riguardano la struttura consortile e l’attività balneare, aprendo una forma di dialogo e di collaborazione con l’amministrazione comunale per un’approfondita e razionale revisione del Piano demaniale marittimo. Ma con il Comune dovremo affrontare anche tematiche più immediate, come il “caso” dei canoni e il pagamento delle imposte, lievitate in modo spaventoso con il passato gruppo di governo».

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la terra di piero idee per lo sviluppo delle aree interne » di Piero Carducci

Ricostruire L’Aquila. Oppure no?

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ette mesi dopo. Un dubbio assale gli aquilani: ma si vuole davvero ricostruire L’Aquila? Di fatto finora non si è ricostruito nulla, e le ingenti risorse disponibili sono state assorbite da nuove edificazioni (Progetto CASE). Il centro storico è stato sigillato e non se ne parla più di tanto: procedendo di questo passo ci penserà il “generale inverno”, in un paio d’anni L’Aquila sbriciolerà e resterà una città fantasma. Sette mesi certamente segnati dalla necessità di dare risposte a impellenti bisogni primari degli sfollati. Ma sette mesi segnati pure da gravi errori di impostazione e di valutazione. Primo errore strategico: netta la sottovalutazione del numero dei senza tetto, per cui le nuove edificazioni soddisfano meno della metà del necessario, e troppi aquilani sono condannati a un alienante pendolarismo. Secondo grave errore: scarsa la tensione verso la ricostruzione della nostra ”azienda” più importante, l’università e la logistica di supporto (come alloggi per studenti). L’Aquila potrà essere ricostruita, pietra su pietra, ma la forza per tornare a vivere sarà nei giovani aquilani che resteranno e nei giovani studenti che torneranno per frequentare la nostra università. Terzo errore fatale: la burocrazia. Si è preteso di innestare le procedure borboniche della burocrazia italiana sul tessuto sociale terremotato. Ne è derivato un cocktail micidiale: la Protezione Civile è riuscita ad andare avanti con procedure emergenziali, ma sulla ricostruzione è stato creato un corpus normativo di eccessiva complessità e di lunghissima realizzazione nei tempi. Il risultato? Sette mesi dopo, solo per fare un esempio, non sono state riparate neanche le abitazioni con danni lievi, comunque dichiarate affrettatamente inagibili, ed i loro residenti (oltre10mila) non sanno dove passare l’ostile inverno aquilano. Quarto errore di impostazione: non riuscire a vedere oltre. Il pragmatismo dirigista applicato dal Governo è stato

un modello efficace per gestire l’emergenza, ma contestualmente occorreva avviare una riflessione strategica sul futuro. Si è lavorato per sette mesi senza una stella polare e senza assumere decisioni strategiche. Si vive tuttora nella logica dell’emergenza senza affrontare temi fondamentali come la ricostruzione. Eppure la ricostruzione del centro in un arco temporale accettabile è l’unica condizione per evitare che il terremoto, dopo aver distrutto le case, disgreghi pure il tessuto sociale della città. In definitiva, invece di puntare tutto o quasi sul Progetto CASE, si sarebbe dovuto curare la messa in sicurezza del centro storico; emanare ordinanze finanziariamente dotate per la immediata riparazione degli edifici lievemente danneggiati; realizzare casette provvisorie in zona; curare le ferite dell’università, motore vero della città. Tutte le scelte pubbliche assunte sarebbero risultate inoltre più condivisibili, se avessero trovato solido ancoraggio in analisi quantitative del tipo costi-benefici. Soltanto oggi, a cose fatte, si conoscono per approssimazione gli oneri del Progetto CASE, e si tratta di costi veramente troppo elevati. Costruire miniappartamenti, seppure antisismici, al costo di un appartamento di lusso è una scelta impossibile da giustificare con gli occhiali della ragione. Dobbiamo evitare che questa dispendiosa urbanistica emergenziale divenga permanente, e che invece dell’attesa (ri)costruzione, si faccia soltanto nuova edificazione. Ora occorre uscire dall’emergenza con una legge speciale che tuteli L’Aquila come valore in sé, un insieme irripetibile di conurbazioni architettoniche, artistiche e culturali patrimonio di tutta l’umanità. Non chiediamo la luna, ma sufficienti risorse per ricostruire, la salvaguardia della nostra cultura, tempi di ricostruzione non superiori ai dieci anni, la Zona franca urbana. E niente burocrati, per cortesia. Ne abbiamo già troppi di nostro

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azienda partner

Bludriver, ce n’è per tutti i gusti L’azienda è leader nel settore autonoleggio: tra i mezzi a disposizione automobili, minibus, furgoni e anche una Limousine!

il titolare Nicola Pomponio

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a Bludriver Snc Autonoleggio è un’azienda che opera nel settore dell’autonoleggio da ormai 7 anni. Il tutto è partito da un’idea imprenditoriale dell’attuale titolare dell’azienda, Nicola Pomponio, che per la prima volta si affacciava nel mondo del noleggio auto. Come per qualsiasi attività aziendale in fase di start-up, anche Bludriver Snc Autonoleggio ha fatto il suo debutto nel mercato con una quantità esigua di vetture a disposizione, ma la qualità dei servizi offerti, abbinata ad un’elevata professionalità, ha fatto sì che la domanda dei mezzi da noleggiare aumentasse sempre più e così, per accontentare tutte le richieste che pervenivano nell’ufficio di Via Muzii 3/1 a Montesilvano, il parco auto ha raggiunto in breve tempo un numero davvero considerevole.


» redazionale in collaborazione con Bludriver

Oggi, nonostante la crisi economica abbia rallentato anche il settore del mercato dell’auto, Bludriver Snc Autonoleggio è un’azienda in costante crescita che punta all’ampliamento del proprio bacino di utenza, già peraltro importante, e a una posizione di leadership nel panorama del noleggio auto in Abruzzo. Non a caso, da circa 2 mesi è stata aperta una nuova succursale a Pescara in Via Tiburtina 87 proprio per abbracciare le richieste che pervengono dall’area metropolitana. Il cliente che sceglie Bludriver Snc Autonoleggio sa che può contare su una vasta gamma di mezzi a disposizione: dalle automobili, dove si spazia dalle “city-car”, (Fiat 500, Smart, Twingo), alle utilitarie (Fiat Grande Punto, Renault Clio), alle berline, monovolume e station wagon (Fiat Bravo, Alfa 147, Fiat Multipla, Renault Megane SW) per viaggi da fare in completa comodità, continuando con i minibus 7/9 posti (Mercedes Vito, VW Caddy, Renault Trafic, Fiat Ducato e Opel Vivaro), fino ad arrivare alla sezione dei furgoni merce, da quelli più piccoli come Renault Kangoo, ai furgonati “Gran Volume”come Renault Master e Volkswagen Crafter, per finire

con i cabinati e auto telai come Iveco Daily e Renault Master e Mascoot. Per di più è stata siglata da poco tempo un’affiliazione con “Frigorent”, società leader nel noleggio dei furgoni frigoriferi, per soddisfare davvero tutte le richieste su piazza. Dal noleggio libero, si può passare anche al noleggio con conducente sia per semplici trasfert in città, che per viaggi più lunghi, il tutto offerto con i migliori mezzi in circolazione: Mercedes Classe E 320 Evo oppure Mercedes Viano e Sprinter anche per spostamenti con più di 3 persone a bordo. E per le occasioni speciali come matrimoni, addii al celibato/nubilato e compleanni c’è anche la Lincoln Town Car, o meglio conosciuta come Limousine, per dare un tocco di eleganza a un giorno davvero speciale. Con una gamma di mezzi così variegata, con la trasparenza e la chiarezza dei nostri prezzi e la massima flessibilità messa a disposizione per gli orari di presa e riconsegna dei mezzi, abbinata a professionalità e cortesia, il cliente che entra in contatto con la nostra realtà ne rimarrà entusiasta. Parola di Bludriver

Novità 2010: noleggio furgone frigo!

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azienda partner

Cantina Miglianico, storia di un’ascesa S Armando Riccitelli, direttore commerciale

Dalla passione di un parroco al trionfo della qualità: così si producono i migliori vini d’Abruzzo

il reparto imbottigliamento

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toria di un’ascesa fondata sulla passione e sull’attenzione al particolare. Parliamo della Cantina Miglianico, che attualmente si distingue come uno dei punti di riferimento del vino sul territorio nazionale. Fondata nel 1961, la Cantina ha sede a Miglianico, antico centro sito sulle colline abruzzesi, in provincia di Chieti. Partita inizialmente con pochi soci incoraggiati dal parroco del paese Don Vincenzo Pizzica, che fu il promotore dell’attività, essa iniziò a produrre le prime bottiglie nel 1966, dopo che fu costruita la torre vinaria. La Cantina Miglianico oggi associa circa 400 viticoltori e gestisce oltre 700 ettari di vigneto, le cui uve vengono costantemente seguite, controllate e vendemmiate nel momento ottimale con tecnologie di vinificazione avanzate. Il continuo impegno nell’adeguamento della propria offerta su standard qualitativi di primo piano si è affermato come uno dei principali obiettivi dell’azienda, che per capacità produttiva e di imbottigliamento si colloca tra i migliori enopoli nazionali. La soddisfazione del consumatore è il valore che, fin dalla fondazione, ha rappresentato l’essenza


» redazionale in collaborazione con Cantina Miglianico

della filosofia aziendale, nella convinzione che la “qualità” sia l’unico approccio efficace e duraturo in un mercato sempre più competitivo. Attualmente la cantina dispone di una struttura e di impianti idonei per la ricezione e la vinificazione di oltre 150mila quintali di uve con 5 linee di pigiatura e pressatura a oltre 700mila frig/ora. L’azienda, inoltre, è dotata di un’ampia bottaia con circa 200 barriques e 60 botti di svariata capacità e legni di diversa origine. Il reparto imbottigliamento dispone di 2 linee, una per bottiglie di qualsiasi formato, completamente automatica e capace di produrre oltre 40mila pezzi nelle 8 ore, e un’altra linea per le dame, capace di produrre fino a 6mila pezzi nelle 8 ore. Negli ultimi anni la Cantina ha affrontato notevoli investimenti per l’ammodernamento della struttura ed è impegnata in un progetto di riconversione e ristrutturazione dei propri vigneti, puntando essenzialmente sulla produzione di uve di qualità. Tale progetto è nato dalla necessità di produrre vini dalle caratteristiche qualitative superiori alla media, strategia che si rivela assai funzionale in un mercato sempre più competitivo e orientato verso quei prodotti che sono in grado di soddisfare le esigenze del consumatore attuale, che vuole vini sempre più sapidi e strutturati. Ed è per questo che si è deciso di adeguare il sistema di gestione aziendale alla norma UNI EN ISO 9002, che nel Febbraio 2000 è stato certificato da un ente esterno. Inoltre, la costante attenzione alla sicurezza degli alimenti ha portato la Cantina Miglianico in vetta agli indici di gradimento della clientela. A dimostrazione che la qualità si costruisce nel tempo, con impegno e tanta passione

I VINI DELLA CANTINA MIGLIANICO

VINI ROSSI MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC RISERVA “IL FONDATORE” MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC “MELLIANUM” MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC LINEA MONTUPOLI MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOC LINEA MIGLIANICO VINO DA TAVOLA ROSSO “CERRO” VINI ROSATI CERASUOLO D’ABRUZZO DOC LINEA MONTUPOLI CERASUOLO D’ABRUZZO DOC LINEA MIGLIANICO VINO DA TAVOLA ROSATO “SAURO” VINI BIANCHI PIETRA MAIELLA “PECORINO” PIETRA MAIELLA “CHARDONNAY TREBBIANO D’ABRUZZO DOC LINEA MONTUPOLI TREBBIANO D’ABRUZZO DOC LINEA MIGLIANICO VINO BIANCO DA TAVOLA “CASTELLANA”

impianto di pressatura soffice - siprem 250

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seminari&convegni » di Laura Tinari

Donne e politica, un binomio difficile Se ne è discusso in un incontro organizzato dai giovani imprenditori di Confindustria Chieti e Pescara. Presenti: Federica Carpineta, Federica Chiavaroli, Antonella Allegrino e Valentina Bianchi, politiche, imprenditrici e mamme

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ntorno al tavolo quattro donne, tutte vicine ai 40 anni, imprenditrici, con famiglia, impegnate a vario titolo in politica. Sul tavolo i temi della conciliazione, delle quote rosa, della difficoltà delle donne a vincere i pregiudizi e ad accedere ai luoghi decisionali della politica e dell’economia. Con Federica Carpineta, Federica Chiavaroli, Antonella Allegrino e Valentina Bianchi si è discusso di “Donne (e giovani) nell’impresa e nella politica” in un pomeriggio organizzato dai giovani imprenditori di Confindustria Chieti e Pescara. A moderare la tavola rotonda, i due presidenti Giuseppe Ranalli e Alessandro Addari. Il tema della necessità di una maggiore presenza di donne nei luoghi decisionali è trasversale agli schieramenti politici e pertanto va affrontato come “difetto democratico” da colmare per migliorare la qualità della democrazia in Italia. La composizione del nostro Parlamento o delle assemblee locali oggi non rispecchia la composizione della nostra società e questo vale sia nel rapporto di genere che nel dato generazionale. L’esigenza di una maggiore presenza di donne in questi luoghi è quindi legata alla possibilità di guardare i problemi trattati da un altro punto di vista, poiché un Parlamento che non rappresenta adeguatamente la sua società, ha delle difficoltà ad affrontare i suoi problemi. Il dibattito sul rapporto donne-politica si polarizza nell’antitesi tra una presunta vocazionale estraneità delle donne alla sfera pubblica da un lato, e le forme della loro discriminazione dall’altro. La loro esclusione dalla politica le ha spinte nel tempo a impegnarsi nel sociale, costruendo attraverso l’associazionismo uno spazio di attivismo politico alternativo. Antonella Allegrino, consigliere provinciale di Pescara, guardando alla sua esperienza, ha ricordato di essere stata sempre l’unica rappresentante donna sia in Confindustria che nelle istituzioni. Il tema della conciliazione dei tempi tra lavoro, famiglia e impegno po-

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litico, emerso durante la tavola rotonda, è uno dei motivi che non permette alle donne di dedicarsi all’impegno politico se hanno una famiglia e non sono sostenute. Federica Chiavaroli, consigliere regionale e comunale di Pescara, ha evidenziato come i tempi dell’azienda e della politica siano entrambi frenetici, ma al contempo diversi: «La vita dell’impresa è fatta di ritmi serrati, ma nessuno mi ha mai costretta a riunioni a sera inoltrata; in politica le riunioni iniziano invece sempre molto tardi, non si tiene conto delle esigenze delle donne». Le fa eco l’assessore regionale con delega alle Pari Opportunità, Federica Carpineta: «I tempi della politica non sono per le donne, da quando ho intrapreso questo impegno ho dovuto organizzarmi con baby-sitter e asili nido. La Regione Abruzzo ha una legge sulla conciliazione, ma per mancanza di fondi ne è stata finanziata solo una parte». Molto spesso queste difficoltà allontanano le donne anche dall’impegno lavorativo e affinché que-

sto non diventi un deterrente per chi vuole inserirsi nel mondo del lavoro o costringa ad allontanarsene, stanno operando il ministro per le Pari Opportunità Carfagna, il sottosegretario alla Famiglia Giovanardi e il ministro per la Funzione Pubblica Brunetta, che a inizio ottobre hanno presentato l’iniziativa dell’apertura di 70 asili nido per i bambini da 0 a 3 anni all’interno di strutture della pubblica amministrazione. Tema controverso è poi quello delle quote rosa, un progetto di legge bocciato e deriso da un Parlamento in maggioranza maschile. Giusto o sbagliato riservare posti alle donne nelle Istituzioni e nei Cda delle aziende? Contraria a questo strumento è Chiavaroli, secondi cui «Le quote deresponsabilizzano le donne» dando loro la certezza dell’elezione. Non credo sia così, piuttosto ritengo le quote una misura transitoria per il recupero di uno squilibrio che la società presenta. La storia politica del nostro Paese dimostra che in passato l’introduzione di norme simili ha

da sinistra: Valentina Bianchi ex assessore regionale alle Attività Produttive, Federica Carpineta assessore regionale con delega alle Pari Opportunità, Antonella Allegrino consigliere provinciale di Pescara, Federica Chiavaroli consigliere regionale e comunale di Pescara

» foto di Simone Cerio

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seminari&convegni

i relatori e gli ospiti della tavola rotonda

portato ad una maggiore rappresentanza femminile nelle istituzioni e la loro revoca ad una flessione. Valentina Bianchi, ex assessore regionale alle Attività Produttive, ha proposto azioni alternative «Perché non si introducono in politica premi come quelli che in molti casi vengono dati alle imprese che danno alle donne ruoli importanti? Incentivi economici, dati sotto forma di rimborsi elettorali, sarebbero una

proposta vera, poiché la politica costa». E rivolgendosi al mondo dell’impresa: «Da noi in Abruzzo c’è un ricambio molto lento, persone che erano con noi negli ambienti dei giovani di Confindustria a Roma, ora sono ai più alti livelli. Sono i giovani a dover colmare questi vuoti, perché hanno capacità, competenza e passione per seguire le sorti dell’economia e della politica regionale»

IL CONSIGLIO NAZIONALE TERZIARIO DONNA DI CONFCOMMERCIO RIUNITO ALL’AQUILA

RESPECT WOMEN RESPECT THE WORLD, G8 PER LE PARI OPPORTUNITÀ

Manifestare la vicinanza e la solidarietà alle titolari delle imprese colpite dal sisma e sviluppare ogni azione utile per favorire, nell’ambito dei progetti avviati dalla Confcommercio nazionale, la ripresa delle attività produttive e il rilancio del sistema economico provinciale. Questo l’obiettivo del massimo Organismo nazionale del terziario donna, che rappresenta e associa oltre 350.000 imprese rosa del commercio, dei servizi e del turismo e che ha scelto di riunirsi simbolicamente all’Aquila il 5 novembre. Accanto alla presidente provinciale Gabriella Dell’Olio, le componenti del consiglio provinciale, la presidente nazionale Marilù Galdieri e le consigliere nazionali.

Mara Carfagna ministro per le Pari Opportunità

Nell’ambito delle iniziative della presidenza italiana del G8 il dipartimento per le Pari Opportunità ha promosso la Conferenza Internazionale sulla Violenza contro le Donne, che si è tenuta a Roma presso la Farnesina il 9 e il 10 settembre scorso. Il ministro Mara Carfagna per l’occasione ha invitato gli italiani a indossare qualcosa di bianco per manifestare solidarietà a tutte le donne vittime di abusi e violenze, soprusi spesso taciuti per paura o vergogna. Il braccialetto bianco, con su inciso il claim del G8 “Respect women Respect the world”, è stato donato a relatori e ospiti durante la tavola rotonda organizzata a Pescara.

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seminari&convegni » di Marco Taglieri

Outplacement, quale futuro?

A Pescara si discute sulle prospettive di sviluppo e sulle difficoltà di affermazione dell’attività di supporto alla ricollocazione professionale

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uone potenzialità, ma anche L’Outplacement, che nasce a fine anni tanta incertezza per il futuro. ’60 negli Usa, consta di diverse fasi: Presso la sede di Confindudapprima il servizio viene presentato al stria Pescara si è parlato di lavoratore, il quale riceve un adeguato Outplacement, l’attività di supporto alla supporto emotivo e motivazionale in ricollocazione professionale del lavorauna fase delicata come quella di tranCristina Calabrò tore che ha appena perso il suo posto. sizione da una mansione a un’altra; poi Domenico Petrella Il dibattito si accende in occasione è la volta della parte pratica: si analizdell’anno di vita compiuto da Sinergie za il passato lavorativo del soggetto, Italia, agenzia per il lavoro, e in parsi definiscono gli obiettivi e si insegna ticolare dalla sua divisione “Sinergie a scrivere il curriculum e la lettera di Carriere”. L’Outplacement potrebbe representazione, oltre che a sostenere almente assumere grande valore nel colloqui orali e telefonici. «Nonostante sistema lavoro attuale. A spiegare il la fase delicata, i risultati conseguiti perché è Cristina Calabrò, responsabile da Sinergie Carriere sono più che buoSinergie Carriere: «In questo periodo ni», annuncia Cristina Calabrò. di crisi la nostra attività diventa molto complicata, Ma sussistono ancora tanti ostacoli per l’affermazioper questo è necessario trovare metodi innovativi di ne definitiva di questa attività. Li illustra l’ingegner approccio al lavoro. Proprio come l’Outplacement, una Domenico Petrella: «L’Outplacement riveste un ruolo soluzione vantaggiosa per tutte le componenti del ancora troppo marginale. Questo perché in Italia la sistema. mobilità è concepita come interruzione del rapporto Per la persona che si rialloca partecipando attiva- di lavoro, quando invece rappresenta un mantenimenmente all’operazione, per l’azienda che evita la mo- to nel sistema stesso. netizzazione relativa all’eventuale risoluzione di un Occorre cambiare mentalità. Le imprese, infatti, dorapporto di lavoro, e infine anche per la business com- vrebbero dialogare più liberamente con le istituzioni munity che si ritrova una risorsa prontamente dispo- e i servizi pubblici. Solo così riusciremo ad abbassare nibile». il costo del nostro stato sociale»

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seminari&convegni » di Alessio Giancristofaro

La sicurezza Se ne è parlato a Lanciano al convegno dell’Information and Communication Technology Security Day giunto alla sua quarta edizione. Ospite d’eccezione: il premio Nobel 2000 per la fisica, Zhores Ivanovich Alferov

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n click può cambiare la vita”: potrebbe essere questo il claim pubblicitario - che vagamente richiama una nota pubblicità di telefonia degli anni novanta - per pubblicizzare l’evento dell’Information and Communication Technology Security Day 2009, che anche quest’anno, e per il quarto consecutivo, si è tenuto a Lanciano. Nell’era in cui Facebook la fa da padrona e con l’assunto che “l’informatica è parte integrante ed imprescindibile della nostra esistenza”, il tema affrontato è stato quello della sicurezza e della tutela delle informazioni in rete, un vero e proprio “tema-problema” perché, a quanto pare, i risvolti che ne scaturiscono

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hanno una rilevanza sociale. Nel capoluogo frentano, presso l’auditorium della Banca Popolare di Lanciano e Sulmona, si è discusso dell’importanza della gestione delle informazioni, ma anche della delicatezza e della necessità di protezione delle stesse; potenzialità e rischi (spesso sconosciuti), dunque, a rivestire un ruolo cardinale nell’era della comunicazione. A coordinare i lavori e ad organizzare l’importante giornata d’approfondimento, Antonio Teti, responsabile del supporto tecnico informatico dell’I.C.T.S. (acronimo che sta per Information and Communication Tecnology Service) dell’Università “D’Annunzio” di Chieti-Pescara, che ha posto l’accento, nel corso


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Il pubblico intervenuto al convegno di Lanciano

in rete

Nicola Trifuoggi, capo della procura di Pescara, durante la sua relazione

Antonio Teti, responsabile del supporto tecnico informatico dell’I.C.T.S. dell’Università “d’Annunzio” di Chieti-Pescara, durante il suo intervento

dei suoi interventi, principalmente sui rischi, potenzialmente devastanti, delle nuove tecnologie. «I rischi, sono quelli che possono essere provocati dai nostri “alleati quotidiani”: cellulari e computer – spiega Teti – perché hanno enormi potenzialità, come del resto sono enormi i rischi che ne potrebbero derivare in quanto le informazioni possono essere trafugate e manipolate. Quando parliamo attraverso il bluetooth – continua Teti – dobbiamo pensare che qualcuno possa forzare il software e accedere ad una serie di dati personali». Ad avvalorare il parterre della BLS di Lanciano, anche il premio Nobel 2000 per la fisica, Zhores Ivanovich Alferov, attualmente presidente dell’accademia delle Scienze della Federazione Russa che ha ricevuto, nel corso dell’evento dello scorso 3 ottobre, il “Gold Mind 2009”, un premio della società italiana delle scienze informatiche e tecnologiche (SISIT). A discutere di “Sicurezza e tutela delle informazioni in Rete”, tra gli altri, anche Nicola Trifuoggi, capo della procura di Pescara, Francesco Sidoti, presidente del corso di scienze dell’investigazione dell’Università di L’Aquila e Pasquale Sorgonà, dirigente della polizia postale per l’Abruzzo. Il monito sui rischi è stato lanciato. Il countdown per l’appuntamento del prossimo anno è appena iniziato, ma un altro aspetto sembra veramente avvolto da una cortina fumogena che impedisce di guardare con un minimo di certezza al futuro: quali novità ci riserverà, già da domani, il campo della tecnologia informatica? A questa domanda è veramente indispensabile dare una risposta attendibile adesso. L’anno prossimo, sempre a Lanciano, probabilmente le giuste conclusioni

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seminari&convegni » di Laura Tinari

«Lavoriamo per un obiettivo comune» Esperti e istituzioni all’Aquila per fare il punto sullo stato dei finanziamenti per le ristrutturazioni delle case B e C, le meno danneggiate. Positivo il Direttore Tordera nei confronti dei segni di ripresa

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el 2010 il sisma farà sentire i suoi effetti drammatici sull’economia del territorio. Si colgono però segnali positivi nel medio-lungo termine nell’edilizia, nella ristorazione e nella ricettività». Uno spiraglio di speranza dato dal direttore generale della Carispaq, Rinaldo Tordera, ha aperto il convegno “Finanziamenti agevolati per la ricostruzione”, organizzato dall’Istituto aquilano nell’Auditorium “E. Sericchi” il 21 ottobre. Al centro l’accordo firmato dalla Cassa Depositi e Prestiti e dall’ABI, che rende immediato l’ottenimento del 25% del finanziamento per la ristrutturazione delle case B e C fino ad un tetto di 20.000 euro e allarga le agevolazioni alle parti comuni dei condomini. Fino ad allora 17 le istanze presentate alla Carispaq per ottenere l’anticipazione, per un totale di 790mila euro. Il sindaco Massimo Cialente lo ha definito un

passo importante, ma ha lanciato un appello a tutti gli attori coinvolti «Bisogna fare presto. Per dare un futuro alla città bisogna iniziare i lavori nelle parti comuni dei condomini, necessari per ottenere l’agibilità parziale degli immobili». Le abitazioni B e C sono 9.500 e altrettante le famiglie sfollate per le quali non sono previste le soluzioni abitative del Progetto C.A.S.E.. Le relazioni tecniche sono state affidate a Laura Zaccaria (ABI), a Giovanni Malitesta (Cassa Depositi e Prestiti), a Enrico Coppola e Danilo Maurizio (Carispaq). Presente al convegno anche l’ordine degli avvocati dell’Aquila con il presidente Antonello Carbonara e il segretario del consiglio Carlo Peretti. Gabriella Patrizi ha illustrato il lavoro che la Prefettura sta svolgendo affinché la prima ricostruzione, volta a porre rimedio all’emergenza abitativa, avvenga nel rispetto della legalità e ha ricordato che tutte le componenti stanno lavorando per un obiettivo comune

il direttore generale Carispaq Rinaldo Tordera durante il suo intervento

il tavolo dei relatori

» foto di Fabio Iuliano

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seminari&convegni » di Barbara Cemini

La forza del capitale umano La mobilità interaziendale come fattore determinante per salvaguardare posti di lavoro e mantenere l’efficienza delle aziende abruzzesi. Se ne è parlato a Teramo in occasione della presentazione del volume promosso dal Centro Studi di Confindustria Abruzzo

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a mappa del capitale umano come strumento di gestione della mobilità  interaziendale. Questo il nome della ricerca promossa dal Centro Studi di Confindustria Abruzzo e realizzata dal prof. Luciano Fratocchi, docente di ingegneria gestionale all’Università di L’Aquila. Nella prima parte dell’incontro che si è svolto nella sede di Confindustria Teramo, dopo i saluti del presidente di Confindustria Abruzzo Riccardo Calogero Marrollo e Franscesco Leoni, capo zona Abruzzo di Banca Marche, main sponsor dell’evento, sono iniziati i lavori con l’introduzione di Gaetano Clavenna consigliere Centro Studi Confindustria Abruzzo e il prof. Giuseppe Mauro che ha illustrato i dati, piuttosto preoccupanti, dell’occupazione in Abruzzo. Nella seconda parte dell’evento, il prof. Fratocchi ha illustrato il suo volume. Tre gli obiettivi della ricerca: la costituzione di una sorta di banca dati delle professionalità presenti nell’ambito delle aziende manifatturiere operanti nei settori dell’economia abruzzese, la possibilità di effettuare dei benchmark tra le posizioni organizzative previste in imprese diverse

ed infine il terzo obiettivo, comprendere quali siano i reali profili professionali per le esigenze della nostra regione. Dopo la presentazione si è aperta una tavola rotonda moderata da Fabrizio Famà, della Micron Technolgy Italia alla quale hanno partecipato Paolo Gatti assessore regionale alle Politiche del lavoro, Michel Martone professore ordinario di diritto del lavoro dell’università di Teramo, Giorgio Usai direttore relazioni industriali e affari sociali di Confindustria ed Enzo Canettieri, responsabile per le attività produttive della UIL. Parola chiave del dibattito è stata occupabilità, oggi tutto ruota intorno al valore di una persona sul mercato del lavoro. Tutti gli ospiti hanno dichiarato che per puntare sulla crescita dell’Abruzzo e del suo tessuto economico, bisogna investire sul merito. All’indomani della riforma sulle Ipab, che ha suscitato diverse polemiche, l’assessore con grinta ha affermato: «Mi piacerebbe che i quotidiani parlassero meno dei litigi tra i politici e molto di più del loro operato». Poi Gatti conclude con una battuta: «Vorrei ci fosse uno scudo abruzzese per il capitale umano»

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seminari&convegni » di Marco Taglieri

La sicurezza informatica nei luoghi di lavoro E-Security, uno dei più importanti Managed Service Security Provider italiani, con sede a Montesilvano, ha organizzato per il quarto anno, il Security Forum 2009

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ncora una volta l’Abruzzo è stato il punto raccogliere l’invito dell’amministratore delegato di Edi incontro dei più importanti esperti mon- security, Rinaldo Cantò, e registrando, nel contempo, diali di sicurezza informatica, in occasione una partecipazione ai lavori sempre più nutrita. del Security Forum 2009, svoltosi nelle sale Tradizionalmente esteso a tutte le società del Gruppo del Romantik Hotel Sporting Villa Maria di Francavil- Finmeccanica, con particolare riferimento alle funziola al Mare. Protagonista ed ideatrice di questo im- ni maggiormente interessate dal tema (IT Manager, portante appuntamento, giunto quest’anno alla sua Security Manager, Information Security Manager) il quarta edizione, la società controllata E-Security con Security Forum, già dalla scorsa edizione, è stato ulsede a Montesilvano, uno dei più importanti Managed teriormente allargato coinvolgendo i principali clienService Security Provider italiani, attraverso la quale la capogruppo Elsag Datamat offre ai propri clienti infrastrutture di gestione centralizzata e un team di esperti per gestire e controllare dispositivi di sicurezza su base continuativa. Per avere un’idea dell’offerta Elsag Datamat, basti pensare che essa è in grado di soddisfare le peculiari esigenze di protezione Guerino Testa presidente della Provincia di Pescara, Carlo Gualdaroni Un momento del Security Forum 2009 delle grandi infrastrutture critiche Ad di Elsag Datamat e il generale Romolo Bernardi, responsabile di difesa, pubblica amministrazione, sicurezza Gruppo Finmeccanica agenzie per la sicurezza nazionale, forze di Polizia, ti e partner del Gruppo, oltre che a rappresentanti trasporti, banche e assicurazioni, sanità, telecomu- delle principali istituzioni governative e militari e del nicazioni e grandi imprese. Questo anche grazie alla mondo associativo. collaborazione continuativa con università ed istituti L’edizione 2009 ha riconfermato l’attenzione sulle tescientifici, che ha contribuito a fare di Elsag Datamat matiche di sicurezza ICT con l’obiettivo di contribuire un vero e proprio centro d’eccellenza nazionale per la all’aggiornamento dei professionisti del settore sulle sicurezza fisica, logica e delle reti di comunicazione. nuove sfide in termini di vulnerabilità dei sistemi e Security Forum nasce nel 2006 come un momento di sulle risposte adeguate per combatterle, comprese incontro e interscambio di informazioni ed esperienze le best practices internazionali. In questo quadro ha tra le varie realtà coinvolte sul tema della sicurezza, assunto particolare significato l’intervento di Dan Kafattore che sta assumendo un valore sempre più cen- minsky – security researcher and director of Penetratrale e strategico nella vita delle aziende e che, con tion Testing for IOActive – che ha affrontato il tema le sue molte sfaccettature, è sempre più presente in delle minacce e delle possibili risposte per proteggere tutti i campi della nostra attività quotidiana. Da al- l’economia dell’informazione, in un mondo che vede lora l’evento è andato crescendo di anno in anno, con Internet sempre più presente e anche a seguito delle l’avvicendarsi di relatori di altissimo livello pronti a emergenze e degli attacchi degli ultimi anni

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eventi

Grandi progetti nel Mediterraneo, il “cantiere” dell’innovazione I Il meeting internazionale, giunto alla sua quarta edizione, verterà su importanti temi di discussione, tra cui quello dell’energia alternativa

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l quarto Meeting Internazionale “Grandi Progetti nel Mediterraneo” è una manifestazione di tipo congressuale-espositivo che si svolgerà il 3-4-5 dicembre 2009 presso il Centro Espositivo della Camera di Commercio di Chieti. Saranno circa 100 gli espositori che cercheranno di far emergere importanti opportunità di business e di mercato, allestendo al meglio gli spazi a loro disposizione. Comunicazione e conoscenza, ma anche confronto e analisi su tematiche attuali e suggestive. Grande rilievo verrà dato, quest’anno, al tema dell’Energia Alternativa applicato ai settori di riferimento, quale strumento in grado di promuovere il be-


» redazionale in collaborazione con Grandi progetti del Mediterraneo

nessere della persona e l’incontro tra culture diverse, nonché accelerare la convergenza tra i Paesi afferenti al bacino del Mediterraneo. Ma si parlerà anche di innovazione tecnologica, servizi, infrastrutture, finanza, pubblica amministrazione, formazione e altro ancora. L’area espositiva è ben distribuita, ampia e funzionale, e le aziende e i soggetti imprenditoriali avranno a disposizione spazi adeguati. Sono previsti 2 padiglioni: “A” per l’esposizione relativa a settori come innovazione tecnologica, energia, enti pubblici e paesi esteri; “B” per i prodotti italiani di qualità nell’ambito dei settori alimentare e delle costruzioni. Le giornate si articoleranno in 4 momenti principali: quello espositivo, già descritto; quello congressuale, un’occasione per approfondimenti e interventi da parte dei referenti delle aziende; quello culturale, con il premio “I due Mondi” riservato a personalità del mondo dell’economia e del lavoro che si sono messe in luce durante l’anno; e infine il momento ricreativo con la serata di gala. “Grandi Progetti nel Mediterraneo” si avvale della collaborazione della Regione Abruzzo che, attraverso l’Assessorato allo Sviluppo Economico e Forumed, promuove e organizza l’internazionalizzazione delle imprese Sprint Abruzzo. La Regione coprirà uno spazio esclusivo, e durante la manifestazione proporrà la firma di un protocollo con Delegazioni della Bosnia Erzegovina e del Montenegro per programmi europei di sviluppo per il Mediterraneo e illustrazione delle opportunità economiche presenti nell’Area. Il ricavato delle varie prenotazioni degli stand da parte delle aziende verrà devoluto all’associazione onlus “Aurora”. Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito www.smsgrandiprogetti.it

I CONVEGNI DEL MEETING • Trasporto aereo: formazione e sviluppo nel Mediterraneo • Ricerca ed innovazione nel settore dell’energia rinnovabile • Formazione ed innovazione tecnologica per lo sviluppo della Riabilitazione in Area Mediterranea • Il Piano-casa: progetti a confronto

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» di Massimo Avenali

Il taglio del nastro all’inaugurazione dell’Ecotour

Natura e turismo, connubio di successo Dall’evento Ecotur, svoltosi a Chieti, i numeri che confermano un settore in forte crescita e proclamano i parchi d’Abruzzo tra i più richiesti e amati. Il presidente Giammarino ha dichiarato: «In Italia sta prendendo piede un tipo di turismo non convenzionale, orientato verso nuove esperienze e capace di offrire emozioni diverse»

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n momento di incontro e confronto importante, quello di Ecotur – Borsa internazionale del Turismo Natura, tenutosi a Chieti Scalo, in cui emergono interessanti considerazioni e dati. Un quadro del “turista-natura” sempre meno solo, descritto come vacanziero di un weekend, in piena attività lavorativa e affascinato in particolare dai parchi d’Abruzzo, del Gran Paradiso, delle Cinque Terre e dell’Etna. Nell’evento Ecotur di fine ottobre i numeri parlano chiaro: oltre 200 espositori provenienti da 15 regioni, 110 tour

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operator da 18 paesi europei, 500 operatori dell’offerta da 15 regioni italiane, 50 testate nazionali accreditate. E oltre a questo ben 13 giornalisti stranieri che lavorano in settimanali, mensili, radio e tv di Gran Bretagna, Belgio, Paesi Bassi, Spagna, Russia e Repubblica Ceca. Riflettori puntati soprattutto sul Rapporto 2008, sul quale vale la pena soffermarsi. Dati, questi, ricavati dal centro studi permanente Ecotur di cui fanno parte Enit, Istat, Università di L’Aquila e Regione Abruzzo e che dimostrano quanto il forte calo che investe il turismo internazionale


eventi

non interessi il turismo natura. Un esempio viene infatti dalle presenze totali 2008 registrate negli esercizi ufficiali in aree protette, ovvero 97.809.224, con un incremento dell’1,97% rispetto al 2007, parallelamente a un incremento del fatturato stabilitosi a 10,515 miliardi che corrisponde a un + 6,28%. Il turismo-natura diventa allora il centro motore delle politiche del turismo nazionale, come testimonia la grande folla che ha accolto questa diciannovesima edizione di Ecotur che quest’anno, con il trasferimento nel nuovo Centro espositivo della Camera di Commercio a Chieti Scalo, diventa anche Festival delle Vacanze. Tra gli stand presenti, curioso il grande successo per gli spazi dedicati a pizza, pane e laboratorio della lana. Un segno, forse, di quanto la gente desideri accostarsi sempre più a quegli elementi semplici che si ottengono da un genuino rapporto tra uomo e natura. A far da cornice a Ecotur, le parole di alcuni dei fautori di questo successo. Per l’assessore regionale al Turismo e alla Cultura, Mauro Di Dalmazio, la qualificata presenza dei media internazionali deve essere fonte di conforto e orgoglio: «Noi siamo consapevoli di avere una regione di straordinaria bellezza –afferma l’assessore– che deve rappresentare la principale motivazione da cui ripartire. Nostro compito sarà, dunque, quello di far conoscere que-

ste prerogative e investire per sviluppare le politiche del turismo in questa regione, anche in collaborazione con l’Enit-Agenzia e soprattutto per quanto concerne i nostri interventi sui mercati esteri». «Il turismo –spiega Paolo Rubini, direttore generale dell’Enit– nel programma di Governo figura fra i settori che dovrà avere il maggiore aumento di PIL. Nelle linee individuate dal ministro al Turismo Michela Vittoria Brambilla, al primo posto figura la destagionalizzazione. Un aspetto che si coniuga fortemente con le politiche del turismo-natura perché consente da un lato di scoprire realtà sconosciute del nostro Paese, dall’altro aiuta e favorisce il ripopolamento di quei borghi e paesi che, oggi a causa di mancanza di settori che sostengono l’economia locale, vengono abbandonati». Secondo Enzo Giammarino, presidente di Ecotur e direttore di Confesercenti Abruzzo: «il risultato di pubblico e interesse, attraverso i laboratori e i dibattiti tenuti, sono la dimostrazione che sta prendendo piede in Italia un tipo di turismo non convenzionale, orientato verso nuove esperienze e capace di offrire emozioni diverse. La natura, il folclore, l’enogastronomia, la cucina regionale e le tradizioni di cui si caratterizza il nostro territorio, rappresentano un patrimonio che fortunatamente viene riscoperto e valorizzato»

I relatori intervenuti al convegno di apertura dell’Ecotour. Da sinistra: il presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio, il direttore generale dell’Enit Paolo Rubini, l’assessore regionale al turismo Mauro Di Dalmazio e il sindaco di Chieti Francesco Ricci

» foto concesse da Ecotour

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» di Piergiorgio Greco

L a sanità al centro del dibattito con il governatore Chiodi e l’assessore regionale Venturoni

L’Abruzzo che riparte Di questo e molto altro si è parlato a InOpera, un evento organizzato da Cdo Abruzzo Molise durato due giorni tutti dedicati alle aziende profit e no profit

Q Il folto pubblico ad uno degli incontri di InOpera

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uanta sussidiarietà si respira in Abruzzo? È la domanda che ha fatto da filo conduttore a InOpera, la due giorni dedicata alle imprese profit e non profit, che si è svolta a Montesilvano. Un appuntamento dal titolo “Desiderare per intraprendere”, ideato da Cdo Abruzzo Molise, che ha avuto come promotori anche altre realtà dell’imprenditoria e del terzo settore, come Confindustria Pescara, Api Pescara, Coordinamento dei Csv Abruzzo, Fondazione Anffas Teramo Onlus e Fondazione per la Sussidiarietà, insieme per individuare percorsi comuni di rilancio in una regione, l’Abruzzo, alle prese dapprima con il terremoto giudiziario di Sanitopoli, poi con una crisi economica tenace e, infine, con il terremoto vero e proprio. Due giorni, per questo, in cui è stato fatto il punto della situazione proprio su economia, politica, sanità, rapporto tra mondo profit e mondo non profit, federalismo, scuola, gli argomenti al centro dei vari


eventi

convegni che hanno animato una manifestazione nel corso profit, grazie all’innovativo modello di marketing sociale della quale i visitatori hanno potuto anche incontrare sesideato, tra gli altri, da Cdo Opere Sociali, che ha promossanta imprese profit e non profit presenti nel ricco expo, so il convegno sul rapporto tra profit, non profit e bene e conoscere nuove opportunità come Cdo Edilizia, che sta comune. Una sinergia che interroga inevitabilmente anche muovendo i primi passi in Abruzzo. la politica, chiamata a lasciare spazio al protagonismo di Di PMI, difficoltà e prospettive a breve e medio termine si è persone che costruiscono il bene di tutti prescindendo da discusso nell’incontro “Oltre la crisi, rilanciare l’impresa”, categorie come profit e non profit. al quale hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Molto intensi, poi, sono stati i dibattiti su scuola ed eduFondazione per la Sussidiarietà, Giorgio Vittadini, e quello cazione, con la presentazione del documento “Una scuola di Cdo, Bernhard Scholz. Quest’ultimo, commentando gli che parla al futuro” e il racconto di alcune esperienze eduinterventi degli imprenditori Giuseppe Ranalli (Tecnomatic cative come La città dei ragazzi a L’Aquila, o quello dedicaGroup), Paolo D’Amico (Reginella d’Abruzzo) e Silvio Di to al federalismo fiscale, con la partecipazione rappresenLorenzo (Honda Italia) – che hanno portato la loro espetanti di enti locali che hanno parlato della riforma senza rienza degli ultimi pregiudizi, ma con mesi e le iniziatispirito costruttivo. ve per ripartire, Gli esponenti deltra cui l’innovativo le organizzazioni Campus Automotiimp r e n dito r ia li, ve Metalmeccanico infine, sono stati in realizzazione in i protagonisti del Val di Sangro, di convegno dedicato cui sono promotori allo sviluppo terproprio Di Lorenritoriale, concluso zo e Ranalli che da Giuseppe Rahanno sottolineato nalli, presidente come “il punto di di Cdo Abruzzo partenza è metterMolise, che così ha si insieme, rimbocsintetizzato la due Il convegno sulla collaborazione tra profit e non profit carsi le maniche, giorni: “Sui princiavere il coraggio di pi ci si trova d’acguardare avanti, in cordo, ma è la praun giudizio sul reale che parta dal desiderio della persona tica ad essere il vero terreno di prova. Oggi tutti parlano senza censurare nulla ma, piuttosto, sappia ripartire da di sussidiarietà, ma l’esperienza dimostra che il cittadino ciò che meglio sappiamo fare, come nel caso dell’automotiin Abruzzo non è ancora libero di scegliere chi premiare ve dove ci sono esempi di assoluta eccellenza in Abruzzo”. per il servizio che offre. Del resto, non manca chi parla La persona, insomma, protagonista della rinascita, necesancora di “pubblico” e “privato”: una distinzione falsa persaria e sperata. La persona a capo dell’impresa profit, ché servizi come scuola, sanità e assistenza sono sempre naturalmente, ma anche quella all’origine di un’opera non pubblici, ma ad erogarli possono essere enti statali ed enti profit, come nel settore della sanità, argomento al centro non statali, come il privato sociale e il privato profit. Tocca di un acceso dibattito con il governatore Gianni Chiodi e al cittadino scegliere cosa risponde meglio alle sue esigenl’assessore Lanfranco Venturoni, alle prese con la riforma ze. In questo senso, rimane auspicabile l’introduzione di del capitolo di spesa più importante della Regione, incalsistemi come buoni, voucher e simili, che permettono alla zati da Ercole D’Annunzio, presidente della Fondazione persona di premiare chi davvero preferisce. È evidente, Anffas Teramo Onlus, centro di riabilitazione di assoluta allora, che ciò che serve è un salto di qualità culturale. La eccellenza, ma in affanno a causa di scelte che, nonopolitica abruzzese necessita di essere più allineata ai ritmi stante le intenzioni, non ancora possono dirsi pienamente della gente che lavora, rischia, produce, senza rimanere “sussidiarie”. O come gli imprenditori non profit che, da ingolfata in riti, tavoli, e concertazioni che poco o nulla tempo, stanno “cercando” sinergie vincenti con il mondo contribuiscono al raggiungimento del bene comune”

» foto di Piergiorgio Greco

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eventi

Un servizio di supporto alle risorse umane Questo il nuovo progetto della Società Consortile del Patto Chietino-Ortonese che intende potenziare e aggiornare sia gli strumenti che le competenze del personale degli enti del comprensorio di riferimento

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a Società Consortile del Patto ChietinoOrtonese nell’ambito delle azioni di sistema per migliorare i servizi che gli enti locali erogano ai cittadini e alle imprese, ha attivato un “Servizio di supporto risorse umane”, gestito dall’ATI Insight&Co. srl – Efor srl, che intende potenziare e aggiornare sia gli strumenti che le competenze del personale degli enti del comprensorio di riferimento. Il servizio di supporto risorse umane si propone infatti di impostare un processo di formazione continua che, attivandosi dai problemi, funga da reale strumento di prevenzione della non qualità, diffondendo le conoscenze sul come fare gestione efficace ed efficiente alla luce degli impegni richiesti e definendo le migliori modalità per eseguire le attività e i processi. La necessità di progettare e programmare un piano formativo del personale dei Comuni nasce dalla consapevolezza che un’adeguata politica delle risorse umane e una gestione del personale contribuiscono significativamente allo sviluppo della pubblica amministrazione. Tale afferma-


» redazionale in collaborazione con il consorzio Chietino Ortonese

zione è tanto più vera se riferita alla situazione di profonda trasformazione istituzionale ed organizzativa in cui si trovano i comuni a seguito del processo di decentramento amministrativo che ha trasferito in capo agli stessi numerose competenze e funzioni. L’erogazione di prestazioni e servizi che soddisfino i bisogni della collettività richiede infatti l’adeguamento delle competenze del personale ai risultati che si intendono realizzare. Al fine di raggiungere tali obiettivi consideriamo fondamentale l’utilizzo dell’approccio partecipativo nella progettazione dei percorsi formativi. Ciò implica il coinvolgimento attivo dei beneficiari nelle diverse fasi del piano, fin dalla sua ideazione. Si vuole quindi suscitare la condivisione di informazioni, percezioni, esigenze, visioni e, più in generale, conoscenze implicite e esplicite per farle diventare “patrimonio di progetto”. Infatti la formazione on demand si attua attraverso una coprogettazione di dettaglio, nella quale i destinatari diventano attivi nel definire i propri fabbisogni formativi, le loro reali aspettative nei confronti della formazione e le caratteristiche fondamentali della formazione. Pertanto al fine di creare contenuti formativi che possano essere il più possibile vicino alle esigenze dell’utenza, in questa prima fase, si sta realizzando un’indagine di rilevazione dei fabbisogni formativi presso i 28 Comuni dell’area di riferimento. Al termine della rilevazione, verrà

realizzato un sistema comprensoriale di formazione continua per creare “comunità professionali” nei seguenti comparti: cartografia, appalti/progettazione integrata, sportello unico per le attività produttive (SUAP), tributi e servizi integrati, ruolo del front office, comunicazione istituzionale e delle attività di lean office. Nell’ottica della creazione di un patrimonio comune e condiviso di modalità di intervento efficaci in ambito formativo-professionale, rientra, tra le altre, l’azione di graduale costituzione di comunità professionali e di pratiche, opportunamente supportate da strumenti telematici. Le comunità professionali infatti sono finalizzate allo sviluppo di identità collettive legate all’esercizio di una stessa professione o di un ruolo organizzativo. Gli obiettivi sono prevalentemente di condivisione e di utilizzo di competenze affini nello svolgimento del lavoro: linguaggio, conoscenze comuni, codici deontologici, modelli organizzativi, prospettive di lavoro e forme di pensiero relative al ruolo ricoperto. Inoltre le comunità professionali perseguono obiettivi di apprendimento e di soluzione dei problemi. La realizzazione di una comunità professionale che arricchisca gli scambi in itinere tra i partecipanti al progetto e sopravviva al progetto stesso come strumento di innovazione e qualità per la formazione, è uno degli obiettivi del “Servizio di supporto risorse umane” della Società Consortile Chietino-Ortonese

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eventi

» di Jenny Viant

Baltour acquisisce quote di maggioranza del gruppo Lazzi Il tour operator abruzzese rafforza la sua posizione di leader del trasporto su gomma. Garantirà il collegamento con 500 destinazioni italiane ed europee

Bruno Ballone titolare del gruppo Baltour

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opo un’impegnativa trattativa sviluppatasi nel corso degli ultimi mesi, con l’assistenza degli advisor Lisi Associati, Carlo Antonetti di Teramo, Passagnoli-Valori di Firenze e Maurizio Di Provvido, si è definito l’accordo tra il noto Gruppo Baltour e il Gruppo Lazzi, toscano. Baltour deterrà i pacchetti di maggioranza delle società Sena Srl e Eurolines Italia Srl, ambedue del Gruppo Lazzi, leader nel comparto del trasporto di persone a livello nazionale ed europeo. Con tale acquisizione il Gruppo Baltour, presente anche nel comparto turistico, sia con attività alberghiere sia come tour operator, specializzato sulla destinazione Abruzzo, potrà contare con il collegamento di oltre 500 destinazioni in Italia ed Europa. Allarga così la propria attività nel traspor-

to di persone, raggiungendo una percorrenza complessiva di oltre 15 milioni di chilometri. Agostino Ballone, presidente e ad di Baltour, ha espresso piena soddisfazione per la conclusione della trattativa, assicurando che l’accordo valorizzerà entrambi i gruppi nel rilancio delle rispettive attività. Il Gruppo Lazzi, ha recentemente rafforzato la sua presenza nel settore del trasporto pubblico locale su gomma, con la creazione della Elleci Holding, società a partecipazione paritaria con la Cap di Prato, sesto operatore italiano per dimensione. Tuttavia, non ritenendo più strategica la propria presenza nel comparto dei servizi nazionali e internazionali, ha iniziato e concluso la trattativa con Baltour, Gruppo con il quale nel corso del tempo aveva collaborato apprezzandone professionalità e competenza

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eventi

» di Jenny Viant

La BMW X1, in nuovo “small” SUV esposta in anteprima presso la concessionaria Auto Abruzzo

Semplicemente BMW X1 Il gruppo BMW Autoabruzzo ha presentato in anteprima il nuovo SUV. Atmosfera glamour e clientela esclusiva per ammirare un altro capolavoro della casa tedesca

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ompatto e lussuoso, così è stato definito lo small SUV presentato in anteprima dalla concessionaria Autoabruzzo BMW. Pochi clienti, scelti tra i più fedeli, hanno avuto modo di partecipare al ristretto incontro in cui sono state svelate, letteralmente, le forme della nuova X1. La vettura sembra disegnata appositamente per stupire, esprime tutto il fascino delle auto appartenenti al segmento X, non a caso sta facendo appassionare esperti del settore e clienti. Salvatore di Lena, titolare del gruppo BMW Autoabruzzo, durante la presentazione ha sottolineato: «Anche questa volta BMW ha dimostrato di voler sbalordire; anche se il momento non è dei più favorevoli a livello internazionale. Con questa auto ci presentiamo in un segmento totalmente nuovo e come abbiamo già fatto in passato, con modelli tipo X5 e X6, con la X1 vogliamo essere leader in un segmento che, forse, sarà nuovo a tanti marchi automobilistici, ma noi come al solito saremo i primi. È una macchina che può essere vista sotto tanti profili e andrà bene, sono convinto, per tanti clienti». Clienti attenti alla forma, ma interessati soprattutto alle note tecniche fornite dallo staff commerciale.

Claudio Volpe, consulente commerciale, ha illustrato i punti di forza della vettura. «Anticipa le linee del futuro. Il concetto fondamentale che introduce la X1, per prima, è il concetto di Suv anche a due ruote motrici. La vettura è più bassa delle sue concorrenti, ma offre un abitacolo più grande, soprattutto il bagagliaio. È il più grande della sua categoria. Le luci posteriori riprendono il segno a L, uno degli stilemi delle nuove tendenze BMW. Per quanto concerne l’X drive, cioè il concetto di quattro ruote motrici, ha le stesse caratteristiche delle X3, X5 e X6. Altra novità – conclude Volpe – è il Dinamic performance control, offre maggiore tenuta e stabilità»

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» di Denia Di Giacomo

Expo arredamenti, un nuovo traguardo Veste rinnovata per Expo Arredamenti di Silvi Marina. Una storica realtà commerciale figlia del Gruppo Di Sante, che ha visto consolidarsi negli anni la sua importanza nel settore dell’arredamento di qualità

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Expo 2000 cambia veste e rinnova la sua immagine in maniera radicale, diventando Expo Arredamenti. Una realtà completamente ristrutturata, spazi eleganti e luminosi, proposte all’avanguardia e nuovi settori merceologici. Quella dello scorso ottobre è stata un’inaugurazione all’insegna della semplicità e dell’accoglienza, e tra i numerosi partecipanti non mancavano stimate personalità quali il Vescovo di Teramo Monsignor Michele Seccia, il prefetto di Teramo Francesco Camerino, il sindaco di Silvi Gaetano Vallescura, il sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, il presidente della provincia di Teramo Walter Catarra, l’assessore Giandonato Morra, diversi rappresentanti della Confcommercio di Teramo e infine il governatore della Regione Gianni Chiodi, che ci ha tenuto ad omaggiare con la sua partecipazione questa importante realtà commerciale presente ormai da 43 anni nel comune di Silvi. L’Expo Arredamenti ha una lunga storia, nasce infatti nel 1967 dal Gruppo Di Sante di San Nicolò a Tordino, che nel 2010 festeggerà i 100 anni. Ventimila metri quadrati di

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esposizione con 230 marchi differenti, nel corso del tempo l’Expo Arredamenti, ha vissuto una continua ascesa, partendo dalla produzione e commercializzazione di soluzioni d’arredo per poi, negli anni 90, specializzarsi sulla vendita fino a diventare una delle realtà commerciali più importanti nel settore dell’intera regione. L’Expo Arredamenti è il risultato della solida unione di tutti i componenti della famiglia Di Sante, un’unione che li vede protagonisti di un solo grande obiettivo: rendere vincente il Gruppo, con umiltà e dedizione. Patron dell’Expo è il Cav. Tito Di Sante, affiancato nel consiglio d’amministrazione dal Cav. Giandomenico Di Sante, due fratelli molto uniti che sono stati guidati dal padre Attilio, personalità di spessore e lungimiranza, che partito da una semplice falegnameria, ha dato il via negli anni ad un impero. Nella gestione dell’Expo Arredamenti oggi sono impegnate le nuove generazioni, i figli di Tito, Luca e Andrea e i figli di Giandomenico Attilio, Marcello e Tiziana. Un management attento e preparato, in grado di portare avanti con estrema professionalità il patrimonio di tutto il Gruppo, con competenza e qualità.

» foto di Simone Cerio


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intervista a Luca Di Sante responsabile commerciale dell’Expo Arredamenti

Il Cav. Tito Di Sante, patron di Expò Arredamenti con il figlio Luca responsabile commerciale

Nel restyling dell’Expo, quali sono gli elementi innovativi? «Senz’altro uno degli elementi che spicca di più all’esterno è quello comunicativo dato dall’unione del pacchetto vetrine ed illuminazione con l’allestimento dei mobili e complementi. All’interno poi è immediata la sensazione di trovarsi più che in un’esposizione ristrutturata, in una realtà completamente nuova. Quello che il nostro pacchetto vuole proporre è il concetto di total living inteso come l’opportunità di creare arredamenti che coniughino look e funzionalità in armonia con i gusti di ciascuno».

Sono state introdotte novità anche nelle soluzioni d’arredo e nei prodotti? «Certamente, per citarne alcune il nuovo expo presenta collezioni ispirate alle tendenze 2010, sono infatti presenti numerosi prodotti sviluppati appositamente per noi in base ai futuri concetti di arredamento. Forme lineari e curvilinee si fondono con colori ed essenze mai presentati prima per rendere gli ambienti dei nostri clienti unici, affascinanti ed esclusivi». Qual’ è la vera mission dell’Expo Arredamenti? «Il nostro obbiettivo è quello di offrire non solo arredamenti, ma pacchetti completi di soluzioni per soddisfare qualsiasi budget di spesa. Lo straordinario rapporto qualità prezzo che ci ha sempre distinto si arricchisce di tante promozioni legate ai prodotti. Inoltre durante i mesi di novembre e dicembre, offriremo il vero tasso zero per 24 mesi effettuato non su prez-

zi maggiorati ma sui normali importi sino ad ora presentati, senza tra l’altro il sostenimento di costi di apertura pratica». L’Expo Arredamenti ha un legame molto stretto con la città di Silvi, come mai? «Expo arredamenti è figlio della città di Silvi dal 1967, ha le sue fondamenta in una meravigliosa realtà nella quale è sempre stato partecipe negli anni, dando attivi contributi al territorio. Basti pensare che grazie alla concessione degli spazi nei nostri magazzini si è potuta effettuare la distribuzione dei contenitori per la raccolta differenziata per tutta la città. Inoltre sempre grazie al grande legame nei confronti della collettività abbiamo concesso i nostri spazi per consentire la realizzazione della rondò principale che costituisce il primo biglietto da visita della nostra città. Siamo orgogliosi di far parte della famosa “perla dell’adriatico”»

Il brindisi d’inaugurazione dei fratelli Tito e Giandomenico Di Sante con il governatore della regione Gianni Chiodi - foto concessa da Expò Arredamenti

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» di Alessandro Addari

Gi in rete Questo il nome del nuovo progetto dei giovani imprenditori di Confindustria Pescara nato per favorire la reciproca conoscenza delle attività e diffondere un nuovo sentiment di collaborazione tra imprese

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are rete per migliorare la competitività aziendale mettendo a sistema fornitori, clienti, informazioni, risorse, know-how per ridurre i tempi di apprendimento, i costi di acquisto e approvvigionamento, gli investimenti connessi allo sviluppo commerciale al marketing e alla promozione e nel reperimento di informazioni. Mai come in questo momento le imprese, in particolare le micro, piccole e medie, per superare le note difficoltà del sistema economico e finanziario devono ripensare i loro modelli di business, superare ataviche diffidenze, ricercare opportunità di cooperazione attraverso reti orizzontali e verticali. Andrebbe ripensata la percezione dei competitor, troppo spesso percepiti come nemici, in taluni casi infatti proprio quelli che appaiono concorrenti sui mercati locali potrebbero divenire partner per lo sviluppo di nuovi mercati e per portare il concept del made in Italy nel mondo,

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fronteggiando imprese che propongono diversi concetti e modelli di consumo. I principali obiettivi del progetto GI in rete sono favorire la reciproca conoscenza delle attività dei giovani imprenditori e diffondere questo nuovo sentiment di collaborazione tra imprese, con la forte convinzione che solo facilitando questo nuovo clima imprenditoriale potremo vincere le sfide della globalizzazione e fronteggiare la concorrenza sempre più spietata e spesso sleale dei competitor internazionali. Il secondo step è di coinvolgere anche imprenditori di altre territoriali, in Italia e all’Estero. Proprio nell’ottica di promuovere all’Esterno le aziende iscritte al nostro gruppo abbiamo pensato di dare la possibilità ad alcune imprese interessate di essere presenti nella rivista Abruzzo Impresa, iniziando da quattro colleghi, i primi ad aver risposto a questa nuova iniziativa


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COIMA ITALY SRL Z.Ind.Le Loc. Ponte S. Antonio - 65017 Penne (PE) info@coimaitaly.com - www.coimaitaly.it

Cristina Di Marco titolare della Coima Italy di penne

Breve profilo aziendale Presente nel mercato da oltre 14 anni, rappresenta una realtà industriale e tecnologica che ha conquistato il mercato mondiale nel settore dei sistemi elettrici a batteria per la raccolta agevolata di olive, caffè, mirto, colture similari e per la potatura. Da sempre proiettata nella ricerca e innovazione tecnologica, vanta come punto di forza quello di offrire alla clientela solo prodotti di altissima qualità e affidabilità uniti alla semplicità di utilizzo e manutenzione. Tra le prime aziende al mondo a sposare la logica dell’alimentazione elettrica a batteria per realizzare utensili per l’agricoltura produttivi e al tempo stesso agili, poco

ingombranti e ecologici. Quali strategie e innovazioni l’azienda ha adottato per fronteggiare le difficoltà del Sistema Finanziario ed Economico? «Puntando soprattutto sulla ricerca e innovazione tecnologica; introducendo nuovi attrezzi professionali e di qualità superiore e istruendo, dove possibile, la propria clientela sul valore aggiunto dei prodotti COIMA, lasciando alla concorrenza la “guerra del prezzo”. Abbiamo mirato a nuove alleanze e collaborazioni per rafforzare la nostra presenza su mercati esteri. Certo, le difficoltà si avvertono, ma con un pizzico di ottimismo si possono superare».

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Nicola Di Marcoberardino fondatore e presidente della società pescarese DMB Solutions

Breve profilo aziendale DMB Solutions srl, fondata da Nicola di Marcoberardino nel 2000, anima del gruppo BIZBRAIN, aderente al network Partner Value con sedi a Pescara, Roma e Santiago De Chile, sviluppa con la consorella Bizware srl (società ICT) sistemi di business management e organizzazione aziendale offrendo soluzioni integrate e complete (hardware, software, consulenza direzionale) finalizzate al miglioramento delle performance aziendali dei propri clienti, focalizzandosi sul recupero della competitività, attraverso il controllo dei costi improduttivi e l’incremento della marginalità da un lato, e la misurazione degli intangibles

assets dall’altro. Quali strategie e innovazioni l’azienda ha adottato per fronteggiare le difficoltà del Sistema Finanziario ed Economico? «In questo periodo di difficoltà generale la nostra azione si è focalizzata nel concentrare gli investimenti e gli sforzi nella messa a punto di nuovi prodotti e servizi. Abbiamo incentivato la modalità di fruizione on-demand dei nostri software, abbattendo gli investimenti necessari da parte dei clienti finali per dotarsi dei nostri sistemi. In BIZBRAIN siamo convinti che proprio i periodi di maggiore crisi siano i momenti migliori per investire in innovazione. Abbiamo avviato inol-

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tre un nuovo progetto imprenditoriale la PartnerValue con sede a Roma, Santiago de Chile e in Abruzzo, integrandoci in Rete con la TopSolutions - ExportItaly - Elaform - Iniciativas Internacionales con l’intento di fornire servizi ad alto valore aggiunto per il

business ampliando ulteriormente gli orizzonti anche perché siamo convinti che, oggi più che mai, sinergie e collaborazioni con altri imprenditori siano la chiave di volta per accrescere la propria competitività».

OMA SRL - Strada Madonna degli Angeli 8 65028 Tocco da Casauria - tel. 085 888241 - fax 085 8885855 info@omagroup.it - www.omagroup.it

Federica Angelucci entrata da poco nella azienda di famiglia OMA

Breve profilo aziendale Il Gruppo OMA fondato nel 1981 opera sia nel mercato nazionale che internazionale con la produzione di impiantistica metalmeccanica, offrendo un servizio completo nel campo dell’ingegneria, della fornitura, della programmazione, del management, della manutenzione, della costruzione e montaggio di impianti industriali di ogni genere. IMPIANTI Tocco da Casauria, superficie totale 40.000 sqm. Castiglione a Casauria, superficie totale 25.000 sqm. Cantiere di Ortona, superficie totale 5.000 mq. Giurgiu, superficie totale

100.000 mq Quali strategie e innovazioni l’azienda ha adottato per fronteggiare le difficoltà del Sistema Finanziario ed Economico? «Il nostro Gruppo da sempre punta tutto sull’impiego di tecnologia all’avanguardia che ci ha consetito negli anni di poter operare in tutti i settori dell’ingegneria civile fino a quella industriale. È proprio nei momenti di crisi che bisogna investire sulla ricerca e sull’innovazione. Da qualche anno infatti ci stiamo specializzando nel settore ecolgico che ci sta dando grandi soddisazioni».

Spoltore Servizi s.r.l. s.s. 16 bis, nr 16 - 65010 Spoltore (PE)

Ernesto Anchini amministratore della Spoltore Servizi

Breve profilo aziendale L’azienda nasce nel Gennaio 2007, per volontà dell’amministrazione comunale di Spoltore, che ne è il socio unico, la quale sceglie il modello societario per gestire parte delle attività volte al servizio dei cittadini. Quali strategie e innovazioni l’azienda ha adottato per fronteggiare le difficoltà del Sistema Finanziario ed Economico? «La Società ha provveduto a potenzia-

re il sistema di controllo dei costi e ha rinegoziato con i fornitori i termini di pagamento. I rapporti con il sistema bancario sono divenuti maggiormente continuativi al fine di fornire dati e informazioni puntuali per conservare il merito creditizio. Si è puntato anche sull’aumento della comunicazione interna in modo che tutti i lavoratori possano concorrere al raggiungimento degli obiettivi».

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» di Marco Taglieri

L’ingegner Mario Tasso del Gruppo Tasso

Giuliano Angelozzi di Ei Systems

Ei Systems ha un… “Tasso” energetico in più Siglata la partnership tra la società elettrica e il gruppo edile: darà energia fotovoltaica a 7 paesi dell’area teatina

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ccordo tra Ei Systems e Gruppo Tasso: nasce la nuova società Ei New Energy srl, specializzata nel core business del risparmio energetico e delle fonti di energia pulita. In particolare essa opererà nella produzione di energia fotovoltaica grazie all’acquisizione di un ramo d’azienda esercente l’attività di progettazione, realizzazione e gestione di impianti fotovoltaici, per produrre energia elettrica in 7 Comuni dell’area teatina, precisamente a Palena, Torricella Peligna, Rosello, Taranta Peligna, Gamberale, Lama dei Peligni e Palombaro. Il Gruppo Tasso, da anni attivo nel settore dello stampaggio di materie plastiche, delle lavorazioni di materiale metallico e nel settore edile, entra nel capitale sociale della nuova società con il chiaro obiettivo di cogliere le opportunità di crescita alla luce dell’aumento della domanda di energia, e al contempo della necessità di ripensare la gestione delle politiche energetiche. I due imprenditori del Gruppo Tasso e dell’Ei Systems, Mario Tasso e Giuliano Angelozzi, hanno infatti previsto un significativo aumento della redditività complessiva per i prossimi anni, nella consapevolezza che contribuire alla riduzione dei rischi scaturiti da danni am-

bientali sia la migliore chance per un’azienda competitiva e orientata al successo. «L’obiettivo è inserirsi in un settore nuovo e ad alto potenziale di sviluppo», hanno dichiarato Tasso e Angelozzi. Mario Tasso è uno dei principali fornitori dei protagonisti regionali del settore automotive, nonché imprenditore stimato in fatto di costruzioni civili e industriali; Giuliano Angelozzi ha alle spalle oltre 30 anni di attività nel settore dell’elettronica e ha portato la Ei Systems alla leadership nell’ambito della produzione, ingegneria e monitoraggio di apparecchiature. Una partnership che nasce dalla consapevolezza dei grandi cambiamenti cui è sottoposta la politica globale dell’energia: dalla deregolamentazione dei mercati dell’elettricità e del gas all’aumento della tutela ambientale, per finire con l’abbassamento delle riserve di combustibili fossili. E se si considera che il settore fotovoltaico è in forte espansione (crescita media annuale del 38 per cento dal 1998 a oggi, ndr), l’accordo Ei Systems-Gruppo Tasso sembra avere ottime chance di redditività. Gli aspetti contrattuali, societari e finanziari dell’operazione sono stati curati dallo studio D’Incecco Dottori Commercialisti di Pescara

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» di Massimo Avenali

Carmela Gallo Head of Operations di Adecco Italia per l’Abruzzo

Alcuni collaboratori di Adecco in una delle filiali di Pescara

Adecco: pronti a ripartire Dopo aver lanciato il Candidate Caring che ha coinvolto in Abruzzo quasi 1.200 persone, Adecco continua ad investire nella regione. Ce ne parla Carmela Gallo, Head of Operations di Adecco Italia anche per l’Abruzzo

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el 2009 Adecco ha realizzato un progetto per sostenere lavoratori e aziende in un momento di crisi. Quali sono stati i risultati in Abruzzo? «Grazie al Candidate Caring per molti lavoratori colpiti dalla crisi si sono aperte nuove possibilità. A sei mesi dall’avvio sono stati stipulati oltre 400 nuovi contratti con persone coinvolte nel progetto. Altre risorse, invece, stanno seguendo dei percorsi formativi gratuiti e molto concreti, realizzati ad hoc in base alle segnalazioni delle nostre aziende clienti, come è avvenuto in Val di Sangro in occasione di “Rimettiamoci in Pista”». Adecco, quindi, sta puntando sulla formazione… «La formazione in questo momento svolge un duplice ruolo permettendo a chi è senza lavoro di ricollocarsi con maggior facilità e alle aziende di essere pronte ad affrontare la ripresa del mercato, contando su risorse più qualificate e produttive. È lo strumento per rispondere alla crisi, basti pensare che Adecco in Abruzzo nel 2009 ha organizzato decine di corsi gratuiti pari a oltre tremila ore di formazione a cui si aggiunge la formazione on the job». In Abruzzo avete una struttura dedicata? «Si, per essere più vicini alle esigenze del territorio, Adecco Formazione – la società del gruppo specializzata nelle

» foto di Simone Cerio

attività di training – ha una sede a Pescara. I nuovi locali sono appena entrati in funzione dopo il restyling che ha coinvolto, sempre in viale Bovio, anche la Filiale Industrial. Invitiamo, quindi, tutti i nostri referenti aziendali, lavoratori e candidati, a partecipare all’inaugurazione dei nuovi uffici che si terrà il 13 novembre alle ore 12.00». Adecco sta continuando ad investire, registrate dei segnali di ripresa? «Siamo pronti a ripartire e continuiamo a lavorare a nuovi progetti e iniziative. Le aziende però sono ancora molto caute e purtroppo non intravediamo dei segnali che facciano pensare ad una ripresa. Piuttosto abbiamo registrato un rallentamento della crisi, ma non è possibile fare previsioni a lungo termine. E anche le nostre aziende clienti si sono dimostrate prudenti: un’indagine che abbiamo condotto sul territorio, rivela che per il 45% delle imprese abruzzesi, la ripresa del mercato ci sarà solo nel secondo semestre del 2010. Il 6%, inoltre, ritiene che per un’inversione di tendenza bisognerà aspettare addirittura il 2011. Una maggior cautela è dimostrata anche dall’intenzione di ricorrere maggiormente a forme contrattuali flessibili. Il 51% delle aziende, infatti, ha risposto di non avere intenzione di procedere ad assunzioni a tempo indeterminato al termine della crisi»

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» di Denia Di Giacomo

Dieci anni con l’impresa

SIA, Servizi Integrati Assindustria di Chieti, da sempre vicina al mondo imprenditoriale, è una società divenuta ormai un punto di riferimento nell’ambito dei servizi reali e soprattutto della formazione

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IA Servizi Integrati Assindustria compie dieci anni di attività, un lungo percorso che l’ha vista diventare un punto di riferimento per il mondo imprenditoriale locale. La Servizi Integrati Assindustria, nata nel 1999, è una società promossa e interamente partecipata da Confindustria Chieti. È certificata UNI EN ISO 9001:2000, oltre ad essere un Organismo Formativo Accreditato dalla Regione Abruzzo. La sua missione è fornire servizi reali in ambito sia formativo sia tecnico-gestionale, strutturandoli in modo che si conformino in maniera flessibile e innovativa alle esigenze di ogni singola impresa. Oggi ci si trova ad affrontare condizioni di mercato estremamente variabili e complesse, questi difficili presupposti richiedono un grado sempre maggiore di professionalità, competenza, lungimiranza e progettazione, elementi indi-

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spensabili per tutte le aziende che vogliono crescere e risultare vincenti. Per questo la SIA punta sulla formazione continua e superiore, che risulta essere il cuore della sua attività, senza tralasciare gli altri servizi a sostegno delle aziende come organizzazione eventi, servizi all’internazionalizzazione delle imprese, organizzazione di seminari tecnici e divulgativi, convention, convegni, ma anche ricerche, elaborazione dati e coordinamento editoriale. La SIA conta tre sedi: Chieti, Lanciano e Vasto, dando così la possibilità all’associato di avere maggiori punti di riferimento sul proprio territorio. Abbiamo intervistato Gianfranco Esposito, direttore generale della Servizi Integrati Assindustria, per ascoltare dalle sue parole i successi ottenuti in questi dieci anni.


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intervista a Gianfranco Esposito direttore generale della Servizi Integrati Assindustria migliorare i servizi formativi offerti alle aziende, di creare nel contempo una struttura che abbia valenza interprovinciale e regionale e soprattutto quella di diventare un importante punto di riferimento su tutto il territorio, che abbia le competenze e la professionalità per offrire il miglior supporto possibile al mondo dell’impresa. A tal proposito sta nascendo una società unica tra la SIA, Servizi Integrati Assindustria, e la SIPE, la Società di Servizi Industriali di Confindustria Pescara». La SIA ha compiuto dieci anni. Quali sono stati i più importanti obiettivi raggiunti? «La SIA ha innanzitutto raggiunto ciò che si era prefissata sin dalla sua nascita, cioè offrire servizi reali alle imprese in ambito tecnico-gestionale ma soprattutto formativo. In questi anni abbiamo creato una struttura accreditata dalla Regione Abruzzo per la formazione continua e superiore. Abbiamo quindi centrato in pieno l’obiettivo e questo si evince dal fatto che sono ormai tantissime le aziende, associate e non, che si avvalgono dei nostri servizi. Nel decennio trascorso abbiamo avuto modo di erogare numerosissimi corsi di formazione e servizi alle imprese mirati al loro sostegno, con il risultato che la SIA è una società ben strutturata, ma flessibile e tutto questo soprattutto grazie ai miei collaboratori, che continuano a portare avanti il loro lavoro con grande professionalità ed impegno, ma anche con passione». Qual è la mission della SIA per il prossimo futuro? «La mission è senza dubbio quella di

Com’è cambiato il mondo delle piccole e medie imprese in questi dieci anni e come la Sia è riuscita a seguire questi cambiamenti? «Il mondo delle piccole e medie imprese è cambiato notevolmente. L’evoluzione riguarda non solo la crescita economica e numerica di queste ma anche lo sviluppo di gestioni più moderne. Oggi ci si trova dinnanzi a imprenditori più evoluti, attenti al mercato e pronti a recepirne i cambiamenti e a lavoratori che posseggono maggiore professionalità. Inoltre la maggior parte delle aziende oggi dispone di una certificazione di qualità, sinonimo di trasparenza, di lungimiranza e di sviluppo. La SIA è cresciuta con loro, creando un forte supporto in grado di assistere e sostenere le aziende anche in situazioni molto critiche. Il supporto offerto dalla SIA è quindi sempre stato molto elastico, pronto ad adattarsi a condizioni differenti e soprattutto pronto ad operare in contesti economici particolarmente dinamici, quali quelli attuali».

» foto concesse da Sia - Servizi Integrati Assindustria

In un contesto economico tanto difficile come quello attuale, quanto è importate per un’azienda puntare sulla formazione? «Per un’azienda che voglia crescere puntare sulla formazione è fondamentale. Ma soprattutto in un periodo di crisi la formazione deve essere vista come un elemento indispensabile, perché la crisi economica evidenzia i punti deboli di un sistema aziendale, e questi devono essere necessariamente affrontati con un’ adeguata formazione. Migliorando la professionalità del capitale umano l’azienda possiede uno strumento fondamentale per affrontare le difficoltà, uno strumento che mette a disposizione risorse inestimabili costituite da elementi come

elasticità, competenza e conoscenza. La SIA già dal 2003 eroga servizi formativi avvalendosi dei fondi interprofessionali Fondimpresa e Fondirigenti, strumenti che permettono senza aggravio di costi per l’impresa di avvalersi di risorse finanziarie da dedicare a iniziative formative per tutti i livelli aziendali»

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» di Valentina Procopio

L’intervento dell’assessore regionale alle politiche agricole Mauro Febbo

Le tipicità abruzzesi alla conquista dei nuovi mercati Nasce il progetto “Soave y delicious” che offre una prestigiosa vetrina alle piccole aziende agroalimentari

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l futuro dei prodotti tipici abruzzesi è sul web. Questo uno degli elementi emersi nel corso del convegno dal titolo “I produttori locali combattono la crisi: come vendere subito ed in modo diretto in nuovi mercati”. All’interno della convention, coordinata dal conduttore di Linea Verde Massimiliano Ossini, è stato presentato il progetto “Soave y delicious”, il nuovo magazine di cultura e vendita di prodotti alimentari tipici e locali legato anche ad un sito web per la vendita diretta dei prodotti. Come aiutare i piccoli produttori di qualità a farsi cono-

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scere? È stato l’interrogativo a cui ha risposto il direttore della rivista Gabriele Rossi durante il dibattito a cui hanno partecipato moltissimi produttori abruzzesi, umbri e marchigiani. Per un’azienda di piccole dimensioni è davvero difficile entrare in questo mercato che richiede investimenti costosi (non solo economici) e spesso infruttuosi. Esperti di vari rami del settore – informatico, enogastronomico, marketing – hanno proposto una ricetta semplice: sinergia. E un metodo che all’etereo del mondo web affianca una concretissima rivista-catalogo dove la cultura si trasforma


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Il conduttore di Linea Verde Massimiliano Ossini coordinatore della Convention “I produttori locali combattono la crisi: come vendere subito ed in modo diretto in nuovi mercati”

in commercio. «Lavorare per combattere la crisi – ha affermato l’assessore alle Politiche agricole Mauro Febbo – significa valorizzare al massimo tradizione e qualità». E «la qualità si difende vendendo al giusto prezzo ciò che è costato fatica e tempo» ha sottolineato Massimiliano Ossini. Spesso, infatti, il piccolo produttore si scontra con una rete di distribuzione che tende solo ad acquistare al prezzo più basso possibile, mortificando il lavoro degli agricoltori, degli artigiani, degli allevatori. Eppure c’è un mercato, hanno sottolineato i relatori Gabriele Rossi, Pierfrancesco Lisi, Daniele Spina, Roberto Antonetti e Giuseppe Barone, che chiede solo di conoscere queste piccole realtà direttamente, senza intermediari. Che vuol vedere la faccia del titolare, i luoghi, il racconto di quel prodotto. Una clientela motivata e curiosa, che vive soprattutto nelle grandi città del nord, cui è destinata la rivista-catalogo distribuita un duecentomila copie da una piccola schiera di promotori. «L’idea – spiega il direttore Gabriele Rossi – è quella di far sbarcare i prodotti della tradizione abruzzese in un nuovo mercato: quello del nord Italia, dove c’è una grande richiesta di prodotti genuini, di qualità e realmente biologici, di cui è semplice ricostruire la tracciabilità. Lo faremo attraverso questa rivista bimestrale, distribuita gratuitamente, che conterrà la descrizione dei prodotti, ma anche e soprattutto le immagini dell’azienda produttrice, del paese in cui opera e del titolare, creando così una personalizzazione del bene venduto. Grazie al sito internet sarà possibile acquistare on line i prodotti, a costi decisamente più contenuti rispetto ai normali canali di distribuzione». Un

rapporto diretto, quindi, che facilita il superamento delle residue diffidenze rispetto alle vendite on-line. Nel catalogo, ogni singolo produttore si presenta con la sua faccia, racconta il suo territorio, il suo lavoro, le sue specialità. Tutti gli altri aspetti, dal sito internet – senza alcuna inserzione pubblicitaria come del resto la rivista – sono curati da un pool di esperti. Al produttore non resta solo che confezionare il pacco e spedirlo. Il progetto ha ottenuto il patrocinio delle Regioni Marche e Abruzzo. «Ringraziamo queste regioni per averci incoraggiato dandoci fiducia e accogliendo con entusiasmo la nostra idea – conclude l’editore Daniele Spina –. È la prova tangibile che gli amministratori locali hanno creduto in questo progetto e lo hanno visto come uno stimolo per far ripartire la nostra economia. Grazie ad Internet potremo controllare il feedback e l’affidabilità dei produttori che, nel vero senso della parola, ci metteranno la faccia»

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» di Barbara Cemini

Un momento dell’inaugurazione del nuovo centro espositivo della CCIAA di Chieti

Il presidente Dino Di Vincenzo all’esterno della nuova struttura che ospita la CCIAA di Chieti

Il nuovo centro espositivo targato Di Vincenzo L’opera è stata ideata e fortemente voluta dal presidente uscente che fin dal 1999 ha dato inizio alla riconversione dell’area dell’Ex Foro Boario sfruttando la sua collocazione strategica, nel cuore dell’area metropolitana Chieti-Pescara

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davvero una buona notizia per l’economia abruzzese, l’inaugurazione del nuovo Centro espositivo e di servizi della Camera di Commercio di Chieti, una struttura polifunzionale destinata ad essere sede di eventi, manifestazioni promozionali e attività congressuali, e che ha già superato brillantemente la sua prima prova, ospitando la fiera nazionale del turismo Ecotur dal 24 al 26 di ottobre. E non poteva essere diversamente per un progetto che, già in occasione del FORUM PA 2009 svoltosi a Roma nel maggio scorso, prima ancora del taglio del nastro ufficiale, aveva ottenuto la menzione speciale al Premio Best Practice Patrimoni Pubblici. L’opera è stata ideata e fortemente voluta dal presidente uscente Dino Di Vincenzo, che fin dal 1999 ha dato inizio alla riconversione dell’area dell’Ex Foro Boario, inizialmente dedicata al mercato del bestiame, e poi dismessa, e adesso tornata a vivere appieno, sfruttando la sua collocazione strategica, nel cuore dell’area metropolitana Chieti-Pescara. Una parte della destinazione del complesso, dal 2002, è stata riservata agli uffici ca-

» foto concesse da CCIAA di Chieti

merali, che hanno reso più funzionali gli spazi operativi e più agevole l’accesso degli utenti consentendo, allo stesso tempo, un notevole risparmio in termini di canoni di locazione e costi di manutenzione dell’area. Negli ultimi anni, poi, sono stati portati a termine interventi per realizzare tre padiglioni espositivi, due dei quali recuperati dalla riconversione di strutture già esistenti, il più grande costruito ex novo. L’investimento complessivo è stato di circa 10 milioni di euro, di cui 2 ottenuti, come da legge, dal Cipe attraverso il riparto regionale tramite il Comune di Chieti, mentre i restanti 8 sono stati attinti da risorse proprie senza accedere a prestiti bancari né pesare sulle aziende iscritte. «Consapevole che lo sviluppo dell’economia del territorio passa anche attraverso un’adeguata dotazione di infrastrutture - ha dichiarato il presidente Di Vincenzo il giorno dell’inaugurazione- la Camera di Commercio di Chieti ha voluto realizzare questo moderno Centro espositivo e di servizi, per metterlo a disposizione delle imprese, dei cittadini, delle attività produttive dell’area metropolitana Chieti-Pescara e dell’Abruzzo»

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» di Eleonora Lopes

Marcello Schillaci, promotore dell’evento, premia il governatore dell’Abruzzo Gianni Chiodi per la politica

Un riconoscimento per Annino Di Giacinto A meno di un anno dalla sua scomparsa, l’associazione Porta Romana Bella ha ideato e promosso un premio per onorare la memoria e l’operato in ambito culturale e sociale di questo grande personaggio teramano

Alcuni dei premiati con gli organizzatori della manifestazione

«M

io fratello c’è ancora, è tra noi con il ricordo del suo danzare leggero, del suo scrivere cortese, del suo insegnare sempre attento, del suo impegno civico, del suo essere teramano tra i teramani, ma anche teramano nel mondo, contribuendo a diffondere ovunque la straordinarietà di quello che siamo». Con queste parole Marcello Schillaci ha voluto ricordare suo fratello Annino Di Giacinto scomparso neppure un anno fa. Grande sociologo e talento della danza, Annino era molto conosciuto e molto amato a Teramo. E proprio per il contribuito che questo grande personaggio ha dato alla sua città, nasce il primo “Premio Annino Di Giacinto” ideato e promosso dall’associazione culturale Porta Romana Bella. «Ciascuna sezione del premio, guarda infatti - ha dichiarato Simone Gambacorta, critico letterario e organizzatore dell’evento - un versante dove Di Giacinto, ha espresso la propria personalità. All’origine di tutto, c’è il desiderio di riscoprire il sentimento di

appartenenza a una città che non dimentica i suo figli. Il premio è nato con l’obiettivo di onorare la memoria di un concittadino che ha profuso il proprio impegno intellettuale in ambito sociale e culturale». Ma entriamo nel vivo del Premio che ha visto protagonisti nomi molto noti all’intera regione Abruzzo a partire dal presidente della Regione ed ex primo cittadino di Teramo Gianni Chiodi che ha ricevuto il premio per la politica, Antonio Tancredi per la cultura, Carlo Antonetti per lo sport, Walter Cori per il giornalismo televisivo, Antonio D’Amore per il giornalismo cartaceo, Silvio Araclio per lo spettacolo e Sandro Melarangelo per l’associazionismo. La serata si è svolta nel suggestivo angolo proprio di fronte il portico del ristorante di Marcello Schillaci “La cantina di Porta Romana”, alla presenza di esponenti del mondo politico, economico e culturale teramano, ma anche di tanti amici e allievi di Di Giacinto che non sono voluti mancare per ricordare il loro maestro

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» di Marco Taglieri

Museo dell’automobile, il sogno che si avvera

L’iniziativa promossa dall’imprenditore Renato Ricci: «Un doveroso tributo a mio padre»

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asce il Museo dell’automobile e del Trofeo Matteotti. Nasce in via Cavour 77, a San Giovanni Teatino, per iniziativa dell’imprenditore pescarese Renato Ricci, che ha deciso di intitolarlo al padre Emanuele. «Glielo dovevo, - spiega Ricci – per tutto quello che mi ha insegnato. Mi diceva sempre che i sogni si avverano se uno ci crede. Ecco, questo Museo ne è l’esempio lampante». Il Museo è una sorta di scrigno in cui prende vita la storia dell’auto e del ciclismo. Renato Ricci, patron del Trofeo Matteotti, illustra il suo progetto: «Abbiamo allestito una sezione con auto degli anni ’40 e ’50, tutte italiane (dall’Alfa Romeo alla Fiat, ndr) tranne una francese R4; inoltre abbiamo ricostruito un vecchio garage-officina in cui c’è uno “smonta gomme” del 1945. Sono cimeli più unici che rari, che ho raccolto e conservato dopo un lungo e meticoloso restauro». Un salone al pian terreno dedicato alle auto d’epoca, un’altra sezione al primo piano caratterizzata dallo splendido colpo d’occhio del mondo a due ruote, con le maglie storiche dei ciclisti che hanno trionfato nella Classica pescarese, e altri oggetti avvolti nel mito come la “Bianchi” di Fausto Coppi. «Il Matteotti fa parte della mia famiglia, - con-

» foto di Simone Cerio

tinua Ricci – è normale che abbia dedicato grande spazio alla storia del ciclismo. Ma non manca un’area dedicata al calcio, in particolare al club Renato Curi, la squadra che ho sostenuto per 9 anni e da cui sono emersi campioni del calibro di Falcone, Oddo e Grosso». Tremila metri quadri di ampiezza, di cui 1500 dedicati al museo e l’altra metà alla sala conferenze. «Ho intitolato la sala Matteotti a Tito Verna, il vero patron della manifestazione», annuncia l’imprenditore. Visibilmente soddisfatto anche il sindaco di San Giovanni Teatino Verino Caldarelli: «Con questa splendida iniziativa il nostro comune, e in generale anche la città di Pescara, si arricchiscono notevolmente dal punto di vista storico-culturale. Tra l’altro stiamo lavorando anche su un altro progetto, ovvero il Museo delle Scienze Naturali di San Giovanni Teatino, per continuare sulla scia tracciata dall’encomiabile Renato Ricci». Il Museo sarà aperto a tutti e l’ingresso sarà gratuito. «Perché la cultura non ha prezzo», afferma lo stesso Ricci, che lancia invece una frecciata sibillina, rispondendo a chi gli chiede lumi sull’edizione 2010 del Matteotti: «Io aspetto, ma di sicuro non chiamerò più nessuno»

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» di Denia Di Giacomo

Luciano Ardingo presidente del Gruppo Spee azienda aquilana leader in italia per i servizi integrati di sicurezza

Gruppo Spee l’importante è crederci Il Gruppo aquilano ha vinto una grande sfida nazionale. Grazie alla sua società All In One, impegnata nei servizi integrati di sicurezza, oggi gestisce importanti gallerie lombarde. Una vittoria che in questo momento delicato incoraggia un po’ tutti

L’

importante è crederci. Questo il motto del Gruppo Spee dell’Aquila, che si rafforza ulteriormente dopo l’ultima grande conquista nazionale. Da oggi infatti, le gallerie stradali che collegano la Valbrembo, la Valseriana e la Valmalenco in Lombardia saranno videosorvegliate, supervisionate e gestite dalla All in one, Integrated Facility Management, società del Gruppo Spee, proprietaria dell’innovativo centro di controllo Panopticon, inaugurato nel 2008 nella zona industriale di Pile, a L’Aquila. «Ottenere questo servizio di gestione –ha dichiarato il presidente del Gruppo, Luciano Ardingo- è stata una conquista molto significativa, soprattutto in questa delicata fase di ritorno alla normalità dopo il sisma dello scorso aprile». Il Gruppo Spee ha infatti dovuto lottare molto duramente scontrandosi con numerosi competitors nazionali e internazionali per poter mantenere ben salda la propria porzione di mercato soprattutto dopo il terribile evento naturale che oltre agli ingenti danni che tutti conoscono bene, ha portato l’Abruzzo sotto l’attenzione di numerose aziende esterne, con un indubbio aumento nella competitività del mercato. Ma il Gruppo abruzzese Spee, costituito da cinque aziende che operano su tutto il territorio nazionale, oltre

la sede dell’azienda aquilana

che in alcune nazioni europee, è sempre stato fortemente orientato verso la ricerca e lo sviluppo, con il risultato che nel corso degli anni ha ottenuto una costante evoluzione tecnologica accompagnata da un incremento del capitale intellettuale diffuso nelle varie società, e questi elementi hanno fatto del Gruppo un’organizzazione che produce prima di tutto qualità e cultura tecnologica. I suoi innovativi servizi di outsourcing consentono cospicue riduzioni dei costi con performance qualitative non paragonabili alle tradizionali attività di mercato. La società All In One, aggiudicatrice del servizio di sicurezza per le gallerie lombarde, dispone di un call center e di un centro di controllo attivi 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno, il suo centro, presidiato da tecnici e ingegneri altamente specializzati, è tecnologicamente attrezzato per fornire i più svariati servizi avanzati nel campo della sicurezza e dell’Information Technology e rappresenta il nodo fisico e virtuale di gestione, supervisione e controllo da impianti, sistemi e servizi anche personalizzabili. Il successo del Gruppo Spee e della sua società All In One, sono la testimonianza che l’Abruzzo può vincere se le sue realtà aziendali puntano sull’innovazione e sulla qualità dei servizi alzando il livello di competitività

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» di Marco Taglieri

Come innovare? Riducendo i costi Opt Solutions promuove un workshop incentrato sul tema della competitività delle imprese: l’imperativo è aumentare efficienza e produttività

Un momento del workshop promosso da OPT Solutions

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i può innovare solo riducendo i costi. Opt Solutions, azienda specializzata nella produzione e realizzazione di software di gestione e controllo aziendale, sottolinea con forza il concetto in occasione del workshop, organizzato in collaborazione con Digitecno, Dimeg e Infoservice, e tenutosi presso il Cisi di Mosciano. Per essere competitivi occorre innovazione. Per innovare è necessario aumentare produttività ed efficienza, attraverso strumenti e metodi che nel contempo permettano di ridurre costi e perdite. Nell’attuale fase storica di crisi, è importante ottimizzare al massimo le proprie risorse e minimizzare gli sprechi. Per far questo è d’obbligo avere una visione chiara del mercato. A spiegare ancora meglio questa necessità è Luciano Fratocchi, rappresentante del Dimeg (Università dell’Aquila), che punta forte sul controllo di gestione e sull’analisi della redditività dei prodotti: una sorta di indagine preliminare imprescindibile. Dopo questo step bisogna focalizzare l’attenzione sugli sprechi. Che vanno ridotti. Il rappresentante della Opt Solutions Sergio

Angelillis illustra quanto sia importante questo aspetto, propedeutico al cosiddetto “pensare snello”: con tale dicitura si intende una strategia attuabile solo con un efficiente sistema di raccolta dati e di controllo, che identifichi e comunichi alle diverse aree aziendali informazioni rapide e certe. Il tutto è migliorabile se vengono utilizzati adeguati software per la progettazione tecnica, come chiarisce il responsabile commerciale della Digitecno di Teramo Fabiano Di Angelantonio. Non ultimo in quanto a rilevanza è il fattore “integrazione” tra le diverse aree aziendali: Ezio Mucci, responsabile vendite della Infoservice, mette in luce come gli strumenti Erp siano determinanti per lo sviluppo di un’impresa che voglia rimanere al passo con i tempi. Solo così si potrà passare da una logica di controllo per funzioni a una di controllo per processi. In un mondo sempre più globale la vera difficoltà non sta nella tecnologia, quanto invece nel saper usare i metodi informativi a disposizione. E nel saperli usare in modo intelligente

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i partner...

MAR.COM. MEDICALE [anno di fondazione 2000] 65016 Montesilvano (Pe) Via Verrotti, 25 tel. e fax 085.4492556 www.marcomedicale.biz e-mail: vendite@marcomedicale.biz

SO.C.C.A.M. S.r.l. [anno di fondazione 1982] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) C.da Vertonica tel. 085.960721 - fax 085.96675 e-mail: c.trubia@tin.it

COMIND s.a.s. [anno di fondazione 1980] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Aterno, 42 - Zona Comm. Dragonara tel. 085.4463060 - fax 085.4463556 www.comind.it - e-mail: info@comind.it

MECH ENGINEERING S.r.l. [anno di fondazione 2001] 65012 Villanova di Cepagatti (Pe) Via Nazionale, 66/A tel. e fax 085.9774182 e-mail: mechsrl@libero.it

Unione Industriali della Provincia di Pescara Unione Industriali della Provincia di Pescara [anno di fondazione 1945] 65128 Pescara - Via Raiale, 110 bis tel. 085.432551 - fax 085.4325550 www.confindustria.pescara.it e-mail: info@confindustria.pescara.it

DE.AL. S.r.l. [anno di fondazione 1990] 65010 Elice (Pe) - C.da Bastioni, 118 tel. 085.960091 - fax 085.9600960 www.pacfood.it - e-mail: info@pacfood.it

Massimo Paolini Agente Capo PATTARA CONSULTING s.a.s. [anno di fondazione 1996] 66023 Francavilla al Mare (Ch) sede operativa: Via Bachelet, 4 tel. e fax 085.817361 e-mail: alessiopattara@libero.it

TOP SOLUTIONS [anno di fondazione 2003] 65128 PESCARA Via Raiale 110 bis - 2° piano tel. fax 085 4313962 www.topsolutions.it e-mail: info@topsolutions.it

Massimo Paolini - Sara assicurazioni [anno di fondazione 1968] 66100 Chieti Piazza Garibaldi, 3 tel. 0871.323095 - fax 0871.347316 www.sara.it - e-mail: ag6220@saraagenzie.it

MAZZOCCHETTI LUCIANO [anno di fondazione 1983] 66100 Pescara Strada Vic. Acquatorbida, 17 tel. 085.4462666 - fax 085.4464075 www.lucianomazzocchettitrasporti.191.it e-mail: info@lucianomazzocchettitrasporti.191.it

DF ALLUMINIO S.r.l. [anno di fondazione 1994] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Fraz. Sambuceto - Via Cavour, 59 tel. 085.4465042 - fax 085.4407840 www.paginegialle.it/dfallumin e-mail: dfalluminio@alice.it

F.lli DI NINO S.n.c. [anno di fondazione 1960] 65010 Spoltore (Pe) C.da Fontevecchia, 69 tel. 085.413146/47 - fax 085.4155023 www.dinino.it - e-mail: dinino@dinino.it

STYLE PARQUET di Roberto Ciabarra [anno di fondazione 2002] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) C.da Fonte di Moro, 29 tel. e fax 085960542

A.B.FILM Pellicole per Vetri Via Badette 13 64018 Tortoreto (TE) Tel. 0861.777482 Fax. Fax. 0861.359982 e-mail: info@abfilm.net

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Concorso “La Genziana”: 1°Premio Tema libero colore Davide Gasparetti

arte&co.

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L’arte dello scatto

la vita è bella traparentesi

159 News in pillole

uscita di sicure a

163 New York la città che non dorme mai

itinerari d’Abru o

165 Canzano, sapore d’Abruzzo

l’albergo del mese paprika alkimie

167 Hotel Cristallo 169 La Cantina di Porta Romana 171

Il tacchino sulla Luna

arte&co

172 L’artista di Pegaso

arte&co

175 In arrivo le borse illuminate targate Je Suis Ici

arte&co

178 Il futuro dei trabocchi

arte&co. / in cornice

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L’arte meccanica

tempo rubato

185 L’insonnia di un tarlo

musicamania

187 Once More / This Is It

ve

i moderni

189 Nella shopper questo mese

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traparentesi COMMERCIO SOLIDALE

URSINI ED ELODIA: COMPRIAMO ABRUZZESE Dopo il tragico sisma del 6 aprile, Giuseppe Ursini, patron dell’omonima azienda di Fossacesia e la famiglia Moscardi del ristorante Elodia di Camarda a L’Aquila hanno messo insieme le loro straordinarie esperienze per creare una linea di prodotti nuova, originale e stuzzicante che combinasse la tradizone del capoluogo regionale con quella di Fossacesia, in provincia di Chieti. Nasce così “Melodia dei sapori Ursini, Fossacesia per l’Aquila”, otto prodotti differenti, sapori tipici della tradizion e, fusi insieme e presentati con originalità per comporre una confezione regalo unica ed elegante, per sostenere L’Aquila.

SA MAI” “IL CERVELLO NON RIPlaOricerca ha mostrato che anche quan-

SCIENZA

Negli ultimi anni vato budget cer vello consuma un ele do dormiamo il nostro ata in una izz an org a intensa attività energetico e mostra un imo stutiss en rec Un le. ra funziona vera e propria architettu mediBio te tituto Tecnologie Avanza dio, condotto presso l’Is ttività ll’a de ne fat to luce sulla funzio che (ITAB) di Chieti, ha to di en im nd pre l’ap ostrando che i tra cerebrale a riposo, dim on azi rel lle ne i ion lle modificaz lo nuove abilità induce de ruo il re to. Comprende riposo lavorano in concer a che ire lo uis vel acq cer r l pe de i diverse region dimostrarsi importante del cer vello, potrebbe a è for tedell’attività spontanea tività cerebrale spontane ali invalidanti nelle qu l’at tie lat ma ri. su ola ze asc en rov osc con ictus cereb morbo di Alzheimer e gli mente alterata, come il

EVENTI

PRESEPI IN MOSTRA L’associazione Vezz Club di Ripa Teatina, in collaborazione con l’associazione Italiana Amici del Presepio, delegazione di Aprilia, in occasione delle vicine feste natalizie organizza una mostra permanente di presepi artistici aperta tutti i giorni dal 15 novembre al 27 dicembre, dalle 9,00 alle 12,00 e dalle 15,00 alle 19,00. La mostra si terrà nei locali posti sotto la torre seicentesca del ristorante Il Castello d’Abruzzo e in alcuni giorni sarà organizzata anche una rappresentazione dal vivo della Natività. L’ingresso è gratuito.

ENOGASTRONOMIA

VILL A SANTA MARIA: L’ECCELLENZA PREMIA

Grande successo per la trentunesima rassegna dei cuochi tenutasi lo scorso ottobre nel borgo di Villa Santa Maria. La manifestazione di tre giorni, organizzata da E.GE.R.CU (Ente Gestione Rassegna Cuochi), Comune di Villa Santa Maria e associazione Cuochi Valle del Sangro ha visto oltre 6mila visitatori totalizzando 3mila pasti serviti nelle isole gastronomiche e a Palazzo Caracciolo nelle cene di gala. L’eccellenza culinaria di Villa Santa Maria vince ancora.

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traparentesi EVENTI

MUSICA E…

Per il progra

cima edizione di e di musica, con la de ting si ieti Ch bre em dic posta dall’associazioDall’8 novembre al 30 ali e musicali a tema pro tur cul tri on inc di na “Musica e...”, rasseg alcuni a da Luca Dragani. dazione Carichieti e di ne Fairy Consort e dirett con il contributo della Fon ale ata avv lizz si rea , no ne ’an zio est sta qu e La manife ingresso libero, ad nti me nta pu ap sso te ll’a set oamericana, de enti pubblici, prevede iana di Musicologia Afr Ital ietà . soc ieti Ch lla di de ri” ne istica “Adriano Fed della collaborazio dell’associazione organ e ra sca Pe .it. di oo e ah art i@y sic lucadragan ciazione Mu t.blogspot.com oppure cer ti: http://fairyconsor mma completo dei con

CULTURA

LA GALLERIA PIÙ PICCOLA DEL MONDO Di fronte al “deposito per opere dell’ingegno” di via Genova 42 a Pescara , in 12 metri quadrati, è nata la Microgalleria, la galleria d’arte più piccola del mondo. Diretta da Marco Mazzei la Microgalleria ha come obiettivo quello di diventare un nuovo spazio per la promozione di tutti gli artisti che vogliono dialoga re con la città. È stata inaugurata con una mostra fotografica del fotoreporter pescarese Massimo Maresca intitolata “Le donne della Grameen Bank”.

ORIO PROMOZIONE DEL TERRIT

ALITALIA SU LA VO O ZZ U R B ’A D O LI L’O l Condotto dalle aziende de

pro L’olio extravergine d’oliva rei della verrà gustato sugli ae e res sca -Pe ino rut sor zio Ap il geerà gg via prime rot te sulle quali ma compagnia Alitalia. Le Ro o lan Mi di saranno quella nte nuino prodotto nostrano rta po ll’im de ni mi ter i Questi sono rpe e di Roma – New York. lla ne , rsorzio dell’area vestina di accordo siglato tra il Co ia gn pa com te Silvano Ferri e la sona del suo presiden Pescareine d’oliva DOP Aprutino erg rav bandiera. L’olio ext rnazio inte ed le na zio na di una campagna re ato sci ba am ue nq osc se si farà du o di essere con iuti. tesori che attendono sol i, zes ruz ab tti do pro i nale de

SCIENZA

TERAMO VIVE L’ANNO INTERNAZIONALE DELL’ASTRONOMIA

so dalPer celebrare l’Anno Galileiano Internazionale dell’Astronomia promos con azione collabor in (Inaf), ca Astrofisi di le Naziona le Nazioni Unite, l’Istituto (Asi), la Italiana Spaziale a l’Agenzi (Infn), e Nuclear Fisica di le Naziona l’Istituto partecipaSpecola Vaticana e i Musei Vaticani, ha realizzato due mostre con la rivolti ionali internaz progetti grandi dei nisti zione dei ricercatori italiani protago Roma a prima terrà si che verso” dell’Uni parole le e: Particell allo studio dell’Universo. Gli incontri sono “Astri e mia e Strumenti: il patrimonio storico per poi trasferirsi al Parco della Scienza di Teramo e “Astrum 2009. Astrono , fino al 16 gennaio 2010 e realizzato gradell’astronomia italiana da Galileo ad oggi”, allestito ai Musei Vaticani che ha messo a disposizione alcuni Teramo zie alla preziosa collaborazione dell’Osservatorio Astronomico di ia”. strumenti storici appartenenti al “Museo di Colluran

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CULTURA

MICHELE PL ACIDO METTE IN SCENA L’ABRUZZO

Michele Placido sta lavorando per met tere in scena una rielaborazion e teatrale di “Fontamara” il romanzo di Ignazio Silone. «Il mio lavoro prende spunto da Silon e per poi avvicinarsi alla tragedia abruzzese – ha affermato in un inter vista il noto attore - Silon e stesso ha vissuto il dramma del terremoto di Avezzano durante il quale perse la madre e tre fratelli. Il testo che met teremo in scena a Roma e a Milano al Parenti, nel prossimo mar zo, evoca l’Abruzzo, si sofferma sul carattere forte deg li abruzzesi, ne met te in evidenza il coraggio dimostrato nell’affrontare una tragedia di que lle proporzioni. Abbiamo già fatto una prova dello spet tacolo a L’Aquila ed è piaciuto molto, tanto che faremo altre tappe per la tournée».

LEGALITÀ: “IMMIGRAZIOPNEER EL’USO” ISTRUZIONI i-

SOCIETÀ

È il nome del pr to mo appuntamen fpromosso dall’u e ion az ficio immigr di ra tu es della Qu Pescara e orga 8 so nizzato lo scor novembre presso o il cinema Massim di rze fo le tra tro provincia. Un incon del capoluogo di i con lo scopo unità degli stranier m co sta va la e ia poliz verso la legalità, tare questi ultimi di informare e orien carsi nella comsuppor to per distri to nasce in dando un concreto na. L’appuntamen lia ita zia cra ro bu plessa che prevede a sanatoria in at to un n co a nz ita om conc rmessi di soggior ca 1000 nuovi pe la consegna di cir . no in tempi record

RICONOSCIMENTI

ECCELLENZE NELLA RICERCA ECONOMICA Giovanni Di Bartolomeo, docente di politica economica alla facoltà di Scienze della Comunicazione di Teramo, è stato premiato da “Sapienza Ricerca”, la manifestazione che l’Università La Sapienza di Roma dedica alle eccellenze nell’ambito della ricerca, per il suo studio dal titolo “La teoria della politica economica in un contesto strategico”. La ricerca è stata sviluppata insieme a Nicola Acocella docente all’Università La Sapienza e all’americano Andrew Hughes Hallett della George Mason University di Washington. I tre hanno ricevuto la medaglia per l’eccellenza nella ricerca attribuita da parte di un Comitato Internazionale di valutazione e consegnata direttamente dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

EVENTI

VIA AL PREMIO TERAMO CHE LAVORA

Torna il premio “Teramo che lavora”. La manifestazione che è alla sua ottava edizione, ha l’obiettivo di valorizzare gli imprenditori più meritevoli nei settori trainanti dell’economia teramana e regionale. La serata che si terrà il prossimo 28 novembre al Panoramic di Tortoreto, come ogni anno, ospiterà una platea di più di 400 persone, esponenti del mondo politico, economico e militare. Il presidente del premio, Patrizio Panichi, durante la cena di gala, riserverà uno spazio tutto dedicato a l’Aquila e al terremoto.

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uscita di sicure

a

New York, la città che non dorme mai stata definita in mille modi. Per i sociologi New York è la culla del melting pot , il crogiolo di razze in cui tante etnie convivono più o meno pacificamente. Per i sognatori New York è la sintesi dell’America dove tutto è possibile, e forse in questo bisogna concordare con gli americani; Obama for President, agli occidentali sembrava una chimera. Per gli amanti della bella vita New York è semplicemente The big Apple. Lo scrittore Edward S. Martin paragonava la città ad un melo, con le radici nella valle del Mississippi e il frutto a New York. L’evocativo concetto fu ripreso negli anni ‘70 a scopo turistico pubblicitario e la metropoli fu associata ad una grande mela da prendere a morsi. Ma prima ancora, negli anni ‘20, questo simbolismo era stato divulgato dal cronista sportivo John J. Fitzgerald.

Non a caso, nel 1997, il sindaco Rudolph Giuliani battezzò l’angolo tra la 54 St e Broadway, dove abitò il giornalista, con il nome di Big Apple Corner. Forse questo è uno dei modi migliori per “gustarsi” New York, metropoli di quasi 9 milioni di abitanti, andare in giro per la città a scoprire luoghi legati alla sua breve storia. Muoversi a New York non è certo un problema, una volta capito che il Bronx è zona off limits, si può decidere di girare a bordo di un yellow cab (taxi giallo), in autobus, in metropolitana, in battello o semplicemente a piedi. Non possono mancare le visite a Ellis Island, dove un tempo sbarcavano le navi piene di immigrati provenienti dall’Europa e venivano tenuti in quarantena; a Liberty Island, dove è collocata la Statua della Libertà; a Central Park, il polmone verde della città, e al tristemente celebre Ground Zero, quel che resta dello spaventoso attentato alle Twin Towers

un motivo in più_ Abbiamo l’Euro forte La tendenza dell’euro nella fase attuale è quella di rafforzarsi troppo. Lo sostiene il presidente della commissione europea José Manuel Barroso. Se lo dice lui e lo percepiamo tutti, nel bene e nel male, perché non approfittarne? Il momento è propizio per andare a fare acquisti a New York. Tutti i settori possono dare soddisfazione, dall’abbigliamento all’high tech, senza trascurare il settore immobiliare. Gli italiani che avessero in mente di acquistare un attico da sogno con vista su Manhattan, entrando in una agenzia immobiliare locale, possono tranquillamente dire: Yes we can!

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itinerari d’Abru

o

» di Alessandra Vallera

Canzano, sapore d’Abruzzo

La Val Vomano ci ospita nel piccolo e delizioso centro di Canzano, dove secoli di storia hanno lasciato la loro traccia sui percorsi di un paese da visitare e da gustare attraverso le sue tipicità

ra i suggestivi borghi che vanta la nostra meravigliosa regione, non si può non nominare Canzano, in provincia di Teramo, un paese la cui storia sembra perdersi nei meandri del tempo. Posto a nord della Val Vomano, a ben 463 metri sul livello del mare, questo paese sorge nella zona dei Praetutii, un’antica popolazione del centro Italia che viveva ad Interamnia Praetutiorum, l’attuale città di Teramo. Questo antico territorio, che godette di una certa indipendenza dall’Impero Romano fino al terzo secolo a.C., quando fu conquistato da Silla e reso colonia romana, fu sicuramente abitato anche in età preistorica, come testimonia il ritrovamento archeologico di varie punte di frecce, realizzate in selce, nella zona compresa tra il paese di Canzano e quello di Castellalto. Con il nome di Cansanum compare già nel Diploma di Carlo I d’Angiò del 1273, fu inserito, qualche anno dopo, nello stato di Atri della famiglia Acquaviva fino al tardo cinquecento. Un periodo storico che sembra non essere stato annullato dal tempo, infatti, ancora oggi è possibile visitare i resti della fortificazione muraria, risalenti al XIV secolo, costruita dalla famiglia Acquaviva. Sempre collegato a questa fortificazione, è il Torrione a pianta circolare, con i suoi suggestivi archetti a tutto sesto, risalente al secolo XV. Ma Canzano custodisce gelosamente anche un gioiello di architettura religiosa, la chiesa rinascimentale della

» foto concesse dal Comune di Canzano

Madonna dell’Alno, edificata nel 1526 su richiesta della stessa Vergine, questo narra la tradizione popolare. Oggi questa bellissima chiesa conserva ancora il portale della costruzione originaria, mentre l’interno e la facciata si possono far risalire al settecento ed il campanile è riconducibile ai primi anni dell’ottocento. Poco fuori dal paese è possibile visitare la meravigliosa chiesa benedettina di San Salvatore, riaperta al pubblico solo lo scorso gennaio, che «fu cella di S. Salvatore a Bozzino (Roseto) e quindi dipendenza di S. Salvatore in Concerviano (RI) nel secolo XI», come afferma l’assessore Franco Campitelli. Dietro una semplicissima facciata, impreziosita da un portale romanico con i simboli dei quattro evangelisti, si nasconde una caratteristica struttura duecentesca, arricchita da tre navate interne senza transetto e una grande abside sul fondo della navata centrale. Colpisce sicuramente, sulla parete sinistra, l’affresco della Madonna col Bambino in trono della prima metà del XVI secolo, una raffigurazione dei Santi Rocco e Salvatore della fine del Cinquecento e tre figure di santi, purtroppo molto rovinate e quindi non pienamente identificabili. Ma Canzano è famosa soprattutto per la ricchezza delle sue tradizioni gastronomiche, la cui punta di diamante è senza dubbio il tacchino alla canzanese. Insomma questo piccolo centro della Val Vomano è senza dubbio un ottimo luogo dove fare una rilassante passeggiata autunnale e perché no, farsi catturare anche dalle meraviglie della cucina locale

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l’albergo del mese

Hotel Cristallo In questa rubrica Abruzzo Impresa propone i migliori hotel della regione, in un percorso che vedrà coinvolte tutte le province, per offrire la possibilità di conoscere, scegliere e soggiornare nelle più esclusive strutture alberghiere del momento l lungomare di Giulianova Lido ospita l’Hotel Cristallo. Elegante e confortevole, è un’ottima soluzione per rispondere alle più svariate esigenze, soggiorni mare, relax, benessere, business comfort e non per ultimo il servizio di ristorazione, vero fiore all’occhiello della struttura che vanta da anni la segnalazione da parte della prestigiosa Guida Michelin dei ristoranti italiani. Il ristorante prevede cucina tipica e specialità di pesce che lo rendono uno dei locali più apprezzati della provincia, il suo menù è genuino e curato nei minimi particolari, con la scelta di prodotti rigorosamente locali e sempre freschi, soprattutto il pesce proviene direttamente dai pescherecci del porto cittadino. L’Hotel Cristallo accoglie il cliente in una raffinata hall, ma tra i suoi variegati spazi troviamo: un bar in veranda, una terrazza panoramica per il relax e la lettura, il solarium all’ultimo piano con le piscine per idromassaggio e non per ultimo in bellezza l’ampio giardino privato in pineta, dove trascorrere lunghi momenti di contatto con la natura. Tutti gli ambienti di questa struttura sono caratterizzati da grande attenzione nella progettazione e nell’allestimento, soprattutto per la scelta dell’arredamento. Di proprietà della famiglia Casaccia dal 1967, che da tre generazioni si occupa di ristorazione e ospitalità e che si distingue particolarmente per dinamismo e attenzione al cliente, l’Hotel Cristallo è stato recentemente ampliato con un nuovo piano nel quale camere e suite sono costruite interamente in bioarchitettura, con l’uso esclusivo di soli materiali naturali, camere BIO COMFORT, di diverse tipologie, con doppio affaccio sul mare e terrazza privata e con la disponibilità anche di un’ampia BIO COMFORT J.SUITE, dotata di una cabina privata per sauna, bagno turco e cromoterapia. Un elemento che sottolinea come la gestione di questa struttura sia affidata nelle mani di una famiglia lungimirante e attenta alla qualità dei servizi offerti, soprattutto oggi che la clientela è particolarmente sensibile alle problematiche legate all’ecologia e al benessere. Nel periodo estivo l’Hotel Cristallo dispone di una spiaggia privata attrezzata e la sua posizione centrale lo rende facilmente raggiungibile, qualità questa da non sottovalutare nel caso si volesse organizzare un incontro nella sua sala riunioni che può ospitare coffee break, colazioni e cene di lavoro, offrendo inoltre accesso a internet, Wi-Fi gratuito e quotidiani nazionali in omaggio, servizi aggiunti che fanno la differenza

dove_ 64021 Giulianova Lido (Te) Lungomare Zara, 73 info_ Tel. 085.8003780 - fax 085.8005953 - www.hcristallo.it - info@hcristallo.it categoria_  servizi_ Hotel, ristorante, sala riunioni per meeting fino a 100 persone, solarium, giardino

» foto concesse dall’Hotel Cristallo

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Le Morbidelle Le Morbidelle

ferratelle morbide

DOLCIARIA CERASANI Srl S.S. 83 km 8 • Zona Artig. e Piccola Industria - 67057 PESCINA (AQ) • Italy Tel.+39(0)863.898105- Fax +39(0)863.898093 - www.cerasani.com • info@cerasani.com


paprika

La Cantina di Porta Romana In questo locale il tempo sembra essersi fermato agli anni ‘60 e i profumi della cucina ci ricordano quelli nella casa della nonna. Qui pulsa il cuore di Teramo embrerebbe una contraddizione in essere, ma La Cantina di Porta Romana è forse il più riuscito connubio tra novità e tradizione. Sì perché non siamo più abituati ad assaporare davvero la buona vecchia cucina, quella “cucinata” come direbbe Marcello Schillaci, titolare e cuoco della cantina, quella che prevede tre ore di cottura per il sugo, una gran quantità di genuini ingredienti tipici, spezie in abbondanza e pietanze che prima di essere tali sono fonte di rimembranze passate. Questo piccolo angolo di delizia si trova nell’antico quartiere di Porta Romana nel pieno centro storico di Teramo, dove un ampio porticato accoglie i tavoli durante la bella stagione e sembra quasi di essere sospesi nel tempo. Lo stile è quello di una cantina anni ‘50-‘60 con pezzi originali dell’epoca e tante foto di simposii passati. Marcello Schillaci è un uomo profondamente innamorato della propria tradizione enogastronomica e la difende con impegno tutti i giorni proponendo piatti come le pennette di sugo allungato con gamberi di fiume, le mazzarelle, le sardelle coi peperoni, salumi e formaggi tipici, naturalmente trattandosi di una cantina, il tutto bagnato dalle migliori etichette della nostra terra. La Cantina di Porta Romana è stata menzionata nel 2008 e 2009 dalla guida “Ristoranti d’Italia” de L’Espresso, recensita da numerose riviste nazionali ed estere e quest’anno ha ottenuto anche il premio “Buona Cucina” del Touring Club Italiano. Con un conto molto onesto e un’atmosfera calda e accogliente, questo locale va assolutamente vissuto

info_ La Cantina di Porta Romana Corso Porta Romana, 105 - Teramo Prenotazioni: 0861.252257 - 348.4225544 www.lacantinadiportaromana.it info@lacantinadiportaromana.it Giorno di chiusura: Domenica

» foto concesse dalla Cantina di Porta Romana

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alkimie » di Denia Di Giacomo e Nicola Boschetti

Il tacchino sulla Luna

Storia e ricetta del tacchino alla canzanese, un piatto unico della nostra tradizione gastronomica, amato persino da Neil Armstrong n tacchino che vola sulla luna? No, semplicemente un’ottima pietanza, ma la storia narra che il tacchino alla canzanese sia entrato nella scorta alimentare che Neil Armstrong portò con se nello sbarco lunare, questo perché è leggero, nutriente e si conserva a lungo. Grandi meriti per la pietanza abruzzese! Le sue origini risalgono al 1800 quando due agricoltori cucinandolo al mattino scoprirono che la sera il brodo era diventato una gustosa gelatina, ma la sua commercializzazione avvenne negli anni ‘30 ad opera del macellaio Domenico Piersanti di Canzano. Da allora il tacchino alla canzanese rappresenta uno dei piatti tipici più famosi della regione, originario dei comuni della vallata dei fiumi Vomano e Tordino e, in misura minore, dei territori più nord della Val Vibrata e più a sud della Val Fino. Sin dall’aspetto leggermente ambrato se ne intuisce il sapore, sapido e delicato allo stesso tempo, ottimo sia a pranzo che a cena, come piatto unico grazie alle sue elevate proprietà nutritive, o come secondo. Naturalmente il tacchino alla canzanese viene ancora preparato in casa e ogni famiglia custodisce gelosamente la propria ricetta con delle piccole varianti rispetto alle altre, ma sostanzialmente il procedimento di preparazione può essere descritto come di seguito. Il tacchino, diviso a metà, viene ben pulito, sventrato e disossato, quindi riempito con una testa d’aglio, alloro, sale e pepe, è legato e posto a rosolare dolcemente al forno con acqua bollente. La cottura in media dura otto ore e il tacchino viene fatto ben rosolare, girandolo spesso, al termine si separa la carne dal brodo che viene messo a bollire per essere pulito dalle impurità e dal grasso residuo, e infine il brodo e la carne vengono riuniti e lasciati in frigorifero per circa 12 ore. In questo modo il brodo diventa ottima gelatina da servire unitamente al tacchino tagliato in fette di medio spessore.

Lapis rosato nuovo 2009 Colline Teatine I.G.T

Abbinare il piatto di questo mese mette felicità ad ogni appassionato di vino, vista la piacevolezza che il “tacchino alla canzanese” offre: parliamo di uno dei piatti più antichi e rappresentativi della cucina teramana che si serve “rigorosamente” freddo, accompagnato dalla gelatina del suo stesso brodo. Il vino che più mi viene in mente e quasi lo gusto con la memoria, è il “Lapis” di Dora Sarchese. un colore bellissimo e brillantissimo, conferitogli dalla sua giovane età, ma da non confondere con i “sofisticati novelli”, visto che la procedura di lavorazione è totalmente diversa. Dal naso profumatissimo che ricorda la fragola e la ciliegia appena maturi, sposa perfettamente il profumo tenue del piatto. La bocca è uno “stadio” di freschezza leggermente abboccato, con un retrogusto giustamente amarognolo che avvolge ed esalta, in maniera quasi perfetta, la sensazione sapida e delicata del tacchino. La bellezza di un abbinamento si rileva soddisfacente quando cibo e vino viaggiano di pari passo senza interferenze o soprusi gustativi, e, obbiettivamente con vini del genere ci si può ritenere soddisfatti. L’azienda Dora Sarchese, gestita in maniera familiare da Nicola ed Esmeralda D’Auria, nelle dolci colline ortonesi (CH), si distingue per la facilità di beva di tutti i propri prodotti, mettendo in risalto più il frutto che le forzature di cantina. Da bere giovane ad una temperatura di 12° - Prezzo indicativo: 14 Euro. info_ Azienda Dora Sarchese - C.da Caldari Stazione, 65 - 66026 Ortona (CH) Tel. 085/9031249 - www.dorasarchese.it - Visite su prenotazione

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arte&co. » di Anna Cutilli Di Silvestre

Luciano Primavera accanto al “suo” monumento all’Agricoltura

L’artista di Pegaso Luciano Primavera, luce dipinta e corposità rinascimentale

e opere di Luciano Primavera celebrano il trionfo della figura. Questa, deformata dalle sperimentazioni del primo Novecento e scacciata dalle tendenze successive, torna a splendere nelle opere del pittore abruzzese, a emozionare, commuovere e far sognare l’osservatore. Fu il Romanticismo ad esaltare la funzione emotiva dell’opera d’arte come capacità d’impulso all’immaginazione interiore. All’incomunicabilità dei poco chiari concettualismi che si servono dell’arte per enunciare giudizi sulla società di oggi, Luciano Primavera preferisce l’evidenza della rappresentazione restituendo all’arte la sua funzione di

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descrizione della realtà. L’opera Allegoria dell’arte (1985) assume un valore programmatico dell’attività artistica di Luciano Primavera. Al centro una giovane donna rappresenta la Bellezza e il fluttuare dei suoi veli indica la versatilità del carattere femminile, il cui fascino per lui, è fuori discussione. A sinistra una coppia di nerboruti corpi a indicare la forza delle passioni umane. In primo piano, melograni, simbolo dell’abbondanza e della fertilità. E subito dietro, una persona in abito viola scuro, nascosta da maschera e guanti, a indicare che per quanto realistica, l’arte è sempre una finzione. Lo afferma anche

» foto concesse dall’artista Luciano Primavera


d’Annunzio ne La chimera tra i versi dedicati a F. P. Michetti: “Tu, signor del pennello, io de la rima,/ fingeremo realtà meravigliose”. L’arte di Primavera dunque è descrittiva. Pur caratterizzata da precisione fotografica, si connota anche per evanescenza e indeterminatezza che appunto, sulla scia dei ricordi, favoriscono la fantasia. La presenza di statue, sarcofagi e bassorilievi antichi, evoca il fascino del mondo classico. Spesso Il busto di San Cetteo in argento un’aura rinascimentale, levigata e sobria, colta ed elegante, le figure femminili attonite e un po’ straniate, mirano a solennizzare la Bellezza con i loro abiti, a volte impalpabili come i veli del Botticelli, a volte vellutati come i manti del Pontormo. Se la figura femminile domina nella pittura di Luciano Primavera, ancor più insistito è il tema della frutta che lui preferisce definire, come già De Chirico, Natura silente, raffigurata in ciotole d’argento o in piatti di ceramica, ma sempre con l’evidenza specchiante e la lucidità delle tinte proprie dell’iperrealismo. La ricchezza sfarzosa degli impasti e l’opportuna disposizione delle tinte creano una vibrante tensione poetica. Profonda ed estesa, difficilmente eguagliabile è la competenza tecnica di Luciano Primavera nel campo dei colori usati e della resa della luce dei suoi dipinti. Caratteristica della pittura di Primavera sono le ombre colorate che appunto non sono nere perché

riflettono la luce circostante. Infatti egli stesso parla di “colore della luce”. Con Luciano Primavera non è andata perduta la lezione del Rinascimento in cui i pittori non erano meno che disegnatori e scultori. Infaticabile lavoratore egli ha effigiato una serie interminabile di ritratti: di personalità di rilievo e di gente comune. Con il bronzo, l’argento e l’oro “per qualche pastorale” egli ha creato una elegante statuaria in metallo che fa tornare alla mente un’intuizione di Giuseppe Ungaretti che parlava di “anàbasi avente per fine l’ascensione lirica delle forme”. Statue in bronzo piccole e grandi, opere di Luciano Primavera, ornano case e piazze. Per la cattedrale di Pescara egli ha fuso in argento massiccio, il busto di San Giustino, benedetto da Papa Ratzinger di cui ha suscitato meraviglia e lode con il giudizio “Si trovano ancora artisti così bravi?”. A tanto lavoro copiosi i riconoscimenti: essi vanno da quelli dei Musei europei a quelli dei Musei della Cina e degli Stati Uniti; di lui si sono occupati qualificati critici e annoverano la sua presenza prestigiose riviste d’arte. Singolare è l’attribuzione del nome di Luciano Primavera ad una ben determinata stella della costellazione di Pegaso da parte dell’Istituto Internazionale dei Registri Astronomici. E così fino alle stelle arriva anche il nome dell’Abruzzo!

Allegoria dell’arte 1985, olio, cm 100x130

Natura silente, 1989, olio, cm 70x90

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comunicazione aziendale

» Farnese vini

Edizione, cinque autoctoni V

ino di grande struttura, morbido, ricco di tannini vellutati, molto persistente e con finale lungo con note speziate di vaniglia e cioccolato. Pronto per essere bevuto subito ma sopporta bene un invecchiamento di 8/10 anni. Temperatura di servizio: 18-20° C circa. Abbinamenti gastronomici: Carni rosse, selvaggina, sughi robusti. Vino da meditazione. Vitigni: Montepulciano, Primitivo, Sangiovese, Negroamaro e Malvasia Rossa. Area di produzione: Comuni di Colonnella, Ortona, Sava e San Marzano. Caratteristiche sensoriali: colore rosso granato molto intenso e persistente con sentori di ciliegia, prugna, ribes maturi, tabacco e nota tostata finale.

I

«Nascono i nostri frutti»

vini Farnese riflettono tutti i colori della terra d’Abruzzo, dipingono incantevoli paesaggi di gusto e vivono della passione per i vigneti sconfinati che la Majella domina e protegge con le sue rotondità materne. Potete osservarli scivolare dalle colline fino al mare, distendersi alla ricerca delle esposizioni ottimali e godere di un microclima invidiato dall’Europa intera. Ecco perché i frutti di questa terra crescono bene e invecchiano ancora meglio.

FARNESE vini s.r.l. Castello Caldora - 66026 Ortona (Ch) tel. 085 9067388 - fax 085 9067389 - www.farnese-vini.com


arte&co.

Una delle creazioni dell’imprenditore Alessio Zaccagnini

In arrivo le borse illuminate targate Je Suis Ici Con il giovane imprenditore pescarese Alessio Zaccagnini, la moda non è made in Italy, ma made in Abruzzo

uante idee sulle borse. Negli ultimi anni gli stilisti si sono dati battaglia su questo fronte e ancora combattono perchè l’oggetto merita, le donne ne vanno pazze, hanno speso negli anni passati più per gli accessori che per i vestiti che sono diventati quasi un corollario del guardaroba. Lo sa bene Alessio Zaccagnini, trentenne di Pescara, che una nuova idea di borsa l’ha pensata e brevettata con il suo brand tutto abruzzese Je Suis Ici. E la novità è di quelle vincenti, che ti portano in poco tempo alla ribalta della moda nazionale: una collezione di borse con la luce interna. Proprio così. Una moderna bag in cui si combina perfettamente design, qualità dei tessuti, cura del dettaglio e tecnologia con un dispositivo luminoso interno alimentato da un microcircuito al led, che consente di illuminarla. «Quante volte avete perso tempo davanti a casa alla ricerca disperata delle chiavi? Magari di notte, al freddo – spiega Alessio Zaccagnini – Da qui l’intuizione. Le borse Je Suis Ici sono dotate di una pila al litio, grande come la batteria di un orologio, ma molto più potente, che ho brevettato nel 2007. Da allora abbiamo dovuto sviluppare la linea di produzione, che ho voluto rigorosamente abruzzese. Al giorno d’oggi, per essere competitivi – ha spiegato il giovane imprenditore pescarese – bisogna inventare prodotti nuovi. Perciò ho puntato sull’innovazione tecnologica per affermare lo stile metropolitan chic di un brand giovane, ispirato alla filosofia del movimento, della libertà».

Sono nate così quattro tipologie di borse che presto incanteranno i giovani italiani: il bauletto Londra, comodo ed elegante, la shopping Milano, una tracolla pratica e capiente, lo stravagante tubetto New York e la tracolla da uomo. Tutte con le cartine in 3D, stampate in quadricomia su pelle, delle città più glamour del mondo, scaricate direttamente dalla rete. E questi accessori, disegnati a Montesilvano e realizzati a Cappelle sul Tavo, con la consulenza di diversi ingegneri, anch’essi del pescarese, hanno già conquistato il mercato nazionale ed entro fine mese saranno presenti nei migliori negozi d’Abruzzo, Lombardia, Marche, Puglia, Lazio, Emilia Romagna, Liguria, Veneto, Umbria, Molise. Insomma una bella storia, quella di Simone Zaccagnini, giovane studente di economia della d’Annunzio, con una grande passione per il web design che lo ha spinto a gettarsi a capofitto nel mondo della moda. «È una grande soddisfazione realizzare un progetto che sia solo mio – sottolinea Zaccagnini. Ho iniziato nel 2006 con la produzione di felpe e t-shirt per sperimentare una moda alternativa, combinando la storica qualità dei tessuti e dei processi di lavorazione italiani all’avanguardia delle ultime tendenze, ma sto già pensando a una linea di giacche per uomo, donna e bambino e ho in serbo anche altre novità originali che ora non posso svelare». E ora, dopo l’Italia, l’ambizione è quella di farsi conoscere anche in Europa

Alessio Zaccagnini

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arte&co.

L’arte dello scatto Premiati i vincitori del “VIII° Concorso nazionale di fotografia naturalistica”, un appuntamento molto importante per tutti coloro che amano il mondo della foto rande successo per l’ “VIII° Concorso nazionale di fotografia naturalistica” organizzato dal gruppo fotografico La Genziana di Pescara e svoltosi presso l’incantevole location della riserva del Lago di Penne. Un appuntamento al quale hanno partecipato ben 110 concorrenti provenienti da tutta l’Italia, con oltre un migliaio di fotografie. Il tema era la natura suddiviso in cinque sottosezioni: le ali nel cielo, mammiferi terrestri ed acquatici, macrofotografia, luci e colori del paesag-

ali nel lor sez. E “Gli anim Premio unico Zambelli al Sig. Alfredo

gio, gli animali nel loro ambiente. C’era anche la possibilità di partecipare per il tema libero a colori e per il Trofeo Marocchi, riservato al bianco e nero. Alla premiazione erano presenti in tanti, appassionati della fotografia e semplici spettatori, tutti ugualmente entusiasti della bellezza delle foto. Allora non resta che lasciare spazio alle immagini, pubblicando purtroppo solo alcune foto dei primi classificati per ammirarne l’incredibile bellezza

o ambiente” 1° Premio speciale al miglior autore in assoluto Massimo Adduci

Premio unico bianco e nero Marco Taòiani

autore iale al miglior 3° Premio specssimo Adduci Ma o lut in asso

Premio un

ico sez. A.

Premio unico sez. B. Mammiferi terrestri ed acquatici Cristina De Mattia

Ali nel ciel

o Ernesto Francini

gio

lori nel Paesag

sez. D Luci e co Premio unico ino etr Sp o ric En

2° Premio

» foto concesse dall’associazione fotografica “La Genziana”

Tema libero

colore Ange

lo Faggioli

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arte&co. » di Elisa Di Venanzio

Il futuro dei trabocchi Protesi verso il mare come strane creature, i trabocchi rappresentano la nostra tradizione marinara e nell’ambito della loro rivalutazione possono essere una grande risorsa turistica. Proviamo a scoprirli meglio con l’intervista a Rinaldo Verì, che da traboccante doc si è trasformato in guida turistica

è un angolo d’Abruzzo che conserva i colori ed i profumi del Mediterraneo: è la costa dei trabocchi, compresa tra le località di Ortona e Vasto, che alterna ripide scogliere e grandi speroni di roccia a brevi calette ed insenature dalla forma lunata. Caratteristico simbolo di questa costa frastagliata è il trabocco, originale costruzione protesa verso il mare, ed utilizzata per la pesca sottocosta. Simile ad una palafitta realizzata con legno, ferro, corde, questa macchina, nonostante l’apparente fragilità, è in grado di resistere alla violenza del mare in tempesta. Ne rimase affascinato anche Gabriele D’Annunzio che nel suo romanzo il “Trionfo della morte” lo paragonò “allo scheletro colossale di un anfibio antidiluviano…” che “pareva

Come nasce l’idea di costruire un trabocco e di trasformare un mestiere tradizionale, ormai non più redditizio, in una attività turistica? «Mi sono da sempre interessato, per

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vivere d’armonia propria”. Protesi verso il mare, ma legati alla terra ferma da traballanti passerelle, per secoli i trabocchi hanno rappresentato la possibilità di integrare l’economia prevalentemente agricola della zona, arricchendo la mensa dei contadini con le proteine del pesce. Ora, venuta meno la funzione per cui sono nati, sono stati trasformati in attrazione turistica, anche grazie a lungimiranti progetti di riqualificazione e valorizzazione delle peculiarità territoriali. Abbiamo incontrato Rinaldo Verì, proprietario del trabocco di Punta Tufano in Contrada Vallevò di Rocca San Giovanni, che da qualche anno ha intrapreso la sfida di tramandare alle future generazioni l’arte del traboccante.

lavoro o per passione, alle attività legate al mare e alla storia del tratto di litorale noto come Costa dei Trabocchi. Da qui nasce il progetto, nel 2004, di ricostruire un antico trabocco. Una entusiasmante impresa mi si prospet-

tava: ripercorrere le orme degli antichi traboccanti. Condividerne i saperi, le rudimentali, ma efficaci tecniche, le difficoltà costruttive e la soddisfazione al completamento dell’opera. Nasce così nel 2006, una proposta turistica e

» foto concesse da Rinaldo Verì


Rinaldo Verì sul suo trabocco

didattica che si fonda sulla conoscenza diretta di queste antiche macchine da pesca, per poi coinvolgere un territorio dalle tante potenzialità. Oggi però i traboccanti, prima ancora della valorizzazione, hanno un obbligo morale: conservare il trabocco così come ci è stato, a fatica, tramandato». Come funziona questa macchina da pesca? «Il sistema di pesca è semplice ed ingegnoso allo stesso tempo: quattro imponenti pennoni (le antenne) si protendono verso il mare aperto, reggendo tramite un intreccio di funi e carrucole una grande rete quadrata, che viene calata e salpata grazie all’azione di un argano rudimentale (lu vuddavije) posto al centro del trabocco. La rete, grazie ad alcune zavorre, affonda completamente fino a stendersi sul basso fondale e il pesce, passandovi sopra, viene catturato dalla risalita della rete. A quel punto il pescato si accumula nella parte centrale, dove viene recuperato tramite un retino».

Quali tipi di pesci vengono catturati dalla rete? «Sono pesci di scoglio o branchi che si avvicinano a riva. A seconda dei periodi si pescano sardine, cefali, latterini, boghe, sporadicamente qualche mollusco (polpi o seppie) e novellame. Un tempo, nella modesta economia del trabocco, il pescato veniva barattato con i prodotti della terra». Quali servizi offrite ai turisti? «Oltre alle visite guidate, sul trabocco presentiamo e facciamo degustare alcune specialità di nostra produzione, in particolare marmellate e conserve a base di agrumi locali, insieme ad altri prodotti enogastronomici del territorio chietino. Durante la stagione estiva, a queste attività di divulgazione e promozione, affianchiamo anche la piccola ristorazione. Su prenotazione è possibile assaggiare piatti realizzati con il pescato del trabocco. La nostra proposta si completa con brevi escursioni nei dintorni, per scoprire le bellezze paesaggistiche e naturalistiche di

questa parte della regione. È possibile passeggiare nella riserva naturale di Fosso della Farfalla, una impenetrabile valle che lega il mare all’entroterra, o negli antichi agrumeti locali, all’ombra della fitta pineta di Vallevò, o lungo l’ex tracciato ferroviario,che corre parallelo alla Costa dei Trabocchi». Ci puoi riferire qualche commento o impressione dei visitatori? «Per fortuna le impressioni dei visitatori sono sempre positive; molti apprezzano particolarmente il recupero storico, ma anche economico che oggi coinvolge i trabocchi e questo è uno stimolo per migliorare la nostra attività. Curiosità destano anche i racconti di episodi legati al mare, che non facciamo mai mancare durante le visite e la prova di pesca alla quale si partecipa attivamente e che riesce a far provare la sensazione di essere per un giorno un traboccante»

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arte&co.

/ incornice

» di Chiara Strozzieri

L’arte meccanica Conosciamo Adele Giuliana De Matteis, scultrice e pittrice teramana di fama internazionale che imprime nelle sue opere in bronzo tutto il senso di una ritrovata femminilità uando la forza e l’imponenza della scultura incontrano le mani di una donna, nascono opere di bellezza inimmaginabile, perché riescono a non perdere l’impulso tenero da cui sono nate, pur diventando subito creature fredde e libere. Così l’arte meccanica di Adele Giuliana De Matteis, un’artista teramana che si affida al bronzo e all’alluminio per trasformare flessuosità e armonia presenti in natura in mosse spigolose che trattengano solo l’energia del mondo.

» foto concesse dall’artista Adele Giuliana De Matteis

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arte&co.

/ incornice

Si tratta di opere plastiche che non rischiano mai di alterare la giustezza della composizione, ma attraverso la sintesi raggiungono grande raffinatezza e perfino un desiderio autocelebrativo di farsi guardare in tutto il loro fascino. C’è sicuramente l’eco di un espressionismo europeo vissuto in prima persona, quando negli anni ’60 De Matteis è in Belgio e segue la lezione di Geo De Vlaminck, col quale si diploma all’Academie Royale des Beaux Arts di Bruxelles. È questo l’inizio di una ricerca artistica che risente degli aneliti della Die Brücke e del Fauvismo dal punto di vista formale e attraverso un pensiero profondamente antiaccademico. Il gruppo de “Il Ponte” stimola prospettive estreme, che raggiungono l’apice della loro potenza espressiva quando ricercano il cromatismo puro e intenso, mai sfumato o in qualche modo arricchito, bensì netto, violento, capace di assecondare in pittura la nota vocazione monumentale dell’artista, quella stessa che di lì a poco la conduce verso una scultura monumentale. L’artista abruzzese non è estranea nemmeno a una fusione tra pittura e scultura, sperimentata in un ciclo di dipinti così materici da considerarsi dei bassorilievi. Lo stimolo a livello sensoriale domina le intenzioni creative, tanto che il microcosmo appena costruito viene parcellizzato in interventi di bronzo fuso attaccato sulla tela. Spingere al contatto fisico con l’opera d’arte significa per Adele Giuliana De Matteis sfruttare in qualche modo la materia per entrare in sintonia con la pittura, per ritornare a quell’istinto materno che la ispirò agli inizi e che oggi è a disposizione del suo pubblico, europeo certo, ma soprattutto americano, tutto stretto intorno a lei nelle non rare occasioni di incontro in note gallerie newyorkesi

In questa e nella pagina precedente alcune opere dell’artista Adele Giuliana De Matteis

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tempo rubato

Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare). Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere. Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli Editore

Daniela Di Primio / Edizioni Il Castello

L’insonnia di un tarlo Insonnia di un tarlo è un romanzo che racconta la vita di cinque ragazzi che si trovano a condividere in un pezzo di mare, nella scenografia delle Isole Tremiti, le loro fobie, le loro aspirazioni, le loro sconfitte e la voglia di un comune riscatto. L’attenzione è incentrata sul potere dei tarli mentali: idee, chiodi fissi e ossessioni che vagano nella mente senza riposo; sottili padroni delle intenzioni, a dispetto di una ricercata razionalità o di una dichiarata disfatta, in un intreccio di fatalità e bizzarre vicissitudini, forti del loro essere duri a morire, faranno in modo di condurre i cinque verso un unico obiettivo. Felicità, Fortuna, Fatalità, Famiglia e Fede sono le carte in mano ad ogni tarlo. E quando le carte hanno lo stesso seme, la scala reale è una probabilità da considerare. Ed i tarli, si sa, non riposano mai

l’autore_ Daniela Di Primio è nata a Chieti il 16 novembre 1977. Si è laureata in Filosofia all’Università degli Studi Gabriele d’Annunzio di Chieti con una tesi sulla donna nella mitologia giapponese. L’Insonnia di un tarlo è il suo primo romanzo.

le prime trenta righe_ Quando decidemmo di comprare insieme Villa Mareth ognuno di noi cinque aveva il suo buon motivo. Indiscutibile. Io avevo lasciato circa 450 grammi di me in quell’isola ma, priva di questo peso, la mia ombra distratta non aveva fatto molta strada. Non tornavo indietro per riprenderlo, sarebbero colati acqua e sangue tra le dita nell’afferrarlo lieve. Vano sarebbe stato ogni tentativo di trasporto. Tornavo per vegliarlo, con la cura di un silenzio grato ma timoroso di infrangere con la distanza e nel tempo assassino, la sincrasia dei sensi che, noncuranti, erano esistiti all’altezza di un sogno e continuavano a respirare e a trasudare da un terreno fertile dal quale non mi sarei mai più separata. Aveva conosciuto lì il mio cuore, il desiderio puro, bramoso e assetato di rendere eterno un istante. Oltre l’invidia dei piccoli mortali, ma non del tutto al riparo dalla gelosia degli dèi, era riuscito nell’ardua impresa. Sì, la Felicità, so di cosa si tratta. E quella casa, su quella terra, ad ogni prezzo, doveva essere mia. Paolo, da quattro anni residente in subaffitto in trentadue metri quadrati di un monolocale nel centro di Perugia, cattolico, ma bimestralmente bestemmiatore professionista davanti alla cassetta della posta che elargiva impudente bollette a doppio zero senza virgola, ad un soffio dal lastrico, aveva vinto da tre mesi, una domenica, in una assurda interminabile e magica notte di luna piena, la sua quota con un poker di donne, o quattro Madonne che dir si voglia, una gran faccia da baro e tre pacchetti di sigarette consumate in cinque ore che ora, stanche, riposavano tutte in fila come soldatini in un posacenere di plastica giallo, conservato come una reliquia avvolta in una stagnola puzzolente e putrida, trofeo di mille faticosissimi corti respiri, intoccabile agli estranei. Sì, la Fortuna, sa di cosa si tratta.

E quella casa, su quella terra, era per le sue quattro anziane donne. E doveva essere sua. Lisa, sedici anni da compiere a maggio, orfana di genitori e madre di Charlie, cucciolo di beagle, tre mesi da compiere a marzo, era la nipote di Mareth, deceduta a dicembre all’età di cinquantotto anni. Ereditiera di millecinquecento bigliettoni verdi ricavati dalla vendita di un luogo infelice e maledetto nella periferia di Genova, era temporaneamente domiciliata in una pensione in attesa di miglior dimora. I 150 mq di giardino su quella terra sarebbero stati destinati alle corse del suo Charlie, un qualunque angolo della casa invece alla serenità dei suoi anni. Sì, la Famiglia, sa di cosa si tratta. E quella casa, su quella terra, con quel giardino, doveva essere loro. Fabrizio, insegnante di musica al Conservatorio di Milano, una sola nota stonata nella sua vita che non gli dava pace: il tradimento. Un incanto spezzato. Non erano mai stati alle Tremiti lui ed Elena, compagna di classe sin dalle scuole medie. Lei aveva sempre sofferto di mal di mare e ogni meta che includeva l’imbarco navale era bandita dalle opzioni in lista nonostante l’invenzione del dimenidrinato in confetti gommosi. La sicura assenza della donna sull’isola lo indusse ad affogare nell’Adriatico le sue illusioni, quel desiderio di diventare padre mai esaudito, ogni altra rivalsa e ad investire gli ultimi spiccioli di una sanguinosa separazione in quella casa a picco sul mare. Lo faceva sentire più forte pensare che dall’alto avrebbe dominato la paura della sua fedifraga consorte o, a giorni alterni, avrebbe potuto regalare ai turisti un inedito disperato spettacolo con un grande ultimo chiassoso tuffo. Sì, la Fatalità, sa di cosa si tratta.

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musicamania » a cura di Piero Vittoria

“Once More”

“This Is It”

Dopo quasi vent’anni, il ritorno di Spandau Ballet Mania

Esce il cd colonna sonora dell’omonimo film che ripropone le prove e il dietro le quinte dei concerti che Michael Jackson avrebbe dovuto tenere a Londra

Uno dei ritorni più attesi degli ultimi anni: nessuno infatti avrebbe mai scommesso sulla possibilità di rivedere insieme gli Spandau Ballet, band simbolo degli Anni ’80 (chi non ricorda la storica rivalità con i Duran Duran?). Scioltisi nel 1991, dopo una serie infinita di litigi e beghe legali per i diritti di autore sulle canzoni, oggi la formazione originale fa il suo comeback trionfale sulle scene: Tony Hadley, i fratelli Gary e Martin Kemp, Steve Norman e John Keeble, messo da parte ogni dissapore, pubblicano l’album “Once More”. Diciamolo subito, è un vero gioiello. L’immutata classe ed eleganza dei cinque inglesi, ora accostate a una evidente maturità artistica, ne fanno uno dei migliori dischi usciti negli ultimi anni. Il cd contiene undici rifacimenti in versione unplugged di alcune delle migliori canzoni del repertorio del popolare gruppo inglese e due inediti. Alcune delle nuove versioni dei vecchi successi sono addirittura migliori delle originali: fra tutte si elevano una meravigliosa “True” e “With the pride”, quest’ultima eseguita solo chitarra e voce, da accapponare la pelle. I due nuovi brani (“Once more” e “Love is all”) sono ben costruiti e suonano “Spandau” al cento per cento: in particolare il primo singolo estratto “Once more” è già un classico per gli appassionati. In questo ritorno che ha dell’incredibile giganteggia la voce di Tony Hadley, mai apparsa così magica e calda. Dunque lunga vita agli Spandau Ballet.

VOTO 9

Discutibile operazione commerciale della Sony Records che decide, senza in realtà stupire nessuno, ma cercando solo di “cavalcare l’onda”, di dare alle stampe la colonna sonora di “This is it”. Il film, uscito il 28 ottobre e rimasto nelle sale per poco tempo, ha riproposto le prove ed il dietro le quinte dei concerti che Michael Jackson, unico ed indiscusso Re del Pop, avrebbe dovuto tenere a Londra e che purtroppo non hanno avuto mai luogo a causa della sua prematura scomparsa avvenuta lo scorso giugno. Il cd è dunque un’ennesima raccolta di grandi successi che qui appaiono nella stessa sequenza in cui si trovano nel film (record di incassi, con oltre 50000 biglietti esauriti in prevendita solo in Italia, fatto senza precedenti!). Un unico inedito è presente (in una doppia versione), “This is it”, per quello che sarebbe dovuto essere il primo brano postumo di Jackson: in realtà non è così poiché, con grande delusione degli appassionati, sembra risalga addirittura al 1983. C’è anche una causa intentata da Paul Anka, coautore del pezzo, che ha reclamato così i suoi diritti d’autore (“This is it” fu infatti ceduta senza alcun successo, apportando solo qualche piccola modifica nel testo, nel 1991 alla sconosciuta cantante Safire con il titolo di “I never heard”). Tornando all’album i pezzi più famosi ci sono quasi tutti, da “Billie Jean”, a “Thriller” e “Man in the mirror”. Da segnalare anche la versione deluxe doppia, con un booklet di 36 pagine, alcuni demo ed un’inedita poesia recitata dal re del pop. “This is it” già si annuncia come uno dei più grandi best sellers dell’anno, ma resta l’amaro in bocca per questa che certamente non è la migliore raccolta per accostarsi alla genialità unica ed inimitabile del grande Michael, scomparso troppo presto, ma ormai definitivamente consegnato alla leggenda.

VOTO 10

per il valore artistico delle canzoni e 5 per la discutibilissima operazione commerciale

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I N R E D I MO

Z Z E V

ve

i moderni

» a cura di Camilla Marino

BORSALINO Borsalino storico nome della cappelleria italiana, da 150 anni incarna il made in Italy, in collaborazione con Italia Independent (giovane marchio di progetti di stile fondato da Lapo Elkann) ha dato vita ad una serie esclusiva di cappelli: “Borsalino fatto a mano per Italia Independent”. Questi in feltro sono frutto di una lavorazione di ben sette settimane ed annoverano settantadue passaggi per essere considerati perfetti sotto ogni punto di vista, inoltre possono essere piegati all’occorrenza nella tasca e poi indossato senza alcun difetto. Questa fruttuosa collaborazione presentata al Pitti Uomo 2009 tende a reinterpretare il Borsalino, una vera e propria icona di stile in chiave contemporanea.

LOUIS VUITTON Da poco presentato il ”Tambour Mystèrieuse” è il primo orologio realizzato interamente nella maison Vuitton. Le lancette si muovono in dischi in vetro zaffiro, animate dal calibro automatico LV115 con un’autonomia di otto giorni e otto ore. La cassa può essere in platino o in oro e fatta incastonare con pietre preziose, il packaging consiste in un autentico baule prodotto negli ateliers di Asnières.

VIVIENNE WESTWOOD Sneaker alta in pelle e suede nero con chiusura a strappo e suola in gomma, questa è la proposta di Vivienne Westwood per quest’inverno. Costituiscono senza dubbio il pezzo più lineare della collezione concepita dalla geniale ed eccentrica londinese che annovera pezzi unici con legacci quasi primitivi dai colori sgargianti e dal sapore ottocentesco. Ideali per il tempo libero sono una soluzione molto glamour e adatte per un mix&match di stili.

KENZO Tracolla in flanella con inserti in pelle firmata Kenzo. Con manici e tracolla e una comodissima zip frontale è una perfetta soluzione per i weekend vacanzieri in montagna o al lago. Abbinata in collezione con un total grey: cappotto oversize e pantalone skinny in flanella sono l’oggetto del desiderio maschile e femminile, proprio in virtù della sua forma comoda ed elegante e del tessuto morbido e caldo.

PARROT Minimal chic ed high tech sono le qualità distintive delle casse stereo Parrot firmate Philippe Starck. Dotate della tecnologia wireless più all’avanguardia, riproducono fedelmente tutti i vostri brani, senza dover collegare alcun cavo e sono compatibili con tutta la gamma di lettori portatili Apple di ultima generazione, inoltre danno la possibilità di trasferire i brani contenuti in un PC anche tramite Wi-Fi. Ancora un successo dell’indiscusso designer francese, che da trent’anni idea oggetti che divengono icone dal design accattivante e dall’elevata qualità.

GALLO In morbida maglia di seta e realizzate con gli antichi telai utilizzati per la fabbricazione delle calze, i cravattini Gallo tagliati sul fondo costituiscono una validissima alternativa alle più classiche cravatte. Questa particolare lavorazione non solo conferisce al tessuto la massima morbidezza ed elasticità e permette di ottenere fantasie multicolori, che vanno dalle millerighe larghe o strette, i pois o le tinte unite, ma fa si che non abbiano cuciture interne, per garantire la perfezione del nodo. Ideali per qualsiasi tipo di camicia e indossabili in ogni occasione possono diventare un must del vostro guardaroba.

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hanno collaborato

Italo Lupo Abruzzo che produce | pag. 31 Italo Lupo opera ormai da quasi trent’anni nella produzione di oggetti preziosi. Diplomatosi negli anni ‘70 alla Scuola Politecnica di design di Milano, ha iniziato subito e quasi per caso a disegnare gioielli per vari orafi. Da designer è diventato artigiano. Il suo laboratorio, tra i più attrezzati d’Abruzzo, si trova in via Roma, nel centro più pulsante di Pescara. La sua produzione è incentrata soprattutto su gioielli unici realizzati su propri disegni o con la collaborazione del cliente. Prima di diventare presidente regionale della Cna ha ricoperto vari incarichi associativi.

Giuseppe Mauro nonsoloeconomia | pag. 33 È professore Ordinario di Politica Economica presso la facoltà di Economia dell’Università G.d’Annunzio di ChietiPescara. Ha seguito tutta la carriera accademica da borsista a assistente ordinario, a professore incaricato, a professore associato sino a professore ordinario. Ha insegnato Economia Monetaria e Creditizia, Economia Politica, Economia del Lavoro, Economia Industriale ed Internazionale presso le università LUISS di Roma, Teramo e Pescara. È stato Visiting Scholar presso l’Università di York (G.B.) e attualmente collabora con la London School of Economics. Attualmente ricopre la carica di presidente del Corso di Laurea in Economia e Commercio. È Membro della Società Italiana degli Economisti. È presidente del Collegio Sindacale della Banca Caripe. Collabora con i principali quotidiani locali ed ha scritto numerosi articoli e volumi sulla crescita economica di Pescara e dell’Abruzzo.

Ida Pagnottella mercati | pag. 66 Nata e cresciuta in Canada, ha 39 anni e vive in Italia da quando ne ha 18. Si è laureata in economia e commercio presso l’università degli Studi di Chieti ed è consulente finanziario indipendente fee-only. Dal 2005 è portfolio strategist dello studio CFI Advisors di Pescara, dove offre il servizio di consulenza personalizzata su strumenti finanziari: monetari, obbligazionari, polizze, fondi pensione e soprattutto strumenti azionari e derivati. Dal 2008 organizza e insegna corsi sulle tecniche di investimento e gestione dei propri investimenti finanziari. Questi corsi sono indirizzati soprattutto a risparmiatori che vogliono acquisire nozioni tecniche.

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Alfredo De Vincentis mercati | pag. 66 Nato nel 1970, è laureato in economia. Dopo anni di esperienza nel sistema bancario come promotore finanziario lavora come analista tecnico e trader dal 2005.

Luigi Carunchio fisco | pag. 68 Socio fondatore dello studio “Valore” Professionisti Associati in Lanciano, struttura associata tra commercialisti che ha creduto nell’organizzazione dell’attività professionale in gruppo. Si occupa da sempre delle problematiche di categoria e per questo attualmente ricopre, tra le altre, la carica di presidente nazionale dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed esperti contabili, principale sindacato di riferimento dei commercialisti italiani. Interfaccia tra la categoria professionale e le istituzioni. Presidente altresì della Fondazione Nazionale Centro Studi UNGDC il cui comitato scientifico è presieduto dal prof Lupi.

Pietro Pastorelli energia | pag. 70 Nato all’Aquila nel 1941, si laurea nel 1965 al Politecnico di Torino in Ingegneria elettronica. Dopo una breve esperienza di docente, svolge la sua attività lavorativa presso alcune importanti aziende multinazionali operando nei settori delle apparecchiature e degli impianti MT/BT. Opera anche, come libero professionista, nella progettazione di impianti elettrici per complessi industriali e banche e, come imprenditore, nel settore dei componenti meccanici per applicazioni aerospaziali. Dal 2006 è delegato di Confindustria Abruzzo per le politiche energetiche.

Simone D’Alessandro creatività&innovazione | pag. 72 È scrittore, docente universitario, saggista e copywriter. Autore di opere di carattere scientifico, tra cui, in collaborazione con Andrea Pitasi ed Emilia Ferone, “Il Tempo Zero del Desiderio. Una strategia evolutiva per l’economia e la società della conoscenza”, McGrawHill, 2008. Dal 1997 è sceneggiatore di spot, cortometraggi e documentari. È Copywriter Senior presso CARSA Spa, agenzia leader nella comunicazione ambientale. Segue un dottorato di ricerca presso la facoltà di Scienze Sociali dell’Università degli Studi

G. d’Annunzio di Chieti. Vincitore del premio nazionale di letteratura Parco Majella 2007, del premio letterario nazionale Alceste de Lollis e del premio Manzoni.

Antonio Teti ict | pag. 74 È responsabile del supporto tecnico informatico della Direzione Generale dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Laureato in Economia e Management delle Imprese, ha conseguito tre specializzazioni in Information Technology presso la ELEA Knowledge Integration. È Accademico Ordinario della Pontificia Accademia Tiberina, prestigioso Istituto di Cultura Universitaria e di Studi Superiori e Presidente Onorario della Società Italiana delle Scienze Informatiche e Tecnologiche (SISIT). Ha avuto incarichi di docenza in diverse università italiane e ha collaborato per attività di alta formazione con la facoltà di Informatica dell’Università Politecnica di Valencia e di Madrid. Qualificato esperto di sicurezza dei sistemi informativi, collabora in qualità di consulente con diverse Procure italiane e con la Guardia di Finanza. È autore di numerosi libri e lavori scientifici e scrive su diverse riviste e periodici del settore.

Filippo Paolini norme&leggi | pag. 78 Nello studio legale di cui è titolare, esercita la professione forense prevalentemente nel ramo del diritto commerciale. È consulente giuridico di diverse aziende, abruzzesi e non, in materia di contratti, diritto societario e crisi dell’impresa. È consulente giuridico, dal 2003, dell’Ufficio Legale Federazione Italiana Giuoco Calcio – A.I.A. Laureato in Giurisprudenza a soli 23 anni, è iscritto dal 2001 all’Albo degli Avvocati presso il Tribunale di Avezzano.

Piero Carducci la terra di Piero | pag. 105 Economista e docente universitario, è specializzato in sviluppo territoriale e sistemi per il controllo di gestione. È stato direttore della scuola di formazione manageriale del Gruppo Telecom e presidente dell’Agenzia di sviluppo della Provincia di Potenza. Ha diretto la collana di management del ministero degli Interni. Attualmente è presidente dell’organismo di vigilanza delle Ferrovie regionali.


Anno 1¡ n. 1 - maggiio 2006 - € 3,50 ,50 (omaggio)

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maggio 2006

Anno 2° n. 4 _ aprile 2007

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- Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P

(copia omaggio)

Anno 1¡ n. 2 - giugno 2006 - (copia om m aggio)

2

aprile 2007

giugno 2006

Anno 2° n. 5 _ maggio 2007

Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P

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- Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P

(copia omaggio)

Anno 1¡ n. 3 - luglio/a agosto 2006 - (copia a omaggio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P

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luglio/agosto 2006

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Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Ar t. 2 comma 20/C legge 626/96P

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giugno 2007

Anno 1¡ n. 5 - ottobre e 2006 - (copia omagg gio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P

settembre 2006

Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Ar t. 2 comma 20/C legge 626/96P

Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P

maggio 2007

Anno 1¡ n. 4 - settembre 2006 - (copia oma aggio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P

ottobre 2006

Anno 1¡ n. 6 - novembre 2006 - (copia omag ggio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P

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Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Ar t. 2 comma 20/C legge 626/96P

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luglio/agosto 2007

settembre 2007

novembre 2006

Anno 1¡ n. 7 - dicembr re 2006 - (copia omag ggio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P

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dicembre 2006

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ottobre 2007

Anno 2¡ n. 1 - gennaio o 2007 - (copia omagg gio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P

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Anno 2¡ n. 2 - febbraio o 2007 - (copia omaggio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P

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gennaio 2007

Anno 2¡ n. 3 - marzo 2007 - (copia omaggio o) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P

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febbraio 2007

marzo 2007

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26 novembre 2008

27 dicembre 2008

28 gennaio 2009

29 febbraio 2009

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30 marzo 2009

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32 maggio 2009

34 lug-ago 2009

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anno ann o IV IV num numero ero 36

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33 giugno 2009

anno IV numero 37

aprile 2009

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anno IV numero 31

anno IV numero 32

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36 ottobre 2009


segno dei tempi Âť di Vyck

Wifi gratis in Piazza Salotto

Entro il 2010 Pescara sarĂ interamente coperta. Con un computer portatile o un palmare, una autenticazione sul sito del Comune e si potrĂ accedere al web senza pagare

ma cosa stai facendo?

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non potevo aspettare il 2010 per il wifi in piazza salotto: mi sono organizzato prima!




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