Settembre 2011

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ABRUZZO IMPRESA il mensile del manager • SETTEMBRE 2011 • NUMERO 58 • ANNO VI • www.ABRUZZOIMPRESA.IT • COPIA OMAGGIO

NUMERO

ISSN 1973-5383

58


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ISSN 1973-5383

IN COPERTINA Franco Perinetti foto di Pietro Ferrante

SETTEMBRE 2011 N°58 ANNO VI NUMERO CHIUSO IN REDAZIONE IL 12 SETTEMBRE 2011

DIRETTORE RESPONSABILE

ELEONORA LOPES

REDATTORI DENIA DI GIACOMO, JENNY VIANT GÓMEZ, LAURA TINARI EDITORIALISTI MARCO CASTELLI, GIUSEPPE MAURO, MAURO DI PIETRO, PIERO CARDUCCI HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO LUIGI CARUNCHIO, SIMONE D’ALESSANDRO, ANTONIO TETI, DONATO TRIBUIANI, FRANCESCO FRAVOLINI, FILIPPO PAOLINI, MARTINA LUCIANI, MARZIA AQUILIO, MAURO DI COLA, ALFREDO DE VINCENTIS, ALESSIO PELUSI, VALENTINA FARICELLI, ALESSANDRA VALLERA, PIERGIORGIO GRECO, NEDA ACCILI, ANNA CUTILLI DI SILVESTRE, PIETRO CAMPANARO, NICOLA BOSCHETTI, CHIARA STROZZIERI, DARIO BANAUDI, PIERO VITTORIA, CAMILLA MARINO ART DIRECTOR

MARCELLO STARINIERI _ VISUALADV.IT

UFFICIO GRAFICO

VINCENZO SULPIZIO

UFFICIO FOTOGRAFICO

PIETRO FERRANTE, GIUSEPPE CIAVATTELLA

CONTROLLO

DANILO MARTORELLI

COORDINATORE TV

GIANLUIGI TIBERI

RESPONSABILE SPEDIZIONI

LOREDANA EVANGELISTA

STAMPA

D’AURIA PRINTING SPA - AP

RESPONSABILE PUBBLICITÀ

ALESSIA LEONE _ COMMERCIALE@ABRUZZOIMPRESA.IT

EDITORE

FABIO DE VINCENTIIS _ EDITORE@ECCOITALIA.IT

SITO WEB

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E-MAIL:

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Abruzzo Impresa è registrato con il n. 04 del 07/04/2006 presso il Tribunale di Pescara. La 1a pubblicazione mensile è del mese di maggio 2006. GRUPPO ECCO ITALIA S.r.l. è iscritto al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 17047. Copyright© 2006/2011 tutti i diritti riservati. ECCO ITALIA srl - Pescara - Italia Nessuna parte della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma o rielaborata con uso di sistemi elettronici o diffusa, senza l’autorizzazione scritta da parte dell’editore. Manoscritti e foto inviati al giornale, anche se non pubblicati, non si restituiscono. ECCO ITALIA S.r.l. S. P. Lungofino complesso Ibisco B 5/6 - 65013 Città Sant’Angelo - Pescara

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capitano d’impresa

Franco Perinetti

Passione

Amo il mio lavoro e mi piace il fatto che mi porti a stare a contatto con tante persone diverse ogni giorno.

Hobby

Franco Perinetti, parola d’ordine innovazione La passione per il suo lavoro, la voglia di rinnovarsi e un grande senso dell’ironia sono le caratteristiche di Franco Perinetti, titolare della Work Group, azienda attiva nel settore delle pulizie e della sanificazione. Quarantasei anni da poco compiuti, Perinetti è nato a Nocciano, ma vive da anni a Santa Teresa di Spoltore. Figlio di contadini, tre fratelli, dopo gli studi, Franco inizia subito a lavorare. La sua prima esperienza è nel campo dell’edilizia, ma la sua voglia di fare e di mettersi in proprio lo portano nel 1996 ad aprirsi un’attività tutta sua nel settore delle pulizie. È ciò che accade fino al 2001 quando Perinetti decide di prendersi una pausa per iniziare un’esperienza nuova come consulente del settore. In questa fase lavora su un progetto di innovazione specifico per il comparto e si avvicina molto al mondo della formazione del personale, iniziando a frequentare diversi corsi che gli saranno poi utili nel suo percorso imprenditoriale. Nel 2005 la svolta. L’intraprendente imprenditore fonda la Work Group, una delle aziende di servizi di pulizia più innovative d’Abruzzo. Giovane realtà con sede a Santa Teresa di Spoltore, la Work Group conta ben 115 dipendenti e un fatturato annuo pari a circa 2 milioni di euro. Per Perinetti la parola d’ordine è innovazione. La sua azienda, moderna e professionale, offre infatti servizi di pulizia e sanificazione con metodi all’avanguardia. Formazione degli addetti, applicazione di modelli organizzativi versatili ed efficaci, tecnologie specifiche e sperimentazione di nuovi metodi e prodotti: questi i requisiti necessari che permettono a Work Group di implementare sistemi di gestione dell’igiene estremamente personalizzati, derivanti dallo studio analitico delle esigenze sia tecniche che economiche delle strutture da trattare. Iscritta a Confindustria Pescara, l’azienda è presente sul mercato con due divisioni: la Work System e la Work Quality. Franco è sostenuto da un team giovane e competente, ma accanto a sé ha anche una collaboratrice speciale, la moglie Marusca che in azienda si occupa di acquisti e approvvigionamento cantieri. Hanno due figli, Francesca di 7 anni e Alessandro di 4, con i quali cercano entrambi di trascorrere tutto il tempo libero che l’attività lascia loro. Amante della buona cucina, il vulcanico Franco trascorre volentieri le serate a cena con gli amici e non rinuncia all’abituale partita di calcetto settimanale.

Il calcetto: alle partite con gli amici non rinuncio mai, è un modo per staccare e per fare un po’ di movimento.

Sport

Seguo molto il ciclismo e il calcio. Le mie squadre del cuore sono il Pescara e la Juventus.

Cucina

Sono una buona forchetta e mi piace organizzare piacevoli cene con gli amici. Amo sia il pesce che la carne, ma il mio piatto preferito è l’agnello alla brace.

Curiosità

Sono un grande osservatore e ci tengo a tenermi informato su tutto, specie sulle novità che riguardano il mio settore, attraverso internet, libri e giornali.

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sommario _ anno VI n°58 _ settembre 2011

opinioni&rubriche editoriale

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Gocce d’inchiostro

ctrl s

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Tendenze, fatti e persone

l’Abruzzo che produce

27

Ma cosa produce veramente il nostro Abruzzo?

nonsolo economia

29

«Remo Gaspari, uomo a cui tutti gli abruzzesi devono qualcosa»

il punto la terra di Piero

31

L’Abruzzo dannato per le divisioni

111

Ricostruzione, tutto fermo. Cambiare la governance

36

in primo piano energia

32

Questo è il paese del Sole…

energia

36

Le imprese investono nella green economy

territorio

38

Dragaggio: parola fine?

etica

42

Essere un’impresa etica, “paga”?

38

in copertina work group

44

Work Group rivoluzione del pulito

incarichi&carriere de marinis/barbieri ferrante/de gregorio

51 53

Prefettura Chieti/Barattelli Confapi Abruzzo/Guardia di Finanza

storie&persone pierluigi panunzi

54

55

New generation

Pierluigi Panunzi

storie&persone dario di camillo

56

Blow Car, robusta leggerezza

domenico tronca

58

La forza dell’Api è la vicinanza alle PMI del nostro territorio

58

grandi storie page - brin

60

Google: una storia americana

91

tematiche d’impresa fisco

63

I nuovi limiti sull’uso dei contanti

ict

66

Dal poligrafo agli analizzatori del cervello. Anche le banche si adeguano…

94 13



sommario _ anno VI n°58 _ settembre 2011

tematiche d’impresa creatività& innova ione

71

norme&leggi

75

energia

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ricerca& innova ione

82

AEEG: migliorata negli ultimi 10 anni la qualità del servizio elettrico Buono come il pane (abruzzese)… ma nessuno lo vuole fare!

finan a& mercati

87

Il crollo della borsa

Il codice genetico della cultura? Si chiama memetica Finanziaria, ancora cambiamenti

121

credito&finan a banca dell’adriatico

91

Accordo tra Banca dell’Adriatico e comune di Tortoreto

turismo

93

Turismo, nasce il polo d’innovazione

turismo

94

B&B aggiungiamo una B!

ricostruzione

101

124

Calascio continua a lavorare

enologia

104

Vino Praesidium, vittoria del biologico

sociale

106

AIDDA, donne al potere

cultura

108

La rievocazione storica del Mastrogiurato compie 30 anni

129

seminari&convegni confindustria Abruzzo

118

Confindustria: «Patto d’attuare o ne usciamo»

politica

121

AGORÀBRUZZO, il PDL si confronta a Rigopiano

131

eventi cdo

124

Al Meeting di Rimini, grande successo per l’Abruzzo

occupazione

129

Riscoprire il valore del lavoro

enogastronomia

131

A Tortoreto presentate le eccellenze enogastronomiche

cultura

133

Chiusa Grande, esperienza multisensoriale nel Nuovo Continente

ecologia

135

Guardiagrele, un paradiso ecologico

segue a pagina

139

la vita è bella

133

135 15



editoriale

/ gocce d’inchiostro

Eleonora Lopes _ direttore

P

escara in questi giorni è stata travolta dal caso dei Caffè Venezia sequestrati. Con l’accusa di riciclaggio sono state indagate 7 persone e confiscati i due Caffè Venezia, il panificio Piglia la Puglia, il pub Piano Terra e il ristorante Università della pizza. I locali sono di proprietà della famiglia Granatiero originaria di Manfredonia, ma trapiantata nel capoluogo adriatico, che secondo la Procura è affiliata al clan malavitoso del Gargano della famiglia Romito. Una notizia di cronaca che però ne contiene un’altra di natura sociale ancora più grave. Un tempo l’Abruzzo era considerata una terra felice, libera dalle infiltrazioni mafiose, dove gli imprenditori giungevano da ogni parte d’Italia per investire. Oggi la criminalità organizzata e questo (non isolato) fatto di cronaca ce lo dimostra, è attiva sulle coste abruzzesi e nel territorio aquilano (ricostruzione post terremoto). La storia dell’Abruzzo come l’isola felice è finita perchè isola felice non è più da tempo. Quelli insediati nel nostro territorio sono criminali che sì non uccidono, ma riciclano, corrompono, pilotano gli appalti, truffano, devastano il territorio, inquinano l’economia, investono in immobili, avviano società finanziarie fantasma, ma soprattutto impediscono all’imprenditoria sana di lavorare.

D

i fusione o addirittura di soppressione si parla per le quattro Province abruzzesi che contro la proposta di una loro eliminazione, prospettata nella manovra finanziaria del Governo, sono pronte a scendere in campo, attraverso iniziative di mobilitazione. I quattro presidenti Enrico Di Giuseppantonio (Chieti), Antonio Del Corvo (L’Aquila), Guerino Testa (Pescara) e Valter Catarra (Teramo), hanno annunciato durante una conferenza stampa che saranno promosse manifestazioni per informare i cittadini su quali siano le funzioni delle Province, le loro spese e le conseguenze di una loro eventuale cancellazione. Se da Roma c’è la volontà di tagliare gli Enti che gravano da decenni sulle tasche degli italiani, i nostri presidenti delle Province (paradossalmente tutti e 4 appartenenti alla stessa area politica del Governo nazionale) si coalizzano e sono pronti a combattere per non essere cancellati in un solo colpo. Il testo della manovra prevede l’abolizione di tutte le province con meno di 300.000 abitanti, ma soltanto dopo il censimento ISTAT previsto per ottobre. Ma la parola d’ordine dei politici “Razionalizzare le spese per ridurre i costi”, non varrebbe anche per le Province?

S

ettembre è stato un mese tremendo per le morti bianche. Nel giro di pochi giorni, in Abruzzo, hanno perso la vita 5 operai. Il dato degli incidenti sul lavoro diventa sempre più allarmante, come confermato dall’indagine condotta dall’Osservatorio sulla sicurezza sul lavoro di Mestre che, in riferimento al 2011, ha posizionato la nostra regione al secondo posto nella classifica delle regioni italiane per numero di morti sul lavoro. A L’Aquila, il cantiere più grande d’Europa, purtroppo tocca il triste primato della provincia italiana dove si muore di più sul posto di lavoro. Questi drammatici numeri hanno riaperto la polemica sulla sicurezza sul lavoro (che puntualmente si riaccende dopo tragici fatti). «Esistono due ordini di problemi -dice Gianfranco Giorgi segretario regionale della Cisl Abruzzo- il primo relativo alle ditte, una buona percentuale delle quali non risulta in regola. Il secondo riguarda i controlli sui posti di lavoro, che spettano alla Asl, ma il cui organico non è sufficiente a far fronte alle esigenze di monitoraggio del territorio. L’auspicio è la costituzione di una task -force con la partecipazione di Asl, Inail, Inps e forze dell’ordine per il potenziamento dei controlli e il rispetto delle norme». direttore@abruzzoimpresa.it

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FARE IMPRESA GLI OPERATORI ECONOMICI ABRUZZESI SI INCONTRANO

Premio Aquila Reale

IL PREMIO PIÙ AMBITO DA CHI FA IMPRESA. Riconoscimento alle ultime 12 copertine di Abruzzo Impresa

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1° MEETING


FARE IMPRESA

il meeting degli operatori economici abruzzesi

Promosso dalle redazioni di Abruzzo Impresa e Abruzzo Channel del GRUPPO ECCO ITALIA. È l’evento organizzato per gli imprenditori, i manager e tutti i professionisti del mondo economico abruzzese che si terrà il prossimo 25 novembre dalle ore 20:00 presso il Grand Hotel Adriatico a Montesilvano. Durante la serata di gala verranno premiate le ultime 12 copertine del mensile Abruzzo Impresa con il premio Aquila Reale.

L’EVENTO FARE IMPRESA

L’obiettivo del meeting è organizzare un’esclusiva serata di gala che nasce con l’ambizione di affermarsi come immancabile appuntamento annuale per tutti i protagonisti del tessuto economico e politico abruzzese. Nel corso della serata, alle ultime 12 copertine di Abruzzo Impresa, verrà consegnato il premio Aquila Reale, un riconoscimento all’impegno dimostrato nel lavoro e nello sviluppo della propria azienda. Il premio Aquila Reale, alla sua 4° edizione, ha come mission quella di continuare a valorizzare gli imprenditori protagonisti dello sviluppo del nostro territorio.

IL PANORAMA ESPOSITIVO

All’interno della sala meeting, verrà allestita una galleria espositiva dell’ECCO ITALIA Circuito Business dove gli imprenditori e i protagonisti dell’evento potranno relazionarsi creando nuovi progetti e sinergie d’impresa.

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Entra anche tu nell’ECCO ITALIA Circuito Business, è la nuova opportunità da non perdere per la tua azienda. Diventa partner e rafforza le tue relazioni e i tuoi progetti di sviluppo, grazie alla condivisione e alla possibilità di cogliere nuove sinergie imprenditoriali. Farai parte di una grande squadra in grado di supportare i tuoi progetti d’impresa. L’adesione alla ECCO ITALIA Circuito Business dell’anno 2011/2012 prevede dei servizi e delle condizioni molto interessanti. Richiedi la visita di un nostro consulente e apri le porte al futuro del tuo nuovo business!

LA LOCATION

FARE IMPRESA si terrà presso il Grand Hotel Adriatico di Montesilvano, una struttura altamente attrezzata che dispone di una sala meeting di oltre 1200 metri quadrati, accogliente, confortevole e facilmente raggiungibile dall’uscita autostradale A14 Pescara Nord. L’hotel è situato nel complesso dei grandi alberghi a Montesilvano in via Carlo Maresca 10.

COME ARRIVARE

Il Grand Hotel Adriatico è situato nel complesso dei grandi alberghi a Montesilvano in via Carlo Maresca, 10 a 2 Km dall’uscita Pescara Nord A14 a 6 Km dalla stazione ferroviaria e ad 8 km dal locale Aeroporto.

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s SCOPERTA STELLARE ALLA D’ANNUNZIO Giovanni Iezzi un giovane laureando del Dipartimento di Scienze dell’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti ha scoperta una supernova. Si tratta di una stella la cui curva di luce e proprietà spettrale vengono ritenute inconsuete e mai osservate finora. «La Supernova – fa sapere attraverso un comunicato il professor Francesco Stoppa, ordinario di Geochimica e Vulcanologia dell’ateneo - è probabilmente una stella molto vecchia e molto lontana, forse con una composizione povera in metalli, un fatto che ha influenzato il suo meccanismo di esplosione e il suo spettro molto particolare».

IMPRENDITORIA NEI PICCOLI COMUNI Tre milioni di euro per creare nuove imprese nei piccoli comuni abruzzesi, in modo da spostare la battaglia dalla sopravvivenza allo sviluppo. In questa direzione va il progetto messo a punto dalla Cna e da Fidimpresa Abruzzo. I soggetti promotori hanno spiegato che l’obiettivo dell’iniziativa è quello di sostenere la battaglia ingaggiata dai comuni con meno di mille abitanti contro le previsioni di tagli contenuti nella manovra finanziaria del governo; misure parzialmente corrette o ritirate, ma solo dopo la dura protesta che ha portato sulle piazze italiane amministratori e cittadini delle comunità coinvolte. Il progetto in questione si chiama “Fare impresa nei piccoli comuni” e vuole sostenere, grazie anche all’applicazione di garanzie più estese rispetto a quelle tradizionalmente fornite dai confidi, i progetti imprenditoriali promossi da giovani con meno di quarant’anni residenti nei centri abruzzesi al di sotto dei mille abitanti; al fine di favorire lo sviluppo dei micro-comuni, interessati dallo spopolamento e dalla carenza di risorse finanziarie necessarie ad assicurare ai cittadini servizi di qualità.

FAB-CNA: BILANCIO ESTIVO POSITIVO Un incremento vicino al 3,5% rispetto alla stagione turistica 2010. È il dato più significativo della stagione estiva. Secondo un’indagine condotta dalla Fab-Cna tra i propri associati, è stato soprattutto il boom del mese di agosto a far salire il numero degli arrivi negli stabilimenti balneari: «Grazie alla performance di agosto, vicina al “+6%” sullo stesso mese del 2010 – afferma il segretario regionale Cristiano Tomei – tutti gli indicatori del turismo costiero estivo abruzzese sono risultati attivi». I numeri positivi dell’estate dicono che le spiagge d’Abruzzo restano ambite soprattutto dalle famiglie: con picchi molto alti di utenza compresa tra i 26 e i 65 anni (quasi il 70% del totale delle presenze), ma anche un ritorno di fiamma di interesse dei più giovani, se è vero che la fascia compresa tra i 18 e i 25 anni è tornata in massa ad affollare i nostri lidi. Giusta e intelligente, secondo la Fab-Cna, la politica di contenimento dei prezzi seguita dagli operatori dopo Ferragosto. La Fab-Cna invita la Regione a impostare per tempo, d’intesa con le sigle del settore, le basi per la prossima stagione turistica.

IN ARRIVO 872 MILA EURO DAL CORECOM PER LE TV ABRUZZESI Ammontano complessivamente a 872mila euro i contributi per l’emittenza televisiva locale abruzzese, stanziati per l’annualità 2010 dal Ministero per lo Sviluppo Economico – Dipartimento per le Comunicazioni – sulla base della graduatoria stilata dal Comitato Regionale per le Comunicazioni. Lo ha annunciato il presidente Filippo Lucci, soddisfatto per il risultato ottenuto. «Le emittenti abruzzesi – sottolinea Lucci – saranno le prime a ricevere i mandati di pagamento. Alcuni sono stati già firmati in quanto è stato adottato un criterio cronologico in base alla data di ricezione delle graduatorie dei diversi Corecom italiani. Si tratta – puntualizza ancora il presidente – della prima tranche di fondi, che prevede uno stanziamento di 66 milioni di euro a livello nazionale. A breve saranno infatti disponibili altri 42 milioni, che il Ministero provvederà a ripartire successivamente». Sono 13 le emittenti abruzzesi assegnatarie del contributo. Alle prime 5 in graduatoria (Rete8, TeleMax, Antenna 10, Tv6 e Telemare) andranno circa 720mila euro, la ripartizione per singola rete non è stata ancora definita, mentre il resto sarà distribuito tra le altre 8 (Teleponte, Tvq, Telesirio, Trsp, Onda Tv, TvT, Antenna 2 e Tv Atri).

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tenden e fatti persone

PANE AQUILANO A MACEF 2011 Il pane aquilano è stato protagonista della cena di gala offerta da Fiera Milano S.p.A agli oltre 900 buyers stranieri partecipanti all’edizione autunnale del Macef, il Salone internazionale della casa e del vivere italiano. Con l’iniziativa, nata dalla consolidata collaborazione tra l’associazione L’Aquila Siamo Noi e Fiera Milano S.p.A, è stato promosso uno dei prodotti simbolo del territorio aquilano e della sua cucina. La degustazione è stata offerta dal Forno Storico Cav. Giulio Placidi di L’Aquila. «Continua il nostro progetto strategico teso a promuovere in rassegne di valenza internazionale le eccellenze aquilane e ad aprire per esse nuovi mercati e nuove collaborazioni» ha dichiarato il vice presidente Alfredo Ranieri Montuosi «dopo gli artigiani e il Conservatorio “Alfredo Casella”, presenti all’edizione di primavera del Macef, e il corteo della Perdonanza sfilato per i viali della Bit, questa volta è il momento delle eccellenze alimentari».

MANOVRA: CRITICO MONSIGNOR D’ERCOLE Il vescovo ausiliare dell’arcidiocesi dell’Aquila, monsignor Giovanni D’Ercole, tra l’altro noto volto televisivo Rai in trasmissioni religiose, si esprime in merito alla manovra. «Una manovra finanziaria che si limiti a tappare i buchi certamente non è la soluzione dei nostri problemi. Occorre assolutamente un cambiamento strutturale e un forte coraggio etico che interessi tutti noi». D’Ercole, in prima linea nella ricostruzione spirituale e sociale nel post terremoto, è critico con la classe politica e dice «sembra che non si rendano conto di quali siano i reali problemi della gente dando la sensazione talora di vivere lontano dalla realtà». Aggiunge «mi auguro che si cambi al più presto l’attuale legge elettorale che ha disonorato la gente perché ha reso il cittadino suddito e non protagonista. Serve una riforma strutturale per dare speranza ai giovani, molti dei quali scappano dal nostro Paese per andare all’estero. D’altra parte chi gira per il mondo può vedere che in tanti posti chiave di aziende all’estero, ci sono giovani italiani che fanno onore alla nostra Nazione. Perché non possono trovare spazio e occupazione qui da noi?»

RIFIUTI, ABRUZZO REGIONE PIÚ VIRTUOSA DEL SUD PER RACCOLTA CARTA In Abruzzo sono state raccolte nel 2010 oltre 50.000 tonnellate di materiale, con un incremento del 3,2% rispetto al 2009. È quanto emerge dal XVI rapporto sulla raccolta differenziata di carta e cartone pubblicato da Comieco. Nell’aumento della raccolta differenziata l’Abruzzo si rivela seconda regione del Sud solo alla Sardegna. Tra le province, Teramo si conferma la più virtuosa grazie ad una media procapite di 43,5 kg di carta e cartone differenziati da ciascun abitante; seguita da Chieti, Pescara e L’Aquila. I benefici derivanti da tale pratica vanno dalla riduzione delle emissioni di CO2, ai risvolti economici (ad esempio per i mancati costi di discarica) e sociali (nuovi posti di lavoro connessi al riciclo).

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“LAVORARE IN ABRUZZO 2”, UNA OPPORTUNITÁ DA 15 MLN Prevede bonus del valore di 10.000 euro per l’assunzione a tempo indeterminato di lavoratori svantaggiati il nuovo avviso pubblico “Lavorare in Abruzzo 2”. Il progetto è finanziato con 15 mln di euro del Piano Operativo 2009/10/11 del FSE 2007/2013 e punta alla crescita e alla salvaguardia dei livelli occupazionali nelle imprese abruzzesi, prefiggendosi di creare entro l’anno 1.600 nuovi posti di lavoro. 9 mln di euro sono destinati alle nuove assunzioni e 1 mln alle trasformazioni di rapporti flessibili con un bonus di 5.000 euro nelle aziende operanti nelle “Aree di Crisi” (Area Sisma, Valle Peligna/Alto Sangro, Val Vibrata/ Val del Tronto Piceno, Val Sinello) e nei “Poli di innovazione” (Agroalimentare; Automotive; Elettronica/ICT. Energia; Edilizia sostenibile; Chimico/farmaceutico; Servizi avanzati; Tessile/Abbigliamento/Calzaturiero; Turismo; Mobili/Arredamento, Economia sociale e civile). I restanti 5 mln andranno ai “Grandi investimenti” e riguardano esclusivamente le nuove assunzioni. L’avviso presentato dall’assessore al Lavoro, Paolo Gatti è l’evoluzione della best practice “Lavorare in Abruzzo” che nel 2010 ha prodotto oltre 2.500 nuovi posti di lavoro.

TURISMO, ABRUZZO NEL SISTEMA REGIONI DEL CENTRO L’Abruzzo si inserisce in «un’Azione di sistema per promuovere il turismo con regioni che hanno puntato su questo come fattore principale di sviluppo», lo ha annunciato l’assessore al Turismo e coordinatore nazionale, Mauro Di Dalmazio, al termine dell’incontro ad Ancona con gli assessori al Turismo di Marche, Toscana, Umbria ed Emilia Romagna. «Nessuno può concorrere in solitaria sul mercato globale, c’è bisogno di mettersi a sistema, di incontrarsi sulla strada della contiguità geografica e non solo con regioni avanzate del Centro Italia». L’obiettivo è puntare all’emersione di una continuità geomorfologica, culturale ed enogastronomica che faccia la differenza in un discorso di filiera turistica, culturale, ambientale che premi gli itinerari tematici tra le regioni. Dalla riunione è scaturito un documento in cui sono state avanzate una serie di proposte, come le attività di promozione internazionale integrata da realizzare in collaborazione con l’Enit, la realizzazione di percorsi enogastronomici, la promozione delle eccellenze agroalimentari, la salvaguardia della tradizione gastronomica del territorio.

CASADONNA, UN NUOVO REGNO PER LO CHEF NIKO ROMITO Raccoglie ambizioni, speranze e tanta creatività la nuova casa del gusto di Niko Romito. Un’avventura chiamata Casadonna, con sede a Castel di Sangro in un monastero cinquecentesco completamente ristrutturato. Un progetto che coniuga l’alta cucina del ristorante Reale, con ricettività di alto livello e accoglienza e formazione per giovani chef. Un’unica filosofia lega così la cucina all’antica struttura, il cui recupero, effettuato con grande cura, ha rispettato i materiali che spaziano tra antico e moderno. La scuola, pensata per essere un luogo di contaminazione tra culture culinarie diverse, sarà frequentata da massimo 12 studenti per corso, durerà minimo un anno e si baserà su una forte interazione tra formazione e mondo del lavoro. Nel weekend inoltre gli allievi lavoreranno agli eventi del Reale. Richieste di ammissione sono già pervenute dalla Spagna.

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tenden e fatti persone

ALTA FORMAZIONE, 2,6 MIL EURO PER I LABORATORI DEL GRAN SASSO Sarà finanziato con risorse del Fondo Sociale Europeo 2007/2013 il Progetto “La società della conoscenza in Abruzzo”, elaborato dai Laboratori del Gran Sasso dell’INFN, diretti da Lucia Votano. L’obiettivo è contribuire allo sviluppo di una società della conoscenza che fonda la propria crescita e competitività sul sapere, sulla ricerca e sull’innovazione attraverso la realizzazione di attività specialistiche di alta e continua formazione, in grado di garantire il trasferimento di conoscenze avanzate al tessuto produttivo regionale e di contribuire alla diffusione della competitività del territorio e alla valorizzazione del capitale umano. Il carattere innovativo della formazione proposta consiste in larga parte nell’adozione del modello formativo one to one per borse di studio e assegni di ricerca. «La firma del nuovo Protocollo è nel segno della continua collaborazione tra i Laboratori Nazionali del Gran Sasso e la Regione Abruzzo e tesa a sviluppare un legame stabile e forte tra Ricerca, Alta Formazione e tessuto sociale e produttivo abruzzese», ha affermato il direttore Votano che insieme all’assessore regionale alla Formazione, Paolo Gatti, ha firmato un protocollo d’intesa per lo stanziamento di 2,6 mln di euro a favore del Progetto.

L’AQUILA, CONFERENZA PROVINCIALE PERMANENTE PER MIGLIORARE IL RAPPORTO IMPRESE PA È stata convocata dal prefetto dell’Aquila, Giovanna Maria Iurato, e tra gli altri erano presenti il presidente della Regione, Gianni Chiodi, e il presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio Del Corvo. Spirito della Conferenza Provinciale Permanente è agevolare il dialogo, la comunicazione e più in generale i rapporti tra Istituzioni e pubbliche amministrazioni e il mondo dell’impresa, che di continuo rappresenta il bisogno di chiarezza delle procedure burocratiche e dei tempi certi per la loro conclusione. La conferenza ha individuato alcuni punti sui quali è opportuno intervenire anche in vista dell’istituzione della “zona Franca”, il cui varo secondo quanto è emerso in corso di discussione dovrebbe essere ormai vicino, nell’ottica di migliorare i presupposti per preservare gli insediamenti produttivi locali e rendere la Provincia centro di attrazione di nuovi investimenti. Per mettere a punto soluzioni concrete, sarà attivato un apposito Gruppo di Lavoro, coordinato dal prefetto, che elaborerà una serie di possibili interventi.

LA CANTINA SOCIALE DI COLONNELLA COMPIE 40 ANNI Ha appena festeggiato i suoi primi quarant’anni di attività la Cantina sociale di Colonnella. La festa, aperta ai soci, alle associazioni di rappresentanza e alle autorità del territorio, è iniziata con il saluto del presidente Livio Consorti. Per l’occasione la Cantina ha prodotto una serie limitata di circa 1.000 bottiglie della riserva “Colline teramane docg” dedicata ai 40 anni della struttura. Alla festa hanno partecipato anche il presidente di Confcooperative Teramo e Confcooperative Abruzzo, Giampiero Ledda, che ha espresso i suoi auguri per l’importante anniversario. «La Cantina di Colonnella – ha detto Ledda- grazie al suo presidente Livio Consorti, al responsabile amministrativo Claudio Capoferri e a tutta la dirigenza, rappresenta uno dei fiori all’occhiello della cooperazione teramana. È quindi con orgoglio che partecipiamo alla festa per questo anniversario con l’augurio di mantenere sempre la leadership nel sistema economico e vitivinicolo del territorio provinciale». La Cantina sociale Colonnella – aderente a Confcooperative Teramo – è nata nel 1971 per opera di un piccolo gruppo di coltivatori: oggi è una realtà che raggruppa oltre 150 soci che le conferiscono uve provenienti da circa 400 ettari di terreno coltivati in 12 comuni delle colline teramane. La produzione annua di vino della Cantina sociale raggiunge attualmente i 33mila ettolitri di vino ricavati dalla lavorazione di 40mila quintali di uva. La capacità complessiva della cantina è di circa 60mila ettolitri, di cui 1.500 in botti di rovere francese, particolarmente indicate per la maturazione e l’invecchiamento dei vini pregiati.

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l’Abru

o che produce

Marco Castelli Presidente Profili Aziendali

Ma cosa produce veramente il nostro Abruzzo?

M

i soffermo spesso sulla lettura dei dati statistici regionali, forniscono delle indicazioni fondamentali nelle scelte strategiche aziendali. Analizzavo il rapporto del Cresa relativo al IV trimestre 2010, il più importante, vuoi perché chiude un anno, vuoi perché mette in evidenza alcuni fattori. Il mio pensiero torna un po’ indietro nel tempo, agli anni 80/90, anni in cui la nostra Regione si caratterizzava per la specializzazione territoriale delle sue produzioni, il manifatturiero, il metalmeccanico, il farmaceutico ed altro ancora. Torno ad osservare i contenuti dell’osservatorio economico regionale, soprattutto con riguardo al fatturato ed alla produzione. Il settore manifatturiero mostra i primi segni di ripresa, anche se con difficoltà, così come quello del farmaceutico. Anche il settore dell’ettromeccanica ed elettronica è in crescita. Male il settore del metalmeccanico. Molto bene quello dei trasporti. Torno ulteriormente indietro nel tempo e noto che negli anni c’è stata una forte crescita del settore edile; oggi riscontriamo una forte crescita del settore dei trasporti. Ma noi abruzzesi non siamo mai stati degli edili né tantomeno dei trasportatori eccellenti! Voglio immaginare che i nostri imprenditori sono stati talmente bravi da tralasciare momentaneamente l’attività principale per dedicarsi a ciò che in quel momento il mercato chiedeva maggiormente. Questo potrebbe essere apprezzabile dal punto di vita imprenditoriale, ma non di certo dal punto di vista della qualità del servizio o della produzione. L’improvvisazione non è una caratteristica che si sposa bene con il

concetto del mercato globale. La verità è, a mio avviso, che il nostro territorio non rappresenta più un’attrazione per i grandi gruppi che hanno deciso in passato di venire in Abruzzo a produrre, grazie alle maestranze che la nostra regione era capace di esprimere e grazie agli incentivi che insistevano sul nostro territorio. Durante un convegno all’Ance dell’Aquila, il nostro governatore Chiodi ha pronunciato delle parole che sono rimaste impresse nella mia mente. Si parlava della famosa “Zona franca” ed egli manifestò l’intenzione a non voler generalizzare gli incentivi a tutti i settori. Gli stessi sarebbero stati concessi solo a determinati comparti economici. Si parlò di automotive, di farmaceutico, di manifatturiero, quei settori cioè, sui quali si rifletteva. Ciò significherebbe tornare a dare una caratterizzazione produttiva al nostro territorio, creare curiosità ed interesse nei grandi gruppi che potrebbero decidere di concentrare la loro produzione qui in Abruzzo poiché troverebbero valide maestranze e soprattutto incentivazione economica. Significherebbe ridare indirettamente vita a tutti gli altri settori che, inevitabilmente, godrebbero dei vantaggi del nuovo impulso. Spero che il nostro amato governatore voglia partire proprio dall’Aquila per ridare una connotazione ed un indirizzo produttivo al nostro territorio. È necessario che l’Abruzzo torni a fare “produzione”, magari con un pizzico d’innovazione tecnologica e di aggiornamento professionale. È necessario che i nostri imprenditori, di concerto con le maestranze e le istituzioni tornino a rappresentare, in tutto il mondo, “l’eccellenza” del nostro caro Abruzzo

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nonsoloeconomia

Giuseppe Mauro Economista e Ordinario di Politica Economica

«Remo Gaspari,

uomo a cui tutti gli abruzzesi devono qualcosa»

L

a morte di Remo Gaspari ha suscitato un cordoglio unanime non solo in Abruzzo, ma in tutto il territorio nazionale. La partecipazione della stampa regionale e delle televisioni locali è stata profonda e diffusa e i grandi quotidiani nazionali hanno riportato la notizia con ampi commenti positivi. Non poteva essere diversamente. Remo Gaspari è stato un grande protagonista della vita economica e politica dell’Abruzzo e dell’intero paese. La notizia della costituzione di una Fondazione da parte della famiglia e dei suoi vecchi amici e collaboratori non può che essere accolta positivamente. I suoi interventi nel Parlamento in qualità di membro del governo nazionale, la sua intensa attività di uomo politico, l’impegno costante e intenso per l’Abruzzo possono rappresentare momenti importanti di conoscenza e occasioni di comportamento per l’intera classe politica e per tutti coloro che intendono operare per la crescita economica della regione. E’ opportuno ricordare qualche passo della storia economica dell’Abruzzo per rendersi conto del ruolo peculiare svolto da Remo Gaspari. Il passaggio da regione arretrata a regione capace di convergere verso le aree sviluppate del centro-nord si deve in gran parte al suo straordinario impegno e alla sua capacità di intercettare risorse nazionali e comunitarie da trasformare in investimenti produttivi. Fino a circa la prima metà degli anni sessanta, l’Abruzzo si presentava come una realtà povera e isolata. Uno studioso come Milone si chiedeva come questa regione potesse avere un profilo industriale essendo in gran parte montuosa e con scarse vie di comunicazione. Il suo reddito pro capite era simile a quello del Mezzogiorno, la presenza industriale si limitava a poche signi-

ficative imprese e l’agricoltura si caratterizzava per la sua miseria e frammentarietà. L’emigrazione ne costituiva il tratto più visibile, tenuto conto che nel ventennio 1951-1971 oltre 200 mila persone abbandonavano la regione. Nella sostanza, il volto dell’Abruzzo era quello di una regione del profondo Sud, che sembrava essere condannata dalla morfologia del suo territorio all’isolamento e al sottosviluppo. Questo volto di arretratezza muta profondamente a partire dalla seconda metà degli anni sessanta. Il tasso di industrializzazione supera quello medio del paese, l’agricoltura assume una configurazione moderna e in linea con le caratteristiche dell’Italia, il pil pro capite cresce notevolmente, si stacca da quello meridionale e si avvicina alle regioni centrali, nascono tre università e si costruisce una estesa rete infrastrutturale. Come avviene tutto questo? Quali sono stati i fattori trainanti che hanno consentito tale trasformazione? Certo, l’assenza di criminalità organizzata, la posizione geografica e il policentrismo favoriscono il processo di cambiamento. I diffusi meccanismi agevolativi danno sostegno e concretezza alle molteplici iniziative industriali. Ma il capitalismo del territorio che si realizza nella regione è dovuto in gran parte alla capacità della classe politica e istituzionale dell’epoca di intercettare risorse finanziarie e trasferirle verso il mercato e verso le attività produttive, senza dar luogo a comportamenti perversi o opportunistici. Un governo della cosa pubblica non ispirato a comportamenti privatistici, bensì rivolto alla costruzione di grandi progetti di sviluppo. Questo è stato il grande insegnamento di Remo Gaspari, uomo a cui tutti gli abruzzesi devono qualcosa

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il punto

Mauro Di Pietro giornalista

L’Abruzzo

dannato per le divisioni

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erminate le vacanze, riposte tra i ricordi le escursioni che ci hanno portato un po’ qua, un po’ la, in tutti noi che riapprodiamo in terra d’Abruzzo si riconferma la consapevolezza di vivere e lavorare in una regione unica, dalle potenzialità infinite. Una fortuna sfacciata la nostra: mare, montagna, centralità geografica, strategica collocazione nel corridoio trasversale Adriatico-Tirrenico, passando per Roma. Eppure non ci schiodiamo da una paralisi più cerebrale che motoria. E facciamo pure qualche esempio. Le Università, invece di raccogliere l’idea, lanciata da qualche illuminato imprenditore, di unire le forze e avviare un consorzio della conoscenza, in grado di dare impulso al sistema industriale regionale, si dividono per beghe da orticello. Chiarissimi professori e magnifici rettori non pongono lo sguardo e una sfida competitiva nei confronti del Politecnico di Milano o la Sapienza di Roma, tanto sono concentrati nella divisone in mille rivoli di corsi e specializzazioni, per ridurre le cattedre in banchetti e partecipare al pranzo luculliano dei concorsi. Però, volete mettere avere tre Università e sedi distaccate in ogni comune, in ogni frazione. E’ vero, comunque, che le tradizioni vanno rispettate, quindi sì alla consolidata pratica del dividere, sport regionale al quale partecipano tutti, in primo luogo i politici in versione fuoriclasse. Alla minaccia di una spaccatura tra i sottoscrittori del Patto per l’Abruzzo, piuttosto che giocare la carta dell’unità, il Governatore fa spallucce esclamando: peggio per loro! Loro sono gli industriali che di quel Patto, oltre ad essere tra i maggiori protagonisti, lamentano

la lentezza nei tempi di discussione e avvio. Stesso discorso per la sanità, parcellizzata in decine di presidi, tanto poi c’è la migrazione passiva e immutata cantilena per le infrastrutture che, Dio ci scampi, se qualcuno osa prendere una decisione per far fare il salto di qualità all’Abruzzo e per arrestare il travaso di risorse disponibili. Basti pensare al sistema portuale regionale e alle grandi vie autostradali da portare a termine, con gli annessi sistemi intermodali. E cosa dire della strategia territoriale? Basta seguire la vicenda del costituendo “Parco dei Trabocchi”. Qui siamo all’apoteosi: retorica e demagogia allo stato puro, ci si divide persino all’interno degli stessi schieramenti, a destra come a sinistra. Ci si appiglia ad atti non varati, mancate perimetrazioni, decisioni consiliari contraddittorie. A pochi importa veramente il Parco con i suoi vincoli, con le sue necessità. Per molti è solo una soluzione per esorcizzare il Centro Oli di Ortona. Altro che opportunità di sviluppo turistico per uno dei paesaggi più belli della costa adriatica, ma come è logico che sia dovrà convivere con l’antropizzazione storica di centri abitati, aree industriali e porti commerciali. Insomma, noi abruzzesi siamo divisi su tutto, ma uniti da un solo convincimento: l’Abruzzo, ma quant’è bello. Peccato che sia pure impossibile. Da correggere. Forse una paura. Sì, ci vorrebbe una bella paura a far nascere in noi uno spirito unitario, come immaginò di blindarla ed utilizzarla Roosevelt, nel suo discorso inaugurale, pronunciato a Washington il 4 marzo 1933. Altri leader ma stessa profondissima crisi

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in primo piano

prima parte

» di Denia Di Giacomo

QUESTO È IL PAESE DEL SOLE… In Italia è boom dei pannelli solari, abbiamo superato le più rosee previsioni, diventando il primo paese al mondo nel mercato del fotovoltaico. Excursus nell’universo del rinnovabile, dove c’è ancora tanto da scoprire

Nel settembre dello scorso anno il paese di Tocco da Casauria (PE) ha conquistato la prima pagina del prestigioso New York Times grazie alle sue pale eoliche e ai pannelli solari. “Un’antica città italiana ha ora il suo vento di ritorno” titolava il quotidiano, evidenziando che Tocco da Casauria grazie al suo sistema di produzione di energia rinnovabile produce più elettricità di quanta ne consumi, riuscendo così a fare profitti con l’eccedenza In questa pagina Tocco da Casauria fa da sfondo ad una delle sue pale eoliche

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L’

Italia ha ufficialmente superato i 10.000 MW di potenza fotovoltaica installata sul territorio nazionale, e stando alle previsioni del GSE – Gestore Servizi Energetici – alla fine del 2011 la potenza complessiva in esercizio potrebbe superare i 12 mila MW, per un numero d’impianti intorno ai 350 mila. Questo significherebbe arrivare primi in classifica, sorpassando la Germania - da oltre un decennio leader del mercato fotovoltaico mondiale – e soprattutto significherebbe superare brillantemente l’obiettivo previsto dall’Unione Europea entro il 2020, ovvero quello di incrementare del 20 per cento il consumo di energia prodotto da fonti rinnovabili. Per dare un’idea dello sviluppo avuto in Italia basta pensare che solo nell’ultimo semestre 2011 sono stati installati circa 5mila MW, vale a dire un sesto di tutto ciò che è stato installato in Europa negli ultimi dieci anni. Un vero e proprio boom, che vede numerosi investitori provenire nel nostro paese da tutto il mondo, allettati dagli incentivi del Conto Energia, gestiti dal GSE, che sono tra i più alti d’Europa. Il mercato italiano del “sole” è quindi letteralmente scoppiato, raddoppiando sia nel 2010 che, se le cose dovessero proseguire così, nel 2011. Addirittura la crescita è stata così sostenuta che iSuppli, osservatorio internazionale che si occupa di analizzare i trend del mercato, ha dedicato al caso fotovoltaico in Italia un intero studio dal quale però si evincono pregi e difetti del nostro mercato. Nel documento si legge infatti che “Gli investitori nel solare sono attirati in Italia anche per le grosse riduzioni degli incentivi in Francia, Repubblica Ceca e Spagna”, ma la società di ricerca avvisa che il mercato italiano è ancora pieno di mille incertezze, alcune dovute al governo centrale, che potrebbe da un momento all’altro cambiare le regole del Conto Energia e altre legate alle normative regionali, non ancora definitive e quindi potenzialmente soggette a restrizioni soprattutto in merito allo sfruttamento delle superfici per gli impianti a terra. I timori non sono affatto vani, poiché è già nato il primo Comitato Nazionale contro il fotovoltaico e l’eolico nelle aree verdi, che rivendica un taglio agli incentivi statali e una moratoria sulla costruzione dei nuovi impianti. Ma quanto ci costano questi sforzi per la crescita delle energie rinnovabili? Circa 2 miliardi e mezzo di euro, spalmati sulle nostre bollette per circa 20 anni, un vero e proprio mutuo che per quanto possa risultare scomodo, a detta dell’Unione Europea, è comunque indi-

spensabile per salvare la vita al pianeta. Parte infatti da questo nobile scopo l’affare fotovoltaico, incentivato per raggiungere gli obiettivi previsti dal pacchetto clima-energia, uno strumento legislativo dell’Italia volto a conseguire gli obiettivi che l’UE si è fissata per il 2020: ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto

Gli Investimenti sul fotovoltaico peseranno per 20 anni sulle nostre bollette

serra, portare al 20% il risparmio energetico e aumentare al 20% il consumo di fonti rinnovabili. Il pacchetto comprende provvedimenti sul sistema di scambio di quote di emissione e sui limiti alle emissioni delle automobili. Regina dell’energia pulita è la Puglia che, stando ai dati rilasciati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, aggiornati al 31 luglio 2011, è la regione italiana che produce la quantità maggiore di megawatts tramite sistemi di riconversione dell’energia solare. In Puglia i pannelli solari hanno una capacità produttiva pari a 1.485.453 kW distribuita in 16.803 impianti in tutto il territorio regionale. Segue la Lombardia con

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NASCE 3SUN: LA MEGA FABBRICA DI PANNELLI SOLARI… Nasce lo scorso luglio 3Sun, la più grande fabbrica di pannelli fotovoltaici in Italia e una delle maggiori realtà in Europa. È Catania ad aggiudicarsi questo colosso del settore, con grande soddisfazione da parte della Regione Sicilia. A inaugurare l’impianto di 3Sun, sono Enel, Sharp e Stmicroelectronics, che hanno investito 70 milioni di euro ciascuno, oltre a 49 milioni di project finance e di incentivo pubblico. Si prevede che nella fase iniziale 3Sun occuperà 280 risorse qualificate con una capacità produttiva di pannelli fotovoltaici per 160 MW all’anno, potenzialmente incrementabile a 480 MW l’anno. Nel corso di un’intervista l’amministratore delegato dell’Enel Fulvio Conti ha dichiarato: «L’accordo con Sharp e Stm ci ha permesso di realizzare lo stabilimento più grande d’Italia, strategicamente affacciato sul Mediterraneo, che darà lavoro e tra l’altro permetterà la riduzione della quota di pannelli importati dalla Cina. Nei prossimi anni ci aspettiamo che anche la sponda sud del Mediterraneo inizi uno sviluppo progressivo, ma sempre più importante, della tecnologia fotovoltaica».

CHE COS’È IL GSE? Il GSE – Gestore dei Servizi Energetici, (fino al 2005 GRTN, ente i cui compiti principali erano legati allo sviluppo e al dispacciamento di energia elettrica), è una società controllata interamente dal Ministero dell’Economia che si occupa di gestire, promuovere e incentivare le fonti rinnovabili in Italia. Questo compito viene svolto anche grazie alle due società controllate la Acquirente Unico e la Gestore dei Mercati Energetici. Ma con successive leggi e normative il GSE ha poi assunto anche altri compiti, tra cui l’incentivazione della produzione di energia fotovoltaica, la qualificazione degli impianti di cogenerazione e il ritiro e lo scambio sul posto dell’energia prodotta.

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929.866 kW ma con un numero maggiore di impianti rispetto alla Puglia pari a 36.729, terzo posto all’Emilia Romagna che, con i suoi 23.097 impianti installati, ha una capacità di 847.615 kW. L’Abruzzo per ora non eccelle ma sono già pronti 35 milioni di euro di risorse a sostegno degli interventi volti ad incrementare nelle amministrazioni locali l’efficienza energetica proveniente da fonti rinnovabili. Il presidente della Regione Gianni Chiodi, nel corso della presentazione del progetto “ABRE: Mobilising Abruzzo Resources”, iniziativa alla quale hanno aderito lo stesso Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e associazioni ambientaliste come WWF e Legambiente ha annunciato che, come per la Sardegna, dove è recentemente partito il progetto “Sardegna CO2.zero”, anche per l’Abruzzo la green economy e in particolare l’energia verde, sono le nuove leve per creare occupazione e sviluppo, per cui “Gettare il cuore oltre l’ostacolo ed arrivare entro qualche anno a raggiungere almeno il 50% del consumo energetico prodotto da fonti rinnovabili”. Riuscirà la Regione più verde d’Europa, nel paese principe del fotovoltaico, a “prendere il treno” delle rinnovabili?

LE PREOCCUPAZIONI DEL COMITATO Lo scorso 12 settembre si è svolto a Sepino (CB) un incontro organizzato dal Comitato Nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico nelle aree verdi. Il comitato, fondato da Nadia Bartoli di Acquapendente (VT) a soli due mesi dalla sua nascita, conta su Facebook già circa 2.900 iscritti. Sulla località molisana è prevista la costruzione di una centrale industriale eolica composta da 16 torri nei pressi dell’area archeologica di “Saepinum”, la cittadina è stata quindi scelta dal comitato per la sua valenza simbolica. Nel corso dei lavori il comitato ha stabilito di incontrare il presidente della Commissione Antimafia, il senatore Giuseppe Pisanu e ha elaborato la “Carta di Saepinum” sul tema “ENERGIE RINNOVABILI INDUSTRIALI, UOMO E PAESAGGIO”. Oggetto dell’incontro sono state le molteplici preoccupazioni del comitato, legate soprattutto alla speculazione ai danni dell’economia italiana, alla distruzione del paesaggio e la mancata pianificazione.


in primo piano

E FRATELLO VENTO? E mentre il sole produce ricchezza, il vento, a detta delle aziende del settore eolico, è vicino al suo tracollo. Ecco quello che si legge nella nota dell’Anev – Associazione Nazionale Energia del Vento – “Il settore eolico, è stato in questi ultimi anni oggetto indiscriminato di assalti e sgambetti continui che hanno determinato uno stop alle nuove iniziative che oramai perdura da oltre un anno… La grave situazione nazionale e internazionale che viviamo – aggiunge Simone Togni, presidente dell’Anev - ha inoltre portato non più di 6 mesi fa il comparto eolico ad accettare, responsabilmente, un ulteriore riduzione per cinque anni del 22% dei ritorni previsti introdotti con il Decreto di recepimento della Direttiva Comunitaria sulle Fonti Rinnovabili. Il Governo - prosegue Togni - ha necessità di fare cassa e questo lo comprendiamo visto il momento critico che stiamo vivendo, ma le misure e la corretta ripartizione tra i vari settori deve essere equa. Sull’energia rinnovabile da fonte eolica non si può pensare di applicare questa ulteriore tassa dopo i tagli drammatici e retroattivi già fatti’’. Eppure l’eolico avrebbe dovuto essere il punto strategico del piano energetico nazionale tanto che le stime al 2020 prevedevano circa 67.000 posti di lavoro (cfr. studio UIL – ANEV) solo per questo settore. Inoltre, secondo i risultati di un rapporto predisposto dalla World Wind Energy Association (WWEA), si prevede che per il 2015 nel mondo sia installata una potenza pari a 600 GW che arriveranno a 1.500 GW nel 2020, superando sia l’idroelettrico che il nucleare. Ma cartina al

tornasole dell’importanza dell’energia eolica è la crescita di questo settore nei mercati asiatici con India e Cina in pole position. Basti pensare che la metà della potenza realizzata nel 2010 nel mondo proviene proprio dalla Cina che si aggiudica il primo posto nella classifica mondiale dell’eolico con 45 GW installati. Anche nel resto dell’Europa l’energia eolica apporta un grande contributo, con la Germania che attualmente copre con l’eolico il 9% del suo fabbisogno elettrico, la Spagna il 16%, con un 21% registrato a marzo di quest’anno e l’Italia circa l’11%. Cifre importanti che fanno ben comprendere quanto questo settore possa ormai considerarsi maturo per poter rappresentare un’ottima prospettiva su cui investire. L’Anev sostiene che attualmente, ad esempio, tra la tecnologia eolica e quella fotovoltaica esiste un gap che porta ad una forte differenza di costi. “Un impianto fotovoltaico costa circa il doppio e produce grossomodo il 60% di un impianto eolico di pari potenza. Il punto cruciale è che tali margini stanno pian piano assottigliandosi, varrebbe quindi a nostro avviso la pena rimandare temporalmente il piano di sviluppo massiccio del fotovoltaico a quando tale tecnologia sarà completamente matura, come peraltro è ad oggi l’eolico”. Questo si legge in un intervento del presidente dell’Anev Simone Togni. Riuscirà Fratello Vento a competere con il Sole? Non ci è dato saperlo, per ora la speranza è che anni di investimenti e incentivi in questa fonte di energia rinnovabile non vadano persi nel nulla, magari solo per la scarsa coerenza nella pianificazione di sviluppo energetico a livello nazionale.

Fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Conto_energia; www.anev.org; ANSA; Il sole24Ore; www.energierinnovabili10.it; Economy; www.europarl.europa.eu; www.zeroemission.eu.

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in primo piano

» di Francesco Fravolini

Le imprese investono nella green economy Nel volume di Brown sono analizzate le azioni da intraprendere da tutti i Paesi del mondo, per un sostanziale cambiamento sociale del sistema economico riguardante il settore dell’energia

A

nticipa i grandi temi economici del Terzo Millennio, sottolinea il ruolo della green economy, tratteggia le diverse azioni da intraprendere per salvaguardare l’ambiente. È Lester R. Brown, presidente dell’Earth Policy Institute, organismo di ricerca interdisciplinare, a delineare nel lontano 2002, con il suo libro “Eco-economy”, Editori Riuniti, un chiaro scenario economico con interessanti e autorevoli spunti di riflessione rivolti ai manager. Nel volume sono analizzate le azioni da intraprendere da tutti i Paesi del mondo, per un sostanziale cambiamento sociale del sistema economico riguardante il settore dell’energia. Brown affronta il problema alla radice senza mezzi termini, indica le soluzioni che porteranno un sostanziale beneficio agli uomini in termini di benessere ambientale, soffermandosi sull’importanza della rivoluzione energetica da tradurre in nuove opportunità di lavoro, in autentico business. I suggerimenti di Brown non restano inascoltati, ma si trasformano, con il tempo, in effettive indicazioni di investimento degli imprenditori, stravolgendo le politiche delle imprese. Se c’è una rivoluzione bisogna adeguarsi, altrimenti si rischia di rimanere fuori mercato, per questo i manager devono scegliere, capire e intui-

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re le nuove frontiere della green economy, da valutare come una risorsa, non certamente come un problema. La risposta giunge in modo chiaro. Cambiano i modi di operare delle imprese, a piccoli passi arrivano nuovi modelli economici a cui fare riferimento per aiutare l’ecosistema. Basti pensare che il 33% delle piccole imprese italiane, negli ultimi due anni, ha introdotto o utilizzato tecnologie o sistemi finalizzati alla riduzione dell’impatto ambientale. È quanto emerge da un’indagine di Fondazione Impresa effettuata su un campione di 600 piccole imprese manifatturiere italiane (meno di 20 addetti). La concentrazione maggiore di piccole imprese che hanno introdotto sistemi di riduzione dell’impatto ambientale è stata rilevata nelle regioni del Centro (35,3%). Seguono quelle del Nord Ovest e del Sud (32,7%) e, infine, del Nord Est (31,3%). Tra le tecnologie o sistemi maggiormente introdotti: acquisto di macchinari a basso consumo (27,3%), riduzione degli imballaggi/uso di materiali riciclati (25,8%) e installazione di pannelli fotovoltaici (19,2%). Seguono riqualificazione energetica degli edifici (18,7%) e introduzione di sistemi di gestione ambientale (16,7%). Nello specifico, l’acquisto di macchinari a basso consumo ha riguardato soprattutto le piccole imprese del Nord Ovest (36,7%) e del Nord Est (31,9%). La riduzione degli imballaggi/uso di materiali riciclati è stata rilevata soprattutto nelle regioni del Centro (32,1%). L’installazione di pannelli fotovoltaici ha interessato in particolare le regioni del Sud e le Isole (30,6%) e del Nord Est (23,4%). Il 29,7% delle piccole imprese italiane nei prossimi due anni ha intenzione di effettuare azioni legate alla riduzione dell’impatto ambientale/risparmio energetico. Nello specifico, le piccole imprese del Sud (32,1%) e del Nord Ovest (31,7%), mentre seguono quelle del Nord Est (27,6%) e del Centro (27,3%). «È virtuosa la relazione sviluppata tra piccola impresa e green economy. Le piccole imprese italiane sembrano pronte a contribuire alla sfida della crescita sostenibile, lanciata dall’Unione europea nella Strategia Europa 2020; sembrano pronte a contribuire alla costruzione di un’economia a basse emissioni di CO2. Lo confermano anche i risultati dell’indagine di Fondazione Impresa: negli ultimi due anni, una piccola impresa manifatturiera su tre (33%) ha introdotto o utilizzato tecnologie finalizzate alla riduzione dell’impatto ambientale. Sono investimenti – sostengono i

Lester R. Brown e la copertina dell’edizione italiana del suo libro “Eco-economy”

ricercatori di Fondazione Impresa – in tecnologie ecocompatibili semplici: hanno acquistato macchinari a basso consumo (27,3%), hanno ridotto gli imballaggi e usato materiali riciclati (25,8%), hanno installato pannelli fotovoltaici (19,2%). I sistemi di gestione ambientale certificati, invece, faticano a imporsi, riguardando una quota minore di imprese (16,7%), poco incentivati, sono forse troppo costosi e sofisticati. I risultati dell’indagine confermano che le piccole imprese italiane hanno deciso di investire nella green economy. È una questione di tutela dell’ambiente, ma anche di crescita economica. La green economy offre una duplice occasione alle piccole imprese: quella di risparmiare (e liberare) risorse economiche, aumentando la propria efficienza energetica, nonché quella di approfittare delle occasioni imprenditoriali offerte da un nuovo mercato, quello “eco”».

Il 33% delle piccole imprese italiane, negli ultimi due anni, ha introdotto o utilizzato tecnologie o sistemi finalizzati alla riduzione dell’impatto ambientale Tra le tecnologie o i sistemi che nei prossimi due anni le piccole imprese hanno intenzione di introdurre allo scopo di ridurre l’impatto ambientale troviamo ai primi posti: l’installazione di pannelli fotovoltaici (46,8%); la riqualificazione energetica degli edifici (23,4%) e l’acquisto di macchinari a basso consumo (19,6%)

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in primo piano

terza parte

» di Jenny Viant Gómez

|

Le interviste risalgono al 10 settembre 2011

Dragaggio: parola fine? I pareri del neo commissario straordinario delegato al dragaggio Guerino Testa e Bruno Santori operatore commerciale del settore marittimo

L’

emergenza dragaggio del Porto di Pescara per ovvi motivi rappresenta un argomento centrale nell’ambito economico regionale. In questo periodo il problema dell’insabbiamento è stato al centro di vibranti proteste da parte della marineria e degli operatori del settore commerciale marittimo, le cui attività sono state for-

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temente penalizzate. Con un’ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, avvenuta lo scorso 20 giugno, si è provveduto alla nomina di un commissario. Sulle prospettive di soluzione e la disamina delle problematiche per gli operatoti commerciali, si esprimono di seguito Guerino Testa, neo commissario per il dragaggio, e Bruno Santori titolare dell’agenzia marittima Sanmar.


Guerino Testa

commissario straordinario delegato al dragaggio

Qual è il cronoprogramma? «Siamo ormai alle battute finali della procedura che porterà al dragaggio della darsena commerciale del porto di Pescara. Nel momento in cui arriverà l’autorizzazione del Ministero dell’Ambiente a prelevare la sabbia che si è depositata sui fondali e a scaricarla in mare, potrà partire la gara di appalto e si darà il via ai lavori. Poi si passerà alla seconda fase, relativa alla canalina. Per quest’area la procedura

da seguire sarà diversa. Dal giorno del mio insediamento da commissario, ho lavorato d’intesa con un comitato tecnico scientifico, per far ripartire il dragaggio, cominciando dalla darsena commerciale per poi proseguire nella canalina e quindi nel resto dell’area portuale, sapendo che al momento abbiamo a disposizione 2 milioni di euro, ma che c’è bisogno di altri fondi». I fondi che occorrono servono ad affrontare i problemi strutturali? «Dobbiamo anche affrontare i problemi strutturali del porto e questo è un altro dei punti su cui ci impegneremo. Per quanto riguarda il ripristino dei fondali si deve necessariamente procedere per gradi, a seconda della qualità dei materiali che dobbiamo prelevare e smaltire, senza dimenticare che un punto fermo in tutta l’attività da eseguire deve essere il massimo

rispetto dell’ambiente. Per quanto riguarda la darsena si tratta di sedimenti puliti, che possono essere depositati in un sito a mare, ma

Testa: «Siamo ormai alle battute finali della procedura che porterà al dragaggio della darsena commerciale del porto di Pescara» per le altre zone portuali è ancora tutto da vedere. Posso contare sulla collaborazione massima di Regione, Arta, Ispra, Ministero dell’Ambiente, oltre che dei progettisti: a tutti ho chiesto di lavorare uniti e speditamente per restituire il porto a tutti gli operatori del mare».

Bruno Santori

titolare dell’agenzia marittima Sanmar, presidente di Confesercenti Pescara e vice presidente della Camera di Commercio di Pescara

Come valutate la situazione attuale? «Dal punto di vista materiale non si vede ancora nulla, nel senso che non vediamo draghe all’opera; tuttavia dal punto di vista amministrativo si sono attivate le procedure che nei due anni precedenti chiedevamo di predisporre, ma che nessuno aveva avviato. Questo perché il commissario ha potuto lavorare libero da

condizionamenti agendo secondo le procedure di legge. Ciò va a merito del commissario, ma è nel contempo un atto di accusa nei confronti delle figure competenti atte ad intervenire in materia di dragaggio. Il commissario non ha messo ancora in campo poteri straordinari, lo farà nel momento in cui dovrà espletare le procedure di assegnazione degli appalti per velocizzare i tempi

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L’energia della natura al servizio delle imprese.

Sede oper ati v a:

Centr o D ir e z io n a le DAM A, s c a la A Tel. 08 7 1 . 2 1 7 1

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o per farsi autorizzare dal Ministero dell’Ambiente per quanto concerne il conferimento dei sedimenti nel sito a mare. Lui sta agendo secondo quanto previsto dalla legge. Noi operatori marittimi ci chiediamo: perché il Provveditorato alle opere marittime, la Capitaneria di porto e gli altri soggetti non hanno agito prima? Perché se determinate procedure funzionano oggi, non funzionavano ieri? E ancora, perché prima sono stati fatti errori che hanno implicato lo sborso di somme che vanno in capo alla comunità?» Siete in grado di quantificare i danni arrecati da questa situazione al vostro settore? «Il mancato dragaggio per i pescatori ha comportato il danno alle imbarcazioni per la scarsa agibilità del porto, ma non ha inciso direttamente sui volumi di pesca; per gli operatori invece il mancato ingresso delle navi in porto ha azzerato il fatturato. La marineria è stata indennizzata, ma il settore commerciale è stato tagliato fuori da ogni forma di indennizzo. Noi rientriamo tecnicamente nel settore dell’industria, anche a noi potevano essere applicati i contributi de minimis. Con una delibera di giunta regionale è stata fatta una scelta ben precisa che ha lasciato fuori un settore commerciale in agonia».

Come giudicate la cifra recentemente stanziata: due milioni di euro? «I due milioni stanziati rappresentano l’impegno che si era preso la Regione di anticipare dal bilancio ordinario la ripartizione dei Fas. Ovvio che è solo una piccola parte perché bisogna portare alla normalità tutto lo scalo, non solo la darsena commerciale. Speriamo si riesca a fare un intervento significativo. Manca però tutta la fase istruttoria

un progetto cantierabile. Purtroppo, si è perso tempo. Solo adesso il prp ha iniziato l’iter Vas (valutazione ambientale strategica), ma è lungo. Non è procedura che si esaurisce nel giro di poche settimane. Il porto di Pescara deve avere uno sviluppo nel settore turistico passeggeri. Quest’anno abbiamo rinunciato a due approdi di navi da crociera. Era un buon punto di inizio per inserire il porto di Pescara nel circuito crocieristico, chi opera in questo settore ha

Santori: «Noi operatori marittimi ci chiediamo: perché il Provveditorato alle opere marittime, la Capitaneria di porto e gli altri soggetti non hanno agito prima? Perché se determinate procedure funzionano oggi, non funzionavano ieri?» che riguarda il porto canale, non è detto che si possano adoperare le stesse procedure anche per la darsena commerciale. Resta aperta tutta la partita della parte infrastrutturale e il discorso del Piano regolatore portuale (prp). Non vorremmo che si arrivasse all’assurdo che siano disponibili i finanziamenti per intervenire strutturalmente sul porto e che poi non siano spendibili per mancanza di

bisogno di affidabilità. Per noi è stata una perdita, quando dico noi, dico noi abruzzesi. I passeggeri quando arrivano a Pescara possono scegliere di scoprire l’intera regione. Per essere competitivi, senza creare un ente apposito, c’è bisogno di una governance dei porti, di interlocutori affidabili, di una cabina di regia che si interessi alla gestione, manutenzione e promozione dei porti abruzzesi»

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in primo piano

I

n un mercato in rapida evoluzione, inserito in una fase di crisi globale che rende l’economia fragile, le imprese sono chiamate a rivedere le proprie strategie di azione. Etica e responsabilità, così come immagine, reputazione e futuro dell’azienda, dipendono spesso dal comportamento del management, poiché il businessman è considerato anche titolare della leadership morale. Sarebbe talvolta auspicabile una formazione etica della classe dirigente per fornire nuove chiavi di lettura della realtà economico/imprenditoriale, finalizzate proprio ad un nuovo modello di governance, legato ai concetti di responsabilità sociale d’impresa e di etica. Concetti che vanno ad incidere anche sulla competitività dell’azienda, poiché oggi il vero terreno su cui va giocata la competizione deve essere quello della conoscenza e della competenza e non più il minor prezzo praticato. Sono innovazione e creatività gli asset immateriali su cui le imprese dovrebbero puntare per differenziarsi nel mercato, proponendo al consumatore quel plus che lui cerca. Qui per innovazione si intende un nuovo modello di gestione strategica dell’impresa, elaborata per reagire alle richieste avanzate dalla società, e dove la responsabilità sociale diventa la leva attraverso cui accrescere la competitività secondo i dettami dello sviluppo sostenibile. Le pratiche di RS sono in grado di innescare processi virtuosi tanto nelle piccole che nelle grandi aziende, lavorando in sinergia con il settore culturale, laddove esista una cultura che tenga in considerazione gli aspetti economici, sociali e ambientali nel loro insieme. Conciliare l’investimento richiesto per l’applicazione di valori morali nella gestione aziendale con quello finanziario, finalizzato al profitto economico è uno dei problemi principali a cui l’etica d’impresa deve saper rispondere. È necessario realizzare un’etica che sia sostenibile per l’azienda e che resti vincolata nei propri progetti sociali all’esigenza di non metterne in pericolo la sopravvivenza, poiché dalle strategie ispirate da valori non economici non deve derivare un deficit tale da mettere in pericolo la stessa esistenza aziendale. Al contrario l’investimento sociale deve saper contribuire a creare un migliore posizionamento strategico dell’impresa nei confronti dei suoi competitors, delineando una differenziazione in termini di legittimizzazione sociale, reputazione, immagine e vi-

Sono innovazione e creatività gli asset immateriali su cui le imprese dovrebbero puntare per differenziarsi nel mercato, proponendo al consumatore quel plus che lui cerca

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sibilità, tutti effetti positivi indiretti sulle percezione che il mercato avrà di essa e delle sue performance. La RSI va di fatto considerata un fattore critico di successo proprio perché determina vantaggi economici, sociali e appunto competitivi. A beneficiarne sarà, dunque, l’immagine dell’azienda che nel medio e lungo periodo potrà avere riscontro in termini di incremento di profitto e utili, soprattutto perché oggi “l’immagine morale” dell’impresa è sempre più riconosciuta nella competizione economica. Per tali ragioni l’etica del business va considerata come un insieme di “regole del gioco”, strategie e processi finalizzati a generare e presidiare valori in cui l’impresa si riconosce; regole in grado di rendere l’azienda ancora più competitiva sui mercati nazionali e internazionali e pertanto deve conquistare il centro della dottrina economica: espressioni come bilancio sociale, responsabilità e sostenibilità devono entrare nel linguaggio quotidiano di ogni imprenditore. Una impresa responsabile sarà in grado di creare anche condizioni di lavoro più motivanti per i suoi dipendenti e collaboratori e di conseguenza permetterà di esercitare un controllo minore sull’efficienza interna. Tutti benefici possibili da prevedere, ma difficilmente quantificabili in termini strettamente finanziari nel breve periodo. Nonostante ciò il buon numero di imprese che ottengono positivi esiti nel settore sociale, della protezione dell’ambiente e della sicurezza indica che tali attività possono avere come risultato migliori prestazioni e generare maggiori profitti, crescita e un incremento del valore del mercato. Dunque, solo adottando una vision di medio-lungo termine si potrà essere motivati ad introdurre l’etica nell’impresa. Grande importanza è rivestita a tal fine dalla capacità di informare l’opinione pubblica su tali aspetti, poiché spesso accade che le imprese che adottano un comportamento responsabile, che comporta aggravi di costi sul prodotto finale, siano penalizzate da utenti disinteressati a simili aspetti. Di qui anche l’importanza della motivazione che spinge l’impresa a tendere verso l’etica, perché la sola speranza di un incremento di profitto non può essere l’unica ragione. Anche nel “Libro Verde – Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese”, pubblicato dalla CEE nel 2001, si legge che “È difficile valutare con precisione ciò che determina la redditività finanziaria di una impresa socialmente responsabile. Gli studi mostrano che il 50% degli eccellenti risultati delle imprese socialmente responsabili sono imputabili al loro impegno sociale, mentre l’altra metà si spiega dalle prestazioni dei loro settori”. Affermare che l’etica “paga” vuol dire che ad essa sono collegabili vantaggi per l’impresa e per l’imprenditore, ma non vuol dire che questi vantaggi risultino immediatamente superiori in termini economici ai costi derivanti dalla sua applicazione


» di Laura Tinari

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illustrazione di Vyck

Essere un’impresa etica, “paga”? Responsabilità sociale d’impresa come leva per la sua competitività, innovazione e creatività come asset per differenziarsi nel mercato, il tutto armonizzato in un nuovo modello di gestione strategica dell’impresa

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in copertina » di Eleonora Lopes

WORK GROUP

RIVOLUZIONE DEL PULITO L’azienda di servizi di pulizia e sanificazione con sede a Santa Teresa di Spoltore è una realtà giovane, innovativa e all’avanguardia. Al timone c’è l’intraprendente Franco Perinetti

«I

l mio sogno come imprenditore è trasformare radicalmente il settore delle pulizie industriali». Inizia con questa dichiarazione il racconto di Franco Perinetti che sta riuscendo a piccoli passi a realizzare il suo sogno con la Work Group, azienda che opera nel settore delle pulizie e della sanificazione. Struttura moderna e professionale nata nel 2005 con sede a Santa Teresa di Spoltore, la Work Group è presente sul mercato con due divisioni, la Work System e la Work Quality, con ben 115 dipendenti e un fatturato annuo pari a

circa 2 milioni di euro. Grazie alle notevoli esperienze maturate da Franco Perinetti nel settore delle pulizie professionali e del cleaning, la sua società è in grado di rappresentare il partner ideale per risolvere le problematiche igieniche degli ambienti con la garanzia di standard qualitativi elevati e costi contenuti. Infatti, la particolare organizzazione del lavoro, la formazione mirata del personale, le metodologie professionali e le tecnologie all’avanguardia consentono all’azienda di implementare sistemi di gestione dell’igiene personaliz-

Alcuni dipendenti di Work Group

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» foto di Pietro Ferrante


Franco Perinetti, amministratore di Work Group

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in copertina

L’accoglienza dell’azienda

Franco Perinetti a colloquio con due collaboratrici

Una lezione formativa della Work Group Academy

L’amministrazione tutta al femminile

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zati attraverso lo studio analitico delle esigenze tecniche ed economiche delle strutture da trattare. Obiettivi che Work Group raggiunge sempre nel pieno rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza e salute degli ambienti di lavoro, di ecologia e tutela dell’ambiente. Secondo il capitano d’impresa Perinetti, metodo, tecnologia e organizzazione sono i fattori determinanti per garantire ai propri clienti professionalità, qualità ed efficacia. In Abruzzo la Work Group è senza dubbio tra le aziende leader del facility management, utilizza cioè la massima professionalità per superare le aspettative dei clienti, attraverso modelli qualitativi ottimali e facilmente percepibili. Un traguardo che raggiunge estendendo al cliente la propria efficienza organizzativa al fine di elaborare un sistema di servizi personalizzato sulle reali esigenze funzionali ed economiche. Diffondere la cultura dell’igiene e del pulito negli ambienti in cui trascorriamo del tempo significa contribuire al nostro benessere e alla nostra salute. L’indissolubile binomio tra pulito e benessere rappresenta un segno di rispetto per gli altri, un’arma essenziale nella difesa della salute e nella prevenzione delle malattie, un modo per rendere gli ambienti più gradevoli e sereni incrementando la qualità della vita, un diritto per chi li vive e li frequenta. È in questo contesto che si inserisce Work Group, assicurando comfort e funzionalità ambientale ai propri clienti attraverso una ampia gamma di servizi per l’igiene e la manutenzione degli spazi di lavoro, a costi adeguati. Consapevole del carattere intangibile del servizio di pulizia e della prestazione appropriata, puntuale e flessibile a cui ambisce ogni cliente, Work Group ha scelto di condividere con l’acquirente le sue specifiche necessità costruendo


una partnership originale ed esclusiva, basata sulla fiducia e sulla professionalità. Rivolgersi a Work Group significa ottenere una risposta adeguata alle aspettative del cliente e affidarsi ad un team che fa del lavoro di squadra la sua forza per proporre un approccio intraprendente nella definizione dei bisogni dell’acquirente. L’azienda, grazie al notevole know how, ha messo a punto un evoluto sistema di gestione ed erogazione dei servizi curando tutte le fasi del cleaning, dalle pulizie quotidiane a quelle periodiche, dalla protezione al recupero delle superfici. «Il successo per gli obiettivi raggiunti - ci racconta il titolare - è merito del mio team che io definisco una famiglia allargata». In effetti entrando in questa azienda si respira un’aria di serenità e di armonia, i dipendenti sono sorridenti e motivati, e grazie soprattutto ai corsi motivazionali organizzati e tenuti da Perinetti, il loro entusiasmo è davvero tangibile. E proprio per l’attenzione che Perinetti riserva alle risorse umane, è nata all’interno dell’azienda la Work Academy, una scuola interna ideata per favorire l’inserimento degli operatori delle pulizie e la qualificazione di tecnici da avviare al lavoro. «In un’ottica strategica, - dichiara Perinetti - il percorso formativo punta a trasmettere un’immagine aziendale caratterizzata da una nuova tipologia di lavoratore dipendente, da una nuova “personnel idea” quale premessa indispensabile per un diverso orientamento dell’attività aziendale». Una politica del personale che non riveste una semplice funzione ausiliaria o di mero supporto, ma che adempie in pieno ad un decisivo ruolo strategico. Non c’è che dire, un’azienda che l’innovazione la apporta con i fatti.

L’amministrazione in riunione

WORK GROUP È IN GRADO DI OFFRIRE SERVIZI SPECIALISTICI E INTEGRATI NEI SETTORI: 

CIVILE

uffici, banche, centri commerciali, supermercati, hotel e alberghi, centri benessere, terme, centri fitness, scuole

OSPEDALIERO

ospedali, cliniche private, case di cura, case di riposo, strutture sanitarie

AGROALIMENTARE

mense aziendali, salumifici, prosciuttifici, macelli, industrie lavorazione della carne, pastifici, biscottifici, caseifici

INDUSTRIALE

stabilimenti, officine, laboratori, impianti produttivi, aree di lavorazione, magazzini

Franco Perinetti con il suo commerciale Paolo D’Andreamatteo

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in copertina

a tu per tu con Franco Perinetti Il suo sogno imprenditoriale è trasformare radicalmente il settore delle pulizie industriali, cosa intende nello specifico? «Il settore delle pulizie si è evoluto molto negli anni. Oggi le aziende professionali si avvalgono di sistemi innovativi ed erogano servizi che permettono di assicurare standard igienici elevati, ma ciò nonostante in tanti ancora ci rappresentano nella propria mente con l’immagine della scopa e la paletta. Le cose invece sono cambiate e io voglio contribuire a diffondere e promuovere questo cambiamento. La mia azienda ne è un esempio e attraverso metodo, tecnologia e organizzazione, è in grado di assicurare ai clienti professionalità, qualità ed efficacia. È questa è la mia filosofia esistenziale, un modo di essere». Lei crede fortemente nella formazione del personale tant’è che all’interno della sua azienda ha fondato la Work Academy. Ci spieghi meglio di cosa si tratta… «Io credo fortemente nei miei collaboratori, sono loro il vero valore aggiunto. E per conferire alla mia squadra una preparazione ancora più specifica ho deciso di fondare la Work Academy, una scuola professionale interna all’azienda ideata per selezionare e qualificare tecnici e operatori delle pulizie da inserire nell’organizzazione e avviare al lavoro. L’importante impiego di energie destinate alla formazione professionale di tecnici in grado di esercitare corrette e adeguate leadership nei

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vari cantieri di lavoro rappresenta il fattore vincente che consente a Work Group di garantire livelli igienici ottimali. L’efficienza del sistema di erogazione viene così ad essere caratterizzata da un’ottimale “integrazione” fra le esigenze e le motivazioni degli operatori e le corrispondenti caratteristiche del lavoro specifico. Questo rapporto opera in entrambe le direzioni e l’integrazione è ottenuta modificando le strategie di selezione, cambiando le mansioni, ma anche in entrambi i modi. Il personale, perciò, ha la possibilità di apprendere al meglio attraverso un interessante lavoro di contatto con i molteplici clienti e di affiancamento a diversi “seniors” ben preparati. La nozione di istruzione e formazione permanente, così come concepita nella legislazione europea, costituisce dunque uno dei punti di forza di Work Group che assicura ai propri operatori l’opportunità di crescere sia professionalmente che personalmente anche attraverso aggiornamenti specifici e corsi di formazione inerenti la propria attività». Qual è l’ingrediente segreto del successo della Work Group? «Il nostro successo è dovuto ad un mix di elementi. La qualità dei nostri servizi non si riferisce solo al prodotto, ma anche al prezzo, alla sicurezza, alla strategia di pianificazione, al management, alle relazioni umane e all’intero sistema di produzione ed erogazione. Ma il vero ingrediente segreto sono, come dicevo, le risorse umane. Io ho un team eccezionale, preparato, capace, ma soprattutto motivato. Sono loro la vera immagine

dell’azienda. In Work Group vive una chiara idea di “operatore modello” per ogni tipo di mansione che è sempre in possesso di specifici criteri per svolgere un buon lavoro e per avere successo». Quali sono i vostri maggiori clienti? «Sicuramente la grande distribuzione organizzata, nello specifico centri commerciali e supermarket, ma anche industrie, ospedali privati, alberghi e scuole. Attualmente operiamo in Abruzzo, Marche, Molise e Puglia, ma i nostri prossimi obiettivi sono il Lazio, le regioni del centro nord e la Lombardia». Come si svolgono le fasi di una vostra operazione tipo? «Diciamo che per un progetto tipico targato Work Group noi agiamo in sei fasi. All’inizio c’è il rilevamento dei dati necessari all’elaborazione del progetto. La seconda fase consiste nello sviluppo e nella presentazione al cliente del progetto stesso. Poi c’è la definizione del contratto. La quarta fase si compone nell’avviamento del cantiere a cui segue la fase dell’ottimizzazione per il massimo rendimento del progetto. Infine l’ultima fase, a cui noi teniamo moltissimo: il tutoraggio e la certificazione dei risultati che devono essere costanti e continui nel tempo». Quali sono le caratteristiche che distinguono Work Group dai suoi competitor? «Il nostro progetto imprenditoriale si concentra sulla rilevazione del risultato, sul controllo di qualità e sulle tecniche utilizzate. Il must di Work


Group è considerare l’igiene sempre unita al benessere. Infatti per qualsiasi persona, lavorare in un luogo pulito e igienizzato favorisce senza dubbio anche il benessere personale. Tra i nostri principi ispiratori di Work Group c’è proprio la diffusione della cultura dell’igiene e del pulito negli ambienti in cui trascorriamo del tempo, il che significa concorrere al nostro benessere e alla nostra salute. La necessità di salvaguardare l’ambiente e la salute collettiva, intesa appunto come benessere psicofisico e sociale, impone che i luoghi siano salubri, quindi, puliti. Eppure, nonostante l’evoluzione tecnologica e il progresso, una delle carenze che sempre più spesso emergono è proprio quella della pulizia, vissuta ancora oggi come un “male necessario” piuttosto che come un fattore di salute. È invece un imperativo categorico operare, a livello individuale e collettivo, scelte responsabili che favoriscano il mantenimento della salute, a partire dalle pratiche igieniche e dalla scelta di stili di vita virtuosi, attraverso l’acquisizione di standard igienici che garantiscano la salubrità, il comfort e la qualità del convivere civile. Per questa ragione stiamo mettendo in atto una serie di azioni che vanno proprio in questa direzione, affinché anche la pulizia diventi “cultura”. Non temo i miei competitor, non perché non siano capaci quanto me, ma perché ritengo che la mia azienda stia operando con sistemi davvero all’avanguardia che, nel nostro settore, sono rari da riscontrare»

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incarichi&carriere

FULVIO ROCCO DE MARINIS È IL NUOVO PREFETTO DI CHIETI

Napoletano, laureato in Giurisprudenza, Fulvio Rocco De Marinis nuovo prefetto di Chie-

ti è entrato nell’Amministrazione dell’Interno nell’anno 1979, con la qualifica di consigliere di prefettura. Ha avuto modo di ricoprire numerosi incarichi tra cui quello di viceprefetto a Pescara tra il 2006 e il 2007. In questo periodo, per otto mesi, ha ricoperto anche la carica di commissario prefettizio a Montesilvano, a seguito della caduta dell’amministrazione travolta dall’inchiesta “Ciclone”. Nel corso del 2008 è stato nominato ispettore generale di amministrazione e come tale ha già visitato la provincia di Chieti e la sua prefettura. A dicembre del 2009 è stato nominato prefetto di Vercelli, incarico che ha ricoperto prima di essere chiamato a Chieti. «Sono consapevole del compito che mi attende – ha detto De Marinis – nell’assumere le funzioni di prefetto della nobile e storica Chieti, desidero far pervenire a tutta la cittadinanza e, in particolare, a coloro che in qualunque modo operano per il bene e per il progresso della società locale, il mio più sincero e caloroso saluto. Eserciterò le mie funzioni con il massimo impegno e con profondo spirito di servizio, mettendo tutte le mie energie a disposizione della collettività, anche se sono convinto che, solo attraverso una fattiva collaborazione fra tutte le Istituzioni, si possano raggiungere i migliori risultati».

GUIDO BARBIERI NOMINATO DIRETTORE ARTISTICO DELLA BARATTELLI

A partire dal 1 ottobre 2011 il direttore artistico dell’Ente Società Aquilana dei Concerti

“B. Barattelli” sarà Guido Barbieri, noto studioso, critico teatrale e musicale. Guido Barbieri è nato a Parma nel 1956 ed è conosciuto in Italia in qualità di collaboratore di tantissime testate, in particolare Il Messaggero e La Repubblica e Il Gazzettino di Venezia. Stabile è la sua collaborazione con la Rai in particolare con Radio Rai 3, per la quale è spesso conduttore di importanti dirette e trasmissioni radiofoniche. Dal 1984 è docente di Storia ed Estetica musicale nei Conservatori italiani. Dopo i conservatori di Reggio Calabria, Salerno, Pescara, L’Aquila e Firenze è ora docente di ruolo presso il Conservatorio “Antonio Scontrino” di Trapani.

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incarichi&carriere

ITALO FERRANTE, A CAPO DELLA CONFAPI ABRUZZO

Italo Ferrante, socio e direttore amministrativo della DMP Electronics, eletto da pochi mesi

come presidente di Confapi Abruzzo, individua alcune priorità per ridare respiro all’economia. Per l’imprenditore teramano innanzitutto vanno affrontati adeguatamente i problemi legati alla sanità, che assorbe oltre l’80% delle risorse. «Purtroppo ci sono state scelte impopolari e difficili, ma i dati che ci hanno presentato, nelle riunioni del Patto per lo sviluppo, sono interessanti. Tutti gli altri problemi dipendono da quanto si riuscirà ad “alleggerire” il peso della sanità sui conti pubblici regionali››. Così Ferrante si augura che si arrivi al più presto a ridurre ad esempio l’Irap che è applicata per oltre il 4,8% e soffoca soprattutto i piccoli imprenditori. La DMP Electronics sviluppa e produce rubinetteria elettronica a fotocellula, rubinetti elettronici per il risparmio dell’acqua, asciugamani elettronici ad aria calda, distributori automatici di sapone, orinatoi elettronici, sistemi elettronici per doccia, asciugacapelli a sicurezza totale, comandi elettronici per WC. La gamma prodotti DMP è rivolta ai locali pubblici, alle comunità e alle abitazioni private. Le soluzioni di risparmio della DMP garantiscono l’igiene assoluta nel bagno e sono durevoli nel tempo. Tutti i prodotti sono disponibili in due configurazioni: con alimentazione a pile o con trasformatore di sicurezza. DMP ha inventato il rubinetto elettronico nel 1978 ed oggi è il leader europeo nel settore.

EMILIO DE GREGORIO NUOVO COMANDANTE DELLA GUARDIA DI FINANZA DI CHIETI

Il tenente Emilio De Gregorio è il nuovo comandante della compagnia della Guardia di

Finanza di Chieti. Il passaggio di consegne con il capitano Mariano D’Andrea si è svolto presso la sede del comando provinciale alla presenza del comandante Paolo D’Amata. Il capitano D’Andrea è stato destinato ad altro incarico presso il comando del nucleo di Polizia tributaria di Teramo. Originario di Foggia, il tenente De Gregorio si è arruolato nel 2003 e dopo 5 anni trascorsi nell’Accademia militare della Guardia di Finanza di Bergamo ha assunto l’incarico di comandante del Plotone della Prima Compagnia della Scuola alpina di Predazzo e il comando della Tenenza di Ischia. Ha conseguito la laurea in Scienze della sicurezza economica e finanziaria. Durante il periodo di permanenza del capitano D’Andrea a Chieti, il reparto ha complessivamente eseguito 468 verifiche constatando maggiore base imponibile per le imposte sui redditi per oltre 85 milioni di euro ed evasioni all’I.V.A. per oltre 14 milioni di euro. Inoltre, sono stati individuati 61 evasori totali e 9 evasori paratotali recuperando oltre 80 milioni di euro di base imponibile. Sono stati scoperti 201 lavoratori irregolari di cui 26 completamente in nero, e 15 lavoratori non risultanti dalle scritture obbligatorie.

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storie&persone » di Laura Tinari

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New gener

«S

ono un imprenditore di prima generazione, ho dovuto responsabilizzarmi presto, spesso mi chiedo come sarebbe stato avere un padre dietro a cui chiedere consigli nei momenti duri». E già, questa è la prima difficoltà dei giovani che decidono di fare impresa da soli, ma a guardare i numeri di P.&B. Auto ci viene da pensare che in fondo Pierluigi Panunzi poi tanto male non se la sia cavata, neanche nei passaggi più difficili. L’idea di aprire una concessionaria è nata da lui e da Piero Barbuscia, suo socio di minoranza. Come si addice ad un vero sommelier professionista, sulla tavola di Panunzi non mancherà mai un’ottima bottiglia di vino, tranne nelle caldissime giornate estive! Amante del mare d’estate, non disdegna la montagna in inverno. Ama la lettura, Andrea Camilleri è il suo autore preferito, e ha sempre seguito suo padre nei viaggi di lavoro, «Ricordo con piacere soprattutto la Somalia, dove ho trascorso diverse estati, - ci dice - e vederla oggi terra di nessuno è un grande dispiacere. Lì c’erano molti imprenditori abruzzesi che si dedicavano alle piantagioni di banane, mango e pompelmo. Io li seguivo in azienda, incuriosito dalle produzioni».

P&B Auto La prima concessionaria nasce nel 2001 ad Avezzano, nel 2006 la società di Panunzi si fonde con Barbuscia, nasce così la P.&B. Auto Spa, concessionaria dei marchi Mercedes Benz e Smart, e viene aperto un nuovo showroom all’Aquila. Oggi opera su tre sedi, due ad Avezzano di cui una dedicata al nuovo marchio Subaru, preso nel 2009. Dal gennaio scorso P.&B. Auto è concessionaria pilota, prima sede in Italia, del nuovo programma “Mercedes Benz first hand”, per la vendita di auto semi nuove. Con un volume di affari di circa 15 milioni di euro, attualmente la società ha 26 dipendenti, un numero rimasto invariato rispetto al pre 6 aprile 2009. All’epoca P.&B. Auto era impegnata all’Aquila nella realizzazione della nuova sede della concessionaria che avrebbe ospitato su una superficie di 5000 metri quadrati il nuovo showroom e la nuova officina, un impianto che sarebbe stato operativo proprio in quei giorni, divenendo la sede di riferimento per tutta la provincia. L’immobile, gravemente danneggiato, è stato ripristinato subito e in accordo con Mercedes Benz Italia dato in locazione ad un grande call center che oggi dà occupazione a circa 400 persone. Nonostante le difficoltà che il mercato dell’auto attraversa, P.&B. Auto è riuscita a mantenere la leadership in provincia, in controtendenza all’Italia, nel segmento Premium.

le parole di Pierluigi Panunzi «Oggi si parla di aumento dell’iva, da sempre il settore automotiv è discriminato: l’auto è un prodotto detraibile al 40%, per questo se si deve fare cassa con questa tassa è necessario creare anche in altri settori una detraibilità parziale. Da anni portiamo avanti battaglie inascoltate».

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«Con l’istituzione del regime fiscale agevolato al 5% per gli imprenditori under 35, siamo sulla strada giusta per assicurare il sostegno ai giovani, ma forse dovremmo pensare anche ad altre formule di investimento sulle imprese giovanili soprattutto nella provincia dell’Aquila. Noi giovani imprenditori continueremo ad insistere».


Amministratore unico e azionista di riferimento di P.&B. Auto Spa, Pierluigi Panunzi si divide quotidianamente tra Avezzano, dove vive anche, e L’Aquila. Classe 1972, Panunzi inizia a lavorare a 22 anni, quando insieme ad altri giovani soci crea una società che operava nel settore dell’arredamento. Quasi contemporaneamente nasce P.&B. e lui decide di dedicarsi soltanto al settore auto. Nel 2000 insieme alle sorelle crea Europrogrammi, società immobiliare per la gestione di immobili commerciali. Pierluigi Panunzi è davvero un uomo “d’associazione”, vicepresidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria

Pierluigi Panunzi L’Aquila e membro del Consiglio direttivo senior dallo scorso dicembre; è componente di Federauto e tra i fondatori di Federauto giovani, nata per affiancare con idee e proposte l’associazione dei concessionari italiani; è membro dell’Unione Concessionari Italiani Mercedes Benz e Smart; e infine neo socio della Fondazione Carispaq.

«Come imprenditore sono preoccupato per le sorti della nostra provincia, ha una estensione territoriale talmente vasta che l’attuale ente, così configurato, non è in grado di soddisfarne le necessità. Sarebbe stato più corretto cancellare province, comunità montane, enti d’ambito e creare accorpamenti di comuni capaci di meglio esprimere le esigenze dei propri territori».

» foto di Andrea Del Cotto

«Credo molto nel sistema associativo, sia di categoria ristretto come Federauto, che più ampio come Confindustria, perché lo ritengo il luogo più adatto per condividere, confrontare le proprie idee ed elaborare proposte».

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storie&persone

L di Jenny Viant Gómez foto concesse da Dario Di Camillo

«L’obiettivo fondamentale delle case automobilistiche è quello di ridurre il peso degli autoveicoli, quindi i consumi e i costi di produzione. Con la blow car abbiamo ottenuto tutto ciò, in più è ecosostenibile e si può personalizzare».

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ungimirante: senza dubbio una delle definizioni migliori per descrivere l’architetto abruzzese Dario Di Camillo, nato a Collecorvino 59 anni fa. Ha lavorato a lungo nella piattaforma di innovazione della Fiat e grazie al suo ingegno sta prendendo forma un’auto dalle caratteristiche sbalorditive. «Non è un giocattolo – chiarisce risoluto Di Camillo – è una microcar con cellula abitativa tradizionale, ma priva di lamiere all’esterno. La carrozzeria è fatta di pannelli di gomma bistrato ultraresistenti, gonfiati a due atmosfere come un pneumatico». Da qui il nome blow car (macchina gonfiabile). In certa misura è una microcar spaziale, perché il materiale usato per l’esterno – esacianato di cloruro: gomma speciale, resistente e ignifuga – è usato negli airbag per sonde aerospaziali, scivoli di emergenza e paracadute. «L’obiettivo fondamentale delle case automobilistiche è quello di ridurre il peso degli autoveicoli, quindi i consumi e i costi di produzione. Con la blow car abbiamo ottenuto tutto ciò – sottolinea Di Camillo – in più è ecosostenibile e si può personalizzare». Il rivoluzionario progetto della blow car poggia sulla lungimiranza e sull’esperienza dell’architetto. Nel suo lungo curriculum spicca il periodo dal 1978 al 1991. Gli anni in cui ha lavorato nel centro stile Fiat come responsabile della progettazione del design di interni e dei motori della holding (Fiat, Lancia e Alfa Romeo). Ha firmato gli interni della Thema, Tempra, Y10 e Punto ed è suo il design dei motori Fire, Multijet e Thema 8.32. La continua ricerca l’ha spinto ad allargare i suoi orizzonti. Diventa imprenditore e fornitore ufficiale della Fiat, per quanto concerne il design e l’engineering. Si dedica al settore aerospaziale, ed è in questo momento che si sofferma sulle proprietà dell’esacianato di cloruro. Ne sfrutta le potenzialità dando vita a piccoli alberghi gonfiabili, pronti in cinque secondi, una soluzione per la ricettività temporanea. Continua a fare lavoro di ricerca e, finalmente, nel 2008 getta le basi per realizzare la blow car. «Abbiamo adesso un modello di stile – racconta Di Camillo – e il Il render della Blow Car


BLOW CAR, ROBUSTA LEGGEREZZA

Dario Di Camillo parla della sua innovativa microcar. Carrozzeria di pannelli gonfiabili ultraresistenti al posto delle lamiere. Produzione prevista in Abruzzo grazie al supporto di Confindustria Pescara prototipo marciante che sarà presentato al Motor Show di Bologna. La prova su strada si farà a ottobre, per verificare tutta la parte meccanica: sospensioni, motore e guidabilità, tra altri parametri. Contiamo di iniziare a produrre a fine 2012 in Abruzzo, nell’area industriale Vestina. La società produttrice Blow Car srl darà impiego a 40 persone, più ovviamente tutto l’indotto; le maestranze di Torino forniranno il know how. Questo è un periodo per noi molto intenso – prosegue – stiamo definendo gli accordi con le aziende fornitrici dei vari componenti, come il motore ad esempio. I nostri partner sono importantissimi, tra cui il Gruppo Proma spa, la Sogeda srl e la Fondazione PescarAbruzzo. Al loro interessamento nel progetto è stato decisivo il supporto di Confindustria Pescara, nelle persone del presidente Enrico Marramiero e il direttore Luigi Di Giosaffatte. Non potrò mai ringraziarli abbastanza per l’entusiasmo con cui hanno accolto l’idea». I progetti per quanto validi non vivono di luce propria, hanno bisogno di una rete di rapporti sociali che ne esalti i punti di forza. La blow car – scrigno di tecnologia con tre motorizzazioni (endotermica, ibrida ed elettrica) disponibile in due varianti: small, 2,7 metri, due posti e medium, 3 metri, quattro posti – doveva essere prodotta a Cassino o a Torino. Di Camillo aveva optato per questa ipotesi dopo aver vinto nel Lazio un bando per l’internazionalizzazione del made in Italy, congiuntamente con la maison Gattinoni (Moda e innovazione erano state associate; ricordiamo

L’architetto Dario Di Camillo

che la texture e colori dei pannelli della blow car possono essere personalizzati, come si fa con un capo sartoriale). Il caso ha voluto che Di Camillo durante una trasferta in Abruzzo incontrasse un amico di lunga data, l’ex sindaco di Penne Donato Di Marcoberardino; parlando del progetto e divulgando l’idea poco alla volta si crearono le sinergie giuste per fare in modo che la blow car assumesse sembianze abruzzesi. Come la gente d’Abruzzo sarà gentile, nelle morbide linee e nei confronti dell’ambiente, e forte, nella sua avveniristica ultraresistente carrozzeria gonfiabile. Costo? Per dovere di cronaca riferiamo che da indiscrezioni ci risulta che il prezzo oscillerà tra 11 mila e 16 mila euro, ma dobbiamo stare alla risposta del suo inventore: «Quella col motore endotermico costerà come le altre, mentre quella ibrida costerà meno delle altre, così come quella elettrica»

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storie&persone

È di Mauro Di Cola foto concesse da Confapi Pescara-Chieti

«Vogliamo che si crei un canale privilegiato dei progetti locali, che si sviluppano sul territorio, con persone del territorio e a vantaggio del territorio. La nostra “mission” è questa»

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riuscito a far diventare l’Api Pescara-Chieti un’associazione rispettata e sicuramente protagonista dell’economia locale. Un ottimo gioco di squadra con gli associati, consiglieri, presidenti dei “gruppi” di competenza e membri della struttura, il dare voce ai protagonisti del territorio, creare un’associazione “aperta”, alle persone, ai progetti, a chi voleva “dire” e a chi voleva “fare”. Questo è il risultato tangibile del primo mandato da presidente di Domenico Tronca. Il concetto di associazione “aperta” è importante perché l’associazione deve fare gli interessi degli associati e non gli interessi di poche élite imprenditoriali? «L’Api Pescara-Chieti permette a tutti di recitare un ruolo. Apertura e confronto sono fondamentali per risolvere i problemi. Ma ancora più importante è mettere al centro degli interessi associativi il ruolo delle Pmi. La Confapi (la nostra confederazione nazionale) esiste perché esistono le Pmi, con i loro pregi e i loro difetti. Allora per essere più forti, più competitivi, per permettere alla nostra economia di rilanciarsi occorre puntare sul territorio». Secondo lei, il vero valore aggiunto è espresso dal territorio, ecco perché il ruolo delle associazioni è fondamentale? «Territorio significa tradizione, eccellenze, vocazione, sviluppo delle risorse umane, insomma territorio significa potenziale espresso e inespresso, ragion per cui un modello associativo come quello che ha sviluppato Api PescaraChieti, se interpretato in maniera sana, può decidere lo sviluppo del territorio insieme con le istituzioni. Al contrario delle grandi imprese, che troppo spesso da questo solo “attingono”. Occorre che le stesse “reinvestano” le risorse o parte di esse nella nostra regione. Noi siamo per la sinergia con le grandi aziende, anche attraverso il trasferimento del loro know-how sul territorio». Obiettivo principale del suo secondo mandato è quello di fare rimanere le risorse economiche e umane sul territorio? «Assolutamente si! E credo che anche altre associazioni di imprenditori, debbano rendersi conto di questo! Il trasferimento di know-how è fondamentale sul territorio, il trasferimento permette di creare risorse manageriali e ricchezza su tutto il fronte territoriale, significa avere cultura manageriale e imprenditoriale. Immaginiamo che dalle grandi imprese escano non solo manager, ma anche nuovi imprenditori! Il lavoratore dipendente che acquisisce know-how e “impara” le eccellenze può diventare imprenditore, ha voglia di mettersi in gioco perché sa e sa di sapere ed è sicuro di se». Qual è quindi la “mission” di Api Pescara-Chieti sotto la sua guida, nel prossimo triennio? «Riconvertire e recuperare il territorio, soprattutto quelli che in questo momento vivono la massima debolezza, ma che mantengono tradizione ed eccellenza. Fare tornare quindi alla produzione locale le imprese per lo sviluppo del nostro prodotto. Ad esempio nel comprensorio di Tocco da Casauria stiamo portando avanti proprio questo, ovvero un connubio tra Pmi e territorio toccolano, tra Pmi e istituzioni pubbliche, per valorizzare le eccellenze (in questo caso nel settore agroalimentare) grazie al supporto di imprenditori illuminati ed amministratori comunali lungimiranti. E qui, quindi, che la Regione deve intervenire, e su queste basi che dobbiamo parlare di Poli di Innovazione (dove Api Pescara-Chieti è protagonista assoluta in quello dell’edilizia sostenibile, e parte fondamentale in quello dell’agroalimentare)


LA FORZA DELL’API

È LA VICINANZA ALLE PMI DEL NOSTRO TERRITORIO Il presidente di API Pescara-Chieti, Domenico Tronca, indica la “road map” da seguire nella sua relazione di insediamento al suo secondo mandato presidenziale di Consorzi Industriali, di Riforma dei Consorzi Fidi e soprattutto di politiche incentivanti per il settore industriale sfruttando al massimo le risorse comunitarie. Ecco perché nel prossimo triennio sarà fondamentale sviluppare idee e progetti con le istituzioni per far crescere l’economia e il territorio». Quali sono le linee guida del suo prossimo mandato di presidente? «Il prossimo mandato di Api Pescara-Chieti poggerà su 3 macroaree: Servizi e tutela associati, sviluppo dell’area di ricerca e sviluppo progettuale e internazionalizzazione, sviluppo sinergico con le istituzioni territoriali. Grazie al supporto del neonato Consapi (consorzio dei consulenti Api) siamo in grado oggi di dare risposta a tutti e a tutto e quindi di essere di aiuto alle

tante esigenze quotidiane delle nostre aziende. La nostra società di formazione ci permetterà inoltre di interpretare al meglio le esigenze formative, ma soprattutto di offrire una formazione ed una informazione continua e puntuale. L’aspetto delle relazioni industriali e sindacali, insite nel nostro “Dna”, saranno il pane quotidiano della nostra struttura. Non ultimo sarà fondamentale il rapporto con tutte le istituzioni dalla Regione fino ai Comuni, dall’Inail all’Inps, dalle Asl all’Ispettorato del Lavoro, dagli Uffici Tecnici alla Camera di Commercio. Vogliamo che si crei un canale privilegiato dei progetti locali, che si sviluppano sul territorio, con persone del territorio e a vantaggio del territorio. La nostra “mission” è questa

Un momento della conferenza di presentazione del Polo d’innovazione dell’Edilizia

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grandi storie » di Alessio Pelusi

“G

oogle è un motore di ricerca per Internet ed è il sito più visitato del mondo. Oltre a catalogare e indicizzare il World Wide Web si occupa anche di foto, newsgroup, notizie, mappe, video e programmi creati appositamente. Di tutte le pagine che indicizza, il motore di ricerca ne mantiene una copia cache. Il motore di ricerca è talmente popolare che in inglese è nato il verbo transitivo “to google”, col significato di “fare una ricerca sul web”; con lo stesso significato, in tedesco è nato il verbo “googeln” e in italiano il termine “googlare”. Una particolarità di Google è quella che in alcune importanti date il caratteristico logo cambia, per celebrare l’avvenimento avvenuto quel determinato giorno. Il logo in questo caso viene chiamato doodle e a volte può essere un’immagine animata.” (Fonte Wikipedia). Questa è una parte della definizione che Wikipedia, il dizionario on line più famoso al mondo, fornisce di Google, il motore di ricerca della Rete per eccellenza. La fondazione di quest’ultimo risale a più di 12 anni fa, che nell’era di internet è un bel po’ di tempo. I protagonisti della vicenda sono Larry Page, 24enne laureato all’Università del Michigan, che va in visita a Stanford con l’idea di iscriversi al Dottorato in informatica e Sergey Brin, 23enne, il quale fa parte del gruppo di studenti assegnati a mostrare il campus ai visitatori. Il primo incontro-scontro fra i due avviene in questa occasione. Unico punto di contatto e base della futura collaborazione è la problematica che affligge Internet in quel determinato periodo storico: come estrarre informazioni rilevanti da un enorme massa di dati, al fine di utilizzare in maniera razionale ed efficiente lo spropositato bacino di informazioni presenti in rete. Larry e Sergey, cominciano, dunque, a collaborare alla costruzione di un motore di ricerca denominato BackRub. Come succede - quasi sempre - in storie del genere, mancano i soldi per portare avanti in progetto. Allora l’ingegno dei ragazzi si aguzza e vengono utilizzate tecnologie meno costose e più accessibili, come i normali computer al posto dei costosissimi server. Il primo “data center” di Google, viene assemblato nella cameretta di Larry. Dopo lo sviluppo del network i due ragazzi cominciano a crederci veramente ed aprono un ufficio vendite per la loro rivoluzionaria tecnologia. Dunque, fanno una ricerca dei possibili

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finanziatori, che però come in ogni favola moderna, rispondono “picche”, a causa della loro miopia o superbia. L’impegno di Lerry e Sergey, però, alla fine viene ripagato ed un investitore consegna ai ragazzi un primo importante e sostanzioso assegno. Google Inc. apre il 7 Settembre 1998 a Menlo Park, California, all’interno del garage che un amico subaffitta ai due studenti. Dopo qualche mese e sempre dentro questo particolare ufficio, Google.com, risponde già a 10.000 query (interrogazioni) al giorno. Da qui in poi i risultati della neonata Società cominciano ad apparire sui giornali, fino ad arrivare sulle più importanti Testate nazionali e non solo. L’importanza di Google, oggi, è planetaria, gli sviluppi futuri di questo motore di ricerca imprevedibili

GOOGLE:

UNA STORIA AMERICANA

Ma cosa avranno i garage americani di così speciale? Molti degli imperi economici attuali vi sono nati dentro e Google non fa eccezione!


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fisco » di Luigi Carunchio

I nuovi limiti sull’uso dei contanti Riduzione delle movimentazioni in contanti al di sotto dei 2500 euro, una stretta contro l’evasione fiscale e le attività illecite

L

a manovra di ferragosto, ossia il Decreto Legge 138/2011, in conversione in parlamento, e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 13/08/2011 e in vigore da tale data, prevede una nuova riduzione della soglia da 5.000 a 2.500 euro oltre la quale scatta l’obbligo di tracciabilità per il trasferimento tra privati di denaro contante e dei titoli al portatore. Finalità di tale stretta è duplice: allinearsi alla media europea (contante al 70% contro il 90% attuale) e ridurre l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro sporco. L’Italia è uno dei Paesi al mondo dove si fa maggiore ricorso al denaro contante per le movimentazioni tra soggetti privati e con partita iva e ciò è dovuto alla grande percentuale di evasione fiscale. Il legislatore da anni sta intervenendo su tale fenomeno riducendo dapprima la soglia dai 12.500 ai 5.000 e adesso fino a 2.500 per qualsiasi movimentazione. Il denaro contante per i pagamenti potrà essere utilizzato esclusivamente al di sotto del limite dei 2.500 euro per ciascuna operazione, limite che rimane anche nel caso di pagamenti rateizzati. Nel caso in cui si paghi ratealmente una eventuale fornitura spezzando i pagamenti e portandoli quindi al di sotto dei 2.500 euro per ciascuna rata si considera il pagamento complessivo e quindi non si può utilizzare il contante. Per importi superiori, il trasferimento di denaro contante potrà essere eseguito solo attraverso carte di cre-

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fisco

dito, bancomat, bonifici bancari, assegni bancari o postali, cioè strumenti di pagamento tracciabili e con un intermediario finanziario autorizzato dalla Banca d’Italia. Novità anche per gli assegni che dovranno riportare la clausola di “non trasferibilità” oltre che il nome e la ragione sociale del beneficiario. Si potrà richiedere, per iscritto, il rilascio di moduli di assegni bancari e postali in forma libera da utilizzarsi esclusivamente per importi inferiori ai 2.500 euro. Per quanto riguarda gli assegni emessi all’ordine del traente “a me medesimo”, potranno essere girati unicamente per l’incasso. I libretti di deposito bancario o postale al portatore con saldo pari o superiore a 2.500,00 euro, esistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto, dovranno essere estinti ovvero il loro saldo dovrà essere ridotto ad una somma non eccedente il predetto importo entro il 30 settembre 2011. Per detenere somme pari o superiori ai 2.500 euro si dovrà dare al libretto un nome rendendo così impossibile a chiunque di movimentarlo al suo posto. Anche sul fronte sanzionatorio la manovra è stata stringente, non tanto sulla percentuale della sanzione che rimane invariata, dall’1 al 40% dell’importo di trasferimento, quanto per le conseguenze che ricadranno su imprenditori, professionisti e privati cittadini dato il limite basso della soglia e il fatto che può colpire sia chi esegue il pagamento, sia chi lo riceve. Ulteriore incombenza spetta ai professionisti contabili che, in caso di riscontro di movimentazioni di contanti ultrasoglia, dovranno darne comunicazione alle Direzioni territoriali dell’economia e delle

finanze. Una ulteriore osservazione va fatta per i finanziamenti da parte dei soci delle società in quanto le stesse non potranno in alcun modo superare la soglia dei 2.500 euro. Appare evidente il forte impatto sull’evasione fiscale di tale provvedimento in quanto

Occorre che gli imprenditori facciano molta attenzione alla movimentazione del conto cassa della propria azienda in quanto è proprio dall’andamento anomalo di questo che si accendono i riflettori su una probabile attività evasiva dell’impresa diventa praticamente impossibile per coloro che effettuano vendita al cliente finale o per quelle aziende che ricorrono a costi fittizi per ridurre il carico fiscale l’utilizzo di denaro contante per regolare le relative “vendite” e l’utilizzo dello stesso fuori dai circuiti bancari. Occorre che gli imprenditori facciano molta attenzione alla movimentazione del conto cassa della propria azienda in quanto è proprio dall’andamento anomalo di questo che si accendono i riflettori su una probabile attività evasiva dell’impresa

e-mail: info@valoreassociati.it

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ict

seconda parte

» di Antonio Teti

Dal poligrafo agli analizzatori del cervello. Anche le banche si adeguano… È una rivoluzionaria misura adottata dal governo di Mosca per contrastare la corruzione dilagante del paese nel settore del pubblico impiego. L’idea è piaciuta al punto tale che alcune banche hanno deciso di adottare un prodotto specifico: il bancomat-poliziotto!

A

ltro dispositivo innovativo è il Laser Doppler Vibrometry (LDV), che consente di rilevare minime modificazioni nella respirazione, nell’attività cardiovascolare, nella contrazione muscolare e finanche nel tremore corporeo. La peculiarità maggiore del dispositivo risiede nella sua assoluta non invasività nel suo utilizzo. In sostanza può essere utilizzato anche a distanze superiori ai trenta metri e senza che il soggetto a cui si applica ne abbia il

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minimo sentore. Elemento determinante, se consideriamo che un poligrafo richiede il pieno coinvolgimento dell’individuo da esaminare, oltre all’applicazione di sensori corporei. Particolarmente avanzato è l’Eye Traking, sofisticatissimo strumento di monitoraggio oculare che consente di inseguire e tracciare i movimenti degli occhi di un individuo mentre è concentrato ad osservare una scena, un oggetto o una persona. Il suo funzionamento si basa sull’analisi del percorso


La scansione della retina è uno dei rilievi biometrici del “bancomat della verità” installato presso la Sberbank di Mosca dallo Speech Technology Center

dell’attenzione visuale del soggetto, che viene costantemente mappata e studiata in funzione del movimento degli occhi, della contrazione muscolare del viso e della dilatazione involontaria dell’iride dovuta alla trasmissione di impulsi nervosi. In sostanza, quando un soggetto esamina un quadro, nella fase iniziale attiva quella che viene definita come “visione periferica” che gli consente solo una vista d’insieme di ciò che vede. Solo successivamente, gli occhi focalizzano la loro attenzione su determinati particolari e dettagli che lo interessano maggiormente. I particolari movimenti degli occhi evidenziano il grado di interesse verso il dipinto, l’eventuale difficoltà di comprensione di un dettaglio, la ricerca del significato, il livello di accuratezza nell’ispezione del quadro, e soprattutto quando vengono visionati oggetti non familiari, si riscontrano movimenti oculari maggiori e velocissimi che sono finalizzati alla identificazione e comprensione dell’immagine analizzata. In sintesi, attraverso l’insieme dei movimenti degli occhi è possibile desumere cosa provoca nel soggetto l’immagine visionata. Tuttavia, il settore dove maggiormente l’uomo sta concentrando ricerche e sperimentazioni, è certamente quello del cervello umano. Molti segnali elettrico ence-

falici, generati dal cervello dell’individuo, sono direttamente riconducibili ad eventi percepiti dal mondo che lo circonda e possono fornire anch’essi informazioni rilevanti. Si parla infatti di potenziali evento-correlati e si basano su tracce rilevabili dall’esame dell’elettroencefalogramma nel momento in cui al soggetto esaminato vengono sottoposte immagini in sequenza. I segnali registrati mostrano degli “stati” che denotano il livello di interesse, sensazione di timore o di terrore, pulsioni di piacere, la calma reale, un momento di agitazione, insomma tutte quelle pulsioni che caratterizzano l’emotività dell’essere umano. Alcuni ricercatori hanno focalizzato la loro attenzione anche sui risultati derivanti dall’utilizzo di dispositivi di risonanza magnetica funzionale, che sembra sia in grado di accertare, grazie all’attivazione di alcune parti del cervello, perfino quando l’individuo assume un comportamento menzoniero. Intanto, sempre nella terra dei Cosacchi, le banche si stanno attrezzando per utilizzare un nuovo strumento di analisi dell’attendibilità dei propri clienti: il bancomat della verità. Il dispositivo, anch’esso frutto delle ricerche svolte dai ricercatori del servizio segreto sovietico, è stato installato presso la Sberbank di Mosca dallo Speech Technology Center, nota azienda russa che ha forti legami con l’FSB (Federal’naya Sluzhba Bezopasnosti, attuale servizio segreto russo nato dalle ceneri del dissolto KGB). Il dispositivo è una sorta di bancomat a cui è stata applicata un’avanzatissima macchina della verità. Il funzionamento è il seguente: il nuovo cliente che intende aprire un conto corrente presso la banca (o anche per ottenere un prestito, un mutuo o per richiedere il rilascio di una carta di credito) viene ricevuto all’interno di un piccolo box in cui è ubicato il dispositivo. Prima richiesta da soddisfare è la fornitura di un documento di identità, che viene scansionato e minuziosamente analizzato per verificarne la veridicità. Successivamente si procede all’identificazione biometrica (scansione delle impronte digitali e della retina), al termine della quale è previsto un lungo interrogatorio dell’incauto avventore. Tutte le domande poste dal bancomat intelligente mirano all’acquisizione di una serie di informazioni riconducibili alla comprensione della situazione finanziaria del soggetto, ma l’interrogatorio si sviluppa anche con quesiti personali che possono fornire ulteriori informazioni e riscontri diretti alle domande effettuate in precedenza. Tutte le risposte vengono successivamente analizzate da un avanzatissimo poligrafo integrato che registra le variazioni del tono della voce, i gesti, il movimento degli occhi, e tutte le informazioni che possono

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ict

Victor Orlovsky, vice presidente della Sberbank di Mosca assieme a Paul Mountford presidente Cisco for Emerging Markets

derivare dall’analisi corporea dell’individuo. Tutti i dati vengono incrociati e rielaborati in funzione di algoritmi matematici che sono in grado di verificare l’esatta attendibilità del cliente. Lo stesso direttore dello Speech Techonology Center asserisce che è praticamente impossibile ingannare il dispositivo proprio per la molteplicità di controlli e riscontri effettuati sul soggetto. Ovviamente chi non supera il test non ha alcuna speranza di vedersi erogare un qualsiasi servizio dalla banca. Ciò nonostante, personalmente ritengo che l’aspetto più inquietante non risieda nel livello di evoluzione tecnologica del dispositivo o nel particolare utilizzo a cui è stato destinato. La preoccupazione maggiore risiede nell’enorme successo che ha suscitato il dispositivo a livello mondiale. Negli Stati Uniti alcune delle maggiori banche hanno commissionato uno studio di fattibilità alla Microsoft per la realizzazione di un prodotto analogo “made in USA”, e Citigroup e Deutsche Bank hanno già avviato delle sperimentazioni del bancomat intelligente nelle loro filiali di New York, Tokio e Berlino. Il rischio reale, come sempre in questi casi, risiede nella possibilità che queste organizzazioni possano realizzare, in barba alla privacy del cittadino, delle banche dati in cui memorizzare e catalogare una mole di informazioni impressionante riconducibili ad ogni singolo

individuo. Questi database non conterrebbero solo dati personali (luogo e data di nascita, tipologia di lavoro svolto, condizione economica personale, interessi e aspetti personali familiari, etc), ma conterrebbero anche informazioni legate alla personalità dell’individuo (emotività, paure, capacità di autocontrollo, reazioni e gestualità, elementi caratteristici del comportamento, etc). In sostanza il detentore di queste informazioni sarebbe in grado di elaborare un profilo psico-fisicocomportamentale dell’individuo esaminato, che potrebbe rivelarsi fondamentale per chiunque intenda relazionarsi con esso. Il vice presidente della Sberbank di Mosca, Victor Orlovsky, durante un’intervista rilasciata al New York Times ha asserito che i clienti saranno tempestivamente informati del funzionamento del dispositivo e che potranno rifiutarsi di sottoporsi alle sue verifiche. Naturalmente, se si rifiuteranno non potranno ottenere dalla banca alcun servizio erogato. Sembra proprio che l’evoluzione delle tecnologie non viaggi di pari passo con la tutela della privacy e questo ci sta conducendo alla definizione di un nuovo scenario mondiale: una società in cui il controllo, l’analisi e la catalogazione degli individui sembra essere la panacea di tutti i problemi e i rischi della collettività del terzo millennio. Vero o falso che sia, è sempre più reale l’ipotesi di cancellazione del termine “privacy” dai nostri vocabolari…

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creatività&innova ione » di Simone D’Alessandro

Il codice genetico della cultura? Si chiama memetica

A parlarne la prima volta è stato il biologo Richard Dawkins che nel suo libro introdusse per la prima volta il neologismo “meme”

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el 1976 Richard Dawkins, biologo e pedagogo, pubblica Il Gene Egoista e introduce per la prima volta il neologismo “meme”. L’autore dimostra che sono i geni a determinare la nostra sopravvivenza (e non viceversa) e che tali geni «sono costituiti da molecole in grado di realizzare copie molto fedeli di se stesse»1. Egli, tuttavia, sostiene che anche il sistema culturale sia costituito da unità di misura piccolissime che hanno il compito di replicare se stesse. A tali unità da il nome di “meme”, dal greco mimesis (imitazione), unità di misura dell’informazione culturale. I memi non vengono trasmessi per via genetica, ma per via culturale. Sono idee di base che “infettano” il sistema sociale (del resto lo scrittore William Borroughs già nel 1962 diceva che il linguaggio è un virus2) e hanno il compito di replicare se stesse. Il francese

Jouxtel ci ricorda che «La Memetica nasce come disciplina che studia la natura e il funzionamento dei memi, ipoteticamente definiti come replicatori culturali»3. Essa non va confusa con l’approccio socio-biologico di Wilson. Quest’ultimo, infatti, spiega tutti i comportamenti umani a partire dall’evoluzione genetica; la Memetica, invece, fonda un rapporto circolare tra genotipo e fenotipo, tra influenze genetiche e manifestazioni epigenetiche dove il rapporto tra natura e cultura è circolare e ricorsivo e non esiste una causa primaria scatenante. L’uomo incontra il fuoco e scopre la cottura della carne, perdendo i denti aguzzi, mentre il suo apparato digerente subisce modificazioni; realizza vestiti diventando più esposto ai cambiamenti degli agenti climatici; incontra la ruota e cambia il suo rapporto con il tempo, lo spazio e la velocità; inventa e interagisce con l’aspirina, affrancandosi da dolori

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creatività&innova ione

e patologie. La capacità dell’uomo di modificare artificialmente e culturalmente il mondo che lo circonda si ripercuote anche sulla sua evoluzione: si può quindi parlare di coevoluzione tra tecnologie, ambiente, genetica e idee dell’essere vivente. «La memetica ha l’ambizione di studiare i fenomeni culturali, i sistemi sociali e le loro eventuali rappresentazioni mentali o simboliche secondo un principio ispirato alla teoria dell’evoluzione. Il suo obiettivo è quello di mettere in luce i codici generatori dei fatti culturali e di osservare la loro capacità di evolvere attraverso la trasmissione, la variazione e la selezione in un terreno intra e interumano. Essa rivendica una forma di autonomia del pensiero rispetto al pensatore, l’anteriorità causale dei flussi rispetto alle strutture e si pone, tra l’altro, come una scienza dell’auto-emergere del sapere attraverso la sfida tra i livelli più elementari del pensiero»4. Ma nei fatti a cosa serve capire in che modo funzionano i memi? Partendo dal presupposto che dietro ogni forma di comunicazione umana vi è un passaggio di idee, sappiamo che nel corso della storia un corpus abbastanza omogeneo di esse (archetipi, stereotipi, paure ricorrenti, utopie, distopie, sistemi di classificazione dominanti) ha avuto la possibilità di sopravvivere replicandosi continuamente e allo stesso tempo mutando forma. Se accettiamo il presupposto goedeliano che ogni verità comporta sempre una parte non dimostrabile e un osservatore non-neutrale; se ci affidiamo, inoltre, al pensiero di Wittgenstein secondo cui l’uso precede il senso o comunque lo costituisce; e se, infine, consideriamo che ogni trasferimento di conoscenze implica un sistema di vincoli e di selezioni all’interno del quale le idee che sopravvivono meglio sono quelle che permangono, mutando nella forma pur preservandosi nella sostanza, allora stiamo già entrando nel mondo del “codice” memetico, di quella “Matrix” nascosta dietro ogni sistema sociale, dalla notte dei tempi ai giorni nostri. Perché il tema della fine del mondo (dalle parole dell’Apocalisse, alle premonizioni di Nostradamus, alla fine del mondo prevista nel 2012) non cessano mai di replicarsi? Perché il timore dell’invasione da parte

Richard Dawkins e la copertina del suo libro “Il gene egoista”

di barbari e/o infedeli ritorna in modo ciclico? Perché si assiste a ondate di tendenze che prendono piede all’improvviso per poi ritirarsi e successivamente ritornare variate nella forma e non nella struttura? Esistono i memi dei memi, ossia le unità di misura di base che scatenano tutte le battaglie del mondo delle idee? Esistono cure adatte ad attenuare certe influenze

«La memetica ha l’ambizione di studiare i fenomeni culturali, i sistemi sociali e le loro eventuali rappresentazioni mentali o simboliche secondo un principio ispirato alla teoria dell’evoluzione» virali dannose per il nostro mondo simbolico? Come si gestiscono i “virus” mentali del Complottismo, del Capro espiatorio, del Pensiero Unico: manifestazioni evidentemente nocive di idee che attaccano il nostro sistema cognitivo, intasandolo? La memetica, può dare delle risposte o forse non è anche’essa una variazione memetica già presente in passato nella filosofia del linguaggio e nella semiologia?

1. P. Jouxtel, Memetica. Il codice genetico della cultura, Bollati Boringhieri, Torino, 2010, P. 31. 2. Lo dice nel romanzo The Ticket That Exploded, ripubblicato in versione italiana da Adelphi nel 2009. 3. P. Jouxtel, Op. cit., 2010, p. 37. 4. Ibidem p. 47

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norme&leggi » di Filippo Paolini

Finanziaria,

ancora cambiamenti

La nuova legge introduce alcune norme espressamente denominate “a sostegno dell’occupazione” e destinate ad avere una profonda incidenza sulla vita quotidiana delle imprese

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ello scorso numero di Abruzzo Impresa avevamo parlato dei risvolti della consistente manovra economica approvata in luglio per la correzione dei conti pubblici ed eccoci qui, appena un mese dopo, a fronteggiare una finanziaria bis, approvata a spron battuto, a ridosso di ferragosto, con il decreto legge 138/2011 (mentre scriviamo è in corso di conversione). La nuova legge introduce, tra le altre, alcune norme espressamente denominate “a sostegno dell’occupazione” e destinate ad avere una profonda incidenza sulla vita quotidiana delle imprese. In primo luogo, la nuova valenza dei contratti collet-

tivi aziendali o territoriali i quali potranno di fatto regolare, anche in deroga ai contratti nazionali, l’intera gestione del rapporto di lavoro. Infatti, le materie espressamente indicate sono: la regolamentazione di impianti audiovisivi e delle nuove tecnologie; le mansioni, la classificazione e l’inquadramento del personale; l’utilizzo di contratti a termine, a orario ridotto, la somministrazione di lavoro; la disciplina dell’orario di lavoro; le modalità di assunzione e le conseguenze del recesso dal rapporto di lavoro, fatta eccezione per il licenziamento discriminatorio e il licenziamento della lavoratrice in concomitanza del matrimonio.

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norme&leggi

È evidente come su quest’ultimo aspetto si siano appuntate le maggiori attenzioni e le maggiori critiche: molti hanno visto in questo passaggio il superamento definitivo dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, vale a dire delle norme dettate in materia di licenziamento. Una conclusione affrettata, allo stato attuale, avuto riguardo quantomeno alla ventilata possibilità che una fonte normativa contrattuale sopprima tranquillamente diritti previsti da una norma di legge. Di certo c’è, invece, che a livello di ogni singola azienda o a livello territoriale, imprenditori e lavoratori potranno concordare anche norme inerenti ai licenziamenti in modo diverso da quanto previsto dal CCNL: ipotesi questa che non figurava affatto nel recentissimo accordo interconfederale del 28 giugno 2011, laddove tale facoltà era prevista soltanto per far fronte a situazioni di crisi aziendale oppure, nella normalità, in materia di prestazione lavorativa, orari ed organizzazione del lavoro. La novità, quindi, non è secondaria, tanto più se si riflette che, proprio in virtù del predetto accordo interconfederale, i contratti aziendali sono efficaci erga omnes se approvati dalla maggioranza delle RSU. Modifica sostanziale anche quella alla legge 68/1999 in tema di collocamento obbligatorio delle persone diversamente abili. Fino ad oggi le imprese che avevano più di una unità produttiva dovevano essere

espressamente autorizzate alla cosidetta “compensazione terriotriale”, vale a dire all’assunzione di un numero di aventi diritto al collocamento obbligatorio maggiore a quello prescritto su una unità con compensazione dell’eccedenza sulle altre, dove evidentemente il numero sarebbe stato inferiore. Con la nuova legge, sparisce l’obbligo di preventiva autorizzazione e si afferma definitivamente il principio per cui le imprese devono rispettare l’obbligo su scala nazionale e, pertanto, saranno semplicemente tenute a comunicare il tutto alle rispettive amministrazioni provinciali. Inoltre lo stesso meccanismo potrà trovare applicazione tra datori di lavoro diversi che, però, appartengono ad un medesimo gruppo di imprese. L’ultima notazione è per i tirocini formativi e di orientamento. Potranno essere promossi soltanto da soggetti in possesso di requisiti determinati dalle regioni e non potranno durare più di sei mesi, eccezion fatta per determinate categorie svantaggiate (disabili, invalidi, tossicodipendenti, ecc); i destinatari potranno essere esclusivamente neo-diplomati o neo-laureati entro e non oltre dodici mesi dal conseguimento del titolo di studio. Le imprese, dunque, avranno una platea più ristretta (ma forse più motivata) e meno tempo a disposizione per valutare gli “stagisti” ai fini dell’eventuale instaurazione di un rapporto di lavoro con gli stessi

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energia » di Pietro Pastorelli

AEEG: migliorata

negli ultimi 10 anni

la qualità del servizio elettrico L’Autorità per l’energia elettrica ed il gas ha di recente dichiarato che la durata media delle interruzioni di responsabilità diretta dei distributori è scesa di oltre il 60%

I

n un comunicato del 2 Agosto scorso l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas scriveva: “La qualità del servizio elettrico a livello nazionale ha raggiunto il livello migliore degli ultimi 10 anni: infatti la durata media delle interruzioni di responsabilità diretta dei distributori è scesa di oltre il 60%, a 44 minuti l’anno per cliente, il miglior dato mai registrato.” Non vi è alcun dubbio: la lotta alle interruzioni, con l’introduzione di meccanismi incentivanti, ha dato i suoi frutti. Al Sud i minuti di interruzione si sono ridotti di due terzi. Scrive infatti ancora l’Autorità: “Dieci anni fa, prima dell’introduzione dei meccanismi incentivanti, le interruzioni per responsabilità diretta delle società di distribuzione (escludendo quindi eventi meteo

eccezionali, incidenti sulle linee ad alta tensione etc.) duravano in media 131 minuti l’anno a livello nazionale. I disservizi erano particolarmente significativi al Sud, con 207 minuti persi per cliente, 139 minuti persi nelle regioni del Centro e 72 minuti al Nord. A dieci anni di distanza, la media nazionale è scesa a 44 minuti persi, con un miglioramento al Sud dove i minuti persi si sono ridotti di più di due terzi, attestandosi a 63 l’anno per cliente. Nelle regioni settentrionali i minuti persi sono scesi a 29 per cliente/anno e nel Centro a 46 minuti persi per cliente/anno. ”I dati riportati dall’Autorità derivano da quanto rilevato e registrato dalle imprese distributrici secondo la normativa redatta dall’Autorità stessa. Per verificarne la correttezza è stata prevista una

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energia

campagna di controlli in collaborazione con le Unità Speciali della Guardia di Finanza. Da questi dati, infatti, derivano i premi e le penalità per le aziende di distribuzione per la continuità del servizio nel 2010. Nel caso di interruzioni “ordinarie” (per fatti imputabili alle società di distribuzione), le somme sono corrisposte a titolo di indennizzi automatici veri e propri e come tali posti a carico della società; per le interruzioni prolungate dovute a situazioni di natura eccezionale (per fatti al di fuori del controllo delle società di Fig. 1 Durata complessiva delle interruzioni per cliente in bassa tensione: minuti persi distribuzione e come tali non loro per cliente all’anno. (Fonte: AEEG COMUNICATO del 02/08/2011) imputabili), le somme non sono a carico della società, ma vengono corrisposte a titolo di ristoro attraverso un sistema di natura mutualistica basato su un “Fondo eventi eccezionali” alimentato in parte dai clienti, in parte dalle società di distribuzione, in parte da Terna. Anche per la media tensione esiste un sistema analogo di incentivi per i clienti che abbiano subito interruzioni lunghe senza preavviso: dal 2007 al 2010 gli indennizzi erogati sono stati circa 7.000.000€ a fronte di penalità pagate dai clienti per oltre Fig. 2 Durata delle interruzioni: minuti persi per cliente di BT all’anno di responsabilità 40.000.000€. Come abbiamo più delle imprese distributrici. (Fonte: AEEG COMUNICATO del 02/08/2011) volte scritto su queste pagine, per poter ricevere l’indennizzo i clienti MT debbono aver blema ed abbiamo approntato strumenti che, con la inviato alla società di distribuzione una dichiarazione collaborazione degli utenti interessati, evidenzino i di adeguatezza che certifichi la conformità dell’im- punti caldi della rete. Siamo inoltre intervenuti per pianto elettrico ai requisiti tecnici fissati dall’Autori- evidenziare un problema molto importante per le tà. Ad oggi, solo un terzo degli utenti MT (in totale aziende: le interruzioni brevi. Quest’ultime non riencirca 90.000) ha adeguato i propri impianti elettri- trano fino ad oggi tra quelle indennizzabili anche se ci ai requisiti tecnici fissati dall’Autorità. producono gli stessi danni delle lunghe. Comunque Tutto bene? Se lo chiediamo alle aziende del Centro- anche su questo punto l’Autorità si sta muovendo e Sud vedremo che molte si dichiareranno non ancora speriamo di avere al più presto una forma di indennizsoddisfatte della qualità del servizio, pur non poten- zo automatico per le vittime. do negare il miglioramento intervenuto negli ultimi Il miglioramento della qualità, ripetiamo ancora una anni. Purtroppo i dati statistici sono importantissimi volta, dipende molto anche dagli utenti che dovrebma, spesso, non evidenziano le zone particolarmente bero adeguare gli impianti alla normativa vigente: interessate dai disturbi. chi non si vaccina contro una malattia crea problemi Per questo motivo ci siamo spesso interessati al pro- anche ai vaccinati

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ricerca&innova ione » di Luciano Fratocchi

Buono come il pane (abruzzese)…

ma nessuno lo vuole fare! Vinceslao Roccolo, presidente dell’Associazione panificatori abruzzesi, ha denunciato sulla stampa locale che nella nostra regione ci sono almeno 100 posti pronti ad essere occupati da aspiranti panettieri. Ma pare che i giovani non vogliano più fare questo mestiere….

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L

o scorso mese di Agosto sul Corriere della Sera è apparso l’ennesimo articolo che evidenzia come spesso il mercato del lavoro sia a dir poco schizofrenico, sia a livello nazionale che abruzzese. Sappiamo tutti che il problema della disoccupazione – specialmente quella giovanile – in Italia e nella nostra regione è di una gravità straordinaria. Si stima che circa un quarto della popolazione più giovane sia senza lavoro e che nella classe di età 15-29 anni i cosiddetti NEET (Not in Education, Employment or Training) – ovvero coloro che non sono impegnati né nello studio, né al lavoro, né in apprendistato – siano, secondo i dati di Italia Lavoro, oltre il 21,2% a livello nazionale ed il 18,7% a livello regionale. In un simile scenario, sarebbe normale pensare che ogni occasione di lavoro – ovviamente legale - venisse sfruttata, anche accettando qualche sacrificio di orario o di mobilità. Ancora una volta mi viene da pensare al biotecnologo Marco Grazietti (la cui esperienza è stata oggetto di analisi nello scorso numero di Aprile) che si è messo a fare il ciabattino, non senza aver dapprima approfonditamente definito la propria idea imprenditoriale, definendo un progetto d’impresa che iniziando dalle riparazioni – più o meno classiche – giungerà presto alla realizzazione di veri e propri prodotti finiti di sua concezione, per i quali ha sviluppato prototipi dati in comodato ad alcuni clienti per poi valutarne, a fine stagione, l’usura a seguito dell’utilizzo e verificare la resistenza delle cuciture e delle altre soluzioni tecniche adottate. A leggere la notizia riportata sul maggiore quotidiano nazionale (parzialmente anticipata nei giorni precedenti da un breve trafiletto nella cronaca teramana del principale giornale abruzzese) non sembra che tutti la pensino come il buon Marco. Ed ecco allora che Vinceslao Roccolo - presidente dell’Associazione panificatori abruzzesi ma, soprattutto, da 35 anni panettiere nel suo laboratorio di San Vito Chietino – è costretto a denunciare al giornalista che in Abruzzo ci sono almeno 100 posti (quattromila a livello nazionale) pronti ad essere occupati da aspiranti panettieri. Un impiego che impone il lavoro notturno, ma che – nel caso di operatori qualificati – porta ad un reddito netto mensile di 2.500 euro, che, con gli straordinari ed i premi produttività, possono arrivare a 3.000 euro netti. Un importo lontano mille miglia dai lavori precari presso call center o altre forme di precariato e, soprattutto, un lavoro onesto per il quale non bisogna andare a cercare la raccomandazio-

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ne di chicchessia, specialmente del politico di turno che poi passerà alla cassa alla prima consultazione elettorale. Si dirà che 100 posti sono un piccolo numero rispetto alla quantità di giovani abruzzesi che cercano lavoro, ma sono sempre qualcosa rispetto al niente. E poi non bisogna dimenticare che imparando il mestiere di panettiere un domani si potrebbe fare il salto di categoria e diventare imprenditori autonomi, potendo raggiungere livelli di profitto ancora più elevati. Nonostante una recente analisi di Coldiretti abbia evidenziato che la ripresa dell’inflazione ha fatto calare i consumi di pane del 9% in quantità, stiamo parlando di un prodotto fondamentale della “dieta mediterranea”, per il quale c’è spazio e sempre ce ne sarà, per un’offerta di qualità. Vivendo ai confini del comune di L’Aquila - in un comune che tra l’altro è famoso per la sua Sagra del pane e per la qualità dei prodotti che escono dai suoi forni – posso testimoniare che i clienti apprezzano il pane di qualità – magari cotto a legna o con ingredienti speciali quali il farro o il kamut - e sono disposti a pagarlo anche qualcosa in più. Nonostante la crisi economica ed il calo di fiducia che caratterizzano questi ultimi anni! Sempre dal rapporto di fine agosto della Coldiretti emergono “trend fortemente positivi per gli acquisti diretti dal produttore con una spesa estiva di un miliardo in cantine, malghe o frantoi per acquistare

L’articolo sul sito del Corriere della Sera

direttamente dai produttori vini, ortofrutta, olio, formaggi, e altre specialità offerte da oltre 63mila imprese agricole attraverso spacci aziendali, chioschi, bancarelle, sagre e nei circa 800 mercati di campagna amica”. Bisogna inoltre tener conto che la mancanza di giovani disposti ad imparare un mestiere potrà presto trasformarsi in un impedimento allo sviluppo di alcune imprese di prodotti tipici alimentari. Parlando con alcuni operatori Ognuno deve essere del settore dei confetti libero di scegliere di Sulmona, per esempio, ho appreso della di continuare difficoltà di reperire a studiare, ma ha sul mercato del lavoro giovani a cui insegnare il diritto di sapere l’antica “arte delle basper tempo se ciò sine”, in un momento in cui l’età media del perche sta studiando sonale di produzione – sarà o meno richiesto tradizionalmente donne – è abbastanza alta ed dal mercato il ricambio incombe. La del lavoro quando prima regola per non aumentare i problemi di diavrà finalmente soccupazione per i prosconquistato simi anni è, ovviamente, quella di non far chiudeil fatidico re le imprese per… man“pezzo di carta” canza di personale. Molto dipende anche dalle famiglie, per le quali spesso è un obbligo naturale che i propri figli debbano laurearsi o almeno diplomarsi, anche se poi rischiano di rimanere in attesa della “spintarella” per ottenere un posto nella pubblica amministrazione, solo perché non hanno pensato di far imparare ai loro pargoli un mestiere. La teoria dell’Università come “ascensore sociale” mostra in questi casi tutti i suoi limiti e porta a chiedersi dove finisca il diritto allo studio astrattamente inteso e dove inizi il diritto al lavoro in senso concreto. Ognuno deve essere libero di scegliere di continuare a studiare, ma ha il diritto di sapere per tempo se ciò che sta studiando sarà o meno richiesto dal mercato del lavoro quando avrà finalmente conquistato il fatidico “pezzo di carta”

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finan a&mercati » di Alfredo De Vincentis

Il crollo della borsa Proviamo a capire cosa sta accadendo in questi giorni e di chi è la responsabilità di questa crisi finanziaria

“F

inalmente si conosce il volto e il nome di uno speculatore: è la Deutsche Bank”. Sui telegiornali dello scorso 2 agosto (giorno in cui scrivo…) è stato finalmente individuato il colpevole di tutti i nostri mali... lo speculatore! Cosa si rimprovera alla Deutsche Bank? Di vendere parte dei suoi Btp. Ecco lo speculatore cinico! Esso è additato in questi giorni come causa del precipitare della situazione, a cominciare dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, e via via tutti appresso, Sole24ore incluso. Spesso figura mitica, lo speculatore lo è certamente in questo caso. Additarlo a causa è quindi un atto di cialtroneria. Di fronte ad una manovra finanziaria che non tenta neppure di cambiare le cose che devono essere cambiate subito, di fronte a comportamenti del Governo davvero discutibili (ah, la disillusione!) i giornali italiani, e telegiornali italiani, i programmi di approfondimento, fanno da potente cassa di risonanza a questa cialtroneria. La prova che di tanto si tratti, è il comunicato della Consob dello scorso 11 luglio. Dopo la valanga di vendite di titoli delle banche e delle obbligazioni pubbliche italiane tra il 7 e l’8 luglio (quelli che hanno generato i titoloni del tipo “l’Italia sotto l’attacco degli speculatori”) la Consob ha indagato per capire chi stava vendendo e con quali contratti. Ebbene, comunicava lunedì 11 luglio la Consob: (ADNKronos) - Roma, 11 luglio - Sembra che le vendite allo scoperto abbiano avuto un ruolo marginale nella seduta. Dai riscontri che la Consob ha avuto, l’impressione è che non si tratti di vendite allo scoperto ma di vendite effettive. E il giorno successivo sull’Ansa si leggeva questo: (ANSA) - ROMA, 12 luglio - A Consob i dati arrivati confermano lo scarso ricorso allo short selling: in serata erano circa 60 le comunicazioni, tutte provenienti da investitori esteri che, seguendo la nuova direttiva, hanno comunicato le posizioni ‘’corte’’ che superavano

lo 0,2% della capitalizzazione dei titoli interessati. I titoli coinvolti – (e questa è una sorpresa, NDR) sono circa 40, prevalentemente del settore manifatturiero e industriale. Pochissimi i titoli del settore finanziario, nessuno delle maggiori banche. Molte riguardano società piccole e medie. Nel complesso poi, l’impatto è limitato: le posizioni scoperte riguardavano lo 0,13% della capitalizzazione complessiva delle azioni ordinarie di società quotate. Quindi: i movimenti borsistici non si spiegano con le vendite allo scoperto (sai che scoperta…) e in tutti i modi i titoli venduti speculando al ribasso da parte di cattivi personaggi non sono quelli bancari! Apro una parentesi: la cosiddetta speculazione è effettivamente in grado di portare alle stelle o alle stalle i corsi azionari o obbligazionari, o i prezzi delle commodities, petrolio incluso? Tale quesito meriterebbe un articolo a parte, tuttavia mi sento di affermare che in realtà la speculazione così intesa non esiste, e non esistono grandi manovratori in grado di muovere il prezzo stabilmente e per periodi continuati: si darebbero la zappa sui piedi! E poi: se compro futures sul petrolio, c’è sicuramente uno che me li vende: chi è più speculatore? Io che compro o lui che vende? Tutti e due? Fifty-fifty? Chiusa parentesi. Ebbene, per tornare al discorso, la Consob ci informa che la settimana scorsa le vendite che hanno fatto crollare i prezzi dei titoli italiani non sono state speculative ma effettive. Per esempio fondi pensione che hanno titoli del debito pubblico italiano e preferiscono venderli e comprare, per esempio, quelli tedeschi o ancora meglio quelli USA, che sono più sicuri. Tra l’altro il crollo dei prezzi degli stessi titoli del debito pubblico italiano potrebbe mettere in difficoltà le banche italiche, che da sole hanno in pancia (tra gli assets che danno a garanzia quando si rifinanziano, cioé) circa il 15% di questo debito (stima Bnp Paribas, sole24ore del 11 luglio 2011): e questo spiega la caduta dei titoli bancari e “l’attacco al sistema

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finan a&mercati

Rendimento dell’obbligazione decennale USA (vedete come nel breve termine sia diminuito)

Rendimento dell’obbligazione decennale italiana. Si commenta da sola.

bancario italiano”! Questi sono esempi di cosa siano le vendite effettive e di cosa le motivi. La speculazione, dice la Consob, ha avuto un ruolo marginale. Una nota ironica: è grazie ai crash di borsa di inizio luglio che si è riusciti ad approvare la manovra in tempi record! Così, chi ha ripetutamente teorizzato e affermato il primato della (buona?) politica sui mercati, della sana e reale economia fatta di sudore e calli sulle speculazioni finanziarie, ha in realtà reagito immediatamente al messaggio delle borse... Ma se la stampa è approssimativa e “segue la corrente”, non meglio a quanto mi è capitato di leggere dicono gli accademici: Guido Rossi (giurista, ex presidente Consob) IL SOLE24ORE del 17/7/2011: «È tempo allora che nelle democrazie occidentali si sostituisca la lotta per il diritto ad alcuni principi della scienza triste, poiché proprio in questa incapacità di dettare le norme che la speculazione selvaggia diventa sovrana» (tornerò un attimo in seguito su Guido Rossi). E Donato Masciandaro (economista dei mercati finanziari): «Il secondo mercato che deve essere senza indugio regolamentato è quello di tutte le attività finanziarie puramente speculative». Pare che in Italia non si riescano a concepire altre soluzioni: scrivere nuove leggi e inventare nuove tasse. L’analisi della Consob suggerisce che se fossero state vietate o tassate le vendite allo scoperto in Italia... beh, sarebbe successo comunque ed esattamente quello che è successo! A conferma che analisi sbagliate portano a misure che vanno dall’inefficace al dannoso. Al riguardo evidenzio due punti: 1 - come già notato nell’esempio sopra, chi vende allo scoperto si sta assumendo un rischio. Dovendo infatti ricomprare lo speculatore è esposto al rischio che la propria aspettativa si riveli sbagliata. Può perdere la scommessa, insomma, e nessuno sano di mente scommetterà contro governi credibili. 2 - e di conseguenza, vietare o tassare l’attività speculativa in Italia darebbe una mano a questa classe politica inetta che potrebbe così con-

tinuare a fare quello che le pare al riparo sia dalla disciplina elettorale (fino al giorno in cui avremo un meccanismo elettorale decente) sia dalla disciplina dei mercati. Non sono le società di rating, non sono gli speculari cattivi: il paese ha un enorme debito, ha un deficit pesante e ha una classe dirigente che in queste settimane ha dimostrato di essere completamente inadeguata rispetto ai compiti che ha di fronte: stando così le cose è chiaro che chi presta soldi al tesoro lo fa sempre meno facilmente e chiede tassi più alti. I mercati azionari e obbligazionari, le borse, devono essere lasciate libere: essi nella società moderna sono il migliore aggregatore delle aspettative sulla situazione economica futura. E prendersela con loro è un errore grossolano che sposta l’attenzione sui falsi problemi, allontanandoci sempre più dalla via della soluzione ai mali del nostro paese. Prima dicevo di Guido Rossi, ex presidente della Consob. Non nascondo una certa ilarità nel leggere quanto segue, tratto sempre dallo stesso articolo apparso sul Sole24ore il 17 luglio scorso, dal titolo “Speculazione e regole”: «l’Italia segue così, nel taglio imposto alla spesa pubblica, altri paesi in situazioni ben più delicate come Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna. Lo stesso problema è peraltro piombato anche sul governo di Barack Obama, poiché i conflitti interni al Congresso hanno fatto ritenere a rischio persino i bond del Tesoro Usa». Sì, certo. Solo un piccolo particolare: i rendimenti dei titoli pubblici greci ecc. si sono impennati (segnalando un rischio maggiore) e quelli degli Usa sono diminuiti, segnalando un minor rischio emittente. In realtà, i problemi di Barack Obama sono dovuti ad uno sgambetto che i repubblicani hanno voluto fargli per metterlo in cattiva luce nei confronti dell’opinione pubblica mondiale, ma nessuno ha mai temuto che gli Usa possano mai diventare inadempienti, a differenza che da noi. Come si possano confondere problemi così diversi, vorrei davvero chiederlo all’ex presidente della Consob

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credito&finan a » a cura della redazione

Dario Pilla, direttore generale di Banca dell’Adriatico

Accordo tra Banca dell’Adriatico e comune di Tortoreto Anticipazione crediti ai fornitori fino al 100% dell’importo. Sostegno all’economia del territorio e servizi dedicati ai cittadini

B

anca dell’Adriatico e Comune di Tortoreto hanno siglato un accordo per anticipare il pagamento delle fatture ai fornitori dell’Ente, con l’obiettivo di mantenere elevato il livello di servizio ai cittadini e sostenere l’economia del territorio. Grazie a questo accordo il Comune di Tortoreto potrà contare sulla continuità delle forniture dalle imprese creditrici, in gran parte pmi del territorio, che otterranno rapidamente i pagamenti dovuti e, al contempo, vedranno assicurata la relazione commerciale con l’Ente locale abruzzese. Chiedendo la certificazione del credito al Comune di Tortoreto, le imprese fornitrici potranno

ottenere dalla Banca dell’Adriatico l’anticipazione del credito fino al 100% dell’importo, comprensivo di IVA. Il Comune dovrà certificare l’esistenza e l’esigibilità del credito, libero da pignoramenti, sequestri e vincoli, mentre la Banca, dopo l’esame del merito creditizio, provvederà all’accredito dell’importo dovuto all’impresa creditrice, a condizioni agevolate ed in tempi contenuti. «L’intesa siglata - ha dichiarato Dario Pilla, direttore generale di Banca dell’Adriatico - è un ulteriore accordo a sostegno dell’economia locale. Con l’anticipazione ai fornitori del Comune rispondiamo alla richiesta di liquidità nel breve periodo, così importante per pmi nella contingente

situazione economica». L’accordo fa seguito a una serie di convenzioni sottoscritte da Banca dell’Adriatico con gli enti locali della provincia per la cessione pro-solvendo dei crediti, fra cui di recente la stessa Provincia, il Comune di Teramo e il Comune di Silvi, contribuendo ad alleviare la pressione finanziaria che grava sugli Enti e sulle imprese del territorio. «Abbiamo ritenuto doveroso – ha affermato Silvio De Santis, consigliere delegato al Bilancio del Comune di Tortoreto – dare una risposta concreta alle nostre aziende, siglando un’intesa che consente loro di avere maggiore liquidità e costituisce senz’altro una boccata d’ossigeno per l’economia locale»

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» a cura della redazione

Turismo,

nasce il polo d’innovazione In Abruzzo il primo Polo d’innovazione per il turismo, con una dotazione finanziaria in partnership pubblico-privato

Mauro Di Dalmazio assessore regionale al turismo

“A

Dario Colecchi presidente di Federturismo Abruzzo

bruzzo Innovazione turismo” è una società consortile fra nove consorzi operanti nel turismo in Abruzzo, con la capofilatura della Rti “Abruzzo innovatur” che aggrega a oggi 49 imprese. Il Polo si pone come obiettivi il miglioramento della competitività dell’offerta turistica regionale in termini di accessibilità, fruibilità, qualità, sicurezza e conoscenza, miglioramento della sostenibilità delle risorse naturali e della gestione dei rifiuti. Le imprese iscritte operano nei campi della ricettività, della ristorazione, dei servizi ricreativi, del trasporto, dei servizi balneari, dell’organizzazione eventi, del marketing e della comunicazione turistica, e dei servizi necessari allo sviluppo dell’offerta turistica. Tra i partner del Polo, ci sono anche le università, gli operatori esteri, ed il Polo d’innovazione Ict del Piemonte. Alla conferenza stampa di presentazione del Polo hanno parteci-

Un momento della conferenza stampa di presentazione del Polo del Turismo

pato gli assessori allo Sviluppo Economico Alfredo Castiglione e al Turismo Mauro Di Dalmazio, il presidente del Polo, Dario Colecchi (presidente di Federturismo Abruzzo), e il vicepresidente, Emilio Schirato (presidente di Federalberghi Pescara). «Questo Polo –ha dichiarato l’assessore Di Dalmazio- rappresenta la vera svolta dell’industria turistica e del futuro turistico nella nostra regione. Un cambio culturale che denota come le enunciazioni di principio sul fatto che tutti vogliano puntare sul turismo in Abruzzo, si declinino ora finalmente in una iniziativa concreta, grazie ad una partnership che si fonda e dà luogo a un procedere virtuoso tra pubblico e privato». Per il presidente Colecchi questa è: «Un’iniziativa che mette in luce la maturità raggiunta dagli operatori turistici. Il consorzio non è un ente erogatore, ma facilitatore. Questa profonda differenza rispetto al passato ci ha consentito di scoprire una nostra nuova identità turistica»

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» di Denia Di Giacomo

B&B aggiungiamo una B! Nuova era per i Bed and Breakfast, l’ospitalità simbolo di accoglienza e gestione famigliare. In Abruzzo c’è chi vuole aggiungere una terza B, per nuovi servizi e garanzia di onestà L’ingresso Bed and Breakfast e Book Rifugio del Falco

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I

n vista di situazioni che possono dar luogo a valide opportunità economiche, accade spesso che si vengano a creare opportunistiche interpretazioni della legge che a lungo andare non giovano affatto. Si potrebbero fare mille esempi, ma in questo caso parliamo dei B&B - Bed and Breakfast - delle realtà nate per dare un più ampio ventaglio di scelta al concetto di ospitalità. Per aprire un’attività di bed and breakfast bisogna innanzitutto risiedere nell’abitazione in cui si intende operare, poi le leggi variano da regione a regione, ma tutte si rifanno alla legge principale del 29 marzo 2001, la n. 135 - “Riforma della legislazione nazionale del turismo” - che naturalmente prevede requisiti ben precisi per l’attribuzione del marchio B&B, requisiti che spesso vengono aggirati, in particolare per quanto concerne la residenza nell’abitazione destinata ad essere B&B. Alcuni operatori abruzzesi hanno quindi deciso di muoversi “rinnovando” il concetto di B&B in modo da renderlo ancora più selettivo e accattivante. Pubblichiamo in queste pagine un interessante resoconto di Sara Perna, relativo a questo nuovo modo di vedere il futuro di queste strutture ricettive.

Il B&B arriva da lontano ma il B&B e B parte dall’Abruzzo Intellettuali abruzzesi danno vita ad una nuova corrente di pensiero: le 3B di Daria e Adda Seri » di Di Sara Perna

“Una nuova corrente di pensiero, destinata a diventare una filosofia di vita nonché a caratterizzare un filone di micro ricettività, nasce, quasi come avveniva nei tempi passati tra letterati e filosofi, da alcuni intellettuali abruzzesi che si ritrovano oramai da diversi anni proprio in un B&B. Incontri strappati al tempo implacabile che non consente di dedicarsi alla cultura quanto si vorrebbe, hanno comunque consentito la nascita di una concezione di accoglienza del tutto nuova che trascende il concetto di B&B, un po’ “stringato” così com’è, “letto e colazione”, per dare vita a qualcosa che possa rappresentare una crescita sia per il singolo operatore che per l’intera categoria: la teoria delle 3B.

» foto di Paolo Imperatore

Fra i “Pensatori del Rifugio”, gruppo formato da amici, operatori di B&B, ospiti e artisti, chi ha poi sviluppato gli spunti nati dai discorsi fatti insieme, indirizzando l’attenzione a tale progetto, sono state Daria e Adda Seri, entrambe studiose della comunicazione, che da diversi anni, ancor prima della sua emanazione, “cercavano” la legge che regolasse il B&B.

B&B Rifugio del Falco

L’una, residente nella città di Atri, operatrice e formatrice di operatori ai corsi regionali di Bed and Breakfast, docente universitaria e terapeuta della comunicazione, ma soprattutto ricercatrice; l’altra, di origini abruzzesi e residente nel Lazio, ha fatto studi di psicologia e danzoterapia applicandoli al suo lavoro con gli anziani ed i diversamente abili e da 30 anni ormai si occupa di educazione corporea, educazione al movimento e danzoterapia. Negli incontri ai quali sono stata invitata per mettere tutto nero su bianco, è stato evidente da subito che la teoria delle 3B è il frutto di un’attenta considerazione e di una logica deduzione. Ma non vorrei e non potrei inoltrarmi in un pensiero che non è il mio, per cui riporterò di seguito, passo passo, quanto ho ascoltato nelle serate davanti al fuoco al Rifugio del Falco di Atri. Il Bed and Breakfast arriva in Italia a metà degli anni ’90 dai paesi del Nord Europa e il compito di regolamentare “l’ospitalità in casa propria” viene affidato alle leggi regionali che prendono in considerazione soprattutto gli aspetti commerciale e fiscale, senza comunque trascurare ciò che caratterizza questo tipo di offerta. Dai primi momenti di vita della LR 78/2000 sono trascorsi quasi 10 anni, cosa è cambiato e cosa può cambiare ancora? Inoltre, davvero il B&B è una invenzione di paesi lontani? E ancora, possiamo fare qualcosa di diverso dimostrando così una crescita individuale e di categoria? Per poter dare una risposta alla prima domanda dobbiamo innanzitutto dire che i primi operatori avevano ben compreso che il B&B era una opportunità per ospitare in famiglia, mettendo a disposizione del “turista”, oltre al letto e alla colazione, anche calore umano ed il proprio modo di essere. Infatti, sin dai

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Lo “Spazio Book”

primi corsi di qualifica professionale per operatori di B&B, proprio in Abruzzo, qualcuno inizia a delineare una figura capace di rappresentare al meglio le “Genti D’Abruzzo”, la loro cultura e la loro storia. Dopo poco però, gli aspiranti operatori iniziarono a cogliere esclusivamente gli aspetti formali della legge, tralasciando le motivazioni originali dalle quali la legge stessa aveva preso spunto. Di conseguenza, da quel momento in poi, è iniziato un processo involutivo che, snaturando l’originaria formula, si è concretizzato isolando l’ospite in una zona della casa separata, escludendolo così del tutto dalla vita familiare. Ancor peggio, in alcuni casi si colloca l’ospite nella seconda casa, che pur essendo mega-ville o grandi appartamenti mancano dell’atmosfera confortevole e ospitale della casa vissuta dalla famiglia tutto l’anno, peculiarità altresì cercate dall’ospite tipico di questa categoria di ricettività. Tali “atteggiamenti” trascurando lo spirito originale del B&B, anche se di fatto attinenti alla legge, portano ad una separazione tra la vita del padrone di casa, che diviene solo “operatore”, e quella dell’ospite, che diviene solo “turista”. La risposta alla prima domanda è che sono cambiate le motivazioni di chi apre un B&B, poiché si basano sempre meno sul piacere di ospitare e sempre più sull’esigenza di recuperare immobili inutilizzati, con l’unico scopo di ottenere introiti esentasse. Il B&B arriva da lontano è vero, ma l’ospitalità che trae le sue origini dall’antichità, è di fatto la storia di tutti per cui in sostanza, forse, questa formula ci appartiene molto di più di quanto possiamo immaginare. Infatti, sin dall’epoca dei patriarchi i semiti eccellevano nell’ospitalità: prendersi cura dei viaggiatori era considerato parte inte-

grante della vita e la cortesia mostrata ai visitatori era grande sia che essi fossero estranei, amici, parenti o invitati. Ma anche senza andare così indietro nel tempo, nei piccoli centri italiani da decenni i residenti, approfittando del clima favorevole della bella stagione, cedono la propria casa a coloro che vengono definiti “bagnanti” nelle zone marine, e “villeggianti” nelle zone montane.

Tali “atteggiamenti” trascurando lo spirito originale del B&B, anche se di fatto attinenti alla legge, portano ad una separazione tra la vita del padrone di casa, che diviene solo “operatore”, e quella dell’ospite, che diviene solo “turista” Intere famiglie, per ospitare parenti o per accogliere turisti, e quindi realizzare una modesta entrata economica, si accomodano in un garage o in una stanza di sgombero che, attrezzati del necessario, diventano “monolocali” abitabili. Mi raccontano che la mia bisnonna, residente a Cappelle sul Tavo in provincia di Pescara, dove dal 1924 al 1961 si svolgeva la leggendaria gara automobilistica “Coppa Acerbo”, era solita cedere la sua camera da letto ad una baronessa che ogni anno, arrivava dalla

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Due ospiti del B&B immersi nella lettura

Liguria appositamente per seguire la manifestazione. La risposta alla seconda domanda quindi è che, per quanto il B&B arrivi da lontano, esso rappresenta comunque una realtà che ci appartiene, proprio perché l’ospitalità è parte integrante della storia e della cultura di questa regione. Per quanto riguarda la terza domanda possiamo affermare che è possibile offrire qualcosa di diverso, dimostrare una crescita individuale e di categoria, creando una “ tipicità” abruzzese tesa a valorizzare soprattutto ciò che si è più di ciò che si ha, caratterizzando così l’eredità delle 2B. Ogni operatore condividendo con gli ospiti, non solo la propria abitazione, ma anche quegli interessi che lo distinguono dagli altri operatori, darà una risposta non solo teorica, ma tangibile e quindi capace di fornire a chiunque una veduta d’insieme concertata fra realtà, opportunità e possibilità. Una proposta concreta che offre sbocchi inaspettati, è la teoria delle 3B che parte dall’Abruzzo, dove la terza B rappresenta il terzo elemento dell’offerta. Al Rifugio del Falco la terza B sta per Book, ed indica uno spazio lettura messo a disposizione dell’ospite, è la biblioteca di casa dove gli ospiti possono trovare libri di ogni genere recuperati da biblioteche, librerie o donati dagli ospiti che, per alleggerire il proprio bagaglio, lasciano il libro che hanno già letto. Ma ascoltando i “pensatori” parlare mi rendo conto che lo spazio book non è solamente uno spazio fisico, è qualcosa in più, è soprattutto un’atmosfera, uno spazio mentale, dimensioni che si aprono dinanzi a chi ama leggere quando si trova davanti ad un libro, ma anche solo quando lo immagina. Un libro è un mistero da scoprire e non perde valore, né viene dissacrato, anche se lo si legge più volte o lo si consiglia ad altri o lo si racconta, anzi assume pregio, valore, perché le idee, i pensieri e la cultura circolando si arricchiscono. In conclusione i “pensatori” del Rifugio ci ricordano che ogni operatore prima di essere tale è un individuo, un progetto completo ed originale, e sebbene faccia parte di una categoria, si distingue

dagli altri per le sue peculiarità che acquisiscono “valore aggiunto” ogni qualvolta queste vengono condivise con altri. La teoria delle 3B risulta essere un nuovo e rivoluzionario pensiero, soprattutto perché offre gli spunti per creare altre opportunità di offerta agli operatori, e altre possibilità di domanda ai turisti. Coloro che saranno disposti a valorizzare le proprie peculiarità offriranno con la terza B, un prodotto originale, che in sostanza risulta essere “il particolare che fa la differenza”. Essa evolve e cresce proprio come evolve e cresce l’individuo, ognuno potrà decidere cosa caratterizza e distingue la sua ospitalità da quella di altri e quindi cosa rappresentare con la sua B. Questo pensiero in relazione all’essere un “bedbreakfastista” abruzzese, fra i diversi e molteplici obiettivi, si pone anche quello di selezionare ulteriormente gli ospiti, coloro che dormiranno sotto il nostro stesso tetto, coloro ai quali metteremo a disposizione parte della nostra quotidianità, proprio perché, ci teniamo a ribadirlo, i B&B sono principalmente le dimore di chi li gestisce e dove non vorremo mai creare una separazione tra chi accoglie e chi viene accolto. Per concludere un discorso così interessante, che speriamo catturi l’attenzione e suggerisca motivi validi a quanti si avvicineranno al mondo del B&B, possiamo dire che la terza B, che a breve sarà contrassegnata nel marchio distintivo di questa nuova categoria, non resterà una semplice teoria, ma è invece destinata a divenire un “movimento” alimentato da un confronto continuo, teso ad informare l’ospite sulla storia e sulla cultura della gente abruzzese e ad orientare il lavoro dell’operatore verso una proposta di squadra per offrire la parte migliore sia del territorio sia degli individui che lo abitano”

INFO: mobile 3332277564 – e-mail:edgida@interfree.it si ringraziano: Sabrina Cardone, Camillo Primavera, Nora Liberi, Vanda D’Isidoro, Davide Seri

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» di Denia Di Giacomo e Dario Banaudi

Calascio continua a lavorare La Chiesa di Santa Maria della Pietà a Calascio e il panorama sul Gran Sasso

Prosegue la grande storia di Una Luce per la Rinascita, associazione creata per valorizzare Calascio e sostenere l’Abruzzo post-sisma. Facciamo parlare i protagonisti per sapere come sta andando l’avventura

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sattamente un anno fa, sul numero di settembre della nostra rivista, avevamo parlato dell’associazione Una Luce per la Rinascita che, formata da un gruppo di professionisti milanesi aveva come progetto quello di rivitalizzare la bella Calascio, ridandole linfa vitale, ristrutturandola e offrendole la possibilità di diventare un vero e proprio centro

di scambio culturale. Dopo un anno il progetto non si è affatto arrestato, oggi passando dinnanzi la Rocca la si vede illuminata e bella come non mai, ma cos’altro è stato fatto? Com’è proseguito il progetto? Abbiamo voluto pubblicare una sorta di resoconto scritto dall’architetto Dario Banaudi, promotore dell’iniziativa e presidente dell’associazione.

Progetto “Una Luce per la Rinascita” per Calascio e... l’Abruzzo “La prima fase del progetto, con la quale ci eravamo proposti di dare una nuova illuminazione alla Rocca di Calascio si sta concludendo in maniera assolutamente positiva. Grazie ad un paio di amici sponsor anche se con un budget molto limitato, siamo riusciti a compiere una sorta di “miracolo” e ora la Rocca è finalmente illuminata! Le lampade sono state offerte dalla ditta Biffi Luce, la consulenza dal Signor Ceriani e tutto il resto, comprensivo di trasferte, progetti, direzione dei lavori e molto altro ancora è stato affrontato a nostre spese, ma con molta gioia e, direi, anche soddisfazione. Una serie di fari a basso consumo e alta resa luminosa

» foto concesse dall’Associazione “Una Luce per la Rinascita”

rendono la Rocca visibile anche a notevole distanza, dando vita a quel simbolo che ha suggerito il nome della nostra associazione, e ora costituisce un segno, anche se modesto, per la rinascita dell’Abruzzo. Il nostro entusiasmo e quello di altri amici che si sono dichiarati disponibili ad aiutarci, uniti all’atmosfera che abbiamo trovato in Abruzzo, ci ha spinto a continuare il nostro lavoro a Calascio per continuare la riqualificazione e soprattutto il processo di pubblicizzazione delle straordinarie qualità storico architettoniche e ambientali che questo luogo, come molti luoghi che l’Abruzzo ha conservato intatti. Si prosegue quindi con il lavoro di progetta-

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La bozza del progetto Luci per Calascio

zione di una illuminazione, discreta, ma generale, dei sentieri che attraversano le rovine del borgo antistante la Rocca, dei manufatti superstiti e della strada pedonale che conduce da Calascio alla Rocca, per poter rendere possibili suggestive visite notturne a questo luogo magico. Grazie all’aiuto economico di alcuni amici aquilani c’è in corso un altro progetto, ovvero quello di insediare una stanza di “museo virtuale” cioè realizzata con tecnologie multimediali, dedicata a Federico II e la falconeria (basato sul famoso Ars Venandi com Avibus, manuale compilato dall’Imperatore Stupor Mundi). Infine si è pensato di valorizzare un’opera di Teofilo Patini, intitolata L’Erede, attualmente conservata nella sede municipale, dandole visibilità e pubblicità e collocandola in uno spazio adeguato, individuato nell’abside della Chiesa del Convento di Calascio, anch’essa, come il quadro, di proprietà comunale. In questo modo alla Chiesa si darebbe valenza di luogo di Cultura ed Arte nonchè di Auditorium (funzione che già ha svolto sporadicamente). Il quadro del Patini sarebbe collocato con a lato un’installazione multimediale che dia conto delle opere dello stesso autore, sparse per l’Abruzzo, della loro collocazione e di schede illustrative. Stiamo inoltre lavorando ad un progetto più generale in collaborazione con la Fondazione Abruzzo Solidarietà e Sviluppo, del cui comitato scientifico facciamo parte. L’intento è quello di adoperarci per “mettere” in rete i paesi con i loro piccoli Musei, fornendo loro un programma offertoci dal CNR creato appositamente per mettere in rete le piccole realtà museali regionali. Nella Fondazione stiamo altresì dando la nostra opera di Archi-

tetti per la progettazione del Restauro del Palazzo Cappelli di San Demetrio (AQ) che, nelle intenzioni della Fondazione dovrebbe poter ospitare il Museo dell’Appennino, la Sede della Fondazione stessa, e la Sede della Società Umanitaria. Con la Società Umanitaria di Milano, realtà di cultura e solidarietà sociale, risalente al XIX secolo, che gestisce corsi di eccellenza nel campo della cultura e del sociale, avevamo già iniziato un progetto per la creazione di Corsi di Arte e Artigianato, atti a sviluppare una cultura artistica e artigianale che sia funzionale anche alla creazione di qualifiche di lavoro per giovani abruzzesi da inserire nel processo di Ricostruzione, la sede di questi corsi sarà probabilmente a San Demetrio e a L’Aquila. Come nella prima fase, questo si sta svolgendo attraverso un limitato aiuto economico da parte di pochi sponsor, e con tanto impegno personale, sia da parte mia che di tutti coloro, abruzzesi e non, che continuano ad appoggiarci e a collaborare”

La Rocca

Una stanza del museo virtuale

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» di Chiara Strozzieri

Vino Praesidium, vittoria del biologico Intervista al produttore, Ottaviano Pasquale, che da Prezza diffonde la cultura vinicola abruzzese in tutto il mondo

La famiglia Pasquale in una delle sue vigne

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ituate nella zona più alta e rocciosa del comune di Prezza, nella provincia dell’Aquila, le cantine Praesidium prendono l’antico nome del paese abbarbicato su uno sperone di roccia della catena del Sirente, confessando il desiderio di essere espressione autentica del territorio. Per dar voce a questa volontà abbiamo incontrato Ottaviano Pasquale, produttore impegnato, che ha ereditato dalla sua famiglia la passione per il vino.

Alcune bottiglie prodotte da Praesidium

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La botti nella roccia


Intervista a Ottaviano Pasquale titolare delle cantine Praesidium

Signor Pasquale, vuole spiegarci

come nasce un’etichetta come Praesidium, conosciuta ormai in tutto il mondo, dalla Svizzera all’Inghilterra, dagli Stati Uniti a Cina e Giappone? Mio padre, Enzo Pasquale, produce vino da quando era ragazzo, coltivando con dedizione i vigneti di Montepulciano che furono dei suoi nonni. Al 1988 risale il primo imbottigliamento e da lì un crescendo continuo, fino ad arrivare ai risultati di oggi, ottenuti grazie a un lavoro di squadra e all’impegno anche di mia madre, Lucia, mia sorella, Antonia, e mio. Il lavoro aziendale è fondato sulla convinzione, tramandata dai miei nonni e bisnonni, che un vino d’eccellenza si ottiene solo dall’assoluto rispetto della natura del terreno e dei suoi frutti. Questo si traduce in una laboriosa e meticolosa ricerca della massima qualità delle uve attraverso un lavoro, che nella vigna tende ad assecondare i cicli naturali, senza forzature e senza ricorrere all’uso di chimica di sintesi. Dunque la coltivazione condotta è di tipo biologico? «Naturalmente. È bandito l’uso di diserbanti, per cui la rimozione dell’erba infestante ai piedi di ciascuna vite è condotta manualmente, utilizzando la semplice zappa, esattamente come faceva chi ci ha preceduto; le concimazioni, rigorosamente naturali (sovescio o letame), vengono

» foto concesse da Cantine Praesidium

comunque ridotte al minimo. Inoltre viene adottata una potatura invernale molto corta, limitata a due gemme, per predisporre il vigneto a produrre un ridotto numero di grappoli di elevata concentrazione zuccherina, a cui fa seguito una potatura verde, condotta manualmente con grande cura, che rende i grappoli ben visibili, opportunamente soleggiati ed arieggiati. Anche la raccolta è realizzata manualmente e il mosto viene vinificato ricorrendo al minimo uso di interventi tecnologici, che possano depauperare il vino, privandolo della sua identità e originalità. Infine i nostri vini, ottenuti da fermentazione spontanea, non vengono né filtrati, né pastorizzati, ma subiscono semplice decantazione naturale». Dalle sue parole accorate si sente forte il desiderio di far bene, trattando le uve con tutta la perizia che necessitano. Ci può spiegare quali sono nello specifico le tipologie di vino da voi prodotte? «Due sono le tipologie, che nascono dalla vinificazione in purezza di uve Montepulciano d’Abruzzo: il Montepulciano d’Abruzzo Praesidium doc Riserva, dal colore rosso rubino, destinato a lunghi invecchiamenti e il Cerasuolo d’Abruzzo Superiore, dal colore rosa ciliegia intenso, ottenuto attraverso vinificazione in bianco del mosto, ovvero in presenza della buccia per un limitato periodo di fermentazione. A questi vini si aggiungono altri due pro-

dotti appartenenti alla tradizione culinaria locale: il liquore Ratafià, infuso a base di Montepulciano d’Abruzzo e amarene e il Mostocotto, prodotto appartenente alla tradizione casalinga abruzzese, che si è rivelato una piacevole scoperta per i nostri clienti svizzeri e americani». E c’è da parte vostra l’intenzione di ampliare questa gamma di prodotti? «Fra i nostri progetti c’è quello di impiantare viti di bianco autoctono, come Trebbiano e Pecorino. La sfida è quella di continuare a perseguire con perseveranza la strada dell’alta qualità e sanità delle uve e dei nostri prodotti, nel rispetto dell’ambiente e delle tradizioni». Cos’altro dobbiamo aspettarci dalle cantine Praesidium? «A breve saremo in grado di aprire nuovi locali, a cui sono destinate due botti di acciaio per la fermentazione e botti di rovere francese ovali per la maturazione del Montepulciano Riserva. Per far questo abbiamo avviato da tempo i lavori di ristrutturazione di due locali in disuso, attigui alle vecchie cantine, perché la nostra filosofia non è quella di costruire ex-novo, ma quella di recuperare manufatti abitativi già esistenti. Non possiamo che augurarci che i tempi di attesa siano i più brevi possibili, per godere appieno dei frutti di questi importanti cambiamenti. Auguriamo perciò a Ottaviano Pasquale e alla sua famiglia un buon lavoro»

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» di Denia Di Giacomo

AIDDA, donne al potere Un convegno organizzato dall’associazione Aidda

Parliamo dell’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti D’Azienda, mezzo secolo di attività per far crescere le donne in azienda. Intervista alla presidente Laura Frati Gucci

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hi lo ha detto che il rosa sia il colore delle donne? Non potrebbe essere un grigio aziendale? Per l’AIDDA sì, e lo testimoniano le attuali 1.300 iscritte. L’AIDDA, Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti D’Azienda, lo scorso maggio ha festeggiato i suoi 50 anni di vita confermandosi come un vero punto di riferimento per tutte le donne che hanno un ruolo importante in azienda. È per questo che l’AIDDA porta avanti con serietà e in modo rigorosamente apartitico il proprio impegno, per tutelare tutte coloro che ogni giorno devono

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confrontarsi con una realtà ancora acerba sul discorso del ruolo della donna manager. AIDDA è attiva sul territorio attraverso 16 delegazioni regionali che purtroppo non comprendono l’Abruzzo e tra le aziende iscritte, di ogni settore merceologico, spiccano soprattutto le realtà medio-piccole, del resto confermando quello che ancora oggi è il tessuto economico italiano. Abbiamo intervistato la sua presidente, Laura Frati Gucci, per conoscere più da vicino questa bella realtà.


Intervista a Laura Frati Gucci presidente di AIDDA

Quali sono le vostre azioni principali? «AIDDA promuove iniziative di partenariato con associazioni aventi scopi e attività analoghe su scala nazionale e internazionale, realizzando progetti o programmi comunitari con proiezione regionale, nazionale e internazionale. Collabora come interlocutore propositivo con tutte le istituzioni competenti in ambito nazionale, comunitario e internazionale utilizzando tutte le risorse disponibili per azioni di sostegno allo sviluppo dell’imprenditoria femminile e contribuendo a incentivare l’aggiornamento professionale delle socie per una sempre maggiore conoscenza dell’innovazione per l’impresa».

Com’è cambiato il ruolo della donna in azienda in questi ultimi anni? «In passato, la donna in azienda ha sempre lavorato in appoggio alle posizioni di responsabilità ricoperte dagli uomini, ora, sempre più spesso, sono le donne in prima persona a ricoprire ruoli di

» foto concesse da AIDDA

responsabilità. Purtroppo la percentuale di coloro che riescono in questo non è ancora sostanziale. Ad esempio nelle aziende familiari, capita di frequente che le donne svolgano praticamente funzioni di un certo rilievo senza avere il riconoscimento formale necessario. Sono cioè una sorta di “facente funzione” nel senso che hanno la capacità e l’esperienza per fare quello che fanno senza vederne riconosciuti i meriti».

Quali sono le motivazioni principali che non permettono alla donna, in Italia, di avere i medesimi risultati in termini di occupazione e carriera, rispetto all’uomo? «La carenza di servizi alla famiglia è uno dei motivi principali che impediscono alle donne di fare carriera (e a volte persino di trovare una occupazione). La cura dei figli e degli anziani è spesso lasciata sulle spalle delle donne che devono dividersi tra lavoro e famiglia senza sostanziali supporti sociali (asili nido, strutture attrezzate per gli anziani ecc.). Spesso la cura dei soggetti deboli è affidata a baby sitter e badanti le quali assorbono la percentuale più rilevante delle entrate economiche, tanto che spesso la donna che lavora riesce a malapena a pagare chi dovrebbe aiutarla».

La vostra associazione non ha nessuna delegazione in Abruzzo. Perché? «La crisi economica ha avuto effetto

anche sulla partecipazione delle imprenditrici ad attività di tipo associativo. In Abruzzo purtroppo il numero delle socie si è ridotto in maniera tale da obbligarci ad accantonare la nostra presenza sul territorio. Confidiamo però che questo sia solo temporaneo».

Qual è la vostra mission? «Tra gli scopi fondamentali c’è quello di: “essere strumento di partecipazione e azione che incoraggi e sostenga una significativa presenza della donna negli organi decisionali presso i poteri pubblici e privati.” Aidda è presente nei Comitati per l’imprenditoria Femminile aperti presso tutte le Camere di commercio d’Italia sin dalla sigla del protocollo di intesa del 1999 tra Ministero delle attività produttive (MAP) e Unioncamere Nazionale. I comitati hanno il compito di promuovere e favorire lo sviluppo delle imprese femminili, qualificandole e personalizzando gli interventi sulla base delle esigenze e delle peculiarità dell’economia provinciale. AIDDA fa parte del Comitato Nazionale di parità del Ministero del Lavoro. Il Comitato esercita la funzione di Consiglio per il Ministro del Lavoro. L’attività del Comitato Nazionale di parità consiste in un lavoro di analisi, istruttoria e valutazione dei progetti di azioni positive e collabora alla stesura dei pareri adottati dal Collegio Istruttorio. Collabora con gli organismi che a livello centrale si occupano di promozione di politiche attive del lavoro»

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» di Martina Luciani

Alcune immagini del Mastrogiurato 2011

La rievocazione storica

del Mastrogiurato compie 30 anni

Tra mercati, percorsi enogastronomici e spettacoli, a rivestire i panni del Mastro delle Fiere, quest’anno il presidente Danilo Marfisi

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odici le nazioni presenti quest’anno, una settimana di intense attività, un francobollo dedicato ed un’intera città immersa nell’affascinante clima medievale con botteghe, spettacoli e cene ad hoc. Questo e molto altro è quello che l’Associazione Culturale il Mastrogiurato ha offerto alla città di Lanciano, in occasione del suo trentesimo anniversario. Dal 26 agosto al 4 settembre Lanciano ha vissuto uno dei suoi momenti più suggestivi e particolari: la settimana medievale che precede la rievocazione storica dell’investitura del Mastrogiurato.

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In occasione delle trenta candeline, l’associazione è riuscita nell’impresa non facile di avere un francobollo dedicato alla manifestazione, in vendita nei 14mila uffici postali della provincia. Non è semplice infatti avere un francobollo proprio. Ad oggi, oltre al Mastrogiurato, possono vantare lo stesso traguardo solo il Palio di Siena, l’Infiorata di Spello, la Regata di Amalfi e da quest’anno anche il Carnevale di Ivrea. Questa rievocazione storica è l’unica in Abruzzo, insieme alla Perdonanza Celestiniana, ad avere il riconoscimento del Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.


Come ogni anno, la parte vecchia della città è stata animata dal Mercato Medievale Internazionale con percorsi di storia, spettacoli e degustazioni. Tanti gli espositori da Ungheria, Germania, Slovenia, Repubblica Ceka e Italia. Divertenti ed interessanti le animazioni per bambini, spettacoli itineranti di combattenti, giullari, cantori, giocolieri, danzatrici e mangiafuoco. E per concludere la Panarda, la cena di ambientazione medievale con degustazione di prodotti tipici e spettacoli di saltimbanchi, giocolieri, mangiafuoco, combattenti di Visegrad, cantori, musici e cartomanti, nella splendida cornice del Chiostro del Polo Museale Santo Spirito.

Per il trentesimo anniversario, il direttivo dell’associazione ha deciso di premiare colui che ha portato la manifestazione a livelli altissimi, anche fuori dai confini non solo di Lanciano, ma anche nazionali, ed ha perciò stabilito che fosse il presidente Danilo Marfisi a rivestire i panni del Mastrogiurato 2011. Presidente dal 1999, Danilo Marfisi si è detto orgoglioso ed emozionato, dopo i tanti anni di attività nell’associazione, per la città

di Lanciano. Insieme al suo staff di lavoro ha contribuito a far sì che la manifestazione avesse una risonanza internazionale ed acquisisse sempre maggior importanza negli anni. E proprio per questo, quando parla dei finanziamenti ricevuti, ritiene che sia necessaria una serena riflessione con tutti gli amministratori affinché facciano delle scelte chiare, imprescindibili in un periodo di crisi. Se per l’economia che porta ogni anno, il Mastrogiurato è ritenuto degno, va sostenuto, altrimenti va tagliato, perché non sarà possibile andare avanti a lungo in una situazione di galleggiamento e sopravvivenza come questa, soprattutto per una manifestazione che merita molto di più

Chi è il Mastrogiurato “Nel nome del Popolo di Lanciano e con i poteri a noi concessi dai Decurioni di questa Università Noi Mastrogiurato, davanti a Dio e a tutti voi: Giuriamo che amministreremo la Fiera di Lanciano e garantiremo la libertà di commercio con ferma autorità, con giuste sentenze ed ottimo discernimento. Faremo in modo che l’emporio dei Frentani, secondo il costume degli antenati, accolga benignamente e generosamente le genti di ogni paese.” Con questo solenne giuramento, il Mastrogiurato acquisiva ufficialmente la piena funzione giudiziale delle Fiere. Il Mastrogiurato era colui che, durante tutto il periodo delle Fiere, aveva la giurisdizione esclusiva sulla città. Veniva affiancato da due giudici civili, nominati ogni anno dai Quartieri, ma il vero “capo” restava lui. La libertà e la sicurezza delle Fiere erano quindi garantite dal Mastrogiurato che aveva il dirittodovere di arrestare i criminali e vigilare sulla buona riuscita delle manifestazioni fieristiche. Questo temporaneo trasferimento di poteri causava non pochi problemi e dissidi con il Governatore di turno che sentendosi depauperato dei propri poteri, faceva di tutto per riprenderseli. Ma il regolamento che la città si diede nel 1540 sanciva a chiare lettere i pieni poteri del Mastrogiurato. L’apertura delle Fiere era maestosa e pomposa, con un cerimoniale affascinante e simbolico. Dal Comune fino al palazzo della Fiera, venivano portati in corteo i vessilli della città e del reame di Napoli, a simboleggiare l’importanza dell’evento e tutta la sua ufficialità economica. Spettava al Mastrogiurato il compito di innalzarli sulla torre del Palazzo di Giustizia che, con tale atto, prendeva possesso della giurisdizione nella Fiera e del comando delle sue guardie per l’ordine pubblico e la garanzia delle libertà concesse, dando inizio alla Fiera.

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la terra di piero

idee per lo sviluppo delle aree interne » di Piero Carducci*

Ricostruzione, tutto fermo.

Cambiare la governance

A

nche l’estate 2011, la bella stagione ideale per i cantieri, se ne va mestamente. La ricostruzione vera, quella del centro e delle case “E”, non è partita. Il terremoto è diventato il terreno di scontro di una politica di basso profilo che ha perso la bussola del bene collettivo, e tutto è diventato opaco, contorto, controverso. Evidenti sono le responsabilità del sindaco, che continua nei soliti gesti teatrali, ma pure evidenti le responsabilità di una “megamacchina” amministrativa che parrebbe avere tutto l’interesse ad allungare il brodo, poiché trova nella gestione del post-terremoto l’unica legittimazione per la propria sopravvivenza e la fonte di un’inattesa prosperità. La ricostruzione è così diventata una palude melmosa, dove i cittadini si aggirano intontiti senza concludere nulla tra ordinanze contorte, burocrati irresponsabili, strutture commissariali inefficaci, corporazioni professionali organizzate, polemiche distruttive tra i troppi livelli istituzionali coinvolti. La governance della ricostruzione va radicalmente ripensata, perché inconcludente, e stride tra l’altro con la riforma federale dello Stato. E’ venuto il momento di superare il commissariamento e dare piena responsabilità – in termini di assegnazione di risorse, autorità decisionale e relativi poteri – ai livelli locali di governo (Comuni, Provincia, Regione) nel rispetto dei principi del federalismo e della sussidiarietà, oltre che del semplice buon senso. Il sottosegretario Letta ed il prefetto Gabrielli potranno poi assicurare, in un quadro di governance locale che superi la gestione commissariale, i necessari raccordi

con il Governo. Ma parlare di governance è un “tabù”. Le attuali regole non funzionano, è sotto gli occhi di tutti, ma nessuno fa niente per cambiarle. La ricostruzione si è avvitata in un circolo vizioso, in un consumo di tempo a beneficio di una miriade di “professionisti”, in uno scaricabarile indegno, dove l’aria si è fatta mefitica e sale la tensione, né si assiste a concrete misure per frenare l’ingordigia di pochi che sta danneggiando tutti. Eppure, a leggere gli atti, parrebbe che le risorse siano disponibili e che il quadro normativo sia pronto, sia per la ricostruzione pesante, sia per l’utilizzo di ingenti risorse per opere pubbliche. Ma la ricostruzione non parte, perché i cacadubbi tecnici e gli sfasciacarrozze politici sono sempre all’opera. Trascorsi ormai ventinove mesi non è più tollerabile il gioco a riampiattino ed il continuo rinvio a successivi approfondimenti. Qualcuno all’Aquila sta giocando con il fuoco. Finirà per scottarsi, ma pure la città distrutta rischia di pagare un prezzo altissimo. Se il centro resta morto, L’Aquila si trasformerà in un paesone anonimo ed emarginato, senza alcun ruolo strategico di località centrale. La ricostruzione può ancora diventare il modello per un nuovo tipo di centro storico del 21° secolo, purché lo si voglia. La questione è sempre la stessa, perché nulla si muove: volevamo il modello Friuli e ci avviamo invece sulla strada del modello Belice. Il tempo è fugace: dobbiamo impedire che interessi corporativi e burocrazia opprimente concludano il lavoro iniziato dal terremoto

* Economista

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CERQUITELLI MARMI

DA QUARANT’ANNI SI PRENDE CURA DEI TUOI AMBIENTI OGGI L’AZIENDA CON SEDE A SILVI MARINA È DIRETTA DAI FRATELLI DANILO E GIUSEPPE CHE HANNO SAPUTO SEGUIRE L’ANTICA TRADIZIONE DI FAMIGLIA, AVVIATA DAL PADRE MICHELE, MISCELANDOLA SAPIENTEMENTE CON TECNOLOGIA E INNOVAZIONE

Il team aziendale. In primo piano, seduti da sinistra Danilo Cerquitelli, il padre Michele e il fratello Giuseppe

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» REDAZIONAL E IN COL LAB

ORA ZION E CON CERQUITEL

LI MARMI

I

l gioco tra caldo e freddo. Lo stupore dettato dai colori, la scoperta di ambienti che arredano. Le nuove collezioni proposte dalla Cerquitelli Marmi affascinano e catturano. Che siano da interno o da esterno lasciano dentro l’idea di un nuovo modo di vivere. Una ricerca raffinata ed elegante capace di tramutarsi attraverso numerose applicazioni per ogni spazio. I colori della Cerquitelli Marmi offrono giochi di luce, soluzioni caratteristiche e originali che esprimono nuove idee per pavimenti, piani lavoro, rivestimenti e scale. I fratelli Danilo e Giuseppe hanno saputo seguire l’antica tradizione di famiglia, avviata dal padre Michele, miscelandola sapientemente con le innovazioni. L’anima aziendale rimane quella stessa passione e dedizione che ne ha segnato la nascita nei primi anni ’70. Tutto il processo produttivo si svolge nei laboratori aziendali, con sede a Silvi Marina, che si estendono su una superficie di 9mila metri quadrati, in cui lavorano oltre 20 dipendenti. L’innovazione è caratterizzata da macchinari all’avanguardia e moderne tecnologie. Il design e la cura del particolare diventano un risultato sempre più apprezzato dalla vasta clientela della Cerquitelli Marmi. Lo studio tecnico interno ottimizza la progettazione e la messa in produzione operando in piena sinergia con gli studi di architettura responsabili delle opere commissionate. La scelta dei prodotti Cerquitelli esalta le aspettative del cliente, lo accompagna nella realizzazione di un desiderio capace di avvolgerlo nel risultato finale. Per dirla con le parole di Michele Cerquitelli l’obiettivo è quello di “Dare un’anima al marmo. Un risultato possibile soltanto se si fa questo lavoro con passione”. Ma nelle prospettive aziendali il gruppo Cerquitelli persegue anche ricerca, tecnologia e sensibilità ecologica. Un concetto che trova applicazione in un sistema integrato qualità - ambiente - sicurezza sul lavoro. L’incontro tra la tradizione e le nuove tecnologie si fonde infatti nella decisione di alimentare le proprie attività produttive puntando sulle fonti rinnovabili di energia, dotando l’azienda di un impianto fotovoltaico a copertura degli edifici. La potenza installata sarà pari a 182 KW, sufficiente a coprire il fabbisogno energetico degli stabilimenti. Il caldo e i colori del marmo si coniugano così con la luce del sole• Cerquitelli Marmi Te.085.9353624 - www.cerquitelli.it

Scegliere Cerquitelli Marmi significa sposare il brand dell’azienda Stone Italiana, dal 1979 leader nella produzione di quarzo ricomposto Cerquitelli Marmi è concessionario autorizzato del brand Antolini Luigi

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Alcune delle campagne pubblicitarie di Dispenser

DISPENSER

LA COMUNICAZIONE DI QUALITÀ MADE IN ABRUZZO FONDATA NEL 1999 DA FRANCO RADOCCIA, GIANLUCA PARENTE E PANFILO D’ERCOLE, OGGI L’AGENZIA DI VASTO È CONSIDERATA UNO DEI LABORATORI DI COMUNICAZIONE PIÙ INNOVATIVI DEL CENTRO SUD

C

omunicare in maniera innovativa per cercare soluzioni non convenzionali ed usare ogni chance per incoraggiare nuove idee. Con questi obiettivi nel 1999 Franco Radoccia, Gianluca Parente e Panfilo D’Ercole danno vita al laboratorio di comunicazione Dispenser. Dopo oltre 10 anni Dispenser è diventata l’agenzia pubblicitaria tra le più competitive nella regione

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Abruzzo. Grazie alla qualità degli interventi si è guadagnata un ruolo di primo piano nella comunicazione ed un portfolio di aziende importanti. I risultati sono facilmente misurabili: molti dei clienti hanno incrementato il loro valore in termini di notorietà di marca e la loro competitività. Proprio la valorizzazione dei clienti, attraverso la ricerca di soluzioni originali e mirate, è la vera mission dell’agenzia. Dispenser è un ambiente dinamico, in continuo divenire,


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dove le persone e le idee sono un bene prezioso. Ecco perché è strutturata in maniera orizzontale con un’età media inferiore ai trentacinque anni, ma può vantare un importante patrimonio di conoscenze e competenze. Può definirsi un’agenzia giovane ed esperta al contempo, capace di mettere in campo le capacità di figure professionali ben assortite in ogni reparto: grafica, copywriting, account, media planning, consulenza & marketing, ufficio stampa e gestione eventi. Oggi Dispenser può contare su due sedi - una a Vasto, l’altra a Pescara - e su un organico di circa 15 unità comprensive di importanti collaborazioni esterne. L’agenzia è così in grado di coordinare tutta l’azione di comunicazione e di gestirla in modo autonomo e strutturato, sempre in accordo con le richieste aziendali. L’intento, infatti, è quello di creare una relazione in cui il team sia percepito come una risorsa interna alle realtà aziendali, ma con le professionalità e le competenze di un servizio di consulenza per creare una vera e propria partnership con i clienti, il successo dei quali è importante nel determinare quello dell’agenzia. Puntando sulla continua ricerca di una creatività sorprendente, Dispenser è riuscita a dar vita ad un vero e proprio marchio di fabbrica che costituisce un vantaggio competitivo nei confronti dei concorrenti. Campagne pubblicitarie, immagine coordinata, packaging, spot e siti web sono solo alcuni dei prodotti firmati dall’agenzia, tutti facilmente riconoscibili

ORA ZION E CON DISPENSER

dal pubblico, sia per lo stile che per la cura dei particolari. Negli ultimi anni Dispenser si è specializzata nei servizi web. A monte di ogni sito web progettato c’è uno studio dell’usabilità, della facilità di navigazione e della realizzazione di contenuti di qualità. Oggi più che mai il web 2.0 rappresenta il media più strategico per lo sviluppo aziendale grazie all’insieme di tutte le applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione sito-utente, come blog, forum di discussione, social network (Facebook, Linkedin, Google+), mailing list, community. Dispenser è in grado di offrire soluzioni avanzate in base alle esigenze dei diversi clienti: web tradizionale, ovvero siti internet statici, CMS distribuito o realizzazioni ad hoc. Infine, grazie alla gestione delle più avanzate strategie web, Dispenser è in grado di aumentare in modo notevole la visibilità del sito nei motori di ricerca e, con la promozione on-line, attribuire maggior credibilità a prodotti e servizi. I riconoscimenti all’estro creativo del sito www.dispenserstudio.it da parte di diversi portali nazionali ed internazionali premiano e testimoniano una costante passione per il lavoro. Dispenser, però, pensa anche al futuro: gli accordi con l’Università Europea del Design di Pescara e la facoltà di Design Industriale del Politecnico di Milano per stage e collaborazioni con nuovi talenti sono il segno di una continua propensione al rinnovamento e di ricerca dell’eccellenza•

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La sede di Coop Credito a Chieti

COOP CREDITO, IL CONFIDI ALL’AVANGUARDIA IL TEMPO DEI “CONFIDI 2.0” STA PER INIZIARE, E IN ABRUZZO IL SETTORE COMINCIA A POSIZIONARSI CON NUOVI STRUMENTI

G

razie alla riforma approvata dalla Regione, per poter continuare ad operare con i benefici previsti dalla legge, i confidi abruzzesi –le strutture nate per agevolare l’accesso delle piccole e medie imprese al credito bancario– devono infatti dimostrare di avere patrimonio ed operatività superiori a determinate soglie. Un modo per spingere, con le buone, i piccoli confidi a fondersi. Ma nella sede centrale di Coop Credito, il confidi del gruppo Confesercenti Abruzzo, la scelta è stata compiuta già nel 2004: via gli steccati provinciali, meglio un unico confidi strutturato e patrimonializzato e capace di offrire servizi avanzati alle imprese. E grazie a quella scelta, ed ai 25 anni di storia, il confidi Coop Credito è uno dei pochi ad aver superato l’esame della nuova legge regionale sulle cooperative di garanzia senza dover ricorrere ad ulteriori fusioni. I numeri sono lì a dimostrarlo: oltre 5 mila soci, sedici sedi

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nelle quattro province, un polo direzionale che ha già fatto la scelta strategica di posizionarsi nell’area urbana PescaraChieti, una differenziazione per prodotti e l’apertura anche ai nuovi arrivati nel settore: i liberi professionisti e gli agricoltori. Fra poche settimane sarà operativa poi la sinergia con Italia Comfidi, il più grande consorzio fidi italiano per il terziario, espressione nazionale del gruppo Confesercenti: anche le imprese abruzzesi aderenti al sistema Confesercenti dunque potranno contare sui servizi erogati da un confidi “107”. Per Coop Credito è insomma già iniziata la nuova fase, in una stagione che si annuncia bollente per il rapporto fra piccole imprese e banche. «Le parole dell’estate mediatica come speculazione, bond, spread, differenziale, per le piccole e medie imprese si traducono in un concetto semplice: si alza il costo del denaro -spiega Flaminio Lombi, presidente di Coop Credito- con il tasso di interesse che torna a crescere e nuovi incrementi dei costi applicati dalle ban-


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ORA ZION E CON COOP CRE

DITO

Da sinistra: il direttore generale di Coop Credito Marco Di Paolo e Flaminio Lombi presidente di Coop Credito

che. Chiedere un prestito torna ad essere caro, e per molte aziende, specie quelle di piccola dimensione, ottenere un finanziamento diventa una corsa ad ostacoli». È per questo che si stanno riaccendendo i riflettori sui principali consorzi fidi e le cooperative di garanzia abruzzesi. «Non solo perché i confidi aumentano almeno del 50 per cento le garanzie che l’azienda porta in dote alla banca -aggiunge Lombi-, ma perché il nostro prodotto classico, ovvero l’abbattimento del tasso di interesse, in questa fase sta diventando di nuovo un bene preziosissimo». Chi sceglie di andare in banca attraverso Coop Credito infatti ha questa occasione: pagare un tasso di interesse inferiore anche di 3 punti percentuali rispetto al mercato. «Una scelta che in questa fase stan-

I collaboratori della Coop Credito durante una riunione

» foto di Giuseppe Ciavattella

no facendo molte aziende alle prese con gli ordinativi per l’inverno e con le ristrutturazioni della propria esposizione debitoria -sottolinea il direttore generale di Coop Credito Marco Di Paolo, che annuncia anche i nuovi prodotti specifici lanciati dal confidi- Abbiamo pensato a linee speciali di finanziamento per gli albergatori, per gli agenti di commercio, per i liberi professionisti, per gli agricoltori. Prodotti -spiega Di Paolo - che si aggiungono a quelli “classici” di Coop Credito dedicati ai commercianti, agli artigiani ed ai titolari di esercizi turistico-ricettivi». «Canali specifici che prevedono una corsia preferenziale presso le nostre sedi – ricorda Di Paolo – ed una consulenza a tutto tondo che si conclude con l’estinzione del finanziamento: andiamo fieri di essere fra i più rigorosi nell’accompagnamento dei nostri soci nei confronti del partner bancario». «Un servizio, -aggiungono Lombi e Di Paolo-, che ci consente di dire di costare molto meno di altri competitor: grazie alla nostra capacità di agire sui grandi numeri, alla nostra presenza capillare sul territorio ed alle convenzioni con tutti i principali istituti bancari presenti in Abruzzo, riusciamo infatti a contenere i costi a carico dei singoli soci. D’altronde non sono molti i consorzi fidi che vantano una rete così diffusa: Coop Credito è presente nelle sedi Confesercenti in tutti i centri maggiori d’Abruzzo. «Siamo già entrati nella fase due dei confidi e auspichiamo che la legge regionale diventi operativa al più presto proprio perché il mercato ha bisogno di regole certe e definite -sottolinea Lombi-, e credo che la nostra capacità di guardare avanti si riconosca anche nella scelta della direzione centrale. Oggi si parla di ridurre i costi, di unire le province e le università, di fondere i Comuni e le sedi delle associazioni di categoria: noi abbiamo deciso di posizionare la nostra sede centrale nel cuore dell’area urbana, nel Theate Center di Chieti, perché questa nuova dimensione è già nella quotidianità delle aziende. Troppe volte ci si perde in chiacchiere – conclude Lombi – ma le aziende sono già avanti»•

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seminari&convegni » a cura della redazione Enrico Marramiero

presidente di Confindustria Pescara

Mauro Angelucci

presidente di Confindustria Abruzzo

Fabio Spinosa Pingue

Paolo Primavera

presidente di Confindustria L’Aquila

presidente di Confindustria Chieti

Confindustria:

«Patto d’attuare o ne usciamo» Rispettare i tempi attuativi del Patto per lo sviluppo regionale è decisivo per Confindustria Abruzzo. Il presidente regionale Mauro Angelucci e i presidenti provinciali elencano le priorità di intervento. Pronti a uscire in caso di ritardi

«O

ggi fare politica richiede vero impegno,  competenze e senso di responsabilità, oltre che una assoluta  tempestività  perché più veloci sono anche i tempi dell’economia.  Confindustria sta dimostrando grande senso di responsabilità e sicuramente conferma la sua disponibilità per ogni forma utile di collaborazione. Ma non ammette più ritardi o omissioni colpevoli. La situazione non lo permette e le imprese non possono e non vogliono più aspettare». In sintesi i vertici locali di Confindustria chiedono alla politica di agire, e presto, altrimenti la confederazione uscirà dal Patto per l’Abruzzo. L’hanno ribadito coesi nel corso di una conferenza stampa il presidente regionale di Confindustria, Mauro An-

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gelucci, assieme ai presidenti di Pescara, L’Aquila e Chieti; rispettivamente Enrico Marramiero, Fabio Spinosa e Paolo Primavera. Confindustria Abruzzo ritiene che finora il Patto abbia mancato gli obiettivi prefissati, perdendo una grande occasione, e pertanto esprime la propria contrarietà a restare nel Patto nel caso non vi sia il mantenimento degli impegni politici e finanziari previsti. Tale posizione è motivata, peraltro, dalla stessa situazione congiunturale estremamente delicata che sta portando a immotivati inasprimenti pregiudiziali verso il mondo produttivo, con il rischio di un innalzamento della pressione fiscale che Confindustria non è disposta ad accettare, soprattutto in assenza delle riforme strutturali più volte sollecitate. Confindustria

Abruzzo chiede senza ulteriori rinvii che si acceleri e venga data maggiore concretezza alle finalità previste dal Patto, a cominciare dall’incontro con il Governo e gli stessi parlamentari. Nel merito, le richieste restano sostanzialmente invariate rispetto a quelle previste nel Patto e che per Confindustria Abruzzo sono le proposte necessarie per affrontare la situazione di grande emergenza che tutte le parti sociali sono chiamate ad affrontare nei prossimi mesi. Si chiede: ricostruzione post sisma per le aree terremotate; sblocco, impegno e accelerazione di spesa dei Fondi Master Plan, FAS, Intesa Quadro generale, Fondi strutturali europei, riguardanti sia interventi infrastrutturali che di altra natura economica; definizione di un Piano infrastrutturale


(tra le priorità il dragaggio del porto di Pescara, la deviazione del porto canale e il suo prolungamento, il potenziamento del sistema portuale industriale (Ortona-Vasto), l’allungamento della pista dell’aeroporto d’Abruzzo, e il potenziamento dello scalo di Preturo, potenziamento delle tratte ferroviarie Pescara- Roma, L’Aquila Sulmona, L’Aquila- Tagliacozzo, la realizzazione del terzo binario tra le stazioni di Pescara Centrale e Pescara Porta Nuova); semplificazione amministrativa e riforma della Pubblica Amministrazione; politiche del lavoro particolarmente orientate all’inserimento dei giovani; politiche industriali regionali adeguate a sostenere il sistema economico regionale a cominciare dalle riforme degli enti strumentali di gestione economica; immediata approvazione e attuazione del Master Plan Turismo Abruzzo. La ricostruzione post sisma, che coinvolge peraltro un vero dramma sociale, è uno dei punti su cui Confindustria Abruzzo non transige e su cui chiede un immediato confronto e la definizione di un cronoprogramma certo degli interventi, a cominciare dall’atti-

vazione della Zona franca urbana di L’Aquila. In ogni caso, sia per quanto riguarda le opere infrastrutturali, la ricostruzione post sisma o le altre misure di natura economica, Confindustria Abruzzo richiede l’ottenimento delle risorse assegnate e l’avvio immediato degli interventi già contenuti e approvati nell’ambito dei vari programmi finanziari, come più volte annunciati dal Governo regionale: in particolare PAR FAS per euro 773 mln complessivi; Fondi ricostruzione ad oggi per euro 4,623 mld, Master Plan per euro 1,853 mld complessivi; Intesa generale Infrastrutture per euro ancora da quantificare ma presumibilmente intorno a euro 962 mln. A fronte della situazione di assoluta emergenza che gli scenari congiunturali stanno prefigurando, Confindustria Abruzzo, nel richiamare l’attenzione della politica sulla assoluta urgenza delle priorità su cui intervenire, intende anche riaffermare la richiesta non contrattabile che non vengano previsti ulteriori aggravi fiscali per i cittadini e per il mondo delle imprese abruzzesi che già pagano una fiscalità aggiuntiva insoppor-

Mauro Angelucci

tabile e anticompetitiva a causa del pregresso deficit sanitario che resta uno dei grandi nodi ancora da risolvere per tutto il sistema Abruzzo. Piuttosto, come già affermato, Confindustria Abruzzo chiede che per il reperimento delle risorse pubbliche necessarie, si intervenga con assoluto rigore sui costi della politica e della P.A. Il messaggio lanciato è inequivocabile e si riassume nelle parole del presidente Angelucci: «non si tratta di rinegoziare, non ammettiamo slittamenti. È ora d’agire perché il tempo è finito»

Sintesi della replica del vicepresidente della giunta regionale e assessore allo Sviluppo Economico Alfredo Castiglione Il Patto per lo Sviluppo nasce proprio per applicare il metodo della condivisione come metodo di governo, affinché si produca una vera alleanza tra il sistema istituzionale, produttivo e sociale. Sono sfide che comportano una faticosa e graduale opera di innovazione della cultura amministrativa ed operativa sia della pubblica amministrazione che dei soggetti protagonisti. Un esempio dove gli Industriali stanno lavorando in maniera integrata con tutti gli attori del territorio regionale è il Campus Automotive. Io vorrei che gli Industriali si facciano promotori sul territorio di progettualità come queste. L’Amministrazione Chiodi è al loro fianco ed ecco perché mi auguro, e sono sicuro, che Confindustria non esca dal Patto per lo Sviluppo, perché lo priverebbe di un attore fondamentale e di un alleato importante per vincere le sfide che abbiamo davanti.

» foto di Giuseppe Ciavattella

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seminari&convegni » di Valentina Faricelli

AGORÀBRUZZO, il PDL si confronta a Rigopiano Il laboratorio politico organizzato dal presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano ha chiamato a raccolta il centrodestra abruzzese per analizzare gli scenari politici nazionali e locali

Da sinistra: Gianni Chiodi, Maurizio Piccinino e Nazario Pagano

U

na cornice ideale, tra il verde e la limpidezza che circondano l’hotel Rigopiano. Per fermarsi a pensare. Per fare il punto. Per guardare alle cose fatte e per preparare le sfide future. Perché la politica, la buona politica, è fatta di questo: di scelte condivise e ragionate, elaborate confrontandosi e guardandosi in faccia, che significa assumersi la responsabilità, di quel che si chiede così come di quello

» foto concesse da Agoràbruzzo

che si promette. È ripartito così il Pdl regionale, con una boccata d’ossigeno, rappresentata da Agoràabruzzo, la due giorni di incontri e dibattiti, ideata dal presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, per far ritrovare amici, prima ancora che colleghi e prima ancora che governanti. Circostanze che però non devono confondere circa l’importanza dell’incontro, perché sul tappeto ci sono stati temi cruciali- dall’economia,

alla sanità, l’organizzazione del partito - quelli sui quali chi governa si gioca la propria credibilità e l’Abruzzo il suo futuro. Ma sono sfide che non spaventano, lo ha spiegato Pagano anticipando il tema del primo dibattito: “Regione Abruzzo: Giunta e Consiglio, due anni di esperienze”, che lo ha messo di fronte al presidente della Regione, Gianni Chiodi (moderati dal giornalista Maurizio Piccinino). A patto, però, che la

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seminari&convegni

politica torni ad essere passione e impegno per migliorare la vita di oggi e di domani. «Attraversiamo una fase delicata –ha ammesso il presidente del Consiglio regionale–. Abbiamo capito improvvisamente che stavamo correndo troppo e il contraccolpo è stato inevitabile. Questo però non ci ha impediti di ripartire, di farci interpreti di una politica che vuole dignità e che vuole dare le risposte». Del resto basta guardarsi intorno, nelle facce, nell’età, nell’atmosfera, per capire che qualcosa è cambiato. Perché governare oggi «significa affrontare un mare in tempesta» ribatte Chiodi, «con una barca non sempre adatta alla complessità in atto». Ma bisogna rendersene conto in fretta, altrimenti la politica continuerà ad essere percepita come una casta. «Oggi governare significa riformare –continua Chiodi–, a cominciare dai comportamenti. Da tecnici della sopravvivenza elettorale, così è additata oggi la “casta”, è necessario tornare essere “veri politici”, impegnati a “costruire il futuro delle giovani generazioni” piuttosto che ad utilizzare spesa pubblica per finanziare il consenso elettorale. Un concetto che va a braccetto con quello della “rappresentatività”. E Chiodi lo dice con passione: «governare significa assumersi responsabilità e avere l’ambizione di segnare la strada». La lista delle cose fatte è fin troppo conosciuta: dalla riduzione del debito sanitario alla chiusura delle agenzie regionali. Ma sono le conseguenze di queste azioni che vanno sottolineate e che sono la mora-

lizzazione della politica a una gestione più controllata della stessa. Da costruire c’è ancora molto, l’economia regionale stenta a ripartire. Ma competitività e innovazione sono obiettivi irrinunciabili. Lo spiegano meglio subito dopo Federica Chiavaroli, consigliere regionale e componente IV Commissione Sviluppo Economico del Consiglio regionale, moderatrice dell’incontro con Paola Pelino, Componente Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati e Alfredo Castiglione, assessore regionale allo Sviluppo Economico. L’argomento sul tappeto è importante: “Un programma per lo sviluppo economico della Regione Abruzzo”. E il punto di partenza è unico: una formazione che fa ritrovare le idee liberali in ogni azione e in ogni ragionamento e soprattutto in ogni confronto, aperto e costruttivo. «In questo senso –ci tiene a precisarlo Federica Chiavaroli– la Regione Abruzzo ha dimostrato di avere una classe dirigente davvero all’altezza. Abbiamo fatto nostro il metodo del confronto, la cui validità è stata riconosciuta anche al livello nazionale. E che, soprattutto, non è sfociata nella sua distorsione, ovvero la difesa di interessi corporativi. Un problema questo che non è circoscritto alla politica, ma che riguarda l’intera classe dirigente. Ma recuperare credibilità per una regione di dimensioni modeste come la nostra era fondamentale, altrimenti ne avremmo subito le conseguenze in termini di scarsa rappresentatività nei tavoli nazionali». Tutto questo non è accaduto,

Da sinistra: Guerino Testa, Paola Pelino e Federica Chiavaroli

Da sinistra: Paolo Tancredi, Filippo Piccone e Sabatino Aracu

grazie ad una rivoluzione importante: quella meritocratica, che tradotta in termini pratici, conclude la consigliera sotto lo sguardo compiaciuto dell’assessore Castiglione, ha significato fare le riforme, attese e necessarie. Da quella dei Confidi, a quella dei Consorzi industriali, al Commercio, solo per ricordare le più importanti. Nel secondo giorno sono invece intervenuti i parlamentari abruzzesi per delineare le linee del partito, hanno preso la parola: il sen. Paolo Tancredi, l’on. Sabatino Aracu, il sen. Filippo Piccone. Congressi, primarie e regole, queste secondo Piccone le priorità del PDL accompagnate da un’imminente campagna di tesseramento

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eventi

» di Piergiorgio Greco

Al Meeting di Rimini, grande successo per l’Abruzzo Grande afflusso di visitatori al nostro padiglione per la kermesse culturale organizzata da Comunione e Liberazione. Prossimo evento, sulla scia di quello riminese, promosso anche dal CDO Abruzzo e Molise, sarà InOpera che si terrà ad ottobre a Montesilvano

C’

è un sottile filo rosso che lega Rimini e Montesilvano: la necessità di puntare sulla persona, sul suo protagonismo, sul suo coraggio e sul suo realismo, per rilanciare l’economia, per uscire con decisione dalle secche della crisi economica. Questo filo rosso tiene legati il Meeting di Rimini, la grande kermesse culturale che si è svolta dal 21 al 27 agosto scorsi, e InOpera, la due giorni che si svolgerà al Palacongressi d’Abruzzo il 15 e 16 ottobre prossimi. Quella del Meeting è stata una settimana in cui è stato possibile incrociare numerose esperienze di persone certe – “E l’esistenza diventa una immensa certezza” recitava il titolo della manifestazione – che di fronte ai problemi, di fronte alle sfide non si tirano

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indietro, e costruiscono opere belle per sé e per tutti, realizzano opportunità, rimettono in moto tutto, proprio in forza di questa certezza. Esperienze vive, che hanno trovato un “tetto” soprattutto nel padiglione della Compagnia delle Opere, vera e propria casa di imprese, opere sociali, reti di opere, realtà educative, tra i più frequentati di tutta la manifestazione: un pullulare di volti, storie, iniziative che come ogni anno ha ben raccontato che cos’è la Compagnia delle Opere, vale a dire un’amicizia operativa mossa da un criterio ideale. Al centro del padiglione, la mostra sugli affreschi del Pellegrinaggio dell’ospedale di Santa Maria della Scala a Siena: più di cinquemila persone hanno appreso la storia millenaria di uno dei più antichi ospedali d’Europa, una


Lo stand della Provincia di Pescara allestito al Meeting di Rimini

grande e poliedrica istituzione dedicata alla cura degli infermi, all’accoglienza dei poveri, all’ospitalità e all’educazione dei bambini abbandonati, un luogo in cui il popolo di Siena espresse la propria carità. Esperienze vive, insomma, ben radicate in un protagonismo sociale che caratterizza l’Italia da molto prima dell’Unità: a loro è stata dedicata l’imponente mostra “150 anni di sussidiarietà”, realizzata al Meeting in occasione dei festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Un affascinante percorso che parla di “una storia dell’Italia che raramente viene raccontata: quella fatta dall’iniziativa di tanti “io” che, dal basso e liberamente (dimensioni difese dal principio di sussidiarietà), si sono messi insieme

» foto di Piergiorgio Greco

e hanno collaborato a costruire la storia del nostro paese”. La mostra, tra le più visitate delle otto grandi esposizioni, parla delle tante crisi attraversate dalla nostra società – il processo unitario, il fascismo, il secondo conflitto mondiale – e la straordinaria vitalità di un popolo che non si è mai arreso, e che ha costruito e ricostruito senza remore, grazie anche a quella forza che arriva da secoli di cristianesimo vissuto, capace di incontrare altre tradizioni come quella socialista e liberale. Da questo incontro, ne è nata la nostra Costituzione repubblicana, con le sue ricchezze e i suoi limiti. E ne è rinata una nazione che oggi è tra le sette più industrializzate del pianeta. In questo Meeting dedicato alle certezze – oggi più che mai

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necessarie per ripartire – ci sono stati incontri di spessore, non ultimo quello con John Elkann, presidente di Fiat: interessanti e per certi versi sorprendenti le sue confessioni sul desiderio di fare il bene del paese, a partire dal suo desiderio di lavorare “perché io ne ho bisogno, non perché ne abbiamo bisogno per mangiare” come ha detto ai suoi figli. Molto intensa la presenza abruzzese tra i padiglioni di Rimini, favorita anche dal treno della Sangritana istituito proprio per la manifestazione. Il direttivo di Cdo Abruzzo Molise, a partire dal presidente Giuseppe Ranalli, si è dato appuntamento mercoledì 24 agosto per una giornata tra mostre e incontri. Numerosi i politici nostrani attratti dalla manifestazione: da Gianni Chiodi a Nazario Pagano, passando per Paolo Gatti, Alfredo Castiglione, Federica Chiavaroli, l’assessore della Provincia di Pescara, Aurelio Cilli, e il consigliere Sergio Fioriti, e gli assessori comunali Eugenio Seccia e Massimo Filippiello. Tra le autorità religiose, monsignor Emidio Cipollone, vescovo di Lanciano-Ortona, che ha presentato i percorsi del turismo religioso, e don Marco Pagniello, direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne. Tutti si sono dati appuntamento al ristorante abruzzese Luntane ccihù luntane, la fortunata area enogastronomica ideata dalla Fondazione Santa Caterina, che a Pescara gestisce la scuola Domus Mariae, che insieme alla Regione Abruzzo e alla Provincia di Pescara, ha deliziato i visitatori del Meeting con arrosticini e pallotte cace e ove. Se la Regione Abruzzo e la Provincia di Pescara hanno scelto il ristorante Luntane cchiù luntane come veicolo promozionale dell’Abruzzo, la nostra terra e la sua origine cristiana sono al centro della splendida mostra “La sapienza risplende. Madonne d’Abruzzo tra Medioevo e Rinascimento”, che dalla settimana del Meeting andrà avanti fino al 1 novembre presso i Musei Comunali di Rimini: in esposizione, un insieme assolutamente eccezionale di dipinti e sculture lignee di area

Il ristorante abruzzese Luntane ccihù luntane

abruzzese che coprono l’arco cronologico tra la fine del XII e gli inizi del XVI secolo. Commentando tutto questo, Bernhard Scholz, presidente nazionale della Compagnia delle Opere, ha ricordato che “l’economia è sempre espressione di una certa cultura perché ognuno prende le sue decisioni in base a delle certezze, a delle prospettive, a delle convinzioni. In base a questo investe soldi, energie, conoscenze. Come dicevo, noi siamo profondamente convinti che il vero problema sia la crescita, e la crescita dipende dalla società civile, e la società civile dipende dalla responsabilità che ognuno si assume. Noi abbiamo cercato di fare emergere questo attraverso incontri, attraverso la nostra presenza al Meeting, attraverso la mostra che abbiamo fatto vedere, attraverso le opere che abbiamo fatto incontrare”.

Il presidente CDO Abruzzo e Molise Giuseppe Ranalli

In breve, da questo Meeting è emerso ancora una volta che dal protagonismo di persone certe nascono opere – imprese sia profit sia non profit – che costruiscono il bene di tutti a partire dal proprio desiderio di felicità. Non è un caso, allora, se l’evento del 15 e 16 ottobre prossimi, promosso da realtà diverse come Confindustria Pescara, Cdo Abruzzo Molise, Confcooperative Abruzzo, Api Pescara-Chieti, Regione Abruzzo e Coordinamento dei Csv dell’Abruzzo, si chiama “InOpera”, a enfatizzare che questo dinamismo, questa vitalità di persone seriamente impegnate con se stesse e con gli altri, generi realtà di bellezza – opere, appunto – utili per tutte. A Montesilvano, durante i due giorni, le imprese che stanno decidendo di partecipare avranno l’opportunità di incontri riservati per conoscersi e lavorare insieme, e stringere legami. Oltre a questi appuntamenti di lavoro, articolati in varie formule e di cui abbiamo parlato nei numeri scorsi (iscrizioni ancora possibili: www.in-opera.net), ci saranno anche autorevoli momenti di approfondimento, tra cui la presentazione del Rapporto sulla Sussidiarietà “Sussidiarietà e… istruzione e formazione professionale”, al quale interverrà il professor Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. Il tutto all’insegna del tema della manifestazione “Creatività coraggiosa, realismo audace”

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eventi » di Laura Tinari

Riscoprire

il valore del lavoro

Il mercato del lavoro femminile nella nostra regione letto secondo la chiave della soddisfazione, questo il tema del volume “Decent work e insicurezza lavorativa - professionalità e genitorialità nelle donne dell’Abruzzo di oggi” presentato all’Aquila

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l Decent work, lavoro dignitoso o decente, fa riferimento ad una definizione elaborata dall’International Labour Organization delle Nazioni Unite come parametro per la salvaguardia dei diritti del lavoratore, dell’occupazione, della protezione e del dialogo sociale. La ricerca, presentata da Riccardo Giorgio Zuffo, professore associato, e da Michela Cortini, ricercatrice, del Laboratorio di Business Psychology dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara su commessa delle consigliere regionali di Parità d’Abruzzo, unitamente alle consigliere provinciali di Parità dell’Aquila, Pescara e Teramo, è tesa a fornire un quadro della realtà abruzzese sulle condizioni di vita economica e sociale delle donne con contratti atipici. «I risultati emersi sono estremamente interessanti -ha esordito Loretta Del Papa, consigliera regionale di Parità- e ci confermano che il disagio causato dall’incertezza del lavoro, inevitabilmente, genera oltre ad una sottoutilizzazione e mortificazione di risorse umane anche un disagio sociale». Recenti studi hanno, infatti, analizzato la relazione tra soddisfazione organizzativa e soddisfazione nella vita sociale, sistemi di welfare e politiche attive del lavoro, ampliando così i confini della stessa soddisfazione lavorativa che affondava le proprie radici nelle teorie  motiva zionali. Nello studio la centralità è data alle donne e alla loro soddisfazione Loretta Del Papa, consigliera regionale di Parità d’Abruzzo

professionale in relazione alla tipologia di contratto e alla percezione di insicurezza lavorativa. Due le variabili utilizzate per esplorare in particolare la dimensione del precariato: genitorialità, intesa come effetto della presenza di figli sulle percezioni della dimensione lavorativa, e scolarità, importanza del titolo di studio rispetto a lavoro e soddisfazione. Dall’analisi di questo fattore chiave è emerso con drammaticità che 1 laureato su 3 in Abruzzo non utilizza il proprio titolo di studio a fini lavorativi. Il campione oggetto di ricerca è formato da 716 donne appartenenti alle quattro province abruzzesi e di età compresa tra i 19 e i 55 anni con diversi titoli di studio. L’indagine ha consentito, inoltre, di focalizzare gli effetti del trauma prodotto dal sisma del 2009, capace di destrutturare-ristrutturare completamente gli assi valoriali delle persone, così come le loro potenzialità e risorse. Il contesto aquilano colpito dal sisma, oggetto di ulteriore analisi in ordine alle percezioni di insicurezza lavorativa indotte dall’evento traumatico, ha mostrato come più aumenti la paura di perdere il lavoro tanto più aumenti la sua preziosità. «Per le lavoratrici aquilane che vivono una precarietà legata al tipo di contratto, ma soprattutto alla mancanza di stabilità fornita dal territorio, il valore del lavoro è molto alto, è riconoscibilità, azione, identità», ha continuato Del Papa

La copertina del volume “Decent work e insicurezza lavorativa

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eventi » a cura della redazione

A Tortoreto presentate le eccellenze enogastronomiche Nell’elegante cornice dello chalet Sayonara, si è svolta la seconda edizione della degustazione di tipicità della provincia di Teramo La serata di degustazione Vinoè organizzata a Tortoreto

A

ncora una volta vini, formaggi, salumi e dolci, sono stati i protagonisti a Tortoreto della seconda edizione di “Vinoè…”. La degustazione di tipicità enogastronomiche della provincia di Teramo è stata organizzata dal gruppo editoriale lombardo Il Faro Editore. Durante la serata è stato anche presentato il numero 01 del volume “Octopus Magazine” della regione Abruzzo edito dal Gruppo. ”Vinoè…” è stato promosso dalla vulcanica Antonietta Mazzeo, sommelier ed editorialista che cura le rubriche e gli articoli di enogastronomia delle pubblicazioni de Il Faro Editore. «Quest’anno ”Vinoè...”, -ha dichiarato Antonietta Mazzeo- è giunto alla sua seconda edizione e sono molto soddisfatta dell’entusiasmo con il quale gli imprenditori locali hanno aderito a questa manifestazione che è legata alla rubrica di enogastronomia che curo personalmente». Presenti alla degustazione, diversi produttori, imprenditori, politici e personaggi di spicco del tessuto economico abruzzese e ovviamente i vertici del gruppo editoriale lombardo, tra loro il direttore editoriale Alessandro Tulli, che tanto hanno investito e continuano a farlo sulle eccellenze della nostra

regione. La collaborazione tra la società lombarda e le amministrazioni locali, nasce proprio dal comune disegno di sviluppare, valorizzare e promuovere l’offerta turistica, territoriale, enogastronomica e culturale del nostro amato Abruzzo nel Centro Nord

Le aziende che hanno partecipato alla degustazione Salumificio Costantini Tenuta Cerulli Spinozzi Az. Agricola I Vini di Ferruccio Az. Agricola Di Giovanpietro Arte Vino Az. Agricola arte Vino Az. Agricola Biagi Paesani Liquori De Angelis Corvi Az. Vitivinicola Corrado De Angelis Corvi Antica Forneria F.lli De Giorgis & C. Panificio Ristorante La Tacchinella Aprol Olio Extra Vergine Aprol Abruzzo Cantina Colonnella Gnam Gnam di Di Berardino Roberto dolcetti

Alcune immagini della serata con gli organizzatori, gli ospiti e i prodotti esposti delle aziende

» foto concesse da Il Faro editore

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Dall’eco efficienza all’eco valore

CORSO DI FORMAZIONE GRATUITO

GREEN MANAGEMENT E SOSTENIBILITÀ dall’eco-efcienza all’eco-valore Sono in fase di selezione le iscrizioni per l’intervento formativo progettato dalla RSA Formazione e nanziato dal P.O. FSE Abruzzo 2007/2013 – Obiettivo “Competitività Regionale e Occupazione” - PIANO OPERATIVO 2009-2010-2011 - ASSE I Adattabilita’ “Progetto Speciale IMPRENDITORI IN FORMAZIONE” (approvato con D.D. del 18/07/2011 nr. 63/DL22). FINALITÀ DELL’INTERVENTO Il contributo che l’azione formativa proposta intende apportare, puntando sullo sviluppo di un nuovo modello di creazione del valore e su un concetto di crescita economica fondata su modelli di produzione e consumo rispettosi dell’ambiente, prende ispirazione innanzitutto dal perseguimento degli obiettivi della Strategia di Lisbona, la quale promuove un concetto di “sviluppo sostenibile” che miri a migliorare le condizioni di vita delle persone tutelando il loro ambiente a breve, a medio e soprattutto a lungo termine. Esso si fonda su un triplice obiettivo: uno sviluppo economicamente efcace, socialmente equo e rispettoso dell’ambiente. Da qui l’esigenza di creare una nuova vision manageriale che sappia rispondere alle nuove necessità aziendali, permettendo agli imprenditori del territorio di partecipare ad un percorso formativo con insegnamenti di tipo economicogestionali applicati al settore green, il quale getti le basi per la conoscenza di una nuova strategia competitiva capace di generare valore, come vettore della creazione di risorse di conoscenza e ducia, come leva strategica di innovazione (tecnologica, di processo/di prodotto) orientata alla sostenibilità ambientale, come fonte di nuove opportunità imprenditoriali e di mercato. Il percorso prepara imprenditori in grado di rispondere alle sde della sostenibilità, dell’ambiente e dell’energia ed approfondisce i diversi modi con cui le imprese integrano queste variabili nei propri approcci strategici e operativi. L’intervento formativo proposto vuole sviluppare le capacità analitiche dei partecipanti, insegnando a identicare e ad affrontare i rischi e le opportunità collegate ai temi green e alla sostenibilità, con l’obiettivo di trasformare la loro gestione a livello aziendale in un vantaggio competitivo. Da una parte si punta a costruire conoscenze e competenze in ambito manageriale e tecnologico, integrate da elementi di marketing e di nanza in ottica green; dall’altra, si offre la possibilità di acquisire conoscenze di base in ambito scientico ed energetico (il cambio climatico, le fonti energetiche, i servizi degli ecosistemi). DESTINATARI I destinatari del presente intervento formativo sono gli imprenditori (soci, amministratori) di micro e piccole imprese aventi sede operativa in Abruzzo. Tale requisito dovrà essere attestato dalla presentazione del Certicato d’iscrizione alla CCIAA di appartenenza. MODALITÀ DI ISCRIZIONE E SELEZIONE Tutta la modulistica necessaria (Domanda d’iscrizione all’intervento), nonché ogni informazione e/o variazione è reperibile sul sito internet www.rsaformazione.com, oppure presso gli ufci della RSA Formazione Srl siti a Roseto Degli Abruzzi in Via Irlanda, 1 Tel 085/8944586. Le domande di iscrizione, che dovranno essere integralmente redatte esclusivamente secondo il modello summenzionato, dovranno pervenire brevi manu o a mezzo postale al seguente indirizzo: RSA FORMAZIONE SRL VIA IRLANDA, 1 64026 ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE), entro e non oltre il 20 settembre 2011 (non fa fede il timbro postale e l’ente non si assume responsabilità per eventuali ritardi o disguidi postali). ALLA DOMANDA DI ISCRIZIONE SI DOVRANNO ALLEGARE: - Copia documento di riconoscimento valido; - Curriculum Vitae sottoscritto dal candidato in originale. Nel caso in cui il numero dei candidati risulti superiore al numero dei posti disponibili, le selezioni saranno articolate in un test d’ingresso e in un colloquio individuale. I partecipanti al corso saranno selezionati nel rispetto del principio delle pari opportunità. Al ne di agevolare la partecipazione femminile al corso, il criterio di assegnazione dei posti favorirà le donne, qualora si vericassero parità di punteggio in graduatoria rispetto a candidati di sesso maschile. CERTIFICAZIONI AlIa ne del percorso, ai partecipanti che avranno superato con esito positivo le prove di verica intermedia e nale, verrà rilasciato l’Attestato per la qualicazione delle competenze dal Soggetto Attuatore dell’intervento formativo. LA PARTECIPAZIONE ALLE ATTIVITÀ È INTERAMENTE GRATUITA in partnership con

P.O. FSE Abruzzo 2007/2013 – Obiettivo “Competitività Regionale e Occupazione” - PIANO OPERATIVO 2009-2010-2011 - ASSE I Adattabilità Progetto Speciale “IMPRENDITORI IN FORMAZIONE” approvato con D.D. del 18/07/2011 nr. 63/DL22 Intervento formativo selezionato nel quadro del Programma Operativo conanziato dal Fondo Sociale Europeo (CUP C95C11000180007)

INFO E ISCRIZIONI: Tel 085.8944586 - E-mail: rsa@rsaformazione.com - www.rsaformazione.com RSA Formazione Srl (Gruppo Radiosanit) - Via Irlanda, 1 - Roseto Degli Abruzzi (TE)


eventi » a cura della redazione

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n’interpretazione senza precedenti dei sapori più autentici del nettare di Bacco, in grado di coinvolgere tutti i sensi lasciando un segno indelebile nell’anima. Iniziative che coniugano vino e arti sono all’ordine del giorno, ma è la prima volta che le sensazioni organolettiche evocate da nove vini, descritte nelle retroetichette delle bottiglie, vengono trasformate in partitura musicale da un sestetto jazz e sono recitate da una voce narrante. Nasce così il cd musicale DiWine Jazz, ispirato ai pluripremiati vini da agricoltura biologica Chiusa Grande, la nota azienda di Nocciano - tra le più certificate d’Europa in tema di qualità e difesa dell’ambiente - fondata da Franco D’Eusanio, agronomo bio-innovatore, “vinosofo”, ideatore e regista del singolare progetto che con un tour internazionale, dopo il successo in Giappone e Singapore, porta Chiusa Grande nella seconda metà

La locandina di DiWine Jazz

Chiusa Grande, esperienza multisensoriale nel Nuovo Continente di settembre in alcuni dei club più esclusivi del Canada e degli Stati Uniti, rispettivamente il Mount Stephen Club di Montreal e la rinomata Trattoria Cinque di Manhattan, New York. Come ha spiegato D’Eusanio nel concerto degustazione organizzato presso la sua azienda nell’estate del 2010, un “vinosofo” (termine da lui coniato) è colui che prima di concepire un vino pensa alle sensazioni che esso deve evocare, perché «il vino nasce nella testa ancor prima che nella vigna», ripete spesso. Solo partendo da questa filosofia per Chiusa Grande è possibile coinvolgere tutti i sensi e concepire progetti come il DiWine Jazz, la cui genesi ha visto impegnati nella degustazione di nove vini i sei jazzisti del Tony Pancella Rythm’s sing sextet (Tony Pancella, Tino Tracanna, Claudio Corvini, Roberto Schiano, Aldo Vigorito e Pietro Iodice). I musicisti sulla scia delle emozioni suscitate dai vini Chiusa Grande hanno composto le gemme musicali raccolte nel cd DiWine Jazz. Un sodalizio d’intenti tra sensazioni e poeticità testuale, rafforzato dalla suadente voce di Gio Gio Rapattoni, doppiatrice di molte star di Hollywood (come Renée Zellweger, Kate Hudson e Drew Barrymore). Il concerto multisensoriale proposto da Chiusa Grande a Montreal e New York coinvolgerà jazzisti di primo piano nel panorama internazionale. Tony Pancella al piano, David Pleasant alla batteria, Wendholt Scott alla tromba, Mayhew Virginia al sax, Bless Noah al trombone e Brown Cameron al contrabbasso. Gli invitati parteciperanno ad una “miracolosa” fusione tra gusto, musica e parole, sperimentando un insolito coinvolgimento dei sensi

» foto concesse da Chiusa Grande

Un concerto degustazione multisensoriale per raccontare i vini da agricoltura biologica di Nocciano. DiWine Jazz, vino in musica e parole alla conquista di Montreal e New York

Il fondatore e titolare di Chiusa Grande Franco D’Eusanio

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eventi » di Donato Tribuiani

Il taglio del nastro dell’isola ecologica realizzata da Eurosintex

Caporrella, Salvi e Di Prinzio “brindano” con l’acqua microfiltrata della Drink Solution

Guardiagrele, un paradiso ecologico La cittadina in provincia di Chieti ha realizzato la prima isola ecologica interrata del Centro-Sud e la fontana di acqua pubblica potabilizzata

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n impegno concreto nell’ottica del rispetto per l’ambiente quello intrapreso dall’amministrazione comunale di Guardiagrele, che ha realizzato nel mese di agosto due importanti interventi promossi dall’Assessorato all’Ecologia. Si tratta dell’installazione dell’isola ecologica interrata per la raccolta di rifiuti solidi urbani differenziati, e di una fontana di acqua potabilizzata. «Due iniziative – ha spiegato il sindaco Sandro Salvi – coerenti con la missione di tutela dei valori della nostra città e dell’intero territorio, luoghi di straordinario interesse culturale, architettonico, artistico e ambientale, per promuovere i quali abbiamo ritenuto importante avviare politiche di salvaguardia che passano per la sensibilizzazione e l’educazione dei cittadini verso comportamenti virtuosi sia come abitanti sia nell’esercizio dell’attività professionale o imprenditoriale». L’isola ecologica, destinata in questa prima fase ai commercianti del centro storico, ha previsto un investimento di quasi 40 mila euro, ed è situata in via Garibaldi, nei pressi dell’ascensore del

parcheggio del centro. Il sistema ad alto contenuto tecnologico, messo a punto dalla Eurosintex di Bergamo attraverso la società Urbania di Lanciano (suo riferimento locale) non ha precedenti nel centro-sud Italia. Sfruttando postazioni interrate, consente di ospitare rifiuti indifferenziati, carta e cartone, umido e multimateriale in maggiore quantità rispetto ai cassonetti precedentemente ubicati dietro il duomo di S. Maria Maggiore e al contempo, garantisce una maggiore percezione di ordine e di pulizia da parte dei cittadini, in quanto restano a vista solamente colonnine di conferimento poco invasive e dal design ricercato. «I cassonetti della spazzatura, che rappresentavano prima una fastidiosa e sgradevole presenza a ridosso di edifici monumentali – ha spiegato soddisfatto l’assessore comunale all’ecologia Donatello Di Prinzio che ha seguito tutto l’iter del progetto – saranno felicemente dimenticati alcuni metri sotto terra, lontani dagli occhi, come avviene già in altri Paesi d’Europa, con un percepibile miglioramento del decoro urbano del centro storico». Positivi anche gli effetti sulla razionalizzazione della raccolta

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eventi

e sulle operazioni di svuotamento. «Non si tratta semplicemente di occultare sotto terra i cassonetti. La batteria da noi proposta – ha illustrato Michele Menna, responsabile e referente locale della Eurosintex – ha infatti caratteristiche tecnologicamente innovative e consente alla piattaforma di sollevarsi automaticamente per le operazioni di svuotamento grazie a un cilindro idraulico. L’accesso e l’utilizzo da parte dei commercianti avviene attraverso una tessera magnetica da utilizzare ogni qualvolta occorre conferire i rifiuti: facendola passare su un apposito sensore, la bocca della colonnina si apre per poter immettere il rifiuto e dopo un minuto la stessa si bloccherà automaticamente». È destinata invece a favorire l’uso dell’acqua proveniente dal locale acquedotto, la fontana di acqua potabilizzata che è stata installata in largo Garibaldi, come ha sottolineato l’assessore all’Ecologia Donatello Di Prinzio: «È necessario valorizzare l’utilizzo dell’acqua pubblica locale per ridurre la produzione dei rifiuti plastici costituiti dalle bottiglie dell’acqua minerale, il consumo di energia per la loro realizzazione e l’inquinamento determinato dal trasporto delle acque imbottigliate dal luogo di produzione a quello di vendita. Ovviamente tale iniziativa si è resa possibile perché l’acqua distribuita dalla rete dell’acquedotto pubblico, oltre a rispondere alle caratteristiche chimico fisiche e microbiologiche di potabilità, risulta immediatamente disponibile e di ottime caratteristiche organolettiche e grazie anche al contributo e alla competenza in materia della Drink Solution». «Con l’apposita apparecchiatura della nostra azienda – ha spiegato Donatella Capuzzi della Drink Solution di Guardiagrele, che ha installato e che gestirà a proprie spese l’impianto – i cittadini hanno ora a disposizione un punto di erogazione dell’acqua di rete preventivamente microfiltrata, disponibile anche refrigerata e gasata con l’aggiunta di anidride carbonica, al costo concordato di 5 centesimi al litro, che potrà essere erogata attraverso l’utilizzo di una chiavetta ricaricabile, rilasciata con versamento

Uno dei primi cittadini guardiesi che attinge acqua dalla fontana potabilizzata

di una cauzione di 10 euro, reperibile presso la nostra sede in via Gramsci, 10. Tutto ciò, inoltre, porterà grandi benefici all’ambiente. Benefici intuibili se si considera anche solo che per produrre 25 bottiglie di plastica si utilizzano 2 kg di petrolio e che una bottiglia di plastica non smaltita correttamente impiega più di 1000 anni a decomporsi». Alla presentazione ufficiale dei due progetti sono intervenuti, oltre al sindaco Sandro Salvi e all’assessore comunale all’Ecologia Donatello Di Prinzio, anche il presidente della provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio, l’assessore provinciale all’Ambiente Eugenio Caporrella, il parroco della cattedrale Don Nicola Del Bianco, i responsabili delle ditte installatrici e i rappresentanti dei commercianti del centro storico e numerosi cittadini

L’oasi ecologica interrata per i commercianti del centro storico con le colonnine come si presentano al cittadino e sollevate per lo svuotamento

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hanno collaborato

Marco Castelli l’Abruzzo che produce | pag. 27 Classe 1971, Marco Castelli, socio fondatore di Profili Aziendali, nel 2010 ne diventa presidente. Nato a Nereto dove vive con sua moglie e i suoi due figli, è laureato in Economia ed Amministrazione d’Impresa all’Università di Teramo. Iscritto dal 1999 nel Registro dei Revisori Contabili, consegue nel tempo diversi attestati di formazione professionale. Dal 2005 al 2008 riveste il ruolo di consulente presso la Regione Abruzzo in qualità di Componente dei nuclei di valutazione per progetti sulla Creazione d’impresa e programmi di sviluppo nell’ambito del DOCUP Abruzzo 20002006. Iscritto all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Teramo al n. 706. Nel maggio 2007 diventa amministratore delegato della Profili Aziendali s.r.l..

Giuseppe Mauro nonsoloeconomia | pag. 29 È professore Ordinario di Politica Economica presso la facoltà di Economia dell’Università G.d’Annunzio di Chieti-Pescara. Ha seguito tutta la carriera accademica da borsista a assistente ordinario, a professore incaricato, a professore associato sino a professore ordinario. Ha insegnato Economia Monetaria e Creditizia, Economia Politica, Economia del Lavoro, Economia Industriale ed Internazionale presso le università LUISS di Roma, Teramo e Pescara. È stato Visiting Scholar presso l’Università di York (G.B.) e attualmente collabora con la London School of Economics. Attualmente ricopre la carica di presidente del Corso di Laurea in Economia e Commercio. È Membro della Società Italiana degli Economisti.

Luigi Carunchio fisco | pag. 63 Socio fondatore dello studio “Valore” Professionisti Associati in Lanciano, struttura associata tra commercialisti che ha creduto nell’organizzazione dell’attività professionale in gruppo. Si occupa da sempre delle problematiche di categoria e per questo attualmente ricopre, tra le altre, la carica di presidente nazionale dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed esperti contabili, principale sindacato di riferimento dei commercialisti italiani. Presidente altresì della Fondazione Nazionale Centro Studi UNGDC il cui comitato scientifico è presieduto dal prof Lupi.

Antonio Teti ict | pag. 66 È responsabile del supporto tecnico informatico della Direzione Generale dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Laureato in Economia e Management delle Imprese, ha conseguito tre specializzazioni in Information Technology presso la ELEA Knowledge Integration. È Accademico Ordinario della Pontificia Accademia Tiberina, prestigioso Istituto di Cultura Universitaria e di Studi Superiori e Presidente Onorario della Società Italiana delle Scienze Informatiche e Tecnologiche (SISIT). Ha avuto incarichi di docenza in diverse università italiane e ha collaborato per attività di alta for-

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mazione con la facoltà di Informatica dell’Università Politecnica di Valencia e di Madrid.

Simone D’Alessandro creatività&innovazione | pag. 71 È scrittore, docente universitario, saggista e copywriter. Autore di opere di carattere scientifico. Dal 1997 è sceneggiatore di spot, cortometraggi e documentari. È Copywriter Senior presso CARSA Spa, agenzia leader nella comunicazione ambientale. Segue un dottorato di ricerca presso la facoltà di Scienze Sociali dell’Università degli Studi G. d’Annunzio di Chieti. Vincitore del premio nazionale di letteratura Parco Majella 2007, del premio letterario nazionale Alceste de Lollis e del premio Manzoni.

Filippo Paolini norme&leggi | pag. 75 Nello studio legale di cui è titolare, esercita la professione forense prevalentemente nel ramo del diritto commerciale. È consulente giuridico di diverse aziende, abruzzesi e non, in materia di contratti, diritto societario e crisi dell’impresa. È consulente giuridico, dal 2003, dell’Ufficio Legale Federazione Italiana Giuoco Calcio – A.I.A. Laureato in Giurisprudenza a soli 23 anni, è iscritto dal 2001 all’Albo degli Avvocati presso il Tribunale di Avezzano.

Pietro Pastorelli

energia | pag. 79

Nato all’Aquila nel 1941, si laurea nel 1965 al Politecnico di Torino in Ingegneria elettronica. Dopo una breve esperienza di docente, svolge la sua attività lavorativa presso alcune importanti aziende multinazionali operando nei settori delle apparecchiature e degli impianti MT/BT. Opera anche, come libero professionista, nella progettazione di impianti elettrici per complessi industriali e banche e, come imprenditore, nel settore dei componenti meccanici per applicazioni aerospaziali. Dal 2006 è delegato di Confindustria Abruzzo per le politiche energetiche.

Luciano Fratocchi ricerca&innovazione | pag. 82 È professore associato di Ingegneria economico gestionale presso la facoltà di Ingegneria dell’università dell’Aquila dove insegna Economia ed organizzazione aziendale, Sistemi di controllo di gestione e Gestione aziendale. Dopo la laurea in Economia e commercio presso la LUISS di Roma ha conseguito il Dottorato di ricerca in Direzione aziendale presso l’università di Bologna. Docente in diversi corsi Master, svolge attività di ricerca in tema di internazionalizzazione delle imprese minori, sistemi di supporto alle decisioni aziendali e management dell’innovazione, con particolare attenzione a quella organizzativa e gestionale. Ha pubblicato su questi temi articoli su riviste nazionali ed internazionali e con case editrici nazionali ed internazionali.

Alfredo De Vincentis

mercati | pag. 87

Nato nel 1970, è laureato in economia. Dopo anni di esperienza nel sistema bancario come promotore finanziario lavora come analista tecnico e trader dal 2005.

Piero Carducci la terra di Piero | pag. 111 Economista, consulente direzionale e docente universitario, è specializzato in sistemi per il controllo di gestione e modelli di sviluppo territoriale. È stato direttore della scuola di formazione manageriale-tecnica del Gruppo Telecom Italia (ex Reiss Romoli) e presidente dell’Agenzia di Sviluppo della Provincia di Potenza. Ha insegnato per molti anni programmazione e controllo di gestione ai dirigenti della carriera prefettizia presso la Scuola Superiore di Amministrazione dell’Interno (SSAI) ed ha diretto la collana di management del Ministero degli Interni. È presidente dell’Organismo Indipendente di Valutazione della Provincia dell’Aquila (OIV). Ha pubblicato cinque volumi su discipline manageriali e numerosi articoli su riviste scientifiche e divulgative. Ultimo volume pubblicato: “150 anni di Unità d’Italia. Il Mezzogiorno e lo sviluppo negato” (2011).

Nicola Boschetti Di vino e non solo | pag. 149 Nato a Guardiagrele l’8 maggio 1971, sposato con un figlio di 10 anni, affianca da oltre 22 anni Angela e Peppino Tinari nel ristorante Villa Maiella, con la piacevole responsabilità di occuparsi di una ricca cantina. Molto conosciuto nel mondo del vino, ha ricevuto riconoscimenti sia regionali che nazionali, tra cui la 1° Edizione 2005 del premio “Francesco Di Cintio” dell’Associazione Italiana Sommeliers. Collaboratore di varie riviste del settore (Gambero Rosso, Cucina e Vini, Slow Food), docente dei master sul vino Slow Food, organizzatore di serate a tema. Coadiuvante nei progetti sull’alimentazione riservati ai bambini delle scuole elementari. Fuori dal suo mondo si rifugia nel ciclismo, sport che pratica con passione.

Chiara Strozzieri In cornice | pag. 153 Laureata in Tecnica Pubblicitaria presso la Lumsa di Roma, svolge attività di critico d’arte e copywriter. Ha curato significative rassegne nazionali e mostre d’arte contemporanea e redatto saggi critici per cataloghi. Ha tenuto conferenze in luoghi pubblici di prestigio quali l’Istituto Italiano di Cultura a Vienna, il Collegio Raffaello di Urbino, il Lavatoio Contumaciale di Roma. Nel 2010 fa parte della commissione inviti al XXXVII Premio Sulmona insieme a Vittorio Sgarbi, presidente.


A R T E C U LT U R AC I N E M A L E T T ER AT U R A M U S I C A M O DAV I AG G I T U R I S M O G A S T R O N O M I A A R T I G I A N ATO

Una cascata all’interno delle grotte di Stiffe

» a cura di Denia Di Giacomo

141TRAPARENTESI News in pillole

145USCITA DI SICUREZZA

Mostar crocevia di religioni

147ITINERARI D’ABRUZZO Pettorano sul Gizio

149DIVINO E NON SOLO

L’estate sta finendo... e non solo

151SALUS, IL CIBO PER VIVERE MEGLIO La nutrigenomica, ovvero mangiare come i primitivi

153ARTE&CO./IN CORNICE

Silvia Di Loreto tra i colori

157ARTE&CO.

Quando le aziende amano l’arte

169ARTE&CO.

150 anni da quando il popolo pensava che Talia (Italia) fosse la moglie del re

173ARTE&CO.

Progetto Abruzzo

177ARTE&CO.

Clessidra in musica

185TEMPO RUBATO

Il blu profondo delle mie emozioni

181ARTE&CO.

QUANDO L’ACQUA INCONTRA LA PIETRA 158ARTE&CO. A Chieti, il murale di Keith Haring

160ARTE&CO. Meraviglia barocca in mostra a Villa Urania

187MUSICAMANIA

Black And White America I’m With You

189VEZZI MODERNI

Nella shopper questo mese

163 ARTE&CO. 165ARTE&CO. La Gioconda Nuda Sparta, quando l’arte era veramente una donna? si fonde con l’impresa

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Niente rompicapi, afdati alla nostra esperienza.

Strada Vecchia Fontanelle, 84/6 · 65129 Pescara Uff. Amm.: Tel. 085.4465554 · Fax 085.4409935 Uff. Traff.: Tel. 085.4462666 · Fax 085.4464075 e-mail: amministrazione@mazzocchettitrasporti.it

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traparentesi EVENTI

NOTTURNO D’AUTORE

lavoro di la pièce “Not turno d’Autore”, l’ultimo Grande successo di pubblico per ment, e age Man zella, prodotto da Alice Art Federico Fiorenza e Antonia Ren , guiblico pub Il . anio a Santo Stefano di Sess andato in scena lo scorso agosto “via di a sort una in otto cond ppa è stato dato dall’attore/prologo Simone Falo , avvolto erne mod e e sich clas re ope di erta crucis teatrale” nel borgo alla scop borgo. scene e la storica architettura del le ano inav illum che ele cand fondo sotto da fatto no e coinvolto dalla luce calda delle Marra han sti e la vibrante chitarra di Augusto lo. Al taco spet dello e La bellissima voce di Miriam Fore rant itine ttere continuum non scontato dato il cara raziare ring per icea alle varie scene, legandole in un Med za piaz in vati blico, attori e autori si sono ritro termine della rappresentazione, pub re alla Cultura e altri consiglieri) i il sindaco, Tonino D’Aloisio, l’assesso sent (pre l’amministrazione comunale per l’ospitalità e l’organizzazione.

CULTURA

GLI EREMI ABRUZZESI PATRIMONIO DELL’UMANITA’? Continua l’impegno da parte della Comunità Montana Majella Morrone per far diventare gli eremi della Majella/ M o r ro n e   p a t r i m o n i o d e l l ’ U n e s co.  Q u e s t a volt a  l’eve nto  prom osso è stato una mostra fotografica dal titolo “Ex Eremo Celsus”. A cura di Jean-Paul Di Gaetano (fotografi e) e Vincenzo Del Giudice, la mostra ormai conc lusa è stata un ulteriore testimonianza dell’impegn o che questa comunità sta ponendo in essere per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confront i del progetto “la Strada degli eremi”, presentato l’anno scorso con l’evento “Il gran segreto del Cielo”. L’intento è appunto quello di tutelare la stra ordinaria ricchezza di queste aree che ancora oggi vantano la presenza di numerosi Eremi Celestini ani perfettamente intatti.

EVENTI

EMERGENZE MEDITERRANEE È partita il 12 agosto e si concluderà il 9 dicembre. Parliamo di Emergenze Mediterranee, una rassegna di culture linguaggi e arti che intende incoraggiare la diversità culturale, promossa dalla Sezione Italiana dell’Istituto Internazionale del Teatro del Mediterraneo con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, della Regione Abruzzo, delle facoltà di Scienze della Comunicazione e Agraria dell’Università degli Studi di Teramo, della Provincia di Teramo e con il sostegno della Fondazione Tercas e della Camera di Commercio di Teramo. L’evento coinvolgerà 20 Comuni della provincia di Teramo: Castelli, Bellante, Isola del Gran Sasso, Alba Adriatica, Teramo, Basciano, Arsita, Crognaleto, Mosciano Sant’Angelo, Martinsicuro, Giulianova, Pineto, Torano Nuovo, Tossicia, Castellalto, Montorio al Vomano, Colledara, Campli, Bisenti e Controguerra. INFO: www.istitutoteatromediterraneo.it e-mail: info@istitutoteatromediterraneo.it

DISCIPLINARE POMODORO A PERA: NASCERA’t’AnUN “Pogelo, si è svolto un convegno dal titolo

AGRICOLTURA

Lo scorso agosto a Mosciano San dallo Slow locale Circolo Anziani, dall’Arssa, modoro a pera” organizzato dal stesso. Food e con il patrocinio del comune li ormai la riscoperta dei prodotti tipici loca per orso perc un di e part fa Il convegno iani – Anz lo Circo o Silvio Pirozzi, segretario del scomparsi. «È un tassello – ha dett non chi anti ori sap dei a onale per la riscopert di un progetto di ampio respiro regi ra nost la per nti orta imp e ttich sono delle proprietà organole ci o gust al oltre hé perc ha – ma erà si, fini a se stes o in tutta la regione nasc ro a pera che si stanno organizzand salute». «Dagli incontri sul pomodo one corretta del pomodoro a vazi colti sulla are Arssa – un disciplin spiegato Rocco Marinucci, dirigente Abruzzo». pera, una eccellenza esclusiva dell’

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traparentesi FORMAZIONE

CRESCERE CON LA NATURA

“Green terà il corso di Formazione europea Dal 17 al 25 ottobre Fossacesia ospi ortuopp e com i verd h development” (Le aree areas for social and economic yout to enta pres stato è etto prog Il co per i giovani). nità di sviluppo sociale ed economi itato Com il con e zion bora colla in ARCI n.a., dal Circolo Territoriale di Chieti dell’ Regiodi Fossacesia e la Riserva Naturale une Com il I, ARC dell’ ti Chie di le Provincia iniamm tra 29 circa progetto parteciperanno nale “Lecceta di Torino di Sangro”. Al , Italia da nti enie prov anili giov ioni, operatori stratori locali, responsabili di associaz ranno izze real li qua i a anic balc ’area ogallo, Bulgaria, Romania e dall Svezia, Gran Bretagna, Spagna, Port Provincia di Chieti in termini di si attuate nella zona costiera della pras ne buo delle za scen cono di ità attiv nzione al mondo giovanile. Un’opsocio-economico con particolare atte protezione ambientale e di sviluppo protette può dare. di sviluppo che il mondo delle aree portunità per scoprire le possibilità

SCIENZE

A TERRA anche l’italiano UN NUOVO PIANET di ricerca di cui fa parte o pp gru un da zto ua a HD 85512 b, individ Ginevra, ha tre volte e me

Si chiam ll’Università di tore all’Osser vatorio de . È lui il candidato Francesco Pepe, ricerca al nostro sistema solare o ern est è te en alm tur a 30 anni na e ra ter una piccola stella a circ zo la massa della 512 b orbita attorno a 85 HD di esseri . za vita sen la e pre itar he adatte alla ideale per osp dere tut te le caratteristic sse Sistema po stro bra no l sem e de ra ard Ter nd luce dalla re grosso per gli sta bra sem ò pu , ere rocrto ess «Ce nsare che debba viventi, tra cui l’acqua. piccolo. E questo ci fa pe è si sso da un ga rto ti ne pe pia rico ai densa, o se sia – ma paragonato ’atmosfera più o meno un Solare – dichiara Pepe ara bia sep ab lo se che mo za pia tan che se non sap roccioso. E che la dis cioso, come la Terra. An su HD colo, probabilmente è no pic an do Un en ». ua ess , acq che di è piamo la presenza oceano. Quello che sap cie sia compatibile con temperatura sulla superfi la longevi! che sì più fa ti tut lla o ste em sua dalla in questo modo sar tri, res ter rni gio ta san 85512 b dura solo ses

TERRITORIO

L’AQUILA HA UNA NUOVA PIAZZA D’ARMI All’Aquila rinasce Piazza d’Armi grazie ad un concorso internazionale di progettazione. L’area di accesso al capoluogo regionale si trasformerà in un Parco Urbano che ospiterà, tra l’altro, il nuovo Teatro Comunale, sede del Teatro Stabile d’Abruzzo, realizzato con i fondi messi a disposizione dal Governo australiano e dalle Collettività italiane d’Australia. L’accordo per l’avvio delle procedure del concorso internazionale di progettazione è stato firmato il 14 settembre, a Roma, tra il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, l’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano e il presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, Leopoldo Freyrie.

ATTUALITA’

IKEA ARRIVA FINALMENTE IN ABRUZZ O Le voci sono ufficialmente conferm ate. IKEA, la nota catena svedese, sbarca anche in Abruzzo, e prob abilmente inaugurerà il suo 20esimo negozio della catena italia na. La location è San Giovanni Teatino, tra Pescara e Chieti, con un impianto che si svilupperà su una superficie di 30.000 metri qua drati e con una ricaduta occupazionale di circa 19O occupati dire tti, a cui si devono sommare 80 posti dell’indotto. IKEA Italia ha concluso l’anno commerciale 2010/2011 con un fatturato pari a 1,64 miliardi di euro, in crescita del 6,5% sull’anno precedente.

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TURISMO

A PALENA E ROCCASCALE LA BANDIERA ARANCIONEGNA SVENTOLA

Il prossimo 9 ottobre sarà la Gior nata Nazionale dei Comuni Ban diera Arancione, l’associazione nata nel 2002 con l’intento di promuovere e tutelare il territorio riunendo i pae si che hanno ottenuto dal Touring Club Italiano il riconoscimento della Ban diera arancione. In Abruzzo i paesi che posseggono la bandiera arancion e solo solamente due, Palena e Rocc ascalegna, entrambi in provincia di Chieti. In quella giornata si potrà god ere della calda accoglienza e della cultu ra di questi luoghi, accompagnati da un’atmosfera di festa. La Bandiera Arancione è un marchio destinato alle località dell’entroter ra e viene attribuito ai territori che sodd isfan o criteri di analisi connessi allo sviluppo di un turismo di qualità che tende a valorizzare il patrimonio cultu rale e ambientale, la cultura dell’ospitalità, l’accesso e la fruizione delle risorse, la qua lità della ricet tività, della ristorazione e dei prodotti tipici. INFO: Comune di Roccascalegna: 0872.987111 - Comune di Palena: 0872.918112

SCIENZA MEDICA

CELLULE STAMINALI CONTRO L’ESTINZIONE Un’équipe di ricercatori americani è riuscita a produrre cellule staminali di alcune specie di animali a rischio di estinzione allo scopo di preservarli. Tra questi il raro rinoceronte bianco, di cui restano solo 7 esemplari, tutti in cattività. Lo ha reso noto Oliver Ryder, direttore degli studi genetici allo zoo di San Diego in California secondo cui “la tecnologia delle staminali ci fornisce la speranza che gli animali a rischio non si estingueranno anche se sono già scomparsi dal loro habitat naturale”.

AGRICOLTURA

2011 I DATI DELL A VENDEMMIA gen sono erale i dati della vendemmia 2011

In linea so anno, se non abbastanza simili a quelli dello scor delle aree interfosse per un calo del 10% nella resa . Sono i dati iere cost lle que ne e collinari rispetto a gricoltura, all’A re esso ’ass dall iti più significativi forn io sorz di Tutela Mauro Febbo, dal presidente del Con idente dell’aspres Vini Abruzzo, Tonino Verna, e dal ani. Per le Drag la Nico ise, soenologi Abruzzo e Mol riscontra si a vasi Mal e o bian Treb altre uve bianche, e per le anch Abruzzo, , per quanto concerne la nuova DOP qualilo una resa inferiore del 10-15% circa livel il lzerà inna stra un calo intorno al 10-15% che nall’a ne varietà Pecorino e Passerina si regi nzio atte de gran e assessorato poniamo una a di tratt si tativo delle produzioni abruzzesi. «Com hé perc e anch o Febb re evidenziato l’assesso damento di questa vendemmia - ha alare la tendenza o sistema rurale. Ed è importante segn inter ro nost il e un evento che coinvolg in termini positivi ursi dei nostri vini che poi finisce per trad verso l’innalzamento della qualità ufficializzeremo o Febb ito A tal proposito, - ha prosegu anche nell’ottica delle esportazioni. anticipare che i già o iam poss ma , primo semestre 2011 a giorni i dati relativi all’export del o a dir poco confortanti». numeri, nonostante la crisi, appaion

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uscita di sicure

a

» a cura della redazione

MOSTAR I N O I G I L E R I D A I V E C O R C l fascino di Mostar, città della Bosnia-Erzegovina e capoluogo del cantone Erzegovina-Neretva, risiede nell’essere un antico crocevia di popoli e civiltà. Passato e presente convivono in un contesto urbano che racconta una storia complessa, fatta di luoghi, persone e avvenimenti che emozionano chiunque si trovi a visitare la suggestiva cittadina. Oggi grazie a un costante lavoro di ricostruzione la città splende; si stenta a credere che sia stata oggetto di nove mesi di bombardamenti nei primi anni ‘90. Esattamente tra il 1992 e 1993, dopo che la Bosnia-Erzegovina dichiarò l’indipendenza in seguito ad un referendum popolare, in base all’allora vigente Costituzione della Jugoslavia di Tito. Le truppe serbe e montenegrine, appoggiate dall’Esercito Popolare Jugoslavo, bombardarono per la prima volta

Mostar il 3 aprile 1992 e nelle settimane successive presero il controllo di gran parte della città. Oltre a causare immense sofferenze alle popolazioni locali, i tiri d’artiglieria danneggiarono o distrussero molti beni culturali. Oggi fortunatamente l’antico centro cittadino situato lungo entrambi i lati del famosissimo Stari Most (Ponte Vecchio) è tornato a rappresentare un’attrazione davvero unica. I visitatori possono ammirare nuovamente i simboli della città vecchia, il quartiere di epoca ottomana con le moschee del XVI secolo, torri, case e bagni turchi, oltre alle numerose botteghe di ramai. La città è caratterizzata dall’incontro e dalla convivenza delle quattro etnie religiose presenti nel territorio –cattolici, ortodossi, islamici ed ebrei– e questo rappresenta larga parte del suo fascino. Il patrimonio paesaggistico è un altro tratto distintivo di Mostar

un motivo in più_ Visitare Medjugorie A 20 chilometri da Mostar c’è uno dei più importanti luoghi di culto mariano: Medjugorie. Questa località, diventata celebre nel mondo dal 24 giugno 1981, è meta di pellegrinaggi dopo che è stata dichiarata l’apparizione della Vergine Maria. Nel marzo 2010 la Santa Sede ha formato una commissione per indagare sui fatti e a conclusione dei lavori gli stessi verranno consegnati alla congregazione per la dottrina della fede. Il primo volo per Mostar da Pescara partirà il 17 settembre. Informazioni ulteriori sul sito dell’Aeroporto internazionale d’Abruzzo.

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itinerari d’Abru Panorama del borgo

o

» di Alessandra Vallera

PETTORANO SUL GIZIO Una passeggiata in provincia dell’Aquila, per conoscere uno dei borghi più verdeggianti della nostra regione

ettorano sul Gizio è un suggestivo borgo aquilano che si affaccia sulla Valle Frevana, da cui facilmente si può raggiungere la Riserva Naturale del Monte Genzana ed Alto Gizio. Da questi splendidi e verdeggianti territori ha origine la sorgente del fiume Gizio, fonte privilegiata di rifornimento idrico per tutto il territorio della Conca Peligna. La natura è parte costituente di questo borgo che già in lontananza sembra sbucare da un’immensa macchia verdeggiante. Una volta raggiunto il centro abitato di impianto tardo-medioevale si rimarrà particolarmente colpiti dall’architettura stessa e dal paesaggio che la circonda, si ha proprio l’impressione di una natura viva che silenziosa condivide questi luoghi con il paese e tutti i suoi abitanti. La parte più antica di Pettorano sul Gizio rimanda a precise necessità difensive sorgendo sul promontorio della Guardiola, che presenta la naturale difesa del fiume Gizio e del torrente Riaccio, così costituì un centro di grande importanza strategica già all’epoca di Federico II. L’attuale impianto architettonico, ricordiamo, risale al tardo Medioevo, quando fu innalzata la cinta muraria costituita da sei porte, delle quali è possibile ammirarne ben cinque: Porta Santa Margherita, Porta del Mulino, punto di accesso al parco di archeologia industriale costituito dai resti dei mulini che erano lungo il fiume Gizio, Porta San Marco, Porta Cencia, Porta San Nicola decorata dal suo affresco secentesco di Santa Magherita, patrona del paese. Tra il XVI e il XVIII secolo Pettorano sul

Gizio ebbe un piano di sostituzione edilizia che portò alla demolizione e alla ricostruzione di edifici tardo-rinacimentali e barocchi. Forse per le sue strette stradine, per le architetture così diverse, questo borgo è davvero caratteristico, con le sue chiese e i suoi palazzi. Sono da visitare la chiesa della Madonna della Libera, con le sue stradine in discesa che conducono alla vallata del fiume Gizio, i massicci resti del castello dei Cantelmo, oggi restaurato e il Palazzo Ducale, residenza privata degli stessi, costituita da tre volumi che si affacciano su una corte quadrata, oggi piazza Zannelli. Molti altri sono i palazzi che ricordano il periodo florido di Pettorano sul Gizio e tra questi Palazzo Croce, dove è custodito l’unico frammento rinvenuto in occidente dell’Editto di Diocleziano, emanato nel 301 d. C.

La fontana Monumentale in piazza Zannelli

un motivo in più_ Natura a pieni polmoni La Riserva Naturale Regionale del Monte Genzana ed Alto Gizio si estende interamente in questo territorio per circa tremilacentosessanta ettari. La sua posizione la rende particolarmente interessante in quanto collega gli scambi faunistici tra il Parco Nazionale d’Abruzzo e il Parco Nazionale della Majella. Un ottimo ambiente dove rilassarsi in una lunga passeggiata al verdeggiante fresco della natura. Rifugio La Fascia 1650 m.s.l.m.

» Foto concesse da Archivio Ardea S.a.s.

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divinoenonsolo » di Nicola Boschetti

L’ESTATE STA FINENDO... E NON SOLO rmai siamo agli sgoccioli di una turbolenta stagione, fatta di colpi di scena sia di singole persone che manovre politiche. La notizia che desta sgomento riguarda il fatto che vogliono abolire i ponti infrasettimanali per posticiparli alla domenica, e anche se io capisco poco di economia nazionale, e non so se qualcuno in alto scambi l’economia dell’Italia, in affari di interesse privato, mi sento comunque di fare delle riflessioni sull’argomento. Come si può abo-

lire una tradizione che per ottenerla è costata tanto ai nostri genitori e nonni, con guerre di piazza e scioperi generali? Gli italiani che girano nei giorni di festa, smuovono denaro, e questo i potenti dei palazzi lo sanno, visto che ci fanno pagare anche per servizi che esistono solo sulla carta, i ristoranti e tutti i locali si riempiono, e in molti casi vivono di questi ponti festivi. Si fa benzina, si pagano autostrade e musei, si consuma in autogrill e tant’altro che comunque arriva allo stato in maniera indiretta, sottoforma di accisa, tassa sull’alcool, iva ecc. Se questo ingranaggio si spegne, penso che

molti bilanci salteranno, ma cosa più importante, salteranno molti posti di lavoro, che si nutrono proprio grazie agli italiani che approfittano dei giorni di festa per mantenere vivo il nostro bello stivale, ricco di arte, cultura, paesaggi mozzafiato e paesini incantevoli. Il turismo italiano rappresenta un valore straordinario, invidiato da tutto il mondo, e continuare a metterlo in ginocchio non risolverà la nostra crisi, per cui le soluzioni vanno trovate altrove, perché sia l’Italia che gli italiani cominciano ad essere stanchi di lottare contro un sistema che continua a toglierci le forze e non solo

SCELTO PER VOI > BIRRERIA A CINQUE STELLE Siamo a Pennapiedimonte, uno splendido paesino di 500 anime arroccato sotto sua maestà la Majella. Caratteristico per le sue case di roccia, i molti scalini e i percorsi di trekking e di altre attività all’aperto che vengono puntualmente svolti dai tanti appassionati della regione e non solo. La birreria LA MACINA, nata oltre 10 anni fa, grazie alla volontà e passione di Franco Perseo coadiuvato dall’attuale moglie Lina, ci regala un locale veramente fantastico, uno dei più veri e ben conservati della regione, quasi da far invidia agli storici pub inglesi. Ricavata all’interno di un vecchio frantoio del 1800, perfettamente visibili tutti gli anfratti e le vie che servivano a produrre olio, con un enorme macina in pietra al centro della sala, che ben ci fa immaginare la fatica che facevano gli asini dell’epoca per farla girare. Grande selezione di birre belghe, con rotazione settimanale, in modo da soddisfare i palati più esigenti. Possibilità di degustare salumi e formaggi scelti direttamente dal proprietario, e rigorosamente locali. Ambiente ben curato e accogliente, grazie anche alla preziosa collaborazione della dinamica e simpatica Virginia, che da diversi anni garantisce serietà e competenza. Su ordinazione si possono gustare piatti della tradizione povera di montagna, ed è possibile anche organizzare delle piccole feste di compleanno, sempre all’insegna della buona birra. Vale la pena andarci per molti motivi, non ne rimarrete delusi. info_ Birreria La Macina vico privato di via S. Rocco - 66010 Pennapiedimonte CH - Tel. 347.4820400 - 349.6709997 www.lamacina.cjb.net PRENOTAZIONE INDISPENSABILE NEI GIORNI FERIALI (2 giorni prima)

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Spesso la vita frenetica e il lavoro sedentario ci inducono verso un’alimentazione del tutto sbagliata, frettolosa e non corretta per il nostro corpo. Seguendo la giornata tipo di un manager, ecco alcuni consigli di un esperto nutrizionista

el corso di migliaia di anni di evoluzione, l’uomo ha fatto conquiste veramente importanti: ha camminato in posizione eretta, ha imparato ad utilizzare materiali e oggetti per migliorare il suo stato di vita, è diventato pensatore e “inventore” fino ad arrivare a viaggiare nello spazio o a fare scoperte scientifiche sensazionali. Tutto questo grazie alla sua capacità di adattarsi alle diverse ere geologiche (non a caso non si è estinto come altre specie) e ad una continua evoluzione genetica. Purtroppo per quanto riguarda l’alimentazione non possiamo dire altrettanto, nel senso che l’evoluzione genetica è rimasta, per così dire, un po’ indietro; pur se con lievi modificazioni i nostri geni non si sono ancora adattati all’alimentazione moderna, ma sono rimasti a quella di 50-100 mila anni fa e fanno una gran fatica a gestire il cibo attuale. Il punto fondamentale è che le sostanze contenute nei cibi interagiscono con i geni del corpo umano fino a modulare le risposte cellulari nel senso della salute o della malattia e quindi c’è una bella differenza se quello che si va a introdurre nel corpo può indirizzare gli stessi verso la produzione di sostanze utili alla salute piuttosto che produrre sostanze che generano malattie. La moderna scienza che studia le interazioni tra cibo e geni è la Nutrigenomica. Facciamo un esempio pratico parlando dello stress. Lo stress è una risposta geneticamente codificata dal corpo umano a una situazione di pericolo, nell’evoluzione genetica l’uomo primitivo ha attivato questo tipo di risposta quando si sentiva minacciato magari perché rincorso da un dinosauro, poi però scampato il pericolo, tornava nella sua caverna, la minaccia cessava e i livelli di stress si abbassavano. Oggi non abbiamo più dinosauri che ci corrono dietro, le “minacce” sono minori, ma molto più frequenti per cui un sistema genetico che non si è adattato a questa situazione genera continuamente risposte abnormi allo stress producendo costantemente ormoni come il cortisolo, l’adrenalina e l’insulina e se a questo si aggiunge il fatto che alcuni alimenti che introduciamo vanno a incrementare la produzione di queste sostanze, come per esempio gli zuccheri semplici fanno per l’insulina, il sistema genetico entra in tilt, non riesce a controbattere l’azione logorante di questi ormoni e si innescano risposte anomale che portano a patologie quali diabete, malattie cardiovascolari, ecc. Facciamo una riflessione sulla nostra alimentazione attuale: cibi molto raffinati, poveri di fibre, conservati, elaborati, con OGM, coltivati in ambienti spesso inquinati… il sistema genetico ha il suo bel

salus, il cibo per vivere meglio » di Pietro Campanaro

LA NUTRIGENOMICA, OVVERO MANGIARE COME I PRIMITIVI Per migliorare il nostro stato di salute dobbiamo tornare a mangiare come gli uomini primitivi! Meno cibi elaborati e più alimenti “diretti” come madre natura crea. Ma procediamo con ordine... da fare per difendersi da tutto ciò e spesso non ci riesce. E allora è una battaglia persa? Siamo destinati a soccombere a causa del mancato adattamento dei nostri geni? No, se aiutiamo il corpo a recuperare proponendo un’alimentazione più “primitiva” e diretta che portando ai geni segnali positivi li spinge a codificare verso la salute. Ecco alcuni consigli: incrementare l’utilizzo di cereali integrali (pasta, pane, farro) e legumi ai pasti e non far mai mancare verdura in quantità sia a pranzo che a cena, consumare 2-3 porzioni di frutta al giorno e 2-3 noci al giorno, utilizzare olio extarvergine di oliva a crudo per condire, favorire il consumo di pesce, specie quello azzurro, e di carni bianche rispetto a quelle rosse e consumare latte o yogurt almeno una volta al giorno, abbassare il consumo di alimenti elaborati (formaggi, salumi, dolci, cibi precotti, preconfezionati). Per avere una buona salute è meglio pensare “primitivo”, almeno sull’alimentazione!

info_ Dr. Pietro Campanaro Medico-Chirurgo Nutrizionista, Specialista in Scienze dell’Alimentazione, Fitoterapeuta Giulianova - Teramo - Pescara - Ascoli Piceno - Fermo www.fitomedicina.it - info@fitomedicina.it gruppo su Facebook: Nutraceutica e Fitomedicina

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Imbottigliamo la natura.

Questa è la storia di un Lui e una Lei. Lui è un idealista, innamorato a tal punto di lei da assecondare ogni suo capriccio. Lei detta le regole: vuole andare in collina, mentre gli altri vanno al mare; vuole vento e passione mentre gli altri dormono; ma soprattutto vuole cure e attenzioni solo da lui. Lui è Franco D’Eusanio, ideatore di vini. E lei? È la natura, ovviamente.

Vini Chiusa Grande: alla natura si comanda solo ubbidendole.

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arte&co.

/ incornice

» di Chiara Strozzieri

SILVIA DI LORETO TRA I COLORI Nasce un’artista nuova, che punta in alto partendo dalle sue radici

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» foto concesse dall’artista

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TOTO


arte&co.

Abruzzo con la sua storia e il suo carattere ha allevato artisti eccezionali in ogni settore culturale ed è bello constatare che lo fa anche oggi con personaggi, come la pittrice, Silvia Di Loreto, un volto nuovo nel panorama regionale, che fin dalle prime apparizioni in occasione di personali e collettive si è posta prepotentemente all’attenzione del pubblico. Il suo è uno stile essenziale e di vago senso näif, che ci piace rimanga libero da qualsiasi influenza, perché sarebbe un passo ovvio guardare indietro ai grandi dell’arte italiana, ma è di gran lunga più interessante che la giovane autrice si confronti ora solo con se stessa e affronti il proprio percorso. All’inizio della lunga avventura che l’aspetta Di Loreto ha incontrato la figura ingombrante di Gabriele D’Annunzio, che l’ha sedotta, ennesima vittima delle liriche audaci e delle parole di seta. Così l’artista sulmontina ha eseguito un ciclo di opere dedicate al Vate, che vogliono essere un omaggio alle sue radici, per sdebitarsi da subito con la terra generosa che l’ha ispirata insieme a tutti i più grandi maestri a cui ha dato i natali. È stato semplice per lei scoprire che al di là del continuo rimando ai sensi, la poesia dannunziana ha desiderato scorgere attraverso l’animo umano femminile, per valorizzarne il grande potere. Naturalmente la donna si è imposta come protagonista assoluta delle tele, addolcita da una sensualità rara, fatta di poche cose: una ciocca di capelli fuori posto, gli occhi chiusi a un canto suadente, una schiena elastica. Eppure Silvia Di Loreto non sconfina mai nell’eccesso (e forse in questo si ribella a D’Annunzio), così che le atmosfere languide vengono smorzate dalla forza del colore, che si accende irrispettoso della naturalezza dei toni. E l’attenzione di chi assiste alla rappresentazione dei brani dannunziani è carpita del tutto, si innesca un rapporto di empatia che riproduce quello instaurato da tempo tra la pittrice e la materia della sua indagine. Se è un tripudio di colori a farci conoscere questa nuova, prorompente personalità del mondo artistico abruzzese, non possiamo che volerne ancora di queste emozioni; le attendiamo con una fiducia che sentiamo già meritata

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/ incornice

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3 1. Versilia 2. Erma 3. Napea 4. L’immensurato sogno del cuore 5. Il canto delle sirene

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arte&co. » a cura della redazione

QUANDO LE AZIENDE AMANO L’ARTE Il Teatro Stabile d’Abruzzo promuove “SLOW ART”, una rassegna di eventi per salvaguardare il pianeta cultura

Due momenti dell’esibizione del Gruppo Alhena

n importante segnale arriva al mondo dell’imprenditoria da parte del Teatro Stabile d’Abruzzo che, anche quest’anno, collabora “alla salvaguardia del pianeta cultura” sostenendo il bellissimo progetto SLOW ART di Anouscka Brodacz e Roberto Fascina. Si è svolto, infatti, nel mese di agosto, nel pieno centro cittadino di Pescara un mini festival dedicato a spunti filosofici, musicali, teatrali e coreografici che hanno visto una grande partecipazione di pubblico incuriosito ed attento. L’evento, sotto l’egida della Provincia di Pescara, è inserito nel “Progetto Abruzzo 2011” che è il nuovo lavoro del TSA aperto alla collaborazione con le compagnie operanti nel nostro territorio. Ma la particolarità di SLOW ART è che ha il pregio di essere una rassegna che gode del mecenatismo di un imprenditore privato, dando vita a quel binomio cultura-imprenditorialità di cui, nel nostro Paese, c’è un assoluto bisogno e che rappresenta l’unico futuro certo di un settore imprescindibile per la società contemporanea. Da un lato il contributo pubblico alla Cultura che vede il totalizzatore impegnato in un veloce count down; dall’altro Roberto Fascina, imprenditore pescarese, che sceglie di dare lustro alla sua attività finanziando eventi culturali e spettacoli a due passi

Fabrizio Rapposelli assessore alla Cultura della Provincia di Pescara

dai propri esercizi commerciali. «È senz’altro un modello in embrione -dice l’avvocato Fabrizio Rapposelli, assessore alla cultura della Provincia di Pescara- di quello che potrebbe avvenire se si innescasse un meccanismo virtuoso di stretta collaborazione tra il mondo imprenditoriale, quello della cultura e gli enti locali di riferimento. Le possibilità per gli operatori raddoppierebbero e la grande visibilità per le nostre imprese dovrebbe effettivamente essere valutata nello studio dei budget annuali della spesa per la comunicazione e per la promozione». I temi trattati negli appuntamenti di SLOW ART spaziano dalle intelligenze artificiali alla psicoanalisi, all’approfondimento dell’impulso del desiderio e del suo oggetto. Hanno partecipato musicisti come Andrea Gabriele, Max Leggieri, Piero Delle Monache, scultori come Manuelita Iannetti, psicoartisti come Luigi Pagliarini, danzatori come Silvia Di Rienzo, Claudio Ioanna e Irene Placidi. Il progetto ha avuto il patrocinio, oltre che della Provincia di Pescara, dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Pescara, e (attraverso il Teatro Stabile d’Abruzzo) della collaborazione della Regione Abruzzo, della Unione Europea e della fondazione ACRI

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arte&co.

» a cura della redazione

A CHIETI, IL MURALE DI KEITH HARING Sarà in mostra al Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo la Civitella dal 30 luglio 2011 al 19 febbraio 2012

suggestivi spazi del Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo - La Civitella di Chieti ospitano dal 30 luglio 2011 al 19 febbraio 2012 una delle più significative tra le opere pubbliche di Keith Haring: il murale di Milwaukee. L’iniziativa è promossa dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo, dalla Regione Abruzzo e dal Comune di Chieti, organizzata da Alef - cultural project management di Milano, in collaborazione con il Patrick and Beatrice Haggerty Museum of Art, Marquette University, Milwaukee, WI. L’iconografia rappresentata nell’opera di Keith Haring è esemplificativa infatti del suo vocabolario d’immagini che celebrano la vita, divenendo un segno distintivo del suo approccio alla pittura. Haring riteneva che bambini e cani fossero tra le immagini più amate e riconoscibili; per questo, all’inizio della sua carriera, scelse queste figure proprio come firma (tag), per rendere la sua arte facilmente identificabile in mezzo a quella di altri che, come lui, avevano scelto la strada come luogo in cui liberare la creatività. “All’inizio la mia firma fu un animale - Haring racconta - che diventò sempre più simile a un cane. Poi cominciai a disegnare un bambino che andava a quattro zampe e più lo disegnavo e più è diventato The Baby”. Il murale è costituito da 24 pannelli in legno realizzati nell’aprile del 1983 dall’artista, invitato dall’Università Marquette di Milwaukee a creare un gigantesco murale sul luogo in cui sarebbe sorto il nuovo museo Haggerty. Entrambe le pareti sono dipinte. Sulla prima è raffigurata una Keith Haring mentre disegna

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Murale della Marquette University, Milwaukee, Wisconsin, 1983 Retro. Particolare della serie di dodici pannelli raffiguranti Baby and Dog

sequenza ininterrotta di bambini a quattro zampe, in alto, e di cani che abbaiano (barking dogs), in basso. L’altra è più complessa e presenta una maggiore varietà di immagini. Il tema dominante sono le figure danzanti ispirate ai ballerini di breakdance. A queste si affiancano altre icone della sua arte: il televisore con le ali, il cane, l’uomo con la testa di serpente. Il centro del murale è occupato da un ballerino che al posto della testa ha un televisore con il numero 83 disegnato sul monitor. Questo lato termina a destra con un’altra delle immagini simbolo di Haring: la faccia con tre occhi che fa la linguaccia. Il percorso espositivo è arricchito da fotografie e da un video che documentano le fasi della realizzazione e dai disegni fatti da Haring per l’occasione. Il Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo La Civitella, sede inedita e suggestiva, è parte di un più ampio complesso archeologico che, all’esterno, accoglie spettacolarmente un anfiteatro romano in parte ancora esistente e in parte ricostruito grazie a un moderno progetto architettonico realizzato nel 2000: la sede museale diviene così, tra passato e presente, un eccezionale luogo di incontro per la città di Chieti. Accompagna la mostra un catalogo Skira. Keith Haring, uno dei maggiori esponenti della corrente neo-pop, è stato tra gli artisti più rappresentativi della sua generazione. Figlio di Joan e Allen Haring e maggiore di quattro fratelli, nasce il 4 maggio 1958 a Kutztown, in Pennsylvania. Rivela il suo talento artistico già molto giovane e, dopo aver regolarmente frequentato le scuole superiori, entra alla Ivy School of Professional

Murale della Marquette University, Milwaukee, Wisconsin, 1983 Fronte. Uno dei pannelli

Art di Pittsburgh. Figlio della cultura di strada, parto felice della cosiddetta street art newyorkese, prima della sua consacrazione all’interno del mondo “ufficiale” dell’arte è stato inizialmente un emarginato. Nel 1978 entra alla School of Visual Arts di New York, diventando noto nei primi anni ‘80 con i murales realizzati nelle metropolitane e, più tardi, con i lavori esposti qua e là, fra Club di vario genere e “vernissage” più o meno improvvisati. La sua prima vera mostra personale si tiene a Shafrazi nel 1982; gli anni successivi sono densi di successi con mostre in tutto il mondo. Nell’aprile del 1986 Keith Haring apre il Pop Shop, a New York. Ormai è un artista affermato, acclamato in tutto il mondo. Nel 1988 gli viene diagnosticato l’Aids. Prima della sua morte fonda la Keith Haring Foundation, che si propone tutt’oggi di continuare la sua opera di supporto alle organizzazioni a favore dei bambini e della lotta all’AIDS. Keith Haring è morto il 16 febbraio 1990, all’età di 32 anni

Keith Haring a Milwaukee, 1983 - Foto di Curtis L. Carter

» foto concesse da Haring Estate

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arte&co.

» di Eleonora Lopes

MERAVIGLIA BAROCCA IN MOSTRA A VILLA URANIA È un appuntamento da non perdere per tutti gli appasionati d’arte quello che la Fondazione Paparella offre a Villa Urania con la mostra “Il fin la meraviglia. Splendori della pittura nell’età barocca”

artendo dal naturalismo caravaggesco al classicismo reniano, al trionfo del barocco fino alle raffinate invenzioni rocaille, il visitatore ha la possibilità di compiere un affascinante viaggio alla scoperta della pittura del Seicento e del Settecento, attraverso un’ampia varietà di soggetti e di modi stilistici. Trentasei i dipinti da ammirare, di alto pregio artistico, eseguiti da maestri italiani e nord-europei dell’epoca barocca, tra i quali spiccano un inedito capolavoro di Guido Reni e pregevoli opere di alcuni tra i principali protagonisti dell’epoca: Cecco del Caravaggio, Franchoys Elout, David Teniers il Giovane, Salvator Rosa, Mattia Preti e Francesco Solimena. Tutto questo è visibile grazie alla mostra “Il fin la meraviglia. Splendori della pittura nell’età barocca” organizzata dalla Fondazione Paparella a Villa Urania. «Il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione – commenta Augusto Di Luzio, presidente della Fondazione – è orgoglioso e lieto di offrire alla città questo evento rappresentativo di uno stile e di un modo di essere che hanno coinvolto l’intera Europa, il Sud e Centro America, e perfino le Filippine e l’Indonesia. L’iniziativa è tesa anche a riempire un vuoto storico-artistico, ove si consideri che le opere di questa temperie, diffusa su quasi tutto il territorio italiano, sono meno presenti sulla fascia adriatica da Manfredonia ad Ancona; è anche per questo che la mostra assume un’importante valenza didattica». Nell’ambito della straordinaria ricchezza di espressioni artistiche dell’età barocca, condotte sempre all’insegna del virtuosismo, della spettacolarità e della sorpresa, la mostra propone un itinerario che mira a rappresentare lo spirito dell’epoca, seguendo il tema centrale della meraviglia in tutte le sue varianti espressive: dal pathos melodrammatico delle eroine classiche, La Lucrezia di Guido Reni

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Un’immagine della mostra allestita al Museo Villa Urania

Cecco del Caravaggio - Natura morta

come la magnifica Lucrezia di Guido Reni, allo stupore mistico dei santi della scuola napoletana; dall’osservazione minuziosa dei particolari nelle composizioni di natura morta alla visione di spazi infiniti nelle glorie celesti del barocco maturo. Emerge così il fascino di un periodo in cui alla scienza delle meraviglie, messa in atto nello spettacolo barocco, si accompagnano le meraviglie della scienza che, attraverso le straordinarie scoperte compiute, fanno da preludio ai futuri sviluppi del secolo dei lumi. «La maggior parte dei dipinti esposti –spiega Vincenzo de Pompeis, direttore del museo e curatore della mostra, insieme al prof. Giovanbattista Benedicenti- proviene da raccolte private abruzzesi, a dimostrazione di quanto ricco e variegato sia il patrimonio artistico regionale. Si tratta quindi di un’occasione irripetibile per ammirare rari e importanti dipinti che al termine della mostra non saranno più visibili al pubblico. L’atmosfera che il visitatore coglie visitando la mostra è quella tipica di una dimora di fine Ottocento, calda e accogliente per via degli stucchi e dei lampadari e di alcuni mobili d’epoca, pre-

disponendo il visitatore a un maggior coinvolgimento emotivo che rende più piacevole la visita rispetto a un comune spazio espositivo dall’atmosfera più fredda e asettica. «Ciò che rende davvero unica la visita all’evento – secondo il direttore - è la possibilità di ammirare una straordinaria raccolta di dipinti dell’età barocca. Insieme ad una delle più belle e importanti raccolte mondiali di maiolica barocca di Castelli. Si percepisce un dialogo tra arti vicine, della stessa epoca – la pittura su ceramica e su tela – così suggestivo ed efficace che consente un inedito approccio alla conoscenza della pittura dell’età barocca assai più ricco di spunti e di emozioni». Inoltre, aggiunge il presidente Di Luzio, -«La specificità della mostra è dovuta al fatto che mai, nella nostra regione, era stata organizzata un’esposizione di opere di questo periodo e perché molte di esse sono inedite e ignote non solo al grande pubblico, ma anche alla critica d’arte ufficiale e nell’auspicio che questa iniziativa possa suscitare l’interesse del pubblico e delle scolaresche, mi sia concesso porre dei sentiti ringraziamenti a tutti quelli che hanno permesso la sua realizzazione»

Info e prenotazioni Fondazione R. Paparella Treccia Devlet, Museo Villa Urania Piazza della Rinascita/ Piazza Salotto, Pescara

Orari: 21 luglio – 15 settembre: 10-13; 17-21. 16 settembre – 30 novembre: 10-13; 16.30-19.30. Chiuso il lunedi.

Tel e fax. 085.4223426 Email: fondazio17@villaurania.191.it

» foto concesse dalla Fondazione Paparella

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arte&co. » di Anna Cutilli Di Silvestre

LA GIOCONDA NUDA ERA VERAMENTE UNA DONNA? Fino al 30 settembre in mostra nel Palazzo della Provincia di Pescara

lla città di Pescara l’onore di ricevere la Gioconda nuda, nella seconda uscita – la prima a Vinci - dalla collezione della Fondazione Primoli di Roma. Si tratta di un’opera ignota al grande pubblico e di sicura scuola leonardesca. L’individualismo è stato un’affermazione successiva al tempo di Leonardo, e che si è consolidato con la modernizzazione. Nella Firenze di fine ‘400, nelle botteghe d’arte molte opere non erano firmate e su un disegno del maestro, discutevano anche gli apprendisti che prendevano parte alla realizzazione della pittura, spesso eseguendone più copie. Nella piccola bottega di Leonardo, a Firenze, 4-5 erano gli apprendisti-collaboratori e il più irrequieto e talvolta anche poco corretto ma, in fondo, il più caro a Leonardo, era Gian Giacomo Caprotti detto Salai di cui Giorgio Vasari nel 1550 descrive le fattezze: “era vaghissimo di grazia e di bellezza, avendo capegli ricci ed inanellati de’ quali Lionardo si dilettò molto ed a lui insegnò molte cose d’arte”. Quindi di Salai, Leonardo –si dilettò molto–, anche nella vita privata? Alcuni ritengono che l’originale sia andato distrutto perché all’epoca, ritenuto scandaloso e che quella in esposizione sia una tela di bottega. Il Vasari afferma:” Certi lavori che in Milano si dicono essere di Salai furono ritocchi da Lionardo”. Comunque l’osservatore percepisce l’ambiguità dell’identità sessuale della Gioconda nuda: non gli sfugge la possanza delle spalle, il vigore delle braccia e l’ampiezza del torace. Il Salai gli faceva da modello? Come nel più noto ritratto di Monna Lisa, anche il sorriso della Gioconda nuda affascina: ha un alone di mistero e rispecchia lo stato dell’anima. E anche qui il paesaggio che fa da sfondo è fosco e denso. In generale si può notare che mentre i pittori del tempo si esprimevano con la vivacità di colori contrastanti, Leonardo preferiva colori Gian Giacomo Caprotti detto Salai

Le due Gioconde a confronto

sommessi su sfondi quasi lividi. Altri due sono i motivi d’interesse che la mostra presenta: il Trattato della pittura di Leonardo e Il Codice Lauri che può inorgoglire gli abruzzesi perché si tratta del ben noto medico e studioso pescarese, Gaetano Lauri. Sui fogli filigranati del libricino compare lo stemma di Celano. Forse gli allievi di Leonardo venendo da Urbino e passando per Celano hanno utilizzato la carta filigranata del posto? È sicuramente una copia manoscritta e in parte abbreviata del libro di pittura di Leonardo. Una di quelle copie che venivano utilizzate nelle botteghe d’arte. Il codice Lauri è stato analizzato e accertato dallo studioso di Leonardo, Carlo Pedretti, professore nell’University of California di Los Angeles. Per quel che riguarda la modalità dell’esposizione, il visitatore di questa mostra, è positivamente impressionato dai diversi cartelloni esplicativi che lo introducono nell’argomento. Questo può essere di lezione per le future mostre pescaresi dal momento che nel passato - tranne la mostra organizzata poco tempo fa da Giovanni Benedicenti - di cartelloni didattici, a volte, neanche uno. Ed è lodevole la disponibilità dei curatori Vincenzo Centorame e Giacomo Fiori che intrattengono i visitatori, l’uno illustrando “La figlia di Jorio”, tesoro della Provincia di Pescara, e l’altro, la situazione dell’arte rinascimentale che faceva da sfondo alle vicende leonardesche

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arte&co. Un momento dell’incontro “Arte che impresa”

» a cura della redazione

SPARTA, QUANDO L’ARTE SI FONDE CON L’IMPRESA La mostra d’arte contemporanea a cura della Galleria White Project e dell’Associazione culturale Contemporary di Pescara lancia la start up per la realizzazione di una piattaforma europea che metta in relazione arte e impresa

PARTA, la mostra d’arte contemporanea a cura della Galleria White Project e dell’Associazione culturale Contemporary di Pescara è stata prorogata fino al 20 settembre. Abruzzo Impresa ha dato ampio spazio a questo evento culturale che è stato considerato dalla stampa locale e nazionale di settore “uno dei successi più importanti di questa estate pescarese”. Merito dei due giovani galleristi Mauro Bianchini e Lucia Zappacosta, che, in meno di due mesi, hanno trasformato il dimenticato Circolo Aternino di Pescara in un luogo di aggregazione culturale. Oltre 5000 le presenze, per un evento che ha voluto coniugare l’arte contemporanea con l’intrattenimento culturale, arricchendo la città con contenuti e tematiche innovative e diventando un luogo di confronto sulla contemporaneità. Infatti, attraverso un folto numero di incontri e dibattiti legati a vari aspetti della cultura, SPARTA è diventata un contenitore di idee e riflessioni sul contemporaneo, coniugando le opere di 24 artisti under 35 di fama internazionale con le esperienze di alcune eccellenti aziende locali che con le loro diverse esperienze hanno arricchito SPARTA, portando a un senso condiviso. Un originale metodo organizzativo che ha incuriosito relatori e pubblico per le potenzialità, la progettualità e la capacità di at-

» foto concesse da Sparta

tuazione delle idee: coniugare spazi, stili, ambienti degli “under 35” con una proposta visiva adeguata, con una idea di cultura artistica che si esprime nella relazionalità abituale di questa generazione. La mostra è allestita a corso Manthoné, fulcro della “movida” pescarese e lo spazio è stato pensato a metà tra un museo e un lounge bar, spazio d’incontro, riferimento per eventi vari di promozione, dando la possibilità di coniugare in esso, stile di vita, project marketing, dj set e presentazioni di aziende innovative under 35. Il risultato è una mostra work in progress da vedere e da frequentare, che ha una sua spinta originale, uno spirito, una voglia di esserci, di pensare, di mettere in moto idee e relazioni e di proporre soluzioni. In cui, in definitiva, si respira un grande entusiasmo ed una generosa condivisione di un progetto, come non accadeva da tempo. La dichiarazione d’intenti dei due giovani imprenditori risale al 18 Luglio quando, alla presenza dei vari rappresentanti dei musei e dell’assessore alla Cultura del Comune di Pescara, è stata lanciata la sfida di creare un distretto culturale aziendale facendo leva sulla rapidità d’azione delle giovani aziende d’eccellenza messe in rete grazie a SPARTA. Gli obiettivi del distretto culturale, già sotto la lente d’ingrandimento delle più impor-

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arte&co. La facciata del Circolo Aternino illuminata dai LegoLED, prodotti dalla Optech di Loreto Aprutino, azienda che si è presentata il 9 settembre all’interno della sezione di SPARTA Energia delle Idee

tanti testate legate al mondo dell’arte contemporanea, sono stati dichiarati durante l’incontro del 29 agosto “Arte che Impresa!”. Marcello Zaccagnini, per il settore vitivinicolo ed Elena Petruzzi, per lo Sporting Hotel Villa Maria, hanno evidenziato come “per essere vincente il prodotto di un’azienda deve trasmettere emozioni, essere cioè concepito e realizzato come un’opera d’arte”. Alessandro Crociata, ricercatore in Economia e Cultura ha sottolineato che “la cultura è un attivatore di progetti mentali e produce effetti positivi sull’individuo, facilitando la dinamica di interazione nelle aziende e aumentando le capacità di problem solving”. Ha colpito, per i dati forniti, l’intervento di Fabrizio Barbarossa, autore di Google Marketing, guida al più grande mercato del mondo: “nel mondo 124 milioni di persone ogni mese cercano la parola arte su internet”, un valore indice dell’interesse che ruota intorno a questo settore”. Simone D’Alessandro, dottore di ricerca in Scienze Sociali ha affermato che “spesso la soluzione di un problema è il suo rovesciamento”, invitando i presenti a rovesciare i sistemi precedenti, guardando le cose con occhi nuovi. In un contesto in cui l’amministrazione pubbli-

ca spesso non riesce ad offrire alla cultura le opportunità che merita, Alessandro Addari invita a non aspettare: “i cambiamenti partono dal basso” ricorda il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Pescara, portando l’esempio di Lucia Zappacosta, che con il progetto Videoartscope si è aggiudicata il premio Startimpresa 2009. Proprio Lucia Zappacosta ha parlato a nome di SPARTA: «l’arte contemporanea è una leva competitiva per Pescara e può rivestire un ruolo importante all’interno di una impresa a partire dagli aspetti più produttivi fino a quelli formativi, comunicativi, di sperimentazione, di radicamento e di sviluppo del territorio. Il punto di contatto tra arte e impresa è la serietà con cui in entrambi i casi si porta avanti la ricerca. Competenza, sperimentazione, capacità e coraggio sono le parole chiave condivise». SPARTA rappresenta quindi la fase di start up di un percorso partecipato per la realizzazione di una piattaforma europea, volontà auspicata e dichiarata dagli organizzatori, che metta in relazione arte e impresa e che sia in grado di coinvolgere non solo gli operatori culturali del territorio ma anche il pubblico e le aziende

Michelangelo Consani - “2011” installazione permanente piazza Garibaldi Pescara

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arte&co. » di Anna Cutilli Di Silvestre

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Gino Berardi - Unità - tecnica mista su tela cm 80x70

150 ANNI DA QUANDO IL POPOLO PENSAVA CHE TALIA (ITALIA) FOSSE LA MOGLIE DEL RE

La chiesetta della “Madonna della neve” di Montesilvano ha fatto da cornice ad una mostra organizzata dal Comune in onore del 150° anniversario dell’Unità d’Italia

l 150° anniversario dell’Unità d’Italia ha suscitato in tutto il Paese, un pullulare di ricerche, studi, pubblicazioni e mostre d’arte sul nostro Risorgimento. Precisamente con una mostra d’arte il Comune di Montesilvano ha deciso di inaugurare le manifestazioni estive della Settimana della Cultura. Una mostra d’arte (4 – 9 luglio 2011) in uno spazio particolarmente suggestivo: la chiesetta della “Madonna della neve” di Montesilvano Colle. Sullo sfondo della montagna, inquadrato da tre archi gotici di mattoni che spiccano sulla parete bianca della chiesetta, il manifesto della mostra con i nomi dell’organizzatrice Gelsomina Rasetta, della presentatrice Anna Cutilli e degli artisti: Gabriella Albertini, Gino Berardi, Lorenzo Boggi, Guido Giancaterino, Anna Seccia, Massimina Pesce. Dentro la chiesetta, sobrietà e nitore. Unico ornamento, cinque rettangoli di affreschi recuperati dalle pareti con il metodo del restauro a strappo, vero gioiello per ornare una così modesta pieve. All’inaugurazione della mostra la presentatrice ha precisato subito che il grande fenomeno della nascita della nazionalità fu reso possibile dall’influenza della Rivoluzione Francese e dall’opera di Napoleone che diffuse i princi-

pi di uguaglianza e libertà. Da tale fervore di studi è emerso che il Risorgimento non fu movimento solo d’élite, quindi minoritario, ma che vi partecipò anche il popolo che allora era a tal punto analfabeta, impreparato in politica e non adatto all’astrazione, che molti ritenevano che “Talia” (Italia) fosse la moglie del re. In quegli anni risorgimentali le belle arti, liberatesi dalle strettoie dell’Accademia, nel clima romantico contribuirono al riscatto patriottico. La pittura e la scultura con la forza delle immagini, aiutarono a tener vivo l’amor di patria. E la musica non fu da meno. Se le mostre sull’unità d’Italia spesso espongono opere del tempo riproducenti scene col lampeggiar di spade e l’impennarsi di cavalli, la mostra di Montesilvano Colle, luglio 2011, espone opere di oggi in cui gli artisti rivivono lo stato d’animo di allora, ma spesso con lo spirito intriso nella società attuale quindi con riferimenti ai modi di vita odierni. È il caso di Lorenzo Boggi, Gelsomina Rasetta e Anna Seccia. Lorenzo Boggi intitola la sua opera Bella Italia amate sponde cioè con il primo verso dell’ode di Vincenzo Monti “Per la liberazione d’Italia” in cui il poeta esule a Parigi, gioisce quando sa che l’Italia è

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Quattro assi, un solo gruppo.

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arte&co. Lorenzo Boggi - Bella Italia amate sponde Tecnica mista cm 32x26

Guido Giancaterino - Tricolore 1861-2011

stata liberata dagli austriaci e che vi può tornare. L’artista Boggi però vorrebbe ritrovare l’Italia di un tempo, ma oggi è cambiata: oggi si mira all’apparire e non più all’essere. Ci si preoccupa dell’esteriorità, della maschera appunto. Gelsomina Rasetta, in Buona Fortuna Italia raffigura la bandiera in cui le parti colorate sono materiche, rugose, con profili a rilievo. D’altronde l’interesse per la materia è la specificità della sua arte. La parte verde suggerisce l’immagine di una ricca vegetazione volendo quindi l’autrice esaltare la bellezza della natura. Al contrario l’umanità oggi si rende sempre più falsa: la parte bianca del dipinto raffigura il viso di una donna con l’occhio bistrato e le labbra artificialmente gonfiate. Anche per l’autrice nella società di oggi l’apparire prevale sull’essere. Per Anna Seccia l’Italia di oggi è Un’Italia senza senso. È un’Italia disastrata, da cancellare con un sfregio come nel dipinto in cui l’autrice raffigura uno stivale rovesciato. La voglia di sovversione che porta ad un’Italia capovolta, torna ad affascinare gli artisti come già Luciano Fabro negli anni Settanta. Gino Berardi, Guido Giancaterino e Massimina Pesce puntano sulla speranza di un futuro migliore. Gino Berardi in Unità con il celebre metodo dello sgocciolamento dei colori su fondo bianco, crea una leggiadra immagine di movimento che apre l’animo alla fiducia. Sull’Italia raffigurata con una rete si stagliano netti e bene augurali tre anelli di catena a testimoniare la forza della volontà di restare uniti. Guido Giancaterino in Tricolore 1861-2011 su una bandiera ben distesa raffigura alberi in ognuna delle tre parti. L’albero rappresenta la vita: le radici, il passato; i germogli, il futuro. In ogni parte si distinguono alberi diversi: dal fusto contorto e nodoso, dal fusto snello e liscio e dal fusto massiccio e maestoso. Forse a indicare che l’Italia è stata formata da uomini di diverse regioni, di mentalità differente, ma che sono riusciti a formare un unico Stato e a tenersi uniti. Massimina Pesce in Senza titolo affida agli angeli la funzione di combattere il male e far prevalere il bene. Nel suo dipinto sfavillanti angeli intercedono tra la divinità e gli uomini. Gli angeli con la loro leggerezza di volo, aprono la via ai sogni. E

Gabriella Albertini - Portale Tecnica mista cm 48x35,5

Anna Seccia - Italia senza senso Tempera su tavola cm 80x60

non mancano accenni a L’Aquila terremotata. Infine si distingue per la scelta del soggetto, l’opera di Gabriella Albertini che, trascurando l’iniziale disaccordo Chiesa- Stato italiano, con il suo Portale sovrastato da una cuspide gotica, celebra l’importanza della Chiesa per l’Italia a cui ha fornito argomenti di immortale grandezza: tutte le opere d’arte che costituiscono il vanto della nostra Nazione

Massimina Pesce - Senza Titolo - Tecnica mista su tela cm 100x150

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arte&co. » di Elisa Di Venanzio

PROGETTO ABRUZZO

È questo il nome della neonata associazione culturale fondata dall’ex assessore Donato Di Matteo

rogetto Abruzzo” è la neonata associazione culturale fortemente voluta dall’ex assessore ai trasporti della giunta regionale Donato Di Matteo, che si configura come un contenitore trasversale ai partiti dove finalmente si torni a parlare di politica come arte e scienza del governare.

Intervista a Donato Di Matteo fonatore dell’associazione “Progetto Abruzzo”

Dott. Di Matteo, quali sono gli obiettivi che vi prefiggete di raggiungere con questa associazione? «Dare un contributo effettivo alla crescita e al rilancio della nostra regione attraverso la promozione di attività culturali, politiche e sociali che comportino la valorizzazione delle peculiarità del territorio. In particolare, abbiamo intenzione nei prossimi mesi di organizzare convegni, incontri, tavoli di discussione volti a sensibilizzare la società abruzzese sui gravi problemi che attanagliano il territorio, e che spesso non sono solo il frutto della crisi economica che sta investendo tutto il mondo industrializzato, ma anche delle scelte sbagliate di una parte della classe politica». Oggi la parola politica è ben lontana dal significato originario, secondo la sua esperienza, quali sono fattori hanno determinato questa situazione

» foto concessa da Xxxxxxxxxx

spesso di degrado? «Purtroppo negli ultimi 15/20 anni abbiamo assistito ad un declino della classe politica locale e la nostra regione è diventata territorio di conquista di politici provenienti da Roma che spesso hanno usato le cariche ottenute per accrescere il loro potere personale. Chi non conosce il territorio e le sue problematiche, a mio parere, non è poi in grado di gestire la

cosa pubblica e di attuare progetti utili alla comunità. Ed il risultato è sotto gli occhi di tutti! L’Abruzzo, all’avanguardia una trentina di anni fa, oggi è purtroppo diventato a tutti gli effetti una regione del Sud. Faccio un esempio: sebbene la nostra regione sia collocata al centro della nuova geografia disegnata all’indomani della nascita della comunità europea, dai progetti per la crescita

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38 orizzontale: La soluzione ai tuoi problemi. g u a s t i nc e n d i o m a s fe ra c c h i n e r ap i n a f u r t o

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SFERA garantisce ai propri Clienti rapidità, alta professionalità ed economia di scala, avvalendosi di uno staff composto da professionisti operanti nei vari rami dell’ingegneria, del settore legale ed in quello economico-nanziario. In questo modo siamo in grado di rendere il servizio peritale qualitativamente pregevole, completo ed esaustivo. SFERA opera a servizio delle Imprese Assicuratrici per incarichi peritali relativi a sinistri non auto rientranti nei rami Incendio, Furto, Rapina, R. C. D., R. C. Prodotto, R. C. Inquinamento, Rischi Montaggio, C. A. R., Guasti Macchine, Rischi Elettronici e Rischi Industriali.

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arte&co.

economica è sparita la realizzazione del corridoio adriatico che aveva l’obiettivo di promuovere la cooperazione tra i diversi territori europei che si affacciano sul mare Adriatico. In un panorama economico dove l’isolamento è sinonimo di ristagno ed incapacità ad adattarsi ai nuovi e repentini mutamenti del mercato, mi sembra alquanto autolesionista non investire di più sulle infrastrutture e sulla mobilità». Quindi la “vicinanza geografica” a Roma in questi anni è stata per noi deleteria… «Più che la vicinanza alla Capitale è stata l’incapacità della nostra classe dirigente a perorare la causa “Abruzzo” a Roma, dove si prendono le decisioni! Le regioni caratterizzate dalla presenza di un quadro dirigenziale che ha accesso alla stanza dei bottoni, hanno invece ricevuto dal potere centrale maggiori attenzioni, riuscendo così ad imporsi nello scenario nazionale». Come possiamo restituire alla nostra regione la centralità politica che

le spetta? «Per promuovere un’inversione di tendenza, bisogna stimolare la società civile e i partiti in modo da far emergere una classe dirigente composta di persone qualificate e competenti, e soprattutto legate al territorio». Questa sua iniziativa è volta alla promozione di una corrente interna al suo partito, il Pd? «No, ripeto, le nostre intenzioni sono quelle di fondare solo un’associazione di cultura politica a cui naturalmente possono aderire persone di tutti gli schieramenti o estranee all’ambiente politico, appartenenti alla società civile, al mondo delle professioni e dell’imprenditoria». Avete già avuto adesioni? «Sì tanti giovani a conferma che le nuove generazioni cercano nuovi spazi d’espressione, al di fuori del sistema dei partiti che fino ad oggi si sono dimostrati troppo lenti nel recepire le loro problematiche. Alla conferenza stampa di presentazione c’erano sindaci ed amministratori locali, tre politici navigati, l’ex

assessore regionale Marco Verticelli e Vincenzo Pisegna che vengono da estrazioni differenti, uno dal partito socialista, l’altro dal partito comunista, ma anche una giovane donna, Elettra Di Cristofaro, presidente dell’associazione “Libera per l’Abruzzo” quindi svincolata da qualsiasi tendenza politica, il cui unico interesse è promuovere la crescita dei servizi alle persone disagiate. Speriamo di avere nei prossimi mesi migliaia di adesioni per far pesare questa nostra discussione nelle scelte di entrambi gli schieramenti politici». Avete organizzato e promosso iniziative? «Abbiamo organizzato insieme all’associazione “Tempo Reale” un incontro pubblico sul tema “A Pescara quanto serve l’Europa?” con la partecipazione dell’Onorevole Paolo De Castro, presidente della Commissione Europea Agricoltura e Sviluppo Rurale, con l’obiettivo di far conoscere tutte le opportunità legate ai finanziamenti europei, in particolare per la valorizzazione dei prodotti locali»

Di Donato con Mazzocca

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LIFE

Modello NILDE GRES

Lube è cucina. Una cucina da vivere


arte&co. » di Federica Fusco

Piero Delle Monache - Foto di Ulisse Cipriani

CLESSIDRA IN MUSICA

Si è conclusa la quinta edizione di Clessidra in Musica 2011, premio ai musicisti che si distinguono per il loro valore artistico. Tra i vincitori Piero Delle Monache nella categoria “Jazz” bruzzese, originario di Pescara, Piero Delle Monache è un sassofonista di formazione jazz, ma ormai musicista a tutto tondo. Classe ‘82, si contraddistingue soprattutto per il suo piglio poliedrico: musicista, didatta, direttore artistico di festival e rassegne, nonché membro fondatore di “ALTOTENORE Comunicazione & Jazz”, agenzia di organizzazione eventi musicali, attiva in Italia e all’estero. Il suo primo disco da leader si intitola WELCOME ed ha riscosso grande successo sulla stampa e tra il pubblico. Tra le sue collaborazioni più importanti spiccano quelle con Flavio Boltro, Marco Tamburini, Francesco Bearzatti, Greg Burk e Andy Gravish. Questo, in breve, il curriculum del vincitore del Premio Clessidra in Musica 2011, categoria jazz, giunto alla sua V Edizione e svoltosi lo scorso 28 agosto a Castel di Sangro. La manifestazione, promossa dall’associazione culturale “La Clessidra”, promuove un riconoscimento ai migliori musicisti abruzzesi e quest’anno, oltre a Piero Delle Monache, sono stati premiati Pierluigi De Luca nella categoria “Rock” e Francesco Mammola per la “Pop”.

» foto concesse da Piero Delle Monache

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comunicazione aziendale

» Farnese vini

Edizione, cinque autoctoni V

ino di grande struttura, morbido, ricco di tannini vellutati, molto persistente e con finale lungo con note speziate di vaniglia e cioccolato. Pronto per essere bevuto subito ma sopporta bene un invecchiamento di 8/10 anni. Temperatura di servizio: 18-20° C circa. Abbinamenti gastronomici: Carni rosse, selvaggina, sughi robusti. Vino da meditazione. Vitigni: Montepulciano, Primitivo, Sangiovese, Negroamaro e Malvasia Rossa. Area di produzione: Comuni di Colonnella, Ortona, Sava e San Marzano. Caratteristiche sensoriali: colore rosso granato molto intenso e persistente con sentori di ciliegia, prugna, ribes maturi, tabacco e nota tostata finale.

I

«Nascono i nostri frutti»

vini Farnese riflettono tutti i colori della terra d’Abruzzo, dipingono incantevoli paesaggi di gusto e vivono della passione per i vigneti sconfinati che la Majella domina e protegge con le sue rotondità materne. Potete osservarli scivolare dalle colline fino al mare, distendersi alla ricerca delle esposizioni ottimali e godere di un microclima invidiato dall’Europa intera. Ecco perché i frutti di questa terra crescono bene e invecchiano ancora meglio.

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arte&co.

Intervista a Piero Delle Monache Partiamo dalla più classica delle domande: perchè suoni il sax? «Suonare per me è come vivere, come viaggiare, come respirare. Suono il sax da più di 15 anni e mi sento bene, sempre meglio direi. Anche il mio pubblico sente questa energia e in questo la mia passione trova una fonte preziosa di alimentazione. Il sax è la mia voce guida, il mio alterego, il mio grillo (s)parlante!» Ti consideri un jazzista? «Bella domanda! Direi “semplicemente” artista. Ho scelto la musica come declinazione delle mie emozioni, ma tra jazzista, musicista, pittore, cuoco, non c’è differenza. Quello che conta è l’umanità. La ricerca del nuovo e la serenità con la quale si affronta il viaggio. Sulla copertina di un quaderno che gira per casa c’è scritto: “happiness is a journey, not a destination”. Credo proprio che la felicità sia un viaggio, non una meta. Una volta che si integra questo concetto, non c’è più differenza tra jazz, arte o cucina». Cucina? «Si. Amo cucinare. Ma soprattutto, credo

nella cucina come forma d’arte, di cultura e comunicazione». A questo punto, ci illustri il legame tra jazz e cucina? «La parola chiave è improvvisazione. Si improvvisano gli assoli, ma anche i piatti di pasta. L’importante è avere sempre qualcosa da dire». Come ti senti a ricevere questo premio? «Contento! Essere annoverato tra i “talenti che con le proprie attività danno lustro alla regione Abruzzo” mi fa molto piacere. Anche perché ultimamente sto facendo pace con la mia italianità e con il concetto di “radici” in generale. Negli ultimi anni sono stato a Bruxelles, ma poter tornare, ogni tanto, mi fa sentire protetto e coccolato». A chi vorresti dedicare questo premio? «A mia zia Cesarina, che è venuta a mancare qualche tempo fa e che amava la musica. E ad Angelo Canelli, un ottimo pianista, caro amico, al quale avrei fatto ascoltare i miei prossimi dischi, prima di

La cover del mini album “Welcome” di Piero Delle Monache

pubblicarli. Se fosse ancora tra noi, mi avrebbe dato tanti consigli e tanti sorrisi. Lo penso spesso. La musica mi permette di vivere tutte queste emozioni, di unire la durezza di un lutto alla gioia di ricevere un premio. La musica mi fa sentire più forte. In un certo senso, questo premio lo dedico alla forza dell’umanità. Intesa sia come insieme di essere umani, sia come dimensione». Il tuo musicista preferito? «E se dicessi Vasco Rossi? “Eh già, noi siamo ancora qua”. Una frase semplice e infinita»

Il momento della premiazione del Clessidra in Musica 2011 con consegna della targa a Piero Delle Monache - Foto concessa da Associacione Culturale La Clessidra

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Una cascata all’interno delle grotte di Stiffe

arte&co. » di Neda Accili

QUANDO L’ACQUA INCONTRA LA PIETRA “Una cavità carsica, un fiume perenne. Dall’incontro tra pietra e acqua è nata, complice il tempo, una grotta di rara bellezza” si legge nel sito dedicato alle Grotte di Stiffe, recentemente riaperte al pubblico

i sono voluti millenni perché le acque, scorrendo all’interno della montagna, allargassero le fratture della roccia formando la galleria dove ora scorre il torrente sotterraneo, mentre il lento, secolare stillicidio creava le innumerevoli stalattiti e stalagmiti di cui la grotta è adorna. Stiamo parlando delle acque di scorrimento superficiale che nell’Altipiano delle Rocche vengono drenate per via sotterranea in una serie di inghiottitoi nei pressi di Terranera. Dopo un percorso di tre chilometri e mezzo circa in linea d’aria e un dislivello di 650 metri, le acque riemergono nelle Risorgenza di Stiffe, a 20 chilometri dall’Aquila. L’elemento principale di una grotta è il buio più profondo, a protezione dei tesori di straordinaria bellezza modellati dall’acqua nel corso dei secoli, ma l’impianto di illuminazione permette di scoprire gradualmente la particolarità dei luoghi mediante una luce discreta che, evidenziando l’architettura naturale, lascia inalterati tutti gli elementi, soprattutto l’acqua che rappresenta la protagonista principale. È l’acqua infatti che ha modellato la grotta, formando laghetti e cascate e se ne avverte la presenza più o meno discreta, attraverso tutto il percorso turistico. Luci e suoni si fondono regalando forti sensazioni ai visitatori, sensazioni che si intensificano nel salone della cascata, dove l’illuminazione radente sulla stessa parete

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arte&co. Il presepe allestito nelle grotte

La colata a vele

riduce l’effetto nebbia, provocato dal pulviscolo acque. A volte il fiume è illuminato direttamente dalle lampade, per cui la luce riflessa crea effetti psichedelici sulle rocce delle pareti e del soffitto, dando l’illusione di un ambiente in continuo divenire. Ma il top delle emozioni si raggiunge nella sala delle stalattiti, dove lo scenario fiabesco creato dalla natura, illuminato sapientemente senza sfiorare le concrezioni, crea l’illusione di una tenue luce solare- per effetto del ferro presente nella roccia del soffitto e mozza letteralmente il respiro dei visitatori estasiati. Nella realizzazione dell’impianto di illuminazione si nota, in definitiva, una continua ricerca di effetti scenografici- non dimentichiamo che è stato progettato da un famoso regista cinematografico americano- soddisfacendo le esigenze di carattere estetico, nel rispetto dei vincoli ecologici per la salvaguardia di un ambiente di così grande interesse naturalistico. «Siamo emozionati e contenti- ha affermato Gaetano Serafino, presidente della Progetto Stiffe S.p.A. che gestisce il complesso turistico- dopo oltre 800 giorni potremo restituire alla comunità e ai turisti una delle più belle attrazioni dell’Abruzzo e del centro Italia. Non sarà facile riportare in breve tempo il numero dei visitatori ai livelli di prima del terremoto, ma è nostra intenzione mettercela tutta». L’obiettivo è quello, naturalmente, di contribuire al rilancio turistico del territorio aquilano, offrendo anche iniziative culturali e ricreative per attrarre visitatori amanti della natura. E la riapertura delle Grotte ha permesso la ricollocazione al lavoro dei dipendenti del complesso e delle guide che accompagnano i turisti in grotta. «Oggi, -ha detto l’assessore provinciale Mauro Fattore-, si riaccendono i motori di tutto il comprensorio

aquilano e si torna  a  rilanciare l ’e c o n o m i a   d i questo territorio. La Provincia si farà  par tecipe di tutte le future iniziative volte a valorizzare questo straordinario pezzo  d’Abruzzo». Ogni  anno  a dicembre,  in occasione  delle festività natalizie, all’interno  della grotta viene allestito il presepe, lungo il percorso turistico. All’ingresso si trovano i Romani nella scena del Censimento, più avanti viene rievocata l’Annunciazione ai pastori, e scene di vita quotidiana dell’epoca, mentre nelle ultime sale trovano posto le ambientazioni della Natività e dell’arrivo dei Re Magi. Nel tempo le scene e i personaggi si arricchiscono della cura professionale degli artigiani che testimoniano così la passione per l’arte sacra e l’amore per le cose divine. Le scene, perfettamente ambientate, ripropongono l’evento in una cornice tanto magica quanto insolita, permettendo ai visitatori momenti di grande spiritualità

Info e prenotazioni telefono: 0862.86142 e-mail: info@grottestiffe.it

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tempo rubato

Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare). Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere.

» di Alessio Pelusi

Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli Editore

Francesca Di Quilio / Il Filo 2008

Il blu profondo delle mie emozioni rancesca Di Quilio è una studentessa, una figlia, una sorella, prima; poi sarà una dottoressa, una moglie e una madre, dopo. Nel frattempo, fa con le parole quello che un pittore farebbe con i colori, rappresenta a modo suo la realtà. Porta fuori, si mostra, esplicita la sua interiorità, la rende palese e conoscibile. Non perchè bisognosa del giudizio altrui e della comprensione di chi legge, ma per necessità di condivisione, per quel bisogno forte e primordiale che ci spinge verso gli altri. Lo fa per esorcizzare e per comprendere e per evolversi; perchè parlare della propria vita, anche di quella parte di noi più intima e segreta, aiuta a cambiarci a migliorarci. Ogni poesia di questa silloge è un istante, un momento preciso, che fotografa, raccoglie e porta fuori un seme dall’anima di Francesca. Si parla di semi non a caso, perché queste poesie sono un grido… non di dolore, ma di vita. Sono un estremo sussulto di speranza. Ora questi “semi” sono frutti maturi e dunque sostanze ed alimenti che nutrono, che trasmettono qualcosa e a cui noi rubiamo qualcosa. Principalmente, sono energia e forza, motori del cambiamento.

le prime trenta righe_ Non raccogli l’amore Che verso per te Ed esso fluisce E’ tanto E scorre, Ma tu lo stai sprecando Sgorga da me infuocato Sangue che ribolle Che vuole unirsi al tuo Ma tu lo lasci scorrere Ed io Mi sto dissanguando Siamo stati un unico corpo Un grande Uno Un cerchio perfetto Ed ora Oggi

Piccoli frammenti di vita In un grande mare Persi nei nostri destini Annegati in altri pianti Forse solo qualche volta rivolgerai il tuo pensiero Verso di me O forse mai L’evento più plausibile è il nulla Nulla piatto e monotono Che si insegue Si ripercorre Sempre uguale E follemente Io camminerò su questo vuoto sentiero In cui ogni passo E’ un passo falso Ghiaccio che si sgretola

l’autore_ Francesca Di Quilio è nata a Chieti 26 anni fa. Qui ha frequentato il rinomato Liceo classico “G. B. Vico” ed ha scoperto la passione per la letteratura e la poesia. Attualmente risiede a Roma, dove studia, da alcuni anni, presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università “La Sapienza”. “Il blu profondo delle mie emozioni” è la sua opera prima.

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musicamania » a cura di Piero Vittoria

I’M WITH YOU Tornano i Red Hot Chili Peppers Dopo ben cinque anni di silenzio tornano i Red Hot Chili Peppers: “I’m with you” segna il debutto alla chitarra di Josh Klinghoffer, dopo l’ennesima fuoriuscita (definitiva?) di John Frusciante. Il ruffiano singolo apripista “The adventures of Raindance Maggie” non lasciava certo sperare di trovarsi fra le mani un buon disco ed infatti i tempi di capolavori quali “Californication” sono indubbiamente lontani anni luce, ma comunque ci troviamo di fronte ad un album che, seppur a tratti, ricalca una formula vincente che negli anni ha portato la band californiana ad essere una delle più amate al mondo. Tutto è fatto con grande mestiere e professionalità, ma forse manca l’anima, quel fuoco che ardeva in altri storici lavori di Kiedis e compagni. Qualche concessione al pop si affianca al consolidato stile hard-funk fra brani tirati e ballate: quattordici sono le canzoni presenti che, però, non convincono in pieno. Le due in apertura, “Monarchy of roses” e “Factory of faith”, illudono per energia e carica, ma poi è un susseguirsi di prevedibilità: scontatissime “Brendan’s Death song”, “Look around” e “Happiness loves company” che fanno il verso a vecchi anthems del gruppo. Anche “Did I let you know”, pur con le belle acrobazie chitarristiche di Klinghoffer e l’inserimento di un’intrigante tromba caraibica, non convince. “I’m with you” lascia dunque un po’ di amaro in bocca: l’impressione definitiva è che non riesca mai totalmente a decollare, ma sia un disco fatto giusto per tornare sul mercato. I Red Hot Chili Peppers sembrano aver smarrito lo smalto dei tempi d’oro: questo album non mancherà certo di bissare il successo dei precedenti, ma speriamo che la storia di uno dei gruppi più geniali del rock mondiale non abbia intrapreso la parabola discendente.

VOTO 5

BLACK AND WHITE AMERICA il disco della rinascita di Lenny Kravitz L’intenzione era quella di pubblicare un album tutto funky: “Black and white America”, il nuovo lavoro di Lenny Kravitz lascia intravvedere solo a tratti questo, ma è un ottimo lavoro. Qualcuno ha definito il rocker un “mestierante” perché negli anni è stato in grado di trovare una formula vincente che ha clonato disco dopo disco trovando così il grande successo, ma a noi questo non interessa: siamo di fronte ad un disco ricco di sonorità black, che passa dal rock, al funk, al soul con una facilità incredibile. Manca un’unità stilistica e cade dunque, come detto, l’idea con cui il progetto era nato, ma non c’è problema: è un Lenny decisamente ispirato questo che ci troviamo di fronte. La title track, brano di apertura, intrisa di synth e ritmi dancerock, archi e fiati ci proietta in un’atmosfera seventies avvolgente. La successiva “Come on get it” riporta direttamente all’ineguagliabile capolavoro “Mama said”. “Liquid Jesus” è cantata con un intrigante falsetto su un loop elettronico che prende subito. “Rock star city life” e “Everything” sono già pronte per diventare inni da concerto, fa decisamente colpo il sinuoso mid tempo di “Superlove”. “Looking back on love” è forse l’episodio migliore presente. Bella la ballad pianistica “Dream”. I momenti bui del disco sono pochi: su tutti la poco convincente collaborazione con Jay Z e Dj Military in “Boongie drop” e il ruffiano e fin troppo orecchiabile singolo “Stand”. Lenny Kravitz insomma riesce a fare centro ancora una volta senza strafare: “Black and White America” è senza dubbio il suo miglior lavoro da tanti anni a questa parte. Unico suo difetto? Forse troppe sedici canzoni, ma è veramente un dettaglio.

VOTO 7

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Coltiviamo emozioni.

CAPPA & SPADA Azienda Agricola di Luigi Di Ubaldo Via dei Sabini, 35 64016 · Sant’Egidio alla Vibrata (TE) Tel. 0861.841111 Fax. 0861.847233 · www.cappaespada.it · diubaldo@cappaespada.it


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i moderni

» a cura di Camilla Marino

CHLOÈ Perfette per la stagione che stiamo vivendo le ballerine in suède di Chloè, impreziosite da fiocchi con cristalli applicati. Lo storico marchio francese è come sempre una garanzia per le fashioniste.

UNIFORM EXPERIMENT Due istituzioni del mondo streetwear: Hiroshi Fujiwara di Fragment Design e Hirofumi Kiyonaga di Sophnet hanno creato un nuovo marchio streetwear: Uniform Experiment. Perché questo riferimento forte all’idea di uniforme? Perché il nuovo brand è più adulto, formale, ed è pensato per gli under 30, che ritengano troppo sporty lo streetwear. Da qui il nome “esperimento dell’uniforme”, intesa come uniforme di lavoro, divisa. Il risultato è uno stile classico, ma fresco. In questa collezione campeggia il bimbo radiante e gli altri disegni icona di Keith Haring, noto in tutto il mondo per le sue opere d’arte e per le licenze ad un’infinità di prodotti. Ed è propriodi Keith Haring, re della street art, il murale di Milwaukee, realizzato per l’apertura del museo Haggerty nel 1983, in esposizione al museo della Civitella di Chieti fino al 19 Febbraio.

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Anno 2¡ n. 2 - febbraio o 2007 - (copia omag ggio) - Registrazione n. 04 del 07/04/2006 Tribunale di Pescara - Sped. in a.p. Art. 2 comma 20/C legge 626/96P

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ABRUZZO IMPRESA SETTEMBRE 2011 N°58 ANNO VI IN COPERTINA FRANCO PERINETTI

CINQUANTOTTO VOLTE ABRUZZO IMPRESA DA MAGGIO 2006 IL MENSILE DEL MANAGER


segno dei tempi » di Vyck

Terremoto. Rivista Nature: «a L’Aquila errori di comunicazione» “Colpevoli?” Il punto interrogativo é gigantesco nel titolo dell’articolo che una delle riviste scientifiche di riferimento internazionale, Nature, dedica alla vicenda del terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009.

Hei! questo mese l’abruzzo e’ finito sulla rivista “Nature”

Si? e per cosa? per la bellezza delle sue montagne? delle sue spiagge? o per la sua storia?

Veramente... degli errori di comunicazione durante il terremoto dell’aquila

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