Š 2018, Fondazione Terra Santa - Milano Edizioni Terra Santa - Milano
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Associazione Biblica della Svizzera Italiana
LUCA
Nuova traduzione ecumenica commentata a cura di Ernesto Borghi con il contributo di
Franรงois-Xavier Amherdt, Elena Chiamenti, Stefania De Vito, Gaetano Di Palma, Nicoletta Gatti, Luciano Locatelli, Lidia Maggi, Cesare Marcheselli Casale, Giulio Michelini, Francesco Mosetto, Eric Noffke, Angelo Reginato, Stefano Zeni prefazione
Adrian Graffy appendici culturali e pastorali Stefano Zuffi, Carmine Matarazzo, Roberto Geroldi revisione letteraria Stefano Dolfini
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti.
Questo libro è stato pubblicato anche con il contributo di
Finito di stampare nel settembre 2018 da Àncora Arti Grafiche, Milano per conto di Fondazione Terra Santa ISBN 978-88-6240-600-0
PREFAZIONE di Adrian Graffy1
U
no dei maggiori doni alla Chiesa nel quadro del Concilio Vaticano II (1962-1965) è stato senza dubbio il Lezionario promulgato nel 1969 da Paolo VI. L’uso delle lingue moderne ha significato una considerevole diminuzione degli ostacoli alla comprensione dei testi biblici e un notevole rafforzamento a stimolare la realizzazione di nuove traduzioni che si avvalessero dell’attività formativa degli esegeti. Inoltre divenne disponibile una vasta gamma di letture bibliche e parti delle Scritture, trascurate per secoli, cominciarono ad essere proclamate nella liturgia eucaristica. La Chiesa non può che essere grata ai pionieri dell’insegnamento biblico, provenienti da tutte le comunità cristiane e da quelle di fede giudaica, i cui sforzi instancabili hanno portato e portano frutti così abbondanti alla fede dei cristiani e all’evangelizzazione globale. Con questo stato d’animo saluto con grande piacere il libro Luca: Nuova traduzione ecumenica commentata. L’idea originaria e la curatela di questa serie di volumi sono di Ernesto Borghi. Sono stato molto lieto di conoscere il Prof. Borghi, dal 2005 in poi, nel suo ruolo di 1 Nato in Inghilterra nel 1950, è stato ordinato presbitero per la diocesi di Brentwood nel 1974. Dottore in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico nel 1983, è stato docente di Sacra Scrittura al St John’s Seminary di Wonersh dal 1983 al 2005. Dal 1999 è delegato della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles presso la Federazione Biblica Cattolica. Dal 2011 è parroco di Gidea Park e dal 2014 è membro della Pontificia Commissione Biblica. Tra i suoi scritti più recenti: Scriptures of Mercy. The Love of God in the Old Testament, Catholic Truth Society, London 2016; Discovering the New Testament, Catholic Truth Society, London 2014; The Letter to the Romans, Alive Publishing, Stoke-on-Trent 2012.
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rappresentante dell’Associazione Biblica della Svizzera Italiana agli incontri della Federazione Biblica Cattolica. Egli, un determinato e competente biblista laico, il cui entusiasmo per l’ideazione di nuove iniziative nella preziosa opera della formazione biblica non diminuisce mai, ha contribuito da molti anni a questa parte ad un’appassionata promozione della conoscenza e dell’amore per le Sacre Scritture nel contesto delle comunità cristiane e non solo in esse. Borghi ha concepito e proposto la collaborazione di un novero di esperti, chierici e laici, donne e uomini, di varia estrazione cristiana. Questi contributi sono stati realizzati, credo, per creare una rilettura vivace ed attenta dell’amato vangelo secondo Luca. Col passare del tempo si può salutare con favore che siano pubblicati nuovi commenti da parte di esegeti di talento che, con le loro diverse esperienze esistenziali ed ecclesiali, operano per assicurare che la nostra lettura dei vangeli non debba rimanere fissa e statica. Dopo la pubblicazione del volume relativo al vangelo secondo Marco (MARCO. Nuova traduzione ecumenica commentata) nel 2017 prima che iniziasse un anno liturgico dedicato specificamente a questa versione evangelica, saluto con analogo piacere il fatto che il saggio su Luca appare a sostegno della lettura di questo vangelo canonico all’inizio di un anno liturgico “lucano”. La riforma del Lezionario ha consentito a tutti quei cristiani che lo hanno accolto con favore di apprezzare la diversità dei vangeli. Esaminare ed apprendere da ogni evangelista lo specifico ritratto di Gesù che ciascuno di loro offre è un altro enorme regalo. Come affermano i vescovi cattolici di Inghilterra, Galles e Scozia nel loro documento sulla Bibbia, pubblicato nel 2005, Il dono della Scrittura, «Il mistero di Gesù Messia e Figlio di Dio è così profondo e arduo da capire per la mente umana che nessun ritratto di Gesù gli rende giustizia. La Chiesa ci dona quattro affidabili versioni della testimonianza degli apostoli e della comprensione conseguente delle comunità cristiane delle origini» (n. 43). John Henry Newman paragona i diversi vangeli a quattro cancelli d’ingresso verso lo stesso santua6
rio: «Cerchiamo di salire attraverso ciascuno dei Vangeli a Colui che è il loro Soggetto Divino. Sono come cancelli distinti che conducono ad uno stesso santuario» (Sermone per la festa di san Luca). Questa nuova traduzione commentata ci invita a riconoscere ancora una volta la bellezza del testo lucano, e il modo particolare in cui presenta Gesù. Come papa Francesco proclama insistentemente la verità dell’amore misericordioso di Dio, una realtà tanto spesso trascurata nell’insegnamento e nella predicazione cristiane, egli parla anche della rivoluzione della tenerezza (cfr. Evangelii gaudium, n. 88). In un mondo irto di problemi è opportuno riconoscere che il vangelo secondo Luca propone queste autentiche qualità. La compassione e la tenerezza divine sono elementi distintivi fondamentali di questo vangelo. Questi doni divini di amore e tenerezza sono entrati in un mondo di tensioni e violenze molto simile al nostro di oggi. Luca sottolinea il contesto storico della venuta di Giovanni il Battezzatore o di Gesù con i riferimenti a Erode il Grande, Augusto, Tiberio, Ponzio Pilato e altri. E fin dai capitoli iniziali di Luca sono le voci credenti che proclamano l’amore misericordioso di Dio a prevalere. Maria dichiara che questo valore «è di generazione in generazione per coloro che si legano a lui» (1,49). Zaccaria annuncia «la viscerale, solidale e appassionata bontà del nostro Dio: in essa verrà a farci visita dall’alto, sole che sorge» (1,78). Le prime parole di Gesù nel ministero galilaico annunciano il compimento di ciò che il profeta aveva scritto: «Mi ha inviato a portare il lieto messaggio ai poveri» (4,18). E quando il viaggio di Gesù verso Gerusalemme è vicino alla sua meta, egli si rivolge a Zaccheo con queste parole: «il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e salvare quanto si era perduto» (19,10). Luca riporta episodi significativi che parlano di amore misericordioso: il ritorno alla vita del figlio della vedova di Nain, la donna peccatrice che lava i piedi di Gesù, parabole come le tre di Lc 15 e la promessa fatta da Gesù al criminale crocifisso accanto a lui. Tutti questi aspetti, come è noto, sono esclusivamente lucani. Per ricevere nuovamente questo annuncio che dà la vita in un mondo caratterizzato da violenza, odio e distorsione della verità, della giustizia 7
e della bellezza, siamo invitati ancora una volta ad approfondire il vangelo secondo Luca. Per rispondere concretamente alla domanda posta ripetutamente anche a nostro nome «che cosa dobbiamo fare?» (Lc 3,10.12.14; 10,25; At 2,37), abbiamo bisogno di un ascolto prolungato e silenzioso dell’insegnamento di Gesù. Come Maria metteva a confronto ogni cosa nel suo cuore (2,19.51), anche noi, uomini e donne del XXI secolo, dobbiamo ascoltare di nuovo. Come un’altra Maria scelse «la parte buona» (10,42), noi dobbiamo fare la stessa scelta. Ernesto Borghi e tutti coloro che hanno lavorato con lui per questo volume meritano la nostra gratitudine per la colta ed appassionata dedizione che ha condotto a questo nuovo, bello ed accessibile strumento per la lettura del vangelo secondo Luca. «Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (11,28).
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Redattrici e redattori del testo
Ernesto Borghi Nato a Milano nel 1964, sposato e padre di due figli, è laureato in lettere classiche (Università degli Studi di Milano), licenziato in scienze religiose (Università di Fribourg), dottore in teologia (Università di Fribourg), baccelliere in Sacra Scrittura (Pontificia Commissione Biblica). È biblista professionista dal 1992. Insegna filologia ed esegesi del Nuovo Testamento presso l’ISSR “Duns Scoto” di Nola (NA) e, come professore invitato, presso il CSSR di Trento. Dal 2003 presiede l’Associazione Biblica della Svizzera Italiana (www.absi.ch) e coordina la formazione biblica nella Diocesi di Lugano. Tra i suoi libri più recenti: Dio fa preferenze? Lettura esegetico-ermeneutica degli Atti degli Apostoli, Edizioni Terra Santa, Milano 2014; Dal vangelo secondo Luca. Misericordia, perdono, riconciliazione, Cittadella, Assisi (PG) 2015; Il cammino dell’amore. Lettura del vangelo secondo Giovanni, Terra Santa, Milano 2016; Credere fa essere umani? Dal vangelo secondo Matteo alla fede quotidiana per tutti, Elledici, Torino 2016; (a cura di), MARCO. Nuova traduzione ecumenica commentata, Edizioni Terra Santa, Milano 2017; Di’ soltanto una parola. Per leggere la Bibbia nella cultura di tutti, Effatà, Cantalupa (TO) 20182. François-Xavier Amherdt Nato nel 1957, presbitero della Diocesi di Sion (Svizzera) da trentaquattro anni. Già vice-rettore del Seminario di Sion e vicario episcopale della sua Diocesi, per dieci anni è stato parroco-decano di Sierre e di
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Noës e successivamente direttore dell’Istituto Romando di Formazione ai ministeri a Fribourg (Svizzera). Dal 2007 è titolare della cattedra francofona di teologia pastorale, pedagogia religiosa ed omiletica presso l’Università di Fribourg. È co-responsabile del comitato italo-svizzero della redazione della rivista Lumen Vitae di Bruxelles (Belgio) e condirettore del periodico stesso. Da oltre venticinque anni presiede l’ABC (Associazione Biblica Cattolica della Svizzera Romanda). Suo ultimo libro in campo biblico: L’animation biblique de la pastorale. 120 propositions pratiques, Lumen Vitae, Namur-Bruxelles 2017. Elena Chiamenti Laica, cattolica, vive e lavora a Verona dove è nata nel 1982. Ha conseguito la licenza in teologia biblica nel 2012 e il dottorato nella stessa materia nel 2017 presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Spende la sua competenza teologica e biblica soprattutto in campo pastorale-catechistico: infatti ha collaborato con alcuni Uffici Catechistici Diocesani nel Triveneto per la formazione biblica di catechisti e educatori. Con la Diocesi di Concordia-Pordenone ha collaborato alla pubblicazione del progetto catechistico-liturgico Bambini a Messa. Itinerario con famiglie e comunità (anno C), EDB, Bologna 2018 e sta pubblicando la sua tesi di dottorato dal titolo La sterile, madre di figli. La figura di Anna in 1Sam 1-2 come paradigma di maternità. Stefania De Vito Nata ad Avellino nel 1977, cattolica, sposata e madre di famiglia, dottoressa in teologia biblica (Pontificia Università Gregoriana di Roma), specialista in filosofia del linguaggio e linguistica, già docente di introduzione alla Bibbia (Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale/ ISSR di Avellino). Attualmente insegna nel Dipartimento di Teologia Fondamentale, presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Collabora con “International Institute of Method in Theology”, presso la “Marquette University” di Milwaukee. Ha pubblicato la sua tesi di dottorato dal titolo La schiavitù via di pace. Una prospettiva pragmalinguistica di Rm 6,15-23, PUG, Roma 2016.
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Gaetano Di Palma Nato nel 1964, presbitero cattolico, licenziato in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma e dottore in Teologia, è professore ordinario di Scienze Bibliche (Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli) e direttore del seminario di scienze bibliche della sezione “San Tommaso d’Aquino” della stessa Facoltà. Tra i libri più recenti: La grazia di Dio non è stata vana. Alcuni studi su Paolo di Tarso, CNX, Roma 2013; Pietro uomo nuovo in Cristo. Da pescatore ad apostolo: sondaggio nella letteratura lucana, Città Nuova, Roma 2015; (con L. Parente), La Parola del Catechista. Il Vangelo di Matteo, Passione Educativa, Benevento 2016; Cristo e la gioia nei vangeli sinottici, Sardini, Brescia 2016; (con P. Giustiniani), Una Chiesa povera per i poveri? Profili biblici e storicoteologici di un’antica questione, Aracne Editrice, Roma 2016. Stefano Dolfini Nato a Milano nel 1964, è coniugato e padre di quattro figli. Consegue il Magistero presso l'ISSR di Milano ed è docente di Religione Cattolica nelle Scuole Superiori dal 1987. Dal 1999 opera, con la Caritas Ambrosiana, come Educatore Professionale negli ambiti penitenziario, comunità di recupero tossicodipendenti e accoglienza di famiglie Richiedenti Asilo. Ha collaborato con varie istituzioni come formatore con l’ausilio di tecniche teatrali ed espressive. Dal 2015 progetta e conduce un laboratorio teatrale per adolescenti anche con disabilità. Nicoletta Gatti Nata a Rovereto (TN) nel 1961, dopo la licenza in Scienze Bibliche al Pontificio Istituto Biblico, ha insegnato Sacra Scrittura in Etiopia. Nel 2006 ha conseguito il dottorato in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma con una dissertazione intitolata Perché il piccolo diventi fratello. La pedagogia del dialogo nel cap. 18 di Matteo (PUG, Roma 2008). Attualmente vive in Ghana, dove si dedica all’insegnamento universitario nei campi dell’ermeneutica africana e teologia biblica (Departement for the Study of Religions, University of Ghana, Legon) e al dialogo interreligioso, con un’azione formativa sia di carat-
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tere accademico che pastorale. Tra i suoi scritti in lingua italiana vi sono alcuni contributi nei libri di E. Borghi, Il Mistero appassionato. Lettura esegetico-ermeneutica del vangelo secondo Marco, EMP, Padova 2011; Id., La gioia del perdono. Lettura esegetico-ermeneutica del vangelo secondo Luca, EMP, Padova 2012. Le sue pubblicazioni in lingua inglese riguardano la lettura interculturale dei testi biblici nel contesto culturale ghanese. Ha recentemente edito con George Ossom-Batsa e Rabiatu D. Ammah, Religion and Sustainable Development: Ghanaian Perspectives, Urbaniana University Press, Città del Vaticano 2018. Roberto Geroldi Nato a Milano nel 1956, presbitero cattolico, membro per venticinque anni dell’Ordine Somasco, esperto di pastorale biblica, attualmente parroco e vicario generale dell’Arcidiocesi di Lanciano-Ortona (CH). Luciano Locatelli Nato a Sedrina (BG) nel 1963, presbitero cattolico, esperto di pastorale e comunicazione biblica, impegnato con la Caritas di Bergamo in vari progetti di carattere sociale. Molto seguiti sono i suoi commenti alle letture evangeliche della liturgia cattolica quotidiana pubblicati sulla sua pagina Facebook personale all’insegna dell’esordio Buongiorno, mondo! Lidia Maggi Nata a Sassari nel 1964, pastora e teologa battista, responsabile del periodico per formatori “La Scuola domenicale”. Molto impegnata nella divulgazione biblica e nel dialogo ecumenico ed interreligioso, ha pubblicato vari contributi su differenti periodici. Tra i suoi ultimi libri: Le donne di Dio. Pagine bibliche al femminile, Claudiana, Torino 20142; L’evangelo delle donne, Claudiana, Torino 20142; Elogio dell’amore imperfetto, Cittadella, Assisi 2010; (con L. Zoia) Amare oggi, Il Margine, Trento 2012; Giobbe, il dolore del mondo, Cittadella, Assisi (PG) 2014; (con A. Reginato) Dire, fare, baciare... Il lettore e la Bibbia, Claudiana, Torino 2012; (con A. Reginato) Liberté, égalité, fraternitè. Il lettore, la storia e la Bibbia, Claudiana, Torino 2014; (con A. Reginato) Vi affido alla Parola. Il lettore, la chiesa e
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la Bibbia, Claudiana, Torino 2017; Protestantesimo, Editrice Bibliografica, Milano 2018. Cesare Marcheselli Casale Nato a Venezia-Mestre nel 1941, prete della diocesi di Pompei, è professore emerito di esegesi e teologia del Nuovo Testamento alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sezione “S. Tommaso”, di Napoli-Capodimonte. È stato docente allo Studium Biblicum Francescanum (Gerusalemme) e allo Studio Teologico Salesiano (Cremisan-Ratisbonne). È membro della “Society for New Testament Studies” (SNTS) e dell’Associazione Biblica Italiana. Ha una grande esperienza scientifica e didattica e una pluridecennale attività divulgativa, in particolare, in Germania e in Italia. Tra le sue pubblicazioni: La lettera agli Ebrei, Paoline, Milano 2005; Le lettere pastorali raccontano, Borla, Roma 2010. Carmine Matarazzo
Nato a Napoli nel 1972, cattolico, sposato e padre di un figlio, laureato in Filosofia e dottore in Teologia. È docente stabile di Teologia pastorale e direttore dell’Istituto di scienze pastorali, alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Sezione San Tommaso d’Aquino di Napoli ed è componente del Consiglio direttivo del centro interuniversitario di ricerca bioetica (Cirb). Tra i suoi saggi recenti: Nuova evangelizzazione e pastorale liturgica. Aspetti del dibattito sulla secolarizzazione durante il pontificato di Giovanni Paolo II, in C. Manunza – E. Scognamiglio (a cura di), Il Vangelo nella città. Studi in onore del cardinale Crescenzio Sepe, Il Pozzo di Giacobbe, Trapani 2017, pp. 177-199; (a cura di), Beati i puri di cuore. La nuova evangelizzazione a servizio della persona umana nel messaggio di Madre Liliana del Paradiso, Cantagalli, Siena 2017; Questione meridionale e impegno di ricerca della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Una lettura teologico-pastorale tra memoria e progetto, in C. Matarazzo-G. Castello (a cura di), Per un nuovo umanesimo, Il Pozzo di Giacobbe, Trapani 2017, pp. 125-164; L’agire della Chiesa per un cammino di liberazione, in C. Matarazzo (a cura di), La Chiesa in carcere. Il Documento base di 13
pastorale nell’ambito del penale e prassi di misericordia, EDB, Bologna 2018, pp. 9-29. Giulio Michelini Nato a Milano nel 1963, frate minore, è docente di Nuovo Testamento e Preside dell’Istituto Teologico di Assisi. Ha studiato alla Facoltà di Lingue dell’Università di Perugia, dove si è laureato con una tesi sulla traduzione in gotico del Vangelo secondo Matteo, alla Pontificia Università Gregoriana, dove ha conseguito il dottorato in Teologia Biblica, e al Bat Kol Institute di Gerusalemme. Ha pubblicato il volume Il sangue dell’alleanza e la salvezza dei peccatori. Una nuova lettura di Mt 26–27, Roma 2010 (Premio Bellarmino 2009), diversi articoli scientifici, e varie monografie. Per le Edizioni San Paolo, insieme ai coniugi Gilberto Gillini e Mariateresa Zattoni, ha scritto diversi commenti biblici destinati alle coppie, di cui l’ultimo nel 2018, I Profeti e le relazioni familiari. È autore di Vangelo secondo Matteo. Introduzione, traduzione e commento, nella collana Nuova Versione della Bibbia dai testi Antichi (San Paolo, Cinisello Balsamo [MI] 2013), e il suo ultimo libro è Quello che i genitori non dicono. Dieci istruzioni (dalla Bibbia) per i giovani (Porziuncola, Assisi [PG] 2018). Francesco Mosetto Nato a Rivarolo Canavese (TO) nel 1939, presbitero cattolico salesiano, ha conseguito nel 1967 la Licenza in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma e nel 1986 il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Urbaniana. Ha insegnato per molti anni esegesi e teologia del Nuovo Testamento alla Pontificia Università Salesiana. È stato preside della Sezione torinese di tale ateneo (1993-1999; 2005-2008), preside dello Studio Teologico Salesiano, Cremisan – Gerusalemme (2000-2005); presidente dell’Associazione Biblica Italiana (1994-2002), presidente della Associazione Biblica Salesiana (20052011), vicedirettore e redattore della rivista “Parole di vita” (19791995), condirettore del manuale di studi biblici “Logos” (Elledici 19962012). Tra i suoi libri più recenti: Lettera agli Ebrei. Lettere di Giacomo,
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di Pietro, di Giuda, Elledici, Leumann (TO) 2014; Gesù cresceva. Storia e mistero, LAS, Roma 2015; Uno sguardo nuovo su Gesù. I misteri della vita di Cristo, Elledici, Leumann (TO) 2016. Eric Noffke Nato a Pisa nel 1968, è sposato e padre di una figlia e di un figlio. Pastore metodista, dottore in Nuovo Testamento (Università di Basilea – 2003), insegna esegesi e teologia del Nuovo Testamento alla Facoltà Valdese di Teologia di Roma, è presidente della Società Biblica in Italia. Tra le sue pubblicazioni: Cristo contro Cesare. Come gli ebrei e i cristiani del I secolo risposero alla sfida dell’imperialismo romano, Claudiana, Torino 2006; Giovanni Battista. Un profeta esseno? L’opera e il messaggio di Giovanni nel suo contesto storico, Claudiana, Torino 2008; con E. Borghi – E. Norelli – C. Gianotto – F.G. Nuvolone, Gli apocrifi del Nuovo Testamento. Per leggerli oggi, EMP, Padova 2013. Angelo Reginato Nato ad Abbiategrasso (MI) nel 1963, è licenziato in Teologia biblica (Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano) e svolge un ministero pastorale nella chiesa battista a Lugano. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Lavoro, Emi, Bologna 2008; «Che il lettore capisca» (Mc 13,14). Il dispositivo di cornice nell’evangelo di Marco, Cittadella, Assisi (PG) 2009; con Lidia Maggi, Dire, fare, baciare... Il lettore e la Bibbia, Claudiana, Torino 2012; con Lidia Maggi, Liberté, égalité, fraternitè. Il lettore, la storia e la Bibbia, Claudiana, Torino 2014; con Lidia Maggi, Vi affido alla Parola. Il lettore, la chiesa e la Bibbia, Claudiana, Torino 2017. Stefano Zeni Nato a Rovereto (TN) nel 1973, è presbitero dell’Arcidiocesi di Trento. Ha conseguito la licenza in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico e il dottorato in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana. A Trento insegna Nuovo Testamento all’Istituto Teologico del Seminario e all’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Romano Guardini”, di cui attualmente è pro-Direttore. È docente anche all’Istituto di Scienze Religiose di Bolzano e collabora con altre
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Istituzioni accademiche in Italia e all’estero. È membro del Progetto internazionale di ricerca Evangelium und Kultur. Stefano Zuffi Nato a Milano nel 1961, sposato e padre di una figlia e due figli, è uno storico dell’arte. È autore di numerosissimi volumi di divulgazione culturale, legati in modo diretto o complementare, alla storia dell’arte. Consulente editoriale per la casa editrice Electa, è stato responsabile di alcune collane di successo al grande pubblico, come gli Artbook e, dal 2002, I dizionari dell’arte. Ricopre gli incarichi di responsabile culturale dell’Associazione Amici di Brera ed è membro del consiglio dell’Associazione “Amici del Poldi Pezzoli”. Tra i suoi saggi più recenti: Caravaggio. La storia illustrata dei grandi protagonisti dell’arte, 24ore Cultura, Milano 2015; Michelangelo Buonarroti. La storia illustrata dei grandi protagonisti dell’arte, 24ore Cultura, Milano 2015; Leonardo da Vinci. La storia illustrata dei grandi protagonisti dell’arte, 24ore Cultura, Milano 2015; La camera degli sposi, Electa-Mondadori, Milano 2015; Uno per tutti, tutti per Hayez, 24ore Cultura, Milano 2015; Bella! Italia, Sassi, Leguzzano (VI) 2016 (ediz. italiana e inglese); Vite di Caravaggio, Abscondita, Milano 2017.
L’Associazione Biblica della Svizzera Italiana (absi – www.absi.ch – canale youtube “Associazione Biblica della Svizzera Italiana – info@absi.ch), è un’istituzione culturale ecumenica fondata a Lugano il 13 gennaio 2003. Il suo scopo costituzionale è favorire la conoscenza culturale ed esistenziale dei testi e valori etici ed estetici della Bibbia sia nell’ambito delle chiese e delle comunità religiose sia in quello del sistema formativo scolastico e universitario e delle istituzioni della società civile anzitutto nella Svizzera Italiana e nei territori a maggioranza italofona al di fuori della Svizzera. I soci sono alcune centinaia, un terzo dei quali in Italia.
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I. Introduzione
1. Premessa Dopo aver registrato reazioni molto positive alla pubblicazione e diffusione del volume MARCO. Nuova traduzione ecumenica commentata, prima tappa editoriale del progetto cultural-pastorale Per leggere i vangeli nella vita di tutti, siamo giunti al secondo saggio, dedicato alla versione evangelica secondo Luca. Lettrici e lettori ci hanno incoraggiato a proseguire nell’impegno di stabilire dei solidi “ponti” tra una lettura che analizzi ed interpreti i testi, per quanto possibile, nei loro significati originari, e la vita e la cultura di oggi. La modalità di una traduzione attenta alla lettera del testo1 e commentata secondo sensibilità culturali, anagrafiche e religiose diverse è stata molto apprezzata nel volume dedicato alla versione marciana. In questo quadro, radicalmente culturale ed esistenziale, l’attenzione al testo lucano può offrire ricchezze ulteriori. La versione lucana ha avuto nella storia della cultura europea una rilevanza grandissima2 anche per le ricadute artistico-figurative 1 Come traduzione di base ci si è avvalsi ampiamente di quella realizzata da E. Borghi e R. Petraglio e pubblicata in La gioia del perdono. Lettura esegetico-ermeneutica del vangelo secondo Luca, EMP, Padova 2012, pp. 439-491. Da questo riferimento di partenza chi ha commentato i diversi brani si è discostato liberamente, secondo quanto gli è parso necessario. In alcuni casi indicheremo, tramite degli approfondimenti specifici, i motivi e il significato di talune nostre scelte di traduzione, sensibilmente diverse da quelle che oggi sono particolarmente diffuse. 2 Per una sintetica, ma efficace trattazione relativa al rilievo della versione lucana dall’an-
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di vari suoi brani, a cominciare da quelli relativi a Maria di Nazareth3. Consci anche per questa ragione della responsabilità di contribuire ad una conoscenza effettiva di questi ventiquattro capitoli evangelici, tentiamo, in queste pagine introduttive, di rispondere a quattro interrogativi: quali sono le fonti originarie di Lc? Qual è la struttura d’insieme della versione lucana? Quale è l’obiettivo con cui è stato redatta questa versione evangelica? Chi è l’autore di Lc?
2. Le fonti Nel vangelo secondo Luca si possono individuare tre componenti testuali: anzitutto il materiale e l’ordine propri del vangelo secondo Marco, il più antico tra tutti, a cui tanto Lc quanto Mt si rifanno in vario modo; secondariamente, le sezioni provenienti dalla Quelle (abbreviato Q = in tedesco fonte), una raccolta – all’inizio essenzialmente orale, poi scritta, probabilmente negli anni dal 50 al 65 d.C. – di parole di Gesù e altro materiale, comune a Lc e Mt, ma non presente in Mc; in terzo luogo, il materiale specifico della versione lucana, che non c’è nelle altre ed è stato scritto solo ed esclusivamente dall’autore di Lc.
(a) La «base» marciana Ecco, di seguito, il quadro delle sezioni lucane (poco più del 50% dell’intera opera) in cui il testo segue evidentemente il più antico vangelo secondo Marco: 3,1-4,30 (= Mc 1,2-15; 6,1-6). In questa parte tichità ad oggi, cfr., per es., C.H. Talbert, Reading Luke-Acts in its Mediterranean milieu, Brill, Leiden-Boston 2003, pp. 1-14. 3 Tra le tante opportunità bibliografiche esistenti si vedano in proposito, per es., S. Zuffi, Episodi e personaggi del Vangelo, Electa, Milano 2003; Z. Zuffetti, Le mani di Maria, Ancora, Milano 2008.
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è evidente anche la presenza della Quelle4; 4,31-6,19 (= Mc 1,21-3,19): si tratta di 15 pericopi parallele con qualche inversione ed inserzione; 8,4-9,50 (= Mc 4,1-9,41). Il testo lucano tralascia però Mc 6,458,26: si tratta della cosiddetta «grande omissione», collegata al ciclo della seconda moltiplicazione dei pani5; 18,15-21,38 (= Mc 10,1313,32), il ministero a Gerusalemme; 22,1-24,12 (= Mc 14-16): sono il racconto della passione e gran parte di quello della risurrezione.
(b) Il materiale della «Quelle» Pur con tutte le cautele relative all’individuazione di che cosa sia stata la Quelle, ogni ricostruzione della quale è puramente ipotetica, tentiamo di indicare quali parti dell’evangelo lucano sembrino derivare da questa raccolta di detti e fatti gesuani. Questo documento appare in Lc essenzialmente nelle due sezioni in cui Mc non viene seguito, ossia 6,20-8,3; 9,51-18,14. Nel primo ambito fanno verosimilmente parte di questa fonte Lc 6,20-23.27-49; 7,1-10.18-35. Nel secondo – centrato sul viaggio dalla Galilea verso Gerusalemme, che Lc trae come idea da Mc6, ma rielabora ampiamente in chiave teologica – il novero di passi è assai più ampio7. Spesso non è possibile capire se le differenze tra passi comuni in Lc e Mt siano dovute al lavoro redazionale degli autori o a due versioni distinte di Q. D’altra parte, questo documento avrebbe potuto evolvere differentemente nelle comunità cristiane mediterranee e palestinesi in cui si formò e circolò prima della sua Cfr. Lc 3,7-9.16-17 (Mt 3,7-10.11-12); Lc 4,1-13 (Mt 4,1-11). Per quanto riguarda questa omissione lucana viene da pensare che Luca abbia volutamente abbreviato il suo modello: «Che Luca conoscesse Mc 6,45-52 risulta dalla precisazione locale “Betsaida” nell’introduzione alla narrazione lucana della moltiplicazione dei pani (Lc 9,10b differisce da Mc 6,32; Mt 14,13)» (J. Ernst, Il vangelo secondo Luca, 1, Morcelliana, Brescia 1985, p. 31). 6 Cfr. Mc 10,1.17.32 e Lc 18,31ss. 7 Eccolo: 9,57-60; 10,2-15.21-24; 11,2-4.9-26.29-35.39-52; 12,2-12.22-34.39-40.42-46.51-53.5859; 13,18-21.23-29.34-35; 14,16-24.26-27.34-35; 15,4-7; 16,13.16-18; 17,1-2.3.4.6.23-27.34-37. 4 5
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utilizzazione nei vangeli oppure essere ripreso dagli evangelisti in fasi diverse della sua costituzione8.
(c) La fonte propriamente lucana Di notevole interesse risulta l’attenta considerazione dei passi che si trovano soltanto nella versione lucana e che, pertanto, vengono attribuiti ad una fonte esclusiva di Lc. Eccone una sequenza sostanzialmente completa: 1-2 (infanzia di Gesù); 3,10-14 (predicazione morale di Giovanni il Battezzatore); 3,23-38 (genealogia di Gesù); 4,16-30 (la predicazione di Gesù nella sinagoga di Nazareth); 7,11-17 (la risurrezione del figlio della vedova di Nain); 7,36-50 (l’unzione di Gesù operata dalla peccatrice); 10,3037 (la parabola del samaritano generoso); 10,38-42 (l’incontro di Gesù con Marta e Maria); 11,5-8 (il racconto dell’amico insistente); 12,13-21 (la stoltezza di un uomo ricco); 13,1-5 (Gesù parla della torre di Siloe); 13,6-9 (parabola del fico sterile); 13,10-17 (l’episodio della donna paralitica e le reazioni alla sua guarigione); 14,1-6 (guarigione di un idropico nel giorno di sabato); 14,7-14 (Gesù parla di chi e come invitare prioritariamente ad un banchetto); 15,11-32 (la parabola del padre e dei due figli); 16,1-9 (la parabola dell’amministratore scaltro); 16,19-31 (la parabola del ricco e di Lazzaro); 18,10-14 (la parabola del fariseo e del pubblicano); 19,1-10 (l’incontro con Zaccheo); 24,13-53 (apparizioni dopo la risurrezione: sulla strada di Emmaus e altrove). Vi sono poi aspetti particolari di singoli brani comuni alle altre versioni, che sono propri della versione lucana: un esempio evidente è il brano della preghiera gesuana nel Getsemani (22,39-46). Parlando di questi tre elementi – Mc, la Q e il materiale propriamente lucano, così diverso per contenuto e forme espressive dalle 8 Per approfondire la conoscenza della formazione del testo lucano, soprattutto nel confronto con Mc e Mt, cfr. il saggio di D. Hermant, Un procédé d’écriture de Luc: le transfert, «Revue Biblique» 104 (4/1997), 528-556.
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altre due fonti – non dobbiamo certo credere di avere esaurito il discorso relativo all’azione redazionale che ha condotto ai 24 ricchissimi capitoli che oggi abbiamo sotto gli occhi. L’azione propria dell’autore finale del testo non è certo facilmente coglibile. Cionondimeno, è legittimo, credo, porsi almeno queste domande: da dove l’autore di Lc ha tratto tutta la documentazione utile per redigere questo libro? Egli era consapevole dell’ambiente di provenienza di questi documenti e dell’interpretazione della fede cristiana che essi riflettevano? Egli sapeva che Mc e Q originariamente rappresentavano due tendenze cristiane diversificate? E, in ultima analisi, donde deriva la fonte lucana specifica? A tutte queste domande è pressoché impossibile dare una risposta risolutiva. Possiamo solo dire che verosimilmente il ruolo della tradizione orale – ma resta una supposizione – fu assai più esteso, in termini di tempo, rispetto a quanto si possa ritenere e che ciò abbia consentito all’autore di Lc di completare e confrontare le sue fonti scritte con tutto questo materiale sino alla sua ultima redazione scritta9.
3. La struttura della versione lucana Gli apporti delle tre fonti che abbiamo appena presentato confluirono in una redazione scritta che è il vangelo secondo Luca così come oggi lo leggiamo. Eccone l’articolazione di massima: • 1,1-4: prologo; • 1,5-2,52: racconti dell’infanzia: le due storie parallele di Giovanni e Gesù; • 3,1-4,13: preparazione del ministero pubblico di Gesù; • 4,14-9,50: il ministero di Gesù in Galilea; 9 Circa il rapporto tra l’autore di Lc e il materiale specificamente lucano, cfr. I.H. Marshall, The Gospel of Luke, Eerdmans, Grand Rapids 1978, p. 31; in ordine, invece, alle questioni relative alla composizione letteraria complessiva di Lc, cfr. assai utilmente J.-A. Fitzmyer, The Gospel according to Luke, I, Doubleday, New York 1984, pp. 91-97.
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• 9,51-19,27: il viaggio verso Gerusalemme; • 19,28-21,38: il ministero a Gerusalemme; • 22,1-23,56a: la passione di Gesù; • 23,56b-24,53: i racconti della risurrezione10. Non intendiamo assolutamente entrare ora nelle problematiche di ordine teologico e culturale relative alla versione evangelica lucana: lo faremo, a partire dalla lettura dei testi che leggeremo, quando essi lo esigeranno. Occorre, tuttavia, qualche strumento essenziale. Anzitutto un’osservazione, che emerge direttamente dalla considerazione della struttura: Luca si è preoccupato di tracciare nel suo vangelo delle divisioni assai nette. Esse sono spesso contrassegnate dalla loro localizzazione topografica: Giovanni il Battezzatore nella regione del Giordano, la missione iniziale di Gesù in Galilea, il viaggio e le apparizioni a Gerusalemme. Queste sezioni corrispondono a delle fasi della rivelazione del Cristo ed è così che esse sono dei momenti della storia della salvezza. Dopo questi racconti dell’infanzia che presentano tutto il mistero di Gesù, il tempo di Giovanni il Battezzatore appartiene ancora all’Antico Testamento. La missione di Gesù è divisa in tre fasi successive dalla rivelazione del mistero pasquale: il suo annuncio completa la prima fase, la sua preparazione costituisce la seconda, il suo compimento si svolge tutto lungo la terza. Il libro degli Atti non è, in seguito, che la proclamazione di questo mistero e la formazione della Chiesa che ne è sorta11. Secondariamente occorre porre attenzione ad alcuni indicatori letterari: il valore dei nomi propri, di persona o di luogo, rispetto Chi fosse interessato ad un confronto con varie ipotesi di strutturazione della versione lucana, può utilmente leggere C. Mora Paz – A. J. Levoratti, Vangelo secondo san Luca, in Aa.Vv., Nuovo Commentario Biblico. I vangeli, a cura di A.J. Levoratti, tr. it., Borla-Città Nuova, Roma 2005, pp. 674-677. 11 Cfr. A. George, Etudes sur l’oeuvre de Luc, Gabalda, Paris 1978, p. 32. «Il filo conduttore di questa raccolta non è la progressiva presa di coscienza che Gesù acquista della sua persona e della sua missione, ovvero il progressivo inserimento nel piano di Dio, ma le varie tappe di un cammino ideale che dalla Galilea sale verso la Giudea e Gerusalemme» (O. Da Spinetoli, Luca, Cittadella, Assisi 19943, p. 18). 10
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alla strutturazione di brani ed interi capitoli in ordine al loro contenuto; l’utilizzazione moderata, ma sempre significativa dei ritornelli (il ricordo di 2,19.51, la crescita di 1,80; 2,40; la fede che salva di 7,50; 8,48; 17,19; 18,42); le ripercussioni di strutture quali il parallelismo, l’antitesi, il chiasmo. La vita del Gesù reale attrasse e convinse discepoli che lo proclamarono in tutto il mondo allora conosciuto. Come si accordano il Gesù effettivo con i ritratti del Gesù delle versioni evangeliche? Si accetta – sia pure senza alcuna preclusione nei confronti della ricerca archeologica e storica in generale di riscontri effettuali di quanto le versioni evangeliche tramandano – che esse conservano una significativa quantità di materiale proveniente dal Gesù effettivo? Se è così, allora queste presentazioni risultano tanto vicine al Gesù reale quanto è verosimilmente possibile avvicinarglisi12.
4. L’autore/redattore La tradizione ecclesiastica, a partire dal II secolo13 ha attribuito la paternità del terzo vangelo del canone a Luca, medico e compagno di viaggio di Paolo di Tarso (cfr. Col 4,14; Fm 24; 2Tm 4,11). Oltre al testo scoperto da L.A. Muratori anche altre testimonianze patristiche dal II al IV secolo ribadiscono tale informazione14. 12 Cfr. R.E. Brown, Introduzione al Nuovo Testamento, tr. it., Queriniana, Brescia 1998, pp. 170-171. 13 Cfr. il Papiro Bodmer XIV (P75), codice risalente al 175-225 d.C., ove si ritrova il titolo evangelo secondo Luca (cfr. J.-A. Fitzmyer, La paternità letteraria di Luca-Atti riconsiderata, in Id., Luca teologo, tr. it., Queriniana, Brescia 1991, p. 10) e il Canone di Muratori (II secolo d.C.), il quale recita così: «Il terzo libro del Vangelo, quello secondo Luca, è stato steso col suo nome da Luca, medico, che Paolo, dopo l’ascensione di Cristo, aveva preso con sé come compagno di viaggio. Neanche lui vide il Signore nella sua carne e, come fu capace, di ricostruirne il corso, comincia la sua narrazione dei fatti dalla nascita di Giovanni» (Enchiridion Biblicum, a cura di A. Filippi – E. Lora, EDB, Bologna 1993, p. 3). 14 Cfr. Ireneo, Adversus haereses, III, 1:1; Tertulliano, Adversus Marcionem, IV, 2; Clemente d’Alessandria, Stromata, I, 21:145; Eusebio, Historia Ecclesiastica, III, 4, 6; Gerolamo, De viris illustribus, 7.
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Il testo lucano non offre particolari conferme, ad esempio, della professionalità medica di questo autore: fondare tale caratteristica dell’autore sul fatto che non vi siano prese di posizione contro la categoria in questione (cfr. Mc 5,26 e Lc 8,43) o che il linguaggio diagnostico delle patologie paia più preciso che nelle altre versioni evangeliche (cfr. Lc 4,38 con Mc 1,30 e vedi anche Lc 5,12; 8,44; 13,11; At 28,9-10) risulta una base piuttosto debole. Non si può parlare neppure di uno stretto rapporto, che invece la tradizione afferma con forza, con Paolo e il suo messaggio: non vi è traccia rilevante di tematiche quali la giustificazione mediante la fede, la relazione tra fede e opere e tra legge e vangelo che sono centrali negli scritti paolini. Pertanto l’attribuzione tradizionale parrebbe tutt’altro che certa. Cionondimeno, la lettura di Lc e At consente di affermare quanto segue. Chi ha scritto questi testi era certamente di cultura ellenica assai notevole e, forse, di ambito pagano: ne sono delle prove la lingua – si notino, ad esempio, la tendenza alle strutture subordinative (Lc 1,1-4; 9,10-11), al discorso indiretto, all’uso dell’ottativo classico –, l’articolazione narrativa priva di rudezze ed approssimazioni15. E inoltre vi è la palese mancanza di conoscenza della Palestina, come testimoniano alcuni dati: la regione di Gerasa secondo Lc è sul lago di Genezaret, mentre, in realtà, si trova a 50 chilometri dal lago, nella Decapoli; le case palestinesi vengono rappresentate come quelle greco-romane ricoperte di tegole. I riferimenti del prologo alla molteplicità delle testimonianze prese in esame e la struttura delle comunità a cui le due opere – particolarmente At – fanno riferimento, orientano a pensare ad alcuni decenni dopo la morte e risurrezione di Gesù, quindi non al Luca di cui parla l’epistolario paolino16. 15 Cfr., ad es., l’articolazione di Mc 2,23 e Lc 6,1. L’autore evita le parole che urtano gli orecchi raffinati o la sensibilità cristiana (cfr. 18,25; 21,14; 22,46 rispettivamente con Mc 10,25; 13,11 e 14,38), è preciso nelle descrizioni (cfr. Lc 20,29 con Mc 12,20) e non utilizza un linguaggio diretto in campo sessuale (cfr. 7,37). 16 Questa è l’opinione, tra gli altri, di Da Spinetoli, Luca, p. 13; Bovon, L’Evangile selon Saint Luc, I, p. 29.
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Vi sono anche pareri diversi. Esiste chi17 fa notare come l’autorità e datazione degli scritti lucani nella Chiesa del I secolo fosse probabilmente legata alla collaborazione con Paolo e al suo ministero nella Chiesa stessa, visto che Lc stesso nomina i servitori della parola tra le sue fonti autorevoli. Sabourin parla dell’uso del «noi» in non pochi passi di At (cfr. 16,10-17; 20,5-15; 21,1-18; 27,1-28,16) come prova del fatto che sia proprio l’autore dell’opera ad avere accompagnato Paolo nei suoi viaggi. Vi è, comunque, un’ipotesi che mi pare sostanzialmente risolutiva, la quale consente d’integrare l’essenza dei dati della tradizione con quelli emergenti direttamente da Lc-At18. Eccola: il Luca delle lettere paoline potrebbe essere stato collaboratore solo saltuario del tarsiota. Questo fatto spiegherebbe, da un lato, la scarsissima presenza, nei testi lucani, di riferimenti e trattazioni dei temi cari alla teologia paolina (cfr. il caso unico costituito dalla giustificazione mediante la fede in At 13,38-3919), dall’altro, la strutturazione effettivamente personale delle già menzionate sezioni «noi» del libro degli Atti, derivazioni da note stese in forma di diario dal suo autore al tempo della frequentazione paolina20. Ciò non contrasta assolutamente con l’idea di un Cfr. E.E. Ellis, The Gospel of Luke, New Century Bible, London 1974, p. 37. Cfr. Fitzmyer, La paternità letteraria di Luca-Atti, pp. 9-28. 19 «La giustificazione viene piuttosto inclusa nella dottrina propria dell’autore della áphesis amartiôn, del ‘perdono dei peccati’, e subordinata ad essa. Il ‘perdono dei peccati’ non è uno dei modi in cui Paolo nelle sue lettere autentiche esprime uno degli effetti dell’eventoCristo. L’espressione àphesis tôn amartiôn si trova nella lettera ai Colossesi 1,14 e áphesis tôn paraptomáton in quella agli Efesini 1,7; ma le frasi in questione, rapportate alle locuzioni lucane (Lc 1,77; 3,3; 24,47; At 2,38; 5,31; 10,43; 16,18) sono una delle ragioni per cui le lettere ai Colossesi e agli Efesini sono considerate deutero-paoline» (Fitzmyer, La paternità letteraria di Luca-Atti, p. 14). Tutto ciò è la conferma che «Luca non è stato con Paolo durante il periodo in cui questi stava combattendo con i giudaizzanti e in una simile situazione è stato indotto a formulare la sua dottrina della giustificazione per grazia tramite la fede» (ibidem). 20 «Per il redattore degli Atti la prima persona plurale costituisce la migliore opportunità per celare il suo nome senza scomparire completamente dalla sua narrazione» (A.D. Baum, Autobiografische Wir-und Er-Stellungen in den neutestamentlichen Geschichtsbüchern im Kontext der antiken Literaturgeschichte, in «Biblica» LXXXVIII [4/2007], 495). Comunque la soluzione dell’enigma in questione va ricercata tra due estremi: il fatto che le sezioni «noi» siano un puro espediente stilistico e il fatto che siano essenzialmente ricordi e appunti autentici 17 18
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pluriennale lavoro di ordine documentale e redazionale (come Lc 1,14 adombra) né inficia minimamente la datazione maggioritariamente accettata delle due opere, ossia il decennio tra il 75 e l’85. Comunque, secondo Sabourin21, il rinvio di Luca ai “molti” che hanno scritto prima di lui, non richiede una data tardiva, poiché è abbastanza evidente che molti tentativi furono fatti prima di lui per raccogliere e radunare in un certo ordine le varie tradizioni evangeliche. In positivo ci sono molte ragioni a favore di una datazione del vangelo secondo Luca al periodo della guerra giudaica, fra il 66 e il 70: la severa persecuzione di Nerone (ndr.: 68 d.C.) sembra più adatta, come sfondo dei ripetuti ammonimenti contro l’apostasia (Lc 18,8; 21,19) rispetto alle situazioni posteriori; l’importanza attribuita a Gerusalemme in Lc/At sembrerebbe anacronistica dopo l’80; testi come At 28,28 suppongono una missione presso i pagani. Non mi soffermo particolarmente sull’identità d’autore tra Lc e At non perché non sia questione importante, ma perché pare ormai assodata. Il prologo del secondo testo (At 1,1) fa riferimento ad un primo libro scritto precedentemente per lo stesso Teofilo: il libro degli Atti ha, rispetto agli avvenimenti che espone, il ritardo richiesto dal prologo della versione evangelica. Le idee teologiche dei due scritti sono le stesse (spostamento della speranza escatologica, concezione della storia della salvezza, dell’Evangelo e della sua predicazione, importanza attribuita a Gerusalemme nella storia della salvezza, ecc.). La lingua dei due libri è molto simile, e certe diversità di stile si possono agevolmente spiegare con l’ipotesi delle dell’autore di At (cfr. G. Rossé, Le sezioni-noi degli Atti, in R. Fabris [ed.], La parola di Dio cresceva [At 12,24]. Scritti in onore di Carlo Maria Martini nel suo settantesimo compleanno, EDB, Bologna 1997, p. 308). 21 Cfr. Il vangelo di Luca, p. 25. Porta argomenti interessanti ad una datazione ancora precedente – la fine degli anni 50 per la versione evangelica e i primi anni 60 per gli Atti degli Apostoli –per esempio, A. Mittelstaedt (cfr. il suo ampio ed articolato saggio Lukas als Historiker. Zur Datierung des lukanischen Doppelwerkes, Francke Verlag, Tübingen 2006, passim). Anche se non si concorda sulla globalità della sua tesi, non si può che essere d’accordo su quanto egli sostiene sulla contestualità del progetto redazionale della versione evangelica e degli Atti degli Apostoli (cfr. p. 255).
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fonti o dell’adeguamento dell’autore all’ambiente in cui si svolgeva il racconto22.
5. Prima di iniziare la lettura… Quando si comincia a leggere un testo evangelico, in particolare le pagine della versione lucana, occorre sempre ricordare che il desiderio di arrivare, per loro tramite, al Gesù effettivo, – colui che calcò le strade della Palestina tra la fine del I sec. a.C. e il primo trentennio del I d.C. – è destinato a esiti molto al di sotto di tante aspettative, che nei secoli sono state rafforzate da approcci più o meno fondamentalisti e acritici ai testi biblici. Infatti le versioni evangeliche canoniche sono redazioni, scritte in greco, di testimonianze di parole espresse oralmente in aramaico. Risultano dunque, testimonianze di testimonianze di testimonianze passate da una lingua semitica ad una lingua indoeuropea, da oralità a scrittura, grazie ad ascoltatori e redattori multipli per destinatari multiformi. Pertanto non si può non riconoscere che tante sono state le lenti che si sono frapposte tra la realtà storica del Nazareno e le versioni evangeliche: «la candida luce della realtà storica è giunta fino a noi solo frammentata in molti colori e ciò ci impedisce di vedere la luce originaria. Noi vediamo Gesù solo tramite i molti occhi della comunità credente e questi molti occhi non vedevano certo tutti la stessa cosa»23. Si può allora pensare di giungere al Nazareno effettivo tramite le nostre letture evangeliche? Non si può essere semplicistici. Occorre, anzitutto, non avere alcuna preclusione nei confronti della ricerca di riscontri scientifici di quanto le versioni evangeliche tramandano. D’altra parte è necessario non evitare una considerazione cultural Circa, invece, il luogo di redazione, è attualmente impossibile determinare se si sia trattato di Cesarea o di Filippi o di altra città comunque extra-palestinese. 23 R. Lenaers, Gesù di Nazaret. Uomo come noi?, Gabrielli, San Pietro in Cariano (VR) 2017, p. 16. 22
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mente imprescindibile: molti brani delle versioni evangeliche, anzitutto canoniche, a cominciare da Lc 1-2, sono mitologia, nel senso che narrano eventi attraverso le categorie di contenuto e di forma premoderne, narrativamente spesso profondamente simboliche, in cui non hanno rilevanza analoga ad oggi i principi della verificabilità storica. D’altra parte «la mitologia intessuta man mano sulla persona di Gesù non è che la rappresentazione adatta a quelle epoche di quella profonda pienezza che i fedeli dell’epoca percepivano in lui e a cui nella modernità dobbiamo dare voce molto diversamente…Senza questa pienezza, che dobbiamo certo esprimere in modo diverso dal passato, l’immagine critica di Gesù è solo la riproduzione in bianco e nero di una radiosa realtà policroma»24.
Accolti questi presupposti, si accetta, pertanto, che giungere al Gesù effettivo è straordinariamente difficile. D'altra parte la pienezza di senso etico e religioso del Nazareno crocifisso e testimoniato come risuscitato deve trovare un’espressione credibile nel nostro tempo e, anche a questo scopo, alla ricerca storico-archeologica seria in questi ambiti deve essere dato spazio e credito25.
R. Lenaers, Gesù di Nazaret. Uomo come noi?, p. 22. Cfr. anche il ricchissimo contributo di J.D.G. Dunn, Gli albori del cristianesimo. Né giudeo né greco, I, tr. it., Paideia, Brescia 2018, pp. 195-311. Per una considerazione sintetica ed efficace della situazione attuale degli studi sul Gesù effettivo e sulle testimonianze storiche relative al Nazareno si veda l’interessante dossier intitolato Chi era costui?, in «Jesus» XL (7/2018), 28-41, in cui cinque studiosi di fama – Adriana Destro, Marinella Perroni, Alberto Cozzi, Edmondo Lupieri e Mauro Pesce – hanno offerto un quadro di opinioni ed osservazioni multiforme e molto stimolante. Un saggio molto utile quale termine di confronto e di accompagnamento alla lettura dello stesso vangelo secondo Luca è il saggio di G. Squizzato, Se il cielo adesso è vuoto. È possibile credere in Gesù nell’età post-religiosa?, Gabrielli, San Pietro in Cariano (VR) 2017.
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Selezione bibliografica1 --**Borghi E., La gioia del perdono. Lettura esegetico-ermeneutica del vangelo secondo Luca, con N. Gatti - R. Petraglio, EMP, Padova 2012. --***Bovon F., Vangelo di Luca, tr. it., I-IV, Paideia, Brescia 2005-2013. --**Craddock F., Luca, tr. it, Claudiana, Torino 2002. --*Da Spinetoli O., Luca, Cittadella, Assisi 19943. --*Fabris R., Luca, in B. Maggioni-G. Barbaglio-R. Fabris, I Vangeli. Cittadella, Assisi (PG) 20082, pp. 1017-1498. --**Fausti S. – Canella V., Alla scuola di Luca. Un Vangelo da rileggere, ascoltare, pregare e condividere, Ancora, Milano 2009. --***Fitzmyer J.-A., The Gospel according to Luke, I-II, Doubleday, New York 1984. --**Grilli M., L’opera di Luca. 1. Il Vangelo del viandante, EDB, Bologna 2012. --*Maggioni B., Il racconto di Luca, Cittadella, Assisi (PG) 2006. --**Mora Paz C. – Levoratti A.J., Vangelo secondo san Luca, in Aa.Vv., Nuovo Commentario Biblico. I vangeli, a cura di A.J. Levoratti, tr. it., Borla-Città Nuova, Roma 2005, pp. 673-873. --**Mosetto F., Lettura del Vangelo secondo Luca, LAS, Roma 20092. --*Pagola J.A., la via aperta da Gesù. 3. Luca, tr. it., Borla, Roma 2012. --**Radermakers J. – Bossuyt Ph., Lettura pastorale del vangelo di Luca, tr. it., EDB, Bologna 2000. --**Rius-Camps J., Diario di Teofilo. L’opera di Luca (Vangelo e Atti) narrata da Teofilo a sua madre, Gabrielli, S. Pietro in Cariano (VR) 2016. --**Virgili R., Vangelo secondo Luca, in Aa.Vv., I vangeli, a cura di R. Virgili, Ancora, Milano 2015, pp. 775-1247.
1 Nella seguente selezione bibliografica i titoli con * sono divulgativi (per chi è alle prime armi con la lettura evangelica), quelli con ** di carattere scientifico-divulgativo (per chi ha già delle nozioni e degli strumenti conoscitivi), quelli con *** di carattere scientifico (per chi ha già una notevole preparazione).
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Tavola dei contributi al volume Ernesto Borghi: introduzione; Lc 1,1-4; 1,67-80; 6,12-19; 13,10-17; 22,1-23; 23,1-25; box esplicativi; cenni conclusivi. François-Xavier Amherdt: Lc 3,23-38; 7,36-50; 10,25-11,13. Elena Chiamenti: Lc 1,36-56; 4,14-30. Stefania De Vito: Lc 2,22-52; 4,31-37.38-44; 9,1-6.7-9.10-11.12-17; 12,49-59; 14,1-6; 21,5-38. Gaetano Di Palma: Lc 2,1-21; 5,33-6,11; 11.14-28; 12,1-12; 19,2848; 20,27-44; 22,47-65. Nicoletta Gatti: Lc 22,24-30.31-48; Lc 22,39-46; 22,66-71; 23,26-49. Roberto Geroldi: appendice III Luciano Locatelli: Lc 7,1-10; 7,11-17; 10,1-16. Lidia Maggi: Lc 1,5-25; 1,26-38; 8,1-18; 8,19-39; 8,40-56; 13,1-9; 13,18-35; 18,15-34; 19,1-10. Cesare Marcheselli Casale: Lc 23,50-24,12; 24,13-35; 24,36-53. Carmine Matarazzo: appendice II Giulio Michelini: Lc 9,28-43a; 12,33-48; 14,25-35; 20,1-19; 20,20-26. Francesco Mosetto: Lc 9,43b-45.46-48.49-50; 11,29-36; 12,13-32; 14,7-24; 17,1-10; 17,11-19; 17,20-37; 18,35-43. Eric Noffke: Lc 1,57-66; 4,1-13; 5,12-16.17-26; 6,20-49; 16,14-31. Angelo Reginato: Lc 5,1-11; 7,18-35; 9,51-56.57-62; 10,17-24; 15,110; 15,11-32; 16,1-13; 18,1-14. Stefano Zeni: Lc 3,1-20.21-22; 5,27-32; 11,37-56; 19,11-27; 20,45-21,4. Stefano Zuffi: appendice I 396
Indice
PREFAZIONE 5 Redattrici e redattori del testo 9 I. Introduzione 17 1. Premessa 2. Le fonti (a) La «base» marciana (b) Il materiale della «Quelle» (c) La fonte propriamente lucana 3. La struttura della versione lucana 4. L’autore/redattore 5. Prima di iniziare la lettura…
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II. Traduzione commentata 31 I. Luca 1,1-4 II. Luca 1,5-25 III. Luca 1,26-38 Un desiderio intenso, non un’accettazione inevitabile IV. Luca 1,39-56 V. Luca 1,57-66 VI. Luca 1,67-80 VII. Luca 2,1-21 Un discernimento intensamente dinamico VIII. Luca 2,22-52
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IX. Luca 3,1-20.21-22 X. Luca 3,23-38 XI. Luca 4,1-13 XII. Luca 4,14-30 XIII. Lc 4,31-37.38-44 XIV. Luca 5,1-11 XV. 5,12-16.17-26 XVI. Luca 5,27-32 XVII. Luca 5,33-6,11 XVIII. Luca 6,12-19 Racconti di miracoli o “miracoli di racconti”? XIX. Luca 6,20-49 Non “guai”, ma “ahimè” XX. Luca 7,1-10 XXI. Luca 7,11-17 XXII. Luca 7,18-35 XXIII. Luca 7,36-50 XXIV. Luca 8,1-18 XXV. Luca 8,19-39 XXVI. Luca 8,40-56 XXVII. Luca 9,1-6.7-9.10-11.12-17 XXVIII. Luca 9,18-27 XXIX. Luca 9,28-43a XXX. Luca 9,43b-45.46-48.49-50 XXXI. Lc 9,51-56.57-62 XXXII. Luca 10,1-16 XXXIII. Luca 10,17-24 XXXIV. Lc 10,25-11,13* XXXV. Luca 11,14-28 XXXVI. Luca 11,29-36 XXXVII. Luca 11,37-54 XXXVIII. Luca 12,1-12 XXXIX. Luca 12,13-32 XL. Luca 12,33-48
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66 71 74 77 81 84 87 91 93 97 99 100 102 108 111 114 118 121 126 132 136 141 146 150 153 157 163 167 177 181 185 189 192 196
XLI. Luca 12,49-59 XLII. Luca 13,1-9 XLIII. Luca 13,10-17 XLIV. Luca 13,18-35 XLV. Luca 14,1-6 XLVI. Luca 14,7-24 XLVII. Luca 14,25-35 XLVIII. Luca 15,1-10 XLIX. Luca 15,11-32 L. Luca 16,1-13 LI. Luca 16,14-31 LII. Luca 17,1-10 LIII. Luca 17,11-19 LIV. Luca 17,20-37 LV. Luca 18,1-14 LVI. Luca 18,15-34 LVII. Luca 18,35-43 LVIII. Luca 19,1-10 Una gioia incontenibile LIX. Luca 19,11-27 LX. Luca 19,28-48 LXI. Luca 20,1-19 LXII. Luca 20,20-26 LXIII. Luca 20,27-44 LXIV. Luca 20,45-21,4 LXV. Luca 21,5-38 LXVI. Luca 22,1-23 LXVII. Luca 22,24-30.31-38 LXVII. Luca 22,39-46 LXVIII. Luca 22,47-65 LXIX. Luca 22,66-71 LXX. Luca 23,1-25 LXXI. Luca 23,26-49 LXXII. Luca 23,50-24,12
200 203 206 210 215 218 222 225 228 233 237 242 245 248 253 258 264 266 269 270 274 280 285 288 292 295 301 306 311 314 319 322 330 337
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LXXIII. Luca 24,13-35 LXXIV. Luca 24,36-53 LXXV. Cenni conclusivi Una vita da protagonisti per tutti La misericordia della vita
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III. Appendici culturali 361 Il vangelo secondo Luca: interpretazioni artistiche La natività e l’infanzia di Cristo Le scene della Passione Salvarsi dalla autoreferenzialità. La rivoluzione della misericordia per un annuncio di liberazione «Si mise in viaggio verso la montagna». Il messaggio cristiano come cammino di liberazione «Tuo fratello era perduto senza speranza e si è lasciato ritrovare». La rivoluzione della misericordia per la trasmissione della fede oggi «I settantadue tornarono pieni di gioia». Ardore missionario e prassi di riconciliazione
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Linee di riflessione per vivere la liturgia con il vangelo secondo Luca
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Selezione bibliografica Tavola dei contributi al volume
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