MATTEO - Nuova traduzione ecumenica commentata

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Š 2019, Fondazione Terra Santa - Milano Edizioni Terra Santa - Milano

Progetto grafico: Elisa Agazzi Immagine in copertina: Sweet Art/Shutterstock.com

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ASSOCIAZIONE BIBLICA DELLA SVIZZERA ITALIANA

MATTEO Nuova traduzione ecumenica commentata a cura di Ernesto Borghi

con il contributo di

Franรงois-Xavier Amherdt, Silvio Barbaglia, Elena Chiamenti, Stefania De Vito, Giuseppe De Virgilio, Gaetano Di Palma, Fabrizio Filiberti, Nicoletta Gatti, Adrian Graffy, Luciano Locatelli, Alberto Maggi, Lidia Maggi, Mariarita Marenco, Francesco Mosetto, Eric Noffke, Lorella Parente, Angelo Reginato, Luciano Zappella, Stefano Zeni prefazione

Daniel Marguerat appendici culturali e pastorali Stefano Zuffi, Carmine Matarazzo, Roberto Geroldi postfazione

Giulio Michelini revisione letteraria Stefano Dolfini


Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti.

Questo libro è stato pubblicato anche con il contributo di

Finito di stampare nel settembre 2019 da Mediagraf S.p.A., Noventa Padovana (PD) per conto di Fondazione Terra Santa ISBN 978-88-6240-678-9


PREFAZIONE di Daniel Marguerat1

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l posto accordato al vangelo secondo Matteo in apertura del Nuovo Testamento, non è un effetto casuale. Prima tra le versioni evangeliche secondo il canone neotestamentario, Matteo è stato il più letto sin dall’inizio. Se, nel corso dei secoli, la cristianità orientale si è rivolta piuttosto verso il vangelo secondo Giovanni, quella occidentale ha fatto di Matteo il suo vangelo preferito. Le ragioni sono state molteplici. I cinque grandi discorsi che contraddistinguono il testo offrivano alla Chiesa un condensato dell’insegnamento di Cristo utile per la catechesi. Il fatto che questa versione evangelica abbia fissato la memoria di Gesù in vista della vita ecclesiale – non è stato soprannominato «il Vangelo della Chiesa»? – rendeva la sua lettura utile all’esistenza dei credenti. La parola di Gesù al suo discepolo Pietro «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (16,18) si legge soltanto in questa versione evangelica. Il Papato vi ha trovato la sua legittimazione teologica. 1

Nato a Losanna (Svizzera) nel 1943, pastore calvinista, è professore emerito di Nuovo Testamento all’Università di Losanna. È un noto specialista della ricerca su Gesù e delle origini del cristianesimo. La sua attività scientifica e le sue pubblicazioni gli hanno meritato una fama internazionale. Tra le sue opere tradotte in italiano segnaliamo: Il Dio dei primi cristiani, Borla, Roma 2011; Chi ha fondato il cristianesimo? Cosa dicono i testimoni dei primi secoli EDB, Bologna 2012; Il primo cristianesimo – Rileggere il libro degli Atti, Claudiana, Torino 2012; (con A. Wénin) Sapori del racconto biblico, EDB, Bologna 2013; Gli Atti degli Apostoli. 1-2, EDB, Bologna 2011-2015; La preghiera salverà il mondo, tr. it., Claudiana, Torino 2018; Lo storico di Dio. Luca e gli Atti degli Apostoli, tr. it., Claudiana, Torino 2019.

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A queste tre ragioni se ne aggiunge una quarta più tormentata: gli attacchi ripetuti del Gesù matteano contro i farisei – pensiamo anzitutto alle maledizioni che scandiscono il cap. 23, ossia «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti» – offrivano alla cristianità elementi con cui nutrire un antigiudaismo che si è perpetuato sino al XX secolo. Queste quattro motivazioni spiegano il successo fenomenale del primo vangelo, che non è stato smentito nel corso dei secoli. Oggi quale interesse suscita la lettura della versione matteana? Qual è, nel quadro dei quattro vangeli canonici, l’apporto specifico di Matteo? Ne individuo tre. La prima peculiarità è la descrizione, da un capo all’altro del testo, della condizione del credente. Matteo si è affezionato al vocabolo discepolo (in greco mathètès), che utilizza ben di più dei due altri sinottici (68 attestazioni contro le 42 di Marco e le 34 di Luca). Perché questa frequenza? Questa scelta prioritaria viene dall’uso specifico del termine. Non è certamente un’invenzione matteana, poiché compare nel vangelo secondo Marco come testimonianza della tradizione dei primi cristiani. Essere discepolo significa essere allievo del maestro Gesù e decidere di seguirlo nella sua vita itinerante fino a Gerusalemme. Matteo innova dando a questa parola un doppio valore: da un lato, come in Marco e in Luca, esso designa il compagno storico di Gesù di Nazareth; ma dall’altro, si applica al lettore credente del vangelo. In altri termini, in Matteo e soltanto in Matteo il vocabolo discepolo è, nello stesso tempo, orientato verso il passato (la vita di Gesù) e verso il presente (la vita del lettore). Quando questo vocabolo appare, il lettore apprende qualcosa sui compagni storici del Maestro, ma, contemporaneamente, il testo si rivolge a lui e lo coinvolge nella storia narrata. In Matteo la parola discepolo è un accesso attraverso il quale il lettore è attirato nel racconto che si svolge. Si può parlare, in proposito, di un luogo di identificazione offerto al lettore e alla lettrice. I segni di questa ambivalenza semantica sono parecchi. Oltre ad accrescere la sua utilizzazione, nella versione matteana viene ritoccata la figura del discepolo in modo che si presti a questo doppio valore. Le parole del Maestro erano rivolte tanto ai disce-

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poli quanto alle folle giudaiche ed essi divengono qui l’uditorio privilegiato dell’insegnamento di Gesù. I tratti negativi che soffocavano l’immagine dei discepoli in Marco sono stati eliminati: non si parla del loro indurimento (cfr. Mt 14,33 e Mc 6,52); essi non hanno paura (cfr. Mt 8,27 e Mc 4,41); essi non sono accusati, come avviene in Marco, di non capire il loro Maestro (Mc 4,13; 6,52; ecc.). Insomma si capisce perché la prima versione evangelica canonica è stata soprannominata il Vangelo della Chiesa. Non soltanto l’insegnamento di Gesù è stato ripensato nel quadro della vita della Chiesa (il cap. 18 lo dimostra), ma i lettori credenti sono letteralmente aspirati nella storia raccontata per diventarne i destinatari privilegiati. Il tema affrontato nei discorsi è diverso ogni volta. Se il Discorso della montagna dispiega un quadro della vita cristiana sotto l’egida della giustizia da portare a compimento (5,17-48), gli altri discorsi affrontano in successione il comprtamento dei missionari, il messaggio delle parabole, la vita nella Chiesa e la fine dei tempi. Si può discernere un filo rosso che lega questi discorsi? Un argomento si impone: l’etica. L’evangelista insiste costantemente richiamando la dimensione etica della vita credente. Un passo del Discorso della montagna lo fa notare con chiarezza: «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, mentre dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?» (7,15-16). Gesù mette in guardia i suoi discepoli contro dei falsi profeti, che camuffano la loro identità di predatori rapaci sotto spoglie inoffensive. Come riconoscere il falso profeta da quello vero? Sorprendentemente Gesù non li differenzia in base ai loro discorsi, ma in ragione del loro agire: il loro comportamento permette di sapere se essi sono fedeli o meno al Vangelo. Qualche versetto dopo Gesù polemizza contro i pii che hanno sulla bocca solo la parola Signore, ma non si comportano in modo lodevole: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (7,21) Fare la volontà del Padre, significa obbedire alla Torah come Gesù,

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nel Discorso della montagna, la interpreta e la ricentra sul comandamento dell’amore del prossimo. L’amore verso l’altro identifica il vero credente, piuttosto che le sue pretese profetiche o le sue performances carismatiche. Nel nostro XXI secolo l’insistenza matteana è di una attualità eloquente: la fede non si realizza in intenzioni, ma in atti. Al di fuori di un comportamento centrato sull’amore verso l’altro non vi è autentica capacità di credere. L’adesione a Gesù trasforma la persona e riorienta la sua vita oppure non esiste. Il lettore e la lettrice di Matteo non hanno alcuna possibilità di confondere la fede con una pietà soltanto interiore. La fede che non si vede in un atteggiamento trasfigurato da questo amore non è degna di Cristo. La terza peculiarità di Matteo concerne il suo rapporto con il giudaismo. Si è detto che il vangelo matteano fosse, contemporaneamente, il più giudaico e il più antigiudaico dei quattro canonici. Da un lato, Gesù è il Messia d’Israele (cfr. 1,21). Il racconto è straricco di citazioni scritturistiche, per attestare che la sua venuta porta a compimento le promesse profetiche. Gesù è profilato come il maestro della Torah a confronto costante con i suoi interlocutori scribi e farisei circa l’interpretazione della volontà divina. D’altro canto la polemica contro Israele non viene meno. Gesù respinge la maniera in cui i farisei comprendono la Torah e conducono fuori strada il popolo (cfr. 23,23). Due parabole evocano la tragedia del rifiuto di Gesù da parte di Israele e la punizione inflitta a questo popolo, privato del suo diritto esclusivo di essere il popolo santo (cfr. 21,33–22,14). Solo e soltanto nel vangelo secondo Matteo si legge il futuro terribile riservato ai responsabili della morte del Salvatore: «Che il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli» (27,25). Si tratta di rispettare la tensione che attraversa l’intera versione matteana tra questa forte giudaicità e l’incessante polemica circa il giudaismo dominato dai farisei. I cristiani di Matteo in effetti hanno assistito alla catastrofe indefinibile che fu la distruzione del tempio di Gerusalemme ad opera delle truppe romane di Tito nel 70 d.C. In riferimento a tutto il giudaismo essi l’hanno interpretata come la

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sanzione divina dell’infedeltà del popolo. I cristiani hanno dovuto fronteggiare l’incredibile: il popolo eletto ha rifiutato il Messia inviatogli dal suo Dio. Da quel momento Israele non è maledetto, ma il suo diritto esclusivo di essere beneficiario della salvezza è abrogato. La storia della salvezza ha assunto un nuovo orientamento: la salvezza è offerta ormai ai pagani, alle nazioni del mondo, così come lo proclama il Risuscitato (cfr. 28,16-20). Nella comunità cristiana prosegue la storia delle promesse salvifiche, da cui Israele non è assolutamente escluso. I lettori di Matteo oggi devono tener conto del contesto storico in cui è stata scritta questa versione evangelica. Essa enuncia contemporaneamente l’indefettibile attaccamento alla storia d’Israele (indispensabile per cogliere l’identità cristiana) e la rottura da cui è nato il movimento di Gesù. Per secoli si è data importanza soltanto a questa rottura, dimenticando che il cristianesimo non può, se si legge Matteo, rinnegare la sua religione madre. La minaccia del Giudizio finale, che riecheggia da un capo all’altro del testo matteano, lo richiama: la Chiesa non è mai al riparo dalla possibilità di cadere. Soltanto la fedeltà concreta alla volontà di Dio, ricentrata sulla chiamata ad amare, la manterrà legata davvero alla grazia divina.

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Redattrici e redattori del testo

Ernesto Borghi Nato a Milano nel 1964, sposato e padre di due figli, è laureato in lettere classiche (Università degli Studi di Milano), licenziato in scienze religiose (Università di Fribourg), dottore in teologia (Università di Fribourg), baccelliere in Sacra Scrittura (Pontificia Commissione Biblica). È biblista professionista dal 1992. Insegna Introduzione alla Sacra Scrittura presso l’ISSR “Romano Guardini” di Trento. Dal 2003 presiede l’Associazione Biblica della Svizzera Italiana (www.absi.ch) e coordina la formazione biblica nella Diocesi di Lugano. Tra i suoi libri più recenti: Il cammino dell’amore. Lettura del vangelo secondo Giovanni, Terra Santa, Milano 2016; Credere fa essere umani? Dal vangelo secondo Matteo alla fede quotidiana per tutti, Elledici, Torino 2016; (a cura di), MARCO. Nuova traduzione ecumenica commentata, Edizioni Terra Santa, Milano 2017; Di’ soltanto una parola. Per leggere la Bibbia nella cultura di tutti, Effatà, Cantalupa (TO) 20182; (a cura di), LUCA. Nuova traduzione ecumenica commentata, Edizioni Terra Santa, Milano 2018. François-Xavier Amherdt Nato a Sion (Svizzera) nel 1957, presbitero della Diocesi di Sion da trentaquattro anni. Già vice-rettore del Seminario di Sion e vicario episcopale della sua Diocesi, per dieci anni è stato parroco-decano di Sierre e di Noës e successivamente direttore dell’Istituto Romando di Formazione ai ministeri a Fribourg (Svizzera). Dal 2007 è titolare della cattedra francofona di teologia pastorale, pedagogia religiosa ed omiletica presso l’Università di Fribourg. È co-responsabile del comitato italo-

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svizzero della redazione della rivista Lumen Vitae di Bruxelles (Belgio) e con-direttore del periodico stesso. Da oltre venticinque anni presiede l’ABC (Associazione Biblica Cattolica della Svizzera Romanda). Suo ultimo libro in campo biblico: L’animation biblique de la pastorale. 120 propositions pratiques, Lumen Vitae, Namur-Bruxelles 2017. Silvio Barbaglia Nato a Galliate (NO) nel 1963, diploma di maturità classica, baccalaureato in teologia presso lo Studio Teologico San Gaudenzio in Novara e licenza in Sacra Scrittura conseguita presso il Pontificio Istituto Biblico in Roma. Dottore in Teologia biblica dal 2018 presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Ordinato prete per la Diocesi di Novara il 25 giugno 1988. Insegna Introduzione all’Antico e al Nuovo Testamento, Esegesi di Antico e di Nuovo Testamento presso lo Studentato teologico San Gaudenzio di Novara affiliato alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano e presso l’Istituto Superiore di Scienze religiose di Novara. Accanto all’insegnamento in materia biblica in Diocesi è anche Assistente spirituale dell’Associazione Culturale Diocesana “La Nuova Regaldi” (www.lanuovaregaldi.it). Tra i contributi scritti più recenti: Gesù e il matrimonio: indissolubile per chi?, Cittadella, Assisi (PG) 2016. Elena Chiamenti Laica, cattolica, vive e lavora a Verona dove è nata nel 1982. Ha conseguito la licenza in teologia biblica nel 2012 e il dottorato nella stessa materia nel 2017 presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Spende la sua competenza teologia e biblica soprattutto in campo pastorale-catechistico: infatti ha collaborato con alcuni Uffici Catechistici Diocesani nel Triveneto per la formazione biblica di catechisti e educatori. Con la Diocesi di Concordia-Pordenone ha collaborato alla pubblicazione del progetto catechistico-liturgico Bambini a Messa. Itinerario con famiglie e comunità (anno C), EDB 2018 e sta pubblicando la sua tesi di dottorato dal titolo La sterile, madre di figli. La figura di Anna in 1Sam 1-2 come paradigma di maternità.

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Giuseppe De Virgilio Nato a Foggia nel 1961, è presbitero cattolico della diocesi di TermoliLarino dal 1986. Ha svolto diversi incarichi pastorali, a livello diocesano (1986-1996) e regionale (Seminario Regionale di Chieti: 1996-2005). Ha conseguito il dottorato in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana, il dottorato in Teologia Morale presso la Pontificia Accademia Alfonsiana e la licenza in Filosofia presso la Pontificia Università Urbaniana. È professore associato di Esegesi del Nuovo Testamento e Teologia biblica presso la Pontificia Università della Santa Croce (Roma). È membro della Studiorum Novi Testamenti Societas e dell’Associazione Biblica Italiana, di cui è stato segretario (2008-2012). Rappresentante della Conferenza Episcopale Italiana per la Catholical Biblical Federation (2002-2013), è stato membro del comitato esecutivo (2008-2013). È nel consiglio di redazione di Rivista Biblica Italiana, di Bulletin Dei Verbum (CBF) e di Vocazioni. Ha in attivo diverse pubblicazioni ed ha curato alcune opere collettive, tra cui il Dizionario Biblico della Vocazione (Rogate, Roma 2007). Tra le sue opere recenti segnaliamo: Teologia Biblica del Nuovo Testamento (Messaggero, Padova 2016); Commento alle Lettere a Timoteo e Tito (Città Nuova, Roma 2017); Il sogno di Dio. Giustizia e pace si baceranno (Paoline, Milano 2017). Stefania De Vito Nata ad Avellino nel 1977, cattolica, sposata e madre di famiglia, dottoressa in teologia biblica (Pontificia Università Gregoriana di Roma), già docente di introduzione alla Bibbia (Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale/ISSR di Avellino), insegna discipline bibliche presso la Pontificia Università Gregoriana e l’università LUMSA di Roma. Ha pubblicato la sua tesi di dottorato dal titolo La schiavitù via di pace. Una prospettiva pragmalinguistica di Rm 6,15-23, PUG, Roma 2016. Gaetano Di Palma Nato a Portici (NA) nel 1964, presbitero cattolico, licenziato in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma e dottore in Teologia, è professore ordinario di Scienze Bibliche (Facoltà Teo-

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logica dell’Italia Meridionale di Napoli) e direttore del seminario di scienze bibliche della sezione “San Tommaso d’Aquino” della stessa Facoltà. Tra i libri più recenti: La grazia di Dio non è stata vana. Alcuni studi su Paolo di Tarso, CNX, Roma 2013; Pietro uomo nuovo in Cristo. Da pescatore ad apostolo: sondaggio nella letteratura lucana, Citta Nuova, Roma 2015; (con L. Parente) Alle sorgenti della misericordia. Il Vangelo di Luca, Passione Educativa, Benevento 2015; Cristo e la gioia nei vangeli sinottici, Sardini, Brescia 2016. Stefano Dolfini Nato a Milano nel 1964, è coniugato e padre di quattro figli. Consegue il Magistero presso l’ISSR di Milano ed è docente di Religione Cattolica nelle Scuole Superiori dal 1987. Dal 1999 opera, con la Caritas Ambrosiana, come Educatore Professionale negli ambiti penitenziario, comunità di recupero tossicodipendenti e accoglienza di famiglie Richiedenti Asilo. Ha collaborato con varie istituzioni come formatore con l’ausilio di tecniche teatrali ed espressive. Dal 2015 progetta e conduce un laboratorio teatrale per adolescenti anche con disabilità. Nicoletta Gatti Nata a Rovereto (TN) nel 1961, dopo la licenza in Scienze Bibliche al Pontificio Istituto Biblico, ha insegnato Sacra Scrittura in Etiopia. Nel 2006 ha conseguito il dottorato in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma con una dissertazione intitolata Perché il piccolo diventi fratello. La pedagogia del dialogo nel cap. 18 di Matteo (PUG, Roma 2008). Attualmente vive in Ghana, dove si dedica all’insegnamento universitario nei campi dell’ermeneutica africana e teologia biblica (Department for the Study of Religions, University of Ghana, Legon) e al dialogo interreligioso, con un’azione formativa sia a carattere accademico che pastorale. Tra i suoi scritti in lingua italiana vi sono alcuni contributi nei libri di E. Borghi, Il mistero appassionato. Lettura esegetico-ermeneutica del vangelo secondo Marco, EMP, Padova 2011; Id., La gioia del perdono. Lettura esegetico-ermeneutica del vangelo secondo Luca,

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EMP, Padova 2012. Le sue pubblicazioni in lingua inglese riguardano la lettura interculturale dei testi biblici nel contesto culturale ghanese. Ha recentemente edito con George Ossom-Batsa e Rabiatu D. Ammah, Religion and Sustainable Development: Ghanaian Perspectives, Urbaniana University Press, Città del Vaticano 2018. Roberto Geroldi Nato a Milano nel 1956, presbitero cattolico, membro per venticinque anni dell’Ordine Somasco, esperto di pastorale biblica, attualmente parroco e vicario generale dell’Arcidiocesi di Lanciano-Ortona (CH). Adrian Graffy Nato a Ilford (Inghilterra) nel 1950, è stato ordinato presbitero per la diocesi di Brentwood nel 1974. Dottore in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico nel 1983, è stato docente di Sacra Scrittura al St John’s Seminary di Wonersh dal 1983 al 2005. Dal 1999 è delegato della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles presso la Federazione Biblica Cattolica. Dal 2011 è parroco di Gidea Park e dal 2014 è membro della Pontificia Commissione Biblica. Tra i suoi scritti più recenti: Scriptures of Mercy. The Love of God in the Old Testament, Catholic Truth Society, London 2016; Discovering the New Testament, Catholic Truth Society, London 2014; The Letter to the Romans, Alive Publishing, Stoke-on-Trent 2012. Fabrizio Filiberti Nato a Novara nel 1958, sposato e padre di famiglia, è docente di religione cattolica nelle Scuole Superiori italiane, biblista. Presiede “Città di Dio”, Associazione ecumenica di cultura religiosa (www.cittadidio. it) di Invorio (NO). Tra i suoi saggi: Povertà e mercato globale, Pardes, Bologna 2004; L’esperienza di Gesù, Pardes, Bologna 2006; L’uomo, la donna, l’amore, ilmiolibro.it, Roma 2010; Piccoli, poveri e peccatori, ilmiolibro.it, Roma 2012; (con M. Simonotti) Sulla cattiva strada. la spiritualità di Fabrizio De André, Moretti & Vitali, Bergamo 2014; Resurrexit. L’annuncio cristiano in discussione, ilmiolibro.it, Roma 2015.

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Luciano Locatelli Nato a Sedrina (BG) nel 1963, presbitero cattolico, esperto di pastorale e comunicazione biblica, impegnato con la Caritas di Bergamo in vari progetti di carattere sociale. Molto seguiti sono i suoi commenti alle letture evangeliche della liturgia cattolica quotidiana pubblicati sulla sua pagina Facebook personale all’insegna dell’esordio Buongiorno, mondo! Alberto Maggi Nato ad Ancona nel 1945, prete dell’Ordine dei frati Servi di Maria, ha studiato nelle Pontificie Facoltà Teologiche “Marianum” e “Gregoriana“ di Roma e all’“École Biblique et Archéologique” di Gerusalemme. Dal 1995 dirige il Centro Studi Biblici “Giovanni Vannucci” a Montefano (MC) (www.studibiblici.it), dove insieme al confratello biblista Ricardo Perez Marquez, si dedica alla divulgazione degli studi dei testi biblici attraverso incontri, pubblicazioni e trasmissioni radiotelevisive. Tra i suoi libri più recenti: L’ultima beatitudine. La morte come pienezza di vita, Garzanti, Milano 2017; Nostra Signora degli eretici. Storia di Maria di Nazaret, Garzanti. Milano 2019. Lidia Maggi Nata a Sassari nel 1964, è pastora e teologa battista. Molto impegnata nella divulgazione biblica e nel dialogo ecumenico ed interreligioso, ha pubblicato vari contributi su differenti periodici. Tra i suoi ultimi libri: Le donne di Dio. Pagine bibliche al femminile, Claudiana, Torino 20142; L’evangelo delle donne, Claudiana, Torino 20142; (con A. Reginato) Liberté, égalité, fraternitè. Il lettore, la storia e la Bibbia, Claudiana, Torino 2014; (con A. Reginato) Vi affido alla Parola. Il lettore, la chiesa e la Bibbia, Claudiana, Torino 2017; (con C. Petrini), Accarezzare la terra. Meditazioni sul futuro del pianeta, Centro Formazione e Lavoro A. Grandi, Bergamo 2018; Protestantesimo, Editrice Bibliografica, Milano 2018; (con A. Reginato) Corpi di desiderio. Dialoghi intorno al Cantico dei Cantici, Claudiana, Torino 2019.

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Mariarita Marenco Nata a Torino nel 1951, sposata, licenziata in Cristologia, è docente di Sacra Scrittura e Scienze Bibliche presso la sezione torinese della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, presso l’Università Pontificia Salesiana di Torino e presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Torino. Tra le sue pubblicazioni: Da Gesù al Nuovo Testamento, Effatà, Cantalupa (TO) 2013; Sant’Agostino. La Sacra Scrittura e l’esegesi ebraica, Effatà, Cantalupa (TO) 2019. Carmine Matarazzo Nato a Napoli nel 1972, cattolico, sposato e padre di un figlio, laureato in Filosofia Dottore in Teologia. Docente stabile di Teologia pastorale e Direttore dell’Istituto di scienze pastorali, presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Sezione San Tommaso d’Aquino, a Napoli. Componente del Consiglio direttivo del centro interuniversitario di ricerca bioetica (Cirb). Tra i suoi saggi recenti: (a cura di), Beati i puri di cuore. La nuova evangelizzazione a servizio della persona umana nel messaggio di Madre Liliana del Paradiso, Cantagalli, Siena 2017; (con G. Castello a cura di), Per un nuovo umanesimo, Il Pozzo di Giacobbe, Trapani 2017; Liturgia e secolarizzazione. La missione della Chiesa nel mondo attuale, EDB, Bologna 2018. Francesco Mosetto Nato a Rivarolo Canavese (TO) nel 1939, presbitero cattolico salesiano, ha conseguito nel 1967 la Licenza in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma e nel 1986 il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Urbaniana. Ha insegnato per molti anni esegesi e teologia del Nuovo Testamento presso la Pontificia Università Salesiana. È stato preside della Sezione torinese di tale ateneo (19931999; 2005-2008), preside dello Studio Teologico Salesiano, Cremisan Gerusalemme (2000-2005); presidente dell’Associazione Biblica Italiana (1994-2002), presidente della Associazione Biblica Salesiana (2005-2011), vicedirettore e redattore della rivista “Parole di vita” (1979-1995), condirettore del manuale di studi biblici “Logos” (Elledici 1996-2012). Tra

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i suoi libri più recenti: Uno sguardo nuovo su Gesù. I misteri della vita di Cristo, Elledici, Leumann (TO) 2016; Gli insegnavo a camminare. Bibbia e educazione, LAS, Roma 2018. Eric Noffke Nato a Pisa nel 1968, è sposato e padre di una figlia e di un figlio. Pastore metodista, dottore in Nuovo Testamento (Università di Basilea – 2003), insegna esegesi e teologia del Nuovo Testamento presso la Facoltà di Teologia Valdese di Roma, è presidente della Società Biblica in Italia. Tra le sue pubblicazioni: Cristo contro Cesare. Come gli ebrei e i cristiani del I secolo risposero alla sfida dell’imperialismo romano, Claudiana, Torino 2006; Giovanni Battista. Un profeta esseno? L’opera e il messaggio di Giovanni nel suo contesto storico, Claudiana, Torino 2008; con E. Borghi – E. Norelli – C. Gianotto – F.G. Nuvolone, Gli apocrifi del Nuovo Testamento. Per leggerli oggi, EMP, Padova 2013. Lorella Parente Nata a Salerno nel 1980, ha conseguito il Dottorato in Teologia dogmatica nella Sezione San Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli. Vive la sua esperienza ecclesiale nell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno, dove è docente di Teologia dogmatica presso l’ISSR “San Matteo”. Titolare di un prestigioso premio nazionale in Teologia – promosso da Caritas Italiana, Presidenza CEI, Diocesi di Padova e Fondazione “E. Zancan” – è impegnata sul fronte della ricerca e delle pubblicazioni teologiche a livello sia scientifico che divulgativo, prestando collaborazione a diverse riviste e collane di settore. Tra i suoi più recenti volumi: (con G. Di Palma), La Parola del Catechista. Il Vangelo di Matteo, PassionEducativa, Benevento 2016; (con G. Di Palma), Il Vangelo di Marco. L’identità di Gesù, PassionEducativa, Benevento 2017; Il nascondiglio di Cristo. La concezione del povero come sacramento nell’opera di Giacomo Cusmano, Rubbettino, Soveria Mannelli (Catanzaro) 2019. Angelo Reginato Nato ad Abbiategrasso (MI) nel 1963, è licenziato in Teologia biblica (Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano) e svolge un

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ministero pastorale nella chiesa battista a Lugano. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Lavoro, Emi, Bologna 2008; «Che il lettore capisca» (Mc 13,14). Il dispositivo di cornice nell’evangelo di Marco, Cittadella, Assisi (PG) 2009; (con L. Maggi), Liberté, égalité, fraternitè. Il lettore, la storia e la Bibbia, Claudiana, Torino 2014; (con L. Maggi), Vi affido alla Parola. Il lettore, la chiesa e la Bibbia, Claudiana, Torino 2017; (con L. Maggi) Corpi di desiderio. Dialoghi intorno al Cantico dei Cantici, Claudiana, Torino 2019. Luciano Zappella Nato a Trescore Balneario (BG) nel 1961, valdese, docente di materie letterarie al liceo linguistico “G. Falcone” di Bergamo è presidente del Centro Culturale Protestante di Bergamo, nonché ideatore e curatore del sito www.bicudi.net dedicato alla didattica della Bibbia a scuola. I suoi interessi riguardano in particolare l’analisi narrativa del testo biblico. Pubblicazioni recenti: Bibbia e storia, Claudiana, Torino 2012; Manuale di analisi narrativa biblica, Claudiana, Torino 2014; (con Piero Stefani), Leggere la Bibbia in 100 passi, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2015. Collabora con la rivista di cultura biblica Bibbia ieri e oggi. Stefano Zeni Nato a Rovereto (TN) nel 1973, è presbitero cattolico dell’Arcidiocesi di Trento. Ha conseguito la licenza in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico e il dottorato in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana. A Trento insegna Nuovo Testamento presso l’Istituto Teologico Affiliato del Seminario e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose ”Romano Guardini”, di cui attualmente è pro-Direttore. È docente anche presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Bolzano e collabora con altre Istituzioni accademiche in Italia e all’estero. È membro del Progetto internazionale di ricerca Evangelium und Kultur. Di recente ha pubblicato La simbolica del grido nel Vangelo di Marco. Aspetti antropologici e teologici, EDB, Bologna 2019. Per EDB dirige, con Chiara Curzel, la collana “Echi teologici”.

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Stefano Zuffi Nato a Milano nel 1961, sposato e padre di una figlia e due figli, è uno storico dell’arte. È autore di numerosissimi volumi di divulgazione culturale, legati in modo diretto o complementare, alla storia dell’arte. Consulente editoriale per la casa editrice Electa, è stato responsabile di alcune collane di successo al grande pubblico, come gli Artbook e, dal 2002, I dizionari dell’arte. Ricopre gli incarichi di responsabile culturale dell’Associazione Amici di Brera ed è membro del consiglio dell’Associazione “Amici del Poldi Pezzoli“. Tra i suoi saggi più recenti: Bella! Italia, Sassi, Leguzzano (VI) 2016 (ediz. italiana e inglese); Vite di Caravaggio, Abscondita, Milano 2017; (con C. Savino), Le vite dei grandi artisti, 24oreCultura, Milano 2019; Leonardo in primo piano, Electa, Milano 2019.

L’Associazione Biblica della Svizzera Italiana (absi – www.absi.ch – canale youtube “Associazione Biblica della Svizzera Italiana” – info@absi.ch), è un’istituzione culturale ecumenica fondata a Lugano il 13 gennaio 2003. Il suo scopo costituzionale è favorire la conoscenza culturale ed esistenziale dei testi e valori etici ed estetici della Bibbia sia nell’ambito delle chiese e delle comunità religiose sia in quello del sistema formativo scolastico e universitario e delle istituzioni della società civile anzitutto nella Svizzera Italiana e nei territori a maggioranza italofona al di fuori della Svizzera. I soci sono alcune centinaia, un terzo dei quali in Italia.

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