Parola&parole & Anno XIII t Dicembre 2015 t Numero 24
Per una vita ecumenica
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Associazione Biblica della Svizzera Italiana
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Indice
EDITORIALE L’incanto di una Chiesa unita (di Giovanni Cereti). . . . . . . . . . . . .
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SAGGI E CONTRIBUTI 1. La parola di Dio come luogo di incontro delle diverse confessioni cristiane (di Lidia Maggi) . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.1. Il soffio dello Spirito ecumenico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.2. Il nostro sguardo sulla Bibbia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.3. Fame e sete di Parola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.4. Leggere la Bibbia ogni giorno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.5. Dare tempo a Dio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.6. Aprire il cuore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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2. “Tu sei Pietro”. Lettura di Matteo 16,13-28 (di Alberto Maggi). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 2.1. Il contesto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 2.2. Lettura del testo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 3. Per un ecumenismo del cuore e della mente: radici bibliche e riflessioni attuali (di Paola Zanardi Landi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.1. Che cosa è l’ecumenismo spirituale? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.2. Fondamento biblico dell’ecumenismo spirituale . . . . . . . . . . . . . . (a) La comunione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
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(b) L’adorazione in spirito e verità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43 3.3. Il luogo dell’incontro con Dio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48 3.4. Un segno dei tempi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49 4. Verso l’unità per il bene di tutti (interventi di Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola Valdese - papa Francesco, vescovo di Roma) . . . . . . . . . . . . 52 absi - Associazione Biblica della Svizzera Italiana . . . . . . . . . . . . . 63
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E D I T O R I A L E
L’incanto di una Chiesa unita
Gli eventi di queste ultime settimane hanno dimostrato, se ve ne fosse stato ancora bisogno, che la globalizzazione che avevamo vissuto innanzitutto sul piano tecnologico, economico e finanziario, oggi è ormai diventata una realtà anche nei rapporti fra i popoli, le culture, le religioni. Un’umanità sempre più numerosa è chiamata a convivere sul nostro pianeta, condividendo le risorse della terra, superando i conflitti esistenti per realizzare una maggiore solidarietà. Una solidarietà che già è desiderata e vissuta dalla grande maggioranza di coloro che fanno parte dell’umanità, per quanto appartenenti a religioni diverse, e avversata solo da piccole minoranze incoscienti e fanatiche. In questo nuovo mondo globale, la comunità cristiana è chiamata a dare una rinnovata testimonianza alla verità dell’evangelo, agendo all’interno della nostra umanità come sale della terra e luce del mondo (cfr. Mt 5,13-16). D’altra parte i rapporti che si intrecciano oggi fra culture e religioni diverse spingono verso una sempre maggiore unità, persino nel riconoscere la comunione esistente fra le religioni monoteiste nella confessione dell’unico Dio, e nell’aiutare a quella conversione alla presenza interiore della divinità che potremmo considerare come esperienza che i cristiani possono avere in comune con le religioni orientali. Di fronte a questa nuova situazione di un’umanità che sta diventando più adulta, le divisioni che esistono fra i cristiani mostrano tutta la loro futilità, legate come sono o a fraintendimenti del passato, o a fattori politici e culturali, o alle distanze che una volta impedivano la conoscenza di altre culture e di altri popoli, e quindi in larga misura non a vere ragioni di fede, ma ai cosiddetti fattori non teologici. E tuttavia, nonostante tante divisioni apparenti, i cristiani che appartengono a tutte le grandi Chiese storiche sono già più uniti di quanto 7
si creda, soprattutto perché ascoltano le stesse Scritture ed esprimono la loro fede comune con i simboli della Chiesa antica, e in particolare con il Simbolo niceno-costantinopolitano, che ci accompagna normalmente nell’Eucaristia domenicale. La Chiesa di Cristo, una santa cattolica e apostolica, è una realtà meravigliosa, un dono straordinario di Dio alla nostra umanità. “E poiché la Chiesa è in Cristo come sacramento, e cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (LG 1), le divisioni che ancora esistono fra le diverse Chiese che fanno riferimento a differenti tradizioni locali o confessionali possono essere relativizzate e sono chiamate a essere superate. Per questo superamento ci aiuta ancora la visione della Chiesa come comunione. Infatti, in questa comunione della grande Chiesa esistono gradi diversi di comunione fra i cristiani e fra le Chiese ancora separate sul piano visibile, e questi gradi diversi di comunione vengono presi in esame nei dialoghi intercorsi fra le Chiese cristiane. Fortunatamente, nei documenti frutto di questi dialoghi si riconosce per lo più che ciò che ci unisce è infinitamente di più di ciò che ci divide, e si parla generalmente di una comunione quasi perfetta o di un alto grado di comunione. La crescita verso la pienezza della comunione, che appare sempre più necessaria in un mondo globalizzato come l’attuale, è resa oggi possibile dalla relativa indipendenza delle Chiese dagli Stati, indipendenza che esisteva molto meno in passato. Per una piena riconciliazione, da realizzarsi attraverso l’ascolto della Parola, il servizio agli altri, il proesistere, è necessaria però anche la capacità di perdonarsi a vicenda per gli avvenimenti del passato e di riconoscere i doni di Dio presenti nelle altre Chiese. Il principio per cui dobbiamo ricercare l’unità nelle cose necessarie, riconoscendo la legittima libertà in tutte le cose che non sono necessarie, e praticando la carità in ogni caso, ci aiuta a riconoscere quante sono le cose secondarie e non necessarie che continuano a tenere divise le Chiese. Soprattutto dovremmo sempre ricordare che quanto più nell’amore siamo in comunione con Dio, tanto più siamo già oggi in comunione fra noi, il che relativizza molte frontiere che ancora ci dividono e ci apre alla dimensione ultima del Regno. Fra le legittime differenze che ancora esistono fra le Chiese ci possono essere dei carismi specifici alle diverse tradizioni, che siamo invitati a 8
riconoscere per poterne condividere il dono specifico fra le grandi tradizioni cristiane. In modo particolare, per quanto concerne l’Europa, per tanti secoli cuore della cristianità, da molto tempo le tre grandi tradizioni confessionali che la caratterizzano, l’ortodossia, il protestantesimo e il cattolicesimo, sono state identificate nelle figure simboliche di tre grandi testimoni dell’epoca apostolica. L’ortodossia sembra portare alla Chiesa universale e al mondo, grazie al suo misticismo contemplativo, che si esprime nel monachesimo, nella liturgia, nel culto delle icone, il carisma di Giovanni l’evangelista, mistico e teologo. Il protestantesimo ci richiama il carisma di Paolo, l’uomo della Parola, il testimone della libertà del cristiano. Il cattolicesimo infine il carisma di Pietro, l’uomo della responsabilità, del servizio, dell’organizzazione. Se si volessero identificare questi diversi carismi in passi biblici specifici, possiamo dire che il carisma dell’ortodossia, così attenta all’azione dello Spirito nella Chiesa, lo potremmo ritrovare nella parola del Signore: «Il Consolatore, lo Spirito santo che il Padre manderà nel mio nome, v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto» (Gv 14,26; cfr. Gv 16,13-14). E si potrebbe richiamare anche il mistero dell’inabitazione della Trinità in quanti vivono nella comunione con il Signore, su cui ha tanto meditato Elisabetta della Trinità (cfr. Gv 14,16-23). Il carisma del protestantesimo, nelle sue diverse articolazioni, lo possiamo riconoscere in tutto l’epistolario paolino, e soprattutto nella lettera ai Galati, la lettera della libertà del cristiano, ma anche nella lettera ai Romani e nella prima ai Corinzi. Il carisma del cattolicesimo intende esprimere la propria fedeltà a Mt 16,13-20 1, ma ancora più a Gv 21,15-17, che ci ricorda come l’unica cosa che il Signore chiede a chi lo serve nella comunità cristiana è un amore autentico a Lui. I cristiani delle diverse tradizioni non possono rinunciare a nessuno di questi doni, né tanto meno lo possono fare le Chiese, che sono chiamate a condividerli. Perché ogni Chiesa non deve mai dimenticare l’avvertiIn questo numero di “Parola&parole” (cfr. pp. 21-35) il biblista Alberto Maggi presenta una lettura non tradizionale di questo passo matteano, solida sotto sotto i profili esegetico ed ermeneutico, che potrebbe essere anche ecumenicamente molto rilevante. 1
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mento di Paolo: «Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso» (Fil 2,3). La scoperta di questa comunione ecclesiale, della quale tutti siamo chiamati a fare parte, è sorgente di indicibile gioia. Dunque, tutte le ricchezze spirituali delle altre Chiese, che in passato sentivo come estranee, fanno parte della “universalità” della Chiesa e io posso vivere di esse insieme ai miei fratelli e sorelle di quelle Chiese, disposto anzi a imparare da loro. Ma soprattutto posso sentire come fratelli e sorelle una moltitudine di credenti che in passato ero obbligato a considerare come separati e quasi come concorrenti e avversari, se non addirittura come scismatici o eretici. Quale gioia la riscoperta degli orizzonti sconfinati legati a una retta comprensione della cattolicità della Chiesa e la possibilità di abbracciare in Cristo innumerevoli discepoli del Signore che scopriamo vivere il nostro stesso cammino di fede e di amore all’interno di tutte le Chiese! Giovanni Cereti 2
Nato a Genova nel 1933, si è laureato in giurisprudenza all’Università di Genova nel 1956. Presbitero dal 1960, ha esercitato il ministero pastorale a Genova dal 1960 al 1970, a Bouar in Repubblica Centro Africana dal 1970 al 1973, e successivamente a Roma. Dottore in teologia alla Pontificia Università Gregoriana, ha tenuto corsi di teologia dogmatica e discipline ecumeniche in diversi Istituti teologici e Facoltà ecclesiastiche. Insegna ecclesiologia all’Istituto San Bernardino di Venezia. È consulente del SAE (Segretariato per le Attività Ecumeniche). Ha fondato e presiede il gruppo di spiritualità “Fraternità degli Anawim” (www.anawim.eu), un gruppo di persone di varia estrazione sociale e formazione culturale che, articolato in vari gruppi tra la Lombardia, la Liguria e il Lazio, cerca di proporre da decenni una lettura esistenziale dei testi biblici per la vita di tutti. È tra i curatori di: Enchiridion Oecumenicum, EDB, Bologna 1986-1996; Dizionario del movimento ecumenico, EDB, Bologna 1994. Tra le sue opere inoltre ricordiamo: Divorzio nuove nozze e penitenza nella chiesa primitiva, EDB, Bologna 1977, 21998; Per un’ecclesiologia ecumenica, EDB, Bologna 1996, 22003; Amare. Una parola di vita per meditare, Piemme, 2000; Le Chiese cristiane di fronte al papato. Il ministero petrino del vescovo di Roma nei documenti del dialogo ecumenico, EDB, Bologna 2006; Amore, EMI, Bologna 2007; ABC delle chiese e delle confessioni cristiane, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2009; Divorziati risposati. Un nuovo inizio è possibile? Cittadella, Assisi (PG) 2009; Pagare le tasse. Solidarietà e condivisione, Cittadella, Assisi (PG) 2010; Matrimonio e misericordia, EDB, Bologna 2015. 2
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SAGGI E CONTRIBUTI
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La lettura della Bibbia come luogo di incontro delle diverse confessioni cristiane di Lidia Maggi1 La Bibbia è patrimonio comune delle diverse tradizioni cristiane. Ma, com’è noto, quando c’è di mezzo un patrimonio da ereditare, i parenti normalmente litigano. E le Chiese, in questo, non sono migliori degli altri! E così quella che doveva essere ricchezza condivisa è spesso risultata, nel passato, motivo di divisione. Coinvolta nei conflitti, la Scrittura è stata dagli uni esiliata, dagli altri considerata l’unica voce autorevole, da prendere alla lettera. Il luogo di incontro per eccellenza tra le Chiese, in quanto veicolo di quella Parola che convoca (come è inscritto nello stesso vocabolo che designa la comunità dei credenti, ek-klesia), la sorgente che avrebbe dovuto alimentarne la fede e suggerirne la forma, è divenuto campo di battaglia per lungo tempo. Libro bandito o, al contrario, testo utilizzato all’eccesso per confutare le ragioni dell’altro, la Bibbia ha spesso faticato a ritrovare la sua giusta collocazione all’interno della vita delle Chiese. Nata nel 1964, pastora dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia e responsabile del periodico per formatori “La Scuola domenicale”. Molto impegnata nella divulgazione biblica e nel dialogo ecumenico ed interreligioso, ha pubblicato vari contributi su differenti periodici. È, tra l’altro, docente del corso ecumenico ed interreligioso di introduzione generale alla lettura della Bibbia “LEGGERE PER VIVERE. Per conoscere la Bibbia nella vita di oggi” che da due anni si svolge presso la parrocchia svizzera di Breganzona. Tra i suoi ultimi libri: Le donne di Dio. Pagine bibliche al femminile, Claudiana, Torino 2009.20142; L’evangelo delle donne, Claudiana, Torino 2010. 20142; Elogio dell’amore imperfetto, Cittadella, Assisi 2010; (con L. Zoia) Amare oggi, Il Margine, Trento 2012; (con A. Reginato) Dire, fare, baciare… Il lettore e la Bibbia, Claudiana, Torino 2012; (con A. Reginato) Liberté, égalité, fraternitè. Il lettore, la storia e la Bibbia, Claudiana, Torino 2014; Giobbe, il dolore del mondo, Cittadella, Assisi 2014. 1
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