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I gravi ritardi delle infrastrutture urbane
from Onda Verde n.47
by aci-it
ressano complessivamente oltre 1.700 km di rete, e porteranno la quota di rete elettrificata in Italia dal 70,2% del 2022 ad oltre il 78% a fine interventi. Si tratta di uno degli indicatori in cui l’Italia si mostra in vantaggio rispetto ad altri grandi Paesi europei. Ad esempio, in Spagna la rete elettrificata è circa il 63% del totale, mentre in Germania questa quota è ferma a poco più del 60%”.
Le Risorse Necessarie
Al fine di superare ritardi e problemi, nonostante l’attuale disponibilità di importanti risorse economiche, Legambiente ritiene necessario un piano di investimenti aggiuntivo, stimato in circa 2 miliardi di euro l’anno fino al 2030, per accelerare il passo avviando una vera e propria “cura del ferro” e rendendo il tema del pendolarismo una reale priorità per il nuovo Governo.
Gli investimenti sul lato infrastrutture messi in campo negli ultimi anni, tra fondi nazionali ed europei, sono finalmente un segnale positivo, ma solo in parte produrranno effetti in grado di recuperare i ritardi delle città italiane.
Più nel dettaglio, “Pendolaria 2023” auspica la previsione di maggiori risorse economiche “pari a 500 milioni l’anno per rafforzare il servizio ferroviario regionale (per acquisto e “revamping” dei treni) e 1,5 miliardi l’anno per realizzare linee metropolitane, tranvie, linee suburbane”. Risorse recuperabili secondo Legambiente dal bilancio dello Stato, “specialmente all’interno del vasto elenco di sussidi alle fonti fossili”.
nostro Paese, smettendola di rincorrere inutili opere come il Ponte sullo Stretto di Messina”.
E ha quindi concluso: ”Occorre investire in servizi, treni moderni, interconnessioni tra i vari mezzi di trasporto e con la mobilità dolce, in linee ferroviarie urbane, suburbane ed extraurbane, potenziando il servizio dei treni regionali e Intercity. Al Ministro Matteo Salvini l’associazione ambientalista chiede di dedicare ai pendolari almeno la stessa attenzione che ha messo in questi mesi per il rilancio dei cantieri delle grandi opere”.
sti anni non sono stati affrontati e che si sono ampliati rispetto agli altri grandi Paesi europei.
Un fondamentale investimento aggiuntivo che permetterebbe di aumentare sensibilmente il numero di passeggeri che viaggiano in metropolitana e in treno, così da migliorare anche la qualità dell’aria e ridurre le emissioni di CO2 in linea con l’Accordo di Parigi e gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Unione europea.
“Il processo di riconversione dei trasporti in Italia è fondamentale”, ha spiegato in merito il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, intervenendo sulla questione, “e lo è se vogliamo rispettare gli obiettivi del Green Deal europeo, del taglio delle emissioni del 55% entro il 2030 e del loro azzeramento entro il 2050, visto che il settore dei trasporti è responsabile di oltre un quarto delle emissioni climalteranti italiane che, in valore assoluto, sono addirittura cresciute rispetto al 1990. Per questo è fondamentale invertire la rotta e puntare su importanti investimenti per la “cura del ferro” del
Uno dei settori su cui ancora molto dovrà essere fatto nei prossimi anni è quello delle reti metropolitane da realizzare nelle più grandi città italiane, aspetto che il Pnrr, ad esempio, prevede in maniera limitata, principalmente a causa della necessità di completare le opere entro il 2026. Sono necessari maggiori investimenti, legati a una visione di sviluppo delle aree metropolitane italiane che parta dai nodi della mobilità e dell’inquinamento; in questo modo potranno essere recuperati i ritardi che in que-
Molto negativi i dati degli ultimi cinque anni: nel 2018 erano stati inaugurati 0,6 km di metropolitana, nel 2019 e 2020 in Italia non è stato inaugurato neanche un tratto di nuove linee, mentre nel 2021 solo 1,7 km. Il 2022 mostra dati migliori, con 5,3 km inaugurati grazie all’apertura della prima tratta della M4 a Milano, ma riguardano la città che vanta già la migliore e più estesa rete metropolitana d’Italia.
In questi cinque anni abbiamo viaggiato a un ritmo di un chilometro e mezzo all’anno di nuove metro, lontanissimo da quanto sarebbe necessario per recuperare la distanza dalle do-
