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AMBIENTE

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FUTURO

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UNITI PER IL FUTURO

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In Italia, secondo gli esperti, gli effetti del riscaldamento globale potrebbero essere devastanti: ondate di calore, siccità e ritiro dei ghiacciai. Per questo gli scienziati chiedono alla politica di mettere al centro dell'agenda il clima e l’ambiente.

Èresponsabilità collettiva costruire territori più sostenibili, attraenti, vivibili, resilienti e ad alta efficienza energetica. Lo hanno sottoscritto centinaia di amministratori pubblici, firmando insieme il “Patto per il clima e l’energia”. Ma lo ha confermato in agosto la velocità con cui è stata superata la quota simbolica di 100mila firme alla lettera appello degli scienziati alla politica, affinché tutti mettessero al centro dei propri programmi clima e ambiente. La tesi degli scienziati mira ad intercettare le sensibilità di tutti senza appartenenze o bandiere. “In Italia – dicono – gli effetti del riscaldamento globale potrebbero essere in futuro ancora più devastanti, ci sono già chiare evidenze di aumenti di ondate di calore e siccità, di ritiro dei ghiacciai alpini, di aumento delle ondate di calore marine e, in parte, di aumento degli eventi estremi di precipitazione che impattano su territori fragili influenzando le attività economiche e la vita sociale". L’invito è dunque a considerare la lotta alla crisi climatica come una base essenziale per il raggiungimento di uno sviluppo equo e sostenibile in futuro. Agli scienziati del clima, come ai tanti firmatari, appare urgente porre tale problema in cima all'agenda politica di domani. Ed è per questo che, sotto i nomi dei primi cinque uomini di scienza (il Direttore dell'Istituto di Scienze Polari Carlo Barbante, il Vicepresidente del Working Group III dell'Ipcc Carlo Carraro, il Presidente della Fondazione centro euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici Antonio Navarra, lo scienziato del clima Antonello Pasini, il Presidente della Società italiana per il clima Riccardo Valentini) ora vi è una lunghissima lista di semplici cittadini che hanno subito condiviso la petizione dando ad essa larghissima eco. Molto ha fatto l’adesione di importanti associazioni e personalità della cultura, dello sport e della politica. Dopo i movimenti come “Fridays For Future”, “Extinction Rebellion”, le associazioni WWF, Legambiente, Libera, Gruppo Abele e “Casa Comune”, tanti sono i singoli esponenti della cultura, dello sport e dello spettacolo che hanno voluto far sentire la propria voce sottoscrivendo tale appello.

Sempre in estate non è mancata poi la voce di chi ha riempito piazze, strade, spiagge con i propri concerti estivi, rinforzando così il messaggio con grande forza e caratterizzazione, mettendo al centro il proprio impegno per l’ambiente. Piccoli dettagli che potrebbero cambiare la vita di tutti sono alla nostra portata. Dopo tutto i cambiamenti, quelli veri e rivoluzionari, partono sempre dal singolo individuo. Lo hanno detto in forme e modi diversi ma con la medesima energia ad esempio Elisa o Alessandro Gassmann. La cantante friulana, protagonista del “Back to the future Tour” insieme a Legambiente, ha abbracciato le tappe del suo tour a emissioni zero, fra cui Puglia e Basilicata, con una precisa missione, ricordando di aver preso coscienza della gravità della problematica ambientale troppo tardi ma dando esempio invitando ciascuno a rifl ettere su come poter contribuire alla risoluzione della questione. Dalla musica ai libri: tra le pagine più intime e toccanti di “Io e i #GreenHeroes” ci sono quelle dedicate all’esperienza della paternità, con cui Alessandro Gassmann, ha sottolineato l’ardore e la passione che muovono ancora oggi

I feel it in the earth, I hear its crying / It's in the oceans, it's in its fi res / I feel it in the earth, soaked in hatred / And this violence, I can't take anymore ”

la sua voglia di battersi per tutelare l’ambiente e contrastare la crisi climatica. Da qui l’idea di un libro come ulteriore mezzo per diffondere l’importanza di essere presenti alla lotta e diventare attori del cambiamento, accompagnati da coprotagonisti esemplari come i Green Heroes, eroi dei giorni nostri che lavorano, spesso silenziosamente, per trovare soluzioni efficaci per riconnettere i ritmi della società e dell’economia a quelli della natura. Cambiamenti climatici, surriscaldamento del pianeta ed eventi meteorologici fuori controllo, sono solo alcune delle conseguenze che gravano sulla sorte delle generazioni future. Con un’agenda concentrata sui temi dell’energia, del risparmio idrico e delle risorse più in generale, non manca giorno in cui agli appelli autorevoli si uniscono anche quelli semplici e spontanei a scendere in campo a favore della causa. Una mobilitazione generale, che amplifica le istanze portate avanti anche da tanti giovani e giovanissimi. Gli stessi che oggi tornano, fra non poche difficoltà ma anche con molte aspettative e speranze, fra i banchi di scuola. Nelle aule non potrà mancare l’appello alla corresponsabilità con un “tutti presenti e pronti”, attraverso piccoli gesti, a fare la differenza. Lo ribadiscono anche tanti ragazzi, in prossimità dello strike mondiale pro ambiente, attori di una mobilitazione diffusa che non ha conosciuto pause in estate. Per il portavoce pugliese FFF, Marco Modugno, l’obiettivo è chiaro e la mobilitazione finalizzata ad un cambio di passo: "In quattro anni di vita del nostro movimento abbiamo provato ad auto sensibilizzarci verso i temi ambientali. Molti di noi hanno aderito al “Friday for future” quando erano al liceo. Siamo cresciuti e abbiamo cercato di estendere la nostra sensibilità agli altri. Abbiamo avanzato proposte, o meglio, abbiamo rilanciato le proposte della scienza. Ci sono allarmi da decenni e ci sono anche le soluzioni!

CROSS WATER. A BARI E VIESTE L'ACQUA PROTAGONISTA

Purtroppo lo studio delle tematiche ambientali nelle scuole è ancora insufficiente, e spesso i giovani sono lasciati all'autoformazione. L'inserimento dell'educazione civica e ambientale è un primo passo, dovuto sicuramente agli scioperi globali del 2019, ma ora bisogna insistere sulla formazione dei docenti". Formazione, passione, ardore, sensibilità, proattività. È questo ciò che tutti chiedono, unendo poi una parola chiave: curiosità. La stessa che ha animato da sempre la vita ed il percorso professionale di Piero Angela, divulgatore scientifico per eccellenza, che ci ha lasciato in questa estate con un’importante eredità valida per tutti, ma in particolar modo per i giovani: «Io consiglio ai giovani di cercare l’eccellenza». Lo ribadì nel 2018 in Puglia proprio nel corso della sua ultima visita ufficiale presso l’Università degli studi di Bari “Aldo Moro”, in occasione della consegna del Sigillo d'oro da parte dell'ateneo. Un uomo che tanto ha donato con la sua passione e il suo esempio alla causa di un domani da riscrivere insieme. Per questo l’ultimo saluto del figlio Alberto al papà e "maestro", diventa, con sentimento di viva riconoscenza, il nostro, quello di tutti: "Per me lui continuerà a vivere attraverso i libri, le trasmissioni, i dischi jazz, ma anche in tutti quei ragazzi che hanno speranza nel futuro e cercano l’eccellenza, nei ricercatori che cercano di andare a meta nonostante tutte le difficoltà, in tutte le persone che cercano di unire e non di disunire, nelle persone che cercano la curiosità e le bellezze della natura, quelle che cercano di assaporare la vita. L’eredità che lascia a tutti noi è importante, ed è un’eredità non fisica o di lavoro, ma di atteggiamento nella vita: quello che ci ha detto come ultima cosa è stato ‘Anche voi fate la vostra parte’."

E noi abbiamo il dovere di fare la nostra!

Piero Angela 1928-2022

Noi non sappiamo come sarà il futuro del lavoro, ma ci sarà sempre bisogno di leggere. È importante che nel lavoro ci si realizzi. Io consiglio ai giovani di cercare l’eccellenza, in qualunque lavoro. Non bisogna mai accontentarsi di quello che si fa, fare qualcosa in più, leggere qualcosa in più, rifare un progetto. Al di là dello studio c’è una parte di partecipazione e di impegno che poi fa la differenza in qualunque settore della vita e del lavoro. Ogni uomo deve essere curioso verso il proprio lavoro, ma il ricercatore un po’ di più, perché è un’attività che si basa su questo. ”

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