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ArTE, cultura e bellezza

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AMBIENTE

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CINEMA E ACQUA

Vista dall'alto della spettacolare balconata a picco sul mare di Polignano a Mare (Bari), location del film che ha lanciato Checco Zalone, "Cado dalle Nubi" (2009) Nella pagina precedente: Il ponte di Gravina, teatro dell'ultimo film di 007, “No Time to Die”

Dalle sequenze da brivido, piene di tensione e di azione dei grandi lm hollywoodiani, no alle immagini che ispirano serenità, divertimento e tranquillità, adatte a descrivere al meglio la bellezza del territorio negli spot d’autore di interesse turistico. L’acqua, i canali, i ponti e tutte le opere che nel tempo l'uomo ha realizzato per renderla fruibile sono da sempre protagonisti della storia del cinema e dell’immaginario di tanti registi. La settima arte ha subito sfruttato la “ uidità semantica” dell’acqua: la ricchezza simbolica, la qualità plastica, la varietà sica di un elemento che si caratterizza per una sorta di fotogenia naturale che lo rende perfetto per la rappresentazione visiva.

Dai Lumière ai giorni nostri

Fin dai lavori dei fratelli Lumière, alla ne dell’800, l’acqua entra nella scena cinemato-

gra ca come elemento dinamico che duplica il movimento delle immagini e come elemento sico impalpabile che l’occhio della macchina da presa restituisce senza di coltà, superando i limiti delle arti gurative tradizionali. Con un salto temporale che dalle prime immagini lmiche arriva ai giorni nostri, di cile non citare come fulgido esempio, “La forma dell’acqua” (titolo originale, “ e shape of water”) di Guillermo del Toro, una aba che reinterpreta il classico intreccio de “La bella e la bestia”, mettendo al centro il legame dei due protagonisti e il loro rapporto con l’acqua. Per numerosi critici e osservatori, la scena nale con il bacio sott’acqua è stata decisiva per l’assegnazione dell’Oscar come miglior lm, senza dimenticare le altre tre statuette per la miglior regia, migliore scenogra a e migliore colonna sonora. Acqua protagonista anche dei lm d’azione. Agli appassionati del genere non sarà sfuggito l’adrenalinico “Mad Max: Fury Road”, dove il dispotico Immortan Joe ricatta l’intera società perché detiene il possesso dell’acqua potabile. O ancora Waterworld, una delle interpretazioni più convincenti di Kevin Costner. Qui l’acqua, intesa come oceano, ha inghiottito

tutti i continenti e l’umanità è impegnata nella ricerca della leggendaria Dryland, l’unico lembo di terra asciutta rimasto.

L’acqua, la Puglia e il cinema: una relazione speciale

Oltre alle caratteristiche dell’elemento acqua in senso stretto, migliaia di lm hanno messo al centro anche le opere architettoniche che l’uomo ha da sempre realizzato per gestire i ussi, i umi e tutte le manifestazioni naturali dell’acqua. In tal senso, la Puglia si può considerare un set a cielo aperto. La nostra regione non è, in realtà, quel grande tavoliere piantato nel Tacco d’Italia come ssato nell’immaginario collettivo degli italiani. Da nord a sud, con una maggiore estensione sul versante occidentale, le spine, i dossi e i pianori dell’ossatura appenninica, la percorrono tutta. Questo le dona caratteristiche che hanno costretto l’uomo ad ingegnarsi per realizzare opere che permettessero a tutti di usufruire dell’acqua. Un’azione che va avanti sin dai tempi dei tempi e che in epoca moderna ha visto gli ingegneri che per primi si sono cimentati con la realizzazione dell’Acquedotto Pugliese, costruire ponti e canali, con tecnica e tenacia; le stesse che ispirarono i progenitori romani. È nato così un grande patrimonio che nel tempo, oltre a svolgere la funzione pratica di garantire la fornitura di acqua a tutti i pugliesi, è diventato anche motivo di interesse cinematogra co. Nella pellicola del momento, ovvero “No Time to Die”, ultimo atto della saga di 007 con protagonista Daniel Craig, a fare da protagonista non solo di una lunga sequenza del lm di Cary Fukunaga, ma anche del progetto di comunicazione per il lancio della pellicola, è il Ponte dell’Acquedotto di Gravina (BA). Lo spot di lancio del lm, infatti, è stato trasmesso durante l’intervallo dell’ultima edizione del Super Bowl, la nale del campionato della National Football League di football americano, ed è stato visto da oltre 150 milioni di spettatori.

Dal globale al locale

Anche gli spot che ogni anno raccontano la Puglia come meta ideale per trascorrere le vacanze, contemplano spesso opere legate al mondo dell’acqua. Nel suo “Puglia, riparti dalla meraviglia”, il regista Alessandro Piva

"La forma dell'acqua", scena finale con il bacio sott'acqua Nella pagina precedente: ponte del Canale principale dell' Acquedotto Pugliese

mette in risalto una serie di caratteristiche che rendono la nostra regione unica e ricca di bellezza. E se l’acqua del mare la fa da padrone, un ruolo centrale nello spot è ricoperto dalla ciclovia dell’acquedotto. A raccontare le meraviglie di questo percorso cicloturistico è stato proprio il regista ai microfoni di Archè, la web tv della sostenibilità di Acquedotto Pugliese, durante la manifestazione eristica sulla green economy che si è tenuta a ottobre a Rimini. Un percorso che segue il tracciato di due condotte storiche: il Canale Principale, da Caposele (AV) a Villa Castelli (BR), che in soli nove anni (1906-1915) riuscì a far arrivare l’acqua a Bari, ed il Grande Sifone Leccese, che dal punto terminale del primo, giunge no a Santa Maria di Leuca (LE), dove l’infrastruttura è celebrata con una cascata monumentale realizzata nel 1939 e recentemente restaurata. Un itinerario legato all’acqua che si apre a nuove, potenziali narrazioni: in futuro il cinema, ancora una volta, non se le farà sfuggire.

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