NC 81 Dic-Gen 2020

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Anno 14 numero 81 dicembre-gennaio 2020 Società Editrice ADC Group

Poste Italiane Spa - Spedizioni in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004) Art. 1 comm. 1 DCB Milano

il giornale della nuova comunicazione

Francesca Romana Saule, head of digital and crm/ digital transformation director illycaffè

NC Digital Awards 2019

Manager Digitale dell’Anno Francesca Romana Saule (illycaffè) La trasformazione passa dal digitale



editoriale_nc

ITALIANS AND ADC GROUP DO IT BETTER ‘Italians do it better’, l’inchiesta dedicata alle agenzie italiane indipendenti è giunta al suo decimo anno. Per festeggiare l’occasione abbiamo deciso di fare il punto sullo stato dell’arte del settore attraverso un’indagine alla quale hanno spontaneamente aderito 132 agenzie che lavorano nella comunicazione, di tipologie diverse ma accomunate da italianità e indipendenza. Lungi dal volere essere rappresentativa di tutto il mercato, l’indagine rappresenta un’interessante fotografia di un settore dinamico, in continuo fermento. Integrazione, omnicanalità, ma anche internazionalizzazione e approccio consulenziale sono le parole d’ordine delle agenzie indipendenti italiane per questo 2020. La sfida sarà riuscire a cogliere nuove possibilità, anticipando le richieste dei clienti, contaminando mezzi e linguaggi per raggiungere i tanto ambiti engagement e dialogo con il consumatore. Un dialogo che è da sempre protagonista anche della comunicazione celebrata dai premi Adc Group, che quest’anno si arricchiscono di nuove categorie (come quelle dedicate al purpose, sostenibilità e data driven creativity) e novità, come il riconoscimento ‘NC Most Influential Woman’, dedicato alla professionista che si è distinta per leadership, risultati conseguiti, innovazione apportata, reputazione e riconoscimenti ottenuti in ambito manageriale, media, creativo e tecnologico. Il primo appuntamento è il 23 marzo con il Branded Content & Entertainment Award, patrocinato da OBE - Osservatorio per il Branded Content. Circa 30 tra i più autorevoli marketing manager di azienda, capitanati da Stefania Savona, communication & brand director Leroy Merlin Italia, potranno assistere alle presentazioni ‘live’ delle campagne finaliste che verranno celebrate il 31 marzo durante la cerimonia di premiazione. Il secondo appuntamento è ad aprile con il Brand Loyalty Awards, dedicato al sempre più rilevante mondo della fidelizzazione e del rapporto tra brand e consumatori. Il programma va avanti con altri due eventi da non perdere. Il 25 maggio è prevista la premiazione della quattordicesima edizione degli NC Awards, il riconoscimento alla migliore comunicazione ‘olistica’, legato all’Annual della Creatività. La giuria, di oltre 40 aziende sarà guidata quest’anno da Carlo Colpo, global head of mktg communication Lavazza. A ottobre sarà in scena, infine, la nona edizione degli NC Digital Awards. La giuria sarà guidata da Elisabetta Corazza, head of digital marketing Danone. Il nostro sistema dedicato agli eventi entrerà invece nel vivo in estate. A giugno si svolgerà la Festa degli Eventi, occasione per festeggiare i successi del Club degli Eventi e della Live Communication, il 100° numero della rivista e20 e il 20° anniversario del nostro sito Advexpress, ai quali verranno dedicati due speciali cartacei. A luglio e a novembre sarà la volta rispettivamente dell’appuntamento capitolino Bea Edu e della seconda edizione della Live Communication Week. Tutto fa presupporre che per Adc Group questo 2020 sarà un anno da ricordare e siamo certi che vorrete farne parte. Salvatore Sagone direttore responsabile e presidente ADC Group

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nc_sommario

6_COVER STORY SAULE (ILLYCAFFÈ), LA TRASFORMAZIONE PASSA DAL DIGITALE

III_CONTROCAMPO NEXT GROUP, L’INTEGRAZIONE CHE GUARDA AL FUTURO

43_INCHIESTA_ITALIANS DO IT BETTER DECIMO APPUNTAMENTO DEDICATO AL VALORE COMPETITIVO DELL’INDIPENDENZA. PER L’OCCASIONE ABBIAMO REALIZZATO UN’INDAGINE TRA LE AGENZIE DI COMUNICAZIONE A CAPITALE ITALIANO PER FARE IL PUNTO SULLO SCENARIO ATTUALE E LE OPPORTUNITÀ DEL COMPARTO.

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AREA STRATEGICA

11/18_PRIMO PIANO 11_ADC GROUP AWARDS: PURPOSE, SOSTENIBILITÀ, DATI E INFLUENTIAL WOMEN 16_BEST BRANDS 2019. PODIO A FERRERO, COCA-COLA, JBL E

36/41_PROTAGONISTI

50_NENNA (UNA): “CRESCE LA

36_INDEPENDENT IDEAS, SINERGIE

SPECIALIZZAZIONE VERTICALE”

DI ALTA QUALITÀ

52/61_PROTAGONISTI

38_STARCOM, BUSINESS A MISURA D’UOMO 40_ZENITH: TALENTI, DATI E CLOUD LE CHIAVI DEL SUCCESSO

52_CASIRAGHI GRECO&, IL SEGRETO È LA TRIDIMENSIONALITÀ 54_CONNEXIA, LA ‘OPEN PLATFORM’ DEL FUTURO

AMAZON

63/67_RUBRICA

20_AGENZIA DEL MESE

63_FERRAGNI, QUANDO L’INFLUENCER

SIGNIFICATO

È TUTT’ALTRO CHE ‘UNPOSTED’

58_GRUPPO RONCAGLIA, CAPITANI

66_BRANDED ENTERTAINMENT &

CORAGGIOSI

GENERAZIONE Z

60_TIMMAGINE. PAROLA D’ORDINE:

MERCURIO GP, LA DIVERSITÀ CHE CREA VALORE

22/33_FOCUS

56_LA FABBRICA, CREATORI DI

‘TRY HARDER’

43/61_INCHIESTA_ ITALIANS DO IT BETTER

22_RADIO 24, VENTI ANNI DI PASSIONE CHE ‘SI SENTE’ 26_AGI, SEMPRE UN FATTO AVANTI 30_THESHOW, LA REALTÀ NELLA REALTÀ 32_UNA, UPA E FCP: LE REGOLE PER UN MERCATO PIÙ ‘SANO’

34_AZIENDE

DIGITAL/INTERACTIVE

68_TV IN WONDERLAND

43/51_SCENARIO

TV CONNESSE E LA FORZA DEL

43_‘ITALIANS DO IT BETTER’: DIECI

VIDEO PREMIUM

ANNI DOPO 45_GIOVANI, COMPETENTI E INDIPENDENTI 48_INDAGINE ADC GROUP. AGENZIE

ENEL, LA RIVOLUZIONE ENERGETICA

ITALIANE INDIPENDENTI, GLI

PASSA DAGLI INNOVATION HUB

HIGHLIGHTS

ACCOUNT MANAGER

DIRETTORE RESPONSABILE

Andrea Parmigiani andrea.parmigiani@adcgroup.it Elisabetta Zarone elisabetta.zarone@adcgroup.it Franco Trerotola franco.trerotola@adcgroup.it Elena Rossi elena.rossi@adcgroup.it Andrea Gervasi andrea.gervasi@adcgroup.it (Roma) Ilaria Granato ilaria.granato@adcgroup.it (International)

Salvatore Sagone salvatore.sagone@adcgroup.it

COORDINAMENTO EDITORIALE

Marina Bellantoni marina.bellantoni@adcgroup.it

SEGRETERIA DI REDAZIONE

Francesca Chittaro francesca.chittaro@adcgroup.it

ART DIRECTION E REALIZZAZIONE

PERIODICO MENSILE

Simona Marconi s.marconigrafica@gmail.com

n° 81 dic-gen 2020 reg. trib. di Milano n° 93 del 20/02/2007

HANNO COLLABORATO

SOCIETÀ EDITRICE ADC GROUP srl

Paola Morello paola.morello@adcgroup.it

presidente: Salvatore Sagone Red. e pubbl.: via Copernico, 38 - 20125 Milano tel: +39 02 49766316 info@adcgroup.it Sede legale: via Freguglia, 2 - 20122 Milano NC© Copyright 2020 ADC Group srl

MARKETING E COMUNICAZIONE

FOTOCOMPOSIZIONE E STAMPA

Giulio Bello, Francesca Fiorentino, Patrizia Musso, Ilaria Myr, Dalia Pace, Giulia Parisi, Serena Piazzi, Serena Roberti

RESPONSABILE COMMERCIALE

marketing@adcgroup.it

ARTI GRAFICHE LOMBARDE

Via Isonzo 40/1/2 Quinto Dè Stampi - 20089, Rozzano (MI) P.I. 01379950155 Tel. +39 02 89500463 Finito di stampare nel mese di gennaio 2020

ABBONAMENTI

Ilaria Aguzzi ilaria.aguzzi@adcgroup.it

Progetto grafico: Davide Lopopolo

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SAULE (ILLYCAFFÈ), LA TRASFORMAZIONE PASSA DAL DIGITALE DUE ANNI FA HA INTRODOTTO UN PROCESSO RADICALE DI INNOVAZIONE DIGITALE NELLA STORICA AZIENDA ITALIANA DEL CAFFÈ: UN PERCORSO REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON ACCENTURE, CHE COINVOLGE LE MODALITÀ DI CONTATTO CON I CONSUMATORI, I PROCESSI INTERNI E IL MODELLO DI BUSINESS, E CHE LE È VALSO IL RICONOSCIMENTO DI ‘MANAGER DIGITALE DELL’ANNO’ ALL’ULTIMA EDIZIONE DEGLI NC DIGITAL AWARDS. IL MANTRA DEL 2020? I DATI. DI ILARIA MYR

È uno di quei marchi italiani storici che hanno accompagnato la storia del Paese, contribuendo alla sua crescita e al successo del made in Italy a livello globale: è illycaffè, brand di caffè famoso e apprezzato in tutto il mondo, con oltre 80 anni di storia alle spalle e guidato da un’attenzione costante verso ciò che è rilevante per il proprio consumatore. Un love brand simbolo dell’italianità, che due anni fa decide di intraprendere un percorso all’insegna dell’innovazione, avviando un progetto di trasformazione digitale (o ‘digital transform-action’ come l’azienda ama chiamarlo), realizzato in collaborazione con Accenture, che coinvolge le modalità di contatto con i consumatori, i processi interni e il modello di business.

Responsabile di questo importante processo è Francesca Romana Saule, head of digital and crm/digital transformation director illycaffè, che proprio per il suo ruolo decisivo, si è aggiudicata il presti-

gioso riconoscimento di ‘Manager Digitale dell’Anno’ all’edizione 2019 degli NC Digital Awards. A lei il compito di spiegare come si è concretizzato questo processo e quali risultati sono stati ottenuti. Partiamo dal Premio di ‘Manager digitale dell’Anno’ assegnatole nell’ambito degli NC Digital Awards 2019. A suo avviso, quali sono gli aspetti che le hanno fatto meritare questo riconoscimento? Credo che sia l’avere introdotto in illycaffè una comunicazione digitale davvero integrata, e di avere potuto, attraverso la trasformazione digitale, lavorare con molteplici agenzie, sia creative che native digitali. È stata premiata la capacità di portare innovazione in un’azienda che da tanti anni fa innovazione di prodotto, e che utilizza oggi il digitale per arrivare al consumatore o al cliente finale non solo come touchpoint, ma come leva vera e propria di evoluzione di progetti di business.

Francesca Romana Saule, head of digital and crm/ digital transformation director illycaffè

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Il primo passo della trasformazione digitale in illycaffè è stato il rinnovamento del sito illy.com, firmato da Accenture Interactive (qui la sezione dedicata al prodotto ‘Arabica Selection’)

La trasformazione digitale oggi a mio avviso deve non solo mettere la comunicazione al centro, ma anche intercettare i trend di prodotto e di nuovi modelli di business, cercando di trovare un fil rouge attraverso il digitale. Abbiamo iniziato questo percorso solo due anni fa e siamo solo a metà del cammino, coscienti che è necessario essere molto agili nel sapere individuare nuove opportunità. Che cosa significa per un’azienda storica come illy accogliere la sfida del digitale? Quali le maggiori criticità e opportunità? illycaffè fa innovazione di prodotto da quando è nata, negli anni ’30. Nell’introdurre la trasformazione digitale all’interno della nostra strategia, abbiamo posto il consumatore al centro ragionando su tre direttrici: la prima è ‘go digital’, che significa estendere il più possibile tutti i

touchpoint a disposizione verso il consumatore/cliente per interagire con l’azienda. La seconda direttrice è ‘be digital’: abbiamo cercato di ragionare sull’essenza dei nostri processi interni, portando l’innovazione di prodotto legata all’Internet of Things, e la digitalizzazione dei processi aziendali al centro del nostro percorso trasformativo. Quest’anno abbiamo intrapreso la terza direttrice, quella del ‘be disruptive’, provando a ripensare ai nostri modelli di business e introducendo delle start-up verticali, che ci stanno aiutando a ripensare a nuove opportunità di crescita con il digitale al centro. Queste tre direttrici vanno a scardinare le logiche di business: se il go digital porta a un’accelerazione delle revenue misurabili e il be digital a una crescita incrementale, il be disruptive porta a produrre nuovi modelli di revenue.

CHI È_ Triestina, classe 1981, dal 2008 al 2018 Francesca Romana Saule è stata in Accenture Strategy nella Product Industry, specializzandosi nel Project Management di programmi Digital, Omni-channel e Crm Strategy. In precedenza, ha lavorato per quattro anni in importanti aziende nazionali e internazionali nel mondo del Largo Consumo. Nel 2018 entra in illycaffè con il ruolo globale di digital & crm/digital transformation director, dove segue i canali social media, digital marketing, digital content, ux/ui, crm b2b e b2c, analytics e digital retail.

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Le criticità? Forse il passaggio da un modello di azienda ‘prodotto-centrica’ a uno di ‘consumer/customer centric’, che utilizza il digitale come fil rouge all’interno di tutta la propria catena di valore. Si tenga presente che illycaffè vanta molteplici canali di distribuzione e vendita - negozi diretti, franchising, il sito web, il canale horeca, il modern trade - e si può dunque immaginare la complessità di introdurre questa trasformazione all’interno di un contesto così articolato, senza cannibalizzare le vendite. Quanto è stato importante il contributo del partner Accenture? In particolare, su quali fronti si è concretizzato? Accenture è stato partner della trasformazione digitale fin dall’inizio, dall’individuazione del piano di business di tre anni, articolato nelle tre direttrici sopra menzionate. Accenture ci ha affiancato in particolare su quattro stream di lavoro: il mondo della consumer experience b2c, la customer experience b2b, la digitalizzazione del backoffice con focus customer care e il nuovo experience driven commerce. Inoltre, Accenture Interactive è stata scelta come web agency e agenzia di digital marketing, Seo e Sem: quindi un unico partner digitale all’interno dell’ecosistema delle nostre agenzie, Dlv Bbdo per la creatività, Mediaclub per la pianificazione media e Future Brand per la strategia di brand. Ci può spiegare nel dettaglio quali innovazioni ha introdotto nella comunicazione digitale dell’azienda? Con quali vantaggi? Siamo ripartiti da un totale restyling del sito illy.com: in collaborazione con Adobe


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Sul nuovo sito illy.com la parte di e-commerce è stata integrata con i contenuti di brand, nell’ottica di offrire un Experience Driven Commerce

e Salesforce, abbiamo integrato l’e-commerce in tutto il mondo marketing, passando a un’experience driven commerce, che pone davvero al centro l’esperienza del consumatore. Abbiamo anche rivisto la nostra identità sui social media: da una comunicazione principalmente di prodotto, siamo passati anche su questi canali a una strategia basata su piani editoriali nativi digitali che hanno portato a ottimi kpi. Inoltre, ci siamo strutturati per essere presenti in real time, con un social community management e caring con team dedicati nella struttura marketing e customer care. Abbiamo attivato la Live chat per rispondere alle esigenze dei consumatori e, per aumentare il traffico all’interno dei nostri store, abbiamo coinvolto altre startup per fare in modo che siano visibili nei principali motori di ricerca (Google Location, Facebook location, Tripadvisor, The Fork, ecc., ndr). Quindi, abbiamo centralizzato i feedback dei nostri illycaffé in gestione diretta in tutto il mondo, circa 27 fra Italia, Stati Uniti, Francia e Regno

Unito. Infine, siamo tornati in comunicazione investendo molto sui digital media con campagne sia di brand sia di prodotto, non da ultimo per il lancio delle capsule compatibili. Il sito illy.com ha anche vinto il 1° premio ‘E-commerce’ agli Nc Digital Awards 2019. Quali sono i suoi punti di forza? Partendo dal concetto di ‘Blended Experience’, con Accenture Interactive abbiamo ideato e realizzato un nuovo concept per il sito illy.com in linea con la content strategy e gli obiettivi di digital

Fra le novità del nuovo sito, vi è una Live chat, per rispondere alle esigenze dei consumatori in tempo reale

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transformation, collaborando per la ricerca della miscela perfetta tra consumer (B2C, ndr) e customer (B2B, ndr) experience iper-personalizzata e contenuti consumer-customer centric. Il risultato è un restyling grafico dell’intero sito mobile first, in linea con le brand guideline, e creazione di una nuova experience, più immersiva e user-friendly. La sfida di coniugare contenuti editoriali e migliorare l’esperienza di acquisto dell’utente in un unico hub, illy. com, è stata raggiunta tramite un approccio olistico, integrando l’universo illy, i suoi valori e il funnel d’acquisto. Dati, creatività e storytelling: come fate lavorare sinergicamente questi aspetti? ‘If contents is king, data is queen’. Abbiamo investito molto nei primi anni della trasformazione digitale nella creazione di un content hub all’interno del quale entra il mondo contenutistico illy costruito sui nostri tre pillar - good, goodness e beauty - dietro ognuno del quale c’è un mondo


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‘Circolo illy’ è la più grande community digitale dedicata agli attori della E2E coffee value chain (filiera del caffè - supply chain) che in questo spazio virtuale possono unirsi e connettersi, anche da mobile

fatto di arte, design e cultura del caffè. Nel good rientra tutta la nostra storica expertise estremamente verticale sul processo di trasformazione del caffè e l’attenzione alla qualità. Da comunicare c’è poi il mondo del goodness, cioè la sustainability della filiera produttiva dell’azienda e le diverse iniziative promosse in quest’ambito. Quest’anno abbiamo, ad esempio, lanciato il ‘Circolo illy’, la prima community digitale che mette in contatto fra loro gli attori della filiera di caffè provenienti da tutto il mondo. Abbiamo anche sviluppato con Dlv Bbdo la campagna ‘Thanks 4 coffee’, con cui ringraziamo i coltivatori con varie iniziative guidate dai consumatori. Lo storytelling diventa quindi centrale per comunicare tutti questi aspetti. Non da ultimo il beauty per perseguire l’ideale del bello e del buono, da dove nasce il rapporto di illy con l’arte. Se però fino a oggi abbiamo lavorato molto sul content, la parola dati diventa il mantra del 2020. Il prossimo step, anche dal punto

di vista di soluzioni tecnologiche, sarà andare a lavorare sul mondo dati, attribution model, modelli econometrici, predittivi e di machine learning, cercando di avere delle dashboard sempre più omnicanali. Quali risultati avete raggiunto in seguito all’avvio della digital transformation dell’azienda? A circa due anni dall’inizio della collaborazione con Accenture, il rapporto di illycaffè con i suoi clienti si è evoluto, forte di

La nuova strategia social illy, basata sui dati, punta sulla produzione di contenuti e analisi di performance degli account social media, permettendo di ottimizzare lo sforzo creativo

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una comprensione molto più profonda del consumer/customer lifetime value e della segmentazione della clientela, due fattori chiave per la creazione di experience veramente personalizzate. I dati parlano chiaro: sul sito illy.com in un anno (luglio 2018-luglio 2019) si è registrato un +24% dei ricavi prodotti dalle attività di Seo, + 74% di nuovi utenti, + 48% di impression, e +34% organic conversion rate. Importante la crescita anche sui canali social: +10% aumento della follower base per IG e FB e +15% aumento social media reach ed engagement. Può raccontarci un progetto recente di comunicazione digitale in cui sia evidente il nuovo approccio? Molto interessante è ‘Circolo illy’, la più grande community digitale dedicata agli attori della E2E coffee value chain (filiera del caffè - supply chain, ndr) - coltivatori di caffè, agronomi, tecnici, assaggiatori, manager, distributori, ricercatori e istituzioni -, che in questo spazio virtuale possono unirsi e connettersi. In questo modo si rafforza il circolo virtuoso della collaborazione e dello scambio, per portare i valori della nostra cultura del caffè dal fiore alla tazzina (from bean to cup, ndr), dalla produzione del caffè alla consumer experience, mantenendo il sogno del nostro fondatore, Ernesto Illy, di offrire il miglior caffè al mondo e un sorriso sulle labbra di chi lo beve, grazie anche al digitale, fil rouge di questo percorso di informazione e scambio di contenuti. Il sito/community è stato lanciato in occasione dell’Ernesto Illy International Coffee Award alle Nazioni Unite a ottobre 2019 a New York e ha già raccolto l’adesione di numerosi attori della filiera provenienti da più di 20 Paesi. nc



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ADC GROUP AWARDS: PURPOSE, SOSTENIBILITÀ, DATI E INFLUENTIAL WOMEN NUMEROSE LE NOVITÀ 2020 NELL’ECOSISTEMA DEI PREMI DELLA NOSTRA CASA EDITRICE DEDICATI AI DIVERSI AMBITI DELLA COMUNICAZIONE ‘MADE IN ITALY’. NUOVE CATEGORIE CON FOCUS SUI TEMI PIÙ ‘CALDI’ E ATTUALI E UN PREMIO DEDICATO ALLA PROFESSIONISTA DELLA COMUNICAZIONE CHE SI È DISTINTA PER LEADERSHIP, RISULTATI, INNOVAZIONE, REPUTAZIONE E RICONOSCIMENTI. PRIMO APPUNTAMENTO A MARZO CON IL BRANDED CONTENT & ENTERTAINMENT AWARDS. A CURA DELLA REDAZIONE

Nuove categorie per gli NC Awards e per i premi Branded Content & Entertainment e Brand Loyalty: purpose, sostenibilità, data driven creativity. Ma non solo: nasce il nuovo riconoscimento NC Most Influential Woman Award, dedicato alla professionista della comunicazione che si è distinta per leadership, risultati conseguiti, innovazione apportata, reputazione e riconoscimenti ottenuti in ambito manageriale, media, creativo e tecnologico. È possibile effettuare l’iscrizione contestuale a due o più concorsi entro e non oltre il 28 febbraio 2020 e avere diritto alla scala sconti come da tariffario pubblicato sui bandi (bcefestival.it; ncawards.it; brandloyaltyfestival.it). Dopo il 28 febbraio, la scala sconti sarà applicata solo ai progetti acquistati per gli NC Awards, che non faranno quindi più cumulo con i progetti BC&E Awards e Brand Loyalty Awards. I tre concorsi sono collegati e subordinati all’acquisto della pagina, rispettivamente,

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BRANDED CONTENT & ENTERTAINMENT AWARDS 2020_I PREMI GRAND PRIX Al Grand Prix verrà assegnato un podio (1°, 2° e 3° posto assoluto) selezionato tra le campagne in concorso nelle diverse Media Platform e nelle Multiplatform che avranno ricevuto il voto più alto in seguito alla valutazione della giuria riunita in sessione plenaria.

• Best Crafting: menzione alla qualità della realizzazione • Best Strategy: menzione alla migliore strategia a partire da un insight • Best Talent: menzione al miglior utilizzo di un testimonial o personaggio famoso • Inclusione: menzione al progetto che ha saputo meglio trattare temi di diversity e inclusion

MEDIA

PREMI SPECIALI

• Progetto tv (Original Production, Brand Integration) • Progetto Audio • Progetto Digital (Video, Integrato, Publishing) • Corto o documentario • Evento • Nuovi Media

I Premi Speciali vengono assegnati sulla base del punteggio complessivo accumulato dall’azienda o dall’agenzia grazie ai piazzamenti (1°, 2°, 3°) ottenuti dai propri progetti. • Best BC&E Agency • Best BC&E Company • Best BC&E Creative Department

MULTIMEDIA

PREMI EDITORE

Progetto il cui contenuto viene sviluppato in almeno due dei Media precedentemente indicati. È possibile iscrivere la stessa campagna in più tipologie.

Agenzia Emergente_Agenzia emergente che si è distinta per innovazione, risultati e velocità di crescita nel settore. Agenzia Indipendente_Agenzia indipendente che ha espresso la migliore performance nel settore in termini di dinamismo, capacità di interpretare i cambiamenti in atto e new business. Manager dell’Anno_Manager di agenzia o di azienda che si è distinto per meriti particolari. Mezzo dell’Anno_Mezzo che si è particolarmente distinto per qualità ed efficacia nella comunicazione dei contenuti di brand e nello sviluppo della componente di entertainment. Innovazione_Struttura che meglio ha saputo ricorrere all’utilizzo di nuove tecnologie/format all’interno della campagna/e candidata/e.

PURPOSE DRIVEN CONTENT Progetto di Branded Content & Entertainment che meglio riesce a comunicare, esprimere o interpretare il purpose dell’azienda. Il progetto può essere veicolato su qualunque mezzo.

MENZIONI SPECIALI Le Menzioni Speciali sono premi assegnati a discrezione della giuria ai progetti che si distinguono per i seguenti criteri: • Best Creative Idea: menzione alla migliore idea o format creativo

sul Quaderno del BC&E, sul Quaderno del Brand Loyalty e sull’Annual della Creatività. Branded Content & Entertainment La competizione ‘Brand for Entertainment’ (che vanta il patrocinio e la collaborazione di Obe - Osservatorio Branded Entertainment), dedicata alla valorizzazione della migliore comunicazione di marca, giunge quest’anno alla quinta edizione. I BC&E Awards premiano i progetti o i contenuti editoriali, di intrattenimento, informazione o educazione, prodotti o co-prodotti da un brand per comunicare i propri valori. Sono contenuti originali, o di brand integration all’interno di format già esistenti, che rispondono a un interesse e attirano l’attenzione di una data audience, permettendo alla marca di costruire relazioni di valore con il proprio target.

Possono essere film, cortometraggi, programmi tv, video, giochi, web series, tutorial, eventi, articoli redazionali, ecc. La formula prevede una giornata di giuria e live presentations e, a distanza di circa una settimana, la cerimonia di premiazione. Nel corso della prima fase di votazione, la giuria composta dai rappresentanti di circa 30 aziende di tutti i settori merceologici e guidata quest’anno da Stefania Savona, communication and brand director Leroy Merlin Italy, valuterà online i progetti iscritti distribuiti nelle tipologie previste dal bando che entreranno in una shortlist per essere poi votati ex novo in seduta plenaria. È possibile candidare i progetti scegliendo tra le tipologie Media (sulla base del media di distribuzione utilizzato), la nuova tipologia Purpose Driven Content (progetto, veicolato su qualsiasi mezzo,

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che meglio riesce a comunicare, esprimere o interpretare lo scopo e gli obiettivi dell’azienda) e la tipologia Multimedia (progetti multicanali). Oltre alla tipologia Purpose Driven Content, le novità riguardano anche le tipologie Media, che sono state dettagliate in modo più puntuale. Ad esempio, il mezzo Digitale è stato diviso in tre sottocategorie: Video, Integrato e Publishing, mentre il media Cinema guadagna l’indipendenza, affermandosi come tipologia a parte caratterizzandosi con progetti come corti o documentari. Tutti i progetti concorrono all’assegnazione del BC&E Grand Prix. I Premi Speciali (Best BC&E Agency, Best BC&E Company, Best BC&E Creative Department) verranno assegnati sulla base del punteggio complessivo accumulato dall’azienda o dall’agenzia grazie ai piazzamenti (1°, 2°, 3°) ottenuti


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NC AWARDS 2020_I PREMI AREA COMUNICAZIONE OLISTICA E OLISTICA BTOB

AREA MEDIA INNOVATIVI

Per concorrere in questa categoria, le campagne devono essere iscritte in almeno due tipologie appartenenti ad almeno due diverse aree del concorso. È possibile concorrere nell’Area Olistica scegliendo tra Comunicazione Olistica e Olistica BtoB, a seconda del target della campagna. In fase di iscrizione, inoltre, le campagne saranno suddivise nelle diverse categorie merceologiche e potranno vincere anche i premi (1°, 2° e 3° posto) per la relativa categoria.

• Ambient Media • Comunicazione sul Pdv/Shopper Marketing • Guerrilla Marketing • Viral/Mobile Marketing • Concept Design (Progetti Hotel, Office, Retail) • BtoB

GRAND PRIX

AREA VIDEO STRATEGY

Verrà selezionato tra le campagne in concorso nell’area comunicazione olistica che avranno ricevuto il voto più alto in seguito alla valutazione da parte della giuria riunita in sessione plenaria.

• Campagne di video strategy • BtoB

TIPOLOGIA SPECIALE CATEGORIE MERCEOLOGICHE (CAMPAGNE OLISTICHE)

Campagna Internazionale con creatività Italiana

• Alimentari/Dolciumi e Merendine • Apparecchi Elettronici e Audio/Video • Auto e altri veicoli • Bagno/Pulizia Casa/Prodotti Farmaceutici/Cosmesi • Banche e Assicurazioni • Bevande (alcoliche/analcoliche) • Casa (arredamenti/accessori) • Distribuzione e Ristorazione • Editoria e Media • Intrattenimento e Tempo Libero • Non Profit/Sociale e Csr • Servizi di Interesse Pubblico • Telecomunicazioni • Varie • Viaggi, Trasporti e Turismo

Best Media Agency_Agenzia media che ha ottenuto il punteggio più alto con le campagne/progetti vincitori nelle diverse tipologie e categorie merceologiche.

AREA TRADIZIONALE

Agenzia Indipendente_Agenzia indipendente che ha espresso la migliore performance in termini di dinamismo, capacità di interpretare i cambiamenti in atto e new business.

• Brand Identity • Campagna Esterna • Campagna Radio • Campagna Stampa (quotidiana/periodica) • Campagna Televisiva/Cinema • Packaging & Design • Sponsorizzazione • BtoB

PREMI SPECIALI Best Holistic Agency_Agenzia che ha ottenuto il migliore punteggio con i progetti vincitori, sia nelle diverse tipologie, sia nelle categorie merceologiche Best Holistic Company_Azienda che ha ottenuto il migliore punteggio con i progetti vincitori, sia nelle diverse tipologie, sia nelle categorie merceologiche.

Best Production Company_Cdp che ha ottenuto il punteggio più alto con le campagne/progetti vincitori nelle diverse tipologie e categorie merceologiche.

PREMI DELL’EDITORE Agenzia Emergente_Agenzia di comunicazione emergente che si è distinta per innovazione, risultati e velocità di crescita.

Ambasciatore della Comunicazione_Personalità che meglio ha saputo promuovere il valore culturale ed economico della comunicazione presso l’opinione pubblica e le istituzioni. Manager dell’Anno_Manager di agenzia/azienda che si è distinto per meriti particolari. Media Person of The Year_Persone che si sono distinte per capacità di visione, innovazione e gestione del cambiamento nella vasta area dei mezzi.

AREA INTERATTIVA/DIGITALE

Mezzo dell’Anno_Mezzo pubblicitario che si è distinto per qualità ed efficacia.

• Campagna di Comunicazione Online • Campagna Advertising Online • Campagna Relazioni Pubbliche • Evento • Progetto di Promozione • Comunicazione sui Social Media • Progetto Direct/Marketing Relazionale • Campagna data driven • BtoB

Mezzo Emergente_Mezzo pubblicitario emergente che si è distinto per innovazione, risultati e velocità di crescita. Miglior Effetto Speciale_Campagna che meglio ha saputo ricorrere ad effetti speciali senza che questi siano palesemente riconoscibili dagli spettatori. ‘Innovazione nella Comunicazione’_Struttura che meglio ha saputo ricorrere all’utilizzo di nuove tecnologie all’interno della campagna.

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BRAND LOYALTY AWARDS 2020_I PREMI GRAND PRIX Verrà selezionato tra le campagne in concorso che avranno ricevuto il voto più alto nelle diverse tipologie in seguito alla valutazione da parte della giuria riunita in sessione plenaria. Verrà assegnato un podio (1°, 2° e 3° posto assoluto).

• Best Customer Experience and Execution • Best Omnichannel Approach • Best Data Management and Performance • Best Technology • Best Communication Approach

PREMI PER TIPOLOGIA I progetti possono essere iscritti in una o più delle Tipologie e in ognuna verrà assegnato il 1°, 2° e 3° Premio: • Progetto di Crm • Progetto di Gamification • Progetto Mobile • Progetto di Csr • Concorso • Altre Tipologie (Short Collection, Long Collection, Social Media Contest, Member Get Member, ecc.)

CRITERIA AWARDS - ECCELLENZE QUALITATIVE Per ciascuna eccellenza sarà assegnato solo il primo posto. • Best Insight

dai propri progetti, mentre quelli dell’editore (Agenzia Emergente, Manager dell’Anno, Agenzia Indipendente, Mezzo dell’Anno, Innovazione) verranno assegnati alle strutture/professionisti che si sono distinti per il contributo dato alla crescita del settore. Brand Loyalty Awards 2020 La terza edizione del premio dedicato ai progetti di loyalty e di reward, che mirano a instaurare, tra il brand e i clienti, un rapporto continuo e duraturo, e a generare coinvolgimento e partecipazione prima, durante e dopo l’acquisto, vede la riconferma, in toto, della formula del 2019, ovvero un bando aperto all’iscrizione in sette tipologie e un’unica soluzione per giuria e premiazione. Le tipologie dei progetti, nello specifico, sono sette: Crm, Gamification, Mobile, Csr, Concorso, Progetto btob, Altre tipologie (short collection, long collection, social media contest, member get member...). Anche questo premio assegnerà riconoscimenti speciali (Best Brand Loyalty Agency e Best Brand Loyalty Company), sulla base dei punteggi

PREMI SPECIALI I Premi Speciali vengono assegnati sulla base del punteggio sarà calcolato tenendo conto solo del piazzamento più alto ottenuto da ciascun progetto iscritto. • Best Brand Loyalty Agency • Best Brand Loyalty Company

PREMI DELL’EDITORE Manager dell’anno_Manager di agenzia o di azienda che si è distinto per meriti particolari nel settore. Agenzia Emergente_Agenzia emergente che si è distinta per innovazione, risultati e velocità di crescita nel Loyalty Marketing. Innovazione_Struttura che meglio ha saputo ricorrere all’utilizzo di nuove tecnologie/format all’interno della campagna/e candidata/e.

ottenuti dai progetti e premi dell’editore: Manager dell’Anno, Agenzia Emergente e Innovazione. La giornata dedicata al Brand Loyalty è prevista per la fine di aprile a Milano e prevede la riunione plenaria della giuria e, contestualmente alla votazione delle campagne, anche l’assegnazione dei trofei per tipologia e del Brand Loyalty Grand Prix. La giuria sarà composta da circa 20 aziende di tutti i settori merceologici. NC Awards 2020 Il premio di riferimento per la comunicazione si presenta in questa XIV edizione più agguerrito che mai. La prima grande novità è il lancio dell’iniziativa speciale NC - Best Influential Woman, riconoscimento assegnato alla professionista della comunicazione che si è distinta per leadership, risultati conseguiti, innovazione apportata, reputazione e riconoscimenti ottenuti in ambito manageriale, media, creativo e tecnologico. Le novità riguardano, inoltre, sia le tipologie di iscrizione sia le categorie. Sensibile ai cambiamenti del mercato, il bando accoglie, quest’an-

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no, la tipologia ‘Campagna Data Driven’, che si va ad annidare all’interno dell’Area Interattiva Digitale. Le categorie del concorso invece, sulla base delle quali sono divise le campagne di comunicazione integrata concorrenti agli NC Awards Grand Prix, sono state in parte riviste. La categoria Non Profit/Sociale/Csr è stata scorporata in Non Profit/Sociale (campagne anti-fumo, anti-droga, anti guida in stato d’ebrezza, sicurezza stradale, salute, igiene, dipendenza da gioco d’azzardo, istruzione pubblica, presa di coscienza della disabilità e uguaglianza fra i sessi. Beneficenza, fondi, volontariato, donazione di sangue e di organi) e Csr/Purpose (Sostenibilità, Purpose, diversity & inclusion). La giuria sarà composta da circa 40 aziende di tutti i settori merceologici e quest’anno verrà guidata da Carlo Colpo, global head of marketing communication Lavazza. La prima sessione di votazione avverrà online su piattaforme di proprietà di Adc Group, mentre la plenaria si terrà intorno al 20 aprile. La cerimonia, invece, si svolgerà il 25 maggio al Teatro Elfo nc Puccini di Milano.


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COLPO (LAVAZZA): “CORPORATE, CSR E SOSTENIBILITÀ. CON UN OCCHIO DI RIGUARDO A KPI OGGETTIVI ED EFFECTIVENESS”_ Il global head of marketing communication Lavazza, Carlo Colpo, sarà alla guida della prestigiosa giuria di oltre 40 top marketing manager d’azienda che valuteranno le campagne in concorso alla XIV edizione del premio di dedicato alla migliore creatività ‘made in Italy’. Una sfida per il manager, che definisce il premio come una grande piattaforma con un plus rilevante, la giuria composta dai migliori professionisti del settore. L’obiettivo, in qualità di Presidente, sarà quello di stimolare il confronto e la discussione, ponendo il focus su KPI oggettivi e misurando l’effectiveness dei lavori partecipanti. “Quello che mi aspetto di vedere - racconta Colpo - sono progetti che affrontano i temi corporate, social responsability e sostenibilità, che sono i must di cui un’azienda deve occuparsi in questo momento”. Temi importanti che saranno trattati grazie ad una categoria dedicata, la Csr/Purpose (Sostenibilità, Purpose, Diversity & Inclusion). “Il caffè è un prodotto della terra - spiega Colpo - e l’azienda è molto vicina alla natura e alla salvaguardia del pianeta. La sostenibilità e la Csr sono nei nostri progetti da molti anni; per questo non stiamo inseguendo un trend, ma stiamo continuando un percorso iniziato tempo fa. A noi piace raccontare la sostenibilità attraverso il linguaggio dell’arte e della creatività. Lo dimostra il recente calendario Lavazza, presentato a Venezia, che abbiamo realizzato ingaggiando personaggi che della creatività hanno fatto il loro mestiere. Una campagna importante che vorremmo portare agli NC Awards”. Per affrontare questi concetti ci vuole coraggio e bisogna assumersi dei rischi: “Noi lo abbiamo fatto, in particolare con ‘Lavazza Tierra Hands’ e con la campagna di comunicazione integrata ‘C’è del Buono sulla Terra’ con la quale ci siamo aggiudicati la medaglia d’argento alla tredicesima edizione degli NC Awards”.

SAVONA (LEROY MERLIN): “BRANDED CONTENT & ENTERTAINMENT DEVE ISPIRARE I CLIENTI E RACCONTARE I VALORI DEL BRAND”_ Per Stefania Savona, communication and brand director Leroy Merlin Italia, presidente di giuria della quinta edizione del premio BC&E, il branded content & entertainment è uno strumento di comunicazione in costante crescita e affermazione presso le aziende. “il comparto è in crescita anche in Italia - ha commentato -, anche se, a ritmo più lento rispetto a quanto avviene, ad esempio, in Inghilterra, Francia e Spagna, dove c’è una cultura più diffusa di questa forma di comunicazione e della sua efficacia”. Per la manager, i BC&E Awards e il Festival dedicato rappresentano un’occasione unica per creare cultura, condividere i benefici derivanti dagli investimenti in BC&E e per conoscere i migliori progetti sul mercato. Parlando del ruolo del BC&E all’interno della strategia di Leroy Merlin, la professionista ha precisato: “Nella nostra azienda il contenuto è centrale e il branded content & entertainment risponde alle esigenze di accompagnare e ispirare i clienti, anche attraverso tutorial, nei loro progetti di miglioramento della casa attraverso i nostri prodotti. Insomma una leva dalle grandi potenzialità, per creare e diffondere una cultura del fare e della personalizzazione. Per questo anche i nostri investimenti nel content stanno crescendo, pur rappresentando una piccola fetta nella quota del 30% del budget che riserviamo al digitale, e si concretizzano sia in contenuti sulle nostre piattaforme digital e social che in tv”. Un consiglio alle agenzie che vogliono iscrivere i propri progetti ai BC&E Awards? Quali elementi e caratteristiche suggerisce di mettere in luce nella esposizione delle campagne? “La novità delle idee per la categoria di riferimento, il contenuto di intrattenimento, essenziale per coinvolgere le audience nel tempo, l’aderenza ai valori del brand e non ultimi i risultati”.

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BEST BRANDS 2019. PODIO A FERRERO, COCA-COLA, JBL E AMAZON L’INIZIATIVA, GIUNTA IN ITALIA PER VOLONTÀ DI SERVICEPLAN E GFK, GODE DEL PATROCINIO DI UPA E DEL SOSTEGNO DEI PARTNER ADC GROUP, RAI PUBBLICITÀ, 24ORE SYSTEM, IGP DECAUX. LA QUINTA EDIZIONE VEDE FERRERO SCALZARE FERRARI DAL GRADINO PIÙ ALTO DEL PODIO CORPORATE, MENTRE PER LE CATEGORIE PRODUCT, GROWTH E BEST DIGITAL LIFE BRAND VEDE TRIONFARE COCA-COLA, JBL E AMAZON. A SATISPAY L’INNOVATION AWARD. DI SERENA PIAZZI

Conferme e novità all’edizione 2019 di Best Brands, serata degli Oscar delle marche italiane, andato in scena il 20 novembre, presso gli studi Rai di via Mecenate. Ferrero (Best Corporate Brand), CocaCola (Best Product Brand), JBL (Best Growth Brand) e Amazon (Best Digital Life Brand), questi i brand che guidano le classifiche della quinta edizione italiana dell’iniziativa nata in Germania 16 anni fa e introdotta nel nostro Paese da Serviceplan e GfK, che gode del patrocinio di Upa ed è sostenuta da Rai Pubblicità, 24 ORE System, IGP Decaux e Adc Group. Il successo di Best Brands, che oggi vanta edizioni in Francia, Belgio, Cina, Russia e

presto anche in Polonia, è dovuto alla sua particolare formula: un algoritmo esclusivo di proprietà GfK che integra i risultati economici - quote di mercato, fedeltà di acquisto e posizionamento prezzo - con la capacità della marca di parlare al ‘cuore’

Alberto Dalmasso, ceo e co-founder Satispay, riceve il premio Innovation Award

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dei consumatori. Una capacità che viene misurata attraverso un numero considerevole di interviste dirette: in Italia vengono coinvolti ben 6.500 consumatori. ‘Quore di mercato’, così recita il payoff scelto per l’edizione 2019, a sottolineare la


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2015-2019, LA CLASSIFICA ‘BEST CORPORATE BRAND’ E ‘BEST PRODUCT BRAND’_ 2015 2016 CORPORATE FERRERO FERRERO TOD’S FERRARI LUXOTTICA GROUP BARILLA CAMPARI L’ORÉAL LAVAZZA PROCTER&GAMBLE BARILLA ALIMENTARE PIRELLI GIOCHI PREZIOSI NESTLÈ PERFETTI VAN MELLE ENEL MONCLER PARMALAT CALZEDONIA VOLKSWAGEN

2017

2018

2019

FERRERO FERRARI BREMBO BMW BARILLA LUXOTTICA PROCTER&GAMBLE VOLKSWAGEN UNILEVER ENEL

FERRARI FERRERO BREMBO BARILLA L’ORÉAL BMW PROCTER&GAMBLE PIRELLI UNILEVER MSC

FERRERO FERRARI BMW VOLKSWAGEN BARILLA PIRELLI L’ORÉAL ENI LIDL TOYOTA

PRODUCT COCA-COLA BARILLA NUTELLA COCA-COLA RIO MARE MULINO BIANCO MULINO BIANCO RIO MARE SAMSUNG KINDER APPLE SAMSUNG ACE TWININGS LAVAZZA NUTELLA DASH NIKE NIKE DOVE

SAMSUNG NUTELLA COCA-COLA MULINO BIANCO LEGO DASH FINDUS RIO MARE LAVAZZA KINDER

LEGO SAMSUNG COCA-COLA RIO MARE NUTELLA DASH MULINO BIANCO KINDER FINDUS NIKE

COCA-COLA NUTELLA DASH MULINO BIANCO FINDUS LEGO ALGIDA RIO MARE SAMSUNG NIKE

(Fonte: Best Brands 2019)

volontà di celebrare i brand che uniscono ottime performance di mercato all’attitudine a entrare in empatia con il consumatore. “Nell’era della completa connessione nove italiani su 10 sono meno fedeli che in passato alle marche - ha affermato Giovanni Ghelardi, ad Serviceplan Group Italia, nel suo intervento di apertura -. Per costruire una community solida c’è bisogno di tempo e non è sempre facile per le aziende ragionare in termini di lungo periodo. Inoltre, oggi i consumatori premiano le marche che si fanno promotrici di valori e azioni concrete. I Best Brands sono quelli che dimostrano di essere sinceri e di prendersi del tempo anche per sostenere delle cause importanti”. “Le ricerche ci dicono che l’80% dei ceo preferirebbe sacrificare in parte il valore della propria azienda pur di ottenere risultati nel prossimo trimestre, dunque investire sulla marca oggi è un atto di coraggio - ha dichiarato Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente Upa -. D’altra parte,

pensare solo al breve periodo uccide le nostre marche. Dobbiamo ricordarci che noi vendiamo emozioni, prima che prodotti. Il consumatore ci sceglie se lo emozioniamo e creare un rapporto con le persone richiede impegno e una strategia a lungo termine”.

2019, LA CLASSIFICA ‘BEST DIGITAL LIFE’_ DIGITAL LIFE AMAZON SAMSUNG PAYPAL WHATSAPP GOOGLE APPLE BOOKING YOUTUBE GOPRO SONY

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I risultati Best Brands si articola in tre classifiche principali, Best Corporate Brand, Best Product Brand, Best Growth Brand, quest’ultima dedicata ai brand che crescono di più negli ultimi 12 mesi. Per quanto riguarda Best Corporate Brand 2019, Ferrero è tornata quest’anno al primo posto, che aveva già occupato nelle edizioni 2015, 2016 e 2017, ma non 2018, quando a primeggiare era stata Ferrari (quest’anno al 2° posto). Come ha fatto notare Federico Silvestri, dg 24 ORE System, salito sul palco per accogliere il primo classificato: “Sono ben quattro i brand di automotive presenti nel ranking, quattro marche che si sono impegnate sul fronte della sostenibilità, i cui sforzi sono stati dunque apprezzati dai consumatori che oggi premiano le aziende che investono per prendere concretamente posizione sui temi chiave”. Seguono due brand automotive, Bmw e Volkswagen, Barilla, Pirelli, L’Oréal, Eni, Lidl e Toyota.


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2016-2019, LA CLASSIFICA ‘BEST GROWTH BRAND’_ 2016 GROWTH RIGONI VERA ESTATHE CIRIO ZUEGG MONTANA PRIL NOSTROMO NOVI DANTE

2017

2018

2019

HUAWEI LENOVO APEROL PERONI ELVIVE (L’ORÉAL) BOROTALCO FIAT FRUCTIS (GARNIER) DANTE FARCHIONI

GALBUSERA NESCAFE DOLCE&GABBANA GAROFALO RANA HUAWEI FAIRY CALZEDONIA ORO SAIWA ALCE NERO

JBL FARCHIONI HEINEKEN BAILEYS MULLER YAMAMAY ACTIVIA DOVE SANT’ANNA PEPSI

(Fonte: Best Brands 2019)

Nella classifica Best Product Brand prima posizione per Coca-Cola, già in testa nel 2015. Poche le sorprese rispetto agli altri anni. “È interessante notare come in una società che è cambiata moltissimo in questa classifica entrino le marche con cui siamo cresciuti, che hanno saputo evolvere pur restando se stesse”, ha commentato Gian Paolo Tagliavia, ad Rai Pubblicità. Al secondo posto Nutella (Ferrero), seguita da Dash, Mulino Bianco, Findus, Lego, Algida, Rio Mare, Samsung e Nike.

Tutti nuovi i brand del ranking Best Growth Brand, che vede trionfare Jbl, specializzata nella produzione di altoparlanti e diffusori acustici, seguita da Farchioni, Heineken, Baileys, Yamamay, Activia, Dove, Sant’Anna e Pepsi. Ogni anno viene presentata una classifica inedita che risponde alle trasformazioni in atto nella nostra società. Dopo i ranking dedicati alle marche preferite da Millennials e Golden Agers, nel 2019 è stato svelato quali sono i ‘Best Digital

Nella classifica Best Product Brand prima posizione per Coca-Cola, già in testa nel 2015

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Life Brand’, vale a dire le marche che più contribuiscono a migliorare ogni giorno la nostra vita nell’era digitale. Svetta Amazon seguita da Samsung, Paypal, Whatsapp, Google, Apple, Booking.com, YouTube, GoPro e Sony. Innovation Award e Best Brands Club L’Innovation Award, riconoscimento che i partner di Best Brands assegnano alla realtà che meglio rappresenta l’innovazione, nell’idea e nei fatti, quest’anno è stato assegnato alla realtà che si ripromette di cambiare le abitudini di pagamento: Satispay, servizio di ‘mobile payment’ basato su un network alternativo alle carte di credito. A ritirare il premio (100mila euro in spazi pubblicitari), è stato Alberto Dalmasso, ceo e co-founder Satispay. Best Brands 2019 si è ripromessa, infine, di non terminare con una serata di gala: un’interessante evoluzione di questa edizione è stata l’idea di uno sguardo ‘dietro le quinte’, ai processi che costruiscono il successo di una marca. Le informazioni raccolte sulle dinamiche che rendono una marca un Best Brand iniziano, infatti, a essere numerose, e meritano di essere condivise. L’idea è quella di fondare un ‘Best Brands Club’, invitando le marche a partecipare a dei tavoli di lavoro con l’obiettivo di capire, anche tramite il loro punto di vista, come si fa oggi a diventare e rimanere un Best Brand. nc



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MERCURIO GP, LA DIVERSITÀ CHE CREA VALORE LAVORARE CON UNA MARCIA IN PIÙ. QUESTO È IL SEGRETO. AD AFFERMARLO È IL RESPONSABILE DI MERCURIO GP, GUIDO PONTI. PERCHÉ, SENZA COMPROMESSI, SI LAVORA SULLA QUALITÀ DALL’IDEA AL PRODOTTO FINALE COINVOLGENDO COMPETENZE DIVERSE, CONDIVIDENDO LA VISION DEL CLIENTE, ASCOLTANDO LE RISPOSTE DEL MERCATO E INTERPRETANDO LE DOMANDE DEL TARGET. DI MARINA BELLANTONI

“Ci sono due modi di approcciarsi al lavoro d’agenzia: uno è subirlo, l’altro è amarlo. Per fare grandi cose però, solo la seconda va bene, perché è quando ti muove la passione che il tempo e l’impegno diventano concetti relativi. In Mercurio GP crediamo tutti nel nostro lavoro, e i risultati si vedono. Poi, come in ogni vero amore ci sono alti e bassi, non lo nego, ma quanto più il progetto è impegnativo, più grande è la soddisfazione nel vederlo realizzato”. Così esordisce l’amministratore unico Guido Ponti in questa intervista dove racconta la storia dell’agenzia che ha fatto di poliedricità, velocità e precisione alcuni suoi punti di forza.

piccolo gruppo di professionisti nel tempo si è evoluta in un vantaggio competitivo, in un mercato, quello delle agenzie pubblicitarie, all’epoca presidiato principalmente da grandi network.

E l’indipendenza continua a essere il nostro motore, solo in una visione più moderna che modella creatività, innovazione e competenze settoriali per anticipare le esigenze di un mercato e di clienti che scoprono ogni giorno nuove possibilità per comunicare. Oggi, Mercurio GP si posiziona come un hub di comunicazione completo, capace di offrire un servizio che inizia dall’analisi di mercato e studio del brand positioning per arrivare all’ideazione di concept e pianificazione di progetti di comunicazione strategici multicanale. Coinvolgere, condividere, ascoltare e interpretare… Cosa rappresentano per voi questi termini? Linee guida. Il mercato si frammenta, i clienti evolvono e spesso le agenzie si trovano a rincorrere i cambiamenti. A noi, invece, piace più anticiparli. È così che quei termini diventano le milestone di una precisa road map di progetto, pronta a coinvolgere continuamente competenze diverse, condividere la stessa vision con il cliente, ascoltare le risposte del mercato e

Può descrivere brevemente come è nata l’agenzia e come è evoluta nel tempo? Mercurio GP nasce da un’intuizione di ormai oltre 25 anni fa. L’indipendenza di un

Guido Ponti, amministratore unico Mercurio GP

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IL PERCORSO DI COMUNICAZIONE INTELLIGENTE_ La collaborazione tra Mercurio GP ed Etica Sgr inizia 10 anni fa, vincendo la gara per il posizionamento e branding. Per la realtà di investimento sostenibile l’agenzia ha creato non solo un format iconico e rappresentativo dei key values, ma un vero e proprio ‘percorso di comunicazione intelligente’ di lungo periodo volto a raccontare il valore della sostenibilità in ogni sua forma, attività e strumento di comunicazione. La sfida è stata pensare oltre a un ottimo rebranding, per posizionare il marchio come player di riferimento di un mercato nuovo come quello dell’investimento sostenibile. È stato fatto nascere così un interesse sul tema e generato strumenti di comunicazione che non esistevano prima, come il primo modello di report integrato, il report d’impatto e quello di engagement che oggi sono diventati un benchmark fondamentale nel settore.

interpretare le domande dei target. Nulla viene lasciato al caso. Quanto conta per voi il team? Quali caratteristiche deve avere per rendere ogni progetto un successo? Parlare di team per me è un discorso riduttivo: Mercurio GP stessa è IL team, a partire dall’accoglienza fino all’amministrazione, passando per tutti i reparti dell’agenzia. Sono le persone a creare, a pianificare, a fare. Ogni pensiero può diventare ispirazione, poi la singola competenza fa il resto. La nostra filosofia è semplice: la diversità, quando sa essere complementare, crea sempre valore. Perché un’azienda dovrebbe scegliere voi rispetto a un concorrente? Perché in Mercurio GP non esiste un pensiero uguale a un altro: ogni progetto è unico

Mercurio GP è un hub di comunicazione, capace di offrire un servizio che inizia dallo studio del brand positioning all’ideazione di concept fino alla pianificazione di progetti multicanale

perché ogni brand lo è. L’unicità, però, nasce dalle possibilità: chi viene in Mercurio GP sa di avere a sua completa disposizione un’agenzia che offre non solo team dedicati, ma una struttura capace di rispondere a ogni specifica esigenza internamente, limitando al minimo l’utilizzo di fornitori esterni. Abbiamo team di copy, strategist e art per la comunicazione Atl e Btl, un reparto dedicato al digital marketing e al social media management, uno per la produzione e post produzione video e una squadra di grafici ed esecutivisti specializzata in lavori di precisione e alta responsabilità, come la realizzazione di bilanci di società quotate. Proprio il bilancio, inteso come principale strumento di comunicazione al mercato e non come semplice obbligo legislativo, rappresenta una delle innovazioni pubblicitarie di cui siamo leader attraverso mezzi divulgativi come

QUANDO L’EXPERIENCE PASSA DALLE EMOZIONI_ Il rapporto con Subaru è nato vincendo una gara, ma è diventato una doppia sfida, per due motivi: è stato primo progetto di Mercurio GP per il mondo automotive ed è stato incentrato su un prodotto, l’ibrido. In questo scenario, è stato fondamentale partire dai valori di marca per costruire una comunicazione d’impatto che creasse sì interesse e coinvolgimento nel target, ma potesse essere anche uno storytelling di lungo termine, capace di accompagnare sia l’uscita del motore sia il lancio del primo modello di auto ad averlo, la Forester e-Boxer. La campagna ha quindi posto come base per il lancio l’appartenenza al brand attraverso la metafora delle stelle e poi si è sviluppata sull’experience, attraverso il claim ‘No Ordinary Drive’, per raccontare le emozioni del nuovo modello su web, stampa, affissioni e tv.

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l’Annual Report Times, eventi culturali per il sociale come l’Annual Report in Mostra, e come testimoniano anche i numerosi premi nelle edizioni dell’Oscar di Bilancio. In particolare, che ruolo hanno tecnologia e digitale nella vostra offerta? Come riuscite a stare al passo con i tempi? Il mercato parla digitale, si muove digitale e, anche se per diventare davvero mainstream ha ancora bisogno dei media tradizionali, continuare a innovare procedure, strumenti e metodologie è fondamentale. Faccio un esempio pratico: la nostra collaborazione con Crédit Agricole nasce da campagne tradizionali, ma è dopo la vittoria nel pitch per la gestione dei canali social del Gruppo che abbiamo creato una vera sinergia e iniziato a ragionare insieme in ottica multicanale. Stesso discorso con Nexi, che abbiamo supportato fin dal suo rebranding sostenendo le attività mirate di digital marketing o, ancora, con Subaru dove il percorso è stato inverso: prima ci siamo aggiudicati il pitch per la campagna web e social di lancio dell’ibrido e da poco siamo andati on air su Atl tradizionale e tv con la nuova Forester e-Boxer. Questo ovviamente ha comportato degli investimenti in persone e competenze, ma uno dei punti di forza di Mercurio GP è sempre stato accettare nuove sfide e crescere insieme ai nc nostri clienti.


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RADIO 24, VENTI ANNI DI PASSIONE CHE ‘SI SENTE’ UNA RADIO UNICA NEL SUO GENERE. UN’EMITTENTE ‘NEWS&TALK’ CHE, NEL TEMPO, HA SAPUTO FIDELIZZARE IL PUBBLICO E AMPLIARE IL PROPRIO TARGET FINO A TOCCARE IL RECORD STORICO, NEL 2018, DI 2.300.000 ASCOLTATORI NEL GIORNO MEDIO. PER IL SUO VENTESIMO COMPLEANNO, NUOVO LOGO, PAY-OFF E SITO, UNA GRANDE FESTA E TANTE INIZIATIVE PER TUTTI. DI SERENA ROBERTI

Il 4 ottobre 2019 Radio 24 ha festeggiato i suoi primi 20 anni. Un traguardo importante costellato di successi e obiettivi raggiunti che si fondano su un’informazione e un intrattenimento intelligente, un’identità inconfondibile, l’autorevolezza di programmi affidati alla conduzione di figure di spiccata personalità e grande professionalità, la fruibilità di un registro comunicativo capace di intrattenere piacevolmente, la continua evoluzione delle proposte attraverso lo sviluppo di format, la valorizzazione di nuovi canali e una forte propensione all’innovazione tecnologica. Per celebrare questo importante momento, Radio 24 ha lanciato una serie di iniziative volte a coinvolgere gli ascoltatori, culminate con una festa di compleanno in grande stile. Ce ne parla Federico Silvestri, direttore generale 24 ORE System, direttore Divisione Radio e ad 24 ORE Cultura.

Come avete festeggiato i vostri 20 anni? Con un grande evento che è diventato occasione sia per presentare una nuova immagine, attraverso un’iniziativa di grandissimo engagement degli ascoltatori, sia per lanciare una piattaforma multimediale

e multicanale che implementa il concetto di fruizione dei contenuti tramite il sito. Insieme agli ascoltatori abbiamo scelto il nuovo logo della radio e il pay-off, dando spazio alla creatività di tutti, dilettanti, simpatizzanti o professionisti che fossero, per trovare l’idea più convincente capace di proiettare la radio nel futuro. Lo abbiamo fatto lanciando l’iniziativa @ crealogo che ha ottenuto lo straordinario riscontro di oltre 45.000 progetti e idee presentati. Un ponte ideale tra radici e futuro è invece quello stabilito dal claim ‘La passione si sente’: il nuovo trova radici nel passato. Partendo dalla constatazione delle numerose richieste di non rinunciare allo storico claim, la scelta è stata dettata dalla riflessione su quanto fosse rimasto impresso nella mente e nel cuore degli ascoltatori. Il logo e il pay-off, scelti da una giuria interna, e i loro autori sono stati svelati il 4 ottobre nell’evento di celebrazione. Come avete deciso di veicolare questa importante ricorrenza per l’emittente? La comunicazione di Radio 24 è coerente con i suoi valori e pone al centro dell’in-

Federico Silvestri, direttore generale 24 ORE System, direttore Divisione Radio e ad 24 ORE Cultura

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teresse il suo pubblico. L’iniziativa per i 20 anni della radio con la ricerca del nuovo logo è stata decisa proprio per rendere partecipi tutti gli ascoltatori di questo momento importante. Il progetto è stato supportato da una campagna di comunicazione on air, radio, stampa e digital sui mezzi del gruppo e una grande campagna social su Facebook e Instagram della durata di cinque settimane. Messaggi semplici, call to action diretta e mirata a colpire tutti i possibili target e viralità dell’iniziativa hanno portato a risultati inaspettati. Anche la scelta finale del logo rientra nelle logiche di comunicazione e immagine del brand: sotto il profilo cromatico, risalta l’ampia gamma del verde - il colore dell’esordio dell’emittente - per rappresentare in modo armonico il segnale di movimento, con un richiamo allo scorrere delle 24 ore scandito dalle lancette di un orologio e alla propagazione nell’etere delle onde radio. Dopo il 4 ottobre la comunicazione si è focalizzata sulla veicolazione del nuovo logo e payoff, aggiungendo un’importante campagna affissioni nelle principali città italiane. La campagna stampa è stata pia-

nificata sulle principali testate trade e la campagna digital sui mezzi del gruppo e sui siti terzi in concessione con banner e preroll video e un piano media tv sui canali Fox e su Sky. In 20 anni cambiano tante cose. Come si è evoluta Radio 24 nel tempo? Siamo stati lanciati il 4 ottobre 1999 dal Sole 24 ORE con la sfida inedita per l’Italia di un’emittente news&talk, la prima e unica ‘radio di parola’ nel nostro Paese, caratterizzata da una programmazione multi-tematica di approfondimento che copre le aree di interesse di differenti target. Abbiamo conquistato fin da subito uno zoccolo duro di ascoltatori che è cresciuto negli anni fino a registrare, proprio nel 2018, il suo record storico di sempre: 2.300.000 ascoltatori nel giorno medio che dal lunedì al venerdì sale a 2,6 milioni (fonte: Rilevazioni Ter 1° semestre 2019). La strada percorsa in questi anni è stata quella di intercettare un pubblico attento al racconto puntuale e approfondito, partecipe degli eventi e interessato all’incontro con i protagonisti del nostro tempo.

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L’evento di celebrazione dei 20 anni di Radio 24 è stato l’occasione per lancio del nuovo logo. Nella foto da sx: Nella foto da sx: Edoardo Garrone, presidente del Gruppo 24 ORE, Federico Silvestri, direttore generale 24 ORE System, Fabio Tamburini, direttore del Sole 24 ORE e Radio 24, Sebastiano Barisoni, vicedirettore esecutivo Radio 24 e Giuseppe Cerbone, ad del Gruppo

Com’è, oggi, Radio 24? Radio 24 oggi è proiettata verso una sempre maggiore multimedialità e diversificazione delle modalità di fruizione dei contenuti, attraverso piattaforme vocali e smart speaker di nuova generazione, grazie alla collaborazione con partner quali Audible, Amazon e Google, e al rinnovamento del sito, con veste grafica e architettura ripensate proprio in occasione dei 20 anni. Il nuovo sito www.radio24. it permette una fruizione più semplice e immediata, con l’obiettivo di supportare anche quella on demand. Punto di forza dell’emittente del Gruppo 24 ORE sono sempre stati i podcast, a cui si aggiungo-


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Uno dei punti di forza di Radio 24 è stato il lancio del nuovo sito sempre più interattivo, funzionale e immediato

no quelli di produzione originale, curati dai giornalisti e conduttori della radio su temi come le nuove tecnologie, la scuola, il lavoro, l’educazione finanziaria, lo spettacolo, la narrazione. Non solo. I programmi di Radio 24 vivono naturalmente anche nell’interazione tra piattaforme on air, on line e social, che ha visto nel nuovo sito l’implementazione delle dirette video in streaming e su Facebook di molti programmi giornalieri. Radio 24 è inoltre già presente nei dispositivi Google Home Italia e Alexa, e proseguirà con nuove produzioni la collaborazione con Audible, inaugurata lo scorso anno con due coproduzioni, mentre si rafforza la partnership con Sky Italia. Un’altra impor-

tante caratteristica di Radio 24 oggi è che è un’emittente in movimento: il 67% di ascolto avviene tramite autoradio. Quale il motore di tutto? La capacità di fare informazione e intrattenimento intelligente con passione e autorevolezza. Il pubblico ci segue con grande interesse: altissima la fedeltà così come la durata d’ascolto, siamo infatti al terzo posto tra le radio nazionali. E, sul fronte del mercato pubblicitario, il 35% ci sceglie come mezzo esclusivo di pianificazione. A questo si aggiunge il successo delle iniziative speciali, in crescita grazie a un’offerta che si differenzia dalle altre proposte del

Nel nuovo logo di Radio 24 risalta il verde, colore dell’esordio dell’emittente, con un richiamo allo scorrere delle 24 ORE scandito dalle lancette dell’orologio e la propagazione delle onde radio

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comparto radiofonico; l’audience di Radio 24 è costituita dalla componente più colta della popolazione, in grado di cogliere per prima nuovi stimoli, mode, tendenze e stili di vita. Anche per questo è la radio più affine con il target business, ovvero la componente della popolazione più attiva e con la più alta capacità di spesa. Quali le novità per il 2020? Il nuovo anno comincia con ottimismo e con l’entusiasmo di andare avanti in questa direzione. La sinergia tra la concessionaria e l’editore si concretizza con un grande lavoro di squadra e una condivisione degli obiettivi. In primo piano rimane la nostra capacità di formulare progetti ad hoc che permettano di rispondere alle esigenze degli investitori che sempre più richiedono una comunicazione distintiva e caratterizzante. Inoltre, la nostra politica commerciale è in grado di offrire prodotti pubblicitari che puntano sulla qualità del palinsesto: l’informazione, lo sport, la borsa, ma anche cronaca, attualità e benessere sono solo alcuni dei temi trattati e che l’investitore può fare suoi nella ricerca della sintonia tra prodotti pubblicizzati e contenuti trasmessi. Crediamo che la ricerca del contesto ideale sia la via giusta per garantire i massimi ritorni agli investimenti nc dei clienti.



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AGI, SEMPRE UN FATTO AVANTI IL NUOVO SITO RAPPRESENTA SOLO UNA DELLE NOVITÀ 2020 DI AGENZIA ITALIA. NUMEROSI, INFATTI, I PROGETTI IN CANTIERE: DAI NOTIZIARI VERTICALI AI PODCAST FINO ALLE NEWSLETTER DEDICATI A POLITICA, ECONOMIA, SCIENZA, ENERGIA, CIBO E MOBILITÀ SOSTENIBILE. RECUPERO REPUTAZIONALE, RIGORE PROFESSIONALE, MAGGIORE DIALOGO E SCAMBIO CON I LETTORI, CAPACITÀ DI ADATTAMENTO LE PAROLE D’ORDINE EMERSE DAL RAPPORTO AGI-CENSIS. DI FRANCESCA FIORENTINO

L’evento “Il futuro dell’informazione: dalla storia d’Italia all’editoria 5.0”, organizzato da Agi Agenzia Italia (Milano, Piccolo Teatro Studio Melato, 2 dic 2019) è stata l’occasione per fare il punto sulla situazione dell’editoria giornalistica nell’Italia di oggi. Con il direttore Agi Mario Sechi, si sono confrontati il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega all’informazione e all’editoria Andrea Martella, il presidente del Censis Giuseppe De Rita, che ha illustrato il rapporto “I professionisti dell’informazione nell’era trans-mediatica”, l’amministratore delegato di Agi Salvatore Ippolito, che ha presentato i nuovi prodotti e il nuovo sito di Agi e l’amministratore delegato di D-Share Alessandro Vento, che ha raccontato il piano di sviluppo di

tecnologie e progetti digitali per i media. “Gli italiani ci lanciano un messaggio chiaro e preciso: abbiamo bisogno di voi, ma dovete cambiare. Ed è proprio in questa direzione che Agi intende procedere, con un modo di fare e raccontare l’informazione più vicino ai lettori, alle aziende, alle istituzioni”, ha sottolineato il direttore Mario Sechi, commentando le principali novità

Da sx: Salvatore Ippolito, ad Agi, e Mario Sechi, direttore Agi e Alessandro Vento, ad D-Share. Alle loro spalle, il nuovo logo Agi (“Il futuro dell’informazione: dalla storia d’Italia all’editoria 5.0”, Milano, Piccolo Teatro Studio Melato)

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che caratterizzeranno l’Agi del futuro. Un’agenzia con l’ambizione di essere, come recita il nuovo claim, “sempre un fatto avanti”. Il rinnovamento continua “Noi professionisti dell’informazione siamo in bilico tra la questione della disintermediazione e il mercato delle notizie, sempre


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A sx: Agi Factory è il primo brand journalism lab italiano. A dx: Agi Motion, il nuovo tool di Agi per creare video partendo dalle news

più competitivo e alimentato da esigenze di immediatezza, straordinarietà, appeal del contenuto - ha commentato Salvatore Ippolito, amministratore delegato Agi -. Per questo, oltre alle developing stories che consentono di vedere come una storia cresce e si evolve, per l’inizio del nuovo anno Agi metterà a disposizione una nuova e vasta gamma di prodotti, dai notiziari verticali ai podcast e alle newsletter dedicati alla politica, l’economia, la scienza, l’energia, il cibo e la mobilità sostenibile”. Il percorso di crescita e rinnovamento dell’Agenzia culminerà con la realizzazione del nuovo sito Internet agi.it: non un semplice restyling grafico ma un nuovo spazio multimediale rimanendo nella tradizione storica dell’agenzia accumulata in 70 anni di attività. Perché, come evidenziato dal direttore Sechi, “siamo pronti a far cambiare idea agli italiani!”.

“Abbiamo raggiunto e superato le mille news al giorno” ha evidenziato Salvatore Ippolito. E anche se nel prossimo disegno di legge sull’editoria “non rientreranno soltanto i criteri quantitativi, noi siamo comunque avanti”, ha specificato Ippolito. Che ha poi illustrato i “canali verticali” in via di sviluppo, come quelli dedicati “alla sostenibilità, all’energia, alla scienza, alla salute e al food”. Rapporto Agi-Censis, gli italiani si fidano dei giornalisti? Gli italiani sono consapevoli dell’importanza di una ‘buona e corretta’ informazione e del ruolo centrale che possono svolgere i professionisti dei media, ma ritengono che il ‘modello italiano’ sia lontano da quello ideale. Il 70% degli italiani pensa, infatti, che i giornalisti facciano poco per veicolare un’informazione corretta e professionale:

un ritratto aggravato dal 58,8% degli intervistati che vede i giornalisti più orientati a generare traffico piuttosto che a veicolare buona e corretta informazione. Sono i dubbi degli italiani sulla professionalità dei giornalisti a emergere dal nuovo rapporto Agi-Censis “I professionisti dell’informazione nell’era trans-mediatica: grado di fiducia, elementi critici e attese degli italiani”, realizzato nell’ambito del programma pluriennale ‘Diario dell’Innovazione’ della Fondazione per l’Innovazione Cotec che indaga la reazione degli italiani di fronte ai processi innovativi. Ma se il sentiment nei confronti del mondo dell’informazione è negativo, per gli italiani non è impossibile uscire da questa situazione. Il 69% degli intervistati è, infatti, convinto che “la capacità di raccontare, la completezza, il pensiero critico, la serenità di giudizi” siano prerogative esclusive dei giornalisti e

CONTENUTI E TECNOLOGIA PER I MEDIA_ Con l’acquisizione del 50,87% di D-Share, Agi ha creato la prima realtà italiana che offre piattaforme editoriali in cui si integrano contenuti di qualità e tecnologie all’avanguardia. Un’acquisizione strategica, con l’obiettivo di accelerare il percorso di trasformazione digitale per lo sviluppo di piattaforme e servizi in grado di fornire al mercato media e brand, soluzioni che integrino contenuti e tecnologie innovative. D-Share, specializzata nelle tecnologie e nei progetti digitali per i media, supporterà Agi nella trasformazione dei servizi tradizionali in chiave di ‘piattaforma’, con forte introduzione di fattori tecnologici nell’offerta ai clienti. “L’arrivo di D-Share costituisce un’opportunità che vogliamo subito trasformare in valore per i clienti, ad esempio con l’introduzione di funzionalità di intelligenza artificiale e topics discovery specificamente progettate per la produzione dei contenuti. Siamo convinti che la tecnologia sia oggi un fattore chiave di competitività, in particolare nel mercato dei media”, ha dichiarato Salvatore Ippolito, ad Agi.

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A sx: Agi.it, il nuovo spazio multimediale dell’agenzia. A dx: il servizio di podcast che Agi lancia con l’inizio del nuovo anno

micidiale concorrenza di chi oggi controlla sia la produzione dei contenuti che la loro distribuzione. Ci troviamo in un’era trans-mediatica dove la vendita della notizia tende a prevalere sulla modalità di confezionamento. Il 52,7% degli italiani ritiene che la navigazione casuale in internet non possa sostituire la lettura sistematica di un quotidiano. Una consapevolezza che si sposa, visti i dati generali sull’acquisto di quotidiani, con un “vorrei ma non posso”. Ai giornalisti viene riconosciuto un ruolo centrale, con il 69% degli intervistati convinto che “la capacità di raccontare, la completezza, il pensiero critico, la serenità di giudizi” siano prerogative esclusive dei professionisti dell’informazione. In tutti questi casi si registra un’accentuazione tra coloro che dispongono di livelli di istruzione più elevati.

il 52,7% ritiene che la navigazione casuale in internet non possa sostituire la lettura sistematica di un quotidiano. Recupero reputazionale, rigore professionale, maggiore dialogo e scambio con i lettori, capacità di adattamento al nuovo contesto sono le parole d’ordine che emergono dal Rapporto e che consentirebbero di riporre fiducia in un possibile futuro del giornalismo di qualità.

Informazione e buon giornalismo La produzione dell’informazione si è polverizzata perdendo la sua tradizionale dimensione verticale. Oggi, l’informazione viaggia in orizzontale, con i lettori avvolti in una ‘nebulosa informativa’. Tutto ciò in un contesto generale dove si è assistito alla perdita di centralità della carta stampata, e più di recente alla crisi degli stessi media online, esposti alla

I dubbi sulla web-news experience Gli italiani prendono le distanze da soluzioni che possano allontanare il mondo dei media da una costante attenzione verso la qualità di ciò che producono. Solo il 14%, infatti, prova emozioni positive rispetto alla possibilità che, grazie all’intelligenza artificiale, articoli di giornale possano essere scritti in modo automatico senza il ricorso a giornalisti, con un 42,8% che lo ritiene ‘inquietante’. Queste resistenze sembrano ridursi, con un 48% di favorevoli, nel momento in cui si restringe il campo

ELECTIO, LA NUOVA PIATTAFORMA DIGITALE PER GLI EVENTI ELETTORALI_ Sondaggi, exit poll, risultati, contenuti interattivi. Il tutto in un’unica piattaforma personalizzabile rivolta agli editori. Questo è Electio, il nuovo tool interattivo lanciato da Agi Agenzia Italia in occasione delle elezioni europee, regionali e comunali (26 mag 2019). Electio, primo prodotto frutto della nuova alleanza tra Agi e D-Share e realizzata in collaborazione con YouTrend, è uno strumento interattivo facile e veloce che consente agli elettori di immergersi a fondo nel ‘clima elettorale’ del momento. Il nuovo tool, il cui modello di copertura si basa su tre momenti chiave (pre e-day, live e-day e post e-day), nasce come piattaforma facilmente applicabile, in futuro, al monitoraggio di qualsiasi altra elezione. Uno strumento nelle mani dei cittadini, che hanno così un luogo, lontano dalle polemiche, dagli slogan e dalle chiacchiere, per sapere come stanno davvero le cose.

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A sx: le nuove newsletter di Agi. A dx: I notiziari di Agi, cuore pulsante della produzione quotidiana dell’agenzia

ad ambiti di lavoro che appaiono effettivamente standardizzabili, come le previsioni del tempo, la borsa, gli eventi sportivi e i risultati elettorali. Inoltre, i dati mostrano come gli italiani siano consapevoli che il modello di informazione sia molto distante da quello reale. Il 70,1% degli intervistati ritiene che i giornalisti facciano poco per veicolare un’informazione corretta e professionale. Per le professioni giornalistiche serve quindi uno scatto d’orgoglio che punti a un recupero reputazionale: il 58,8% degli italiani è convinto che oggi i giornalisti siano più orientati a generare traffico piuttosto che a veicolare buona e corretta informazione. Fake news e giornalismo di qualità Per il 77,8% degli italiani quello delle fake news è un fenomeno pericoloso, anche

perché a oltre il 50% degli utenti è capitato di dare credito a notizie false circolate in rete. Le persone più istruite, inoltre, ritengono che le fake news sul web vengono create ad arte per inquinare il dibattito pubblico (74,1%) e che possono favorire in qualche modo derive populiste (69,4%). Una particolare sensibilità riguarda il tema della salute: quasi 9 milioni di italiani ritengono di essere stati vittima di fake news in materia sanitaria nel 2019. È innanzitutto necessario, secondo il 63% degli utenti, e soprattutto per le donne (66,3%), un maggior dialogo e scambio con i lettori, coniugando rigore professionale e accessibilità, capacità di creare e alimentare communities. Una quota maggioritaria di italiani (59,1%) è poi molto interessata alla possibilità di ricevere notizie che rientrano nella sfera dei propri inte-

Il tech & Content Lab di Agi

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ressi specifici, percentuale che aumenta al crescere del livello socio-economico della famiglia di appartenenza. Il piano per l’editoria illustrato dal governo durante l’evento Agi Garantire il pluralismo attraverso il sostegno finanziario alle imprese editoriali, completare la transizione verso il digitale, sostenere i giovani che vogliono creare nuove imprese editoriali, trasformare le edicole in veri e propri ‘hub amministrativi’ e assicurare una giusta remunerazione al lavoro giornalistico. Sono le azioni previste nel nuovo piano del Governo Editoria 5.0 per aiutare il mondo dell’informazione. Ed è stato proprio il sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio dei ministri con delega all’informazione e all’editoria Andrea Martella, presente all’evento, a illustrare nel dettaglio le azioni previste nel nuovo piano del Governo, Editoria 5.0, per aiutare il mondo dell’informazione. “Il sistema editoriale attraversa da almeno un decennio una crisi finanziaria profonda, che ha ormai assunto caratteri strutturali. Allo stesso tempo sono mutati i suoi connotati fondamentali - ha dichiarato il sottosegretario Martella -. Con riferimento all’informazione primaria, la sua natura di bene pubblico non solo giustifica, ma implica necessariamente un intervento statale. Il mio impegno sarà orientato a verificare tutte le possibili soluzioni, anche di natura legislativa, idonee ad assicurare il necessario sostegno al comparto delle agenzie di stampa, nel rispetto del principio del pluralismo dell’informazione”. nc


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THESHOW, LA REALTÀ NELLA REALTÀ RACCONTARE LA REALTÀ, SENZA CONDIZIONARLA, GRAZIE ALL’ESPEDIENTE DELLA CAMERA NASCOSTA. UN APPROCCIO, QUELLO DEI THESHOW, CHE SI TRADUCE IN CONTENUTI DIVERTENTI, MA ANCHE VERI E PROPRI ESPERIMENTI SOCIALI. MA NON SOLO. IL LORO CANALE EDITORIALE OFFRE OGGI UN ARTICOLATO PALINSESTO DI BRANDED CONTENT EFFICACI E INGAGGIANTI. DI FRANCESCA FIORENTINO

Dopo anni di successo grazie alle divertenti candid camera pubblicate sul loro canale YouTube, Alessio Stigliano e Alessandro Tenace hanno creato un vero e proprio canale editoriale a più voci con un articolato palinsesto di branded content efficaci e ingaggianti. Abbiamo chiesto loro di raccontarci le tappe della storia, la filosofia e l’attuale modello di business dei theShow. Quali sono le tappe che hanno portato theShow a diventare un vero e proprio canale editoriale? È una domanda a cui è difficile dare una risposta quando si ha un punto di vista interno, come il nostro. Quando si è con le ‘mani nella quotidianità’ una crescita, un cambiamento sembra sempre un crescendo organico, senza reali punti di svolta. Quindi per rispondere, abbiamo chiesto aiuto a chi ci vive un po’ più dall’esterno, e abbiamo identificato due passaggi fondamentali: il 2015 e il 2018.

più ampio. Il progetto si chiamava ‘Strappa la Tuborg’ e comprendeva sia la realizzazione di branded content (a oggi una delle due più importanti stream di ricavo, ndr) sia la partecipazione a un contest e un tour in giro per i principali festival musicali italiani. Il progetto fu uno spartiacque all’interno del nostro mercato: era la prima volta che un brand in Italia basava gran parte della sua comunicazione sul coinvolgimento di content creator. Secondo turning point: 2018… È stato un progetto ‘rivelatore’ perché per la prima volta un brand ci ha seguito e ha

Parliamo del primo turning point: il 2015… È stato l’anno in cui siamo stati coinvolti in un progetto branded che avesse un respiro

accettato di credere nella forza creativa dei nostri contenuti a prescindere dalle nostre ‘facce’. Il video realizzato con Durex (che si chiama ‘Vieni in bagno con me?’, ndr) è il primo branded content sul nostro canale dove noi non appariamo come protagonisti. Al centro del racconto, infatti, era presente un’attrice che aveva il compito di testare durante un primo appuntamento il livello di imbarazzo delle sue ‘vittime’ sull’utilizzo del preservativo. Siamo molto contenti del risultato, il video a oggi ha più di 6 milioni di visualizzazioni, perché siamo riusciti a dimostrare, in primis a noi stessi, di aver creato un linguaggio editoriale riconoscibile a prescindere da noi come personaggi. Infatti proprio a partire da quel video e un po’ spinti dall’algoritmo di YouTube, che prediligeva una frequenza di pubblicazione più alta, abbiamo iniziato a costruire un palinsesto dalla frequenza più serrata. E qui il dubbio: come aumentare il numero di contenuti senza abbassare la qualità? La nostra risposta è stata allargare la squadra, ma non solo dietro le quinte. Come è composto oggi il vostro team? Da chi è composto e con quale ruolo? Il team ha avuto una crescita e un’evoluzione per gradi. A oggi, il nostro team è composto da: Noi (Alessio e Alessandro,

Alessio Stigliano e Alessandro Tenace, amministratori, responsabili editoriali e creativi theShow

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Per la campagna ‘Fallo Durex’ i theShow hanno prodotto il video di branded content ‘Vieni in bagno con me? Il primo test dell’imbarazzo’. Obiettivi: amplificare il contenuto hero, generare traffico sulla pagina di acquisto Amazon e comunicare la limited edition Durex Emoji

ndr), che oltre a essere amministratori, siamo responsabili editoriali e creativi. I video che ci vedono protagonisti vanno in onda lo storico giorno di pubblicazione del canale: il mercoledì; un direttore di produzione, Luca Deandrea, che ha scelto di lasciare la produzione televisiva e avventurarsi in questo territorio ancora inesplorato; un capo autore e responsabile editoriale, Valerio Di Bitetto, che ci supporta e guida nello sviluppo creativo dei nostri contenuti; un autore, Michele Grossi; due montatori, Arianna Mangili e Giovanni Soldino; quattro ‘player’, ovvero quattro volti, Le Aktriz, Lale, Gatto e Jaser

ognuno con un format distintivo e un taglio editoriale specifico. Come è composto il vostro modello di business? theShow ha due linee di ricavi principali: la monetizzazione dei contenuti editoriali e il branded content. Il nostro linguaggio visivo, basato sull’utilizzo della camera nascosta, ci dà il grande vantaggio di mostrare il ‘reale’ e quindi di rendere estremamente credibile, oltre che interessante, il contenuto. Quando creiamo contenuti brandizzati, quello che facciamo è rendere comprensibili, tangibili e veri i valori del brand.

THESHOW PER ONEPLUS_ Per OnePlus, brand molto riconosciuto nella community di appassionati e specializzati nel mondo tech e gaming, Show Reel Agency ha coinvolto theShow per la creazione di una video-strategy volta ad accrescere l’awareness del brand e aumentare il numero di follower e di engagement sulla pagina Facebook. La video-strategy è stata sviluppata in una serie di branded content veicolati tramite diversi canali, ma in continua interazione tra loro (tramite rilanci e crossposting). In particolare, sono stati realizzati: • Un contenuto hero per veicolare la premiumness del prodotto, trasformandolo nell’oggetto del desiderio. Il concept del video ruotava attorno al tema delle sfide e a che cosa le persone fossero disposte a fare per il telefono, oggetto del desiderio. Il video ha generato più di 1,1 mln di visualizzazioni. • Quattro contenuti video da diffondere attraverso le property del brand. In queste video pillole, i theShow stressavano le caratteristiche principali dello smartphone, fingendosi due tester professionisti un po’ ‘sopra le righe’. I quattro video FB hanno generato più di 1 mln di visualizzazioni e 2 mln di utenti raggiunti. Attraverso il contenuto hero, il brand ha accresciuto la propria awareness; attraverso i contenuti video ha invece aumentato l’engagement della propria pagina FB. Il risultato è una strategia di narrazione a circuito che si è dimostrata efficace in tutte le sue fasi, dall’intrattenimento alla parte più informativa.

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Come collaborate con i brand? Quando realizziamo contenuti brandizzati da pubblicare su theShow per noi è fondamentale incrociare le caratteristiche formali del nostro linguaggio (la camera nascosta, ndr) e le esigenze di comunicazione del brand. Oltre a un catalogo di format apprezzati dalla community e pensati per accogliere le istanze dei brand, creiamo contenuti su misura. Infatti uno dei turning point di cui parlavamo è un contenuto ‘fuori format’. I contenuti branded sono integrati nella nostra linea editoriale come contenuti premium e la community li percepisce come tali. Nello sviluppo dei progetti siamo affiancati da Show Reel Agency che ci supporta sia nella traduzione del brief sia nella costruzione dei contenuti. Come sintetizzate la vostra filosofia? Il claim del nostro canale è ‘la realtà nella realtà’. Riusciamo a raccontare la realtà, senza influenzarla o condizionarla, grazie all’espediente della camera nascosta. Questo approccio può tradursi in contenuti divertenti, ma anche negli spunti di riflessione lanciati dai nostri esperimenti sociali. Grazie alla camera nascosta riusciamo a proporre al pubblico di interagire all’interno di una situazione reale andando a intervenire nel contesto per creare una narrazione. Di fatto andiamo sempre a testare l’idea creativa in un contesto reale. Quali progetti avete per il futuro? Nel nostro ambiente è molto difficile fare progetti a medio/lungo termine. Sicuramente il nostro obiettivo è allargare l’offerta del canale editoriale, ma non riusciamo a definire oggi dove o come, anche perché le piattaforme, i formati e la tecnologia cambiano molto rapidamente. nc


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UNA, UPA E FCP: LE REGOLE PER UN MERCATO PIÙ ‘SANO’ I 20 ARTICOLI SULLA GESTIONE DELLE GARE MEDIA, FRUTTO DELLA COLLABORAZIONE DELLE TRE ASSOCIAZIONI, SONO RACCOMANDAZIONI NON VINCOLANTI E SEGNANO UN DECISO CAMBIO DI PASSO PER IL MERCATO ITALIANO, CHE SI ALLINEA COSÌ ALLE BEST PRACTICE EUROPEE. NEL 2019 LE GARE SONO STATE 62, PER UN VALORE DI CIRCA 600 MILIONI DI EURO, SOLO 17 DI QUESTE CON BUDGET SUPERIORI AI 10 MILIONI. A CURA DELLA REDAZIONE

“Il sempre maggior ricorso a gare creative porta a volte a una gestione delle stesse non lineare e a gare condotte senza logiche razionali. È un problema serio, con molte implicazioni. Implicazioni economiche, prima di tutto (…) e anche relazionali. Crediamo tutti nella partnership agenzia-cliente come valore aggiunto, capace di portare a coinvolgimento e risultati. Ma troppe gare ‘sbagliate’ creano pregiudizio e diffidenza, portando gli attori a sentirsi tra loro antagonisti, invece che alleati”. È partendo da questa premessa che Una, Upa e Fcp hanno messo a punto un documento per la gestione delle gare media, nato come proposta in occasione di ‘Comunicare Domani’ del 2017 e presentato ufficialmente nel dicembre scorso.

Le linee guida, raccolte in 20 articoli, sono finalizzate a individuare, per quanto possibile, gli elementi di trasparenza, visibilità e accountability di ogni processo di gara. ‘Raccomandazioni non vincolanti’, come sottolineano le tre associazioni, la cui interpretazione e applicazione deve avvenire “nel pieno rispetto del diritto di concorrenza”.

Il mercato delle gare rappresenta uno dei principali volani nello sviluppo del comparto della comunicazione. Nel 2019 le gare sono state 62 (di cui gran parte internazionali, ndr), per un valore di circa 600 milioni di euro, solo 17 di queste con budget superiori ai 10 milioni. Oltre il 55% del valore totale dei budget è stato gestito tramite auditor. Non stupisce dunque che si tratti di un argomento che suscita un forte interesse da parte di tutto il mercato. Sassoli, un appello alle agenzie Le nuove linee guida per le gare media, come sottolineato anche dal presidente Upa, Lorenzo Sassoli de Bianchi, segnano un deciso cambio di passo per il mercato italiano, che si allinea così alle best practice europee, in coerenza con le indicazioni già introdotte da Eaca, l’associazione europea delle agenzie di comunicazione, e WFA, la federazione internazionale degli investitori di pubblicità. “Le 100 multinazionali che ogni anno investono nel nostro Paese circa 3 miliardi di euro si rifanno già a questi standard”, ha affermato Sassoli de Bianchi.

Una, Upa e Fcp hanno messo a punto un documento per la gestione delle gare media: 20 articoli finalizzati a individuare trasparenza, visibilità e accountability

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Le regole per la presentazione della gara e del progetto secondo il documento ‘La buona gara’

“Oggi le agenzie media aiutano le aziende non solo nell’acquisto degli spazi ma anche a districarsi in un mondo che è diventato estremamente complesso, dove non è facile comprendere l’evoluzione del mercato - ha spiegato il Presidente Upa -. Uno dei temi caldi del rapporto con i centri media è da sempre la remunerazione: siamo convinti che le agenzie media debbano essere giustamente remunerate, nel rispetto della loro professionalità e sulla base di criteri trasparenti. A questo proposito

Upa continuerà a sensibilizzare le aziende associate in merito alla necessità di remunerare adeguatamente i loro partner, ma chiediamo allo stesso tempo alle agenzie media di affiancarci nel pretendere delle rilevazioni che siano efficaci e adatte ai cambiamenti che interessano il mercato”. In tema di remunerazioni sarebbe in via definizione la creazione di un fondo UnaUpa dove far confluire la remunerazione per finanziare i giovani professionisti della comunicazione. “Una delle parole chiave

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di questo documento è ‘responsabilità’: queste raccomandazioni devono servire anche a responsabilizzare tutti gli operatori affinché il mercato sia più ‘sano’ e rispettoso - ha affermato Emanuele Nenna, presidente Una -. Obiettivo primario di Una è fornire un valore aggiunto ai propri associati e al mercato. Il comparto media è da sempre molto rilevante e siamo soddisfatti del lavoro fatto in merito alla gestione qualitativa delle gare. Oggi abbiamo per la prima volta linee guida e spunti concreti che possano agevolare tutti i player della filiera. Abbiamo posto la prima pietra, ora possiamo solo costruirci sopra”. Le linee guida nel dettaglio Entrando più nel vivo delle linee guida per la gestione delle gare media, i 20 articoli possono essere suddivisi in sei Gruppi attinenti a diverse macroaree: dati, best e worst practice, auditor, utilizzo di pool e benchmark di mercato, chiarezza ruoli e responsabilità, trasparenza. In particolare, le raccomandazioni prevedono che i dati raccolti in fase di gara non siano “utilizzabili per scopi diversi dalla stessa” e che quei dati non possano “contribuire alla costruzione di benchmark e pool”. Dati e informazioni raccolti in fase di gara “devono essere restituiti ai loro titolari e, in ogni caso, distrutti dopo la gara”. Inoltre, nella costruzione dei bandi di gara si consiglia di esplicitare il più possibile tutti i KPI, sia di efficienza sia di efficacia. Gli inserzionisti, a loro volta, “hanno l’obbligo di tenere riservate le offerte di ciascun partecipante alla gara”, mentre si consiglia di stimare, in fase di gara, i Diritti di negoziazione che il Centro Media “ritiene di ottenere dai media, in modo che il loro ammontare e il loro trattamento […] possa aiutare l’inserzionista a costruire la politica di remunerazione”. nc


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ENEL, LA RIVOLUZIONE ENERGETICA PASSA DAGLI INNOVATION HUB LA RIVOLUZIONE ENERGETICA? PASSA DALLE INNOVAZIONI TECNOLOGICHE AI NUOVI MODELLI DI BUSINESS NATI NEGLI INNOVATION HUB DI ENEL. AL CENTRO, LA COSIDDETTA ‘INNOVABILITY’: LA MULTINAZIONALE DELL’ENERGIA RITIENE CHE, PER ESSERE SOSTENIBILI, OCCORRA INNOVARE COSTANTEMENTE E CHE OGNI INNOVAZIONE, PER PORTARE VALORE, DEBBA, A SUA VOLTA, ESSERE SOSTENIBILE NEL LUNGO PERIODO. DI FRANCESCA FIORENTINO

L’innovazione non è un lavoro per solisti: ne è convinta Enel, la prima azienda al mondo ad aver integrato nella propria strategia l’‘Innovability’, dall’unione tra ‘Innovation’ e ‘Sustainability’. Per essere sostenibili occorre innovare costantemente e ogni innovazione deve, a sua volta, essere sostenibile nel lungo periodo per portare valore. Un modello ‘aperto’, che riprende l’approccio dell’Open Innovation, capace di creare un ecosistema in cui convivono e collaborano attivamente clienti, dipendenti, inventori, fornitori, grandi gruppi industriali, università, Pmi e, soprattutto, startup. L’open Innovation permette a Enel di consolidare la sua leadership tecnologica nel settore dell’energia e di favorire la transizione verso un modello più sostenibile.

Per essere in grado di cogliere l’innovazione dove questa prende forma, il Gruppo ha creato la rete globale di Enel Innovation Hubs, nata per intercettare le startup ad alto potenziale tecnologico e trasformare le idee in soluzioni di business.

Droni, Internet of Things (IoT), Smart city e Smart Grid, mobilità elettrica, blockchain, robotica, intelligenza artificiale: sono solo alcune delle aree in cui Enel collabora con le startup

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Ecosistemi di innovazione globali Dalla fine del 2016 a oggi Enel ha creato 10 Innovation Hub, che sono la porta di accesso ai principali ecosistemi di innovazione globali, necessaria per cogliere le migliori opportunità tecnologiche e di


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A sx, il Lab di Enel ad Haifa che si affianca all’innovation HUB di Tel Aviv aperto da Enel in Israele, il paese delle startup. A dx, l’Hub di Skolkovo, la Silicon Valley russa alle porte di Mosca

business attraverso la collaborazione con le più promettenti startup del settore. Il fulcro è in Italia, con i tre Hub aperti presso i laboratori del Gruppo: a Catania per le energie rinnovabili, a Pisa per la generazione termica e a Milano per le Smart grid e la digitalizzazione delle reti. Questi si affiancano, nel nostro Paese, al laboratorio di Vallelunga, focalizzato sull’individuazione di soluzioni per la mobilità elettrica. Gli altri Hub sono negli Stati Uniti, a Boston e San Francisco; in Israele, a Tel Aviv, tre tra i più importanti centri di innovazione globale; e in alcuni dei principali Paesi in cui opera il Gruppo: in Spagna a Madrid; in Russia; Cile e Brasile. Grazie a questa rete, il Gruppo ha analizzato oltre 6.500 startup, attivato più di 250 progetti, per testare e sviluppare le soluzioni proposte, e

scalato sui propri business a livello globale 50 startup. Le startup che collaborano con Enel hanno accesso al know-how del Gruppo e la possibilità di sviluppare e testare le proprie soluzioni in laboratorio per poi metterle in pratica sul terreno. Se le startup hanno necessità di finanziamenti Enel Innovation Hubs attiva la propria rete di fondi di Venture Capital e banche, a cui si aggiunge il sistema di acceleratori, incubatori e fornitori nel caso in cui occorra il supporto per industrializzare soluzioni non ancora mature e garantire il migliore sviluppo della tecnologia e della startup stessa. Droni, Internet of Things (IoT), Smart city e Smart Grid, mobilità elettrica, blockchain, robotica, intelligenza artificiale: sono solo alcune delle aree in cui Enel collabora con le star-

Greentown Labs, il più grande incubatore di startup cleantech negli Stati Uniti che ospita anche uno dei due Hub aperti da Enel nel paese

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tup. AppQuality, ad esempio, ha sviluppato una piattaforma di crowdtesting di App, siti internet, Chatbot e altre soluzioni digitali direttamente con l’utilizzatore finale partendo dalla collaborazione con Enel per risolvere una challenge proposta dal Gruppo. D-Air Lab, spin off di Dainese, ha sviluppato un giubbotto con airbag integrato che garantisce maggiore sicurezza ai tecnici che operano in altezza. Greenovation ha creato un portale per gestire in autonomia il proprio progetto di riqualificazione energetica. iGenius, una delle startup italiane di maggior successo nel campo dell’intelligenza artificiale, aiuta il top management e gli operatori delle centrali di Enel a prendere decisioni e a effettuare monitoraggi e intervenire rapidamente grazie alla piattaforma di data intelligence fruibile facilmente tramite interazione in linguaggio naturale. M2D fornisce soluzioni basate sull’automazione e il machine learning per i droni che lavorano negli impianti rinnovabili. Ermes Cyber Security fornisce una protezione avanzata contro tutti quei pericoli del web che prendono di mira i dipendenti e che non possono essere protetti dagli strumenti esistenti. Infine, Aton Energy, produce sistemi di accumulo di energia modulari, flessibili e connessi. Queste sono solo alcune delle storie di successo raccontate su https://startup.enel.com. Startup, professori, inventori, tutti gli innovatori possono proporre progetti da sviluppare insieme ad Enel direttamente dal portale di crowdsourcing www.openinnovability.com. nc


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INDEPENDENT IDEAS, SINERGIE DI ALTA QUALITÀ CON UN POSIZIONAMENTO DISTINTIVO DEDICATO AI BRAND PREMIUM, LA BOUTIQUE CREATIVA GUIDATA DA ALBERTO FUSIGNANI AFFRONTA IL 2020 DETERMINATA A CRESCERE ULTERIORMENTE, GRAZIE ANCHE ALL’ACCELERAZIONE DEL BUSINESS SEGUITA ALL’INGRESSO IN PUBLICIS GROUPE. DI ILARIA MYR

Una boutique creativa per brand premium, con una grande vocazione per il mondo dello stile e del design, che vanta, fra gli altri, clienti del calibro di Abarth e altri brand del gruppo Fca, Ferrari, Maserati, Tod’s, Juventus, e, da quest’anno, Riva Yacht (Gruppo Ferretti): è questo da sempre il posizionamento dell’agenzia Independent Ideas, nata nel 2007 all’interno di Italia Independent, e che dal 2018, con l’acquisizione da parte del Gruppo Publicis, sta vivendo un’importante crescita e amplificazione del business. “In questo anno e mezzo abbiamo adottato la filosofia del Gruppo del ‘power of one’, basata sull’aggregazione di competenze diverse che vanno dalla creatività al content, piuttosto che alle strategie di branding, che rimangono la reason why di ogni agenzia creativa - spiega Alberto Fusignani, ceo Independent Ideas -. La nostra proposition si è quindi integrata perfettamente

nelle logiche del Gruppo, che sempre di più svolge un lavoro di profondità sul comportamento del consumatore, delle personas e della journey, per soddisfare le esigenze di business dei clienti. Oggi ci proponiamo quindi come partner ai grandi player, italiani e non, che grazie anche all’appartenenza a Publicis Groupe, può sviluppare strategie di comunicazione che legano i clienti a dinamiche di business e di mercato”.

Alberto Fusignani, ceo Independent Ideas

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In questo quadro rientra il lavoro fatto con Publicis Sapient, la digital business transformation company del Gruppo Publicis a livello globale, su clienti storici di Independent Ideas - ad esempio Juventus e Abarth - che ha dato ottimi risultati su crosselling e upselling, contribuendo a rafforzare la relazione agenzia-azienda e ampliandone il raggio di azione per il prossimo biennio. Invariato rimane però il posizionamento di boutique creativa molto vicina come sensibilità, esperienza e networking al mondo premium, luxury brand e automotive, che si integra perfettamente con il lavoro di Publicis Luxe (società nata dalla fusione di Publicis 133 e Razorfish). “Essere una boutique creativa è una vocazione che ci distingue sul mercato e che non abbiamo intenzione di perdere - precisa Fusignani -. Nel rimanere una piccola realtà, la nostra grandezza è oggi data dalla capacità e agilità con cui costruiamo gruppi di lavoro interni al Gruppo Publicis, oltre la logica dei silos, all’insegna della totale sinergia”. L’agenzia affronta dunque il nuovo anno con grinta e la chiara intenzione di continuare a crescere: il 2019, infatti, è stato un anno focalizzato sull’ampliamento del lavoro con clienti storici - con qualche new business come Riva e Acqua Filette - e sulla


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Per il 70° compleanno di Abarth, Independent Ideas ha reso omaggio alle imprese di Carlo Abarth, raccontando, attraverso una pianificazione on-line e tv, la vera storia di chi ha reso grande la casa dello Scorpione

costruzione di un percorso che darà i suoi frutti nel 2020 e 2021. “Vogliamo essere protagonisti di un rilancio del mercato, aiutando i nostri clienti a crescere - continua il ceo -. Altra parola chiave continuerà a essere trasformazione, intesa come cambiamento della mentalità che deve rimettere il business di tutti al centro e allontanare la sfiducia fra agenzia e cliente, che purtroppo permane ancora nel nostro mercato. Da un lato, quindi, le agenzie devono essere sempre più vicine alle esigenze di business dei clienti; dall’altro, i clienti devono essere attenti alle nuove soluzioni che le agenzie oggi propongono, perché i

dati, i contenuti e l’Intelligenza Artificiale, al servizio della creatività, possono davvero fare la differenza”. Le case history: Abarth e Panda Trussardi Esemplificativa dell’approccio di Independent Ideas nell’ultimo anno è la campagna realizzata per il 70° compleanno di Abarth, storico marchio di Fca. Per l’occasione l’agenzia ha deciso di rendere omaggio alle imprese di Carlo Abarth, raccontando, attraverso una pianificazione on-line e tv, la vera storia di chi ha reso grande la casa dello Scorpione. Una

L’obiettivo della campagna per la Nuova Panda Trussardi è quello di esaltare lo stile unico e contemporaneo, della nuova serie speciale Fiat, con un esclusivo featuring con la pop star Ava Max

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storia che, fin dalla tenera età, è intrisa di passione, adrenalina e velocità e trasforma ogni grande sfida in un immenso successo. La leggenda di Abarth continua a vivere attraverso una storia in tre atti che esalta lo spirito intramontabile di Carlo, rendendo omaggio al brand e ai nuovi modelli: 695 70° anniversario, 595 Pista e 595 Esseesse. Tre capitoli di uno stesso romanzo che stupiscono lo spettatore per una sceneggiatura originale e avvincente. L’anniversario dello scorpione, dunque, non rappresenta un punto di arrivo, ma un’ulteriore suggestiva partenza alla scoperta di nuove performance e divertimento a 360°, come suggerito dalla line di campagna che da ‘Let’s play again’ si evolve in ‘Let’s play forever’, celebrando lo spirito sportivo e senza tempo di Abarth. Altra campagna interessante è quella per Nuova Panda Trussardi, un progetto partito con il placement dell’auto nel video musicale ‘Torn’, ultimo singolo della pop star Ava Max, nonché colonna sonora del film di lancio. Il brano, lanciato ad agosto, ha già raggiunto in poche settimane più di 41 milioni di views su YouTube. L’obiettivo della campagna è quello di esaltare lo stile unico e contemporaneo, ricco di dettagli preziosi, della nuova serie speciale Fiat. L’iconicità e la coolness trovano la loro massima espressione nel film di lancio in cui la celebre city car conquista la scena grazie anche all’esclusivo featuring con Ava Max. Un alone di mistero accompagna lo spettatore fin dai primi secondi, quando l’ingresso in scena di Ava porta l’attenzione sulla nuova Panda Trussardi. La narrazione raggiunge l’apice nelle sue fasi centrali, quando l’azione della protagonista segna l’improvviso passaggio da un’atmosfera più sospesa a una più musicale. nc


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STARCOM, BUSINESS A MISURA D’UOMO UNA RICERCA COMMISSIONATA ALLA FORRESTER CONSULTING HA DIMOSTRATO LA CORRELAZIONE TRA ‘HUMAN OUTCOMES’ E ‘BUSINESS OUTCOMES’, SIA NEI RISULTATI DI BREVE PERIODO SIA NEL SOSTENERE LA RELAZIONE E LA FEDELTÀ DEI CONSUMATORI. DATI, QUESTI, CHE CONFERMANO IL POSIZIONAMENTO DI STARCOM ITALIA COME HUMAN EXPERIENCE COMPANY. RILEVANZA E INNOVAZIONE LE PAROLE D’ORDINE PER RISPONDERE ALLE ESIGENZE DEI CLIENTI. DI DALIA PACE

“Oggi in molti parlano di ‘consumatore al centro’. Questa visione è da sempre parte del nostro Dna. Siamo la Human Experience Company, il nostro focus sono le persone a cui vogliamo offrire la miglior esperienza con le brand dei nostri clienti. Un’esperienza diretta che crei empatia con la marca, interazione e valore per le persone con cui questa viene in contatto”. Vita Piccinini, ceo Starcom Italia, spiega così il posizionamento dell’agenzia, la cui efficacia è stata confermata anche da una recente ricerca commissionata alla Forrester Consulting, che ha dimostrato la reale correlazione tra ‘human outcomes’ e ‘business outcomes’, sia nei risultati di breve periodo sia nel sostenere la relazione e quindi la fedeltà dei consumatori alle marche.

Innanzitutto, come è andato l’anno che si è appena concluso? Il 2019 è stato un anno molto vivace per la nostra agenzia: abbiamo chiuso in positivo verso lo scorso anno, non solo grazie all’acquisizione di nuovi clienti, ma anche al consolidamento dei rapporti con i clienti storici dell’agenzia. Non è tuttavia solo dei

numeri che dobbiamo essere orgogliosi, i segni ‘+’ sono, infatti, la diretta conseguenza del nostro approccio trasformativo al mercato che ci permette di rispondere in concreto da veri partner di comunicazione, alle esigenze dei clienti supportandoli ad affrontare le sfide di un mercato sempre più complesso. Che cosa vi viene richiesto maggiormente dalle aziende? Quali le loro esigenze più attuali? Sintetizzerei con due parole le aspettative dei nostri clienti: rilevanza e innovazione. Essere rilevanti significa essere coerenti con il posizionamento di marca e dei suoi valori. Sempre. Questo vale anche nel processo di innovazione e trasformazione che gran parte delle aziende sta affrontando. Per innovare serve comprendere nel profondo le aspettative dei consumatori, individuare le opportunità di comunicazione e di avvicinamento delle persone durante il loro customer journey, oggi sempre meno lineare e sempre più diversificato. A noi il compito di sostenere le aziende in questo

Vita Piccinini, ceo Starcom Italia

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Starcom si definisce una Human Experience Company, il suo focus sono le persone a cui vuole offrire la miglior esperienza con le marche dei clienti. Nella foto, la sede di Milano

ambito, supportandole nelle scelte strategiche e affiancandole in tutto il processo: dalla comprensione delle dinamiche di mercato, alla definizione di linguaggio e canali, fino alla misurazione dell’impatto sul business. Quando si parla di trasformazione e di rilevanza, il digital riveste un ruolo cruciale nella relazione brand-consumatore. Le aziende necessitano di consolidare la relazione con le persone semplificando le regole di ingaggio ma fornendo al tempo stesso all’interlocutore messaggi valoriali che possano convertirsi in concreto sul business. Il ruolo di Starcom è quello di essere al fianco delle aziende con cui lavoriamo, nel processo di digitalizzazione dell’approccio alla comunicazione, semplificando il più possibile un tema complesso e in continua evoluzione come quello della gestione dei

dati. La mole incredibile di dati e informazioni a disposizione va messa a sistema e interpretata per poter prendere decisioni di marketing che possano fare la differenza. Come affrontate il Marketing Data Driven? Come si è evoluta la vostra offerta in questo ambito? La rivoluzione apportata dai dati consente oggi di conoscere molto a fondo il consumatore e di disegnare strategie di marketing one-to-one anche su prodotti e servizi di massa. Poter trattare in modo univoco il cliente finale, anche se sta semplicemente acquistando un bene di consumo di poco valore, fa e farà sempre più la differenza nella costruzione della rilevanza dei brand e della percezione degli stessi nella mente dei consumatori. Per questo lavoriamo

I contenuti sono per Starcom fondamentali per proporre ‘human experience’ di successo

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continuativamente sul monitoraggio delle navigazioni dei consumatori attraverso i diversi device a loro disposizione. Le nostre strategie di comunicazione integrano dati di prima parte dei clienti con dati di partner strategici, con l’obiettivo di arricchire la conoscenza delle persone. La piattaforma tecnologica Publicis PeopleCloud è lo strumento proprietario che ci consente di lavorare in tal senso. Si tratta di una piattaforma end to end che utilizziamo in tutte le fasi del processo. Dalla costruzione degli ID, alla delivery delle campagne, alla misurazione dei risultati. Un altro fronte di primo piano è quello dei contenuti: come lo approcciate? Quali sono i must da tenere presenti in content strategy di successo? I contenuti sono fondamentali per proporre delle ‘human experience’ di successo. I criteri alla base di una content strategy sono la stretta connessione con la strategia di comunicazione, la rilevanza che il contenuto ha per il target e la continua ottimizzazione dei contenuti in base alla risposta dei consumatori. I contenuti sono per noi un modo imprescindibile di veicolare i valori dei brand per cui lavoriamo. Come vede il futuro della comunicazione? Quali le frontiere? L’era digitale ha dato vita a una rivoluzione anche nel media, aprendo a una serie incredibile di opportunità di comunicazione. Questo scenario richiede agilità, flessibilità e velocità di adattamento anche per gli addetti ai lavori, oltre a una grande capacità di collaborazione tra creatività, media e dati. Il Gruppo di cui facciamo parte, Publicis Groupe, crede molto in questo e stiamo da tempo lavorando in quest’ottica. nc


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ZENITH: TALENTI, DATI E CLOUD LE CHIAVI DEL SUCCESSO QUESTI I PILASTRI DEL POSIZIONAMENTO DELL’AGENZIA DOPO LA RIORGANIZZAZIONE CHE L’HA IMPEGNATA NEL 2019 E CHE HA PORTATO ALL’ACQUISIZIONE DI NUOVI CLIENTI E A UNA CHIUSURA IN DOPPIA CIFRA. UN DATO IMPORTANTE, CHE SPICCA IN UN MERCATO IN ITALIA IN LEGGERA DECRESCITA, MA CHE SI PREVEDE POSSA RECUPERARE NEL 2020, GRAZIE ANCHE ALL’INGRESSO DI NUOVI INVESTITORI. DI ILARIA MYR

A fronte di una leggera decrescita nel 2019 (-0,2%), il mercato pubblicitario italiano dovrebbe recuperare nel 2020, grazie anche alla presenza di grandi eventi internazionali. Questo è quanto emerge dagli ultimi Advertising Expenditure Forecasts di Zenith Italy che, in controtendenza, ha chiuso l’anno con una crescita in doppia cifra e che prevede di continuare a raccogliere i frutti della riorganizzazione messa in atto nell’ultimo anno. Ne parla in questa intervista Andrea Di Fonzo, ceo Zenith Italy.

sce. Le previsioni sono però più positive per il 2020, con una stima in aumento. La ragione del leggero calo di quest’anno è individuabile innanzitutto nella mancanza di grandi eventi che richiamano gli investimenti pubblicitari, che saranno invece presenti l’anno prossimo (Olimpiadi, Europei

Partiamo dall’andamento del mercato nell’ultimo anno. Quali sono i fatti salienti dell’anno appena concluso? Quali i settori maggiormente in crescita? Per quanto riguarda l’Italia, archiviamo un 2019 in leggera decrescita (-0,2%, ndr), mentre a livello mondo il valore cre-

Andrea Di Fonzo, ceo Zenith Italy

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di calcio, elezioni americane). A ciò si aggiunga lo status di incertezza che ha caratterizzato la politica e l’economia del nostro Paese nel 2019, che ha fortemente impattato sull’advertising. Fra i settori, hanno sofferto l’automotive e le telco, mentre si hanno comportamenti un po’ schizofrenici sul largo consumo (si pensi, ad esempio, alle performance di due grandi brand italiani, Barilla e Ferrero, che hanno lanciato quest’anno due nuovi prodotti, la crema spalmabile Pan di Stelle la prima, Nutella Biscuits la seconda, ndr). Altalenante anche il mondo moda e lusso, mentre nel beauty alcuni brand raggiungono ottime quote di investimento. Non dimentichiamo poi il calo importante della categoria betting dovuto alle restrizioni legislative dell’advertising legata a questo settore nel secondo semestre dell’anno. L’aspetto importante da sottolineare è l’ingresso di nuovi clienti sul mercato, piccole e medie start-up, italiane e non, che fino a oggi non investivano in comunicazione. Un segnale questo molto positivo, che vedremo ancora nel prossimo futuro.


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Per ogni cliente, Zenith mette in campo una triade di professionisti, composta da un esperto di media, uno di digital e uno sulla parte più strategica

In particolare, quali sono i trend dominanti fra le aziende, in termini di utilizzo dei mezzi di comunicazione? Sicuramente le aziende stanno investendo maggiormente su tutti i canali misurabili del digitale, in logica di ritorno immediato. Per quanto riguarda la tv, se è vero che la tabellare è in calo, crescono invece le modalità di branded content. Lo stesso discorso vale anche per la stampa: anche le testate storiche, che stanno perdendo adv classica, sviluppano sempre più sulle proprie piattaforme omnichannel progetti speciali basati sui contenuti. Alla base di tutto, c’è un approccio data driven, che viene applicato a tutti i mezzi di comunicazione, nell’ottica di creare progetti davvero mirati. Zenith Italy,

in particolare, sta introducendo sui clienti un ulteriore sviluppo chiamato ‘cloud for marketing’, con l’obiettivo di fondere tutti i dati in maniera predittiva per erogare campagne e adattarle in tempo reale su tutti i mezzi. Ciò ci permette, ad esempio, di potere cercare nell’out of home le posizioni con la densità di popolazione più alta in quel momento per quello che è il target di riferimento selezionato. Venendo a Zenith, come è andato l’anno che si è appena concluso? Quali per voi i fatti salienti? Nel 2019 abbiamo messo in atto una grossa riorganizzazione, che dall’autunno ha dato i suoi frutti, portandoci a una chiusura in

Dallo studio Retail 2020 di Zenith emerge come l’intelligenza artificiale e il machine learning possano aiutare a costruire nuove modalità di interazione per il consumatore, fornendo servizi personalizzati capaci di differenziare l’esperienza in-store da quella online

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doppia cifra, grazie anche a una forte attività di new business, confermando tra i nuovi clienti Cassa Depositi e Prestiti, Bper, Ovs, British American Tobacco e due importanti brand globali. Il nuovo posizionamento riafferma il modello Roi+, concentrandolo su tre elementi distintivi: talenti, dati e cloud. La riorganizzazione è avvenuta anche sulla struttura di lavoro: per ogni cliente è stata creata una triade di professionisti client focus verticale, composta da un esperto di media, uno di digital e uno sulla parte più strategica. Questo nuovo modello ci consente di essere più rapidi e snelli nell’approccio di lavoro quotidiano e di supportare al meglio il cliente nelle sfide di mercato in continuo cambiamento. Di recente avete presentato ‘Retail 2020’, studio sulle nuove dinamiche del settore. Che cosa è emerso? Come sta evolvendo questo ambito? Il retail è uno degli ambiti oggi più interessanti per via della trasformazione disruptive che ha subito e continuerà a subire, presentando così un potenziale di crescita altissimo. I brand del retail sono molto attivi e cercano risposte per capire il rapporto fra negozio fisico ed e-commerce e su come usare i molti dati che hanno a disposizione. In questo mondo le ricerche cloud for marketing sono fondamentali perché permettono di integrare e ottimizzare l’esperienza crosscanale. L’intelligenza artificiale e il machine learning possono aiutare a costruire nuove modalità di interazione per il consumatore, fornendo servizi personalizzati capaci di differenziare l’esperienza in-store da quella online. Un utilizzo intelligente dei dati è necessario per costruire strategie vincenti su tutta la filiera, dal product development al marketing, alla gestione magazzino al fulfilment. nc



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‘ITALIANS DO IT BETTER’: DIECI ANNI DOPO ERA IL 2010: SUL SETTORE PESAVA ANCORA LA CRISI ECONOMICA, MENTRE IL DIGITALE AVEVA DATO IL VIA A UNA PROFONDA TRASFORMAZIONE. FU ALLORA CHE NC INAUGURÒ UN’INCHIESTA DEDICATA ALLE AGENZIE ITALIANE INDIPENDENTI, DIVENTATA PRESTO UN APPUNTAMENTO IMMANCABILE PER I LETTORI. MA UN DECENNIO DOPO, COME SI PRESENTA LO STESSO SEGMENTO DEL MERCATO? LO SVELA UNA INDAGINE DI ADC GROUP ELABORATA PER L’OCCASIONE. DI ILARIA MYR DA PAG. 43 A PAG. 61

“C’è una tipologia di operatori che sembra muoversi con un certo agio in questo mare così agitato. Parliamo di agenzie indipendenti, per lo più locali, frutto dell’istinto imprenditoriale dei loro fondatori, nella maggioranza con un lungo background proprio nelle holding internazionali. Agili, versatili, con strutture leggere in termini di costi e, soprattutto, capacità di relazionarsi in maniera diretta con il cliente: questi i ‘plus’ di un’offerta che fa registrare un grande fermento”. Così Salvatore Sagone, presidente Adc Group, nel lontano 2010 introduceva (nell’editoriale del numero di dicembre-gennaio 2010 di NC) la prima edizione dell’inchiesta ‘Italians do it better’ per seguire da vicino un mercato che si stava rivelando sempre più interessante e, soprattutto, più affollato, in un momento di forte crisi economica. Da allora il settore è cambiato radicalmente, prevalentemente sotto la spinta del digitale: nuove professioni sono nate, vecchie barriere sono cadute mentre si sono affermate nuove

dinamiche e altre realtà hanno fatto il loro ingresso nella industry. Anche il segmento indipendente del mercato ha mutato profilo, polarizzandosi, come sostiene in questa inchiesta il presidente di UNA Emanuele Nenna, in due trend in contrasto fra loro: da un lato ci sono le agenzie che vengono acquisite o si uniscono ad altre per essere in grado di fornire servizi completi ‘end to end’ e, dall’altro, piccole agenzie iper-specializzate verticalmente in uno dei numerosi ambiti di questo settore. Per ‘onorare’ al meglio il decimo anno della nostra inchiesta abbiamo deciso di offrire ai lettori una nostra lettura della situazione del mercato indipendente oggi, attraverso un’indagine condotta internamente alla quale hanno aderito 132 agenzie che lavorano nella comunicazione, di tipologie diverse fra loro, accomunate però da italianità e indipendenza. Lungi dal volere essere rappresentativa di tutto il mercato - le realtà indipendenti più grandi, ad esempio, non hanno risposto -, è però un’interessante fotografia di un

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settore dinamico, in continuo fermento, dove i giovani (20-30enni) hanno sempre più spazio e dove i 30-40enni sono la maggioranza, tutti perlopiù laureati. La maggioranza si dichiara ‘agenzie integrate’ (57,58%), ma non mancano le realtà specializzate soprattutto nel digital, con un posizionamento verticale. Uno degli aspetti interessanti che emerge è la partecipazione a un numero elevato di gare all’anno (45,45% risponde ‘a più di 10’), che in pochi casi si risolvono con esiti positivi. “È del tutto normale in un mercato in cui spesso le aziende fanno gare con troppe agenzie interpellate - commenta Nenna -. In questa direzione va anche l’impegno di UNA, per insegnare alle agenzie a valutare e selezionare meglio le gare e a boicottarle se non convenienti”. Infine, da segnalare che nella maggioranza dei casi il portafoglio clienti è costituito da aziende soprattutto italiane (46%), mentre solo in un 10% da realtà internazionali. nc Buona lettura!



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GIOVANI, COMPETENTI E INDIPENDENTI PER LA DECIMA EDIZIONE DELL’INCHIESTA ‘ITALIANS DO IT BETTER’, NC HA CONDOTTO UNA RICERCA A CUI HANNO PARTECIPATO 132 AGENZIE INDIPENDENTI, OPERANTI IN DIFFERENTI AMBITI DELLA COMUNICAZIONE. NE EMERGE UN QUADRO VARIEGATO E ARTICOLATO, CHE RACCONTA UN MERCATO DINAMICO E VITALE, DOMINATO DA UNA RICHIESTA SEMPRE PIÙ ALTA DI PROGETTI INTEGRATI E STRUTTURE CON TEAM GIOVANI E SPECIALIZZATI.

Molte agenzie di comunicazione integrata, ma anche tante di eventi e live communication, nate soprattutto negli ultimi due decenni, con organici di dimensioni per lo più medie e piccole, composti in maggior parte da laureati, che partecipano all’anno a più di 10 gare, e hanno nella maggioranza dei casi più clienti italiani (anche se non mancano quelli internazionali). Sono solo alcuni dettagli più evidenti emersi dall’indagine sulle realtà

italiane indipendenti della comunicazione condotta da NC - Il giornale della Nuova Comunicazione in occasione della decima edizione dell’inchiesta ‘Italians do It Better’, l’approfondimento annuale su una parte importante e, come abbiamo dimostrato negli anni, sempre in crescita nel mercato del nostro Paese. Hanno partecipato alla ricerca 132 strutture che operano nel settore, diverse fra loro, accomunate però da italianità e indipenden-

Altro (specificare)

Web agency

Agenzia di eventi

14.39% 4.5 5% 22.73%

Agenzia di pubblicità

57.58% Agenzia di comunicazione integrata

(Fonte: Indagine Agenzie Indipendenti, ADC Group dic. 2019)

TIPOLOGIA AGENZIE INTERVISTATE

za. A loro sono state poste diverse domande relative all’organizzazione, ai servizi che offrono nonché alle gare a cui mediamente partecipano all’anno, e così via. Ne emerge un quadro variegato e articolato, da cui si possono però trarre delle considerazioni più generali. La maggioranza dei rispondenti sono agenzie di comunicazione integrata (57,58% pari a 76 risposte) seguite dalle agenzie di eventi (22,73 pari a 30 risposte). Solo il 4,55% è composto da web agency (6

PERIODO DI NASCITA AGENZIE INTERVISTATE_ periodo

% intervistati

1960-1980

2%

1981-1990

11%

1991-2000

17%

2001-2010

45%

2011-2019

25%

0.76%

Fra le agenzie italiane indipendenti che hanno partecipato all’indagine di NC, le più numerose sono quelle di comunicazione integrata (57,58%) seguite dalle agenzie di eventi (22,73%)

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Nella maggioranza dei casi (45%) le agenzie sono nate fra il 2001 e il 2010; seguono quelle nate fra il 2011 e il 2019 (25%), per un totale del 70% nato negli ultimi due decenni


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VI È STATO PROPOSTO DI ENTRARE A FAR PARTE DI UN GRUPPO? (Fonte: Indagine Agenzie Indipendenti, ADC Group dic. 2019)

38.64% 61.36% No

Il 61,36% (pari a 81 agenzie) non ha mai ricevuto la proposta di far parte di un gruppo non indipendente contro il 38,64%, che ha rifiutato, in molti casi per rimanere indipendente

strutture) e lo 0,76% (1 agenzia) si dichiara agenzia di pubblicità. Alla voce ‘altro’ hanno risposto 19 strutture pari al 14,39%: fra le voci citate, digital marketing, martech, digital media company, data visualisation, media monitoring press, web e social. Questi dati confermano in modo chiaro due tendenze dominanti ormai da diversi anni nel mercato: la prima è l’abbattimento delle barriere fra i diversi ambiti a favore di strutture in grado di offrire progetti integrati, grazie all’interazione fra differenti competenze e specializzazioni (evidente nella quasi totale scomparsa delle agenzie che si definiscono ‘di pubblicità’). Il secondo trend, che emerge dalla voce ‘altro’, è la crescita di agenzie che menzionano il digital nel proprio posizionamento, e che offrono servizi di diverso tipo che sfruttano le tecnologie digitali. Al massimo ventenni Basandoci sulle strutture rispondenti, non

considerando dunque agenzie storiche come, per esempio, Armando Testa, fondata nel 1946, e il Gruppo Roncaglia, nata nel 1977, le agenzie indipendenti italiane sono ‘giovani’: nella maggioranza dei casi (45%) esse sono nate fra il 2001 e il 2010, seguite quelle nate fra il 2011 e il 2019 (25%). Le strutture costituite fra il 1991 e il 2000 sono il 17%, e poi, andando a ritroso, quelle della fascia 1981-1990 l’11% e le più vecchie, che hanno visto la luce fra il 1960 e il 1980 il 2%. In generale, molte delle strutture che compongono il mercato indipendente italiano della comunicazione sono nate dopo il 2001 (in tutto il 70%), con una prevalenza di agenzie con almeno dieci anni di storia. Del resto, è proprio agli inizi del 2000 che si fa risalire il boom di internet, che ha sconvolto la società e, di conseguenza, anche tutto il settore, che ha dovuto reinventarsi e fare propri nuovi approcci e strumenti.

L’IDENTIKIT DELLE AGENZIE INDIPENDENTI INTERVISTATE_ 1. Agenzie di comunicazione integrata (57,58%) 2. Nate nell’ultimo ventennio (70%) 3. Di dimensioni medio piccole (57,58%) 4. Impiega 30-40enni (73,4%) 5. Dipendenti laureati (79,55%)

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NO ALLA FUSIONE CON UN GRANDE GRUPPO_I MOTIVI 1. Rimanere indipendenti, non perdere identità 2. Proposta economica inadeguata 3. Desiderio di flessibilità e autonomia 4. Poca corrispondenza di visione 5. Già parte di un gruppo di agenzie indipendenti

Evviva l’indipendenza! Come il mercato ci ha dimostrato più volte, le agenzie indipendenti possono fare gola ai grandi gruppi di comunicazione, che decidono di acquisire quelle che pensano possano arricchire le loro competenze e professionalità. Inevitabile quindi, chiedere alle agenzie interpellate se hanno mai ricevuto la proposta di far parte di un gruppo non indipendente. Alla domanda il 61,36% (pari a 81 agenzie) ha risposto negativamente, mentre il 38,64% ha dato risposta positiva. Interessante è poi andare a vedere le motivazioni per cui è stata data una risposta negativa a questa proposta. Quella che senza dubbio ha avuto più menzioni è la volontà di ‘rimanere indipendenti’ (“essere indipendenti è scrivere ogni giorno la propria storia”, cita qualcuno) e ‘mantenere la propria identità’, seguita da ‘proposta economica inadeguata’ e da poca chiarezza programmatica. Presenti anche il ‘desiderio di flessibilità e autonomia’ e la ‘maggiore rapidità di governance’. C’è poi chi fa già parte di un network di agenzie indipendenti, mentre c’è anche chi dichiara che “i gruppi in Italia non sono affidabili, perché non sono guidati da manager competenti, con visioni e risorse”. Ma quanti clienti hanno mediamente? Italiani o internazionali? E a quante gare partecipano all’anno? Sono alcuni degli aspetti che abbiamo cercato di approfondire nelle nc prossime pagine.



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INDAGINE ADC GROUP AGENZIE ITALIANE INDIPENDENTI, GLI HIGHLIGHTS_ DIMENSIONI? DA PICCOLE A MEDIE_ Un aspetto degno di nota, che emerge da questa indagine sul mercato italiano indipendente della comunicazione, è relativo alle dimensioni delle agenzie. Le percentuali più alte, il 28,79%, riguardano sia la fascia che dichiara di impiegare da 11 a 20 individui, sia quella al di sopra delle 30 unità. Raggiunge il 17,42% la fascia delle agenzie più piccole, da 5 a 10 unità, seguita, con il 14,39%, dalle strutture con organico da 21 a 30 persone. Meno di 5 persone in organico lo dichiara il 10,61% degli intervistati. È dunque evidente come le strutture interpellate in questa inchiesta vantino complessivamente (57,58%) dimensioni medie e piccole. A monte si deve tenere presente che la grandezza delle strutture italiane indipendenti non è paragonabile a quelle dei big network, e che anche quelle più grandi (meno di una decina) non raggiungono gli stessi numeri delle internazionali.

DIPENDENTI, 30-40ENNI LAUREATI_ Uno sguardo poi al profilo delle persone che compongono l’organico. Per il 73,4% dei casi si tratta di individui di età compresa fra i 30 e i 40 anni; per il 18,94% l’età media è ancora più giovane (meno di 30 anni), mentre solo il 7,58% professionisti supera i 40. A conferma che il settore sta vivendo un ricambio generazionale importante. Nel 79,55% dei casi sono laureati, per il 12,88% di persone che hanno conseguito Master universitari, e solo nel 7,58% dei casi si tratta di diplomati alla scuola superiore. Anche questo è un dato importante, che dimostra come gli studi universitari siano preferiti, rispetto ad altri più specializzati e tecnici, da chi si fa il suo ingresso in questo settore.

DIVISIONI IN REPARTI: SÌ E NO_ Parlando di struttura interna, la maggioranza delle agenzie dichiara di non avere un reparto digitale separato (56,06%), contro il 43,94% che invece risponde di averlo. Questo dato dice molto anche sulla struttura generale delle agenzie, che si dividono in modo abbastanza equivalente fra quelle che hanno diverse divisioni interne (mediamente fra 3 e 5) e quelle invece che si presentano con unico gruppo omnichannel, in cui i diversi reparti dialogano e collaborano senza divisioni interne. (Fonte: Indagine Agenzie Indipendenti, ADC Group dic. 2019) _48_


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TANTE GARE ALL’ANNO_ Non poteva poi mancare una domanda sulle gare svolte mediamente all’anno: la maggioranza (45,45%) dichiara di partecipare a più di 10, seguita dal 32,58% che ne fa fra 5 a 10, e infine dal 21,97%, che partecipa a meno di 5. Ma con quale esito? Dalle risposte aperte delle agenzie abbiamo elaborato dei dati percentuali. Il 25% risponde che mediamente le gare hanno un esito positivo solo nello 0-20% dei casi, il 22% nel 21-30%, il 19% nel 31-40%. Le fasce più alte di risposta - 41-50% e oltre il 50% - valgono entrambe per il 17% delle strutture interpellate. Il primo aspetto importante che emerge da questi dati è dunque il numero elevato di gare mediamente partecipate all’anno dalla maggioranza delle agenzie. L’esito positivo si ha solo in una fascia bassa di casi (0-20%). Allo stesso tempo, però, le due categorie più alte raggiungono ognuna il 17%, arrivando a un 34% totale di competizioni vinte dal 41% e oltre dei casi. Quante gare hanno un esito positivo? % gare vinte

% intervistati

0-20% 25% 21-30%

22%

31-40%

19%

41-50%

17%

oltre il 50%

17%

Totale complessivo 100%

NUMERO DEI CLIENTI_ Abbiamo poi chiesto alle agenzie quanti clienti hanno in portafoglio: le risposte più numerose (44%) riguardano la fascia 1-20 unità; seguono (34%) quelle che rispondono ‘da 21 a 50’ clienti e, poi, a pari merito (11%), ‘da 51 a 100’, e ‘oltre 100’. Interessante, poi, è andare a vedere quanti clienti sono italiani e quanti invece internazionali. Dalle risposte aperte delle agenzie abbiamo elaborato dei dati percentuali. Il 46% delle agenzie dichiara di avere clienti ‘soprattutto italiani (dallo 0 al 76%)’, il 19% ‘prevalentemente italiani (50-75%)’, il 13% ‘metà italiani e metà internazionali’, il 12% ‘soprattutto internazionali (50-75%)’ e il 10% ‘prevalentemente internazionali (50-75%)’. Quanti clienti avete in portafoglio? N° clienti

Quante aziende/clienti sono italiane e quante internazionali?

% intervistati

N° aziende

% intervistati

1-20

44%

Soprattutto italiane (100 % - 76%)

46%

21-50

34%

Prevalentemente italiane (50-75%)

19%

51-100

11%

50% italiane - 50% internazionali

13%

oltre 100

11%

Prevalentemente internazionali (50-75%)

10%

Soprattutto internazionali (100 % - 76%)

12%

PIÙ SERVIZI INTEGRATI Infine, una carrellata dei servizi maggiormente richiesti alle agenzie intervistate. Al primo posto, con il 59,09% delle risposte, abbiamo i ‘progetti di comunicazione integrata’. Seguono i progetti digital (44,7%), eventi e iniziative di live communication (43,94%), i progetti btl (35,61%) e i progetti atl (17,42%). Fra le opzioni date alla voce ‘Altro’ (21,21%), figurano le rp, ufficio stampa, media monitoring e reputation analysis, ricerche di mercato, progetti di performance marketing, lead generation, lead management e sales automation, nonché servizi di comunicazione sul punto vendita. Non mancano anche le richieste di fornitura per il settore promozionale e per gli eventi, così come, a chi vanta un reparto interno di progettazione grafica e scenografica, di ideazione di stand, allestimenti e grafica. (Fonte: Indagine Agenzie Indipendenti, ADC Group dic. 2019) _49_


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NENNA (UNA): “CRESCE LA SPECIALIZZAZIONE VERTICALE” SECONDO IL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE, ULTIMAMENTE SONO NATE DIVERSE AGENZIE INDIPENDENTI CON UN POSIZIONAMENTO SPECIALIZZATO, MOLTO RICERCATO DAI CLIENTI. ALLO STESSO TEMPO, PERÒ ALTRE STRUTTURE VENGONO ACQUISITE DAI GRANDI GRUPPI PER POTERE DARE AI CLIENTI UN SERVIZIO COMPLETO, GRAZIE ALLE DIFFERENTI COMPETENZE NEI DIVERSI CAMPI DELLA COMUNICAZIONE.

In un’inchiesta dedicata alle realtà indipendenti del mercato italiano, non potevamo non interpellare anche Emanuele Nenna, presidente dell’associazione di riferimento delle agenzie di comunicazione UNA dall’aprile del 2019, attento osservatore dell’evoluzione della industry, nonché ex esponente del segmento di cui ci stiamo occupando. The Big Now, infatti, l’agenzia di cui è co-founder & ceo, è nata nel 2014 dalla fusione fra Now Available, da lui fondata nel 2008, e Dodicitrenta; nel 2018 è stata acquisita dal gruppo Dentsu, con l’obiettivo di arricchire strategicamente l’offerta in Italia nell’area della creatività e dei contenuti per il digitale. Inoltre, UNA è senza dubbio un osservatorio privilegiato sul settore e su come le sue differenti anime stanno reagendo alla rivoluzione in corso ormai da qualche anno. “L’obiettivo dell’associazione è rappresentare le diverse agenzie che compongono il mercato - spiega Nenna -, sia quelle dei grandi network

internazionali, che stanno recuperando le forze dopo un periodo difficile, sia quelle più piccole e svincolate dai gruppi, in molti casi specializzate in determinati ambiti della comunicazione, che stanno dimostrando una grande vivacità. Basti pensare che solo nel 2019 sono otto le nuove realtà di questo tipo che hanno fatto il loro ingresso in UNA”. A Emanuele Nenna abbiamo dunque sottoposto i risultati del nostro sondaggio. Qui le sue risposte.

Emanuele Nenna, presidente Una

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Dal suo osservatorio, come si sta sviluppando il segmento delle agenzie indipendenti? A mio avviso, si assiste a due fenomeni paralleli e opposti. Da un lato, si sta affermando sempre di più la richiesta di progetti ‘end to end’ e di conseguenza alcune strutture vengono acquisite da altri gruppi o si uniscono per dare ai clienti un servizio completo, grazie alle differenti competenze nei diversi campi della comunicazione. Dall’altro, prosegue il trend della specia-


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IL SETTORE COMUNICAZIONE SECONDO UNA_ Alcuni dati emersi dal sondaggio condotto da Nc fra più di 100 agenzie indipendenti italiane interpellate trovano conferma anche nel secondo rapporto italiano su ‘Il mercato del lavoro nel settore della comunicazione italiana’ condotto nel 2019 da UNA in collaborazione con la Fondazione Rodolfo Debenedetti, attraverso l’invio di un questionario a tutte le agenzie di comunicazione associate e non, per un totale di 116 partecipanti. Il 95% del campione interpellato è costituito da piccole società indipendenti, mentre solo il 5% da pochi grandi attori, spesso appartenenti a network internazionali, che tuttavia da soli totalizzano 2/3 del fatturato complessivo. L’indagine dell’associazione fornisce dunque elementi interessanti sul mercato italiano, di cui quelle indipendenti sono una presenza importante. “Si tratta perlopiù di piccole e micro imprese, che sono il traino di una crescita anche nel numero di occupati in generale, nonostante il panorama di crisi e l’incertezza che regna a livello nazionale - si legge nella prefazione alla ricerca -. È un settore in fermento grazie all’enorme spinta data dalle persone, un impressionante numero di giovani e di donne, che sanno abbracciare il nuovo con stimolo ed energia. Sono cambiamenti che mettono in crisi il vecchio modo di fare e concepire l’impresa e per farlo serve che anche le regole e le leggi seguano e assecondino queste trasformazioni”.

lizzazione verticale, sempre più ricercata dai clienti su determinati ambiti. Stanno, infatti, nascendo negli ultimi tempi piccole realtà molto interessanti, che stanno facendo il loro ingresso nell’associazione. Veniamo all’indagine svolta da NC. Ne emerge che la maggior parte dei rispondenti è composta da agenzie di comunicazione integrata, nate fra il 2001 e il 2019. Che cosa ne pensa? Il fatto che le agenzie si definiscano di comunicazione integrata è un piccolo problema della nostra industry perché per essere tali e credibili si deve possedere una dimensione minima che le consente di avere professionisti diversi che hanno un alfabeto comune,

ma grammatiche diverse. Altrimenti il rischio è l’appiattimento, che già in molti casi si vede: agenzie che fanno tutto senza essere strutturate, rischiano di dare risultati mediocri. È uno dei difetti di un mercato non molto florido, come è quello italiano, che porta le agenzie a offrire tanti servizi diversificati per intercettare una maggiore domanda, rischiando però di perdere l’eccellenza. Detto questo, vi sono sicuramente fra quelle da voi interpellate delle realtà che hanno le capacità di potere offrire soluzioni integrate di qualità. Un parere anche sui dati emersi sulle dimensioni delle agenzie. Le percentuali più alte, il 28,79%, riguardano sia la fascia che dichiara di impiegare da 11 a 20 indi-

RICERCA UNA_HIGHLIGHTS_ • La maggior parte delle società di comunicazione è nata in anni recenti (62% nate dopo il 2000, 28% dopo il 2010). • L’84% ha sede nel Nord Italia. Milano (sede principale del 48%), Torino e Roma (11%), Sud (3%). • Le società tendono a diversificare le proprie attività, operando in diversi ambiti della comunicazione. • Occupazione molto giovane (il 47% sono tra i 15 e i 34 anni del totale) e forte presenza femminile (65%, rispetto a una media nazionale, rispettivamente, del 23% e 42%). • Nonostante la maggioranza femminile, le donne appaiono sottorappresentate nelle posizioni apicali. • Il 64% del personale ha contratto a tempo indeterminato, mentre il restante 36% contratti ‘flessibili’ a termine e/o autonomi. 21% addizionale di ‘freelance occasionali’. • Il settore appare molto incentrato sul mercato nazionale, con pochi segnali di apertura verso l’estero: sono poche le società indipendenti italiane con sedi all’estero (7%) e la quota di occupati stranieri è estremamente bassa (4%).

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vidui, sia quella al di sopra delle 30 unità, per un dato complessivo di agenzie medie e piccole (57,58%). Una premessa doverosa. Il mercato italiano ha delle caratteristiche tali per cui un’agenzia si definisce piccola se ha fino a 15 dipendenti e medio-piccola fino ai 50, cifra che costituisce uno spartiacque: sopra le cinquanta unità, infatti, si ha bisogno di una certa struttura interna per funzionare bene, e si è di fatto di medie dimensioni. Infine, le agenzie grandi sono quelle sopra le 100-120 unità, e in Italia si contano davvero sulle dita delle due mani. Tutto ciò è però peculiare del nostro mercato: all’estero, infatti, ci sono delle agenzie indipendenti che contano anche diverse centinaia di persone in organico. Tornando al contesto italiano, mi stupisce in positivo che quasi il 29% abbia al suo interno più di 30 individui, numero con il quale, se si è ben organizzati, si possono offrire progetti integrati di livello. Veniamo alle gare. Il 45,45% dichiara di partecipare a più di 10 gare, ma con esiti positivi bassi. Cosa ne pensa? Il dato relativo ai risultati è un po’ basso, ma è del tutto normale in un mercato in cui troppo spesso le aziende fanno gare con troppe agenzie interpellate. Devo però precisare che le realtà più solide in molti casi decidono di non partecipare a consultazioni così affollate. In questa direzione va anche l’impegno di UNA, per insegnare alle agenzie a valutare e selezionare meglio le gare e a boicottarle se non convenienti. nc


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CASIRAGHI GRECO&, IL SEGRETO È LA TRIDIMENSIONALITÀ NATA NEL 2000 CON LA VOLONTÀ DI DARE UNA RISPOSTA CREATIVA A 360°, GRAZIE ALLA PRESENZA DEL CENTRO MEDIA INTERNO, NEGLI ANNI L’AGENZIA HA RACCOLTO LE SFIDE DEL WEB CREANDO UN SUO REPARTO DIGITALE CHE LAVORA A STRETTO CONTATTO CON GLI ALTRI PROFESSIONISTI, NELL’OTTICA DI OFFRIRE UN APPROCCIO ‘TRIDIMENSIONALE’ AI PROPRI CLIENTI, CON UN’UNICA VISIONE CHE INDIRIZZI IL LAVORO AL FINE CHE SI VUOLE RAGGIUNGERE. DI DALIA PACE

È una realtà italiana indipendente operativa sul mercato della comunicazione da ormai vent’anni, che ha saputo evolvere e reinventarsi per seguire i profondi mutamenti che hanno investito la società e il mercato. Parliamo di casiraghi greco&, agenzia milanese che in quasi vent’anni di vita ha saputo raccogliere nel tempo le sfide poste dalla nuova comunicazione, creando un centro media interno e, poi, un reparto digital, e che continua a seguire oggi, mantenendo sempre un approccio strategico e la centralità dell’idea. Una presenza costante nell’inchiesta ‘Italians do it better’ fin dall’inizio che, in questa decima edizione, non poteva certo mancare. A Cesare Casiraghi, amministratore delegato e direttore creativo dell’agenzia, il compito di raccontarci come si è evoluta e

quali sono le maggiori sfide da affrontare per una realtà come casiraghi greco&. Come vi siete adeguati a quello che lei ha più volte definito non una semplice evoluzione, ma un vero e proprio ‘tsunami’ che ha investito il settore? Quando siamo nati venti anni fa il nostro posizionamento era frutto della volontà di

dare una risposta creativa a 360°, con una visione strategica e un’efficacia che hanno solo le agenzie con il centro media interno. Oggi possiamo dire che 360° non bastano più. La risposta dev’essere tridimensionale. Il web ha accresciuto in maniera esponenziale i compiti di un’agenzia. Abbiamo un reparto digital con figure di grande spessore che però lavorano a stretto contatto con il resto della truppa perché ogni post, ogni azione, siano una risposta strategica e non il solito compitino tattico. Perché quello che conta per noi è avere un’unica visione che indirizzi il lavoro di ogni reparto al fine che si vuole raggiungere. Da sempre l’agenzia è italiana e indipendente. Che cosa significa questo per voi? Essere indipendenti significa non dover fare i conti in funzione di quello che ti chiede un ente lontano che è quotato in Borsa e molto spesso ha interessi che sono in conflitto con quelli di un’agenzia che opera in un mercato come il nostro. Essere imprenditori come noi significa anche capire perfettamente le esigenze di aziende che

Cesare Casiraghi, amministratore delegato e direttore creativo casiraghi greco&

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stanno crescendo e magari approcciano per la prima volta il mondo della comunicazione con risorse limitate. E qui diventa importante avere all’interno un centro media che può comporre una proposta su misura vocata all’efficienza dell’investimento. Come sono cambiate le richieste che vi arrivano dai clienti rispetto a vent’anni fa? Chi ci conosce sa che da sempre la nostra caratteristica è quella di saper creare una marca da zero, oppure valorizzare la marca quando si tratta di rilanci e riposizionamenti. Abbiamo case history che pochissime agenzie possono vantare. Quindi possia-

mo dire che le richieste non sono cambiate per quanto riguarda il risultato finale. Sono invece cambiati i mezzi per raggiungere il traguardo. La comunicazione è un mercato che muta l’orizzonte a ogni calar del sole.

La nuova creatività dell’agenzia casiraghi greco& racconta la tradizione e il territorio del Parmigiano Reggiano in modo innovativo e originale, attraverso la voce di ospiti d’eccezione che ne esaltano il gusto, i valori nutrizionali e la convivialità

In un settore in cui tecnologia e dati stanno ritagliandosi un ruolo sempre più centrale, che cos’è per voi la creatività oggi? La creatività è tutto. È quello che determina l’efficienza di un budget. “L’arte nasce nel regno della necessità” è una massima che è nelle fondamenta della nostra agenzia. Non siamo qui a giocare, a cercare il compiacimento del piccolo mondo creativo dei pubblicitari, ma vogliamo ottenere

risultati tangibili, misurabili. È quello che vogliono i clienti che ci scelgono.

DALLA ZUCCA AL PARMIGIANO REGGIANO_ La storia di casiraghi greco& è segnata da case history diventate parte del vissuto del nostro Paese. Con la zucca di Conto Arancio è stato creato un marchio straordinario che ha cambiato completamente il panorama della comunicazione bancaria. A quella è seguita la campagna di CheBanca!, un altro modo di innovare nel settore del terziario. Quindi Pittarosso che ha seguito fin dall’inizio, quando ancora si chiamava Pittarello e oggi è leader assoluto di mercato. Con Autogrill l’agenzia ha iniziato quest’anno un percorso complesso di riposizionamento che parte dal nuovo claim ‘Io mi fermo solo in Autogrill’. Un messaggio competitivo, differenziante, in un mercato appiattito sulla prossimità, sul quale verranno costruiti contenuti che arricchiranno il percepito del marchio. E poi Parmigiano Reggiano, con un modo di raccontare il prodotto, originale, fresco, ricco di contenuti.

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Come avete chiuso il 2019? Quali obiettivi avete per il 2020? È stato un buon anno, grazie alle acquisizioni di marchi importanti come Autogrill e Parmigiano Reggiano. Ma la ciliegina sulla torta è l’ultima gara vinta poco prima di Natale: un altro marchio storico italiano per il quale seguiremo tutto, dalla tv al web, ai punti vendita, alla pianificazione. Il proposito per il 2020 è diventare sempre più un’agenzia ‘nazional/popolare’, che si distingua dai grandi network internazionali, ma anche dalle nuove strutture che nascono senza l’esperienza e i risultati che possiamo vantare dopo 20 anni di storia. Quali saranno le parole chiave per il 2020? Integrazione ed efficienza. Perché dobbiamo rispondere all’esigenza di tutti di occupare in modo strategico ogni mezzo e con la giusta allocazione dei budget per non avere dispersioni da una parte e mancanze da altre. E a questo proposito avere il centro media interno è un atout straordinario. nc


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CONNEXIA, LA ‘OPEN PLATFORM’ DEL FUTURO UNA PIATTAFORMA OPEN INNOVATIVA, IN CUI SI INCONTRANO COMPETENZE DIVERSE E UNA NUOVA MODALITÀ DI LAVORO, CHE SOVVERTE COMPLETAMENTE LE LOGICHE DELLE AGENZIE TRADIZIONALI: È QUESTO IL MODELLO DI AGENZIA GUIDATA DA PAOLO D’AMMASSA, CHE IN PIÙ VENT’ANNI SUL MERCATO HA SAPUTO EVOLVERE, AFFIANCANDO ALLA CENTRALITÀ INDISCUSSA DELLA CREATIVITÀ UN MINDSET DATA-DRIVEN, FONDAMENTALE PER VINCERE IN UN MONDO CHE CAMBIA. DI DALIA PACE

“Nel nostro Dna ‘indipendenza’ fa rima con ‘flessibilità’. E questo è decisamente un ottimo periodo per essere indipendenti: un periodo di rapidi cambiamenti, che regalano un vantaggio competitivo reale a quelle strutture che sanno dimostrarsi agili e snelle”. Parola di Paolo D’Ammassa, ceo & founding partner Connexia, realtà nata nel 1997 come agenzia indipendente, dal 2009 al 2018 parte del Gruppo Doxa, la più importante azienda italiana di ricerche di mercato. Nel 2019 Connexia si è meritata due certificazioni Iso, qualificandosi per l’ingresso nel Ghpr (Global Health PR), il maggior network mondiale di agenzie indipendenti specializzate in comunicazione scientifica e farmaceutica.

Quali sono le parole chiave della strategia di Connexia? Modello, processi, flussi, filosofia, valore: sono i pilastri sui quali costruiamo ogni giorno. Siamo una delle pochissime real-

tà strutturate che combinano veramente creatività e media. Tutti i processi sono gestiti da un unico garante della bontà del progetto, dalla parte di ideazione creativa a quello di implementazione, fino a quello di distribuzione del messaggio. Governance del progetto e responsabilità: così garantiamo trasparenza verso i clienti e un percorso di partnership di comunicazione strutturato. Pochi player hanno una politica di valorizzazione dei talenti efficace e condivisa, o la nostra stessa capacità di concorrere a formare nuove figure professionali. Siamo una talent farm, una fucina di talenti, e ci piace esserlo. Ci piace intercettare e coltivare talenti, ci piace vederli crescere con il nostro business, ci piace sperimentare. Come è andato per voi il 2019? Connexia prosegue il percorso evolutivo che, negli ultimi quattro anni, l’ha portata a essere un’agenzia ogni anno diversa, ogni anno sempre più flessibile nell’integrare competenze interne e suggestioni esterne, veloce nel rispondere al bisogno dei clienti

Paolo D’Ammassa, ceo & founding partner Connexia

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LE PAROLE CHIAVE 2020_ Connexia si aspetta un 2020 ricco di opportunità da cogliere, non solo in termini di mercato, ma anche in termini di consolidamento e continua evoluzione del proprio modello. Il nuovo anno vedrà la società sempre più distante dalla definizione di ‘agency’ e sempre più vicina alla definizione di ‘open-platform’: dopo aver lavorato molto su un modello di competenze unico e veramente integrato, il desiderio di Connexia è cambiare le regole di relazione con i clienti, sganciandosi dalle dinamiche cliente/fornitore e brief/output per lavorare invece in una logica di co-creation. “Per il futuro - precisa D’Ammassa - vogliamo confermare il nostro ruolo di anticipatori e innovatori, continuando a contribuire fattivamente al cambiamento dei modelli di agenzia e della loro percezione”.

di supporto e orientamento strategico nella complessità odierna. Il 2019 è stato un anno indubbiamente molto significativo per noi: l’agenzia ha compiuto una sorta di ‘salto quantico’, in termini di crescita, con un raddoppio significativo del fatturato - passato in due anni da 10mln a 20 mln circa - e una serie di successi e riconoscimenti culminati con la consacrazione televisiva delle nostre strategie creative. La creatività è e rimane il vero cuore di Connexia, ma solo se guidata costantemente da dati e innovazione digitale. Vogliamo incarnare un nuovo modello di agenzia, il ‘nostro’ modello: integrato, e che agisce come una piattaforma open innovativa in cui si incontrano e combinano competenze diverse in una nuova modalità di lavoro, che sovverte completamente le logiche delle agenzie tradizionali. È in quest’ottica che nel 2019 abbiamo deciso di integrare le competenze e la visione di Ragooo (digital experience agency acquisita da Connexia nell’aprile del 2019, ndr). Siamo infatti convinti che, nei prossimi anni, la differenza tra i diversi player della comunicazione strategica creativa sarà data dal modello di servizio, dalla commistione di competenze, dal gemellaggio sempre più importante tra creatività e media.

Che cosa chiedono oggi i clienti a un’agenzia come la vostra? Le esigenze dei clienti negli ultimi cinque anni sono cambiate in maniera coerente con il percorso evolutivo di Connexia: i brand oggi ci chiedono sempre più spesso di affiancarli nella costruzione di progetti di comunicazione integrata improntati alla collaborazione, alla semplificazione e all’efficienza del processo di delivery. Governiamo il binomio creatività & innovazione mettendo a disposizione competenze orizzontali e specificità verticali, e affiancando le aziende clienti che vogliono cogliere la straordinaria opportunità di accelerazione che la trasformazione digitale innesca. Creatività, tecnologia, innovazione, media, dati: sono i cinque universi destinati a incrociarsi in ogni progetto e che vanno governati con un approccio strategico-consulenziale di lungo termine, con una collaborazione quotidiana di stretta partnership, che esula dalle logiche cliente-brief-output.

La campagna di Connexia per il centenario del Panettone Motta

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In un mondo in continuo cambiamento, quali sono i must per essere vincenti? Per essere vincenti e rispondere ai nuovi modelli di consumo, oggi i player devono dotarsi di innumerevoli competenze, che devono essere diffuse, trasversali e in un continuo processo di contaminazione. Quasi tutti i brand hanno finalmente compreso il cambiamento. La comprensione da sola, però, non basta. È essenziale smuovere e ricostruire i modelli dell’agenzia tradizionale. E, per farlo, c’è una strada precisa, che deve affrontare quattro pilastri strategici imprescindibili: un mindset data-driven, un modello organizzativo agile e scevro da gerarchie personalistiche, un approccio concreto alla trasformazione digitale basato su logiche di open innovation, la professionalità del ‘nuovo creativo’. Per questo motivo secondo noi il futuro dell’agenzia deve ripartire da una nuova definizione: una piattaforma strutturata di competenze di comunicazione e di business collaborativa, aperta, trasparente, che restituisca la giusta attenzione alle persone che la alimentano e che sia in grado di generare valore misurabile per i brand. In quest’ottica lavoriamo alla nostra evoluzione interna su due fronti distinti: non facendoci guidare dal canale o dal media, ma guardando a tutte quelle aziende che vogliono veramente innovare la loro comunicazione; impegnandoci nel sovvertire il modello di relazione agenzia/ cliente, costruendo relazioni di partnership, entrando nei temi di comunicazione e business dei singoli brand alla pari, gettando le basi per un processo virtuoso di co-creation. nc


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LA FABBRICA, CREATORI DI SIGNIFICATO OPERATIVA DAL 1984, L’AGENZIA GUIDATA DA DANIELE TRANCHINI ACCOMPAGNA I CLIENTI NELLA DEFINIZIONE DI STRATEGIE E DI PROGETTI DI COMUNICAZIONE VALORIALE CHE AIUTINO A COMUNICARE IN MANIERA CONCRETA L’IMPEGNO DELLE AZIENDE SU QUESTE TEMATICHE. NON SI TRATTA SOLO DI RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA O DI MECENATISMO, MA DI UN NUOVO E IMPRESCINDIBILE ASSE STRATEGICO CENTRALE PER LA CRESCITA DELLE AZIENDE. DI DALIA PACE

In un’epoca in cui le persone sono sempre più coscienti dell’importanza della sostenibilità, è importante per le aziende comunicare il proprio impegno attraverso un approccio di ‘impact communication’. Questo è l’ambito in cui si è specializzata La Fabbrica, che dal 1984 realizza strategie e progetti che supportano e aiutano le aziende e i marchi a stabilire legami forti e duraturi, nuove forme di narrazione e di ingaggio in grado di costruire relazioni rilevanti e distintive fra l’azienda e i suoi stakeholder. Come spiega il chief executive officer Daniele Tranchini.

tività. La responsabilità nella salvaguardia degli ecosistemi ambientali, sociali ed economici diventa centrale. In questo scenario, forte della propria storia e del suo Dna, La Fabbrica si è strutturata per poter accompagnare i clienti nella definizione di strategie e di progetti di comunicazione valoriale che aiutino a comunicare in maniera concreta l’impegno delle aziende su queste tematiche.

La Fabbrica è un’agenzia italiana sul mercato ormai da 35 anni con un posizionamento preciso, quello educational. Come questo si è evoluto negli anni? Quali le diverse esigenze che sono subentrate? Stiamo vivendo un cambiamento epocale. Le persone scelgono prodotti e servizi che siano in grado di lasciare un segno nelle proprie vite. In grado di offrire un valore e una rilevanza non solo per il singolo ma per l’intera collet-

Come è cambiata la domanda da parte dei clienti? I clienti sono sempre più coscienti dell’importanza della sostenibilità aziendale come asse strategico di sviluppo. Desiderano essere accompagnati nella costruzione di strategie e progetti di comunicazione che li aiutino a comunicare il proprio impegno e soprattutto a dimostrarlo. Potremmo definire questo approccio ‘impact communication’. La Fabbrica si è specializzata nello sviluppo e nell’implementazione di strategie e progetti che supportano e aiutano le aziende e i marchi a stabilire legami forti e duraturi, nuove forme di narrazione e di ingaggio in grado di costruire relazioni rilevanti e distintive fra l’azienda e i suoi stakeholder. Italianità e indipendenza. Che significato hanno oggi questi concetti rispetto al passato? La Fabbrica, parte del Gruppo Holding Industriale, è un’agenzia di comunicazione internazionale con sedi a Milano, San Paolo, Buenos Aires, Santiago del Cile, Bogotà e corrispondenti in molti paesi dell’Europa dell’Est. Grazie al team internazionale lavora tra gli altri con Samsung, Bnp, Whirpool,

Daniele Tranchini, chief executive officer La Fabbrica

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mecenatismo, ma di un nuovo e imprescindibile asse strategico centrale per la crescita delle aziende.

La Fabbrica, impact communication per Michelin Italiana

Michelin, Ferrero. Dalle sue sedi La Fabbrica sviluppa, promuove e distribuisce progetti in Italia, Romania, Russia, Francia, Spagna, Brasile, Argentina, Cile, Colombia, Guatemala, Panama e Sud Africa. Il tratto distintivo che ci contraddistingue come italiani credo che sia la sartorialità. Sviluppiamo e creiamo format ma non diventano gabbie. Questa flessibilità ci rende competitivi in un mercato che richiede capacità costante di innovazione. Quest’anno la nostra inchiesta compie 10 anni. Che cosa è cambiato in questo decennio per la vostra agenzia? Lo scenario è cambiato. Ma oggi come ieri resta centrale l’idea, a prescindere dallo

strumento che si sceglie per comunicarla. A differenza del passato, e proprio per lo scenario di fruizione della comunicazione di oggi, l’onere per la marca o l’azienda è quello di farsi invitare a una ‘conversazione’ con il suo pubblico o target. Per poter ingaggiare questa conversazione, serve - come sempre - un’idea, forte distintiva e rilevante. Nell’era del programmatic, forse abbiamo un po’ perso di vista il valore centrale dell’idea. Noi ne diamo la nostra interpretazione attraverso la focalizzazione sulle tematiche di senso e sostenibilità, che peraltro sono di altissima rilevanza per le nuove generazioni, i millennials e gli Z. Non si tratta solo di responsabilità sociale d’impresa o di

EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA STRADALE CON MICHELIN ITALIANA_ La collaborazione con Michelin Italiana nasce nel 2007 con il progetto per le scuole ‘MobilitàzioneSostenibile’ divenuto poi ‘Muoversi per il mondo’ che, in 10 anni di attività, ha integrato nuovi percorsi didattici e coinvolto oltre 18.000 scuole italiane. Nel 2018 il progetto didattico si è evoluto in una attività di comunicazione vera e propria, dedicata non più solo ai bambini ma al pubblico tra i 18 e i 45 anni. Un concorso fotografico, promosso da una campagna social nazionale, ‘Michelin Live the Motion #bastameno’ sulla sicurezza stradale, a cui è seguito nel 2019 ‘Michelin Live the Motion #madetolast’ su ciò che ha un valore che dura nel tempo. Ambedue le iniziative hanno previsto anche una sfida tra studenti universitari: sulla sicurezza quelli del Politecnico di Torino, di Milano e della Scuola Politecnica di Palermo; sui benefici economici, ambientali e sociali della strategia Michelin Long Lasting Performance quelli dell’Alma Mater Studiorum di Bologna e della Federico II di Napoli.

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Come avete adeguato la vostra offerta all’evoluzione del mercato? L’educazione fa parte del Dna costitutivo della nostra agenzia. La scuola rappresenta uno dei principali media di riferimento, sin dalla nostra nascita nel 1984. Oggi, il gruppo ha arricchito la propria offerta e il proprio team con nuove divisioni specializzate che operano indipendentemente ma in maniera integrata e sinergica: FabLa Fabbrica Creativa, società specializzata nello sviluppo delle soluzioni brand e consumer; Melazeta, società specializzata nella gamification e nelle soluzioni digitali; Bandusia, casa editrice specializzata nel turismo scolastico; Geetrips, startup e piattaforma innovativa che si occupa di turismo scolastico B2B; Laborattivi, società che si occupa della progettazione e realizzazione di laboratori e workshop. Questo ci consente di essere attivi su più fronti, dalla comunicazione interna, alla comunicazione pubblicitaria, dal digitale agli eventi sul territorio. Senza mai perdere di vista il nostro focus, ovvero la comunicazione valoriale dell’impresa della marca. Quali saranno le parole chiave per il 2020? Purpose è la parola chiave del 2020, nella sua accezione anglosassone che indica la produzione di senso. Le aziende e i brand oggi hanno bisogno di condividere con il proprio pubblico un sistema valoriale che va ben oltre la bontà dei prodotti e servizi che esse commercializzano, ma si concentra anche su come li produce. Con la novità che i consumatori stanno diventando sempre più istruiti, attenti ed esigenti in materia. L’altra parola è flessibilità e indica la capacità di adattarsi e accettare il cambiamento da parte di tutti i soggetti coinvolti. Dobbiamo imparare a modificarci e a organizzare le procedure e le modalità con cui lavoriamo in modo sempre più rapido. Servono strumenti sempre più elastici e permeabili all’innovazione e al cambiamento. nc


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GRUPPO RONCAGLIA, CAPITANI CORAGGIOSI DA OLTRE 40 ANNI IL GRUPPO PROPONE IDEE SEMPRE NUOVE E UN PASSO AVANTI, DANDO FORMA E VALORE ALL’IMMAGINAZIONE DI IMPRENDITORI AUDACI SIA ITALIANI SIA INTERNAZIONALI. UN APPROCCIO CHE HA PORTATO L’AGENZIA A INVESTIRE SEMPRE DI PIÙ NEL MARTECH, SVILUPPANDO SOLUZIONI DOVE MARKETING E TECNOLOGIA LAVORANO IN SINERGIA PER OFFRIRE SERVIZI DI QUALITÀ FORTEMENTE COMPETITIVA. DI ILARIA MYR

“Siamo fieri sia della nostra italianità che della nostra indipendenza, caratteristiche che sono parte integrante della nostra stessa identità. Tuttavia crediamo che oggi vadano concretizzate in un orizzonte internazionale e rispettando i benchmark che ne conseguono. Questa prospettiva, unita all’attitudine a essere molto esigenti verso noi stessi, ci ha permesso di rimanere oltre 40 anni su un mercato estremamente competitivo e ‘volatile’, vivendo un’avventura entusiasmante che è ancora in continua trasformazione”. Parla così Camilla Roncaglia, client service director Gruppo Roncaglia, storica agenzia italiana indipendente e presenza ormai fissa in questa inchiesta. A lei, a Paolo Roncaglia (presidente CdA) e a Geo Ceccarelli (chief creative officer) il compito di raccontare come si è evoluta in questi anni e che cosa significhi essere da più di quattro decenni indipendenti. Come sono evoluti in questi anni i pilastri del vostro posizionamento? (Paolo) Secondo l’esperto di neurobiologia vegetale Stefano Mancuso, gli esseri umani si distinguono dalle altre specie vi-

venti non per l’intelligenza o la capacità di adattamento, ma per quella di immaginare. Credo sia questa la pietra angolare che da sempre ci caratterizza e che ci consente di rispondere alle nuove sfide con proposte innovative. Quando nel 2006 sono entrato in agenzia, l’advertising classico era ancora centrale ma già avvertivamo i segnali del cambiamento. Abbiamo dunque modificato in anticipo il nostro business, trasformando la disruption digitale in

un’occasione di crescita. Questa capacità di immaginare va dunque intesa sia come vision, sia per la rilevanza della creatività. Pensiamo alle campagne per clienti come Enel Energia, British American Tobacco, Mercedes-Benz Italia, Coca-Cola Hbc Italia, Dyson, Jaguar-Land Rover, Bnl, Volkswagen Group Italia, Playstation: cambiano i canali e i linguaggi, ma alla base di tutto c’è sempre la capacità di immaginare.

Paolo Roncaglia, presidente CdA Gruppo Roncaglia

Camilla Roncaglia, client service director Gruppo Roncaglia

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ROSARIA, 3D CHARACTER LIO E JINGLE TRAP (2019)_ Brand creato dall’agenzia, Rosaria, l’arancia rossa di Sicilia, in 15 anni è divenuto riconoscibile e affermato a livello nazionale. La campagna 2019 evolve attraverso nuovi canali e si identifica con Lio, il 3D character protagonista del nuovo spot, con forte riferimento al territorio. Al celebre jingle composto dal jazzista Roy Paci, segue ora il nuovo di genere trap, su cui è incentrata anche la campagna social mirata a intercettare una nuova fascia di pubblico.

Qual è la marcia in più che può offrire un’agenzia come la vostra? (Camilla) Come agenzia indipendente, il coraggio è fondamentale per poter proporre idee sempre nuove e un passo avanti rispetto ai ‘colossi’ del settore, che invece hanno una filiera decisionale più lunga e si muovono con lentezza. Un altro plus è la cura del cliente, che poggia sulla nostra capacità di offrire soluzioni generate ‘sotto lo stesso tetto’. Il fatto che il nostro headquarter mondiale sia in Italia ci permette infatti di lavorare in team multidisciplinari, dove le competenze creative e quelle tecnico-scientifiche si completano e si rafforzano a vicenda. Come sono cambiate le richieste che vi arrivano dai clienti da quando l’agenzia è operativa sul mercato? (Camilla) La capacità di dare forma e valore all’immaginazione di imprenditori italiani coraggiosi, in alcuni casi quasi visionari,

rimane un nostro patrimonio importante, come esemplificano le case history. Al tempo stesso, i clienti sono cambiati insieme a noi. Infatti, con la nostra evoluzione verso il panorama internazionale, sono arrivate realtà molto diverse, che in noi cercano proprio le qualità che abbiamo descritto e che, unite alla nostra capacità di innovare, ci permettono di ottenere risultati in tutte le aree strategiche della comunicazione. Dal canto vostro, come avete adeguato la vostra offerta all’evoluzione del mercato? (Paolo) In questo ultimo anno abbiamo investito sempre più nel MarTech, sviluppando soluzioni dove marketing e tecnologia lavorano in sinergia per offrire ai clienti servizi di qualità fortemente competitiva. Intelligenza artificiale, machine learning e blockchain sono andati a supportare data analytics, ricerche, CRM e InStore Promotion. Ricordiamo, ad esempio, RCS

KIMBO, TESTIMONIAL E TELEPROMOZIONE AL CENTRO (1989)_ In oltre 40 anni di attività, il Gruppo Roncaglia ha lavorato per diverse realtà imprenditoriali locali, che attraverso una comunicazione coraggiosa sono divenute player nazionali. Nel 1989 l’agenzia ha supportato Kimbo, che in tempi rapidi divenne la seconda marca di caffè in Italia in un mercato competitivo e dominato da due brand multinazionali. Venne sviluppata una comunicazione di grande impatto, con un testimonial di rilievo e declinando in modo innovativo canali e media tradizionali, con un utilizzo pioneristico della telepromozione.

– Roncaglia Chain System, sistema che si avvale della blockchain per garantire sicurezza e trasparenza nell’ambito del couponing. Stiamo inoltre implementando soluzioni ad ampio raggio, che permettano di comprendere comportamenti e relazioni e che siano sempre al passo con la frenetica evoluzione dei trend attraverso il machine learning, con l’obiettivo di definire un dato qualitativo con valore predittivo e prescrittivo. Quanto la creatività è centrale per produrre innovazione e far crescere concretamente il business delle aziende? Cosa significa per voi essere creativi oggi? (Geo Ceccarelli) Abbiamo sviluppato il concetto di Creative Relationship Marketing e questo la dice lunga su quanto per noi sia centrale la creatività per innovare e far crescere il business. Oggi più di ieri il marketing è relazione e ogni relazione ha bisogno di un inizio, se coinvolgente ancora meglio. Lavoriamo molto sull’ingaggio, che può avere forme ed espressioni diverse, tecnologiche o meno, calandoci nel contesto e mantenendo alto e costante il valore della relazione, che è il ponte tra la creatività e l’audience. Non credo ci sia differenza tra l’essere creativi oggi, o ieri, o domani: oggi si può essere creativi in più modi, ma conta l’approccio e la voglia di stupire. Quali saranno le parole chiave per il 2020? (Paolo) La prima è sicuramente immaginazione. Segue collaborazione dei nostri talenti e con i clienti. Poi viene innovazione nella comunicazione, perché è nel nostro Dna. Infine, valorizzazione: del prodotto finale e dei processi del cliente. nc

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TIMMAGINE. PAROLA D’ORDINE: ‘TRY HARDER’ NATA NEL 2005 DALL’UNIONE DI PROFESSIONISTI CON DIFFERENTI COMPETENZE, L’AGENZIA DA SEMPRE AFFRONTA LE SFIDE DEL MERCATO CON PASSIONE E ‘FAME’ DI IMPARARE, ADATTANDOSI ALLE NUOVE ESIGENZE E SVILUPPANDO INTERNAMENTE LE COMPETENZE NECESSARIE. A MONTE, LA CONVINZIONE CHE LA CREATIVITÀ NON POSSA PRESCINDERE DA UNA PRECISA STRATEGIA E DALLA PROFONDA CONOSCENZA DEI MEDIA, NONCHÉ DA UN UTILIZZO CORRETTO DEI DATI. DI ILARIA MYR

“Italianità significa capire il pubblico a cui ci rivolgiamo. Aderire e conoscere bene una cultura, con le sue trasformazioni e i suoi cambiamenti. E anche le sue contraddizioni. ‘Indipendente’ in realtà è un concetto puramente economico. Esiste una ‘buona comunicazione’ e una ‘cattiva comunicazione’. Comunicazione indipendente in sé non vuol dire nulla”. Di questo è convinto Leonardo Pelo, dal 2008 direttore creativo Timmagine, realtà nata nel 2005, riunendo sotto un’unica ragione sociale diversi professionisti che già operavano da anni in realtà diverse: studi di marketing e di comunicazione, studi grafici, web agency e aziende. Chiediamo al professionista di raccontarci la storia dell’agenzia e di come sia cresciuta, sviluppando al proprio interno diverse competenze per offrire ai clienti un’ampia gamma di servizi e soluzioni, compresa la produzione video e la programmazione web.

Dal 2006 a oggi come è evoluta l’agenzia? Tra il 2008 e il 2010 abbiamo deciso di andare in controtendenza: non esternalizzare, ma assumere e sviluppare forti competenze al nostro interno, per avere - e dare - più valore. Oggi siamo un’agenzia completa, con in organico, caso raro, anche una agile casa di produzione video e un reparto programmatori. Questo, ed è

così dal 2011, perché sappiamo che social e web richiedono coordinamento e rapidità di esecuzione. E l’outsourcing, sul ‘tempo reale’, è un ostacolo. Senza rinunciare alla creatività, asse portante di un’agenzia che ha tra i suoi collaboratori importanti art director e copywriter. Le idee, unite alla strategia, rimangono il modo migliore di differenziare e distinguersi dall’attuale marmellata comunicativa. Come abbiamo adeguato la nostra offerta nel tempo? Essendo il nostro assetto relativamente giovane e con il vantaggio di avere le idee chiare, abbiamo adeguato il nostro modello di offerta integrando nuove figure professionali nei settori in più forte crescita, ad esempio Social Media Marketing e produzione Video, per aggiungere ulteriore valore all’agenzia e quindi al cliente. Quest’anno la nostra inchiesta, ‘Italians do it better’, compie 10 anni. Come sono cambiate le richieste che vi arrivano dai clienti rispetto a dieci anni fa? In due direzioni: la prima richiede maggiore integrazione tra online e offline e ci ha

Leonardo Pelo, direttore creativo Timmagine

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PINTINOX, VIDEO SOCIAL A TEMPO RECORD (2012)_ Una case scelta perché i tempi di realizzazione richiesti sono stati la conferma che disporre di una casa di produzione interna rappresenta un reale vantaggio competitivo. Tanto che la data di consegna, unita al budget, aveva eliminato le altre agenzie in gara. Il brief: arrivare al target e veicolare Pintinox, un marchio storico, ma quasi dimenticato. L’idea strategica è stata trovare un elemento che impattasse sul pubblico, lo interessasse e coinvolgesse. Nasce così ‘la storia di Francesca’: una donna capace di trovare la forza per combattere il cancro, con coraggio e dignità. Uscito sia a puntate, sia come cortometraggio, il video ha avuto, pur senza alcuna campagna promozionale, notevole eco mediatica (oltre 250.000 visualizzazioni uniche, grazie ai social, trasmissioni tv e testate e la partnership con un’associazione no profit che ha condiviso la finalità) tanto da esser ospitato anche al Family Festival. Una perfetta sinergia tra creatività e rapidità.

trovato pronti, anche più di realtà storiche e internazionali, proprio perché ci siamo preparati per tempo. L’altra, comunque collegata alla prima, è la velocità. A volte credo che questo sia un peccato, perché qualità non sempre fa rima con ‘subito!’. E sappiamo che studio, ricerca, approfondimenti, controlli e a volte il ricominciare da capo, richiedono tempo. Proprio per questo, perché sappiamo come oggi la rapidità di risposta sia fondamentale, contiamo ormai su oltre 40 collaboratori (di cui 35 interni), che ci hanno permesso di poter rispondere con efficacia

e di rendere la rapidità uno dei nostri punti di forza. Senza rinunciare alla qualità. Quali sono i plus di un’agenzia come la vostra rispetto ad altre più grandi e con le ‘spalle’ coperte dai network internazionali? La conoscenza del territorio locale e l’ascolto continuo delle esigenze di chi affida a Timmagine la sua comunicazione. Rispetto a grandi agenzie siamo certamente più piccoli e per questo siamo obbligati a try harder. E come insegna Bill Bernbach, questo per il committente è un vantaggio.

MAIL BOXES ETC., UN SERVIZIO COMPLETO ED EQUILIBRATO (2019)_ Gestire la comunicazione MBE è una questione di equilibrio. E rappresenta bene le potenzialità del servizio completo di Timmagine. Dallo studiare campagne B2C o BTB in tempi rapidi al pensare a una head d’impatto restando coerenti con il tone of voice, dal misurarsi in lavori di precisione come listini, passando dal progettare Dem, banner o materiale Pop fino a creare video e interviste. Un servizio completo, perfettamente sinergico e coerente. Questo anche grazie all’ottimo equilibrio esistente tra e Timmagine, nato dalla capacità di soddisfare le richieste del cliente, rimanendo entro i confini della brand strategy, ma sempre portando quel qualcosa in più che fa la differenza. Perché dare di più è il pallino di Timmagine. Tanto che lo abbiamo messo sulla i.

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Abbiamo ‘fame’ e passione, perché senza queste due condizioni tutto diventa fatica e routine. Diciamo che siamo in uno stato di ‘nascita perenne’, con la cura artigianale propria di certo made in Italy. Quanto la creatività dal vostro punto di vista è centrale per produrre innovazione e far crescere concretamente il business delle aziende? Cosa significa per voi essere creativi oggi? Essere creativi non è sufficiente. Ma rimane indispensabile. E oggi, più che mai, la creatività non può prescindere da una precisa strategia e dalla profonda conoscenza dei media, in particolare i new media. Che non sono il messaggio, ma sicuramente lo influenzano. Infine, avere l’umiltà di analizzare i dati a disposizione prima e controllare i risultati dopo, avendo il coraggio di bloccare anche quello che sembrava un colpo di genio. Meno ego. Più obiettività. Si può. Quali saranno le parole chiave per il 2020? Le previsioni sono estremamente difficili. Specialmente sul futuro. Certamente l’aggiornamento e la conoscenza rimangono pilastri ineludibili. Anche con l’analisi dei dati, indispensabile, questo resta un mestiere difficile e sfuggente, fragile e a volte opinabile. Ma dove due parole spesso abusate e facili da vantare faranno sempre, almeno per noi, la differenza: passione e creatività. nc



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FERRAGNI, QUANDO L’INFLUENCER È TUTT’ALTRO CHE ‘UNPOSTED’ L’IMPALCATURA CHE SOSTIENE, DA ANNI ORMAI, IL FENOMENO FERRAGNI È UN PIEDISTALLO CHE SEMBRA LEGGERO PERCHÉ AGGRAZIATO NELLE FORME MA È PIÙ CHE SOLIDO, MARMOREO, E RIVELA CHIARA COME UN MONUMENTO DI COMUNICAZIONE, STATUARIA, CREATA DALLE SUE STESSE MANI SAPIENTI, IN QUELLA SUA PERSONALE COMBINAZIONE DI NATURALEZZA E FORZA, DI CLASSICISMO E MODERNITÀ.

DI GIULIA PARISI consulente Parisall

L’ottavo appuntamento con le figure femminili che hanno contribuito alla storia della comunicazione ha come protagonista Chiara Ferragni, una giovane donna oggi presente nella lista di Forbes Top Influencers nella categoria Fashion. Partiamo da qui. Chiara ha contribuito ad aprire le porte di un mondo elitario come quello della moda, rendendolo fruibile attraverso il web e i social, seppur inaccessibile. Come ci è riuscita? Mistero inspiegabile o Influencer Marketing? Post quotidiani e puntuali, costanza, Chiara condivideva con la community outift, beauty tips, suggerendo accessori

e tanto altro, personalizzando gli oggetti e trasformandoli in altro rispetto a quello che erano. Interpretazione profonda, ma appa-

Chiara Ferragni ha contribuito ad aprire le porte di un mondo elitario come quello della moda rendendolo fruibile attraverso il web e i social

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rentemente spontanea, di moda, tendenze e costume. Altro ingrediente che ha contribuito al successo iniziale di ‘The Blonde



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A rendere nuova la comunicazione del fashion style by Ferragni è l’aggiunta dello humour pop. L’imprenditrice digitale è stata anche tra i protagonisti della 76ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia durante la quale ha presentato il docufilm ‘Unposted’

Salad’ è stata la prontezza di Chiara ad aprirsi a follower italiani e internazionali. Fin da subito, la blogger di Cremona ha offerto caption in italiano e in inglese. A rendere nuova la comunicazione del fashion style by Ferragni, è l’aggiunta dello humour pop; le didascalie che accompagnano i post non propriamente business – ma che cementificano l’amore della fanbase che oggi supera i 17 mio di follower, in crescita costante – sembrano un divertentissimo Stream of Consciousness, una frase che avremmo potuto dire o pensare noi stesse, come se Chiara fosse tutti noi e noi tutti potessimo essere Chiara. Piccolo inciso, l’Influencer Marketing sviluppa e sfrutta, a fini promozionali, relazioni con persone influenti dotate della capacità di aumentare la brand awareness di un prodotto o anche di un servizio. Per le aziende gli influencer sono l’opportunità di comunicare in maniera efficace con i consumatori in ogni fase del customer journey. Si stima che i ricavi pubblicitari dell’online continueranno a crescere esponenzialmente sino a raggiungere circa 5 miliardi di euro nel 2022. La Ferragni è diventata un case study Harvard Business School. E anche questo vuol dire qualcosa: oltre l’eccezionalità della persona, l’influencer italiana più famosa

nel mondo è una casistica che sta facendo scuola. L’imprenditrice digitale, così come lei si definisce, oltre a essere a capo di Tbs Crew e di Chiara Ferragni Collection, è stata anche tra i protagonisti della 76ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia durante la quale ha presentato ‘Unposted’, un docufilm che racconta la sua incredibile storia. Il film evento è stato nelle sale per soli tre giorni. Ora è disponibile su Amazon Prime e lo stanno promuovendo sui billboard di tutte le più importanti piazze del mondo, da New York a Milano. Nel documentario vengono intervistati personaggi illustri e molto rispettati del settore della moda secondo i quali stiamo vivendo nel medioevo della comunicazione digitale. Ma Chiara Ferragni sa parlare ‘l’esperanto dei social media’, la cui lingua mira a dire quel che sembra e non quel che è. Ha reinventato lo storytelling facendo a meno del ‘conflitto’ come prima causa di ogni storia. La narrativa quotidiana alla base di una condivisione social e universale con i suoi relativi meccanismi è infatti priva di qualunque attrito. Ma nonostante questo, ciclicamente, per non dire quotidianamente, parte un nuovo filone di polemiche e non da parte degli

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hater. Solo la voce di una sua presenza a Sanremo ha scatenato le ire del Codancons che ha invitato la RAI a scegliere dei modelli. Anche se ‘La Chiara che vorrei’ - “che si traduce in ‘La Chiara che vorrei essere’ è la versione migliore di me stessa, la persona che intendo essere giorno dopo giorno. Questa persona non è perfetta, ma è la mia idea di persona che mi piacerebbe essere” - oggi è considerata da tanti adolescenti un vero modello a cui aspirare. Tutta la sua vita è online o quasi e ogni momento ha la sua perfetta colonna sonora. Fedez l’ha citata in un tormentone estivo che è diventato l’occasione per conoscerla. Le ha scritto un pezzo per chiedere la sua mano durante un concerto all’Arena di Verona e una canzone per la nascita di Leo. Si, senza dubbio Chiara è la protagonista della più bella favola moderna. Quella di una ragazza che ha un’intuizione, che riesce a intercettare un trend di comunicazione internazionale, che crede in se stessa e convince il mondo, corporate e consumer, che si sposa in una cornice magica, la mia Sicilia, con un abito francese meraviglioso e il volto emozionato coperto da un velo bianco impalpabile, che è diventata mamma di un bambino con i boccoli biondi. Se questo non è sufficiente, cosa lo è? Il resto è semplicemente invidia. nc


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BRANDED ENTERTAINMENT & GENERAZIONE Z CONTENUTI AUTENTICI E COERENTI CON I VALORI DI BRAND, MA ANCHE INNOVATIVI E ORGANICI RISPETTO ALLE PIATTAFORME IN CUI SI INSERISCONO: DAI SOCIAL MEDIA AL GAME, QUESTO IL MIX VINCENTE PER CATTURARE L’INTERESSE DEI NATIVI DIGITALI, LA COSIDDETTA GENERAZIONE Z, CON IL BRANDED ENTERTAINMENT.

DI PATRIZIA MUSSO direttore scientifico Obe Osservatorio Branded Entertainment

Li chiamano ‘nativi digitali’: nati tra il 1997 e il 2010, sono abituati sin dalla culla a usare la tecnologia. Per loro Wikipedia e Google sono come le enciclopedie tanto care ai Baby Boomers. I social sono il loro pane quotidiano. Ecco la ‘Generazione Z’, composta oggi in Italia da 6,6 milioni di giovani, l’11% della popolazione totale, il 32% dei quali, secondo l’Osservatorio One Day 2019, già lavora. I GenZ sono diversi dalla GenY, da quei Millennial arci noti che li hanno preceduti. Diversi per via del mutato contesto socio-politico ed economico in cui sono cresciuti: prediligono i servizi di streaming, da vedere quando e dove vogliono, senza interruzione, soprattutto in multitasking, e sono caratterizzati da una soglia di attenzione molto bassa: 8 secondi. Una generazione di ‘distratti’, dunque, ma solo in apparenza. In realtà i

GenZ sono molto attenti ai temi di spessore: rispetto per l’ambiente, benessere psico-fisico, diritti civili. Dall’indagine ‘Gender Equality Study’ di Qualtrics, realizzata nel 2019 per Facebook, emerge, per esempio, come ben il 71% del campione intervistato voglia vedere maggiore diversity in pubblicità. Il branded entertainment può essere, allora, una leva di dialogo con la GenZ?

Nur Suryani Mohd Taibi ritratta durante la sua partecipazione alle Olimpiadi di Londra 2012, all’ottavo mese di gravidanza

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Dal Monitor OBE emergono numerosi casi, italiani e internazionali, promossi da brand di diversi settori merceologici, che sembrerebbero confermarlo. In primo luogo, spiccano progetti di BE votati a narrare storie autentiche, d’ispirazione per la GenZ e, insieme, connesse ai valori dei brand, più delle metà dei quali si inserisce nei frame di Csr e Diversity. Ne parla, ad esempio, Pantene Malaysia nel video “Braids of Strength”, tassello del progetto #WanitaBesi, nato da un preciso insight: all’età di 14 anni le ragazze abbandonano lo sport due volte più velocemente rispetto ai ragazzi. Il brand sceglie di raccontare le storie vere di alcune campionesse che, con coraggio, non hanno smesso la pratica sportiva, affrontando ostacoli di diverso tipo. È il caso della tiratrice Nur Suryani Taibi, che ha gareggiato alle Olimpiadi di Londra 2012 all’ottavo mese di gravidanza: il gesto di raccogliersi i capelli in una stretta treccia prima della competizione diventa simbolo visibile di questa sua forza interiore e trait d’union con il brand.


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Promuovere il valore dell’attività fisica per tutti i bambini, senza distinzioni, è l’obiettivo di Nike nella serie di video ‘Don’t change your dreams: change the world’, veicolati su YouTube e Instagram. Anche la piattaforma Freeda, da tempo focalizzata su storie di donne vere e coraggiose, propone - in collaborazione con Nestlé Fitness - un video in cui l’alpinista Federica Mingola racconta di aver iniziato l’avventura dell’arrampicata per caso a 15 anni. Da allora, è lo sport della sua vita. In secondo luogo, i protagonisti dei casi esaminati sono spesso volti noti nel mondo digitale, ritenuti dalla GenZ più ‘vicini’ rispetto ai classici Vip. È il caso dei video di ‘viaggi’ nel mondo della corrente elettrica e dell’innovazione realizzati dallo youtuber Matteo Bruno, alias Cane Secco, per E-distribuzione. O, ancora, delle web serie

“Basement cafè” proposte da Lavazza in collaborazione con Blue Joint e Esse Magazine, la rivista digitale di Urban Music: in 40’, con la conduzione del giovane scrittore Antonio Dikele Distefano, si confrontano su temi di informazione, ambiente e creatività personaggi come Rancore, Mahmood, Zero Calcare, ed esperti del calibro di Enrico Mentana e Stefano Mancuso. Terzo elemento ricorrente è la capacità dei brand di usare il linguaggio della GenZ. Così, per esempio, nel settore Fashion, Louis Vuitton crea per League of Legends la ‘skin’ True Damage Qiyana Prestige Edition, in linea con gli stili visivi di videogiochi e brand. “È ormai evidente che - come ci racconta Nicola Bertona, co-founder & ceo Twentyfourseven Production - nel rivolgersi alla GenZ i brand sono sempre più co-produttori di contenuti

Screenshot dell’account del Washington Post su TikTok

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La skin ideata per il videogioco League of Legends da Nicolas Ghesquière, direttore artistico delle collezioni femminili Louis Vuitton

autentici e sintonici rispetto ai linguaggi del canale che li accoglie, dai format tv fino ai social. Siamo stati tra i primi a lanciare format con talent, in cui il BE gioca un ruolo vincente, essendo per vocazione a servizio dell’intrattenimento e dell’approfondimento, on e offline”. Perfino il Washington Post è da poco sbarcato su TikTok con video di intrattenimento in stile «dietro le quinte delle news» e linguaggi tipici del canale ospitante. “Tutti gli indizi portano a un 2020 come definitiva consacrazione di questa nuova piattaforma - afferma Diego De Lorenzis, head of strategy & operations ZooCom -. Ce lo dicono sicuramente i numeri, che crescono ogni giorno, e il buzz del target, che ne parla ormai quotidianamente, ma soprattutto le prime richieste dai clienti. Nell’ultimo anno il focus della proprietà cinese è stato quello di «ripulire» la piattaforma dai contenuti degli utenti più beceri e banali, per premiare quelli dei creator più interessanti. Lato business, sono stati creati formati ads/content interessanti, i Kpi sono più chiari, i costi più accessibili. È tutto pronto per l’ascesa, basta solo premere l’interruttore per iniziare a testare e costruire. I brand e le agenzie sono dunque pronti e, soprattutto, attrezzati per nc questa nuova fase?”.


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TV CONNESSE E LA FORZA DEL VIDEO PREMIUM CONTENUTI QUALITATIVI UNITI AD AVANZATE OPPORTUNITÀ DI TARGETIZZAZIONE: ELEMENTI CHE CONTRIBUISCONO A TRAINARE LA CRESCITA DELLA TELEVISIONE COLLEGATA A INTERNET COME PIATTAFORMA PUBBLICITARIA. I BRAND SCOPRONO UN POTENTE STRUMENTO PER COINVOLGERE GLI SPETTATORI IN UNA USER EXPERIENCE COINVOLGENTE E INNOVATIVA.

DI GIULIO BELLO Direzione Ad Tech & Business Development Publitalia ‘80

La tv connessa è sempre più apprezzata dai telespettatori per le possibilità di fruizione evoluta dei contenuti video nell’ambito di una user experience qualitativa: nel nostro paese, Auditel certifica che circa 8 milioni di famiglie, sostanzialmente un terzo delle abitazioni italiane, possiedono un televisore smart; ad esse si aggiungono quelle che collegano il tv al web attraverso l’utilizzo di un dispositivo esterno, come Chromecast di Google, le chiavette Fire tv di Amazon o uno streaming media player quale Apple tv. Inoltre, la tv avanzata e Internet-connected sta emergendo anche come nuova piattaforma pubblicitaria, riscuotendo crescente interesse da parte di brand e inserzionisti. Il suo valore aggiunto risiede nel fatto che essa unisce i plus propri della televisione tradizionale, quali

curation editoriale, contenuti di qualità, ambiente regolamentato e ‘brand safe’, a quelli caratteristici dei contesti digitali premium: in primis, accurata profilazione grazie all’uso dei dati, ‘addressability’ del messaggio pubblicitario, completion rate prossimi al 100%. Tutto ciò, senza i limiti del web di natura non editoriale, quali frodi, ad blocking e viewability non garantita. Non stupisce, quindi, che le ad impression

L’inarrestabile evoluzione tecnologica spiana la strada a continue innovazioni per la pubblicità su first screen

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su tv connessi crescano a doppia cifra: il Video Marketplace Report di Freewheel indica che in Europa, nel secondo trimestre di quest’anno, il 45% di tutte le visualizzazioni pubblicitarie video su dispositivi connessi ad Internet derivano dall’erogazione su tv smart e set-top box collegati, in aumento a doppia cifra anno su anno. A dimostrazione del valore attribuito dal mercato a queste innovative possibilità di pianificazione televisiva, sale in maniera significativa anche il numero di campagne video targetizzate: di queste ultime, la maggioranza utilizza variabili di tipo comportamentale (abitudini, interessi, predisposizione all’acquisto, etc.), mentre la restante parte opta per criteri di targeting socio-demografici (sesso, età). Questa la fotografia del Vecchio Continente: d’altro canto, è innegabile che gli Usa siano da sempre un faro per la galassia televisiva nel suo complesso e da lì arrivano altre indicazioni significative. Secondo i Video Benchmarks Q2 2019 di Extreme Reach, le


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I comparti Automotive, Alimentari e Distribuzione occupano i primi tre posti tra le industry che più hanno utilizzato ADD+, la famiglia di formati addressable per televisori connessi erogati su tutti i canali free di Mediaset

video ad impression sulle connected tv da sole equivalgono a tutte quelle erogate su pc, smartphone e tablet. Una tendenza in forte aumento, segno che le aziende credono sempre più nel valore dei contenuti premium che i consumatori amano vedere sui grandi schermi, in alta risoluzione, magari comodamente dal divano di casa. Un’altra conclusione cui giunge l’analisi è legata al contesto editoriale sicuro offerto dai Broadcaster VoD: infatti, l’83% delle impression pubblicitarie video è riconducibile ai servizi offerti dagli editori tv e solo il rimanente 17% ai cosiddetti ‘aggregatori media’, portali web che

riuniscono contenuti video web-based da molteplici fonti. I brand, dunque, preferiscono investire in ecosistemi di tipo televisivo, consci che l’utente sarà più propenso a valutare positivamente un prodotto o servizio che lega la propria immagine a un ambiente di qualità garantita. Il rapido sviluppo di nuove modalità di offerta video favorisce quegli attori che hanno saputo precorrere il mercato e la domanda: il nostro paese, nello specifico, risulta all’avanguardia nell’ideazione e adozione di soluzioni pubblicitarie innovative in linea con le esigenze degli investitori. L’interesse a pianificare campagne data

La diffusione crescente dei tv connessi si rileva anche nell’aumento della percentuale di spettatori che clicca sul banner o sulla cornice interattiva per approdare sul tv site dedicato

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driven sul primo schermo coinvolge tutti i settori merceologici e la conferma giunge dai dati della Direzione Ad Tech & Business Development di Publitalia ‘80: complessivamente, i comparti Automotive, Alimentari e Distribuzione occupano i primi tre posti tra le industry che più hanno utilizzato ADD+, la famiglia di formati addressable per televisori connessi erogati su tutti i canali free di Mediaset. La concessionaria ha già trasmesso le campagne ADD+ di oltre 150 clienti: nel 2019, inoltre, ben l’85% delle pianificazioni ha previsto l’utilizzo di almeno uno dei criteri di targetizzazione previsti, mentre nel 2018 ciò era avvenuto solo nel 50% dei casi. Tra le possibilità di profilazione dell’audience, la più utilizzata è stata il geotargeting, che consente di erogare una campagna limitatamente ad alcune zone geografiche, oppure a livello nazionale alternando creatività differenti a seconda degli ambiti territoriali. Ad esso si aggiungono ulteriori opportunità di segmentazione: oltre al socio-demo, una profilazione basata sul genere di programmi fruiti (fiction, reality show, produzioni di infotainment…), oppure legata all’interesse dei componenti del nucleo familiare nei confronti di aree tematiche quali la moda, la cucina o le tecnologie, dedotto analizzando il comportamento di navigazione online su siti ed applicazioni appartenenti al network Mediamond. La diffusione crescente dei televisori connessi si rileva anche nell’aumento significativo (+46%) del tasso di attivazione delle campagne, inteso come percentuale di spettatori che clicca sul banner o sulla cornice interattiva per approdare sul tv site dedicato. L’inarrestabile evoluzione tecnologica, inoltre, spiana la strada a continue innovazioni per la pubblicità su first screen: il 2020 porterà certamente con sé interessanti novità, che non mancheranno di stimolare l’interesse dei brand più innovativi e sperimentatori. nc



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NEXT GROUP, L’INTEGRAZIONE CHE GUARDA AL FUTURO UN INTERLOCUTORE UNICO E AUTOREVOLE CHE OFFRE SOLUZIONI INNOVATIVE IN DIVERSI CAMPI: DAGLI EVENTI ALLA COMUNICAZIONE, DALLE PROMOZIONI FINO ALLE LOYALTY. UN TEAM COMPOSTO DA UN INSIEME DI PROFESSIONISTI CON SIGNIFICATIVE COMPETENZE, CAPACI DI ANTICIPARE LE ESIGENZE DELLE IMPRESE NELLA COMUNICAZIONE SUL MERCATO ITALIANO E INTERNAZIONALE. VI PRESENTIAMO NEXT GROUP. DI MARINA BELLANTONI

Creativa, innovativa, sicura, strategica. Next Group è tutto questo e molto di più. Una storia iniziata nel 1986 che ancora oggi stupisce per dinamicità, creatività e una vision lungimirante, aperta e flessibile. Chiediamo al presidente Marco Jannarelli, di raccontarci quali sono gli step significativi della storia della società, i suoi valori e le prospettive future. Ad affiancarlo in questa intervista Alberto Camerino, general manager Next Group.

della struttura, evidenziata dall’incremento del numero dei clienti e del fatturato, lungo un percorso coerente che ha visto ampliarsi gli ambiti operativi e che ci ha portati oggi a essere una delle maggiori realtà della comunicazione in Italia, un gruppo di oltre 180 professionisti con un fatturato di 60 milioni di euro l’anno.

Può raccontarci brevemente la storia di Next Group? (Jannarelli) La storia di Next Group inizia nel 1986 con Next Promoincentive, agenzia specializzata nell’incentive travel e nel trade promotion. Un percorso entusiasmante che ha visto una crescita costante

Seduti, da sx: Marco Jannarelli, presidente, Alberto Camerino, general manager Next Group. In piedi, da sx: Gian Maria Sulas, ad Next Solution, Alberto Damiano, ad Adverteam, Marco Di Marco, ad Take

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Oggi, quali servizi offrite al mondo della comunicazione? Come è composto il vostro team? (Jannarelli) Siamo un hub di professionisti dove confluiscono estro, innovazione ed esperienza. Abbiamo scelto di non arrestare mai il processo di crescita, aggiungendo man mano


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Da sx: Paolo Jannarelli, ad Next Group, Nadia Sabbi, general manager The Next World Roma, Marco Jannarelli, presidente Next Group

NEXT GROUP, CHI È_ THE NEXT EVENT_creatività e comunicazione per eventi THE NEXT WORLD_programmazione e organizzazione logistica di incentive e convention THE NEXT SOLUTION_campagne di promozione, incentivazione e loyalty THE NEXT DIGITAL_creazione di contenuti e strategie digitali

competenze che si sono integrate nel tempo, fino a costituire oggi un gruppo ampio, originale e fortemente orientato all’elevata qualità dei servizi offerti. In particolar modo nel corso degli ultimi 10 anni la struttura di Next Group è cresciuta in modo organico accogliendo al proprio interno nuove risorse sia in ambito creativo sia di gestione progetto. Nel 2009 nasce il marchio Next Solution, la nostra linea di business impegnata sul fronte delle promozioni e delle campagne d’incentivazione e loyalty sia nel B2C, con operazioni a premio e concorsi finalizzati alla retention, all’acquisition e alla fidelizzazione della customer base, sia

B2B, con operazioni rivolte al trade e all’incentivazione della forza vendita. Nel 2012 il rebranding e la nascita holding alla quale fanno oggi capo quattro business unit. Dal 2013, al fianco della business unit The Next World specializzata nell’organizzazione logistica in tutto il mondo di viaggi incentive e convention oltre che nell’incoming, entra nel gruppo un team di professionisti esperti in creatività e comunicazione strategica di eventi, The Next Event. Lo scorso anno, infine, l’apertura della nuova divisione, The Next Digital per lo sviluppo di campagne di digital marketing e la creazione di contenuti video e digitali.

Consumer engagement loyalty ideata e gestita da Next Solution. ‘Tim Party’ è il programma fedeltà dedicato ai tutti i clienti Tim privati fissi e mobili

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Quali sono i vostri punti di forza rispetto ai concorrenti? (Camerino) Offriamo ai clienti un servizio integrato e multicanale, progetti complessi e completi frutto di professionalità maturate in diversi ambiti e di un’attività strategica condivisa. Uno dei plus che tutti vi riconoscono è il valore che date alle risorse umane e il clima di collaborazione e serenità che si respira tra le mura della vostra azienda…. Qual è il vostro segreto? (Camerino) La scelta di selezionare collaboratori e partner con una dichiarata passione per questo lavoro. Il 2019 è stato un anno ricco di successi, primo tra tutti quello ottenuto dalla prima edizione della Live Communication Week targata Adc Group, che vi ha visti protagonisti in qualità di ‘direttori d’orchestra’… (Jannarelli) Il nostro obiettivo era trovare un filo conduttore e un’idea unica che riuscisse a riunire le due iniziative, Bea Italia e Bea World, in un’unica grande kermesse. La ‘natura degli eventi’ è stata la nostra risposta, un concetto che nasce da una reale necessità di riflettere sulla struttura e sulla dinamica degli eventi per stimolare un dibattito fruttuoso. Ci siamo impegnati a incoraggiare conversazioni aperte nel ri-


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Oltre 250 aziende hanno partecipato a ‘Linkontro 2019’, organizzato da Next Group e vincitore dell’argento nella categoria ‘Evento Btob’ e della menzione speciale ‘Creative Presentation’ al Bea Italia 2019

spetto del format scelto dall’editore, affermando al contempo il carattere della nostra agenzia. Crediamo fermamente nella necessità di investire nel capitale umano, nella professionalità e nelle idee perché un evento non è solo spettacolo, musica, video, luci e tecnologia, ma soprattutto natura. Natura umana. Rimaniamo in ambito Live Communication Week, e più in particolare, in ambito Best Event Awards Italia. Con ‘Linkontro 2019’ avete vinto un argento nella categoria ‘Evento Btob’ e la menzione speciale ‘Creative Presentation’. Quali sono i punti di forza del progetto? (Jannarelli) L’evento che abbiamo presentato è probabilmente uno dei più importanti eventi di Btob italiani visto che

coinvolge ogni anno oltre 250 aziende. Il format è creazione dell’azienda e il punto di forza nel farlo è sicuramente la complessità progettuale poiché si lavora su diversi aspetti e l’organizzazione, sai in termini logistici sia di produzione. Il premio ‘Creative Presentation’ ci fa molto piacere poiché ci sentiamo un po’ ispiratori di questa categoria creata nell’edizione 2018 sull’onda delle diverse presentazioni messe in scena da Next Group. Vederci di nuovo premiati anche nella seconda edizione rende merito all’impegno che mettiamo anche nella fase delle Live Presentation. L’anno appena chiuso è stato caratterizzato per voi anche da importanti acquisizioni. Ce ne parla? (Jannarelli) Il 2019 si è concluso con l’in-

ALBERTO DAMIANI (ADVERTEAM): “CREARE SINERGIE PER CRESCERE”_ “In un mercato sempre più battagliato e competitivo - ha commentato Alberto Damiani, amministratore delegato Adverteam -: le dimensioni diventano oggi una variabile imprescindibile, non tanto per un desiderio di gigantismo fine a sé stesso, ma piuttosto per la possibilità di creare sinergie, sia dal punto di vista delle competenze, sia dal punto di vista commerciale. Entrare a far parte di un gruppo così importante è per noi una straordinaria occasione di crescita. Next è, infatti, un luogo dove si concentra un livello di professionalità che non ha pari nel mercato italiano e internazionale. Poter mettere a fattor comune tutta questa ‘intelligenza’ era una occasione che non potevamo lasciarci sfuggire. I piani di crescita per i prossimi anni sono ambiziosissimi e noi abbiamo creduto che fosse il momento giusto per cogliere questa straordinaria opportunità”.

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gresso in Next Group di due importanti realtà nel panorama della comunicazione integrata quali Adverteam, storica agenzia milanese specializzata in atl, retail & consumer communication e Take, stimata realtà con una forte expertise nell’ideazione atl, btl e digital. Le due agenzie, delle quali abbiamo acquisito la maggioranza qualificata, manterranno le strutture societarie esistenti e affiancheranno le altre società del gruppo integrandosi in modo sinergico con le business unit e le offerte che le caratterizzano nell’ottica di una complementarità operativa e di una proficua condivisione di know-how, skill e risorse. Una sfida particolarmente stimolante per un team che nasce da esperienze di successo maturate in ambiti operativi complementari, un connubio perfetto grazie anche alla regia di Alberto Camerino, già general manager Next Milano e oggi anche responsabile dei processi di integrazione Next Group.

MARCO DI MARCO (TAKE): “CONDIVIDERE VISION E COMPETENZE”_ “Entusiasmo e soddisfazione - ha commentato Marco Di Marco, ad Take -: questi gli stati d’animo che hanno accompagnato Take alla firma dell’accordo con Next Group. L’entusiasmo, straordinariamente stimolante, di chi sa di avere trovato sulle proprie strade di business un compagno di viaggio animato dalla stessa visione imprenditoriale e dalla medesima attenzione riposta alle esigenze del cliente. La soddisfazione di entrare a far parte di una realtà così importante e strutturata che potrà valorizzare le nostre competenze, integrandole in un’offerta completa e di alta qualità”.


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TAKE, FASTWEB_ Take ha firmato la nuova campagna pubblicitaria di Fastweb che ha per protagonista Simona Quadarella, campionessa mondiale di nuoto nei 1.500 metri stile libero. Lo spot prosegue la corsa di Fastweb verso le Olimpiadi di Tokyo 2020 con un terzo testimonial sportivo dopo lo sprinter Filippo Tortu e le Farfalle della nazionale italiana di ginnastica ritmica. Take aggiunge così un nuovo capitolo alla strategia di comunicazione iniziata nel 2018 e passa dal concetto di together to 2020 a quello di connected together.

Scendiamo nel dettaglio delle recenti acquisizioni da lei citate. Con Adverteam avete arricchito i servizi per il settore eventi. Ce ne parla? (Jannarelli) Adverteam porta in dote una grande specializzazione maturata sul campo, in 50 anni di esperienza, in ambito punto vendita. Che, unita all’abilità nell’ideare e produrre eventi di Next Group anche nel settore lusso ci porteranno ad ampliare la nostra presenza nel realizzare grandi progetti di comunicazione luxury&retail incentrati su marchi celebri a livello internazionale.

Per quanto riguarda Take, qual è l’ambito di specializzazione? Quale arricchimento può portare questa società al vostro Gruppo? (Jannarelli) L’acquisizione di Take si inserisce perfettamente nel percorso di crescita intrapreso da Next Group negli ultimi anni volto a costituire un polo di comunicazione multidisciplinare. Con Take ha fatto ingresso nella nostra società un gruppo di professionisti che può davvero contribuire ad ampliare in maniera significativa la nostra offerta nel campo del digital marketing e della digital content creation.

ADVERTEAM, ALGEBRIS E ASSOLOMBARDA_ Tra i più importanti progetti di comunicazione realizzati da Adverteam nel 2019 spiccano le campagne firmate per Algebris Investments, pianificate in tutto il mondo, punta di diamante di un rapporto di consulenza a 360° che va dal media buying al merchandising. Grande riscontro anche per il cortometraggio ‘Il mestiere di Servire l’Italia’, realizzato per l’assemblea annuale di Assolombarda e proiettato in anteprima alla Scala di Milano alla presenza del Presidente della Repubblica: un film, prodotto da Maremosso e diretto da Luca Lucini che vanta la straordinaria partecipazione di Giuseppe Cederna e Filippo Nigro.

Come affronta la sfida di dirigere un team eterogeneo e ricco di professionisti specializzati in diversi ambiti? (Camerino) È un ruolo che mi trovo a svolgere con grandissimo entusiasmo, grazie al confronto proficuo e stimolante con intelligenze e competenze diverse che generano sempre nuove idee e un’energia inarrestabile e contagiosa. Sono già numerosi i progetti che stiamo realizzando in ottica multidisciplinare, frutto di un’integrazione attenta che permette il moltiplicarsi delle sinergie. Passiamo ai numeri. Come avete chiuso il 2019? Quali, invece, le previsioni di crescita per il 2020? (Jannarelli) Abbiamo salutato il 2019 con un fatturato complessivo di gruppo di 60 milioni di euro, confermando un trend di crescita al +10 % l’anno, costante da ormai sette anni e che auspichiamo anche per il prossimo. Chiudiamo sui progetti futuri… cosa bolle in pentola? (Jannarelli) Puntiamo a consolidare le nostre attività attraverso offerte complete e complesse grazie alle nuove sinergie messe in campo, a fidelizzare ulteriormente i clienti che ci coinvolgono in nuove gare e a conquistare quote di mercato a livello internazionale attraverso probabili ulteriori acquisizioni all’estero e non solo in Europa. nc

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po m ca ro nt co

il giornale della nuova comunicazione

Marco Jannarelli, presidente Next Group Alberto Camerino, general manager Next Group

Next Group,

integrazione che guarda al futuro


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