pietre/mimmomorelli
pietre/mimmomorelli
Ancora oggi do valore a ciottoli, sassi o vecchi pezzi di legno, quasi quanto ne do all’arte. Per me, le pietre sono anime viventi, con uno spirito che risuona per milioni di anni, sebbene io percepisca uno spirito diverso nelle diverse pietre. Sebbene senta che ogni pietra ha la propria personalità . Axel Vervoordt
Bis heute sch辰tze ich Kieselsteine, Gesteinsbrocken und alte Holzst端cke ebenso hoch wie die Kunst. Steine sind f端r mich etwas Lebendiges, Beseeltes, deren Geist noch Millionen von Jahren nachhallt. Ich sp端re, dass jedem Stein ein eigener Geist innewohnt.
Axel Vervoordt
Sin dai miei primi lavori con legni e pietre la mia intenzionalità mi spingeva ad intervenire poco sulle materie, quasi che volessi lasciarle per quanto possibile nel loro stato naturale. Chiedevo loro di “collaborare” al mio sforzo di ricerca, cercando di percepire le sensazioni che esse mi comunicavano volta per volta, senza modificarle oltre, fissando un limite al mio intervento che non violasse più di tanto lo stato originario. Legni e pietre che erano già stati lavorati dall’ acqua, dal vento e dal tempo, senza l’intervento della mano dell’uomo. Materie che già di per sé, intrinsecamente, e quindi in maniera non molto dissimile dall’uomo, possiedono nella loro struttura fondativa una storia, o differenti storie, sedimentate dal tempo, storie che raccontano con il silenzio e le forme quello che non può essere detto con le parole. Unire due pietre con storie-memorie
diverse mi ha aiutato a sviluppare le mie e le loro possibilità espressive. A volte si è trattato di piccoli interventi, altre di vere proprie lavorazioni, ma sempre cercando di usare la loro intrinseca capacità di creare una sospensione-intervallo che esaltasse l’intensità della loro unione. Unione usata per creare concetti, strutturare pensieri che restano incarnati nell’oggetto e in seguito si depositano silenziosi nella mente dell’osservatore, come una nuvola che appare in un cielo terso. Opere che spero accompagnino chiunque in una ricerca continua, (perché la ricerca di sé non è mai compiuta) e che, ogni volta che vengono osservate, offrano nuovi aspetti di conoscenza in virtù del fatto che le materie sono troppo antiche per raccontare una sola storia. Mimmo Morelli
Estrarre la luce senza accenderla. Illuminando con la profondità delle ombre una visione interna che si riporta all’esterno. Questo è stato il mio intento.
Ans Licht bringen ohne es zu entfachen. Ausleuchten mit der Tiefe der Schatten. Das Innen außen sichtbar machen. Das war mein Bestreben.
Seit meinen ersten Arbeiten mit Holz und Steinen begleitete mich die Absicht wenig auf die Materialien einzuwirken. Ich wollte sie möglichst in ihrem natürlichen Zustand belassen, suchte ihre Mitarbeit in meiner Entwicklung, spürte den Empfindungen nach, die sie selbst in mir wachriefen. Mein Eingreifen in ihre ursprüngliche Form sollte minimal sein. Holz und Stein – Materialien, durch Zeit, Wind und Wasser geformt, ohne menschliches Zutun. Materialien, denen bereits in ihrer Grundstruktur – dem Menschen nicht unähnlich – eine oder mehrere verschiedene Geschichten angelegt sind; Geschichten, erzählt durch Stille und Form, was durch Worte nicht fassbar ist. Zwei Steine mit unterschiedlicher Geschichte-Erinnerung zu einer Einheit fügen hat mir geholfen meine
und ihre Ausdrucksmöglichkeit zu entwickeln. Manchmal war mein Eingriff klein, manchmal harte Arbeit, aber stets ein Bemühen den Steinen ihre innewohnende Kraft der räumlichen Eigenständigkeit zu belassen, welche die Intensität ihrer Gemeinsamkeit unterstreicht. Eine Einheit um Ideen zu entwickeln, Gedanken zu strukturieren, die im Objekt angelegt sind und sich dem Betrachter leise erschließen, wie eine Wolke, die am klaren Himmel wächst.Ich wünsche mir, dass die Werke jeden auf der Suche nach sich selbst begleiten, denn diese ist nie abgeschlossen, und dass sie bei jeder neuen Betrachtung wieder Denkansätze liefern, kraft der Tatsache, dass das Material zu alt ist um bloß eine einzige Interpretation zu ermöglichen. Mimmo Morelli
Tutta l’arte è ricordo del remoto, dell’oscuro i cui frammenti ancora vivono nell’artista. Paul Klee
Il rapporto fra uomo e natura – così la presuntuosa tesi – è diventato ai nostri giorni seriamente problematico. Sicuramente ci sono stati tempi in cui l’affermazione “L’uomo è parte integrante della natura” poteva valere senza la minima contraddizione. – L’uomo e la natura come unità. Per descrivere una tale unità i miti del mondo hanno creato metafore elementari. Parlavano del Paradiso. Dell’Eden. Dell’età dell’oro. Della nostalgia dell’Arcadia. Mentre il concetto analogo di utopia aveva lo sguardo rivolto al futuro. Ma erano sempre immagini, riflessioni, sogni che non avevano riscontro nella realtà. Già da molto tempo ormai è certo
che l’uomo sottomette la natura, la sfrutta e la distrugge in maniera smodata e incosciente. L’attuale ricerca scientifica parla di circa 200 specie che ogni giorno si estinguono. Scompaiono dal pianeta, scompaiono dalla natura che le ha prodotte. L’espressione “rivoltarsi contro la propria natura” mostra tutta la sua pregnanza. L’uomo è già da molto tempo il peggior nemico di se stesso, combatte spietatamente contro il suo simile così come contro animali e piante, terra e mare. Contro l’aria e l’acqua. Niente è al sicuro al suo cospetto. Che cosa vuole un artista in questi tempi? “Artista” è un individuo che
pensa e sente, che agisce attivamente. Che dà forma visibile alle proprie sensazioni e alle proprie esperienze, alle proprie visioni e ai propri pensieri. In materiali che trova nella natura, che la natura mette a sua disposizione. Una natura in cui, con cui e di cui, consapevolmente e quotidianamente, in tutti i giorni dell’anno egli vive. Una situazione di reciprocità. Si conoscono l’un l’altra. Hanno bisogno l’uno dell’altra. Una simbiosi fra uomo e natura. Animale e pianta. Terra e acqua. Albero e pietra. Uno scultore come Henry Moore poteva ancora descrivere il suo rapporto con la natura da una certa distanza:
“L’osservazione della natura è una parte dell’esistenza artistica, arricchisce il sapere delle forme e mantiene giovane l’artista, gli impedisce di lavorare secondo formule, e nutre la sua immaginazione”. Mimmo Morelli va molto oltre questa concezione che si potrebbe definire storica. Molto oltre, verso l’elementare. Pietra e albero sono per lui materiali viventi che gli parlano. Della storia della loro esistenza, delle loro qualità, delle vicissitudini della loro vita e dei loro destini. Riconoscere la loro essenza ed esprimerla nel suo lavoro in maniera vera e comprensibile, questo è il più grande desiderio di Morelli. La sua interiorità cerca l’incontro
con il mondo. L’aspetto formale, esteriore, della sua opera mostra l’impronta di questa interiorità. E così appaiono con evidenza le caratteristiche essenziali del suo lavoro e di lui stesso. Sentiamo la concentrazione nel materiale, accompagnata dalla riduzione dei mezzi e della lingua delle forme, riconosciamo la condensazione e la chiarezza nell’espressione figurativa. Nell’insieme di questi tratti caratteristici si rivela l’identità fra opera e artista. Dare forma all’interiorità – questa è l’arte di Mimmo Morelli. Curt CHC Geiselhart
Alle Kunst ist Erinnerung an das Uralte, Dunkle, von dem Fragmente im Künstler immer noch leben. Paul Klee
Das Verhältnis zwischen Mensch und Natur, -so die belastbare These-, ist in unseren Tagen ernsthaft ins Gerede gekommen. Mit Sicherheit gab es Zeiten, da die Aussage >Der Mensch ist ein integraler Bestandteil der Natur< ohne den geringsten Widerspruch gelten konnte. – Der Mensch und die Natur als Einheit. Für diese Situation haben die Mythen der Welt elementare Metaphern geschaffen. Sie sprachen vom Paradies. Vom Garten Eden. Vom Goldenen Zeitalter. Von der Sehnsucht nach Arcadien. Und der Begriff Utopia richtet in diesem Zusammenhang wesensverwandt den Blick in die Zukunft. Immer jedoch waren es Vorstellungen, Reflektionen und Träume,
denen die Wirklichkeit nie standhalten konnte. Längst ist es zur Gewissheit geworden, dass der Mensch die Natur knechtet, sie ausbeutet und zugrunde-richtet, masslos und gedankenlos. Die aktuelle wissenschaftliche Forschung spricht von annähernd 200 Arten, die heute täglich aussterben. Verschwinden von diesem Planeten, verschwinden aus der Natur, die sie hervorgebracht hat. Die Redensart >sich gegen die eigene Natur wenden< bringt es auf den Punkt. Der Mensch ist schon längst sein ärgster Feind, er kämpft gegen Seinesgleichen ebenso rücksichtlos wie gegen Tiere und Pflanzen, gegen das Land wie gegen das Meer. Gegen die Luft wie gegen das Wasser.
Nichts ist vor ihm sicher. Was will ein Künstler in diesen Zeiten? - >Künstler< wohlverstanden als ein denkender und fühlender Mensch, der aktiv handelt. Der seine Empfindungen und Erfahrungen, seine Einsichten und Gedanken, sichtbare Gestalt gibt. In Materialien, die er in der Natur findet, die ihm die Natur zur Verfügung stellt. Aus der Natur, in der er, mit der und von der er bewusst und in täglicher Arbeit über alle Tage des Jahres lebt. Eine Situation auf Gegenseitigkeit. Man kennt sich. Man braucht sich. Eine Symbiose von Mensch und Natur. Tier und Pflanze. Erde und Wasser. Baum und Stein. Ein Bildhauer wie Henry Moore konnte sein Verhältnis zur Natur noch
aus der Distanz beschreiben: >Die Beobachtung der Natur ist ein Teil des künstlerischen Daseins, sie bereichert das Formwissen und hält den Künstler frisch, sie bewahrt ihn davor, nach Formeln zu arbeiten, und nährt seine Einbildungskraft.< Mimmo Morelli geht weit über diesen eher historisch zu nennenden Ansatz hinaus. Hinaus ins Elementare. Stein und Baum sind ihm lebendige Materialien, die zu ihm sprechen. Von der Geschichte ihrer Existenz, ihrer Eigenarten, Lebenswege und Schicksale. Ihr Wesen zu erkennen und in seiner Arbeit wahrhaftig und nachvollziehbar zum Ausdruck zu bringen, dies ist Morelli ein höchstes Anliegen. Sein Innerstes sucht die Begegnung
mit der Welt. Die formale, äußere Erscheinung seiner Werke zeigt zugleich die Prägung durch sein Innerstes. Und so ergeben sich die wesentlichen Kennzeichen seiner Arbeiten wie von selbst. Wir spüren die Konzentration im Material, geleitet von der Reduktion der Mittel und der Formensprache, erkennen die Verdichtung und die Klarheit im bildnerischen Ausdruck. In der Summe dieser charkteristischen Merkmale ergibt sich die Identität von Werk und Künstler. Dem Inneren Form geben, - dies ist die Kunst von Mimmo Morelli. Curt CHC Geiselhart
Osservando le pietre artistiche di Mimmo Morelli si è subito colpiti dalla dicotomia degli oggetti, da una compenetrazione di opposti che si integrano perfettamente tra loro. C’è la pietra leccese, levigata e squadrata dalla mano dell’uomo, che fa da contenitore ad un sasso preso dall’ambiente e incastonato nella pietra levigata. Nel primo elemento la cultura e l’azione dell’artista sono intervenuti e lo hanno modificato per renderlo ospitale, nell’altro, invece, la natura resta com’è, il sasso è stato preso dal letto del fiume, o raccolto sulla spiaggia del mare, e poi semplicemente inserito dentro la pietra leccese, resa accogliente dalla mano dell’artista. Altre dicotomie e altri contrasti si possono ancora cogliere nelle opere di Mimmo. Ad esempio, la pietra che ingloba il sasso sembra essere un contenitore che suggella una forma di appartenenza. L’oggetto contenuto che partecipa di questa appartenenza, però, continua a restare se stesso, ben differenziato dal suo contenitore. Appartenenza come fondamento di sé, dunque, che lascia aperta la possibilità di una differenza, che mantiene il rispetto della diversità pur nell’essere parte di qualcosa.
E di nuovo un’altra possibile dicotomia, che emana da questi oggetti solo apparentemente semplici. La compenetrazione di due entità distinte e differenti che, piuttosto che respingersi, si integrano tra loro e diventano un tutto unico, che è l’opera che noi alla fine osserviamo come atto compiuto. Identità e diversità, appartenenza e individualità, differenziazione e integrazione, diventano così le parole chiave di un dialogo tra ele-menti che fanno parte di un insieme. In effetti, se li osserviamo nella loro serialità, i contenitori con il loro contenuto, possiamo notare che ogni pietra è diversa dalla precedente per una smussatura, un segno grafico, per un numero, e il contenuto, a sua volta, cambia per la forma, il colore o la venatura della sasso. Tutti assieme fanno pensare a una proposta culturale e politica dell’artista, che concepisce l’appartenenza come un luogo fondativo del sociale che rispetta le differenze e favorisce il dialogo, l’integrazione tra corpi, anime, pensieri e visioni del mondo, ogni volta diversi uno dall’altro. Differenti culture che originano da differenti nature, coabitano uno stesso ambiente in modo semplice e naturale. Luciano Di Gregorio
Bei der Betrachtung der Kunst-Steine von Mimmo Morelli fällt sofort die Dualität der Objekte auf, die Durchdringung der Gegensätze, die sich harmonisch ergänzen. Da ist zum einen der Stein aus Lecce/pietra Leccese, geschliffen und geformt durch den Künstler, der Behälter für einen naturbelassenen Stein wird. Das erste Element entsteht durch den Eingriff des Künstlers, der es formt und für seine Funktion vorbereitet. Das zweite Element bleibt, wie es die Natur geschaffen hat. Der Stein wurde vielleicht in einem Bachbett gefunden, an einem Strand entdeckt und dann in der vorgefertigten Struktur abgelegt. Aber es finden sich weitere Dichotomien und weitere Gegensätze in den Werken von Mimmo. Der Stein, der den anderen aufgenommen hat, scheint ein Behälter zu sein, der die Zugehörigkeit des ersten unterstreicht. Das Ganze lebt von dieser Zugehörigkeit, jeder Teil bleibt aber auch ganz er selbst, sich vom anderen abhebend. Zugehörigkeit mit eigener Grundstruktur, die aber die Möglichkeit des Unterschiedes offen lässt, wo Andersartigkeit respektiert und Teil eines Ganzen wird. Eine weitere Polarität der Objekte, die nur bei oberflächlicher Betrachtung einfach sind: Das Ineinander-
greifen von zwei unterschiedlichen Entitäten, welche sich nicht abstoßen, sondern gemeinsam eine Einheit bilden, welche wir als das Ergebnis betrachten. Gleichheit und Verschiedenheit, Zugehörigkeit und Individualität, Differenzierung und Integration werden zu Schlüsselbegriffen in einem Dialog zwischen Elementen, die nur gemeinsam eine Einheit bilden. Betrachten wir geschaffene Form und Zusatz in der gesamten Serie, stellen wir fest, dass jeder Stein anders als der vorhergehende ist, in einer Abschrägung, einem grafischen Zeichen, einer Zahl und jeder Ablagestein unterscheidet sich vom anderen in Form, Farbe oder Faserung. Alle zusammen lassen an einen kulturellen und politischen Vorschlag des Künstlers denken: Zugehörigkeit als Gründungsstätte für eine soziale Gesellschaft, wo Unterschiede respektiert und der Dialog begünstigt werden; Integration von Körpern, Seelen, Gedanken und Visionen, alle immer wieder aufs Neue anders. Verschiedene Kulturen, gewachsen aus unterschiedlichen Naturgegebenheiten, die gemeinsam ein gleiches Umfeld bewohnen, einfach und natürlich. Luciano Di Gregorio
Cosa significhi SIMBIOSI nel rapporto tra due pietre e dove essa sia può essere la prima domanda che uno si pone. Eppure essa c’ è, una si offre come luogo dove l’ altra viene esaltata e che a sua volta da senso di utilità alla prima. Una simbiosi artistica. Che può ricordare l’ incontro di culture che c’ è tra i popoli dove tutti rimangono se stessi ma in SIMBIOSI vivono dando risalto alle diversità come fulcro della convivenza.
Was bedeutet Symbiose in Zusammenhang mit Steinen? Wie können zwei Steine eine Symbiose eingehen? Sie findet statt: Ein Stein bietet Platz für den anderen und indem dieser den vorhandenen Raum einnimmt, unterstreicht er Sinn und Nutzen des ersten. Eine Kunstsymbiose. Eine Metapher auch für zwei Kulturen, die aufeinander treffen. Beide behalten die eigenen Werte bei und leben in Symbiose miteinander, die Verschiedenheit als Ansatz für Gemeinschaft betonend.
simbiosi
pietre avvolte sfiorate accarezzate da cirri di colore protette sospinte accompagnate verso un ignoto viaggio
Steine umsp端lt ber端hrt gestreichelt von Licht besch端tzt getrieben begleitet auf einer Reise ins Ungewisse
odore di spezie legate alla durezza dei tempi alla sopravvivenza dando memoria all’abbandono
Geruch von Gewürzen geknüpft an die Härte der Zeiten des Überlebens Erinnerung gebunden an Aufgeben
Innamorarsi della pietra Leccese non è difficile, il suo colore che va dal bianco al giallo paglierino, la sua compattezza e la sua grana fine ne fa un supporto artistico elegante e sobrio. La sua malleabilità mi ha ricordato tutto ciò che può contenere con piacere ogni cosa. Mi ha ricordato la madre e la sua storia di pietra che risale al periodo Miocenico (15-20 milioni di anni fa) formata da microfossili me lo ha confermato. Così è diventata la mia portatrice di pietre, la scatola magica da dove fuoriescono, ma non del tutto, mondi e visioni come se fosse lei stessa a donarli al nostro sguardo.
Es ist einfach, sich in den Stein aus Lecce/pietra Leccese zu verlieben, in sein Farbenspiel von Weiß bis Strohgelb . Seine Kompaktheit und seine Feinkörnigkeit machen ihn zu einem schlichten, eleganten Kunstträger. Seine Geschmeidigkeit erinnert mich an alles, was liebevoll alles aufnehmen und enthalten kann, an die Urmutter. Und seine Geschichte, beginnend mit der Versteinerung von Mikroorganismen im Miozän (vor 15 – 20 Mill. Jahren) bestätigt dies. So wurde er mein „Grundstein“ für die anderen Steine; ein Zauberwürfel, in welchem sich uns teilweise Welten und Visionen erschließen, als wäre es der Stein selbst, der sie uns schenkt.
“Mimmo” Domenico Morelli, pittore e scultore nato a Bolzano, vive e lavora nelle colline Senesi. www..mimmomorelli.com info@mimmomorelli.com
“Mimmo” Domenico Morelli, Maler und Bildhauer, geboren in Bozen, lebt und arbeitet in der Hügellandschaft von Siena. www..mimmomorelli.com info@mimmomorelli.com
Ringrazio tutti per i preziosi consigli e aiuti che mi avete dato in questi anni e giorni “Fluppi” Michael e Christa Fruhmann Udo e Katharina Birkner Stephan e Martina Kohout “Traudi” Gertraud Prenn, Marzio Ghiotto “Tonon” Antonio Cucinato Adriano Buchetti di Styl-Metal “Moty” Motaz Abuthiab Birgit Pollack Silvia Bolzoni Curt CHC Geiselhart Luciano Di Gregorio Mauro Aloisio e Mimmo Manes di ADM Comunicazione Bruhilde Rossi Agostini Antonella Moscati Jochen Meyder Gertrud Hitthaler mia compagna che in questi anni mi ha sopportato e supportato con pazienza e amore
Traduzione dall’italiano Traduzione dal tedesco Foto Testi Grafica
Gertraud Prenn Antonella Moscati Gertrud Hitthaler, Motaz Abuthiab Mimmo Morelli Motaz Abuthiab.
Für die wertvollen Ratschläge und Hilfsbereitschaft geht mein besonderer Dank an:
Übersetzung aus dem Italienischen Übersetzung aus dem Deutschen Fotos Texte Gestaltung
Gertraud Prenn Antonella Moscati Gertrud Hitthaler, Motaz Abuthiab Mimmo Morell Motaz Abuthiab
“Fluppi” Michael und Christa Fruhmann Udo und Katharina Birkner Stephan und Martina Kohout “Traudi” Gertraud Prenn Marzio Ghiotto “Tonon” Antonio Cucinato Adriano Buchetti von der Styl-Metal “Moty” Motaz Abuthiab Birgit Pollack Silvia Bolzoni Curt CHC Geiselhart Luciano Di Gregorio Mauro Aloisio und Mimmo Manes von der ADM Comunicazione Bruhilde Rossi Agostini Antonella Moscati Jochen Meyder und vor allem an meine Lebensgefährtin Gertrud Hitthaler, die mich in all diesen Jahren mit viel Geduld und Liebe unterstützt hat
Stampato nel mese di Febbraio 2011