Poste Italiane s.p.a - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 N. 46) art.1 comma 1 - Commerciale Business Ancona n. 45/2008. Euro 3,00
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IL PRIMO PARTITO ITALIANO
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ene ci siamo. Le elezioni politiche per il rinnovo dei due rami del Parlamento italiano (Camera dei deputati e Senato della Repubblica) si terranno domenica 24 e lunedì 25 febbraio 2013. Le consultazioni elettorali sono regolamentate in base alla vigente legge elettorale del 2005 più comunemente nota come “Porcellum”. Gli italiani aventi diritto di voto saranno circa 51 milioni, tra cui 24,6 milioni di uomini e 26,4 milioni di donne. Tre coalizioni: Centro Sinistra, Centro e Centro Destra e altri tre movimenti che corrono “soli” Rivoluzione Civile, Fare per Fermare il Declino e MoVimento 5 Stelle, quindi 6 candidati premier. A seguire un nutrito numero di partiti e movimenti che si muovono dall’estrema desta all’estrema sinistra passando per riformisti, radicali e movimenti politici d’ispirazione internazionalista come il Partito Pirata. Tante posizioni messe a confronto sui temi che coinvolgono la vita dei cittadini. Ognuno di loro getta una luce diversa sulle questioni e questo, a nostro avviso, non può che far bene a qualsiasi democrazia. Ma a sondaggi ormai chiusi, quali saranno gli scenari che usciranno dalle urne che decreteranno la nascita della XVII legislatura? Pronostico difficile, ma ancora una volta l’unico dato certo è quello più preoccupante: il primo partito italiano è quello degli astensionisti! Italiani sfrustrati, disillusi, arrabbiati. Cittadini rapiti dal vento dell'antipolitica e frastornati dagli scandali che hanno colpito i partiti, persone che vivono con disincanto il presente e guardano con incertezza al futuro. Un esercito di persone che hanno il diritto al voto, ma che spesso hanno un rapporto con la politica emblematico, associandolo alla corruzione, all’incompetenza e alla raccomandazione. La cosa triste è che quanto sopra espresso non è, a onor del vero, del tutto falso, ma allo stesso tempo, del tutto vero. Far diventare il principale rappresentate di una nazione come l’Italia il partito delle astensioni, è un pessimo esempio per le generazioni future ed è uno schiaffo terribile a quelle passate. Il diritto di voto non è stato acquisito in maniera naturale e pacifica, tutt’altro! Allontanarsi dallo strumento elettorale non è la strada giusta che si deve percorrere in un Paese democratico se si vuole esprimere la propria opinione in maniera libera. Il pessimismo non si scaccia con la mancata partecipazione. Il non votare è sempre la peggior sconfitta. Buona scelta a tutti. Gabriele Costantini
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Adriaeco Adriatic Economy Observer · n. 27 Anno IV · Gennaio/Febbraio 2013 Registrazione Tribunale di Ancona n°26/07 del Registro Periodici del 22 dicembre 2007 Iscrizione al ROC · numero 16575 Direttore responsabile Gabriele Costantini direttore@adriaeco.eu Editore · Gabbiano-Srl - Via Chiusa, 6 edificio C · 60027 Osimo (AN) T. 071.9989979 Redazione · Via Chiusa, 6 - edificio C 60027 Osimo (AN) - T. 071.9989979 info@adriaeco.eu - www.adriaeco.eu Redazione Zadar · Trg Kneza Višeslava 6/g 23000 Zadar Tel. 00385 - 23778833 Hanno collaborato:
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Sommario EDITORIALE Il primo partito italiano
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EVENTO Benvenuto Stracca: Ex Antiquitate Renascor
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PROGRAMMI 2013 p. 8 Camera di Commercio di Ancona: il meglio deve ancora venire! Agroalimentare: nuovo settore Marchet per il 2013 INFRASTRUTTURE Al via Intermodadria
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ITALIA AL VOTO p. 14 Con Monti per l’Italia: Maria Paola Merloni, serietà e territorio Fini, Futuro e Libertà: Daniele Silvetti nel e con l’Europa il futuro delle Marche I programmi dei partiti: Centro Democratico; Fratelli d’Italia; MoVimento 5 Stelle; Partito Democratico; Partito delle Libertà; Rivoluzione Civile; Scelta Civica con Monti per l’Italia; Unione di Centro; Partito Socialista Italiano; Fare per Fermare il Declino; Futuro e Libertà per l’Italia AREE DELL’ADRIATICO Puglia · Molise · Abruzzo Politiche agricole d’eccellenza Nasce l’Associazione Nazionale Oli Monovarietali Repubblica di San Marino Emilia Romagna · Veneto Friuli Venezia Giulia Trieste Film Festival: rispondere alla crisi con la qualità
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AVVISO AI NAVIGANTI Quando è lo Stato a farti fallire
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BENVENUTO STRACCA: EX ANTIQUITATE RENASCOR È questo il titolo dell’evento che vuole ricordare agli studiosi, ma soprattutto ai cittadini di Ancona, la grandezza del giurista che fa dato le basi al diritto commerciale e della navigazione
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el 2009 è passato sotto traccia e con poco clamore il 500° anniversario della nascita di Benvenuto Stracca. Dalle pagine di Adriaeco più volte il valore e l’importanza della riscoperta del giurista anconetano era stata suggerita, ma nessuno si è preso l’impegno di ricordarlo.
Anzi, ad onor del vero, la Camera di Commercio di Ancona è stato l’unico ente a ricordare l’illustre concittadino intitolando allo stesso una sala di formazione. Oggi, a quatto anni di distanza, tra mille difficoltà nel reperire documenti, Adriaeco, grazie all’impegno dell’agenzia marittima Mauro e con il patrocinio della stessa Camera di Commercio di Ancona e degli ordini degli Avvocati e dei Commercialisti della Provincia di Ancona è riuscita ad organizzare quello che, con un pizzico di orgoglio potrebbe essere a tutti gli effetti definito il primo evento per ricordare i 2400 anni dalla fondazione della città di Ancona: Ex Antiquitate Renascor. Un convegno dedicato alla riscoperta di colui che viene unanimemente definito il fondatore del diritto commerciale e marittimo e celebrarlo ricordandone le opere e le sue origini anconetane. L’evento, si svolgerà il 22 febbraio 20123 nel luogo che più simboleggia il personaggio e l’Ancona del periodo, la Loggia dei Mercanti; storico spazio dove i mercanti si incontravano per svolgere le loro trattative e probabilmente luogo che ha ispirato in Bevenuto Stracca l’idea di realizzare un’opera che guardava molto più avanti rispetto all’epoca in cui fu scritta e alla quale, come succede a molti grandi personaggi che realizzano grandi imprese, è stato dato il giusto valore solo alcuni anni dopo la morte. Oltre alla Camera di Commercio di Andona, il ricordo del giurista si ritrova in una piazza cittadina e nel nome di un istituto tecnico commerciale. E proprio da qui abbiamo deciso di partire, dai giovani che guidati dal Prof. Alessandro Mordenti, storico ed ex direttore dell’Archivio di Stato di Ancona, presenteranno i loro lavori dedicati allo Stracca. Infatti, i ragazzi oltre a mostrare i risultati delle loro ricerche storiche, realizzeranno interviste per la città cercando di capire se e quanti anconetani conoscono questo grande personaggio, che invece, fuori regione e anche all’estero viene spesso celebrato e ricordato. Abbiamo deciso di partire dai giovani perché sono loro che dovranno costruire la società del futuro e quindi i primi a doversi riappropriare, quali cittadini anconetani, del loro concittadino, per fare in modo che da ora in avanti non venga più ricordato solo come un nome su una lapide che indica una piazza o il nome di un istituto scolastico, ma come uno dei personaggi grazie al quale la città di Ancona è spesso ricordata in Europa e nel resto del mondo. È sembrato poi doveroso chiedere un intervento alla Fondazione Mansutti di Milano che può annoverare, all’interno della propria biblioteca, ben otto edizioni di lavori di Benvenuto Stracca fra cui la prima del 1553 del suo lavoro principale, il “De Mercatura” e un’edizione del 1569 del “Tractatus de assecurationibus”. Sempre a Milano, la famiglia di Angelo Sraffa, Rettore dell’Università Bocconi dal 1918 al 1926, ha recentemente donato alla biblioteca dell’università, un fondo librario nel quale numerose sono le copie dei lavori dello Stracca e tenuto in grandissima considerazione dall’ex rettore. In verità, il noto giurista anconetano è rimasto per anni praticamente sconosciuto in quanto al di là dei lavori realizzati, per quanto riguarda la sua biografia, non ci sono documenti certi, se non poche notizie, ma soprattutto la città ha perso ogni riferimento materiale di Benvenuto Stracca, dalla casa
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Frontespizio del De Mercatura. Colonia, 1622
di origine, fino alla tomba, gettata sembra, nei primi anni del secolo scorso, nell’ossario comune e della quale non si ha più traccia. Proprio per sopperire a tali difficoltà nel reperire informazioni nuove, all’inizio del 2012, sono state condotte ricerche incrociate su diversi archivi, quali l’Archivio segreto vaticano, la Biblioteca Apostolica Vaticana, il fondo della Segreteria di Stato, l’Archivio di Stato di Roma, Ancona e Ascoli Piceno, l’Archivio notarile di Ancona, ma nulla è emerso, come se, tutto ciò che ha rappresentato la vita di Benvenuto Stracca sia sparito come per incanto e abbia lasciato il posto alle sue opere, pietre miliari del diritto marittimo e commerciale. Il convegno, raggiungerà poi il suo livello più elevato, dal punto di vista scientifico, quando faranno i loro interventi i maggiori esperti delle opere del giurista anconetano ovvero, il Prof. Vito Piergiovanni dell’Università di Genova e il Prof. Gian Savino Pene Vidari dell’università di Torino, che saranno introdotti dal Prof. Marco Moroni che realizzerà un intervento atto a inquadrare storicamente la successiva trattazione. Entrambe le sessioni del convegno saranno aperte alla cittadinanza, nell’aspettativa che possa esserci il maggior numero possibile di partecipati al fine di poter dare la massima risonanza non solo all’evento, ma soprattutto riaffermare in modo definitivo il valore scientifico delle opere di Benvenuto Stracca e far in modo che gli abitanti della sua città di origine lo ricordino per il futuro. Luigi Gagliardi
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IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE! La Camera di Commercio di Ancona ha presentato il programma di interventi per il 2013 a sostegno di quelli che sono stati definiti “I nuovi eroi: gli imprenditori”
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Con uno stanziamento complessivo di 4.000.000 di euro e oltre 1.700.000 di capitale in partecipazioni nelle principali società infrastrutturali (Aerdorica, Interporto, Marina Dorica, Quadrilatero) si è aperto il nuovo anno della Camera di Commercio di Ancona. Sono queste le cifre dalle quali partire per capire in che direzione si muoverà il sistema camerale della provincia di Ancona per il 2013, che attraverso il suo presidente Rodolfo Giampieri rileva “la costante vicinanza al mondo dell’imprenditoria attraverso una serie di interventi che mirano non solo a supportare le problematiche di tipo economico ma anche a creare nuovi punti di riferimento e modelli di sviluppo che partono dalle radici, quindi dai giovani e dalla loro crescita culturale e morale passando per la sostenibilità dello sviluppo del territorio e l’innovazione”. Proprio con riferimento allo sviluppo del territorio cruciale è il ruolo dell’Osservatorio sulla Piattaforma Logistica, promosso alla Camera di Commercio, che ha visto nel 2012 anche l’ingresso del Comune di Jesi e una crescente legittimazione da parte degli stakeholder locali e, soprattutto, della Regione Marche. Non va, infatti, dimenticato il ruolo fondamentale che la piattaforma porto – aeroporto – interporto gioca e dovrà giocare in futuro per fare in modo che le imprese possano sfruttare l’intermodalità a favore della competitività con un occhio attendo alle problematiche ecologiche. Anche il Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio, è uno strumento creato a sostegno dell’economia del territorio, supportando l’integrazione economica tra i paesi bagnati dai due mari. Quest’area che sotto il profilo economico conta circa 1 milione e 200 mila imprese attive e una concentrazione di scambi commerciali interni, ci indica che siamo di fronte ad un mercato che sta uniformando le proprie esigenze e le proprie regole, pur in assenza di accordi formalizzati sul modello di quelli che caratterizzano il mercato comune europeo. Un ulteriore incremento degli scambi commerciali, ipotizzabile nel prossimo futuro, renderà ancora più necessaria la condivisione di procedure che facilitino il passaggio delle merci senza comportare minore
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Rodolfo Giampieri Presidente Camera di Commercio di Ancona
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attenzione verso la sicurezza, la trasparenza e la sostenibilità delle operazioni. Tale obiettivo può essere raggiunto più facilmente se vi è un organismo sovraterritoriale credibile e riconosciuto da tutte le parti, in grado di guidare l’armonizzazione delle regole di mercato senza perdere di vista le specifiche necessità dei diversi Paesi. E’ quanto si è sostenuto promuovendo, a fianco della Regione Marche, la costituzione della Macroregione Adriatico-Ionica in vista della concretizzazione del progetto nel 2014. Il Forum dalla data della sua costituzione ad oggi, si è adoperato nell'ambito della progettazione europea e della cooperazione territoriale sia a beneficio diretto che a beneficio delle proprie camere associate su circa 20 progetti per un totale di circa 3.000.000,00 di euro. Per quanto riguarda il supporto economico alle imprese in difficoltà, l’Ente camerale si conferma interfaccia strategica con il mondo del credito, aprendo un dialogo e un confronto continuo con il sistema bancario, condividendo strategie e azioni concrete di sostegno alle imprese al fine di favorire l’accesso al credito. “Per questo importante capitolo – conferma Giampieri - il budget fissato dalla Camera è di € 400.000,00 destinati con buona probabilità ad aumentare nel corso nel 2013 in fase di assestamento di bilancio, poiché il vuoto lasciato dalla contemporanea situazione di commissariamento del Comune e della Provincia di Ancona dovrà essere sopperite dall’Ente”. Sempre in linea con i principi indicati, particolare attenzione sarà riservata ai giovani e alle imprese in start–up. “Nello specifico – ha spiegato Michele De Vita Segretario Generale della Camera - continuerà la collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche nell’ambito del progetto Talenti per la Crescita che prevede l’organizzazione di percorsi lavorativi in aziende del territorio destinati ai migliori laureati della Facoltà di Economia cui saranno erogate per sei mesi apposite borse lavoro. Per le nuove imprese, invece, in continuità con il percorso intrapreso da anni e alla luce del Decreto Legge 18 ottobre 2012, n. 179 c.d. “Crescita 2.0", saranno attivati quattro seminari di orientamento dedicati ai potenziali imprenditori e due corsi di formazione sulla stesura del piano d’impresa”. “A supporto delle imprese continua, anche la semplificazione amministrativa che – aggiunge De Vita – ha portato l’Ente a evadere in forma telematica il 100% delle pratiche del Registro delle Imprese, l’80% delle quali entro 5 giorni. Certo la semplificazione comporta anche minori introiti sotto forma di diritti di segreteria, ma in questo momento qualsiasi passo, anche il più piccolo in direzione del supporto alle imprese è doveroso”.
IMPRESE REGISTRATE
Michele De Vita Segretario Generale della Camera di Commercio di Ancona
MERCATO DEL LAVORO
47.078, calo rispetto al 2011 di -0,35%
ITALIA GRADO DI INTERNAZIONALIZZAZIONE 2011 dato Marche: 25,7% dato Italia: 26,6% Propensione all’export prov. di Ancona: 26,6% ESPORTAZIONI della prov. di Ancona al III trimestre 2012 2,6 miliardi di euro (+2,9% vs III trimestre 2011)
Tasso di disoccupazione 2011: 8,4%. Tasso di occupazione 2011: 56,9%
PROV. DI ANCONA Tasso di disoccupazione 2011: 6,9% Tasso di occupazione 2011: 64,7%
Fonti Ufficio Statistica e Studi Camera di Commercio di Ancona, Unioncamere
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AGROALIMENTARE: NUOVO SETTORE MARCHET PER IL 2013 Missioni commerciali all’accesso incoming di operatori stranieri, partecipazione collettiva di imprese a manifestazioni fieristiche e assistenza per l’attrazione di investimenti sono alcune delle azioni che saranno messe in campo per il 2013
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Lo scorso gennaio Giorgio Cataldi, Presidente dell’Azienda Speciale Marchet e Michele De Vita, Segretario generale della Camera di Commercio di Ancona, hanno presentato il programma promozionale 2013 dell’Azienda.
“Innanzitutto – comincia Giorgio Cataldi – dal 1 gennaio 2013 Marchet ha incorporato mediante fusione l'ASPeA, l’Azienda Speciale Pesca Agricoltura della Camera di Commercio di Ancona. La fusione è stata deliberata dalla Giunta camerale che ha disposto la riduzione del numero delle aziende speciali da 3 a 2 estendendo la mission di Marchet alla promozione del settore agroalimentare”. Marchet contribuirà alla promozione delle imprese sui mercati internazionali attraverso numerose azioni che vanno dall’organizzazione di missioni commerciali all’accesso a iniziative e programmi comunitari, all’organizzazione di incoming di operatori stranieri, alla partecipazione collettiva di imprese a manifestazioni fieristiche, all’assistenza per l’attrazione di investimenti, alla promozione di accordi tecnicoproduttivi e commerciali con l’estero fino alla realizzazione di attività formative destinate sia all’aggiornamento di figure che già lavorano all’interno delle imprese sia alla specializzazione di nuove figure che vanno a supportare le PMI. Cataldi ha sottolineato in particolare che “per accrescere il numero delle imprese locali esportatrici, Marchet si impegnerà nell’individuazione di punti di riferimento esteri di servizio alle imprese, che in particolare saranno impegnati nella creazione di reti di vendita e nella realizzazione di incoming; dall’esperienza maturata, tali azioni risultano le più efficaci per comunicare la qualità delle produzioni ai partner stranieri. Con queste attività verranno individuati nuovi clienti per quelle produzioni di altissima qualità che sono difficilmente replicabili: puntiamo a realizzare una diversificazione dell’offerta che va dalla vendita del prodotto finito alla vendita dei servizi per la produzione”. Il programma promozionale estero punta a rilanciare i settori tipici del nostro territorio quali la moda, l’agroalimentare, gli strumenti musicali, la meccanica e l’edilizia nelle seguenti aree: Europa, Balcani, Nord Africa e Medio Oriente, Asia in particolare la Cina, con la conferma dei NETWORK POINT in Russia, Cina, Albania, Croazia e Svizzera, presidi operativi dislocati nei mercati di interesse che hanno sempre garantito informazioni e assistenza per le imprese. Per il 2013 è poi
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prevista l’attivazione di nuove strutture operative al servizio delle imprese nei seguenti paesi: Germania (Monaco), Libia (Tripoli e Bengasi) e Turchia (Istanbul). Il programma si alterna in due parti: un’internazionalizzazione di vicinato e una verso i grandi mercati come la Cina dove stiamo costruendo relazioni stabili con imprese cinesi posizionate in aree di seconda fascia dove è possibile entrare con facilità nel mercato. La Cina è diventata sempre più interessante perché come avevamo previsto da paese per la delocalizzazione si sta trasformando in un mercato che acquista grazie alla crescita dei redditi e per una classe medio alta molto interessata alle produzioni italiane e al Made in Italy che rappresenta un modo di vivere e uno status di valore. Pari importanza è stata data a progetti di promozione personalizzata (incoming, missioni commerciali, incontri tra imprenditori e workshop) e alle fiere internazionali di settore che garantiscono alle imprese grande visibilità visto il rilevante numero di potenziali partner del settore specifico che partecipano a tali manifestazioni. Nella convinzione che sia di primaria importanza per le imprese, disporre di figure professionali qualificate ed aggiornate, si proseguirà nella formazione di nuove leve, reclutate tra i laureati di maggior talento, al fine di inserire nelle imprese figure professionali in grado di accrescere il livello competitivo delle stesse, e dall’altro sarà posta sempre maggiore attenzione alla formazione e l’aggiornamento di chi già lavora in azienda. In questo secondo caso, i destinatari privilegiati dei corsi executive di Marchet saranno in primo luogo imprenditori e manager oppure personale che ricopre incarichi con responsabilità di funzione. Per il settore agroalimentare, il sostegno alla competitività del sistema produttivo agricolo e la tutela della ruralità saranno le direttrici per sviluppare e valorizzare le produzioni locali di qualità ed il territorio rurale con le proprie caratteristiche ambientali e paesaggistiche. Inoltre, nel 2013, Marchet si occuperà dell’organizzazione e promozione del concorso Selezione internazionale vini da pesce, considerando la tradizione enologica della regione Marche un valore da salvaguardare attraverso anche un confronto con gli altri vini italiani e non solo. La premiazione avverrà a giugno alla Mole Vanvitelliana. Giorgio Cataldi, Presidente dellʼAzienda Speciale Marchet
INVESTIMENTI PER IL 2013 Promozione: € 1.098.00 • Agroalimentare € 395.000 • Sistema casa € 330.000 • Meccanica € 145.000 • Strumenti musicali € 57.000 • moda € 88.000 • promozione del territorio € 19.000 • altri settori/plurisettore € 64.000 Formazione: € 108.000 Servizi Personalizzati alle imprese: € 125.000
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AL VIA INTERMODADRIA L'intermodalità, la logistica, l'integrazione dei servizi per il trasporto intermodale in area Adriatica
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intermodalità, la logistica, l'integrazione dei servizi tra i nodi infrastrutturali di una catena ampia, ma strategica come quella che fa capo ai porti delle due sponde dell'Adriatico sono i temi al centro del progetto “Intermodadria” del programma IPA 2007-2013.
La Regione Marche, capofila del progetto, ha voluto organizzare il 1' meeting per il kick-off del progetto presso l'Interporto delle Marche, riunendo tutti i partner italiani ed europei. Ne è emerso un ricco momento di confronto dal quale partire per ragionare congiuntamente approfittando dei 30 mesi del progetto per lavorare confrontando le analisi, gli studi, le esperienze e le buone pratiche che possono fungere da valore aggiunto per la pianificazione delle attività. “Gli obiettivi del progetto – ha detto Giorgio Occhipinti della P.F. Viabilità e Demanio Idrico del Servizio Infrastrutture, Trasporti ed Energia della Regione Marche – sono di aumentare la competitività del trasporto marittimo a corto raggio e la sua integrazione nella catena logistica, sostenere gli investimenti infrastrutturali per l'accessibilità dei porti da terra e promuovere azioni politiche e strumenti finanziari per favorire il trasferimento modale”. “Infine – ha aggiunto – il miglioramento dell'integrazione del trasporto marittimo a corto raggio nelle catene logistiche che includono i porti del mare Adriatico”. “Esperienze come quella che nasce oggi – ha concluso – sono coerenti con il lavoro che la giunta regionale sta portando avanti per favorire il processo di creazione della Macroregione Adriatico-Ionica”. Roberto Pesaresi, Presidente di Interporto Marche Spa, ha fatto gli onori di casa introducendo l'incontro e sottolineando che la realizzazione delle infrastrutture da sola non è sufficiente a determinare significativi incrementi di traffico. “Occorre lavorare – ha detto - sul modello gestionale, dando concretezza al concetto di Piattaforma Logistica Integrata, mirando all'efficienza com-
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I partner di progetto
Tavolo Intermodadria
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Giorgio Occhipinti dirigente Regione Marche
plessiva del network e non del singolo nodo o attore della supplychain”. “Oggi – ha aggiunto - le industrie devono necessariamente mantenere snelli i processi logistici per vincere la competizione sui mercati internazionali; lo devono fare anche nel rispetto delle direttive comunitarie definite nel Libro Bianco dell'Unione Europea e nelle Linee Guida del Piano nazionale della Logistica che hanno fissato obiettivi chiari: il 30% entro il 2030 ed il 50% entro il 2050 del trasporto merci sopra i 300 Km dovrà viaggiare su modalità diverse dalla gomma”. Lo scenario attorno al quale si muove il progetto è molto ampio. Attualmente i porti del mare Adriatico infatti, hanno differenti livelli di accessibilità alle infrastrutture di trasporto nell'entroterra; la differenza principale riguarda in particolare i livelli di accessibilità alla rete ferroviaria e la disponibilità di efficienti servizi di trasporto ferroviario a supporto dei traffici portuali. Mentre alcuni porti hanno intrapreso progetti di investimento significativi per aumentare le infrastrutture ferroviarie e il collegamento alla rete ferroviaria nazionale, altri porti non saranno serviti nel breve e medio periodo da servizi ferroviari e infrastrutture moderne. Pertanto, flessibili servizi di logistica devono essere studiati per consentire il trasbordo delle unità di carico su strada, ferrovia e nave durante uno stesso viaggio per raggiungere la destinazione finale. Questo è particolarmente rilevante per le linee marittime miste per merci e persone che collegano le due sponde del mare Adriatico. L'analisi implementata fornirà un quadro aggiornato della capacità e del livello di utilizzo delle infrastrutture stradali e ferroviarie che collegano i porti adriatici con le aree di origine o di destinazione dei flussi merci; una maggiore consapevolezza della provenienza e la destinazione principale per i flussi di merci che attraversano i porti adriatici; soluzioni per risolvere i colli di bottiglia amministrativi e gestionali che riducono l'attrattività di soluzioni di trasporto intermodale e retro porto, oltre a una maggiore consapevolezza delle opportunità professionali nei settori marittimo, portuale e della logistica. Infine, l'analisi metterà in evidenza l'accessibilità dei traffici portuali alla rete TEN-T e la rete SEETO nei Balcani occidentali.
Il progetto Intermodadria ha un ricco partenariato composto sia da istituzioni ed organizzazioni italiane che europee. Oltre alla Regione Marche, capofila del progetto ed Interporto Marche, vi sono l'Autorità Portuale di Ancona, il Consorzio per la formazione logistica intermodale, l'Autorità portuale del Levante (Bari, Barletta, Monopoli), l'Agenzia delle Dogane (partner associato). Per quanto concerne i partner dell'altra sponda dell'Adriatico: l'Autorità Portuale di Igoumenitsa (Grecia), la National Technical University of Athens (Grecia), l'Albanian Institute of Transport (Albania), Port of Bar Holding Company (Montenegro), Intermodal Transport Cluster (Croazia), Autorità Portuale di Ploce (Croazia). Il budget complessivo del progetto è di 2.508.000,00 euro (interamente finanziato dal programma) di cui euro 435.500,00 assegnati alla Regione Marche per le attività ad essa affidate e la durata stimata del progetto è di 30 mesi.
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Infrastrutture
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Elezioni politiche 2013: questione di equilibrio La tornata elettorale, caratterizzata dal ritorno di Silvio Berlusconi sembra giocarsi sul filo di lana soprattutto al Senato, dove saranno decisivi i risultati di Lombardia, Sicilia e Lazio
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n questa edizione speciale, tutta dedicata alle elezioni politiche, cercheremo di realizzare un approfondimento che permetta ai lettori di orientarsi, ma soprattutto di frasi un’opinione, sui programmi elettorali dei partiti, vecchi e nuovi, che si affrontano nella tornata elettorale.
Inizieremo, però, spiegando nel dettaglio la legge che regolamenterà la competizione per permettere di comprendere, con una certa facilità, da dove deriva il rischio di non governabilità, in particolare al Senato. Sarà la legge 270/2005 firmata dall’allora Ministro Calderoli e definita dallo stesso “una porcata”, da cui l’appellativo Porcellum, a stabile la composizione del Parlamento italiano alle prossime elezioni politiche del
24 e 25 febbraio. Questo capolavoro di sistema elettorale, ha reintrodotto in Italia il sistema proporzionale, cancellando di fatto i collegi uninominali, esistenti con l’assetto antecedente, in prevalenza maggioritario e alla sua base prevede il principio delle liste bloccate, che ha escluso dalle procedure di espressione del voto la possibilità di indicare la preferenza per uno o più candidati, i quali rimangono, in questo modo, appannaggio delle segreterie di partito o delle primarie del partito o della coalizione, laddove si sia scelto di realizzarle. Definirlo proporzionale in effetti non è proprio corretto, in quanto i seggi non vengono assegnati al candidato ma ai singoli partiti favorendo, il raggruppamento di questi ultimi in coalizioni.
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Per questa ragione, le liste alleate devono presentare un comune capo della coalizione, il cui nome, spesso appare su uno dei simboli presenti sulla scheda. Ma attenzione si tratta soltanto del capo della coalizione e non del futuro, in caso di vittoria, Presidente del Consiglio dei Ministri, in quanto, quest’ultimo viene comunque designato dal Presidente della Repubblica dopo le consultazioni che chiariranno quale sarà la maggioranza e a quale politico la stessa maggioranza deciderà di dare fiducia. La legge, inoltre, prevede le cosiddette soglie di sbarramento, ovvero percentuali minime per la distribuzione dei seggi in Parlamento, che differiscono tra Senato e Camera di Deputati, in funzione della coalizione nella sua interezza, del partito coalizzato o, in alternativa, della lista o partito che corre in solitaria. A questo punto iniziano le cervellotiche operazioni, il risultato delle quali determinerà il numero dei seggi assegnati. Infatti, per guadagnare almeno un seggio alla Camera dei Deputati è necessario che, su scala nazionale, ciascuna lista superi il 4% se da sola, il 2% se collegata ad altre in una coalizione in grado di raccogliere non meno del 10% dei consensi totali. Al Senato, invece, la soglia è raddoppiata: lo sbarramento sale all’8%, con le coalizioni che devono superare il 20%, mentre i partiti che le compongono possono accontentarsi del 3%. Anche la ripartizione dei seggi è diversificata tra i due rami del Parlamento: come noto, infatti, la Camera viene sottoposta a una ripartizione dei seggi su base nazionale, mentre il Senato, che risente dello spirito “federalista”del periodo in cui la legge è stata varata, vede ripartiti i propri scranni sui voti ottenuti da partiti e coalizioni nelle singole regioni. A questo proposito, a palazzo Madama, i seggi verranno ripartiti in modo tale per cui, chi otterrà la maggioranza in ogni regione, farà scattare il premio di maggioranza regionale, corrispondente a non meno del 55% dei seggi che essa attribuisce,
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con l’esclusione del Molise (2 seggi) e dei posti riservati agli eletti all’estero (6, di cui 2 in Europa, 2 in America del Sud, 1 in America del Nord, 1 per Africa, Asia e Oceania). La quota minima del 55%, si nota, assegnerà quantomeno 3 seggi su 22 in Piemonte, 27 su 49 in Lombardia, 14 su 24 in Veneto, 4 su 7 in Friuli-Venezia Giulia, 5 su 8 in Liguria, 13 su 22 in Emilia-Romagna, 10 su 18 in Toscana, 4 su 7 in Umbria, 5 su 8 nelle Marche, 16 su 28 nel Lazio, 4 su 7 in Abruzzo, 16 su 29 in Campania, 11 su 20 in Puglia, 4 su 7 in Basilicata, 6 su 10 in Calabria, 14 su 25 in Sicilia, 5 su 8 in Sardegna. Discorso a parte per Val d’Aosta (1 seggio) e Trentino-Alto Adige (6 seggi su 7 uninominali), sottoposte alla tutela delle minoranze linguistiche di ispirazione al testo costituzionale. Alla Camera, invece, l’occupazione dei seggi avverrà esclusivamente in base ai risultati nazionali, con 340 seggi su 618 (55%) che saranno assegnati d’ufficio alla coalizione che raccoglierà il maggior numero di consensi, grazie al premio di maggioranza nazionale, con esclusione, anche qui, dei voti espressi all’estero (12 di cui 6 in Europa, 3 in America del Sud, 2 in America del nord, 1 in Asia, Africa, Oceania) e di quelli della Val d’Aosta (1 seggio). Sulla scorta delle indicazioni date, il lettore potrà provare a fare delle proiezioni e vedere come sarà composto il nuovo Parlamento italiano. Un suggerimento ci permettiamo comunque di dare: in qualsiasi modo la si possa pensare esercitare il diritto di voto e quindi di esprimere la propria opinione rappresenta comunque la massima espressione di democrazia.
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Maria Paola Merloni
SERIETÀ E TERRITORIO Sono questi i fondamentali per uscire da venti anni di immobilismo e tornare a crescere
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aria Paola Merloni alle elezioni politiche del 2013 è candidata come capolista al Senato nelle Marche per la coalizione Con Monti per l'Italia.
"Scelta Civica con Monti per l'Italia è un progetto nuovo che ha subito suscitato in me grande interesse per il coraggio e la verità con cui è stato proposto - dichiara Maria Paola Merloni - . Aderire è stata una conseguenza naturale. Questo movimento può far tornare l'Italia a sperare e presenta, nelle sue liste, una società civile pronta ad impegnarsi con spirito di servizio per costruire insieme un nuovo futuro di crescita per tutti i cittadini e in particolare per le nuove generazioni”. A tal proposito parliamo della squadra presentata nelle Marche… “Ma certo. Due donne capolista, molti giovani e tante figure già note per le loro alte competenze nei settori specifici di provenienza che non hanno mai fatto politica attiva e che, per la prima volta hanno deciso di compiere questo importante passo proprio a fianco del Premier uscente. Tutte persone che sono qui per dare e non per ricevere perché hanno già occupazione e non fanno questo per lavoro. In sintesi un'offerta politica che nasce da due parole: serietà e territorio. La serietà del premier uscente è stata in grado, in soli 13 mesi, di ridare credibilità al nostro Paese, affrontando con le riforme temi spinosi e complessi. Quest’atteggiamento lo ritroviamo nelle liste cui aggiungiamo però, la nostra gente, i marchigiani: con tutte le belle caratteristiche che contraddistinguono questa grande regione”. Le Marche sono una regione ricchissima d’imprese. Qual è la sua posizione in merito? “Il problema occupazionale è, gioco forza, legato alle imprese. Nelle Marche più che altrove abbiamo aziende eccellenti che, a denti stretti, tengono in questo difficile momento economico. Io penso che sia necessario tagliare la spesa pubblica improduttiva per avere più risorse per incentivare lo sviluppo e la ricerca e per alleggerire il carico fiscale che grava sulle imprese. Allo stesso tempo va facilitato l’accesso al credito, sostenuta l'internazionalizzazione ed è importante semplificare la vita degli imprenditori attraverso una riduzione degli oneri burocratici, lo snellimento delle procedure e l’abbreviazione dei tempi di pagamento. L'obiettivo è riviltalizzare il sistema produttivo e creare di conseguenza nuovi posti di lavoro”. Che tipo di rapporto vive oggi Italia con Europa? “L'Italia non può più stare in disparte, deve tornare a essere protagonista della rifondazione d'Europa e della sua crescita economica. Per fare questo è necessario il giusto atteggiamento: serio, propositivo e operativo. Non possiamo pensare di essere europei quando dobbiamo incamerare fondi e di non esserlo quando ci sono dettate le linee guida che tutti gli altri Stati membri seguono”. Gabriele Costantini
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www.sceltacivica.it
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NEL E CON L’EUROPA IL FUTURO DELLE MARCHE L’avvocato Daniele Silvetti è il secondo in lista per la Camera dei Deputati nelle liste di Fli subito dopo il presidente Fini Daniele Silvetti
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aniele Silvetti è consigliere Regionale all’Assemblea Legislativa delle Marche, vice presidente della IV Commissione consiliare permanente e presidente del gruppo consiliare Futuro e Libertà. Classe ’73, avvocato, anconetano, è secondo in lista per la Camera dei Deputati con Futuro e libertà subito dopo Fini capolista in tutte le circoscrizioni. Fli corre da sola alla Camera e in coalizione al Senato della Repubblica e sostiene il premier Monti. “Non amo fare promesse assurde e sconcertanti – ha dichiarato l’avv. Silvetti – e, a dire il vero, siamo stati i primi a prendere le distanze a chi di questo fa una strategia politica. Il rigore del governo Monti è stato necessario e ora siamo pronti per la ripresa. Il lavoro è per noi la priorità, ma sempre con un occhio vigile rivolto al contenimento della spesa pubblica”. Che tipo di background politico potrebbe portare alla Camera alla luce della sua esperienza di questi ultimi anni? “Come candidato marchigiano e avendo un ruolo attivo in politica presso l’Assemblea Legislativa delle Marche mi orienterei su quelli che sono i temi più importanti discussi nelle Marche e che, a breve, porteranno sicuramente a delle prospettive interessanti per tutta la regione. Mi riferisco, ovviamente, alla Macroregione Adriatico – Ionica. Questa strategia è la chiave di volta per tutta una serie di economie che gravitano sul nostro territorio. Il poter condividere una visione d’intenti con i Paesi che si affacciano sul mare Adriatico potranno, a breve, far scattare una serie di virtuosismi atti a sviluppare la cooperazione interregionale, promuovendo soluzioni condivise a problemi comuni e al reperimento delle risorse in sede Europea. Un esempio di questo si è già visto in campo infrastrutturale. Il porto di Ancona, ad esempio, è stato individuato dalla Commissione europea come nodo del core network, ovvero la rete d’infrastrutture che interconnetterà i nodi più importanti di trasporto, in modo da renderla pienamente operativa entro il 2030. Un altro esempio è l’approvazione in Commissione Trasporti del Parlamento Europeo di un emendamento che prevede il prolungamento del Corridoio Baltico – Adriatico fino ad Ancona. Anche questa è una grande vittoria, anche se l'iter non è ancora concluso. D’altronde, com’è noto, le nostre imprese eccellenti riescono a sostenere questo difficile momento di crisi proprio grazie all’export e all’internazionalizzazione. Noi, come classe politica, abbiamo il dovere di poter garantire le infrastrutture necessarie al fine di poter agevolare la circolazione di merci e persone”. Gabriele Costantini
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www.danielesilvetti.it
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CENTRO DEMOCRATICO
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l Centro Democratico intende delineare una cornice ideale e programmatica, che nel solco delle grandi culture politiche liberali e riformiste possa arricchire il confronto, integrando e completando l’agenda Monti per offrire agli italiani una solida e credibile prospettiva di governo di centro-sinistra. In un contesto di persistente e severa crisi economica, lo scenario politico e sociale è caratterizzato, rispetto al passato, da una sempre più intensa disaffezione alla politica e da una crescente insicurezza, sul piano individuale e collettivo, che generano fenomeni inversi: da un lato forti pulsioni populistiche, volte a destrutturare il sistema, anche in chiave antieuropeista; dall’altro, nuove istanze di mobilitazione della società civile, alimentate da un ritorno di impegno civico e da una forte richiesta di soluzioni e risposte chiare e nette – “si si”, “no no”, - sulle grandi questioni che determinano il destino della comunità (economia, lavoro, povertà, istruzione, ambiente). Il Centro Democratico nasce per dare una rappresentanza e una voce autorevole a quella parte della società civile che non si lascia incantare dalle sirene della demagogia, né si limita a protestare rifugiandosi nell’astensionismo, ma che è invece disposta a mettersi in gioco per rifondare, in modo radicale, le istituzioni politiche, sociali ed economiche del Paese. La missione del Centro Democratico è spezzare questi schemi di sterile contrapposizione ideologica e ricondurre gli ideali della politica alla realtà dei fatti. E’ con questa filosofia che il Centro Democratico, assieme alle altre forze della coalizione di centro-sinistra, si candida a far ripartire l’Italia. Un Programma fatto di soluzioni e impegni concreti, e coerente con la strategia per la crescita e l’occupazione dell’Unione Europea, che prevede, fin dagli inizi della prossima Legislatura, una terapia d’urto, tesa a ristabilire quel clima di fiducia, tra i cittadini e nei mercati, e di speranza nel futuro, indispensabile per far ripartire l’Italia che vogliamo.
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Bruno Tabacci
Il programma Europa Sviluppo Responsabile Debito Spesa Pubblica Fisco Welfare Giustizia e Legalità Mezzogiorno Crescita Politica Estera
www.ilcentrodemocratico.it
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FARE PER FERMARE IL DECLINO
Oscar Giannino
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a classe politica emersa dalla crisi del 1992-94 - tranne poche eccezioni individuali - ha fallito: deve essere sostituita perché è parte e causa di quel declino sociale che vogliamo fermare. L’Italia può e vuole crescere nuovamente.
Per farlo deve generare mobilità sociale e competizione, rimettendo al centro lavoro, professionalità, libera iniziativa e merito individuale. Affinché l'interesse di chi lavora - o cerca di farlo, come i giovani e tante donne – diventi priorità bisogna smantellare la rete di monopoli e privilegi che paralizzano il paese. I problemi odierni sono gli stessi di vent'anni fa, solo incancreniti: l'inefficienza dell’apparato pubblico e il peso delle tasse che lo finanziano stanno stremando l’Italia. Perdendo lavoro e aziende, migliaia di persone non sono più in grado di produrre e milioni di giovani non lo saranno mai. Tagliare e rendere più efficiente la spesa, ridurre le tasse su chi produce, abbattere il debito anche attraverso la vendita di proprietà pubbliche, premiare il merito tra i dipendenti pubblici, promuovere liberalizzazioni e concorrenza anche nei servizi e nel sistema formativo, eliminare i conflitti di interesse, liberare e liberalizzare l’informazione, dare prospettive e fiducia agli esclusi attraverso un mercato del lavoro più flessibile ed equo. Sono queste le discriminanti che separano chi vuole conservare l’esistente da chi vuole cambiarlo per far sì che il paese goda i benefici dell’integrazione economica europea e mondiale. Nessuno, fra i partiti esistenti, si pone neanche lontanamente questi obiettivi. Noi vogliamo che si realizzino. Per questo motivo è nato Fare per fermar il declino – forza completamente diversa dalle esistenti – in modo da indurre un rinnovamento nei contenuti, nelle persone e nel modo di fare politica. Cittadini, associazioni, corpi intermedi, rappresentanze del lavoro e dell’impresa esprimono disagio e chiedono cambiamento, ma non trovano interlocutori. Ci rivolgiamo a loro per avviare un processo di aggregazione politica libero da personalismi e senza pregiudiziali ideologiche, mirato a fare dell’Italia un paese che prospera e cresce. Invitiamo a un confronto aperto le persone e le organizzazioni interessate, per costruire quel soggetto politico che 151 anni di storia unitaria ci hanno sinora negato e di cui abbiamo urgente bisogno.
Il programma Ridurre l'ammontare del debito pubblico Ridurre la spesa pubblica Ridurre la pressione fiscale Liberalizzare i settori ancora non concorrenziali Sostenere i livelli di reddito Legiferare sul conflitto d'interesse Far funzionare la giustizia Liberare le potenzialità di crescita dei giovani e delle donne Scuola e università volani dell'emancipazione socio-economica Introdurre il vero federalismo
Fondatori: Oscar Giannino, Luigi Zingales, Michele Boldrin, Sandro Brusco, Alessandro De Nicola, Carlo Stagnaro, Andrea Moro, Silvia Enrico.
.www.fare2013.it - www.fermareildeclino.it
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FRATELLI D’ITALIA
Giorgia Meloni
Ignazio La Russa
Guido Crosetto
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a politica non è riuscita a essere all’altezza della propria funzione, ha fallito nel compito di modernizzare l’Italia e attrezzarla per le sfide future e, sotto il ricatto della crisi economica, ha abdicato ai cosiddetti tecnici la responsabilità di governare. Siamo la sola democrazia occidentale ad avere avuto un governo non scelto dai cittadini. Si sta cercando con trucchi ridicoli di procrastinare questa sospensione della sovranità popolare con un Presidente del consiglio che si ostina a non volersi candidare e a voler fare il premier, come se quel ruolo fosse conferito da autorità diverse dal popolo italiano.
Per ripartire è necessario lanciare una sfida nuova, voltare pagina e liberare tutte le energie disponibili, talvolta sommerse, talaltra volutamente soffocate. Occorre mandare in pensione chi ha fallito, non chi è anziano, chi ha imbrogliato, ha avuto l’opportunità di risolvere i problemi e non l’ha saputo fare. Non vogliamo sfasciare, vogliamo rigenerare un’Italia all’altezza delle criticità del nostro tempo. La sinistra non può restituire vitalità alla società. Il suo consenso passa tradizionalmente per l’alleanza con gruppi d’interesse (sindacati, magistratura, finanza, lobbies) che difendono chi è già garantito e vuole conservare un modello sociale che non c’è più. Il sistema dei diritti e dei doveri va riscritto sulla scorta delle modifiche epocali che hanno fatto irruzione nei vecchi riferimenti culturali del secondo dopoguerra, per ricomporre una solidarietà e un’equità tra categorie sociali e generazioni che è venuta meno con l’incalzare della crisi. L’Europa, la casa comune in cui crediamo, è attraversata da una medesima crisi di legittimità. Gli stati nazionali hanno ceduto pezzi di sovranità, ma non sono stati compensati dall’avvento della sovranità dei popoli europei. Agisce su di noi il potere di un’Europa burocratica e oligarchica che privilegia spesso interessi distanti dal ‘bene comune’, niente a che vedere con L’Europa politica e democratica che animava i sonni dei suoi padri fondatori. C’è bisogno di più politica, non di meno, né di antipolitica o di tecnocrazia. E’ arrivata l’ora di raccogliere le sfide del nostro tempo, per rigenerare l’Italia.
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La Sfida Persona e popoli, il futuro dell’Italia e dell’Europa Una nuova etica pubblica Aggredire sprechi e privilegi Abbattere il debito, ridurre la spesa Crescere, per non morire Difendere la specificità della nostra economia Un nuovo sistema del credito è possibile Un futuro di lavoro La rivoluzione del welfare Una giustizia che funzioni La tutela della natalità e delle famiglie L'Italia tra cultura e turismo Costruire il futuro partendo da scuola e università La rete e la rivoluzione digitale: una grande opportunità I nuovi italiani: immigrazione e integrazione Ambiente e paesaggio: strategie per il territorio
.www.fratelli-italia.it
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MOVIMENTO 5 STELLE
Beppe Grippo
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l MoVimento 5 Stelle (M5S) è un partito politico italiano, che si autodefinisce "libera associazione di cittadini".È stato fondato il 4 ottobre 2009 dal comico Beppe Grillo e dall'imprenditore Gianroberto Casaleggio sulla scia dell'esperienza del movimento Amici di Beppe Grillo, attivo dal 2005 e presentatosi alle elezioni dal 2008 con diverse Liste Civiche a Cinque Stelle. La proprietà del simbolo è di Beppe Grillo, unico titolare dei diritti d'uso dello stesso sul blog www.beppegrillo.it, oltre che durante gli spettacoli del comico genovese, sono veicolate e promosse le iniziative politiche del movimento. Per tale ragione i militanti sono usualmente definiti dalla stampa "grillini", sebbene essi ritengano tale definizione dispregiativa, preferendo quella di "attivisti 5 Stelle". Le cinque stelle del nome rappresentano i temi relative a: acqua pubblica, mobilità sostenibile, sviluppo, connettività, e ambiente. Con un comunicato su YouTube, il 29 ottobre 2012 Beppe Grillo detta le norme per la formazione delle liste del MoVimento per le elezioni politiche del 2013, limitando la possibilità di concorrere ai soli aderenti al movimento già candidatisi in elezioni precedenti e risultati non eletti. Alle primarie, annunciate il 30 novembre e tenute online dal 3 al 6 dicembre, hanno votato 20.252 iscritti al movimento. Il programma del MoVimento 5 Stelle presentato per le elezioni politiche 2013 è composto da molti punti. Anche Beppe Grillo in prima persona ha toccato varie tappe in giro per l’Italia, per spiegare quali sono gli argomenti più importanti che caratterizzano le intenzioni messe a disposizione. Anche il M5S si è occupato di alcuni temi al centro del dibattito politico di questo momento nel nostro Paese, in primo luogo quello delle tasse, nello specifico l’Imu e la patrimoniale, e quello delle pensioni e poi ancora immigrazione, sicurezza, scuola e università, sanità e liberalizzazioni. Il MoVimento 5 Stelle in linea di massima su molti argomenti si pone in controtendenza rispetto agli altri schieramenti politici, perché propone una visione profondamente alternativa.
. www.movimentocinquestelle.it
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Il programma • Soppressione di tutte le province • Soppressione dei rimborsi elettorali • Unificazione dei Comuni con un numero di abitanti inferiori a 5.000 • Istruzione della Costituzione ed esame forzato per ogni rappresentante pubblico • Diminuzione a due mandati per i parlamentari e per tutte le altre cariche pubbliche • Cancellazione di tutti i privilegi per i parlamentari, tra questi il diritto alla pensione dopo due anni e mezzo • Proibizione per i parlamentari di esercitare altri lavori durante il mandato • Stipendio parlamentare adeguato alla media degli stipendi internazionali • Proibizione di ammasso delle cariche per i parlamentari; • Non eleggibilità a cariche pubbliche per i cittadini condannati • Adesione diretta a ogni incontro pubblico da parte dei cittadini via web • Annullamento delle Authority e simultaneo inserimento di una vera class action • Referendum sia abrogativi sia propositivi senza quorum • Perentorietà della discussione parlamentare e del voto nominale per le leggi di iniziativa popolare • Consenso di ogni legge subordinata alla effettiva copertura finanziaria • Leggi rese pubbliche on line almeno tre mesi prima del loro assenso per ricevere i commenti dei cittadini
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PARTITO DEMOCRATICO
Pierluigi Bersani
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ome per la scelta della leadership e per la scelta dei candidati in Parlamento il Partito Democratico ha definito le proprie proposte con un lavoro collettivo e alla luce del sole. · Riduzione numero e stipendi dei parlamentari In questi anni grazie alle proposte del Pd sui costi della politica si sono dimezzati i rimborsi elettorali ai patiti, aboliti i vitalizi dei parlamentari e dei consiglieri regionali di molte Regioni tra cui le Marche. Adesso bisogna proseguire per riformare la legge elettorale, ridurre il numero dei parlamentari e far si che un parlamentare percepisca non più, di un sindaco di una grande città. · Meno tasse nella busta paga dei lavoratori Risolvere il problema degli esodati e garantire una pensione dignitosa ai giovani. Ridurre l'aliquota Irpef dal 23 al 20%; ridurre al 20% l’imposta sul reddito ordinario dei lavoratori autonomi. · Il lavoro prima di tutto Eliminare l’Irap sul costo del lavoro. Un'ora di lavoro precario deve costare di più di un'ora di lavoro stabile. Incentivi per chi assume giovani e donne. Zero tasse sugli utili reinvestiti e revisione degli studi ci settore. · Per la famiglia Il sostegno alla conciliazione cura-lavoro alla genitorialità, all'infanzia e all'adolescenza, all’invecchiamento attivo, alla non-autosufficienza e alla disabilità richiedono politiche pubbliche e sussidiarietà con i soggetti della società civile, del no-profit del volontariato.
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Il programma
· Imu: abolizione sulla prima casa fino a 500 euro Il Pd propone di rendere l’IMU progressiva, caricandola sui grandi patrimoni. Chi ha di più deve dare di più. · Costruiamo un paese per donne Piano straordinario per aumentare gli asili nido e i servizi per l'Infanzia. Incentivi all'occupazione femminile anche con detrazioni fiscali alle donne con figli e per il rientro al lavoro delle neomamme o l'inserimento delle ultra trentacinquenni. · Riduzione delle spese militari Al posto dei cacciabombardieri proponiamo la messa in sicurezza delle scuole, ospedali e dell'assetto idrogeologico del territorio per creare nuovo lavoro. Investire 7,5 miliardi di euro in tre anni utilizzando anche l'allentamento selettivo del patto di stabilita e i fondi strutturali europei. · Il futuro si prepara a scuola Vogliamo dimezzare il tasso di abbandono e disperatone scolastica e migliorare I’offerta formativa collegandola al mondo del lavoro. Obbligo d'istruzione a 16 anni. Adeguare gli stipendi dei docenti alla media europea. · La salute è un diritto di tutti Basta tagli se vogliano un sistema sanitario equo. Occorre investire in prevenzione, integrazione socio-sanitaria e medicina del territorio. Uniformare le prestazioni e i servizi sanitari su tutto il territorio nazionale. Eliminare gli sprechi e investire sulla professionalità del personale, sulle strutture e le tecnologie innovative.
Europa Democrazia Lavoro Uguaglianza Libertà Sapere Sviluppo sostenibile Diritti Beni comuni Responsabilità
.www.partitodemocratico.it
2013 ITALIA AL VOTO
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PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
Riccardo Nencini
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l segretario Riccardo Nencini ha firmato, con Pier Luigi Bersani e a Nichi Vendola, la Carta d'Intenti in vista delle elezioni politiche del 2013, creando alla coalizione di centrosinistra "Italia. Bene Comune". In occasione delle elezioni primarie di coalizione il PSI ha sostenuto la candidatura di Pier Luigi Bersani, sia al primo sia al secondo turno. Il PSI presenta propri candidati nelle liste del PD sia alla Camera sia al Senato, tranne che in Lazio, Campania e Calabria, dove le liste sono comuni solo per la Camera. Manifesto dei valori Il Partito Socialista è una novità nel panorama politico italiano, una speranza per il rinnovamento e la modernizzazione del Paese, contro ogni forma di conservazione politica, economica e culturale. Una forza politica rivolta a valorizzare i meriti e a rispondere ai bisogni individuali e collettivi. Il Partito Socialista si propone di realizzare, con forme nuove e adeguate ai tempi e per via democratica nella partecipazione dei cittadini, una società che sia retta da valori di libertà, di uguaglianza, di giustizia, di responsabilità, di solidarietà e di progresso. Il Partito Socialista crede nella libertà e nelle libertà intese come possibilità di scegliere sulla base della propria responsabilità: contrasta i ricorrenti tentativi di invadenza delle burocrazie statali, delle religioni e delle ideologie nella sfera della libertà individuale; fonda la sua azione sul rispetto dei diritti civili ed umani in Italia come nel mondo. Il Partito Socialista crede nel valore dell’uguaglianza che si realizza attraverso l’allargamento delle libertà; opera concretamente affinché sia garantito a tutti il massimo delle opportunità; promuove le condizioni perché ciascun individuo possa decidere il proprio destino.
www.partitosocialista.it
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Il Partito Socialista difende il principio di laicità, che garantisce la convivenza tra culture e idee diverse; crede nella libertà di pensiero e nel valore della diversità delle opinioni e delle fedi. Il Socialismo considera il lavoro come l’espressione più alta della persona e persegue politiche della piena occupazione, secondo principi di flessibilità e sicurezza, promuovendo l’istruzione e la formazione durante l’arco di tutta la vita. Il Partito Socialista continua la sua battaglia secolare per una maggiore giustizia sociale lottando contro le diverse forme di povertà e di emarginazione, fin da quelle che riguardano i primi anni di vita. Le politiche per la giustizia sociale comprendono la lotta contro il crimine e contro le cause che lo producono, per rimuovere le condizioni che incentivano i comportamenti violenti e comunque illegali. La difesa della sicurezza non ammette acquiescenza nei confronti della grande criminalità, della violenza razzista e xenofoba, dei fenomeni diffusi di violenza, con particolare riferimento alle donne ed ai minori, e nei confronti della piccola criminalità che colpisce soprattutto gli strati deboli della società. I socialisti e le socialiste lavorano per ampliare i diritti e le libertà che le donne hanno conquistato e continuano a lottare per eliminare le gravi discriminazioni ancora esistenti. Il Partito Socialista s’impegna per lo sviluppo della democrazia economica, politica e culturale; opera per un rafforzamento continuo della democrazia rappresentativa, per dare più credibilità delle istituzioni e per consentire ai cittadini attraverso il voto libero e segreto di scegliere una politica, un partito e i propri rappresentanti.
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PARTITO DELLE LIBERTÀ
Silvio Berlusconi
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on ricordo nella mia vita un momento più difficile di questo: la gente è davvero sfiduciata. Sono sceso ancora una volta in campo perché non posso lasciare sprofondare l’Italia in una deriva senza speranza. Il governo tecnico di Monti ha scelto di seguire la politica di austerità imposta dall’Europa germanocentrica e i risultati deprimenti sono sotto gli occhi di tutti. Avevo sperato che il mio passo indietro favorisse un accordo per fare una riforma istituzionale e rendere l’Italia governabile come le altre grandi democrazie.
Invece le opposizioni hanno affossato la nostra proposta e il governo tecnico le ha assecondate. Il nostro sistema istituzionale impedisce che la modernizzazione possa avvenire: il premier ha meno poteri del sindaco del più piccolo comune. Per questo motivo non siamo riusciti a completare la rivoluzione liberale. Ho già chiesto scusa agli italiani: ero in buona fede perché anch’io mi illudevo che si potesse fare. Tuttavia i nostri anni di governo non sono passati invano. Abbiamo avviato riforme in tutti i settori: scuola, università, lavoro, pensioni, fisco, turismo, immigrazione, pubblica amministrazione, grandi opere, sicurezza politica estera. Alcune di esse stanno dando buoni frutti, altre sono da completare, altre sono state cancellate dai governi di sinistra o dal referendum Ora vogliamo far ripartire l’Italia, ridando fiducia agli italiani con provvedimenti semplici ed efficaci: aboliremo l’Imu, metteremo fine allo stato di polizia fiscale, difenderemo come abbiamo sempre fatto gli interessi dell’Italia in Europa, non metteremo nuove tasse, come invece si impegna a fare la sinistra di Bersani e Vendola, con la ruota di scorta di Monti. Vogliamo colmare il fossato tra gli italiani e la politica: per questo i nostri parlamentari voteranno il dimezzamento dei loro emolumenti, la fine del finanziamento pubblico ai partiti, la riforma della Costituzione con il dimezzamento del numero dei parlamentari e i poteri al governo necessari per metterci alla pari delle altre democrazie. Faremo tutto ciò se avremo il suo voto e quello della maggioranza degli italiani. Non ceda alla sfiducia, non creda a chi dice che niente potrà mai cambiare. Sono diventato nonno per la settima volta durante questa campagna elettorale ma non smetto di avere ideali e progetti per l’avvenire. I miei ideali, i nostri ideali - persona, libertà, sussidiarietà, famiglia, federalismo, Stato al servizi dei cittadini, giustizia giusta - sono più forti e vivi che mai. Per affermarli ho combattuto cento battaglie, affrontando vittorie e sconfitte, come sempre è nella vita. Per questo me ne hanno fatte di tutti i colori, eppure io ci credo ancora! Silvio Berlusconi
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Il programma Istituzioni adeguate e moderne favoriscono lo sviluppo del paese Dimezzamento dei costi della politica Più Europa dei Popoli, meno euro-burocrazia Per un’Italia federale e unita: Nord, Centro e Sud protagonisti Famiglia Riforma fiscale Le banche hanno avuto tantissimo, ora diano Dalla parte delle imprese, dalla parte del lavoro, dalla parte delle professioni Infrastrutture Turismo: il nostro petrolio Agricoltura Pubblica Amministrazione Energia Ambiente, green economy e qualità della vita Scuola, università e ricerca Welfare Casa e edilizia Agenda digitale 2013-2017 Giustizia Sicurezza Cultura, sport e spettacolo Grande attacco al debito pubblico. Far dimagrire lo Stato, i cittadini danno già troppo: per la sostenibilità delle proposte programmatiche sopra esposte Piano di attacco alla spesa pubblica eccessiva e improduttiva www.pdl.it
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RIVOLUZIONE CIVILE
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a lotta per l’eliminazione della mafia e della corruzione non è solo un obiettivo e un impegno per la legalità e la civiltà del paese, ma la precondizione per il suo rilancio economico. Dobbiamo liberare l’economia e lo sviluppo dalla criminalità organizzata, colpendola sia nelle strutture finanziarie che nell’intreccio con gli altri poteri, a partire da quello politico. La crisi economica che stiamo vivendo non è piovuta dal cielo. È la conseguenza delle politiche neoliberiste di tre decenni in cui attraverso la piena libertà di circolazione dei capitali, le deregolamentazioni e le privatizzazioni, si sono volutamente indeboliti i poteri pubblici a favore delle grandi concentrazioni di potere economico e finanziario privato. È cresciuta così un’economia di carta, utile solo alle speculazioni di pochi contro la grande maggioranza della popolazione. A causa di queste scelte, il lavoro ha perso diritti, reddito e potere, diventando sempre più precario, e le disuguaglianze sociali sono cresciute esponenzialmente: nei paesi Ocse, dal 1976 al 2006, dieci punti di Pil sono passati dai redditi dal lavoro a profitti e rendite. Invece di costruire un’inversione di tendenza, in Europa, dall’esplosione della crisi, si sono messe in campo politiche ancora più liberiste, inique e recessive. La Banca Centrale Europea non ha contrastato la speculazione, operando come tutte le banche centrali del mondo da “prestatore di ultima istanza”, comprando cioè direttamente i titoli degli stati membri a bassi tassi di interesse. Ha invece fornito oltre 1000 miliardi alle banche private al tasso dell’1%, mentre le stesse banche prestavano agli stati a tassi fino al 6%, lucrando sulle differenze. Niente è stato fatto per la ripresa economica e l’occupazione, mentre gli stati europei si sono indebitati non per la spesa sociale, ma per gli oltre 4.500 miliardi di euro messi a disposizione per il salvataggio del sistema finanziario, cioè di quei grandi centri speculativi all’origine della crisi. Il Fiscal Compact vuole ora far pagare il debito accumulato alle lavoratrici, ai lavoratori e alla stragrande maggioranza della popolazione. La conseguenza è (sarebbe) il passaggio dalla recessione ad una vera e propria depressione, con la chiusura di migliaia di imprese e una disoccupazione strutturale di massa. Per questo è necessaria una rivoluzione civile, un cambio radicale di rotta. Vanno fatte politiche: 1. di regolazione, che contrastino la speculazione finanziaria; 2. redistributive, per ridurre drasticamente le diseguaglianze e salvaguardare i diritti sociali; 3. per una nuova alleanza tra lavoro, ambiente, conoscenza: beni comuni da cui dipende il nostro futuro. Va costruito un piano per creare occupazione attraverso un nuovo intervento pubblico che investa in ricerca e sviluppo, in politiche industriali che innovino il nostro apparato produttivo e riconvertano l’economia nel segno della sostenibilità ecologica. È il nostro “nuovo corso”. Che non a caso fa riferimento a quel New Deal con cui negli Stati Uniti si rispose positivamente alla grande crisi del 1929, mentre l’Europa visse allora la sua stagione più buia con regimi che andarono al potere anche sull’onda della crescita della disoccupazione e disperazione sociale. È il nostro “nuovo corso” per attuare il principio di uguaglianza, libertà, democrazia della Costituzione Repubblicana e antifascista e per costruire un’alternativa tanto all’iniquità e alla corruzione del ventennio berlusconiano, quanto alla distruzione dei diritti sociali, del lavoro e dell’ambiente che ha caratterizzato il governo Monti.
.www.rivoluzionecivile.it
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Antonio Ingroia
Il programma Per l’Europa dei diritti, contro l’Europa delle oligarchie economiche e finanziarie. Per la legalità e una nuova politica antimafia. Per la laicità e le libertà. Per il lavoro. Non vogliamo più donne e uomini precari. Per le piccole e medie imprese, le attività artigianali e agricole. Per l’ambiente. Per l’uguaglianza e i diritti sociali. Per la conoscenza, la cultura, un’informazione libera. Per la pace e il disarmo. Per una nuova questione morale ed un’altra politica.
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SCELTA CIVICA CON MONTI PER L’ITALIA
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andidato premier dello schieramento di centro è il presidente del Consiglio dimissionario Mario Monti. Dopo diversi tentennamenti il Professore ha sciolto la riserva. La sua candidatura è sostenuta oltre che dalla sua lista Scelta Civica anche dall’Udc di Pierferdinando Casini e da Futuro e Libertà di Gianfranco Fini. La lista al Senato sarà unica e non avrà la scritta Scelta Civica, ma solo quella Con Monti per l’Italia. Discorso diverso per la Camera dei Deputati dove le liste saranno tre e in coalizione fra loro. Scelta Civica è nata per dare una prospettiva ai milioni di italiani che vogliono cambiare il Paese, consapevoli dell’impossibilità di rilasciare altre deleghe in bianco alla politica. Ma che anzi chiedono un suo radicale cambiamento nei comportamenti, nella competenza, nel senso di responsabilità e nell’onestà. Una formazione politica diversa da quelle che hanno governato prima e seconda repubblica. Nelle sue liste sono presenti esclusivamente esponenti della società civile che non hanno mai preso parte alla vita parlamentare, frutto delle esperienze animate in questi anni da Italia Futura e arricchite dalla visione di Verso la Terza Repubblica. Scelta Civica è un progetto per il Paese. Un movimento nato dall’unione tra forze sociali, movimenti civici e realtà associative provenienti da culture diverse. Un insieme di forze che ha deciso di contribuire attivamente alla ricostruzione e al governo dell’Italia. Scelta Civica è la casa di chi crede che lo Stato italiano abbia bisogno di una riforma profonda e coraggiosa, che restringa il perimetro del suo intervento, rafforzandone la credibilità e l'autorevolezza nei suo compiti più importanti. La casa di chi vuole fermare la folle corsa della spesa pubblica e destinare le risorse recuperate alla riduzione del carico fiscale, oggi insostenibile per i cittadini e per le imprese. La casa di chi vuole rimettere in moto l’ascensore sociale, soprattutto per giovani e donne troppo spesso condannati, insieme alle loro famiglie, a restare inchiodati alle loro situazione sociali ed economiche di partenza, senza possibilità di miglioramento. In soli 13 mesi il governo guidato da Mario Monti ha riacceso la speranza, ridato dignità e fiducia al nostro paese, posto le basi per uscire definitivamente dal ventennio perduto e tornare a crescere.
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Mario Monti
Il programma Italia Europa La strada per la crescita Costruire una economia sociale di mercato, dinamica e moderna Cambiare mentalità, cambiare comportamenti
www.sceltacivica.it
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UNIONE DI CENTRO
Il programma dell’Unione di Centro La famiglia è il pilastro fondamentale della società, ma oggi è abbandonata a se stessa. Sosteniamola in concreto, rivoluzioniamo il fisco con il quoziente familiare: chi ha più figli deve pagare meno tasse. · L’eutanasia minaccia il bene più prezioso che abbiamo, la vita. Chi soffre perché gravemente malato o chi non ha i mezzi per sostenersi non può essere lasciato solo a decidere se vivere o morire. Uno Stato che rinuncia a stare vicino a chi è in difficoltà è uno Stato che rinuncia al suo futuro. · Una scuola più competitiva non si costruisce col taglio delle risorse. Serve una riforma organica che motivi gli insegnanti, alzi il livello dell’istruzione degli studenti e valorizzi i più meritevoli senza lasciare indietro gli altri. · La flessibilità è un bene, la precarietà no. Incentiviamo la trasformazione dei contratti precari in contratti a tempo indeterminato, proteggiamo tutti i lavoratori colpiti dalla crisi attraverso l’estensione degli ammortizzatori sociali anche alle piccole imprese, favoriamo il nuovo ingresso nel lavoro con la formazione permanente. Detassiamo gli utili reinvestiti nell’impresa. Miglioriamo l’accesso al credito per le piccole e medie imprese attraverso il potenziamento del sistema dei CONFIDI. · Vogliamo un grande piano casa che rilanci l’edilizia sociale per le famiglie meno abbienti, le giovani coppie e gli anziani. Occorre incentivare la costruzione o la ristrutturazione di case sicure, antisismiche e all’avanguardia sul piano del risparmio energetico. · Un’Italia protagonista in Europa ha bisogno
.www.udc-italia.it
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anche di un sistema sanitario che garantisca prestazioni di qualità omogenee al Nord, come al Centro e al Sud. Si devono ridurre le differenze di costi e di livello delle prestazioni tra le varie Regioni, eliminando gli sprechi, valorizzando e promuovendo la costruzione di centri di eccellenza all’avanguardia. La carriera di medici e infermieri deve basarsi su un sistema meritocratico che premi i migliori, non chi ha le conoscenze giuste. Per il bene e la salute di tutti vogliamo la gestione delle ASL senza ingerenze della politica. · Uno Stato che si affida alle ronde è uno Stato che alza bandiera bianca di fronte alla criminalità e dice ai cittadini di arrangiarsi. Solo le forze di polizia hanno la professionalità e la preparazione per fronteggiare il crimine, ma il Governo taglia loro gli organici e le risorse. Il contrario di ciò che è necessario, il contrario di ciò che vogliamo. · Vogliamo un federalismo che riformi la macchina statale con una distribuzione delle competenze e dei costi certa, per dare nuovo slancio all’economia del Nord e del Centro e per recuperare i ritardi del Sud. Ecco perché diciamo no al federalismo della Lega, uno spot vuoto di cifre e contenuti che rischia di sfasciare lo Stato senza dare alle Regioni gli strumenti per funzionare. · Diciamo no ad ogni forma di razzismo e di xenofobia. Gli stranieri onesti che vengono in Italia per lavorare sono una risorsa e vanno aiutati concretamente ad integrarsi con le loro famiglie. Favoriamo l’immigrazione volenterosa e qualificata e contrastiamo l’immigrazione clandestina, coinvolgendo l’Europa attraverso intese con i Paesi di provenienza.
Pierferdinando Casini
Il programma Famiglia Vita Scuola Lavoro e imprese Casa Salute Sicurezza Federalismo Immigrazione
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ACCORDO DI PROGRAMMA PER IL MOBILE IMBOTTITO Firmato l'accordo di programma per il mobile imbottito. Via libera dunque al rilancio del comparto di Puglia e Basilicata grazie a 101 milioni di euro di risorse, quaranta del Ministero dello Sviluppo economico (Mise), 40 della Regione Puglia e 21 della Regione Basilicata. Il documento, che è stato siglato lo scorso 8 febbraio 2013, dai dirigenti del Mise, della Regione Puglia, della Regione Basilicata e di Invitalia (l'Agenzia nazionale per l'attrazione di investimenti e lo sviluppo di impresa) è ora alla Corte dei Conti per la registrazione, poi diventerà operativo. Tre le azioni prioritarie: la salvaguardia e il consolidamento delle imprese operanti nel settore del mobile imbottito e l'attrazione di nuove iniziative imprenditoriali e il sostegno al reimpiego di lavoratori espulsi dalla filiera produttiva. Perché questo avvenga, il ministero, utilizzando i propri regimi di aiuto, promuoverà programmi di investimento e di ricerca e sviluppo delle imprese, privilegiando i progetti in grado di determinare un ritorno significativo in termini di prospettive di mercato e di addetti. Le imprese beneficiarie di tutti gli interventi dovranno assumere "prioritariamente" il personale del bacino pugliese e lucano attualmente in cassa integrazione, in mobilità o disoccupato. La durata dell'accordo di programma è di 36 mesi; il termine però potrà essere prorogato per il completamento delle iniziative avviate.
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Aree dell’Adriatico PUGLIA
LA PUGLIA PROTAGONISTA A SMAU BUSINESS BARI La Puglia dell'innovazione conquista altri due riconoscimenti a Smau Business Bari. Hanno ricevuto il premio innovazione Ict Puglia due imprese: Primadonna Collection di Bitonto, in provincia di Bari, e Alfa impianti della provincia di Lecce. Sono due dei cinque vincitori della competizione. Gli altri tre premi sono andati al Comune di Napoli, ad Adm/Agronix, società del terziario avanzato di Ragusa e Latte Rugiada di Matera. Per questo premio i candidati erano 135, mentre i finalisti sono risultati 23. Primadonna Collection, azienda specializzata nella commercializzazione di scarpe, è stata premiata per aver realizzato un'infrastruttura di rete capace di aumentare la sicurezza nello scambio delle informazioni, mentre Alfa impianti, impresa specializzata nel settore dell'impiantistica civile ed industriale, ha adottato un sistema gestionale per condividere il know how aziendale, collaborare e ottimizzare le risorse interne. Con questi altri due premi salgono a sei i riconoscimenti toccati alla Puglia. "A Smau - ha commentato la vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico - abbiamo visto imprese che stanno trasformando la ricerca in prodotto. Queste aziende sono l'ultima tappa di un circolo virtuoso".
.www.regione.puglia.it
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AGNONE: IL COMUNE TI AIUTA A TROVARE LAVORO L’iniziativa mira a prendere per mano giovani e precari, aiutandoli ad orientarsi nel mondo del lavoro. E’ stato aperto ieri mattina, presso sala della giunta, lo ‘Sportello informativo del lavoro’, il nuovo servizio elaborato dal Comune dell’alto molisano in collaborazione con la Provincia di Isernia. L’iniziativa punta a dare le indicazioni giuste per trovare occupazione, a raccogliere in tempo utile le offerte provenienti dal pubblico e dai privati; insomma a offrire assistenza completa a chi cerca occupazione. E si deve alla giovane consigliera comunale, referente per le Politiche sociali, Caterina Cerroni. La stessa già nel 2012 aveva proposto la costituzione di un database per le offerte di lavoro, consentendo agli interessati di consultare le informazioni direttamente online. Alcuni giorni fa, l’idea è stata raccolta da una delibera del Comune che ha ufficializzato il sodalizio tra l’ente municipale e la Provincia. E così, il sindaco della cittadina alto-molisana Michele Carosella e il presidente dell’ente provinciale Luigi Mazzuto, hanno firmato un protocollo d’intesa per sancire la nascita dello Sportello informativo al quale collaborerà il servizio di staffpolitiche attive del lavoro.
LA POSTA CONSEGNATA CON IL FREE DUCK Diventa sempre più ecologica la nuova flotta aziendale messa a disposizione dei portalettere di Campobasso: sono infatti operativi 6 Free Duck, quadricicli leggeri dotati di motore elettrico per la trazione, che consentiranno di effettuare la consegna della corrispondenza a “zero emissioni”. I Free Duck, realizzati da Ducati Energia, sono particolarmente indicati per il recapito in centri urbani a traffico limitato e in centri storici con strade anguste o chiuse al traffico. Hanno un’autonomia di 50 km e permettono di abbattere completamente le emissioni di CO2. Il progetto Free Duck nasce dal progetto “Green Post” promosso dall’Unione Europea per diminuire l’impatto ambientale dei mezzi di recapito. La flotta aziendale di Poste Italiane, in un’ottica di rinnovamento eco-compatibile, è oggi composta da un più ampio numero di tipologie di mezzi e risponde a specifiche esigenze operative e di salvaguardia dell’ambiente, disponendo anche di vetture Euro 5.
POLEMICHE INTORNO ALLA TURBOGAS DI VENAFRO L’iniziativa mira a prendere per mano giovani e precari, aiutandoli ad orientarsi nel mondo del lavoro. E’ stato aperto ieri mattina, presso sala della giunta, lo ‘Sportello informativo del lavoro’, il nuovo servizio elaborato dal Comune dell’alto molisano in collaborazione con la Provincia di Isernia. L’iniziativa punta a dare le indicazioni giuste per trovare occupazione, a raccogliere in tempo utile le offerte provenienti dal pubblico e dai privati; insomma a offrire assistenza completa a chi cerca occupazione. E si deve alla giovane consigliera comunale, referente per le Politiche sociali, Caterina Cerroni. La stessa già nel 2012 aveva proposto la costituzione di un database per le offerte di lavoro, consentendo agli interessati di consultare le informazioni direttamente online. Alcuni giorni fa, l’idea è stata raccolta da una delibera del Comune che ha ufficializzato il sodalizio tra l’ente municipale e la Provincia. E così, il sindaco della cittadina alto-molisana Michele Carosella e il presidente dell’ente provinciale Luigi Mazzuto, hanno firmato un protocollo d’intesa per sancire la nascita dello Sportello informativo al quale collaborerà il servizio di staff-politiche attive del lavoro.
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Aree dell’Adriatico MOLISE
.www.regione.molise.it
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“SANGIÒ LAVORO” 600 CURRICULA, 15 CONTRATTI Dal giorno della sua inaugurazione, il 25 giugno scorso, sono 649 le iscrizioni 573 i curricula redatti con l’aiuto di esperti ed inseriti nel sistema informatico del Ministero del Lavoro, 122 di essi esaminati dalle aziende che si sono avvalse del servizio apposito, 15 i contratti stipulati con l’intermediazione garantita dal sistema: sono questi i dati salienti dei primi sei mesi di attività di “Sangiò Lavoro”, il primo sportello in Abruzzo autorizzato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, aperto dal Comune di San Giovanni Teatino. “Sangiò Lavoro”, aperto tutti i giorni dal lunedì al giovedì presso lo sportello di via D’Azeglio, ha prestato anche 150 interventi di consulenza informativa, 28 assessment delle competenze, 20 attività di supporto a percorsi di formazione e 2 di supporto a piani di inserimento professionale, organizzando anche 3 stage presso la sede comunale. Del totale degli iscritti, 332 sono uomini e 317 donne, mentre 480 sono stati interessati, in base al loro curriculum, da interventi nel mercato del lavoro locale. Di questi ultimi, la maggior parte (200) sono in possesso di diploma di scuola media superiore, 92 di licenza media, 69 di laurea, 61 di qualifica professionale, 12 non avevano nessun titolo di studio, 7 erano dotati di master di primo livello e 6 di licenza elementare, 27 di altri titoli scolastici. «Il lavoro svolto dallo sportello Sangiò Lavoro finora – ha dichiarato soddisfatto il sindaco, Luciano Marinucci – ci ha confermato la bontà della scelta fatta l’anno scorso e sostenuta con forza dal mio assessore Alessia Chiacchiaretta, che ha seguito tutte le fasi di autorizzazione presso il Ministero e di realizzazione dell’ufficio così da poter conseguire il primato in Abruzzo ed essere il settimo Comune in Italia ad avere una struttura di questo genere”.
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Aree dell’Adriatico ABRUZZO
PROVINCIA L'AQUILA: 5,8 MILIONI PER ENTI E PRIVATI La Giunta provinciale dell'Aquila ha approvato i nuovi bandi relativi alla misura di aiuti Por Fesr 2007/2013 Pit (Progetti Integrati Territoriale) Attività IV 2.1 - Valorizzazione dei territori montani, per un importo complessivo di 5.809.342 euro. "Linee di intervento - ha dichiarato la proponente della delibera, la vice presidente della Provincia, Antonella Di Nino - che andranno a beneficio sia degli enti pubblici che dei privati degli ambiti territoriali di Sulmona/Valle Peligna, L'Aquila e Avezzano/Marsica; per i privati. La Provincia, infatti, procederà immediatamente a pubblicare sul Bura i bandi relativi agli ambiti, mentre per gli enti pubblici sono stati ratificati oggi i tre accordi di partenariato, dove sono individuati gli interventi da eseguire nei propri territori per i quali sarà possibile fare domanda di finanziamento per ottenere già le prime somme". "Nei prossimi giorni, comunque - continua la Di Nino - organizzeremo degli specifici incontri formativi, tre date per i tre territori, dove diffonderemo informazioni sulle modalità di presentazione delle domande per gli enti pubblici e sul sistema di partecipazione al bando, per i privati". "Ci auguriamo - conclude - che in questo periodo critico a livello nazionale, in cui il governo uscente sta tentando di sopprimere le Province tramite asfissia finanziaria, questa opportunità rappresenti, per i protagonisti del territorio, un segnale concreto di speranza e di reale sostegno per la realizzazione di progetti volti alla valorizzazione dei territori montani della provincia dell'Aquila".
.www.regione.abruzzo.it
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Stipulato il protocollo d’intesa tra Regione Marche, ASSAM e Slow Food
POLITICHE AGRICOLE D’ECCELLENZA Antonella Di Leo, Presidente Slow Food Marche Gian Mario Spacca Presidente Regione Marche Gianluca Carrabs amministratore Unico ASSAM
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ei primi giorni di febbraio, presso la sala della Giunta Regionale, è stato firmato il protocollo d’intesa tra Regione Marche, ASSAM e Slow Food Marche: lo scopo è attuare un programma d’attività volto a promuovere le produzioni locali, tutelare la filiera corta e la biodiversità e educare alla cultura alimentare nella Regione Marche. “Questo protocollo - afferma il presidente della Regione, Gian Mario Spacca - persegue la valorizzazione delle nostre eccellenze. Tra queste, l’agricoltura, il paesaggio e l’ambiente contribuiscono all’elevata qualità della vita nelle Marche. Continueremo a coltivare questo stile di vita che contraddistingue la nostra comunità. Il circuito creato con Slow Food ed Assam diviene dunque elemento di forza”. La Regione ha tra gli obiettivi prioritari la valorizzazione del territorio, delle risorse rurali, agro-alimentari, ambientali e culturali, dei sistemi di produzione e prodotti di qualità e il rafforzamento e sviluppo delle economie locali. L’ASSAM Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche - costituisce lo strumento regionale di riferimento. Da anni l’ente è impegnato nella valorizzazione di produzioni di qualità e nella conservazione e tutela della biodiversità. “Voglio ricordare – dice Gianluca Carrabs, amministratore unico dell’ASSAM – una frase del fondatore di Slow Food, Carlo Petrini: ’mangiare è una scelta politica’. Ritengo pertanto ovvio indirizzare la politica verso scelte di qualità. Una linea da seguire: promuo-
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www.assam.marche.it
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vere il modello marchigiano, eccellenza nel mondo per il comparto manifatturiero, anche all’agroalimentare di qualità”. Slow Food, da parte sua, è un movimento internazionale per la difesa e la salvaguardia del patrimonio agricolo, alimentare e della biodiversità. “Oggi – dichiara Antonella Di Leo, presidente di Slow Food Marche – è una giornata importantissima: questa firma istituzionalizza la collaborazione e il ruolo di Slow Food, attento alla tutela del produttore e all’educazione del consumatore”. E’ dunque intento comune, sviluppare e consolidare una produzione agricola alimentare di qualità basata su sostenibilità ambientale ed energetica, salvaguardare la biodiversità e i saperi tradizionali, promuovendola anche su scala internazionale. Educazione e cultura alimentare dei cittadini sono basilari, a partire da interventi rivolti all’età scolare ma coinvolgendo anche i genitori. Sarà necessario far conoscere e apprezzare ai cittadini i cibi genuini, di qualità e le produzioni locali, favorendo la filiera corta e la vendita diretta, la qualificazione della ristorazione collettiva (mense scolastiche, ospedaliere ecc.) e la crescita dell’offerta di servizi qualificati del settore commerciale e turistico. La collaborazione tra Regione, ASSAM e Slow Food si concretizzerà pertanto
con l’attuazione d’iniziative per il sostegno e lo sviluppo d’attività quali la creazione di mercati contadini, mercati locali e di rapporti più diretti tra produttori e consumatori-coproduttori; lo sviluppo di progetti in difesa della biodiversità e delle piccole produzioni locali; la valorizzazione delle produzioni agroalimentari attraverso l’istituto della certificazione e della rintracciabilità per garantire i requisiti di qualità ai consumatori e tutelare i produttori che s’impegnano a produrre nel rispetto dei disciplinari di produzione. E’ prevista anche l’organizzazione d’eventi per la diffusione delle conoscenze sulle produzioni locali, tradizionali e sulla biodiversità e d’iniziative rivolte alle scuole. La Regione Marche, attraverso l'ASSAM, promuoverà la partecipazione istituzionale alle più importanti manifestazioni organizzate da Slow Food in ambito nazionale e internazionale per valorizzare i prodotti e le produzioni agroalimentari regionali. Slow Food s’impegna invece a fornire il sostegno e la consulenza dell’associazione alle iniziative di valorizzazione del patrimonio enogastronomico locale che la Regione Marche e l'ASSAM intendono organizzare sul territorio regionale. Giulia Jorini
Cerreto dʼEsi
.www.assam.marche.it
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NASCE L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE OLI MONOVARIETALI L’obiettivo è valorizzare gli oli monovarietali e la loro diffusione sui mercati nazionali ed internazionali
L’
Associazione Nazionale Oli Monovarietali fortemente voluta dall’ASSAM Agenzia Servizi Settore Agroalimentare Marche - e da un gruppo di produttori, nasce in seno al decennale della Rassegna Nazionale degli Oli Monovarietali che si festeggerà proprio quest’anno.
Una manifestazione che ha richiamato l’attenzione di operatori economici e tecnici del settore e dei consumatori sulle potenzialità dell’olivicoltura italiana e sulla sua vasta biodiversità varietale. Oli extravergini monovarietali d’oliva che, nella diversificazione organolettica e sensoriale, rappresentano l’identità di un prodotto di “sicura” origine italiana. L’ASSAM, in 9 edizioni della Rassegna, ha analizzato oltre 2000 campioni d’olio monovarietale provenienti da 18 regioni italiane, descrivendo le caratteristiche organolettiche e nutrizionali di oltre 130 varietà, spiega il neo Presidente, Michele Masuccio, produttore campano. Quando è stata convocata l’Assemblea costituente? “Il 12 dicembre scorso, dall’Amministratore Unico ASSAM, Gianluca Carrabs. L’associazione conta 60 soci: produttori provenienti da quasi tutta l’Italia, conosciuti a livello nazionale ed internazionale per la qualità dei loro oli monovarietali. E’ stato approvato l’atto costitutivo e lo statuto fissando la sede nazionale all’ASSAM, si è poi formalizzata l’elezione del Presidente nella mia persona e del Vice Presidente in Aleandri delle Marche. A comporre il Consiglio Direttivo, in rappresentanza di tutta la penisola, Ardente e Cuoco (Campania), Cricca (Liguria), Di Mercurio (Abruzzo), Fia e Fisicaro (Trentino), Gabrielloni (Marche) e Serpilli (Puglia). E’ stato nominato il Comitato Scientifico: la Presidenza all’ASSAM con Alfei, componenti gli esperti nazionali Pannelli e Ricci, oltre ai ricercatori dell’Ibimet – CNR, Magli e Rotondi. L’Associazione opererà in sinergia con la Rassegna: le iscrizioni sono aperte a singoli produttori o associazioni/consorzi che hanno avuto il proprio olio ammesso almeno una volta a tale manifestazione”. Qual è l’obiettivo che vi proponete? “Valorizzare l’olivicoltura italiana e gli oli monovarietali, compresi quelli certificati DOP, IGP, STG, biologici e biodinamici, tipici del territorio, e la loro diffusione sui mercati nazionali ed internazionali. Vogliamo inoltre attuare iniziative per il miglioramento delle produ-
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www.olimonovarietali.it
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Michele Masuccio Presidente Associazione Nazionale Oli Monovarietali
zioni degli oli extravergini di qualità, in particolar modo dei monovarietali, esaltandone le caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche intrinseche, specifiche del territorio in cui insistono; valorizzare aspetti paesaggistici e culturali, sostenere l’economia e la gestione degli oliveti, migliorare i risultati economici degli olivicoltori; conservare standard qualitativi ottimali nelle produzioni con ricerche scientifiche; avviare collaborazioni con enti/istituti di ricerca e d’istruzione d’ogni ordine e anche di valorizzare i prodotti e sottoprodotti derivati. La giusta considerazione alla produzione oleicola monovarietale: non solo una nicchia di mercato, ma anche le fondamenta per creare blend dotati di spiccata tipicizzazione della qualità e dell’identità sensoriale”. Avete altri progetti in cantiere? “Sì - termina Masuccio - l’idea è promuovere concretamente un progetto di certificazione degli oli monovarietali con la creazione di un marchio riconoscibile dal consumatore, la definizione di standard di qualità dove s’identifichino le caratteristiche distintive del prodotto, un disciplinare di produzione, la tracciabilità dal campo alla tavola. Il ruolo di certificatore è affidato all’ASSAM come Autorità Pubblica di Controllo. La certificazione potrebbe essere accompagnata da un’etichetta interattiva che renderà le informazioni chimiche e sensoriali contenute nella banca dati degli oli monovarietali ancora più fruibili e accessibili ai consumatori interessati. E’ stato anche presentato il progetto del CNR sull’implementazione di un codice QR in etichetta: uno strumento utile per comprendere le caratteristiche organolettiche e nutrizionali degli oli monovarietali, integrandole con informazioni legate alla territorialità del prodotto e con consigli per un consapevole utilizzo”. Giulia Jorini
.www.olimonovarietali.it
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RIMINI E SAN MARINO UNITI SUI CONGRESSI Convention Bureau di Rimini e di San Marino uniscono le forze per migliorare la qualità e presentare prodotti innovativi di alto livello. L'accordo, di durata iniziale di un anno, mette in rete un'attività coordinata e condivisa e il patrimonio di competenze, esperienze e relazioni nazionali e internazionali delle due realtà senza comportare costi o investimenti economici. Consente ai due partner di svolgere attività di co-marketing per eventi e iniziative sul mercato internazionale, segnalazione reciproca di contatti e utilizzare le relazioni internazionali e istituzionali di San Marino. L'accordo è stato i primi giorni di febbraio al Palacongressi di Rimini e vi hanno preso parte i presidenti dei Convention Bureau di Rimini e San Marino Roberto Berardi e Marcella Michelotti, il Segretario di Stato agli Affari Interni e al Turismo Pasquale Valentini, l'assessore provinciale al Turismo di Rimini Fabio Galli, il sindaco di Rimini Andrea Gnassi e il presidente di Rimini Fiera Lorenzo Cagnoni. Il Presidente del Convention Bureau della Riviera di Rimini Roberto Berardi ha spiegato che si tratta di "un accordo concreto e operativo, orientato sul segmento più importante del mercato congressuale: quello internazionale", mentre per Marcella Michelotti del Convention Beureau di San Marino la firma dell’accordo è l’esito di un lungo e proficuo lavoro. Soddisfatto anche il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, che vede in questa partnership anche un mezzo di rilancio per l'aeroporto di Rimini San Marino.
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TAVOLO DI CONFRONTO PER RILANCIARE L'ECONOMIA L’8 di febbraio è partito il tavolo di confronto sullo sviluppo economico previsto dalla Legge di Bilancio: entro 90 giorni saranno note le proposte per un piano strategico. Sono 20 gli attori convocati in rappresentanza di associazioni di categoria, organizzazioni sindacali, professionali e bancarie, partiti politici, membri di Governo. Il Segretario di Stato alle Finanze Claudio Felici, infatti, ha sottolineato come il Governo creda molto nel concorso di tutte le organizzazioni coinvolte. Tra gli impegni presi dall'Esecutivo, in primis la riforma tributaria, il cui testo sarà la base di partenza su cui il Governo attiverà un ulteriore confronto con le parti sociali. Per l'introduzione dell'Iva l'Esecutivo costituirà un gruppo tecnico per valutare l'impatto del nuovo sistema di imposte indirette e le eventuali difficoltà in fase di applicazione soprattutto su comparti specifici come il commercio al dettaglio e i servizi. Sulla patrimoniale, ogni confronto tra maggioranza e opposizione sarà utile per definire un testo di decreto cui il Governo sta lavorando e che sarà regolamentato dalle norme vigenti. Il Segretario di Stato agli Affari Esteri Valentini si è detto soddisfatto per la trasferta newyorkese: la visita alla Fratellanza sammarinese e l'incontro con 300 dei suoi membri ha sottolineato come questo genere di appuntamenti è sempre significativo: "È nell'unità che occorre ricercare la soluzione a problemi che ci accomunano".
.Aree dell’Adriatico REPUBBLICA DI SAN MARINO
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PREMIO “DONNE E TERRE IN MOVIMENTO” A 5 IMPRESE FEMMINILI COLPITE DAL TERREMOTO Il terremoto le ha costrette a riprogrammare completamente l’attività da un giorno all’altro: sono le cinque imprese femminili a cui il Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile della Camera di commercio di Bologna ha voluto devolvere interamente il proprio budget: diecimila euro che sono stati suddivisi in cinque Premi da 2.000 euro ciascuno. Le imprese a cui è stato conferito il Premio “Donne e terre in movimento” sono state selezionate attraverso un bando al quale potevano accedere tutte le aziende gestite da donne che operano nei Comuni bolognesi colpiti dal terremoto. “Abbiamo raccolto la sollecitazione del Comitato per l’imprenditoria femminile di valorizzare e andare incontro alla capacità delle imprese che hanno saputo reagire alla calamità, trovando una soluzione per andare avanti, salvaguardando i posti di lavoro”, ha spiegato Bruno Filetti, presidente della Camera di commercio. “Nel 2012 la nostra provincia è stata colpita dal grave sisma e con essa le nostre imprese mettendo a dura prova le loro attività”, ha ricordato Benedetta Rasponi, presidente del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile della Camera di commercio di Bologna, che raggruppa le referenti per l’imprenditoria femminile delle organizzazioni imprenditoriali bolognesi. “Il Comitato ha pensato didar il via a questo Premio per cercare di dare un piccolo segnale alle nostre imprenditrici. Abbiamo voluto premiare la loro voglia di ripartire, il desiderio di salvare l’attività, il saper fare, la capacità di mettere in campo varie soluzioni alternative per credere nella possibilità di farcela”.
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Aree dell’Adriatico EMILIA ROMAGNA
ACCORDO GOVERNO-REGIONE: OLTRE 150 MILIONI PER L’EDILIZIA SANITARIA Oltre 150 milioni di euro per 52 interventi: questo prevede l’accordo di ‘programma integrativo’ di investimenti in sanità (ex articolo 20 legge finanziaria 67/88), siglato oggi a Roma dall’assessore alle politiche per la salute della Regione EmiliaRomagna Carlo Lusenti e dal ministro della salute Renato Balduzzi, dopo l’intesa registrata nella seduta della Conferenza Stato-Regioni. “L’impegno del Governo e della Regione sancito da questo accordo - ha detto l’assessore Lusenti permetterà di attivare i cantieri relativi a una programmazione di interventi, che riguarda tutto il Servizio sanitario regionale, approvata in Assemblea legislativa regionale nel 2010. Si tratta di un risultato di grande rilievo che ci permetterà anche di realizzare nuove strutture, oltre che di migliorare quelle esistenti e di acquisire tecnologia e attrezzature”. “Questi interventi – ha continuato Lusenti – non riguardano le strutture colpite dal terremoto a Modena, a Ferrara e a Bologna; per queste stiamo già portando avanti interventi con finanziamenti del Fondo di solidarietà europea (circa 30 milioni di euro) gestiti dalla struttura commissariale per il terremoto guidata dal presidente Errani”. Con la firma dell’accordo tra Governo e Regione Emilia-Romagna potranno dunque partire gli interventi previsti dalla programmazione regionale del 2010. Il finanziamento complessivo ammonta, in specifico, a 150,130 milioni di euro: 131,592 a carico dello Stato, 6,925 a carico della Regione, 11,113 a carico di Aziende sanitarie, 500mila euro da un Ente locale. Gli interventi riguardano l’insieme delle Aziende sanitarie dell’EmiliaRomagna.
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IL VENETO DEI 16 MILIONI DI ARRIVI ALLA BIT 2013 Il Veneto, forte del primato italiano assoluto costituito da 16 milioni di arrivi e oltre 62 milioni di presenze nel 2012, il 63 per cento delle quali straniere, rinnova anche quest’anno la sua presenza alla BIT. Lo stand del Veneto, relativamente ridotto rispetto al passato, in nome delle esigenze di risparmio è ricco anche più del solito di contenuti, proposti da Regione, Comuni e aziende di promozione, operatori dell’ospitalità, della cultura, dello sport e dell’enogastronomia. Sono stati presentati Venezia, Città d’arte e Ville venete, Mare e Spiagge, Dolomiti e Montagna, Lago di Garda, Terme Euganee, Po e suo Delta, Pedemontana e Colli. Rilevante la presenza di Fondazione Arena di Verona, dei segmenti aeroportuali, crocieristica e navigazione, i parchi tematici e l’ Unione Pro Loco del Veneto. Accanto allo spazio promozionale vero e proprio ha trovato posto quello adibito a Enoteca veneta con degustazioni guidate dei vini e delle eccellenze enogastronomiche di una regione prima in Europa per produzioni DOC. DOP e IGP e seconda in Italia per produzioni tipiche. Tutta nuova, invece, l’area dedicata ai social network, con la presenza di una mascotte animata per stimolare i visitatori ad interagire con la pagina facebook Turismo Veneto e a dare il loro “like”.
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Aree dell’Adriatico VENETO
BISTEFANI PASSA ALLA BAULI Alla fine i panettoni si sono mangiati i biscotti. Dopo mesi di trattative, che a Natale sembravano sul punto di interrompersi, i veronesi della Bauli hanno acquisito la Bistefani, gruppo dolciario piemontese celebre per i suoi krumiri. L'operazione consente di mantenere nel nostro Paese un pezzo importante del made in Italy, dando vita ad un gruppo da 500 milioni di fatturato e 1.100 addetti. La firma dell'atto finale nei primi giorni di febbraio, a conclusione di un percorso di avvicinamento tra i due gruppi iniziato lo scorso settembre, sulla scia delle difficoltà finanziarie della Bistefani. Top secret i termini dell'accordo, nel quale dovrebbero però rientrare i debiti - circa 35 milioni di euro - dello storico biscottificio casalese fondato dalla famiglia Viale nel 1955. "Lascio ad un amico, Alberto Bauli, con il quale c'è un rapporto di stima da oltre vent'anni", commenta Alberto Viale, fino a ieri presidente della Bistefani Gruppo Dolciario, 75,4 milioni di ricavi nel 2011. Un’azienda sana, con un prodotto di qualità, che paga la crisi della controllante, la Luigi Viale Spa, attiva anche nella grande distribuzione con il marchio Dimeglio. Già da lunedì comincerà il passaggio di consegne tra le due proprietà, la vecchia e la nuova, che a Motta, Alemagna, Bauli, Tartufone e Doria unisce ora anche Buondì, Girella, Yo-Yo e Ciocorì. Oltre, appunto, ai krumiri. L'OPERAZIONE Prima di stilare il piano industriale del nuovo gruppo, e dare vita alle nuove sinergie, Bauli dovrà verificare gli assetti organizzativi interni. Le sinergie, comunque, saranno notevoli e permetteranno alla multinazionale veneta di destagionalizzare la sua produzione, per metà legata ai prodotti (panettoni e colombe) da ricorrenza.
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ENERGIA: BANDO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE La Regione raccoglie la sfida della sostenibilità energetica e dei cambiamenti climatici rilanciando il ruolo dei piccoli comuni. Nel perseguire questo fine, il Servizio energia della Direzione regionale ambiente, energia e politiche per la montagna, partner del progetto strategico Alterenergy, "Energy Sustainability for Adriatic Small Communities" finanziato dal Programma Operativo di cooperazione transfrontaliera IPA Adriatico 2007-2013, avvia la pubblicazione del bando per la selezione dei comuni delle province di Udine, Gorizia e Trieste per lo sviluppo di piani di gestione sostenibile dell'energia. L'obiettivo strategico perseguito dal progetto è il supporto alle piccole amministrazioni locali con meno di 10.000 abitanti, che saranno beneficiarie di attività e servizi in materia di efficienza energetica, produzione e consumo di energia da fonti rinnovabili e miglioramento delle competenze dei soggetti selezionati. Si intende infatti promuovere un approccio alla sostenibilità energetica di tipo integrato e partecipato che coinvolga anche i cittadini e gli operatori economici locali. Le azioni promosse, quali la predisposizione di piani e bilanci energetici indirizzati ai Comuni, rappresenteranno un volano per gli operatori economici locali del settore energetico e costituiranno il punto di partenza per futuri investimenti nel settore dell'energia sostenibile a vantaggio del tessuto produttivo ed occupazionale del territorio. Nello specifico, il bando si prefigge la selezione di un massimo di 20 comuni con i quali sviluppare i seguenti servizi: bilanci energetici comunali propedeutici anche alla redazione dei Documenti energetici comunali secondo quanto previsto dall'Art. 6 della Legge Regionale 11 ottobre 2012, n. 19; piani integrati per la sostenibilità energetica; studi di fattibilità per l'implementazione di investimenti sulle fonti di energia rinnovabile; attività di informazione e formazione del personale dell'amministrazione comunale volta a migliorare le competenze nel settore energetico e potenziare le capacità organizzative interne in materia energetica. Per informazioni: Direttore sostituto Servizio Energia ing. Sebastiano Cacciaguerra, Tel. 040/3774194, sebastiano.cacciaguerra@regione.fvg.it Coordinatrice Struttura stabile per i progetti comunitari in materia di energia dott.ssa Silvia Stefanelli tel. 0432/555450, silvia.stefanelli@regione.fvg.it.
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Aree dell’Adriatico FRIULI VENEZIA GIULIA
FOIBE E ESODO: TRAGEDIA DA NON DIMENTICARE Domenica 10 febbraio, si è celebrato il Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata. Una solennità nazionale istituita con legge nel 2004, che concede anche un riconoscimento ai congiunti degli infoibati, e che - sottolinea il presidente del Consiglio regionale Maurizio Franz "chiama ciascuno e tutti a conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime - migliaia - delle foibe sul confine orientale e a ricordare l'esodo di 350 mila connazionali dalle terre natie dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia. "Il ricordo di questo dramma, a lungo dimenticato e oggi ancora poco conosciuto, deve costituire uno stimolo a coltivare, senza risentimento ma lucidamente, una profonda ed equilibrata conoscenza di un pezzo feroce e barbaro della storia recente, e ciò proprio nel quadro di quella integrazione europea che va ricomprendendo terre che sono state dilaniate dalle complesse vicende del confine orientale. "Una conoscenza da trasmettere soprattutto ai giovani, alle generazioni che non hanno vissuto la guerra con le sue atrocità e le sue contraddizioni, perché possano essere motivati nel costruire e coltivare ogni giorno le ragioni della pace, della tolleranza, della convivenza e della solidarietà, capaci di prevenire le derive che possono ricondurre alle tragedie del passato, rifiutando nazionalismi aggressivi e oppressivi. "Per questo - conclude Franz - ricordare non è mai un atto inutile, e non deve mai diventare retorico, vuotamente rituale, ma essere sempre consapevole e con il valore costruttivo della testimonianza".
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Annamaria Percavassi e Fabrizio Grosoli
Giuseppe Tornatore al Trieste Film Festival
RISPONDERE ALLA CRISI CON LA QUALITÀ
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onostante i pesanti tagli dei finanziamenti pubblici alla cultura, quest’anno il Trieste Film Festival apre i battenti con tante novità. La grande sala Tripcovich, sede della stagione lirica del Teatro Verdi, ha affiancato il Miela come location principale delle proiezioni; inoltre il programma si arricchisce di due nuove selezioni non competitive: Italian screenings presenta film italiani indipendenti, mentre Sorprese di genere allarga lo sguardo alla produzione di genere proveniente dalle aree dell’Europa Centrale e Orientale.
Le novità della ventiquattresima edizione del Trieste Film Festival
Tra tutte le novità, il festival ha quest’anno anche un nuovo co-direttore artistico, ad affiancare la fondatrice Annamaria Percavassi: Fabrizio Grosoli, già selezionatore della sezione documentari a Trieste, critico cinematografico, produttore, distributore, consulente per Fandango e i festival di Torino, Venezia e Roma. Lo abbiamo incontrato durante le giornate del festival. Come ha accolto la proposta da parte del Trieste Film Festival? Ê stato un passaggio naturale che non ha comportato, spero per lo staff, cambiamenti organizzativi particolari. Ho semplicemente concordato con Annamaria Percavassi alcune piccole novità all’interno del programma, ma l’identità è rimasta. Nonostante i tagli dei finanziamenti pubblici, quest’anno vi siete presentati con tante novità... È importante che il festival mantenga, oltre ai livelli di qualità, una complessità di programmazione che fa di questa manifestazione una delle più importanti nel panorama nazionale. Certo ogni anno ci dobbiamo confrontare con problemi molto seri perché dipendiamo quasi esclusivamente dalle varie forme di finanziamento pubbliche, quindi il fatto che queste siano in costante diminuzione, ci costringe a valutare alcune scelte dolorose. Mi dispiace per esempio che il festival non si possa svolgere, per tutta la sua durata, almeno in due sale parallelamente. Abbiamo abbandonato anche la rassegna monografica e questa forse è stata la decisione più amara perché questo festival ha sempre dedicato una riflessione al cinema del passato. Abbiamo dovuto lasciare parecchi progetti, senza però togliere spazio alla vetrina aggiornata della produzione contemporanea nelle aree che ci interessano.
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Fabrizio Grosoli
Come sono nate le nuove sezioni? Per “Sorprese di genere” abbiamo notato come, dal punto di vista del mercato, numerose produzioni dell’Europa Centrale e Orientale andassero nella direzione di film di interesse per un pubblico realmente internazionale. Pensiamo alla pellicola che quest’anno si è imposta all’attenzione internazionale, Amour di Haneke, un regista austriaco, che è sempre stato molto rigoroso e sperimentale allo stesso tempo. Mi sembra che questo sia la dimostrazione del cinema emergente da quelle aree. Nella sezione ci sono opere che normalmente non avremmo selezionato per il concorso, ma che testimoniano una vitalità produttiva e creativa. Per quanto riguarda “Italian screenings”, da tempo pensavamo di dare più spazio al cinema italiano attuale. Abbiamo considerato l’opportunità di avere un pubblico di professionisti del settore, produttori, distributori, sales agents che partecipano a When East Meets West e, d’accordo con Alessandro Gropplero che organizza tale iniziativa, abbiamo pensato di presentare alcuni film italiani indipendenti che non hanno ancora distribuzione né visibilità internazionale. Sono film che tentano strade nuove, già presentati ai festival di Torino, Roma, Venezia, di cui abbiamo volentieri rinunciato alle prime visioni assolute, senza che questo sminuisca l’importanza e la legittimità di essere presentati qui a Trieste. Nel nostro cinema di finzione si vede una linea di produzione di forte connotazione italiana, che spesso rende difficile la distribuzione all’estero, per la produzione documentaria si denotano le stesse caratteristiche o ha già un appiglio più internazionale? La situazione è cambiata moltissimo in questi anni. Sempre più produttori e cineasti fortunatamente ragionano in termini internazionali, non solo per quanto riguarda la scelta dei soggetti, ma anche dal punto di vista produttivo. I produttori di documentari italiani hanno capito che i film ormai si possono fare soltanto insieme ad altri paesi, e lo stanno facendo sempre meglio e con sempre maggiore convinzione. Rispetto ad altri paesi, purtroppo, in Italia si parte sempre svantaggiati, perché raramente le produzioni possono contare su finanziamenti consistenti in partenza. Resta inoltre irrisolto il nodo delle televisioni, non ci sono ancora TV che finanzino in modo sistematico i documentari, quindi queste produzioni rimangono indipendenti e spesso molto avventurose. Nelle aree di cui voi vi occupate, com’è la situazione? Io frequento molto festival e mercati dell’Europa Centrale e Orientale e ho potuto verificare come ci sia grande attenzione verso il documentario, rispetto a quando accade da noi. Ci sono realtà molto dinamiche, istituzioni pubbliche, televisioni di
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Sala Tripcovich
When East Meets West 2013
stato, e poi fenomeni interessanti: la TV americana HBO ha aperto filiali in molti paesi dell’est, Polonia, Rep. Ceca, Romania, Bulgaria, e produce documentari narrativi di lungometraggio. Questo fa capire come in quei paesi ci sia non solo una tradizione, ma anche una realtà molto più consolidata. Poi le accademie di cinema formano i numerosi talenti, generazioni di cineasti iniziano come documentaristi e non per poi passare necessariamente al cinema di fiction. Anche in veste di co-direttore continuerà ad occuparsi della selezione dei documentari? Ah sì. Il documentario, oltre che una delle mie attività professionali principali, è sempre stata la passione dominante e non vorrei certo rinunciarci. Sarà un po’ faticoso seguire anche tutta la produzione di fiction, però ci sono persone di valore nello staff del festival a cui vengono delegate alcune sezioni. Silvia Badon
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Aree dell’Adriatico FRIULI VENEZIA GIULIA
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QUANDO È LO STATO A FARTI FALLIRE
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erché la gente non paga più? Perché le imprese sono strozzate da mancati pagamenti tanto da privati che da enti pubblici? Ma lo sapete che un fallimento su tre è causato dai ritardi nei pagamenti? Non siamo solo noi a dirlo, la cosa è chiara ormai anche alla Commissione europea secondo cui nel 2012 in tutta l'Unione per questa ragione sono andati in fumo 340 miliardi di euro.
Le imprese italiane ed europee corrono un rischio di fallimento sempre maggiore a causa delle fatture non pagate, giacché i ritardi di pagamento continuano a crescere raggiungendo il livello senza precedenti di 340 miliardi di euro, più del doppio del budget totale dell'Unione europea per il 2012, pari a 147 miliardi di euro. Statistiche recenti hanno stimato che le insolvenze hanno portato alla perdita di 450.000 posti di lavoro e che il 57% delle imprese europee hanno avuto problemi di liquidità a causa dei ritardi di pagamento: un aumento pari al 10% rispetto all'anno scorso. Da altre indagini recenti provenienti dall'Indicatore di rischio sui pagamenti in Europa, anno 2012, è emerso che in Italia, il 2,6% del fatturato totale è andato perso a causa dei rimandi di pagamento. Il ritardo medio, calcolato in giorni, nel 2012 ammonta a 31 giorni, per transazioni da impresa a impresa, e a 193 giorni per quelle dagli enti pubblici alle imprese. Nel caso del settore della Sanità, abbiamo punte di ritardo di quasi 800 giorni con le Asl in Calabria, Molise, 660 giorni in Campania, 400 giorni nel Lazio. Ma ci sono delle novità proprio in campo normativo che riguardano, nello specifico, le pubbliche amministrazioni, che con i loro ritardi cronici detengono il record di questo terribile primato. La svolta per i rapporti tra pubblica amministrazione e aziende private arriva con l’introduzione della norma che fissa a 30 giorni il termine ordinario per saldare le fatture nelle transazioni commerciali tra enti pubblici e aziende private, pena interessi di mora superiori all'8%. Un indirizzo nuovo che si applica a tutti i settori produttivi inclusi i lavori pubblici. Le nuove regole, in attuazione della direttiva europea n.7 del 2011, non hanno effetto retroattivo e si applicano alle transazioni concluse successivamente al primo gennaio 2013. Alla luce di questo è possibile ipotizzare una nuova velocità di flusso finanziario nelle casse delle imprese a tutto vantaggio del ciclo economico generale. In una situazione di sostanziale stretta del credito, significa avere un circolante con tempi drasticamente abbreviati. La pubblica amministrazione spende circa 160-170 miliardi all’anno per l’acquisto di beni, servizi, investimenti fissi: è facile capire come un’anticipazione di 150 giorni su questi tempi per una massa di soldi tale si traduca in un evidente vantaggio subito, una delle possibili scosse per far ripartire l’economia. Ora che la cosa è ufficiale non ci rimane altro che controllare che i dirigenti delle PA eseguano quanto disciplinato, nella speranza che non accada mai più che sia lo Stato il debitore che ti fa fallire. Leone di San Marco
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