Anteprima guida "Le Marche nel bicchiere" 2015

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LE MARCHE NEL BICCHIERE

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Questa settima edizione della guida “Le Marche nel Bicchiere”, è il risultato delle degustazioni di vini e spumanti delle 181 cantine marchigiane che hanno aderito al progetto. La commissione di degustazione professionale dell’AIS Marche ha esaminato 439 campioni in doppio cieco, stilandone per ognuno l’analisi sensoriale e suggerendo un abbinamento ad una piatto. Sono state, quindi, riproposte anche le degustazioni di spumanti, visto l’interesse suscitato nelle precedenti edizioni. La novità di questa edizione è rappresentata dall’inserimento di 44 degustazioni organolettiche di oli marchigiani monovarietali, di 34 aziende, eseguite dal panel test dell’ASSAM. Come sempre non poteva mancare l’evidenziazione dei migliori 50 vini d’eccellenza e quelli con il più favorevole rapporto qualità/prezzo. Questa guida si riconferma strumento indispensabile, ad operatori e appassionati, per conoscere la poliedrica offerta dei più importanti prodotti agroalimentari della regione. This seventh edition of the guide “Le Marche in a Glass”, is the result of the tasting of wines and sparkling wines from the 181 wineries in the Marche that have joined the project. The professional tasting panel of AIS Marche examined 439 double-blind samples , submitted a written report for each sensory analysis and suggested a combination with a suitable dish. We have also proposed again the tasting of sparkling wines, given the interest aroused in the previous editions. The new addition to this edition is represented by the inclusion of 44 organoleptic tastings of mono -varietal oils from 34 firms in the Marche which was carried out by the Assam test panel. As always, we could not leave out highlighting the 50 best wines chosen for excellence and those with the most favorable quality / price ratio. This guide is reconfirmed as an indispensable tool for operators and enthusiasts to learn about the versatile range of the most important food products in the region.

2015 2015

€ 9,90

LE MARCHE NEL BICCHIERE

AIS Marche Associazione Italiana Sommelier

vini, spumanti, cantine e oli monovarietali del territorio

italian and english version · edizione 2015


LE MARCHE NEL BICCHIERE

2015

vini, spumanti, cantine e oli monovarietali del territorio

THE MARCHE in the glass

2015

wines, sparkling wines, wineries and mono-varietal oils of the territory


LE MARCHE NEL BICCHIERE

2015

Editore · Gabbiano Srl Ideatore e coordinatore · Claudio Giacomini Supervisor · Domenico Balducci Degustazioni a cura Associazione Italiana Sommelier Marche Redazione ed elaborazione testi · Claudio Giacomini Rapporti con i produttori e organizzazione degustazioni Giannetto Pergolotti, Enzo Torelli Sommelier degustatori redattori Bagnara Giovanni, Ceccacci Renzo, Cesari Valeria, Garattoni Gianluigi, Giacomini Claudio, Lapadula Cesare, Paialunga Bruno, Rossi Tania, Sestili Simona, Spuria Marica, Valentini Fabio, Sommelier degustatori Borgiani Roberto, Carloni Sabina, Carta Michele, Civerchia Luca, Conti Simone, D’Angelo Marcella, Dracini Alessia, Epifani Anna Maria, Ferreira Andrea Aparecida, Forni Tiziana, Giampieri Giorgio, Giorgini Giorgio, Grassini Paolo, Guidi Marisa, Liberti Larvito, Marinelli Raoul, Mazzantini Margherita, Morichi Marcello, Neroni Francesco, Papi Raffaele, Pirchio Alfredo, Prologo Arcangelo, Riccioni Gianni, Tagliabracci Matteo, Vizzardelli Marco, Zandri Fabio, Zega Patrizia Sezione oli monovarietali delle Marche testo di Barbara Alfei tratto dal “Catalogo nazionale degli oli monovarietali 2014” edito da New Business Media Srl · www.agricoltura24.com, foto Giorgio Tassi Traduzioni in inglese British Schools - Centro Cambridge, Ascoli Piceno Foto di copertina, dei vini Domenico Oddi - Ascoli Piceno Per la concessione alla pubblicazione delle altre foto si ringrazia: Valperto Degli Azzoni Progettazione grafica · Clizia Pavani Stampa Arti grafiche STIBU · Urbania PU · www.stibu.it

È vietata la riproduzione anche parziale del presente lavoro.

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Sommario

presentazioni / Introductions l’associazione italiana sommelier marche

The sommelier Italian Association Marche come si legge la guida

How to read the guide

gli spumanti delle marche

Sparkling wines in the Marche i vini premiati

Awarded wines

le cantine, i vini e i piatti delle marche

Wineries, wines and dishes of the Marche Pesaro-Urbino Ancona Macerata Fermo Ascoli Piceno i produttori di oli monovarietali

Mono-varietal oils producers

le marche del vino: docg, doc e igt

Wine Classification: docg, doc e igt

7 23 28 29 101 105 106 134 216 249 272 318 360

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Gabbiano editoria e comunicazione


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Maura Antonella Malaspina Assessore all’Agricoltura della Regione Marche Nullam, Vare, sacra vite prius severis arborem”. Non piantare, o Varo, alcun albero prima della vite sacra. Così Orazio raccomandava al suo amico Varo la coltivazione di una pianta che in già in epoca romana vedeva l’Italia superare le ricchezze di ogni altro paese allora conosciuto. Una pianta che ancora oggi rappresenta un patrimonio di grande valore storico, culturale ed economico per il nostro Paese e per le Marche. Un patrimonio che nella nostra regione ha origini antichissime e che è parte integrante di un territorio e della gente che lo coltiva. Il vino, infatti, occupa un ruolo dominante nel sistema agroalimentare marchigiano che ha nei Vini Docg e Doc le eccellenze più significative. Vini che rappresentano una voce importante della nostra economia soprattutto sul fronte dell’export che costituisce sempre di più un modo concreto di affrontare una situazione economica globale di grande difficoltà. Vini che sono anche capaci di valorizzare i tesori culturali e ambientali delle Marche. Perché non è raro ascoltare in questa nostra terra un turista che ha deciso di visitarla dopo aver assaporato un bicchiere di vino marchigiano, dopo aver visto le molte sfumature del suo colore, annusati i profumi. Quei sapori, quelle sfumature di colore, quei profumi che impregnano i vicoli dei nostri borghi, i paesaggi delle nostre colline, i litorali delle nostre coste.


Ecco il perché di questa Guida che la Regione Marche propone come strumento utile a scoprire gli innumerevoli tesori custoditi nei nostri vini, nelle nostre cantine, nelle mani sapienti ed esperte dei nostri produttori. Ma non solo. La Guida, infatti, rappresenta una vera e propria antologia del gusto e del bello delle Marche perché oltre a fornire un’ampia e qualificata informazione sulle caratteristiche dei vini e delle aziende, crea informazione sulle manifestazioni turistico – culturali legate al settore dell’enogastronomia, fa conoscere meglio gli spumanti e gli oli monovarietali della nostra regione. Un insieme utile e affascinante che sottolinea l’impegno della Regione nelle politiche di sostegno alla commercializzazione dei nostri vini con lo scopo di sviluppare una immagine unica con i Consorzi di Tutela, le associazioni di categoria e l’AIS con l’obiettivo di conquistare sempre di più i mercati nazionali e internazionali. E saranno i numeri a darci ragione come d’altronde lo stanno già facendo da anni perché i marchigiani hanno nel loro dna caparbietà, impegno, serietà, talento e vero amore per tutto quello che fanno e per la loro terra. Questo carattere ci contraddistingue come contraddistingue le Marche e i suoi vini nell’enoteca mondiale. Un ringraziamento cordiale va rivolto ai produttori marchigiani che con il loro lavoro e la loro passione consentono al nostro territorio di essere alla ribalta con i suoi vini, l’Associazione Italiana Sommelier e degustatori dell’AIS che sono grandi esperti delle peculiarità delle nostre uve e del nostro territorio e che hanno fatto di questa guida un prezioso strumento di conoscenza e promozione, l’ASSAM efficiente ente strumentale della Regione per il settore servizi agroalimentare delle Marche. Al lettore di questa guida l’augurio sincero di scoprire, attraverso il vino, questa splendida terra, le sue bellezze uniche, i suoi meravigliosi abitanti.

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Le Marche, come del resto il nostro Paese stanno attraversando una crisi strutturale che investe il modello economico tradizionale che coinvolge sempre di più il sistema produttivo, occupazionale e ambientale. Questo è il risultato della “globalizzazione dei mercati” che non ha prodotto una “globalizzazione dei diritti”, tanto da innescare un meccanismo distorto in cui le aziende hanno praticato, come unica opportunità che crea vantaggio competitivo, la delocalizzazione verso quei Paesi in cui la legislazione in materia ambientale, giuslavoristica e sociale fosse più blanda e meno onerosa per l’impresa, creando un vero e proprio fenomeno di “dumping”. La soluzione per agire efficacemente sulle cause di tale distorsione, è concentrare il nuovo modello di sviluppo sulla valorizzazione dei grandi giacimenti naturali che possediamo come ambiente e paesaggio, agricoltura e beni culturali, cultura e innovazione. Il nuovo sistema produttivo dovrà basarsi sull’identità territoriale, non delocalizzabile, che creerà il vero carattere distintivo in grado di costituire il vantaggio competitivo sul mercato globale. Questa è la filosofia strategica sposata dalla Regione Marche e dalla sua cantina sperimentale dell’ASSAM per quanto riguarda le politiche di sviluppo della viticultura: selezionando, valorizzando e promuovendo coltivazioni di varietà autoctone, non abbracciando una tendenza diffusa negli anni che schardonnizava il territorio con la coltivazione di vitigni alloctoni, seguendo il falso mito del cosiddetto modello francese allora tanto in voga. Oggi finalmente si raccolgono i frutti di queste scelte che hanno favorito nel corso degli anni la selezione di particolari ceppi di viti e la nascita di vini di pregio: 6 DOCG Castelli di Jesi, Verdicchio Riserva, Conero Riserva, Verdicchio di Matelica Riserva, l’Offida e Vernaccia di Serrapetrona. 15 le DOC che caratterizzano le nostre campagne: Bianchello

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del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, Falerio dei Colli Ascolani, I Terreni di San Severino, Lacrima di Morro d’Alba, Terre di Offida, Pergola, Rosso Conero, San Ginesio, Serrapetrona, Rosso Piceno o Piceno, Verdicchio dei Castelli di Jesi e Verdicchio di Matelica e, infine, 1 IGT, Marche. Basti pensare che anche quest’anno il Verdicchio è il vino bianco più premiato d’Italia, con 61 riconoscimenti dalle 8 guide di riferimento nazionale del settore. Ma c’è ancora tanto da fare per diffondere nei consumatori l’identità del modello agroalimentare marchigiano. La qualità non può vivere senza la narrazione. A tal proposito mutuo una considerazione del mio amico Oscar Farinetti: “La tacchina fa l’uovo, ma poi non dice nulla. Il contadino se la prende sempre perché non riesce mai a trovarlo fresco in tempo per mangiarlo. La gallina invece, appena ha fatto l’uovo, dice coccodè, così il contadino, avvertito, corre a prenderlo”. Il marketing secondo Farinetti consiste proprio in questo, dire coccodè dopo aver fatto l’uovo. Ebbene, questa guida è il nostro “coccodè”, raccoglie i produttori vitivinicoli delle marche e narra le loro grandi gesta, valutando le eccellenze e il rapporto tra la qualità e il prezzo del loro prodotto, traghettandoli sia su carta che sul web con una app creata appositamente per poterli raggiungere con i mezzi più avanzati della tecnologia direttamente in azienda. Oltre il vino quest’anno, la guida si arricchisce degli oli monovarietali selezionati dall’ASSAM, per completare quel viaggio nel gusto delle Marche. PhD. Gianluca Carrabs A.U. ASSAM

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Scrivere di vino vuol dire parlare di una peculiare economia. D’altronde questo prodotto tradizionale si rivolge al mercato globale, si qualifica come elemento strategico per il Paese e presuppone indispensabili politiche di comunicazione. Oggi il vino, ma occorre dire il prodotto vino di qualità, assume delle caratteristiche che appartengono a quei prodotti attraverso i quali i vari Paesi sperano di competere sul mercato globale. Questo bene deve inglobare valenze sempre più immateriali connesse non soltanto alla qualità intrinseca, ma anche a quella evocata dalle metodologie produttive e dall’ambiente dal quale trae origine. Proprio dalla concentrazione di una grande tradizione storica su piccoli territori geografici da parte di un gruppo umano relativamente limitato deriva la decisa stabilità nei caratteri. In molti casi, l’identità locale è preponderante rispetto all’immagine aziendale. Nei tempi più recenti la lavorazione del vino è diventata, ancor più tradizionale del passato, ma, nel frattempo, ha subito un mutamento radicale che ci consegna una nuova realtà produttiva. Le novità interessano in modo particolare i mercati di sbocco e le nuove tecniche di commercializzazione e comunicazione, le innovazioni di prodotto e di processo legate alla produzione vitivinicola cui sono strettamente connesse l’evoluzione delle interrelazioni industriali e l’incidenza di tale attività sull’intera struttura economica. In sintesi il vino nei trascorsi due decenni è di venuto un mondo complesso. E’ un elemento economico, ma anche fenomeno di costume che coinvolge a 360 gradi l’intero scenario enogastronomico e intercetta le tendenze espresse dalle modificazioni della sensibilità alimentare. E’ questo un mercato maturo? Forse per certi aspetti sì, ma per tanti altri no. Sono tantissimi gli indici di performance positivi riferiti a un prodotto unico e non imitabile. Ma su quest’opera è stato fatto di più, una scelta esplicita, quasi di campo, quella di collazionare, in lingua italiana e inglese, i lavori di ricercatori e operatori, non solo attivi nella vitivinicoltura, ma anche nell’olicultura. Su questo prodotto e, in particolare sugli oli monovarietali marchigiani qui recensiti, s’inserisce a pieno titolo la filosofia dell’intero sistema camerale marchigiano e di quello di Pesaro Urbino in particolare che vende, proprio nell’unione di queste due produzioni, l’opportunità di creare reddito occupazione in armonia con l’ambiente la cultura e la storia della nostra regione. Alberto Drudi Presidente Camera di Commercio di Pesaro e Urbino 11



L’editoriale www.aismarche.it Anche quest’anno la collaborazione tra cantine, Ais Marche ed Enti ha dato buoni risultati con la nuova edizione della guida regionale “Le Marche nel bicchiere 2015”, un vero e proprio spaccato del panorama enologico marchigiano, cui si aggiunge per la prima volta una sezione dedicata all’olio di oliva con una accurata descrizione delle monocultivar marchigiane ed un’analisi di alcuni oli, che completa così questo manuale, già arricchito l’anno passato di un’importante capitolo dedicato alle bollicine. Considero pienamente raggiunto il nostro obbiettivo primario che è quello della valorizzazione dei prodotti e dei vini del territorio, che passa anche attraverso la stesura di questa guida, distribuita in tutta Italia, sia nel mondo Ais che nelle fiere e manifestazioni turistiche promosse dalla Regione Marche. Grandi sono le eccellenze che abbiamo degustato ed esaminato, con molta soddisfazione per il lavoro sempre più attento ed accorto dei cantinieri che stanno crescendo e facendo crescere la nostra regione dal punto di vista enologico, anche se con rammarico devo constatare che la guida nazionale non ha attribuito i medesimi riconoscimenti, per motivi legati esclusivamente all’applicazione di criteri di valutazione più restrittivi rispetto a quelli da noi usati. Il verdicchio rimane comunque il vino bianco più premiato nel panorama delle valutazioni enologiche nazionali di vario livello, segno evidente che questo vino può essere, a ragione, considerato il “Bianco” d’Italia, cosa che ci rende molto orgogliosi, ma ricordiamoci che a fianco del Re Verdicchio non sfigurano una corte intera di vini bianchi e rossi. Un sentito ringraziamento a quanti si sono prodigati con impegno, dedizione e passione nella stesura della guida, e cioè alla commissione di degustazione, al direttore della stessa ,Cesare Lapadula, a Giannetto Pergolotti , Bruno Paglialunga ed Enzo Torelli che hanno coadiuvato il lavoro della commissione, a Barbara Alfei, che ha curato la sezione degli oli, agli Enti che ci hanno supportato: la Regione Marche nella persona dell’assessore Maura Malaspina e della dirigente Cristina Martellini, l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, con il direttore Alberto Mazzoni, il Consorzio dei Vini Piceni con la presidente Angela Velenosi. Un particolare e sentito grazie a due persone senza le quali forse quest’anno non saremmo riusciti a stringere tra le mani questa preziosa edizione: al vulcanico Gianluca Carrabs, Amministratore Unico dell’Assam, per l’impegno ed il supporto continuo, al mio insostituibile Vice Presidente Claudio Giacomini, per il lavoro continuo ed indefesso. Domenico Balducci Presidente Associazione Italiana Sommelier Marche 13


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La nuova edizione di Marche nel Bicchiere 2015 arriva in un anno di grandi traguardi per il vino marchigiano. Un anno dove le nostre produzioni si sono mostrate forti di crescenti successi sul fronte della qualità e hanno consolidato la posizione sui mercati italiani ed esteri. Ma è anche l’anno dell’Expo, dove le Marche del vino si presentano ad una platea mondiale con una partecipazione importante che riflette un’eccellenza ormai riconosciuta a livello globale, frutto di un sistema che ha saputo dare con il tempo i suoi risultati. Il mondo vitivinicolo marchigiano ha dimostrato di essere non solo un’eccellenza ma un traino per l’intera regione: oggi 20 denominazioni d’origine (di cui 5 Docg e 15 Doc), 1 Igt, 17.400 ettari e 14.190 aziende danno vita ad un fatturato che nel 2013 ha superato 130 milioni di euro, in cui l’export gioca un ruolo chiave. Se su questo settore produttivo soffia un vento positivo non è certo un caso. Questi risultati sono il prodotto di scelte coraggiose e di ‘valore’ che piccoli produttori, grandi industriali del vino, mondo della cooperazione, organizzazioni professionali e Regione Marche fecero nel 1982 puntando sui vitigni autoctoni e sull’identità territoriale. Scommettere sulle singole denominazioni e sui territori, scegliendo una sola Igt per le Marche, fu una scelta molto forte all’epoca. Ma è stata proprio tale scelta a permetterci di divenire riconoscibili e di poter finalmente ‘dire la nostra’, ricavando così il giusto spazio sui mercati internazionali. In un territorio storicamente e geograficamente diviso è servito un abile lavoro di tessitura sartoriale per valorizzare il vino nelle sue molteplici forme e misure e metterlo in vetrina. Questo lungo percorso è realizzato attraverso strumenti imprescindibili: gioco di squadra con tutti gli attori del territorio, Regione in primis, promozione del brand Marche (dove territorio, vino, cultura, arte sono un ‘unicum’), investimenti sui giovani, totale dedizione alla qualità, duro lavoro in vigna, rinnovo dei vigneti e ammodernamenti in cantina. Sono questi gli asset strategici che hanno permesso al vino marchigiano di essere grande e poter sfidare i mercati internazionali consapevole del proprio valore. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza l’ottimizzazione delle risorse messe a disposizione da Regione, Governo ed Unione Europea e la scelta di “fare squadra”. Se il nostro vino ha avuto successo è stato anche grazie alla capacità di raccontare l’unicità del binomio prodotto-territorio. Abbiamo molti punti forti da comunicare al mondo - da Urbino ad Acqualagna ed i suoi tartufi, dalle Grotte di Frasassi a Portonovo passando per lo Sferisterio di Macerata, terminando con la bellissima piazza di Ascoli Piceno – unicità che, insieme al vino, sono espressione irripetibile del brand Marche. Dobbiamo continuare con questo passo. Alberto Mazzoni, enologo 15


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Forte unione d’intenti e un intenso lavoro verso la ‘qualità totale’ costruito pazientemente negli anni. Sono questi i caratteri distintivi che accomunano le 800 aziende socie dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (IMT), il consorzio nato nel 1999 che oggi tutela 16 denominazioni, tra Doc e Docg, nelle province di Ancona, Macerata e Pesaro-Urbino. Si spazia dal Verdicchio, bianco fermo più premiato dalle guide enologiche italiane nel 2015 e vino principe delle Marche, al Bianchello del Metauro, al Rosso Conero, dalla Lacrima di Morro d’Alba ai Colli Pesaresi, dall’Esino al Pergola, passando per San Ginesio, Colli Maceratesi, Terreni di San Severino fino alla Vernaccia di Serrapetrona, unico spumante rosso al mondo che subisce 3 fermentazioni. Siamo partiti con un consorzio “sui generis” che riuniva 17 soci e oggi, dopo 15 anni, contiamo su 800 associati, esprimendo il 45% della superficie vitata regionale e il 90% dell’export complessivo. A caratterizzarci è stato il gioco di squadra tra grandi e piccoli produttori: uomini che hanno deciso di puntare sulle peculiarità viticole di ogni denominazione e sulla ‘qualità totale’ ma allo stesso tempo sulla promozione integrata, consapevoli che la vera forza oltre alla qualità è l’unità. Si è creato così negli anni un vero e proprio sistema Marche, vitale per proporsi all’estero, in grado di ottimizzare fino in fondo i finanziamenti disponibili. E’ significativo ricordare che dal 2009 ad oggi, i produttori che si riconoscono nel nostro consorzio hanno investito complessivamente oltre 10mln di euro tra OCM e PSR Marche. Di questi, oltre 4 milioni erano a carico dei soci. E quest’anno investiremo quasi 2mln di euro con il PSR Marche 2015 e 2,8 mln di euro con l’OCM Vino 2015, di cui la metà a carico dei nostri produttori. Tutto ciò a testimonianza che le nostre aziende credono nel prodotto e nel sistema, investendo per prime nella promozione. L’IMT, dal canto suo, ha cercato di lavorare puntando sull’ascolto dal basso, sulla capillarità del lavoro e soprattutto sul coinvolgimento di tutti i produttori, in modo che ciascuno possa essere protagonista secondo le sue peculiarità. Attraverso i fondi Ocm, oltre sessanta tra piccole e grandi aziende marchigiane riescono a conquistare mercati importanti come Usa, Cina, Canada, Giappone, Sud America. Un traguardo impensabile prima del 2009 e che oggi rappresenta invece il nostro futuro: questi Paesi saranno sempre di più l’ossigeno per le nostre imprese. Gianfranco Garofoli, Presidente Istituto Marchigiano di Tutela Vini

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Il Consorzio di Tutela Vini Piceni è stato istituito nel 2002 per la tutela, la promozione e la valorizzazione delle denominazioni vinicole “Offida” docg e “Falerio”, “Rosso Piceno” e “ Terre di Offida”dop. Comprende prevalentemente imprenditori del sud delle Marche ovvero dei comprensori ascolano e fermano anche se il disciplinare del “Rosso Piceno” interessa anche la provincia di Macerata e parte di quella di Ancona. I soci effettivi attuali sono 35 ma se consideriamo la partecipazione di alcune importanti cantine sociali con i rispettivi associati si arriva ad oltre cinquecento soggetti coinvolti. E’ evidente l’importanza di questa istituzione che coinvolge un territorio da dove proviene circa il 50 % della produzione vinicola regionale. Essa ha accompagnato una profonda modifica del mondo vitivinicolo del Piceno che attualmente sposa una politica diretta a produzioni di qualità, prevalentemente imbottigliate, basate sulla riscoperta di vitigni autoctoni, su tutti il Pecorino, questo riscoperto sulle falde del Monte Vettore, sui Monti Sibillini, e Passerina per i vini bianchi che costituiscono la base del docg “Offida Pecorino” dell’ “Offida Passerina” , della dop “Falerio Pecorino”, e del Montepulciano che costituisce la quasi esclusiva base del docg “Offida Rosso” e della parte preponderante del “Rosso Piceno”. Una politica che si è rilevata nel tempo particolarmente felice, anche grazie all’applicazione di disciplinare di produzione molto rigidi che prevedono rese di uva /ha molto basse, visti i risultati qualitativi dei prodotti del Piceno che si stanno caratterizzando con una sempre maggiore specificità ed un sempre più spiccato legame con il territorio di provenienza. La qualità dei prodotti sta conoscendo sempre nuovi mercati, soprattutto internazionali, quelli più conosciuti come Usa, Canada, Cina, Giappone e Russia ma bottiglie di “Rosso Piceno” ed “Offida” li possiamo reperire ora in nazioni fino a poco tempo impensabili come Arabia Saudita,Vietnam, Libano, Oman, Singapore, Sud Africa, Malesia, India. Superfluo ricordare la forte presenza dei nostri vini nel nostro paese ed in Europa, Germania e penisola scandinava su tutti. Ma il Consorzio è stato testimone anche di un profondo rinnovamento anche della classe imprenditoriale vinicola picena dove sta crescendo una categoria di giovani che sta incidendo anche sulla mentalità e sulla politica delle singole cantine come non possiamo tacere la forte propensione alla coltura biologica, che riguarda almeno un terzo dei nostri associati e sulla politica dell’accoglienza, per essere pronti ad un turismo enogastronomico, legato alle eccellenze dei prodotti locali ma anche alle impareggiabili bellezze naturali ed architettonico delle Marche meridionali. Angela Velenosi Presidente del Consorzio di Tutela Vini Piceni 19



Coop Adriatica e Territori.Coop:

il food che racconta l’eccellenza delle arche

M

www.territori.coop.it Coop Adriatica, presente nelle Marche con 22 punti vendita e una base sociale di oltre 230 mila soci, è impegnata nella valorizzazione, nella salvaguardia e nella crescita della produzione agroalimentare dei territori in cui opera. Proprio nell’ottica di valorizzare le tradizioni e le culture territoriali, Coop Adriatica insieme alle cooperative riunite nel Distretto Adriatico hanno lanciato Territori.coop, il progetto che porta sugli scaffali prodotti buoni, sicuri e convenienti, realizzati da aziende impegnate nello sviluppo di produzioni di qualità, per la sostenibilità e il consumo consapevole. Circa 500 articoli all’anno e 5 rubriche tematiche per raccontare i territori del Bel Paese attraverso le eccellenze dell’agricoltura e dell’enogastronomia. Tutto questo è Territori.Coop, il progetto che valorizza tipicità e tradizioni dell’agroalimentare italiano dando voce ai prodotti che tengono alta la bandiera del Made in Italy e alle storie di chi ha scelto di dedicare ad essi la propria vita: un’autentica vetrina non solo per le grandi realtà celebrate in tutto il mondo, ma anche per le produzioni di nicchia, legate a doppio filo alla storia delle terre da cui provengono. Con oltre 90 articoli dedicati dall’inizio del progetto, anche le Marche sono protagoniste di questo affresco corale. Che cosa ci piace narrare? Il valore di una salumeria che annovera specialità uniche come il Ciauscolo, le eccellenze dell’arte casearia quali la Casciotta di Urbino, le peculiarità di produzioni ortofrutticole come quelle delle Val d’Aso, la tradizione pastaia di piccoli centri come Campofilone, ma anche la riscoperta di antiche usanze come la raccolta delle erbe spontanee e i progetti di tracciabilità delle filiere agroalimentari, a partire dal marchio QM - Qualità Marche. Potevano forse mancare le punte di diamante dell’enologia marchigiana? Territori.Coop ha dedicato ampio spazio alle produzioni vitivinicole regionali, a cominciare da un progetto rivoluzionario come Vini Assieme, promosso da Coop Italia con l’obiettivo di offrire ai consumatori vini di qualità a prezzi accessibili proposti sotto un unico marchio, coinvolgendo aziende di diverse aree italiane. A rappresentare le Marche c’è Moncaro, cui è stata dedicata anche una produzione video quale realtà d’eccellenza oggi impegnata a offrire vini senza aggiunta di solfiti. Ma nella “cantina” di Territori.Coop hanno trovato spazio anche realtà di assoluto valore meno note al grande pubblico, come l’azienda agricola Alberto Quacquarini, con la sua Vernaccia di Serrapetrona insignita del prestigioso marchio Docg. Dal virtuale al reale, grazie all’apposita segnaletica con il marchio Territori. Coop, tutti questi prodotti sono evidenziati nei 20 supermercati e nei 4 ipermercati delle Marche di Coop Adriatica, una delle cooperative capofila del progetto: una pratica guida per il consumatore, che di scaffale in scaffale può riconoscere i soli e unici “Prodotti di origine raccontata”. 21


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L’associazione italiana SOMMELIER MARCHE www.aismarche.it Emanazione territoriale dell’ASSOCIAZIONE ITALIANA SOMMELIER, ha sede sociale a Fabriano AN, via G. Di Vittorio n. 13 e sede operativa presso l’Assam di Osimo Stazione, via Industria n. 1 Tel. Diretto 071 808226 · www.aismarche.it. Nella Regione Marche si declina in otto Delegazioni che, capillarmente, organizzano in regione i corsi per sommelier, degustazioni guidate, seminari a tema, cene, viaggi studio presso aziende vitivinicole, oltre a manifestazioni enologiche. PRESIDENTE REGIONALE · Sommelier Professionista Domenico Balducci - 333 5788926 – presidenza@aismarche.it DELEGAZIONI: ANCONA · Sommelier Marco Galeazzi 342 1048039 – ancona@aismarche.it ASCOLI PICENO · Sommelier Professionista Claudio Giacomini 339 7238497 – ascolipiceno@aismarche.it FABRIANO ALTA VALLESINA · Sommelier Gianni Riccioni 335 5477937 – fabriano@aismarche.it FERMO · Sommelier Professionista Stefano Isidori 333 5825397 – fermo@aismarche.it JESI E CASTELLI · Sommelier Paolo Grassini 349 8081723 – jesi@aismarche.it MACERATA - Sommelier Professionista Cesare Lapadula 339 4691486 – macerata@aismarche.it PESARO - Sommelier Raoul Marinelli 338 8103401 – pesaro@aismarche.it URBINO MONTEFELTRO - Sommelier Professionista Raffaele Papi 23 348 6416335 – urbino@aismarche.it


Italian SOMMELIER

Association www.aismarche.it

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The territorial subsidiary of the ITALIAN SOMMELIER ASSOCIATION, has its registered office in Fabriano AN, Via G. Di Vittorio n. 13 and at the headquarters at the Assam in Osimo Stazione, via Industria n. 1 Tel. 071 808 226 · www.aismarche.it. In the Marche Region it is has eight delegations that organize courses for sommeliers, wine tastings, seminars, theme dinners, study tours at wineries, together with wine events, capillary in the whole region. REGIONAL PRESIDENT · Professional Sommelier Domenico Balducci 333 5788926 - presidenza@aismarche.it DELEGATIONS: ANCONA - Sommelier Marco Galeazzi 342 1048039 – ancona@aismarche.it ASCOLI PICENO - Sommelier Professionista Claudio Giacomini 339 7238497 – ascolipiceno@aismarche.it FABRIANO ALTA VALLESINA - Sommelier Gianni Riccioni 335 5477937 – fabriano@aismarche.it FERMO - Sommelier Professionista Stefano Isidori 333 5825397 – fermo@aismarche.it JESI E CASTELLI - Sommelier Paolo Grassini 349 8081723 – jesi@aismarche.it MACERATA - Sommelier Professionista Cesare Lapadula 339 4691486 – macerata@aismarche.it PESARO - Sommelier Raoul Marinelli 338 8103401 – pesaro@aismarche.it URBINO MONTEFELTRO - Sommelier Professionista Raffaele Papi 348 6416335 – urbino@aismarche.it


Il percorso del sommelier Nati per diffondere la cultura del vino e del territorio e i giusti abbinamenti con i piatti della cucina tradizionale e innovativa, i corsi per aspiranti sommelier sono aperti a tutti, previa iscrizione all’Ais, e si sviluppano su tre livelli. Il Primo livello introduttivo, si articola in 15 incontri, fra cui una visita in cantina e una verifica finale con l’approfondimento sulla degustazione. Durante il corso vengono illustrate le principali funzioni e mansioni del sommelier e fornite le nozioni base di viticoltura, enologia e tecniche di degustazione. Il secondo livello si focalizza sulle degustazioni ed offre una conoscenza approfondita delle principali zone vitivinicole, dei vitigni e dei vini di ciascuna regione italiana, con qualche scappatina all’estero, attraverso i 15 incontri, compresa la verifica finale con l’approfondimento sulla degustazione. Il terzo livello è incentrato sulle tecniche di abbinamento cibo/vino. È articolato in 15 incontri, fra cui la cena didattica di chiusura del corso, più l’esame finale. Al termine del 3° livello viene rilasciato il diploma di Sommelier. Superati i tre livelli è possibile proseguire l’iter formativo all’interno dell’associazione conseguendo i titoli di: Master di servizio, Degustatore ufficiale, Relatore, Commissario d’esame.

The path to becoming a Sommelier Started in order to spread the culture of the wines and the territory and the correct combinations with the dishes from the traditional and innovative cuisine, the courses for aspirant sommeliers are open to everybody, subject to registration with the Ais, the development is on three levels. The First level introductory is divided into 15 meetings, including a visit to a wine cellar and a final verification with close examination on the tasting. During the course the principal functions and duties of the sommelier are illustrated together with the basic notions of wine-growing, winemaking and techniques of tasting. The second level focuses on the tasting and offers deep knowledge of the principal of winegrowing, vines from every Italian region, with some mention of foreign countries, during the 15 meetings, and includes a final verification with close examination on the tasting. The third level is centered on the techniques of combining food / wine. It is divided into 15 meetings, including the didactic supper at the end of the course, and the final examination. A diploma of Sommelier is given at the end of the 3° level. After passing the three levels it is possible to continue with the formative procedure inside the association to achieve the titles of: Master of service, Official Taster, Chairman, Examination Commissioner. 25


www.aismarche.it Il sito dell’AIS Marche, completamente rinnovato nella grafica, struttura e offerta dei contenuti, è stato studiato per comunicare aggiornamenti sull’attività dell’associazione che riguardano non solo i corsi, ma anche eventi enogastronomici, concorsi, viaggi studio, seminari e tutto quando di possibile interesse per soci e appassionati. Approfondimenti su prodotti tipici, degustazioni, notizie anche da fuori regione e news sul mondo del vino. Il sito dell’AIS Marche dà spazio anche ai produttori che possono utilizzare il portale per raggiungere chi di vino si interessa davvero, che sia per passione o per professione. Direttamente dalla home page è possibile iscriversi alla newsletter per ricevere settimanalmente i dettagli degli eventi in programma. Le rubriche, in continuo aggiornamento, la guida Le Marche nel Bicchiere e la rivista Sommeliers Marche Magazine on line, in contemporanea ad ogni uscita, completano il quadro comunque in continua evoluzione. Buona navigazione su www.aismarche.it Valeria Cesari, curatrice del sito

Servizi Sommelier AIS Marche Gruppo servizi: classe, competenza, professionalità e cortesia nel servizio dei vini. Professionisti a vostra disposizione per: • Servizi in ristoranti; • Cene di gala; • Serate private; • Eventi in aziende vitivinicole, sedi di importatori e distributori; • Wine tasting per clienti italiani e stranieri; • Manifestazioni enogastronomiche in cantine, enoteche e supermercati; • Inaugurazioni; • Fiere; • Banchi di assaggio; • Consulenza, stesura ed aggiornamento carte dei vini Per accrescere il prestigio dei vostri eventi l’AIS MARCHE mette tutto questo a vostra disposizione. I nostri sommelier hanno frequentato i corsi di qualificazione professionale più completi ed importanti, ma sono soprattutto disponibili e preparati. Un valore aggiunto per comunicare al meglio il mondo dell’enogastronomia. Per usufruire del servizio o per ulteriori informazioni contattare i responsabili dei servizi delle Delegazioni: Responsabile Regionale · Sommelier Professionista Raffaele Papi +39 348 6416335 - servizi@aismarche.it Fabriano · Sommelier Alessia Dracini +39 347 0735739 Urbino · Sommelier Professionista Gian Moris Orciari +39 388 8904003 Sommelier Gianluigi Gulli +39 328 2337931 Pesaro · Sommelier Arcangelo Prologo +39 347 6819386

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Jesi · Sommelier Professionista Mariella Coppola +39 340 6729786 Ancona · Sommelier Marco Vizzardelli +39 347 7947958 Macerata · Sommelier Roberto Gallozzi +39 347 3815770 Fermo · Sommelier Gianni Strovegli +39 347 2731660 Ascoli Piceno · Sommelier Professionista Alessandro Scarpetti +39 338 4773537


la

www.aismarche.it


Come SI LEGGE la GUIDA Le schede Contengono una breve descrizione dell’azienda, la degustazione di due vini scelti della cantina, una proposta di abbinamento e la segnalazione di altri vini prodotti. Le degustazioni Sono state effettuate alla cieca dalla Commissione di Degustazione dell’AIS Marche e dall’instancabile Giannetto Pergolotti, seguendo la metodologia e la scheda organolettica utilizzata dall’Associazione Italiana Sommelier che prevede una valutazione con un punteggio in centesimi. Di ogni vino degustato viene fornita una specifica analisi organolettica e un piatto in abbinamento. Sono inoltre indicati: tipologia, uvaggio, gradazione alcolica e il prezzo consigliato per la vendita in enoteca, dichiarato dai produttori stessi. Le 50 eccellenze Il ‘Picchio’, simbolo della Regione Marche, che testimonia il grande legame con il territorio, sta a significare l’eccellenza ed è stato assegnato a quei

50 vini che hanno particolarmente colpito i sommelier degustatori nell’aspetto qualitativo. Il salvadanaio Il parametro di sicuro interesse per il consumatore è il favorevole rapporto prezzo/qualità che viene indicato nella guida con il simbolo del salvadanaio. Tale rapporto è calcolato tramite uno specifico algoritmo che non tiene conto soltanto del prezzo del vino dichiarato dal produttore e della sua valutazione qualitativa scaturita dalle degustazioni professionali. Infatti i dati ottenuti sono ulteriormente parametrati alla qualità complessiva dei campioni analizzati, rendendo il risultato lo specchio effettivo dello spessore della produzione regionale. L’inglese Al fine di rendere fruibile questo volume non solo al mercato italiano, ma anche a quello estero che guarda alla nostra regione con crescente interesse, la guida offre la traduzione inglese dei testi o di estratti di questi.

How TO READ THE GIUDEBOOK Technical details They contain a brief description of the firms, the tasting report on their two selected wines and a mention of the other wines produced. Tastings They have been carried out blindly by the AIS Marche Tasting Panel, coordinated by the tireless Giannetto Pergolotti, following the methodology and the wine testing card used by the Italian Association of Sommeliers. It provides an assessment of each wine together with a final score expressed in points out of 100. The panel give a specific organoleptic analysis for each tasted wine and suggest a dish to be combined with. There is also an indication concerning: type, grapes, alcohol content and an indicative sale price for each wine, which is declared by the producers themselves. The 50 excellences The ‘Woodpecker’ is the symbol of the Marche Region, which testifies the great

bond with the territory, it means excellence. That’s why that symbol has been assigned to the wines that have achieved the maximum score and which have also particularly impressed the Tasting Panel for their qualitative aspect. Piggybank An interesting parameter for the consumer is the positive price/quality ratio, which is indicated in the guidebook with the symbol of a piggybank. This ratio is calculated using a specific algorithm that takes into account the price of the wine declared by the producer and the qualitative assessment resulting from the professional tastings. The data obtained are further parameterized to the overall quality of the analyzed samples, making the result an actual mirror of the importance of the regional production. English Almost all texts of this guidebook have an English translation in order to make it useful to a larger number of users.


gli spumanti

delle Marche

sparkling wines in the marche



Gli spumanti delle Marche Gli spumanti italiani rappresentano oggi, sempre più, una realtà qualitativa e commerciale di notevole rilevanza e quindi, anche in questa pubblicazione, visto anche il riscontro ottenuto, continuiamo a riservare uno spazio dedicato agli spumanti delle Marche. Tra i vari prodotti che ci offre il mercato spiccano quelli dei nostri produttori marchigiani i quali sono riusciti ad ottenere un ottimo risultato grazie sia alla loro professionalità che alla peculiarità del nostro territorio, ricco di vitigni autoctoni che in quanto a forza, capacità e bontà sono adattissimi a sostenere le stressanti lavorazioni richieste per la produzione di questo piacevole prodotto. Spiccano in quanto a pregio il Verdicchio, il Pecorino, la Passerina, il Maceratino, il Biancame, la Malvasia e tanti altri a bacca bianca, compreso il Trebbiano che hanno dimostrato una vocazione unica per la spumantizzazione, così come i vitigni a bacca rossa: il Lacrima, il Montepulciano, il Sangiovese, per finire poi sulla Vernaccia di Serrapetrona, nostra Docg e prodotto davvero unico a livello mondiale. Le nostre Cantine sanno fare! non improvvisano sulla scia della moda, gli spumanti vengono prodotti nelle Marche da sempre e a testimonianza di questo, esistono innumerevoli prove tra cui, una delle più importanti è rappresentata da un’opera editoriale: “De Salubri Potu Dissertatio”; del medico fabrianese Francesco Scacchi, pubblicata a Roma nel 1622. In quest opera, il cui titolo può tradursi in dissertazioni sul bere salubre”, oltre alle considerazioni mediche e salutistiche legate al consumo delle bevande, vi si trovano importanti informazioni sulla tecnica della rifermentazione del vino in bottiglia, su quello che oggi noi chiamiamo “Metodo Classico” ed i francesi “Methode Champenoise”. Le informazioni e le accurate descrizioni contenute in questo documento, arrivano molto prima del mito di Dom Pèrignon, dell abbazia di Hautvillers, a cui la tradizione francese attribuisce l’invenzione dello Champagne e la fa risalire verso il 1670. Un fatto, questo, che assegna all’Italia, in particolare alle Marche, un primato mondiale che fa sicuramente un po’ di invidia ai nostri cugini d’oltralpe. Riteniamo indispensabile e fondamentale, in particolare in questo periodo di recessione, dare alla produzione dello spumante marchigiano, il meritato rilievo congiuntamente ad un grosso sostegno e stimolo affinché non vada perduto un insostituibile tassello della storia della nostra terra. Sommelier Prof. Claudio Giacomini Vice Presidente AIS Marche Coordinatore della Guida 31



sparkling wines in the marche

Nowadays Italian sparkling wines are a qualitative and commercial reality of greater and greater importance. Considering the feedback we have had over the years, we continue to give the sparkling wines of the Marche region correct consideration in our publication. The ones produced by our wine-producers stand out on the market for the good result due both to the producers’ expertise and the peculiarities of our territory, rich in native vines that in terms of power, capacity and goodness are very suitable to support the stressful processing required for the production of this pleasant wine. Verdicchio, Pecorino, Passerina, Maceratino, Biancame, Malvasia and many other white grapes, including Trebbiano stand out in terms of preciousness having demonstrated a unique vocation for sparkling wines, the same can be said for the red grapes: Lacrima, Montepulciano, Sangiovese, and the Vernaccia di Serrapetrona, our DOCG wine and our worldwide unique product. There is know- how in our wineries! The producers do not improvise following new trends, sparkling wines have always been produced in the Marche region and the evidences are many, among them we mention the most important one, the book “De Salubri Potu Dissertatio”, by the doctor Francesco Scacchi from Fabriano, published in Rome in 1622. In this work, whose title can be translated into “treatise on healthy drinking”, in addition to medical considerations and health benefits associated with the consumption of drinks, we find important information on the technique of secondary fermentation of the wine in the bottle, on what we now call “Classical Method” and the French “Methode Champenoise”. The information and the accurate descriptions contained in this document precede the myth of Dom Perignon, the abbey of Hautvillers, to whom the French tradition attributes the invention of Champagne, that dates back to 1670. That is the reason why Italy, in particular the Marche region, has a world record that certainly makes our transalpine cousins envious. We consider essential and crucial, especially in this period of recession, to give the production of the sparkling wine in The Marche a well-deserved importance, a big support and encouragement in order not to lose an irreplaceable piece of our land history.

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macerata

Bruscia Di Sante Fattoria Villa Ligi Fiorini Guerrieri Il Conventino di Monteciccardo Lucarelli Morelli Tenuta Carlini Tenuta Santi Giacomo e Filippo

Accattoli Belisario Capinera Colli di Serrapetrona Conti degli Azzoni Fontezoppa Quacquarini Alberto Santa Cassella Sant’Isidoro Saputi Terre di San Ginesio

ancona Angeli di Varano Badiali & Candelaresi Benforte Brunori Colonnara Fattoria Le Terrazze Garofoli Giusti Lanari Mancini Marotti Campi Mencaroni Moncaro Moroder Piersanti Pievalta Santa Barbara Sartarelli Strologo Umani Ronchi Vallerosa Bonci Vicari Vignamato Vigne di Leo

fermo Casale Vitali Santa Liberata Tenute Rio Maggio

ascoli piceno Cantina Offida Cantine di Castignano Centanni Cherri Ciù Ciù Colli Ripani La Canosa La Vite Maritata Poderi dei Colli San Filippo San Giovanni Tenuta Cocci Grifoni Tenuta Spinelli Tenute del Borgo Velenosi Villa Pigna

spumanti

Pesaro Urbino


i vini

premiati awarded wines

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Pesaro Urbino Guerrieri · COLLI PESARESI SANGIOVESE GALILEO RISERVA 2011 Il Conventino di Monteciccardo COLLI PESARESI SANGIOVESE CARDOMAGNO 2010 massaioli · PERGOLA ROSSO VERNACOLO 2013

i vini premiati

ancona Bucci VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI CLASSICO SUPERIORE BUCCI 2012 Carletti Sauro · ALBA CLARA 2013 Casalfarneto · CIMAIO 2011 Castellani · ROSSO CONERO VIGNA CLARI 2012 Colonnara VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI SPUMANTE BRUT UBALDO ROSI 2008 Fattoria Coroncino VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI CLASSICO SUPERIORE IL CORONCINO 2012 Fattoria Le Terrazze · CONERO SASSI NERI RISERVA 2009 Fazi Battaglia CASTELLI DI JESI VERDICCHIO CLASSICO SAN SISTO RISERVA 2011 Finocchi · VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI CLASSICO 2013 Garofoli VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI LA SELEZIONE GIOACCHINO GAROFOLI RISERVA 2008 Garofoli VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI CLASSICO SUPERIORE PODIUM 2012 Garofoli VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI SPUMANTE BRUT RISERVA 2009 La Calcinara · CONERO FOLLE RISERVA 2008 Lanari · CONERO FIBBIO RISERVA 2010 Landi Luciano · RAGOSTO 2011 Mancini CASTELLI DI JESI VERDICCHIO CLASSICO RISERVA 2011

Marconi LACRIMA DI MORRO D’ALBA SUPERIORE 2012 Marconi VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI CLASSICO SUPERIORE 2013

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Marotti Campi CASTELLI DI JESI VERDICCHIO CLASSICO SALMARIANO RISERVA 2011 Mecella · CONERO RUBELLIANO RISERVA 2010 Moncaro CASTELLI DI JESI VERDICCHIO CLASSICO VIGNA NOVALI RISERVA 2011

Moncaro · CONERO NERONE RISERVA 2011

Moroder Alessandro · CONERO DORICO RISERVA 2010 Piersanti VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI CLASSICO SUPERIORE BACHERO 2012 Piersanti VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI CLASSICO SUPERIORE TERRE DI SAMPAOLO 2012 Ripa Marchetti VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI CLASSICO CAPOLINO 2013

i vini premiati

Monte Schiavo · VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI CLASSICO SUPERIORE PALLIO DI SAN FLORIANO 2013

Santa Barbara CASTELLI DI JESI VERDICCHIO CLASSICO STEFANO ANTONUCCI RISERVA 2012 Serenelli · ROSSO CONERO VARANO 2011 Strologo Silvano · CONERO DECEBALO RISERVA 2009 Umani Ronchi VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI VECCHIE VIGNE 2012 Umani Ronchi · CONERO CAMPO SAN GIORGIO RISERVA 2009 Valmusone · NOTTE ROSA 2013 Valmusone · CHARDONNAY PURA ESSENZA 2013 Vicari LACRIMA DI MORRO D’ALBA SUPERIORE DEL POZZO BUONO 2012 Vignamato VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI CLASSICO AMBROSIA RISERVA 2009 Vigne di Leo · VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI CLASSICO 2013

macerata Borgo Paglianetto · VERDICCHIO DI MATELICA VERTIS 2012 Conti Degli Azzoni · VINO DA UVE STRAMATURE SULTANO 2011 Fattoria La Monacesca · VERDICCHIO DI MATELICA MIRUM RISERVA 2012 Felici Andrea CASTELLI DI JESI VERDICCHIO CLASSICO IL CANTICO DELLA FIGURA RISERVA 2011

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Fontezoppa · COLLI MACERATESI RIBONA 2010 Santa Cassella COLLI MACERATESI PASSITO GIARDIN VECCHIO 2007

fermo Castelli Maria Pia · ERASMO CASTELLI 2008

i vini premiati

Fattoria Dezi · REGINA DEL BOSCO 2011 Le Corti dei Farfensi · ROSSO PICENO SUPERIORE SAN IOSEPH 2009 Le Senate · CACINELLO 2011 Lumavite · SANGIOVESE FRASSETO 2008 MADONNABRUNA – FALERIO PECORINO MAREE 2013 Santa Liberata · ROCCA DI MONTEVARMINE 2013 Terra Fageto · ROSSO PICENO RUSUS 2011

ascoli piceno Cantina Offida · ROSSO PICENO SUPERIORE IL PODESTA’ 2010 Fiorano · ROSSO PICENO SUPERIORE TERRE DI GIOBBE 2011 Le Caniette · ROSSO PICENO MORELLONE 2008 Oasi degli Angeli · KUPRA 2011 Oasi degli Angeli · KURNI 2012 Rocca di Castiglioni · ROSSO PICENO CONSOLE CASTINO 2012 San Filippo · OFFIDA ROSSO LUPO DEL CIAFONE 2011 San Michele a Ripa · OFFIDA PECORINO FALCHETTI 2013 Tenuta Cocci Grifoni · OFFIDA PECORINO COLLE VECCHIO 2012 Tenuta Spinelli · OFFIDA PECORINO ARTEMISIA 2013 Velenosi · OFFIDA ROSSO LUDI 2011 Velenosi · ROSSO PICENO SUPERIORE ROGGIO DEL FILARE 2011 Vigneti Vallorani · SORLIVIO 2010

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le cantine i vini e i piatti delle Marche

wineries wines and dishes of the marche

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HAI MANGIATO

la pASTICCIATA?

HAVE YOU EATEN

la pASTICCIATA? by Sommelier Sabina Carloni

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pesaro urbino Elaborazione culinaria del pesarese la pasticciata è una preparazione che non dava notizie di sé fino al 1931 anno in cui comparve per la prima volta come ricetta scritta nella “Guida gastronomica d’Italia” edita dal Touring Club. Sino ad allora era una ricetta orale che si raccontavano e ci si tramandava ed in passato era presente in maniera assidua come pietanza del dì di festa. Nel ricordo dell’infanzia di quanti trascorrevano le festività invernali in famiglia c’è sempre stata questa preparazione di antica tradizione: come pranzo di Santo Stefano o in occasioni conviviali la pasticciata veniva servita come pietanza che accomiatava la prelibatezza fatta in brodo e precedeva le varie tipologie di carne arrosto. L’importanza che veniva riservata a simil piatto era, nella credenza popolare, avvallata dal fatto che veniva preparata per suggellare il fidanzamento ufficiale tra due innamorati. T’ha magnet la pasticèda? era, nell’intercalare locale, la domanda che gli amici rivolgevano al ragazzo per capire se il fidanzamento fosse o meno cosa fatta. La sera prima del pranzo ufficiale la mamma della sposa, infatti, come gesto di benvenuto in famiglia per il futuro genero, procedeva legando diligentemente la carne di girello lardellata, chiodata e condita sapientemente con qualche “foglia bona” (maggiorana) per poi lasciarla marinare nel vino e pepe in grani. La preparazione stessa era un rituale imprescindibile che richiedeva una cottura in casseruola con olio, lardo e qualche spicchio di aglio letto su cui adagiarvi la carne. Battuto di lardo, cipolla, carote, sedano, una sfuma107


pesaro urbino ta di vino secco, concentrato di pomodoro allungato - dove si poteva - con del brodo servivano ad accompagnare la cottura fino quasi al termine… Quasi sì… perché spento il fuoco e dopo l’attesa che la carne si fosse acclimatata per consentirne il taglio, si procedeva al completamento della cottura senza mai rimestare e certi che la fetta fosse ben immersa nel suo condimento. Le nostre colline pesaresi e marchigiane sono una miniera di tradizioni gastronomiche e fortunatamente ora anche enogastronomiche. Una volta la proposta vitivinicola in abbinamento a molte preparazioni era limitata. Oggi abbiamo nello scenario locale Sangiovese dei Colli Pesaresi ed anche un Focara pregevoli vini di qualità che potrebbero senza dubbio nobilitare la preparazione e compiacere le papille già così ben stimolate…. Prosit!

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pesaro urbino La pasticciata is a special a dish of the area of Pesaro. It was an unknown recipe until 1931, the year in which it appeared for the first time in a written form in the “ Guida gastronomica d’Italia “, published by the Touring Club. Until then, the recipe orally was passed on and we know it was a classic course of every feast day. In the childhood memories of those who used to spend their winter holidays with their family there has always been the preparation of this ancient traditional dish. It was cooked for Boxing Day lunch, for example, or other convivial occasions, La pasticciata was served as a main course which followed a delicacy in broth and preceded the various types of roast meat. The importance reserved to such a dish was, in popular belief, due to the fact that it was prepared to seal an official engagement between two lovers. T’ha magnet la pasticèda? Was a local expression, friends used to ask a boy if the announcement of his engagement had been made. The night before the official dinner, the bride’s mother, in fact, as a gesture of welcoming the future son-in-law into the family, tied diligently a piece of larded round steak, which she had seasoned expertly before with some cloves and “foglia bona” (marjoram leaves), and then she marinated it in wine and pepper. The preparation itself was an unavoidable ritual that required cooking in a pan with oil, lard and a few cloves of garlic, a bed of spices for the meat. A lard, onion, carrots and celery mince, dry wine, tomato pa109


pesaro urbino ste mixed with the broth- where possible-, served to accompany cooking almost until the end ... Almost? Yes ... because, once turned the cooker off and after waiting for the meat to cool down to cut it, one proceeded to complete cooking without stirring, making sure that the slices of meat were well-immersed in their sauce. The hills of Pesaro and The Marche region are a treasure trove of culinary traditions and, luckily, nowadays even of food and wine. Once, the proposal in wine combination with a lot of preparations was limited. Today we have Sangiovese of the Colli Pesaresi and also Focara in the wine landscape, they are fine quality wines that can certainly ennoble the preparation and please the taste buds, already well stimulated.... Prosit!

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Bruscia Bucchini Cignano Crespaia Di Sante Fattoria Laila Fattoria Villa Ligi Fiorini Fosso dei Ronchi Guerrieri Il Conventino Lucarelli Mariotti Cesare Massaioli Morelli Muraro Pandolfi Orsini Selvagrossa Tenuta Carlini Tenuta Santi Giacomo e Filippo Terracruda Terre di Giove


i moscioli

di portonovo the moscioli (mussels) of portonovo by Gualberto Compagnucci

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ancona La definizione latina di Lemarck del mytilus galloprovincialis non vuole indicare il nome scientifico di un pennuto ma di una varietà di mitile o meglio cozza. Specie diversa del mytilus edulis diffuso in Atlantico è tipico di tutto il Mediterraneo e del Mar Nero dove è ampiamente allevato. A Taranto si trovano i più grandi allevamenti del mondo di questo bivalve come anche nel mare antistante La Spezia e l’iberica Valencia ma soltanto in Adriatico e per meglio specificare nel mare di Portonovo al Conero il mytilus galloprovincialis si riproduce spontaneamente e quindi da considerarsi selvaggio. Dal confine meridionale del Passetto di Ancona allo scoglio del Trave fino a lambire le acque di Sirolo il bivalve si riproduce in acque limpidissime e ricche di plancton e fitoplancton e la pesca affidata alla Cooperativa dei pescatori di Portonovo con l’ausilio dei suoi autorizzati sub professionisti. La specie è attentamente monitorata e protetta da un presidio Slow Food. Insieme al Brodetto e lo Stoccafisso è parte importante della tradizione gastronomica anconitana. Molte sono le ricette della costa dorica rappresentate da questo stupendo animale marino e vanno dai sautè alla marinara alle zuppe imporchettate al pomodoro fino a quelle impanate e gratinate al forno o ripiene di carne di bovino e suino tuffate poi in un rosso guazzetto. Non si può sostare sulla Riviera del Conero e non approfittare di un gustoso spaghetto e ancor meglio i grossi ciabattoni ai moscioli in salsa di pomodoro, aglio, prezzemolo e basilico. Contrariamente alla ricetta più antica del Brodetto anconitano da tempo i cuochi locali li inseriscono 135


ancona in quest’altra grande specialità vincitrice di molti concorsi nazionali. C’è anche chi ha pensato, come lo chef Simone Baleani del ristorante portonovese il Molo, di fare dei moscioli un’ottima produzione salsata, sterilizzata e conservata in vetro da consumare sulle paste nei periodi invernali. La proposta vitivinicola del Conero si è recentemente molto ampliata ed oltre ai grandi classici offerti dall’enologia marchigiana nei bianchi come Bianchello, Verdicchio, Ribona, Falerio, Pecorino e Passerina tutti perfettamente abbinabili al mitile che ama connubi allargati la ristorazione locale può contare sugli eccellenti Incrocio Bruni 54, Malvasie, Sauvignon e Chardonnay, nonché gli interessanti spumanti prodotti anche con metodo classico oggi ottenuti da Montepulciano vinificato in bianco e per i moscioli arrosto e in zuppa o ripieni gli ormai consolidati rosati sia fermi sia tradotti in bollicine con metodo Martinotti. E…il virtuoso Rosso Conero? Lasciamolo per le altre ottime specialità locali ed oltre, a base di carni, cacciagione e grandi formaggi stagionati.

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ancona Lemarck’s Latin definition of the mytilus galloprovincialis does not want to state the scientific name of a bird, but a variety of mussel or better “cozze”. It is a different species of mytilus edulis widespread in the Atlantic Ocean, which is typical of the entire Mediterranean Sea and Black Sea, where it is widely grown. In Taranto, there are the largest cultures in the world of this bivalve, as well as in the sea off La Spezia and Valencia, in Spain. However only in the Adriatic Sea, especially off Portonovo, in the Conero area, the mytilus galloprovincialis breeds spontaneously and therefore it is to be considered wild. From the southern border of the Passetto, in Ancona, to the Scoglio del Trave until you reach the waters of Sirolo, the bivalve breeds in the clear waters rich in plankton and phytoplankton. It can be collected by the Cooperativa di Pescatori di Portonovo with the help of his authorized scuba divers. The species is closely monitored and protected by a Slow Food Presidium. It is an important part of the culinary tradition of Ancona together with its special fish soup and the Stockfish. Along the Doric coast there exist many recipes based on this wonderful marine animal, they range from “alla marinara” sautéed and “imporchettate” tomato soups to breaded and baked, au gratin or stuffed with meat, beef and pork ones then dipped in a red “guazzetto” (fish sauce). If you stay on the Riviera del Conero you cannot miss two dishes: tasty spaghetti and big ciabattoni, the latter is even better, with mussels in tomato sauce, seasoned with garlic, parsley and basil. Apart from the oldest 137


ancona recipe of the “Brodetto Anconitano”, local chefs have been using these mussels in another great specialty winning many national competitions. Some of them, as the chef Simone Baleani in the restaurant il Molo in Portonovo, have been making a very good production of mussel sauce, sterilized and stored in glass jars, to be consumed on pasta in the winter. The viticultural proposal of the Conero has very recently expanded and in addition to the great classic white wines offered by the oenology of Le Marche - Bianchello, Verdicchio, Ribona, Falerio, Pecorino and Passerina to be perfectly combined with mussel that loves broaden combination - local restaurants can count on the excellent Incrocio Bruni 54, Malvasia, Sauvignon and Chardonnay, as well as on interesting sparkling wines produced following the Méthode Champenoise, obtained from Montepulciano, nowadays vinified in white. Dishes with roast mussels, soup mussels or stuffed mussels can be combined with the usual rosé wines, both still and fizzy with Martinotti method. And ... what about the virtuoso Rosso Conero? Let’s drink it with the other excellent local specialties: meat, wild game and matured cheeses.

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Accadia Angeli di Varano Antica Cantina Sant’Amico Badialetti Badiali e Candelaresi Benforte Boccafosca Broccanera Brunori Bucci Carletti Casalfarneto Castellani Ceci Col di Corte Colonnara Conti di Buscareto Croce del Moro Eredi Moroder Fattoria Coroncino Fattoria Gens Camuria Fattoria Le Terrazze Fattoria Lucesole Fazi Battaglia Finocchi Fioretti Brera Garofoli Giusti La Calcinara La Marca di San Michele Lanari Landi Lucchetti MA.RI.CA.

Mancinelli Mancini Marchetti Marconi Marotti Campi Mecella Mencaroni Mercante Mezzanotte Moncaro Montecappone Monte Schiavo Moroder Pesaresi Piantate Lunghe Piersanti Pievalta Podere Giustini Podere Santa Lucia Poderi Mattioli Poggio Montali

Polenta Politi Quaresima Ripa Marchetti Sabbionare Santa Barbara Sartarelli Serenelli Sparapani Frati Bianchi Strologo Tenuta San Marcello Tenuta San Martino Tombolini Fulvia Umani Ronchi Vallerosa Bonci Valmusone Veneranda Vite Vicari Vigna degli Estensi Vignamato Vignedileo


brodetto bianco

di porto recanati

brodetto in white wine sauce

of porto recanati

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macerata Nella “Guida gastronomica d’Italia” del Touring Club Italiano del 1931 si legge testualmente: “Le Marche hanno dato origine ad una delle specialità classiche della cucina italiana, il brodetto, per il quale vanno famosi i centri del litorale marchigiano e particolarmente alcuni di essi…”. Da qui si deduce che in quello di Porto Recanati, la gente “usa infarinare il pesce, fa un sugo denso ed adopera lo zafferano selvatico (zafferanella)…; si aggiungono fette di pane abbrustolite” ed è necessaria “una ricca varietà di pesci, tra cui le spigolette, i roscioli (triglia minore), i cefali, le sogliole, i pesci rondine ecc. con pannocchie, seppie e calamaretti i quali si fan cuocere …in un soffritto d’olio, cipolla e prezzemolo, con aglio, pepe, sale; il tutto è poi versato… alla fine della cottura sulle fette di pane contenute nella zuppiera. Ne risulta un’amalgama di sapori ed aromi certamente vigorosi, ma pur delicati. A Porto Recanati il brodetto si prepara anche per essere esportato e lo si spedisce in scatole di latta”. Attualmente la maggior parte dei ristoranti di Porto Recanati continua a portare avanti la ricetta a base di zafferanella ritenendo che è proprio questa caratteristica che distingue il brodetto portorecanatese da tutti gli altri, così che la ricetta viene catalogata negli anni ’90 dall’Accademia del brodetto fondata a Porto Recanati: Ingredienti: un chilo e mezzo di pesce (seppie, coda di rospo, pesce ragno, pannocchie, nasello, razza, triglia, palombo ecc.), due cipolle, due bicchieri di olio extravergine di oliva, due bicchieri di vino bianco secco, cinque grammi di zafferanella (Carthamus tintorius), pane raffermo, sale e pepe; Esecuzione: far soffriggere in una grande casseruola a due manici in olio extra vergine di oliva abbondante la cipolla finemente affettata, aggiungere poi le seppie precedentemen217


macerata te tagliate a pezzi; lasciare insaporire e rosolare a fuoco lento; ricoprire le stesse di brodo di pesce ed aggiungere la zafferanella. Aggiustare di sale e pepe e portare a cottura sempre molto lentamente. Quindi sistemare in altro tegame grande a due manici i vari pesci a strati avendo cura di lasciare per ultimi quelli più teneri. Ad operazione ultimata versare tutto il brodetto precedentemente ottenuto con le seppie (già sistemate tra gli strati di pesce già detti) ed aggiungere, in parti eguali, acqua calda e vino bianco secco. Regolare di sale e pepe e portare a cottura a fuoco allegro per 15/18 minuti circa. Non toccare mai il pesce con mestoli o palette ma utilizzare i due manici del tegame per rimuovere di tanto in tanto il brodetto in cottura evitando così di rompere i pesci. A cottura ultimata disporre le fette di pane abbrustolito su appositi piatti e ricoprirli di pesce; versare sopra l’intingolo. Il brodetto alla porto recanatese è un capolavoro di sensazioni saporifiche gratificanti, appagante, strutturato, unico e diverso dagli “altri brodetti” per la presenza della zafferanella che regala un’elegante speziatura alla già molto percettibile aromaticità. Il piatto, complesso e succulento, rivela in aggiunta una tendenza dolce ed una certa untuosità. Pertanto il vino deve essere bianco, intensamente profumato, di struttura con una bella vena fresco/sapida e decisa alcolicità. A tale proposito la scelta non può che cadere sui due vini bianchi della Provincia di Macerata che coniugano in sé forza, classe ed eleganza: un Colli Maceratesi Ribona o un Verdicchio di Matelica. · Il bordetto alla porto recanatese ricerca storico letteraria curata dal giornalista Ugo Bellesi dell’Accademia della cucina Italiana · Foto di copertina: Ristorante Dario Porto Recanati

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macerata In the 1931 Italian Touring Club “Restaurant guide of Italy” there is a quote which reads verbatim: “The Marche gave rise to one of the classics of Italian cuisine, il brodetto, a fish soup, for which the coastal towns of the central Marche region are famous for and in particular some of them ... “ And so it follows that in Porto Recanati, people “use fish coated in flour, then they make a thick sauce and use wild saffron (zafferanella) ...; they then add slices of toasted bread and a rich variety of fish which is necessary including sea bass, small mullet, gray mullet, sole, flying gurnard, etc with cobs, cuttlefish and squid which are cooked in a sauté of onion, parsley, garlic, pepper and salt in olive oil. At the end of the cooking time the whole is then poured on bread slices placed in a bowl. The result is an amalgamation of flavors and aromas certainly vigorous, but still delicate. In Porto Recanati the soup is also prepared and put into tins for export. “ Currently, most of the restaurants in Porto Recanati continue to use this recipe believing that it is the “zafferanella” (wild saffron) which is the ingredient that distinguishes the “Portorecanatese” soup from all others, and this is the reason why the recipe was cataloged in the 90s by the Accademia del Brodetto founded in Porto Recanati: Ingredients: Three pounds of seafood (squid, monkfish, spider fish, cobs, hake, race, mullet, dogfish etc.), Two onions, two glasses of extra virgin olive oil, two glasses of dry white wine, five grams of wild saffron “zafferanella2 (Carthamus tintorius), stale bread, salt and pepper; Direction: Using a large saucepan with two handles, fry the finely 219


macerata sliced onion, then add the squid previously cut into pieces in an abundant amount of extra virgin olive oil; leave to flavor and brown on a low heat; cover the fish broth and add the wild saffron. Season with salt and pepper and cook very slowly. Then in another large pan with two handles place various fish in layers taking care to leave the tenderest for the last. After finishing the last layer pour the broth previously obtained from the cuttlefish (already arranged between the layers of fish) and add hot water and dry white wine, in equal parts. Add salt and pepper as necessary and cook on a high heat for 15-18 minutes. The fish should never be touched with ladles or palettes, instead use the two handles of the pan to remove from the heat from time to time, this way avoiding breaking the fish. When cooked, place the slices of toasted bread in special dishes and cover with the fish, finally pour over the sauce. The brodetto of Porto Recanati is a masterpiece of rewarding tasty sensations, fulfilling, structured, unique and different from “any other soups� because of the presence of zafferanella (wild saffron) that gives an elegant spiciness to the already very perceptible aroma. This complex and succulent dish, in addition also reveals a sweet tendency and certain oiliness. Therefore, the wine must be white, intensely fragrant, structured with a nice fresh/savory vein and strong alcohol. With regard to this, the choice can only fall on the two white wines from the Province of Macerata that combine in themselves strength, class and elegance: Colli Maceratesi Ribona or Verdicchio di Matelica.

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The historical research literature on the brodetto (broth) of Porto Recanati was supplied by the journalist Ugo Bellesi from the Accademia della cucina Italiana Photo: Ristorante Dario, Porto Recanati


Accattoli Belisario Bisci Borgo Paglianetto Capinera Colli di Serrapetrona Colognola Conti degli Azzoni Fattoria La Monacesca Felici Andrea Fontezoppa I Tre Filari Il Pollenza Montecoriolano Montesanto Muròla Podere sul Lago Quacquarini Alberto Quacquarini Lanfranco Santa Cassella Sant’Isidoro Santori Saputi Tenuta di Tavignano Tenuta Piano di Rustano Terre di San Ginesio Villa Forano


Firmum

firma fides Romanorum Colonia

Firmum

signature fides Romanorum Cologne

by Annachiara e Stefano Isidori

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fermo È il motto della città di Fermo (Firmum firma fides Romanorum Colonia) che, tradotto dal latino, significa “Fermo città di ferma fede, Colonia dei Romani”, onore guadagnato dalla città grazie alla fedeltà assicurata ai Romani nelle guerre puniche. Fermo (Firmum Picenum in latino), storica cittadina del sud delle Marche, sorge sul Colle Sàbulo, così denominato sicuramente per la sua formazione prevalentemente tufacea (in latino sàbulum-sabbia). Il territorio, che si sviluppa dalla costa Adriatica ai Monti Sibillini, è punteggiato di abitazioni secondo l’uso dell’economia agraria mezzadrile, che prevedeva la presenza di una famiglia colonica su ogni appezzamento di terreno anche se di pochi ettari. Era consuetudine, per le famiglie coloniche, essere autosufficienti e produrre, o procurarsi, da soli tutto ciò che era necessario per la sopravvivenza. Così sono nate moltissime ricette che poi sono diventate tradizione. Non si sprecava niente, si sfruttava tutto al massimo e le “vergare” s’ingegnavano per creare manicaretti succulenti anche da materie prime sfruttate al massimo. La nostra ricetta nasce proprio dall’esigenza di non “buttare nulla”, dalla necessità di utilizzare tutto. La femmina del coniglio a fine “carriera”, nel momento in cui non era più in grado di accudire alla propria prole, andava eliminata ma non “buttata”; doveva essere insomma consumata. Ma un’animale di tre/quattro anni che aveva dato alla luce diversi eredi aveva carni coriacee, poco adatte al consumo così come erano, ossia magre, dure, “stoppacciose”. Qualche “vergara” ha 250


fermo pensato quindi di disossare l’animale, farcirlo con carne e grasso di maiale, aromatizzarlo con aglio, rosmarino e finocchietto selvatico e, dopo aver arrotolato il tutto, cucirlo e metterlo nel forno. Nasce così una ricetta che rimarrà nella nostra tradizione, il coniglio in porchetta. Oggi forse non si usano più le femmine di coniglio a fine carriera, ma il procedimento è lo stesso per regalarci un momento di vero piacere. Le carni da cortile, come il coniglio, sono un classico nella cucina del territorio piceno, dettata da esigenze di sopravvivenza. Il maiale, sempre presente, si macellava in inverno per fare la salata; il bovino, dove presente, era usato per il traino di carri e aratri. Le carni che i coloni usavano per nutrirsi erano quelle di bassa corte. Cuocerle poi in “porchetta” era una normale pratica utilizzata sia per insaporire le carni sia, nel caso del nostro coniglio, per renderle più tenere, appetitose e succulente. La ricetta prevede un coniglio disossato a dovere, riempito di un trito di carne di maiale, prosciutto, pancetta o ciauscolo, fegato del coniglio e aromatizzato con aglio, finocchio selvatico, rosmarino, pepe e sale. Dopo aver esso va riempito il coniglio con il trito di carni ed insaporito con le erbe aromatiche, va arrotolato, cucito e legato con cura, umettato d’olio extravergine, messo nel forno caldo (meglio se a legna) e lasciato cuocere lentamente. Prima di servirlo, liberarlo dallo spago e tagliarlo a fette o pezzi. Tradizionalmente con questa succulenta preparazione si versava nel calice il vino rosso d’annata che si produceva con le rosse uve locali di Sangiovese e Montepulciano, era l’antesignano del moderno Rosso Piceno, fresco e fragrante con ricor251


fermo di di ciliegie e violette, con una buona struttura alcolica bilanciata dall’acidità. In epoca moderna, abbandonando la “vecchia femmina” del coniglio (coriacea e dura) si può stappare una buona bottiglia di vino bianco, un Falerio Pecorino strutturato, con spiccata acidità e un morbida alcolicità, con una persistenza gusto olfattiva che rimanda alle note di frutti e fiori gialli.

The motto of the city of Fermo is: Firmum signature fides Romanorum Cologne, which, translated from Latin, means “Fermo is the city of firm faith, a Roman settlement”. A honor that was awarded thanks to the loyalty the city secured to the Romans during the Punic Wars. Fermo (Firmum Picenum in Latin), a historical town in the south of the Marche, lies on the Colle Sàbulo, a name coming from the nature of its soil, mainly tufaceous, (the Latin sàbulum stands for sand). The area, which extends from the Adriatic coast to the Sibillini Mountains, is dotted with houses according to the custom of the agrarian sharecrop economy, which included the presence of a family farmhouse on each plot of land even of few hectares. The family run farm used to be self-sufficient and produced or procured all that was necessary for survival. 252


fermo Nowadays, we have a lot of recipes belonging to the pasts that have become traditional ones. Nothing was wasted, everything was exploited to the maximum and “le vergare” (the matriarchs) worked hard to create mouth-watering dishes also from raw materials they utilized to the maximum. Our recipe responded to the need not to “throw anything away”, the need to use everything. The female rabbits, at the end of their “career”, when they were no longer able to care for their offsprings, were eliminated, but not “thrown away”; in other words, they had to be consumed. Anyway, a three/four-year-old animal, that had repeatedly given birth to so many rabbits, had leathery meat, so they were not suitable for consumption. They were lean, hard, “stoppacciose” (gristly). That is why some “vergara” thought to bone the animal, stuff it with meat and pork fat, flavour it with garlic, rosemary and wild fennel, and after wrapping it on itself, they sew it and put it in the oven. The result was a recipe that was going to be part of our tradition, the “coniglio in porchetta”. Nowadays, female rabbits at the end of their “career” are no longer used, but the process is for a stuffed rabbit is the same and gives us a moment of great pleasure. Poultry, such as rabbit, is classically employed in the dishes of the Piceno territory, motivated by the need to survive. The pigs, ever-present, were slaughtered in the winter and processed with the use of salt and spices; the bovines, where present, were used to haul carts and plows. The farmers used to eat poultry meat and the preparation “in porchetta” was a normal practice to flavour the 253


fermo meat and to make it more tender, tasty and succulent, as in the case of an old female rabbit. The recipe requires to bone properly the rabbit, to fill it with minced pork, ham, bacon or ciauscolo, rabbit liver and to flavour it with garlic, fennel, rosemary, pepper and salt; then it must be wrapped on itself, sewn and tied with a kitchen twine, carefully moistened with extra virgin olive oil, put in a hot oven (preferably a wood one) and then baked slowly. Before serving, the twine must be removed, and the meat can be cut into slices or pieces. Traditionally, this succulent preparation was combined with a vintage red wine that was produced with the local red grapes of Sangiovese and Montepulciano; it was the precursor of the modern Rosso Piceno, fresh and fragrant with hints of cherries and violets, with a good alcohol structure, balanced by acidity. In modern times, abandoning the “old female� rabbit (leathery and tough) you can uncork a good bottle of white wine, a structured Falerio Pecorino, with high acidity and a soft alcohol, with a persistence both on the nose and on the palate, with notes of yellow fruit and flowers.

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Casale Vitali Castelli Maria Pia Conti Maria Fattoria Dezi Fausti La Pila Le Corti dei Farfensi Le Senate Le Vigne di Franca Lumavite Madonnabruna Ortenzi Santa Liberata Sgaly Tenute Rio Maggio Terra Fageto


i ravioli

incaciati the ravioli

incaciati by Silvana Gabrielli

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ascoli piceno Sembrerebbe che il nome CARNEVALE derivi dal latino medievale “carne levare”, cioè “togliere la carne” dalla dieta quotidiana, in osservanza del divieto nella religione cattolica di mangiare la carne durante i quaranta giorni di quaresima. Ancora oggi il Carnevale rappresenta un’occasione di divertimento ma è anche l’occasione per mangiare cibi tradizionali che variano da paese a paese. Ad Ascoli Piceno non è carnevale se non si mangiano i ravioli di gallina incaciati e quelli fritti in agrodolce. Questa laboriosa ricetta dalle antiche origini è esclusiva di Ascoli Piceno, infatti non se ne trovano tracce in nessun’altra parte del Paese. I ravioli, nelle due versioni, lessi e fritti, sono i protagonisti della tavola di tutto il periodo carnevalesco, vengono mangiati a pranzo, merenda e cena, dal giovedì al martedì grasso. L’ ingrediente principale del ripieno è la gallina lessa con aggiunta di carne di manzo, maiale e pane raffermo, la quantità di quest’ultimo ingrediente, in un certo senso, determinava il ceto sociale della famiglia, infatti i meno abbienti utilizzavano quantità enormi di pane fino a cambiarne il nome in “ravioli di pane” o di “pappa”. Nella ricetta, non si utilizzano dosi ben precise, ogni famiglia ha le sue e, come accade con la ben più nota ricetta delle olive ripiene, ognuno ritiene che la sua preparazione sia la migliore. Gli ingredienti principali sono: una gallina intera, carne di maiale e manzo dello stesso peso della gallina, il tutto va bollito con seda273


ascoli piceno no carota cipolla e stecche di cannella, la carne viene macinata insieme alle verdure di cottura, si aggiunge la famosa mollica di pane ammorbidita con il brodo, le uova, il pecorino e la cannella in polvere fino ad ottenere un composto omogeneo e morbido. L’impasto della pannella è lo stesso che viene normalmente utilizzato per le tagliatelle con l’aggiunta di una piccola quantità di acqua. I ravioli, una volta confezionati nella maniera classica, vanno arricciati con le dita sui bordi di chiusura a “creste di gallo” ciò impedirà la fuoruscita dell’impasto e tratterrà meglio il condimento, vanno lessati per qualche minuto in acqua bollente salata e, una volta scolati, vengono fatti rotolare su un piatto contenente abbondante pecorino misto a cannella in polvere, vanno serviti bollenti e mangiati rigorosamente con le mani. Lo stesso ripieno viene utilizzato per la versione dei ravioli fritti, l’impasto viene fatto senza uova, solo con farina, acqua, vino bianco e strutto, fritti in olio di semi di arachidi e strutto e spolverati con abbondante zucchero semolato. Questa preparazione, in tutte e due le versioni, richiede un vino leggermente tannico con una buona presenza acida. Nel nostro territorio queste caratteristiche sono assolutamente riscontrabili in un Rosso Piceno dell’ultima annata o, ancora meglio, nel Rosso Piceno Sangiovese.

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ascoli piceno It would seem that the name comes from the medieval Latin CARNIVAL “carne levare”, meaning “to remove the meat” from the daily diet, in compliance with the ban in the Catholic religion to eat meat during the forty days of Lent. Even today, the Carnival period is an occasion to have fun but it is also an opportunity to eat traditional foods that vary from town to town. It is not Carnival time in Ascoli Piceno if you do not eat the chicken ravioli “incaciati” (sprinkled with cheese) and the fried, sweet and sour ravioli. This laborious recipe from ancient origins is exclusive to Ascoli Piceno, in fact there are no records found anywhere else in the country. The ravioli, in both versions, boiled and fried, are the main characteristics of the dishes served throughout the carnival period, and are eaten at lunch, as snacks and at dinner, from Thursday to Shrove Tuesday. The main ingredient for the filling is boiled chicken with added beef, pork and stale bread, the amount of this last ingredient, in a sense, determined the social status of the family, in fact the least well-to-do ones used up such huge amounts of bread that the name was changed to “ravioli di pane” (ravioli of bread) or “papa” In the recipe, precise quantities are not used, every family has their own and, as with the more well-known recipe of stuffed olives, everyone believes that their preparation is the best. The main ingredients are: a whole chicken, the same amount of pork and beef so 275


ascoli piceno it’s the same weight as the chicken, it should all be boiled with celery and carrots and sticks of cinnamon- The meat is then ground together with the cooked vegetables, plus the famous bread crumbs softened with broth, eggs, cheese and cinnamon until the mixture is smooth and soft. The dough mixture is the same as normally used for noodles but with a small amount of water added. The ravioli, once prepared in the traditional way, need to be curled at the edges like a “corkscrew” using your fingers, as this will prevent the filling escaping from the dough and retain the best seasoning. The ravioli are then boiled for a few minutes in boiling salted water and, once drained, are rolled on a plate containing pecorino cheese mixed with cinnamon powder. The ravioli should be served hot and eaten strictly by hand. The same filling is used for the fried version of the ravioli, the dough is made without eggs, only flour, water, white wine and lard, fried in peanut oil and lard and sprinkled with plenty of sugar. This dish, for both versions, requires a slightly tannic wine with a good sour presence. In our country these features are found without doubt in last year’s Rosso Piceno or, even better, in the Rosso Piceno Sangiovese.

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De Angelis Allevi Dianetti Aurora Domodimonti Cameli Fiorano Campo di Maggio La Canosa Cantina Offida Cantine di Castignano La Fontursia La Valle del Sole Centanni La Vite Maritata Cherri Le Caniette Ciù Ciù Le Cantine di Figaro Collevite Oasi degli Angeli Colli Ripani Pantaleone Damiani Poderi Capecci D’Angelo Poderi dei Colli

PS Winery Rocca di Castiglioni Saladini Pilastri San Filippo Sangiovanni San Michele a Ripa Tenuta Cocci Grifoni Tenuta Spinelli Tenute del Borgo Velenosi Vigneti Vallorani Villa Grifoni Villa Pigna


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oli

monovarietali mono-varietal oils

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Un tesoro tutto da scoprire: gli oli monovarietali marchigiani di Barbara Alfei Da sempre l’olivo, con le sue chiome argentate, caratterizza il paesaggio marchigiano, insieme al grano e alla vite. Nel Medio Evo, l’olio “de marchia” veniva venduto ai commercianti veneziani e a Firenze ad un prezzo superiore rispetto ad altri oli in virtù del suo sapore e colore….l’olio marchigiano aveva pertanto una sua identità e un suo valore, che ancora oggi sono determinati da un patrimonio genetico ricco e variegato, sorgente di biodiversità. Sono circa 20 le varietà autoctone di olivo delle Marche, diffuse da secoli in areali piuttosto circoscritti, selezionate empiricamente dagli olivicoltori per la tolleranza alle principali avversità climatiche e parassitarie, in grado di garantire la qualità e tipicità del prodotto. Oltre a Leccino e Frantoio, a diffusione nazionale, troviamo la Raggiola maggiormente presente in provincia di Pesaro Urbino, Raggia e Rosciola Colli Esini in provincia di Ancona, accompagnate dalla Mignola; in provincia di Macerata, oltre alla Mignola troviamo il Piantone di Mogliano, la Coroncina e l’Orbetana; nel Fermano il Sargano di Fermo e il Piantone di Falerone; Carboncella e Ascolana tenera nella provincia di Ascoli Piceno. E ancora tra le varietà minori Capolga, Oliva grossa, Cornetta, Sargano di San Benedetto, Nebbia del Menocchia, Lea …. Nella presente guida vengono riportati gli oli monovarietali prodotti nella campagna 2013-2014, ammessi alla 11° Rassegna Nazionale degli oli monovarietali, selezionati dal Panel regionale ASSAM – Marche, riconosciuto dal C.O.I. (Consiglio Oleicolo Internazionale) e dal Ministero dell’Agricoltura.

11° Rassegna Nazionale Oli Monovarietali E Organizzatori:

ASSAM e Regione Marche, in collaborazione con CRA – OLI sede distaccata di Spoleto e New Business media. E Comitato tecnico-scientifico: Barbara Alfei (Presidente), Giorgio Pannelli, Antonio Ricci. E Panel Regionale ASSAM - Marche: Carlo Brunori, Federico Cappelletti, Roberto Catorci, Giovanni Cavezza, Renzo Ceccacci, Donatella Di Sebastiano, Elisabetta Gabrielloni, Gabriella Gabrielloni, Nicola Gattanella, Fausto Malvolti, Monica Rossetti, Simona Sestili, Ugo Testa; inoltre Sandra Barboni, Meri Ruggeri, Silvano Zannotti. E Centro Agrochimico ASSAM – Analisi chimiche: Erica Avaltroni, Luminari Chiara, Francesco Virdis. 320


A treasure to be discovered: Marche mono-varietal oils www.assam.marche.it Olive trees, with their silver foliages, have always characterizes the landscape of the Marche, along with wheat and vines. In the Middle Ages, the “de marchia� oil was sold to Venetian merchants and Florence at a price that was higher than other oils because of its taste and colour ... The oil of the Marche region, therefore, had its own identity and its value, which still today are determined by a rich and varied genetic heritage, source of biodiversity. There are about 20 native varieties of olive trees in the Marche, popular over the centuries in rather limited areas. They were empirically selected by the growers according to the tolerance to major climatic and parasitic adversity; in that way, they were able to ensure the quality and typicality of the product. In addition to Leccino and Frantoio, which are spread all over the country, we find Raggiola, that is more common in the province of Pesaro Urbino, Raggia and Rosciola Colli Esini in the province of Ancona, accompanied by Mignola in the province of Macerata. In addition to Mignola we find Piantone di Mogliano, Coroncina and Orbetana. In the province of Fermo we find Sargano and Piantone of Falerone. Carboncella, and Ascolana Tenera are in the province of Ascoli Piceno. And even among the minor varieties Capolga, Oliva grossa, Cornetta, Sargano of San Benedetto, Nebbia of Menocchia, Lea .... This guide shows the mono-varietal oils produced in the 2013-2014 campaign, admitted to the 11th National Festival of mono-varietal oils, selected by the Regional Panel ASSAM - Marche, recognized by th e I.O.C. (Internation Oil Council) and the Ministry of Agriculture.

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oli monovarietali marchigiani Rassegna Nazionale degli oli monovarietali per la valorizzazione delle varietà di olio autoctone “1 varietà, 1 olio”: gli oli monovarietali, ovvero gli oli ottenuti a partire da olive di una sola varietà, consentono di esaltare le peculiarità di ciascun genotipo. Un patrimonio olivicolo estremamente variegato ci offre, nelle Marche ed in Italia, la possibilità di proporre sul mercato produzioni differenziate, nelle caratteristiche chimiche e nelle sensazioni organolettiche, con una specifica identità genetica e territoriale, arricchita di storia, cultura e tradizioni locali; identità che possa essere percepita ed apprezzata dal consumatore e dal mondo della ristorazione, per un utilizzo sempre più consapevole nel quotidiano e per una ricerca sempre più attenta dei migliori abbinamenti in gastronomia. Le diverse edizioni della Rassegna Nazionale degli oli monovarietali hanno contribuito ad incrementare la banca dati, consentendo di migliorare sempre più l’attendibilità dei profili sensoriali e chimici degli oli monovarietali maggiormente pervenuti. La ricerca dell’identità del prodotto è un obiettivo che molti produttori stanno perseguendo, per differenziarsi in un mercato estremamente variegato, posizionandosi in una fascia alta di qualità, con un prezzo che sia, al tempo stesso, economicamente competitivo. La qualità e la tipicità degli oli extravergini di oliva sono determinate da fattori genetici (varietà), ma anche ambientali, agronomici e tecnologici, che influiscono sulle caratteristiche sia analitiche che sensoriali del prodotto. Nel corso delle ultime dieci edizioni della Rassegna sono pervenuti 2.832 campioni di olio monovarietale prodotti in 18 regioni italiane e rappresentativi di oltre 149 varietà censite e catalogate. Tutti i dati analitici e sensoriali sono stati elaborati statisticamente dall’Istituto di Biometeorologia del CNR di Bologna e resi disponibili su internet all’indirizzo http://www.olimonovarietali.it.

Le tipologie sensoriali Sono 6 le tipologie sensoriali individuate attraverso l’analisi dei clusters effettuata dall’Ibimet CNR di Bologna sui profili organolettici dei 2.160 campioni di oli monovarietali appartenenti a 86 varietà ammessi alla rassegna negli anni 2006-2014 (utilizzando solo i campioni appartenenti a varietà presentate in almeno 3 annate della rassegna); tale analisi ha consentito di identificare differenze e/o similitudini tra i profili sensoriali delle tipologie monovarietali, benchè ciascun olio abbia uno specifico profilo organolettico. L’elevata variabilità dei profili dimostra la ricchezza del patrimonio olivicolo italiano e marchigiano; la vasta gamma di attributi sensoriali evidenzia differenze nelle intensità di fruttato di oliva, amaro e piccante e soprattutto una ricchezza degli attributi secondari come erba, carciofo, pomodoro, mandorla fresca, frutti di bosco ed erbe aromatiche; i sentori varietali infatti sono fortemente legati al genotipo, molto più che all’ambiente di coltiva322


rassegna nazionale degli oli monovarietali zione o a parametri agronomici e tecnologici. La definizione delle 6 tipologie consente di semplificare il variegato mondo di profumi e sapori degli oli italiani, in modo da facilitarne l’utilizzo da parte di chef che ricercano una determinata tipologia di olio su un piatto specifico, ma anche di venire incontro ai consumatori più attenti ed esigenti, che vanno alla scoperta di sensazioni particolari, in base alle proprie preferenze e alla possibilità di abbinare l’olio tipico al piatto/prodotto tipico, con una attenzione crescente agli aspetti nutrizionali e salutistici. E’ interessante notare come in ciascuna delle 6 tipologie sensoriali in cui possono essere riassunti i profumi e sapori di tutti gli oli monovarietali italiani, siano presenti uno o più oli di varietà di olivo delle Marche. La prima tipologia è caratterizzata da un livello medio di fruttato, medio-leggero di amaro e piccante, con sentore prevalente di mandorla fresca e leggere sensazioni di erba/foglia e carciofo; a questa appartengono le varietà marchigiane Piantone di Mogliano, Raggia, Sargano di Fermo, Leccino. La seconda tipologia è caratterizzata da un livello medio di fruttato, amaro e piccante, con sentori di mandorla fresca, erba/foglia e carciofo; a questa appartengono gli oli di Raggiola, Sargano di Ascoli, Frantoio. La terza tipologia è caratterizzata da un livello medio di fruttato, amaro e piccante e particolare sentore di frutti di bosco; a questa appartengono gli oli di Mignola. La quarta tipologia è caratterizzata da un livello medio di fruttato, medio-leggero di amaro e piccante, con sensazioni prevalenti di erba/foglia, carciofo e mandorla fresca e sfumature di pomodoro; a questa appartengono gli oli di Coroncina e Orbetana.

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rassegna nazionale degli oli monovarietali

I componenti del Panel regionale ASSAM-Marche

La quinta tipologia è caratterizzata da un livello medio-intenso di fruttato, medio di amaro e piccante, con sentori prevalenti di erba/foglia e pomodoro e leggere sensazioni di carciofo e mandorla fresca; a questa appartengono gli oli di Ascolana tenera. La sesta tipologia è caratterizzata da un livello medio-intenso di fruttato, amaro e piccante, con sentori prevalenti di erba/foglia e carciofo e leggere sensazioni di mandorla fresca e pomodoro; a questa appartengono gli oli monovarietali di Ascolana dura, Piantone di Falerone. Alla 11° Rassegna Nazionale Oli monovarietali sono pervenuti 303 campioni di olio, di 88 varietà diverse, da 18 regioni italiane; ospite la Croazia. Dalle Marche sono pervenuti 59 campioni di 16 varietà; 45 i campioni ammessi con un punteggio superiore al 7 al Panel test. Tutti gli oli pervenuti alla Rassegna, prodotti nel periodo ottobre – dicembre 2013, sono stati sottoposti ad analisi chimiche e sensoriali, nel periodo gennaio-marzo 2014. La valutazione organolettica è stata effettuata dal Panel regionale ASSAM Marche, costituitosi nel 1998 ed operante presso il Laboratorio di Analisi Sensoriale dell’ASSAM - Ancona. Il gruppo, coordinato dal Capo Panel Barbara Alfei, è riconosciuto dal Consiglio Oleicolo Internazionale dall’anno 2000 e dal Ministero dell’Agricoltura dall’anno 2004. Solo gli oli che hanno ottenuto al Panel test un punteggio superiore o uguale a 7, utilizzando una scheda di caratterizzazione appositamente predisposta, sono stati sottoposti alle determinazioni analitiche, presso il Centro Agrochimico dell’ASSAM di Jesi: • composizione acidica, definita con la metodica ufficiale (Reg. CE 796/02); nello specifico sono indicati i valori di acido oleico, palmitico e linoleico (espressi in percentuale), ritenuti i 3 acidi grassi più importanti e maggiormente soggetti a variabilità genetica e/o ambientale; • polifenoli totali (espressi in mg/kg), determinati per via colorimetrica mediante il reattivo di Folin Ciocalteau calcolati su retta di taratura in acido gallico. Barbara Alfei alfei_barbara@assam.marche.it 324


ancona Colle degli Olivi di Mario Civerchia Del Carmine srl Poldo Service Tonti Giorgio Az. Faunistica Marche Frantoio Aziendale l’Olinda Duca Roberto Ferretti di Castelferretto Frantoio l’Olivaio di Cestini Valter Monteschiavo - Tenute Pieralisi srl macerata I Tre Filari di Sabbatini Silvia Cappelletti Trombettoni Federico Cherubini Lauro F.lli Capinera

Az. Agr. Rapari Mirella Vallesi Aido e Marone Frantoio Oleario Gabrielloni E. & G. snc Istituto Istruzione Superiore “G. Garibaldi” Oleificio “La Pace” di Giovenali Luca & C. sas fermo Bonfigli di Silvia Sponza Brasili Gabriella Pacioni Barbara Agrobiologica Foglini - Amurri ascoli piceno Prosperino di Prosperi Stefano Saladini Pilastri Az. Agrobiologica Cartofaro Ciam SRL Frantoio e Biofattoria Aleandri Oleificio Angelini & C. srl Oleificio Silvestri Rosina Soc. Coop. Agricola Orto degli Ulivi Tenuta 100 Torri

oli monovarietali

Pesaro Urbino Il Conventino di Monteciccardo sas Mosconi Massimo Oleificio Venturi Agape di Guerra Nilvana & C. snc Silver Fox srl


Le marche

del vino Docg, Doc e Igt

vine

classification Docg, Doc e Igt


Le marche del vino Docg, Doc e Igt VINI DOCG Vernaccia di Serrapetrona La Zona di produzione comprende tutto il territorio del comune di Serrapetrona e in parte quello dei comuni di Belforte del Chienti e di San Severino Marche. La resa massima di uva ammessa per la produzione non deve superare le 10 tonnellate per ettaro. Vitigni: La denominazione di origine controllata e garantita Vernaccia di Serrapetrona, riconosciuta con Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali del 18 agosto 2004, è riservata al vino spumante nelle tipologie secco e dolce ottenuto dalle uve prodotte dai vigneti aventi in ambito aziendale la seguente composizione ampelografica: Vernaccia nera per almeno 85%; possono concorrere anche uve provenienti dai vitigni a bacca rossa, idonei alla coltivazione nella provincia di Macerata, da soli o congiuntamente, in misura non superiore al 15% del totale. Production area: Serrapetrona. Belforte del Chienti, San Severino Marche. Vines Vernaccia Nera at least 85% and other red grape vines no more than 15% out of the total. This label is reserved for sparkling wine (spumante) in the dry and sweet version obtained from grapes grown on vineyards with the above mentioned ampelographic composition. Conero La Zona di produzione comprende l’intero territorio comunale di Ancona, Offagna, Camerano, Sirolo, Numana e parte dei comuni di Castelfidardo e Osimo. Vitigni: La denominazione di origine controllata e garantita Conero, riconosciuta con Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali del 1° settembre 2004 e successiva modifica del 2009, è riservata al vino Rosso Conero Riserva già riconosciuto a denominazione di origine controllata. Il vino è ottenuto dal vitigno Montepulciano per un minimo dell’85% e dal vitigno Sangiovese, per un massimo del 15%. In etichetta deve comparire il termine riserva. Production area: Ancona, Offagna, Camerano,Stirolo, Numana, Castelfidardo and Osimo.Vines: minimum 85% Montepulciano and Sangiovese up to a maximum of 15%. The Conero DOCG label is reserved for the Rosso Conero Riserva which had already obtained the Doc label. Castelli di Jesi Verdicchio Riserva È prodotto nelle tipologie Castelli di Jesi Verdicchio Riserva e Classico Riserva. Vitigni: Si ottiene con uve del vitigno verdicchio, per un minimo dell’85%, una varietà autoctona, che esprime le sue caratteristiche 361


Le marche del vino Docg, Doc e Igt migliori nelle assolate colline dello Jesino e nella sinclinale camerte. È consentito l’impiego di uve a bacca bianca idonee alla coltivazione per la regione Marche, in misura non superiore al 15%. Ambedue le tipologie sono sottoposte ad un invecchiamento minimo di 18 mesi, di cui almeno 6 in bottiglia. La menzione Classico è riservata al vino prodotto nella zona originaria più antica. I vini possono riportare indicazioni geografiche e toponomastiche aggiuntive riconosciute. Types: Castelli di Jesi, Verdicchio Riserva and Riserva Classico. Vines: Verdicchio at least 85% and other recommended grape vines in the region of no more than 15% out of the total. Both of them need an ageing of at least 18 months, six of them in the bottle. The “Classico” mentioned is reserved for the wine produced in the oldest typical zone. Verdicchio di Matelica Riserva Vitigni: Si ottiene con uve del vitigno verdicchio, per un minimo dell’85%, una varietà autoctona, che esprime le sue caratteristiche migliori nelle assolate colline dello Jesino e nella sinclinale camerte. È consentito l’impiego di uve a bacca bianca idonee alla coltivazione per la regione Marche, in misura non superiore al 15%. Il vino deve avere un invecchiamento minimo di 18 mesi. Il vino può riportare indicazioni geografiche e toponomastiche aggiuntive riconosciute. Types: Verdicchio at least 85% and other recommended grape vines in the region of no more than 15% of the total. The wine needs an ageing of at least 18 months. Offida Le tipologie Rosso, Pecorino, Passerina. La Zona di produzione zona di del rosso ricade su 19 comuni della provincia di Ascoli Piceno, mentre per i bianchi è leggermente più vasta e comprende 25 comuni, alcuni dei quali in provincia di Fermo. Vitigni: Sono quelli considerati autoctoni nel territorio di riferimento, il montepulciano a bacca rossa ed il pecorino e la passerina a bacca bianca. Rosso: montepulciano minimo 85%, possono concorrere fino a un massimo del 15% tutti gli altri vitigni a bacca rossa non aromatici idonei alla coltivazione nella regione Marche. Pecorino: vitigno pecorino minimo 85%; possono concorrere fino a un massimo del 15% le altre varietà a bacca bianca. Passerina: vitigno passerina minimo 85%; possono concorrere fino a un massimo del 15% le altre varietà a bacca bianca non aromatiche idonee alla coltivazione nella regione Marche. Types: Red, Pecorino, Passerina, Production area: Includes 19 municipalities in the province of Ascoli Piceno, while for the whites it is 362


Le marche del vino Docg, Doc e Igt slightly larger and includes 25 municipalities, some of which are in the province of Fermo. Vines: Montepulciano, Pecorino and Passerina. Red montepulciano at least 85%, and other recommended grape vines in the region of no more than 15% out of the total: Pecorino at least 85% and other grape vines of no more than 15% out of the total. Passerina: Minimum85% of Verdicchio, other white grape vines upto maximum 15% VINI DOC Verdicchio dei Castelli di Jesi È prodotto nelle tipologie Verdicchio dei Castelli di Jesi, Spumante, Passito e Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico, e Classico Superiore. Vitigni: Si ottiene con uve del vitigno verdicchio per minimo l’85% ed è consentito l’impiego di uve a bacca bianca idonee alla coltivazione per la regione Marche, in misura non superiore al 15%. La menzione Classico e Classico Superiore è riservata ai vini prodotti nella zona originaria più antica. Lo spumante può essere prodotto nelle tipologie da extrabrut a secco. Il passito non può essere commercializzato prima del 1° dicembre dell’anno successivo alla vendemmia. I vini possono riportare indicazioni geografiche e toponomastiche aggiuntive riconosciute. Types: Verdicchio dei Castelli di Jesi, Spumante, Passito, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico, Superiore, Spumante, passito. Vines: Verdicchio, other white grape vines up to maximum 15% Verdicchio di Matelica È prodotto nelle tipologie Verdicchio di Matelica, Spumante e Passito. Vitigni: Si ottiene con uve del vitigno verdicchio, per un minimo dell’85% ed è consentito l’impiego di uve a bacca bianca idonee alla coltivazione per la regione Marche, in misura non superiore al 15%. Lo spumante può essere prodotto nelle tipologie da extrabrut a secco. Il passito non può essere commercializzato prima del 1° dicembre dell’anno successivo alla vendemmia. I vini possono riportare indicazioni geografiche e toponomastiche aggiuntive riconosciute. Types: Verdicchio di Matelica, Spumante and Passito. Vines: Minimum85% of verdicchio, other white grape vines up to maximum 15% Falerio Le tipologie: Falerio e Falerio Pecorino. Il Falerio si compone con un blend di trebbiano toscano dal 20 al 50%; passerina dal 10 al 30%; 363


Le marche del vino Docg, Doc e Igt pecorino dal 10 al 30%, possono concorrere da sole o congiuntamente, fino ad un massimo del 20%, tutte le altre varietà a bacca bianca, non aromatiche, idonee alla coltivazione nella Regione Marche. Il Falerio Pecorino deve essere ottenuto dalle uve provenienti dal vitigno pecorino: minimo 85%, possono concorrere da sole o congiuntamente, fino ad un massimo del 15%, tutte le altre varietà a bacca bianca, non aromatiche, idonee alla coltivazione nella Regione Marche. Types: Falerio and Falerio Pecorino. Falerio is made with a blend of trebbiano toscano from 20 to 50%; passerina from 10 to 30%; pecorino from 10 to 30%, and other recommended grape vines in the region of no more than 15% out of the total. Falerio Pecorino only grapes from the vine pecorino at least 85% and other recommended grape vines in the region of no more than 15% out of the total. Bianchello del Metauro Le tipologie: Superore, Spumante e Passito. Vitigni: Il ‘Bianchello’, ‘Biancame’ o ‘Greco di Bianchello’ sono nomi e sinonimi più frequentemente usati per indicare il vitigno da cui deriva l’omonimo vino ed è presente per un minimo del 95%. Possono concorrere alla sua produzione uve della varietà malvasia toscana fino ad un massimo del 5%. Nella zona Doc sono compresi 18 comuni della provincia di Pesaro-Urbino. Vines: Bianchello (Biancame/Greco di Bianchello), malvasia toscana up to maximum 5%. The Doc area includes 18 municipalities in the provinces of Pesaro-Urbino. Esino Le tipologie: I rossi prevedono anche la tipologia Novello; i bianchi la tipologia Frizzante. Vitigni: Per i bianchi ci deve essere un minimo del 50% di verdicchio. Per i rossi, i vitigni sangiovese e montepulciano, da soli o congiuntamente, per almeno il 60%. Possono concorrere, per le percentuali restanti, tutte le uve autorizzate e/o raccomandate nelle province di Ancona e Macerata. The red wines also include the Novello (new) type, the white wine is Sparkling. Vines: For white wines there must be a minimum of 50% verdicchio. For red wines, sangiovese and montepulciano grapes can be used alone or combined for at least 60%. All grapes which are authorized and/or recommended in the provinces of Ancona and Macerata can make up the remaining percentage.

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Le marche del vino Docg, Doc e Igt Colli Maceratesi Le tipologie: Bianco e Ribona anche nella versione Spumante e Passito, il Rosso anche novello, riserva e Sangiovese. Vitigni: Il Bianco viene prodotto da uve del vitigno maceratino (montecchiese), minimo 70%. Possono concorrere: trebbiano toscano, verdicchio, incrocio bruni 54, pecorino, sauvignon, grechetto, malvasia toscana e chardonnay, da soli o congiuntamente, fino a un massimo del 30%. Il Colli Maceratesi Ribona viene prodotto con minimo l’85% di Maceratino. Il Colli Maceratesi Rosso viene prodotto con almeno il 50% di Sangiovese. Types: White, Ribona, also in a sparkling version and Passito, Red also Novello(new), Reserve and Sangiovese. Vines: minimum 70% of the white grape Maceratine (Montecchiese), other grape vines which can be used are trebbiano toscano, verdicchio, incrocio bruni 54, pecorino, sauvignon, grechetto, malvasia toscano and chardonnay which can be used individually or combined to a maximum of 30%. The Colli Maceratesi Ribona is produced with a minimum of 85% maceratino. The Colli Maceratesi Red is produced with at least 50% sangiovese. Colli Pesaresi Le tipologie: Bianco, anche Spumante prodotto con un blend di vitigni tradizionali per minimo 75% e biancame e trebbiano con la presenza di minimo 85% degli omonimi vitigni. Il Rosso e il Rosato con sangiovese minimo 70%, se il vitigno è presente almeno all’85% può assumere la denominazione Sangiovese, anche nelle tipologie Novello e Riserva. Sono presenti anche due sottozone, Focara prodotto con un blend di vitigni tradizionali ed il Focara Pinot Nero se questo vitigno è presente per almeno il 90%, tutti e due hanno la versione riserva, e il Roncaglia bianco con almeno il 25% di Pinot Nero vinificato in bianco. Types: Whites are produced with a blend of traditional grapes to a minimum of 70%, The biancame and trebbiano, with a minimum of 85% of varieties with the same name. The Red and the Rosé with at least 70% sangiovese and if the content is at least 85% it can use the Sangiovese label, also for the Novello (new) and Riserve types. There are also two sub-areas., Focara produced with a blend of a traditional variety of grapes and Focara Pinot Nero if at least 90% of this grape is present, both types have a Reserve version, and the Roncaglia white has at least 25% of pinot nero vinified in white. Rosso Conero Vitigni: Il Rosso Conero è prodotto con uve del vitigno montepulciano. Possono concorrere alla produzione di detto vino anche le uve a 365


Le marche del vino Docg, Doc e Igt bacca rossa coltivate nella zona e autorizzate dalla Regione Marche, purché in misura non superiore al 15% del totale. Il riferimento geografico è il promontorio del Monte Conero sul mare Adriatico, a sud est di Ancona e le colline discendenti. La zona di produzione interessa sette comuni: Ancona, Camerino, Numana, Offagna, Sirolo e in parte Castelfidardo ed Osimo. Vines The Red Conero is produced with montepulciano grapes. Red grapes, which are cultivated in the area and authorized by the Marche Region, can be used in the production of this wine, provided that the amount does not exceed 15% of the total. The geographical area is the promontory of the Conero Mountains on the Adriatic sea, to the south east of Ancona and the descending hills. The zone of production contains seven municipalities: Ancona, Camerino, Numana, Offagna, Sirolo and in part Castelfidardo and Osimo. Rosso Piceno o Piceno Le tipologie: Rosso Piceno o Piceno, Novello, Sangiovese e Superiore. Vitigni: È prodotto con uve montepulciano (35-85%) e sangiovese (15-50%), possono essere aggiunte, fino a un massimo del 15%, tutte le altre uve non aromatiche a bacca rossa, idonee alla coltivazione nella regione Marche. La sua Zona di produzione è molto estesa ed esclude, nella regione Marche la provincia di Pesaro e la zona del Rosso Conero. Un discorso a parte merita il Rosso Piceno o Piceno Superiore che si può produrre in una piccolissima zona ricompresa nel territorio di soli 13 comuni della provincia di Ascoli Piceno e la sua immissione al consumo deve essere successiva al 1° novembre dell’anno successivo alla vendemmia. Types: Rosso Piceno, Novello (new), Sangiovese, Superiore. Vines; Montepulciano (35 - 85%) and sangiovese (15 - 50%) other red grape vines up to a maximum 15% Production area: the production area is very wide and excludes only the provinces of Pesaro and Rosso Conero in the Marche Region. In particular ROSSO PICENO or PICENO SUPERIORE which can only be produced in a small area including 13 municipalities in the province of Ascoli Piceno, cannot be sent for consumption before November 1st of the year following grape harvesting. Lacrima di Morro o Lacrima di Morro d’Alba Le tipologie: Lacrima di Morro o Lacrima di Morro d’Alba, Superiore, Passito. Vitigni: Si ottiene con uve prevenienti da vigneti composti dal vitigno autoctono, unico di questa zona, conosciuto con il nome di lacrima. Possono concorrere alla sua produzione anche uve a bacca 366


Le marche del vino Docg, Doc e Igt rossa, da sole o congiuntamente, ma in misura non superiore al 15% del totale. Il nuovo disciplinare prevede anche la tipologia ‘Passito’ con una percentuale di alcol in volume di almeno il 15% e superiore. Types: Lacrima di Morro, Superiore, Passito. Vines: Lacrima, other red grape vines up to a maximum 15% of the total. Serrapetrona Vitigni Si ottiene con uve del vitigno autoctono vernaccia nera per un minimo dell’85%. Possono concorrere alla produzione di detto vino anche uve provenienti dai vitigni a bacca nera, da soli o congiuntamente, nella misura massima del 15% del totale. Il vino prima di essere immesso al consumo deve essere sottoposto ad un periodo d’invecchiamento di almeno 10 mesi a decorrere dal 1° dicembre dell’anno di vendemmia. Zona di produzione: Comprende interamente il comune di Serrapetrona e parte di Belforte del Chienti e San Severino Marche, in provincia di Macerata. Vines: Vernaccia nera and other red grape vines up to a maximum 15% of the total. It is obtained from autochtonous Vernaccia Nera grapes. However it can be produced using also red grapes recommended in the province of Macerata, either alone or mixed, up to maximum 15% of the total. Production area: Includes the entire municipality of Serrapetrona and parts of Belforte del Chienti and San Severino Marche in the province of Macerata. Terre di Offida Le tipologie Passerina Spumante, Passerina Passito, Passerina Vino Santo. Vitigni Vitigno passerina: per almeno l’85%, possono concorrere fino a un massimo del 15% tutte le varietà a bacca bianca, non aromatiche, idonee alla coltivazione nella Regione Marche. Zona di produzione Stessa dei bianchi della Docg Offida, solo la Passerina Vino Santo ha una zona più ristretta ricompresa negli interi territori comunali di Offida e Ripatransone. Types: Passerina, Passerina Passito, Passrina Vin Santo. Vines, passerina minimum 85%, and other recommended grape vines in the region of no more than 15% out of the total. Production area: The same as the DOCG whites of Offida- Only the Passerina Vin Santo has a narrower area and includes the territories of Offida and Ripatransone. I Terreni di San Severino Le tipologie Rosso, Rosso Superiore, Passito, Moro. Zona di produzione Comprende l’intero territorio del comune di San Severino Marche, in provincia di Macerata. Vitigni: È ottenuto, per le prime tre tipolo367


Le marche del vino Docg, Doc e Igt gie, dalle uve del vitigno vernaccia nera per un minimo del 50% e per il Moro dal vitigno montepulciano con la presenza di un minimo del 60%; possono concorre alla produzione tutte le varietà a bacca nera, non aromatiche, idonee alla coltivazione nella regione Marche, congiuntamente o disgiuntamente a un massimo, rispettivamente, del 50% e del 40%. Types: Red, Red Superiore, Passito, Moro. Production area: San Severino Marche. Vines: Minimum 50% of vernaccia nera or minimum 60% of montepulciano other red grape vines up to maximum 50% and 40%. Pergola Le tipologie e Vitigni: Pergola Rosso, Novello, Superiore, Riserva, Rosato, Rosato Frizzante e Rosato o Rosé Spumante con vitigno aleatico per almeno il 60% e il Pergola Aleatico, A. Superiore, A. Riserva, A. Spumante e A. Passito con vitigno aleatico per almeno l’85%. Zona di produzione: Interessa 5 comuni della provincia di Pesaro-Urbino: Pergola, Fratterosa, Frontone, Serra S. Abbondio e S. Lorenzo in Campo. Types & Vines: Pergola Rosso, Novello (new), Superiore, Riserva, Rosato, Rosato Frizzante and Rosato or Rosé Spumante with aleatico vines at least 60% and Pergola Aleatico, A. Superiore, A. Superiore, A. Riserva, A. Spumante and A. Passito with at least 85%. Production area: Includes 5 municipalities in the province of Pesaro – Urbino, Perugia, Fratterosa, Frontone, Serra S. Abbondio and S Lorenzo in Campo. San Ginesio Le tipologie: San Ginesio Rosso, San Ginesio Spumante Secco e Dolce. Zona di produzione: Comprende tutto il territorio del comune di San Ginesio e parte dei comuni di Caldarola, Camporotondo di Fiastrone, Cassapalombo, Ripe San Ginesio. Vitigni: Il San Ginesio Rosso è ottenuto da uve provenienti da vitigno sangiovese per minimo 50%, vernaccia nera, cabernet sauvignon e franc, merlot e ciliegiolo da soli o congiuntamente per un minimo del 35%, possono concorrere altri vitigni a bacca nera non aromatici per un massimo del 15%. Il San Ginesio Spumante secco o dolce è ottenuto da uve provenienti da vernaccia nera per un minimo dell’85%, possono concorrere da soli o congiuntamente, fino ad un massimo del 15% tutti gli altri vitigni non aromatici, a bacca nera. Types: San Ginesio Rosso, San Ginesio dry and sweet sparkling. Production area: San Ginesio Caldarola, amporotondo di Fiastrone, Cassapalombo, Ripe San Ginesio. Vines: Minimum 50% of sangiovese, minimum 35% of vernaccia nera, cabernet sauvignon, merlot, ciliegiolo, other red grape vines up to maximum 15%. For sparkling white wine, 368


Le marche del vino Docg, Doc e Igt vernaccia nera for minimum 85%, other red grape vines up to maximum 15%. VINI IGT Marche L’indicazione geografica tipica ‘Marche’ abbraccia tutta la regione e sicuramente ha contribuito a valorizzare quei territori che non hanno usufruito della denominazione di origine controllata. Nella nostra regione i vitivinicoltori hanno utilizzato tale denominazione al fine di elevare la qualità dei propri prodotti e parallelamente sono fortemente diminuiti i vini da tavola. Possono essere prodotti i seguenti vini: rosso, bianco e rosato; anche nelle tipologie Passito (menzione tradizionale) e Novello per i rossi, vino spumante di qualità anche aromatico, frizzante, mosto di uve parzialmente fermentate, vino ottenuto da uve passite o stramature; se uno dei sotto indicati vitigni concorre per almeno l’85% può essere riportato in etichetta: ALICANTE; BARBERA; CABERNET/Sauvignon, Franc; CHARDONNAY; CILIEGIOLO; FIANO; GAGLIOPPO; GRECHETTO; INCROCIO BRUNI 54; MALVASIA BIANCA DI CANDIA; MERLOT; MOSCATO BIANCO; PASSERINA; PINOT/Bianco, Grigio, Nero; RIESLING; SANGIOVESE; SAUVIGNON; SYRAH; TREBBIANO TOSCANO; è possibile anche indicare due di questi vitigni se il vino deriva esclusivamente dagli stessi e se la varietà presente in quantità minoritaria sia maggiore al 15%. The typical geographical indication ‘Marche’covers the whole region and has definitely contributed to the value of those territories that are not able to take advantage of the denomination of checked origin. In our region the wine growers have used such denomination with the purpose to raise the quality of their own products and at the same time table wines have decreased a lot. The following wines can be produced: red, white and rosé; also in the types such as Passito (a traditional one) and “Novello” for the red, sparkling wines of quality and also aromatic, fizzy, grape- must partially fermented, wine produced from the passite or stramature grapes; if any of the wines listed below contains at least 85% of the above then it can be shown on the label: ALICANTE; BARBERA; CABERNET / Sauvignon, Franc; CHARDONNAY; CILIEGIOLO; FIANO; GAGLIOPPO; GRECHETTO; INCROSIO BRUNI 54,MALVASIA BIANCA OF CANDIA; MERLOT; MOSCATO WHITE; PASSERINA; PINOT / Blanco Grigio,Nero; RIESLING; SANGIOVESE; SAUVIGNON; SYRAH; TREBBIANO TOSCANO; it is also possible to point out two of these vines if the wine is exclusively derived from the same and if the variety presented is no greater than 15%. 369



indice degli spumanti Accattoli Angeli di Varano Badiali & Candelaresi Belisario Benforte Brunori Bruscia Cantina Offida Cantine di Castignano Capinera Casale Vitali Centanni Cherri Ci첫 Ci첫 Colli di Serrapetrona Colli Ripani Colonnara Conti degli Azzoni Di Sante Fattoria Le Terrazze Fattoria Villa Ligi Fiorini Fontezoppa Garofoli Giusti Guerrieri Il Conventino di Monteciccardo La Canosa La Vite Maritata Lanari Lucarelli Mancini

70 46 47 71 48 49 36 85 86 72 82 87 88 89 73 90 50 74 37 51 38 39 75 52 53 40 41 91 92 54 42 55 371


372


Marotti Campi Mencaroni Moncaro Morelli Moroder Piersanti Pievalta Poderi dei Colli Quacquarini Alberto San Filippo Sangiovanni Sant’Isidoro Santa Barbara Santa Cassella Santa Liberata Saputi Sartarelli Strologo Tenuta Carlini Tenuta Cocci Grifoni Tenuta Santi Giacomo e Filippo Tenuta Spinelli Tenute del Borgo Tenute Rio Maggio Terre di San Ginesio Umani Ronchi Vallerosa Bonci Velenosi Vicari Vignamato Vigne di Leo Villa Pigna

56 57 58 43 59 60 61 93 77 94 95 79 62 78 83 80 63 64 44 96 45 97 98 84 81 65 66 99 67 68 69 100

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374


indice delle cantine Accadia Accattoli Allevi Angeli di Varano Antica Cantina Sant’Amico Aurora Badialetti Badiali e Candelaresi Belisario Benforte Bisci Boccafosca Borgo Paglianetto Broccanera Brunori Bruscia Bucchini Bucci Cameli Campo di Maggio Cantina Offida Cantine di Castignano Capinera Carletti Casale Vitali Casalfarneto Togni Castellani Castelli Maria Pia Ceci Centanni Cherri Cignano Ciù Ciù

140 222 278 141 142 279 143 144 223 145 224 146 225 147 148 112 113 149 280 281 282 283 226 150 256 151 152 257 153 284 285 114 286 375


Col di Corte Collevite Colli di Serrapetrona Colli Ripani Colognola Colonnara Conti degli Azzoni Conti di Buscareto Conti Maria Crespaia Croce del Moro D’Angelo Damiani De Angelis Di Sante Dianetti Domodimonti Eredi Moroder Fattoria Coroncino Fattoria Dezi Fattoria Gens Camuria fattoria Laila Fattoria La Monacesca Fattoria Le Terrazze Fattoria Lucesole Fattoria Villa Ligi Fausti Fazi Battaglia Felici Andrea Finocchi Fiorano Fioretti Brera Fiorini Fontezoppa 376

154 287 227 288 228 155 229 156 258 115 157 290 289 291 116 292 293 158 159 259 160 117 230 161 162 118 260 163 231 164 294 165 119 232


Fosso dei Ronchi Garofoli Giusti Guerrieri I Tre Filari Il Conventino di Monteciccardo Il Pollenza La Calcinara La Canosa La Fontursia La Marca di San Michele La Pila La Valle del Sole La Vite Maritata Lanari Landi Le Caniette Le Cantine di Figaro Le Corti dei Farfensi Le Senate Le Vigne di Franca Lucarelli Lucchetti Lumavite MA.RI.CA. Madonnabruna Mancinelli Mancini Marchetti Marconi Mariotti Cesare Marotti Campi Massaioli Mecella

120 166 167 121 233 122 234 168 295 296 169 261 297 298 170 171 299 300 262 263 264 123 172 265 173 266 174 175 176 177 124 178 125 179 377


Mencaroni Mercante Mezzanotte Moncaro Montecappone Montecoriolano Montesanto Monte Schiavo Morelli Moroder Muraro Muròla Oasi degli Angeli Ortenzi Pandolfi Orsini Pantaleone Pesaresi Piantate Lunghe Piersanti Pievalta Podere Giustini Podere Santa Lucia Podere sul Lago Poderi Capecci Poderi dei Colli Poderi Mattioli Poggio Montali Polenta Politi PS Winery Quacquarini Alberto Quacquarini Lanfranco Quaresima Ripa Marchetti 378

180 181 182 183 184 235 236 185 126 186 127 237 301 267 128 302 187 188 189 190 191 192 238 303 304 193 194 195 196 305 239 240 197 198


Rocca di Castiglioni Sabbionare Saladini Pilastri San Filippo San Michele a Ripa Sangiovanni Sant’Isidoro Santa Barbara Santa Cassella Santa Liberata Santori Saputi Sartarelli Selvagrossa Serenelli Sgaly Sparapani Frati Bianchi Strologo Tenuta Carlini Tenuta Cocci Grifoni Tenuta di Tavignano Tenuta Piano di Rustano Tenuta San Marcello Tenuta San Martino

tenuta santi giacomo e filippo

Tenuta Spinelli Tenute del Borgo Tenute Rio Maggio Terra Fageto Terracruda Terre di Giove Terre di San Ginesio Tombolini Fulvia Umani Ronchi

306 199 307 308 310 309 242 200 241 268 243 244 201 129 202 269 203 204 130 311 245 246 205 206 131 312 313 270 271 132 133 247 207 208 379


Vallerosa Bonci Valmusone Velenosi Veneranda Vite Vicari Vigna degli Estensi Vignamato Vignedileo Vigneti Vallorani Villa Forano Villa Grifoni Villa Pigna

380

209 210 314 211 212 213 214 215 315 248 316 317


indice aziende oli monovarietali Agrobiologica Foglini - Amurri 350 342 Az. Agr. Rapari Mirella 353 Az. Agrobiologica Cartofaro Az. Faunistica Marche Frantoio 334 Aziendale L’Olinda 347 Bonfigli di Silvia Sponza 348 Brasili Gabriella Cappelletti Trombettoni Federico 339 340 Cherubini Lauro 354 Ciam SRL Colle degli Olivi di Mario Civerchia 330 331 Del Carmine srl Duca Roberto Ferretti di Castelferretto 335 341 F.lli Capinera Frantoio e Biofattoria Aleandri 355 Frantoio L’Olivaio di Cestini Valter 336 Frantoio Oleario 344 Gabrielloni E. & G. snc 338 I Tre Filari di Sabbatini Silvia Il Conventino di Monteciccardo sas 326 Istituto Istruzione Superiore 345 “G. Garibaldi” Monteschiavo Tenute Pieralisi srl 337 327 Mosconi Massimo Oleificio “La Pace” di Giovenali Luca & C. sas 346 356 Oleificio Angelini & C. srl 357 Oleificio Silvestri Rosina 381


Oleificio Venturi Agape di Guerra Nilvana & C. snc Pacioni Barbara Poldo Service Prosperino di Prosperi Stefano Saladini Pilastri Silver Fox srl Soc. Coop. Agricola Orto degli Ulivi Tenuta 100 Torri Tonti Giorgio Vallesi Aido e Marone

328 349 332 351 352 329 358 359 333 343


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