Poste Italiane s.p.a - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 N. 46) art.1 comma 1 - Commerciale Business Ancona n. 45/2008. Euro 3,00
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DALLA FORBICE AL BISTURI G
li sprechi della spesa pubblica e le possibilità della spending review? Gli anni passano e il mistero resta. Un ultimo studio a tal proposito è stato fatto da Confcommercio nel quale si evince che rispetto a una spesa complessiva di 176,4 miliardi per ottenere gli attuali beni e servizi pubblici sarebbe possibile un risparmio teorico di 74,1 miliardi e, reinvestendo 51,2 miliardi, si potrebbe comunque ottenere un risparmio di 23 miliardi. La spesa pubblica locale pro-capite in Italia è di 2.963 euro. Una media di 2.993 euro procapite per il Centro-Nord e 2.906 per il Centro-Sud. Mediamente, nel Sud si potrebbero risparmiare 1.859 euro a testa per ottenere la stessa quantità e qualità di servizi pubblici attuali, se solo i costi fossero quelli della Lombardia e non quelli effettivamente sostenuti. Per quanto riguarda la qualità dei servizi, la regione che spende meglio è la Lombardia, seguita da Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna; chiudono la classifica Puglia, Campania, Calabria e Sicilia. Gli eccessi di spesa pubblica locale sono, quindi, particolarmente evidenti nelle regioni a statuto speciale, in quelle del Sud e in quelle più piccole, che a parità di altre condizioni sprecano più di quelle grandi per diseconomie di scala. A questo quadro ha risposto l’attuale commissario alla spending review Yoram Gutgeld che, ricordiamo, succede a Carlo Cottarelli, che a sua volta aveva occupato il posto ai tanti predecessori, da Piero Giarda a Mario Canzio a Enrico Bondi e, come loro, ha sottolineato come si stia procedendo verso la riduzione della spesa pubblica in maniera piuttosto incisiva. Bene, questo è lo stato dell’arte. Tuttavia è d’uopo fare una riflessione in questo senso. E già, perché se è verissimo che il sistema Paese ha bisogno di una razionalizzazione della spesa, altrettanto vero è che quest’ottimizzazione deve esser fatta su un quid. Tutti noi ci accorgiamo nel quotidiano di alcune inefficienze più o meno gravi dei servizi pubblici. Questo è innegabile, ma allo stesso tempo dobbiamo tenere a mente che "la via obbligata" è intervenire su una spesa pubblica improduttiva, che presenta, questa sì, ampi margini di riduzione. Quest’operazione non può e non deve essere effettuata mediante tagli lineari, ma in maniera chirurgica. Diciamo questo poiché da molto tempo ci occupiamo delle questioni concernenti la portualità. Come abbiamo più volte scritto il numero delle Autorità Portuali in Italia sono sicuramente troppe. Una razionalizzazione delle stesse è da più voci richiesta. Le proposte di riforma precedenti il “Piano nazionale della portualità e della logistica” approvato dal CdM del 3 luglio scorso, furono appoggiate e discusse con i precedenti commissari alla spending review. Quella in dibattito oggi è altra cosa. L’augurio è quello che il Governo usi il bisturi per tagliare gli sprechi ritenuti aggredibili. Anche perché il concetto d’improduttività di cui sopra, mal si lega con il port community system nazionale, che com’è noto, conta a livello di cluster più di 16 mila imprese, circa 1 milione addetti e rappresenta il 16,5% di PIL nazionale. E’ bene quindi che quest’operazione sia ben eseguita, che lasci pochi lividi e minimi segni, non sia mai che il bisturi vada a lesionare qualche arteria, altrimenti si muore dissanguati. Gabriele Costantini
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Adriaeco Adriatic Economy Observer · n. 35 Anno VI · Maggio/Giugno 2015 Registrazione Tribunale di Ancona n°26/07 del Registro Periodici del 22 dicembre 2007 Iscrizione al ROC · numero 16575 Direttore responsabile Gabriele Costantini direttore@adriaeco.eu Editore · Gabbiano-Srl · Via Cingoli, 20/A · 60125 Ancona · T. 071.9989979 Redazione · Via Cingoli, 20/A · 60128 Ancona T. 071.9989979 info@adriaeco.eu - www.adriaeco.eu Redazione Zadar · 7. Domobranske pukovnije 1 23 000 Zadar, Croatia · Tel: +385 23 311 889 Hanno collaborato:
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Sommario EDITORIALE Dalla forbice al bisturi
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FORUM AIC p. 6 Governance unica per i Fora della Macroregione Adriatico Ionica PORTI E PORTUALITÀ p. 8 Superfast: da 20 anni ponte ideale tra Italia e Grecia Riforma della portualità si va verso la specializzazione Ida Simonella: riforma, attenzione solo ai container Graziano Delrio: a settembre avremo la riforma YoungShip Italia: l’attività del primo semestre 2015 Il Meeting partner del progetto MED.I.T.A. si è svolto a Firenze Intermodalità fattore di sviluppo economico Intermodadria: educhiamo i giovani ai temi dell'intermodalità attraverso lo sport EXPO 2015 IMT: sfido la Fame Gianni Lamponi e l’officina della ristorazione Pappa Fish: mangiare bene divertendosi
p. 26
Al tavolo Rodolfo Giampieri e Michele De Vita
Graziano Delrio, Ministro Infrastrutture e Trasporti e Debora Serracchiani, Presidente Regione Friuli Venezia Giulia
FORMAZIONE p. 34 Gianluca Fenucci: formazione e performance aziendali AMBIENTE & TERRITORIO AnconAmbiente: Senza etica non c’è cura per il territorio
p. 38
ARTE E CULTURA Mirella Saluzzo - sculture
p. 40
FLASH DALLA MACROREGIONE p. 43 Sicilia · Calabria · Basilicata · Puglia Molise · Abruzzo · Umbria Repubblica di San Marino · Emilia Romagna Veneto · Lombardia Trentino Alto Adige · FVG · Slovenia Croazia · Serbia · Bosnia Herzegovina Montenegro · Albania · Grecia
Alberto Mazzoni, Federico Quaranta e Gianni Lamponi
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Un momento della plenaria con al tavolo Rodolfo Giampieri e Michele De Vita
GOVERNANCE UNICA PER I FORA DELLA MACROREGIONE ADRIATICO IONICA
Rodolfo Giampieri riconfermato alla presidenza e Michele De Vita nominato Segretario Generale del Forum
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rganizzata dalla Camera di Commercio di Ancona, si è svolta in Albania, dall’11 al 13 maggio, a Durazzo, l'ultima edizione del Forum delle Camere di Commercio dell'Adriatico e dello Ionio, la prima dopo il riconoscimento della Macroregione Adriatico Ionica.
La tre giorni ha approfondito il tema del fare impresa nel nuovo scenario geopolitico e quello delle nuove politiche di sviluppo per le PMI. Conclusa la prima parte dedicata alla sessione plenaria si sono svolte le riunioni dei Gruppi di Lavoro del Forum AIC incentrati su imprenditoria femminile, trasporti, turismo, agricoltura, ambiente, pesca e acquacoltura. Durante le giornate di lavoro del Forum sono stati rinnovati gli organi direttivi con la conferma del Presidente Rodolfo Giampieri e la nomina a Segretario Generale di Michele De Vita. "Questa nuova nomina internazionale – ha detto Giampieri - è un onore e una conferma di stima che va soprattutto al sistema camerale e al lavoro svolto dalla Camera di Commercio di Ancona in questi quindici anni di Forum, nonostante l'incertezza che ha caratterizzato nell'ultimo lustro l'economia del Paese e, da poco più di un anno, anche il mondo delle Camere di commercio. Da questa conferma si deduce che la collaborazione creata fino ad oggi ha prodotto risultati e deve, pertanto, continuare su questa direzione facendo leva sui fondi europei reperibili dai programmi per l'Area Adriatico Ionica e da quelli di gestione diretta a sostegno delle imprese dell'area soprattutto per quelle piccole e medie - e a supporto dello sviluppo di clusters”. Michele De Vita, neo Segretario Generale Forum AIC ha confermato che “i prossimi mesi saranno fondamentali per predisporre, in collaborazione col Forum della Città e con quello dell'Università dell'Adriatico e dello Ionio, un vero e proprio programma di attività comune con il Forum AIC, da cui emergano azioni concrete, progetti subito cantierabili e spendibili. Il successivo passo in avanti, sarà poi la creazione di un vero e proprio “segretariato integrato”, che metta insieme i 3 Fora creando un ampio partenariato di quasi 150 enti, tra Camere di commercio, città ed università, rappresentativi di tutti gli aspetti della società civile". Uno dei momenti più partecipati delle giornate di Durazzo è stato l’incontro sul “fare impresa nel nuovo scenario della Macroregione Adriatico Ionica”, che ha visto oltre 200 partecipanti tra rappresentanti delle Camere di Commercio, delle istituzioni e delle imprese (45 le associate). In quell’occasione Rodolfo Giampieri, ha confermato che “il sistema delle Camere di Commercio e dell'Economia è stato ed è ancora oggi un contesto adatto e predisposto a interazioni dirette, alla creazione di
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La conferenza stampa svoltasi presso la Camera di Commercio di Ancona
rapporti fiduciari, a scambi di conoscenza, di innovazione e know-how in termini di reciprocità, creando valore comunicabile e scambiabile e per questo, se ben stimolato, è destinato a creare valore aggiunto in termini di opportunità per il territorio e di incremento dei valori di mercato, dei prodotti e servizi all'interno della realtà Macroregionale". "Il riconoscimento dell'Area Adriatico-Ionica come Macroregione - ha aggiunto poi Michele De Vita - testimonia di per sé l'esistenza e il funzionamento di un modello concettuale di sviluppo che è quello del Sistema territoriale locale". Giorgio Cataldi, Presidente della Camera di Commercio di Ancona, ha ricordato che "Il Forum AIC, a quindici anni dalla sua costituzione, mostra ancora più forti le sue potenzialità, frutto di un lavoro costante e di un impegno dedicato con viva passione e illuminata visione in questi anni. Oggi la sfida si accende ancora di più, grazie al riconoscimento ufficiale della Macroregione Adriatico Ionica da parte delle istituzioni europee. La Camera di Commercio di Ancona ha sempre creduto e continuerà a credere in questo progetto strategico e farà la sua parte convinta che anche la Regione Marche manterrà il forte impegno profuso fino a oggi". I lavori, come di consueto, si sono articolati nei cinque tavoli tematici. Uno dei più partecipati è stato quello sull'imprenditoria femminile con la partecipazione di circa 40 imprenditrici ed esperte che hanno accertato la necessità e l'importanza di collaborare con la società civile locale per accrescere maggiormente l'idea di cluster, combattendo in particolare quegli ostacoli burocratici e amministrativi che ne rallentano lo sviluppo. Nel tavolo dell’acquacoltura si è stabilita l’esigenza di creare attività di cluster per sopperire alla mancanza d’infrastrutture specializzate in aree non adatte al settore pesca (presenti in Albania e Montenegro). È stata poi rilevata l’esigenza di predisporre proposte progettuali da poter finanziare con fondi europei per realizzare una mappatura delle aree dove si possono coltivare i diversi organismi acquatici che siano sicuri per l'uomo e che abbiano
un'autosufficienza produttiva. "Sviluppo rurale e agricoltura sostenibile" è stata la tematica sulla quale si sono sviluppati i lavori del tavolo sull'agricoltura dal quale è emersa la volontà di sostenere l’agricoltura biologica e l’impegno a realizzare una conferenza internazionale di taglio scientifico sui Clusters in agricoltura, in particolare sui prodotti biologici che presentano dei vantaggi comparati nella coltivazione. Il tavolo dei trasporti si è invece focalizzato sui traffici marittimi con un focus particolare sulle movimentazioni nei porti e specifico riferimento alle crociere e all’intermodalità che deve essere considerata quale elemento fondamentale per la crescita dei porti e per la Marcoregione Adriatico Ionica. Reti d’imprese per un turismo culturale e sostenibile è stato l’argomento al centro del tavolo del turismo e dell’ambiente i cui lavori hanno portato a delineare alcune strategie da perseguire come il riconoscimento ufficiale del brand Adrion, la sua configurazione come strumento identificativo, di matrice turistica ed elemento espressivo di una filiera, di un prodotto, di un patrimonio naturalistico e culturale. Inoltre s’intende valorizzare l'offerta turistica attraverso tre fondamenti: accessibilità, sostenibilità e qualità; incoraggiare la nascita di start up creative; prestare maggiore attenzione all'attività di formazione sia in ambito turistico (creativo e culturale) sia in ambito ambientale, per quanto riguarda la tutela del mare e delle coste.
Segreteria organizzativa Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio, presso la Camera di Commercio di Ancona, Piazza XXIV Maggio, 1 - 60124 Ancona, Italy - Tel: +39 071 5898249 +39 071 5898266 - Fax: +39 071 5898255 www.forumaic.org - segreteria.forum@an.camcom.it
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SUPERFAST: DA 20 ANNI PONTE IDEALE TRA ITALIA E GRECIA Il gruppo Morandi e Superfast Ferries festeggiano un ventennio di collaborazione e successi lungo l’Adriatico
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era una volta… Si potrebbe iniziare così la riflessione legata al successo di Superfast Ferries. Sì perché l’armatore che ha costruito Superfast, Pericle Panagopoulos, è uno dei più grandi armatori greci che nel 1971 fondò la Royal Cruise Line, compagnia di navi da crociera che arrivò, a fine anni 80, alla massima espansione con linee in Alaska, Scandinavia, Sud Pacifico e in Estremo Oriente.
Guidato dall’esperienza nel settore crocieristico e con il contributo del figlio Alexander, nel 1992 nasce l’idea Superfast, navi ad alta velocità in grado di trasportare sia merci che passeggeri con un livello di servizio a bordo pari a quello delle navi da crociera. Quando nel 1992 si presentò l’occasione di rappresentare un armatore così lungimirante, fu Renato Morandi a farsi trovare pronto. Da allora l’agente marittimo anconetano iniziò a credere in questa vera e propria rivoluzione, dando tutto se stesso per la compagnia, affinché raggiungesse il meritato successo, tanto da diventare lui stesso soprannominato “Mr. Superfast”. I collegamenti dall’Italia iniziarono nel 1995 da Ancona e nel 1998 da Bari. Fu un tale successo che nel 1999 la Superfast Ferries acquisì anche Strinzis Lines, in seguito trasformata in Blue Star, la compagnia che, con 8 navi ultramoderne, collega le Cicladi, il Dodecaneso, Creta, le Isole e l’Egeo Nordorientale. In questo momento Superfst è la compagnia di traghetti leader per qualità di servizio offerto, nei collegamenti tra l'Italia e la Grecia con le sue rotte Ancona-IgoumenitsaPatrasso, Bari-Igoumenitsa-Patrasso e VeneziaIgoumenitsa-Patrasso, alle quali, durante il periodo estivo,
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Renato Morandi e Alexander Panagopoulos
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by George Giannakis
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Andrea e Chiara Morandi con il management Superfast si aggiungono, sempre con partenze da Ancona e Bari, i collegamenti verso l’isola di Corfù. La vacanza dei passeggeri che scelgono le navi Superfast Ferries, inizia non appena mettono piede a bordo: bar discoteche, piscina, sulla rotta in partenza da Ancona, oltre a negozi, sala giochi e servizio wifi. Le sistemazioni a bordo sono diverse e vanno incontro a molteplici esigenze: vi sono cabine interne ed esterne, alloggi per diversamente abili, per chi viaggia con gli animali domestici, oltre a poltrone reclinabili sul modello degli aerei e, sulle rotte da Ancona, anche cuccette e cabine lusso. Infine, per i passeggeri che viaggiano con il proprio camper, esiste l’opzione “camping on board”, che permette di trascorrere l’intera traversata nel proprio caravan, usufruendo dei servizi di bordo quali docce, bagni e attacco alla presa elettrica. Il tutto al prezzo del passaggio ponte e della tariffa veicolo. Dopo la recente e prematura scomparsa di Renato Morandi l’agenzia marittima, è guidata dai figli Chiara e Andrea Morandi i quali per celebrare i 20 anni di Superfast, hanno invitato, giovedì 28 maggio, a bordo della Superfast XI ormeggiata al molo Santa Maria, nel cuore del porto di Ancona il mondo dello shipping marchigiano, nazionale e internazionale. Prima dei festeggiamenti ha preso la parola, per un breve saluto, l'amministratore delegato di Attica Group Spiros Paschalis, il quale ha posto l’accento su come la compagnia, dopo le ultime annate negative causate soprattutto della crisi greca e del forte aumento dei prezzi del carburante, sia ora ritornata in utile e pensi a programmare i prossimi 20 anni su basi solide. “In 20 anni di esperienza di viaggio – ha proseguito Paschalis – dopo aver trasportato più di 12.000.000 passeggeri, 2.500.000 veicoli commerciali e 2.500.000 mezzi privati sul mare Adriatico, mar Baltico del Nord e nelle acque nazionali greche, Superfast Ferries si prepara a salpare per i prossimi 20 anni, con l'obiettivo di sviluppare nuove rotte, progettare e costruire altre navi e offrire un servizio di alta qua-
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lità. Tutto questo non sarà possibile, senza l'ingrediente più importante per il nostro successo: la nostra squadra, le nostre persone che s’impegnano a dare il massimo tutti giorni”. Continuando nel suo discorso, Paschalis ha poi ricordato la figura di Renato Morandi “Dall'inizio della nostra collaborazione ci ha sostenuto sia nei momenti migliori che in quelli di maggiore difficoltà, contribuendo, ogni giorno, al successo di Superfast. Attaccamento alla società e professionalità che si ritrovano oggi nei suoi successori,
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Le autorità presenti alla serata ascoltano Spiros Paschalis, amministratore delegato Attica Group Chiara e Andrea Morandi, insieme con i quali ci auguriamo di vivere altri 20 anni di successi”. Ha preso poi la parola, in rappresentanza del Gruppo, Andrea Morandi “Superfast – ha continuato Morandi - è il miglior prodotto di marketing mai realizzato nello shipping dei traghetti. Il design della nave, le ali, la scelta del nome, il logo, i colori, tutto è stato studiato nei minimi dettagli per far innamorare i nostri clienti e ci siamo riusciti. Dopo 20 anni i nostri passeggeri sono affezionati alle “rosse del mare” per non parlare dei bambini che impazziscono per Superfast. È un onore essere accomunati alla Ferrari, che proprio come Superfast è sinonimo di velocità, innovazione e forte passione. Non a caso abbiamo voluto il Cavallino Rampante con noi per festeggiare il nostro compleanno. Quest’anniversario – ha terminato Andrea Morandi - cade in un momento molto particolare con la Grecia che attraversa una situazione politica-economica non facile. E’ necessario guardare avanti con entusiasmo e dinamicità ed è già oggi il momento di programmare le strategie che caratterizzeranno gli scenari futuri. Il leader come sapete non aspetta, non dorme, non si accontenta, Superfast vuole essere pronta a salpare per i prossimi 20 anni con moderne navi, nuove destinazioni e, ancora una volta, vi sorprenderà”. Finiti i saluti di rito, Andrea Morandi si è intrattenuto con gli ospiti insieme ai quali ha condiviso l’auspicio che, nell'ambiente portuale, ci sia sempre un confronto leale, sereno e professionale nel lavoro di tutti i giorni, perché prima del rispetto del ruolo ci deve essere sempre e comunque il rispetto della persona. La serata è poi proseguita con la cena a base di specialità greche e marchigiane musica fino a notte inoltrata per finire in allegria i festeggiamenti. Luigi Gagliardi
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RIFORMA DELLA PORTUALITÀ SI VA VERSO LA SPECIALIZZAZIONE Snellimento, accorpamenti, sburocratizzazione, controllo sulla qualità degli investimenti e regia centrale. Queste le linee guida disegnate dal MIT per lo sviluppo futuro dello shipping italiano
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ra fughe di notizie, veline recapitate nelle giuste mani e lavoro politico istituzionale, il Consiglio dei Ministri dello scorso 3 luglio ha dato il via libera al Piano strategico nazionale della Portualità e della Logistica (PSNPL) proposto dal Ministro Graziano Delrio. Le attuali 24 Autorità Portuali saranno ridotte a 13 e trasformate in Autorità di Sistemi Portuali con funzione di distretti intermodali che coordinino anche interventi nei retroporti e negli interporti. Sarà poi istituita una direzione generale unica per porti e logistica presso il Mit con funzione di coordinamento nazionale, riduzione degli attuali 336 membri dei Comitati portuali a 70 componenti dei nuovi Comitati di gestione. La sburocratizzazione è uno dei punti forti del piano che prevede la razionalizzazione dei 113 provvedimenti amministrativi all’import-export gestiti da 23 soggetti pubblici responsabili dei controlli adesso esistenti e passaggio a uno Sportello unico in capo all’Agenzia delle Dogane, razionalizzazione degli investimenti a livello nazionale e selezione degli interventi da realizzare con il contributo dell’Unione Europea. Riguardo agli investimenti, il piano mette a sistema 700 milioni provenienti dall’Ue, 85 milioni stanziati dal Governo per investimenti nei porti e 600 milioni l’anno stanziati dal Governo per il trasporto via mare. Volendo sintetizzare l’obiettivo del Piano è integrare la rete logistica italiana connettendo al meglio i porti con i sistemi di trasporto ferroviario, stradale, con le piattaforme logistiche (Interporti) e con i distretti industriali, intervenendo su ritardi, disorganizzazioni e inefficienze dell’organizzazione attuale. Il Piano sarà ora sottoposto alle competenti Commissioni parlamentari per l’espressione del previsto parere e tornerà in seguito all’esame del Consiglio dei Ministri per l’approvazione definitiva ma si tratta di passaggi formali, l’imprinting sarà quello già tracciato. Quante e quali saranno le Autorità di Sistema Portuali non è stato ancora ufficialmente comunicato, ma, sembra di capire che, l’Italia voglia rispettare, seppure con qualche modifica, l’elenco dei Core port europei più Civitavecchia. Nel documento approvato dal CdM, si legge che “si intende proporre un nuovo modello di governance, da realizzarsi attraverso atti legislativi successivi, in ossequio al disposto
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dell’art. 29 dl 12 settembre 2014, n. 133, cd. “Sblocca Italia”, che pone tra gli strumenti serventi alla realizzazione degli obiettivi del Piano la razionalizzazione, il riassetto e l’accorpamento delle Autorità Portuali esistenti”. Pertanto, secondo il modello ipotizzato, potranno essere istituite Autorità di Sistema Portuali (AdSP), dove saranno concentrate tutte le principali funzioni di promozione, pianificazione, gestione e controllo oggi attribuite alle Autorità Portuali. In particolare saranno attribuite tutte le responsabilità in capo all’Ente di gestione del porto con evidenti economie di scala, oltre che un sicuro recupero di efficacia, per alcune di esse. Le priorità degli investimenti da finanziarsi mediante risorse pubbliche, necessariamente coerenti con le previsioni del
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Graziano Delrio, Ministro Infrastrutture e Trasporti e Debora Serracchiani, presidente Regione Friuli Venezia Giulia
PSNPL, saranno identificate dall’AdSP attraverso un’adeguata analisi costi-benefici e attraverso l’uso di specifici criteri di selezione, con preferenza attribuita per quelle che assicurano un appropriato co-finanziamento da parte dei privati. La loro approvazione, così come quella del Piano Regolatore di Sistema Portuale (PRSP), sarà deliberata a livello centrale da una Direzione Generale della Portualità e della Logistica rafforzata all’interno del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. A livello di singolo porto in questo momento sede di AP, si prevede l’esistenza di un ufficio territoriale dell’AdSP, con compiti istruttori ai fini dell’adozione delle deliberazioni di competenza dell’AdSP, di proposta con riferimento a materie di rilievo locale ma a proposito delle quali la competenza permane all’AdSP e compiti amministrativi propri con riferimento a materie di rilievo secondario e puramente locale, e di vigilanza e di controllo, sotto la direzione (con poteri sostitutivi) dell’AdSP. I soggetti da ultimo indicati saranno istituiti in tutti i porti adesso sedi di Autorità Portuale e assumeranno la denominazione di “Direzioni Portuali” (DP). I tanto discussi accorpamenti potranno avvenire secondo ragioni geografiche o di mercato, ma nulla è stato ancora deciso – si legge in una nota del ministero - è chiaro quindi l’orientamento che va verso la riduzione o la confluenza delle authority nei “distretti intermodali”. Sempre nella stessa nota il ministero afferma poi che nel piano non è contenuto nessun accorpamento. Si potrebbe intendere che l’elenco preciso delle Autorità di Sistemi Portuali si avrà solo dopo l’inevitabile confronto politico che si avrà durante il passaggio in commissione del Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica. In effetti, nel piano approvato, non c’è un vero e proprio
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Pasqualino Monti presidente Assoporti
Michele Pappalardo presidente Federagenti
elenco dei distretti che si andranno a costituire, ma è circolato, tant’é che un po’ tutti gli organi d’informazione ne hanno dato conto, uno stralcio in bozza del documento ufficiale, dal quale si possono ricavare indicazioni su quali e quanti saranno i distretti. Nello specifico si legge che le 13 AdSP saranno: 1. Genova - Savona, 2. La Spezia-Marina di Carrara, 3. Livorno - Piombino, 4. Civitavecchia, 5. Napoli Salerno, 6. Calabria Gioa Tauro – Messina, 7. Cagliari – Sarroch e Olbia - Golfo Aranci, 8. Sicilia orientale Catania e Augusta, 9. Sicilia occidentale Palermo, 10. Bari Brindisi Taranto Manfredonia, 11. Ravenna - Ancona, 12. Venezia, 13. Trieste. L’elenco pur non essendo ufficiale non è mai stato nettamente smentito, anzi, ha creato a un vivace dibattito sui media al quale hanno preso parte politici di vario livello, presidenti delle attuali authority, operatori del settore, addetti ai lavori. Probabilmente l’elenco è sta diffuso proprio per fa avviare un processo di discussione e verifica della fattibilità di accorpamenti e divisioni. Assoporti ha già dato il via libera al piano Delrio, anzi il presidente Pasqualino Monti chiede al governo di fare presto: “Non possiamo non essere soddisfatti del piano nel quale sono contenuti elementi innovativi di governance portuale che la nostra associazione da troppo tempo richiedeva spiega Monti -. Ora è necessario non perdere altro tempo e portare i contenuti all'interno di uno strumento di legge che consenta di renderli immediatamente operativi”. “Non è certo facile fermare un treno in corsa, ma se resta sempre fermo in stazione”. Queste le parole di Michele Pappalardo Presidente Federagenti. “Questo paragone vale anche per il progetto di riforma e razionalizzazione della logistica della portualità italiana. Il fatto che questo processo sia stato avviato concretamente è di per sé un
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On. Emanuele Lodolini, Debora Serracchiani e Rodolofo Giampieri presidente Ap Ancona
segnale positivo. Le misure varate dal governo vanno nella direzione giusta che è quella di una razionalizzazione del sistema portuale per rispondere concretamente alla domanda di efficienza e di competitività che giunge in modo sempre più pressante dal mercato. Anche la semplificazione nelle procedure di nomina dei presidenti delle Autorità Portuali va in questa direzione, anche se, come utenti dei porti, il nostro sogno sarebbe di nomine non politiche, ma puramente manageriali. È giunto il momento di procedere con rapidità nel varo delle altre misure di efficientamento del sistema. Zeno D’Agostino commissario AP Trieste rileva la positività “Di una regia unica e il potenziamento delle funzioni centrali che trasformano il ministero in una struttura con un preciso ruolo di governance. La novità delle nuove Autorità di Sistema Portuale ci vede poi protagonisti in quanto, supera il ventilato accorpamento a Venezia e, anzi, ci elegge referenti di un sistema regionale che, anche se non si legge nel piano, ingloberà le altre realtà portuali (Porto Nogaro e Monfalcone) della regione oggi prive di authority”. “Sono state riconosciute la strategicità e la peculiarità del porto di Trieste – ha aggiunto il sindaco Roberto Cosolini come del resto mi era già stato anticipato dal ministro Delrio. La regia centrale sarà fondamentale per la distribuzione dei finanziamenti perché per troppi anni in Italia si sono moltiplicati porti e aeroporti con il risultato di indebolire il sistema infrastrutturale generale. Chiaro che per scegliere dovranno essere fatte opportune valutazioni del rapporto costi/benefici che nel caso ad esempio dei container non potranno che favorire Trieste a discapito dell'offshore di Venezia”. “II piano è un evento di grande portata in un settore strategico segnato dall’immobilismo – ha detto Debora Serracchiani – ma c’è spazio ancora per la trattativa politica, viste le polemiche sugli accorpamenti arrivate dall'Adriatico. Il piano tiene conto di molti studi e bisogni che il Governo e il Pd hanno saputo sintetizzare in un documento che ha le caratteristiche giuste per aiutare il sistema Italia a
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Luca Ceriscioli presidente Regione Marche e Valeria Mancinelli Sindaco di Ancona
Antonino De Simone presidente Autorità Portuale Messina - Milazzo
rafforzare i legami con le reti di trasporto dell'Unione europea”. “Non avevo dubbi che il Governo ci avrebbe ascoltato riconoscendo l’importanza strategia di Venezia e Trieste nell’Alto Adriatico – è stato il lapidario commento del presidente dell’Autorità Portuale di Venezia, Paolo Costa - ”. Il commissario Pasqualino Monti, ha accolto con soddisfazione l’accorpamento da parte dell'Autorità di Civitavecchia dei porti abruzzesi Ortona, Vasto e Pescara. “Con l'alleanza con Civitavecchia riusciremo a rammendare la smagliatura della rete Ten-T sull'Abruzzo ha commenta Antonio Nervegna consulente del sindaco di Ortona per la portualità e autore con Di Pretoro di uno studio che, di fatto, ha anticipato questo nuovo”. Un discorso a parte va fatto invece per il ventilato e mai smentito accorpamento tra le attuali authority di Ancona e Ravenna e quelle di Messina e Gioia Tauro che hanno scatenato un dibattito politico/istituzionale a tutti i livelli. Molto attivi da questo punto di vista l’Onorevole Alberto Pagani (ravennate) e l’On. Emanuele Lodolini (anconetano) i quali si stanno battendo insieme al fine di evitare il sopra citato accorpamento, infatti, con un emendamento e un ordine del giorno hanno indicato quelle che secondo loro sono le scelte che il Governo dovrebbe fare. “L’emendamento, già approvato, alla delega al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche – da detto Lodolini - riconosce il ruolo delle Regioni e degli Enti Locali nel processo di riforma delle Autorità Portuali e nel nuovo sistema di governance delle stesse, impedendo l’ipotesi che il Mit possa agire senza consultazione di detti Enti. Per quanto riguarda nello specifico il Piano della portualità e della logistica – conferma Lodolini - abbiamo presentato un ordine del giorno che esprime la condivisione dell'obiettivo essenziale che si pone il piano sopra citato nell’aiutare il sistema Italia a rafforzare i legami con le reti di trasporto dell’Unione europea e nel favorire il recupero dei traffici commerciali tra Europa e Oriente, ma poiché nel piano stes-
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so non è contenuto alcun accorpamento definito di Autorità Portuali, invitiamo il Governo, tra l’altro, a stabilire che l’individuazione delle Autorità Portuali sia effettuata secondo criteri oggettivi e in particolare: al rispetto della programmazione comunitaria con riferimento ai corridoi plurimodali europei, alle reti TEN-T e alla rete dei porti e interporti core definiti dall’U.E.; 2) alla previsione di almeno un’autorità in ogni regione marittimo-portuale, con la possibilità di accorpare le autorità esistenti e includere altri porti non sede di Autorità Portuale; 3) per eventuali accorpamenti di autorità esistenti, ove collocate in regioni diverse, o in altri Stati comunitari, è necessaria la preventiva intesa delle regioni interessate, e non si possono accorpare Autorità esistenti, se collocate su distinti corridoi plurimodali europei”. Anche Assoporti è intervenuta nel merito con il presidente Pasqualino Monti che affermato: “Ravenna e Ancona, sono due porti core e per questo entrambi gli scali devono restare autonomi, anche perché sono porti diversi e non complementari. Il governatore Luca Ceriscioli assieme al Sindaco di Ancona Valeria Mancinelli e presidente dell’authority Rodolfo Giampieri al termine di un incontro hanno ribadito che “Non sussistono motivazioni tecniche e industriali che giustifichino l'accorpamento tra Ancona e Ravenna, giacché l'autonomia di entrambe risponde alla logica dell'efficientamento degli scali ricercata dal Governo: Ancona e Ravenna perse-
guono strategie commerciali diverse e non complementari”. “Lo scalo dorico - prosegue la nota congiunta - rientra nella programmazione europea dei collegamenti nord-sud (Helsinki – La Valletta) e svolge una funzione strategica nell'ambito della Macroregione Adriatico Ionica (con un milione di passeggeri internazionali l’anno). Inoltre l'Ap ha un indice di efficienza pari a 3,1 collocandosi tra le più virtuose e garantisce 54 milioni d’investimenti sul territorio, rappresentando un'importante leva per la crescita economica locale”. Dal canto suo il presidente Giampieri ha avvertito: “È un piano che non ha valore di legge, che entra in Parlamento per il dibattito. La decisione comunque se confermata, ci amareggia e ci sorprende e non per logiche di campanilismo”. "Mi adopererò per promuovere un confronto, che ho già avviato, con il Governo e i parlamentari sul tema della riorganizzazione del sistema portuale che valorizzi appieno potenzialità e funzione del porto di Ravenna – ha detto il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci. Un passaggio di questo lavoro si concretizzerà nella costituzione di un tavolo pubblico che coinvolgerà le istituzioni, le associazioni d'impresa e del mondo del lavoro, per produrre uno scatto di forte coesione e di rapide ed efficaci decisioni". “L’ipotesi Delrio – afferma il vicesindaco di Ravenna Giannantonio Mingozzi - rischia di aumentare la confusione nella burocrazia portuale tra le due regioni di riferimento e richiama la necessità di aprire un confronto che coinvolga l’intero tessuto economico. Ravenna può essere competitiva sul fronte degli investimenti e sui progetti di ampliamento degli insediamenti logistici e delle infrastrutture stradali e ferroviarie, se non è imbrigliata in un contesto di trattative con la Regione Marche che annullerebbe gli sforzi fin qui compiuti per lo sviluppo della propria economia portuale”. E arriviamo a Messina, laddove la notizia dell’accorpamento delle authority Messina - Milazzo e Gioia Tauro non è stata accolta con entusiasmo, mentre dal lato Reggio Calabria non ci sono dichiarazioni se non di attesa per leggere meglio il documento e capire gli spazi di eventuali correzioni. Il presidente dell'Authority di Messina - Milazzo Antonino De Simone, rileva che “la città dello Stretto è caratterizzata da particolarissime peculiarità, dalla leadership dei traffici passeggeri, che la rendono unica e che vanno tenute in massima considerazione. Peraltro – prosegue De Simone - il sistema gestito dall'Autorità Portuale di Messina - Milazzo rappresenta, uno snodo di assoluta rilevanza internazionale, il cui ruolo non può essere sminuito o disconosciuto in favore di un accorpamento inidoneo a gestire adeguatamente traffici e interessi della portualità nell'Area dello Stretto”. Insomma, se da nord soffiano venti di grande soddisfazione, il centro-sud è recalcitrante e rivendica l’autonomia delle proprie Autorità Portuali. La partita è quindi ancora aperta e sarà il lavorio nelle stanze dei bottoni che svelerà, dopo le canoniche ferie agostane, quale sarà il definitivo assetto della governance della portualità italiana. L.G.
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RIFORMA: ATTENZIONE SOLO AI CONTAINER
Ida Simonella assessore al Porto del Comune di Ancona
Il piano sulla portualità presentato da Ministro Delrio non pone sufficiente al traffico ro-ro e ro-pax vero fiore all’occhiello del sistema portuale italiano
Il
piano sulla portualità licenziato dal CdM dello scorso 03 luglio ha lasciato strascichi polemici perché non sembra cogliere la peculiarità del sistema portuale italiano che, va ricordato, è secondo soltanto alla Gran Bretagna nel settore del trasporto merci ma leader nel traffico passeggeri (vedi Adriaeco 29/13 del giugno 2013). Uno dei porti che sembrano più penalizzati da questo punto di vista è Ancona, per il quale pare che, al momento, sia previsto l’accorpato allo scalo ravennate. È dello stesso parere Ida Simonella, assessore al porto del comune di Ancona nonché studiosa ed esperta di portualità. “Il modello degli accorpamenti – conferma l’assessore - risponde alle logiche del mercato container, trascura i traffici di short sea shipping sui quali l’Italia vanta una leadership Europea e, Ancona, è un porto leader. Gli accorpamenti e il conseguente concentramento in pochi porti degli investimenti in banchine, piazzali e fondali, risponde bene alle esigenze di un solo segmento di traffico, quello container, che sicuramente nello scenario mondiale è stato il più dinamico negli ultimi 30 anni e si candida a crescere ulteriormente”. Qual è il ruolo giocato dall’Italia fino ad oggi? “Da oltre 25 anni l’Italia si candida, con i suoi porti, a diventare la piattaforma logistica dell’Europa. Si parte da un presupposto: in condizioni ottimali, le merci che viaggiano dall’Asia all’Europa Centrale, raggiungerebbero i mercati di destinazione con 6/7 giorni di anticipo se passassero per i porti italiani e da qui si spostassero poi, via strada o via treno. In realtà ancora oggi le merci, continuano a percorrere un itinerario più lungo: arrivano nei porti del Nord (Rotterdam, Amburgo, Anversa, Le Havre) e poi scendono via strada, via treno e via fiume verso l’Europa centrale”. Perché un armatore preferisce allungare tempi e rotte? “Semplice! Tali porti offrono maggiori garanzie in termini di efficienza dei sistemi logistici e sono ottimamente collegati ai mercati di origine e destinazione della merce, cosa che manca ai porti italiani, che servono un bacino di mercato molto circoscritto, limitato alle regioni circostanti. La quasi totalità dei container che raggiungono l’Italia passando per i nostri porti, sono destinati esclusivamente al bacino regionale e nazionale. Ecco perché complessivamente tutti i porti italiani, non superano il traffico del porto di Rotterdam”. Che cosa occorre fare per essere competitivi nel segmento container? “L’eccessiva frammentazione dell’offerta portuale in Italia in un numero elevato di scali acuisce il problema e tendere a una
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maggiore concentrazione è legittimo. È necessario investire sulle infrastrutture principali di pochi porti (banchine, piazzali, fondali, accessibilità viaria e ferroviaria) capaci di ospitare grandi navi e concentrare i traffici di pochi grandi player internazionali. Ma occorre attuare molti altri interventi, tra i quali: una politica nazionale a sostegno dei servizi intermodali (ferromare), come avviene in Svizzera, Austria, Francia, Germania (con tanto di contributi diretti per spostare i container dalla strada al ferro); realizzare una rete ferroviaria efficace ed efficiente; dotare i porti di binari ferroviari di almeno 600 – 700 metri (che abbattono il costo di formazione del treno); alleggerire e telematizzare le procedure doganali e amministrative in porto”. Quali elementi trascura la riforma? “Innanzitutto, come accennato sopra, la riforma non tiene in debito conto gli assets veri, la forza competitiva della portualità italiana, in altre parole i cosiddetti traffici di short sea shipping. L’Italia svolge la funzione di piattaforma logistica del Mediterraneo in tal senso, e per tonnellate complessive movimentate è il primo Paese in Europa (insieme alla Gran Bretagna). Tra questi è ricompreso il traffico su traghetti ro-ro (quelli che ospitano tir e trailer) e ro-pax (quelli che aggiungono i passeggeri). Si tratta di una tipologia di traffico in grande sviluppo, perché molto flessibile e compatibile con lo sviluppo economico dei Paesi che si affacciano sul Mediterrraneo. In secondo luogo, la riforma proposta trascura fortemente il modello delle reti Ten-t, che costituisce il vero vantaggio competitivo del nostro Paese, che ha bisogno di una capillarità portuale diversa (anche se sicuramente più snella di quella attuale) e risulta molto più coerente con la rete dei porti del corenetwork europeo”. Che ruolo potrebbe giocare il porto di Ancona in questo contesto? “Su questo traffico Ancona ha costruito la sua principale cifra internazionale. In Adriatico questo segmento si è sviluppato fortemente nel corso degli anni ‘90 quando la soluzione marittima divenne quella privilegiata per i collegamenti tra Grecia e resto dell’Unione. Lo scalo dorico movimenta oltre un milione di passeggeri su rotte internazionali, via ro-pax, e ormai le merci provengono non solo dalla Grecia, ma anche dalla Turchia e dal Medio Oriente, per raggiungere Germania, Francia, Spagna, UK, Penisola Scandinava. Si tratta di un nodo strategico centrale del corridoio naturale esistente tra il Centro Nord Europa e il Sud Est dell’Europa e il Medio Oriente”. L.G.
www.comune.ancona.it
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DELRIO: A SETTEMBRE AVREMO LA RIFORMA Invitato all’assemblea annuale di Assoporti il ministro accelera sul fronte della riforma e lancia la giornata dei “Porti Aperti”
L’
assemblea di Assoporti è stata l’occasione per ritornare a parlare del piano nazionale della portualità e della logistica e l’ha fatto direttamente il Ministro Graziano Delrio con una serie di dichiarazioni che hanno sancito l’assoluta volontà del Governo di accelerare la riforma che tanto sta facendo discutere.
Nel suo intervento il ministro ha ricordato che “sono più di 16 mila le imprese che operano nel settore del cluster logistico e portuale, circa 1 milione gli addetti e un valore d’interscambio commerciale di € 220 mld ovvero il 16,5% di PIL nazionale. Occorre quindi lavorare per il rilancio del sistema portuale e della logistica italiana per contribuire in maniera decisiva alla ripresa economica del Paese. Il piano non è il libro dei sogni – ha continuato il Ministro – ma l’esplicitazione degli obiettivi che il sistema Paese si vuole porre e ne indica la direzione. Vi sono fissati obiettivi molti chiari e sono già stati individuati tutti gli strumenti per raggiungerli, ma occorre che Governo e società civile siano coesi e procedano tutti nella stessa direzione. A sostegno di quanto affermo – ha terminato il ministro - il piano è già stato assegnato alle commissioni parlamentari competenti che lo esamineranno per poi tornare in Cdm per l'approvazione finale. Anche se molto dipenderà dai lavori parlamentari e dai tempi necessari per sistemare alcune situazioni, penso e spero che entro i primi di settembre la riforma sarà approvata". “Assoporti sostiene con forza il Piano della portualità e della logistica – ha detto il presidente Pasqualino Monti, ma il suo contributo, come ha evidenziato l’assemblea di oggi, consiste anche in un costante confronto con quanto accade nella portualità europea alla ricerca delle formule di competitività che fanno, ad esempio, di Rotterdam (all’assemblea
Pasqualino Monti presidente Assoporti
. www.assoporti.it
Porti e Portualità
Pasqualino Monti presidente Assoporti e Graziano Delrio Ministro infrastrutture e trasporti era presente il direttore generale Victor Schoenmakers), con 180.000 dipendenti, un fatturato di 660 milioni di euro e profitti per 215 milioni, la colonna portante dell’economia olandese”. Mercato, Blue Economy, reti Ten e rete ferroviaria sono stati i temi che hanno ispirato l’assemblea di Assoporti. “I fari per rilanciare il settore – ha ricordato il presidente Monti – sono, da un lato, la politica europea sui corridoi Ten-T e sulla Blue Economy (sintetizzate dal direttore porti della Commissione europea, Dimitrios Theologitis); dall’altro il mercato che sta anche imponendo (ad esempio con le navi giganti) regole del gioco difficilmente compatibili con le capacità d’investimento dei porti”. Sul tema delle reti ferroviarie il Ministro ha ricordato che "l'Italia ha bisogno di due cure: una del ferro e, quindi, di sposare molto il trasporto su rotaia e le varie modalità interconnesse; e una dell'acqua, con una strategia molto decisa d’investimento sulla portualità. Dobbiamo integrare il Piano dei porti e della logistica con il contratto di programma di Rfi - ha detto - e fare della cura dell'acqua e del ferro una soluzione integrata e dialogante”. Il rapporto tra aree portuali e città nelle quali gravitano, è stato un tema toccato dall’assemblea, in particolare nella chiusura del discorso del Ministro Delrio. Lo stesso ha ricordato l’esigenza che “tutti gli operatori del cluster portuale e della PA siano al servizio del Paese. Da qui discende l’essere, come porti, non corpi estranei alle città, ma parte viva delle stesse, in dialogo e non in conflitto con loro, come porte del mare. Intendo allora proporre, a tutti voi, una giornata nazionale da dedicare ai Porti Aperti in cui individuare spazi praticabili in cui fare entrare la cittadinanza, le famiglie e i giovani”. A tal proposito va ricordato come, l’Autorità portuale di Ancona si sia molto spesa in tal senso con l’iniziativa Porto Aperto dello scorso ottobre e quella “Il porto? È aperto!” in programma a fine luglio.
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YOUNGSHIP ITALIA: L’ATTIVITÀ DEL PRIMO SEMESTRE 2015 5 eventi, toccati alcuni degli scali più importanti di Adriatico e Tirreno. Simona Coppola: “Tanto lavoro, ma abbiamo coinvolto centinaia di persone. Il rilancio del Sistema Paese deve passare attraverso le grandi opportunità che il mondo dello shipping può offrire”
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rrivati ormai a metà dell’anno è tempo dei primi bilanci per YoungShip Italia, il branch italiano dell’associazione internazionale YoungShip International. Sono 5 gli eventi organizzati nei primi 6 mesi del 2015 che hanno toccato alcuni dei porti italiani più importati.
Si è iniziato con Livorno, passando poi per Ancona, Napoli, Bari con chiusura, proprio a giugno, a Genova. I temi discussi in questi incontri hanno affrontato quelle che sono le leve di competitività di maggior rilievo oggi, tanto per il mondo dello shipping che delle infrastrutture. Dalle governance dei porti, all’intermodalità, passando per i sistemi di ICT degli scali, elementi ad alto valore aggiunto per innovare ed efficientare gli attori di sistema che gravitano intorno alle port community per finire, poi, con una questione dibattuta da oltre 500 anni da tutti quelli che operano nel settore: le assicurazioni marittime. “Un lavoro duro – ha commentato Simona Coppola presidente YoungShip Italia – ma che lascia me e tutto il direttivo molto soddisfatti. Tutti questi eventi vanno a incastonarsi in quella che è la nostra filosofia pregnante ovvero quella di realizzare incontri che possono essere forieri di momenti di formazione e informazione”. Un’opera di sensibilizzazione ben riuscita… “Direi di sì. Riuscire in questi mesi a sensibilizzare i nostri iscritti, ma anche tutte le persone che gravitano all’interno della port community, su temi così importanti ha sicuramente accresciuto la conoscenza e, quindi, il potenziale di molte aziende. Il tutto in una fase storica in cui il rilancio del Sistema Paese deve passare attraverso le grandi opportunità che il mondo dello shipping può offrire”. Con un occhio sempre rivolto ai giovani…
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“Anche questo è vero. Com’è noto YoungShip Italia riunisce giovani tra i 20 e i 40 anni che operano per ragioni di lavoro o studio nell’ambito dell’economia e dell’industria marittima. L’associazione si propone di divulgare la cultura del mare fra i giovani per avvicinarli alle professioni marittime in tutti i suoi aspetti, un tavolo di lavoro permanente che possa far dialogare settori complementari, ma che hanno poca occasione di comunicare tra loro. Anche la presenza di scuole e università all’interno dei nostri momenti d’incontro è da vedere, in prospettiva, come un grande valore aggiunto al lavoro svolto”. Gabriele Costantini
Simona Coppola presidente YoungShip Italia e Ida Simonella assessore al porto del comune di Ancona
www.youngship.com
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IL MEETING PARTNER DEL PROGETTO MED.I.T.A. SI È SVOLTO A FIRENZE Importante appuntamento organizzato dal capofila Interporto di Livorno con Regione Toscana per tirare le somme delle attività di progetto
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partner del progetto MED.I.T.A- MEDiterranean Information Traffic Application”, del programma MED, si sono ritrovati per la sessione conclusiva di incontri e aggiornamento attività nella quale il capofila Interporto Toscano “Amerigo Vespucci” di Livorno ha coordinato i lavori. Significativo il contributo illustrato dall’ing. Diego Dogana, referente per gli aspetti tecnici di progetto, in occasione del meeting di partenariato del 11 giugno, in cui sono stati presentati i risultati della sperimentazione attuata presso l’Interporto delle Marche. In occasione dell’evento pubblico finale svoltosi nella mattinata del 12 giugno a Firenze, nella sede del Consiglio Regionale di Palazzo Panciatichi dal titolo "LOGISTICS CATCH THE CLOUD! Meditracknet: la soluzione su misura per il tracciamento di beni e mezzi", Luca Celli, project manager di progetto per Interporto Marche Spa, ha ripercorso le principali tappe degli oltre due anni di sviluppo di progetto. Il progetto MED.I.T.A. (Mediterranean Information Traffic Application) ha, tra i suoi obiettivi, quello della creazione di una piattaforma logistica a supporto di una rete internazionale di nodi intermodali, come porti, interporti e centri intermodali. Il progetto si basa sulla creazione di una rete di soggetti che permetta una movimentazione più facile e veloce delle merci che quotidianamente transitano nel Mediterraneo utilizzando una tecnologia a basso costo quale l’RFID UHF da est ad ovest. Da Valencia a Livorno, passando per Jesi ed il porto di Ancona, ed approdare poi a Bar in Montenegro e quindi Patrasso e fino a Tripoli,
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in Libano, il progetto MED.I.TA. è un esempio virtuoso della volontà di innovare il sistema dei trasporti nel segno della eco-sostenibilità e dell’efficienza e si propone, quale obiettivo generale, la realizzazione di un “Intelligent Freight Corridor”, garantendo così la tracciabilità di merci ed informazioni lungo tutto il percorso. Nel corso delle attività di progetto, il network rappresenta un valore aggiunto per i partner, in quanto permette la condivisione di informazioni anche oltre confine. La fase di test coinvolge 4 paesi dell’area Mediterranea: Italia, tramite il porto di Livorno, l’Interporto Toscano “A. Vespucci” e l’Interporto Marche, la Grecia, con il Porto di Patrasso, la Spagna, porto di Valencia, e il Montenegro, con il porto di Bar. Non sono solo le merci ma anche le informazioni a dover essere condivise e questo progetto che va proprio in questa direzione. La capacità competitiva dei sistemi industriali in un’ottica di sostenibilità economica ed ambientale è un’esperienza riscontrabile nel progetto MED.I.T.A, e le buone pratiche che da esso sono emerse, aprono nuovi scenari di introduzione della tecnologia nel comparto della logistica e del trasporto. Questo progetto va proprio in questa direzione e può contribuire a giocare la partita della competitività che verte sui servizi e, quelli doganali in particolare, sono un fattore strategico dal quale non è possibile prescindere. Inoltre il progetto consente di declinare il concetto di sostenibilità dal punto di vista economico e da quello ambientale, in considerazione della riduzione dell’inquinamento prodotto dai veicoli in transito, grazie a percorsi ottimizzati.
www.interportomarche.it
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INTERMODALITÀ FATTORE DI SVILUPPO ECONOMICO Se n’è parlato all’evento Intermodal Connections in the Adriatic-Ionian Macro Region che ha visto confrontarsi operatori ed esperti del settore che rappresentato dal secondo pilastro della strategia EUSAIR
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umentare la competitività del trasporto marittimo a corto raggio e di rafforzare l’attrattiva nelle soluzioni di trasporto intermodali servendo i porti e centri logistici a medio e inferiore raggio nell’area adriatica, con particolare riferimento all’integrazione nella catena logistica delle rotte marittime che servono le due sponde dei mari Adriatico e Ionio. Sono queste le caratteristiche del progetto Intermodadria che ha preso il via ad ottobre 2012 e si è chiuso con l’evento Intermodal Connections in the Adriatic - Ionian Macro Region svoltosi il 2 luglio 2015 presso l’auditorium della Mole Vanvitelliana di Ancona. All’incontro internazionale, organizzato dalla Regione Marche in collaborazione con l’Autorità portuale, erano presenti tra gli altri, il vice presidente e assessore alle Infrastrutture, Anna Casini il presidente dell’Autorità portuale, Rodolfo Giampieri, il comandante della Capitaneria di porto, Ammiraglio Francesco Saverio Ferrara, l’assessore al porto del Comune di Ancona, Ida Simonella, il segretario generale dell’Iniziativa Adriatico – Ionica, Fabio Pigliapoco. Un confronto, quello della Mole, sui progetti, le strategie e i finanziamenti del sistema logistico intermodale europeo, durante il quale sono stati presentati i risultati dei due progetti Intermodadria (undici i partner di cinque diverse nazionalità) ed Easyconnecting (diciassette partner di sette nazionalità). L’evento è stato l’occasione per discutere sugli sviluppi infrastrutturali nell’area macroregionale, agevolato da specifici tavoli tecnici organizzati tra i partecipanti ai due progetti europei. L’analisi del traffico merci dell’area macroregionale dimostra che le potenzialità di sviluppo del multimodale potrebbero rendere i trasporti più ecologici e sostenibili. "È stata fatta un'analisi profonda delle movimentazioni da e per il porto di Ancona con altri scali - ha detto Rodolfo Giampieri Presidente dell’Ap di Ancona -. Lo scalo pur avendo una forte percentuale di consegne container nel raggio di 100 - 120 km ha importanti direttrici per Germania, Francia, Grecia e Turchia. Il porto sta dimostrando grande vitalità, grazie agli imprenditori, e questo dovrà essere un elemento essenziale nella scelta degli accorpamenti previsti dal Piano nazionale della portualità e della logistica". "La riforma dei porti non deve essere slegata dalle strategie e dalla programmazione europea, che ha stabilito quali sono i 14 porti core. Rotterdam non può rappresentare il modello da segui-
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Easyconnecting Il progetto Easyconnecting – “Europe-Adriatic Sea-Way Freight” si sviluppa da novembre 2013 a marzo 2016 e vede la partecipazione di 17 partner di 7 nazionalità diverse. Ha l’obiettivo di rafforzare la cooperazione transfrontaliera in tutta l’area dell’Adriatico, per trovare soluzioni comuni necessarie per il miglioramento dei servizi e delle infrastrutture di trasporto. L’analisi del traffico merci e il potenziamento delle infrastrutture di trasporto dell’area macroregionale dimostrano le potenzialità di sviluppo del trasporto multimodale nel breve periodo, così come nuove policy per il miglioramento della catena logistica, potrebbero rendere i trasporti più ecologici e sostenibili. www.easyconnectingproject.eu
www.intermodadria.eu
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Anna Casini, vice presidente della Giunta regionale Marche e assessore alle infrastrutture
Rodolfo Giampieri Presidente dell’Autorità Portuale di Ancona
re per la portualità italiana che ha circa 8000 chilometri di coste. Nel porto olandese decidono tutto tre operatori. In Italia bisogna ridurre la burocrazia, aumentare il decisionismo e attuare una regia unica nazionale accompagnata da un processo di razionalizzazione delle risorse e degli enti. Serve un coordinamento nazionale e un’applicazione regionale". L'obiettivo è sostenere soluzioni di trasporto intermodale nell'area Adriatica, fornire il miglior ambiente per attivare servizi di trasporto ferroviario - mare intermodali, tra i porti e l'hinterland e sottrarre quote al traffico su gomma a beneficio dei treni. "È in fase progettuale avanzata – ha aggiunto Giampieri la realizzazione di un fascio di binari da 600 metri che, nel giro di un anno, arriverà a bordo banchina".
Per rendere efficiente ed efficace l’investimento è però necessario che la galleria di Cattolica, infrastruttura strategica per il traffico intermodale sulla dorsale Adriatica, dovrà essere resa fruibile nelle due direzioni da RFI. A tal proposito la galleria "è terminata dal punto di vista infrastrutturale - ha spiegato Andrea Appetecchia (Isfort) - ma restano problemi di segnalamento, questioni semplici da risolvere per cui deve intervenire il gestore. Poi sarà possibile trasferire camion interi o trailer su ferrovia da Ancona fino a Basilea (per i carichi diretti verso il Nord Ovest Europa) o verso Monaco (Nord Est). Solo Trieste ha un'offerta infrastrutturale analoga e quindi questo aprirebbe delle potenzialità di mercato". "Ancona e le Marche - ha osservato Anna Casini, vice presidente della Giunta regionale e assessore alle infrastrutture – hanno una posizione geograficamente strategica rispetto all'Italia e all'area adriatico ionica. Per questo è importante sviluppare politiche integrate che favoriscano, in modo ecosostenibile, i flussi di merci e di persone con connessioni tra nodi e piattaforme logistiche esistenti. E' un progetto ambizioso che consente di ripensare le politiche europee di trasporti e infrastrutture. Le Marche sono un ottimo candidato per interpretare questa strategia, in sintonia con il secondo dei quattro pilastri Eusair, la strategia per la Macroregione Adriatico Ionica. È essenziale completare la piattaforma logistica porto-interportoaeroporto, intervenendo sui versanti di difficoltà, a cominciare da viabilità e spazi portuali, funzionali anche alle lavorazioni della cantieristica".
The project is co-funded by the European Union, Instrument for Pre-Accession Assistance
. www.intermodadria.eu
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INTERMODADRIA: EDUCHIAMO I GIOVANI AI TEMI DELL'INTERMODALITÀ ATTRAVERSO LO SPORT Dalla partnership tra Aurora Basket e Interporto Marche Spa sono nate una serie di attività rivolte alle nuove generazioni
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oerentemente con la propria vocazione internazionale, Interporto Marche spa, infrastruttura che ottimizza il sistema dei trasporti regionali incentivando lo sviluppo della logistica e dell'intermodalità assecondando i paradigmi dello sviluppo sostenibile, è partner del progetto “INTERMODADRIA – Supporting intermodal transport solutions in the Adriatic area” del programma comunitario IPA CBC Adriatico, nel quale la Regione Marche è capofila. Il progetto si pone l’obiettivo generale di migliorare l’integrazione del trasporto marittimo a corto raggio nelle catene logistiche che includono i porti e retroporti del mare Adriatico che si caratterizzano per differenti livelli di accessibilità alle infrastrutture di trasporto dell’entroterra. Strutturato in cinque linee di attività, il progetto ha l’Interporto Marche fra i suoi 11 soggetti partner. La Società, pur partecipando a tutte le azioni, si è concentrata su quella dedicata alle misure di sostegno all’intermodalità. Per il trasporto merci il sistema produttivo delle Marche sceglie per oltre il 95% la gomma, relegando all’1% quello su ferro e a circa il 2,5% quello via mare.
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www.interportomarche.it
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Luca Celli, project manager progetto Intermodadria per il partner Interporto Marche, consegna i riconoscimenti ai partecipanti
Cifre che indicano chiaramente come sia necessario un cambio di passo verso l’intermodalità posto che, tra l’altro, la UE ha indicato che entro il 2030 il 30% delle merci viaggi con modalità diverse (più sostenibili) dal tutto gomma. Nell’ambito del progetto europeo “INTERMODADRIA” è stata avviata una partnership con l’Aurora Basket di Jesi che ha previsto la realizzazione di una serie di iniziative a carattere divulgativo volte proprio a comunicare il progetto ai più giovani attraverso il gioco della pallacanestro per fare dei piccoli atleti degli adulti consapevoli. Dalla partnership tra due modi apparentemente lontani come quello dell’intermodalità e della pallacanestro è nato invece un solido sodalizio che ha avuto come fattore comune la trasmissione di valori legati alla sostenibilità ambientale ed il trasporto delle merci che poi vengono consumate. L'appuntamento finale si è svolto con il “Trofeo Intermodadria”, torneo di basket giovanile maschile per categorie Aquilotti (classe 2004) e under 15. L’obiettivo è stato quello di diffondere la cultura dell’intermodalità ed ha previsto la disputa del torneo
“Aquilotti” con la partecipazione, oltre che degli atleti dell'Aurora Basket, quelli della Robur Osimo e Marotta Basket, mentre il torneo under 15 ha visto la partecipazione di Aurora Basket, Perugia Basket, Pescara Basket e Cab Stamura Ancona. Alla manifestazione ha partecipato anche lo staff di Interporto Marche spa. Luca Celli, project manager del progetto Intermodadria per il partner Interporto Marche, ha consegnato i riconoscimenti a tutte le formazioni partecipanti. “Sicuramente una bella due giorni di sport – ha detto Celli – nella quale i ragazzi si sono divertiti ma hanno anche appreso alcuni concetti che sono interessanti per il loro futuro. Se vogliamo che le future generazioni siano più consapevoli delle tematiche della sostenibilità ambientale e dello sviluppo infrastrutturale quale volàno di opportunità anche lavorative, iniziative come questa, seppur sperimentali, sono convinto che possano aprire un filone interessante per parlare più direttamente a cittadini europei di domani”.
The project is co-funded by the European Union, Instrument for Pre-Accession Assistance
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SFIDO LA FAME Alberto Mazzoni: “Abbiamo voluto sposare questo grande evento unico con un alto fine etico e morale”
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ince la solidarietà a Milano nel campo di grano Wheatfield grazie all’alleanza tra Verdicchio, il grande design e Oxfam. Già venduti oltre la metà dei pezzi-icona nella serata opening di “FEED IT!”, l’asta charity di Oxfam inaugurata con la cena rurale dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini. Una country dinner benefica con il Verdicchio e i prodotti marchigiani realizzata dallo chef stellato Errico Recanati in uno dei luoghi simbolo di Expo 2015. In linea con il tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, Wheatfield riporta, infatti, l’attenzione del pubblico su valori come la condivisione del cibo e dell’energia, la tutela dell’ambiente, la crescita sociale ed economica nel rispetto della qualità della vita. Tra i 400 ospiti dell’evento, il primo realizzato nell’opera d’arte ambientale di Agnes Denes, celebrities solidali come Ilaria D’Amico (madrina della serata e ambasciatrice di Oxfam), Alberto Fortis, Arisa, Paolo Kessisoglu, Caterina Balivo, Federico Quaranta, Benedetta Tagliabue, Eliana Miglio e Paola Marella. Più di 40 le aziende simbolo del design italiano che hanno partecipato all’iniziativa in collaborazione con The Circle Italia, donando pezzi delle loro collezioni per raccogliere fondi a favore della campagna “Sfido la fame”, che ha l’obiettivo di sostenere 40mila donne attraverso progetti di cooperazione in Ecuador, Haiti e Sudan. Protagonisti della country dinner, oltre al vino bianco fermo più
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Alberto Mazzoni e Federico Quaranta
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Lo chef Errico Recanati con Paolo Kessisoglu
Ilaria D’Amico e Federico Quaranta
premiato d’Italia, il Verdicchio (con le etichette di 15 produttori presenti a Expo), i prodotti del polo enogastronomico regionale Food Brand Marche, dall’hamburger di carne marchigiana ai formaggi, dai salumi alla pasta bio, ai moscioli di Portonovo. “Per Expo abbiamo voluto sposare un evento unico – ha detto il direttore di IMT, Alberto Mazzoni – che mette insieme agroalimentare e design a sostegno dei progetti di aiuto e sviluppo di Oxfam per l’accesso al cibo e la tutela dei diritti delle donne. Due eccellenze del made in Italy, queste, che ci rappresentano all’estero e che hanno come comune denominatore l’unicità della produzione, l’artigianalità e il saper fare. Caratteristiche intrinseche del nostro Paese sempre più apprezzate nei mercati internazionali. Non a caso secondo le previsioni del Centro studi Confindustria e Prometeia, l’export dei prodotti italiani 'belli e ben fatti' – dall’agroalimentare all’arredamento - nei 30 principali nuovi mercati raggiungerà i 16 mld nel 2020, con un +45% in 6 anni”. “FEED IT!” è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra Oxfam, The Circle Italia, Dipartimento ABC del Politecnico di Milano, Elle Decor Italia, Fondazione Riccardo Catella, Fidenza Village, Artoni Trasporti, UNA Hotels & Resorts e Hines Italia SGR Spa, Fondazione Nicola Trussardi e Confagricoltura.
I produttori di Verdicchio che hanno partecipato all’evento: Cantine Belisario; Casa Vinicola G. Garofoli; Casalfarneto; Conti di Buscareto; Fazi Battaglia; La Monacesca; Lamelia; Marconi Vini; Roberto Lucarelli; S. Piersanti & C.; Santa Barbara; Tenute Pieralisi - Monte Schiavo; Terre Cortesi Moncaro; Togni Spa; Umani Ronchi. I soggetti aderenti e fondatori di Food Brand Marche che hanno partecipato all’evento: TreValli Cooperlat, BovinMarche, Corte Marchigiana, Marche Bio, Consorzio Frasassi, tour operator Esitur. Le aziende di design che hanno deciso di offrire il loro sostegno, aderendo a Feed it!: “Special contributor”: Desalto, Flos, Giorgetti, Italcementi, Lema, Living Divani, Magis, MDF Italia, Meridiani, Molteni&C. “Supporter”: Alessi, B&B Italia, Barrel 12, Bitossi, C&C Milano, Caimi Brevetti, Casamania, Cassina, CTA, Davide Groppi, De Padova, Foscarini, Fritz Hansen, Gallotti&Radice, Giacomo Moor, Glas Italia, Industreal, Kartell, Kettal, Marco Zanuso Jr, Martinelli Luce, Minotti, Montbel, Pallucco, Poliform, Porro, Restart Milano, Richard Ginori, Roda, San Lorenzo, Society, Vitra.
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Gianni Lamponi e lo staff
L’OFFICINA DELLA RISTORAZIONE
Gianni Lamponi da quasi 50 anni nel settore della gastronomia. I gusti degli italiani a tavola specchio di una società in continuo mutamento
È
una storia che parte da lontano fatta di passione e dedizione al lavoro quella di Gianni Lamponi: dall’Hotel Timone a Top Catering con Vittorio Cugnigni, società specializzata in catering per matrimoni, ricevimenti banchetti ed eventi.
Si dovrebbe, quindi, iniziare questa intervista con la frase di rito “correva l’anno”, perché Lamponi si ricorda precisamente la data del suo primo servizio. “Era l’8 agosto 1968 – ha dichiarato – quando per pura casualità ed esigenza mi trovai a fare il cameriere a un matrimonio: è stato amore a prima vista per questo lavoro! Nonostante gli studi mi portassero in tutt’altra direzione mi sono subito reso conto che quello poteva e doveva essere il mio mestiere, ero un diciassettenne e avevo guadagnato i miei primi veri denari. Da quel giorno in poi mi sono dedicato all’attività nei fine settimana e, una volta terminati gli studi e iscritto all’università, ho continuato allargando le mie partecipazioni anche su ristoranti della capitale. A Roma nei primissimi anni ’70 ho fatto molta esperienza, si guadagnava bene, ma da buon marchigiano ho sempre pensato di ritornare nella mia terra. L’occasione si paventò nel 1975 quando divenni il direttore amministratore del Ristorante – Hotel Timone di Porto San Giorgio. Un locale storico che necessitava di un importante rilancio. Credo di poter serenamente affermare che gli anni che seguirono il ’75 siano stati epocali tanto per il locale che per tutto il territorio. Momenti di grandi mutamenti sociali cui seguirono cambiamenti dei gusti legati alla buona cucina e a tutto ciò che vi gravitava incontro”. Quali ad esempio? “Premetto che in quegli anni il Timone, dopo un primo momento di rodaggio, poteva considerarsi il locale più lussuoso della zona. Gli eventi e i menù proposti erano contraddistinti da grande raffinatezza e ricercatezza nel
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gusto. Se vuole un esempio, le dico solo questo: nel 1978, primi in Italia, abbiamo proposto un banchetto nuziale tutto a base di pesce. Oggi sembra un’ovvietà, ma per chi ha qualche capello bianco sa bene di che tipo di cambiamento questo ha comportato. Prima di questa data i menù proposti erano di tipo tradizionale con pietanze come il bollito, lasagne e tagliatelle di carne, arrosti e fritti all’italiana e torta nuziale. Vi assicurò che quando iniziammo a proporre menù di pesce, magari con le aragoste, un po’ ci tremavano le gambe! Abbiamo azzardato, ma ci è andata decisamente bene”. Quando nascono, invece i servizi di catering? “Nascono prima ancora di chiamarli catering!Diciamo intorno al 1983/84 quando alcuni dei nostri clienti, tutti importanti imprenditori della zona, volevano iniziare a celebrare eventi all’esterno dei locali. Magari in ville di loro appartenenza o in location molto particolari. Di lì in poi
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abbiamo iniziato a proseguire anche quel segmento di mercato”. E oggi? “Oggi gli eventi di questo genere sono all’ordine del giorno. Recentemente, in un’unica data abbiamo organizzato 5 banchetti contemporaneamente. Questo grazie agli investimenti in tecnologia e infrastrutture mobili e a un numero considerevole di risorse umane che possono variare, in maniera elastica e in base alle esigenze, da un minimo di 25 a un massimo di 200 addetti”. E il banchetto con più numero di partecipanti? “Il 29 marzo 2006, un evento legato a un noto istituto di credito. 3.300 partecipanti, menu di pesce, con aragoste e vini eccellenti”. Quali sono oggi le tendenze di questo settore? “La tendenza è di ridurre il periodo a tavola. Sono necessari grandi buffet iniziali e gli eventi devono comprendere un “chiavi in mano” che include anche intrattenimento e ballo. I prodotti sono tutti legati all’alta qualità e tipicità meglio se a Km 0. Vanno bene anche i formaggi e tutte le cruditè sia di pesce che di verdure. I vini devono essere al top. Importanti sono anche i menù vegetariani e si affaccia anche la necessità di lavorare sul vegano”. Si nota una certa differenza… “E’ vero, dal 1968 a oggi abbiamo vissuto un mutamento radicale del nostro settore. Se penso ai banchetti di 5 ore e 10 portate degli anni ’60, ci rendiamo conto di come siano cambiati i gusti degli italiani. E’ pur vero che mai come in questi eventi si ha lo specchio di una società in continuo mutamento che proprio a tavola si palesa in maniera netta. Dalla cultura contadina figlia delle cerimonie sopra citate, si è passati negli anni ‘70 e ‘80 a quella industriale che proprio nel nostro territorio ha generato una nuova classe d’imprenditori che molto puntavano sul lusso tanto nella loro attività che nel divertimento. Ora l’attenzione a tavola è figlia di una profonda cultura del buon cibo e del buon vino, che strizza l’occhio a benessere e gusto senza tralasciare l’elemento happiness dell’evento. Anche oggi, quindi, riconosciamo in queste scelte alcuni tratti tipici di una società che pure in tempi difficili come quelli attuali, fa molta attenzione alla qualità della vita”. Gabriele Costantini
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MANGIARE BENE DIVERTENDOSI C
Su Pappa Fish il giudizio dei bambini: 10 (e lode) al pesce, 0 avanzi nel piatto
on il cibo non si scherza? Vero, ma se a tavola s’impara divertendosi, allora tutto cambia. Lo sanno bene i 25.000 bambini che in tante scuole delle Marche hanno partecipato a “Pappa Fish. Mangia bene, cresci sano come un pesce”.
Il progetto promosso dalla Regione Marche con il cofinanziamento del FEP (Fondo Europeo per la Pesca) ha colto nel segno: portare i bimbi ad amare il pesce, e non uno qualunque, ma quello fresco e di provenienza locale per così dire a “miglio zero”. I numeri parlano chiaro: alla campagna di educazione alimentare “Pappa Fish” hanno partecipato 42 Comuni, 282 scuole pubbliche dell'infanzia, primarie e secondarie delle Marche, con una schiera di 25.000 alunni. Partito nel 2013, quest'anno il progetto è arrivato alla seconda edizione. In nove mesi di scuola, negli istituti aderenti sono state circa 90 le tonnellate di pesce consumato, attentamente pulito, spinato e sfilettato. Un successo anche a tavola: davanti a un piatto di alici impanate o a polpettine di pesce azzurro i bambini lasciano solo il 6,5% nel piatto, rispetto al 52% scartato nel caso di pesce congelato. Praticamente un “pasto a spreco zero”. Non solo, i dati dimostrano che la seconda edizione è stata anche più virtuosa della prima, quando Pappa Fish aveva fatto contare una media di avanzi dell'11%. Un risultato tanto significativo che Expo ha voluto raccontarne l'esperienza all'interno del Vivaio Scuole nel Padiglione Italia lo scorso 30 maggio. Davanti a rappresentanti del Ministero dell'Agricoltura e di Slow Food Italia, ma soprattutto al cospetto dei suoi più entusiasti
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“testimonial”: una delegazione di bambini arrivati dalle Marche a Milano con genitori, insegnanti e pescatori. Quello di Expo, del resto, non è il solo riconoscimento: Pappa Fish è stato segnalato come modello di riferimento anche dal Lifelong Learning Programme - il programma dell'Unione Europea che sostiene la formazione permanente - e dall'Unesco, nell'ambito del DESS (Settimana dell’educazione allo sviluppo sostenibile). Oltre alla somministrazione nelle mense, Pappa Fish si è sviluppato anche in aula, con un percorso multidisciplinare e per fasi: con l'affiancamento di esperti psicologi, nutrizionisti e biologi, gli insegnanti hanno costruito progetti didattici calibrati in base alle esigenze della classe e alla fascia d'età. Sono nati più di 800 laboratori, di cui 200, dove i bambini hanno potuto cucinare con le proprie mani il pesce appena pescato dal loro mare, migliaia di ricettari distribuiti alle famiglie, innumerevoli lavori creativi come disegni, e-book e video multimediali, 40 rappresentazioni teatrali, e ancora le visite ai tanti luoghi della tradizione marittima. Per concludere, infine, con una grande festa, negli ultimi giorni di scuola: i “Pappa Fish Days”. All'efficacia educativa del progetto, si aggiunge un aspetto non secondario, come la profonda valenza in termini di sviluppo locale: con le risorse attivate grazie al FEP, la Regione ha inteso creare nuove opportunità occupazionali per la filiera della pesca. La rete dei soggetti direttamente coinvolti è quanto mai ampia: oltre ai pescatori, i tanti operatori di settore, le aziende di trasformazione, le Asur e le amministrazioni, e ancora psicologi della nutrizione, biologi marini,
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insegnanti, genitori, educatori e animatori teatrali, infine tecnologi alimentari, comitati mensa e cuochi. “Con Pappa Fish le Marche hanno elaborato un modello virtuoso di sviluppo sostenibile” riconosce Uriano Meconi, dirigente servizio pesca della Regione: “Non è stato semplice coordinare un’iniziativa così complessa, ma ogni sforzo è stato premiato anche sopra le aspettative. Tutto questo ci permette di confidare nel proseguimento del progetto anche in futuro”. A proposito di Expo, per la piattaforma RAIExpo2015 in questi mesi Pappa Fish è stato oggetto di un reportage multimediale interattivo girato dal regista Guido Morandini. Il filmato è già online sul portale www.expo.rai.it.
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IMT: INVESTIMENTI E GIOCO DI SQUADRA PER PROMUOVERE LE MARCHE DEL VINO IN ITALIA E NEL MONDO Più di 10,2 milioni di euro investiti dal consorzio dal 2009 al 2014. Per il 2015 si punta a Usa, Canada, Cina, Giappone e Sud Est Asiatico con oltre 2,3 mln di fondi OCM
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on 800 aziende associate per 16 denominazioni di origine - di cui 4 Docg - l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini - IMT (www.imtdoc.it) è un esempio di aggregazione unica in Italia nel suo genere, che oggi esprime l’82% dell’export delle Marche (dati Nomisma) e il 45% della superficie vitata regionale (oltre 8mila ettari tra le province di Ancona, Macerata, Pesaro - Urbino, Fermo). Nato nel 1999 dalla volontà di 19 soci lungimiranti con 7 denominazioni tutelate, oggi il consorzio IMT rappresenta l’80% delle denominaGianfranco Garofoli zioni marchigiane, contribuendo alla presidente IMT valorizzazione delle Marche del vino in Italia e all’estero. Gioco di squadra tra i produttori e con il territorio, capacità di investire i fondi Ue e regionali, ma anche forte identità territoriale e grande motivazione delle cantine a puntare sulla qualità per vincere le sfide della globalizzazione. Questa in sintesi la filosofia alla base delle azioni del maxiconsorzio attualmente presieduto da Gianfranco Garofoli e diretto da Alberto Mazzoni. Grazie alle azioni realizzate dal 2009 ad oggi con il sostegno della Regione Marche, IMT ha contribuito a far conoscere e apprezzare i vini marchigiani in tutto il mondo: dal 2009 al 2014 sono oltre 10,2 i milioni di euro investiti da IMT mediante i fondi OCM Vino Promozione e PSR Marche, di cui 4,6 milioni investiti direttamente dai produttori. Le campagne realizzate hanno permesso un balzo dell’export su numerosi mercati chiave: dal 2008 al 2013 le 20 denominazioni marchigiane – Verdicchio in testa – hanno segnato performance particolarmente positive in Cina (+613%, contro il +393% della media nazionale), Russia (+224%, +79% il dato Italia), Usa (+162%, +35% Italia) e Giappone (+90% contro +50% Italia). “L’attuale attività di promozione per l’annualità 2015 – ha detto il direttore di IMT, Alberto Mazzoni – sta insistendo sui 4 Paesi più promettenti, tra cui Usa, Canada, Cina e Giappone, con una dotazione finanziaria complessiva di 4,3 mln di euro, di cui oltre 2,3 mln di fondi OCM”. Tra i mercati target delle azioni OCM Vino Promozione per il 2015, anche Sud Est Asiatico (Singapore, Corea del Sud, Vietnam, Indonesia, Filippine) e Sud America. “Grazie ad azioni come queste – ha continuato Mazzoni – oggi oltre 60 piccole e grandi aziende marchigiane riescono a conquistare mercati importanti
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come gli Usa, la Cina, il Canada, il Giappone, il Sud America. Tutto ciò sarebbe irrealizzabile se non facessimo squadra: i progetti OCM richiedono un investimento di 100mila euro per tre anni, una cifra proibitiva se le aziende volessero muoversi singolarmente”. Prodotto trainante, ambasciatore d’eccellenza del territorio, è il Verdicchio, che fa da locomotiva alle altre denominazioni e che nel 2015 si conferma per il secondo anno consecutivo il bianco fermo più premiato dalle guide italiane. Alberto Mazzoni direttore IMT Un vino campione che cresce in qualità, ma anche in valore: negli ultimi 5 anni a fronte del successo sul mercato, il valore del Verdicchio è aumentato di circa il 175% a ettolitro (fonte: Osservatorio Wine Monitor - Nomisma). A suggellarne il successo, quest’anno, il sodalizio con la pluricampionessa di scherma e ambasciatrice del Verdicchio nel mondo, Elisa Di Francisca, protagonista della campagna 2015 “Verdicchio: talenti si nasce, campioni si diventa!”. Tra le alleanze strette, non solo quella con lo sport e la scherma. In un’ottica di promozione integrata del territorio, infatti, IMT ha sposato numerose altre iniziative che al vino abbinano a musica, cultura e solidarietà. Tra le partnership, ad esempio, quelle con il festival agrirock di Barolo Collisioni, uno dei più importanti eventi culturali in Europa (tra gli ospiti 2015 premi Nobel come Dario Fo, Wole Soyinka e Herta Müller, musicisti e scrittori tra cui Sting, Daniel Pennac, Alessandro Baricco), con il Macerata Opera Festival e con la Lega del Filo d'Oro, ma anche la collaborazione con Oxfam Italia in occasione di Expo, per “Feed IT!Il design per Oxfam”, a sostegno dei progetti di cooperazione per "Sfido la fame", in favore di 40mila donne in Ecuador, Haiti e Sudan.
LE 16 DENOMINAZIONI TUTELATE DA IMT Docg: Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Conero Riserva, Verdicchio di Matelica Riserva, Vernaccia di Serrapetrona. Doc: Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, I Terreni di Sanseverino, Lacrima di Morro d’Alba, Pergola, Rosso Conero, San Ginesio, Serrapetrona, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica.
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FORMAZIONE E PERFORMANCE AZIENDALI Giovani, lavoro, formazione e scenari economici in rapidissimo cambiamento. Gianluca Fenucci, presidente della Fondazione ITS di Recanati: “I giovani e la loro formazione faranno da ago della bilancia nell’economia del futuro”
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uando abbiamo iniziando la nostra intervista con Gianluca Fenucci, presidente della Fondazione ITS di Recanati, la prima domanda che gli abbiamo posto era relativa alle motivazioni che l’hanno spinto ad accettare la carica che al momento rappresenta. La risposta, immediata, ha in se, tutto il significato di questo nostro approfondimento inerente, appunto, alla Fondazione. “Per senso di vocazione – ha dichiarato Fenucci – nei confronti dei giovani che saranno la classe dirigente del futuro, coloro ai quali è demandato il difficile compito di governare gli equilibri economici dei prossimi anni.
Gianluca Fenucci Presidente Fondazione ITS Recanati
Le dinamiche formative sono legate, mani e piedi, agli scenari in continuo mutamento di questo nostro sistema globalizzato. Fra gli elementi che daranno una reale competitività al mondo delle imprese italiano ed europeo, quello delle risorse umane si pone fra i primissimi asset. L’andamento virtuoso, o, se vogliamo, le performance di successo dei sistemi d’impresa, saranno caratterizzati dalle politiche odierne che si applicano nel campo della formazione”. Qual è Il ruolo della Fondazione all’interno del sistema produttivo marchigiano? “Ne potrei citare tanti. Che sia una cinghia di trasmissione fra mondo della scuola e lavoro è lapalissiano. Tuttavia il “fattore tempo” è quello che merita una specifica riflessione. Il mercato, infatti, necessità upgrade di esperienze formative anche a cicli di 1 o 2 anni. In sintesi sono necessarie alle aziende professioni che sono profilate per coprire esigenze di produzione in brevissimo tempo. Ecco credo che l’ITS sia stata occasione e strumento per mettere in sincronia questa esigenza programmatica fra imprese e scuola. Un ruolo che definirei fondamentale all’interno di un sistema produttivo regionale”. Si tratta, quindi di un sistema open e in continuo cambiamento? “Assolutamente sì. La verifica e l’organizzazione dei programmi sono in continuo mutamento. Ritengo questa una parte molto bella di tutto il processo formativo che quindi è contraddistinto di una grande dinamicità. Naturalmente per fare in modo che tutto questo funzioni alla perfezione sono necessari due elementi imprescindibili. Il primo sono dirigenti scolastici illuminati e pronti al cambiamento. I secondi sono il numero e la qualità delle imprese che sono all’interno della Fondazione. Al momento i risultati sono di tutto rispetto, ma come sempre è si possono migliorare ambedue gli aspetti”. Quali tipi di profili professionali sono oggi richiesti dal comparto imprenditoriale marchigiano? “La Fondazione si sta muovendo su diversi comparti dell’economia regionale, cercando, laddove è possibile, di coprire le esigenze di quelli che prima, erano definiti come i nostri distretti industriali d’eccellenza. Le aree d’intervento sono quelle canoniche, quindi, quelle del modello marchigiano d’impresa. Mi preme rilevare, comunque, che obiettivi dei nostri corsi sono di prepara-re giovani che possano entrare in maniera diretta nel mondo del lavoro. Il tutto in conformità a criteri di meritocrazia che si fondano su competenze trasversali. Questi sono i fondamentali che accomunano tutti i nostri corsi e ne creano il percorso metodologico che applichiamo con rigore”. Gabriele Costantini
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ITS: FORMARE PER IL “MADE IN ITALY” Anche un corso per “Tecnico Superiore per Made in Italy e internazionalizzazione delle PMI”
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li ITS (Istituti Tecnici Superiori) nascono dall’esigenza di realizzare percorsi formativi idonei a fornire risposte efficaci ai fabbisogni del mondo del lavoro. Sono Istituti che rilasciano un diploma di alta specializzazione tecnica alternativa ai percorsi universitari, fondati e cogestiti con aziende ed enti del territorio in modo da garantire profili professionali adeguati alle istanze del mondo del lavoro e assicurare ottime possibilità occupa-
zionali. L’Its di Recanati da anni opera nel settore della formazione specializzata nell’area a cavallo tra le province di Ancona e Macerata. Nel territorio esiste un Distretto Industriale plurisettoriale caratterizzato da un grandissimo numero d’imprese che hanno la peculiarità di ideare e sviluppare prodotti per i quali la progettazione e il design rivestono un ruolo di primaria importanza, unita alla necessità di trovare canali di sbocco internazionali.
“TECNICO SUPERIORE PER L'INNOVAZIONE DI PROCESSI E PRODOTTI MECCANICI” Project Leader per i settori della Nautica, dell’Impiantistica Avanzata e dei Sistemi Elettronici e Meccatronici Sezioni: I.A.L. (Italian Architectural Luxury) e I.I.E. (Italian Industrial Excellence) • Corso finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dalla Regione Marche, riconosciuto a livello Europeo - 5° Livello EQF; • Gestione organizzativa e didattica a carico della fondazione Its Recanati alla quale partecipano aziende, enti locali, università e scuole superiori; • 1800 ore di cui 985 ore per lezioni di 5 ore giornaliere pomeridiane e 880 ore di stages in Italia e all’estero; • Lezioni organizzate in 28 Moduli con prova finale; • Presenza di un tutor d’aula; • Tassa annuale di 250 € • Consegna gratuita delle dispense e di un personal computer che rimarrà in possesso dell’allievo dopo il superamento dell’esame finale; • Stage in Inghilterra di 3 settimane completamente gratuite; l’acquisizione delle certificazioni “FIRTS; • Frequenza obbligatoria con un massimo del 20% di assenze; • I contenuti riguardano: Formazione di base (principalmente Informatica e Inglese), Marketing, Design, Cultura del progetto, Cultura d’Impresa; • I Docenti provengono dall’Università, dalle scuole Superiori e almeno per il 50% del monte ore dal mondo industriale e professionale; • Inizio lezioni entro Ottobre 2015 • Scadenza iscrizione 30 settembre 2015. Obiettivi Il progetto intende formare una figura professionale tecnica, altamente specializzata (5° Livello EQF), sia in ambito produttivo che in ambito commerciale, in modo da rendere la tecnologia, il design e il gusto italiano,
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l’elemento strategico e distintivo nella competizione internazionale. Profilo Il Tecnico Superiore per made in Italy e internazionalizzazione delle PMI è una figura professionale che unisce competenze tecniche legate all’innovazione di prodotto e di processo, a competenze di marketing, commerciali e distributive, in grado di valorizzare strategicamente le caratteristiche del design italiano e il potenziale di vendita nel mercato globale. La figura professionale formata sarà in grado di organizzare, gestire e coordinare le attività della commessa assegnata, coniugando diverse tecnologie, quali la meccanica e l’elettronica, e ne dovrà garantire il costante monitoraggio e controllo nell’arco dell’intero periodo di gestione della stessa. Pianificherà e controllerà le diverse attività che concorrono alla corretta gestione della commessa, gestirà progetti sull’intera filiera avendo acquisito conoscenze tecnologiche ma anche giuridico economiche. Principali inserimenti lavorativi Il Tecnico Superiore per made in Italy ed internazionalizzazione delle PMI s’inserisce proficuamente nelle PMI, con particolare riferimento sia alle imprese manifatturiere che sviluppano prodotti nei quali la componente di design è un fattore competitivo, sia alla rete d’imprese di supporto alla produzione o alla commercializzazione degli stessi prodotti in ambito internazionale. Trattandosi di una figura professionale multidisciplinare, si può immaginarne l’inserimento nell’ambito delle seguenti funzioni aziendali: ricerca e sviluppo prodotti; marketing e commerciale; produzione; progettazione qualità e ambiente. 35
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Una delle caratteristiche che accomuna le aziende del Distretto, pur appartenendo a settori molto diversi, è la necessità di puntare alla creazione di prodotti nuovi e innovativi, caratterizzati dall'alta qualità dei materiali e da un design accattivante, senza dimenticare il forte legame con la tradizione: in altre parole la forza e il pregio dello stile “Made in Italy” che ha dato e dà lustro alle imprese nazionali. Il “Made in Italy” è l'abilità che si è riscontrata nel nostro Paese di sviluppare prodotti con forme originali, innovative, all'avanguardia, in tutti i settori, forme distinguibili esteticamente da altre proposte a livello internazionale, per una loro connotazione peculiare. È quindi d’importanza strategica la formazione e la specializzazione della manodopera, al fine di creare una professionalità diffusa e sedimentata nel distretto. Tale figura professionale può essere definita un tecnicocreativo con competenze commerciali internazionali, capace di rielaborare e progettare con tecniche diverse, le idee e le esigenze poste dalle aziende, adoperando le tecnologie avanzate e quelle tradizionali. Essa si pone tra l'industrial designer e la produzione dell'oggetto, con il compito di rendere operative le idee e i progetti del designer, partendo dalla rielaborazione del disegno, fino a giungere alla realizzazione del prototipo e alla collocazione sul mercato.
La figura professionale che l’ITS di Recanati forma è quella del Tecnico Superiore per Made in Italy e internazionalizzazione delle PMI. Un tecnico specializzato con un elevato grado di competenze specifiche nei diversi settori produttivi, sia nella parte tecnica di sviluppo dei prodotti, sia nella parte commerciale di loro promozione e distribuzione internazionale. Le indagini sui fabbisogni formativi dimostrano come la domanda della figura professionale del Tecnico Superiore per Made in Italy e internazionalizzazione delle PMI, è pressante nelle aziende presenti nel Distretto Industriale Plurisettoriale di Recanati - Osimo Castelfidardo, che comprende 14 Comuni in cui sono presenti più di 2000 Piccole e Medie imprese, nelle quali lavorano più di 22.000 addetti. Al suo interno, sono presenti diverse specializzazioni settoriali, tra cui ricordiamo: editoria, stampa, carta/cartotecnica, stampi, metalli preziosi/articoli religiosi/articoli da regalo, strumenti musicali, materie plastiche, apparecchiature elettroniche, circuiti stampati - motori, componentistica illuminotecnica, abbigliamento/maglieria, lavorazione del legno (escluso mobile). Pur nella loro differenza, è emersa una necessità comune a tutti i settori: per resistere alla concorrenza straniera, soprattutto legata al basso costo della manodopera, è necessario puntare alla creazione di prodotti nuovi
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e innovativi, caratterizzati dall'alta qualità dei materiali e da un design accattivante. Oggi la particolare situazione del mercato globale (alta tecnologia a disposizione di tutti), impone anche alle piccole aziende un approccio più approfondito con il design e l’internazionalizzazione come elementi caratterizzanti, cercando nel proprio territorio soprattutto quelle figure intermedie tra l'ingegneria del prodotto e il progetto estetico anche da affiancare al designer con esperienza provata. Quindi una formazione Cerimonia di premiazione dell’Istituto Tecnico Superiore di Recanati che accrescere la sensibilità verso il progetto estetico è considerata, in questo borano alla realizzazione di questo progetto formativo territorio, a forte carattere innovativo fondamentale. caratterizzato dalla duplice anima estetico - funzionaImportanza evidenziata anche dal considerevole le/commerciale - internazionale del prodotto dimostra numero di aziende del territorio che aderiscono e collala forte necessità di questo percorso.
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SENZA ETICA NON C’È CURA PER IL TERRITORIO Antonio Gitto presidente AnconAmbiente
Antonio Gitto, Presidente di AnconAmbiente, spiega il senso delle campagne informative lanciate nel 2015, i valori che le hanno ispirate, la politica motivazionale
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a cura per il territorio non vuol dire soltanto una buona raccolta differenziata. In maniera a volte semplicistica si tende a ridurre la questione ai minimi termini ma per chi gestisce l’igiene urbana di una città, sono molto più articolate le motivazioni e le dinamiche che contribuiscono al raggiungimento di buoni risultati.
AnconAmbiente ha voluto segnare il 2015 con due campagne informative, diverse e complementari, attraverso cui legare valori ed azioni e le ha promosse condividendole istituzionalmente con il Comune di Ancona e con ATA Rifiuti. “Nessuna campagna di comunicazione pubblica può dirsi veramente riuscita se non cerca di creare una relazione con i suoi destinatari”, ne è convinto il Presidente di AnconAmbiente Antonio Gitto. “Con questa campagna abbiamo cercato di restituire ai cittadini l’immagine della nostra città vista nei suoi contesti positivi e negativi, dove ognuno di noi si inserisce col proprio ruolo. Ci auguriamo che susciti delle reazioni perché soltanto quando si chiama in causa un senso di responsabilità individuale, si creano gli stimoli giusti per fare. AnconAmbiente prosegue fermamente nel suo impegno, ma ha bisogno di non sentirsi sola: chi si comporta civilmente ci offre già un grande contributo”. La campagna etica, ideata da Lirici Greci e Gabbiano srl, lanciata ad aprile 2015 ha, infatti, subito messo le basi con un forte messaggio sociale: un visual multisoggetto declinato attraverso i manifesti in 12 diverse combinazioni, una successione di luoghi fotografati nella loro massima bellezza e nel loro massimo degrado proprio per evidenziare i contrasti e gli effetti dell’inciviltà purtroppo diffusa. La scelta dei mezzi utilizzati, grazie ai diversi formati e grazie alle affissioni capillari in città e sui mezzi pubblici, ha risposto ad un senso di immediatezza per comunicare l’attenzione sul problema del decoro urbano. La bellezza estetica dell’immagine, resa possibile dagli scatti dello street photographer
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Stefano Polenta, ha rafforzato il contrasto tra azioni di cura e rispetto per il territorio e azioni di abbandono e disaffezione totale per la città. “Insieme a te, per la bellezza del territorio”, non a caso, è diventato il pay off della campagna etica 2015. “AnconAmbiente deve garantire al meglio il servizio che è chiamata a fare, tendendo sempre ad un miglioramento progressivo che dovrebbe caratterizzare ogni azienda anche in un’ottica di efficientamento generale. Senza assunzione di responsabilità e senza etica non si ottengono risultati. Il servizio pubblico è però un meccanismo che per funzionare bene ha bisogno di diversi fattori da parte dei cittadini. Innanzitutto l’attenzione e l’ascolto, prima ancora dell’azione: soltanto facendo proprie le motivazioni che ispirano i gesti di buon senso e di civiltà – rispettare le regole della corretta raccolta differenziata, non abbandonare indiscriminatamente rifiuti in strada, farsi portavoce di certi valori – una città sa di poter contare sui propri cittadini e, se non altro, sa di non dover quotidianamente rincorrere gli errori di molti che si traducono in costi e disagi collettivi”. La seconda campagna del 2015, volta invece a stimolare il rispetto delle corrette regole di conferimento dei rifiuti, parte dalle spiagge di Ancona proprio in questi giorni attraverso affissioni di pannelli e manifesti. “Oggi esco solo io” è il suo pay off, ad intendere il bisogno categorico di attenersi ai calendari di raccolta. Entro la fine del 2015 saranno distribuiti i nuovi opuscoli informativi contenenti anche i giorni e gli orari di raccolta nelle diverse zone della città. Intanto il primo monito parte così dal mare, dove solitamente ci rilassiamo e dove gli stimoli penetrano con più facilità proprio perché non abbiamo difese. Anche il marketing ha le sue regole.
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Ph: Patrizia Lo Conte
MIRELLA SALUZZO - SCULTURE L’artista ravennate arriva a Senigallia con una mostra personale che qualificherà l’estate culturale della città
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a mostra “Mirella Saluzzo – sculture” curata da Giorgio Bonomi è stata aperta al pubblico sabato 27 giugno ed è visitabile, presso la Rocca Roveresca di Senigallia, fino al 27 agosto: questo è l’evento culturale di spicco della bella città rivierasca marchigiana dell’estate 2015. Numerosi sono stati i partecipanti fra autorità cittadine e donne e uomini del mondo dell’arte e della cultura. Fra gli ospiti la nota fotografa Maria Mulas, la quale, peraltro, si è divertita nel fotografare le opere della Saluzzo catturando, con la sua macchina fotografica, alcuni momenti dell’inaugurazione. Erano presenti, inoltre, Carlo Emanuele Bugatti direttore del Musinf, l’ex assessore alla cultura Stefano Schiavoni, Chiara Diamantini, autrice senigalliese, una delle grandi protagoniste della storia della poesia visiva italiana e internazionale, il pittore e regista Antonio D’Agostino e la pittrice Fosca Maria Rosselli e tanti altri ancora. Il taglio del nastro, come tradizione, è stato affidato al sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi. “Per Senigallia si tratta di un importante evento di arte contemporanea – ha afferma il sindaco Mangialardi– in linea con le grandi mostre degli ultimi anni. Siamo molto soddisfatti di ospitare alla Rocca Roveresca le opere di Mirella Saluzzo e siamo certi che la
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qualità dell’esposizione rappresenterà un significativo richiamo per il segmento turistico culturale, con grandi vantaggi anche per le attività commerciali e ricettive cittadine”. Presente all’inaugurazione anche l’assessore alla cultura Simonetta Bucari. “Mirella Saluzzo è una grande artista – ha dichiarato l’assessore alla cultura Simonetta Bucari - e la sua mostra trova collocazione in quella che, grazie alla collaborazione instauratasi tra l'Amministrazione comunale e la Soprintendenza, negli ultimi anni si sta imponendo sempre più come contenitore ideale per accogliere le diverse sensibilità artistiche in un felice connubio tra ispirazione classica e apertura al nuovo”. “All’interno di un percorso rigoroso - ha dichiarato il curatore della mostra Giorgio Bonomi - in cui ogni passaggio successivo si lega al precedente, cioè senza rotture o bruschi cambiamenti, l’artista assume oggi, dopo un originario geometrismo ortogonale, la linea curva e la rotondità come forme espressive più consone al suo sentire. Abbiamo così la conclusione, naturalmente provvisoria poiché l’artista ci darà ancora tante opere e ci sorprenderà di nuovo, di un percorso che dall’esprit de géométrie l’ha portata all’esprit de finesse”.
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Chi è Mirella Saluzzo Nata ad Alassio, in provincia di Savona, Mirella Saluzzo vive e lavora a Ravenna e Milano. Dopo aver studiato lingue, ha soggiornato per lungo tempo in Germani e in Inghilterra. Rientrata in Italia, si diploma all’Accademia di Brera a Milano alla fine degli anni settanta. Tra i suoi maestri ci sono Luigi Veronesi, Guido Ballo e Luciano Caramel, la cui amicizia e frequentazione risulta di particolare importanza per la sua formazione. Negli anni ottanta, iniziano le prime esposizioni: sono gli anni del colore, delle grandi tele e delle opere in terracotta che ha imparato ad amare negli anni vissuti ad Albissola. Sono anche gli anni degli inviti a “Figure dallo sfondo”, Galleria d’Arte Moderna di Ferrara nel 1984 e “XIII Premio Gallarate” nel1985, la cui opera è entrata a far parte della collezione del museo. L’interesse per la scultura si fa sempre più pressante e nel corso degli anni novanta porta avanti la sua ricerca sperimentando l’utilizzo di vari materiali, anche assemblati tra loro. Il lavoro svolto dal 1989 al 2003, è documentato nella personale, curata da Luciano Caramel, alla Rocca di Riolo Terme, in occasione della sua riapertura al pubblico dopo anni di restauri. Nel 2005 è invitata alla XIV Quadriennale di Roma e la sua opera “Uscita d’insicurezza” è ora parte della collezione della Fondazione stessa a Villa Carpegna. Dagli anni duemila utilizza principalmente la lamiera d’alluminio per realizzare opere anche di grandi dimensioni, la cui superficie è incisa, graffiata, spazzolata con varie tecniche allo scopo di ottenere rimandi dinamici di luce ed ombra.
Ph: Stefania Ronchini
Creare arte con l’arte La mostra “Mirella Saluzzo – sculture” non è stato un momento culturale legato esclusivamente alla scultura, infatti, nelle giornate del 28, 29 e 30 giugno è stato organizzato un workshop fotografico con l’obiettivo di abbattere le frontiere dell’arte. Le sculture di Mirella Saluzzo sono state quindi fonte d’ispirazione per creare arte con l’arte. Nell’occasione la tridimensionalità plastica della scultura è diventata tema di riferimento dell’arte fotografica. Questo interessante progetto di “crossboarding” è frutto di un’idea di Gabriele Costantini proposta ed elaborata dall’autrice delle sculture e dal prof Carlo Emanuele Bugatti, direttore del Musinf. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con il Museo d’arte moderna e della fotografia del Comune di Senigallia e la casa editrice Gabbiano di Ancona. Riferendosi alle esperienze già svolte alla Biennale di Venezia e presso grandi istituzioni museali internazionali, i fotografi chiamati a cimentarsi in questo lavoro sono stati: Stefano Bascone, Roberto Grassi, Patrizia Lo Conte, Marco Mandolini, Anna Mencaroni, Alfonso Napolitano, Stefania Ronchini. Alcuni scatti realizzati durante questa 3 giorni sono stati pubblicati in appendice al catalogo della mostra di Mirella Saluzzo, che è stato presentato alla stampa e al pubblico il 29 luglio 2015. La mostra, il workshop come anche il catalogo, sono la testimonianza del fervente dinamismo della scena culturale senigalliese di questa estate 2015.
Ph: Alfonso Napolitano
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Arte e cultura
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SICILIA: PALERMO APRE AGLI SVEDESI DI IKEA
Il colosso svedese dell’arredamento, che già l’anno scorso aveva avviato dei contatti con il Comune, avrebbe, infatti, deciso di premere sull’acceleratore, dopo il crollo del pilone del viadotto Himera e le difficoltà di collegamento tra la Sicilia occidentale e quella orientale. Numeri che avevano già convinto gli svedesi ad aprire un secondo punto a Palermo, spingendo l’azienda alla ricerca di un terreno adatto. In un primo momento si era parlato di Brancaccio, poi di un’area alle spalle del Forum, ma comunque sempre sul lato orientale della città per via del collegamento con l’autostrada e della presenza di un polo commerciale già molto forte che conta, oltre che sul Forum, anche su Mc Donald’s, Leroy Merlin, Ucicinemas, Mediaworld ma anche tram e passante ferroviario. Una delle condizioni era però la garanzia di trasparenza e legalità, tanto da chiedere un protocollo ad hoc con la Prefettura. L’investimento previsto sfiora i 50 milioni di euro e dovrebbe garantire almeno 400 posti di lavoro diretti oltre l’indotto. Il 20% dei prodotti sarebbero realizzati in loco e l’area prevedrebbe anche un grande parco.
La Regione Calabria, ancora una volta, è in prima linea per sostenere i giovani e l’incremento occupazionale. Ieri mattina nella sede romana di ISMEA, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, la Regione Calabria, rappresentata dal Dirigente Generale del Dipartimento Agricoltura Carmelo Salvino e dall’Autorità di Gestione del PSR Calabria Alessandro Zanfino, ha sottoscritto una convenzione con Ismea, rappresentata dal Presidente Ezio Castiglione, e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, per l’attivazione degli strumenti finanziari nazionali nei PSR 2014/2020 e l’utilizzo sinergico delle misure a favore dei giovani agricoltori. La convenzione stabilisce che la Regione Calabria può avvalersi del Fondo di garanzia e/o del Fondo credito ISMEA per sostenere le iniziative di sviluppo e di start up delle imprese agricole, favorendo, tra l’altro, l’accesso delle stesse al mercato del credito. In particolare, questa sinergia tra le politiche regionali e nazionali nell’attivare tutti gli strumenti finanziari possibili, insieme alle risorse previste dal Programma di Sviluppo Rurale, favorirà la concessione di prestiti a tasso agevolato e il rilascio di garanzie pubbliche alle imprese agricole, con lo scopo di incrementare la capacità d’investimento delle stesse.
BASILICATA: INTERVENTI PER LA DIFFUSIONE DELLA BANDA ULTRA LARGA
CALABRIA: LA REGIONE SOSTIENE L’ACCESSO AL CREDITO GIOVANI AGRICOLTORI
È stato adottato con decreto del presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, l’Accordo di Programma per la realizzazione dell’operazione “Programma Basilicata 30Mega – Interventi per la diffusione della Banda Ultra Larga nella regione Basilicata – Primo lotto funzionale”. L’accordo è stato sottoscritto, digitalmente, fra la Regione Basilicata, la Provincia di Matera e quella di Potenza e i 64 Comuni interessati dagli interventi. Obiettivo della stipula dell’accordo è lo snellimento e la velocizzazione delle procedure autorizzative per la realizzazione del progetto “Po Fesr Basilicata 2007 - 2013 – Asse II – Linea d’intervento II.1.2.A – ‘Società della conoscenza’ – Programma Basilicata 30Mega” che prevede la realizzazione dell’infrastruttura passiva abilitante l’offerta di servizi a banda ultra larga su velocità di connessione almeno di 30Mbps. Il progetto riguardante il “primo lotto” ha come beneficiari 25 comuni e 3 aree industriali/produttive e prevede l’attraversamento dei territori comunali di altri 7 comuni. La conclusione del primo lotto dei lavori è prevista entro settembre 2015.
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PUGLIA: AIUTI A FONDO PERDUTO PER IL RISPARMIO ENERGETICO
La Regione Puglia aumenta le agevolazioni a fondo perduto per le imprese che risparmiano energia. Gli aiuti passano così dal 20% al 30% dell'investimento e proporzionalmente si riducono i mutui necessari a realizzare i progetti. Questa modifica del Piano delle Attività, approvato dalla Giunta, è stata promossa dall'assessorato allo Sviluppo economico dopo la consultazione del partenariato istituzionale del Po Fesr. Gli "Aiuti agli investimenti delle PMI nel risparmio energetico" avranno un budget totale di oltre 92,3 milioni di euro, diviso tra Fondo Mutui (prestito con condivisione del rischio erogato dalla società regionale Puglia Sviluppo Spa), sovvenzioni dirette (a fondo perduto) e mutui erogati dalle banche. Per effetto dell'aumento delle agevolazioni a fondo perduto, sia l'intervento del Fondo Mutui che delle banche finanziatrici si riducono rispettivamente del 5%, passando entrambi dal 40% al 35% dell'investimento delle imprese. Per le piccole imprese saranno ammessi investimenti fino a 2 milioni di euro e per le medie fino a 4 milioni. Grazie alle agevolazioni promosse dall'assessorato Sviluppo economico, le aziende pugliesi potranno investire per la cogenerazione, il risparmio energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Presso la Camera di Commercio di Isernia e l’Azienda Speciale S.E.I. sono operativi gli sportelli per il supporto allo start-up d’impresa allo sviluppo d’impresa. Vi si può rivolgere chi ha intenzione di avviare un’impresa o che sono già imprenditori e hanno bisogno di sostegno nella ricerca di informazioni su cosa fare per aprire e avviare un’impresa, innovarla o accedere al credito. Gli operatori di sportello saranno a disposizione degli interessati per valutare insieme tutte le procedure amministrative più idonee e per fornire assistenza nell’intero percorso di ricerca d’incentivi finanziari. Inoltre, se in possesso dei requisiti dalle misure, si potranno incontrare, presso la stessa sede camerale, i funzionari di Sviluppo Italia Molise S.p.A. e/o i funzionari di Finmolise S.p.A. “L’impegno del sistema camerale – ha affermato il Presidente Pasqualino Piersimoni – è valorizzare tutte le opportunità occupazionali legate al lavoro indipendente nel nostro territorio e a breve, realizzeremo ulteriori iniziative”. Per informazioni: 0865 45551 – 455238 – 455232 oppure inviare una mail a: camera.commercio@is.camcom.it oppure: azienda.sei@is.camcom.it.
MOLISE: CCIAA ISERNIA SUPPORTA LE START-UP
Nel I trimestre 2015, in Abruzzo, gli occupati sono 493.622 a fronte dei 471.223 del I trimestre 2014 per cui si registrano 22.499 occupati in più e un incremento del 4,8% (il miglior risultato tra le regioni italiane) ma è una buona notizia solo apparente poiché tale incremento riesce a coprire appena la diminuzione di 23.307 occupati subito tra il I trimestre 2014 e quello dello stesso periodo del 2013 pari al 4,7. Rispetto ai dati del IV trimestre 2014 quando gli occupati erano 501.933 si registra una flessione di 8.311 unità, quindi, si ha un decremento dell'1.7%. Preoccupante è la flessione del commercio e delle attività ricettive che segna il valore trimestrale peggiore degli ultimi due anni. La foto dell'occupazione in Abruzzo nel I trimestre 2015 è dunque la seguente: 8.037 in meno nell'industria; 11.087 in meno nel commercio e nelle attività ricettive; 5.261 in più nelle costruzioni; 6.647 in più nei servizi.
ABRUZZO: SALE L'OCCUPAZIONE, MA LA CRISI C’È ANCORA
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UMBRIA: PERUGIA E ASSISI ALLEANZA D’ACCIAIO
Perugia e Assisi rilanciano l'alleanza per far conoscere in tutto il mondo l'Umbria e costruire un pacchetto turistico, culturale e ambientale in grado di attirare un numero crescente di turisti. È questo il senso del protocollo di collaborazione tra il capoluogo e la città del Poverello. I sindaci Claudio Ricci e Andrea Romizi hanno messo, al centro del patto, anche nuove strategie commerciali e di sostegno per l'aeroporto dell'Umbria. Su quest’aspetto le due amministrazioni, insieme con la Sase e la Regione, apriranno un confronto per capire come dare il giusto contributo per far crescere l'aeroporto umbro. Uno dei registi dell'accordo è stato il vice-sindaco perugino Barelli che ha individuato diversi obiettivi oltre a quelli turistico - commerciale: valorizzare la marcia della pace; far si che la questione ambientale diventi culturale; sostenere con adeguate politiche di sviluppo l’aeroporto San Francesco d’Assisi; promuovere buone pratiche per progettare forme condivise di “Smart City”; istituire una serie d’iniziative comuni, anche con le rispettive città gemellate, per arricchire i rapporti e gli scambi tra le due comunità.
EMILIA ROMAGNA: RALLENTA IL CALO DELLE IMPRESE ATTIVE
Manca ancora il segno positivo, ma gli effetti negativi della recessione paiono attenuarsi, soprattutto con riferimento alla natalità-mortalità delle imprese. Nel primo trimestre del 2015, secondo i dati elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna, in regione le imprese registrate, a fine marzo, erano 461.421 quindi 2.476 in meno rispetto dicembre 2014. È la riduzione più contenuta degli ultimi 4 anni e in linea per ampiezza (-0,5%) con il dato nazionale. Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, le iscrizioni (9.081) sono lievemente diminuite, mentre le cessazioni (11.612) hanno avuto una contrazione leggermente più ampia. Il dato delle imprese attive rende l’effettiva capacità della base imprenditoriale. A fine marzo, le imprese attive erano, infatti, 410.238, in altre parole 2.563 in meno (-0,6%) rispetto a fine a causa delle costruzioni (-943 unità, pari a -1,4%), dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (-798 unità, -1,3%) e del commercio (-657 unità, - 0,7%). La manifattura ha perso lo 0,7% delle imprese. Segnali positivi sono venuti dalla crescita delle attività di servizi e professionali, ma la contrazione della base imprenditoriale è derivata dall’andamento negativo delle ditte individuali (2.893 unità, -1,2%) e dalla flessione delle società di persone di 597 unità.
ll World Trade Center San Marino persevera nella sua azione di introdurre sui mercati internazionali quelle che sono le eccellenze imprenditoriali sammarinesi e del circondario. Si è svolta, di recente, una missione economica in Qatar ove il WTC ha presentato Tecnoshops, una realtà marchigiana operante nel mondo dell’interior design. L’azienda da trent’anni si occupa della progettazione di spazi esclusivi e di altissima gamma di hotel, ville e negozi di lusso, producendo arredi di ottima qualità e su misura secondo le esigenze degli architetti e dei designer più esigenti. L’imprenditore Denis Giovanelli esprime piena soddisfazione per la missione commerciale in Qatar ove, grazie all’assistenza del WTC San Marino, ha potuto toccare con mano l’effervescente economia del paese arabo e soprattutto avviare concrete trattative d’affari con numerosi partner locali.
VENETO: PACCHETTO WEB PER L’EXPORT IN CINA
SAN MARINO: WTC IN MISSIONE COMMERCIALE IN QATAR
È internet la finestra da cui le imprese del Veneto possono affacciarsi sul mercato cinese. Un passaggio ricco di opportunità: l’export del Made in Veneto in Cina è cresciuto del +55,3% dal 2007 al 2014, e le esportazioni italiane in Cina, secondo l’ultimo Rapporto Export del Gruppo SACE, dal 2014 al 2017 cresceranno a una media del +8,6% l’anno. I settori industriali che mostrano le prospettive migliori sono il legno (+13,4% di export previsto, pari a 685,3 milioni di euro), i metalli (+8,5%, 810,3 milioni di euro) e le apparecchiature elettriche (+13,6%, 624 milioni di euro). Il passaggio ha però bisogno di guide esperte, che conoscano il panorama digitale della Repubblica Popolare Cinese, complesso sia per ragioni politiche sia linguistiche. Nasce per questo lo “Smart Pack” che offre una partnership a 360 gradi alle aziende italiane che guardano all’estremo oriente. Un pacchetto completo di servizi web che comprende i servizi di hosting e registrazione del sito all’ICP (il registro dei domini web gestito dal Ministero dell’industria e dell’information technology cinese), la gestione di profili sul social network Baidu Social, il posizionamento sul motore di ricerca Baidu Keywords, l’invio di newsletter ai clienti, l’avvio di servizi di ecommerce, la ricerca di clienti.
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FRIULI VENEZIA GIULIA: SI RAFFORZANO LE RELAZIONI A EST
La macrostrategia adriatico-ionica, con risorse disponibili pari a quasi 100 milioni di euro e il programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Croazia 2014-20, con oltre 200 milioni di euro di finanziamenti Ue, accanto all'incremento delle relazioni con le realtà regionali croate più vicine, rappresentano la trama sulla quale tessere nuovi e più concreti rapporti istituzionali e conseguentemente economici e commerciali tra il Friuli Venezia Giulia e la Croazia. L’hanno confermato a Zagabria, i recenti incontri che la presidente della Regione, Debora Serracchiani, ha avuto con il ministro alla Scienza e all'Educazione, Vedran Mornar, con i sottosegretari agli Affari esteri e allo Sviluppo regionale e ai Fondi europei, Hrvoje Marusic e Helga Bubanovic, e con la vice presidente del Parlamento, Dragica Zgrebec. Trasporti, energia e crescita blu, sono gli aspetti sui quali Friuli Venezia Giulia e Croazia hanno concordato di sviluppare le relazioni. “È una comune priorità - ha rilevato la Serracchiani - l'attivazione e il rafforzamento dei servizi marittimi internazionali di linea dell'Alto Adriatico, sviluppando nuove connessioni merci funzionali a una connessione con il Corridoio ferroviario baltico-adriatico”.
Torna a crescere il numero di nuove imprese nel 2014, sono 275 mila, in aumento del 2,3% rispetto al 2013. Crescono anche gli imprenditori che lanciano il loro primo progetto imprenditoriale: sono 171 mila, circa mille in più rispetto all’anno precedente il numero delle startup innovative (+36% sul 2013). E il Trentino registra il numero maggiore di newco innovative (4,4%), seguita da Friuli ed Emilia Romagna. Sono i dati dell’Osservatorio CervedItalia Startup sull’imprenditoria in Italia che fotografa la nascita delle newco italiane (iscritte alla Camera di commercio) e dei loro fondatori. L’incremento maggiore si registra nel 2014 in nuove società di capitali (+15,8%), raggiungendo il numero record di 83 mila e rappresentano il 30% del totale delle imprese. Il numero di newco cresce di più nel Nord Ovest (+ 2,9%) e nel Sud (+2,8%).
LOMBARDIA: PER IL PSR SI AVVICINA L'OK DEFINITIVO DELL'UE
TRENTINO ALTO ADIGE: AL TOP PER INNOVAZIONE
La Lombardia vede ormai il traguardo per il Piano di sviluppo rurale 2014-2020, in attesa dell'approvazione ufficiale da parte della Commissione europea. Il testo del programma, inizialmente approvato in Regione nel luglio 2014, è stato modificato sulle base delle osservazioni pervenute da Bruxelles. Il nuovo Psr vale circa 1.157 milioni di euro, 133 milioni di euro in più rispetto alla precedente programmazione 2007/2013. Nello specifico, il Programma parte da tre obiettivi trasversali legati all'innovazione delle imprese agroforestali, alla tutela dell'ambiente e all'adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici in corso e individua 6 priorità e 16 Focus Area, che rispondono all'esigenza di una crescita complessiva dell'agricoltura lombarda. La prima priorità riguarda lo stimolo all'innovazione, cooperazione e sviluppo di base di conoscenze. La seconda riguarda il miglioramento della redditività aziendale, grazie al sostegno all'ammodernamento delle aziende. Il terzo asse predilige la competitività dei produttori con una maggiore integrazione all'interno della filiera. La quarta priorità punta sulla salvaguardia della biodiversità, la quinta 5 riguarda l'efficientamento delle risorse idriche ed energetiche nel settore agricolo, mentre l'ultima priorità riguarda lo sviluppo locale nelle zone rurali.
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SLOVENIA: DISOCCUPAZIONE ANCORA IN CALO
La Slovenia sembra davvero essere riuscita a invertire la tendenza del tasso di disoccupazione, che per anni è stato in crescita. Il numero dei senza lavoro registrato a marzo, è sceso al 12,8%, con un calo dello 0,5% rispetto al febbraio scorso e dell'1,1% rispetto al marzo del 2014. La disoccupazione è diminuita in tutte le regioni della Slovenia, tranne in Zasavska dove il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 15,7%, in aumento dello 0,1%. Sono poi gli uomini a trovare più facilmente un impiego rispetto alle donne. Nel terzo mese dell'anno si sono registrati 118.099 disoccupati nei vari uffici per l'impiego, cifra che è del 6,8% inferiore al mese di marzo 2014. Il maggior numero delle nuove assunzioni riguarda il settore delle costruzioni, ma buoni risultati sono stati rilevati anche nel commercio, sia all'ingrosso che al dettaglio, e nelle riparazioni di autoveicoli.
CROAZIA: SITI BALNEABILI AL TOP
Le acque balneabili della Croazia, sia quelle interne che quelle costiere, risultano essere tra le più pulite di tutta Europa. Ad attestarlo è l'ultimo rapporto annuale redatto dall'Agenzia europea dell'ambiente. Zagabria svetta al terzo posto nella graduatoria dei paesi europei dove l'acqua di mari, laghi e fiumi è più pulita. A ottenere il podio sono Cipro, Lussemburgo e Malta a pari merito, seguiti da Grecia (97%), Croazia e Germania (90%). Ad ogni modo i dati forniti dallo studio parlano chiaro: la qualità delle acque balneabili europee è sempre più alta. Basti pensare che l'83% delle acque balneabili europee sono di qualità eccellente e il 90% soddisfa i requisiti minimi previsti dalla relativa direttiva dell'Ue. In particolare, gli Stati europei dove il 90% delle acque di balneazione (sia interne che costiere) hanno ottenuto la valutazione più alta sono: Croazia, Cipro, Germania, Grecia, Lussemburgo e Malta. Quelli in cui tutte le acque di laghi, mari e fiumi sono conformi agli standard minimi sono invece: Austria, Cipro, Grecia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Romania, Slovacchia e Slovenia.
SERBIA: FINANZIAMENTI PER ENERGIE RINNOVABILI
Gli imprenditori interessati a investire in impianti per la produzione combinata di energia elettrica e termica da biomasse e biogas possono contare in Serbia su finanziamenti per 1,6 milioni di dollari offerti dallo United Nations Development Program - UNDP. Ogni progetto potrà essere finanziato per il 15 per cento del proprio valore, fino ad un massimo di $ 266.000,00 a condizione che il valore complessivo dell investimento superi gli $ 1,2 milioni. Il bando, aperto lo scorso 8 maggio, scadrà il prossimo 15 ottobre è stato pubblicato dal Ministero dell Energia e delle Miniere e per partecipare occorre presentare il progetto presso la Camera di Commercio serba. “Il progetto punta a finanziare la costruzione di otto impianti alimentati a biomassa o biogas – ha dichiarato la Portfolio Manager di UNDP per l Energia Maja Matejic - e le risorse a disposizione della Serbia in biomasse sono ingenti, ammontando a circa il 60 per cento del potenziale complessivo nelle rinnovabili”.
Si è svolto nel maggio scorso il Sarajevo Business Forum: la conferenza più importante dedicata agli investimenti nella regione, che ha avuto come motto “Una regione, una economia”. Giunta alla sua sesta edizione, la Conferenza SBF 2015 è stata un’occasione d’incontro per numerosi imprenditori, investitori e leader politici provenienti dalla regione balcanica e dal mondo. Sono stati presentati progetti nell area dell’educazione, della produzione di alimenti sani, dello sviluppo del settore IT e del turismo. Il primo giorno si è svolta una seduta plenaria nell edificio del Parlamento della BiH e si è discusso del potenziale della regione balcanica e delle possibilità di unificare il mercato; il secondo giorno, gli esperti provenienti da numerosi paesi del mondo hanno mostrato le idee e i progetti di sviluppo dell economia in generale, dei parchi tecnologici, del settore alimentare e del turismo. Contemporaneamente si sono svolti incontri bilaterali tra le imprese della regione balcanica con i potenziali investitori stranieri.
BOSNIA – HERZEGOVINA: A SARAJEVO IL BUSINESS FORUM
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ALBANIA: NUOVO PRESTITO DA BANCA MONDIALE
La Banca Mondiale ha dato il via libera a un prestito all’Albania per $ 1,2 miliardi in cinque anni, approvato nell’ambito del Framework of the Country Partnership (FCP) 2015 - 2019. Le risorse sono destinate alla riduzione della povertà e all integrazione UE. Il Consiglio Esecutivo di Banca Mondiale, dando il via libera al prestito, ha sottolineato i progressi compiuti dall’Albania e notato il forte impegno nelle riforme. “Ci si aspetta che le si proceda nella strada già tracciata delle riforme ha affermato Ellen Golstein, Direttrice della Banca per il Sudest Europeo -”. La nuova partnership tra Albania e Banca Mondiale sostiene le priorità nazionali e l’inclusione in esse dei principali attori della società; la Country Partnership Framework ha come priorità la stabilità finanziaria e la sostenibilità fiscale, il rafforzamento degli investimenti pubblici, in particolare nel settore dei trasporti. Si punta inoltre al rafforzamento del settore privato, con l’accrescimento della capacità di competere e la creazione di posti di lavoro: altri obbiettivi sono il rafforzamento della gestione del settore pubblico e dell’offerta dei servizi. La Banca Mondiale sostiene attualmente otto progetti in Albania per un ammontare complessivo di 512 milioni di dollari.
MONTENEGRO: ADESIONE ALLA NATO ENTRO IL 2015
Al suo arrivo in Montenegro il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, è stato accolto dal presidente montenegrino Filip Vujanovic a Cetinje, antica capitale del Regno di Montenegro, si è poi intrattenuto con il premier Milo Dukanovic e ha concluso la sua visita incontrando la comunità italiana in Montenegro. “Siamo convinti che il Montenegro entrerà nella Nato e speriamo che l'invito sia sollecito e porti all'ingresso già quest'anno”. Questo l'auspicio espresso dal presidente della Repubblica italiana, al termine del colloquio con il suo omologo montenegrino, ribadendo anche il pieno appoggio del nostro paese sia all'ingresso del Montenegro nella Ue che per la sua adesione al Patto Atlantico. “Il Montenegro - ha ricordato Mattarella - ha già aperto un negoziato con Bruxelles su ben 18 capitoli, di cui due già chiusi positivamente. È un traguardo importante che l'Unione europea si completi con i Paesi dell'area balcanica. La collaborazione tra i due paesi è concentrata soprattutto nel settore dell'economia, della giustizia e la lotta alla corruzione.
Royal Bank of Scotland (RBS) vuole uscire dal mercato Greco e mette sul mercato 5 miliardi di dollari di investimenti effettuati nello shipping locale. Il portafoglio della banca finisce così sul mercato, non solo per l'acuirsi della situazione di incertezza ad Atene, ma anche per la necessità di rivolgersi ormai solo alle attività definite core. Per decenni RBS ha supportato lo shipping Greco e l'ufficio di Atene ha rappresentato uno dei riferimenti principali per il settore. La chiusura dell'ufficio provocherà il licenziamento o la ricollocazione di 60 persone. Entro dicembre RBS intende trovare unacquirente per i 5 miliardi di prestiti che gli armatori greci hanno ottenuto con le tornate di investimenti effettuate dalla Banca. L'istituto è ancora esposto nel mondo dello shipping per altri 6 miliardi di dollari.
RBS VUOLE USCIRE DALLO SHIPPING GRECO
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