CHIARO VIVO TRASPARENTE

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CONFERENZA ORGANIZZATIVA 12 MAGGIO 2012

INDICE Perchè una conferenza organizzativa

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Istituzioni

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Ambiti territoriali

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Assemblee degli eletti

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Zone

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Coordinamento di Municipalità per la Città di Napoli

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Codice Etico

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Trasparenza

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Primarie

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Formazione

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Forum

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Donne

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Comunicazione

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Finanziamento e Logistica

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Lavoro

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Terzo Settore

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Perché una conferenza organizzativa A

bbiamo deciso di aprire una fase nuova del PD napoletano. Una fase in cui contano le idee, il merito delle proposte programmatiche, l’autonomia culturale, la capacità d’innovazione, le passioni degli iscritti che condividono i valori dei democratici. Per questo progetto intendiamo definire una proposta organizzativa che valorizzi le capacità politiche di espansione nei territori dell’area metropolitana e costruisca un assetto di regole condivise con principi più chiari ai fini di una partecipazione autenticamente democratica. Un partito, insomma, più trasparente e libero, in cui non contano più le filiere organizzate di micro-appartenenze

La nostra federazione sarà una casa di vetro, le cui chiavi di accesso saranno

TRASPARENZA PARTECIPAZIONE SOLIDARIETÀ inclusione e rete interne in lotta tra loro, ma l’adesione disinteressata a un nuovo progetto politico. Abbiamo, pertanto, l’ambizione di fondare le basi del nuovo

partito napoletano per i prossimi anni. Non si tratta, quindi, di un appuntamento meramente burocratico, con finalità esclusivamente interne, poiché le modalità della vita democratica di un partito, il ruolo che spetta agli organismi collegiali, gli strumenti con cui si seleziona e si rinnova la classe dirigente, rappresentano la condizione necessaria affinché il Partito Democratico sia percepito dai cittadini come un soggetto politico credibile capace di interpretare i bisogni della nostra comunità. In questo senso, la Conferenza organizzativa del PD napoletano si muove come un contributo politico autonomo all’interno del percorso avviato con la Direzione nazionale del 24 giugno, da cui è stata promossa una riflessione ampia di tutte le organizzazioni territoriali del PD per un lavoro di ricerca più approfondito sul partito e sulla riforma della politica, come passaggio decisivo per la ricostruzione democratica del nostro Paese. Oramai, specie negli ultimi tempi, l’opinione pubblica percepisce con grande evidenza la crisi dei partiti politici organizzati su basi popolari attorno a grandi valori fondativi, e il tema di una nuova legittimazione della politica e dei soggetti partitici è diventato straordinariamente urgente nel momento in cui si avverte la necessità di rifondare il patto repubblicano tra cittadini e istituzioni. Solo partiti nuovi, più aperti e trasparenti, più democratici, unitamente allo sforzo di riforma dell’ordinamento e delle sue regole fondamentali, possono consentire di superare definitivamente una transizione infinita e possono far maturare le condizioni per approdare a una moderna democrazia rappresentativa. La crisi della politica è poi particolarmente avvertita nel Mezzogiorno e a Napoli, dove, al termine di un lungo ciclo politico di governo del centrosinistra, in cui spesso si sono manifestate torsioni della dialettica democratica dei partiti, con la vittoria del centrodestra in Provincia e in Regione e quella del sindaco De Magistris a Napoli, siamo convinti che sia necessaria una riflessione sulla forma partito

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nella città, sul radicamento sociale delle nostre strutture organizzate, sul grado di apertura e rinnovamento da noi rappresentato. Abbiamo l’ambizione di dire che il PD di Napoli contribuirà a ridare credibilità al ruolo delicato, spesso criticato - perché opaco, distante e ambiguo – ma vitale per il funzionamento della nostra democrazia, che svolgono i partiti. Riuscirà a farlo se sarà capace di rappresentare e interpretare una Napoli all’altezza delle sfide che la globalizzazione impone, se sarà capace di ridare alla nostra area metropolitana quel ruolo di capitale del Mediterraneo che gli è propria, e se, soprattutto, avrà la capacità di camminare con occhi, braccia, gambe e menti nuove. Per questo abbiamo previsto l’istituzione di organismi e strumenti di partecipazione innovativi, tra cui un centro studi – “cogito ergo sum” – che possa diventare il luogo dell’elaborazione del pensiero democratico partenopeo, oltre a prevedere forme di comunicazione (sia telematiche che cartacee), di formazione (degli eletti, dei dirigenti di partito e degli iscritti) e di coinvolgimento (i forum) continue e approfondite. Ideali e non ideologie, idee e non appartenenze dogmatiche, merito delle proposte e non pregiudizio, contenuti e non sterili battaglie di posizionamento, approfondimento e non luoghi comuni, sostanza e non solo forma, determinazione e non accettazione stupida, costanza nel lavoro e non improvvisazione, voglia di riscatto e non assuefazione, orgoglio e non paura, giustizia e non utilità, progresso e non regresso: queste saranno le bussole che orienteranno il nostro cammino. La nostra federazione sarà una casa di vetro, le cui chiavi di accesso saranno quelle della trasparenza, della partecipazione, della solidarietà, dell’inclusione e della rete (sia come strumento organizzativo che tecnologico).

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Siamo convinti che le sfide della modernità e la complessità dei problemi che abbiamo davanti non siano risolvibili dall’oggi al domani, con cure semplicistiche e solitarie. Tracceremo la nostra rotta sotto la bandiera del noi e non dell’io, basterebbe da sola la storia a ricordarci il rischio dei personalismi e degli individualismi. Ciò lo faremo con un’organizzazione metropolitana nuova e innovativa (con i coordinamenti di zona in provincia – sul modello del PTCP - e i coordinamenti municipali nella città di Napoli – corrispondenti alla struttura prevista con la riforma del

decentramento realizzata da Palazzo San Giacomo), che torni a dare centralità agli iscritti e ai circoli di base e che sarà capace, ci auguriamo, di essere rappresentativa delle istanze vere e profonde che attraversano la società partenopea (dal mondo del lavoro a quello dell’associazionismo, dal terzo settore al volontariato, dal mondo imprenditoriale a quello sindacale). Lo faremo con forme di partecipazione allargate e sinergiche (assemblea degli eletti, assemblea degli eletti d’ambito, conferenza dei sindaci, conferenza dei presidenti di municipalità) che sappiano valorizzare tutte le forme di impegno politico che, chi si ispira ai nostri valori, vorrà tracciare, convinti – come ha detto il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – che la politica è un impegno inderogabile. Ma ci riusciremo se tutti insieme avremo la capacità di valorizzare ciò che ci unisce e non ciò che ci divide, ma se soprattutto lavoreremo in nome dell’interesse collettivo e non per la salvaguardia dell’orticello personale. E visto che le idee camminano sulle gambe degli uomini, tutto ciò sarà possibile se riusciremo, rinnovando e innovando, a selezionare una classe dirigente, di uomini e di donne, all’altezza delle sfide di oggi e se saremo capaci di ridare identità, tensione morale e slancio ideale al nostro partito, tanto a livello locale quanto a livello nazionale. La proposta di assetto organizzativo che leggerete di seguito è il frutto di un lavoro composito, appassionante e determinato che ha coinvolto molti amministratori, iscritti, simpatizzanti e dirigenti del nostro partito. Essa sarà tanto più efficace quanto più si arricchirà di spunti di riflessione e contributi: degli iscritti, dei circoli (dove ci si augura possa aver vita una discussione franca e sincera, scevra da inutili logiche di micro-appartenenze, su aspetti spesso controversi della vita interna del partito), dei nostri dirigenti di partito, dei nostri amministratori ma soprattutto di tutti i cittadini che intenderanno contribuire, in maniera costruttiva e solidificante, ad aiutarci a costruire una struttura organizzativa che possa rispondere, con tempestività e adeguatezza, alle esigenze, molteplici ed eterogenee, di una società in continuo divenire.


Istituzioni D

alla piattaforma programmatica che vede il nostro Partito mettere al centro idee e progetti concreti è emersa in maniera forte l’esigenza di porre basi solide e concrete per l’organizzazione e il funzionamento dei luoghi deputati all’interfaccia tra il partito, i militanti e i rappresentanti delle istituzioni. È fondamentale ristabilire un legame forte tra la politica dei circoli e quella dei consigli comunali, provinciali e regionali. Bisogna, insomma, dar vita a un Partito che sia un vero punto di riferimento per i propri iscritti e i propri amministratori. Un Partito che si impegni a stabilire una costante, quotidiana relazione dialettica tra tutte le composite voci che lo attraversano e lo compongono, garantendo la circolazione delle esperienze e delle buone prassi. Oggi più che mai, è necessario favorire un rapporto tra i luoghi dedicati alla partecipazione e alla collaborazione, allo stimolo e alla proposta.

Ribadiamo i

PRINCIPI ETICI

di base

Per garantire a un organismo complesso come il nostro la linfa vitale, è indispensabile la promozione di un fitto dialogo interno, fatti di relazioni, scambi e confronti continui, così che ciascuno possa portare, con le proprie idee e le proprie energie, un fattivo contributo. Al tempo stesso, va assolutamente promossa la comunicazione dentro il partito, in modo da consentire un continuo aggiornamento, così da non perdere mai la visione d’insieme dei problemi che si affrontano. Sentiamo l’esigenza di ribadire i principi etici di base, che sono ovviamente incompatibili con la violazione delle leggi, poiché è legittimo attendersi dalle persone che si impegnano nella gestione della cosa pubblica un livello di moralità elevato. Per dirla con due parole, un buon esempio.

In questo passaggio critico della storia politica nazionale, la selezione della classe dirigente ci vuole, più che in altri momenti, attenti e preparati. Soprattutto, ci vuole tutti responsabili in egual modo delle scelte e dei comportamenti dei nostri rappresentanti all’interno delle istituzioni. Bisogna stabilire, dunque, che, almeno per i reati gravi, nessuna persona, condannata - anche solo in primo grado di giudizio - possa essere inserita nelle liste elettorali del Partito o nominata nei Cda delle società partecipate dagli Enti Territoriali governati dal PD. Vogliamo che il PD si impegni in tutte le amministrazioni, soprattutto quelle in cui è in maggioranza, a pubblicare i curricula e gli stipendi degli eletti alle cariche pubbliche: le persone nominate nelle società partecipate, i manager delle pubbliche amministrazioni e delle partecipate e tutti coloro ai quali gli enti pubblici e le partecipate assegnano consulenze. In vista di una più stretta e concreta partecipazione proponiamo che vengano fissati appuntamenti periodici (con cadenza mensile) nel corso dei quali gli eletti possano confrontarsi tra loro e con la dirigenza del PD napoletano. A questo proposito, sarebbe opportuno dare vita a un’Assemblea degli eletti e alla Conferenza dei Sindaci e dei Presidenti di Municipalità. In più, sarebbe auspicabile dar vita a una serie di reti territoriali - le Assemblee d’ambito degli eletti - volte a ricomprendere comuni che per caratteristiche di contiguità e di similarità possano trarre vantaggio dalla discussione condivisa. In questo senso, oltre il comune di Napoli (che per dimensioni, popolazione e caratteristiche rappresenta un unicum non assimilabile ad altri comuni), potrebbe essere utile prendere a modello la divisione per Ambiti territoriali - 8 per 91 comuni - tracciata dal Piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP), prevedendo due modifiche: separare la zona Miglio d’oro - stabiese in due parti, in quanto troppo grande il bacino proposto (circa 400mila abitanti secondo gli ultimi dati ufficiali della prefettura) e quella di creare un’area distinta per tutta la

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Ambiti Territoriali COMUNI VESUVIANI (221.000 abitanti): Cercola, Masfascia insulare della provincia di Napoli, evitando di assimilarla con la penisola sorrentina, la zona flegrea o costiera, ottenendo così 10 ambiti territoriali più quello della città di Napoli. I nostri eletti, specie quelli delle realtà più piccole e periferiche, devono potersi innanzitutto riconoscere ed essere messi nelle condizioni di adottare, laddove sia possibile, scelte e proposte unitarie per la risoluzione di problemi comuni o similari. Dobbiamo fare in modo che tali discussioni avvengano nelle sedi opportune e con la collaborazione della figura compente, che in esecutivo dovrà necessariamente esserci (responsabile enti locali). Amministrare non è una cosa facile, specie in questa fase di mutazione e transizione, che ci pone dinanzi a nuove sfide. Proprio in coerenza con questi cambiamenti, i nostri eletti vanno informati e formati attraverso forum tematici che propongano corsi di formazione ed aggiornamento tenuti da esperti, così da poter adottare le scelte politiche partendo da una corretta base tecnica. I rapporti tra gli enti di vario livello vanno resi pertanto fluidi e produttivi e i nostri consiglieri provinciali e regionali potrebbero stimolare gli enti locali a partecipare a progetti e bandi, condividendo proposte operative. Attraverso una semplice piattaforma web (basterebbe anche una semplice mailing-list) si permetterebbe ai nostri amministratori di cogliere per tempo queste opportunità. Per intenderci, dobbiamo assolutamente ridurre le distanze tra gli amministratori e i cittadini. Chi si candida all’amministrazione della cosa pubblica si assume una responsabilità che non può non essere condivisa con e dalla base. Non dobbiamo mai dimenticare che, prima di ogni altra cosa, siamo CITTADINI.

sa di Somma, Ottaviano, Poggiomarino, Pollena Trocchia, San Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, Striano, Terzigno, Volla.

AREA GIUGLIANESE

(248.000 abitanti): Calvizzano, Giugliano in Campania, Marano di Napoli,Mugnano di Napoli, Qualiano, Villaricca.

NAPOLI NORD-EST (288.000 abitanti): Acerra, Afragola, Brusciano, Caivano, Cardito, Casalnuovo di Napoli, Castello di Cisterna, Crispano, Pomigliano d’Arco;

NAPOLI NORD (286.000 abitanti): Arzano, Casandrino, Casavatore, Casoria, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Melito di Napoli, Sant’Antimo;

NOLANO (170.000 abitanti): Camposano, Carbonara di Nola, Casamarciano, Cicciano, Cimitile, Comiziano, Mariglianella, Marigliano, Nola, Palma Campania, Roccarainola, San Gennaro Vesuviano, San Paolo Bel sito, San Vitaliano, Saviano, Scisciano, Tufino, Visciano;

AREA FLEGREA (155.00 abitanti): Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto;

MIGLIO D’ORO (210.000 abitanti): Ercolano, Portici, San Giorgio a Cremano, Torre Annunziata, Torre del Greco;

STABIESE (140.000 abitanti): Boscoreale, Boscotrecase, Castellamare di Stabia, Pompei, Trecase;

PENISOLA SORRENTINA (160.000 abitanti): Agerola, Casola di Napoli, Gragnano, Lettere, Massa Lubrense, Meta, Piano di Sorrento, Pimonte, Santa Maria la Carità, Sant’Agnello, Sant’Antonio Abate, Sorrento, Vico Equense;

ISOLE MINORI

(80.000 abitanti): Anacapri, Barano d’Ischia, Capri, Casamicciola Terme, Forio,Ischia, Lacco Ameno, Procida, Serrara Fontana;

CITTÀ DI NAPOLI 6


Assemblea degli eletti Assemblea d’ambito degli eletti Conferenza dei Sindaci e dei Presidenti di Municipalità

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remessa l’autonomia delle due sfere interessate (Partito ed Eletti nelle Istituzioni) e, dunque, la piena facoltà di diretta comunicazione, d’iniziativa e di assunzione in proprio di responsabilità, si inseriscono due nuovi livelli intermedi di interlocuzione denominati Assemblea degli eletti e Assemblea d’ambito degli eletti con l’obiettivo di: • stabilizzare e rafforzare le relazioni tra le parti suddette, offrendo loro un luogo d’incontro e di confronto; • garantire la partecipazione, il coinvolgimento e il contributo di tutti gli attori cointeressabili dentro il Partito e nelle Istituzioni per un lavoro sinergico di squadra, teso a sostenere all’esterno l’immagine del Partito e l’operato delle nostre Amministrazioni; • favorire lo scambio di informazioni e documentazioni sulle progettualità politica delle due sfere e sulla produzione legislativa e amministrativa degli Enti Istituzionali, che dovrà essere valorizzata nell’attività interna (circoli) ed esterna (Web, Appuntamenti ed eventi vari); • contribuire a rendere più complete, coese e coerenti le politiche d’indirizzo sia generali che settoriali per il governo della città e del territorio. Fanno parte dell’Assemblea degli Eletti: i parlamentari, i consiglieri regionali, gli assessori e i consiglieri provinciali, i sindaci e i consiglieri comunali.

Considerato che la finalità principale delle due Assemblee è quella di raccordare scambievolmente il lavoro politico: • tra partito ed eletti nelle istituzioni; • tra eletti nei diversi livelli istituzionali territoriali. Essa è convocata dal Segretario Provinciale: • come Assemblea plenaria su temi o atti amministrativi di interesse generale per il territorio provinciale o d’ambito; • come Assemblea di scopo su temi o atti d’interesse più settoriale o locale. È prevista la Conferenza dei Sindaci, a cui parteciperanno tutti i Sindaci del Partito Democratico eletti nei 92 Comuni della Provincia di Napoli, e la Conferenza dei Presidenti di Municipalità (per la Città di Napoli), a cui parteciperanno tutti i Presidenti di Municipalità del Partito Democratico, che si riuniranno con cadenza bimestrale, su convocazione del Segretario Provinciale.

Fanno parte dell’Assemblea d’ambito degli Eletti: i parlamentari, i consiglieri regionali, gli assessori e i consiglieri provinciali, i sindaci, gli assessori, i consiglieri comunali e i segretari di circolo dei Comuni dell’ambito territoriale di riferimento.

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Zone V

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ista l’esperienza positiva fatta dai coordinamenti di zona durante il commissariamento dell’on. Orlando e dato che, comunque, tale struttura era già presente nella piattaforma dell’ultimo congresso che ha eletto Nicola Tremante segretario provinciale, rileviamo come vi sia una volontà diffusa di continuare su questo progetto nella riorganizzazione del partito di Napoli, in particolar modo nella sua provincia, facendo anche dei passi in avanti vista l’esperienza di questi mesi. Il primo passo da compiere è quello di avere delle aree più omogenee rispetto a quelle presenti, unite non solo per confini territoriali ma anche e soprattutto per vocazione di problematiche e di sviluppo. Questa necessità risulta ulteriormente rafforzata dalla scomparsa dei collegi di Camera e Senato e dalla prossima scomparsa dei collegi provinciali, in quanto tra i vari sistemi elettorali, almeno al momento della stesura di questa proposta, non ne esiste più nessuno “di comprensorio”, è di ciò è opportuno tenerne conto, a maggior ragione in quei pezzi di provincia dove il PD ed il centrosinistra sono più deboli ed hanno pochi rappresentati di governo, e dove magari molti consiglieri comunali di opposizione si sentono spesso isolati dai processi decisionali sui loro territori, frutto spesso anche di una semplice mancanza di informazione e di coordinamento con le opposizioni degli altri comuni. Il rischio è, quindi, che dove il PD governa, abbia la forza di imporre la propria visione, e dove ciò non avviene non riesca nemmeno, se non aiutato centralmente dai gruppi provinciali, regionali e dai parlamentari, a far percepire agli elettori e all’opinione pubblica la propria prospettiva di sviluppo territoriale. Questo fenomeno, spesso, determina un blocco sulla capacità di modificare i flussi elettorali nei vari territori e ciò avviene sia per il centro destra che per il centrosinistra, dando l’impressione all’elettore che la politica, consapevolmente o inconsapevolmente, si divida la provincia per zone di influenza. È sottinteso che proprio in provincia, dove la percentuale del voto di opinione è più basso rispetto alla città di Napoli, ma comunque in lieve crescita vista la palese crisi - quantomeno economica - dei modelli clientelari - che caratterizzano notevolmente l’agire politico del centrodestra in alcuni territori - ,si avverte una maggiore esigenza di rafforzare il lavoro di riorganizzazione

territoriale, legandolo possibilmente ad una semplice, ma chiara e netta, scelta sulla vocazione di sviluppo e lavoro delle singole zone. Sarebbe auspicabile, e lo proponiamo come spunto di riflessione, prevedere modalità di elezione diretta dei coordinatori e dar peso alle strutture d’area nella formazione degli organismi del partito e nella selezione delle candidature. C’è la necessità di ristabilire un giusto rapporto tra la provincia e la città di Napoli, in modo da evitare di avere strutture di serie A e strutture di serie B, in virtù di questo crediamo che una struttura metropolitana che ridia dignità e valore ad ogni singola realtà, sia da sostenere e rafforzare, nell’auspicio che, ultimati i percorsi democratici di elezione dei rappresentanti della federazione napoletana, ci si impegni, in modo costante, a prevedere, annualmente, anche le conferenze programmatiche d’ambito.

Il Metodo n un primo momento il gruppo ha analizzato vecchi sistemi elettorali comprensoriali, per capire se ve ne era qualcuno da prendere come riferimento base: collegi di Camera e Senato (questo potrebbe essere molto vicino alla nuova legge elettorale di cui si parla), i collegi provinciali con cui si sono svolte le ultime elezioni, i modelli previsti dalle ultime due riforme di riduzione dei collegi stessi fatte con le finanziarie del 2010 e del 2011, anche se mai applicate, dato che, nel frattempo, con il Governo Monti, si è arrivati al definitivo superamento delle stesse. Dopo aver analizzato questi sistemi, il gruppo ha ritenuto che la struttura più adatta e adeguata per la definizione dell’organizzazione del partito in provincia fosse proprio quella prevista dal PTCP provinciale. Tale schema si è presentato, a nostro avviso, come un ottimo lavoro di riferimento, in linea con lo spirito anche programmatico e di elaborazione necessario nelle singole zone - come illustrato nella premessa - e abbastanza credibile anche come impostazione organizzativa di riferimento. Tale schema prevede, oltre a un’area che riguarda la Città di Napoli, ben

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otto aree in provincia. Aggiornato il numero attuale degli abitanti dei singoli comuni all’ultimo dato ufficiale 2011 - fonte prefettura - e ricalcolando la densità abitativa per ogni zona prevista, sono emerse due necessità: quella di separare la zona Miglio d’oro - stabiese in due parti, in quanto troppo grande il bacino proposto (circa 400mila abitanti secondo gli ultimi dati ufficiali della prefettura) e quella di creare un’area distinta per tutta la fascia insulare della provincia di Napoli, evitando di assimilarla con la penisola sorrentina, la zona flegrea o costiera.

Partecipazione e Consultazione a creazione di una siffatta struttura organizzativa definitiva sarà tanto più efficiente e valida quanto più discussa e integrata dagli spunti e dalle riflessioni di tutti i coordinatori di zona, di tutti i livelli istituzionali del partito e, in particolar modo, di tutti i coordinatori di circolo. Tale proposta fa proprio lo spirito che ha ispirato tutta la stesura di questo documento, quello, cioè, di proporre una strada possibile che dovrà necessariamente essere approfondita e integrata dalla discussione che inizierà durante la conferenza organizzativa, proseguirà nei circoli per poi terminare con lo svolgimento del congresso provinciale. Si ritiene necessario, però, che una volta stabilita e approvata tale struttura, nelle forme che si riterranno opportune, tale organizzazione sia definitiva, in modo da evitare che possa diventare elemento strumentale di lotta politica interna, ispirato più ai bacini elettorali che, invece, come è giusto e necessario che sia, all’interesse esclusivo e primario del miglioramento e della crescita del partito. Se ciò non fosse, si perderebbe il senso di tutto il lavoro compiuto fino ad ora.

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Proposta di riorganizzazione aree provincia SISTEMI A DOMINANTE RURALE - MANIFATTURIERA COMUNI VESUVIANI

(221.000 abitanti): Cercola, Massa di Somma, Ottaviano, Poggiomarino, Pollena Trocchia, San Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, Striano, Terzigno, Volla.

AREA GIUGLIANESE

(248.000 abitanti): Calvizzano, Giugliano in Campania, Marano di Napoli,Mugnano di Napoli, Qualiano, Villaricca.

SISTEMI A DOMINANTE URBANO-INDUSTRIALE NAPOLI NORD-EST

(288.000 abitanti): Acerra, Afragola, Brusciano, Caivano, Cardito, Casalnuovo di Napoli, Castello di Cisterna, Crispano, Pomigliano d’Arco;

NAPOLI NORD (286.000 abitanti): Arzano, Casandrino, Casavatore, Casoria, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Melito di Napoli, Sant’Antimo;

NOLANO

(170.000 abitanti): Camposano, Carbonara di Nola, Casamarciano, Cicciano, Cimitile, Comiziano, Mariglianella, Marigliano, Nola, Palma Campania, Roccarainola, San Gennaro Vesuviano, San Paolo Bel sito, San Vitaliano, Saviano, Scisciano, Tufino, Visciano;

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SISTEMI COSTIERI A DOMINANTE PAESISTICO, AMBIENTALE E CULTURALE AREA FLEGREA (155.00 abitanti): Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto;

MIGLIO D’ORO (210.000 abitanti): Ercolano, Portici, San Giorgio a Cremano, Torre Annunziata, Torre del Greco;

STABIESE (140.000 abitanti): Boscoreale, Boscotrecase,

Coordinamento di Municipalità per la Città di Napoli A

l fine di assicurare un’efficace coordinamento tra le politiche istituzionali e territoriali sono istituiti, per la città di Napoli, i Coordinamenti di Municipalità. Il Coordinamento di Municipalità deve avere una struttura omogenea a quella della relativa forma istituzionale prevista per la città di Napoli. I coordinamenti municipali devono avere una loro sede e sono dotati di autonomia organizzativa, finanziaria oltre che politica, in relazione al proprio ambito di azione.

Castellamare di Stabia, Pompei, Trecase;

PENISOLA SORRENTINA (160.000 abitanti): Agerola, Casola di Napoli, Gragnano, Lettere, Massa Lubrense, Meta, Piano di Sorrento, Pimonte, Santa Maria la Carità, Sant’Agnello, Sant’Antonio Abate, Sorrento, Vico Equense;

ISOLE MINORI (80.000 abitanti): Anacapri, Barano d’Ischia, Capri, Casamicciola Terme, Forio,Ischia, Lacco Ameno, Procida, Serrara Fontana;

CITTÀ DI NAPOLI

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Organi dei Coordinamenti di Municipalità sono: • il Coordinamento municipale • il Segretario di municipalità • il Tesoriere • l’Assemblea degli iscritti Ogni Coordinamento Municipale potrà dotarsi di più sedi territoriali, se lo riterrà opportuno. Ciò in considerazione del fatto che le sedi dovranno tornare a essere luoghi aperti di partecipazione politica alla vita del Partito, luoghi di riferimento per gli iscritti e per i cittadini e per le loro problematiche quotidiane. Devono proporsi come luogo di riferimento per la comunità nella quale operano e devono favorire il massimo coinvolgimento dei cittadini all’elaborazione delle loro azioni e iniziative, oltre ad essere organi di proposta programmatica, tesa a migliorare le politiche dei loro territori di riferimento.


Codice Etico L

e iscritte e gli iscritti del partito democratico della provincia di Napoli, oltre al rispetto doveroso della carta costituzionale e delle leggi, si impegnano a comportarsi nel rispetto dei principi contenuti nel codice etico nazionale del partito democratico. Del codice etico nazionale le donne e gli uomini del PD della provincia di Napoli ritengono fondamentale sottolineare i seguenti punti: • Autonomia della politica; • Pluralismo come ricchezza; • Uguaglianza di genere; • Senso di responsabilità e di confronto costante con gli iscritti e la cittadinanza; • Impegno politico espresso nell’interesse collettivo contro ogni forma di interesse personale o familiare; • Trasparenza e rigore nella raccolta di fondi a scopi elettorali o di promozione delle attività del partito; • Collaborazione e sostegno alle attività del partito, con uno specifico onere di concorso economico, proporzionale alle indennità percepite per coloro che sono eletti ovvero designati nelle istituzioni; • Favorire l’informazione e il coinvolgimento degli aderenti e dei sostenitori nella vita del Partito, evitando che le scelte organizzative producano forme di cristallizzazione interne ed esclusioni, discriminazioni o condizionamenti; Il Partito democratico della Provincia di Napoli fa proprie le norme del codice etico relative alle condizioni ostative alla candidatura e obbligo di dimissioni, senza deroghe.

Trasparenza I

l PD della provincia di Napoli promuove la trasparenza e ricambio delle cariche politiche e istituzionali. In materia di trasparenza e di democrazia interna fa propri i principi indicati nella pdl di iniziativa dei deputati Bersani, Misiani, Castagnetti e Vassallo e nelle more di una legge in tale materia ne anticiperà i contenuti, in particolare: a) gli organi dirigenti, le loro competenze, le modalità della

loro elezione e la durata degli incarichi, che sono conferiti a tempo determinato; b) i casi di incompatibilità, in particolare tra cariche dirigenziali all’interno del partito e incarichi, o nomine, a livello istituzionale e nelle amministrazioni pubbliche nazionali e locali; c) le procedure richieste per l’approvazione degli atti che impegnano il partito; d) i diritti e i doveri degli iscritti e i relativi organi di garanzia; le modalità di partecipazione, anche attraverso referendum o altre forme di consultazione; le regole per l’istituzione e per l’accesso all’anagrafe degli iscritti, la cui consultazione deve essere sempre nella disponibilità di ogni iscritto, nel rispetto di quanto previsto dal codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. Il rifiuto dell’iscrizione al partito deve essere motivato e contro di esso deve essere ammesso il ricorso agli organi di garanzia; e) le modalità per assicurare negli organi collegiali la presenza paritaria di donne e di uomini; f) i criteri con i quali è assicurata la presenza delle minoranze in tutti gli organi collegiali non esecutivi; g) i criteri di ripartizione delle risorse finanziarie disponibili tra la struttura nazionale e le articolazioni territoriali del partito; h) le procedure relative ai casi di scioglimento, chiusura, sospensione e commissariamento delle articolazioni territoriali del partito; i) le misure disciplinari che possono essere adottate nei confronti degli iscritti, gli organi competenti ad assumerle e le procedure di ricorso previste, assicurando il diritto alla difesa e il rispetto del principio del contraddittorio; l) le modalità di selezione, attraverso elezioni primarie o elezione a scrutinio segreto da parte degli organi collegiali competenti, delle candidature per i membri del Parlamento Europeo spettanti all’Italia, per il Parlamento nazionale, per i consigli regionali e comunali nonché per le cariche di sindaco e di presidente della regione; m) il limite massimo di mandati sia elettorali sia relativi a incarichi interni al partito; n) le modalità con le quali gli iscritti partecipano alle votazioni, assicurando, quando è prevista, l’effettiva segretezza del voto;

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o) l’attribuzione della rappresentanza legale del partito a un tesoriere in possesso dei requisiti di onorabilità e di professionalità previsti per gli esponenti aziendali delle banche; p) la nomina di un comitato di tesoreria composto da soggetti in possesso dei requisiti di onorabilità previsti per gli esponenti aziendali delle banche con il compito di coadiuvare il tesoriere nello svolgimento delle sue funzioni di indirizzo e di verifica rispetto alla gestione contabile, alle fonti di finanziamento e all’allocazione delle risorse finanziarie; q) la nomina di un collegio sindacale composto da revisori dei conti in possesso dei requisiti di onorabilità e di professionalità richiesti per i sindaci delle banche; r) l’attribuzione del compito di certificare il rendiconto di esercizio.

Primarie I

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l Partito democratico della Provincia di Napoli ritiene importante l’uso costante e organizzato delle primarie, auspicandone una legge nazionale che ne regolamenti lo svolgimento. Nelle more il PD si impegna a usare lo strumento delle primarie per ogni elezione a cariche monocratiche, sia come strumento interno di selezione che allargato alle altre forze politiche di coalizione. Il PD si impegna a calendarizzare le elezioni primarie con largo anticipo (almeno 90 giorni) rispetto alle elezioni di cariche monocratiche stabilendo con apposita deliberazione le modalità della presentazione della candidatura, l’individuazione dei seggi elettorali, gli organismi elettorali e di garanzia e i casi in cui non si ricorra allo strumento delle primarie. Il PD si impegna, anche laddove non si dovesse ricorrere all’uso delle elezioni primarie, a mantenere criteri di trasparenza e di consultazione degli iscritti e dei circoli territoriali. Il PD della Provincia di Napoli impegna il Partito regionale e nazionale a valutare il ricorso alle elezioni primarie anche per l’elezione dei membri del Parlamento se non dovesse essere modificata la legge elettorale vigente, o nel caso in cui non fosse previsto nella nuova legge elettorale l’uso della preferenza.

Comitato di Garanzia

I

l PD di Napoli eleggerà nella prima seduta dell’assemblea provinciale gli organismi di garanzia che controlleranno il pieno rispetto del codice etico e dello statuto del partito. Il comitato di garanzia – composto da 5 membri sottoporrà all’approvazione dell’assemblea provinciale, entro tre mesi dalla costituzione, un regolamento di indirizzo in materia di: - procedure relative ai casi di scioglimento, chiusura, sospensione e commissariamento delle articolazioni territoriali del partito; - misure disciplinari che possono essere adottate nei confronti degli iscritti, gli organi competenti ad assumerle e le procedure di ricorso previste, assicurando il diritto alla difesa e il rispetto del principio del contraddittorio; - ricorso e organizzazione delle elezioni primarie per le cariche monocratiche.

Formazione L

a formazione è un tratto essenziale delle società moderna, è il criterio attraverso il quale una società può dirsi culturalmente elevata o meno. Per formare una società preparata ed in grado di affrontare sfide globali, ci vuole un’attività di aggiornamento formativa costante e continua. Formare significa anche mettere in rete persone, conoscenze, cose. La formazione si inserisce in vari segmenti della vita politica, a maggior ragione in quella di un partito politico che vuole porsi a guida del paese, che vuole puntare al governo della nazione, ma soprattutto che vuole formare classe dirigente preparata e all’altezza di ciò, e che quindi non può fare a meno di sviluppare percorsi formativi ad ogni livello, partendo da quello territoriale fino ad arrivare a quello nazionale e investendo sulla costruzione di competenze politiche ed amministrative.


La formazione è un elemento fondante nella costruzione di una identità politica, in quanto processo democratico di confronto e di costruzione di idee e percorsi condivisi. La formazione politica e’ per il Pd, in questa fase storica, necessaria per mantenere il nostro carattere di partito democratico e popolare. Conoscenza, apprendimento, agire in comunità, sviluppare senso critico, aggiornamento, sono gli ingredienti di una “cultura democratica” diffusa e consapevole che il nostro partito vuole contribuire a tenere costantemente viva. La strada intrapresa dal partito nazionale con Finalmente Sud, un percorso innovativo nel panorama della politica italiana, offre un impianto che consente di integrare differenti livelli di interventi formativi e differenziarli in base alle esigenze individuali e dei territori attraverso: • l’utilizzo di una piattaforma di formazione a distanza: una “piattaforma di conoscenze” del Partito Democratico che intende alimentare un sistema permanente in continuo aggiornamento con l’obiettivo di rafforzare anche le “comunità formative” del PD; • un’azione capillare, che vuole raggiungere ogni comune del Sud, puntando sui giovani in quanto soggetti del cambiamento. L’attività è stata rivolta a giovani sotto i 35 anni delle regioni meridionali, rappresentanti dei circoli del PD, amministratori locali, esponenti del mondo dell’associazionismo, simpatizzanti non necessariamente iscritti al PD. Il modello e l’esperienza maturata in questa sperimentazione, tuttora in atto, sono trasferibili e utilizzabili come base per la pianificazione delle attività sui territori. L’organizzazione della formazione parte da differenti obiettivi: • l’accesso di un’ampia base di iscritti e simpatizzanti nella logica di un processo di rialfabetizzazione alla politica e di partecipazione democratica alla formazione delle idee; • la richiesta di una formazione specifica sugli Enti locali e sugli aspetti strumentali per chi riveste o potrebbe rivestire un ruolo di amministratore; • la creazione di reti e sinergie sul territorio con i soggetti e i luoghi di produzione e diffusione di idee, cultura e formazione. In quest’ottica le attività saranno organizzate a differenti dimensioni territoriali (da quella provinciale fino ai circoli) e con tutti gli strumenti formativi a disposizione (da incontri

seminariali a focus tematici, da laboratori territoriali a moduli esperienziali, dall’e-learning ai social network). La dimensione provinciale potrebbe garantire dei moduli ciclici di approfondimento sui temi legati allo status di amministratore locale, all’innovazione e gestione dello sviluppo dei servizi e alla pianificazione delle attività nei territori, ai collegamenti tra progetti territoriali e direttive comunitarie, a un approccio integrato della governance territoriale (sarebbe utile la creazione di un gruppo di ricerca, che possa selezionare e approfondire le migliori pratiche esistenti nell’amministrazione locale, prendendo spunto e supporto da “in buone mani”). L’organizzazione di sessioni di approfondimento e confronto relative a tematiche cruciali per il nostro territorio quali la legalità, l’ambiente, il welfare, l’istruzione, la cultura, il lavoro, lo sviluppo integrato del territorio saranno occasione di formazione e contemporaneamente di interazione sinergica con Università, scuola, esperti ed intellettuali con i quali ristabilire relazioni costruttive. I circoli, in quanto presidi territoriali di aggregazione, dovranno svolgere una funzione importante, proprio perché sono i diretti percettori dei fabbisogni formativi dei propri iscritti, e sono gli interlocutori immediati delle esigenze di confronto, condivisione di idee e costruzione di identità. È necessario intercettare sui territori nuove forze e soggetti in grado di dare al partito un contributo non solo in termini elettorali, ma anche di idee, capitalizzare nuove risorse per amministrare attraverso un percorso formativo serio, importante, costruttivo. Ragionare su un processo di formazione continua, in questa fase del partito, significa anche sperimentare nuove forme, nuovi strumenti, rimanere sempre in ascolto. Acquisire i feedback come spunti per ritracciare i percorsi in maniera condivisa e in reale risposta alle esigenze in evoluzione. Proprio per la delicatezza del momento e per l’importanza delle sfide globali/locali che abbiamo davanti, sentiamo la necessità di ridefinire i nostri limiti, le nostre strategie, i nostri metodi di apprendimento e di diffusione di valori. Convinti che fare politica significhi prima di tutto avere degli ideali per cui vale la pena impegnarsi direttamente e che partecipare alla vita dei partiti voglia dire condividerne la visione di società che propongono, il PD di Napoli si impegna a dotarsi di un proprio centro studi (“Cogito ergo sum” potrebbe essere il nome) che possa diventare il cervello dell’elaborazione del pensiero democratico a Napoli e provincia.

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Forum

Donne

N

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ell’ambito del futuro assetto del Partito Democratico provinciale i Forum tematici svolgeranno un ruolo fondamentale. Essi costituiscono, infatti, una importante sperimentazione con cui il Partito Democratico può radicarsi e costruire il suo programma attraverso un percorso di dialogo e di apertura con la società e il territorio. L’obiettivo è quello di allargare il più possibile la riflessione in una concezione sempre più dinamica e aperta. Il Partito provinciale di Napoli ha dinanzi a sé sfide straordinariamente complesse che chiedono quotidianamente uno sforzo di elaborazione. Ed è per questo che assume una grande importanza il ricorso ai Forum tematici in cui il nostro Partito possa aprirsi, ascoltare, favorire la libera discussione, la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini, nell’elaborazione di proposte programmatiche. I Forum, come previsto dallo Statuto, saranno un’opportunità per tutti i cittadini elettori ed elettrici del PD di Napoli e Provincia che vorranno contribuire all’elaborazione e alla programmazione del pensiero democratico. Siamo convinti che proprio quest’ultimi possano partorire proposte e contributi utili alle decisioni e all’iniziativa politica del Partito, a cui spetta il compito di fare sintesi tra i diversi spunti di riflessione che emergeranno nei Forum. Si sono individuate dieci aree di interessi nelle quali affrontare questioni centrali per il futuro del nostro partito e dei nostri territori: 1) ambiente e territorio; 2) sviluppo e lavoro; 3) welfare - politiche sociali - famiglia ed infanzia; 4) legalità e sicurezza; 5) cultura - diritti civili; 6) immigrazione; 7) salute; 8) scuola – università - ricerca e saperi; 9) politiche agricole; 10) turismo e valorizzazione del territorio.

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n approfondimento specifico è necessario fare per la Conferenza Provinciale delle donne, che è opportuno ricordare come voglia essere uno spazio di confronto e di elaborazione politica, a servizio dell’intero partito, non un luogo in cui si confinano le donne e che si occupa esclusivamente di tematiche di genere e diritti femminili. L’orgoglio delle donne di Napoli e della sua Provincia ha le sue radici in un mondo ricco di cultura, di esperienze politiche e amministrative, di lotte e di conquiste. La Conferenza Provinciale vuole essere all’altezza di questa storia e, infatti, si è impegnata, sin dal suo insediamento, a essere uno strumento capace di valorizzare la forza, la partecipazione e la capacità delle donne nella società e nella politica. In un momento politico-economico-sociale così difficile e critico, le donne appaiono una possibilità concreta per rifondare e ricostituire il nostro partito sul territorio ed esprimere esempi concreti di buone pratiche e di buon Governo. Oggi più che mai, è necessario investire sulle donne come forza di cambiamento della politica e dell’intera società, attraverso la piena condivisione dello spazio decisionale politico e istituzionale. Le Democratiche vogliono essere parte sostanziale del progetto riformatore del Partito, a tutti i livelli, con il loro contributo originale, nella consapevolezza che è necessario rinnovare la politica, restituirle dignità, credibilità ed autorevolezza. Etica pubblica, sobrietà, rigore, trasparenza rappresentano stelle polari da seguire e che la Conferenza chiede al partito di mettere in pratica nell’azione quotidiana. Ma accanto all’iniziativa politica, la Conferenza provinciale sta lavorando sia alla riorganizzazione per un maggior radicamento del PD sui territori attraverso la più ampia partecipazione, sia alla ricostruzione di quel tessuto di relazioni e di collaborazioni con tutto quanto si muove all’esterno del partito, l’associazionismo di donne, le donne dei movimenti, del sindacato, stringendole attorno ad un progetto comune di rinnovamento della politica e delle istituzioni.


Comunicazione I

l Partito Democratico sta affrontando una stagione di grande cambiamento, nella società italiana come nella Provincia di Napoli. In questo contesto complesso, la strategia comunicativa del Partito non può limitarsi a conservare un elettorato consolidato, ma deve pensare a riallacciare i nodi, spezzati dal disinteresse, dal disincanto e dalla delusione. Per fare questo, da una parte diventa necessario puntare al rafforzamento della comunicazione interna dell’organizzazione e dall’altra al riposizionamento dell’immagine del Partito attraverso nuove strategie di comunicazione esterna. Entrambi gli obiettivi di comunicazione sono intrinsecamente legati tra loro e rappresentano prima di tutto degli obiettivi politici da raggiungere per la crescita e l’evoluzione del Partito, che essenzialmente deve ripartire dai propri militanti e dal recupero della fiducia degli elettori. Il recupero della fiducia passa necessariamente da un cambiamento di prospettiva: occorre studiare nei minimi dettagli i desideri, i bisogni, gli interessi degli elettori e dei cittadini. Occorre comprendere e fare propri gli strumenti e i linguaggi che gli elettori utilizzano ogni giorno, seguire il modo in cui una società si evolve: solo così potremo riuscire a far sì che la società cambi, da com’è a come vorremmo che fosse. Non va mai dimenticato che la comunicazione è innanzitutto la relazione che istituiamo con chi è altro da noi: in questo senso, dobbiamo entrare in questa relazione con un linguaggio e un’immagine coerente, capace di ascoltare, capire e farsi capire.

Riorganizzazione centrale e territoriale

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l Partito ha la necessità di definire un nuovo rapporto tra circoli territoriali e Segreteria Provinciale. In questo nuovo corso assume carattere prioritario la definizione di un organigramma chiaro con la necessaria individuazione, per ogni circolo, di un Responsabile per la Comunicazione e di un Responsabile per l’Organizzazione: le due figure affiancheranno il segretario come interfaccia tra il circolo e il livello provinciale. La definizione di un’identità comunicativa e del coordinamento organizzativo del Partito potranno essere supportate attraverso l’istituzione di un Dipartimento per la Logistica e la Comunicazione, a completa disposizione di tutto il livello provinciale, nonché dei singoli circoli. Accanto all’istituzione di un Dipartimento centrale saranno individuati responsabili comunicazione competenti in ogni circolo.

Circoli in rete e Comunicazione dal basso verso l’alto

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ittadini, militanti e iscritti hanno un ruolo centrale nella costruzione di un processo che parte dalle singole strutture territoriali anziché prevedere una comunicazione “calata dall’alto”, ma all’interno della quale il livello provinciale mantenga un ruolo di proposta e coordinamento. La realizzazione di un nuovo portale provinciale potrà costituire un’agorà virtuale necessaria per essere sempre aggiornati sulle iniziative realizzate e da realizzare e per

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mettere in contatto tutti i circoli della provincia. Al suo interno, sarà possibile costituire un database online condiviso dove verranno raccolti volantini, petizioni, progetti, documenti e tutto il materiale prodotto dai circoli rappresenta un’occasione per rafforzare l’unità organizzativa e il coordinamento del livello locale. I circoli in questo modo potranno essere sempre in rete e sviluppare iniziative all’interno del proprio territorio usufruendo delle esperienze fatte e dei risultati ottenuti da altri circoli. Sul nuovo portale sarà possibile visionare le attrezzature prese in affitto e a disposizione, il bilancio del Partito, l’anagrafe degli eletti e del personale, etc. Sul portale ogni circolo potrà avere un proprio spazio dedicato, nel quale inserire autonomamente articoli, iniziative, organigramma e contatti. Attraverso un piccolo social network interno si potrà consentire ai circoli di comunicare tra loro.

Superare il digital divide dei circoli

S

e il web verrà inteso come strumento di governance del Partito sarà necessario superare il digital divide dei circoli territoriali. Sarà possibile organizzare iniziative di formazione per istruire i responsabili, garantire a ogni realtà un Personal Computer e un accesso a internet, un contatto mail, mettere a disposizione del Partito e della cittadinanza corsi gratuiti che consentano di accedere alle nuove tecnologie. Nel nuovo corso sarà importante spingere ogni circolo a sfruttare i nuovi strumenti e aggiornare almeno settimanalmente tutti i profili virtuali, i siti, i contatti, etc. anche utilizzando lo spazio personale di ogni circolo sul portale provinciale. I circoli avranno il compito di fornire una mailing list corretta e l’elenco di tutti i numeri di cellulare degli iscritti. In questo modo, attraverso catene di mail e sms le comunicazioni in occasione di iniziative di respiro provinciale potranno essere più efficaci. 16

Operazione trasparenza e ottimizzazione delle risorse

A

l fine di rinsaldare un rapporto di fiducia con i cittadini, occorrerà investire massicciamente sulla trasparenza e la chiarezza nei bilanci. Il nuovo portale potrebbe essere la piattaforma preferenziale per rendere pubblici i redditi dei massimi dirigenti del Partito, a livello provinciale e locale, oltre che mettere a disposizione degli utenti e delle segreterie un’anagrafe degli iscritti. Al fine di garantire una maggiore trasparenza di spesa e di attività del Partito, potrà essere creato un magazzino comune a disposizione di tutti i territori, nel quale conservare il materiale tecnico necessario per le iniziative e le attività dei circoli (impianto audio, gazebo, proiettori, microfoni, bandiere, etc.): l’attività e la manutenzione di questa struttura potranno essere autofinanziate anche attraverso una piccola sottoscrizione annuale da parte dei singoli circoli e gestibile attraverso un gestionale presente sul portale provinciale. Per garantire una più uniforme identità visiva e una ottimizzazione delle risorse economiche, sarà possibile stipulare una convenzione con le tipografie che consentirà a ogni circolo di stampare i propri materiali locali (manifesti, periodici etc.) a prezzi più vantaggiosi, oppure sempre attraverso un gestionale coordinare le necessità di stampa dei singoli circoli e inviarle ad un’unica tipografica convenzionata, in modo da ottimizzare tempi e costi di realizzazione del materiale cartaceo. Infine, per permettere ai circoli di acquistare il materiale di cui necessitano con sconti derivanti dal prezzo all’ingrosso (bevande per feste democratiche, rinfreschi, etc.) sarà necessario registrare un codice fiscale del Partito e non di un privato, in modo da garantire legalità e trasparenza.


Formazione e Aggiornamento: “Comizi di Classe”

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n appuntamento importante per la comunicazione politica del partito è “Comizi di Classe”, l’iniziativa inaugurata a dicembre 2011 che ha visto il contributo di docenti universitari, giornalisti e professionisti della consulenza politica. “Comizi di Classe” si propone come un percorso formativo continuo che prevede iniziative di approfondimento nel corso dell’anno, nonché una manifestazione annuale che crei rete, informi e aggiorni sull’evoluzione della comunicazione in politica. L’organizzazione di “Comizi di Classe” compete al dipartimento comunicazione che in accordo con il responsabile formazione propone ai circoli format di formazione sulla comunicazione politica da poter svolgere nei singoli territori. Il dipartimento Comunicazione e il responsabile formazione sono inoltre a disposizione dei circoli per ascoltare le loro esigenze in materia di formazione sulla comunicazione politica ed eventualmente contattare i docenti più adatti a soddisfare le richieste pervenute.

Comunicazione esterna: identità visiva e new media

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er operare un riposizionamento dell’immagine del Partito è necessario proporsi ai cittadini con un’identità coerente e definita. Sarà importante partire con una campagna di comunicazione che

ponga al centro i valori fondamentali della trasparenza, della buona amministrazione e della coesione. Sarà inoltre fondamentale comunicare tali principi attraverso un’unica identità visiva e un cambio di passo nelle modalità di presentarsi all’esterno.

Relazioni con gli organi di informazione

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ostruire i rapporti con i giornali secondo il principio della coerenza: bisogna comunicare all’esterno non come un coro polifonico, bensì come un’unica voce. Questo principio deve essere rispettato nei comunicati stampa, nelle dichiarazioni e nelle interviste.

Affissioni

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ualunque tipologia di affissione e/o volantino va progettato nel rispetto dell’identità visiva stabilita dal Partito. Inoltre, va superata la pratica dell’affissione abusiva dei manifesti, che rappresenta un’offesa del patrimonio urbanistico delle nostre città e una palese incoerenza rispetto agli appelli alla legalità che il Partito giustamente lancia.

Sito Istituzionale

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Come già affermato in precedenza sarà necessario realizzare un nuovo portale provinciale che nell’ambito della comunicazione avrà il compito di informare sull’organizzazione, la composizione dell’organigramma, le proposte politiche in essere, le

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iniziative grandi e piccole. Per questo motivo dovrà essere sempre aggiornato affinché diventi uno strumento utile e uno specchio efficiente della macchina organizzativa.

Social Network

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ndrà implementato l’uso dei social network (Twitter, Google+, Facebook, etc.) e dei servizi di sharing (Youtube, Flickr, Google). Sarà necessario diffondere i contenuti attraverso tutti i canali del web 2.0, per arrivare a più utenti possibile.

Web Radio l sito e ai social network si potrà affiancare un canale web radio a disposizione dei circoli e della Segreteria provinciale: ogni circolo attraverso il proprio Responsabile Comunicazione potrà trasmettere la diretta degli eventi oppure registrarli e caricare il podcast in differita; allo stesso modo possono essere trasmesse in diretta o registrate iniziative e dibattiti dei membri della segreteria. Ogni utente potrà scegliere la trasmissione che vuole ascoltare, anche quando c’è una diretta.

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Magazine online per una discussione e una crescita partecipata 18

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n’altra modalità per creare un luogo di discussione partecipata è la creazione di un magazine digitale, accoppiato ad un portale di servizi

audio/video in cui ogni circolo potrà autonomamente caricare contenuti. Il sito dovrà servire soprattutto a “parlare” ai cittadini, guardando non solo a un pubblico di addetti ai lavori, ma anche e soprattutto alle fasce più giovani. Uno strumento di informazione e aggregazione, un portale indipendente che però sia in grado di portare il partito nella quotidianità della gente. Sul sito i cittadini troveranno reportage su tutti i temi caldi del momento (lavoro, precarietà, giovani, sanità, etc.), saranno quotidianamente informati sul dibattito politico e potranno leggere le principali notizie del giorno in un linguaggio semplice e non burocratico. Il sito, con collegamenti anche ai social network Twitter e Facebook, sarà sempre presente nel dibattito della comunicazione quotidiana, affrontando, di volta in volta anche battaglie di civiltà. Uno dei punti di forza sarà lo spazio dedicato alle realtà emergenti di scrittori, musicisti, artisti: un modo per rendere i giovani protagonisti e per fare in modo che la politica parli un linguaggio diverso. Un modo per creare una comunità e per attrarre nuove energie. E poi, segnalerà eventi, dibattiti, manifestazioni. Al fine di garantire una corretta immagine comunicativa, verrà istituita una redazione che controllerà e approverà la pubblicazione del materiale proveniente dai circoli. Per una corretta diffusione, è possibile prevedere la stampa di una rivista mensile con una selezione dei contenuti e degli articoli più interessanti pubblicati in quel mese. Tale mensile, gratuito, verrà distribuito nelle stazioni, nelle università e nei principali luoghi di aggregazione e sarà una forma di biglietto da visita del portale on line (grazie anche al meccanismo del QR code).


Finanziamento e Logistica L

a vicenda del finanziamento dei partiti politici ha assunto in questi giorni una rilevanza nella pubblica opinione che non può esimere più nessuno da una attenta riflessione sul tema. Il tema riguarda la necessità e la liceità del finanziamento pubblico da una parte, e quello della trasparenza del finanziamento privato o dei simpatizzanti dall’altro, per evitare pericolosi inquinamenti della vita politica.

Finanziamento pubblico

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el 1958 Don Luigi Sturzo presentò un disegno di legge per escludere qualsiasi forma di finanziamento pubblico ai partiti politici. Il DDL non fu mai messo in discussione, nonostante i partiti politici in Italia godessero di ampie risorse per la loro enorme attività politica, e ciò in particolare valeva per i due grandi partiti di massa DC e PCI. Da dove attingevano le loro risorse? È ormai storicamente accertato che entrambi i partiti venivano finanziati da paesi stranieri e dal sistema delle cooperative l’uno (PCI) e dal sistema delle partecipazioni statali e confindustriale l’altro (DC). Per superare tale anomalia si diede vita al finanziamento pubblico che avrebbe consentito, in teoria, una libera dialettica politica priva di condizionamenti di paesi stranieri e di potentati economici. Fu commesso però un fondamentale errore: non si diede luogo al riconoscimento giuridico dei partiti politici, norma prevista dalla costituzione (anche per i sindacati) e inapplicata dalla fondazione della Repubblica. Tale fondamentale errore ha fatto si che le finanze dei

partiti politici siano sempre state avvolte dal più fitto mistero, determinando nella pubblica opinione una forte contrarietà a tale strumento di finanziamento della vita politica, culminato nel referendum del 1993 che abolì il finanziamento pubblico. I partiti politici pensarono bene di superare l’esito del referendum con l’escamotage dei rimborsi elettorali che di fatto, non solo ripristinava il finanziamento pubblico, ma lo ampliava enormemente sia rispetto agli importi che rispetto ai beneficiari. Ancora una volta non si colse l’occasione per dare luogo al riconoscimento giuridico dei partiti politici, norma che avrebbe evitato le tempeste cui siamo costretti ad assistere in questi giorni. Nel 2012 il PD ha presentato una proposta di legge per il riconoscimento giuridico dei partiti politici e per la regolamentazione dei loro finanziamenti, in nome della più totale trasparenza e chiarezza. Come capita spesso, siamo in ritardo con la storia e l’avversione al democratico principio del finanziamento pubblico ai partiti sta mettendo in risalto, soprattutto in un momento così delicato, come ci sia la grande necessità di riformare il sistema dei partiti e della politica, per evitare che la cura demagogica sia peggiore del male. Solo un ampio accordo per l’approvazione del DDL sul riconoscimento giuridico dei partiti politici potrebbe consentire una rapida approvazione dello stesso per evitare che la politica sia riserva di caccia dei potentati economici.

Finanziamento privato

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l finanziamento privato ai partiti politici è una forma di finanziamento già riconosciuta nell’ordinamento italiano. Anzi il legislatore ha anche favorito tale forma di finanziamento prevedendo anche delle detrazioni fiscali. In pratica però, storicamente, il finanziamento privato è consistito in un finanziamento occulto che ha gravemente inquinato la vita politica italiana. Lo stesso finanziamento proveniente dal tesseramento

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degli iscritti si presta a considerazioni negative se associato al sistema dei pacchetti di tessere per il controllo della vita del partito.

Proposte

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n questo quadro il PD di Napoli sente la necessità di avanzare delle proposte fortemente innovative su questo tema. Innanzitutto siamo convinti che fare politica significa dare il buon esempio, in nome della sobrietà e del rigore, anche e soprattutto in un momento di tale crisi economica, come quello che stiamo vivendo. Il partito, in tutte le sue articolazioni, deve snellire la macchina organizzativa e mettere in campo tutti gli strumenti per una drastica riduzione delle proprie spese. Dove è possibile bisogna accorpare sedi e servizi privilegiando le articolazioni territoriali di primo livello - i circoli di base - piuttosto che le sedi centrali (a partire da quella nazionale), che devono diventare uno snello centro di coordinamento e di indirizzo politico. Bisogna smaterializzare la propaganda politica, ricorrendo a tutti i più moderni sistemi di comunicazione. Il PD provinciale pensa che, per i motivi sovraindicati, non si possa rinunziare a un idoneo finanziamento pubblico/ rimborso elettorale, che va però notevolmente diminuito, e a un controllato e trasparente finanziamento privato ma con i seguenti principi: • Bisogna immediatamente procedere al riconoscimento giuridico dei partiti politici; • L’importo del finanziamento pubblico deve corrispondere al massimo all’80% delle spese effettivamente sostenute e documentate; • Il finanziamento privato non può superare l’importo massimo di 20.000 euro per ogni soggetto; • L’autofinanziamento deve coprire almeno il 20% delle spese complessive. • Il finanziamento, sia pubblico che privato, deve essere destinato solo alle esigenze di funzionamento del partito; • I bilanci devono essere sottoposti al controllo di una autorità indipendente; • A norma di statuto gli eletti e i nominati devono contribuire al funzionamento del partito con il versamento

di una quota che và dal 10 al 20% dell’indennità percepita - a seconda del ruolo che ricoprono, ma a tutti i livelli - , a pena di esclusione dal partito; • Le strutture territoriali a tutti i livelli devono avere un tesoriere, un c/c bancario ed un bilancio annuale approvato, pubblicato e diffuso in tutti le sedi; • Il finanziamento complessivo va ripartito secondo il più stretto principio di sussidiarietà costituzionale dal basso verso l’alto, secondo il seguente schema. 1) il 50% ai circoli territoriali, da ripartire secondo il doppio parametro degli iscritti e degli elettori alle elezioni politiche in ogni realtà territoriale; 2) il 20% alle strutture di coordinamento provinciale secondo il medesimo criterio; 3) il 15% alle strutture di coordinamento regionale secondo il medesimo criterio; 4) il 15% al coordinamento nazionale.


Lavoro L

a Conferenza d’organizzazione del PD di Napoli è chiamata a progettare un nuovo rapporto con il mondo del lavoro. Si tratta di tornare in insediamenti storici del lavoro industriale, del pubblico impiego, dei servizi avanzati (dalle telecomunicazioni ai siti turistici e di interesse strategico nazionale), nelle imprese agricole. Il riferimento sono i soggetti e i luoghi di lavoro: i lavoratori dipendenti delle grandi e piccole imprese e delle pubbliche amministrazioni, i lavoratori autonomi e delle professioni, con particolare attenzione al coinvolgimento dei giovani e del lavoratori precari. In tal senso bisogna immaginare uno strumento di adesione attraverso la tessera del PD Lavoro, che rappresenti una forma ulteriore di adesione oltre a quella tradizionale al circolo territoriale o di ambiti tematici e di settore. Così come ai circoli andranno affiancate altre forme di aggregazione e di partecipazione che utilizzino pienamente le opportunità offerte dalla rete dei social forum anche con collaborazioni e intese (centri studi sindacali, organizzazioni imprenditoriali, esperienze di city journalism). Tutte queste esperienze andranno a comporre la parte essenziale del Forum Metropolitano del Lavoro. Il Forum Metropolitano del Lavoro deve essere la sede permanente di discussione e di elaborazione delle politiche del Partito in materia di lavoro e allo stesso tempo lo strumento di raccordo con le forze organizzate del mondo del lavoro in tutte le sue espressioni: lavoro dipendente, privato e pubblico; lavoro autonomo, cooperativo e professionale. A far parte del Forum metropolitano del Lavoro sono chiamati anche gli esponenti del Partito con ruoli istituzionali nel campo delle politiche del lavoro (Assessori, membri di Commissioni consiliari ecc), docenti universitari ed esperti; sindacalisti; esponenti delle Organizzazioni del lavoro autonomo, del movimento cooperativo, delle professioni, delle associazioni del Terzo settore. Alcune di queste scelte saranno portate al vaglio, oltre che della Conferenza Organizzativa del PD di Napoli, anche della Conferenza Metropolitana del Lavoro che si svolgerà presumibilmente verso la fine di maggio, in preparazione

della Conferenza Nazionale del Lavoro che si terrà a Napoli il 15 e il 16 di giugno 2012. Durante questo appuntamento nazionale, saranno definite indicazioni più precise anche rispetto all’organizzazione del PD nei luoghi di lavoro.

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Terzo Settore “In questa notte scura, qualcuno di noi è come quei “lampadieri” che, camminando innanzi, tengono la pertica rivolta all’indietro, appoggiata sulla spalla con il lume in cima. Così, il “lampadiere” vede poco davanti a sé ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri, rimanendo sempre dalla parte buona della vita”. Tom Benetollo (lettera a un amico)

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n una fase in cui è già assai fragile il rapporto fra cittadini e istituzioni, è un grave rischio per la democrazia l’ulteriore caduta di credibilità dei partiti a seguito degli ultimi scandali. Il tema dell’antipolitica rischia di consegnare alle lobby finanziarie il controllo delle nostre vite. Come ricorda Tornatore in Baaria “La politica è bella”. Bisogna tornare a scoprirlo. Va cancellata questa patina opaca che mostra i partiti come oscure e grigie macchine di potere, che, talvolta, per rinverdire cercano contatto con la cosiddetta “società civile”. Ci interroghiamo su come stabilire rapporti con le associazioni, ma quanti tra noi sanno che i partiti giuridicamente sono semplicemente associazioni non riconosciute. I partiti sono associazioni di persone che hanno un’ideologia e interessi comuni, che mirano a esercitare un’influenza fondamentale sull’indirizzo politico dello Stato. Ricordiamoci che essi rappresentano il principale canale di collegamento tra la società civile e le istituzioni dello Stato, e infatti la nostra Costituzione li considera come associazioni a cui è riservata una posizione speciale rispetto alle altre discipline dall’art. 18. Nonostante la loro grande rilevanza pubblica, i partiti non sono organi dello Stato ma organizzazioni private. Per il diritto italiano i partiti sono soggetti privati che rientrano nella categoria delle associazioni non riconosciute. Per intenderci la stessa natura giuridica che hanno ad esempio Arci, Legambiente, Acli, o persino alcune associazioni vicine a Grillo o che lottano nei movimenti dell’acqua pubblica. Ma se è così, cosa rende i partiti tradizionali sempre più distanti? Sicuramente quel vento dell’antipolitica che aiuta spesso interessi particolari, ma certamente anche un rapporto con i propri iscritti troppo spesso orientato solo alle sfide elettorali; troppo poco alla circolazione delle idee

e alla vocazione ad aggregare donne e uomini su progetti ideali o morali. Il Partito Democratico può ritrovare energie nuove nel rapporto con le associazioni. Ma fare questo vuol dire aprire uno spazio di discussione che sia sempre vivo. Troppo spesso dimentichiamo il Terzo Settore, il volontariato, i movimenti e le associazioni per ricordarcene esclusivamente in vista di un momento elettorale. Possiamo decidere di continuare a farlo, ma la conseguenza è evidente: lentamente i soggetti più rilevanti di questi mondi hanno scelto altre forze politiche come interlocutori. Un rapporto ipocrita è un rapporto senza alcun futuro. Ci impegniamo, per questo, a costituire il Forum del Terzo settore, i cui protagonisti saranno proprio tutti gli attori del mondo del terzo settore. Il nostro partito ha in sé, infatti, ogni caratteristica per diventare il giusto interlocutore di questi “mondi”: sull’attuale panorama politico si presenta come l’unica forza autenticamente democratica e non per così dire “uni personale”; ha una struttura nazionale in grado di riportare in Parlamento il contributo di avanzamento legislativo che il Terzo Settore vuole dare al Paese; ha nelle sue radici sia la tradizione progressista che quella di solidarietà cristiana, energie fortemente presenti nell’associazionismo sia laico che cristiano. Per raccogliere questa sfida dobbiamo però, in primis, raccogliere le nostre idee e aprirci al confronto. Ricordarci di quanto il welfare è stato alla base della coesione sociale dell’Italia e di come la deriva di ultradestra degli ultimi anni abbia disgregato questo grande patrimonio. Basti un dato: dal 2003 a oggi l’investimento complessivo dell’Italia in politiche sociali, educazione, formazione (ad ogni livello) e cultura è stata ridotto del 70%. La conseguenza è un’Italia povera e divisa, dove i ricchi diventino più ricchi e dove gli ultimi vengano gestiti come “rifiuti” sociali. Un’Italia chiusa ad altre culture e popoli. Questa non è l’Italia che vogliamo. È per questo che con quelle energie del Terzo Settore dobbiamo riprendere la più importante delle battaglie: la battaglia delle idee. Spetterebbe poi ai partiti tradurre i piccoli malumori, i tanti rivoli di rivendicazione e le proteste serpeggianti, in ossature più ampie e condivise: questa era l’abilità specifica dei partiti di massa del passato. È di questo deficit dell’intermediazione intelligente tra tanti interessi, oltre che di sintesi socialmente accettate, che soffre la nostra democrazia, e in ragione di ciò i partiti perdono sempre più valore e rappresentanza.


Quei già prima citati tagli alle politiche sociali effettuati dal Governo stanno mettendo in discussione l’esistenza stessa di moltissime associazioni del privato sociale che si occupano dell’assistenza agli anziani, alle persone non autosufficienti, ai bambini e gli adolescenti. Ma se si riducono i servizi viene meno anche quel principio costituzionale che sancisce la parità sociale dei cittadini. Lo Stato e la società vanno avanti solo se di danno la mano, e il pubblico e il privato sociale stanno insieme se crescono di pari passo. Sosteniamo con convinzione questi principi in modo che non vi siano dubbi sul nostro impegno per discutere di questi temi e dare concretezza alle proposte, in particolare allargando la sensibilizzazione sulle amministrazioni locali che lasciate sole dal Governo non potranno più reggere, nonostante i talvolta meritevoli sforzi. L’Assemblea generale dell’Onu ha approvato nel 2001 una risoluzione invitando gli Stati membri a “stabilire il valore economico del volontariato”, poiché - si legge nel Manuale - “ciò che non è contabilizzato non può essere gestito efficacemente”. Ribadendo che questa follia a contabilizzare tutto, persino il volontariato, lascia perplessi, resta però chiaro che oramai il lavoro volontario, spesso definito semplicemente “volontariato”, è una fondamentale risorsa rinnovabile per la soluzione di problematiche sociali e ambientali in tutto il mondo. Grandi dimensioni e significativo valore economico. I volontari costituiscono una porzione della forza lavoro ben più significativa di quanto sia in genere riconosciuto. Questo è reso ancora più evidente dal ruolo che i CSV stanno assumendo nel Paese. Nonostante il contributo che il volontariato apporta sia ai volontari stessi che ai beneficiari della loro generosità, pochi sforzi sono stati fatti in maniera costante per misurare l’ampiezza, la diffusione e la distribuzione di tale impegno, limitando così le strategie politiche e la comprensione generale delle dinamiche lavorative, e sminuendo il grande valore propulsore che ricopre nella direzione del cambiamento e della solidarietà, in una fase peraltro di forte difficoltà e impoverimento dei servizi.

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