DISPLAY ITALIA n°31 "speciale Vending"

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display Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale – 70% - LO/MI 15 euro (4 numeri)

ITALIA

BIMESTRALE DI POP - RETAIL - TRADE MARKETING | N.31 • ESTATE 2018 •

èMagazine

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“SEMPLICITÀ E TA N TA Q U A L I T À ” Stand che puoi montare e smontare con facilità, robusto e riutilizzabile. Si adatta in maniera flessibile alla tua area espositiva. Possibilità di rinnovare la grafica ogni volta che lo desideri. Lo trasporti facilmente, perché occupa poco spazio. Garantito 10 anni !

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Foto di copertina: BI SHOP Bianchi Industry

EDITORIALE Marco Oltrona Visconti

PRONTI PER RECITARE IL MANTRA DELL’ON THE GO! Per dirla in italiano formale la parola chiave (o locuzione per i puristi) è “servizio in mobilità”. Tanto che ormai da tempo gli operatori del marketing distributivo, quindi del retail, parlano di customer journey e di commerce everywhere. Vale a dire di un utente che secondo le strategie di marketing più accreditate deve essere concepito, visualizzato e posizionato sempre “al centro”, ossia nel bel mezzo delle operazioni di comunicazione, anche mentre si muove da un luogo all’altro. In mobilità appunto. Questo per dire che anche il suo (nostro) spostamento da un punto A a un punto B può essere un’occasione per intercettarlo al fine di proporgli una vendita/acquisto d’impulso. Così si perfezionano i cosiddetti consumi “on the go” o “to go” che dir si voglia, perché l’utente (cioè noi) ha sempre più fretta, per tanto sfrutta quei lassi di tempo, che, ai più, una volta erano conosciuti come “tempi morti”.

I viaggi sul bus, in macchina in aereo, garantivano questi spazi mentali quasi intimi da molti utilizzati per meditare, magari recitando col pensiero la più celebre delle invocazioni: il Nan Myho Renge Kyo di stampo buddista. Assolutamente senza spirito di dissacrazione, ma con l’intento di offrire appunto dei servizi in mobilità ne sono ben consci gli operatori del vending ossia della distribuzione automatica che ci piace definire come segmento del “retail automatico”. Riteniamo che, per esperienza (da tempo questi operatori ragionano su questi argomenti), siano tra i più preparati ad affrontare le logiche del retail on the go. E, non solamente perché in Europa si contano circa 800.000 distributori automatici prodotti in Italia, a dimostrazione di un settore eccellente a livello globale. Infatti oggi i distributori sono gestibili come vere e proprie reti di comunicazione digitale. Reti che possiamo concepire come network di digital signage a tutti gli effetti. E si badi bene, molte sono le vending machine posizionate nelle aziende, laddove quindi siamo in presenza di un canale retail appunto di tipo aziendale e per certi versi ancora di frontiera per la brand industry. In base ai concetti appena esposti ci teniamo a segnalare l’operazione di DA Design che con Enel e Università La Sapienza ha già implementato un modello di business che prevede la fornitura di servizi in mobilità presso le stazioni di rifornimento dell’auto elettrica. Per quanto riguarda lo sfruttamento delle reti vending alla stregua di network digitali consigliamo l’articolo su coffeecApp, l’applicazione sviluppata da IVS che geolocalizza i distributori automatici per consentire a brand come Ferrero e Mars di comunicare con oltre 130.000 utenti. Grazie all’associazione di settore di Confida abbiamo intervistato i produttori italiani leader nel vending (Bianchi, Evoca, Fas, Rheavendiors) che, con i loro dispositivi, copriranno gli spazi commerciali e di servizio che gli operatori del retail non possono garantire per motivi di profittabilità. Da scoprire anche la case history di Foodie’s, un vero e proprio minimarket aziendale. Sempre in termini di on the go è stato redatto l’ampio servizio dedicato al beverage: una sinergia tra Carrefour, Ice Cube, Coca Cola e Bacardi dimostra come è possibile fare sistema anche nel mondo della comunicazione in store intorno al concetto di cocktail experience. Salute!

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SOMMARIO N° 31 3| EDITORIALE Pronti per recitare il mantra 6|

dell’on the go! POP & RETAIL NEWS Notizie del settore

LA REDAZIONE

VISCOM ITALIA METTE IN

IL DISPLAY 10| VETRINA Eventi

Marco Oltrona Visconti

PERFORMANCE 12| CHE IL RETAIL AUTOMATICO..! Mercati

14|

Barnaba Barattieri

CAFFÈ AL TOP CON IL VENDING Mercati

PROSSEMICA DEL RETAIL AUTOMATICO 15| LA Retail Design

COLLABORANO

DALL’ESPRESSO ALLA

INDUSTRY 4.0 18| VENDING Vending ECCO IL RETAIL AUTOMATICO Copertina 20| BI-SHOP

Paolo Lendaro

LA VARIETÀ NEL TOUCH SCREEN 22| HANNSPREE, Trade Marketing

Lorenzo Peroni

24|

IL MICROMARKET AZIENDALE CHE NASCE DAL RETAIL AUTOMATICO Retail Design

26|

IL VENDING CHE GUARDA ALLA RISTORAZIONE Food Service L’URBAN HUB È REALTÀ CON LA MOBILITÀ ELETTRICA Scenari IL RETAIL AUTOMATICO DALLA MEDICINA ALLA CUCINA Retail automatico LA GESTIONE VENDING SI EVOLVE NEL NETWORK DIGITALE Vending IL GHIACCIO ANIMA LA COCKTAIL EXPERIENCE Trade Marketing

28| 30| 32| 36|

Michele Preziosa

Pino Saggiomo

Giovanna Vitacca

SPONSOR R E TA I L

FIERE COMMERCIALI

STAGIONE DEL BEVERAGE 40| LA IN GDO

42|

Grandi Superfici LAND OF FASHION L’OUTLET CHE SI ESTENDE AL TERRITORIO Grandi superfici

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PHAMA VENDING IN 46| ILATTESA DI E-COMMERCE E OTC

48|

R I V E N D I TO R E U F F I C I A L E M A R K B R I C D I S P L AY

Espositori e Display Cartotecnica Sistemi Espositivi Visual e Allestimenti in Tessuto Allestimenti GDO e Retail Progettazione e Creatività

Pharma Category LA CONTRACCEZIONE IN FARMACIA Pharma Retail

OLFATTIVO: 50| MARKETING FRAGRANZE E STRATEGIE.... In Store Marketing WINTER 2018|2019 54| FALL Vetrine

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L I TOA R T - V I A FA R I N A - 2 0 0 1 0 B E R N AT E T I C I N O F R A Z . C A S AT E ( M I ) - T E L E F O N O 0 2 9 4 4 3 2 1 3 2 C O M M E R C I A L E @ L I T A R T . C O M - W W W . L I T O A R T. C O M

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La necessità del cliente di raggruppare prodotti di formati diversi per orientare il consumatore all’acquisto di trattamenti completi per la cura dei capelli, ha fatto nascere l’imballaggio da noi proposto. Tre fasce con agganci modulari che le possono unire, hanno creato un sistema estremamente flessibile che permette di formare gruppi di prodotti senza alcuna limitazione. Le aperture sulle fasce rendono superflua la personalizzazione aumentandone la flessibilità. La scelta della materia prima è stata veicolata dalla volontà di trasmettere concetti di naturalità (il colore avana), ecologia (la mancanza di patinature e stampe), riciclabilità (il cartoncino medesimo) e rispetto della natura (la provenienza FSC). Questi concetti sono parte integrante della marca a cominciare dal nome Napura che li racchiude.

Essenziale nella forma è di semplice esecuzione, grazie a un progetto che cura ogni particolare anche nell’ingegnerizzazione. Qui la modularità è sfruttata al meglio, collegando mediante un’estetica univoca gli item di un’intera gamma di prodotti, specifici e diversi tra loro. Come imballo, rispetta al 100% la grafica di ogni singola confezione esaltandola agli occhi del potenziale cliente. L’impiego di un unico materiale, in questa sede non trattato e di per se completamente riciclabile, garantisce un doppio vantaggio in termini di eco-copatibilità: sia per quanto riguarda il contenuto di comunicazione, sia per quanto concerne l’effettivo impatto sull’ambiente, pressoché nullo.

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Innovativa l’idea di Sugarmedia, realtà che opera nel mercato dei servizi e dei prodotti per la ristorazione esterna, che ha presentato al Viscom Sugarmix, un nuovo media che massimizza la comunicazione di prossimità. Si tratta di un contenitore, una sorta di dispenser per bustine di zucchero e tovagliolini dotato di un video di 8 pollici che ne occupa la superficie e che trasmette contenuti. “Questo prodotto eUtilizzato –in stampa ha in cartotecnica digitale per punto spiegato Antonio Quatraro di Sugarmedia – è stato pensato per il canale dei bar,promozioni il scatolesultermiche vendita, e di lusso (ISOLAM BOX), luogo che ha la più alta frequentazione quotidiana, in Italia ce ne sono 180.000”. gadgettistica varia. Nel settore delle Belle Arti Sugarmix ha un software dedicato per la gestione in tempo reale dei contenuti,per cheplastici e modellistica (anche conosciuto come possono essere messaggi pubblicitari o anche informazioni di pubblica utilità o POLIPLAT). notizie. “E’ uno strumento potente perché agisce a contatto visivo con il consumatore durante la sua pausa caffè, un momento favorevole a memorizzare messaggi” ha commentato Quatraro. Sugarmix è uno strumento altamente flessibile in termini di pianificazione pubblicitaria, grazie alla possibilità di “splittare” la programmazione pubblicitaria, dal panorama nazionale, al regionale, provinciale e locale.La Questa caratteristica risulta nuova gamma ISOPRINT è stata per la accesso stampa interessante per tutti quei potenziali inserzionisti che nonideata hanno a pianifidiretta con supporto più rigido, ideale per taglio a cazioni pubblicitarie, poiché non in possesso di budget congrui. plotter.

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BIMESTRALE DI POP - RETAIL - TRADE MARKETING | • N.31 ESTATE 2018 •

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3° PREMIO

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Motivazioni della Giuria

La necessità del cliente di raggruppare prodotti di formati diversi per orientare il consumatore all’acquisto di trattamenti completi per la cura dei capelli, ha fatto nascere l’imballaggio da noi proposto. Tre fasce con agganci modulari che le possono unire, hanno creato un sistema estremamente flessibile che permette di formare gruppi di prodotti senza alcuna limitazione. Le aperture sulle fasce rendono superflua la personalizzazione aumentandone la flessibilità. La scelta della materia prima è stata veicolata dalla volontà di trasmettere concetti di naturalità (il colore avana), ecologia (la mancanza di patinature e stampe), riciclabilità (il cartoncino medesimo) e rispetto della natura (la provenienza FSC). Questi concetti sono parte integrante della marca a cominciare dal nome Napura che li racchiude.

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www.displaymagazine.eu numero di ROC 20639 20129 - Milano - Italy via Ippolito Pindemonte 2 telefono +39 02 56568097 amministrazione@displaymagazine.it

Direttore Responsabile: Marco Oltrona Visconti 340 3142015 - marco@tinteunite.it Coordinamento Redazione Barnaba Barattieri 3450101366 - barnababarattieri@yahoo.it Art Director Alvise Oltrona Visconti 333 6498830 - aov@tinteunite.it http://alvise.oltronavisconti.it Progetto grafico e Copyright: Alvise e Marco Oltrona Visconti Graphic Designer Pino Saggiomo Stampa Tipografia Everest 2001 s.r.l. Postalizzazione Nuova EffeA Collaborano: Barnaba Barattieri Marta Boggione Anna Cugini Marco Cruciani (UniTrento) Marinella Croci Paolo Lendaro (Mutec) Marco Maggioni (Marco Maggioni Design) Sergio Monsorno (C2C) Lorenzo Peroni Michele Preziosa Alberto Luca Stasi Giovanna Vitacca Responsabile Marketing Gabriella Cosso 348 7321532 - 02 4691292 gabriellacosso13@gmail.com Pubblicità marketing@displaymagazine.it


NOTIZIE DEL SETTORE

POP & RETAIL

a cura della Redazione

Temporary Shop: nuovo libro e conferenza IULM per il decennale Assotemporary

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Il retail temporaneo rappresenta una nicchia di mercato che in Italia vale all’incirca 80 milioni di euro nel 2017. Lo si evince dal libro edito da Franco Angeli: Temporary Shop: per vendere e farsi conoscere scritto dal fondatore di Assotemporary di Massimo Costa. Il testo viene pubblicato proprio in occasione del decimo anno di attività dell’associazione confcommerciale che oggi riunisce una quarantina di aziende. I due lustri di Assotemporary saranno festeggiati il prossimo 25 Ottobre 2018 all’Università IULM di Milano nell’ambito del dipartimento collegato alla Laurea magistrale in Marketing. Sarà questa l’occasione per ripercorrere la nascita di una tendenza che, come è spiegato anche nel libro, ha preso vita in Inghilterra per poi diffondersi in Italia dal 2005. Oggi il Temporary retailing, attività connessa ai negozi temporanei, genera un indotto che travalica la mera offerta di locali, infatti si concretizza attraverso il posizionamento e la progettazione di arredi, la somministrazione di ristorazione e la realizzazione di operazioni di comunicazione di marca e insegna. Tanto che a ragion veduta Massimo Costa indica il temporary retailer come nuova figura professionale nel campo dello shopping.

Montecolino decora il retailer dai piedi in giù e a parete La continua ricerca di nuovi prodotti altamente personalizzabili ha portato Montecolino Spa a investire nell’ambito della stampa digitale su supporti adatti sia alla pavimentazione che al rivestimento delle pareti di vetrine e corner di presentazione. Agugliati tecnici, pvc e rivestimenti murali possono essere stampati a partire da un metro quadrato con loghi o foto ad alta definizione. La nuova sezione di articoli stampati si affianca alla vasta gamma di prodotti specifici per l’allestimento di punti vendita tipo erbe sintetiche, moquette e tappeti già utilizzati da anni con ampia soddisfazione della clientela.

Due banner in uno con Mantis A fine Luglio Ultima Displays ha lanciato un rivoluzionario banner a rulli multifunzionali con una guida in grado di dar vita a un materiale di counicazione dalla doppia configurazione. Mantis, questo il nome del nuovo item che, in attesa di brevetto, è stato aggiunto dallo specialista europeo alla sua gamma Economy, si distingue per il binario multifunzionale superiore che consente l’opzione tra una guida autoadesiva o a scatto. Come spiega Andy Jakes, Product Manager di Ultima Displays: “Ci sono molte ragioni per cui i clienti scelgono guide differenti; alcuni supporti sono più pratici con una guida a scatto ma un binario adesivo tende a fornire una finitura più gradevole”. Con Mantis quindi si elimina la necessità di acquistare due diversi tipi di banner e si risparmia spazio anche in magazzino.

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Palboard si veste di bianco Palram va incontro a una specifica richiesta del mercato e inserisce il bianco a catalogo, una nuova colorazione all’interno della linea di lastre sandwich Palboard solitamente bicolori. Il nuovo codice è a disposizione dietro ordinazione e risponde a diverse necessità dei produttori di materiali pop, display durevoli e cartellonistica. Al di la dell’omogeneità cromatica che amplia il ventaglio delle soluzioni in termini di estetica, è senz’altro da segnalare l’aspetto altamente qualitativo, laddove si abbia l’esigenza di un livello fotografico nella fase di stampa. Prodotto nei 3 formati 1220 x 2440 mm, 1500x 3000 mm e 2030x3050 mm, Palboard bianco viene commercializzato nei 3 spessori 3,5 e 10 mm.

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LAMINIL è la gamma di pannelli sandwich in polistirene espanso estruso, accoppiato a varie tipologie di carte senza uso di colle. È un materiale atossico, leggerissimo, facile da stampare, da sagomare ed eco-sostenibile.

Grazie alla sua qualità di tenuta termica è usato nel packaging alimentare, farmaceutico, di lusso (ISOLAMBOX e ISOLBOX).

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È diffuso in cartotecnica e stampa digitale per materiali P.O.P. e gadget. La sua memoria elastica permette fustellature complesse e cordonature con una finitura netta e pulita. La gamma ISOPRINT è ideale per la stampa UV diretta con supporto più rigido per un miglior taglio a plotter.

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Lic con HP, garantisce tracciabilità e rapidità nel POP

Da oggi l’innovativa gamma BIOLAMINIL ti offre le stesse proprietà e performance dei prodotti in LAMINIL, con il valore aggiunto di eco-sostenibilità. Nel processo di smaltimento, i prodotti in BIOLAMINIL si biodegradano naturalmente entro 5 anni.

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Lic Packaging, specialista italiano nella progettazione e produzione di soluzioni di packaging e display in cartone ondulato, investe nella tecnologia digitale scegliendo la nuova macchina da stampa HP Page Wide C500. Diversi i benefit garantiti dal nuovo dispositivo. Come spiega il Presidente di Lic Packaging Piero Bertoldo: “Oltre alla velocità di produzione di 75 metri lineari al minuto - per una maggiore compatibilità ambientale - sono previsti gli inchiostri a base acqua con i quali è possibile stampare il packaging dedicato al mondo del food in totale sicurezza in totale”. Dal punto di vista tecnico la nuova stampante digitale è in grado di stampare direttamente su cartone ondulato - dall’onda F all’onda BC - per garantire un’ottima qualità grazie alla risoluzione di 1200 dpi e a 1 milione di augelli.

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NOTIZIE DEL SETTORE

a cura della Redazione

POP & RETAIL

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NEW

IKEA posiziona i locker a Milano

Possono contenere un letto e vi si accede tramite un codice che arriva sullo smartphone. Sono le caratteristiche dei Locker che IKEA ha posizionato nei punti di vendita milanesi di Carugate, Corsico e San Giuliano per collaudare il suo format di click and collect h24 collegato al sito internet ikea.it. Una volta ordinato il prodotto, il ritiro è disponibile dopo 4 ore per gli ordini conclusi entro le 16 e nei 6 giorni seguenti. L’Italia e in particolare la città di Milano è stata scelta tra i 22 Paesi che ospitano i punti di vendita Ikea per il ruolo primario che i cittadini del capoluogo meneghino hanno per quanto riguarda la creazione di stili arredativi. È quanto emerge dal Life at home report che il retailer pubblica con cadenza annuale. Nel suo insieme, in Italia il settore dell’e-commerce quest’anno raggiungerà i 27 miliardi di euro con una crescita del 15%. Secondo le stime dell’Osservatorio del Politecnico, la sola Milano rappresenterà tra il 10 e il 15% dei 230 milioni di spedizioni che saranno effettuate in tutta Italia nel 2018.

Coca Cola punta su Costa Coffee Il retail del caffè è un mercato futuribile. Non può essere che questa la motivazione che, in virtù di un esborso di 5,1 mld di dollari (41, mld €), ha spinto i vertici di Coca Cola ad acquistare da Whitbread, Costa Coffee, catena di caffetterie britannica seconda al mondo per dimensioni con 3800 esercizi in 32 Paesi. Il prezzo corrisposto è di 16 volte più alto dei guadagni lordi e secondo gli esperti di finanza l’operazione del colosso di Atlanta è la risposta concreta a Sturbucks, prima catena di caffetterie al mondo con decine di miglia di puntidi vendita che di recente con un contratto da 7,1 mld di dollari ha stretto un accordo con Nestlé per la commercializzazione dei prodotti Nestlé. Come ha spiegato l’Amministratore Delegato di Coca Cola James Quincey. “Quello delle bevande calde era uno dei pochi segmenti rimasti del settore bibite nel quale Coca Cola non aveva un marchio globale -spiega l’AD- Costa Coffee ci da l’accesso a questo mercato attraverso una piattaforma davvero importante”. (fonti Ansa e Sole24Ore).

Filling Station Motel, concept per centauri Sorge da un importante recupero strutturale di un vecchio hangar Eni in disuso a Udine, si presta alle esigenze di ristoro dei viandanti di oggi e in particolare all’assistenza degli appassionati di due ruote. Questo nuovo concept store ideato da Visual Display si ispira al vecchio pattern del Motel Agip che sorgevano in Italia negli anni ’50 presso le grandi stazioni rifornimento di benzina. Principalmente per offrire servizi di officina, per la riparazione, la customizzazione e la produzione di motociclette a marchio FSM, ma anche un servizio di ristorazione che, sotto la denominazione di Osteria, fonda la sua offerta sulla stagionalità della cucina italiana più classica e sui vini locali. Sicchè attorniati dallo stile vintage dei salottini si può pasteggiare, osservando le moto esposte e i meccanici dell’officina all’opera, al di là di due giganteschi oblò vetrati.

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Myer ha messo alla prova l’Rfid su Apple Nel 2017 Myer, il più grande department store australiano ha testato i sistemi Rfid di Checkpoint Systems in uno studio di fattibilità per passare dall’inventario manuale a quello automatizzato. Il progetto pilota prevedeva l’applicazione di etichette Rfid a tutti i prodotti Apple presenti nel Flagship di Melbourne una volta che questi, all’arrivo nel punto di vendita, venivano riscontrati nel documento di spedizione in modo da escludere qualsiasi imprecisione di inventario dalla supply chain. Tra l’altro Checkpoint Systems, utilizza gli standard GS1, che si integrano perfettamente nel processo logistico di Myer. Questi i principali risultati dello studio: a) il procedimento inventariale risulta 1000 volte più veloce; b) le differenze inventariali relative alle perdite sono state ridotte del 80%; c) riduzione media delle rotture di stock e 100% di precisione nelle performance di picking.

Face recognition deep learning

È già utilizzata in Giappone presso l’Aeroporto Haneda di Tokyo dove, al termine di tre anni di test sul campo, e ha permesso di sostituire le operazioni di riconoscimento impronte digitali presso tutti i gate di ingresso con passaporto. Il rifermento al nuovo e avanzato Face Server di Panasonic è in grado di identificare i volti più difficili da riconoscere utilizzando le tradizionali tecnologie di riconoscimento facciale, ivi compresi i volti inclinati con un angolo fino a 45 gradi verso sinistra o destra o di 30 gradi verso l’alto o il basso, nonché i volti parzialmente nascosti da occhiali da sole o maschere facciali. Sviluppato con la National University of Singapore, il nuovo Face Server fornisce una capacità di elaborazione delle immagini in tempo reale che può arrivare fino a 20 telecamere per server e per eseguire scansioni e analisi, ad alta velocità, fino a un massimo di 30.000 volti registrati anche da fotografie scattate fino a 10 anni prima.

Insegne in poche ore Realizzare insegne è un lavoro impegnativo. Non importa in quale parte del mondo vengano prodotte, il processo è sempre lo stesso. Certe tecnologie potrebbero rendere più facile il riscaldamento, la piegatura e la modellazione del metallo, ma sarebbe sempre un lavoro abbastanza laborioso e ancora più dispendioso in termini di tempo. Le stampanti 3D di grande formato, come Massivit 1500 o Massivit 1800, sono in grado di stampare un’insegna resistente, ma leggera allo stesso tempo in poche ore.


EVENTI

a cura della redazione

VISCOM ITALIA METTE IN VETRINA IL DISPLAY

Il punto vendita è un settore fondamentale per il mercato della comunicazione visiva per tanto Viscom Italia, in collaborazione con la rivista Display Italia ha deciso di lanciare un nuovo format: DISPLAY DISTRICT.

l Display District sarà allestito dal 18 al 20 ottobre e sarà uno spazio per specialisti della comunicazione in store ubicato accanto al DIVA, Display Italia Viscom Award e a Elementaria mostra dedicata a materie prime e prototipi di display design. Come spiega l’Exhibition manager di Viscom Italia Paola Sarco: “Architetti, marketing manager e direttori commerciali e dell’industria potranno approfondire le tecniche di realizzazione, l’espressività del design e l’originalità dei materiali utilizzati. Una manifestazione che mette al centro le novità e i trend del settore del design espositivo, che negli ultimi anni ha saputo dare slancio e vitalità ad un mercato in continua evoluzione: il punto di vendita”.

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Gli espositori per il punto di vendita i display promozionali e la duttilità dei materiali spiega Paola Sarco: “Continuano a rappresentare un mezzo di comunicazione molto utilizzato ed efficace per tutte le aziende che vogliono promuovere nuovi prodotti, articoli, sconti speciali e diffondere un messaggio pubblicitario diretto e immediato. Questi supporti vengono progettati proprio per attirare l’attenzione dei singoli clienti e quindi il loro impatto visivo è determinante”

Il rendering è puramente indicativo


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MERCATI

a cura della redazione

Che Performance il Retail Automatico..! Il Vending è un settore con un giro d’affari di 1,8 mld € e 5 miliardi di erogazioni. Intervista con Massimo Trapletti, presidente di CONFIDA, associazione di riferimento del comparto Il Vending è un mercato che cresce: quali sono i principali numeri e le sfide per il futuro? È uno dei settori che ha superato meglio e più velocemente la crisi economica. In crescita già da un paio d’anni, il mercato del vending nel 2017 in Italia ha generato un giro d’affari di oltre 1,8 miliardi di euro (+1,31% rispetto all’anno precedente) con più di 5 miliardi di consumazioni erogate (+1,87% rispetto al 2016). A questo va aggiunto il porzionato che è un mercato che vale complessivamente (in tutti i canali di vendita) altri 1,7 miliardi di euro di fatturato per 6,1 miliardi di consumazioni di cui 1,2 miliardi prodotte dall’attività delle società di gestione della distribuzione automatica. Sono numeri importanti dovuti al fatto che l’Italia è leader a livello internazionale nel settore per due ordini di motivi: le vending machine sono un prodotto della tecnologia italiana da esportazione apprezzate in tutto il mondo e inoltre l’Italia ha la più ampia rete di distributori automatici installati in Europa: oltre 810mila. Le sfide del futuro del nostro settore passano per l’innovazione tecnologica, una vera e propria “rivoluzione digitale” che sta trasformando i distributori automatici in smart vending machine con funzionalità tecnologicamente avanzate. La seconda sfida è quella della sostenibilità: trovare soluzioni nuove per svolgere il nostro lavoro in maniera più sostenibile. Il Vending è tradizionalmente legato a due prodotti (acqua e caffè). Quali sono i prodotti più venduti e i nuovi prodotti che si affacciano al vostro canale? È vero acqua e caffè sono certamente

12italia Display èMagazine

i prodotti più venduti: insieme rappresentano il 70% delle consumazioni. Pensate che in un anno in Italia si consumano 2,7 miliardi di caffè al distributore automatico e 763 milioni di bottigliette d’acqua. Ma non solo. Nel 2017 nel vending si sono venduti 782 milioni di snack e 225 milioni di bibite e succhi di frutta. La distribuzione automatica è in grado inoltre di gestire anche prodotti freschi come mostrano i 33 milioni di panini e tramezzini venduti nell’anno 2017. I gusti degli italiani però stanno cambiando e con essi anche l’offerta della distribuzione automatica. Nel 2017, accanto alla crescita di prodotti tradizionali come l’acqua (+ 5,8%) e i biscotti (+4,5%), crescono prodotti nuovi per il vending come il ginseng (+4,3%), le bevande a zero zuccheri (+60%) e gli snack bio (+30%). Questo a testimonianza dell’impegno delle aziende della distribuzione automatica ad offrire una gamma di prodotti sempre più ampia. Le vending machine si stanno trasformando sempre più in “piccoli supermercati” in grado di offrire prodotti alimentari che possono soddisfare le varie esigenze nutrizionali e di gusto degli italiani. La “rivoluzione digitale” è collegata alla recente circolare del Ministero dello Sviluppo Economico che estende al vending il beneficio fiscale dell’iperammortamento? Si. Le vending machine si stanno trasformando attraverso tre principali innovazioni: 1) la connettività o meglio l’interconnessione attraverso la quale è possibile gestire le funzioni della macchina in remoto, con la telemetria, e

avere informazioni in tempo reale; 2) i touch screen che permettono una migliore esperienza d’acquisto al consumatore; 3) App che, oltre ad essere un sistema di pagamento cashless, consentono di interagire in modo da offrire un servizio sempre migliore e in linea con i gusti e le preferenze dei consumatori. L’introduzione delle nuove tecnologie del vending, come si è detto, è una delle leve più importanti per la crescita del settore e il beneficio fiscale dell’iperammortamento è certamente uno strumento straordinario per favorire il cambiamento. La portata di questa misura dipende anche dalla volontà del nuovo Governo di estendere anche al 2019 l’agevolazione. Questo perché ciò che manca a queste ottime iniziative è spesso il tempo necessario per armonizzarsi con i piani di investimento delle imprese che necessitano di pianificazione.

Automatico

(approfondimento a pag. 18). Dati Macro

Quali sono i progetti dell’associazione per i prossimi anni? Abbiamo dato vita ad un programma molto ambizioso per il quadriennio 2018 - 2022 che porterà CONFIDA ad essere sempre più un punto di riferimento nazionale e internazionale, tutelando il settore sia in Italia sia in Europa e favorendone la crescita. Ci siamo proposti inoltre di migliorare l’immagine del vending nell’opinione pubblica, promuovendo anche progetti come il “Vending Sostenibile”. Stiamo introducendo concetti come lo “Shopper Marketing” per comprendere sempre più i gusti e le preferenze dei nostri consumatori. Vogliamo inoltre creare solide alleanze con gli stakeholder più importanti del nostro settore e con i produttori alimentari nell’interesse di tutta la filiera, aiutare le imprese a cogliere le opportunità dell’innovazione e fare crescere sempre più la nostra associazione che oggi conta oltre 520 associati.

Valore 2017

∆ 2016, %

€ 1.865.378.753

+1,87%

5.023.305.419

+1,31%

810.630

+0,65%

Fatturato

Consumazioni

Parco Macchine

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DATI CONFIDA

3


Automatico

Consumazioni bevande fredde

Caldo

Caldo 64,55%

- Altro Caldo

Bevande Fredde

Gelati 0,16%

Snack 15,57%

2.768.003.570

+0,59%

474.675.805

-0,62%

763.901.736

+5,80%

- Altre bevande fredde

225.007.882

+2,40%

Gelato Pasti pronti

Distributori a vetrina (spirali/dischi) 45%

782.098.711

+0,58%

8.074.933

-2,28% +3,45%

1.542.782

4

Consumazioni

Consumazioni snack

Bevande Gasate 10% The freddo 6% Succhi 6% Energy Drink 0,2% Sport Drink 1%

Acqua 77%

Copyright © 2018 Accenture All Rights Reserved.

Automatico

Distributori a caduta (colonna) 55%

+5,01%

988.909.618

- Acqua Minerale Naturale

Snack

Pasti pronti 0,03%

∆ vs. 2016 %

+0,41%

3.242.679.375

- Caffè

Bevande fredde 19,69%

+1,31%

5.023.305.419

Caldo Bevande fredde Snack Gelati Pasti pronti

Copyright © 2018 Accenture All Rights Reserved.

Bevande fredde

988.909.618

+5,01%

Acqua Minerale Naturale

763.901.736

+5,80%

Bevande gasate

98.244.523

+0,06%

The freddo

58.013.139

+2,80%

Succhi

57.974.138

+3,31%

Sport drink

9.013.866

+22,00%

Energy drink

1.762.216

+14,50% 7

Automatico

Consumazioni snack - freschi

∆ vs. 2016 % Salati 34%

Cioccolato 18%

Dolci 41% Confectionery 1%

Prodotti Freschi 6%

782.098.711 322.744.747

-0,11%

Salati

264.870.612

-0,09%

Cioccolato

142.129.294

+3,19%

Prodotti freschi

45.895.641

+2,25%

Confectionery

6.458.417

-4,40%

Salati Snack cioccolato Prodotti freschi Confectionery

∆ vs. 2016 %

+0,58%

Dolci

Dolci

Caldo Bevande fredde Snack Gelati Pasti pronti

I prodotti freschi crescono del +2,25% a volumi: la categoria più rappresentativa sono i panini che con una quota relativa del 73% registrano un incremento del +1,23%.

Gli snack crescono leggermente (+0,58%) trainati dalla crescita del cioccolato che ha compensato il calo di dolci e salati. I prodotti freschi crescono del +2,25% pur avendo un peso minore del 6%. Il confectionery continua a calare con un -4,40% e una quota relativa inferiore all’1%.

Snack

Caldo Bevande fredde Snack Gelati Pasti pronti

L’aumento significativo (+5,01%) del freddo è trainato dall’acqua (+5,80%) che ha una quota volumi del 77%. Tutte le altre categorie del freddo sono in crescita a confermare il fenomeno di aumento del freddo nel 2017 vs 2016. Sport drink e energy drink, pur avendo una quota relativa bassa (insieme quasi 11 milioni di unità rappresentano l’1% del freddo), segnano crescite rilevanti (+22% e +14,5%).

Le alte temperature (soprattutto nel mese di luglio) hanno contribuito ad una stagionalità molto positiva nel freddo che è cresciuto del +5,01% in volumi. Il caldo e gli snack hanno un trend stabile, leggermente positivo. ∆ vs. 2016 %

Consumi

Consumazioni

Consumazioni per tipologia di prodotto

Caldo Bevande fredde Snack Gelati Pasti pronti

Consumazioni

Consumazioni

Automatico

Yogurt 12%

Panini 73%

Prodotti freschi

45.895.641

+2,25%

Salumi 5%

Panini

33.343.438

+1,23%

Frutta 7%

Yogurt

5.341.789

-1,50%

Salumi

2.407.877

-0,91%

Frutta

3.392.965

+26,00%

Formaggi

1.409.572

+0,55%

Formaggi 3%

9

Copyright © 2018 Accenture All Rights Reserved.

10

Consumazioni

Copyright © 2018 Accenture All Rights Reserved.

Automatico

Automatico Non Food

Caldo Bevande fredde Snack Gelati Pasti pronti

Consumazioni per tipologia di prodotto

Analisi Location

La categoria Non Food ha volumi limitati: le principali sottocategorie sono accendini, preservativi, fazzoletti ed elettronica.

Nelle Scuole/Università e nella Sanità la percentuale di consumazioni a totale è maggiore rispetto al numero di macchine: in queste location le rotazioni sono maggiori.

Preservativi 23%

Totale Consumazioni 2017 per Location

Fazzoletti 13%

11%

Accessori Fumo 30%

Elettronica 13%

4% 3%

Salviette 7%

Igiene personale 3% Test di gravidanza 3% Copyright © 2018 Accenture All Rights Reserved.

Igiene orale 3%

13%

13%

6%

10% 15% 8% Totale 5% Macchine 4% 2017 per 7% Location 37% 14%

35%

15%

Antizanzare 5%

Legenda 14

Commercio

Industria

Lavoro Privato

Lavoro Pubblico

Svago

Sanità

Transito

Scuola/Università 13

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MERCATI A sx e in basso a dx i distributori di caffè Lavazza in capsule. Il primo personalizzato K-way per la presenza negli omonimi negozi. Il secondo ,rifinito in pelle, per Campari e Garage Italia di Lapo Elkann

14italia Display èMagazine

Caffè al top con il vending Dato il numero di consumazioni di caffè e bevande a esso affini (cappuccino, macchiato, decaffeinato eccetera) che si perfezionano nella distribuzione automatica, si tratta una merceologia che merita un approfondimento statistico. Infatti sono ben 2,76 mld le consumazioni di caffè (l’85% delle bevande calde) che si perfezionano attraverso le vending machine free-standing. Dato in crescita anche nel 2017 di poco più dello 0,5% rispetto all’anno precedente. A questo va aggiunto il dato globale del consumo del cosiddetto porzionato cioè quello che si realizza mediante le attività delle imprese di gestione, che forniscono la macchina (a capsule e cialde) in comodato d’uso gratuito, soprattutto agli uffici. Questo segmento denominato OCS (Office Coffe System) in Italia nel 2017 segna una crescita delle consumazioni del +4,8% con 6,1% di consumazioni, altre bevande calde incluse (the cioccolata eccetera) . Già da alcuni anni, infatti, nel mercato del porzionato sta crescendo la commistione tra B2B e B2C. Da una parte, infatti, player tradizionalmente B2B (le società di gestione) servono anche clienti B2C, dall’altra nuovi player (retail, e-commerce, torrefazioni e importatori) hanno iniziato a rifornire il canale B2B (uffici) con capsule B2C. La qualità del caffè in grani questo settore è certificata da Confida con un protocollo denominato DTP – 114. In questo caso il riferimento è ai distributori automatici dotati di macinino per il caffè che siano table top (cioè da tavolo) o floor o free standing (cioè da terra).


RETAIL DESIGN

di Marco Oltrona Visconti

La prossemica del retail automatico Risultati del test demo

Il test è durato 12 settimane in 4 differenti locations e con differenti layout delle VM

Una ricerca quali-quantitativa realizzata dall’Università Politecnica delle Marche in collaborazione con Confida evidenzia le metriche del vending a seguito dell’osservazione inconsapevole di un campione di 17.000 persone nell’ambito di 4 location tipiche per quanto riguarda il posizionamento di distributori automatici: Università, Imprese (uffici), Store self service e Ospedali. Parafrasando i dati della ricerca il Professor Emanuele Frontoni, (nella foto) titolare della cattedra di ingegneria dell’informazione, ha rilevato nel vending un segmento dall’alto potenziale commerciale e comunicazionale e la necessità di introdurre nel settore designer, visual merchandiser e specialisti già esperti di shopping, per migliorare un’esperienza di acquisto che, in questo modo potrà cogliere le emergenti opportunità offerte dalla digitalizzazione e dall’industria 4.0 Professor Frontoni, quali a livello pratico le dinamiche di osservazione del campione all’interno della ricerca? Siamo partiti da un’esperienza di store observation. In questi anni abbiamo monitorato le dinamiche di engagment e i comportamenti acquisto di 10,5 milioni di individui sul canale retail, attraverso lo strumento del multi target tracking [n.d.r. telecamere per riconoscimento facciale antropometrico, software per il monitoraggio della pedonabilità del layout eccetera]. La stessa tecnica è stata utilizzata per monitorare 17.000 persone di età eterogenea in quattro location tipiche del canale vending: Università, Imprese (Uffici), store self service (negozi automatici) e Ospedali. In particolare sono state osservati i meccanismi di attrazione del distributore automatico i movimenti delle braccia degli utenti nel rapporto con i dispositivi sulla base su alcune domande specifiche.

UNIVERSITA’

HALL OSPEDALE

Totale visite

Totale visite

9.432

4.671

SELF-SERVICE STORE

HALL DI AZIENDA

Totale visite

Totale visite

2.140

(Vending Machine)

679

TOTALE PERIODO TEST 07.2017 – 11.2017 © UNIVPM May 2018 | Vending & Shopper Meta-analysis

15italia

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Quali le domande? Perché l’utente si avvicina alla macchina, perché la tocca, perché “non compra”, quante persone ci sono in determinati momenti, quanto tempo passa dal tocco dell’utente all’erogazione del servizio, che percentuale si ferma rispetto al flusso in università. È bene specificare che non avvertendo gli utenti del monitoraggio abbiamo esaminato i comportamenti istintivi del cliente e non quelli della sfera razionale. Si può parlare di category management del vending? Si. Tuttavia la nostra ricerca ha osservato dinamiche che precedono il momento del category management e che concernono gli interessi degli operatori interessati: a) I produttori di distributori automatici che hanno interesse nel produrre dispositivi sempre più performanti in termini di vendite. b) I gestori dei dispositivi, che hanno appunto interesse nell’ottimizzare le operazioni di gestione e in particolare di riempimento o meglio il refill dei distributori automatici. c) I brand fornitori di prodotto che al momento, in generale, non collaborano con i gestori e che avrebbero la necessità di partecipare alla formazione dei processi di assortimento e offerta. Durante la ricerca abbiamo rilevato che nel settore sarebbe necessaria la presenza di Visual Merchandiser e di designer specialisti delle dinamiche di retailing e shopping al fine di orientare gli operatori della distribuzione automatica, per garantire dinamiche di engagement e shopping experience ancora più scientifiche (Fig. 4). Può raccontare i risultati della ricerca riportando qualche esempio pratico? Se osserviamo la figura 5 notiamo due macchine A e B. La seconda ha più capacità attrattiva con incidenza del 23% in più. I motivi sono semplicissimi: migliori colori, illuminazione più accattivante, forme moderne, e “comunicazione a scaffale” o meglio all’interno dei vani prodotto. Un visual migliore comporta una serie di eventi positivi a cascata: più attrazioni dovute alla facilità di scelta, maggiori interazioni e velocità di erogazione. È vero che se il potenziale cliente passa troppo tempo davanti al distributore è maggiore la probabilità che la vendita si vanifichi? Si è una cosiddetta proporzionalità inversa. Ed è anche una differenza fondamentale rispetto alle dinamiche di vendita del retail GDO e del fashion dove invece si mira a trattenere il cliente e una volta superati i 50 secondi di intrattenimento diventa sempre più probabile l’acquisto (Fig. 3). Quali invece le similitudini nelle dinamiche di vendita tra retail e vending? La rottura di stock è un problema entrambi i canali. Ecco perché abbiamo monitorato cosa accade a distributore pieno e cosa succede con il 25% in meno dello stock. Sicché abbiamo dedotto che

16italia Display èMagazine

Le basi della customer experience

(Fig. 3)

1 consumatore su 3 prende il prodotto e se ne va.

DISTRIBUZIONE DI CHI COMPRA IN BASE AL TEMPO DI PERMANENZA 50%

40%

32%

30%

22%

20%

12% 8%

10%

0%

0-5 sec

5-10 sec

10-15 sec

15-20 sec

6%

20-25 sec

5%

4%

3%

3%

2%

2%

2%

25-30 sec

30-35 sec

35-40 sec

40-45 sec

45-50 sec

50-55 sec

55-60 sec

Più tempo passo davanti alla VM e meno compro (usabilità) © UNIVPM May 2018 | Vending & Shopper Meta-analysis

Perchè operatori e brand dovrebbero lavorare insieme? (Fig. 4) Dove le competenze si adattano meglio... ALTO

Interesse del BRAND

CATENA

BASSO

VM CATEGORIA SOTTO-CATEGORIA

BRAND

Interesse dell’OPERATORE

BASSO

PRODOTTO

ALTO

L’intera gestione della categoria gira attorno alla relazione tra brand e operatore nell’ottica di ottimizzare l’assortimento della categoria stessa. Il successo della partnership è il punto cruciale per entrambi! © UNIVPM May 2018 | Vending & Shopper Meta-analysis

(Fig. 5)


l’effetto vuoto crea abbandono della macchina perché l’utente non crede nella qualità del prodotto. Con un distributore in out of stock inoltre si ferma l’11% passanti anziché il 17%. Per il retail tradizionale è un tema ovvio che ha molto a che vedere con il visual merchandising (Fig. 6).

(Fig. 6)

Al di la della vetrina è possibile che un distributore automatico possa ottenere migliori performance se meglio decorato sulla struttura? Suscitando maggiore curiosità: vetrofanie, shelf stopper e altri dispositivi attenzionali migliorano decisamente le rotazioni. Per quanto riguarda le vetrine, nel momento in cui vengono incorniciate determinate sezioni dell’assortimento, le vendite aumentano. Ferrero adotta questi sistemi con ottimi risultati. Ancora una volta siamo di fronte alla prova che la necessità di tecniche e di esperti di visual merchandising migliorerebbero le dinamiche di vendita (Fig. 7). Anche il contesto in cui vengono posizionati i distributori è fondamentale. In questo senso, quanto conta lo studio del layout dell’ambiente? I distributori automatici in genere vengono posizionati per comodità vicino alla prese di corrente, ma se invece prima avessimo monitorato i flussi saremmo in grado di riconoscere le aree con più pedonabilità. Nelle location monitorate quando è stato applicato questo concetto la redditività si è incrementata del 34%, con benefici a favore della vendita di impulso e della componente di servizio e quindi soddisfazione del cliente. Ovviamente la componente di servizio e impulso variano secondo le location. Per esempio in ufficio la vending è un punto di destinazione. In ospedale la componente d’impulso è del 70% mentre quella di servizio che ammonta al 30%. E l’impulso è ancora più alto ancora all’università (Fig. 8). Le tecnologie per l’engagement stanno interessando molto anche il segmento del vending che tra le altre cose è predisposto alla digitalizzazione. Cosa ne pensa? E che consigli darebbe agli operatori per un futuro più performante? Numerosi sono già gli operatori che fanno uso di schermi digitali. Ma se ai dispositivi si aggiungessero sistemi di riconoscimento facciale i prodotti in assortimento potrebbero essere proposti con maggiore efficacia in base al sentiment dell’avventore. Gli operatori del vending dovrebbero essere consci del fatto che le loro flotte di distributori costituiscono già ora veri e propri network digitali dotati di sensori. Un migliore sfruttamento di queste caratteristiche porterebbero, anzi porteranno gli operatori lavorare seguendo logiche di Data Driven, cioè in virtù dell’analisi dei dati raccolti anziché solamente in logica di Experience Driven. Ne beneficerebbe anche l’esperienza di acquisto.

VERTICAL HEATMAP VM Università 09.2017

(Fig. 7)

Un livello di interazioni positive significativamente più alto per le diverse esecuzioni.

Vertical Heatmap – P1

Vertical Heatmap – P3

Vertical Heatmap – P2 OFFERTA evidenziatore

Nuovo evidenziatore

Etichette “New” e “Promo” nell’area gialla e in quella rossa

Solo adesivi aree gialle e rosse

© UNIVPM May 2018 | Vending & Shopper Meta-analysis

HORIZONTAL HEATMAPS VM Ospedale 09.2017 (Fig. 8) La location migliore per la VM è vicino all‘uscita (B)

A B

I passaggi nel punto B sono il 34% in più che nel punto A (location attuale) © UNIVPM May 2018 | Vending & Shopper Meta-analysis

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VENDING

di Barnaba Barattieri

Dall’espresso alla Vending Industry 4.0 Dopo la recente acquisizione di Saeco e Gaggia il direttore vending di Evoca, leader italiana nella produzione di attrezzature per le vending manchine racconta i limiti e sviluppi tecnologici che i dispositivi avranno nel breve-medio periodo sotto la nuova denominazione Evoca Group Evolution. Ad agevolare il progresso i benefici fiscali legati all’ammortamento IPER E SUPER AMMORTAMENTO COSA SONO?

Ammodernare o produrre macchine interconnesse o dotate di tecnologie che ne favoriscono l’intelligenza artificiale secondo le logiche dell’industria 4.0 conviene. Lo si evince dalla legge di stabilità 2017 (prorogata nell’omologa legge del 2018) e dalla manovra 2016 (prorogata con la legge di bilancio 2018) che introducono rispettivamente l’per ammortamento e il super ammortamento, ossia due meccanismi di agevolazione fiscale a favore delle imprese che adottano progetti di sviluppo industriale coerenti con il Piano Nazionale Industria 4.0. I dubbi applicativi sull’argomento sono chiariti nella Circolare 4/E dell’Agenzia delle Entrate, nell’ambito di una guida sviluppata in collaborazione al Ministero dello Sviluppo Economico. Per ulteriori chiarimenti si consulti anche la Circolare 8/E del 07/04/2017

Evoca group è il leader mondiale nella produzione di macchine professionali per il caffè e uno dei principali operatori internazionali sia nei settori Ho.Re.Ca. (Hotel, Ristoranti e Caffetterie) che OCS (Office Coffee Service). Oggi la Società raggruppa otto marchi (Necta, Wittenborg, Saeco, Gaggia, Ducale, SGL, Newis e Cafection) identificativi di prodotti specifici, che coprono tutti i segmenti del consumo di caffè fuori casa. Insieme all’acqua, il caffè espresso è la “bevanda principe” (vedi tabelle pag 14) della distribuzione automatica. Nel mercato del Vending oggi la parola d’ordine sembra essere differenziazione, una tendenza verso la quale gli operatori del Vending mostrano perciò grande attenzione. Come spiega Luca Alemanni, Direttore Vendite Italia di Evoca Group: “ Negli ultimi anni, grazie alla globalizzazione, si sono diffusi velocemente nuovi stili di consumo (in questo senso le società di trasporto low cost, piuttosto che le grandi catene di coffee shop, hanno giocato un ruolo di fondamentale importanza). Inoltre, per soddisfare i molteplici gusti dei consumatori, sono numerose le bevande a base di

18italia Display èMagazine

espresso che vengono oggi offerte dal distributore automatico -”. Non solo le multinazionali del settore hanno incoraggiato il consumo dell’espresso, ma la formula di estrazione/erogazione, tipicamente made in Italy, ha beneficiato di un arricchimento in termini di ampliamento e profondità dell’offerta sui diversi canali distributivi. L’espresso, con cui un tempo veniva indicato solo il classico caffè estratto da una miscela arabica robusta, può essere oggi caratterizzato da molteplici varietà. In merito alle nuove forme di consumo e di erogazione, Luca Alemanni ci spiega : “Stiamo cercando di fornire ai nostri clienti, società che gestiscono direttamente i distributori automatici nelle locazioni, strumenti adeguati per soddisfare i loro acquirenti, cioè gli utenti finali. Il primo passo consiste nel trasformare l’immagine dei distributori automatici, migliorandone la percezione ed offrire più servizi, in modo da stimolare maggiori consumi e ottenere una marginalità più ampia”. Oggi il prezzo di un caffè erogato da un distributore automatico è pari a circa un terzo di quello di un espresso servito al

bar. Questa differenza è causata in parte dalla errata valutazione qualitativa che gli utenti possono avere dei distributori automatici, non allo stesso livello di quella del bar, nonostante gli operatori del settore, durante gli anni, abbiano investito per ottimizzare i livelli di igiene, affidabilità e qualità degli ingredienti e dei prodotti erogati. Sono state sviluppate nuove generazioni di distributori che, non solo offrono un design moderno e più accattivante per l’utente finale, ma soprattutto ampliano l’universo di servizi digitali, con sviluppi a livello di software e di hardware, come l’implementazione di schermi touch sui distributori. Permettono ad esempio di estendere l’offerta di bevande e di personalizzare le ricette secondo i gusti dell’utente, di informarlo sugli ingredienti utilizzati e sulla potenziale presenza di allergeni e ancora di promuovere l’offerta tramite video o animazioni. Un’ulteriore modalità che consente di incrementare margini e consumi è offerta dai cosiddetti servizi forniti in mobilità (“on the go” o “to go”), cioè a favore di chi, per motivi di lavoro o di svago, si sposta attraverso stazioni, aeroporti, autostrade e in

prossimità dei trasporti pubblici.

La vending-industry 4.0

Evoca sviluppa inoltre soluzioni digitali per ottimizzare l’interfaccia con l’utente e consentire la gestione dei distributori grazie a sistemi di telemetria. Il Gruppo, con il suo brand Newis, ha presentato una nuova piattaforma Cloud che permetterà la gestione da remoto dei distributori per la raccolta delle statistiche, la programmazione di parametri, le rilevazioni di guasti o la diffusione di contenuti video sugli schermi delle macchine. Le vending machine “intelligenti”, in grado di scambiare le informazioni in maniera bidirezionale, potranno dunque beneficiare dell’iperammortamento previsto dal Piano Nazionale “Impresa 4.0”, offrendo importanti benefici fiscali per chi adeguerà il proprio parco macchine con uno sguardo rivolto al futuro. La nuova generazione di distributori offre tecnologie conosciute quali Wi-Fi e Bluetooth Low Energy (BLTE) + 3G/4G per la trasmissione in cloud di dati sui consumi e la gestione da remoto dei guasti: per esempio, gli algoritmi che analizzano i dati provenienti dalle macchine permettono


IPER AMMORTAMENTO 2018

di formulare dei piani di manutenzione preventiva per ridurre il numero di interventi tecnici e migliorare la qualità del prodotto erogato. Ma le innovazioni non si fermano qui. Breasy è l’applicazione gratuita per pagare in modo semplice e sicuro tramite smartphone i prodotti in qualsiasi distributore automatico dotato di sistema di pagamento Hi!. Disponibile per piattaforma Android e iOS, l’app propone due diverse tipologie di pagamento: la prima, soprannominata borsellino, consente all’utente di ricaricare il proprio credito come una normale chiave, attraverso l’introduzione di monete e banconote direttamente nel distributore oppure con carta di credito nei tagli di ricarica da 5 € o 10 €; la seconda, invece, è una soluzione alternativa al pagamento cash, completamente sicura e garantita dalla piattaforma Masterpass di Mastercard, che permette di fare shopping online più velocemente, perché l’utente può acquistare qualsiasi prodotto pagando il singolo importo senza la necessità di ricaricare un borsellino. Le transazioni per l’utente sono gratuite e illimitate, mentre il gestore riceve direttamente sul suo conto il 100% degli introiti in tempi brevissimi, a condizioni estremamente vantaggiose. Breasy consente di memorizzare le preferenze d’acquisto, gestisce inoltre

A sx, Yves Robion, Operative Marketing Manager, insieme a Luca Alemanni le code in maniera intelligente e segnala al cliente il numero di persone che attendono davanti a lui e, non appena è il suo turno, si collega automaticamente al distributore abilitato. Breasy cambierà anche il modo di fare acquisti da un distributore automatico, perché la scelta dei prodotti sarà possibile anche direttamente sullo smartphone senza toccare il distributore, con un’esperienza d’acquisto totalmente innovativa e digitale.

Il tocco emozionale

Se in pochi secondi il cliente non comprende il funzionamento del distributore automatico o la varietà

delle bevande a sua disposizione, nella maggior parte dei casi desiste dall’acquisto: è quanto emerge da studi di settore. Ma, come spiega Luca Alemanni, Evoca Group ha lavorato per rendere le interfacce dei distributori accattivanti e user friendly: “Il Touch screen offre all’utente la possibilità di selezionare le proprie preferenze, evidenziando poi i prodotti che più si avvicinano ai gusti del consumatore”. Una gamma di macchine con touchscreen e interfacce software evolute offrono all’utilizzatore finale una nuova user experience nel processo di selezione delle bevande.

È una maggiorazione del 250% sul costo di acquisizione dei beni strumentali nuovi acquistati per trasformare l’impresa in ottica di Industria 4.0. Sostanzialmente tale norma vuole favorire ed incentivare gli investimenti che sono effettuati per realizzare e trasformare macchine intelligenti ed interconnesse, il cui elenco, diviso in categorie, è fornito analiticamente nell’allegato A dell’Appendice della Circolare 4/E. Vale a dire che per le spese in questione l’imprenditore potrà ammortizzare l’acquisto per un importo pari al 250% del valore del bene (2500 euro ogni 1000). Il meccanismo è approvato purché l’ordine sia rubricato entro il 31 Dicembre 2018 e l’impresa abbia saldato almeno il 20% dell’importo entro la stessa data. Meccatronica, Robotica, Big Data, Sicurezza informatica, Nanotecnologie Sviluppo materili intelligenti, Stampa 3D e Internet i settori che ne beneficiano. Agrifood, efficentamento energetico e nuove tecnologie le tipologie che abilitano l’accesso alla detrazione per le altre imprese.

SUPER AMMORTAMENTO 2018

È una deduzione extracontabile del 40% per gli investimenti in beni strumentali nuovi (cioè impianti e macchinari) stanziati da tutti i titolari di reddito d’impresa e di lavoro autonomo che porta al 130% il valore della deduzione massima ammessa, mediante la riduzione della base imponibile su cui vengono calcolate le imposte. Si applica anche ai soggetti titolari di reddito da lavoro autonomo.

19italia

Display èMagazine


COPERTINA

di Marco Oltrona Visconti

BI-SHOP, ecco il retail automatico Probabilmente al via entro 6 mesi funzionerà automaticamente nelle ore di chiusura dei supermercati per garantire in beni e servizi di prima necessità anche negli orari notturni. Grazie a Bianchi Industry che tra l’altro produce distributori automatici digitali e open source Presenterà un assortimento di 500 prodotti e si rivolgerà al canale grande distribuzione organizzata. Lo shop automatico di Bianchi Industry, denominato BI-Shop (Bianchi Industry Shop), è una nuova declinazione del concetto di vending adatto a coprire i coni d’ombra di quegli esercizi commerciali mass market che non possono garantire l’apertura 24 ore, ne l’orario prolungato, poiché la relativa scarsa pedonabilità nelle ore serali o notturne non garantirebbe un adeguato rapporto costi benefici in termini di profittabilità. Come spiega il Group service manager dell’azienda Davide Calderara. “Il Progetto è partito nel 2014 in collaborazione con DA Design poi Bianchi lo ha acquisito. Il dispositivo non si rivolge al gestore specialista del vending ma alla grande distribuzione. BI-Shop è un negozio vero e proprio che aprirà probabilmente alle 20 o alle 22 nel momento della chiusura del supermarket per conto del quale effettuerà il servizio”. Gli esemplari già realizzati hanno due monitor touch screen, uno rivolto alla vendita e l’altro per il marketing. La struttura non ha magazzino e presenterà solamente beni di prima necessità anche refrigerati come, latte, pasta e alimenti confezionati in genere o pannolini. “Può funzionare indoor o outdoor e, in molte situazioni, potrà essere

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posizionato in luoghi diversi dal supermercato. La telemetria in ogni caso darà una grossa mano a stabilire assortimenti e a garantire il monitoraggio dello stock di BI-Shop in tempo reale. Ovviamente verrà integrato con sistemi di pagamento virtuali e on line per funzionare anche in modalità click and collect”. Nello specifico il dispositivo si presta all’installazione presso le aree Fast Recharge per auto elettriche del progetto EVA+, cofinanziato dalla Commissione UE e coordinato da Enel che, accordandosi con Conad lo scorso Giugno ha installato la prima colonnina presso un supermercato di Altopascio in provincia di Lucca. L’accordo prevede l’installazione di 250

colonnine, nei prossimi sei mesi, nelle piazzole di altrettanti punti di vendita Conad. “È proprio questa la collocazione ideale per l’installazione del Bi-Shop, conclude Calderara”

Futuro open source

Riguarderà anche l’esposizione tutta la nuova generazione di vending machine Bianchi Industry, sia sotto il profilo analogico, sia tecnologico: “Le strutture e gli hardware dei nuovi distributori –specifica Calderara- sono concepiti in maniera open source ossia è possibile aggiornarne ogni componente senza dover sostituire tutta la macchina. Stesso discorso per i vani e le superfici

deputati alla comunicazione. Che consentono al gestore di aggiornare senza inutili spostamenti le componenti visual del distributore automatico. In genere il tasso di sostituzione delle vending machine è a favore delle macchine per l’assortimento freddo che si usurano in più tempo, 7anni, contro le macchine per l’erogazione di prodotti caldi che hanno una durata media di 4 anni. È bene specificare che entrambe sono ricondizionabili. E comunque alcuni distributori possono proporre l’erogazione di prodotti caldi e scaffalature per prodotti refrigerati, e freschi, nella stessa vetrina. In ogni modo questi tipi di macchine sono corredate di sensori che a fronte

Un’area EVA+ per la ricarica delle auto elettriche. Ideale per il posizionamento del Bi-Shop. Entro l’anno, presso le piazzole Conad, saranno installate 250 colonnine per la ricarica


Installazione in Costa Smeralda

anche capacitivi, da 7, 15, 21, 32 e 46 pollici in grado di proiettare fino a 7 video contemporaneamente, per fornire informazioni nutrizionali o per informare della presenza di possibili ingredienti nocivi per le persone portatrici di intolleranze alimentari, come da normativa nella ristorazione tradizionale. Infine dice Calderara; “Il riconoscimento biometrico è un tema che si sta sviluppando da anni. Ma quello che conterà per il futuro saranno i sistemi di pagamento. E per quanto riguarda il non food, specialmente nelle grosse locazioni, laddove c’è alto traffico, potrebbero funzionare prodotti con un’alta utilità, come fazzoletti, il giocattolo per intrattenere il bambino, la chiavetta usb. Al momento il vending non food rappresenta solamente dinamiche di awarness, dunque utili a promuovere l’immagine o il placement di un prodotto”. Calze Ileana 1177 docet. di sbalzi di temperatura frequenti ed eccessivi bloccano il cassetto d’accesso, per evitare che il cliente ritiri prodotti food ammalorati dall’escursione termica: “Soprattutto negli uffici e nel segmento dei piatti pronti -dice Calderara- vi sono distributori con il pasta box che vanno accompagnato al microonde per riscaldare il prodotto, ma si tratta di un segmento limitato”

Video category management in un tocco

Per cominciare spiega Calderara: “Il touch screen viene applicato ai distributori per dare al cliente gestore più soluzioni. Grazie ai nostri schermi capacitivi possiamo fornire 450 soluzioni di beverage erogando singolarmente, o combinando topping, caffè in grani di qualità e sciroppi, con un somministrazione ottimale garantita dal nostro gruppo caffè [ ndr attraverso la tecnologia Brasilia]. Una scelta che va verso la personalizzazione e l’on demand, come hanno dimostrato anche due insegne globali come Starbucks e Mc Donald’s”. Gli schermi capacitivi permettono quindi di creare un forma di category management virtuale esimendo il cliente dal dover cercare il prodotto nella vetrina, che in alcune situazione può risultare addirittura superflua”. In questo modo il cliente è disposto a

pagare un po’ di più, in quanto risulta difficile che la sua aspettativa non sia assecondata. Le vending machine di ultima generazione sono dotate di schermi,

A sx Davide Calderara con il Sales Manager Daniele Ioriatti

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TRADE MARKETING

di Barnaba Barattieri

Hannspree, la varietà nel touch screen Tecnologia capacitiva e standard di efficienza in un’ampia varietà di monitor in vari formati tra gli 8 e i 55 pollici, rendono l’azienda taiwanese il partner ideale per tutti i system integrator e i brand che ricercano soluzioni personalizzate nel campo della comunicazione visiva digitale in tutti i settori. Gli esempi di FAS, Lottomatica e Royal Academy of Arts e Hunova

Lo scorso Giugno, in occasione della Fiera Vending, dedicata alla distribuzione automatica, la multinazionale taiwanese si è distinta per l’impiego monitor touch di ultima generazione sulle nuove vending machine di Fas International, produttore di distributori automatici dedicati a snack&food, hot&cold (caffè e bevande) e di trituratori plastica/ carta e compattatori e PET, per bicchieri, bottiglie e lattine. Qui spiega Stefano Beschi, Country Manager HannSpree per Italia, Grecia e Paesi Balcanici: “Abbiamo collaborato con FAS International per facilitare l’efficienza operativa dei gestori di distributori automatici, con l’obiettivo di ridurre il numero di interventi di manutenzione, e per fornire ai consumatori maggiori informazioni sulla qualità dei prodotti distribuiti, attraverso un’interfaccia utente di

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facile usabilità.. A tale scopo sono stati personalizzati pannelli Open Frame IPS ad alta risoluzione, rinforzati con vetro temperato (il cosiddetto Glass+Glass), adatti a sopportare le numerose interazioni con gli utenti secondo gli standard di sicurezza Ip54 e ip66, che rendono i dispositivi capacitivi resistenti all’urto, all’umidità e alle polveri. I formati adottati da 7, 13 e 22 pollici hanno una retroilluminazione LED potenziata per assicurare una lunga durata, sono dotati di connettori esterni, con porte Hub-USB-hub, e consentono il controllo e l’accensione dei dispositivi del distributore automatico anche da remoto. Un sistema firmware personalizzato (My-Touch APK) permette un funzionamento intuitivo. Le principali attività di assistenza e manutenzione dei distributori possono quindi essere configurate, gestite,


aggiornate e monitorate in remoto con notevoli risparmi logistici. I Display sono stati customizzati in soli 6 mesi. Un altro esempio di applicazione è in ambito museale. La scorsa primavera la Royal Academy of Arts ha utilizzato dei tablet-monitor per riprodurre in loop alcuni video a tema architetturale selezionati da 6 curatori, per mettere in discussione scenari, passati e futuri, dell’urbanistica britannica a partire dal dopoguerra. Per Lottomatica invece sono stati realizzati di monitor da 15.6, 21.5, 32” e 40”, display multimediali da destinare a 40.000 ricevitorie, tutte con lo scopo di favorire la veicolazione dei servizi legati al 10 & Lotto e alle varie lotterie proposte dalla compagnia, parte del gruppo International Game Technology. Per questa fornitura sono state ottimizzate le performance audio dei monitor con modifiche sui setting e

sulla potenza degli speaker, quest’ultima adeguata ai consumi dei PC. In termini di comunicazione visiva tutti i monitor sono stati personalizzati con il logo “10 & Lotto”.Decisamente all’insegna della tecnologia medicale è l’interfaccia utente con display touch HANNspree integrata da Hunova nei sistemi per la riabilitazione. L’apparecchio ortopedico diventa semplice e intuitivo, integra dispositivi di meccatronica, elettronica, sensoristica e software per erogare trattamenti che interessano oltre l’80% della riabilitazione umana, dalla caviglia al ginocchio, dall’anca al bacino, fino ad arrivare al tronco, al sistema vestibolare e al sistema cognitivo con applicazioni che spaziano non solo nell’ambito dell’ortopedia ma anche nella neurologia, nella geriatria e nello sport. Il sistema si compone di una seduta e di una piattaforma robotica e Hannspree® è produttore globale di elettronica di consumo e brand di riferimento nel mercato del Display, specializzata in tecnologie audiovisive. La società fa parte del Gruppo HannStar® Display Corporation (“HannStar®”), con sede a Taipei, Taiwan. Con il brand Hannspree® l’azienda offre un catalogo di Tablet PC, Monitor PC e Monitor Multi Touch ad ampio schermo con tecnologie proprietarie avanzate che vantano schermi prodotti da HannsTouch® - società controllata di Hannstar® - uno dei più grandi produttori di touch screen. La capacità e flessibilità produttiva di HANNspree, abbinata a quella commerciale e di business, ha permesso inoltre

sensorizzata che permette la rilevazione e la misurazione oggettiva dei parametri biomeccanici del paziente. Un dispositivo che in somma può eseguire più di 150 diversi esercizi tutti programmabili in base alle specifiche esigenze e ai deficit riscontrati. Il Monitor Touch che guida l’operazione è il modello HT225HPB 22” utilizzato con tecnologia multitouch P-Cap ad alta luminosità e antiriflesso da tutte le angolazioni. “L’obiettivo di HANNspree -ha spiegato Stefano Beschi- è di soddisfare in modo efficiente ed economicamente vantaggioso le diverse esigenze di tecnologia dei clienti finali, in particolare nel segmento B2B , che si conferma un mercato di riferimento per l’azienda. Il catalogo Hannspree, oltre alle più recenti proposte in ambito computing con Android Box ad alte prestazioni, propone una gamma completa di tablet, Monitor PC, Monitor Touch, ad ampio schermo, e Monitor Open Frame per applicazioni industriali, che vantano tecnologie proprietarie avanzate e dal design ricercato e soddisfano le esigenze di lavoro e di entertainment. Abbiamo inoltre una flessibilità produttiva che ci permette di proporre soluzioni adeguate a mercati paralleli e verticali, con una capacità unica di sviluppare display completamente customizzati e personalizzati sulla base delle esigenze del singolo cliente”. di ottenere importanti omologazioni a livello europeo, con soluzioni di open frame Touch Display personalizzate e progetti verticali, per il mondo industriale, education, horeca, sistemi di automazione e l’utilizzo in ambienti retail all’interno di info-point e totem kiosk

Stefano Beschi

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RETAIL DESIGN

di Marco Oltrona Visconti

Il MicroMarket aziendale che nasce dal retail automatico Attualmente sono attivi 12 MicroMarket Foodie’s suddivisi tra Milano e Roma. In USA micromarket rappresentano un nuovo concept retail che permette di offrire, ai dipendenti delle aziende una formula di libero servizio. Intervista con il Marketing Manager Giada Cardamone Qual è l’assortimento minimo di referenze necessario per giustificare l’apertura di un minimarket aziendale? Contiamo un minimo di 300 referenze per punto vendita. Per fornire una macro suddivisione delle categorie merceologiche presenti in assortimento: confezionati 30%, freschi con frutta e verdura 50%, piatti pronti 20%. In questo modo tutte le tipologie di utenti troveranno nei MicroMarket Foodie’s prodotti che rispondano alle proprie esigenze alimentari. Puntiamo ad avere un’offerta completa e trasversale. Abbiamo un portafoglio di prodotti completo che include anche quelli: senza zucchero, adatti alle intolleranze alimentari o provenienti dal commercio equo solidale. Il segmento del fresco comporta diverse complicazioni gestionali rispetto all’ambiente aziendale. Come vengono affrontate? L’acquisizione da parte di Gruppo Argenta di una realtà come Tramezzino.it è stata determinante per il progetto MicroMarket Foodie’s, infatti, tutta la preparazione del prodotto fresco di giornata è gestita dall’infrastruttura di Tramezzino.it che conta 4 laboratori. Quali le modalità di pagamento disponibili per questo format oltre alla cassa self service? La tecnologia per il pagamento è un punto di forza dei MicroMarket Foodie’s. La cassa è automatica, con un lettore d’impronte digitali per l’autenticazione. Un sistema che va nella direzione del mercato, gestendo il pagamento con estrema rapidità e intuizione. La cassa inoltre accetta: contanti, carte di credito, ticket cartacei ed elettronici.

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Come vengono presentati i prodotti? L’allestimento del MicroMarket Foodie’s è gestito direttamente da noi, curando nel dettaglio l’arredamento e ogni suo singolo complemento. In base alle dimensioni che abbiamo a disposizione realizziamo su misura il perfetto allestimento, avvalendoci del supporto di architetti specializzati nel settore. Esiste una configurazione allestitiva di base per il minimarket? Frigorifero, Scaffale, Cassa Automatica, Macchina caffè professionale, Freezer per i gelati. Nella configurazione più ampia sono previsti anche: Forno a microonde, Televisione, Area relax con divani, sgabelli, mensole o tavolini.


In termini espositivi come viene organizzata l’offerta merceologica? I prodotti negli scaffali sono suddivisi per categorie merceologiche, con ampio spazio dedicato ai prodotti salutari, biologici, equo-solidali e per i consumatori con intolleranze alimentari. All’interno del murale sono contenuti tutti i prodotti freschi quali; insalate, risi&grani, frutta e verdura, panini, tramezzini, primi e secondi piatti oltre ad un’ampia varietà di bevande gasate e piatte. Il format si presta maggiormente per il consumo in loco o viene utilizzato anche per la spesa a casa? Il MicroMarket Foodie’s offre la flessibilità di utilizzo nell’arco delle 24 ore e si presta sia al consumo di colazioni, pranzi e spuntini in loco durante la giornata che a una comoda spesa take-away per la sera. Quali le prime aziende che hanno adottato il format? Grosse società di consulenza e multinazionali del settore logistico, che si differenziano per avere una particolare attenzione al benessere dei propri dipendenti e collaboratori. Quanti Foodie’s MicroMarket sono attualmente attivi e quale l’obbiettivo di Foodie’s minimarket in termini di aperture? Attualmente sono attivi 12 MicroMarket Foodie’s suddivisi tra Milano e Roma, l’obbiettivo è quello di arrivare a 25 aperture entro la fine del 2018 e di installarne più di 100 nei prossimi 3 anni.

I NUMERI DI FOODIE’S IN USA Gruppo Argenta, da sempre alla ricerca di soluzioni innovative per i propri clienti, ha siglato una partnership esclusiva per l’Italia con 365, società leader in USA, con oltre il 50% di quota di mercato e oltre 18.000 MicroMarket installati. Il Gruppo Argenta è attivo da oltre 50 anni nel settore della distribuzione automatica e semiautomatica, negli anni al tradizionale “Vending” – di cui è tra i leader di settore con oltre 55.000 clienti e più di 2.000.000 di consumazioni al giorno – si sono aggiunti anche i servizi (O.C.S.) “Espresso Casa & Ufficio” e i servizi “Retail & Catering”. Dal 2018 Argenta fa parte del Gruppo Selecta, leader in Europa nel settore della distribuzione automatica di caffè, bevande e snack. Il Gruppo Selecta opera in 16 mercati europei garantendo i più alti standard qualitativi e rappresentando il punto di riferimento del settore per l’eccellenza operativa e l’innovazione dell’offerta.

Quali location si prestano a questo format oltre che gli uffici? Le location ideali per il MicroMarket Foodie’s sono ambienti lavorativi con un bacino di più di 150 utenti, con orari flessibili, sono aziende che hanno la sensibilità di voler offrire ai propri collaboratori quello che è un vero e proprio servizio di welfare aziendale che migliora l’engagement e la soddisfazione dei lavoratori. Dopotutto siamo quello che mangiamo, quindi perché non avere cura della nostra alimentazione anche al lavoro?

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FOOD SERVICE

di Barnaba Barattieri

Il vending che guarda alla ristorazione

Fas International con la divisione Food24 propone un modello automatico di ristorazione collettiva che riduce costi e sprechi. Attenzione anche all’ambiente con compattatori e trituratori

Chi lo avrebbe mai detto che quel sistema rivoluzionario di erogazione a disco inventato 50 anni fa dal Signor Adriani oggi sarebbe rimasto ancora attuale per proporre un nuovo modello di ristorazione fondato sugli automatismi del vending. Come spiega Luca Adreani titolare di Fas International e figlio di quel lungimirante inventore: “Siamo abituati a concepire il vending in maniera molto differente dalla norma. Diversamente da un passato in cui il distributore automatico veniva visto come una macchina per incassare denaro, abbiamo orientato la nostra produzione verso una logica di servizio”. Logica evidente, nel caso di Food24, il sistema di ristorazione automatica collettiva attivo da poco più di due anni e oggi adottato da una cinquantina di aziende, tra le quali si possono annoverare per esempio DHL e AIA. Secondo questo sistema il servizio di ristorazione di solito assolto da una mensa aziendale, viene garantito attraverso alcuni distributori automatici di piatti pronti, la cui preparazione è demandata a un’unica cucina centralizzata che funziona per una molteplicità di aziende dietro prenotazione. “La pianificazione degli ordini mediante prenotazione dei piatti pronti -dice Adriani- evita gli sprechi derivanti

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dalle giacenze dei piatti preparati, non consumati e scaduti. Ancora più cospicui sono ovviamente i risparmi strutturali laddove non è più necessaria l’istituzione di un servizio di mensa e di investimenti in attrezzature per la cucina”. Tecnicamente il modello di servizio in questione si basa su un sistema di preparazione dei cibi denominato cook and chill per cui i cibi vengono congelati sotto la soglia del -4 gradi entro 40 minuti dalla cottura. Una volta confezionati all’interno di pack organici riciclabili e a temperatura costante presentano una durata in ambiente refrigerato fino a 4-5 giorni; shelf life abbondante se si considera che trattandosi di piatti prenotati il consumo avviene generalmente entro le 24 ore dalla preparazione. L’osservanza di questo procedimento è sufficiente a garantire la conformità con le normative igienico-sanitarie richieste dall’ASL per la somministrazione di piatti pronti, diversamente da quanto è richiesto nell’ambito della conduzione delle mense dove è obbligatoria l’osservanza di una normativa più restrittiva e complessa in

termini gestionali. In più i sensori all’interno del distributore rilevano eventuali sbalzi di temperatura che potrebbero comportare il deterioramento delle pietanze. Qualora tale evenienza dovesse verificarsi, per esempio a fronte di un blackout, sarebbe la stessa macchina a bloccare la somministrazione avvertendo della sopraggiunta inedibilità. “Il servizio Food24 -dice Adriani- può essere proposto ai dipendenti sotto forma di benefit retributivo e si allinea perfettamente alle filosofie di welfare aziendale più attuali”. Secondo diverse fonti la ristorazione fuori casa in Italia sarà uno dei temi importanti nei prossimi 3 anni. Un comparto con un giro d’affari di 70 mld di euro di cui 56 miliardi sviluppati dal retail. “La collettiva che di mld ne vale 11, darà al vending, che di mld ne vale 3 (con OCS), uno spazio importante svincolandoci da un mercato saturo e con margini risicati, in quanto fondato per il 68% su vendite di acqua e caffè”.

Luca Adriani


Vending ecologico con Tritech

Si è stimato che ogni persona nel mondo utilizza mediamente 5 contenitori per bevande al giorno. Un numero che costituisce il 60% del volume rifiuti totali, dei quali, una cifra compresa tra i 5 e i 13 milioni di tonnellate viene dispersa ogni anno negli oceani. Un tema decisamente attuale in termini

• • di etica del business e di gestione del rifiuto. Come Spiega Flavia de Rossi di Tritech (consociata di Fas): “Per affrontare la gestione del rifiuto, soprattutto in ambito vending e ristorazione collettiva, da 11 anni produciamo compattatori e trituratori che ottimizzano la capacità di raccolta”. Per quanto riguarda il compattatore è in grado di compattare lattine di vari formati e bottiglie in plastica fino a due litri, con una capienza di circa 3600 pezzi, altresì garantendo un rapporto di riduzione dell’ingombro di ben 7 volte (85% circa). “Per un’azienda è un chiaro vantaggio in termini di movimentazione interna -specifica Flavia De Rossi- che incide positivamente anche sulla diminuzione degli svuotamenti giornalieri e dei costi annessi a questa operazione”. Il trituratore assicura più o meno lo stesso rapporto di compattamento arrivando a raccogliere fino a 1700 bicchieri di materiali misti, quali per esempio vetro plastica o carta. Utilizzando questa categoria di dispositivi, il rifiuto rimane nascosto, si riduce così anche il numero dei cestini e dei bidoni dislocati negli spazi dedicati alla raccolta e non. Di considerazione è poi meritevole

• • • •

l’aspetto igienico determinato dal sistema di sanificazione interno e programmabile su entrambi gli apparecchi. Non meno significativo è anche il contributo in termini di carbon foorprint e di educazione alla raccolta differenziata. A favore delle necessità di comunicazione ed engagement bisogna sottolineare che i dispositivi sono altamente personalizzabili, attraverso pellicole adesive stampabili in alta qualità con i visual del gestore.

Il vuoto che fidelizza

Infine, in Italia non è ammesso il “reverse vending”, ossia il sistema statalizzato presente soprattutto nei Paesi nordeuropei che permette ai cittadini di ricevere denaro a fronte di politiche di “vuoto a rendere”. L’operazione come è noto si concretizza mediante appositi compattatori per la raccolta i quali generano scontrini per il ritiro del denaro a fronte dell’immissione di contenitori vuoti. Ebbene è possibile istituire lo stesso meccanismo a livello privato o in

ambiente aziendale creando sistemi di incentivazione. Per cui, attraverso i dispositivi Tritech, a seguito di un ricarico applicato sui prezzi del prodotto i wallet di un app per cellulare, i badge aziendali o le classiche chiavette di pagamento possono ricevere la restituzione dello stesso ricarico spedibile come credito per nuovi consumi.

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SCENARI

di Marco Oltrona Visconti

L’Urban Hub è realtà con la mobilità elettrica Grazie a Enel, Università La Sapienza e Da Design entro l’anno verranno implementate “aree intermodali” posizionate in città e lungo la viabilità che collega aeroporti e stazioni ferroviarie per fornire servizi, intrattenimento e ricarica a chi viaggia su veicoli elettrici ma a stretto contatto con il territorio, con il supporto degli enti locali, delle associazioni e delle imprese Il primo Urban Hub sarà operativo dal mese di Giugno 2019 ad Aprilia nella piazza del centro sportivo pallavolistico Giò Volley, per proporre servizi in mobilità, prodotti food e sportivi

Bus Station - Urban Line

Leonardo Valle L’auto elettrica e i cosiddetti servizi in mobilità sostenibile arriveranno a breve, lo confermano gli orientamenti produttivi di colossi dell’automobile come PSA, Nissan e Volvo. I veicoli elettricamente alimentati tra le tante cose in termini di indotto porteranno una serie di servizi e nuovi modelli di business. Ed entro l’autunno, l’evoluzione a breve di questo trend si concretizzerà nell’Urban Hub di DA Design che in collaborazione con l’Università di Roma la Sapienza

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ed Enel costituirà Hub intermodali alimentati a energia solare, in seno all’implementazione della rete di colonnine Pole Station 22 KW per il rifornimento elettrico dei veicoli. Rifornimento che allo stato tecnologico attuale richiederà pause di circa 45 minuti, un lasso di tempo in cui l’hub erogherà servizi, per esempio di ristorazione, di connessione a internet, di bike e car sharing o di informazione. Come spiega Leonardo Valle, Direttore Generale di Da Design system integrator e società promotrice dell’Urban Hub con esperienza di diversi decenni nel settore dell’arredo per le aree vending: “Stiamo parliamo di un nuovo settore di mercato fatto di comparti intermodali sviluppati in ambito universitario, per arrivare a formulare una proposta industriale che diventi una dorsale anche per il Paese”. Il riferimento è al Dipartimento di Elettrotecnica de La Sapienza che tramite il Cersipes, (Centro Ricerca e sviluppo de La

Sapienza, per l’efficientamento e la metallurgia) ha individuato la tipologia di struttura dell’hub; e poi al Pomos (Centro per la modalità sostenibile), che mediante una start up universitaria, (la System Pomos) ha individuando i nodi intermodali. È bene specificare che per polo intermodale (per esempio bus, taxi metropolitane eccetera) si intendono i collegamenti con i poli internodali (cioè aeroporti stazioni, porti navali eccetera): “È proprio in prossimità dei primi - specifica Leonardo Valle, General Manager di Da Design group - che si svilupperanno gli hub quali piattaforme condivise di servizi. Le aree idonee a ospitare gli hub saranno proprio le banchine degli autobus, le aree taxi, in questo contesto tra le altre cose per la ristorazione o di beni di consumo non food, avrà grande spazio il vending”. Secondo il progetto di DA Design il primo hub saranno alimentati tramite pannelli solari della durata di circa 9 anni (con batterie Kinetic e Primordial)

che non alimenteranno le colonnine per il rifornimento elettrico di Enel, le quali saranno alimentate dalla rete pubblica, inizialmente, per erogare elettricità a titolo gratuito al fine di promuovere l’uso e l’acquisto di auto elettriche: “Abbiamo calcolato che con il nostro modello di business Enel potrà arrivare a installare 6.000 colonnine per il rifornimento all’interno di hub che mediamente avranno un prezzo di circa 20.000 euro, ma con grosse facilitazioni grazie all’ammortamento, all’iperammortamento statali e a programma Horizon che come è noto partirà nel 2020”. Tra le compagini candidate a finanziare ‘implementazione degli hub, oltre agli enti locali come i comuni e le municipalizzate dei trasporti (ATM, ATAC eccetera), vi saranno probabilmente le grandi filiere, quali quelle dello sport (palestre, stadi, centri sportivi), degli alberghi e delle benzine.


A dx il distributore automatico che Conad Tirreno installerà entro la fine dell’anno in 7 punti di vendita della provincia di Latina, per proporre servizi di parafarmacia e bar, laddove sia assente il Bistrò Conad. Si tratta di un progetto pilota. Funzionerà in continuo nell’arco delle 24h

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RETAIL AUTOMATICO

di Barnaba Barattieri

Il retail automatico dalla medicina alla cucina

Cucina gourmet, risparmi energetici e prossemica delle sale d’attesa dell’ospedale San Raffaele sono alcune delle soluzioni reali e futuribili realizzate da Rheavendors, legate allo sviluppo del settore. Il produttore opera per il 90% all’estero

Per dare l’idea dell’importanza del vending nei consumi e nei costumi a essi correlati si pensi che due distributori automatici, progettati e realizzati da Rheavendors, sono stati utilizzati come esempi di innovazioni al MOMA. “Forse spesso non ce ne accorgiamo ma è proprio il campo del retail automatico a recepire e diffondere in maniera discreta e silenziosa determinate abitudini di consumo” -spiega, Claudio Valdetara Direttore Marketing dell’azienda della provincia di Varese. Determinanti sotto il profilo della sociologia dei consumi, gli studi condotti in questi ultimi 5 anni da Rheavendors sulla prossemica delle sale d’attesa negli ospedali, sulla cucina gourmet e sui risparmi energetici. Partendo dal dilettevole, grande

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visibilità ha avuto poco 3 anni fa il distributore automatico gourmet progettato insieme allo chef stellato Arrigo Tommasoni (ristorante Innocenti Evasioni) che ha curato la parte menu engeneering. Posizionato all’interno dello spazio Presso in via Paolo Sarpi a Milano con la collaborazione del gestore GEsa, tra le principali pietanze previste tra le 20 presenti nel menu del distributore, il risotto giallo alla milanese (con zafferano), insalata di gamberetti e diversi panini con affettati dop: “Il dispositivo automatico –spiega Valdetara- poteva consigliare anche gli abbinamenti prestabiliti dallo chef con alcune bevande di brand molto conosciuti e sempre stivate all’interno del distributore refrigerato”. Le pietanze erano conservate sotto i

4 gradi, temperatura, il che consente di conservare la salubrità e la qualità organolettica delle referenze almeno per almeno una quindicina di giorni. Questo è quanto consente il processo di confezionamento degli item sottovuoto, laddove immediatamente dopo la cottura le pietanze prima vengano portate rapidamente a una temperatura tra i -20 e i -40 gradi. Il distributore gourmet è un esempio che dimostra la possibilità di elevare la qualità della ristorazione automatica e apre la strada a un filone di offerta che sarà sicuramente più diffuso a partire dal 2019.

Il trend della sanità

Uno studio meno recente sulla customer behaviour, mai diffuso e

sviluppato sempre da Rheavendors per uso interno, è stato realizzato nel 2014 posizionando alcune telecamere di fronte ai distributori automatici per capire esigenze nelle sale d’attesa dell’Ospedale San Raffaele di Milano: “Tutti gli operatori -dice Valdetarasanno quanto vende la macchina ma pochi sanno quanto ‘non vende’ e perché. Si tratta del famoso tasso di rimbalzo. Da questo studio tra le altre cose abbiamo appreso l’indice di confidenza dell’astante rispetto ai distributori dotati di touch screen: non tutte le persone sono risultate predisposti all’uso di questa tecnologia benché siamo ben consci del fatto che avrà grande diffusione ”. Da questo studio si è dedotto che un’interfaccia troppo complessa


dissuade l’utente dall’acquisto cosicché Rheavendors ha potuto catalogare i cluster di aspettativa del consumatore per selezionare le interfacce utente più friendly e adeguate business model più efficienti. Tra le scommesse per un futuro in cui si vedrà crescere il numero di vending machine dal risparmio energetico ottimale, Rhevendors sta già commercializzando una serie distributori automatici dotati di sistema di riscaldamento a induzione anziché a caldaia. Questo brevetto sviluppato dal produttore lombardo è dedicato alle macchine per l’erogazione delle bevande calde e consente alla macchina di attivarsi solamente in fase di preparazione e distribuzione del prodotto: “Nei tempi morti il dispositivo resta in stand-by con risparmi garantiti tra il 75 e il 90% secondo la location e il tipo di prodotto erogato”. Tra i nuovi mercati che Claudio Valdetara ha segnalato per quanto riguarda nuovi stili e nuove possibilità di consumo: “Sicuramente bisogna menzionare la macchina CO.CO acronimo di coffe and cold che, nel segmento table top delle macchine da ufficio, vede l’abbinamento tra una bevanda calda e una fredda. Mentre sotto il profilo merceologico food interessante sarà il segmento degli alimenti funzionali”. Per esempio per chi presenta intolleranze alimentari che in un distributore potrà reperire a tutte le ore il suo pasto ideale. “Il vending oggi rappresenta il bridge tra il mondo dell’e-commerce e il mondo del brick and mortar. Perché per gestire l’estensione degli orari nei centri di distribuzione di beni di consumo ci sarà la necessità di macchine”.

connessione proprietario. Una tecnologia effettivamente applicata che apre innumerevoli scenari di progresso nella logistica, in termini commerciali e di relazione con il cliente. In primis la telemetria che consente ai gestori degli stock di monitorare in tempo reale l’assortimento della vending machine ottimizzando l’offerta più velocemente rispetto al passato. “La connessione per il momento apre la strada a sistemi di pagamento più rapidi e virtuali. Si pensi alla possibilità di pagare tramite app o instant message e

ancora attraverso le carte virtualizzate nel telefono che diventa contactless. Sistemi che in Cina sono già utilizzati da 650 milioni di utenti grazie ad Alipay e WeChat”. Una secondo filone concerne le tecnologie biometriche e per il riconoscimento facciale. Al di la delle implicazioni tecnologiche in relazione alla sicurezza e alle modalità dei pagamenti. Conclude Valdetara: “Vailant le ha usate per dire “se fai un sorriso ti offro un caffè gratuito”.

Integrazione tecnologica

Rheavendors è il più esterofilo tra i principali produttori di distributori in Italia. Infatti oltreconfine esporta il 97% della sua produzione: “Il 25% delle macchine realizzate da Rheaendors e posizionate in Europa sono connesse con dispositivo dispositivo di

Distributore di ricette gourmet

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VENDING

di Barnaba Barattieri

La gestione vending si evolve nel network digitale Con applicazione coffeecApp sviluppata da Venpay e altri importanti gestori europei nasce con la vocazione di concepire un’unica rete digitale Gestire il customer Journey dell’utente durante i suoi spostamenti e, non solamente, nella fase di shopping è ormai un asset per molti operatori del retail. A spiegarlo è la Marketing Manager di IVS, il gestore del settore distribuzione automatica che, con oltre 180.000 vending machine (distributori di bibite calde fredde, snaks e macchine da caffè a capsule negli uffici incluse) dislocate tra Francia Italia e Spagna, nel nostro Paese è anche leader (per fatturato e copertura territoriale): “Da circa tre anni -prosegue Laura Rodríguez- stiamo lavorando con CoffeecApp per migliorare il rapporto con gli utenti dal momento del primo contatto e mirando alla condivisione dell’esperienza di acquisto sui nostri distributori”. Disponibile su Play Store e su App Store, coffeecApp è di fatto un’applicazione che a oggi risulta scaricata da 135.000 utenti di diverse fasce di età. Tra queste oltre 40.000 effettuano almeno un acquisto al mese: “Per iscriversi basta fornire e-mail e cellulare e il nuovo utente profilato-dice Laura Rodríguezottiene un euro di credito come welcome bonus da spendere quando fa il primo acquisto o la prima ricarica del borsellino della app”. Se consideriamo sia le istallazioni come parte hardware sia la parte software è evidente come il network di coffeecApp possa essere considerato a tutti gli effetti una vera e propria rete di Digital Signage controllabile tecnicamente da un‘unica

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Laura Rodriguez e Nicola Gualdi, i Marketing Manager Ivs Group

regia per supportare promozioni di prodotto di diversi brand. Con coffeecApp ovviamente l’utente può pagare direttamente i suoi acquisti all’interno della rete: “E in futuro -aggiunge Laura Rodriguez- anche effettuare altri pagamenti digitali, utilizzando il borsellino caricato con il denaro fisico al distributore. Non è quindi un caso che aziende come Ferrero e Mars abbiamo sperimentato questo nuovo sistema per realizzare attività di push, a scopo promozionale o divulgativo, sugli utenti registrati che abbiano fornito l’autorizzazione.

Ferrero per esempio di recente ha proposto sui social la possibilità di geolocalizzare i distributori dove trovare il nuovo prodotto Estathé in formato 33cl per acquistarlo tramite cellulare con coffecApp. Mars invece ha incentivato, sempre con promo payback, l’acquisto di Twix o M&M’s insieme a una bottiglia d’acqua, nei distributori posizionati nel contesto universitario: “A breve attraverso coffeecApp -anticipa Laura Rodriguez- proporremo sistemi di collection con operazioni di payback e altri vantaggi per il consumatore”.

Esempio consultazione piattaforma dati coffeecApp



VENDING Temporary vending

La presenza nel circuito ferroviario italiano delle vending IVS lascia spazio anche a una nuova formula di promozione dedicata agli utenti in mobilità: il temporary vending: “Per sperimentare il gradimento di un prodotto food e non food ai fini di lancio –dice Laura Rodríguez- alcuni distributori automatici vengono utilizzati dai brand per brevi periodi”. Tra i nomi più noti che si sono avvalsi del servizio anche Bayer e Lego. Rispetto ai settori alimentari il non food resta un segmento ancora in via di sviluppo sotto il profilo commerciale: “In questo senso -dice Laura Rodriguezper ottenere performance nel segmento non food è necessario creare il giusto mix di offerta”. L’utente infatti non ha ancora l’abitudine ad acquistare certe referenze in una vending machine. A favore di questa tendenza le installazioni nel circuito di sale da gioco Sisal dove nei distributori si possono trovare profilattici e fazzoletti e altri prodotti per la cura del corpo accanto a un assortimento food.

Interazione social con Ferrero. Lancio Estathè 33 cl pet, geolocalizzazione distributori e uso coffeecApp

Promozione coffeecApp con Mars in contesto Universitario (Università Estatale di Milano)

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TRADE MARKETING

di Marco Oltrona Visconti

Il ghiaccio anima la cocktail experience

Comarketing ICE CUBE, COCA COLA, BACARDI E CARREFOUR in 600 punti di vendita per promuovere la cocktail experience, un trend in consolidamento anche per i “consumi casalinghi”. Soprattutto da quando il ghiaccio è considerato un alimento a tutti gli effetti ed è passato dalla categoria surgelati a quella degli aperitivi

Simone De Martino socio fondatore di Ice Cube L’operazione “Mix your summer-Vivi la tua estate” si è svolta in Luglio e ad Agosto in 600 supermercati e non è stata una promozione qualunque. In primis per l’importanza dei marchi promotori, Carrefour, CocaCola, Martini Bacardi e Ice Cube che l’hanno organizzata in comarketing impiegando una grande quantità di materiali espositivi. In secondo luogo perché è stata un’operazione che ha avuto come soggetto un’esperienza anziché un prodotto. Nello specifico “la cocktail experience”, una dinamica di consumo collegata a una selezione di prodotti, tutti contestuali al concetto di mixability, per il consumo a casa anziché al bar. Un ulteriore elemento di novità è stato determinato dal ghiaccio quale catalizzatore sia dell’occasione di consumo casalingo, sia della collaborazione in comerketing tra i brand

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che hanno partecipato all’operazione. L’esistenza del prodotto tra gli scaffali non è una novità in assoluto, a risultare originale è piuttosto la forma dell’offerta grazie a due referenze tra l’altro correttamente proposte nella qualità di alimento. Il primo prodotto è Ice cup che, nome omen, è una coppa 220-250 ml in plastica per alimenti e coperchio contenente cubetti di ghiaccio inodore, incolore e insapore. Si tratta di un prodotto pronto all’uso in cui versare la bibita per tenerla in freddo durante il consumo in mobilità (lavoro in viaggio e tempo libero) o da portare a casa per velocizzare la preparazione dei cocktail. E, ancora, come strumento funzionale al raffreddamento di soft drinks (anche caldi come cappuccino caffè e tè), succhi e frullati, durante un aperitivo o un party. Il secondo prodotto è Flat pack, una confezione da 1 Kg con

48 cubetti di ghiaccio orizzontalmente disposti all’interno di una griglia di plastica richiusa in un packaging di design. Una configurazione che, rispetto al tradizionale sacchetto di ghiaccio sfuso, garantisce un ingombro inferiore del 38% con un notevole risparmio logistico a scaffale, in frigorifero (in store e a casa) e durante il trasporto. Nei due mesi della promozione veniva proposto come referenza complementare a 1€ a seguito dell’acquisto di un prodotto della categoria spirit. Le meccaniche promozionali erano innumerevoli e sostanzialmente a fronte di acquisti combinati tra i prodotti Bacardi (Rum, Sauza, Bombay, Martini, Sauza, William Lawson), Coca-Cola (Coca e tonica Kinley) e appunto Ice Cube venivano proposti diversi buoni sconto e gadget come bicchieri, guide cocktail e Jigger (i misurini per cocktail).

Cambio di categoria e nuovi materiali

Mix for summer si è svolta nel pieno della stagione del beverage, Luglio e Agosto. Dopo varie campagne presso i canali horeca e gdo francesi (Monoprix, Fanprix e Casinò) è arrivata in Italia in 600 punti di vendita Carrefour con svariati elementi espositivi posizionati da tutti i partner dell’iniziativa. Da segnalare che in molte insegne il ghiaccio si trovava nell’assortimento dei surgelati, mentre nelle insegne più evolute sotto il profilo della strategia assortimentale il prodotto tuttora viene posizionato all’interno di frigoriferi collocati in prossimità del segmento aperitivi come referenza complementare della categoria in questione. Due le tipologie di refrigeratori su cui potranno contare i retailer, la versione


slim da 160 litri con vetrina frontale e la versione pozzetto con ruote piroettanti, comunicazione sui tre lati e 100 lt di capacità. Per quanto riguarda i materiali espositivi in 40 punti di vendita Carrefour iper sono stati creati altrettanti corner Bacardi stand alone da 1 posto pallet

a tema “Vivi la tua estate” dotati di bandelle e shelf stopper per la comunicazione della meccanica promozionale. Per l’operazione extra scaffale invece sono stati predisposti i pallet-box Coca-Cola con frigoriferi Ice Cube. In 50 punti di vendita Carrefour Market, invece, gli stessi materiali sono

stati allestiti, intorno a una testata di gondola. In 600 Carrefour Market i materiali di comunicazione erano gli stessi ma i corner e le testate di gondola sono stati sostituiti dai cube display di Coca-Cola per l’esposizione preferenziale di pack x6 50cl di CocaCola o Kinley.

Il ghiaccio come commodity alimentare

“Circa 10 anni fa dopo esperienze all’estero in qualità di imprenditori della ristorazione ci siamo resi conto che in Spagna e Stati Uniti il ghiaccio era una commodity, mentre in Italia la gestione di questo tipo di prodotto-servizio sembrava carente, anche sotto il profilo igienico”. Così è iniziata l’esperienza di Simone De Martino socio fondatore di Ice Cube che oltre a proporre il prodotto in diverse nuove vesti in termini di pack e servizio, tra i primi, ha cominciato a presentare il prodotto come un alimento a tutti gli effetti, quindi con diversi livelli di qualità e condotte igieniche ben definite. Già da tempo, nel campo della mixology, bar tender di livello, oggi considerati alla stregua di grandi chef, attribuivano all’ingredienteghiaccio un’incidenza specifica rispetto alla qualità e alla buona riuscita di un cocktail: “Per questo nel 2016 insieme all’associazione INGA -Istituto Nazionale Ghiaccio Alimentare- siamo stati i promotori di un manuale legato alla gestione e alla produzione del ghiaccio che contemplava anche un protocollo per l’inserimento nell’HACCP. E questo vale anche per la produzione industriale, per stabilire un ambito disciplinare di cui siamo stati i precursori in Europa”. Nel comparto della ristorazione professionale la produzione del ghiaccio è affidata per la maggior parte agli elettrodomestici mentre nel mercato casalingo vi è molta autoproduzione di bassa qualità. Nel primo caso tuttavia per eventi e catering la necessità di ghiaccio confezionato non è saltuaria, mentre per quanto riguarda i consumi casalinghi si tratta di un mercato in crescita legato alla cultura del bar tendering e a una migliore qualità del prodotto. “La destagionalizzazione dei consumi di aperitivi passa attraverso questo canale –spiega De Martinoinfatti mentre d’estate il cocktail si beve fuori casa, d’inverno, quando si esce meno per motivi di temperatura, il rituale si può svolgere tra le mura domestiche”. Lo dimostrano i numeri: negli ultimi due anni la crescita di Ice cube riguarda il 35% nel canale cash&carry e ben il 172% la gdo.

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TREND MERCATO ALCOLICI On Trade

VAR % 2018 VS 2017 SPUMANTI

39%

61%

LIQ. DOLCI (+ AE)

37%

63%

AMARI+CHINE+FERNET

G R A P P A + D IST . U V A

-1,8% -5,0%

W H ISK Y

63%

37% 78%

22%

VODKA

39%

61%

39%

61%

RHUM

-2,4%

BR A ND Y IT A LIA NI

72%

BR A ND Y ST R A NIER I

91% 32%

68%

PORTO LIQ. UOVO

On Trade

Off Trade

86%

14% 33%

C O G NA C

-1,0%

51%

49% 9%

T E Q U IL A

-3,0%

43%

52%

48% 28%

C H A M P A G NE MARSALA

64%

36%

G IN

57%

49%

51%

LIQ. CREMOSI

-4,5%

24%

76%

V ER M O UT H

-1,1%

MARKET

42%

58%

APE.ALCOL.SODATI

-1,4%

53%

47%

APE.ALCOL.NORMALI

-0,9%

Off Trade

67% 53%

47% 27%

73%

*Nielsen Scantrack: vendite a volume MAT Gennaio 18’ vs MAT-1)

Il cocktail è il re dell’aperitivo moderno poiché viene ordinato nel 33% delle occasioni di consumo (Nielsen scantrack, gennaio 2018) con una richiesta a volume del 2,1% e un incremento a valore del 4,8%. In generale la richiesta di miscelati cresce del 3,7% rispetto all’anno precedente in particolare nel segmento premium (+31,2%) con una flessione fisiologica del segmento standard (-2,6%). Lo stesso trend si rivela anche per l’aperitivo “non miscelato” (vino, birra e spirits) per cui si registra un calo complessivo del 7,1% che dipende in gran parte dai prodotti standard (-9,4%) in quanto, per contro, la richiesta di referenze premium è in crescita del 9.1% rispetto all’anno precedente, Si rinvia in generale alla tabella per la lettura dei consumi di alcolici per singola categoria di prodotto, nell’ambito delle due macrocategorie on trade (canale horeca e professionale: bar ristoranti, catering e hotellerie) e off trade (retail tradizionale e GDO).

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GRANDI SUPERFICI

di Barnaba Barattieri

La stagione del beverage in GDO

Le promozioni danno manforte a una stagione del beverage partita lentamente ma che promette bene grazie agli eventi sportivi e agli innalzamenti delle temperature in questi ultimi mesi. Intervista con il Direttore di Canale di Basko Giovanni D’Alessandro

Giovanni D’Alessandro Direttore di Canale Basko S.p.A. Gruppo Sogegross. L’insegna Basko conta 60 punti di vendita in Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia, con metratura di 900 mq e 15.000 referenze in media

Come è posizionata Basko rispetto al benchmark? L’offerta dei punti di vendita si allinea ai principali competitor con un posizionamento aggressivo per quanto riguarda i prezzi dei prodotti di marca Infatti in termini di assortimento è forte la presenza di brand leader di mercato. Nonostante le metrature contenute è importante l’incidenza delle tre linee della PL. La destinazione delle principali famiglie assortimentali tende ad avere profondità e ampiezza: in questo senso poniamo attenzione ai prodotti locali, a referenze top di gamma e a mercati emergenti. Nel mondo del fresco servito, il nostro principale obiettivo è la qualità del prodotto e l’eccellenza del servizio.

Le iniziative promozionali strutturate su programmi esposizione preferenziale e teatralizzazione sono il frutto della contrattazione annuale tra industria di marca (IDM) e GDO? Basko, anni fa, ha avuto la lungimiranza di unire le proprie forze ad altri 3 supermercati del Nord Italia, non solo per creare una centrale di acquisto, ma per costruire un vero e proprio network commerciale e di Marketing che prende il nome di Agorà; in questo luogo avvengono i principali accordi sulle attività promozionali e di Marketing tra IDM e GDO; mentre nelle periferie sono definite le attività di carattere più locale. Per quanto riguarda il beverage in quale periodo si decidono le iniziative e quale cadenza hanno nella stagionalità? Le attività più importanti si decidono ad inizio anno e vengono programmate in relazione alla stagionalità, sebbene una discreta importanza abbiano anche il susseguirsi delle festività e delle più importanti manifestazioni sportive, per esempio, Campionati Mondiali di Calcio o gli Europei. Le strutture espositive per le promozioni sono parte della contrattazione? . La parte relativa alle strutture espositive viene definita in periferia e in parte accoglie le proposte derivanti dalla contrattazione. Sul totale assortimento del punto di vendita, quale la percentuale sul lineare dedicata al beverage ? Varia a seconda dei tipi di PDV; mediamente, escludendo l’acqua che ha spesso un’esposizione a terra, si può considerare circa il 20% In questo contesto quali sono le prime 5 categorie beverage che performano meglio sia in valore che in volume? Le prime 5 categorie, senza considerare il mondo Acqua e Vini, sono: Birra cl 66 e 33 – Cole – The infusi freddi – Succo di frutta – Bibite gasate 1,5 lt.

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Quali le 3 categorie (o i prodotti) emergenti negli ultimi due anni? Se prendiamo in considerazione il mondo dei Vini abbiamo un deciso incremento dei vini pregiati. Nelle altre categorie aumentano in modo vistoso le bevande isotoniche e energetiche. A sentiment una promozione con materiali espositivi di quanto può incrementare vendite e rotazioni di un prodotto o di una categoria? Una promozione con materiale espositivo, ma senza taglio prezzo potrebbe incrementare dal 50% al 100% la vendita del prodotto rispetto alla baseline. Se vi fosse anche attività di pricing le percentuali sarebbero molto più elevate in relazione all’elasticità del prezzo. Le iniziative con materiali e corner si svolgono entro in appositi spazi oppure presso i lineari dedicati al beverage ? Generalmente in spazi espositivi temporaneamente dedicati al beverage.

Vi sono cataloghi o volantini collegati? Certamente, nel corso dell’anno abbiamo diverse manifestazioni promozionali supportate da materiale di comunicazione cartaceo come cataloghi o volantini; in queste occasioni è facile siano allestite delle esposizioni preferenziali. Da tempo si parla digitale anche in relazione alle promozioni in store, quali le novità in questo senso ? Stiamo studiando la possibilità di effettuare delle promo che abbiano un effetto sinergico tra ciò che è fisico, e ciò che è digitale. Si stanno proponendo player di servizi che attraverso la digitalizzazione del volantino cercano di attivare promo tailorizzate. Tutto è in movimento ma ancora, almeno noi, non abbiamo uno scenario operativo chiaro sia in termini di ingaggio che di costi.

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GRANDI SUPERFICI

di Barnaba Barattieri

Land of Fashion l’outlet

Intervista a Roberta Bianchi di “Azienda Agricola Villa” produttore enologico 5 outlet di Blackstone gestiti da Multi i quali collaborano con territori ospitanti

Roberta Bianchi

42italia Display èMagazine

Wine tour at Land of Fashion è l’iniziativa che dal 2017 crea un legame tra l’Outlet Franciacorta e l’omonimo territorio famoso nel mondo per i vini e soprattutto per gli spumanti doc e docg. In termini di promozione e di indotto si tratta di un legame win win, di quelli dove si vince in due insomma, che si concretizza attraverso tour guidati tra le volte di diverse tenute vitivinicole del consorzio enologico. A turno ognuna dà la disponibilità a ricevere gli ospiti dell’outlet e offrire degustazioni, visite in cantina e formazione in pillole sui metodi di produzione. Come spiega Roberta Bianchi Titolare delle cantine Villa di Monticelli Brusati: “Abbiamo deciso di investire in questo progetto per comunicare i valori del territorio che in questo caso unisce gli aspetti del fashion alla cultura e all’enogastromia locale”. All’Azienda Agricola Villa il tour inizia dal maestoso ingresso alle cantine che si sviluppano per diverse centinaia di metri sotto la collina denominata Madonna delle Rose, interamente coltivata a vite. A dispetto delle notevoli dimensioni strutturali di questa impresa agricola franciacortina che garantisce una produzione annuale di 250.000 bottiglie di spumante unicamente millesimato e 50.000 di vini doc e docg, gran parte del lavoro viene svolto ancora in maniera

artigianale. Lungo i cunicoli e i percorsi di roccia sedimentaria fossile che già di per se rappresentano uno spettacolo naturalistico tale da giustificare la visita, si stagliano diversi filari di pupitre, per ospitare complessivamente un milione di bottiglie di cui 14.000 rovesciate; per essere ogni giorno ruotate manualmente dai cantinieri. Questa procedura conosciuta come remuage è parte del processo di spumantizzazione ed è utile affinché il sedimento detto “feccia” generato dalla fermentazione dei lieviti, si depositi sul tappo che poi viene congelato per rendere solido il liquido in eccesso al suo interno. A questo punto diventa possibile la rimozione dello scarto senza che sia intaccata la parte pregiata dello spumante. Una lezione di enologia tra le tante cui è possibile assistere durante la visita. Visita che si completa con numerosi assaggi enogastronomici il cui pezzo forte sono spumanti che hanno riposato sui lieviti da un minimo di 3 fino a 10 anni. Per gli appassionati di enologia o per gli shopper dell’outlet desiderosi di approfondire la cultura del vino è bene sapere che la tenuta è dotata di 22 appartamenti molto richiesti, specie nei week end o durante occasioni speciali come il Festival di Franciacorta.


che si estende al territorio

entrato nel circuito di Land of Fashion, il brand che dalla Franciacorta alla Puglia raggruppa e tour operator, per proporsi come tappa parte di un percorso turistico internazionale.

Tutti differenti per posizionamento e struttura ma accomunati da un fil rouge: la vicinanza a territori che si distinguono per l’italianità, l’estetica e le peculiarità enogastronomiche. Sono queste le caratteristiche delle strutture di Land of Fashion l’insegna che raggruppa gli outlet denominati Franciacorta, Mantova, Val di Chiana, Palmanova e Puglia; acquisiti nell’ultimo quinquennio dal fondo Blackstone, ora gestiti da MOMI (Multi Outlet Management Italy). A spiegare il nuovo concept è Dario Pistone amministratore delegato di MOMI. Land of Fashion è più che un brand. Può spiegare il concept? Un posizionamento, espressione di un’identità forte e glocal, in grado di trasformare gli outlet da semplici luoghi per lo shopping a vere e proprie destinazioni dove scoprire l’immenso patrimonio storico, paesaggistico ed enogastronomico nazionale. Nella Land of Fashion si incontrano eccellenze globali - i brand e la cultura che rappresentano - e territoriali suggellando un italian style fortemente distintivo per un pubblico sia nazionale che internazionale. Lo dimostrano gli oltre 17 milioni di utenti che solo nel 2017 hanno attraversato le vie della Land of Fashion e gli oltre 600 punti

Dario Pistone vendita che ne fanno parte. La gestione di Multi ha saputo individuare per ogni Village una strategia differente e posizionante. I marchi selezionati sono frutto di una ricerca attenta, capace di valorizzare i più recenti trend del mercato e di riflettere al meglio i territori che li ospitano. Grazie a una serie di servizi smart e all’avanguardia come l’app e le mappe interattive, il visitatore della Land of Fashion può letteralmente immergersi in ogni Village: può visualizzare le boutique, selezionare le sue preferite, trovare le offerte più recenti, accedere a vantaggi esclusivi e alle numerose proposte di intrattenimento. Innovativa è anche la Land of Fashion Card: l’unica a dare accesso a tutti e 5 i Villaggi, come una sorta di passepartout che consente di pianificare al meglio il proprio itinerario alla scoperta degli incantevoli tesori della nostra Land of Fashion.

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maggiore qualità che non è necessariamente legata a un sensibile incremento dei visitatori ma si regge sulla proposta di un prodotto con valore economico più alto Anche lo stile architettonico è memorabile e originale e capace di proiettare ogni ospite in una dimensione villaggio a tutto tondo.

0,0241 0,0263 0,0383 0,0511

0,2579

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0,1315

.!

GERMANIA RUSSIA ISRAELE OLANDA DANIMARCA SVIZZERA FRANCIA

Quale il riscontro in termini di pubblico per nazionalità? Faccio riferimento a Franciacorta Outlet Village perché l’analisi risulta essere più completa. Oggi gli stranieri rappresentano il 15% del totale con una predominanza dei tedeschi, che sono il 26%, seguiti da russi, israeliani, nordeuropei. I cinesi costituiscono il 5% ma sono in crescita. Scommettiamo su un’offerta di sempre maggiore qualità che non è necessariamente legata a un sensibile incremento dei visitatori ma si regge sulla proposta di un prodotto con

Quali i pacchetti proposti ai tour operator dalla compagnia? Abbiamo già in essere il wine tour, siamo in via di definizione di alcune partnership interessanti con gli altri territori della Land of Fashion. Vogliamo legarci alle unicità del nostro territorio e promuoverne una conoscenza approfondita, come abbiamo fatto per The Floating Piers di Christo nel 2016, quando abbiamo accompagnato oltre 98mila turisti sul lago d’Iseo a vedere l’opera. Come ogni anno, ad esempio, Franciacorta Outlet Village è partner ufficiale del Festival Internazionale di Luci CidneOn al Castello di Brescia e a giugno invece del Festival d’Estate in Franciacorta. Tutto questo a conferma della volontà di creare uno stretto legame con l’identità dei luoghi dove sono situati i 5 outlet village del brand Land of Fashion. Quali i circuiti principali di commercializzazione dei pacchetti con formula shopping-visita territoriale? Siamo in trattativa con alcuni main player per regalare ai nostri visitatori italiani e stranieri un’esperienza nuova, non abbiamo ancora preso accordi definitivi ma è uno degli44obiettivi su cui stiamo investendo di più sia in termini di tempo che di risorse. italia

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valore economico più alto. Quali i pacchetti proposti ai tour operator dalla compagnia? Abbiamo già in essere il wine tour, siamo in via di definizione di alcune partnership interessanti con gli altri territori della Land of Fashion. Vogliamo legarci alle unicità del nostro territorio e promuoverne una conoscenza approfondita, come abbiamo fatto per The Floating Piers di Christo nel 2016, quando abbiamo accompagnato oltre 98mila turisti sul lago d’Iseo a vedere l’opera. Come ogni anno, ad esempio, Franciacorta Outlet Village è partner ufficiale del Festival Internazionale di Luci CidneOn al Castello di Brescia e a giugno invece del Festival d’Estate in Franciacorta.


Tutto questo a conferma della volontà di creare uno stretto legame con l’identità dei luoghi dove sono situati i 5 outlet village del brand Land of Fashion. Insieme alle Cantine Villa di Monticelli Brusati è nato un vero e proprio format che unisce lo shopping al turismo gastronomico. Quali gli altri itinerari proposti accanto allo shopping? Quali risultati? Si tratta di un’esperienza che offriamo anche ai nostri visitatori tutti i giorni: una navetta in partenza da Milano, ogni giorno, alle ore 11.00 al costo di soli 20 € ti accompagna a Franciacorta Outlet Village e, in seguito, in visita a una delle più belle cantine della Franciacorta. Solo nel 2017 la navetta transfer da

Milano ha infatti trasportato oltre 3.000 turisti per la maggior parte stranieri che hanno vissuto due esperienze indimenticabili: una giornata di shopping lungo le vie del Village e la visita con degustazione. Il Wine Tour ha ottenuto il patrocinio dell’associazione Strada del Franciacorta e le cantine del Consorzio Vini Franciacorta che hanno dato accoglienza per il tour guidato con degustazione, sono scelte tra le più prestigiose secondo un calendario a rotazione. Questa è la missione che abbiamo dichiarato: unire i nostri Village alla bellezza del territorio. In questo momento quindi stiamo studiando altri pacchetti simili a questo, ricordo comunque che tutti i possessori di Village Card hanno diritto a sconti

riservati in alcune delle attrazioni partner dei territori che ci ospitano. In quali circuiti esteri vengono proposti gli outlet e in quale modo vengono comunicati? Il primo sono le fiere dedicate al turismo, con Berlino e Londra all’estero ma anche quelle internazionali che si svolgono in Italia ovvero la BIT e la TTG. Inoltre gli accordi diretti con i tour operator. Si aggiungono partnership con player importanti ad oggi non ancora perfezionare.


PHARMA CATEGORY

di Michele Preziosa

Il pharma vending in attesa di e-commerce e otc

Nicola Campedelli Sales Area Manager Il vending in farmacia è attivo da una decina di anni per erogare soprattutto parafarmaci. Un modello di business sempre più interattivo che vede gli esercizi farmaceutici cercare nuovi canali per avvicinarsi sempre più strategicamente al consumatore. In un mercato che in seguito alle liberalizzazioni si presta a numerosi scenari ipotetici, aprire un distributore automatico di parafarmaci può rivelarsi un business molto redditizio, di facile espletamento, dai costi di avvio e gestione bassi e, nondimeno, in virtù di un impegno lavorativo di poche ore settimanali a fronte di guadagni costanti nel tempo e della facilità d’accesso. In un mercato sempre più attento alla salute e al benessere il trend di crescita per la distribuzione automatizzata non può far altro che presentare un segno positivo. Ormai da tempo i distributori automatici da esterno non rilasciano più solamente quel che attiene ai rimedi anticoncezionali e affini (come il test di gravidanza) ma anche spray per il mal di gola, integratori, cerotti e più in generale tutto il parafarmaco che tradizionalmente si è sempre acquistato direttamente in farmacia. Certo, è anche una questione di opportunità ed è fondamentale saper selezionare le referenze o le categorie di prodotto in modo strategico tali da incontrare i desideri del pubblico. Aprire un distributore automatico di parafarmaci è quindi legale e possibile, diverso è invece il discorso per i farmaci. Per vendere farmaci è infatti ancora obbligatoria la presenza costante di un farmacista, situazione intrinsecamente non prevista nell’ambito della

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distribuzione automatica. Alcuni sostengono che per i farmaci da banco (i cosiddetti OTC) la presenza del farmacista non sia necessaria in quanto questo tipo di referenze non richiedono ricetta. Tuttavia la regolamentazione in tal senso presenza ancora diversi vulnus, sicché molti operatori preferiscono non rischiare per non imbattersi in problemi di carattere legale va da se che nella selezione dei prodotti da inserire all’interno della macchina diventa opportuna una valutazione di carattere deontologico tale da tutelare il consumatore e da rispettare le normative che presentano tutt’ora ampie zone d’ombra. Stesso discorso vale per il commercio elettronico delle farmacie. Mentre alcuni farmacisti sono già abilitati alla vendita del parafarmaco on line attraverso siti propri, si è in attesa di capire se la stessa dinamica è possibile anche per la categoria OTC. Interessante è altresì il processo di digitalizzazione dei distributori automatici. In tal senso le macchine vengono sempre più dotate di software utili a interagire nella gestione attraverso l’analisi di parametri diversi, tra questi: - Statistiche di vendita, configurazione prodotti, Gestione prezzi e offerte, Controllo Giacenze, Gestione allarmi sino al monitoraggio della temperatura. Diventa quindi possibile applicare le logiche del Category Merchandising ai distributori che si stanno caratterizzando ulteriormente attraverso un design sempre più ricercato. È sempre più frequente, infatti, imbattersi in macchine sempre

più “illuminate” e dotate di dispositivi che ne stimolino la visibilità. Vediamo l’esempio di PharmaShop24 nell’intervista al Sales Area Manager Nicola Campedelli. Quando è iniziata l’attività di PharmShop24 e quanti distributori conta sul territorio italiano ed estero? L’attività inizia a fine 2008/inizio 2009 quando, assieme a un farmacista allora della zona sul lago di Garda, abbiamo messo a disposizione le nostre conoscenze in fatto di distribuzione automatica e le necessità della farmacia. Nacque così PharmaShop24. Da allora abbiamo registrato un successo crescente, oggi vantiamo un totale di 1200 installazioni sul territorio italiano e circa 600 all’estero. Quali sono le categorie merceologiche più vendute attraverso Pharmashop24? Le categorie merceologiche più vendute sono: contraccezione e piacere della persona, per oltre la metà delle vendite. Cura della persona, Prime medicazioni e prodotti per l’Infanzia come pannolini, sono le altre categorie significative di questo segmento. Se nei primi anni i prodotti legati alla contraccezione costituivano la stragrande maggioranza del fatturato, negli ultimi anni osserviamo un aumento delle altre categorie che stanno per guadagnare quote importanti. Mi riferisco soprattutto ai prodotti per l’igiene personale e per l’infanzia. In qualche location funzionano bene anche gli integratori alimentari, soprattutto in prossimità dei percorsi dei ciclisti. Un prodotto sorprendente in termini di

performance è il Kukident: acquistarlo dal distributore automatico garantisce una certa riservatezza, un vantaggio che vale per molti prodotti. Quali le potenzialità del vending in farmacia per il futuro? L’aver allargato l’offerta dei distributori dai prodotti di contraccezione e piacere della persona alla disponibilità di un assortimento di servizio è stato un primo passo in avanti, al momento le potenzialità di crescita sono legate alla interattività e alla diffusione di informazioni tramite filmati e immagini. Il distributore non è solo un “dispenser” di prodotto ma anche uno strumento di marketing. Abbiamo appena lanciato sul mercato il modello Virtual, dove l’esposizione dei prodotti viene migliorata. Il cliente ha a disposizione una ricerca del prodotto per categoria, può trovare “i consigliati” e visionare filmati illustrativi legati al prodotto. In più, abbiamo messo a disposizione dei farmacisti anche un modulo locker aggiuntivo in grado di fornire prodotti negli orari di chiusura, con ordinazioni dirette al farmacista. È possibile creare un collegamento tra il commercio elettronico e Phamashop 24? Utilizziamo già da anni POS e Carte di Credito In più abbiamo messo a punto anche una App, sia per Android che per Ios, che permette al cliente posizionato di fronte al distributore di consultare il prodotto, selezionarlo e acquistarlo tramite PayPal. Per quanto riguarda, invece, forme più evolute di commercio elettronico rispetto non sono ancora chiare le regole. posso dire che tutto


ciò che è legalmente possibile fare PharmaShop24 lo fa.

maggiori sono durante il week end. L’età degli utenti è generalizzata, mentre si registra una preponderanza del genere Quali saranno gli sviluppi tecnologici femminile nell’ordine del 60%. dei vostri distributori? (riconoscimento facciale, biometrica, sistemi di Sono previste installazioni su altre pagamento, touchscreen) location oltre che in farmacia? Infiniti. È stato messo a punto il Non con il marchio PharmaShop24. collegamento del nostro distributore Soprattutto, dai nostri dati emerge con i principali fornitori di magazzini una situazione particolare: la stessa Sugarmedia automatizzati come Golmann, Rowa, PharmaShop24 stessoe dei tipoprodi Innovativa l’idea di Sugarmedia, realtà che opera nel mercatocon dei loservizi Pharmatek e, imminente, Label. category ha performance migliori a dotti per la ristorazione esterna, che ha Viscom Sugarmix, nuovo La PharmaShop24 è un valido assistente allapresentato ridossoaldella croce piuttostounche in altre media che massimizza la comunicazione di prossimità. Si tratta di un contenitore, professionalità e alla capacità del farmacista, location. Per le altre location abbiamo una sorta di dispenser per bustine di zucchero e tovagliolini dotato di un video di 8 pollici che ne occupa la superficie e che trasmette contenuti. “Questo prodotto – ha spiegato Antonio Quatraro di Sugarmedia – è stato pensato per il canale dei bar, il luogo che ha la più alta frequentazione quotidiana, in Italia ce ne sono 180.000”. Sugarmix ha un software dedicato per la gestione in tempo reale dei contenuti, che possono essere messaggi pubblicitari o anche informazioni di pubblica utilità o notizie. “E’ uno strumento potente perché agisce a contatto visivo con il consumatore durante la sua pausa caffè, un momento favorevole a memorizzare messaggi” ha commentato Quatraro. Sugarmix è uno strumento altamente flessibile in termini di pianificazione pubblicitaria, grazie alla possibilità di “splittare” la programmazione pubblicitaria, dal panorama nazionale, al regionale, provinciale e locale. Questa caratteristica risulta interessante per tutti quei potenziali inserzionisti che non hanno accesso a pianificazioni pubblicitarie, poiché non in possesso di budget congrui.

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Paolo Lendaro

La contraccezione in farmacia

Forse gli esperti di cartegory management non sanno che quello della contraccezione è un mercato veramente sfaccettato. Tra i giovani, nel campo della profilassi il 72% usa il profilattico per evitare la gravidanza e oltre la metà per le malattie sessualmente trasmissibili. Le nuove categorie legate al piacere pesano il 2-3% Per contraccezione si intendono dei metodi o dei dispositivi utilizzati per prevenire il concepimento. Non parliamo quindi solo di profilattici, che con il diaframma, rientrano tra i metodi definiti “a barriera” ma anche di tutto il mondo della Contraccezione ormonale, il cui leader è la pillola estroprogestinica ma troviamo anche l’anello contraccettivo, i cerotti transdermici e la contraccezione

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sottocute, poi ci sono i dispositivi intrauterini (IUD) rappresentati dalla spirale. Esistono poi anche metodi definiti CHIMICI, ovvero spermicidi, ma sono molto poco conosciuti ed usati perché non danno garanzia di efficacia per cui vanno sempre usati con altri dispositivi. Mentre la contraccezione ormonale rientra nella grande categoria del farmaco etico o farmaco generico


ovvero tutto ciò che risponde ad una prescrizione medica pertanto non può essere esposta. La contraccezione a barriera e i dispositivi intrauterini rispondono ad un’azione che possiamo definire “meccanica”, i primi sono venduti in Farmacia (ma non solo) e rientrano nella macro-categoria dei sanitari (e sotto-categoria contraccezione e profilassi) mentre i secondi sono peculiarità del ginecologo. Da alcuni anni si parla anche di pillola del giorno dopo (PgD) ovvero un metodo contraccettivo d’emergenza, un farmaco che, straordinariamente, rientra nella categoria dei SOP (Senza Obbligo di Prescrizione) e solo per le minorenni c’è l’obbligo di ricetta del medico non ripetibile. Nel mondo della contraccezione da qualche anno, possono essere inseriti anche tutti gli strumenti per il calcolo del momento migliore per concepimento e il calcolo dell’ovulazione, dove “Clearblue-test di ovulazione digitale” è il leader del mercato, diverso dai testi di gravidanza. Dove la Farmacia è il canale distributivo preferenziale. Detto tutto questo, comunemente, quando si parla di contraccezione, vengono in mente principalmente due cose: pillole e profilattici, da diversi anni non solo quello maschile ma esiste anche una variante per uso femminile ed è qui che è bene fare un grande cenno storico/sociologico quando si parla di questo argomento, infatti bisogna ricordare che il profilattico non è solo un dispositivo contraccettivo ma è soprattutto l’unico strumento che protegge da tutte le malattie sessualmente trasmissibili. Con la diffusione dell’HIV negli anni ‘60/’70 e poi massicciamente dagli anni ’80, è iniziata una forte campagna di comunicazione a sostegno dell’utilizzo del “condom”, non solo per il controllo delle nascite, ma soprattutto per la salvaguardia della propria salute. Le abitudini dei più giovani in merito all’uso In una recente ricerca di Durex pubblicata nel Febbraio 2018 in collaborazione con Skuola.net, grazie a 30.000 giovani tra i 14 e i 25 anni che hanno deciso di confidarsi con il

corner dedicati, non sono più solo pieni di colorate confezioni di preservativi con ogni caratteristica, gusto, dimensione e colore, ma di dispositivi e accessori per il piacere di entrambi, meglio conosciuti come sex toys e pleasure gel. Il mercato è ampio, sfaccettato e in continua evoluzione. Possiamo parlare di nascita di una nuova categoria in Farmacia. I dati ancora non ce lo confermano ma la tendenza che vediamo è questa (Dati interni Mutec 2018). Leader della categoria in Farmacia è senza dubbio Reckitt Benckiser che, con i preservativi Durex copre oltre la metà del mercato e, da tempo, ha determinato l’evoluzione del mercato creando tutta una linea di gel. Seguono marchi come Control, Akuel, Hatu sostenuti, con Durex, da importanti campagne pubblicitarie che negli anni hanno tracciato la strada al nuovo segmento. I dati sono sempre positivi anche se in leggero calo rispetto l’anno precedente. Questo comparto pesa circa un 2/3% del comparto dei sanitari e l’80% delle vendite di questa categoria è fatto dai distributori automatici (Fonte dati: interni Mutec e Newline 2018).

confessionale virtuale messo a loro disposizione dal portale per indagare la loro conoscenza in fatto di educazione sessuale. Ebbene il 57% di loro utilizza il profilattico, il 22% qualche volta 21% mai. Tra gli utilizzatori, in un questionario a risposta multipla, il 72,15% del campione lo utilizza per evitare gravidanze indesiderate, il 60% anche per evitare gravidanze indesiderate, il 15,7% anche perché è pratico, mentre il 4,9% perché migliora le sensazioni nel rapporto (stimolanti e ritardanti).

Tra i non utilizzatori le motivazioni dissuasive soprattutto: l’uso di altri metodi (46,4%), o la diminuzione del piacere (27,1%). In ogni caso il profilattico è il leader incontrastato del grande mercato chiamato della “contraccezione e profilassi” (Categorizzazione di NewLine per statistiche Mutec). Distribuito principalmente tramite distributori automatici e in Farmacia a libera presa in corner dedicati (in genere in gondole o scalette da banco). Oggi questi distributori, ma anche i

Capitolo decisamente diverso per quello che riguarda la contraccezione ormonale in Italia: un sondaggio commissionato da Bayer a livello mondiale, e in Italia realizzato tra novembre 2016 e gennaio 2017, ha rivelato che, nonostante i notevoli progressi compiuti nel mondo della contraccezione femminile rispetto agli ultimi decenni, la “pillola” rimane il contraccettivo più conosciuto tra le ragazze di età compresa fra i 20 e i 29 anni, insieme al profilattico che è utilizzato solo dal 22% di esse

(Fonte dati: Il sondaggio “‘Women and contraception: From baby boomers to millennials – has anything really changed” di Bayer: Science For A Better Life del 2017)

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IN STORE MARKETING

di Lorenzo Peroni

Marketing Olfattivo: fragranze e strategie di vendita Come un’emozione sensoriale può rafforzare l’immagine di un’azienda. Le esperienze di Puli Center, Barolo e Abercrombie&Fitch Ne parla ad esempio Mariangela Rossi nel suo libro Dillo con un profumo (edito da TEA): «Non è raro indugiare appena si varca la soglia di alcuni hotel, incuriositi da un benvenuto insolito e profumato. Da varie ricerche è stato individuato che sono i primi 10 minuti, all’arrivo, a definire nella mente del viaggiatore se il soggiorno sarà positivo o meno. Ecco perché è importante renderlo speciale anche con una profumazione». L’utilizzo accorto di aromi e fragranze è risultato efficacemente, in diversi settori dell’ambito commerciale, per perseguire più obiettivi: attirare l’attenzione dei clienti, promuovere e rafforzare l’immagine aziendale, comunicare in modo nuovo e distintivo, creare un legame più intimo con i clienti, farsi ricordare.

Alcuni profumatori automatici I profumi agiscono su di noi ancora prima che possiamo rendercene conto perché colpiscono direttamente il sistema limbico: quella parte del nostro cervello in cui nascono le emozioni. Una ricerca della Rockefeller University di New York ha rivelato che le persone possono ricordare il 35% di quanto annusato, rispetto al 15% di quanto assaporato, solamente il 5% di ciò che hanno visto, il 2% di quanto hanno sentito e l’1% di ciò che hanno toccato. Diversi studi hanno evidenziato come gli odori e le essenze sono in grado di rievocare ricordi latenti nella memoria aumentando così l’attenzione nel cliente e predisponendolo maggiormente all’acquisto. Un profumo piacevole, fragrante, è in grado di evocare ricordi e sensazioni di benessere. I profumi ci possono calmare, stimolare e quindi condizionare.

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Il marketing olfattivo, o scent marketing, fa parte di quelle strategie di vendita che puntano sulla dimensione esperienziale e sulla capacità di suscitare emozioni e sensazioni nel cliente facendo leva direttamente sui sensi. Un numero sempre maggiore di aziende ha iniziato a utilizzare profumi e aromi in modo mirato, per migliorare la propria comunicazione aziendale e per personalizzare il proprio brand. In Giappone e negli Stati Uniti il marketing olfattivo è ormai da anni un business consolidato, risulta avere un costo contenuto e risultati tangibili. È ampiamente usato in casinò e sale da gioco, uffici, negozi, hotel e studi medici. Come riportato nel volume “Marketing Sensoriale”, il cliente si sente, in presenza di un profumo gradevole, «accolto, avvolto in una sensazione di

benessere che lo invoglia all’acquisto, alla permanenza in un luogo, lasciando in ognuno di noi una traccia indelebile». Il marketing olfattivo, in buona sostanza, agisce su due livelli. In primis, un cliente che si trova a proprio agio in un determinato ambiente tende a trascorrervi più tempo, vagando tra gli scaffali aumentano le probabilità d’acquisto anche per articoli di cui magari non aveva bisogno o dei quali non aveva previsto la necessità. Inoltre, un buon aroma all’interno di un punto vendita costituisce un ricordo positivo legato dell’esperienza d’acquisto, questo porta alla fidelizzazione del cliente che si sentirà incoraggiato a tornare in quello stesso negozio. Il profumo è, quasi sempre, la prima cosa ad accoglierci quando arriviamo in un posto nuovo e costituisce un forte imprinting, sia a livello conscio che non.

Anche in Italia negli ultimi anni le aziende stanno cominciando, a piccoli passi, a includere il marketing olfattivo nelle proprie strategie di comunicazione, vantaggi ed efficacia sono comprovato da diverse pubblicazioni e studi di settore che spiegano come l’utilizzo di un profumo può migliorare la fiducia del consumatore in un determinato brand, e di conseguenza il potere di acquisto. Attraverso lo scent marketing è possibile caratterizzare le diverse parti di un negozio, creando ambienti olfattivi specifici, per l’uomo e per la donna ad esempio. Le fragranze possono difatti interagire con gli spazi e i loro aspetto estetico. Un profumo caldo, morbido, di arancio, enfatizza i colori vivaci e accoglienti, mentre una fragranza di menta piperita interagisce meglio toni di colori freddi, rinfrescanti e puri. «Ci sono odori che aiutano a concentrarsi -spiega Mariangela Rossi nel suo libro- altri che rilassano, altri ancora che invogliano all’acquisto e che, come l’effetto di una madeleine proustiana, riportano indietro nel tempo, scatenando un processo fisico e psicologico che connette profumi, immagini, storie e ricordi. Ecco perché oggi si parla sempre di più di arredo olfattivo, in cui un’essenza viene posizionata o vaporizzata al pari di un mobile inserito in un contesto globale in modo armonico, ma mirato». Come conferma poi Andrea Pezzotti,


Direttore commerciale di Puli-Center Tecno «Il mercato è estremamente ricettivo alla componente esperienziale che è ormai fondamentale per percepire, testare, coinvolgersi e partecipare, soprattutto nei momenti in cui ci si predispone all’acquisto». Come comprovato da ricerche statistiche, profumando l’ambiente in maniera opportuna si può registrare un aumento del tempo di permanenza in negozio del 16 % e una maggiore disposizione da parte dal cliente verso il personale, tradotto in un aumento dal fatturato che oscilla tra il 3 e il 6 %.

La giusta essenza

È dimostrato come in un negozio con una fragranza adatta (rispetto a uno non profumato - o profumato nel modo sbagliato) migliora la relazione che si crea con i clienti, che avranno così voglia di tornare. Aumenta la disponibilità all’acquisto così come la capacità di riconoscere, in modo positivo, un brand. D’altra parte ci succede lo stesso anche con le persone. Andrea Pezzotti ci illustra come esempio l’installazione da parte di Puli-Center Tecno di due profumatori che coprono 500 mq di uno store dedicato alla moda: Bosio Abbigliamento, in Val Camonica: «In questo caso, abbiamo voluto interpretare la loro identità glamour e moderna, abbinando una fragranza intensa, carismatica e dalla forte personalità con note di fondo muschiate e ambrate, in grado di infondere nei

clienti un sentimento di fiducia, creando così un legame più stretto con loro». Un’altra azienda con cui ha lavorato Puli-Center è il Centro Estetico Olistico Valè, di Lovere sul Lago d’Iseo, cliente dell’azienda nel settore Beauty: «In questo caso si è lavorato per stimolare emozioni diverse: senso di relax, di benessere e tranquillità per creare un Ambiente accogliente dedicato ai clienti e interamente finalizzato a lasciare un ricordo positivo destinato a durare nel tempo. In questo caso l’essenza scelta è stimolante, fresca, evoca i ricordi legati al mare, alle vacanze, alla fuga dalla stressante vita quotidiana, il suo aroma agrumato e rinfrescante, è perfetto per liberare la mente dai problemi della quotidianità». I dispositivi Puli-Center sono pensati per integrarsi con l’ambiente in cui vengono posizionati, il design è studiato per essere minimal e discreto: in questo modo la fragranza viene percepita e sentita senza elementi di disturbo. «Quando si parla di Marketing Olfattivo -spiega il direttore commerciale- è l’essenza a dover essere d’impatto, a colpire, a suscitare un’emozione o una sensazione, non l’estetica del dispositivo, infatti i nostri sistemi possono essere integrati e inseriti negli impianti di condizionamento della struttura, in questo modo la fragranza verrà percepita come parte integrante del luogo che si sta visitando». Questi profumatori, dotati di un doppio

Andrea e Sergio Pezzotti titolari di Pull Center Tecno

“Un centro americano, Scent Marketing Institute, che studia la metodologia di applicazione delle essenze al marketing, ha approfondito con una classifica una serie di associazioni tra odori, esperienze sensoriali, disponibilità all’acquisto e reazioni varie.” Per essere più vigili: menta, limone. Per rilassarsi: lavanda, vaniglia, camomilla. Per percepire una stanza più piccola: odore di griglia/barbecue. Per percepire una stanza più grande: mela, cetriolo. Per spingere all’acquisto di mobili: cuoio, legno di cedro. Per invogliare ad acquistare una casa: pane appena sfornato” Da “Dillo con un profumo” di Mariangela Rossi (edizioni TEA)”

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serbatoio, utilizzano un sistema di nebulizzazione a freddo che emette particelle olfattive inferiori a 5 micron mediante una pompa ad aria, trasformando così il profumo dallo stato liquido a quello gassoso: in questo modo aumenta la permanenza e la concentrazione dell’essenza nell’aria. «Il Marketing Olfattivo -continua Andrea Pezzotti- trova applicazioni ideali anche nelle aziende: si è visto che attraverso l’uso di specifiche essenze migliora il senso di concentrazione o, nelle sale riunioni, la disponibilità alla condivisione e all’ascolto». Come spiega difatti Mariangela Rossi nel suo libro dedicato al mondo dei profumi «secondo il risultato di una ricerca in Giappone, dove sono molti i fervidi sostenitori dell’aromacologia applicata al mondo del lavoro, diffondendo essenza di limone negli uffici attraverso i condotti dell’aria, la percentuale di errori dovuta a distrazione degli impiegati diminuiva di un terzo, mentre la produttività era in visibile aumento». Lo scent marketing senza dubbio è un modo nuovo e innovativo per il mercato italiano di percepire la relazione tra azienda, dipendenti, clienti. E se c’è chi preferisce concentrasi sulle potenzialità e l’efficacia delle essenze, c’è anche chi punta sulla ricerca estetica, nel tentativo di dare a un profumatore dignità pari a quella di un vero oggetto di design. Negli ultimi anni il mercato dei diffusori di profumo, anche a uso domestico, si è basato su sistemi molto basilari, con materie prime industriali e con risultati a volte non proprio esaltanti. Quella che le aziende di settore stanno cercando di avviare è un’inversione di tendenza. L’obiettivo è quello di offrire un prodotto che riesca a conciliare l’estetica con la qualità dell’aroma.

Diffusori a noleggio

Tra le aziende italiane che si occupano di fornire servizi per il marketing olfattivo, ad esempio, c’è anche Barolo, che offre soluzioni olfattive di customer journey per hotel, aziende, negozi, centri estetici e spazi pubblici. L’azienda ha una propria linea di essenze, “Passioni Aromatiche”, e offre su richiesta consulenze personalizzate per marketing e strategie olfattive studiate ad hoc per i proprio clienti. È difatti fondamentale capire quale profumo utilizzare e come. Tanti i fattori da considerare: lo stile degli ambienti, l’ampiezza, l’illuminazione, l’obiettivo da raggiungere. Barolo ad esempio offre un servizio di noleggio, con canone mensile e fornitura di profumatori professionali (diversi i modelli disponibili), che prevede anche consulenza e assistenza personalizzate. La loro linea di diffusori punta su un design innovativo, rendendo i profumatori, realizzati in legno massello, dei veri e propri complementi d’arredo. In questo caso l’attenzione all’estetica è centrale: stile vintage, legno di noce o faggio, acciaio spazzolato, e lacche dai colori accesi (giallo, bianco e azzurro). Regolazione d’intensità programmabile e funzionamento con capsule profumate rendono l’utilizzo il più pratico possibile,

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come in una moderna macchina per caffè. Tre diversi modelli disponibili - Pomelia, Evermore e Cheminèe - e addirittura 54 aromi diversi divisi tra Freschi (Mandarino verde e Foglie di mente, per esempio), Gusto (Latte di fico, Dolce vaniglia), Natura (Frutti Rossi, Legni verdi), Energia (Speziato, Pepe e Cannella), Viaggio (Freschezza del Mediterraneo, Aquamarine) e Tradizione (Talco, Lino Grezzo).

A&F Pionieri dello scent marketing Non tutte le strategie che coinvolgono il marketing olfattivo sono risultate vincenti. In un articolo dell’Huffigton del 2014, approfondito in seguito anche dal Times, veniva segnalato e analizzato il caso di Abercrombie & Fitch. Il noto marchio per abbigliamento è famoso per essere stato uno dei primi a intuire le possibilità del marketing sensoriale, ma applicandolo nel modo sbagliato. È risultato difatti che l’odore troppo intenso delle loro colonie, Fierce e Socal, spruzzate con generosità nei negozi del brand, fosse dannoso agli affari. Ridurre del 25 % la quantità di profumo è stata tra le prime mosse del rebranding dell’azienda. Sembra difatti che il profumo utilizzato fosse ragione di ansia per la clientela, il tempo di permanenza negli store risultava quindi troppo basso con un conseguente calo di acquisti. Bianca Grohmann, Docente alla Concordia University ha osservato: «Un’opzione, invece di ripensare all’intensità, è ripensare a quale profumo usi. Un profumo che ricorda spazi ampi e aperti potrebbe aiutare a ridurre l’ansia di molte persone». Abercrombie dal 2015, a seguito del fatturato in costante calo, ha dimezzato il volume della musica, reso i propri negozi più luminosi e eliminato i modelli sexy a petto nudo, nel tentativo di restituire al pubblico un’immagine più rassicurante. Le colonie che Abercrombie distribuiva anche attraverso i sistemi di ventilazione avevano un carattere muschiato e maschile, che suggerisce spazi chiusi. Le ricerche della Grohmann suggeriscono come fragranze simili, quando usate in negozi con spazi angusti come gli Abercrombie, farebbero sentire gli acquirenti ansiosi, dando loro una sensazione di claustrofobia - qualcuno addirittura ha definito questi profumi come “miasmi asfissianti”. Dal 2017 Fierce è stata abolita come fragranza in store ed è stata sostituta da uno dei tre nuovi profumi della linea unisex di Abercrombie: Ellwood. «Quando i clienti entreranno da Abercrombie & Fitch saranno ben accolti

e le sale saranno luminose -ha detto un portavoce del brand- la fragranza che avvertiranno sarà leggera, semplice ma memorabile».

Nuova merceologia in GDO

In questa direzione, con prodotti rivolti però verso il mercato GDO, si è mossa Tavola S.p.A. con una nuova linea di prodotti destinata alla grande distribuzione: Immagine –Art of Fragrance. Questo il nome, dall’ovvio intento evocativo, scelto per per i nuovi profumatori per ambienti progettati da Stefano Giovannoni, architetto e designer che negli anni ‘90 ha rivoluzionato la produzione Alessi, rendendo grazie all’uso della plastica il design più democratico, rivolgendosi alle nuove generazioni. L’innovazione perseguita è quella della realizzazione di un prodotto che riesca ad andare incontro ai bisogni e ai desideri dei consumatori, di alta qualità ma facile da acquistare (e per reperibilità e per prezzo). Con questa linea il design esce quindi dai punti vendita selettivi per arrivare nel mass market mantenendo la coerenza tra immagine ed esperienza olfattiva. Questa è la prima volta che il design arriva al supermercato. Due le tipologie di diffusori, entrambe ricaricabili. Gli Omini Mondo sono una gamma di diffusori, piccole bottigliette

corredate da un ventaglio di bastoncini, che propongono diversi personaggi provenienti da svariate parti del mondo, ognuno carico di una fragranza caratteristica. C’è l’omino indiano (Sandal ginger), quello inglese (Rose cedarwood) e quello giapponese (Sakura fig), ma questo tipo di formula apre con facilità alla possibilità di una serialità ben più ampia. Inkognito invece è la gamma di profumatori ambientali spray. Anche in questo caso i personaggi disponibili, per ora, sono tre: azzurro (Amber cashmere), magenta (Cardamom patchouli) e arancio (Pepper bergamot). Presentata nel supermercato Unes in via Melzo a Milano La distribuzione di Immagine - Art of Fragrance è iniziata nel novembre 2017 e ha coinvolto i principali nomi della grande distribuzione ma anche i drugstore e la profumeria, con display dedicati che permettono di individuare e riconoscere facilmente il prodotto.. La confezione è stata realizzata per rendere il prodotto il più visibile possibile (è quasi completamente trasparente), importantissimo difatti il colpo d’occhio, ed è dotata di un talloncino gratta e annusa per aiutare il cliente nella scelta del prodotto. Questo ha permesso l’eliminazione di tester e dispenser dagli scaffali.


Bel tentativo

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VETRINE

di Giovanna Vitacca

Fall winter 2018|2019 La parola d’ordine della prossima stagione Autunno-Inverno è contaminazione. Un mix and match di tendenze che attraversano ogni settore, dal design alla moda, con un unico obiettivo: offrire ai consumatori esperienze di benessere. Si segnala anche il ricorso al concetto di metavetrina Benessere. L’aspetto interessante di questo nuovo approccio al retail è che permea ogni ambito della vita dell’individuo. Una vera e propria wellness experience che si concretizza attraverso soluzioni inaspettate, fuori dagli schemi, che puntano all’innovazione nel solco della tradizione rendendo tutto molto fluido, osmotico. Negli ambienti domestici convivono elementi apparentemente lontani tra loro, talvolta stridenti, che offrono un effetto finale sorprendente, insieme accogliente e “stiloso” o stylish come dicono gli anglofoni. Gli spazi sono concepiti in stile nordico, minimal, con protagonista assoluto il legno naturale, ma integrano ricchi elementi come la carta da parati, patter barocchi, velluti, tappeti a pelo lungo, cristalli e specchi, complementi d’arredo in metallo dorato. Stessa cosa nella moda. Le passerelle ci hanno proposto un meltin pot estremo, come non si era visto da diversi anni. Si passa dal folk etnico al vinile, dalle paillettes ai maglioni oversize. Anche qui il messaggio è ‘stare bene’ vestendo ciò che più ci fa sentire a proprio agio e soprattutto rispecchia la propria personalità. Osservando le vetrine che anticipano le novità della prossima stagione Autunno Inverno 2019 tutto questo è già realtà.

Metavetrine

Il metateatro è una rappresentazione che sviluppa sul palcoscenico un’azione ulteriore. Molte delle vetrine del quadrilatero della moda sembra esprimano esattamente questa operazione, alcune in modo didascalico, altre in modo più concettuale. Da qui il concetto di metavetrina. Tutte sembrano voler coinvolgere il passante e invitarlo ad assistere a una nuova messa in scena dove manichini e oggetti si animano per dare vita a micro mondi, micro storie interpreti dei valori del brand e del suo messaggio di comunicazione.

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Salvatore Ferragamo Uomo richiama in modo esplicito il mondo del teatro dotando la vetrine del classico sipario di velluto rosso. Altre, Chanel e Pucci, propongono vere e proprie performance artistiche con musica, elementi di design, installazioni multimediali. È come assistere a uno spettacolo de La Fura del Baus, compagnia teatrale spagnola che recita in mezzo al pubblico, o a uno spettacolo di Giorgio Barberio Corsetti nei quali danza, fumetto, musica, moda, videoclip, pubblicità si incrociano in spettacoli veloci, pulsanti, a piani multipli. Qui lo spettacolo è la moda che si trasforma, quasi con un effetto morfing, e suggerisce come si possa assumere le sembianze di Uno, nessuno, centomila lasciando libero spazio alla creatività: nel caso specifico la capacità di dar vita a più outfit a partire da pochi capi ben abbinati (e di qualità).


Meta vetrina per eccellenza è quella di Loewe: noi guardiamo il manichino e il manichino osserva gli oggetti contenuti in un’ulteriore vetrina inserita nello spazio interno. Riferendoci strettamente al tema degli allestimenti è molto interessante vedere come i visual merchandiser abbiano riempito di significato l’inserimento dei display led nelle vetrine. In questo modo hanno sfruttato la dinamicità del contenuto per poter sviluppare delle vere e proprie storytelling. E visto che le storie si raccontano con le parole, bella la scelta di Fendi, Balmain e Bottega Veneta di inserire dei maxi lettering in vetrina con un duplice obiettivo: visualizzare le lettere che compongono il nome del brand e arredare lo spazio in modo ironico, allegro. Più che teatrale qui l’ispirazione è circense. Un po’ circense anche il pavimento della vetrina di Simonetta Ravizza. Ricordiamo che l’oversize è un must del settore moda, con maxipull, cappotti destrutturati, abiti dai tagli morbidi, accessori vistosi, e dell’interior design con l’utilizzo di pochi e selezionati elementi dai forti colori e dalle dimensioni sproporzionate rispetto allo spazio in cui sono inseriti. L’oversize è una scelta, una filosofia di vita. Chi veste oversize ha uno stile casual, un approccio più scanzonato. C’è invece chi opta per la pulizia delle linee, la semplicità, il trend minimal.

Minimal Vibes

Se la vetrina è specchio dell’immagine di un brand ecco che Valentino, Celine, Burberry puntano tutto sulla collezione e considerano davvero marginale l’allestimento dello spazio espositivo. Valentino veste semplicemente i suoi manichini, senza anima, in un spazio asettico, privo di ogni caratterizzazione dove però il pavimento e le mura rivestite con una sorta di granito risultano preponderanti rispetto ai manichini stessi. Celine posiziona un solo manichino che indossa una felpa oversize e punta l’accento su un must have della stagione, le galosce. Anche Burberry mette in vetrina un solo manichino che indossa il suo classico trench. La loro icona è il loro biglietto da visita.

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Travel Passion

Nell’immaginario comune vestire casual è sinonimo di praticità, relax; l’eleganza si associa alla formalità, rigidità, scomodità. All’inizio dicevo che obiettivo di tutte le tendenze del momento è il benessere della persona e di conseguenza tutto porta al tema del casual che a sua volta si declina in particolare nell’ambito travel. Questo trend è la risposta al fenomeno dei nomadi digitali, professionisti che svolgono la propria attività da ogni parte del mondo, anche dalla spiaggia, dalla foresta tropicale, dalla cima di una montagna. Qui i formalismi non esistono, tantomeno i rigidi colletti bianchi. Qui la priorità è liberare la mente (e il corpo) da ogni forma di costrizione e legame. Alcune vetrine parlando in modo diretto al popolo dei nomadi digitali ricreando vere e proprie situazioni della vita quotidiana che un globetrotter potrebbe vivere in prima persona.

Larusmiani presenta un viaggiatore, in stile tipicamente coloniale, inserito in una scenografia che evoca le atmosfere orientali. Qui da notare l’utilizzo della carta da parati e gli elementi di design in metallo dorato che rappresentano una foglia di Ginkgo, tipica della zona cinese. Corneliani e Brunello Cucinelli parlano di un uomo attento allo stile, ma oggi molto più casual rispetto al classico stereotipo dell’uomo d’affari. Certamente sempre in viaggio e quindi immancabile in entrambe le vetrine la presenza di una valigia.

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Anche Etro parla di viaggi e racconta di una hall di un albergo, o forse della lounge di una compagnia aerea, dove gli ospiti attendono di partire. Questo ambiente è un tripudio di velluti, texture jacquard, colori polverosi, saturi, elementi decorativi dorati e luci soffuse. Caldo e avvolgente.

Loro Piana propone invece una pinktrotter che senza rinunciare all’eleganza sceglie la navigazione (del web?) per i suoi viaggi. Molto bella la struttura di design che evoca le onde del mare sulla quale sono posizionate delle barchette di carta come se fossero degli origami, ulteriore richiamo al mondo orientale.

Sport D’elite

Contrariamente a quanto si possa immaginare oggi vestire in modo sportivo non è sdrammatizzare un outifit, renderlo appunto più casual. Oggi scegliere un capo sportivo è una vera e propria dichiarazione di intenti e di appartenenza.


T-shirt, tute, sneakers hanno un più elevato livello dignità (e relativo prezzo di mercato) per diventare veri e propri status simbol. Pensiamo al successo che hanno riscosso le Triple S di Balenciaga e le Archlight di Luis Vuitton oppure alla linea di abbigliamento della Supreme. Se l’abbigliamento casual è per i viaggiatori del mondo; oggi lo sporty è per chi ama il lusso, per un’elite di persone che hanno fatto dello street style una filosofia di vita. Ci parlano di questa community le vetrine di Hogan con una chiara ispirazione al tema della fantascienza (già proposta lo scorso inverno da Gucci, non solo con la scelta degli allestimenti, ma anche con le sue tute laminate), ancora di più Ermenegildo Zegna che mette in primo piano scarpe da ginnastica e zaini in un’ambientazione quasi 3D. Sempre sporty la vetrina di N.21 che posiziona i suoi manichini in una cornice di neon rossi con stampa animalier (altro patter trend di stagione).

Design della luce

Il tema della luce continua a essere pervasivo di tutti gli ambiti della nostra vita, un trend che durerà per il tutto il 2018, ma che si delinea già come una macrotendenza che abbraccerà diverse stagioni. Luce che nel settore design viene irradiata da molteplici supporti e materiali. Quindi non solo luce intesa come lampadina, e già qui si apre un mondo di possibilità, ma luce che si riflette negli specchi, si infrange su piani verticali e orizzontali realizzati nei materiali più disparati, dal legno, al plexiglas, ai cristalli. Molte vetrine hanno puntato l’attenzione proprio sull’architettura della luce. Nessun allestimento, nessun oggetto, se non il manichino vestito e illuminato. L’originalità sta nella scelta di come questa luce si manifesta. Versace la filtra attraverso una vetrata artistica che ben si armonizza per i suoi decori con la texture e la stampa dei capi esposti. Alberta Ferretti utilizza dei pannelli specchiati come sfondo che, posizionati in modo asimmetrico, creano un gioco di specchi, esattamente come il palazzo di vetro che si trova nei luna park. In questo modo la visione del manichino non è più bidimensionale, ma diventa in un certo senso tridimensionale. Pinko ricorre a diversi escamotage per creare fasci di luce che attraversano la vetrina: intanto lo sfondo del display posizionato internamente al negozio che fa da quinta anche alla vetrina, l’utilizzo del neon per il lettering del brand e infine l’utilizzo di una interessante struttura in metallo dorato, che utilizza come appenderia, che ricorda molto il design tubolare degli anni ’60.

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PALBOARD™ Decorative Recycled Co-Extruded panel

Print It  Route It  V-Groove It  Fold It Dimensioni standard Thickness: 2-10 mm Length: 2.440 mm / 3.000 mm / 3.050 mm Width: 1.220 mm / 1.500 mm / 2.030 mm

Rigid surface on both sides

PALRAM EUROPE LTD.  sales.italy@palram.com  www.palram.com



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