La Finestra gennaio 2009

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Direttore Responsabile Prof. Armando Munaò Condirettore Dott. Johnny Gadler Vice direttore Roberto Paccher Pubblicità Cristina Dellamaria 347.6475297 Grafica ed impaginazione Eva Fontana Corrispondenti G. Bonini, P. Brol, P. Chiesa, L. De Carli, M. Pacher, F. Villani Collaboratori G. Apicella, G. Castelluzzo, C. Centofanti, A. De Carli, C. Demozzi, M.G.Demozzi, G.Facchini, A. Gravino, F. Grosso, A. Guidorossi, A. Iozzo, M. Luongo, D. Manenti, P. Mondini, L. Motta, P. Serbolina, M.L. Tonelli, M. Tortora Consulenza medico Scientifica dr. A. Fiemazzo, dr. A. Piazza, dr. M. Rigo, d.ssa C. Sollazzo, dr. G. Donghia Consulenza legale Avv. Zeno Perinelli Consulenza fiscale dr. Armando Pacher Foto e fotoservizi M. Originale, S. Fassanelli Stampa CSQ Centro Stampa Quotidiani spa Erbusco (Brescia) Distribuzione AEMME sas Aut. Tribunale di Trento n. 635 del 22-4-1989 Questo numero de LA FINESTRA è stato chiuso il 22/1/2009 La Finestra declina ogni responsabilità per eventuali cambiamenti e/o errori nelle date e negli orari degli appuntamenti segnalati.

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Sommario Editoriale La giornata della memoria Gaza, la realtà oltre la cronaca Periferie dimenticate e la società della fretta I magistrati si rabboniscono tra di loro ma... Economia: i rammendi dell’Italia Apt Valsugana: nuova grafica e nuovi temi Salute mentale: la Cina impara dal Trentino De Tisi: ecco come nacque Radio Dolomiti Il Carnevale re d’Europa con il MUCGT Carnevale a Borgo con Supermario Il Carnevale di cent’anni fa Cronache provinciali Intervento: la questione morale Fatti & Opinioni Cronache di Pergine Scuola infanzia: iscrizioni fino al 6 febbraio Nato il coordinamento del centro destra La SAT e il progetto di montagna-terapia Il dolore incompreso: convegno ATMAR I 40 anni del Coro Sasso Rosso Cronache di Pergine Valsugana Cronache di Levico Terme Quale futuro per San Vendemiano? Natale felice nella Residenza per anziani Cronache della Bassa Valsugana Lettere al direttore Proiettato l’ultimo film del regista Baldi Il futuro dell’ex Artigianelli di Pergine Mercatini di Levico: una grande attrazione Ventata di novità al Centro don Ziglio Un concerto per i trentini in Brasile Un frate boliviano che si dice “trentino” Cronache della Valsugana La giornata della memoria in Trentino L’Associazione Oratorio di Roncegno Nuovo riconoscimento per Bastiani Domenico Pellauro, l’eremita di S. Silvestro Cronache dalla Valle dei Mocheni Per una comunità educante Intervista a Little Tony Omaggio a Fabrizio De Andrè Pole position: la vita tra i ghiacci al MTSN Effetto serra: lo conosciamo davvero? Mostre in Trentino: secolo del jazz al Mart Teatro: appuntamenti sul palcoscenico Cinema d’autore a Pergine Il regalo delle feste? Due chili in più Rottamare il PC in totale privacy Una torre per studiare il Polo Nord Satyricon

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3 Gaza: oltre la cronaca Diamo un’occhiata all’interno della 5 Striscia di Gaza: uno sguardo alle condizioni in cui versa la popolazione 7 palestinese che la abita. 8 9 10 12 15 16 18 20 21 22 Il dolore incompreso 24 In un convegno al Centro S. Chiara di Trento si affronta il tema della fibromialgia in modo ampio 27 e con i maggiori specialisti italiani. 29 30 31 Il futuro di San Vendemiano Salvaguardare venti posti di lavoro e, soprattutto, garantire 33 un servizio che altrimenti sarebbe totalmente da reinventare 35 con grave disagio in particolare per le persone dimesse dall’ospedale. 37 39 42 44 45 46 47 48 49 51 52 53 55 56 57 58 59 Un boliviano trentino” 61 Il vescovo boliviano Padre Jorge è particolarmente legato a Telve 62 in quanto molto hanno contribuito sua vocazione religiosa i 63 nella missionari telvati in Bolivia. 65 68 69 70 73 74 75 77 78 79 L’eremita di San Valentino Domenico Pellauro morì “in concetto di santo” il 29 marzo 1640 e fu sepolto 80 nella chiesa di San Valentino a Marter di Roncegno.

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Editoriale

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Un ritorno al passato, ma senza nostalgie

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el corso della vita prima o poi capita che per progettare il futuro si debba guardare al passato. Un’azione che, beninteso, non ha nulla a che spartire con qualsivoglia sentimento nostalgico. Si tratta, piuttosto, di riscoprire la vera essenza delle proprie radici e di eliminare, come in una pianta, tutti quei rami secchi e quei fronzoli che il tempo, inevitabilmente, ha fatto crescere nelle direzioni più disparate, talvolta facendoci perdere di vista quello che era il nostro vero obiettivo finale. Quindi tornare indietro e ripartire da un punto saldo, sfrondando il superfluo e tutto ciò che è di intralcio alla nostra crescita, spesso rappresenta non soltanto una scelta azzeccata, ma addirittura una necessità indifferibile. Ed è proprio quanto è accaduto alla nostra redazione che ogni mese, da ben 21 anni, realizza questa e altre riviste, destinate in primo luogo a tutti i cittadini dell’Alta e Bassa Valsugana, del Tesino nonché di Trento e sobborghi. Per questo 2009, infatti, ci siamo chiesti quali novità avremmo potuto proporre ai nostri tanti fedelissimi lettori, come tener fede, sempre e meglio, alle alte aspettative che essi ripongono nella nostra rivista che intende rappresentare, innanzitutto, un giornale di servizio, di pubblica utilità, complementare agli

altri organi d’informazione e allo stesso tempo capace di offrire approfondimenti, analisi e riflessioni che solo una pubblicazione mensile, esonerata dal dover “coprire” tutto il vorticoso rincorrersi degli eventi quotidiani, può offrire. La risposta che, unanimemente, ci siamo dati alle nostre domande, è stata quella di fare un piccolo passo indietro e ripartire da quella dimensione di giornale “locale”, il che non significa affatto semplicistico, sulla cui base si è costruita la fortunata storia de La Finestra, una rivista che per certi versi - possiamo affermarlo senza il timore di apparire presuntuosi - ha fatto epoca. Nel lontano 1989, infatti, quel grande fenomeno che oggi viene comunemente definito come free press era appena agli albori. A livello locale, ma probabilmente in tutta Italia se non addirittura in molti paesi d’Europa, non esisteva un giornale gratuito, diffuso in un numero di copie così importante e su un territorio così vasto, come La Finestra, distribuita inizialmente in oltre 40 comuni, per un bacino

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2000 realtà locali che altrimenti non avrebbero trovato voce. 2008 Ed è proprio da lì che vogliamo ripartire in questo di utenza superiore alle 70 nuovo anno in vostra commila persone. pagnia: raccontare i fatti, Fin da subito la peculiarità le storie, le problematiche, del nostro giornale fu quella i luoghi, i protagonisti, gli di dare spazio a tanti fatti e usi e i costumi delle genti della Valsugana, del Tesino e del Trentino. Già da questo n u mero, dunque, troverete maggiore spazio e attenzione per le cronache locali, con articoli che riportano gli avvenimenti non solo dei centri maggiori, ma anche dei paesi più piccoli, perché ogni singola comunità, per quanto minuscola possa apparire numericamente, racchiude in sé una

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grandezza e una ricchezza di valori e di azioni che meritano di essere pubblicamente elogiati e conosciuti da tutti. È in tale prospettiva che invitiamo i lettori, le associazioni e gli enti della Valsugana, del Tesino e dell’intero Trentino a inviarci segnalazioni, notizie, articoli, documenti e fotografie inerenti alla loro presenza e attività nei rispettivi contesti, in modo tale che, nel limite del possibile, possiamo darne conto sulle pagine di questo giornale. Pagine che, come scoprirete sfogliando la rivista, sono state sottoposte ad un accurato processo di restyling dal punto di vista grafico, con un’impaginazione più moderna e funzionale, per rendere la lettura del nostro magazine sempre più comoda e piacevole. Tante altre importanti novità vi aspettano nei prossimi mesi e scoprirle assieme sarà un modo davvero divertente, oltre che utile, per conoscere il nostro territorio, la nostra storia e per riscoprire le nostre radici. Senza nostalgie ma con grande consapevolezza. Buona lettura! La redazione


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PRIMO PIANO

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La data. Ecco perché occorre ricordare il 27 gennaio

Giornata della memoria: per non dimenticare la Shoah Perché ricordare Auschwitz, Treblinka, Chelmo? Perché milioni di persone in posti come questi sono stati trasformati in numeri, e dunque in niente. Perché la memoria di tutti, morti e sopravvissuti, ogni notte oltrepassa il filo spinato, e torna. Perché fra pochi anni saranno scomparsi gli ultimi testimoni diretti di quell’orrore. di Francesco Grosso

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l 27 gennaio, anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, il mondo celebra la Giornata della Memoria della Shoah; rende omaggio ai sei milioni di vittime appartenenti al popolo ebraico, senza dimenticare le centinaia di migliaia di rom, sinti, omosessuali, intellettuali, dissidenti politici, che con la loro scomparsa integrarono le cifre dell’orrore nazista. Ci si potrebbe chiedere: ha ancora un senso celebrare una «Giornata della Memoria», dedicare un’attenzione particolare ad uno solo dei tanti eventi direttamente riconducibili alla seconda guerra mondiale? Ha un senso, ed è la storia a darcelo. La Shoah non fu un massacro fra tanti, non fu un episodio fra tanti. La Shoah fu il massacro; fu un evento paradigmatico dell’abisso che la natura umana porta con sé. Fu il primo e unico tentativo di sistematico annientamento di un intero popolo; si cercò di cancellare dalla faccia della terra la memoria stessa di un’intera cultura, una cultura che pure tanto aveva dato, nei secoli, alla vecchia Europa. E allora, fissare una data ed obbligare il mondo a riflettere su quello che è avvenuto ieri, può servire a porre una pietra miliare contro le intolleranze e gli orrori che oggi si consumano nel mondo. Ma non è tutto. Non è necessario soltanto ricordare; è indispensabile tenere alta

la guardia, vestirsi della consapevolezza che quello che è successo, per paradossale che possa sembrare nel civile mondo di oggi, può succedere di nuovo. L’attenzione deve restare alta, perché quello che nessun uomo avrebbe mai neppure potuto immaginare è successo. È già successo e dunque può succedere di nuovo. Qualche anno fa, durante la celebrazione svoltasi ad Auschwitz, oggi Oswiecim, in occasione del 60esimo anniversario della liberazione del campo, un’ex internata, aggrappata al microfono, gelò il sangue dei presenti – autorità e gente comune – affermando: «Qui mi hanno privata del mio nome e mi hanno dato un numero, qui sono diventata nessuno. E qui davanti a voi oggi sono nuda. Sono ancora nuda e lo sarò per sempre. Ho conservato il corpo, ma la memoria, ogni notte, vola qui, ed ogni notte muore».

Ecco perché ricordare Auschwitz, e Treblinka e Chelmo e Sobibor e Majdanek. Perché milioni di persone in posti come questi sono stati trasformati in numeri, e dunque in niente. Perché la memoria di tutti, morti e sopravvissuti, ogni notte oltrepassa il filo spinato, e torna. Perché fra pochi anni saranno scomparsi gli ultimi testimoni diretti di quell’orrore. Il 27 gennaio 2016, alla celebrazione del 70esimo anniversario, per ospitare i reduci e gli ex deportati serviranno molte meno sedie. Forse non ne servirà nessuna.

Le Rimembranze, ha detto un grande poeta, i ricordi dolci dell’infanzia e della giovinezza, accompagnano gli uomini fino alla tomba. Ma ricordare non può e non deve essere solo un’operazione rilassante, o rassicurante. Il tributo che le vittime della Shoah chiedono all’umanità è solo il ricordo; «È sufficiente un solo secondo per affliggere un secolo». A Budapest, città che in quattro anni di occupazione nazista venne praticamente spogliata della presenza ebraica, sorge oggi un Parco delle Rimembranze, dedicato alla Shoah. All’interno di esso, un monumento raffigura un salice piangente, ogni foglia reca l’iscrizione di un nome, di una vittima dell’orrore. A dare il senso dell’enormità umana che evoca ogni foglia, ogni sillaba, ogni lacrima, l’iscrizione in ebraico posta nei pressi della scultura: «Esiste un dolore più grande del mio?».

FOCUS

Il ricordo di quella notte di Johnny Gadler

A molti, probabilmente, la piccola città polacca di Oświęcim non dice proprio nulla. Ma se traduciamo il suo nome in lingua tedesca, nessuno potrà trattenere un fremito: un moto interiore di puro terrore per quel che lì è stato e che potrebbe ricapitare altrove, un moto d’ira verso i carnefici, un moto di pietà per le incolpevoli vittime e di vergogna per la malvagità del genere umano. Perché Oświęcim in tedesco si dice Auschwitz, parola ormai divenuta sinonimo di Olocausto, che ancor oggi, a oltre sessant’anni di distanza, incute orrore in chi la sente pronunciare, evocando la follia di quei cinque lunghi e terribili anni in cui la terra sprofondò nel baratro della seconda guerra mondiale e la coscienza dell’uomo ritornò allo stato primordiale partorendo la famigerata “soluzione finale”. Tra il maggio del 1940 e il gennaio del 1945, infatti, oltre 1 milione di persone, la maggior parte delle quali ebrei, morirono ad Auschwitz. «Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.» È con queste parole, che pesano come macigni sulla storia del XX secolo, che lo scrittore rumeno Elie Wiesel descrive nel libro “La notte” il suo arrivo al campo di Auschwitz. Parole che sarebbe bene ognuno di noi portasse impresse nella memoria, scolpite nel proprio cuore per – davvero! – non dimenticare, al di là delle celebrazioni e della retorica che spesso le accompagna.


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Tra i palestinesi di Gaza fiorisce una pluralità di opinioni

Gaza, ecco la realtà che va oltre la cronaca Buona parte della popolazione che vive nella Striscia di Gaza detesta l’estremismo di Hamas, e volentieri perverrebbe ad una pace con Israele, se solo intravedesse la possibilità di un futuro migliore. Ma esiste la parola futuro, a Gaza?

di Francesco Grosso

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n queste settimane l’attenzione mediatica mondiale è rimasta fortemente concentrata sulla Striscia di Gaza, ma quasi esclusivamente per rendere conto dell’offensiva militare israeliana, per enumerare vittime, feriti e danni inflitti alle sue città. Assai più utile può risultare, invece, uno sguardo all’interno della Striscia; uno sguardo alle condizioni in cui versa la popolazione palestinese che la abita. Gaza è un minuscolo lembo di terra, incuneato fra Israele e l’Egitto, che si affaccia sul Mediterraneo Orientale: si estende per 35 km nel senso della lunghezza e dai 6 ai 13 in quello della larghezza. Per avere un’idea della sua realtà territoriale, bisogna immaginare una lingua di terra piatta, brulla, per vasti tratti desertica, quasi interamente non coltivabile; una lingua di terra geograficamente non collegata al resto dei Territori palestinesi, e anzi completamente isolata dal resto del mondo a causa di una barriera – costituita per lo più da reti metalliche – che la rende molto simile ad una prigione a cielo aperto. «Gaza somiglia sempre più ad un campo di concentramento»: sono le parole meditate, dolorosamente meditate, di un alto esponente della diplomazia vaticana, il cardinale Renato Martino, ex nunzio della Santa Sede all’ONU. In effetti, le condizioni in cui vivono gli abitanti della Striscia sono compatibili con uno stato di carcerazione collettiva e permanente: in un territorio tanto piccolo – ed

è questo il dato più sconvolgente – vivono, letteralmente accatastati l’uno sull’altro, un milione e quattrocentomila palestinesi. La situazione socio-economica di questa enclave è quella tipica di un Paese sottosviluppato: alti tassi di natalità, mortalità infantile molto elevata, grave carenza di strutture sanitarie, disoccupazione giovanile, inesistenza di supporti economici ai più svantaggiati, instabilità politica, conflittualità sociale. L’assenza di strutture fognarie nelle città di Gaza city, di Khan Yunis, di Rafah, costringe gli abitanti a vivere in una permanente situazione di emergenza igienica. Il tanfo asfissiante va ad aggiungersi alla abituale mancanza di acqua corrente, energia elettrica, benzina per le auto, riscaldamento per le abitazioni; su tutto domina uno scenario di rovine e macerie (prodotto dei bombardamenti israeliani), di immondizia abbandonata nelle strade, di bambini laceri e denutriti che

giocano nei cortili. Uno scenario di povertà e disperazione in cui si dibatte più di un terzo della popolazione: circa un milione di abitanti, infatti, sopravvive grazie agli aiuti alimentari dell’UNRWA, l’agenzia ONU che si occupa dei rifugiati. In una situazione del genere verrebbe facile immaginare una popolazione pressoché primitiva, divorata dalla claustrofobia, ferocemente nemica del mondo esterno, compattamente allineata con le posizioni integraliste e retrograde di Hamas, la fazione politica attualmente al potere. Ebbene, questa

visione, sebbene comoda ai seminatori di odio di ogni schieramento, risulta smentita dai fatti. In seno alla popolazione palestinese di Gaza fiorisce una pluralità di opinioni; il dibattito politico, il grado di partecipazione collettiva alla realtà socio-culturale, la valorizzazione del ruolo della donna, raggiungono livelli che non hanno molti paragoni nel mondo arabo. Tantissimi giovani (quando l’erogazione dell’elettricità non è sospesa…) guardano Mtv e vestono all’occidentale; migliaia e migliaia di adulti, perfettamente anglofoni, seguono i principali canali satellitari occidentali, leggono i giornali, sono moderni e civili nel senso più ampio del termine. Buona parte della popolazione di Gaza detesta l’estremismo di Hamas, e volentieri perverrebbe ad una pace con Israele, se solo intravedesse la possibilità di un futuro migliore. Ma esiste la parola futuro, a Gaza?

IN BREVE LA MANIFESTAZIONE

«Fermare la guerra non è impossibile» «La guerra deve essere fermata ora!» È questo lo slogan con cui la “Tavola per la Pace” ha organizzato il 17 gennaio scorso una manifestazione nazionale ad Assisi cui hanno aderito, tra gli altri, Acli Trentine, Cgil del Trentino, Agesci del Trentino, Arci del Trentino, Associazione Pace per Gerusalemme, Casa per la Pace Alto Garda e Ledro, Comitato Associazioni per la Pace e i Diritti umani di Rovereto, Commissione Diocesana Giustizia e Pace, Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani. «Quanti bambini, quante donne, quanti innocenti dovranno essere ancora uccisi prima che qualcuno decida di intervenire e di fermare questo massacro? Quanti morti ci dovranno essere ancora prima che qualcuno abbia il coraggio di dire basta? La continuazione di questo dramma – si legge in un comunicato diramato dalla Cgil del Trentino -è una tragedia per tutti. La più lunga della storia moderna. Nessuno può chiamarsi fuori. Le Nazioni Unite devono imporre l’immediato cessate il fuoco; l’Europa deve agire con decisione e coerenza per fermare questa inutile strage». RASSEGNA STAMPA

Ecco la prova della malafede di Hamas «Che ci fanno dei campi profughi palestinesi nella Striscia di Gaza, a inizio 2009? Gli israeliani hanno smantellato i propri insediamenti da più di tre anni e mezzo. Hamas governa su Gaza con pieni poteri da un anno e sette mesi. Eppure un milione di palestinesi della Striscia (due terzi della popolazione) sono ancora relegati in squallide condizioni nei campi per rifugiati. Emarginati in una riserva malsana da quegli stessi connazionali che accusano Olmert d’aver reso Gaza un carcere a cielo aperto. Malgrado la celebrata «cacciata degli occupanti sionisti», i vertici del movimento fondamentalista non hanno infatti ritenuto di integrare gli eterni esuli nella società del nuovo territorio “liberato”». Lo sostiene Francesco Ruggeri sul Libero.


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P I A N E TA I TA L I A

Focus. Tante esistenze potrebbero essere riscattate se solo... IN BREVE Alcuni consigli per frenare i bulli Il bulilsmo, nonostante se ne parli molto, rimane ancora purtroppo un fenomeno sconosciuto a molte famiglie. Le vittime dei soprusi, infatti, parlano raramente con gli adulti delle violenze che subiscono. Si chiudono in se stessi, esitano a raccontare le proprie giornate, sorvolano su quei fatti che per loro rappresentano una perenne condizione di sofferenza. La ragione più evidente è che hanno paura di subire maggiori violenze per aver “parlato”. Ecco allora che l’intervento della famiglia diviene determinante. Mamme e papà devono imparare a comprendere il proprio figlio più di quanto egli sappia fare da solo. Per riconoscere i segnali di un eventuale disagio, per evitare che rimanga vittima del fenomeno. Ma anche per impedire che a trasformarsi in “bullo” possa essere un giorno proprio il loro bambino. Perché non rimangano vittime di questo fenomeno bisogna: aumentare la loro autostima; incoraggiarli a sviluppare le loro caratteristiche positive e le loro abilità; stimolarli a stabilire relazioni con i coetanei e a non isolarsi. Ma non solo. È importante sapere che per non diventare bullo bisogna insegnare ai ragazzi a saper esprimere la propria rabbia in modo costruttivo e con maturità; comunicare in modo sincero; essere capace di identificarsi con gli altri e capire le conseguenze dei propri comportamenti; prendere esempio da ciò che si vede a casa. I genitori devono inoltre imparare a cogliere i segnali che i figli possono mandare o nascondere. Alcuni segnali di chi è vittima di bullismo: trovare scuse per non andare a scuola o voler essere accompagnati; fare frequenti richieste di denaro; essere molto tesi, piagnucolosi e tristi dopo la scuola; presentare lividi, tagli, graffi o strappi negli indumenti; dormire male o bagnare il letto; raccontare di non avere nessun amico; rifiutarsi di raccontare ciò che avviene a scuola. (Fonte: Polizia di Stato)

Le periferie dimenticate e la società della fretta

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di Francesco Grosso

olevamo solo sentire il botto quando il treno arrivava». Gli agenti della Polizia Ferroviaria di Rho stentavano a credere che una simile manifestazione di idiozia potesse provenire da quei ragazzini dall’aria sveglia che si sono ritrovati davanti. Quattro ragazzini di quattordici anni, più il fratellino di uno di loro che si era aggregato per partecipare all’esaltante impresa. Avevano preso di mira la linea ferroviaria che congiunge Milano a Varese, sabotandola con mezzi rudimentali: collocavano sui binari ostacoli costituiti da massi e bastoni, qualche volta servendosi anche di cavi di rame e di pezzi di ferro. I treni sopraggiungevano e l’impatto risultava inevitabile; gli esperti hanno sottolineato che in più di un episodio il convoglio è andato vicinissimo al deragliamento. In ogni caso, nelle scorse settimane il traffico ferroviario era stato più volte interrotto, e la circolazione ferroviaria aveva subito notevoli ritardi. L’ingegnosità di alcuni

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sistemi di sabotaggio aveva Il benessere dei televiso- stenza, esistono ancora gli addirittura fatto temere una ri accesi e dei frigoriferi adolescenti vicini allo stato matrice terroristica, ma pieni, della crapula con- di natura che, già consapele indagini hanno portato sumistica perenne, degli voli della loro irrimediabile gli inquirenti alla più sor- ingorghi nei dintorni dei marginalità, vagano per i prendente delle scoperte. A centri commerciali, degli campi in pomeriggi di sole sfiorare la strage sono stati adolescenti connessi 24 ore e di noia. Esistono vicoli e cinque ragazzini con po- su 24 ad Internet: quel tipo contrade ridondanti di vita che idee e molto tempo da di benessere, se così si può semplice, di vita dura. Gli perdere, che si erano scelti chiamare, non è riuscito a abitanti di queste suburcome territorio per i loro stratificarsi, a tradursi in re sono i discendenti dei giochi una terra di nessuno un modello di vita votato sottoproletari protagonisti al di là dei binari ferroviari, al bello e all’originale, delle pellicole pasoliniane, lontani dai parchi pubbli- anziché al brutto, al con- i borgatari che vivono di espedienti, in recipienci, dai cinema, dai ti di degrado dove la pub, dell’elegante Avevano preso di mira la società della fretta li ha centro della loro linea ferroviaria che congiunge confinati – lontani dagli città. Nei campi induriti Milano a Varese, sabotandola occhi, lontani dal cuore da questo inver- con mezzi rudimentali. A sfio- – perché non facciano no rigido aveva- rare la strage sono stati cinque rumore, e diano il minor no costruito una ragazzini con poche idee e fastidio possibile. Salvo ritrovarseli, poi, intenti baracca di legno, molto tempo da perdere. a mettere i bastoni fra rifugio dal mondo le ruote – e i massi fra esterno. Lontani dai loro coetanei, trascor- forme, all’inutile. Viene in i binari. revano pomeriggi di noia, mente lo «sviluppo senza Una società che pretende in breve sfociati nel loro progresso» di cui parlava di essere evoluta, post-instupidissimo gioco contro Pasolini. Al di là di questo, dustriale, post-ideologica, il prossimo. Ragazzini pro- occorre tenere conto del dovrebbe fare molta più venienti da contesti socio- fatto che quel benessere attenzione ai suoi prodotti economici che potrebbero non ha ancora raggiunto «di scarto», soprattutto se adolescenti. L’insicurezza è essere definiti “a rischio”, tutti, nel nostro Paese. da situazioni familiari rien- Perché nel 2009, in Italia, l’anticamera della sconfitta. tranti in quella vasta area di esistono realtà completa- Tante esistenze potrebbero marginalità sociale che in mente al di fuori della gio- essere riscattate se solo si Italia sta sempre più pren- stra del consumo, esistono cominciasse ad instillare in dendo piede, soprattutto in sacche di povertà (sociale, ognuno l’amore per la vita, certe periferie urbane dove culturale, emotiva: non per la propria vita. Mica il benessere, in realtà, non semplicemente economica) per Kant o per Renoir: per è ancora arrivato. di inimmaginabile consi- la propria vita.

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L'OPINIONE

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Why not. È tornato il sereno tra le Procure di Salerno e Catanzaro però...

I magistrati si rabboniscono tra di loro, ma l’etica rimane un valore sospeso

Luigi De Magistris, ex PM di Catanzaro (foto Ansa)

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di Giampaolo Bonini

elle ultime settimane abbiamo assistito a una sorta di pacificazione tra le procure

di Salerno e di Catanzaro, ma è rimasta quella sensazione negativa nei confronti di questo potere che dovrebbe solo portare l’esempio per una legalità sostanziale e non solo af-

fermata. Salerno e Catanzaro, queste Procure, hanno perseguito come si diceva una sorta di pacificazione dopo una battaglia molto dura nell’attività gestionale, con colpi riguardanti sequestri e altro, si sono finalmente rassegnate a porre termine a una faida che si era costruita già da molto tempo. L’inchiesta “Why Not”, aperta a Catanzaro dal Pm de Magistris, è stata la concausa dello “scandalo” giudiziario, che veniva strumentalmente rivendicata sia da Salerno che da Catanzaro. Dopo questa sorta di pacificazione Salerno potrà prendere atto di questi documenti che fino a qualche settimana fa le erano preclusi. Catanzaro quindi potrà chiedere il rinvio a giudizio di molti

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bilizzata dagli organi di polizia impiegati in altre strutture o indagini. Sì, in questi ultimi tempi abbiamo assistito a contrasti in questa magistratura italiana che dovrebbe portare alla gente solo fiducia nella giustizia e non prestarsi a situazioni precariezzanti. Già da parecchi anni esiste in Italia il problema della magistratura e non a caso il nuovo governo vuol riproporre una riforma che consenta al Paese di essere messo in condizione di sicurezza quando necessita rivolgersi al potere giudiziario. Purtroppo dobbiamo dire che la giustizia italiana è un po’ allo sbando e talvolta appare poco credibile. Intanto i magistrati chiedono continuamente rispetto della loro indipendenza.

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indagati, con prevedibili pesanti indagini nei confronti dei Comuni che si trovano coinvolti fin dall’inizio nell’indagine. È stato comunque avvertito, nell’ambito della problematica, un senso di responsabilità da parte dei magistrati. Ma si può prevedere, magari nel corso di più strette indagini, un ritorno a contrasti che metterebbero solo alla gogna i princìpi che costruiscono il potere indipendente della magistratura. Questo “affaire” col caso de Magistris ci lascia molto perplessi e ne va della credibilità di questo organo giudiziario dello Stato. Non possiamo nemmeno ignorare le continue lamentele da parte delle strutture della giustizia per le carenze riguardanti la sicurezza che dovrebbe essere sta-


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ECONOMIA

Economia. Il nostro Paese di fronte alle problematiche della crisi finanziaria

L’uovo di legno e i rammendi per l’Italia... La crisi mondiale fa paura? Ci sarà la riduzione di posti di lavoro? Come sarà il futuro dei giovani? Vi sarà ancora una crescita socio-economica? Queste le domande che ricorrono in uno stato di disagio da parte della gente. E l’Italia come si pone nei confronti di questa crisi finanziaria che ha aggredito tutte le banche specie quelle statunitensi? di Giampaolo Bonini

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urtroppo la crisi c’è. Durerà, a detta degli economisti, minimo un anno, e non sono per niente pessimisti. L’Italia, rispetto agli altri Paesi della comunità europea si trova in una posizione migliore: le banche dei paesi aderenti all’Unione hanno grosse difficoltà oltre che di investimento anche gestionali. La globalizzazione inizialmente ha colpito un po’ tutti i settori finanziari e il potere d’acquisto delle monete è sceso di un buon 12%. L’euro è l’unica moneta che ha mantenuto il suo potere d’acquisto arginando l’inflazione. Quello che è importante è che non si perda di vista la voglia di fare e di operare ancora di più per scaricare gli ambienti finanziari

negativi. Il governo italiano, bisogna proprio dargliene atto, ha attribuito aiuti finanziari consistenti alle banche e alle imprese. Questo perché le banche possano avere liquidità finanziaria e perché le

imprese producano di più. Bisogna, come giustamente dice Berlusconi nei nuovi appelli al Paese, essere ottimisti e invertire l’ambito della base economica, quindi aumentare la domanda da parte dei consumatori per far

Consumi. Da Modena e Grosseto due iniziative molto riuscite

Crisi, noi ti combattiamo così... di Chiara Centofanti

Le difficoltà, come si suole dire, aguzzano l’ingegno e quindi anche in tempi di crisi economica c’è chi sa far fronte al calo dei propri affari con soluzioni apparentemente semplici ma di fatto geniali e, soprattutto, funzionanti. Prendiamo il caso di Modena, dove Duilio Brancolini, titolare di uno storico negozio di abbigliamento del centro, ha esposto in vetrina, accanto ai consueti cartelli indicanti i saldi, un biglietto che ha saputo attrarre l’interesse di molti

modenesi, nonché l’attenzione della stampa nazionale. Che cosa c’era scritto su quel foglio di così originale da suscitare tanto scalpore mediatico? Non certo “lo sconto è morto” che talvolta si trova ancora esposto in alcuni esercizi commerciali della Penisola, bensì “entrate e ci metteremo d’accordo”, una semplice prassi d’altri tempi, quando mercanteggiare era quasi una regola. I risultati non si sono fatti attendere. Il negozio è stato letteralmente preso d’assalto e l’idea, grazie a internet e ai mass media, in poco tempo ha fatto il giro del

mondo. Altrettanta risonanza ha avuto l’iniziativa di Roberto Occhipinti, titolare di un negozio di pelletteria a Grosseto, il quale promette il 10% di sconto a chi entra con il sorriso sulle labbra. Anche qui il numero dei clienti è subito lievitato anche se – afferma il negoziante – «gli oggetti più costosi rimangono sugli scaffali». Comunque sia l’iniziativa è molto piaciuta non solo ai clienti, ma anche ad altri commercianti italiani. Un po’ di sano ottimismo, di questi tempi, è già un gran bel risultato. Il resto, si spera, verrà da sé.

sì che i prodotti possano rappresentare, da subito, fonte di ricchezza e di guadagno. Il nostro Paese ha bisogno di stabilità sia politica che finanziaria e deve essere ricondotta a un dialogo tra i due schieramenti del Paese. Deve esserci una nuova aria per momenti più positivi per poter dare da parte del governo, sostanzialmente, alle famiglie, condizioni migliori, salvaguardando il lavoro e dando più tutela per raggiungere più agevolmente gli obiettivi di vita. Così facendo, l’esecutivo potrà avviare un processo per ricondurre i meno abbienti a una maggiore sicurezza sociale, soprattutto per i giovani. L’Italia ha pure bisogno di aumentare il welfare dando ulteriori possibilità a quelle categorie sociali che fino ad oggi hanno avuto poca attenzione per quanto concerne la tutela economica. Di ciò ha bisogno il Paese!

Perché l’economia possa essere rilanciata ci vuole un’analisi economica e una programmazione rivolta alla risoluzione dei problemi strutturali. Il governo Berlusconi ha fatto già la sua parte e ora spetta alle imprese e al sistema finanziario tracciare un positivo percorso per uscire da questa crisi, incamminandosi quindi sulla strada della crescita della popolazione italiana. Questi possono essere i rammendi per l’Italia. E con questi rammendi si potrà ottenere un “tessuto” molto più resistente sul quale camminare agevolmente verso programmi atti a rimettere in piedi questo Paese, che per la sua creatività ha sempre avuto le migliori manifestazioni internazionali. Sarà solo una volontà e un auspicio? Non solo, con l’attuale governo sicuramente si arriverà all’obiettivo. Il Paese deve riporre fiducia.

Approfondimento La crisi, questa sconosciuta

La crisi economica c’è o no? Se lo chiede Luca Ricolfi, docente di metodologia delle scienze sociali all’Università di Torino, nella sua rubrica “Fatti&Credenze” su Panorama. «Il bello - scrive – è che volendo, si possono trovare ottimi dati a sostegno di entrambe le verità: basta selezionare quelli che fanno comodo. Se si vuol dire che aumenta la percentuale di famiglie in difficoltà, basta prendere dati poco aggiornati, tipo quelli che l’Istat ha diffuso pochi giorni prima di Natale; oppure selezionare i consumi che sono crollati, come le vendite di auto o di vestiario [...]. Se invece si vuole sostenere il contrario, si possono prendere i dati sul numero di vacanzieri, ignorando le intenzioni di spesa; oppure concentrare l’attenzione sui consumi tuttora in crescita, per esempio quelli alimentari o quelli in telecomunicazioni». Ma allora come farsi un’idea oggettiva circa il momento economico che stiamo vivendo? Per Ricolfi bisogna guardare all’indice generale dei prezzi al consumo (che dà un quadro sulla dinamica del potere di acquisto), all’Iva sulle importazioni (che ci dice come sta andando la domanda) e alla percentuale di famiglie che non arrivano a fine mese. Secondo i dati dell’Isae – continua il professore - «le famiglie in difficoltà sono state sotto il 10% fino al 2002, hanno raggiunto il 20% nella prima metà del 2008, poi sono diminuite, scendendo al 13% a dicembre 2008». Tradotto: la crisi c’è, la disoccupazione avanza ma «le famiglie stanno prendendo una boccata d’ossigeno perché i prezzi, per la prima volta dal 1959, diminuiscono».


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Intervista a Massimo Oss, presidente di Valsugana Lagorai-Terme-Laghi

APT Valsugana Nuova grafica e nuovi progetti

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di Paolo Chiesa

ul numero di aprile 2008 de “La Finestra” e in contemporanea su varie testate nazionali, venivano presentate con una nuova linea grafica le brochure promozionali della allora appena nata nuova Azienda per il Turismo Valsugana Lagorai-Terme-Laghi. La linea grafica, presentata su copertine che ricordavano le venature del legno, aveva un cuore, simbolo del calore con il quale la Valsugana da sempre accoglie il turista che sceglie di trascorrervi le proprie vacanze. Ora, con l’inizio del 2009, l’APT completa il rifacimento di tutto il materiale promozionale che adotta la parola “natura” in tutti i titoli. Una linea completa di prospetti e materiale informativo realizzato in quattro lingue: italiano, inglese, tedesco e olandese. Per parlare di questo e delle altre novità che ci attendono abbiamo incontrato il presidente di Valsugana Lagorai-Terme-Laghi, Massimo Oss. La linea grafica precedente aveva come simbolo un cuore. Quella nuova presenta delle brochure dal taglio più moderno, arricchite da foto molto accattivanti. Ce ne vuole parlare? «La linea presentata nella primavera 2008 era la prima della nuova APT unificata. Aveva lo scopo di esaurire il materiale delle due vecchie Aziende completando solo quello mancante e di traghettare verso la presentazione della nuova linea grafica la nostra APT. Oggi siamo pronti con questo nuovo materiale dalla linea fresca e accattivante che vuole soprattutto essere utile strumento sia per il turista sia per l’operatore che al turista vuole dare delle informazioni». Quando ci siamo incontrati nel gennaio scorso era da poco stata costituita la nuova Azienda per il Turismo Valsugana Lagorai-Terme-Laghi. In quell’occasione aveva invitato i soci e quanti seguivano a vario titolo la nascita del nuovo soggetto ad avere pazienza per un avvio che per forza di cose sarebbe stato un po’ macchinoso. Ad un anno di distanza, con che animo riparte? «Non ripartiamo, ma proseguiamo un cammino che per questi mesi del 2008 è stato di rodaggio, chiamiamolo l’anno zero, mentre siamo a pieno regime dal 1° gennaio 2009.

I N T E R V I S TA


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Oggi, dopo una riorganizzazione e razionalizzazione interna di personale, ruoli e uffici e dopo avere presentato il nuovo materiale editoriale, siamo pronti ad aggredire i mercati, a cominciare da quello olandese che con la fiera di Utrecht il 12 gennaio scorso ha aperto ufficialmente la stagione del nuovo anno». In occasione di un altro nostro incontro, verso la fine di settembre, avevamo potuto riscontrare che nonostante la crisi economica, in Valsugana si era riusciti a contenere il calo complessivo delle presenze dell’intero ambito rispetto ai risultati del 2007. Le festività natalizie hanno aiutato a mantenere questo andamento? «La stagione estiva era partita con preoccupanti segnali, un po’ per la Pasqua ed un po’ per le non felici condizioni atmosferiche. Se si escludono un sensibile calo nel settore alberghiero in luglio e le difficoltà che attanagliano ormai da qualche anno il settore degli appartamenti, si è invece chiusa sostanzialmente pareg-

giando i dati del 2007. Proprio per gli appartamenti abbiamo ravvivato un progetto che era iniziato ancora con Valsugana Vacanze. Puntiamo ad una qualificazione e a un riposizionamento sul mercato rispetto alle mutate esigenze degli ospiti, che prevede appartamenti super accessoriati e affitti per brevi periodi. A questo scopo sta nascendo un club di prodotto in Tesino-Lagorai, composto da proprietari seri e motivati. Nel 2009 incrementeremo di circa un 40% il numero degli appartamenti con queste caratteristiche». Nell’incontro di settembre ci aveva anticipato l’idea di un piano di lavoro per la promozione della pesca in Valsugana. Come sta andando questo progetto? «Bene. Abbiamo individuato in Cristina Facen dell’ufficio di Castello Tesino la coordinatrice del progetto. In questi mesi ha incontrato le varie associazioni che gestiscono la pesca sui nostri laghi e torrenti e grazie alla loro collaborazione nella tarda primavera verrà presentato un depliant specifico. Nella stessa direzione abbiamo preparato del materiale apposito per la promozione

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sieme a questo le nuove cartine per le passeggiate in bicicletta e a piedi e gli itinerari in auto».

del golf e del cavallo per valorizzare questi aspetti unici che rendono unica la nostra offerta». Una delle nuove brochure presenta proprio la novità del golf, uno sport che a livello mondiale sembra abbia la più alta percentuale annua di incremento di praticanti. In attesa della realizzazione del nuovo campo di Barco di Levico, dove possono praticarlo gli appassionati? «Il nuovo materiale dedicato agli amanti del green porterà a conoscenza tra coloro che già sono in zona per le vacanze che oltre al Golf Club la Farfalla di Pieve Tesino, anche a Pergine e a Roncegno abbiamo dei green per scoprire questo affascinante sport e tenersi in allenamento in attesa della realizzazione del campo di Levico». Che altre novità sono in vista per il 2009? «Io credo che una delle novità più importanti è rappresentata dal catalogo ospitalità che è stato stampato nell’importante numero di 100mila copie. Per la prima volta racchiude tutta l’offerta di ospitalità della nostra APT, dall’hotel a 4 stelle al rifugio,

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dalla baita al campeggio al bed & breakfast. Il tutto in quattro lingue sia per offrire una risposta concreta agli ospiti sia per razionalizzare costi e riconoscibilità. As-

Vuole chiudere con un’ultima battuta sulla nuova linea grafica? «Quello che mi preme sottolineare a proposito di questo nuovo materiale è che ciò che presentiamo, è ciò che siamo e offriamo, la nostra storia, il nostro territorio, la nostra cultura autentica di fare ospitalità. Se suggeriamo un percorso in bici è perché abbiamo testato che il percorso è percorribile e adatto alla bici. Se diamo indicazioni di come e dove pescare, sono indicazioni verificate e certificate, cosa che spesso nei depliant turistici non accade. È per questo che noi siamo garanti delle informazioni che diamo agli ospiti. Noi offriamo loro inoltre una ricca serie di attività garantite, quali il trekking, il nordic walking, la mountain bike e la soft bike, oltre alla visita alle Grotte di Castello Tesino, che si svolgeranno da maggio a settembre anche con un solo partecipante. Questo per far sentire i nostri ospiti unici ed attori protagonisti delle proprie vacanze».


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CRONACHE

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Trento. Un progetto che coinvolge la Provincia e l’Apss

Salute mentale: il modello trentino in Cina I servizi per la salute mentale sviluppati in Trentino come modello per la Cina, che si avvia a superare la tradizionale impostazione basata unicamente sull’ospedale psichiatrico in favore di strutture territoriali decentrate e aperte. Il primo nucleo di 20 cinesi arriverà a Trento per l’attività di formazione a marzo.

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er la salute mentale la Cina vuole imparare dal Trento ed è proprio in quest’ottica che si inquadra il progetto avviato dalla Provincia autonoma di Trento-assessorato alla solidarietà internazionale, in collaborazione con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari ed alcune realtà dell’associazionismo, assieme all’Istituto universitario di salute mentale di Pechino e al Centro nazionale cinese di salute mentale. Il progetto vedrà la nascita a Pechino, del distretto di Haidian, di un centro di salute mentale e di un day hospital sul modello di quelli presenti a Trento. Sarà aperta anche una “casa del fare assieme”, un luogo di ‘forte’ tra utenti, familiari, operatori, cittadini, che aiuterà a superare l’idea che la malattia mentale vada confinata fra le mura di un ospedale (conformemente allo spirito della famosa legge Basaglia del 1978). In Trentino verranno realizzate attività di formazione che coinvolgeranno nel 2009 una quarantina di cinesi, fra operatori, utenti e familiari. «Il fatto che la Cina abbia manifestato interesse per il modello trentino, basato sull’idea del ‘fare assieme’, è una conferma importante della qualità dei servizi che offriamo alle persone che soffrono per una malattia mentale e ai loro familiari - afferma l’assessore provinciale alla solidarietà internazionale e convivenza Lia Beltrami - e rappresenta un aiuto ulteriore anche per le nostre situazioni di disagio, invitandole ad aprirsi, a confrontarsi ancora di più con la realtà esterna». La popolazione che soffre di disagi psichici “gravi” costituisce, nel mondo, l’1% del totale. In Cina si stimano grosso modo 18 milioni di

utenti; in Trentino le persone assistite dal centro di salute mentale sono circa 7 mila. Numeri molto diversi, insomma, ma non importa, perché, come spiega Pierluigi Cecchi, medico con molti anni di Cina all’attivo e responsabile della Ong “Solidarietà e servizio”, «se i cinesi vedono che una cosa funziona l’adottano senza tante storie. In realtà il modello trentino, comprese alcune sue peculiarità come gli Ufe (Utenti e familiari esperti), è stato accolto con favore in un tempo brevissimo; il progetto è stato messo in piedi in un anno e se

è stata la “molla” che ha spinto le autorità di Pechino ad interessarsi della realtà trentina? Il dottor Renzo De Stefani, responsabile del Servizio salute mentale di Il dott. Renzo De Stefani e l’ass. Lia Beltrami Trento, spiega (foto Arch. PAT) che è stato il funzionerà nel distretto di viaggio in treno da Venezia a Haidan verrà esteso a tutta Pechino compiuto nell’agosto Pechino. L’obiettivo ultimo 2007 da un gruppo di 208 è che diventi un riferimento persone tutte appartenenti al mondo della salute mentale per l’intero paese». Ma - eccellenza a parte - quale (utenti, familiari, operatori,

TV digitale: pronti 65 trentini su 100 Attualmente 65 trentini su 100 sono nelle condizioni di ricevere il nuovo segnale televisivo digitale. Lo afferma il Comitato provinciale per le Comunicazioni in base a una rilevazione della società SWG. La seconda parte della rilevazione, condotta dal 6 al 10 dicembre scorsi, indica che il 48,6% delle famiglie trentine possiede un collegamento alla tv digitale mentre il 28% intende acquistare un decoder entro il 15 febbraio 2009 quando il segnale di Rai 2 e Rete 4

verrà trasmesso in digitale in buona parte del Trentino (Valle dell’Adige, Valsugana, Val di Non, Valle dei laghi, Garda). Nell’ottobre 2009 passeranno al digitale tutte le altre emittenti nazionali e locali, su tutto il territorio provinciale.

NOMINE Postal alla Direzione Generale Con una delibera della Giunta provinciale Gianfranco Postal, dirigente generale del Dipartimento affari e relazioni istituzionali della Provincia autonoma di Trento, passa a dirigere la Direzione generale del Consiglio provinciale. Nato a Trento nel 1948, Postal ha iniziato a lavorare alle dipendenze dell’amministrazione provinciale nel 1975.

cittadini attivi), promosso dal movimento “Le Parole ritrovate”, nato a Trento 10 anni fa. Nel corso del viaggio vi sono stati incontri ufficiali nelle diverse capitali attraversate, con i rappresentanti della psichiatria di quei paesi. L’incontro svoltosi a Pechino è stato di particolare significato, dando origine ad una fitta serie di incontri e di scambi. Da questi è scaturito il forte interesse cinese a sperimentare un modello come quello trentino, basato su due punti di forza: la centralità territoriale da noi realizzata in termini di risposte a tutte le tipologie di disagio, con una presenza ospedaliera del tutto minoritaria; il coinvolgimento attivo di utenti, familiari e cittadini nei percorsi di cura. Si è quindi arrivati alla sottoscrizione, nel giugno 2007, di un accordo di collaborazione fra Apss e strutture sanitarie cinesi. Il contributo trentino riguarderà essenzialmente la formazione del personale cinese (compresi familiari e utenti dei servizi), il lavoro di sensibilizzazione in loco, insomma l’accompagnamento del progetto, con personale messo a disposizione dell’Azienda sanitaria, in ogni sua fase. Uno dei punti che ha destato maggiore interesse presso le autorità cinesi è quello rappresentato dagli Ufe, utenti e i familiari che, coinvolti nelle varie iniziative del fareassieme, hanno messo ‘radici’ nel Servizio di Trento, venendo progressivamente coinvolti in un numero sempre maggiore di attività solitamente riservate agli operatori. Oggi gli Ufe in Trentino sono una quarantina: sono formalmente riconosciuti dall’Azienda sanitaria di Trento e vengono retribuiti per le loro prestazioni.


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Filo diretto. Incontro con l’ideatore e fondatore della storica radio trentina

Angelo DE TISI

«Ecco come nacque Radio Dolomiti»

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di Mario Pacher

ra il 24 dicembre del 1975 quando da una stazioncina radio in una casa sospesa quasi nel vuoto a strapiombo sulla vallata, a Margone di Vezzano, iniziavano le trasmissioni di “Radio Dolomiti”, la prima emittente privata del Trentino. In molte case incominciarono così ad entrare le belle musiche del passato, in particolare, conquistando gli animi di tanti trentini di tutte le età. Stava insomma per realizzarsi il progetto alimentato da tanto tempo nei sentimenti di Angelo de Tisi, allora 32enne, un uomo di vasta cultura con la conoscenza di ben sei lingue e con alle spalle nove anni di navigazione come direttore di crociera. In breve “Radio Dolomiti”, che inizialmente trasmetteva dalle 9 del mattino fino a mezzanotte, divenne l’emittente più amata, la più ascoltata e seguita in partico-

lare dalle persone comuni. In questa stazione radio migliaia di trentini avevano trovato una particolare, squisita familiarità. Molte erano le telefonate che giungevano al numero di allora – il 44244 - per esprimere lode e ringraziamento per la bella musica, per la compagnia che la radio teneva a tante persone anziane e non, agli operai che lavoravano in turni spesso notturni. Iniziavano subito le dediche di canzoni come espres-

sione di amicizia e simpatia fra amici e conoscenti, particolarmente indicate soprattutto in occasione di compleanni, onomastici o altre liete ricorrenze. Sul tavolo di Angelo (che nella foto vediamo all’epoca sul suo tavolo di lavoro) pervenivano giornalmente tante lettere per esprimere gioia «

offriva la sua “Radio Dolomiti”. Non poche anche le lettere che esprimevano gratitudine per aver portato una ventata di giovinezza e di simpatia in molte case trentine. Angelo de Tisi ancora oggi ricorda con emozione le soddisfazioni avute nella notte fra l’ultimo dell’anno 1975 e capodanno 1976, quando, nel

Durante il veglione di San Silvestro del 1975 i vigili del fuoco di Trento salirono fino a Margone per portarmi una bottiglia di spu-

mante e brindare assieme». e riconoscenza per le canzoni di altri tempi e la compagnia che

corso delle 39 ore ininterrotte di musiche e dediche, non mancò di rivolgere un pensiero particolare agli ammalati, ai gruppi e alle associazioni, a quanti vivevano soli e a tutte quelle persone che non avevano potuto festeggiare la ricorrenza perché impe-

gnate nel lavoro. «Quante telefonate di gratitudine e riconoscenza ho ricevuto in quel giorno» rammenta Angelo de Tisi. «I vigili del fuoco di Trento salirono fin qui a Margone per portarmi una bottiglia di spumante e brindare assieme». Angelo de Tisi fu subito attorniato da una decina di collaboratori e consulenti tecnici che lo aiutarono, lo consigliarono e lo sostennero anche moralmente. In poco tempo “Radio Dolomiti” divenne la preferita; molti dicevano di ascoltarla tutta la giornata anche per la piacevole e squisita voce del suo ideatore e conduttore. Angelo ha sempre amato la semplicità e anche per questo entrò subito nel cuore di tanti trentini in particolare in quelli che gli telefonavano per avere una parola di sollievo di fronte alle loro tristezze, alla loro solitudine. Fra quelli che ancora oggi, a distanza di ben 33 anni, ricordano con orgo-


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Filo diretto. Incontro con l’ideatore e fondatore della storica radio trentina glio e simpatia i saluti ricevuti da Angelo de Tisi durante una delle prime trasmissioni, ci sono i fratelli Bressan di Padergnone, proprietari della rinomata osteria tanto amata dagli appassionati del “vin santo”. Qualche anno più tardi nacquero in Trentino altre emittenti, ma “Radio Dolomiti” si confermò sempre, come riporta anche Audiradio, la prima come indici di ascolto e di gradimento nella provincia tridentina. La radio prosperò sempre ma alla fine del 2002, dopo 27 anni di attività, Angelo pensò di passare il testimone, come si usa dire, alla Società Editoriale proprietaria anche del giornale L’Adige. Radio Dolomiti è ancora oggi la più amata dai trentini per la sua completezza fatta di bella musica, vari notiziari nel corso della giornata che portano nelle nostre case ogni novità, rubriche culturali e ricreative. La rete di ascolto, che nei primi mesi dopo la sua nascita copriva solamente l’altopiano di Piné, la zona dei Laghi, la Gardesana Orientale, la valle dell’Adige fino ad Ora, in breve coprì tutto il Trentino ed oggi è ascoltata anche in Alto Adige, nel Veneto, in Lombardia, a Innsbruck e in

altri paesi dell’Austria. Ma ecco una breve sintesi ad iniziare dalla nascita della Radio fattaci dall’editore Angelo de Tisi, da noi incontrato. «L’idea di fondare una radio è maturata in me verso il 1973, quando ero in Venezuela. Ero stanco di navigare, di girare il mondo. Il mio intento era quello di offrire un bene pubblico, qualcosa di interessante alla mia gente, alla mia terra alla quale mi sento molto legato».« La radio - dice ancora - era fatta da tutta una equipe. In particolare voglio ricordare e ancora ringraziare le disk jockey Ione Fantini, Rosanna, Walter Liber che ha impostato bene la redazione e l’ha portata avanti, il tecnico Giancarlo Trenti che è sempre stato un caparbio, il tecnico che ha sempre risolto ogni

La prima sede di Radio Dolomiti

problema tecnico. Ed ancora i disk jockey Gabriele Biancardi, la Rinalda e tutti gli altri. Per me la radio è stata una grande avventura all’inizio, una bella esperienza poi, e una grande soddisfazione sempre. All’inizio, quando ho incominciato nel dicembre del 1975, le radio non erano ancora liberalizzate e quindi si rischiava la prigione. Poi nel febbraio 1976 è arrivata la sentenza della Corte Costituzionale che toglieva il monopolio alla RAI e quindi queste radio venivano tollerate. Ma ci sono stati tanti altri problemi con la SIAE, poi con il Ministero delle Poste, per le concessioni che non arrivavano mai, le interferenze...». Fra i personaggi ha ricordato anche il disk jockey Enrico Santini al quale, durante le sue lunghe ore ai microfoni, giungevano un numero infinito di telefonate. Anche di persone in difficoltà, gente che si voleva togliere la vita. «Con la sua bontà e il suo saper fare – racconta ancora Angelo

- due di loro li ha sostenuti telefonicamente e li ha fatti desistere da quell’insano proposito; poi li ha voluti anche conoscere. Quando nel 1985 c’è stata l’emergenza della grande nevicata, abbiamo fatto quasi da protezione civile poiché c’erano le linee interrotte, i ripetitori che non funzionavano. La Provincia ci mandava i comunicati e noi li mandavamo in onda affinché la gente li potesse sentire». Ma perché “Radio Dolomiti” è sopravvissuta alle tante difficoltà, mentre molte altre radio private hanno chiuso? «Io – risponde Angelo de Tisi

- ho sempre pagato tutti, non ho mai voluto collaboratori gratuiti. Dirò che molte delle radio che sono nate dopo la mia, sono nate con lo scopo non tanto di fare una bella radio, ma di far crollare “Radio Dolomiti”. Quindi c’era un po’ di cattiveria nei concorrenti che però non li ha appagati. Quei concorrenti che si sono comportati lealmente sono sopravvissuti. Inoltre io la radio la facevo come unica professione, mentre gli altri avevano tutti altre attività alle spalle e quindi non prestavano la dovuta attenzione». Ancora oggi Radio Dolomiti continua ad essere la più ascoltata ed amata del Trentino. Evidentemente l’impegno e l’onestà con la quale il suo fondatore Angelo de Tisi l’ha portata avanti per tanti anni, vuole essere una garanzia anche per coloro che poi dopo sono subentrati. Una nuova grande prova, aggiungiamo noi, che il buon nome non si disperde mai!


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EVENTI

S.Michele. Panizza plaude all’iniziativa del Museo degli Usi e Costumi

Carnevale Re d’Europa, la mostra (Foto Arch. PAT)

Carnevale Re d’Europa, la mostra (Foto Arch. PAT)

Il direttore del Museo Kezich, a destra, e al centro l’ass. Panizza (Foto Arch. PAT)

Così il MUCGT incorona il “Carnevale re d’Europa” Una mostra sul Carnevale in pieno periodo natalizio. È questa la singolare iniziativa del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all’Adige che, con il sostegno del Programma “Cultura” dell’Unione Europea, ha così avviato un progetto e una mostra itinerante di portata internazionale.

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ai Balcani alle Alpi, fino al Paese Basco e ai Pirenei, passando anche attraverso l’Italia peninsulare, sopravvivono nelle comunità rurali e montane consuetudini del tutto simili legate ai tradizionali riti di fertilità invernali, a dimostrazione delle comuni radici culturali delle popolazioni europee. Stesse sono, ad esempio, le figure demoniache, vestite di pelo di capra, ornate di corna, sporche di nerofumo e cinte degli inconfondibili campani di bronzo, che un po’ ovunque inaugurano il corteo. Stessi sono i figuranti biancovestiti, con il cappello a cono adornato di nastri multicolori, protagonisti del seguito benefico dell’invasione carnevalesca. Stesso è il corteo nuziale per finta che si configura quasi ovunque come l’elemento centrale della processione carnevalesca, insieme ad altri rituali caratteristici: l’aratura per finta, la caccia all’orso, il processo, condanna e lettura del testamento del «personaggio» Carnevale, e infine l’erezione di una grande pira per un rogo purificatore. Tutto questo rivive nella mostra “Carnevale Re d’Europa”, organizzata dal Museo degli Usi e Costumi della

Gente Trentina di San Michele, che si è chiusa il 6 gennaio scorso per riprendere poi il percorso attraverso il Vecchio Continente: Zagabria (Croazia), Sofia (Bulgaria), Skopie (Macedonia) e, infine, a Marsiglia. La tappa di Zagabria, il 15 e 16 gennaio scorsi, ha visto anche la partecipazione di una rappresentativa dei gruppi tradizionali del carnevale di Valfloriana, Coredo Romeno e Penia, accom-

pagnati da Franco Panizza, assessore provinciale alla Cultura, Rapporti Europei e Cooperazione. E proprio l’assessore Panizza, il 5 gennaio scorso, visitando la mostra nelle sale del Museo di San Michele, aveva espresso parole di elogio per questa iniziativa. «È nella cultura popolare – aveva detto in quell’occasione Panizza - che ritroviamo i tratti comuni di una coscienza europea dei vari

popoli del Vecchio Continente. Un esempio arriva da questa mostra sul Carnevale del Museo degli usi e costumi di San Michele che in maniera mirabile ha ripreso spunti e testimonianze di una memoria storica mai persa». «Oltre ad accrescere la consapevolezza del comune e diffuso substrato culturale – ha aggiunto l’assessore alla cultura Panizza durante la visita alla mostra Carne-

Un progetto internazionale “Carnevale Re d’Europa” è un progetto del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, sostenuto dal Programma Cultura dell’Unione Europea. Il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina ha finora coinvolto nel progetto quattro importanti partner internazionali: Ethnographic Institute and Museum, Bulgarian Academy of Sciences di Sofia (Bulgaria); Musée des Civilisations de l’Europe et de la Méditerranée di Marsiglia (Francia); Etnografski Muzej di Zagabria (Croazia); e Nacionalna Ustanova Muzej na Makedonija di Skopje (Macedonia). A questi partner ufficiali, direttamente investiti della responsabilità del progetto, si sono aggiunti il Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde di Nuoro e il Museo Etnografico dell’Alta Murgia di Altamura e ancora, dall’estero, lo Slovenski Etnografski Muzej di Lubiana. Il progetto prevede, oltre alla mostra, molte altre attività: ricerca negli archivi dei Musei e compilazione di bibliografie e filmografie di

riferimento; la realizzazione del sito web www. carnivalkingofeurope.it; la rassegna di film; il catalogo della mostra con il saggio per un «Atlante» del carnevale europeo; ed attività educative per le scuole. Il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina conduce da tempo ricerche in quest’ambito che hanno portato, oltre all’allestimento della sezione museale «I riti dell’anno» e alla progettazione di percorsi educativi per le scuole, alla realizzazione della mostra del 2006 “Demoni pastori e fantasmi contadini. Le mascherate invernali dalle Alpi orientali ai Balcani”, curata per la Camera di commercio di Trento da Giovanni Kezich e Cesare Poppi, e al film di Michele Trentini, “3 carnevali e ½”, prodotto nel 2007 dal Museo in seguito a campagne di ricerca svolte nel 2006 e nel 2007 in quattro località del Trentino: Valfloriana, Grauno, Palù del Fèrsina e Varignano. Il film è stato da poco insignito del Premio Costantino Nigra 2007 per l’antropologia visiva.

vale re d’Europa - il progetto intende creare una rete di lavoro tra i maggiori musei etnografici europei per lo scambio di informazioni e di attività sul carnevale. L’obiettivo è di far rivivere il carnevale in maniera originale, recuperando l’anima dei popoli di montagna, per i quali è sì un memento di festa e divertimento ma anche l’occasione per esorcizzare le paure della gente». «Il progetto – ha spiegato il direttore del museo, Giovanni Kezich, durante la visita dell’assessore Panizza, accompagnato anche dal presidente del museo Emanuela Renzetti e dal vicesindaco Franca Pangrazi – ha una durata biennale e intende mettere in luce, studiare e interpretare criticamente le significative somiglianze di alcuni aspetti specifici del Carnevale in aree culturali molto vaste del continente europeo». L’appuntamento con il carnevale europeo ritornerà il 15 febbraio, in occasione del Carnevale di San Michele, quando sarà presente un gruppo di zvoncari (scampanatori) croati, dall’entroterra fiumano, che sfileranno con i gruppi trentini, sempre nell’ambito del programma di “Carnevale Re d’Europa”.


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EVENTI

Borgo Valsugana. Domenica 15 febbraio, bigolada, sfilata di carri e tante iniziative

Una grande festa animerà il carnevale di Borgo

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di Paolo Chiesa

ono da poco terminate le festività natalizie è già Borgo Valsugana è pronta per un’altra ricorrenza. Domenica 15 febbraio in piazza Degasperi ci sarà infatti la consueta festa di carnevale. Una festa che ogni anno richiama tantissime maschere e spettatori e che anche per il 2009 ha in serbo molte curiosità ed attrazioni. Partenza con il botto a mezzogiorno con la tradizionale “bigolada” che verrà offerta ed organizzata dai vigili del fuoco volontari di Borgo. Dalle 14 in poi la festa continua con la sfilata dei carri e dei gruppi alla quale tutti possono partecipare e che riempiranno di colori ed allegria il centro storico. A seguire, sempre a cura dei vigili del fuoco volontari, gli attesi giochi per grandi e bambini che anche quest’anno avranno come principale competizione la “gara dei bigoli”. Si tratta di una gara a coppie (mascherate) che si sfideranno in una singolare competizione, in linea con lo spirito goliardico del carnevale. In pratica vince la coppia che mangia più pastasciutta in un minuto. Altro filo

FOCUS INTERVISTA SEMISERIA AL NOTO COMICO, ATTORE E CONDUTTORE TRENTINO

Supermario: «Il mio costume preferito da piccolo? Quello da Veciòt» di Paolo Chiesa

Il carnevale è uno degli appuntamenti più attesi dai bambini, da chi vorrebbe essere ancora bambino e da chi un po’ bambino è rimasto davvero. E proprio da uno che bambino è rimasto verrà presentato il carnevale di Borgo. Si tratta di Super Mario Cagol, autore ed attore comico, doppiatore e conduttore radiofonico. Ne abbiamo approfittato per fargli qualche domanda. Il risultato è stata un’intervista veramente…scherzosa. Quando eri piccolo qual era il tuo travestimento a carnevale? «Regolarmente, quando ero piccolo, il costume che andava per la maggiore era quello “Da Veciòt”. In pratica vestiti vecchi che astutamente sistemati creavano quel simpatico effetto, insomma era carnevale al risparmio!».

Se tu fossi un bambino nel 2009, come ti vestiresti? «Se fossi un bimbo del 2009, cosa che in realtà dentro sono al cento per cento, mi vestirei da Pirata dei Carabi. Dai, troppo figo! In verità il mio lavoro mi permette spesso di travestirmi e interpretare ruoli diversi, quindi carnevale lunghissimo per me, bello no?». Cosa combinerai a Borgo? «In quel di Borgo faremo il possibile per far divertire tutte

le persone presenti, mascherine e non solo. Tutti gli anni la festa è molto divertente e ci sono alcuni giochi davvero simpatici per intrattenere i presenti. Io cercherò di metterci tutta la mia demenza». È vero che a carnevale ogni scherzo vale? «Sì, a carnevale ogni scherzo vale. Per esempio potremmo come scherzo dare la data sbagliata della sfilata, così tutti arriverebbero in costume senza motivo....vabbè, me par ’na monada!». Quali sono i tuoi programmi futuri? «Programmi futuri parecchi, ma per scaramanzia preferisco non parlarne ora, ancora troppo presto. Continuo a lavorare in radio, teatro, e tv. Direi che sono molto fortunato, ho un lavoro meraviglioso e sempre nuovo. Certo che tu fai delle domande veramente banali amico!».

conduttore gastronomico del pomeriggio saranno i caratteristici “grostoli” distribuiti con il the e la cioccolata caldi. La giornata terminerà con la premiazione dei migliori carri, gruppi e maschere singole. Presentatore d’eccezione della festa sarà il comico Super Mario Cagol che saprà rendere effervescenti i vari momenti della giornata con la sua ironia e la sua vena comica. In caso di maltempo la festa verrà spostata al 22 febbraio 2009. L’iscrizione per i carri ed i gruppi mascherati è gratuita e si può effettuare presso la biblioteca di Borgo Valsugana. Per informazioni il telefono è lo 0461 754052 e l’indirizzo di posta elettronica: sistemaculturale@biblio. infotn.it.. Il carnevale di Borgo infotn.i infotn.it Valsugana è un appuntamento imperdibile per gli amanti degli scherzi e dell’allegria che anche quest’anno sarà organizzato grazie alla collaborazione di: APT Valsugana, Gruppo Alpini, Banda Civica, Borgo Commercio Iniziative, Borgo Sport Insieme, Croce Rossa, Comune di Borgo, Gruppo Genitori, La Bottega dei Prodotti Trentini, Pro Loco, Rifugio Crucolo, Vigili del Fuoco Volontari.


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Tradizioni. Il racconto di Prati sui festeggiamenti del passato in Valsugana

Il Carnevale di cent’anni fa «In tempi andati i nostri popolani si divertivano molto più d’ora». Così scriveva nel 1923, nel libro “I Valsuganotti”, il valsuganotto Angelico Prati.

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ngelico Prati, figlio del pittore Eugenio, vide la luce a Villa Agnedo il 3 maggio 1883. Dopo gli studi a Trento entrò in contatto con eminenti linguisti dell’epoca. Nel 1923, due anni prima di trasferirsi a Roma, Prati pubblicò il libro “I Valsuganotti (La gente d’una regione naturale)”in cui descrive anche alcune usanze legate alle feste e al carnevale in Valsugana. Vediamole. «In tempi andati – scriveva l’autore nato a Villa Agnedo il 3 maggio 1883 - i nostri popolani si divertivano molto più d’ora. Durante il carnevale, soprattutto negli ultimi giorni, andavano in maschera, e soli, o a gruppi, entravano nelle stalle o nelle stanze riscaldate a far la parlata, ch’era un breve componimento. Tra altro si recitava la parlata dei mesi. L’ultimo di carnevale vanno in giro dal dopo pranzo alla notte, parte vestiti in maschera, e anche la notte, pel paese o da un paese all’altro. A Ivano si potevano

osservare, ancora sino a non molti anni fa, gli antichi balli caratteristici della valle». «Di solito all’ultimo dell’anno, nei paesi più grossi, fanno la bigolada (maccheronata pubblica), festa carnovalesca, nella quale si còciono e si mangiano gli spaghetti (bìgoli) in piazza». «Il mercoledì delle Ceneri, certi anni, vanno in giro cantando, in una grossa compagnia, con fiocchi sul cappello o con scopetoni (aringhe salate, quale simbolo della quaresima), e con un cestino con cenere dentro. Cantano la canzone dei scopetoni, o altre cantate il dì prima, e vanno a bere presso privati o alle osterie. Anche uomini attempati vi prendono parte, e fanno giravolte, scherzi, e così via. Vedi una vecchia simile costumanza a Coredo nella Val di Non». Per i tempi passati non trovo che una notizia: tra le entrate annue del Castello di Telvana, nel XVII, sono notate: Regalie di licenze per far mascherade e ballare (Morizzo III 153)».

LEVICO TERME

Il Carnevale arriva anche in biblioteca

A Levico il Carnevale si festeggia anche in biblioteca. Per gli amanti di questa divertente tradizione, infatti, rimarrà aperta fino al 24 febbraio prossimo, presso la Biblioteca comunale di Via Marconi, una mostra di libri che hanno per argomento proprio... il Carnevale. Tre sono le sezioni in cui si articola questa singolare proposta, culturale e al tempo stesso ludica: 1) maschere e tradizioni; 2) storie di carnevale; 3) costruzione di maschere e costumi. Dei libri esposti è disponibile un catalogo gratuito. I libri sono altresì disponibili per essere presi in prestito e consultati con calma, magari per ideare qualche originale travestimento in vista delle prossime sfilate. Levico, Biblioteca Comunale, Via Marconi, 6. Da martedì a sabato: ore 10.00-12.00 e 15.00-18.30. Il venerdì anche 20.3022.00.


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CRONACHE

Focus. Il monitoraggio eseguito dal Servizio Foreste e Fauna della PAT

In Trentino sono presenti almeno 24 orsi

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ono almeno 24 gli orsi presenti in Trentino e nelle regioni adiacenti alla fine del 2008. Undici sono adulti (9 femmine e 2 maschi), sei sono sub-adulti (tutti maschi) e sette sono cuccioli (4 maschi e 3 femmine). A queste conclusioni si è giunti grazie al monitoraggio genetico svolto lo scorso anno e che ha permesso di identificare 27 differenti orsi nella provincia di Trento e nelle regioni confinanti. Per almeno tre di essi è stata però accertata la morte nel corso dell’anno. È possibile inoltre che qualche esemplare non sia stato rilevato. Il monitoraggio è stato eseguito dal radiocollare, fino alla deciServizio Foreste e Fauna sione del suo abbattimento della Provincia Autonoma di presa per il comportamento Trento con la collaborazione giudicato pericoloso. tecnica dell’I.S.P.R.A. (ex Nel corso del 2008, almeno Istituto Nazionale per la Fau- 5 orsi, tutti maschi di 3-4 na Selvatica) ed il supporto anni, si sono spostati anche del Parco Naturale Adamello al di fuori della provincia di Trento: oltre agli orsi JJ5 e Brenta. Tra gli orsi rilevati nel 2008 JJ3, si tratta di MJ4 (rilevato figurano tutti e tre i figli in Svizzera e provincia di Bolzano), di Jurka nati Nel 2008, almeno cin- D G 2 ( i n nel 2006; JJ5, que orsi si sono spo- provincia di maschio, è stato identifistati anche al di fuori Bolzano) e KJ2G2 sul cato genetidella provincia Monte Balcamente fuori dal Trentino, nelle province do (provincia di Verona) e di Bergamo e Brescia; JJ4, sull’altopiano di Asiago (profemmina, è stata rilevata vincia di Vicenza). Quest’ulgeneticamente in Val Giu- timo è il primo orso ad aver dicarie ed in Val di Non; attraversato la Val d’Adige a JJ3, maschio, si è stabilito sud di Bolzano, spostandosi in Svizzera, dove le autorità dal Trentino occidentale a locali lo hanno costantemen- quello orientale. Al contrario te tenuto sotto monitoraggio tutte le femmine, anche nel telemetrico grazie ad un 2008, sono state localizzate

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Accordo. Per le Politiche familiari Convenzione tra PAT e Parma

in Trentino. Dal 2002 ad oggi è stata accertata la morte di 7 orsi. Un esemplare è stato catturato ed è ospitato in una area faunistica (Jurka), mentre altri 8 non sono stati rilevati almeno negli ultimi due anni. Benché questi orsi possano essere teoricamente ancora presenti, questi dati spiegano come il numero minimo di orsi identificati quest’anno sia stato solo leggermente più alto di quello dell’anno precedente (24 contro 23), nonostante la buona riproduzione osservata nel 2008. Anche se la popolazione rimane di dimensione limitata, l’andamento generale sembra quindi positivo. Tuttavia la crescita lenta e le ridotte dimensioni del nucleo di orsi bruni fanno sì che la piccola popolazione rimanga ancora a rischio di estinzione.

Su proposta dell’asses- delle famiglie presenti sore alle politiche sociali sul territorio. Il sindaco Ugo Rossi, la giunta pro- di Parma, dopo aver ricovinciale ha approvato lo nosciuto come importante schema di protocollo d’in- il lavoro svolto dalla PAT tesa che verrà sottoscritto nel leggere le politiche a dalla Provincia autonoma sostegno della famiglia in di Trento e dal Comune un’ottica promozionale e di Parma per favorire lo non socio-assistenziale, ha scambio di esperienze e di proposto la stipula di una buone pratiche nell’ambi- convenzione non onerosa to delle politiche familiari per la messa a punto del innovative. Dopo ana- marchio “Friendly Family loghe convenzioni, una – Amico della Famiglia”. nel 2006 con la Provincia Il protocollo approvato di Verona e una in via di dalla nostra giunta prestipulazione con Lamezia vede una collaborazione Terme, per fornir loro un triennale fra i due enti nel supporto operativo nella campo delle politiche faprogrammazione di pro- miliari innovative. In pargetti o di piani di interven- ticolare, la PAT s’impegna to relativi alle politiche a mettere a disposizione familiari sulla base delle l’esperienza sin qui maesperienze già maturate in turata con il marchio “FaTrentino, questa volta una mily in Trentino” e con convenzione in tal sen- il marchio “Fit Family” in ambito so verrà Lo scopo: favorire lo extraprostipulascambio di esperien- v i n c i a l e . ta con il Comune ze nell’ambito delle Il Comune di Parma di Parma politiche familiari che si dis’impegna stingue a livello nazionale a rendere partecipe l’ente per la valorizzazione che partner delle politiche già lì viene data al target fa- messe in campo e delmiglia e per l’istituzione la definizione dei nuovi dell’Agenzia per la Fa- programmi, individuando miglia, un organismo co- nuove future iniziative da munale che ha il compito portare avanti congiuntadi coordinare le politiche mente, anche in ambito di sostegno al benessere europeo.

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FAT T I & O P I N I O N I

L'intervento. La questione morale dovrà essere il tema del 2009

O eliminiamo i corrotti oppure la politica muore La questione morale dovrà essere il tema di fondo della stagione politica 2009. E con essa il ritorno dei politici all’impegno per la difesa dei valori fondamentali. Se questa evoluzione non si verificherà, il tasso di sfiducia verso la politica da parte dell’opinione pubblica, potrebbe raggiungere livelli di non ritorno.

POLITICANDO DETTO & FATTO

Svolte: Pdl e Pd «Silvio Berlusconi un anno fa fondò il Pdl un pomeriggio a San Babila e cinque mesi dopo vinse le elezioni. Il Pd per cambiare almeno linea politica deve arrivare a giugno, alle europee. Un po’ troppo. A quel punto, dentro le urne, i dirigenti del centrosinistra potrebbero scoprire che il Pd non esiste più». Lo ha scritto Augusto Minzolini sul settimanale Panorama. L'ANATEMA

di Giacomo Santini*

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e recenti vicende di tangenti e corruzioni in diverse regioni d’Italia (Trentino compreso) ci stanno facendo rivivere i giorni angosciosi della prima tangentopoli, quella degli anni novanta, quando i cittadini per bene si sentirono violentati da una classe politica disonesta e senza scrupoli che aveva pensato non all’interesse comune ma al personale tornaconto. Questo ritorno dei corrotti è ancora più sconcertante perché dimostra che la lezione di allora è stata dimenticata e che l’assuefazione alla disonestà ha reso labili e meno presidiati i confini della legalità. Il problema è che all’interno di molti partiti, di destra, sinistra e centro, i disonesti di allora hanno trovato ospitalità e copertura e molti di loro, senza alcun ritegno, stanno scandendo i tempi ed i modi della nuova ondata di corruzione. Di più e di peggio, rispetto alla tangentopoli storica, c’è che queste pratiche fraudolente sono diventate trasversali: ci si mette d’accordo tra chi amministra e chi controlla, tra maggioranza ed opposizione, tra amministratori eletti e pubblici funzionari, tra sistema politico ed organizzazioni esterne. Nessuno ha il diritto di gioire: né a sinistra, né a destra, né al centro. La sconfitta è di tutti, anche di chi si impegna a fare politica con trasparenza, correttezza ed onestà. Il giudizio dell’opinione pubblica, ormai, non fa più

distinzioni perché il dilagare del fenomeno ha assunto le proporzioni di un sistema dal quale è difficile chiamarsi fuori. Ed anche chi fa politica in maniera pulita ha l’impegno di dimostrarlo, più del corrotto, per non essere coinvolto nel giudizio e nella condanna. Da più parti emerge un richiamo al garantismo. È più che condivisibile come invito alla verifica severa delle responsabilità e come presupposto alla trasparenza. Assolutamente non è accettabile se diventa uno stratagemma per favorire rinvii, temporeggiamenti, coperture utili a ritardare o contrastare il cammino della verità. C’è un monito per tutti: individui e Partiti, eletti ed elettori. Le colpe soggettive diventano collettive se gli anticorpi dell’onestà individuale non hanno il coraggio di aggredire il virus dell’illegalità fatta sistema, partendo dalla radice, dai portatori consapevoli, dal loro modo di operare insieme e di malgestire la cosa pubblica.

Ma c’è una selezione preliminare da promuovere subito per giungere all’isolamento dei disonesti. Occorre partire dagli opportunisti, da coloro che fanno politica per mestiere e confondono l’attività di partito con quella privata o professionale, spesso inesistente. Sono queste persone, totalmente dipendenti delle fortune o dai rovesci del loro ruolo politico, che si rendono permeabili a qualsiasi compromesso pur di rimanere al loro posto. Il loro comportamento è sempre funzionale a fini lontani da quelli della Politica con la “P” maiuscola e da un’etica amministrativa davvero disinteressata. Sono gli attori del teatrino degli appalti truccati, delle assunzioni facili e garantite ai soliti noti, degli inciuci trans-partitici per la spartizione di qualche torta, sono i malinconici boss di reti di persone da quattro soldi per i quali non va nemmeno sprecato l’aggettivo “mafioso” che, nella sua negatività assoluta, ha una pretesa di

nobiltà storica, altrove tristemente riconosciuta. L’opportunismo in politica è l’incubatoio naturale della corruzione perché crea l’ambiente favorevole al virus dell’illegalità. L’imprenditore senza scrupoli non riuscirebbe a realizzare i suoi torbidi disegni se non sapesse di trovare accoglienza nel sistema opportunistico della politica-affari e nei suoi attivisti. Ricordiamocene ora, di fronte ad una legislatura provinciale appena avviata ed al prossimo impegno di dover scegliere gli amministratori di alcuni importanti Comuni, a partire da Trento. Non sono mai stato tifoso del giustizialismo alla Beppe Grillo o alla Marco Travaglio. Anch’essi, per fini opposti ai loro bersagli, sono sostenuti da una vena opportunistica di antipolitica militante che, con il ruolo del controcanto, li rende coattori della stessa recita. Anch’essi sfruttano il sistema e ne traggono alimento per il loro interesse personale. Però da qualche tempo non cambio più canale. Ascolto, setaccio, valuto, confronto tutto ciò che viene proposto nel tentativo di capire se tra verità nascoste, verità violate, verità mistificate e addomesticate, possa emergere qualche valore residuale per ancorarvi un ideale politico per il futuro. Cercare di capire è pur sempre un modo di reagire. Come prendere le distanze, in attesa di orizzonti più sereni. *Giacomo Santini è senatore del PDL

Un duro Travaglio per Veltroni «I casi sono tre: o non capiscono, o non hanno letto le carte, oppure sono in malafede e ciurlano nel manico per avere qualche pretesto polemico nei confronti della magistratura al fine di tirarsi fuori da una situazione imbarazzante». Marco Travaglio, come al solito, non le manda a dire. Solo che stavolta sul suo personale banco degli imputati siede lo stato maggiore del Partito democratico. Motivo: le reazioni alle inchieste giudiziarie che vedono coinvolti i suoi esponenti».

Dal quotidiano Libero LA SENTENZA

Nel Pd il buongiorno non si vede dall’Alba Sulla possibilità che la soubrette Alba Parietti si candidi alle prossime primarie del Pd i commenti si sono sprecati. Lapidario il giudizio di Antonio Di Bella, direttore del TG3. Interpellato dal settimanale “TV Sorrisi e Canzoni” ha detto: «Affidereste la riparazione del vostro lavandino di casa a un bravissimo cantante? O la ristrutturazione del bagno a un Nobel per la letteratura? Non penso. Credo, con tutto il rispetto per la bravissima Alba, che dovremmo rivalutare il valore della competenza specifica. In politica come nelle altre professioni, incluso il giornalismo».


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La sfida. Il critico d’arte vuole risollevare la Sicilia con la cultura

Sgarbi sindaco a Salemi: una bella scommessa! Se Sgarbi riuscirà a trasformare Salemi in una culla di cultura otterrà il più grande successo.

Pensioni. L’Italia è davvero unica I lavoratori meritano rispetto

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di Michele Luongo

ittorio Sgarbi è un personaggio che da qualsiasi punto lo si guardi conferma il forte carisma connaturato nella sua persona. Una padronanza del linguaggio non indifferente è uno dei tratti fondamentali della sua personalità che l’hanno reso protagonista non ra per la piccola comunità. solo nell’ambito artistico, Il Sindaco Sgarbi si messo ma nell’intero complesso del subito all’opera. Il primo panorama intellettuale. Sgarbi intervento mediatico è stata la è ora sindaco del comune di delibera con la quale si è deSalemi (Tp). Nella sua giunta ciso di esporre in Municipio personaggi come Oliviero la bandiera tibetana. Ha fatto Toscani, assessore ai Diritti poi esporre a Salemi il celebre umani e alla Creatività, e Phi- dipinto “L’adorazione dei palippe Daverio, Bibliotecario. stori”, di Pieter Paul Rubens, Vittorio Sgarbi forse è il per- tela che dal 24 gennaio sarà a sonaggio giusto per aiutare Messina, al Museo Regionale, a fare uscire, perché non è per un confronto con L’adoimbrigliato da quella melma razione dei pastori di Carastantia della paura, la ricchez- vaggio. «Quello tra Rubens e Caravagza della cultura di Salemi. Un Un progetto da pren- gio - spiega progetto da dere ad esempio Sgarbi – è prendere come il primo di dall’intero Meridione una serie di esempio dalper ridare forza ai “confronti l’intero Meridiritti dei cittadini – sfide” che dione per ridare proporremo forza ai diritti di ogni cittadino come quello di nel 2009». Sgarbi sta lavorando per gaavere un futuro migliore. I primi sei mesi di Sgarbi rantire una legge speciale come amministratore sono per Salemi, per ridare alle certamente positivi per la migliaia di case distrutte dal comunità di Salemi. Salemi terremoto del Belice l’antico è sui mass media nazionali, splendore. Le case abbandole iniziative dello straordina- nate saranno vendute al prezrio Sgarbi sono un continuo zo simbolico di euro 1, per sbocciare di perle di primave- essere in due anni ristrutturate

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di Michele Luongo

mantenendo le caratteristiche originali. Sgarbi un vulcano di idee, offre la cittadinanza onoraria, in qualità di sindaco di Salemi, alla signora Borsellino (vedova di Paolo) mostrando rispetto per il lavoro del marito, e a Tina Martinez Montinaro, moglie di Antonio, perito a Capaci con la scorta di Falcone. E su un’idea dell’assessore Oliviero Toscani, la registrazione dell’acronimo M.a.f.i.a, sigla dalle iniziali di Mediterranean association for international affair . Toscani afferma: «ho voluto smitizzare l’organizzazione criminale - che anche questo è un gesto per tenere alta l’attenzione su un problema che riguarda anche me. Perché in Italia siamo tutti vittime della mafia». Salemi e Sgarbi, un connubio, una bella scommessa! Se Sgarbi riuscirà a trasformare la piccola Salemi in una culla di cultura e andare fino in fondo al suo mandato, otterrà il più grande successo della sua vita.

L’Italia per certi aspetti è sicuramente un paese unico, non si smentisce nemmeno con la problematica delle pensioni. Da quasi vent’anni non c’è governo, parlamento che non abbia provveduto a decretare, legiferare in materia cambiando, con lo straordinario silenzio dei sindacati, le aspettative dei lavoratori, e creando sfiducia, tristezza, ansia e disagi. E oggi nuove voci ci richiamano ai doveri della Comunità Europea, vale a dire uniformare l’età pensionabile ai 65 anni, con toni quasi da rimprovero. Giusta l’uniformità europea, ma è altrettanto giusto segnalare che esistono realtà contributive diverse in ogni paese dell’Unione. Quindi non è possibile dimenticare di come si è giunti alla problematica delle pensioni: la legge che consentiva di arrivarci con 14–15 anni di contributi, quella dei mestieranti della politica che con una legislatura si assicurano il vitalizio, gli sperperi dei contributi pagati dagli stessi lavoratori solo per citarne alcuni.

Un Parlamento serio non dovrebbe calpestare e dimenticare i diritti dei lavoratori, ai quali deve innanzitutto rispetto, con leggi retroattive che tradiscono le loro aspettative. Né si può ridurre il tutto a una questione di numeri trattando con superficialità l’entità, il valore della persona. Eppure basterebbe solo un po’ di buon senso per capire che ogni lavoro è diverso dall’altro e influisce in modo diverso su ogni persona, ricordare che si sono prolungate le aspettative di vita è uno schiaffo alla dignità lavorativa. Oggi sarebbe del tutto “normalmente giusto” che si stabilisse una contribuzione minima, ritengo corretta quella dei 30 anni – per chi desidera accedervi - premiando con una maggiore incremento percentuale coloro che gradiscono continuare a lavorare. Ciò permetterebbe il naturale rinnovamento delle idee ed energia nuova, considerando anche che i settori lavorativi sono sempre più tecnologici. Non dimentichiamo che è un dovere lasciare spazio lavorativo ai giovani perché si incamminano verso nuove epoche.


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Nuovo ospedale. Pronta nel 2010 la nuova struttura all’avanguardia

Ultimo lotto per il “Villa Rosa”

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’anno 2009 vedrà il completamento dei lavori al nuovo ospedale Villa Rosa di Pergine Valsugana. Il quarto lotto riguarderà la viabilità di accesso che sarà da via Spolverine. Per permetterne la realizzazione verranno abbattuti un capannone e una casa adiacenti alla strada. Il quarto lotto avrà un costo di 2 milioni e 600 mila euro, mentre il suo tempo di realizzazione sarà di circa un anno. In teoria nel 2010 l’ospedale dovrebbe essere terminato. Alcuni servizi

Il nuovo ospedale Villa Rosa

sono d’altronde già attivi, come quello della mensa che serve l’intero distretto

sanitario. Il vecchio ospedale di Villa Rosa si trova in una posizione molto decentrata e

disagiata rispetto all’abitato di Pergine con un accesso complicato, sia per la scarsità di mezzi pubblici che per la viabilità sottodimensionata. Il nuovo ospedale in via di ultimazione dovrebbe quindi diventare un punto di riferimento per la riabilitazione per tutta la provincia, con il triplo della metratura rispetto alla situazione attuale (100 mila contro 30 mila metri quadrati). Il numero dei posti letto per le degenze è di 108, con la possibilità di accogliere 24 persone in day hospital. Dopo vent’anni dalla sua progettazione, dunque, si

Per la Lega Nord una nuova cattedrale nel deserto... Per la Lega Nord l’ospedale Villa Rosa a Pergine Valsugana rischia di diventare una nuova cattedrale nel deserto della sanità trentina. «Dopo avere investito oltre 50 milioni di euro per la ristrutturazione ed ampliamento del vecchio edificio – scrivono i consiglieri provinciali del Carroccio Savoi, Paternoster, Penasa e Casna in un’interrogazione al Presi-

Scuola infanzia di Roncogno

Inaugurata la nuova scuola dell’infanzia di Roncogno. Dopo i lavori di ristrutturazione, finalmente una scuola adeguata alle nuove esigenze sia pedagogiche che di spazi. Soddisfazione degli abitanti che da sempre chiedevano una struttura locale per i bimbi, credendo nella ricchezza che i giovani portano ad una comunità. (p.c.)

dente Dellai- ora la Provincia sembra avere cambiato idea circa la destinazione di alcuni servizi sanitari territoriali che la struttura avrebbe dovuto ospitare». «Se così fosse – si legge nel documento - assisteremmo all’ennesimo spreco di denaro dei contribuenti». Attraverso l’interrogazione i quattro esponenti della Lega Nord intendo-

no sapere «se corrispondono al vero le voci che danno in procinto di trasferimento il laboratorio di analisi e il reparto di radiologia dell’ospedale Villa Rosa a Pergine Valsugana; per quale motivo s’ipotizza il trasferimento in altre sedi dei summenzionati servizi, quando l’appena ristrutturato edificio ospedaliero di Villa Rosa deve ancora entrare pienamente in

funzione, nonostante sia stato realizzato un ampliamento di ben 110.000 metri cubi del complesso preesistente; a quanto sia effettivamente ammontato il costo per la ristrutturazione e l’ampliamento dell’edificio dell’ospedale Villa Rosa; quali siano le prospettive del rinnovato ospedale Villa Rosa di Pergine Valsugana nell’ambito della sanità trentina».

Novità. Si pagherà in base al consumo effettivo

realizzerà finalmente un polo sanitario all’avanguardia per la cura e la riabilitazione, con particolare attenzione alle persone che hanno riportato traumi causati da incidenti domestici o stradali.

Inaugurazione per “Via Amstetten” Taglio del nastro per via Amstetten, la nuova laterale di viale Dante che servirà le scuole medie Garbari e il futuro nuovo centro giovanile. La strada, che prima si chiamava via Paganella, ricorda con la nuova denominazione la città austriaca da trent’anni gemellata con Pergine. Presenti all’inaugurazione il vicesindaco di Pergine Osler e il sindaco di Amstetten Katzenbruger. (p.c.)

LAVORI IN CORSO RACCOLTA DIFFERENZIATA

Energia, arrivano i nuovi contatori La STET, la società che tra le varie cose si occupa anche dell’erogazione dell’energia elettrica in Alta Valsugana, sta provvedendo alla sostituzione di circa 15 mila vecchi contatori per le utenze elettriche, con altri di tipo elettronico. L’installazione dei nuovi dispositivi permetterà agli utenti di ricevere le proprie bollette dei

consumi non più a conguaglio come avveniva finora, bensì con l’indicazione degli importi relativi al consumo di cui effettivamente si è usufruito. Le sostituzioni di detti vecchi contatori con dispositivi di nuova generazione si effettueranno nei comuni di Pergine Valsugana, Caldonazzo, Levico Terme e Tenna. (p.c.)

Assunzioni per Amnu SPA Amnu spa, che gestisce la raccolta dei rifiuti, ha indetto una selezione per assumere 9 addetti alla gestione dei centri zonali per la raccolta differenziata. L’azienda necessita di 5 lavoratori a tempo pieno e 4 part time. Alla prova scritta hanno partecipato oltre 150 candidati: 20 hanno potuto accedere ai colloqui individuali.


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Bambini. Per l’anno scolastico 2009-2010 le tariffe rimarranno invariate

Scuole infanzia: iscrizioni fino al 6 febbraio

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e iscrizioni dei bambini che frequenteranno le scuole dell’infanzia nell’anno scolastico 2009-2010 avranno inizio il 26 gennaio e si concluderanno il 6 febbraio 2009. Possono essere iscritti i bambini che compiano entro il 31 gennaio 2010 il terzo anno di età e fino all’età dell’obbligo scolastico (i bambini nati dal 1 settembre 2003 al 31

gennaio 2007). Possono essere altresì iscritti, ma soltanto nelle scuole individuate dalla Giunta provinciale presso le quali si attueranno progetti di sperimentazione legati all’ingresso anticipato dei bambini che compiono il terzo anno d’età entro il 31 marzo dell’anno scolastico di riferimento, i bambini residenti o domiciliati nell’area di utenza delle singole scuole individuate

per la sperimentazione nati dal 1 febbraio al 31 marzo 2007 e i bambini nati nel predetto periodo fratellini di bambini già frequentanti e reiscritti per l’anno scolastico 2009-2010. L’iscrizione è richiesta dai genitori mediante domanda in carta semplice, indirizzata al Comitato di gestione della scuola dell’infanzia in cui si intende iscrivere il bambino, da compilarsi su apposito modulo in distribuzione presso la scuola stessa. Il modulo può essere anche scaricato, per le scuole dell’infanzia provinciali, dai siti della Provincia autonoma di Trento ai seguenti indirizzi: www.vivoscuola.it e www.modulistica. provincia.tn.it e, per le scuole dell’infanzia equiparate federate, dal sito della federazione Provinciale Scuole Materne all’indirizzo www.fpsm.tn.it La domanda va presentata presso una sola scuola dell’infanzia. Il concorso finanziario per l’utilizzo del servizio prolungato è confermato per

l’anno scolastico 2009-2010 nella tariffa annuale piena di 183 euro per un’ora giornaliera, di 336 euro per due ore giornaliere e di 549 euro per tre ore giornaliere. Per le famiglie che richiedono l’agevolazione in base al modello Icef, le tariffe minime annue sono stabilite in 71 euro per un’ora giornaliera, 142 euro per due ore giornaliere e 213 euro per tre ore giornaliere. In merito al concorso finanziario delle famiglie per l’utilizzo del servizio dell’orario prolungato, il Servizio scuola dell’infanzia, istruzione e formazione professionale della Provincia autonoma segnala la conferma della possibilità di differire oltre il termine del 6 febbraio 2009, ma comunque improrogabilmente non oltre il 6 marzo 2009, il versamento della tariffa dovuta nonché la consegna della relativa attestazione di pagamento. L’elenco delle scuole dell’infanzia individuate ai fini dei progetti di sperimentazione

legati all’ingresso anticipato nell’anno scolastico 20092010 dei bambini nati nei mesi di febbraio e marzo 2007 sono le seguenti: Avio: equiparata di Sabbionara. Cembra: equiparata di Cembra. Commezzadura: provinciale di Mestriago. Condino: equiparata di Condino. Fondo: equiparata di Fondo. Mezzocorona: equiparata di Mezzocorona. Novaledo: provinciale di Novaledo. Pergine Valsugana: equiparata di Roncogno di Pergine. Pomarolo: provinciale “Don Rainoldi”. Pozza di Fassa: equiparata di Vigo di Fassa. Rovereto: provinciale di Fucine. S. Michele all’Adige: provinciale di S. Michele all’Adige. Tenno: equiparata di Tenno. Tione di Trento: equiparata di Tione. Trento: provinciale di Piedicastello; equiparata “Pedrotti”; equiparata di Martignano; provinciale “G. Rodari”. Unione Valle di Ledro: provinciale di Tiarno di Sopra. Volano: equiparata di Volano.


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Trento. In vista delle elezioni e del congresso costitutivo del PDL

Centro destra trentino Nato il Comitato di Coordinamento

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l 12 gennaio scorso si è costituito a Trento il Comitato di Coordinamento dei Partiti e delle forze politiche che si identificano nell’area del centro destra. Gli obiettivi di fondo – si legge nella nota stampa - sono due: 1) Preparazione delle elezioni comunali. 2) Marcia di avvicinamento al congresso costitutivo del PDL. Questo organismo sarà il punto di raccordo e di sintesi di tutte le iniziative e delle decisioni che interesseranno la preparazione delle elezioni amministrative nei comuni del Trentino in cui si voterà nei prossimi mesi. Esso è composto dall’Ufficio Politico che da qualche settimana regge l’attività di Forza Italia (Parlamentari, consiglieri provinciali e coordinatori regionale e provinciale), integrato dai

rappresentanti di Azzurro donna e dei giovani, dai vertici provinciali di Alleanza Nazionale capeggiati dal senatore Cristano De Eccher, dalla Democrazia Cristiana, rappresentata dall’ex senatore Renzo Gu-

bert, dal consigliere provinciale Pino Morandini e dal suo gruppo di ex UDC, da un ulteriore gruppo di ex militanti dell’UDC che non hanno accettato la svolta a sinistra delle ultime elezioni e che erano rappresentati

nella riunione costitutiva da Paolo Dal Rì. Il Coordinamento si è subito dichiarato disposto ad accogliere anche altre eventuali forze politiche antagoniste al centro-sinistra. L’attenzione si è subito concentrata sulla preparazione delle elezioni comunali. Il Coordinamento del Centro Destra raccoglierà tutte le istanze e i suggerimenti che i referenti di zona delle varie forze politiche hanno fin qui messo a punto, per giungere alle scelte definitive. A questo fine – prosegue il comunicato stampa - sono state decise riunioni trasversali dei gruppi comunali, con la partecipazione di soggetti del Coordinamento per concordare le azioni comuni e le scelte dei candidati. Tra le indicazioni emerse, una riguarda la scelta dei simboli. Gli orientamenti

fin qui espressi, sembrano privilegiare il simbolo PDL con eventuale lista civica di appoggio per Trento, mentre per le altre località si propende per liste civiche, probabilmente con un simbolo comune, analogamente a quanto avvenne nel 2000 con la riuscita esperienza dell’Arcobaleno. La costituzione del Comitato di Coordinamento – rende noto il Coordinatore incaricato, Sen. Giacomo Santini - risponde alla spinta spontanea scaturita in tutto il Trentino all’indomani delle elezioni provinciali, come desiderio di recuperare le grandi fasce di elettorato che guardano ancora al centro destra con fiducia. La prima riunione del Comitato di Coordinamento si è svolta il 19 gennaio scorso.


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Pergine. Una quindicina di pazienti accompagnati da tre o quattro satini

La SAT e il progetto della montagna-terapia Il progetto sta nell’accompagnare in montagna circa 25 persone affette da disturbi psichici.

Il punto di forza è allontanare le nevrosi

Ecco il percorso riabilitativo

di Paolo Chiesa

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a SAT (Società degli Alpinisti Tridentini) di Pergine sta collaborando da tre anni con il Centro di Salute Mentale della locale Azienda sanitaria al progetto riabilitativo denominato “montagnaterapia”. Questa proposta sta prendendo piede in diverse regioni italiane e per quanto riguarda il Trentino, il centro promotore è stato il distretto di Riva del Garda/Arco con l’iniziativa “sopraimille” nata escursioni con circa 500 cinque anni fa. Per quanto metri di dislivello in salita e riguarda Pergine se ne è par- in discesa. lato recentemente nel corso Cesare Pirrotta, accompagnadi una serata durante la quale tore di escursionismo e coorè stato tracciato un bilancio dinatore responsabile della positivo. Il progetto consiste Commissione Montagnanell’accompagnare in mon- terapia della SAT cittadina ci tagna circa 25 persone affet- parla delle uscite compiute. «Durante il prite da disturbi Una bella iniziativa mo anno l’attipsichici che che sta prendendo vità si è svolta sono in cura presso il Cenpiede in diverse sulle montatro di Salute gne della Valle regioni italiane. Mentale del dei Mocheni. locale Distretto Sanitario. L’anno scorso invece abbiaLe escursioni effettuate sono mo spaziato dal “sentiero state sei all’anno con una pre- dei fiori” a Passo Brocon senza media di una quindici- agli “omini di pietra” in Val na di pazienti accompagnati Sarentino, dal monte Cogne da 3 o 4 soci SAT e altrettanti in Valfloriana al Vajolet sulle operatori sanitari. Le prime Dolomiti di Fassa, al Butteruscite sono state facili per ve- loch sull’Altopiano di Nova rificare la preparazione fisica Ponente, per concludere in e le aspettative nei confronti novembre ad Arte-Sella. A di questa nuova iniziativa, febbraio di quest’anno c’è poi man mano l’attività si stata la novità molto apprezè fatta più impegnativa e zata di un’escursione con le mediamente si sono svolte ciaspole a Passo Vezzena. In

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di Paolo Chiesa

primavera è stata effettuata una uscita in Val di Ledro, in agosto dall’Altopiano di Lavarone siamo saliti sul Pizzo di Levico, mentre in settembre siamo stati in Marzola. Sabato 3 ottobre siamo saliti al rifugio 7 Selle, poi la mattina dopo domenica abbiamo effettuato la traversata al Lago di Erdemolo per poi rientrare a Palù. L’ultima escursione di quest’anno è stata effettuata sul Lago di Garda, da Torbole a Tempesta su un itinerario turistico con splendidi panorami sul lago». Una delle uscite più emozionanti è stata quella al rifugio 7 Selle, che il responsabile Cesare Pirrotta, ricorda particolarmente: «Siamo passati dalla convivialità della cena al rifugio ad un itinerario in ambiente invernale la domenica mattina per la presenza di neve sul sentiero. È stata una delle esperienze più belle».

Il bilancio della SAT e degli operatori e responsabili del Centro di Salute Mentale di Pergine Valsugana sul progetto “montagna-terapia” è stato molto positivo. Lo si evince dalla loro relazione di fine anno di cui pubblichiamo un estratto. difficoltà ed alla fatica, «Il punto di forza di questa l’acquisizione di piccole iniziativa è la possibilità di autonomie come la capacità svolgere una attività psico- di equipaggiarsi autonomafisica che permetta alle per- mente ed il miglioramento sone affette da vari disturbi delle proprie competenze. psichici di distaccarsi dalle Anziché rinchiudersi su se loro nevrosi per concen- stessi e sui propri probletrarsi sul camminare, sulla mi, queste persone sono difficoltà del sentiero e stimolate ad interagire con sulla meta. L’andare per il gruppo, incuriosite dal monti è terapeutico per la nuovo ambiente naturale bellezza dell’ambiente, per che trasmette loro benessela salubrità re, serenità Anziché rinchiudersi e capacità dell’aria e su se stesse queste d i a u t o per l’ attivipersone sono sti- controllo tà fisica che sviluppa un molate ad interagire e stimola corretto stile nella loro con il gruppo. di vita. Per memoria il una persona affetta da di- ricordo come dimensiosturbi della psiche inoltre ne positiva. Tutto questo migliora la propria autosti- avviene al di fuori degli ma e la consapevolezza nei schemi classici di cura e propri mezzi, la capacità riabilitazione del disagio di socializzazione, la soli- psichico, in un clima di darietà ed il rispetto verso amicizia e di forte condi sé e nei confronti degli divisione dell’esperienza altri». comune tant’è che spesso «Altri punti di forza – si i pazienti spontaneamente legge ancora nel documen- parlano di sé e dei loro to - sono l’adattamento alle problemi».

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Fibromialgia. Una patologia ancora poco conosciuta. Se ne parlerà a Trento il 14 febbraio

Il dolore “incompreso” in un convegno dell’ATMAR Per la prima volta in Trentino-Alto Adige si affronterà il tema della fibromialgia in modo così ampio con i maggiori specialisti italiani. Un contributo per far conoscere questa malattia, così poco riconosciuta anche a livello sociale, e far crescere una diversa attenzione medica, umana e sociale verso questo problema.

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na sindrome dolorosa cronica che colpisce in netta prevalenza il sesso femminile, caratterizzata da dolore muscoloscheletrico diffuso, dalla presenza di punti alogeni e da una varietà di sintomi clinici di accompagnamento: disturbi del sonno, colon irritabile, sindrome da vescica irritabile, cefalea, astenia, sensitività multipla, ansia, depressione, alterazioni cognitive. Si tratta della fibromialgia, una malattia dalle cause ancora sconosciute e di cui si parlerà in un convegno organizzato dall’ATMAR (Associazione Trentina Malati Reumatici) il 14 febbraio prossimo, presso il Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento, con inizio alle ore 10. Reumatologi, psicologi, fisiatri, provenienti da alcuni prestigiosi centri ospedalieri universitari italiani, illustreranno le diverse facce di questa patologia. I più recenti studi hanno dimostrato come i pazienti presentino una diffusa alterazione della percezione del dolore con una riduzione della soglia e della tolleranza a una varietà di stimoli, come la pressione, il caldo, il freddo. La patogenesi della fibromialgia parrebbe dunque strettamente connessa ad alterazioni della funzione del sistema nervoso centrale, che determinano un’alterata percezione del dolore. La fibromialgia, pur essendo molto diffusa anche in Trentino, dove le persone affette sono stimate in circa 10mila, è ancora una malattia poco conosciuta e per nulla riconosciuta dal punto di vista medico-legale, eppure induce importante disabilità e riduzione della qualità di vita, oltre a costi considere-

voli per perdita di capacità lavorativa, notevole ricorso a esami, visite, terapie fisiche, farmaci. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di un vero e proprio calvario vissuto da queste persone, considerate per lo più come malati psichici dai famigliari, nell’ambiente di lavoro e nei rapporti sociali. Al carico di dolore fisico si aggiunge pertanto una sofferenza psichica pesantissima, legata anche al fatto che questi malati sono spesso considerati “malati

immaginari” e, non avendo a tutt’oggi alcun tipo di riconoscimento, debbono quindi affrontare anche notevoli oneri economici per potersi curare. L’ATMAR da anni ha attivato gruppi di Auto Mutuo Aiuto per il sostegno psicologico ai malati reumatici, cui fanno riferimento molte persone fibromialgiche, che hanno la possibilità di confrontarsi, di raccontare la propria esperienza della malattia e le conseguenze che essa porta

a livello fisico, psicologico, relazionale, sociale. A partire da quest’anno l’Associazione ha altresì avviato un progetto di sostegno psicologico e riabilitativo per le persone affette da fibromialgia, finanziato dall’ATMAR e coordinato da una fisioterapista e da una psicologa. Il convegno nasce dall’intento di dare risposta alla diffusa richiesta di informazione e attenzione per questa patologia da parte dei molti malati che ne sono affetti, e in considera-

ATMAR, bilancio di un anno molto positivo «Il 2008 si è chiuso con un bilancio molto positivo per l’ATMAR» dichiara con soddisfazione la presidente dott.ssa Annamaria Marchionne. «Hanno visto la luce tre convegni, occasioni importanti non solo dal punto di vista informativo in ambito reumatologico – sottolinea la presidente- ma anche come opportunità di confronto su temi trasversali che interessano oggi la condizione del malato cronico». Da ricordare i percorsi di supporto psicologico, i corsi di educazione

al movimento, lo sportello d’ascolto, cui tutte le persone interessate possono rivolgersi per ricevere gratuitamente informazioni, materiali illustrativi sulle malattie reumatiche e sui diversi aspetti che attengono all’invalidità, alle esenzioni, ai benefici previsti dalla legislazione sociale per i disabili; le numerose conferenze. Molto apprezzati il sito www.reumaticitrentino. it, e il notiziario "Una mano alla Speranza", che hanno ottenuto riconoscimenti importanti anche a livello na-

zionale, per la completezza di informazioni e l’accuratezza con cui vengono realizzati.

La dott.ssa Anna Marchionne

zione dell’ampiezza della diffusione della patologia e dei rilevanti problemi di impatto sociale che essa determina. All’iniziativa collaborerà per gli aspetti scientifici, come in altre occasioni, l’Unità Operativa di Reumatologia dell’Ospedale S. Chiara di Trento, che è un centro di eccellenza in Trentino per la cura della fibromialgia. Parallelamente al convegno l’ATMAR realizzerà un filmato, con testimonianze di pazienti, da cui emergerà tutto il carico di dolore e di sofferenza che la malattia comporta nella vita quotidiana; inoltre conterrà interviste a specialisti e riferimenti a personaggi del mondo dell’arte che hanno sofferto di fibromialgia, come la pittrice messicana Frida Kahlo, il cui autoritratto “Il cervo ferito” del 1946 sarà l’immagine simbolo del convegno. Il titolo del convegno “Il dolore: esperienza del corpo, riflessi dell’anima. Conoscere, capire, curare la fibromialgia” riassume il significato che si intende dare a questa occasione di informazione e di confronto su un tema, come quello del dolore che non può essere affrontato trascurando i riflessi psichici ed esistenziali della convivenza con il dolore cronico. Associazione Trentina Malati Reumatici ATMAR (ONLUS) Sede: Largo Nazario Sauro 11, Trento, aperta: Martedì 10-12; Giovedì 17-19. Per informazioni sulle malattie reumatiche, sulle attività e i servizi: Cell. 348 3268464 (dalle 14 alle 19, da lunedì a venerdì); sito www. reumaticitrentino.it mail: atmar@reumaticitrentino.it


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Val di Sole. Storico traguardo per il complesso corale solandro

I primi quarant’anni del Coro Sasso Rosso Il Coro solandro può vantare, nel suo ricco curriculum, centinaia di concerti in Italia e al di fuori dei confini nazionali. Ha cantato nei maggiori teatri italiani, tra i quali la “Sala Grande” del Conservatorio di Milano; la “Sala Paolina” al Quirinale per il concerto pasquale del Presidente Ciampi, il suggestivo “Parco della Musica” dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma.

P

oche zone al mondo possono contare un primato di cori quale può vantare il Trentino: più di 150 complessi corali di varia espressività e qualificazione, che coinvolgono all’incirca 5mila coristi di tutte le età, concentrati in una delle porzioni territoriali, come superficie e popolazione, più piccole d’Italia, sono non solo indice di grande passione per la musica e il canto, ma anche di vera a propria vocazione collettiva. Tra le belle realtà del canto popolare trentino di questi ultimi decenni spicca il Coro Sasso Rosso della Valle di Sole, nato grazie alla caparbia sensibilità di Adriano Dalpez, suo direttore ma soprattutto appassionato di musica popolare. Il coro solandro, che raccoglie coristi provenienti da tutti i comuni della valle e che quindi della Val di Sole si sente un po’ il “cuore”, seppur nato nel tardo autunno del 1967, nello scorso 2008 ha voluto festeggiare i 40 anni di attività con diverse manifestazioni: ricordiamo l’Alba delle Dolomiti al rifugio Cevedale, un concerto al Parco della Musica dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma e la presentazione dell’ultima fatica discografica, un cofanetto con 50 brani, molti dei quali raccolti dai coristi in valle di Sole ed altri presi dal repertorio classico trentino. La grande festa di “compleanno” si è svolta il 21 dicembre scorso in Val di Sole, alla presenza del Presidente della Provincia di Trento Lorenzo Dellai, di molti sindaci e soprattutto di grandi appassionati e amici del coro Sasso Rosso. Un suggestivo filmato ha tracciato le diverse

Roma, "Parco della Musica" (foto www.corosassorosso.it)

tappe del coro e la solida fama e notorietà raggiunta grazie a straordinari risultati conseguiti in numerosi concorsi regionali e nazionali, alla continuità espressa nei valori musicali, timbrici e interpretativi, alla validità repertoriale fatta di brani classici e di ricerca sul campo, che ha prodotto diverse incisioni discografiche. Il presidente del Coro Sasso Rosso Guido Ghirardini ha poi preso la parola per rimarcare l’importanza e il

valore del coro nell’ambito culturale della valle, mentre il maestro Adriano Dalpez ha tracciato la linea repertoriale rimasta intatta dalle origini ai nostri giorni. Il Presidente Lorenzo Dellai, oltre ai lusinghieri omaggi portati a nome dell’intera comunità provinciale, ha voluto ribadire come l’unione, l’amicizia e la solidarietà che hanno portato il coro a così splendidi successi, devono essere gli ideali fondanti del Trentino, per aiutarlo a crescere, a

migliorarsi ed a raggiungere i maggiori risultati possibili. I due CD del quarantennio, alcuni giorni prima, erano stati presentati anche a Trento presso la Fondazione Bruno Kessler, intitolata proprio ad un grande solandro, un uomo politico appassionato di cultura. In quella sede l’assessore provinciale alla cultura Franco Panizza aveva sottolineato il grande valore “identitario” del canto popolare di montagna, così ben espresso dal Coro Sasso

Il Coro Alpino di Gardolo al cimitero di Katzenau Il Coro Alpino di Gardolo ha recentemente onorato a nome del nostro Trentino, gli internati trenini e soprattutto quelli che furono sepolti nel cimitero di Katzenau. L’evento si è reso possibile grazie alle indicazioni del cav. Mario Eichta, presidente onorario del Coro e figlio di un internato, in occasione della tournee del noto complesso corale. Un momento commovente

nel ricordo di coloro che non poterono più fare ritorno alle loro case, e che lì sono rimasti sepolti e spesso anche dimenticati. E questo gesto è stato da molti particolarmente apprezzato, poiché nessun altro ente ha avuto l’idea di ricordare, in questo periodo, il loro sacrificio attraverso qualche iniziativa. (M.P.)

Eichta illustra ai coristi il settore dove furono sepolti gli internati del Trentino deceduti a Katzenau

Rosso nelle sue canzoni. Il Coro solandro può vantare, nel suo ricco curriculum, centinaia di concerti in Italia e al di fuori dei confini nazionali: da Berlino a Helsinki, da Barcellona - per le Olimpiadi – a Sofia, da Innsbruck ad Hannover, da Parigi a Tallin in Estonia, da Praga a Stoccarda, da Salisburgo a Ulm, da Monaco di Baviera a Sarajevo. Ha cantato nei maggiori teatri italiani, tra i quali ricordiamo la “Sala Grande” del Conservatorio di Milano per un concerto monografico con brani di Arturo Benedetti Michelangeli; la “Sala Paolina” al Quirinale per il concerto pasquale del Presidente Ciampi, il suggestivo “Parco della Musica” dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma. Nel 2002 è stato invitato quale ambasciatore del canto di montagna in Kyrgysistan, sede del Global Mountain Summit, per chiudere con le sue canzoni l’Anno Internazionale delle Montagne ed esibendosi davanti ai rappresentanti di 67 nazioni. A coloro che il canto popolare trentino lo seguono, lo amano, lo leggono nelle sue ragioni storiche e nella sua inesausta continuità, del Coro Sasso Rosso non può non piacere la naturale e robusta impostazione delle voci, attenta a non tradire un carattere assoluto e significativo. Nel modo di cantare del Coro Sasso Rosso non ci sono sperimentalismi, aperture esotiche, colori nuovi e sofisticati, che nemmeno gli si addicono. Si troverà invece quel custode saldo e fedele di quel tanto di storia umana e civile che il canto corale ha raccolto, tramandato e ancor oggi sa far vivere, arricchendolo di nuovi contenuti e valori.


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Pergine. Treni più veloci per un trasporto meno inquinante

Le stazioni della Valsugana ora sono della Provincia La Provincia ha acquisito le stazioni della Valsugana, mentre a dicembre è entrato in vigore il nuovo orario dei treni con l’introduzione di un treno diretto Trento-Borgo. Ora sono circa 4500 i passeggeri che decidono di lasciare la macchina a casa e si affidano al treno per andare a lavorare. La Provincia punta al doppio. di Paolo Chiesa

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a Provincia, mediante Trentino trasporti, ha acquisito dalle ferrovie dello stato tutte le aree e gli edifici ormai non più presenziati e spesso in stato di abbandono posti lungo la linea della Valsugana. Per la cessione delle aree e delle stazioni minori individuati come prioritari (per la tratta della Valsugana sono Pergine, Calceranica, Caldonazzo, Roncegno, Borgo Centro e Borgo Est), gli specifici contratti di cessione saranno firmati entro sei mesi dalla sottoscrizione della convenzione. L’operazione rientra nel “Piano degli investimenti nel settore dei trasporti” 2004/2008, dove sono previsti interventi di riqualificazione del territorio in ordine alla necessità di creare collegamenti sempre più comodi e veloci dalle periferie alla città. In particolare sono previsti interventi per realizzare delle aree parcheggio presso le fermate ferroviarie in esercizio sul territorio della Provincia autonoma di Trento. Secondo l’allora assessore ai trasporti Panizza «si tratta di un atto concreto a beneficio

IN BRASILE

Il grande raduno di tutti i Copat In Brasile si sono ritrovati più di 500 discendenti delle famiglie perginesi che condividono il cognome Copat emigrate in Sudamerica fin dal 1800. Il merito di questa riunione, svoltasi nella città di Bento Consalves nello stato del Rio Grande do Sul, è stato dell’imprenditore Ezio Copat che frequenta il Brasile per motivi di lavoro. Dopo questo primo incontro ne sono previsti altri in futuro e già dal prossimo, i Copat d’oltreoceano potrebbero essere più di 5000. (p.c.)

MATERNA CHIMELLI

Circa 150 bambini in sfilata nel centro

Un Minuetto alla stazione di Pergine

dei pendolari che così saranno facilitati a fare l’interscambio modale tra il mezzo privato e quello pubblico». Intanto a dicembre è entrato in vigore il nuovo orario dei treni. Una delle novità riguarda l’introduzione di un treno diretto con partenza da Trento alle16.40 e arrivo a Borgo alle 17.32. 52 minuti di viaggio, 14 meno di prima. Un’anticipazione di quella metropolitana di superficie che la Provincia ha in mente da tempo o, più semplicemente, un tentativo di togliere le automobili dalle strade. Uno degli ultimi rilevamenti parla

La stazione di Pergine

di circa 4500 passeggeri che decidono di lasciare la macchina a casa e si affidano al treno per andare a lavorare. La Provincia nelle sue previsioni punta al doppio. In tal modo avrebbero più senso gli

Solidarietà. Raccolti dagli amici del presepio di Pergine

Oltre 3 mila euro per il Kenya Con una solenne Messa si è chiusa la XIV edizione della Mostra di presepi dell’Associazione Italiana Amici del Presepio di Pergine. La dirigente, Anna Toller Gadler, ha reso noto che le offerte raccolte durante la mostra - con la collaborazione del Coro Castelpergine, del Coro S. Maria, del Gruppo ANA di Serso,

IN BREVE

del Gruppo Amici di Bosentino e al capitello della Madonna al Castello - ammontano a 3.308 euro. La somma è già stata consegnata a Giancarlo, Graziella e Josef Zencher, presepisti e missionari che stanno realizzando una casa per le bambine orfane sieropositive nella missione di Nanjuki in Kenya. (j.g.)

investimenti fin qui compiuti sulla linea ferroviaria della Valsugana. L’apertura delle gallerie di Martignano sembrava avesse provocato un ritorno all’uso dell’automobile, mezzo che i trentini stentano a lasciare. Altri ostacoli all’uso dei mezzi pubblici sono quelli di un’intermodalità con orari non sempre funzionali e la difficoltà di usare il treno per chi abita nei paesi decentrati rispetto alla linea ferroviaria. La novità del treno diretto potrebbe essere la prima di altre in questo senso. I viaggiatori sensibili al discorso ecologico lo sperano.

L’ultimo giorno di frequenza della scuola materna Chimelli due ha visto sfilare per le vie del centro cittadino di Pergine circa 150 bambini, ognuno con una lanterna illuminata, accompagnati da genitori e personale insegnante. La sfilata è partita da piazza Santa Maria per terminare il suo percorso in piazza municipio, dove si è tenuta un’apprezzata esibizione del coro “Edera” del circolo comunale pensionati ed anziani. Un successo per una iniziativa molto suggestiva visto anche il periodo delle festività. (p.c.)

IL DONO A PERGINE

Lo scultore Lunz dà una sua opera Bruno Lunz, il noto artista scultore originario di San Vito di Pergine, maestro della tecnica del bassorilievo, ha voluto donare una sua opera, realizzata nel lontano 1984, al Comune di Pergine Valsugana. Si tratta del bassorilievo Bruno Lunz in legno “Ciapa el camin”, un tipico esempio della sua arte scultorea, che ritrae scene di vita quotidiana, popolare e domestica. Una bella mostra di opere dell’artista, che ha avuto un ottimo riscontro sia di pubblico che di critica, si è conclusa il 14 dicembre scorso presso la sala Maier di Pergine. (p.c.)


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Levico. Il tradizionale appuntamento voluto dall’Amministrazione

Casa di Riposo di Levico: Festa del ringraziamento Si è tenuta presso l’Azienda P.S.P. “San Valentino” di Levico Terme, la tradizionale “Festa del ringraziamento”, un appuntamento voluto dall’Amministrazione per ricordare l’opera preziosa dei volontari e anche per ringraziarli del loro contributo di solidarietà in favore degli anziani residenti nella R.S.A.

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di Mario Pacher

a festa si è svolta in un clima di gioiosa famigliarità, con la partecipazione di numerosi volontari e alla presenza di tutto il Consiglio di Amministrazione e del Direttore, durante una cena preparata dai cuochi dell’Azienda e servita in tavola dal personale del Servizio sociale e di Animazione. «Per una vola nell’anno - ha affermato il Direttore Fabrizio Uez parlando a nome del Presidente Pasquale e del Consiglio - l’Azienda vuole essa stessa mettersi simbolicamente al “servizio” dei volontari, quale segno tangibile di riconoscenza per il servizio che essi svolgono, per libera scelta e in forma totalmente gratuita, in favore degli ospiti della R.S.A.». Alla festa erano presenti anche l’Assessore Arturo Benedetti e il Presidente del Consiglio comunale Luciano Lucchi, l’arciprete di Levico don

La festa del ringraziamento ai volontari

Ernesto Ferretti e il Parroco di Barco, S. Giuliana e Tenna don Silvio Pradel, oltre naturalmente a don Elio Casagrande, da anni “sacerdote/volontario” della San Valentino presso l’omonima Cappella all’interno della R.S.A. Da tutti gli intervenuti sono giunte parole di apprezzamento e di incoraggiamento, affinché l’opera del volontariato prosegua ed anzi si rafforzi nello

spirito di condivisione e di solidarietà nei confronti di coloro che sono nel bisogno. Il Direttore ha quindi ringraziato la Cassa Rurale di Levico Terme, rappresentata dal Vicedirettore Franco Pasquale, per il contributo di 15 mila Euro elargito all’Azienda nel 2008 che ha consentito l’acquisto di due nuovi automezzi per il trasporto di pasti e di altri materiali e per l’attenzione

e la vicinanza all’Azienda sempre dimostrate. La serata si è conclusa con le gag comiche del cameriere “Giocondo” , impersonato dal famigliare/volontario Enzo Del Grosso e con il ringraziamento a tutto il personale del Servizio ristorazione e del Servizio Sociale e animazione che con il loro impegno hanno consentito la realizzazione di questa bella e riuscitissima festa.

Levico. Tradizionale appuntamento con i doni per gli anziani

Festa per Santa Lucia alla Casa di Riposo di Mario Pacher

Levico- Anche quest’anno, nel trentesimo di fondazione della tradizionale “Strozegada de Santa Luzia”, per iniziativa del Presidente del Gruppo micologico “Bruno Cetto” Marco Pasquini, la piccola Santa Lucia accompagnata da tanti bianchi

angioletti, ha fatto visita agli anziani ospiti della locale Casa di Riposo dell’Azienda P.S.P. “San Valentino” di Levico. Accompagnati dall’animatrice Gisella Iseppi e dall’immancabile Marco Pasquini, assieme ad alcuni genitori e volontari, Santa Lucia e gli Angioletti, hanno fatto visita a tutti gli ospi-

ti, porgendo doni e regalando sorrisi, ricordando a tutti che non sono soli. Dopo l’incontro, Santa Lucia ha ripreso il suo carretto e ha percorso le vie della città, fino a Piazza della Chiesa dove è avvenuto il lancio delle letterine verso il cielo, portate da tanti palloncini colorati.

S.Lucia alla Casa di Riposo di Levico

IN BREVE SELVA DI LEVICO

Gran festa per San Sebastiano di Mario Pacher

Fra le prime manifestazioni di carnevale che comprendono pure la festa patronale del paese, va sicuramente ricordata la sagra di San Sebastiano, che annualmente si svolge a Selva di Levico nel fine settimana più vicino alla ricorrenza dei due Santi protettori, Fabiano e Sebastiano, che la Chiesa ricorda il 20 di gennaio. E così sabato e domenica, 18 e 19, si è dato vita a questo appuntamento per iniziativa del locale Gruppo Castel Selva in collaborazione con il gruppo Alpini, il gruppo Missionario e la Parrocchia. Un momento allegro per la frazione che bene si coniuga con l’antico detto: “La sagra di San Bastiàn co’ la viola ‘n man”. Già nel primo pomeriggio di sabato le campane della chiesa hanno fatto sentire i loro festosi rintocchi con il tradizionale campanò. Poi domenica, dopo la solenne messa, in piazza sono stati distribuiti grostoli e vino. Quindi nel pomeriggio è stata la volta delle “fritole”, e la 20esima edizione della gara delle “Slitte della Legna”. Una manifestazione questa che si richiama ad un lontano passato quando con quel rudimentale mezzo costruito interamente a mano da abili artigiani, si portava a valle, attraverso percorsi innevati o anche su selciati di pietra, la legna da ardere, il fieno od altri prodotti della terra. La gara si è disputata sull’antico percorso di circa 1 chilometro, che dal sovrastante “Castello di Selva“ porta al centro abitato. Ogni slitta, tirata da due concorrenti uomini, trasportava una damigella che durante il percorso doveva affrontare alcune prove di idoneità. All’arrivo in piazza, i concorrenti maschi si sottoponevano ad altre prove davanti ad una giuria che stilava così la graduatoria di merito. Questa la graduatoria: dei dieci gruppi partecipanti in rappresentanza di altrettanti quartieri: 1° Selva1; 2° Caldonazzo1; 3° Caldonazzo2; 4° Novaledo; 5° Roncegno; 6° Levico1; 7° Selva2; 8° Bar spiaggia, 9° Tenna, 10° Levico. Il rione vincente di Selva1 era formato da Michele Dalmaso, Riccardo Decristian con damigella Silvia Girardi. Questa la classifica per quartiere: 1° Caldonazzo, 2° Selva; 3° Levico; 4° Novaledo; 5° Roncegno; 6° Bar Spiaggia; 7° Tenna.


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CRONACHE

Il caso. Quale futuro per la Residenza di Villa Agnedo?

Ecco perché San Vendemiano è una struttura necessaria per la Valsugana Salvaguardare venti posti di lavoro e, soprattutto, garantire un servizio che altrimenti sarebbe totalmente da reinventare con grave disagio in particolare per le persone dimesse dall’ospedale. Ecco perché per il territorio della Valsugana Orientale vale la pena conservare una struttura come quella di San Vendemiano, che può soddisfare bisogni effettivamente presenti sul territorio e difficilmente risolvibili senza il supporto sostanziale di un ente preposto.

Q

uale futuro per la Residenza San Vendemiano? Se lo chiedono le persone che vi risiedono, circa 20 ad oggi, se lo chiedono i loro famigliari, se lo chiedono coloro che vi lavorano; ma se lo chiede anche tutta la popolazione della Valsugana che, a breve, può vedere chiusa una struttura che ha fornito in questi anni un prezioso servizio di sollievo per famiglie che necessitavano di un alloggio residenziale momentaneo per un congiunto in difficoltà. La storia recente racconta del rischio di chiusura già a fine novembre e del provvidenziale intervento dell’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona di Borgo Valsugana (la Casa di Riposo, nella vecchia dicitura) che su richiesta della Provincia, grazie alla costante attenzione del consigliere Lenzi, si è assunta l’onere di fare da ponte per il periodo dal primo dicembre 2008 fino al 28 febbraio 2009, data in cui, di fatto, potrebbe cessare definitivamente l’attività di San Vendemiano. In questi 40 giorni, l’intervento dell’Azienda di Borgo, guidata dal presidente dott. Mario Dalsasso, ha permesso di far tornare in linea di galleggiamento la residenza situata nel comune di Ivano Fracena e di garantire ai residenti un comfort e un livello di qualità di vita adeguati, mantenendo (e non è poco) tutti i posti di lavoro dei dipendenti della gestione precedente. I tre mesi di gestione-ponte stanno servendo per fare tutte le riflessioni del caso da parte della Provincia, in particolar modo nella figura del nuovo

Assessore alle Politiche della Salute e delle Attività Sociali dott. Ugo Rossi, sul futuro appunto di San Vendemiano. Se da un lato è evidente che una gestione privata della casa è estremamente difficoltosa e le recenti esperienze lo dimostrano, infatti solo l’intervento dell’ente pubblico (Provincia e Apsp Borgo) ha evitato che dal primo dicembre le persone residenti si siano trovate senza alloggio e assistenza, è altrettanto vero che la gestione pubblica sta fornendo risposte di qualità in linea con gli standard del sistema. In quest’ottica il panorama che sembrava denso esclusivamente di problemi, si apre ad uno spiraglio di opportunità: rimangono infatti inalterate le questioni relative alle lunghe liste di attesa U.v.m. (Unità Valutativa Multidimensionale) per entrare in casa di riposo (e la chiusura di San Vendemiano di fatto le andrebbe ad allungare), rimane il problema dei 20 posti di lavoro (di cui il 90% donne) in un periodo di congiuntura economica sfavorevole, rimane la questione di chi vive

in quella casa, ma si profila all’orizzonte il dubbio se effettivamente valga la pena per il territorio della Valsugana Orientale perdere l’occasione di avere una struttura che può soddisfare bisogni effettivamente presenti sul territorio e difficilmente risolvibili senza il supporto sostanziale di un ente preposto. Sono state infatti moltissime le famiglie che sono ricorse a San Vendemiano per ricoveri temporanei, non effettuabili nelle R.s.a. del territorio, accollandosi tra l’altro rette

Il Presidente del Comitato del Distretto Sanitario Mario Del Sorbo

per le persone dimesse dall’ospedale, che non possono andare in casa di riposo e per

« Non è solo un problema di soldi e di destinazione di posti letto ma, come sostiene il Presidente del Comitato del Distretto Sanitario Mario Del Sorbo, si tratta di una questione che abbraccia un panorama ampio di qualità di vita in valle e di risposte serie a problemi che ci sono già e che in futuro saranno sempre più pressanti.

»

da struttura privata; ad oggi il sistema delle R.s.a. della zona non prevede un’alternativa; pertanto in caso di chiusura questo servizio sarebbe totalmente da reinventare con grave disagio in particolare

le famiglie che assistono a casa i propri congiunti che non avranno la possibilità di usufruire del ricovero temporaneo di sollievo. In una logica di prospettiva la residenza di San Vendemiano

si può anche porre come luogo possibile di turismo sociale per le persone anziane o disabili che vivono in centri urbani con tutti i problemi che l’estate cittadina comporta; ma anche la possibilità di trascorrere l’inverno in una situazione di comfort per le persone che hanno un domicilio poco adatto ad affrontare la brutta stagione. Tutte queste riflessioni vanno fatte e tutta la popolazione della Valsugana è bene che se le ponga, poiché non è solo un problema di soldi e di destinazione di posti letto ma, come sostiene il Presidente del Comitato del Distretto Sanitario Mario Del Sorbo, si tratta di una questione che abbraccia un panorama ampio di qualità di vita in valle e di risposte serie a problemi che ci sono già e che in futuro saranno sempre più pressanti. Qualche volta dai problemi sorgono le opportunità se si sanno affrontare nel modo giusto e se si ha la lungimiranza di saper progettare nel futuro oltre che vedere il presente. Nel caso specifico è proprio così: il fallimento di un’esperienza privata può diventare il germe per la nascita di una realtà pubblica di qualità che non ha ad oggi alternative e che può caratterizzare fortemente in positivo il nostro territorio. Quando si parla di fallimento è inteso solo dal punto di vista economico poiché in questi anni la qualità del servizio erogato dalla struttura e dal personale che vi lavora è stato tutt’altro che fallimentare, e questa potrebbe essere un’ulteriore, solida, base sulla quale progettare il futuro.


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Villa Agnedo

San Vendemiano: un Natale felice, nonostante tutte le incertezze di Mario Pacher

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onostante l’incertezza sul futuro della Residenza San Vendemiano di Villa Agnedo, che attualmente ospita una ventina di persone anziane e dove lavorano a vario titolo altrettante persone, soprattutto al femminile, non si può certo dire che l’incontro natalizio sia stato festeggiato in tono minore. Nella giornata di sabato 20 dicembre, gli ospiti e loro famigliari, autorità dei vicini comuni, dirigenti della RSA, hanno preso parte, tutti assieme, ad un movimento conviviale che è stato preceduto da una celebrazione eucaristica. Sul volto di molti si notava forse un velato senso di tristezza a causa dell’incertezza sul futuro di quella residenza, che però veniva occultato dal clima festoso della giornata e dalla sempre viva

I dipendenti alla festa natalizia a San Vendemiano

speranza che verrà trovata una felice soluzione tanto per gli ospiti che per il personale dipendente. La Residenza San Vendemiano, come tutti sanno, sta attraversando un momento di grande preoccupazione. Allo stato attuale delle cose sembrerebbe che la sua attività debba terminare con il 28 febbraio 2009, ma tutti confidano che sarà trovata una soluzione per darvi continuità anche per il futuro.

«C’è tanto bisogno di case per gli anziani - è il commento più comune della gente in valle - non è possibile che una struttura così importante debba chiudere definitivamente». I primi a voler tenere in vita la Residenza San Vendemiano sono proprio la ventina di dipendenti i quali, in questi ultimi tempi, hanno dato grande prova di attaccamento e di amore. «Noi siamo tanto affezionati ai nostri ospiti - ci

hanno detto - sarebbe una ferita al cuore doverli lasciare. E questo pensiero lo stanno dimostrando proprio nei fatti poiché, oltre a non ricevere lo stipendio da alcuni mesi, i dipendenti si stanno accollando molte spese per dare continuità al loro servizio. Insomma stanno sborsando denaro dalle loro tasche, nella speranza di un lavoro che dia loro certezza anche per il futuro. Durante il pranzo, la dipendente signora Rita vestita da Babbo Natale, a nome di tutti i colleghi, ha dato lettura di una commovente lettera, quasi una preghiera al grande Babbo, con la quale esprimeva compattezza e solidarietà. Qualche frase: «Noi del personale siamo compatti e vogliamo ai nostri ospiti un gran bene, e uniti tutti ci auguriamo di alleviar loro le pene. Il nostro lavoro vogliam conservare e a San Vendemiano vogliamo continuare».

CALCERANICA

I 101 anni di Carmela Martinelli di Mario Pacher

Il traguardo dei 101 anni di vita di Carmela Martinelli, nativa di Calceranica ma residente a Valcanover, è stato festeggiato dalle due comunità. Parenti, amici e conoscenti si sono stretti attorno all’ultra centenaria in segno di affetto e per formularle gli auguri di ancora lunga e felice vita fra loro. Molto gradita è stata poi la presenza del primo cittadino di Calceranica Sergio Martinelli che le ha donato un piatto decorato dall’artista levicense Wanda Moschen, e del sindaco reggente di Pergine Marco Osler che le ha portato un bel mazzo di fiori a nome dell’intera comunità. Nonna Carmela Martinelli, che ancora gode di buona salute, ha ringraziato per la bella festa, ed ha invitato tutti a voler ritornare il prossimo anno quando festeggerà i suoi 102 anni di vita.


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CRONACHE

Marter. La popolazione non intende più stare a guardare

Discarica di Monte Zaccon: un Comitato per la salute È stato formalmente costituito il comitato di cittadini residenti a Roncegno, Marter e Novaledo, che a seguito dei noti e recenti fatti riguardanti la discarica Monte Zaccon di Marter, hanno deciso di scendere in campo a difesa della salute pubblica e dell’ambiente di quest’area della Valsugana. Il comitato intende far chiarezza su quanto accaduto e pretendere l’immediato sgombero di tutti quei materiali che saranno accertati non conformi alla legge.

A

di Mario Pacher

seguito della vicenda inerente alla discarica Monte Zaccon di Marter, molti abitanti di Roncegno, Marter e Novaledo si sono costituiti in un comitato spontaneo finalizzato alla salvaguardia della salute pubblica e dell’ambiente in questa zona della Valsugana. Alla luce anche della verifica di possibili veleni presso l’acciaieria (è più appropriato chiamare fonderia) di Borgo Valsugana dalla quale sembra emergere che le scorie dell’alto forno rappresentano, a questo punto, ulteriori materiali inquinanti che venivano conferiti presso la cava di Marter. La popolazione non intende più rimanere fuori dalle parti e consentire in Valsugana un proliferare di affari “poco puliti” a scapito della salute dei residenti. Il comitato denominato “Comitato per la salute pubblica e per la bonifica

della cava di Monte Zaccon”, sta quindi muovendo i primi passi. Si tratta di una libera associazione per tutelare la legalità e per far luce sui reali fatti accaduti e perché tutta la popolazione possa conoscere la pura verità e sapere con certezza se e quali veleni sono stati depositati a Marter nella ex cava Jacopini, se e quali pericoli incombono sulla salute di ogni cittadino e se esistono responsabilità all’interno delle istituzioni

oltre che nei titolari delle attività incriminate. Nella riunione costitutiva tenutasi a Marter e alla quale hanno presenziato molti cittadini, anche dei paesi limitrofi, è stato costituito un coordinamento provvisorio, guidato dal geom. Bruno Donati. Si è poi deciso che, non appena verrà dato spazio all’interno del comitato a tutti quei cittadini a cui sta a cuore la salute pubblica, alle associazioni di volontariato

e alle categorie economiche che liberamente intendono aderirvi, di organizzare a breve un incontro pubblico con tutta la popolazione. Il comitato intende inoltre promuovere la propria azione, allo scopo di far chiarezza su quanto accaduto e pretendere l’immediato sgombero e bonifica di tutti quei materiali depositati presso la cava, che saranno eventualmente accertati non conformi alla legge.

Strigno. Oltre 7 milioni di euro nel bilancio di previsione 2009 Interventi per la scuola media e la caserma VdF Il consiglio comunale di Strigno ha approvato il bilancio di previsione per l’anno 2009 che si attesta su una cifra di poco superiore ai 7 milioni e 400 mila euro. Oltre 2 milioni e 700 mila euro saranno impiegati per la ristrutturazione della scuola media e poco più di 860 mila per realizzare

la nuova caserma dei vigili del fuoco. Circa 180 mila euro ci vorranno invece per l’installazione di una nuova centralina in località Ghisi, oltre 62 mila euro per il nuovo impianto irriguo del Consorzio di miglioramento fondiario e 50 mila euro per ricapitalizzare la società Centrale del

Chieppena. Altri 60 mila euro serviranno per riqualificare alcune aree urbane situate nel centro storico, mentre 30 mila euro verranno destinati alla messa in sicurezza di una scarpata in località Latini. Quasi 26 mila euro saranno finalizzati, invece, al nuovo piano economico forestale.

La scuola media di Strigno

IN BREVE SCURELLE

Una nuova ciclabile lungo il torrente Maso Il Comune di Scurelle è intenzionato a realizzare una nuova pista ciclabile che permetta il collegamento tra il centro e l’attuale percorso lungo il fiume Brenta. Per la realizzazione dell’opera, che potrebbe essere progettata interamente a carico del Comune, si ipotizza una spesa di circa 400 mila euro, cifra, tuttavia, che non potrà essere stanziata prima del 2010. TELVE

Nel bilancio di previsione la sede per l’Ecomuseo Il consiglio comunale di Telve ha approvato il bilancio di previsione per l’anno 2009 per complessivi 4,3 milioni di euro. Tra le voci di spesa spicca la ristrutturazione di Casa Sartorelli che, con un investimento di oltre mezzo milione di euro, sarà trasformata nella sede dell’Ecomuseo e nella nuova casa della salute. Importanti investimenti – oltre 400 mila euro - anche per l’illuminazione pubblica nella parte bassa del paese e per l’impianto fotovoltaico delle scuole medie (150 mila euro). Numerosi gli interventi inerenti alla viabilità: oltre 376 mila euro stanziati per una strada forestale in località Cere, 50 mila euro per la sistemazione delle strade comunali, 30 mila euro per lavori ai ponti Felizeti e Rio Scartaza. Altri 40 mila euro saranno utilizzati per ripristinare e mettere in sicurezza i sentieri di montagna. CASTELNUOVO

Spese d’investimento per quasi 3 milioni Il Consiglio comunale di Castelnuovo ha approvato il bilancio di previsione per l’anno 2009. Le spese d’investimento ammonteranno a oltre 2 milioni e 700 mila euro. Più di 1 milione di euro sarà destinato ai lavori per la messa in sicurezza della strada Spagolle-Civerone. Tra le voci di spesa più sostanziose la pavimentazione di via Diaz (347mila euro) la sistemazione del sagrato della chiesa e la pavimentazione del viale al cimitero (224 mila euro), la sistemazione dell’acquedotto di Civerone (216 mila euro) e l’allargamento della strada alle Spagolle (200 mila euro).


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LETTERE AL DIRETTORE Le lettere possono essere inviate a: Redazione "La Finestra" Viale IV Novembre 12 - 38051 Borgo Valsugana (TN) Tel. 0461.752622 - Fax 0461.756833

email: redazione@lafinestra.it

VILLA AGNEDO

Le richieste del Comitato dell’Oltrebrenta al Comune

I

l giorno 21 dicembre 2008 si è costituito il Comitato dell’Oltrebrenta. Esso non ha fini di lucro, ma è costituito come difesa a progetti speculativi calati sopra le nostre teste, ed a tutela ambientale, naturale e della salubrità del territorio dell’Oltrebrenta di Villa Agnedo. Quali rappresentanti del Comitato sono stati nominati: Fizzotti Sergio, Pasquazzo Andrea, Parin Andrea, Rattin Dario e Sandri Amerigo. Quale recapito postale via Dell’Oltrebrenta 19 Villa Agnedo. Nell’affollato incontro è stato rimarcato il nostro parere contrario al progetto come presentato. Con questo progetto la Giunta comunale di fatto mette i cittadini del Comune gli uni contro gli altri creando asti tra le famiglie. Troviamo senza senso rendere fabbricabili le terre agricole fertili e comode di fondovalle (qualcuno ha incassato montagne d’euro) e poi con

la scusa che non ci sono più terreni recuperarli sulla montagna, facendo una cava dinanzi alle nostre abitazioni, usando il progetto bonifica come copertura. La vera bonifica in senso stretto è proprio il mantenimento del bosco magari migliorandolo non certo sradicandolo. Ora con l’esempio di quanto avvenuto a Marter e quanto successo negli ultimi 10 anni in Oltrebrenta, e soprattutto visto il progetto di cosa si vuole mettere dinanzi alle nostre abitazioni, abbiamo ricevuto il mandato come Comitato d’Oltrebrenta

di fissare un incontro urgente con l’Amministrazione comunale di Villa Agnedo per discutere dei seguenti argomenti. 1) Diritto d’Uso Civico. Affittare, come affermato dal Sindaco, per così tanti anni un territorio comunale fa sì che gli affittuari acquisiranno talmente tanti diritti che qualora il Comune un domani volesse rientrare di tale proprietà, dovrà pagare diritti, mancati guadagni, buonuscita e quant’altro che, economicamente sarà svantaggioso per la comunità, ma un ulteriore guadagno per i pochi privati. In sostanza constatiamo che ci togliete un diritto di tutti per l’interesse di pochi. Noi siamo contrari. Dopo quanto emerso a Marter e quanto verificatosi nell’ultimo decennio nell’Oltrebrenta, richiediamo in primavera un check-up completo di tutto il territorio dell’Oltrebrenta, a partire dalla discarica delle acciaierie, che attestino la

Solidarietà a Manuela Di Centa Desidero esprimere a Manuela di Centa la mia solidarietà di parlamentare e di uomo di sport. Il rifiuto di concedere la cittadinanza onoraria a Manuela di Centa da parte del consiglio comunale di Ziano di Fiemme, basato su riserve che non ho capito, ha offerto il pretesto per una volgare discriminazione di carattere politico da parte dei soliti cecchini di provincia. Dalle ultime prese di posizione e dalle lettere di alcuni cittadini apparse sulla stampa trentina tutto è chiaro: la “colpa” di Manuela di Centa è di

avere fatto una scelta politica e di essere oggi una deputata di Forza Italia. La conosco bene da molti anni, da quando lei vinceva le medaglie alle Olimpiadi ed ai Mondiali e io ne raccontavo le gesta in televisione. Manuela nutre un sincero affetto per la valle di Fiemme ma penso che non si sparerà se non le verrà concessa la cittadinanza onoraria di Ziano. Questo non solo perché a Ziano il fondismo è ben rappresentato dai fratelli Bice e Giorgio Vanzetta, ma perché il vantaggio di un segno di

salubrità e l’integrità di tutto il nostro territorio, vedi verifica della radioattività, analisi delle polveri, delle acque, della vegetazione e dei raccolti. Effettuazione dei carotaggi per verificare l’effettiva consistenza delle bonifiche agrarie sinora effettuate. La verifica che i progetti di bonifica sinora realizzati abbiano rispettato il progetto presentato. 3) Nel 1992 il Consiglio Comunale di Villa Agnedo ha votato un regolamento per l’effettuazione dei trattamenti antiparassitari. Ebbene è emerso che tale regolamento non è mai stato fatto rispettare. Chiediamo che sia fatto rispettare e che al più presto sia ripreso in mano e siano inserite le nuove normative più restrittive in materia, in linea con i nuovi dati in mano alla PAT inerenti ai gravissimi problemi derivanti dall’uso di prodotti antiparassitari, alle persone abitanti nei pressi di coltivazioni soggette a tali trattamenti. Ri-

marchiamo che in ogni caso nell’Oltrebrenta le abitazioni esistevano prima dell’insediamento delle culture attuali ed eventualmente future. 4) Se le nostre abitazioni confinano con un ambiente puro, come l’attuale, hanno un valore. Qualora un domani fossero all’interno di un enorme vigneto con relativi fitofarmaci, di quanto saranno deprezzate? 5) Come Comitato all’unanimità abbiamo bocciato il progetto della parte alta della bonifica, mentre per quella bassa se realizzata a norma di legge saremmo favorevoli. 6) A tutte le riunioni inerenti al progetto, richiediamo che sia sempre convocato anche il Comitato dell’Oltrebrenta. Delucidato quanto sopra richiediamo quanto prima un incontro con l’Amministrazione Comunale di Villa Agnedo. Il Comitato dell’Oltrebrenta

stima come questo è tutto del paese e della valle. Manuela di Centa è prima di tutto la campionessa che ha collezionato il maggior numero di medaglie nella storia del fondo femminile, poi è dirigente del movimento olimpico italiano e mondiale e come tale ha avuto un ruolo importante nell’assegnazione dei Mondiali alla valle di Fiemme. In fondo la cittadinanza onoraria, di Ziano o di altro Comune della valle, sarebbe un ringraziamento dovuto. Ma non sarà un dramma per nessuno se non verrà, sarà soltanto una sgradevole scortesia. Sen. Giacomo Santini


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Eventi. Presentato il film di Marcello e Dario Baldi, un omaggio al Lagorai

“Narciso, dietro ai cannoni davanti ai muli” «Prima di tutto un omaggio alla mia terra, alla sua gente, ai valori che la caratterizzano». Così Marcello Baldi, il regista originario di Telve scomparso nell’estate scorsa, definì quella che sarebbe stata la sua ultima opera cinematografica, girata nello splendido scenario del Lagorai e nei Comuni di Telve, Telve di Sopra, Carzano e Torcegno.

M

arcello Baldi prima di lasciarci l’estate scorsa dopo breve malattia, ha fatto in tempo a vedere un primo montaggio dell’opera cinematografica a cui - probabilmente - teneva di più. Lo sceneggiatore, regista cinematografico televisivo e teatrale nato a Telve 85 anni fa, vissuto a Roma per gran parte della vita è morto infatti poco dopo aver realizzato, assieme al figlio Dario, “Narciso dietro ai cannoni davanti ai muli”. Una pellicola con un ritmo pacato, di grande intensità emotiva che stimola la riflessione e sottolinea valori irrinunciabili per l’uomo. «Prima di tutto un omaggio alla mia terra, alla sua

gente, ai valori che la caratterizzano» ha detto lui stesso sul set cinematografico. Il film è interpretato con grande maestria da Roberto Herlitzka che proprio per questa interpretazione ha ricevuto il primo premio alla 62esima edizione del Festival Internazionale del Cinema. Sempre a Salerno la pellicola è stata premiata anche per la miglior colonna sonora scritta da Giuliano Sangiorgi, più noto come frontman e cantante del gruppo salentino Negramaro. Produttore della pellicola è Paolo Ghezzi responsabile della Nervous Pixel. La pellicola è stata realizzata grazie al sostegno della Provincia autonoma e di istituzioni ed enti locali.

Dario Baldi (primo a sinistra) e il padre Marcello (primo a destra)

Il 16 gennaio scorso, alla presentazione e anteprima al Cinema Astra di Trento, erano presenti il Presidente della Provincia autonoma Lorenzo Dellai, il regista Dario Baldi, alcuni attori del cast e il produttore Paolo Ghezzi della Nervous Pixel. Girato nello splendido scena-

rio del Lagorai e nei Comuni di Telve, Telve di Sopra, Carzano e Torcegno, il film è stato presentato alla stampa nazionale a Roma alla Casa del Cinema di Villa Borghese. A rappresentare il Trentino c’era il consigliere provinciale Giovanni Battista Lenzi che ha ricordato come «il film

di Marcello Baldi racconta una storia senza eroi e senza violenze, capace di parlarci di quest’epoca e delle sue contraddizioni». Lontano dal trasferire trame di puri fatti che si sviluppano freneticamente il racconto cinematografico ha, infatti, un’andatura e un carattere che trasferiscono la bellezza dei luoghi e il lavoro dell’uomo e affronta contemporaneamente il tema attuale della supposta incompatibilità fra le diverse culture e religioni, fra popoli e razze diverse. Grande l’emozione di Dario, figlio del regista, nel presentare davanti agli organi di informazione la pellicola realizzata insieme al padre. «Voglio ringraziare soprattutto la gente di Telve, Telve di Sopra, Carzano e Torcegno - ha detto - per come ha partecipato alla realizzazione di questo film. L’entusiasmo e la pazienza di tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione del film è stata un dono grande per mio padre e per il film».


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Pergine Valsugana. In scadenza i contratti d’affitto della struttura

Il futuro dell’ex Artigianelli La struttura ex Artigianelli di Susà presto potrebbe essere messa in vendita. Tra i possibili acquirenti sembra possano esserci il Comune di Pergine o l’Oxford di Civezzano.

L

di Paolo Chiesa

’ex istituto “Artigianelli” dei padri Pavoniani di Susà di Pergine potrebbe essere messo in vendita. Già da qualche anno, venuto meno il suo iniziale uso come seminario e casa di riposo per gli anziani padri dell’ordine religioso, il grande edificio era stato affittato. I principali fruitori della struttura erano finora il Comune di Pergine con scuole materne ed elementari in concomitanza con i lavori di ristrutturazione dei vari istituti e l’azienda sanitaria, con un gruppo di pazienti affetti da patologie psichiatriche. Ora i contratti di affitto sono in scadenza e una delle soluzioni per il futuro dell’immobile potrebbe essere la vendita. Tra i possibili acquirenti, ancora il Comune di Pergine o la cooperativa Oxford di Civezzano. L’amministrazione comunale cittadina potrebbe essere interessata all’operazione per cautelarsi in vista di un aumento della popolazione scolastica a seguito di quella generale che sta marciando spedita verso i 20 mila abitanti. Una decina di anni fa era stata ventilata la vendita del complesso all’interno di una operazione immobiliare che aveva coinvolto l’Itea e la Provincia. L’obiettivo era quello di creare un quartiere residenziale dotato di scuole e servizi. L’operazione però non ebbe seguito.

IN BREVE LEVICO TERME

Tesseramento per i pensionati di Mario Pacher

Presso un noto ristorante di Levico Terme, si è svolto domenica 18 gennaio scorso il tesseramento degli iscritti al Circolo Comunale Pensionati e Anziani di Pergine. All’incontro, che comprendeva pure un momento conviviale d’assieme, hanno presenziato oltre un centinaio di soci dei ben 430 iscritti a questa associazione. Dopo il saluto della presidente signora Carmen Osler, i presenti sono stati allietati dalle musiche dei “due Gigi”, che hanno saputo intonare tante melodie adatte all’occasione.

La presidente al “lavoro delle tessere”


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Frammenti di storia immortalati in un fotogramma

Come eravamo... Una fotografia spesso racconta più di mille parole. È qualcosa che ferma una frazione di secondo e la rende imperitura nel tempo. Con questa nuova rubrica, “Come eravamo”, intendiamo riproporre vecchie fotografie di luoghi, persone, scolaresche, gruppi, associazioni della Valsugana, del Tesino e del Trentino. Pertanto invitiamo tutti i lettori che avessero delle fotografie d’epoca (dagli anni ‘80 in giù) a inviarcele via e-mail (redazione@lafinestra.it) o a portarcele in redazione (viale 4 Novembre 12, Borgo Valsugana). Le tratteremo con la massima cura, le restituiremo immediatamente ai legittimi proprietari e, soprattutto, le pubblicheremo su questa pagina con il nome dell’autore e una breve didascalia di spiegazione all’immagine.

Cresima, 1932

rale Ghersi e, Viale Gene Levico Term

Pergine, Piazza Garibaldi

s nel 1910 s Estranger e il Cafè de atro-Varietà Te Il o, vic Le Scolaresca, 1912

Borgo Valsugana, Piazza Dant ee

Largo Dordi


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Levico Terme. Oltre 165 mila visitatori per le vie cittadine durante le festività

I mercatini natalizi, davvero una grande attrazione turistica di Mario Pacher

I

l giorno dell’Epifania si è concluso a Levico Terme il tempo dei mercatini natalizi. Le casette in legno sono state tutte smantellate e i viali del grande Parco Asburgico sono ritornati ad essere deserti. È stata posta così la parola fine all’allietante spettacolo di osservare quelle vie alberate gremite di gente venuta da mezza Italia, in particolare dalla Lombardia, dal Veneto, dall’Emilia e dalla Toscana. Ritorneranno ad essere affollate solo nella prossima edizione, quando la gente ritornerà fra gli stand alla ricerca del prodotto desiderato o anche semplicemente per curiosare. La presenza dei mercatini natalizi a Levico Terme si sta rivelando un momento sempre più importante per l’economia locale. Infatti, oltre ad offrire a molti commercianti una vera opportunità di vendita dei propri prodotti, sta attirando decine e decine di migliaia di turisti, molti dei quali soggiornano negli alberghi attrezzati, oppure presso i vari campeggi della zona. Il periodo dei mercatini, organizzato dall’Unione Commercio e Turismo di Levico Terme in collaborazione con l’APT della Valsugana, il Comune e la locale Associazione degli Albergatori, era iniziato ancora lo scorso 22 novembre e le casette erano rimaste aperte in tutti i fine settimana fino al 6 di gennaio. Gianni Beretta presidente dell’Unione commercio levicense interpellato da La Finestra ha dichiarato :«Non solo il Mercatino di Natale 2008-2009 ha retto, nonostante i chiari segni di crisi economica nazionale

I mercatini di Levico

ed internazionale, ma il numero di visitatori ha sorprendentemente superato la soglia dell’edizione scorsa. La formula del Mercatino di Natale con le sue 41 casette in legno ambientate nel grande parco secolare degli Asburgo, tiene bene e s’è rivelata ancora una volta vincente, tanto che il Mercatino sarà allestito anche per l’edizione 20092010. Già fin d’ora posso anticipare che il Mercatino continuerà; anzi, stiamo già

pensando a come dargli maggiore respiro e bellezza arricchendo e diversificando l’animazione in modo che il grande parco ospitante sia collegato vivacemente con il centro storico cittadino. L’organizzazione ha tirato le prime somme del Mercatino chiuso nella serata dell’Epifania. Oltre 165 mila sono stati i visitatori, 15 mila in più dello scorso anno, quando erano stati valutati in 150 mila. Sono entrati a Levico

2.100 camper, buona parte dei quali hanno sostato per alcune notti nelle aree a pagamento e altri nelle zone libere rese disponibili. 420 sono stati i bus giunti da tutta Italia. Per la prima volta ben 33 alberghi hanno aperto per l’intero periodo del Mercatino di Natale registrando il tutto esaurito e garantendo ricettività a visitatori provenienti non solo dall’Italia del Nord, ma anche da regioni del Centro e del Sud.

Grande festa dell’Epifania al Palalevico per figli e nipoti dei Soci della Cassa Rurale di Mario Pacher

Lo scorso 6 gennaio, Gellindo, il simpatico scoiattolo di Risparmiolandia, è arrivato al Palalevico accompagnato dalla banda di Trilli e i suoi amici per distribuire i doni della Befana ai bambini di Levico. L’iniziativa, che fa parte delle attività sociali della Cassa Rurale, è giunta alla sua seconda edizione ed è dedicata ai figli e nipotini dei Soci dell’Istituto. Dopo il saluto dei bimbi a Gellindo, hanno preso il via i giochi e i

divertimenti. I bambini si sono quindi scatenati tra palloncini, sbizzarrendo la fantasia con matite e colori, oppure ballando sulle note della Baby Dance, o ancora facendosi dipingere sul viso simpatiche maschere di carnevale; a seguire, il Palalevico è stato animato dal teatro dei burattini. Per gli adulti che accompagnavano i piccoli, è entrato invece in servizio un punto ristoro, un piccolo e simpatico bar gestito dai collaboratori della Cassa Rurale. Al calar del sole, Gellindo è ritornato

tra i bambini per distribuir loro i doni. La Festa si è protratta fino a tarda sera, e il nuovo appuntamento è già fissato per la prossima Befana.

Visitatori del Mercatino e pure sciatori, dal momento che hanno affollato non solo i viali del parco con le casette, ma pure le piste degli impianti sciistici di Nuova Panarotta, abbondantemente innevate». «In tempi di crisi, il Mercatino di Natale ha consentito alla nostra offerta turistica di essere attiva e vivace anche a Levico Terme», commenta il presidente dell’APT di ambito Massimo Oss. «L’invenzione Mercatino, da alcuni ritenuta al tramonto, evidentemente tiene tanto da indurci ad abbellirla e a potenziarla per l’anno prossimo. La grande folla di visitatori ha dimostrato di apprezzarlo e ciò induce noi a migliorarne sia offerta che immagine. E sarà ripetuta nel dicembre 2009 anche la Corsa di Babbo Natale, che, alla sua prima edizione svoltasi domenica 21 dicembre 2008 sulla distanza dei 4 chilometri tra Caldonazzo (Castel Trapp) e Levico Terme (Mercatino di Natale), ha registrato 530 partecipanti tutti vestiti da Babbo Natale, trentini, altoatesini e veneti. La Corsa è stata trasmessa da programmi televisivi nazionali oltre che locali». Di valido supporto ai mercatini sono state anche le manifestazioni di contorno come la mostra dei 140 presepi artistici nel piazzale dell’Hotel Salus, il primo Festival della Grappa presso l’Imperial Hotel, la festa della polenta, dei sapori di malga, i fuochi d’artificio. Ed ancora la carrozza del cocchiere Calogero Polizzi che ha trasportato, nel periodo, alcune migliaia di persone attraverso i viali, nonché i bus navetta.


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Levico. All’ex Istituto Piccola Opera si respira un’aria diversa

Una ventata di novità al “Centro don Ziglio” All’ex Istituto Piccola Opera di Levico Terme è ritornato quel vero clima di serenità che da tempo ormai sembrava mancare, quella giusta armonia così importante per una efficace collaborazione. Con l’impegno di tutti si è così davvero creato il luogo ideale in grado di offrire ai novantadue maschi e alle sei femmine diversamente abili che la struttura ospita un vero clima di amicizia e di familiarità.

di Mario Pacher

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a qualche mese a questa parte si respira un’aria completamente diversa all’interno del Centro don Ziglio di Levico Terme, ex Istituto Piccola Opera. Un’aria più distesa e familiare da quando, nel mese di agosto 2008, sono stati sostituiti i vertici del Centro con la nomina di un nuovo consiglio di amministrazione presieduto dalla dottoressa Piera Janeselli Volpi e un nuovo direttivo del quale fanno parte il dott. Massimo Giordani con funzioni anche di vice presidente, don Paolo Baldessari, Antonio Casagranda e la dottoressa Maria Giovanna Perina. Direttore è stato nominato, in sostituzione del dott. Luca Ciola, il dott. Pier Giuseppe Saba. Fra gli stessi ospiti e anche fra i più di cento dipendenti, è ritornato quel vero clima di serenità che da tempo ormai mancava, quella giusta armonia così importante per una efficace collaborazione. Insomma, con l’impegno di tutti, si è creato il luogo ideale in grado di offrire ai 92 maschi e alle 6 femmine diversamente abili che la struttura ospita, organizzati in 5 gruppi famiglia socio assistenziali gestiti da O.O.S. (Operatori Socio Sanitari), e 8 famiglia socio educativi gestiti da E.P.(Educatori Professionali), un vero clima di amicizia e di familiarità. Una grande prova di efficienza s’è avuta anche di recente in occasione della prima “Festa della

Ospiti del Centro alla Corsa di Babbo Natale

Comunità” celebrata a dicembre 2008, che ha visto la partecipazione, accanto agli ospiti, di oltre 150 persone fra genitori, parenti ed amici venuti da tutto il Trentino, nonché autorità dei paesi vicini. Un giorno goliardico nel corso del quale è stata presentata anche una ricca pubblicazione di quasi cento pagine “La Cicala”, voluta dal Centro, contenente tanti

Il disegno di Armando Ferrari

disegni e commenti fatti dagli stessi ospiti, assieme a molte foto scattate in occasione di gite ed escursioni collettive. E fra le creazioni grafiche abbiamo trovato anche il bellissimo disegno realizzato con la stessa abilità di un artista, dall’ospite Armando Ferrari, che il Centro don Ziglio ha utilizzato poi quale biglietto d’augurio in occasione delle feste appena trascorse. Si dimostra palesemente soddisfatta la dottoressa Janeselli, persona di lunga esperienza e provata capacità, del risultato fin qui ottenuto, ma mira a raggiungere anche altri obiettivi affinché chi dentro vi soggiorna, possa godere di una vita il più possibile normale ed autonoma, sviluppando così quelli interessi che madre natura ha loro dato. «Di grande sostegno - ha sottolineato la presidente - si sta rivelando il nuovo

Un grande progetto di squadra Nel corso di un incontro è stato presentato al consiglio di amministrazione, al comitato parenti e a tutto il personale dipendente, un progetto elaborato dal personale educativo e da quello assistenziale per una ripresa di quella che è un’attività completa del Centro don Ziglio. «Nel progetto - dice la presidente dottoressa Janeselli - sono evidenziate alcune aree operative che loro hanno così definito: area lavoro, area creativa, area scuola, area multimediale, area audiovisivi, area riabilitativa, area benessere e area natura.

Con queste aree si svilupperà tutta l’attività per gli ospiti con la partecipazione di tutto il personale che attraverso una turnistica specifica potrà essere inserito in queste attività. Si tratta di una presentazione importante perché è un progetto nato dal personale, elaborato dal personale e presentato al consiglio di amministrazione. Nella generalità dei casi è il consiglio che propone, mentre in questa situazione il consiglio ha proposto le linee guida e

il personale le ha riempite. Con grande soddisfazione abbiamo espresso il nostro giudizio su questo progetto con la consapevolezza che stiamo lavorando assieme, in gruppo e in squadra». Anche l’intero consiglio di amministrazione ha già manifestato il suo compiacimento per questa grande iniziativa, e l’approvazione del laborioso progetto è già scontata. La dott.ssa Piera Ianeselli

direttore dottor Saba, nel dimostrare tutto il suo impegno e quelle capacità che un Ente come il nostro richiede». Ha poi elencato alcuni obiettivi che il Centro don Ziglio vuole in tempi brevi raggiungere: la ripresa dei laboratori interni, i cosiddetti reparti, lo sviluppo delle attività ludiche, sportive, di manipolazione, di musica, di grafica, di ippoterapia, la ripresa dell’attività definita di continuità scolastica, il lavoro di gruppo, nella consapevolezza – dice - che il Centro don Ziglio si sta avviando verso una struttura privilegiata nel settore dell’handicap. È sempre vivo il ricordo fra le persone ospitate, della grande giornata in cui molti hanno partecipato con entusiasmo alla “Corsa di Babbo Natale”, una manifestazione questa che rientrava nel nutrito programma dei “Mercatini Natalizi” all’interno del Parco Asburgico di Levico Terme. Un grande momento di distensione per loro, che hanno potuto mettere a prova tutte le loro capacità fisiche. La presidente dottoressa Piera Janeselli ha così concluso la nostra intervista: «Molte sono le situazioni che vanno affrontate nella riorganizzazione del Centro don Ziglio: situazioni economico–amministrative, suddivisioni dei ruoli degli operatori in funzione di un lavoro di gruppo, necessità di implementare i rapporto con i servizi esterni, rinforzare l’immagine di una struttura che si pone come garante di un servizio specifico e di qualità».


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Caldonazzo. Iniziativa a sostegno dei trentini colpiti dall’alluvione

Un concerto per il Brasile Un concerto per raccogliere fondi da destinare alla famiglia di origine trentina di Nilo Tamanini che nella recente alluvione in Brasile ha perso tutto.

di Mario Pacher

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resso la chiesa parrocchiale di S. Sisto a Caldonazzo, si è recentemente tenuto un grande concerto di solidarietà in favore del Brasile colpito dall’alluvione. L’iniziativa e la serata sono state promosse dal Corpo Bandistico di Caldonazzo, in stretta collaborazione con l’Unione Famiglie Trentine all’Estero di Trento, che in questo periodo sta organizzando altre analoghe iniziative in vari paesi della nostra provincia. Com’è noto, da diversi mesi lo Stato di Santa Catarina è sotto la pioggia incessante e i fiumi sono straripati un po’ ovunque, allagando anche le

città oltre che le campagne. Tra le famiglie che hanno pagato il prezzo più caro con la perdita di famigliari, oltre che di averi, c’è pure quella di origine trentina di Dario

Eccel; accanto al capofamiglia hanno perso la vita anche la moglie e due figlie. Come segno di solidarietà per aiutare le famiglie trentine più colpite dalla calamità, altre iniziative analoghe sono state organizzate di recente in Trentino attraverso anche il Servizio Emigrazione della Provincia. Le offerte raccolte con il concerto di Caldonazzo sono state consegnate, ancora al termine del concerto, alla

La consegna delle offerte a Rina Somadossi

vicepresidente dell’Unione Famiglie Trentine all’Estero ONLUS, Rina Somadossi, la quale a sua volta provvederà a trasferirle quanto prima alle comunità trentine del Brasile. Il ricavato di questo concerto è stato destinato ad aiutare un’altra famiglia di origine trentina, quella dell’agricoltore Nilo Tamanini, che nell’alluvione ha perso casa, bestie e i campi con tutto il raccolto.

IN BREVE LEVICO TERME

Biliardo: visita del campione Pascasi di Mario Pacher

Lo scorso 20 gennaio è stato festeggiato a Levico Terme, presso il Bar Turismo, il neo campione italiano di Biliardo Pool David Pascasi, che l’11 gennaio 2009 si era aggiudicato, a Chieti, il titolo multicolore. L’incontro di Levico con il campione romano, rientra in quella serie di visite che Pascasi intende Il campione effettuare David Pascasi presso alcuni circoli del nord Italia affiliati al FIBIS. Il bar Turismo di Levico, da poco affiliato alla Federazione Italiana Biliardo Sportivo, era gremito di appassionati di questo sereno e rilassante sport, unitamente al titolare Lorenzo che ha voluto venisse riservata al grande campione, un’accoglienza di vera amicizia e familiarità.


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Telve. Visita di Padre Jorge che guiderà la Prelatura di Aiquile in Bolivia

Un frate boliviano che ama definirsi “trentino”

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di Mario Pacher

’anno appena concluso ha segnato un traguardo particolarmente significativo per l’evangelizzazione delle popolazioni boliviane. Sono, infatti, trascorsi 60 anni da quando, nel 1948, i missionari francescani trentini iniziarono un’intensa opera di apostolato fra questa gente sudamericana. Difficile riassumere la straordinaria opera che i nostri missionari continuano a portare avanti, sostenuti anche dalla collaborazione della gente trentina. Segnaliamo un fatto importante nella scelta del Vescovo, che dalla prossima primavera guiderà la Prelatura boliviana di Aiquile: sarà, infatti, un sacerdote di origine boliviane, nato a Mizque il 1° giugno 1963 e ordinato Vescovo nel 2006. Dopo i due Vescovi trentini, Giacinto Eccher e Adalberto Rosat, padre Jorge Herbas Balderrama sarà così il primo Vescovo boliviano a guidare la chiesa di Aiquile. Per questo ha assunto un significato storico la recente visita in Trentino non di un missionario partito dalla nostra terra, bensì di un frate nativo boliviano, che ama definirsi figlio del Trentino e di Telve in particolare. Padre Jorge è passato in varie località (Cles, Val di Non, paese di origine del vescovo Adalberto Rosat, a cui succederà nella primavera 2009; inoltre

La festa a Telve con padre Jorge al mandolino

in Valsugana a Borgo e, in special modo, a Telve ). A Telve Valsugana il Vescovo Padre Jorge è particolarmente legato, in quanto molto hanno contribuito nella sua vocazione religiosa i missionari telvati in Bolivia. Tra questi, in particolare, Padre Pompeo Rigon, Padre Eriberto Baldi, Padre Ermenegildo Franzoi, che hanno battezzato e poi fatto crescere la vocazione di Padre Jorge. Pertanto l’intera comunità, che ha una lunga tradizione missionaria, si è preparata con cura ad accogliere il Vescovo boliviano; e la popolazione, proveniente anche dai paesi vicini, con le sue varie componenti di associazioni e gruppi, ha fatto festa con Padre Jorge. Nonostante il periodo inver-

nale l’accoglienza è stata molto calorosa e familiare, grazie anche alla semplicità tipicamente boliviana del Vescovo, che ha anche improvvisato una dimostrazione musicale cantando l’inno della terra di Bolivia, attrezzato di strumenti del Sudamerica. Accolto al portale (proprio il giorno prima terminato nei lavori di consolidamento) dell’antica Pieve Santa Maria Assunta, è stato salutato dal sindaco Franco Rigon (nipote del missionario Padre Pompeo) e dal parroco don Franco Torresani, unitamente ad altri religiosi (tra questi Padre Armando Ferrai francescano di Telve, Padre Celeste Luchi, incaricato per le missioni francescane, don Venanzio Loss 16 anni di

missione in Bolivia). Al centro della festa, la solenne sentita celebrazione eucaristica, animata dalla comunità e dai gruppi missionari locali. In vari modi Padre Jorge ha anche ringraziato la comunità di Telve, per il sostegno spirituale e materiale sempre dato alla Bolivia (ultimi progetti sostenuti: l’ampliamento dell’ospedale di Ibuelo fondato da padre Eriberto Baldi e l’operazione “un pozzo per Pasorapa”, in cui opera ancora Padre Gildo Franzoi) ricevendo, tra le tante espressioni di amicizia, il saluto dei piccoli paggetti con il segno ricordo dei 60 anni di missione francescana. “Dalla Bolivia al Trentino: a Padre Jorge con gratitudine la comunità cristiana di Tel-

ve, nel ricordo dei sacerdoti francescani Padre Pompeo, Padre Eriberto, Padre Ermenegildo, invocando dal Signore il dono di nuove vocazioni missionarie”. Padre Jorge è venuto fra noi con semplicità, come pellegrino nella terra di quei “Padri”, che sono stati il suo punto di riferimento. In Padre Jorge c’è un po’ tutta la Bolivia, che restituisce alla chiesa trentina un figlio dell’amore dei nostri missionari per quella terra. Il Vescovo non ha nascosto, comunque, la preoccupazione per la sua missione di pastore in Sudamerica, dove la situazione politica soffre di molta ostilità nei confronti della Chiesa, che è schierata con i poveri e reclama giustizia. Ha rivolto anche un caloroso appello, affinché i vincoli consolidati con Telve e la diocesi di Trento non abbiano a venir meno, confidando di poter contare ancora sull’appoggio della nostra chiesa. A conclusione della festa, sotto la neve trasformatasi in pioggia, la comunità ha accompagnato il Vescovo dalla chiesa arcipretale a piazza Vecchia, dove ha impartito la Benedizione alla rinnovata cooperativa agricola presieduta dall’allevatore Gioacchino Trentinaglia. Prima di ricevere il saluto di ringraziamento del coro parrocchiale e di dare lui stesso una dimostrazione di abilità canora, Padre Jorge ha fatto osservare la forte tradizione in fatto di cooperazione che unisce il Trentino alla Bolivia, grazie soprattutto all’opera dei nostri missionari.


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Centa San Nicolò. Un secolo di vita straordinario nella sua semplicità

Un paese in festa per i cent’anni di Anna Kuel Ormai in quasi tutti i centri abitati, anche di piccole dimensioni, si trovano persone che hanno raggiunto e magari oltrepassato il secolo di vita. Per Centa San Nicolò è la signora Anna Kuel la prima persona nata e cresciuta in paese che il 12 dicembre 2008, ha spento le 100 candeline.

A

di Agnese Agostini

nna Kuel, di Centa San Nicolò, il 12 dicembre scorso ha tagliato il secolo di vita, festeggiata da familiari, associazioni e autorità locali. Una lunga vita la sua, “scaraventata” di qua e di là, perciò con tante esperienze che lei ha sempre amato raccontare con dovizia di particolari a chi ne era interessato. I suoi ricordi più cari vanno alla Valle del Centa, dove trascorse la prima infanzia circondata dall’affetto e dalla compagnia di tante persone che lì vivevano dedicandosi alla coltivazione della terra, all’allevamento del bestiame, al funzionamento di molini e segherie e curando la manutenzione dell’antica strada di collegamento con l’altipiano di Lavarone. «Una volta -ha raccontato- io e due amiche stavamo pascolando gli animali lungo il torrente Centa, e vedevamo uscire del fumo da un camino delle strutture

abbandonate del Coto: erano dei prigionieri russi, fuggiti chissà da quale campo di concentramento. Rimasero lì per un po’ di tempo, ma un giorno li vedemmo uscire dalla casa, accompagnati da due gendarmi tedeschi: quello fu per noi un brutto momento! Si udivano tutti i giorni dei rumori provenienti dalla strada della Valcarretta: era la “carovana”, carri e cavalli che portavano sull’altopiano munizioni e viveri per i

soldati. Erano anche mucche che pascolavano l’erba lungo i bordi della strada. Qualche volta una metteva un piede in fallo e ruzzolava miseramente verso la valle. Accorrevano i contadini, la facevano a pezzi e se la dividevano». Finita la Grande Guerra, uomini e donne ritornarono al paese e si diedero a seminare ogni sorta di verdura. Spesso dei ladruncoli, nottetempo, si portavano via le fette di patate sotterrate. “Anch’io

Calceranica. Sono ben sette i membri di nuova nomina Nuovo direttivo pensionati di Mario Pacher

L’esito delle recenti votazioni per la nomina del nuovo direttivo dell’Associazione Pensionati e Anziani di Calceranica al Lago, ha fatto nascere un consiglio quasi completamente rinnovato: infatti sono ben sette i membri di nuova nomina e soltanto tre i rieletti. Alla carica di presidente è stata eletta, con il massimo dei voti, Gilia Fontana già consigliere ed animatrice per ben diciotto

anni. La carica di vicepresidente è stata affidata invece a Sandro Marchi, mentre segretaria è risultata Mirella Campana. Ecco l’elenco dei consiglieri eletti: Adalgisa Di Pompeo, Franca Valentini, Vespasiano Papi, Pia Gretter, Gilberta Giacomi, Annamaria Martinelli e Marco De Carli. Revisori dei conti: Lorenzo Bertacco e Giovanni Andreatta. Nell’accettare la carica la neo presidente, signora Gilia Fontana, ha avuto parole di ringraziamento per

Al centro la presidente con il suo vice e la segretaria

il suo predecessore Alfonso Martinelli, che ha guidato il Gruppo Pensionati e Anziani di Calceranica in questi ultimi tre anni, e anche i consiglieri uscenti Gino Rossi e Letizia Campregher.

con le mie sorelle -continua a raccontare Anna - facevamo lunghe veglie alle “Fratte”, il podere dirimpetto al Molin Novo, per difendere le semine». La signora Anna sapeva sempre cosa raccontare: una storia dopo l’altra, nelle lunghe serate invernali, arrivava mezzanotte e si era sempre lì: lei immersa nelle sue vicende ed io ad ascoltarle per le mie ricerche. Spesso si finiva a parlare della Moravia. Anna, allora frequentava, a Boicovic, la scuola locale. Un giorno si trovava in classe, quando scoppiò un furioso incendio che seminò confusione e disperazione. Racconta che in quel momento si sentì sprofondare fra i banchi, come se si fosse aperto un vuoto sotto i piedi. Ricorda che i profughi avevano sempre fame e per aiutarsi andavano a “spigolar” patate e orzo per il caffè nei campi del Conte. Andavano bene anche le verdure selva-

tiche, le chiocciole, i funghi e in extremis l’accattonaggio. La fame era sempre presente anche quando ritornarono in paese. Racconta: «A mezzogiorno anche noi ci mettevamo in fila con i soldati, “gamela” in mano per una minestra di poca pasta e tanta paprika. Per fortuna riaprirono le scuole e per gli alunni le giovani Maria e Antonietta degli Huezzi preparavano un’abbondante minestra usando il grande paiolo che serviva per il formaggio». E ancora racconta: «Le signore Celeste ed Eufrosina Martinelli si portarono dalla Moravia un simpatico “souvenir”, delle piante di petunia dai fiori doppi, multicolori, mai visti in paese, piante che sistemarono sul loro grande portafiori, all’osteria “Ai fiori”». Grazie Anna, per la tua amicizia, la tua disponibilità, i tuoi vissuti tanto importanti!

Approfondimento NUOVO SERVIZIO DI TRENTINO RISCOSSIONI

Tasse auto, scadenza via sms o mail Trentino Riscossioni Spa ha attivato il servizio per ricordare ai cittadini la scadenza della tassa automobilistica tramite messaggio sul telefono cellulare o e-mail. Per ricevere l’avviso su casella di posta elettronica personale o via sms è necessario iscriversi sul portale di Trentino Riscossioni Spa, all’indirizzo www.trentinoriscossionispa. it, e selezionare “servizio SMS”, la cui icona si trova nella parte superiore della pagina, e seguire le istruzioni indicate. Il servizio è attivo solo per le persone fisiche residenti in provincia di Trento e non può essere utilizzato per i veicoli con modalità di pagamento della tassa auto anche quadrimestrale (es. autocarri, trattori stradali, veicoli adibiti a noleggio senza conducente). In caso di cointestazione del veicolo, l’avviso verrà inviato solo a chi risulta primo intestatario presso il Pubblico Registro Automobilistico. Chi si iscrive a questo servizio non riceverà l’avviso di scadenza solitamente inviato con la posta ordinaria. La novità riguarda anche i dipendenti provinciali. Questo nuovo servizio permetterà di risparmiare notevolmente nell’uso della carta, con evidenti riflessi positivi in materia di rispetto dell’ambiente, e abbattere i costi di stampa e di spedizione degli avvisi di scadenza. Per informazioni è possibile contattare Trentino Riscossioni Spa al numero: 0461.495511 - dal lunedì al mercoledì dalle 9.00 alle 12.00, giovedì dalle 8.30 alle 15.30, con orario continuato.


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Focus. Numerose le iniziative per ricordare l’Olocausto

Giornata della memoria anche in Trentino Le manifestazioni per la “Giornata della Memoria” organizzate in Italia dal 2000 ad oggi sono state innumerevoli. Anche in Trentino le iniziative sono state e sono molte. Ad esempio ogni anno a Trento l’A.Ge.S.C. dell’Arcivescovile organizza una mostra tematica in preparazione del 27 gennaio ed in quasi tutti i teatri della provincia vengono proposti spettacoli inerenti all’argomento.

di Grazia Demozzi

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l governo italiano, aderendo ad una proposta internazionale, dichiarò con la legge 211 del 20 luglio 2000 il 27 gennaio giornata di commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo e dell’Olocausto. L’articolo 1 della citata legge recita così: «La repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e

schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati». Questa giornata di celebrazione e riflessione dovrebbe servire a mantenere vivo il ricordo di quanto accaduto nella speranza che la conoscenza dei fatti storici impedisca il ripetersi di simili atrocità, dovrebbe servire da monito contro ogni persecuzione e ogni offesa alla dignità umana e dovrebbe servire anche a stimolare la ricerca della comprensione delle dinamiche che permisero la Shoah affinché si possano prevenire. Le manifestazioni per la “Giornata della Memoria” organizzate in Italia dal 2000

ad oggi sono state innumerevoli. Anche in Trentino le iniziative sono state e sono molte. Ad esempio ogni anno a Trento l’A.Ge.S.C. dell’Arcivescovile organizza una mostra tematica in preparazione del 27 gennaio ed in quasi tutti i teatri della provincia vengono proposti spettacoli inerenti all’argomento. È impossibile elencare tutte le iniziative previste per la celebrazione della Giornata della Memoria nel 2009, ma ne

citiamo alcune. Al Teatro del Centro Scolastico di Borgo Valsugana il 27 gennaio 2009 andrà in scena lo spettacolo “Le canzoni di Anna Frank” a cura dell’associazione Shalom di Firenze, con testi tratti dal “Diario di Anna Frank” e musiche ispirate alla tradizione ebraica composte ed arrangiate da Amit Arieli ed eseguite dal vivo dall’ensemble Shalom. Il 24 gennaio l’associazione Danzare la Pace di Rovereto ha organizzato una serata dal

MOSTRA DI LIBRI Levico - Presso la Biblioteca Comunale di Levico Terme fino al 31 gennaio è possibile visitare la mostra di libri sull’Olocausto dal titolo “La Shoa per non dimenticare”. Orario: mart.-sab. 10.00-12.00 e 15.00-18.30. Il venerdì anche 20.30-22.00.

titolo “Giornata della Memoria” nella palestra delle scuole elementari di Besenello. Durante tutta la serata sono state eseguite dal vivo musiche e danze ebraiche. Inoltre vi sarà un intervento di Officinafolk dal titolo “La Bibbia e la danza ebraica”. Officinafolk da anni è impegnata nello studio di queste danze e per l’occasione ne ha proposte circa una ventina, accompagnate da brevi spiegazioni e/o letture di versetti della Bibbia. Diversi modi di proporre momenti di riflessione, diversi modi di ricordare che, come disse Einstein quando gli chiesero a che razza appartenesse, ogni uomo deve poter rispondere “Razza umana”.


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Roncegno. Una realtà importante anche per i giovani di altri paesi

L’Associazione Oratorio: un punto di riferimento

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di Paolo Chiesa

o scorso 18 dicembre è stato rinnovato il direttivo dell’Associazione Oratorio di Roncegno. In questa occasione il riconfermato presidente Stefano Modena ha anche riassunto le principali attività svolte nel corso dell’ultimo quadriennio. È dal 2004, infatti, che l’Associazione è un punto di riferimento importante per la vita sociale, culturale e aggregativa di Roncegno e dei paesi vicini. Sono molti infatti i contatti e i riferimenti che l’Associazione ha saputo e voluto intrecciare con le varie realtà locali: l’Amministrazione Comunale, la Cassa Rurale, la sezione Alpini, le parrocchie di Roncegno, Marter e Ronchi; ma anche con realtà sovra comunali: la sezione SAT di Borgo, diverse filodrammatiche della Valsugana, il Comprensorio. Tutto ciò volto a favorire le comunità della Valle, se è vero che l’Associazione Oratorio di Roncegno raccoglie più di 300 soci da diversi paesi (Roncegno, Novaledo, Ron-

Il nuovo direttivo

Stefano Modena (presidente), Valentina Zottele (vicepres.), Giovanni Montibeller (cassiere), Gina Betti (segretaria), Chiara Baldessari (resp. Ragazzi), Monica Murara, Elisabetta Caumo, Carla M. Battisti, Mario Centellegher (resp. Sport), Cesare Zambotti, Franco Camiscia, Gino Cipriani, Enrico Giovannini, Bruno Sandonà, Andrea Montibeller, Ivo Boccher, Veronica Hoffer, Antonio Manica, Michele Centellegher, Roberta Campestrin.

chi, Borgo) che annualmente rinnovano la propria tessera dal costo di 12 € (6 € per i minorenni) con la quale possono accedere a diverse agevolazioni nelle attività promosse dall’Oratorio, oltre che a convenzioni con negozi e agenzie. L’Associazione è inserita, come quasi tutte le altre che gestiscono gli oratori della Valsugana, nel circuito NOI, coordinamento di oratori che a livello nazionale raccoglie più di 300 mila soci. L’ambito in

Roncegno. Un teatro d’avanguardia in Valsugana

In scena con il gruppo teatrale giovanile di Paolo Chiesa

Il Gruppo Teatrale Giovanile, con la regia di Michele Torresani, propone ormai da tempo un teatro d’avanguardia nel panorama della Valsugana, con lavori che spaziano dalla drammaturgia classica a quella drammatica (“Le nozze del piccolo borghese” di Brecht), a quella comica (“Il povero Piero” di Campanile), al filone dell’assurdo (“La cantatrice calva” di Ionesco) fino al lavoro di quest’anno: “Donne di venerdì”, con debutto il prossimo 6 febbraio presso il

teatro di Roncegno. Il gruppo si è esibito nel corso degli anni, oltre che presso i teatri della Valle, anche a Romagnano, e ora sta preparando alcune uscite in tutto il Trentino. Nel filone teatrale anche l’altra proposta dell’Associazione, il musical “Magari mi metto a dieta”, che ha coinvolto circa 40 fra ragazzi e giovani. Il lavoro è stato presentato durante l’estate presso i teatri di Roncegno, Telve e Marco di Rovereto. Sarà riproposto in gennaio a Scurelle (sabato 24) e a Tezze (sabato 31).

cui si muovono è quello parrocchiale, ma spesso allargano i propri orizzonti all’associazionismo civile, per farsi enti di promozione sociale, essendo iscritte all’albo nazionale APS. Si tratta di Associazioni che propongono iniziative ed attività principalmente a favore dei più giovani, ma con un occhio rivolto anche al mondo delle famiglie, agli adulti, agli anziani, e che spesso gestiscono anche le strutture oratoriali.

FOCUS Tutte le attività dell’oratorio Sono molte le attività che l’Associazione Oratorio di Roncegno ha svolto in questo quadriennio. Attività formative, come l’organizzazione di campeggi estivi per più di 60 ragazzi delle comunità di Roncegno, Ronchi, Marter e Novaledo. Ritiri e momenti di incontro per i propri animatori, giornate di “oratoriamo” rivolte ai bambini delle elementari, con attività di animazione e giochi. Animazione sportiva, con l’organizzazione del torneo “Centellegher-Hueller”, giunto all’ottava edizione e con la partecipazione alla “Oratorio’s Cup”, torneo in cui gli oratori della provincia si affrontano in varie discipline per l’assegnazione del titolo di campione provinciale. In collaborazione con l’oratorio “don Bosco” di Telve è stato fatto un interessante percor-

so triennale di avvicinamento alle Istituzioni. Nel 2007 i ragazzi sono andati a Bruxelles in visita al Parlamento, alla Commissione e alle altre Istituzioni Europee; nel 2008 si sono recati a Roma per conoscere da vicino il funzionamento del Parlamento, assistendo ad una seduta del Senato e della Camera dei Deputati. Il progetto prevede per il 2009 un viaggio alla scoperta dei funzionari e delle sedi dell’ONU. Un viaggio, questo, permesso oltre che dalla passione degli organizzatori, dal Piano Giovani di Zona, che ha in parte finanziato le prime due tappe. Un progetto accolto e sostenuto anche dalle due Amministrazione Comunali di Telve e Roncegno. Sempre all’interno dei Piano Giovani di Zona sono stati organizzati un laboratorio teatrale che ha permesso la nascita del Gruppo Teatrale Giovanile. C’è stato spazio anche per il concorso di fotografia “Fotografia e fede”, che ha proposto una mostra dei lavori in concorso e un opuscolo che li raccoglie. (P.C.)


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Novaledo. Una persona che si è distinta per gesti umanitari e altruistici

A Gianmario Bastiani ennesimo riconoscimento Per alti meriti, la Presidenza del Consiglio dei Mi-

Il finanziere commendatore Gianmario Bastiani

nistri con decreto del Presidente della Repubblica del 2 giugno 2008, ha conferito al Sovrintendente Capo Gianmario Bastiani, nativo di Novaledo e ora in quiescenza dopo un lungo servizio presso la Brigata della Guardia di Finanza di Borgo, l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”.

L

di Mario Pacher

a consegna del relativo diploma è avvenuta nel corso di una significativa cerimonia presso il Commissariato del Governo di Trento lo scorso 17 dicembre alla presenza del Commissario del Governo dott. Michele Mazza, quando ha distribuito anche altre benemerenze per meriti a persone del Trentino. Il conferimento dell’alto titolo a Bastiani segue di poco l’altra onorificenza ricevuta ad agosto del 2008 quando,

presso il Sacrario di Monte Grappa, ha ottenuto dalle Autorità Austriache la “Osterreichisches Schwarzes Kreuz”, cioè la Croce Nera Austriaca. Gianmario Bastiani non è nuovo ad importanti riconoscimenti per particolari meriti. Nel 2003 aveva ricevuto l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”, titolo onorifico che andava ad aggiungersi a quello di Cavaliere della Repubblica Italiana conferita nel 1992. Molte volte Gianmario Bastiani si è

distinto in gesti umanitari ed altruistici che gli hanno fatto conferite anche altri ambiti riconoscimenti. Un attestato di Pubblica Benemerenza al Valor Civile gli era stato conferito nel 1981 dal Ministero dell’Interno per aver salvato, intervenendo da solo in un appartamento saturo di gas e rischiando la propria vita, un’anziana signora. Nel 1989 era stato insignito della Croce d’Argento al Merito di Servizio e nel 1998 della Croce d’Oro per anzianità di servizio

dal Comandante Generale della Guardia di Finanza. Inoltre lo stesso fa parte attiva anche in diverse associazioni di volontariato in Bassa Valsugana dove si è distinto per la sua carica umana e spontanea, per l’altruismo e la disponibilità verso gli altri. Già nel lontano 1976 con il terremoto del Friuli, l’alluvione del 1994 in Piemonte e a finire quella dell’autunno del 2000 in Valle d’Aosta, si era distinto nell’opera di soccorso e assistenza alle persone bisognose ricevendo consensi di stima e

riconoscimenti anche da parte della Croce Rossa Italiana, della quale fa parte dal 1988 come Volontario attivo e dal 1994 nella veste di Vice Ispettore del Gruppo Bassa Valsugana. Questa sua dedizione verso i meno fortunati gli è stata riconosciuta anche dalla Croce Rossa Austriaca che nel febbraio del 2002 aveva conferito a Gianmario Bastiani la “Bronzene Verdienstmedaille” – la medaglia di Bronzo al Merito, mentre nel 2001 era stato insignito del Diploma di Membro D’Onore dalla Società Nazionale della Croce Rossa Rumena. Ed ancora nel 2003 aveva ottenuto la Croce d’Argento di Anzianità della Croce Rossa Italiana per 15 anni nel ruolo di Volontario del Soccorso.


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LA CHIESA E IL SANTO

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Marter di Roncegno. Una tradizione che si ripete ogni anno

Domenico Pellauro, l’Eremita di San Silvestro

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di Mario Pacher

ra gli appuntamenti dell’ultimo giorno dell’anno in Valsugana, particolare risalto merita il momento religioso che per tradizione si tiene, nel pomeriggio, a Marter di Roncegno presso l’antica chiesa di San Silvestro. Qui giungono sempre alcune centinaia di persone da Marter, Roncegno, Novaledo e anche da altri centri della Valle. Il rito liturgico anche quest’anno è stato celebrato dal parroco di Marter don Luigi Pezzi, che sempre rievoca la vita di quell’uomo morto in concetto di santità e conosciuto come l’Eremita di San Silvestro. Al termine della celebrazione, gli alpini di Roncegno hanno offerto a tutti i presenti un fumante vin brulè. Questa in breve la storia dell’eremita. Si chiamava Domenico Pellauro ed era nato a Torcegno da famiglia poverissima e durante gli anni in cui prestò servizio presso i nobili “Poppi” di Borgo Valsugana, aveva udito parlare degli Anacoreti ed aveva capito che quella poteva essere la sua vocazione per “far penitenza dei suoi peccati e per maggiormente poter servire il suo Dio”. Domenico aveva allora indossato l’abito da eremita e si era incamminato alla volta dei grandi santuari d’Italia per ritornare poi in Valsugana (come riportano le cronache dell’epoca) con un bagaglio di “infiniti thesori spirituali e con la benedittione Pontificia tutto consolato”. Si era ritirato nell’eremo accanto alla chiesa di S. Silvestro dove conduceva una vita di lavoro e di preghiera. Osservava un digiuno ferreo e mangiava soltanto una volta al giorno, la sera. Dormiva su un tavolaccio, ma di notte si alzava spesso per praticare “orationi, meditazioni et disciplina”. Non

Approfondimento

San Silvestro, ma chi fu veramente costui? di Johnny Gadler

La chiesa di San Silvestro a Marter di Roncegno

chiedeva carità a nessuno, affidandosi completamente alla Provvidenza. Di lui Gerolamo Bertondello scrisse: «accoglieva tutti con viso giocondo, con carità, amore et dolcezza e seco parlando si mostrava tutto affabile, tutto humile, e la sua modestia era sì ben composta che il suo sguardo era verso la terra

o alzando gli occhi erano verso il cielo». Fece anche restaurare la chiesa dotandola di un nuovo altare dedicato alla Vergine. Domenico Pellauro morì ottantenne, il 29 marzo del 1640 e nel suo testamento spirituale chiedeva di essere sepolto nella chiesa di S. Silvestro. Pochi giorni dopo la sepoltura il suo cadavere venne esumato per consentire ad un pittore di effettuare il ritratto dal vero. Diciassette anni più tardi la sua tomba fu nuovamente riaperta per inumarvi la salma di un altro eremita. Secondo il racconto popolare il cadavere di Domenico Pellauro sarebbe stato trovato intatto e non avrebbe emanato alcun cattivo odore.

LA CHIESA La Chiesa di San Silvestro a Marter di Roncegno esisteva sicuramente già all’inizio del XVI secolo, tanto è vero che la troviamo menzionata in un documento del 1533, e fu poi ricostruita – come si evince dalla lapide che si trova sulla facciata esterna - nel 1888. All’interno da notare la pala dell’altare di Leonardo Campochiesa. Nella sacrestia si trova un dipinto ad olio datato 1889 che ritrae l’ultimo eremita di S. Silvestro: Domenico Pellauro, morto in “concetto di santo” il 29 marzo 1640 e sepolto nella chiesa.

Le ore in cui l’anno vecchio muore e se ne va, lasciando spazio a quello nuovo, sono conosciute come la Notte di San Silvestro, sinonimo di feste, danze, milioni di bottiglie di spumante stappate allo scoccare della mezzanotte. Di per sé una bella contraddizione in termini, perché Silvestro in latino significa “abitatore delle selve”, “uomo dei boschi” o “selvaggio”, figura che di certo mal si concilia con la notte più mondana e chiassosa dell’anno. Gli usi e i costumi di fine anno, dunque, stridono non poco con l’etimologia di “Silvestro”, ma anche la storia del santo che ne portò il nome non appare del tutto priva di incongruenze. Sebbene San Silvestro si festeggi il 31 dicembre, il giorno preciso della sua morte è ancora sconosciuto. Ma allora, perché la Chiesa lo ricorda proprio l’ultimo dell’anno? Come sovente accade in questi casi, la risposta va cercata in ragioni prettamente simboliche. Difatti, se la data del 31 dicembre appare l’emblema del vecchio che lascia il posto al nuovo, allo stesso modo il papato di Silvestro I (314- 335) rappresentò, secondo una tradizione poi rivelatasi infondata, l’avvento di una nuova epoca per il Cristianesimo: l’uscita dalle catacombe e l’inizio della vittoria sul paganesimo. Il merito del nuovo corso, tuttavia, non era da attribuirsi al pontificato di Silvestro I, bensì alla politica dell’imperatore Costantino che già nel 313, con l’Editto di Milano, aveva sancito il riconoscimento della religione cristiana, senza per questo abbracciarne il credo. Costantino, infatti, fu battezzato soltanto in punto di morte nel 337 e per giunta da un vescovo ariano. Ciò nonostante, per molto tempo si dette credito alla versione secondo cui sarebbe stato papa Silvestro I ad amministrare il battesimo a Costantino, addirittura nel 315. A suffragare tale clamorosa conversione concorsero numerose leggende, tra le quali una molto radicata a Poggio Catino, piccolo borgo agricolo della provincia di Rieti. Si racconta che qui, nel IV secolo d.C., vi fosse un terribile drago che teneva in scacco la popolazione. L’imperatore Costantino, informato di tale mostruosa presenza, avrebbe interessato del caso papa Silvestro I, il quale sarebbe intervenuto neutralizzando il drago. In questo racconto non è difficile riconoscere nella figura del drago il paganesimo, mentre i 365 gradini da percorrere per raggiungere la sua tana semplicemente alludono al numero dei giorni del calendario romano. La grande fama di san Silvestro deve anche fare i conti con tradizioni assai meno favorevoli, come quella siciliana dove il Santo è spesso ricordato quale patrono dei cornuti. La ragione di tale curiosa usanza è avvolta nel mistero, né pare sufficiente a giustificarla il fatto che – a quanto si diceva - la sorella di Silvestro I fosse una donna dai costumi tutt’altro che casti. In altre parti d’Italia, invece, l’epiteto di “patrono dei cornuti” spetta a San Martino, il cui onomastico, guarda caso, cade proprio nel giorno in cui un tempo si celebrava il Capodanno contadino.


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S.ORSOLA QUOTA 1063 63 immagrati e 12 nuovi nati portano Sant’Orsola Terme a 1063 abitanti, 540 maschi e 523 femmine. I 24 emigrati confermano la tendenza del 2007 (circa 20 emigrati e 50 immigrati).

CRONACHE

PALÙ SENZA BEBÈ Dati contrastanti dall’anagrafe dei comuni mòcheni: 7 nati e 8 immigrati a Fierozzo (471 abitanti), 2 nati, 8 immigrati, ma ben 13 emigrati a Frassilongo (332 abitanti), senza neonati da due anni Palù del Fersina (183 anime).

TUTTI IN CIASPOLE Ciaspole ai piedi da gennaio a marzo ogni venerdì sera e sabato mattina in Valle dei Mòcheni per le “Trittln en Binter en Bersntol”, passeggiate golose sulla neve verso malghe, agritur e locali tipici.

Fierozzo. Nuovo progetto editoriale per il Gruppo ANA

Alpini: la storia in un libro

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opo la pubblicazione della versione originale con traduzione in italiano del “Diario di guerra del cappellano militare Raimund Zobl - Battaglione Reutte II in Valle del Fersina (26 maggio 1915 - 27 novembre 1917)/Kriegstagebuch des Feldkuraten Raimund Zobl - Bataillon Reutte II im Fersental (26. Mai 1915 - 27. November 1917)” il Gruppo Alpini di Fierozzo è impegnato nella realizzazione di un nuovo ambizioso progetto: raccogliere in un volume un secolo di storia del paese. Dagli anni immediatamente precedenti la Grande guerra, con la rea-

Trincea sul Fravort

lizzazione delle strade e del fronte austro-ungarico, alle storie dei caduti dei reduci della Prima e della Seconda guerra mondiale, segnata dalla rabbia e dal dolore degli Optanti. Ricordo di eventi tragici che ha caratterizzato

l’attività del Gruppo fin dalla costituzione, nella primavera del ‘90, con un’attenzione costante alla memoria della storia della Valle, rievocata dalla costruzione di un monumento ai caduti a San Felice, dalla ricostruzione

MARTEDÌ GRASSO Martedì grasso il bètscho, col suo fidato bastone, e la bètscha, con l’immancabile scopino, si rincorreranno tra i masi di Palù del Fersina, fino all’arrivo in paese e all’attesa lettura del testamento.

della Feldkapelle, cappella militare dell’esercito austroungarico che ogni anno la prima domenica di luglio ospita una celebrazione in memoria di caduti italiani e austriaci, e dal recupero di baracche e trincee, recentemente valorizzate da un percorso tematico e da una cartina. «Siamo riusciti a recuperare molte belle foto storiche -spiega Elio Moltrer, capogruppo degli Alpini di Fierozzo- e speriamo di stampare il libro entro l’anno». A sostenere l’iniziativa l’intero direttivo del Gruppo, completato da Felice Moltrer, vice capogruppo, Aldo Prighel, cassiere, Walter Pintarelli, segretario, supportati dai consiglieri Diego Moltrer, Giuseppe e Valentino Marchel, Rodolfo Pompermaier, Marco Prighel, Lino Gozzer, Renato Battisti, Giuseppe Prighel e Claudio Rodler. (p.b.)

Viarago: lavori all’oratorio Il consiglio parrocchiale della frazione di Viarago, ha presentato domanda di contributo alla Provincia per la manutenzione straordinaria e l’ampliamento dell’oratorio. La domanda, a firma del parroco don Dario Sittoni, è stata accolta per una spesa di 674 mila euro con la concessione di un contributo di 505 mila euro. Il progetto, che prevede anche l’adeguamento alle nuove normative di accessibilità e di risparmio energetico sarà a breve presentato alla comunità.

Val dei Mòcheni. Appuntamento con la tradizione Si è ripetuto il rito “De Stela” Tra San Silvestro e l’Epifania in Valle dei Mòcheni si è ripetuto il caratteristico rito della Stella, reso quest’anno ancora più suggestivo dal paesaggio innevato. “De Stela” il 31 dicembre, il primo e il 6 gennaio ha attraversato i masi delle frazioni di Palù del Fersina (Auserpòch e Inderpòch, a

Claudio Toller è il nuovo capogruppo Passaggio di consegne alla guida del Gruppo Alpini di Palù del Fersina con Claudio Toller, nuovo capogruppo, che sostituisce Luigi Toller, da quest’anno vice. Il direttivo è completato da Paolo Toller, cassiere, Luigi e Luca Petri Anderle, consiglieri. Il Gruppo Alpini di Palù del Fersina conta oltre vent’anni di attività e circa venti soci. (p.b.)

S.Orsola. Il manifesto dei coscritti Un mare… di neve per quelli del 1991 La notte di Capodanno a Sant’Orsola si è assistito al consueto pacifico assalto all’edificio del municipio per “issare” il manifesto con la caricatura e il motto dei coscritti. Negli ultimi anni il disegno ha ceduto il passo all’elaborazione di immagini digitali, ma la fantasia e l’affiatamento dei coscritti sembrano averne tratto vantaggio. Al grido di “W il 1991…

non ci ferma nessuno” si è rinnovata la sfida tra i coscritti dell’era digitale, per l’occasione distesi, più o meno a loro agio, in un mare di neve più che mai reale, che vede riuniti sotto lo stesso ombrellone i calorosi maggiorenni di Sant’Orsola, Mala e Viarago: Lisa, Nadia, Alex, Claudio, Fabrizio, Giacomo, Gianluca, Mattia, Michele, Samuel e Stefano. (p.b.)

valle e a monte del rio Lenzi) e di Fierozzo (Inderpèrg,

Mitterpèrg e Auserpèrg, tra San Felice e San Francesco) accompagnata da gruppi di cantori con un repertorio composto canti dedicati all’Epifania in italiano o in latino. Tradizione vuole che a portare la Stella di Palù siano i coscritti, il compito è toccato quindi a Daniel e Manuel. (p.b.)


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Valle dei Mocheni. Favorire un maggiore raccordo tra scuola e famiglie

Per una comunità educante

I

nsegnanti e genitori: ognuno è indispensabile, ma allo stesso tempo ognuno è insufficiente, perché ha bisogno dell’azione coordinata dell’altro. Ciascuno, riconosciuto nel proprio ruolo, aiuta il bambino a crescere in armonia all’interno di una comunità che condivide i valori. Per contribuire a costruire insieme una Comunità Educante». on questi presupposti nel novembre scorso presso la scuola di Sant’Orsola Terme si è svolta l’annuale riunione d’inizio attività di Comunità educante, con l’obiettivo di favorire un maggiore raccordo tra scuola e famiglie degli alunni delle scuole elementari della Valle dei Mòcheni e con il territorio attraverso l’organizzazione di serate culturali per genitori e figli, incontri con esperti su temi educativi, visite a luoghi significativi naturalistici e culturali. L’incontro, rivolto ad alunni, genitori,

«

Corso di informatica per adulti organizzato in collaborazione con Comunità Educante

insegnanti e rappresentanti delle amministrazioni locali, ha permesso di individuare come possibili attività una un trekking lungo il percorso delle trincee recentemente restaurato nel tratto dalla Panarotta al Lago di Erdemolo, che potrebbe essere organizzato nell’arco di due giornate con un pernottamento in Val Cava, una “Bicicletada” (un’escursione in bici), poi cineforum, mercatino dell’usato, pomeriggi di giochi al campo sportivo, passeggiate tra i masi. La biblioteca comunale di Sant’Orsola diventerà inoltre “Un mondo di favole”, con un percorso di lettura di racconti e favole. Attenzione costante anche agli incontro con gli esperti, che dovrebbero affrontare il tema delle basi legislative e di fattibilità del rapporto tra scuola e famiglia e permettere un confronto con i rappresentanti dello Sportello Famiglia della Provincia. (p.b.)

IN BREVE VALLE DEL FERSINA

Annata positiva per i pescatori L’associazione pescatori del Fersina e dell’alto Brenta ha chiuso un’annata molto positiva con il tradizionale appuntamento dell’assemblea generale. I soci attualmente sono ben 450, con un incremento rispetto allo scorso anno di 30 unità. Durante il dibattito nel corso dell’assemblea è scaturita una proposta assai interessante, appoggiata dall’amministrazione comunale: la realizzazione di un centro di pesca sportiva. La struttura, secondo le prime ipotesi, potrebbe essere realizzata nella zona di Canezza o all’inizio della Val dei Mocheni. Altra interessante novità del 2008 è stata la realizzazione dell’incubatoio per trote di lago. (p.c.)


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Intervista. Incontro con l’eterno innamorato del Rock’n’roll

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di Giuseppe Facchini

ntonio Ciacci, in arte Little Tony, ha girato la boa dei 50 anni di onorata carriera, dopo essere ritornato a gareggiare lo scorso anno al Festival di Sanremo. Al Festival ha sempre proposto canzoni che si sono rivelate grandissimi successi, debuttando nel 1961 in coppia con Adriano Celentano con la canzone “24.000 baci”, negli anni successivi ha interpretato canzoni quali: “Quando vedrai la mia ragazza”, “Cuore matto”, “Un uomo piange solo per amore”, “Bada bambina”, “La spada nel cuore”, “La folle corsa”. Little Tony è ritornato al Festival dopo un periodo difficile di salute. Il 23 aprile 2006, durante un concerto tenutosi al “Contessa Banquet Hall” di Ottawa, in Canada, ha avuto in infarto. Al Festival era accompagnato dal fratello, il grande chitarrista Enrico Ciacci e dalla figlia Cristiana corista, e ha presentato la canzone dal titolo “Non finisce qui”, un inno a non mollare mai e a superare i momenti difficili della vita. Una straordinaria avventura umana e artistica di cui parla in questa intervista con La Finestra.

Il cantante che emoziona ancora milioni di “cuori matti”.

little TONY

Tony, qual è stata la molla che ti ha spinto a tornare sul palcoscenico del Teatro Ariston, festeggiando cinquant’anni di gloriosa carriera artistica? «In tutti questi anni non mi sono presentato perché non avevo una canzone valida e degna da portare a Sanremo. “Non finisce qui” è una bella canzone scritta insieme al cantautore Danilo Amerio. Non è solo la storia di Little Tony, ma la storia di tutti noi; milioni di persone hanno avuto problemi negativi e di difficoltà che non riguardano solo la malattia, ma tutti i problemi della nostra vita. Il messaggio di “Non finisce qui” è quello di non mollare mai, di mettercela tutta per andare avanti». Cosa pensi delle critiche al Festival? «Le critiche ci sono sempre state anche negli anni Sessanta. In quegli anni però predominava la musica; si vendevano milioni di dischi e le critiche passavano inosservate. Ora le canzoni rimangono qui in Italia, a parte qualche eccezione come Eros Ramazzotti, Laura Pausini e qualche altro. Invece anche cantando in italiano, al massimo in spagnolo, si raggiungono grandi traguardi di successo internazionale».

«Io mi chiamo Little Tony perché ho iniziato quando avevo 15/16 anni con il rock and roll e siccome in America c’era un cantante famosissimo che si chiamava Little Richard, allora ho detto: «Se lui si chiama Little Richard io mi posso chiamare Little Tony!».

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Intervista. Incontro con l’eterno innamorato del Rock’n’roll Intervista

Enrico Ciacci, al fianco di Little Tony nella carriera e nella vita Al fianco di Little Tony, nella vita come nella carriera, da sempre c’è il fratello Enrico Ciacci che non ama molto stare sotto la luce dei riflettori, ma che ha accettato di buon grado di rispondere ad alcune nostre domande. Enrico, cosa ti lega a Tony oltre alla parentela? «Tra me e Tony vi è una grande amicizia e stima, siamo molto legati da una grande passione per la musica che ci ha preso a 6-7 anni e non ci ha più abbandonati. Lavoravo con la RCS, colonne sonore, film, con tutti i cantanti che incidevano i successi negli anni ‘60 (Morandi, Rita Pavone, Paoli, Tenco, Bindi). Nei dischi dei primi anni ‘60 suonavo quasi sempre io, anche con Ennio Morricone, suonando con i cantautori come Baglioni o Venditti anche negli anni ‘70 o in sigle televisive (Sandokan). Posso dire di aver portato un pizzico di personalità nel mondo della musica leggera. Ho condiviso con Tony la passione per il Rock & Roll e siamo ancora fan scatenati di quella musica. La musica rispettava il boom economico di allora, la gente era più felice, tranquilla e le canzoni andavano di pari passo con l’epoca. Adesso non siamo cambiati e abbiamo l’entusiasmo di quando abbiamo iniziato». Non sei mai stato però in prima fila, ma sempre in disparte. «Non sono presuntuoso, è un mio limite, non amo lavorare davanti ma dietro una grande star come Little Tony, e mi piace suonare con un pizzico di emozione quando faccio i miei assoli con la chitarra». In tutti questi anni hai anche modificato il modo di suonare. «Mi ha supportato la tecnica. Ho avuto la fortuna di studiare a 10 anni musica classica; a 16 anni già leggevo la musica. Il percorso nelle sale di registrazione mi ha dato una base musicale con i più grandi musicisti dell’epoca. Ho imparato con loro, ho preso da questo o quell’altro. Ora mi piace molto la musica del filone Country rock, un genere che non è stato ancora sfruttato. Ho affinato una tecnica autodidatta, muovendo le dita in modo contrario al modo classico di suonare la chitarra. Suonare country rock è istintivo e voglio dimostrarlo, magari in futuro, in un disco tutto mio». Come si può definire Little Tony? «Ha segnato un’epoca ed è rimasto nel cuore della gente a differenza di altri. È uno dei personaggi più popolari in Italia. Sono orgoglioso di essere suo fratello, oltreché suo manager. Ha anche lui i suoi difetti, ma è soprattutto una persona generosa».

Enrico Ciacci e Giuseppe Facchini

Little Tony e Giuseppe Facchini durante l'intervista

In occasione delle ultime feste natalizie hai inciso una nuova canzone con tua figlia Cristiana “Natale nel mondo”. «È una canzone dolce, un messaggio di speranza per il mondo. Poi è bellissimo poterla interpretare con mia figlia Cristiana che mi accompagna da anni nei concerti ma che ha grandi professionalità e capacità proprie sulle quali vale la pena di investire». Hai avuto sempre un grande successo di pubblico, nonostante quasi un ostracismo da parte di un certo tipo di giornalisti e delle grosse case discografiche. «Ho superato le critiche negative di giornalisti italiani, alcuni dei quali non hanno mai capito che non si possono fare 50 anni di carriera solo perché uno ha il ciuffo, gli stivaletti e la chitarra a tracolla, ma serve avere ben altro. Ho avuto problemi con le grosse case discografiche multinazionali, non ho mai avuto appoggi politici, ma ho sempre avuto il pubblico dalla mia parte che non mi ha mai abbandonato. Tutto quello che io fatto, l’ho fatto attraverso il pubblico che mi ha voluto bene. C’è sempre stato una simpatia e un rispetto che io ho sempre contraccambiato con semplicità e umiltà. La gente l’ha capito; io ho dedicato al pubblico 50 anni della mia vita. Ho iniziato da giovanissimo con i miei fratelli; negli anni ‘70 la discografia cambiava, momenti duri, l’avvento dei cantautori , ma ho sempre avuto la gente dalla mia parte. Quando sono stato male la cosa più incredibile,

Il brano presentato a Sanremo 2008

che non dimenticherò mai, è che tanta gente quando mi ha incontrato guarito mi ha detto “Ho pregato per lei”. È una cosa bellissima». Quanta paura per quel tuo cuore matto... «Nella sfortuna ho avuto anche fortuna, anzi parlerei di miracolo. Il giorno prima dell’infarto ero in volo sull’Atlantico, 4 ore di volo, non mi avrebbe salvato nessuno. Da quel palco dove mi esibivo a Ottawa, a un quarto d’ora di strada, c’era il miglior Ospedale del cuore del Canada; Dio mi ha dato la possibilità di salvarmi».

Quante volte hai varcato l’Oceano per cantare le canzoni italiane e i grandi brani del rock internazionale? «Almeno 40 volte sono stato negli Stati Uniti e in Canada, 8 volte in Australia. Ho vissuto agli esordi alcun anni in Inghilterra, parlando la lingua inglese. Vengo dal Rock & Roll, in Inghilterra sono stato ai primi posti della classifica. A volte mi chiedo cosa ci faccio sul palco con colleghi che sono nati con la melodia. Io sono quello di Tutti frutti, di Be bop a lula, la mia anima è quella, è chiaro che non rinnegherò mai le mie canzoni che mi hanno dato grandi emozioni e popolarità, ma nei miei concerti faccio sempre anche il Rock & Roll». Per te è quasi una forzatura cantare la melodia... «È vero. Il Rock & Roll mi ha cambiato la vita, avevo 13 anni quando Bill Haley ha inciso “Rock around the clock”.

Il brano "Natale nel mondo" inciso con la figlia Cristiana


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Intervista. Incontro con l’eterno innamorato del Rock’n’roll Andavamo nel piccolo bar sotto casa, c’era il Juke-box e dalla mattina alla sera ascoltavo le canzoni, si ballava, si cantava, si cercava di imitare; mi sono così fatto insegnare da mio fratello Enrico alcuni accordi di chitarra, e per ore e ore imparavo la lingua. Mi chiudevo nella stanza cercando di imitare quei miti; quella musica mi è entrata nell’anima. Se non ci fosse stato il Rock & Roll non ci sarebbe stato neanche Little Tony, come posso dimenticarlo. Provengo da una famiglia di musicisti, ma io pensavo poco alla musica, pensavo alle ragazze, a scappare con il motorino. A quel tempo mi piacevano più i motori e la meccanica. Quando è arrivato il Rock & Roll ho capito che quella era la mia musica».

ha lasciato una figlia fantastica, Cristiana, che canta sul palco con me e ha tre bambini. Sono un nonno felice, ma sempre un nonno rock».

Quante macchine hai avuto nella tua vita? «Nella canzone dico cento».

In questi ultimi anni canti anche con tonalità diverse nella voce. «Colleghi come Reitano, Bobby Solo o Albano, mi dicono: “Tony canti meglio adesso rispetto ad anni fa”; ho una voce più matura, più sulle basse, si è allargata». Hai sempre avuto un

E donne? «Nella canzone dico mille. Ho amato molto; la canzone è talmente sincera che la verità si dice una volta sola. Ho avuto molte storie ma ho amato solo una donna: mia moglie Giuliana che purtroppo non è più tra noi, ma che mi

Per te il lavoro non è una routine, ma una grande passione. «È una professione di passione, sofferenza, di emozione. Dopo 50 anni sul palco, quando dedichi una vita alla musica, è sempre un’emozione diversa. Il pubblico del Canada non è quello di Taranto, ogni volta scopri qualcosa di diverso; dovunque tu vai, trasmetti emozioni con le canzoni. Guai se non ci fosse l’emozione. Ogni palcoscenico ha la sua importanza».

tissime persone. Mi fa piacere quello che hai detto. Ricevevo centinaia di lettere, la maggior parte da parte del pubblico femminile, ma anche dai maschi che mi chiedevano consigli per

particolare rapporto con i tuoi fan. Ti scrivevano tante lettere e tu mandavi sempre la foto con l’autografo, come hai fatto anche con me, quando ero bambino. «Mi scrivono ancora tan-

imitarmi, o notizie sui giubbetti particolari o gli stivaletti. Non ho mai tradito i miei fan. Avevo assunto 4 ragazze per rispondere alle lettere che mi sono arrivate». Quanti dischi hai venduto nella tua carriera? «Circa 15 milioni di dischi. Cuore matto è il 45 giri che ha venduto di più in Italia: 4 milioni di copie».

Nella tua carriera hai fatto anche l’attore. Come hai cominciato? «È iniziato con semplicità tra amici allo stabilimento de Polis; un aiuto regista ha voluto farmi un provino; hai la faccia per fare cinema, diceva e ho fatto “Un gangster venuto da Brooklyn”. Ho dovuto perfino pagare anche con i mieti soldi per far uscire la pellicola. Poi anche altri cantanti hanno iniziato a fare film di successo come Gianni Morandi, Rita Pavone e altri, i cosiddetti “musicarelli” che hanno avuto un grande successo di pubblico». Qualche anticipazione per il 2009? «Proseguirò la collaborazione con Danilo Amerio per preparare nuove canzoni e soprattutto tanti concerti in Italia e all’estero. In settembre ho già programmato una nuova tournee in Canada con spettacoli anche alle cascate del Niagara». Come vorresti che la gente ti definisca? «Uno di loro, che appartengo a loro con gioia e felicità e che mi ricordi sempre con grande simpatia e umiltà».


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SETTE NOTE

Genova. A Palazzo Ducale una mostra per non dimenticare

Omaggio a Fabrizio De Andrè e alle sue canzoni La forza del cantautore Fabrizio De Andrè è nella scelta di vita lontana dai bagliori della notorietà e vicino all’essenza del canto, della musica, dell’uomo, scelta che tanti giovani dovrebbero adottare invece di rincorrere i mass media. A dieci anni dalla sua scomparsa tante iniziative per ricordarlo...

TRIBUTO AI NOMADI

S

di Michele Luongo

ono trascorsi dieci anni da quando Fabrizio De Andrè ci ha lasciato. Compagno di viaggio, quante emozioni le sue canzoni: cantava l’amore, l’amore per la libertà, l’amore per i deboli, cantava la poesia perché la sua voce era la voce dell’anima. È straordinario il suo ricordo sempre vivo, sembra che sia solo ieri, ogni giorno, ogni anno le sue novelle irrorano nuova energia. Un cantautore ancora integro, da scoprire dalla critica che ancora non ha iniziato ad analizzare la profondità del suo pensiero, della sua poetica sociale. Canzoni come “La Canzone di Marinella”, “Bocca di Rosa”, “Via del Campo”, “Il pescatore”, “La Guerra di Piero”, “Fiume sand Creek” e gli album come “L’indiano”, “Creuza de ma”, “Le Nuvole” e l’ultimo album “Anime Salve”, sono acquerelli di vita. Fabrizio con la sua chitarra acustica, nonostante fosse

schivo, taciturno, ci ha donato momenti di pura melodia e strati di denuncia senza ipocrisia, senza convenzioni; un poeta, un cantautore che cantava l’emozione. Purtroppo spesso la violenza è succube dell’ignoranza e non sa distinguere l’erba marcia da quella buona. In Sardegna, nelle montagne di Pattada, è il 27 agosto 1979 quando Fabrizio De Andrè insieme alla sua compagna Dori Grezzi è sequestrato dall’Anonima Sarda. La coppia è liberata dopo quattro mesi di prigionia. Per i suoi carcerieri Fabrizio ebbe parole di pietà: «Noi ne siamo venuti fuori, mentre loro non potranno farlo mai» così dopo la liberazione a una prima intervista. Ciononostante Fabrizio decide di continuare a vivere in quella terra, perché - come egli stesso disse «le varie etnie sarde, malgrado cospicue differenze di lingua e di cultura, hanno in comune come minimo il rispetto dei valori fondamentali in cui credo

NEGRITA IN CONCERTO

anch’io. Un altro motivo è l’ambiente, basta guardarsi intorno…». De Andrè dall’esperienza del sequestro seppe trarre e trasmettere una grande lezione di vita, disegna un quadro che invita a ragionare seriamente sulla realtà sociale sarda. La sua forza è nella scelta di vita lontana dai bagliori della notorietà e vicino all’essenza del canto, della musica, dell’uomo, scelta che tanti giovani dovrebbero adottare invece di rincorrere i mass media. Le iniziative per non dimenticare Fabrizio De André sono sempre tante, come tante sono le sfaccettature della sua opera ancora, appunto, tutta da scoprire. Genova la sua città natale, l’omaggia con una mostra a Palazzo Ducale (fino al 3 maggio 2009). I quattro curatori Vittorio Bo, Vincenzo Mollica, Pepi Morgia e Guido Larari riferiscono che è una mostra non convenzionale, una mostra che non si è mai vista - una mostra da vedere.

TRENTO AL TEATRO SOCIALE L'OPERA PUCCINIANA

A Borgo appuntamento con la musica della Cover Band “Statale 47” che dedicherà un concerto “Tributo ai Nomadi”, storico gruppo italiano ancora oggi molto in voga tra i giovani. Borgo, Bocciodromo Comunale, 13 febbraio, ore 20.00.

DUE LIVE ALLO SNOOKY Per la fine di gennaio due sono gli appuntamenti con la musica dal vivo allo “Snooky Music Pub” di Caldonazzo. Il 28 gennaio, infatti, si esibiranno i “Next please rock”. Il 31, invece, sarà la volta della “Braska ska band”. Entrambi i concerti avranno inizio alle ore 22.00.

A Borgo arriva la band aretina dei Negrita che proprio in Valsugana realizza la “data zero”dell’Helldorado Tour 2009, nome mutuato dal fortunato Cd da cui è tratto l’hit single del momento “Radio Conga”. Borgo Valsugana, Palazzetto dello Sport, 31 gennaio, ore 21.00.

La Turandot apre la stagione lirica

La Stagione Lirica 2009 del Teatro Sociale di Trento, all’insegna di Giacomo Puccini, si apre il 6 febbraio con l’estremo capolavoro pucciniano “Turandot” che il Maestro non completò per la sua morte. È una delle partiture più belle del musicista di Torre del Lago e di estrema difficoltà musicale e visiva. Maestro Concertatore e Direttore d’Orchestra: Oliver von Dohnanyi. Regia: Henning Brockhaus. Orchestra Filarmonica Veneta “GianFrancesco Malipiero”. Coro del Teatro Sociale di Rovigo. Maestro del Coro Giorgio Mazzucato. Una produzione del Teatro Sociale di Rovigo in coproduzione con il Teatro Sociale di Rovigo, il Teatro Comunale di Bolzano, il Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento, l’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza , il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona e la Fondazione Teatro Goldoni di Livorno. Trento, Teatro Sociale Via Oss Mazzurana, 6 febbraio ore 20.30.


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MOSTRE

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L'evento. Al Museo di Scienze Naturali prosegue la mostra interattiva

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ole Position, l'avventura nelle regioni polari” è una mostra interattiva che propone un viaggio alla scoperta dei segreti della vita fra i ghiacci, per comprendere le particolarità e le differenze di luoghi lontani ma strategici per la vita e il clima del pianeta Terra e trovare spunti per riflettere su come i nostri comportamenti quotidiani possano alterarne i delicati equilibri. Dopo l’anteprima al Festival della Scienza di Genova, e il grande successo ottenuto alla Città della Scienza di Napoli, la mostra “Pole Position” è ora allestita presso il Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento dove rimarrà aperta al pubblico fino 24 maggio prossimo. La mostra, realizzata dal Museo Tridentino di Scienze Naturali in collaborazione con il Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Trento e il Museo Nazionale dell’Antartide, si inserisce all’interno delle celebrazioni per l’International Polar Year, un evento che ha l’obiettivo di divulgare su scala mondiale il ruolo delle regioni polari in quanto regolatori climatici del nostro pianeta ed è un ulteriore incentivo ad affrontare le importanti questioni relative ai cambiamenti

climatici, riconosciute come uno dei nodi fondamentali attorno al quale si gioca il futuro delle nostre società umane. Suggestivi video, exhibit interattivi e multimediali e corner scientifici coinvolgono e stimolano il pubblico in una mostra che, realizzata secondo le più recenti indicazioni sulla science communication raccomandate dall’Unione Europea, vuole favorire la partecipazione e l’interazione dei visitatori. Molti gli exhibit per simulare i fenomeni geofisici: dalla speciale cyclette per riprodurre la deriva dei continenti, al mappamondo che permette di visualizzare le linee del campo magnetico terrestre fino alla carota di ghiaccio di 800 mila anni fa che testimonia i cambiamenti climatici avvenuti nel corso del tempo. La mostra si sviluppa in quattro sezioni espositive. “Viaggio ai poli” mette in evidenza le differenze geologiche, morfologiche e di popolamento fra i due poli terrestri, Artide e Antartide. In uno scenario spettacolare e suggestivo con alcune ricostruzioni di grande impatto emotivo, si possono provare le emozioni di chi viaggia nelle aree polari, raffrontare le dimensioni dell’uomo con quelle degli animali che

L'avventura nelle regioni polari

Pole position vivono in questi ambienti, come l’orso, il bue muschiato, il pinguino imperatore; osservare lo spessore e la conformazione dei ghiacciai che ricoprono il Polo Nord e il Polo Sud. Inoltre si scoprono le caratteristiche morfologiche e fisiologiche degli animali e come questi si difendono dal freddo. Una scenografica postazione permette infine di scattarsi una foto ricordo tra orsi e ghiacci ed inviarla via e-mail. Nella sezione “Clima” si affrontano numerosi argomenti di fisica e chimica connessi con le regioni più estreme del nostro pianeta: il freddo appare la caratteristica più evidente che accomuna le zone polari, ma a questo si accompagnano i lunghi cicli di luce solare e di oscurità completa, i fenomeni magnetici legati alle aurore, l’albedo dei ghiacciai e le variazioni del livello del mare. Una speciale camera polare permette di provare le forti sensazioni che si vivono alle estreme temperature circondati dalle suggestive aurore polari. La mostra illustra anche la “Ricerca scientifica” ai poli con gli ultimi aggiornamenti sugli studi condotti nella regione antartica per monitorare l’evoluzione del clima e gli ambienti da salvaguardare. Una sezione finale è dedicata

LA SCHEDA Museo Tridentino di Scienze Naturali Trento, via Calepina 14 Fino al 24 maggio 2009 da martedì a domenica: ore 10.00 - 18.00 chiuso: 25 dicembre e 1 gennaio Tariffa: intero € 4.50 / ridotto € 2.50 / famiglia € 9.00 info: 0461/270311 web: www.mtsn.tn.it

alle “Esplorazioni più importanti dei poli”: dal Duca degli Abruzzi a Nobile ed Amundsen, da Nansen a Messner con riprese video tratte dall’archivio del Trento Filmfestival della Montagna. Un gioco interattivo fa rivivere le eroiche spedizioni di Scott e Shackleton. La mostra interattiva “Pole Position. Avventura nelle regioni polari” ha visto il sostegno anche di una storica azienda del Tesino, la Bailo S.P.A., la quale ha voluto contribuire al progetto integrando con i propri materiali la sezione dedicata alla storia delle esplorazioni polari con alcuni campioni dell’abbigliamento completo fornito agli esploratori e ai ricercatori che operano in ambienti estremi.


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AMBIENTE

Focus. Un fenomeno molto temuto ma sul quale si fa anche tanta confusione

Effetto serra: lo conosciamo davvero? «Non c’è accordo universale fra gli studiosi sugli effetti climatici diretti legati alla concentrazione dei gas serra. Preoccuparsi è bene, ma sempre seguendo con attenzione gli sviluppi e le ricerche scientifiche più che il tam-tam dei mezzi di informazione e le opinioni di “esperti” improvvisati». Chiariamo i meccanismi del fenomeno.

di Stefano Oss*

L

’effetto serra è il fenomeno per il quale la temperatura media di un dato pianeta risulta maggiore di quella che si osserverebbe in assenza di un’atmosfera che lo avvolge. Tale atmosfera (una miscela di gas che, nel caso della Terra, comprende azoto – circa il 78%, ossigeno per il 21%, vapore d’acqua in percentuale variabile, argon ed altri composti chimici in piccola percentuale) è in grado di interagire con la radiazione elettromagnetica (luce, ma non solo quella visibile: si parla anche di radiazione ultravioletta, infrarossa, microonde, e via dicendo) che proviene dal Sole e dal pianeta stesso. Per comprendere in dettaglio il funzionamento di questo fenomeno è meglio iniziare con il piede giusto: si deve rimuovere il concetto (errato!) che l’effetto serra sia basato su meccanismi simili a quelli che avvengono nelle serre per l’agricoltura. Il nome effettivamente ha quest’origine ma è ingannevole, come verrà chiarito fra poco. L’importanza dell’effetto serra è da rinvenirsi nel fatto che consente alla Terra una temperatura media maggiore di 0°C e dunque più alta della temperatura di congelamento normale dell’acqua. Si potrebbe dire quindi che è proprio grazie all’effetto serra che la vita sulla Terra è possibile, almeno nella forma a noi nota. È peraltro importante osservare che meccanismi di questo genere sono stati accertati anche su altri pianeti del nostro sistema solare e più precisamente su Venere, Marte e Titano. Nonostante

l’atmosfera (meglio: dai gas sopra citati, detti dunque anche “gas serra”) per il suo riscaldamento. I meccanismi per i quali questa energia viene “rubata” dai gas serra sono regolati dalle leggi della fisica quantistica, che si occupa infatti di descrivere il comportamento dettagliato e la struttura di atomi e molecole e delle particelle che compongono questi sistemi. Si scopre ad la loro presenza in piccolissime quantità nella nostra atmosfera, i gas responsabili dell’effetto serra sono principalmente l’ozono (una molecola composta da tre atomi di ossigeno legati in una struttura più o meno triangolare), l’ossido nitroso (una molecola composta da due atomi di azoto ed uno di ossigeno), l’anidride carbonica o diossido di carbonio (una molecola composta da due atomi di ossigeno ed uno di carbonio, tutte queste molecole di forma essenzialmente lineare) ed il vapore d’acqua (una molecola composta da due atomi di idrogeno ed uno di ossigeno: acqua allo stato gassoso, di forma anche questa più o meno triangolare). L’azoto e l’ossigeno molecolari (due atomi legati), che dominano nella composizione della nostra atmosfera, non contribuiscono invece all’effetto serra sulla Terra. Chiariamo un po’ in dettaglio i meccanismi dell’effetto serra. Anzitutto è bene sapere che la terra riceve dal sole una quantità enorme di energia sotto forma di radiazione elettromagnetica (campi elettrici e magnetici che oscillano a varie frequenze: dalle più lente onde

radio, alle microonde, raggi infrarossi, luce visibile, radiazione ultravioletta, raggi X). Si misurano circa 1400 W (Joule al secondo) per ogni metro quadrato al di sopra dell’atmosfera. Questa radiazione elettromagnetica viene in parte riflessa dalle nubi (circa il 30%) mentre il restante 70% è “utilizzata” per modificare l’energia – la temperatura dunque – dell’atmosfera, delle nubi (che sono fatte di acqua e ghiaccio, non di vapore) e dalla superficie della Terra (mari e terraferma). È proprio la superficie terrestre così riscaldata che emette nuovamente energia sotto forma di radiazione elettromagnetica che, si scopre, ha la caratteristica di essere quasi interamente riutilizzata a sua volta dal-

esempio che le molecole non stanno “ferme” ma sono in perenne stato di agitazione vibrazionale e rotazionale, ovvero gli atomi che le compongono oscillano in media attorno a posizioni di equilibrio mentre l’intera struttura ruota attorno a determinati assi. Sono proprio questi moti molecolari che caratterizzano l’assorbimento (e la remissione) della radiazione elettromagnetica ad opera dei gas serra. Alla fine, si instaura dunque uno scambio di energia elettromagnetica (di tipo infrarosso) fra la superficie della Terra e l’atmosfera finché si assiste all’attuale equilibrio termico per il quale la temperatura media si aggira attorno ai valori a noi noti.

Attenzione dunque, sottolineiamo ancora: l’effetto serra è completamente differente dal funzionamento di una serra per l’agricoltura: in quest’ultima il riscaldamento avviene perché l’aria contenuta nella serra non può scambiare calore con l’esterno, essendo in essa intrappolata, ovvero vengono inibiti i processi cosiddetti convettivi (di trasporto energetico per moto di masse di fluido, come l’aria, causate da differenza di temperatura fra varie zone). Nell’effetto serra atmosferico, invece, sono proprio i moti convettivi (che qui implicano rimescolamenti di immense masse d’aria) che permettono il raggiungimento dell’equilibrio termico il cui motore, abbiamo visto, è la radiazione elettromagnetica emessa ed assorbita dalla Terra e dall’atmosfera. Si parla sempre più (e con crescente preoccupazione) di aumento dell’effetto serra e di riscaldamento globale perché, a partire dalla rivoluzione industriale, la concentrazione di gas in grado di assorbire l’energia infrarossa è sempre maggiore. È comunque il caso di sottolineare che non c’è accordo universale fra gli studiosi per quanto riguarda la tendenza attuale all’aumento della temperatura del pianeta e, soprattutto, sugli effetti climatici diretti legati alla concentrazione dei gas serra. Preoccuparsi è bene, ma sempre seguendo con attenzione gli sviluppi e le ricerche scientifiche più che il tam-tam dei mezzi di informazione e le opinioni di “esperti” improvvisati. * Stefano Oss, Dipartimento di Fisica, Università degli Studi di Trento


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MOSTRE

SCULTURE IN MOSTRA

PROFUMO D'AMOR... Levico Terme. Dal 25 gennaio al 1° febbraio 2009, presso la Casa di Riposo APSP San Valentino, sarà allestita una mostra dal titolo “Profumo d’amor...ricordi del cuor”. Si tratta di un’esposizione di foto, abiti e oggetti riguardanti la dote e il matrimonio.

Castelnuovo - Bruno Cappelletti attraverso la combinazione scultorea del legno e del cemento indaga i temi della vita: donna, maternità, amore e natura. Fino al 15 febbraio le sue opere sono in mostra allo Spazio Arte del Municipio di Castelnuovo.

DA CANNES A TARNOPOL Trento - La mostra “Da Cannes a Tarnopol” presso la sala Thun di Torre Mirana espone pagine del diario di viaggio e prigionia dall’8 settembre all’8 dicembre del 1943 e raccoglie 127 disegni di Michelangelo Perghem Gelmi.

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FRISANCO AL ROSMINI Trento – Al Liceo Rosmini di Trento fino al 6 febbraio 2009 si può visitare la mostra personale di Adriano Frisanco Fotografia “Oassing Through Melbourne”. L’evento fa parte del progetto Arte e Scuola finalizzato a sensibilizzare gli studenti all’arte.

Spartiti, affiches, dischi, riviste, libri, foto e memorabilia

Al Mart il “Secolo del Jazz”

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a musica jazz è una delle espressioni più importanti del XX secolo: nuovi ritmi, colori, e linguaggi sonori – nati da uno storico confronto tra diverse culture – hanno segnato ogni aspetto della scena artistica mondiale. La mostra “Il Secolo del Jazz”, in programma al Mart di Rovereto fino al 15 febbraio 2009, si propone come un grande evento espositivo che affronta un tema nuovo per la museografia italiana: la relazione tra arte e musica. L’esposizione è articolata cronologicamente intorno a una virtuale linea del tempo lungo la quale si snodano, anno dopo anno, i principali momenti della storia del jazz. Spartiti, affiches, dischi, rivi-

William H. Johnson - Jitterbugs II, 1941 ca. Olio su cartone, 61 x 39,1 cm, The Smithsonian American Art Museum, dono dell’Harmon Foundation

ste e giornali, libri, fotografie e altri memorabilia evocano i numerosi episodi del periodo storico considerato. Dalle partiture “the Banjo” di Gottschalk a “Nobody” di Bert Williams (1905) – successi

che precedono l’avvento del misterioso termine “jazz” – ai manifesti per il “Gran Bal Dada” del 1920, fino a quelli di Joel Shapiro per il Lincoln Center (1996). Un filo rosso scandito ov-

viamente da una vastissima documentazione sonora, passando per dischi, concerti e registrazioni fondamentali. Questa “timeline” oltre che sonora è spesso anche audiovisiva, e guida il visitatore da una sala all’altra. Lungo tutto il percorso espositivo si aprono piccole mostre autonome che si propongono di mettere in evidenza i rapporti tra il jazz e le altre arti: dalla pittura alla fotografia, dal cinema alla letteratura, senza dimenticare la grafica e il fumetto. Mart, Rovereto, C.so Bettini 43. Mart-dom. 10.00-18.00, ven. 10.0021.00. Info: n. verde: 800397770.

TRENTO

Al Caproni continua “Prova a volare” Prorogata fino al 15 marzo la mostra interattiva “Prova a volare, la simulazione del volo dai primi aeroplani all’esplorazione spaziale”, presso il Museo dell’Aeronautica G. Caproni a Trento. L’esposizione ripercorre la storia della simulazione del volo e consente ai visitatori di provare l’ebbrezza di diventare per un giorno piloti o astronauti.

Simulatore “Bleriot” per la selezione attitudinale degli aspiranti piloti, 1915-18; Torino, Archivio Storico e Tecnologico dell’Università di Torino.

Il racconto di 150 anni di restauri della Cattedrale Il Duomo di Trento tra tutela e restauro Forse non tutti sanno che l’attuale fisionomia del Duomo di Trento deriva dai restauri effettuati tra Ottocento e Novecento. Qual è la storia del Duomo nell’epoca più recente? Quali sono i principali interventi che hanno caratterizzato i restauri degli ultimi 150 anni? Chi sono i protagonisti di questa cruciale

I dipinti di Rielly Trento – Fino al 28 febbraio lo studio d’Arte Raffaelli propone la mostra personale del britannico James Rielly, dal titolo “Things that go bump in the day”. Una ventina di lavori tra dipinti a olio e ad acquerello. Rielly fa parte degli Young British Artists.

vicenda? Per rispondere a tali domande il Museo Diocesano Tridentino ha allestito la mostra temporanea “Il Duomo di Trento tra tutela e restauro, 1858-2008” aperta fino al 15 marzo. L’esposizione celebra due importanti ricorrenze: i 150 anni dal primo progetto di restauro della Cattedrale e i 100

anni dalla pubblicazione dello statuto e del primo catalogo a stampa del Museo Diocesano Tridentino. Trento, Palazzo Pretorio. P.zza Duomo. Orario: da Mercoledì a Lunedì 9.3012.30 e 14.00-17.30. Info: 0461 234 419. Il Museo Tridentino Diocesano (Foto M. Originale)

Il gesuita trentino Martini e la cartografia della Cina Un trentino nei Riflessi d’Oriente Prosegue fino al 28 febbraio, presso il Castello del Buonconsiglio, la mostra “Riflessi d’Oriente” che indaga l’immagine della Cina nella cartografia occidentale. Fulcro dell’esposizione è la figura del gesuita trentino Martino Martini, autore del primo atlante moderno della Cina (il Novus

Atlas Sinensis, pubblicato ad Amsterdam nel 1655). Accanto ad alcune sue opere d’arte, testimonianze di cultura materiale, che permettono di inquadrare storicamente la figura di Martino Martini nella Trento del suo tempo, importante crocevia internazionale di influenze culturali diverse.

BIBLIOTECA TRENTO

Le Foibe a Cognola Dal 2 al 10 febbraio prossimi, presso il Punto Lettura Argentario a Cognola di Trento sarà allestita, in occasione del Giorno del Ricordo, la vetrina tematica “Le Foibe”.

Il castello del Buonconsiglio (Foto M. Originale)

Orario: dal lunedì al giovedì 14.30-18.30. Lun. Giov. e Ven. anche ore 9.00-12.00.


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A T E AT R O

A Pergine e a Borgo una commedia sull’Italia degli anni ‘50

Arrivano “Grisù, Giuseppe e Maria”

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na sagrestia di Pozzuoli, nell’Italia povera e appassionata degli anni Cinquanta. Un sacerdote e il suo strampalato sagrestano, due sorelle nei guai insieme al fascinoso farmacista del paese ci prendono per mano e ci fanno ridere, sorridere, emozionare e ci riportano ad un’Italia dove i sogni erano spesso affidati a chilometri e valige di cartone, ad una canzone, ad una miniera lontana, ad un pallone. Gianni Clementi, autore di eleganti testi contemporanei tra i quali “La vecchia Singer” e “Cappello di carta”, ci presenta uno straordinario affresco dell’Italia

degli anni Cinquanta, un’Italia che cercava di arrangiarsi, di trovare una via di uscita da anni bui e tristi che avevano

messo in ginocchio il Paese. Una commedia che ci fa sorridere e ci riporta indietro nel tempo, in quegli anni dove le

difficoltà della vita erano tante ma c’era anche la voglia di un netto cambiamento. La guerra ormai era passata e si doveva guardare al futuro e la voglia di rinascita aveva invaso tutta la popolazione: si sentiva il dovere di credere in un futuro migliore dove poter realizzare i propri sogni. Lo spettacolo di Clementi racchiude tutti i ricordi e gli avvenimenti di una popolazione che vive nella miseria, ma racconta questo mondo con il sorriso, facendo divertire ed appassionare lo spettatore. Pergine, Teatro Don Bosco, 3 febbraio ore 20.45 – Borgo, Teatro del Centro Scolastico, 6 febbraio ore 20.45.

VIARAGO

Ecco i “regai” della Filo Appuntamento con il teatro dialettale presso il Teatro di Viarago dove la locale compagnia filodrammatica porta in scena la commedia “I pù bei regai no i è ‘ncartai” di Loredana Cont. Aldo e Nora stanno ultimando i preparativi per il cenone di Natale. Sembra procedere tutto per il meglio, ma gli arrivi di Ghisela tedesca “solida e quadrata” e di Rosy provocante signora piuttosto snob sembrano rovinare la serata. La signora Maria, un’anziana vicina di casa… Teatro di Viarago, 31 gennaio, ore 20.45.

Grigno. Il nuovo lavoro dell’attrice e regista Maria Cassi “Crepapelle” per ridere ed emozionarsi La maturità artistica di Maria Cassi in questo suo ultimo lavoro “Crepapelle”, il racconto di un innamoramento per due città, Parigi e la sua città natale. L’incontro con i luoghi, l’incontro con le persone, con gli odori, i colori, le piccole grandi follie quotidiane di chi

BEDOLLO

“Nente, stente o che fente?” Al Nuovo Teatro Comunale di Centrale di Bedollo la Compagnia Filo Segosta 90 porta in scena la commedia in dialetto trentino “Nente, stente o che fente? adattamento di Silvio Castelli. Bedollo, sabato 7 febbraio, ore 20.45.

vi abita. La sua maschera si presta ad interpretazioni di anziane clochard e di donne bellissime, di anziani uomini e di autisti di autobus, bambini e commesse. Maria Cassi che si fa vetrina di una pasticceria e di altre mille situazioni. Anche in questo caso, come negli altri

suoi spettacoli, Maria Cassi arriva al cervello “antico”, quello che sa ridere, quello che sa emozionarsi, quello che ci salva dalla disabilità affettiva. Il pubblico lo sente ed esce grato dal teatro. Teatro parrocchiale di Tezze, sabato 14 febbraio, ore 20.45.

Olle. Teatro dialettale con il Gruppo Insieme di Bolzano Do’ omeni, tre ostess e ‘na serva È possibile gestire tre amori contemporaneamente? Certo- sostiene Alfredo, scapolo irriducibile – se le tre morose sono delle hostess. Basta tener d’occhio gli orari delle loro compagnie aeree e così non si incontreranno mai! Ma se anche fosse...Ecco..se anche fosse, questo potremmo vederlo

andando avanti nello svolgersi della faccenda. Poi c’è anche Teresa, che è la cuoca, la cameriera, la donna di casa, quella che fa tutto e che deve accettare anche gestire e districare le più intricate situazioni... Do’ omeni, tre ostess e ‘na serva. Teatro Parrocchiale di Olle, sabato 14 febbraio, ore 20.45.

OLLE

N morto in casa con la Filo Telve Presso il Teatro Parrocchiale di Olle, nell’ambito della “Rassegna teatrale dialettale”, la Filodrammatica di Telve porta in scena la commedia in dialetto trentino “N morto in casa”di Camillo Vittici. Regia di Gruppo. Olle di Borgo Valsugana, sabato 7 febbraio, ore 20.45.

Il Gruppo Insieme di Bolzano


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CINEMA

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Pergine. Una produzione italo-francese per un noir d’autore

Una pura formalità, ma che cast Effetto Notte propone “Una pura formalità”, probabilmente il miglior film di Giuseppe Tornatore che però in Italia è passato del tutto inosservato. Eppure...

S

enza dubbio il miglior film di Tornatore, e uno dei migliori film italiani degli ultimi quindici anni. Troppo claustrofobico per avere un minimo di successo e troppo particolare per essere veramente apprezzato, ma non c’è un solo momento di rilassamento per tutta la durata di questo bel noir. Gérard Depardieu si trova in una “stazione di transito” della polizia, accusato di un omicidio di cui non ricorda nulla. Cos’è successo veramente lo scopriamo solo alla fine, ed è veramente una sorpresa. Depardieu e Roman Polanski fanno una grandissima coppia d’attori, ma anche Sergio Rubini non delude di certo. Peccato che in Italia il film sia passato praticamente inosservato. Una menzione particolare merita l’ottimo lavoro fatto dallo sceneggiatore Pascal Quignard, autore delle numerose citazioni su cui Onoff e l’ispettore-Polanski si confrontano e che contri-

buiscono a dare credibilità ad un personaggio a cui le vicende iniziali sono tutt’altro che favorevoli. I dialoghi tra i due costituiscono un vero e proprio punto di forza della pellicola e permettono di tenere alta la tensione anche durante passaggi che altrimenti risulterebbero troppo lenti. Un film che, per certi versi, si fa precursore di un genere, ripreso poi anche da Hollywood, che denota le ottime qualità di autore di Tornatore e rimane una piccola chicca del cinema italiano degli ultimi anni.

Giuseppe Tornatore

6 febbraio 2009, ore 20.45. Teatro Don Bosco, Pergine Valsugana. Singolo biglietto € 5 (tessera obbligatoria).

Cineforum Effetto notte con "Smoke"

In Smoke varie storie si intrecciano intorno al fulcro del negozio del tabaccaio Auggie a Brooklyn. Tutte queste microstorie finiscono per sovrapporre personaggi e destini diversi tramite il Leitmotiv del fumo, ideale vizio collaterale all’arte

della conversazione: non a caso Smoke si chiude con storia “vera” d’ambito natalizio, raccontata in un fumoso dopopranzo da Auggie a Paul, che dovrà ricavarne un racconto per il “New York Times”. Un film sull’amicizia in cui quasi nessuno trova quel che cerca ma impara a conoscere meglio il suo prossimo. Nell’ottimo cast, in cui spiccano le interpretazioni di Harvey Keitel e William Hurt, sembra aleggiare un naturale affiatamento tra gli attori. Pergine Valsugana, Teatro Don Bosco, ore 20.45, 13 febbraio. Singolo biglietto € 5 (tessera obbligatoria).


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A L I M E N TA Z I O N E

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Dieta. Consigli per rimettersi in forma dopo le grandi abbuffate

Il regalo delle feste? Due chili in più a testa Secondo gli esperti per ritrovare il proprio peso forma, messo a dura prova durante gli eccessi alimentari nei cenoni di Natale e Capodanno, è consigliabile una dieta a base di cibi leggeri, ricca di frutta e verdura con il consumo di molta acqua che va accompagnata dalla ripresa dell’attività fisica. di P. Serbolina

P

assata la festa gabbato lo santo... ma non la bilancia. È di circa due chili, infatti, l’aumento di peso per quanti non sono riusciti a resistere alle tentazioni della gola e si sono abbandonati alle tante leccornie presenti sulle nostre tavole durane le festività: oltre cento milioni di chili tra pandori e panettoni, sessanta milioni di bottiglie di spumante, ventimila tonnellate di pasta, 8 milioni di chili di cotechino e frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci per un valore complessivo di oltre cinque miliardi di euro, solamente tra il pranzo di Natale e i cenoni della Vigilia e di Capodanno. È quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che per gli esperti durante le feste di fine anno sono state assunte in media 15mila-20mila chilocalorie in più per l’effetto combinato del maggior consumo di cibi calorici abbinato a bevande alcoliche e della rinuncia ad alimenti fondamentali come frutta e verdura. E il “disordine” alimentare è stato accompagnato da una maggiore sedentarietà con le lunghe soste a tavola con parenti e amici che hanno ridotto l’attività fisica e favorito l’accumulo di peso. Secondo gli esperti per rimettersi in forma è consigliabile una dieta a base di cibi leggeri, ricca di frutta e verdura con il consumo di molta acqua che va accompagnata dalla ripresa dell’attività fisica. Per aiutare le buone intenzioni la Coldiretti ha stilato una lista dei prodotti le cui proprietà terapeutiche e nutrizionali sono utili per disintossicare l’organismo e per accompagnare il rientro,

in salute, alla normalità dopo gli stress dei viaggi e dei banchetti natalizi. Con questa stagione tra la frutta da non dimenticare arance, mele, pere e kiwi mentre per quanto riguarda le verdure quelle particolarmente indicate sono spinaci, cicoria, radicchio, zucche e zucchine, insalata, finocchi e carote. Tutte le insalate e le verdure vanno condite con

olio d’oliva, ricco di tocoferolo un antiossidante che combatte l’invecchiamento dell’organismo e favorisce l’eliminazione delle scorie metaboliche, e abbondante succo di limone che purifica l’organismo dalle tossine, fluidifica e pulisce il sangue, è un ottimo astringente e cura l’iperacidità gastrica. Le arance sono una notevole fonte di vitamina C che

Consumi: tra Natale e Capodanno un’abbuffata da 6 miliardi di euro La crisi non “taglia” l’alimentare e così a Natale e a Capodanno gli italiani non rinunciano alla festa a tavola. Secondo il primo bilancio stilato dalla Confederazione Italiana Agricoltori non c’è stato il crollo tanto paventato. Si segnala una flessione, in quantità, di appena lo 0,5 per cento. Quello alimentare risulta uno dei pochi settori che non ha registrato diminuzioni accentuate negli acquisti. Bene i dolci, con panettoni e pandori in testa.

Ancora un andamento positivo per vini e spumanti. Trionfano la tradizione e il “made in Italy”. In deciso calo salmone, caviale e frutta esotica.

FOCUS I politici inglesi mangiano “italiano” Il premier inglese Gordon Brown e il capo dell’opposizione David Cameron Gordon Brown preferiscono i piatti italiani come rispettivamente, i ‘’fagottini alla mozzarella e verdure’’ e la ‘’pasta con il sugo di salsiccia’’. Un’ulteriore conferma del primato del Made in Italy in cucina.

migliora il sistema immunitario e aiuta a fronteggiare l’influenza, favorisce la circolazione, ossigena i tessuti e combatte i radicali liberi. Le mele per il loro modesto apporto calorico e per la prevalenza del potassio sul sodio sono capaci di svolgere un’azione antidiarroica e di regolare la colesterolemia. Ancora, le pere che oltre ad avere un buon potere saziante, contenendo zuccheri semplici come il fruttosio, fibra, molta acqua e poche calorie, sono adatte per chi soffre di intestino pigro. I kiwi ricchi di vitamina C, fosforo e potassio sono particolarmente indicati per migliorare il funzionamento dell’intestino, i semini neri in esso contenuti, infatti, ne stimolano le contrazioni. Tutta la verdura a foglie verde scuro come spinaci e cicoria contiene acido folico, gruppo vitamine B, essenziale nella formazione dei globuli rossi del sangue per la sua azione sul midollo osseo. Ancora l’insalata conferisce volume e potere saziante con un apporto calorico estremamente limitato ed assicura anche un certo contributo di vitamine, calcio, fosforo e potassio. Le carote sono ricche di vitamina A, indispensabile per la salute degli occhi e della pelle, i finocchi, risultano ottimi per combattere la nausea, la digestione difficile e la stitichezza. Nella dieta non vanno trascurati piatti a base di legumi (fagioli, ceci, piselli e lenticchie) perché contengono ferro e sono ricchi di fibre che aiutano l’organismo a smaltire i sovraccarichi migliorando le funzionalità intestinali ma sono anche una notevole fonte di carboidrati a lento assorbimento, che forniscono energia che aiuta a combattere il freddo.


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UN PC PER VOI

Le indicazioni del garante della privacy per evitare rischi anche gravi

Ecco come rottamare il vostro Pc in totale privacy Dalle statistiche emerge che la maggior parte degli utenti archivia i propri dati sugli apparecchi elettronici (PC, palmari, telefonini ecc.) senza un’adeguata attenzione né al contenuto degli stessi che, in molti casi, possono contenere informazioni personali o altrui riservate, né a proteggere in un qualche modo gli stessi... di Luciano Motta

P

ensiamo alle informazioni che si possono trovare in un telefonino perso o rubato e all’uso che un malintenzionato può farne. Oggi poi la diffusione di un sistema operativo su scala mondiale ha portato degli indubbi benefici ma anche delle sottovalutate minacce. Proprio perché c’è stata una standardizzazione i computer hanno ormai delle cartelle di base e dei principi di funzionamento che sono uguali per tutti i Pc aventi lo stesso sistema operativo (circa l’88/90% dei pc nel mondo monta Windows). I cyber criminali organizzati conoscono e studiano tutti i punti deboli del programma di navigazione in internet e del sistema operativo e li sfruttano sia per carpire informazioni da un computer remoto che per usare lo stesso – all’insaputa del proprietario, tramite appositi programmi malware – come “base” sicura per attaccare e violare altri pc. Non dimentichiamoci mai che Internet è la più grande rete di computer interconnessi del mondo ed ogni pc alla connessione è subito individuato ed individuabile. Ecco perché proteggere il pc con antivirus e programmi di sicurezza e criptazione (ve ne sono anche per telefonini) è di fondamentale importanza. Su questo è intervenuto anche il Garante della privacy con delle indicazioni per evitare che, al momento di dismettere apparecchiature elettriche ed elettroniche (pc, telefonini, ma anche cd rom o dvd), rimangano in memoria nomi, indirizzi mail, rubriche telefoniche, foto, filmati, numero di conto bancario, dati personali in generale, anche di tipo sensibile come quelli sanitari,

riferiti non solo all’utilizzatore, ma anche a terzi. Dal 5 dicembre 2008 privati cittadini, professionisti, ma anche aziende pubbliche che intendono dismettere il proprio “usato” o consegnarlo ai punti di raccolta per lo smaltimento dovranno cancellare in maniera definitiva i dati personali memorizzati. Questo innanzitutto allo scopo di non esporsi e non esporre altri a rischi anche gravi, come la manipolazione di dati e il furto di identità. Frequenti sono i casi in cui si

non intelligibilità. Le misure possono essere adottate sia nel momento della memorizzazione dei dati sia in quello della loro distruzione. Misure preventive: proteggete i file con una password, oppure memorizzate i dati su hard disk o su altri supporti magnetici usando sistemi di cifratura automatica al momento della scrittura. Misure tecniche di cancellazione sicura. Il problema riguarda chiunque mantenga memorizzati su dispositivi elettronici dati relativi a sé o a

segnala il ritrovamento di dati personali all’interno di apparecchi elettronici (compresi i telefonini), non solo nei casi in cui essi siano ceduti a un rivenditore per la dismissione o la rivendita, ma anche quando siano dati in consegna per riparazioni o sostituzione di componenti. Le misure suggerite dal Garante hanno dunque l’obiettivo di richiamare tutti gli utilizzatori sulla necessità di assicurare una reale ed effettiva cancellazione dei dati o venga garantita la loro

I tipi di memoria più diffusi e conosciuti Memoria RAM del PC: è “volatile” e non conserva dati a pc spento. Memoria flash del BIOS: conserva i dati necessari al funzionamento del PC. Hard Disk: memorizza i dati che immettiamo nel PC, anche quelli che crediamo di aver cancellato sono recuperabili se non si cancellano con particolari programmi di riscrittura (WIPE). Floppy disk, CD ROM e DVD: conservano i dati se non distrutti fisicamente, stesso discorso per i CD riscrivibili. Schedine di memoria per fotocamere,

telefonini, cineprese e altri oggetti HI-TECH: conservano i dati anche se cancellati al pari degli hard disk, quindi se si invia un telefonino in riparazione vanno tolte assieme alla sim, inoltre occorre – se il telefono funziona ancora – eliminare dalla sua memoria tutti i dati immessi. Chiavette USB: sono dei veri e propri Hard Disk e come tali vanno trattati. Nastri di backup: se smaltiti vanno resi inservibili. Quindi, anche se non rottamiamo ma rivendiamo un nostro apparecchio, accertia-

moci di aver tolto tutti i nostri dati con quanto disposto dal Garante della privacy, per la nostra ed altrui sicurezza e tranquillità.

terzi: è infatti compito del loro possessore di assicurare che questi non possano andare dispersi e acquisiti anche in modo incontrollato da estranei. La semplice cancellazione dei file o la formattazione dell’hard disk, infatti, non realizza una vera cancellazione delle informazioni registrate, che rimangono spesso fisicamente presenti e tecnicamente recuperabili. La cancellazione sicura delle informazioni su disco fisso o su altri supporti magnetici è ottenibile con programmi informatici di “riscrittura” che provvedono - una volta che l’utente abbia eliminato dei file dall’unità disco con i normali strumenti previsti dai sistemi operativi (ad es., con l’uso del “cestino” o con comandi di cancellazione) - a scrivere ripetutamente serie di numeri casuali nelle aree vuote del disco. Si possono anche utilizzare sistemi di formattazione a basso livello degli hard disk o di “demagnetizzazione”, in grado di garantire la cancellazione rapida delle informazioni. Nel caso in cui il dispositivo elettronico da sottoporre a smaltimento non sia più funzionante, e non siano pertanto applicabili le misure software, allo scopo di garantire l’impossibilità di recupero dei dati da parte di terzi estranei occorre procedere con modalità hardware, basate sull’uso di dispositivi di demagnetizzazione (degausser), o con la distruzione fisica. Per la distruzione degli hard disk e di supporti magnetici non riscrivibili, come cd rom e dvd, è consigliabile l’utilizzo di sistemi di punzonatura o deformazione meccanica o di demagnetizzazione ad alta intensità o di vera e propria distruzione fisica. Info www.garanteprivacy.it


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SCIENZA

LA FINESTRA

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Ricerca. Il contributo italiano è una struttura per studi climatologici

Una torre in alluminio per studiare il Polo Nord A causa dei cambiamenti climatici, dovuti alla combinazione di cause naturali e di attività dell’uomo, molte specie potrebbero estinguersi nell’arco dei prossimi 50 anni. Il CNR scende in campo con il progetto CC-Tower in collaborazione con varie università italiane.

di Matteo Originale

I

l suo nome è “Amundsen-Nobile Climate Change Tower (CCT)” e verrà eretta presso Kolhaugen, a circa 2 chilometri da Ny-Alesund. Si tratta di una torre per studi climatologici che consentirà di implementare i dati tecnici e scientifici sulle variazioni climatiche nell’Artico, dove il riscaldamento rilevato è doppio rispetto alla media e l’estensione dei ghiacci è prossima al minimo storico. Alta 30 metri, realizzata interamente in alluminio, sarà operativa da giugno 2009 e consentirà di svolgere ricerche scientifiche sui processi

fisico-chimici che caratterizzano lo strato di atmosfera a contatto con il suolo e la neve (interfaccia) e quello immediatamente superiore (strato limite e bassa troposfera), aree fondamentali per il bilancio di energia del pianeta. La CCT s’inserisce fra le attività di Polarnet, il Network Polare del CNR, e costituisce un significativo contributo all’Anno Polare Internazionale. «L’Artico è la regione ove le conseguenze dei cambiamenti climatici in atto sono maggiormente sensibili», conferma Giuseppe Cavarretta, direttore del DTACNR. Ma a preoccupare non deve essere soltanto il

DICEMBRE, CHE PIOGGIA Dicembre 2008 si colloca al 58esimo posto nella classifica delle temperature degli ultimi 208 anni: è, cioè, il 58° dicembre più caldo dal 1800 ad oggi. Per quanto riguarda le precipitazioni, invece, dicembre 2008 mostra effettivamente carattere di eccezionalità nell’arco dei due secoli. L’ultimo mese dell’anno scorso, con una precipitazione totale pari a oltre il doppio della media climatologica di riferimento, si colloca al sesto posto nella classifica delle precipitazioni dei mesi di dicembre negli ultimi 208 anni Per avere un dicembre altrettanto piovoso bisogna risalire al 1872, a parte il 1959 molto simile al 2008. Il dicembre più piovoso dal 1800 ad oggi è stato quello del 1825.

riscaldamento.«Infatti, lo scioglimento del permafrost, cioè quella porzione superficiale di suolo oggi perennemente ghiacciato - prosegue Cavarretta – può accelerare in misura notevole il riscaldamento globale causato dai gas serra in conseguenza del rilascio del metano trattenuto nel materiale organico ghiacciato, che produce un effetto serra molto più potente di quello della CO2». Un altro segnale allarmante arriva dal monitoraggio dei ghiacci polari artici. È stato stimato che dagli attuali 20-30 giorni all’anno di apertura dell’Artico per la navigazione si potrà passare

Foche nel Mare del Nord (Foto Matteo Originale)

a 3-6 mesi annui nel 2080. Lo scopo del progetto CCTower, coordinato dal CNR in collaborazione con varie Università italiane, è studiare il rapporto fra l’energia alla superficie e quella atmosferica per monitorarne l’equilibrio, prevenire il ‘riscaldamento globale’ e mitigarne gli effetti. «A causa dei cambiamenti climatici, dovuti alla combinazione di cause naturali e di attività dell’uomo, molte delle specie esistenti potrebbero

LA NEVE COME MANNA L’abbondante discesa della neve insieme all’acqua caduta con le precipitazioni a dicembre dovrebbe scongiurare il rischio della siccità estiva che ormai si ripete in Italia da molti anni. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che l’aspetto positivo delle nevicate è rappresentato dalla possibilità di ripristinare le scorte idriche nel terreno. L’effetto della neve caduta si prolungherà nel tempo poiché si scioglie più lentamente e viene assorbita dal terreno con gradualità e senza dispersioni in modo più positivo di quello provocato dalle piogge intense che tendono a scorrere via superficialmente sul terreno senza essere assorbite.

estinguersi nell’arco dei prossimi 50 anni», avverte Guido di Prisco dell’Istituto di Biochimica delle Proteine del CNR. «Questa allarmante conclusione richiama strategie urgenti tese da un lato a ridurre l’accelerazione del riscaldamento dovuta a fattori antropici, e dall’altro a studiare l’impatto che i cambiamenti stanno avendo sugli adattamenti degli organismi marini artici, anche in paragone con quelli antartici».

FOCUS Nuova genziana

La sezione botanica del Museo Civico di Rovereto ha scoperto e descritto una nuova specie di genziana, la Genziana del Brenta, dal nome scientifico Gentiana brentae. La nuova specie è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Willdenowia. «La scoperta di una nuova specie è eccezionale in Europa in zone già studiate e battute da floristi e botanici sin dall’Ottocento, e dove sembrava che tutto fosse già noto» affermano gli scopritori Filippo Prosser e Alessio Bertolli.


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LA FINESTRA

Gennaio 2009

S AT Y R I C O N

di Paolo Chiesa SrL (Scrittore a responsabilità Limitata)

La biblioteca e i “servizi” collaterali

Presso la biblioteca di via Roma a Trento sono stati segnalati vari episodi di degrado: spaccio di sostanze stupefacenti, persone che dormono sui divanetti o che usano i bagni per lavarsi. Anche se la biblioteca è un locale pubblico, da più parti sono stati richiesti più controlli della polizia municipale. Una soluzione al problema potrebbe essere quella di fare rientrare certi comportamenti nei servizi erogati dalla biblioteca. Come succede per le postazioni internet da ora in avanti ci si potrebbe prenotare per dormire sui divanetti o per l’igiene in bagno. Più difficile sarebbe fornire marijuana “spacciandola” per materiale ammesso al prestito.

Zona off limits

Un’altra zona di Trento dove la situazione di degrado sociale sta sempre più prendendo piede è quella di piazza Dante con i vicini giardini. L’area sta diventando off limits per le persone che la attraversano per una passeggiata o per andare in centro città. Molto alta è la infatti la presenza di persone ubriache o in evidente stato confusionale, di spacciatori e di gruppi di individui che provocano i passanti o che si picchiano tra di loro. Per cercare di risolvere il problema sono state prospettate le più svariate soluzioni: più presenza di polizia municipale, ronde di cittadini, telecamere. Un’idea per i mesi più caldi potrebbe essere quella di dotare piazza Dante di un punto di accesso al prestito della biblioteca di via Roma.

Sciatori assicurati

Da un paio di anni nelle località sciistiche trentine gli sciatori al momento dell’acquisto dello ski pass possono sottoscrivere un’assicurazione per i danni verso terzi che potrebbero insorgere durante le discese sulle piste. Per il momento solo il 15-18% degli sciatori accetta di spendere un paio di euro in più per cautelarsi in caso di scontro con un altro sciatore. Chi accetta più facilmente di assicurarsi sono gli sciatori stranieri, più abituati a cautelarsi verso situazioni accidentali pericolose. Alla domanda di un questionario statistico fatta agli sciatori italiani:“come mai è più facile accettare di assicurare l’automobile che non la possibilità di scontro sulle piste?”,molti hanno replicato: “ma perché c’è un’assicurazione anche per le automobili?”.

Politici e carriere

Il centrodestra trentino punta con decisione alla poltrona di sindaco di Trento. Dopo la sconfitta alle elezioni provinciali dello scorso autunno, l’occasione della nomina del primo cittadino di via Belenzani potrebbe essere buona per rifarsi. Sembra che l’unica referenza richiesta per chi intendesse candidarsi sia quella di non essere un politico di professione. L’idea di figure esterne alla politica per amministrare le città è sempre suggestiva. Ci sono però due problemi. Il primo è che la carica di sindaco di solito interessa ai politici e non ai non politici. Il secondo è che solitamente chi si siede sulla poltrona di sindaco come rappresentante della società civile si alza come politico. Una soluzione potrebbe essere quella di guidare la città restando in piedi.

Un treno chiamato desiderio

Chi controlla i controllori?

Le ferrovie dello stato hanno soppresso il treno eurocity Monaco-BolzanoTrento-Roma della mattina che partiva dalla stazione di Tento. La motivazione è quella dei pochi passeggeri presenti sui vagoni. Una persona che da Trento volesse andare a Roma potrà continuare a farlo a patto di prendere il treno a Verona. Per arrivare a Verona ogni viaggiatore potrà scegliere la modalità preferita. Queste le opzioni: prendere un treno per Verona e una volta arrivati aspettare la coincidenza. Andarci in automobile. Andare ad abitare direttamente nella città dell’Arena.

Dopo il caso dei ritrovamenti di materiale tossico nella cava di Marter in Valsugana da parte delle guardie forestali del Veneto, molti si sono chiesti come mai della faccenda non se ne siano occupate quelle trentine. Sembra che il problema sia quello della mancanza di personale, anche perché alcune guardie forestali trentine sono distaccate per seguire gli spostamenti degli orsi o per fare vigilanza sulle piste da sci. Per risolvere il problema si potrebbero trasformare i mucchi di materiale conferito nelle discariche in piste da sci. In questo modo le guardie sarebbero già sul posto ed oltre che vigilare sugli sciatori potrebbero farlo anche sulle sostanze tossiche. Gli orsi potrebbero invece essere nominati guardie forestali ed occuparsi di chi ha permesso il conferimento di materiale tossico in discarica.

Vincitori e vinti

La Befana nella rete

Da poco sono stati messi sul mercato proprio dei nuovi tagliandi “gratta e vinci”.Dopo avere grattato se si ha vinto compare la scritta: “ritirare la vincita alla cassa in comode rate ad interesse variabile”. Se si ha perso compare la dicitura “bond argentino”.

Qualche problema anche per il mezzo che trasportava la slitta di Babbo Natale diretta al mercatino del parco di Levico, che è stato multato perché senza targa ed assicurazione. Per l’albero di Natale di piazza municipio a Pergine, viste le dimensioni, è stato invece organizzato un servizio di scorta da parte dei carabinieri. La befana è stata sottoposta ad un controllo con l’etilometro e ad una perquisizione a causa del suo abbigliamento stracciato. Unica infrazione contestatale è il possesso di calze superiore alla modica quantità.

Il periodo di crisi economica ha portato i cittadini a sviluppare nuovi comportamenti per fronteggiare i problemi quotidiani e per diminuire le spese. In certi casi si punta invece ad incrementare le entrate cercando di lavorare di più o differenziando la propria attività con un secondo lavoro. C’è chi si rifugia invece nel sogno di una vincita al superenalotto o con i biglietti “gratta e vinci”.

Grande lavoro nel periodo festivo per polizia municipale e carabinieri sulle strade della Valsugana. Il grande afflusso di turisti ha richiesto più controlli del previsto.


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LA FINESTRA

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