Affari di Gola - marzo aprile 2019

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MARZO 2019

Anno XIX n.1 - Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Bergamo - € 2,60

affaridigola.it

Diamo un taglio alla plastica STOP ALL’USA E GETTA DAL 2021 SONO GIÀ DISPONIBILI MATERIALI ALTERNATIVI ECOLOGICI

LA BUONA TAVOLA RACCONTATA DA 1 marzo 2019


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EDITORIALE

Oscar Fusini Direttore

BASTA PLASTICA PER VIVERE MEGLIO

I

l mondo cambia velocemente e penso che sia il sogno di tutti vederlo migliore. Alcuni aspetti peggiorano e altri migliorano. È un’altalena. Se osserviamo il mondo della ristorazione e dell’offerta culinaria scopriamo delle contraddizioni: attenzione alle materie prime e nello stesso tempo utilizzo sempre maggiore di contenitori in plastica, piatti e bicchieri. Siamo passati dalla necessità dell’“usa e getta” all’opportunità del suo frequente utilizzo. Peggiorando in ogni senso. Sarà che noi siamo affezionati alle stoviglie dei ristoranti: i piatti in ceramica, le posate di metallo e i bicchieri in vetro - se non in cristallo - che risplendono quando sono puliti ed esaltano i profumi e i gusti di pietanze e bevande. Ora la plastica ha le ore - per così dire – contate. Dal 2021 gli oggetti in plastica monouso saranno messi al bando. Abbiamo tempo per prepararci bene a questa piccola rivoluzione, che cambierà le abitudini di tutti. Già ora ci sono dei piccoli esempi: molti comuni hanno bandito la plastica da tempo, come il Capoluogo lombardo, che insieme a Confcommercio Milano, ha lanciato nei giorni scorsi la campagna ‘Milano Plastic Free’. Una bella iniziativa in vista dell’entrata in vigore della normativa europea. Anche noi vogliamo fare la nostra parte e in questo numero parleremo delle alternative alla plastica, di soluzioni belle, moderne ed ecologiche. Ma faremo anche di più: abbiamo chiesto al Comune di Bergamo di introdurre uno sgravio Tari per i negozi e i locali plastica ‘free’. E su questo vi terremo aggiornati. Sfogliando questo primo numero del 2019 troverete anche un approfondimento sulle varietà di latte alternativo, sulle merendine da dare ai figli, su come viziare i gatti, oltre che tutto il bello e il buono della ristorazione bergamasca. Buona lettura!

SOMMARIO MARZO 2019

Direzione e Redazione: Iniziative Ascom S.p.a. Via Borgo Palazzo 137, 24125 Bergamo tel. 035 4120322, fax 035 4120182, affaridigola@larassegna.it Direzione responsabile: Oscar Fusini In redazione: Laura Bernardi Locatelli, Danai Dasopoulou, Giorgio Lazzari, Roberta Martinelli Editrice: Iniziative Ascom S.p.a. via Borgo Palazzo 137, 24125 Bergamo Presidente: Giovanni Zambonelli Pubblicità: Ufficio Marketing Ascom Confcommercio Bergamo, via Borgo Palazzo 137, 24125 Bergamo tel. 035.4120202, marketing@ascombg.it Abbonamenti: Iniziative Ascom S.p.a. via Borgo Palazzo 137 24125 Bergamo, tel. 035.4120322 - 035.4120182 Registrazione Tribunale di Bergamo – n. 48 del 22 novembre 2001 Collaboratori: Lara Abrati, Leonardo Bloch, Laura Ceresoli, Marco Offredi, Rosanna Scardi Progettazione grafica: Samanta Cattaneo, Mozzo, Bg Stampa: Litostampa Istituto Grafico, Bg

4. Addio alla plastica, in tavola tutto diventa green 8. L’intervista a Vava77 10. Non la solita merenda 14. Buono come il latte 19. Con Forme i World Cheese Awards 22. Cucina da gatti ricette da vero gourmet 25. Tempura 26. Cosa bolle in pentola 30. Bravi 33. Appuntamenti di gusto 34. Cucina e dintorni 37. Flower Design 39. Leggere di gusto


Addio alla plastica, in tavola tutto diventa green DAL 2021 GLI OGGETTI MONOUSO IN PLASTICA SARANNO VIETATI. DAI PIATTI FATTI CON LA FECOLA DI PATATE, ALLE CANNUCCE IN BAMBÙ AI CONTENITORI IN CANNA DA ZUCCHERO LE ALTERNATIVE ECOLOGICHE SONO PRONTE A CONQUISTARE BAR E RISTORANTI di Roberta Martinelli

4 marzo 2019


I

l galateo lo dice da tempo: utilizzare stoviglie in plastica non è elegante. Presto però sarà anche vietato perché, cosa ben più importante, inquina moltissimo. La rivoluzione ‘no plastica’ è già iniziata e a breve interesserà tutto il mondo della ristorazione e dell’alimentari, a partire dalle industrie produttrici. Dal 2021 sarà vietato l’uso di tutti gli oggetti monouso in plastica: piatti, bicchieri, posate, cannucce, palette per miscelare le bevande, contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso e persino le pellicole trasparenti dovranno quindi essere in materiali alternativi e biodegradabili. L’obbligo coinvolgerà ristoranti, bar, pizzerie, paninerie, take-away, supermercati, negozi di alimentari, gastronomie, salumerie, friggitorie e ogni altro esercizio e centro abilitato alla somministrazione di cibo e bevande, ma anche i negozi che vendono stoviglie, i chioschi, le feste e le sagre. Cambieranno gli acquisti e il modo di lavorare di milioni di operatori e il nostro modo di mangiare fuori casa. La data sembra lontana ma è meglio avvantaggiarsi cominciando già a fare acquisti più attenti all’ambiente. Le misure rientrano nella più generale “Strategia europea per la plastica” adottata dalla Commissione Europea un anno fa, che punta a ridurre in modo drastico l’inquinamento dei mari. Questo alla luce delle tonnellate di rifiuti di plastica che finiscono nelle acque devastando gli ecosistemi e provocando danni anche alla catena alimentare e di conseguenza a quello che mangiamo. Se si pensa che le posate monouso in plastica resistono 450 anni e si utilizzano per meno di 20 minuti si capisce la portata del problema.

Parole d’ordine: ecologicici e compostabili

Niente panico. Le alternative ecologiche alla plastica sono tante e alla portata. Carta, cartone e legno si utilizzano per confezionare il cibo ormai da decenni. E il mondo dell’‘eco packaging’ offre materiali vegetali che resistono in frigorifero e nel microonde e si decompongono in poche settimane; come la pla, plastica biodegradabile ricavata dall’amido di mais, e la bagassa, residuo della canna da zucchero, eccellente sostituto del polistirolo. Al posto delle stoviglie in plastica si useranno prodotti in carta e cellulosa ricavata dalla canna da zucchero, oppure in semi di mais e scarti di ananas che una volta usati, invece di essere buttati, potranno essere piantati come semi. Per posate e cannucce si potrà optare per quelle in bambù e, nel caso delle posate, anche per quelle prodotte con fecola di patate, acqua e glicerina (resistono come le normali posate di plastica, non

inquinano e si possono persino mangiare). Invece delle vaschette e dei recipienti di plastica si potranno scegliere contenitori in polpa di canna da zucchero e ceste sostenibili. E ancora, le inquinanti pellicole e i fogli di alluminio per confezionare frutta, formaggi e avanzi potranno essere sostituiti con carte cerate ecosostenibili e involucri in cera d’api.

Dall’Inghilterra a Milano il vento sta già cambiando

La rivoluzione ecologica ha già i suoi orgogliosi pionieri: in Inghilterra il supermercato Thornton Budgens è uno dei primi market al mondo a utilizzare solo packaging di carta. E il fondatore assicura che questa rivoluzione senza plastica è possibile anche dal punto di vista economico. Deliveroo, la piattaforma inglese per le consegne on line a domicilio, mette a disposizione dei ristoranti partner in 12 Paesi stoviglie e confezioni ecosostenibili. Perfino Mac Donald’s, il colosso mondiale del fast food, ha deciso di sostituire le cannucce con quelle in carta, partendo dai suoi locali d’oltremanica. Nel nostro Paese sempre più amministrazioni dichiarano guerra alla plastica firmando decreti che cittadini, commercianti e turisti devono seguire per non incorrere in sanzioni. La città di Milano, insieme a Confcommercio Milano e Legambiente, ha da poco lanciato tra tutti i ristoranti, i bar, i negozi e i loro clienti la campagna ‘Milano Plastic free’, per ora nei quartieri Isola e Niguarda ma potrebbe presto estendersi ad altre vie. E Regione Lombardia sta valutando la proposta di eliminare la plastica da mense pubbliche e scolastiche e sagre.

5 marzo 2019


A Trescore Balneario l'azienda al femminile che punta sull'ecologico Nella nostra provincia c’è chi da tempo ha puntato sulla commercializzazione dei prodotti 100 per cento ecologici. A Trescore la Bio Green Gate è stata tra le primissime aziende in Italia a puntare sul packaging biodegradabile per l’industria alimentare. Il fondatore Adriano Ferrari, che per lavoro viaggiava in tutto il mondo, vide che in diversi Paesi si usavano bioplastiche e decise di importarle. Da quando nel 2016 è mancato, è la moglie Maura Chiesa a portare avanti l’azienda, insieme alle figlie Elena, che si occupa dell’amministrazione, e Caterina, la più giovane, responsabile della comunicazione e dei social. “Come famiglia siamo sempre stati amanti della natura, del mare. Mio marito è stato lungimirante e i tempi ci stanno dando ragione” dice Chiesa. Tra i clienti ci sono realtà alimentari, diverse amministrazioni (a Chiuduno tutte le sagre sono 100% ‘green’), ma anche famiglie. Nello spaccio si possono acquistare prodotti per fare feste e per take away. “Per ora è una scelta filosofica – sp iega Chiesa –. I prodotti biodegradabili costano di più: un bicchierino di caffè costa 0,0397 centesimi, quello in plastica almeno la metà; un piatto bio 0,0628 centesimi. La differenza la fa la materia prima. Sono sempre scarti ottenuti dalla lavorazione della canna da zucchero, della polpa di mais, vanno tutti nell’umido e non rimane nulla. Lo smaltimento quindi diventa molto facile”. La scadenza del 2021 sta già dando i primi riscontri. “Da metà dell’anno scorso stiamo facendo molti preventivi, prima eravamo noi a cercare i clienti ora sono loro a farlo. Consiglio di non aspettare l’obbligo e di cominciare a capire come trattare gli articoli e negli acquisti di fare attenzione: spesso prodotti a basso costo nascondono prodotti di scarsa qualità e nell’usarli con le pietanze si rompono. I nostri prodotti sono tutti certificati”.

da sinistra Elena Ferrari, Maura Chiesa e Caterina Ferrari

E i ristoranti sono già virtuosi 45 RISTORANTI BERGAMASCHI HANNO SPOSATO L’IDEA DI FIPE E ASCOM CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE

I

n vista della scadenza ‘no plastica’ 2021, Ascom e Fipe sono già al lavoro per sensibilizzare i ristoratori a fare scelte ecologiche. E a ridurre gli sprechi. La campagna si chiama “Rimpiattino, la doggy bag all’italiana” ed è stata lanciata dalla Federazione italiana pubblici esercizi insieme a Comieco, il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica. L’Associazione commercianti di Bergamo la rilancia nella Bergamasca per contrastare lo spreco a tavola nei locali, proponendo l’uso dei rimpiattini, contenitori in cartoncino riciclabile firmati da affermati designer e illustratori pensati per portare a casa dal ristorante, in tutta comodità, il cibo e le bevande non consumate. Alla campagna hanno già aderito nella prima fase ‘pilota’ 45 ristoranti associati della città e della provincia, a cui l’Associazione ha regalato i primi kit, ma il numero è destinato a crescere. «Spero che aderiscano quanti più ristoratori possibile. Lo spreco a qualunque livello è da evitare o comunque da limitare il più possibile – dice Petronilla Frosio, presidente del Gruppo Ristoratori Ascom –. Negli ultimi anni la sensibilità delle imprese della ristorazione e dei clienti sul tema dello spreco alimentare è notevolmente cresciuta. Nel nostro Paese non c’è tradizione di piatto unico e le porzioni sono limitate ma senz’altro va aumentato l’impegno per ridurre gli avanzi a tavola». Il nome ‘rimpiattino’, frutto della fantasia del ristorante Duke’s di Roma, riporta alla cultura, tutta italiana, del ‘rimpiattare’, ovvero del rielaborare gli avanzi del giorno precedente. È stato scelto attraverso un concorso tra i ristoranti italiani, che mirava a trovare un termine italiano alla doggy bag. I ristoranti che vogliono aderire alla campagna e acquistare i rimpiattini possono farlo compilando il modulo al seguente indirizzo www.ascombg.it nella sezione dedicata alle news. Il costo riservato per il singolo rimpiattino è di 0,95 euro compresa iva. Per informazioni: direzione@ascombg.it

6 marzo 2019


ECCO DOVE TROVARE IL RIMPIATTINO IN CITTÀ Circolino di Città Alta Da Nasti La Ciotola La Scala Restaurant Hotel Excelsior San Marco Il Sole Lalimentari Osteria Al Gigianca Osteria Da Giuliana Ristorante Gennaro e Pia Ristorante Il Ducale Ristorante Il Pianone Ristorante Pizzeria All'Ancora Ristorante - Pizzeria L'Arlecchino Trattoria Lozza

GANDINO BarAOnda Ristorante Al Portichetto

IN PROVINCIA ALBINO Ristorante Isola Zio Bruno

RIVA DI SOLTO Ristorante Zu'

ALMÈ Ristorante Frosio ALZANO LOMBARDO Al Tagliere di Nese Locanda della Corte AMBIVERE Trattoria Visconti CAROBBIO DEGLI ANGELI Cascina del Sole Ristoranch

LOVERE Art Restaurant & Pizza Bar Centrale NEMBRO Pub pizzeria Sky Garden OSIO SOTTO La Braseria PONTE SAN PIETRO Cucina Cereda

SAN PELLEGRINO TERME Albergo Ristorante Centrale Hotel Ristorante Riposo SANT'OMOBONO IMAGNA Ristorante Posta SELVINO Hotel Ristorante Marcellino SERIATE Ristorante Da Franco

CAVERNAGO Ristorante Saraceno CLUSONE Ristorante Selva di Gelso CORNA IMAGNA Locanda Roncaglia COVO Losteria ENDINE GAIANO Fratelli Tosi FIORANO AL SERIO Ristorante Trattoria Del Sole

7 marzo 2019

TRESCORE BALNEARIO Ristorante Della Torre VIADANICA Locanda Vecchio Mulino VILLA D'ALMÈ Caffè Boulevard La Ristor ZOGNO Albergo Ristorante Da Gianni


L’INTERVISTA di Danai Dasopoulou

Vava77

“A Freddie Mercury cucinerei i casoncelli”

HA IMPARATO IL BERGAMASCO DAI NONNI E L’HA INSERITO NEI SUOI VIDEO DIVERTENTI CHE LO HANNO RESO UNA SUPER STAR: CHI È DANIELE VAVASSORI IN ARTE VAVA77

8 marzo 2019


“V

ava77, pò cunusit come Ol Vava. L’è ü creadùr de parodie in bergamasch che lü al realìsa in furma de dopiàgio e de cansù”. Inizia così, in 'perfetto' bergamasco, la descrizione su Wikipedia di Daniele Vavassori, in arte Vava77. Musicista, doppiatore, cantante, attore. Chi è Vava77 che spopola in rete, rivisitando in modo unico, la canzone “We Are The World” che segnò una delle tappe più importanti nel mondo della musica? Un John Belushi all’italiana che con la sua straordinaria capacità di esprimersi utilizza la lingua e le note per creare video divertenti e ironici in bergamasco doc mantenendo viva la tradizione e il dialetto. Ma qual è la sua relazione con la cucina? Quale la pietanza italiana a cui non resiste? Sarà bravo ai fornelli come nei video che crea? Abbiamo sentito Vava77 per conoscere qualcosa in più di lui. A quali piatti della cucina bergamasca non rinunci? Forse ai casoncelli visto che gli hai dedicato anche una canzone? In realtà c’è un altro piatto che non è bergamasco ma nazionale: pasta aglio, olio e peperoncino. Lo adoro. Mia moglie, però, non è contentissima perché puzza tutta la casa e io (ride). Chi inviteresti a cena? Bellissima domanda. Inviterei Freddie Mercury. Lui aveva dei gusti molto speziati, ha fatto anche la scuola a Mumbai, quindi gli cucinerei qualcosa di quel tipo. E ovviamente i casoncelli. Cucini? Qual è il tuo cavallo di battaglia? Aglio, olio e peperoncino. È l’unico piatto che mi riesce. È un piatto povero, con pochi ingredienti ma difficile da realizzare e basta poco per rovinarlo. Raccontaci una storia legata alle tradizioni e alla cucina che ricordi dalla tua infanzia. Le croste di polenta da staccare dallo stegnat, il paiolo della polenta. Qual è la tua trattoria preferita nella bergamasca? L’Osteria Al Gigianca che è di un mio amico e ci vado molto volentieri.

Hai mai partecipato a un concorso di cucina? Sì, a quello dell’Accademia del Gusto di Ascom. Puoi immaginare cosa ho cucinato: aglio, olio peperoncino (ride). Mi confrontavo con degli chef di alto livello. Uno dei giudici era Pierangelo Cornaro e mi diede qualche dritta sulla cottura. Andò bene. Parliamo del tuo successo assoluto: la rivisitazione bergamasca di “We are the world”. Perché ha avuto così tanto successo secondo te? Sicuramente per l’importanza del brano, che è uno dei più famosi degli ultimi 50 anni. Credo che la “viralità” sia stata data dall’accostamento tra questo mastodonte della musica e dal fatto di averlo portato con i piedi per terra in un contesto locale. Mi piace sempre giocare con il dialetto e la contrapposizione con i pezzi così famosi e storicamente grandi. In realtà, spesso ci si aspetta che quello che viene dal dialetto sia un po’ rozzo, poco strutturato. Invece noi abbiamo lavorato a questa canzone in un modo molto serio, professionale e ognuno di noi ha dato il massimo. Le voci a cui ho chiesto di partecipare sono tutte molto importanti. Credo che ce l’abbiamo fatta. Siamo riusciti a far venire la pelle d’oca anche se i contenuti sono parodistici. Facebook è stata la catapulta e tu sei arrivato a migliaia di followers. Come hai gestito inizialmente la situazione di essere diventato famoso? La rete è impressionante. Fai delle cose, le pubblicizzi e non ti rendi conto di quanta gente le veda. La gente ha cominciato a fermarmi per strada, a salutarmi e a sorridermi. Questo è bellissimo, quando mi parlano è meraviglioso. “Bello l’ultimo video che hai postato”, mi dicono. L’altro giorno hanno mandato in onda la canzone su RadioDeejay e hanno commentato la parodia che ho fatto sui Golden Globes durante la premiazione di Rami Malek. Dopo la trasmissione ho scritto un’email a Linus ringraziandolo e mi ha risposto: “SuperVava, avresti dovuto fare tu Bohemian Rapsody”.

Vava77 & Friends durante la registrazione della rivisitazione bergamasca di "We are the world"

9 marzo 2019


Non la solita merenda CINQUE RICETTE GOLOSE PER CINQUE GIORNI A SCUOLA. FACILI DA PREPARARE, GOLOSE E CON UN OCCHIO ALLA SALUTE di Roberta Martinelli

I

bambini in sovrappeso sono sempre più numerosi tanto che l’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato un vero e proprio allarme. Colpa delle troppe merendine confezionate e dei cibi grassi, insieme alla tendenza a muoversi poco e a preferire tv, tablet e videogiochi allo sport e all'aria aperta. Abituare i bambini a portare a scuola uno snack preparato a casa è una buona abitudine per la loro salute. Certo, le merendine pronte sono comode, veloci e molto golose per i bambini, ma si possono realizzare a casa ricette semplici e altrettanto appetitose, che assicurano il giusto fabbisogno e non si trasformano in chili di troppo. Ve ne proponiamo cinque, una per ogni giorno di scuola, facili da preparare, colorate, gustosissime e perfette come spuntino di metà mattina. E il sabato? Frutta fresca, meglio se di stagione.

10 marzo 2019


Gnocco “fritto” light

Mini cornetti di pane al prosciutto

tempo di preparazione: 10 min tempo di cottura: 10 min

tempo di preparazione: 10 min tempo di cottura: 10 min

INGREDIENTI per 3 porzioni • 250 g di farina • 1/2 bustina (8 g) di lievito istantaneo per torte salate • 7 cl di latte • olio extravergine di oliva • sale

INGREDIENTI per 8 porzioni • 1 confezione da 240 g di pasta da pizza pronta • 80 g di prosciutto cotto magro • 30 g di Grana Padano • farina

COME SI PREPARA

Srotolate la pasta da pizza, disponetela sul piano di lavoro leggermente infarinato e stendetela con un mattarello. Tagliatela in 8 spicchi con un rotella tagliapasta o un coltello affilato, praticate un taglietto al centro della base dei triangoli. Disponete il prosciutto e una scaglietta di Grana Padano verso la base del triangolo e arrotolate la pasta intorno al ripieno partendo dalla base stessa. Inumidite la punta con una goccia di acqua e fatela aderire alla pasta sottostante. Incurvate leggermente le punte dei cornetti, disponeteli su una teglia rivestita con carta da forno e cuoceteli in forno preriscaldato a 180° per 10-12 minuti o fino a quando risultano dorati. Si possono conservare in frigo e in freezer.

COME SI PREPARANO

1. Riunite in una ciotola la farina con il lievito, due cucchiai d’olio, il latte, un pizzico di sale e, mentre impastate con le dita, versate a filo 0,7 decilitri di acqua. 2. Lavorate gli ingredienti fino a ottenere un impasto omogeneo e dividete il composto in palline della grandezza di un’albicocca. Schiacciate i pezzi di pasta con le mani fino a ottenere dischetti di uno spessore di mezzo centimetro circa. 3. Preriscaldate il forno a 200°. Trasferite gli gnocchi in una teglia rivestita con carta da forno e cuoceteli per circa 10 minuti. Servite gli gnocchi tiepidi o freddi tagliati a metà e farciti a piacere con prosciutto, formaggio, marmellata o addirittura di crema alle nocciole e cioccolato. Si possono preparare in quantità e surgelare già cotti. Foto di apertura del servizio

Crostatine alla confettura di mirtilli tempo di preparazione: 20 min | tempo di cottura: 25 min

INGREDIENTI per 6 porzioni • 300 g di farina • 200 g di confettura di mirtilli senza zucchero aggiunto • 90 g di olio di riso o di semi • 90 g di zucchero • zucchero a velo • 3 tuorli • 3-4 cucchiai di succo di mela o di arancia COME SI PREPARANO 1. Riunite nel mixer la farina, lo zucchero, un pizzico di sale, l’olio, i tuorli e frullate fino alla formazione di un composto a briciole. Con l’apparecchio in movimento unite 2-3 cucchiai di acqua e quando si forma una palla di pasta omogenea, spegnete. 2. Avvolgete la pasta in un foglio di pellicola e fatela riposare per 30 minuti in frigo. Dividetela in 6 porzioni e stendete ognuna in una sfoglia di pochi millimetri. Rivestite il fondo e i bordi degli

stampini tagliando l’eccedente. 3. Bucherellate il fondo della pasta con una forchetta, mescolate la marmellata con il succo di frutta e suddividetela negli stampi. Con i ritagli di pasta formate dei cordoncini da incrociare sopra la marmellata. Cuocete le crostatine in forno preriscaldato a 180° per circa 20 minuti. Si conservano in un barattolo a chiusura ermetica o avvolte in carta alimentare per 3-4 giorni.

11 marzo 2019


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Finti gelati di banana e cioccolato tempo di preparazione: 10 min | tempo di cottura: 5 min

INGREDIENTI per 4 gelati • 2 banane • 200 g di gocce di cioccolato fondente • 2 cucchiai di codette colorate o di mompariglia (confettini colorati) • 2 cucchiai di granella di nocciole o di noci tritate

COME SI PREPARANO 1. Sbucciate le banane, tagliatele in 4 tronchetti e infilzateli su 4 stecchi da gelato. Mettete le codette e la granella di nocciole (oppure noci o pistacchi) in due ciotole. 2. Fate fondere a bagnomaria le gocce di cioccolato in una ciotola di ceramica. Me-

scolate e immergete i tronchetti di banana in modo da ricoprirli completamente. 3. Rotolate 2 gelati negli zuccherini e gli altri due nella granella. Appoggiateli su un vassoio ricoperto di carta da forno e fateli raffreddare in freezer per circa 5 minuti. Si possono conservare in frigorifero

Yogurt con frutta, cereali e miele Tempo di preparazione: 10 min

INGREDIENTI per 2 porzioni • 2 vasetti da 125 g di yogurt intero naturale • mezza banana • 60 g di mirtilli • 60 g di lamponi • 25 g di muesli • 25 g di corn flakes (oppure riso soffiato) • mezzo cucchiaino di miele vergine integrale di acacia • mezzo limone

COME SI PREPARA 1. Sbucciate la banana, tagliatela in 4 nel senso della lunghezza e poi a tocchetti e bagnatela con il succo di limone. 2. Sciacquate i lamponi e i mirtilli e asciugateli con carta da cucina. Scolate la banana e me-

scolatela con gli altri frutti. Riunite lo yogurt in una ciotola e addolcitelo con il miele. 3. Disponete lo yogurt in due vasetti con il coperchio e la frutta e i corn flakes in due contenitori alimentari, sarà poi il bambino a unirli. Nei mesi caldi meglio riporli in una borsina termica.

Le ricette sono tratte dal Grande Cucchiaino d’Argento pubblicato da Editoriale Domus (trovate la recensione a pagina 39).

13 marzo 2019

LA NUTRIZIONISTA

ROBERTA ZANARDINI biologa-nutrizionista

MERENDINA, SÌ, MA QUALE? L’incognita della merenda a scuola perseguita molti genitori di bambini che iniziano le scuole primarie. La scelta dello spuntino giusto diventa complicata perché la colazione spesso è non adeguata o assente e questo ha fra i molti esiti quello di ribaltare il piano alimentare giornaliero, nonché di essere uno dei principali fattori di rischio per l’obesità infantile. Il giusto apporto di uno spuntino va da 150 kcal in 1^ fino a 250 kcal in 5^. Cosa fare quindi? Scelgo una merenda equilibrata e gustosa: una ciotolina di frutti di bosco o uno yogurt, anche da bere per essere più pratici. Oppure una fetta di torta preparata la domenica, l’intramontabile pane e cioccolato fondente (>70%) e una volta ogni tanto pane e affettato. Se invece opto per l’alternativa rapida e facile, una merenda confezionata e modaiola, attenzione all’etichetta, evitate olio di palma e olio di cocco, conservanti, coloranti, aromi, sale e zuccheri aggiunti, tutto molto saporito ma con scarso valore nutrizionale. Lo sapevate che il miglior strumento educativo, anche in nutrizione, è l’esempio? Mamma e papà partiamo con una cena non tardiva, leggera e digeribile e poi, dopo un bel sonno riposante, mostrate ai vostri figli che la sveglia non è poi così tremenda se ad aspettarci c’è una ottima colazione.


Buono come il latte

L

atte di cocco, soia, mandorla, avena o riso sono sempre più presenti negli scaffali dei supermercati poiché considerati un sostituto nel caso di intolleranze o allergie al latte vaccino. L’alternativa si moltiplica a vista d’occhio, sostituendo i tradizionali prodotti caseari. I consumatori vogliono, infatti, sempre qualche novità di gusto.

È boom di consumi

In Italia sono 12 milioni le persone che consumano bevande vegetali. Piacciono soprattutto agli adulti tra i 25 e i 54 anni e alle donne, con una fascia di reddito medio alto. “Per adesso il latte vaccino è ancora il preferito dagli italiani, a noi allevatori le alternative non creano fastidio, il latte materno e di vacca sono comunque un alimento insostituibile”, commenta Simone Assanelli, allevatore di razza frisona a Treviglio, che ci tiene a mettere in guardia sulla definizione. “Una sentenza della Corte di giustizia europea stabilisce che solo i prodotti di derivazione animale possono essere chiamati latte, tutto il resto sono bevande ricavate da cereali, dunque tutt’altra cosa, è bene evitare di fare confusione”.

TRA MODA E SALUTE, LE BEVANDE VEGETALI SI MOLTIPLICANO SUGLI SCAFFALI DEI NEGOZI. IMPARIAMO A CONOSCERLE MEGLIO di Rosanna Scardi

14 marzo 2019


I valori nutritivi

Nelle fasi della crescita è preferibile consumare il latte di mucca. Un bicchiere di latte intero contiene otto grammi di proteine e un terzo del calcio che si dovrebbe assumere quotidianamente, è ricco di potassio e vitamine B12, A e D. Il “latte” di soia contiene più o meno le stesse proteine, è povero di calcio, ma ricco di omega 3, quello di mandorla ha molte vitamine e poche calorie se il produttore non aggiunge zuccheri. Il latte di riso è uno dei più leggeri e dolci, dunque non va bene per chi soffre di diabete. Vediamo nel dettaglio. LATTE DI SOIA Si ottiene macinando o frullando in acqua i semi del legume lasciati macerare per qualche ora. Oltre a essere privo di colesterolo, presenta grassi insaturi, scarsi nel latte vaccino e ha un simile apporto proteico, mentre il potere nutrizionale è inferiore. Le sue proteine, una volta assorbite, agiscono come spazzini delle arterie,

abbassando il colesterolo plasmatico totale, le LDL, i trigliceridi, ma non la frazione buona HDL, che può risultare addirittura aumentata. Nonostante il latte di soia contenga poco calcio e nessuna vitamina D, la presenza dei fitoestrogeni ha un effetto protettivo nei confronti dell’osteoporosi. Gli isoflavoni e le proteine della soia sono ottimi alleati ai fini del dimagrimento. Degli studi hanno dimostrato che una sostanza della soia di natura proteica, la beta conglicinina, stimola il rilascio di un ormone coinvolto nella riduzione della fame. LATTE DI RISO Si ottiene dopo una serie di processi industriali, facendo macerare i chicchi in un brodo d’acqua, aggiungendo poi degli enzimi e pressando il tutto: il liquido è filtrato e spesso arricchito di sostanze addensanti, come amido di riso o carragenina e, a volte, micronutrienti e oli vegetali. Ricco di zuccheri semplici, fornisce energia subito disponibile. Insieme a quello di avena è il “latte” che contiene una grande quantità di zuc-

15 marzo 2019


cheri semplici ed è quindi utile nei casi di attività fisica. A livello di calorie ne contiene 47 per ogni 100 grammi. Tra tutti i tipi di latte vegetale è il meno grasso: contiene polinsaturi, fibre, vitamina A, B, D, minerali. Bassi i livelli di proteine e calcio: quindi se lo si preferisce al latte di mucca, bisogna stare attenti a integrare l’apporto di questi nutrienti. LATTE DI AVENA Tra il ‘latte’ vegetale in commercio, è quello con il minor apporto calorico e povero di grassi. Oltre a non apportare colesterolo, riduce i livelli di quello già presente nel sangue, aiutando a prevenire malattie di natura cardiovascolare, tra cui l’arteriosclerosi. Essendo ricco di acido folico, è consigliato alle donne in gravidanza. E, avendo un basso contenuto di zuccheri, va bene per i diabetici. Rispetto al latte tradizionale, ha una maggiore quantità di fibre e, al pari del latte di soia, una buona percentuale di carboidrati e di vitamina E e B9, utile nel prevenire l’anemia. Ricco di calcio e ferro, possiede acidi grassi essenziali, come l’acido linoleico, che è un ottimo ricostituente ed energizzante naturale. Pertanto, si consiglia di bere latte d’avena soprattutto nei periodi di convalescenza o quando si necessita di essere in forze.

LATTE DI MANDORLA Possiede un alto contenuto di vitamine A, D, E, proteine, omega 6, zinco, calcio, ferro, magnesio e potassio. Condivide alcune proprietà del latte di soia, ma il contenuto calorico è molto più basso: una tazza di latte vaccino intero ha 140 calorie, una di latte di soia 80, mentre una di latte di mandorla 40 e, senza zucchero, solo 30 calorie. Anche se normalmente il latte di mandorla non contiene zuccheri, i produttori li aggiungono all’alimento per migliorarne il sapore. La maggior parte delle opzioni presenti sugli scaffali ha 20 grammi di zucchero per porzione. Nell’etichetta occorre, inoltre, verificare che la materia prima usata non sia inferiore al 3 per cento, altrimenti si rischia di perdere i numerosi vantaggi, e che le mandorle siano non pelate in quanto i benefici stanno proprio nella buccia. LATTE FIENO Il latte fieno è una denominazione Stg, Specialità tradizionale garantita: è prodotto da animali alimentati solo a fieno che hanno accesso al pascolo libero, donando un sapore inconfondibile e più apporti qualitativi. “Il nostro, in Val Brembana, è un latte di vacche alimentate senza insilati, ovvero il trinciato o umido, se non fosse così, non riusciresti neanche a caseificarlo – aggiunge Angelo Riceputi, allevatore di Valleve -. Nella maggior parte degli allevamenti tradizionali, specie quegli intensivi, i bovini sono nutriti con mangimi industriali, miscele di mais e soia (spesso ogm) e insilati, quel latte viene dato alle industrie”. Il latte fieno è più ricco di omega 3, possiede una quantità di principi nutritivi doppia ed è più buono. LATTE D’ASINA Costa molto (15 euro al litro), ma le sue proprietà sono davvero tante. Il latte d’asina è il più simile al materno, tanto da essere sviluppato come integratore. Uno studio condotto dall’Ospe-

16 marzo 2019

dale Sant’Anna e dal Cnr-Ispa di Torino ha preso in considerazione 156 prematuri: metà hanno ricevuto per 21 giorni latte umano con il fortificatore a base di latte d’asina, gli altri quello standard a base vaccina. Le intolleranze erano 2,5 volte inferiori nei soggetti che assumevano il prodotto a base di latte d’asina. “È un latte con pochi grassi, più leggero, ricco di omega 3 e dal sapore dolce che piace ai bambini, ideale anche per chi ha problemi di colesterolo, osteoporosi o deve rafforzare il sistema immunitario”, spiega Francantonio Belotti che con il figlio Leonardo gestisce Mondo Asino. La mungitura delle loro 50 asine avviene a Olmo. I costi hanno una spiegazione: l’animale produce solo un litro e mezzo di latte al giorno. LATTE DI CAMMELLA Negli ultimi tempi il latte di cammella è apprezzato anche nel mondo occidentale, tanto che alle Isole Canarie è nato il primo allevamento europeo di capi da latte. Il prodotto è meno grasso e dà luogo a meno intolleranze e allergie. Tra le sue proprietà, spicca il ricco contenuto di vitamina C, che è triplo rispetto a quello di latte vaccino, e del gruppo B, utili per aumentare la produzione di collagene e per combattere i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento. Contiene anche ferro, calcio, acidi grassi insaturi e collagene, rinforza il sistema immunitario e ha un moderato effetto ipoglicemizzante che lo rende utile per i diabetici. Mezzo litro può costare anche una decina di euro. LATTE DI COCCO Si tratta della polpa del cocco in forma liquida e non dell’acqua contenuta al suo interno. Pertanto, si può preparare anche a casa frullando la polpa. Contiene molti minerali - a differenza del latte vaccino e delle bevande vegetali in genere - come selenio e magnesio, oltre a potassio, ferro e zinco. È una fonte di vitamine E e C e la metà dei suoi grassi è composta da acido laurico che combatte il colesterolo ‘cattivo’. Inoltre, pur essendo molto calorico (250 calorie per bicchiere) tanto da sposarsi al caffè senza aggiungere zucchero, il latte di cocco aumenterebbe il senso di sazietà.


TRADIZIONI di Leonardo Bloch

Il latte nella storia SAPEVATE CHE NELL’ANTICHITÀ IL LATTE ERA CONSIDERATO UN ALIMENTO BARBARICO? E CHE IL LATTE DI MANDORLE ERA APPREZZATO GIÀ NEL MEDIOEVO? LA BEVANDA BIANCA PER ECCELLENZA HA ORIGINI LONTANE

S

orprenderà forse apprendere che la rassicurante immagine di un bicchiere colmo di latte sia un’icona culturale di conio relativamente recente. Nell’antichità greco-romana, fondata sul triangolo nutrizionale grano-olio-vino, il latte animale era infatti ritenuto un alimento barbarico e trogloditico, tanto che Omero bollava sprezzantemente come galactofagi - ovverosia “mangiatori di latte” - i retrogradi abitanti della Scizia. Emblematica è inoltre la dieta di Polifemo, cavernicolo ciclope dell’Odissea, la cui dieta era costituita da latte puro - e non mischiato al miele, come usava semmai l’umanità civilizzata e dal cacio che ne ricavava. In realtà, come evidenziano gli storici dell’alimentazione, la propagazione della galactofagia si estese ben oltre i confini dell’antico impero Scita, che abbracciava gran parte dell’Europa orientale. Un regime nutrizionale imperniato sul latte e sui suoi derivati era infatti caratteristico di tutte le popolazioni la cui economia aveva un’impronta silvo-pastorale più che agricola, dai Celti delle isole britanniche ai Germani ed agli Scandinavi. Ancora nel XVI secolo, il “nostro” Torquato Tasso censurava l’uso, invalso presso le plebi di Francia, di somministrare latte vaccino agli infanti, paventando la predisposizione ad un’in-

dole servile e bovina. E non sfugge che nell’intero corso del medioevo il latte di mandorle ebbe nell’alta gastronomia del nostro paese una netta prevalenza su quello animale, mentre solo agli albori dell’età moderna il burro iniziò a contendere allo strutto il primato di grasso di più diffuso utilizzo tra i fornelli. In discordanza con questo quadro di riferimento, la cucina storica del contado bergamasco pare aver aderito alla tacita koiné che connette le culture galactofaghe, la cui più caratteristica estrinsecazione è nell’onnipresente connubio tra latte e sfarinati di cereali minori. Polt, brofadei e gnòch in del lacc sono le minimali declinazioni di questo arcaico abbinamento, che affiora in civiltà lontane nello spazio e nel tempo. “Mangiano la polenta ordinariamente col sale o col latte e formaggio fresco” riferiva alla fine del settecento il console austriaco Raicevich con riferimento agli abitanti di Valacchia e Moldavia, di cui erano progenitori gli Sciti omerici. Ma le innumerevoli varianti regionali dell’archetipo spaziano dal porridge inglese alla kaša dei russi. E nel XVII secolo l’abate padovano Alberto Fortis, avventuratosi in Dalmazia per censire gli usi dei Morlacchi, annotava che in quelle terre “il cacio fresco fritto nel burro è il miglior piatto”, certificando come in fondo anche lo strachì rüstit sia chiaro retaggio del cosmopolita universo culinario dei galactofagi.

17 marzo 2019


VALCALEPIO Valcalepio

Vi aspettiamo al vinitaly a verona dal 7 al 10 aprile 2019 g i a r d i n o d i B e rg a m o

palaexpo lombardia - piazza valcalepio

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Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali

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Attività promozionale cofinanziata con fondi comunitari dal PSR Lombardia 2014-2020 operazione 3.2.01

marzo 2019


L’INIZIATIVA

Con Forme i World Cheese Awards

B

ergamo diventa capitale mondiale dei formaggi. La manifestazione Forme, di cui è capofila l’Associazione Promozione del Territorio, dal 17 al 20 ottobre torna nel capoluogo orobico con iniziative, mostre-mercato, laboratori e incontri nella spettacolare cornice di Città Alta e al Polo Fieristico. Fiore all’occhiello dell’edizione 2019 i World Cheese Awards, gli Oscar dei formaggi che arriveranno per la prima volta in Italia. Organizzati da The Guild of Fine Food, da oltre 30 anni premiano i migliori produttori del pianeta, dai piccoli artigiani ai grandi brand. 3.472 formaggi provenienti da 41 paesi, oltre 2.500 aziende produttrici, una giuria internazionale di 235 esperti, e 6.000 visitatori, tra specialisti, opinion leader e appassionati da tutto il mondo sono le credenziali dell’ultima edizione tenutasi a Bergen, in Norvegia, dove l’Italia ha collezionato 175 Awards. Per la 32esima edizione si aspetta di superare il record di 3.500 formaggi, con la presenza di nuove nazioni produttrici, come Giappone, Barbados, Tailandia e Taiwan. Altra novità di Forme 2019 è la prima edizione di B2Cheese, salone internazionale del formaggio: rassegna fieristica nazionale e internazionale dedicata esclusivamente agli operatori del settore. Due giorni interamente dedicati alla promozione dell’industria casearia italiana, con attività di matching tra produttori, buyers, importatori, distributori, convegni, workshop, degustazioni tecniche. A questi due eventi dedicati ai professionisti del settore si aggiunge un fine settimana di appuntamenti aperti al pubblico, tra cui, nel cuore della Città Alta, la mostra “And the winner is … 31 anni di campioni WCA” che riunirà per la prima volta i vincitori di tutte le scorse edizioni dei World Cheese Awards. Nelle stesse giornate nella loggia di Palazzo della Ragione, in Piazza Vecchia, si terrà la mostra mercato “Piazza Mercato del Formaggio” dedicata alle specialità casearie delle province di Bergamo, Lecco e Sondrio coinvolte nel progetto “Cheese Valley – Bergamo Città Creativa UNESCO”. Il calendario completo degli eventi si trova su: www.progettoforme.eu.

19 marzo 2019


marzo 2019

Da sinistra Demetrio Tomasoni, Lara Magoni, Raffaella Castagnini e Giorgio Lazzari

L’Associazione Strada del Vino Valcalepio e dei Sapori della Bergamasca alla Bit e al Mercato della Terra in attesa del Vinitaly

L

a Strada del Vino Valcalepio e dei Sapori della Bergamasca prosegue la sua attività con importanti iniziative che aggregano numerose realtà e incrementano le alleanze sul territorio. L’associazione ha debuttato alla Bit, l’appuntamento della Borsa internazionale del Turismo che si è svolto a Milano, presentando i vini bergamaschi e i prodotti tipici lombardi insieme alla Federazione delle Strade dei Vini e dei Sapori della Lombardia. È stata l’occasione per presentarsi con Visit Bergamo sia al grande pubblico che agli operatori di settore. Con il Comune di Bergamo è stato invece sottoscritto l’Urban Food Policy Pact, un progetto partito dal Comune di Milano che si pone come obiettivi garantire l’accesso al cibo sano per tutti, promuovere un sistema alimentare sostenibile, promuovere una cultura orientata al consumo consapevole, ridurre gli sprechi e sostenere e promuovere la ricerca scientifica in campo agroalimentare. A fine febbraio si è tenuto il primo appuntamento con il Mercato della terra per il progetto «Food for meet» che intende valorizzare il cibo come elemento di integrazione. Si tratta della prima di una serie di iniziative messe a punto dalla Food policy firmata con il sindaco di Bergamo e che vedrà la collaborazione, oltre che dell’Accademia dell’integrazione, di Slow Food, del Biodistretto per l’agricoltura sociale, la Strada del Vino Valcalepio e dei Sapori della Bergamasca, la Cooperativa sociale Ruah nonché Ubi Banca, che ha messo a disposizione lo spazio Ubi City per ospitare laboratori e incontri sui temi del cibo. Il progetto «Food for Meet» proseguirà con altri otto appuntamenti: il 9 e 23 marzo, il 13 e 27 aprile, l’11 e il 25 maggio in piazza Matteotti a Bergamo. La Strada del Vino Valcalepio e dei Sapori della Bergamasca, accreditata in Regione

20 marzo 2019


SOCI DELL’ASSOCIAZIONE STRADA DEL VINO VALCALEPIO E DEI SAPORI DELLA BERGAMASCA ISTITUZIONI

ESERCIZI COMMERCIALI

Camera di Commercio di Bergamo ASCOM Bergamo ASPAN Bergamo Comune di Bergamo Comune di Castelli Calepio Comune di Grumello del Monte Comune di San Paolo d'Argon Comune di Scanzorosciate Comune di Orio al Serio Comune di Torre de’ Roveri Confagricoltura Bergamo Consorzio Tutela Valcalepio Strada del Moscato di Scanzo e dei sapori scanzesi Vignaioli Bergamaschi S.C.A.

Da Mimmo srl, Bergamo Ristorante Albergo Della Torre, Trescore Balneario Agriturismo La Soglia del Parco, Ranica

PRODUTTORI Birrifico Otus, Seriate Bonaldi - Cascina del Bosco, Petosino di Sorisole Cantina Sociale Bergamasca, San Paolo D’Argon Cascina Drezza, Pontida Cavalli Faletti, Villa Di Serio Il Calepino, Castelli Calepio Il Castelletto, Scanzorosciate Il Cipresso, Scanzorosciate La Fejoia, Scanzorosciate La Rovere, Torre de’ Roveri La Tordela, Torre de’ Roveri Le Driadi, Palazzago Locatelli Caffi, Chiuduno Lurani Cernuschi, Almenno S. Salvatore Medolago Albani, Trescore Balneario Quattroerre Group srl, Torre de’ Roveri Tallarini, Gandosso Tellurit Srl Società Agricola, Pontida Tenuta degli Angeli, Carobbio degli Angeli Tosca, Pontida

DISTRETTI, TURISMO, CULTURA, SOCIALE DABB Distretto Agricolo Bassa Bergamasca De CIBO Comitato Turistico inValCavallina Proloco Almenno San Bartolomeo Proloco Martinengo Proloco Pontida Proloco Trescore Balneario Promo Isola Promo Serio Slow Food Bergamo

SCUOLE & ISTITUTI

per aderire all’associazione Strada del Vino Valcalepio e dei Sapori della Bergamasca

IPSSAR San Pellegrino Fondazione I.S.B. Torre Boldone

info@stradadelvalcalepio.com

Lombardia, focalizza il proprio operato come un ente capace sia di favorire e incrementare la nascita di alleanze intersettoriali sul territorio, sia di porsi come aggregatore tra comparto agroalimentare e il sistema turistico: un network capace di rappresentare a più livelli, gli operatori di settori diversi. Tra i primi obiettivi ci sono l’aggregazione di tutte le componenti operative sul fronte della promozione turistica territoriale, la segnaletica turistica stradale, la realizzazione di una mappa che racconti la Strada e i suoi prodotti tipici da distribuire e la pubblicizzazione degli eventi sui territori delle amministrazioni aderenti. La Strada non guarda esclusivamente alla promozione turistica, ma è un soggetto di marketing territoriale che si focalizza sulla aggregazione e rappresentanza delle diverse anime di promozione presenti sul territorio, mantenendo e valorizzando ogni singola autonomia.

21 marzo 2019

Strada del Vino

VALCALEPIO e dei Sapori della Bergamasca


Cucina da gatti ricette da vero gourmet di Danai Dasopoulou

DALLA BOCCONI A MASTERCHEF, DALLA PRESTIGIOSA YALE ALLA CUCINA PER GATTI. MARCO VANDONI HA INTRAPRESO UN PERCORSO ORIGINALE NEL MONDO DELLA GASTRONOMIA, CONQUISTANDO NON SOLO PERSONE MA ANCHE SIMPATICI FELINI

22 marzo 2019


M

olti lo considerano un animale particolare, snob, vanitoso, sfuggente, che pretende troppo e ama fare i bagni di sole. Altri credono che sia un animale perfetto, divino, l'esempio supremo nel regno animale, tenero, tranquillo, amabile e saggio. Il gatto è complesso ed è una fonte inesauribile di enigmi. Soprattutto quando si tratta di cibo. E questo lo sa bene Marco Vandoni, chef e scrittore del libro “Cucina da... gatti. Ricette da vero gourmet”. Ispirato dalle sue due gatte - Mercedes e Chablis (il cui nome è tratto da un vino di Borgogna) - lasciate a lui in dolce “eredità” dalle sue due ex fidanzate, Vandoni ha cominciato a cucinare per loro delle pietanze sane e gustose. “Le ricette sono studiate apposta per ottenere dei piatti che possono essere mangiati da gatti e umani, l'obiettivo è di condividere un pranzo o una cena con i propri gatti”, commenta lo chef mentre osserva le sue amiche a quattro zampe che aspettano impazienti la colazione. Com'è iniziata la sua avventura culinaria-felina? Vandoni spiega che la sua carriera nel mondo della gastronomia è iniziata dopo la sua partecipazione alla sesta edizione di Master Chef, ma il suo amore per la cucina è cominciato da piccolo, quando la nonna gli preparava il suo piatto preferito: il bollito. Nonostante il suo percorso da manager in importanti aziende della moda e i suoi studi in Bocconi e Yale, Vandoni non ha potuto resistere alla cucina e ha intrapreso un viaggio molto originale e decisamente saporito. “Tutto è iniziato in maniera divertente. La 'mamma' di Chablis mi ha convinto a partecipare a Masterchef. In una delle puntate Bruno Barbieri mi ha chiesto per chi cucino e io gli ho risposto 'per i miei gatti'. Leonardo Cairo, il famoso fotografo di cibo, guardava la trasmissione, ha avuto l'idea di fare un libro di cucina per gatti e quindi mi ha contattato. Ci siamo incontrati e ora è uno dei miei amici più cari. Stiamo preparando anche il libro su ricette per cani che uscirà l'anno prossimo sempre con Trenta Editori. Dopo cani e gatti pensiamo anche agli scoiattoli”, aggiunge ridendo. Ma sono davvero eclettici i gatti quanto si tratta di cibo, soprattutto quando le ricette coinvolgono mango, cavolfiore e barbabietola? Secondo Vandoni ogni gatto è un giudice severo come quelli di Masterchef: “Chablis è gourmet ma assaggia qualsiasi cosa. Ogni volta che entro in cucina lei mi segue. Le ho fatto assaggiare quasi di tutto, ovviamente alimenti che possono mangiare i gatti. Lei è molto facile anche quando le metto il cavolo. Il trucco classico per fare mangiare tutto ai gatti è l'olio di acciughe. Basta una goccia e mangiano qualsiasi cosa. Mercedes è un po' diffidente e con la sua zampa tocca il cibo e poi lo assaggia”.

Marco Vandoni con la sua gatta nella cucina di casa

Crema di lattuga con acciughe, crema di prosciutto e fave, micio-micio cous-cous, moussadella, octomousse, riso alla gattonese... Sono tante le ricette curiose di questo libro, ma il suo creatore spiega che la loro preferita è il riso alla gattonese che è nata per puro caso ed è facilissima da fare: “Una volta ho ordinato cibo cinese ed era avanzato riso alla cantonese. Mi sono svegliato e ho trovato il gatto che lo stava mangiando. Ho pensato, quindi, di fare il riso alla gattonese che è simile, ovviamente senza salsa di soia perché non gli fa bene e altri ingredienti e ha avuto molto successo”, risponde Vandoni che oltre all'amore per i gatti dimostra passione anche per il ristorante “Belledonne” che ha aperto con un suo socio a Milano. Con cucina semplice, quasi casereccia, il ristorante offre una vasta gamma di piatti non troppo elaborati da un menù che cambia ogni due giorni e questa sensazione di “casa” piace sia agli italiani che ai turisti. Anche Mercedes e Chablis apprezzano; e mentre concludiamo questa piacevole chiacchierata, impazientemente aspettano di vedere le pietanze cucinate dal loro umano preferito.

23 marzo 2019


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TECNICHE DI CUCINA

OLIO PER FRIGGERE

olio di oliva 4 olio di arachidi 4 olio extra vergine di oliva 6 olio di semi di girasole, mais e soia 6

TEMPERATURA PER FRIGGERE mai sotto i 160°C e mai sopra i 180°C

REGOLE ESSENZIALI

la pastella deve essere fredda utilizzare un termometro da cucina mai rabboccare l’olio

Tempura

TECNICA DI FRITTURA GENTILE

I

l tempura, o anche al femminile “la tempura”, è un piatto della cucina giapponese a base di verdure o pesce, messi in pastella e fritti. Per tradizione si fa risalire il piatto al 1500, quando avvennero i primi contatti tra i giapponesi, i marinai portoghesi e i missionari cristiani. All’inizio di ogni stagione i cristiani si astenevano dal cibarsi di carne per tre giorni consecutivi e cucinavano solo verdure e pesce. Questi quattro periodi dell’anno erano chiamati in latino “quattuor tempora”. Da qui il nome tempura. Questa tecnica è ovunque molto diffusa perché consente di friggere in modo leggero e dona al cibo un gusto goloso ma delicato. Gli elementi fondamentali per un’ottima tempura sono la pastella e l’olio. Per la pastella è bene scegliere una farina di riso di qualità ed amalgamarla con dell’acqua frizzante. Il principio sul quale si basa questa tecnica di cottura è quello dello shock termico per cui è importante che la pastella risulti molto fredda (così come devono essere freddi i cibi da cuocere). In questo modo

IL PRINCIPIO SUL QUALE SI BASA QUESTA TECNICA DI COTTURA È QUELLO DELLO SHOCK TERMICO l’incontro con l’olio caldo darà origine a quella croccantezza leggera proprio tipica della tempura. Quale olio utilizzare? Sono molti i pareri circa l’olio ideale per friggere. Noi preferiamo fornirvi, per indirizzare la vostra scelta, gli elementi scientifici divulgati da Dario Bressanini, ricercatore presso il Dipartimento di scienze ed alta tecnologia dell’Università degli Studi dell’Insubria di Como e autore del Blog Scienza in Cucina. Bressanini afferma: “Un olio è più resistente se contiene una quota maggiore di acidi grassi monoinsaturi. È il caso dell’olio di oliva, il cui contenuto di acido oleico è superiore a tutti gli altri. Ma anche l’olio

25 marzo 2019

di arachide ha un’alta resistenza che lo rende ideale per una buona frittura. Gli oli di semi di girasole, mais e soia tendono a deteriorarsi facilmente se esposti all’aria e ad alte temperature. L’extravergine di oliva, non essendo raffinato e quindi dotato di una scorta di acidi grassi liberi superiore, ha una quota di sostanze che lo rendono pregiato ma che ad alte temperature vengono degradate. Ecco perché il suo utilizzo nelle fritture non è consigliato. Non si deve friggere a una temperatura inferiore a 160°C e superiore a 180°C. È in questo intervallo che, con un tempo adeguato, si ottiene la migliore cottura senza la liberazione di sostanze tossiche. È inoltre fondamentale cucinare in un’adeguata quantità di olio. Quando se ne usa poco e si cuoce tutto assieme, la temperatura scende e gli alimenti tendono ad assorbire l’olio, senza completare la cottura. Meglio, invece, usare più olio e friggere gli alimenti di volta in volta, scolando quelli pronti e mettendo nella padella quelli da cuocere. È sempre meglio evitare il riutilizzo o il rabbocco dell’olio”.


COSA BOLLE IN PENTOLA di Giorgio Lazzari

UNA CUCINA GIOVANE E DI QUALITÀ IN CITTÀ ALTA Un giovane chef autodidatta e una gestione familiare sono alla base del successo del ristorante Il Ducale di città alta. Riccardo La Falce, 28 anni, insieme alla mamma Veronica Diana e alla fidanzata Sara Dominelli, ha aperto il locale nel 2014 e dopo due anni il passo dalla sala alla cucina è stato breve. In poco tempo Riccardo, affiancato da altri due giovani cuochi, ha creato un menù molto interessante, frutto di un lungo lavoro di ricerca e di studio con una crescita che prevede anche cottura sottovuoto e cucina molecolare. Tutto viene preparato in casa, dal pane ai dolci, con una particolare cura dei dettagli. I 40 coperti (in estate si può godere anche di uno spazio all’aperto) sono distribuiti in una sala molto elegante con tavoli distanziati. Il menù, che varia spesso in base alla stagionalità, prevede cinque proposte per ogni portata. Tra gli ingredienti di qualità non mancano prodotti siciliani (dalle origini del papà di Riccardo). Consigliamo il risotto acquerello con crudo di gamberi rossi, salsa al pistacchio di Bronte e limoni biologici, le capesante scottate su riduzione di spinaci, coulis al fruit passion e pancetta affumicata e per concludere il pasto un ottimo semifreddo al pistacchio di Bronte. Buona l’offerta dei vini, con 150 etichette provenienti da tutta Italia. Menù degustazione a 40 euro.

Veronica Diana, Riccardo La Falce e Sara Dominelli

RISTORANTE IL DUCALE Via Beltrami, 12B Bergamo Tel. 0354284223 www.ristoranteilducale.it

GRANDE GUSTO IN PICCOLO SPAZIO

Giampaolo Stefanetti

OSTERIA MILLE STORIE & SAPORI Papa Giovanni XXIII, 30 Bergamo Tel. 335.206780

Ha riaperto in versione small l’osteria moderna Mille Storie & Sapori, con piatti e abbinamenti veramente interessanti. Dopo aver chiuso l’attività del bistrot che dava direttamente su viale Papa Giovanni, lo chef Giampaolo Stefanetti - che vanta un passato tra gli chef più emergenti di Da Vittorio ha iniziato una nuova avventura nel retro del locale. Un ristorantino da 20 coperti, molto raccolto e riservato, con accesso dal cortile interno, proprio sul retro del vecchio locale. I tavoli sono ben distanziati e si può scegliere di mangiare anche direttamente al banco, a fianco della Berkel che regala emozioni sia alla vista che alle papille gustative. Nel nuovo ambiente Stefanetti riesce a coccolare i suoi ospiti con i suoi prodotti di qualità e la sua esperienza. Notevole la crudità di pesce, le acciughe del Cantabrico servite con il burro d’Isigny, i risotti sempre perfetti nella cottura, i ravioli di zucca mantovana abbinati con la mostarda e un menù che varia in base ai prodotti stagionali. Con un’attenzione particolare anche ai prodotti del territorio: a tal proposito segnaliamo la spuma di patate di Martinengo con uovo in camicia Silter croccante e pane speziato. Alla carta si affianca una proposta più easy per il lunch, con proposte che variano quotidianamente. Per chiudere consigliamo uno dei dolci fatti in casa, tra i quali si fa notare la meringa in formato magnum. Molto fornita la carta dei vini, dove non mancano numerosi champagne, la passione dello chef.

26 marzo 2019


POSTA AL CASTELLO FESTEGGIA I 40 ANNI Il ristorante Posta al Castello di Gromo festeggia 40 anni con il riconoscimento consegnato dall’Associazione Ristoranti Regionali – Cucina DOC, presieduta da Marinella Argentieri. Tutto ha avuto inizio con la partecipazione ad una rassegna enogastronomica organizzata dall’Ascom di Bergamo per valorizzare le ricette delle valli orobiche. Il piccolo ristorante era sulla piazza medioevale di Gromo e solo nel 1979 si è trasferito nel duecentesco palazzo Ginami, cambiando il suo nome in Posta al Castello. Vittorino Tonoli, prematuramente scomparso, si è adoperato per promuovere la conoscenza dei luoghi attraverso la cultura enogastronomica, affiancato dall’insostituibile moglie Alba che, ancora oggi, è responsabile della cucina, anima del locale guidato dai figli Mauro e Chicco. Specialità del locale i funghi porcini, protagonisti in ogni stagione, gli insaccati (tra i quali segnaliamo il prosciutto crudo “a km 0” Ca’ del Botto di Ardesio) e i piatti di carne. Per concludere il pasto non può mancare uno dei dolci fatti in casa.

Da sinistra Chicco Tonoli, Marinella Argentieri, Alba Tonoli, Alberto Lupini e Mauro Tonoli

POSTA AL CASTELLO Piazza Dante, 2 Gromo Tel 0346.41002

FAST LUNCH 30’ E CENA CON DELITTO

Alessandra Bestetti con la mamma Sabrina Casadoro

RISTORANTE LA PIANA Via Martiri della Libertà, 32 Sorisole Tel. 035.0346405

Il Ristorante La Piana di Sorisole (BG) rappresenta la realizzazione del sogno di Sabrina Casadoro, imprenditrice dell’ospitalità, nata a Clusone da famiglia milanese/veneziana, che ha dato il via nel 2008 alla sua attività in ambito ricettivo. Nel 2017, individuato un piccolo albergo ristorante a Sorisole, lo ha ristrutturato ed ha iniziato con entusiasmo un nuovo capitolo della sua vita. La passione è sicuramente la cifra distintiva di Sabrina che unita alla sua capacità imprenditoriale le ha permesso, in poco più di un anno dall’apertura, di fidelizzare una buona clientela. Idee chiare alla base del suo lavoro: in cucina prodotti di qualità a Km 0, in sala servizio ben organizzato e veloce specialmente per i pranzi settimanali, interessante la proposta del “Fast Lunch 30” che evidenzia il tavolo dei clienti che dispongono solo di mezz’ora di tempo per pranzare. La figlia Alessandra, diplomata all’Istituto Alberghiero di Stato di San Pellegrino Terme, è il braccio destro di mamma Sabrina e si occupa della gestione dell’hotel La Priula, che completa il ristorante. La nuora Elisabetta collabora all’impresa familiare. Il ristorante La Piana fa parte dell’Associazione Ristoranti Regionali – Cucina DOC, l’associazione no profit nata in provincia di Bergamo nei primi anni settanta con il fine di valorizzare la cucina del territorio come elemento indispensabile per l’offerta turistica di qualità che trova nel locale di Sorisole un eccellente punto di accoglienza. Prossimi appuntamenti: le cene con delitto venerdì 15 marzo, 12 aprile e 17 maggio.

27 marzo 2019


marzo 2019

35 ANNI IN EQUILIBRIO TRA PASSIONE E CONCRETEZZA 35 anni di storia non si improvvisano. Alla base deve esserci un’idea imprenditoriale forte, naturalmente, ma per portarla avanti ci vogliono visione, dedizione, passione.


Un codice di condotta serio, attento, positivo. A rileggere la storia di Ros, azienda di attrezzature alberghiere e articoli per la ristorazione fondata nel 1984 da Sergio Pezzotta, si ritrova un modus operandi che dà ragione di questo successo: una regola che ha a che fare con l’equilibrio, in tanti modi diversi.

Una crescita esponenziale.

Una buona dose di equilibrio è essenziale per riuscire a trasformare la piccola realtà degli inizi nell’azienda di oggi, con oltre 6000 mq tra magazzini e spazi espositivi, 18 dipendenti e 15.000 referenze. Per mantenere la rotta in un mercato in continua evoluzione, Ros ha sviluppato la capacità di cogliere i mutamenti in atto, di misurarne la portata, di selezionare fornitori e prodotti che garantiscano affidabilità, qualità, continuità, velocità di reperimento.

Consulenti per vocazione.

Negli anni si è evoluto anche il gusto dei clienti: i prodotti sono più ricercati, innovativi, di design. L’arte dell’equilibrio è fondamentale per offrire ai clienti una consulenza di valore, capace di mediare tra desideri e necessità. Perché la differenza si gioca sempre di più sulla capacità di guidare il cliente: lo stesso showroom, costruito per angoli tematici, aiuta nella scelta contestualizzando i prodotti e suggerendo ispirazioni.

Tutto per la tavola, il bar, la cucina, il catering e gli hotel.

È così che Ros ha costruito un’offerta pressoché illimitata, reperibile su richiesta. Oltre a 15.000 referenze a magazzino, in pronta consegna. Una proposta giocata ancora una volta sull’equilibrio: tra classicità e avanguardia, vintage e tech, romanticismo e design. Lo si percepisce nelle tante proposte per la tavola, capaci di scolpire il carattere di un locale. Nelle proposte per il bar, il settore che cerca prodotti di tendenza e strumenti in grado di ottimizzare costi, tempi e preparazioni. Nelle proposte per la cucina, tra apparecchiature innovative (blender, sottovuoto, planetarie) e tradizionali (pentolame, coltelleria, contenitori). Nelle proposte per il catering e la ristorazione collettiva, per garantire lo stoccaggio a norma di legge degli alimenti. Infine nelle proposte per l’Hotellerie, il segmento che più di tutti richiede una visione globale, cambi di marcia repentini e soluzioni tempestive.

Un’evoluzione continua.

Infine, Ros ha saputo creare un equilibrio tra vocazione territoriale e un respiro più ampio, prendendo parte a importanti eventi nazionali, sostenendo guide di primo piano, facendo rete con altre imprese bergamasche che stanno guardando con interesse oltre confine. Perché muoversi è il modo migliore per mantenere l’equilibrio: per continuare a essere un punto di riferimento per il settore e per i propri clienti.

Lo sguardo sul mondo

Ros fa la differenza anche per la rete di relazioni costruite negli anni con tante aziende del settore, grazie alle quali reperisce il prodotto giusto per il cliente in tempi brevissimi. 164 fornitori italiani, 40 europei e 14 internazionali, grandi firme della ristorazione e dell’accoglienza, tra cui Myabi, Steelite, Revol, Churchill, Tognana, Zwiesel, Rona. Una consuetudine a esplorare il mercato mondiale per intercettare prodotti ad alto contenuto innovativo, con lo sguardo rivolto anche alle grandi fiere internazionali specializzate, come Ambiente di Francoforte, Sihra di Lione e Host Milano.

29 marzo 2019


BRAVI di Giorgio Lazzari

B

DA MILANO A LONDRA IL SUCCESSO DI RC MACELLAIO

ackground diversi che si completano a vicenda per un vero successo d’impresa. Si riassume così l’avventura di due imprenditori: Mariella Radici, bergamasca Doc, e Roberto Costa, che insieme stanno portando avanti diversi progetti legati alla ristorazione. Tutto è cominciato nel 2014 con l’apertura del primo Macellaio RC a South Kensington. Il format ha sin da subito un grande successo e presto i ristoranti a Londra diventano 4. A maggio 2018 si aggiunge una location a Milano, zona Brera, cui fa seguito un quinto locale nella City. La carne, manco a dirlo, è al centro dell’attenzione, e viene esposta durante la frollatura sia in vetrina che all’interno dei ristoranti. Tutto è ambientato come fossimo in un teatro moderno ma caldo, con grandi protagonisti i tagli di qualità, dalle costate alle fiorentine, dal quinto quarto (cuore, fegato, cervella e trippa) alla classica tagliata. Si parte dalla materia prima - rigorosamente fassona piemontese - lasciata frollare dalle 7 alle 9 settimane. Non mancano primi piatti e una selezione del “Panificio ligure” con focaccia di Recco e pizza. Il genovese Roberto Costa introduce spesso una piacevole contaminazione che sa di basilico. Molto buona la varietà dei piatti che si possono ordinare anche per il lunch, nonché la carta dei vini che conta più di 200 etichette, in prevalenza vini rossi toscani e piemontesi. Tutto viene preparato in casa, compresi i dolci. Per concludere il pasto consigliamo il “Bianco al basilico”, una sorta di pannacotta aromatizzata con la pianta tipica genovese. Se Roberto Costa, ristoratore di lungo corso, è sempre alla ricerca del prodotto migliore, Mariella cura l’organizzazione e i numeri: un’ottima combinazione che li rende complementari. In poco tempo i dipendenti sono saliti a 120, cresciuti come in una grande famiglia. Al format del Macellaio si sono recentemente affiancati la RC Academy, che da 6 mesi si occupa di formazione del personale con 25 ragazzi italiani che salgono a Londra per diventare futuri camerieri e manager; Abc che si occupa di selezionare e proporre prodotti a marchio registrato con un richiamo alla semplicità e alla natura delle cose e Ardiciocca, nuovo format che ha aperto a Fulham, con una formula pizzeria e trattoria tipica italiana, tutto completamente gluten free. “Stiamo lavorando per mettere basi solide sulle quali crescere - commentano Mariella Radici e Roberto Costa -. Per diventare un grande gruppo e prevedere nuove aperture ci stiamo strutturando compiendo passi in avanti verso l’internazionalizzazione”. Un modo per portare cultura d’impresa e piatti tipici in giro per il mondo.

RC MACELLAIO via Fiori Chiari, 32 Milano Tel. 02 3658 7452 www.macellaiorc.com

30 marzo 2019


M

UN’ESPERIENZA CULTURALE A TUTTO TONDO

ario Cornali accoglie i suoi ospiti al ristorante Collina di Almenno San Bartolomeo, proponendo piatti unici, pensati e studiati per deliziare il palato dei commensali, con un significato e un ragionamento ancora più profondi che gli stessi possono o meno approfondire, condividere o apprezzare. Lo chef artista e filosofo - gli arredi e le installazioni presenti nel locale ne sono la dimostrazione - ha appena ricevuto il primo premio come miglior “Web Reputation” tra i cuochi italiani over 30. E’ il frutto di anni di lavoro che gli hanno permesso di trasformare la trattoria di famiglia in un ristorante in grado di rivoluzionare i piatti senza perdere la loro semplicità. Ecco ad esempio “La porta sull’orto”, un antipasto di verdure che trasferisce al commensale l’idea di una vera e propria passeggiata nell’orto, garantendo una stereofonia del sapore. Anche l’occhio vuole la sua parte e la composizione viene puntualmente servita su piatti in legno ricavati da un vecchio portone del locale, con tanto di stipiti e chiavistelli. Emozioni che si susseguono come nel caso del piatto denominato “Quel ramo del lago di Como che volta ad Oriente”, creato con ravioli ripieni di autentico ‘Lavarello e bisca di gamberi’, accompagnato da una formulazione di pepe in forma olfattiva,

ottenuta scaldando del pepe con acqua calda versata su una piccola roccia incandescente. Mario Cornali si conferma come uno degli chef più eclettici e poliedrici mai incontrati, la sua mente è sempre in movimento e la visita al Collina, la sua casa, è una vera e propria avventura multisensoriale da vivere e da consigliare. La qualità della materia prima - tra cui spicca il pesce di lago - scelto e acquistato direttamente dallo chef - ma anche numerosi prodotti del territorio, è la base da cui Mario parte per ideare e plasmare i suoi piatti, unici e originali, a partire dalla preparazione e fino alla presentazione agli ospiti. Segnaliamo una carta dei vini molto fornita, a cui si affianca la possibilità di scegliere anche le acque da abbinare ai piatti in degustazione. Per il dopo cena consigliamo la cigar room con un’ampia selezione di distillati.

RISTORANTE COLLINA via Capaler n. 5 Almenno San Bartolomeo Tel. 035.642570 www.ristorantecollina.it

31 marzo 2019


OROBICA PESCA Da 50 anni al v o s tr o s e r v iz io

Cash & Carry Bergamo, via Bianzana 19 tel. 035.41.72.611 SCONTO DEL 5% PER RITIRO A CARICO DEL DESTINATARIO SCONTO DEL 3% PER PAGAMENTI IN CONTANTI PRONTA CASSA

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marzo 2019

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APPUNTAMENTI DI GUSTO

VINITALY 2019, TRA BIOLOGICO E DESIGN

A TAVOLA È PROTAGONISTA LA CACCIAGIONE Ritorna ‘Caccia in cucina’ la rassegna gastronomica dedicata alle carni selvatiche. La manifestazione è promossa dal Gruppo Ristoratori di Ascom Bergamo in collaborazione con Anuum e ha l’obiettivo di recuperare la tradizione gastronomica venatoria. 15 tra ristoranti, osterie e trattorie sparsi tra la città e la provincia caratterizzeranno la loro proposta in carta con piatti di selvaggina. L’elenco dei ristoranti aderenti è pubblicato sul sito www.ascombg.it Fino al 24 marzo nei ristoranti

‘TIRAMISÙ’: IL PROTAGONISTA DEL GELATO DAY 2019 Sarà il gusto ‘tiramisù’ il protagonista della Giornata Europea del Gelato Artigianale che si celebra il 24 marzo 2019. Gustoso, goloso e fresco trae ispirazione dal famoso dolce. All’iniziativa aderiscono anche le gelaterie di Ascom Bergamo.

TRASFERTA GOURMET ALLA PIZZERIA I TIGLI

A Veronafiere si tiene il 53° Salone Internazionale dei Vini e dei Distillati. Tra le tante novità di quest’anno, ne segnaliamo in particolare due: L’Organic Hall, dedicata alle aziende produttrici di vini e prodotti biologici, e il Vinitaly Design ed Enolitech, dove si potranno trovare prodotti e accessori dedicati alla promozione del vino, tra cui oggettistica, arredamento per cantine e enoteche, confezioni regalo e packaging personalizzato. Bergamo sarà protagonista con Moscato di Scanzo e Valcalepio. Dal 7 al 10 aprile Veronafiere

PER CHI AMA LE BIRRE ALLA FRUTTA Tre giorni per conoscere e degustare 25 birre alla spina, tutte alla frutta, di produzione italiana ed estera. È la proposta di Tuttifrutti, festival delle birre alla frutta, organizzato dalla birreria Bergheem di Bergamo per il suo secondo anniversario. 5,6,7 aprile Bergheem Birreria Via Priula via Pitentino 2E Bergamo

A BOSSICO LA FESTA DEI FORMAGGI

L’Accademia del Gusto nell’ambito dell’iniziativa Convivium propone una trasferta a San Bonifacio, nel veronese, alla scoperta delle creazioni del maestro Simone Padoan, patron della pizzeria I Tigli. Il concept de I Tigli nasce dal punto di incontro tra le due grandi passioni del maestro: la pizza tradizionale e il piatto per gourmand, unendo così la materia prima di estrema qualità con le migliori tecniche di cottura e la panificazione da lievito madre. Per iscrizioni info@ascomformazione.it 1 aprile San Bonifacio Verona

33 marzo 2019

Una giornata di relax nella natura all’insegna del gusto del divertimento. Tra le cascine di Bossico con l’evento “adotta una mucca”, le merende a km zero e l’intrattenimento per i bambini. Inoltre si possono gustare ottimi piatti nei ristoranti del paese. 28 aprile tutto il paese


CUCINA E DINTORNI

Treviglio Una delle installazioni di Giambattista Mombrini realizzate in Via Sangalli. 400 pesci in legno e tela colorata. (credits: Giambattista Mombrini)

Treviglio è la seconda città della provincia di Bergamo per numero di abitanti ed è ricca di testimonianze storiche, artistiche e religiose: la Basilica Minore è un vero e proprio museo d’arte che custodisce la stupenda Pala d’Oro dello Zenale e del Butinone. Su tutta la città svetta la grandiosa Torre Campanaria alta ben 65 metri che ospita al suo interno il museo storico verticale (per info e visite: www. comune.treviglio.bg.it). I trevigliesi hanno molto a cuore il Santuario della Madonna delle Lacrime che fu eretto a ricordo di un evento miracoloso avvenuto il 28 febbraio 1522: le lacrime della Madonna hanno indotto la deposizione delle armi e della spada da parte del generale francese Odet de Foix che, particolarmente devoto al culto mariano, risparmiò la città dall’invasione delle truppe. All’interno del santuario sono tuttora gelosamente custoditi la spada e l’elmo del generale, che vengono esposti ogni anno durante la “settimana del Miracolo”, tra fine febbraio e inizio marzo. Treviglio ha dato i natali al pittore Trento Longaretti e ancora oggi la tradizione artistica della città si rinnova grazie a Giambattista Mombrini (definito dal critico Vittorio Sgarbi “il Giotto contemporaneo”) che, oltre a dedicarsi alla pittura, crea emozionanti installazioni per le vie del centro.

34 marzo 2019


Per gli amanti della buona tavola

Lo shopping Treviglio è una cittadina che vanta una vivacità commerciale di prim’ordine e lo si può scoprire con una passeggiata in centro, partendo dalla centralissima via Roma per poi addentrarsi nelle viuzze che portano sulla circonvallazione interna, un tempo sede del fossato del borgo. È impossibile indicarvi un itinerario dello shopping perché la varietà e la qualità dei negozi sono veramente ragguardevoli. Ci permettiamo però di consigliarvi qualche tappa:

Non si può parlare di Treviglio e della sua ristorazione senza far riferimento alla famiglia Colleoni che dal 1930 opera nel campo dell’ospitalità e che oggi propone, oltre alla cucina rinomata del ristorante San Martino (una stella Michelin), anche una locanda e un bistrot contemporaneo, il Marelet, dove potete soggiornare o recarvi per consumare la colazione, uno spuntino o un buon cocktail.

k Se siete alla ricerca di un giocattolo, anche particolare, dovete assolutamente andare a trovare il signor Gelmi, titolare dell’omonima attività iniziata dal nonno nel lontano 1879. Silvio Gelmi ha ricevuto lo scorso anno il premio San Martino d’Oro, destinato a chi nel proprio campo professionale ha portato onore al nome della città.

Per un caffè a regola d’arte e un aperitivo generoso vi consigliamo di andare da Carini Bistrot, un locale che ha fatto dell’arte dell’accoglienza e del sorriso il suo biglietto da visita (deve averlo pensato anche il regista dell’ultimo film di Elio Germano, che ha appena girato qualche ciak del film proprio lì).

k Per stupire qualcuno con creazioni floreali d’effetto vi indichiamo l’Angolo Verde e il Bocciolo. k Se invece, dopo aver sperimentato tutte le soste gastronomiche che vi abbiamo suggerito, avete il desiderio di smaltire un po’ di calorie, passate da Stefano, attento e scrupoloso contitolare del negozio Olimpique, un vero e proprio luogo di consulenza tecnica per atleti esigenti.

I golosi non possono perdersi una sosta alla pasticceria Paolo Riva e alla pasticceria Da Giancarlo. In centro vi consigliamo di acquistare la tradizionale Turta de Treì allo storico Caffè Milano, locale che conserva ancora oggi gli arredi originali di inizio novecento e il bancone in stile liberty. Qui potete trovare anche le innovative monoporzioni di Matteo Manzotti.

© www.comune.treviglio.bg.it

Gli indirizzi Caffè Milano piazza Manara 7 Carini Bistrot via Roma 18 Charlie via Rossaro 28 Da Giancarlo via Mons. Portaluppi 75 Gelmi Giocattoli via Verga 1 Hollywood viale De Gasperi 4 Il Bocciolo piazzetta San Giuliana L’Angolo Verde viale Oriano 18

Se amate una cucina vivace, originale, moderna, ma con un grande rispetto dei sapori della tradizione, vi suggeriamo MaTe, un bistrot che dà la possibilità di degustare, sia a pranzo sia a cena, prodotti a chilometro zero. C’è anche un locale di recentissima apertura da provare, Charlie. In un unico luogo trovate diverse offerte e tutte di qualità. Agli amanti del buon pane segnaliamo Tilde forno artigiano: Simone Conti applica le tecniche classiche della lievitazione e alla base dei suoi prodotti ci sono i grani locali, un impasto lento e lunghe fermentazioni. Per una pizza di qualità è d’obbligo fermarvi all’Hollywood, un locale con un servizio impeccabile e una cucina di livello. Ve lo consigliamo, sia che ordiniate una pizza d’autore o un’insalata o un hamburger.

Marelet viale Battisti 17/a MaTe piazza Garibaldi 6 Mombrini Giambattista via Sangalli 25 Olimpique vicolo Mandelli 4/c Paolo Riva viale De Gasperi 14/e San Martino viale Battisti 3 Tilde via Piazzoni 7 frazione Castel Cerreto

Da non perdere

A Treviglio, se hai un’attività nell’ambito dei settori Commercio, Turismo e Servizi hai a disposizione gli uffici Ascom che possono rispondere ad ogni tua esigenza. Ci trovi in via Madreperla 14/c - Tel. 0363-48404

35 marzo 2019

Treviglio Vintage il 5,6,7 luglio 2019. È una festa che coinvolge tutta la città: mostre e mercatini di oggetti vintage, concerti di musica rock and roll, rockabilly, jazz e blues per le vie della città, raduni di auto storiche, stand di trucco e acconciature anni sessanta e rievocazioni di come eravamo. Tutte le info su www.trevigliovintage.it.


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FLOWER DESIGN a cura di Danai Dasopoulou e Gruppo Fioristi Ascom

I fiori ideali per un matrimonio primaverile

Q

STILE CLASSICO, MODERNO O BOHÉMIEN? QUALI I “FLOWER TRENDS” DI QUEST’ANNO

uando arriva il momento di organizzare il proprio matrimonio l’entusiasmo molto spesso lascia il posto all’ansia e quello che tutti ingenuamente chiamano “il giorno più bello della tua vita” assume vesti meno rassicuranti. Il primo pericolo non è altro che il poco tempo a disposizione per portare a termine i numerosi impegni e seguire tutti gli aspetti di questa giornata memorabile. Se non volete farvi prendere dal panico è bene organizzare il tutto facendo una lista di cose assolutamente da programmare prima del fatidico sì. Una volta fissata la data, scelta la chiesa e prenotata la location non resta che dedicarsi alla selezione dell’abito e degli immancabili fiori per adornare i luoghi per la cerimonia e la festa. Senza dimenticare il bouquet, il cui lancio diventa un simbolico passaggio del testimone tra la sposa e una futura promessa.

Ma quali sono le tendenze per quest’anno? Nonostante il colore dell’anno per Pantone sia il Living Coral, più che i fiori dal colore corallo acceso, sono i bouquet tondi e piccoli con rose bianche, o le peonie delicate ed eleganti ad essere un ‘must’ per le cerimonie del 2019. È tornato di gran moda lo stile bohémien con composizioni floreali semplici tanto che sembrano creati dalla sposa stessa con i fiori di campo. Il risultato naturale è frutto del lavoro di abili professionisti: con la loro preparazione e talento riescono a creare il bouquet perfetto. Basta avere voglia di giocare e combinare la classica rosa o il tulipano - sempre molto chic - con le selvatiche primule, le margherite, i giacinti, o gli iris. Solitamente vengono scelti i fiori di stagione per il fattore economico e per la durata del fiore. Lo stesso si sceglie anche per i banchi della chiesa e per le tavole del ristorante che insieme alle altre decorazioni formano un puzzle colorato e unico per un giorno indimenticabile.

37 marzo 2019


38 marzo 2019


LEGGERE DI GUSTO a cura di Roberta Martinelli in collaborazione con il Gruppo Librai Ascom

IL MIELE IN TAVOLA, COME IL SALE “I manuali Slow” ci piacciono perché sono completi e fatti bene, ma soprattutto perché trasformano il lettore in un consumatore attivo e competente. In questa guida la brava Cinzia Scaffidi (giornalista e formatrice) ci fa conoscere da vicino il mondo delle api e del miele e lo fa attraverso la ‘voce’ di un’ape operaia e l’aiuto di esperti. La prima parte illustra il ciclo della riproduzione nell’alveare, le sottospecie di api, le regole dell’apicoltura. Nella seconda si parla del miele a tavola: come sceglierlo, come degustarlo, come usarlo in cucina e quali sono gli abbinamenti migliori. Completano il libro una guida ai mieli italiani, da quelli più diffusi a quelli meno comuni come il miele di cardo, di vaniglia, di ginestrino, e una proposta di ricette tradizionali e d’autore, tra cui le sardine di lago di Vittorio Fusari, chef del Caffè Balzer di Bergamo. Una guida piacevole con fotografie d’effetto che vi convincerà a usare di più il miele in cucina accompagnandolo a tantissimi ingredienti, anche salati. IL MONDO DELLE API E DEL MIELE LE STAGIONI, I PROBLEMI, LA VITA DELL’ALVEARE E DEI SUOI PRODOTTI SLOW FOOD EDITORE - 2019

Alessandro Borghese, chef e personaggio televisivo (è in tv con il suo programma culto ‘Quattro ristoranti’) si racconta per la prima volta ad Angela Frenda, food editor del Corriere della Sera. Un ritratto intimo e inedito che parla delle ricette più amate e delle persone importanti della sua vita: il padre Gigi che l’ha spronato a fare quello che amava, la madre Barbara Bouchet, da cui ha preso l’estro un po’ bohémien, le figlie e le persone che hanno lavorato con lui.

Oggi in Europa si contano circa diecimila vitigni, diversissimi fra loro, legati a racconti di conquiste, viaggi, esplorazioni. Tra analisi del DNA, archeologia, antropologia, mito e letteratura, Attilio Scienza e Serena Imazio, studiosi e ricercatori della genetica della vite, raccontano per la prima volta l’origine e la storia dei grandi vitigni. Che è anche la storia dei territori in cui sono nati o hanno trovato casa, e la storia degli uomini che alla vite hanno dedicato la loro vita.

Cacio e pepe. La mia vita in 50 ricette di Alessandro Borghese e Angela Frenda Solferino Editore, 2018

Stirpe del vino di Attilio Scienza e Serena Imazio Sperling & Kupfer, 2018

Dopo il grande successo della collana Il Cucchiaino d’Argento dedicata all’infanzia, arriva in libreria questo libro completo di ricette dedicate ai bambini: 235 proposte sane e golose, corredate da indicazioni dei pediatri e consigli pratici che partono dal fare una spesa intelligente e terminano con un impiattamento divertente. I piatti sono fotografati e raccontati passo per passo e sono accompagnati da trucchi che aiutano a rendere le preparazioni più veloci e i sapori più accattivanti. Il Grande Cucchiaino d’Argento Editoriale Domus, 2018

39 marzo 2019

Per i ristoratori migliorare la presentazione dei piatti è essenziale. Questo libro è un aiuto prezioso; mostra, spiegandole nei dettagli, una serie di tecniche che possono essere applicate a piatti dolci e salati e 40 ricette selezionate con allestimenti particolari. Le fotografie dei piatti finiti sono accompagnate da disegni che mostrano la posizione di ogni singolo elemento. È una guida utile anche per gli appassionati. Scenografia del piatto. Tecniche di presentazione e di decorazione di Alexis Vergnory Bibliotheca Culinaria, 2018



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