IL NUOVEUTÒPIA O A LBU M
EUTÒPIA TOUR ®
PER INFO: FEPGROUP. IT
RASSEGNA STAMPA Pal’Art Hotel - Acireale 13 aprile 2017
del
13/12/2016
del
13/12/2016
del
13/12/2016
del
13/12/2016
del
13/12/2016
del
13/12/2016
del
13/12/2016
del
13/12/2016
del
13/12/2016
del
13/12/2016
del
13/12/2016
del
13/12/2016
Addio Maria Pia Fusco
l
& s
ife tyle
Sceneggiatrice e giornalista una vita dedicata al cinema del
15/12/2016
Fusco, giornalista sceneggiatrice di nata a Roma l’8 lu era il cinema, e di vita, l’ha fatto, rac protagonisti - tra Bertolucci, Ken Lo seguendo tutti i p Cannes, Berlino, M giovinezza da ribe
Un clarinetto in giro per il m
Andrea Fallico da Bronte alla Carnegie Hall. «All’estero si studia m
SERGIO SCIACCA
I
l clarinettista brontese Andrea Fallico a 14 anni, enfant prodige, vinse il premio Campochiaro, ma per realizzare il suo sogno ha dovuto oltrepassare le Alpi. A Parigi, nel 2014, all'età di 21 anni, ha vinto il concorso internazionale per clarinetto “Debussy”. L'anno successivo trionfò al “Thomas Kuti International Clarinet Competition” ovvero la finalissima del concorso musicale al Forum Europeo dei Lions svolto nella chiesa di Sankt Ulrich ad Ausburg, in Germania. È stato ancora alla Carnegie Hall ed è stato scelto come primo clarinetto solista nella prestigiosa orchestra di Montpellier. Un prestigioso curriculum arricchito da collaborazioni con l’orchestra del Teatro dell'opera di Roma e la “Cei
Youth Orchestra”, che si è esibita al teatro Bellini di Catania con il famoso violinista Uto Ughi. «La differenza che io vedo tra i giovani italiani e gli altri - specialmente
Il 13 aprile i Litfiba in concerto al Pal’Art Hotel di Acireale ACIREALE. A grande richiesta, si aggiunge una data siciliana al tour nei palasport dei Litfiba, pronti a tornare live con la loro trascinante energia. Il 13 aprile Piero Pelù e Ghigo Renzulli saranno al Pal’Art Hotel di Acireale con il loro “Eutòpia tour”, nel quale porteranno live i grandi classici e i brani del nuovo album. Il disco, che ha esordito al terzo posto della classifica degli album più venduti in Italia e al primo posto della classifica dei vinili, è composto da dieci graffianti tracce in puro stile Litfiba.
al cinema CATANIA
ALFIERI MULTISALA
mm677|f|R|U|M|DTS|DBS
Via Duca degli Abruzzi, 8 t095.373760 NON C'E' PIU' RELIGIONE. H. 1,35. Dal regista di Benvenuti al Sud, una commedia esilarante con Claudio Bisio, Alessandro Gassman e Angela Finocchiaro. Ore - 18,30 20,30 - 22,30. AMORI E INGANNI. H. 1,30. Commedia con Kate Beckinsale e Chloe Sevigny. Tratto da uno spassoso romanzo di Jane Austen. Ore - 22,30. IL CURIOSO MONDO DI HIERONYMUS BOSCH. H. 1,26. Evento. Per il ciclo La Grande Arte al Cinema. In occasione delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte, la più grande mostra mai dedicata al più visionario dei pittori olandesi. Ore - 18,30 - 20,30. Visitate il sito ufficiale www.alfierimultisala.it Intero feriali euro 6 - sab, dom e festivi euro 6,50. Per 3D euro 7. Ridotto feriali euro 4 sab, dom e festivi euro 5. Per 3D euro 5. Martedi non festivi prezzo unico euro 4. Per 3D euro 5. Mercoledi non festivi ed escluso prime ingresso euro 3,50 per donne e universitari muniti di libretto. No 3D. Film Evento: la tariffa non fa parte del listino ordinario e varia in base ai film e agli accordi con le distribuzioni.
CINECITY ARISTON mm600|f|h|P|R|U|M|DTS|DBS Via Balduino, 15/A t095/430657 SULLY. H. 1,36. Tratto da un'appassionante storia vera diretta da Clint Eastwood, con il premio Oscar Tom Hanks. Ore: 18,00 20,15 - 22,30. Solo - giov, - sab - e - dom anche - ore - 16,00. NON C'E' PIU' RELIGIONE. H. 1,35. Commedia con Claudio Bisio, Angela Finocchiaro e Alessandro Gassman. Ore: 18,15 - 20,25 22,35. Solo - giov, - sab - e - dom - anche ore - 16,00.
del mondo tedesco - è di tipo culturale. Nelle scuole mitteleuropee già dalle elementari si studia la musica, sia in teoria che nella pratica. Sono molti in grado di seguire i concerti
mm numero posti
Sala 1: 280 posti; sala 2: 66 posti; lun. e merc. studenti ed under 26 euro 3,00; ogni giorno ultimo spett. ridotto studenti (euro 4,00 ven/sab/dom. e festivi - euro 3,00 altri giorni). www.cinestudio.eu
MULTISALA PARADISO (RECUPERO) Via Duca degli Abruzzi, 69t095.383596 SALA.VERDE"PER.MIO.FIGLIO" un.film.di.frederic.mermoud---"(cosa.avreste.fatto.al.suo.posto!.) ORE - 18,30 - 20,30 22,30 SALBLU"LA.STOFFA.DEI.SOGNI" Un.Film.Di.Gianfranco.Cabiddu.Con.Sergio.Rubini,Ennio.Fantastichini."Una.Favola.Che.Omaggia.Al.Contempo.Shakespeare.E.Defilippo" ORE - 18,30 - 20,30 - 22,30 ODEON mm600|f|DS|R|U|M|DTS|DBS Via F. Corridoni, 19 t095.326324 LA CENA DI NATALE. H. 1,35. Il sequel di "Io che amo solo te", tratto dal best seller di Luca Bianchini. Con Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Michele Placido, Veronica Pivetti, Eugenio Franceschini, Eva Riccobono. Ore - 18,30 - 20,30. BABBO BASTARDO 2. H. 1,27. Torna il Natale più cinico e divertente con Billy Bob Thornton, Kathy Bates e Tony Cox. V.M. 14 Anni. Ore - 22,30. Visitate il sito ufficiale www.cineteatrodeon.it Intero feriali euro 6 - sab, dom e festivi euro 6,50. Ridotto feriali euro 4 sab, dom e festivi euro 5. Martedi non festivi biglietto ridotto per tutti euro 4. Mercoledi non festivi ed escluse prime ingresso a soli euro 3,50 per donne e universitari muniti di libretto. PLANET MULTISALA mm1048|f|h|f|R|U|M|DTS|DD V.le della Costituzione, 47 t095.334866
| M megaschermo | P parcheggi | i parcheggio custodito | A sala climatizzata | R servizio bar | é
Martedi non festivi biglietto ridotto per tutti euro 4,50 e film in 3D a euro 7. Movie Card: 10 Ingressi euro 45 validi tutti i giorni, e ricevi subito 1 biglietto omaggio. Raccolta Punti: vinci biglietti omaggio! Cinema E Pizza Party: la tua festa di compleanno è al Planet! Info 095/222685, prenotazioni alle casse. Consulta sempre www.multisalaplanet.it. www.multisalaplanet.it PER ADULTI FIAMMA |f|U|DD Via Fischetti, 2 t095.533017 RAPTUS BESTIALE. Con Vanessa Belladonna. Solo il meglio della produzione Hard Italiana. Ogni giorno un nuovo film. Sempre buio in sala. Apertura - ore - 09,00 - 22,00 Proiezione no stop. Locale riscaldato. Ingresso vietato ai minori di 18 anni. MESSINA Via N. Giannotta, 15 t3209648109 Oggi 2 films: Dolomiti express con Angelica Wilde e Trans. Proiezione no stop sempre buio in sala. Ingresso vietato ai minori di 18 anni. SARAH |f Via A. di Sangiuliano, 128 t095.535353 SONO TUTTA BAGNATA con Kate Caro Apertura ore 9/22 proiezione no stop sempre buio in sala Ingresso vietato minori di 18 anni
ACIREALE MARGHERITA MULTISALA mm512|f|X|A|h|P|U|M|DBS|DD Via Cavour, 26 t095.601265 NON C'E' PIU' RELIGIONE Una commedia esilarante sullitalia di oggi, con C, Bisio e A. Gassmann. Divertentissimo ORE - 17.30 19.30 - 21.30
LA RAGAZZA DEL TRENO Solo oggi per Happy Day 18.40 - 21.35 SHUT IN -1h30- Drammatico ore 18.15 20.30 - 22.45 UNA VITA DA GATTO - 1h40- Commedia ore 16.40 - 17.00 - 19.05 NON C'È PIÙ RELIGIONE -1h40- Commedia ore 17.45 - 20.00 - 21.30 - 22.20 Per informazioni e prenotazioni: 892.111(senza prefisso) servizio con sovrapprezzo e sul sito www.thespacecinema.it Apertura Cinema: Sabato e Domenica 13.20 - Mercoledì e Giovedì 13.20 Tutt gli altri giorni 16:20 . Promozione Happy Monday e Happy Tuesday : Ogni lunedì e martedì un film a euro 3.50. Biglietti per tutti gli altri periodi: intero da lunedì a venerdì (esclusi martedì, festivi e prefestivi euro 7.30, festivi e prefestivi 8.30 euro, ridotto per tutti martedì euro6,00 e marted rosa per le donne a euro 4,90; ragazzi fino a 10 anni e over 65 euro 6,20, ridotto spettacoli dopo le 23:00 solo sabato euro4,50 no 3D e euro 7,50 3D escluse anteprime ed eventi speciali (sospeso per il periodo estivo), Studenti da lunedì a venerdì euro 4,50; intero 3D da lunedì a venerdì (esclusi festiv e prefestivi)euro9.00, festivi e prefestivi euro9,20;ridotto 3D tutti i giorni euro8,00,ridotto festivi e prefestivi euro8,20,(la tariffa non comprende il costo degli occhialini 3D di euro 1). Biglietto Famiglia 2D (due adult + due bambini fino a 10 anni=quattro biglietti ridotto bambini) da lunedì a venerd euro 6,00 escluso martedì, Biglietti Famiglia 3D (due adulti + due bambini fino a 10 anni=quattro biglietti ridotto bambini) da lunedì a venerdì euro 8,00 escluso martedì. Il film inizierà circa 20 minuti dopo l'orario indicato www.thespacecinema.it
CALTAGIRONE MULTISALA POLITEAMA mm500|f|P|R|U|M|DTS
del
25/12/2016
del
31/12/2016
SABATO 31 DICEMBRE 2016
LA SICILIA
spettacolo
Mario Venuti in primavera pubblicherà il
ls &
ife tyle
nuovo disco “Motore di vita”: «Un lavoro orgogliosamente pop»
Luca Madonia torna in aprile con “Il tempo è
dalla mia parte”: «Sarà più ritmato, con più elettronica, più divertente»
Gli appuntamenti del nuovo anno: i grandi concerti in Sicilia e gli illustri ritorni in scena
GIUSEPPE ATTARDI
I
l 2017 sarà l’anno degli U2. Lo hanno annunciato i quattro di Dublino il giorno di Natale, postando un video sui loro canali social intitolato Happy Christmas. Oltre ad augurare buone feste ai loro fan, la band ha ufficializzato il ritorno sui palchi con una serie di concerti speciali per celebrare il trentennale dell’album The Joshua Tree, pubblicato il 9 marzo del 1987. Tra le novità annunciate per il nuovo anno, anche l’uscita dell’album di inediti Songs Of Experience, seguito del precedente Songs Of Innocence del 2014. Secondo quanto rivelato da Billboard, gli show degli U2 saranno negli stadi e avranno inizio dagli Stati Uniti nella tarda primavera, per poi proseguire in Europa. Il magazine statunitense indica come possibili location dei concerti il MetLife Stadium nel New Jersey e una performance da headliner al Bonnaroo Music Festival, che quest’anno si svolgerà dall'8 e l'11 giugno nel Tennessee. Stando a questi piani, l’eventuale ritorno del gruppo
1
1. Bono Vox, frontman degli U2: la band ha ufficializzato il ritorno sui palchi con una serie di concerti speciali per celebrare il trentennale dell'album “The Joshua Tree”, pubblicato il 9 marzo del 1987. Tra le novità annunciate per il nuovo anno, anche l'uscita dell'album di inediti “Songs Of Experience”, seguito del precedente “Songs Of Innocence” del 2014. 2. Mario Venuti pubblicherà in aprile l’album
2017: i suoni Album e tour per gli U2 Disco postumo d’inediti per George Michael
2
Le tournée italiane dei divi del pop Grandi protagonisti della nuova stagione di concerti i Coldplay che faranno uscire un nuovo album entro l’anno. Sono in programma due date della band di Chris Martin per il 3 e 4 luglio allo Stadio San Siro di Milano. Anche i Depeche Mode pubblicano un nuovo album in marzo, Spirit, e poi faranno una capatina in Italia, precisamente il 25 giugno a Roma, il 27 a Milano e il 29 a Bologna. Allo Stadio Bentegodi di Verona invece il 14 luglio arriverà Robbie Williams per l'unica data italiana, mentre all’Ippodromo del Visarno di Firenze ci sarà l'addio alle scene degli Aerosmith con l'ultimo concerto italiano. Attesi anche i Kasabian: dopo aver pubblicato un piccolo assaggio resta ancora il mistero su titolo e data di pubblicazione del nuovo album. L’ipotesi più accreditata è che il successore di 48:13 (il loro ultimo disco) uscirà la prossima primavera, poco prima del tour che il 19 luglio farà tappa al Teatro Antico di Taormina. Nell'estate siciliana previste altre star straniere: Sting, i Cranberries di Dolores O’Riordan, Charles Aznavour. Il tour dei Kiss farà invece tappa solo oltre Stretto - il 15 e 16 maggio rispettivamente a Torino e a Bologna , mentre il 25 e 26 luglio Marilyn Manson sarà in concerto a Roma e a Villafranca di Verona. Nel mese di giugno a Monza si terrà l’I-Days Festival 2017 con i Linkin Park e i Blink 182 in concerto il 17 giugno; il 15 giugno allo stesso festival sono attesi i Green Day, mentre il giorno seguente è il turno dei Radiohead.
4
Ritorni illustri: Roger Waters
5
dal titolo Us + Them. «Il messaggio principale che voglio trasmettere, se posso, riguarda il concetto di guerra perpetua che è stato fatto proprio dai neoconservatori, in modo particolare negli Stati Uniti», ha spiegato l'ex Pink Floyd. È ufficiale invece il nuovo disco di Liam Gallagher: mentre molti fan invocano a gran voce la reunion (quasi impossibile) col fratello Noel, l’ex Oasis annuncia che il suo nuovo album solista uscirà entro l'estate.
Il disco postumo di George Michael Lo aveva accennato, quasi per inciso, la BBC dando la notizia della sua morte: George Michael stava lavorando ad un nuovo disco. Ora emergono nuovi, seppur scarsi, dettagli: la fonte è un’intervista al produttore Naughty Boy, già al lavoro com Beyoncé e Sam Smith. «Ha un album in uscita l'anno prossimo, e farà anche qualcosa per il mio. Non vedo l’ora e non so cosa aspettarmi. A dir la verità, è il più misterioso di tutti». Il cantante inglese non pubblicava nuova musica dal 2004, quando uscì Patience. Il suo album più recente era il live Symphonica del 2014, documentazione del tour con orchestra (passato anche dall'Italia). Quello che è certo, invece, è che stava lavorando ad un documentario, Freedom, e alla ristampa di Listen Without Prejudice: lo aveva comunicato il suo staff con un post su Facebook lo scorso 2 novembre
Italiani sul fronte del palco Tra i concerti più attesi del 2017 ci sono anche quelli dei big della musica italiana. Vasco Rossi celebrerà i primi quarant’anni di carriera con un’unica data in programma per il primo luglio al Parco Enzo Ferrari di Modena. Da febbraio ad aprile Ligabue sarà in giro per i palazzetti italiani (14, 15 e 17 marzo ad Acireale) e da giugno a luglio Tiziano Ferro sarà impegnato con il nuovo tour negli stadi (8 luglio al San Filippo di Messina). Nuovo tour per Giorgia, Il Volo (1, 3 e 4 giugno a Taormina). Curiosità per il lo show congiunto di J-Ax e Fedez (il 31 marzo al Pal’Art Hotel di Acireale) per promuovere l'album Comunisti col Rolex in uscita il 20 gennaio.
Ex Denovo di nuovo in pista
in Italia si potrebbe ipotizzare per la prossima estate. Bono, The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen mancano dall’Italia dal settembre 2015, quando suonarono per due sere consecutive al Pala Alpitour di Torino.
Ci sono anche ritorni illustri dopo anni e anni di assenze: è il caso dei Jesus And Mary Chain che dopo 19 anni di “stop” pubblicheranno a marzo il loro nuovo lavoro dal titolo Damage And Joy. Ad aprile sarà la volta dei Deep Purple, che stanno preparando quelle che saranno sicuramente le ultime fatiche della loro lunghissima carriera: Time For BedLand s'intitola il disco, anticipato a febbraio da un EP e seguito da quello che sarà il loro tour d’addio, in Italia per tre date. Anche Roger Waters si appresta a tornare sulle scene: previsto un tour che, da maggio a ottobre, toccherà il Nord America e servirà a promuovere il nuovo disco
.17
6
“Motore di vita”. 3. Quasi a ruota uscirà “Il tempo è dalla mia parte”, nuovo disco di Luca Madonia, altro ex Denovo. 4. Chris Martin, leader dei Coldplay: i loro due concerti milanesi sono tra i più attesi del 2017. 5. George Michael, morto nel giorno di Natale a 53 anni avrebbe lasciato un disco di inediti quasi ultimato e che molto probabilmente vedrà la luce nel nuovo anno. 6. Tra gli illustri ritorni quello di Roger Waters con “Us + Them”. «Il messaggio che voglio trasmettere riguarda il concetto di guerra perpetua che è stato fatto proprio dai neoconservatori, in modo particolare negli Usa»
Dal 6 all’8 gennaio Tony Canto presenterà il nuovo album Moltiplicato al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, accompagnato da un’orchestra sinfonica e dagli amici che verranno a trovarlo. Certe le presenze di Kaballà e Nino Frassica, si attende conferma da Alessandro Mannarino e Mario Venuti. Questi ultimi due sono attesi con i loro rispettivi nuovi lavori. Il 13 gennaio uscirà Apriti 3 cielo, svolta elettrica dell’artista romano, mentre l’autore di Crudele pubblica il primo marzo il singolo Caduto dalle stelle e «tre settimane dopo l’album, intitolato Motore di vita - anticipa - che sarà un disco orgogliosamente pop». A ruota l'altro ex Denovo Luca Madonia che in marzo esce con il singolo Il nostro tempo per annunciare l'uscita in aprile dell'album Il tempo è dalla mia parte, titolo che tradisce gli amati Beatles ed evoca i Rolling Stones. «Gioco sul titolo - sorride Madonia - Tempo inteso musicalmente: è un disco più ritmato, con più elettronica, più divertente. Volevo cambiare rispetto all’album precedente, non volevo ripetermi. E tempo inteso anagraficamente: a giugno arrivo alla boa dei 60 anni». In primavera dovrebbe tornare in pista anche il cantautore catanese Fabio Abate con il nuovo album. A inizio mese, invece, il 13 gennaio esce anche Amore e violenza, album che segna il ritorno dei Baustelle dopo la parentesi di Francesco Bianconi con Mario Venuti e Kaballà. Il 27 dello stesso mese il cofanetto triplo su Ivan Graziani dal titolo Rock e ballate per quattro stagioni in occasione dei venti anni dalla sua scomparsa. Sono al lavoro anche Renzo Arbore, Claudio Baglioni, Franco Battiato e Caparezza. Cesare Cremonini è atteso per metà anno: «Sarà l’ultimo lavoro discografico prima di compiere vent’anni di carriera: ho fra le mani un grande disco, quei dischi che non si fanno più si possono ancora fare» annuncia.
I concerti in calendario in Sicilia Sul fronte concerti, nei teatri siciliani sono in calendario Niccolò Fabi, il 27 febbraio a Catania; il 9 marzo, sempre a Catania, Vinicio Capossela; ancora sotto il vulcano il 13 marzo Massimo Ranieri in versione jazz; soul il 18 aprile a Catania con Mario Biondi; l’11 aprile i Litfiba ad Acireale; il 23 luglio Nek a Taormina. E poi tutto il nu-rock e la nuova canzone d’autore italiana, a cominciare dagli Zen Circus - il 6 gennaio a Messina e l'indomani a Catania - e Motta il 16 febbraio a Palermo, il 17 a Catania e il 18 a Messina, mentre sono imminenti il disco A casa tutto bene e il tour di Brunori Sas e Un mondo raro. Vita e incanto di Chavela Vargas, libro e disco frutto del progetto che Antonio Dimartino e Fabrizio Cammarata hanno presentato di recente a Catania. Infine, c'è curiosità per il debutto da solista di Samuel dei Subsonica in gara al Festival di Sanremo e per il secondo album dei Kolors che hanno incontrato i Black Eyed Peas durante una pausa di registrazione negli studi londinesi.
del
04/01/2017
del
22/12/2016
del
22/12/2016
del
23/01/2017
del
23/01/2017
del
31/01/2017
del
01/02/2017
del
01/02/2017
del
01/02/2017
del
01/02/2017
del
01/02/2017
del
01/02/2017
del
01/02/2017
del
01/02/2017
del
01/02/2017
del
01/02/2017
del
01/02/2017
del
01/02/2017
del
01/02/2017
stipulato. Ma sarà veramente quell’avventura idilliaca che la protagonista immagina nella sua fantasia e nel suo intimo? Per Annalisa, protagonista della storia, l’incontro con un inquietante e truffaldino agente, segna l’inizio di una normale e ter-
bysitter, bella ragazza tuttofare. Ne rimane spiazzata e delusa. Vorrebbe tornare indietro sui suoi passi ma non si può. Il contratto parla chiaro. «Si tratta – osserva Saro Minardi – di una commedia esilarante sulla nostra condi-
del
da cui dover fuggire. E’ ancora possibile che la famiglia sia un’istituzione viva e vegeta? Dovrebbe rassicurare e, invece, inquieta. La famiglia può continuare ad essere quell’ancora di salvezza a cui si aggrappa la maggioranza del genere umano?».
02/02/2017
IL PERSONAGGIO: MARCO PANZANI
Il manager che canta per strada Milanese d’origine e catanese d’adozione: Marco Panzani, classe 1965, dopo un passato da dirigente aziendale, nel 2014 decide di voltare pagina e dedicarsi alla sua unica passione: la musica. Così comincia a suonare per le strade e le piazze di Milano. Da settembre è a Catania, dove ha trovato l’amore. «Un giorno mi sono svegliato canticchiando “A muso duro” di Pierangelo Bertoli e ripetendo sempre la stessa strofa: “Canterò le mie canzoni per la strada e affronterò la vita a muso duro / un guerriero senza patria e senza spada / con un piede nel passato / e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”. Avevo una casa, due macchine, tanti soldi e prestigio, ma ho mollato tutto. La relazione con la mia ex-moglie non era così forte da resistere a questi cambiamenti e ho costruito da solo la vita che ho sempre desiderato. All’inizio non è stato facile: di giorno suonavo e can-
tavo nelle piazze di Milano, la sera facevo il cameriere per sostenere questo mio sogno. Ancora non avevo capito come approcciarmi alla strada e,
Marco Panzani si esibisce a Villa Bellini
quindi, non ne traevo benefici. L’indifferenza della gente mi feriva, tant’è che pensavo di abbandonare questa mia ambizione. Ma il cuore è più forte della mente e nel 2015 ho cominciato il mio tour trovando consenso». Oggi sopravvive solo grazie alle offerte dei passanti? «Sì, ma è tutto affidato al caso: ci sono giorni proficui e altri meno. D’altronde non mi esibisco per trarne profitti. L’artista di strada, in verità, è una persona socialmente utile perché capace di toccare le corde emotive della gente. L’offerta è solo un sostentamento». Catania soddisfa le ambizioni degli artisti di strada? «Essere un artista è già difficile di per sé, figuriamoci di strada. Milano è sicuramente più predisposta ad accogliere la nostra arte, ma tutto il mondo è Paese». PIERANGELA CANNONE
Castello Ursino. Sino al 12 febbraio la mostra “Il Museo della follia”, con opere di Antonio Ligabue, Pietro Ghizzardi e Cesare Inzerillo. Aperta tutti i giorni ore 9-19. Palazzo della Cultura. Sino al 5 febbraio “Agatha”, allestimento a cura del Comune in collaborazione con il liceo “Emilio Greco”. Sino al 19 febbraio la mostra “Luce L’immaginario italiano” sui primi 90 anni dell’Istituto Luce. Ingresso a pagamento. Da lunedì a sabato ore 9-13 e 15-19. Museo Diocesano. Mostra “Cuori Intatti”, ritratti di Fabrizio Villa. Aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 14 e il martedì e giovedì anche dalle 15 alle 18.
“Stabat Mater” di Gio baritono, di Giovann dolebat” cantata dal per alto e soprano. Vi Amadeus Mozart con zonetta “Deh vieni al no” e l'aria “Voi che s di Giulio Caccini e “La Il concerto è stato co dizionale inno popol
Dibattito Asso
Nella sala E7 delle Ci nuale degli iscritti de sindacato unitario de tro sul tema: “New m spazi per l’occupazio presieduta da Paolo L le, sono iniziati con la niele Lo Porto, che ha gendo un attendo sgu goria e soffermando quali incontri cultura ne. In particolare, Lo stampa come sbocco no le regole; ha poi p sia la carta stampata dell’informazione su sul tema specifico d sindacato: Fortunato zio Attanasio (Cisl) e manifestato la loro p sostampa su tutte le voro dei giornalisti n ci diano risposte con pa. È intervenuto al dente della Commis che ha ricordato il su cilia del settore dell’i un disegno di legge c
IL 13 APRILE AD ACIREALE
Litfiba, sui social monta l’attesa per il live di “Eutòpia”
PIERO PELÙ E GHIGO RENZULLI I «LITFIBA»
Sale la febbre del rock per l’unica data siciliana dei Litfiba, in programma al Pal’Art Hotel di Acireale il 13 aprile. E’ bastato un commento di Piero Pelù e Ghigo Renzulli con l’account ufficiale dei Litfiba su uno dei tanti post di facebook dedicati al live di Acireale per scatenare i fan e rendere il tutto virale. «Trinacria arriviamo», hanno scritto i Litfiba sul social network e in poche ore il post è rimbalzato di bacheca in bacheca raggiungendo quasi 30mila visualizzazioni. La data siciliana, organizzata da Giuseppe Rapisarda Management, chiuderà l’«Eutòpia tour», che debutterà il 29 marzo alla Kioene Arena di Padova. Il nuovo tour porterà live i grandi classici dei Litfiba e i brani del nuovo album “Eutòpia”. Il disco, che ha esordito al terzo posto della classifica degli album più venduti in Italia e al primo posto della classifica dei vinili, è composto da dieci graffianti tracce in puro stile Litfiba, dove Piero Pelù e Ghigo Renzulli trattano diversi temi: dall’inquinamento all’estremismo religioso, passando per le vittime della ‘Ndran-
gheta ai nuovi media. Elementari e raffinati, ultrapotenti e sentimentali, esplosivi e romantici, elettrici e poetici, i Litfiba hanno attraversato la storia della musica italiana, dal 1980 ad oggi, segnandola in maniera indelebile, cambiando il corso delle cose, resistendo a traversie e imprevisti, morendo e rinascendo, perché qualcuno in questo paese, accidenti, il rock doveva pur suonarlo! E loro lo hanno fatto alla grande, dagli esordi a via de’ Bardi 32, a Firenze, fino ad oggi. I Litfiba sono il rock, sono tempesta e assalto, ma anche cuore e lacrime, vivono la musica come una forza della natura, attraverso la quale cambiare la vita, scrivono canzoni che sono destinate a restare scolpite nella roccia, sostenute dai riff imbattibili di Ghigo e dalla voce ultraterrena di Piero. Ma al tempo stesso sono canzoni in cui la vita si riflette, in cui entra la storia e la nostra storia, canzoni nelle quali è sempre possibile riconoscersi, con le quali si può ragionare, non solo scatenarsi e godere.
sisvalle, consigliere n crisi stia mettendo a crescente numero di del numero degli iscr del lavoro – ha dichia giornalisti solo 16 m qualità dell’informaz Infine, Alberto Cicer ha parlato delle tant avanti.
del
03/04/2017
del
03/04/2017
del
03/04/2017
del
03/04/2017
del
03/04/2017
del
03/04/2017
del
03/04/2017
del
07/04/2017
del
08/04/2017
© LA PRODUZIONE E LA UTILIZZAZIONE DEGLI ARTICOLI E DEGLI ALTRI MATERIALI PUBBLICATI NEL PRESENTE GIORNALE SONO ESPRESSAMENTE RISERVATE
Cultura & Spettacoli 41
GIORNALE DI SICILIA Sabato 8 aprile 2017
Cavalleria rusticana. Si lavora pensando ai prossimi anni: dopo il successo dei suoi allievi, a breve scadranno i termini per iscriversi al nuovo triennio della scuola
Emma Dante e la lirica: «Per ora mi fermo» 0 La regista palermitana: «Per fare delle belle cose bisogna prendersi il tempo giusto. Voglio tornare al mio teatro» Simonetta Trovato OOO Cavalleria Rusticana ed Emma Dante. Come dire, il diavolo e l’acqua santa. O al contrario, poco importa. Perché la novella oleografica per eccellenza, popolata da carretti siciliani, prefiche e coltelli, poco sembra avere a che fare con una regista dissacrante e ironica come la Dante, che deraglia sempre in rivoli altrove, in prosa come nella lirica. Ma forse è proprio per questo che la regista sembra quasi essersi stancata, «non voglio diventare una mestierante, quest’anno ho fatto due regie liriche, mi sono sembrate troppo», aveva dichiarato, prima di annunciare che pianterà lì le arie per almeno due anni «per fare delle belle cose bisogna prendersi il tempo giusto. Ora voglio tornare al mio teatro». E infatti, eccola al lavoro: a Spoleto porterà infatti «La scortecata» da una novella del Basile – anche in questo caso giocata tra sensualità e pazzia, «truce e violenta, non è roba per bambini», avverte la regista - particolarmente amata anche da Matteo Garrone. Ma torniamo a Verga: già nell’accoppiata di «Cavalleria Rusticana» la Dante dimostra un’alzata di testa verso il mondo dei melomani. Non più gli ennesimi «Pagliacci», ma «La voix humaine» di Francis Poulenc, forse il testo che più di ogni altro indaga l’essere profondamente e unilateralmente donna. Il dittico, abba-
La regista Emma Dante
4 L’amore che porta alla follia nell’accoppiata di «Cavalleria Rusticana» e «La voix humaine» di Francis Poulenc stanza inedito, debutta domani sera al Teatro Comunale di Bologna che l’affidato alla bacchetta di Michele Mariotti. «Sarà un viaggio d'amore che rende pazzi i protagonisti e che ci farà scoprire i confini tra la ragione e la perdita del senno», ha detto Emma Dante che ha voluto accanto a sé il suo gruppo di lavoro, da Carmine Maringola per le sce-
ne a Vanessa Sannino per i costumi e la ritrovata Manuela Lo Sicco per le coreografie. Anna Caterina Antonacci è la protagonista della tragédie lyrique composta nel 1958 da Poulenc, tratta dalla piéce omonima di Jean Cocteau, autore anche del libretto. Marco Berti, Carmen Topciu e Gezim Myshketa saranno invece Turiddu, Santuzza e
compare Alfio, nel affresco verista che Mascagni ha tratto dall'omonima novella di Giovanni Verga. Il cast dell'atto unico è completato da Anastasia Boldyreva, nel ruolo di Lola, e da Claudia Marchi, in quello di mamma Lucia. «Sia nella Voix Humaine, sia nella Cavalleria rusticana, protagoniste sono le donne – prosegue
«Già Due opere in un anno Non voglio essere una mestierante» Emma Dante – in entrambe leggo il dolore dell'abbandono, della solitudine. I luoghi sono diversi, diverse le comunità che li abitano, ma la motivazione che spinge alla tragedia è la stessa: la pazzia d'amore. Per amore si compiono azioni estreme, come estremo è il gesto teatrale dentro una grande opera musicale. Cercherò di trasferire dentro l'intimità di Pou-
lenc e dentro il grande affresco siciliano di Mascagni le infinite piccole cerimonie della vita di cui facciamo parte anche noi». Santuzza urla il suo dolore al mondo, alle compagne, alle donne del paese, cerca conforto nella comunità femminile: la Dante la immagina tra le prefiche, un’ispirazione le è venuta dal «Compianto sul Cristo morto» il gruppo di sculture della chiesa di Santa Maria della Vita a Bologna che le ha dato l’idea del finale. I personaggi affranti che urlano dolore, estremamente teatrali, sembrano quasi prendere vita. La protagonista de La voix è, al contrario, drammaticamente sola: ora irride ora piange ore implora ora minaccia, ma è solo lei, lei e la cornetta del telefono. Viene persino il dubbio che dall’altro lato non ci sia nessuno. La regista la vuole internata in un ospedale psichiatrico, mentre l’amante danza un tango con le infermiere. «Lei parla al telefono e lo smonta pian piano, alla fine le resterà in mano solo quella cornetta». Insomma, si lavora, pensando anche ai prossimi anni: dopo il successo ottenuto dai suoi allievi in «Odissea A/R», a breve scadranno i termini per il nuovo triennio della scuola del Teatro Biondo. «Mi aspetto molto da questi nuovi allievi, sono sicura che insieme faremo cose splendide. D’altronde, il primo gruppo l’ho provato sul campo, visto che di fatto lavorano già». (*SIT*)
biondo. Civilleri e Lo Sicco buttano letteralmente in scena gli attori, costringendoli in maschere surreali. Non convince lo spettacolo di illusionismo di Finzi Pasca
Boxe come la vita, la metafora riesce a... metà OOO Milioni di lucciole improvvise, che sembrano proiettare dentro una sera d’estate. Si muove tra fantasia e illusionismo «Bianco su bianco», lo spettacolo della Compagnia Finzi Pasca che fino a domani è ospitato in sala grande al Teatro Biondo. Pesca dal mondo della strada e trasferisce il gioco in un ambiente sognato e leggero,
FNW3OuKqhl84v/kL74N4sy87IOGwr2y44bCjwopPttM=
sottile come un’ala di farfalla. Il problema è che però sta tutto lì, nella scena: bella, accattivante (di Hugo Gargliulo, una vera Firefly forest concepita dal regista Daniele Finzi Pasca), ma … stanca. I due protagonisti, Helena Bittencourt e Goos Meeuwsen – attori, clown, giocolieri e performer – complice la non perfetta padronanza della
lingua, hanno un effetto disarmante sul pubblico. La storia si perde in mille rivoli, straniante e surreale, ferocemente serena, inframezzata com’è da puri effetti da illusionisti, piccoli giochi leggeri leggeri. Non è carne e non è pesce, ma qualcosa di diverso e lontano che non riesce a raggiungere lo spettatore, che si distrae dopo il primo
momento di affettuosa compattezza. Del tutto diverso, «Boxe» di Manuela Lo Sicco e Sabino Civilleri, di scena sempre fino a domani, ma in sala Strehler. Stavolta la «scuola» di Emma Dante che ha formato i due registi, è veramente «denunciata», soprattutto nell’effetto disarmante. Civilleri e Lo Sicco buttano let-
teralmente in scena i loro attori, costringendoli in maschere surreali, alcune perfettamente riuscite (altre no). Il tentativo è quello di usare la boxe come metafora di vita. E dunque, spazio al ragazzo, all’eroe, al mestiere, alla tecnica. Il resto è sudore, guantoni, ring; fuori dal quadrato tutto diventa amorfo, lontano, scarno, inutile. Lo
spettacolo ha un bel risultato visivo, c’è un grande studio dei corpi, il palcoscenico avvolge gli attori che lo utilizzano al meglio. Ma non riescono a star dietro con la recitazione, anzi ci sono frequenti buchi neri. Peccato, perché l’idea è ottima, ma va sviluppata meglio. Filippo Farina, Veronica Lucchesi, Dario Mangiaracina, Mariagrazia Pompei, Quinzio Quiescenti, Stefania Ventura, Gisella Vitrano ce la mettono comunque tutta. Piccolo cameo del pugile professionista Carlo Bentivegna. (*SIT*)
del
09/04/2017
del
09/04/2017
del
09/04/2017
troppo», aveva dichiarato, prima di annunciare che pianterà lì le arie per almeno due anni «per fare delle belle cose bisogna prendersi il tempo giusto. Ora voglio tornare al mio teatro». E infatti, eccola al lavoro: a Spoleto porterà infatti «La scortecata» da una novella del Basile – anche in questo caso giocata tra sensualità e pazzia, «truce e violenta, non è roba per bambini», avverte la regista - particolarmente amata anche da Matteo Garrone. Ma torniamo a Verga: già nell’accoppiata di «Cavalleria Rusticana» la Dante dimostra un’alzata di testa verso il mondo dei melomani. Non più gli ennesimi «Pagliacci», ma «La voix humaine» di Francis Poulenc, forse il testo che più di ogni altro indaga l’essere profondamente e unilateralmente donna. Il dittico, abba-
La regista Emma Dante
4 del
09/04/2017
L’amore che porta alla follia nell’accoppiata di «Cavalleria Rusticana» e «La voix humaine» di Francis Poulenc stanza inedito, debutta domani sera al Teatro Comunale di Bologna che l’affidato alla bacchetta di Michele Mariotti. «Sarà un viaggio d'amore che rende pazzi i protagonisti e che ci farà scoprire i confini tra la ragione e la perdita del senno», ha detto Emma Dante che ha voluto accanto a sé il suo gruppo di lavoro, da Carmine Maringola per le sce-
ne a Vanessa Sannino per i costumi e la ritrovata Manuela Lo Sicco per le coreografie. Anna Caterina Antonacci è la protagonista della tragédie lyrique composta nel 1958 da Poulenc, tratta dalla piéce omonima di Jean Cocteau, autore anche del libretto. Marco Berti, Carmen Topciu e Gezim Myshketa saranno invece Turiddu, Santuzza e
compare Alfio, nel affresco verista che Mascagni ha tratto dall'omonima novella di Giovanni Verga. Il cast dell'atto unico è completato da Anastasia Boldyreva, nel ruolo di Lola, e da Claudia Marchi, in quello di mamma Lucia. «Sia nella Voix Humaine, sia nella Cavalleria rusticana, protagoniste sono le donne – prosegue
«Già Due opere in un anno Non voglio essere una mestierante» Emma Dante – in entrambe leggo il dolore dell'abbandono, della solitudine. I luoghi sono diversi, diverse le comunità che li abitano, ma la motivazione che spinge alla tragedia è la stessa: la pazzia d'amore. Per amore si compiono azioni estreme, come estremo è il gesto teatrale dentro una grande opera musicale. Cercherò di trasferire dentro l'intimità di Pou-
ora irride ora piange ore implora ora minaccia, ma è solo lei, lei e la cornetta del telefono. Viene persino il dubbio che dall’altro lato non ci sia nessuno. La regista la vuole internata in un ospedale psichiatrico, mentre l’amante danza un tango con le infermiere. «Lei parla al telefono e lo smonta pian piano, alla fine le resterà in mano solo quella cornetta». Insomma, si lavora, pensando anche ai prossimi anni: dopo il successo ottenuto dai suoi allievi in «Odissea A/R», a breve scadranno i termini per il nuovo triennio della scuola del Teatro Biondo. «Mi aspetto molto da questi nuovi allievi, sono sicura che insieme faremo cose splendide. D’altronde, il primo gruppo l’ho provato sul campo, visto che di fatto lavorano già». (*SIT*)
biondo. Civilleri e Lo Sicco buttano letteralmente in scena gli attori, costringendoli in maschere surreali. Non convince lo spettacolo di illusionismo di Finzi Pasca
Boxe come la vita, la metafora riesce a... metà OOO Milioni di lucciole improvvise, che sembrano proiettare dentro una sera d’estate. Si muove tra fantasia e illusionismo «Bianco su bianco», lo spettacolo della Compagnia Finzi Pasca che fino a domani è ospitato in sala grande al Teatro Biondo. Pesca dal mondo della strada e trasferisce il gioco in un ambiente sognato e leggero,
FNW3OuKqhl84v/kL74N4sy87IOGwr2y44bCjwopPttM=
sottile come un’ala di farfalla. Il problema è che però sta tutto lì, nella scena: bella, accattivante (di Hugo Gargliulo, una vera Firefly forest concepita dal regista Daniele Finzi Pasca), ma … stanca. I due protagonisti, Helena Bittencourt e Goos Meeuwsen – attori, clown, giocolieri e performer – complice la non perfetta padronanza della
lingua, hanno un effetto disarmante sul pubblico. La storia si perde in mille rivoli, straniante e surreale, ferocemente serena, inframezzata com’è da puri effetti da illusionisti, piccoli giochi leggeri leggeri. Non è carne e non è pesce, ma qualcosa di diverso e lontano che non riesce a raggiungere lo spettatore, che si distrae dopo il primo
momento di affettuosa compattezza. Del tutto diverso, «Boxe» di Manuela Lo Sicco e Sabino Civilleri, di scena sempre fino a domani, ma in sala Strehler. Stavolta la «scuola» di Emma Dante che ha formato i due registi, è veramente «denunciata», soprattutto nell’effetto disarmante. Civilleri e Lo Sicco buttano let-
teralmente in scena i loro attori, costringendoli in maschere surreali, alcune perfettamente riuscite (altre no). Il tentativo è quello di usare la boxe come metafora di vita. E dunque, spazio al ragazzo, all’eroe, al mestiere, alla tecnica. Il resto è sudore, guantoni, ring; fuori dal quadrato tutto diventa amorfo, lontano, scarno, inutile. Lo
spettacolo ha un bel risultato visivo, c’è un grande studio dei corpi, il palcoscenico avvolge gli attori che lo utilizzano al meglio. Ma non riescono a star dietro con la recitazione, anzi ci sono frequenti buchi neri. Peccato, perché l’idea è ottima, ma va sviluppata meglio. Filippo Farina, Veronica Lucchesi, Dario Mangiaracina, Mariagrazia Pompei, Quinzio Quiescenti, Stefania Ventura, Gisella Vitrano ce la mettono comunque tutta. Piccolo cameo del pugile professionista Carlo Bentivegna. (*SIT*)
del
10/04/2017
del
10/04/2017
del
10/04/2017
del
10/04/2017
«Conto da quando ho staccato il primo biglietto», spiega, reduce dal Festival del cinema europeo di Lecce. OOO «Pensare che questo mestiere proprio non lo voleva fare... Tutto è cominciato a ottobre 1977, al Teatro Alberichino, nel quartiere Prati a Roma. Al piano di sopra debuttava Roberto Benigni con Concioni Mario, sotto io con Tali e quali. Mia madre ha do-
transizione per arrivare a Maledetto il giorno che t’ho incontrato, che considero il mio miglior film insieme a Compagni di scuola. Ma la fregatura, la patacca come si dice a Roma, non credo di averla mai data. E poi a volte ci ho visto lungo. Con Ivano e Jessica ho anticipato tanto il vuoto pneumatico nella vita di coppia. Gallo Cedrone, con il progetto dell’autostrada a quattro corsie, non è tanto distante da certi discorsi che ho sentito poi nel 2000».
1 Q
3 Q
1. Carlo Verdone al festival del cinema europeo; 2. Nel film «Viaggi di nozze. 3. In «Bianco, rosso e Verdone» OOO E oggi che periodo è? «Il più complicato da quando fac-
cio questo lavoro. È complicata la del 10/04/2017 vita, la politica, è finita l’etica. Quanta cattiveria c’è in giro,
quante brutte prime pagine leggiamo. Tutto questo si abbatte anche nello spirito dello sceneggiatore. Negli anni ‘80 c’era più leggerezza, speranza».
OOO Verdone riparte dai giovani. Con un nuova storia per Filmauro sul set «a metà giugno», scritta insieme agli sceneggiatori di «Lo chiamavano Jeeg Ro-
persone. Dovrò sempre ringraziare mio padre per la tessera del Filmstudio e mia madre che mi mandava a comprare i carciofi a Campo dè fiori per osservare le persone. Ecco, in questi 40 anni sono stato un pedinatore degli italiani». OOO E a guardare indietro, come definirebbe la sua avventura? «L’incredibile storia di un attore che una cosa non voleva nella vita: fare l’attore».
Prime cinema. Il finlandese Aki Kaurismaki torna a parlare di migrazione e di accoglienza: il film, Orso d’Argento a Berlino, è l’incontro di due vite troppo diverse
Quel mondo tanto caro dei soliti perdenti Eliana L. Napoli
L’altro volto della speranza regia e Sceneggiatura Aki Kaurismaki Con: Sherwan Haji, Sakari Kuosmanen, Ilkka Koivula Origine: Finlandia 2017 Dove: Rouge et Noir
R
egista culto del cinema finlandese, Aki Kaurismaki torna a parlare di migrazione e di cultura dell’accoglienza a sei anni da Miracolo a Le Havre - forse il suo film
FNW3OuKqhl/h6TwfhSPL0oTgVucPMR6nhiDhr9lTIso=
più ispirato e commosso – con «L’altro volto della speranza», un apologo divertente e fantasioso dedicato al mondo a lui tanto caro, dei perdenti e degli outsider. Orso d’Argento alla Berlinale, prodotto e girato interamente in patria, il film è l’incontro di due vite totalmente differenti che si incrociano e trovano un’intesa che nasce da un afflato umanitario, ma che è anche patto di reciproca utilità e convenienza. Da un lato c’è Wilkstrom, un agiato rappresentante di camicie che, in seguito ad una vincita milionaria al tavolo da gioco, decide di realizzare il vecchio sogno di aprire un ristorante. Dall’altra c’è
Una scena del film di Kaurismaki
Kahled, che fugge da Aleppo dove le bombe gli hanno distrutto la casa e tutta la famiglia, ad eccezione della sorella che però perde di vista durante il tragitto. Una serie di vicissitudini lo fanno sbarcare quasi per caso ad Helsinki dove, dopo un tentativo fallito di ottenere lo status di rifugiato, è costretto alla clandestinità, e viene perseguitato da un gruppo di fanatici razzisti. Lo salva Wilkstrom assicurandogli un tetto e un impiego nel suo ristorante. Lui gli restituisce il favore lavorando alacremente, con l’unico scopo di poter vivere una vita tranquilla, da condividere con la sorella che non ha mai smesso di cerca-
re. Attorno a questo spunto iniziale Kaurismaki costruisce un microcosmo dove convivono allegramente rifugiati, maturi cantanti di musica rock e country - le cui argute canzoni, percorse da una sottile ironia, sono dense di significati - improbabili cuochi e camerieri e perfino un simpatico cagnolino cui Khaled insegna la sua lingua. Un mondo semplice, dove non manca materia per il sorriso, dove alla bontà e all’ospitalità di molti, si contrappone l’ottusa inflessibilità dei tutori della legge ed i rigurgiti di un razzismo che questa volta colpisce duro. Il regista finlandese lo connota col suo linguaggio di
sempre, diretto e minimale che tocca corde sensibili senza mai cedere alla retorica, dove la sobrietà della recitazione e dei dialoghi, assieme alla cura della fotografia e dell’inquadratura, creano una sorta di realismo poetico e un’atmosfera straniante che sconfina nel surreale. Questa volta però lo sguardo di Kaurismaki è meno ottimista. Un sottile velo di malinconia nasce dalla constatazione che lì come dappertutto, l’egoismo e la violenza sono in crescita inarrestabile, esponenziale. E tuttavia c’è ancora spazio per la speranza. Alla fine non fioriscono i ciliegi come accadde a Le Havre, ma un piccolo miracolo lo compie l’arrivo di un camion che restituisce illesa a Khaled, l’unica superstite della sua sfortunata famiglia. (*ELN*)
del
10/04/2017
del
10/04/2017
del
10/04/2017
del
10/04/2017
0 Carmen Consoli questa sera presenta il suo «live» in acustico a Palermo, al teatro Biondo, poi sarà ad Agrigento e Messina «Una sirena è al tempo stesso un suono d'allarme e una creatura magica che canta per avvisare del pericolo. Una sirena incanta e seduce. Ma può anche urlare e proteggere» dice Carmen Consoli, spiegando la scelta del titolo. Rita Vecchio Palermo
OOO Chiamatela come volete. Carmen. Cantantessa. Il risultato con la Consoli non cambia. Le sue scelte artistiche stupiscono. La sua musica piace. Il suo ritorno live nei teatri registra il tutto esaurito in molte date. Così, «Eco di sirene», dopo aver ammaliato l’Italia, arriva anche nella sua terra natia per tre concerti che si annunciano di quelli importanti. Quello di stasera al Teatro Biondo di Palermo (sold out da subito), e quelli di domani e dopodomani al Teatro Pirandello di Agrigento, venerdì all’auditorium Palacultura Antonello di Messina. «Non credevo in tanti applausi», diceva nei camerini nelle prime date. «È un tour acustico. E non è scontato piaccia. Il mio pubblico è meraviglioso. Sono molto orgogliosa di tanto appoggio». Sul palco a forma di conchiglia aperta, lei, con la sua inseparabile chitarra. Ma in «Eco di sirene», che prende il nome dal terzo singolo del disco «Media-
mente Isterica» del 1998, Carmen Consoli porta con sé una formazione che oltre alla chitarra, ha anche violino e violoncello. «Tri fimmini». Emilia Belfiore, che fa parte del collettivo musicale e culturale delle Malmaritate, al violino, e Claudia della Gatta al violoncello. «Una sirena è al tempo stesso un suono d'allarme e una creatura magica che canta per avvisare del pericolo. Una sirena incanta e seduce. Ma può anche urlare e proteggere. «Eco di sirene» è quindi uno spazio nel quale accogliere e dar voce e corpo alle domande sul presente, ai piccoli momenti di gioia quotidiana, alla pluralità di risposte individuali», racconta presentando il progetto. «”Eco di sirene” è però anche un allarme di pericolo imminente», dice la Consoli. «Nel peggiore dei casi, pericolo di guerra: quella in Libia, poi quella in Siria. La pace non pare andare di moda, a quanto pare. Però una guerra di tendenza, invece, c'è: ed è quella quotidiana che prodi condottieri combattono dietro una tastiera, offendendo e calunniando gli altri. E poi che dire della guerra che noi stessi abbiamo dichiarato alla nostra santissima, intossicatissima, non più vergine madre Terra? E poi c'è una guerra al buon senso e alla convivenza armoniosa tra i popoli di diversa cultura e tradizio-
del
11/04/2017
Carmen Consoli, questa sera a Palermo al Teatro Biondo
Introduce il concerto. La musicista etnea da sempre è strumentista della Consoli
Un viaggio nella coscienza: il nuovo lavoro della Grasso OOO Il canto della coscienza per scoprire pienamente la propria persona: così la cantautrice catanese Gabriella Lucia Grasso racconta il suo ultimo lavoro in studio, «Vussia cuscenza», che stasera viene presentato in apertura al concerto di Carmen Consoli al Teatro Biondo di Palermo. «È un disco che nasce dall’esigenza di avere un rapporto con la mia coscienza, di avere
una percezione oggettiva di quello che sono – spiega l’artista – . È un tentativo che suggerisco a tutti, perché spesso non abbiamo una grande percezione della nostra coscienza. Ci capita di farlo, magari, in macchina, mentre osserviamo gli altri litigare. La musica, poi, agevola il tutto. Essendo un forte mezzo di comunicazione penso che l’invito alla riflessione tra-
mite una canzone sia molto più veritiero». La coscienza da una parte, il calore degli affetti dall’altra: Vussia cuscenza potrebbe già rivelare tutto il suo significato sulla copertina dell’album. Il capo della Grasso poggiato su quello di una donna più grande: la madre, la nostra terra, la nostra coscienza. Di sicuro un saggio rifugio dalle intemperie della vita. (*TABUA*)
ne. E risuona sordo e stridente l'allarme sociale di una nazione che vota per isolarsi, come l'Inghilterra, oppure di un'altra che vota per alzare e costruire ancora muri, come l’America». Questo progetto, in realtà, è un fil rouge con «L'anello mancante», il tour teatrale del 2008, tutto esaurito in Italia, in Europa e negli Stati Uniti, dominando la scena sola sul palco con le sue sei chitarre. Il tutto per trenta date e venticinque brani in scaletta che partono con «Sulle rive di Morfeo» e ripercorrono vent’anni di carriera, alcuni cantati e suonati dalla sola Consoli in acustico, altri accompagnati da un violino e un violoncello. Da «Ottobre» a «Quello che sento» che la Consoli dedica alla nonna Carmelina da cui ha preso il nome. Immancabili i grandi successi: da «Amore di plastica» a «Confusa e felice», da «Parole di burro» a «L'ultimo bacio», da «Pioggia d’aprile» a «Contessa miseria», a «Mandaci una cartolina» («dedicata a mio padre», dice). E poi un omaggio speciale a Rosa Balistreri, la cantante e cantastorie di Licata, di cui porta sul palco «Buttana di to mà»: «In America avevano Janis Joplin, noi avevamo Rosa Balistreri», dice al pubblico che la applaude prima di intonare «A finestra», che proprio alla lezione della Balistreri si ispira. (*RVEC*)
Concerto giovedì ad acireale. Il gruppo si esibirà al Pal’Art, unica data siciliana. Piero Pelù e Ghigo: la nostra utopia, possibile, è quella di vivere in un Paese diverso
I Litfiba suonano un’Europa diversa: è «Eutòpia» Palermo
OOO Nell’Eutòpia dei Litfiba «il lavoro non è più un ricatto», non c’è immondizia e le piste ciclabili crescono come funghi, ma soprattutto «chi merita vincerà» e a vincere non è sempre il più potente. Così non è nella nostra realtà, ma «è da qui che possiamo iniziare a cambiare le cose», e i Litfiba ci tenteranno al Pal’Art di Acireale, con il concerto di questo giovedì. «Le notizie delle ultime ore ci rattristano molto – racconta Piero Pelù, il leggendario frontman della band, all’indomani dello spettacolo a Firenze – . La Siria, la Russia, gli Stati Uniti… si sta parlando di per-
sonaggi fuori dal controllo che purtroppo hanno un potere enorme. Il loro obiettivo, e lo dico da anni, è uno: distruggere l’Europa. Il modo migliore è quello di creare focolai di guerra dappertutto. In Ucraina, in Siria, in Libia…». «Ci vogliono smembrare – gli fa eco Federico “Ghigo” Renzulli, la chitarra dei Litfiba dall’inizio degli inizi, nel 1977 – . Ed Eutòpia, il disco, parla anche di questo». Il messaggio che la band vuole lanciare dai solchi del loro ultimo disco è «una ragione in più per cercare di crearla, questa Eutòpia. Non dobbiamo sentirci troppo sotto assedio, se no ci si chiude in casa con i
sacchi di sabbia dietro le finestre». Da «In nome di Dio» a «Santi di periferia», l’ultimo capitolo della trilogia avviata con «Stato libero di Litfiba» affronta la storia dell’Europa degli ultimi dieci anni in cerca di un appiglio concreto in cui poter sperare ancora. «Approdare ad Eutòpia è il passo per noi più importante. Vuol dire fuggire da una grande nazione in cui le mafie fanno ancora da padrone – continua Pelù – e la vita dei cittadini è sempre più difficile e costosa a fronte di una classe politica inetta. C’è la volontà di vivere in uno stato libero da tutte queste cose».
Federico «Ghigo» Renzulli e Piero Pelù, ossia i Litfiba
Il pezzo più rappresentativo in questo momento storico? «Semplice: In nome di Dio – risponde Ghigo – con i suoi riferimenti alla religione e all’orrore che l’umanità è in grado di commettere. È un’epoca difficile, quella in cui viviamo, in cui dobbiamo trovare tanto coraggio, il perno fondamentale di Eutòpia». Un’utopia possibile, questa è l’Eutòpia dei Litfiba, un mondo solo apparentemente irrealizzabile che sul palco si compone attimo dopo attimo al suono potente e frustante dell’intera band, dai granitici riferimenti ai Black Sabbath agli spigoli compositivi dei Devo, dei Buzzocks, di tutta quell’ondata di «suoni nuovi e diversi» da cui Ghigo venne affascinato a inizio anni Ottanta e che mai più è riuscito ad abbandonare. (*TABUA*) Tancredi Bua
palermo. Inaugurata ieri alla chiesa dell’Incoronazione, «No borders, arti e vicende di sette Popoli», Arti e vicende di 7 Popoli» una mostra di oggetti e di poesia
La bellezza gran cura di tutti i mali Anche della paura della migrazione Palermo
OOO «Non si impedisce alle rondini di volare, non si fermano i flussi delle correnti del mare e gli esseri umani non possono smettere di riconoscere l’umanità e i bisogni dei loro fratelli in difficoltà», così scrive Francesca Corrao, Presidente della Fondazione Orestiadi di Gibellina, nel testo di presentazione della mostra «NO BORDERS, Arti e vicende di 7 Popoli», Iran, Iraq, Libia, Siria, Somalia, Sudan, Yemen, inaugurata ieri pomeriggio presso la Cappella dell’Incoronazione a Palermo. La mostra voluta dal Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo in collaborazione con la Fondazione Orestiadi di Gibellina, trae spunto da un fatto di cronaca, ovvero dal cosiddetto muslim ban, il muro virtuale assemblato con pregiudizi e
FNW3OuKqhl8En2PTNQmt3E6hgMu6IYNqG2fw+SytqYA=
sentimenti anti-umanitari, emanato dal nuovo Presidente degli Stati Uniti per «proteggere la nazione dall’ingresso di terroristi musulmani». Divieto che ha creato un grande dissenso espresso anche attraverso mostre ed eventi culturali volti ad affermare la bellezza antica delle culture di questi popoli che si affacciano sul Mediterraneo. Tra le prime iniziative in tal senso, Il MoMA (Museum of Modern Art) di New York, ha voluto sottolineare la strada del dialogo tra le culture, riallestendo parzialmente la collezione permanente a beneficio di opere di artisti provenienti dai paesi oggetto della restrizione. Lo stesso obiettivo si pone la mostra palermitana «NO BORDERS», sfruttando la connaturata inclinazione all’accoglienza della Sicilia, e il lavoro già ampiamente svolto sul tema
del dialogo tra i paesi del Mediterraneo dal Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo, nonché dalla Fondazione Orestiadi che, con il suo Museo delle Trame Mediterranee, vanta una delle collezioni più belle e varie. La Bellezza, del resto, è da sempre la panacea di tutti i mali, il valore più alto a cui ispirarsi per fare perno su una cultura aperta, dalle mille sfaccettature e senza confini. In mostra i manufatti di uso quotidiano legati alle arti decorative (tra gioielli, costumi e ceramiche) testimoni delle tradizioni dei sette paesi timbrati dal muslim ban, provenienti proprio dalla collezione del Museo delle Trame Mediterranee della Fondazione Orestiadi di Gibellina che, attraverso un lungo lavoro maturato negli anni, ha tessuto rapporti, ha cu-
rato scambi e dialoghi in nome dell’arte. Gli oggetti esposti, pur nella loro peculiarità, sono legati ad un unico filo che li intreccia come in un grande ricamo sfaccettato, che annoda e unisce invece di dividere, accentuando piuttosto le differenze come valore aggiunto di una bellezza senza limiti. Tra questi troviamo i poggiatesta lignei che i pastori somali utilizzano per riposare durante il pascolo senza addormentarsi, con forme fortemente stilizzate vicine all’arte contemporanea; e poi una mattonella persiana del XIV secolo testimone di una cultura pre-araba vicina alla nostre radici; un incensiere proveniente dalla via dell’incenso in Yemen; i copritavola nuziali iraniani e i gioielli delle donne rashida del sudan; due costumi da Aleppo, tra i luoghi più importanti per la tessitura in Siria, oggi devastati da guerre e orrori. Ad accompagnare gli oggetti in mostra sono stati selezionati i versi poetici di alcuni tra i più grandi autori dei sette paesi oggetto del divieto di Trump.
Una scatola di peltro originaria dell’Iran
(*vdm*) Valentina Di Miceli
bello, Borotalco, Compagni di Scuola, solo per citarne alcuni. E quest’anno Carlo Verdone festeggia i suoi primi 40 anni di carriera. «Conto da quando ho staccato il primo biglietto», spiega, reduce dal Festival del cinema europeo di Lecce. OOO «Pensare che questo mestiere proprio non lo voleva fare... Tutto è cominciato a ottobre 1977, al Teatro Alberichino, nel quartiere Prati a Roma. Al piano di sopra debuttava Roberto Benigni con Concioni Mario, sotto io con Tali e quali. Mia madre ha do-
non riesce nemmeno a me. Ma ho sempre cercato di far tesoro delle esperienze. Stasera a casa di Alice, ad esempio, è stato un gradino di transizione per arrivare a Maledetto il giorno che t’ho incontrato, che considero il mio miglior film insieme a Compagni di scuola. Ma la fregatura, la patacca come si dice a Roma, non credo di averla mai data. E poi a volte ci ho visto lungo. Con Ivano e Jessica ho anticipato tanto il vuoto pneumatico nella vita di coppia. Gallo Cedrone, con il progetto dell’autostrada a quattro corsie, non è tanto distante da certi discorsi che ho sentito poi nel 2000».
1 Q
3 Q
1. Carlo Verdone al festival del cinema europeo; 2. Nel film «Viaggi di nozze. 3. In «Bianco, rosso e Verdone» del 11/04/2017 OOO E oggi che periodo è? «Il più complicato da quando faccio questo lavoro. È complicata la vita, la politica, è finita l’etica. Quanta cattiveria c’è in giro,
quante brutte prime pagine leggiamo. Tutto questo si abbatte anche nello spirito dello sceneggiatore. Negli anni ‘80 c’era più leggerezza, speranza».
OOO Verdone riparte dai giovani. Con un nuova storia per Filmauro sul set «a metà giugno», scritta insieme agli sceneggiatori di «Lo chiamavano Jeeg Ro-
storie che raccontano; trovare nuovi attori, perché serve un ricambio generazionale; e uno stile proprio. E poi, guardare la vita, le persone. Dovrò sempre ringraziare mio padre per la tessera del Filmstudio e mia madre che mi mandava a comprare i carciofi a Campo dè fiori per osservare le persone. Ecco, in questi 40 anni sono stato un pedinatore degli italiani». OOO E a guardare indietro, come definirebbe la sua avventura? «L’incredibile storia di un attore che una cosa non voleva nella vita: fare l’attore».
Prime cinema. Il finlandese Aki Kaurismaki torna a parlare di migrazione e di accoglienza: il film, Orso d’Argento a Berlino, è l’incontro di due vite troppo diverse
Quel mondo tanto caro dei soliti perdenti Eliana L. Napoli
L’altro volto della speranza regia e Sceneggiatura Aki Kaurismaki Con: Sherwan Haji, Sakari Kuosmanen, Ilkka Koivula Origine: Finlandia 2017 Dove: Rouge et Noir
R
egista culto del cinema finlandese, Aki Kaurismaki torna a parlare di migrazione e di cultura dell’accoglienza a sei anni da Miracolo a Le Havre - forse il suo film
FNW3OuKqhl/h6TwfhSPL0oTgVucPMR6nhiDhr9lTIso=
più ispirato e commosso – con «L’altro volto della speranza», un apologo divertente e fantasioso dedicato al mondo a lui tanto caro, dei perdenti e degli outsider. Orso d’Argento alla Berlinale, prodotto e girato interamente in patria, il film è l’incontro di due vite totalmente differenti che si incrociano e trovano un’intesa che nasce da un afflato umanitario, ma che è anche patto di reciproca utilità e convenienza. Da un lato c’è Wilkstrom, un agiato rappresentante di camicie che, in seguito ad una vincita milionaria al tavolo da gioco, decide di realizzare il vecchio sogno di aprire un ristorante. Dall’altra c’è
Una scena del film di Kaurismaki
Kahled, che fugge da Aleppo dove le bombe gli hanno distrutto la casa e tutta la famiglia, ad eccezione della sorella che però perde di vista durante il tragitto. Una serie di vicissitudini lo fanno sbarcare quasi per caso ad Helsinki dove, dopo un tentativo fallito di ottenere lo status di rifugiato, è costretto alla clandestinità, e viene perseguitato da un gruppo di fanatici razzisti. Lo salva Wilkstrom assicurandogli un tetto e un impiego nel suo ristorante. Lui gli restituisce il favore lavorando alacremente, con l’unico scopo di poter vivere una vita tranquilla, da condividere con la sorella che non ha mai smesso di cerca-
re. Attorno a questo spunto iniziale Kaurismaki costruisce un microcosmo dove convivono allegramente rifugiati, maturi cantanti di musica rock e country - le cui argute canzoni, percorse da una sottile ironia, sono dense di significati - improbabili cuochi e camerieri e perfino un simpatico cagnolino cui Khaled insegna la sua lingua. Un mondo semplice, dove non manca materia per il sorriso, dove alla bontà e all’ospitalità di molti, si contrappone l’ottusa inflessibilità dei tutori della legge ed i rigurgiti di un razzismo che questa volta colpisce duro. Il regista finlandese lo connota col suo linguaggio di
sempre, diretto e minimale che tocca corde sensibili senza mai cedere alla retorica, dove la sobrietà della recitazione e dei dialoghi, assieme alla cura della fotografia e dell’inquadratura, creano una sorta di realismo poetico e un’atmosfera straniante che sconfina nel surreale. Questa volta però lo sguardo di Kaurismaki è meno ottimista. Un sottile velo di malinconia nasce dalla constatazione che lì come dappertutto, l’egoismo e la violenza sono in crescita inarrestabile, esponenziale. E tuttavia c’è ancora spazio per la speranza. Alla fine non fioriscono i ciliegi come accadde a Le Havre, ma un piccolo miracolo lo compie l’arrivo di un camion che restituisce illesa a Khaled, l’unica superstite della sua sfortunata famiglia. (*ELN*)
del
11/04/2017
del
11/04/2017
giorno &notte
INCONTRO COI FAN
Oggi Levante presenta il suo album di inediti
Oggi alle 14 la Feltrinelli ospita Levante. L'artista incontrerà il pubblico in occasione dell'uscita, venerdì scorso, del nuovo album di inediti da lei firmati intitolato “Nel caos di stanze stupefacenti” (Carosello Records). Con questo lavoro, che include dodici suoi nuovi brani, la cantautrice porta a termine una sorta di trilogia musicale iniziata con “Manuale distruzione” (2014) e continuata con “Abbi cura di te” (2015). L'album, inte-
Cresce l’attesa per i Litfiba e lo straordinario “Eutòpia tour”
O
Giovedì al Pal’Art Hotel di Acireale la tappa conclusiva SICANI E SICULI CONFERENZA AL TEATRO ANTICO
Domani, mercoledì 12, alle 17,30, nella Sala dell’Esedra del Teatro Antico, la prof.ssa Rosalba Panvini terrà una conferenza sulle due principali popolazioni della Sicilia protostorica: Sicani e Siculi. La conferenza sarà introdotta dalla dottoressa Maria Costanza Lentini, direttore del Polo Regionale di Catania per i siti culturali.
Il Pal’Art Hotel di Acireale ospiterà giovedì prossimo la tappa conclusiva della prima parte di “Eutòpia tour”, fortunata tournée dei Litfiba che sta riempiendo i palasport delle città italiane più importanti. La data acese, organizzata da Giuseppe Rapisarda Management, rappresenta l’unico appuntamento isolano di “Eutòpia tour” ed è destinata ad accogliere fan provenienti da tutta la Sicilia e dalla Calabria. In scaletta i classici dei Litfiba e, ovviamente, i brani del nuovo album “Eutòpia”, che dà il nome al tour. Il disco, che ha esordito al terzo posto della classifica degli album più venduti in Italia e al primo posto della classifica dei vinili, è composto da dieci tracce in puro stile Litfiba, nelle quali Piero Pelù e Ghigo Renzulli trattano temi diverso: dall’inquinamento all’estremismo religioso, passando per le vittime della ‘ndrangheta ai nuovi media. Il concerto prevede un alternarsi di pezzi nuovi, come “Dio del tuono”, “L’impossibile” e “Maria Coraggio” (dedicata a Lea Garofalo e alla figlia Denise, vittime della mafia), e canzoni del passato, tra le quali “Spirito”, “Regina di cuori”, “Lacio drom” fino alla chiusura d’impatto con “El Diablo”, accompagnata dalle immagini di Trump, Assad, Erdogan e Kim Jong-Un rappresentati con tanto di corna da diavoli. Una scaletta curata in ogni dettaglio che contiene almeno una canzone estratta da ogni disco del celebre gruppo. Elementari e raffinati, ultrapotenti e
oggi dove
Nella foto i Litfiba, storica band italiana formata da Piero Pelù e Ghigo Renzulli, giovedì sera ad Acireale
sentimentali, esplosivi e romantici, elettrici e poetici, i Litfiba hanno attraversato la storia della musica italiana dagli esordi a via de’ Bardi 32, a Firenze, sino a oggi. I Litfiba rappresentano il rock, sono tempesta e assalto, ma anche cuore e lacrime, vivono la musica come una forza della natura, attraverso la quale cambiare la vita. GAETANO RIZZO
FOLLA DI FAN AL CENTRO SICILIA PER L’INSTORE TOUR DI D’ALESSIO
«Se Gigi chiama, noi ci siamo» C’è un legame molto forte tra Catania e Gigi D’Alessio. Ancora una volta, il cantautore napoletano è stato avvolto da tutto il calore siciliano. Migliaia di fan hanno affollato il Centro Sicilia per il suo InStore Tour. D’Alessio, in questi giorni impegnato anche alla conduzione di Made in Sud su Rai2, ha presentato il suo nuovo album “24.02.1967”, che rappresenta la sua data di nascita. Una grande festa per i suoi cinquant’anni in giro per l’Italia. Ogni appuntamento ha visto migliaia di fan in fila fin dalle prime ore del mattino. Al Centro Sicilia, i primi a posizionarsi dietro le transenne sono stati Angela e Carmelo Cutuli di Grammichele. «Siamo arrivati alle 8 del mattino – dicono –. Gigi è unico, impossibile esprimere il bene che proviamo per lui. A casa nostra siamo cresciuti con la sua musica. Ci ha sempre fatto compagnia». «Una foto con Gigi è più che social – dice Mariangela Colot-
ti, 32enne di San Giovanni La Punta – lui è proprio una bella persona. Oggi, ancora una volta, l’ha dimostrato. Nonostante il numeroso pubblico pre-
INIZIATIVA DI GENERALI ITALIA
Gigi D’Alessio con una sua fan al Centro Sicilia
sente, ha sorriso e abbracciato tutti». «Devo tanto a Gigi – dice Manuele Gherlandini, 20enne di Catania – ho attraversato un momento difficile della mia vita e lui c’è stato. Era presente, senza saperlo. Ho trovato la forza di andare avanti ascoltando la sua musica. Il brano “Non mollare mai” mi ha regalato una forza che è impossibile da descrivere. È proprio vero che nella vita non si deve mollare mai». «Gigi è Gigi – spiega Tiziana Milazzo, 35enne di San Giorgio – a Sanremo ci ha regalato una poesia. Una canzone molto intima che ha voluto condividere con noi fan. Poco importa del risultato del Festival. Il vero successo si vede dalla vendita degli album e dagli appuntamenti live». «Conosco la musica di Gigi da sempre – spiega Gianluca Bellia, 18enne catanese – all’asilo invece delle canzoni dei cartoni animati, cantavo i suoi brani». SIMONE RUSSO
Levan alla F
Teatro del Canovaccio. Alle 21, ultimo film della terza edizione della rassegna di cinema. Sarà proiettato il film “L’amore e il sangue” di Paul Verhoeven. Castello Ursino. Mostra “Il genio di Andy Warhol”, aperta tutti i giorni dalle 9 alle 19 fino al 3 maggio. Mostra “L’istinto della formica”, a cura di Barbara Mancuso. Aperta sino al 20 ottobre. Palazzo della Cultura. Mostra delle opere di Maurits Cornelis Escher. Aperta dal lunedì al venerdì e domenica dalle 10 alle 20, sabato dalle 10 alle 24. Fino al 17 settembre. Ingresso a pagamento. Mostra “Amor sacro e amor profano” di Dino Cunsolo. Da lunedì a sabato dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19, la domenica dalle 9 alle 13. Archivio di Stato. Fino al 29 “Il barocco in mostra: un itinerario possibile”. Aperta da lunedì a venerdì dalle 9 alle 18,30, sabato ore 9-12,30.
bello, Borotalco, Compagni di Scuola, solo per citarne alcuni. E quest’anno Carlo Verdone festeggia i suoi primi 40 anni di carriera. «Conto da quando ho staccato il primo biglietto», spiega, reduce dal Festival del cinema europeo di Lecce. OOO «Pensare che questo mestiere proprio non lo voleva fare... Tutto è cominciato a ottobre 1977, al Teatro Alberichino, nel quartiere Prati a Roma. Al piano di sopra debuttava Roberto Benigni con Concioni Mario, sotto io con Tali e quali. Mia madre ha do-
non riesce nemmeno a me. Ma ho sempre cercato di far tesoro delle esperienze. Stasera a casa di Alice, ad esempio, è stato un gradino di transizione per arrivare a Maledetto il giorno che t’ho incontrato, che considero il mio miglior film insieme a Compagni di scuola. Ma la fregatura, la patacca come si dice a Roma, non credo di averla mai data. E poi a volte ci ho visto lungo. Con Ivano e Jessica ho anticipato tanto il vuoto pneumatico nella vita di coppia. Gallo Cedrone, con il progetto dell’autostrada a quattro corsie, non è tanto distante da certi discorsi che ho sentito poi nel 2000».
1 Q
3 Q
1. Carlo Verdone al festival del cinema europeo; 2. Nel film «Viaggi di nozze. 3. In «Bianco, rosso e Verdone» del 12/04/2017 OOO E oggi che periodo è? «Il più complicato da quando faccio questo lavoro. È complicata la vita, la politica, è finita l’etica. Quanta cattiveria c’è in giro,
quante brutte prime pagine leggiamo. Tutto questo si abbatte anche nello spirito dello sceneggiatore. Negli anni ‘80 c’era più leggerezza, speranza».
OOO Verdone riparte dai giovani. Con un nuova storia per Filmauro sul set «a metà giugno», scritta insieme agli sceneggiatori di «Lo chiamavano Jeeg Ro-
storie che raccontano; trovare nuovi attori, perché serve un ricambio generazionale; e uno stile proprio. E poi, guardare la vita, le persone. Dovrò sempre ringraziare mio padre per la tessera del Filmstudio e mia madre che mi mandava a comprare i carciofi a Campo dè fiori per osservare le persone. Ecco, in questi 40 anni sono stato un pedinatore degli italiani». OOO E a guardare indietro, come definirebbe la sua avventura? «L’incredibile storia di un attore che una cosa non voleva nella vita: fare l’attore».
Prime cinema. Il finlandese Aki Kaurismaki torna a parlare di migrazione e di accoglienza: il film, Orso d’Argento a Berlino, è l’incontro di due vite troppo diverse
Quel mondo tanto caro dei soliti perdenti Eliana L. Napoli
L’altro volto della speranza regia e Sceneggiatura Aki Kaurismaki Con: Sherwan Haji, Sakari Kuosmanen, Ilkka Koivula Origine: Finlandia 2017 Dove: Rouge et Noir
R
egista culto del cinema finlandese, Aki Kaurismaki torna a parlare di migrazione e di cultura dell’accoglienza a sei anni da Miracolo a Le Havre - forse il suo film
FNW3OuKqhl/h6TwfhSPL0oTgVucPMR6nhiDhr9lTIso=
più ispirato e commosso – con «L’altro volto della speranza», un apologo divertente e fantasioso dedicato al mondo a lui tanto caro, dei perdenti e degli outsider. Orso d’Argento alla Berlinale, prodotto e girato interamente in patria, il film è l’incontro di due vite totalmente differenti che si incrociano e trovano un’intesa che nasce da un afflato umanitario, ma che è anche patto di reciproca utilità e convenienza. Da un lato c’è Wilkstrom, un agiato rappresentante di camicie che, in seguito ad una vincita milionaria al tavolo da gioco, decide di realizzare il vecchio sogno di aprire un ristorante. Dall’altra c’è
Una scena del film di Kaurismaki
Kahled, che fugge da Aleppo dove le bombe gli hanno distrutto la casa e tutta la famiglia, ad eccezione della sorella che però perde di vista durante il tragitto. Una serie di vicissitudini lo fanno sbarcare quasi per caso ad Helsinki dove, dopo un tentativo fallito di ottenere lo status di rifugiato, è costretto alla clandestinità, e viene perseguitato da un gruppo di fanatici razzisti. Lo salva Wilkstrom assicurandogli un tetto e un impiego nel suo ristorante. Lui gli restituisce il favore lavorando alacremente, con l’unico scopo di poter vivere una vita tranquilla, da condividere con la sorella che non ha mai smesso di cerca-
re. Attorno a questo spunto iniziale Kaurismaki costruisce un microcosmo dove convivono allegramente rifugiati, maturi cantanti di musica rock e country - le cui argute canzoni, percorse da una sottile ironia, sono dense di significati - improbabili cuochi e camerieri e perfino un simpatico cagnolino cui Khaled insegna la sua lingua. Un mondo semplice, dove non manca materia per il sorriso, dove alla bontà e all’ospitalità di molti, si contrappone l’ottusa inflessibilità dei tutori della legge ed i rigurgiti di un razzismo che questa volta colpisce duro. Il regista finlandese lo connota col suo linguaggio di
sempre, diretto e minimale che tocca corde sensibili senza mai cedere alla retorica, dove la sobrietà della recitazione e dei dialoghi, assieme alla cura della fotografia e dell’inquadratura, creano una sorta di realismo poetico e un’atmosfera straniante che sconfina nel surreale. Questa volta però lo sguardo di Kaurismaki è meno ottimista. Un sottile velo di malinconia nasce dalla constatazione che lì come dappertutto, l’egoismo e la violenza sono in crescita inarrestabile, esponenziale. E tuttavia c’è ancora spazio per la speranza. Alla fine non fioriscono i ciliegi come accadde a Le Havre, ma un piccolo miracolo lo compie l’arrivo di un camion che restituisce illesa a Khaled, l’unica superstite della sua sfortunata famiglia. (*ELN*)
del
12/04/2017
del
12/04/2017
del
12/04/2017
bello, Borotalco, Compagni di Scuola, solo per citarne alcuni. E quest’anno Carlo Verdone festeggia i suoi primi 40 anni di carriera. «Conto da quando ho staccato il primo biglietto», spiega, reduce dal Festival del cinema europeo di Lecce. OOO «Pensare che questo mestiere proprio non lo voleva fare... Tutto è cominciato a ottobre 1977, al Teatro Alberichino, nel quartiere Prati a Roma. Al piano di sopra debuttava Roberto Benigni con Concioni Mario, sotto io con Tali e quali. Mia madre ha do-
non riesce nemmeno a me. Ma ho sempre cercato di far tesoro delle esperienze. Stasera a casa di Alice, ad esempio, è stato un gradino di transizione per arrivare a Maledetto il giorno che t’ho incontrato, che considero il mio miglior film insieme a Compagni di scuola. Ma la fregatura, la patacca come si dice a Roma, non credo di averla mai data. E poi a volte ci ho visto lungo. Con Ivano e Jessica ho anticipato tanto il vuoto pneumatico nella vita di coppia. Gallo Cedrone, con il progetto dell’autostrada a quattro corsie, non è tanto distante da certi discorsi che ho sentito poi nel 2000».
1 Q
3 Q
1. Carlo Verdone al festival del cinema europeo; 2. Nel film «Viaggi di nozze. 3. In «Bianco, rosso e Verdone» del 13/04/2017 OOO E oggi che periodo è? «Il più complicato da quando faccio questo lavoro. È complicata la vita, la politica, è finita l’etica. Quanta cattiveria c’è in giro,
quante brutte prime pagine leggiamo. Tutto questo si abbatte anche nello spirito dello sceneggiatore. Negli anni ‘80 c’era più leggerezza, speranza».
OOO Verdone riparte dai giovani. Con un nuova storia per Filmauro sul set «a metà giugno», scritta insieme agli sceneggiatori di «Lo chiamavano Jeeg Ro-
storie che raccontano; trovare nuovi attori, perché serve un ricambio generazionale; e uno stile proprio. E poi, guardare la vita, le persone. Dovrò sempre ringraziare mio padre per la tessera del Filmstudio e mia madre che mi mandava a comprare i carciofi a Campo dè fiori per osservare le persone. Ecco, in questi 40 anni sono stato un pedinatore degli italiani». OOO E a guardare indietro, come definirebbe la sua avventura? «L’incredibile storia di un attore che una cosa non voleva nella vita: fare l’attore».
Prime cinema. Il finlandese Aki Kaurismaki torna a parlare di migrazione e di accoglienza: il film, Orso d’Argento a Berlino, è l’incontro di due vite troppo diverse
Quel mondo tanto caro dei soliti perdenti Eliana L. Napoli
L’altro volto della speranza regia e Sceneggiatura Aki Kaurismaki Con: Sherwan Haji, Sakari Kuosmanen, Ilkka Koivula Origine: Finlandia 2017 Dove: Rouge et Noir
R
egista culto del cinema finlandese, Aki Kaurismaki torna a parlare di migrazione e di cultura dell’accoglienza a sei anni da Miracolo a Le Havre - forse il suo film
FNW3OuKqhl/h6TwfhSPL0oTgVucPMR6nhiDhr9lTIso=
più ispirato e commosso – con «L’altro volto della speranza», un apologo divertente e fantasioso dedicato al mondo a lui tanto caro, dei perdenti e degli outsider. Orso d’Argento alla Berlinale, prodotto e girato interamente in patria, il film è l’incontro di due vite totalmente differenti che si incrociano e trovano un’intesa che nasce da un afflato umanitario, ma che è anche patto di reciproca utilità e convenienza. Da un lato c’è Wilkstrom, un agiato rappresentante di camicie che, in seguito ad una vincita milionaria al tavolo da gioco, decide di realizzare il vecchio sogno di aprire un ristorante. Dall’altra c’è
Una scena del film di Kaurismaki
Kahled, che fugge da Aleppo dove le bombe gli hanno distrutto la casa e tutta la famiglia, ad eccezione della sorella che però perde di vista durante il tragitto. Una serie di vicissitudini lo fanno sbarcare quasi per caso ad Helsinki dove, dopo un tentativo fallito di ottenere lo status di rifugiato, è costretto alla clandestinità, e viene perseguitato da un gruppo di fanatici razzisti. Lo salva Wilkstrom assicurandogli un tetto e un impiego nel suo ristorante. Lui gli restituisce il favore lavorando alacremente, con l’unico scopo di poter vivere una vita tranquilla, da condividere con la sorella che non ha mai smesso di cerca-
re. Attorno a questo spunto iniziale Kaurismaki costruisce un microcosmo dove convivono allegramente rifugiati, maturi cantanti di musica rock e country - le cui argute canzoni, percorse da una sottile ironia, sono dense di significati - improbabili cuochi e camerieri e perfino un simpatico cagnolino cui Khaled insegna la sua lingua. Un mondo semplice, dove non manca materia per il sorriso, dove alla bontà e all’ospitalità di molti, si contrappone l’ottusa inflessibilità dei tutori della legge ed i rigurgiti di un razzismo che questa volta colpisce duro. Il regista finlandese lo connota col suo linguaggio di
sempre, diretto e minimale che tocca corde sensibili senza mai cedere alla retorica, dove la sobrietà della recitazione e dei dialoghi, assieme alla cura della fotografia e dell’inquadratura, creano una sorta di realismo poetico e un’atmosfera straniante che sconfina nel surreale. Questa volta però lo sguardo di Kaurismaki è meno ottimista. Un sottile velo di malinconia nasce dalla constatazione che lì come dappertutto, l’egoismo e la violenza sono in crescita inarrestabile, esponenziale. E tuttavia c’è ancora spazio per la speranza. Alla fine non fioriscono i ciliegi come accadde a Le Havre, ma un piccolo miracolo lo compie l’arrivo di un camion che restituisce illesa a Khaled, l’unica superstite della sua sfortunata famiglia. (*ELN*)
del
13/04/2017 GIOVEDÌ 13 APRILE 2017
spettacolo
Il Bif&st di Bari
l
& s
ife tyle
In anteprima i nuovi film di Pupi Avati e Jordan Peele
ROMA. Il Teatro Petruzzelli ospiterà nove film in anteprima italiana o internazionale (da La tenerezza di Avati a Get Out di Jordan Peele), nove Lezioni di cinema (Andrej Konchalovskij, Alessandro Gassmann, Greta Scacchi, Pupi Avati, Carlo e Enrico Vanzina, Dario Argento, Fanny Ardant e Margarethe von Trotta, Jacques Perrin e Volker Schlöndorff) e poi ancora dodici film (due fuori concorso) pro-
.23
venienti da tutto il mondo. È solo una parte del menù dell’ottava edizione del Bif&st (22-29 aprile) di Bari, presentato ieri a Roma, alla presenza del direttore artistico Felice Laudadio. Da quest’anno presidente della manifestazione sarà la regista Margarethe von Trotta, presidente onorario Ettore Scola ecomitato di direzione composto da Enrico Magrelli, Marco Spagnoli e Angelo Ceglie.
L’intervista Stasera al Pal’Art Hotel di Acireale si chiude la parte invernale del tour della band toscana
GIUSEPPE ATTARDI
C
i sono Gandhi, don Gallo, Carlo Marx, Bob Dylan e Ilaria Cucchi. Ragazzi che chiedono diritti, uguaglianza, solidarietà e dicono no al bullismo. Gessica Notaro, sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato, spiega che l’amore prima di tutto è rispetto. C’è Lea Garofalo, testimone di giustizia e per questo vittima della ‘ndrangheta a 35 anni. E ci sono le vittime del fanatismo islamico. Su un enorme schermo a led, volti, cronache, storie di vita quotidiana introducono e accompagnano i Litfiba nell’Eutòpia tour che stasera chiude la tranche invernale al Pal’Art Hotel di Acireale. Il palco diventa l’avamposto di un mondo «eutòpico, non utopistico», come tiene a sottolineare Piero Pelù. «Eutòpia significa il bel luogo, mentre utopia vuol dire il luogo che non esiste, il non luogo - specifica il rocker fiorentino Quindi c’è una differenza fondamentale. Nell’approccio, nella filosofia. I luoghi belli per fortuna esistono in questo mondo così violento, come ci descrive anche la cronaca di questi giorni, e quindi questi luoghi vanno saputi capire, vanno saputi interpretare, bisogna farli nostri con un grande lavoro di coraggio, di difesa delle nostre idee e di energie positive». Eutòpia, la terra immaginata dai Litfiba, l’isola che c’è la possiamo trovare nel nord d’Europa: «Lo dimostra un’indagine recente spiega Pelù - Emerge che i primi dieci Paesi dove si vive meglio al mondo sono nel nord dell’Europa: lì non c’è corruzione, esiste uno stato sociale e quando un politico è incapace, viene cacciato fuori». Ma anche in Sicilia, nel quartiere di Librino a Catania. «È un luogo meraviglioso, dove i ragazzi del “Progetto Librino” stanno creando la loro piccola Eutòpia. Io quando ho avuto la fortuna di essere invi-
«Eutòpia c’ c’è è a Librino» Piero Pelù: «In questo mondo distonico i Litfiba sono portatori di energie positive»
“ Da Catania è scaturito il testo della canzone “Santi di periferia”
tato lì tramite il mio amico musicista Giovanni Roselli, primo flauto dell’Orchestra del Teatro Bellini, sono rimasto talmente emozionato dall’incontro con i ragazzi che da lì è scaturito poi il testo della canzone che si intitola Santi di periferia, contenuta nel nuovo album». “Sbandati, suonati, rintanati, affamati e dimenticati Giocosi, riottosi, rabbiosi, disillusi e assetati Danzanti, richiamanti, scalcianti come Santi di periferia Dello stato che qui fuori non c'è Siamo il mostro che avete creato La canaglia che presenta il conto Siamo gatti maleducati Che ti tirano fuori le unghie Siamo Santi di periferia" Perché Piero Pelù e Ghigo Renzulli, a 55 anni il primo, a 63 il
secondo, continuano a essere gli stessi "ragazzacci" di "El Diablo" (1990), cresciuti con l'idea che il rock potesse cambiare il mondo. «Avere uno sguardo sul mondo è importante perché ti fa essere parte del mondo, ed è fonte di sopravvivenza: stare fuori dalla realtà, dalla quotidianità in questa Italia così "giunglata" significa rimanerne fagocitati. Ho un modo di esprimermi aggressivo e scomodo, lo so, ma l'importante è che esista un livello di comunicazione che lasci il segno. Raccontare solo cose divertenti non è il motivo per cui ho iniziato a fare musica. Chiaro, il divertimento è fondamentale ma deve essere legato alla costruzione delle coscienze. Ci teniamo a trasmettere la nostra idea del sociale più che a parlare di politica, lottiamo per un mondo miglio-
re. Nella dittatura dell'ignoranza, meglio maledetti che rincoglioniti: noi cerchiamo di migliorare la società anche attraverso la musica, e se tutti lo facessero nel loro piccolo l'Italia sarebbe un posto migliore». E, ai ragazzi che continuano ad accorrere numerosi ai
EUTOPIA
Da eu e topos, è la somma dei bei luoghi che esistono già; sono mondi possibili, non utopie
concerti dei Litfiba, Pelù urla dal palco: «Il mondo è di chi è capace di sognare a occhi aperti». Uno spettacolo di oltre due ore di combat-rock, al termine delle quali "El Diablo" Piero Pelù getta nelle fiamme quelli che definisce i «cattivoni»: Trump, Erdogan, Putin e Assad. «Assad è un criminale che dovrebbe essere portato davanti a una corte di giustizia internazionale, Putin, uno che ha fatto uccidere tre o quattro giornalisti perché gli stavano scomodi, non saprei come altro definirlo, Trump è un pazzo furioso che pensa di giocare con i missili Tomahawk come se fosse al poligono di tiro, Erdogan è un'altra molecola impazzita. Siamo ormai nella terza guerra mondiale, come dice papa Francesco. Perché non dobbiamo dimenticarci che c'è anche la Libia, dove si combatte per il dio petrolio. La situazione è distopica, ma i Litfiba sono estremamente eutopici, quindi chi viene al nostro concerto ne esce fuori con delle energie positive moltiplicate e questo è fondamentale per andare avanti oggi».
L’incontro
«La nostra parodia al mondo dei pre-diciottesimi» La band Lo Stato Sociale torna sul “luogo del delitto”, ad Acireale, dov’è stato girato il video “Buona sfortuna” EVA SPAMPINATO STASERA SU ANTENNA
alle 20.30 torna “Faccia a faccia Underground”. La puntata sarà dedicata alla musica e vedrà protagonisti il “re” dei neomelodici siciliani, Gianni Celeste, e la band bolognese Lo Stato Sociale. A condurre la trasmissione è Eva Spampinato
D
a buoni bolognesi capiscono l'importanza del cibo e della cucina tipica regionale, per questo all'interno dei loro zaini non possono mancare, oltre alle copie del nuovo cd, agli occhiali da sole e alle apparecchiature elettroniche, i souvenir dei più buoni bar palermitani e catanesi. Mezzogiorno, è l'ora perfetta per il caffè (il primo della giornata) e per finire quel cannolo (ormai diventato scomposto) rimasto in carta dal giorno prima. Albi, Lodo, Bebo e Carota (durante la visita siciliana mancava Francesco, il quinto elemento del gruppo) non venivano in Sicilia dall'ultimo concerto del luglio 2015, ultima data del loro tour
estivo prima di una lunga pausa che si è interrotta solo ora, con l'arrivo del nuovo album: Amore, lavoro e altri miti da sfatare. In questo album c'è anche un video omaggio/parodia a Catania come culla dei pre-diciottesimi. «Più che una parodia il nostro video è un tributo ai pre-diciottesimi, piccoli capolavori d'arte contemporanea dei quali siamo grandi fan – spiega Bebo – il brano si chiama Buona sfortuna ed è un augurio morbido, perché uno potrebbe augurare ben di peggio ad una persona che odia, ma in realtà non parla di odio ma di commutazione dell'amore in qualcosa di non troppo vendicativo. Sono piccole sfighe che sono meglio di sfighe più gravi, quindi meglio augurare questo che altro». La band elettropop bolognese
ha girato il video in gran parte ad Acireale. «La storia del brano raccontano i ragazzi - è quella di un giovane che viene lasciato dalla fidanzata e le augura alcune
ON THE ROAD
Tre quarti di Stato Sociale con Eva Spampinato
cose non proprie carine. Il regista del video, Cosimo Abruzzese, ci ha proposto una storia pre-matrimoniale, ma noi a quel punto gli abbiamo suggerito di lanciarsi nel mondo dei pre-diciottesimi». Così la banda ha contatto Gianni Muscolino, il boss delle ormai note celebrazioni catanesi, e con lui ha coinvolto nell'operazione una ragazza «già famosa per un pre-diciottesimo», ovvero la protagonista del video. «A noi piacciono le collaborazioni, anzi siamo sempre aperti alle collaborazioni, così noi non facciamo niente – dice Carota – voi ci mandate la vosta collaborazione e noi non facciamo nulla». Il 22 aprile la band elettropop bolognese si esibirà al Forum di Assago di Milano, un bel salto in avanti per un gruppo nato come
indie band ed iscrtitto nel giro di pochi anni nella classifica dei 10 migliori cantautori emergenti italiani. «Siamo riusciti a fare questa cosa che è davvero tanta roba ed è tutto autoprodotto. Le nostre origini indie-pop comunque non le abbandoniamo». Il nuovo album contiene dieci tracce, più una segreta per chi acquista il cd fisico, oppure la versione in vinile, special edition color bianco madre perlato. «Il disco parla di noi e di quello che ci succede attorno. Da quel che accade in un mondo messo alla prova da derive autoritarie e che poco si adattano al bisogno di umanità, all'interpretazione dell'intimità e delle relazioni, che sono specchio e sintesi dei nostri pensieri».
del
13/04/2017
del
13/04/2017