futuro in movimento OTTOBRE - NOVEMBRE 2011 NUMERO SETTE freepress di attualità e mondo del lavoro
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UNIVERSITÀ DA QUEST’ANNO
SI CAMBIA GO TALENT
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LO STAGE
Le novità dopo il decreto 138 PROFESSIONI
PERCORSI DI CARRIERA
Dal revisore dei conti all’avvocato fiscalista «L'università non è preparazione per la vita, è già la vita» Joseph H. H. Weiler
NUOVE FRONTIERE
CLOUD COMPUTING
Il futuro della rete tra le nuvole OPPORTUNITÀ DI FORMAZIONE
CORSI GRATIS DA NORD A SUD Quando tornare sui banchi conviene FOCUS ITALIA
EVENTI E VIAGGI LOW COST Concerti, mostre e mete alternative
QUELLA CONSAPEVOLEZZA CHE... «Non c’è più niente per cui lottare». «Non tutto è perduto». Due frasi che apparentemente non c’entrano nulla e che invece sono i lati opposti della stessa medaglia. Le ho sentite dire spesso nell’estate appena trascorsa in cui, più di quanto succedesse in passato, mi son ritrovata a parlare con gente della mia età, ma anche più giovane, di politica, crisi e tutto quello che, volenti o no, condiziona la nostra vita. Preferisco la seconda affermazione, che, però, non è del tutto contraria alla prima. Perché il momento di sbandamento seguito dalla presa di coscienza che le cose non vanno, c’è, c’è sempre e ci deve essere. Ma poi arriva quella consapevolezza che «non tutto è perduto» ed è allora che si decide se andare avanti e di farlo davvero. Non ho le competenze per dire se l’Italia si salverà da questa crisi, se la manovra funzionerà o meno. Quello che faccio, anzi facciamo tutti noi, qui, in queste pagine, è informare. Alla nostra maniera. Indagando su come l’università sia destinata a cambiare e come è già cambiata - senza che forse ce ne siamo davvero accorti - e dando la parola a studenti, professori e rettori. Ma l’università è la vita stessa: ce lo dimostra Arianna Occhipinti, nostra ospite speciale, che ha studiato a Milano ma ha raccolto la sua sfida in Sicilia, diventando imprenditrice vinicola nel posto in cui è nata. E non finisce qui: in questo numero trovate uno speciale sulle professioni di conti e tasse, spesso «snobbate», ma che sono una buona opportunità economica e non solo. Siete invece alla ricerca di uno stage, ma non sapete se con il nuovo decreto potete farne uno? A pag. 6 ne parliamo ampiamente con il nostro consulente del lavoro. E restando in tema: avete mai pensato di «lavorare sulle nuvole»? Niente a che vedere con gli aerei, ma con una tecnologia più vicina a noi di quanto crediamo e che offre possibilità di impiego. E ancora per (in)formare con un occhio al portafogli, saltate a pag. 12 dove trovate tanti suggerimenti per corsi gratuiti. Mentre basta girare pagina per sapere cosa fare nel weekend e nelle prossime settimane. Un numero all’insegna del «Non tutto è perduto». Anzi. Cristina Maccarrone / direttore@walkonjob.it
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INCHIESTA
Tra riforma e decreti
LAVORI IN CORSO
ALL’UNIVERSITÀ * Testo e foto di Elisa Di Battista
Si sta alzando un’aria nuova sull’università. Riforma Gelmini, decreti e tagli economici pare stiano cambiando i «connotati» al mondo universitario. E tra le proteste dei ricercatori, gli studenti in corteo e alcuni docenti preoccupati, c’è anche chi difende a spada tratta il restyling accademico e chi, invece, non sa nemmeno cosa comporti. Corsi tagliati, sedi decentrate a rischio, regole riviste per i ricercatori, riscrittura degli statuti, stesura di un codice etico e istituzione di un organismo, l’ANVUR, che valuterà la qualità degli atenei pubblici e privati (al posto degli attuali CNSVU per il sistema universitario e CIVR per la ricerca). Sono, queste, solo alcune delle misure che daranno (forse) un nuovo volto alla nostra università. Tutti cambiamenti frutto della manovra finanziaria approvata di recente, ma anche della riforma Gelmini (legge 240/2010) e dei decreti ministeriali 17/2010 e 50/2010 (sulla programmazione didattica degli atenei per gli anni 2010/2012) che hanno lo scopo di razionalizzare l’offerta formativa e, in sostanza, di risparmiare, in un processo attivo già da qualche anno. Secondo il sondaggio che abbiamo realizzato tra agosto e settembre e che vedete nella pagina a fianco, oltre la metà dei 300 intervistati – per lo più tra i 23 e i 29 anni - conosce e si informa in merito alle novità della riforma, ma c’è anche chi non sa come muteranno le cose e pensa che i cambiamenti non lo riguarderanno. Vediamo nello specifico come sarà l’università da qui a qualche anno. CORSI CHE SPARISCONO Volevate iscrivervi a un particolare corso di laurea, ma vi hanno detto che non esiste più? Non avete sentito male, tranquilli, anzi è «normale». Il dm 17/2010 ha infatti introdotto paletti per cui, per attivare dei corsi di laurea, è necessario un minimo di docenti (ad esempio 12 per attivare un corso triennale avente un solo curriculum). I corsi che non hanno questi requisiti di docenza vengono disattivati, oppure i curriculum al loro interno vengono accorpati, in un «gioco al ribasso» in linea con la scelta avviata dal ministro Gelmini da qualche anno per sfoltire i corsi «superflui» e con pochi iscritti ai fini del risparmio. I corsi senza requisiti di docenza si esauriranno e non ci saranno nuove immatricolazioni. E così, chi studia alla Sapienza di Roma quest’anno trova 291 corsi contro i 318 dello scorso anno e, tra gli altri, sono stati eliminati quelli che si svolgevano a Civitavecchia (Economia aziendale, Erboristeria, Ingegneria della sicurezza), trasferiti a Roma con conseguente «smobilitazione» degli iscritti. Il giro di vite sulla didattica è iniziato già lo scorso anno, invece, per la sede di Ragusa dell’Università di
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testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano numero 257 del 3 maggio 2010
Direttore Responsabile Cristina Maccarrone direttore@walkonjob.it
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In redazione Elisa Di Battista redazione@walkonjob.it
Progetto Grafico e impaginazione Jasmine Webster
Hanno collaborato a questo numero: Susanna Bagnoli Paolo Beretta
Giulia Cimpanelli Camilla Golzi Saporiti Carmine Prestipino Ilaria Romano
Catania quando sono stati «fatti fuori» i corsi di Agraria e Giurisprudenza, che contavano circa 1000 studenti. Ma in compenso è stata aperta una facoltà di Lingue con la triennale in Mediazione linguistica e interculturale e la magistrale in Lingue e culture europee ed extraeuropee. E gli studenti dei corsi disattivati? Come spiegano dal Comitato spontaneo degli studenti di Giurisprudenza Ragusa, alcuni dovranno lasciare gli studi, visto che gli affitti a Catania sono più alti che a Ragusa. Pericolo scampato invece per la triennale in Lettere dell’ateneo di Arezzo (sede distaccata di Siena) che la scorsa primavera rischiava di essere falciata: è stata salvata dall’introduzione di un corso in Studi umanistici in interfacoltà, ossia dipendente sia dalla facoltà di Lettere di Siena che da quella di Arezzo. I tagli hanno colpito anche i corsi di dottorato, come quello in Scandinavistica e spettacolo del Dams di Torino, eliminato già lo scorso anno. «Purtroppo», spiega il Prof. Franco Perrelli, presidente del corso di studi di area Dams dell’Università di Torino, «a rimetterci sono i corsi più raffinati come questo, unico in Italia». E così facendo si riducono anche le opportunità didattiche, come le lezioni tenute da docenti provenienti dall’estero. Tagli definiti «drammatici» e «probabilmente fatali» dal Prof. Marco Mancini, presidente della CRUI, Conferenza dei Rettori delle Università Italiane: «Un inaccettabile -5,5% rispetto al 2011, con un taglio complessivo che nell’ultimo triennio è stato del 12%. Stiamo correndo il rischio di bloccare il funzionamento di una delle poche realtà del nostro Paese ancora capaci di produrre sviluppo e formazione». SEDI DECENTRATE IN ALLERTA La stretta, nella riforma (art.3), riguarda anche alcune sedi universitarie decentrate, a rischio chiusura. Nell’occhio del ciclone stava per trovarsi l’Università Parthenope di Nola (sede distaccata di Napoli) che a fine agosto ha tirato un sospiro di sollievo. Almeno per quest’anno accademico. Nell’ateneo c’erano, infatti, fino allo scorso anno, l’intera facoltà di Giurisprudenza e il biennio di Economia: l’annuncio della chiusura ha mobilitato per 6 mesi la protesta del gruppo di studenti Intesa Parthenope che ha sventato il pericolo. «Una vittoria
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I portici dell'Università Statale di Milano
comunque parziale», spiega Gennaro Saiello, coordina- anzi distrugge il diritto allo studio e limita gli spazi di tore del gruppo. «Siamo riusciti a tenere l'università aperta democrazia negli atenei». Su questo tema si esprime a Nola, ma solo per il biennio di Giurisprudenza e quello di anche la CRUI: «C’è bisogno di una nuova legge sul diEconomia». Per i prossimi anni è tutto da vedere. ritto allo studio», concorda il presidente Mancini. «Lo BYE BYE FACOLTÀ stanziamento per il 2012 è praticamente inesistente: All’insegna di semplificazione si è passati dai 246.459.482 e risparmio anche l’abolizione milioni di euro del 2009 ai delle facoltà (proprio così!) e 25.773.000 del 2012 e a poco l’attribuzione di un peso magpiù di 12 milioni del 2013. E poi giore ai dipartimenti. La Sapienza, ci sono i problemi che avranno ad esempio, è passata da 23 a 11 -Luca Spadon, studentele Regioni con la finanziaria e la facoltà, e i dipartimenti da 110 a difficoltà del Sud a rispondere 67. L’Università della Tuscia in questo è stata la prima, già ora alle esigenze della metà degli studenti capaci le facoltà non le ha più già dallo scorso anno: conta che meriterebbero una borsa di studio». ora solo 7 dipartimenti. Ma niente allarmismi: ciò non 3+2+3= INCERTEZZA incide sul percorso degli studenti perché la laurea fa E i ricercatori? Con la 240/2010 possono entrare in capo alla classe di studio, indipendente dalla facoltà di università tramite concorso bandito dall’ateneo stesso, riferimento. I dipartimenti, dal canto loro, avranno più ma con un contratto a tempo determinato di 3 anni propotere e si occuperanno sia di ricerca che di didattica. rogabile per altri 2 (ricercatore di tipo A). In seguito, Scelta che non lascia indifferenti: «Se i dipartimenti possono avere un altro contratto sempre a tempo decurano l’offerta formativa, dovrebbero prevedere una terminato e di 3 anni (tipo B). «Ma in nessuno dei due rappresentanza studentesca, anche se la legge non lo casi», spiega Massimiliano Tabusi, portavoce della Respecifica. Altrimenti si rischia che si facciano solo gli in- te29aprile di coordinamento dei ricercatori italiani, «c’è teressi dei docenti», commenta Luca Spadon, portavoce garanzia di assunzione a tempo indeterminato. Non è di Link Coordinamento universitario. Non la pensa così nemmeno chiara, secondo la riforma, se e come l’ateneo il Prof. Giuseppe Nascetti, prorettore dell’ateneo della debba accantonare le risorse per l’assunzione del ricerTuscia: «Le facoltà in passato hanno spesso riunito do- catore B, una volta abilitato a diventare professore ascenti che pensavano solo alle questioni accademiche. sociato. Abilitazione che deve essere conseguita semD’ora in poi, invece, il dipartimento, se non raggiunge pre all’interno del percorso 3+2+3». I ricercatori inoltre gli obiettivi, dovrà chiudere». avranno l’obbligo di dedicare delle ore alla didattica: E BENVENUTE SCUOLE «Oggi», commenta Marco Merafina, coordinatore del Gli atenei potranno dar vita anche alle Scuole, strutture Coordinamento Nazionale Ricercatori Universitari, «non di raccordo in cui convergeranno più dipartimenti e in viene riconosciuto il ruolo didattico dei ricercatori e cui si farà coordinamento didattico. «Questo riassetto la CRUI non fa nulla per loro, costretti a tenere lezione organizzativo», spiega il Prof. Vincenzo Zara, prorettore come i docenti, ma pagati meno». «Noi», risponde il dell’Università del Salento, «mira a snellire l’intera strut- presidente della CRUI Prof. Mancini, «siamo stati i primi tura, ma così si rischia di creare dipartimenti monodisci- a proporre di destinare risorse per i ricercatori abilitati. plinari a scapito di corsi trasversali, e di impoverire la di- Dividere il ceto docente degli atenei - ordinari contro dattica». E le Scuole? «Non sarà obbligatorio introdurle, ricercatori, associati contro ordinari e ricercatori, studenti saranno surrogati delle vecchie facoltà ma senza i loro contro docenti e così via - è un errore: tutti subiamo tapoteri», prosegue Zara, «e mentre le facoltà avevano un gli e siamo colpiti da blocchi stipendiali, ingiusti specie consiglio di facoltà, le Scuole avranno un piccolo orga- verso chi è agli inizi di carriera». no deliberante costituito da direttori dei dipartimenti e E LE PRIVATE? una componente ridotta di studenti». Studenti che però Sono più libere nei confronti della riforma, ma recepiscono non si sentono parte viva di questo cambiamento: «Le il dm 17/2010 alla stesso modo degli atenei pubScuole», precisa Spadon di Link, «saranno luoghi chiusi blici. In sostanza, come ci spiega l’ufficio didattica rispetto alle facoltà, gli studenti avranno meno voce in dell’Università Cattolica di Milano, devono rispondere capitolo. Di sicuro la riforma non ci mette al centro, ma ai requisiti organizzativi e di docenza previsti, da cui
Questa riforma? Non ci mette al centro
derivano accorpamenti di curriculum all’interno di corsi di laurea. Ma hanno più tempo, circa 2-3 anni, per prevedere un’eventuale, non obbligatoria, riprogettazione di facoltà e dipartimenti. La Cattolica di Roma, ad esempio, quest’anno ha disattivato il corso di laurea magistrale in Management perché non rispondeva ai requisiti di docenza. La Cattolica di Milano, invece, può mantenere 14 facoltà invece di 12 come prevedrebbe la riforma. Nel momento in cui scriviamo, alcuni decreti «figli» della 240/2010 non sono ancora stati approvati e molto è in itinere (ne parleremo su www.walkonjob.it), ma queste sono, a grandi linee, le modifiche che riguarderanno l’università italiana. Che, stando al commento di un nostro lettore al sondaggio «avrebbe bisogno di aprirsi al mondo» perché «pochi stranieri scelgono le nostre università». E c’è chi tra i nostri lettori, per migliorare la qualità universitaria, propone: «Puntare su corsi in lingua per attrarre stranieri, rendere obbligatorio un tirocinio di 6 mesi o l’Erasmus. Esperienze fondamentali per la crescita di una persona». Lavorativa, ma non solo.
SU WWW.WALKONJOB.IT GLI APPROFONDIMENTI E LE INTERVISTE COMPLETE
Sondaggio: La riforma dell'università italiana
L’Università, tra riforma Gelmini e decreti ministeriali, sta cambiando. Te ne sei accorto? Sì, mi interessa molto e mi tengo informato ......................................................... 54,7% Sì, ma m’interessa solo se i cambiamenti mi riguardano da vicino ...................................... 23% No, ma vorrei saperne di più ........................ 22,3% No, la cosa non mi tocca per niente ........ 0,7% Sondaggio svolto da Walk on Job su un campione di 300 utenti, tra il 5 agosto e il 15 settembre 2011. Risultati integrali e analisi dei dati su www.walkonjob.it
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INTERVISTA DOPPIA
LA PAROLA
ALLO STUDENTE *
LA PAROLA
AL DOCENTE
di Elisa Di Battista
* di Giulia Cimpanelli
Massimo de Leonardis
Michele Orezzi, 26 anni
direttore Dipartimento Scienze Politiche ordinario di Storia delle relazioni e delle istituzioni internazionali Università Cattolica di Milano
coordinatore nazionale UDU, Unione degli Universitari studente di Farmacia all’Università di Pavia
In che modo la riforma influirà sulla vita degli studenti?
Nel novembre 2010 ha firmato un appello a sostegno della riforma: perché?
«Influisce in particolare sul sistema accademico. Ciò che peserà di più sugli studenti saranno i tagli e il decreto ministeriale 17, “grazie” al quale aumentano le facoltà a numero chiuso».
«Per due ragioni diverse, ma in fondo collegate. Ero, e resto, a favore di gran parte, direi del 70%, dei cambiamenti previsti dalla riforma. Tuttora trovo demagogiche le critiche sollevate durante le manifestazioni dell’anno scorso, da qui la mia scelta di aderire all’appello con altri 400 docenti. Ho firmato per sostenere una riforma nel complesso positiva, che rischiava di sfumare a causa di posizioni a mio avviso poco fondate e costruttive».
E i tagli? «Lo Stato ha previsto un fondo di 256 milioni di euro per finanziare borse di studio, un ottavo rispetto a Francia e Germania. Nel 2013 ci sarà un altro taglio che porterà le risorse a 13 milioni. Se già ora, soprattutto al Sud, riescono a ottenere la borsa solo la metà degli aventi diritto, tra due anni queste non esisteranno più. Ciò significa eliminare il diritto allo studio e non dare possibilità di riscatto sociale a chi non ha mezzi. Ma non sono solo i tagli a ledere il concetto di diritto».
Lo fa anche la Legge Gelmini? «Certo. Da quest’anno tantissime facoltà a libero accesso sono diventate a numero chiuso. Questo, oltre a impedire l’accesso agli studi superiori a molti, va a intaccare il sistema Paese».
Un esempio? «La facoltà di Farmacia è diventata a numero programmato. Un controsenso visto che il mercato italiano lamenta carenza di farmacisti».
Il decreto ministeriale 17 impone quindi il numero chiuso? «In realtà regola il numero totale di studenti rispetto a quello di professori. Il che potrebbe avere senso in un sistema ben finanziato, ma qui porta solo a una drastica riduzione dei corsi perché non ci sono soldi per pagare i docenti».
E cosa ci dici dell’aumento delle tasse? «Gli atenei stanno aumentando le rette anche superando i limiti concessi dalla legge, infatti col diminuire dei finanziamenti dovrebbero calare anche le tasse, ma accade il contrario. L’Udu si sta impegnando a ricorrere al Tar contro tutte le università che non rispettano».
In che cosa invece, la riforma, influisce sul sistema accademico? «La Gelmini ha sempre dichiarato l’intento di limitare il potere dei baroni. In realtà l’effetto è opposto. Al Senato accademico rimane solo il potere consuntivo e il consiglio d’amministrazione è costituito per metà da professori di prima fascia, i cosiddetti baroni, e per metà da privati. Insomma, si passa da un’università autogovernata a un sistema in cui il potere è nelle mani di pochi».
«Non mi aspetto un cambiamento radicale, ma importante sì: il nostro sistema universitario trarrà dei sostanziali benefici da questa riforma».
Quali nello specifico? «La forte riduzione di corsi e insegnamenti di laurea, che nell’ultimo decennio erano cresciuti a dismisura per un effetto distorto della riforma Berlinguer, alimentato anche da molti docenti. Non era pensabile continuare a sostenere insegnamenti, figurarsi interi corsi, di fronte a un numero ridotto al minimo d’iscritti. In più appoggio il ridimensionamento degli atenei e la ricerca di una maggior efficienza tramite il depotenziamento di forze corporative e l’ingresso di privati».
Sull’introduzione dell’ANVUR cosa pensa? «Penso sia una novità interessante, anche se ci sono alcuni aspetti ancora poco chiari. In linea generale ritengo utile e innovativo l’inserimento di un punto di riferimento per quanto riguarda la valutazione del livello d’insegnamento e del valore della ricerca, purché vengano rivisti e specificati i criteri alla base di questa valutazione. Perché, al momento, ci sono alcuni criteri che mi lasciano molte perplessità. Per le discipline umanistiche i sistemi di valutazione non possono basarsi su automatismi come gli indici di citazioni».
Sui tanto discussi tagli alla ricerca, invece, qual è il suo parere? «Non sono particolarmente critico: la riduzione dei fondi per la ricerca è stata minima. E aggiungo che tutte le polemiche sorte su questo punto della riforma non hanno tenuto conto di due aspetti per me basilari. Il primo riguarda le molte risorse mal utilizzate dalle università nel passato; il secondo l’evidente necessità di contenere i costi su tutti i fronti. D’altronde, se i soldi non ci sono, non ci sono».
All’estero però c’è la crisi, ma non i tagli alla ricerca...
«I privati avranno il più forte ruolo decisionale, i rettori poteri sempre maggiori».
Ne deriverà anche un calo di qualità del sistema accademico?
Cioè?
«A livello di welfare, per gli studenti certamente. Per quanto riguarda la didattica e la ricerca, quella italiana è una delle migliori università, ma se il finanziamento dei Prin (progetti di ricerca, ndr) continuerà ad avere lo stesso valore di Ronaldo per il Real Madrid non andremo molto lontano».
Cosa fate per combattere questa situazione? «Purtroppo se tutte le proteste che ci sono state prima dell’approvazione non sono servite, non siamo fiduciosi. È necessario un cambio radicale al Governo, per questo continueremo la nostra protesta contro un sistema che non riconosciamo».
Insomma, non trovi proprio niente di positivo nella riforma? «No, nulla. Questo perché anche se qualche provvedimento è stato scritto per garantire la qualità degli insegnamenti, un regime assolutamente sottofinanziato trasforma anche queste norme in provvedimenti negativi per gli studenti»
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Tra meno di un mese la riforma sarà operativa: cosa prevede?
«Però in Gran Bretagna hanno raddoppiato le tasse. Inoltre nelle università straniere, incluse quelle anglosassoni, in Italia spesso prese come modello, il concetto di politically correct è talmente forte e presente che situazioni ben più gravi dei nostri tagli alla ricerca diventano routine accademica».
Quali saranno le conseguenze primarie?
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* di Camilla Golzi Saporiti
«Ad esempio con l’obbligo di tener conto di un multiculturalismo esasperato o di seguire norme comportamentali grottesche. Mi è capitato di ricevere studentesse anglosassoni e sentirmi domandare se la porta doveva restare aperta durante il colloquio. Da noi è normale chiuderla, all’estero, specie negli USA, invece, va spesso lasciata aperta per evitare presunte situazioni “a rischio” o comunque compromettenti».
Perché un docente straniero sceglierebbe d’insegnare in Italia? «Magari non per lo stipendio, ma almeno per due motivi: la tradizione di eccellenza delle nostre università e la libertà d’espressione che in Italia c’è, mentre altrove non è detto».
Cosa auspica per quest’anno accademico? «Che il cambiamento dell’università parta in senso concreto, e non gattopardesco. Che le novità vengano, cioè, applicate, seguite e rispettate anche e soprattutto dal corpo docente».
ULTIME NOTIZIE Tra cortometraggi, racconti inediti, opere artistiche e tesi di laurea, l’autunno inizia in modo scoppiettante. Se siete laureati da poco o lavorate già o se magari avete un’idea nel cassetto, cosa aspettate? Date un’occhiata a questa pagina: siamo certi che troverete l’opportunità adatta a voi!
PROGETTO DI FORMAZIONE PER CHI GIÀ LAVORA Si chiama Progetto Professionalità, ed è un bando che sostiene 25 progetti personalizzati di formazione, a cura della Fondazione Banca del Monte di Lombardia. Possono accedervi giovani dai 18 ai 36 anni, residenti o che lavorano in Lombardia, occupati o che abbiano già maturato esperienze di lavoro. Non è necessario un titolo di studio specifico, però bisogna essere già inseriti nel mondo del lavoro o della ricerca. Chi vuole candidarsi non deve fare altro che proporre il proprio progetto di formazione, mirato a fare nuove esperienze praticolavorative, non solo teoriche. La Fondazione sosterrà le spese per la realizzazione del progetto, per un percorso della durata massima di sei mesi, facendo affiancare il candidato da un tutor competente. Scadenza domande: 15 novembre. Per info: professionalita@fbml.it oppure www.fbml.it.
UN’ANTOLOGIA DI RACCONTI INEDITI Sono aperte le selezioni per la quarta antologia di racconti illustrati a cura dell’Associazione Tapirulan, nata nel 2004 per fare promozione agli artisti e scrittori contemporanei. In questo caso si tratta di dare spazio a opere letterario inedite. Possono partecipare racconti inediti illustrati, in lingua italiana, a tema libero. Ogni racconto deve essere lungo non più di 8000 battute, spazi inclusi, ma potranno essere presi in considerazione anche testi più lunghi. È previsto un premio di 500 euro. Se decidete di partecipare potere inviare fino a tre racconti, in formato elettronico (.doc o .rft). La quota di partecipazione è di 10 euro. Chi è già socio dell’associazione può partecipare gratuitamente. Il tutto entro il 15 novembre. Info su www.tapirulan.it. Per l’invio dei racconti: racconti@tapirulan.it.
Premi, master e concorsi
QUASI QUASI CI PROVO ANCH’IO GIOVANI IMPRENDITORI DI TALENTO Un premio, che è un vero e proprio finanziamento, a progetti e realtà imprenditoriali già esistenti o in via di avviamento. Lo hanno ideato UniCredit e i Giovani Imprenditori di Confindustria per valorizzare le idee migliori in Italia e dare supporto ai giovani imprenditori. Si intitola Il Talento delle Idee ed è rivolto a persone dai 18 ai 40 anni che intendono avviare una nuova impresa o che già detengono il 51% del capitale di una società. In ballo ci sono tre premi nazionali: 25mila euro al primo classificato, 15mila al secondo e 10mila al terzo. Inoltre le start up più interessanti entreranno a far parte del programma di Mentoring – Tutorship di UniCredit e Confindustria. Scadenza: 25 novembre. Per saperne di più cliccate su www.unicredit.it/it/progetti-territorio o chiamare i numeri: 848.880088-848.881177.
INGEGNERI VINCENTI AL QUIRINALE Siete laureati in ingegneria meccatronica e la vostra tesi si è occupata di soluzioni integrate tipo plug & play, o più in generale di sviluppare l’integrazione di componenti meccaniche, elettriche e elettroniche, per i settori industriale, mobile e eolico? La Bonfiglioli Riduttori SpA mette a disposizione due Premi di Laurea, intitolati a Clementino Bonfiglioli, per l’importo di 3000 euro ciascuno. Dovete aver conseguito la laurea specialistica, non prima del primo gennaio 2009 e con un punteggio non inferiore a 100/110 o 90/100. La premiazione avrà luogo al Quirinale, nel corso della cerimonia di assegnazione dei Premi Leonardo, alla presenza del Presidente della Repubblica. Scadenza: 31 ottobre. Bando scaricabile sul sito www.comitatoleonardo.it.
CON ABB UNA FORMAZIONE…. DI VALORE Anche quest’anno, ABB Italia (www.abb.it) ha selezionato un candidato per il programma Graduate Trainee Program Finance & business Control che si rivolge a giovani neolaureati in materie finanziarie, economiche e gestionali con una solida conoscenza della lingua inglese e fortemente orientati al cambiamento e al lavoro in team. Il Global Trainee Program è un progetto d’inserimento di giovani talenti nel gruppo ABB, che consente loro di sviluppare caratteristiche settoriali e manageriali alternando periodi di Assignment sia in Italia che all’estero. In questo caso, il programma avrà la durata di 18 mesi nel corso dei quali i ragazzi alterneranno esperienze di approfondimento dell’ambito Finance e Business Control in stimolanti contesti nazionali e internazionali. Il Graduate Trainee Program for Finance & Business Control miscela sapientemente ingredienti scelti per formarsi in modo complementare e per vivere in prima persona la cultura di ABB.
ARTISTI IN MOSTRA TRA SOGNI E MIGRAZIONI Sogni e migrazioni sono i fili conduttori che artisti e designer devono aver seguito nei loro progetti, per poter prendere parte al concorso Metrocubo 2011, indetto dall’Associazione Culturale Quattrocentometriquadri. Il bando è aperto a italiani e stranieri che devono dapprima presentare il loro progetto e realizzarlo, una volta che questo sarà selezionato dalla giuria del concorso. Alla miglior opera verranno riconosciuti 700 euro lordi e otto artisti saranno scelti per una mostra collettiva. I campi artistici coinvolti sono: arti figurative, plastiche, performative, installazioni (multimediali, luminosi, video), video-arte, illustrazione, grafica d’arte, land art, arti applicate (design, moda), arti elettroniche. Il premio ha il contributo del Comune di Ancona. Scadenza: 26 ottobre. Bando scaricabile da www.quattrocentometriquadri.eu.
LA MIGLIORE TESI SU DONNE, AZIENDA E FAMIGLIA Avete incentrato la vostra tesi di laurea sull’analisi e la valorizzazione della donna nel mondo del lavoro, dell’impresa e della famiglia? Magari trattando il tema dell’innovazione e della conciliazione famiglia lavoro? Avete le carte in regola per partecipare alla quarta edizione del Premio per la miglior tesi 2011 sull’imprenditoria femminile, promosso dal Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Lecco. L’ente assegna tre premi: 2000 euro (primo classificato), 1000 euro (secondo classificato) 500 euro (terzo classificato). Sono ammesse tesi discusse dal 1 gennaio 2010 al 30 novembre 2011, con votazione minima di 105/110. Scadenza: 23 dicembre. Per info: regolazione.mercato@lc.camcom.it. Per il bando cliccate su www.lc.camcom.it, sezione Bandi e concorsi.
FILMAKER CON VISIONI DA PREMIARE Nel vostro cassetto è pronto un corto o mediometraggio? È ora di tirarlo fuori e partecipare al Concorso Nazionale Visioni Italiane 2012, diciottesima edizione, del Comune di Bologna. Si può concorrere con filmati in pellicola o supporto magnetico purché realizzati dal 2010 in poi. Al primo classificato vanno 1000 euro e sono previste anche due menzioni speciali. All’interno del concorso, è presente anche la sezione Visioni Doc, che seleziona il miglior documentario (primo premio 1000 euro), e la sezione Visioni Ambientali, che sceglierà il miglior filmato sul tema della qualità ambientale cui andranno 500 euro. Premiazione nel febbraio 2012. Scadenza invio: 15 novembre. Bando su www.cinetecadibologna.it/visioni_italiane_2011. Per info: visioniitaliane@comune.bologna.it.
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PREPARARSI AL LAVORO
Ci metterei la firma
NUOVE REGOLE PER LO STAGE
* di Cristina Maccarrone
C’era una volta lo stage. Che poteva durare all’infinito, che poteva essere offerto indistintamente anche a laureati e diplomati e che era chiamato genericamente tirocinio formativo e di orientamento, senza particolari distinzioni. Ma quest’estate, a 2 giorni da Ferragosto, il decreto 138 (già operativo, ma che dovrà essere convertito in legge entro il 13 ottobre) ha cambiato le carte in tavola, le ha scombinate per poi ricomporle quasi allo stesso modo. Gettando, però, nel panico gli aspiranti stagisti, allarmati in particolare dall’articolo 11 del decreto che avrebbe vietato di attivare stage nei confronti di chi era laureato (o diplomato) da più di 1 anno. E mentre alcune aziende «annullavano» stage decisi prima dell’estate e tanti aspiranti stagisti non sapevano che pesci pigliare, il 12 settembre è arrivata la circolare n. 34 del Ministero del Lavoro a chiarire alcuni punti oscuri, anche se pur tra tante polemiche. Se state facendo uno stage o ne dovete iniziare, continuate a leggere: in questo spazio vi daremo dei chiarimenti sulla situazione attuale, per tutti gli aggiornamenti vi rimandiamo al sito www.walkonjob.it. LO STAGE… SI FA IN 4 Intanto, la circolare – e questa è senz’altro una novità – ha diviso i tirocini in 4 tipologie (a differenza di quanto faceva la legge Treu del ‘97) e ha precisato che solo per i tirocini formativi e di orientamento vale la regola di prendere come tirocinanti neodiplomati e neolaureati con il titolo in tasca da non più di 12 mesi. In questa categoria rientrano i tirocini «espressamente finalizzati ad agevolare le scelte professionali e la occupabilità dei giovani nella delicata fase di transizione dalla scuola
al lavoro». E che possono durare al massimo 6 mesi non uno di più, proroghe comprese. Infine, questi tirocini non possono essere attivati da semplici istituzioni formative private, a meno che non siano senza scopo di lucro e sempre «esclusivamente sulla base di una specifica autorizzazione della Regione». Nessun paletto (e questo «salva» molti stagisti) invece per i tirocini reinserimento o inserimento al lavoro destinati a inoccupati e disoccupati compresi i lavoratori in mobilità. Inoccupati sono coloro che non hanno mai svolto attività lavorativa, compresa quella autonoma, che sono iscritti al Centro per l’impiego e che, oltre ad avere dichiarato disponibilità immediata al lavoro, sono alla ricerca di un impiego da più di 12 mesi o da più di 6 mesi se hanno meno di 25 anni. Disoccupati sono invece quelli che hanno avuto esperienze professionali, ma che al momento non lavorano. Quanto alla durata, resta in vigore il decreto ministeriale del ‘98 che prevedeva un massimo di 6 mesi. La regolamentazione di tali tirocini è totalmente affidata alle Regioni. Poche quelle che hanno dei regolamenti, come ad esempio la Toscana (che però ha annunciato ricorso alla Corte Costituzionale, lamentando l'interferenza del Governo in una materia di competenza delle Regioni), in caso di assenza ci si rifà alla legge Treu. La circolare distingue poi i tirocini a favore di categorie svantaggiate (disabili, invalidi fisici, psichici) per i quali la situazione resta
Antonio Mastropietro, consulente aziendale
NON TUTTI I TIROCINI SONO UGUALI Stage e tirocini: cosa sta cambiando? Come in ogni numero, Antonio Mastropietro, consulente aziendale, risponde qui ad alcune delle domande che ci avete inviato tramite il sito e l’e-mail. Trovate tutte le risposte su www.walkonjob.it. Renata: Mi sono laureata nel febbraio del 2010. Dopo uno stage di 6 mesi, sto per finirne un altro di 6 mesi, con possibile proroga di altri 6. Quante volte può essere rinnovato? E c'è un limite di età? «L’attuale legge prevede che i tirocini formativi non possano essere rinnovati e dà un tempo massimo da quando si è ottenuto il titolo di studio. Visto che lei è laureata da più di un anno, se ha i requisiti, può fare un tirocinio di inserimento. Certo, a differenza del tirocinio formativo che è sicuramente un’ottima opportunità professionale e per imparare, tale tipo di stage è di livello un po’ più basso: l’obiettivo principale è appunto quello di aiutare a trovare un impiego». Marta: Ho svolto da gennaio a luglio uno stage nell'area della formazione e vorrei svolgerne ora uno nella ricerca e selezione. Ma ho poco tempo perché poi scattano i 12 mesi dalla laurea. Ci sono dei canali attraverso cui reperire con maggiore facilità annunci di stage? Se si volesse interrompere uno stage quale preavviso va dato?
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«Sicuramente su Internet si ha la possibilità di trovare più annunci, come ad esempio i siti degli sportelli stage che hanno canali preferenziali con le aziende (o quelli delle università o anche il nostro, ndr). Lo stage non è un rapporto di lavoro quindi non c’è limite per il preavviso: si può interrompere anche il giorno stesso. Se il tirocinio prevede un rimborso spese da parte dell’azienda, questa potrebbe anche decidere di non corrisponderlo più e può farlo». Valentina: Ho 26 anni e dopo la laurea ho scelto di fare la pratica legale per conseguire il titolo di avvocato. A settembre avrei dovuto iniziare uno stage per una importante banca, ma il decreto 138 non consente a chi si è laureato da più di 12 mesi di fare uno stage: come può un giovane farsi conoscere sul mercato senza questa chiave di ingresso? «Purtroppo lei si trova penalizzata dalla legge attuale. Potrebbe fare un tirocinio di inserimento, ma è anche vero che difficilmente riuscirebbe, in questo modo, a svolgere uno stage in banca. Inoltre,
sostanzialmente invariata. Nella circolare si parla poi di tirocini curriculari, ossia «tirocini formativi e di orientamento inclusi nei piani di studio delle università e degli istituti scolastici sulla base di norme regolamentari», che si inseriscono, cioè, all’interno di un percorso formale di istruzione o formazione che non abbia come scopo l’inserimento lavorativo. Devono poi essere promossi da università o istituti di istruzione universitaria abilitati al rilascio di titoli accademici o istituzioni scolastiche che rilascino titoli di studio, o ancora centri di formazione professionale. I destinatari sono quindi studenti universitari (compresi gli iscritti ai master e corsi di dottorato), studenti delle superiori, allievi di corsi professionali e di corsi di formazione. Anche in questo caso nessun limite, purché il tirocinio si svolga all’interno del corso di studi o di formazione (anche se non direttamente finalizzato al conseguimento dei crediti come per esempio è quello per la tesi di laurea). Non rientrano nelle tipologie descritte i periodi di praticantato richiesti dagli ordini professionali. LA LEGGE NON È RETROATTIVA I limiti di titolo di studio e durata di 6 mesi non sono validi per i tirocini attivati o formalmente approvati prima del 13 agosto quindi il decreto non è retroattivo. Prestate però attenzione ad un’eventuale proroga dello stage avvenuta prima di questa data: in tal caso entra in vigore la nuova legge con tutto quello che ne consegue. Obiettivo dichiarato del ministro del lavoro Maurizio Sacconi è contrastare gli abusi nei confronti di stagisti pertanto gli ispettori del lavoro potranno verificare la tipologia degli stage e se si tratta di un tirocinio o un lavoro subordinato sotto mentite spoglie.
per una come lei, che ha già una buona esperienza, tale tipo di tirocinio potrebbe essere poco gratificante». Beatrice: A giugno ho sottoscritto un contratto di stage (extracurriculare), con inizio previsto a settembre, ma l’Ufficio Stage della mia università mi comunica l’«interruzione immediata» del tirocinio perché non rispettava più i requisiti necessari. Mi risulta che il decreto non sia retroattivo: è quindi corretto invalidare uno stage? «Se lo stage era, come lei scrive, già deliberato e sottoscritto prima del 13 agosto, il decreto non è applicabile quindi può ricontattare l’ufficio stage e chiedere di attivare il tirocinio perché appunto, come dice, non c’è retroattività. Se invece era ancora in fase di formazione non può più essere avviato». Anna: Io sono in mobilità, e non è così semplice trovare uno stage. Si dice che possano essere effettuati solo all'interno di enti regionali e proposti solo dalla regione. È così? «In Italia le regioni che hanno regolamentato i tirocini sono solo 7, le altre non hanno fatto ancora nulla per definire la situazione. I tirocini, però, oltre che dalle Regioni, possono essere attivati anche da centri dell’impiego, enti pubblici e persino dalle aziende, se fanno una convenzione con i centri dell’impiego». Sara: È previsto con la nuova legge una retribuzione minima? «No, non è previsto né dal decreto attuale, né dalla legge Treu. Le aziende possono decidere se dare o meno un rimborso spese che però non è una retribuzione».
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L’OSPITE SPECIALE
Al telefono la voce è profonda. Le frasi sono sorsate dense: niente paroloni, si va al sodo. Poi arriva la sua foto e lei è proprio così: energica, appassionata, naturale. Donna. In un mondo, quello dei produttori di vino, che è prevalentemente al maschile. Walk on Job ha intervistato
Arianna Occhipinti
Arianna Occhipinti, 29 anni, che di una passione - «volevo fare il vino»
Imprenditrice vinicola
- ha fatto una professione: da 8
LA MIA STORIA?
anni nella sua azienda di Vittoria, in Sicilia, produce, imbottiglia ed esporta vini naturali. Con competenza, tenacia e un pizzico di femminilità.
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TUTTA DA BERE
Arianna, ormai il tuo nome è sinonimo di vini naturali. Raccontaci come hai iniziato. «Ho iniziato a 21 anni. Ho studiato enologia e viticoltura a Milano. Qualche anno prima ero stata a Vinitaly e lì avevo avvertito il fascino di questo mondo, soprattutto della realtà produttiva: la vigna, la vendemmia. All'inizio è stata pura passione: volevo fare il vino. L'idea di venderlo è venuta poi. La passione dà chiarezza ai progetti». Hai continuato un'attività familiare? «No, i miei genitori amano la campagna, ma fanno altro. Mio zio invece era produttore di vino, i primi tempi ho affiancato lui». E poi? «Ho cominciato a lavorare da sola un ettaro di terreno dei miei genitori e ho prodotto due etichette. Le ho fatte assaggiare, sono piaciute. Il mio lavoro veniva apprezzato e ho iniziato a pensare di mettere su una mia azienda (www.agricolaocchipinti.it)». Qual è stato il primo passo? «Volevo fare vino naturale usando vitigni autoctoni quindi ho chiesto agli anziani delle mie parti di insegnarmi il mestiere. Gli studi mi davano una sicurezza di base in cantina, ma il resto si impara sul campo». Economicamente come ti sei mossa? «A piccoli passi. Ho acquistato i terreni, ma la cantina all’inizio l'ho presa in affitto. Però fin da subito ci sono stati impegni importanti: ho avuto un finanziamento europeo per giovani imprenditori, ho chiesto un prestito a una banca. Tempi della natura e scadenze non sempre coincidono, ma queste responsabilità mi hanno spronata a tenere il ritmo». Com’è fare impresa in Sicilia? Hai incontrato difficoltà? «All'inizio le cose vanno un po' lente, le risposte ci mettono tempo ad arrivare. Ma un imprenditore queste cose le supera. Ora non credo che riuscirei a lavorare da un'altra parte: qui è tutto da fare, c'è spazio per idee nuove. Molti miei coetanei se ne vanno: è importante partire e guardarsi intorno. Ma magari altrove non c’è lavoro e allora secondo me vale la pena di tornare in Sicilia, dove forse si fa più sforzo per avviare un’attività, ma si possono avere tante soddisfazioni». Giovane e donna: hai avuto difficoltà a inserirti in un settore tradizionalmente maschile? «Gli anziani con cui avevo a che fare erano un po' in-
terdetti, ma ora che hanno visto i risultati mi trattano da pari. C'è chi fatica a credere che una donna possa occuparsi da sola dei processi decisionali di un'azienda. Invece nella degustazione e nel marketing le donne non stupiscono più. Io che mi muovo fra i due settori ho sviluppato come due personalità: più polso nella produzione, più rilassata nel marketing. Tirando le somme, però, direi che non ho incontrato difficoltà insormontabili. Per alcuni aspetti essere donna è un vantaggio, ma nel complesso non credo che dobbiamo ricevere un'attenzione speciale e spero che tra vent'anni non si farà più differenza tra noi e gli uomini». Com'è oggi la tua azienda? «Ho 12 ettari di terreno e produco 75mila bottiglie l'anno: vini freschi, eleganti e non troppo alcolici, che in questo momento hanno un buon mercato, soprattutto in Nord Europa e USA dove realizzo il 65% delle vendite». E la tua giornata tipo? «Sveglia alle 6.30, alle 7 al lavoro. La mattina seguo la produzione: vigna, cantina, visite dei clienti. Il pomeriggio curo la parte amministrativa. Sempre io, perché l'azienda è piccola: siamo 3 o 4 me compresa, arriviamo a 10 per la vendemmia e a volte c'è qualche stagista». Prossimi traguardi? «Vorrei investire nelle mie ricerche sul biologico, mantenere la qualità dei miei vini e migliorarla, affacciarmi a nuovi mercati e cominciare a dare all'impresa quella storicità che un'azienda giovane deve costruire». Cosa consiglieresti a chi vuole seguire le tue orme? «Agli aspiranti produttori consiglio di non restare nella media, di differenziarsi facendo un vino non sostituibile, legato a un territorio, a un vitigno, a una persona: la gente vuole bere una storia, oltre che un buon vino. Poi, bisogna fare esperienza sul campo». E come si fa a farsi conoscere? «Buttandosi. Certo, devi essere sicuro di fare un buon prodotto, ma poi devi andare a tutti gli appuntamenti del settore, chiedere feedback, tenere i contatti dopo gli eventi. Ho trovato così il mio distributore. Bisogna presentare i propri vini senza temere il confronto con i produttori più grandi o più esperti: loro hanno una storia, tu un'altra. La passione è fondamentale: ti fa raccontare con gioia quello che fai. È già una parte del marketing, insomma».
Ilaria Romano
Le professioni di Bacco
Chi sono i professionisti del nettare di Bacco? Ce lo spiega Slawka Scarso, autrice del blog www.marketingdelvino.it e dei libri Il vino a Roma (Castelvecchi, 2010) e Il vino in Italia (Castelvecchi, ottobre 2011). INTENDITORI MA NON SOLO Nelle cantine si occupano della produzione l'agronomo (segue la vigna dalla potatura invernale alla raccolta) e l'enologo (per la vinificazione e la maturazione del vino). Per la promozione ci sono il responsabile marketing (comunica la storia da bere), il responsabile commerciale (commercializza i vini sui mercati nazionali ed esteri) e, specie nelle cantine più grandi, il responsabile accoglienza e relazioni esterne (organizza visite e degustazioni guidate). Il sommelier gestisce la cantina di un locale curando scelta dei vini e abbinamenti ai piatti. Il food and beverage manager cura tutto ciò che riguarda bere e mangiare in hotel e ristoranti. PER INIZIARE Diversi, da Nord a Sud, i corsi di laurea in Scienze viticole, enologiche o in Agraria e i master in marketing e management del vino. Corsi per sommelier presso Ais (www.sommelier.it) e Fisar (www.fisar.com). Volete rimboccarvi le maniche? Coldiretti segnala che sono richiesti gli addetti alla vinificazione: contattate le aziende agricole o le associazioni di agricoltori.
(I. R.)
PROFESSIONI di lavoro all'estero, in Olanda, dove c'è il centro di ricerca sulla materia tributaria più importante a livello internazionale: l'International Bureau of Fiscal Documentation (www.ibfd.org)». «È consigliabile, trascorso un periodo di esperienza lavorativa, conseguire un master nazionale o estero in diritto
Tra norme e numeri
tributario», indica anche Marco Palanca, senior associate del dipartimento fiscale di Clifford Chance guidato dal
ECCO GLI ESPERTI
socio Carlo Galli, in cui «a professionisti con competenze generaliste se ne affiancano di altamente specializzati
DI CONTI E TASSE *
di Ilaria Romano
Vi siete iscritti a Economia o Giurisprudenza con l'idea di diventare commercialista o avvocato, ma vi piacerebbe «fare la differenza» e scegliere una strada diversa, o magari lavorare sia con le norme che con i numeri? Continuate a leggere: in questa pagina parliamo delle professioni della consulenza fiscale.
in una o più aree della consulenza fiscale, normalmente operanti all'interno di organizzazioni particolarmente strutturate e presenti a livello internazionale». In realtà del genere «l'attività quotidiana si svolge attraverso l'interazione costante, anche attraverso la presenza in loco nei vari uffici del network, con professionisti del diritto tributario operanti in altre giurisdizioni». Da Clifford Chance spiegano poi che «la pratica professionale richiede un costante aggiornamento su legislazione vigente, giurisprudenza nazionale e comunitaria, prassi e dottrina nazionale e internazionale». Si lavora con
PROFESSIONE REVISORE
base di carriera, è di 23mila euro lordi l'anno. In en-
partita IVA e i guadagni variano secondo anzianità ed
Cominciamo dal revisore contabile, probabilmente la
trambe le società i primi 3 anni di lavoro valgono come
esperienza.
figura più nota fra quelle che vi presentiamo, e quella
praticantato per l'esame da revisore. Sia Kpmg che
DIRITTO TRIBUTARIO PER ECONOMISTI
che offre il maggior numero di opportunità lavorative. La
Mazars valutano candidature (anche per stage), a gen-
Poi c'è il fiscalista: «una professione a cui si arriva»,
sua specialità è verificare la correttezza delle operazioni
naio-febbraio e a settembre-ottobre. Qualche numero?
spiega Giuseppe Galeano, fiscalista e socio dello studio
contabili e dei bilanci: un servizio richiesto dalle società
«Nell’area audit abbiamo 300 nuovi ingressi ogni anno,
legale e tributario Cba (www.cbalex.com). Servono studi
quotate in Borsa, a cui la legge impone la revisione,
per la maggior parte assunzioni», dice Fulvia Tarasconi
economici (magari Economia e Legislazione d'impresa),
ma anche da aziende e società di dimensioni medio-
di Kpmg. In Mazars, «a settembre abbiamo introdotto
«grande amore per il diritto tributario e una solida esperien-
grandi che hanno esigenza di esibire a partner, banche
20 persone e almeno altrettante entreranno a gen-
za di consulenza fiscale ordinaria, acquisita con qualche
e clienti un bilancio certificato. Questo professionista
naio», dice Consonni.
anno di pratica nella consulenza fiscale ad aziende di
ha alle spalle studi economici ed è iscritto al Registro
FISCO, ROBA DA AVVOCATI
medio-grandi dimensioni». Il fiscalista infatti si occupa
dei Revisori Contabili, a cui si accede dopo un tirocinio
«La fiscalità pertiene al diritto», precisa Antonello Lupo,
di «strutturare dal punto di vista fiscale le operazioni
triennale «avente ad oggetto il controllo di bilanci di
avvocato, responsabile del dipartimento fiscale dello stu-
straordinarie», gomito a gomito con l'avvocato: il primo
esercizio o consolidati» e il superamento di un esame
dio legale Portolano Colella Cavallo (www.portolano.it).
pianifica l'operazione dal punto di vista fiscale (esempio:
indetto annualmente dal Ministero della Giustizia (info
«Si tratta di applicare delle norme, e la professione
il cliente vuole vendere la sua azienda, ma cosa compor-
su www.revisoricontabili.it). È una figura ricercata da
principe in questo campo è quella dell'avvocato». Gli
ta? che tasse pagherà? come fare?) e il secondo traduce la
studi e società di revisione (o audit, in inglese).
avvocati che si occupano di consulenza fiscale «continuano
soluzione in «legalese» stipulando il relativo contratto.
«Da noi si entra con stage di 12 mesi, retribuito», spie-
a occupare un settore di nicchia quindi sono abbastanza
Si lavora in team, quindi all'interno di uno studio. Op-
ga Carlo Consonni, partner e direttore del personale
richiesti», spiega Lupo. Fra i campi d'azione, la fiscalità
portunità di inserimento? «Il numero delle operazioni
di Mazars (www.mazars.it). Il passaggio successivo è
societaria e internazionale, l'assistenza ai clienti sia
straordinarie è un po' calato rispetto a qualche anno fa,
il contratto a tempo indeterminato. I candidati ideali?
sull'attività ordinaria che sulle operazioni straordi-
ma la nostra specializzazione trova comunque riscontro
«Giovani e laureati nei tempi giusti». Chi conclude gli
narie (come le fusioni e le acquisizioni di società), di
sul mercato». Compensi? «I primi anni si guadagna in
studi in corso dimostra «capacità di adattamento, im-
cui l'avvocato cura soprattutto – ma a volte non solo
media tra i 15mila euro e i 25mila euro lordi annui ed è
portante perché bisogna sapersi adeguare alle diverse
– il punto di vista legale, redigendo i relativi contratti.
richiesta una dedizione molto intensa», afferma Galea-
realtà aziendali dei clienti e lavorare in team». In Kpmg
Come si inizia? «Serve dimestichezza con contabilità e
no. Nel suo studio le new entry si occupano di consu-
(www.kpmg.com) gli aspiranti revisori entrano «con
bilancio, da perfezionare post lauream», spiega Lupo. «Io
lenza ordinaria e vengono progressivamente introdotte
contratto di apprendistato professionalizzante: 36 o
ho iniziato con l'esame di diritto tributario all'università,
a problematiche più complesse. Avanzando di carriera
24 mesi, a seconda che abbiano una laurea triennale o
la tesi nella materia, la collaborazione con il docente e
e responsabilità, «chi ha 10 anni di esperienza fattura
specialistica», dice Fulvia Tarasconi, responsabile delle
con uno studio specializzato in queste tematiche. Sono
mediamente 100-120mila euro l'anno».
selezioni. Lo stipendio di uno staff accountant, il livello
stato in Guardia di Finanza e infine ho trascorso un periodo
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NUOVE FRONTIERE
"Il Web non si limita a collegare macchine, connette delle persone" Cloud computing -Tim Berners-Leeco-inventore del World Wide Web
un futuro
tra le nuvole
* Testo di Cristina Maccarrone • foto di Carmine Prestipino
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Lavorare con la testa tra le nuvole. No, non stiamo parlando di piloti, hostess e altri professionisti che hanno la fortuna di volare ogni giorno. Né tantomeno di chi vive ad un metro da terra e dalla sua «distrazione» trae risultati interessanti come inventare e scrivere storie. Parliamo di qualcosa di più concreto e più vicino a noi, di cui si sente dire spesso ma che, se non si è «addetti ai lavori», difficilmente si sa come spiegare: il lavoro in the cloud o, per dirla con un termine forse più familiare, cloud computing. Dove la nuvola (cloud) non è altro che la raffigurazione di una tecnologia per cui tutta una serie di servizi, software, dati sono accessibili semplicemente connettendosi ad Internet ovunque ci si trovi. Scordatevi quindi pen-drive, hard disk portatili o cd rom: la novità del cloud computing è che potete avere accesso ai dati, elaborarli, modificarli, archiviarli tutte le volte che volete, collegandovi direttamente in Rete tramite un qualsiasi dispositivo, detto device (computer, netbook, tablet, smartphone). Basta connettersi ad un server e, con tale tecnologia, si può lavorare ovunque: ufficio, casa o qualsiasi altro posto. LE AZIENDE INVESTONO SUL CLOUD… Ma come lo usano le grandi, piccole e medie aziende? È una tecnologia che porterà nuovi posti di lavoro? Prima di passare a dati e numeri bisogna precisare che in ambito cloud le aziende possono avere diversi ruoli: ci sono i cosiddetti cloud provider (tutte le grandi aziende del mondo ICT) che forniscono i servizi (server virtuali, applicazioni e storage che serve per la memorizzazione dei dati). Ci sono poi altre aziende, i clienti amministratori, che scelgono e configurano i servizi offerti dal fornitore offrendo anche delle applicazioni software ad hoc. C’è poi il cliente finale che utilizza i servizi offerti dal cliente amministratore (i due a volte coincidono). Al di là delle spiegazioni puramente tecniche, quello del cloud è un settore in crescita con investimenti continui che non riguardano solo le grandi imprese, ma anche le aziende medio-piccole. Notizia recente è che IBM ha deciso di stanziare un finanziamento da 1 miliardo di dollari per aiutare le piccole medie imprese a sfruttare soluzioni avanzate nelle aree della business analytics (che propone strumenti e criteri per analizzare i dati di mercato e prendere le decisioni più adatte) e del cloud computing. «Si tratta di un’iniziativa di natura finanziaria», ci spiega Giovanni Boniardi, Cloud Infrastructure Consultant di IBM Italia «con cui IBM si propone di eliminare molte delle barriere rappresentate dai costi dell'investimento iniziale che ostacolano la crescita delle PMI. Tramite soluzioni di leasing e finanziamento favoriamo l'acquisizione immediata di tecnologia e servizi per avviare la trasformazione del business». Anche Microsoft, ci dice Giovanni Zoffoli, Direttore Marketing Enterprise di Microsoft Italia, «è fortemente impegnata in questo settore; oggi più del 70% dei nostri sviluppatori sta lavorando su prodotti e servizi correlati all'ambiente cloud. Il nostro CEO Steve Ballmer ha annunciato che investiremo 5,8 miliardi di dollari in progetti per il nostro ecosistema di partner. Questo investimento è indirizzato in strumenti, training ed incentivi con l’obiettivo di accelerare l’adozione del cloud da parte
delle piccole medie imprese». …MA RISPARMIANO ANCHE Non solo investimenti, ma anche notevoli risparmi da parte delle aziende. «La grossa novità» precisa ancora Boniardi di IBM, è che «è possibile accedere a servizi, risorse e applicazioni quando mi servono per tutto il tempo in cui mi servono, e pagando unicamente in misura dell'utilizzo effettuato. Il cloud introduce un'ulteriore libertà di scelta per le aziende: quella di selezionare tra i propri carichi di lavoro IT quelli per cui risulti conveniente acquisire risorse a tempo dalla rete, invece che acquistare tradizionalmente prodotti e risorse. Se ad esempio un'azienda ha bisogno di forti capacità di calcolo per periodi limitati, le ricerca nella rete e le paga in base all'utilizzo, contenendo enormemente la spesa». Risparmi notevoli per le aziende finali anche per i costi, in quanto i servizi Cloud vengono pagati a consumo: «Questo elemento» prosegue Zoffoli «permette all’azienda di passare da un modello ad investimento iniziale (hardware e software) ad un investimento su necessità. Il nostro cliente Volvo ad esempio voleva lanciare un concorso attraverso un gioco virtuale in occasione del film Eclipse della saga Twilight. Quale infrastruttura tecnologica serviva per un nuovo sito Web che richiedeva un'enorme potenza elaborativa solo per un breve periodo? Si parla di 1 milione di accessi e 300mila registrati in soli 3 mesi. Oltre a una richiesta di banda molto elevata. Se Volvo avesse dovuto acquistare macchine e banda non avrebbe avuto un ritorno di investimento adeguato alla promozione». L’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE Investire sul cloud computing vuol dire anche giocare d’anticipo e formare le nuove figure del settore. Come ha fatto IBM che, insieme al Politecnico di Milano, ha creato il primo master in Sistemi centralizzati per il Cloud computing iniziato a settembre. L’obiettivo, ci spiega Boniardi, è di «arricchire la formazione universitaria per colmare il noto gap che si crea tra la formazione scolastica e le problematiche tipiche del mondo del lavoro. Sono stati selezionati 30 studenti con laurea quinquennale di facoltà scientifico-tecniche, ma non solo, per un percorso formativo orientato alla conoscenza delle soluzioni a supporto del cloud, ma anche della capacità di interpretarne le potenzialità di innovazione e gli ambiti di applicazione». Il master prevede 400 ore in aula in 24 mesi e 16 assunzioni da parte di IBM. «Puntiamo a formare un ventaglio piuttosto ricco di figure professionali e competenze: specialisti e architetti di soluzione, ma anche esperti di marketing in grado di interpretare soluzioni tecnologiche per nuove forme di business, o ancora profili di consulenza per far fronte alle esigenze di evoluzione organizzativa generate dall'avvento di queste tecnologie». TANTE OPPORTUNITÀ DI LAVORO Un settore in cui, stando al Cloud Dividend Report (vedi box) pubblicato dal Centre for Economic & business research (Cebr) e commissionato da EMC, «entro il 2015 saranno generati in Europa 2,4 milioni di nuovi posti di lavoro con un giro d’affari che riguarderà tutti i settori, pari a 763 miliardi di euro». Questi nuovi posti di lavoro riguarderanno Italia,
Cloud computing:
previsioni posti di lavoro* Distribuzione, retail, hospitality ..................... 355
mila
Servizi bancari e finanziari ........................... 207
mila
Pubblica amministrazione, education, sanità .............................................................................. 801
mila
Industria e manifatturiero .................................. 514 Altri settori** ................................................................... 519
mila mila
*in Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Spagna (**agricoltura e pesca, energia e utility, costruzioni, trasporti, comunicazioni e logistica) Fonte: Cloud Dividend Report 2011, pubblicato dal Cebr e commissionato da EMC
Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, di cui 800mila solo nel settore della Pubblica Amministrazione. «La particolarità del cloud computing», precisa Marco Fanizzi Country Manager EMC Italia, «consente alle aziende di eliminare le barriere tradizionali all’accesso, di velocizzare il time-tomarket e di esplorare nuove opportunità di mercato. Come emerge dallo studio del Cebr, la generazione di nuove opportunità di business che risultano dell’adozione del cloud computing avrà un impatto significativo in diversi settori verticali quali ad esempio la distribuzione, il retail, servizi bancari e finanziari». Ma quali le posizioni più ricercate? Intanto, come precisa Angela Battaglia, Manager della divisione Technology di Michael Page «si privilegiano laureati in tempo e con ottimi voti in Ingegneria con indirizzo informatico, Informatica e in genere studi tecnici. Nel settore dal gennaio 2011 c’è stata una crescita del 20% delle figure legate al cloud». Quanto alle professioni più richieste ci sono «sul fronte dei Grandi System Integrator, il System Engineer con competenze software, hardware e infrastrutturali, con retribuzione media annua che va dai 35 ai 40 mila euro, i Data Center Architect con retribuzione che oscilla tra i 40 e i 45 mila euro annui e i Responsabili Data Center, che guadagnano dai 45 ai 60 mila euro annui». Ci sono poi «l’Application Manager, con competenze manageriali e background tecnico in ambito applicativo, la cui retribuzione media annua oscilla tra i 50 mila e i 70 mila euro». Sia nelle PMI che nelle Enterprise, «saranno determinanti i ruoli dei CIO (Chief Information Officer), figura ricercata maggiormente in aziende medio grandi, con competenze strategiche e di organizzazione, la cui retribuzione varia dagli 80 ai 120 mila euro, l’IT Manager capace di selezionare i giusti fornitori, per efficienza, qualità, sicurezza e prezzo e al tempo stesso operativo e molto vicino alle esigenze quotidiane dell’azienda e utente finale. Retribuzione: dai 55 ai 75 mila euro annui». Molto richiesti sono anche i «Tecnici Esperti di questa tecnologia, per non lasciarsi sfuggire» conclude Battaglia «quella che si annuncia come la “rivoluzione delle nuvole”».
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OPPORTUNITÀ DI FORMAZIONE
Corsi gratis da Nord a Sud
TORNARE SUI BANCHI PER IMPARARE LOW COST * di Giulia Cimpanelli
La ricerca del lavoro è diventata una giungla di difficoltà. E le aziende che cercano personale richiedono profili sempre più qualificati. «Come se specializzarsi fosse facile», penserete considerando le tariffe per nulla low cost dell’istruzione superiore in Italia. Ma qualche possibilità di formarvi senza per forza dovervi «dissanguare», esiste ancora. Qui sotto un’anteprima dei corsi gratuiti in partenza, per il resto vi rimandiamo al nostro sito www.walkonjob.it. INFORMATICA E LINGUE NO PROBLEM Conoscere il pc ormai è diventato un must, qualcosa di cui non si può fare a meno, soprattutto nel mondo del lavoro ma anche, che piaccia o no, nelle relazioni personali. Se vi sentite ancora dei principianti, fa per voi il corso di Informatica base (e a seguire quello di Informatica avanzata), uno dei tanti organizzati dalla cooperativa sociale Città dell’essere di Pozzuoli, Napoli (www.cittadellessere.it). I destinatari? Disoccupati, inoccupati, persone con disabilità, immigrati con regolare permesso di soggiorno e lavoratori in mobilità. I due corsi inizieranno la prima settimana di ottobre e verranno ripetuti durante l’anno. Non solo pc, Città dell’essere propone anche corsi di lingue: Inglese base e avanzato con le stesse periodicità e modalità dei primi. Per informazioni e per richiedere la scheda d’iscrizione contattate la segreteria didattica al numero 081.8531417 o via e-mail segreteriacorsi@cittadellessere.it. Se invece il vostro livello di conoscenza del computer è alto e vorreste ottenere una qualifica professionale, segnatevi su agenda o smartphone il corso di specializzazione Programmatore Java per Windows/Linux e applicazioni multimediali che partirà a Milano il 24 ottobre, rivolto a 20 persone inoccupate e disoccupate in possesso di diploma di scuola superiore. Durerà 800 ore di cui 520 di teoria (che si concluderanno nel gennaio 2012) e 320 di stage che inizieranno il mese dopo. Conclusi lezioni e stage, Emit rilascerà un attestato di frequenza, purché si sia garantito almeno il 75% delle ore di presenza. La sede principale è Emit Feltrinelli a Milano. Altre info su www.emit.polimi.it. Non trovate, tra i corsi proposti, qualcosa che venga incontro alle aspettative? Date allora un’occhiata a quelli proposti dalla Scuola di formazione Carisma di Napoli che partiranno la seconda settimana di ottobre. Qualche esempio? Potete prendere parte alle lezioni per formare un Addetto ufficio Import-Export Lingua inglese (durata 140 ore), a quelle per diventare Addetto servizi turistici Lingua inglese (150 ore) oppure Addetto assistenza clientela estera Lingua spagnola (140 ore) o, ancora, frequentare un corso di Web Designer (170 ore). Per partecipare bisogna essere disoccupati iscritti ad agenzie per il lavoro ex interinale e/o disabili. Volete saperne di più su date, orari e iscrizioni? Chiamate il numero 081.5824911 o consultate il sito www.charismahr.it.
UNA SPECIALIZZAZIONE SETTORIALE
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Ok, volete formarvi, ma volete anche andare oltre i «soliti» corsi. E visto che parliamo di formazione gratis, perché non mirare ad ambiti professionali più specifici?
Lavorate, anche con contratti occasionali, nel settore sportivo? Sono aperte le iscrizioni al corso di formazione in Comunicazione in educazione alimentare. L'attività formativa dura 160 ore che si svolgeranno a Roma in via Alessandro De Stefani 60. L'inizio del corso è previsto per la fine di ottobre, le lezioni si svolgeranno compatibilmente con i vostri impegni lavorativi. Unico requisito: essere residenti in Lazio. Trovate queste e altre notizie in merito su www.mediamaster.org o, se preferite, potete scrivere a info@mediamaster.org. Per chi si vuole specializzare invece in ambito medico, farmaceutico o erboristico A.E.ME.TRA. Associazione europea di medicine tradizionali (www.aemetra-valeriosanfo.it), dà il via, a partire dall’11 ottobre al corso in Riflessologia del piede. Calendario delle lezioni: martedì dalle 17 alle 18, per 5 settimane di seguito che saranno svolte dalla farmacista Angela Gibello a Torino. Dovete invece aspettare fino al 9 novembre per prendere parte al corso di Erboristeria familiare, che proseguirà per 5 mercoledì dalle 17 alle 18.30. Il numero di partecipanti è di minimo 10 per l’attivazione del corso e massimo 30, quindi se siete interessati, affrettatevi ad iscrivervi. Altro che ambito scientifico, le vostre passioni da sempre sono fotografia e grafica, ma tante volte avete rinunciato perché una formazione del genere era per voi troppo «costosa»? Ecco allora un’altra iniziativa totalmente free: a proporla la scuola Ifoa di Bari (www.ifoa.it) dove, dal 14 ottobre, inizia il corso di Fotografia Digitale, Grafica Pubblicitaria e desktop publishing, destinato a 18 disoccupati. 260 ore di lezioni con frequenza giornaliera di 4 o 8 ore. La scuola propone con la stessa modalità e nello stesso periodo corsi di Addetti gestione busta paga, Web designer, Gestione di rete con certificazione Cisco, Operatori del settore fotovoltaico, Segreteria di Redazione e Addetti settore turistico ricettivo. Per informazioni consultare il sito www.ifoa.it. Avete un diploma da geometra o state studiando per diventare architetti? Perché non aumentare gratuitamente le vostre competenze? Potete farlo con il corso Tecnico sistemi CAD, organizzato dal Consorzio per la formazione, l’innovazione e la qualità di Pinerolo, Torino (www.consorziofiq.it). 600 ore in aula e 240 di stage in studi tecnici e aziende del settore dove si potrà lavorare usando i sistemi CAD. Il corso inizierà nel mese di novembre e si svolgerà in orario diurno. Al termine del periodo di formazione verrà rilasciato un attestato di specializzazione. Per informazioni potete scrivere un’email a: info@consorziofiq.it. Per non smettere mai di formarsi sì, ma con un occhio attento al portafogli.
E IN SCANDINAVIA SI STUDIA CON POCO
Se in Italia bisogna andare alla ricerca dei corsi gratuiti, esistono, invece, Paesi non molto lontani dal nostro in cui ogni grado di studio - dalla scuola dell’obbligo all’università fino al master - è quasi completamente gratis. Come in Scandinavia, isola felice che considera la cultura dei suoi ragazzi un vero e proprio investimento per il futuro. Iniziamo dalla Svezia dove l’istruzione è gratuita per gli svedesi mentre per uno straniero iscriversi all’università costa solo 100 euro a semestre. Inoltre, la maggior parte dei corsi di laurea e dei master è tenuta in inglese. Le procedure di ammissione sono gestite dallo Swedish National Admission Board (www.vhs.se). Unica pecca: tutte le facoltà sono a numero chiuso. Inoltre, è preferibile richiedere l’accesso all’istruzione svedese essendo già in possesso di un certificato di conoscenza dell’inglese come Toefl o Ielts. Per le iscrizioni a qualsiasi ateneo consultate www.studera.nu e per altre info cliccate su www.studyinsweden.se. Nella vicina Finlandia le università e i politecnici, in tutto 46, sono gratuiti e gli stranieri possono addirittura usufruire di una serie di agevolazioni come borse di studio post lauream o post dottorato per ricercatori, erogate dal CIMO Centre for International Mobility (www.cimo.fi). In Norvegia, la maggior parte degli istituti di istruzione superiore prevede solamente una tassa semestrale che va dai 40 ai 70 euro. Ma questa cifra è usata per garantire servizi volti al benessere degli studenti come sostegno psicologico, aiuto per la ricerca della casa, attività sportive. Le iscrizioni sono coordinate da Universities and Colleges Admission Service (www.samordnaopptak.no). (G.C.)
Diventare Manager, Consulente o Imprenditore di successo con Il Sole 24 ORE. Le imprese sono chiamate oggi –dalla globalizzazione, dalla crisi finanziaria e dalla crescente competitività internazionale – a essere sempre più dinamiche e innovative: in questo contesto, il successo delle aziende dipende sempre più dalla qualità delle risorse umane. L’evoluzione dello scenario richiede, infatti, nuove competenze e capacità, nonché un bagaglio culturale e professionale molto più solido e ricco rispetto al passato. Il Master Gestione, Strategia ed Innovazione d’Impresa del Sole 24 ORE è stato progettato proprio in quest’ottica. Gestire strategie d’impresa presuppone una sempre più affinata capacità di relazione e di networking, soprattutto internazionale; comporta la creazione e lo sviluppo di competenze analitiche e tecniche che diventano patrimonio personale prima, e d’azienda, poi. Master full time di 11 mesi, 7 di aula e 4 di stage. Milano, dal 21 novembre 2011. Selezioni in corso. www.formazione.ilsole24ore.com/bs/mastergestione, tel. 02 (06) 3022 3247
FRATELLI D'ITALIA Il 15 settembre l'OCSE ha diffuso i dati sulla disoccupazione nei paesi sviluppati. A prima vista, l'Italia sta limitando i danni con un 8,5% di disoccupazione. In realtà, leggendo con maggiore attenzione i numeri, si evidenzia una minacciosa crescita della disoccupazione nella fascia 15-24 anni balzata al 27,9% (nel 2007 era il 20,3%). Ancora più preoccupante il fatto che solo la metà dei giovani fortunati che trovano il lavoro, lo fa in modo precario. In questi giorni si è parlato molto di manovra ma non c’è traccia di politiche per rilanciare l’occupazione per le nuove leve. Ma i giovani non si perdono d’animo e continuano a studiare e a lavorare per realizzare i propri sogni professionali come Giulia. Raccontateci il vostro percorso scrivendo a fratelliditalia@walkonjob.it. Vi aspettiamo!
G IULIA V ERONESI
LA PASSIONE PER GLI EVENTI
Come vanno i tuoi studi? «Mi sono appena laureata di primo livello in Scienza dei beni culturali all’università Statale di Siena» E poi? «Quando ho scelto l’indirizzo musica cinema e spettacolo, l’idea del futuro era molto vaga. Sono partita con lo studiare quello che mi piaceva. Studiando, le cose sono diventate più chiare. Mi è venuta voglia di fare qualcosa di più pratico e ho pensato all’organizzazione di eventi». Eventi teatrali? «Sicuramente eventi culturali, musica in particolare. Grazie ad uno stage segnalatomi dall’università, ho la possibilità di lavorare all’organizzazione di un festival del cinema. Guardando da dentro mi sono accorta che mi piace, e ciò ha confermato l’idea che mi è venuta di andare oltre rispetto alla parte di preparazione teorica che mi dà lo studio». Ma non volevi fare l’attrice o la cantante? «No, escluso a priori. Ero partita dalla voglia di studiare la storia del mondo della cultura e di indagarlo in lungo e in largo. L’idea era di fare la triennale anche per capire poi che strada imboccare con decisione». Conoscevi già il mondo dell’organizzazione eventi? «In realtà sì. Però non l’avevo ancora preso in considerazione. Andando avanti a studiare e lavorando nell’ambiente grazie a questo stage, ho capito come funzionava e sono andata oltre l’idea che avevo inizialmente». Hai fatto anche la “ragazza di fatica”? «Per ora seguo il percorso consigliato dall’Università. Prima di questo stage non mi erano capitate altre occasioni. Ora che ne ho la possibilità lo vivo e seguo il percorso che sto affrontando». Altri lavori? «Molti lavori saltuari quando c’è l’occasione. Non è mai facile trovare qualcosa di stabile. Attraverso amici magari mi è capitato di servire nei locali o di fare qualche lavoretto». Da universitaria, come trovi la città di Siena? «È bellissima, piena di vita e si organizzano tantissime cose. Molti giovani molta gente. Sicuramente per l’Università non è un momento facile, si stanno tagliando tanti corsi e devo
Storie normalmente eccezionali
ALLA RICERCA DELL'
INDIPENDENZA S IENA
*
di Paolo Beretta
dire che un po’ si sta arrancando a causa dei problemi economici che sembrano riguardarla». Questo momento si riflette anche nei tuoi studi? «Forse ho avuto la fortuna di aver già finito le lezioni e poi sapevo già che non avrei avuto la specialistica che mi interessava qui a Siena. Certo, ci si accorge dei corsi sospesi e dei docenti che non insegnano più. E questo incide sulla preparazione di noi studenti». Dove andrai, visto che a Siena non c’è la laurea specialistica di tuo interesse? «Pensavo a Firenze. Anche li ci sono molti cambiamenti in atto nelle strutture dei corsi, direi in meglio». Per che corso sei orientata? «Musicologia e beni musicali, Progettazione e organizzazione di eventi artistici». Hai le idee chiare su quello che vuoi fare? «Il lavoro che voglio fare è pieno di imprevisti e l’ho abbastanza in mente. C’è una parte considerevole di imprevisti, con la location dell’evento, con le attrezzature che possono servire e con tutti i contatti che si creano». Che generi musicali ti interessano? «Sono onnivora come gusti musicali. Però se dovessi scegliere mi orienterei sulla musica classica e sulla lirica. Se potessi scegliere farei questo». Hai fatto anche esperienze all’estero? «Con l’Università no. Avevo la possibilità di fare l’Erasmus ma avevo paura che mi rallentasse con lo studio e alla fine ho preferito soprassedere». Quali pensi possano essere i tuoi punti di forza, lavorativamente parlando? «Per il carattere che ho, sono molto adattabile all’ambiente e alle persone. Quindi sarei pronta a mettermi a disposizione della squadra. Sono inoltre molto attenta all’ordine e all’organizzazione. Quindi nell’organizzazione di eventi penso che potrei essere adatta visto che ho la capacità di tenere sotto controllo tutto». Chi è Giulia? «Una ragazza che è cambiata tanto grazie al fatto di essere uscita fuori di casa. Il mio carattere è diventato più forte, ma non per questo sono propensa allo scontro. Ho la capacità di concentrarmi e di raccogliere tanta forza di volontà, nello studio così come nel lavoro». A proposito, come vedi il mondo del lavoro? «In questo momento lo trovo un po’ bloccato. Vedo anche con persone dell’ambiente, che riescono ad andare avanti i progetti consolidati da anni. Si fa più fatica sulle nuove iniziative anche per la difficoltà di reperire finanziamenti dei privati. Io però sono ottimista. Se dovessi fare un’analisi oggettiva mi rendo conto che quando finirò di studiare sarà dura e dovrò essere disposta a sacrifici, sapendo che però potrò riuscire a coronare i miei sogni».
Le interviste continuano su www.walkonjob.it/fratelli-d-italia
FOCUS ITALIA
Facciocosevedogente
IN GIRO PER L’ITALIA E NEL MONDO
Milano
Fino al 29 gennaio 2012 Palazzo Reale
Artemisia Gentileschi, storia di una passione
www.comune.milano.it/palazzoreale Ticket: 9 €, 7,50 € under 26 Dall’8 al 13 novembre Fiera Milano
69° Salone Internazionale del Motociclo www.eicma.it Ticket: 18 €, ridotto 12 €
Torino
Dal 27 al 31 ottobre PalaOlimpico
ere Per viv eserti. d oge s n il a cura della redazione mma ideale Petra, A for Padova w cost lo lo ty o e s ie c a n o No divers oyal S R ia n Dall’1 ottobre al 12 febbraio 2012 a a o), .j ll rd e rg scn.o una Gio alow d (www.r Palazzo Zabarella i bung e im re n tu a a o u q N giorn lo d’ac on of Bastia Umbria (PG) e ti p a Il simbolismo in Italia re rv a e fa s o n poi fang the Co Dal 18 al 20 novembre nne di . Potete www.zabarella.it e capa rotette h p ra inizia ic ik e p Z ti rv a e ll Umbriafiere s a ri Ticket: 10 €, ridotto 8 € o e d la ll n o e n tecipa a picc merse Prosit, festival della fico par con un o bene posto, e.org): v m s ti d ri ia à tu it it el birra artigianale Bologna e Ferrara .zikrain le attiv w o tipici. w n i a (w n tt g tive prositfestival.it Dal 9 al 19 novembre are pia ali inse in c c lo u c i offerta Ticket: da 8 € ceste a Teatri e jazz club ecciare ekdall’intr fine il tr Bologna Jazz Festival etevi in rd ola e g p a n ll o Roma N www.festivaljazzbologna.it a ne ell’acqu .) Dal 27 ottobre al 19 febbraio 2012 .C king n Ticket: da 19 € (G . i Mujib Musei Capitolini del Wad
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Lucca
Dal 28 ottobre all’1 novembre Centro storico
Leonardo e Michelangelo. Capolavori e fogli romani
www.movement.it/mov2011 Ticket: da 30€
www.museicapitolini.org Ticket: 12 €, gratis per studenti di Lucca Comics & Games lucca2011.luccacomicsandgames.com architettura e facoltà umanistiche Ticket: 14 €, ridotto 12 €
Venaria Reale (TO)
Catania
Moda in Italia, 150 anni di eleganza
Campionati Mondiali di Scherma 2011
Torino Electronic music festival
Fino all’8 gennaio 2012 Reggia di Venaria Reale
www.lavenaria.it Ticket: 13,20 €
Napoli
Dall’8 al 16 ottobre Palaghiaccio
Fino al 15 ottobre Teatri e piazze della città
Napoli Teatro Festival Italia www.teatrofestivalitalia.it Ticket: da 12 €
www.it.cataniaescrime2011.com Ticket: da 10 €
No tengo dinero: L’ANGOLO DEGLI... SQUATTRINATI Torino 18 ottobre Generazione P, tra Precariato e Proposte Il nostro direttore Cristina Maccarrone, le giornaliste e scrittrici Benedetta Cosmi ed Erica Vagliengo e il blogger Marco Patruno si confrontano in tema di lavoro, precariato e diritti. Modera l’incontro lo scrittore Andrea Bajani, mentre l’attrice Lia Bianco legge alcuni estratti di libri. Info: Circolo dei lettori h.18 Da Nord a Sud – Musei statali L’ultima settimana del mese Martedì in arte Fino a dicembre ogni ultimo martedì del mese dalle 19 alle 23, alcuni musei statali di Lazio, Lombardia, Puglia, Campania, Veneto, Toscana e Umbria aprono gratis le proprie porte per consentire a tutti un bagno di cultura serale. Info: www.beniculturali.it Roma Fino all’11 dicembre La via Appia. Laboratorio di mondi possibili tra ferite ancora aperte Mostra fotografica che immortala la storica strada, con un’attenzione particolare al suo volto a cavallo
tra ‘800 e ‘900, tra il 1950 e il 1970 e oggi. Info: www.info.roma.it Trieste 8 ottobre Raf Ospite del Barcolana Music Festival, Raf interpreta i brani dell’ultimo cd Metamorfosi. Info: www.barcolana.it Bronte (CT) Dal 6 al 9 ottobre Sagra del pistacchio Gelati, creme e sughi. Sono questi alcuni dei protagonisti della XXIIesima edizione della sagra dedicata all’oro verde D.O.P. del comune etneo. Info: www.comune.bronte.ct.it Milano Dal 28 al 30 ottobre Capodanno celtico Tra musica folk, rievocazioni e prodotti artigianali, ritorna nel parco del castello sforzesco l’evento che affonda le radici nella storia più antica del capoluogo lombardo. Info: www.capodannoceltico.com
VISTI PER VOI. Ellis Island, l'emigrazione a New York
Un particolare della mostra
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Diven ta di No re un mod tting ham, erno Robi Upon nH pe Avon dove rcorrere le ood nelle Con i Shake fores strad voli l spe te e ow co km a st arr are ideava di Stratfo nord rd ivate le sue di Lo terra, nell ndr ope m cisam eno cosm a, dove so e Midland re… rge la s, 15 opoli ente 0 ta de tipica da m vera lla C Ing ed od rie. D erni, econ accoglien apitale, m hila non omic te. Il a deio tu perde feste ggiat re il D stelli e af tto condit o o fo iwali nel Leice , capo llate birr sters e hir dann ww.e o Hin astmid e. Info su du, : lands (G.C.) touris m.co.u k.
Era la prima cosa che volevo fare a New York: visitare Ellis Island, il posto da cui, secondo le statistiche, è passato un pezzo di storia familiare di quasi metà dei cittadini americani, discendenti degli oltre 12 milioni di emigranti che fra il 1892 e il 1954 entrarono negli USA sbarcando su quest'isola. Oggi è un museo dell'immigrazione e un memoriale, gestiti da una fondazione. Ci si arriva in battello dalla punta sud di Manhattan. La traversata dura pochi minuti. Allo sbarco sorprende il silenzio, rotto dalle grida dei gabbiani. Noi turisti invece ci facciamo seri e un po' intimiditi: qui ci si sente al cospetto della storia, anzi di molte storie. Nell'atrio dove gli emigranti venivano registrati e visitati, oggi sono in mostra le loro valigie, in una grandissima teca di vetro: fagotti rattoppati, cesti di vimini,
Volete conoscere un mondo di luoghi e persone e con loro fare vacanze diverse dal solito? Basta connettersi su www.viaggiavventurenelmondo.it e lì navigare tra mete e varie formule di viaggio (ad esempio: dall'1 ottobre tour di 5 giorni ad Amsterdam, Atene o Berlino; 7 giorni in Cappadocia e 20 in Africa). Scelte data e destinazione, con un clic entrate nel gruppo di viaggio che, una volta formato, prepara via Web la vacanza, pensandola sempre come un’avventura da vivere sul momento e con occhio low cost. (C.G.S.)
* Testo e foto di Ilaria Romano
casse etichettate in tutte le lingue. Fa impressione pensare a quante aspettative dovevano contenere. Il museo è nelle stanze ai piani superiori: restaurate, appaiono come all'inizio del secolo scorso. Oggetti, didascalie, foto, testimonianze audio e video ricostruiscono patimenti e gioie dei migranti che qui venivano esaminati e a volte giudicati, detenuti, ospedalizzati o respinti, oppure ammessi a vivere il loro sogno americano. Prima di uscire, d'obbligo una tappa al centro per la Family History, per consultare al pc i registri di bordo delle navi e cercare notizie dei vostri parenti emigrati: costo, 5 dollari per una sessione di 45 minuti con l'aiuto di un addetto. Oppure andate su www.ellisisland.org e cliccate «passenger search»: potreste avere grandi emozioni.
FOCUS ESTERO
Flavia
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QUI LONDRA
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Non é la Parigi degli artisti, la New York dei grattacieli o la Roma della storia, é la Londra del Tamigi, delle stradine caotiche intorno a Piccadilly, degli immensi parchi che la circondano, dei mercatini vintage di Notthing Hill, della stravaganza di Camden, dell'eleganza di Marylebone e della frenesia della City. Londra é semplicemente «il mondo in una stanza». Sono arrivata qui 2 anni fa dopo la laurea per lavorare per una banca d'affari e tra me e Londra é nata una storia d'amore di tutto rispetto: mi stufo e ci litigo, ma poi mi basta passeggiare in Regent Park o perdermi nelle stradine di Soho per riappacificarmici. Con l’Italia ho lo stesso rapporto che ho con i miei genitori: è stato necessario staccarmene per riuscire ad apprezzarla.
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Alessandro
QUI STOCCARDA
Stefania
QUI MADRID
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Vivo a Madrid da 3 anni e ho un rapporto di odio e amore con questa città, perché quando non sono qui mi manca... Andar por tapas per il centro, bere una birra o un bicchiere di rioja, accompagnato con un piatto di jamón serrano e delle patatas bravas in compagnia degli amici, stranieri come me. La metro, pulita, arriva ovunque, anche se il prezzo è aumentato negli anni e ogni tanto ci sono scioperi o lavori in corso. Il cielo, azzurro intenso o punteggiato di nuvole bianche solo alzando lo sguardo fa sentir bene e ti isola dal traffico frenetico. Aprire la Guía del Ocio e pensare «non avrò mai il tempo di vedere e fare tutto»: teatro, danza, musica, mostre, conferenze... Mi manca la gente nelle strade a tutte le ore, pranzare alle 3 e cenare alle 10, ascoltare jazz alla «Fidula», sentire accenti diversi mentre mi perdo per le vie del centro. Eppure, a volte, quando torno, ho voglia di ripartire e scappare da questa città in continuo fermento.
Da Novara 2 anni mi sono trasferita a Darmstadt, a circa 30 km da Francoforte. Mi sono subito trovata a mio agio perché è una città simile a Novara sia per estensione che per popolazione. Ciò che mi ha colpita sin dai primi giorni, è stato vedere che dietro ad ogni finestra sono allineati numerosi vasi di fiori colorati e che le persone, appena fa capolino un raggio di sole, si riversano nei parchi della città per grigliare in compagnia, passeggiare e trascorrere momenti a contatto con la natura! Inoltre, l’avere Francoforte così vicino aiuta sicuramente a trascorrere il tempo libero. Numerosi sono i locali che offrono specialità tipiche, ma molti anche quelli con prodotti italiani: quante volte trascorrere la serata in una pizzeria italiana fa sentire meno la nostalgia di casa!
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Stefano
QUI AMSTERDAM
Dopo la laurea che fare? Un po’ per incoscienza, un po’ per un senso di sfida ho deciso di andare in Olanda e con il senno di poi posso dire che migliore scelta non avrei potuto fare. Arrivato qui la prima cosa che mi ha sorpreso è il reale rispetto per la persona e i suoi meriti: dopo neanche un mese facevo uno stage per una prestigiosa azienda e dopo un altro mese ero assunto. Per via del lavoro, mi sono trasferito ad Amsterdam, una città totalmente differente dalle altre olandesi, una nazione dentro un’altra nazione che vive di regole proprie, in cui si respira quell’aria che ti dice che qualsiasi cosa può succedere. Tantissimi gli stranieri che sono parte integrante della vita cittadina, una reale multiculturalità che ti permette di vedere in un sol luogo mondi diversissimi. Buona parte degli Italiani in Olanda vive ad Amsterdam cosi non è raro sentire per strada voci familiari che rendono ancora più piacevole la permanenza in questa «non ordinaria terra» dove non conta se piove o fa freddo, l’imperativo è divertirsi!
N JOB WALK Otamento a
un vi dà app
BRE NOVEM
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