Walk on Job, December - January 2011/12

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futuro in movimento DICEMBRE - GENNAIO 2011 / 2012 NUMERO OTTO freepress di attualità e mondo del lavoro

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inchiesta

WELFARE altro che

EUROPA UNITA «Un uomo dovrebbe sapere qualcosa anche sul proprio Paese prima di andare all'estero» Laurence Sterne

GERMANIA Tempo indeterminato e alta mobilità

NORVEGIA Per le ragazze madri affitto e studi pagati

GRAN BRETAGNA Sussidi per la casa a chi cerca lavoro

FRANCIA Salario minimo per disoccupati

SPAGNA Abuso di stage e contratti a termine

PREPARARSI AL LAVORO

JOB ON CALL

Il contratto dell’impiego intermittente FORMAZIONE

DAGLI USA AL GIAPPONE Tra studio, ricerca e stage OSPITE SPECIALE

FEDERICO RUSSO

Dj per vocazione, scrittore per caso

ANNUNCI, le aziende che cercano

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24 ORE BUSINESS SCHOOL: LA CHIAVE DI INGRESSO NEL MONDO DEL LAVORO.

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PARLIAMONE? SÌ, PARLIAMOCI Quando l’informazione non basta. Non è forse il modo migliore per iniziare dato che quello che state per sfogliare è un giornale. Eppure, l’informazione rappresenta solo il primo passo, mai l’ultimo, mai quello definitivo. Perché se una cosa viene scritta e poi letta, ma non la si condivide davvero, resta lì. Twitter in questo (io lo amo molto, se mi cercate sono @cristinamacca) aiuta tanto a diffondere contenuti. Nei mesi in cui l’Italia è stata vittima di alluvioni è riuscito più di altri a far condividere i numeri per chiamare i soccorsi e le comunicazioni di chi poteva ospitare gli sfollati. Ma la Rete da sola non è sufficiente: le informazioni vanno diffuse, commentate, in una sola parola assaporate. A cosa serve parlare tanto di disoccupazione e precariato se poi queste realtà non vengono comprese, sembrano cose solo da giovani e lontane dal mondo in cui si vive? Me lo sono chiesta mentre ero a pranzo dai genitori di un’amica che si dà tanto da fare e sta per iniziare una nuova avventura. Eppure precaria. Come lei, tutti noi che non abbiamo certezze. Se siete under 35 (ma anche più) lo sapete bene. Ma tante volte, così come in quel pranzo, ho sentito dire che sì c’è la disoccupazione, il precariato ma… «ai nostri tempi noi avevamo comunque già famiglia e un lavoro stabile». Come se la colpa fosse solo nostra. Come se fossimo meno degni o soltanto instabili. Lo erano anche loro; ma non erano come noi. Cosa ci vorrebbe? Il dialogo tra le generazioni. I nostri genitori hanno tanto da insegnarci, ma anche noi abbiamo tanto da dire: rispetto a loro, forse, siamo più malleabili e non abbiamo schemi precostituiti. Ci dobbiamo reinventare ogni giorno, ancora più di loro. Ma il punto di incontro c’è: è la vita. Quella vita che ti porta a fare cose inaspettate, ad andare all’estero e lavorare in una piattaforma o restare in Italia guardando con speranza e impegno ad un nuovo governo e sbirciando - come facciamo qui accanto - nelle strutture economiche e sociali degli altri Paesi europei. Se qualcosa di questo numero vi colpirà parlatene con altri, con i più adulti, per far capire che noi ce la mettiamo tutta, ma che abbiamo bisogno anche di leggi e decisioni giuste. Che nascano dal dialogo tra giovani e meno giovani. Cristina Maccarrone / direttore@walkonjob.it

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INCHIESTA

Uno sguardo sul welfare

SE GLI ALTRI

LO FANNO MEGLIO

* di Giulia Cimpanelli e Ilaria Romano

«Vorrei lavorare all'estero». Almeno una volta nella vita l'abbiamo pensato tutti… Alla domanda successiva «dove vado?», però non è sempre facile rispondere. E così un po’ per capire come funziona negli altri Paesi e un po’ per vedere se davvero «son messi meglio» dell’Italia, abbiamo visitato per voi 5 stati europei. Ci siamo focalizzati su stage, ricerca di lavoro, contratti e welfare in Germania, Francia, Inghilterra, Spagna e Norvegia. GERMANIA, IL TOP DELL’ORGANIZZAZIONE Sarà che è la principale potenza economica europea, sarà per il rigore della mentalità tedesca, fatto sta che a livello professionale la Germania è spesso descritta come un’«isola felice». Ma lo è veramente? Lo chiediamo a Giuseppe Giaume, export manager che ci si è trasferito 25 anni fa: «Si guadagna in media un 10% in più rispetto all’Italia, gli stipendi lordi sono molto più alti, ma lo sono anche trattenute e detrazioni». Le aziende prediligono contratti a tempo indeterminato: «C’è molta più mobilità e per loro è meno difficile “liberarsi” del dipendente», prosegue Giuseppe. Per cercare lavoro, oltre a controllare le inserzioni su quotidiani (le edizioni del sabato di Allemeine Zeitung, Süddeutsche Zeitung, Die Welt e Frankfurter Rundschau hanno pagine per gli annunci), in Germania esistono più di 800 Arbeitsämter (uffici di collocamento) e i cittadini comunitari possono utilizzare i loro servizi (www.arbeitsagentur.de). Altro sito interessante è jobboerse.arbeitsagentur.de. «Un consiglio personale è quello di farsi scrivere lettere di presentazione dai precedenti datori di lavoro, qui contano molto!». Il Governo tedesco garantisce un sussidio di disoccupazione a chi ha lavorato (e versato i contributi) per almeno 12 mesi negli ultimi 2 anni. L'indennità si aggira sul 60% del precedente stipendio netto e per chi ha figli sale al 67%. La durata dipende dalla lunghezza dell’ultimo lavoro e dall'età. Gli stage, quasi sempre con retribuzione, sono utilizzati durante gli studi come apporto curriculare al proprio percorso. «Ma attenzione: sempre meglio venire qui con un contratto già in mano», prosegue Giuseppe «sono ingegneri e tecnici i profili più ricercati». Quanto al resto, la Germania può essere definita un Paese poco complicato: «La legislazione è più snella e lineare, gli uffici veloci e funzionali. Trovare casa non è un problema ma i prezzi degli affitti variano: Monaco, ad esempio, è molto cara». Se avete bisogno di aiuto o consigli su italiansonline.net, sezione Dusseldorf, Giuseppe e molti altri expat (termine che indica gli espatriati) potranno darvi una mano. FRANCIA, SALARIO MINIMO GARANTITO La Francia gode di «buona fama» grazie al suo articolato sistema di welfare. La prima cosa che stupisce noi italiani

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bimestrale freepress I www.walkonjob.it info@walkonjob.it Via Scarlatti, 26 - 20124 Milano I tel. 02 36643483

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testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano numero 257 del 3 maggio 2010

Direttore Responsabile Cristina Maccarrone direttore@walkonjob.it

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In redazione Elisa Di Battista redazione@walkonjob.it

Progetto Grafico e impaginazione Jasmine Webster

è il salario minimo garantito: si chiama Rsa, revenu de solidarité active (www.rsa.gouv.fr), e agevola la vita degli over 25 senza reddito o con uno stipendio basso. Un single senza figli né entrate può percepire 466 euro al mese e chi guadagna 500 euro può averne 215 di aiuti. Per chi ha lavorato almeno 122 giorni negli ultimi 18 mesi, e non ha lasciato volontariamente l’impiego, c'è il sussidio di disoccupazione: dal 70% al 50% degli ultimi stipendi, dura fino a 2 anni decrescendo col passare dei mesi, per stimolare il beneficiario a cercare un nuovo lavoro. La Francia è in prima fila per gli aiuti economici ad artisti e lavoratori intermittenti dello spettacolo (www. intermittent-spectacle.fr). Altro fiore all’occhiello dello stato sociale francese sono le allocations familiales, cioè gli aiuti economici per genitori e famiglie, e le allocations logement che aiutano a pagare mutuo o affitto (per un quadro d'insieme vi rimandiamo a www.dossierfamilial.com). Chi cerca lavoro è obbligato a iscriversi ai Pôle Emploi (www.pole-emploi.fr), gli uffici di collocamento che si occupano anche di verificare i requisiti per i sussidi. Gli iscritti devono dimostrarsi attivi nella ricerca e non possono rifiutare più di 2 o 3 offerte di lavoro ricevute tramite loro. Per entrare nel mondo del lavoro si può tentare la via degli stage: curriculari per i laureandi, dal 2009 retribuiti con 400 euro se durano più di 2 mesi. Al termine dell'esperienza, le imprese non sono obbligate all'assunzione. Il collettivo di stagisti Géneration Précaire punta il dito contro l'abuso in mansioni e settori non pertinenti. La legge però pone dei limiti e le aziende che sgarrano devono convertire lo stage irregolare in contratto a tempo indeterminato. Il mercato cosa offre? «Principalmente tempo indeterminato e determinato», dice Gian Paolo Accardo, condirettore della testata Presseurop (www.presseurop.eu). «Esistono anche i co.co.pro, meno diffusi e usati soprattutto nei settori dove hanno un senso. E qualche anno fa la proposta di introdurre un contratto con meno garanzie è stata duramente contestata». Le aziende francesi tendono a proporre il contratto a termine, «ma ottenere un indeterminato è comunque più facile in Francia che in Italia». Il rovescio della medaglia è che «il mercato

carta riciclata 100%

Hanno collaborato a questo numero: Aiesec Susanna Bagnoli Paolo Beretta

Giulia Cimpanelli Camilla Golzi Saporiti Lorenzo Pulici Floriana Riso Ilaria Romano

Pubblicità Rosanna Paiano advertising@walkonjob.it

Stampa LITOSUD Via Aldo Moro 2 20160 Pessano Con Bornago (MI)


Picadilly Circus, Londra di colloquio. Nonostante ciò non credo che, a differenza del lavoro è un po' rigido e ci sono disoccupati di lunga del passato, venire a lavorare in Spagna convenga andurata». cora», spiega Lucio Colavero (www.luciocolavero.com), INGHILTERRA: LAVORO GIOVANE E COMPETENTE giornalista italiano che vive a Madrid. Da Londra Emanuele Norsa, giornalista in un'agenzia di Quanto ai giovanissimi, c’è un abuso di stage (practicas) stampa e blogger su www.tre-no.it, descrive invece un che durano tra 3 mesi ed un anno mercato del lavoro piuttosto die non possono prevedere più namico (nonostante l’alto tasso di di 40 ore di lavoro settimanali; disoccupazione giovanile): «Vedo spesso non sono retribuiti. una prevalenza di contratti a «Vengono fatti per lo più contempo indeterminato che possono tratti a tempo determinato e di essere rescissi da azienda o lavora- -Emanuele Norsa, Regno Unitoformazione, anche se non mantore con 1 o 2 mesi di preavviso: cano i casi di inserimento con tempo indeterminato. Il significa che i lavori possono finire, ma se ne possono determinato deve durare al massimo 6 mesi, rinnovatrovare altri in tempi brevi». Il mercato inglese è giovane: bile per massimo 12 mesi consecutivi. In ogni caso una «Ho 27 anni e ho avuto manager di 25», dice Emanuele. ditta può avvalersi della stessa persona per massimo 2 «I giovani vengono spinti in avanti perché producono anni, se il contratto resta a tempo determinato. Superati molto. All'inizio sono pagati meno, ma hanno possibilità questi limiti il datore di lavoro è obbligato ad offrire un di fare carriera rapidamente». tempo indeterminato. L'ultima riforma del settore, che Se volete trasferirvi in UK «il vostro migliore amico ha provocato lo sciopero generale, dovrebbe spingere dev'essere il sito del Guardian (www.guardian.co.uk; che l'impresa ad usare questi contratti in quanto riduce la potete seguire anche su Twitter, ndr ): ha un'ottima sezione "buonuscita" di base del lavoratore da 45 a 22 giorni per dedicata al lavoro», avverte Emanuele. Per far breccia nel anno lavorato». cuore delle aziende inglesi servono «competenze: avere L'Inem (www.inem.es), istituto nazionale per il lavoro, cose da offrire. Sono apprezzate le lingue straniere, in è molto utile per accedere gratis a corsi di formazione particolare extraeuropee». Ci si affaccia al lavoro in 3 o di lingua, ma anche per informarsi sulle prospettive modi: «tramite work experience, internship o graduate nel proprio settore: «I corsi sono molti e in linea con gli scheme». La prima è un'esperienza di 1 o 2 settimane interessi dichiarati. Sono molto formativi, convenzionati all'interno di un'azienda, in genere non retribuita. Gli con ditte private di formazione, e sono un diritto di tutti i inglesi la fanno alle superiori, ma può essere utile andisoccupati iscritti all'Inem», precisa Lucio. che ai laureati senza esperienza. L'internship è lo stage, La crisi sta colpendo molto la Spagna: «È stato cancel«di solito retribuito intorno a 600 pound netti al mese» lato il bonus bebè e tassati gli aiuti per i giovani che (circa 700 euro, ma ci sono anche molti stage non retribuiti, affittano una casa». ndr). La graduate scheme invece è adottata soprattutto da Il Governo garantisce la disoccupazione «dopo un anno società molto grandi, che cercano laureati da formare sul di contributi versati. La somma che si riceve per i primi 6 campo e inserire in varie mansioni. Chi controlla questi mesi equivale al 70% della media dell’ultimo stipendio. apprendistati? «Il mercato stesso», dice Emanuele: «se Passati i primi 6 mesi scende al 60%». fai uno stage sei forza lavoro e le aziende vogliono che Le donne in Spagna hanno diritto a 16 settimane di astu dia il massimo, quindi ti valorizzano. La filosofia delle senza dal lavoro per maternità. risorse umane è che perdere un dipendente costa tempo SECONDA STELLA A DESTRA, DIREZIONE NORVEGIA e risorse: meglio tenersi strette le persone che si hanno Il racconto di un giovane che lavora in Norvegia è una e dar loro opportunità di crescita». favola all’orecchio di un italiano per cui il welfare norAnche l’Inghilterra ha un articolato sistema di aiuti ecovegese è come quello dell’Isola che non c’è. «Attenzione nomici. Chi lavora meno di 16 ore a settimana, o non però: per venire a lavorare qui è fondamentale una perha un lavoro ma dimostra di cercarlo attivamente, perfetta conoscenza dell’inglese e magari una di base del cepisce fino a un massimo di 67,5 pound a settimana e, norvegese», racconta Caterina Gaeta, 28enne avvocatesse necessario, un contributo per l’alloggio (info su www. sa, che da 2 anni lavora in uno studio legale di Oslo. direct.gov.uk). Come in Francia, gli uffici di collocamento Lo stipendio per un giovane che entra nel mercato del (jobcentre) orientano chi cerca un impiego e verificano il lavoro è l’equivalente di 45mila euro lordi (36% di tasse) diritto ai sussidi, il cui importo decresce man mano che si e i contratti sono quasi tutti a tempo indeterminato. inizia a camminare con le proprie gambe. «La Norvegia è un Paese socialista, dove lo stato soSPAGNA, IL SOGNO INFRANTO ciale funziona bene, quindi le leggi sono eque. I laureati La Spagna è il Paese europeo con il più alto tasso di che entrano nel mondo del lavoro in qualunque settore disoccupazione giovanile, per questo molti expat non hanno tutti lo stesso stipendio, orario e benefit», spiega consigliano di trasferircisi. «Generalmente un giovane Caterina. italiano è più formato di uno spagnolo, conosce meglio In Norvegia gli stage esistono, sono normalmente curle lingue e, per il semplice fatto di voler mettere tutto in riculari e vengono retribuiti 170 corone lorde all’ora (22 discussione cambiando nazione, viene apprezzato in fase

Ho 27 anni e ho avuto manager di 25…

euro).Trattandosi di uno stato assistenziale ognuno è legato a un codice fiscale e a fine anno è lo stesso Stato a preparare le dichiarazioni dei redditi dei cittadini. Anche la Nav (www.nav.no), struttura sociale, opera in tal senso: «Sono organizzatissimi: ti iscrivi e ti aiutano a inserirti nel mondo del lavoro, a scrivere il cv e, se non trovi impiego, ti danno un sussidio di circa 1.150 euro al mese. Il il sistema sociale non fa beneficienza: se hai modo di inserirti nel mondo del lavoro non ti dà il sussidio». Nei confronti delle madri, in particolare delle ragazze madri, si ha un occhio di riguardo: «Danno sussidi di disoccupazione, pagano gli studi, l’affitto: fanno in modo che la scelta di tenere il bambino non sia dettata da motivi economici». E non dimentichiamoci che l’università costa 80 euro all’anno e che lo stato garantisce agli studenti prestiti a tassi inesistenti. Il Paese delle Meraviglie, insomma. Avrà almeno un difetto? «Gli affitti sono carissimi», risponde Caterina, «per un monolocale di 30 metri a Oslo ci vogliono circa 1.500 euro al mese e 8mila euro a metro quadro per comprare casa». Quanto a lavoro e ammortizzatori sociali l'Europa non sembra quindi esattamente «unita». In ogni modo, oggi che le frontiere fanno parte del passato, lavorare all'estero è più a portata di mano. Basta avere le informazioni giuste. Oppure sperare che l’Italia migliori il suo welfare, magari prendendo esempio da qualcuno…

Stipendi,

quanto guadagniamo?

Contratti di lavoro e carriera da un lato, sussidi economici dall’altro. Ma a stipendi come siamo messi? Ecco quanto si guadagna in media annualmente (la cifra s’intende lorda e relativa al 2010) nei Paesi considerati nell’inchiesta.

Norvegia - 44.164 dollari 32.711 euro Inghilterra - 44.007 dollari 32.595 euro Germania - 38.324 dollari 28.386 euro Spagna

- 33.656 dollari 24.928 euro

Italia

- 32.657 dollari 24.188 euro

Fonte: OECD, Employment Outlook 2011 Statistical Annex, www.oecd.org/employment/outlook

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INTERVISTA DOPPIA

LA PAROLA

ALL'EXPAT *

LA PAROLA

* di Floriana Riso

Domenico Pasto, 31 anni laureato in Informatica all'Università di Messina Da sei mesi vive a Londra e lavora come software analyst

Domenico, perché hai deciso di trasferirti all'estero? «Perché dopo la laurea ho passato quasi 2 anni a cercare lavoro, ma le proposte che mi venivano fatte erano semplicemente improponibili».

Perché proprio Londra? «È una città multiculturale e le persone sono abituate ad avere a che fare con gli stranieri. La loro cordialità e disponibilità è stata fondamentale per il mio inserimento, sia lavorativo che sociale».

Quali servizi hai usato per trovare lavoro? «Ho trovato il primo impiego appena arrivato, grazie un amico, in un ristorante italiano. Ma per lavorare nel mio settore, ho usufruito dei siti Internet che mettono in contatto i professionisti con le aziende. In questo l'Inghilterra è molto più avanti dell'Italia: oltre alle classiche realtà online, infatti, esistono anche delle agenzie che con 40 sterline, circa 46 euro, selezionano le offerte di lavoro più idonee al tuo curriculum, e svolgono molto seriamente questo ruolo».

Hai trovato subito quello che cercavi? «Dopo qualche mese. L'ostacolo più grande, per quanto mi riguarda, è stata la conoscenza della lingua che per le aziende deve essere perfetta».

Hai frequentato corsi di inglese? «Sì, frequento ancora un corso d’inglese presso una scuola di lingua privata. Pago circa 115 euro mensili e decido io per quanto frequentare. Prezzi e organizzazione sono simili anche in Italia e consiglio a chi vuole trasferirsi in Inghilterra di frequentare un corso di lingue».

Quali differenze hai trovato tra il mondo lavorativo inglese e quello italiano? «Molte. Le retribuzioni sono più elevate rispetto all'Italia e aumentano con la crescita professionale. Ad esempio, il mio stipendio supera del 30% quello di un informatico in Italia. Le possibilità di fare carriera sono tante e i tempi dipendono esclusivamente da quanto ci si impegna. I contratti sono tutti a tempo indeterminato, ma è anche vero che gli scansafatiche non hanno vita facile. La gestione e la ricerca del personale è continua: le aziende sono sempre alla ricerca di giovani da inserire nel loro organico».

L’Inghilterra come si comporta nei confronti dei disoccupati? «Il problema della disoccupazione è presente anche oltre la Manica e ai disoccupati sono garantiti dei sussidi. Possono usufruirne sia coloro che hanno lavorato per almeno 2 anni nel Regno Unito e che hanno perso il posto, sia chi ha lavorato per almeno 6 mesi ed è stato licenziato, ma parliamo di somme più basse».

Come viene vissuta la crisi? «I londinesi dicono che la crisi c'è: le aziende hanno ridotto i costi ed i benefit per i dipendenti. Ma, stando ai media, l’economia inglese continua a crescere anche se più lentamente rispetto al passato. A mio parere, però, stanno gestendo bene il momento di difficoltà».

Che tipo di contratto hai attualmente? «Un tempo indeterminato. Lo stipendio è di 1500 sterline, circa 1750 euro, che non è molto se consideriamo la media inglese che supera le 2000 sterline, almeno nel mio campo. Ma sono qui da 6 mesi quindi mi ritengo soddisfatto».

Intendi tornare in Italia? «Mi piacerebbe poter dire di sì, ma l’Italia non offre le possibilità che ci sono a Londra. Tornerò solo per le vacanze».

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ALL'ESPERTO

di Elisa Di Battista

* di Cristina Maccarrone

Alessandro Rosina, 43 anni professore di Demografia e Statistica sociale, Università Cattolica di Milano, autore con E. Ambrosi di Non è un paese per giovani, Marsilio

Cosa si intende per welfare? In italiano suona più o meno come «benessere»… «Per welfare pubblico si intende un insieme di politiche attraverso cui lo Stato fornisce protezione sociale ai cittadini, va incontro a bisogni prestabiliti, quali assistenza, salute, sicurezza. Di recente si è però sempre più fatto strada un welfare non solo assistenziale, ma più orientato alla promozione del benessere individuale e collettivo, attraverso il sostegno di comportamenti considerati utili e virtuosi per la collettività. Come la conciliazione tra lavoro e famiglia: incentivando l’occupazione femminile per le donne con figli, le famiglie si difendono meglio dalla povertà e con meno costi per lo Stato».

E parlando di famiglie, al momento il loro ruolo sembra sempre più rilevante… «Sì, anche se la famiglia fa sempre più fatica. Ciò comporta uno scadimento del benessere economico e relazionale e un aumento delle disuguaglianze. In un sistema simile, le possibilità di successo nella vita dipendono meno dalle doti individuali e più dalle risorse economiche e culturali dei genitori».

Ma allora a favore di cosa va il nostro sistema assistenziale? «Rispetto agli altri stati è molto più sbilanciato verso le vecchie generazioni. La spesa è infatti assorbita per il 51% alla funzione vecchiaia (dato del 2009), una fetta rilevante va a malattia/sanità (25,8), “superstiti” (9,4) e invalidità (6). Mentre poco è quello che resta per famiglia (4,8) e per le voci più di interesse per i giovani, disoccupazione, casa ed esclusione sociale (3%). Su questo campo il nostro sistema è pieno di buchi, specie per i lavoratori con contratti atipici. Per i giovani sono stati fatti solo interventi occasionali, non inseriti in un solido e credibile piano rivolto a favorire la crescita promuovendo le competenze e le capacità delle nuove generazioni».

Perché e come gli altri stati europei fanno di più? «Esistono differenze di fondo di tipo culturale che interagiscono con quelle istituzionali. In estrema sintesi, nel Nord Europa si tende a trasmettere maggiormente il valore dell’indipendenza, dell’imparare a camminare con le proprie gambe e i giovani si buttano prima nella mischia, esponendosi a maggiori rischi, ma è anche vero che vivono in contesti in cui il welfare pubblico offre aiuti più consistenti. In Italia abbiamo bisogno di ragazzi che, soprattutto dopo i 20 anni, si considerino un po’ meno figli, passivamente destinatari di aiuti dai genitori, e un po’ più cittadini, in grado di rinegoziare direttamente con le istituzioni locali e centrali i propri diritti in un mondo che cambia di continuo».

È tutto da buttare o c'è qualche nota positiva, magari da parte delle Regioni? «Il progetto “Bollenti Spiriti” della Puglia, attivo dal 2005, fornisce strumenti e finanziamenti che consentono alle nuove generazioni di mettere in campo la propria voglia di fare e le proprie idee. La Toscana ha invece di recente puntato su “Giovani Sì”, un pacchetto strutturato di iniziative mirate a far conseguire l’emancipazione dalla famiglia di origine e l’entrata nel mondo del lavoro. I due aspetti sono intrecciati: la mancanza di opportunità e contratti al ribasso incentivano i giovani a rimanere nella famiglia di origine e, viceversa, la dipendenza dai genitori porta ad accettare stage gratuiti o lavori sottopagati».

Un voto da 1 a 10 al nostro welfare? «5, ma non così lontano dalla sufficienza. Se si recupera la carenza del pubblico, può tornare a fiorire anche tutto il resto, con più equilibrio. Altrimenti il 5 diventa irrecuperabile e può portare ad una bocciatura definitiva».


ULTIME NOTIZIE Andate avanti e indietro di continuo e vi sembra sempre di perdervi qualcosa? Magari occasioni come concorsi, premi di laurea e programmi per neolaureati? Se sì, sbirciate su questa pagina: potrete trovare tante possibilità che fanno al caso vostro. E se non li leggete tra queste righe, vi rimandiamo al nostro sito. In ogni caso, in bocca al lupo e buona lettura!

PREMI DI LAUREA PER TESI SULL’EFFICIENZA ENERGETICA Schneider Electric, specialista nella gestione dell’energia, in collaborazione con EnSiEL, Consorzio Interuniversitario Nazionale per Energia e Sistemi Elettrici, bandisce il primo concorso nazionale universitario per la migliore tesi di laurea specialistica o magistrale sull’efficienza energetica dal titolo Think green, be efficient. Rivolto a laureati e laureandi in Ingegneria, Architettura ed Economia e aperto fino al 31 marzo 2012, il concorso premierà gli autori dei tre migliori elaborati. Al primo classificato spetteranno 3mila euro, più la partecipazione gratuita a un percorso formativo di Energy Manager presso un istituto accreditato; al secondo 2mila euro e al terzo mille. In aggiunta, ai tre vincitori Schneider Electric offrirà uno stage formativo presso una delle proprie sedi. Per non farsi sfuggire quest’occasione, consultate www.schneider-electric.it.

RACCONTARE L’EMIGRAZIONE PER IMMAGINI Il Museo dell’Emigrazione Pietro Conti bandisce un concorso per la miglior testimonianza video sul tema dell’emigrazione italiana all’estero. Lo scopo dell’iniziativa è di favorire un’attività di ricerca sugli aspetti socio-economici legati all’esodo italiano nel mondo a partire dalla fine dell’Ottocento. Aperto a studenti, professionisti ed esperti amatoriali del tema e dell’audiovisivo, il concorso prevede la produzione di un’inchiesta, un reportage, un documentario, un docufiction o una fiction che sviluppi la tematica attraverso il racconto di storie, spaccati e sfumature particolari, quali i motivi della partenza, del viaggio e del ritorno. L’accesso al concorso scade il 29 febbraio 2012 e mette in palio 2mila euro in totale per i vincitori delle quattro categorie in gara. Info su www.emigrazione.it.

SCENEGGIATORI SI NASCE: SPAZIO AI LUNGOMETRAGGI Siete sceneggiatori? Vi dilettate con carta e penna inventando storie da raccontare per immagini? Il Busto Arsizio Film Festival, che si svolge nella sua decima edizione dal 24 al 31 marzo 2012, ha indetto il concorso di sceneggiatura che fa per voi: potete partecipare presentando una sceneggiatura inedita (anche se le opere possono essere già state presentate ad altri concorsi, ma non devono essere state realizzate) per un lungometraggio cinematografico il cui premio vale 4mila euro per l’opera giudicata di maggior valore artistico. Ma dal concorso non sono escluse nemmeno sceneggiature di lunghezza diversa e pensate per la tv, che potranno ottenere premi speciali. Per partecipare bisogna inviare la propria sceneggiatura entro il 31 gennaio 2012 all’Associazione B.A. Film Factory, Concorso di sceneggiatura, Corso Europa 6, 21052, Busto Arsizio (VA). Per info e regolamento: www.baff.it.

Premi, master e concorsi

QUASI QUASI CI PROVO ANCH’IO RAI ERI PER ASPIRANTI SCRITTORI Avete un romanzo nel cassetto o un’idea buona per scriverne uno? Potete partecipare al premio letterario La Giara indetto da Rai Eri e indirizzato ad aspiranti scrittori tra i 18 e i 39 anni. Se l’idea vi attrae, segnatevi la data di scadenza, 31 gennaio 2012, entro la quale potete inviare il vostro romanzo originale, inedito e scritto in italiano. La selezione degli elaborati avverrà su base regionale attraverso tre fasi di valutazione svolte da parte di una Giuria nominata da Rai Eri. Il premio previsto per il vincitore sarà la pubblicazione e la distribuzione del libro, più la possibilità di partecipare a una serie di trasmissioni televisive Rai per la promozione dell’opera e un’opzione per l’eventuale trasposizione cinematografica o televisiva dell’opera. Al primo classificato verrà anche assegnata La giara d’oro. Per info www.rai.it oppure scrivete a info.premiolagiara@rai.it.

UN CONCORSO PER DESIGNER INNOVATIVI Siete designer, italiani o stranieri, e vi interessa il settore della trasformazione delle materie plastiche? Se avete risposto sì ad entrambe le domande, fa al caso vostro il concorso Technologies Award 2012 indetto da PromaPlast e POLI.design e finalizzato alla selezione di progetti innovativi che sfruttino le potenzialità di specifiche tecnologie di produzione e trasformazione, appunto, delle materie plastiche. Potete partecipare fino al 10 gennaio 2012 in gruppo o da soli (se lavorate in azienda ricordate di chiedere l’autorizzazione) inviando i vostri progetti. In palio ci sono 9mila euro complessivi: 3mila per il vincitore assoluto del concorso e mille euro per i primi classificati delle sei categorie Special Prize Manufacturing. Regolamento su: www.plastictechnologiesaward.it; mail a info@plastictecnologiesaward.it.

CON START-UP 5 NEOLAUREATI IN AZIENDA Start-UP, il programma di Goodyear Dunlop dedicato a 5 neolaureati di potenziale da inserire all’interno dell’organizzazione in diversi ambiti aziendali. Quest’anno il programma prevede di inserire delle risorse nell’ambito delle vendite, del trade marketing e del finance. Il programma durerà 12 mesi e si articolerà in periodi di training classico, di training on the job e di sviluppo di un proprio project work. Se la motivazione è l’elemento fondamentale, per far parte del team è necessario essere laureati, con un’ottima conoscenza della lingua inglese e degli strumenti informatici. Possedere la capacità di vivere attivamente il cambiamento, di lavorare in team, l’iniziativa, la determinazione, l’attitudine di assumersi responsabilità sempre crescenti, di ascoltare, di farsi ascoltare. Per saperne di più cliccate su www.goodyear-dunlop.com.

ALLA RICERCA DEI CREATIVI DEL FUTURO C’è tempo fino al 6 gennaio 2012 per partecipare alla settima edizione del Lucky Strike Talented Designer Award che, bandito dalla prestigiosa Raymond Loewy Foundation Italy, si rivolge a tutti gli studenti che abbiano concluso un corso di laurea o di post diploma in tutti i rami del design (industrial design, product design, grafica, moda, multimedia, comunicazione e ricerca). Al concorso si partecipa con la propria tesi di laurea o di diploma, purché sia stata discussa tra l’1 ottobre 2010 e il 1 ottobre 2011 e sia accompagnata da una breve descrizione del progetto di massimo 400 parole. Obiettivo del concorso è valorizzare le nuove leve, per i primi tre classificati ci sono in palio 30mila euro: 20 mila per il primo, 7mila per il secondo, 3mila per il terzo. Informazioni e modalità d’iscrizione su www.raymondloewyfoundation.it.

CAREER DAY ALL’UNIVERSITÀ CA’ FOSCARI DI VENEZIA 27 aziende per 8 ore di incontri e colloqui con i neolaureati dell’Università Cà Foscari di Venezia che potranno lasciare il proprio cv direttamente nella mani dei selezionatori di alcune grandi imprese nazionali e internazionali. È questo il programma del Career Day che si svolge nell’ateneo veneziano il 29 novembre dalle 10 alle 17 e che permette a laureandi e laureati di presentarsi alle aziende e trovare opportunità di lavoro. Ma non solo: potranno anche partecipare ai laboratori tenuti dai responsabili delle risorse umane per imparare come gestire un colloquio. E se è vero che verba volant e scripta manent, verrà presentata la guida pratica Mi metto al lavoro, sponsorizzata da FriulAdria – Credit Agricole, per avere nero su bianco i consigli su come scrivere un cv, sostenere un colloquio e selezionare i canali e gli strumenti fondamentali per cercare un impiego. Per info: www.unive.it.

MILLE EURO ALLE MIGLIORI TESI SU CORPORATE GOVERNANCE Se siete laureati con una tesi di laurea specialistica in tema di Corporate Governance e di Controllo Interno, potete partecipare al bando di concorso dell’Associazione Italiana Internal Auditors che mette in palio 3 premi per i migliori elaborati. Per candidarsi, è necessario essersi laureati avendo discusso la tesi tra l’1 gennaio e il 31 dicembre 2011. Le prime tre tesi classificate saranno premiate con mille euro ciascuna. Per partecipare inviate all’indirizzo mail formazione@aiiaweb.it una domanda con le vostre generalità; certificato di laurea con gli esami sostenuti, date e voti; una copia su supporto elettronico della vostra tesi e un riassunto dell’elaborato non più lungo di 2 pagine, oltre a una liberatoria per pubblicare il vostro materiale. Deadline per partecipare: 31 gennaio 2012, altre info su www.wiiaweb.it/formazione.

Per pubblicità: advertising@walkonjob.it

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PREPARARSI AL LAVORO

Ci metterei la firma

IL CONTRATTO A CHIAMATA

* di Cristina Maccarrone

Difficile districarsi oggi come oggi nella giungla dei contratti. E mentre la proposta per un contratto unico da parte del senatore Pietro Ichino attende di essere valutata, continuiamo con la nostra rubrica dedicata appunto alle varie tipologie che regolano i rapporti di lavoro. Questa volta parliamo di contratto a chiamata che, senza cambiarne assolutamente il senso, in inglese viene detto job on call o, tornando ancora alla nostra splendida lingua, accosta un aggettivo che rende ben chiara la sua natura: lavoro intermittente. Probabilmente, se non avete un lavoro stabile vi sarà capitato di mettere la vostra firma su un documento simile. Se invece non ne sapete molto, cerchiamo di aiutarvi a capirne di più e cosa differenzia un job on call dalla collaborazione occasionale. Mentre questa può essere redatta anche in forma scritta (ma non necessariamente) e prevede un pagamento con ritenuta d’acconto senza che vengano versati dei contributi, il job on call è un contratto di tipo subordinato (come un tempo determinato, senza però quei vincoli) con cui un lavoratore si mette a disposizione di un datore di lavoro per mansioni a carattere discontinuo e che riguardano determinati periodi dell’anno. Tale tipo di contratto viene spesso adottato durante le vacanze di Natale, di Pasqua, le ferie estive o nei weekend. Ad introdurlo è stata la legge Biagi nel 2003 con l’intento di regolarizzare il lavoro svolto saltuariamente. I VANTAGGI? TANTI PER LE AZIENDE Ma andiamo per ordine: esistono due tipologie di job on call, una prevede il pagamento di una indennità di disponibilità da parte del lavoratore e l’altra, invece,

non prevede nessun tipo di compenso aggiuntivo. L’indennità corrisponde al 20% della retribuzione prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) e comporta che se il lavoratore non può rispondere alla chiamata, quindi non può accettare il lavoro per il periodo che gli viene richiesto, deve giustificarne il motivo (sia esso malattia o di altra natura). Se non lo fa, ciò può portare alla risoluzione del contratto di lavoro e alla restituzione da parte dell’indennità di disponibilità fino a quel momento percepita. Il datore di lavoro potrebbe anche chiedere il risarcimento del danno subito. Ovvio che tutto questo non va a favore del lavoratore, ma dell’azienda: per i giorni in cui si è stati chiamati, ma non si è lavorato, l’indennità non viene corrisposta. Non ha invece tutti questi vincoli il contratto a chiamata senza indennità che lascia libero il lavoratore di decidere se lavorare o meno per quelle determinate giornate. Unico inconveniente è che un’azienda si può riservare benissimo di non contattarvi più e scegliere per quel tipo di lavoro qualcun altro più «disponibile». La legge non glielo vieta e il tipo di contratto non è sicuramente a favore di chi ha bisogno di lavorare. Il contratto di lavoro a chiamata può essere stipulato in qualsiasi settore, ma soltanto nel rispetto di determinati requisiti oggettivi e soggettivi che riguardano quelle categorie individuate dai CCNL o dei casi indicati

Antonio Mastropietro, consulente aziendale

PRECARIATO PER ECCELLENZA In cosa consiste il contratto a chiamata? Per saperne di più abbiamo girato le domande che ci sono arrivate tramite il sito e via mail al nostro consulente del lavoro Antonio Mastropietro.

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Sandra: Come funziona a livello contributivo il contratto intermittente e come si proporziono i contributi? «È doveroso fare una premessa: come sottolineato dal nuovo premier Mario Monti, per la pensione si andrà sempre più verso il sistema contributivo. Questo significa che quello che sarà percepito una volta andati in pensione, corrisponderà a quanto versato durante gli anni di lavoro. Nel caso del contratto intermittente, quindi, i contributi vengono versati, ma se in quel mese sono stato chiamato 3 volte i contributi riguarderanno solo le effettive giornate di lavoro. Quanto alle cifre, le aziende versano le stesse percentuali di quanto versano per un dipendente assunto a tempo indeterminato (il 38% circa, di cui il 9% è a carico del lavoratore), solo che nel caso del job on call sono proporzionali al periodo in cui si è lavorato». Francesca L.: Ho un contratto di lavoro intermittente e ogni mese la mia paga oraria varia a seconda delle ore che faccio. Non è mai la stessa cifra, come mai? (Lavoro in un'agenzia di scommesse, CCNL terziario/commercio).

«Indicativamente la paga oraria potrebbe variare in relazione alle ore effettuate nel mese se su queste vengono liquidati anche tutti i ratei di riferimento (ferie, tredicesima, quattordicesima, permessi non goduti). Questa è una cosa che andrebbe stabilita ad inizio contratto. In un caso simile, il vantaggio per il lavoratore è che per ogni ora lavorata ha subito dei soldi in più; per l’azienda di avere liquidato tutto insieme senza dovere emettere buste paga successive per quanto riguarda quel tipo di prestazione». Anna: Salve, vorrei sapere perché un'azienda dovrebbe scegliere un contratto a chiamata anziché un tempo determinato e se è più conveniente per il lavoratore. «L’azienda da questo tipo di contratto, che possiamo definire un “contratto in nero legalizzato”, trae solo dei vantaggi, anche perché è la soluzione più facile che può adottare per determinati tipi di lavoro. Se infatti decide che quel tipo di opera non è più richiesta, non ha nessun problema: non contatta più il lavoratore e questo

nella tabella delle occupazioni discontinue stabilite (addirittura!) dal Regio Decreto n. 2657 del 1923. Tra le categorie di cui si parla nella tabella (la trovate sul sito dell’Inps, www.inps.it digitando job on call nel motore di ricerca, ci sono custodi, portinai, camerieri, personale di servizio e di cucina negli alberghi, trattorie, esercizi pubblici in genere ecc... In via sperimentale il job on call è usato anche per favorire l’inserimento di disoccupati under 25 o di lavoratori licenziati con più di 45 anni, iscritti ai centri dell’impiego o alle liste di mobilità. Non può essere applicato per sostituire lavoratori in sciopero o da aziende che negli ultimi 6 mesi abbiano licenziato personale o abbiano attivato la cassa integrazione. Sul contratto devono essere riportati: durata della prestazione lavorativa (che può essere determinata o indeterminata), luogo di lavoro e modalità della disponibilità, il tempo di preavviso nei confronti del lavoratore (mai inferiore ad un giorno), trattamento economico e normativo e l’eventuale indennità, così come i tempi e le modalità di pagamento. Infine, sul contratto devono essere anche definite le misure di sicurezza necessarie per il lavoro che si svolge. Il job on call ha qualche vantaggio a partire dalla retribuzione che è uguale a quella di un pari livello con contratto subordinato (ovviamente calcolata in base alle giornate lavorate). Altra cosa: si possono avere più contratti a chiamata insieme o di altra natura, purché non ci siano casi di incompatibilità tra i diversi tipi di lavoro. Infine, ha la sua importanza ai fini pensionistici: essendo versati i contributi un job on call aiuta a «costruire» una pensione, cosa che non accade lavorando in nero o con collaborazione occasionale. Avete altri dubbi?

senza dare nessun tipo di preavviso né tantomeno dovendo corrispondere un’indennità per la mancata comunicazione della cessazione del rapporto di lavoro, a differenza di come avviene per i contratti a tempo determinato e indeterminato. Quanto al lavoratore, la convenienza sta nell’estrema flessibilità». Manlio: Che durata massima può avere il contratto a chiamata? E perché può essere vantaggioso per un precario? «Non è prevista una durata massima, il job on call può essere sia di tipo determinato che indeterminato. L’azienda, come abbiamo detto sopra, può però risolverlo in qualsiasi momento. C’è da dire, però, che dà molta più sicurezza un contratto a progetto se è stata indicata la durata, anziché il job on call: il primo infatti può dare per quel periodo stabilito una continuità che con il contratto a chiamata non c’è perché non è detto che l’azienda ricontatti il lavoratore». Beatrice C.: Buongiorno, mi interesserebbe sapere se esiste un limite di volte in cui il contratto può essere rinnovato. E poi che differenze ci sono con il voucher occasionale? Quale delle due formule è più vantaggiosa, se di vantaggio si può parlare? «È completamente differente la natura: i contratti a chiamata sono legati ad un contratto collettivo cosa che non avviene con i voucher. Con essi la pensione sarà scarsa: i contributi sono del 13% da versare alla Gestione separata, non si maturano ferie e permessi, sono adottati per un massimo di 3mila euro per quanto riguarda disoccupati e cassaintegrati, 5mila per le altre categorie. Quanto ai vantaggi, consiglierei di farlo in base alla convenienza economica».


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LAUREATO/A IN ECONOMIA - Rif. JDle Per azienda leader settore automotive si richiede laurea triennale in economia, preferibile esperienza anche di stage nella gestione della contabilità preferibilmente maturata presso società di revisione contabile, indispensabile ottima conoscenza lingua inglese scritta e parlata. Completano il profilo buone capacità relazionali, proattività e desiderio di crescita professionale. Inserimento diretto a tempo determinato presso azienda cliente finalizzato all’assunzione a tempo indeterminato. Si offre un’ottima opportunità di crescita professionale, azienda solida e strutturata. Sul sito walkonjob.it trovi dettaglio di questo annuncio a altri a cui inviare il tuo CV. SEDE DI LAVORO: Zona Vignate.

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ATTORNEYS Latham & Watkins' leading Italian practice, operating with 20 lawyers from the firm's Rome and Milan offices, represents large and mid-sized Italian and international companies and financial institutions doing business throughout Italy. Our Italian lawyers regularly handle capital markets, mergers and acquisitions, private equity, leveraged finance, insolvency and restructuring and real estate transactions, and also advise Italian and international clients on general corporate and antitrust matters. Fluent English speaking is required. Our team of international finance and corporate attorneys has participated in some of the most innovative capital markets and mergers and acquisitions transactions. Both offices generally recruit new attorneys and lateral associates to grow the office and respond to increasing client demands.

NEOLAUREATI/E per l’area del CONTROLLO DI GESTIONE Autogrill offre l’opportunità a laureandi/neolaureati di talento, provenienti dalle facoltà di Economia, Ingegneria Gestionale e Statistica, di fare un’esperienza formativa di alto livello, affiancando il Senior Controller della Business Unit Italia in tutte le attività tipiche del processo di controllo di gestione: analisi e interpretazione dei dati gestionali; supporto alle funzioni marketing, acquisti ed operations nel monitoraggio di iniziative commerciali e controllo costi; collaborazione nel processo di chiusura mensile, nell’attività di budgeting e di pianificazione. Offriamo l’opportunità di maturare una esperienza qualificante all’interno di un contesto multinazionale evoluto ed in continua crescita, in grado di offrire alle risorse più meritevoli concrete possibilità di sviluppo professionale. Invia la tua candidatura e scopri anche le altre posizioni aperte su www.autogrill.it, sezione Lavora con noi.

ANALISTA CONTABILE Appassionato/a di sport e della grande distribuzione, dinamico/a e vitale, con senso del team e del servizio cliente, propositivo/a e concreto/a. Neo laureato/a - laureando/a in discipline economiche, dotato di leadership e con ottime capacità organizzative e di problem solving, geograficamente mobile. Forte attitudine personale per il settore contabile e fiscale, sarai responsabile di tutte le aree di bilancio e del conto economico di una o più Business Unit del settore Retail. Ti offriamo un percorso di crescita personalizzato, interessanti opportunità di carriera internazionale all'interno di un gruppo in continua crescita, progetti innovativi attraverso i quali potrai essere protagonista delle strategie aziendali e scambiare sinergia all'interno di una squadra professionale e positiva. Tipologia di Contratto: Contratto Inserimento 18 mesi Invia la tua candidatura online. SEDE DI LAVORO: Desio (MB).

STAGE IN AREA SYSTEM INTEGRATION & TECHNOLOGY CONSULTING Azienda di Management Consulting, Systems Integration & Technology e Outsourcing. Aiutiamo i nostri clienti a realizzare l’innovazione e a ottenere performance d’eccellenza, supportandoli nella definizione delle strategie e nell’implementazione dei processi, disegnando soluzioni informatiche efficienti e gestendo in outsourcing intere aree funzionali e infrastrutture tecnologiche. Cerchiamo persone di talento per la nostra workforce Consulting, costituita dai migliori esperti in strategie, processi e soluzioni tecnologiche che affiancano le aziende in importanti progetti di sviluppo organizzativo e radicale trasformazione. In particolare, l’inserimento avverrà nell’area Systems Integration & Technology, focalizzata su attività di analisi di processo, implementazione di soluzioni applicative personalizzate o integrate quali SAP, Oracle e Siebel, disegno di architetture e infrastrutture tecnologiche. Per le sedi di Milano, Roma, Bergamo e Brescia cerchiamo laureandi in Ingegneria, Economia, Informatica, Matematica e Fisica. Sul sito i dettagli.

STAGE MARKETING Siamo alla ricerca di giovani e brillanti neolaureati, con una reale passione per il Marketing, desiderosi di confrontarsi con una formativa esperienza di stage di 6 mesi nel nostro headquarter di Grandate (CO). Gli stageur affiancheranno i Product Manager CHICCO, PIC, LYCIA, CONTROL e SERENITY nella gestione di progetti di sviluppo di prodotto (dalle analisi di mercato alla presentazione dei prodotti alla Forza Vendita) ed avranno l'opportunità di interfacciarsi con tutte le funzioni delle filiere, dalla R&D al Quality Assurance, dal Buying alla Produzione fino alla Logistica. Il candidato ideale è in possesso di una laurea ad indirizzo economico ed un'ottima conoscenza della lingua inglese e dei principali applicativi in ambiente MS Windows, in particolare di MS Excel. La persona è dotata di energia, motivazione, creatività, efficacia nelle relazioni ed orientamento al team working. Si offre uno stage di 6 mesi con rimborso spese e accesso gratuito al ristorante aziendale.

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L’OSPITE SPECIALE

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A 20 anni studiava Giurisprudenza all’Università di Firenze, suonava in una band («nei posti malfamati», come dice prendendosi in giro) e trasmetteva da una radio della Provincia, Radio Sieve, «che si sentiva solamente nella zona del Mugello. Il segnale non arrivava nemmeno a Firenze, così neanche amici e famiglia potevano ascoltarmi», racconta. A 22 anni vince un provino e diventa uno dei partecipanti di Operazione Trionfo, un talent show su Italia1. Nel 2003 inizia a lavorare a Rds e da quel momento la sua carriera è in continua ascesa. Oggi, a 30 anni, Federico Russo è una delle voci di Radio Deejay, nonché uno dei principali volti di Deejay tv e da poco è uscito il suo primo romanzo, Ci si mette una vita.

UN VOLTO DA TV, UNA VOCE DA RADIO

Da una piccola radio locale a Rds fino a Deejay il passo

È una storia vera?

è lungo, come ci sei arrivato?

«Nasce da un fatto drammatico realmente accaduto a un

«Dopo Operazione Trionfo capii che quello che volevo

mio amico, Matteo. È a lui che ho dedicato il romanzo.

fare realmente era la radio. Feci un provino a Rds, dove

Gran parte della storia, però, è nata dalla mia fantasia.

mi scelsero e mi trasferii a Roma. Nel 2004 chiamai

Parlo di amicizia, di quattro amici d'infanzia che si ritro-

personalmente il centralino di Mtv e mi feci passare

vano a Firenze dopo che uno di loro rischia di rimanere

chi si occupava del reclutamento dei nuovi vj: proprio

paralizzato in seguito ad un brutto incidente. I tre de-

il giorno dopo avrebbero fatto dei provini. Partii subito

cidono di fermarsi nella loro città d’origine e attraverso

per Milano, la selezione andò bene e divenni uno dei

flashback e giornate trascorse insieme capiscono che è

conduttori di TRL. Alcuni anni dopo incontrai Linus, gli

lì che stanno davvero bene».

piacqui subito e mi chiese di entrare a far parte di Radio

Una sorta di «migrazione al contrario», un fenomeno

Deejay».

ricorrente secondo te? E che cosa comporta?

Raccontata così sembra una strada semplice ma quali

«È chiamato downshifting: da una parte è una scelta de-

sono «gli ingredienti» per farcela?

cisamente anticonformista. Non voglio dire che sia più

«Determinazione, tanta voglia di lavorare ed impegnarsi,

giusta di altre. Io, per esempio, come molti altri ragazzi,

talento, almeno spero, e di certo anche un po’ di fortuna.

mi sono trasferito e per ora sto bene dove sono. Sono

Da quando sono entrato nelle radio la mia vita è cam-

certo, però, che in fondo ognuno di noi coltiva il desiderio

biata: è un lavoro che impone di essere costantemente

segreto di tornare alle origini, prima o poi».

informato, molto curioso, creativo e originale».

È stato difficile, per un deejay professionista, scrivere un

Eccone alcuni:

Come si svolge una tua giornata tipo?

romanzo?

«Mi sveglio alle 7, faccio colazione e vado in radio. In

«No, è un’altra forma di comunicazione. È stato certa-

questo periodo io e Marisa (Marisa Passera conduce con

mente lungo e impegnativo. Ci ho messo due anni tra

Federico FM – Una splendida giornata, ndr) trasmettia-

periodi in cui mi fermavo e altri in cui trascorrevo serate

Radiospeaker.it organizza ogni anno a Roma e Milano (10 gennaio - 7 febbraio 2012) il Corso di conduzione e giornalismo radiofonico;

mo dalle 9 alle 10. Quando tornerà Fabio (Volo, ndr)

e weekend interi a casa a scrivere. Certamente è una

ricominceremo con l’orario serale. Una volta arrivati fac-

grande soddisfazione vedere che il libro piace e che

ciamo una breve rassegna stampa e decidiamo come

l’ha voluto pubblicare una casa editrice come Einaudi.

impostare la puntata: abbiamo molta libertà, siamo noi

Spesso, purtroppo, nascono dei pregiudizi: io voglio sfa-

conduttori a decidere di cosa parlare. Alle 11 mi sposto

tare quello del personaggio noto che tra le altre cose

dove stiamo girando la sitcom Via Massena, per Deejay

tenta la via della letteratura. Spero che il mio romanzo

tv e sto lì fino a sera. Una volta finito vado a casa, ceno e

lo leggano in tanti e che si rendano conto che è fatto di

vado a letto, visto che il giorno dopo la sveglia suona di

sentimenti e qualità».

nuovo alle 7. Il mercoledì, invece, trascorro il pomeriggio

Come vedi i ragazzi di oggi? Si può ancora credere in

negli studi Sky dove conduco Goal deejay, una trasmis-

prospettive migliori?

sione sportiva realizzata dalla rete in collaborazione con

«Giustamente i giovani non sono contenti della situazione

Radio Deejay, anche questa un’esperienza costruttiva e

odierna. Ma ho molta fiducia nella mia generazione e in

divertente».

quelle successive e sono certo che giungeranno tempi

Da poco è uscito il tuo primo romanzo: da dj a scrittore.

migliori. E che anche grazie a noi il nostro Paese prima

Com'è nata questa idea?

o poi migliorerà».

«Da tempo pensavo che volevo scriverlo. Avevo già la

Che consiglio daresti ai tuoi coetanei?

storia in mente, dall’inizio alla fine. Ho iniziato come

«Di capire quello che si vuole e «farsi il mazzo» per

hobby, poi, quando ho iniziato a farlo leggere e piaceva

ottenerlo. Se ci sono talento e determinazione, più o

a tutti, editori compresi, ho pensato di proporlo per la

meno velocemente, ci si riesce».

pubblicazione».

Federico Russo Dj, vj, neo scrittore

Giulia Cimpanelli

Professione

deejay

La professione di deejay è tanto ambita quanto difficile. Come fare, dunque, ad emergere in un settore al limite tra informazione, spettacolo e musica, tre ambiti nei quali fare carriera è un’impresa a dir poco titanica? Le scuole di pensiero sono diverse. C’è chi, come Federico, consiglia solamente l’esperienza diretta, a partire da piccole radio locali. E c’è chi, invece, ritiene che, come in tutti gli ambiti, sia fondamentale studiare e frequentare corsi.

Parlarealmicrofono.it offre, per un massimo di 3 partecipanti, un Corso in dizione e conduzione radiofonica a Milano dal 16 gennaio al 19 marzo 2012 (10 incontri di 3 ore, una volta a settimana); L’accademia09 di Milano propone un Percorso di Formazione del radio conduttore con un Master in partnership con Discoradio che offre l’inserimento diretto nel mondo del lavoro (www.accademia09.it); C’è anche il corso in Radio Braoadcasting della European schools of economics (www.uniese.it) di Roma diretto da Stefano Piccirillo, dj di Radio Kiss Kiss e che vanta insegnanti come Andrea Pellizzari, Federico L’Olandese Volante, Marco Baldini e Massimo Di Cataldo. (G. C.)


PROFESSIONI

Rita Mercanti, 30 anni PSICOLOGA E COUNSELOR PROFESSIONISTA

Counselor e Coach

AL LAVORO CON LE

EMOZIONI*

di Elisa Di Battista

Non sono psicologi e nemmeno psicoterapeuti, però aiutano a risolvere problemi personali e ritrovare autostima e potenzialità nascoste per riuscire al meglio nella vita. Parliamo di counselor e coach, figure che si stanno sempre più diffondendo in Italia e non ancora molto conosciute. SPECIALISTA DELLE RELAZIONI D'AIUTO

scorso maggio (10289/2011, Tribunale di Milano) e

Se state pensando a quelle terapie che durano anni in

del marzo 2010 (619/2010, Tribunale di Lucca) hanno

cui viene sviscerata l’infanzia del paziente o si analiz-

chiarito questa «divisione di ruoli», ma nonostante ciò

zano i sogni, vi state sbagliando. Il lavoro del counselor

la querelle continua.

- in Italia dagli anni ‘80-‘90 ma riconosciuto dal Con-

COACH, IL “FACILITATORE” DELLA VITA

siglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro solo nel

Se il counseling punta più sugli aspetti emotivi, il coaching

2000 - non si occupa di patologie e non somministra

- in Italia dai primi anni 2000 - allena le potenzialità

test psicologici. In 10-15 colloqui si affronta un problema

della persona motivandola a raggiungere un traguardo.

specifico (una separazione, un esame, una decisione

Non a caso il coach è definito anche «trainer» o «facili-

da prendere…) e il cliente arriva a una soluzione. Per

tatore» e come per il counseling lavora su clienti che

diventare professionisti esistono diverse scuole: su In-

non soffrono di patologie che solo uno psicologo o uno

ternet se ne trovano tante anche per corrispondenza o

psicoterapeuta potrebbero risolvere. Ad ogni modo, il

della durata di poche ore. Ma attenzione: i corsi seri

coaching non è un metodo riservato alle aziende. «Si

durano 3 anni, costano circa 2000 euro l’anno, sono

può fare anche con un disoccupato, gestendone lo

accreditati dalle associazioni di categoria e prevedono

stress e motivandolo», spiega Luca Stanchieri, presi-

almeno 500 ore tra teoria e formazione personale, 150

dente dell’Associazione Italiana Coach Professionisti e

ore di supervisione (svolta da psicoterapeuti) oltre al

fondatore della Scuola di Coaching. Le sedute durano

tirocinio e al superamento di un esame. Attualmente in

dai 2 ai 12 mesi e le aree d’intervento sono svariate:

Italia i counselor sono circa 2500, ma conoscere il dato

dal Life coaching al Business e Corporate coaching,

«reale» è impossibile: non esiste un Albo né è obbliga-

dal Personal coaching al Sentimental coaching, oltre

torio iscriversi alle associazioni di categoria (come As-

a quello sportivo e per adolescenti. Inesistenti, invece,

socounseling e Società Italiana di Counseling). «Per ac-

Albi e riconoscimenti ufficiali. Per frequentare i corsi

cedere alle scuole», spiega Tommaso Valleri, segretario

non è fondamentale la laurea, ma la Scuola di Coaching

generale di Assocounseling, «non serve la laurea, ma

(sedi: Milano, Roma e Udine) la richiede: in Economia

molte la richiedono o chiedono esperienza consolidata

per il Business coach, o in Filosofia o Psicologia per il

nel settore sociale o della relazione d’aiuto». Le branche

Life coach, ad esempio. Ma tra le tante scuole, come sce-

del counseling vanno dal personale a quello scolastico,

gliere? «Bisogna assicurarsi», consiglia Stanchieri, «che

dall’aziendale al sanitario a quello delle situazioni

la formazione sia orientata esclusivamente al coaching

d’emergenza. E poi quello gestaltico, quello sistemico-

e sia tenuta da professionisti». In genere, un master

familiare, fino al bioenergetico e all’art-counseling. «Per

costa circa 2 mila euro, dura 1 anno tra teoria, seminari

scegliere il corso ideale», precisa Simona Stella, coun-

e pratica, con frequenza 1 o 2 volte al mese, «perché

selor 31enne di Milano (counselingmilano.wordpress.

tra una lezione e l’altra bisogna lavorare su se stessi»,

com), «basta seguire le proprie inclinazioni». Simona ha

precisa Piergiuseppe Laera, 27enne di Bari laureato in

terminato la scuola meneghina C.S.T.G. e sta proponen-

Psicologia e coach dal 2007 (www.gulp.it). «A differenza

do agli istituti un progetto rivolto alle estetiste. Perché

dello psicologo “da lettino” mi sono avvicinato al coach-

questo mestiere lo si deve inventare, ad esempio pro-

ing», racconta, «perché si basa sul “qui e ora”». Per ogni

muovendosi con locandine, Facebook e Web. Ingranare

seduta il coach può chiedere dai 30 agli 80 euro, ar-

nella professione (il tariffario va da 40 a 80 euro l’ora,

rivando a 150 per le aziende. Una professione a tutti

con partita IVA) non è immediato e spesso bisogna fare

gli effetti, a patto di avere passione e farsi imprenditori

altri lavori per arrivare a fine mese.

di se stessi: «Uso molto Skype», spiega Piergiuseppe,

Alcuni psicologi si sentono «scippati» poiché riten-

«per raggiungere chi è distante e abbattere i costi e an-

gono che i counselor non avendo laurea in Psicologia

che quando faccio il formatore in azienda impiego il

e abilitazione, possano offrire un servizio pressoché

metodo del coaching».

identico al loro. D’altro canto, i counselor dichiarano di

Un lavoro su cui ha scommesso con passione: 2 anni

conoscere bene il confine tra le 2 professioni. In realtà,

fa ha lasciato un impiego a tempo indeterminato come

parecchi professionisti collaborano dividendosi lo stu-

formatore per fare il coach e oggi vive di questo.

dio o consigliandosi sui casi. Le ultime sentenze dello

INTERVISTE COMPLETE SU WWW.WALKONJOB.IT

Ti senti più psicologa o più counselor? «Io lavoro come psicologa, utilizzo il counseling come strumento. Tra pochi mesi completerò l’iter per diventare counselor professionista. Ho deciso di non occuparmi dell'aspetto psicopatologico, e di dedicarmi alla prevenzione, al sostegno psicologico e alla promozione del benessere psicologico. Per fare un esempio concreto, mi occupo del supporto all'individuo nelle crisi di crescita o di adattamento agli eventi più significativi della vita, di incrementare la consapevolezza, l'autostima, l'auto realizzazione ecc». Counselor e psicologi sono così distanti e “sul piede di guerra” come si dice? «Hanno delle differenze specifiche caratteristiche della professione, ma a mio avviso possono lavorare insieme facendo squadra. Certo, il confine tra consulenza psicologica e colloquio di counseling può non essere perfettamente chiaro per i non “addetti ai lavori”: psicologi e counselor hanno formazione differente, obiettivi diversi nel loro lavoro e usano strumenti solo in parte simili. Ad esempio, uno psicologo può fare valutazione e diagnosi riguardo disagi e disturbi psicologici e utilizzare test e metodi specifici. Un counselor invece non fa diagnosi, ma può facilitare la comunicazione, sostenere i punti di forza del cliente le sue capacità di autodeterminazione». Un counselor sa “fin dove può arrivare”? «Sì, all'istituto di Gestalt H.C.C. ITALY di Palermo dove ho studiato, il confine dell'attività di counseling è sempre ribadito, e questo credo valga anche per le altre scuole di formazione. Certo, poi non resta che affidarsi alla professionalità del singolo professionista». Quali strumenti del counseling adotti in psicologia? «Frequentare un corso di counseling mi ha permesso di approfondire la comunicazione interpersonale, acquisire competenze relative all'ascolto e alla relazione col cliente e/o paziente. Competenze molto più pratiche rispetto a quanto appreso durante la laurea in Psicologia, molto più teorica». Di psicologia e counseling riesci a vivere? «Purtroppo no, attualmente sono socia e lavoro presso l'associazione E.Co. Onlus (www.eco-onlus.it) a Palermo dove abbiamo attivato un progetto per promuovere il counseling negli studi medici locali. Poi tengo corsi sulla comunicazione e mi sono occupata della fase di orientamento e selezione e ri-orientamento nell'ambito del progetto Confezionamento tessile artigianale. Per fortuna sono anche istruttrice di pilates, al momento il mio lavoro più redditizio». Per chi fa la tua professione vivere al Sud è semplice? «No, ci sono molti pregiudizi e preconcetti sul chiedere una qualsiasi forma di aiuto psicologico, un po' per eccessiva riservatezza, un po' anche per l'idea ancora piuttosto radicata per cui chi va dallo psicologo è malato, “pazzo”. Inoltre le strutture pubbliche territoriali che offrono questi servizi sono veramente poche. Ma ho voglia di insistere e rimanere in Sicilia a fare ciò che mi piace e contribuire al cambiamento di questa terra». Come ti stai facendo conoscere sul territorio? «Cerco di allargare il mio giro di conoscenze e la mia rete di contatti. Lascio i miei biglietti da visita solo a chi mi conosce direttamente. Magari aprirò un sito Web». (E. D.)

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NUOVE FRONTIERE

"In ogni attività la

passione toglie gran parte della difficoltà"

Un lavoro all'estero

TRA CANTIERI E PIATTAFORME

-Erasmo da Rotterdamteologo e filosofo olandese

Credit ENI

* di Susanna Bagnoli

Nella sezione lavora con noi dei siti delle più grandi aziende italiane che sono sul mercato dell’energia, risulta chiaro fin dall’inizio. Uno dei requisiti principali richiesti è la disponibilità a lavorare all’estero, in contesti non sempre confortevoli in cui non è semplice ambientarsi. Può trattarsi di una piattaforma petrolifera a decine di chilometri dalla terraferma o di un cantiere di trivellazione nel deserto, solo per fare qualche esempio. Specialisti nella progettazione d’impianti, ingegneri di processo, esperti in idrocarburi, tutti professionisti, impiegati dalle aziende del settore per strutturare e condurre progetti, per lo più legati alla realizzazione di impianti di trivellazione e sfruttamento di petrolio e gas, che una volta affidati richiedono di spostarsi in loco, per seguire tutte le tappe di sviluppo e funzionamento dell’infrastruttura. E spostarsi può significare andare all’altro capo del mondo e doverci restare per molti mesi. Alessandro Pavesi, 28 anni, lavora per Saipem, un’impresa del gruppo Eni, che realizza infrastrutture nel settore petrolifero. Ha un diploma di perito meccanico e nel 2007 ha iniziato a lavorare su progetti internazionali. Oggi è in Algeria, in un impianto di trivellazione: «Ho fatto altre esperienze all’estero», racconta, «non nascondo che è dura, anche perché a volte, purtroppo, le cose non vanno come si vorrebbe». Si occupa di Stress Analysis, «per capirci», spiega, «verifico le dilatazioni termiche delle tubazioni e con un team che varia da progetto a progetto, sviluppiamo ingegneria di dettaglio, procurament e facciamo supervisione alla costruzione». Inevitabile chiedere com’è lavorare e vivere lontano da casa: «Conciliare vita privata e lavoro in questo caso è davvero difficile, soprattutto per-

ché rientro in Italia ogni 75 giorni, resto più o meno per 3 settimane consecutive. E poi riparto». Si può fare? «Se si ha l’obiettivo di accrescere la propria esperienza, ambire a una nuova posizione e anche guadagnare bene, credo si possa fare», racconta, «soprattutto per quanto riguarda lo stipendio, (che può arrivare anche a 5mila euro al mese, ndr) valutando la situazione del lavoro in Italia, credo proprio di non potermi lamentare». Anche Melania Mastrangelo, 31 anni, laureata in Ingegneria Meccanica, è alla sua prima esperienza all’estero. Si trova ad Arzew, in Algeria, per Saipem: «Sono qui dal giugno 2010 e dovrei restare fino a marzo 2012», ci spiega, «ma potrei rimanere fino alla prossima estate visto che la mole di lavoro è tanta». Si occupa della gestione delle macchine rotanti, turbine e compressori, dei problemi ingegneristici nella fase di installazione. La sua giornata tipo? «Sveglia alle 6, alle 7 tutti in pullman accompagnati con la scorta al lavoro. Ogni mattina ho almeno un meeting con i subcontrattori (i subappaltatori, la costruzione di impianti è affidata in appalto a un soggetto che a sua volta stipula dei subappalti, ndr) per discutere di problemi tecnici e assegnare le priorità». Per non parlare delle conference call con i fornitori e i sopralluoghi in cantiere, oltre alle montagne di e-mail con fornitori e subcontrattori a cui badare, ai meeting interni con il management e i colleghi di altre aree. «Sicuramente questo tipo di scelta lavorativa», spiega, «implica molte rinunce e soprattutto una perdita dei contatti in Italia. Non penso che una donna possa fare questa vita per sempre. Per ora non voglio cambiare lavoro e spero che questa esperienza mi dia modo di ricoprire un ruolo manageriale in futuro».

Roberto Furlan, Salini Costruttori

CERCHIAMO CORAGGIO E VOLONTÀ

* di Lorenzo Pulici

Estero: sì o no? Vale la pena investire su un’esperienza fuori se in Italia non si trova quello che si cerca? Per cercare di rispondere a queste domande ed avere un punto di vista “diverso”, ne parliamo con Roberto Furlan, International Human Resources Development Manager di Salini Costruttori, che si occupa di realizzare grandi opere e infrastrutture in tutto il mondo.

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Dottor Furlan, è il nostro mercato del lavoro che “obbliga” a espatriare? «Per quanto riguarda il mio settore di riferimento, posso dire che non è così, anzi non c’è nessuna fuga dei cervelli perché solo pochi ragazzi raccolgono davvero la sfida di andare fuori». E perché ci sarebbe tanta riluttanza? «Manca il coraggio di investire su se stessi, di scegliere un percorso autonomo e personale di autorealizzazione. Spesso sono gli stessi candidati ad autoescludersi perché non conoscono bene l’inglese e credono di non essere adatti. La nostra realtà aziendale, ad esempio, è un laboratorio a cielo aperto dove sperimentarsi e crescere. C’è margine anche per imparare la lingua se la motivazione è concreta e se ci sono altre competenze di base». Andare all’estero però vuol dire stare molto tempo lontano da casa: perché un giovane dovrebbe vivere un’esperienza simile anche se per un tempo determinato? Qual è il valore aggiunto?

«Sai quanti ingegneri civili in Italia si ritrovano a fare tutt’altro? Piuttosto che restare nel nostro Paese e abbandonare il proprio percorso, dopo avere investito tanto, e così rinunciare ai propri sogni, vale la pena tentare un’esperienza fuori. Diversamente, secondo me è un peccato, uno spreco di energie e risorse». Dal punto di vista professionale quali sono i punti forza? «Sicuramente la possibilità di confrontarsi con grandi opere e con progetti enormi, anche in termini di impegno e di orari di lavoro, permette di acquisire competenze tecniche specifiche e di sviluppare la capacità di gestire le persone e agire con autonomia. Dopo circa 2-3 anni la persona ha raggiunto risultati importanti in termini di sviluppo e di capacità di autogestirsi sul lavoro. In più, si lavora in ambienti in cui si mescolano culture diverse e ciò aiuta a crescere anche a livello umano». Detta in questi termini sembrerebbe allettante… «In effetti, quando nei colloqui dipingo questo scenario leggo

Alessandro e Melania hanno contratti a tempo indeterminato, esattamente come Vladimiro Calabrò, 34 anni, professione ingegnere di processo, con laurea in Chimica Industriale alla Statale di Milano. Anche lui ha una buona raccolta di esperienze all’estero, ora lavora per l’azienda Siirtec Nigi. «Mi occupo di progettazione di impianti di recupero di zolfo per raffinerie», spiega, «e seguo anche il loro avviamento. Sono stato in Ungheria, Cina, Vietnam, adesso sono in Russia per un impianto di gas naturale. Non mi posso lamentare di quanto guadagno e del fatto che questo lavoro permetta di crescere». Confessa che le difficoltà maggiori sono legate all’ambientarsi in un posto che è estraneo, il cibo e l’alloggio non sempre sono all’altezza. Umberto Giongrandi, geologo catanese 39enne esperto di petrolio, ha lavorato anche a bordo di una piattaforma al largo. «Ci vuole forza di carattere», dice, «non è cosa da tutti, anche perché oltre all’isolamento ci sono i rischi per la vita». Ha portato a termine più di 170 pozzi, lavorando per Agip, Texaco, Shell, Noble Energy tra Libia, Texas, Golfo del Messico e Caraibi. «Adesso sono offshore, tra il Mare del Nord e il Mare della Norvegia per conto di ExxonMobil», racconta. «Una carriera petrolifera non è semplice da gestire, ma ha tantissimi vantaggi, si può arrivare a guadagnare fino a 1000 euro al giorno, da libero professionista. E poi se sei bravo, dall’estero, continuano a cercarti sempre». E per non perdere i contatti con l’Italia e raccontare dei suoi viaggi di lavoro, ha anche aperto un blog: www.umbertogiongrandi.com.

nelle espressioni dei miei interlocutori meraviglia e stupore. Poi i ragazzi tornano in famiglia, dagli amici, dalla fidanzata e perdono completamente quello spirito di avventura necessario per affrontare certe sfide. Si crea un meccanismo di chiusura e controllo che, secondo me, limita l’autorealizzazione di sé e la possibilità di fare un’esperienza sul campo». Si potrebbe però obiettare che i problemi possono nascere al rientro: una persona che è stata fuori per un po’ di tempo non potrebbe risultare troppo “esperta” quindi faticare a trovare lavoro? «Penso che molti cominciano un percorso di vita che magari li porta altrove. E che con il tempo si aprono gli orizzonti di scelta quindi non è detto che ci sia la volontà di ritornare. Ad ogni modo, a chi pensa di rientrare in Italia, posso assicurare che in questo campo c’è sempre bisogno di professionalità. E per la nostra realtà gli italiani rappresentano i futuri manager. Se gli altri infatti sono più propensi alla mobilità, è vero che gli italiani hanno alle spalle un solido percorso universitario che offre loro maggiori opportunità di crescita». Per concludere, Salini che profili sta ricercando? «Le nostre ricerche, aperte tutto l’anno, riguardano per lo più ingegneri (civili, meccanici, edili) e laureati in Economia e Commercio per ruoli in amministrazione e Finanza. Ma cerchiamo anche giovani geologi, geometri e ragionieri. Tutti assunti con un contratto individuale per l’estero. Purché abbiano coraggio e volontà».



FORMAZIONE

Borse di studio, ricerca e tirocini

IN GIAPPONE E NEGLI USA A COSTO (QUASI) ZERO*

Testo e foto di Ilaria Romano

Programmi di scambio, borse di studio, tirocini retribuiti. Tutto pur di andare all’estero per specializzarsi, imparare la lingua e perché no, apprendere una cultura diversa dalla nostra. Ci avete pensato spesso, ma vi sembra troppo dispendioso. E invece non è detto. Esistono borse di studio che permettono di spendere relativamente poco (o meno del previsto) e vi portano addirittura negli States o nel Sol Levante. NEGLI USA CON FULBRIGHT Fulbright è il più noto programma di scambi internazionali con gli Stati Uniti, promuove opportunità di studio universitario, ricerca e insegnamento attraverso borse di studio. In Italia, dal 1948 il programma è gestito dalla US-Italy Fulbright Commission. Favorisce gli scambi culturali tra il nostro Paese e gli USA in tutti i campi: dalle discipline scientifiche a quelle umanistiche, alle scienze sociali e alle arti. Alle borse di studio, che coprono i costi per il primo anno di un corso postlauream negli Stati Uniti, possono concorrere cittadini italiani laureati (vecchio ordinamento, triennale o specialistica) in tutte le discipline e diplomati in conservatori e accademie di belle arti. I dottorandi possono aspirare a una borsa per progetti di ricerca e i docenti (universitari o di scuola secondaria) a incarichi di insegnamento nelle università americane che aderiscono al programma. Ci sono anche il bando Fulbright Best, per corsi di imprenditoria e management con annessa internship presso aziende americane, e il Programma Sordità per non udenti, che potranno specializzarsi presso la Gallaudet University a Washington. Requisito comune l'ottima conoscenza della lingua inglese (attestata da certificazioni TOEFL O IELTS). Alcune borse possono essere richieste da studenti che hanno già ottenuto autonomamente l'ammissione ad una università statunitense. Tutte comprendono anche le spese di viaggio e l’assicurazione medica. I bandi per l'anno accademico 2012-2013 sono davvero tanti ed ognuno ha una deadline diversa: alcuni scadono il 5 dicembre 2011, altri tra febbraio e maggio 2012. Info dettagliate su: www.fulbright.it.

FORMAZIONE ON THE JOB

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Gli stage del programma Global Exchange Opportunites (www.geopportunities.org) si svolgono sempre negli USA, in New England. Durano 12-18 mesi e sono retribuiti con mille dollari netti al mese. Però è richiesta una disponibilità economica iniziale di 4500 euro circa: i partecipanti devono infatti farsi carico del viaggio e, una volta a destinazione, dell’acquisto o del leasing di un’automobile, necessaria per spostarsi. A spese dell’organizzazione l’alloggio e l’assicurazione medica. Il programma fa per voi se avete più di 21 anni, siete laureati in discipline che hanno a che vedere con le scienze dell’educazione, le scienze sociali e la psicologia, conoscete bene l’inglese e avete almeno un anno di esperienza come educatori, psicologi, assistenti sociali o insegnanti di sostegno. Negli USA vi aspetta una formazione on the job al fianco di colleghi americani. Si parte due volte l’anno, maggio e novembre, e c’è tempo fino a 5 mesi prima per inviare le domande di partecipazione. Il referente

italiano è Cristiano Zancarli di Bridge Over Atlantic, cell. 346.5753151, mail cristiano@bridgeoveratlantic.net.

NELLE INDUSTRIE DEL SOL LEVANTE Destinazione Sol Levante per il programma Vulcanus dell'Eu-Japan Centre for Industrial Cooperation, joint venture cofinanziata dalla Commissione europea e dal Ministero giapponese dell’Economia, del Commercio e dell’Industria. È rivolto agli studenti europei di facoltà tecniche o scientifiche e offre la possibilità di effettuare un tirocinio in un'industria giapponese. Il programma, che inizia a settembre e si conclude ad agosto dell'anno successivo, si svolge interamente in Giappone. I partecipanti seguono un seminario sul Paese ospitante, un corso intensivo di lingua giapponese della durata di 4 mesi, e poi un tirocinio di 8 mesi. La borsa di studio di 2 milioni di yen copre le spese di viaggio e soggiorno e l'assicurazione. L'alloggio è messo a disposizione, per tutti i 12 mesi, dall'impresa ospitante. I candidati sono selezionati in base alla conoscenza dell'inglese, al cv, alla motivazione e allo spirito di adattamento. Il prossimo ciclo di Vulcanus parte il primo settembre 2012 e si conclude il 31 agosto 2013. Per candidarsi c'è tempo fino al 20 gennaio 2012. Info su www.eu-japan.eu.

Times Square, New York

L'IDEA IN PIÚ

STAGE IN GIRO PER IL MONDO Non avete trovato quello che cercate? Qui sotto vi segnaliamo dei siti da tenere d’occhio per essere costantemente aggiornati su tirocini e altre opportunità fuori confine. www.unesco.it L'Unesco offre tirocini non retribuiti e borse di studio per giovani ricercatori, che possono essere ordinarie (cioè previste nel bilancio dell'organizzazione) o straordinarie (cioè cofinanziate dai partner di specifici progetti). www.onu.org Anche l'Onu offre tirocini nei vari campi di interesse dell'organizzazione. Possono candidarsi studenti graduate e post-graduate con eccellente conoscenza di inglese e francese. Però bisogna provvedere autonomamente al proprio mantenimento e all'assicurazione sanitaria per il periodo di stage. www.imf.org Chi è in procinto di conseguire il dottorato in materie economiche ha tempo fino al 20 dicembre per candidarsi a un tirocinio di 10-13 settimane presso il Fondo Monetario Internazionale. Questa volta il tirocinio è retribuito (coperti anche i costi di viaggio e assicurazione sanitaria), ma l'alloggio a Washington è a carico del tirocinante. www.worldbank.org Il 31 gennaio scade il termine per candidarsi ai tirocini offerti della Banca Mondiale per l'estate 2012 (il 31 ottobre di ogni anno invece è la scadenza per i tirocini che si svolgono tra dicembre e marzo). Le internship sono retribuite e durano almeno 4 settimane. I candidati devono essere laureati e già iscritti ad un corso postlaurea. Tanti i tirocini presso le istituzioni dell'Unione Europea. Per orientarsi si può partire dal sito della rappresentanza in Italia della Commissione Europea: ec.europa.eu/italia, sezione Formazione. (I. R.)

GIAPPONE PEER-TO-PEER Se siete laureati, conoscete bene il giapponese e volete fare un'esperienza di lavoro e scambio culturale sempre con il Giappone, fa per voi il JET Programme (www.jetprogramme.org). L'acronimo sta per Japan Exchange and Teaching e il programma, che compie 24 anni e nel 2010 ha coinvolto oltre 4mila partecipanti da 36 Paesi del mondo, vuole promuovere l'internazionalizzazione delle piccole realtà urbane giapponesi favorendo la conoscenza reciproca tra giovani nipponici e stranieri in ottica peer-to-peer. I partecipanti a JET vengono infatti inviati presso prefetture, comuni e scuole private, dove lavorano per un anno (rinnovabile per altri 12 mesi) nei settori dell'assistenza all'insegnamento, delle relazioni internazionali (accoglienza ospiti stranieri, traduzione di documenti, organizzazione di eventi) e dell'assistenza in progetti nell'ambito sportivo. L'ambasciata del Giappone in Italia avverte che i candidati italiani devono disputarsi un numero limitatissimo di posti, solitamente nel settore delle relazioni internazionali. Il bando in genere viene reso noto a febbraio sul sito della sede diplomatica, www.it.emb-japan.go.jp. Mentre scriviamo, non abbiamo notizie sul bando per il 2012, ma se JET vi interessa non perdete di vista il sito: una volta pubblicato, restano pochi giorni per presentare la domanda. .

Sono in corso le selezioni per accedere ai Master fulltime della Business School del Sole 24 ORE, percorsi didattici completi e in linea con le esigenze di un mercato in continuo cambiamento. I Master fulltime, prevedono un periodo di stage e sono indirizzati a laureati e junior che intendono inserirsi nel mondo del lavoro con un elevato livello di qualificazione e competenza, requisiti oggi indispensabili. Consulta la nuova offerta formativa 2012 visitando il sito www.formazione.ilsole24ore.com/bs, scegli il Master di tuo interesse, compila la domanda di ammissione e partecipa alle selezioni. Sono disponibili 150 Borse di Studio offerte da prestigiose aziende, società di consulenza e studi professionali e dalla stessa Business School.


FRATELLI D'ITALIA Il novembre 2011 ce lo ricorderemo per un pezzo. Gli sconquassi sui mercati e la nascita di un nuovo Governo hanno monopolizzato i media. È un momento storico; lo è anche per l’università. La presenza nel nuovo Governo di rappresentanti del mondo accademico dà la sensazione che potrebbe iniziare un periodo di riforme che modificherà l’Università per come la conosciamo. Per chi sta vivendo il proprio periodo di studi ma anche per chi, già laureato e inserito nel mondo del lavoro, ricorda quell’epoca della propria vita, c’è la possibilità di contribuire con idee e testimonianze che possano rendere migliore il futuro: scrivete a fratelliditalia@walkonjob.it la vostra proposta per un’università migliore e più capace di preparare al lavoro. Ottavio, 27 anni, da Tallin qui sotto ci racconta un mondo più aperto ai giovani.

DALLA BRIANZA ALL’ESTONIA Tallin, Estonia, siamo in presenza di un cervello in fuga? «Uh, direi che è un parolone. Sono fuggito per avventura e sono venuto a Tallin per vivere in un mondo diverso». Niente a che fare quindi con scelte legate allo studio o al lavoro? «Questi sono stati aspetti collaterali. Più che altro volevo vivere una esperienza diversa e qui c'è un ambiente molto vivo. L'Estonia è un paese incubatore di piccole start up tecnologiche estremamente interessanti». Dalla naturalezza con cui ne parli, il mondo sembra il tuo paese. Non hai nessuna nostalgia? «Un po'. Poi mi rendo conto che questi sono gli anni in cui posso veramente viaggiare liberamente. Ogni tanto mi manca casa, per fortuna riesco a tornare spesso, almeno 2 o 3 volte all'anno rientro in Italia. E questo aiuta». Che studi hai fatto? Hanno inciso su questa tua apertura? «A Milano ho studiato comunicazione, qui sto finendo un master in media interattivi. Sapere che l'Estonia è un paese così avanzato mi ha certamente invogliato nella scelta». Sarebbe così difficile in Italia? E cosa dovremmo fare nel nostro Paese secondo te per «essere più avanti»? «In Italia non siamo riusciti a cogliere al volo le opportunità date dalle nuove tecnologie, anche per via delle carenze delle infrastrutture tecnologiche, ma negli ultimi tempi ci stiamo riallineando e velocizzando. Ciò che manca è la possibilità per i giovani di realizzare progetti lavorativi con facilità. In Estonia si può aprire una azienda in meno di 20 minuti, basta avere la propria carta d'identità (digitale), un pc e un lettore». Come sono gli stipendi per un giovane neolaureato? Ci sono i ticket restaurant? «I punti di partenza sono estremamente diversi: l'Estonia si sta sviluppando molto velocemente, ma gli stipendi medi sono abbastanza bassi. Quanto al cibo ahimè spesso le pause pranzo non esistono nemmeno, non è importante come da noi. In molte aziende ci sono spazi cucina collettivi, videogiochi e altre occasioni di relax, ma credo sia normale nelle nuove aziende legate ad Internet». Il «popolo dei precari» esiste anche lì oppure si tratta solo di un approccio culturale diverso che contempla la precarietà come una normale condizione di questo mondo? «Si tratta di un approccio diverso. Cambiare lavoro qui non è considerato uno svantaggio o un trauma, ma una possibilità per crescere non solo personalmente ma anche e soprattutto professionalmente». In questa tua esperienza in Estonia hai incontrato difficoltà? «Non direi. Gli stranieri sono molto ben accetti e non viene nemmeno richiesto di parlare l'estone. Tutti parlano inglese. Moltissime cose sono semplificate, quasi tutto è digitalizzato». Da italiano in terra straniera, hai l'impressione che noi abbiamo una marcia in più in tema di creatività e capacità di innovare o stiamo perdendo anche questa peculiarità?

Storie normalmente eccezionali

ALLA RICERCA

DELL'INDIPENDENZA

*

di Paolo Beretta

C OMO

«Credo che gli italiani si sottovalutino un po'. Riguardo alla meritocrazia, credo ci vorrà del tempo prima che la nostra società gerontocratica si trasformi: ne gioverebbero tutti. È difficile prevedere cosa succederà nel futuro, ma per uscire dalla crisi sarà necessario cambiare molte cose e a mio avviso lasciare le redini a gente più giovane e consapevole di cosa sta succedendo nel mondo. Gli anziani dovrebbero godersi la loro età in una casa di campagna, non fare politica». Ma tu che lavoro fai? «Il mio lavoro... ne ho tre al momento». Tre? Pensa: stai rubando il lavoro ad almeno due persone… «Ho appena aperto un’azienda di oggetti interattivi per l'intrattenimento, lavoro con u’azienda di marketing che si sta espandendo in Italia, sto facendo una ricerca di mercato e ogni anno in questo periodo mi occupo del videoblog del film festival estone. A tempo perso faccio il deejay». Che mi dici della tua azienda? «È nato tutto per gioco quando con un amico deejay ho iniziato a cercare nuovi modi per suonare musica. Io con esperienza in nuovi media, lui ingegnere elettronico, abbiamo sviluppato un tavolo interattivo che permette a chiunque di suonare come deejay. Il prototipo è stato notato da una grande azienda che ha deciso di aquistarne uno. Ora ne vogliono altri, ma non abbiamo intenzione di fermarci qui». Quindi in questo momento se qualcuno tra chi ci legge vuole cominciare a fare il deejay o vuole fare business con voi, dove deve cercarvi? «Non abbiamo ancora una pagina internet pronta, ma abbiamo una pagina dove carichiamo i nostri pezzi o remix soundcloud.com/the-mojoes. Oppure ci possono scrivere a themojoes@gmail.com». E se qualche giovane italiano ha delle idee per il tuo progetto? Stai cercando qualcuno che magari è specializzato in qualcosa che potrebbe tornarti utile? «Siamo in una fase iniziale del nostro progetto ma è sempre aperta la ricerca di nuove idee legate al mondo dell'interattività, dei suoni e dei nuovi media. Se qualcuno volesse venire a trovarci e parlare di qualcosa siamo sempre aperti a nuove idee». Ingegneri, meccatronici, elettronici…o semplicemente persone con idee e passione? «Le idee sono fondamentali, ma sono necessarie competenze varie: programmazione, elettronica, design, marketing. Nei nostri progetti futuri c'è quello di organizzare workshop della durata di un week-end per realizzare cose nuove». Come vedi il futuro? «Impegnatissimo ma entusiasmante, come sempre agli inizi di un progetto. Immagino un sacco di lavoro e un sacco di caffè per stare svegli la notte». Creatività e caffè italiani per il futuro… Invece tornando qualche passo indietro: racconta un pò la tua quotidianità da studente universitario.(Momento di silenzio) Sei scappato? «Eheheh arrivo, sono in bici. Sto andando a casa del mio socio a lavorare». L'avevo intuito: sei proprio un ragazzo multitasking… «Prodigi del mobile, nel frattempo sono arrivato. Tornando ai miei studi, qui mi sono trovato molto bene. il master che sto frequentando è molto pratico e aiuta ad essere sempre molto coinvolti. Di fatto, alcuni dei progetti che sto realizzando ora sono praticamente spin-off di progetti universitari». Sogni di tornare a fare l'imprenditore in Italia? «Mi piacerebbe, magari tra una decina di anni, se le condizioni dovessero essere favorevoli, ma per ora voglio vivere il resto del mondo».

Leggi le altre storie su www.walkonjob.it/fratelli-d-italia

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FOCUS ITALIA

Facciocosevedogente

IN GIRO PER L’ITALIA E NEL MONDO

dalla Divina Commedia www.comune.bologna.it Ticket: 4 €; ridotto 2 €

Firenze

Fino al 22 gennaio 2012 Palazzo Strozzi

Napoli

www.scuderiequirinale.it Ticket: 10 €; ridotto (under 26): 7,50 €

Le meraviglie del tesoro di San Gennaro. I gioielli

Fino al 15 gennaio 2012 Area Archeologica Centrale

Fino al 6 gennaio 2012 Museo del Tesoro di San Gennaro

www. museosangennaro.it Ticket: 10 €; ridotto (studenti): 8 €

Nerone

Fino all’8 gennaio 2012 Palazzo Belmonte Riso

Venezia

Denaro e bellezza. I banchieri, Botticelli e il rogo delle vanità Palermo www.palazzostrozzi.org Ticket: 10 €; ridotto: 7,50-8,50 €

Mostra d’arte: Sotto quale cielo?

Milano

www.palazzoriso.it Dal 2 dicembre 2011 al 9 aprile 2012 Ticket: 6 €; ridotto: 3 € Spazio Forma

www.pierreci.it Ticket: 12 €; ridotto: 7,50 €

Fino al 22 gennaio 2012 Palazzo Ducale

Venezia e l’Egitto

www.museiciviciveneziani.it Ticket: 16 €; ridotto (studenti under 25): 10 €

Un u nico iti caste lli, pa nerario, p lazzi unteg e pa e rov no ine e giato da perio rami a di oltre coste do na r poc llato o ta ga lu di att 100 ngo l lizio, si sn suggesti razion vi a Stra o i colle da de da da Ma , specie gato nel l n l d e n a tra tutti h R e o i c m che spo i ti a Ceca, pi, si muo rti e serv . Il percor Praso, be ito d ve tra proce n i stru de pe gna i G tture n un r 120 ermania d viagg e 0 i Tapp R chilo io su e, d metri epubblica misu si pre urata, cos e acc ra. ompa paran ti e a ttivit o in a su ww à u tonom w.bur gens (C.G.S i a trass .) e.de.

No tengo dinero L’ANGOLO DEGLI... SQUATTRINATI Firenze Fino al 7 gennaio 2012 Megacities La mostra fotografica di Christian Hoehn mette in scena le metropoli contemporanee esaltandole con una speciale tecnica di stampa retroilluminata. Info: www.sangalloartstation.it Milano 19 febbraio 2012 Le voci della città. Antichi organi, un patrimonio di Milano Inserito all’interno di un fitto calendario partito nell’ottobre 2011, il concerto si svolge nella Basilica di Santa Maria delle Grazie e ha per protagonista il musicista Ermanno Codegoni, che si esibirà all’organo. Info: www.organisti.it Napoli Fino al 15 gennaio 2012 Da Sud. Le radici meridionali dell’unità nazionale La mostra, allestita a Palazzo Reale, invita a riflettere sui 60 anni che hanno preceduto il plebiscito del 1860: dalla rivoluzione del 1799, ai moti del ’48 fino alla spedizione dei Mille. Info: www.palazzoreale.napoli.it

Parma Fino all’11 dicembre Renata Tebaldi, profonda ed infinita Costumi, gioielli di scena e abiti del soprano di origini pesaresi sono messi in mostra al Palazzo del Governatore, oltre ai suoi bauli di viaggio, alle lettere e alle foto della diva. Info: www.palazzodelgovernatore.it Roma Fino al 14 gennaio 2012 Metamorphosis. Il Giappone del dopoguerra 120 immagini in bianco e nero immortalano le conseguenze, per il Paese del Sol Levante, della seconda guerra mondiale e il percorso compiuto per affermarsi come grande potenza economica mondiale. Info: www.jfroma.it Torino Fino all’8 gennaio 2012 La chimica e l’unità d’Italia Dalle intuizioni di Avogadro alla creazione dei coloranti, dalla realizzazione dei detergenti fino all’elettrolisi dell’acqua. Sono questi i temi della mostra allestita in occasione dell’Anno Internazionale della Chimica. Info: www.annodellachimica.unito.it

VISTI PER VOI. Scarpe in mostra al Museo Ferragamo

Un particolare

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della mostra

Chissà se il sandalo in foglia d’oro 18 carati, creato da Salvatore Ferragamo nel 1956 per la moglie di un ricco magnate, oltre che attraente è anche comodo da indossare. Lasciate da parte questo genere di considerazioni se andate a visitare la mostra Ispirazioni e Visioni, a Firenze fino a marzo 2012, presso il museo Ferragamo (www.museoferragamo.it). Occupatevi solo di ammirare tutto il bello che vedrete, ma soprattutto cogliete l’occasione per visitare questo spazio espositivo, affacciato sulla deliziosa piazza Santa Trinità, e dedicato a una delle più importanti e blasonate griffe italiane. Ferragamo, il «calzolaio delle dive», era napoletano però a Firenze stabilì nel 1926 la sua azienda, rientrando in Italia dopo essere stato

20 gradi, sole e cielo azzurro. Aria frizzante e palme secolari all’uscita dell’aeroporto, nel centro e sul lungomare di Alicante. Con 3 ore di volo (www.ryanair.com) si dimentica l’inverno, con 2 passi sull’Explanada de España, la mini-rambla cittadina, si visita una meta poco battuta e tutta da scoprire. Che, tra bancarelle vista mare e allegria spagnola, sorge ai piedi del Castello di Santa Barbara e conquista il viaggiatore a colpi di storia e movida low cost. Info: www.alicanteturismo.com. (C.G.S.)

* di Susanna Bagnoli

emigrante in America e lì aver iniziato portando le sue calzature a Hollywood. Il ritorno in madrepatria è per cercare mani italiane abili a fare le scarpe, alla faccia delle moderne delocalizzazioni. Dal ’95 il museo conserva e mostra tutta la creatività, il colore, la bellezza del made in Italy ad opera di Ferragamo. Sono 400 i prototipi e le calzature esposte, scelte in un archivio di oltre 10mila e a rotazione spostate per esibirne altre. Sì perché il museo, oltre a essere un meta per fashion victim è anche una tappa obbligata per gli appassionati dei musei d’impresa. Da vedere la teca che conserva le forme in legno dei piedi di clienti note: Audrey Hepburn, Ava Gardner, Greta Garbo, Sophia Loren, Silvana Mangano. Ingresso 5 euro.

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inki, 2: Hels al 201 it nto p a ta c , che design ne, World inlandia a F v la io a g d rà i Sa Roccalumera (ME) Mostra fotografica a geli Bologna isura d ll e m d no a n ra inizie na città capitale Parco Quasimodo Robert Mapplethorpe Fino al 29 gennaio 2012 n è, è u 00 eventi che ign o s n e D a f d fred La terra impareggiabile www.formafoto.it s Eve o Museo del Patrimonio Industriale con i 3 r’ a e iù Y ffe p ri i w il Ne delle ta ancor d Mostra su Quasimodo Ticket: 7,50 €; ridotto: 6 € Moto bolognesi. L'Italjet di bre con fittate m lta ro e o p v ic p d a A il 31 www.parcoquasimodo.it m), un Leopoldo Tartarini. 1960-1988 012.fi). nnair.co sign lisinki2 e (fi e d h ir i c a d d n Ticket: 5 € (w Novegro (MI) www.comune.bologna.it/ i Fin stello ionali d in un o stel.eu) patrimonio-industriale 4-5 febbraio 2012 promoz ormire d (euroho l te te te s o o p h ti ro li aftera u a E Ticket: 4 €; ridotto: 2 € Roma Parco Esposizioni arriv e i loc come o tà it im c s s a dell Fino al 5 gennaio 2012 Festival del Fumetto centrali ivacità rvi la v Fino al 29 aprile 2012 Scuderie del Quirinale www.festivaldelfumetto.com e gode ti equenta Palazzo d’Accursio Ticket: 10 €; abbonamento 2 giorni: 7 € Filippino Lippi e Sandro hour fr (G.C.) ndesi. la Pagine da “Emporium” e Botticelli nella Firenze del ‘400 dai fin

a cura della redazione


FOCUS ESTERO in collaborazione con

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Gloria

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QUI SAN PIETROBURGO Tutto è nato per caso, complice la mia voglia di uscire dalla solita routine, di fare un’esperienza nuova, motivante, che mi rendesse consapevole delle mie capacità e mi aiutasse a superare i miei limiti. Sono partita col progetto Ecoway, destinazione San Pietroburgo, Russia. Una scelta che mi sta permettendo di vivere un’esperienza a 360 gradi! La Russia è immensa, ti sorprende: si passa dalle magnifiche residenze degli zar, alle opere dell’Hermitage, al giro in battello sui canali del Neva, alla prospettiva Nevskij, strada che è il cuore della città, oppure basta uscire dal centro per imbattersi in piccoli villaggi, nei produkty, tipici negozietti aperti 24 ore dove si trova di tutto, e nelle marshrutke, simbolo dell’ex Unione Sovietica. Il progetto che seguo mi permette di lavorare coi bambini ed è bellissimo quanto cercano di insegnarmi il russo: insieme contiamo, ripetiamo i colori e i nomi prima in inglese e poi nella loro lingua! E poi mi confronto con ragazzi di nazionalità differenti, uniti come siamo da una scelta comune che ci sta facendo crescere.

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Martina

QUI MANIPALA

Francesca

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QUI PORTO ALEGRE Sono partita da Milano per il Brasile 3 mesi fa e vivo a Porto Alegre, che è la capitale dello stato Rio Grande do Sul, la parte più europea del Brasile. Qui ho imparato velocemente il portoghese per poter insegnare nelle classi: sto svolgendo uno stage all’interno del progetto EduAction che consiste nel portare il multiculturalismo nelle scuole pubbliche affiancando le insegnanti. Lo scopo è quello di mostrare ai ragazzi le opportunità che il mondo offre loro e renderli consapevoli che l’educazione e la formazione sono fondamentali per realizzare sogni e obiettivi. Sto imparando a conoscere un contesto diverso dal nostro, grazie anche al fatto che vivo con ragazzi di tutto il mondo. Dopo 3 mesi mi sento a casa ed è anche merito delle persone con cui lavoro e vivo. È una crescita continua e credo che cercherò di prolungare il mio stage per vedere nuovi posti e conoscere meglio la cultura!

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È cosi difficile descrivere la mia esperienza in India, mai come in questo caso le parole finiscono per essere riduttive! Il mio stage, inserito all’interno dell’iniziativa Project Reach, mi sta insegnando più di quanto potessi immaginare, dandomi la possibilità di conoscere persone meravigliose, vedere posti affascinanti e così diversi da quelli a cui sono abituata, affrontare sfide che mi spaventavano e che ero convinta, a torto, di non poter superare. Il progetto ha come scopo quello di dedicarsi alle persone affette da virus dell’Hiv e malate di Aids cercando di dar loro la speranza per un’esistenza migliore. Da queste settimane ho guadagnato una nuova «famiglia», nuovi amici, il contatto con tanti modi di vivere differenti dal mio e la consapevolezza di aver fatto qualcosa di buono per qualcuno. Ora so che anche un sorriso e delle attenzioni rivolti a chi non è abituato ad averne hanno un enorme valore, e posso contribuire a eliminare il pregiudizio tanto diffuso in India che porta all’emarginazione dei malati.

La slitta di pan di zenzero Ricetta olandese base per il biscotto: 60 gr miele fluido 3 tuorli zenzero in polvere cacao zucchero a velo un albume lievito per dolci cannella noce moscata chiodi di garofano profumo d'arancia

Mescolare farina, miele, zucchero, burro, tuorli, 1 cucchiaino di lievito, 3 di zenzero e 3 di cacao. Impastare e aggiungere il latte ottenendo un impasto elastico. Far riposare per 30 minuti, stendere l'impasto con spessore di 1/2 cm e ritagliare i pezzi a forma di slitta. Infornare a 175° i biscotti di pan di zenzero per 15 minuti e far raffreddare. Preparare la glassa per incollarli e decorarli: lavorare 2 cucchiaiate di albume con zucchero a velo fino a ottenere un composto denso, aggiungendovi poche gocce di limone. Incollare i pezzi, lasciando che la glassa collante si solidifichi.

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Alessandro

QUI STOCCARDA

Da circa un anno vivo a Stoccarda, nella regione di Baden-Württemberg, dove mi sono trasferito per lavoro. La gente è molto cordiale anche se poco espressiva e ci sono posti incantevoli all’interno della foresta nera con laghi e castelli Medioevali. D’estate molte persone si ritrovano sulla strada principale della città e amano prendere il sole nel parco. In inverno nei giorni più miti il punto di ritrovo diventa il bosco dove si fanno dei pic-nic a ridosso dei numerosi laghi. Le strade sono sempre molto affollate soprattutto al centro della città, con negozi di ogni genere e ristoranti dove si possono gustare cibi da ogni parte del mondo. Stoccarda è una città multietnica e molto affascinante, anche se avendo vissuto 2 realtà differenti, Italia e Germania, mi sono reso conto di quanto sia diversa la mentalità di questi 2 Paesi nonostante siano entrambi europei, perché secondo me in Germania si vive per lavorare mentre in Italia si lavora per vivere. ERRATA CORRIGE Sul numero precedente abbiamo erroneamente pubblicato, sotto il titolo “Alessandro, Qui Stoccarda”, un testo sbagliato. Pubblichiamo qui il testo corretto scusandoci con i lettori e con il diretto interessato.

N JOB WALK Omento a

unta vi dà app

O GENNAI

15

WoJ



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