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Chemioterapia “mirata” per il triplo negativo
I ricercatori dell’Istituto di endocrinologia e oncologia sperimentale del CNR di Napoli guidati da Laura Cerchia hanno messo a punto, con il sostegno di AIRC, un nuovo “mezzo di trasporto” per portare la chemioterapia direttamente alle cellule di tumore al seno triplo negativo. Come si legge sul Journal of Experimental and Clinical Cancer Research, gli autori hanno inserito il farmaco (cisplatino) in un involucro di nanomolecole biodegradabile sul quale sono state aggiunte molecole dette aptameri. Gli aptameri, piccoli RNA che si possono produrre in laboratorio, permettono di trasportare il farmaco direttamente alle cellule di questo tumore del seno, sulle quali mancano i “bersagli” che consentono di utilizzare le terapie mirate oggi disponibili. Se l’effi cacia di questo sistema verrà confermata da ulteriori studi, si potrà somministrare la chemioterapia solo al tumore, senza danneggiare le cellule sane.
Pancreas: una spinta all’immunoterapia
Una nuova chiave d’accesso al neuroblastoma
Modifi care il microambiente tumorale può aiutare a rendere il tumore del pancreas più sensibile all’immunoterapia. È quanto emerge da uno studio sostenuto da AIRC e portato a termine dal gruppo di ricerca di Giampaolo Tortora, del Policlinico universitario Gemelli di Roma. I risultati ottenuti in modelli animali e pubblicati sul Journal for ImmunoTherapy of Cancer mostrano che il trattamento con la molecola IMO-2125, capace di infl uenzare alcune risposte immunitarie, riesce a bloccare la crescita del tu-
Si chiama nucleolina la molecola che potrebbe far avanzare le terapie contro il neuroblastoma, uno dei tumori più frequenti in età pediatrica. Lo spiegano sul Journal of Experimental & Clinical Cancer Research i ricercatori coordinati da Fabio Pastorino dell’IRCCS Istituto Gaslini di Genova che hanno lavorato con il supporto di AIRC. Analizzando le cellule di neuroblastoma, gli autori hanno notato alterazioni nell’espressione della nucleolina, una molecola presente in tutte le cellule umamore negli animali con malattia cosiddetta più immunogenica, ovvero in grado di innescare una più attiva reazione immunitaria. Nei tumori meno immunogenici la molecola da sola non basta, ma blocca il tumore se usata in combinazione con un farmaco immunoterapico già noto. Ulteriori analisi suggeriscono che IMO2125 modifi chi il microambiente tumorale rendendo la neoplasia sensibile all’immunoterapia.
ne. Queste alterazioni suggeriscono la possibilità di usare la molecola come nuovo marcatore per diagnosi e prognosi, ma anche come bersaglio per nanoparticelle cariche di farmaci, migliorando l’effi cacia della terapia e riducendo gli effetti collaterali. Il lavoro di Pastorino e colleghi punta ora a identifi care il ruolo delle alterazioni della nucleolina nell’insorgenza e nello sviluppo del neuroblastoma.