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Golden girl

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Adopt a sailor

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La ragazza Doro

Due coppe del mondo e altrettante medaglie d’oro ai mondiali di Anterselva non sono ancora abbastanza per Dorothea Wierer, il volto bello e felice del biathlon Golden girl Two World Cups and two matching gold medals at the Anterselva world event just don’t seem enough for Dorothea Wierer, biathlon’s poster girl

by ALESSIO CAPRODOSSI

Si trucca prima di ogni

gara e negli ultimi due anni ha fatto vedere i sorci verdi alle avversarie, che hanno potuto guardarla quasi sempre di spalle, poiché Dorothea Wierer è arrivata sempre davanti a loro. Prima atleta italiana, inclusi gli uomini, a mettere in bacheca la sfera di cristallo riservata a chi trionfa in Coppa del Mondo, non contenta l’anno scorso Dorothea ha bissato il titolo diventando il volto mondiale del biathlon. Sport di nicchia, dove le nordiche vincono spesso ma ultimamente meno, perché è dura mantenere il ritmo della 30enne di Rasun-Anterselva, Comune sparso di tremila anime in provincia di Bolzano, noto per ospitare una tappa di Coppa di biathlon e per aver dato i natali alla famiglia Wierer. Quassù spicca una ragazza che ama il cioccolato, che ha rifiutato la corte di Playboy per foto senza veli, che eccelle nello sci di fondo e che tende a centrare in pieno gli obiettivi che mette nel mirino.

Dorothea, quando e come è scattata la scintilla con il biathlon?

“A 10 anni ammiravo i miei fratelli più grandi praticare questo sport e sono rimasta folgorata”.

Qual è la tua giornata tipo quando devi preparare la stagione e prima delle gare?

“La sveglia suona presto perché al mattino ho il primo allenamento e quindi devo organizzarmi al meglio, poi al pomeriggio riposo in attesa della seconda seduta giornaliera. Nei giorni di gara la routine varia in base all’orario e la costante è restare concentrata, allontanando le distrazioni”.

“Tra cent’anni vorrei essere ricordata come l’atleta che ha fatto scoprire all’Italia la bellezza del biathlon” (foto: Pentaphoto) “A hundred years from now I would like to be remembered as the athlete who showed Italy how cool biathlon is”

She never competes

without make-up - not that her rivals would know, because generally they’ve only seen her from behind over the last two years as they trailed disconsolately in her wake in almost each and every race. Dorothea Wierer was the first Italian competitor, men included, to bring back that magical crystal sphere bestowed on winners of the World Cup and, just to drive the point home, she did it again last year too, earning her place as biathlon’s poster girl worldwide. Biathlon is a bit of a niche sport, where the Scandinavians are more or less used to having it all their own way, but times have been a-changing of late, because it’s increasingly hard to keep up with this 30-year-old from RasunAnterselva, a little village of three thousand souls in the province of Bolzano, known for hosting a leg of the Biathlon Cup and for being the birthplace of the Wierer family. This is where you find the lass who loves chocolate, who said no to Playboy when they came touting for nude photos, who is an ace at crosscountry skiing and who tends to achieve success in whatever she sets out to do.

Dorothea, when and how did you become passionate about biathlon?

“It was when I was 10, I used to admire my older brothers doing it and that’s where it all started.”

What does a typical day look like when you’re training for the season and when you have a race?

“The alarm goes off at the crack of dawn because I’ve got to get everything organised and then I’m straight off to my first training session. In the afternoon I have a rest before my second daily training session. On race days the routine varies according to the timetabling, but the one constant is to stay focused, avoiding any distractions.”

In a sport as tough and individual as the biathlon, what sort of relationship do you have with the other competitor?

In uno sport duro e individuale come il biathlon, che rapporti si creano con le avversarie?

“Fuori dai campi di gara c’è un buon rapporto con le ragazze delle altre Nazionali, poi in gara domina il lato agonistico, come insegna lo spirito dello sport”.

Cosa significano le Olimpiadi 2022 di Pechino?

“I Giochi olimpici rappresentano un sogno, ma sono consapevole che si tratta di un evento singolo con molte sfumature a determinare il risultato. L’appuntamento in zone particolari e lontane dal circuito come la Cina, inoltre, rende la gara ancora più complicata da affrontare”.

Sei ormai da anni al massimo livello: come e dove bisogna migliorare per restare al vertice?

“La motivazione è l’arma vincente per non lasciarsi andare o accontentarsi di quanto fatto. E io ho ancora voglia di dare il massimo nel biathlon”.

Se tu dovessi convincere qualcuno a provare o a seguire una gara di biathlon, come lo faresti?

“Gli farei vedere una gara in televisione, anzi sarebbe meglio farlo assistere personalmente alle nostre gare di casa ad Anterselva. Sono sicuro che si innamorerebbe all’istante del biathlon”.

Oltre che con le vittorie, cosa pensi possa aiutare il biathlon ad ottenere maggiore visibilità in Italia?

“La copertura televisiva fa la differenza, Eurosport a tal proposito sta facendo un ottimo lavoro e sono bravissimi. Va detto, però, che dopo il grandissimo successo dei mondiali dell’anno scorso, mi sarei aspettata un impegno della Rai anche per questa stagione”.

Se non ci fosse stato il biathlon, cosa sarebbe stato di Dorothea Wierer?

“Immagino che avrei lavorato nella moda, oppure come interior designer, due settori che mi attirano tanto”.

Una cosa che adori e una che ti fa arrabbiare?

“Amo l’ordine e non sopporto le falsità e le persone poco sincere”.

Cosa farà Dorothea Wierer quando finirà la carriera sportiva?

“Non ne ho idea, perché non ci ho mai pensato finora. Spero di rimanere nel mondo del biathlon, sento che ho ancora tanto da poter dare allo sport”.

Il viaggio dei sogni

“Mi piacerebbe molto viaggiare attraverso il mondo, perché ho girato tantissimo senza avere il tempo necessario per visitare e scoprire davvero i luoghi in cui sono stata”

Dream Trip

“I’d like to explore the world, because I travel a lot with no time to really see the places I go to” “When we’re “off-duty”, as it were, I have a great relationship with the girls from the other national teams, but as soon as it’s a race the competitive spirit dominates, true to the very spirit of sport.”

What about the 2022 Olympics in Beijing?

“The Olympic Games are a dream, but rationally I know it’s just one single event with many variables contributing to the result. And in 2022 it’s going to be particularly tricky to tackle because China is so far off the beaten track in terms of the standard circuit we’re all used to.”

Grazie ai suoi trionfi, Dorothea è diventata il volto mondiale del biathlon Thanks to her wins Dorothea has become the worldwide poster girl for biathlon

You’ve been at the top of your game for years now. How and where is there room for improvement to keep winning?

“Being motivated is the key to never letting up or resting on your laurels. I still really want to give all I can in biathlon events.”

If you had to try and convince someone to try biathlon or become a fan how would you go about it?

“I’d get them to watch a biathlon on television, or even better to come to one of our events in Anterselva. They’d be bound to fall instantly in love with biathlon”.

Apart from winning competitions, how do you think biathlon can gain greater visibility in Italy?

“Television coverage makes the difference, the Eurosport channel have done an excellent job here. Mind you, after the world cup victories last year, I would have expected the Italian state TV, RAI, to have shown a bit more willing during the current season.”

If it hadn’t been for biathlon, what would Dorothea Wierer have done?

“I imagine I would have worked in fashion, or as an interior designer, two fields I’m really keen on.”

Something you love and something you hate?

“I adore tidiness and I can’t stand anything or anyone false.”

So what will you do when you retire from your sporting career?

“No idea, I haven’t given the matter any thought up until now. I hope to stay in the world of biathlon, I think I still have a lot to give.”

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