AISO - ASSOCIAZIONE ITALIANA STUDI SULLE ORIGINI - MILANO - Piazza Bertarelli, 13 - Tel. 02 617 55 79 - redazione@origini.info Newsletter trimestrale on line • Febbario 2014 • N.ro 1 • Direttore AISO: Stefano Bertolini • Redazione: Renato Colmano, Fabrizio Fratus, Giusy Pistillo • Fax 02 612 47 896 • www.origini.info
GLI ESSENI Pag. 3
Chi era il popolo dell'ascetica setta ebraica ritenuto autore delle centinaia di «Manoscritti del Mar Morto», rinvenuti nel 1947 nelle grotte del deserto della Giudea? Tra questi scritti figurano le più antiche testimonianze del testo biblico.
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«Lettere al Corriere»
L'EVOLUZIONISMO DI DARWIN PROCESSI IN USA, DIBATTTI IN ITALIA
IN QUESTO NUMERO ANNO 2014: RALLEGRATEVI SEMPRE NEL SIGNORE! pag. 2 GLI ESSENI pag. 3 I PRINCIPALI TERMINI DEL CONTRADDITORIO pag. 8 QUANDO I PREZZI AUMENTANO pag. 9 IL CONTROLLO DELLA MOLTIPLICAZIONE CELLULARE pag. 10 IL CORPO UMANO pag. 11 «SCUOLA DEL SABATO» IL DILUVIO pag. 12 CARLO MAGNO, IL PRIMO EUROPEO pag. 14 INTERNET, SENZA FRENI pag. 15 SCIENCE NEWS pag. 16 C'È UN LIBRO PER TUTTI LA VITA, IL RESPIRO E OGNI COSA pag. 17 LETTETTERE AL CORRIERE LA REDAZIONE RISPONDE I LETTORI HANNO SCRITTO pag. 18, 19, 20 DI TUTTO UN PO' pag. 21
ANNO 2014: RALLEGRATEVI SEMPRE NEL SIGNORE! S
pesso capita di incontrare persone che non esprimono nessuna gioia che si può avere dalla vita come quella di trascorrere dei giorni di vacanza. Una volta ho avuto un superiore che arrivava in ufficio, al lunedì mattina, sempre con un volto burbero. E con i colleghi ci chiedevamo più volte: «Cosa combina durante il fine settimana?» Raramente lo si vedeva sorridente e tutti pensavamo che la sua vita era senza gioie, diversamente da come Paolo ci esorta a viverla! «Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi» (Filippesi 4:4). E per i nostri tempi penso che l’Apostolo ci abbia lasciato un ottimo consiglio! Anche perché per un cristiano, che è una persona coinvolta nel sociale, c’è la certezza del perdono degli errori e, soprattutto, la speranza della vita eterna. Due motivi, direi sufficienti, per gioire e anche per diffondere gioia! Spesso ci manca l’attenzione alle cose, più o meno importanti, che possono farci felici, tuttavia: «Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti» (Filippesi 4:6). Il più grande motivo per essere felici è probabilmente il fatto che Gesù Cristo è nato per noi come Salvatore: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore... » (Luca 2:10,11). Ed ora, come salvati, siamo amati da Dio: «Come il Padre mi ha 2
amato, così anch'io ho amato voi; dimorate nel mio amore. Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa» (Giovanni 15:9,11). In questo modo troviamo la perfetta e incorruttibile gioia solo per mezzo di Cristo e in comunione con Lui. A tutti, sebbene in ritardo, auguriamo un felice e benedetto anno 2014 nel Signore. La pace sia con tutti noi. Shalom. Renato Colmano A causa delle recenti piogge primaverili in molti comuni italiani si sono verificate frane, smottamenti e quant'altro... come cadute di massi isolati. Questo, che vedete nella foto sottostante, è piombato dalla montagna sovrastante la casa con il suo peso di circa 3 tonnellate! Nessun danno, si fa per dire, ma tanta paura nelle persone che abitano nella palazzina... Il tutto è successo di notte e questo ci riporta alla parole di Gesù: « ...se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte il ladro deve venire, veglierebbe... Perciò, tutti noi siamo pronti, perché nell'ora che non pensiamo, il Figlio dell'uomo verrà» (Matteo 24:43,44).
L A C O M U N I T À D E L D E S E R T O
GLI ESSENI
Chi era il popolo dell'ascetica setta ebraica ritenuto autore delle centinaia di «Manoscritti del Mar Morto», rinvenuti nel 1947 nelle grotte del deserto della Giudea? Tra questi scritti figurano le più antiche testimonianze del testo biblico. La «Regola della comunità» di Qumran recitava: «In mano al principe delle luci è l'impero su tutti i figli della giustizia: essi cammineranno sulle vie della luce. E in mano agli angeli della tenebra è tutto l'impero sui figli dell'ingiustizia: essi camminano sulle vie della tenebra». Duemila anni dopo la loro stesura, tali parole restituiscono alla storia gli Esseni, una comunità di dissidenti ebraici.
Gli Esseni erano uno dei gruppi religiosi che, insieme a Farisei, Sadducei, Zeloti, formavano la società giudaica negli ultimi tempi dell'età precristiana e al principio dell'età cristiana. Con il passare dei secoli, gli Esseni caddero nell'oblio, fino alla fine del XIX sec., quando alcuni studiosi formularono la controversa ipotesi che proprio al loro movimento si fossero ispirati prima Giovanni Battista e poi Gesù Cristo. LA SCOPERTA DI QUMRAN
L'interesse per la misteriosa setta degli Esseni crebbe quando, tra il 1947 e il 1956, oltre ottocento rotoli di pergame-
L'INSEDIAMENTO DI QUMRAN Il sito archeologico nel deserto della Giudea, sulla sponda nordovest del Mar Morto, occupato dalla comunità ebraica degli Esseni dal 130 a.C. fino alla sua distruzione da parte dei Romani nel 68 d.C.
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na e papiro, conservati in giare e perlopiù frammentari, furono rinvenuti in undici grotte dell'arida regione di Qumran, nei pressi della sponda nordoccidentale del Mar Morto. Dalla cosiddetta Grotta 1, dove alcuni pastori beduini ritrovarono il primo dei celebri manoscritti del Mar Morto, proviene la Regola della comunità, scritta in ebraico come la gran parte dei codici, benché non manchino frammenti di testi redatti in aramaico e in greco. In seguito a tale casuale scoperta, negli stessi anni iniziarono le indagini archeologiche nel vicino sito di Qumran, località della Giordania situata 35 chi-
lometri a est di Gerusalemme. Riaffiorarono così le rovine di un edificio di carattere monastico; un complesso di reperti, tra cui utensili di ceramica, metallo o legno, tracce di tessuti e ossa di animali, nonché un vasto cimitero comprendente 1.200 tombe. Fino a quel momento erano molto scarse le notizie sugli Esseni, fornite solo da autori classici quali il greco Filone di Alessandria (30 a.C. - 45 d.C), il giudeo-romano Giuseppe Flavio e il latino Plinio il Vecchio, questi ultimi vissuti entrambi nel I secolo d.C. Interpretando tali fonti alla luce delle nuove scoperte, i ricercatori giunsero dunque a identificare gli abitanti dell'insediamento di Qumran con i cosiddetti Esseni di cui parlano gli storici antichi. Furono proprio i componenti di questa comunità, stanziata nel deserto della Giudea dal 150 a.C. al 68 d.C, a redigere e nascondere nelle grotte gli antichissimi rotoli. Gli scrittori classici assicurano che gli Esseni abitavano perlopiù in villaggi, ma non ne mancavano nemmeno nelle città; una delle loro sedi principali era l'oasi di Engadi, sul Mar Morto. Giuseppe Flavio, nel secondo libro della sua Guerra giudaica, rende noto, infatti, che i dissidenti esseni «vivevano in assai gran numero sparsi per tutte le città della Giudea» e Filone, nella sua Apologia dei Giudei, li presenta come «abitanti in numerose città della Giudea e in svariati villaggi, dove formano delle comunità grandi e numerose». Secondo le informazioni contenute nei rotoli (soprattutto nel Documento di Damasco), si trattava di comunità familiari unite da legami di parentela e disciplinate da una regola severa. Probabilmente esisteva un quartiere esseno anche a Gerusalemme, posto vicino all'attuale porta di Sion. Tuttavia, nella sua Storia Naturale, Plinio il Vecchio allude a un insediamento esseno situato nei pressi del Mar Morto: «Sulle coste occidentali del Mar Morto, alquanto lontani dalle rive malsane, vivono gli Esseni». Le evidenze archeologiche di Qumran sembrano collimare perfettamente con il testo dello scrittore latino, e ulteriori scoperte nel deserto della Giudea, in località come Ain el-Ghuweir e Hiam el- Sagha, consentono di ipotizzare che alcuni Esseni si fossero stabiliti nella zona a nordovest del Mar Morto.
LE GROTTE DEI MANOSCRITTI Poste lungo le sponde del wadi (corso d'acqua non perenne) Qumran, ai piedi dell'omonimo insediamento, sono il luogo dove furono nascosti i rotoli.
FRAMMENTO DI UN MANOSCRITTO proveniente da Qumran, durante il restauro. Santuario del Libro, Gerusalemme UNA COMUNITÀ DI UOMINI PURI
Tuttavia, le comunità essene che vivevano nella regione del Mar Morto, diversamente dai loro correligionari residenti in città, dovettero organizzarsi per poter sopravvivere nel clima inospitale 4
del deserto. Particolare attenzione era dedicata alla distribuzione e all'uso dell'acqua, e la rigida vita ascetica ben si adattava alle difficili condizioni ambientali. Inoltre gli Esseni avevano una forte connotazione comunitaria, tratto, quest'ultimo, indispensabile in tali congregazioni, tanto da essere implicito nello stesso termine, yahad (letteralmente «insieme» in ebraico) utilizzato nei manoscritti del Mar Morto, soprattutto nel testo della Regola, per designare la comunità di Qumran. Gli Esseni scelsero di insediarsi in un territorio tanto arido e desolato poiché spinti dal desiderio di fuggire da una società giudicata corrotta e malvagia: il deserto assurgeva dunque a simbolo di rinuncia e purezza. D'altronde, nel Libro di Ezechiele, il profeta preannunciava che alla fine dei tempi il Signore avrebbe trasformato il
deserto in un giardino rigoglioso, simile all'Eden. Dio gli avrebbe infatti rivelato: «Queste acque si dirigono verso la regione orientale, scenderanno nella pianura ed entreranno nel mare; e quando saranno entrate nel mare, le acque del mare saranno rese sane. E avverrà che ogni essere vivente che si muove, dovunque giungerà il torrente ingrossato, vivrà, e ci sarà grande abbondanza di pesce; poiché queste acque entreranno là, quelle del mare saranno risanate, e tutto vivrà dovunque arriverà il torrente». Perciò gli Esseni elessero il deserto quale luogo privilegiato per segnare il loro distacco dal mondo e dai suoi beni, e preservare dunque la purezza religiosa. A tal proposito un brano fondamentale della Regola della comunità recita: «E quando questi esistano come comunità in Israele, secondo queste disposizioni si separeranno dall'interno della residenza degli uomini di iniquità per andare nel deserto e aprire la strada di lui. Come è scritto: Preparate nel deserto la via di Jahvè, livellate nella steppa una strada per il nostro Dio». LA VITA QUOTIDIANA DEGLI ESSENI
I ricercatori ritengono che il complesso di edifici riemerso dalle sabbie di Qumran fosse destinato a ospitare un numero limitato di individui, presumibilmente funzionari, sacerdoti o anziani. Gli altri componenti della setta vivevano invece nei dintorni, sia in capanne sia nelle grotte delle scogliere. Si è calcolato che nell'area di Qumran potessero vivere circa 150/200 persone, benché si tratti di cifre ipotetiche, fondate sul numero delle tombe presenti nei cimiteri. Se i manoscritti del Mar Morto offrono una visione non del tutto esauriente dello stile di vita di queste genti, le fonti classiche rappresentano tuttavia un prezioso supplemento di informazione. In particolare, nel secondo libro della sua Guerra giudaica, Giuseppe Flavio si sofferma sul modo di vivere degli Esseni: «La loro devozione verso la divinità ha una forma particolare. Prima del sorgere del sole non si ode da parte loro neppure una sola parola profana; essi gli rivolgono delle preghiere tradizionali, quasi a supplicarlo di spuntare. Dopo di ciò ognuno è invitato dai sovrintendenti al mestiere che fa: dopo aver lavorato energicamente fino all'ora quinta, si radunano nuovamente in un solo posto e cintisi di un indumento di lino si lavano
LA FORTEZZA DI MASADA Situata su un altopiano a ovest del Mar Morto, la rocca fu fortificata da Erode il Grande e costituì l'ultimo baluardo della rivolta ebraica contro i Romani fino alla sua caduta, nel 73 d.C.
GERUSALEMME, CITTÀ VECCHIA Lungo le mura occidentali della città santa si apre la Porta di Sion, compresa nella zona del quartiere esseno che si trova nell'area a sud del monte Sion.
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il corpo con acqua fredda. Dopo questa purificazione, vanno insieme in un edificio particolare dove a nessuno di altra fede è concesso entrare: loro stessi non entrano nel refettorio che dopo essersi purificati, come in un recinto sacro». E continua: «Dopo che, in silenzio, si sono seduti, il panettiere serve i pani per ordine, e il cuciniere serve a ciascuno una sola scodella con una sola vivanda. Il sacerdote premette sempre al pasto una preghiera, e nessuno può mangiare alcunché prima che sia terminata; dopo che hanno mangiato egli aggiunge una nuova preghiera; cosicché sia al principio che alla fine venerano Dio come dispensatore della vita». Lo storico giudeo aggiunge: «Poi, deposte le vesti indossate per il pasto, considerate sacre, tornano nuovamente al lavoro fino alla sera. Allora ritornano e cenano nella stessa maniera in compa-
IL GRANDE ROTOLO DI ISAIA Il manoscritto di Isaia, rinvenuto nella Grotta 1 di Qumran, risale al 125 a.C. circa. Dunque, la sua realizzazione si colloca tra la redazione della Bibbia dei Settanta, la versione greca del testo ebraico (III-II sec. a.C:), e la stesura del Codice di Aleppo, datato intorno al X secolo d.C. Quest'ultimo rappresenta una delle più antiche copie del testo masoretico, ossia il testo tradizionale della Bibbia, vocalizzato e tramandato dai rabbini ebrei. Il «Rotolo di Isaia» è il più grande (734 cm) e il meglio conservato dei manoscritti di Qumran, e costituisce la più antica copia completa di un libro della Bibbia. Le sue 54 colonne contengono, infatti, tutti i 66 capitoli del Libro di Isaia.
PAROLE PROFETICHE Riproduzione delle colonne 2, 13, 33 e 44 del manoscritto 1Qlsaa, il cosiddetto Rotolo A di Isaia. È bene ricordare che i testi ebraici si leggono da destra a sinistra. Il rotolo è conservato nel Santuario del Libro. Il libro di Isaia era uno dei più apprezzati dagli abitanti di Qumran: infatti, compreso l'esemplare qui riprodotto, ne sono state ritrovate 21 copie redatte tra il 125 e il 50 a.C. Il testo è particolarmente importante per il suo messaggio di consolazione, la sua visione proiettata nella fine dei tempi e il preannuncio del Messia, che gli Esseni prepararono nel deserto. Così le celebri parole di Isaia: «Una voce grida: nel deserto preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio» (Isaia 40:3 dal Rotolo della Comunità).
IL SANTUARIO DEL LIBRO A Gerusalemme nel 1965 è stato inaugurato il «Santuario del Libro», destinato ad accogliere i primi rotoli scoperti a Qumran nel 1947. Questo «santuario» costituisce una sezione del Museo di Israele. La cupola evoca i coperchi delle giare che custodivano i preziosi manoscritti.
gnia degli ospiti, se per caso ve ne sono di passaggio fra di loro. Né clamore né tumulto turba la casa: per parlare si cedono la parola, gli uni agli altri, ordinatamente. A chi vi passa davanti, a causa dell'assenza di rumori, sembra che all'interno si stia celebrando qualche terribile mistero, ma questo silenzio è semplicemente frutto di una sobrietà costante e dell'esercizio di prendere cibo e bevande solo nella misura necessaria». Tutta la vita comunitaria era contrassegnata dall'idea della purezza rituale. La Regola della comunità documenta la prassi liturgica dell'immersione catartica nell'acqua che preludeva ogni giorno al pasto comunitario: «Costoro non entrino nelle acque per partecipare del puro cibo degli uomini santi poiché non saranno purificati, a meno che non si convertano dalla loro malvagità». Le testimonianze archeologiche di Qumran confermano peraltro il ruolo essenziale dei riti di purificazione: oltre ai resti dell'acquedotto, dei canali e delle cisterne che assicuravano l'approvvigionamento idrico, sono visibili infatti le vasche destinate ai bagni rituali. La pratica delle abluzioni diffusa tra gli Esseni era con ogni probabilità una trasposizione della liturgia officiata dai sacerdoti nel Tempio di Gerusalemme, che dovevano lavarsi più volte al giorno, prima e dopo gli atti di culto. LA FINE DELL'INGIUSTIZIA
Gli abitanti di Qumran si distinsero dai loro contemporanei per il rigore con cui compivano i loro esercizi di purificazio6
ne. Nello sforzo di preservare l'integrità dei membri della comunità ed elevarli alla santità, gli Esseni inasprirono le prescrizioni relative alla purezza imposte dalla Legge ebraica. Il rigore etico da loro professato li portava a considerarsi alla stregua di un tempio spirituale, aperto alla comunicazione con il mondo degli angeli. A tal proposito, nel Rotolo della guerra si legge: «E ogni uomo che non si sia purificato dalla sua 'fonte' il giorno della battaglia non scenderà con loro, poiché insieme alle loro schiere ci sono gli angeli santi». Spinti da questa ossessiva ricerca della purezza rituale, i gruppi esseni più radicali e intransigenti, come la yahad di Qumran, praticavano l'ascetismo e il celibato, distinguendosi per tale aspetto dalle comunità familiari residenti in numerose città della Giudea. Alla duplice struttura sociale del movimento esseno avrebbe fatto riferimento lo stesso Giuseppe Flavio, il quale scrisse: «Gli Esseni disprezzano il matrimonio [...]. Non condannano il matrimonio in se stesso e neanche la procreazione, ma vogliono proteggersi dalla lascivia delle donne, perché sono convinti che nessuna donna può rimanere fedele a un unico uomo». E, tuttavia, rivela l'esistenza di un altro indirizzo di pensiero all'interno della setta: «C'è un altro gruppo di Esseni, simile a quello precedente per quanto riguarda il tipo di vita, gli usi e le leggi, ma diverso per la concezione del matrimonio. Ritengono, infatti, che non sposarsi significa amputare la parte principale della vita, cioè la procreazione». Probabilmente non conosceremo mai fino in fondo il vero carattere della società degli Esseni, uomini e donne intimamente persuasi, come rivela la Regola della comunità, che «Dio, nei misteri della sua conoscenza e nella sapienza della sua gloria, ha fissato un termine all'esistenza del Male, e al momento della sua visita lo distruggerà per sempre».
Articolo di Adolfo D. Roitman, Direttore del Santuario del Libro, Museo di Israele, Gerusalemme tratto dal n.ro 60 Febbario 2014 di Storica, rivista della National Geographic Society
ATTIVITÀ SVOLTE NEL 2013 Breve sintesi dell'attività svolta da AISO. È un piccolo contributo alla diffusione del pensiero creazionista, alla quale contribuiscono anche altre associazioni. Ci auguriamo che il lavoro svolto dai nostri collaboratori possa contribuire a dare una spallata sempre più potente al mondo dell'evoluzionismo! TRASMISSIONI RADIOFONICHE su radioglobeone.it tutti i Sabati con Fabrizio Fratus e l'intervento di numerosi ospiti su temi legati all'antievoluzionismo. INCONTRI IN SCUOLE PUBBLICHE DI MILANO E PIACENZA con Fabrizio Fratus CONFERENZA «TRILOGIA SULLE ORIGINI» a Cremona con Dr. Andrea Lucarelli CONFERENZA «PROVENIENZA DELLE RAZZE» a Desio (MI) con Ing. Stefano Bertolini DUE INCONTRI PUBBLICI a Grantola (VA) con Ing. Stefano Bertolini e Fabrizio Fratus INTERVENTO A TELENOVA-TELENORD a Grantola (VA) con Fabrizio Fratus sul tema dell'evoluzionismo MINI CORSO PER SCOUTS AVVENTISTI a Bolzano con Renato Colmano sul tema della Creazione
Cari amici e lettori di AISO, vi avevamo annunciato nei mesi scorsi che il sito era in fase di cambiamento. Ci siamo! Clicca su www.origini.info Piu articoli, più immagini, più colori, più... insomma, è da vedere. 7
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I PRINCIPALI TERMINI DEL CONTRADDITORIO! NATURALISMO FILOSOFICO E METODOLOGICO
Ritiene che l'unica realtà esistente (o da prendere in considerazione) sia quella osservabile nella natura e che perciò non esista nessun Deus ex-machina (cioè nessun Dio fuori dei meccanismi naturali) che possa agire sulla natura dall'esterno. È una forma riduttiva di Panteismo e si contrappone alla concezione biblica che vede un Creatore esterno alla Creazione e che la domina, avendola creata Ex-Nihilo. Si dice che la Scienza operi «come se Dio non ci fosse» (Naturalismo metodologico), ma ciò non significa che essa neghi per principio l'esistenza e l'opera di un Dio personale: una negazione del genere non scaturisce da esperimenti di laboratorio, ma si basa su presupposti e convinzioni di tipo personale e intuitivo. Mentre il naturalismo metodologico in certi ambiti è per lo scienziato un dovere, quello filosofico non può essere presentato come «scientifico», ma come una particolare convinzione di quella persona che, pur facendo di professione lo scienziato, in quel momento parla come individuo. La Scienza, ragionevolmente, adotta il naturalismo metodologico in modo da stabilire dei riferimenti universali, validi sia per i diversi tipi di credenti che per chi non crede, ma ciò non significa che questo atteggiamento debba necessariamente arrivare fino al punto da negare l'evidenza di una progettualità nei viventi (Progetto intelligente). Abbiamo evitato l'espressione «ateismo metodologico», per non dare l'impressione che l'ateismo sia un valore positivo: ci spieghiamo meglio attraverso un dialogo. Due scienziati lavoravano nello stesso laboratorio ed erano amici, ma uno era credente e l'altro ateo. Mentre facevano colazione al bar, l'ateo disse: «È evidente che Gesù e Pietro non camminarono sulle acque del Mar di Galilea, perché anche lì ed anche allora valeva la legge di gravità e quella sui corpi galleggianti». L'altro rispose: «Quando un pezzo di ferro è attratto in alto da una calamita o è sollevato da una mano, la legge di gravità continua a funzionare, ma su di essa prevalgono altre leggi e altre forze. Se Pietro non camminò sulle acque, perché proprio in Galilea credettero a quel racconto? E Pietro avrebbe poi accettato una vita di sacrificio, fino al martirio, per delle bugie? Nel mondo ci sono molte più cose di quelle che possiamo immaginare».
Continua l'elenco sulle principali voci del mondo evoluzionista e creazionista. Ringraziamo il Prof. Ferdinando De Angelis che ci ha autorizzato il riporto di alcuni termini.
Continuando su quei toni, arrivarono all'ingresso del laboratorio e l'ateo disse: «Finalmente ora si ragiona sul serio e tutte le tue fantasticherie sui miracoli le metteremo da parte». «Sì», rispose l'altro, «metterò volentieri da parte il libro scritto con parole e i miracoli appariscenti, perché per me il laboratorio stesso è un miracolo; i fondatori della scienza moderna, non a caso, consideravano le leggi della natura come una rivelazione di Dio non adulterabile e da affiancare alla Bibbia, non da porre in contrasto con essa. Copernico, Galilei, Keplero e Newton, per fare qualche esempio, avevano una profonda stima per la Bibbia. Nei millenni di storia umana nessuno aveva mai inventato un laboratorio scientifico con il rigore di metodo che pratichiamo oggi e ciò è stato promosso da cristiani in un contesto sociale cristiano: ecco perché anche il laboratorio scientifico è per me un miracolo. I primi cristiani venivano accusati di essere atei, perché si rifiutavano di credere a tutte le superstizioni pagane e si rifiutavano di adorare l'imperatore. L'ateismo degli occidentali, perciò, è un'esagerazione del cristianesimo e in qualche modo viene dalla sua storia, come dimostra il fatto che in altri contesti culturali sostanzialmente non esiste». Noi chiudiamo qui proponendo che sulla porta del laboratorio scientifico venga scritto, oltre a «naturalismo metodologico», anche «salvo errori, omissioni e miracoli», perché qualsiasi formulazione umana è soggetta ad inesattezze, mentre altre volte si ignorano circostanze e fattori che pure hanno la loro influenza. Solo un presuntuoso, infine, può affermare in modo assoluto che non ci saranno miracoli.
PANTEISMO
Non distingue fra Creatore e Creazione, perciò anche la materia è una parte di Dio; non distingue nemmeno fra creazione originaria e sua successiva degenerazione. Essendo queste distinzioni presenti nella Bibbia, il Panteismo si contrappone alla creazione Ex-Nihilo, mentre si collega al Naturalismo. Secondo Benedetto Croce, l'Evoluzionismo ha nel suo fondo una concezione di tipo panteistico.
PARADIGMA
È, secondo Thomas Kuhn (1922-96), la cornice entro la quale la scienza di un certo momento inquadra le sue conoscenze. Il cambio di paradigma rivoluziona la scienza (per esempio il passaggio dal paradigma geocentrico a quello eliocentrico) ed attualmente è l'evoluzionismo ad essere il paradigma della Scienza. Da ciò deriva che l'Evoluzionismo si sottrae alla critica dei fatti, perché sono i fatti ad essere valutati alla luce dell'evoluzionismo.
POSITIVISMO
Ritiene che l'unica verità da prendere in considerazione sia quella individuata positivamente per mezzo della Scienza. È una concezione che
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si inserisce all'interno del Naturalismo e del Panteismo, mentre una sua formulazione semplificata è rappresentata dallo Scientismo.
PROGETTO INTELLIGENTE
È la traduzione di Intelligent Design (ID), che spesso viene tradotto Disegno Intelligente, che è un modo più ovvio e che mantiene le lettere iniziali, ma è meno preciso. Afferma semplicemente che la complessità degli esseri viventi fa pensare alla messa in atto di un progetto e non può essere spiegata come frutto del caso, come afferma invece il darwinismo, che postula un'opera di Mutazioni casuali e Selezione naturale. L'Intelligent Design (ID) non precisa né le caratteristiche del Progettatore, né come si è realizzato il progetto e neppure quanto tempo è stato impiegato. Si oppone al Darwinismo e al Naturalismo, ma fra i suoi aderenti ci sono persone di varie religioni e anche chi crede in un Evoluzionismo teista. La visione dell'Intelligent Design (ID) è stata promossa dal Discovery Instante, fondato nel 1990, e l'idea è stata particolarmente elaborata da William Dembski, le cui tesi sono ora accessibili anche in italiano. Mentre si è a lungo sostenuto che tutti gli scienziati fossero contrari all'ID, in un recente libro dell'evoluzionista Christian de Duve si ammette che gli scienziati più o meno creazionisti ormai ci siano e, seppur minoritari, abbiano di fatto imposto la riapertura del confronto all'interno dello stesso mondo scientifico.
SCIENTISMO
Si ha quando la Scienza viene ritenuta come l'unica fonte di vera conoscenza, abolendo di fatto quel restante sapere dell'uomo detto Metafisica. È una concezione teorica che nessuno può concretamente vivere, perché nell'intimo dell'essere umano sono proprio le questioni che vanno oltre la razionalità ad essere quelle più importanti e decisive. Non a caso Erasmo da Rotterdam, l'ultimo esponente di quella cultura umanistico-rinascimentale che rivalutò la ragione, ha scritto il famoso Elogio della follia, rendendosi conto che sono proprio le motivazioni che vanno oltre la ragione quelle che permettono la prosecuzione della vita. Mentre il grande scienziato-teologo Blaise Pascal ha sottolineato come la stessa ragione si renda conto delle motivazioni che la trascendono. Ludwig Wittgenstein ha invece affermato che quand'anche rispondessimo a tutte le possibili domande di tipo scientifico, non avremmo con questo nemmeno sfiorato le questioni più importanti per l'uomo. È però Sigmund Freud che ha definitivamente cancellato l'illusione di razionalità dell'uomo, mettendo in evidenza come la nostra interiorità profonda sia inestricabilmente disordinata e come i nostri ragionamenti - anche se formalmente razionali - siano in realtà al servizio di pulsioni e istinti dei quali a
volte non siamo nemmeno consapevoli. Eppure Freud è in genere molto apprezzato da chi ha un orientamento scientista, i quali spesso non si rendono conto della contraddizione. D'altronde, già in Genesi 3 troviamo il tentativo dell'uomo di acquisire una conoscenza autonoma, che invece portò ad una disarticolazione emozionale, relazionale e logica: metterci su un piedistallo non ci fa essere più alti, anzi «Chiunque si innalza sarà abbassato» (Luca 14:11) e il disorientamento dell'uomo moderno ne è un segno.
SCIENZA
A volte si confonde la scienza con lo scienziato, ma quando egli parla al di fuori del laboratorio e delle regole che esso impone, non è lo scienziato che parla, ma la persona: fallibile come tutte le altre persone. Su ciò che è scienza e ciò che non lo è, un importante lavoro di chiarimento è stato fatto da Karl Popper (1902-94), il quale nel contestare la presunzione di «scientificità» del comunismo sovietico e lo sconfinare degli scienziati in altri campi, ha rinvigorito la distinzione del sapere umano in due parti separate e che Aristotele chiamava fisica e metafisica. Per Popper la scienza non può stabilire verità, perché le sue affermazioni possono essere smentite (falsificate, cioè rese false) da qualche nuova scoperta e non è scienza quella che formula proposizioni che in ogni caso restano in piedi (del tipo «domani forse piove o forse no»). Per lui l'evoluzionismo non rientra propriamente nella scienza, perché non predice niente di preciso (potere predittivo della scienza) e quindi non è falsificabile. Altro importante contributo è stato quello di Thomas Kuhn, il quale ha fatto notare come la Scienza abbia bisogno di un Paradigma, cioè una cornice di riferimento entro la quale inquadrare le conoscenze acquisite e che va acquisendo. Il paradigma attuale, per Kuhn, è costituito dall'evoluzionismo e allora non c'è da stupirsi se tutte le nuove conoscenze (come affermano orgogliosi gli evoluzionisti) appoggiano la teoria evolutiva: dato che è un presupposto, non può essere smentita ed i fatti non possono intaccarla, perché è essa stessa che valuta i fatti! In proposito Antonino Zichichi fa notare come la vera Scienza è quella che formula leggi in forma matematica (che lui chiama di «primo livello»). I fatti osservabili solo indirettamente o non ripetibili (per es. eventi storici) costituiscono una scienza di secondo e terzo livello. Per lui il Darwinismo non rientra nemmeno nel terzo livello di scientificità e si stupisce che possa essere accettato e imposto con tanta sicurezza. Quando gli evoluzionisti affermano che il Creazionismo non è scienza, ma teologia, hanno in parte ragione; quello che invece è contestabile è che definiscano il Darwinismo come scienza ormai acquisita! Creazionisti ed Evoluzionisti possono argomentare scientificamente alcune loro convinzioni, ma tutti dovremmo riconoscere che in fondo si tratta di due Visioni del mondo che partono da presupposti diversi, che possono essere spiegati e argomentati, ma non pienamente dimostrati.
Continua sul prossimo numero con le voci su:
SELEZIONE NATURALE SISTEMA CREAZIONISTA SISTEMA EVOLUZIONISTA STATISTICAMENTE POSSIBILE
VIVERECOLOGICAMENTE
QUANDO I PREZZI AUMENTANO!
I prezzi aumentano e nonostante certe promesse aumentano sempre. Con qualche piccolo accorgimento possiamo contrastare tutto ciò? Non crediamo, ma un piccolo contributo all'ecologia, nonostante tutto, lo possiamo dare!
Gas a Acqu a gi Ener Energia elettrica
Se è vero che sulla bolletta è ben stampato il prezzo da pagare, in verità, si fa una fatica tremenda a capire come le Aziende elettriche arrivino a fare la somma delle «centomila voci» che vi sono stampate. Si può risparmiare? Sì, ma il gioco in Italia, non vale la candela! In Germania si calcolano 21 € all'anno se... se abbiamo il coraggio di cambiare molti degli elettrodomestici vecchi con quelli della serie «Classe A+», soprattutto nuovo frigorifero (Classe A+++), nuo9
vo freezer e nuovo televisore, per non dire di un nuovo DVD Blu-Ray-Player. E cambiando tutte le lampadine con quelle di nuova generazione. In questo modo si calcolano circa 100 € di risparmio all'anno.
Acqua
Forse è il settore dove veramente possiamo dare un contributo al sistema ecologico del pianeta. È una questione di educazione e d'impegno individuale non sprecare inutilmente l'acqua quando ci laviamo i denti o quando tiriamo lo sciacquone! Basti pensare che da 10 litri circa (sciacquo grande) possiamo scegliere lo sciacquo piccolo da circa 5/6 litri! Così varrebbe veramente la pena di attrezzare il
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WC con il doppio comando sulla vaschetta dello sciacquone. È veramente un peccato che si spechi l'acqua in modo inusuale soprattutto da parte delle attività industriali e agricole. Se è vero che abbiamo bisogno di alimenti vegetali bisogna anche dire che, ad es., nell'allevamento in alcuni paesi vi è un consumo che arriva a 500 litri giornalieri per abitante. Pertanto porre più attenzione nei nostro consumi non sarebbe sbagliato!
Riscaldamento
Inutile raccomandare di avere porte e finestre perfettamente isolanti ricordando che un frequente cambio d'aria favorisce (5/6 volte al giorno per un paio di minuti ciascuna) una più sana ossigenazione dell'appartamento. Per questo meglio avere un impianto funzionante a gas metano nel rispetto di un inquinamento pressoché nullo dell'ambiente. Questo ci rimanda ai primi versetti della Creazione là dove all'uomo viene affidata la gestione del territorio. Naturalmente in un mondo ormai senza princìpi etici e morali stenta ad affermarsi un tale «comandamento» (vedi il drammatico tasso d'inquinamento della aria nelle città più popolose dela Cina); al «cristiano» rimane sempre valida l'esortazione. Anche questa fa parte di una sana gestione della propria esistenza a cui un domani ognuno di noi sarà richiesto anche il «rendiconto ambientale»!
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IL CONTROLLO DELLA MOLTIPLICAZIONE CELLULARE Come più volte ho detto nei miei scritti, le cose più importanti nella vita delle cellule non sono soltanto le funzioni specifiche delle proteine ma il loro controllo, cioè bisogna evitare che la funzione sia sregolata sia nel senso di eccesso che in senso di diminuzione ed esistono pertanto nelle cellule dei metazoi dei sistemi raffinati ed irriducibilmente complessi che regolano queste funzioni. Riguardo per esempio la moltiplicazione cellulare esistono dei geni chiamati protoncogeni che inducono con vari meccanismi la cellula a duplicarsi. Uno di questi è, per esempio, un recettore di membrana che riconosce un fattore di crescita secreto in un determinato momento della vita dell'organismo da cellule appositamente deputate a questo; il fattore di crescita si attacca al suo ricettore provocando una modifica di conformazione della proteina che attiva una cascata enzimatica che induce la cellula a moltiplicarsi. Una mutazione di questo protoncogene ricettore di membrana provoca una modifica di funzione di questa proteina nel senso che nasce una proteina con una funzione alterata che determina una attivazione permanente del recettore che diventa indipendente dalla presenza o meno del fattore di crescita: anche in sua assenza il ricettore è attivo. Il protoncogene è diventato così un vero e proprio oncogene, cioè una proteina che predispone la cellula a diventare cancerosa. Tutti i protoncogeni mutati diventano oncogeni. È sufficiente per produrre l'oncogeno che sia mutata una sola copia del gene corrispondente. Non così avviene per gli oncosoppressori, che sono altri geni che inibiscono la moltiplicazione cellulare. Per aversi l'inattivazione della proteina corrispondente è necessario che mutino tutte le due copie del gene. Per questo il cancro non si verifica subito, ma ci vogliono varie mutazioni,
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non solo degli oncogeni ma anche degli oncosoppressori. Tutte le sostanze oncogenetiche come il fumo di sigaretta, i raggi ultravioletti, i raggi X provocano molte mutazioni che inducono la cellula a diventare cancerosa; vi sono molti meccanismi molto complessi che tendono a proteggere la cellula dai mitogeni. Uno dei geni principali di questa protezione è il p53, che codifica la proteina omonima p53, la quale ha la funzione principale di correggere gli errori di trascrizione del DNA evitando le mutazioni. Quando l'errore è irrimediabile induce con un altro meccanismo la morte programmata della cellula con DNA alterato: meglio la morte che una cattiva funzione che può diventare pericolosa per la vita dell'organismo. A mio avviso tutte le mutazioni che accumulandosi provocano il cancro confermano la teoria dell'entropia genetica di Sanford. Le singole mutazioni cioè non sono capaci di provocare danni gravi alla cellula ma accumulandosi provocano effetti devastanti alle cellule e all'organismo. All'«inizio» c'era l'ordine, l'organizzazione, l'intelligenza, la ragione... poi con le mutazioni casuali subentra il disordine e infine, purtroppo, la morte.
N. Nobile Migliore
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La complessità biochimica dell'olfatto
Grazie all’olfatto, sembra che gli odori siano percezioni naturali e logiche, ma se esaminiamo a fondo i meccanismi biochimici deputati alla percezione possiamo notare subito la sua complessità irriducibile. L'organo dell'olfatto è situato nel pavimento superiore della cavità nasale ed è composto da 10 milioni di cellule nervose olfattive di tipo bipolare. Il polo rivolto verso la cavità nasale è rivestito da una miriade di estroflessioni chiamate microvilli, sulla cui superficie hanno delle microcavità rivestite da proteine di membrana, molto diverse le une dalle altre. Queste microcavità sono i recettori delle svariate sostanze odorose che arrivano a loro contatto sciolte nel muco prodotto da speciali cellule ghiandolari presenti accanto alle cellule bipolari. Si calcola che il 4% dei geni presenti nel DNA umano codificano i vari recettori dell'olfatto. Una volta che la sostanza odorosa si è unita al suo ricettore specifico scatta una modificazione conformazionale della proteina che ne attiva una speciale formata da tre «sottoproteine» (alfa, beta e gamma). Di quest'ultime la subunità alfa attiva l'enzima adenilato ciclasi che a sua volta ha il potere di aprire speciali canali del calcio e del sodio presenti nella membrana della cellula facendo entrare una notevole quantità di calcio e sodio all'interno della cellula cambiandone il potenziale elettrico che da negativo diventa positivo creando
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così un potenziale d'azione che si trasmette all'altro polo della cellula da cui parte il filamento neuritico che trasmette il potenziale d'azione trasferendolo alle cellule olfattive dei neuroni cerebrali. Ma l'interessante di questo ciclo è quello che opera un altro enzima (fosfodiesterasi) che ripristina le condizioni iniziali di riposo proprio per evitare che l'effetto biochimico si prolunghi in modo indefinito. Ci troviamo di fronte ad una struttura altamente integrata e di una complessità irriducibile tale che, se manca un solo componente, essa non può funzionare. Non parliamo poi del meccanismo della traduzione dell'impulso olfattivo nel potenziale elettrochimico e dell'interpretazione che i centri cerebrali fanno di questo impulso nella percezione dell'odore. Tutto questo ci induce a ritenere che il sistema nel suo complesso è stato progettato…
Il cervelletto: sosfiticata centralina per la correzione degli errori
I movimenti del corpo, come anche il mantenimento della stazione eretta non richiedono soltanto l'attivazione dei muscoli volontari, ma anche il loroo controllo, in modo da evitare che questi movimenti siano fuori misura, irregolari e scoordinati. A questo compito provvede un organo speciale del cervello, il cervelletto situato nella parte posteriore della scatola cranica, a ridosso del lobo occipitale. È un organo molto complicato formato da molti strati cellulari, e in particolare dallo strato molecolare,
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da quello granulare e dalle cellule di Purkinie. A queste cellule arrivano dei fasci nervosi che instaurano delle sinapsi, e in particolare il fascio spino-cerebellare che porta impulsi nervosi dal midollo spinale e conduce le afferenze sensoriali da tutte le parti del corpo e in particolare dei muscoli e il fascio cortico-cerebellare che porta afferenza dai centri motori della corteccia cerebrale. Dalle cellule di Purkinie partono invece dei fasci nervosi efferenti che vanno dal cervelletto alla corteccia cerebrale motoria e al midollo spinale, cioè a tutti i muscoli periferici. Attraverso vari sistemi di modulazione il cervelletto regola l'attività motoria. Quando infatti facciamo un movimento muscolare come per esempio la flessione del gomito entrano in azione i muscoli agonisti flessori, ma allo stesso tempo vengono rilasciati i muscoli estensori antagonisti e il loro rilassamento precede di un attimo la contrattura dei muscoli agonisti flessori. Questo rilasciamento dei muscoli estensori antagonisti è determinato dal cervelletto che lancia impulsi inibitori a questi stessi muscoli avendo ricevuto segnali sensoriali propriocettivi dagli stessi muscoli flessori. Il cervelletto lancia allora impulsi inibitori ai muscoli estensori qualche millisecondo prima dell'entrata in azione dei muscoli flessori. Il movimento, così armonico ed ordinato, avviene con poche difficoltà e con grande agilità! Da queste brevi note si evince che negli esseri viventi non soltanto le attività funzionali, ma anche quelle del loro controllo (che evitano esagerazioni varie), sono coordinate tra loro. Il cervelletto è l'organo più importante per il controllo motorio e per la correzione degli errori delle attività muscolari. Per la sua complessità e sofisticatezza di cui ho fatto pochi cenni è un organo altamente progettato che mette in crisi il darwinismo e l'evoluzione casuale. a cura di Nunzio Nobile Migliore
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DOPO IL DILUVIO
Da Patriarchi e Profeti (Edizioni ADV) di E.G.White vi proponiamo il capitolo 8 «DOPO IL DILUVIO» Prima parte Durante il diluvio le acque superarono di circa sei metri le montagne più alte. All’interno dell’Arca, Noè temette più volte di morire; in apparenza, infatti l’arca andò alla deriva, in balia del vento e delle onde, per cinque lunghi mesi. Fu una prova molto dura, ma la fede di Noè non ebbe incertezze, perché egli era sicuro che l’imbarcazione fosse guidata da Dio stesso. Quando l’acqua cominciò ad abbassarsi, il Signore fece in modo che l’arca si fermasse in una regione protetta da un gruppo di montagne che non erano state distrutte dal diluvio. Appena la nave entrò in quella piccola rada il rollio cessò, con grande sollievo dei viaggiatori, stanchi per essere stati così a lungo sbattuti dalle onde. Noè e la sua famiglia attesero con impazienza che il livello dell’acqua diminuisse ancora, perché erano ansiosi di mettere piede sulla terraferma. Quando quaranta giorni dopo apparvero le cime delle montagne, essi mandarono un corvo per vedere se la terra fosse asciutta. Ma il corvo, non trovando altro che acqua, volò avanti e indietro, intorno all’arca. Dopo altri sette giorni fu inviata una colomba che però, non avendo trovato un punto d’appoggio, ritornò indietro. Noè aspettò allora altri sette giorni, quindi inviò di nuovo la colomba: quando la sera tornò con un ramo d’ulivo, tutti provarono una grande gioia. In seguito «... Noè scoperchiò l’Arca, guardò, ed ecco che la superficie del suolo era asciutta» (Genesi 8:13); tuttavia attese con pazienza che Dio gli desse ordini precisi per uscire. Finalmente un angelo scese dal cielo, aprì la solida porta e ordinò al patriarca e alla sua famiglia di uscire sulla terraferma, insieme a tutti gli
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L'arcobaleno è un fenomeno ottico e meteorologico che produce uno spettro quasi continuo di luce nel cielo quando la luce del Sole attraversa le gocce d'acqua rimaste in sospensione dopo un temporale, o presso una cascata o una fontana. Nonostante ottimi studi di fisica, rimane pur sempre un mistero la sua formazione! Il cristiano invece vede l'amore di Dio per l'umanità che fa piovere sul giusto e sull'ingiusto!
«Io stabilisco il mio patto con voi... non ci sarà più Diluvio per distruggere la Terra... Io pongo il mio arco nella nuvola, e servirà di segno del patto fra me e la Terra... patto perpetuo fra Dio e ogni essere vivente... » (Genesi 9:11,12 e 16)
animali. Nonostante la grande gioia, Noè non dimenticò colui che li aveva sempre protetti; infatti, dopo aver lasciato l’arca, per prima cosa eresse un altare. Desiderava offrire in sacrificio un esemplare di ogni specie di animali puri, per manifestare la sua gratitudine a Dio che li aveva salvati e la sua fede nel grande sacrificio del Cristo. Dio gradì questo gesto, ed esso rappresentò una benedizione non solo per il patriarca e la sua famiglia, ma anche per tutti coloro che sarebbero vissuti sulla terra. «E l’Eterno sentì un odor soave; e l’Eterno disse in cuor suo: Io non maledirò più la terra a cagione dell’uomo... Finché la terra durerà, sementa e raccolta, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte, non cesseranno mai» (vv. 21,22). Questa esperienza contiene un profondo insegnamento per gli uomini di tutti i tempi. Noè era giunto in una terra desolata, ma prima di prepararsi una casa, costruì un altare a Dio. L’esiguità del suo bestiame, per di più 12
tenuto in vita con grandi sacrifici, non gli impedì di offrirne con grande gioia una parte all’Eterno. Allo stesso modo, la nostra prima preoccupazione dovrebbe essere quella di restituire con generosità le nostre offerte a Dio. Dovremmo riconoscere con gratitudine le manifestazione del suo amore e della sua bontà, esternando i nostri sentimenti con un culto sincero e con le nostre offerte. Temendo che le cupe nubi e la pioggia scrosciante suscitassero nell’uomo il terrore di un altro diluvio, il Signore rassicurò la famiglia di Noè con questa promessa: «Io stabilisco il mio patto con voi... non ci sarà più Diluvio per distruggere la terra... Io pongo il mio arco nella nuvola, e servirà di segno del patto fra me e la terra... patto perpetuo fra Dio e ogni essere vivente... » (9:11,12,16). Dio manifestò grande generosità e comprensione per le sue creature disorientate stabilendo come segno della sua riconciliazione con l’uomo il magnifico arcobaleno che risplendeva fra le nuvole. Le Scritture affermano che ogni volta che il Signore vede l’arcobaleno si ricorda della sua promessa. Ciò non significa che Dio la dimentichi: in realtà, con questa immagine, egli usa un linguaggio più facilmente comprensibile per gli uomini. Dio voleva che quando i bambini, incuriositi dal magnifico arco che brilla nel cielo, chiedevano una spie-
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gazione i genitori ripetessero la storia del Diluvio e raccontassero che Dio aveva steso l’arcobaleno sulle nuvole per assicurare che la terra non sarebbe stata più sommersa dall’acqua. Le generazioni future avrebbero riconosciuto l’amore di Dio per l’uomo e ciò avrebbe rafforzato la loro fiducia nel Signore. In cielo, qualcosa di simile a un arcobaleno circonda il trono di Dio e sovrasta il capo del Cristo: «Qual è l’aspetto dell’arco ch’è nella nuvola in un giorno di pioggia, tal era l’aspetto di quello splendore che lo circondava [il trono]. Era un’apparizione dell’immagine della gloria dell’Eterno» (Ezechiele 1:28). Giovanni dichiara: «... Un trono era posto nel cielo, e sul trono v’era uno a sedere... e attorno al trono c’era un arcobaleno che, a vederlo, somigliava a uno smeraldo» (Apocalisse 4:2,3). Quando per la sua malvagità l’uomo dovrebbe sottostare al giudizio divino, il Salvatore, interviene presso il Padre in suo favore: egli indica l’arco tra le nuvole, l’arcobaleno intorno al trono e sopra il suo volto, simbolo della misericordia divina per chi si pente dei propri errori. Oltre a questo impegno successivo al Diluvio, Dio ha offerto una delle promesse più preziose della sua grazia: «Avverrà per me come delle acque di Noè; poiché, come giurai che le acque di Noè non si spanderanno più sopra la terra, così io giuro di non più irritarmi contro di te, e di non minacciarti più. Quand’anche i monti s’allontanassero e i colli fossero rimossi, l’amor mio non s’allontanerà da te, né il mio patto di pace sarà rimosso, dice l’Eterno che ha pietà di te» (Isaia 54:9,10). Quando Noè considerò la forza degli animali feroci che uscivano con lui dall’arca, temette che la sua famiglia, solo otto persone, venisse sterminata. Il Signore, allora, inviò un angelo con un messaggio rassicurante: «E avranno timore e spavento di voi tutti gli animali della terra e tutti gli uccelli del cielo. Essi son dati in poter vostro con tutto ciò che striscia sulla terra e con tutti i pesci del mare. Tutto ciò che si muove ed ha vita vi servi-
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Allo stesso modo l’oro, l’argento, il legno pregiato e le pietre preziose, tutte le ricchezze che prima avevano rappresentato la bellezza e il potere, l’interesse supremo degli uomini vissuti prima del Diluvio, furono seppelliti in modo che non si potessero più vedere né trovare facilmente Lavoratrici e lavoratori in pausa per l'obiettivo del fotografo nelle miniere del Marange, in Zimbabwe, importante e conteso bacino diamantifero dell'Africa nera.
Pozzo petrolifero nel deserto del Dhofar, Oman - Foto Gianluca Fieseoli, Wikipedia. È interessante quanto riporta E.G. White circa l'ammasso dei corpi umani e non sepolti dal Diluvio assieme al regno vegetale. Questo confermerebbe la «teoria biogenica» che ipotizza il petrolio come un derivato dalla trasformazione di materiale biologico in decomposizione. Predetto materiale sarebbe rimasto sepolto nel sottosuolo per centinaia di milioni... Ed è anche interessante notare come l'attuale dislocazione dei pozzi petroliferi coinvolga un po' tutto il pianeta; segno davvero che il Diluvio fu «universale»!
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rà di cibo, io vi do tutto questo, come l’erba verde» (Genesi 9:2,3). Prima di allora Dio non aveva mai permesso che l’uomo mangiasse la carne degli animali; egli voleva infatti che si nutrisse solo dei prodotti della terra. Tuttavia, poiché tutta la vegetazione era stata distrutta, permise di mangiare la carne degli animali puri che erano sopravvissuti nell’arca. Tutta la terra era stata sconvolta dal Diluvio. Un’ulteriore conseguenza della terribile maledizione determinata dal peccato fu che con il diminuire delle acque, le montagne e le colline ricomparvero circondate da un vasto mare fangoso. Ovunque affioravano cadaveri di uomini e bestie. Il Signore, non volendo lasciarli decomporre all’aria aperta, fece in modo che la terra diventasse un enorme cimitero. Un vento impetuoso che doveva asciugare quel mare di fango, mosse le acque con grande forza tanto da abbattere le cime di alcune montagne e accumulare sui cadaveri alberi, massi e terra. Allo stesso modo l’oro, l’argento, il legno pregiato e le pietre preziose, tutte le ricchezze che prima avevano rappresentato la bellezza e il potere, l’interesse supremo degli uomini vissuti prima del Diluvio, furono seppelliti in modo che non si potessero più vedere né trovare facilmente. Potenti ondate trascinarono su questi tesori una così grande quantità di terra e rocce da formare in alcuni casi delle montagne. Dio vide che con l’aumentare delle possibilità di ricchezza, gli uomini cadevano in una corruzione sempre più profonda. I tesori che avrebbero dovuto spingere l’uomo all’amore e alla riconoscenza nei confronti del Creatore, erano diventati fine a se stessi, un vero oggetto di idolatria. Nello stesso tempo, Dio era diventato oggetto di disonore e disprezzo.
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di Renato Colmano
Carlo Magno, primo europeo in Italia. Con una lunga guerra (772804) assoggettò i Sassoni, ma, dopo la sconfitta famosa di Roncisvalle nel 778, si limitò al possesso di piazzeforti in Catalogna e Navarra. Allargò la sua influenza fino alla Boemia e
Il 28 gennaio 814 moriva il sovrano che staccò l'Occidente dal legame con Bisanzio. Nel suo regno creò una dimensione politica romana, germanica e slava.
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a dove nasce il sole fino alle rive del mare a ponente il pianto agita i cuori». Così inizia un famoso compianto per la morte di Carlo Magno, avvenuta esattamente dodici secoli fa, il 28 gennaio 814, all'età di 71 anni. Era il secondo figlio di Pipino detto il Breve, figlio cadetto di Carlo Martello, il vincitore degli Arabi nella storica battaglia di Poitiers nel 732. Pipino fu il maestro di palazzo che, deposto l'ultimo dei «re fannulloni», con i quali si chiuse la dinastia merovingia che aveva reso grandi i Franchi, si era fatto proclamare re, iniziando una dinastia che, con varie derivazioni, tenne il trono fino alla rivoluzione francese del 1789. A Pipino nel 771 erano succeduti i due figli, Carlomanno, il maggiore, e Carlo. Poi Carlomanno si fece monaco, lasciando Carlo unico sovrano dei Franchi. Chiamato dai Papi, nel 774 aveva conquistato il regno longobardo
sconfisse e immobilizzò sul Danubio gli Avari, eredi della furia degli Unni. A quel punto era il sovrano di gran lunga più potente d'Europa, con un dominio dall'Ebro all'Elba, dall'Oceano all'alto Danubio, dall'Elba al Tevere, di cui si avvertiva la profonda novità storica e geopolitica. Questa percezione venne incontro sia alle mire dei Papi di staccare del tutto la Chiesa romana e l'Occidente dai residui rapporti con quella millenaria prosecuzione dell'Impero romano in Oriente (o Impero bizantino), sia alle ambizioni della corte di Carlo di distinguere nettamente il rango di un sovrano così potente da quello dei sovrani «barbarici» che avevano provocato la fine dell'Impero romano in Occidente. E ciò mise capo alla pagina forse più celebre della vita di Carlo, e cioè la sua proclamazione a imperatore romano a Roma da parte di Papa Leone III la notte di Natale dell'anno 800. La proclamazione suscitò un aspro contenzioso con l'Oriente. Il
A sinistra: copia della Corona del Sacro Romano Impero (962-1512) conservata nel Museo storico di Francoforte.
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Sopra: la Corona Ferrea (Tesoro del Duomo di Monza) usata dai re Longobardi, e poi da Carlo Magno (che la ricevette nel 775) e dai suoi successori, per l'incoronazione come re d'Italia. A destra: la statua di Carlo Magno eretta davanti al Museo storico di Francoforte.
titolo imperiale era ritenuto monopolio dei sovrani che a Costantinopoli avevano continuato il nome e la tradizione di Roma. Riconoscere due imperatori romani, di cui uno era fuori del solco della romanità, appariva inaccettabile. Carlo era stato, inoltre, proclamato imperatore dal Papa, e anche questo esulava dalla consuetudine che alla Chiesa riconosceva un potere di consacrazione, non di investitura. Per chi fosse interessato alla storia di Carlo Magno segnaliamo che nel corso dell'anno saranno allestite tre mostre ad Aquisgrana (Aachen, splendida cittadina nel Westfalen della Germania, quasi al confine con l'Olanda, a pochi passi da Maastricht), residenza imperiale di Carlo: «I luoghi del potere, l'arte e il Tesoro della Cattedrale». Info: www.karldergrosse2014.de (anche in inglese e francese) Non dimenticando la nostra cattedrale di Monza a pochi km da Milano.
Era vero, ma non aveva senso, in concreto, rispetto alla straordinaria novità della grande costruzione politica di Carlo, e ancora meno rispetto alla missione che la Chiesa romana si era data e che era ormai giunta alla piena maturità della sua consapevolezza. Alla fine Costantinopoli dovette cedere, e l'Oriente e l'Occidente già romani andarono per strade sempre più diverse fra loro. Di chi fu l'idea di quella proclamazione imperiale? Le opinioni degli storici restano molte e diverse. In realtà, di chiunque fosse l'iniziativa, non era la restaurazione imperiale la massima dimensione di quell'avvenimento. Era proprio l'Europa, quale poi si sviluppò nei tempi moderni, la grande novità che con il nuovo impero prese posto sullo scenario di una storia che da europea sarebbe poi diventata mondiale. L'Europa come consorzio politico era nata con Carlo nella sua triplice dimensione romano-germanico-slava. Non tutti vi occupato già il posto che poi vi avrebbero avuto, ma l'impero sarebbe rimasto come un emblema di comune coscienza europea anche quando si sarebbe affermato che «nel proprio regno ogni re è imperatore». Nel tempo, l'Impero si rivelò un guscio da rompere del tutto, e vi pensò Napoleone, mille anni dopo Carlo. Oggi, sulle rovine di quell'impero è sorta l'«Europa unita» che però cerca ancora, un corpus christianum. E Carlo Magno resta, nonostante tutto, fra i maggiori protagonisti della storia universale: un re analfabeta che firmava i suoi atti servendosi di uno stampino!
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Internet senza freni mina la privacy: serve la riservatezza!
L'accumulo di dati pone un problema etico. La soluzione è rivedere i modelli di sviluppo e di comportamento dell'utente. Nell'era post-Snowden la società ha due possibilità: la più semplice è continuare a comportarsi come prima, facendo finta che l'insaziabile sete di dati della Nsa (National Security Agency) sia solo un'aberrazione che può essere corretta, mentre l'altra possibilità — più impegnativa e responsabile — è quella di ritenere che l'occhio nascosto dei suoi hacker non portino alla luce episodi di deviazione di qualche apparato che esula dal mondo come quello della finanza, della politica, dei servizi militari... Ma attenzione che a qualcuno è capitato di recepire scenette familiari... piccantine! Anche se solo di sedici secondi. È per questo che, secondo bollettini parrocchiali, Facebook ha seminato la notizia che non ce la fa più a sostenere la gestione di miliardi, miliardi e... miliardi di informazioni! È ormai prossimo all'infarto. Ben venga! 15
I cittadini saranno finalmente liberi di dedicarsi a leggere qualche buon libro (magari la Bibbia?), a coltivare un po' il giardino di casa (anche se è sul balcone), a fare qualche passeggiata distensiva per mantenere il fisico a «posto» assieme al marito, o alla moglie o alla fidanzata... Che bello era passeggiare in un bosco, ma ormai non ci sono più boschi! Solo pc, laptop, desktop, tablet, ipad, ipod, ahi, ahi, smartphone, chiavette usb, hard disk, modem, track path, mouse, gb, mb, kb... tanto chilo più chilo meno chi se ne infischia! Finora si è pensato soltanto all'individuo: disintoccarsi dalla rete migliora la salute e rafforza il senso della realtà. Ma non basta! Occorre ritornare alle origini! Cari amici abbiamo scherzato un po' sul tema, ma la cosa è seria: incominciate a diffondere questo comunicato, ma attenzione... dopo una bella passeggiata!
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Particolare di un modello molecolare del DNA
Due linguaggi paralleli? Sovrabbondanza di informazioni durante la sintesi proteica? Alcuni aminoacidi contengono dei codici che si basano su unità codificanti come il codone (una sequenza specifica di tre nucleotidi chiamata anche tripletta). La frequenza dei codoni varia in differenti genomi in modo non casuale. I codoni presenti a livelli più alti sono usualmente quelli coinvolti, attraverso il processo di trascrizione, nell’interazione della sintesi proteica. Detti codoni svolgono una duplice funzione: 1) codificano un aminoacido specifico e 2) simultaneamente codificano i fattori di trascrizione mediante delle sequenze di riconoscimento. La mutazione di un codone può verificarsi in una malattia a causa dell’alterazione delle «regole», pur non modificando la sequenza degli aminoacidi della proteina. Commento Un sistema nel quale l’informazione è codificata mediante due diversi «linguaggi» presuppone un progetto iniziale tale da superare ogni normale «concepimento» umano. Pertanto questa nuova particolarità genetica è tale che la normale congettura evoluzionistica (mutazione casuale e selezione naturale) non è plausibile nel concorrere a sviluppare suddetta complessità.
Il mistero si infittisce!
Scoperta una nuova lacuna nell'«abominevole mistero» dei fossili di Darwin Nei sedimenti triassici nel nord della Svizzera sono stati trovati 6 grani di
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polline di Angiospèrme assieme a pollini di Afropollis, di provenienza sconosciuta, che erano stati precedentemente rinvenuti solo in sedimenti cretacei. Questa scoperta rivela un buco nella documentazione fossile, in quanto questo tipo di polline era finora estraneo ai sedimenti giurassici. I pollini di Angiospèrme rappresentano assemblaggi diversificati di piante erbacee o legnose, terrestri o acquatiche. Ritrovarli in questo strato presuppone un'origine più remota. Commento I ritrovamenti fossili di Angiosperme sono stati per un lungo periodo un enigma, sia per gli evoluzionisti che per i creazionisti. Le Angiosperme appaiono improvvisamente nei ritrovamenti fossili cretacei senza che vi siano degli antenati dai quali si sarebbero potute evolvere. I creazionisti, invece, si meravigliano sul fatto che le Angiosperme non siano presenti in tutta la serie fossile.
Grani di polline - Foto Carsten Pietzsch, Wikipedia.
Il buco temporale tra le Angiosperme e gli Afropollis è stimato in più di 100 milioni di anni, un periodo di tempo talmente esteso che sembra poco plausibile di fronte agli svariati gruppi di piante assenti nei reperti fossili. Le piante impollinate dagli insetti producono meno polline di quelle impollinate tramite il vento. Se le piante con fiore sono state originariamente impollinate tramite gli insetti o altri animali, i pollini di Angiosperme dovrebbero essere meno abbondanti nei fossili pre-diluviani che nell'ambiente moderno.
Dettaglio dell'occhio del tafano (Hybromitra sp.) Foto Lukas Jonaitis, Wikipedia.
zione visiva attraverso occhi semisferici come nel caso del tafano, purtroppo nel campo tecnologico risulta difficile realizzare un «occhio» con caratteristiche simili a quelli degli invertebrati, soprattutto nel campo della fotografia dove la progettazione di macchine fotografiche è legata a superfici piatte, sulle quali è più facile far pervenire le immagini piuttosto che su superfici curve o ondulate oltre tutto difficili da produrre ed inserire poi nel corpo della macchina fotografica. Tuttavia si registrano ricerche atte a «imitare» tali occhi semisferici da impiegarsi in particolare nel mondo della esplorazione medica del corpo umano. In particolare nell'endoscopia dove si impiegano già obiettivi con circa 180 lenti «microscopiche» che forniscono poi un'immagine unica della visione. Commento Molti organi di animali possiedono caratteristiche tecniche che mostrano un progetto intelligente, assai complesse ed evolute rispetto a quelle dell'ingegno umano. Per ulteriori informazioni come utilizzare schemi di organismi animali per modelli da creare nell'ambito umano, consultare il nostro blog sulla biomimetica del mese di febbraio 2014 (http://grisda.wordpress.com/).
Macchine fotografiche con obiettivi semisferici
Nuove tecnologie permettono di avere macchine fotografiche con obiettivi semisferici Se nel mondo degli animali invertebrati la Natura ha provveduto alla loro perce-
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GEOSCIENCE NEWSLETTER Number 36 January 2014
Geoscience Research Institute, 11060 Campus Street, Loma Linda CA 92350 USA
http://www.grisda.org
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C'è un libro per tutti!
Autore: Editore: Pagine: Prezzo:
Ferdinando Catalano Aracne Editrice, Roma 160 € 10,00
Per ordinazioni: redazione@origini.info.
L'autore Ferdinando Catalano Nato a Messina (1947). Fisico e ricercatore nel campo dell'ottica oftalmica. Dopo essere stato ordinario di fisica e dirigente scolastico, ora insegna Optometria presso l'Università del Molise. È autore di manuali universitari e di numerosi articoli scientifici di settore che spaziano dall'ottica oftalmica allo studio dei metodi di datazione radiometrica in paleoantropologia (materia su cui ha realizzato un saggio) e alle implicazioni tra fisica e teoria dell'evoluzione biologica.
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I Che cosa sappiamo all'inizio del terzo millennio e a 150 anni dalla pubblicazione de L'origine delle specie di Darwin, sull'origine della vita? Perché tutte le ipotesi fino ad oggi proposte sono miseramente naufragate al vaglio dell'evidenza sperimentale? Perché al momento della pubblicazione di questo saggio esistono almeno tredici diverse e contrastanti teorie sull'origine della vita sul nostro pianeta? La verità è che i biologi brancolano nel buio su questo argomento, ma si guardano bene dal renderlo pubblico. Le implicazioni di ordine generale sono evidenti: se l'origine della vita è il presupposto filosofico e scientifico della teoria dell'evoluzione, allora ci si deve chiedere se questa teoria non sia, in ultima analisi, un colosso dai piedi di argilla. Il libro che vi stiamo presentando è l'ottimo lavoro di Ferdinando Catalano già autore del saggio Insegnaci a contare i nostri giorni, Ed. Tecnograff. Un saggio diverso dagli altri sul tema, perché l'autore affronta l'argomento della vita da un punto di vita termodinamico e della teoria dell'informazione. Il testo ci spiega come l'origine della vita non può essere causa di casualità; un testo dinamico e cronologico in cui per prima cosa spiega al lettore la «balzana» teoria di coloro che pretendevano di dimostrare che la vita non fosse generata da un'altra vita ma da materiale inerte. Un grandissimo Catalano che rende accessibile a tutti un argomento complesso e difficile per tutti i non addetti ai lavori. Consigliamo la lettura proprio per comprendere che se la vita non può avere un origine casuale e da materia inerte, la logica su cui si basa la teoria di Darwin viene a mancare. Un Catalano che colpisce all'origine le basi ipotetiche del paradigma evoluzionista. La prima parte del libro illustra agevolmente la teoria dell'«Abiogenesi», della «Panspermia» e del «Brodo primordiale» con i relativi esperimenti e la loro confutazione da parte di chi sosteneva e sostiene che la vita può nascere solo da altra vita. Nella seconda parte Catalano ci racconta come tutta la teoria di Darwin manchi di fatti. Un sentito «grazie» al prof. Catalano, per il suo importante contributo. Da comprare subito!
«Lettere al Corriere» R
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In relazione alla lettera di un lettore del Corriere della Sera apparsa nella rubrica «Lettere al Corriere» (Domenica 26 gennaio 2014), abbiamo ricevuto diverse telefonate dei nostri lettori che sintetizziamo (per motivi di spazio) nelle due seguenti pagine. Qui sotto la lettera che ha suscitato la nostra attenzione. Apprendo che in alcuni Stati Usa è proibito l'insegnamento di Darwin e della sua famosa opera Origine delle specie. Viene così imposto il dogma biblico della creazione divina. Eppure sono passati 150 anni da Darwin e le prove scientifiche della sua teorìa sono inoppugnabili. Grazie ai ritrovamenti fossili si sa come la specie Homo sia evoluta in tre milioni di anni fino all'Homo Sapiens. Non crede che negare l'insegnamento di verità scientifiche importanti come questa non si concili affatto con i prìncipi liberali degli Usa ? Domenico Spedale domenico.spedale@gmail.com
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L'EVOLUZIONISMO DI DARWIN PROCESSI IN USA, DIBATTTI IN ITALIA Caro Spedale, negli Stati Uniti non vi sono soltanto «principi liberali». Vi è anche un Cristianesimo fondamentalista composto da una larga fascia della popolazione (gli evangelici sarebbero 70 milioni) che crede alla lettera nel libro della Genesi. E vi sono principi federali che assegnano ai singoli Stati la competenza dell'educazione. Accade così che vi siano Stati «evoluzionisti», in cui si insegnano le teorie di Charles Darwin (1809-1882) sulle origini dell'uomo e il principio della selezione naturale, Stati «creazionisti», in cui non può esservi altra verità fuor che quella della Bibbia, e Stati «promiscui» in cui alle due teorie viene garantita, nei programmi scolastici, una sorta di pari opportunità. I più convinti nemici delle teorie darwiniste sono nella Bible Belt (cintura della Bibbia), una vasta regione dell'America sudorientale che comprende, tra gli altri, l'Alabama, la Georgia, la Louisiana, il Mississippi, il Tennessee. In quest'ultimo si tenne nel 1925 un memorabile processo contro un docente di biologia, John T. S. Scopes, che aveva osato insegnare le teorie di Darwin ai suoi alunni. Quel processo, nel 1960, è diventato un film di Stanley Kramer («Inherit the wind», in Italia «E l'uomo creò Satana») in cui la parte dell'avvocato difensore è magistralmente recitata da Spencer Tracy. Anche In Italia, dove la Chiesa cattolica mi sembra adottare, soprattutto 18
dopo il Concilio Vaticano II, un atteggiamento più distaccato e conciliante, il dibattito su Darwin fu molto animato. In un libro pubblicato dalle Edizioni Biblion nel 2010 (La «patria» e la «scimmia». Il dibattito sul darwinismo in Italia dopo l'Unità), Antonio De Lauri ricorda che l'edizione italiana delle Origini delle specie apparve nel 1864, a cura di uno zoologo, Giovanni Canestrini, e di un insegnante di scienze naturali, Leonardo Salimbeni. Nell'anno della morte di Darwin (1882), quasi tutta la sua opera era disponibile in traduzione italiana. Nel dibattito intervennero, oltre a zoologi e naturalisti, mineralogisti, botanici, biologi, professori di anatomia comparata, elmintologi (studiosi di vermi parassiti). Ma la passione con cui l'Italia discusse Darwin fu anche politica e ideologica. L'origine dell'uomo e l'evoluzione della specie gettarono olio sul fuoco del grande duello nazionale fra laici e cattolici, positivisti e idealisti, unitari e papalini; il dibattito fu animato anche perché favorito, come osserva De Lauri, dall'unificazione del Paese. Il Risorgimento, la proclamazione del Regno e la conquista di Roma stavano creando una comunità scientifica nazionale, vivace e dinamica: un'osservazione su cui dovrebbero riflettere i nostalgici di un'Italia frammentata, asburgica al Nord e borbonica al Sud.
La Redazione risponde! R
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Capita che qualcuno, a volte, il problema se lo ponga, anche se partendo da presupposti errati dettati dalla continua e massiccia manipolazione della verità e dei dati... Così capita che qualcuno, a volte, non si informi adeguatamente e prenda tutto quanto viene passato dal circuito mediatico come assoluto... Capita che qualcuno, a volte, però, non ci stia, e con meticolosità cerchi di controinformare coloro che cercano di conoscere la verità. Allora succede che un lettore, scriva una lettera a Sergio Romano spiegando che è colpito dal fatto che in alcuni degli Stati Uniti d’America, sia proibito insegnare la teoria di Darwin, ma soprattutto fa risaltare la sua certezza di quanto pensa e scrive: «Eppure sono passati 150 anni da Darwin e le prove scientifiche della sua teoria sono inoppugnabili. Grazie ai ritrovamenti dei fossili si sa come la specie Homo sia evoluta in tre milioni di anni sino all’Homo Sapiens... ». Non ce ne vorrà il signor Domenico Spedale se diciamo che esprime una convinzione non solo sua, ma di milioni di persone che certamente non sono colpevoli se i libri di scuola di ogni grado (elementare, media, superiore e universitaria), contengano «irrealtà» che vanno dalla più grande menzogna della Storia della Scienza, cioè la ricapitolazione del genetista Ernst Haeckel, al falso fossile Lucy, fatto passare come anello di congiunzione tra scimmie e uomini! Per non dire dell'elenco di organi residuali... Queste sono solo alcuni degli specchietti per farci apparire vero quello che in realtà è falso, o delle incongruenze che, ad esempio,
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vediamo in TV dove spiegano che la vita, un giorno, si è creata da sola tramite qualche fulmine caduto su sostanze chimiche... qualche miliardo di anni or sono, mentre il giorno seguente, invece, la stessa vita ci è stata donata dallo spazio senza peraltro spiegarci come sarebbe nata la vita nello spazio... E non solo in TV, ma anche leggendo il Corriere della Sera, la Repubblica o altri quotidiani, incontriamo articoli con informazioni datate che non distinguono tra fatto ed interpretazione. Purtroppo la nostra Italia non solo è arretrata nel mondo del lavoro, nell’economia, nella classe politica, ma lo è su tutto... Arranca anche nella formazione e soprattutto nella preparazione e nell’aggiornamento. In questo modo la Scuola, la TV (vedi Piero Angela, ad es.), la stampa e quant'altro non ci fanno conoscere le pubblicazioni della Cornell University, la documentazione scientifica dell’Intelligent designer, il lavoro del genetista di Havard J. Sanford, la conversione di Antony Flew... Non ci dicono nulla del fatto che i fossili testimoniano proprio la mancanza di evoluzione... La teoria di Darwin è un’interpretazione di dati rilevati dalla ricerca come lo è l’interpretazione da parte di coloro che fanno ricerca seguendo la scuola del «Progetto intelligente» o di coloro che si rifanno al Creazionismo biblico. Sono interpretazioni! Oggi non vi è certezza sull’argomento e sostenere il contrario è mancanza di conoscenza o di malafede. Fabrizio Fratus 19
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Ernst Haeckel (1834 - 1919) Uno dei più importanti zoologi e darwinisti tedeschi della seconda metà dell'800, specializzato nella ricerca riguardante organismi marini. Sviluppò e modificò in direzione di una più ampia visione del mondo la teoria del monismo postulante l'esistenza di un'unica sostanza panteistica, identità di materia e spirito, per cui tutta la materia è animata proprio perché fisica. Il suo nome è legato ancora oggi alla formulazione della legge biogenetica fondamentale: «L'ontogenesi è una ripetizione, una ricapitolazione breve e veloce della filogenesi, conformemente alle leggi dell'ereditarietà e dell'adattamento» (Generelle Morphologie der Organismen, 1866, p. 300), dove per ontogenesi s'intende lo sviluppo dell'individuo e per filogenesi lo sviluppo della specie a cui l'individuo appartiene. Sfortunatamente promosse poi idee che avrebbero contribuito a marcare le differenze sulle «razze», soprattutto sulle capacità intellettive. Egli riteneva che i neri (razza inferiore) «dai capelli lanosi» fossero «incapaci di una vera cultura interiore e di uno sviluppo mentale superiore», rimarcando la loro poca differenza «culturale» rispetto ai mammiferi "più razionali", le scimmie antropoidi». Per cui «gli europei civilizzati, dovevano assegnare un valore del tutto diverso alla loro vita». Purtroppo questa frase ed altre, divennero in seguito uno dei pretesti scientifici che il nazionalsocialismo avrebbe utilizzato per dimostrare la propria teoria sulla superiorità della razza ariana. Furono infatti gli haeckeliani a definire le persone afflitte dalla Sindrome di Down «idioti di tipo mongolico» (o mongoloidi)! E sappiamo cosa attuarono Mussolini, Hitler, Stalin...
I«lettori»hanno scritto! R
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Vorremmo innanzi tutto chiarire che il «darwinismo» (o l’Evoluzionismo) non si basa su «verità scientifiche», ma è sostanzialmente la filosofia nata con l'Umanesimo del 1700 che esalta prima l’uomo e poi con l’Illuminismo, la ragione, che in questo caso non ammette l'esistenza di Dio creatore. Perciò il darwinismo tenta di spiegare la nascita della vita sulla Terra escludendo a priori ogni intervento metafisico. Si badi bene, trattasi di una teoria, anzi, sarebbe più corretto considerarla «ipotesi». Quindi, dire che i fossili sono prove scientifiche, non è corretto: i fossili sono solo dei reperti (geologici o archeologici) sottoposti all'interpretazione «soggettiva» dell'uomo! In effetti il darwinismo non ha fornito nessun risultato replicabile in laboratorio, tanto meno ha fornito formule scientifiche applicabili. È solo grazie a scienziati come Giovanni Keplero, Isaac Newton, Alessandro Volta... che con i loro studi ed i loro esperimenti in laboratorio abbiamo formule che descrivono le leggi della Natura. E grazie alle loro formule, applicabili nella realtà fisica, l’uomo, ad esempio, è alla scoperta dell’universo, attraverso i satelliti che gravitando intorno al nostro pianeta ci forniscono servizi oggi a noi indispensabili. Per non dire del corretto funzionamento di tutti gli strumenti scientifici (vedi macchinari e strumenti ospedalieri) grazie alla corrente elettrica; «realtà scientifica» basata su osservazioni empiriche. Se consideriamo invece il darwinismo, possiamo tristemente vedere come abbia contribuito alla nascita di filosofie discutibili come il nazifascismo ed il comunismo. Fenomeni storici tra i più tristi che l’umanità abbia mai vissuto.
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Al contrario, il creazionismo supporta la vita sul pianeta Terra come dono da parte di Dio all’uomo, al quale ha dato la responsabilità di gestirla e salvaguardarla nel migliore dei modi. L’evoluzionismo, purtroppo, ha bisogno della morte del più debole, affinché la specie del più forte sia messa in condizioni tali da evolversi. Sorge a questo punto una domanda spontanea: perché l’Homo Sapiens in tutta la sua intelligenza ha elaborato il sistema del welfare che va esattamente nella direzione opposta alla sua pretesa evoluzione? Perché «sprechiamo» milioni e milioni di euro o dollari per occuparci dei più deboli, degli ammalati, dei poveri, costruendo strutture ospedaliere, case di cura, orfanotrofi, case di riposo, spingendo la ricerca scientifica sempre più verso i suoi limiti per sconfiggere le malattie, se dobbiamo la nostra esistenza ad una selezione naturale che faceva esattamente il contrario? Se dovessimo applicare con coerenza il darwinismo, non dovremmo occuparci dei più deboli della nostra società, anzi, dovremmo sopprimerli, ma non lo facciamo. Perché? Il darwinismo non ha nessuna base empirica poiché è impossibile riprodurre la catena evolutiva che richiede milioni di anni, in laboratorio. La teoria evoluzionista si basa piuttosto sul principio dell’estrapolazione temporale verso il passato. Cioè, osserva e misura oggi degli eventi per estrapolarli linearmente nel passato e giungere così ad una spiegazione e a una data della genesi di ciò che vediamo oggi. Questo è metodo, al quale vogliamo concedere una sua logica, ma non è «verità scientifica», è piuttosto assimilabile all’interpretazione. Negli USA il movimento creazionista si è mosso soprattutto per sotto20
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lineare la «verità non scientifica» del darwinismo. Il «movimento creazionista», sia in America che in Europa, si impegna per fare luce su questa miscredenza che dà per scontata la teoria evoluzionista come unica «verità» sull’apparizione della vita sulla Terra. In questo senso si può affermare che il darwinismo, o meglio i suoi sostenitori, peccano di disonestà intellettuale, perché pur conoscendo i limiti delle proprie teorie, le camuffano come «verità». Lo stesso non si può dire del movimento creazionista, il quale, pur credendo nella creazione biblica, come descritta nella Genesi, è ben consapevole che anche questa non fornisce ogni spiegazione, che tuttavia sembra essere la più plausibile. I «principi liberali» americani sono anche questo: garantire ad ognuno la libertà di credere in ciò che la propria coscienza suggerisce essere «vero». Non si tratta di «negare l’insegnamento di verità scientifiche», ma semmai di insegnare più teorie, in modo tale da permettere la libera scelta in quale teoria credere. Perché di «credere» si tratta. Fino a prova contraria nessun essere umano è stato presente nel momento in cui apparve la vita su questo pianeta. Nessuno ha avuto l’occasione di osservare, descrivere e documentare quanto accaduto il quel momento o in quei momenti! Sia il creazionista che l’evoluzionista non hanno altra scelta che «credere». I princìpi liberali vogliono garantire ad ogni individuo la libertà di scelta in quale teoria credere. Per il creazionista è più facile credere in Dio piuttosto che in uomo facilmente fallibile! «Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono» (Ebrei 11:1). David Colmano, geografo
DA TUTTO IL MONDO!
Citazioni citabili
Cifre mondiali! 7,2 MILIARDI DI PERSONE POPOLANO LA TERRA Alla data del Capodanno 2014, secondo stime ONU, la popolazione mondiale conterebbe più di 7,2 miliardi di persone. Sarebbe aumentata di circa 80 milioni nell'arco del 2013 con un incremento pressoché nullo nei Paesi industrializzati. Cresciamo di 2,7 abitanti ogni secondo!
Salute pubblica
LA UE NON VUOLE CIBI CLONATI
La Commissiome sanitaria dell'UE sta proponendo una legge che vieti la vendita di carni clonate e, soprattutto, di latte ricavato da animali clonati. Ci sono difficoltà per l'approvazione in quanto esiste un forte commercio di tali animali dagli USA verso l'Europa (Die Welt, dicembre 2013).
«I giorni dell'uomo son come l'erba, ma la bontà di Dio è infinita» David, Salmo 103:15,17 «Non aspettare il giudizio universale: esso ha luogo ogni giorno» Paul Albert Laurens (1870-1934). Pittore francese. «Chi cammina solo può partire oggi, ma chi viaggia in compagnia deve attendere finché l'altro non sia pronto» Henry David Thoreau (1817-1862). Filosofo, scrittore e poeta statunitense. Uno dei membri principali del trascendentalismo, noto per lo scritto autobiografico Walden (La vita nei boschi, una riflessione sul rapporto dell'uomo con la natura), e per il saggio Disobbedienza civile in cui sostiene che è ammissibile non rispettare le leggi quando esse vanno contro la coscienza e i diritti dell'uomo.
Eurolesbicismo? Archeologia ESTRELA BOCCIATA, MA LUNAECK CI RIPROVA!
Il 10 dicembre 2013 è stata definitavamente bocciata (a sorpresa) la proposta dell'eurodeputata portoghese Edite Estrela che prevedeva la legittimazione delle coppie lesbiche come un diritto umano e quello dell'aborto. Nel contempo l'austriaca verde Ulrike Lunäck chiede all'UE nuove norme a tutela dei diritti fondamentali delle persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali). La proposta, approvata con 394 voti, 176 contrari e 72 astenzioni, seguirà il suo iter parlamentare. Un altro passo verso la «fine del mondo» come preannunciava Paolo da Tarso?
Vaticano
ELETTO IL NUOVO SEGRETARIO DELLA CEI
Mondo perso
UN MONDO FATATO PER SOGNAR...
Una classe elementare alla fine degli Anni Sessanta. Il mondo era ancora in bianco e nero, quello di Carosello e della Canzonissima di Raffaella Carrà. Di lì a poco arriveranno un Kabir Bedi a colori a interpretare Sandokan e le false previsioni di 2001: Odissea nello spazio. Ora che tutto è a colori, anche i sogni, un gruppo di mamme bolzanine ha chiesto alle maestre di una classe elementare di tornare ad insegnare... come una volta. Chissà come andrà a finire!
Nei primi giorni di febbraio è stato eletto a Segretario generale della CEI – Conferenza Episcopale Italiana, massimo organo collegiale della Chiesa cattolica – Nunzio Galantino, vescovo di Cassano all'Jonio con «motu proprio» da papa Francesco. Compiti specifici della CEI sono: studiare i problemi che interessano la vita della Chiesa cattolica in Italia; dare orientamento nel campo dottrinale e pastorale; mantenere i rapporti con le pubbliche autorità dello Stato italiano; gestire l'Otto per mille, quello destinato alla Chiesa cattolica.
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TROVATA LA CASA DI ABRAHAMO?
Sarebbe stata localizzata a Ur la casa natale del patriarca Abramo. «Si tratta di uno spazio dove circa 4.000 anni fa sorgevano alcuni rudimentali edifici, nei pressi della città sumera di Ur, nel Sud dell'odierno Iraq. I satelliti – racconta Maurizio Molinari sulla Stampa – hanno consentito di ricostruire la distribuzione delle stanze attorno a un grande cortile che serviva come luogo di incontro». A rivendicare la scoperta un team di ricercatori dell'Università di Manchester.
Informatica
SE VI RUBANO IL LAP TOP SAPETE DOV'È!
Ogni 53 secondi nel mondo, viene rubato un computer portatile e nella maggioranza dei casi non c'è speranza di recupero. Ora nei centri specializzati di informatica possiamo trovare un software da installare su notebook e ultrabook in grado di rintracciare, tramite un customer center di controllo, dove si trova l'oggetto rubato o... dimenticato da qualche parte del mondo! Nel frattempo, se all'interno dell'hard disk sono contenuti dati sensibili, è possibile procedere alla loro cancellazione (tutti o in parte) in modalità remota. Operativo su Windows che Mac. Abbonamento annuale non attivo per i tablet.