Aiso 2 2014

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AISO - ASSOCIAZIONE ITALIANA STUDI SULLE ORIGINI - MILANO - Piazza Bertarelli, 13 - Tel. 02 617 55 79 - redazione@origini.info Newsletter trimestrale on line • Maggio 2014 • N.ro 2 • Direttore AISO: Stefano Bertolini • Redazione: Renato Colmano, Fabrizio Fratus, Giusy Pistillo • Fax 02 612 47 896 • www.origini.info

QUELLI CHE FANNO A MENO DI DIO!

Pag. 3

Democrito

Ludwig Feuerbach Karl Marx

Arthur Schopenhauer

Charles Darwin

Francis Bacon

Giacomo Leopardi

Stephen Hawking

François-Marie Arouet detto Voltaire

Richard Dawkins


IN QUESTO NUMERO TUTTO È CONPIUTO! IL MALE È STATO SCONFITTO pag. 2 QUELLI CHE FANNO A MENO DI DIO pag. 3 I PRINCIPALI TERMINI DEL CONTRADDITORIO pag. 7 SDOGANATA LA PAROLA PATRIA? pag. 8 COME RIATTIVARE IL GENE SENTINELLA CHE BLOCCA I TUMORI DEL SANGUE pag. 9 IL CORPO UMANO pag. 10/11 «SCUOLA DEL SABATO» DOPO IL DILUVIO pag. 12 DOPO IL DILUVIO? LA NAMIBIA pag. 13 /14 IL PIÙ GRANDE DINOSAURO DEL MONDO E L'ENIGMA DEL PIANETA PRIMA DEL DILUVIO pag. 15/16 IL SILENZIO SUL MARTIRIO DEI CRISTIANI pag. 17/18 AL COLOSSEO DÀ SPETTACOLO LA MORTE pag. 18 I LETTORI HANNO SCRITTO pag. 19 C'È UN LIBRO PER TUTTI LA SCATOLA NERA DI DARWIN pag. 20 DI TUTTO UN PO' pag. 21

«TUTTO È COMPIUTO»! IL MALE È STATO SCONFITTO. P oche settimane fa, nel cercare per confortare un signore la cui madre è affetta da un tumore che, a quanto sembra, non lascia adito a speranza, mi son sentito rispondere che è stanco di chiedere a Dio di guarire sua madre. «Non mi parli di Dio perché non riesco a capire come non faccia a rispondere di fronte a tali mali». Una risposta che mi ha mozzato il fiato. Confesso che sul momento mi si è stretto il cuore e non ho potuto fare altro che dirgli poche parole di auguri. Poi a mente fredda m'è venuto in mente il versetto di Giovanni 19:30: «Quando Gesù ebbe preso l'aceto, disse: È compiuto!» Ma cosa è stato compiuto? Tutto quello che era profetizzato nelle Sacre scritture: dal bacio di Giuda al lancio dei dadi per la spartizione della tunica, dalla bevanda dall’aspro sapore di aceto alla morte sul Calvario (Giovanni 19:2324,28). Ma non solo questo: Gesù sapeva di essere arrivato alla fine del suo cammino terrestre. Non si smarrì lungo qualche via laterale, ma arrivò sino in fondo per adempiere al suo «incarico». Non fallì come può sembrare oggi a molte persone, forse, come a quel signore... Purtroppo la stragrande maggioranza della umanità vede soltanto quello che c’è davanti agli occhi, o solo quello che vuole vedere. La parola greca che Giovanni ha usato per dire «compiuto», può indicare anche qualcosa di diverso, ovvero può avere il significato di «pagare per qualcosa». Gesù ha pagato il riscatto sulla croce (1 Pietro 1:18-19). Ci ha riscattati dalla schiavitù del peccato e del2

la morte. Volendo, si può percepire nella frase: «È compiuto» non solo la soddisfazione di un compito concluso, ma anche la felicità di aver riportato la vittoria. Il Male è stato sconfitto. Il Male è sconfitto, anche se ai nostri tempi può sembrare che Dio si trovi in «difficoltà», come se il Male vincesse e trionfasse su tutti i fronti. In verità Satana è già sconfitto dal momento della Crocifissione di Cristo, anche se ancora non esautorato. Ora viviamo, appunto, nel periodo dell'attesa. Questo conflitto universale tra il Bene ed il Male mi ricorda le vicende dell'uomo e delle sue inutili guerre, come quelle di Napoleone. Anche lui vinceva sempre, anche arrivando a Mosca. Sembrava che niente potesse fermare il suo trionfo. Ma i soldati dello Zar, sconfitti in quell'occasione, ripresero la contro offensiva (1811). Questa fu la svolta decisiva e l’inizio della fine di Napoleone. Continuò a guerreggiare, ma a Waterloo, pochi anni dopo (1815), sarà sconfitto definitivamente. Napoleone in realtà era già uno sconfitto. Quando Gesù gridò sulla croce: «È compiuto!», la vittoria su Satana fu irrevocabile. Tutto ciò che il diavolo compirà da qual momento sino ad oggi nel mondo, nella chiesa, in noi e intorno a noi, è certamente amaro, doloroso e a volte insopportabile, ma tutto quello che fa è inutile: Gesù è vincitore! Sia ringraziato Dio per la grande vittoria di Gesù Cristo! Renato Colmano


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QUELLI CHE FANNO A MENO DI DIO!

L'ateismo è diffuso quanto il Cristianesimo, ma non è una religione: è il suo contrario. Purtroppo, secondo i dati più recenti, rappresenta una enorme fetta della popolazione mondiale che si aggira sui 2,5 miliardi di persone. Un fenomeno sempre più diffuso. Rappresenta un segno dei tempi?

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uali sono le religioni più diffuse nel mondo? Secondo i dati più recenti quella cristiana e quella musulmana. Ma tra le due c'è anche una antireligione rappresentata da 2,5 miliardi di persone (più, cioè, dei musulmani e quasi quanto i cristiani) non organizzate, che individualmente rifiutano di credere nel Dio proposto dalle religioni organizzate. In genere sono definiti atei (dal greco «senza Dio»), ma tra di loro ci sono molte differenze, tanto che nel «Global Index of religiosity and atheism» della Gallup International Association rientrano atei veri e propri, ma anche i non religiosi. Tra i primi ci sono epicurei, edonisti, neopagani, scettici, semantici (quelli che sostengono che è senza senso ogni discorso su Dio). E perfino pseudoatei, quelli che rifiutano di credere in Dio solo perché appare loro come un modo troppo semplice di sfuggire alle proprie responsabilità nel mondo. SOPRATTUTTO AGNOSTICI La maggior parte degli atei è composta da agnostici, cioè persone che non escludono pregiudizialmente la presenza di un dio, ma non vedono prove della sua esistenza. E sospendono il giudizio, rifiutandosi di credere solo per fede nel Dio proposto dalla Chiesa. Negli

Francis Bacon Democrito

«un'ondata di laicismo» che rischia di divenire il principale problema nei rapporti con i Paesi musulmani, dove ancora prevale il rispetto del sacro. Ma chi sono gli atei? E che cosa pensano?

Epicuro ultimi anni questa non-religione ha conquistato spazio e iniziativa. Soprattutto nei Paesi europei dove, secondo Benedetto XVI, è in corso 3

SE L'ALDILÀ NON C'È L'ateismo ha radici antiche. Può essere considerata laica per esempio l'epopea di Gilgamesh (circa 4 mila anni fa). Anche se la vicenda cita gli dei, il testo avverte: ciò che conta non è sopravvivere dopo la morte, ma l'esperienza umana. Anche in Egitto non mancavano gli scettici: «Nessuno ha mai visto tornare una persona dall'aldilà, la vita dopo la morte non esiste» è scritto sulla lapide di un antico egizio. Ma è stato il mondo greco a formare le basi dell'ateismo. Già i filo-


La morale laica

Negli ultimi anni questa «non religione» ha conquistato spazio e consensi in particolare nei Paesi industrializzati europei. Secondo Benedetto XVI, è in corso «un'ondata di laicismo» che rischia di divenire il principale problema nei rapporti con i Paesi musulmani, dove prevale ancora il rispetto del sacro. Ma per molti è ormai una sorta di dilagante vacuità di pensiero che come nella teoria dell'evoluzionismo si impone vantandosi di essere superiore, come se fosse una «scienza» i cui parametri sono «legge». Non a caso, ad esempio, il fenomeno delle «pari opportunità» nel campo sessuale si è imposta, secondo noi, oltre i limiti. Così una minoranza, nell’Europa occidentale e nel Nordamerica, è riuscita ad avere la piena equiparazione dei diritti come il matrimonio tradizionale e famiglia eterosessuale. Questo successo politico è stato così determinante e completo, che gli omosessuali, non solo godono della stessa libertà e uguaglianza di fronte alla legge, ma sono visti come completamente normali anche dall’opinione pubblica. Chi, confrontandosi con queste problematiche, si orienta secondo la Bibbia, vede in questo «clima» ridursi lo spazio di gioco che richiede la società odierna. Dio come creatore e sostenitore della vita, conosce fondamentalmente solo il matrimonio tra uomo e donna. La posizione della famiglia e dei suoi diritti, descritti largamente nella Bibbia, vale inviolabilmente per tutti i tempi e le culture. Come cristiani facciamo bene a non attenerci alle mode e tenere fermi a ciò che ci dice Dio, attraverso la sua Parola. Lui garantisce a noi umani una vita piena, se la viviamo secondo il suo buon ordine, così come lo leggiamo nella Bibbia.

sofi naturalisti greci (VII e VI sec. a.C.), considerati i fondatori della filosofia, proponevano una «visione atea»: spiegavano i fenomeni della natura non con i capricci degli dei ma con principi naturali, come l'aria, l'acqua e il fuoco. Poco dopo, Leucippo e Democrito (V sec. a.C.) individuarono le fondamenta dell'universo nel caso, che regola l'incontro tra atomi e quindi la nascita della realtà.

Per Epicuro (346-270 a.C.) anche l'anima è formata da atomi. E finisce, come il corpo. Gli atomi avrebbero originato solo in modo casuale cose ed esseri viventi. Insomma, nessuna creazione divina, né divina provvidenza. «Gli dei, se ci sono» suggerisce Epicuro «non si interessano di noi». E nella politeista India antica, il maestro Ajita Kesa-Kambali (VI sec. a.C.), sorrideva di fronte all'idea della reincarnazione, che giustificava le caste. Scrisse perciò una «Dimostrazione dell'inesistenza dell'anima».

François-Marie Arouet detto Voltaire

Ludwig Feuerbach

Secondo Remo Bodei, filosofo e docente all'UCLA di Los Angeles, «l'ateismo all'inizio non escluse l'esistenza del divino, ma evidenziò che questo è totalmente ininfluente, che i comportamenti corretti non derivano dal premio o dalla punizione divina, ma dal fatto che sono giusti per l'uomo». DIO È UN MISTERO Il primo ateo integrale (che non ammetteva cioè un ruolo di Dio neppure nella creazione) fu paradossalmente un prete, Jean Meslier (1664-1729). Voltaire, il padre dell'Illuminismo, nel 1762 ne rese noto il testamento. Meslier era in segreto un discepolo di Epicuro: «Non c'è alcun bene da sperare e nessun male da temere dopo la morte» scriveva. «Traete dunque saggiamente profitto del tempo vivendo bene e godendo sobriamente, pacificamente, gioiosamente, se potete, dei beni della vita e dei frutti del lavoro». L'attacco più deciso a Dio arrivò 4

Arthur Schopenhauer

Karl Marx


per farne a meno basta eliminare lo sfruttamento e la sofferenza nella società. A quel punto la religione (considerata «l'oppio dei popoli», cioè un modo per tenerli tranquilli), non avrebbe più ragione di esistere.

Giacomo Leopardi

però dagli illuministi francesi, in particolare dal barone Paul Heinrich d'Holbach (1723-1789) nella cui casa si riunivano i collaboratori dell'Enciclopedia. Per il barone, le leggi della materia non derivano da un intervento divino, ma dipendono dalla necessità delle cose di regolarsi tra loro, così come la successione delle stagioni è regolata dalla rotazione della Terra intorno al Sole. «La natura, voi dite» scriveva rivolgendosi alla Chiesa «è inesplicabile senza Dio. Per spiegare ciò che capite ben poco avete bisogno di una causa che non capite affatto».

Ma fu soprattutto nell'800 e nel '900 che, grazie anche agli scienziati, si diffuse l'ateismo. Il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer (1788-1860) negò, vista l'infelicità e il male che dilagavano nel mondo, non tanto l'esistenza di Dio, quanto la sua provvidenza e bontà. Poi Ludwig Feuerbach (18041872) sostenne che la religione non è altro che la sintesi delle aspirazioni dell'uomo, dotato per natura di saggezza, volontà, giustizia e amore. Un altro filosofo tedesco, Karl Marx (1818-1883), fondatore del comunismo, aggiunse che se lo scopo della religione è consolarsi,

O INUTILE O MORTO Nel secolo scorso, infine, mentre l'ateo Sigmund Freud (1856-1939) studiava l'inconscio e sosteneva che liberarsi dall'ossessione di Dio significa emanciparsi verso un'umanità adulta e consapevole, il filosofo Friedrich Nietzsche (1844-1900) decretava che «Dio è morto» e l'uomo deve trovare da sé nuovi valori. Altri filosofi, chiamati esistenzialisti e non lontani dal pessimismo del poeta (e ateo) Giacomo Leopardi (1798-1837), come lo scrittore francese Albert Camus (19131960) e il filosofo francese JeanPaul Sartre (1905-1980), hanno sostenuto l'assurdità del mondo, invitando l'uomo a crearsi da solo, con una vita piena, un significato contro il nulla. Nel frattempo, la scienza aveva posto le basi per una comprensione del mondo che fa a meno, in gran parte, di Dio. La teoria dell'evoluzione per selezione naturale di Charles Darwin (1809-1882) fornisce una spiegazione di come la vita abbia potuto evolversi dalle forme più primitive fino all'uomo. Oggi alcuni fisici, come Stephen Hawking, sono certi che si possa arrivare presto a una «teoria del tutto» che ci porterebbe a una comprensione completa della logica e delle leggi del cosmo. Questo non esclude l'esistenza di Dio, ma sembra essere un ritorno a una vecchia teoria, chiamata deismo, diffusa nel '600 per opera soprattutto del filosofo inglese Francis Bacon (1561-1626), che vedeva Dio come un orologiaio: costruisce il cosmo, lo fa avviare e poi lo lascia funzionare.

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Charles Darwin

Sigmund Freud Jean-Paul Sartre

Daniel Dennet


ALLEATI PER IL BENE? Contro le religioni si schierano oggi i cosiddetti nuovi atei, corrente di pensiero presente soprattutto nei Paesi anglosassoni. Filosofi come Daniel Dennett e scienziati come Richard Dawkins si scagliano contro la presenza stessa della religione nella nostra società, denunciando l'indottrinamento dei piccoli e la perpetuazione di modelli ideologici arcaici e discriminatori; l'evoluzionista inglese Richard Dawkins ha definito la religione «la radice di tutti i mali». Avvalendosi dell'approccio scientifico, i nuovi atei affermano che le religioni non hanno l'esclusiva sulla morale o sulla determinazione del senso dell'esistenza. Sostengono così che lo studio dell'evoluzione umana può spiegare l'origine della morale. Forse però, senza scontri o contrasti, è possibile perfino un'alleanza tra atei e credenti. In fondo, dice Bodei «solo la fede nelle proprie possibilità, non importa se religiosa o no, può salvare l'uomo in questa vita». Lo storico francese Georges Minois arriva a dire che «l'ateismo e la fede religiosa hanno qualcosa in comune: portano a pensare globalmente il mondo, cosa necessaria per ridurre la sofferenza». Anche perché, come spiega il filosofo Giulio Giorello, la solidarietà è il valore fondamentale: «Non implica un principio divino e nemmeno lo esclude. È disposta ad aprirsi ai membri di qualsiasi Chiesa. Purché s'impegnino al rispetto delle differenze, nella pratica prima ancora che nella teoria». Tratto dal numero speciale di Focus Extra dedicato alle religioni. Scritto da Franco Capone e Marco Ferrari

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Per chi non è addetto ai lavori i nomi di Stephen Hawking e Richard Dawkins risuonano sconosciuti. Non così nel mondo della scienza e della filosofia dove si sono imposti per i loro studi sull'astrofisica e sulla biologia. Solo in questo senso va la nostra ammirazione, ma non per il loro modo di considerare Dio. Ecco alcuni dei loro pensieri!

Stephen Hawking Stephen William Hawking (Oxford, 1942): fisico, matematico, cosmologo e astrofisico britannico, fra i più importanti e conosciuti del mondo, noto soprattutto per i suoi studi sui «buchi neri» e l'origine dell'universo. Hawking si dichiara ateo, ma in passato ha manifestato interesse per una visione panteista e non trascendente, come quella di Albert Einstein, o una sorta di deismo. «Poiché esiste la legge di gravità, l'universo può crearsi e si crea dal nulla. La creazione spontanea è il motivo per cui c'è qualcosa anziché nulla, per cui l'universo esiste, per cui noi esistiamo! Non è necessario invocare Dio... » (Stephen Hawking e Leonard Mlodinow, The Grand Design, 2010). In un articolo del 2011, sostiene che Dio non può conciliarsi con la scienza, e non è correlato col nostro mondo. Nello stesso articolo si dichiara agnostico, anche se la sua posizione è specificamente ignostica, cioè non ritiene né utile né possibile un'affermazione sull'esistenza di Dio, la quale resta solo una verità di fede. Hawking, nonostante non sia un credente, è membro della Pontificia accademia delle scienze. Hawking ritiene che non c'è bisogno di un Creatore per creare le leggi fisiche, in quanto semplicemente esistono intrinsecamente alla materia/energia (che altrimenti potrebbe non esistere). Inoltre afferma che, probabilmente (anche se non ci sono prove né a favore né contro), seguendo la mentalità scientifica, non esiste l'aldilà, manifestando un'opinione razionalista.

Richard Dawkins Clinton Richard Dawkins (Nairobi, 1941): etologo, biologo e divulgatore scientifico britannico. Dawkins è dichiaratamente ateo, inventore della «teoria dei memi» (geni culturali non biologici) che può spiegare il fenomeno della religione e di alcune caratteristiche comuni in molte religioni, quale l'idea che i non credenti saranno puniti. Nel libro L'illusione di Dio propone numerose ipotesi evoluzionistiche che potrebbero aver portato alle credenze religiose; una delle ipotesi più acclarate è quella che vede la religione come un prodotto indiretto di un maggior sviluppo cognitivo. Per Dawkins non è corretto pensare ad una zona cerebrale creata ad hoc per ospitare «Dio». In sostanza il rifiuto della coscienza attraverso la quale Dio «parla» all'uomo. Dawkins afferma, quindi, che il suo ateismo è la logica estensione della sua comprensione dell'evoluzione e che la religione è incompatibile con la scienza. Nel libro L'Orologiaio Cieco (1986), Dawkins afferma: «Un ateo prima di Darwin avrebbe potuto dire, seguendo Hume: Io non ho alcuna spiegazione per il complesso disegno biologico. Tutto ciò che so è che Dio non è una buona spiegazione, cosicché dobbiamo attendere e sperare che qualcuno ne trovi una migliore. Io non posso fare a meno di pensare che una tale posizione, per quanto logicamente sana, non potesse essere soddisfacente e che, per quanto l'ateismo possa essere stato logicamente sostenibile prima di Darwin, soltanto Darwin abbia creato la possibilità di adottare un punto di vista ateo con piena soddisfazione intellettuale».

Annotazioni tratte da Wikipedia dalla voce «Concezione religiosa» dei rispettivi nomi

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I PRINCIPALI TERMINI DEL CONTRADDITORIO! SELEZIONE NATURALE

Alla domanda «Come è avvenuta l'evoluzione?», l'evoluzionista attento risponde: «Attraverso mutazioni messe in evidenza dalla selezione naturale». Le mutazioni, però, sono più difficili da spiegare e immaginare, allora va a finire che si tende a semplificare ed a rispondere: «Attraverso la selezione naturale», senza rendersi conto della contraddizione implicita nella frase: selezionare, infatti, significa diminuire la variabilità presente in un gruppo, mentre l'evoluzione dovrebbe dimostrarne l'aumento. L'aumento della variabilità viene attribuito alle Mutazioni, ma nella voce corrispondente abbiamo messo in evidenza che, sul piano della Macroevoluzione, esse non hanno prodotto nulla: se perciò la selezione naturale opera su una variabilità nulla, non mette in evidenza alcunché. Darwin usò molto l'argomento della selezione e su ciò rimandiamo alla voce Darwin e «L'origine delle Specie»; qui ci limitiamo ad osservare che su questo argomento sono molto diffuse due scorrettezze: 1) la prima è quella di esporre l'argomento della selezione naturale portando esempi tratti dalla selezione artificiale: negli animali domestici abbonda la variabilità perché ci pensa l'uomo a far sopravvivere i soggetti che deviano dalla norma, mentre nelle specie selvatiche i devianti tendono a soccombere e perciò si riscontra una grande uniformità. 2) la seconda scorrettezza è quella di cercare di dimostrare la Macroevoluzione portando esempi di Microevoluzione: due fenomeni nettamente distinti.

SISTEMA CREAZIONISTA

È un sistema coordinato che si basa su presupposti diversi da quelli del sistema evoluzionista, al quale si contrappone. Il principio di partenza è che, al di sopra e al di fuori del creato, c'è un Dio dotato di personalità (cioè che vede, parla, decide) e onnipotente al punto che non ha plasmato la materia e nemmeno ha messo ordine nel caos primordiale, ma ha creato tutto dal nulla (ExNihilo), operando per mezzo della sola parola (Genesi 1; Ebrei 11:3; 2 Pietro 3:5ss). Materia e atomi, perciò, sono così perché Dio li ha voluti tali «nel principio» (Genesi 1:1).

Continua l'elenco sulle principali voci del mondo evoluzionista e creazionista. Ringraziamo il Prof. Ferdinando De Angelis che ci ha autorizzato il riporto di alcuni termini.

Anche la varietà degli esseri viventi non è stata causata da uno sviluppo, ma è stata una scelta iniziale del Creatore, adoperatosi non affinché da una specie se ne originassero altre, ma perché ciascuna si riproducesse «secondo la propria specie» e per mezzo di un proprio «seme» che ha «in sé» (Genesi 1:11 ss). La presenza di Dio al di fuori e al di sopra del creato ha prodotto una discontinuità all'inizio, poi altre in seguito, per esempio alla cosiddetta caduta dell'uomo (Genesi 3) e al Diluvio universale (Genesi 6-9). Nei Vangeli, in fondo, Gesù si caratterizza proprio per la sua capacità di creare discontinuità (sanando i malati, risuscitando i morti, moltiplicandi i pani, comandando perfino ai venti) e i cristiani vivono nell'attesa della discontinuità finale annunciata, quando Gesù tornerà e smentirà l'umana convinzione che «tutte le cose continuano come dal principio della creazione» (2 Pietro 3:4). Che senso ha, allora, cercare di far combaciare singole parti del sistema creazionista con singole parti del Sistema Evoluzionista?

SISTEMA EVOLUZIONISTA

Diamo questa definizione ad un insieme di teorie che sono basate sugli stessi principi e che sono in genere collegate fra loro. C'è, come retroterra più o meno esplicito, l'idea che le leggi della fisica siano immutabili e la materia indistruttibile, concetti tipici del Panteismo. La materia, in qualche modo eterna, si sarebbe a un certo punto addensata in un ristrettissimo spazio, non più grande di un pisello, per poi esplodere (teoria del Big Bang) e dare origine ai vari tipi di atomi presenti nell'universo. Questi atomi, semplicemente obbedendo alle loro intrinseche leggi e in circostanze particolarmente fortunate, avrebbero dato luogo al primo essere vivente unicellulare (Abiogenesi), dal quale si sarebbero poi sviluppate le varie specie fossili e viventi (Evoluzionismo). Il modo che avrebbe permesso il dispiegarsi della varietà degli esseri viventi è quello indicato da Darwin (Darwinismo), cioè la capacità intrinseca di variazione, seguita dalla selezione naturale. Queste teorie hanno in comune quanto segue: 1) non richiedono l'esistenza di Dio che, se anche ci fosse, non interverrebbe nel processo; 2) tutto si svolgerebbe secondo il principio di continuità, nel senso che il processo è portato avanti da leggi costanti che non subiscono l'azione di forze esterne; 3) supponendo esclusivamente forze materiali, si può parlare anche di materialismo. Tutto ciò porta a pensare che l'uomo è essenzialmente materia e, in fondo, è solo un animale evolutosi per ultimo. Si contrappone al Sistema Creazionista.

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STATISTICAMENTE POSSIBILE

La questione è cruciale, perché questo concetto è al centro delle argomentazioni degli evoluzionisti; ce ne siamo però occupati nel cap. 4, al quale rimandiamo, facendo qui solo un esempio di come il possibile può essere incredibile. Se chiediamo ad uno straniero, appena arrivato in Italia, di ripeterci per ordine i numeri telefonici di una pagina a caso dell'elenco di Roma, già se indovina il primo numero è difficile pensare al caso; se poi ripete correttamente i primi dieci, nessuno continuerebbe a pensarci, ma lo strano fenomeno verrebbe attribuito ad un trucco o alla magia o al miracolo. Invece è come se gli evoluzionisti continuassero ad invocare il caso anche se quella persona indovinasse centomila numeri di seguito, perché sarebbe sempre statisticamente possibile: un'espressione di comodo che trasforma per incanto l'incredibile in possibile ed il possibile in una certezza: così l'incredibile diventa certo. Invocando per di più la razionalità e la Scienza. Molti evoluzionisti dichiarano di non credere nei miracoli, ma poi sono costretti a supporli sotto altri nomi ed a rifilarceli in modi nascosti.

TEOCRAZIE E «UMANOCRAZIE»

I creazionisti americani sono non di rado accusati di volere una teocrazia, una parola il cui significato è chiaro (governo di Dio), ma il cui uso è in genere improprio. Il regime teocratico più citato è quello dell'Iran (Persia) ma lì, c'è da chiedersi, è veramente Dio a governare? Sì, se l'ultimo grande profeta è stato Maometto e non Gesù; sì, se ha ragione il ramo sciita dell'islam e non il ramo sunnita; sì, se... Si potrebbe continuare a lungo, ma ci vuole poco per rendersi conto che le cosiddette teocrazie sono spesso delle clericocrazie, cioè un governo del clero, che giustifica la propria intransigenza esercitandola in nome di Dio. Sono umanocrazie, insomma, cioè una delle comuni forme umane di governo ed a chiamarle teocrazie credo si faccia un abuso del nome di Dio, riconoscendo implicitamente quegli abusi di autorità. Quello iraniano, per esempio, si dovrebbe più correttamente definire un regime degli ayatollah, i quali rappresentano i vertici della gerarchia religiosa e determinano le scelte politiche di fondo. Altre cosiddette teocrazie sono meno legate ad una casta sacerdotale e sono principalmente dovute alla mancata separazione fra religione e Stato, come succede nella maggior parte del mondo musulmano. In questo caso si dovrebbe parlare di coranocrazia, perché la vita politica viene regolata sul Corano,


applicato letteralmente e considerato non un prodotto storico, ma una rivelazione di Dio indipendente dal tempo e dallo spazio, perciò valido in ogni tempo e in ogni luogo. Molte autorità politiche, infine, tendono ad attribuirsi prerogative divine, come gli imperatori romani ed i molti che in tempi moderni hanno incoraggiato il cosiddetto «culto della personalità» (Hitler, Stalin, Saddam... ). Dato che i creazionisti americani appoggiano perlopiù la cosiddetta «destra religiosa», sembra evidente che possano essere accusati anche loro di teocrazia, ma rispetto a quanto visto sopra, ci sono più contrapposizioni che somiglianze. Prima di tutto, le Chiese americane sono molto frammentate: del solo orientamento battista ci sono centinaia di organizzazioni distinte. Inoltre, le Chiese possono essere collocate in tutto l'arco politico, comunque il voto non è pilotato e ciascuno lo esprime con libertà, anche perché la struttura delle Chiese americane è essenzialmente democratica; anzi, sono state proprio le Chiese a fornire il modello per le istituzioni democratiche della società civile. Certo, alcuni politici americani possono arrivare ad affermare che, nella loro azione politica, si sentono ispirati dalla Bibbia e da Dio, ma prima di mettere in atto i loro programmi aspettano sempre di aver vinto le elezioni! E il sistema politico americano è appositamente studiato per evitare un'eccessiva concentrazione di potere: Presidente, Congresso e sistema giudiziario, infatti, si controllano e si limitano a vicenda (Il Congresso costrinse il Presidente Nixon a dimettersi, Clinton ha dovuto raccontare ad un giudice le sue imbarazzanti vicende con una giovane). È evidente che chi crede nel Dio biblico crede anche che egli governi il mondo; in questo caso, però, la teocrazia riguarda tutto e tutti. Per far meglio capire quanto sia scorretto associare la teocrazia puritana a quella di Bin Laden, facciamo due esempi. Il colonialismo inglese si è basato sulla legittimazione delle autorità locali, incoraggiandone l'istruzione e preparandole ad assumersi sempre maggiori responsabilità: insomma, dato che Dio governava il mondo, allora era arrivato in India prima di loro! Su tale linea era anche il britannico Livingstone, grande missionario-esploratore dell'Africa; quando entrava in un villaggio e gli chiedevano di visitare un malato, portava con sé «l'autorità medica» di quel villaggio, cioè lo stregone, operando col suo consenso e istruendolo. Sarebbe in un certo senso corretto, perciò, definire come teocratiche le correnti puritane, ma quando si sa che chi ascolta poi equivoca, bisognerebbe evitare anche il giusto uso delle parole, che possono anche partire dalla bocca come verità, ma che arrivano all'altro come menzogna (a meno che non si voglia proprio giocare sull'equivoco). Per concludere, l'accusa di teocrazia rivolta ai creazionisti americani tende a metterli sullo stesso piano dei kamikaze islamici: è un modo per delegittimarli con una menzogna sostanziale, se non formale. Un'altra accusa simile è quella di Fondamentalismo Evangelico, voce alla quale si rimanda per approfondire il discorso.

TRASFORMISMO

Ritiene che le specie, nel riprodursi, siano in grado di trasformarsi indefinitamente, arrivando col passare del tempo a generare specie completamente diverse. In pratica, è la stessa concezione che ha poi preso il nome di Evoluzionismo e che era associata alla Generazione Spontanea. Si contrappone al Creazionismo in generale e al Fissismo in particolare. È stata combattuta a suo tempo dal Creazionismo Storico.

VISIONI DEL MONDO

Quando in Italia si prendono le difese di Darwin, lo si fa spesso nella cornice di una visione del mondo che non è facile da definire, ma che manifesta chiari influssi di Scientismo (la scienza come unico e completo strumento di conoscenza e di progresso). Anche i creazionisti, quando criticano l'Evoluzionismo, lo fanno nel contesto di una visione del mondo, in questo caso ricollegantesi alla Bibbia (ciò evidentemente non vale per il recente movimento del Progetto Intelligente, i cui aderenti hanno posizioni religiose e culturali molto variegate). Insomma, avviene in genere che il confronto non è solo fra due tesi scientifiche, ma fra due sistemi «a cerchi concentrici», riguardanti non solo le questioni scientifiche (v. Sistema Evoluzionista e Sistema Creazionista), ma anche quelle culturali, storiche, filosofiche e religiose. Succede così che si salti continuamente da un livello all'altro, mescolando i dati scientifici con Galilei e l'Inquisizione, o col comunismo e la perversione morale; citando il Fondamentalismo Evangelico e la Teocrazia, o il relativismo e il razionalismo; il tono della voce tende irrimediabilmente ad alzarsi e va spesso a finire che i contendenti si voltano le spalle, invocando l'uno il giudizio della Storia e l'altro quello di Dio. Nel cercare un linguaggio comune, perciò, non ci si può limitare alle sole questioni scientifiche, ma è necessario introdurci anche in alcune problematiche storico-culturali. Essendo però le questioni molto ampie e complesse, andrebbero oltre gli scopi di questo Dizionario.

Con queste ultime voci termina il «Dizionarietto». Ringraziamo sentitamente il prof. Ferdinando De Angelis per la gentilezza accordataci augurandoci di avere ancora la sua preziosa collaborazione.

LEGGERE FA CRESCERE! 8

COSTUMI & SOCIETÀ

Sdoganata la parola Patria? Nelle scorse settimane il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha riproposto all'attenzione di molti un termine antico ormai in disuso, è cioè quello della «Patria». Non è nostro compito entrare nel merito del contesto in cui è stato inserito il vocabolo, ma certamente fa piacere risentire questo termine, soprattutto a quei «cristiani» che hanno posto la loro fiducia nel Signore. Specie dopo il Sessantotto aveva preso il sopravvento una visione cosmopolita e pacifista e così la «patria» non era più di moda soprattutto per l'ala laica delle persone. A difenderla, pertanto, era subentrata l'altra «ala» ma, sinceramente, non aveva suscitato entusiasmi e così aveva abbondonato la retorica. Per il cristiano la comprensione del termine è tutt'altro! Ci piace ricordare un inno (il 371 della raccolta di inni cristiani «Canti di Lode», Edizione ADV) in cui si ricorda che «siamo stranieri in questa terra, perché la patria sta nel ciel!» Certo è che dobbiamo appoggiare i nostri piedi su questa Terra... ma ogni tanto è bello pensare e sognare di andare oltre le nubi e le preoccupazioni che ci circondano! «Non temere, anima mia, sta la mia patria nel ciel».


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COME RIATTIVARE IL GENE SENTINELLA CHE BLOCCA I TUMORI DEL SANGUE La scoperta di un team del San Raffaele e di Harvard. Una concreta speranza per una lotta più serrata al male del secolo: alla fine la medicina raggiungerà l'obiettivo!

N ei tumori esistono meccanismi che disattivano le difese

dell'organismo, altrimenti in grado di uccidere le cellule malate, e permettono loro di agire indisturbati. In particolare, quelli del sangue disattivano un gene sentinella che riconosce le cellule del tumore e ne attiva il suicidio. Studiando questo meccanismo un'equipe di ricercatori del San Raffaele di Milano e della Bostoniana Harvard Medicai School ha scoperto la proteina responsabile del blocco del gene. E, ancora meglio, dimostrato che se si inattiva la proteina il gene riparte nella sua azione di guardiano antitumore. Ricostruito il puzzle, la strada è aperta ad una nuova cura potenzialmente in grado di far suicidare solo le cellule del tumore e che, comunque, dovrebbe ridurre i pesanti effetti tossici collaterali della chemioterapia accelerandone l'azione. Il lavoro è pubblicato da Nature Medicine e vede come prima firma l'italiana Francesca Cottini, medico e ricercatrice sia a Boston sia al San Raffaele. Già nota per aver individuato il meccanismo che il mieloma (altro tumore del sangue) utilizza per evitare la morte cellulare e continuare a proliferare indisturbato. Una scoperta tira l'altra e alla fine la medicina raggiungerà l'obiettivo di sconfiggere (o addirittura bloccare sul nascere) il male finora più «astuto» e più temuto (tanto che si evita di pronunciarlo): il cancro. Per ora è nel campo del sangue (leucemie, mielomi, linfomi) che si co-

Francesca Cottini, medico-scienziata tra Milano e Boston.

minciano a inquadrare geni e proteine il cui gioco manda in tilt sistemi di difesa di per sé impenetrabili. Un gioco di spie e servizi segreti in cui le cellule tumorali eccellono, a tutto discapito delle cellule sane che invece si fanno facilmente «truffare». La ricerca scientifica è impegnata proprio nello smascherare la truffacancro e, in parallelo, addestrare le difese a non cadere negli imbrogli. Tornando alla scoperta, da brevetto Italia-Usa, lo studio è stato finanziato dall'Associazione italiana ricerca cancro (Aire) e dalla Fondazione Cariplo. A coordinare l'equipe sono stati Giovanni Tonon, capo dell'Unità di Genomica funzionale del cancro del San Raffaele, e Kenneth Anderson, del Department of medical oncology alla Harvard Medical School. Qualche sigla: il gene sentinella si chiama Yap1 (un gene oncosoppressore il cui compito è riconoscere le cellule impazzite per attivarne l'apoptosi, o suicidio), la proteina che 9

«spegne» Yap1 si chiama Stk4. Se la si disattiva, il gene riprende a funzionare. Tonon è ottimista: «C'è la possibilità di mettere a punto cure che possono, fermando Stk4, riattivare il ruolo fondamentale del gene sentinella che induce la morte delle cellule dei tumori del sangue». Aggiunge Francesca Cottini: «Il sogno di ogni medico è dare un contributo scientifico che possa migliorare le aspettative e la qualità di vita dei pazienti. In questi anni ho studiato e identificato un meccanismo molecolare che il mieloma utilizza per evitare la morte cellulare e continuare a proliferare nonostante la presenza di danni al Dna. Poi, con sorpresa, abbiamo visto che questo meccanismo è in uso in molte patologie proliferative del sangue». Meccanismi analoghi esistono sicuramente anche nei tumori cosiddetti solidi. La via è aperta: è caccia ai vari «talloni d'Achille» del cancro, quelli che il male per primi disinnesca. E la scienza ha ora il compito di scoprire come non farli disinnescare, oppure come reinnescarli. Mario Pappagallo

Corriere della Sera del 14.05.2014

AISO porge alla dottoressa Cottini i migliori auguri nel raggiungere l'obiettivo!


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L'apparato digerente, una struttura altamente progettata

L'apparato digerente ha una funzione molto precisa e specifica che è quella di degradare i nutrienti assunti col cibo, degradarli ed infine assorbirli in tutte le cellule per la loro utilizzazione. La digestione inizia addirittura dalla bocca dove i carboidrati composti che sono gli amidi, vengono degradati in composti più semplici, i disaccaridi dalla ptialina, un enzima presente nella saliva e secreto dalle ghiandole salivari. Attraverso l'esofago il cibo giunge allo stomaco e qui avviene soprattutto la degradazione delle proteine in polipeptidi più semplici ad opera di un enzima secreto dalle cellule parietali gastriche chiamato pepsina. Questo enzima però viene secreto sotto forma di pepsinogeno che è una forma inattiva della pepsina. Se la pepsina fosse secreta in forma attiva degraderebbe con la sua funzione proteolitica tutte le strutture proteiche della cellula distruggendola. È quindi necessario che venga secreta inattiva. La forma inattiva contiene una coda all'estremità c-terminale di circa 40 aminoacidi. La secrezione da parte dello stomaco dell'acido cloridrico ad opera di specifiche pompe protoniche determina la scissione di questi 40 aminoacidi dalla molecola di pepsinogeno che diventa così pepsina attiva. La pepsina attiva a sua volta è capace di agire sul pepsinogeno ulteriormente secreta e scinderne i 40 aminoacidi facendo diventare il

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pepsinogeno pepsina attiva. Si ha quindi una vera e propria azione a cascata. Nella carne ingerita è inoltre presente la vitamina B12, la cianocobalamina che funziona come coenzima di vari enzimi che sintetizzano gli acidi nucleici presenti nel DNA. La sua carenza provoca una grave anemia chiamata anemia perniciosa per la difficoltà alla produzione dei globuli rossi normali. Ebbene lo stomaco attraverso le sue cellule mucose secernono il cosiddetto fattore intrinseco che è una glicoproteina, cioè una proteina con gruppi glucidici al suo interno. Succede questo: la vitamina B12 presente nelle proteine della carne viene staccata dalla pepsina e dall'acido gastrico dal suo substrato, passa nel duodeno e si combina col fattore intrinseco; questo complesso non è attaccato dagli enzimi intestinali e passa indenne in tutto l'intestino sino alla sua parte terminale detta ileo; qui trova uno specifico recettore presente nelle cellule a spazzola dell'intestino, viene internalizzato all'interno della cellula; quivi si libera del fattore intrinseco, esce dalla cellula, entra nel circolo sanguigno e si combina con un'altra proteina di trasporto per arrivare poi al fegato attraverso il circolo della vena porta dove svolgerà la sua azione antianemica. In conclusione di questa descrizione devo dire che è estremamente evidente che tutti questi passaggi della vitamina B12 sono funzionalmente integrati ed irriducibilmente complessi; se manca un passaggio, una proteina, un ricettore il tutto non può avvenire e i globuli rossi non possono essere costruiti bene per la mancanza della vitamina B12. Ma proseguiamo oltre; il cibo parzialmente digerito dallo stomaco passa nell'intestino dove avviene prima di tutto un'ulteriore digestione delle proteine che vengono degradate ai suoi elementi fondamentali, gli aminoacidi. Questa degradazione è opera di un enzima pancreatico, la tripsina che sotto forma inattiva, il tripsinogeno viene secreto e riversato nel lume intestinale dal pancreas. L'intestino secerne un enzima l'en10

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terochinasi che agisce staccando dal tripsinogeno vari aminoacidi che la rendono inattiva. Una volta staccati questi aminoacidi il tripsinogeno si trasforma in tripsina attiva che digerisce le proteine . È ovvia la grande importanza che la tripsina sia secreta inattiva; se non fosse così l'enzima distruggerebbe le strutture proteiche presenti nelle cellule che la secernano. È chiaro ed evidente che l'enterochinasi, il tripsinogeno e la tripsina devono essere sorti contemporaneamente, altrimenti ci sarebbe stata la distruzione delle cellule. Altro che mutazioni casuali a piccoli passi! E passiamo adesso alla digestione dei grassi, i così detti trigliceridi: essi sono formati dall'unione di parecchi acidi grassi tra loro con la glicerina. Per la loro scissione ad acidi grassi sono deputati degli enzimi specifici chiamati lipasi secreti dal pancreas e dall'intestino. Però i trigliceridi sono idrofobici cioè respingono l'acqua; gli enzimi sono invece idrofili; per attaccare i grassi è necessario che i grassi vengano emulsionati in piccolissime goccioline chiamate micelle; per fare questo il fegato secerne la bile che contiene i sali biliari, che a loro volta emulsionano i grassi, li riducono in piccolissime particelle che possono essere attaccate dalle lipasi.

Lo stomaco

Lo stomaco è un autentico «mixer» degli alimenti: la sua poderosa muscolatura sviluppa un'eccezionale attività contrattile che impasta il cibo e lo frammenta in modo che ogni particella venga a contatto con il succo acido prodotto da specifiche cellule della sua mucosa. Qui sotto, una sezione di mucosa gastrica al microscopio.


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Inoltre i carboidrati complessi che arrivano nell'intestino sono attaccati da altri specifici enzimi chiamati amilasi che li degradano a glucosio, pronto così ad essere assorbito. Ora una breve descrizione dell'assorbimento intestinale. Se si tocca la parete interna dell'intestino tenue essa appare come vellutata; infatti in essa sono presenti delle sporgenze della mucosa chiamati villi, ce ne sono circa 20 milioni in tutto l'intestino tenue; questi villi hanno lo scopo di ampliare enormemente la superficie assorbente intestinale; senza di essi la parete interna dell'intestino avrebbe una superficie di 0,30 metri quadri, con i villi raggiunge una superficie di 200 metri quadri! Il villo è ricoperto di un unico strato di cellule chiamate enterociti il cui margine esterno rivolto all'interno dell'intestino si chiama «orletto a spazzola» perchè è dotato di molti microvilli visibili solo al microscopio deputati anch'essi ad ampliare la superficie assorbente. All'interno dell'epitelio enterocitico sono presenti i capillari venosi e arteriosi a stretto contatto dell'epitelio e al centro del villo in senso assiale è presente un vaso chilifero che trasporta la linfa. Il glucosio e gli aminoacidi vengono assorbiti con facilità secondo un gradiente o un trasporto attivo con pompe transmembrana. Invece per gli acidi grassi a media e lunga catena l'assorbimento è più complicato perchè essi sono idrofobi quindi possono passare facilmente attraverso la membrana cellulare, ma giunti dentro la cellula essi sono risintetizzati, assieme al glicerolo e ai trigliceridi i quali vengono circondati e legati con speciali proteine (chiamate apoliproproteine) che, essendo idrosolubili, fanno passare questi grossi aggregati (chilomicroni) nel circolo linfatico prima e poi sanguigno! Perché i chilomicroni devono passare attraverso il circolo linfatico? Perché essendo degli aggregati molto grossi non potrebbero circolare bene nei capillari sanguigni che sono molto stretti e si avrebbe quindi un intasamento della circolazione ematica.

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Le cellule epiteliali dei villi, gli enterociti hanno un ciclo di vita molto breve, di circa quattro giorni e vengono sostituite continuamente da cellule nuove; questo allo scopo di ottenere l'efficienza funzionale perfetta delle cellule deputate all'assorbimento dei nutrienti; inoltre esiste un altro fattore che determina questo rapido turnover ed è il meccanismo di assorbimento del ferro libero bivalente, cioè quello non legato all'emoglobina. Il ferro libero non può essere eliminato attraverso le vie urinarie; una volta assorbito viene depositato unito ad una proteina, la ferritina all'interno dell'enterocita; a seconda della necessità dell'organismo esiste una proteina specifica la HFE che regola il trasferimento del ferro dall'enterocita al circolo sanguigno (esiste una malattia genetica a L'esofago, l'area delle sensazioni del «bruciore di stomaco» b La mucosa con le sue varie pieghe c Muscolatura traversale e longitudinale d Il piloro, l'orifizio che permette il passaggio nell'intestino tenue e del cibo per un'ulteriore elaborazione f Esemplificazione dei liquidi gastrici che scorrono nella cosiddetta «strada gastrica»

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l'«emocromatosi ereditaria» in cui, a causa di una mutazione, la suddetta proteina è guasta e non è più capace di regolare il trasferimento del ferro, troppo ferro entra in circolo e si deposita in tutti i tessuti danneggiandoli gravemente). Gli enterociti morti, sfaldandosi cadono nel lume intestinale e il ferro presente viene eliminato con le feci. L'ultima parte dell'intestino (intestino crasso o colon), ha il compito di assorbire il residuo acquoso e attraverso movimenti peristaltici circolari e longitudinali fa progredire sino alla sua eliminazione i residui non assorbiti della digestione, il contenuto fecale eliminandolo all'esterno. In conclusione, da questa espo-

sizione dell'apparato digerente, appare evidente la complessità del suo funzionamento. Tutti gli elementi della struttura sono così integrati tra loro per un unico fine: quello di scindere i nutrienti complessi in elementi più semplici per poi venire assorbiti ed essere usati in tutte le cellule per sopperire alle varie funzioni biologiche. Quindi a mio avviso gli apparati digerenti non si sono evoluti gli uni dagli altri secondo il caso e la selezione naturale, ma sono stati progettati perfettamente per le esigenze dei vari organismi. Tutto in biologia è «progetto» e l'apparato digerente è una delle strutture più significative. Richard Dawkins (1941), biologo ultra darwinista, ha dichiarato che la biologia studia oggetti complessi che sembrano progettati. Ma secondo lui il progetto è solo apparente perché è la selezione naturale che agisce selezionando le mutazioni casuali dando l'apparenza di progetto. In realtà il progetto è reale perchè la selezione naturale non può essere capace di creare le straordinarie strutture funzionali integrate che noi vediamo. Nunzio Nobile Migliore

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DOPO IL DILUVIO (parte 2)

Da Patriarchi e Profeti (Edizioni ADV) di E.G.White vi proponiamo il capitolo 8 «DOPO IL DILUVIO» Seconda parte

«Le montagne, una volta così belle nella loro perfetta simmetria, erano diventate scoscese e irregolari... »

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’assetto della terra era stato così stravolto che era impossibile descriverla. Le montagne, una volta così belle nella loro perfetta simmetria, erano diventate scoscese e irregolari; molte erano addirittura scomparse senza lasciare traccia, mentre al posto di antiche pianure sorgevano ora intere catene montuose. Questi terribili sconvolgimenti apparivano più evidenti in certe zone, soprattutto dove un tempo esistevano i più ricchi depositi di oro, argento e pietre preziose. Nelle regioni disabitate, e in quelle in cui la corruzione morale era stata minore, il danno risultò meno ingente. Immense foreste vennero sepolte e formarono gli estesi strati di carbone e i vasti giacimenti di petrolio che oggi conosciamo, che spesso si incendiano e bruciano sotto la superficie terrestre. Così le rocce ardono, le pietre calcaree bruciano, il minerale ferroso fonde; l’azione dell’acqua sulla calce insieme all’enorme energia sprigionata dall’immenso calore, determina terremoti, la nascita dei vulcani e le loro potenti eruzioni. Quando il fuoco e l’acqua vengono in contatto con i minerali delle strutture rocciose, determinano esplosioni sotterranee che rimbombano con un tuono sordo. L’aria che fuoriesce in superficie, in seguito a questi fenomeni, è calda e soffocante e provoca l’eruzione vulcanica. Spesso tuttavia queste forze interne esercitano una pressione così forte da sconvolgere la crosta terrestre che si solleva e si gonfia, come le onde del mare, formando grandi voragini, tanto che a volte vengono inghiottiti villaggi e città intere, insieme alle montagne in fiamme.

Il Catinaccio (m 3.004) o «Giardino delle rose», perché al tramonto le sue rocce si «colorano» di esaltanti tinte rossastre in modo tale da offrire uno spettacolo unico al mondo. La roccia dolomitica è sorta proprio a causa dei fenomeni del Diluvio e vi si possono ancora trovare frammenti stratificati di molluschi ed altro, come a Bolca (VR). Il noto gruppo del Latemar conserva ancora la forma di un vulcano!

che il più temerario era sopraffatto dal terrore; gli scettici, e quanti avevano deriso gli avvertimenti divini, furono costretti a riconoscere l’infinito potere di Dio. Riferendosi a queste scene, gli antichi profeti dissero: «Oh, squarciassi tu pure i cieli, e scendessi! Dinanzi a te sarebbero scossi i monti. Come il fuoco accende i rami secchi, come il fuoco fa bollire l’acqua, tu faresti conoscere il tuo nome ai tuoi avversari, e le nazioni tremerebbero dinanzi a te. Quando facesti delle cose tremende che noi non aspettavamo, tu discendesti, e i monti furono scossi dinanzi a te» (Isaia 64:1-3). Panorama sulla Marmolada (m 3.342), gruppo montuoso situato fra il Trentino-Alto Adige e il Veneto, il più elevato della zona dolomitica facente parte delle Alpi che, a ben guardare un atlante geografico dell'Europa, dividono la Germania dall'Italia isolando quest'ultima da quella immensa pianura che parte dai Pirenei ed arriva sino alla lontana Siberia, interrotta solo dalla «modesta» catena degli Urali non più alti di 1.900 metri. In questo possiamo vedere una conferma del racconto di E.G. White: «... mentre al posto di antiche pianure sorgevano ora catene montuose». Se poi consideriamo che i Pirenei e le Alpi faranno da barriera al cattolicesimo imperante in Spagna ed in Italia che non potrà così dilagare ulteriormente nell'Europa settentrionale, patria della Riforma protestante, possiamo vederci ancora «un piano di Dio»!

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«L'eterno cammina nel turbine e nella tempesta, e le nuvole son la polvere dei suoi piedi. Egli sgrida il mare e lo prosciuga, dissecca tutti i fiumi... » (Nahum 1:3,4)

Manifestazioni ancora più terrificanti, mai verificatesi prima, si realizzeranno al ritorno del Cristo: «I monti tremano davanti a lui, si struggono i colli; la terra si solleva


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alla sua presenza, e il mondo con tutti i suoi abitanti. Chi può reggere davanti alla sua indignazione? Chi può sussistere sotto l’ardore della sua ira?...» (Nahum 1:5,6). «O Eterno, abbassa i tuoi cieli e scendi; tocca i monti e fa, che fumino. Fa’ guizzare il lampo e disperdi i miei nemici. Lancia le tue saette e mettili in rotta» (Salmo 144:5,6).

«Farò prodigi su nel cielo, e segni giù sulla terra; sangue, e fuoco, e vapor di fumo» (Atti 2:19). «E si fecero lampi e voci e tuoni; e ci fu un gran terremoto, tale, che da quando gli uomini son stati sulla terra, non si ebbe mai terremoto così grande e così forte... Ed ogni isola fuggì e i monti non furon più trovati. E cadde dal cielo sugli uomini una gragnuola grossa del peso di circa un talento... » (Apocalisse 16:18, 20, 21).

I fulmini lampeggeranno nel cielo, il fuoco divamperà dalla terra, le montagne bruceranno come fornaci e ne usciranno terribili torrenti di lava che sommergeranno giardini, campi, villaggi e città. La lava incandescente, precipitandosi nei fiumi, porterà l’acqua in ebollizione, scaraventando con forza le rocce in tutte le direzioni. I fiumi si prosciugheranno e la crosta terrestre sarà devastata da terremoti ed eruzioni frequenti e terribili. Così Dio distruggerà il Male sulla terra. Nonostante questi sconvolgimenti, proteggerà i suoi fedeli, proprio come protesse un tempo l’arca di Noè. Dio sarà il loro rifugio ed essi avranno fiducia nella sua protezione. «Poiché tu hai detto: O Eterno, tu sei il mio rifugio; tu hai preso l’Altissimo per il tuo asilo, male alcuno non ti coglierà...» (Salmo 91:9,10).

Dio promette: «Poich’egli ha posta in me la sua affezione, io lo libererò; lo leverò in alto, perché conosce il mio nome» (Salmo 91:14).

Continua p. numero

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DOPO IL DILUVIO? La Namibia!

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na delle regioni della Terra che senz'altro testimoniano meglio quanto scrive E.G. White circa l'aspetto del suolo dopo l'avvento del Diluvio, è la Namibia. Abbiamo avuto il piacere di ricevere una serie di fotografie da Christian Colmano, viaggiatore di professione, recatosi recentemente in quello Stato. L'impressione, anche se di fronte a delle fotografie, è oltre modo forte, e ci ha fatto impressione il racconto di quanto ha visto e potuto osservare. Il territorio della Namibia è costituito in massima parte da un vasto alAllo stesso modo l’oro, l’argento, il legno pregiato e le pietre preziose, tutte le ricchezze che prima avevano rappresentato la bellezza e il potere, l’interesse supremo degli uomini vissuti prima del Diluvio, furono seppelliti in modo che non si potessero più vedere né trovare facilmente 13

repubblicano Windhock (circa 300.000 ab.) 824.115 kmq 2.000.000 ab. (ultima stima) 2,4 ab/kmq afrikaans, inglese e tedesco (ufficiali) oltre agli idiomi locali come il bantu dominante il protestantesimo luterano (51%), cattolicesimo (17%), anglicanesimo (5%), evangelici (7%)

tipiano (altitudine media compresa tra i 1.000 e 1.500 m), anche se non mancano rilievi superiori ai 2.000 m, verso la fascia costiera che si affaccia sull'Atlantico. Ebbene questo altipiano nasconde a tutt'oggi immensi tesori, alcuni dei quali ampiamente sfruttati come rame, stagno, piombo, zinco, manganese, vanadio, cadmio, uranio, oro, argento, sale e in particolare diamanti, come d'altronde presenti anche nei Paesi limitrofi come lo Zimbabwe, il Sud Africa... Ma la particolarità dei diamanti namibiesi è che si trovano sulla superficie terrestre, a vista d'occhio (vedi fotografia pag. seguente)! Ma bisogna fare un distinguo in quanto lo sfruttamento nei decenni del colonialismo ha «portato via tutto quello che c'era da portare via»... ed è rimasto solo il territorio meridionale che tuttavia è interamente recintato sotto il controllo dell'esercito, perché lì si trovano ancora così... persino sulla riva dell'Oceano atlantico! Pericolosissimo avvicinarsi e naturalmente non è permesso a nes-


Foto dal libro «Kolmanskuppe», Hesse Verlag (2)

Cercatori di diamanti di inizio 1900.

Foto di Christian Colmano (4)

suno di oltrepassare il recinto lungo centinaia di chilometri. Ai tempi del colonialismo la raccolta, come avveniva ed avviene tuttora a mano (vedi foto bn sopra). Del tempo del colonialismo rimane la tesitmonianza del villaggio di «Kolmanskop», oggi museo all'aperto, del quale possiamo vedere l'edificio del capo delle officine (foto a fianco), e la natura del terreno. Della Namibia vogliamo tuttavia ricordare che la maggior parte della popolazione è di religione cristiana, soprattutto di dottrina luterana, dovuta al fatto che il territorio finì nel 1884 sotto l'influenza della Germania, che le diede uno status di colonia con il nome di «Africa Tedesca

del Sudovest». L'arrivo poi dei primi coloni tedeschi, negli ultimi anni dell'Ottocento e nei primi del Novecento, non fu favorevolmente accolto dalle etnie locali, ma resta il fatto che il seme del Vangelo, anche se sotto l'ottica luterana, ha dato i suoi frutti. Oggi la Namibia, in cui la presenza musulmana è dell'1% circa, è sinora l'unico Paese africano dove il tasso di criminalità non è particolarmente elevato e non presenta focolai di estremismo musulmano. Si possono vedere ancora le croci cristiane!

P.S. Recentemente anche nel sottosuolo della penisola arabica sono stati individuati depositi diamantiferi. Come dire che «piove sempre sul bagnato»! La notizia tuttavia, vista la vasta diffusione dei pozzi petroliferi, sembra, non abbia particolarmente interessato i vari sceicchi!

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Il più grande dinosauro del mondo e l'enigma del pianeta prima del Diluvio

Un contadino scopre in Argentina un cimitero di animali giganti: «Come due Tir con il rimorchio, uno dietro l'altro». I resti di un erbivoro lungo 40 metri, alto 20 e pesante 77 tonnellate

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stato appena scoperto nella Patagonia argentina e non ha ancora un nome, ma il soprannome è già pronto. È il «Big one», quello grosso. Forse il più grosso animale mai apparso sulla Terra. Un bestione alto come un palazzo di sette piani. Lungo il doppio. Pesante come quattordici elefanti africani. Riuscite a immaginarlo mentre si muoveva? E quanto doveva essere imponente il suo mondo perduto? È impossibile non sgranare gli occhi di fronte alle fotografie con il paleontologo José Ignacio Canudo sdraiato di fianco al gigantesco femore, come un Davide vicino a Golia. Si tratta con ogni probabilità di una nuova specie di ti-tanosauro, enorme erbivoro del tardo Cretaceo. L'età delle rocce in cui è stato trovato da un agricoltore suggeriscono che abbia 95-100 milioni di anni. Gli altri numeri dell'identikit, ancora provvisorio in attesa di una pubblica-

zione scientifica, sono: altezza 20 metri (con il collo sollevato); lunghezza 40 metri (dalla testa alla punta della coda); peso 77 tonnellate (stimato in base alle dimensioni delle ossa). Non è neppure un esemplare unico. Nel deserto vicino a La Flecha i paleontologi del Museo Egidio Feruglio hanno portato alla luce sette scheletri, per un totale di 150 ossa. Se la sua mole sarà confermata, il nuovo arrivato supera di sette tonnellate l'attuale detentore del record, l'Argentinosaurus, un altro sauropode della Patagonia. Le 70 tonnellate del vecchio campione, inizialmente sovrastimate fino a 100, valgono come un monito: quando ci si imbatte in un colosso si tende fatalmente a credere che sia il più grande di tutti, anche se spesso i primati sono fatti per essere infranti. Calcolare le dimensioni di un animale estinto sulla base di uno scheletro par-

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ziale è sempre un azzardo, ma in questo caso la ricchezza dei reperti sembra dalla parte dei paleontologi del predetto museo. E pensare che questa settimana la rivista Plos One aveva già annunciato un'altra specie di sauropode venuta fuori dallo scrigno della terra d'Argentina. Il fuoco mai spento della dinomania, insomma, si è riacceso. Ma cos'è questa attrazione forte e misteriosa che tanti provano verso animali scomparsi dalla faccia del pianeta molto prima che facesse capolino il primo essere umano? I bambini ne conoscono i nomi a memoria: tirannosauro, veloci-raptor, carnotauro e via continuando. Libri illustrati, giocattoli, mostre, film e cartoni sono altrettante dimostrazioni del rapporto speciale che abbiamo con queste creature, grazie all'alleanza tra scienza e immaginazione. I dinosauri stanno lì, sul confine fra kitch e ricerca di frontiera, con gli


Il femore - Il paleontologo spagnolo José Ignacio Canudo disteso di fianco al gigantesco osso del dinosauro argentino.

scienziati impegnati a misurare la potenza dei loro morsi assassini, riprodurne i vocalizzi, immaginarne la vita sessuale. Secondo la vulgata ci piacciono tanto per tre ragioni: sono grossi, feroci (non tutti) ed estinti. Ovvero sono dei mostri abbastanza pericolosi da ispirare giochi e fantasie divertenti, ma relegati in un passato talmente lontano da impedirci di avere davvero paura. Il grande paleontologo Stephen Jay Gould sosteneva che a fare la fortuna dei dinosauri è stato soprattutto un buon marketing, e non c'è dubbio che Hollywood abbia contribuito parecchio a trasformarli in un mito. È l'effetto Jurassic Park. Ma se c'è qualcuno che è riuscito a spiegare il loro fascino è Brian Switek, che dalla dinoma-nia dell'infanzia non è mai guarito, come testimonia il suo libro «Caro brontosauro». Ben prima che Richard Owen coniasse il termine «Dinosauria» nel 1842, le antiche civiltà avevano già trovato enormi fossili che erano andati ad arricchire leggende e folklore. Poi queste creature hanno continuato a simboleggiare le nostre paure e le nostre speranze. Per buona parte del ventesimo secolo i dinosauri sono stati descritti come delle corazzate senza cervello. Animali troppo massicci e inefficienti, destinati a soccombere alla competizione con concorrenti più piccoli e di-

namici, i mammiferi. Negli anni 70 e 80 è arrivato il rinascimento: le code si sono sollevate da terra, il sangue si è scaldato, abbiamo iniziato a vederli come organismi complessi e flessibili. La storia drammatica dell'asteroide che sessanta milioni di anni fa ha contribuito a spazzarli via per sempre ne ha fatto delle creature tragiche, portatrici di un avvertimento sui rischi che anche l'umanità corre. Mentre il fatto che una parte dei dinosauri sia arrivata fino a noi sotto forma di uccelli è diventata una testimonianza della forza e della resilienza della evoluzione. Parafrasando Switek, prendete il ti-tanosauro della Patagonia e in quell'antica creatura troverete la prova inconfutabile che il nostro pianeta ha una storia così profonda che fatichiamo a comprenderla, che la vita è cambiata drammaticamente nel corso del tempo, e che l'estinzione è il destino ultimo di tutte le specie. «Niente come un dinosauro incarna in modo tanto maestoso queste semplici e potenti verità della natura». Anna Meldolesi, Corriere della Sera, 18 maggio 2014

Naturalmente alcune delle affermazioni della giornalista esulano dalle nostre considerazioni «creazioniste». Dispiace che si ammetta l'evento catastrofico del «Diluvio» senza ricondurlo alla volontà divina. 16

I geologi pretendono di trovare nella terra stessa prove che ne dimostrino l’età, nelle loro teorie molto superiore a quella testimoniata dagli scritti di Mosè. Il ritrovamento di alberi pietrificati, di oggetti usati per la guerra e di ossa umane e animali, esemplari di dimensioni molto superiori a quelli attualmente esistenti che sarebbero vissuti per migliaia di anni, hanno fatto supporre che la terra sia stata abitata a lungo da uomini molto più alti di quelli attuali, già prima del periodo considerato nelle testimonianze sulla Creazione. Ciò ha indotto molti di coloro che dichiaravano di credere nella Bibbia, a ritenere che i giorni della creazione siano periodi lunghissimi e non ben definiti. Ma pur contestando il racconto biblico, i geologi non possono dimostrare nulla. Coloro che parlano con tanta sicurezza di queste scoperte non sanno esattamente quali siano state le dimensioni degli uomini, degli animali e degli alberi prima del diluvio e non conoscono neppure i grandi cambiamenti che si verificarono in quell’epoca. I fossili trovati dimostrano che allora esistevano condizioni molto diverse dalle attuali, ma solo gli scritti ispirati permettono di stabi-


lirne la collocazione cronologica. Per quanto riguarda la storia del Diluvio, le Scritture spiegano fenomeni a cui i geologi non potranno mai dare una risposta. Al tempo di Noè gli uomini, gli animali e gli alberi erano molto più grandi di quelli attuali; essi furono sepolti e così conservati per provare alle generazioni successive che erano morti proprio a causa del Diluvio. Dio voleva che la scoperta di questi resti rafforzasse la fiducia nella Bibbia; ma gli uomini, con i loro ragionamenti superficiali, cadono nello stesso errore in cui sono incorsi gli abitanti della terra prima del diluvio: tutte le cose che Dio offrì loro per benedirli, furono utilizzate male e si trasformarono in maledizioni. Uno degli inganni di Satana è quello di indurre la gente ad accettare le fantasiose teorie degli scettici; egli infatti può rendere oscura la legge di Dio, privandola del suo vero significato, per incitare gli uomini a ribellarsi contro l’ordine stabilito da Dio. E.G. White Patriarchi e Profeti, Edizione ADV Capitolo «La prima settimana» Ci proponiamo sui prossimi numeri di dedicare ulteriore spazio a questo appassionante al tema dei «dinosauri»! Vegetariano minaccioso!

In realtà non sappiamo nulla di nulla. Il ricercatore lo ipotizza così avendo sotto mano solo un pezzo di cranio... Questa creatura delle dimensioni di un cinghiale viveva circa 265 milioni di anni fa nell'odierno Brasile. Pura fantasia. Aveva denti grandi... per mangiare piante! Insomma era vegetariano minaccioso.

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Il silenzio sul martirio dei cristiani

La sera del 15 maggio il Colosseo ha spento le luci per accendere i riflettori sui cristiani perseguitati nel mondo. Sotto l'egida della Comunità di Sant'Egidio e la Comunità ebraica di Roma, con il sostegno del sindaco Ignazio Marino si è riunita la cittadinanza per esprimere solidarietà ai cristiani che rischiano la vita per professare la propria religione. Riportiamo un interessante articolo di Andrea Ricciardi che ci ricorda quanto è minacciata la libertà religosa dei cristiani nei Paesi che cita, ma soprattutto ci sprona a ricordarci di loro nei nostri sentimenti e nelle nostre preghiere.

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apa Francesco andrà tra poco in Giordania, Israele e nei Territori palestinesi. Saranno a riceverlo i Patriarchi cattolici orientali. Incontrerà i Patriarchi ortodossi, Bartolomeo di Costantinopoli e quello di Gerusalemme. Sono tutti testimoni della crisi dei cristiani nella regione. Non si tratta solo di un declino dovuto a motivi storici, spesso c'è una vera persecuzione. In Iraq i cristiani erano molto più di un milione prima della guerra di Bush a Saddam Hussein: oggi ne restano poco più di 300.000, sottoposti a una forte pressione. Molti sono emigrati, taluni sono stari uccisi perché cristiani. I cristiani della Piana di Ninive, nel Nord Iraq adiacente al Kurdistan, cercano un modus vivendi con i curdi per garantirsi la sopravvivenza, ma sono soli in questo loro tentativo. La grave situazione siriana è sotto gli occhi di tutti. Nelle zone controllate dagli islamisti, la vita dei cristiani è impossibile. 17

Il gesuita italiano, Paolo Dall'Oglio, è ancora prigioniero. Lo sono altri religiosi, come Mar Gregorios Ibrahim, siro-ortodosso, e Paul Yazigi, greco-ortodosso. Da Aleppo assediata e senz'acqua da giorni, giungono le voci disperate dei cristiani, terrorizzati di finire nelle mani islamiste. Forse, tra qualche anno, il Medio Oriente, che ha visto nascere il Cristianesimo, sarà vuoto di cristiani. Del resto i territori della Turchia attuale, un tempo abitati da folte comunità cristiane e ebraiche (più del 19% nel 1914), registrano una presenza cristiana ridotta allo 0,2% della popolazione turca. Nel 2015 si compiranno cent'anni dalla strage degli Armeni, una questione che vede un duro dibattito tra la storiografia turca che nega il genocidio e quella armena. Si dimentica spesso che, nel 1915, furono uccisi con gli armeni in Turchia anche mezzo milione di cristiani siriaci, caldei, cattolici, assiri, prefigurando una vera strage cristiana. A cent'anni da quella dolorosa storia, sarà forse necessario che le Chiese cristiane s'interroghino assieme se c'è futuro nella regione, piuttosto che procedere in ordine sparso e senza visione. Anche questo è ecumenismo. La persecuzione dei cristiani da parte dei musulmani (o dei gruppi islamisti) non può essere spiegata con lo scontro tra Occidente e Islam. Ghassan Tuéni, grande giornalista libanese, ricordava che i musulmani si uccidono soprattutto tra loro, mentre i cristiani sono un obiettivo secondario. Sono colpiti nel Nord Nigeria da parte di Boko Haram, che at-


tacca pure i musulmani (le giovani recentemente rapite appartengono a tutte le religioni). I cristiani si trovano in una difficile condizione non solo nei Paesi musulmani. In alcuni Stati dell'India soffrono la pressione dei fondamentalisti induisti e la vittoria elettorale del BJP di Narendra Modi, fondato sull'ideologia nazionalista dell'Hindutva, fa molto temere. In tante situazioni le minoranze cristiane rappresentano 1'«altro», che si vuole sopprimere per il suo messaggio pluralistico. Come sostiene il libanese musulmano Mohammed Sammak, tante società, private della minoranza cristiana, sono a rischio di totalitarismo religioso. Già i totalitarismi del Novecento avevano percepito la presenza cristiana come una forte resistenza al loro dominio sui popoli. Giovanni Paolo II, che aveva conosciuto da vicino il nazismo e il comunismo, parlò del Novecento come di un secolo del martirio. Nella solenne celebrazione al Colosseo, nel 2000, evocò i martiri di tutte le confessioni cristiane, ricordando come nel sangue i cristiani fossero già uniti in un ecumenismo dei martiri. Papa Wojtyla ha avuto un ruolo decisivo nel risvegliare la coscienza cristiana e occidentale distratta di fronte a questo dramma. All'Occidente, preso dai sensi di colpa, sembrava eccessivo, quasi vittimista, parlare di persecuzione dei cristiani. Oppure parlarne serviva fondare la teoria dello scontro di civiltà e di religione. Ma i cristiani non sono solo occiden-

tali. Abitano i Paesi del Sud del mondo, sono spesso minoritari. La loro condizione d'insicurezza rivela quanto il Cristianesimo sia cambiato: è una religione che prevalentemente vive in quello che un tempo veniva chiamato il Terzo Mondo, una realtà di poveri, non protetta da istituzioni o da legami internazionali. Le storie di questi cristiani sono spesso ignorate, come quella dei cattolici laotiani costretti ad abbandonare una regione del Paese sotto la congiunta pressione buddista e comunista. Perché in Asia restano anche i drammatici problemi delle minoranze cristiane con i governi comunisti. I cristiani nel mondo sono tutt'altro che un'estensione dell'Occidente cristiano, anche se vengono considerati tali dai loro persecutori a fini di propaganda. La Chiesa cattolica nel 2025 (secondo alcune proiezioni) vivrà per il 74% nel Sud e solo per il 26% in Europa e in Nord America. Non va dimenticato che anche nella cattolica America Latina, religiosi e religiose sono colpiti dalle mafie o dalla violenza diffusa perché, con una vita pacifica e generosa, ostacolano il dominio dei poteri oscuri. Oggi la sensibilità al dramma dei cristiani è cresciuta. Le istituzioni europee, fino a ieri riservate nel parlarne, riconoscono che ormai i cristiani sono la comunità più perseguitata nel mondo. L'ebraismo italiano ha mostrato grande attenzione a questa realtà. Non è un problema confessionale, ma di coscienza civile. Il Colosseo e nella pagina a fianco un'immagine dell'immensa arena con la cavea, dove vi si accedeva per classi sociali con ordine decrescente di importanza dal basso verso l'alto. I gradini più bassi erano riservati ai senatori.

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Quello che uccide, dopo i colpi dei persecutori, sono il silenzio e l'ignoranza. Per questo bisogna parlare di questo dramma e sensibilizzare l'opinione pubblica. Resta una grave questione per la Chiesa cattolica che si deve interrogare su come essere solidale con i cristiani in difficoltà; il prestigio di Francesco può essere influente, come possono esserlo il dialogo e i rapporti personali. Rimane la responsabilità degli Stati che intendono dare spazio ai diritti umani nella loro politica internazionale. Sono scenari nuovi che chiedono nuove responsabilità. Andrea Ricciardi, Corriere della Sera, 16 maggio 2014 Andrea Riccardi (Roma,1950) storico, accademico, attivista e politico italiano. Ordinario di Storia contemporanea all'Università degli Studi Roma Tre. Studioso della Chiesa in età moderna e contemporanea ed autore di molti studi sul rapporto fra mondi religiosi differenti e sul tema della coabitazione religiosa in particolare nell'area mediterranea tra il XIX e il XX secolo. Fondatore nel 1968 della Comunità di Sant'Egidio. Ministro senza portafoglio del Governo Monti per la cooperazione internazionale e l'integrazione (2011-2013).

AL COLOSSEO DÀ SPETTACOLO LA MORTE Duelli tra gladiatori, esecuzioni capitali, lotte tra animali, corse di carri, teatro e altro: ecco cosa avveniva al Colosseo, luogo che ci riporta alla mente anche i martìri subiti dai cristiani. Se un romano non assisteva ai ludi (latino: giochi) non era un vero romano. Per soddisfare la passione dei cittadini, l'impero, nella sua massima espansione, ne contava circa 287, dei quali ben 95 nella sola nostra penisola. Questi ludi, quanto più erano sanguinosi, tanto più eccitavano il popolo. Non si riesce ancora a capire come un intero impero potesse soddisfare in questo modo il tempo libero dei suoi abitanti. D'altra parte, se pensiamo che ancora oggi nella cattolicissima Spagna la corrida è così amata, allora possiamo capire meglio come l'animo delle persone sia predisposto alla violenza. Questi giochi, sapientemente dosati dai potenti, rappresentavano un efficace veicolo di consenso popolare e di affermazione del potere: servivano a distrarre il «popolino». Non a caso il celebre detto di Giovenale Panem et circences (pane e spettacoli del circo), quei giochi che i governanti ritenevano necessari elargire alla plebe, è arrivato fino ai nostri giorni.


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Sono molto contento che vi state occupando del creazionismo scientifico. Io provengo da un paese ex comunista come la Romania dove ci avevano inculcato fin da piccoli che esisteva soltanto l'evoluzionismo. Sono fiero che tramite la scienza si dimostri palesemente che l'evoluzionismo è una teoria inventata che non regge davanti alle prove scientifiche e che il Diluvio biblico è una prova lampante di una distruzione generale. Dio, infatti ha creato l'universo, la terra e tutto quello che vive sulla terra. Grazie per quello che state facendo. Dorian Ludusan

Stephen Hawking (vedi pag. 6) non è certo tenero nei confronti di Dio con le sue affermazioni che fanno sempre scalpore. Se queste trovano ampi consensi, tuttavia molti sono coloro che le contrastano. Riportiamo, quindi, un pensiero di un'altra mente «vivace» che riflette la controparte. Le affermazioni di Hawking per un cristiano sono da valutare «molto, molto attentamente»!

Nel IV sec. d.C. si lavorava in pratica un giorno sì e l'altro no; ogni importante festa religiosa era accompagnata da spettacoli. I giochi veri e propri però, erano soltanto di due tipi: circensi, in sostanza le corse di carri, e scenici, cioè gli spettacoli teatrali. Le cacce di animali nell'anfiteatro e i combattimenti fra gladiatori facevano categoria a sé; quest'ultimi, durante l'impero, si svolgevano di norma solo per una decina di giorni all'anno, a dicembre, in occasione dell'entrata in carica dei nuovi questori. Una giornata all'anfiteatro aveva uno svolgimento ben preciso. La se-

ra prima l'editor, cioè l'organizzatore, offriva ai gladiatori una cena aperta al pubblico, il quale così poteva vedere i propri beniamini. Il mattino seguente i combattenti inauguravano la giornata sfilando nell'anfiteatro con armi da parata. Quindi cominciavano le lotte tra animali o, peggio ancora, tra animali e uomini. L'ora del pranzo era eventualmente riservata alle esecuzioni dei condannati a morte: messi al rogo, crocifissi o sottoposti alla Damnatio ad bestias, cioè fatti divorare dalle belve. I condannati per omicidio e/o per tradimento verso lo Stato (dal I seco-

IL CASO HAWKING

L’affermazione che conti solo la scienza… che una cosa sia scientifica o non scientifica, ogni affermazione sulla gerarchia dei saperi e sui rapporti tra i saperi (matematica, fisica, chimica,

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biologia, genetica, medicina, psicologia) è un’affermazione tipicamente filosofica. Quindi Hawking, con le sue affermazioni su scienza e filosofia, esattamente fa filosofia e nega ciò che dice (la squalifica della filosofia). Ma tutte le scienze naturali hanno presupposti filosofici, anzi metafisici, in quanto presuppongono un sapere oggettivo diverso dal sapere soggettivo, cioè presuppongono una realtà oggettiva accanto a una realtà soggettiva, un mondo reale separato dal pensiero che lo pensa e lo conosce. Tutte affermazioni filosofiche. Hawking è, pertanto, un ingenuo ed inconsapevole filosofo, di qualità scadente in questa veste. Marco Della Luna lo in poi, anche i cristiani, solo perché tali), venivano esposti nell'anfiteatro, inermi alle belve: tigri, leoni, orsi, pantere. Crudele! Questa pratica incontrò un tale favore da diventare una perversa forma di spettacolo: ai condannati venne imposto di riprodurre situazioni legate ai miti, per esempio quello di Prometeo, che Giove punì per il furto del fuoco facendogli divorare il fegato da un'aquila. Nel caso in cui fossero venuti a mancare i condannati, se ne sarebbero presi a caso tra il pubblico, come fece l'imperatore Caligola, per non parlare poi della sorte degli animali: per l'inaugurazione del Colosseo (80 d.C.), furono massacrati cinquemila felini e quattromila animali non feroci! Il clou dello spettacolo veniva però al pomeriggio con i duelli tra gladiatori. La Storia dovrebbe ricordare più spesso quanti cristiani innocenti hanno dovuto subire la più ingiusta delle condanne: il martìrio! E Dio solo sa quanti ne siano morti. Tertulliano scriveva: «Più noi siamo da voi falciati, più il nostro numero aumenta: il sangue dei martiri è una semenza».


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C'è un libro per tutti!

Autore: Editore: Pagine: Prezzo:

Michael Behe Alfa e Omega 373 € 21,90

Per ordinazioni: redazione@origini.info.

L'autore Michael J. Behe Nato a Altoona, Pennsylvania (1952). Professore di biochimica alla Lehigh University in Pennsylvania, cattolico e membro anziano del Center for Science and Culture del Discovery Institute, promotore del creazionismo. Sostenitore del movimento antievoluzionista Disegno Intelligente. A causa di tutto questo ha forti oppositori tra cui Richard Dawkins. Behe sostiene l'idea che alcune strutture biologiche siano troppo complesse a livello biochimico per essere spiegate adeguatamente come risultato di meccanismi di evoluzione; concetto definito «complessità irriducibile».

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I Nel 1996 La scatola nera di Darwin aiutò a lanciare il movimento dell'Intelligent Design secondo il quale la Natura esibisce prove di una progettualità che va al di là della casualità darwiniana. Da allora ne scaturì un dibattito sull'evoluzionismo, che continua ad intensificarsi. Tanto per i sostenitori della teoria, quanto per i suoi detrattori, La scatola nera di Darwin rappresenta il testo fondamentale dell'Intelligent Design, quello che illustra al meglio il ragionamento che deve essere affrontato per poter determinare se l'evoluzione darwiniana sia sufficiente a spiegare la vita come la conosciamo. In una importante, nuova postfazione a questa edizione, Behe spiega che la complessità scoperta dai microbiologi è cresciuta in maniera notevole, negli anni trascorsi dalla prima pubblicazione di questo libro. Questa complessità rappresenta una continua sfida al darwinismo, e gli evoluzionisti non hanno avuto successo nei loro tentativi di spiegarla. La scatola nera di Darwin è, oggi, più importante che mai. «Fra i recenti libri di critica all'evoluzionismo, vi sono svariate ragioni che rendono questo senza dubbio il più importante. Prima di tutto si tratta di un lavoro che presenta idee e concetti innovativi, suffragati da una valida base scientifica. In secondo luogo, le argomentazioni sono presentate in maniera chiarissima; Behe infatti si rivela uno scrittore di talento, riuscendo a rendere il testo sempre estremamente leggibile. I capitoli sono brevi, i contenuti scientifici sono introdotti da metafore tratte dalla vita di ogni giorno che ne facilitano la comprensione, lo stile è frizzante e la logica stringente». Ronny Nalin www.creazionismo.org


DA TUTTO IL MONDO!

Memoria

IL BINARIO DELLA VERGOGNA!

Citazioni citabili «Family prayer, public prayer, have their place; but it is secret communion with God that sustains the soul life.» E.G.White (1827-1915), «Prayers» pagina 57. Scrittrice e oratrice della Chiesa avventista, di grande equilibrio, benevolenza, spiritualità. Ha lasciato un'eredità di ben 55 volumi, grandi e piccoli, nel campo bibico, dell'educazione, della salute, della famiglia e del cristianesimo pratico. «L'eguaglianza sarà forse un diritto, ma è quasi impossibile trasformare questo diritto in un fatto» Honoré de Balzac (1799-1850). Scrittore francese. «Chi non stima la vita, non la merita» Leonardo da Vinci (1452-1519). Pittore, scultore, architetto, studioso di ingegneria e meccanica, matematico, anatomista e scrittore.

Sta succedendo a Bolzano: la pubblicità sopra il monumento ai deportati che, dall'estate 1944 alla primavera 1945, venivano deportati verso Mauthausen, Flossenburg, Dachau, Ravensbrück e Auschwitz, sui famigerati convogli della morte che partivano proprio dal binario che si intravede nella foto, dietro il cippo. Un altro segno di ignoranza, stupidità e indecenza da parte delle autorità preposte al tutto.

Lavoro

«SONO UN ORSO BERLINESE»

370 metri Pietà popolare

IL «CUORE» DI GESÙ

Verosimilmente ai primi del 1900 fu inserito nella pianta questo volto di Gesù in pietra arenaria. Oggi si presenta così ed è diventato luogo più che di pellegrinaggi di curiosità, anche perché la «ferita» del taglio della corteccia ha preso la forma di un cuore, così da dare un nome al posto situato nella Foresta Nera: «Il Cuore di Gesù».

LA PICCOLA GRANDE CORSA DI DUE GEMELLE

La corsa che ha commosso l'America. Chloe Grünke e la gemella Claire, 13 anni; Claire soccorre Chloe a 370 metri dal traguardo, dolorante lungo la pista d'atletica di Trenton, Illinois, durante la gara degli 800 metri, e se la carica sulla spalle. Le loro compagne hanno già tagliato il traguardo, ma prima dell'arrivo Claire non è abbastanza contenta della sua generosità, fa scendere sua sorella e la esorta a precederla. Chloe la trascina con sé e arrivano insieme. Pubblico in delirio. Il padre non poteva non dire: «Sono orgoglioso delle mie figlie».

Così come nella Città Eterna troviamo gladiatori, soldati romani e quant'altro, anche a Berlino qualcuno si è inventato una nuova attività. Siccome l'orso è il simbolo della città tedesca, perché non mettersi sul piazzale della Porta di Brandenburgo e lasciarsi fotografare assieme ai turisti? L'unico neo è quello che d'estate sotto la pelliccia fa davvero caldo!

Ottiche

TELESCOPIO WI-FI PER VEDERE LE STELLE SULL'iPAD

Guardare il firmamento in tempo reale, dallo schermo del tablet o dello smartphone. Il prezzo non è proprio economico, ma le caratteristiche possono compensarlo: apertuta focale di 130 mm e zoom 27X. Treppiede incluso. Allineamento automatico. CelestonNex Star 130Sit.

Nel cosmo

SATURNO COSÌ VICINO! Sabato 11 maggio 2014, il più misterioso ed affascinante dei pianeti del sistema solare, è passato alla minima distanza dalla Terra: 1,33 miliardi di chilometri. Era in «opposizione», vale a dire allineato dopo il Sole e la Terra. Succede ogni anno e il prossimo avvicinamento è previsto il 23 maggio 2015. Chi volesse prenotarsi per un viaggio verso Saturno, si tenga informato...

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