AISO - ASSOCIAZIONE ITALIANA STUDI SULLE ORIGINI - CINISELLO BALSAMO - Viale Molise, 1 - Tel. 02 617 55 79 - redazione@origini.info Newsletter trimestrale on line • Novembre 2013 • N.ro 4 • Direttore AISO: Stefano Bertolini • Redazione: Renato Colmano, Fabrizio Fratus, Giusy Pistillo • Fax 02 612 47 896 • www.origini.info
L'EBRAISMO
Gerusalemme
CHE SCOPRÌ L'ECOLOGIA 3.000 ANNI FA! Pag. 4 Gaza
Deserto di Giudea
Mar Morto
Cisgiordania
Beer-Sheba
Yatir Forest
Giordania
La piantagione sorge al limite del confine con il «controverso» territorio della Cisgiordania. «Questi pini vivono con un bicchiere d'acqua all'anno, grazie al sistema dell'irrigazione a goccia!»
PLURALISMO IN AUMENTO
L'EUROPA RISCOPRE DIO. ANZI GLI DEI Pag. 3
Illustrazione di Beppe Giacobbe
Deserto del Negev
LA CELLULA NEURONALE, meraviglia altamente progettata! Pag. 6
PENSANDO ALLA NATURA DI DIO I
IN QUESTO NUMERO PENSANDO ALLA NATURA DI DIO pag. 2 L'EUROPA RISCOPRE DIO. ANZI GLI DEI pag. 3 L'EBRAISMO CHE SCOPRÌ L'ECOLOGIA pag. 4 LA CELLULA NEURONALE pag. 6 SE C'È UNA LOGICA NELL'UNIVERSO DEVE ESSERCI ANCHE UN CREATORE! pag. 7 ANTEPRIMA CALENDARIO AISO 2014 pag. 8 I PRINCIPALI TERMINI DEL CONTRADDITORIO pag. 10 LA QUERCIA, ALBERO DELL'ANNO 2014 QUANDO L'ISTINTO È MUSICA pag. 11 RICHIAMI SIMILI ALL'UOMO? pag. 12
l noto predicatore dell'evangelo, Charles Hadden Spurgeon (1834-1892), in uno dei suoi sermoni ebbe a dire: «Meditare la natura di Dio, è il massimo di tutte le scienze». Per noi esseri umani è difficile immaginare la Sua natura. Eppure ci chiama alla sua Parola più e più volte, giorno e notte! «Giorno e notte», come disse a Giosuè: «Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai» (Giosuè 1:8). Qualcuno potrebbe dire che l'esortazione è un po' esagerata. Ma è davvero così importante meditare e pensare a Dio? La risposta, come disse Spurgeon, è sicuramente sì! Perché? In primo luogo, in un mondo che guarda sempre più ai guru sia orientali che occidentali è necessario avere la giusta dimensione delle cose che solo Dio, alla fine di ogni considerazione, può offrirci;
PREMIO NOBEL 2013 A HIGGS E ENGLERT pag. 13 E VENNE... IL DILUVIO pag. 15
in secondo luogo perché la nostra visione di Dio determina il modo con il quale osserviamo il resto del nostro universo e come lo interpretiamo. In altre parole: «La nostra immagine di Dio determina il nostro modo di vivere ogni giorno» perché nessuno di noi sa quando la Sua voce si spegne. Ecco perché è così importante «pensare» a Dio e accettare l'offerta che ci fa in Gesù Cristo, prima che sia troppo tardi. Si potrebbe dire che l'immagine che abbiamo di Dio in noi sia quella di un Dio «esigente» che ci risulta sgradevole. Può essere anche così. Ma anche questo non dovrebbe costituire un ostacolo per pensarlo. Molte persone vivono con una falsa immagine di Dio, data loro in gioventù attraverso, probabilmente, la loro formazione scolastica o familiare. Ma qualunque immagine abbiamo di Dio, non è mai troppo tardi per imparare a conoscerlo così come Egli è in realtà e come la Bibbia ce lo presenta. Renato Colmano
Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo. Meravigliose sono le tue opere, e l'anima mia lo sa molto bene.
IL TABERNACOLO E IL RITUALE pag. 17 C'È UN LIBRO PER TUTTI CULTURA E BIBBIA pag. 18 I LETTORI HANNO SCRITTO! pag. 19 DI TUTTO UN PO' pag. 20
Salmo139:14 A tutti i nostri affezionati lettori un sereno 2014 benedetto nel Signore. 2
L
I
B
E
R
T
À
R
E
L
I
G
I
O
S
A
PLURALISMO IN AUMENTO
L'EUROPA RISCOPRE DIO. ANZI GLI DEI
Una ricerca sottolinea il nuovo rilievo delle fedi, che supera la separazione Stato-Chiesa. A quali orizzonti mirano gli europei? Illustrazione di Beppe Giacobbe
IL PROGETTO «RELIGARE» Il 31 gennaio 2013 si è concluso il suddetto progetto (Università Cattolica di Lovanio, Belgio) che ha esaminato i problemi del pluralismo religioso in Europa allo scopo di suggerire politiche più efficaci nel tutelare la libertà di coscienza. La ricerca, finanziata dall'UE, è disponibile sul sito: www.religareproject.eu.
N
el 1889 Philip Schaff, storico e teolgo svizzero-tedesco, poteva scrivere che l'intolleranza e la persecuzione dell'Europa medievale era finita, e che si apriva una nuova era, quella della tolleranza e della libertà religiosa come nel Nord America. In effetti si aprivano nuovi orizzonti che alla vigilia della caduta del Muro di Berlino (9 maggio 1989) permettevano alla Commissione dei diritti umani dell'UE di sanzionare e censurare alcuni Stati «intolleranti» come Grecia e Svezia. La libertà religiosa e l'uguaglianza erano ormai princìpi largamente assunti nel diritto dei singoli Stati e delle instituzioni europee. Tuttavia in questi ultimi vent'anni non hanno smesso di sfidare l'Europa soprattutto là dove sono presenti forti maggioranze confessionali, cui corrisponde lo status privilegiato delle Chiese tradizionali come nel caso dei paesi postcomunisti (Russia e Romania in primis). Al contrario la sfida viene dalla crescente percentuale di europei appartenenti a religioni non tradizionali e di recente espansione, come pure dai tanti (oggi circa il 20%) senza «appartenenza religiosa».
Probabilmente quest'ultimo aspetto ha contribuito alla diffusione della concezione pluralista in fatto di ideologia religiosa personale, cui bisogna aggiungere il diffondersi sempre più delle religioni orientali e dell'islamismo. Religare propone per garantire a tutti la propria piena adesione alla «religione» di scomporre la sfera pubblica (dove si esprimono maggiormente le proprie ideologie), in tre ambiti. 1) Lo «spazio comune» (la strada, la piazza, il mercato...) aperto all'integrazione della diversità e quindi accessibile ai simboli religiosi e non religiosi; 2) Lo «spazio politico» onde favorire un confronto aperto, libero e pluralista sul quale (quest'ultimo, ndr) si fonda una società democratica; 3) Lo «spazio istituzionale» di un tribunale o di un Parlamento dove si prendono decisioni vincolanti per tutti, la cui applicazione richiede il riconoscimento unanime dei consociati. Di certo questa ricerca, qui estremamente riassunta, propone ed esprime buone intenzioni, soprattutto quella dell'uguaglianza delle fedi. 3
Non tiene però conto dell'avanzare del pluralismo che, se all'apparenza sembra un fattore di libertà, nasconde, secondo noi, un pericolo. Scrive Marco Süss (Messsaggero online n. 28): «In contrasto con la radicalizzazione sulle proprie posizioni, il relativismo propone di adattarsi alle diverse esigenze dettate dagli usi e costumi altrui. Esiste così un relativismo politico in cui ci si apre agli altri accettandone i loro ideali, pur non condividendoli pienamente: e un relativismo morale con l’apertura verso l’adozione di principi etici in contrasto con la propria coscienza; fino a praticare un relativismo religioso che, pur apparendo umanamente comprensibile e forse addirittura strategicamente virtuoso per la realizzazione di un clima nuovo di pace e di sicurezza mondiale nelle relazioni fra differenti fedi, in realtà esprime un debole tentativo di superare queste diversità, come nel caso del «Chrislam», nuova religione sincretistica nella quale alcuni schieramenti cattolici, evangelici e islamici troverebbero molti punti in comune, nell’ottica di creare una specie di ponte attraverso il quale musulmani e cristiani possono incontrarsi. Quale alternativa? Non si può barattare la propria fede in nome del quieto vivere accettando tutto e il contrario di tutto; non resta che il dialogo senza preconcetti, aperto verso la conoscenza e il rispetto delle diversità. Confido che qualunque relativismo non diventi una forma di dittatura che, in nome del pluralismo e della serena convivenza, ci imponga di rinunciare a noi stessi per aderire a una nuova religione o filosofia che metta tutti d’accordo, eliminando ogni motivo di divergenza teologica».
J E W I S H
A N D
T H E
C I T Y
L'EBRAISMO CHE SCOPRÌ L'ECOLOGIA 3.000 ANNI FA! Nello Shabbat, il giorno del riposo, vengono anticipati i temi della vita in armonia con la Natura e del rispetto delle sue risorse
D
al 28 settembre all'1 ottobre 2013 a Milano la locale Comunità ebraica ha tenuto una «4 giorni di dibattiti e spettacoli» (Yewìsh and the City) con 40 eventi e con oltre 90 ospiti. Tra l'altro il settimanale Sette (n.ro 39) gli ha dedicato due pagine, che riportiamo per intero, dedicato all'impegno di Israele nel settore dell'ambiente volto a ridare al loro territorio un aspetto più «naturale». Interessante il reportage di Stefano Rodi, giornalista, autore dell'articolo, che naturalmente riporta le «sue» impressioni.
Colpo di zappa. Ben Gurion (1886-1973), fondatore e primo ministro di Israele, mentre pianta un albero per dare il via al suo progetto di ripopolazione del deserto del Negev.
ivere in armonia con la natura significa, a volte, fermarsi. E, magari, riflettere. Brace Chatwin, uno che aveva girato il mondo e aveva imparato a conoscerlo, diceva che «se il futuro esiste, sta nella rinuncia». Una religione, l'ebraismo, tremila anni fa, con l'introduzione dello Shabbat, la festa del riposo, ha fissato per legge una pausa biblica, un «fermi tutti planetario» che, nel tempo, ha assunto un valore simbolico che ha attraversato paesi, culture ed economie. Se ne parlerà a lungo quest'anno a Milano, nei quattro giorni del festival internazionale di cultura ebraica, dal 28 settembre all'1 ottobre. Uno dei temi centrali, in questa prima edizione di Jewìsh and the City dedicata allo Shabbat, sarà quello del rapporto tra ebraismo e natura, in concomitanza con la giornata europea della cultura ebraica che si tiene il 29 settembre anche in molte altre
città italiane ed europee, un concetto del riposo, del «fermo biologico» e, più in generale, di una gestione oculata delle risorse del pianeta sono punti con cui la società moderna deve fare i conti, anche perché sempre più spesso non tornano. Quest'anno, l'Earth Overshoot Day, quello che segna la data in cui l'umanità esaurisce le risorse naturali del pianeta disponibili per l'anno in corso, è caduto il 20 agosto, secondo quanto calcola il gruppo di ricercatori che fa parte del Global Footprint Network e che calcola questo breakeven dal 1993, anno in cui, per la cronaca, il giorno del «pareggio di bilancio» con la natura cadeva il 21 ottobre. E per il resto dell'anno? Negli altri mesi si vive accumulando debiti con la Terra e, su questo fronte, non ci sono manovre finanziarie che tengano. Migliaia di anni fa, quando tutto su questo pianeta si poteva temere tranne l'esaurimento del-
V
Nell'ottica di «riconquistare» le zone aride del territorio d'Israele diverse associazioni naturalistiche hanno l'obiettivo di piantare alberi nel deserto. Tra i «soci» di una di queste associazioni troviamo anche il presidente Shimon Peres (quest'anno 90 anni) che utilizza gli incontri ufficiali per piantare insieme ai suoi ospiti (tra cui Benedetto VI e Barack Obama) una pianta di ulivo in segno di pace.
4
le sue risorse, l'ebraismo «mise le mani avanti» e anticipò concetti che si ritrovano oggi al centro dell'attenzione ecologista. «Il problema dell'armonia tra uomo e natura», riflette Elia Richetti, rabbino della sinagoga di Milano di via Eupili, «non nacque sicuramente perché tremila anni fa esistevano preoccupazioni sull'esaurimento delle risorse naturali, ma per il fatto che D-o (nella religione ebraica Dio non può essere nominato, ndr) concede l'uso della sua opera all'uomo, e che la proprietà di quest'ultima resta nelle sue mani; come tale, deve essere tutelata nel migliore dei modi possibili, un concetto chiave, attorno al quale ruota tutto il pensiero ecologista ebraico è quello dello Shabbat». Su questo concorda pienamente anche Roberto della Rocca, direttore scientifico di Jewìsh and the City: «L'interruzione del ciclo settimanale lavorativo appare preordinata a radicare il principio che il tempo deve essere visto e vissuto come momento e opportunità di superamento della schiavitù materiale quotidiana, che ci tiene avvinti alle esigenze della corporeità. E come ingresso in una di-
mensione di tutt'altra natura». Se nel primo capitolo della Torah scritta, Dio ordina all'uomo «riempite la Terra e rendetevela soggetta», pochi versetti dopo precisa che «Dio pose l'uomo nel Giardino (il mondo intero, ndr) perché lo coltivasse e lo custodisse». C'è dunque il diritto di utilizzare la natura per le proprie necessità ma, allo stesso tempo, c'è il dovere di salvaguardarla. Come possono coesistere questi due aspetti lo spiega un versetto della Torah, con un esempio che sarà anche datato, ma saggio: «Quando farai guerra a una città per conquistarla e la cingerai d'assedio per lungo tempo, non ne distruggerai gli alberi a colpi di scure; ne mangerai il frutto, ma non li abbatterai; l'albero della campagna è forse un uomo che tu debba includerlo nell'assedio?» (Deuteronomio 20:19).
Acqua e alberi
E proprio con gli alberi, e non solo quelli da frutto, la cultura ambientale israeliana ha mostrato nel recente passato di saper lavorare bene. Dal 1901 l'organizzazione no profit Kkl (Keren Kayemeth LeIsrael), ne ha
Gli sforzi dello Stato d'Israele nel ripopolare il deserto con alberi si concretizzano soprattutto nel deserto del Negev, nel sud del Paese (vedi carta).
piantati 280 milioni. E nella zona di Yatir, in pieno deserto del Negev, dove il primo albero venne messo nel 1964, una foresta di pini copre adesso 30mila dune su un'area di 30 chilometri quadrati. «In quest'area - spiega Silvio Tedeschi, presidente del Kkl onlus Italia la temperatura media annua è scesa di due gradi. Questi pini vivono con un bicchiere d'acqua all'anno, grazie al sistema dell'irrigazione a goccia. Adesso possiamo contare su 220 bacini idrici che raccolgono l'acqua piovana che cade a gennaio e febbraio,
e che viene poi ridistribuita durante il resto dell'anno. In una terra dove i miracoli sono passati alla storia, adesso resta una sapiente conoscenza della natura, la capacità di sfruttare le sue risorse ma anche e forse soprattutto di difenderle. Israele è un Paese che ha una sola fonte di risorsa idrica naturale: il lago di Tiberiade. Quando si sanno fare i conti con la natura non si butta via niente: il 95% delle acque nere, per esempio, viene filtrato, reso quasi potabile, e riusato per l'agricoltura. E poi si cerca, si prova, si impara. E soprattutto - conclude Tedeschi - ci si confronta con gli altri. Noi stiamo collaborando con Paesi africani subsahariani, mettendo a confronto le nostre rispettive esperienze in campo ecologico. Lo stiamo facendo anche con l'Australia, in particolare sui possibili utilizzi della pianta dell'eucalipto». Vivere in armonia con la natura, sfruttare le sue risorse, ma anche difenderle e farle proliferare. Dio - non solo quello degli Ebrei - lo dice da tremila anni. Ma gli uomini faticano a capirlo. Stefano Rodi (Sette del CdSera)
Gerusalemme Mar Mediterraneo Deserto di Giudea
Gaza
Mar Morto
Cisgiordania
Beersheba
Egitto
Yatir Forest
«Questi pini vivono con un bicchiere d'acqua all'anno, grazie al sistema dell'irrigazione a goccia!»
Deserto del Negev
5
La piantagione sorge al limite del confine con il «controverso» territorio della Cisgiordania.
Giordania
C
O
R
P
O
U
M
A
N
O
LA CELLULA NEURONALE, meraviglia altamente progettata! NELL'ARTICOLO (NUMERO 3/2013) DEDICATO ALLE MERAVIGLIE DEL CORPO UMANO SI ERA ACCENNATO ALLA CELLULA, BASE ESSENZIALE DI OGNI ORGANISMO VIVENTE SIA ANIMALE CHE VEGETALE. PER GENTILE CONCESSIONE DEL DR. NUNZIO NOBILE ABBIAMO UN AMPLIAMENTO DELL'ARGOMENTO.
I
l neurone è l’unità cellulare fondamentale del sistema nervoso e se da un lato per le sue funzioni di base è uguale a tutte le altre cellule dell’organismo, da un altro lato è ampiamente modificato e progettato per ricevere impulsi elettrochimici, elaborarli nel suo interno e ritrasmetterli verso la periferia. Per questi compiti è munito di brevi e multipli prolungamenti chiamati dentriti incaricati di trasmettere l’impulso elettrico dalla periferia alla cellula e un prolungamento unico chiamato neurite o assone deputato a trasmettere l’impulso elettrico dal centro cellulare alla periferia. Il neurite può essere anche molto lungo, anche un metro; i nervi sono infatti i neuriti periferici. Se noi sentiamo, se noi percepiamo, se noi conosciamo, se noi abbiamo l’autocoscienza, cioè la coscienza di esistere e di vedere il mondo lo dobbiamo al funzionamento dei neuroni. Rimane ancora un mistero come dei semplici impulsi elettro-chimici possano dare luogo a tutto ciò che noi sappiamo, vediamo , meditiamo! La scienza non riesce a risolvere questo problema; forse questo non è un problema materiale, ma «spirituale» e quindi sfugge e sfuggirà sempre alla scienza. Alcuni scienziati dell’800 affermavano che il cervello secerne il pensiero come il fegato la bile. Anche oggi molti neuroscienziati affermano la stessa cosa e cioè che il pensiero è il prodotto dell’attività elettrico-chimica dei neuroni. Credere questo è come credere che la
«Il sistema nervoso non può essere spiegato paragonandolo ad un perfezionatissimo computer. C’è un qualcosa che trascende le funzioni di un computer!» «Divina Commedia» di Dante dipenda dalla chimica dell’inchiostro in cui è scritta. Comunque, anche dal punto di vista materiale il cervello è di una complessità inimmaginabile. Contiene 10 miliardi di cellule e le connessioni tra neuroni sono dell'ordine dei trilioni! Funziona come un computer, ma è di gran lunga più perfetto dei più potenti e migliori computer che possediamo oggi. Comunque, tornando al neurone come unità elettro-chimica si è scoperto che ogni neurite termina con una prominenza rotondeggiante chiamata giunzione presinaptica; oltre la presinapsi esiste uno stretto spazio chiamato spazio intersinaptico e subito dopo si trova la giunzione postosinaptica di un dentrite di un altro neurone. Nel neurite esistono innumerevoli ve-
scicole contenenti delle sostanze chimiche chiamate neurotrasmettitori variabili a seconda del tipo dei neuroni. Il trasporto delle vescicole dal centro alla periferia del neurite è un processo notevole in quanto le vescicole sono trasportate da speciali proteine motrici chiamate chinesine. Le chinesine trasportano le vescicole presso le giunzioni presinaptiche e ivi con un processo molto complicato le vescicole si fondono colla membrana presinaptica e rilasciano il neurotrasmettitore nello spazio intersinaptico; nella giunzione postsinaptica esistono i ricettori proteici dei neurotrasmettitori che unendosi a loro innestano una cascata di reazioni chimiche ed enzimatiche che creano un potenziale elettrico nella giunzione postsinaptica che si trasmette all’altra cellula neuronale. In questo modo si stabilisce il collegamento tra i neuroni. Inoltre ogni dentrite ha dei prolungamenti chiamati spine dentritiche che si collegano ad altri neuriti di altri neuroni vicini. Sembra, da vari studi, che le spine dentritiche siano collegate alla memoria sia a lungo che a breve termine. Per fare tutte queste operazioni è necessario l’intervento di moltissime proteine differenti, almeno cinquanta proteine in-
Splendida immagine elettronica che ritrae una cellula nel suo sdoppiamento. 6
I L P O N T E D E L D I A L O G O
SE C'È UNA LOGICA NELL'UNIVERSO DEVE ESSERCI ANCHE UN CREATORE! Papa Francesco, quest'estate, ha aperto un ponte di dialogo con i non credenti con la famosa risposta a Eugenio Scalfari al fine di colmare l'abisso concettuale tra due atti di fede. Antonino Zichichi interviene con una lettera al «Giornale» dalla quale riportiamo alcuni significativi pensieri.
Q uando il Sole smetterà di essere la splendida candela a fusione nucle-
tervengono per la trasmissione dell’impulso nervoso, l’assenza o il guasto di una sola di queste proteine rende vano la possibilità dell’impulso nervoso e il sistema nervoso non può funzionare o funzionare male. Comunque il sistema nervoso non può essere spiegato paragonandolo «come un perfezionatissimo computer». C’è «un qualcosa» che trascende le funzioni di un computer! Persino la percezione non si può spiegare in termini soltanto materialistici. Per esempio la percezione visiva provoca impulsi elettro-chimici che arrivano al centro cerebrale della visione in sede occipitale; questi impulsi elettrici si trasformano in immagini e noi vediamo, ma se noi distruggiamo l’area occipitale noi non vediamo più. Come si sono formate queste immagini? Non esistono fotoni nell’area cerebrale occipitale, esistono solo impulsi elettrici, quindi l’ambiente neuronale occipitale è buio eppure noi vediamo l’immagine, come accade? E la stessa cosa avviene per tutte le percezioni e le sensazioni. È il cervello che crea la percezione, ma è solo il cervello? O c’è qualcos’altro oltre il cervello? Come si vede la concezione materialistica del cervello si dimostra inadeguata per spiegare tutti i fenomeni mentali. In conclusione di queste considerazioni il cervello e i suoi neuroni sono una meraviglia di progettazione e come un computer non potrà mai essere costruito dal caso e dalla necessità, in modo analogo il cervello non può essere stato costruito secondo il meccanismo darwiniano. Dr. Nobile Migliore Nunzio
are che ci illumina e riscalda, la sfera Trascendentale della nostra esistenza non subirà alcun effetto. Il motivo è semplice: la sfera Trascendentale non è fatta né di Spazio né di Tempo. È la sfera Immanentistica della nostra esistenza che ha bisogno di sette strutture fondamentali, due delle quali sono il Tempo e lo Spazio.
Per la cultura atea la sfera Trascendentale non esiste. Ciò in cui crede un ateo deve sempre far parte della realtà in cui viviamo e di cui siamo fatti. Allo studio rigoroso di questa realtà si dà il nome di «scienza galileiana», essendo stato Galileo Galilei il primo uomo al mondo a volere cercare nelle «pietre» le «Impronte del Creatore». Avrebbe potuto scoprire il «Caos» e invece scoprì le prime Leggi Fondamentali della Natura... Queste strutture obbediscono a una Logica Rigorosa, non al Caos. Se c'è una Logica dev'esserci un Autore. La cultura atea nega l'esistenza dello Autore, pur non potendo negare l'esistenza di una Logica Rigorosa che governa l'Immanente, dall'Universo subnucleare all'Universo fatto con Stelle e Galassie. Negare questa Logica corrisponderebbe a negare l'esistenza della Scienza. Per i non credenti la Scienza esiste, l'Autore no. È questo il problema che porta all'abisso. Il resto - per dirla alla Einstein - sono dettagli, con i quali riempire pagine e pagine... ma che restano dettagli. Da quando Papa Francesco ha risposto a Scalfari invitandolo a «fare un pezzo di cammino insieme», molti nuovi dettagli sono venuti fuori mettendo insieme pensatori di ogni epoca, inclusa l'era pre-galileiana. 7
Ci limiteremo a due sintesi di dettagli... La prima riguarda...la struttura portante della nostra esistenza: l'energia. Quantità che esiste nell'Immanente e che non può essere parte del Trascendente. Se l'Immanente fosse fatto solo d'energia noi non potremmo essere qui a parlarne. La seconda riguarda: Immanuel Kant. Per lui lo Spazio e il Tempo sono colonne portanti della nostra conoscenza soggettiva. Se l'Autore della Logica che regge il mondo avesse seguito le idee di Kant, non potrebbe esistere la vita. Essa dipende infatti dalla legge che permette alla massa di trasformarsi in energia. Per i credenti quando il Sole si spegnerà noi continueremo a esistere nella sfera Trascendentale del Creato. Questo traguardo ha bisogno di un atto di fede nel Creatore di tutte le cose visibili e invisibili. Per i non credenti, quando il Sole si spegnerà tutto sarà finito. Questa conclusione ha bisogno anche essa di un atto di fede. Stavolta non nel «Creatore» ma nel «Nulla». Il ponte che Papa Francesco vuole costruire con Scalfari, al fine di iniziare a percorrere «un pezzo di cammino insieme» dev'essere fatto in modo che i dettagli scelti, per andare avanti nella costruzione del ponte, siano liberi da qualsiasi conflitto con le conquiste della Scienza. Il «pezzo di cammino insieme» ha come traguardo il bene dell'umanità e la Scienza unisce credenti e non credenti. Giovanni Paolo II insegna infatti che «Scienza e Fede sono entrambe doni di Dio». Antonino Zichichi www.ilgiornale.it/autore/antoninozichichi-1530.html
Pensieri
La Bibbia
Calendario 2014
Prenota sin d'ora le tue copie!
o
: nf i n i.i o i in z a rig n i o d or ne@ e io o z f In da re
Interroga un po’ gli animali, e te lo insegneranno ... parla alla terra ed essa te lo insegnerà , e i pesci del mare te lo racconteranno. Giobbe 12:7,8
Giugno DO
LU
MA
1 8 15 22 29
2 9 16 23 30
3 10 17 24 1
ME
GI
VE
SA
: o i n nf 4 5 6 7 o i i.i z 11 12 13 14 na igin i d r r 18 19 20 21 o @o 25 26 27 28 fo e one i n z I 2 3 4 5 a d re
D
I
Z
I
O
N
A
R
I
E
T
T
O
I PRINCIPALI TERMINI DEL CONTRADDITORIO! GENERAZIONE SPONTANEA
Fino al XIX secolo si riteneva che certi esseri viventi fossero generati spontaneamente dal fango o da altri mezzi idonei. Dimostrata da Redi come inesistente riguardo alle mosche (v. Darwin contro Redi), sarà definitivamente sconfitta da Pasteur (v. Darwin contro Pasteur). Dato però che di questa concezione sembra che l'uomo non riesca a fare a meno, ne è stata elaborata una nuova versione, neppure essa dimostrata (Abiogenesi), ma più difficilmente contestabile (cfr. capp. 2 e 4).
EVOLUZIONE
Ritiene che le specie attuali siano derivate da altre specie molto diverse e più semplici. Va inteso nel senso di macroevoluzione ed è scorretto intenderla nel senso di microevoluzione, perché la microevoluzione non è specifica di questa concezione e non è oggetto di discussione, essendo accettata da tutti. A monte si collega in genere con la abiogenesi e con il Big Bang, mentre a valle si collega col darwinismo. Si contrappone al fissismo e al creazionismo. Alcuni distinguono lecitamente fra evoluzione (intesa come fatto più o meno accertato) ed evoluzionismo (inteso come interpretazione materialista dell’evoluzione), ma se non c’è una precisazione esplicita, i due termini vanno considerati equivalenti.
INVOLUZIONE
Al termine evoluzione si tende ad attribuire un significato sempre più vasto e vago, così sembra che il fenomeno sia dimostrato anche quando non se ne è affrontata la sua caratteristica essenziale, che è la Macroevoluzione. Non c'è niente di incredibile se un essere vivente perde una funzione o un organo (se per esempio nasce cieco), ma chiamando anche questa «evoluzione», si dà l'impressione che, mostrando un moscerino »modificato» (cioè divenuto cieco), si sia dimostrato che ogni modifica sia possibile. Per fare un esempio, trafficando a caso su un televisore non è difficile che si rompa la funzione video e si conservi quella audio (televisore trasformato in radio), ma ciò non significa che, operando a caso, si possa aggiungere la funzione video ad una radio! L'evoluzionismo si caratterizza per credere nel passaggio dal semplice al complesso, con la progressiva comparsa di or-
Continua l'elenco sulle principali voci del mondo evoluzionista e creazionista. Ringraziamo il Prof. Ferdinando De Angelis che ci ha autorizzato il riporto di alcuni termini.
gani e funzioni nuove, così proprio per distinguere due fenomeni assolutamente non assimilabili ma spesso confusi, si è introdotto il termine di involuzione, col quale vogliamo indicare una perdita: di organi, di funzioni, o di informazione genetica in genere. Si contrappone a Evoluzione ed Evoluzionismo.
MACROEVOLUZIONE
Si avrebbe se in una specie comparissero organi e funzioni nuove, prodotte da una nuova e più complessa informazione genetica; come per esempio se in un animale con respirazione solo acquatica (branchie dei pesci) a un certo punto comparissero organi adatti a una respirazione aerea (rane), poi perfezionantisi fino ai polmoni degli uccelli e dei mammiferi. La macroevoluzione è l'essenza dell'evoluzionismo, ma non è stata mai constatata: né in laboratorio né in natura. Quando in uno strato roccioso si trovano fossili molto diversi da quelli dello strato, supposto molto più antico, se ne deduce che deve essersi verificata la macroevoluzione. Dal tempo di Darwin in poi, però, le acquisizioni scientifiche (stabilità del DNA, complessità biochimica delle funzioni e loro stretta correlazione, assenza di fossili intermedi) la rendono sempre meno spiegabile e la fanno rientrare più nel campo dei miracoli (realtà inspiegabili con le leggi naturali) che in quello della scienza sperimentale. Si contrappone alla Microevoluzione ed al Fissismo.
MICROEVOLUZIONE
Si è convenuto di chiamare così le diversità che si osservano fra padri e figli: esse riguardano per lo più aspetti quantitativi e non qualitativi. Si tratta in genere di una combinazione diversa degli stessi caratteri, o di una perdita di informazione genetica, ma mai di incremento di informazione genetica e di aggiunta di organi nuovi. Rientrano in questo campo le varie modifiche apportate alle specie coltivate, la comparsa di moscerini della frutta (Drosopbila melanogastet) variamente modificati nel senso di una Involuzione (perdita della vista, ali deformate e altro), come pure la variazione del colore prevalente delle ali di certe farfalle, la variazione del becco dei famosi fringuelli di Darwin (che sempre fringuelli restano) e altre simili. La microevoluzione così intesa è accettata da tutti, quello che invece non è provato è che, con questo metodo, dai pesci si sia passati agli anfibi, poi ai rettili, agli uccelli e ai mammiferi, i quali si sarebbero successivamente adattati alla vita in acqua (balene e delfini) e a volare nell'aria (pipistrelli). Insomma, un conto è dire che si possano progressivamente aumentare le prestazioni umane nel salto in lungo, altra cosa è ipotizzare che all'uomo possano piano piano spuntare le ali e sia in grado così di sorvolare gli ocea-
10
ni! Purtroppo l'esposizione degli evoluzionisti è spesso ingannevole, perché si concentra sulla microevoluzione, dando l'impressione di aver dimostrato la Macroevoluzione.
MUTAZIONI
Mutare significa cambiare, ma la parola è così vaga che si presta ad essere equivocata. È vero che i figli presentano dei cambiamenti rispetto ai genitori, ma i cambiamenti che interessano l'evoluzione sono solo quelli a livello genetico (DNA), cioè quelli trasmissibili ereditariamente. La scoperta della struttura del DNA ha messo in crisi l'Evoluzionismo, perché il patrimonio genetico ha il «vizio» di duplicarsi con un sistema di copiatura, perciò le mutazioni possibili si riducono agli «errori di copiatura» ed è chiaro che con essi non si va lontano. Per fare un paragone, non è una copiatura distratta del progetto di costruzione di una vecchia auto che produce i nuovi modelli di una data marca, con tanto di navigatore satellitare e aria condizionata in più: nemmeno se a copiare il progetto ci si mettono milioni di persone per milioni di anni! I milioni di anni sono però molto utili per confondere l'uditorio: in milioni di anni è possibile che ci sia stato qualche errore fortunato e, viene detto, selezionando quei rari casi è successo che ad un tipo di serpente (rettili) sono spuntate le ali ed è diventato un uccello. Questo ragionamento è molto diffuso, ma insostenibile, perché un organo nuovo ha bisogno di un alloggiamento nuovo e di nuove relazioni con gli altri organi, non è quindi questione di qualche errore di copiatura, ma di una revisione dell'intero sistema, che ci deve essere «tutto subito» (Complessità irriducibile) o non ha senso. Nella Scienza, comunque, quello che conta non è la logicità dei discorsi, ma la prova dei fatti: quali mutazioni, nei fatti, ci vengono presentate dagli evoluzionisti? Si vedono farfalle con la prevalenza di un colore sull'altro, pecore con le gambe raccorciate e, soprattutto, moscerini della frutta con ali variamente deformate: insomma, esseri viventi ai quali non funziona più qualcosa, cioè solo casi di Involuzione o Microevoluzione, ma ai fini che più contano, cioè ai fini della Macroevoluzione, gli evoluzionisti non possono presentare nemmeno un caso, come riconosce lo stimato evoluzionista Michele Sarà. L'evoluzionismo però non si arrende di fronte ai fatti e cerca di ribaltarli con ipotesi inverosimili ma che fanno presa, ricorrendo poi ad una specie di formula magica che non dice niente di preciso, ma che appunto per questo sembra spiegare tutto: «In milioni di anni e in miliardi di individui è possibile che succeda qualsiasi cosa». Si può però controllare cosa può succedere in milioni di anni su miliardi di individui, perché alcuni esseri viventi hanno una grande velocità di riproduzione. Da un batterio, per esempio, se
ne possono formare due in meno di mezz'ora e così si possono avere in un mese un numero di discendenti superiore a tutti i rettili vissuti in tutte le epoche geologiche: dalle mutazioni di batteri, però, si sono avuti solo batteri! Per gli esperimenti si è molto utilizzato un essere vivente più complesso, cioè il moscerino della frutta (Drosophila melanogaster), che si nutre di prodotti di scarto ed è molto prolifico. Scienziati di tutto il mondo lo allevano da un secolo al fine di studiarne le mutazioni, ma dal punto di vista macroevolutivo non hanno ottenuto nulla. Anche negli istituti di genetica agraria si è cercato di produrre delle novità attraverso le mutazioni, ma dalle patate hanno ottenuto sempre e solo patate, dal grano sempre e solo grano. Com'è possibile che, dal nulla constatato nei laboratori, si passi poi ad attribuire tutte le novità della macroevoluzione alle mutazioni? Più che di evoluzionismo viene da pensare che si tratti di illusionismo. Spesso ci si appella all'argomento che le mutazioni vantaggiose siano sì rare, ma pur sempre statisticamente possibili. Prima di tutto, vantaggiose non significa che risultino significative ai fini della macroevoluzione (per esempio, una mutazione del grano può renderlo più adatto ad un certo ambiente, ma sempre grano resta). Anche l'espressione Statisticamente possibile si presta ad equivoci, ma per questo rimandiamo alla voce corrispondente.
Continua sul prossimo numero con le voci su:
NATURALISMO FILOSOFICO E METODOLOGICO PANTESIMO PARADIGMA POSITIVISMO PROGETTO INTELLIGENTE
Flora
QUERCUS PETRAEA «ALBERO DELL'ANNO»
Il Giardino zoologico di Berlino ha decretato che la Quercia (Quercus petraea) sia eletta come «Albero dell'anno» per il 2014. La sua caratteristica è di essere un albero «robusto» e di procurare molta ombra. Abbastanza diffusa anche in Italia, tranne che in Sardegna, dove la si trova in esemplari isolati ai bordi dei campi ed in prossimità delle case di campagna.
A N I M A L I B I B L I C I
QUANDO L'ISTINTO È MUSICA
Trilli, battiti e percussioni: così gli uccelli riescono sempre a comunicare.
«Ad un tratto, come Egli usciva dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito scendere su di Lui come una colomba» Marco 1:10
S
i dice istinto, ma in realtà, come scrive Ellen White, il Signore ha dotato ogni animale di un minimo di intelligenza grazie alla quale tutti gli animali, dall'insetto alla balena, interagiscono nell'ambiente con compiti ben precisi quasi fossero loro i custodi anziché l'uomo, che Dio aveva incaricato, di custodirlo e amministrarlo. Purtroppo, lo ha disastrosamente deturpato! Nonostante ciò i canti, i trilli, i gorgheggi, i cinguettii degli uccelli, ad esempio, ci rallegrano ancora. Così per produrre i loro mirabili suoni il Signore li ha dotati di un organo che è quasi uno strumento musicale: la siringe. Con essa possono espri11
mere una fantastica gamma di suoni, da quello crepuscolare e profondo del tarabuso al mattutino e squillante chicchiricchì del gallo, alle soavi melodie dell'usignolo. Per non dimenticare i deliziosi manachini dell' Equador che quando comunicano battono le ali, e dal loro frullare nasce un suono che pare il vibrare di corde di violino. Così come i colombi che, all'interno del loro rito nuziale, includono una rumorosa parata di volo «nuziale». Poi i picchi che comunicano in codice (ogni specie ha il suo) battendo il becco sul tronco degli alberi! E ancora l'australiano kakatoe delle palme, un vero percussionista che, tenendo in una zampa un corto bastone, compie un fantastico rito, acustico e insie-
me visivo, battendo a tempo l'arnese su un masso che gli fa da podio. Quel tam tam è il suo messaggio d'amore. Le femmine, affascinate, accorrono! Colomba (ebr. yónàh; gr.
peristerá)
È menzionata parecchie volte nella Bibbia. La prima volta se ne parla a proposito del Diluvio: quando Noè mandò fuori dell'arca la colomba, per sapere se le acque erano diminuite, essa ritornò a lui con un ramoscello d'olivo nel becco, messaggera di pace e di speranza (Gen 8:8 ss.). Per lo più la S. Scrittura se ne serve per i suoi paragoni e così, indirettamente, ci ricorda il suo volo potente (Sal 55:6), la bellezza delle sue penne (Sal 68:13) e degli occhi (Cant 1:15; 4-1; 5:12), i suoi gemiti (Is 38:14; 59:11; Nah 2:7) ed i pericoli cui è esposta (Os 7:11). Gli esuli che ritornano dall'Assiria sono paragonati a stormi di colombe (Os 11:11), densi come nuvole (Is 60:8). Era, fra gli uccelli, il solo che servisse al sacrificio (Lev 1:14 ss.). Infatti ai poveri che non potevano offrire vittime più costose la Legge giudaica permetteva di presentare due tortore o due giovani piccioni (casi vari: Lev 5:7; purificazione delle puerpere: Lev 12:8, Lc 2:24; purificazione dei lebbrosi guariti: Lev 14:22). Lo stesso sacrificio era prescritto per la purificazione dei nazirei (Num 6:10). Nel mercato del Tempio, situato nel cosiddetto cortile dei Gentili , c'era anche un posto assegnato ai venditori di colombi, dai quali i Giudei si rifornivano per i loro sacrifici (Mt 21:12; Mc 11:15; Gv 2:14). La semplicità della colomba era proverbiale, e Gesù ha raccomandato ai discepoli appunto di essere prudenti come i serpenti, ma semplici come le colombe (Mt 10:16). Al battesimo di Gesù è detto che lo Spirito Santo discese su di Lui «in somiglianza di colomba» (Mc 1:10 e parall.). Qui la colomba è simbolo dello Spirito Santo, il quale conferma che Gesù è il Figlio di Dio. L'origine di questo simbolismo va ricercata nell'esegesi giudaica dei passi dell'A.T. che parlano di colombe. Voce di Alberto Ricciardi tratta dal Dizionario Biblico edito da Feltrinelli Editore Milano del 1968.
B
I
O
L
O
G
I
A
?
Richiami simili all'uomo? Secondo due neurobiologi (Steffen Hage e Andreas Nieder) di Tubinga, Germania, le scimmie Rhesus sono finora le uniche capaci ad usare la voce consapevolmente. Per dovere di informazione riassumiamo un articolo apparso sulla rivista specializzata Nature Communications sulle scimmie Rhesus. L'articolo in questione riportava le esperienze fatte in laboratorio dai due scienziati sulle capacità reattive «linguistiche» di alcune scimmie della specie Rhesus. Non nascondiamo che l'esperimento in questione ci ha lasciato molto perplessi! L'unico commento possibile potrebbe essere quello che siamo arrivati al degrado culturale non solo della moralità, ma anche della scienza! Si scrive che questa specie di scimmie è capace di decidere, come gli umani, se lanciare un grido o se stare in silenzio in una data situazione. E sono, a quanto pare nel regno animale, le uniche ad usare la loro voce in modo consapevole. «Anche se il miagolio di un gatto e l'abbaiare di un cane possono avere un effetto diretto su una persona, il cane e il gatto fanno versi solo in modo affettivo, cioè senza rifletterci prima». I due neurobiologi sperano che le loro scoperte siano utili alla glottologia. «La base per la capacità umana di parlare, è il fatto di saper usare la voce in modo consapevole», dice Hage. «Se gli umani, dopo una ferita alla testa perdono la loro capacità di parlare, questo è spesso collegato al danneggiamento di cellule nervose responsabili per l'uso consapevole della voce». Il gruppo di scienziati voleva esaminare proprio questo meccanismo nelle scimmie! In laboratorio hanno insegnato 12
agli animali (per un lungo anno) ad urlare solo quando appariva un punto di luce. Come ricompensa, un po' di succo da bere. E dopo questo periodo le scimmie erano in grado di effettuare correttamente il compito loro assegnato. I due, inoltre, hanno localizzato una zona nel lobo frontale che, a quanto pare, è responsabile per il controllo dei richiami finalizzati! «In che misura le scimmie Rhesus usino la loro voce in modo consapevole al di fuori del laboratorio, è ancora poco chiaro», afferma Hage. Secondo i due neurobiologi la maggior parte degli animali non sanno comandare i loro richiami anche se i proprietari di animali domestici siano di opinione diversa. «Se il padroncino si presenta con un pezzo di cibo davanti al cane, crea una situazione altamente emotiva per il cane e questo lo porta ad abbaiare in modo affettivo. Il padroncino pensa che il cane mendichi e esprima attraverso l'abbaiare, il desiderio di ricevere qualcosa», scrivono. Gli animalisti tedeschi hanno criticato moltissimo e giustamente questi esperimenti in cui le scimmie sono state abituate ad essere «legate» con la testa ad una cosiddetta sedia per primati, per concentrarsi pienamente sull'esperimento. Alle critiche è stato risposto che le scimmie non hanno dimostrato difficoltà comportamentali! Riassunto dalla rivista specializzata «Nature Communications». Settembre 2013.
A
T
T
U
A
L
I
T
À
PREMIO NOBEL 2013
Ai fisici Peter Higgs e François Englert il prestigioso premio per gli studi sulla «particella di Dio»
I due fisici teorici, il britannico Peter Higgs (a sinistra), 84 anni, e il belga François Englert (80 anni), premiati l'8 ottobre con il Nobel per la Fisica e considerati i padri della «particella di Dio». Entrambi, in modo indipendente, hanno previsto l'esistenza della particella grazie alla quale esiste la massa, anche se poi quella particella ha preso (più realisticamente) il nome di «bosone di Higgs».
T
anto di cappello, come si usa dire, ai due fisici per il prestigioso premio ricevuto. Per la cronaca tuttavia c'è stata una piccola amarezza da parte di molti in quanto a scoprire fisicamente il bosone sono stati gli scienziati e fisici del Cern di Ginevra sebbene abbiano lavorato sulle intuizioni di Higgs e Englert esposte nel lontano 1964, ricordando che era stato però Robert Brout che aveva teorizzato per primo l'esistenza del bosone. Difficile per i non addetti ai lavori riuscire a capire quanto scoperto, perché non solo le scoperte scientifiche ci
sembrano astruse e lontane, ma effettivamente lo sono, perlomeno quando parliamo della ricerca di base che non ha mai un'immediata applicazione pratica. Il «bosone di Higgs», è stato teorizzato per completare il «Modello standard» della fisica moderna. In termini molto più poveri, serve per far tornare i conti con la massa delle particelle, altrimenti relegate a viaggiare alla velocità della luce. Ci sono voluti quasi cinquanta anni e macchine enormi e sofisticate per dimostrare l'esistenza di questo particolare bosone! Ne è valsa la pena? Dal nostro punto di vista, no! Per il semplice fatto che probabilmente ci vorranno altri cinquant'anni per un'applicazione pratica utile all'umanità, quando già si parla di altri elementi ancora più piccoli del bosone: Tau, Myon, Charm, Strange, Top, Bottom... per non dire dell'elemento più importante, almeno per ora, la «forza di gravità». Sembra la moderna Torre di Babele, molto raffinata e subdola perché alla fine l'«elemento» principale, Dio, non viene nemmeno considerato. Anzi viene canzonato: «Hanno scoperto la particella di Dio»!
Simulazione al computer, dell'incontro-scontro ad altissima velocità di due fasci di protoni che arrivano da direzioni opposte.
Le reazioni BRINDISI AMARO IN ITALIA
Dopo che l'anno scorso il Cern, grazie al progetto Atlas, ha individuato il bosone di Higgs, si pensava che il Nobel per la Fisica potesse essere attribuito al laboratorio diretto dall'italiana Fabiola Giannotti (nella foto sopra durante il brindisi per festeggiare l'assegnazione del premio). In effetti, nei mesi passati da più parti era emersa l'idea che il Nobel inseguito da mezzo secolo venisse assegnato al Cern dove la particella è stata catturata e annunciata il 4 luglio dello scorso anno. Sono 5 i nostri connazionali che finora hanno ottenuto il Premio Nobel: Guglielmo Marconi (1909) Enrico Fermi (1938) Emilio Segrè (1959) Carlo Rubbia (1984) Riccardo Giacconi (2002) «Mi piace pensare che il riconoscimento dell'Accademia delle Scienze svedese chiuda in un certo senso un'epoca e ne apra un'altra ancora più entusiasmante per molti aspetti» (Dichiarazione di Fabiola Giannotti). Ma avrà fine la continua ricerca dell'uomo di fronte all'infinito?
13
A
T
Che cos'è il bosone e perché apre la strada ad una nuova scienza 1. Che cos'è il bosone di Higgs? È la particella che ancora mancava alla teoria quantistica nota come «Modello Standard» che descrive l'architettura di base della Natura formata da varie particelle (elettroni, protoni ecc.) e tre delle quattro forze fondamentali (interazione forte, debole ed elettromagnetica). Rimane fuori, ad esempio, la forza di gravità. Si erano immaginati cinque tipi di bosoni e quello annunciato il 4 luglio dell'anno scorso e ora premiato col Nobel sarebbe il più leggero. Ma forse ne esistono altri. La sua presenza è importantissima perché stabilisce la massa delle altre particelle oltre che di se stesso. La sua comprensione non è immediata. Per descriverlo si potrebbe immaginare un lago con la sua superficie tranquilla. Questo è il campo di Higgs. Soffia una brezza leggera che genera delle increspature, delle onde. Le onde sono i bosoni di Higgs e quando cessa il vento scompaiono. Altrettanto i bosoni di Higgs che decadono in altre particelle (fotoni, ecc.).
2. Che cosa si è scoperto al Cern con l'accelerstore Lhc? Prima di tutto si è visto che esiste davvero. Se non si fosse trovato, tutta la teoria del «Modello Standard» sarebbe stata da rivedere. Inoltre si è stabilito che ha una massa corrispondente a 126 Gev (miliardi di elettronvolt) che equivale a 126 volte la massa di un protone, una conoscenza ben nota perché forma il nucleo di ogni atomo assieme ai neutroni. Il bosone di Higgs è stato definito «una pietra miliare nella conoscenza della natura» perché se non ci fosse non avrebbero massa le stelle, i pianeti e neanche noi stessi. L'acceleratore Lhc, per la prima volta, scontrando fra loro nuvole di protoni ha riprodotto l'energia esistente nei
T
U
A
L
primi frammenti di secondo dopo il Big Bang, il grande scoppio da cui tutto ha avuto origine. Per l'esattezza la supermacchina ginevrina ricrea le condizioni esistenti nel primo millesimo di miliardesimo di secondo.
3. Si è trovato tutto quello che era previsto? Soltanto in parte. Perché quando il bosone compare decade rapidamente in tre altri tipi di particelle trovando più fotoni e meno particelle quark e tau rispetto a ciò che era stato immaginato. Ora il compito che hanno davanti i fisici del Cern è appunto quello di capire simili anomalie rispetto alla teoria. Alcune di queste particelle potrebbero, ad esempio, spiegare la materia oscura che occupa buona parte dell'Universo e ancora resta sconosciuta. Va tenuto conto del fatto che l'acceleratore Lhc ha espresso finora un'energia di 7 TeV (tera elettronvolt). Adesso è in manutenzione e quando verrà riacceso nel 2015 raddoppierà la sua capacità arrivando sino a 14 TeV. Ciò spalancherà le porte ad una nuova fisica. Alla scoperta del bosone hanno partecipato circa 600 fisici italiani dell'Istituto nazionale di fisica nucleare e appartenenti soprattutto alle università di Pisa, Milano, Roma e Pavia.
4. Quali prospettive si aprono dopo la scoperta del bosone? Gli scienziati teorizzano la possibilità di trovare le particelle che spiegano sia la materia oscura sia l'energia oscura che riempiono il 96 per cento dell'Universo. Il rimanente 4 per cento è costituito da tutta la materia che vediamo, stelle e pianeti. Quindi si parla di particelle simmetriche a quelle note ma con caratteristiche diverse: accanto all'elettrone ci sarebbe ad esempio il selettrone e poi lo squark, l'sneutrino ecc. Ma si potrebbero scoprire altre dimensioni oltre le quattro in cui viviamo come la teoria delle stringhe già ipotizza. Ecco la nuova fisica. a cura di Giovanni Caprara Corriere della Sera del 9 ottobre 2013 14
I
T
À
Io, cresciuto nel mito bosone che non capivo
Con la conferma della esistenza del bosone di Higgs si è chiusa un'epoca della fisica delle particelle, una delle sue più vitali, e si è aperto un periodo di necessaria stagnazione, in cui bisogna tornare a spalancare con fatica delle voragini di mistero nelle quali immergersi. Il premio Nobel completa questo percorso, apponendogli il sigillo della storia e archiviandolo. Non è molto diverso da quello che ha descritto Peter Higgs nel suo articolo del 1964: all'inizio c'è una piccola regione del mondo dove vige una totale libertà, dove una simmetria garantisce che ogni trasformazione al suo interno è possibile, che ogni direzione si equivale e dove tutti si muovono leggeri, come se non avessero un corpo. Dopodiché avviene un cambiamento, quella simmetria si rompe e il sistema si cristallizza in una conformazione precisa, d'un tratto tutti possiedono una massa, una pesantezza. Ogni certezza acquisita è anche, inevitabilmente, una perdita. E oggi noi tutti ci congratuliamo con Peter Higgs e Francois Englert per il riconoscimento che sancisce la loro straordinaria intuizione, così come con le migliaia di fisici e di ingegneri e di tecnici che ruotano attorno al Cern e che questo premio lo vincono insieme a loro, a stento però riusciamo a nascondere la nostalgia per il tempo perduto in cui la fisica era un po' più libera di volteggiare nell'incertezza, nell'immaginazione.
La spiegazione «Ancora oggi non ho trovato una spiegazione che sia al tempo stesso comprensibile ai più e convincente» (Paolo Giordano, 31 anni, scrittore, laureato in fisica teorica)
S
C
U
O
L
A
D
E
L
S
A
B
A
T
E VENNE... IL DILUVIO
Da Patriarchi e Profeti (Edizioni ADV) di E.G.White vi proponiamo il capitolo 7 «IL DILUVIO» Quarta ed ultima parte Il materialismo che contraddistingue la nostra generazione ha raggiunto livelli molto simili a quelli precedenti al diluvio. «... Come nei giorni innanzi al Diluvio si mangiava e si beveva, si prendeva moglie e s’andava a marito, sino al giorno che Noè entrò nell’Arca, e di nulla si avvide la gente, finché venne il Diluvio che portò via tutti quanti: così avverrà alla venuta del Figliuol dell’uomo» (Matteo 24:38,39)
Dio non condannò gli uomini che vissero ai tempi di Noè perché essi mangiavano e bevevano. Egli stesso aveva offerto loro in abbondanza i prodotti della terra. Il loro errore consisteva nell’essersi appropriati di questi doni eliminando ogni espressione di gratitudine nei confronti di Dio e nell’essersi allontanati da lui coltivando, senza alcun freno, le passioni più degradanti. È legittimo sposarsi: il matrimonio era stato previsto da Dio e fu una delle prime istituzioni che egli stabilì. Ma l’umanità dimenticò le direttive che Dio aveva impartito perché fosse felice: si smarrì il rispetto per questo vincolo, al punto tale che il suo significato fu stravolto e diventò uno strumento per soddisfare le passioni più effimere. Oggi la situazione è simile. Il confine della legittimità ha raggiunto limiti estremi; si giustificano con indulgenza gli impulsi più incontrollati. Acuni fra coloro che si dichiarano cristiani mangiano e bevono con gli alcolizzati, benché siano iscritti nei registri delle chiese. L’intemperanza offusca le facoltà morali e spirituali,
favorendo le peggiori passioni. Moltissime persone non sentono l’obbligo morale di dominare i propri desideri e quindi ne diventano schiavi. Nella nostra società esistono individui che vivono solo per soddisfarei propri sensi. L’idea dominante, nel nostro tempo, è il materialismo. Oggi gli impulsi più frequenti nell’uomo sono la lussuria, l’ostentazione e la dissipazione. Coloro che riescono ad arricchirsi in fretta, spesso lo fanno grazie alle ingiustizie e allo sfruttamento dei poveri, sottoposti a un ignobile mercato. La frode, la corruzione e il furto si diffondono sia negli strati più elevati della società sia in quelli più umili 15
O
e sembrano ormai al di là di ogni censura morale. La pubblicazione di notizie relative ad assassini e crimini commessi a sangue freddo e senza motivo, è così frequente che si ha l’impressione che ogni residuo di umanità sia scomparso. Queste atrocità sono diventate così normali che difficilmente provocano reazioni o sorprendono la gente. L’anarchia domina ovunque. Le rivolte che suscitano l’orrore del mondo, non sono che sintomi di una violenza finora repressa: quando questa sfuggirà a ogni controllo, la terra si riempirà di dolore e desolazione. L’immagine che le Scritture ci hanno trasmesso del mondo prima del Diluvio rappresenta fin troppo bene la condizione a cui la società moderna sta rapidamente giungendo. Anche ora, nel nostro tempo, in paesi che si professano cristiani, ogni giorno vengono consumati crimini terribili, simili a quelli per i quali fu distrutto il mondo di Noè. Prima del Diluvio, Dio inviò un profeta ad avvertire il mondo, affinché gli uomini si pentissero e riuscissero a sfuggire alla distruzione incombente. Nel nostro tempo, prima della seconda apparizione del Cristo, il Signore ci ha scelti per avvertire il mondo di questo grande evento, affinché l’umanità si prepari. Intere folle violano la legge di Dio: egli è generoso e invita ogni uomo all’ubbidienza. Il Signore offre ancora oggi il perdono a tutti coloro che si pentono dei propri errori perché credono in Cristo. Molti ritengono che abbandonare una condotta sbagliata richieda un sacrificio troppo grande, e siccome la loro vita non è in armonia con i princìpi di integrità su cui si fonda l’autorità di Dio, rifiutano i suoi avvertimenti, negando la validità della legge. Prima del Diluvio solo otto persone, in tutto il mondo, credettero e ubbidirono alle parole di Dio, pronunciate da Noè. Per centoventi anni questo predicatore di giustizia avvertì il mondo dell’imminente distruzione. Il suo messaggio fu respinto e disprez-
S
C
U
O
L
A
D
E
L
S
A
Il cinema, soprattutto dopo il 1968, ha assunto un ruolo di primo piano nella divulgazione di tutti quegli aspetti che sino allora erano «aspetti di vita privata». In particolare per quanto riguardava le unioni fuori dal matrimonio «legale». Chi non ricorda lo scandalo che suscitò l'unione di Fausto Coppi con Ilaria Occhini, la Dama Bianca; un caso che arrivò persino a sollecitare un'interrogazione parlamentare. Oggi siamo agli estremi opposti. All'Anagrafe del Comune di Bologna, ad esempio, nei casi «ambigui», i genitori sono «genitore 1» e «genitore 2». Ormai siamo veramente all'«esaltazione gloriosa» del proibito... «come avvenne ai gorni di Noè».
zato. La stessa cosa avviene oggi. Prima che il Creatore della legge venga per punire i trasgressori, essi saranno invitati a pentirsi, a ristabilire un accordo con Dio. Tuttavia, nella maggioranza dei casi questi avvertimenti saranno inutili. «... Negli ultimi giorni verranno degli schernitori coi loro scherni i quali si condurranno secondo le loro concupiscenze e diranno: Dov’è la promessa della sua venuta? Perché dal giorno in cui i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano nel medesimo stato come dal principio della Creazione» (2 Pietro 3:3,4). Non sentiamo ancora oggi ripetere queste parole, non solo da chi si dichiara apertamente ateo, ma anche da coloro che parlano dai pulpiti? «Non c’è motivo di preoccuparsi», gridano. «Prima che Dio ritorni, tutto il mondo si convertirà e la giustizia regnerà per mille anni. Pace, pace! Tutto continua come sempre. Non preoccupatevi per le provocazioni di questi allarmisti». Questa concezione del millennio contrasta con quanto è trasmesso dal Cristo e dagli Apostoli. «Quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà egli la fede sulla terra?» (Luca 18:8). Egli dichiarò che lo stato del mondo sarebbe stato simile a quello dei giorni di Noè. L’apostolo Paolo ci avverte che con l’avvicinarsi della fine si assisterà a un aumento della corruzione: «Ma lo Spirito dice espressa-
mente che nei tempi a venire alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori, e a dottrine di demoni» (1 Timoteo 4:1). Egli sostiene inoltre che «negli ultimi giorni verranno tempi difficili» (2 Timoteo 3:1) e presenta poi un’impressionante lista di peccati, comuni a coloro che manifesteranno solo una religiosità apparente. Quando il tempo concesso loro per pentirsi stava per concludersi, i contemporanei di Noè si abbandonarono a feste e divertimenti eccitanti. Gli uomini più influenti e potenti, per impedire che la gente fosse impressionata dall’ultimo solenne avvertimento, si impegnarono affinché tutti si abbandonassero ai divertimenti. Oggi non assistiamo forse allo stesso spettacolo? Mentre i credenti diffondono l’annuncio dell’approssimarsi della fine, il mondo è assorbito nella ricerca del piacere. Il continuo desiderio di eccitazione crea un circolo vizioso, che provoca l’indifferenza nei confronti delle realtà spirituali. Ciò impedisce a molti di essere ricettivi a quell’ultimo appello che potrebbe salvarli dalla distruzione incombente. Così come ai tempi di Noè i filosofi ritenevano impossibile che il mondo fosse distrutto dall’acqua, oggi vi sono uomini di scienza che si sforzano di dimostrare che il mondo non può essere distrutto dal fuoco, perché 16
B
A
T
O
ciò sarebbe contrario alle leggi naturali. Ma il Dio della natura, colui che ha fatto e controlla queste leggi, può servirsi di ciò che ha creato per realizzare i suoi obiettivi. Quando uomini, grandi e sapienti, dimostrarono che il Diluvio era impossibile e quando i timori del popolo furono sopiti, tutti considerarono la profezia di Noè come l’illusione di un fanatico e quindi giunse il momento indicato da Dio. «Le fonti del grande abisso scoppiarono e le cateratte del cielo si aprirono» (Genesi 7:14). Coloro che avevano ridicolizzato l’avvertimento di Noè furono travolti dalle acque del diluvio. Nonostante tutte le orgogliose certezze della loro scienza, gli uomini si resero conto troppo tardi che la loro saggezza era una pazzia, che colui che ha costituito le leggi della natura è superiore a esse. All’Onnipotente non mancano i mezzi per realizzare i suoi obiettivi. Quando i ragionamenti filosofici soffocheranno il timore del giudizio divino; quando le guide religiose annunceranno una lunga epoca di pace e prosperità e gli uomini saranno assorbiti nei loro affari e nella ricerca del piacere, piantando, costruendo, divertendosi, sposandosi, respingendo gli avvertimenti di Dio e deridendo i suoi messaggeri, allora essi saranno colpiti da una distruzione improvvisa a cui nessuno potrà sfuggire (cfr. 1 Tes 5:3).
«E come avvenne ai giorni di Noè... lo stesso avverrà nel giorno che il Figlio dell'uomo sarà manifestato» (Luca 17:26,30)
«Ma il giorno del Signore verrà come un ladro; in esso i cieli passeranno stridendo, e gli elementi infiammati si dissolveranno, e la terra e le opere che sono in essa saranno arse» (2 Pietro 3:10)
Continua p. numero con il capitolo «Dopo il Diluvio»
S
C
U
O
L
A
D
E
L
S
A
B
A
T
O
IL TABERNACOLO E IL RITUALE
Questo trimestre la Scuola del Sabato ci invita allo studio del Santuario. Suggeriamo la lettura del capitolo 30 «IL TABERNACOLO E IL RITUALE» inserito nel libro Patriarchi e Profeti (Edizioni ADV) di E.G.White. Per questioni di spazio e uscite editoriali vi offriamo solo l'inizio del capitolo, lasciando ai nostri gentili lettori la continuazione a casa propria della lettura con maggiore rilassatezza e concentrazione.
Mentre Mosè era sulla montagna, davanti a Dio, ricevette quest’ordine: «Mi facciano un santuario perché io abiti in mezzo a loro» (Esodo 25:8). A questo ordine furono aggiunte indicazioni dettagliate riguardanti la costruzione del Tabernacolo. In seguito alla loro infedeltà, gli israeliti non ebbero più il privilegio della presenza divina: questo impedì per qualche tempo la realizzazione del Santuario, la dimora di Dio in mezzo al popolo. Tuttavia, quando Israele ottenne il perdono divino, Mosè si dispose a eseguire quell’ordine. Per la costruzione del Santuario furono scelti uomini che il Signore
aveva dotato di particolare abilità e saggezza. Dio stesso aveva fornito a Mosè il progetto, completo di ogni informazione riguardo alle dimensioni, la forma, il materiale da impiegare e tutti gli oggetti compresi nell’arredo. Il Tabernacolo, pur essendo costruito dagli uomini, doveva essere «figura del vero» (Ebrei 9:24,23), una rappresentazione in miniatura del Santuario che è in cielo in cui il Cristo, il nostro Sommo Sacerdote, dopo aver offerto la sua vita in sacrificio, doveva compiere la sua opera in difesa del peccatore. Sul Sinai Dio presentò a Mosè la visione del Santuario e gli ordinò di riprodurlo fedelmente. Mosè...
9 1 2 4
3
3
6 6 7
5 8
Qui sopra la fotografia del modello del Tabernacolo in esposizione all'Israel-Museum di Gerusalemme, visto dal Monte degli Ulivi. Modello incorporato in un plastico di ampie dimensioni che ricostruisce la città in epoca romana. La porta del Tabernacolo è rivolta verso est, ovvero ha di fronte la scarpata della Valle del Cedron ed il Monte degli Ulivi. Sulla estrema destra in alto la Fortezza Antonia o Pretorio. 9 Sulla sinistra (non visibile) si trovava l'ippodromo e la Città Bassa o di Davide. Portici reali
1 2 3 4 5 7
Portici reali Sala dell'Assemblea del Sinedrio dopo il 30 d.C., posta sopra i portici Atrio dei Gentili, dove potevano sostare senza oltrepassare la barriera 6 pena la condanna a morte A fianco o sotto la scalinata con le due porte di Huldah c'erano i bagni per le abluzioni rituali Pinnacolo di cui Matteo 4:5 e Luca 4:9 Portici di Salomone
8
Porta Bella o d'Oro
Qui a fianco un'illustrazione molto popolare e cara all'avventismo che illustra il «cuore» del Santuario, oggetto dello studio del IV trimestre 2013. Inutile ricordare la descrizione degli arredi.
17
L
I
B
C'è un libro per tutti!
Autore: Editore: Pagine: Prezzo:
Fernando De Angelis Gribaudi, Milano 312 € 16,00
Per ordinazioni: redazione@origini.info.
L'autore Nasce (1946) a Manigi di Cascia, villaggio dell’Appennino Umbro, dove l'incontro con la Natura lo porta ad abbracciare il Vangelo ed a sperimentare la «nuova nascita» in Cristo (1969). Si laurea in Agraria per dedicarsi poi all'insegnamento (Scienze naturali e Geografia economica) nelle Medie superiori. Ora pensionato. Autore del libro L’origine della vita (Edizioni Casa Biblica; tradotto in portoghese, inglese, spagnolo) e di Cultura e Bibbia. Fondatore dellla rivista Proiezioni (1988-92).
18
R
I Il primo Sabato a vostra disposizione lo dovrete dedicare alla lettura attenta e riflessiva per comprendere in modo esaustivo l'invito che ci viene fatto dal Prof. Fernando De Angelis nel suo nuovo lavoro: Cultura e Bibbia. Evoluzione, storia, economia e geografia in un'ottica nuova, edito da Gribaudi di Milano. Un invito che a molti sembrerà difficile da comprendere e da applicare in quanto siamo stati abituati a leggere la modernità con l'occhio della secolarizzazione perdendo sempre di più la capacità di leggere il mondo con la Fede. Il saggio di De Angelis ci accompagna in un percorso che ci potrà sembrare difficile all'inizio ma che ci aprirà la mente facendoci capire che la Bibbia è cultura e la lettura della nostra società fatta tramite essa può farci comprendere maggiormente alcuni passaggi della storia. Un libro semplice nella lettura ma complesso nelle argomentazioni, un libro veloce e intelligente che produce a tutti noi molte domande e risposte, un libro chiaro e approfondito che ci può aiutare a sviluppare una nuova visione del mondo in cui viviamo. De Angelis ci introduce in una nuova lettura dell'evoluzione, della storia, dell'economia e della geografia con occhi da cristiano; ci offre stimoli per comprendere che la realtà che viviamo può essere letta anche con gli occhi della Fede. L'autore, quindi, riesce a dimostrare che molte delle nostre convinzioni sono solo costruzioni del relativismo culturale. La Fede può essere uno strumento per comprendere meglio in quale mondo viviamo e in quale vorremmo vivere ed il libro di De Angelis ci aiuta proprio in questo: a crescere intellettualmente. «Dobbiamo leggere il mondo con gli occhi della Fede, e non la Fede con gli occhi del mondo». Con questa frase di Sergio Quinzio che riportiamo dal libro di De Angelis, sintetizziamo il senso del libro, l'originalità del pensiero e l'importanza del testo. Grazie a Fernando De Angelis per l'ottimo contributo alla ricerca di una nuova comprensione del nostro mondo e della nostra società. Grazie per averci indicato come comprendere il mondo che ci circonda con gli occhi della fede. Da comprare subito!
I«lettori»hanno scritto! R
U
B
R
I
In verità, nessun lettore ci ha scritto! Abbiamo però DARWIN E DIO «scoperto» tra le carte Darwin non era ateo, e il suo «evodella Redazione luzionismo» (sia pur discutibile) non è materialista, poiché, egli ammetun ritaglio del te Dio, come Prima Causa (o Causa quotidiano «Resto causarum) il quale agisce, nella evodel Carlino» del luzione, mediante le cause seconde. 1982 in cui Vittorio Ecco quanto afferma in un libro di fede e di scienza il dott. Josef Holzer: Notarbartolo, pastore era uno scienziato credenavventista, rispondeva «Darwin te: egli scrive: A mio parere, secondo ad un lettore che quello che conosciamo, è in pieno acavvalorava l'idea di un cordo con le leggi impresse dal Creatore alla materia che il nascere e il Dio «evoluzionista»... passare degli antichi e odierni abitanti della terra, esattamente come la nasciEcco la «botta» e la ta e la morte degli individui, sia una «risposta» apparse conseguenza di cause secondarle. sulla Rubrica «Lettere Ed è veramente qualcosa di sublial Carlino» del 20 me il pensare che il Creatore abbia dato ai germi della vita solo poche aprile e dell'11 forme o addirittura una sola forma, maggio 1982. e che da un inizio così semplice sia Vittorio Notarbartolo (19171993) è stato pastore della Chiesa cristiana avventista svolgendo il suo ministero in molte città italiane. Nel suo ultimo mandato in quel di Bolzano diventò popolare alla cittadinanza per i suoi interventi religiosi sui quotidiani locali soprattutto per l'esposizione logica dei contenuti. Suo il libro «La croce di Pietro», edito dalle Edizioni ADV (2011). AISO magazine lo vuole ricordare con questo frammento di pagina in occasione del ventennale della sua scomparsa.
derivato un numero infinito di forme bellissime e meravigliose» (Dr. Josef Holzer, E Dio disse, Elle Di Ci di Torino, 1969, pag. 62). Crispino Lanzi, Cesenatico
DARWIN ATEO
Ho letto la lettera del sig. Crispino Lanzi su «Darwin e Dio» (30 aprile). Mi si consenta di rispondere. Se per Dio si intende, come scrive il sig. Lanzi, un essere anonimo «Prima Causa o Causa Causarum», direi che il credere o il non credere in un consimile Dio sarebbe la medesima cosa, perché da questo Dio non dipende alcun comportamento umano: se 19
C
A
questo era il Dio di Darwin, Darwin era un credente. Se, però, per Dio si intende «Jahveh» che, nel rivelarsi a Mosé (Esodo 3:14), ha consegnato a lui due tavole di pietra, sulle quali Egli stesso aveva inciso i dieci comandamenti (Esodo 34:27,28), in base ai quali saranno giudicati tutti gli uomini di ogni tempo (Romani 2:11-13), comandamenti che poi Mosè ha ritrascritto nel libro dell'Esodo (20:1-17), allora il discorso cambia: cambia perché Jahveh ha anche rivelato come Egli abbia creato tutti i viventi: dalla rivelazione risulta che i viventi, siano essi vegetali, siano essi animali, acquatici o volatili, o terrestri (Genesi 1:11,21,24,25) furono creati ciascuno secondo la sua specie. Dalla rivelazione risulta anche che l'uomo fu creato da Dio, diverso dagli altri viventi a coronamento della Sua opera creativa (Genesi 1:26,27). Orbene, chi crede in Jahveh, che si è rivelato, e che è il Dio al quale si sono rimessi sia gli israeliti quanto i cristiani, non può credere nella teoria evoluzionista; e chi crede nella teoria evoluzionista non crede in Jahveh e neppure in Cristo, perché Cristo è l'unigenito Figliuolo di Jahveh (Giovanni 3:16), che si è fatto uomo per salvare dal peccato l'intera umanità discendente dalla prima coppia creata da Dio, e che fu espulsa dall'Eden a causa del peccato da essa compiuto. Ora poiché dal credere o dal non credere in questo Dio dipende l'intero comportamento dell'uomo, di fronte a questo Dio Darwin era ateo, ed atei sono anche tutti coloro che condividono la teoria da lui elaborata. Vittorio Notarbartolo (Pastore avventista), Bolzano
DA TUTTO IL MONDO!
Disguidi?
Citazioni citabili «Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli» - Gesù, Matteo 5:3 «Le mosche non sono noiose per la violenza, ma per il numero. Così le grandi occupazioni non ci disturbano quanto le piccole, se queste sono molte» San Francesco di Sales (1567-1622), vescovo cattolico francese di antica famiglia nobile savoiarda. Ricordiamo il suo libro «Trattato dell'amor di Dio»
SE L'INPS CHIEDE 1 CENT DI TROPPO
Al signor Emilio Casali, 84 anni di Riccione, pensionato, è stato chiesto la restituzione di 1 centesimo, percepito in eccesso tra il 1996 e il 2000. Non per colpa sua, ma dell'Inps che ora gli chiede la restituzione con modalità degne di una «commedia all'italiana»: l'importo, scrive l'ente, può saldarlo entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione, ma può anche rateizzarlo. Il tutto ha sollevato ilarità in tutto il mondo occidentale e di fronte a tale «figuraccia» il Direttore responsabile della pratica è «stato sollevato dall'incarico», anche perchè una legge stabilisce che l'Inps non può chiedere restituzioni per cifre inferiori ai 12 €. Italia, Italia...
Agricoltura
IL POMODORO ETICO?
«Il mondo è pieno di gente di buona volontà: alcuni hanno voglia di lavorare, gli altri hanno voglia di lasciarli lavorare» Robert Lee Frost (1874-1963). Poeta statunitense, Medaglia d'oro del Congresso. È considerato il padre della poesia moderna. Le sue esperienze, anche dolorose, hanno influenzato le sue poesie, che malgrado tutto, contengono immagini dolci e tranquille e vogliono dare una speranza ai suoi lettori.
Enciclopedie
WIKIPEDIA: AFFIDABILE?
Chi usa spesso Wikipedia sa benissimo che la suddetta enciclopedia presenta molti lati non sempre affidabili. Le voci nate in proposito hanno spinto i dirigenti di Wikipedia Foundation (l'associazione no profit che controlla l'enciclopedia online) a verifiche su centinaia di collaboratori. Il risultato è che le utenze di 250 autori «non neutrali» sono state bloccate. In effetti è successo che molti di quest'ultimi sono stati pagati per scrivere articoli che promuovono prodotti o enti commerciali. Quindi il fare attenzione alla neutralità delle voci è un dovere di tutti gli utenti. Ricordiamo che Wikipedia (dall'hawaiano wiki, veloce e dal greco antico pedia, formazione) è sta-
ta fondata il 15 gennaio 2001 è una enciclopedia online multilingue e gratuita, redatta da volontari che scrivono e controllano le singole voci. Ha oltre 29 milioni di articoli di cui 4,3 in inglese e oltre 1 milione in italiano, con 19 milioni di utenti registrati (di cui 80 mila attivi) e 500 milioni di utenti «guarda e chiudi». È il più grande sito al mondo e l'unico gigante del web senza scopo di lucro.
Convegni
Fauna
MUTILAZIONI FEMMINILI. UN DRAMMA SENZA FINE
Il Nord Europa vuole il pomodoro «etico» in quanto ci chiede di fare i compiti in casa nostra! Chi reclama sono le grandi catene di distribuzione norvegesi allarmate dalle notizie sulla diffusione del caporalato nella raccolto del pomodoro nel Sud d'Italia ed anche per la qualità organolettica dei nostri pomodori del Sud che pare stiano scadendo. La Norvegia non fa parte della CE, ma la sua presa di posizione contro il mercato nero che da noi (come d'altro canto in Cina) sta diventando la norma, potrebbe influenzare tutto il mercato del Nord Europa, in particolare dell'Inghilterra che rappresenta il nostro acquirente principale (22,2%; Germania seconda con il 13,5%). Infatti Londra sta monitorando il mercato del lavoro illegale nel nostro Sud (Agro Pontino, Capitanata, Villa Literno e San Gervasio di Potenza) e una sua presa di posizione, alla vigilia di un Expo tutto dedicato al futuro dell'agro-alimentare, avrebbe conseguenze disastrose per la nostra economia.
Si è svolta a Roma nel mese di ottobre una Conferenza internazionale sul problema. Poco meno di un anno fa l'ONU votava la messa al bando delle mutilazioni genitali femminili. È stato certamente un passo importante, ma come ha ricordato la nostra Emma Bonino «la risoluzione ha le armi spuntate perché non trova effettiva applicazione da parte degli Stati più coinvolti. E i recenti rapporti dicono che, nonostante gli sforzi compiuti per eliminarle, le orrende pratiche continuano ancora». Babatunde Osotimehin, direttore ONU del Comitato per la lotta contro queste barbare «esecuzioni», lancia l'allarme: «125 milioni di donne in 29 Paesi dell'Africa, Asia e del Medio Oriente vengono ancora sottoposte a queste pratiche e c'è dunque moltissimo da fare». Emma Bonino ha ricordato poi anche il contributo dell'Italia, che dal 2008 ha stanziato 8 miliardi di dollari in favore del programma congiunto ONU-
20
PICCHIO VERDE «UCCELLO DELL'ANNO»
La rivista austriaca BirdLife ha eletto il Picchio verde (Picus viridis) «Uccello dell'anno» per il 2014. Questo per attirare l'attenzione, soprattutto dei cacciatori, sul rischio della sua estinzione. Anche questo volatile dagli occhi incorniciati nel nero, con il cappellino rosso e dal simpatico becco che sembra sorridere sempre ha una vita difficile nell'Europa centrale a causa delle alterate condizioni climatiche. Sino a quando udremo ancora il canto del KjückKjückkjückKjück? UNfpa, ma soprattutto si è impegnata a proseguire su questa strada, anche nell'attuale fase di crisi: «Mantenere gli impegni presi non è facile, anche di fronte all'opinione pubblica italiana, ma spero che la società civile mi sostenga nella decisione di continuare il nostro sostegno, anche finanziario». Ha anche promesso di ampliare il fronte della lotta ad altre cause, come quella dei matrimoni giovanili e forzati. Al ministro Emma Bonino vada anche il nostro incoraggiamento.