Aiso magazine 3 2014

3 / 2014 AISO - ASSOCIAZIONE ITALIANA STUDI SULLE ORIGINI - MILANO - Piazza Bertarelli, 13 - Tel. 02 617 55 79 - redazione@origini.info Newsletter trimestrale on line • Ottobre 2014 • N.ro 3 • Direttore AISO: Stefano Bertolini • Redazione: Renato Colmano, Fabrizio Fratus, Giusy Pistillo • Fax 02 612 47 896 • www.origini.info

LA GUERRA SENZA FINE!

ISRAELE VS GAZA O GAZA VS ISRAELE? Al momento in cui scriviamo quest'articolo il «conflitto» tra Israele e Hamas si è fermato. Tuttavia le premesse per una pace duratura sono sempre appese ad un filo di speranze e controversie. Ambedue, Hamas e Israele, dicono di aver vinto... come sempre! Quando finirà questo contrasto che dura da millenni?

TEMPO DELLA FINE? CHI DECIDE PER GESÙ, DECIDE PER LA PACE! pag. 2 UNA TERRA SENZA PACE E SENZA DIO! pag. 3 QUALE NEMICO COMBATTE ISRAELE? pag. 5 MORALE DELLA STORIA! pag. 5 CHI SONO IO? pag. 6/7 PARADISI MARINI pag. 8 LO STERMINIO DELLE API. ORA È ALLARME ROSSO pag. 9 IL CORPO UMANO pag. 10/11 «SCUOLA DEL SABATO» LA PRIMA SETTIMANA (1) pag. 12 CHI ERANO I GIGANTI? pag. 13 L'INTERVISTA! pag. 14 IL DNA, PARTE DELLA NOSTRA IDENTITÀ pag. 15 IN DIFESA DELLA CREAZIONE pag. 16/17 IN DIFESA DELL'ACQUA pag. 18 C'È UN LIBRO PER TUTTI LA TEORIA DELL'EVOLUZIONE pag. 19 DI TUTTO UN PO' pag. 20

hi conosce la Bibbia, sa che essa parla di «un tempo della fine» in cui Gesù ritorna per dare inizio ad una «nuova epoca» in cui la pace sarà l'elemento portante.

Le dichiarazioni su questo tema sono così eloquenti che ogni cristiano dovrebbe conoscerle «a memoria»!

Ci sono segnali che stiamo già vivendo in questo particolare momento della storia caratterizzato dalla dirompente azione terroristica di un minoritario gruppo dell' Islam? Diremo di sì, in quanto quello che più ci colpisce sono le devastanti avversità nei confronti degli ebrei e dei cristiani.

Nel primo caso, senza entrare nel merito di chi sono le responsabilità di un conflitto appena «terminato», dobbiamo ricordare che Israele è di nuovo una nazione (Ezechiele 11:17,19-20).

Gli Ebrei, dopo un'esodo durato secoli, sono dal 14 maggio 1948 nuovamente una nazione «inserita» tra paesi arabi a cui però Dio assicura una protezione!

«Ecco, io salvo il mio popolo dalla terra d'Oriente e dalla terra d'Occidente; li ricondurrò ed essi abiteranno in mezzo a Gerusalemme, e saranno mio popolo e io sarò loro Dio con fedeltà e giustizia» (Zaccaria 8:7-8).

Quello che era impensabile un secolo fa, è diventata una realtà.

Per non parlare delle terribili manifestazioni di questi tempi nei confronti dei cristiani siriani e iracheni, per non dire di altri.

Naturalmente non solo quanto detto può rappresentare un «segno dei tempi», ma dobbiamo ricordare che ci sono sempre più violenti terremoti, tempeste, tsunami (come non sapevamo prima), epidemie di AIDS e Ebola, carestie... con milioni di persone vittime di questi disastri.

2

E gli esperti ci dicono che la frequenza delle catastrofi naturali continuerà ad aumentare! (Marco 13:8). Ma questi esperti non parlano mai di un altro devastante fenomeno: quello della mancanza di amore e del crescente divario tra «ricchi» e «poveri».

Sembra che l'avidità dell'uomo non debba mai cessare: «Poiché l'iniquità aumenterà, l'amore dei più si raffredderà» (Matteo 24:12).

Poi la crescente mancanza di amore nelle persone è un dato di fatto non meno espresso in moltissime famiglie: nella moderna Europa centrale quasi ogni matrimonio su due finisce in divorzio.

Cari lettori, la Bibbia ci esorta a sollevare lo sguardo in alto per questo tempo finale di distrette perché «allora si vedrà il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole con grande potenza e gloria. Ed allora manderà gli angeli a raccogliere i suoi eletti ... » (Marco 13:26,27).

Gesù stesso dice che dobbiamo essere vigili quando vediamo adempiersi queste «previsioni».

E chi decide per Gesù Cristo, decide per un mondo di pace!

Renato Colmano Foto Manu San Félix, National Geographic

IN QUESTO NUMERO

TEMPO DELLA FINE? CHI DECIDE PER GESÙ, DECIDE PER LA PACE! C

Un orso polare che fa da sentinella sull'isola del principe Rodolfo, nell'arcipelago russo della Terra di Francesco Giuseppe.

Ci richiama all'attenzione del cristiano, vigile nell'attendere il ritorno di Gesù.

A

T

T

U

A

L

I

T

À

UNA TERRA SENZA PACE E SENZA DIO! Al momento in cui scriviamo quest'articolo il «conflitto» tra Israele e Hamas si è fermato. Tuttavia le premesse per una pace duratura sono sempre appese ad un filo di speranze e controversie.

Ambedue, Hamas e Israele, dicono di aver vinto... come sempre!

Quando finirà questo contrasto che dura da millenni?

N

on nascondiamo che l'argomento è molto scabroso, perché secondo noi, dipende dal punto di vista che ci siamo fatti sulla «questione», che nella maggior parte dei casi è infuenzato dal contesto sociale-politico-religoso in cui viviamo.

Ed è in quest'ottica che, ad esempio, l'italiano, influenzato da secoli di antisemitismo da parte della Chiesa, esterna più simpatia nei confronti

del popolo palestinese che verso quello ebreo (così per tutti i Paesi dove ha dominato il cristianesimo cattolico e protestante).

Ma al di là di questa considerazione occorrerebbe chiarire che il suddetto «ex conflitto» è scaturito da Hamas, sotto le pressioni degli integralisti iraniani (vedi ISIS) e nulla ha a che fare contro l'«esercito palestinese».

Come detto non è nostro compito

3

esaminare gli antefatti di questo ennesimo conflitto, ma vorremmo ricordare come certi errori del passato si «pagano» anche dopo millenni!

Ci riferiamo alla vicenda di Abrahamo e Sara e del figlio loro «promesso»: Isacco. Ci rimettiamo alla penna di E.G.White («Patriarchi e Profeti», cap. «Il sacrificio di Isacco», ADV).

«Nonostante Abramo avesse accettato, senza fare domande, la promessa

di un figlio, non aspettò che Dio la realizzasse nel modo e nel tempo da lui stabiliti. Dio, infatti, ritardò l’adempimento della sua promessa per mettere alla prova la fede di Abramo: purtroppo egli non la superò.

Ritenendo che fosse impossibile avere un figlio in età così avanzata, Sara propose un piano che avrebbe dovuto favorire la realizzazione della promessa divina: una delle sue serve sarebbe stata presa da Abramo come seconda moglie. All’epoca la poligamia era così diffusa che non era considerata un’abitudine sbagliata; essa costituiva comunque una violazione della legge di Dio, pericolosa per la sacralità del legame matrimoniale e la pace della famiglia. Il matrimonio di Abramo con Agar si rivelò un male non solo per quella famiglia, ma anche per le generazioni future.

Lusingata per l’onore conferitole dalla sua nuova posizione di moglie di Abramo e sperando di divenire la madre di una grande nazione, Agar si inorgoglì e trattò con disprezzo la sua padrona. La gelosia cominciò a turbare la pace di quella che era stata una famiglia felice. Costretto ad ascoltare le lamentele delle due mogli, Abramo cercò inutilmente di ristabilire l’armonia. Nonostante egli avesse sposato Agar su insistenza di Sara, proprio la moglie lo accusò di aver commesso un errore e volle cacciare la sua rivale. Abramo non era dello stesso parere perché Agar sarebbe diventata la madre di suo figlio, di quel figlio della

promessa così a lungo desiderato; comunque, poiché Agar era la serva di Sara, egli la lasciò sotto il controllo della sua padrona. Ma Agar, sprezzante, non poteva piegarsi alla severità che la sua insolenza aveva provocato. «... Sara la trattò duramente, ed ella se ne fuggì da lei» (Genesi 16:6). Sara la lasciò andare nel deserto. La serva egiziana giunse presso una fonte; era sola, abbandonata da tutti; il Signore allora le apparve con sembianze umane. Rivolgendosi a lei come: «... Agar, serva di Sara» (v. 8) per ricordarle la sua posizione di serva, le ingiunse: «...

Torna alla tua padrona, e umiliati sotto la sua mano» (v. 9). Quindi mitigò il rimprovero con parole di conforto: «... Io moltiplicherò grandemente la tua progenie, e non la si potrà contare, tanto sarà numerosa» (v. 10). Come segno eterno della benevolenza divina, il Signore le chiese allora di porre al figlio il nome di Ismaele, che significa «Dio ascolta».

Abramo aveva quasi cento anni quando Dio gli rinnovò la promessa di un figlio che sarebbe nato da Sara. Egli tuttavia non comprese: il suo pensiero si rivolgeva infatti a Ismaele e si aggrappava alla convinzione che grazie a lui si sarebbero realizzati i piani di Dio. È per questo che, spinto dall’amore per il figlio, esclamò: «...

Di grazia, viva Ismaele nel tuo cospetto!» (17:18). Allora il Signore ripeté la promessa in maniera inequivocabile: «... Sara tua moglie ti partorirà un figliuolo, e tu gli porrai nome Isacco; e

«Ecco, Io sto alla porta e busso; se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, Io entrerò... » Apocalisse 3:20

4

io fermerò il mio patto con lui... » (v.

19). Tuttavia Dio ascoltò la preghiera di quel padre e disse: «Quanto a Ismaele, io t’ho esaudito. Ecco, io l’ho benedetto, e farò che moltiplichi e s’accresca grandissimamente... io farò di lui una grande nazione» (v. 20).

La nascita di Isacco avvenne dopo una lunga attesa, durata un’intera vita, come coronamento delle più profonde speranze di Abramo e Sara e nelle loro tende regnava ormai la gioia. Al contrario, per Agar questo evento fece naufragare ambizioni a lungo accarezzate. Ismaele, ormai un ragazzo, era stato considerato da tutto l’accampamento erede delle ricchezze di Abramo e delle benedizioni promesse alla sua discendenza; ora invece veniva messo da parte e per questo la madre e il figlio odiarono il piccolo di Sara. La gioia generale di quei momenti aumentò la loro gelosia, finché Ismaele osò deridere apertamente l’erede della promessa di Dio. Per un approfondimento della tematica segnaliamo il libretto di J.B. Doukhan «Il mistero di Isrele», ADV.

Sara ritenne che l’atteggiamento di Ismaele avrebbe provocato conflitti continui e chiese con insistenza ad Abramo che Agar fosse allontanata dall’accampamento insieme al figlio.

Il patriarca si trovava di fronte a una scelta difficile. Come poteva mandare via suo figlio Ismaele che amava?

Prima di decidere, invocò la guida divina e il Signore gli disse, tramite un angelo, di accontentare Sara. Il suo amore per Ismaele e Agar non doveva condizionarlo; solo in questo modo si sarebbero ristabilite nella sua famiglia l’armonia e la felicità.

L’angelo poi lo consolò promettendogli che, benché separato dalla casa paterna, Ismaele non sarebbe stato dimenticato da Dio, che lo avrebbe protetto e sarebbe diventato il padre di una grande nazione (secondo la tradizione Ismaele è il capostipite degli Arabi).

Abramo ubbidì alla parola dell’angelo, anche se ciò apriva in lui una ferita, e con profondo dolore fece partire Agar e suo figlio».

Quale nemico combatte Israele?

Nel 2009 e nel 2012 quando ci furono violenti scontri tra Israele e i Palestinesi, tutto il mondo accusò Israele, soprattutto da parte del mondo arabo, delle morti causate a Gaza. I governi dissero che Israele era il solo responsabile.

L'attuale conflitto (ora latente) mostra invece un quadro politico completamente diverso.

Paesi come l'Egitto, la Giordania e l'Arabia Saudita sono, si fa per dire, rimasti tranquilli; gli unici che si sono lamentati sono alcuni Paesi europei, ma molti commentatori della stampa occidentale stanno mostrando una certa comprensione verso Israele anche perché è talmente evidente la tattica usata da Hamas, quella cioè di utilizzare la popolazione palestinese come scudo contro la reazione israeliana, che ha suscitato perplessità.

Questo continuo altalenarsi di conflitti, di odi, di assedi... ci riporta tuttavia alla mente i versetti di Zaccaria 12:2,3: «Ecco, io farò di Gerusalemme una coppa di stordimento per tutti i popoli circostanti; questo concernerà anche Giuda, quando Gerusalemme sarà assediata. In quel giorno avverrà che io farò di Gerusalemme una pietra pesante per tutti i popoli; tutti quelli che se la caricheranno addosso ne saranno malamente feriti e tutte le nazioni della terra si aduneranno contro di lei».

Un lento avvicinarsi alle fasi finali del conflitto profetizzato dal profeta?

Morale della storia!

Le vicende qui commentate da E.G. White si trovano nel libro della Genesi al capitolo 16 (Nascita di Ismaele) e al capitolo 21(Nascita di Isacco e Agar nel deserto).

Tuttavia occorre ricordare un antefatto quello cioè della promessa che il Signore fece ad Abramo prima della nascita dei due figli: «Io do alla tua discendenza questo paese: dal fiume Egitto (il Nilo) al gran fiume, il fiume Eufrate e (in termini geografici odierni) dalla Turchia meridionale all'Arabia» (Genesi 15:18,19).

Questo avrebbe significato che il futuro Israele si sarebbe sentito «forte» della promessa che con re David troverà quasi la sua piena attuazione; purtroppo la «passione» d'Israele per l'idolatria sarà più forte e questo gli procurerà sempre più guai e, ironia della sorte, se fosse stato fedele a Dio sarebbe entrato, in tempi moderni, in possesso dei pozzi petroliferi arabi!

Disubbidendo a Dio (purtroppo), Abramo si «procura» due figli che, bene o male, hanno diritto alla stessa eredità.

Da qui nasce il perenne conflitto tra gli Israeliti e i Palestinesi, entrambi discendenti di Abramo; i primi eredi legittimi, i secondi anche, seppure meno in quanto Ismaele nasce per primo cosicché i Palestinesi reclamano il diritto di primogenitura... cui Israele risponde che Dio però ha confermato Isacco, in quanto Agar fu ripudiata.

Insomma un gran bel pasticcio, come si comprende, soprattutto nel caso di eredità!

A soffiare sul fuoco delle polemiche (da parte degli ebrei integralisti) ci sta anche la promessa di Dio ad Agar: «Ecco, tu sei incinta e partorirai un figlio a cui metterai il nome di Ismaele, perché il Signore ti ha udita nella tua afflizione; egli sarà tra gli uomini come un asino selvatico; la sua mano sarà contro tutti, e la mano di tutti contro di lui; e abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli» (Genesi 16:11,12).

Così ancora oggi Gaza (e gli arabi) sta di fronte a Israele e Israele si trova nel bel mezzo di un guaio!

5

Il silenzio sui cristiani ricorda quanto successe agli ebrei?

Il mondo intero (forse) ha vissuto attimi di tensioni con il conflitto palestinese-ebreo dimenticando quello che sta succedendo con i cristiani iracheni (ed altri delle varie «confessioni»).

Ci è sembrato interessante la lettera di Ronald Lauder, presidente del Congresso ebraico mondiale che ipotizza un parallelismo tra gli attuali stermini dei cristiani nei vari Paesi a quello degli ebrei prima del Secondo conflitto mondiale. È un grido d'allarme che dovrebbe farci riflettere.

«Perché il mondo tace mentre i cristiani sono sterminati? Il terribile massacro di migliaia e migliaia di cristiani nei modi più barbari è stato accolto con assoluta indifferenza. Le comunità cristiane del Medio Oriente e di parte dell'Africa centrale stanno scomparendo più o meno allo stesso modo nel quale in Europa ottanta anni fa gli ebrei furono uccisi o si diedero alla fuga. Poche proteste si levarono sulle campagne di epurazione naziste del 1930 prima che fosse troppo tardi, e come allora, il silenzio di oggi è altrettanto assordante. Gli storici guarderanno a questo periodo chiedendosi se le persone avessero veramente perso la ragione.

Pochissimi i giornalisti che hanno potuto testimoniare in Iraq l'ondata di terrore che sta invadendo il Paese. Le Nazioni Unite sono state per lo più immobili. I leader mondiali sembrano essere impegnati in altre questioni... Non ci sono «flottiglie» umanitarie in viaggio verso la Siria o l'Iraq. [...] Scrivo questo come leader ebreo che si preoccupa per i suoi fratelli e sorelle cristiani. Questa ondata di morte deve essere fermata.»

Come cristiani non possiamo dimenticare nelle nostre preghiere quanto sta succedendo. Preghiamo affinché, a Dio piacendo, la pace possa ancora regnare in quei luoghi.

R

E

L

I

G

I

O

S

I

T

À

CHI SONO IO?

LE STRAORDINARIE CAPACITÀ INTELLETTUALI DELL'UOMO EREDITATE DAI NOSTRI PRIMATI?

Difficile rispondere affermativamente se pensiamo che, ad esempio, il 21 luglio 1969 gli astronauti Neil Armstrong ed Edwin Aldrin hanno potuto scendere dalla capsula spaziale Eagle sul terreno lunare del Mare del Silenzio.

Molti ancora oggi ricordano quei momenti emozionanti tramessi in Mondovisione.

Un evento storico che suscita ancora entusiasmi tali da progettare viaggi su Marte!

L

a missione spaziale Apollo 11 sulla Luna fu in effetti un progetto straordinario con elevati rischi il cui traguardo non era per niente garantito. Ma quando la capsula spaziale ammarò (24 luglio 1969) sull’Oceano Pacifico, il sollievo fu enorme.

Tutto il mondo esultò di fronte ad una simile impresa!

CAPACITÀ UNICHE In effetti l’essere umano è capace di compiere cose stupefacenti, che nessun’altra creatura è capace di fare.

Quello che stupisce sempre è la sua capacità di pianificare e di realizzare una cosa nuova!

Anche la capacità del parlare è straordinaria ed è caratteristica solo dell'uomo. È vero che gli animali comunicano tra di loro - alcuni addirittura in modo sorprendente - ma nessuno di loro sa parlare, anche se realizzano «progetti incredibili come nel caso delle api o dei ragni.

Tuttavia a loro manca la facoltà di condividere i pensieri, di raccontare qualcosa o di fare una valutazione, come nel caso del progetto Apollo 11. Senza il connubio tra l'autocoscienza e la libertà di decisioni autonome, l'essere animale non va oltre al suo innato «automatismo»; solo l'uomo ci riesce.

Le persone sono in grado di percepirsi come individui e di decidere in modo autonomo come comportarsi.

A differenza degli animali hanno una

percezione della morale che li rende responsabili di ciò che fanno.

Questa coscienza morale motiva l’essere umano ad agire responsabilmente e ad essere affidabile. Dona la capacità di collaborare più strettamente di quanto lo sappiano fare gli animali. Fu anche una straordinaria collaborazione tra le migliaia di tecnici nel progetto Apollo 11 a rendere possibile l'eccezionale evento!

Anche la «religione» si trova solo nell'essere umano. Tutte le altre specie sono impossibilitate a sviluppare un concetto o abitudini religiose perché non possiedono il presupposto per una morale, cioè la libertà di decisione e autocoscienza.

QUELLO CHE L'EVOLUZIONE NON SA SPIEGARE Ma allora perché la specie umana è così differente dalla specie animale, anche se, ad esempio, la riproduzione avviene in modo paragonabile o se la 6

maggior parte dei geni sono gli stessi (oltre il 99% come le scimmie)?

Perché uomini e animali sono così differenti uno dall’altro?

Questa domanda, normalmente, ha solo due risposte: la differenza sta attraverso l’evoluzione oppure attraverso la Creazione.

La prima asserisce che gli esseri umani e le scimmie hanno gli stessi «antenati». Le capacità linguistiche e meccaniche sono viste come dei miglioramenti dell’uomo, che possiedono anche altri primati.

In questo si afferma anche che gli uomini in realtà non siano capaci di libertà decisionale né di una morale (a volte sembrerebbe veramente così).

Questa visione solleva però alcune questioni. Particolarmente problematico è che con l'evoluzione, che assicura solamente il sopravvivere delle specie, non si possono spiegare taluni atteggiamenti dell'uomo come,

ad esempio, la capacità o facoltà di apprezzare l’arte, la musica e o la bellezza? Quale «disposizione» evolutiva permette le capacità di dipingere, di scrivere una poesia o di essere felici quando ricevi un regalo?

CREATI A IMMAGINE E SOMIGLIANZA DI DIO Evidentemente la teoria dell'evoluzione non riesce a darci delle spiegazioni plausibili con le caratteristiche dell'intero essere umano.

Per lo meno sono insoddisfacenti, mentre la Genesi (1:26-27 e 2:7) è molto precisa nella descrizione della «nascita dell'uomo» soprattutto nei tempi riconducibili ad unità di tempo chiarissime e «categoriche» senza presupposti come tutti gli avverbi «evolutivi» al condizionale: si pensa, si suppone...

Genesi inoltre ci ricorda che l'uomo è stato creato dalla «materia terra», cioè dagli stessi elementi di cui è fatto ogni altro essere vivente sulla terra.

Creato come uomo e donna, con organi riproduttivi complementari e con la capacità di creare.

Anche gli esseri animali hanno quest'ultime caratteristiche, ma... non possono «procreare» ad «immagine e somiglianza di Dio»!

Pertanto l'asserzione della Genesi (ovvero di Dio) è perfettamente

Qui sopra la scimmia Gizmo, maschio ora di 5 anni, che vive nel «Parco Nazionale di Gombe» in Tanzania. Anche se i primati hanno con l'uomo molti tratti in comune, tuttavia, una cosa manca loro: la comunione personale con il Creatore!

riscontrabile nei vari momenti della vita.

LE RESPONSABILITÀ DELL'UOMO Se gli umani fossero tali solo perché creati «a immagine e somiglianza di Dio» (Genesi 1:27), il fatto, forse, non susciterebbe attenzioni!

Quello che però fa la differenza sono alcune caratteristiche che non esistono tra gli animali.

La principale delle quali è la capacità di relazionarsi con altre persone.

Avendo Dio creato l’uomo (maschio e femmina) possiamo riconoscere molto chiaramente questa capacità nella relazione tra i due sessi.

Nella divinità la possiamo riscontrare nei Suoi «componenti»: Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo!

7

Come l'uomo esercita questa capacità essenzialmente attraverso la famiglia e poi nelle varie «comunità» (condomini, concittadini, consigli... ), così è naturale che ciò avvenga anche nell'Entità suprema.

E la capacità di avere una relazione amorevole potrebbe essere una parte dell’immagine di Dio in noi esseri umani.

E perché non potrebbe anche essere che gli uomini amino la bellezza in quanto creati ad immagine e somiglianza di Dio? Quando mai un animale ha la capacità di relazionarsi con un'opera d'arte?

Il fatto (ipotesi per chi non crede in Dio) che Dio ci ha creati, spiegherebbe perché siamo in grado di elaborare e pianificare opere «creative» secondo certe geometrie come quelle delle proporzioni auree?

Questo spiegherebbe anche il perché l'uomo sia in possesso di autocoscienza, della libertà decisionale, della capacità di capire linguaggi diversi.

Una seconda caratteristica dell'uomo è la capacità di creare la famiglia.

Un «compito» che, secondo Genesi 1:28, gli viene affidato sin dal primo momento della Creazione con l'incarico di generare prole. È Dio che concepisce la famiglia quale fondamento delle relazioni sociali e quindi della «comunità».

Se mantenere delle relazioni fa parte della natura di Dio, tanto più sono indispensabili all'uomo!

Una terza caratteristica dell'uomo è la capacità di creare lavoro.

Infatti Dio ha trasmesso all'uomo anche il compito di gestire le ricchezze terrestri: «coltivare e conservare il giardino dell’Eden» (Genesi 2:15).

Dio ha creato la Terra e gli esseri umani dovevano prendersene cura!

Il lavoro non come sfruttamento delle risorse naturali e dell'uomo, ma come protezione dell'intero pianeta Terra; l'uomo doveva prendersi cura della Creazione, capolavoro a immagine di Dio. Purtroppo oggi paghiamo una gestione umana... fallimentare!

Articolo redazionale basato su un capitolo del libro «Unfassbar!» (Incredibile!) della Wegweiser-Verlag, Vienna, 2014 scritto da James Gibson.

O C E A N I S E L V A G G I

Foto Enric Sala/National Geoggraphic

PARADISI MARINI

National Geographic sta realizzando il «Progetto Pristine Seas» con l'obiettivo di esplorare, studiare e proteggere le ultime aree incontaminate degli oceani.

Vi offriamo una stupenda immagine di una «medusa criniera di leone», letale per le sue prede, ma che offre riparo a giovani pesci.

Il progetto «Pristine Seas» di National Geographic ha l'obiettivo di esplorare, studiare e proteggere le ultime aree incontaminate degli oceani.

Questi luoghi sono collezioni viventi di informazioni sul modo in cui interagiscono le varie parti di un ecosistema marino in 8

buono stato di salute. Ma il loro numero è in diminuzione, via via che le flotte da pesca oceaniche estendono il loro raggio d'azione.

Il team «Pristine Seas», guidato dall'Explorer-in-Residence Enric Sala, ha condotto ricerche in dieci aree remote, e ha usato le sue scoperte per influenzare le politiche locali.

Lavorando in collaborazione con governi, fondazioni e altri gruppi di conservazione, «Pristine Seas» ha contribuito alla tutela di circa 400 mila chilometri quadrati di oceano, tra cui il Pacific Remote Islands Marine National Monument (negli Stati Uniti), l'area marina protetta Seamounts (in Costa Rica) e il Motu Motiro Hiva Marine Park (in Cile).

Istituendo il divieto di pesca intorno alle Sporadi Equatoriali meridionali, lo Stato insulare di Kiribati ha imposto un controllo sullo sfruttamento dell'oceano anche nel suo territorio.

«Immergersi alle Sporadi Equatoriali meridionali rivela ciò che i mari dovevano essere un tempo, in tutta la loro ricchezza», dice Enric Sala.

«Venire qui ha ridefinito la nostra comprensione di che cosa è naturale e ci ha dato un nuovo riferimento su cui misurare la salute dei reef di tutto il mondo».

Un sogno irrealizzabile per molti di noi, tuttavia cogliamo tutte le occasioni per immergersi nella Natura. L'Italia è ancora bella e ricca di luoghi che possono ritemprarci l'animo e... avvicinarci di più al nostro Creatore!

O

O

L

O

G

I

A

LO STERMINIO DELLE API. ORA È ALLARME ROSSO

Da SETTE 34/2014

Z

Da questi insetti dipende più del 70% dell'impollinazione delle specie vegetali. Se scompaiono loro, sarebbe, per Einstein, una catastrofe.

S ono l’esempio della collaborazione e del lavorare insieme per il bene comune.

Eppure, quando parliamo di api, la notizia della loro progressiva scomparsa, per avvelenamento da pesticidi, fa ancora troppo poco rumore, nonostante i numeri parlino chiaro e in alcune aree europee, a partire dal 2000, le popolazioni di api si siano dimezzate.

Un’indifferenza dovuta forse alla loro dimensione perché, se ci fossero tappeti di mucche morte, visivamente renderebbe meglio il concetto di sterminio!

E che, se dovesse continuare, metterà a rischio non solo le piccole api. Ma anche e, soprattutto, noi. Visto il loro ruolo non indifferente per la biodiversità ambientale e per la produzione di cibo.

La scomparsa degli sciami È allarme rosso per uno dei più importanti bioindicatori del pianeta, gli sciami di api dai quali dipendono più del 70% delle specie vegetali.

Che, se non ci fossero più gli insetti a righe a impollinarle, scomparirebbero frutta, verdura, foraggio, fibre naturali... innescando un danno economico dall’impatto disastroso calcolato, a livello mondiale, di circa 256 miliardi di euro annui.

La strage delle api si è iniziata a vedere già a partire dal 2007, con perdite che sono arrivate a toccare anche il 40% negli Stati Uniti. La colpa?

Dei cambiamenti climatici dovuti all’inquinamento, ma soprattutto dei pesticidi usati nell’agricoltura. Un problema portato alle cronache non solo dalla moria di api, ma anche per il rischio della nostra salute.

Quando si fa uso intensivo di pesticidi, le api si avvelenano e non riescono più a tornare nel loro alveare in quanto vanno a impattare sul loro sistema neurologico, lasciandole o stordite o, peggio, morte.

Mettiamo sui balconi qualche vaso da fiore per le api, una goccia nell'acqua dell'egoismo del mondo. Forse, qualcosa aiuterà!

ODORE

Le api operaie riconoscono l'odore della colonia cui appartengono, quando volano in cerca di cibo si orientano con l'aiuto del paesaggio, possono ricordare la posizione di circa cinque campi di fiori e sanno qual è il momento migliore della giornata per ottenere più polline.

DANZE

CINA

Siccome in Cina l'inquinamento ha sterminato le api, ormai sono gli stessi frutticoitori che salgono sugli alberi a impollinare a mano ogni fiore. Vengono chiamati uomini-ape: dotati di stami essiccati e polverizzati e con una piuma di gallina, fissata su una canna di bambù, spargono il polline sui fiori appena schiusi. Altri usano filtri di sigaretta fecondati e assicurati su bastoncini con gomma da masticare.

Per sostituire gli insetti, un lavoratore chiedeva 7 euro al giorno nel 2010, 9 nel 2012. Oggi siamo a 15.

Quando le api trovano cibo, rientrano nella colonia e con una danza, detta «scodinzolante», indicano alle compagne la direzione e la distanza dal sito. Danzano più veloci se il cibo è tanto.

Le operaie che raccolgono il polline, se sono poche chiedono aiuto tramite la danza «sussultante»: un'ape si arrampica su un'altra, l'afferra con le zampe e fa vibrare il corpo per 1 o 2 secondi prima di spostarsi su un'altra. Così convocate, più api accorrono sul luogo del cibo.

Quando al nido arrivano troppe api e ce ne sono poche che le aiutano a smistare il polline, chiedono aiuto ad altre con la danza «tremolante»: le operaie corrono disordinatamente con le zampe anteriori alzate e subito accorrano i soccorsi!

APE REGINA NUMERI

Un'ape bottinatrice è in grado di visitare 700 fiori al giorno, un alveare medio contiene 30.000 api e quindi una colonia riesce a visitare più di 20 milioni di fiori al giorno. Un piccolo apiario, costituito da 5 arnie, riesce a impollinare 70 milioni di fiori al giorno.

Per produrre un chilo di miele vengono percorsi in media circa 150.000 chilometri, ovvero quattro volte il giro della Terra. Un singolo alveare contribuisce all'impollinazione di un'area di 3.000 ettari.

9

Lunga 18-22 mm, depone circa 3 mila uova al giorno per 3-4 anni. L'ape operaia è lunga 12-13 mm, vive 40 giorni.

Hanno lo stesso patrimonio genetico.

La loro differenza sta nello svezzamento: le larve nutrite a pappa reale saranno regine, quelle alimentate normalmente api operaie.

«Se l'ape scomparirà dalla Terra, allora agli uomini rimarranno solo pochi anni di vita.

Non più api, non più impollinazione, non più piante, non più animali, non più uomo» Albert Einstein

C

O

R

L'udito, una struttura troppo sofisticata!

L'udito, nei mammiferi è una di quelle strutture che, forse, più di altre attestano la loro progettualità.

Infatti le trasformazioni fisiche-chimiche che supportano sono ancora inspiegabli.

A partire dalla sorgente sonora il suono, che consiste in vibrazioni meccaniche simili ad onde, si propaga attraverso l'aria e giunge al padiglione auricolare dove viene amplificato 20 volte e attraverso il condotto uditivo arriva presso una membrana chiamata a membrana timpanica che entra anch'essa in vibrazione che si trasmette nella b cassa del timpano alla catena e degli ossicini martello, incudine e staffa che si muovono indotti dalla vibrazione della membrana del timpano.

La staffa, l'ultimo degli ossicini, poggia sulla finestra ovale che è un'altra membrana che trasmette il movimento della staffa alla perilinfa, un liquido presente nel comparto interno dell'orecchio chiamato «organo del Corti» che entra anch'esso in vibrazione formando delle onde contro le cellule recettive del Corti.

Esse sono circa 20.000 e ciascuna di esse possiede alla loro estremità circa una ventina di ciglia che colpite dall'onda della perilinfa entrano in movimento e in stiramento attivando degli speciali canali del calcio depolarizzando così la membrana cellulare.

La membrana cellulare depolarizzata attiva altri canali specifici del calcio che entrando nella cellula dal liquido endolinfatico fa uscire da speciali vescicole il neurotrasmettitore (glutammato) che effondendosi nella giunzione intersinaptica, viene captato dai recettori della membra-

P

O

U

M

na postsinaptica; quest'ultima dà luogo a un potenziale d'azione che si trasmette ad uno specifico ganglio nervoso e poi al nervo acustico che trasmette l'impulso elettrochimico ai centri cerebrali dell'udito situati nell'area temporale 41.

In altri termini si ha la trasduzione dell'onda meccanica del suono in impulsi elettrochimici che vengono poi decodificati nella corteccia cerebrale e trasformati nella percezione del suono.

Questo meccanismo descritto schematicamente è irriducibilmente complesso. Infatti se manca la membrana del timpano il suono non si può trasmettere agli ossicini e, se mancano gli ossicini, la staffa non può battere contro la finestra ovale.

A sua volta se non ci fosse la finestra ovale il movimento della staffa non si può trasmettere al liquido perilinfatico. Poi senza quest'ultimo le ciglia delle cellule recettoriali non potrebbero muoversi e stimolare i canali del calcio dando luogo alla cascata di eventi biochimici che inducono il cervello alla percezione del suono. Queste strutture devono essersi formate tutte in una volta e non per piccoli passi casuali!

C'è un altro dato importante: le cellule ciliate sono allineate in modo ordinato secondo l'ordine di frequenza dei suoni; all'inizio ci sono le cellule recettoriali per i toni bassi e poi via via, in ordine crescente, per i toni più acuti. Anche questo tipo di struttura non è certamente casuale.

a Canale uditivo b Timpano c Labirinto d Chiocciola e Catena degli ossicini martello, incudine e staffa

10

A

N

O

Infine un'ultima considerazione: tutte le informazioni sensoriali dei vari organi dei sensi viaggiano attraverso i nervi e arrivano ai centri cerebrali corrispondenti sotto forma di impulsi elettrochimici uguali per tutti tipi di organi di senso. È il cervello che decodifica le informazioni elettrochimiche in percezioni sonore, visive, olfattive...

Come il cervello riesca a espletare tutto rimane un mistero!

Globuli rossi ed emoglobina I globuli rossi sono delle cellule fondamentali per la vita nei vertebrati perché senza di essi non ci sarebbe la vita!

Essi veicolano l'emoglobina (la molecola che capta l'ossigeno dai polmoni) e lo trasporta a tutte le cellule dell'organismo attraverso il circolo sanguigno.

Ma come si formano i globuli rossi e qual'è la loro struttura?

Tutto inizia a livello renale dove la carenza di ossigeno stimola un sensore che, in altri termini, è un recettore di membrana sensibile alla carenza di ossigeno; il recettore, in caso di ipossia lancia segnali alla cellula renale inducendola a secernere l'eritropoietina (un polipeptide) che arriva al midollo osseo dove trova le cellule emopoietiche e in particolare gli eritroblasti immaturi che sono destinati a produrre i globuli rossi.

Ciò induce gli eritroblasti a dividersi e a produrre in grandi quantità la molecola fondamentale del globulo rosso, l'emoglobina.

L'eritroblasto, dividendosi si trasforma progressivamente, perde il

C

O

R

nucleo e gli altri organelli tipici della cellula, e produce sempre di più emoglobina diventando eritrocita maturo che entra in circolo.

L'eritrocita maturo è una cellula che contiene al suo interno il 70% di emoglobina; ha forma biconcava o ovaleggiante (anche per scivolare meglio nei vasi sanguigni) e ciò allo scopo di ampliare la sua superficie aumentando così di molto il suo contatto con l'ossigeno che ha così maggiori possibilità di legarsi all'emoglobina.

Per assumere questa forma il globulo rosso possiede nella sua membrana altre proteine che si legano ai microfilamenti fissando l'emoglobina ad essi; ci sono altre «proteine di membrana» che rendono flessibile la membrana in modo che possa deformarsi per passare nei capillari più piccoli e stretti.

L'emoglobina a sua volta è formata dall'eme (parte non proteica) e dalla globina (parte proteica).

Consideriamo per ora solo l'eme; essa è la molecola contenente 1 atomo di ferro legato a 4 atomi di azoto chiamata anche protoporfirina IX. Essa ha una forte affinità per l'ossigeno ed è il prodotto finale di una serie di reazioni chimiche impensabili quali «frutto del caso».

Si parte dall'aminoacido glicina che si combina col succinil-coenzima-A formando acido deltaaminolevolunico; questa reazione è catalizzata da un enzima molto importante chiamato ALA sintetasi.

Questo enzima ha la proprietà di diminuire la sua attività quando c'è troppo eme nella cellula e di aumentare la sua attività se c'è un eccesso di ferro nella cellula.

Poi si ha una serie di altri sette enzimi, che attraverso composti intermedi arrivano alla formazione della

P

O

U

M

A

N

O

protoporfirina IX. Questi enzimi sono essenziali per la vita: infatti anche in mancanza di uno solo di essi si accumulano i prodotti intermedi (tossici) che portano alle cosiddette «porfirie ereditarie» (gruppo di malattie rare, per la maggior parte ereditarie, con sintomi vari molto gravi).

Parrebbe un gioco da ragazzi fare otto passaggi intermedi tra sostanze chimiche, ma non è cosi: senza gli enzimi questi passaggi non possono avvenire o comunque avvengono in periodi lunghissimi incompatibili con la vita.

Gli enzimi sono però proteine e funzionano solo se hanno la giusta sequenza aminoacidica. È estremamente difficile, praticamente impossibile, che possa sorgere un solo enzima attraverso mutazioni casuali del DNA. In questo caso per creare l'eme ce ne vogliono ben otto.

Senza di essi l'eme non si può creare.

L'eme è una molecola di grande importanza ed è presente nell'emoglobina, nella mioglobina dei muscoli e nei citocromi trasportatori di ossigeno.

Dobbiamo poi segnalare che i globuli rossi hanno una vita di 120 giorni, dopodichè si deteriorano e pertanto devono essere distrutti da speciali cellule del sistema reticolo-endoteliale presente nella milza e nel fegato; succede che la componente globinica del globulo rosso viene degradata ad aminoacido e così l'eme, che non può più sopravvivere, viene isolato dalla globina.

Grazie poi ad altri enzimi che lo degradano a biliverdina e a bilirubina, viene eliminato, in un ultimo passaggio, attraverso la bile.

Un «laboratorio chimico» di primissimo ordine che, ripetiamo, impensabile sia frutto del «caso».

Cancro al seno Svelata la causa delle metastasi

a cura di Nunzio Nobile Migliore

Articolo di Mario Pappalardo, dal Corriere della Sera del 3 settembre 2014.

11

I meccanismi che rendono le cellule tumorali «invincibili» e «migranti» nell'organismo dopo essere state quasi distrutte dalle cure (guai a non riuscirci al primo colpo) sono oggetto di numerosi studi in laboratori di tutto il mondo. Ma recentemente sono sempre i ricercatori italiani a firmare lavori determinanti. È una via che segue la logica del passo dopo passo, con scoperte che presto (sommandosi) porteranno alla vittoria.

Chemio-prevenzione o cibo-prevenzione, diagnosi sempre più precoce, cure super intelligenti e, infine, blocco dei meccanismi alla base delle metastasi.

Il finale, oggi non più fantascientifico, è la vittoria sul cancro. Il passo avanti di ieri viene dagli scienziati dell'«Istituto nazionale dei tumori» di Milano.

Hanno scoperto un nuovo meccanismo, «padre» delle metastasi nel tumore al seno.

C'è di mezzo una proteina chiave, la osteopontina. Del tutto insospettabile, normalmente presente al di fuori delle cellule e coinvolta nella regolazione di diversi processi naturali. L'osteopontina ha una doppia personalità; infatti viene prodotta sia dalle cellule tumorali, e ne assicura la loro sopravvivenza in ambiente ostile (un vero scudo), sia dalle cellule mieloidi del sistema immunitario, globuli bianchi (difese che dovrebbero attaccare il tumore) che non la rilasciano all'esterno ma la trattengono.

Ed ecco che l'osteopontina protegge le cellule tumorali che stanno formando le metastasi dall'attacco delle cellule di difesa.

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Cancer Research, svela un importante tassello del puzzle metastasi e, di conseguenza, apre la strada alla ricerca di vie più efficaci per rendere vulnerabile il cancro proprio quando sembra diventato invulnerabile.

S

C

U

O

L

A

D

E

L

S

A

B

A

T

O

LA PRIMA SETTIMANA (parte 1) Da Patriarchi e Profeti (Edizioni ADV) di E.G.White vi proponiamo il capitolo 9 «LA PRIMA SETTIMANA» Prima parte

«I cieli furono fatti dalla Parola dell'Eterno, e tutto il loro esercito dal soffio della sua bocca... » (Salmo 36:6)

C

ome afferma il racconto biblico, sia la settimana sia il Sabato furono istituiti alla creazione; infatti fu Dio stesso a volere che il periodo settimanale conservasse la sua validità per tutti i tempi.

La prima settimana fu costituita, come tutte quelle successive, da sette giorni letterali.

I primi sei giorni furono impiegati per compiere la creazione, ma il settimo Dio si riposò; egli benedisse quel giorno e lo distinse dagli altri come giorno di riposo per l’uomo.

Nella legge data al Sinai, Dio ribadì il significato della settimana e degli eventi su cui si fonda.

Dopo aver dato il comandamento: «Ricordati del giorno del riposo per santificarlo» (Esodo 20:8) e aver specificato ciò che sarebbe stato fatto in sei giorni, e ciò che non era possibile compiere nel settimo, presentò il motivo per cui la settimana doveva essere trascorsa così, sulla base del suo esempio:

«Poiché l'Eterno fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò ch'è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò l'Eterno ha benedeto il giorno di riposo e l'ha santificato» (Esodo 20:11)

Quando consideriamo i giorni della creazione come letterali, questa motivazione appare profonda e seria.

I primi sei giorni di ogni settimana devono essere dedicati al lavoro perché Dio utilizzò lo stesso periodo per compiere l’opera della Creazione.

Nello stesso giorno l’uomo eviterà di lavorare, in ricordo del riposo del Creatore.

L’ipotesi secondo cui gli eventi della prima settimana si sarebbero verifica-

ti in migliaia e migliaia di anni, contrasta chiaramente con il fondamento del «quarto comandamento».

Secondo questa teoria, il Creatore avrebbe ordinato all’uomo l’osservanza di una settimana di giorni di 24 ore, come commemorazione di periodi di tempo più lunghi e indefiniti.

Ma Dio non si serve di questi metodi nei rapporti con le sue creature, perché queste congetture rendono oscuro e indefinito ciò che egli ha rivelato con molta chiarezza.

In realtà queste teorie sono pericolose e così sottili, che persino molti di coloro che dichiarano di credere nella Bibbia le insegnano.

«I cieli furono fatti dalla parola dell’Eterno, e tutto il loro esercito dal soffio della sua bocca...

Poiché egli parlò, e la cosa fu; egli comandò e la cosa sorse» (Salmo 33:6,9).

La Bibbia non ammette nessun lungo periodo in cui la terra si sia lentamente evoluta a partire da una situazione di caos iniziale.

La Genesi attesta che ogni giorno della Creazione era costituito da una sera e da una mattina, come qualsiasi altro giorno. Al termine di ogni giorno viene inoltre presentata l’opera compiuta dal Creatore.

La Creazione nel suo complesso viene descritta sinteticamente alla fine del relativo racconto: 12

«Queste sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati, nel giorno che l’Eterno Iddio fece la Terra e i cieli» (Genesi 2:4).

Anche questo versetto non permette di affermare che i giorni creativi non fossero giorni letterali.

I geologi pretendono di trovare nella terra stessa prove che ne dimostrino l’età, nelle loro teorie molto superiore a quella testimoniata dagli scritti di Mosè.

Il ritrovamento di alberi pietrificati, di oggetti usati per la guerra e di ossa umane e animali, esemplari di dimensioni molto superiori a quelli attualmente esistenti che sarebbero vissuti per migliaia di anni, hanno fatto supporre che la terra sia stata abitata a lungo da uomini molto più alti di quelli attuali, già prima del periodo considerato nelle testimonianze sulla creazione.

Ciò ha indotto molti di coloro che dichiaravano di credere nella Bibbia, a ritenere che i giorni della Creazione siano periodi lunghissimi e non ben definiti.

Ma pur contestando il racconto biblico, i geologi non possono dimostrare nulla. Coloro che parlano con tanta sicurezza di queste scoperte non sanno esattamente quali siano state le dimensioni degli uomini, degli animali e degli alberi prima del Diluvio e non conoscono neppure i grandi cambiamenti che si verificarono in

U

O

quell’epoca.

I fossili trovati dimostrano che allora esistevano condizioni molto diverse dalle attuali, ma solo gli scritti ispirati permettono di stabilirne la collocazione cronologica.

Per quanto riguarda la storia del Diluvio, le Scritture spiegano fenomeni a cui i geologi non potranno mai dare una risposta.

Al tempo di Noè gli uomini, gli animali e gli alberi erano molto più grandi di quelli attuali; essi furono sepolti e così conservati per provare alle generazioni successive che erano morti proprio a causa del Diluvio.

Dio voleva che la scoperta di questi resti rafforzasse la fiducia nella Bibbia; ma gli uomini, con i loro ragionamenti superficiali, cadono nello stesso errore in cui sono incorsi gli abitanti della terra prima del Diluvio: tutte le cose che Dio offrì loro per benedirli, furono utilizzate male e si trasformarono in maledizioni.

Uno degli inganni di Satana è quello di indurre la gente ad accettare le fantasiose teorie degli scettici; egli infatti può rendere oscura la legge di Dio, privandola del suo vero significato, per incitare gli uomini a ribellarsi contro l’ordine stabilito da Dio. Egli si accanisce in modo particolare contro il «quarto comandamento» in quanto presenta in maniera estremamente chiara un Dio vivente, Creatore del cielo e della terra.

Con grande impegno gli uomini cercano di spiegare l’opera della creazione sulla base di cause naturali e tali ragionamenti sono accettati anche da coloro che si professano cristiani, in opposizione a quanto è chiaramente esposto nelle Scritture.

Molti di coloro che si oppongono allo studio delle profezie, specialmente quelle di Daniele e dell’Apocalisse, perché le ritengono oscure e incomprensibili, accettano con entusiasmo le supposizioni dei geologi in contrasto con il racconto di Mosè.

Se ciò che Dio ha rivelato fosse così difficile da comprendere, sarebbe davvero incoerente accettare delle vaghe supposizioni, basate su ciò che egli non ha affermato.

Continua p. numero

L

A

D

E

L

S

A

B

A

T

O

Chi erano i giganti?

Impressionanti immagini di scheletri di «giganti» ritrovati nei pressi di Marónia, Grecia.

Chi sono questi esseri giganteschi come possiamo vedere dalla fotografia, che hanno abitato il nostro pianeta in un’epoca remota?

Domanda, al momento, senza una risposta chiara.

Secondo il racconto biblico i «giganti» (se così li possiamo definire) sono esistiti prima del Diluvio.

Stando poi a E. G. White avrebbero avuto un'altezza dai 3 ai 4 metri ed Eva, ad esempio, con la sua testa raggiungeva la spalla di Adamo.

Se ben pensiamo era un'altezza proporzionata alle «esigenze» del tempo in quanto gli animali (leggi dinosauri e altro) erano anch'essi imponenti.

Come scritto non si tratta di supposizioni o ipotesi, ma di affermazioni che hanno avuto la loro conferma con i numerosi scavi un po' in tutto il mondo.

E la fotografia qui sopra ci mostra quanto vera sia l'affermazione.

Non dovrebbe, quindi, stupire se le misure attribuite a Golia (1 Samuele) siano tali: altezza di circa 3 metri, così come di Og (Deuteronomio 3:11) il cui letto era lungo 4 metri.

Basti pensare anche ai siti archeologici di Stonehenge, Stenness ed in particolare quello di Göbekli Tepe (Turchia), risalente (si dice) ai tempi prediluviani, dove troviamo 13

Immagini tratte da Wikipedia

C

pietre erette del peso di tonnellate!

Solo dei giganti avrebbero potuto innalzare simili lastre, anche se con artefizi meccanici.

Naturalmente la comunità scientifica ancora fatica a spiegare il tutto, e si chiede come «sia stato possibile che prima della nascita e dello sviluppo della razza umana, sia esistito un popolo di giganti»?

Non vogliamo essere presuntuosi, ma una lettura sincera del testo biblico, forse, la illuminerebbe; per non dire delle annotazioni di E. G. White. Ma questa è un'altra storia!

Immagine tratta da Wikimedia

S

R

L'Intervista!

U

Dott. Axe, grazie molte della sua disponibilità. Vorrei iniziare dai suoi lavori. Potrebbe dirci qualcosa sui progetti ed obiettivi della sua organizzazione?

Certo. Il Biologic Institute è un’organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 2005. Prima di questo, i miei rapporti con scienziati scettici sia sul darwinismo che sul materialismo ideologico, mi fecero capire quanto talento ci sia tra quelle persone.

Ci sono scienziati altamente qualificati in nazioni di tutto il mondo che sono alla ricerca di un’opportunità per «fare scienza» al di fuori della camicia di forza del materialismo ideologico.

I due ostacoli principali che questi scienziati affrontano sono l’opposizione e l’isolamento. Purtroppo l’establishment scientifico rinforza le proprie ortodossie rendendo difficili le cose per quelli che «escono fuori dalla righe», ma nonostante questo, vi sono scienziati determinati a trovare vie alternative a questa ideologia dominante e a coltivare forti rapporti di collaborazione con altri colleghi che la pensano allo stesso modo.

Pertanto il Biologic Institute è stato fondato per contrastare questa predominanza con l’obiettivo di far aumentare e rendere più forte la comunità di scienziati che desiderano un modo migliore di «fare scienza».

Il nostro obiettivo è ambizioso: non vogliamo solo aprire le menti chiuse, piuttosto vogliamo liberare le menti aperte. Vogliamo sciogliere la stretta che ha tuttora il materialismo ideologico sulle scienze naturali. Vogliamo che persone giovani e brillanti che preferiscono il punto di vista di un «Progetto Intelligente» siano libere di entrare nella sfera di competenza scientifica e dimostrare quanto quel punto di vista possa essere produttivo.

Potrebbe dirci in termini semplici che cos’è l'«Intelligent Design» e dove possiamo riscontrarlo in Natura?

L’ID sostiene che la vita di tutti gli esseri si regge proprio perché è stata progettata di proposito. È onnipresente.

Perché i semi della pianta del Dente di leone possiedono piccoli paracadute fatti di filamenti simili a peli? Per il fatto che sono stati fatti per essere dispersi dal vento!

Ovviamente i darwinisti cercano di rimpiazzare questa interpretazione logica con una spiegazione legata al materialismo ideologico. La loro spiegazione è che cause materiali accidentali sono in grado di produrre virtualmente qualunque cosa, mentre la selezione vaglia queste infinite possibilità

B

R

I

Douglas Axe, scienziato ricercatore alla Università di Cambridge, al Cambridge Medical Research Council Centre e al Babraham Institute of Cambridge oltre che direttore del Biologic Institute. Attraverso esperimenti e simulazioni hardware le sue ricerche esaminano le costruzioni funzionali e strutturali che mettono alla prova il concetto di evoluzione delle proteine e dei sistemi proteici.

I suoi lavori si trovano su Nature, libri come Life’s Solution di Simon Conway Morris, The Edge of Evolution di Michael Behe e Signature in the Cell di Stephen Meyer, e su varie riviste e giornali.

trovando quelle che danno un beneficio ad ogni singola specie.

Non a caso Francis Crick ammise apertamente: «I biologi devono tenere costantemente a mente che quello che vedono non è stato progettato, quanto piuttosto si è evoluto». In altre parole, i darwinisti devono sopprimere energicamente le loro intuizioni sul fatto che la vita possa essere frutto di un «progetto intelligente», presente anche nella «regolazione fine» dell’universo, necessaria per consentire la vita.

Vediamo tutti che le condizioni qui sulla Terra sono straordinariamente favorevoli al sostentamento della vita. Questa impressione è corretta, ma la trovo più complicata a dimostrarla (in modo convincente) della dimostrazione che la vita sia frutto di un «progetto intelligente». Infatti l’argomentazione teleologica della «regolazione fine» richiede qualche comprensione di cosmologia, che la rende meno accessibile.

14

C

A

Pensa che ci sia una cosiddetta «stretta darwinista» sul mondo scientifico?

Sicuramente. Il darwinismo è talmente contraddetto dall’evidenza scientifica che siamo costretti a cercare qualcosa che vada al di là dell’evidenza per spiegare come abbia potuto resistere in qualità di teoria dominante sull’origine biologica.

Per un sostenitore del materialismo ideologico, l’unica risposta possibile alla domanda «come siamo venuti all’esistenza?» è che siamo il prodotto di processi fisici ciechi.

Per quanto la spiegazione della vita di Darwin sia così inadatta, perlomeno è compatibile con il materialismo ideologico, che è la preoccupazione principale per i suoi sostenitori.

Sul fatto che molti non-materialisti supportano il darwinismo penso che la spiegazione sia legata al fatto che queste persone si sono adattate ad un ambiente che favorisce grandemente i darwinisti (per dirla in termini di «selezione naturale»).

Il clima sociopolitico all’interno dell’accademia scientifica varia da paese a paese, ma è uniformemente ostile a chi è scettico verso le teorie di Darwin, sia in tutti gli Stati Uniti che in Europa.

Addirittura gli scienziati di quei paesi che osano esprimersi liberamente sulla possibilità di un «progetto intelligente» si possono aspettare una riprensione.

Quelli che si rifiutano di rientrare «nei ranghi» spesso si ritrovano ad essere evitati dai loro colleghi, cosa che li esclude completamente da tutte le funzioni vitali della vita accademica, incluso l’essere finanziati, pubblicati, assunti o promossi.

Quando qualcuno si accorge che questo succede a qualche collega, ci si pensa due volte prima di prendersi un tale rischio.

Quale pensa sia il motivo che spinge queste persone a schierarsi così nettamente contro qualunque cosa metta in dubbio il darwinismo?

La scienza non dovrebbe essere obiettiva, senza pregiudizi e seguire i fatti in qualunque direzione questi conducano?

Sì. In un mondo perfetto la scienza si occuperebbe solo di scoprire la verità, ma questo non è un mondo perfetto ed anche gli scienziati sono soggetti agli errori, anche quelli vistosi. La cosa migliore che possono fare i non-scienziati è abbandonare l’idea secondo la quale gli scienziati operino ad un livello superiore a quello degli altri esseri umani.

Quando si parla di moralità, tutto ciò che c’è

di vero sui politici lo è anche per gli scienziati! Prima le persone ne saranno consapevoli, meglio sarà.

Sulla questione origine della vita, è vero che per sintetizzare una proteina servono gli enzimi (che comunque sono anch’essi proteine) ma prima di quello entrambi possono essere sintetizzati solo in base al DNA, che deve essere stato presente anch’esso nello stesso momento?

Se sì, cosa significa esattamente questo?

Il processo cellulare della produzione delle proteine in effetti richiede numerose proteine, molte delle quali enzimi (proteine che producono reazioni chimiche) e nessun processo naturale al di fuori della vita produce nulla che assomigli a queste proteine Può dirci qualcosa sul DNA? Il DNA è una molecola che possiede la

capacità di memorizzare informazione digitale. Questo di per se è già rimarchevole, anche lasciando da parte il contenuto scritto nel DNA dei cromosomi degli organismi viventi.

La famosa doppia elica del DNA consiste in due filamenti aventi ordine opposto. Questi filamenti sono costituiti dall’unione di quattro tipi di mattoncini, che rappresentiamo con le lettere A, C, G, e T. La cosa intelligente a proposito del DNA è che A in un filamento forma un legame con T sull’altro e così avviene anche per C e G. Quindi i due filamenti si uniscono a formare un doppio filamento solo se questi hanno sequenze corrispondenti.

La bellezza di questa associazione tra i filamenti consiste nel fatto che è sia nonpermanente che auto-costituente, qualcosa come la mutua attrazione tra due magneti.

Come con i magneti, separando i due filamenti del DNA, questi si riuniranno appena

possibile. Questo permette ai macchinari cellulari di separare i filamenti in zone specifiche per «leggere» un filamento, operazione critica per la produzione delle proteine e per la replicazione del DNA. Una volta che la lettura è completa, i filamenti si riassociano automaticamente.

Intervista tratta dal sito: www.enzopennetta.it/2013/07/nasce-evoluzione-scientifica/

Il DNA: parte della nostra «identità»

Vittima Yara Gambirasio

Sebbene inizialmente isolato nel 1869 dallo svizzero Miescher, fu solo nel 1953 che James Watson e Francis Crick scoprirono la struttura a doppia elica che lo caratterizza. Un risultato eccezionale cui si sono aggiunte altre informazioni scientifiche tali da farlo diventare la «base della moderna biologia molecolare».

La sua utilità è stata ben presto

15

sfruttata soprattutto nel campo delle criminalità per scoprire indizi sui possibili colpevoli, come nel caso, notissimo, della piccola Yara Gambirasio su cui le autorità competenti stanno ancora indagando. Per quanto ci riguarda è un ulteriore conferma che tutto il Creato ha una tale codificazione che non è più ammissibile dire che sia frutto del caso!

T

E

O

L

O

G

I

A

IN DIFESA DELLA CREAZIONE

La maggior parte delle Chiese di oggi, cerca di collegare la fede nella Creazione con la teoria dell'Evoluzione.

Di conseguenza la Genesi viene vista come un mito...

CREAZIONE E TEORIA EVOLUZIONISTICA La maggior parte delle Chiese odierne cerca di collegare la fede nella Creazione con la teoria dell'Evoluzione.

Alcuni pensano che Dio abbia creato tutti gli elementi base, che poi si sono sviluppati da se stessi, e che il racconto della Creazione sia un mito.

A contribuire, purtroppo, alla diffusione di questa «visione» furono alcuni papi: Pio XII con l'enciclica Humani generis (1950); Giovanni Paolo II (Lettera agli scienziati pontifici, 1996) e Benedetto XVI (incontro pastorale del 2007) (R pagina accanto).

Con queste affermazioni non è stata data una risposta chiara al problema, piuttosto hanno creato altre tensioni, allargando ulteriormente il divario tra la testimonianza biblica della Creazione e l’Evoluzionismo.

1. GESÙ E LA TEORIA DELL'EVOLUZIONE Gesù non fu solo una «buona persona» che visse tra noi duemila anni fa, ma affermava di se stesso, di essere come Dio (Giovanni 10:30-38).

Difatti la Bibbia lo presenta anche come il Creatore: «In questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, per mezzo del quale ha anche fatto l’universo» (Ebrei 1:2).

Nella sua missione terrena, Gesù il Creatore, mise in risalto che molti punti di vista e idee della classe sacerdotale erano sbagliati: «Voi avete udito che fu detto agli antichi, ma io vi dico che… » (Matteo 5:21,22).

Se avesse voluto correggere quanto egli aveva trasmesso a Mosè circa la Creazione non pensate che lo avrebbe fatto?

Se si fosse diffusa nel frattempo la «favola di Adamo e Eva», visto che nei paesi circostanti circolavano favole anche sul Diluvio, non l'avrebbe corretta?

Sarebbe stato suo dovere correggere che Adamo ed Eva erano «creati» dagli elementi della terra e poi si erano evoluti!

Da nessuna parte si può trovare un’indicazione che Gesù abbia corretto il rapporto di Mosè.

Ci domandiamo, allora, se l’evoluzionismo sia veramente più «scientifico» della storia di Adamo ed Eva. Bisogna essere più intelligenti, per capirla? A noi sembra che l'evoluzionismo sia ugualmente «una fiaba»!

La realtà è che Gesù non ha cambiato il racconto della Creazione; anzi l’ha confermato citandolo testualmente: «Non avete letto, che il Creatore, da principio, li creò maschio e femmina e che disse: (Matteo 19:4) Perciò l'uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne?»

(Genesi 2:24).

Se è lo stesso Gesù Cristo, il Creatore stesso, che conferma il racconto di Mosè come fatto reale, possiamo fidarci tranquillamente della sua testimonianza!

2. LA DOMANDA SUL DOPO LA MORTE Se crediamo nel compromesso tra la Creazione e l'Evoluzione, sorge spontanea la domanda: «Da dove proviene la morte?».

Nell'evoluzionismo si parla di una lotta per la vita, nella quale il più forte elimina il più debole.

Se questo fosse vero, Dio l'avrebbe inserita come elemento necessario nella «creazione».

Quale immagine di Dio si creerebbe con tale affermazione? Di certo non pone Gesù dalla parte del debole e del malato!

La Bibbia, senza tentennamenti, ci mostra un Dio che ama e si occupa particolarmente dei bisognosi, non lasciando spazio ad una lotta per la sopravvivenza.

Dio ha creato il mondo in modo perfetto: «Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono» (Genesi 1:31).

La morte è comparsa su questo pianeta solo dopo il peccato non senza che Dio avvisasse l’uomo: «Ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare (Genesi 2:17 p.p.); ma il serpente disse alla donna: No, non morirete affatto!» (Genesi 3:4).

Il nemico inganna le persone seminando la sua bugia preferita, ma la Bibbia offre una speranza: «Infatti il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signo-

16

re» (Romani 6:23).

3. COSA RIMANE DELLA CROCE DI GESÙ?

Se la Genesi è solo una parabola e l’uomo si è evoluto per puro caso, allora il peccato di Adamo ed Eva, quando è avvenuto?

Essi avevano già ricevuto dei valori morali, per scegliere ciò che è buono e andare contro il male?

Oppure avevano «dei sentimenti carnali nel loro intimo» tali che che non poterono evitare di mangiare il frutto proibito?

Perché allora Dio ne chiese loro conto?

Se la morte era onnipresente, perché Dio li minacciò con essa (Genesi 3:19)?

Se l’uomo non avesse alcuna morale, il peccato e la violazione delle «regole» non avrebbero alcun senso!

La teoria dell’Evoluzione non dà spazio al «peccato originale». Ma se questo non c’è mai stato, allora non esiste nemmeno il peccato! Al massimo si può parlare di un comportamento sbagliato, per cui la prossima volta si può fare meglio.

Per l'evoluzionismo non esiste il peccato, pertanto l’uomo non è «perso», e se non è perso, a cosa gli serve un Salvatore?

La redenzione tramite Gesù non avrebbe senso e cosa rimarrebbe ancora del Vangelo?

Il sacrificio stesso di Dio non avrebbe più importanza, ma indipendentemente da tutto questo «Dio manifesta il suo amore verso di noi in questo che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi» (Romani 5:8).

Uscire dal peccato non si può con le proprie forze; solo riconoscendo che Gesù, il Creatore, ha posto rimedio è possibile «poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna» (Giovanni 3:16).

Pertanto, in conclusione, chi cerca di coniugare la fede nella Creazione con quella nell’Evoluzione, mina i messaggi fondamentali della Bibbia soprattutto quello di Gesù creatore.

In questo senso ogni persona è messa alla prova: sia chi si affida alle ipotesi dell’Evoluzione, sia chi alla Creazione.

T

E

O

L

O

GIOVANNI PAOLO II al secolo Karol Wojtyla 1978-2005

PIO XII al secolo Eugenio Pacelli 1939-1958 Dall'Enciclica Humani generis, IV paragrafo «Il Magistero della Chiesa non proibisce che in conformità dell'attuale stato delle scienze e della teologia, sia oggetto di ricerche e di discussioni, da parte dei competenti in tutti e due i campi, la dottrina dell'evoluzionismo, in quanto cioè essa fa ricerche sull'origine del corpo umano, che proverrebbe da materia organica preesistente (la fede cattolica ci obbliga a ritenere che le anime sono state create immediatamente da Dio).

Però questo dev'essere fatto in tale modo che le ragioni delle due opinioni, cioè di quella favorevole e di quella contraria all'evoluzionismo, siano ponderate e giudicate con la necessaria serietà... e purché tutti siano pronti a sottostare al giudizio della Chiesa, alla quale Cristo ha affidato l'ufficio di interpretare autenticamente la Sacra Scrittura... »

G

Alcuni passaggi significativi del messaggio di Giovanni Paolo II ai partecipanti alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze, Vaticano, 26.10.1996 «4. Tenuto conto dello stato delle ricerche scientifiche a quell’epoca e anche delle esigenze proprie della teologia, l’Enciclica Humani generis considerava la dottrina dell’evoluzionismo un’ipotesi seria, degna di una ricerca e di una riflessione approfondite al pari dell’ipotesi opposta.

Omissis Oggi, circa mezzo secolo dopo la pubblicazione dell’Enciclica, nuove conoscenze conducono a non considerare più la teoria dell’evoluzione una mera ipotesi. È degno di nota il fatto che questa teoria si sia progressivamente imposta all’attenzione dei ricercatori, a seguito di una serie di scoperte fatte nelle diverse discipline del sapere.

La convergenza, non ricercata né provocata, dei risultati dei lavori condotti indipendentemente gli uni dagli altri, costituisce di per sé un argomento significativo a favore di questa teoria».

Ai lettori consigliamo il sito: http://w2.vatican.va/content/vatican/it.html dove potrà leggere per intero le due encliche e altro 17

I

A

BENEDETTO XVI al secolo Josef Ratzinger 2005-2013 Da un incontro avuto con il clero delle diocesi di Belluno-Feltre e Treviso riportiamo una parte della risposta data ad un certo don Alberto preoccupato dello scarso rispetto della vita da parte dei giovani.

«Ma il grande problema è che se Dio non c’è e non è il Creatore anche della mia vita, in realtà la vita è un semplice pezzo dell’evoluzione, nient’altro, non ha senso di per sé stessa.

Ma io devo invece cercare di mettere senso in questo pezzo di essere. Vedo attualmente in Germania, ma anche negli Stati Uniti, un dibattito abbastanza accanito tra il cosiddetto creazionismo e l’evoluzionismo, presentati come fossero alternative che si escludono: chi crede nel Creatore non potrebbe pensare all’evoluzione e chi invece afferma l’evoluzione dovrebbe escludere Dio. Questa contrapposizione è un’assurdità, perché da una parte ci sono tante prove scientifiche in favore di un’evoluzione che appare come una realtà che dobbiamo vedere e che arricchisce la nostra conoscenza della vita e dell’essere come tale.

Ma la dottrina dell’evoluzione non risponde a tutti i quesiti e non risponde soprattutto al grande quesito filosofico: da dove viene tutto? e come il tutto prende un cammino che arriva finalmente all’uomo?»

A

M

B

I

E

N

T

E

IN DIFESA DELL'ACQUA

Ora multinazionali e ambientalisti si ritrovano uniti a difesa dell'acqua.

Crescono consumi e costi. E le aziende investono per proteggerla

Gli abitanti del villaggio indiano di Natwargadh radunati attorno al pozzo con le loro borracce e i loro bidoni

L

a grande sete del mondo mette d'accordo multinazionali ed ambientalisti che, dopo anni di accuse reciproche, ora combattono l'uno al fianco dell'altro la guerra per la salvaguardia di una risorsa sempre più scarsa. Unico l'obiettivo, diversi gli interessi. La politica resta al palo.

Fino a qualche anno fa era un'inezia, ma man mano che il costo della voce «acqua» aumenta nei bilanci, le multinazionali investono cifre sempre maggiori nella sua produzione e salvaguardia Non è che il mondo di colpo sia entrato in una siccità globale, più che altro sono aumentati enormemente i consumi in Occidente, ma soprattutto nei paesi emergenti che in pochi anni hanno immesso nello scenario migliaia di industrie assetate e miliardi di persone alle quali prima bastava l'acqua necessaria per vivere mentre ora consumano quanto e più dei paesi ricchi.

Basti pensare che a un essere umano sono sufficienti 4 litri al giorno per vivere, mentre il fabbisogno europeo di acqua

potabile è di 165 litri a testa.

Le prospettive sono preoccupanti: se la popolazione mondiale crescerà di un miliardo di persone da qui al 2030, si arriverà a 8 miliardi, e pertanto ci vorrà sempre più acqua, indispensabile per l'energia, ad esempio.

Le multinazionali fiutano l'affare ed investono miliardi di dollari per essere autosufficienti.

Il costo dell'acqua sta crescendo in tutto il mondo e se sinora le aziende che una volta consideravano l'acqua una materia gratuita, ora sanno che il suo sfruttamento indiscriminato può danneggiare il loro marchio, la loro credibilità, la loro valutazione e i costi assicurativi.

Ad esempio, undici anni fa, la Coca Cola dovette chiudere un impianto di imbottigliamento in India dopo le proteste per l'impatto negativo (smentito dalla società) sulla distribuzione idrica locale.

Dal 2003 la società di Atlanta ha speso quasi due miliardi di dollari per ridurre il fabbisogno dei suoi impianti nel mondo impiegando anche risorse in campagne per la salvaguardia ambientale, co18

me quella in corso in alcuni Paesi per il riuso delle bottiglie di plastica. Non è l'unica! Però corriamo un altro rischio: la speculazione dei potenti a discapito dei poveri.

MARATONA DI NEW YORK

Priscah Jeptoo (al centro ), una giovane atleta del «Centro atletico avventista kenioto ha vinto nella categoria femminile la 3. Maratona di New York disputata il 3 novembre 2013. La notizia, arrivataci in ritardo, ci fa piacere augurando alla giovane atleta altri successi.

L

I

B

C'è un libro per tutti!

Autore: Editore: Pagine: Prezzo:

Pierangelo Calvirani Azzurra7 Editrice 456 € 26,00

Per ordinazioni: redazione@origini.info

L'autore Note su Pierangelo Calvirani Precoce nella sua formazione scientifica, Calvirani fu introdotto fin da bambino nell’ateismo dal padre, un intellettuale della sinistra italiana.

Determinato a farne la dottrina centrale del suo insegnamento, dopo gli anni della giovinezza, sentì la necessità di approfondire ulteriormente le ragioni dell’ateismo e dell’evoluzionismo, ma negli anni successivi gli studi e le riflessioni sulla tematica gli fecero sorgere dei dubbi. Si era infatti accorto, ad esempio, che i pilastri dell’evoluzione biologica mancavano di fondamenta e che tutta la poderosa struttura dell’ateismo era come un gigante dai piedi di argilla. Da qui, dopo un'intensa attività scrittoria e l’abbandono della visione naturalistica del mondo, il suo ultimo libro che abbiamo il piacere di recensire.

19

R

I Leggere un buon libro è sempre qualcosa di utile alla propria persona e se il libro contribuisce anche a rendere consapevolezza sulla nostra esistenza allora la sua lettura è obbligatoria.

Ecco allora un buon motivo per leggere l’ultimo lavoro di Pierangelo Calvirani dal titolo: La teoria dell'evoluzione - La sopravvivenza del migliore.

Un nuovo testo nella ormai vasta letteratura scientifica che ha confutato l’ipotesi di Charles Darwin.

Il testo è un possente lavoro di analisi scientifica con riferimento alle ultime scoperte e ai diversi commenti di moltissimi studiosi.

Il Calvirani è molto attento e scrupoloso nel dare sostegno alle sue tesi e le citazioni riportate sono sempre specifiche ed autorevoli presentando presentando prove oggettive esaminate scrupolosamente.

Inoltre viene presentata un’ampia documentazione di carattere scientifico a sostegno della Creazione senza cadere nei dogmi religiosi e pseudo-scientifici del creazionismo e senza mettere in discussione la scienza.

Insomma, un testo che vuole rappresentare l’idea di una Creazione da parte di Dio senza passare dalla scuola creazionista.

Ormai è riconosciuto da tutti che la teoria di Darwin ha implicazioni di tipo sociale e lo stesso filosofo Titus Burckhardt ha dichiarato, con riferimento al neodarwinismo: «Per il suo sfruttamento marxista, antitradizionalista e pseudomistico, la teoria moderna sull’evoluzione delle specie si rivela come la Grande Frode. Mai prima una tesi di così dubbia scientificità era stata scelta come base indiscussa di importanti decisioni spirituali».

D’altra parte lo stesso scienziato evoluzionista George Gaylord Simpson ha dovuto ammettere: «Sarebbe di certo erroneo scartare semplicemente queste concezioni con un sorrisetto o metterle in ridicolo. Coloro che le hanno proposte erano - e sono - studiosi capaci e profondi» con buona pace di Richard Dawkins convinto che chi non «crede all’evoluzionismo è ignorante o stupido o folle».

Un bel libro in cui, nei suoi 12 capitoli, vengono riportate affermazioni di oltre 180 scienziati impegnati a livello scientifico nel dibattito della più controversa teoria della storia dell’uomo. Ordina la tua copia.

Fabrizio Fratus

DA TUTTO IL MONDO!

Fumare

NEGLI USA È OUT!

Ne è passato del tempo dall'epoca in cui i medici promuovevano le sigarette (a sinistra un annuncio del 1931).

Nel 1965, a un anno dal rapporto di Luther Terry che legava il fumo al cancro ai polmoni e alle malattie cardiache, il 42% degli americani fumava quotidianamente.

Nel 2012 erano il 18%. Negli ultimi 50 anni il fumo ha ucciso 20 milioni di persone nei soli Stati Uniti ed è costato circa 300 miliardi di dollari l'anno tra spese mediche e danni produttivi. Opzioni come le sigarette elettronche (la cui pericolosità non è stata ancora accertata) potrebbero essere meno dannose. In Italia si fa fatica a conoscere reali statistiche e danni alla salute pubblica!

Citazioni citabili «Christ's victory was as complete as had been the failure of Adam. So we may resists temptation, and force Satan to departe from us. Jesus gained the victory through submission and faith in God» E.G.White (1827-1915), «Desire of Ages» pagina 130. Scrittrice e oratrice della Chiesa avventista, di grande equilibrio, benevolenza, spiritualità. Ha lasciato un'eredità di ben 55 volumi, grandi e piccoli, nel campo bibico, dell'educazione, della salute, della famiglia e del cristianesimo pratico.

«Lunga è la via dell'insegnare per mezzo della teoria, breve ed efficace per mezzo dell'esempio» Seneca (4 a.C.-65 d.C.). Filosofo stoico e poeta tragico.

«Non fare come fanno tutti» Sant'Agostino (354-430). Padre della Chiesa, teologo.

Compleanno JANE GOODALL

Matematica

MARYAM, REGINA DEI CALCOLI

Traffico stradale IL ROBOT-VIGILE

Regolare il traffico nell'indisciplinata e congestionata capitale della repubblica Democratica del Congo, Kinshasa, ora è compito del robot-vigile!

Alto 2,5 metri, fatto di alluminio, con telecamere al posto delgi occhi e luci verdi e rosse sui pugni.

Incredibile. Un successo per il suo costruttore.

Per ora la città ne ha installati due (15.000 dollari caduno) con piena soddisfazione sia degli automobilisti che dei pedoni. Li vedremo anche a Roma o a Milano?

Mostre

OFFICINE GALILEO

Segnaliamo la mostra che celebra i 150 anni delle Officine Galileo di Firenze. Attraverso 60 strumenti che coprono l'attività della ditta (1863-2014) il visitatore rivive un pezzo della storia industriale italiana ed anche di Firenze. www.museogalileo.it - Sino al 7 settembre

La primatologa Jane Goodall il 13 aprile ha compiuto 80 anni. La coda di cavallo si è imbiancata, ma il lampo d'intelligenza, l'umorismo sottile e la dedizione tenace brillano ancora nei suoi occhi color nocciola. Pioniera nel suo campo, Jane Goodall ha coniugato studio meticoloso e sensibilità affettuosa.

Lo studio sugli scimpanzè del Parco Nazionale di Gombe, Tanzania, partì nel luglio del 1960 e in breve fece alcune importanti scoperte molto apprezzate nella disciplina dell'etologia. Anche «AISO magazine» porge i migliori auguri.

Salute

54%

PRESSIONE ALTA

Secondo il Journal of the American Medical Association/Women's Health, il 54% degli uomini intervistati con la «pressione alta» non sa di averla. Anche se il rapporto riguarda cittadini americani questo non esclude che anche noi ci premuriamo di farci controllare la «pressione» in qualsiasi farmacia; molto meglio dal proprio medico che senz'altro saprà darci utili consigli!

20

Maryam Mirzakhani, 37 anni, iraniana, è la prima donna a vincere la medaglia Fields (considerata l'equivalente del Nobel per la matematica) da quando nel 1936 il premio è stato istituito.

Il talento matematico di Mirzakhani emerge negli anni delle scuole superiori quando rappresenta i colori di Teheran alle Olimpiadi internazionali di matematica conquistando una medaglia d'oro e l'anno successivo il titolo pieno. Ora lavora all'Universita di Stanford. Si è distinta per studi sulla geometria non euclidea e sui sistemi dinamici.

P.S. La foto che vedete è stata censurata sui giornali iraniani obbligati a metterle (Photoshop) il velo sui capelli.

Musei

DALLE ALPI PER SCOPRIRE IL PIANETA

Segnaliamo inoltre il Museo delle Scienze di Trento. Un museo, progettato da Renzo Piano, che si ispira alla montagna e ambisce a inserirsi con armonia nel paesaggio alpino. Da «non perdere»! www.muse.it