AISO Magazine

Page 1

AISO - ASSOCIAZIONE ITALIANA STUDI SULLE ORIGINI - CINISELLO BALSAMO - Viale Molise, 1 - Tel. 02 612 77 40 - redazione@origini.info Newsletter trimestrale on line • Dicembre 2012 • N.ro 4 • Direttore AISO: Stefano Bertolini • Redazione: Renato Colmano, Fabrizio Fratus, Giusy Pistillo • Fax 02 612 47 896 • www.origini.info

CERCANDO IN ETIOPIA L'ARCA DELL'ALLEANZA!

QUI SONO STATI RITROVATI I RESTI DI LUCY E ARDI, OMINIDI, E QUI ABITÒ MAKEDA, REGINA DI SABA. E secondo la Chiesa copta d'Etiopia, qui si trova l'Arca dell'Alleanza. Foto di Noel Quidu da SETTE, n.ro 30/2012


ETIOPIA,TRA CREDENZE E TRADIZIONI Una terra biblica? S tando ai racconti tradizionali etiopici il Paradiso terrestre era collocato in questa regione, nel Nord dell'Etiopia, dove tutto profuma di religiosità, come il Lago Tana, nel quale risiedono 37 isole su ognuna delle quali sorge un monastero, una cappella o una croce. L'Etiopia è un enclave di antichità in Africa, dove si respira sacralità in ogni villaggio, in ogni casa. Il cristianesimo qui non è stato importato ed è autoctono; frutto degli evangelisti, partiti da Israele già il primo secolo dopo Cristo, forse portato da Marco. Probabilmente scelsero la rotta verso sud-ovest verso la penisola arabica e, dopo un salto sul Mar Rosso (anticamente si chiamava Maris Erythraei), entrarono nel Corno d'Africa, allora ricco di spezie e di traffici e di gente. Quella che poi verrà chiamata Abissinia, e quindi Etiopia, era una terra interessante, una terra fertile da convertire perché lì viveva una popolazione che aveva abbracciato l'ebraismo un migliaio d'anni prima, quando ad Axum, nella regione del Tigrè, regnava la mitica regina di Saba. Nella Bibbia e nel Corano la regina di Saba non viene mai citata per nome, ma secondo il Kebra Nagast

(Gloria del re, testo sacro della religione copta etiopica), il suo nome sarebbe Makeda. Naturalmente la storia della regina di Saba è circondata dalla leggenda. Anzi, da tante leggende. Tutte però concordano sul fatto che il suo regno era ricchissimo e si estendeva sugli altipiani etiopici e al di là del Mar Rosso nella penisola arabica. La capitale era Axum. I suoi abitanti adoravano il Sole. Quando la regina seppe che in Israele regnava Salomone, uomo saggio, ingegnoso, dall'erudizione e dall'intelligenza eccezionale, decise di andarlo a trovare e così tra il 1000 ed il 950 a.C., raggiunse Gerusalemme. Naturalmente i nostri lettori conoscono la vicenda, ma secondo la leggenda etiope, Makeda, che nel frattempo si era convertita all'ebraismo, dopo essere rimasta incinta di Salomone, ritorna ad Axum con un regalo speciale: Salomone le avrebbe donato l'Arca dell'Alleanza, quale «arma» contro gli assalitori di carovane... perché, come risaputo, chi l'avrebbe toccata sarebbe morto all'istante (Num 4:15 - 2 Sam 6:5). Convinti di questo sono tutti i sacerdoti copti che asseriscono trovasi in una palazzina a forma di parallelepipedo senza finestre, accanto alla cattedrale di Santa Maria di Sion ad Axum, guardata a vista da un monaco che non può uscire dal recinto fino alla morte, se non una volta all'anno (7 gennaio, il giorno dell'Epifania copta) perché portata in processione, ma ben nascosta da un pesante broccato. Nemmeno il papa copto la può vedere! 2

Alcuni sacerdoti all'interno dell'imponente Beta Meghane Alem, la più grande delle undici chiese copte costruite tra il XII e il XIII secolo e dichiarate dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità. È collegata tramite cunicoli alla chiesa di Beta Maryam, nota per i suoi affreschi.

La Chiesa ortodossa etiopica afferma che la chiesa di Nostra Signora di Sion di Axum (foto Google in alto) contiene la biblica Arca dell'Alleanza dove erano custodite le Tavole della Legge su cui sono scritti i Dieci Comandamenti portati da Mosè al suo popolo. Questa stessa chiesa fu il luogo dove per secoli vennero incoronati gli imperatori etiopi fino al regno di Fasilidos e di nuovo da Giovanni IV di Etiopia fino alla fine dell'impero. Axum viene considerata la più santa delle città dell'Etiopia ed è un'importante meta di pellegrinaggi. Feste significative sono T'imk'et (la Festa dell'Epifania, celebrata il 7 gennaio), e la Festa di Maryam Sion che cade nel tardo novembre. (Foto sopra) Il Patriarca della Chiesa ortodossa d'Etiopia, Abuna Pauolos.

Continua a pagina 4


CRISTANESIMO E NEODARWINISMO? È possibile che un cristiano, cattolico o protestante, possa aderire alle formulazioni del Neodarwinismo (vedi servizio a pagina 7). A questa nuova tendenza stanno aderendo anche molti «evangelici». Per comprendere meglio il problema facciamo qualche considerazione. In questi ultimi tempi si fa strada sempre più prepotente il «neodarwinismo», visto che il darwinismo sta cadendo sotto i colpi delle logiche della vera scienza. Questo nuovo modo di concepire l'evoluzione delle specie (evoluzione che sarebbe supportata dalle recenti scoperte scientifiche nell'ambito della genetica), sta affascinando molti cristiani. Con questa nuova visione, molti abbracciano il neodarwinismo, dimenticando che un cristiano, cattolico o protestante che sia, dovrebbe essere per forza un creazionista; se no, che cristiano sarebbe? Purtroppo il problema della maggior parte dei cattolici, che sono la maggioranza dei cristiani, è quello di non seguire ciò in cui dicono di credere. Perché? In effetti la propaganda atea è molto attiva facendo passare come «verità scientifica» la teoria neodarwinista. Nulla di più falso. Come tutti sanno la scienza galileiana nega ogni possibilità alla teoria di Darwin. La verità è che il neodarwinismo è un modello di pensiero a sostegno dell’ateismo. Per molti credenti, quindi, diviene un problema credere in Dio come descritto nella Bibbia. Il cristianesimo è un atto di fede che viene richiesto a tutti i credenti. Lo stesso atto di fede comporta credere in una specifica azione creatrice del Signore. Il problema che ne deriva per il credente è il seguente: Dio ha creato, ma la «scienza umana» ci dice che l’uomo si è evoluto. Pertanto questo tipo di «cristiano» si trova di fronte ad un dilemma! Cosa

credere? La soluzione, per la maggior parte dei cristiani, è il «concordismo» (vedi voce al numero precedente, pag. 6). Nulla di più errato! La «scienza vera» in realtà, nega la discendenza della specie uomo da altra specie. Sono gli uomini di fede neodarwinista che impongono il credo di una discendenza comune da parte di tutte le specie. Il concordismo è una posizione che cerca di «sistemare» le teorie neodarwiniste con il credo cristiano. Se ci è permesso dire, un po' come la simbiosi tra Platone e Cristo! L’idea è che all’origine Dio ha creato il necessario e poi ha guidato lo sviluppo e l’evoluzione della vita sulla terra. Il Cristiano non può accettare questa posizione! Dio, nel suo testo sacro, ha spiegato ben altro e in diversi modi ogni cristiano esprima la sua fede in ciò che Dio ha fatto conoscere all’uomo tramite la Bibbia. Infatti, il cristiano, tutte le domeniche pronuncia l’atto di professione della Fede in cui dichiara: «Crediamo in un solo Dio. Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Crediamo in un solo Signore, Gesù Cristo. Unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce. Dio vero da Dio vero. Generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza». Quanto riportato è una parte dell’atto 3

di fede valido per tutti i cristiani; in esso è evidente che il «concordismo» non è ammesso da qualsiasi fede. A questo punto sorge una domanda: ma la cristianità comprende l’impossibilità del concordismo? Comprende che certi professori o pseudo scienziati sono deleteri al cristianesimo? Che persone come queste negano il Credo fondamentale di ogni cristiano! Bene aveva compreso papa Giovanni Paolo II, ma oggi con l'affermazione, ad esempio di Werner Aber, si può dire che s'apre una nuova era di decadimento religioso. Con certezza molte Chiese non fanno il loro dovere, cioè quello di insegnare il Credo niceano! Anziché «usare»la vera scienza per avicinare l'uomo a Dio Creatore, si fa il contrario. Eppure, come dimostrano i dati scientifici, è più logico e plausibile credere a Dio che negarlo nel suo atto creatore. Fabrizio Fratus

Infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue. Romani 1:20


L'ARCA DELL'ALLEANZA

3

1 2 4

«All’interno (del Santuario), oltre la cortina, c’era il luogo Santissimo, il centro del servizio simbolico dell’espiazione e dell’intercessione: esso collegava il cielo e la terra. Vi si trovava l’Arca, una cassa in legno di acacia completamente ricoperta d’oro, che portava sul bordo superiore una cornice dello stesso metallo. L’arca custodiva le tavole di pietra sulle quali Dio aveva scritto i Dieci comandamenti. Per questo motivo venne chiamata Arca del testamento di Dio o anche Arca del patto; i comandamenti infatti costituivano la base dell’alleanza fra Dio e Israele. Il coperchio dell’arca veniva chiamato propiziatorio ed era d’oro massiccio. Alle sue estremità si trovavano due cherubini d’oro: le loro ali si stendevano una verso l’alto e l’altra verso il basso, a coprire il corpo (cfr. Ezechiele 1:11) in segno di ossequio e umiltà. Le due statue erano rivoltel’una verso l’altra, e il loro sguardo si posava con devozione sull’arca: il loro atteggiamento esprimeva il rispetto che gli angeli hanno per la legge di Dio e il loro interesse per il piano della salvezza. Al di sopra del propiziatorio, tra i due cherubini, c’era la Shekinah, la manifestazione della presenza divina tramite cui Dio esprimeva la sua volontà. A volte i messaggi divini venivano trasmessi al Sommo sacerdote da una voce proveniente dalla nuvola; in altri casi, una luce illuminava il cherubino di destra per concedere l’approvazione a una richiesta: il segnale della disapprovazione era invece un’ombra che velava il cherubino di sinistra. La legge di Dio, custodita nell’arca, era la norma della giustizia e del giudizio. Essa imponeva la morte dei trasgressori. Al di sopra della legge vi era tuttavia il propiziatorio, dove si rivelava la presenza divina: dopo l’espiazione, era qui che Dio manifestava il suo perdono per il peccatore pentito. Il servizio del santuario traduce in simboli l’azione compiuta dal Cristo per la nostra redenzione, per cui la benignità e la verità si sono incontrate, la giustizia e la pace si son baciate (Salmo 85:10)». Da Patriarchi e Profeti, E.G.White, Edizioni ADV, pag. 288,289

5

1) Il castello di re Fasiladas e la vista interna della Cancelleria di Giovanni I, suo figlio, che regnò dal 1667 al 1682 che continuò la politica di reazione anticattolica iniziata dal padre, allo scopo di riabilitare la religione copta. 2) Vista sulle cascate del Nilo Azzurrro, vicino a Bahar Dar, sulle rive del Lago Tana. Uno dei luoghi turistici oggi più conosciuti dell'Etiopia. 3) Bambini che seguono la lezione di un prete copto. La fotografia è recente ed è significativa di quali condizioni di estrema indigenza subisce il popolo etiope. 4) La Chiesa di Kristos Yemerehana vicino a Lalibela, costruita in una caverna, risale al XII secolo. 5) Un interno della chiesa di Dega Estefanos, costruita su una delle isole del Lago Tana. Qui i monaci vegliano i corpi mummificati di cinque imperatori etiopi, discendenti, secondo la tradizione copta, del re Salomone.

MA DOVE SI TROVA L'ARCA?

S

econdo il Patriarca copto Abuna Pauolos, ad Axum! Ma E.G. White afferma diversamente e fornisce una spiegazione molto più coerente al contesto delle vicende di Israele, secondo la quale l'Arca è... nascosta! «Il nono anno del regno di Sede4

cia, Nabucodonosor arrivò sotto Gerusalemme con tutto il suo esercito» (2 Re 25:1) e assediò la città (586 a.C.). La situazione di Giuda era disperata (cfr. Ezechiele 21:8,10-12,36). Gli egiziani tentarono di soccorrere la città assediata e i caldei, per respingerli, abbandonarono momentaneamente l’assedio della capitale giudaica. Nel cuore di Sedecia rinacque la speranza e


mandò un suo messaggero da Geremia chiedendogli di pregare Dio in favore della nazione. Il profeta rispose con parole terribili: i Caldei sarebbero ritornati e avrebbero distrutto la città. Il decreto era stato emesso, la nazione non si era pentita e non poteva più scongiurare i giudizi divini. Il Signore avvertì il suo popolo: Vi illudete se pensate che i Babilonesi non torneranno più indietro. Quelli non se ne andranno affatto. Anche se voi riusciste a sconfiggere l’esercito babilonese e lasciaste in vita solo qualche ferito, questi si alzerà nella propria tenda e distruggerà la città col fuoco... (Geremia 37:9,10). Il rimanente di Giuda sarebbe stato deportato e avrebbe imparato tramite la sofferenza le lezioni che aveva rifiutato di imparare in circostanze più favorevoli. Il decreto divino era inappellabile. Fra coloro che abitavano ancora a Gerusalemme, ai quali era stato rivelato il piano di Dio, alcuni decisero di sottrarre alle mani sacrileghe l’Arca sacra che conteneva le tavole di pietra sulle quali erano stati scritti i precetti del Decalogo. Essi riuscirono a realizzare il loro progetto. Con estrema sofferenza e tristezza occultarono l’arca in una caverna dove sarebbe rimasta nascosta al popolo d’Israele e di Giuda a causa dei suoi peccati e non sarebbe stata mai più restituita. Quell’arca sacra è tuttora nascosta e non è mai stata riesumata». (Da Profeti e Re, Edizioni ADV, pag. 230, capitolo «La deportazione a Babilonia»).

ETIOPIA, TERRA BIBLICA? Più di 3.600 km2 d'acqua dove sono disseminate 37 isole vulcaniche che ospitano antichi monasteri tra cui Tana Kirkos, dove fu custodita l'Arca dell'Alleanza fino alla costruzione dell'edificio di Axum. Ancora oggi possiamo osservare pescatori a bordo di barche realizzate con papiro. Un'immagine che ci rimanda ai tempi perlomeno di Gesù. La pesca nel Lago Tana è un'attività importante per i villaggi della costa.

Il Sabato e la Domenica in Etiopia

Una nota a parte merita l'osservanza del Sabato in Etiopia. Ancora oggi, più o meno intensamente, nella Chiesa etiope si osserva il Sabato, soprattutto nella parte settentrionale del Paese dove sopravvivono poche migliaia di Ebrei, forse lontano frutto della conversione dell'«Etiopo» di Atti 8:26-39, oppure come ritengono alcuni studiosi, residuo di una delle «tribù perdute» di Israele. Ebrei noti con il nome di «falascia» (esiliato o straniero) che nel 1984 minacciati da una terribile carestia e poi minacciati dal regime dittatoriale di Menghistu sono rientrati (circa 90.000) in Israele grazie a tre grandiosi ponti aerei dal Sudan («Operazione Mosè, Giosuè e Salomone»). L'osservanza del solo Sabato in Etiopia durò, perlomeno, sino al V secolo, quando con la versione etiope del Testamentum Domini (V sec.) si iniziò a celebrare la Cena sia di Sabato che di Domenica. In tal modo si sviluppò tra i due giorni una diversa relazione basantesi, a quanto sembra indirettamente, sulla Tradizione Apostolica (230 circa) di Ippolito, in cui troviamo una prescrizione che sia nel giorno di Sabato, che nel primo giorno della settimana, «il vescovo, quando possibile, deve benedire con le mani tutti gli astanti, mentre i diaconi rompono il pane». Nello stesso documento troviamo che entrambi i giorni sono da considerarsi diversi «dagli altri giorni», e persino un riferimento che li considera come «Sabati». Con la pubblicazione degli Statutae apostolorum entrambi i giorni sono considerati festivi con la particolarità che il Sabato di Esodo 20 si ritiene come un'osservanza obbligata del Sabato della Creazione. Nel 1500 gli etiopi si distanziano da questo obbligo «talmudico» festeggiando il Sabato alla maniera cristiana. Tuttavia si verifica il fenomeno che si inizia a considerare la Domenica anche «come giorno di Sabato». Poi nel 1626 l'imperatore Susenyos dichiara (sotto l'influsso di Alfonso Mendes, gesuita e primo Patriarca della Chiesa cattolica etiope) il suo regno cattolico revocando, tra l'altro, l'osservanza del Sabato; ne nasce una guerra civile che obbliga l'imperatore ad abdicare nel 1632 in favore di suo figlio, Facilidas, che ripristina il Sabato. Da allora l'osservanza dei due giorni continua sino al secolo scorso in cui la Domenica prende decisamente il sopravvento anche perché, come detto, gli ebrei falascia «abbandonano» in gran numero l'Etiopia.

ETIOPIA, CULLA DELL'UMANITÀ?

Se ci atteniamo alla «scienza dell'evoluzione» quì sono stati ritrovati (30 novembre 1974 ad Afar) i resti di Lucy, un esemplare femminile di Austrolopithecus afarensis vissuta 3,3 milioni di anni fa dall'età apparente di 25 anni, e Ardi, un Ardipithecus ramidus ancora più antico (4 milioni di anni fa)! La chiamarono Lucy, in onore della canzone «Lucy in the Sky with Diamonds» dei Beatles, mentre in amarico è nota come Dinqinesh, che significa «Tu sei meravigliosa». Tutto questo ha fatto esclamare a qualcuno che l'Etiopia è la culla dell'umanità!

5


D

I

Z

I

O

N

A

R

I

E

T

T

O

I PRINCIPALI TERMINI DEL CONTRADDITORIO! CREAZIONISMO STORICO

In epoca pre-scientifica si credeva che dal fango potessero generarsi spontaneamente numerosi tipi di esseri viventi e che una specie si potesse ottenere da altre specie molto diverse (trasformismo). Insomma, contrariamente a quanto si ripete, la concezione medioevale era di tipo evoluzionista, anche se di un evoluzionismo teista. La biologia come scienza nasce sulle basi del fissismo e in contrapposizione al trasformismo; a questo movimento creazionista che ha fondato la biologia (18°-19° sec.) aggiungiamo l’aggettivo di storico, in modo da distinguerlo non solo da quello attuale, ma anche da quello molto vago del periodo pre-scientifico (pensando a quest’ultima distinzione, si potrebbe più completamente definire «creazionismo scientifico storico», ma la riteniamo un eccesso di precisione). Siccome a qualcuno questa ricostruzione può apparire «incredibile», riportiamo alcuni righi tratti da uno specifico libro scritto da Pietro Omodeo, un leader riconosciuto dell’evoluzionismo italiano: «Veniva sentita come esigenza vitale anche quella di eliminare dalle interpretazioni della biologia dello sviluppo […] tutto il farraginoso armamentario introdotto dalle concezioni magiche del Rinascimento […] il creazionismo fissista, che oggi si vuole considerare un antico corpo dottrinario edificato a difesa dell’ortodossia, fu elaborato all’inizio del Settecento proprio per adempiere a questa funzione liberatrice […] Questo sforzo era stato sostenuto da vari studiosi di paesi protestanti, avvantaggiati dall’essere liberi dalla pesante tutela dell’Inquisizione e dalle pastoie della filosofia tradizionale, già combattuta da Lutero» (P. Omodeo, Creazionismo ed evoluzionismo, Laterza, Bari 1984, pp. 68s).

DARWIN

Charles Darwin (1809-82) ha certamente avuto e ha una enorme influenza sul piano filosofico: ciò maschera una grande debolezza su quello strettamente scientifico e questo vogliamo mostrarlo con una serie di schede collegate. (Può darsi che qualcuno le troverà faziose, eppure i dati utilizzati provengono da fonti redatte da evoluzionisti. Chiedo solo che ci si armi di un’enciclopedia e che si vada a controllare, in ogni caso sono pronto ad ascoltare le critiche). Comincio, chiedendo aiuto a uno che, come scienziato, gode della massima reputazione e che su Darwin ha espresso un giudizio netto: Albert Einstein. Proseguo col segnalare le impressioni avute quando ho tentato di leggere il capolavoro di Darwin (cioè L’origine delle specie): mentre gli scritti contemporanei di Pasteur e Mendel conservano una grande attualità di metodo e di contenuto, con il libro di Darwin succede il contrario (vedere Darwin e le razze). La biologia come scienza cominciò con Francesco Redi (1626-98), ma fu poi Lazzaro Spal-

lanzani (1729-99) a gettarne le fondamenta metodologiche, mentre Carlo Linneo (170778) fece un’ammirevole opera di classificazione. L’opera di Darwin (pubblicata nel 1859 e poi revisionata fino alla sesta edizione del 1872) non solo contrastò con la biologia fin lì edificata (e cresciuta nella lotta contro la generazione spontanea), ma fu di ostacolo anche a quella biologia carica di prospettive che stava per prorompere e della quale Darwin decise di non tenerne conto: le prospettive introdotte dalla geniale e benefica svolta operata da Louis Pasteur nel 1861 (che rivoluzionava anche la medicina), e l’altrettanto decisiva opera di Gregorio Mendel (che fondava la genetica nel 1865). L’opera di Darwin è in opposizione a quella di tutti costoro e perciò si configura come un tentativo di tornare al mondo pre-scientifico, dove la natura è vista come continua creatrice di specie fantastiche. Scrive il quotato evoluzionista Omodeo: «A una qualche forma di evoluzionismo si è un po’ sempre creduto, e la novità in campo scientifico fu costituita, nel corso della prima metà del 18° secolo, dalla comparsa del credo fissista. Non si tratta di un’affermazione di gusto paradossale, ma di una verità molto semplice, anche se lungamente trascurata» (P. Omodeo, Creazionismo ed evoluzionismo, Laterza, Bari 1984, p. 112). Tutto ciò si può vedere meglio nelle specifiche schede, il cui titolo comincia sempre con «Darwin contro»: Redi, Spallanzani, Pasteur, Mendel e Linneo. Infine, siccome Darwin viene paragonato spesso a Galilei, vedremo anche che fra i due ci sono più differenze che somiglianze (Darwin e Galilei).

DARWIN CONTRO LINNEO

Lo svedese Carlo Linneo (1707-78) è uno degli scienziati più universalmente ammirati. A lui si deve quella classificazione degli esseri viventi le cui linee di fondo restano tuttora valide. Era un devoto protestante e, continuando a dare il nome agli animali, era come se proseguisse l’opera di Adamo. Considerò come unità di base le varie specie, le quali nel suo «albero sistematico» avevano la posizione delle foglie, mentre nei rami via via più grandi raggruppava categorie con affinità sempre minori (genere, famiglia, ordine e così via). Non aveva un’idea precisa e una definizione chiara di specie, ma era convinto che ne esistessero «quante Dio ne aveva create». Usò il latino, cercando di dare a ciascuno «nome e cognome» (per l’uomo, per esempio, Homo sapiens). Gli spedivano piante da tutto il mondo, affinché gli desse il nome, e la sua opera ebbe un grande riscontro pratico. Darwin, dopo un secolo, cercò di disfare anche questa conquista del sapere, negando l’esistenza stessa della specie. Insomma, mentre per Linneo esistevano delle discontinuità fra i vari esseri viventi, delle separazioni che impedivano – per esempio – la

6

mescolanza fra cani e gatti, per Darwin le separazioni erano solo apparenti e, come si poteva passare da una razza a un’altra, così si era passati e si stava passando da una specie a un’altra. Per Darwin, cani e gatti provenivano da un progenitore comune ed erano discendenti di due razze via via divaricatesi, mentre le attuali razze di cani non erano altro che «specie in via di formazione». La robustezza e l’aderenza alla realtà dell’opera di Linneo fu tale che restò un monumento inattaccabile; ma anche attraverso questo confronto con Linneo, Darwin si caratterizzò come un nostalgico del passato, piuttosto che come anticipatore del futuro. Linneo aveva dei presupposti fissisti e antievoluzionisti, contro i quali Darwin si schierò apertamente, ignorando la migliore biologia fino allora prodotta (Redi e Spallanzani) e quella che stava emergendo (Mendel e Pasteur).

DARWIN CONTRO MENDEL

Meglio sarebbe stato per Darwin (180982) se fosse vissuto prima: le sue posizioni antiscientifiche sarebbero state più scusabili; invece fu contemporaneo di Pasteur (1822-95) e di Mendel (1822-84), che sul piano scientifico ebbero la vista molto lunga. Sia Darwin che Mendel studiarono la trasmissione dei caratteri ereditari, ma Darwin usò una specie inadatta per questa fase iniziale delle ricerche (i piccioni, poco prolifici e che non si autofecondano) arrivando a una conclusione che non gli dispiaceva (vedi Darwin e le razze), cioè che nella trasmissione dei caratteri ereditari non c’era nessuna regola e che tutto era possibile (ciò lo lasciava libero di fare qualsiasi supposizione). Mendel invece usò i piselli (gran numero di semi e possibilità di autofecondazione) e scoprì una regola apparentemente semplice, ma di grandissimo impatto: i caratteri ereditari erano scritti su supporti fisici (i geni) che, passando da una generazione all’altra, si rimescolavano e si ricombinavano come facevano le carte da gioco, ma senza modificazioni e senza che ne sorgessero di nuovi (si potrebbe dire che negò la generazione spontanea anche a livello dei caratteri ereditari). Quando perciò nei figli compariva un carattere non evidente nei genitori, ciò non era dovuto al fatto che lo avessero prodotto i me-

Continua a pagina 13 Continua l'elenco sulle principali voci del mondo evoluzionista e creazionista. Ringraziamo il Prof. Ferdinando De Angelis che ci ha autorizzato il riporto di alcuni termini.


A

T

T

U

A

L

I

T

À

L'ACCADEMIA DEL VATICANO PROMUOVE LE IDEE DI DARWIN !

Il presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, Werner Arber, biologo premio Nobel per la medicina nel 1978, ha tenuto il 12 ottobre scorso una relazione sui rapporti tra scienza e fede, presentata al Pontefice e ai membri del Sinodo dei vescovi, nella quale ha illustrato con chiarezza le basi della spiegazione evoluzionistica contemporanea. Si potrebbe pensare ad una normale lectio magistralis, ma... luzionistiche attuali» (neo darwinismo), aggiungendo con un a la questione è ben alcerto coraggio, che «se Gesù tra! In effetti Werner Arber Cristo fosse ancora vivo sarebnella sua relazione conferma be favorevole all'applicazione che non c’è conflittualità tra di una solida conoscenza scienla Chiesa Cattolica e la teoria tifica per il bene a lungo termine neodarwiniana. dell'umanità». Nel contesto di una riflessione Al momento non si registra«sulle mutue relazioni e comno le eventuali consideraziopatibilità tra la conoscenza ni del cardinale Schönberg né scientifica e i contenuti fondaWerner Arber (Gränichen, 3 giugno 1929) è mentali della fede», Arber ha un biologo svizzero, vincitore del Premio Nobel quelle di Benedetto XVI. scelto come esempio di acqui- 1978 per la medicina per le sue ricerche sul mec- Staremo a vedere. Certo è canismo di difesa della cellula batterica nei conche la scelta dell'accettazione sizioni scientifiche essenziafronti dei virus. Docente di genetica molecolare dal 1959 al 1970 dell'evoluzione darwiniana, li l'evoluzione dell'universo all'Università di Ginevra, nel 1971 si trasferì a per un cattolico, ora diventa e l'evoluzione della vita sulla Basilea per insegnare microbiologia nell'Università omonima. più facile! Terra, in quanto «fatti scienNominato membro della Pontificia Accademia delle Scienze nel 1981 e Consigliere dal 1995, tifici stabilmente accertati». Il Neodarwinismo è la teoria evoluzionistica attualdiviene presidente nel 2011. I suoi studi risulmente più accreditata in campo scientifico. Arber, essendo microbiologo, ne tano attualmente la base dell'ingegneria genetiEssa deriva dall'integrazione tra: a) la teoria dell'evoluzione delle specie per selezione ha spiegato che le variazioni ge- ca e della biologia molecolare. naturale di Charles Darwin; netiche spontanee e la selezione funzionale all'organismo». b) la teoria dell'ereditarietà di Gregor Mendel sulle dell'eredità biologica rivista alla luce della naturale costituiscono la forza Naturalmente per Arber la sua basi moderna genetica, comprese le mutazioni genetiche come sorgente della variazione; motrice dell'evoluzione biologi- relazione smentisce quanto di- casuali c) la forma matematica della genetica delle popolaca che si avvale di questi cam- chiarava il cardinale di Vienna zioni; l'analisi dei dati della paleontologia. biamenti microevolutivi, pre- Christoph Schönborn sul «New d) Gli scienziati che hanno contribuito allo sviluppo del neodarwinismo sono Thomas Hunt supposti appunto per le sue af- York Times» (7 luglio 2005), principale Morgan, R. A. Fisher, Theodosius Dobzhansky, J.B.S. Sewall Wright, William D. Hamilton, Cyril fermazioni. cioè la falsità dell'evoluzione Haldane, Darlington, Julian Huxley, Ernst Mayr, George GayIn altre parole egli è convinto per selezione naturale e l'evi- lord Simpson, G. Ledyard Stebbins e Motoo Kimura. In breve, il neodarwinismo si fa carico di una che l'evoluzione biologica è un denza di un disegno biologico. specifica concezione che consiste nel considerare fatto che si spiega con la teoria Inoltre, e questa forse è la nota come unità fondamentale dell'eredità il gene come bersaglio del meccanismo dell'evoluzione (la selezioneodarwiniana. più conturbante della relazione, ne naturale). neodarwiniana unifica diverse branche Aggiunge poi «che sarà la se- secondo Arber, «persistono an- Ladellasintesi biologia che in precedenza avevano pochi punti contatto, in particolare la genetica, la citologia, la lezione naturale a vagliare e a cora movimenti d'opinione che disistematica, la botanica e la paleontologia. mantenere quelle rare varian- rifiutano per motivi religiosi la P.S. Il testo integrale della relazione Arber è disponti che procurano un vantaggio validità delle spiegazioni evo- bile sul sito dell'Accademia (www.casinapioiv.va).

M

7


CALENDARIO AISO

8


CALENDARIO AISO CALENDARIO AISO Trascorri il 2013 con le meraviglie del Creato! ACQUISTALO PER TE E PER I TUOI AMICI. FARAI UN GRADITO OMAGGIO! 1 copia € 8,00 Da 16 a 20 copie € 7,20 cad. Oltre 20 copie € 6,50 cad. Spese di spedizione a carico di AISO Formato cm 21 x 29,7 Predisposto per annotazioni Prenotazioni: redazione@origini.info oppure telefona dalle 8.00 alle 13.00 ad AISO 02 / 612 77 40 e chiedi di Giusy

Trascorri il 2013 con le meraviglie del Creato! 9


In cima al Grossvenediger m 3.674 (A)

Un sereno

2014 ricco di

benedizioni nel Signore.

Proseguo il corso verso la meta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Ges첫.

Dicembre

Filippesi 3:14

DO

LU

MA ME

1 8 15 22 29

2 9 16 23 30

3 10 17 24 31

GI

4 5 11 12 18 19 25 26 1 2

VE

SA

6 7 13 14 20 21 27 28 3 4 10


L

I

B

C'è un libro per tutti! EVOLUZIONE BIOLOGICA nei rapporti recenti fra scienza e fede

«prendere per mano coloro che non conoscono l’argomento e di accompagnarli illustrandogli un mondo sconosciuto». Nella seconda parte si troveranno alcuni articoli molto interessanti dello stesso Georgiev, mentre nella terza parte, a concludere, un ottimo documento del professore di genetica Maciej Giertych. Il testo e il libro è curato da Fabrizio Fratus. Gli autori Michael Georgiev

Autore: Michael Georgiev Editrice: Comitato Antievoluzionista Pagine: 120 Prezzo: e 14,00 Per ordinazioni: redazione@origini.info.

Il libro è composto in 3 parti; la prima parte riguarda due saggi di Michael Georgiev in cui il nostro caro amico ha presentato una ineccepibile documentazione sul contrasto tra scienza e fede in relazione alla teoria di Darwin e/o del neodarvinismo. Un libro molto interessante in cui sviluppa un’indagine nel recente dibattito tra scienza e fede e nello specifico nel confronto tra scienziati naturalisti e scienziati teisti. Michael Georgiev ha il dono di

Nasce a Sofia (Bulgaria). Nel 1971 emigra negli USA da dove riparte per stabilirsi definitivamente in Italia. Si laurea im Medicina e chirurgia all'Università La Spaienza di Roma. Ha pubblicato diversi testi medici specialistici e scientifici tradotti in diverse lingue, tra cui: Il mistero delle origini, Ecclesiae Domus, 2008. È stato membro del Cento di malattie vascolari dell'Università di Ferrara. Dal 2002 sino alla sua morte (2010) è stato vicepresidente e caporedattore di AISO.

R

I Giertych valorizza la versione creazionista che vede in Dio il creatore di tutto l'universo. Ha scritto più di 200 opere e trattati sempre nell'ambito agrario in particolare sulla genetica. Dal 2004 al 2009 è parlamentare europeo a Bruxelles, interessandosi al tema dell'insegnamento dell'evoluzione nelle scuole europee.

Fabrizio Fratus Organizzatore del Comitato Anti Darwin. Ha partecipato a diverse iniziative, contradditori e convegni. Nel 2008 ha pubblicato il saggio Dio o Darwin? (Ediz. Kappa, Roma). Nel 2009 partecipa al primo contradditorio sull'evoluzione della specie tenuto a Milano presso la Casa della Cultura. Partecipa in diverse radio tv sul tema dell'antievoluzionismo e sul creazionismo. Collaboratore di AISO.

Scoperta la scimmia dal volto umano. Sembra un Modigliani! John e Terese Hurt della «Lukuru Wildlife Research Foundation», dopo anni di ricerca hanno finalmente scoperto nelle foreste del Congo, la misteriosa scimmia segnalata dalle tribù del luogo. Il suo nome volgare è Lesula, tramutato in «la scimmia dal volto umano». A differenza dalle altre sue colleghe sembra abbia un volto un po' umano e allungato; si direbbe disegnato da Modigliani. Chissà se Modigliani si sarebbe risentito! Naturalmente ciò avrebbe fatto infuriare, al tempo delle polemiche antidarwianiane, chi non sopportava l'ipotetica nostra parentela con le scimmie. Giustamente!

Maciej Giertych Nasce a Varsavia (Polonia) nel 1936. Si laurea all'Università di Oxford in scienze agrarie e poi segue un corso di dottorato di ricerca presso quella di Toronto sulla fisiologia delle piante. Tornato in Polonia lavora presso l'Istituto Europeo di dendrologia dell'Accademia polacca delle scienze, per conseguire il titolo di professore accademico.

11

Lesula vive nel Congo; il nome scientifico è Cercopithecus Iomamiensis


L Si conclude la pubblicazione dei brani tratti da Patriarchi e Profeti (Ed. ADV) relativi alla Creazione. Ai muri erano appesi gli ornamenti più belli, le magnifiche opere dell’Artista divino. L’ambiente in cui Adamo ed Eva vivevano prima del peccato costituisce un esempio per gli uomini di ogni tempo. La vera felicità non consiste nel soddisfare il proprio orgoglio con l’ostentazione del lusso; essa si trova piuttosto nell’intimità del contatto con Dio attraverso il creato. Se gli uomini prestassero meno attenzione a ciò che è artificiale e coltivassero la semplicità, realizzerebbero con maggiore facilità il progetto per cui Dio li ha creati. Chi è davvero saggio non cerca la felicità nell’orgoglio e nell’ambizione - che non troveranno mai un appagamento - ma nei motivi di gioia che Dio ha posto alla portata di tutti, nei veri piaceri che nobilitano l’uomo. Dio affidò ad Adamo la cura del giardino, «perché lo lavorasse e lo custodisse»; la sua occupazione non era faticosa, ma piacevole e stimolante. Nelle intenzioni divine, il lavoro doveva costituire una benedizione che avrebbe impegnato la mente, rafforzato il corpo e sviluppato le facoltà intellettuali. Nell’attività fisica e mentale Ada-

E

T

T

U

mo trovò uno dei maggiori piaceri della sua esistenza. Quando, a causa della disubbidienza, venne allontanato dalla sua magnifica dimora, fu costretto a lottare con un terreno ostile per guadagnarsi il pane: allora proprio il lavoro, sebbene molto diverso dalle piacevoli occupazioni dell’Eden, fu per lui una fonte di felicità e una salvaguardia contro le tentazioni. Quanti considerano il lavoro come una maledizione per il peso della sofferenza e della fatica, si sbagliano: essi dimostrano di non conoscere il piano di Dio per l’uomo. I ricchi spesso guardano con disprezzo le classi lavoratrici: questo loro atteggiamento è del tutto contrario allo scopo per cui l’uomo è stato creato. Dio mise a disposizione di Adamo ricchezze ben superiori ai più ingenti patrimoni: tuttavia l’uomo non doveva rimanere inattivo. Il Creatore conosce i bisogni umani, sa ciò che è necessario alla felicità. Solo gli uomini e le donne che lavorano provano la vera gioia divivere. Anche gli angeli sono lavoratori diligenti e collaborano con Dio per il bene degli uomini: il Creatore non ha riservato alcun posto, neppure in cielo, agli indolenti e ai pigri. Finché rimasero fedeli a Dio, Adamo e la sua compagna dominaronola terra, esercitando un potere illimitato su ogni essere vivente. Il leone e l’agnello giocavano pa-

I misteri dell’universo visibile, «le meraviglie di colui la cui scienza è perfetta» (Giobbe 37:16) erano per loro un’inesauribile fonte di conoscenza e di piacere

R

E cifici e si riposavano ai loro piedi; gli uccelli volteggiavano felici senza alcun timore dell’uomo: quando cinguettavano per lodare il Creatore, i nostri progenitori si univano a loro nel ringraziare il Padre e il Figlio. Dio li aveva circondati delle sue cure paterne: li istruiva personalmente con infinita saggezza; essi ricevevano le visite degli angeli e potevano comunicare con il Creatore senza alcun intermediario. L’albero della vita assicurava loro grandi energie e avevano capacità intellettuali appena inferiore a quella degli angeli. I misteri dell’universo visibile, «le meraviglie di colui la cui scienza è perfetta» (Giobbe 37:16) erano per loro un’inesauribile fonte di conoscenza e di piacere. Dio stesso, colui che ha creato e sostiene la realtà, rivelò ai nostri progenitori le leggi e le forze della natura, la cui scoperta ha impegnato gli uomini per seimila anni. Essi parlavano con le foglie e i fiori degli alberi e imparavano i segreti della vita. Adamo conosceva ogni essere vivente dal grosso leviathan che nuota tra le acque all’insetto che ondeggia nel raggio di sole. Egli aveva dato un nome a tutte le creature e di ognuna conosceva la specie e le abitudini. La gloria di Dio nei cieli, gli innumerevoli mondi con le loro orbite, «l’equilibrio delle nuvole» (Giobbe 37:16), i misteri della luce e del suono, del giorno e della notte: i nostri progenitori potevano esplorare ogni segreto della realtà. Il nome di Dio era scritto su ogni foglia della foresta, su ogni pietra delle montagne, su ogni stella scintillante, in terra, nell’aria e nel cielo. L’ordine e l’armonia della creazione parlavano della potenza e della saggezza infinite. Con il passare del tempo Adamo ed Eva scoprivano nuove meraviglie che suscitavano in loro un amore sempre più profondo e li inducevano a continue esclamazioni di gratitudine. Sul prossimo numero inizierà il capitolo 7 dedicato al Diluvio.

12


I PRINCIPALI TERMINI DEL CONTRADDITORIO! desimi genitori, i quali invece lo avevano ereditato e tenuto «nascosto» (si tratta dei cosiddetti caratteri «recessivi», che sono sì presenti, ma coperti da quelli detti «dominanti»). Il carattere che apparentemente sembrava nuovo, allora, in realtà era un carattere vecchio, già presente nella linea degli antenati. Mendel pubblicò le sue conclusioni nel 1865 e le mandò anche a Darwin, il quale però aveva costruito il suo famoso libro (1859) proprio sulle novità presenti nella discendenza, novità che ora Mendel dichiarava solo apparenti. Non stupisce allora come Darwin evitasse di prendere in considerazione la grande novità introdotta da Mendel. L’entusiasmo per il darwinismo portò a ignorare l’opera di Mendel anche in seguito e fu cominciata a riscoprire solo verso il 1900, cioè quando ci si rese finalmente conto che le idee di Darwin erano in realtà dei vicoli ciechi, facendo così ritardare la scienza di un quarantennio. Mendel era un abate e c’è da supporre che questo gli facesse cogliere più facilmente il fissismo e l’antievoluzionismo di Redi, Spallanzani, Linneo e Pasteur: tutti con un retroterra chiaramente religioso.

DARWIN CONTRO PASTEUR

Sono pochi gli scienziati ammirati universalmente quanto Louis Pasteur (1822-95), la cui opera portò tanta chiarezza sul piano della conoscenza e immensi benefici in campo medico. Partendo dalla sua attività di chimico, dopo due secoli di contese, riuscì a dimostrare, in modo definitivo, che tutti gli esseri viventi (anche quelli così piccoli da essere invisibili) derivavano da altri esseri viventi uguali a loro, facendo incontestabilmente vedere l’inconsistenza della generazione spontanea. Prima di Pasteur si credeva che le malattie fossero causate soprattutto da scompensi interni, i quali avrebbero stimolato la comparsa «spontanea» dei microbi infettanti. Pasteur dimostrò la validità del principio fissista anche per i microbi, che perciò non potevano prodursi all’interno dell’organismo, ma dovevano necessariamente venire dall’esterno, cioè da altri microbi uguali a loro. Queste idee Pasteur cominciò ad applicarle con grande efficacia, prima risolvendo certe alterazioni della birra, dei vini e dell’aceto, poi passando alle malattie dei bachi da seta, infine a quelle dell’uomo. Molte donne morivano di parto e Pasteur ammonì: «Siete voi medici che trasportate il contagio […] Lavatevi le mani, lavate gli strumenti in acqua bollente […] e la febbre puerperale non si trasmetterà più!» Grande beneficio si ebbe anche con la sua cruciale scoperta della vaccinazione. Questi spettacolari successi Pasteur li attribuì a un suo particolare retroterra, che così precisa: «La grandezza delle azioni umane si misura dall’ispirazione che le fa nascere. Fortunato chi porta in sé un dio, un ideale di bellezza e gli obbedisce: ideale dell’arte, ideale della scienza, ideale della Patria, ideale delle virtù evangeliche. Sono queste le sorgenti vive dei grandi pensieri e delle grandi azioni. E tutte, si illuminano dei riflessi dell’infinito» (L. Pasteur, Opere, UTET, Torino 1972, p. 1004).

Prosegue sul prossimo numero

E

V

E

N

T

I

LO SCETTRO DELLA TOLLERANZA

A Palazzo Reale di Milano si celebrano i 1.700 anni dell'Editto imperiale che dà la libertà alla religione cristiana

Qui sopra: pendente a forma di crocetta, V-VI sec. d.C., oro, granata, smeraldo, Museo Civico d'Arte antica di Torino. A fianco: retro di moneta di Costantino del 313, oro, Bibliothèque nationale di Parigi.

L'Editto del 313

Quando noi, Costantino Augusto e Licinio Augusto, felicemente ci incontrammo nei pressi di Milano e discutemmo di tutto ciò che attiene al bene pubblico e alla pubblica sicurezza, questo era quello che ci sembrava di maggior giovamento alla popolazione, soprattutto che si dovessero regolare le cose concernenti il culto della divinità, e di concedere anche ai cristiani, come a tutti, la libertà di seguire la religione preferita, affinché qualsivoglia sia la divinità celeste possa esser benevola e propizia nei nostri confronti e in quelli di tutti i nostri sudditi. Ritenemmo pertanto con questa salutare decisione e corretto giudizio, che non si debba vietare a chicchessia la libera facoltà di aderire, vuoi alla fede dei cristiani, vuoi a quella religione che ciascheduno reputi la più adatta a se stesso. Così che la somma divinità, il cui culto osserviamo in piena libertà, 13

possa darci completamente il suo favore e la sua benevolenza. Perciò è opportuno che si sappia..., cosicché, abolite del tutto le precedenti disposizioni imperiali concernenti i cristiani, ora, invece, in assoluta tranquillità, tutti coloro che vogliano osservare la religione cristiana possano farlo senza alcun timore o pericolo di molestie...

Costantino 313 d.C. è la mostra internazionale (già aperta) ideata dal Museo Diocesano in programma fino al 17 marzo 2013 a Palazzo Reale, a Milano. Curata da Paolo Biscottini, e dall'archeologa Gemma Sena Chiesa, in collaborazione con Electa, la rassegna ha per sottotitolo L'Editto di Milano e il tempo della tolleranza. Sono esposti oggetti d'archeologia e d'arte dai più importanti musei internazionali. Dall'aprile 2013 la mostra si trasferirà a Roma. Visita da non perdere! Aperta tutti i giorni. Info su: www.mostracostantino.it.


I lettori ci scrivono R

U

Ci sono due racconti della Creazione nella Bibbia? Un lettore ci ha scritto chiedendoci come mai nel capitolo 2 della Genesi si trova un secondo racconto sulla Creazione che si scosta sensibilmente da quello del capitolo 1. Perché la Bibbia non è più chiara in questo punto così importante? Il testo in causa, qui condensato, è quello di Genesi 2:4 b, 5 a, 7 a: «Nel giorno che Dio il Signore fece la terra e i cieli, non c'era ancora sulla terra alcun arbusto della campagna. Nessuna erba della campagna era ancora spuntata... Dio il Signore formò l'uomo dalla polvere della terra... ». Ecco la risposta del pastore avventista Harald Weigt che appare nel suo libro Verstehst du auch, was du liest? (AdventVerlag, 2002, Lüneburg).

Anche se molti teologi sostengono il punto di vista che si tratti di due racconti sulla Creazione, dobbiamo tuttavia dubitare della veridicità di detta visione. 1. È verosimile che ci siano stati tramandati contemporaneamente due racconti contraddittori? Non è molto più convincente considerare il fatto che gli ebrei intendono i due racconti complementari? 2. Nel capitolo 2 non vengono creati né il cielo e la terra e né le stelle, le piante e gli animali. Quindi, non si dovrebbe neppur poter parlare di un racconto sulla Creazione. 3. Vi si trova veramente una sequenza invertita della creazione: I capitolo: piante - animali - uomo; II capitolo: uomo - piante - animali? 4. L’utilizzo diversificato del nome di Dio (capitolo 1: elohim; capitolo 2: jahwe elohim) è realmente una prova di due

B

R

I

diversi racconti? Il termine elohim appare nell'A.T. 2.600 volte ed è il secondo sostantivo più frequente dell'A.T. Il termine jahwe, invece, appare ben 6.828 volte nell'A.T. come anche il nome doppio jahwe elohim (Dio il Signore) che si conta solo in Isaia più spesso che in Genesi, Esodo e Levitico insieme. Considerata la maggior frequenza del nome di Dio, può esso essere considerato come indizio o prova? Ha molto più senso, invece, considerare il capitolo 2 come integrazione del sesto giorno della Creazione. La descrizione dei dettagli in esso contenuta non rientra nella visione globale dei giorni nel capitolo 1. La prima aggiunta viene descritta quando Dio prevede per l’uomo un’abitazione particolare (il giardino d’Eden), e come seconda aggiunta vediamo che Adamo, incaricato di dare un nome a tutti gli animali, si accorge di essere solo e che quindi Eva viene creata come parte di lui stesso. Solo grazie a queste due integrazioni, che fanno in un certo qual modo da ponte tra il racconto della Creazione e la caduta dell’uomo, si può comprendere il terzo capitolo. • Il capitolo 1 descrive la genesi della natura, alla quale anche l’uomo appartiene. • Il capitolo 2 narra l’inizio della storia della quale l’uomo ne è il protagonista. • Il capitolo 3 illustra l’inizio del piano di salvezza e specifica perché è necessario. Osservando da vicino il testo biblico, si nota subito che la terra viene citata prima del cielo: Genesi 1:1 «Nel principio Dio creò i cieli e la terra» ; Genesi 2:4 «Nel giorno che Dio il Signore fece la terra e i cieli... ». L’attenzione viene diretta sulla terra. Quel che accade lì è ora al centro della rivelazione biblica. I versetti da 5 a 7 sono frasi introduttive nel tipico stile descrittivo ebraico che sotto forma di negazione descrive qualcosa che non c’è. Nel versetto 5 non viene detto che tutto era «informe e vuoto», come in Genesi 1:2, ma ci viene solamente detto che «non c'era alcun uomo per coltivare il suolo» e che «non c'era ancora sulla terra alcun arbusto della campagna. Nessu-

14

C

A

na erba della campagna era ancora spuntata». Questa constatazione prelude al culmine della narrazione: non vi è alcuna pianta utile, non c’è pioggia, non c’è uomo che coltivi (v. 5), però Dio ha un piano: Egli (v. 8,9) «piantò un giardino in Eden, e ... fece spuntare dal suolo ogni sorta d'alberi» (qui non sta scritto «creò», come nel capitolo 1!), e vi pose l'uomo che aveva formato il sesto giorno. La descrizione del giardino d’Eden è al centro del capitolo 2, poiché lì si consuma la funesta frattura nel rapporto di fiducia fra l’uomo ed il Dio Creatore, con tutte le conseguenze descritte dal capitolo 4 in poi fino all’ultimo libro della Bibbia. Per ciò che riguarda la traduzione delle forme dei tempi, l’ebreo non esprime quando un’azione è in atto, ma se l’azione è già conclusa o se è ancora in essere. Dopo questi ragionamenti i versetti in oggetto dovrebbero o potrebbero essere tradotti così: «In quei giorni, quando Dio il Signore aveva creato la terra ed il cielo, quando non vi era ancora alcun arbusto della campagna e non vi era l’erba dei campi, poiché Dio non aveva ancora fatto piovere e poiché non vi era uomo alcuno che potesse coltivare i campi, ma un vapore saliva dalla terra e bagnava tutta la superficie del suolo, e quando Dio il Signore ebbe formato l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente - quindi Dio il Signore pose l’uomo, che Egli aveva formato, in un giardino in Eden, a oriente». Per gli stessi motivi il versetto 19 deve essere tradotto così: «Dopo che Dio il Signore ebbe (aveva) formato dalla terra tutti gli animali dei campi e tutti gli uccelli del cielo, li condusse all'uomo per vedere come li avrebbe chiamati». C’è una differenza sostanziale, se si traduce il versetto 19 con: «Dio il Signore formò...» o con «dopo che Dio il Signore ebbe (aveva) formato... ». Entrambe le traduzioni sono possibili a seconda di come si giudica (o valuta) l’affermazione: «la Sua Creazione è già conclusa o è ancora in atto?» La prima traduzione è in contraddizione al capitolo 1, mentre la seconda si lascia affiancare al racconto sulla Creazione del capitolo 1.


I CREAZIONISTI E IL PROBLEMA DELL'ETÀ DELLA TERRA

Prosegue dal numero precedente 3/2012

Come mai non vi è una simile situazione nelle lacune visto che dovrebbero essere state lungamente esposte agli agenti erosivi? Norman Newell, del Museo Americano di Storia Naturale di New York, riferendosi alla para conformità (cioè a quelle discordanze che presentano la maggiore continuità), commenta: «Un aspetto notevole della para conformità nella sequenza delle rocce calcaree, è una mancanza generale di un'evidente lisciviazione del sottosuolo. Residui e superfici erose, che si dovrebbero attendere come risultato di una lunga esposizione sub-aerea, sono in realtà mancanti e quasi irriconoscibili, l'origine della para conformità è incerta ed io sicuramente non ho una soluzione semplice per questo problema». T. H. Van Andel, dell'Università di Stanford, afferma: «Fui molto colpito, all'inizio della mia carriera, nel riconoscere in Venezuela che due sottili giacimenti di carbone (separati da 30 cm d'argilla grigia e depositati in una palude costiera) erano rispettivamente del Paleocene Inferiore e dell'Eocene Superiore. Gli affioramenti erano eccellenti, ma pur con un'ispezione molto dettagliata, non mi è stato possibile determinare la posizione precisa di quella lacuna di 15 milioni d'anni». Davanti a questi dati si può concludere che quel periodo di 15 milioni di anni potrebbe non essere mai esistito. Ariel A. Roth, rispondendo agli evoluzionisti che cercano di dare delle spiegazioni: «La mancanza in queste lacune di tracce evidenti del tempo supposto, ha suscitato qualche volta tentativi di spiegazione suggestivi. Alcuni paragonano le lacune con le aree piatte della terra, come per esempio il bacino della bassa valle del Mississippi: quest'area però non è una lacuna, perché i sedimenti vi si stanno ancora depositando. Altri suggeriscono che l'erosione potrebbe essere mancata perché le lacune sono state sommerse: il fatto di essere sommerse, però, non evita la deposizione, né l'erosione, come viene ben dimostrato dalla sedimentazione marina e dall'erosione che ha formato i gran-

di canyon sommersi lungo il bordo delle piattaforme continentali [superfici sottomarine poco profonde e vicine alla costa, N.d.T.]. Il Canyon di Monterrey, situato nell'oceano lungo la costa della California, è più o meno tanto profondo e tanto vasto quanto il Gran Canyon. Le correnti d'acqua, insomma, erodono sia sulla terra che sott'acqua. Altri suggeriscono che le superfici di contatto di queste lacune potrebbero essere piatte perché la roccia è resistente: nemmeno questa è una soluzione, perché spesso sono proprio i sedimenti teneri quelli che formano gli strati basilari delle lacune (è questo il caso, per esempio, della lacuna fra il Chinle e le formazioni tenere di Moenkopi, che si trovano nella parte occidentale degli Stati Uniti). Altri infine suppongono che l'erosione avrebbe potuto produrre una superficie liscia, ma non esistono esempi da mostrare per dar valore a questa modalità: a maggior ragione se si pensa alle lacune d'ampiezza semi continentale, come quelle che abbiamo più sopra segnalato». È difficile constatare che, in milioni di anni, poco o nulla è successo sulla superficie del nostro pianeta, se i tempi sono lunghi (in questo caso si parla di tempi da misurarsi in milioni di anni) si dovrebbero sempre verificare deposizioni ed erosioni. Le lacune sono comuni sulla terra e sembrerebbe che il tempo proposto non sia mai trascorso. Le lacune invece si spiegherebbero facilmente con i modelli «catastrofici» e con il diluvio universale che spiegherebbero in modo migliore la deposizione rapidissima di questi strati. I creazionisti propongono altre prove a riguardo di un’età recente della terra, se gli antropologi evoluzionisti sostengono che l’età della pietra è durata almeno 100.000 anni in cui le popolazioni della terra di Neanderthal e Cro Magnon furono approssimativamente costanti tra uno e dieci milioni di unità in tutto questo arco di tempo essi avrebbero dovuto seppellire i loro scheletri insieme ai manufatti. Con queste indicazioni noi oggi dovremmo avere almeno quattro miliardi di corpi. Se la scala evoluzionistica fosse corretta, le ossa seppellite dovrebbero essere in grado di durare molto più di centomila anni; quindi molte delle ossa seppellite dei quattro miliardi di persone supposte dovrebbero essere reperibili, invece solo una minima e inconsistente parte è stata trovata e il discorso è valido anche per i manufatti. Quindi è facile supporre che l’età

15

della pietra sia stata molto più breve di quanto supposto dagli evoluzionisti e i creazionisti propongono poche centinaia di anni. Anche nell’agricoltura, per i creazionisti, il tempo non torna. I calcoli degli scienziati evoluzionisti presentano il tempo di caccia e di raccoglitori durante i 100.000 anni dell’età della pietra, prima che si scoprisse l’agricoltura più o meno 10.000 anni fa. I reperti archeologici, invece, dimostrerebbero che gli uomini dell’età della pietra erano intelligenti quanto lo siamo noi. È molto improbabile che nessuno, dei quattro miliardi di persone ipotizzabili, sia riuscito a scoprire che le piante nascono dai semi. È più facile e comprensibile supporre che gli uomini siano rimasti senza agricoltura per meno di qualche centinaia di anni al massimo. Anche nell’ambito della storia «registrata» i creazionisti nutrono dubbi e sostengono che la scala temporale presentata nella bibbia sia più verosimile. I dubbi nascono dal fatto che l’uomo della preistoria creò monumenti megalitici, fece bellissimi disegni nelle grotte, registrò fasi lunari e non si comprende per quale motivo avrebbe atteso un migliaio di secoli prima di usare la stessa capacità per scrivere la storia. Infatti, per gli evoluzionisti, l'uomo della Età della Pietra è esistito per 100.000 anni prima di iniziare a scrivere, cosa che dovrebbe essere successa solo 4.000 o 5.000 anni fa. Queste sono alcune delle considerazioni temporali che gli scienziati letteralmente creazionisti, cioè che credono che la terra sia stata creata da Dio meno di 10.000 anni fa, pongono come testimonianza della creazione recente della terra. I creazionisti partono dal presupposto che Dio abbia creato il tutto con un aspetto molto simile a quello che noi oggi vediamo, infatti lo stesso uomo non è stato generato per poi svilupparsi e acquisire sempre maggiore complessità ma è stato prodotto come «uomo completo» e quindi anche tutto il resto della creazione è da considerarsi come oggi lo vediamo (tenendo conto, ovviamente, che nell’arco del tempo dell’esistenza della terra si è verificato il diluvio universale che ha plasmato e ridisegnato tutto l’esistente).

L'articolo si conclude con questo numero.


DA TUTTO IL MONDO!

,

L occasione persa Citazioni citabili «ll timore dell'Eterno è il principio della sapienza» Salomone (X secolo a.C.), dai Proverbi 1:7 «Non ti fidare, ragazzo mio, di quelli che promettono di farti ricco dalla mattina alla sera. Per il solito, o sono matti o imbroglioni!» Carlo Collodi (Le avventure di Pinocchio, L'ombra del Grillo Parlante) «Agli occhi di molti la morale consiste solamente nelle precauzioni che si prendono per trasgredirla» Albert Guinon (1863-1923). Drammaturgo francese «Chiunque dice o scriva le terribili parole "Io so", "Noi sappiamo", "Questa è la verità", dichiara, così parlando, di essere fuori dal mondo della scienza» Luigi Einaudi (1874-1961, economista, politico e giornalista italiano, secondo Presidente della Repubblica Italiana), da Prediche inutili di Jean-Jacques Rousseau.

Sigarette ALTAMURA RISCHIA DI PERDERE IL «JURASSIC PARK»

In Puglia il secondo sito più importante al mondo rischia di non essere costituito in parco naturale causa la disputa della Sovrintendenza per i beni archeologici della Puglia con il proprietario dell'area, disputa che dura da dieci anni. Il sito conserva ben 30.000 orme di dinosauro iguanodonte che stanno deteriorandosi per la mancanza di adatte protezioni. Questa è l'Italia! Sembra tuttavia che qualcosa si stia muovendo in questi ultimi mesi... Speriamo che i nostri nipoti possano visitarlo in una degna cornice di «Jurassic Park»

Moda

IL VESCOVO VESTE ARMANI

«Il diavolo veste Prada», così un libro uscito anni fa negli USA. Titolo che venne applicato a Benedetto XVI, perché vestiva talari firmati dalla nota casa di moda. Ora a suscitare ulteriori polemiche è il vescovo siciliano di Mazara del Vallo che ha zittito tutti in quanto ha detto che è un regalo del noto stilista in questione. Così sia!

Spending review LA BIBLIOTECA NELLA STALLA

Un'ex stalla è diventata biblioteca nell'Abbazia Maria Laach, in Germania, per poter contenere tutti i 9 mila volumi dei Benedettini.

IL CATTIVO ESEMPIO DEI PROF: 8 SU 10 CON LA SIGARETTA A SCUOLA!

Il cattivo esempio lo hanno anche dagli insegnanti, che fumano a scuola e addirittura, in 3 casi su 10, in classe. E i ragazzi italiani cominciano a fumare presto, l'87% entro i vent'anni, inconsapevoli dei rischi che, anzi, sono vissuti come sfida. Senza sapere ad esempio che la prima sigaretta accesa a 15 anni triplica il rischio di morire a causa di un tumore rispetto a chi comincia dieci anni dopo. È la fotografia scattata da uno studio elaborato dall'associazione I-Think di Ignazio Marino. I giovani fumatori sono circa un milione e mezzo

tra i 15 e i 24 anni. L'82% dei ragazzi delle superiori, e il 51% degli studenti delle medie dice di aver visto i compagni fumare a scuola. E sempre tra cortili e corridoi scolastici sono visti con la sigaretta accesa il 77% dei prof (1 su 2 alle medie).Ma alcuni docenti fumano anche in classe (il 3%), mentre in qualche caso anche il dirigente scolastico è stato "sorpreso" a fumare in presidenza!

Ghiacciai

LA PREGHIERA ALLONTANERA' IL SURRISCALDAMENTO? Gli abitanti di Fiesch, piccolo paese della Svizzera nell'Alto Vallese, sono preoccupati perché il ghiacciaio Aletsch, alle porte di casa, inizia a ritirarsi in maniera abbastanza sensibile, come si può osservare dalla fotografia, causa il surriscaldamento dell'atmosfera. Il ghiacciaio è il più esteso delle Alpi, coprendo oltre 120 chilometri quadri di superficie nei cantoni di Berna e del Vallese. Dal 1678 e per alcuni secoli gli abitanti di Fiesch ogni anno sono andati in processione per allontanare i pericoli naturali che poteva provocare il ghiacciaio. Ora riprendono l'usanza, ma per implorare (non sappiamo quale santo) che il  ghiacciaio non subisca i danni del surriscaldamento e, magari, ritorni come prima. Più di prima?

16

La cicogna

RITORNA IN SICILIA!

Finalmente una buona notizia! Dal 1992, anno del ritorno della Cicogna bianca in Sicilia,a Lentini, dopo cinque secoli di assenza, il numero delle cicogne sono aumentate vistosamente, tanto che nella piana di Gela sono nati 80 piccoli, durante la sosta invernale dello scorso inverno.

Smartphone

OLTRE UN MILIARDO

Secondo noi non è una buona notizia! In tutto il mondo questi aggeggi telematici hanno raggiunto, dopo sedici anni, la quota di 1 miliardo, uno ogni 7 abitanti. Stando alle multinazionali, mai sazie di incassi, la loro diffusione resta limitata. Mancano all'appello Cina, India e tutta l'Africa!


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.