A.G.E.S.C.I. Albenga 5 Clan/Fuoco “La Rosa del Deserto”
Cerimonia della Firma dell’Impegno Il Clan/Fuoco si dispone in quadrato: dal lato dei Capi Clan/Fuoco si posizionano anche i padrini ed i membri della Comunità Capi partecipanti; il Noviziato, se presente, occupa il lato di fronte ad essi. I membri del Clan, invece, sono in ordine decrescente di età partendo dalla sinistra del lato Capi. Parole di benvenuto ed introduzione dei Capi Clan/Fuoco. [Tutti] “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”
L’Unico Maestro Le mie mani con le tue, possono fare meraviglie: possono stringere e perdonare e costruire cattedrali. Possono dare da mangiare e far fiorire una preghiera. I miei piedi con i tuoi possono fare strade nuove. Possono correre riposare sentirsi a casa in questo mondo. Possono mettere radici
e passo passo camminare. Tu, solo tu, solo tu sei il mio Maestro, e insegnami ad amare come hai fatto tu con me. Se lo vuoi, io lo grido a tutto il mondo che tu sei l'unico Maestro sei per me. Questi occhi, con i tuoi potran vedere meraviglie potranno piangere
luccicare guardare oltre ogni frontiera. Potranno amare più di ieri se sanno insieme a te sognare. Tu sei il corpo noi le membra: diciamo un' unica preghiera. Tu sei il Maestro, noi i testimoni della Parola del Vangelo. Possiamo vivere felici in questa Chiesa che rinasce.
[Uno dei Capi Clan/Fuoco]
Durante la Grande Guerra gli Scout contribuirono con loro sottoscrizioni a mantenere parecchi circoli ricreativi per soldati nelle retrovie del fronte. Alle pareti di quei locali era appesa la Legge Scout. Accadeva che, quando gli uomini stavano per tornare in linea nelle trincee del fronte, essi sentissero di doversi confrontare con essa. Più d’uno di loro comprese allora, per la prima volta, che, per quanto avesse ricevuto un’istruzione a scuola come uno del gregge, […], fosse stato istruito nell’esercito come uno del gregge, egli era in realtà un essere unico che aveva una sua propria esistenza, una propria consapevolezza, una propria anima, e che tutto ciò ora poteva essergli tolto da un momento all’altro dalla Morte. Era turbato sentendo di non avere alcun preciso conforto spirituale a cui rivolgersi e a cui afferrarsi. Aveva scarsa cognizione della religione o di Dio, eppure sentiva di aver bisogno di qualche cosa del genere, non sapeva che cosa. Poi vedeva la Legge Scout e la leggeva, la rileggeva, e ci faceva sopra le sue riflessioni. Ecco finalmente qualcosa che egli poteva metter in pratica e che sembrava potergli far del bene. Veniva allora a chiedere se poteva mettere la sua firma là sotto. Sentiva che, se avesse messo in pratica i suoi comandamenti fin dove avesse potuto, avrebbe almeno avuto il conforto di sapere che prima di morire aveva fatto del suo meglio, e nessun uomo può fare più di tanto. Ebbene, noi gli davano la possibilità di “mettere la firma”; e la conseguenza fu che il caso ho descritto non fu il solo, ma ci furono centinaia di uomini che vennero a promettere di fare del loro meglio per osservare la Legge Scout. Per voi […] le cose non si presentano molto diverse. Siete stati per lo più come uno del “gregge”, siete in procinto di andare in linea nella battaglia della vita, un giorno, presto o tardi, la morte vi porterà via. Ma quando arriverà quel momento il vostro solo pensiero sarà: «Ho tentato di fare ciò che valeva la pena di fare, oppure ho sprecato il mio tempo?». Così ti suggerisco di fare ciò che facevano quegli uomini al fronte. Leggi la Legge Scout, pensaci sopra e poi “mettici la Firma”. (BADEN POWELL, La Strada verso il Successo, pp. 239‐41) [Il più giovane del Clan/Fuoco. Gli altri sull’attenti con il saluto scout.]
“La Guida e lo Scout: 1. pongono il loro onore nel meritare fiducia; 2. sono leali; 3. si rendono utili e aiutano gli altri;
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sono amici di tutti e fratelli di ogni altra guida e scout; sono cortesi; amano e rispettano la natura; sanno obbedire; sorridono e cantano anche nelle difficoltà; sono laboriosi ed economi; sono puri di pensieri, parole e d azioni”.
Coloro che firmeranno la Carta sono chiamati a rinnovare la propria Promessa insieme alla Comunità dei presenti. “Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio: - per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese; - per aiutare gli altri in ogni circostanza; - per osservare la Legge scout”. [L’A.E. o l’altro Capo Clan/Fuoco]
“Deposta ogni impurità e ogni resto di malizia, accogliete con docilità la parola che è stata seminata in voi e che può salvare le vostre anime. Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi. Perché se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la parola, somiglia a un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio: appena s'è osservato, se ne va, e subito dimentica com'era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla”. (Giacomo 1, 21‐25) Il Capo Clan/Fuoco invita il padrino designato ad accompagnare chi deve firmare (dal più anziano al più giovane): il padrino, passando all’esterno del quadrato, raggiunge il Rover/Scolta, lo saluta, lo accompagna davanti ai Capi Clan e lo presenta. Poi gli porge un anello della catena e la penna per firmare. Il Rover/Scolta aggiunge l’anello riportante il suo nome nella catena della Comunità, firma la CdC, ne riceve una copia dai Capi Clan, saluta il padrino, i Capi, il Clan/Fuoco e torna al suo posto. Si ripete per tutti i firmatari. Dopo tutti i Rover/Scolte, i Capi Clan/Fuoco, seguiti poi dall’Assistente Ecclesiastico e dai Capi Gruppo, firmano a loro volta la CdC come testimoni dell’impegno preso dalla Comunità e dai suoi membri. [Tutti]
“O Signore… fa di me uno strumento della tua pace: dov’è odio, ch’io porti l’amore, dov’è offesa, ch’io porti il perdono, dov’è discordia, ch’io porti l’unione. Dove dubbio, ch’io porti la fede, dov’è errore, ch’io porti la verità. Dov’è disperazione, ch’io porti la speranza, dov’è tristezza, ch’io porti la gioia. Dove sono le tenebre, ch’io porti la luce.
O Maestro, fa ch’io non cerchi tanto ad essere consolato, quanto a consolare; ad essere compreso, quanto a comprendere; ad essere amato, quanto di amare. Poiché è dando, che si riceve; perdonando, che si è perdonati; morendo, che si resuscita a Vita eterna”. (San Francesco)
[Assistente Ecclesiastico]
Benedizione finale. E la strada si apre Raggio che buca le nubi ed è già cielo aperto, acqua che scende decisa scavando da sé l’argine per la vita, traiettoria di un volo che sull’orizzonte di sera, tutto di questa natura ha una strada per sé. Attimo che segue attimo, un salto nel tempo passi di un mondo che tende oramai all’unità che non è più domani, usiamo allora queste mani, scaviamo a fondo nell’amore solo scegliendo l’amore il mondo vedrà….
Che la strada si apre, passo dopo passo, ora su questa strada noi. E si spalanca un cielo, un mondo che Rinasce: si può vivere per l’unità. Nave che segue una rotta in mezzo alle onde uomo che s’apre la strada in una giungla d’idee seguendo sempre il sole quando si sente assetato deve raggiungere l’acqua, sabbia che nella risacca ritorna al mare. Usiamo allora queste mani, scaviamo a fondo nell’amore solo scegliendo l’amore il mondo vedrà…