LA CASA FLESSIBILE L’evoluzione di uno spazio
A. Policastro | A. Simoni
Anno Accademico 2015 / 2016 Laboratorio di Sintesi Finale I2
la casa flessibile L’ evoluzione di uno spazio
andrea policastro | alberto simoni Relatore: prof. arch. Giulio Ceppi Correlatore: prof. arch. Luigi Bandini Buti
“Ascoltare non è obbedire, ascoltare non è trovare compromessi, ascoltare è cercare di capire e quindi fare progetti migliori” Renzo Piano
INDICE 00
INTRODUZIONE
01
flessibilitÀ progettuale
02
casi studio
03
utente
04
elementi strutturali
La casa flessibile pag. 8
Cambiare l’uso nel tempo pag. 12
Evoluzione concetto di flessibilità pag. 26
Progettare per l’uomo pag. 38
Casa Trilobite pag. 56
05
elementi interni
06
sistema bagno
07
Smart home
Soluzioni tecniche pag. 76
Servizi per Tutti pag. 102
Tecnologie per la casa pag. 110
08
progetto
09
conclusioni
Sintesi del processo evolutivo pag. 130
Bibliografia | Ringraziamenti pag. 188
introduzione La casa Flessibile PROGETTARE OGGI PER DOMANI il contesto storico
Progettare oggi per domani Dall’infanzia alla vecchiaia, ogni fase della nostra vita presenta esigenze diverse per quanto riguarda l’abitare. Una casa progettata in modo flessibile e lungimirante garantisce il massimo comfort a tutti i suoi occupanti e a tutte le età. Inoltre, aiuta a risparmiare nel caso di adattamenti a posteriori. Quando si progetta la propria casa, infatti, non bisognerebbe pensare solo al presente, ma anche al futuro. Il concetto di casa in evoluzione è un modo di considerare le mutevoli esigenze abitative che si manifestano nel corso di una vita significa progettare ambienti adattabili in futuro con facilità, senza dovere intraprendere lunghi e costosi lavori di ristrutturazione. Un progetto di casa flessibile, considera tutti gli apprestamenti necessari affinché i suoi utenti possano fruirne senza restrizioni, attraverso le varie generazioni, e anche qualora subentrassero patologie invalidanti o legate all’invecchiamento. Uno dei principali aspetti da considerare all’origine è dunque la possibilità di eliminare agevolmente eventuali barriere architettoniche e di adeguare nel tempo gli spazi abitativi senza costi esagerati. Una progettazione inclusiva e dinamica comincia fin dall’ingresso di casa, soglie e dislivelli andrebbero eliminati anche dalle porte delle stanze interne e dei balconi. In questo modo, si garantisce una maggiore libertà di movimento sia ai bambini piccoli, sia alle persone in sedia a rotelle o che fanno uso di deambulatori. Sono
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inoltre da evitare le porte scorrevoli o girevoli a sollevamento, il cui peso rappresenta spesso un problema per le persone che hanno poca forza nelle mani o nelle braccia. Le stesse dimensioni delle porte andrebbero studiate in modo da lasciare sufficiente spazio per l’eventuale passaggio di passeggini e sedie a rotelle. Lo spazio, è di fondamentale importanza anche nel caso dei servizi igienici: un buon progetto dovrebbe garantire l’accessibilità a bagno e WC anche per coloro che hanno difficoltà motorie, lo stesso vale per la doccia, che dovrebbe essere priva di soglia e a livello con il pavimento. Per quanto riguarda la zona notte, accanto ai letti occorre prevedere uno spazio sufficiente per una sedia a rotelle o un deambulatore. Nella progettazione dell’impianto elettrico è opportuno considerare la possibilità di automatizzare a posteriori l’apertura/chiusura di porte e finestre e l’azionamento delle tapparelle. Da ricordare che anche un eventuale montascale funziona ad energia elettrica, progettando da subito un adeguato numero di canaline, la futura posa di nuovi cavi sarà più semplice e meno costosa. Nelle case unifamiliari e nelle abitazioni pluripiano andrebbe previsto lo spazio per un eventuale ascensore. Predisponendo da subito un pozzetto, permettendo così un risparmio sui costi per la successiva installazione dell’ascensore. Inoltre, fintanto che rimane vuoto, questo spazio può essere utilizzato come ripostiglio o
Introduzione La Casa Flessibile
dispensa. Basta un piccolo incidente, ad esempio un braccio o una gamba rotta, per comprendere l’importanza di una casa flessibile e senza barriere.
Il contesto storico Progettare con lungimiranza è il principio base a cui attenersi quando si costruisce o ristruttura la propria abitazione, perché, una casa flessibile migliora la qualità della vita e aiuta a risparmiare tempo e denaro in caso di successive modifiche. Un tempo era tutto più facile: una famiglia standard cresceva e si restringeva con la nascita dei figli, si ampliava quando questi ultimi ne creavano una a loro volta; lo spazio da loro lasciato tuttavia, in molti casi, poteva essere colmato dalla presenza dei nonni, che con l’avvicinarsi della terza età hanno la necessità di tornare in famiglia. Un modello ciclico con le sue eccezioni e varianti, ma sostanzialmente stabile, come stabile era la casa in cui si esprimeva. Con poche modifiche si potevano riadattare gli spazi alle nuove esigenze. Dagli anni Settanta a oggi la famiglia è diventata sempre più esigiente, tanto più che l’Italia, come segnalano le statistiche dei trentaquattro paesi dell’Oecd (Organisation for Economic cooperation and developement) guida le classifiche
che vedono la permanenza dei giovani (tra i 20 e i 34 anni) con i genitori con una percentuale superiore al quaranta, una situazione che complica i riassetti familiari e le convivenze. Negli ultimi quattro anni le difficoltà economiche hanno aggiunto altre complicazioni, alcuni, talvolta nemmeno più giovani, sono tornati ad abitare con i genitori perché magari, perso il lavoro, non potevano più permettersi una casa propria; altri, dopo aver cominciato a lavorare, hanno continuato a condividere la casa con amici e colleghi come quando erano studenti, un fenomeno particolarmente diffuso nelle grandi città, dove le case sono più care, anche tra giovani professionisti, tanto che di recente il New York Times gli ha dedicato una copertina della sua sezione Metropolitan; altri ancora hanno cominciato a subaffittare stanze della casa, generando altre situazioni di difficile convivenza, in queste però c’è la prova di quella che il rapporto del Censis ha registrato come “l’ulteriore rilevanza delle reti familiari, soggetto centrale dello scambio di risorse e forme molteplici di sostengo tra i suoi diversi componenti”. E chi è senza rete, quando cade, si fa più male. L’abitazione che presenta pochi grandi spazi è preferibile ad una con molte stanze piccole: separare, anche temporaneamente, è sempre più semplice che riunire.
Introduzione La Casa Flessibile
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flessibilitÀ progettuale Cambiare l’uso nel tempo il principio di flessibilitÀ flessibilitÀ progettuale i tre gradi di flessibilitÀ
processo di sviluppo progettuale
FLESSIBILITà d’uso FLESSIBILITà PROGETTUALE FLESSIBILITà nel tempo
facile i tre gradi di flessibilitÀ
medio complesso
il principio di flessibilitÀ Da dove siamo partiti Una casa che risponda alle esigenze di ogni tipologia di utente! Questo è il principio da cui siamo partiti per la realizzazione del nostro progetto. Una sfida ardua, ma che abbiamo deciso di affrontare ponendo tutte le nostre attenzioni a quelle che sono le esigenze specifiche di ogni utente e soprattutto di quanto varia il modo di vivere nel corso del tempo in relazione alla casa. La progettazione segue i canoni del Design for All, tenendo conto della diversità umana. Per rendere flessibile gli spazi della casa abbiamo ipotizzato delle specifiche da analizzare, che riuscirebbero, se ben calibrati a soddisfare le esigenze di tutti. In ordine abbiamo prima analizzato il sistema di automazione dell’ambiente domestico legato all’impiantistica elettrica con un focus in particolare su quello che c’è e quello che sta nascendo, sviscerando la storia della domotica e della sua variazione. Un sistema di home automation ad oggi risolverebbe problemi molto vasti all’interno di un’abitazione con costi molto ridotti rispetto a quelli che solitamente si sentono in giro. In seconda battuta ci siamo orientati alla progettazione dei divisori interni prevedendo delle pareti smontabili e/o mobili mediante dei doppi binari (a soffitto e pavimento) in modo da rendere facile lo spostamento e la creazione di nuovi spazi, evitando in futuro opere murarie, che comporterebbo
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solo un eccessivo spreco di materiali e mano d’opera. Inoltre abbiamo previsto una pavimentazione sopraelevata ispezionabile per un corretto passaggio dell’impiantistica. Anche gli arredi, che saranno studiati per eventuali spostamenti, prevedendo dei sistemi di componibilità. La combo di tutte queste soluzione risulta essere un “sistema casa” adattabile a tutte le superfici e o costruzioni, siano essere ex-novo o pre-esistenti.
Capitolo 1 Flessibilità progettuale La Casa Flessibile
flessibilitÀ progettuale Flessibilità d’uso e nel tempo “La flessibilità come attributo dell’ oggetto può essere considerata espressione tangibile di un carattere fondamentale della nostra epoca che ha ormai assunto un valore emblematico, la mobilità, intendendo con questo il senso di assoluta relatività che oggi si attribuisce al divenire della vita nel suo dinamismo spazio-temporale. La ricerca di flessibilità, quindi, può essere considerata attualmente come un’istanza che dovrebbe essere sempre considerata nell’operazione progetto; certamente non finalità stessa dell’operazione, ma essenzialmente dato di riferimento e di controllo per ogni tipo di soluzione sia tecnica che formale” (Mandolesi, 1973) Il concetto di flessibilità dell’alloggio va oggi rielaborato rispetto al modello della “pianta libera” diffusosi negli anni 70, che proponeva un’immagine dell’abitazione in grado di consentire qualsivoglia variazione distributiva, per orientarsi nella direzione di concentrare la ricerca di un uso flessibile su quegli spazi per i quali esistono reali richieste di variabilità d’uso o nel tempo, in relazione all’evoluzione del nucleo familiare e dei differenti ritmi del gruppo di convivenza. Una prima soluzione è quella che viene definita flessibilità progettuale o iniziale, che consente soluzioni progettuali alternative nella distribu-
zione e nell’uso dell’alloggio senza esaurirsi in una risposta univoca che coinvolge il solo livello di flessibilità interna. La flessibilità progettuale consiste essenzialmente nell’adottare come riferimento il “modello dell’automobile”, vale a dire assumere la strategia di moltiplicare le opzioni per cercare di rispondere alle diverse domande dell’abitante, individuando poi, all’interno di ciascuna tipologia d’utenza, gamme variabili in rapporto al potere di acquisto di ciascun inquilino. Secondo questo modello è possibile predisporre abitazioni per famiglie nucleari classiche, alloggi per giovani o per vacanze. Le differenti soluzioni progettuali, che definiscono il repertorio della flessibilità iniziale, sono messe a punto dall’ideatore del progetto in base a considerazioni personali su quali possano essere le esigenze dei fruitori o, più correttamente, in relazione ai risultati di ricerche, sociologiche e di mercato, su quanto viene maggiormente richiesto dagli utenti. La flessibilità progettuale individua un primo livello di adattabilità dell’alloggio che consente di evitare il rischio, comune nelle realizzazioni di edilizia economica popolare, di produrre edifici che contemplino un’unica configurazione d’appartamento per ogni tipo indicato dalle norme. Il coinvolgimento degli utenti nelle scelte di
Capitolo 1 Flessibilità progettuale La Casa Flessibile
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progetto permettono al progettista di elaborare delle soluzioni personalizzate, che soddisfano realmente le richieste espresse da ogni nucleo familiare. In attesa che i procedimenti di consultazione diretta trovino una loro fattibilità reale, e per evitare le elaborazioni che precostituiscono stabilmente e rigidamente le condizioni di svolgimento di attività abitative, in quanto proprio queste possono mutare, la progettazione di “alloggio evolutivo” sembra essere la strada percorribile con maggior successo.
L’alloggio evolutivo consente due tipi differenti di flessibilità: • “Flessibilità d’uso”, vale a dire la possibilità da parte del fruitore dell’abitazione di variare le modalità di sfruttamento dello spazio, quello complessivo o di elementi parziali, a causa dello svolgimento di nuove attività o anche solo del cambiamento delle abitudini abitative; • “Flessibilità nel tempo”, che individua una struttura che consente di adeguare lo spazio domestico ai mutamenti attraversati dal nucleo di convivenza in rapporto all’innovazione tecnologica, alle maggiori risorse economiche della famiglia e all’evoluzione stessa del nucleo
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familiare. La matrice progettuale è tale che il fruitore dello spazio domestico è in grado di assegnare all’alloggio altre configurazioni rispetto all’assetto iniziale.
La flessibilità d’uso è da mettere in relazione con la durata di fruizione. È possibile distinguere, a seconda delle necessità di flessibilità: • Cicli quotidiani di variazione, che si esplicano relazionando temporaneamente unità spaziali contigue. Grazie a un’adeguata progettazione, che consente di modificare la collocazione delle frontiere tecnologiche, è possibile variare il grado di comunicazione tra gli ambienti domestici nell’arco della giornata, abolendo l’identificazione univoca, di stampo funzionalista, di uno spazio con una funzione; • Cicli medi di variazione, derivati dalle diverse necessità di sfruttamento dello spazio domestico causate dal susseguirsi delle stagioni o dal sopraggiungere di nuovi bisogni derivati dai cambiamenti dei modelli d’uso dello spazio; • Cicli lunghi di variazione, causati dai cambiamenti di composizione del nucleo di convivenza, che impongono l’espansione dello spazio domestico.
Capitolo 1 Flessibilità progettuale La Casa Flessibile
Il raggiungimento di questo grado di flessibilità dell’edificio presuppone la capacità del progetto di consentire variazioni nella collocazione delle pareti divisorie interne. La flessibilità nel tempo da una parte implica l’estensione del principio del coordinamento dimensionale e della standardizzazione all’interno organismo edilizio, dall’altra esige particolare attenzione per le caratteristiche dell’attrezzatura impiantistica, che opportunamente progettata permette di variare la posizione dei punti di utilizzo degli impianti nel tempo. Di fatto non esiste una netta scissione tra i due tipi di flessibilità e molti degli aspetti che si possono osservare in rapporto all’opportunità di un uso differente dei diversi spazi (flessibilità d’uso), sono altrettanto validi anche per l’introduzione della dimensione temporale nella fruibilità dello spazio abitativo (flessibilità nel tempo). La conseguenza progettuale della flessibilità d’uso di un edificio è la possibilità di avere in un certo “spazio”, in momenti differenti, le condizioni necessarie per un corretto svolgimento di attività nuove o rinnovate per tipo o nucleo di utenza, per attrezzature o per altri motivi. La predisposizione di una corretta flessibilità d’uso e nel tempo, deve tenere conto delle
implicazioni che essa comporta in relazione alle diverse correlazioni spaziali che porta con se e all’esigenza di privacy che possono sopraggiungere. È inoltre necessario tenere presente, variando la situazione di partenza dell’alloggio, la necessità di garantire corretti rapporti aeroilluminanti, le condizioni di sicurezza antincendio, ma anche le esigenze di benessere relative alle condizioni acustiche, termoigrometriche, di visione esterne, che il mutamento d’uso dell’edificio o di una parte di esso comportano. Le variazioni d’uso di ogni ambiente, consentite dal progetto nel rispetto dei requisiti di qualità ambientale di ogni singola funzione, devono essere verificate con attenzione dal progettista, per essere poi, comunicate agli utenti come indici della qualità dell’alloggio.
Capitolo 1 Flessibilità progettuale La Casa Flessibile
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i tre gradi di flessibilitÀ Facile | Medio | Complesso “Il grado di flessibilità a bassa complessità”. L’arredabilità dei vani. Le pareti attrezzate. Le pareti interne spostabili. Le pareti a pannelli scorrevoli. Le porte a scomparsa. I pannelli pivotanti. I pannelli basculanti. Le pareti a pannelli pieghevoli. “Il grado di flessibilità a media complessità”. L’importanza della progettazione delle soluzioni strutturali e impiantistiche. “Il grado di flessibilità ad alta complessità”. La ridondanza impiantistica. L’abbinamento dei servizi al cavedio tecnico. L’organizzazione del nucleo bagno – cucina lungo una “fascia servente”. I solai tecnici attrezzati e ispezionabili. La progettazione dell’impianto elettrico e termico per la flessibilità. Il raggiungimento del primo livello di flessibilità concerne essenzialmente l’ambito spaziale del progetto e richiede un elevato impegno progettuale in fase di elaborazione tipologica dell’alloggio. Esso si realizza quando l’assetto distributivo dell’appartamento è tale da favorire diverse modalità di svolgimento delle principali funzioni dell’abitazione oppure quando consente di variare la conformazione dello spazio interno nell’uso quotidiano, senza implicare ulteriori interventi costruttivi e incrementi di
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spesa da parte dell’utente. Gli aspetti critici del progetto, rispetto alla possibilità di aumentare in fase ideativa la possibilità di sfruttamento dello spazio, concernono l’arredabilità dei vani e la scelta di una adeguata tipologia strutturale. La possibilità di configurare più soluzioni nella disposizione degli elementi di arredo è ottenibile operando sulla geometria degli spazi. Alcune soluzioni a bassa complessità, intervenendo solo sulla definizione della tipologia e della conformazione di porte e pareti interne, possono fornire l’adattabilità quotidiana degli spazi. Determinante in questo senso è la possibilità di cambiare istantaneamente il rapporto tra i vani attraverso un’adeguata progettazione delle attrezzature fisse, degli arredi e soprattutto delle partizioni. Consentire un certo grado di flessibilità nella separazione tra spazi contigui, senza dover intervenire con complesse predisposizione in fase di costruzione, può avvenire attraverso arredi a tutt’altezza, tenendo conto della modularità standard degli arredi, per evitare l’impiego di costosi pezzi speciali a misura. Tale soluzione si presta ad un utilizzo però, per la divisione tra locali che non richiedo elevati livelli di isolamento acustico. Le pareti attrezzabili sono elementi costruttivi
Capitolo 1 Flessibilità progettuale La Casa Flessibile
polivalenti, che arricchiscono la caratteristica funzionale di separazione tra due ambienti propria del muro divisorio con la funzione di contenere accessori, quali piani estraibili, cassetti, scaffalature; possedendo infatti dispositivi, come guide e profilati, che consentono di integrare, ove sia necessario, la semplice parete di separazione con elementi come mensole e sportelli chiudibili. La predisposizione di arredi intercambiabili permette all’utente, infatti, di variare la configurazione della parete attrezzata nel tempo, mentre la tecnologia del montaggio a secco dei suoi componenti consente di variare l’assetto volumetrico degli ambienti, in poco tempo e senza interventi murari. Un’adeguata progettazione delle pareti interne, in misura maggiore di quelle di altri elementi tecnici, consente all’utente di attribuire all’ambiente domestico caratteristiche proprie del modo di abitare. L’uso di pareti spostabili, che permettono di modificare la loro collocazione, amplia il ventaglio delle scelte di progetto operabili in fase ideativa. Le pareti interne smontabili, nate per soddisfare le richieste di flessibilità del terziario, hanno raramente appagato le esigenze in ambito domestico, rispondendo in modo superfluo alle richieste di variazione e configurazione degli spazi. Risultano invece essere delle soluzioni eccellenti, consentendo di recuperare l’unità di due spazi contigui e al
tempo stesso di renderli autonomi, le partizioni interni mobili. Rientrano in questa categoria i dispositivi di frazionamento dello spazio che compiono movimento. In rapporto al particolare tipo di movimento che le pareti mobili sono in grado di compiere, è possibile individuare pareti costituite da pannelli che compiono movimenti semplici, traslatori o rotatori. Le pareti mobili scorrevoli possono essere formate da uno o due tramezzi che traslano lungo un binario, o essere costituite da più pannelli che si muovono lungo guide parallele. In entrambi i casi, i pannelli che creano la parete scorrevole possono rimanere in vista o scomparire all’interno di nicchie o intercapedini atte a contenerla. Quest’ultima alternativa libera le pareti dall’ingombro dei tramezzi, consentendo di sfruttarle integralmente per la disposizione degli arredi. Rispetto all’alternativa costituita da un solo tramezzo che scorre rimanendo a vista, le pareti costituite da più pannelli scorrevoli hanno il vantaggio di occupare nella posizione di apertura del vano una superficie che, in proporzione, risulta decisamente minore, impacchettandosi ad un lato. L’utilizzo di pareti scorrevoli a tutta altezza non varia di fatto la condizione d’uso degli spazi, ma permette di percepire i due vani che vengono messi in rapporto come fossero un unico ambiente. L’adozione di pareti mobili consente dunque di
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mettere in comunicazione due ambienti non solo fisicamente ma anche visivamente. In linea generale, l’utilizzo di pareti a pannelli mobili consente di realizzare con facilità diversi assetti nell’organizzazione dello spazio domestico ma richiede complesse, e spesso poco efficaci, operazioni per garantire un adeguato livello di isolamento acustico tra ambienti contigui, nel rispetto di esigenze di privacy delle funzioni che si svolgono in ciascun vano. In rapporto alla qualità complessiva degli spazi è dunque necessario valutare attentamente la corretta collocazione degli elementi di partizione mobile all’interno dell’alloggio, al fine di sfruttarne al massimo le potenzialità e limitarne al minimo gli aspetti negativi. Il concetto di flessibilità dell’alloggio nella sua più ampia accezione deve favorire non soltanto cicli quotidiani di variazione, concedendo la possibilità di destinare a diverse funzioni il medesimo spazio, ma deve anche permettere di operare trasformazioni nel medio e nel lungo termine in rapporto alle variazioni di composizione del nucleo di convivenza. Il progetto deve consentire, a seconda delle necessità, di incrementare lo spazio domestico, mediante accorpamenti ad altre unità abitative, o ridurlo mediante frazionamenti della cellula abitativa originaria.
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Affinché in fase di fruizione dello spazio domestico si possa raggiungere un “grado di flessibilità intermedio”, definibile come a media complessità, è giusto operare delle scelte tecnologiche che permettano di realizzare soluzioni alternative nella distribuzione-tipo degli alloggi, oppure di accorpare moduli abitativi contigui secondo schemi prefissati. Ogni modifica dell’assetto dell’alloggio che non sia stata definita in fase di progetto richiede operazioni ad “alta complessità tecnologica”, poichè implica interventi di demolizione e ricostruzione che limitano le possibilità dell’utente di gestire le traformazione più o meno direttamente. Gli interventi sui blocchi di servizio per l’adeguamento impiantistico dell’alloggio rientrano indubbiamente nella categoria delle azioni ad alta complessità, poichè comportano trasformazioni che coinvolgono non solo la morfologia dell’alloggio, ma anche la sfera tecnica della costruzione. La possibilità di effettuare adeguamenti impiantistici dell’alloggio in tempi successivi a quelli di costruzione, limitando le opere distruttive sull’edificio, richiede l’adozione di tecnlogie innovative, che implicano notevoli incrementi di costo. Attualmente l’innovazione tecnlogica si fonda sul concetto di ridondanza impiantistica e sull’utilizzo di solai tecnici ed elementi divisori verticali concepiti come
Capitolo 1 Flessibilità progettuale La Casa Flessibile
frontiere cave composte da strati funzionali assemblati a secco, che facilitano l’inserimento e l’ispezionabilità degli impianti e allo stesso tempo, eliminando l’interferenza delle opere murarie, riducono i tempi di posa. Per limitare il costo aggiuntivo derivente dall’utilizzo di queste tecnlogie è opportuno prevedere la possibilità di cambiare alcune caratteristiche dell’alloggio durante la vita di quest’ ultimo secondo schemi prefissati, stabilendo i limiti delle future espansioni della zona sanitaria e della cucina che prevedono l’utilizzo di solai e pareti attrezzabili. L’estensione di quest’ultime può essere ulteriormente circoscritta progettando, in rapporto ai gradi di flessibilità che si vogliono concedere al progetto, la più opportuna collocazione e morfologia delle zone di servizio. L’organizzazione del blocco bagno e quello della cucina-lavori domestici lungo una fascia servente, entro la quale è limitata l’adozione di solai e pareti tecniche attrezzabili, è una soluzione progettuale che consente di aumentare le possibilità di personalizzazione della zona di servizio, poichè permette di variare la posizione dei bagni e delle cucine all’interno della fascia secondo le diverse esigenze degli utenti. Oltre alla moltiplicazione delle canalizzazioni di scarico all’interno di una fascia servente che adotta particolari soluzioni tecnologiche di so-
laio, tra le alternative tecnologiche che consentono di variare, duplicare e ampliare nel tempo lo spazio dei locali umidi, particolarmente efficace la soluzione di un cavedio tecnico, che raggruppa le attrezzature di servizio liberando lo spazio da ingombri impiantistici. Affinchè in fase di fruizione dello spazio domestico sia possibile creare nuovi punti di utlizzo della rete di distribuzione dell’impianto elettrico, spostando prese e interruttori senza intervenire con operazioni distruttive sulle murature l’alloggiamento dei cavi della rete deve essere localizzata in spazi predisposti, collocati lungo le pareti o a pavimento, che permettano l’attrezzabilità degli impianti senza compromettere il funzionamento e l’integrità degli altri elementi dell’edificio.
Malighetti L.E., “ Progettare la flessibilità, tipologie e tecnologie per la residenza”.
Capitolo 1 Flessibilità progettuale La Casa Flessibile
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I PRINCIPI DELLA CASA FLESSIBILE
design for all
impianto idraulico
PAVIMENTO FLOTTANTE
smart home
PARETI MOBILI
ARREDI MOBILI
CASI STUDIO Evoluzione concetto flessibilitĂ maison citrohan | le corbusier alloggio uniambientale | gio ponti my home | demo room casa jasmina | arduino
HIST 1920
Il principale contributo di Le Corbusier all’architettura moderna consiste nell’aver concepito la costruzione di abitazioni ed edifici come fatti per l’uomo e costruiti a misura d’uomo: “solo l’utente ha la parola”, afferma in Le Modulor, l’opera in cui espone la sua grande teorizzazione.
1950
Periodo legato al dopoguerra, la casa diventa un luogo ben definito, animato e concepito per esseri umani, con nette divisioni interne. Ponti stravolge il modo di pensare di allora, è lungimirante, progetta un open space con pareti a soffietto mobili.
TORY 1990
Un periodo di grande crescita in ambito tecnologico, con la nasciata dei primi sistemi di automazione integrati: “la domotica”, Il tutto si rivela fallimentare, chiuso e di nicchia. Un primo chiaro esempio di come la casa tenta di rispecchiare l’uomo, ma l’uomo no.
2010
I sistemi apparteneneti agli anni 90’ di automazione della casa, vengono ripensati a misura d’uomo, open source, protocolli di connessione liberi; Arduino con “Casa Jasmina” ne è un chiaro esempio, è un prototipo, ma totalmente funzionante e applicabile a qualsiasi tipo di abitazione.
MAISON CITROHAN Le Corbusier, 1922 Mentre Le Corbusier trovava testimonianze delle fondamentali forme primarie nelle opere della Roma antica, percepiva nell’architettura del passato più recente un impoverimento, una mancanza di valori duraturi. Era solo in alcuni prodotti d’ingegneria che sentiva la presenza dell’armonia che desiderava. Sili e fabbriche, per esempio, venivano lodati per la chiara articolazione dei volumi e delle superfici; navi e aeroplani per la loro rigorosa espressione funzionale. La soluzione al problema di definire l’architettura della “nuova era” sembrava risiedere, allora, nella trasformazione di immagini come quelle di navi, automobili e aeroplani, nelle forme simboliche dell’arte. Il Purismo indicava qui il cammino ed era anche evidente che il linguaggio risultante avrebbe dovuto esprimere quei valori classici la cui presenza nel passato era stata intuita dall’architetto. Quali sarebbero dunque gli equivalenti moderni degli elementi standard del sistema classico del passato? Le Corbusier la avrebbe scoperto, precisamente, utilizzando l’automobile come sfida per la casa, e il prototipo che ne risultò, la Maison Citrohan, sarebbe stato una sorta di Paestum o di Humber in confronto alle ville più tarde, versioni molto più raffinate del sistema. “Citrohan” era un voluto gioco di parole sul nome “Citroen” ed è chiaro che Le Corbusier, come Gropius e Oud nello stesso periodo, era
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intento a utilizzare processi di produzione in serie, come quelli che Ford aveva usato per le automobili, al fine di risolvere la crisi delle abitazioni degli anni del dopoguerra. Il suo prototipo era una scatola bianca su pilastri, con un tetto piano, finestre planari rettangolari di tipo industriale e un soggiorno a doppia altezza che si apriva dietro ad una enorme finestra da atelier. Il retro della casa ospitava la cucina, il bagno e le camere da letto in comparti più piccoli e, al piano più basso, c’era l’impianto di riscaldamento; le automobili intanto potevano trovare spazio tra le colonne o pilotis in cemento armato. A mezza altezza e sulla copertura c’erano delle terrazze. L’edificio nel suo insieme era in cemento, da qui le ampie luci ininterrotte dell’interno, e la maggior parte avrebbe dovuto, infatti, esser messa in opera sul cantiere.
Scala valori:
Capitolo 2 Contesto storico La Casa Flessibile
In alto | Fig. 1 Fronte sud di una delle due abitazioni
A sinistra | Fig. 2 Vista generale della struttura
Capitolo 2 Contesto storico La Casa Flessibile
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ALLOGGIO UNIAMBIENTALE Gio Ponti, 1956 Questo appartamento procede dall’idea dell’ “alloggio uniambientale” per una persona, alloggio concepito come un grande ambiente unico, di ampio respiro, contornato da servizi ristrettissimi e dalla alcova per il letto. (Era la soluzione “grande” dell’alloggio in piccolo spazio, contro la soluzione delle poche e piccole stanze). Qui l’idea è portata a completo sviluppo: tutto l’alloggio, per tre o quattro persone (un letto matrimoniale, una stanza a una o due letti), pensato per una casa ad appartamenti in città, è un grande unico ambiente in cui le quinte di muro e le pareti a fisarmonica, soli diaframmi, creano degli schermi variabili o unendo tutto lo spazio (e la visuale corre da una estremità all’altra), o aggredendo più spazi e chiudendone altri. Isolamento e unità si possono graduare a piacere: la casa è tutta trasformabile (vi è anche un gioco, in questo labirinto mobile: tutte le pareti a fisarmonica “modernfold” sono gialle da un lato e blu dall’altro, e cambiano tutte insieme di colore secondo le prospettive). Non vi sono porte (se non le tre richieste dal regolamento); non vi è spazio perduto, e buio, in corridoi e disimpegni; luce e aria sono passanti, da un capo all’altro, e la visuale prosegue al di fuori, oltre le vetrate totali alle due estremità dell’appartamento. Le quinte di muro e le “modernfold” collocate ad angoli diversi, attutiscono i ru-
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mori, che le superfici parallele e lisce invece esaltano; e il soffitto forato le assorbe. La luce diffusa, è una luce “da dietro” i mobili, i libri, gli oggetti, e non a centri esposti, violenti e fissi; presente e schermata in modi, crea una atmosfera luminosa graduabile. Gli spazi sono sgombri: non v’è complicazione e difficoltà di manutenzione: sia le quinte di muro che le pareti a fisarmoniche sono dipinte con vernici plastiche lavabil; il pavimento, di colore unico, è in plastica o ceramica: i mobili sono rivestiti in plastica colorata lavabile; le attrezzature sono infisse e colorate. I mobili sono pochi e leggeri: delle pareti “modernfold” possono raccogliere le varie attrezzature: le mensole, gli scaffali, i ripiani e le cassettiere.
Scala valori:
Capitolo 2 Contesto storico La Casa Flessibile
In alto | Fig. 3 Pianta arredata con specifiche tecniche
A sinistra | Fig. 4 Modello presentato in occasione della X Triennale di Milano
Capitolo 2 Contesto storico La Casa Flessibile
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le demo room “My Home” Bticino, 1990 Abitazioni dimostrative di aziende o gruppi di aziende come BTicino, Samsung e Merloni, che hanno lo scopo di penetrare il mercato facendo toccare con mano i vantaggi della domotica. Le aziende molto spesso montano queste Demo anche nelle fiere nel settore dove hanno grande visibilità per il pubblico. Il problema principale di questo sistema di pubblicità è che obbliga le aziende, se non hanno una linea di prodotti sufficientemente ampia, a fare partnership con altri produttori per riuscire ad allestire e ad attrezzare gli ambienti come se si trattasse di una vera e propria casa.
Il caso “My Home”: Questa casa dimostrativa è allestita nella sede centrale di BTicino di Erba (MI) ed è aperta a tutti gli installatori e pubblico in generale, ha lo scopo di dimostrare la comodità delle funzioni di una casa domotica. Le funzionalità della Demo Room sono organizzate secondo i seguenti cinque criteri. - Comfort, per favorire il benessere quotidiano attraverso un sistema che con un unico comando è in grado di attivare scenari domotici diversi. - Sicurezza, attraverso sistemi che individuano presenze non desiderate. - Comunicazione:
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Il sistema di intercomunicazione video integra al telefono le funzioni del video, con questo sistema è sempre possibile avere sotto vista gli ingressi della casa. • Gestione intelligente dell’energia, Il sistema permette di gestire i carichi elettrici evitando così l’interruzione di corrente per sovraccaricarico. • Controllo, è possibile comandare tutte le apparecchiature della casa utilizzando un solo telecomando mediante un menù visualizzato sullo schermo della TV. La “Demo Room” è anhe nata per aiutare i tecnici a capire meglio le capacità ed il funzionamento del sistema “My Home” .
Scala valori:
Capitolo 2 Contesto storico La Casa Flessibile
In alto | Fig. 5 Interfaccia a muro
A sinistra | Fig 6 Focus interazione uomo-dispositivo
Capitolo 2 Contesto storico La Casa Flessibile
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CASA JASMINA Arduino, 2015 “Casa Jasmina” è un progetto pilota nello spazio business della rete elettronica domestica, o “l’Internet delle cose” in casa. “Il nostro obiettivo è quello di integrare le competenze tradizionali italiani di arredamento e interior design con competenze emergenti in italiano elettronica open-source” . Il progetto è una vetrina all’interno del grande edificio industriale già condivisa da Toolbox Co-Working, Fab-lab Torino e Officine Arduino .
contemporaneo è arredata con più di 15 oggetti o dispositivi che sono entrambi realizzati con progetti open-source diversi, o caratteristiche collegate a tecnologie domestiche. “Spazi e caffè, hackspaces e gli uffici di progettazione collaborativa appaiono in tutto il mondo come parte di una grande tendenza globale verso il design open-source, la collaborazione in rete e digital manufacturing”, ha detto Sterling a Deezen.
Casa Jasmina vetrina ha tre funzioni principali :
“Ma in futuro che cosa sarebbe come vivere in quel modo nella vita quotidiana?”
• Un banco di prova reale per hack, esperi-
menti e innovativi degli oggetti e progetti di fabbricazione digitale. • Uno spazio curato per l’esposizione pubblica di ottimi manufatti e delle migliori pratiche. • Una pensione per i visitatori occasionali a Toolbox, Officine Arduino e Fablab Torino. Anche se assomiglia ad una casa appartamento, Casa Jasmina è in realtà una combinazione di laboratorio, spazio della galleria e B&B, quindi ha bisogno di una gestione dinamica. . Lo scrittore di fantascienza Bruce Sterling ha curato un appartamento all’interno di un vecchio edificio industriale a Torino, che riunisce vari disegni per creare un ‘appartamento connessa del futuro. Casa Jasmina, l’appartamento
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“Casa Jasmina, la casa open-source connessa, la casa del futuro”
Scala valori:
Capitolo 2 Contesto storico La Casa Flessibile
A sinistra | Fig. 7 Logo del progetto Casa Jasmina
In Basso | Fig. 8 Foto panoramica dell’appartamento “Casa Jasmina”
Capitolo 2 Contesto storico La Casa Flessibile
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utente Progettare per l’uomo il processo design for all human centered design l’utente TIPOLOGIE di profili analizzati
il processo design for all Il processo DfA è quel processo olistico ed inclusivo che abilita, attraverso la creazione, la gestione e l’implementazione di sistemi complessi, tutti gli individui alla fruizione confortevole e gradevole. Gli elementi comuni a tutto il processo in ogni fase di questo sono: implementazione del pensiero progettuale, partecipazione dell’utenza, multidisciplinarità e partecipazione del progettista. L’approccio progettuale, comincia realmente prima del design brief, che se ne sia consapevoli o meno. Vale la pena quindi usarlo coscientemente in modo da sfruttarne appieno le notevoli potenzialità. L’implementazione volontaria e controllata del metodo progettuale, con il proprio caratteristico mettere in discussione lo status quo e con l’uso estensivo, strutturato e pragmatico dell’abduzione e del pensiero laterale, non solo è necessaria, ma è anche foriera di soluzioni inaspettate sin dal momento della proposta della committenza. Implementando questo metodo non si potenziano solo la creazione, la definizione e la produzione dell’artefatto (ambiente, sistema o prodotto), ma anche la gestione e la manutenzione del servizio. La partecipazione dell’utente e/o delle sue rappresentanze ci accompagnerà per tutta la descrizione del processo. Come vedremo, l’utente, che sia il passeggero del treno o l’impresa di pulizia dello stesso, quando è gestito strutturalmente al processo ci mette in
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condizioni di valutare effettivamente la complessità della diversità umana e di confrontarci efficacemente con. La multidisciplinarità è una conseguenza naturale della gestione della complessità che il sistema affronta: il complesso delle diversità umane (nei vari aspetti: sociale, psicologico, culturale, fisico, sensoriale, ecc.). Non è una mera giustapposizione ma è un prodotto sinergico sempre diverso. Chiaramente questo richiede la collaborazione a sua volta sinergica delle più diverse competenze, dalle scienze umane a quelle tecniche.
Le abilità residue: siamo tutti disabili Le abilità residue sono spesso intese come le capacità su cui un soggetto disabile può fare affidamento. Per esempio: in un disabile sensoriale affetto da cecità le abilità residue sono rappresentate dagli altri quattro sensi e dalle abilità motorie e cognitive; in un disabile motorio affetto da paraplegia le abilità residue sono rappresentate dai cinque sensi, dalle abilità “cognitive e da quelle motorie della parte superiore del corpo”. Nella visione olistica DfA applicata al progetto, le abilità residue sono il risultato di una concomitanza di fattori soggettivi, oggettivi e situazionali. Quindi la disabilità viene vissuta come una non abilità nell’hic et nunc di fruire del sistema progettato per lo standard: da qui lo slogan provocatorio “siamo tutti disabili”.
Capitolo 3 Utente La Casa Flessibile
L’utente può avere una disabilità permanente e/o una disabilità temporanea: è lunedì mattina, sono incinta, mi sono rotto una gamba, sono nel panico e quindi non faccio buon uso del neo cortex, e così via. Non importa qual è la causa del mio disagio nell’interagire con l’intorno (handicap), non importa se il mio disagio è o meno classificato come disabilità nella definizione dell’OMS13, rilevante è che l’intorno non mi sta abilitando ma disabilitando. È l’intorno progettato che ci disabilita con la sua inadeguatezza, col suo essere stato pensato per l’utente Superman, sempre perfettamente in forma e perfettamente lucido: nessuno di noi presenta sempiternamente ed in concomitanza tali caratteristiche. Le abilità residue vanno valutate quindi per ogni progetto negli specifici scenari d’uso. Avril Accolla, “Design for All”
Nelle pagine che seguiranno, verrà illustrato il processo di progettazione “Design for All”, prendendo spunto dallo schema sviluppato dalla prof.ssa Avril Accolla.
Capitolo 3 Utente La Casa Flessibile
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HUMAN CENTeRED DESIGN Methods
“
Lo HUMAN CENTeRED DESIGN È UN APPROCCIO PER ARRIVARE a soluzioni innovative. bisogna tener conto di questa metodologia passo dopo passo, come una guida per la massima espressione della creativitÀ. porre le persone al centro del processo progettuale per dare risposte concrete ai problemi.
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”
Capitolo 3 Utente La Casa Flessibile
Ideo
processo HUMAN CENTerED DESIGN
HUMAN CENTeRED DESIGN
l’utente Ogni progetto deve essere adattato alle caratteristiche psico-fisiche di ogni singolo individuo. Ciò sembra affermare che ogni ambiente, oggetto o sistema deve essere pensato e realizzato specificamente per una e una sola persona in quanto ciascuno è singolare e diverso da tutti gli altri. È quanto avviene con la produzione artigianale, il vestito sartoriale o i sedili delle vetture di formula uno. Questi principi sembrano in palese contraddizione con riferimenti certi, ripetibili e di standardizzazione richiesti dalla produzione industriale di oggetti, di ambienti costruiti e di sistemi. Pur mantenendo fede al principio generale che afferma che il prodotto ergonomico deve essere aderente alle esigenze del singolo utente, l’ergonomia riconosce che gli aspetti che caratterizzano il singolo possono essere studiati e razionalizzati in quanto molti di essi sono comuni a tutti gli uomini, altri sono comuni ad ampie fasce di popolazione e altri infine sono realmente legati esclusivamente alle individualità del singolo.
Le caratteristiche comuni a tutta l’umanità:
zati aventi frequenze intorni ai 2000 Hz, di deambulare in stazione eretta e dormire distesi, di percepire onde acustiche nella gamma da 200 a 2000 Hz, ecc. Le discipline biologiche e psicosociali possiedono un’infinità di dati e informazioni che possono e debbono essere utilizzate in sede di progettazione.
Le caratteristiche per grandi aree: Altre caratteristiche sono invece specifiche per grandi aree dell’umanità. Riguardano per esempio i meccanismi della termoregolazione del corpo umano che variano in funzione del colore della pelle o delle caratteristiche culturali, per cui suoni che vengono percepiti come armonici da certe popolazioni non lo sono per altre. C’è da osservare che questi aspetti possono essere anche variabili nel tempo. La rappresentazione pittorica degli impressionisti, al suo apparire, è stata giudicata come offensiva al buon gusto, tanto che i pittori di quella scuola sono sempre stati esclusi dalle manifestazioni ufficiali di pittura, mentre noi oggi li consideriamo fra i massimi pittori di tutti i tempi.
Sono quelle che connotano l’essere umano e lo distinguono dalle altre forme viventi, come la capacità di percepire attraverso l’organo della vista una determinata gamma di onde elettromagnetiche, di articolare suoni organiz-
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Capitolo 3 Utente La Casa Flessibile
le diverse categorie di utenti
Capitolo 3 Utente La Casa Flessibile
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Le caratteristiche individuali:
Metodi di Analisi:
All’interno di questo quadro, che si riferisce a tutta l’umanità o a sue grandi categorie, sono da ricercare le variabili più specificatamente individuali che possono essere di tipo culturale, biologico o derivare da patologie. Sono delle caratteristiche antropometriche individuali che ci dicono che nessun individuo corrisponde perfettamente ai dati antropometrici assunti come caratterizzanti gli individui della sua taglia; la capacità di compiere sforzi che è legata allo stato di salute, alla struttura muscolare e all’allenamento; i deficit visivi spesso legati all’età ecc. Questi aspetti possono essere ancora oggetto di misurazione e di analisi statistica. Altri parametri nell’area della psicologia e della cultura riguardano gli aspetti più propriamente soggettivi e sono per esempio le abitudini, gli atteggiamenti posturali, i mezzi che si instaurano per difendersi dall’aggressione dall’esterno e in genere il modo di affrontare la vita che porta ciascuno ad avere differenti comportamenti di fronte al medesimo stimolo in dipendenza da fattori radicati o momentanei come ansia, fretta, bisogno di affermazione, ecc. Gli aspetti individuali sono difficilmente riconducibili a valori numerici universali per cui la loro introduzione nel progetto richiede tecniche specifiche che si basino sull’analisi specialistica e su prove e verifiche effettuate su campioni significativi dei probabili utenti dell’oggetto.
La conoscenza dei bisogni degli utenti mirata a nuovi progetti è il punto chiave del processo ergonomico e può essere attuato con una o più metodologie a seconda della natura dell’oggetto e dei mezzi e dei tempi a disposizione:
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• Indagine generali dei “bisogni” e del-
le loro evoluzioni nel tempo (proiezione a quando l’oggetto sarà effettivamente sul mercato) effettuate con i mezzi propri delle indagini di mercato e consultando la letteratura scientifica.
• Indagini mirate effettuate con un campione significativo di potenziali utilizzatori su progetti, modelli e/o prototipi;
• Indagini per similitudine effettuate su un campione significativo di potenziali utilizzatori e con oggetti presi dalla produzione corrente, che in vari modi siano significativi dell’oggetto che si intende produrre (per similitudine, per parti, ecc.)
Non vi sono differenze concettuali rilevanti nell’analisi di prodotti in fase di progetto o di prodotti già realizzati, mentre ve ne sono molto sui mezzi e metodi di analisi. Nel caso di oggetti esistenti e funzionanti le analisi possono essere eseguite utilizzando il prodotto in
Capitolo 3 Utente La Casa Flessibile
condizioni reali d’uso. Si possono valutare sia i parametri misurabili con strumenti fisici che quelli misurabili con strumenti cognitivi. Con metodologie adeguate è possibile arrivare alla certificazione ergonomica del prodotto. Nel caso di oggetti non ancora realizzati, le analisi necessarie ad indirizzare in senso ergonomico lo sviluppo del progetto, possono essere fatte solo su parti dell’oggetto, su aspetti singoli staccati dall’insieme o su prodotti simili a quelli in sviluppo. Le analisi in questo caso si differenziano da quelle fatte sugli oggetti esistenti non per i fini, ma per una differente programmazione dell’indagine e per l’indagine e per l’esigenza di sviluppare una fase di analisi mirata dei dati.
di sviluppo dei prodotti hanno tempo e costi tali, che raramente si conciliare con prove lunghe o molto approfondite. L’esperienza pratica e i compromessi imposti dalle circostanze devono quindi guidare le scelte, rispettando l’obiettivo principale di una prova con utenti che è di superare le stime basate sulle “opinioni” e di ottenere “prove” dei comportamenti d’uso. I partecipanti comunque difficilmente riescono a rappresentare la popolazione in tutte le sue caratteristiche, per cui è molto importante la capacità del progettista nel capire e nel classificare. Luigi Bandini Buti, “Ergonomia Olistica”
Il metodo di coinvolgimento: Il numero di utenti che si devono coinvolgere nella prova può essere definito partendo da quante variabili devono essere considerate in rapporto alle caratteristiche degli utenti, del prodotto, dell’ambiente e dal livello di precisione e di accuratezza che è richiesto per i risultati. Secondo alcuni autori per sopperire alla mancanza di informazioni sulla popolazione target sarebbe necessario fare prove con 10-12 partecipanti per ogni variabile che si vuole indagare. Solo per quattro variabili si richiederebbero perciò prove con almeno 40 partecipanti per garantire risultati significativi. Però i programmi
Capitolo 3 Utente La Casa Flessibile
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La definizione degli utenti Le sei macro-categorie analizzate La casa flessibile, prevede un progetto pensato per un’utenza ampliata, e una serie di predisposizioni di carattere architettonico/tecnologico che risultano essere vantaggiose per una buona vivibilità dello spazio domestico. Nelle pagine precedenti abbiamo focalizzato le nostre ricerche sullo “human centered design” e sui metodi di analisi e di coinvolgimento degli utenti, in modo da progettare con e per l’utente e non per il mercato. La scelta dei profili utenti risulta quindi essere un passo importante e allo stesso tempo difficile per tutte quelle che sono le specifiche che riguardano questo campo di azione. La diversità umana è stata da sempre un ostacolo, che viene affrontato a progettazione conclusa e porta sempre a quelle che sono soluzioni frettolose e discriminanti. Per la buona riuscita del nostro progetto, abbiamo definito 6 macrocategorie di utenti, le quali risultano essere a prescindere dalle diversità, capaci di fruire al meglio l’ambiente domestico che stiamo progettando, con delle leggere variazioni.
Le macro-categorie sono le seguenti: > Utente normodotato Non ha nessuna difficoltà e dispone di tutte le caratteristiche fisiche cognitive e percettive e non ha problemi nell’interazione.
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> Utente con disabilità temporanea Questa tipologia di utenti è molto vasta e comprende tutti quelli che sono gli infortuni legati a incidenti temporanei che muteranno il livello di interazione con l’ambiente domestico. > Utente non vedente Un utente non vedente, ha bisogno di una spiegazione introduttiva e guidata da un utente normodotato, un chiaro segno di difficile accessibilità. Dopo questo primo approccio, l’utente potrà usufruire dello spazio senza problemi, aiutato dalle forme e dalla diversità dei materiali presenti e dai feedback sonori previsti dai vari sistemi di automazione. > Utente con disabilità fisiche Nel caso in cui l’utente presentasse disabilità croniche, risulterebbe essere limitato in alcune azioni definite “manuali”, che non implicano però una cattiva interazione con lo spazio. > Anziani Una tipologia di utenza con problemi fisici e/o pschici, legati all’invecchiamento, che limitano parzialmente la fruizione dello spazio. > Bambini (0-12 anni) Nel caso dei bambini, solitamente non useranno almeno fino ai 12 anni l’ambiente domesti-
Capitolo 3 Utente La Casa Flessibile
co autonomamente, il che non risulta dunque essere un limite, ma sicuramente il livello di interazione non sarĂ reso al massimo.
Nelle pagine che seguiranno verranno illustrate delle schede utente ad hoc che mostrano i livelli di interazione con il sistema “casa flessibile�.
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utente normodotato L’utente normodotato risulta essere capace di interagire a pieno con tutte soluzioni trovate. Con l’impianto di home automation le pareti manovrabili e tutto ciò che concerne uno spostamento fisico momentaneo, non ha bisogno di sussidi o supporti tecnici, mentre per quanto riguarda la pavimentazione flottante, sarà in grado di poterla sollevare in qualsiasi momento, ma a meno di competenze tecniche proprie, avrà bisogno del supporto di uno specialista per la risoluzione di eventuali guasti.
utente con disabilitÀ temporanee Le disabilità temporanee, possono essere legate ad infortunii o ad una donna incinta. Questa categoria risulta essere incapace, parzialmente nell’utilizzo dei dispositivi per un tempo limitato, questo potrebbe interrompere del tutto l’interazione con i sistemi o limitarne l’uso. Risulterebbe quindi più complicato interagire con quelli che sono gli spostamenti “fisici”, come quelli legati alle pareti, pavimentazione e arredi. Risulterebbe pertanto non difficoltoso il livello di interazione con i dispositivi di natura tecnologica (home automation).
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Capitolo 3 Utente La Casa Flessibile
utente non vedente Il non vedente, risulta essere una delle tipologie di utenti più impossibilitati nel relazionarsi con la casa, pertanto in tutte le disposizioni tecnologiche, sono stati previsti dei feedback sonori che permetteranno all’utente di configurare il sistema casa a seconda delle proprie esigenze. Diversamente, la relazione con le pareti, piuttosto che la pavimentazione e gli arredi risultano essere complicati e se pur spiegati da un utente normodotato non avrebbe dei riscontri positivi o quantomeno soddisfacenti da parte del fruitore.
utente con disabilitÀ fisiche Le disabilità fisiche croniche, che comportano la scarsa mobilità fisica, limitano l’utilizzo di alcune parti dell’abitazione, ma senza risultare frustrante. L’impianto di automazione risulta essere per nulla vincolante, mediante predisposizioni che aiutano l’utente in fase di interazione. Inoltre, per facilitare e non discriminare l’utilizzo dell’ambiente bagno, sono state predisposte (come nel resto dell’abitazione) porte più ampie e spazi più agevoli per semplificare le manovre di ingresso uscita e la mobilità in generale.
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utente anziano Predisponendo degli impianti ad alto impatto tecnologico, una persona anziana risulta essere vincolata in azioni specifiche, ma nel caso della casa flessibile, date le semplificazioni apportate, anche i sistemi di automazione risultano essere facili e gradevoli. Mentre, a seconda di quelle che sono le abilità non ci sono dei forti limiti in quelli che possono essere definiti spostamenti fisici. Solitamente, in situazioni del genere una persona anziana è assistita e non risulta frustrante la vivibilità di uno spazio così tecnologicamente avanzato.
utente bambino 0-12 anni I bambini da 0 a 12 anni vengono definiti “curiosi” e quindi vogliosi di esplorare, a tal proposito, accertiamo la massima sicurezza nella fruizione dello spazio e specifichiamo che la presenza di un adulto in casa eviterebbe la possibilità di un cambiamento nella predisposizione dei sistemi di automazione.
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Capitolo 3 Utente La Casa Flessibile
CONCLUSIONI Nelle schede utenti precedenti, sono stati analizzati 6 profili, che risultano essere i più adatti alla giusta fruizione del sistema casa flessibile. Abbiamo preso in considerazione persone diverse tra loro, con delle specifiche diverse e con delle diversità fisiche che limitano parzialmente l’utilizzo di alcune zone della casa. Pertanto, ci siamo resi conto di non aver analizzato tutte le categorie, lasciando fuori dal nostro range d’azione quelle che sono delle patologie croniche ben più gravi. Ma, avendo portato avanti degli studi dettagliati, mirati all’utente e a quelli che sono i sistemi che facilitano la fruizione di uno spazio domestico, possiamo accertare che con dei progetti studiati ad hoc, tenendo conto dell’utente che abbiamo di fronte si riuscirebbe senza problemi ad avere un ambiente con le stesse prerogative, studiato per persone diverse e con dei livelli di dettaglio più specifici.
Capitolo 3 Utente La Casa Flessibile
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elementi strutturali Casa Trilobite moretti more la filosofia sistema more legno CASA TRILOBITE
moretti more La Filosofia
“Sono per un’estetica non fine a se stessa, ma legata a un’idea, una funzione, le cui tracce si possono scorgere sia nel dettaglio che nella visione di insieme. Questa filosofia è il cuore di MORE.” Valentina Moretti
opere con le sue controllate Moretti Prefabbricati, Moretti Interholz, Moretti Contract e Moretti Real Estate, sempre perseguendo tre precisi obiettivi, ovvero la qualità nel costruire, la realizzazione dell’idea e la costante ricerca di soluzioni evolute.
MORE è innovazione:
Le aziende di Moretti Industria delle Costruzioni:
Con la sua casa prefabbricata, MORE nasce come divisione dedicata all’innovazione di Moretti Industria delle Costruzioni, che da oltre 50 anni industrializza sistemi di costruzione in legno e calcestruzzo con l’obiettivo di declinare l’industrializzazione sul sistema casa e sui desideri del singolo. Ciò significa portare l’alta qualità a prezzi accessibili con il massimo controllo dei materiali e del processo.
Moretti Contract è attiva nella gestione di grandi progetti chiavi in mano, con un ruolo centrale nella realizzazione concreta delle idee progettuali. Moretti Prefabbricati sviluppa soluzioni prefabbricate in calcestruzzo per rispondere con efficacia alle più svariate esigenze costruttive. Moretti Interholz è tra le prime aziende in Italia ad operare nella lavorazione del legno lamellare, ad oggi punto di riferimento per le architetture in legno di qualità.
MORE è esperienza:
Le immagini che seguiranno sono state integrate dal catalogo dell’azienda.
MORE può contare sull’esperienza cinquantennale della Moretti Industria delle Costruzioni, realtà integrata di diverse società operanti in ogni ambito dell’edilizia. Un insieme organico di aziende che progetta e costruisce grandi
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Capitolo 4 Elementi strutturali La Casa Flessibile
MORE
sistema legno
“
Non è il cemento, non è il legno, non è la pietra, non è l’ acciaio, non è il vetro l’ elemento più resistente. Il materiale più resistente nell’ edilizia è l’ arte.
”
Gio Ponti
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Capitolo 4 Elementi strutturali La Casa Flessibile
Sistema more legno
Per rendere la casa eco-tecnologica, MORE ha studiato diversi sistemi costruttivi innovativi, che utilizzano pannelli in calcestruzzo o legno aventi la doppia funzione di struttura e finitura, permettendo così la massima libertà in pianta e una straordinaria velocità esecutiva. I pannelli perimetrali MORE Legno sono uniti tra loro, in prossimità dei giunti orizzontali e verticali, da fissaggi meccanici a secco che rendono la struttura un unicum ipercompatto, solido ma allo stesso tempo leggero e trasportabile. Il sistema garantisce così la massima performance anti-sismica. MORE non utilizza esclusivamente legno, ma ha studiato sistemi costruttivi di diversi materiali per valutarne le potenzialità e applicare le soluzioni più adeguate alle diverse esigenze.
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Capitolo 4 Elementi strutturali La Casa Flessibile
componibilitÀ del sistema
Capitolo 4 Elementi Strutturali La Casa Flessibile
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qualitÀ del legno Il legno è uno dei più antichi materiali da costruzione utilizzati dall’uomo. Il recente sviluppo della progettazione architettonica e di nuove tecniche costruttive, nonché l’approfondimento dell’analisi strutturale e della resistenza alla combustione del legno, unitamente all’introduzione di nuovi prodotti preservanti dal degrado, ha consentito di riappropriarsi delle innumerevoli possibilità architettoniche, della straordinaria natura estetica e della totale compatibilità con i criteri dello sviluppo sostenibile che una struttura in legno può o rire. I più grandi architetti si sono cimentati nell’uso del legno strutturale e gli ingegneri ne apprezzano le particolari proprietà meccaniche. Il legno infatti garantisce:
anche in caso di incendio perché il legno mantiene le proprie caratteristiche strutturali anche ad alte temperature. • Rapidità di esecuzione: rispetto ad altri materiali, al legno non occorrono tempi per il disarmo e per l’asciugatura, tutto a vantaggio dei tempi e della qualità delle lavorazioni. • Sostenibilità: il legno è la materia prima rinnovabile per eccellenza ed inesauribile e non richiede dispendio di energia per la sua realizzazione. Inoltre, il legno è un ottimo isolante e ciò si traduce in risparmio energetico. • Sicurezza sismica: grazie alla sua elasticità, leggerezza e alla sua resistenza.
• Durevolezza: una casa in legno,con una manutenzione corretta che assicuri la naturale traspirabilità del materiale e ne aumenti la resistenza all’umidità, può durare in eterno. • Flessibilità progettuale: la leggerezza del legno permette una straordinaria libertà progettuale all’architetto. Inoltre la sua stratigrafia modificabile lo rende adatto ad ogni clima. • Solidità: le case in legno hanno straordinarie caratteristiche di durata, stabilità, solidità e abitabilità e sono molto sicure
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Capitolo 4 Elementi strutturali La Casa Flessibile
stratigrafia I pannelli del sistema costruttivo MORE Legno sono studiati per ottimizzare al massimo le performance dei materiali impiegati e permettono di raggiungere qualsiasi cantiere con una parete pressoché completamente “finita” in stabilimento, limitando al minimo le lavorazioni in cantiere, annullando ogni imprevisto e consentendo standard qualitativi eccellenti.
calore specifico medio che permette di aumentare l’inerzia termica della stratigrafia. • Strato di cappotto esterno in lana di roccia (7): con la sua densità elevata e grazie alla sua conducibilità termica, permette di annullare eventuali ponti termici rimasti e di creare il supporto per le finiture esterne (9 e 10).
La stratigrafia del pannello è formata da: • Lastra in gessofibra (2): funge da supporto per la finitura interna (1), unico strato eseguito in opera mediante stuccatura e rasatura delle superfici. • Pannelli di particelle (3,6): vengono prodotti utilizzando anche le scaglie di legno, elementi prodotti da altre lavorazioni che altrimenti dovrebbero essere smaltiti con spreco; o rono massa inerziale alla parete e garantiscono una ulteriore resistenza al vapore, diventando fondamentali in climi caldi e umidi. Essi sono altresì elementi testati come resistenti a taglio, nei casi in cui la struttura viene sollecitata da forzanti orizzontali, quali vento e sisma. • Strato isolante in lana di roccia (4): ha una resistenza all’acqua e al fuoco superiore ad altri materiali isolanti, quali fibra di legno e lana di vetro, ed è caratterizzato da un
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Capitolo 4 Elementi strutturali La Casa Flessibile
1 | Finitura interna eseguita in opera
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2 | lastra in gesso fibra 3 | pannello di particelle 4 |isolante in lana di roccia 5 | telaio in legno lamellare 6 | pannello di particelle 7 | strato di cappotto in lana di roccia 8 | Telaio in legno lamellare 9 | strato di supporto 10 | finitura esterna a vista
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rivestimenti pannello Il pannello MORE Legno risulta particolarmente versatile per la possibilitĂ di essere rivestito esternamente in superficie. La sua stratigrafia permette, infatti, a progettisti e committenti di scegliere in libertĂ la finitura esterna piĂš adatta ad ogni contesto e ad ogni esigenza come ad esempio legno, rivestimento ceramico o cappotto.
trasportabilitÀ La leggerezza del legno permette di superare i limiti di trasportabilità di altri materiali: il materiale “progettato” può essere prodotto in Italia ed essere consegnato ovunque nel mondo tramite container, in tempi brevi e a costi contenuti.
eco-sostenibilitÀ Il sistema MORE consente di raggiungere il risultato di casa eco-tecnologica e passiva grazie a una progettazione attenta e ad una scelta intelligente di tutti i componenti che partecipano alla formazione della casa: dall’involucro agli impianti, dalla distribuzione delle geometrie dell’edificio alla disposizione degli spazi e delle aperture, dai sistemi di oscuramento ai colori.
• Efficienza dei sistemi di generazione per
La progettazione integrata pluridisciplinare delle case MORE permette di raggiungere alti livelli di ecosostenibilità grazie a:
• Ventilazione con aria esterna e controllo
• Scelta di tipologie architettoniche studiate per adeguarsi a differenti fasce climatiche
• Posizionamento della casa nel rispetto
la climatizzazione invernale ed estiva
• Illuminazione a basso consumo • Produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
• Utilizzo responsabile delle materie prime dell’umidità
• Sfruttamento del fattore di luce diurna e controllo irraggiamento
• Controllo requisiti acustici.
dell’orientamento ai punti cardinali
• Controllo e gestione ecosostenibile del cantiere
• Prestazioni elevate dell’involucro opaco e trasparente
• Finitura esterna che non richiede ulteriore manutenzione nel tempo
• Risoluzione progettuale ed esecutiva di tutti i ponti termici
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Capitolo 4 Elementi strutturali La Casa Flessibile
casa trilobite Prof. Arch. Giulio Ceppi
Client: terra moretti/more design direction: Giulio ceppi design team: matteo artusi davide airoldi business development: stefano boldironi con il sostegno di: fondazione italiana Bioarchitettura e l’antropizzazione sostenibile dell’ambiente
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Capitolo 4 Elementi strutturali La Casa Flessibile
casa trilobite Prof. Arch. Giulio Ceppi Casa Trilobite, progettata da Total Tool, dell’architetto Giulio Ceppi, in sinergia con MORE è una casa prefabbricata che nasce come un organismo dotato di un proprio metabolismo, estremamente sensibile alla posizione del sole e alle condizioni paesaggistiche esterne. Un unico elemento monolitico si ripete modularmente trasformando un archetipo in modello abitativo contemporaneo, dotato di forte direzionalità e di circolarità nell’uso degli spazi abitativi. Il lucernario centrale permette di portare verde, ossigeno e cielo amplificando la relazione con l’ambiente esterno attraverso la grande luce verticale del fronte principale. Questa villa prefabbricata consente diverse volumetrie e la sua forma apparentemente complessa si adatta a numerose composizioni e aggregazioni, divenendo la parte semplice di organismo complesso. Le forme dinamiche e aperte di casa Trilobite, il contrasto tra volumi chiusi e superfici vetrate ne esaltano la natura di organismo che cerca una relazione forte con il territorio, che vuole creare un dialogo con le energie di un luogo e il ritmo di vita dei suoi abitanti.
Capitolo 4 Elementi Strutturali La Casa Flessibile
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elementi interni Soluzioni tecniche divisori pavimentazione arredi riflessioni
divisori Le motivazioni Pannelli curvi e scorrevoli in mdf, invece dei tradizionali muri con le porte, offrono un’alternativa originale per separare le stanze della casa e il vantaggio di poter adattare lo spazio secondo le esigenze, rigenerato di volta in volta con ambienti definiti in maniera creativa, pronti anche a integrarsi fra loro. Quando le stanze sono aperte lo spazio non è più definito e viene utilizzato con grande libertà. Questa flessibilità è garantita anche dagli elementi d’arredo. Per essere funzionale, il sistema deve garantire anche praticità d’uso e sicurezza; bisogna infatti che le pareti si possano spostare facilmente senza fatica e allo stesso tempo che siano stabili. Per questi motivi si deve prevedere un doppio binario: uno a terra e uno a soffitto che garantisce ai pannelli una guida di scorrimento continua durante tutto il movimento. La soluzione è di incassare a filo pavimento quella inferiore, in modo da non creare un ostacolo al passaggio, e di assicurare quella superiore a un sostegno metallico agganciato al soffitto. Le pareti manovrabili insonorizzate MAXI sono caratterizzate da elementi modulari ad alto isolamento acustico fino ad un indice Rw di 58 dB certificato in laboratorio accreditato, scorrevoli e facilmente impacchettabili mediante guide e silenziosissimi carrelli unicamente a soffitto. Progettate per soddisfare la creatività dell’architettura, per dimensioni e design possono
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raggiungere altezze di 12 metri senza limiti in lunghezza, con rivestimenti in qualsiasi materiale e finitura. L’elevato contenuto tecnologico garantisce qualità e affidabilità: una soluzione ideale per la veloce suddivisione fisica e acustica di ambienti. Le case sempre più piccole ci costringono spesso ad utilizzare i medesimi spazi per più funzioni. Nelle nuove abitazioni è facile trovare la cucina non più separata dal soggiorno. C’è un unico ambiente, detto zona giorno, in cui sono riunite tutte le attività che una volta si svolgevano in stanze separate. Quindi, da un lato assistiamo ad una razionalizzazione degli spazi e ad un modo di vivere la casa più vicino ai nostri familiari, ma dall’altro a volte accusiamo il peso di questa convivenza. Pensiamo, ad esempio, quando qualcuno in cucina mette in funzione il frullatore e qualcun altro sta guardando la tv.
Capitolo 5 Elementi interni La Casa Flessibile
Elementi di separazione temporanei:
Tipologie di pareti manovrabili:
Questo nuovo modo di vivere la casa porta alla necessità di rendere gli ambienti trasformabili sulla base delle situazioni che si verificano durante la giornata. Talvolta separare la cucina dal salotto può essere utile sia per quanto riguarda i rumori che gli odori. Pertanto potrebbe rivelarsi una buona soluzione installare delle pareti manovrabili, ossia delle pareti costituite da pannelli che si possono mettere e togliere a piacimento con grande semplicità. La zona cucina-salotto non è l’unico esempio in cui può rivelarsi interessante questo genere di separazione temporanea. Tale intervento ovviamente è da verificare caso per caso, sia dal punto di vista tecnico-strutturale che urbanistico. Un’altra situazione tipica è la camera dei ragazzi. Qualora debbano convivere in un unico ambiente, sarà comodo per loro avere uno spazio giochi comune, ma nei momenti da dedicare allo studio si manifesterà l’esigenza di avere un luogo privato dove concentrarsi senza essere disturbati. Ecco allora che la parete manovrabile, sempre che la casa ne consenta l’installazione senza rendere gli spazi troppo esigui e privi di luce ed aria, potrebbe fare al caso nostro.
Le pareti manovrabili si possono configurare in vari modi. Nella modalità più semplice si possono trattare come pannellature che compaiono o scompaiono a piacimento in base alle esigenze. Oppure si possono escogitare delle soluzioni molto più complesse, che fanno diventare questa parete un elemento sempre presente come divisorio, ma che in base alla sua posizione determina configurazioni diverse degli ambienti di casa. Le pareti manovrabili funzionano con vari meccanismi. Ad esempio possono essere scorrevoli, pieghevoli o con entrambi i meccanismi di scorrimento e piegatura che funzionano sinergicamente. Molto dipende dal modello, dalla resa estetica, dalla larghezza della parete e dallo spazio a disposizione nell’ambiente di installazione. Nelle situazioni in cui non si ricerca la trasparenza nella parete divisoria ci si può spingere su varie soluzioni per gli interni. I materiali per la pannellatura hanno una vasta gamma di finiture: legno, laminato, stoffe, vinilici, spatolati, ecc. In genere lo spessore di una parete manovrabile per interni è limitato e si aggira intorno ai 5 cm.
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divisori Anaunia L’ analisi è stata effettuata su quelle che potrebbero essere le soluzioni con delle pareti manovrabili, prendendo spunto dai sistemi offerti dall’azienda Anaunia, focalizzando la nostra scelta su pareti manovrabili insonorizzate MAXI, le quali sono caratterizzate da elementi modulari ad alto isolamento acustico fino ad un indice Rw di 58 dB certificato in laboratorio accreditato, scorrevoli e facilmente impacchettabili mediante guide e silenziosissimi carrelli a soffitto e a pavimento. Progettate per soddisfare la creatività dell’architettura, per dimensioni e design possono raggiungere altezze di 12 metri, con rivestimenti in qualsiasi materiale e finitura.
ne quelli che saranno i metodi di raccolta dei pannelli nel momento in cui si decide di cambiare e/o ampliare lo spazio domestico.
I disegni tecnici, sono stati rilevati dal sito Anaunia e modificati esclusivamente per una facilità di comprensione.
I dettagli tecnici: Di seguito, verranno illustrati nel dettaglio i particolari costruttivi del sistema, per rendere più chiara e comprensibile la scelta progettuale. Nella fase di progetto, il tutto verrà reso più chiaro, mediante il posizionameno in piante delle pareti. In ordine ci saranno disegni tecnici riguardanti in primis le tipologie di pannelli e le diverse funzioni, per poi passare alle tipologie di carrelli esistenti (mono o bi-direzionale), il sistema di fissaggio a soffitto e a pavimento, una sezione di dettaglio di quest’ultimo e infi-
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Capitolo 5 Elementi interni La Casa Flessibile
dettagli tecnici Tipologie di pannelli
dettagli tecnici Tipologie Carrelli
0 20
0 20
a irc 0c 50 a irc 0c 50
Tipo UNIDIREZIONALE per moduli monocarrello
a irc 0c 50
a irc 0c 50 a irc 0c 50 a irc 0c 50
0 10
X
X = porzione di guida smontabile di dimensioni 200 mm circa, posizionata in mezzeria e da utilizzare per l’inserimento dei moduli nella guida
a irc 0c 50
Tipo ASSIALE per moduli monocarrello e bicarrello
0 10 0 30 0 30
zo
na
di
Tipo a CROCE per moduli bicarello
rac
co
lta
Y a irc 0c 75
a irc 0c 75 0 10
Y = porzione di guida smontabile di dimensioni 1200 mm circa, posizionata in prossimità dell’impacchettamento e da utilizzare per l’inserimento dei moduli nella guida
0 10
zo
na
di
rac
co
lta
dettagli tecnici Fissaggio Soffitto | Pavimento
SOLAIO NON PORTANTE-luce <6000 mm < di 6000mm
POSA SU PAVIMENTO GREZZO
altezza struttura di sostegno
tubolare in ferro
POSA SU PAVIMENTO FINITO
SOLAIO NON PORTANTE-luce >6000 mm
> di 6000mm
altezza struttura di sostegno
trave reticolare
dettagli tecnici Sezione Soffitto | Pavimento
170 mm
solaio | travetto | trave
guida di scorrimento in alluminio conftrosoffitto
corsa dei listelli
25
listelli di compensazione in alluminio anodizzato nero
altezza struttura portante
altezza finito
pannelli di tamponamento con finitura superficiale a scelta
altezza controsoffitto
listelli di compensazione in alluminio
dettagli tecnici Sistema di Raccolta
L+16mm
TIPO A 110
16
L+16mm
TIPO B 110
16
100
L+150
TIPO C 110
16 236
TIPO D
L+150
100
110 16 236
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riflessioni Pro e Contro
Rispetto ai divisori, che abbiamo ipotizzato potessero essere degli armadi bifacciali, piuttosto che pareti mobili su binari, abbiamo analizzato quelli che in fase preliminare sono stati definiti i gradi di flessibilità, ovvero, con quale indice di difficoltà l’utente finale (rispetto a quelli studiati) interagisce con l’oggetto fisico, permettendo la mobilità. Le due soluzioni risultano essere a nostro avviso le migliori da attuare nel campo della “progettazione flessibile”, essendo queste le uniche chance per modificare gli spazi nel tempo, senza onerosi interventi di abbattimento e ricostruzione. Le pareti risultano essere vincolanti per certi aspetti, tenendo conto dei binari che impediscono dei movimenti “liberi”, ma allo stesso tempo permettono a qualsiasi utente di spostarle a seconda delle esigenze; mentre gli armadi a tutta altezza, risultano essere meno vincolanti, permettendo delle variazioni anche solo di pochi centimetri, ma hanno bisogno dell’intervento di uno specialista generico per lo spostamento.
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Capitolo 5 Elementi interni La Casa Flessibile
pavimentazione Sistema sopraelevato ‘Giussani' Nella realizzazione dell’impianto elettrico, del nostro specifico progetto, escludendo le pareti, ci restano due soluzioni: il soffitto (con relativo controsoffitto) e il pavimento. La scelta è ricaduta sul pavimento, date la caratteristiche della struttura di partenza, tenendo conto di quelle che sono le normative e i criteri generali di installazione. Il sistema “casa flessibile”, è uno spazio in movimento, che necessita di continue evoluzioni per adattarsi alle nuove esigenze degli utenti. Il pavimento sopraelevato rappresenta la giusta risposta alla crescente richiesta di flessibilità e gestibilità degli spazi tecnici. Realizzando un’ intercapedine completamente accessibile, il pavimento sopraelevato diventa “spazio tecnico” in cui alloggiare gli impianti elettrici, telefonici, idraulici e di climatizzazione. I pannelli vengono posati senza fissaggio e pertanto possono essere rimossi per permettere l’accesso agli impianti tecnici per la manutenzione o eventuali modifiche, ed essere poi riposizionati senza compromettere l’integrità della pavimentazione. Nel contesto di un continuo processo evolutivo suggerito da attività dinamiche ed in progress, si innescano problemi logistici risolvibili con semplicità, grazie alla creazione di uno spazio tecnico sottopavimento. Gestire modularmente l’accessibilità ne amplifica l’efficacia e
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ottimizza lo sfruttamento delle infrastrutture tecnologiche. Il pavimento sopraelevato GE Giussani è la risposta alla crescente richiesta di flessibilità. L’ampia gamma di finiture suggerisce l’utilizzo del sistema sopraelevato anche per interventi dove l’obbiettivo primario non è solo creare uno spazio tecnico, ma riqualificare l’estetica della pavimentazione. Di seguito verranno illustrati i dettagli tecnici della scelta, ovvero:
• Stratigrafia • Sistemi di supporto • Tipologie di finiture
Capitolo 5 Elementi interni La Casa Flessibile
pavimentazione Stratigrafia
a: Finitura superiore b: Anima del pannello c: Rivestimento inferiore d: Traverso di collegamento e: Colonna regolabile
A b c d e
pavimentazione Sistemi di supporto
Colonnina regolabile in acciaio zincato Altezza minima 35/40 mm sottopavimento Altezza massima 905/1030 mm sottopavimento Guarnizione acustica della superficie
Testa quadrata sagomata da mm 90x90x2,5 Dotata di quattro mensole su cui si inseriscono i traversi Stelo filettato 16 MA unito alla testa
Dado di regolazione micrometrica dellâ&#x20AC;&#x2122;altezza Tubo con diametro 20mm, sp 2mm unito alla base
Base tonda sagomata, diam. 95mm, sp. 1,5mm, in aderenza alla soletta.
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Capitolo 5 Elementi interni La Casa Flessibile
pavimentazione Tipologie di finiture
Bordo perimetrale in materiale plastico
Bordo perimetrale in
materiale plastico
Pietra
Pietra naturale
Conglomerato in legno
Solfato di calcio
Gres
PVC
Gres
PVC
PVC
Linoleum
Linoleum Laminato Parquet Parquet Parquet
Laminato Linoleum Linoleum Parquet
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riflessioni Pro e Contro
La pavimentazione flottante per il passaggio dei cavi è la soluzione scelta, risultando essa essere una valida alternativa al controsoffitto, che nel nostro specifico caso avrebbe “rovinato” la copertura in legno della struttura. Entrambi le scelte risultano pertanto essere delle soluzioni giuste per il passaggio dell’impiantistica, evitando tracciati nei tramezzi e permettendo una maggiore flessibilità di gestione. Inoltre la pavimentazione flottante permette di avere un’ intercapedine molto meno ampia rispetto a quella standard del controsoffitto, avremmo però potuto giovare dall’installazione di un controsoffitto per la mobilità dei punti luce.
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Capitolo 5 Elementi interni La Casa Flessibile
arredi mobili Tipologie e scelte La scelta di un arredamento flessibile cade sempre più spesso su soluzioni di arredo modulari e componibili, pronti a trasformarsi a seconda delle esigenze di spazio e utilizzo e possibilmente trasportabili. Ogetti sempre e comunque belli e ricercati nella forma, nei materiali, nei dettagli. Una caratteristica che pervade tutte le stanze, mentre i confini tra l’una e l’altra diventano sempre più sfumati e mutevoli. Gli studi sono stati portati aventi rispetto a quelli che saranno i gesti da compiere e come l’utente interagisce con gli arredi. Per compiere delle scelte che rispondessero alle nostre esigenze e a quelle di una casa flessibile, abbiamo innanzitutto fatto una divisione degli ambienti interessati, ovvero: living, zona cucina, camere da letto e bagni. Così in ordine in soggiorno si rivelano utilissimi divani come il modello Oblong, ideato da Jasper Morrison e proposto da Cappellini: una serie di sedute libere e assemblabili che danno la possibilità di creare composizioni bifacciali e sempre diverse. Due poltrone, un divano, un lettino riparato e protetto ma anche un proto-soggiorno creano Sosia prodotto da Campeggi e progettato da Emanuele Magini. Un futon e due cuscini danno vita a Chama di Mi Jin Park, che può essere piegato o disteso, a seconda delle esigenze, e diventare letto, divano o chaise longue, per
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passare poi ad un tavolino da caffè, Bellagio, che riesce a passare da un’altezza minima di 30 cm a una massima di 60 cm con un semplice passaggio di sollevamento. Per quanto riguarda invece l’ambiente cucina, abbiamo scelto Skyline di Snaidero, una soluzione studiata per rispondere alle esigenze di tutti.
Capitolo 5 Elementi interni La Casa Flessibile
Oblong Cappellini, 2013
Fig. 9
Fig. 10
Descrizione:
Interazione:
Serie di sedute libere e assemblabili che danno la possibilità di creare composizioni bifacciali. Si arricchisce di numerosi moduli in grado di comporre innumerevoli composizioni. Imbottitura in poliuretano espanso a quote differenziate, fibra e piuma; rivestimento sfoderabile in tessuto e pelle in tutti i colori di collezione. La seduta è disponibile in diverse profondità e larghezze; il terminale può presentare o meno il bracciolo.
L’interazione è facile. Il sistema risulta infatti essere uno dei più “flessibili” nel suo campo, permettendo spostabilità e manovrabilità anche con persone affetta da problemi agli arti superiori, il tutto è facilitato dal materiale di composizione che lo rende molto leggero. Le azioni da compiere possono essere compiute anche con una sola mano. Inoltre no risulta essere un oggetto pericoloso da utilizzare e/o manovrare.
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sosia Campeggi, 2011
Fig. 12
Fig. 11
Descrizione:
Interazione:
Due poltrone, un divano, un lettino riparato e protetto ma anche un proto-soggiorno o un rifugio nascosto. è un oggetto per il relax mutante, dinamico e avvolgente, pronto ad adattarsi alle diverse situazioni del vivere quotidiano.Tutto ciò che si può desiderare da una seduta è racchiuso in un unico pezzo dove il design gioca con la metamorfosi per separare, sdoppiare e riunire forme e funzionalità in un gioco continuo.
L’interazione è di media complessità, le azioni da compiere sono molteplici, ma immediate, tranne che per un utente non vedente o per un bambino, per i quali le azioni sembrerebbero troppe e complesse. La leggerezza dei materiali pertanto permette anche a persone anziane o a coloro che hanno problemi temporanei o cronici agli arti superiori di usufruire a pieno dell’oggetto.
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Capitolo 5 Elementi interni La Casa Flessibile
pisolotta Campeggi, 2013
Fig. 13
Fig. 14
Descrizione:
Interazione:
Una seduta semplice che ricorda un animale fantastico. Tra le ganasce stringe un pouf che al momento giusto viene liberato per essere utilizzato come poggiapiedi o come seduta per un ospite improvviso. Se poi si fa tardi, il pouf si apre e al suo interno si nasconde un letto gonfiabile per un’ospitalità senza fine.
L’interazione è di media complessità, le azioni da compiere sono molteplici e potrebbero essere limitanti per persone con forti disabilità agli arti superiori, risulta pertanto essere un ottimo esempio di arredo flessibile e in trasformazione, mediante il letto gonfiabile contenuto alla base della seduta, offrendo una doppia modalità di utilizzo.
Capitolo 5 Elementi interni La Casa Flessibile
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chama Lago, 2011
Fig. 16
Fig. 15
Descrizione:
Interazione:
Chama prende vita da un futon e dei cuscini. Il materasso può essere piegato o disteso e, a seconda della necessità, Chama si trasforma in divano e letto matrimoniale o poltrona e letto singolo. Può diventare anche una comoda chaise longue a terra. È come avere due prodotti in uno: poltroncina e letto singolo, piccolo divano e letto matrimoniale. Grazie alla sua leggerezza, Chama è anche facilmente trasportabile.
L’interazione è di media complessità. Chama, riesce a contenere in essa una doppia funzione e il passaggio da seduta a chaise longue avviene mediante un unico movimento, il tutto può essere fatto con una o entrambi le mani, ne segue che persone con particolari limitazioni agli arti potrebbero avere difficoltà, ma non risulteranno essere impossibilitati nel portare a termine l’azione.
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Capitolo 5 Elementi interni La Casa Flessibile
Bellagio Minotti
Fig. 17
Descrizione:
Interazione:
Il tavolino da caffè multifunzionale è un complemento intelligente per una zona living. In un semplice movimento, la parte superiore si solleva - rendendo di facile utilizzo la tabella sia nelle posizioni inferiore e superiore. Il Bellagio dispone di un vano al di sotto del top come vano per depositvo libri, elettronica e giocattoli. Perfetto per lavorare, mangiare e giocare!
L’interazione è complesso. Il Tavolo risponde alle esigenze di una casa flessibile, con un movimento dall’alto verso il basso il tavolo mediante delle cerniere varia in altezza rendendo più accessibile il top. Per persone con difficoltà nella presa e negli arti superiori risulta essere complicato l’utilizzo dell’estensione.
Capitolo 5 Elementi interni La Casa Flessibile
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skyline Snaidero
Fig. 19
Fig. 18
Descrizione:
Interazione:
Skyline è una cucina flessibile in grado di adattarsi ad ogni corpo, ad ogni spazio ed ad ogni necessità. Basata sul principio dell’eliminazione del superfluo e della valorizzazione delle funzioni. I piani di lavoro avvolgenti sono stati progettati per adattarsi ergonomicamente al tuo corpo e per consentire di personalizzare il piano a seconda delle tue personali esigenze pratiche ed estetiche.
Il livello di interazione è facile. Infatti i vari attrezzi e utensili legati alla cucina, risultano essere facilmente ulizzabili con poche difficoltà, da tutti, gli spazi sono stati pensati e progettati tenendo conto delle esigenze e degli spazi necessari per persone con disabilità croniche.
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Capitolo 5 Elementi interni La Casa Flessibile
together Lanzavecchi & Wai
Fig. 20
Fig. 21
Descrizione:
Interazione:
Togheter, un set di tre bastoni a rotelle per deambulare con vassoio, porta ipad o cesto integrati; I tre oggetti fanno parte del progetto “non è un paese per vecchi”, La scelta dei materiali e i colori non discriminano e risultano essere efficaci per tutti.
Il livello di interazione è facile. I bastoni, grazie alle ruote riescono ad avere un’ottima flessibilità e facilità di spostamento, possono essere utilizzati con una o ambedue le mani. Risultano quindi essere oggetti adatti a tutti.
Capitolo 5 Elementi interni La Casa Flessibile
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Introduzione La Casa Flessibile
sistema bagno Servizi per Tutti introduzione soluzioni progettuali riflessioni
sistema bagno Soluzioni progettuali “I bagni domestici o pubblici non sono luoghi ove espletare solo funzioni fisiologiche” Luigi Bandini Buti La predisposizione di un impianto idraulico risulta essere un problema, che ad oggi non sembra avere degli sviluppi notevoli in quanto a tecnologie. Risulta, pertanto, essere uno dei limiti del nostro progetto. Abbiamo comunque ipotizzato quelle che potrebbero essere delle soluzioni, sia del punto di vista progettuale che tecnico. Poiché nella residenza non è proponibile, per questioni di costo, garantire una flessibilità di integrazione impiantistica su tutto lo spazio di piano, è importante individuare delle soluzioni tecniche che prevedano l’attrezzabilità degli impianti per parti limitate dell’alloggio. Ai fini della predisposizione del ”blocco bagno”, è necessario disporre il tutto lungo una fascia servente, consentendo quelle che sono le personalizzazioni della zona di servizio. Ad oggi, per la massima flessibilità di utilizzo e fruizione, proponiamo due soluzioni, una di carattere tecnologico e una di carattere progettuale-dimensionale; si tratta rispettivamente di “sanitrit”, ovvero un locale bagno dotato di scarico e tritarifiuti incorporato, il secondo, invece, denominato “bagno per tutti” tratto dal progetto “casa agevole” a cura dell’Arch. Fabrizio Vescovo.
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Passiamo ora a quella che è la descrizione dei singoli progetti con analisi e considerazioni.
Sanitrit: Sanitrit è un trituratore adattabile a tutti i WC in ceramica . Serve per creare un secondo WC in qualsiasi parte della vostra abitazione e non necessita di lunghe e costose opere di ristrutturazione murarie. Permette di superare le pendenze, consentendo di arrivare all’apparato fognario quando questi non si trova nella posizione consona per favorire un allacciamento normale.
In Alto | Fig. 22 Un esempio di “sanitrit”
Capitolo 6 Sistema bagno La Casa Flessibile
I vantaggi di un sistema come questo possano essere sotto gli occhi di tutti, mentre invece quello che può non apparire ad una prima vista sono gli svantaggi.
• L’alimentazione elettrica: ovviamente, se viene a mancare la corrente, non è possibile utilizzare il bagno o qualunque sanitario vi avete collegato.
Eccone una casistica:
• Teme le temperature elevate delle acque da smaltire, come indicato nella scheda tecnica dei prodotti: generalmente gli scarichi dei bagni non hanno temperature elevate, mentre invece quelli delle cucine potenzialmente si. Per esempio quando scoliamo la pasta, nello scarico va a finire acqua alla temperatura di 100°C, oppure quando laviamo i piatti a mano possiamo creare un deflusso continuo di acqua a 45-50°: sappiate che quasi tutti i sanitrit non sono adatti per le alte temperature dell’acqua. Potrebbe verificarsi qualche problema con le docce multifunzione che hanno anche la sauna (e quindi producono acqua a 100° in un serbatoio), ma generalmente l’acqua che viene scaldata per fare il vapore non supera il paio di litri e, nell’espulsione, viene sempre miscelata con acqua fredda Il problema delle alte temperature degli scarichi si pone comunque, sanitrit o no, in tutti gli scarichi in plastica, per cui occorrerebbe comunque prestare attenzione.
• Premettendo che comunque nei wc anche “tradizionali” non andrebbe scaricato null’altro se non quello per cui sarebbero pensati per essere usati, con un sistema sanitrit non è possibile gettare nel wc qualunque cosa solida (tubetti del dentifricio, scarti di cibo in generale ma in particolare se con ossa o semi, materiali plastici e metallici di qualunque dimensione, et simila) o anche semi-solida (assorbenti, mozziconi di sigaretta, spugne, ma ho visto andare in crisi dei sanitrit anche con gli scottex). Insomma in un wc dotato di sanitrit è possibile al massimo gettare la carta igienica oltre a tutto ciò che è prodotto organico o che non sia prettamente liquido. • Il rumore: il gruppo trituratore-pompa per forza di cose non è esente da rumori, e non si può pretendere diversamente. Il modello da incasso a muro, che ho usato spesso, tuttavia è già abbastanza silenzioso di suo, e può essere ulteriormente silenziato con sportelli coibentati con materiale fonoisolante.
• In caso di malfunzionamento o di blocco, il liquame fuoriesce dalla macchina, perché non è a tenuta stagna. Per fare un impianto con sanitrit fatto bene, secondo me sarebbe
Capitolo 6 Sistema bagno La Casa Flessibile
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opportuno installare in prossimità del sanitrit un sensore di allagamento collegato ad una elettrovalvola che blocca tutta l’acqua che entra al bagno interessato: in questo modo, in caso di allagamento accidentale, l’acqua viene automaticamente chiusa. La ditta stessa ha in catalogo dei sensori di allagamento, ma in commercio ve ne sono diversi. • Se il sanitrit viene usato senza realizzare un condotto verticale la spinta dell’acqua data dalla pompa può arrivare con maggiore pressione al punto d’innesto con il condotto più grande (la braga o direttamente la colonna fecale) creando un leggero rumore di “spruzzo”. ovviamente non c’è nulla di cui preoccuparsi: è un fenomeno fisico noto e innocuo. • Il sanitrit può temere gli acidi comunemente usati come disgorganti degli impianti tradizionali: le parti in plastica non hanno problemi, ma le parti in gomma esposte agli acidi potrebbero degenerare e causare il malfunzionamento dell’apparecchio. • L’installazione di un sanitrit, a giudizio di chi scrive, è un beneficio per i condotti di scarico condominiali: il sanitrit infatti fa da “filtro” contro ogni potenziale oggetto inidoneo ad essere gettato nel wc e, in ogni caso, immette
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nelle colonne solo liquame già triturato, eliminando quindi il rischio di intasamento. Il sanitrit inoltre dilaziona nel tempo l’espulsione di liquame evitando il rischio di contemporaneità di scarichi nella stessa colonna fecale da parte di più bagni. • Il poter posizionare un bagno o una cucina in un qualunque punto dell’appartamento apre le strade a soluzioni planimetriche davvero innovative ed inconsuete: diventano possibili anche bagni di piccolissime dimensioni posti nella camera da letto magari molto distante dallo scarico “vero”, oppure, in caso di appartamenti molto grandi ma con un unica colonna di scarico (come si facevano negli anni 20 e 30) consente di realizzare bagni o la cucina ovunque.
Poi è giusto fare un elenco non tanto di vantaggi, quanto di consigli o, ancora meglio, suggerimenti: Di sanitrit ce ne sono diversi tipi ma sono divisibili in due macro-categorie: quelli “tradizionali” che vanno dietro al vaso e rimangono a vista, e quelli che vanno ad incasso in una nicchia poco profonda (circa 12cm) e che quindi risultano a scomparsa totale. Ovviamente, questi ultimi sono i prediletti dai
Capitolo 6 Sistema bagno La Casa Flessibile
progettisti perché consentono di realizzare un bagno con un estetica identica a quella di un bagno tradizionale, ma comunque il fatto di avere il sanitrit dietro al vaso costringe a spostare il vaso in avanti e questo potrebbe essere limitativo in bagni di piccole dimensioni. Il sanitrit da incasso non necessariamente deve stare dietro al wc, ma è bene che non ne stia molto distante. Esiste di recente anche un terzo compromesso: è un blocco unico di wc che integra sia il trituratore-pompa e sia addirittura lo sciacquone: in pratica potete comprare solo il wc e posizionarlo dove volete: non ho ancora avuto modo di installarlo, però.
La migliore tecnica con cui realizzare il condotto di scarico del sanitrit è con le tubazioni a saldare: o a caldo, o a colla. • Infine la soluzione migliore è che il sanitrit venga usato solo per il secondo bagno. È importante che almeno uno dei bagni di casa abbia lo scarico “tradizionale”.
• Potreste pensare di fare due bagni limitrofi e farli servire dallo stesso sanitrit: questo è altamente sconsigliato, è preferibile invece di fare due sanitrit distinti uno per ciascun bagno. Se i due wc fossero scaricati contemporaneamente il sanitrit potrebbe andare in crisi non riuscendo a smaltire tutto il liquame in arrivo. inoltre, se si dovesse guastare l’apparecchio rimarreste impossibilitati ad usare ben due bagni, e non soltanto uno dei due. • Come si diceva prima, il primo tratto di tubazione di scarico è soggetto ad una maggiore pressione: in particolare è molto delicato il punto di attacco subito all’uscita dal trituratore.
Capitolo 6 Sistema bagno La Casa Flessibile
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Bagno per Tutti | Fabrizio Vescovo: La soluzione adottata per il “microbagno” (ca. 1,50 mq.) consente, mediante la completa apertura delle “porte a libro” e la chiusura delle limitrofe porte scorrevoli, alle persone con disabilità di disporre, per le necessarie manovre, di una la superficie più ampia (ca 5.00 mq) comprensiva del disimpegno e del vano sotto l’armadio, potendo disporre cosi un unità ambientale decisamente più confortevole e garantendo al contempo la dovuta privacy.
Questa scelta risulta essere un’ottima soluzione per l’ambiente domestico, il microbagno, infatti, dona un accesso faciliato a tutti gli utenti. Non sono state fatte scelte tecnlogiche all’avanguardia, anzi, sono state semplicemente adottate delle tecniche meramente di aspetto dimesionale. Interessante, è stato lo studio sulla porta di accesso, che è stata maggiorata in altezza e larghezza, consentendo una facilità di manovra, nel caso in cui ci fossero persone in carrozzina. Quindi gli aspetti positivi riguardano principalmente le dimensioni e di come in uno spazio così ridotto si sia riuscito a collocare un ambiente bagno.
In Alto | Fig. 23 Planimetria del “microbagno”
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Capitolo 6 Sistema bagno La Casa Flessibile
riflessioni Pro e Contro Analizzati gli aspetti funzionali e quindi quelle che risultano ad oggi essere le soluzioni per un “bagno flessibile”, abbiamo impotizzato che rispetto alla tecnologia innovativa di sanitrit, potrebbere essere predisposti dei generatori di emergenza o delle batterie incorporate che garantiscano l’utilizzo dell’oggetto anche in assenza di corrente. Inoltre, essendo l’impiantistica idraulica un grande limite in ambito progettuale, un’ulteriore proposta da prendere in considerazione potrebbe essere quella di predisporre dei sistemi autonomi di funzionamento e mobilità, in grado di garantire anche uno spostamento fisico dell’ambiente bagno, senza l’intervenire con demolizioni. Risulta, quindi, ad oggi, preferibile adottare un metodo meramente progettuale e dimensionale, come quello precedentemente citato dell’Arch. Vescovo, traslando all’interno del nostro progetto soluzioni legate all’accessibilità e quindi ad una corretta vivibilità dell’ “ambiente bagno” da parte di tutti.
Capitolo 6 Sistema bagno La Casa Flessibile
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smart home Tecnologie per la casa INTRODUZIONE IMPIANTO ELETTRICO IOT: INTERNET OF THINGS DEVICEs E INTERFACCia riflessioni
INTRODUZIONE La Home Automation entra nelle nostre case La tecnologia evolve con grande rapidità e anche se a volte non ce ne accorgiamo entra nelle nostre case in modo sempre più preponderante, per questo è necessario focalizzarsi sul considerare l’evoluzione della tecnologia e dall’altro riflettere sul significato che la “casa” ha per noi. Allo stesso tempo è importante porre ‘conseguenza, capire quale può essere l’utilità di una casa automatizzata. Con l’avvento dell’industrializzazione, e il conseguente sviluppo della tecnologia; le case hanno iniziato a dotarsi di impianti, da quello idrico a quello elettrico, quest’ultimo prima per l’illuminazione, poi per dare energia alle apparecchiature elettriche. È stata soprattutto l’elettronica a dare un forte impulso allo sviluppo di apparecchiature elettriche domestiche. Una delle ragioni per cui ad oggi è difficile ancora parlare di “home automation” è stata la rapidità con cui si sono sviluppati questi sistemi. Dopotutto, quasi senza che ce ne accorgiamo, questo cambiamento è già in atto, il contatore elettrico è diventato un dispositivo informatico in grado di raccogliere e trasmettere informazioni; la rete internet ormai arriva in tutte le case e tutti abbiamo un cellulare con cui comunicare con gli altri. Un impianto di allarme che invia una chiamata telefonica in caso di emergenza non è certo una novità, un termostato digitale, con programmazione
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giornaliera e settimanale è diventato di uso comune, un elettrodomestico con un display da utilizzare per programmare o conoscere lo stato di funzionamento è ormai accettato praticamente da tutti. Quale è allora l’aspetto innovativo della “Home Automation”? La Home Automation non è un oggetto, un prodotto, una soluzione specifica, bensì un “sistema” e questo significa rendersi conto che nella casa sono già presenti molti oggetti e impianti tecnologici che, a oggi, non sono collegati tra loro e funzionano in modo indipendente, autonomo. I sistemi di Home Automation, invece, grazie all’uso dell’informatica all’interno dell’impianto elettrico, offre una modalità per connettere tra loro i diversi dispositivi, per ottenere un unico sistema in grado di gestire tutta la casa in modo più funzionale, con nuove soluzioni di controllo e supervisione.
Capitolo 7 Smart home La Casa Flessibile
CARATTERISTICHe dellâ&#x20AC;&#x2122; impianto
Caratteristiche di base dell’impianto: Prima di entrare nel merito delle funzionalità proprie dei sistemi di automazione finalizzati a migliorare la qualità della vita, è importante considerare alcune caratteristiche base degli impianti elettrici in generale. La “Home Automation”, infatti, non è un prodotto definito, ma un sistema che offre una molteplicità di funzioni, di cui alcune utili a migliorare l’autonomia e la sicurezza in casa delle persone. Per la realizzazione di un impianto del genere, è importante capire le esigenze dell’utente, prima di mettere a punto la configurazione di un sistema di automazione della casa.
pulsanti e telecomandi azionati dall’utente, sensori che rilevano un determinato stato, eventi determinati dalla programmazione. Allo stesso modo gli output possono essere molteplici: accensione di luci, azionamento di motorizzazioni, segnalazioni luminose o acustiche, oppure messaggi che vengono inviati in postazioni rispetto alla casa.
input
Comandi e Attuatori: In prima approssimazione possiamo considerare che, come in un impianto elettrico tradizionale, un sistema automatizzato sia composto da dispositivi di comando e attuatori. I dispositivi di comando (come gli input in un computer) forniscono al sistema l’indicazione dell’azione da compiere. Gli attuatori (come gli output) eseguono le azioni del sistema nei confronti dell’ambiente. Nulla di complicato. Per fare un esempio concreto, pensiamo al caso banale di una lampada: premiamo un pulsante (input) per dare il comando di accensione, il sistema chiude il contatto (output) e la luce si accende. Sembra quasi che non ci sia differenza tra un impianto tradizionale e un impianto di automazione, tuttavia in un impianto del genere gli input possono essere di diverso tipo:
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output
Capitolo 7 Smart home La Casa Flessibile
Flessibilità e possibilità di espansione: Un sistema automatizzato, per sua natura, è flessibile, dal momento che la configurazione dei comandi non dipende dai collegamenti fisici dei dispositivi, ma dalla programmazione del sistema, una delle caratteristiche base dei sistemi di home autamation, è proprio quella di poter permettere, in futuro, una diversa programmazione, a parità di dispositivi comando e di attuatori. Questo non permette solo di riorganizzare il sistema, ma anche di inserire nel sistema nuovi dispositivi di comando o nuovi attuatori che, grazie alla possibilità di riprogrammazione, possono essere completamente integrati con l’impianto esistente. Così, quando si progetta un sistema domotico, è importante aver sempre presente che, in futuro, possono essere aggiunti ulteriori componenti e implementare nuove funzioni.
Predisposizioni: Proprio come conseguenza della flessibilità del sistema domotico assume una particolare rilevanza il tema delle predisposizioni. Se è possibile modificare e ampliare l’impianto in futuro, diventa importante, nel momento in cui si sta predisponendo l’impianto e si eseguono opere murarie, prevedere le predisposizioni necessarie che possono permettere facilmente l’esecuzione di modifiche e ampliamenti futuri. Questo ha anche un importante risvolto economico: nel momento in cui si eseguono delle opere murarie i costi aggiuntivi per le predisposizioni risultano del tutto marginali. Al contrario, se si vuole realizzare un’espansione dell’impianto, ove non siano state previste delle predisposizioni, i costi di esecuzione
delle opere murarie possono rappresentare una porzione considerevole del costo di intervento. Tra le predisposizioni da prevedere possiamo considerare:
• Predisporre quadri più ampi • Sovradimensionare le tubature • Predisporre posti liberi nelle scatolette di comando
• Considerare la predisposizione per le motorizzazioni
• Predisporre i dispositivi in campo con un ordine logico
Il concetto quindi di “minimo domotico” consiste nel realizzare una soluzione base dell’impianto domotico, con costi impiantistici contenuti, con le opportune predisposizioni per avere la possibilità in futuro di realizzare un “aggiornamento” dell’impianto con l’aggiunta delle funzioni che si possono rendere necessarie.
Massima integrazione degli impianti: Al contrario del “minimo domotico” (che permette di ridurre i costi iniziali per avere la possibilità di un’espansione futura), la ricerca della massima integrazione degli impianti porta l’automazione a esprimere il massimo delle sue potenzialità e alla massima efficienza. Facciamo un esempio: se integro nel sistema l’accensione delle luci, con facilità posso avere un tasto per spegnere tutte le luci quando esco, ma quella del gas, le tapparelle motorizzate e la gestione del riscaldamento, quando esco, con lo stesso tasto, posso mettere in sicurezza la casa, chiudere le tapparelle e abbassare il livello del riscaldamento.
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Scegliere uno standard di comunicazione:
Le aree di competenza:
L’integrazione è possibile solo quando i diversi dispositivi possono comunicare fra di loro; per questo è necessario, così come avviene fra le persone, che utilizzino un “linguaggio comune”, detto anche standard di comunicazione o protocollo. Dal punto di vista tecnico, tema che qui non approfondiremo, si tratta di definire le regole della trasmissione dati tra i dispositivi, il formato dei messaggi e i contenuti (informazioni) che possono essere trasmessi. Nell’ambito dei sistemi e dei prodotti domotici esistono diversi protocolli di comunicazione: alcuni sono “proprietari” (ovvero appartengono solo alla marca di uno specifico prodotto), altri sono standard condivisi fra più prodotti. Per integrare i sistemi e far “parlare” tra loro prodotti diversi è indispensabile che ci sia una standardizzazione dei protocolli. A livello europeo questo è avvenuto con lo standard KNX, che ha integrato tre differenti meccanismi di configurazione dei sistemi e i diversi mezzi fisici in un unico protocollo (KNX), al fine di assicurare un rapporto costo/prestazione adeguato per tutti i tipi di edificio e applicazioni. La scelta di un protocollo, da parte dell’utente o del progettista, è molto importante. Proprio per il fatto che un sistema domotico è flessibile e può essere ampliato e modificato per fasi successive, si deve scegliere un protocollo che dia garanzia di durata nel tempo e possibilità, in futuro, di connessione con nuovi dispositivi. Scegliere un protocollo affidabile e condiviso significa garantire all’investimento sul sistema domotico maggiori possibilità di durata e di aggiornamento nel tempo.
Gli impianti di domotica ad oggi risultano essere dei prodotti di nicchia con troppe specifiche, troppo dispendiosi e poco pratici. Il sistema che abbiamo sviluppato, prevede delle tecnologie molto avanzate, può non comprendere molte specifiche inutili o superflue a seconda dell’utente. Viene data, dunque, la possibilità al fruitore finale di sartorializzare il prodotto a seconda delle esigenze. Per generalizzare, abbiamo focalizzato lo studio rispetto a quelle che sono le esigenze primarie della maggior parte della popolazione rispetto all’impiantistica elettrica. La base di partenza degli impianti tradizionali dell’automazione della casa, agisce sulle seguenti tre macro-aree:
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• Smart Grid: Gestione intelligente dei consumi e dei flussi energetici • Luci: Gestione dei vari scenari della casa • Finestre: Gestione degli infissi Con le nuove tecnologie, invece, si sono aperti nuovi scenari che danno la possibilità ad ogni utente di configurare i propri dispositivi elettronici, tramite collegamento ad internet, rispetto alle proprie esigenze.
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luci
SMart grid
finestre
iot Internet of Things Che cosa avverrebbe se dispositivi, animali e persone fossero in grado di scambiarsi informazioni via Internet? L’enorme quantità di dati oggi presente in quello che chiamiamo internet è il frutto dell’azione volontaria di persone. Nel 1999, Kevin Ashton, per primo, teorizzò un mondo in cui fossero gli stessi dispositivi a caricare informazioni sulla rete. È un concetto semplice, ma con implicazioni rivoluzionarie. È una rete, proprio come Internet, ma una rete fatta non da persone, ma da oggetti, una “Internet of Things”. Le premesse perché questo sia realtà sono due: da un lato tutti i dispositivi devono essere dotati di connessione di rete, dall’altro, la rete deve essere in grado di supportare un numero elevatissimo di connessioni. Il primo punto sta diventando già oggi realtà. Ma molti componenti, domestici e non, sono ormai dotati di connessione di rete. È prevedibile che in un tempo non troppo lontano tutti i dispositivi elettronici (o quasi) saranno dotati di scheda di rete. Per quanto riguarda Internet molto c’è ancora da fare. Non solo la larghezza di banda disponibile. Anche se la “banda larga” fosse davvero disponibile, oggi non avremmo indirizzi di rete sufficienti a garantire la connessione di tutti i dispositivi esistenti. È per questo che è stato sviluppato un nuovo protocollo (l’IPv6). Tuttavia il passaggio a questo nuovo protocollo IP non è stato così
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veloce come si poteva immaginare. Un altro aspetto importante sarà la disponibilità di reti wireless, che consentirà a oggetti mobili, come un’auto, di restare sempre connessi in rete. Detto questo è ovvio che ci avviamo verso un mondo dove, come brillantemente intuito già nel ’99 da Ashton, non solo le persone, ma anche gli oggetti saranno in grado di interagire attraverso la rete. La domotica sarà, e forse già è, un tassello di questo mondo di oggetti collegato in rete ed in grado di scambiare informazioni con altri oggetti e con le persone attraverso la rete. Tutto ciò comporta un cambiamento profondo nella logica con cui progettiamo la domotica. Il concetto di centralina si avvia al tramonto, sostituito dalla logica dei nodi di una rete. Una rete che è sia interna che esterna. L’impianto, specie i sistemi di supervisione come le nostre App da iPhone e iPad, diventano interfacce utente che “mettono insieme” dispositivi singoli dotati di una propria intelligenza. Dall’altro lato lo stesso impianto di domotica diventa uno degli elementi con cui ci interfacciamo attraverso la rete. Un sottoinsieme più ampio di un cloud in cui ritroviamo tutto ciò che ci riguarda. È difficile tracciare oggi i confini ed il profilo di questa nuova realtà liquida. Di certo la domotica è oggi il primo step di un “Internet of things”, di cui diventeremo sempre più consapevoli.
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La tecnologia migliore è quella che non si vede, perchè è tanto semplice da usare, da diventare “trasparente”. Donald Norman
I diversi sistemi ipotizzati:
Vocal Go:
Dopo la breve digressione sulle teorie più proprie della home automation e di quelle che sono le predisposizioni di cui tener conto per la massima efficienza, passiamo a quella che sono le soluzioni che abbiamo previsto, tenendo conto dei nostri obiettivi. Abbiamo analizzato come il mondo della domotica è preceduto inesorabilmente da luoghi comuni e caratteristiche attribuite principalmente dal marketing, rendendo il tutto come un prodotto esplicitamente di nicchia e limitato ad azioni futili come quelle di gestire l’aereazione o semplicemente chiudere le finestre a distanza. Siamo arrivati in fondo al problema, provando a capire quella che potesse essere una giusta soluzione e soprattutto trovare qualcosa che aiutasse l’utente a fruire della propria abitazione in modo autonomo e semplice, migliorando quindi quelli che sono gli aspetti più propri della vita domestica. Visti gli sviluppi in campo tecnologico, la soluzione più appropriata, è quella di predisporre un sistema wireless che consenta di avere un ridotto cablaggio di cavi e una maggiore flessibilità di scelte e comandi. Il mercato oggi offre delle importanti soluzioni, quelli che a nostro parere risultano più interessanti, le abbiamo analizzate e sono le seguenti:
Il sistema Vocal-go è nato con l’obiettivo di realizzare un dispositivo che sfruttasse lo strumento del riconoscimento vocale, per poter controllare un ambiente domestico o lavorativo. L’interfaccia diretta per l’utente è rappresentata da un IPhone o IPad, dove è installata un’applicazione che consente di riconoscere la voce dell’utente e di riprodurre dei messaggi di feedback per l’avvenuto riconoscimento del messaggio o per la lettura dello stato di un particolare sensore. L’obiettivo è quello di poter attivare, da parte dell’utente, uscite (luci, carichi generici, setpoint di temperatura) e controllare lo stato di ingressi (stato delle luci, stato chiusura/apertura porta, valore temperatura). L’apparato in campo è costituto da due componenti, ben integrate tra loro: una parte che si occupa della comunicazione WIFI e una parte che si interfaccia con altri dispositivi in campo in tecnologia LonWorks. In sintesi, consiste in un sistema di connessione che consente a tutti i componenti di controllare le proprie funzioni e condividere con gli apparati vicini le informazioni necessarie al controllo dell’intero sistema, il tutto con un alto livello di sicurezza. L’ istituito insieme ad Apice, ha condotto uno studio approfondito su una serie di tematiche relative al mondo reale dei disabili, definendo le diverse tipologie di disabilità, facendo un quadro dei soggetti disabili censiti in Italia. Sono state definite le tecnologie accessibili dalle diverse tipologie di disabili e gli aspetti strategici su cui agire per i nuovi sviluppi. È stato elaborato uno schema che lega le funzionalità richieste in un sistema domotico e il tipo di soggetti presi in considerazione:
• • • • •
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Vocal go Home Kit Eubiq Cube Nest
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• • • •
Disabili motori Disabili visivi Disabili uditivi Anziani
dispositivo che includesse il riconoscimento e la sintesi vocale, abbiamo aggiunto anche nuove funzionalità, come l’invio di comandi manuali da un pannello secondario dell’App.
Per la rilevazione dei bisogni sono stati realizzati dei trials presso il centro. Le possibilità sulle quali l’azione del test si è concentrata sono sintetizzabili in: • • • •
Programmazione del sistema Flessibilità dell’interfaccia Informazioni sullo stato del sistema Comunicazione
Alla fine di questa fase, poiché l’attenzione primaria è stata rivolta alle esigenze della singola persona, si è preferito una suddivisione per ambiti di applicazione. Sono stati individuati una serie di ambiti tematici: • • • • •
Sopra | Fig. 24 Sistema sviluppo “VocalGo”
Automazione Comfort Sicurezza ambientale Sicurezza della persona Comunicazione
Sulla base degli user needs stabiliti è stata progettata l’interfaccia utente dell’ App. L’interfaccia utente è stata pensata considerandone un suo utilizzo in un ambiente “standard” tipo appartamento/ufficio. Tale scelta ha permesso di ottenere un’interfaccia utente funzionale e poco complessa con cui l’utente può accedere ai comandi e controlli disponibili in modo semplice e immediato. Rispetto agli obiettivi iniziali di creare un
Sopra | Fig. 25 Sistema sviluppo “VocalGo”
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Home Kit: L’idea di Apple per l’automazione dei dispositivi in case e in ufficio non è quella di fornire una soluzione prefabbricata per chi produce accessori per la domotica quando di integrare protocolli, controlli e strumenti software e “pubblicare”, così come avviene per HealthKit, da altre applicazioni ad una gestione comune che permetta di fare interagire gli strumenti a più livelli in modo da creare un insieme gestibile globalmente per stanze, aree e scenari comandabili anche attraverso l’interazione vocale. Esistono già diverse soluzioni sul mercato già in grado di compiere queste operazioni e il funzionamento di sistemi domotici complessi corrisponde esattamente all’obiettivo che Apple si è dato: un esempio su tutti è quello di Fibaro che da tempo commercializza software per iPhone, iPad e Android e permette la gestione di complessi scenari e dispositivi basati sul protocollo wireless Z-wave anche attraverso il web basandosi su una centrale, o gateway in grado di veicolare il segnale senza fili dedicato, quello wi-fi e la rete cablata tradizionale. La soluzione Apple per la domotica si chiama Apple Home Automation Protocol e promuove attraverso iOS una API pubblica per configurare i dispostivi per l’automazione della casa. Il protocollo comune ha due scopi: quello di creare App terze non direttamente sviluppate dal produttore del dispositivo e quella di integrare diversi prodotti compatibili dalla provenienza più disparata con il risultato di creare un mercato più ampio, con più possibilità di scelta per l’utente finale e senza la necessità che i singoli produttori si accordino tra loro sull’interoperabilità dei propri prodotti.
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In pratica Homekit si occuperà di: • Scoprire gli accessori raggiungibili nell’ambiente circostante e aggiungerli ad un database di configurazione legato all’ambito casalingo • Configurare ed interagire con i dati dei dispositivi disponibili nel database • Comunicare con gli accessori configurati per far eseguire dei compiti: ad esempio accendere le luci in una determinata area della casa con un livello di illuminazione prestabilito e con colore specifico.
Il database della configurazione domotica sarà reso disponibile anche a Siri che potrà rispondere a comandi del tipo… “Siri vado a dormire, occupati delle luci” che corrispondono ad azioni preordinate e coordinate in cui vengono assegnati dei valori prestabiliti ai dispositivi distribuiti in zone o stanze specifiche della casa con un coordinamento e raggruppamento logico gestito dall’utente. La gerarchia supportata da Homekit è la seguente: al livello più alto ci sono le “Homes” che rappresentano le unità principali che possono essere anche multiple (casa principale e casa delle vacanze oppure
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casa principale e secondaria per gli ospiti), poi ci sono le “Rooms” e cioè la suddivisione opzionale in parti coincidenti con le stanze della casa che non hanno caratteristiche fisiche preordinate ma definiscono gli oggetti che vi appartengono. C’è il livello “Zones” anche questo opzionale che rappresenta un raggruppamento delle “Rooms”: si possono aggiungere stanza alle zone come “Piano Terra” o “Piano Primo” per comandare a Siri di attivare ad esempio un allarme solo in una determinata area della casa. Ad un livello più basso della gerarchia ci sono gli “Accessories” che sono i dispositivi installati in casa e assegnati alle “Rooms” e corrispondono ai prodotti “fisici” per la domotica come sensori, attuatori, interruttori che se non configurati vengono censiti in una stanza indefinita della casa. Infine troviamo i “Services” che corrispondono ai servizi forniti dagli accessori, sia che vengano controllati dagli utenti attraverso Homekit che attraverso delle procedure di aggiornamento autonome.
Quali saranno i vantaggi di Homekit? Homekit non si pone come un sostituto di singole soluzioni per la domotica ma piuttosto come uno strumento di integrazione di proposte di mercato apparentemente inconciliabili con la facilità d’uso propria dei sistemi Apple. Non esiste una applicazione “Home” che raccoglie i dati di Homekit, gli sviluppatori a questo punto hanno due strade: o pensano ad una applicazione “terza” che sovrintenda alla gestione di diversi accessori per la domotica compatibili con Homekit oppure, se sono essi stessi produttori, possono integrare apparecchi non inclusi nella propria offerta per rendere più universali possibile i propri dispositivi. Ad esempio per Philips (non a caso una delle aziende che ha aderito per prima all’iniziativa) sarà più semplice integrare il proprio gateway Wi-Fi proprietario HUE e le relative lampade con un sistema di sorveglianza un apri-garage o una serratura Schlage o un termostato Honeywell oNetatmo. Ovviamente la comunicazione nell’area di casa avviene attraverso Wi-fi o in remoto attraverso un router Wi-Fi di casa collegato alla rete e ad un eventuale protocollo domotico. A sinistra | Fig. 26
Logo App “Home Kit”
Nella pagina precedente | Fig. 27 Logo Home Kit
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dEVICES pensati per tutti EUBIQ | CUBE | NEST Oltre ai dispositivi di interfaccia generale per la prima configurazione e l’utilizzo fuori dall’abitazione, abbiamo pensato ad alcuni dispositivi che riuscissero a rispondere alle esigenze di tutti gli utenti presi in considerazione. Alcuni dei dispositivi che andremo a descrivere sono solo dei concept, ma verranno prodotti prossimamente. Sono stati previsti dei sistemi di prese che corrono su binari fissi e possono essere spostate e gestite nel tempo a seconda delle esigenze degli utenti, eubiq. Oltre a quelli che saranno i comuni interruttori per l’accensione delle luci abbiamo previsto un sistema innovativo chiamato Cube, il quale prevede la gestione mediante poche semplici azioni di tutte le aree di competenze dell’automazione della casa. Abbiamo tenuto conto delle azioni che ogni utente può compiere.
Pensare all’utenza Ampliata: Troppe volte i sistemi di home automation sono stati proposti come soluzione ottimale per anziani e disabili; questa affermazione, in parte corretta e in parte errata, richiede un attimo di attenzione e di approfondimento. Se consideriamo con attenzione le esigenze delle persone (anche di quelle con disabilità) , ci accorgiamo che non è possibile ricondurre le
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diverse situazioni, legate alle differenti storie di ciascuno, allo stereotipo della persona in carrozzina o del “vecchietto” ricurvo con il bastone. Basta un minimo di serietà per accorgersi che la realtà è molto articolata e che non è facile ridurre tale complessità a poche categorie. Tuttavia, è possibile cercare di intraprendere strade che cercano di affrontare queste situazioni in modo più articolato e affrontare queste situazioni in modo più articolato e approfondito rispetto alla semplificazione che riconduce alle categorie di “anziani e disabili”. È quello che viene considerato un approccio Design for All. L’utenza ampliata in sé non esiste, non si tratta di un gruppo sociale definito. La questione è più di tipo metodologico: se è superficiale ricondurre problematiche complesse a poche categorie sommarie e, allo stesso tempo, non è possibile considerare in modo analitico le caratteristiche di ciascuno, perché non pensare a un nuovo approccio che cerchi, pian piano, di considerare le diverse esigenze, allargando sempre il numero di utenti che possono trovare soddisfazione in prodotti e servizi? Si tratta di porre attenzione alle persone, a tutte le persone, con le diverse esigenze. In questo modo si scoprono degli aspetti interessanti che sono stati posti alla base di quest’approccio.
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eubiq Eubiq è la prima gamma di profili in alluminio per l’elettrificazione di pareti, mobili e complementi d’arredo ad uso civile e industriale. L’unico ed innovativo sistema, che consente la gestione portatile della corrente elettrica: assolutamente flessibile dove serve e decisamente pratico quando serve. Una semplice rotazione, attiva l’adattatore in qualsiasi punto del profilo elettrificato scelto. Grazie all’innovativo GSS System™, Eubiq risolve tutti i problemi riguardanti il sistema elettrico tradizionale, le prese di corrente fisse e scomode sono superate grazie ad un sistema che rivoluziona l’idea della ciabatta elettrica insicura e per niente funzionale.
Sopra | Fig. 28 Dettaglio incastro “Eubiq”
Interazione: L’interazione con l’oggetto è facile, grazie al sistema a binario e alla variazione di altezza che si può imporre, il dispositivo non risulta essere discriminante, tranne per quelli che possono essere gli utenti non vedenti o coloro i quali sono affetti da gravi problemi agli arti superiori.
Sopra | Fig. 29 Panoramica sistema “Eubiq”
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cube Un dispositivo intelligente, capace di regolare in remoto le azioni della vita domestica. Un dispostivo intuitivo e tattile, dotato di un’interfaccia semplice e gradevole. Quando il cubo viene toccato, ogni lato si illumina e rivela la funzione . Il dispositivo può essere programmato in modo da rispondere solo ai device intelligenti nelle vicinanze. Inoltre il dado affronta il problema dei complessi telecomandi utilizzati per la domotica che sono, spesso molto scomodi, regalando agli utenti una user experience semplice e intuitiva. Concentrandosi sui piccoli gesti, in questo modo garantirà un processo tecnologico che si riconcilia con quelle persone che hanno poca familiarità con le tecnologie moderne.
Sopra | Fig. 30 Sistema “Cube”
Interazione: L’interazione con l’oggetto è facile, grazie all’interfaccia e ai gesti semplici e intutitivi da compiere risulta non essere un oggetto complicato, tranne per quella che può essere la procedura di programmazione. Grazie a dei feedback sonori riesce ad essere utilizzato, e mediante riconoscimento vocale si può interagire con l’oggetto. Sopra | Fig. 31 Interazione Uomo-Cube
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nest Termostato ad alto tasso di innovazione, rientra nella categoria IoT. È possibile, come i tradizionali termostati controllare la temperatura, sia di riscaldamento che di raffrescamento, ma in più associa molte più funzioni che permettono un controllo energetico eccellente, in termini di risparmio, ed un comfort maggiore. Un prodotto innovativo che presenta un’interfaccia semplice e gradevole. Nest può essere programmato e dall’applicazione per smartphone, tablet e Pc/Mac, sarà possibile conoscere tutti i dettagli sull’impiego del riscaldamento in casa così da consentire di ottimizzare ulteriormente i consumi.
Sopra | Fig. 32 Interfaccia “Nest”
Interazione: L’interazione con l’oggetto è facile, le uniche azioni da compiere vengono svolte con l’utilizzo di una sola mano e con pochi semplici gesti. Funzione che permette al device di imparare le abitudini dell’utente e autoregolarsi è la connessione internet, oltre che capire quando siamo lontani da casa e quindi spegnersi automaticamente e viceversa quando ci stiamo avvicinando.
Sopra | Fig. 33 Interazione Uomo-Nest
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Ola Locks Ola è l’innovativo sistema di apertura e chiusura delle porte, che ha concluso la campagna su Kickstarter nel Giugno del 2015 (il prodotto finito è previsto per Marzo 2016), che funziona esclusivamente tramite l’impronta digitale della mano, senza l’utilizzo di device durante l’azione di apertura/chiusura. È possibile gestire il sistema da un’apposita app che definisce chi sono gli User del sistema, per garantire la sicurezza e conoscere gli ingressi e lo stato della porta. Viene considerato il sistema di “accesso smart” più veloce in circolazione. Sopra | Fig. 34 Maniglia “Ola”
Interazione: L’interazione con l’oggetto è facile, l’unica azione da compiere è quella di sfiorare il quadrante con l’impronta digitale del polpastrello registrato al primo utilizzo, ciò permette una facilità di utilizzo massima, anche in situazioni poco agevoli.
Sopra | Fig. 35 Interfaccia app “Ola”
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Philips HUE Hue è il sistema di illuminazione wireless di Philips, consente di controllare in remoto le luci in modalità wirless da qualsiasi ambiente della casa. Offre la possibilità di regolare l’intensità della luce e di impostare timer e allarmi, modificando le luci nel tempo. È compatibile con una moltitudine di applicazioni per la gestione degli scenari tra cui il sistema di Apple “Home Kit“.
Sopra | Fig. 36 Box “Hue”
Interazione: L’interazione con l’oggetto è facile, grazie alla possibilità di un’interazione con diversi tipi di applicazioni per la gestione dei diversi tipi di scenari e la facilità delle azioni da compiere, risulta essere un prodotto rispondente alle nostre esigenze.
Sopra | Fig. 37 Bridge “Hue”
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EVE ELGATO Eve è la serie di prodotti di Elgato, dedicati alla gestione e al controllo della qualità dell’aria. Il sistema, compatibile con “Home Kit”, comprende vari devices controllati da un’unica app. In particolare si possono controllare: la qualità dell’aria, il livello di umidità, la pressione atmosferica ed il consumo di energia, oltre ad i serramenti e la temperatura dell’acqua.
Sopra | Fig. 38 Dispositivo “Eve”
Interazione: L’interazione con l’oggetto è di media complessità: le azioni da compiere non sono complesse, grazie anche al design dell’app, ma la lettura dei dati non è propriamente accessibile a tutti.
Sopra | Fig. 39 Interfaccia “Eve”
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Capitolo 7 Smart home La Casa Flessibile
riflessioni Pro e Contro Rispetto alla soluzione studiata come caso studio di Bticino e quella che invece sono state maggiormente approfondite con gli IOT e i sistemi automatizzati wireless, abbiamo analizzato come le diverse soluzioni offrono ad ogni modo dei grandi comfort in merito all’automazione dell’ambiente domestico. Bticino ad oggi offre una moltitudine di opportunità che riescono a soddisfare le esigenze di tutti, bisogna però tener presente che è un sistema chiuso e in quanto tale riesce a comunicare solo con dispositivi Bticino, garantendo però una maggiore sicurezza dell’ambiente, motivo per cui non è una scelta da non considerare; allo stesso tempo però abbiamo focalizzato la nostra ricerca su tecnologie più avanzate, che permettessero una maggiore interconnessione della casa, facendo in modo da creare una rete di comunicazione molto più vasta e interattiva, grazie ad una connessione ad internet wireless a banda larga.
progetto Sintesi del processo evolutivo abstract le possibili destinazioni lo sviluppo nel corso del tempo tavole tecniche
casa flessibile Abstract generale Il sistema “casa flessibile” è stato applicato nel nostro specifico progetto, ad una casa prefabbricata già esistente, progettata dall’Architetto Giulio Ceppi per l’azienda Moretti. La struttura è interamente smontabile e applicabile a qualsiasi suolo e ambiente, è composta da una struttura portante in legno. La forma, con le diverse aperture risulta avere un’ottima illuminazione naturale e i sistemi di costruzione rispondono ai principi della “Green Building”. Abbiamo focalizzato il nostro progetto sugli interni, andando ad intaccare quanto meno quelle che sono state le scelte progettuali dell’ arch. Giulio Ceppi, focalizzando il nostro modo di concepire gli spazi flessibili in relazione agli arredi e ai divisori, pensando a soluzioni innovative e “flessibili”, che riescano a rispondere alle esigenze degli utenti. Lo sviluppo del progetto, ha tenuto conto delle prerogative analizzate nei capitoli precedenti; partendo dall’impiantistica elettrica, abbiamo predisposto un impianto con sistema wireless di home automation, permettendo un’ interconnessione facilitata tra più devices, il quale consente all’utente finale di personalizzare i comandi legati all’impianto a seconda delle esigenze. Per quanto riguarda la pavimentazione, abbiamo pensato ad un pavimento flottante con finitura in legno, il quale prevede un’ alzata massima di 10 cm facilitando il passaggio dei
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cavi elettrici e l’ispezione in caso di guasti. Il sistema interno di pareti in muratura è stato sostituito con una soluzione innovativa che prevede la massima flessibilità, essendo composto da pannelli in mdf con sistema di fono-assorbimento, gestiti da doppi binari (a soffitto e a pavimento) per consentire lo spostamento in entrambi i versi, e/o armadi a tutta altezza bifacciali.
Nella pagina che segue vengono illustrate le caratteristiche principali del progetto.
Capitolo 8 Progetto La Casa Flessibile
casa trilobite Pianta Stato di fatto | Scala 1:100
casa trilobite Sezione Longitudinale e Trasversale | Scala 1:100
prospetti
prospetto est
prospetto sud 138
Capitolo 8 Progetto La Casa Flessibile
prospetto ovest
prospetto nord Capitolo 8 Progetto La Casa Flessibile
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casa flessibile Proposte progettuali Per fortificare la credibilità del progetto e rendere il sistema funzionale, abbiamo ipotizzato dei possibili scenari e cambiamenti di utenza nel corso del tempo. Le soluzioni progettuali con tutti gli aspetti da noi analizzati potrebbero essere non limitati ad una sola disposizione, ma potrebbero essere una soluzione per più ambiti del residenziale. Abbiamo infatti progettato quattro tipologie, che vanno da una soluzione “temporanea breve” come una casa per le vacanze, ad una “temporanea prolungata”, prendendo come esempio le case per studenti fuori sede, una “stabile evolutiva”, e infine una “stabile evolutiva su due piani”.
Oltre ad alcuni dettagli specifici, sono stati portati avanti alcuni principi che resteranno uguali per tutte le soluzioni e sono i seguenti: • Bagno con ingressi e aree interne con circonferenza pari a 150 cm per una facilità di manovra e deambulazione. • Spazio tra gli arredi nelle zone di flusso di min. 90 cm. • Alzate ripiani non superiori a 70 cm.
Queste quattro soluzioni non risultano essere le uniche possibili, ma anzi, solo dei punti di partenza che possono essere applicati a qualsiasi tipo di struttura, dimostrando come con le nostre soluzioni si possano rendere flessibili spazi con diverse destinazioni d’uso, senza spese onerose di opere murarie. All’interno di ogni singola soluzione sono stati analizzati alcuni aspetti tecnici e dimensionali dell’arredo e della struttura con un’ottica Design for All, fortificando tutte quelle che sono state le premesse nei precedenti capitoli. All’interno delle piante, associate alle scelte e alle soluzioni abbiamo adottato un simbolo ( ) circolare che ne marca la presenza.
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Capitolo 8 Progetto La Casa Flessibile
tipologia uno Temporanea breve La soluzione progettata per una residenza temporanea breve, che può essere destinata ad una abitazione per vacanze o un’unità abitativa all’interno di un complesso turistico, presenta delle esigenze molto specifiche. I divisori sono stati studiati in modo da garantire non solo una separazione, ma anche una soluzione funzionale con l’utilizzo di armadi bifacciali e elementi di arredo ribaltabili. Gli arredi risultano avere le stesse prerogative delle pareti, con elementi mobili e variabili nel tempo. Gli unici vani che non saranno mobili sono i servizi, collocati su ambedue i lati dell’unità e la cucina. La soluzione completa prevede un numero massimo di tre camere (due doppie di cui una con spazio per neonato ed una singola). Nelle pagine che seguono la disposizione completa, verranno illustrati i riadattamenti delle camere e le diverse soluzioni possibili.
Legenda: Quote Altimetriche Ingressi Orientamento Armadi bifacciali Pareti scorrevoli a binario Soluzione Design for All
Rapidità di evoluzione
SLOW
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FAST
Capitolo 8 Progetto La Casa Flessibile
A cura di Andrea Policastro
disposizione uno
n
Pianta 1:100 500 136
182
182
12
0
5 38
24 184
151
9 24 0 0
Ø150
+0.10
220
26
6
7 11 80 88
55 240
90
111
240
55 240
90 240
90
320
240
95
Ø150
90 240
585
0
disposizione due
n
Pianta 1:100 500 136
182
182
12
0
5 38
24 184
151
Ø150
+0.10
220
26
6
7 11 80
240
88
111
90
90
240
25
Ø150
585
0
disposizione tre
n
Pianta 1:100 500 136
182
182
12
0
5 38
24 184
201
Ø150
+0.10
26
6
7 11 344
240
88
90
90
240
25
Ø150
585
0
sezioni +2.80
+0.0
Sezione A-A’ | Scala 1:100
+3.90
+0.10
Sezione B-B’ | Scala 1:100
dettaglio tecnico Portale dâ&#x20AC;&#x2122;ingresso | Scala 1:50
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tipologia due Temporanea prolungata La disposizione per una residenza temporanea prolungata, che potrebbe rientrare nelle prerogative degli studenti fuori sede, prevede una moltitudine di soluzioni, che danno la possibilità di trasformare l’ambiente in poco tempo. Le quattro camere previste nella soluzione principale, sono totalmente abbattibili e danno la possibilità, a seconda delle esigenze che si possono presentare, di creare nuovi spazi, comuni o privati. Come nella soluzione precedente, i servizi igienici hanno mantenuto la stessa posizione per motivi di praticità.
Legenda: Quote Altimetriche Ingressi Orientamento Armadi bifacciali Pareti scorrevoli a binario Soluzione Design for All
Rapidità di evoluzione
SLOW
FAST
A cura di Andrea Policastro
152
Capitolo 8 Progetto La Casa Flessibile
disposizione uno
n
Pianta 1:100 500 136
182
182
12
0
5 38
24 184 Ă&#x2DC;150
90 240 +0.10
7 11
107
315 100
107
240
270
90 240
90 240
135
372
168
90 240
25
244
98 585
244
260
90 240
0
disposizione due
n
Pianta 1:100 500 136
182
182
12
0
5 38
24 184 Ă&#x2DC;150 +0.10
7 11
315 100
107
240
107
25
168
372
135
244
98 585
244
0
disposizione tre
n
Pianta 1:100 500 136
182
182
12
0
5 38
24 184 Ă&#x2DC;150 +0.10
7 11
107
315 100
107
240
270
260
25
244
98 585
244
0
sezioni +3.65
+0.0
Sezione A-A’ | Scala 1:100
+2.80
+0.0
Sezione B-B’ | Scala 1:100
dettaglio tecnico Sezione e prospetto armadio | Scala 1:50
tipologia tre Residenziale stabile evolutivo La disposizione pensata per una residenza stabile evolutiva, prevede una flessibilità dello spazio parzialmente più rigida rispetto alle precedenti. La zona giorno è stata nettamente separata dalla zona notte, con una conformazione molto più standard. L’ingresso è stato parzialmente defilato e posto su una delle aperture laterali. La disposizione con le possibili varianti è stata pensata per un cambiamento di utenza, da un minimo di due persone ad un massimo di 5. Nelle pagine che seguiranno, mostriamo come si possono variare gli spazi e come è possibile rimuovere o spostare i divisori.
Legenda: Quote Altimetriche Ingressi Orientamento Armadi bifacciali Pareti scorrevoli a binario Soluzione Design for All
Rapidità di evoluzione
SLOW
FAST
A cura di Alberto Simoni
162
Capitolo 8 Progetto La Casa Flessibile
disposizione uno
n
Pianta 1:100 12
0
5 38
24
1 11
3 14
Ă&#x2DC;150
240
88
9 24 0 0
2
377
48
20 2
7 11
139
12
98 45 357
25
+0.10
244
98 585
244
90
0
disposizione due
n
Pianta 1:100 12 0
5 38
24
1 11
3 14
Ă&#x2DC;150
240
88
9 24 0 0
2
377
48
20 2
7 11
139
12
98 45 357
25
+0.10
244
98 585
244
90
0
disposizione tre
n
Pianta 1:100 12
5 38
0
24
1 11
3 14
Ă&#x2DC;150
20 2
7 11
139
240
9 24 0 0
12
2
377
25
+0.10
244
98 585
244
0
sezioni +3.40
+0.0
Sezione A-A’ | Scala 1:100
+4.40
+0.0
Sezione B-B’ | Scala 1:100
dettaglio tecnico Sistema di scorrimento divisori | Scala 1:50 A-A’ | Posizione 1
A-A’ | Posizione 2
A-A’ A-A’ | Posizione 3
tipologia quattro Residenziale stabile evolutivo due piani L’ultima soluzione studiata è per una residenza stabile evolutiva, ma disposta su due piani, avendo quindi 200 mq totali di superficie. Abbiamo ipotizzato una scala centrale con un’ampia circonferenza per la futura predisposizione di un’ascensore. Il piano terra presenta due camere immediatamente dopo l’ingresso, oltre ad un bagno. Nella zona adiacente si trovano una zona relax e una grande cucina ad isola. Il secondo piano presenta una grande zona notte, con letto matrimoniale, bagno e guardaroba, ed una grande zona comune adibita a relax e studio. La struttura presenta delle possibilità di variazione che possono essere compiute nel tempo con delle leggere modifiche. Nelle pagine che seguiranno mostriamo come è possibile, ampliare e variare gli spazi.
Legenda: Quote Altimetriche Ingressi Orientamento Armadi bifacciali Pareti scorrevoli a binario Soluzione Design for All
Rapidità di evoluzione
SLOW
FAST
A cura di Alberto Simoni
disposizione uno
n
Pianta piano terra | 1:100 500 182
136
182 12 0
5 38
24
184
+0.10
7 11
90 0 24
13 0
9 24 0 0
23 8
Ă&#x2DC;150
1 25 25 2
25 190
16 9
240
Ă&#x2DC;330
585
75
0
disposizione due
n
Pianta piano terra | 1:100 500 182
136
182
12
0
5 38
24 184
23 8
Ă&#x2DC;150
13 0
7 11
+0.10
1 25
25 190
16 9
240
Ă&#x2DC;330
585
0
disposizione tre
n
Pianta piano terra | 1:100 500 182
136
182
12
0
5 38
24 184 Ă&#x2DC;150 +0.10
7 11 240
Ă&#x2DC;330
25
585
0
sezione
+7.40
+3.80
+0.0
Sezione A-Aâ&#x20AC;&#x2122; | Scala 1:100
disposizione uno
n
Pianta piano primo | 1:100 500 182
136
182 12
0
5 38
24
Ă&#x2DC;150 +3.40
7 11 90 240
2 12
90 0 24
240
Ă&#x2DC;330
585
0
disposizione due
n
Pianta piano primo | 1:100 500 182
136
182
12
0
5 38
24
Ă&#x2DC;150 +3.40
7 11 2 12
240
Ă&#x2DC;330
25
585
0
disposizione tre
n
Pianta piano primo | 1:100 500 182
136
182
12
0
5 38
24
Ă&#x2DC;150 +3.40
7 11 2 12
240
Ă&#x2DC;330
25
585
0
sezione
+7.40
+3.80
+0.0
Sezione B-Bâ&#x20AC;&#x2122; | Scala 1:100
dettaglio tecnico Cucina isola | Scala 1:50
conclusioni Bibliografia | Ringraziamenti
CONCLUSIONI La ricerca per l’ottenimento della flessibilità che emerge dall’analisi effettuata è oggi quella di assegnare all’edificio una trasformabilità nel tempo, equilibrata alla funzione residenziale, evitando di ridurre la flessibilità ad un unico principio regolatore della progettazione e di cadere negli errori compiuti nelle sperimentazioni degli anni Settanta sul tema della flessibilità globale. Le scelte devono limitare il numero delle possibili variazioni dello spazio abitativo e dell’involucro edilizio realizzabili in fase di costruzione o di fruizione dello spazio domestico, all’interno delle quali l’utente è libero di poter scegliere in base alle proprie esigenze. Quelle che sono state le scelte progettuali utilizzate in questo elaborato, hanno alle spalle un corposo quantitativo di ricerca, che portano a delle soluzioni progettuali reali, possibili, ma di cui oggi, siamo certi in pochi si fiderebbero. In una realtà come l’Italia, dove il mattone è rimasto l’unica pietra miliare e l’unica certezza, proporre delle strutture prefabbricate con dei sistemi mobili interni, risulta essere troppo avanguardististico. Non sappiamo ad oggi quali potrebbero essere i riscontri e soprattutto le tendenze future, possiamo semplicemente affermare, che l’esperienza della tesi ci ha portato a scoprire ambiti delle progettazione totalmente nuovi e fu0ri da ogni standard. Progettare con l’uomo e per l’uomo, proietta il progettista in
190
una dimensione che è quella più indicata per una buona riuscita del progetto. Pensare all’utenza ampliata, avere un approccio Design for All, accresce il buon senso, incontra e soddisfa le esigenze di ogni persona.
Capitolo 9 Conclusioni La Casa Flessibile
bibiliografia Volumi: Accolla A., “Design for All, il progetto per l’individuo reale”, MIlano, FrancoAngeli Editore, 2009 Arditi G. Serratto C., “Gio Ponti, Venti Cristalli di architettura”, Venezia, il Cardo Editore, 1994 Bandini Buti L., “Ergonomia Olistica, il progetto per la variabilità umana”, Milano, FrancoAngeli, 2008 Bandini Buti L., “Design for All, Aree di ristoro, Il caso Autogrill”, Milano, Maggioli Editore, 2013 Curtis W. J., “L’architettura moderna dal 1900”, Milano ,Phaidan Editore, 2006 Del Zanna G., Malavasi M., Vaccari G., “Manuale illustrato per la domotica a uso sociale, la casa flessibile al servizio dell’uomo”, Milano, Tecniche nuove s.p.a., 2009 Gilardelli D., “Il progetto ‘idea DfA’”, Milano, Camera di commercio Milano, 2010 Irace F., “3”, Milano, Triennale Electa, 2008 Malighetti L.E., “Progettare la flessibilità, ti-
pologie e tecnologie per la residenza”, Milano, Maggioli Editore, 2008 Norman D., “La caffettiera del masochista, il design degli oggetti quotidiani”, Firenze, Giunti Editore, 2015 Norman D., “Il computer invisibile”, Milano, Apogeo Editore, 2000 Norman D., “Vivere con la complessità”, Milano, Pearson Editore, 2011 Romero M., “Design e nuove tecnologie”, Milano, Harlequin, 2008
Articoli: Frizzel S., “The Smarter Home” in Time, July 2014 Peake G., “Tutti gli standard dell’ Internet of things” in Wired, Settembre 2015
sitografia http://www.bticino.it/domotica-casa-connessa http://casajasmina.arduino.cc/ https://www.ideo.com/work/human-centered-design-toolkit/ http://www.morettimore.it/case/casa-prefabbricata-trilobite/ http://www.anaunia.it/soluzioni/parete_manovrabile_insonorizzata_maxi http://www.giussani.it/C/6/Pavimenti-per-ufficio-e-pareti-divisorie-mobili.html http://www.cappellini.it/it/prodotti/divani-e-poltrone/oblong-system https://www.centroconsumatori.it40v40d68797.html https://nest.com/ http://www.apple.com/it/ios/homekit/ http://www.apicesrl.com/vocalgo/operativo3.html http://www.eubiq.com/gss_system.aspx http://www.snaidero.it/cucine-moderne/skyline http://www.sanitrit.it/ http://www.progettarepertutti.org/progettazione/casa-agevole-fondazione/ http://www.familyofthearts.com/ http://www.campeggisrl.it/it/prodotti/pisolotta
indice immagini Fig. 1 e 2 pg. 29 Fronte sud di una delle due abitazioni in “Casa per tutti, Abitare la città globale” Fig. 3 e 4 pg. 31 Pianta arredata con specifiche tecniche in “Gio Ponti, Venti Cristalli di architettura”. Fig. 5 e 6 pg. 33 Casa connessa in http://www.bticino.it/domotica-casa-connessa Fig. 7 e 8 pg. 35 Casa Jasmina in http://casajasmina.arduino.cc/ Fig. 9 e 10 pg. 95 Oblong divano in http://www.cappellini.it/it/prodotti/divani-e-poltrone/ oblong-system Fig. 11 e 12 pg. 96 Sosia divano in http://www.campeggisrl.it/it/prodotti/sosia Fig. 13 e 14 pg. 97 Pisolotta poltrona in http://www.campeggisrl.it/it/prodotti/pisolotta Fig. 15 e 16 pg. 98 Chama poltrona in http://www.lago.it/design/poltrona-chama Fig. 17 pg. 99 Bellagio tavolo in http://www.ozzio.com/tavoli_trasformabili/tavolo-salvaspazio-bellagio.html Fig. 18 e 19 pg. 100 Skyline cucina in http://www.snaidero.it/cucine-moderne/skyline-2-0 Fig. 20 e 21 pg. 101 Together portalibri in http://lanzavecchia-wai.com/ Fig. 22 pg. 104 Sanitrit wc in http://www.sanitrit.it/ Fig. 23 pg. 108 Planimetria microbagno in http://www.architettiroma.it/quaderni/prog-accessibile/casaagevole1.html Fig. 24 e 25 pg. 121 Vocalgo smart home in http://www.apicesrl.com/it/chi-siamo/ Fig. 26 e 27 pg. 123 Home Kit smart home in http://www.apple.com/it/ios/homekit/ Fig. 28 e 29 pg. 125 Eubiq prese in http://www.eubiq.com/faq.aspx Fig. 30 e 31 pg. 126 Cube smart home in http://www.familyofthearts.com/ Fig. 32 e 33 pg. 127 Nest termostato in https://nest.com/ Fig. 34 e 35 pg. 128 Maniglia e interfaccia Ola in http://www.olalocks.com/ Fig. 36 e 37 pg. 129 Box e bridge Hue in http://www2.meethue.com/it-it/ Fig. 38 e 39 pg. 130 Dispositivo e interfaccia Eve in https://www.elgato.com/en/eve
I
l lavoro condotto per questa tesi è necessariamente non completo, o meglio, sono molte le cose che si possono affinare e sviluppare. Molte sono le cose che ci sarebbero piaciute approfondire, ma si sa alla fine si chiude per iniziare un dopo e questa tesi l’abbiamo vista soprattutto come una manifestazione per quello che ci piacerebbe fare in seguito, come un’introduzione al nostro futuro. Speriamo di aver dato delle conferme e di essere stati all’altezza di quanto ci è stato chiesto di fare, di certo l’impegno e la passione da parte nostra non sono mancati. In ogni caso abbiamo cercato di puntare al massimo. Desideriamo ricordare tutti coloro che ci hanno aiutato nella stesura con suggerimenti, critiche e osservazioni: a loro va la nostra gratitudine, anche se a noi spetta la responsabilità per i contenuti della tesi.
Ringraziamo anzitutto il professor Giulio Ceppi, relatore ed il professor Luigi Bandini Buti, correlatore, per il loro supporto e la loro sapiente guida. Un ringraziamento per il supporto e il tempo dedicatoci va a tutti i professionisti che ci hanno seguito e ascoltato durante il periodo di stesura, Simone Bandini Buti, il dott. Enrico Bassi, il prof. Fortunato d’A mico, il prof. Beppe Finessi, il prof. Massimo Facchinetti, Il prof. Maximiliano Romero e il prof. Francesco Samorè.
Ringrazio Greg, la cui cultura e curiosità hanno fatto sì che il mio percorso di crescita fosse più ricco ed entusiasmante, ringrazio Luca e Francesco per il loro modo di vedere le cose e per i loro continui stimoli, ringrazio Nicolò per la sua vivace e costante presenza. Ringrazio Zoe, la mia coinquilina, per il suo essere sempre presente, per la pazienza e il bene che che sempre mostra. Ringrazio la ZZ Enterprise e Emily Ratajkowski per avermi accompagnato con ignoranza giorno per giorno ed avermi immancabilmente strappato dei sorrisi. Ringrazio Ottavia e Anna, le mie migliori amiche. Ringrazio Alberto per essere stato il perfetto compagno di avventura in questo che si può definire il primo di una lunga serie di viaggi della vita, lo ringrazio per il ricordo che in questi mesi ha forgiato in me, motivo per cui non dimenticherò mai il nostro percorso. Ringrazio Irene per il suo essere, per la gioia che ogni giorno mi dona senza nemmeno saperlo. Ringrazio Antonio per essere il mio migliore amico, il mio confidente, la mia roccia, ma soprattutto per la sicurezza che ho nel cuore che lui per me ci sarà sempre. Un ringraziamento speciale alla mia famiglia: ai miei Nonni, per avermi dato la gioia e per ricordarmi le mie radici, a mia zia Raffaella e Gianni per il sostegno continuo e l’immancabile presenza. Ringrazio i miei genitori, i quali sacrifici hanno fatto si che oggi fossi qui. Grazie Papà per essere un così valido esempio da seguire. Grazie Mamma per esserci sempre, nelle giornate belle e in quelle meno belle, sei il mio rifugio sicuro in cui non mi stancherò mai di recarmi. Ringrazio Voi per l’uomo che sono diventato e per avermi permesso di iniziare la vita con così tante opportunità. Infine, dedico questo lavoro e il mio percorso formativo ad una persona che ho sempre sentito vicina, mia nonna Maria, il cui ricordo è sempre vivo in me, col timore che oggi avrei ricordato solo di avere avuto una nonna, dimenticando i pochi, ma intensi, anni vissuti insieme.
Giunto al termine di questo percorso, guardandomi indietro, mi accorgo che tutti i sacrifici che ho fatto, che abbiamo fatto, hanno un valore unico. Investire nell’istruzione non è mai una scelta sbagliata. Per questo motivo mi sento in dovere di ringraziare in primis i miei genitori, che circa tre anni fa hanno deciso di supportarmi e di regalarmi l’esperienza più bella della mia vita. Senza di loro non sarei la persona che sono oggi e vedrei il mondo in modo diverso. Un grazie va anche a mia sorella e mio fratello, che hanno sempre portato avanti la mia causa, sostenendomi e non lasciandomi mai solo. Grazie a mia zia e mio zio, due secondi genitori per me, che hanno messo del loro nella mia crescita e nella mia educazione. Grazie anche alle mie nonne, che nonostante non riuscissero a capire la mia voglia di evadere, non mi hanno mai fatto mancare il loro appoggio ed il loro affetto. Un grazie speciale va a Giulia, che mi è sempre stata vicino, nei momenti belli ed in quelli bui, senza farmi mai mancare il suo supporto ed il suo amore, con la quale sogno di iniziare un nuovo percorso da qualche parte in questo mondo. Tre anni passati lontano da casa significano nuove esperienze, nuove conoscenze, ma anche prendere coscienza di come alcune delle vecchie amicizie non siano da lasciare alle spalle, ma anzi, più forti che mai; mentre altre in cui credevo tanto abbiano delle fondamenta non sicure. Ci tengo quindi a ringraziare quelle poche persone che nonostante tutto non mi hanno mai voltato le spalle. I miei migliori amici, Mavi, Andrea e Alessio. I miei colleghi di università, “scoppiati” e sempre fuori dalle righe. Eric, Nicolas, Matteo e Alberto; Nicolò e Greg. Infine grazie ad Andrea che mi ha accompagnato nella creazione di questo elaborato, che ho scoperto essere una persona fantastica e con cui ho condiviso momenti che non dimenticherò mai.