LA RIVISTA DELL’AUTOTRASPORTO
PERIODICO DEL COMITATO CENTRALE PER L’ALBO NAZIONALE DEGLI AUTOTRASPORTATORI DI COSE PER CONTO DI TERZI
mensile n. 142 Ottobre 2011
Dossier Friuli
Storie di confine
Formazione
Partono gli stage dell’Albo In città
Arriva il nuovo Daily
GRANDI MANOVRE SULL’AUTOTRASPORTO
Ricadute importanti per il settore dalla recente manovra economica: ripartono i tavoli per gli accordi di settore ma ritorna anche il Sistri, mentre le cooperative contestano i provvedimenti fiscali
Scanner ai raggi x
Sono davvero sicuri? DCOOS3417 NAZ/278/2008
Controlli su strada
Una giornata con i Centri Mobili di Revisione
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In copertina: il nuovo Iveco Daily
LA RIVISTA DELL’AUTOTRASPORTO
PERIODICO DEL COMITATO CENTRALE PER L’ALBO NAZIONALE DEGLI AUTOTRASPORTATORI DI COSE PER CONTO DI TERZI
mensile n. 142 Ottobre 2011
Dossier Friuli
Storie di confine
Formazione
Partono gli stage dell’Albo In città
Arriva il nuovo Daily
ANNO XII N° 142 - Ottobre 2011
COMITATO SCIENTIFICO PRESIDENTE: Bruno Amoroso VICEPRESIDENTI: Gabriella Gamba, Francesco Del Boca COMPONENTI: Marco Cattabiani, Daniele Caffi, Stefania Cippitelli, Giuseppina Della Pepa, Silvio Faggi, Carolina Galasso, Maurizio Longo, Alessandro Massarelli, Paolo Melfa, Olga Eugenia Pegoraro, Isabella Pini Ferrari, Roberto Sgalla, Enzo Solaro, Mario Troisi REALIZZAZIONE ARTI GRAFICHE BOCCIA Spa Via Tiberio Claudio Felice 7 84131 Salerno
DIREZIONE-REDAZIONE 00198 ROMA Via Tevere 44 Tel. 06 85356494 - 06 68892416 (fax) redazione.tir@tin.it DIRETTORE RESPONSABILE Massimo De Donato CAPO REDATTORE Lucia Angeloni REDATTORE Yari Selvetella
GRAFICA Arianna Giagoni
FOTO Luciano Tramontano SEGRETERIA Milva Pistoni
Hanno collaborato a questo numero Angelo Ciaravolo, Andrea Giuli, Michele Latorre, Franco Massimelli, Antonella Romano, Fabrizio Serafini, Ferdinando Tagliabue, Marco Tempestini
PUBBLICITÀ Concessionaria per la pubblicita: Nuovi Periodici Milanesi s.r.l. Via Molise, 3 20085 Locate Triulzi (Milano) Tel 029048111 - Fax 02904811210 info@nuoviperiodicimilanesi.com www.nuoviperiodicimilanesi.com Paolo Cafieri - Pr Marketing & Advertising manager paolocafieri@nuoviperiodicimilanesi.com Caterina Tropea - Pr Marketing & Advertising supervisor caterinatropea@nuoviperiodicimilanesi.com Alessia Baietta - Pr Marketing & Advertising Office alessiabaietta@nuoviperiodicimilanesi.com Ugo Cisternino - Advertising ugocisternino@nuoviperiodicimilanesi.com STAMPA ARTI GRAFICHE BOCCIA Spa Salerno
EDITORE Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di Cose per Conto di Terzi Registrazione del Tribunale di Roma n° 547 del 18/11/98
GRANDI MANOVRE SULL’AUTOTRASPORTO
Ricadute importanti per il settore dalle recenti manovre economiche: ripartono i tavoli per gli accordi di settore ma ritorna anche il Sistri, mentre le cooperative contestano i provvedimenti fiscali
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Scanner raggi x
Sono davvero sicuri? DCOOS3417 NAZ/278/2008
Controlli su strada
Una giornata con i Centri Mobili di Revisione
n un Paese come l’Italia, che ha nella fantasia e nella creatività due delle sue armi migliori, ecco due storie che riguardano la categoria. Entrambe partono da realtà territoriali, ma offrono lo spunto per riflessioni di più ampia portata.
La prima arriva dal profondo sud, Policoro. Qui, il consiglio comunale ha avuto un’idea brillante: utilizzare le imprese di autotrasporto locali per promuovere il territorio. Così ha contattato un’impresa di autotrasporto che ha messo a disposizione i suoi articolati per portare in giro per l’Italia e l’Europa il nome e l’immagine della cittadina lucana, grazie anche al contributo di undici imprenditori locali. Certo non può essere la “sponsorizzazione” il modo per risolvere i problemi economici delle imprese del Sud, ma in un Paese dove l’autotrasporto è costantemente demonizzato, l’idea che un Comune utilizzi un camion per promuovere il territorio rappresenta sicuramente uno spunto interessante. E facilmente imitabile.
Spostiamoci al nord, profondo nord, anche se non geograficamente parlando: provincia di Modena, comune di Camposanto. Anche qui, come nel resto d’Italia, vengono effettuati periodicamente controlli sui mezzi pesanti da parte degli uomini della Polizia Municipale. Gli autisti sono sottoposti ad alcooltest e narcotest, oltre alle consuete verifiche sul veicolo e sui documenti amministrativi. Qual è la notizia? Che il Comune ha previsto un premio per gli autotrasportatori virtuosi che risultano in regola: un buono pasto da spendere nelle trattorie della zona. Niente che cambi la vita - o le tasche - dell’autotrasportatore, sia ben chiaro: 14 euro, da spendersi entro il 31 dicembre. Ma, anche in questo caso, un segnale di attenzione nei confronti di una categoria e degli sforzi che questa fa per rispettare le regole. E in un Paese in cui chiunque si sente in diritto di sparare contro l’autotrasporto – anche solo per deviare l’attenzione da altri problemi – sono proprio questi segnali che partono dal territorio a darci la sensazione che qualcosa può cambiare.
Massimo De Donato dedonato.tir@alboautotrasporto.it TIR 142/2011
La rivista dell’autotrasporto Periodico del Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di Cose per Conto di Terzi
AMBASCIATORI DEL TERRITORIO
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Costi di assistenza 0,00 euro Manutenzione zero www.varta-automotive.com/savings-calculator
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i costosi tempi morti imposti dalla manutenzione sono ormai un ricordo del
SOMMARIO n. 142 Ottobre 2011
GRANDI MANOVRE SUL SETTORE
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SULLA STRADA CON I CENTRI MOBILI DI REVISIONE
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La manovra economica e le sue ricadute sull’autotrasporto hanno catalizzato l’attenzione del dibattito politico. Ripartono gli accordi di settore
Cronaca di una sessione di controlli ad opera della Polizia Stradale e del Dipartimento Trasporti Terrestri di Yari Selvetella
FRIULI-VENEZIA GIULIA: COMPETITIVITÀ DI FRONTIERA
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STRADA-ROTAIA, UNA COMBINAZIONE DIFFICILE
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Nonostante i maggiori controlli le aziende di autotrasporto sono ancora
in grande difficoltà per la concorrenza di vettori stranieri
Uno studio dell’ISPI, promosso dalla Consulta dell’Autotrasporto, affronta i punti critici dell’intermodalità ferroviaria e propone alcune soluzioni per il suo sviluppo
di Michele Latorre
FORMAZIONE & PROFESSIONE
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SICUREZZA AI RAGGI X
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TECNICA: ARRIVA IL DAILY CHE SI ISPIRA A SUPERMAN
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A Roma la consegna degli attestati per i corsi Pre-Mitel promossi dal
Comitato Centrale dell’Albo in collaborazione con sette università italiane
Le apparecchiature scanner permettono accurati controlli ai carichi di semirimorchi e container. Ma con qualche preoccupazione per la salute degli autisti
Nuova versione per il leggero di casa Iveco che ha venduto fino ad oggi oltre due milioni di esemplari nel mondo
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Consulta
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Albo
Scadenze e divieti di circolazione
Europa Tecnica
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Fisco
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Normative
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Logistica
Costi di esercizio In viaggio con
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Editoriale
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Un progetto per la categoria
L’obiettivo del nuovo Albo è quello di far crescere il settore e far comprendere all’opinione pubblica il ruolo dell’autotrasporto
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di Francesco Del Boca
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o scorso mese vi ho raccontato il nuovo spirito che caratterizza il Comitato Centrale dell’Albo, visualizzandolo come la casa di tutti gli autotrasportatori. Molte sono state le risposte a questa mia affermazione, alcune simpatiche, altre meno, alcune disinteressate, altre no, ma non voglio aprire sterili polemiche che non producono nessun risultato. L’obiettivo del nuovo Albo è quello di riportare gli autotrasportatori al centro del progetto, facendo crescere la categoria sia dal punto di vista professionale che sociale. A questo proposito vi preannuncio che a breve partiranno delle rubriche all’interno di produzioni radiofoniche e televisive nazionali con lo scopo di fare conoscere ai media, all’opinione pubblica e a tutti cittadini chi è davvero l’autotrasportatore e cosa rappresenta: non certo quello dei tir assassini, brutto, sporco, cattivo e maleducato. È l’amico di tutti, quello della porta accanto, che la mattina consente a tutti gli italiani di bere il caffè, il latte, di leggere il giornale, di acquistare i medicinali, i prodotti alimentari, di fare il pieno di carburante e tante altre cose ancora. Noi queste cose le sappiamo da sempre, ma dobbiamo spiegarle anche a chi non le sa.
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Interesse comune Oggi in Italia vanno di moda le liberalizzazioni, l’abolizione di tutti gli ordini e Albi e c’è la tendenza a rinnegare tutto ciò che ha fatto diventare grande questo Paese: le categorie, i mestieri, le corporazioni e tutto ciò che ha fatto dell’Italia uno dei Paesi più evoluti nel mondo. Ma chi trarrà vantaggio da que-
sta politica? Il 98% delle piccole e medie imprese italiane? No, forse solo il restante 2%. In questo contesto diventa sempre più importante per tutti coloro che hanno a cuore questa filiera difendere l’Albo, visti anche alcuni rumors che ne vorrebbero lo smantellamento. E noi certamente non vogliamo che venga cancellato l’organo di rappresentanza di coloro che trasportano più dell’85% delle merci all’interno del territorio italiano. Siamo, anche, stanchi di essere rappresentati sul territorio da organismi che non prevedono la partecipazione attiva degli autotrasportatori. Gli stessi che poi non sono nemmeno in grado di procedere alla cancellazione di oltre 45.000 aziende iscritte all’Albo degli Autotrasportatori senza avere nessun mezzo di proprietà. Pur sapendo, in questo modo, di favorire aziende parassitarie ed incentivare l’abusivismo e l’illegalità con riscontri negativi in termini di sicurezza sulla strada.
nistero e della Consulta dell’Autotrasporto perché solo dalla collaborazione con le istituzioni l’Albo potrà riprendere vigore e ristabilire il ruolo che gli compete. L’Albo deve continuare a essere la casa degli autotrasportatori, e noi ci batteremo affinché continui a esserlo. E se chi ne gestisce le articolazioni territoriali non è nelle condizioni di svolgere i compiti affidatagli, cercheremo altrove chi potrà farlo, consentendo anche alle rappresentanze locali degli autotrasportatori di dare il loro contributo di conoscenze ed esperienze. L’autotrasporto merci su strada, in Europa, continuerà a crescere di dimensioni fino al 2050 – dichiarò nella sua ultima conferenza da commissario europeo ai Trasporti Tajani – dopodiché inizierà a decrescere in favore di altre modalità di trasporto, come il mare o la ferrovia. Personalmente credo sia puro autolesionismo da parte della Commissione Europea osteggiare quella
“ L’autotrasporto merci su strada, in Europa, continuerà a crescere di dimensioni fino al 2050 ” Collaborazione con le Istituzioni Anche la prossima istituzione del Registro elettronico delle imprese autorizzate all’esercizio della professione, indipendentemente da dove sarà allocato, non potrà prescindere dal ruolo di rappresentanza delle imprese di autotrasporto ricoperto dall’Albo. Del resto, abbiamo instaurato buoni rapporti con i rappresentanti del mi-
che, per i prossimi quarant’anni, sarà la modalità che trasporterà per le strade di tutta Europa, l’80% delle merci prodotte e commercializzate nell’intero territorio comunitario. La speranza dell’autotrasporto italiano è che il Governo nostrano continui, come ha sempre fatto, a ritenere prioritario il sostegno ad una categoria che ogni mattina fa ripartire il motore pulsante del nostro grande Paese.•
Il vice presidente del Comitato Centrale dell’Albo in rappresentanza delle associazioni di categoria, Francesco Del Boca
ALBO
Accesso: da dicembre regole comuni Dal prossimo 4 dicembre, salvo deroghe, entreranno in vigore nuove norme per l’esercizio dell’attività di autotrasportatore
Il vice presidente del Comitato Centrale dell’Albo in rappresentanza del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Gabriella Gamba
l 4 dicembre 2011 troverà completa attuazione il regolamento CE n.1071/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 ottobre 2009, che stabilisce norme comuni sulle condizioni da rispettare per esercitare l’attività di autotrasportatore su strada. Un regolamento che, fatti salvi provvedimenti derogativi, troverà immediata attuazione nell’ordinamento nazionale. Allo stato attuale il provvedimento attuativo del regolamento è in fase di definizione. Si possono tuttavia esaminare alcuni aspetti di maggiore interesse che ne costituiranno la base. In primo luogo, l’ambito di applicazione riguarda imprese che esercitano, o intendono esercitare, la professione di trasportatore su strada con veicoli di massa limite complessiva, a pieno carico, superiore a 3,5 t, prevedendo la possibilità, per gli Stati membri, di abbassare tale limite. È presumibile che questo venga abbassato a 1,5 t, lasciando ovviamente la possibilità che un successivo specifico Decreto del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti individui tipologie di trasporto di merci per conto di terzi esentate dalla dimostrazione dei requisiti dell’accesso alla professione. Tali requisiti, che sono, come nel passato, onorabilità, idoneità professionale e finanziaria, sono dimostrati con l’iscrizione all’Albo. Mentre, relativamente all’ulteriore requisito di stabilimento, si renderanno necessari successivi provvedimenti attuativi. È da intendersi che, comunque, ai fini dell’esercizio della professione di autotrasportatore continuino ad applicarsi le disposizioni dell’art. 2, comma 227, della Legge 24 dicembre 227 n.244 relativa all’accesso al mercato.
Il gestore dei trasporti Per quanto attiene il gestore dei trasporti, previsto dall’art.4 paragrafo 1 del regolamento CE 1071/2009, è stato previsto che l’attività debba essere svolta presso una sola impresa di autotrasporto che ricopra le posizioni già indicate nel Decreto Legislativo 395/200: a) amministratore unico, ovvero membro del consiglio di amministrazione, per le persone giuridiche pubbliche, per le persone giuridiche private e, salvo il disposto della lettera b), per ogni altro tipo di ente; b) socio illimitatamente responsabile per la società di persone; c) titolare dell’impresa individuale o familiare o collaboratore dell’impresa familiare; d) persona, legata da rapporto di lavoro subordinato, alla quale le relative attribuzioni sono state espressamente conferite. La nuova normativa comunitaria prevede che vi sia anche la possibilità che il gestore sia legato all’impresa con un apposito contratto scritto, che gli attribuisca tutti i poteri di organizzazione, gestione e controllo richiesti, nonché l’autonomia di spesa necessaria allo svolgimento delle sue funzioni. Anche per quanto attiene il requisito dell’onorabilità si ritiene possano, in linea generale, essere ricalcate le previsione del Decreto Legislativo 395/2000. Idoneità finanziaria Per quanto riguarda l’idoneità finanziaria sono previste modalità diverse di dimostrazione: a) attestazione rilasciata da un revisore contabile iscritto al registro dei revisori contabili, tenuto presso il Consiglio dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, che certi-
fichi che dall’analisi dei conti annuali l’impresa dispone di un capitale e di riserve non inferiore all’importo previsto ai sensi del comma 1; b) attestazione rilasciata da una o più banche, da compagnie di assicurazione o da intermediari finanziari autorizzati ed iscritti nei rispettivi albi, sotto forma di garanzia fideiussoria bancaria o assicurativa, inclusa l’assicurazione di responsabilità professionale, per l’importo previsto ai sensi del comma 1.
Entità del capitale L’entità del capitale di cui l’impresa deve disporre è 9.000 euro, a fronte degli storici 50.000 previsti dalla normativa nazionale. Una “mediata” interpretazione potrebbe portare a 2 fasce di valore legate al possesso di veicoli di massa limite complessiva superiore a 1,5 ovvero a 3,5. Il requisito di idoneità professionale va, invece, dimostrato con il superamento di uno specifico esame, ovvero previa dimostrazione di aver svolto attività direzionale presso un impresa di autotrasporto per almeno 10 anni. Un ragionamento a parte merita l’art.10 del regolamento comunitario che prevede il rilascio di una specifica autorizzazione per l’esercizio della professione, nonché l’attivazione del registro elettronico nazionale. Su tali delicati argomenti però meglio attendere le decisioni assunte a livello amministrativo. Ciò che appare comunque inderogabile è la necessaria entrata in vigore del Dpr attuativo del regolamento comunitario nei termini previsti del 4 dicembre, per non creare delle situazioni insanabili di estremo disagio per la categoria.•
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di Gabriella Gamba
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CONSULTA
Una spinta per la logistica I
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n attesa che l’osservatorio della Consulta licenzi i costi minimi di esercizio, nel mese di settembre l’attività della Consulta è stata caratterizzata dalla presentazione dei quattro studi di approfondimento che implementano il Piano Nazionale della Logistica. Questi studi sono stati predisposti dall’Università di Genova, dall’Ispi, dal Gruppo Class e dall’Ernst Young, ed hanno avuto a riguardo l’approfondimento di determinati aspetti del Piano, quali: le piattaforme territoriali, il combinato ferroviario, aereo e quello marittimo ed i processi di filiera e morfologia dei flussi internazionali. Il primo studio condotto dalla Ernst & Young rilegge il territorio del nostro Paese, per inquadrare gli interventi in una logica di sistema mediante l’istituzione di 7 piattaforme logistiche territoriali: la piattaforma logistica del Nord Ovest (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria), del Nord Est (Veneto, Friuli, Trentino), dell’Area Centro settentrionale (Emilia
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Romagna e Toscana), dell’Area Centrale (Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo), Adriatica Sud (Molise, Puglia), Tirrenico Sud (Campania, Calabria e Basilicata) e Mediterraneo Sud (Sardegna e Sicilia). Per ognuna di queste macroaree, lo studio ha individuato i punti di forza e di debolezza (questi ultimi, misurati in termini di maggiori costi con cui oggi si sviluppa la politica della mobilità delle merci), evi-
A settembre l’attività della Consulta si è incentrata sulla presentazione dei quattro studi di approfondimento che implementano il Piano Nazionale della Logistica di Fabrizio Serafini
denziando gli interventi per migliorare la rete di collegamenti tra queste aree, tra i quali occupa un ruolo di primo piano il potenziamento dei collegamenti intermodali (ferrovie e porti) e l’eliminazione dei cosiddetti colli di bottiglia.
Il combinato ferroviario... Particolarmente interessanti appaiono le disamine condotte dagli studi sul combinato ferroviario (e aereo) e su quello marittimo. Il primo, curato dall’Ispi (Istituto Politecnico di Torino), pone l’accento sulla debolezza strutturale del trasporto merci su ferrovia soprattutto sulle tratte nazionali. Infatti, posto che la maggior parte del traffico stradale si svolge nell’ambito della stessa regione (74%), e che soltanto il
3% si sviluppa su distanze superiori ai 500 Km (dove si movimentano il 26% delle t/Km trasportate), i numeri del trasporto ferroviario colpiscono in negativo sul fronte delle tonnellate trasportate: a fronte del 97,4% detenuto dalla strada, il trasporto su ferrovia tradizionale (carro completo) si attesta all’1,5% e quello combinato all’1%, per un totale di tonnellate/Km movimentate pari all’8%, equamente sud-
divise tra le due tipologie ferroviarie di cui sopra. Il trasporto di semirimorchi è sostanzialmente inesistente, visto che la quasi totalità del combinato (pari a 16 milioni di t) è rappresentato dal trasporto di container e di casse mobili. (Maggiori approfondimenti a pagina 22).
…e quello marittimo Va meglio per il combinato marittimo e, in tal senso, significativi appaiono i dati diffusi dalla R.A.M. SpA sull’andamento nel triennio 2007/2009 dell’incentivo per le autostrade del mare (cd eco bonus), i quali evidenziano che sono stati trasportati 44 milioni di t in tre anni, per un totale di 500 mila camion in meno sulle strade. Si tratta di numeri senz’altro lusinghieri che, tuttavia, non devono distrarre l’attenzione sui numerosi problemi che caratterizzano anche questa modalità di trasporto, che emergono impietosamente dallo studio del C.I.E.L.I (Centro italiano d’eccellenza sulla logistica integrata) dell’Università di Genova, in cui si sottolinea alcune gravi criticità di questo tipo di trasporto, quali: la flotta marittima utilizzata, composta in gran parte da navi RO-RO pax su cui viaggiano anche i passeggeri, con la conseguenza che anche il traffico merci viene convogliato all’interno dei centri urbani da dove i camion riescono ad uscire con molta fatica; l’età media della predetta flotta, decisamente vecchia (molte navi superano i 30 anni di servizio) e caratterizzata da velocità di crociera piuttosto basse; la carenza e la mancanza di flessibilità degli operatori marittimi che, per contratto, possono variare gli orari, l’itinerario o addirittura sopprimere il servizio senza che il caricatore abbia diritto al risarcimento dei danni. Tutti questi fattori impediscono il decollo definitivo del combinato marittimo, tenuto conto che per molte rotte l’unica forma conveniente di trasporto combinato sarebbe quella del non accompagnato, che non tutte le società di trasporto sono in grado di svolgere.•
SCADENZE & DIVIETI
AL 23/09/2011
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DIVIETI di CIRCOLAZIONE in EUROPA A HR D L PL P UK RO CZ SK SLO CH H F E GR
SABATO 15,00-24,00 00,00-22,00 00,00-22,00 10,00-21,45 21,00-07,00 06,00-22,00 22,00-24,00 22,00-24,00 -
DOMENICA NOTTE GIORNI CON RESTRIZIONE 00,00-22,00 22-23/05-06 26/10 00,00-22,00 08/10 15,00-23,00 31/10 03/10 00,00-22,00 31/10 10,00-21,45 31/10 10,00-00,00 31/10 08,00-00,00 04/10 18,00-24,00 05/10 21,00-07,00 06,00-22,00 13,00-22,00 28/10 13,00-22,00 00,00-22,00 31/10 15,00-00,00 08,00-21,00 31/10 08,00-00,00 00,00-24,00 22,00-05,00 00,00-22,00 22-31/10 22,00-00,00 23/10 00,00-22,00 31/10 22,00-24,00 12/10 00,00-24,00 15,00-21,00 -
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IVA: Emissione fattura differita per la cessione di beni spediti o consegnati nel mese precedente, la cui consegna risulti da un DDT o da altro documento idoneo a identificare i soggetti fra i quali è effettuata l'operazione; Annotazione, anche cumulativa, nel registro dei corrispettivi delle operazioni per le quali è rilasciato lo scontrino fiscale o la ricevuta fiscale, effettuate nel mese solare precedente. IVA: Liquidazione e versamento dell'IVA dovuta per il mese precedente; Liquidazione e versamento dell'IVA dovuta per il secondo mese precedente; Versamento della 8a rata dell’ IVA dovuta in base alla dichiarazione per l'anno precedente; Comunicazione in via telematica dei dati contenuti nelle dichiarazioni d’intento ricevute nel mese precedente. VERSAMENTO ritenute alla fonte su: redditi di lavoro dipendente e assimilati, redditi di lavoro autonomo, provvigioni, corrisposti nel mese precedente; VERSAMENTO (rata o unica soluzione) dell'addizionale regionale all'IRPEF trattenuta ai dipendenti sulle retribuzioni del mese precedente; VERSAMENTO (rata o unica soluzione) dell'addizionale comunale all'IRPEF trattenuta ai dipendenti sulle retribuzioni del mese precedente; IRPEF e addizionali, IRAP, IVA, IRES: Versamento 5a rata ovvero 4a rata delle imposte dovute a saldo per l’anno precedente ed in acconto per l’anno in corso. INPS: Contributi previdenziali e assistenziali per lavoratori dipendenti e co.co.co.. IVA: Invio telematico elenchi INTRASTAT riepilogativi delle cessioni ed acquisti nonché prestazioni di servizi intracomunitari relativi al periodi precedente (mese o trimestre). IRPEF e addizionali: Versamento 6a rata ovvero 5a rata delle imposte dovute a saldo per l'anno precedente ed in acconto per l'anno in corso, per soggetti che non hanno partita IVA; IRPEF e addizionali: Versamento 5a rata ovvero 4a rata delle imposte dovute a saldo per l'anno precedente ed in acconto per l'anno in corso, per soggetti titolari di partita IVA; Cedolare secca sugli affitti: Versamento 5a rata ovvero 4a rata del primo acconto per l'anno in corso relativo ai contratti di affitto in corso al 31 maggio 2011; IVA: Invio della comunicazione relativa alle operazioni effettuate nel mese precedente con soggetti aventi sede, domiciliati o residenti nei paesi c.d. "Black list"; IVA: Invio comunicazione dei dati rilevanti ai fini IVA di cui all'art.21 D.L. 78/10 per le operazioni effettuate nel 2010 di importo superiore a euro 25.000; INPS: invio DM10 ed E-Mens (settembre 2011).
LEGENDA A = AUSTRIA; HR = CROAZIA; D = GERMANIA; L = LUSSEMBURGO; PL = POLONIA; P = PORTOGALLO; UK = INGHILTERRA; RO = ROMANIA; CZ = REPUBBLICA CECA; SK = SLOVACCHIA; SLO = SLOVENIA; CH = SVIZZERA; H = UNGHERIA; F = FRANCIA; E = SPAGNA; GR = GRECIA.
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DIVIETI di CIRCOLAZIONE in ITALIA
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Dalle 8 alle 22 Dalle 8 alle 22 Dalle 8 alle 22 Dalle 8 alle 22 Dalle 8 alle 22 Dalle 8 alle 22
DIVIETI di CIRCOLAZIONE in EUROPA A HR D L PL P UK RO CZ SK SLO CH H F E GR I
SABATO 15,00-24,00 00,00-22,00 21,30-24,00 21,00-07,00 06,00-22,00 22,00-24,00 -
DOMENICA NOTTE GIORNI CON RESTRIZIONE 00,00-22,00 22-23/05-06 1/11 08,00-22,00 1/11 15,00-23,00 1/11 00,00-22,00 2/11 15,00-23,00 00,00-21,45 1/11 00,00-21,45 1/11 00,00-22,00 1/11 05,00-02,00 21,00-07,00 30/11 21,00-07,00 06,00-22,00 13,00-22,00 17/11 13,00-22,00 00,00-22,00 1/11 00,00-22,00 08,00-21,00 1/11 08,00-21,00 00,00-24,00 22,00-05,00 22,00-24,00 1/11 00,00-22,00 00,00-22,00 1/11 20,00-22,00 11/11 00,00-22,00 1/11 00,00-24,00 15,00-21,00 08,00-22,00 1/11 08,00-22,00 -
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LEGENDA A = AUSTRIA; HR = CROAZIA; D = GERMANIA; L = LUSSEMBURGO; PL = POLONIA; P = PORTOGALLO; UK = INGHILTERRA; RO = ROMANIA; CZ = REPUBBLICA CECA; SK = SLOVACCHIA; SLO = SLOVENIA; CH = SVIZZERA; H = UNGHERIA; F = FRANCIA; E = SPAGNA; GR = GRECIA.
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25V
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IVA: Emissione fattura differita per la cessione di beni spediti o consegnati nel mese precedente, la cui consegna risulti da un DDT o da altro documento idoneo a identificare i soggetti fra i quali è effettuata l'operazione; IVA: Annotazione, anche cumulativa, nel registro dei corrispettivi delle operazioni per le quali è rilasciato lo scontrino fiscale o la ricevuta fiscale, effettuate nel mese solare precedente. IVA: Liquidazione e versamento dell'IVA dovuta per il mese precedente; Liquidazione e versamento dell'IVA dovuta per il secondo mese precedente; Liquidazione e versamento dell'IVA dovuta per il terzo trimestre; Versamento della 9a rata dell’IVA dovuta in base alla dichiarazione per l'anno precedente; COMUNICAZIONE in via telematica dei dati contenuti nelle dichiarazioni d’intento ricevute nel mese precedente; VERSAMENTO ritenute alla fonte su: redditi di lavoro dipendente e assimilati, redditi di lavoro autonomo, provvigioni, corrisposti nel mese precedente. VERSAMENTO (rata o unica soluzione) dell'addizionale regionale all'IRPEF trattenuta ai dipendenti sulle retribuzioni del mese precedente; VERSAMENTO (rata o unica soluzione) dell'addizionale comunale all'IRPEF trattenuta ai dipendenti sulle retribuzioni del mese precedente; VERSAMENTO 8° rata in acconto dell’addizionale comunale all’IRPEF relativa all’anno in corso trattenuta ai dipendenti sulle retribuzioni del mese precedente; IRPEF e addizionali, IRAP, IVA, IRES: Versamento 6a rata ovvero 5a rata delle imposte dovute a saldo per l’anno precedente ed in acconto per l’anno in corso; INPS: Contributi previdenziali e assistenziali per lavoratori dipendenti e co.co.co; Artigiani e Commercianti: Contributi previdenziali e assistenziali sul minimale di reddito - 3° trimestre 2011; INAIL: Autoliquidazione 2011 - Se rateazione pagamento 4° rata più interessi provvisori calcolati al tasso legale vigente al momento del pagamento. IVA: Invio telematico elenchi INTRASTAT riepilogativi delle cessioni ed acquisti nonché prestazioni di servizi intracomunitari relativi al mese precedente. IRPEF,IRES: Versamento 7a rata ovvero 6a rata delle imposte dovute a saldo per l'anno precedente ed in acconto per l'anno in corso; IRPEF e addizionali: Versamento 6a rata ovvero 5a rata delle imposte dovute a saldo per l'anno precedente ed in acconto per l'anno in corso; CEDOLARE SECCA SUGLI AFFITTI: Versamento 6a rata ovvero 5a rata del primo acconto per l'anno in corso relativo ai contratti di affitto in corso al 31 maggio 2011; IRPEF, IRAP, IRES: Versamento 2a rata acconto per l'anno in corso; CEDOLARE SECCA SUGLI AFFITTI: Versamento in unica soluzione (se importo inferiore a euro 257,52) o versamento secondo acconto per l'anno in corso relativo ai contratti di affitto in corso al 31 maggio 2011; VERSAMENTO: in unica soluzione acconto per contratti con decorrenza successiva al 31 maggio e fino al 31 ottobre; IVA: Invio della comunicazione relativa alle operazioni effettuate nel mese precedente con soggetti aventi sede, domiciliati o residenti nei paesi c.d. "Black list"; INPS: Artigiani e Commercianti. Contributi previdenziali e assistenziali sul reddito oltre il minimale - 2°acconto 2011; INPS: invio DM10 ed E-Mens (ottobre 2011).
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EUROPA
L’EUROPA SI INTERROGA SUL FUTURO DELL’AUTOTRASPORTO La Commissione europea dà inizio al grande processo di analisi che dovrà portare alla revisione del mercato internazionale dell’autotrasporto: qualità, aspetti sociali, tassazione e cabotaggio la posta in gioco, fra integrazione e tutela del settore
È
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di Marco Tempestini
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il nuovo Libro Bianco dei Trasporti, a chiedere di “integrare” ulteriormente il mercato comunitario del trasporto di merci su strada. Al di là della terminologia, ciò significa in sostanza garantire un più facile accesso ai vettori dei vari paesi in tutta l’Unione europea. La Commissione parla di obiettivi quali l’efficienza economica, la sostenibilità ambientale, l’equità sociale, la concorrenza leale fra gli operatori dei trasporti, offrendo al contempo servizi di alta qualità. Il regolamento CE n. 1072/2009 stabilisce che l’Esecutivo comunitario deve presentare una relazione sullo stato del mercato dell’autotrasporto entro la fine del 2013 e valutare se l'armonizzazione delle regole è progredita a tal punto da consentire l'ulteriore apertura dei mercati nazionali, compreso il cabotaggio. Conseguentemente, è stato istituito a giugno 2011 un “Gruppo ad alto livello” (che si è già riunito una prima volta il 27 giugno) composto da esperti scientifici indipendenti per valutare lo stato del mercato e formulare raccomandazioni su quali azioni intraprendere. Il gruppo dovrebbe presentare tutto al Commissario europeo ai Trasporti nel maggio del 2012. La CE, se del caso, proporrà quindi nuove iniziative legislative nel 2013. La macchina, insomma, si è messa in movimento.
Aspetti della consultazione
Gli elementi che Bruxelles
prenderà in considerazione, già Aspetti sociali ed attuaa partire dalla propria consulta- zione delle regole sul trazione, sono i seguenti: sporto stradale Al fine di mantenere un effiQualità dell’autotrasporto ciente sistema di trasporto su L’efficienza economica, la so- strada, la professione deve atstenibilità ambientale e l'equità trarre sempre più lavoratori ed sociale nel settore dipendono imprenditori, con maggiore dalla sua qualità, afferma la qualificazione e miglioramento CE, sia dal punto di vista gene- delle condizioni di lavoro. Per rale che della disponibilità di in- garantire concorrenza leale e formazioni sui livelli di qualità parità di condizioni per gli opereale (cioè la trasparenza del ratori si richiede maggiore unimercato). La qualità può ri- formità delle politiche nazionali guardare, ad esempio, il servi- di attuazioni, fra cui sanzioni zio offerto dai caricatori (affida- che siano efficaci e dissuasive, bilità, flessibilità, sicurezza, oltre che proporzionali. Cosa molto importante: secondo condizioni di lavoro ecc).
Bruxelles tutti gli attori della filiera di trasporto devono impegnarsi al rispetto delle regole.
Tassazione per gli utenti della strada e divieti di circolazione
Bruxelles parla di tariffazioni non discriminatorie per gli operatori: il prezzo deve essere proporzionato ed equo per l'utilizzo delle infrastrutture stradali, indipendentemente dal Paese di stabilimento e l'origine e la destinazione del carico. Ciò è un elemento importante per garantire una concorrenza leale nel mercato interno.
ORARIO DI LAVORO: Eurodeputati perplessi sull’applicazione della direttiva per i “padroncini”
Sull’orario di lavoro degli autonomi anche gli Eurodeputati che avevano votato a favore della direttiva hanno dovuto prendere atto delle enormi difficoltà di attuazione. Riuniti al Parlamento europeo, hanno incontrato in dibattito il Commissario ai Trasporti Kallas ed un rappresentante della presidenza polacca dell’Unione europea. Kallas ha annunciato che fino ad oggi solo 14 Stati (Belgio, Bulgaria, Cipro, Estonia, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Slovacchia, Slovenia e Romania)
hanno dato piena attuazione alla direttiva 2002/15/CE sull'orario di lavoro dei lavoratori mobili. Ricordiamo che con 368 voti a favore, 301 contrari e 8 astensioni, il Parlamento europeo aveva respinto, a giugno dello scorso anno, la proposta della CE volta ad esentare gli autotrasportatori autonomi dalla norma europea (supportata anche a livello comunitario dalle associazioni artigiane italiane di autotrasporto). Gli autonomi sono dunque oggi formalmente soggetti alle stesse regole dei dipendenti conducenti che fanno anche carico e scarico,
assistenza ai passeggeri, pulizia e manutenzione, formalità doganali e amministrazione, etc. La legge europea stabilisce un limite medio di 48 ore a settimana che può salire a 60 ore a settimana a condizione che non superi la media di 48 ore alla settimana per quattro mesi. Agli eurodeputati che chiedevano a Kallas perché 13 Stati si mostrino ancora riluttanti, il Commissario ha ribadito olimpicamente che le cause stanno negli eccessivi oneri amministrativi e impossibilità di pratiche di controllo. Secondo lui ed anche secondo il
NEWS
Distacco degli autisti: un progetto europeo
Sull’annoso problema del distacco di autisti in Italia (spesso da paesi dell’Est) con conseguenti problemi di legalità oltre che di concorrenza sleale, è in corso il progetto TRANSPO, iniziativa pilota co-finanziata dall’UE. Il progetto, che ha già realizzato seminari e gruppi di lavoro in Italia, Francia e Romania, sta ultimando la redazione di Linee Guida e formazione per gli ispettori del lavoro nell’ambito dell’applicazione della Direttiva 96/71/CE al trasporto stradale.
emissione di CO2 dai veicoli commerciali leggeri, frutto della presa di coscienza da parte di Bruxelles di obiettivi troppo ambiziosi: in una relazione la Commissione ha concluso che la strategia ha avuto un ruolo importante per la sostenibilità ambientale ma che la riduzione delle emissioni a 120 g CO2/km entro il 2012 non sarà probabilmente raggiunta. Carburanti alternativi nell’autotrasporto
La CE si prepara a lanciare, nel primo trimestre del 2012, una comunicazione sui carburanti alternativi per i trasporti. La comunicazione presenterà una completa strategia a lungo termine e individuerà possibili azioni future Riduzione emissione CO2 dai veicoli leggeri Ancora un’iniziativa della Commissione europea in tema di nel settore.
trasporto entro l’arco di 7 giorni dopo lo scarico di un trasporto internazionale. Uno o più di questi 3 viaggi possono essere effettuati in altri Stati membri (1 solo, ed entro 3 giorni, se il veicolo entra vuoto nel territorio dello Stato di cabotaggio). Bruxelles riconosce che tali norme sono state concepite come un momento di transizione verso un mercato più “integrato”. Il problema è che non si differenziano secondo i criteri di qualità relativi all'operatore, al conducente del veicolo o ad altri sistemi che invece promuovono la qualità dei trasporti (come il sistema delle licenze CEMT che premia gli operatori che utilizzano veicoli più ecologici e più sicuri con un numero di autorizzazioni fino a 10 volte di più). C’è poi il problema di come controllare le tre operazioni.
Svolta
Siamo sicuramente di fronte ad un momento di svolta per l’autotrasporto di tutta l’Europa. Che il Commissario europeo Kallas, al di là di facili ottimismi, riconosca pubblicamente l’esistenza di moltissimi ostacoli da affrontare e problemi da risolvere lancia almeno un segnale di responsabilità e consapevolezza. Certo è che le tendenze del Commissario non sono affatto contrarie a prospettive di apertura. Bruxelles continua ad affermare che l’autotrasporto di merci è un'attività essenziale, senza la quale le nostre economie non funzionerebbero. Eppure in tutto il Libro Bianco non si fa mai espresso riferimento alle piccole e medie aziende. Si tratta di un’incongruenza che ha risvolti poco positivi. Significativo il dato, mai sinora rivelato così chiaramente, dell’impiego sempre più massiccio di mezzi immatricolati all’estero (oltre che di risorse umane). Certe facili affermazioni da parte di alcuni funzionari comunitari sono state smentite dai dati: cabotaggio triplicato dopo l’apertura ai Paesi dell’Est. E in un Paese come l’Italia i problemi si sono visti, specie in certe regioni. Molto importante il fatto che comunque esista una precisa e chiara condizione che deve essere rispettata prima di aprire: solo se i numeri diranno che “va tutto bene” (concorrenza leale, niente dumping, sicurezza) si potranno togliere le limitazioni. Le associazioni di trasportatori europee hanno già detto che sorveglieranno costantemente, oltre che intervenire “dal mondo reale” sui lavori del Gruppo di lavoro il quale – va detto – è composto esclusivamente da accademici.•
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presentato un rapporto che fornisce una breve panoramica dei più recenti sviluppi nelle attività di trasporto stradale di merci nell'UE. La relazione si basa sui dati alla fine del 2010. Un elemento di fondo: negli ultimi anni è diventato sempre più comune per i trasportatori di alcuni Stati membri utilizzare veicoli immatricolati in un altro Paese, oltre che gli autisti e più in generale il personale impiegato in azienda, e alle condizioni di quest’ultimo. Di conseguenza le attività delle flotte nazionali e dei trasportatori nazionali non sono necessariamente più le stesse ma diversificate. Secondo le statistiche, l’autotrasporto UE non pare ancora aver completamente recuperato il calo dell'attività a seguito della crisi economica nel 2008/09. In termini di t/km, il Cabotaggio Le attuali regole dell'UE sul caGli ultimi dati sul mercato livello di attività nel 2010 era ancora del 9% al di sotto dei botaggio consentono di effet- dell’autotrasporto tuare fino a tre operazioni di Intanto, Bruxelles ha anche livelli pre-crisi del 2007. Il trasporto su gomma continua a rappresentare larghissima parte di quello totale di merci: ben il 73% di tutte le attività del trasporto merci interno dell'UE. Dopo aver leggermente aumentato nel 2009, la quota modale di strada è tornata a dove rappresentante della Presidenza era prima della crisi. Il traUE, non vi è attualmente nessusporto su via d’acqua inna chiara evidenza che l’applicaterne e ferroviario ha rezione delle ore di lavoro ai pacuperato un po’ di più. droncini comporti una maggiore L'abolizione delle restrisicurezza stradale. zioni al cabotaggio a partiMolti dei presenti hanno chiesto re dal 1° maggio 2009, manuali, guide e buone prassidopo un periodo transitoma in realtà a poco servono ladrio di divieto non superiodove una norma, fortemente vore a cinque anni per i traluta dagli stessi, appare sostansportatori dalla maggior zialmente inattuabile, comporparte dei Paesi dell’Est ha tando inoltre gravami economiavuto effetti consistenti: ci e amministrativi per gli autotra il 2008 e il 2010 infatti trasportatori senza reali vantagle attività di trasporto di gi in termini di riduzione degli cabotaggio da quelle naincidenti. zioni è quasi triplicata. Inoltre, la tariffazione stradale deve essere variabile per fornire segnali di prezzo chiari e per gestire meglio i flussi di traffico e creare risorse di trasporto più efficienti e sostenibili, riducendo la congestione e l'impatto ambientale del trasporto stradale. Oggi esistono ancora sistemi nazionali di tariffazione molti frammentati (diverse vignette nazionali e diversi marcatori elettronici e unità di bordo per i caselli autostradali). Il problema dei divieti di circolazione, così diversi fra loro, sono un’altra fonte di disparità e concorrenza sleale, che penalizza soprattutto Paesi come l’Italia rispetto ad altri: la questione è riconosciuta come di importanza fondamentale da Bruxelles e andrà affrontata.
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Grandi Manovre sul settore POLITICA
La manovra economica e le sue ricadute sull’autotrasporto hanno catalizzato l’attenzione del dibattito politico. Dopo 10 mesi di stallo, ripartono i tavoli sugli accordi di settore
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’è voluto l’intervento chiarificatore del sottosegretario Giachino, che ha ribadito la diversa natura dei costi minimi rispetto alle tariffe obbligatorie, per mettere la parola fine alle polemiche scatenate dall’interpretazione sui costi minimi legata all’approvazione della manovra economica di ferragosto. All’interno dei commi legati alla liberalizzazione delle attività economiche, era stata infatti prevista l’abolizione di alcune restrizioni, tra cui l’imposizione di prezzi minimi per la fornitura di beni o servizi. Una disposizione che aveva spinto qualcuno ad associarla ai costi minimi di settore provocando la reazione delle associazioni di categoria (vedi approfondimento a pagina 45). L’intervento chiarificatore del ministero dei Trasporti ha però raffreddato il dibattito che, come accade sempre quando si parla di costi minimi, si era particolarmente acceso. Intanto si riaprono i giochi sugli accordi di settore grazie alla possibilità, sempre offerta dalla manovra, di riaprire i tavoli degli accordi. E c’è già qualcuno che si è fatto avanti: i rappresentanti della Grande Distribuzione Organizzata che hanno chiesto un incontro con le associazioni di categoria del settore. Dove il dibattito legato alla manovra non ha subito raffreddamenti è stato in-
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vece sugli aspetti legati alle cooperative. Con la manovra infatti viene assoggettato ad imposta il 10% degli utili netti annuali destinati alla riserva minima obbligatoria e vengono aumentate dal 30 al 40% le percentuali minime di tassazione dell’utile. Una situazione che ha provocato la reazione delle cooperative dell’autotrasporto, sintetizzata nelle interviste di pagina 17.
Il manifesto delle imprese Non legato direttamente alla manovra, ma piuttosto alla difficile situazione economica del Paese e alla necessità di stimolare lo sviluppo, il “Progetto delle imprese per l’Italia” presentato da Confindustria, Rete Imprese Italia (l’associazione delle Pmi che associa Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) e dalle Cooperative italiane il 30 settembre. Tra i vari punti affrontati, anche la questione delle liberalizzazioni, che dovrebbe culminare nel nostro settore nella creazione di un’Autorità indipendente dei trasporti “con l’obiettivo di garantire imparzialità, parità di trattamento e certezza della regolazione (…) per prevenire e sanare situazioni lesive della concorrenza ed allineare l’assetto regolatorio nazionale agli standard UE” come si legge nel documento finale che ha subito una lunga fase di gestazione e aggiusta-
A Milano protesta contro la proposta di applicare l’ecopass a tutti i veicoli che entrano nella ztl
menti per renderlo compatibile con le esigenze di tutti. Del resto “Collaborare per competere” è anche lo slogan lanciato di recente dalla stessa Confcommercio, che durante i lavori della recente Conferenza di sistema ha affrontato per la prima volta, con un dibattito dedicato, le questioni legate al trasporto e alla logistica. Un dibattito dal quale scaturirà nelle prossime settimane un Manifesto per la Logistica che mette la sicurezza al centro della politica dei trasporti e in cui uno dei punti principali sarà un piano sulla distribuzione urbana delle merci su base regionale.
Il caso Milano Mentre si avvia verso la composizione il tavolo per l’accordo sulla Grande Distribuzione Organizzata, continuano infatti i problemi con la distribuzione urbana delle merci. A Milano, un ampio fronte di commercianti, trasportatori, artigiani, da Confcommercio alla Compagnia delle opere a Confartigianato, Cna e Fai, ha protestato duramente contro la proposta di applicare l’ecopass a tutti i veicoli che entrano nella Ztl, a prescindere dalla loro classe di inquinamento. I rappresentanti delle associazioni hanno inviato un documento all’assessore alla mobilità del Comune di Milano, presentando alcune proposte, come la realizzazione di nuove piazzole per il carico e lo scarico delle merci, che permettano di affrontare anche il tema della sosta in doppia fila. Oppure di avviare la sperimentazione delle piattaforme di vicinato, per la gestione del trasporto merci dell’ultimo miglio.
Incontri sui controlli Sempre dal territorio, un importante segnale di attenzione nei confronti del settore è arrivato dalle Prefetture italiane, che stanno organizzando decine di incontri su richiesta delle associazioni di categoria. L’ultimo, a cui hanno partecipato Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza e Polizia stradale, si è svolto a La Spezia, per approfondire l’applicazione delle sanzioni previste dall’83 bis per la tutela della sicurezza stradale e della regolarità del mercato dell’autotra-
sporto. In prefettura, insieme con il sottosegretario ai Trasporti Giachino, è stato affrontato, in particolare, il tema del rispetto da parte della committenza delle tariffe fissate per Legge da corrispondere ai vettori per assicurare idonee condizioni di lavoro alla categoria, garantendo la tutela della sicurezza stradale.
controllo e tracciabilità dei rifiuti (vedi gli approfondimenti a pagina 41), gli autotrasportatori chiedono di ovviare ai difetti sin qui evidenziati. Dal 9 febbraio 2012 il Sistri entrerà in vigore, ma le associazioni dell’autotrasporto che si riconoscoE si ricomincia col Sistri no nell’Unatras, pur condividendo l’obietMa ritorniamo alla manovra. Dopo la tivo di un rigoroso controllo della movireintroduzione del Sistri, il sistema di mentazione e gestione dei rifiuti, ritengo-
Il contributo dei costruttori
Anfia e Unrae a convegno per sollecitare interventi sul futuro e sulla sicurezza del settore Doppio appuntamento nei prossimi giorni organizzato dalle associazioni che rappresentano i costruttori. L’associazione che rappresenta le case estere operanti sul mercato italiano degli autoveicoli (Unrae) dà appuntamento a Roma il 26 ottobre per un momento di riflessione sulle scelte da compiere per aiutare l’autotrasporto, settore portante della nostra economia. “Uomini e mezzi, protagonisti del trasporto merci”: questo il titolo dell’incontro in cui i costruttori – grazie all’intervento di Gino Costa, presidente della sezione veicoli industriali – chiederanno alla politica e al mondo imprenditoriale di intervenire concretamente per invertire la rotta di un comparto in grave difficoltà. “Oggi – sostiene l’Unrae in una nota – il sistema dell’autotrasporto è polverizzato e organizzato irrazionalmente, soffre di infrastrutture insufficienti e inadeguate, viene mortificato e spinto all’emigrazione. Inoltre subisce una percezione sbagliata e fuorviante presso i media, il pubblico e le istituzioni”. L’impegno dei costruttori per offrire prodotti e servizi all’avanguardia va accompagnato da progetti infrastrutturali adeguati, da piani di formazione e azioni di rilancio. Molti gli obiettivi da raggiungere, anche in sinergia con la Consulta Nazionale per l’Autotrasporto e la Logistica: sviluppo della mobilità, sicurezza stradale, formazione degli operatori e rinnovo del parco. L’Unrae chiede interventi economici e fiscali per favorire l’incremento della sicurezza e l’abbattimento delle emissioni, incentivi alla razionalizzazione del sistema autotrasportistico italiano, interventi normativi e tecnici per il controllo del rispetto delle norme di circolazione e delle con-
dizioni tecniche dei veicoli. All’incontro parteciperanno alcuni tra i principali rappresentanti istituzionali del trasporto, come Mario Valducci, presidente della Commissione Trasporti della Camera e Luigi Grillo, presidente della Commissione Permanente Lavori Pubblici del Senato. Le conclusioni saranno affidate a Bartolomeo Giachino, sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti. Il 25 ottobre a Roma si rinnova anche il consueto appuntamento annuale con l’Assemblea Pubblica di ANFIA – Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica: un'occasione per raccogliere contributi da tutti i protagonisti della filiera e fare il punto su mobilità, sicurezza, ambiente, energia. L’Assemblea sarà presieduta e aperta da Eugenio Razelli, presidente di ANFIA, a cui seguiranno gli interventi di Sergio Marchionne, Amministratore Delegato di Fiat S.p.A., e di Paolo Romani, ministro dello Sviluppo Economico. "In questa delicata fase di trasformazione epocale del contesto economico-finanziario globale – si legge in una nota di Anfia –, lo scenario competitivo in cui si muovono i player del settore si trasforma a sua volta. Per comprendere meglio questi cambiamenti, Anfia intende valorizzare con ancor più forza la dimensione del confronto e dello scambio di idee. Le risposte alle sfide globali del settore, le strategie che la filiera italiana può mettere in campo, supportata dalle istituzioni, per affrontarle in maniera adeguata e le azioni che Anfia ha intrapreso e intende intraprendere in questa direzione sono le direttrici lungo le quali verrà avviato il dibattito".
no che il meccanismo mal si adegui alle esigenze del lavoro. Unatras chiede che il Sistri venga esteso ai vettori esteri e circoscritto ai rifiuti pericolosi, che causano più danni all’ambiente e alla salute. L’esclusione degli autotrasportatori stranieri, infatti, creerebbe problemi in termini di concorrenza e una parzialità nei controlli che vanificherebbe gli obiettivi del sistema. Non solo: Unatras sta valutando anche l’ipotesi di un’azione collettiva per chiedere il rimborso delle somme versate durante le fasi di avvio del Sistri: dai diritti dovuti per la prima iscrizione all’installazione delle black box.
I costi per il settore Il caso Sistri, ma anche la recente approvazione della Direttiva Eurovignette, o gli incrementi legati alla manovra sono alla base di una serie di prese di posizione da parte delle associazioni di categoria. La Cna-Fita, denunciando un aumento nei pedaggi del 10 per cento, sottolinea come “il problema non sono solo i costi minimi, ma anche quelli massimi che questo Governo ci sta imponendo aumentando le accise e l’Iva o realizzando un federalismo che moltiplica le tasse”. Anita contesta invece la direttiva Europea Eurovignette, che introduce nei pedaggi autostradali a carico dei mezzi pesanti anche i costi per l’inquinamento atmosferico e acustico, sostenendo che “si tratta di una norma che favorirà solo i Paesi centrali e di attraversamento della UE, i quali ne trarranno notevoli benefici economici”. Anita contesta anche la mancanza di equità della direttiva, che introduce un aggravio di costi solo per una categoria di trasporti. Il problema dei costi, siano essi minimi o massimi, italiani o europei, continua quindi ad essere decisivo per il futuro della categoria.•
TRASPORTOUNITO CONFERMA LA PROTESTA Dopo lo stop della Commissione Sciopero, il fermo si svolgerà dal 24 al 28 ottobre Doveva essere all’inizio di ottobre, ma la Commissione Sciopero ha detto no. La mobilitazione promossa da TrasportoUnito Fiap, tuttavia, si svolgerà lo stesso, sebbene dal 24 al 28 ottobre. La Commissione aveva infatti intimato una revoca della protesta per il mancato rispetto del termine di preavviso. Solo un “cavillo burocratico” per l’associazione, che ha annunciato anche un’azione legale. “L’indebitamento dell’autotrasporto fra erario, oneri e banche, ha sfondato quota dieci miliardi di euro, ovvero una media di oltre centomila euro per azienda – si legge in una nota dell’associazione – e le conseguenze sono drammatiche”. Tra le richieste al Governo figurano l'immediata modifica delle norme in materia di costi minimi e l'introduzione del gasolio professionale nazionale, considerato l’unica misura possibile per calmierare il costo industriale e le imposte.
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Cooperative: gli effetti della manovra È
un duro attacco alle cooperative quello sferrato dal Governo con la nuova manovra. Ne è convinto Massimo Stronati, presidente di Federlavoro e Servizi-Con- Massimo Stronati, presidente fcooperative, che di Federlavoro e Servizi-Confcooperative critica le due principali novità della manovra per quanto riguarda verno prova a toccare lo stato le cooperative: assoggettare delle cooperative, che nel ad imposta il 10 per cento de- frattempo sono passate dal 7 gli utili netti annuali destinati all’8 per cento del Pil”. alla riserva minima obbligato- Stronati non è del tutto conri, e aumentare dal 30 al 40 trario a una rivisitazione della per cento le percentuali mini- fiscalità “ma che questa rivisime di tassazione dell’utile per tazione avvenga per una male cooperative che non siano novra e per le imprese che quelle agricole e della piccola danno occupazione, non ci pesca e dal 55 al 65 per cen- sta bene”. to per le cooperative di con- Sì dunque a forme quali quella sumo. “Da anni il Governo del cuneo fiscale o contributicerca di portare avanti un ca- vo, introdotta qualche anno fa, novaccio di leggi per limitare che potrebbe andare a favore le cooperative che, come tutti della logistica e del trasporto, sanno, hanno un regime di fi- ma no a un “attacco sterile” alscalità ridotto”, ha sottolineato la deducibilità fiscale. Stronati. Il prossimo passo adesso è “Con le novità introdotte nella vedere quello che conterrà il manovra si riduce l’area della Decreto di crescita e sviluppo, deducibilità fiscale, andando ha annunciato Stronati. a colpire in particolar modo le “I dati di questa manovra socooperative di produzione la- no eloquenti, ma prima di agivoro e servizi e quelle di con- re vogliamo vedere se è vero, sumo. E soprattutto quando, come ha detto il presidente in un momento di crisi come Napolitano, che il Decreto di questo, le cooperative sono le crescita e sviluppo servirà a poche imprese in grado di risollevare un’economia bimantenere l’occupazione e il strattata. Ma se non dovesse fatturato, e di fare registrare contenere misure che ritenial’innovazione, se non altro dei mo adeguate, allora porteresistemi. È dal 1994 che il Go- mo avanti le nostre proteste.”•
Palanti (Legacoop): si penalizza uno dei pochi modelli di impresa che dà risultati positivi
“
Nel settore dei servizi la cooperazione ha avuto delle performance buone: abbiamo aumentato l’occupazione, mantenuto il fatturato e siamo cresciuti. Siamo una delle poche realtà imprenditoriali che in questo periodo ha dimostrato di saper reggere meglio di altri ai morsi della crisi. E allora perché si vuole penalizzare un modello d’impresa che è in una fase positiva per il Paese?”. Così Ferdinando Palanti, presidente di Legacoop Servizi, commenta la manovra del Governo. “Con questa manovra viene toccata la parte degli utili portati a riserva. Le cooperative pagano già le tasse come tutti gli altri solo che, sugli utili portati a riserva, avevano l’esenzione del 70 per cento. Ora con la nuova manovra questa esenzione scende al 60 per cento. Tra l’altro – continua Palanti una recente sentenza della Corte di giustizia europea afferma che gli aiuti alla cooperazione in Italia non devono essere considerati aiuti di Stato. Quindi sinceramente non capiamo perché si vuol colpire una realtà imprenditoriale che ha saputo reggere alla crisi meglio di altre”. Ma quali saranno gli effetti pratici per quanto riguarda le imprese di autotrasporto consorziate e in cooperative? “Gli artigiani, le piccole imprese che si sono unite per
Ferdinando Palanti, presidente Legacoop Servizi stare meglio sul mercato e fare massa critica – risponde Palanti – hanno accumulato anche delle riserve, dei patrimoni da utilizzare nei momenti di crisi. Ma d’ora in avanti si ridurrà il fieno che viene messo in cascina per usarlo al momento opportuno, perché dovremo pagarci più tasse. Le imprese di autotrasporto con quello che sono riuscite a mettere insieme nelle riserve e nel patrimonio hanno investito in centri di logistica, in sedi per gli associati, in piattaforme logistiche e hanno fatto investimenti in attività affini. Ora invece si andrà in direzione opposta rispetto alla crescita e allo sviluppo”.•
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Stronati (Confcooperative): le novità introdotte sono un tentativo di limitare le nostre realtà
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CONTROLLI
Sulla strada coi Centri Mobili di Revisione Cronaca di una sessione di controlli ad opera della Polizia Stradale e del Dipartimento trasporti terrestri
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di Yari Selvetella
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controlli sulla sicurezza visti da vicino: una mattina di fine settembre, al ventesimo chilometro della strada regionale 156 dei Monti Lepini, tra Frosinone e Latina, abbiamo assistito a una sessione di verifiche sui mezzi pesanti ad opera delle pattuglie miste della Polizia stradale e del Dipartimento trasporti terrestri del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Come ben sanno ormai tutti gli operatori del settore, si tratta di controlli specialistici che sondano da tutti i punti di vista lo stato di salute del nostro parco circolante, dagli aspetti tecnici alle questioni amministrative, e che si avvalgono di un prezioso strumento di verifica: il Centro mobile di revisione. Una struttura viaggiante, quella del Cmr, in grado di effettuare operazioni analoghe a quelle normalmente esperite negli uffici provinciali della Motorizzazione e nelle officine autorizzate. Il resto lo fa il personale addetto: controlla lo stato del veicolo, le sagome, le luci, il rimorchio e il semirimorchio, la frenata, gli pneumatici, le sponde, i semiassi. In una parola, controlla tutto, con particolare attenzione alle dotazioni del mezzo che, se difettose o assenti, rappresentano un pericolo per chi lo guida e per chi lo trova sulla sua strada. Un giorno col Cmr è un giorno con più sicurezza: ai mezzi che non superano l’esame delle pattuglie miste viene applicato il fermo amministrativo se, come accade oggi, ci si trova su una strada statale o regionale. Ma in autostrada si può arrivare anche al fermo fisico: in quel caso, il rischio alla circolazione lo porta via direttamente un carro attrezzi.
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Il contributo dell’Albo La pratica dei controlli col Cmr è stata caldeggiata dalla categoria e finanziata dal Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori. Sono state proprio le aziende di settore, quindi, a chiedere e ottenere controlli così complessi e puntuali. L’obiettivo è quello di creare un discrimine tra gli operatori che agiscono nel rispetto delle regole e coloro che giocano sporco, falsando il mercato e soprattutto mettendo in pericolo se stessi e tutti gli altri utenti della strada.
I controlli col CMR sulla regionale 156
Sono ormai più di dieci anni che vengono realizzati i controlli su strada e, da quando l’Europa unita ha riversato sul nostro territorio camion provenienti un po’ da tutti i Paesi – con standard qualitativi molto eterogenei –, un controllo di questo tipo si rivela sempre più importante.
Controlli in tempi di crisi Al di là del dato tecnico, partecipare a una sessione di controlli del Cmr si rivela, in questo momento, anche un’occasione per guardare da vicino le dinamiche di un settore che, come molti altri, sconta gravemente la crisi economica. Il primo aspetto che colpisce è la scarsa
Le verifiche sono di carattere tecnico e amministrativo
Una pattuglia al lavoro. Ogni controllo dura circa mezzora chiudendo e la crisi del settore farmaceutico ha ridotto anche la consistenza dei trasporti”. Lo confermano i dati forniti dall’Inail: solo nel primo bimestre del 2011, nel distretto farmaceutico di Latina, le ore di cassa integrazione sono state più di 558.000. E il trasporto, si sa, è legato a doppio filo con il mondo produttivo. In questo caso la scarsa concorrenza nell’autotrasporto sembrerebbe quindi legata alla ridotta domanda espressa dal territorio. Alla fine della mattinata i camion controllati saranno diciannove: tutti italiani.
Padroncini virtuosi Chiediamo ad Antonio Malerba, direttore tecnico del servizio, se i controlli effettuati su una strada statale o regionale e in un contesto di provincia abbiano delle caratteristiche specifiche rispetto ai controlli in autostrada. “Ci troviamo spesso di fronte a piccoli padroncini italiani – afferma Malerba – che tengono molto al loro mezzo e lo mantengono in buone condizioni”. La verifica a queste affermazioni arriva poco dopo. Angelo, autotrasportatore molisano, lo afferma già mentre conduce il suo camion, un Iveco che ricorda bene il secolo scorso, sulla pedana del Cmr: “Ho rifatto i freni la scorsa settimana, altrimenti m’ammazzavo. Ho preferito farlo sistemare completamente. Un camion nuovo non me lo sarei potuto permettere”. “Per una sorta di selezione naturale – dice l’ispettore Lucati – la presenza di camion vecchi è meno diffusa in autostrada che qui e a questo contribuiscono anche i nostri controlli”. Tra il personale addetto circola anche una storia relativa a un servizio di qualche me-
se fa: un OM 50 risalente addirittura al 1974 (anno di nascita dell’Albo degli Autotrasportatori) viene fatto accostare e sottoposto a tutte le verifiche del caso. Con grande stupore degli addetti il camion è perfetto in tutte le sue dotazioni. Anche questi aspetti, al di là di tutto, dimostrano le difficoltà in cui si dibatte il settore. Auspicabile, più che la buona volontà dei singoli – che comunque nulla possono fare, ad esempio, sull’impatto ambientale del loro vecchio camion – è la diffusione di un parco circolante più nuovo e moderno.
L’importanza dei controlli “Siamo convinti che il servizio con il Cmr sia molto importante per la sicurezza di tutti – prosegue Malerba – anche al di là degli aspetti tecnici. Le verifiche si estendono infatti ad altre questioni, come il rapporto di lavoro. Da quando abbiamo iniziato nel 2000 il contributo dell’Albo è stato decisivo e questo ci consente di poter operare sulla strada con l’obiettivo della sicurezza. Di sicuro dove c’è il Cmr non ci sono incidenti e la nostra presenza è anche uno stimolo in più a tenere bene il camion”. Ogni controllo ha una durata media di circa mezzora e, nel giro di questa mattinata, gli addetti riescono a fermare diciannove camion. In quattro casi vengono riscontrare delle irregolarità. Un mezzo viene sospeso dalla circolazione: la pedana non è ben assicurata al cassone e vibra pericolosamente ad ogni frenata. All’autista non rimane che scendere dal camion e prendere un caffè al bar in attesa di indicazioni dalla ditta. Adesso potrà solo ritornare in sede.•
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presenza, su questa strada regionale del basso Lazio, di camion stranieri che invece, fino a qualche tempo fa, circolavano numerosi da queste parti. L’impressione ci viene confermata dall’Ispettore capo della Polstrada e responsabile del servizio Roberto Lucati: “In questo territorio – afferma l’ispettore – il passaggio di mezzi pesanti stranieri si è notevolmente affievolito. Negli anni scorsi tra il porto di Gaeta e la zona industriale di Frosinone si era generata una rotta commerciale importante. Ma adesso le fabbriche stanno
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FOCUS TERRITORIO: FRIULI VENEZIA GIULIA
COMPETITIVITÀ DI FRONTIERA A un anno dal protocollo d’intesa per assicurare maggiori controlli, le aziende di autotrasporto sono ancora in grande difficoltà per la concorrenza di vettori stranieri
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di Yari Selvetella
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a crisi economica e lo scenario di una concorrenza internazionale sempre più agguerrita hanno creato una situazione di grande sofferenza per le aziende italiane di autotrasporto. A un passo dalla frontiera, poi, la prospettiva sui rischi e sulle sfide che il settore sta affrontando e che dovrà gestire nei prossimi anni si fa particolarmente nitida: rimanere sul mercato dovendo scontare una tassazione più alta e normative più rigide rispetto ai vettori stranieri è e sarà sempre più difficile. Circa un anno fa, alla fine di settembre, le associazioni di categoria denunciarono che nel Friuli-Venezia Giulia – una delle regioni più esposte al passaggio dei tir provenienti dall’Europa orientale – le imprese di autotrasporto erano diminuite del 20,84%, contro una media italiana del 13,83%. Dopo qualche settimana arrivò la risposta del Governo. Il 29 ottobre fu infatti firmato a Trieste un protocollo d’intesa tra Prefetture, forze dell’ordine e uffici del ministero del Lavoro e dei Trasporti per intensificare i controlli sui vettori stranieri. Già alla fine di febbraio i primi risultati del lavoro svolto. “Stiamo aumentando i controlli sui veicoli stranieri, sugli autotrasportatori stranieri che passano di qui – dichiarò in una conferenza stampa il sottosegretario Bartolomeo Giachino –. Siamo a una media sull'intera regione del 58%, in alcune province siamo a una media di oltre il 70% dei controlli. Bisogna sapere che i controlli nel settore dei trasporti hanno un duplice significato: servono per la sicurezza stradale, ma servono anche per la regolarità del mercato, perché altrimenti gli autotrasportatori stranieri fanno concorrenza sleale a quelli italiani e questa non è una cosa positiva per il Paese".
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Non solo controlli La tendenza a una maggiore attenzione sulle criticità presentate dal transito di vettori esteri viene confermata anche dai dati relativi ai controlli che la Polizia Stradale ha diffuso poco prima dell’estate. Nelle regioni del nord Italia, in tutto il
2010, i controlli sui mezzi stranieri erano stati 17.552, pari al 17% di tutti quelli effettuati. Solo nel primo semestre del 2011 i controlli su camion stranieri hanno toccato quota 11.247, il 20% del totale. Il solo strumento delle verifiche su strada, tuttavia, per quanto necessario, non può bastare per arginare il fenomeno. A essere messe in discussione in modo più profondo, sono le stesse fondamenta della convivenza europea: agli operatori dei ventisette paesi dell’Ue viene riconosciuta formalmente una parità di accesso al mercato negata invece nella pratica quotidiana. Proprio per questo, lo scorso anno, le associazioni avevano chiesto di avviare presso l’Unione europea una procedura complessa che fosse in grado di arginare, almeno temporaneamente, il fenomeno. Si tratta della “clausola di salvaguardia” da presentare alla Commissione europea.
La clausola di salvaguardia La misura, che deve ottenere il via libera della Commissione, bloccherebbe per sei mesi, eventualmente rinnovabili per un ulteriore semestre, il cabotaggio straniero in Italia. L'art.10 del Regolamento
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
TRANSITI GIORNALIERI Autostrada A4 Trieste-Venezia 47.122 49.226 50.377 52.065 54.504 55.739 58.352 60.483 61.284
Fonte: ministero dei Trasporti (2010)
1072/2009 prevede la possibilità per gli Stati membri di richiedere tale clausola in caso di grave perturbazione del mercato dei servizi di trasporto sul territorio dello Stato, o di una parte di esso. La richiesta, in questo caso, sarebbe motivata dalla grave crisi che si è registrata per le imprese di trasporto del Friuli-Venezia Giulia in conseguenza dell'apertura alla Slovenia, dal 2004, del mercato interno dei servizi di trasporto. I precedenti non sono positivi. Provò la Francia, qualche tempo fa, ma la sua richiesta fu respinta per carenza di motivazione ed argomenti. Difficile insomma che da Bruxelles arrivi un aiuto di questo tipo. Una situazione complessa che abbiamo cercato di approfondire e comprendere meglio con l’ausilio di rappresentanti delle associazioni degli autotrasportatori in Friuli.
Non assistenzialismo ma legalità “La presenza di vettori stranieri è ancora invadente, a tutti i livelli – dichiara Pierino Chiandussi, presidente regionale di Confartigianato trasporti e vicepresidente nazionale –. Negli scorsi mesi abbiamo avuto due incontri con il sottosegreNel primo semestre 2011 i controlli sui camion stranieri sono stati il 20% del totale
DESTINAZIONE DEI VETTORI SLOVENI IN INGRESSO IN ITALIA FRIULI VENEZIA GIULIA 42,1% VENETO 20,0% LOMBARDIA 15,8% ALTRO 22,1% Fonte: ministero dei Trasporti (2010)
NUMERO DI IMPRESE Variazione imprese autotrasporto merci 2004-2009 GORIZIA 278 205 PORDENONE 782 658 TRIESTE 419 303 UDINE 1.049 855 FRIULI VENEZIA GIULIA 2.553 2.021 ITALIA 125.404 108.813 Fonte: ministero dei Trasporti (2010)
-26,26% -15,86% -27,68% -20,39% -20,84% -13,83%
tario Giachino per discutere del problema e abbiamo ottenuto un’intensificazione dei controlli. La situazione di confine sta diventando sempre più disastrosa. Penso ad esempio ai traghetti Ro-ro provenienti dalla Turchia e ai molti vettori stranieri che prendono quei lavori. Non li ottengono certo perché la nostra intraprendenza sia minore, ma perché i costi che devono sostenere sono inferiori. Ora ci auguriamo che la possibilità di sanzionare il cabotaggio abusivo con multe da 5.000 a 15.000 euro possa dimostrare che qui si rispetta la legalità. Ecco, è questa la parola chiave e la richiesta che raccolgo da molti colleghi: nessuno vuole assistenzialismo, vogliamo invece che le leggi siano rispettate da tutti”.
Un problema che va oltre il Friuli “Da noi le aziende di trasporto in conto terzi che hanno chiuso negli ultimi anni sono più del 30% – conferma Rita Rapotez, presidente di Confartigianato trasporti di Trieste – . Grazie a una tassazione complessiva che non va oltre il 20%, grazie a un costo del lavoro decisamente più basso e a polizze assicurative più a buon mercato, i nostri concorrenti stranieri riescono a praticare tariffe più basse di circa il 25%. Basta fare un viaggio sull’autostrada A4 per rendersi conto della massiccia presenza estera. Le nostre aziende provano a ripiegare sul trasporto locale, ma anche in questo
UNA REGIONE PROTESA A EST Per il Friuli-Venezia Giulia molte occasioni di sviluppo possono arrivare dalla crescita delle infrastrutture portuali e dell’intermodalità Al di là delle difficoltà del momento, il Friuli-Venezia Giulia è una regione di grande importanza alla luce di un’economia mondiale che sposta sempre più a oriente il suo baricentro. Il corridoio Adriatico-Baltico può inoltre favorire l’apertura di nuove importanti rotte commerciali. E sono proprio i porti dell’Arco Nord Adriatico, cioè Trieste, Venezia, Ravenna e Ancona a crescere. A fronte di una movimentazione media complessiva di 879 mila Teu, tra il 2005 ed il 2010 gli scali di quest’area sono cresciuti notevolmente: +36% Venezia, +42% Trieste, +72% Ancona +9% a Ravenna. Negli ultimi cinque anni quest’area ha visto un aumento del traffico nei propri porti di 249 mila teu (fonte: Consulta autotrasporto e logistica). Attualmente la quota di mercato dei porti del Nord Adriatico è del 20% nel complesso dei traffici relativi all’intero Nord Italia, rispetto all’80% della quota dell’Arco Tirrenico. Ma anche in questo caso la concorrenza è agguerrita: negli ultimi anni il porto sloveno di Capodistria ha aumentato considerevolmente i Teu manipolati sulle proprie banchine, passando da 350.000 Teu nel 2008 a 476.731 nel 2010 e superando in questa maniera i porti di Trieste e Venezia. Solo uno slancio complessivo di tutto il settore logistico in quest’area potrà costruire nuove occasioni di crescita e recupero rispetto agli operatori stranieri. segmento gli stranieri partono avvantaggiati. Ci auspichiamo che i controlli aumentino ancora perché la situazione è gravissima soprattutto a ridosso del confine. Mezzi stranieri che effettuano cabotaggio in Italia ce ne sono e non possiamo andare avanti in questo modo. Abbiamo chiesto la clausola di salvaguardia per questo settore così profondamente turbato da una concorrenza sleale. Il Friuli è in grave difficoltà, ma non è la sola regione a patire questo stato di cose. Anche le regioni limitrofe in questo modo subiscono gravi danni”.
Più controlli, ma il problema resta “Indubbiamente i controlli sono aumentati – afferma Oscar Zorzi di Fai Conftrasporto del Friuli – e anche da un punto di vista qualitativo si vedono i miglioramenti: più pattuglie alle dogane, maggiore presenza dei Cmr, molte verifiche sulle ore di guida e sui documenti. Certo il controllo di camion stranieri comporta anche difficoltà oggettive, ad esempio perché ci sono autisti che non parlano né l’italiano né l’inglese e risulta complicato effettuare il controllo fino in fondo. Grazie ai controlli le aziende sono più attente, ma rimane il problema della concorrenza, anche se farei una distinzione tra linee estere e mercato italiano.
Nel primo caso i vettori stranieri sono assolutamente prevalenti. E del resto come potremmo competere con il loro costo del gasolio, del lavoro, delle assicurazioni? Sloveni, serbi, croati, possono permettersi di partire con il camion vuoto, venire a caricare da noi e ripartire alla volta di altri paesi stranieri. Per competere, gli italiani, possono tutt’al più delocalizzare e aprire sedi all’estero o vendere il singolo trasporto a una ditta straniera. Sul mercato italiano la situazione è differente; le aziende straniere non hanno molta voglia di confrontarsi con le difficili modalità di trasporto che si trovano dalle nostre parti, con consegne multiple e tempi d’attesa a volte molto consistenti. Quindi in qualche modo ci lasciano più campo libero. Può capitare anche che la domanda di trasporto superi l’offerta, ma a ben guardare anche questo è un segnale allarmante. Questo, infatti, succede perché dal 2004 al 2010 il 40% delle aziende friulane di autotrasporto ha dovuto chiudere i battenti. I rapporti con la committenza friulana sono normalmente positivi, con pagamenti nei tempi pattuiti, ma non appena ci troviamo a fare i conti con una committenza che ritarda il pagamento per noi diventa un problema serio”.•
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Concorrenza impossibile Che l’attenzione sulla strada sia notevolmente aumentata ce lo conferma, da Udine, Massimo Masotti, presidente della sezione trasportatori internazionali di Anita. “I controlli che ci sono in Friuli – afferma – non ci sono in nessun’altra parte d’Italia”. L’autotrasporto, tuttavia, continua ad essere in grande difficoltà. “La situazione del nostro settore – prosegue – non è cambiata e la crisi è violentissima. Ormai molti imprenditori friulani sono stati costretti ad abbandonare perché la concorrenza degli stranieri è spietata. E il problema risiede già nella differente normativa e nelle diverse condizioni che devono affrontare gli operatori dei vari Paesi, sia per la sicurezza, sia per le condizioni di mercato. I test antidroga e antialcol, ad esempio, non si applicano ai vettori stranieri. Noi abbiamo l’obbligo delle strisce retroriflettenti e altri non lo hanno. Noi cambiamo gli estintori ogni sei mesi ed altri lo fanno ogni anno se non ogni due. Le nostre patenti hanno durata inferiore a quelle degli altri. Già questi elementi rendono difficile la competizione, ma è sui costi che le imprese straniere partono decisamente avvantaggiate. In Slovenia si prende un litro di gasolio a 1,23 euro iva compresa, qui ce ne voglio 1,45, il lavoro costa meno e la tassazione è più bassa. Chiaro che non possiamo competere. I controlli ci sono, ma del resto con un passaggio di trentamila veicoli al giorno e tanti controlli da fare anche sulle automobili, non si può far miracoli. Basti pensare al traffico di auto rubate verso i Paesi dell’est, o a certe polizze di assicurazioni straniere fasulle”.
Il porto di Trieste
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PIANO DELLA LOGISTICA
STRADA-ROTAIA,
una combinazione difficile
Uno studio dell’Ispi, promosso dalla Consulta dell’Autotrasporto, affronta i punti critici dell’intermodalità ferroviaria e propone alcune soluzioni per il suo sviluppo
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di Michele Latorre
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egli ultimi vent’anni, il trasporto combinato strada-rotaia ha viaggiato, in Italia, sulle montagne russe: fino al 1997 era in crescita, poi è calato fino al 2003, per risalire fino al 2006 e infine ripiombare a livelli sempre più bassi. Lo affermano sia le statistiche (almeno fino al 2007, ultimo anno disponibile per i dati Istat) che gli stessi operatori che praticano l’intermodalità ferroviaria da parecchi anni e che la stanno abbandonando progressivamente, almeno per quanto riguarda le tratte nazionali. “Una volta il trasporto combinato strada-rotaia in ambito nazionale era fiorente, mentre ora si sta estinguendo”, afferma Umbro Bernardini, titolare dell’omonima impresa che da anni si è specializzata sull’intermodalità e che, nonostante le difficoltà, continua a praticarla ancora oggi. Opinione simile viene da Thomas Baumgartner, amministratore delegato della Fercam di Bolzano, altra storica azienda del combinato: “Abbiamo molto ridimensionato l’intermodale ferroviario all’interno dei confini nazionali a favore delle autostrade del mare, che hanno navi veloci e sono più competitive del treno in termini di costi”. Il risultato è che - secondo lo studio commissionato dalla Consulta per l’Autotrasporto e la Logistica all’Ispi nel 2007 l’autotrasporto aveva conquistato il 92% della quota di mercato del trasporto terrestre nazionale (in termini di tonnellate per chilometri), mentre dell’8% rimasto alla ferrovia, il trasporto di unità intermodali incideva solo per la metà. In termini di tonnellaggio, la situazione era ancora peggiore: la strada movimentava il 97%, la ferrovia tradizionale l’1,5% ed il combinato strada rotaia solo l’1,1%.
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Flussi internazionali Migliore è la situazione nel trasporto internazionale che ha come partenza o destinazione l’Italia. Qui, infatti, entrano in gioco fattori che favoriscono la rotaia:
limiti e balzelli imposti ai camion da Austria e Svizzera, distanze relativamente elevate, infrastrutture più moderne e la presenza di diverse compagnie ferroviarie (soprattutto private) che si sono specializzate nel trasporto intermodale transeuropeo, anche focalizzandosi nei settori dove si registra una maggiore domanda di treno (come il siderurgico ed il chimico). In questo caso, i dati riportati dall’Ispi sono più recenti (in quanto provengono anche da Austria, Francia e Svizzera): nel 2009, la ferrovia registrava nei traffici transalpini una quota del 32%. È interessante notare che tra il 1994 ed il 2009, il traffico ferroviario tradizionale è dimezzato (passando da una quota del 23% all’11%), mentre quello combinato è cresciuto dal 14% al 21%. Al primo posto tra i Paesi d'attraversamento dei treni c’è la Svizzera, con una quota del 60%, seguita da Austria (30%) e Francia (7%). Analizzando l’evoluzione dei flussi ferroviari intermodali dal 1994 al 2008, l’Ispi rileva un forte incremento dell’asse del Sempione, dove i volumi sono passati da un milione a 6,7 milioni di tonnellate. Sono cresciuti anche il Brennero (di cinque milioni) e, in misura minore il Gottardo ed il Tarvisio (di un milione ciascuno). Viceversa, il Frejus ha perso circa un milione di tonnellate.
Gli operatori confermano le migliori condizioni del trasporto ferroviario internazionale. “Diversi Paesi europei hanno incoraggiato la ferrovia ed i risultati si vedono – afferma Bernardini –. E quando parlo d’incoraggiamento non mi riferisco solo ad incentivi economici, ma soprattutto allo sviluppo delle infrastrutture ed alla maggiore facilità d’accesso al mercato per gli operatori”.
Stato dell’infrastruttura La ricerca dell’Ispi analizza i punti critici della rete ferroviaria italiana, che rappresentano uno dei principali fattori della crisi del combinato strada-rotaia. Le direttrici del Nord sono quelle che mostrano i minori problemi strutturali, ma i maggiori in termini di capacità, a causa della saturazione raggiunta nelle fasce orarie diurne. L’analisi rileva però l’impossibilità di trasportare semirimorchi nella tratta posta ad ovest di Verona (snodo fondamentale per l’Europa settentrionale). La direttrice tirrenica (fondamentale per la presenza dei porti container e ro-ro più importanti della Penisola) ha invece numerosi vincoli alla dimensione delle unità di carico, a causa del gabarit delle gallerie che impedisce il transito su carri standard di semirimorchi e container high cube (due tipologie in crescita). E a tale proposito, l’Ispi sottolinea che “non si rilevano programmi per il miglioramento della sagoma limite”. La direttrice adriatica viene promossa per le dimensioni, perché qualsiasi unità di carico può transitare sulle rotaie tra Milano ed Ancona, mentre a sud del capoluogo marchigiano “sono previsti interventi di miglioramento”. Però, in questo caso lo studio rileva una “linea prossima alla saturazione”, nella parte centro-settentrionale. La situazione è diversa anche per quanto riguarda le linee ferroviarie di valico. Quella che presenta le maggiori restrizioni è Ventimiglia, con limiti sia di sagoma che di capacità (in alcuni tratti
logica di mercato: “La compagnia sta deliberatamente abbandonando il trasporto ferroviario delle merci in ambito nazionale e sta operando per impedire anche agli altri di farlo” aggiunge. L’imprenditore umbro porta l’esempio di un provvedimento appena varato nell’ambito della manovra di Ferragosto, ossia l’obbligo per tutte le società ferroviarie operanti in Italia (pubbliche e private) di applicare un unico contratto di lavoro: “Ciò significa far levitare i costi e soffocare le imprese ferroviarie più piccole. Inoltre, il provvedimento farà sorgere difficoltà anche nell’attuale organizzazione del lavoro delle società private”.
Aumentare la competitività Ma le carenze delle infrastrutture non sono le uniche cause del declino del trasporto ferroviario intermodale. Gli operatori ne rilevano altre, di ordine organizzativo e commerciale.
Puntare sui porti Se questa è la diagnosi dei mali del combinato strada-rotaia, quale possono essere le terapie per curarli? Lo studio dell’Ispe ne propone essenzialmente due. La prima consiste nel cercare di allungare i collegamenti intermodali internazionali (che nella maggior parte dei casi si fermano in pochi scali del Nord Italia) verso il Centro ed il Sud. In realtà, qualche esempio negli ultimi anni c’è stato, con servizi che raggiungono Pomezia e Nola (ed in misura minore Catania), cercando di rompere
“Una spedizione intermodale porta-aporta è complessa e comporta un costo superiore rispetto al tutto strada – ammette Baumgartner – richiede almeno cinque trasferimenti delle unità, ossia la trazione dal mittente al terminal di partenza, il trasbordo sul treno, la vezione ferroviaria, il trasbordo sul camion e la consegna a destinazione. Ogni anello di questa catena richiede la massima efficienza. Ma soprattutto deve essere competitivo, almeno per distanze superiori ai 500 chilometri. Oggi, in Italia non sappiamo se il combinato nazionale lo sia veramente, perché la parte ferroviaria viene svolta praticamente in regime monopolista da Trenitalia. Siamo sicuri che il suo prezzo sia il minore possibile?”. Bernardini gli risponde indirettamente, affermando che le tariffe di Trenitalia pongono l’intero combinato fuori da una
l’accerchiamento delle autostrade del mare nei collegamenti tra gli estremi della Penisola. Il secondo ambito d’intervento proposto dall’Ispi riguarda il combinato che interessa i container marittimi, che costituisce una specializzazione con flussi e logiche distinte da quelle delle unità di carico terrestri (come casse mobili e semirimorchi). Lo studio rivela che il trasporto ferroviario diretto ai porti rappresenta il 70% del trasporto intermodale nazionale. Un valore che però, in termini assoluti, rappresenta solo una piccola parte dei contenitori che hanno come origine o destinazione gli scali marittimi. Nel 2007, i primi dieci porti italiani hanno movimentato 9.340.570 teu. Di questi, 4.321.313 teu erano in transhipment (da nave a nave), 3.785.482 teu sono stati inoltrati su strada e solo
1.233.784 hanno viaggiato su treno. Ci sarebbero, quindi, potenzialità per trasferire traffico dal camion alla rotaia. C’è però un fattore strutturale che limita questa tendenza: la maggior parte dei trasferimenti da porto all’entroterra è inferiore a 300 chilometri, una distanza che penalizza il treno rispetto al camion. Una soluzione è la realizzazione di brevi linee ferroviarie dedicate ai container, che connettano le banchine con piattaforme intermodali situate nell’entroterra.
Efficacia del Ferrobonus In tutti i casi, resta da superare il nodo della competitività del combinato stradarotaia rispetto al tutto strada. Lo studio dell’Ispi tenta di stabilire alcuni confronti tra le due modalità, attraverso alcune simulazioni. La conclusione mostra due scenari diversi. Il combinato è competitivo nel caso di traffici bilanciati, con una tratta stradale molto breve, mentre nel caso opposto (trasporto spot di sola andata con un autista) il camion è ampliamente vincente. Ma questo avviene se l’intermodalità è efficiente e se la strada rispetta le norme sulla guida. Il problema, in Italia, è che i trasporti da un estremo all’altro non sono bilanciati e che nell’autotrasporto c’è ancora un elevato tasso d’infrazione di alcune regole, prima tra tutte quella sui tempi di guida e di riposo. Un modo per accorciare le differenze di costi tra combinato e tutto strada è fornire incentivi agli operatori che utilizzano l’intermodalità ferroviaria. Dopo qualche anno di vacanza, il Governo ha ripristinato il Ferrobonus. Ma l’esperienza passata ha dimostrato che la sua efficacia dipende dalle modalità d'erogazione. Gli autotrasportatori insistono per essere i principali destinatari del beneficio, com'è avvenuto con il contributo per il combinato strada-mare. “Invece è stata inserita una clausola che estende il beneficio alle compagnie ferroviarie e perfino agli utilizzatori del treno tradizionale, che riduce l’efficacia del provvedimento” – afferma Bernardini – che conclude: “Non sono ottimista sull’esito di questo Ferrobonus”. A sua volta, l’Ispi rilancia la palla agli autotrasportatori: “Alla luce di quanto emerso è auspicabile che un mercato dell’autotrasporto più maturo sappia trasformare l’innata avversione alla ferrovia in una più lucida analisi da cui possano emergere gli indubbi vantaggi che l’uso del combinato può arrecare. Una condizione necessaria perché si possano cogliere questi vantaggi è tuttavia che il mercato dell’autotrasporto diventi più efficiente, inseguendo forme d'aggregazione e di consorzio che ne irrobustiscano la struttura e allo stesso tempo lo rendano più capace di interagire con il trasporto ferroviario. Per favorire questo processo sarebbe anche necessaria la realizzazione nel Sud Italia di piattaforme fisiche e organizzative dove vengano consolidate le merci destinate al Nord del Paese. Tale intervento andrebbe ad apportare maggiore equilibrio nei traffici, ma è necessario che le società d'autotrasporto siano capaci di rispondere alle diverse domande di trasporto che si hanno nelle due direzioni”.•
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è a singolo binario) e che per questo “non risulta essere utilizzata da alcun operatore intermodale”. Anche l’altro valico verso la Francia, il Frejus, ha gravi carenze infrastrutturali per il passaggio dei treni, prima tra tutte la pendenza, che richiede la doppia trazione su parte del percorso. Sono in corso lavori per adeguare il gabarit, ma non consentiranno comunque il trasporto di semirimorchi su carri standard. Anche il Sempione richiede la doppia trazione, anche se non presenta vincoli di sagoma o di peso assiale, almeno per quanto riguarda il ramo verso Novara, che però è a singolo binario. Situazione analoga per il Gottardo: doppia trazione per i convogli più pesanti e impossibilità di transito per i semirimorchi su carri standard. La situazione migliore si registra nei valichi orientali: il Brennero non presenta vincoli di sagoma o peso e quello del Tarvisio ha caratteristiche analoghe.
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FORMAZIONE
FORMAZIONE & PROFESSIONE Si è svolta a Roma la consegna degli attestati di partecipazione per i corsi Pre-Mitel, promossi dal Comitato Centrale dell’Albo in collaborazione con sette università italiane. Ora gli allievi parteciperanno a stage presso le aziende e la Pubblica amministrazione
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di Yari Selvetella
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ono stati presentati a Roma alla fine di settembre, presso la sala Emiciclo della Direzione generale del Dipartimento trasporti terrestri, i risultati dei corsi di formazione promossi dal Comitato Centrale dell’Albo in collaborazione con le università di Bologna, Castellanza, Genova, Napoli, Roma, Salerno e Trieste. Nel corso della conferenza sono state raccolte le testimonianze dei docenti e consegnati gli attestati a delegazioni di ragazzi provenienti da tutta Italia, ma l’evento è stato anche l’occasione per fare il punto sull’impegno del Comitato Centrale nell’ambito della formazione professionale. Sono centosessanta i neolaureati che, in modo del tutto gratuito, hanno usu-
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fruito di questi corsi che tecnicamente vengono definiti Pre-Mitel (Pre-master imprese trasporti e logistica). “L’Albo sta svolgendo un’importante attività di formazione – ha affermato il sottosegretario Bartolomeo Giachino – specialmente perché essa ruota attorno a un tema fondamentale: la logistica, attualmente un fattore di non-competitività per l’Italia. Il Piano Nazionale della Logistica andrà a incidere proprio su questo ritardo italiano rispetto ad altri paesi europei. Quello che ci aspettiamo è un aumento del volume d’affari per le aziende e, conseguentemente, migliaia di occasioni di lavoro per i giovani, soprattutto per coloro che hanno seguito percorsi di formazione specifica”.
Sopra il sottosegretario Bartolomeo Giachino durante la consegna dei diplomi. Sotto il prof. Francesco Filippi dell’università di Roma con un gruppo di allievi
Un legame con il mondo del lavoro L’ambizione di creare un forte legame tra il mondo universitario e le imprese è una delle caratteristiche più interessanti di questa iniziativa del Comitato Centrale, sottolineata anche da Rocco Giordano – coordinatore scientifico, tra l’altro, del Piano Nazionale della Logistica – che ha ideato e coordinato i corsi. “Abbiamo bisogno di una classe manageriale all’interno delle imprese e della pubblica amministrazione – ha detto Giordano – in grado di affrontare le sfide del futuro. Così, nel corso degli ultimi anni abbiamo evoluto i nostri progetti da una struttura articolata in moduli specifici a un’organizzazione per aree tematiche: manageriale, tecnicologistica, logistica pura e telematica
Da sinistra: G. Mussetola, E. Finocchi, G. Borruso, F. Carlucci, R. Giordano, F. Filippi, B. Giachino, S. Zunarelli, A. Bruzzone, E. Bossa, G. Gamba, C. Galasso, F. Del Boca
La parola ai ragazzi Enea Marotta, ingegnere aerospaziale, Napoli: “Quest’esperienza ha arricchito il nostro bagaglio culturale mettendoci a confronto con il management di un settore complesso e fornendoci un’interessante prospettiva professionale”. Riccardo Crevatin, ingegnere informatico e storico, Trieste: “Una cosa che mi ha colpito è la profonda strutturazione delle imprese del settore. Anche la qualità dei personaggi provenienti dal mondo aziendale mi ha stupito e ora spero in una possibilità di lavoro”.
AMOROSO: un’esperienza da potenziare e prolungare Il saluto del Presidente del Comitato Centrale dell’Albo
Danilo Liani, ingegnere gestionale, Roma: “Un’esperienza molto interessante specialmente per il suo legame con il mondo del lavoro. Grazie a questi corsi speriamo di poter ampliare le nostre possibilità di ottenere un’occupazione”.
Federica Capece, ingegnere, Napoli: “È stato positivo confrontarsi con un settore in crescita come quello della logistica. Un’esperienza che sarei disposta ad approfondire anche con un vero e proprio master”.
zioni per la loro prosecuzione. “Siamo grati all’Albo per questi corsi, la cui esigenza era molto sentita per una specifica formazione in ambito trasportistico – ha affermato Giacomo Borruso dell’università di Trieste”. “La valutazione dei corsi è molto positiva – ribadisce Fabio Carlucci dell’università di Salerno – con una convinta partecipazione sia dei colleghi sia degli studenti”. “Viviamo in un mondo in cui è costantemente necessaria l’integrazione tra conoscenze scientifiche e operative – sottolinea Agostino Bruzzone dell’università di Genova – un’esigenza molto ben individuata da questi corsi e che suggerisco di approfondire”. “Nonostante il mio iniziale pessimismo – ricorda Francesco Filippi dell’università di Roma – i corsi sono andati molto bene. Abbiamo inviato la presentazione del corso alla nostra mailing list e ci siamo ritrovati con più richieste dei posti a disposizione. Credo che occorra uno sforzo per fare superare ai piccoli operatori del settore la diffidenza nei confronti delle tecnologie, che invece sono un fattore di crescita”. “Il mio suggerimento – propone Stefano Un’esperienza Zunarelli dell’università di Bologna – è positiva quello di ampliare la durata dei corsi. ViSono tutti positivi i commenti dei do- ste le molte possibilità di sbocco profescenti universitari coinvolti nel progetto, sionale credo che possano avere una che hanno fornito anche alcune indica- crescita importante”.•
L’impegno dell’Albo Un impegno, quello dell’Albo in tema di formazione, che è stato confermato dal presidente del Comitato Centrale Bruno Amoroso (vedi box a destra) e dai vicepresidenti Francesco Del Boca e Gabriella Gamba. “Ho potuto constatare, anche con l’esperienza personale di due figli al termine dei loro studi universitari – ha affermato Del Boca – che dal settore della logistica proviene almeno la metà delle offerte di lavoro. Dobbiamo credere di più in questo settore e ci auguriamo che anche il Governo lo faccia. Siamo soddisfatti dei corsi e vogliamo ripeterli. La mia opinione è che le competenze giuridiche siano sempre più importanti e che questo ambito vada potenziato. Grazie alla formazione e all’impegno di tutti i protagonisti del settore potremo, nel giro di qualche anno, raggiungere il modello tedesco”. “Dalla discussione di oggi – ha sottolineato Gabriella Gamba – mi sembra emerga la prospettiva di una strutturazione ulteriore dell’iniziativa, con la loro trasformazione in veri e propri master”.
Il Presidente del Comitato Centrale dell’Albo, Bruno Amoroso
La formazione è uno dei temi principali attorno ai quali si stanno articolando i progetti del Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori, promotore di tutta l’iniziativa. Non poteva dunque mancare il saluto del Presidente e Consigliere di Stato Bruno Amoroso. “L’esperienza dei corsi di formazione realizzati in collaborazione con alcuni dei migliori atenei italiani ha un’importanza unica – ha affermato Amoroso – anzitutto perché attira l’attenzione del mondo dell’Università su questo settore così complesso e decisivo per la nostra economia, ma anche per la qualità raggiunta attraverso questa collaborazione accademica. Si tratta quindi di un percorso che intendiamo potenziare e prolungare nel tempo”. Importante, per Amoroso, il successo registrato presso gli studenti: “Ha un carattere eccezionale – prosegue il presidente – la partecipazione di 160 allievi a questa prima tornata di corsi ed è particolarmente innovativa la loro impostazione. Non si tratta, infatti – come può accadere talvolta nei master – di una docenza astratta, ma di un’occasione per unire nozioni di carattere scientifico al vivo dell’esperienza imprenditoriale. Ciò risulta particolarmente utile in quanto il trasporto ha un carattere di trasversalità tale da interessare ogni settore produttivo e commerciale”. I Pre-Mitel organizzati dal Comitato Centrale dell’Albo daranno la possibilità agli allievi di partecipare a stage presso le aziende e presso la Pubblica amministrazione. “L’inserimento di questi giovani dovrà avere un seguito per consentire loro di orientarsi nell’attività professionale. Al professor Rocco Giordano che ha coordinato i corsi e a tutti loro rivolgo il mio saluto e i miei complimenti per questo titolo di grande importanza nel loro curriculum professionale”.
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applicata. Le nostre iniziative, tuttavia, riguardano il settore a tutti i livelli, dal manager all’autista. Abbiamo formato circa cinquemila allievi e abbiamo a disposizione una squadra composta da duecento docenti d’eccellenza”. Dopo la partecipazione al Pre-mitel gli allievi potranno proseguire la loro formazione grazie a dei periodi di stage da svolgere presso le aziende di settore o presso la pubblica amministrazione. Una possibilità, quest’ultima, sottolineata anche da Enrico Finocchi, Direttore Generale per il Trasporto Stradale e l'Intermodalità del ministero dei Trasporti: “Mi auguro che un periodo di stage possa contribuire a fornire un’immagine diversa della pubblica amministrazione, spesso demonizzata, che sta compiendo invece grandi passi in avanti per modernizzarsi”.
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PROVA SU STRADA
UNA STELLA
sempre più lucente Una prova su strada di due giorni per il nuovissimo Actros Mercedes con un percorso vario e impegnativo per mettere in risalto le doti di un veicolo profondamente innovativo
D
di Ferdinando Tagliabue
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opo cinque anni di sviluppo e collaudo di componenti e del veicolo nel suo insieme, con circa 20 milioni di chilometri percorsi sui più disparati tipi di strada, latitudine e clima, dopo la presentazione “stellare” di Bruxelles, ecco che finalmente, il nuovo Actros è stato messo a disposizione per le prove su strada. Prima di salire a bordo è doveroso un esame all’esterno del veicolo, con il frontale dominato dalla stella e dalla mascherina del radiatore a forma di V con le lamelle forate dall’aria particolarmente grintosa, separata dalla mascherina inferiore più piccola. Decisamente originale la forma dei gruppi ottici, che avvolgono la parte inferiore della mascherina ed in cui sono integrati abbaglianti, anabbaglinti, luci diurne e indicatori di direzione. La vista laterale pone in evidenza la porta fortemente ribassata, con funzioni sia aerodinamiche sia di facilità di accesso.
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Una cabina gigantesca Il primo contatto con il mezzo su strada è quasi di soggezione. La cabina, nel caso specifico si tratta della più grande, ovvero la GigaSpace, è realmente impressionante con la sua altezza di quasi 4 metri (3,96 per l’esattezza). La salita sulla GigaSpace è davvero una salita e avviene mediante quattro gradini distanti tra loro 320 mm, con il primo gradino che, secondo il tipo di pneumatico, si trova ad una distanza da terra che varia da 348 a 401 mm. E dopo questa “scalata”ci si trova in un ambiente sorprendentemente accogliente, con un’altezza interna che supera i 2,20 m. La sorpresa per l’altezza interna fa quasi passare in secondo piano la sobria eleganza degli interni caratterizzati da una netta divisione cromatica tra zona lavoro e zona riposo. Sulla GigaSpace gli scomparti portaoggetti che si trovano
sopra il parabrezza sono asimmetrici e, dalla parte del passeggero risultano meno profondi, una soluzione che consente al conducente di avere a propria disposizione una zona che assicura una maggior libertà di movimento. Nella zona sottostante il letto inferiore ci sono due vani di stivaggio estraibili da 69 litri ciascuno e uno dei due può essere adibito a frigorifero. Sotto la cuccetta si trovano degli scomparti laterali accessibili sia dall’interno sia dall’esterno che, nel caso dei modelli a pianale piatto hanno una capacità di 420 litri (325 litri nel caso dei modelli con tunnel motore). Sempre sui modelli a pianale piatto è poi presente un vano portattrezzi accessibile solo dall’esterno e posto sul lato sinistro, con una capacità di 70 litri e che porta a 975 litri la capacità complessiva dei diversi vani di stivaggio chiusi sulla cabina GigaSpace.
Ampie regolazioni per il volante La posizione di guida risulta estremamente naturale anche perchè il volante a quattro razze presenta un’ampia possibilità di regolazione che in altezza è continua fino a 104 mm mentre l’inclinazione è compresa tra 28 e 47° con una posizione di parcheggio a 8,5°. La strumentazione è ben raggruppata con due strumenti circolari per velocità e giri motore e una strumentazione supplementare posta centralmente. Tutti a portata di mano anche i comandi; a destra il comando del cambio automatico PowerShift (di serie), i freni continui, con freno motore potenziato e retarder secondario ad acqua. Sulla razza di destra del volante sono posizionati il Tempomat (disponibile con o senza mantenimento della distanza) ed il limitatore di velocità. Per l’avviamento, la tradizionale chiave è stata sostituita con un pulsante di start/stop che con una leggera pressione effettua
La capacità d Actros arriva
una autodiagnosi e che quando viene premuto sino in fondo accende il motore, un OM 471 a sei cilindri in linea di 12,8 litri che nel caso del veicolo in prova sviluppa una potenza massima di 476 CV (350 kW) con una coppia massima di 2300 Nm; oltre a questa taratura di potenza il nuovo motore viene anche proposto con 421 CV (310 kW e 2100 Nm); 449 CV (330 kW e 2200 Nm) e 510 CV (375 kW e 2500 Nm).
Sette cabine
dei vani del nuovo a fino a 750 lt
Disponibili diversi sedili con vari gradi di finitura e confort
Sono ben sette le variabili di cabina disponibili per il nuovo Actros: ClassicSpace: tetto standard, larga 2,3 m, tunnel motore 170 mm; altezza interna centrale (su tunnel motore) 1,46 metri, davanti sedile passeggero 1,59 metri. ClassicSpace: tetto standard, larga 2,3 m, con pianale piatto; altezza interna centrale 1,64 m. StreamSpace: larga 2,3 m, tunnel motore 170 mm; altezza interna centrale (su tunnel motore) 1,79 m, davanti sedile passeggero 1,84 m. StreamSpace: larga 2,3 m, pianale piatto; altezza interna centrale 1,97 m. StreamSpace: larga 2,5 m, pianale piatto; altezza interna centrale 1,97 m. BigSpace: larga 2,5 m, pianale piatto; altezza interna centrale 1,99 m. GigaSpace: larga 2,5 m, pianale piatto; altezza interna centrale 2,13 m. Le cabine BigSpace e GigaSpace presentano un leggero rilievo in avanti che caratterizza il tetto sopra il parabrezza; si tratta di una soluzione che permette di ottimizzare la capacità degli scomparti portaoggetti posti sopra il parabrezza.
PIÙ AERODINAMICA MENO CONSUMI Il ruolo dell’aerodinamica nel contenimento dei consumi di carburante riveste una grandissima importanza e per questa ragione l’accurata progettazione del nuovo Actros ha dato degli eccellenti frutti in termini di contenimento dei consumi e conseguentemente di salvaguardia ambientale. Oltre all’accurata progettazione il nuovo Actros ha potuto anche avvalersi di 2600 ore nella galleria del vento e ciò ha permesso di giungere ad una eccellente aerodinamica che ha contribuito a migliorare i già buoni valori di consumo del suo predecessore. Un accurato studio aerodinamico permette anche di conciliare eventuali esigenze contrastanti; a questo proposito ricordiamo che la marcata inclinazione del parabrezza se da un lato contribuisce a migliorare le doti aerodinamiche (e i consumi), dall’altro riduce lo spazio interno della cabina penalizzando vani portaoggetti e libertà di movimento. Grazie ad una serie di test nella galleria del vento, i progettisti del nuovo Actros hanno saputo soddisfare entrambe le esigenze e così per favorire l'aerodinamica, il parabrezza è stato inclinato di 15° ed i tetti delle cabine più grandi (BigSpace e GigaSpace) sono stati forniti di una specie di “naso” aerodinamico che contribuisce anche a creare ampi spazi interni di stivaggio.
Un percorso davvero speciale Il secondo giorno di test ha visto anche il confronto tra il vecchio ed il nuovo Actros, un confronto che ha avuto come teatro un percorso chiuso al traffico e specificamente progettato con frequenti saliscendi, curve strette e lente e altre ampie e veloci. Il percorso è stato affrontato dapprima con il vecchio Actros, che comunque ha mostrato di sapersela cavare ancora più che egregiamente anche in queste condizioni quasi estreme. Le differenze con il nuovo Actros sono comunque emerse in tutte le occasioni, non tanto sul percorso „normale“ quanto sulle „prove speciali“ dove il rinnovato telaio e le modifiche all’assetto e alle barre stabilizzatrici conferiscono una maggior rigidità, avvertibile soprattutto nella prova di cambio di corsia e nello slalom.•
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Il volante del nuovo Actros è di tipo attivo e multifunzionale
Silenzio... si viaggia Iniziamo la nostra prova dalla zona aeroportuale di Monaco di Baviera con grande curiosità. Il cambio è in totale automatismo e ci mostra subito tutta la sua rapidità e dolcezza nel passaggio da una marcia all’altra e, grazie anche alla fluidità del motore, ci si trova rapidamente con le marce alte a viaggiare a 60 km/h. L’elasticità è notevole, del resto questo motore già a 1000 giri/min mette a disposizione quasi interamente la coppia di 2300 Nm. Il percorso extraurbano è abbastanza movimentato ma si viaggia a 60 km/h circa con il motore che gira a 850 giri/min (pneumatici larghi da 315/70 e un rapporto al ponte di 2,611:1). Il volante è molto preciso e immediato, a volte anche eccessivamente immediato e richiede una certa attenzione, almeno all’inizio. In autostrada tutto diventa più semplice e viaggiando ad un regime compreso tra i 1150 e 1250 giri/min si marcia tra gli 80 e i 90 km/h ma sempre nel più grande silenzio. Ad accrescere ulteriormente la silenziosità del veicolo ci pensa poi la funzione EcoRoll che sfruttando anche i tratti di discesa più brevi porta il motore a 500 giri/min circa. Nella parte finale del percorso del primo giorno, ecco che emerge un altro aspetto sicuramente interessante del nuovo Actros, la sua grande maneggevolezza. Sembra strano parlare di maneggevolezza per un autoarticolato da 40 t, lungo 16 metri e mezzo, con una cabina di quasi 4 metri eppure è così, il nuovo Actros è docile, sensibile ai comandi, preciso nelle traiettorie e anche nelle strade extraurbane più strette e nell’attraversamento di paesi e città, si mostra perfettamente a proprio agio e i freni a disco anche su questo tipo di percorso possono riposare, tanto il grosso del lavoro viene svolto dal potente freno motore e, in caso di necessità, dal retarder.
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CONTROLLI
SICUREZZA AI RAGGI X Le apparecchiature scanner permettono accurati controlli ai carichi di semirimorchi e container ma con qualche preoccupazione per la salute degli autisti
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’erano una volta le pubblicità piazzate nelle ultime pagine dei giornali per ragazzi: raccontavano di magici occhiali ai raggi X che avrebbero permesso di guardare oltre i vestiti e le pareti. Quel sogno di sbirciare oltre le più varie barriere è oggi una solida realtà, che non ha nulla a che vedere con gli scherzi. Si tratta, anzi, di salvaguardare la sicurezza dei traffici commerciali e di arginare quelli della malavita. Il 23 settembre scorso, nel porto di Bari, durante un controllo a un tir turco che trasportava vetri per mosaici, l’utilizzo di un "silhouette scanner" ha consentito alla Polizia di frontiera di scovare ben 36 cittadini afgani che, all’insaputa del conducente, si erano nascosti nel semirimorchio. Nei giorni precedenti, alcuni controlli eseguiti con lo scanner dalla Guardia di Finanza nel porto di Brindisi avevano permesso di sequestrare due tir provenienti dai Balcani con un carico di sette tonnellate ciascuno: erano sigarette di contrabbando ben celate sotto un carico di copertura di uva greca. Assai rilevante anche il carico sequestrato dalla Squadra scanner di Gioia Tauro alla fine di aprile: settanta chili di cocaina purissima stipati in un container appena sbarcato da una nave in transito proveniente dalla Colombia. Per scovare il triste record dei sequestri, tuttavia, occorre spingersi oltre Oceano, nello Stato del Chiapas, in Messico. A un posto di blocco della locale polizia, effettuato con nuovi scanner a raggi X, sono stati scovati 513 clandestini dislocati in due camion e costretti a un viaggio in condizioni disumane. Un ruolo fonda-
mentale, quindi, quello svolto dagli scanner ai raggi X, anche se non mancano le preoccupazioni di quelle categorie che, come gli autotrasportatori, possono essere chiamati a un controllo frequente del loro carico, con eventuali conseguenze sulla loro salute derivanti dall’esposizione ai raggi.
Verifiche a Pomezia Per saperne di più sul funzionamento degli scanner che operano sul territorio italiano ci siamo recati presso la sede operativa dell’Agenzia delle dogane di Pomezia, a due passi da Roma, un importante scalo ferroviario e uno snodo cruciale con un traffico di container provenienti da tutto il mondo. Dalla fine di luglio, a Pomezia, è stata installata una moderna struttura per il controllo ai raggi X. L'apparecchiatura per la scansione dei contenitori è stata messa a disposizione dalla Direzione centrale accertamento e controlli dell'Agenzia delle Dogane, mentre Fs logistica ha offerto l'area per la sua installazione. La ditta costruttrice dell’apparecchiatura si chiama Smiths detection e le sue macchine lavorano in 180 paesi con circa cinquecento postazioni per il controllo commerciale sparse per il mondo, di cui tre acquistate negli scorsi mesi in Germania. “Il risultato dei primi test è positivo – afferma il direttore della sede operativa, Maurizio Gandolfi – con duecento scannerizzazioni già effettuate sui container in transito presso la nostra struttura. Le verifiche sono riservate alle merci che provengono dai Paesi che non fanno parte dell’Unione europea. Il sistema è simile a quello che viene
Il nuovo scanner installato presso la sede operativa dell’Agenzia delle Dogane di Pomezia adottato per il consueto controllo dei bagagli negli aeroporti. Noi stessi, anzi, forniamo il nostro supporto per queste operazioni presso l’aeroporto militare di Pratica di Mare. La scansione funziona soprattutto nel caso di un carico di merci omogenee, laddove la presenza di una forma estranea agli oggetti dichiarati nella bolletta doganale può essere agilmente notato. Molto più complesso il controllo di materiali eterogenei; in quel caso si rende comunque necessaria la
caposquadra, un verificatore e un agente della Guardia di finanza. Ma il passaggio dei raggi non costituisce un rischio per la salute degli operatori? “Il sistema non presenta particolari problemi in questo senso – prosegue Gandolfi – né per i nostri addetti, tenuti a debita distanza al momento dell’emissione dei raggi, né per gli operatori sul camion, in quanto la scansione si avvia nel momento in cui loro, a bordo della cabina, sono già ben oltre il campo d’azione dei raggi stessi.
Cosa prevede l’Inail Rimangono sicuramente molte domande aperte. Nel caso di Pomezia, ad esempio, ad essere sottoposti ai raggi sono solo dei solidi container metallici ma in altre situazioni può capitare che i raggi vadano a colpire un ben più leggero telo di gomma. Nessun problema in quel caso? E la natura degli oggetti contenuti non crea alcuna interazione con i raggi? Tutte le merci rimangono sicure dopo il contatto con lo scanner?
verifica degli operatori direttamente nel container. Nel nostro caso non ci sono ditte di autotrasporto in conto terzi sottoposte ai controlli; i contenitori vengono movimentati da una ditta interna che gestisce tutta la struttura”.
La percentuale di rischio “La verifica non avviene casualmente – spiega Silvia Marazzi, coordinatrice della squadra che si occupa dei controlli – ma grazie a un sistema informatico centralizzato messo a disposizione dall’Agenzia delle dogane e basato su banche dati internazionali. Un software è incaricato di formulare una percentuale di rischio in base ai precedenti della ditta, alla merceologia e a tutti quei fattori che possono allertarci. Superata la soglia di allarme il container viene sottoposto alla scansione”. In queste strutture dell’Agenzia delle dogane viene assolta una funzione di vera e propria polizia giudiziaria e tributaria che può arrivare anche al sequestro del carico. L’apparecchiatura deputata al controllo ai raggi X consiste in un camion attrezzato con monitor e computer per la lettura dei dati, al cui semirimorchio è applicato un braccio meccanico al di sotto del quale passa il mezzo oggetto di verifica. Una volta passata la cabina del mezzo, si aziona lo scanner ai raggi X piazzato all’estremità opposta del braccio meccanico. La “fotografia” così scattata viene quindi esaminata al computer, che rilascia il suo responso. Tutta l’operazione viene eseguita da una squadra composta da tre persone: un
La nostra è una apparecchiatura agile, che potrebbe essere utilizzata anche in sinergia con polizia e carabinieri”.
Rischi per la salute? Riguardo a eventuali rischi connessi all’utilizzo dell’apparecchiatura scanner, va segnalata l’iniziativa assunta da tempo dall’associazione degli autotrasportatori Fiap che, già nel 2008, ha anche presentato interrogazioni alla Regione Lombardia e informato i ministeri della Salute e dell’Economia. Venivano in particolare messe in evidenza le difficoltà riscontrate presso la dogana di Chiasso dove, in varie occasioni, gli autisti hanno accusato malesseri a controllo ultimato. “Per effettuare la verifica al trasportatore viene chiesto di condurre personalmente il veicolo sotto il dispositivo – si leggeva nell’interrogazione – in quanto l’apparecchiatura non è dotata di un sistema di rotaie in modo da renderla semovente come già avviene in alcuni porti dotati di analoghe strumentazioni di controllo”. E proprio sulla richiesta di rotaie insiste il segretario nazionale di Fiap Silvio Faggi: “Sarebbe una soluzione comoda e che garantisce la salute. Oggi l’autista non può rifiutarsi di effettuare il controllo, altrimenti è costretto a scaricare completamente il mezzo, con una grande perdita di tempo, di denaro e mettendo a repentaglio anche l’integrità della merce trasportata. Chiediamo semplicemente che sia rispettata la salute e il tempo di chi lavora: a quel punto siamo disponibili a qualsiasi controllo”.
“Bisognerebbe vedere la documentazione tecnica di questi impianti per poter formulare un giudizio – ci dice il dottor Cristiano Ravalli, medico del lavoro – ma, ad esempio, per quel che riguarda i controlli normalmente effettuati in aeroporto, l’operatore è tutelato dai materiali schermanti nell’area in cui vengono emessi i raggi”. In termini generali la valutazione dei rischi da campi elettromagnetici in ambiente lavorativo è stata effettuata negli scorsi anni dall’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del Lavoro (Ispesl), ente oggi assorbito dall’Inail. Il rischio da campo elettromagnetico è classificato tra i rischi per la salute, che comprendono una parte dei raggi ultravioletti, le microonde, le radiofrequenze, i raggi infrarossi, i raggi X ed i raggi laser. Il Decreto legislativo 81/08, esplica in maniera chiara gli obblighi del datore di lavoro relativamente alla valutazione del rischio: costui deve valutare e, quando necessario, misurare o calcolare i livelli dei campi elettromagnetici ai quali sono esposti i lavoratori, in conformità a parametri europei analizzando, tra l’altro, la documentazione tecnica delle macchine e degli impianti, richiedendo autorizzazioni e operando verifiche, ricavando informazioni da interviste ai lavoratori e da ispezioni interne e di organi di vigilanza. In questo caso, è naturalmente lo Stato con le sue articolazioni a farsi garante della sicurezza e della conformità alle regole di questi impianti. Ma forse non sarebbe male – ed è proprio il caso di dirlo – vederci un po’ più chiaro in questa storia, per evitare ogni preoccupazione.• Y.S.
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I container da controllare vengono individuati grazie a un sistema informatico che valuta la percentuale di rischio
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TECNICA NOTIZIE
IL NUOVO DAILY IVECO
che si ispira a Superman I
l Daily è per Iveco, dal momento del suo lancio nel 1978, un vero cavallo di battaglia: otre due milioni di esemplari venduti in 160 Paesi. Un successo non da poco, soprattutto con un prodotto così specifico e tecnico che non fa certo del primo prezzo la sua motivazione di acquisto, più orientata verso un puntuale soddisfacimento delle esigenze della mission specifica del cliente. Il Nuovo Daily è stato presentato presso il Fiat Industrial Village, un’area dello stabilimento Iveco di Torino presentato in concomitanza con questo evento. Il Fiat Industrial Village, primo centro polivalente di Fiat Industrial nel mondo (ma non sarà l’unico), è stato realizzato per vendere, assistere e far conoscere la storia e la tecnica dei prodotti dei marchi Iveco, New Holland e FPT Industrial. Ma torniamo all’Iveco Daily.
Si ispira a Superman A parte il visibilissimo frontale, ora in materiale satinato, con una banda che va da proiettore a proiettore, e la nuova griglia, sono poche le modifiche esterne ben visibili (di notte si notano i fendinebbia con la funzione di cornering). Molto più interessanti quelle all’interno e la meccanica. Nonostante le poche modifiche, il nuovo Daily si distingue però immediatamente dalle versioni che lo hanno preceduto anche per quella piccola “S” a fianco della scritta identificativa del modello: il logo di Superman, che conferma la scelta di abbinamento del prodotto a “Toons” di particolare successo e con particolari doti di forza e resistenza (prima fu la volta di Braccio di Ferro). Molte, ma di dettaglio, le modifiche all’interno, che hanno, per così dire, colto alcune linee guida dei commerciali del Gruppo Fiat. Si notano infatti strumenti, componenti e architetture simili a tutta la famiglia che va dal Fiorino al Ducato. Dal Tom Tom, al Blu & Me, da alcuni sistemi (come il Gear Shift Indicator), fino al posizionamento di una porta USB, di porta tablet (nello schienale del terzo se-
Lancio multiplo Daily arriva sul mercato dopo un “quasi” lancio multiplo. Il nuovo commerciale pesante del Gruppo Fiat Industrial era infatti presente, quasi contemporaneamente, al Salone del Camper di Parma, al Salone del Veicolo Industriale di Mosca, il Comtrans ‘11, e all’inaugu- Il frontale è caratterizzato dall’ampia razione del Fiat Industrial fascia satinata Village a Torino: la sua presentazione ufficiale. Insomma una presenza multipla in Europa, che ha forse un po’ spiazzato chi se lo aspettava solo a Torino. Questo perché il Daily è un prodotto globale, con una produzione di circa 100.000 unità l’anno, divisa tra Sud America, Spagna, Italia e Cina, oltre a vari assemblaggi in giro per il mondo.
dile), di alcuni grandi vani, di più prese elettriche e di un gran numero di piccoli vani. Telecomandi, telepass, sistemi di lettura di codici a barre, chiavi: sappiamo che chi gira con un veicolo di questo genere fa i lavori più disparati e deve avere molto spazio a disposizione in cabina.
Motori rinnovati E veniamo alla meccanica: motori rinnovati, per tutti di serie il cambio a sei marce (automatizzato in qualche versione), nuove classificazioni anti inquinamento (uno specifico EEV), nuovi record di po-
I motori 3.0 sia da 205 CV sia da 170 CV EEV dispongono di doppia sovralimentazione. Presente naturalmente l’EGR
tenza (un motore da 205 CV) e MTT da 3,3 a 7,0 t in modalità cabinata, crew cab (la vecchia doppia cabina) furgone, minibus, fino alle varianti specifiche per l’uso come camper. Presenti, di serie, anche una versione CNG (a gas naturale compresso da 136 CV e a norme EEV), e una versione elettrica a listino; in sperimentazione l’ibrido, analogo a quello del modello precedente già in uso in molte grandi flotte. I motori si basano su due architetture già note: il quattro cilindri di 2,3 litri e il 3,0 litri sempre a quattro cilindri. Le diverse varianti di potenza - 106, 126, 146 (sia 2,3 sia 3,0 litri), 170 e 205 CV e di livello di emissioni (Euro 5 o EEV) sono realizzate dalla base del 2,3 o del 3,0 litri introducendo dispositivi come la sovralimentazione a geometria variabile e la doppia sovralimentazione con inter refrigerazione tra le due turbine. Questi motori abbinati al nuovo cambio a 6 marce e, spesso, a ponti più lunghi, consentono una riduzione di consumi ed emissioni di CO2 fino al 10% rispetto al
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Lanciato per la prima volta nel 1978, il Daily ha venduto oltre due milioni di esemplari in 160 Paesi
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Più sicurezza Sostanziale per il Daily il lavoro sulla sicurezza che introduce il sistema ESP 9 di ultima generazione con sensori attivi, che comprende, oltre a ABS, EBD, ASR (il controllo di trazione) MSR (il sistema di regolazione della coppia motore in fase di rilascio), Hill Holder (il sistema elettronico per le partenze in salita) e LAC (il sistema di riconoscimento della distribuzione longitudinale del carico trasportato), anche nuove funzionalità come l’HFC (il sistema di compensazione dell’affaticamento dell’impianto frenante), il RMI&ROM (il sistema di attenuazione
del rollio) e il TSM (il sistema di ottimizzazione della dinamica dell’insieme veicolo-rimorchio). Il Nuovo Daily è coerente con la propria vocazione di piccolo, vero, camion, in grado di offrire ai clienti un mezzo adatto a ogni tipo di mission. La possibilità di variare, di allestire e di realizzare addirittura piccole serie “su misura” è garantita dalla struttura tradizionale: motore anteriore longitudinale con trazione posteriore, ma soprattutto telaio con longheroni a “C”. Si conferma così una gamma molto articolata e diversificata che conta oltre 7.000 combinazioni possibili, articolate su: versioni trasporto merci, trasporto persone e basi per trasformazioni e allestimenti; sei varianti di massa totale a terra, a partire da 3,2 fino a 7 tonnellate (scompare la 2,8 t); dieci passi (qualcuno specifico); portate utili (compreso il
conducente) sino a 4.700 kg con capacità di traino sino a 3.500 kg. Tre passi, due sbalzi e tre altezze interne per la gamma furgoni portano a otto volumetrie del vano di carico da 7 a 17,2 metri cubi. Un vero veicolo, per dirla come in informatica, multitasking. Il nuovo Daily è disponibile fin da subito presso la rete Iveco europea: minimi i ritocchi sui prezzi rispetto alla versione precedente analoga per passo e motorizzazione, ma bisogna dire che ora moltissime cose (tra cui ricordiamo il cambio a sei marce) sono di serie e non più optional.•
commercializzazione all’estero, invece che in Italia. Per Piaggio si apre uno scenario nuovo. L’accoglienza della rete è positiva. Avremmo bisogno di più veicoli e stiamo progressivamente fornendo i mercati. La Francia reagisce ancor meglio della Spagna, ma probabilmente è questione di clima economico. In Italia invece c’è un mercato diverso e sia il GPL che il metano sono ben distribuiti. All’estero invece non c’è la cultura di un veicolo commerciale non diesel”.
Il vostro start up è complesso e la catena logistica è intercontinentale. Che tempi vi siete dati? “Stiamo affrontando il tema gradualmente e il 2012 dovrebbe essere un anno a regime. In Europa i primi segnali di un cambiamento ci sono. Germania, Turchia e Nord Europa danno buoni segnali di tendenza. Quello che succederà nel 2012 è difficile da dire, solo un anno fa nessuno avrebbe potuto prevedere ciò che è accaduto in Nord Africa. Le previsioni sono quindi sempre da prendere con un certo dubbio. Sono comunque convinto che il 2012 sarà migliore del 2011; anche per l’Italia visto il collegamento economico con la Germania”.
Arriva dall’India il Porter diesel di Piaggio Il direttore commerciale di Piaggio Veicoli da Lavoro annuncia la commercializzazione del nuovo prodotto diesel di Carlo Otto Brambilla
Dopo la presentazione di Montecarlo a gennaio, Piaggio ha ora immesso sul mercato il nuovo Porter diesel, con i motori P120 prodotti nello stabilimento di Bramati, in India, non lontana da Mumbay, che offre ottime opportunità di trasporto e logistica grazie al suo imponente porto. “Oggi siamo gli unici a fornire, di fabbrica, tutte le trazioni possibili: dal bi-fuel all’elettrico, fino al diesel”, ha spiegato Vincenzo Scardigno, direttore commerciale per Piaggio Veicoli da Lavoro, aggiungendo che “la scelta dell’azienda è stata quella di avviare la
Quali sono le previsioni per l’Europa centrale? “In alcuni Paesi i tempi sono un po’ più lunghi per via della situazione economica. – ha continuato Scardigno – La difficoltà è oggettivamente costruirsi una rete là dove non ci conoscono, fatto salvo che i nostri dealer sono logicamente multibrand e sono impegnati su altri fronti. Un Paese nuovo per noi, che è partito bene, è la Turchia.
Come sta andando l’Ape? “Rappresenta circa il 50% della nostra produzione ed è molto gradita all’estero, soprattutto in Germania dove piace molto, tanto che il Paese è il secondo mercato europeo. Ovviamente penso che il Porter diesel cambierà radicalmente il mix di vendite, anche se l’Ape ci sarà ancora a lungo e dovrà avere una connotazione classica da Made in Italy che, detto per inciso, piace molto”.
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modello precedente. La trazione posteriore offre la massima motricità per l’utilizzo su terreni leggermente sconnessi e a scarsa aderenza. A richiesta, è possibile associarla al bloccaggio differenziale meccanico. Il bloccaggio del differenziale può essere attivato semplicemente tramite il comando in plancia e può essere abbinato al sistema ESP. Ecco perché il veicolo, facilmente allestibile per via della struttura con telaio, è così gradito in cantiere.
Con oltre 17 metri cubi il Daily è il recordman della categoria furgoni. Moltissimi gli optional disponibili per migliorare il carico: dalle semplici pannellature “antibollo” fino a sofisticati sistemi di aggancio
Molte le modifiche ai piccoli vani all’interno: da quello per bottiglie, a quello per un tablet, ovviamente molti corredati di presa a 12 V. Presente una porta USB per il sistema Blu & Me, disponibile anche il Tom Tom
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TECNICA NOTIZIE
Dare voce alla sicurezza
A cento anni dal primo pneumatico per autocarri nel listino Pirelli, un’iniziativa per raccogliere i suggerimenti degli autotrasportatori sul tema della sicurezza
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li autotrasportatori come “voce della sicurezza stradale”, con le loro competenze, la loro esperienza, i loro problemi. È questa l’idea di una nuova campagna lanciata in questi giorni da Pirelli e dedicata ai professionisti del trasporto di merci su strada. Un numero verde (800 96 02 64 attivo da lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 13 e dalle 14 alle 18) per far conoscere la propria opinione e un altro (339 9941332) per inviare via sms i propri suggerimenti in tema di sicurezza stradale. I messaggi vocali e scritti più interessanti verranno raccolti e pubblicati in una webradio in modo che possano contribuire al dibattito interno alla categoria, ma anche rivolgersi alle istituzioni, alle industrie costruttrici e agli altri utenti della strada. Per invogliare gli autotrasportatori a partecipare sono previsti anche dei premi per i messaggi più interessanti: si va dalla possibilità di assistere a un gran premio di Formula Uno a una tappa del mondiale superbike fino a gadget vari.
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''Dai voce alla sicurezza'' non è, ovviamente, un’iniziativa estranea al mondo dei pneumatici. Pirelli vuole invitare a riflettere anche sull' importanza delle gomme, soprattutto per gli autotrasportatori: tenuta in curva, trattività, aderenza sul bagnato e spazio di frenata di un mezzo pesante dipendono soprattutto dallo pneumatico, che è l'unico contatto tra veicolo e fondo stradale. Un modo interessante e, si spera, utile per celebrare anche una ricorrenza: cen-
to anni da primo pneumatico per autocarri introdotto nel listino Pirelli.
Dalla storia al futuro È infatti trascorso un secolo dal lancio dell’Ercole 1.000x150. In questi cento anni, l’esperienza e la produzione Pirelli destinata all’autocarro sono cresciute in maniera considerevole, tanto che oggi la Business Unit Truck ha sei stabilimenti in Italia, Turchia, Egitto, Cina e Brasile (due siti), con due centri di ricerca e sviluppo in Turchia, Brasile, Cina e Milano. Il centenario di Pirelli nel comparto truck è coinciso con il lancio di tre nuove linee della serie 01 (W01, per impieghi invernali, H01, per autostrade e superstrade e G01 per impieghi misti strada cantiere) che seguono il precedente 01 Regional. Gli invernali della serie 01 (FW e TW, rispettivamente per assi sterzanti e traenti) sono in grado di assicurare rispetto alle linee precedenti una maggior resa chilometrica (+20%), una ricostruibilità superiore del 30% , una trattività su neve
migliore del 30% e un miglior comportamento sul bagnato (10%).
Durata e silenziosità La serie H01 è invece destinata al trasporto a lungo raggio su strade e autostrade a bassa usura del battistrada ed è costituita dagli FH 01 per gli assi sterzanti e dai TH 01 per assi motore. Rispetto alle analoghe serie precedenti questi nuovi modelli 01 assicurano una maggior resa chilometrica, valutabile nell’ordine del 10-15%, una migliore resistenza al rotolamento (circa il 30%), una minore rumorosità (30%) e un miglior comportamento (10%) su asciutto e bagnato. I nuovi pneumatici della serie H01 saranno disponibili a partire dal prossimo gennaio nelle misure 295/80R22.5, 295/60R2.5, 315/60R22.5, 305/70R22.5, 315/70R22.5, 315/80R22.5 e 385/55R22.5.•
Un secolo nel truck
I 100 anni di attività Pirelli nel mondo del truck sono stati celebrati oltre che con l’ampliamento della serie 01, anche con una mostra fotografica sull’evoluzione degli pneumatici per autocarro, dal 1911 ai giorni nostri. Le prime immagini si riferiscono alla sostituzione delle fasce battistrada in ferro con le gomme piene. Era il 1911 quando il tecnologo Pirelli Emilio Calcagni aggiunse al listino degli pneumatici Ercole, la misura di 1000x150 millimetri, misura che classificava il pneumatico per camion e che equipaggeranno i mezzi militari nella prima guerra mondiale. Una importante svolta per il pneumatico per autocarro avviene negli anni ’20 con l’introduzione di nuove tecnologie che vedono il tessuto cord sostituire il tessuto quadro ed il sistema di aggancio “stright-side” prendere il posto di quello a talloni. Il modello “Sigillo Verde” rappresenta la nascita della prima famiglia di giganti Pirelli. Nel secondo dopoguerra si assiste ad importanti progressi grazie al rayon che va a sostituire il cotone come fibra di carcassa e a specifici disegni battistrada. Il P286 che diverrà in seguito Anteo è il capostipite di una generazione di giganti di ispirazione mitologica (Atlante, Argo, Zeus). Nel 1964 arriva il Calendario Pirelli ma anche l’affermazione del radiale anche nei mezzi pesanti. Negli anni ’80 le innovative soluzioni tecnologiche nascono presso la sede milanese della Bicocca ma intanto Pirelli rafforza anche la sua presenza internazionale aprendo siti produttivi in Brasile, Egitto e potenziando la fabbrica turca.
Dal 1° ottobre chi lo riceve e non paga entro i termini rischia il sequestro preventivo dei propri beni. Ecco come difendersi
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di Angelo Ciaravolo
isco verde dal 1° ottobre ad un nuovo strumento di lotta all’evasione fiscale. Si chiama “accertamento esecutivo” e inciderà profondamente sulle difese del contribuente. Attenzione dunque: chi lo riceve e non paga nei termini rischia il sequestro preventivo dei propri beni (il proprietario per riceverli indietro non ha altra soluzione che pagare il Fisco fino all’ultimo centesimo di euro). Nel mirino finiranno tutti coloro che hanno “dimenticato” di versare tempestivamente le imposte sui redditi e le sanzioni. Decorsi infatti 91 giorni dalla notifica dell’avviso di accertamento (oppure 181 giorni, in caso di presentazione di accertamento con adesione), il Fisco potrà mettere le mani sui conti correnti e titoli del contribuente e sui beni, con fermi e ipoteche, anche in presenza di un’istanza sospensiva, sia giudiziale sia amministrativa. Inoltre, sempre a partire dal 61° giorno dalla notifica dell’avviso di accertamento, le somme richieste sono maggiorate degli interessi di mora e all’agente della riscossione spettano l’aggio (interamente a carico del debitore) ed il rimborso delle spese relative alle procedure esecutive.
I tributi interessati Il nuovo regime riguarda soltanto alcuni tributi (Irpef, Ires, Irap, Iva e il connesso provvedimento di irrogazione delle sanzioni) relativi a rettifiche per i periodi d’imposta in corso al 31 dicembre 2007 e quelli successivi. Ne risultano quindi esclusi i tributi doganali, i tributi indiretti diversi dall’Iva, come l’imposta di registro e le liquidazioni ed i controlli formali delle dichiarazioni (artt. 36-bis e 36-ter D.P.R. n. 600/73). Chi ovviamente intende contestare il nuovo avviso di accertamento “esecuti-
vo”, dovrà presentare ricorso entro 60 giorni dalla notifica (oppure entro 150 giorni, in presenza di istanza di accertamento con adesione) alla Commissione Tributaria Provinciale competente per territorio. Ma la nuova disciplina consente di tentare anche altre strade. Vediamo allora in dettaglio come cambiano le difese a disposizione del contribuente a partire dall’inizio di questo mese.
Le difese Innanzitutto è opportuno precisare che i nuovi avvisi di accertamento restano immediatamente esecutivi dopo 60 giorni dalla notifica. Il contribuente che sceglie quindi di non impugnare l’atto (acquiescenza) potrà pagare, entro 60 giorni, per evitare accessori e rischi dell’esecuzione oppure, trascorsi 60 giorni dalla notifica, pagare nei successivi 30 giorni, per evitare l’esecuzione. Ma, in tale ipotesi, deve corrispondere l’aggio (9 per cento), gli interessi di mora e non può chiedere la dilazione del pagamento (in ogni caso, rischia le procedure cautelari dell’agente della riscossione). Concordato Altra possibilità è quella di presentare un’istanza di accertamento con adesione in carta libera (entro 60 giorni dalla notifica) all’ufficio che ha emesso l’atto di accertamento, corredata di tutti i dati anagrafici e fiscali nonché del recapito telefonico. In tal caso, si ottiene di diritto la sospensione del pagamento di ulteriori 90 giorni e di patteggiare col Fisco il maggior imponibile contestato, oltre ad ottenere un forte sconto sulle sanzioni che saranno rideterminate nella misura pari ad un terzo del minimo previsto dalla legge. L’attuale procedura prevede che, entro 15 giorni dalla presentazione dell’istanza, l’uffi-
cio debba convocare, anche telefonicamente, il contribuente per esperire il tentativo di conciliazione. Nell’ipotesi che le parti raggiungano un accordo, viene verbalizzato il contenuto dello stesso ed il contribuente è tenuto a versare le maggiori imposte concordate, le sanzioni e gli interessi dovuti a seguito della definizione. Ricordiamo che l’adesione si perfeziona con il pagamento delle somme risultanti dall’accordo. Il versamento, a scelta del contribuente, potrà avvenire in un’unica soluzione (entro i 20 giorni successivi all’accordo) oppure in forma rateale in un massimo di otto rate trimestrali di pari importo, oppure in un massimo di 12 rate trimestrali, se le somme dovute sono superiori a 51.645,69 euro. Se invece non si raggiunge l’accordo, il contribuente ha la facoltà di proporre ricorso innanzi alla Commissione Tributaria Provinciale.
Il ricorso Nel caso di proposizione del ricorso, entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso, il contribuente è tenuto al versamento (a titolo provvisorio) di un terzo delle imposte accertate, ad esclusione delle sanzioni ed interessi. Per evitare di pagare, in presenza di determinati presupposti, è possibile chiedere alla commissione tributaria provinciale la sospensione dell’atto in attesa del giudizio sul merito (sospensiva giudiziale. Altra possibilità, oltre all’autotutela, è quella di ottenere la sospensiva urgente (da richiedere al presidente della commissione tributaria) o la sospensiva amministrativa (da richiedere all’ufficio che ha emesso l’avviso di accertamento). In questi casi, se la richiesta viene accolta, si evita di pagare la pretesa del Fisco (un terzo del dovuto a titolo provvisorio).•
SCHEDA L’ACCERTAMENTO ESECUTIVO IN PILLOLE CHE COSA È È un nuovo strumento con cui il Fisco potrà sequestrare preventivamente i beni del contribuente. COME AGISCE Entro 91 giorni dalla notifica dell’avviso di accertamento potrà mettere le mani sui conti correnti e titoli del contribuente con fermi e ipoteche anche in presenza di un’istanza sospensiva. COME DIFENDERSI Il contribuente che sceglie di non impugnare l’atto potrà pagare entro 60 giorni dalla notifica o potrà presentare un’istanza di accertamento con adesione in carta libera entro 60 giorni all’ufficio che ha emesso l’atto.
Sono esclusi dal nuovo regime i tributi doganali, i tributi indiretti diversi dall’Iva, e i controlli formali delle dichiarazioni
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Fisco all’incasso con l’accertamento esecutivo
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Manovra: ecco tutte le novità fiscali
Dall’aumento dell’Iva alle norme antievasione anche gli autotrasportatori dovranno fare i conti con molti cambiamenti
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di Angelo Ciaravolo
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L’aliquota Iva ordinaria sale dal 20% al 21% per tutte le operazioni effettuate dallo scorso 17 settembre
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nche gli autotrasportatori dovranno fare i conti con le numerose novità fiscali introdotte dalla manovra di ferragosto che, oltre all’aumento dell’aliquota ordinaria dell’Iva dal 20 al 21 per cento (la misura è scattata lo scorso 17 settembre), riduce le deduzioni, le detrazioni, le esenzioni nonché i regimi di favore. Ma oltre ai tagli alle agevolazioni, sono state inasprite le sanzioni per chi cerca di sfuggire agli studi di settore (previsto il carcere per chi evade oltre 3 milioni di euro purché l’ammontare dell’imposta evasa superi il 30 per cento del volume di affari). E le norme antievasione mettono sotto tiro anche le intestazioni fittizie di beni a società in uso a soci o familiari. Inoltre, diventa più salata l’Ires per le società di comodo e si riduce da 5 mila a 2.500 euro la soglia massima per l’uso contante e titoli al portatore. La banca, inoltre, non avrà più segreti per il Fisco che potrà eseguire controlli di massa allo scopo di redigere una lista di soggetti “anomali” da sottoporre subito a controlli fiscali. Ma vediamo in dettaglio tutte le novità per le imprese, ed in particolare quelle relative all’aumento dell’aliquota Iva al 21 per cento.
Aumentata l’aliquota Iva ordinaria Dopo l’aumento dell’aliquota al 21 per cento, gli autotrasportatori devono fare i conti con le novità di calcolo, fatturazione e liquidazione dell’imposta. È utile ricordare che l’aliquota Iva ordinaria sale dal 20 al 21 per cento per tutte le operazioni effettuate dallo scorso 17 settembre (per le operazioni effettuate in precedenza si applica l’aliquota del 20 per cento).
Tuttavia, un recente comunicato dell’Agenzia delle entrate ha chiarito che, nella prima fase di applicazione dell’aliquota nuova, è possibile che ragioni di ordine tecnico impediscano il rapido adeguamento dei software per la fatturazione. Gli operatori potranno quindi regolarizzare le fatture emesse in modo non corretto, effettuando le variazioni in aumento dell’imposta, ai sensi dell’articolo 26, comma 1, Dpr 633/72. Questa variazione non comporterà alcuna sanzione, se la maggiore Iva, collegata all’aumento dell’aliquota, verrà comunque versata entro la liquidazione periodica in cui l’imposta sul valore aggiunto diventa esigibile.
Operazioni in contante, si riduce la soglia Sempre con il ravvedimento operoso, da utilizzare se il ritardo non supera i 90 giorni, è possibile sanare anche l’omessa presentazione della dichiarazione dei redditi. In caso contrario, l’attuale sanzione, quando non sono dovute imposte, varia da 258 a 1.032 euro, ma nel caso dei soggetti obbligati alla tenuta delle scritture contabili può aumentare fino al doppio.
In questo caso, quindi è meglio regolarizzare la propria posizione fiscale presentando nei 90 giorni la dichiarazione dei redditi e versando, entro lo stesso termine, una sanzione ridotta di 25 euro per ogni dichiarazione presente nel modello unificato. Ricordiamo che andando oltre i 90 giorni non c’è più la possibilità di sanare l’omessa presentazione e, anche se dovesse essere presentata, l’amministrazione finanziaria la considererà nulla a tutti gli effetti, pur costituendo titolo per la riscossione delle imposte dovute in essa riportate.
Cambiano le imposte per le cooperative Sono due le principali novità che riguardano le cooperative a mutualità prevalente. La prima è che, a partire dall’esercizio successivo a quello in corso, le società dovranno assoggettare ad imposta il 10 per cento degli utili netti annuali destinati alla riserva minima obbligatoria. La seconda è che le percentuali minime di tassazione dell’utile passano dal 30 al 40 per cento per le cooperative diverse da quelle agricole e della piccola pesca, e dal 55 al 65 per cento per le cooperative di consumo.
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del proprio reddito la differen- cembre del 2011 sono stati za tra il valore di mercato e il prorogati di un anno. corrispettivo annuo per la conSanzioni ridotte e dati cessione in godimento dei bebancari ni dell’impresa. Gli imprenditori, con ricavi Manette per i grandi non superiori a 5 milioni di euevasori ro, che pagano e incassano Oltre alla fissazione di soglie con mezzi diversi dal denaro di punibilità penale più basse contante e che indicano nelle per i reati tributari, è stato fis- dichiarazioni fiscali (Iva e redsato un limite, al superamento diti) gli estremi dei conti cordel quale, non è più possibile renti, potranno godere di alusufruire della sospensione cune agevolazioni. condizionale della pena. Le sanzioni sono infatti ridotIn particolare, per i reati tribu- te alla metà per tutte le violatari previsti dagli articoli da 2 a zioni in materia di dichiara10 del Dlgs 74/2000, la cui zione dei redditi e Iva nonché prescrizione è stata allungata per quelle in materia di docudi un terzo, la sospensione mentazione e registrazione condizionale non può scattare delle operazioni Iva. quando si evade oltre 3 milioni Studi di settore di euro, se l’imposta evasa è superiore al 30 per cento del Diventano più pesanti le sanzioni per chi omette la presenfatturato. tazione del modello degli studi Condoni 2012 di settore a cui, tra l’altro, sono Gli agenti della riscossione e sottoposti anche gli autotrale agenzie delle entrate da- sportatori. Inoltre, per evitare ranno la caccia ai contri- l’accertamento induttivo, i conbuenti che non hanno versa- tribuenti dovranno essere in lito le rate relative alle sanato- nea rispetto ai risultati di Gerico rie fiscali del biennio 2003- sia per l’anno oggetto di accer2004 (in pratica si tratta di tamento sia per quello precetutti coloro che hanno aderito dente. Ricordiamo che l’acceral condono, pagando soltan- tamento analitico-induttivo, per to la prima rata, e hanno “di- chi è congruo, scatta quando i menticato” di saldare le rate ricavi omessi sono oltre il 40 successive). Ed Equitalia è per cento o superano l’importo già pronta ad avviare le azio- di 50 mila euro. ni coattive nei loro confronti, Contributo di solidarietà anche mediante l’invio di per i super ricchi un’intimazione a pagare le somme residue maggiorate Dal 1° gennaio 2011 al 31 didegli interessi maturati, entro cembre 2013 (con possibilità e non oltre il termine ultimo di proroga con apposito Dpcm, fino al raggiungimento del 31 dicembre 2011. In caso di inadempienza, del pareggio di bilancio) chi scatterà infatti la sanzione del possiede un reddito comples50 per cento e, in più, saran- sivo lordo superiore a 300 no controllate, entro il 31 di- mila euro sarà obbligato a cembre 2012, tutte le attività pagare un contributo di solidel contribuente per i periodi darietà (sulla parte eccedensuccessivi a quelli condonati, te i 300mila) del 3 per cento. Il contributo sarà deducibile dal ancora accertabili. Ricordiamo, inoltre, che per reddito ai fini Irpef. Ma per le chi ha aderito al condono del regole specifiche si dovrà at2002, i termini per gli accer- tendere un decreto, da emanatamenti Iva pendenti al 31 di- re entro il 30 ottobre 2011.•
Per le cooperative diverse da quelle agricole e della piccola pesca le percentuali minime di tassazione dell’utile passano dal 30 al 40 per cento
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Più cara l’Ires per le società di comodo È aumentata di 10,5 punti percentuali l’aliquota Ires sul reddito minimo delle società di comodo, passando dall’attuale 27,5 al 38 per cento. Inoltre, questa maggiore tassazione non si potrà evitare con appositi escamotage come, ad esempio, facendo rientrare la società di comodo in un consolidato fiscale oppure applicando il regime di trasparenza fiscale (in pratica, non viene data la possibilità di compensare la maggiore imposta con perdite o oneri deducibili di altri soggetti). E, a partire dall’esercizio 2012 (avendo a base il triennio 2009-2011), scatta il semaforo rosso anche per quelle società che, per tre anni consecutivi, dichiarano perdite. In tal caso verranno bollate come società di “comodo” con tutte le conseguenze di natura fiscale che tale qualifica comporta. Ricordiamo che, generalmente, le società di “comodo” o “non operative” vengono costituite per intestare alle stesse dei beni che vengono utilizzati dai proprietari per conseguire dei vantaggi fiscali. Si pensi, ad esempio, ad un bene immobile. Se quest’ultimo viene intestato ad una società e viene poi affittato, è possibile per la società dedurre dai canoni di locazione gli ammortamenti del fabbricato e le spese di gestione della società (ciò, invece, non è possibile se l’immobile è intestato ad una persona fisica). Il Fisco ha fissato quindi dei parametri per individuare questi tipi di società, applicando dei test di operatività. E sarà disco rosso all’intestazione fittizia di beni a società. Sotto i riflettori del Fisco finiranno infatti tutte le società e gli enti che danno in godimento i beni ai soci e ai loro familiari. In tal caso, le società avranno l’obbligo di inviare all’agenzia delle entrate una comunicazione dei suddetti beni che verrà utilizzata dal Fisco per ricostruire il reddito dei soci e dei familiari tramite l’accertamento sintetico. Il mancato invio o la irregolare compilazione della comunicazione comporta una pesante sanzione (30 per cento sulla differenza tra il valore di mercato del diritto di godimento e quanto effettivamente pagato dal socio). Inoltre, i costi relativi a questi beni non sono deducibili dall’impresa o dalla società. Ricordiamo infine che il socio o il familiare che utilizza i beni della società è tenuto a far concorrere alla formazione
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Settima area di sosta sull’Autobrennero
LOGISTICA
Trenitalia cresce in Francia
Trenitalia ha siglato un accordo con la francese Europorte (società di Eurotunnel, il gruppo che gestisce il tunnel sotto la Manica) per attivare un nuovo trasporto su rotaia di granaglie dallo scalo di Amberieu verso diverse destinazioni italiane. Secondo l’intesa, la compagnia ferroviaria italiana garantirà il trasporto di 450mila tonnellate l’anno, traffico che oggi viene effettuato su strada. quelli già operativi situati all'autoparco Sadobre, al Brennero, a Bolzano Sud, a Trento Nord (Interporto), Campogalliano Ovest e a Rovereto Sud. La nuova area di sosta potrà ospitare fino a 240 automezzi.
Prenotazione scarico alla Conad Adriatico
Nella piattaforma distributiva di Conad Adriatico di San Salvo, in provincia di Chieti, è stato attivato il sistema per la prenotazione telematica dello scarico che si basa sul sistema Mercareon. Fornitori ed autotrasportatori si collegano al server attraverso Internet per prenotare le finestre temporali per le consegne che ritengono più favorevoli, che vengo-
RO-RO DI GRENDI RESTA A SAVONA
La società genovese Grendi conferma il trasferimento a Vado Ligure della sua autostrada del mare Onda Blu con la Sardegna, che lo scorso luglio aveva dovuto spostarsi dal Multipurpose di Genova al Reefer Terminal di Savona dopo l’assegnazione del terminal genovese a Messina. Ogni anno, Grendi movimenta dalla Liguria alla Sardegna circa 100mila unità di carico. La società ha ottenuto dall’Autorità Portuale di Savona la facoltà di operare in banchina con mezzi e personale propri.
no poi documentate in formato elettronico, eliminando così le procedute tramite fax o telefono. Grazie a questo sistema, si abbattono i tempi d'attesa dei veicoli industriali. Secondo Mercareon, nei primi tre mesi d'operatività del sistema i tempi morti degli autotrasportatori sono passati dalle precedenti tre o quattro ore a soli trenta minuti. Gli operatori che hanno effettuato la prenotazione superano il 90% e il 95% dei camion che hanno una prenotazione giunge alla piattaforma in orario.
Termini Imerese, dall’automobile alla logistica Nell’area dello stabilimento Fiat, che sarà dismesso dal 31 dicembre 2011, sorgerà una nuova piattaforma logistica. Lo ha stabilito il ministero per lo Sviluppo Economico, che ha approvato il progetto di riconversione presentato dalla Newcoop. Il progetto prevede la realizzazione di una piattaforma logistica di 25mila metri
quadrati, che sarà utilizzata per servire la Grande Distribuzione Organizzata e come zona retroportuale per le attività della Est (controllata dalla stessa Newcoop). Il progetto richiede un investimento di 15 milioni di euro e assicurerà l’impiego di 60 persone, tutti ex dipendenti della Fiat.
Piattaforma logistica nel porto di Taranto L’Autorità Portuale di Taranto ha approvato il Piano operativo triennale, che punta sulla logistica per lo sviluppo dello scalo attraverso un investimento di 210 milioni di euro. I lavori per la costruzione della nuova piattaforma logistica potrebbero partire fin dal gennaio 2012. La piattaforma sorgerà su un’area di 200mila metri quadrati, che sarà gestita da Taranto Logistica (società controllata dal Gruppo Gavio). Il Piano rappresenta uno snodo strategico per il porto pugliese, che muterà la propria vocazione da transhipment a gateway di container. Il testo prevede anche il potenziamento delle infrastrutture terrestri, come la costruzione della strada dei moli e l’ampliamento dei collegamenti ferroviari con la rete nazionale.
Maggiori controlli a Rivalta Scrivia
I vertici dell’interporto hanno approvato Rivalta Security, il progetto che aumenta la sicurezza della struttura attraverso l’installazione di 94 telecamere fisse e 35 brandeggiabili all'interno e all'esterno dei magazzini. Invieranno le immagini – tramite fibra ottica od onde radio – ad un sistema di registrazione e di videoanalisi. Inoltre, sette telecamere saranno rivolte ai varchi stradali e ferroviari. Al termine di tale installazione, circa 200 telecamere saranno connesse alla centrale operativa, che opera 24 ore su 24.
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L’Autostrada del Brennero ha deciso di acquistare un terreno di 55.560 metri quadrati a Valdaro, in provincia di Mantova, per realizzare un nuovo parcheggio destinato ai veicoli pesanti. Sarà il settimo lungo l’autostrada A22, dopo
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Novità in Polonia: il pedaggio elettronico. ViaBOX è ora disponibile direttamente da DKV! A partire dal 1° luglio 2011 sarà introdotto in Polonia il pedaggio a pagamento per tutti i veicoli su alcuni tratti stradali. Per i clienti DKV registrati, grazie alla on-board unit viaBOX sarà tutto più semplice, il pedaggio infatti viene registrato automaticamente e fatturato da DKV Euro Service. Registrati ora con DKV e approfitta di tutti i vantaggi!
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La rinascita del Sistri
NORMATIVE
Il sistema di controllo e tracciabilità dei rifiuti entrerà in vigore il 9 febbraio 2012 ma sarà semplificato
I
di Andrea Giuli
l'obiettivo della più ampia partecipazione degli utenti.”
Slittano i termini Per realizzare questo sistema semplificato, funzionale, efficiente e sperimentato, la legge 148/2011 ha quindi previsto un periodo di circa tre mesi, nei quali svolgere anche opportuni test di funzionamento, fissando quindi la data definitiva della sua entrata in operatività al 9 febbraio 2012, per tutti i soggetti obbligati ad utilizzarlo (eccetto che per i produttori di rifiuti pericolosi con meno di 10 dipendenti, cui il Sistri si applicherà dal 1° giugno 2012, in forza della legge 106/2011). Fino a quelle date i diversi operatori della gestione dei rifiuti (produttori, trasportatori e gestori di impianti finali di smaltimento o recupero) devono continuare ad utilizzare i formulari di identificazione dei rifiuti (FIR), secondo il modello e le istruzioni del DM 145 del 1° aprile 1998, ed i registri di carico e scarico (di cui al DM 148 del 1° aprile 1998), che hanno utilizzato nel corso degli ultimi 13 anni. Sebbene il ripristino del Sistri sia stato voluto da tutti gli schieramenti politici parlamentari, la disposizione non soddisfa pienamente le imprese di trasporto.•
Le imprese di autotrasporto chiedono che il Sistri venga esteso anche ai vettori stranieri
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n un solo mese il Sistri è stato prima abolito e poi fatto rinascere dalle sue ceneri. Con la manovra economica di ferragosto, disposta con il Decreto Legge 138/2011 e successivamente approvata con la legge 14 settembre 2011, n. 148, il Sistri è stato infatti prima abrogato dal Governo il 13 agosto, e poi ripristinato dal Parlamento che, contrariamente all’Esecutivo, ha ritenuto indispensabile mantenere, seppur semplificato e circoscritto, un sistema digitale di controllo e tracciabilità dei rifiuti, fissandone la data di entrata in vigore con un emendamento “bipartial 9 febbraio 2012. san”, firmato dai componenti L’abolizione del Governo della maggioranza, dell’oppoQuali sono state le ragioni di sizione e del terzo polo, il Parquesto comportamento? Sul lamento ha deciso di ripristinapunto non vi sono giustificazio- re un sistema di controllo della ni ufficiali, ma solo delle moti- tracciabilità dei rifiuti, obbliganvazioni valide per ogni singolo do però il ministero dell’Amprovvedimento. Il Governo ha biente a semplificarlo e a renritenuto opportuno abrogare derlo funzionale. In tal senso si tutte le disposizioni che aveva- devono intendere le espressiono introdotto nel nostro ordina- ni dell’attuale articolo 6, commi mento questo tipo di sistema 2 e 3, della legge 148/2011 informatico di tracciamento che testualmente prevedono della gestione dei rifiuti dopo le che: “Al fine di garantire un numerose lamentele e le de- adeguato periodo transitorio nunce sull’onerosità del Sistri per consentire la progressiva da parte di tutte le Associazio- entrata in operatività del Sisteni rappresentanti i circa 360mi- ma di controllo della tracciabila operatori assoggettati ad uti- lità dei rifiuti, nonché l'efficacia lizzare il sistema. E anche del funzionamento delle tecnodopo avere verificato il suo logie connesse al Sistri, il minimalfunzionamento, con il test stero dell'ambiente e della tunazionale svolto l’11 maggio tela del territorio e del mare, 2011 (click-day Sistri) e quelli attraverso il concessionario Sieffettuati poi tra il 26 e 28 luglio stri, assicura, a decorrere dalla (test per singoli settori). data di entrata in vigore della legge di conversione del preIl ripristino del Parlamento sente decreto-legge e sino al Successivamente, però, molta 15 dicembre 2011, la verifica parte dell’opinione pubblica, tecnica delle componenti tra cui il Procuratore generale software e hardware, anche ai Antimafia Grasso, ha eviden- fini dell'eventuale implementaziato che le finalità perseguite zione di tecnologie di utilizzo dal Sistri erano importantissi- più semplice rispetto a quelle me nel contrastare i reati am- attualmente previste, organizbientali e nel prevenire i danni zando, in collaborazione con all’ambiente e alla salute dei le associazioni di categoria cittadini derivanti dallo smalti- maggiormente rappresentatimento illecito dei rifiuti. Per cui, ve, test di funzionamento con
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NORMATIVE
Tempi di guida: un vademecum per l’autotrasportatore I ministeri degli Interni e dei Trasporti hanno riepilogato in una circolare come osservare la direttiva comunitaria
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di Andrea Giuli
Il riposo per essere regolare deve essere completato entro 24 ore dal termine di quello precedente
na circolare a firma congiunta Interni/Trasporti, ha riepilogato alcuni dei chiarimenti più importanti forniti dai due dicasteri sui tempi di guida e di riposo. La normativa sul riposo minimo giornaliero è contenuta all’art.4, lett. g) del Regolamento 561/2006, per effetto del quale il riposo regolare ammonta ad almeno 11 ore, che diventano 12 se si effettua in maniera frazionata (la prima parte del riposo, in questo caso, deve essere di almeno 3 ore, e la seconda di almeno 9). Si può prendere anche un riposo ri-
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L’Italia sottoscrive le regole ADR sugli olii combustibili
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Il Governo italiano ha sottoscritto i due accordi multilaterali che prevedono deroghe per il trasporto su strada di merci pericolose. Si tratta degli accordi M235 (relativo all’uso e alla costruzione delle cisterne) e M240 (relativo al certificato di formazione professionale dei conducenti), attivati dalla Germania per consentire di derogare alcune norme sul trasporto degli olii combustibili in cisterna e sulla formazione. Gli olii combustibili, infatti, sono ora diventati merce pericolosa e hanno ottenuto una nuova classificazione secondo i criteri della Direttiva 67/548/CEE e del Regolamento n. 1272/2008/CE per ottemperare sia alla “registrazione” secondo il REACH sia alla “notifica” secondo il CIP. Agli oli combustibili è stata modificata l’attribuzione della frase di rischio da R52/53 a R50/53 corrispondente alla “categoria acquatica cronica 1” di cui all’indicazione di pericolo H 410. Ne consegue che gli olii combustibili sono ora diventati pericolosi anche ai fini del trasporto, in quanto sostanza pericolosa per l’ambiente, liquida, di Classe 9, identificata con il numero UN 3082. Si è reso così necessario un periodo di transizione, per dare tempo agli operatori di conformarsi alla disciplina del trasporto merci pericolose sia dal punto di vista dell’equipaggiamento che della formazione. I Paesi che li hanno sottoscritti possono quindi rinviare fino al 31 dicembre 2012 l’applicazione delle disposizioni ADR relative all’uso e alla costruzione delle cisterne e al certificato di formazione professionale dei conducenti. Tutti i trasporti effettuati utilizzando tali deroghe dovranno essere corredati del documento di trasporto contenente la specifica dizione sotto indicata: “Carriage agreed under the terms of multilateral agreement M XXX”.
dotto di 9 ore per non più di 3 volte in una settimana. Il riposo, per considerarsi regolare, deve esser completato entro 24 ore dal termine di quello precedente; quindi, se l’autista completa il suo riposo alle 6, la normativa europea gli permette di guidare per 9 ore (o 10 ore per non più di due volte a settimana) al termine delle quali dovrà iniziare un nuovo riposo, da completare entro le ore 6 del giorno dopo. Rimanendo nell’esempio, la normativa sul riposo è rispettata quando, essendoci la possibilità di farne uno ridotto di 9 ore, esso abbia inizio non più tardi delle 21 (oppure non più tardi delle 19, quando il riposo ridotto non può essere preso perché, ad esempio, l’autista ne ha già usufruito per 3 volte durante la settimana). Ma cosa succede quando il riposo è irregolare? La circolare afferma che ai sensi della normativa vigente, il riposo irregolare deve considerarsi non effettuato, con la conseguenza che i periodi di guida precedenti e quelli successivi a questo riposo, danno vita ad un unico periodo di guida. Tuttavia, la stessa circolare richiama una decisione della Commissione UE del 7 giugno scorso, grazie alla quale questa conseguenza estrema deve applicarsi soltanto quando il riposo effettuato in concreto nelle 24 ore, sia stato inferiore alle 7 ore. La violazione del periodo di riposo giornaliero viene quindi punita in due modi distinti: per i riposi inferiori alle 7 ore, la sanzione sul mancato riposo giornaliero si somma a quella per la violazione del periodo massimo di guida, mentre per
quelli di almeno 7 ore si applica la sola sanzione legata al riposo insufficiente. Nell’esempio di prima, se il riposo ha avuto inizio alle 22 (anziché alle 21), poiché il periodo minimo di 9 ore finisce alle 7 del giorno dopo mentre il riposo andava completato entro le ore 6, l’autista subisce soltanto la sanzione legata all’inosservanza del riposo minimo visto che, alle 6 del giorno dopo, egli ha comunque fatto un riposo di 8 ore; diversamente, se il riposo ha avuto inizio alle 24, esso deve ritenersi come non effettuato con la conseguenza che la guida fatta il giorno prima si somma a quella del giorno dopo, dando vita ad un periodo unico che viene punito con la sanzione più alta, legata al superamento del periodo di guida oltre il 20% rispetto al consentito: sanzione amministrativa del pagamento di una somma da un minimo di 400 ad un massimo di 1.600 euro, e sottrazione di 10 punti dalla Carta di Qualificazione del Conducente (CQC)
Calcolo delle interruzioni in caso di frequenti soste Altro tema molto sentito dalla categoria è legato alla registrazione delle soste di breve durata, da parte degli apparecchi digitali. Infatti, i cronotachigrafi attualmente in commercio registrano come attività di guida tutti gli spostamenti superiori a 5“, con la conseguenza che nelle attività caratterizzate da frequenti soste, il periodo registrato come guida non corrisponde al tempo effettivamente trascorso dall’autista al volante. Per evitare che questo fatto penalizzi i possessori del ta-
Spostamenti del veicolo durante l’interruzione o il riposo giornaliero Anche in questo caso, il chiarimento si basa su una nota della Commissione UE, che ammette gli spostamenti di pochi minuti del mezzo durante le interruzioni obbligatorie (pausa e riposo), dovuti a circostanze straordinarie (esigenze organizzative del terminal di carico o scarico) o ad un ordine dell’organo di Polizia stradale o di altra autorità. In tutti questi casi, prima di rimettersi in viaggio, l’autista deve indicare a mano sul foglio di registrazione dell’apparecchio analogico o sullo stampato di quello digitale, il motivo alla base dell’interruzione della pausa e dello spostamento del veicolo, dopodiché deve far vistare questa motivazione dall’organo di Polizia o dal soggetto che gli ha impartito l’ordine di spostarsi. Se il visto non può essere ap-
ri, con la precisazione che per quelli immatricolati per trasporti specifici a norma del DM 20.6.2007, l’esonero vale soltanto per il trasporto in Italia; 3. I veicoli impiegati nell’amObbligo di registrazione bito dei servizi di nettezza del riposo giornaliero urbana, prelevati dal proQuando il conducente si alduttore o dalla pubblica lontana dal veicolo, estraenvia per essere trasportati do dall’apparecchio il foglio al primo centro di raccolta di registrazione o la carta tautile, anche se fuori il terchigrafica per effettuare un ritorio del Comune e se riposo giornaliero, alla riprecircolanti a vuoto. Non sa dell’attività il periodo efrientrano nell’esenzione, fettuato andrà registrato (neinvece, i veicoli che tragli apparecchi digitali) o sportano i rifiuti da un ceninserito manualmente (in tro di raccolta all’altro o da quelli analogici) sotto il simun centro di raccolta ad bolo appropriato (quello che uno di smaltimento. raffigura il lettino). Moduli per le assenze dei La violazione comporta in priconducenti ma battuta l’applicazione della sanzione prevista all’art. Il ministero ha inoltre affronta19 della Legge 727/1978 to una serie di problemi lega(sanzione pecuniaria da 48 a ti al modello di attestazione 94 euro), mentre quella lega- dell’attività del conducente, ta all’inosservanza del perio- introdotto dal Decreto legislado di riposo scatta soltanto tivo 144/2008 per giustificare se questa circostanza emer- le assenze o altre attività ge da altri elementi in pos- svolte dall’autista nei 28 giorsesso dell’organo di Polizia. ni precedenti al controllo. La circolare, dopo aver ricorChi è esonerato dalle re- dato che il modello deve esgole sere firmato dal legale rapInteressanti anche le precisa- presentante dell’impresa o da zioni sulle esclusioni dalle di- altro soggetto da questi autosposizioni sui tempi di guida e rizzato, ha chiarito che: di riposo e sul cronotachigrafo. a) è consentito l’utilizzo di modelli pre-stampati in Esse riguardano: formato elettronico e par1. I veicoli, o combinazioni di zialmente compilati a maveicoli, di massa complesno, soprattutto nelle parti siva fino a 7,5 t, adibiti al mutabili; trasporto non commerciale delle merci. Quindi, l’esen- b) il modello non va utilizzato per documentare il rizione non opera quando la poso settimanale come, merce viene trasportata invece, sostenuto da alper finalità commerciali. cuni operatori di Polizia fi2. I veicoli utilizzati nell’attino a poco tempo fa; vità di spurgo dei pozzi ne-
posto, il conducente deve integrare l’annotazione manuale con i dati identificativi dell’operatore di Polizia o del soggetto che ha autorizzato lo spostamento del mezzo.
Sono esonerati dalle regole i veicoli adibiti al trasporto non commerciale delle merci, quelli usati nelle attività di spurgo e di nettezza urbana
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chigrafo digitale rispetto all’analogico, gli Interni ritengono applicabile una nota di orientamento della Commissione UE, in cui si afferma che occorre sottrarre un minuto per ciascun periodo di guida continuato, dopo una sosta, fino ad un massimo di 15 minuti su un periodo di 4 ore e mezzo. Quindi, un autista che nell’arco delle 4 ore e mezza abbia effettuato 10 interruzioni per motivi legati al carico o allo scarico del mezzo, beneficerà di una tolleranza di dieci minuti da detrarre dal periodo di guida registrato dal tachigrafo. È opportuno precisare due cose: 1) per espressa indicazione della Commissione UE, questa tolleranza non si applica agli “stop and go” dovuti al traffico, tenuto conto che nella nota è scritto chiaramente che “quando un conducente è al volante ed è impegnato in un’operazione di trasporto disciplinata dalla normativa, è considerato alla guida indipendentemente dalle circostanze in cui si trova (per esempio in un ingorgo o in un semaforo”; 2) per i tachigrafi omologati dal 1 ottobre di quest’anno, questa tolleranza non verrà applicata. Infatti, questi apparecchi devono essere conformi alle nuove specifiche indicate nel Regolamento UE 1266/2009, grazie alle quali gli spostamenti del mezzo di durata inferiore ai 30 secondi (compresi gli stop and go), non contribuiscono alla formazione del periodo di guida.
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NORMATIVE
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La durata massima di guida è di 56 ore in una settimana e di 90 ore in due settimane
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c) se il conducente riprende l’attività di guida da un luogo diverso dalla sede dell’azienda dopo un periodo di assenza per ferie o malattia, può esibire agli agenti, in luogo dell’originale, una copia del modello trasmessagli via fax o internet.
Frazionamento delle interruzioni Gli Interni hanno chiarito anche che la pausa obbligatoria frazionata nell’arco delle 4 ore e 30 di guida deve essere presa rigorosamente secondo l’ordine specificato all’art. 7 del Reg. 561/2006. Quindi il primo periodo di pausa deve essere di almeno 15 minuti, ed il secondo di almeno 30. Il mancato rispetto di questo ordine comporta la sanzione stabilita al comma 8, art. 174 del C.d.S. (da 155 a 620 euro) anche se la pausa fatta nel complesso sia stata, comunque, di almeno 45 minuti. Pertanto, l’autista è in infrazione quando, nell’arco delle 4 ore e 30 di guida, abbia preso una prima pausa di 25 min ed una seconda di soli 20 min, nonostante l’interruzione, nel complesso, sia stata di 45 min.
Decurtazione di punti Quando dal controllo delle registrazioni dei 28 giorni precedenti emergano delle irregolarità al C.d.S. per le quali è prevista la sottrazione di punti dalla Carta di Qualificazione del Conducente, il punteggio massimo che può sottrarsi è quello di 15 punti, in ossequio a quanto stabilito dall’art. 126 bis, comma 1 del C.d.S.; questa limitazione non opera quando vengano riscontrate delle violazioni che comportano la sospensione o la revoca della patente ma, in questo caso, gli operatori di polizia autori dell’accertamento, de-
vono darne atto nel verbale.
do momento, dopodiché il termine di 90 giorni per effettuare Durata massima della gui- la contestazione decorrerà proda in due settimane prio dalla data del verbale. La circolare ricorda che il regolamento UE 561 prevede Circolazione di veicoli in aree private un periodo di guida massimo settimanale di 56 ore e bisetti- La circolazione di veicoli nelle manale di 90 ore, ciascuno aree private non concorre alla dei quali, se superato, da luo- formazione dei tempi di guida go ad applicazioni distinte del e di riposo. L’attività svolta dal comma 4, art. 174 del C.d.S. conducente in queste aree Quindi, il conducente è in in- costituisce comunque lavoro, frazione quando, dopo aver e va registrata manualmente guidato nella prima settimana sul foglio di registrazione (sotper 56 ore, in quella successi- to il simbolo dei martelletti), va abbia condotto il camion mentre per gli apparecchi forper 40 ore: la somma dei due niti di digitale occorre selezioperiodi di guida è infatti di 96 nare l’opzione “out of scope”. ore mentre, come già detto, il Gabbia di contenimento limite sulle due settimane è di della civetteria 90 ore; lo sforamento di 6 ore (360 minuti) rientra nella so- L’assenza della gabbia di conglia più bassa del 10% (10% tenimento della civetteria e dei di 90 ore = 540 minuti), per cui relativi sigilli sul retro dell’apsi applicherà una sanzione pe- parecchio di controllo, non è cuniaria di 38 euro senza sot- più sanzionabile sia per i veicoli esteri che per gli italiani. trazione di punti dalla CQC. Si tratta della prescrizione preNotifica delle violazioni vista da una normativa italiana accertate dal tachigrafo (art. 10 del Decreto Legge Gli Interni aprono alla contesta- 16/1987) che opportunamente zione differita delle violazioni si è deciso di non applicare più sui tempi di guida e di riposo, visto che discriminava gli itaquando non vengano accertate liani a vantaggio dei veicoli imsu strada ma presso gli uffici matricolati all’estero che, invece, ne sono privi.
Guida promiscua In caso di guida promiscua del conducente – ossia conduzione di veicoli con apparecchi analogici e digitali – nei 28 giorni precedenti al controllo, l’autista, durante il controllo su strada, dimostra i periodi effettuati alla guida del mezzo con il tachigrafo digitale, esibendo la carta tachigrafica; l’agente di Polizia non può richiedergli anche le stampe dei suddetti tempi anche quando non sia in grado di leggere la carta perché, ad esempio, privo del lettore. Le stampe, invece, sono necessarie quando il conducente non abbia con sé la carta tachigrafica per un giustificadell’organo accertatore, all’esi- to motivo (smarrimento, deteto dell’esame dei dati scaricati rioramento, ecc..). dal tachigrafo digitale. Multipresenza Questa possibilità era stata finora contestata poiché si rite- Nella multipresenza, la circoneva estranea alle ipotesi di lare ricorda che il periodo di ricontestazione differita previste poso va completato entro 30 dall’art. 201 del C.d.S. Il mini- ore dal termine del precedenstero, pur ammettendo quanto te periodo di riposo giornaliero sopra, ritiene comunque possi- o settimanale. bile la contestazione differita vi- Tuttavia, perché si abbia la sto che ai sensi dell’art. 200, multipresenza (e disporre, comma 1 del C.d.S., la conte- quindi di 30 ore anziché di 24 stazione deve essere immedia- per completare il riposo), octa soltanto quando è possibile. corre che il secondo conduPeraltro, la Polizia dovrà dare cente sia sempre a bordo del atto nel verbale che il down- veicolo per tutto il viaggio o, load dei dati sarà eseguito comunque, obbligatoriamente presso i suoi uffici in un secon- dopo la prima ora.•
Costi minimi: ritornano gli accordi
NORMATIVE
L’ultima manovra economica ha stabilito che la stipula degli accordi volontari possa avvenire anche dopo il termine del 12 maggio 2011 guenti, cioè tra il 2006 e la fine del 2008, sono stati formalizzati pochissimi contratti in forma scritta (verosimilmente rappresentanti meno del 2% dei servizi di trasposto effettuati), soprattutto perché con gli altri contratti in forma libera, le parti potevano concordare qualunque corrispettivo al servizio di trasporto, senza incorrere nella nullità prevista dall’articolo 4 dello stesso decreto 286, per le clausole contrarie alle norme sulla sicurezza della circolazione stradale.
Costi minimi Con l’aumento del costo del gasolio, avvenuto nel 2008, e la necessità, per il vettore, di ottenere un corrispettivo che coprisse i suoi costi di esercizio, è stata emanata la disposizione dell’articolo 83-bis, che fin dalla sua versione originale ha previsto un corrispettivo minimo per le prestazioni di trasporto basate su contratti conclusi in forma libera, mentre quelle svolte sulla scorta di contratti stipulati in forma scritta venivano rimesse all’autonomia negoziale delle parti: ciò almeno dal 2009 sino al 12 agosto 2010. Successivamente, con le modifiche apportate all’83-bis dalla legge 4 agosto 2010, n. 127 (cfr. numero di Tir di settembre 2010), è stato invece stabilito che anche nei contratti scritti l’importo del corrispettivo da riconoscere al vettore dovesse essere tale da consentire almeno la copertura dei costi minimi di esercizio, da questo sostenuti per effettuare la prestazione di trasporto, e che l’individuazione di tali costi minimi poteva essere effettuata “nell'ambito degli accordi volontari di settore, conclusi tra organizzazioni associative di vettori rappresentati nella Consulta generale per l'autotrasporto e per la logistica, di cui al comma 16, e organizzazioni associative dei committenti”. Detta legge fissò tuttavia il termine di nove mesi per la con-
COSTI MINIMI: la precisazione del presidente della Consulta Dopo l’interpretazione de Il sole 24 Ore trasporti sulla normativa, Giachino puntualizza che l’impianto dei costi minimi di esercizio resta confermato
Tra le polemiche innescate dall’approvazione della manovra economica di ferragosto (DL 138 del 13 agosto 2011, convertito in Legge 148 del 14 settembre 2011, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 216 del 16 settembre), ce n’è stata una che ha toccato da vicino il nostro settore, anzi, per essere più precisi, uno dei temi più scottanti del momento: i costi minimi di esercizio. Tutto è nato, infatti, da un’interpretazione che ha dato Il Sole 24 Ore trasporti alla normativa sulla liberalizzazione delle attività economiche, contenuta ai commi 8 e 9, art. 3, della citata manovra, nei quali è prevista l’abrogazione da dicembre di alcune restrizioni tra cui compare “l’imposizione di prezzi minimi o commissioni per la fornitura di beni o servizi…”. Secondo il periodico di Confindustria, infatti, da questa disposizione si poteva giungere ad una conclusione riassunta molto efficacemente nel titolo “Costi minimi verso l’abrogazione” . Le associazioni dell’autotrasporto (in particolare quelle aderenti all’Unatras) hanno subito reagito contro questa interpretazione, in prima battuta con una serie di comunicati pubblicati sui rispettivi siti internet, e in seguito scrivendo al presidente della Consulta Generale per l’autotrasporto, il sottosegretario Bartolomeo Giachino. Il sottosegretario con una lettera del 27 settembre scorso ha risposto, affermando che “la fattispecie delineata dai commi 4 e seguenti dell’art. 83 bis della Legge 133/08 e successive mo-
difiche, non ha attinenza alcuna con la fattispecie di cui all’art.3, comma 9, lettera h) del decreto legge 138/2011, convertito con modificazioni dalla Legge 148/2011, dove fa riferimento all’abrogazione di tutte le restrizioni consistenti nell’imposizione di prezzi minimi”. Interessanti sono anche le argomentazioni utilizzate a sostegno di questa conclusione: le restrizioni all’attività economica interessate all’abrogazione, sono quelle che si risolvono nell’imposizione di prezzi minimi per la fornitura di beni o servizi, mentre nell’art. 83 bis, com’è noto, si fa riferimento al concetto di “costo minimo”, dal quale – come sottolineato dal presidente Giachino – è estraneo qualsiasi riferimento ad un margine di profitto che, invece, è intrinseco nel termine “prezzo”. Non solo, ma a dimostrazione ulteriore della volontà del legislatore di confermare l’impianto dei costi minimi di esercizio, vi è anche la modifica introdotta sempre dalla manovra di ferragosto al comma 4 dell’art. 83 bis sugli accordi di settore: infatti, come si legge dalla lettera “non può non rilevarsi, invero, come la modifica dell’art. 83 bis, introdotta dall’art. 7 bis del decreto legge 138/10, non solo è una riprova della vigenza e cogenza della suddetta disposizione, ma legittima anche la stipulazione di accordi di settore tra le parti, nell’ambito dei quali potranno essere concordate, nel confronto tra le parti, le clausole e le modalità inerenti al contratto di trasporto”.
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uova modifica per la legge che contiene prescrizioni per la tutela della sicurezza stradale e la regolarità del mercato dell’autotrasporto di cose per conto terzi. Con l’ultima manovra economica estiva, attuata con la legge 14 settembre 2011, n. 148, di conversione del D.L. 138/2011, è stata infatti introdotta un’innovazione all’articolo 83-bis della legge 133/2008, la sesta nei tre anni di vigenza della disposizione. Da un lato è stato previsto che la stipula degli accordi volontari di settore possa essere effettuata anche dopo il termine del 12 maggio 2011, che il precedente comma 4-bis aveva fissato per la loro conclusione; dall’altro, che l’entrata in vigore di questi accordi venga subordinata al parere preventivo della Consulta per la Logistica e l’Autotrasporto e che gli accordi siano pubblicati con Decreto del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Questo il contenuto stretto e puntuale dell’ultima novella dell’articolo 83-bis, che assume tuttavia un significato ed una portata maggiore se inquadrata nella complessa disciplina dei corrispettivi per i servizi di autotrasporto di merci fissata dalla stessa disposizione. Com’è noto, la riforma dell’autotrasporto, avviata con la legge 32 del 2005 ha incentivato la conclusione di contratti di trasporto in una determinata forma scritta, con gli elementi essenziali fissati dall’articolo 6 del successivo decreto delegato 286/2005 (la data certa, l’indicazione del corrispettivo, dei tempi massimi di carico e scarico, della tipologia della merce e la sua quantità, oltre alle generalità dei contraenti ed il numero di albo del vettore), prevedendo come residuali i casi di contratti di forma diversa, raggruppati sotto la dizione “contratti stipulati non in forma scritta”. Nonostante ciò, negli anni se-
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150째
clusione di tali accordi volontari (sino al 12 maggio 2011), decorsi i quali vi sarebbero state le determinazioni dell’Osservatorio per l’autotrasporto, da adottare entro i successivi trenta giorni (quindi fino al 12 giugno 2011). Dopo di che si applicano i costi minimi già riconosciuti ai trasporti svolti con contratti liberi anche ai contratti di trasporto stipulati in forma scritta. In conseguenza di queste prescrizioni, contenute nel comma 4bis del già menzionato articolo 83bis, dal 13 giugno 2011 i trasporti eseguiti sulla base di contratti scritti sottostanno alla disciplina dei costi minimi.
Nuovi termini Buona parte della committenza ha tuttavia ritenuto che i nove mesi previsti dalla precedente disposizione costituissero un periodo troppo breve per la stipula degli accordi volontari, la cui mancata conclusione, peraltro, era stata seriamente minacciata dall’Autorità per la tutela della concorrenza e del mercato (Antitrust) e dalla stessa Unione Europea che ravvisava in detti accordi dei possibili “cartelli” tra imprese, elusivi delle disposizioni sul libero mercato e la concorrenza tra le imprese. Per questa ragione, nella fase di conversione del decreto
legge 13 agosto 2011, n. 138, è stato approvato un emendamento che, come sopra anticipato, consente ora di stipulare accordi volontari anche dopo la scadenza dei nove mesi, riconoscendo loro la capacità di derogare, per singoli settori, alla cogenza dei costi minimi, e di evitare a questi la natura di accordi privati o di cartelli, in quanto sono preventivamente approvati da un organismo pubblico, quale la Consulta per l’Autotrasporto e la Logistica, e resi di pubblica conoscenza e validità, con un decreto del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.• A.G
NORMATIVE
Tachigrafi: arriva la “regola del minuto” D
allo scorso 1° ottobre sono entrati in commercio i nuovi tachigrafi digitali conformi alle specifiche tecniche del Reg. UE 1266/2009, che ha adeguato per la decima volta al progresso tecnologico il Regolamento UE 3821/1985. Quest’ultimo adeguamento farà certamente felici le imprese di autotrasporto, risolvendo uno dei problemi più importanti degli apparecchi di vecchia generazione che, finora, ha inciso in negativo sulla produttività del settore: parliamo dell’arrotondamento al minuto superiore di tutte le attività registrate dal tachigrafo di durata superiore ai 5”, per cui è sufficiente un piccolo spostamento del veicolo di alcuni secondi per far si che l’apparecchio faccia scattare l’arrotondamento ad un minuto. Quindi, l’autista finisce con il raggiungere il periodo massimo di guida giornaliero consentito dal Regolamento UE 561/2006 (a seconda dei casi, di 9 o 10 ore) senza, tuttavia, aver effettivamente trascorso al volante quel numero di ore. Questo problema dovrebbe essere stato definitivamente risolto dal nuovo Regolamento, visto che i tachigrafi conformi alle ultime specifiche tecniche registrano come guida soltanto
gli spostamenti di durata superiore ai 30 secondi; quindi un movimento del veicolo di 29 secondi non viene registrato come guida ma come riposo/lavoro, con la conseguenza che non intaccherà il monte ore giornaliero a disposizione del conducente per la conduzione del mezzo.
Recuperi anche di 45 minuti Da alcune simulazioni che sono state condotte dalle più importanti case costruttrici di queste apparecchiature, è emerso che le nuove regole permettono di recuperare alla guida un periodo di tempo di 45 minuti per autista al giorno. Per i tachigrafi digitali di vecchia generazione, invece,
continuerà ad applicarsi l’agevolazione introdotta dal ministero dell’Interno con una circolare dello scorso 2 giugno, sulla falsariga di una nota di orientamento della Commissione UE: onde evitare che la guida con i predetti strumenti di controllo venga penalizzata rispetto a quella con il tachigrafo analogico, la circolare ha stabilito che è possibile sottrarre un minuto per ciascun periodo di guida continuato dopo una sosta, fino ad un massimo di 15 minuti su un periodo di 4 ore e 1/2. Peraltro, questa agevolazione attenua soltanto in parte il gap di produttività causato dai tachigrafi digitali di vecchia generazione: infatti, l’arrotondamento prima descritto non si applica ai cd “stop and go” provocati dal traffico, tenuto conto che la nota della Commissione richiamata dagli Interni prevede che “quando un conducente è al volante ed è impegnato in un’operazione di trasporto disciplinata dalla normativa, è considerato alla guida indipendentemente dalle circostanze in cui si trova (per esempio in un ingorgo o al semaforo)”. Nei nuovi apparecchi, invece, lo “stop and go” non da luogo ad attività di guida, se lo spostamento non ha avuto una durata superiore ai 30 secondi.• A.G.
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I nuovi tachigrafi registrano come guida solo gli spostamenti di durata superiore ai 30 secondi
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COSTI CHILOMETRICI
Elaborazione settembre 2011
COSTI CHILOMETRICI Costo chilometrico medio relativo al consumo di gasolio delle imprese di autotrasporto per conto terzi (settembre 2011)
I
Fonte ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
n base all’art. 7 sexies del Decreto Legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito dalla Legge 9 aprile 2009, n. 33, che ha novellato il comma 10 dell’art. 83 bis Legge 133/2008, spetta all’Osservatorio sulle attività di autotrasporto – istituito in seno alla Consulta generale per l’autotrasporto e la logistica - elaborare, sentite le organizzazioni associative delle imprese di autotrasporto e della committenza, gli indici di costo del carburante per chilometro e le relative quote di incidenza.
Si precisa, inoltre, che:
Tali dati devono tener conto delle diverse tipologie di veicoli e della percorrenza chilometrica. A tal fine si pubblicano, nelle tabelle che seguono, i valori dei costi chilometrici imputabili al consumo di gasolio delle imprese di autotrasporto per conto terzi, distinti sulla base di cinque tipologie di veicolo, e per diverse percorrenze chilometriche, tenuto anche conto delle proposte pervenute da associazioni di vettori e di committenti, nonché delle indicazioni contenute
negli studi elaborati da organismi operanti nel settore. Al riguardo, va evidenziato che il metodo di calcolo adottato è fondato su basi empiriche, e tiene conto dell’esigenza di dare tempestiva attuazione alle disposizioni legislative sopra richiamate, fermo restando che studi scientificamente più approfonditi potranno essere condotti dal predetto Osservatorio, al quale spettano le definitive determinazioni in ordine all’individuazione degli elementi in questione.
a. i dati relativi al prezzo del gasolio sono riferiti all’ultima rilevazione disponibile (mese di settembre 2011) sul sito del ministero dello Sviluppo Economico; b. per i veicoli di massa complessiva pari o superiore alle 26 t, e per quelli di massa complessiva inferiore alle 26 t e superiore alle 7,5 t, i dati relativi al prezzo del gasolio sono stati depurati dell’IVA e dello sconto sull’accisa, pari a 19,786 euro/1.000 litri; c. per i veicoli di massa complessiva inferiore alle 7,5 t, i dati stessi sono stati depurati della sola IVA; d. non si è tenuto conto dell’incidenza, sul prezzo del carburante, della fonte di rifornimento dello stesso (impianti di distribuzione ordinari, o extra-rete);
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e. non sono stati elaborati i dati relativi alle percorrenze chilometriche al di sotto dei 51 chilometri, tenuto conto della marginalità dell’attività di autotrasporto per conto di terzi sulle brevissime percorrenze, che non veniva preso in considerazione neanche dalla disciplina tariffaria vigente prima del D.Lgs. 286/05.
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COSTI CHILOMETRICI
Elaborazione settembre 2011
SETTEMBRE 2011 Consumo Prezzo medio medio di gasolio €/ l carburante (al netto di IVA Km/l e sconto accise)
Costo medio di carburante per Km di percorrenza €/Km
Lunghezza tratta Km
Quota % dei costi di esercizio rappresentata dai costi del carburante
Veicoli di massa complessiva comprensiva tra 11,5 t e 26 t Consumo Prezzo medio medio di gasolio €/ l carburante (al netto di IVA Km/l e sconto accise)
Costo medio di carburante per Km di percorrenza €/Km
Lunghezza tratta Km
Quota % dei costi di esercizio rappresentata dai costi del carburante
2,8
1,203
0,430
da 51 a 150 Km
23,9%
4
1,203
0,301
da 51 a 150 Km
17,5%
2,8
1,203
0,430
da 151 a 250 Km
25,7%
4
1,203
0,301
da 151 a 250 Km
20,0%
2,8
1,203
0,430
da 251 a 350 Km
28,6%
4
1,203
0,301
da 251 a 350 Km
23,1%
2,8
1,203
0,430
da 351 a 500 Km
35,7%
4
1,203
0,301
da 351 a 500 Km
26,2%
2,8
1,203
0,430
oltre 500 Km
38,4%
4
1,203
0,301
oltre 500 Km
29,0%
Veicoli di massa complessiva comprensiva tra 7,5 t e 11,5 t Consumo Prezzo medio medio di gasolio €/ l carburante (al netto di IVA Km/l e sconto accise)
Costo medio di carburante per Km di percorrenza €/Km
Lunghezza tratta Km
Quota % dei costi di esercizio rappresentata dai costi del carburante
Veicoli di massa complessiva comprensiva tra 3,5 t e 7,5 t Consumo Prezzo medio medio di gasolio €/ l carburante (al netto di IVA Km/l e sconto accise)
Costo medio di carburante per Km di percorrenza €/Km
Lunghezza tratta Km
Quota % dei costi di esercizio rappresentata dai costi del carburante
4,7
1,203
0,256
da 51 a 150 Km
15,6%
4,9
1,222
0,249
da 51 a 150 Km
15,5%
4,7
1,203
0,256
da 151 a 250 Km
18,8%
4,9
1,222
0,249
da 151 a 250 Km
18,7%
4,7
1,203
0,256
da 251 a 350 Km
21,3%
4,9
1,222
0,249
da 251 a 350 Km
22,7%
4,7
1,203
0,256
da 351 a 500 Km
21,7%
4,9
1,222
0,249
da 351 a 500 Km
23,0%
4,7
1,203
0,256
oltre 500 Km
25,7%
4,9
1,222
0,249
oltre 500 Km
24,4%
Veicoli di massa complessiva inferiore a 3,5 t Consumo Prezzo medio medio di gasolio €/ l carburante (al netto di IVA Km/l e sconto accise)
Costo medio di carburante per Km di percorrenza €/Km
Lunghezza tratta Km
Quota % dei costi di esercizio rappresentata dai costi del carburante
8,5
1,222
0,144
da 51 a 150 Km
9,5%
8,5
1,222
0,144
da 151 a 250 Km
12,0%
8,5
1,222
0,144
da 251 a 350 Km
13,7%
8,5
1,222
0,144
da 351 a 500 Km
14,5%
8,5
1,222
0,144
oltre 500 Km
15,9%
TIR 142/2011
Veicoli di massa complessiva pari o superiore a 26 t
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IN VIAGGIO CON
In tourneé Tosca D’Aquino
DA UNA VITA L’esplosiva attrice napoletana Tosca D’Aquino racconta a Tir i suoi viaggi su e giù per l’Italia
4
di Antonella Romano
5 anni, attrice di teatro, cinema e televisione, Tosca D’Aquino ottiene la popolarità negli anni Novanta con i I laureati e Il ciclone di Leonardo Pieraccioni. Ha lavorato in televisione con artisti come Giorgio Panariello nella fortunata trasmissione Torno sabato. A novembre la vedremo impegnata a teatro nella brillante commedia tutta al femminile Smetti di piangere Penelope!, che − dopo il successo di Parigi − ha debuttato per la prima volta in Italia lo scorso marzo. Una commedia che ha entusiasmato tanto Tosca, che ci ha parlato del ruolo che ha interpretato, ricordando i suoi esordi e i suoi sogni futuri.
TIR 142/2011
Ti è piaciuto interpretare questo ruolo? È un ruolo molto divertente, esilarante! Credo sia meglio che andare dallo psicanalista. Ritrovarsi a fare la ragazzetta che, in jeans di pelle, anfibi e tatuaggi sul braccio, dice veramente tutto quello che le passa per la testa, è una cosa molto catartica, divertente, dove vien fuori un lato di me che assolutamente non ho nella vita.
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Cosa preferisci tra il cinema, il teatro e la televisione? Il mio sogno è stato sempre il grande schermo, ma oggi come oggi è sempre più difficile. È chiaro che la magia del teatro è assolutamente particolare, perché ogni sera c'è il contatto con il pubblico e si crea un rapporto speciale tra l'attore e lo spettatore. Va bene anche la televisione perché ci sono delle fiction ad altissimo livello che sembrano quasi dei film. Ma attualmente in Italia si
perchè dopo mi è successo anche con Panariello quando facevamo il sabato sera − quando c'è una bella atmosfera e stai bene, il prodotto funziona. Evidentemente questa grande energia alla fine arriva al pubblico.
produce talmente poco che vengono chiamate sempre le stesse persone. Beh! Se dovessi aspettare il cinema starei a casa!
Il grande pubblico l'ha conosciuta con Il Ciclone di Leonardo Pieraccioni, nel ruolo della simpatica Carlina... Cosa ricorda di quell'esperienza? Bellissima! Lavorare con Pieraccioni è delizioso perchè c'è sempre un clima molto piacevole, poi specialmente nel Ciclone eravamo un gruppo di attori molto affiatato. C'era un'atmosfera molto bella! Non sapevamo che sarebbe arrivato questo successo strepitoso ma spesso −
Il suo successo è dovuto anche al suo carattere affabile che le ha permesso di arrivare al cuore del grande pubblico… Questo sicuramente! Specialmente per la televisione non puoi mentire: è un mezzo immediato, se sei antipatica arriva, se sei simpatica lo stesso. Spesso la gente mi ferma per la strada e mi dice: "Ah, quanto mi è simpatica! Si sente che è proprio una persona molto semplice, naturale!". Alla fine non è che tu fai qualcosa, sei quello che sei e porti in scena ogni volta un personaggio diverso con la tua natura. Io non fingo di essere simpatica oppure come dicono loro, semplice, come il mio modo di essere. Sicuramente il background aiuta: il fatto di essere nata a Napoli, di aver vissuto a Napoli fino a 18 anni e di aver preso il modo di approcciarmi dei napoletani, immediato, diretto, sincero.
Ti piace viaggiare? Mi piace moltissimo viaggiare. Ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo e più viaggio più sono estasiata dai posti dove sono nata. Per me Ischia, Capri, Sorrento, Positano e Napoli rimangono i luoghi più belli del mondo.
Ti è capitato di incontrare dei camionisti? Certo! Noi facciamo le tourneé da Nord a Sud e incontriamo spesso tanti camionisti. Sono molto carini, mi salutano quando mi riconoscono e hanno sempre la battuta spiritosa. Spesso mi chiedono una fotografia, un autografo. Per quanto mi riguarda ho sempre avuto un ottimo rapporto con loro e fortunatamente non ho mai litigato in auto con un camionista. Anzi, mi auguro non succeda mai.
Cosa pensa del loro lavoro? Trovo che sia un lavoro durissimo. Quando io attraverso l'Italia da Nord a Sud sono una donna distrutta. La tourneé è veramente massacrante per cui riesco ad immaginare veramente questi signori. A volte si parla male di loro perchè vanno veloci o attraversano l'altra corsia. Personalmente non me la prendo con loro perchè fanno un lavoro pesantissimo, durissimo e hanno tutta la mia comprensione. Prima era un lavoro prettamente maschile ma da qualche anno ho visto sempre più donne: quindi chapeaux, tanto di cappello, perché è un lavoro veramente difficile. Quali saranno i tuoi prossimi impegni? Ci sono tantissimi progetti per fortuna − dopo un periodo un pò di stasi − sia di fiction televisiva, sia di cinema che di teatro. Ma per scaramanzia non dico nulla.•
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