Agricoltura Alessandrina

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Coldiretti Alessandria - Anno 59째 numero 6 - 11/06/2013 www.alessandria.coldiretti.it Poste Italiane Spa - Spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art.1 Comma 1, DCB - Alessandria

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Periodico

Il DIrettore ProvIncIale

del mondo agricolo di

coldiretti alessandria


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Editoriale

Editoriale

QUESTO PERIODICO È ASSOCIATO A UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

riflettori puntati sulla politica agricola comune:

“più Europa in Italia e più Italia in Europa”

pr em ia r e

chi vive e lavora

di agricoltura e di attività rivolte alla produzione di cibo, nonché alla sostenibilità ambientale

L’

attenzione verso la riforma della Politica Agricola Comune si rafforza e il dibattito sempre più acceso. Un argomento che da mesi ci vede in prima linea per non permettere che chi non vive esclusivamente di agricoltura possa avere accesso ai fondi Ue. Un impegno che vede coinvolta Coldiretti con il nostro presidente nazionale Sergio Marini ma che ha l’attenzione costante di tutti noi, fermamente convinti che la riforma attuata dovrà essere in grado di offrire maggiori garanzie per quanto riguarda la sicurezza dei cibi, l’ “autoapprovvigionamento alimentare”, che dia risposte alle emergenze sociali e promuova il ruolo degli imprenditori agricoli impegnati nella difesa dei territori, dell’ambiente, della biodiversità, della coesione sociale, che promuova la cultura, la tradizioni e l’innovazione e che sappia, in una visione comune, valorizzare la distintività dei mille territori europei come patrimonio competitivo per l’intero continente. Più Europa in Italia e più Italia in Europa: nell’ “Italia che vogliamo in dieci punti” questa priorità è al secondo punto dopo la richiesta di un “governo globale dei beni comuni”. Ciò perché l’Europa costituisce la cornice di riferimento naturale per il nostro Paese affinchè venga riconosciuto il valore strategico del “modello italiano” e le sue straordinarie peculiarità, consentendo che esso diventi patrimonio della comunità contaminando virtuosamente il pensiero comunitario. Il fatto che la Pac sia uno degli argomenti di maggior interesse, ed è capibile, arriva anche dall’attenzione che molti lettori riservano ad ogni articolo o approfondimento dedicato ad esso chiedendo ulteriori dettagli. La posizione di Coldiretti è chiara e ferma: non cedere più agli egoismi degli stati o alla maniacale intromissione su dettagli che intaccano le culture dei popoli e che spesso alimentano un antieuropeismo che non dovrebbe appartenerci. Una Politica Agricola Comune che consenta ai singoli Paesi di premiare chi lavora e vive di agricoltura, chi produce in modo sostenibile e chi produce cibo per adottare su greening, convergenza, pagamenti aggiuntivi ai primi ettari ed in generale sulla maggiore flessibilità che dovrebbe essere lasciata agli Stati Membri. Alla luce della forte differenziazione delle normative in Europa e in applicazione del principio di sussidiarietà, è necessario che la definizione di “agricoltore attivo” sia demandata allo Stato membro, affinché possano essere considerati tali gli imprenditori agricoli professionali, singoli od associati, sulla base della incidenza del tempo dedicato al lavoro agricolo sul tempo di lavoro complessivo e della incidenza del reddito agricolo sul reddito totale. La nostra priorità dovrà essere la difesa del budget nella riforma della politica agricola in un’Europa che ha bisogno di più agricoltura, di riequilibrare la ripartizione del bilancio considerando che al momento attuale l’Italia è il primo contribuente netto alle politiche comunitarie e adottare una Politica Agricola Comune che consenta ai singoli Paesi di premiare chi lavora e vive di agricoltura, chi produce in modo sostenibile e chi produce cibo. Su cosa dovrà puntare la nuova Politica Agricola? Non ci sono dubbi, dovrà sostenere e rafforzare la competitività dell’agricoltura europea sulla base di un nuovo modello produttivo che combini sostenibilità economica, ambientale e sociale. Grazie al pressing attuato da Coldiretti possiamo dire di essere a buon punto ma ci aspettiamo impegni positivi per le diverse questioni che ancora non hanno trovato risposte adeguate alle esigenze della nostra agricoltura. Per questo si esige una caratterizzazione più “agricola” del complesso degli indirizzi e degli orientamenti programmatori nelle politiche di sviluppo rurale che devono essere quindi potenziate e prioritariamente finalizzate all’innovazione e alla competitività delle imprese agricole.

simone moroni Direttore

AgricolturA

alessandrina Periodico edito da impresa Verde alessandria

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AgricolturA

alessandrina

d i r e t t o r e a m m i n i s t r at i V o simone moroni

m a G a z i n e

direttore resPonsabile ilaria lombardi G r a f i c a , i m Pa G i n a z i o n e christian boero H a n n o c o l l a b o r at o a q u e s t o n u m e r o alessandro albertelli, luisa bo, daniela colombini, domenico Pesce, fabio fracchia, alberto Pansecchi, don ivo Piccinini, emanuele sconfienza. fotoGrafie archivio coldiretti, christian boero

redazione ed amministrazione corso crimea 69 - 15121 alessandria tel. 0131 235891 - fax. 0131 252144

n° 6 - Giugno 2013

reGistrazione tribunale

In COPERTInA

di alessandria n.69 del 21.1.1953

aGenzia

La nuova Delegata dei Giovani Impresa Coldiretti Alessandria Chiuso in redazione il 11 Giugno 2013

P u b b l i c i ta r i a

Via Pylos, 20 - 12038 savigliano (cn) tel. 0172 711279 - cell. 348 7616706 e-mail: info@reclamesavigliano.it

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cerrina - Via nazionale, 36 tel. 0142 943800 - fax. 0142 946031

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assemblea nazionale GioVani imPresa

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“L’Italia è il Futuro” Pr e s e nt e l a de l e g a z i o n e a l e s sa n dr i n a

“daSree punrospergionavloegfloiarmteo i

ai figli e ai padr e, mpagn delle nostre ca re dobbiamo punta enza sull’intraprend dei giovani

Vitto rio COL Sangiorg DIRE i TTI G o Delegato N IOVA NI IM azionale PRES A

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na numerosa delegazione di Giovani Impresa Alessandria ha preso parte all’Assemblea Nazionale che si è svolta a Roma martedì 21 maggio nell’Auditorium della musica. Un’assise dedicata al tema “l’Italia è il futuro” e preceduta dall’esecuzione dell’inno di Mameli.Alla manifestazione, moderata dal Segretario Generale Organizzativo della Coldiretti vincenzo Gesmundo, sono intervenuti il ministro delle Politiche Agricole nunzia De Girolamo, l’ex sindaco di Roma Gianni alemanno, e corrado Passera. Le conclusioni sono state affidate al Presidente Confederale Sergio Marini. I lavori sono stati preceduti dalla lettura del manifesto “L’Italia è il futuro”, elaborato dai giovani della Coldiretti a testimonianza delle eccellenze italiane, nel quale si legge, tra le altre cose, che “è tempo di un movimento, che riscriva gli assetti economici e sociali del paese e ne ridisegni il modello di sviluppo”. Dopo le testimonianze di alcuni giovani imprenditori agricoli, che hanno raccontato le loro storie professionali e umane, ha preso la parola il Delegato Nazionale di Coldiretti Giovani Impresa Vittorio Sangiorgio, il quale ha sottolineato con

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l’ italia

ha bisogno di ritrovare

fiducia.

nelle proprie forze, nei suoi valori

e nelle sue

passioni soddisfazione che oggi l’associazione da lui presieduta compie sessant’anni e raggiunge un “bellissimo traguardo”. “Quest’anno - ha detto - abbiamo finalmente il governo ed il parlamento più giovane d’Europa”, come emerge dalla seconda edizione dell’indagine sull’età media della classe dirigente italiana presentata nel corso dell’assise. “Il mondo economico continua purtroppo ad essere molto avanti con gli anni”, ha proseguito il delegato nazionale, facendo notare che questo fatto non favorisce la comunicazione con le fasce più giovani della società, che “non parlano lo stesso linguaggio”. Sangiorgio ha parlato poi della questione legata all’Ilva di Taranto, per la quale ha detto che “non si può barattare il diritto al lavoro con quello alla salute” e ha ribadito la contrarietà della Coldiretti nei confronti degli Ogm. “L’emergenza lavoro -

ha proseguito il delegato nazionale - riguarda soprattutto i giovani e le donne”. Per uscire dalla crisi e dalla “grave situazione occupazionale” che stiamo attraversando bisogna puntare sul Made in Italy, che rappresenta “il più grande processo di brandizzazione di proprietà democratica, dopo Visa e Coca Cola”, ha fatto notare Sangiorgio. In occasione dell’Assemblea è stata presentata la ricerca “I giovani e la crisi” ed è stato allestito, negli spazi dell’auditorium, un “open space della creatività contadina” contenente una serie di “esperienze curiose e innovative realizzate da giovani agricoltori”. All’assemblea hanno partecipato, oltre a numerosissimi giovani e delegati delle federazioni regionali e provinciali della Coldiretti, i sottosegretari alle politiche agricole Maurizio Martina e Giuseppe castiglione, i presidenti delle commissioni agricoltura di camera e senato, luca Sani e roberto Formigoni, la senatrice leana Pignedoli, i deputati Mario catania, nicodemo oliverio e colomba Mongiello, il colonnello Maurizio Delli Santi, comandante dei Nac, il capo di gabinetto del Mipaaf Michele corradino, l’ex ministro dello sviluppo economico corrado Passera, il presidente dell’Ismea arturo Semerari, il capo della segreteria del sottosegretario Martina angelo Zucchi.


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news

agricoltura

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V ittorio Sangiorgio “lavoro, da staffetta generazionale 200mila giovani nei campi”

Dalla staffetta generazionale è possibile l’inserimento di 200mila giovani nelle campagne dove il 37,3% delle imprese ha un conduttore di età superiore ai 65 anni”. É uno dei passaggi della relazione del delegato nazionale dei giovani della Coldiretti, Vittorio Sangiorgio all’Assemblea nazionale svoltasi alla presenza di oltre duemila imprenditori under 30 provenienti da tutta Italia, e con gli interventi del presidente nazionale Sergio Marini, del ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, dell’ex ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, e del sindaco di Roma, Gianni Alemanno. “Se proprio vogliamo dare un segnale forte ai figli e ai padri delle nostre campagne, che punti sull’intraprendenza dei giovani, sulla loro voglia di fare e sulla

loro capacità di innovare, allora - ha chiesto Sangiorgio - sospendiamo il pagamento di imposte e contributi per cinque anni alle imprese familiari in cui si concretizza quella che viene definita la staffetta generazionale. L’agricoltura sta vivendo una straordinaria fase di attenzione da parte dei giovani, ma alle imprese è preclusa la possibilità di ospitare giovani tirocinanti e offrire quindi l’opportunità anche a studenti di effettuare brevi esperienze full immersion in una realtà di impresa. La pretesa che per ospitare un tirocinante l’impresa debba avere alle proprie dipendenze almeno un dipendente a tempo indeterminato comporta, in un settore nel quale molte imprese utilizzano solo manodopera familiare, l’impossibilità di dare corso a questa esperienza. É necessario quindi ha concluso il Delegato dei giovani Coldiretti - superare l’interpretazione restrittiva della normativa vigente per assecondare e favorire un fenomeno tanto recente quanto positivo come quello del ritorno alla campagna di tantissimi giovani”. Ma il delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa ha messo l’accento anche sulla necessità di un ricambio generazionale, con la classe dirigente italiana che è la più vecchia

dell’intera Unione Europea. “Noi siamo pronti a svolgere il nostro ruolo per il bene del Paese, nel suo motore possiamo mettere il miglior carburante (le energie giovani) proveniente da fonte rinnovabile (il meglio del territorio italiano). Abbiamo certamente il merito - ha detto Sangiorgio - di aver in questi anni argomentato il perché la classe dirigente più vecchia d’Europa non sarebbe stata in grado di portare il Paese verso la rotta giusta. In politica abbiamo iniziato un ricambio di qualità, ma terremo alta l’attenzione contro tentativi di retromarcia. “Il fatto che il Ministro più giovane del governo, l’onorevole Nunzia De Girolamo, abbia la delega alle Politiche agricole - ha concluso il delegato dei giovani Coldiretti - è una opportunità per cogliere al meglio ciò che di “straordinariamente giovane” sta avvenendo in agricoltura e nei territori italiani”. Ma il ricambio non è la sola difficoltà da superare. “Servono politiche che incoraggino le banche a rischiare sui progetti e sui talenti e meno sul consolidato - ha sottolineato il delegato di Coldiretti giovani -, poiché il 65% dei giovani lamenta come ostacolo al fare impresa l’accesso al credito e il 67% ritiene che strumenti di finan-

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ziamento agevolato siano necessari per avviare un’impresa, secondo una indagine Coldiretti/Swg”. E mentre i giovani hanno bisogno di credito, la quasi totalità del credito va a società finanziarie. “Sarà pure arrivato il tempo - ha denunciato Sangiorgio - di smetterla di prendere i soldi dall’economia reale, quella delle persone che lavorano e faticano, per darli a quella virtuale, quella dei capitali e delle speculazioni. Noi lo stiamo facendo con il nostro progetto giovani Coldiretti Giovani Impresa - CreditAgritalia, con cui quest’anno abbiamo finanziato 57 milioni di investimenti per 760 giovani imprese, 20 milioni in più rispetto all’anno precedente. Un risultato straordinario nell’anno del credit crunch. Per quest’anno con CreditAgri - ha precisato il leader di Giovani Impresa Coldiretti - avevamo pensato di dedicare un nuovo plafond di 80 milioni di euro, ma per dare un messaggio ancora più forte siamo arrivati ad un plafond di 100 milioni. Cento milioni di investimenti per giovani, che si alzeranno presto la mattina, che troveranno soluzione a tutti gli ostacoli che verranno loro posti, che contribuiranno al benessere del Paese, perché hanno il diritto a sognare un loro futuro migliore”. Nella sua relazione all’Assemblea di Roma Sangiorgio ha anche toccato i temi del dissesto (“dove ci siamo noi l’Italia non frana perché le aziende agricole riescono ad arrivare dove lo Stato fa fatica ad essere. Eppure pochi riescono a ‘vedere’ questa centralità dell’azienda agricola italiana”) e della cittadinanza. “Accogliamo - ha sottolineato - l’invito del Presidente Napolitano a riconoscere la cittadinanza italiana agli italiani figli di immigrati, nostri amici che parlano in romanesco o in toscano. L’Italia è un Paese inclusivo con i giovani che nelle campagne raccontano storie fantastiche di integrazione”.

A lato Vittorio Sangiorgio, il Ministro De Girolamo e il Presidente Marini. A destra foto di gruppo della delegazione Giovani Impresa Alessandria che ha preso parte alla convention che si è svolta all’Auditorium della Musica richiamando oltre duemila imprenditori agricoli under 30.


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S ergio Marini “dobbiamo batterci per un’europa che abbia una visione strategica”

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l nostro Paese, nel bene e nel male, riesce sempre a meravigliarci”, ha detto il presidente della Coldiretti Sergio Marini che, traendo le conclusioni dell’Assemblea dei giovani Coldiretti, ha fatto notare come, accanto ad una quota significativa di giovani, circa il 50%, convinti che il loro futuro sia all’estero, esista un’altra Italia fatta di giovani che non si rassegnano e che continuano a guardare al futuro di questo Paese, producendo con fatica e sacrificio. Secondo

Marini, è fondamentale l’impegno di tutti affinchè “questa Italia che vogliamo” possa emergere. Il Presidente ha evidenziato la necessità di combattere le “rendite di posizione” e di “sostenere le rappresentanze che sappiano coniugare l’interesse generale con quello particolare”. Marini ha poi affermato che la politica, oltre agli interventi emergenziali di “pronto soccorso”, deve costruire “infrastrutture immateriali” che indichino una traiettoria di sviluppo per il paese, che faccia leva su ciò che abbiamo di unico ed esclusivo, “come la bellezza del patrimonio ambientale ed enogastronomico”. Per quanto riguarda il ruolo che il nostro Paese deve svolgere in ambito comunitario, Marini ha chiesto al ministro De Girolamo di battersi per un’Europa che abbia una “visione strategica” e non tagli il bilancio e che, nella ripartizione dei fondi, tenga conto della diversità di ogni stato membro. 7


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nuoVo ministro delle PoliticHe aGricole

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l’assemblea si è svolta il 27 maggio nella sede coldiretti

giovani impresa alessandria: eletta nuova delegata e il comitato All’elezione presenti il Presidente e Direttore provinciale

N unzia DeGirolamo

“sull’iMU abbiamo mantenuto gli impegni presi. Ma è solo l’inizio”

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l ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, intervenendo all’assemblea dei giovani Coldiretti, ha detto di sentirsi a casa, perché - ha spiegato - “qui vedo la mia generazione”, che è stata “massacrata dalla precarietà e dalla mancanza di certezze”. I concetti di sogni e comunità - ha detto il ministro riferendosi ai contenuti del manifesto dei giovani della Coldiretti - sono “due valori fondamentali”, sui quali “non possiamo che andare d’accordo”, in quanto “siamo tutti giovani e amiamo l’agricoltura”. “Chi pensa che il ministero delle politiche agricole sia stato affidato a me, perchè figlio di un dio minore sbaglia”, ha ribadito De Girolamo, affermando di “non essere un premio nobel”, ma un ministro politico e di voler “riportare l’agricoltura al centro” dell’attenzione del governo e della politica, in modo da “far capire quanto è fondamentale per la ripresa economica del Paese”. Il ministro ha proseguito parlando della sospensione dell’IMU. “Abbiamo mantenuto gli impegni presi”, ha detto, “ma questo è solo l’inizio”. “So bene cosa sono gli organismi geneticamente modificati e credo che questo paese non ne abbia bisogno”, ha detto poi parlando degli Ogm. La parola chiave del mio mandato - ha spiegato - “sarà semplificazione, sia per quanto riguarda l’accesso al credito, che per la vendita e l’affitto di terreni demaniali”, che rappresenta una grande sfida.“Attraverso l’agricoltura potremo fare una politica buona per questo paese e vincere l’enorme sfida del futuro”, ha concluso.

Valentina Binno, 29 anni, coniugata, due figli, un diploma da geometra, titolare dal 2007 assieme al marito dell’azienda suinicola “Varetto-Bosco” a Masio con 6.500 suini da ingrasso (di proprietà non in soccida) e 200 ettari di terreno coltivato a grano, mais e sorgo è stata eletta all’unanimità nuova delegata provinciale Giovani Impresa. L’azienda, a conduzione familiare, è frutto della continuità generazionale: una realtà sorta nella cintura torinese e poi approdata nel 1988 nell’alessandrino, a Masio, dove già esisteva una struttura di proprietà, idonea all’allevamento suinicolo. Nel corso degli anni l’azienda è cresciuta diventando sempre più competitiva e all’avanguardia anche dal punto di vista tecnologico. Un’impresa che rappresenta un esempio concreto per affrontare e sfidare il momento di forte sofferenza che sta attraversando il comparto suinicolo. L’assemblea elettiva che ha nominato il nuovo Delegato e Comitato Giovani Impresa si è svolta ieri sera nei locali della Coldiretti alessandrina alla presenza del presidente e del direttore, Roberto Paravidino e Simone Moroni e del delegato uscente Gianluca Bisio. “Nel ringraziarvi per la fiducia che mi avete dimostrato sono felice di poter ricoprire per i prossimi quattro anni la figura di Delegato Provinciale Giovani Impresa, sarà mia priorità impegnarmi nella vita sindacale della Coldiretti per non deludere le aspirazioni di tanti giovani che, come me, credono nell’agricoltura e su di essa stanno costruendo il loro futuro senza lasciarsi spaventare dalle mille difficoltà con le quali ogni giorno ci rapportiamo. Al nuovo Comitato chiedo di lavorare fianco a fianco con i vertici della Coldiretti alessandrina per poter garantire il giusto sviluppo al settore primario e alla nostra economia”. Sono state queste le prime parole dette, non senza emozione, da Valentina Binno che ha proseguito rivolgendo un invito al nuovo Comitato: “Mi sento di chiedere al Comitato eletto di impegnarsi per far valere la voce dei giovani sia a livello locale che nazionale, affinchè arrivi forte e decisa l’immagine di un movimento compatto che sa cosa vuole e che ha le idee chiare”. Emozionato anche Gianluca Bisio: “Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che mi hanno sempre dato fiducia e supportato in questi otto anni di incarico perché non dobbiamo dimenticare che i problemi che dobbiamo quotidianamente

Il passaggio del testimone: la stretta di mano tra Gianluca Bisio e la neo-delegata Valentina Binno risolvere noi giovani imprenditori agricoli sono molti e segnati da procedure burocratiche che rallentano l’ampliarsi delle nostre aziende e minano anche la qualità delle produzioni”. Molti i giovani presenti che hanno animato la serata, sottolineando concretamente ciò che Giovani Impresa rappresenta nel grande progetto che Coldiretti ha per il Paese di una “Filiera tutta agricola e tutta italiana”, un tassello importante di crescita e di confronto per la rigenerazione dell’agricoltura italiana. “Giovani Impresa è un vivaio grazie al quale sarà possibile formare i nuovi dirigenti: spero che anche in questo nuovo mandato ci sia la possibilità di organizzare nuovi corsi e momenti di crescita non solo a livello provinciale. - hanno affermato il presidente Paravidino e il direttore Moroni Da non sottovalutare l’importanza dei momenti di formazione che hanno l’obiettivo di fare rete e creare nuova sinergia. Non bisogna dimenticare che Giovani Impresa ha un ruolo importante in tutte le iniziative di Coldiretti, contribuendo a rendere il movimento ancora più solido e parte integrante nella vita dell’associazione”. Un’elezione che rappresenta un passaggio importante finalizzato a delineare le progettualità future del movimento Giovani Impresa a livello provinciale un tassello per costruire, insieme, “L’Italia che vogliamo”, perché l’Italia è il futuro.


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Gli aGrimercato di camPaGna amica

In tutta la provincia appuntamenti con la qualità

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campagna amica: nuovi agrimercato e iniziative per valorizzare il territorio

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gli agrimercati dei nostri produttori protagonisti dell’agroalimentare

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rescono i mercati degli agricoltori sul territorio provinciale: importanti risultati che arrivano grazie al Progetto di Campagna Amica. Agrimercato che rafforza il rapporto con i cittadini dove gli imprenditori agricoli si impegnano a vendere direttamente non solo prodotti sani, genuini, di qualità e a prezzi convenienti ma a produrre in pieno rispetto dell’ambiente, sviluppando forme di agricoltura, di benessere animale e utilizzo delle risorse naturali concretamente compatibili ed utili per l’ecosistema. L’inaugurazione dei mercati di Arquata,Valenza o l’iniziativa organizzata per festeggiare il primo compleanno dell’agrimercato di Casale Monferrato, rappresentano soltanto gli ultimi due successi in ordine cronologico finalizzati a portare la Filiera Agricola tutta Italiana tra i consumatori e soprattutto far conoscere l’importanza del Made in Italy e del “Km0”. Un sistema organizzato e certificato con controlli di qualità che rappresenta una scommessa sul territorio e che sta costruendo per la società una ricchezza non delocalizzabile e sostenibile.

Immagini che testimoniano il successo tra i consumatori: da sinistra ad Arquata, sopra a Valenza e sotto all’agrimercato di Casale Monferrato che ha compiuto un anno. Mercati che, come gli altri allestiti in tutta la provincia, rafforzano il rapporto con i cittadini.

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ViaGGio intorno alle zone coldiretti

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Intervista a:

Roberto Paravidino presidente provinciale coldiretti alessandria

“la nostra forza risiede nel modello di sviluppo che coldiretti indica da tempo, dove la qualità della vita conta più del pil”

La nascita di Ue.Coop e i contratti di filiera, per sottolineare quanto si sta facendo per portare redditività alle aziende e dare nuove opportunità di crescita al territorio

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vviciniamo il Presidente Provinciale della Coldiretti alessandrina, Roberto Paravidino, al termine dell’ennesima giornata contraddistinta dal maltempo e le prime parole sono di preoccupazione per la stagione in ritardo e per le conseguenze che ci saranno in tutti i settori. Dopo aver ascoltato la “voce” dei presidenti di Zona ora tocca a lui tirare le somme di quanto è emerso e regalarci anche uno spaccato di Ovada, area territoriale dove ricopre la carica di presidente di Zona. Un bilancio che arriva dopo una serie di incontri mirati ad aggiornare la base associata sulle novità tecniche e sindacali di Coldiretti: momenti che hanno registrato un’ampia partecipazione e che sono serviti a toccare con mano il sentiment di un provincia variegata come quella alessandrina.

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presidente, mi sembra doveroso un commento a quanto detto dai suoi “colleghi” presidenti zonali. che impressione ha avuto nel leggere quanto è stato rilasciato? Ho letto con attenzione le interviste e devo ammettere con orgoglio che è emerso prima di tutto un grande attaccamento al ruolo e questo è fondamentale per una squadra che vuole far crescere non solo la nostra Organizzazione ma anche il territorio dove vive e lavora. Un grande interesse per il nostro Progetto della filiera tutta agricola e tutta italiana e, non ultimo, la passione con la quale hanno raccontato i punti di forza e di debolezze della propria zona: per questo mi sento in dovere di ringraziarli per quanto stanno facendo, senza di loro sarebbe impossibile fare rete. Un grazie che si estende non solo a tutti i dirigenti ma anche alla struttura: una grande sinergia che permettere di raggiungere il nostro più importante alleato, il consumatore.

durante gli incontri sul territorio qual è stato il grado di coinvolgimento? Ogni anno è determinante incontrare i nostri soci, ogni riunione rappresenta un valore aggiunto per rafforzare il nostro ruolo di forza economica e sociale. Una platea composta anche da tanti giovani e questo è stato motivo per ribadire che la sfida in agricoltura viene raccolta da tanti ragazzi che hanno voglia e volontà di intraprendere un percorso di crescita in questo settore. Inoltre, mi ha fatto molto piacere avvertire un profondo interesse verso Coldiretti e quanto si sta facendo per garantire reddito all’impresa.

colgo l’occasione di queste ultime parole per una domanda che è rimbalzata anche nelle scorse interviste.

che sensazione ha avuto in merito alla conoscenza e all’apprezzamento del progetto di coldiretti per il paese? Negli anni scorsi ho registrato più diffidenza ora, al contrario, ho ricevuto molte domande per capire quali fossero gli sviluppi. La stragrande maggioranza dei consumatori ha capito quanto stiamo facendo a favore del Made in Italy e anche la nostra base, all’inizio un po’ diffidente, in questi anni ha imparato ad apprezzare le opportunità che vengono offerte a tutti, non solo per coloro che si occupano di vendita diretta. Il nostro Progetto è garanzia per il futuro, i ritorni economici possono esserci per ogni tipologia di azienda e in ogni comparto.

i contratti di filiera ad esempio… Certo, un modo decisamente concreto per sottolineare quanto Coldiretti sta facendo per portare redditività alle aziende e dare nuove opportunità di crescita al territorio.

cosa si potrebbe fare per essere più competitivi? I migliori risultati si potranno raggiungere grazie ad un’apertura mentale diversa, meno individualista. Credere nella cooperazione: non a caso Coldiretti ha creato Ue.Coop, la nuova centrale cooperativa nata proprio per offrire nuove opportunità progettuali. Senza dimenticare l’importante realtà dei Consorzi Agrari che rappresentano una piattaforma determinante nel progetto economico della nostra Organizzazione. i nostri gazebo gialli o le Botteghe di campagna amica sono ormai diventati un punto di riferimento per i consumatori. un bella soddisfazione!


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ViaGGio intorno alle zone coldiretti

coldiretti sta diventando sempre più forza sociale, questa è “l’italia che vogliamo”? Sì, è proprio così! D’altra parte il nostro rapporto con i cittadini-consumatori continua a crescere, una fiducia che si consolida nel tempo grazie a Campagna Amica e alla nostra battaglia portata avanti in nome della rintracciabilità e dell’etichettatura trasparente. I consumatori hanno capito, apprezzato e ci appoggiano. Tutto questo è impagabile ma per essere in completa simbiosi con il territorio e con la società abbiamo capito che serviva un tassello in più, diventare punto di riferimento nel “sociale”: quindi un plauso alle agritate, agli agriasilo, alle botteghe solidali e tutto quanto sta nascendo e crescendo in questa direzione. progettualità importanti, dove la formazione ricopre un ruolo determinante. É così? La formazione è determinante in ogni settore per essere all’avanguardia e conoscere le novità. Impegnare risorse e tempo per essere sempre aggiornati è un invito che rivolgo ai miei colleghi imprenditori. Si stratta di valore aggiunto importante e serve anche a ribadire una cosa fondamentale: Coldiretti deve essere vista come la casa degli agricoltori non come un “erogatore di servizi”. Ciò è estremamente riduttivo e non corrisponde al vero. Noi imprenditori siamo Coldiretti, solo così possiamo crescere e migliorare. Questo è anche il compito delle commissioni tecniche? Ho fortemente voluto le Commissioni tecniche di settore sin dal mio insediamento proprio per garantire un costante scambio di informazioni e per pianificare momenti divulgativi e di formazione. Un’ottima palestra dove emergono idee e professionalità.

considerazioni che calzano perfettamente anche riferendoci alla zona di cui lei è presidente, quella di ovada? Assolutamente sì. Ovada, come la zona di Novi, risente dell’influsso ligure: esiste una frammentazione aziendale eccessiva e nel corso degli anni l’agricoltura ha sempre mantenuto un ruolo importante anche se, attualmente, l’età anagrafica degli imprenditori è avanzata e non si è verificato il tanto auspicato ricambio generazionale. Vino, seminativi e allevamenti contraddistinguono da sempre l’economia agricola. la viticoltura è prevalente. parlando da imprenditore vitivinicolo questa pazza primavera che ripercussioni potrà avere? Non si possono effettuare i trattamenti e le preoccupazioni hanno due nomi ben precisi: botrite e peronospora. Flavescenza? Questo è un argomento spinoso! Troppi vigneti abbandonati e la malattia dilaga. Il supporto e i consigli dei nostri tecnici sono fondamentali per non commettere errori: importanti punti di riferimento a cui è bene ricorrere per evitare comportamenti irresponsabili che possono danneggiare non solo le colture ma l’intero territorio. visto che si parla di preoccupazioni… è doveroso spendere qualche parola per una tematica di grande attualità: la fauna selvatica! Lo definirei un problema sociale, non solo agricolo. La considerazione di base è molto semplice: il numero dei cinghiali e dei caprioli non è più in equilibrio con la natura e questo equilibrio va ripristinato al più presto per il bene della collettività. Come Coldiretti siamo impegnati da tempo sia a livello provinciale che regionale dove stiamo portando avanti interventi concreti finalizzati a far inserire nella nuova legge sulla caccia modifiche sostanziali, un’ immediata integrazione del disegno di legge della Giunta da parte del Consiglio regionale, rivolta non solo ai cinghiali ma anche ai caprioli. Il disegno di legge attualmente in discussione riteniamo possa, infatti, essere rafforzato e migliorato nell’interesse delle imprese, dell’ambiente e di tutta la società. Il documento

presentato da Coldiretti in Regione è molto articolato e parte dalla constatazione che il disegno di legge attualmente in discussione affronta la tematica essenzialmente dal punto di vista venatorio, senza dare risposte risolutive alle esigenze del mondo agricolo ed alla società civile. In particolare, abbiamo chiesto di introdurre la possibilità del controllo delle specie di fauna selvatica in eccesso, nello specifico cinghiali e caprioli, dando la possibilità agli agricoltori di attuare con modalità molto semplificate forme di contenimento delle specie selvatiche sui fondi propri o condotti a qualsiasi titolo. Un modo per tutelare il reddito delle imprese agricole, visto che in questi anni i piani di abbattimento predisposti dalle Province, con il solo ausilio dei cacciatori, non hanno portato ad alcun risultato, anzi la situazione è notevolmente peggiorata sia dal punto di vista agricolo che sociale. Inoltre, attendiamo che giunga in tempi brevi l’autorizzazione dell’Ispra per rendere operativo, da parte della Provincia di Alessandria, il piano di controllo degli ungulati mirato ad intervenire in modo rapido ed efficace per il contenimento della fauna selvatica in provincia di Alessandria. I nostri rappresentanti in seno agli ATC si sono sempre adoperati affinchè tale problema venga preso in debita considerazione non solo per l’indennizzo dei danni ma, soprattutto, nell’ambito della prevenzione.

news agricoltura

I nostri mercati degli agricoltori stanno creando nuove economie e nuova occupazione rappresentando nel contempo un formidabile strumento di coesione, animazione sociale ed educazione alimentare, perché ricreano un legame profondo tra consumatore e produttore, tra il luogo di consumo e il luogo di produzione, tra città e campagna. Colgo l’occasione per sottolineare che partendo proprio dalla distintività, la filiera agricola italiana non rappresenta solo la grande leva competitiva per le imprese ma anche l’occasione, per la gente, di star meglio.

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per il futuro cosa dobbiamo aspettarci, o meglio, cosa sarebbe opportuno auspicare? Ciò che mi auguro è quello che spera ogni italiano: più stabilità e ordine a livello politico-economico per il nostro Belpaese, dove le speculazioni finanziarie lascino finalmente il posto all’economia vera. Ecco perchè la nostra forza risiede nel modello di sviluppo che Coldiretti indica da tempo, dove la qualità della vita conta più del Pil. per continuare a far crescere “l’italia che vogliamo” qual è il prossimo appuntamento? Il 4 luglio al Palalottomatica, stiamo già raccogliendo le adesioni: grande momento per vivere da protagonisti la progettualità di Coldiretti e toccare con mano, ancora una volta, perché siamo la più grande organizzazione agricola italiana ed europea.

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news agricoltura

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zootecnia a cura di prof. carlo angelo sgoifo rossi dipartimento di scienze per la salute la produzione animale e la sicurezza alimentare università degli studi di milano

in campo zootecnico

le realtà più produttive

e all’avanguardia dell’EUROPA

sono proprio quelle italiane

Importanti realtà produttive Piemontesi e Lombarde dell’allevamento del bovino da carne sono state oggetto di una visita da parte di tecnici nutrizionisti provenienti da svariati paesi europei tra cui Irlanda, Regno Unito, Portogallo, Estonia e Croazia, organizzata da Alltech, multinazionale americana tra le più importanti a livello mondiale nella produzione di additivi per la nutrizione animale, con l’intento di acquisire informazioni e know how dalle nostre realtà produttive che il resto dell’Europa zootecnica riconosce come tra le più all’avanguardia.

perché proprio in italia? E’ proprio cosi! O almeno al di là dei confini nazionali, il sistema produttivo italiano è considerato un’eccellenza per competenza tecnica e qualità del prodotto finale. Lo scopo di tale visita è stato infatti quello di prendere contatto con realtà d’eccellenza nell’allevamento linea vacca vitello e nell’ingrasso di vitelloni e confrontarsi proprio con quegli allevatori e quei tecnici che di questa eccellenza sono i fautori. È purtroppo acclarato come gli allevatori e i macellatori italiani sostengano costi produttivi ben superiori rispetto ai concorrenti del resto d’Europa. Nonostante ciò e proprio grazie alla grande competenza e professionalità acquisita negli anni, essi però riescono comunque, seppur tra mille difficoltà, a rimanere attivi sul mercato, colmando infatti con una maggiore efficienza produttiva il pesante gap derivante dagli elevati costi di produzione. Questa capacità di far rendere al meglio le risorse a disposizione è proprio quanto i colleghi europei invidiano e ambiscono di acquisire. Produrre in maniera efficiente, massimizzando in tal modo l’espressione del patrimonio genetico dell’animale ingrassato, non significa unicamente ottimizzare dal punto di vista economico il ciclo produttivo, ma anche ottenere un prodotto di elevato standard qualitativo. In Italia, pur acquistando dall’estero il vitello da ristallo, con la ben nota stagionalità e variabilità del peso e dell’età di arrivo nei nostri allevamenti da ingrasso, produciamo infatti animali pronti per la macellazione in giovane età e con un’adeguata marezzatura, ottenendo così carni caratterizzate da colore chiaro ed elevata tenerezza, fermo restando un’idonea frollatura, caratteristiche ovviamente riconosciute ed apprezzate dai consumatori di qualsiasi paese.

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sperimentatori per natura e per necessità Proprio perché il nostro è un contesto produttivo afflitto da costi di produzione elevati e difficoltà “strutturali” (che ognuno interpreti nel modo più ampio che ritiene!) ma che comunque da sempre tende all’alta qualità, si è sviluppata nell’allevatore e nell’esperto di settore una costante propensione verso una ricerca e sperimentazione continua volte all’individuazione di soluzioni che permettano di raggiungere il grande obiettivo di produrre bene ed in maniera efficiente. Ciò ha portato allo sviluppo metodologie operative, strutture di allevamento, strategie di alimentazione ed, in particolare, e ad un abbinamento di tali “strumenti del processo produttivo” che fanno del comparto dell’allevamento da carne italiano un’eccellenza. Principalmente interessati ai risvolti nutrizionali del processo produttivo, gli instancabili visitatori, nonostante un programma serratissimo e impegnativo sia per orari che spostamenti, non hanno mai desistito nel cercare di acquisire il maggior numero di informazioni dettagliate sulle metodologie di alimentazione e sulle strategie innovative utilizzate nei nostri allevamenti. Nello specifico, particolare attenzione è stata riposta ai risultati derivanti dall’applicazione in campo di prodotti ad elevato contenuto tecnologico quali ad esempio gli adsorbenti per micotossine, problema emergente in molti altri paesi europei, probiotici e prebiotici, vitamine ed oligoelementi mirati al miglioramento della qualità della carne, nonchè l’azoto a lento rilascio, per la sua capacità di elevare la “salute” del rumine e l’efficienza delle sintesi microbiche e conseguentemente le performance di allevamento. I tecnici europei hanno potuto constatare e toccare con mano i risultati ottenuti dall’impiego delle suddette tecnologie in diverse delle nostre realtà produttive, tra cui, nell’Alessandrino, anche l’Az. Agr. Fratelli Panizza, nella quale la discussione si è estesa con grande interesse oltre che alle più appropriate tecniche di gestione dell’allevamento per elevare al massimo la qualità del prodotto finale carne, il benessere animale e le economie di allevamento anche sugli aspetti cooperativistici e sull’importanza che assume la coesione tra gli operatori del comparti in momenti cosi difficili come quello attuale.

il confronto con il resto d’europa Dall’interscambio di informazioni è emerso in maniera inequivocabile come ben poche realtà europee presentano requisiti di specializzazione comparabili allo standard italiano. Sembra infatti che nel resto d’Europa le realtà d’eccellenza siano limitate e gli elevati standard qualitativi che caratterizzano i nostri allevamenti anche di piccole dimensioni siano invece una prerogativa solo dei di grandi allevamenti nei paesi rappresentati dai graditi visitatori. Nonostante un sistema di produzione meno efficiente e, giocoforza, meno esigenze in termini di qualità sensoriale del prodotto finale (esitando alla macellazione animali di età più avanzata), i produttori di tali paesi non si scontrano con un bilancio tanto negativo quanto quello degli allevatori nazionali. Infatti, pur dovendo affrontare gli elevati costi per l’acquisto di materie prime come in Italia, oltre a farne comunque un impiego minore, essi possono anche contare su costi per l’acquisto e l’affitto dei terreni agricoli molto più bassi rispetto a quelli che caratterizzano la nostra Pianura Padana. Inoltre il valore di mercato degli animali da macello non è di molto inferiore a quello italiano e spesso il prodotto finale è inserito in percorsi di filiera ben qualificati e promossi al consumatore finale, con risvolti ovviamente positivi sui bilanci anche dell’allevatore.


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zootecnia

news agricoltura

agire e reagire in tale contesto Il quadro emerso dal confronto non è certamente confortante. In poche parole produciamo in maniera più efficiente, con standard qualitativi più elevati ed esitiamo sul mercato un prodotto migliore rispetto ai nostri competitor europei, meno efficienti ed attenti alla qualità, ma abbiamo bilanci decisamente negativi rispetto ai loro. A prima vista la situazione può sembrare paradossale ed illogica, ma a questo paradosso ci sono sicuramente delle spiegazioni. Oltre al costo più contenuto del capitale fondiario infatti, nel resto del continente l’autoproduzione di animali da ristallo è maggiore. Tale differenza strutturale, come ovvio, consente agli allevatori della maggior parte dei paesi europei da un lato di acquistare animali da ristallo autoctoni, ovviamente con un costo inferiore e dall’altro, così come nel caso degli allevamenti a ciclo chiuso, di recuperare marginalità. Un secondo grande problema affligge inoltre la zootecnica da carne italiana, ovvero il riconoscimento della qualità. La qualità del prodotto nazionale, infatti, si caratterizza per una richiesta del mercato di standard sicurezza, rispetto dell’ambiente e del benessere e qualità della carne elevatissimi ma non adeguatamente riconosciuti in termini economici. Sembra che ad oggi tutti i requisiti richiesti servano al settore commerciale più per differenziarsi dal competitor di turno che non per informare realmente il consumatore, differenziare il prodotto e gratificare pertanto il sistema produttivo da cui scaturisce produttore incluso. E’ paradossale ma vero! A questo si affianca il dato raccapricciante che evidenzia che nell’ultimo decennio la quota di carne di importazione è salita dal 18 al 37% del totale della carne bovina consumata (ISMEA, 2013). Stante questa situazione, la differenziazione e la conseguente valorizzazione del prodotto carne bovina nazionale rappresentano l’unica strada percorribile per recuperare la marginalità da tempo perduta, ma sembra che ciò non interessi a chi ha le redini del gioco. Speriamo che tale contesto non porti ad esasperare i nostri allevatori al punto di rinnegare

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il percorso di eccellenza fatto fino ad ora e invidiato in tutta Europa e non solo, portandoli a produrre in modo vergognosamente standard, con un allineamento verso il basso della qualità della carne che avrà solo un futuro certo, quello che il consumatore smetterà di acquistarla! Gli allevatori, ora più che mai, devono trovare il modo di interagire maggiormente, facendo realmente “sistema”, operazione necessaria sia

per reperire le risorse necessarie a progetti sempre più volti alla qualificazione del prodotto finale sia per poter interagire con l’industria e la distribuzione in modo efficace. L’obiettivo deve essere però condiviso verticalmente, ovvero tra tutti gli attori della filiera: valorizzare il prodotto nazionale in modo chiaro, eclatante e persino appariscente, non permettendo più che venga confuso o accomunato a quello di importazione.

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news agricoltura

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maltemPo

servizio rai sui

Facciamo i conti con

danni in campo

la primavera

IMPAZZITA Coldiretti Piemonte ha chiesto lo stato di calamità naturale per l’agricoltura

Temperature massime inferiori di 2,6 gradi la media a maggio

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oldiretti Piemonte ha chiesto alla Regione di approvare con urgenza lo stato di calamità naturale per l’Agricoltura piemontese. Le eccessive piogge di questi giorni hanno compromesso i raccolti del riso con punte in alcuni comuni del vercellese e del novarese di oltre il 50% di danno. Nelle altre province da Alessandria a Cuneo, da Asti a Torino è stata danneggiata la produzione del mais con percentuali oscillanti tra il 30 e il 45%. rovinata anche per almeno il 30% la raccolta del fieno maggengo a causa delle piogge che hanno ritardato il primo taglio. Notevoli ritardi si segnalano anche sulle produzioni frutticole dove i tecnici Coldiretti rilevano come sia stata compromessa di almeno il 30% la fase di allegagione dei fiori. Nel settore orticolo qualche grandinata sparsa ha compromesso i raccolti e comunque ritardato notevolmente il processo produttivo delle varietà primaverili. Una primavera impazzita che ha fatto registrare il 65% di pioggia in più rispetto alla media nelle regioni del nord ma le precipitazioni sono state abbondanti anche nelle regioni del centro dove si registra un uno scarto del 52%. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ucea nel mese di maggio che evidenzia peraltro come le precipi-

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tazioni siano state inferiori del 43% nel sud Italia. L’andamento anomalo del mese di maggio è stato peraltro preceduto da precipitazioni fuori la norma sia ad aprile (+7%) che soprattutto a marzo (+141%) che hanno devastato l’agricoltura italiana, ma messo anche a rischio la stabilità idrogeologica del territorio con perdite, danni e maggiori costi per un miliardo di euro. Ad influire sono state anche le temperature con le massime che sono risultate a maggio inferiori di 2,6 gradi rispetto alla media al nord dopo i -0,2 gradi di aprile ed i -2,7 gradi di marzo. La più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense, neve fuori stagione e un maggiore rischio per gelate tardive sono alcuni degli effetti dei cambiamenti climatici che l’agricoltura deve affrontare. Con un contesto del genere, i terreni coltivati, grazie alla loro capacità di assorbimento, rappresentano un vero e proprio airbag naturale contro l’impatto dell’acqua. Purtroppo l’Italia ha perso negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata per effetto della cementificazione e dell’abbandono che ha tagliato del 15% le campagne colpite da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole nello stesso arco di tempo.

Anche la raI è stata ospite della nostra provincia per fare il punto sui danni da maltempo. Il giornalista Michele ruggiero

ha intervistato l’imprenditore antonio Gemma di Basaluzzo e il tecnico Responsabile Cerealicolo di Coldiretti, Fabio Fracchia per un approfondimento sulle conseguenze che si avranno a breve-medio termine sulle colture.


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[a cura di Alberto Pansecchi]

scheda tecnica

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scheda nocciolo n.27

Le preferenze che la Nocciola Piemonte, riscuote da parte dell’industria dolciaria derivano, oltre che dalla forma tondeggiante che ne facilita la sgusciatura e dal calibro, dalle caratteristiche chimiche e fisiche della sua mandorla. Nonostante l’utilizzo della nocciola sia prettamente quello industriale di trasformazione, sempre più attenzioni vengono riservate a valori legati alla nutrizione e al gusto del consumatore. Integrare alle normali pratiche di gestione del corileto, strategie di carattere agronomico, permette di perseguire l’obiettivo organolettico atteso.

la scelta del terreno per l’impianto Ogni terreno, con le proprie caratteristiche fisico-chimiche, con la propria collocazione orografica, con l’esposizione del versante sul quale è stato impiantato il noccioleto e con l’influenza che gli eventi atmosferici caratteristici dell’area ogni anno manifestano, determina profonde modificazioni nel risultato produttivo conseguito. Un ruolo essenziale per il perseguimento della qualità è pertanto svolto dalla vocazionalità delle aree corilicole.

e i risultati qualitativi della nocciola

La varietà di nocciola coltivata in Piemonte, la Tonda Gentile Trilobata, rappresenta, nel mondo, l’unico reale e imprescindibile punto di riferimento per la qualità organolettica che sa esprimere.

l’influenza delle pratiche agronomiche

• Agronomia = Risparmio • Benessere pianta = qualità del frutto • Inerbimento, fertilizzazione, potatura raccolta

Un fattore colturale di rilevante importanza, ancor più dell’apporto di elementi fertilizzanti, è la naturale disponibilità degli stessi nel suolo e la qualità e la dinamica di trasformazione della sostanza organica in esso presente. È importante tener presente che qualsiasi organismo per produrre il meglio, deve stare bene e quindi, le piante, senza comunque raggiungere situazioni di lussureggiamento, non devono trovare limitazioni legate alla localizzazione dell’impianto. 15


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[a cura di Alberto Pansecchi]

scheda tecnica

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le integrazioni per via fogliare

La concimazione fogliare, tecnica al momento poco diffusa in Italia, ha fornito nei corileti del Monferrato interessanti risultati sperimentali, incrementando allegagione e resa. I microelementi che, una volta somministrati hanno fornito i migliori risultati sono stati, ad oggi, lo Zinco e il Boro anche se altri elementi dovranno in futuro essere sperimentati come, ad esempio, azoto, magnesio e manganese.Anche il momento della loro distribuzione dovrà essere ulteriormente indagato.

la forma delle piante

Di grande importanza, anche se spesso sottovalutata, è la scelta delle forme di allevamento e delle distanze di impianto idonee ad una conduzione efficace dal punto di vista agronomico ed economico. Obiettivi principali sono la ricerca di un’illuminazione tale da favorire un’abbondante induzione di gemme miste che porteranno i frutti nell’annata successiva ed il mantenimento di un microclima all’interno della massa vegetativa adatto alla formazione di frutti sani. La migliore forma di allevamento individuata alle esigenze della corilicoltura alessandrina è quella Monocaule a Palmetta Libera.

Inerbimento e potatura

Notevoli sono i vantaggi sulla qualità finale della nocciola forniti da pratiche di inerbimento controllato che agiscono sul miglioramento delle caratteristiche fisico-chimiche del terreno e sull’arricchimento in sostanza organica. Anche la potatura, meglio se meccanica e praticata ad intervalli di tre o più anni, ha dimostrato di aumentare in misura statisticamente significativa il numero di “mandorle” sane e di diminuire la percentuale di nocciole con difetti che ne deprezzerebbero il valore.

Maturazione, caduta a terra e raccolta

Contrariamente a quanto si pensa, la raccolta diretta delle nocciole sull’albero, pratica tipica delle aree corilicole turche, è un fattore limitante della qualità delle nocciole, in quanto i frutti si raccolgono non completamente maturi e con una elavata percentuale di umidità. È pertanto necessario un successivo prolungato periodo di essiccamento. L’epoca ottimale per la raccolta corrisponde allo stadio di piena maturazione dei frutti, coincidente con la caduta naturale delle nucule, che per la Tonda Gentile Trilobata inizia a inizio agosto per procedere poi scalarmente, e a seconda degli anni, per circa un mese. L’obiettivo di ridurre i costi, effettuando un unico passaggio al termine della caduta delle nocciole, in pratica contrasta con le esigenze di salvaguardia del prodotto, che va soggetto ad alterazioni delle caratteristiche organolettiche e ad un peggioramento della conservabilità, se la permanenza sul terreno si prolunga, e in caso di piogge. Alla luce di queste considerazioni è ormai riconosciuta la necessità di effettuare le operazioni di raccolta in almeno due passaggi. 16


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[a cura di Fabio Fracchia]

scheda tecnica

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risparmiare acQua ed energia

irrigaZione a manichetta su mais:

SChEDA MAIS

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L’

irrigazione rappresenta, dall’alba della civiltà “agricola” un fattore produttivo fondamentale per la riuscita delle coltivazioni. Già all’epoca della civiltà egizia le piene del Nilo fertilizzavano ed irrigavano le coltivazioni, consentendo la produzione in quelle aree. Nei secoli del medioevo i monaci cistercensi resero fertili molte plaghe grazie ad interventi di bonifica (per eliminare l’acqua in eccesso) o di sistemazione dei terreni e di canalizzazione delle acque per rendere possibile l’irrigazione delle colture.Tali tecniche sono state poi alla base della produzione agricola ed hanno consentito di ottenere produzioni record non ottenibili senza l’ausilio dell’acqua irrigua. Lo sviluppo della tecnica di irrigazione è avvenuto, come è logico attendersi, in aree aride: in quegli ambienti, dove l’acqua scarseggia perennemente, usare bene ogni goccia d’acqua diventava di importanza vitale: è proprio in quegli ambienti, aridi e senz’acqua per buona parte dell’anno, come Israele, che la tecnica di irrigazione ha raggiunto livelli di precisione quasi maniacali riuscendo a seguire lo sviluppo della coltura senza sprecare neppure una goccia di preziosissima acqua.

tre tecniche alla base della produzione agricola Queste tecniche sono state esportate anche da noi, ormai da parecchi anni. In tutti i casi l’acqua ha rappresentato, e rappresenta, se non il principale, uno dei più importanti fattori della produzione anche alle nostre latitudini. La disponibilità di acqua irrigua ha almeno 3 fondamentali vantaggi: 1• consente di ottenere produzioni più elevate rispetto alla coltivazione asciutta; 2• consente di optare per una più ampia gamma di colture, potendo meglio seguire le esigenze del mercato; 3• garantisce una maggiore costanza di produzione negli anni, sfuggendo al rischio climatico, così evidente nelle coltivazioni non irrigue.

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[a cura di Fabio Fracchia]

scheda tecnica

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L’irrigazione nelle nostre regioni è passata, nel corso dei secoli, dallo scorrimento (o sommersione, nell’areale risicolo), all’infiltrazione laterale da solchi (che richiede minori portate rispetto allo scorrimento “classico”), per passare poi ad irrigazione per aspersione, che simula la pioggia garantendo fabbisogni idrici inferiori, seppur, soprattutto con l’uso dei “rotoloni” con un dispendio energetico spesso assai elevato.Tutta la recente normativa europea e, di conseguenza, quella nazionale e regionale, sospingono in maniera sempre più pressante verso il risparmio idrico, e addirittura i soliti ambientalisti da salotto, infiltrati anche nelle istituzioni locali, accusano l’agricoltura di sottrarre circa il 70% dell’acqua.

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l risparmio idrico è comunque un’esigenza non solo ambientale, ma anche economica: il costo dell’acqua nei prossimi anni tenderà certamente ad aumentare, e così pure i costi energetici connessi. A questo scopo, anche nelle nostre campagne si vedono sempre più frequentemente campi irrigati con impianti a manichetta, dapprima diffusi su pomodoro, ma ora sempre più su mais. Vediamo da vicino come sono fatti questi impianti: la pompa invia l’acqua (proveniente da pozzo o da acqua superficiale) in un filtro che depura l’acqua, eliminando particelle che potrebbero ostruire i fori di irrigazione, dopodiché l’acqua viene inviata nella tubazione di trasporto all’appezzamento: da qui, attraverso una tubazione di testata (lay flat - Fig.1) del tutto simile a quelle che usano i vigili del fuoco, ma dotata di aperture laterali, si dipartono le manichette, sottili tubicini dotati di aperture a distanze regolari: queste aperture consentono la fuoriuscita dell’acqua secondo una portata ben determinata, ed in grado di compensare anche differenze di pressioni dovute a perdite di carico o dislivelli del terreno. Le manichette vengono stese a macchina tra le file del mais (un’interfila ogni 2) e quindi a distanza di circa 150 cm tra una e l’altra (fig.2 e 3), e possono raggiungere anche i 600 m di lunghezza. A questo punto, immettendo acqua, questa va a bagnare il terreno come è possibile osservare nella figura

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4: l’acqua necessaria è molto inferiore rispetto all’irrigazione a scorrimento (in cui bisogna raggiungere la saturazione del suolo) e di quella a pioggia: in questo caso si bagna solo lo spazio vicino alle radici, riducendo in maniera considerevole l’evaporazione, che in estate è assai elevata. Un’attività sperimentale condotta alcuni anni fa da Cadirlab e Consorzio Agrario di Alessandria, confrontando l’irrigazione a manichetta con quella a scorrimento e quella a pioggia ha evidenziato risultati interessanti: ponendo a confronto, nella stessa azienda due appezzamenti coltivati a mais, di cui il primo irrigato come da consuetudine aziendale (scorrimento o pioggia) ed uno a manichetta si è dimostrato che: - L’irrigazione a manichetta può comportare incrementi di resa, soprattutto in quegli ambienti dove il mais richiede interventi irrigui frequenti.

- Migliora l’efficienza di impiego della risorsa acqua, con una riduzione dei volumi irrigui variabile dal 36 al 70% rispetto al sistema aziendale classico (pioggia o scorrimento); - Riduce sensibilmente il consumo di energia, consentendo risparmi variabili tra il 71 e l’87% rispetto al sistema aziendale classico (scorrimento o pioggia); - Consente di effettuare la fertirrigazione, aumentando l’efficienza della concimazione azotata, che riesce a seguire meglio lo sviluppo della coltura, con benefici sia di tipo ambientale che economici, oltre che produttivi; - È completamente automatizzabile, e quindi richiede pochissima manodopera in fase di utilizzo (la manodopera è concentrata nelle fasi di stesure e raccolta delle manichette). 4


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[pagine a cura di Luisa Bo]

scheda tecnica

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zioni di mancata conformità assumono quindi maggiore rilevanza e devono includere la descrizione delle modalità di gestione delle stesse con indicazione delle misure correttive adottate. La documentazione dovrà essere conservata per un periodo non inferiore a tre anni. Alcune semplificazioni possono essere adottate anche sui campionamenti per la verifica dei criteri di sicurezza alimentare, così come definiti dal Reg.CE 2073/2005, art.5 commi 3 e 4 e s.m.i., per i quali, in presenza di dati storici derivati da analisi effettuate in autocontrollo o in controllo ufficiale che determinano l’accettabilità del processo produttivo, l’operatore può ridurre il numero delle unità campionarie previa comunicazione motivata all’autorità competente, che evidenzi l’applicazione di procedure efficaci. Il riscontro anche di una sola non conformità relativa ai criteri di sicurezza alimentare, comporta una valutazione dell’accettabilità della partita e delle partite successive, prodotte nelle stesse condizioni, con ripristino delle modalità di campionamento in 5 unità campionarie, fino al recupero documentato della gestione del processo produttivo. Il documento di autocontrollo semplificato dovrà comunque contenere le procedure base ritenute rilevanti: • la gestione e manutenzione di locali, infrastrutture, impianti ed attrezzature; • il referenziamento fornitori e misure di controllo delle materie prime; • trattamento dei rifiuti e sottoprodotti alimentari; • la lotta contro gli animali infestanti; • la sanificazione (pulizia e disinfezione); • la qualità dell’acqua; • il controllo delle temperature; • l’igiene e salute del personale; • la formazione; • rintracciabilità (ritiro degli alimenti ed obbligo di informazione delle autorità competenti); • la gestione dei materiali destinati al contatto con gli alimenti; • l’utilizzo di additivi ed aromi; • i criteri di sicurezza alimentare e di igiene di processo (Reg. 2073/05/CE e s.m.i.).

localI, InFraStrutture, IMPIantI e attreZZature rIFerIMentI leGISlatIvI Reg.(CE) n.852/2004 allegato II capitolo I DPGR 3.3.2008, n2/R:TITOLO II. FInalItà Garantire l’utilizzo di strutture e attrezzature sempre in buone condizioni di manutenzione, evitando l’accumularsi di carenze e/o inconvenienti, per mancata manutenzione di locali, impianti ed attrezzature che possano compromettere l’igiene delle produzioni. Consentire di programmare gli interventi di manutenzione più importanti durante i periodi di fermo lavorativo dell’azienda (vacanze estive, ecc.), anche al fine di evitare blocchi o rallentamenti dell’attività produttiva. Documentazione Planimetria aggiornata dei locali e delle attrezzature presenti e relativa legenda.

sicurezza alimentare

delle microimprese del settore alimentare

sistema per individuare e controllare su base permanente i pericoli significativi e adeguare tale sistema ogni qualvolta necessario. Ciò può essere, ad esempio, ottenuto: • applicando correttamente i prerequisiti igienici di base e le corrette prassi, eventualmente attraverso manuali di corrette prassi; • applicando in maniera semplificata i principi del sistema HACCP; • con una combinazione di queste azioni. Determinanti di rischio e modalità di controllo Nelle piccole imprese caratterizzate da un numero molto limitato di addetti i determinanti e fattori di resistenza che influenzano la gestione del rischio sono associati alle conoscenze ed ai comportamenti degli operatori. In questi contesti la corretta conoscenza ed adozione degli adempimenti di base (prerequisiti) sono spesso sufficienti a conseguire l’obiettivo del controllo dei pericoli alimentari, si deve quindi considerare, sulla base del principio di proporzionalità, che gli obblighi sanciti in forza delle norme sull’igiene degli alimenti sono considerati soddisfatti e che non è indispensabile predisporre, attuare e mantenere una procedura permanente basata sui principi del sistema HACCP. L’Operatore del Settore Alimentare (OSA) deve predisporre comunque un piano di autocontrollo scritto che comprenda tutte le procedure prerequisito messe in atto, i risultati dei controlli e i provvedimenti adottati a seguito dei risultati di non conformità. Si può quindi presumere che, in considerazione della natura delle imprese alimentari e degli alimenti da esse trattati, sia possibile controllare gli eventuali pericoli applicando i prerequisiti igienici di base e le corrette prassi igieniche. Se dall’analisi dei rischi effettuata dall’OSA emerge che, nell’ambito della propria attività, esistono fasi del processo in cui è necessaria l’applicazione dell’HACCP per il controllo dei pericoli (per esempio pastorizzazione, pH) sarà necessario applicare integralmente i principi HACCP. Diversamente sarà sufficiente solo la registrazione delle non conformità rilevate (ad esempio, l’incapacità di un apparecchio di mantenere la temperatura corretta), le sole registra-

linee di indirizzo per il controllo ufficiale

l

e normative comunitarie del “Pacchetto Igiene” hanno introdotto la possibilità di utilizzo di piani di autocontrollo semplificati per le imprese alimentari di piccole dimensioni senza venire meno alla necessità di garantire la salubrità degli alimenti prodotti. In considerazione del contenuto innovativo di queste indicazioni e della necessità di garantire un approccio omogeneo del controllo ufficiale, la Regione Piemonte ha ritenuto opportuno provvedere alla stesura di apposite linee guida, al fine di uniformare i comportamenti degli Organi di controllo delle ASL della Regione Piemonte. Il Reg.(CE) n.852/2004 prevede, infatti, la possibilità di un’applicazione delle procedure basate sui principi del sistema HACCP con una flessibilità sufficiente a garantirne l’applicazione in qualsiasi situazione. Fin dall’adozione del regolamento la Commissione è stata invitata a chiarire in quale misura la flessibilità potesse essere applicata, con riguardo all’attuazione delle procedure basate sui principi del sistema HACCP arrivando, il 16 novembre 2005, alla pubblicazione delle “Linee guida sull’applicazione delle procedure basate sui principi dell’HACCP e sulla semplificazione dell’attuazione di principi del sistema HACCP in talune imprese alimentari”. I principi del sistema HACCP costituiscono quindi soltanto un modello pratico per individuare e controllare i pericoli significativi su base permanente. Ciò implica che, se tale obiettivo può essere conseguito mediante strumenti equivalenti che sostituiscono in maniera più semplice, ma altrettanto efficace gli stessi principi, si può considerare soddisfatto l’obbligo sancito dall’art.5, paragrafo 1, del Reg.(CE) n.852/2004. Lo scopo di tali procedure è, infatti, il controllo dei pericoli alimentari che il Codice raccomanda agli operatori del settore alimentare volti a: • individuare tutte le fasi delle loro attività critiche per la sicurezza degli alimenti; • applicare in quelle fasi procedure di controllo; • monitorare le procedure di controllo per garantire che mantengano la loro efficacia; • rivedere le procedure periodicamente nonché ogni qualvolta cambino le attività. Gli operatori del settore alimentare devono pertanto disporre di un

MaterIe PrIMe rIFerIMentI leGISlatIvI Reg.(CE) N.852/2004 Allegato II Capitolo IX: Requisiti applicabili ai prodotti alimentari - Reg.(CE) n.853/2004 Allegato III Sezione IX. FInalItà Assicurare l’acquisto e l’utilizzo di materie prime che siano adatte alla trasformazione e siano idonee a garantire la sicurezza alimentare del successivo processo produttivo. trattaMento DeI rIFIutI/SottoProDottI alIMentarI rIFerIMentI leGISlatIvI Reg.(CE) n.852/2004 allegato II capitolo VI: rifiuti. Reg.(CE) n.1069/2009 - Reg.(CE) n.142/2011 - Reg.(CE) n.1881/2006. FInalItà Evitare che i rifiuti ed i sottoprodotti alimentari derivanti dalla lavorazione possano erroneamente rientrare nel circuito produttivo, attirare infestanti. controllo DeGlI InFeStantI rIFerIMentI leGISlatIvI Reg.(CE) n.852/2004 allegato II capitolo II: requisiti locali manipolazione, cap.IX: requisiti applicabili. FInalItà Attuare sistemi di contenimento e di lotta di animali infestanti che potrebbero provocare le seguenti problematiche: contaminazione delle superfici e dei prodotti in lavorazione tramite il contatto, la presenza di escrementi, il passaggio da zone sporche (esterno dei locali) a zone pulite (interno locali di lavorazione) e il trasporto di parassiti o microrganismi patogeni.

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[pagine a cura di Luisa Bo]

scheda tecnica

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ProceDure SanItarIe (pulizia e disinfezione) rIFerIMentI leGISlatIvI Reg. (CE) n. 852/2004 allegato II capitolo I: requisiti generali, capitolo II: requisiti locali manipolazione, capitolo V: requisiti attrezzature. FInalItà Eliminare i residui, la sporcizia o le muffe derivanti dalla lavorazione e le polveri che si depositano nelle fasi di interciclo. Creare condizioni avverse alla permanenza e/o alla proliferazione di microrganismi ed infestanti in grado di compromettere l’igiene e la qualità dei prodotti. aPProvvIGIonaMento IDrIco rIFerIMentI leGISlatIvI Reg. (CE) n. 852/2004 allegato II capitolo VII: rifornimento idrico. Provv. C.P.S.R. 13.1.05 All.A: procedura per il controllo della potabilità dell’acqua. Dlgs. 31 del 02.02.2001: attuazione della Dir. 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano Dlgs. 27 del 02.02.2002: modifiche e integrazioni al Dlgs. 31 del 02.02.2001 recante attuazione della Dir. 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo Umano Determinazione dirigenziale Regione Piemonte n. 75 del 26 maggio 2005 “Linee guida per l’attuazione del Dlgs. 31 del 02.02.2001 integrato dal Dlgs. 27 del 02.02.2002 Determina Dirigenziale n.74 della Regione Piemonte del 12/02/09 “Indicazioni operative relative al riconoscimento e alla registrazione delle strutture adibite alla trasformazione del latte in alpeggio” DGR 10 gennaio 2012, n. 2-3258, "Approvazione linee guida per il controllo igienicosanitario della qualità delle acque utilizzate nelle imprese alimentari e modifica della D.G.R. n. 2-8302 del 3.03.2008 e della D.G.R. n. 11- 1664 del 7.03.2011." e s.m.i. FInalItà Garantire che l’acqua utilizzata in tutte le fasi di produzione non rappresenti un rischio di contaminazione. Infatti la presenza di inquinanti organici e chimici nell’acqua utilizzata come ingrediente nei prodotti o per il lavaggio delle attrezzature, delle superfici e per l’igiene del personale può costituire una fonte di contaminazione chimica, fisica e microbiologica per gli alimenti. controllo teMPerature rIFerIMentI leGISlatIvI Reg.(CE) n.852/2004. Capo I articolo 4: requisiti generali e specifici in materia d'igiene. Allegato II Capitolo I: requisiti generali applicabili alle strutture destinate agli alimenti, Capitolo IV: trasporto, Capitolo IX: requisiti applicabili ai prodotti alimentari, Capitolo XI: trattamento termico Reg.(CE) n.853/2004 Allegato II Sezione IX CAPITOLO II Igiene nelle aziende produttrici di latte.Allegato III Sezione I Capitolo VII: magazzinaggio e trasporto, Sezione V Capitolo III: igiene durante e dopo la produzione. FInalItà Garantire in tutte le fasi della propria attività il mantenimento della catena del freddo ed il rispetto delle temperature previste durante le fasi di lavorazione, magazzinaggio e trasporto al fine di controllare la presenza dei microrganismi attraverso l’uso del calore, l’utilizzo del freddo, la combinazione di entrambi. Documentazione Registro/scheda NC (in caso di anomalie riscontrate in fase di verifica delle temperature l’operatore deve avere riportato la problematica sul registro/scheda delle non conformità ed avere predisposto un’azione correttiva). IGIene e Salute Del PerSonale rIFerIMentI leGISlatIvI Reg. (CE) n. 852/2004 Allegato II Capitolo VIII: igiene del personale. FInalItà Evitare la contaminazione. ForMaZIone rIFerIMentI leGISlatIvI Reg.CE 852/04 allegato II capitolo XII formazione.Accordo Conferenza Stato-Regioni “Linee guida applicative del Reg.(CE) n.852/2004/CE del Parlamento europeo e del Consiglio sull’igiene dei prodotti alimentari”. FInalItà Formare e aggiornare gli addetti alla lavorazione sui principi igienici di base e sulla corretta operatività all’interno dell’impresa onde evitare situazioni e comportamenti che possano compromettere una qualsiasi fase dell’attività di lavorazione con conseguenti non conformità che potrebbero, nei casi più gravi, pregiudicare la salubrità degli alimenti manipolati. Formare e aggiornare il personale, in base al ruolo occupato nell’azienda ed alla competenza individuale, sui contenuti del piano aziendale di autocontrollo o del manuale di corretta prassi igienica approvato. rIntraccIaBIlIta’ e rItIro Dal coMMercIo rIFerIMentI leGISlatIvI Reg. (CE) n. 178/2002: articoli 18 Rintracciabilità,Articolo 19 Obblighi relativi agli alimenti: operatori del settore alimentare. Reg. (CE) n. 1935/2004:Articolo 17 Rintracciabilità. FInalItà Identificazione del lotto per l’esclusione dal commercio di prodotti non conformi. L'obiettivo del ritiro e/o richiamo di un prodotto è quello di proteggere la salute pubblica, attraverso una serie di misure volte ad escludere che un determinato alimento possa avere effetti dannosi sui consumatori. controllI analItIcI rIFerIMentI leGISlatIvI Reg. (CE) n. 852/2004 CAPO II OBBLIGHI DEGLI OPERATORI DEL SETTORE ALIMENTARE. Articolo 4 Requisiti generali e specifici in materia d'igiene Reg. (CE) n. 2073/2005 (cosi come modificato dal Reg. (CE) n. 1441/2007 e dal Reg. (CE) n.365/2010) - Reg. (CE) n. 178/2002 SEZIONE 4 Requisiti generali della legislazione alimentare. Art. 14 Requisiti di sicurezza degli alimenti Ord. MINISAN 11.10.78: limiti di cariche microbiche tollerabili in determinate sostanze alimentari e bevande. FInalItà Garantire che gli alimenti prodotti soddisfino i requisiti di sicurezza alimentare e di igiene del processo.Valutazione dell’efficacia delle procedure di autocontrollo mediante la verifica dei criteri microbiologici indicati dalla normativa di riferimento o di altri parametri stabiliti sulla base della valutazione del rischio, al fine di garantire il governo dei processi produttivi e la conseguente salubrità dei prodotti finali posti in commercio. MaterIalI e oGGettI a contatto con GlI alIMentI (Moca) rIFerIMentI leGISlatIvI Reg.(CE) n.852/2004 ALL. II CAPITOLO X. Reg.(CE) n.1935/2004 - Linee guida per il controllo ufficiale sui materiali e oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti (Codice DB 2001 - D.D. 28 aprile 2011, n°312). FInalItà Garantire che i MOCA non determinino un’inaccettabile modifica dell’alimento né lo rendano pericoloso né ne deteriorino le caratteristiche organolettiche. Garantire che gli alimenti che vengono a contatto con i MOCA non rappresentino un rischio per la sicurezza alimentare dei consumatori. aDDItIvI aroMI enZIMI rIFerIMentI leGISlatIvI Reg. (CE) N. 852/2004 Allegato II Capitolo IX: Requisiti applicabili ai prodotti alimentari DM 209/96- Reg. CE 1333/2008 - Reg, CE 1334/2008- Reg. CE 1129/2011 - Reg. CE 1130/2011 FInalItà Assicurare l’utilizzo di additivi aromi ed enzimi secondo le norme, affinché non venga inficiata la sicurezza alimentare.

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[a cura di Alessandro Albertelli]

scheda tecnica

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scheda n.29

nella figura sotto: danno provocato da litocollete su foglia di melo

PreMeSSa Il litocollete del melo (Pyllonorycter blancardella) è un lepidottero minatore fogliare diffuso nel continente euroasiatico ed è stato introdotto accidentalmente anche negli Stati uniti. Il microlepidottero vive a spese del melo e del pero, ma può attaccare anche altre pomacee (cotogno, sorbo e nespolo).

cIclo BIoloGIco • • • •

Il litocollete compie quattro generazioni all’anno e supera l’inverno allo stadio di crisalide, soprattutto nelle foglie infestate dalle mine fogliari. A fine marzo-aprile compaiono gli adulti, e lo sfarfallamento dura 3-4 settimane. Le femmine depongono 15-20 uova isolate nella pagina inferiore delle foglie che danno origine alla prima generazione. Le larve di prima generazione e le mine fogliari provocate dalla loro attività trofica compaiono tra la fine di aprile e la prima metà di maggio; gli adulti di questa generazione sfarfallano verso la seconda decade di giugno. La seconda generazione larvale darà nuovi adulti alla fine di luglio; segue una terza generazione larvale ad agosto con nuovi sfarfallamenti a fine agosto. Infine la quarta generazione avviene a fine estate e origina le crisalidi svernanti.

IDentIFIcaZIone • adulto con ali anteriori colore rosso bruno con macchie bianche. Le ali posteriori sono lanceolate, color bronzo con lunga frangia bianco sericea. Apertura alare 6-8 mm.

litocollete del melo

adulto di litocollete del melo - Phyllonorycter (=lithocolletis) blancardella F.

• uovo di forma lenticolare di colore bianco traslucido. • larva apoda e appiattita nelle prime tre età, provvista di zampe nelle due età successive, colore bianco giallastro, svolge vita endofita dentro il mesofillo fogliare. Dimensione 4-6 mm di lunghezza a maturità. • crisalide color bruno di forma allungata, dimensioni 4 mm di lunghezza.

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[a cura di Alessandro Albertelli]

scheda tecnica

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DannI

DannI Su FoGlIa

• Il danno avviene sulle foglie, come per altri minatori dove il litocollete scava delle gallerie caratteristiche chiamate Pticonomi. Queste sono gallerie allungate e la foglia, in loro corrispondenza si increspa assumendo un aspetto convesso verso la pagina superiore. • La sintomatologia sopradescritta è dovuta all’attività della larva che, dentro alla mina tesse una trama sericea trasversale tra i due margini esterni della mina stessa. • La tensione dei fili sericei e l’accrescimento del mesofillo provocano il caratteristico inarcamento verso la pagina superiore della foglia con distacco dell’epidermide inferiore. • La larva all’interno della mina mangia il tessuto a palizzata e lascia intatta l’epidermide superiore. La zona mangiata appare trasparente (biancastra) rispetto alle contigue che rimangono verdi. • A danno avvenuto la mina si presenta come un rigonfiamento ovoidale della pagina superiore punteggiato di chiazze biancastre e in corrispondenza della mina l’epidermide inferiore appare sollevata. • Le foglie attaccate appaiono leggermente deformate e in caso di gravi attacchi si può avere filloptosi della pianta.

lotta

traPPole

la lotta contro il litocollete segue le stesse metodologie previste per il Cemiostoma, pertanto la lotta eseguita contro il Cemiostoma controlla anche il litocollete. In caso di infestazioni bisogna intervenire con metodologie di lotta guidata che consistono in: • campionamento fogliare: si interviene quando si hanno 2 mine con larve vive per foglia le quali giustificano il trattamento sulla generazione successiva. Il trattamento va eseguito a inizio volo. • Monitoraggio con trappole a feromoni sessuali le quali vanno posizionate nel frutteto nella 3a decade di marzo, in num di 2-3 per ettaro. • La soglia di intervento è molto alta; in certi casi si considera ancora sotto soglia una cattura di 100 adulti per trappola per settimana. • I principi attivi utilizzabili nella lotta chimica sono: (ammessi nella seconda e terza generazione nel regolamento 214.1 del PSR) Clorantraliniprole, Emamectina benzoato, Imidacloprid,Tiametoxam, Diflubenzuron, Acetamiprid, Spinosad. • Tra i nemici naturali del litocollete presenti nei nostri ambienti ricordiamo gli Imenotteri Braconidi del genere Apanteles che sono parassitoidi delle larve all’interno delle mine. 22

Bibliografia FERRARI M.; MARCON E., MENTA A. (1992) - Fitopatologia ed Entomologia Agraria, 434-435. POLLINI A. (1998) - Manuale di Entomologia Agraria, 470-471.

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2

1 - BIocontrol Delta

è una trappola sessuale bidirezionale in plastica pieghevole ideale per la cattura ed il monitoraggio degli insetti alati. 2 - BIocattura

è una trappola sessuale onnidirezionale in plastica rigida ideale per la cattura massiva degli insetti volanti in pieno campo, giardini, foreste, ecc. La trappola, multistagionale, è composta da tre parti: - una parte superiore con apposito attacco per i vari tipi di Feromone; - una parte intermedia ad imbuto; - una parte inferiore per la raccolta degli insetti catturati.


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nocciola

news agricoltura

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Si è svolto a Lu Monferrato un convegno dedicato al settore corilicolo

“Luci e ombre della potatura del nocciolo”

Sottoscritto un documento che sancisce l’entrata dei comuni dell’Unione Collinare a far parte dell’Associazione “Città della Nocciola”

I

Comuni di Lu, Cuccaro, Camagna e Conzano sono entrati ufficialmente a far parte dell’Associazione “Città della Nocciola” che raggruppa oltre 200 comuni in tutta Italia. L’atto formale è stato sottoscritto dai sindaci Valerio Ribaldone, Fabio Bellinaso, Claudio Scagliotti ed Emanuele De Maria durante il convegno “Luci ed ombre della potatura del nocciolo” che si è svolto sabato 18 maggio a Lu Monferrato nell’ambito della sesta Sagra della Nocciola. All’incontro ha preso parte anche Roberto Campia, sindaco di Castellero e vice presidente dell’Associazione “Città della Nocciola” il quale ha ribadito che “ciò che distingue i territori che hanno scelto di diventare Città della Nocciola, è la consapevolezza che la propria identità culturale proviene da questo frutto, che la storia della gente dei luoghi della nocciola ne è stata storicamente condizionata, sia nell’ottica delle dinamiche del lavoro che dell’emancipazione e della trasformazione delle relazioni sociali ed economiche. Tutte motivazioni che trasformano luoghi semplici e a volte ancora sco-

nosciuti in perfette unità sensoriali con un effetto imprevisto di amplificarne una fisicità tattile, storico-culturale, e turistica”. Il convegno ha richiamato un numeroso pubblico, il quale ha potuto apprezzare sia l’esposizione delle macchine agricole per il settore corilicolo allestita in piazza Gherzi, sia ascoltare le ultime novità tecniche. Relatori d’eccezione sono stati il professor Alessandro Roversi dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza che da decenni si occupa di potatura del nocciolo con indagini sperimentali che hanno visto protagonista prima il territorio delle Langhe e poi quello Monferrino e Paolo Lambertini tecnico specializzato nella lotta ai parassiti animali, funghi e batteri del nocciolo, in particolare l’Eriofide e la Cimice. Alla domanda se sia meglio la potatura manuale o meccanica il professor Roversi ha concluso che “la potatura fa sempre bene alla pianta perché consente una migliore illuminazione della chioma. Valido sia un metodo che l’altro: la potatura manuale si adatta alla fisiologia della pianta ma ha costi elevati mentre quella meccanica ha il limite di impiego nei terreni pesanti nei periodi di forti precipitazioni, ma consente notevolissimi risparmi di tempo”. Presenti all’incontro il presidente Coldiretti per la zona di Alessandria, Carlo Pagella e il vice direttore Emiliano Bracco i quali si sono soffermati sulla vitalità imprenditoriale della terra monferrina “ricca di iniziativa che

vede premiato questo suo coraggio grazie ad un continuo aumento delle superfici interessate “a nocciola”. Un territorio che manda segnali di estrema vitalità, di voglia di crescere, di saper guardare al futuro con fiducia e con la convinzione di riuscire a realizzare sempre nuovi progetti. Testimonianza di come il mondo agricolo, se spinto con proposte valide, sappia guardare al proprio futuro con coraggio e con la voglia di provare strade nuove”. In prima linea la Cooperativa Corilu che sta ottenendo sia sul territorio provinciale che regionale, ampi consensi e la determinazione di Coldiretti che ha seguito e creduto nelle potenzialità di questa coltura che accomuna modernità, meccanizzazione e collaborazione. Gli interventi tecnici sono stati coordinati da Alberto Pansecchi, agronomo di Coldiretti, che ha presentato i risultati ottenuti in loco, soffermandosi in particolare sulle problematiche quotidiane legate alla corilicoltura. Durante il convegno è stato ribadita l’importanza dell’accordo di filiera in essere tra Coldiretti e la Novi-Elah-Dufour, presente all’iniziativa con il responsabile acquisti Stefano Grosso: un accordo di programma finalizzato al sostegno e allo sviluppo della corilicoltura provinciale, sinonimo di nuovo impulso per l’economia legata al territorio, che deve essere sempre più mirata allo valorizzazione delle produzioni locali.

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news agricoltura

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aGrofarmaci - quali non usare!

[a cura di Alberto Pansecchi]

Revoche acquisti e impieghi agrofarmaci luglio 2013 NUM. REG.

DATA SCADENZA impiego

TIPO DI UTILIZZO

ALFRUT ANAGROW 84

AGROFARMACO

7019 14313

31/07/2013 31/07/2013

FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE

ANASTOP ANTICASCOLA BIOLCHIM ANTICASCOLA FC 18 ANTICASCOLA L ARGILETUM BAYCOR BAYCOR 300 EC BAYCOR SPRAY BAYSOL BAYCOR SPRAY BIO-ERG L BRIONFLO SC CHARGE CIAK PLUS 150 EC CONCORDE 4 EC CUSCO DIRADO DISCUS TOP DOMARK 4 EC DOMARK 45 EW DUOVEISS EMERALD FITOCOR FLUFOP FOXY FRUGON FA FRUGON T FRUHLING FUSILADE 250 EW FUSILADE N13 GRALED GREENSTIM GLOBAL GRIZZLY FL HELMET HERGONAL HORMOPEAR KEY KRONOS 22 L LIBRA LOGAL 24 EC LOTAN LOTON LULLABY MAXOFEN MISTER NAFTAL ORMOROC OXYFEN OXYNET PEAR FULL PERFORMER POLYKRON 59 GA POLYKRON L 40 GA POLYKRON PK 15 52 POSIT PRECASC ANTICASCOLA PROCLAIM PROCLAIM GIARDINO RADDICONE P RADICANTE BIOLCHIM RADICANTE POLVERE TELEE ERBACEE RADICONE L RAPTOR RHIZOPON B 0,1% RHIZOPON B 0,2% RHIZOPON B COMPRESSE RIGENAL 50 RIGENAL FIORI RIGENAL L RUBRUM SANILATE 13 SPRAY DUNGER L SPRAY DUNGER PS SPRINTONAL NEW START 2,45 TAIF-P3 TRANSPLANTONE TRILLER VESUVIO YORK 25 EC ZEUS

5273 5597 5462 5630 10468 5402 9068 10841 10844 11707 11323 11896 13070 9127 11973 5845 12952 8792 9652 11602 9178 4781 11273 13302 5287 6096 13114 11352 7734 11936 10893 12306 13645 10695 5410 9669 13519 12643 11491 10129 11482 10972 12058 12075 4937 12176 12337 12511 6462 11932 10438 10437 10617 11053 9412 5973 12276 5411 5412 5344 5330 14466 6941 6922 6954 11502 7607 4897 5592 10578 9878 10441 13003 10763 7236 8709 11905 12610 10763 12061

31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 01/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 01/07/2013 01/07/2013 31/07/2013 01/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 01/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013 31/07/2013

FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE ANTICRITTOGAMICO ANTICRITTOGAMICO ANTICRITTOGAMICO ANTICRITTOGAMICO ANTICRITTOGAMICO FITOREGOLATORE ANTICRITTOGAMICO ANTICRITTOGAMICO ACARICIDA/INSETTICIDA ANTICRITTOGAMICO DISERBANTE FITOREGOLATORE ANTICRITTOGAMICO ANTICRITTOGAMICO ANTICRITTOGAMICO ANTICRITTOGAMICO ANTICRITTOGAMICO FITOREGOLATORE DISERBANTE DISERBANTE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE DISERBANTE DISERBANTE DISERBANTE FITOREGOLATORE DISERBANTE ANTICRITTOGAMICO FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE ANTICRITTOGAMICO DISERBANTE INSETTICIDA DISERBANTE ANTICRITTOGAMICO ANTICRITTOGAMICO ANTICRITTOGAMICO DISERBANTE DISERBANTE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE DISERBANTE DISERBANTE FITOREGOLATORE DISERBANTE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE ANTICRITTOGAMICO FITOREGOLATORE ANTICRITTOGAMICO ANTICRITTOGAMICO FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE DISERBANTE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE DISERBANTE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE FITOREGOLATORE INSETTICIDA DISERBANTE FITOREGOLATORE ANTICRITTOGAMICO

[nel mese di agosto non vi saranno variazioni]


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attualità aGricola

Giovanni Rosso in Consiglio

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iovanni Rosso, segretario di Zona Coldiretti di Acqui Terme, è entrato a far parte del Consiglio di Amministrazione del Gal Borba, il Gruppo di Azione locale che intende sostenere lo sviluppo socioeconomico dell’area di competenza, favorendo la crescita competitiva delle imprese in esso insediate e promuovendo la riqualificazione delle testimonianze più caratteristiche del patrimonio architettonico e paesaggistico locale. L’area GAL comprende i 32 Comuni appartenenti alla Comunità Montana Appennino Aleramico Obertengo oltre ai Comuni di Alice Bel Colle, Morsasco, Ricaldone, Strevi, Trisobbio e a porzioni di territorio dei Comuni centri zona di Ovada e Acqui Terme.

CADIR LAB Nuovo Consiglio di Amministrazione

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far data dal 29/04/2013, l’assemblea soci ha nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione del Cadir Lab S.r.l., che rimarrà in carica sino all’aprile 2015. Un Consiglio di Amministrazione più allargato che vede coinvolti quattro rappresentanti del socio di maggioranza CAdelPO (Franco Maranzana, presidente di CadelPO, Roberto Paravidino, presidente Coldiretti e vice presidente CAdelPO, Fabio Pestarino, segretario generale di CAdelPO, Marco Parodi consigliere CAdel PO), due rappresentanti del socio di riferimento SATA S.r.l. (Matteo Bosso e Giuseppe Concaro) e un membro per gli altri soci, Asso Cia (Giuseppe Botto, direttore Confederazione Italiana Agricoltori), CeSA Confagricoltura (Valter Parodi, direttore Confagricoltura) e Quadrifoglio Coldiretti (Simone Moroni, direttore Coldiretti). Presidente è stato nominato Marco Parodi, vicepresidente ed amministratore delegato è stato confermato Giuseppe Concaro. Un ringraziamento al consiglio uscente ed in particolare al Presidente Giorgio Battezzati ed un augurio di buon lavoro al nuovo consiglio di amministrazione.

Sistema da rivedere per evitare problemi alle imprese agricole

news agricoltura

galBORBA

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on l’atto di Sindacato Ispettivo n° 3-00096, pubblicato il 30 maggio 2013, nella seduta n. 31, alcuni senatori del Movimento 5 Stelle hanno richiesto al Ministro delle Politiche agricole e al Ministro dell'Ambiente chiarimenti sull’applicazione del sistema di tracciabilità dei rifiuti Sistri evidenziando, in particolare, le possibili ripercussioni negative per il settore agricolo in caso di mancata revisione del sistema o mancata conferma dell’esonero per le piccole imprese. In particolare, i parlamentari hanno premesso che negli ultimi anni l’impresa agricola ha recuperato un ruolo strategico, divenendo strumento necessario per raggiungere gli obiettivi di tutela dell’ambiente, salvaguardia del territorio, qualità e sicurezza alimentare, sottolineando che l’applicazione del principio di sostenibilità in agricoltura impone una particolare attenzione ad una serie di aspetti legati alla terra e al suo utilizzo, come la protezione dello spazio naturale, degli habitat e della biodiversità, oltre che al perseguimento di obiettivi più generali come la qualità del suolo, delle acque e dell’aria. Non potendo essere ignorate le specifiche peculiarità delle imprese agricole, sia con riferimento alle attività svolte, che alle strutture aziendali, che alla tipologia dei rifiuti prodotti, nel question time viene evidenziata l’esigenza, per tali imprese, di previsioni specifiche e differenziate che, coerentemente con le esigenze di tutela ambientale, tengano adeguatamente in considerazione le caratteristiche del settore. Con riferimento alla gestione dei rifiuti, in particolare, le imprese agricole nazionali, normalmente di piccola e media dimensione, producono modeste quantità di rifiuti pericolosi, mentre molti dei residui prodotti sono rappresentati da sostanze naturali non pericolose, che possono essere reimpiegate nella stessa azienda, secondo buone e consolidate pratiche agricole, o utilmente riutilizzate in altri cicli produttivi. Sulla base di tali premesse, i senatori hanno condiviso le preoccupazioni più volte manifestate da Coldiretti nelle sedi istituzionali, sulle criticità connesse all'introduzione di nuovi adempimenti in materia di tracciabilità dei rifiuti, particolarmente pregiudizievoli per le piccole imprese, che si traducono in un pesante aggravio burocratico ed economico risultando, al contempo, del tutto inutili o sproporzionati rispetto ai superiori obiettivi della tutela ambientale. La battaglia per l’adeguatezza e la razionalità del sistema che, al momento, risulta inapplicabile al settore agricolo e rischia di vanificare il lavoro già svolto dalle amministrazioni locali e dalle imprese agricole, per la creazione dei sistemi di raccolta su base locale, già perfettamente a regime e sotto controllo, impone, da un lato, una revisione del sistema stesso e, nell’immediato, la conferma dell’esonero dall’iscrizione al Sistri per le piccolissime realtà aziendali, contemplato dall’articolo 39 del decreto legislativo n. 205 del 2010 e scaduto il 2 luglio 2013. La disposizione citata, infatti, era finalizzata a definire un percorso semplificato per le imprese agricole, in considerazione delle peculiarità che ne caratterizzano le attività, garantendo, al contempo, l’organizzazione di specifici circuiti di raccolta ed assicurando, attraverso la verifica della stipula dei contratti di servizio, l’effettivo conferimento dei rifiuti.

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news agricoltura

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a cura dittualità Emanuele Sconfienza aGricola

PoZZI IRRIGUI

ue: GRAVI I DAZI DELLA CINA SUL VINO

[a cura di Fabio Fracchia]

Nuovi adempimenti

Il vino in Cina 570mila 18 miloni di ettolitri

L’

interesse della Provincia per i pozzi sta ritornando elevata: la normativa vigente, infatti (Piano di Tutela delle Acque, DlLgs 152/06, Reg. 15/R, L.R. 22/96) impongono di evitare che i pozzi mettano in comunicazione falde superficiali (da destinare ad usi agricoli/industriali) e falde profonde (da destinare ad uso umano). Ora la Regione ha prodotto lo studio definitivo sulla soggiacenza della falda, ed incrociando questi dati con quelli delle profondità dei pozzi, risulta che circa 600 pozzi in Provincia al momento potrebbero mettere in comunicazione le falde, e quindi andrebbero ricondizionati. La Provincia, Assessorato Ambiente, sta in questi giorni inviando lettere alle aziende che potrebbero essere in questa condizione: l’azienda proprietaria del pozzo può recepire questa informazione e procedere al ricondizionamento del pozzo, chiudendo opportunamente una falda. Oppure può contestare la classificazione del pozzo fatta dalla Provincia, con una delle seguenti modalità: a) Dimostrare, con studio di assetto idrogeologico (che interessi un intorno di almeno 5 km), che il pozzo non interessa più falde, mettendole in comunicazione; b) Dimostrare, con presenza di stratigrafia e documentazione di progetto del pozzo e delle sue caratteristiche costruttive, che il pozzo non interessa più falde, mettendole in comunicazione; c) Dimostrare, con video ispezione, che il pozzo non interessa più falde, mettendole in comunicazione. L’ultima alternativa è la rinuncia alla concessione, procedendo alla chiusura definitiva del pozzo. La Provincia dà un termine di 90 giorni entro cui fare le contestazioni del caso, producendo la documentazione di cui sopra: qualora non arrivi la documentazione procederà alla triplicazione del canone per l’uso di acqua pubblica. In assenza di documentazione comprovante il fatto che il pozzo non mette in comunicazione più falde, e di progetto di ricondizionamento, la Provincia procederà alla revoca della concessione. Al momento Coldiretti è impegnata a rendere più miti tali provvedimenti, che possono essere particolarmente pesanti sotto il profilo economico, e sta chiedendo, a livello regionale, la possibilità di accedere ai contributi del prossimo PSR per realizzare il ricondizionamento.

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•ettari coltivati:

•consumi:

•Importazioni dall’ue:

290miloni di ettolitri FONTE: Elaborazioni Coldiretti su dati Istat, Oiv

In 3 anni export quadruplicato. Cosa succederà dal 1° luglio?

L’

annuncio della Cina di voler imporre dei dazi sul vino europeo rischia di bloccare un trend che negli ultimi tre anni ha visto quadruplicare le vendite di bottiglie Made in Italy sul mercato del paese asiatico. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti dopo la decisione del Governo di Pechino di avviare una indagine anti dumping nei confronti del vino importato dall’Unione europea, in reazione alla scelta comunitaria di mettere dazi ai pannelli solari cinesi. Dal 2008 ad oggi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, le esportazioni nazionali in valore nel paese asiatico sono passate da 19 milioni di euro a 77 milioni di euro, e anche i primi due mesi dell’anno hanno confermato il trend, con un aumento record del 42%. Nella tigre asiatica - precisa la Coldiretti - si è registrato il piu’ elevato tasso di aumento del pianeta nei consumi che hanno raggiunto i 18 milioni di ettolitri, con il gigante asiatico che si classifica al quinto posto tra i maggiori paesi bevitori. Il boom del vino è il frutto dell’aumento delle importazioni dell’8% per un valore di 3,4 milioni di ettolitri nel 2012, ma soprattutto della produzione interna che la Cina ora intende tutelare con l’avvio di una indagine antidumping nei confronti del vino di provenienza europea che rappresenta il

58,7% del totale delle importazioni nei primi due mesi del 2013. Si tratta in ogni caso - afferma la Coldiretti - di un duro colpo per la produzione vitivinicola europea che è costretta a fare i conti con consumi che sono cresciuti leggermente solo in Francia, sono stabili in Germania, Portogallo e Grecia mentre calano, oltre che in Italia, anche in Spagna di ben 60 milioni di litri in un anno. Gli italiani - rileva la Coldiretti - dicono addio ad un bicchiere di vino su quattro con il crollo record del 22% in dieci anni dei consumi nazionali che sono scesi a minimo storico dall’Unità d’Italia ad appena 22,6 milioni di ettolitri, rispetto ai 29 milioni di ettolitri bevuti negli Stati Uniti e ai 30,3 milioni di ettolitri della Francia che detiene il primato mondiale. E la situazione - continua la Coldiretti - peggiorerà dal primo luglio, quando, se non interverranno modifiche, l’Imposta di valore aggiunto passerà dal 21 al 22% su alcuni prodotti tra cui, appunto, il “nettare di bacco”.A salvare il bilancio del settore - conclude la Coldiretti - sono le esportazioni, con l’Italia che detiene il primato a livello mondiale e ha fatto segnare un aumento del 15% nel primo bimestre del 2013 dopo aver fatto registrare il record di 4,7 miliardi nel 2012.


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a cura di Emanuele Sconfienza ac

news agricoltura

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CAMPAGNA

ANTICIPI PAC 2013

Soluzioni finanziarie per le Imprese Agricole

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nche quest’anno CreditAgri Italia mette a disposizione delle imprese agricole lo strumento dell’anticipo PAC per soddisfare, almeno in parte, le proprie esigenze di credito a breve. Attraverso la sottoscrizione di appositi accordi con alcuni Istituti Bancari Partner è stato messo appunto e condiviso, un modello operativo in grado di favorire l’accesso al credito da parte delle imprese agricole che potranno così richiedere un finanziamento fino all’importo massimo dell’80% del valore dei titoli richiesti nella domanda unica a tassi di assoluto vantaggio ed in ogni caso non da sportello diretto. A questo proposito ricordiamo che CreditAgri Italia, il consorzio di garanzia fidi promosso da Coldiretti, è in grado di mettere a disposizione delle imprese agricole i propri accordi e le convenzioni con primari Istituti di Credito a tassi di particolare favore. In particolare all’interno dell’offerta di prodotti e soluzioni finanziare, CreditAgri Italia, mette a disposizione di tutte le imprese che hanno presentato domanda in Regime di Aiuto Unico, soluzioni in grado di soddisfare tutte le esigenze ed in grado di dare risposte in tempi rapidi e a condizioni di particolare favore. In modo semplice e immediato, i titolari delle aziende che decideranno di aderire, potranno richiedere l’anticipazione annuale del premio senza dover attendere l’erogazione da parte dell’Organismo Pagatore.A differenza degli anni passati, tale possibilità è stata resa disponibile anche alle Regioni dove sono operativi gli Organismi Pagatori Regionali (OPR) e non solo nei territori dove opera direttamente AGEA. Per maggiori dettagli sulle opportunità rivolgiti direttamente al tuo sportello CAA Coldiretti dove è stata presentata la Domanda Unica Pac ovvero direttamente agli sportelli di CreditAgri Italia presenti in tutte le provincie della Regione individuabili attraverso il sito internet: www.creditagri.com.

Profilo di creditagri Italia s.c.p.a. È una Cooperativa di garanzia fidi costituita per offrire assistenza e consulenza tecnico - finanziaria nel settore agricolo, agroalimentare ed agroindustriale. Si occupa in modo specialistico di Credito Agrario e Finanza d’Impresa a vantaggio delle imprese del settore. CreditAgri Italia si compone di una rete di professionisti chiamati a valutare al meglio ogni progetto, fornendo il supporto per una corretta pianificazione degli investimenti a misura di ogni realtà. CreditAgri Italia attraverso la contrattazione con gli Istituti Bancari, Società di Leasing e di factoring, è in grado di mettere a disposizione prodotti e servizi creditizi appositamente pensati per rispondere alle esigenze delle imprese appartenenti al mondo dell’agroalimentare, ai Consorzi Agrari, alle Cooperative ed al settore della pesca e dell’acquacoltura e di tutte le filiere. CreditAgri Italia Consorzio fidi unico nel suo genere, costituisce il più articolato Ente di garanzia fidi italiano operante in agricoltura ed iscritto nell’Elenco Speciale ex art.107 del Testo Unico Bancario al nr.19556.0 e soggetto a Vigilanza diretta della Banca d’Italia. Oggi presente in tutte le regioni d’Italia con oltre 60 filiali e 16.000 imprese associate.

Profilo del caa coldiretti S.r.l Il Centro di Assistenza Agricola Coldiretti (C.A.A. Coldiretti) è una società di capitali costituita dalla Coldiretti autorizzata a svolgere servizi diretti alle imprese agricole su tutto il territorio nazionale. Il CAA Coldiretti è una struttura specializzata che offre alle aziende agricole servizi orientati alla semplificazione delle procedure e degli adempimenti amministrativi, assistenza nel rapporto con la Pubblica Amministrazione, consulenza per la gestione e lo sviluppo delle attività agricole e si occupa anche di diffondere la conoscenza sulle opportunità di finanziamento alle imprese. Il CAA Coldiretti garantisce servizi alle imprese agricole su tutto il territorio nazionale attraverso unità locali nelle quali opera personale specializzato, aggiornato sulla normativa da applicare, sulle procedure da utilizzare ed in grado di rispondere a tutte le esigenze delle imprese. Attraverso un accordo di collaborazione, il CAA Coldiretti svolge attività di coordinamento dei CAA Coldiretti Regionali (costituiti in alcune Regioni) che partecipano alla rete di società del sistema servizi Coldiretti. É convenzionato con gli Organismi Pagatori e le Regioni per l’acquisizione, la conservazione, la custodia e l’aggiornamento del fascicolo aziendale, cartaceo ed elettronico, e per l’accettazione e la registrazione a sistema delle domande di aiuto, nonché delle dichiarazioni.

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a curacamPaGna di luisa Bo amica

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SteFanIa

GranDInettI Presidente di Terranostra Piemonte e Alessandria è stata eletta nella Giunta Nazionale

I l Molino Valente e la FattorIa DIDattIca caScIna San PIetro

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Un esempio di filiera didattica dal grano al pane

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lla fattoria didattica Cascina San Pietro di Masio due giornate molto affollate all’insegna di curiosità, laboriosità e riscoperte delle tradizioni hanno coinvolto le scuole medie Vochieri di Alessandria e Alfieri di Spinetta il 23 e 24 Maggio, un percorso che li ha visti lavorare nel corso dell’intero anno scolastico, anche in classe con lezioni interattive sull’alimentazione, grazie al contributo delle fattorie didattiche di Campagna Amica. I circa cento studenti partecipanti guidati dalle professoresse Oddone e Palmieri, hanno visitato il Molino Valente, con il quale l’azienda collabora, ed è stato loro illustrato tutto il ciclo produttivo, in particolare il processo di trasformazione del grano in farina. Nel laboratorio di panificazione hanno assistito alla realizzazione del pane: impasti, lievitazione e cottura. Hanno scoperto come e da dove nasce il pane, alimento base della nostra alimentazione, quali controlli vengono eseguiti sulle materie prime e soprattutto quanto

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essi siano importanti al fine di ottenere un prodotto sano e pulito. Il laboratorio “bo’n c’mè al pan” prevedeva innanzitutto l’esplorazione dei campi aziendali di cascina San Pietro, dove il grano è in fioritura, ma anche una visita all’Agrimuseo dove sono custoditi gli attrezzi che fanno la storia dell’azienda, come antichi attrezzi a traino animale, sgranatrici, “ventulin”... e i rinomati “piemontesi”. Ancora una volta si può dire che la scuola all’aria aperta è la più proficua e coinvolgente e collaborazione tra le parti della filiera è importante per una visione complessiva. La visita al Molino Valente di Felizzano, infatti, oltre che ad essere un’occasione per conoscere un’importante attività presente sul territorio, si rivela solitamente affascinante in quanto si riesce a trasportare un mestiere antico in un contesto tecnologico e modernissimo e a far riscoprire ai ragazzi un rapporto con la natura che oggi è spesso difficile o trascurato.

tefania Grandinetti, presidente di Terranostra Piemonte e di Terranostra Alessandria, operatrice agrituristica con fattoria didattica a Ponzone, nell’Acquese, e con un allevamento di suini allo stato brado è stata eletta nella giunta nazionale di Terranostra. Il Consiglio di Terranostra regionale, che rappresenta quasi 300 agriturismi di Coldiretti, l’aveva eletta presidente di Terranostra Piemonte a settembre dello scorso anno. Stefania Grandinetti nel suo intervento di insediamento, aveva evidenziato la progettualità degli Agriturismi di Campagna Amica come centrale per il percorso futuro: tale progetto si inserisce nella più ampia progettualità dove l’elemento essenziale è la filiera agricola e tutta italiana anche nel settore della ricettività turistica. L’insediamento della nuova giunta nazionale di Terranostra avviene in un momento di grandi cambiamenti sul modo di fare la spesa degli italiani e Terranostra ha saputo interpretare le esigenze dei cittadini proponendo cibi locali e valorizzando l’ospitalità rurale in ogni angolo della nostra Regione.


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camPaGna amica

si chiude il percorso didattico di coldiretti all’istituto santa caterina - madri pie di ovada

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l’agriturismo di campagna amica

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le nostre settimane in fattoria con numerose attività sportive, ludiche e didattiche

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erre Sparse è il luogo ideale dove scoprire imparare e coltivare la passione per gli animali. Qual è allora il momento migliore per poter far vivere un’esperienza intensa ai nostri figli (e perché no viverla con loro) se non la pausa estiva? Una grande opportunità per i bambini e i ragazzi dai 3 ai 14 anni per trascorrere dei momenti in spensieratezza, all’aria aperta, con gli animali, facendo cose semplici ma indimenticabili, proprio come quelle vissute e rievocate a Terre Sparse da Cristiana e dalla sua famiglia. All’Agricampeggio Terre Sparse fanno proprio questo, oltre all’attività didattica in classe durante l’anno scolastico, ospitano con un calendario intenso, che parte con la prima settimana, quella del 16-22 giugno e termina con la settimana dal 1-7 settembre, proprio alla soglia dell’avvio dell’anno scolastico, con numerose attività sportive, ludiche e didattiche. L’agricampeggio è un’occasione importante anche per i geni-

tori e le famiglie che lavorando nel periodo estivo, si trovano spesso in difficoltà nella gestione dei più piccoli, e per rispondere a queste esigenze l’azienda mette a disposizione anche un servizio diurno. La giornata vissuta sarà comunque per tutti intensa dai percorsi sportivi con gli alpaca, alla ricerca delle piante spontanee da mangiare, dall’attività con i border collie alla lavorazione della lana dalle passeggiate notturne alla scultura dell’argilla... ...e in attesa della pausa estiva a Terre Sparse si fa festa nei week end con “Gioco in fattoria” un modo divertente per vivere una giornata in famiglia e simulare l’esperienza dei centri estivi.

Per info e prenotazioni chiamare: Cascina Ronchino 12 Carpeneto Cristiana Mauro 339-6035515 www.terresparse.it info@terresparse.it

assare in sicurezza “dalla terra alla tavola” è il filo conduttore dell’attività agricola delle aziende di Campagna Amica, ma è anche il difficile compito del consumatore consapevole e responsabile al momento dell’acquisto di un alimento. A trasmettere questo messaggio e a dare indicazioni dettagliate su come fare, ci ha pensato la dott.ssa Luisa Bo, grazie al programma didattico di Campagna Amica di Coldiretti, rivolto agli alunni della scuola secondaria di primo grado e secondo grado dal titolo “I segreti dell’etichetta”. Il programma didattico che nel corso dell’anno scolastico 2012/2013 è stato replicato in molti istituti scolastici provinciali, interessando oltre 750 ragazzi, si è concluso ad Ovada, all’Istituto Santa Caterina-Madri Pie di Ovada con la collaborazione dell’insegnate AnnaMaria Bisio. Partendo dall’esperienza quotidiana e dalle conoscenze già acquisite, richiamando la normativa italiana che regola la struttura e i contenuti delle etichette, sono stati forniti suggerimenti sull’interpretazione di alcuni codici, sigle e diciture, tra le quali quelle relative alla scadenza e alla ditta produttrice. Ampio spazio di discussione, data l’attualità del problema, è stata data alle carni e ai requisiti che le loro etichette devono presentare per dimostrare la sicurezza della propria filiera. Un rilevante momento è sempre riservato ai “cibi a km zero”, una via facilmente praticabile da ciascun consumatore, per la riduzione dell’impatto dei trasporti sull’ambiente e per la valorizzazione attiva delle risorse del nostro territorio. Una divertente attività di laboratorio a chiusura della giornata, è sempre un modo per chiamare gli alunni a mettere in pratica le indicazioni ricevute, attraverso l’analisi e il confronto di alcune etichette, con la speranza che, possa essere sempre questa una buona discriminante di scelta, anche in un periodo di crisi come quello in corso, dove la buona e sana alimentazione, è sempre legata alla salute e non solo al portafoglio.

LA RICETTA DEL MESE Semifreddo al Brachetto profumato alla rosa

cascina bertolotto di Bergero manuela 15018 spigno monferrato (AL) tel.0144-91551- www.cascinabertolotto.it - info@cascinabertolotto.it

Ingredienti per 10 persone • 5 uova • 110g di zucchero a velo • 40g di zucchero semolato • 250g di panna fresca da montare • 4 dl di Brachetto (non spumantizzato) • 10-15g di rose moscate secche o 40g di petali di rose fresche • 10 foglie di melissa o qualche petalo di rosa per guarnire

Preparazione Fate lo zabaione. Portate quasi a ebollizione 2,5 dl di Brachetto, unite le rose, coprite e lasciate in infusione per 10 minuti. Filtrate il vino e pesatene 1,2 dl. Sbattete i tuorli con lo zucchero semolato fino a renderli spumosi, unite il Brachetto profumato alla rosa, portate su un bagnomaria caldo e fate addensare continuando a sbattere. Fate raffreddare appoggiando il contenitore su acqua ghiacciata. Montate gli albumi. Mettete 80 g di albumi in un polsonetto, aggiungete lo zucchero a velo, portate su un bagnomaria caldo e sbattete energicamente finché saranno ben montati; togliete dal bagnomaria quando saranno ben lucidi. Mescolate gli ingredienti. Fate intiepidire leggermente gli albumi su acqua ghiacciata poi incorporateli allo zabaione con movimenti delicati dal basso verso l’alto. Montate la panna evitando di farla diventare troppo soda e unitela agli altri ingredienti mescolati. Fate congelare. Rivestite due stampi da plum-cake della capacità di 6 dl con pellicola trasparente, facendo debordare i bordi. Versate il composto preparato e ponete in congelatore per almeno 5-6 ore, finché il semifreddo sarà rassodato.

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attualità aGricola

news agricoltura

A NOVARA giovedì 6 GIUGNO si è svolta

la XVI GIORNATA REGIONALE DEI PENSIONATI COLDIRETTI Un momento fondamentale di riflessione, condivisione e valutazione della progettualità di Coldiretti con tutti i soci

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stata Novara ad ospitare, giovedì 6 giugno, la XVI Giornata Regionale dei Pensionati Coldiretti. Dopo il saluto di benvenuto agli oltre cinquecento partecipanti, in arrivo da tutta la regione, è strata celebrata la Santa Messa. La funzione liturgica è stata officiata da Mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara e concelebrata da Don Sabino Frigato, Consigliere Ecclesiastico Regionale di Coldiretti, nella cattedrale Santa Maria Assunta: a seguire, il Segretario nazionale Pensionati Coldiretti, Danilo Elia, il Presidente regionale dei pensionati Bruno Porta e la dirigenza provinciale dell’Associazione hanno portato il loro saluto. “La Giornata Regionale dei Pen-

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sionati è da sempre un momento fondamentale, di riflessione, condivisione e valutazione della progettualità di Coldiretti con tutti i soci - dicono Roberto Moncalvo, presidente, e Bruno Rivarossa, direttore di Coldiretti Piemonte - I pensionati sono una risorsa importante per l’Organizzazione: rappresentano le radici di Coldiretti, in particolare nella nostra regione. La giornata è stata anche l’occasione per presentare le iniziative e i progetti di Coldiretti, non soltanto in ambito sindacale, ma ogni giorno di più, anche nel sociale, per garantire i servizi di presidio al territorio, in supporto alle Istituzioni, per essere accanto a quanti, con il loro lavoro e la loro esperienza di vita, costituiscono

una presenza solida e insostituibile per tutta la comunità”. “Nell’ambito della giornata, proseguita con un momento conviviale e di aggregazione al complesso di Novarello è stata presentata la nuova carta vantaggi appositamente realizzata per i pensionati Coldiretti. - spiega Bruno Porta, presidente Pensionati Coldiretti Piemonte - Si tratta di una carta che darà la possibilità gratuitamente di accedere ad una serie di convenzioni e di promozioni della rete Campagna Amica ma anche di scontistiche riservate presso strutture e servizi esterni e che sarà consegnata a partire dal prossimo autunno, con offerte riservate a tutti i soci pensionati Coldiretti”.


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danni da Predazione

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STABILITI I SEGUENTI PARAMETRI DI CALCOLO Le domande dovranno pervenire entro il 1° luglio 2013

Per la compilazione dei moduli gli uffici Coldiretti sono a disposizione. Ecco chi può accedere

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ono state approvate le disposizioni applicative per il pagamento degli aiuti a favore degli allevatori di bovini, ovi-caprini ed equini, previsti dal Piano regionale di intervento a sostegno dei costi per la difesa del bestiame dalle predazioni da canidi sui pascoli collinari e montani piemontesi come approvato dalla Giunta Regionale. II Piano regionale di intervento a sostegno dei costi sostenuti dagli allevatori per la difesa del bestiame dalle predazioni da canidi sui pascoli collinari e montani piemontesi è finanziato con le risorse finanziarie inserite nel bilancio di previsione per l’anno finanziario 2013. areale: tutto il territorio classificato montano o collinare della regione Piemonte. Hanno diritto all’assegnazione dell’aiuto gli allevatori che esercitano il pascolo o l’alpeggio di ovini caprini bovini o equini sul territorio collinare e montano. Le domande dovranno pervenire al Settore agricoltura della Provincia o alla Comunità Montana competente per territorio entro il 1° luglio 2013. La domanda di aiuto sarà compilata su appositi moduli predisposti dalla Regione Piemonte in conformità alla legge, al presente programma e agli orientamenti dell’Amministrazione regionale sull’osservanza del regolamento “de minimis” vigente, di cui alla DGR n.90-13273 dell’8 febbraio 2010. Per l’erogazione del premio sarà redatta specifica graduatoria in base ai criteri ed ai punteggi previsti nelle presenti disposizioni. L’entità del Premio sarà determinata al termine della stagione di alpeggio in base alle richieste pervenute, nell’ambito dell’ammontare complessivo stabilito annualmente con Deliberazione della Giunta Regionale. Sono stabiliti i seguenti parametri di calcolo: montaggio recinzioni elettrificate per il

ricovero notturno dimensionate in relazione al numero di capi; presenza di cani da guardia; presenza continua in alpe a custodia del gregge dell’allevatore, della famiglia o di suo personale; dimensione del gregge/mandria espressa in classi di ampiezza. Il punteggio sarà attribuito in relazione all’entità dei costi e della manodopera impegnati nelle attività di prevenzione. L’ammontare del Premio per ciascun allevatore verrà stabilito sulla base dei suddetti parametri, e non potrà comunque superare il tetto massimo di € 7.500,00 in tre anni. L’erogazione dell’aiuto può essere effettuata in ragione di un massimo di 2.500 € all’anno per gli allevatori che hanno messo in atto i quattro sistemi di prevenzione su indicati, in rapporto al numero di capi, ovvero modulandolo sulla base del punteggio ottenibile sommando i punti attribuiti ad

ognuno dei parametri. I Premi saranno liquidati sulla base delle conclusioni stabilite dalla fase istruttoria del Settore agricoltura della Provincia o dalla Comunità Montana competente per territorio entro il 31 dicembre di ogni anno. Gli allevatori per poter accedere all’aiuto devono aver messo in atto almeno uno dei primi due sistemi di prevenzione su indicati ed essere in regola con le norme di Polizia Veterinaria. rIPartIZIone Del FonDo Al fine di determinare l’importo del contributo per singolo beneficiario, la somma disponibile per il fondo sarà divisa per il totale dei punti raggiunti da tutti i beneficiari assegnando così ad ogni punto il relativo valore, questo verrà quindi moltiplicato per i punti ottenuti dal singolo beneficiario.

Dotazione Montaggio recinzioni elettrificate per il ricovero notturno dimensionate in relazione al numero di capi

Presenza di cani da guardia in rapporto di 1 ogni 150 capi Presenza di cani da guardia in rapporto di 1 ogni 300 capi Presenza di cani da guardia in rapporto di 1 ogni 600 capi Presenza continua in alpe a custodia del gregge dell’allevatore, della famiglia o di suo personale Dimensione della mandria/gregge espressa in classi di ampiezza 0 - 50 UBA 50 - 100 UBA 100 - 200 UBA > 200 UBA

Punti si 5

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Tesi di Laurea

consiGliere ecclesiastico A CoLLoquIo Con IL ConSIgLIere eCCLeSIAStICo

Complimenti vivissimi alla neo dottoressa

Martina Amisano

non temere

per aver conseguito la laurea specialistica in “Linguistica Teorica Applicata delle Lingue Moderne” all’Università degli Studi di Pavia

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rescono sempre di più gli utenti di Facebook che nel loro profilo si dichiarano atei o agnostici mentre in chiesa di giovani se ne vedono sempre meno e anno dopo anno spariscono i gruppi giovanili parrocchiali. Una collaboratrice di una grande parrocchia di città mi diceva: “Che tristezza vedere solo anziani in una chiesa che fino a qualche anno fa era piena di giovani!” Un giovane sacerdote in un libro dal titolo “La prima generazione incredula” sostiene, a ragione, che il rapporto tra i giovani e la fede è complesso, contraddittorio, difficile. Ci sono problemi per la chiesa che sembrano essere più importanti (l’etica, la giusta distribuzione delle risorse, l’accoglienza degli immigrati e il rapporto con l’Islam) della questione dei giovani. In realtà su questa si gioca il futuro del cristianesimo. Domenica dopo domenica sta venendo meno il ricambio tra generazioni del tessuto umano delle parrocchie, degli oratori, delle associazioni. Ormai siamo alla sopravvivenza. Senza i giovani e senza le nuove leve le discussioni sulla messa in latino avranno il sapore di un piccolo mondo antico. La speranza di un futuro diverso per la chiesa e i giovani si fonda sulle parole del Maestro: “Non temere piccolo gregge, perché è stato dato a voi il Regno. Io ho vinto il mondo”. Proviamo intanto a vivere noi adulti con coerenza la nostra fede. Proviamo, con loro, a usare non solo il cervello ma anche il cuore; mettere in campo nuove figure educative che si spendono gratuitamente; a non chiudere tutti i centri di aggregazione; a stare di più con loro; ad ascoltarli quando ci chiedono di essere accompagnati da noi adulti; a recuperare passione; a non temere di mettere risorse, persone, strutture al loro “servizio”; a smettere il nostro ateismo pratico e la nostra idolatria. Gesù ha detto alla Chiesa: “Andate in tutto il mondo, non ha detto al mondo andate tutti in Chiesa”. Le nostre comunità non devono sembrare come due immensi reparti di ospedale: quello della pediatria e quello della geriatria. E non cerchiamo di vincere il mondo con gli stessi strumenti del mondo: avremmo già perso. Don Ivo

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rosa Giulia

Fiocco

Auguri per un brillante futuro!

E’ nata figlia di Matteo Maggio e di Vanessa Congratulazioni per il lieto evento anche ai nonni Silvana e Renato Auguri da tutta la Coldiretti!


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scadenze luGlio

[a cura di Daniela Colombini]

15 2013 16 luglio 2013 16 luglio 2013 luglio 16 2013 luglio 16 2013 luglio 16 2013 25 luglio 2013 luglio 25 2013 31 luglio 2013 luglio

IMPoSta

aDeMPIMentI

SoGGettI oBBlIGatI

Iva

Emissione fattura differita per la cessione di beni spediti o consegnati nel mese precedente, la cui consegna risulti da un DDT o da altro documento idoneo a identificare i soggetti fra i quali è effettuata l'operazione.

Soggetti passivi IVA

Iva

Liquidazione e versamento dell’IVA a debito del mese di maggio 2013

Contribuenti IVA mensili

ritenute alla fonte

Versamento ritenute alla fonte su: • redditi di lavoro dipendente e assimilati • redditi di lavoro autonomo • provvigioni • corrisposti nel mese precedente

news agricoltura

ScaDenZa

Aa

Soggetti operanti in qualità di sostituto d’imposta

Iva

Comunicazione in via telematica dei dati contenuti nelle dichiarazioni d’intento ricevute nel mese precedente

Contribuenti IVA che hanno ricevuto le dichiarazioni d’intento rilasciate da esportatori abituali

redditi

Versamento delle imposte sui redditi (IRPEF) e dell’IRAP: saldo 2012 e primo acconto 2013 con maggiorazione 0,4%

Persone fisiche e società che compilano il modello Unico 2013

ccIaa

Versamento del diritto annuale della Camera di Commercio con maggiorazione 0,4%

Imprese (ditte individuali e società) iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio

Iva

Invio telematico elenchi INTRASTAT riepilogativi delle cessioni ed acquisti e/o prestazioni di servizi intracomunitari relativi al mese precedente

Operatori intracomunitari con obbligo mensile

Iva

Invio telematico elenchi INTRASTAT riepilogativi delle cessioni ed acquisti e/o prestazioni di servizi intracomunitari relativi al trimestre precedente

Operatori intracomunitari con obbligo trimestrale

Iva

Comunicazione dei dati delle operazioni intercorse nel mese precedente o trimestre precedente nei confronti di operatori economici aventi sede, residenza o domicilio negli Stati o territori black list

Contribuenti IVA

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news agricoltura

Aa

Lutti

Dio, fonte di perdono e di salvezza, per l’intercessione della Vergine Maria e di tutti i Santi, concedi ai nostri fratelli e parenti, che sono passati da questo mondo a Te, di godere la gioia perfetta nella patria celeste. Per Cristo nostro Signore. Amen. ✟ 05/08/1945 - 08/05/2013 ✟

✟ 01/11/1932 - 18/05/2013 ✟

La Coldiretti di Alessandria è particolarmente vicina alla famiglia Chiesa, per la perdita del caro

La Federazione Coldiretti esprime cordoglio alla famiglia Mondino, per la perdita della cara

GIORGIO

LUCIA SANTINA

socia di Casale Monferrato

socia di Olivola

✟ 09/08/1932 - 29/05/2013 ✟

✟ 02/02/1929 - 22/05/2013 ✟

Porgiamo le nostre sentite condoglianze alla famiglia Bandello, per la perdita del caro

Sentite condoglianze da parte della Coldiretti ai familiari della cara

LIDIA RAUSA

VINCENzO

socia di Felizzano

socio di Vignale Monferrato

Dirigenza e Struttura sono particolarmente vicine a Marco Gemma, tecnico Coldiretti, per il grande dolore causato dalla perdita del caro

PAPà Sentite condoglianze

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conSuMI Crollano gli acquisti per frutta e verdura

C

rolla la spesa degli italiani per prodotti freschi con un calo che varia dal 4,5% delle verdure al 3,9% per la frutta, rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti ad aprile sulla base dell’Osservatorio Macfrut, in occasione della divulgazione dei dati Confcommercio sui consumi. Sono peraltro aumentate del 6,1% le famiglie che hanno rinunciato del tutto a mettere la frutta nel carrello mentre - sottolinea la Coldiretti tra i prodotti ortofrutticoli a registrare le riduzioni maggiori della spesa in valore sono state - sottolinea la Coldiretti - le pere (17%), i pomodori (-14%) e le mele (-6%). A cambiare sono stati anche i luoghi di acquisto con un aumento del 6,9% in valore della quota dei discount e dell’1,9% dei fruttivendoli mentre scende, anche se di poco (0,6%), la quota degli Iper e Supermercati. A influire sugli acquisti è stata sicuramente la crisi economica che ha portato gli italiani a tagliare le spese anche alimentari, ma anche - conclude la Coldiretti - l’andamento climatico che, con pioggia e freddo anomali, ha scoraggiato il consumo di prodotti stagionali come la frutta e la verdura.


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•carIcatore IDraulIco per legna attacco a tre punte posteriore al trattore. Tel.3455041606 o 349-3022129

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