15 gennaio 2013

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Periodico del mondo agricolo di Coldiretti Alessandria

AgricolturA

alessandrina Coldiretti Alessandria - Anno 60째 numero 1 - 15/01/2013 www.alessandria.coldiretti.it Poste Italiane Spa - Spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art.1 Comma 1, DCB - Alessandria

Per vedere il filmato clicca su http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?16594


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referente per la provincia di Alessandria: massimo.quinci@coldiretti.it


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Editoriale

Editoriale “Noi vogliamo bene all’Italia” ecco perché alle legislative daremo il nostro sostegno a chi si è impegnato per l’agricoltura

Periodico edito da impresa Verde alessandria d i r e t t o r e a m m i n i s t r at i V o simone moroni direttore resPonsabile ilaria lombardi G r a f i c a , i m Pa G i n a z i o n e christian boero

U

n anno di governo Monti, abbiamo cambiato per l’ennesima volta ministro dell’agricoltura e la spending review ci ha messo tutti alla prova. Adesso, anno nuovo e problemi punto a capo.Tra poche settimane ci saranno le elezioni, si fa un gran parlare di chi sale e di chi scende in politica... un’altalena di prese di posizione e smentite che ci lasciano con il fiato sospeso e il portafoglio sempre più vuoto. Le festività natalizie che ci lasciamo alle spalle si sono guadagnate la maglia nera per le percentuali negative che hanno registrato nelle ultime settimane. Una voce su tutte ha però resistito: gli italiani non hanno rinunciato al buon cibo, alla buona tavola e a stappare un bottiglia di bollicine Made in Italy. Ne sono stata testimonianza i mercati degli agricoltori che hanno regalato opportunità di grande scelta al giusto prezzo in tutte le città italiane. E Alessandria non è stata da meno. Ricevere e regalare un prodotto dell’eccellenza Made in Italy da gustare tutti assieme è stato il filo rosso che ha scandito il periodo natalizio, un motivo di orgoglio per noi, soprattutto perché è stata la testimonianza che anche durante la crisi alla qualità non si rinuncia. Il nuovo anno si apre lasciando sul tappeto molti dei problemi che nel 2012 non hanno trovato risposte o, almeno, dovranno essere perfezionate per dare al mondo rurale il giusto ruolo in un sistema Italia che non può permettersi di veder sfuggire opportunità e sfide. Accennavo prima alla preoccupazione per un nuovo cambio ai vertici del Ministero delle Politiche Agricole: questo Governo ha mostrato una grande sensibilità per il nostro comparto, con Mario Catania si stava iniziando a lavorare bene, da uomo di esperienza anche in casa europea, ha capito le potenzialità che racchiude il nostro settore in un momento così delicato per il Paese. Il dialogo avviato stava portando ad ottime soluzioni, specialmente per quanto il nodo spinoso della Pac che, su questo Coldiretti non farà sconti a nessuno, dovrà prima di tutto pensare a tutelare chi fa dell’agricoltura una professione. Come ha detto il nostro Presidente Nazionale Sergio Marini “nella selezione dei candidati che le forze politiche, con primarie o altre forme, stanno mettendo in campo, Coldiretti sosterrà con decisione quelle figure che nell’agire quotidiano si sono impegnate a favore dell’agricoltura condividendo il nostro modello di agroalimentare e la nostra idea di sviluppo del paese come chiaramente tracciato nei dieci punti nel documento “L’Italia che vogliamo” presentato al forum internazionale dell’agroalimentare di Cernobbio”. Insomma, quando sarà più chiaro e definito il quadro politico e gli schieramenti che si confronteranno, verrà avviato un programma di incontri con i singoli partiti per valutare il loro livello di condivisione dell’ “Italia che vogliamo” per poter così esprimere un circostanziato giudizio di merito politico. Una cambio di atteggiamento perché “L’Italia deve fare l’Italia” e per questa ragione ha bisogno di un impianto legislativo adeguato: “senza politica non c’è civiltà ma c’è una politica cattiva e una buona e noi vogliamo dimostrare che strade alternative sono possibili perchè una forza sociale non può limitarsi alla protesta”. Insomma,“deve finire l’epoca delle deleghe in bianco” anche se siamo consapevoli della necessità di mediazioni. Mediazioni che Coldiretti è disposta ad accettare solo se sono alte, con tutti coloro che hanno la nostra stessa idea di Paese e vogliono ragionare e costruire un’Italia diversa, perché, come è stato ribadito più volte dal nostro Presidente anche durante l’assemblea nazionale di luglio, “noi vogliamo bene all’Italia”.

Roberto Paravidino Presidente

e foto

H a n n o c o l l a b o r at o a q u e s t o n u m e r o alessandro albertelli, luisa bo, daniela colombini, fabio fracchia, alberto Pansecchi, don ivo Piccinini, marino ravera, emanuele sconfienza, michele traverso.

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AgricolturA

alessandrina m a G a z i n e

fotoGrafie archivio coldiretti, christian boero

redazione ed amministrazione corso crimea 69 - 15121 alessandria tel. 0131 235891 - fax. 0131 252144

reGistrazione tribunale di alessandria n.69 del 21.1.1953

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n° 1 - Gennaio 2013

s ta m Pa

in copertina

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Chiuso in redazione il 15 Gennaio 2013

Diciamo STOP al “Falso Made in Italy”!

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QUeSto perioDico È aSSociato a UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

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news agricoltura

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attualità

Il Presidente Sergio Marini

Elezioni: “Daremo il nostro sostegno a chi si è impegnato per l’agricoltura” Abbiamo tracciato la nostra idea di Paese e di sviluppo nel documento “L’Italia che vogliamo” in dieci punti

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ella selezione dei candidati che le forze politiche, con primarie o altre forme, stanno mettendo in campo Coldiretti sosterrà con decisione quelle figure che nell’agire quotidiano si sono impegnate a favore dell’agricoltura condividendo il nostro modello di agroalimentare e la nostra idea di sviluppo del Paese come chiaramente tracciato nei dieci punti nel documento “L’Italia che vogliamo” presentato al Forum interna-

zionale dell’agroalimentare di Cernobbio”. É quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel rendere noto il cambiamento di atteggiamento, rispetto alle passate legislature, deciso dalla Giunta nazionale della più grande organizzazione agricola italiana ed europea con 1,6 milioni di associati. “In seguito, quando sarà chiaro il quadro politico e gli schieramenti che si confronteranno, avvieremo un programma di incontri con i singoli partiti per valutare

- ha concluso Marini - il loro livello di condivisione dell’ “Italia che vogliamo” ed esprimere un circostanziato giudizio di merito politico”.

Elezioni: “Da Forum stessa distanza di Todi 2”

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n relazione alle notizie sul Forum dei cattolici mi preme precisare che Coldiretti non ha partecipato alla cosiddetta “Todi 2” sostenendo allora di voler evitare che l’ambizioso progetto sul piano culturale e propositivo che il Forum si è dato si trasformi o

possa essere strumentalizzato come vetrina verso questa o quella ipotesi di candidatura invece che una rappresentazione chiara e compiuta dell’Italia che vorremmo”. É quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel confermare che “perma-

nendo oggi tutte le pregiudiziali di allora, con l’aggiunta di una buona dose di confusione, non avremmo partecipato, né parteciperemo ad alcun nuovo incontro del Forum soprattutto in un momento politicamente sensibile come questo”.

articolo 62 - “decreto liberalizzazioni”

Contratti e pagamenti prodotti agricoli Commissione agricoltura della Camera approvata risoluzione sull’applicazione dell’art.62: la Commissione agricoltura della Camera ha approvato, con il parere contrario del governo, una risoluzione finalizzata a chiarire ed introdurre alcuni correttivi nell'applicazione dell’articolo 62. Nel testo la Commissione sottolinea la necessità di chiarire l’esclusione dalla disciplina delle cessioni effettuate dalle cooperative agricole a favore dei propri soci, di prevedere che “anche per i contratti disciplinati dall’articolo 62 si applicano gli articoli 1339 e 1419 del codice civile, in materia di nullità parziale e di sostituzione automatica della clausole nulle”, di precisare che l’art.62 “opera nei rapporti che si esauriscono nel territorio della Repubblica”, di superare i dubbi interpretativi riguardanti “i contratti conclusi dagli imprenditori agricoli per approvvigionarsi dei beni necessari a realizzare il ciclo biologico della propria azienda”, di “promuovere tutte le iniziative necessarie al fine di escludere dall’ambito di applicazione gli integratori alimentari e i prodotti destinati ad un’alimentazione particolare”. L’Antitrust apre una consultazione pubblica sulla bozza del regolamento attuativo dell’art.62:

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in considerazione delle nuove competenze ad essa attribuite dall’art.62, ha deliberato di porre in consultazione pubblica la bozza del nuovo regolamento contenente le procedure istruttorie in materia di disciplina delle relazioni commerciali concernenti la cessione di prodotti agricoli e alimentari. Ciò al fine di raccogliere e prendere in considerazione il contributo informativo e valutativo dei soggetti interessati. Tutti i soggetti interessati possono proporre, entro 30 giorni, le proprie motivate osservazioni al testo del regolamento, inviando una e-mail all’indirizzo consulta-

zione.art62@agcm.it. La bozza del regolamento si compone di 14 articoli e disciplina i procedimenti dell’Antitrust in materia di relazioni contrattuali nel settore, con particolare riferimento alla richiesta di intervento nel caso di relazioni commerciali che risultino connotate da un significativo squilibrio nelle rispettive posizioni di forza commerciale, alle modalità di istruttoria delle istanze, alle ispezioni ed all’accesso ai documenti riservati. Il procedimento può concludersi con una decisione di illiceità della pratica commerciale, accompagnata da diffida e sanzione pecuniaria (art.11).


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Pac Post 2013

news

agricoltura

Catania, sulla PAC

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raggiunti tanti risultati ma c'é ancora molto lavoro da fare

Per Coldiretti una certezza su tutte: la nuova Pac dovrà prima di tutto pensare a tutelare chi fa dell’agricoltura una professione

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ei giorni scorsi il ministro Catania ha preso parte ai lavori del Consiglio europeo dei ministri dell’agricoltura. Il Ministro ha dichiarato che finora sono stati raggiunti molti risultati in merito al negoziato sulla riforma della PAC, permettendo di guardare con fiducia al lavoro che ci sarà da fare nei prossimi mesi. Naturalmente, ha detto il Ministro, restano ancora molte cose da affrontare, in gioco ci sono ancora questioni particolarmente sensibili che interessano diversi Stati membri. Relativamente al primo pilastro (pagamenti diretti), ha spiegato Catania, il problema é relativo soprattutto al tema della convergenza interna (nella bozza attuale del regolamento il livellamento pagamenti diretti all’interno dello stato membro è previsto entro il 2019) dobbiamo tenere conto della situazione di quei paesi che oggi hanno un livello differenziato di aiuti. Bisogna andare nella direzione di un avvicinamento di questo livello, ma senza creare traumi al tessuto produttivo. Occorre pertanto un processo graduale che possa essere gestito senza strappi e senza traumi. Un’altra questione molto delicata riguarda il greening: su questo aspetto il Ministro ha ribadito che si sta lavorando bene e di essere molto soddisfatto di quanto fatto dalla presidenza (esenzione per le aziende al di sotto dei 15 ettari) ma anche dalla disponibilità mostrata dalla Commissione. Secondo il Ministro il greening é una misura delicata, ed é opportuno che gli agricoltori abbiano un regime che non gravi sulle imprese e che l’applicazione di questa misura sia in armonia

con la situazione delle nostre aziende agricole. Inoltre bisognerà anche lavorare sulla definizione di agricoltore attivo: il Ministro é d’accordo con la Commissione e con la Corte dei Conti sul fatto che bisogna arrivare a un regime obbligatorio che definisca quali sono gli agricoltori attivi e che limiti solo a loro l’erogazione del sostegno, stando però attenti ad impostare una norma che non crei problemi applicativi negli Stati membri. Dovrà contenere il principio di obbligatorietà, ma potrà lasciare agli Stati membri la possibilità, al proprio interno, di definire l’agricoltore attivo. Relativamente alla questione dell’OCM unica, ha proseguito Catania, in questi mesi non si é discusso abbastanza sul tema dell'indicazione obbligatoria dell'origine dei prodotti agricoli durante la fase di commercializzazione.

É necessario che la riforma della PAC confermi in modo chiaro questo obbligo. “Stiamo seguendo l’intenso dibattito sulla intera proposta di riforma della PAC. Tra le altre cose, evidenziamo la ferma posizione di Coldiretti nel difendere gli interventi previsti dalla nuova normativa, unicamente indirizzati agli agricoltori professionali. - affermano il presidente e il direttore della Coldiretti Alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni - Siamo da sempre contrari al mantenimento di rendite di posizione in capo a realtà che nulla hanno a che spartire con la realtà produttiva agricola. Questo aspetto consente anche di riorientare le risorse fino ad oggi destinate ad imprese agricole che di impresa hanno solo il nome, a imprenditori professionalmente impegnati e che vivono di agricoltura”.

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indaGine coldiretti / swG

Crisi: cala lo spread ma il 2013 risulta il più difficile per il 48% delle famiglie Ma gli italiani non rinunciano ai sapori della tavola Made in Italy

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er il 48% delle famiglie italiane la situazione economica è destinata a peggiorare nel 2013, per il 42% rimarrà la stessa mentre per appena il 10% migliorerà. É quanto emerge da una analisi Coldiretti/Swg sulle prospettive economiche delle famiglie italiane nel 2013. “L’ottimismo degli analisti economici con la discesa dello spread non sembra - sottolineano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni - trovare riscontro nelle famiglie, che nel 51% dei casi dichiarano già adesso di riuscire a pagare appena le spese senza potersi permettere ulteriori lussi, mentre una percentuale dell’8% non ha un reddito sufficiente nemmeno per l’indispensabile”. C’è però anche un 40% di italiani che vive serenamente senza particolari affanni economici e l’1% che si può concedere dei lussi. La maggioranza delle famiglie nonostante i saldi ricicla dall’armadio gli abiti smessi nel cambio stagione, con il 53% degli italiani che ha rinunciato o rimandato gli acquisti di abbigliamento ed accessori, che si classificano come i prodotti dei quali si fa maggiormente a meno nel tempo della crisi. Sul 6

podio delle rinunce insieme ai vestiti si collocano anche i viaggi e le vacanze che sono stati ridotti o annullati dal 51% degli italiani e la frequentazione di bar, discoteche o ristoranti nel tempo libero, dei quali ha fatto a meno ben il 48%. “A seguire nella classifica del cambiamento delle abitudini di consumo c’è - continuano Paravidino e Moroni - l’acquisto di nuove tecnologie al quale hanno dovuto dire addio il 42 per cento degli italiani, le ristrutturazioni della casa (40%), l’auto o la moto nuova (38%) e gli arredamenti (38%), ma anche le attività culturali (37%) la cui rinuncia preoccupa particolarmente in un Paese che deve trovare via alternative per uscire dalla crisi”. Da segnalare sul lato opposto il fatto che solo il 17% degli italiani dichiara di aver ridotto la spesa o rimandato gli acquisti alimentari, una percentuale superiore solo alle spese per i figli (9%). “E’ necessario rompere questa spirale negativa aumentando il reddito disponibile soprattutto nelle fasce più deboli della popolazione”, hanno aggiunto Paravidino e Moroni “la necessità di sostenere la ripresa dei consumi per rilanciare l’economia”.

Le categorie di beni per le quali le famiglie hanno ridotto, rinunciato o rimandato l’acquisto Abbigliamento: 53% • Viaggi o vacanze: 51% • Tempo libero: 48% • Beni tecnologici: 42% • Ristrutturazioni della casa 40% • Arredamento: 38% • Auto/moto: 38% • Attività culturali: 37% • Generi alimentari: 17% • Spese per i figli: 9% Fonte: indagine Coldiretti-Swg risposte multiple


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indaGine coldiretti / swG

su inflazione e crisi

Inflazione: nel 2012 sei su dieci hanno tagliato il carrello della spesa

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approfondimento

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ei italiani su dieci (61%) hanno tagliato il carrello della spesa per effetto dell`aumento dei prezzi e del crollo del potere d`acquisto, mentre un 6% non riesce ad arrivare a fine mese. E` quanto emerge da un`analisi Coldiretti/Swg diffusa in occasione della divulgazione dei dati Istat relativi all`inflazione in base ai quali il “carrello” è aumentato al 4,3% nel 2012, segnando un record dal 2008. L’aumento dei prezzi dei carburanti - rileva la Coldiretti - ha ridotto le disponibilità per le altre spese delle famiglie che sono costrette a fare lo slalom tra gli sconti: ben il 62% degli italiani che vanno a caccia di offerte speciali tra le corsie dei supermercati più che in passato

mentre circa la metà dei consumatori (49%) fa addirittura la spola tra diversi negozi per confrontare i prezzi più convenienti. Dall’analisi emerge peraltro - sottolinea la Coldiretti che più di una famiglia su tre (35,8%) dichiara

di aver diminuito la quantità e/o la qualità dei prodotti alimentari acquistati rispetto all’anno precedente, mentre tra la quota di famiglie che acquistano generi alimentari presso l’hard discount è aumentata.

CRISI: 31 MILIARdI di MAdE In ITALy su TAVoLE ESTERE è RECoRd

Nel 2012 boom della dieta mediterranea in Cina (+84% pasta, +28% olio, +21%vino)

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ecord storico per il valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari italiani che nel 2012 ha raggiunto il massimo di sempre, superando quota 31 miliardi di euro. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero. La maggior parte delle esportazioni interessa i paesi dell’Unione Europea per un valore stimato di 23,3 miliardi (+3%) ma il Made in Italy cresce anche negli Stati Uniti con 2,6 miliardi (+10%) e nei mercati asiatici dove si è avuto l’incremento maggiore con un +21% (2,5 miliardi). A livello generale, l’aumento dell’export rispetto allo scorso anno è stato del 2%.Tra i principali settori del Made in Italy, il prodotto più esportato si conferma il vino, con 4,5 miliardi (+7%) davanti all’ortofrutta fresca (3,9 miliardi di euro), che resta sostanzialmente stabile così come l’olio (1,2 miliardi). Aumenta, invece, la pasta che rappresenta una voce importante del Made in Italy sulle tavole straniere con 2,1 miliardi (+7%). “Analizzando le performance dei prodotti nei singoli stati si scoprono aspetti sorprendenti - evidenziano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni - soprattutto sul mercato cinese, dove si registra un

vero e proprio boom dei prodotti della dieta mediterranea, con l’aumento del 28% delle vendita di olio, addirittura dell’84% di quelle della pasta e del 21% del vino. Ma anche i formaggi si affermano tra i consumatori cinesi, con gli acquisti di Grana Padano e Parmigiano Reggiano che triplicano, mentre quelli di prosciutto sono addirittura quintuplicati. Sale addirittura a +64% la crescita dello spumante tricolore in casa dello Champagne, la Francia. Ma i cugini transalpini sembrano sempre più propensi anche a “tradire” camembert e roquefort per i formaggi italiani, che aumentano del 4%. Prosegue anche il buon momento della birra Made in Italy che avanza in Germania, patria dell’Oktoberfest, (+11%) e tra i “vichinghi” dei paesi scandinavi, con una crescita del 19%. “E’ questa la dimostrazione che nel grande mare della globalizzazione ci salveremo solo ancorandoci a quei prodotti, quei manufatti, quelle modalità di

produzione che sono espressione diretta dell’identità italiana, dei suoi territori, delle sue risorse umane” hanno sottolineato Paravidino e Moroni “se vogliamo giocare la partita sulla produttività e sui costi di produzione, perdiamo. Se invece aggiungiamo creatività, paesaggio, storia, tutto ciò che di bello e unico abbiamo in questo Paese, possiamo vincere e noi tutti questi valori li mettiamo nostri prodotti agroalimentari”. L’andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare da una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. All’estero il falso Made in Italy a tavola fattura 60 miliardi di euro e sono falsi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre.

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qualità

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dop e iGp

SInTESI PACCHETTo QUALITÀ In vigore dal 4 gennaio: la novità principale riguarda la base giuridica di nuovi termini di qualità PUBBLICATO IL PACCHETTO QUALITA’ È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea n. L 343 del 14/12/2012 il “Regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parla-

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mento europeo e del Consiglio, sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari”, ovvero il cosiddetto “Pacchetto Qualità”. Il presente regolamento è entrato in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, quindi il 4 gennaio 2013. Ecco una sintesi dei principali aspetti del nuovo regolamento che riguardano:

giuridica” per la creazione di nuovi termini di qualità facoltativi “orizzontali”, quali ad esempio: “prodotto di montagna”, “Prodotto dell’agricoltura delle isole”, “Prodotto locale”. Questi potranno essere regolamentati attraverso l’adozione di atti delegati.Allo stesso modo, anche la modifica degli attuali termini di qualità facoltativi potrà essere fatta tramite atti delegati.

•Indicazioni facoltative di qualità: una delle principali novità di questo nuovo regolamento è l’introduzione di una “base

- Prodotti di montagna: in collegamento al punto precedente, viene istituita l’indicazione facoltativa “prodotto di montagna”,


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qualità

- Indicazione prodotti delle isole: entro il 4 gennaio 2014 la Commissione presenterà una relazione al Parlamento europeo e al Consiglio sull’opportunità di creare la nuova indicazione «prodotto dell’agricoltura delle isole». [Articolo 32] - Prodotti locali e vendita diretta: entro il 4 gennaio 2014 la Commissione presenta una relazione al Parlamento europeo e al Consiglio sull’opportunità di istituire un nuovo regime di etichettatura relativo all’agricoltura locale e alla vendita diretta al fine di assistere i produttori nella commercializzazione dei loro prodotti a livello locale. [Articolo 55] - Relazione su agricoltura locale e vendita diretta; - DOP e IGP uso dei loghi: viene precisato che nell’etichettatura dei prodotti commercializzati come denominazione di origine protetta o indicazione geografica protetta devono figurare i simboli (loghi) insieme al nome registrato del prodotto, nello stesso campo visivo. Le indicazioni «denominazione di origine protetta» o «indicazione geografica protetta» o le corrispondenti abbreviazioni «DOP» o «IGP» possono figurare nell’etichettatura. Tali disposizioni si applicano a decorrere dal 4 gennaio 2016, ad eccezione dei prodotti immessi sul mercato anteriormente a tale data.

- DOP e IGP “marchi d’area”: il regolamento prevede la possibilità di indicare in etichetta la rappresentazione della zona geografica di origine e il testo, una grafica o un simbolo che si riferiscono allo Stato membro e/o regione in cui è situata l’area geografica di origine. - DOP e IGP ruolo dei produttori: vengono rafforzati il ruolo e le responsabilità dei gruppi di domanda di registrazione di nomi per quanto riguarda il monitoraggio, promozione e comunicazione; si ricorda che invece la possibilità di programmare i volumi dell’offerta delle DOP e IGP (concessa nel pacchetto latte per i prodotti trasformati a base di latte), non è prevista in questo regolamento ma è stato trasferito nelle discussioni sulla PAC. - DOP/IGP - definizione di “Fasi di produzione”: vengono in pratica confermate le definizioni contenute nel Reg. 510 ora in vigore, laddove per “produzione” si intende “la produzione, la trasformazione e l’elaborazione”. - DOP/IGP - azioni amministrative e giuridiche per prevenire o fermare l’uso improprio delle denominazioni: viene rafforzata la protezione delle denominazioni DOP/IGP anche quando queste sono utilizzate come ingrediente. - DOP/IGP - controllo ex ufficio: è stato finalmente chiarito l’obbligo del “controllo ex ufficio”, per cui gli Stati membri dovranno mettere in atto le necessarie azioni amministrative e giuridiche sul proprio territorio, volte a prevenire o fermare l’uso improprio delle indicazioni geografiche. - DOP/IGP - procedura di opposizione sulla registrazione: in generale, per le DOP, le IGP e le STG, una volta ricevuto dalle autorità nazionali una richiesta di

registrazione, la Commissione ha 2 mesi per provvedere alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione. In seguito alla pubblicazione, gli Stati membri o i Paesi terzi interessati hanno 3 mesi per presentare opposizione.

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rispetto alla quale: le materie prime e i mangimi per gli animali d’allevamento dovranno provenire essenzialmente dalle aree di montagna e, in caso di prodotti trasformati, anche la trasformazione dovrà aver luogo in tali aree. La Commissione potrà altresì disciplinare, attraverso atti delegati, eventuali deroghe affinché il processo di trasformazione possa avvenire in aree diverse da quelle di montagna, così come il caso in cui, da queste, provengano le materie prime o i mangimi.

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- STG- campo di applicazione: rimane aperto ai prodotti primari (e non più ai soli prodotti trasformati, come richiesto dalla Commissione), purchè presenti sul mercato da almeno 30 anni (non più 25). La Commissione potrà definire, mediante atti delegati, le condizioni di deroga per determinati prodotti o piatti pronti. Le STG attualmente registrate senza riserva di nome (è il caso della mozzarella e della pizza napoletana STG), potranno continuare a essere utilizzate fino a 10 anni dall’entrata in vigore delle nuovo regolamento sulla qualità.Tuttavia, entro 3 anni dall’entrata in vigore, agli Stati membri viene riconosciuta la possibilità di presentare alla Commissione l’elenco di quelle che intende mantenere anche dopo il termine dei 10 anni (così detta “procedura semplificata”) e, in questo caso, la Commissione entro due mesi, sarà tenuta a pubblicare l'elenco ricevuto nella GU dell'UE, contro il quale entro tre mesi c’è la possibilità di presentare una dichiarazione di opposizione. Prima di avviare la procedura a livello UE, lo Stato membro deve però aver avviato la procedura di opposizione a livello nazionale. - STG- logo: anche per i prodotti commercializzati come specialità tradizionali garantite viene precisato che il relativo simbolo figura nell’etichettatura ed il nome del prodotto dovrebbe figurare nello stesso campo visivo. Può inoltre figurare nell’etichettatura l’indicazione di «specialità tradizionale garantita» o la corrispondente sigla «STG». Questa disposizione si applica a decorrere dal 4 gennaio 2016, ad eccezione dei prodotti immessi sul mercato anteriormente a tale data.

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ViaGGio intorno alle zone coldiretti

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Intervista a:

Renato Baldi IL PrEsIdEnTE dI ZOnA dI CAsALE MOnfErrATO

“le risorse del futuro verranno dall’agricoltura” Titolare di un’azienda ad indirizzo cerealicolo a Pomaro, 64 anni, al suo quarto mandato come Presidente di Zona, al terzo come Vice Presidente provinciale e al secondo come Consigliere Coldiretti Piemonte

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l casalese è un territorio generoso d’arte, di storia e di cultura, un luogo ancora a misura d’uomo ricco di castelli, vedute panoramiche e prelibatezze enogastromiche. Terra di grandi vini e sapori decisi, da sempre il Monferrato fa rima con la buona cucina: dalla bagna cauda alla panissa, gli agnolotti, il fritto misto alla piemontese, il trionfo dei bolliti misti ma anche i risotti, i fagioli, le verdure, le rane e le lumache. Sino ad arrivare ai famosi Krumiri ispirati ai baffoni di Vittorio Emanuele II simbolo della Casale golosa. Un contesto dove l’agricoltura riveste un ruolo decisamente importante. Ecco perché l’ufficio zona Coldiretti situato in via Cavalli d’Olivola rappresenta un riferimento importante. Situato in luogo strategico, oltre ad essere estremamente funzionale per la viabilità, si trova in posizione strategica per offrire agli associati un’assistenza ancor più qualificata, tempestiva e appropriata per rispondere efficacemente alle ampliate esigenze dell’impresa agricola moderna. Perfetto interfaccia sul territorio tra la struttura organizzativa e sindacale e le esigenze pratiche delle imprese agricole, con personale qualificato, locali moderni e supporti tecnici ed informatici adeguati, per migliorare l’efficienza generale, garantendo un servizio ed un’assistenza di alto livello quale è lo standard di Coldiretti, la più importante organizzazione agricola d’Europa. Al fine di conoscere meglio punti di forza e problematiche del territorio casalese abbiamo incontrato Renato Baldi, al suo quarto mandato come Presidente di Zona, al terzo come Vice Presidente provinciale e al secondo come Consigliere Regionale Coldiretti Piemonte. Titolare di un’azienda ad indirizzo cerealicolo di 70 ettari a Pomaro, 64 anni, la passione per l’agricoltura in casa Baldi ha radici lontane, nasce dai suoi bisnonni e forse ancora prima.

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Una grande passione per il mondo agricolo, è così? Assolutamente sì! Sono cresciuto in campagna e ho sacrificato gli studi per i campi. La mia famiglia mi ha insegnato da subito cosa vuol dire essere custodi del territorio, rispettare la natura e fare dell’agricoltura la professione più bella del mondo.

La sua è sempre stata un’azienda cerealicola? No, si coltivavano cereali e pomodori. Era importante la nostra stalla e i suoi numerosi capi e poi c’era il legname che veniva “esportato” sino a Milano: e per l’epoca la Lombardia rappresentava già una certa distanza. Poi, le situazioni sono cambiate e si sono modificate necessità e tempistiche quindi, per motivi di gestione familiare, abbiamo deciso che limitare la scelta al comparto cerealicolo fosse la migliore. In futuro vedremo. Ecco, la parola fondamentale: futuro. Oggi se ne parla continuamente... É vero c’è molta confusione e disinformazione, tutti vogliono dire la loro e tutti credono di sapere qualcosa in più degli altri, sovente vedendo però le cose in termini negativi. É vero, bisogna essere obiettivi, la crisi c’è e si fa fatica a far quadrare ogni tipo di bilancio ma credo che l’unica strada per uscire da questa empasse sia trovare nuove soluzioni per aiutare i giovani, magari anche a livello europeo. Sono loro il futuro e loro devono avere la nostra fiducia. In agricoltura come in altri settori. Quindi? Quindi basta zavorrare con la burocrazia le nostre aziende, bisogna favorire prima di tutto il ricambio generazionale. Offrire nuove opportunità a chi è innovativo e a chi ha capito che la terra costituisce davvero un’ancora di salvezza in un modo in un cui le certezze scarseggiano ogni giorno di più. Quella del 2012 è stata un’annata da segnare sul calendario per la campagna cerealicola, speriamo siano così anche le prossime... É vero, l’annata cerealicola che ci lasciamo alle spalle è stata da record e ci ha fatto tirare un po’ il fiato dopo una serie di mesi decisamente negativi per il comparto, speriamo si continui su questa strada. La preoccupazione però resta, come le incognite legate al clima veramente imprevedibile. Veniamo nello specifico alla zona di Casale, come è cambiata in questi anni?

Non direi cambiata, ma migliorata. Il territorio casalese è unico nel suo genere perché offre veramente un’agricoltura multisfaccettata: dal vino al riso alle nocciole sino all’ampia offerta agritu-

ristica e alla pioppicoltura. Ciò che mi preoccupa maggiormente, ma credo sia problematica comune anche in altre zone della provincia e non solo, è l’abbandono delle colline e la mancata presenza dell’agricoltore in aree strategiche per la salvaguardia del territorio. A mio avviso se ne parla sempre troppo poco! Prima ha parlato di pioppicoltura, rappresenta una buona risorsa? Mi permetto di dire che dovrebbe essere valorizzata molto di più. Al momento è una coltura un pò sottovalutata. E il turismo monferrino? Il turista ha imparato in questi anni che esiste un Monferrato bello e tutto da scoprire e ci sta regalando buone soddisfazioni. Il Monferrato è una terra ricca, ottima per chi vuole abbinare alla cultura la buona cucina e il relax di un paesaggio suggestivo. Credo si debba però fare ancora un po’ di strada nell’ambito della promozione. I risultati comunque stanno arrivando e sono più che soddisfacenti. Casale Monferrato è un territorio molto importante per Coldiretti. Come è stato accolto in Zona e come si sta facendo crescere il Progetto per il Paese? Con grande determinazione, anche se sono convinto che la vera risposta, quella che noi aspettiamo, arriverà nel tempo. Il nostro Progetto, capito e apprezzato prima di tutto dal consumatore, offre risposte concrete per favorire nuovo reddito alle imprese. A breve inizieranno gli incontri zonali con la base: saranno l’occasione per sottolineare e ribadire che la filiera agricola tutta italiana è l’unica strada da percorrere per continuare a voler bene alle imprese del nostro Paese. Siamo a gennaio, il 2013 è appena iniziato, se dovesse fare una previsione che anno sarà? Ma... non penso possa essere economicamente peggiore del 2012 e poi, per quanto riguarda il nostro settore, prima o poi tutti dovranno arrivare a capire che il bisogno di mangiare è primario e non può e non deve essere globalizzato. Risultato: le risorse del futuro non potranno che arrivare dall’agricoltura.


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Viticoltura

il cappio alle cantine

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CoLdIRETTI non CI STA

e recenti innovazioni sui documenti di accompagnamento dei prodotti vitivinicoli introdotte dall’Unione Europea in vigore dal primo gennaio, appesantiscono il già grave carico burocratico nei confronti delle imprese vitivinicole contribuendo ad inutili perdite di tempo e quindi aggiungendo ulteriori costi di gestione. Questa la posizione di Coldiretti all’indomani dell’entrata in vigore del codice della denominazione del registro europeo (e-Bacchaus) che nella giornata di ieri, ha chiesto ed ottenuto, a livello nazionale, un incontro con il Ministero per discutere delle problematiche connesse con l’entrata in vigore degli onerosi ed inutili adempimenti relativi ai documenti di accompagnamento dei prodotti vitivinicoli. Conclusioni? Il Mipaaf stesso, ritenendo più che fondate le richieste di Coldiretti, si è impegnato a formalizzare all’Unione Europea un urgente chiarimento in merito a questo inutile adempimento. “Questo episodio rappresenta l’ennesimo fardello legato all’obbligo per le imprese di dover compilare carta per indicare dati che nulla aggiungono alla sicurezza per il consumatore e nulla offrono in termini di valorizzazione del vino. - affermano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni - Si rischia così di soffocare le numerose imprese, piccole e medie del settore vitivinicolo, leader del Made in Italy e fiore all’occhiello della nostra economia.” “Peccato - continuano Paravidino e Moroni - perché i segni positivi che arrivano dai mercati esteri (i primi 9 mesi del 2012 danno un più 7,5% rispetto l’anno prima) sono un incoraggiamento a “tenere duro” per superare la crisi economica generale in cui versa il Paese”. Non è la prima volta che Coldiretti interviene energicamente per combattere la troppa burocrazia nel comparto vitivinicolo. Dopo le note proteste degli anni scorsi e le concrete proposte per la riduzione della carta inutile, ha ottenuto l’attenzione sia a livello nazionale che regionale. A Roma e Torino si sono infatti costituiti ed hanno iniziato ad operare tavoli di lavoro per la “semplificazione”. Le aspettative tuttavia sono rimaste troppo a lungo

tali e la recentissima problematica dei documenti di trasporto è la goccia che fa traboccare il vaso. “La richiesta di integrare tutti i documenti di trasporto, per ogni tipo di vendita, sia allo stato sfuso che confezionato, addirittura anche quando destinato al consumatore finale, con il codice della denominazione del registro europeo (e-Bacchus), e altri dati inutili al consumatore e alla pubblica amministrazione aggiunge solo una inutile sequela di dati non utili a nessuno. - aggiunge Roberto Cabiale membro di giunta con delega regionale al settore vitivinicolo - Occorre invece tutelare il vino dalle numerose vicende di plagio o taroccature - che Coldiretti ha ripetutamente scovato e comunicato continuando così una vera azione utile alle imprese e ai consumatori. Chiediamo quindi alle istituzioni competenti di intervenire energicamente nei confronti dell’Unione Europea per evitare l’adozione della inutile norma ed in attesa degli indispensabili chiarimenti la sospensione dell’applicazione della nuova disposizione per evitare inutili e costosi balzelli burocratici.”

corSo inipa a lU La coltivazione del nocciolo

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news agricoltura

la bUrocrazia StrinGe ancora

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pprofondimenti sulle attuali problematiche nella coltivazione del nocciolo”: questo il tema che verrà trattato nel corso di formazione Inipa che si terrà presso la Sala Consiliare del Comune di Lu nelle giornate del 5, 12 e 19 febbraio prossimi. Aperto alla partecipazione di tutti i corilicoltori della provincia, il corso sarà tenuto dal dottor Alberto Pansecchi e sarà suddiviso in tre lezioni di tre ore ciascuna (dalle 14 alle 17), nel corso delle quali verranno approfonditi i temi della conduzione biologica del noccioleto, della potatura manuale a palmetta (con dimostrazioni pratiche in campo) e del controllo dei deperimenti del legno del nocciolo. Si ricorda che il corso ha un costo di iscrizione di 49 euro per partecipante non essendo stato possibile farlo rientrare nei bandi di formazione finanziati. Chi volesse iscriversi deve presentarsi presso la segreteria provinciale Inipa (Corso Crimea 69 - Alessandria), oppure presso gli Uffici di Zona Coldiretti per predisporre la necessaria modulistica e ritirare il bollettino di pagamento per la partecipazione al corso.

comUnicazione ai Soci

Variazione recapiti Spigno, Pareto e Volpedo

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integrazione di quanto pubblicato sul numero scorso di “Agricoltura Alessandrina”, nella pagina dedicata ai recapiti zonali, (pg.24) comunichiamo che a Spigno Monferrato e a Pareto il giorno di ricevimento per i soci Coldiretti subirà la seguente modifica: gli uffici rimarranno aperti il primo e il terzo mercoledì di ogni mese, fatta eccezione per i periodi delle dichiarazioni dei redditi e IMU (aprile, maggio, giugno) in cui il personale sarà presente tutte le settimane e ad agosto solo il primo mercoledì. Orari e luoghi rimarranno invariati. Per quanto riguarda la zona di Tortona invece si comunica che il recapito di Volpedo-Monleale è stato spostato alla Cooperativa Volpedo Frutta in piazza Bruno 1, a Monleale con orario dalle 8,30 alle 12,30.

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aGriexPo 2015

news agricoltura

Le 4A:

AGRICOLTURA, AMBIENTE, ALIMENTAZIONE, ALLEANZA CON IL TERRITORIO Sottoscritto il protocollo d’intesa tra MIUR e Coldiretti. Terza edizione del concorso con finalità didattiche

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o scorso 28 settembre 2012, durante la manifestazione Cibi d’Italia, è stato sottoscritto un significativo protocollo d’intesa tra MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e Coldiretti la cui validità si estende per tre anni. Incoraggiati dagli esiti delle due precedenti edizioni, nell’approcciare la sua terza tappa, i soggetti promotori dell’iniziativa intendono muovere un ulteriore passo verso la crescita di consapevolezza dei cittadini come strumento per raggiungere uno sviluppo agro-sostenibile rivolgendo quest’anno l’attenzione a uno degli eventi più importanti nel panorama delle manifestazioni internazionali: l’esposizione universale di Milano EXPO 2015, il cui tema come noto è Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita.Tale orientamento, oltre ad essere coerente per tema e finalità con le linee progettuali del protocollo stesso, prospetta quello che potrebbe considerarsi il terzo stadio del percorso fin qui tracciato da Coldiretti attraverso il concorso Dalla Tavola alla Cittadinanza: ovvero la coscienza, come cittadini, di appartenere a una comunità sempre più ampia, potremmo dire “globale”. Infatti, dal tema della prima edizione, Mangio quindi sono... Cittadino, con cui è stato stabilito il primo le-

game tra cibo/alimentazione e la condizione di ‘cittadini’, si è passati l’anno successivo all’idea di essere cittadini di una nazione (Fratelli d’Italia... Uniti a Tavola), per concepire infine se stessi - grazie appunto a EXPO 2015 e alle sue opportunità - come Cittadini del Pianeta Terra.

ExPo 2015: Temi e parole chiave dell’essere

“Cittadini del Pianeta” Cominciamo col ricordare brevemente cosa è EXPO 2015 e di cosa si occuperà. Si tratta come si è detto di una grande manifestazione fieristica in grado di catalizzare l’interesse di milioni di persone da tutto il mondo (l’ultima edizione, svoltasi a Shanghai nel 2010, ha totalizzato circa 73 milioni di visitatori). La commissione giudicante del Bureau International des Expositions (BIE), l’organismo internazionale che regola le esposizioni universali, ha determinato l’assegnazione dell’edizione 2015 di Expo alla città di Milano, che si è candidata con il tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Il titolo sintetizza perfettamente il senso di questa manifestazione: NUTRIRE, ovvero la disponibilità di cibo, è posto come il fondamento della VITA, punto di partenza di un processo virtuoso che si fonde con l’atto di procurarsi l’ENERGIA per fare e agire con consapevolezza, ovvero tenendo conto dei ritmi del PIANETA che ci ospita, la cui di-

struzione per mano dell’Uomo non può che rappresentare la fine dell’Uomo stesso. Una enunciazione in sintonia con altre quattro parole chiave, quelle che compongono il cosiddetto Circolo Virtuoso delle 4A con il quale MIUR e Coldiretti definiscono ambiti e connessioni dei percorsi didattici legati a questo progetto:

•AGRICOLTURA, •AMBIENTE, •ALIMENTAZIONE •ALLEANZA con il TERRITORIO L’elencazione dei sette sottotemi di Expo 2015 facilita ulteriormente la comprensione a. dell’omogeneità al contesto cibo-educazione-cittadinanza; b. della multidisciplinarietà che la declinazione proposta da Expo consente sul piano didattico. Oltre al ricorrere delle parole chiave sopra indicate, si noti infatti come il riferimento a scienza, innovazione, educazione, stili di vita, solidarietà e cultura inquadri ambiti assai simili a quelli in cui si esplica questa proposta progettuale, sia nel concetto sia nell’ampiezza delle materie curriculari con le quali affrontare il tema dell’educazione alimentare legato alla consapevolezza di sé e alla maturazione dell’idea di cittadinanza.


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aGriexPo 2015

1. Scienza e tecnologia per la sicurezza e la qualità alimentare; 2. Scienza e tecnologia per l’agricoltura e la biodiversità; 3. Innovazione della filiera agroalimentare; 4. Educazione alimentare; 5. Alimentazione e stili di vita; 6. Cibo e cultura; 7. Cooperaz. e Sviluppo nell’alimentazione. In questo elenco, dunque, figurano in sintesi tutti gli elementi che compongono il complesso mosaico del tema proposto, a cominciare dal paradigma cibo-cittadinanza responsabile-salvezza del Pianeta e le domande che esso suscita: quando un alimento è considerato “sano”? Come migliorare sicurezza e qualità di ciò che mangiamo? Perché ridurre la distanza in chilometri tra produttore e consumatore è indice di sviluppo sostenibile? In quest’epoca proiettata nella globalità quanto incide l’impegno dei singoli cittadini? E così via, poiché la lista naturalmente continua, chiamando a soluzioni ormai urgenti i governi di tutto il mondo, con la partecipazione delle comunità e delle istituzioni, fra le quali, naturalmente, la Scuola, attore ed interlocutore privilegiato nella relazione fra generazioni, soprattutto le più giovani delle quali è insostituibile riferimento nel percorso di istruzione e formazione.

Il Progetto

Da qualche decennio

si assiste ad una crescente necessità di far maturare nelle nuove generazioni consapevolezze che i mutamenti storico-economici dell’epoca attuale, sotto la spinta del rapido progresso tecnologico e produttivo, hanno gradualmente stemperato o rese scontate. Pur nell’indiscutibile crearsi e consolidarsi di ordinamenti democratici e società civili, oggi tale necessità si evidenzia magproprio nel progressivo giormente allontanamento dell’individuo dal contesto collettivo e ambientale in cui vive. Un contesto che il fenomeno di crescita conosciuto

come globalizzazione ha esteso all’intero Pianeta e che sempre più consapevolmente impegna governi e istituzioni di ogni nazione nell’educare i singoli, in particolare i cittadini del futuro, alla conoscenza e al rispetto degli articoli costituzionali dello Stato nonché alla responsabilità verso sviluppo sostenibile, ambiente e salute. Strumenti quali il documento di indirizzo del MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) per la sperimentazione dell’insegnamento di “Costituzione e Cittadinanza”, le “Linee Guida per l’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile” sottoscritte il 9 dicembre 2009 dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e l’attuale bozza delle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione sono rappresentativi dell’attenzione che circonda da tempo il problema, mentre il protocollo d’intesa sottoscritto il 1 aprile 2009 dallo stesso MIUR con Coldiretti prelude qui alle ragioni che spiegano l’importanza dell’Educazione Alimentare nel processo di formazione di cui si è accennato, confermando al tempo stesso il valore delle iniziative complementari nei programmi didattici e la necessità di realizzare anche attraverso quest’ultime un sistema integrato di soggetti e attività finalizzati allo stesso obiettivo.

dalla tavola alla Costituzione. L’Educazione Alimentare quale percorso propedeutico alla formazione del senso di Cittadinanza Quale atto vitale risulta essere altrettanto necessario e condiviso del nutrirsi? E perché diventare consapevoli di come ci alimentiamo espande tale consapevolezza all’integrare nelle nostre conoscenze il fil rouge che lega trasversalmente cibo, agricoltura e ambiente alla Vita tutta: biologica, culturale, sociale, umana e del pianeta, singola e collettiva? La ricostru-

zione di questa catena antro-biologico-sociale, così come prevista nel presente progetto, e la sua coerenza con gli obiettivi del progetto stesso poggiano su due condizioni chiave ampiamente documentate e sperimentate da Coldiretti attraverso Campagna Amica ed altre analoghe iniziative di pedagogia attiva legate all’attività agro-alimentare:

news agricoltura

I sottotemi dell’Expo

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- la multifunzionalità del mondo agricolo; - l’interdisciplinarietà dell’educaz. alimentare. La prima è un dato ormai acquisito, che nell’ultimo decennio ha visto numerosissime aziende agricole diversificare la propria attività affiancando a coltivazione, allevamento e produzione di beni agro alimentari e prodotti tipici, servizi quali l’ospitalità turistica e, restando nello specifico del presente progetto, la didattica aperta alle scuole. La seconda, pur non avendo ancora ottenuto piena titolarità, di fatto è unanimemente riconosciuta e sono sempre più numerosi gli agganci storici, scientifici e letterari che uniscono trasversalmente il tema “cibo” alle diverse discipline didattiche. Concludendo, il circolo virtuoso creatosi grazie a questi due presupposti ha reso l’Educazione Alimentare un interessante modello di propedeutica alla formazione del cittadino dove, come in un sorprendente gioco di scatole cinesi, le scoperte non finiscono mai ed il legame che gradualmente si crea con il territorio apre più facilmente la strada alla comprensione e al rispetto della nostra Carta Costituzionale.

• TRA LE NOVITà: http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/hub/elenco-news/dettaglioNews/viewElenco/0. • Sezione dedicata ai concorsi per gli studenti:http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/concorsi. • Spazio informativo della pagina della D.G. studente:http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/dg-studente.

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news agricoltura

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attualità aGricola

Nuova legge IN TEMPI DIFFICILI SERVONO RISPOSTE CORAGGIOSE e INdeNNIzzI caccIa Un primo riscontro alle attese delle imprese agricole che da anni non ricevono risarcimenti

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on determina dirigenziale il 28 dicembre 2012 la Regione Piemonte, dopo le ripetute sollecitazioni di Coldiretti, ha impegnato 2.620.000 Euro su capitoli vari del bilancio di previsione per l’anno finanziario 2012, che saranno destinati agli ATC ed ai CA per il pagamento dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole. Coldiretti Piemonte ricorda che gli agricoltori sono in attesa delle liquidazioni dei danni causati dalla selvaggina per tutto il 2011 e tutto il 2012. L’assegnazione regionale non effettua stanziamenti nei confronti delle amministrazioni provinciali e, quindi, i danni arrecati dalla selvaggina nei territori gestiti da queste non saranno, almeno per ora, indennizzati. “La determina dirigenziale utilizza fondi che nelle pieghe del bilancio si rivelano per il mondo agricolo molto importanti in quanto consentono una prima, seppur molto parziale, risposta alle attese delle imprese agricole che da due anni non ricevono indennizzi per i danni causati dalla selvaggina. - affermano il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino e Simone Moroni - Come organizzazione stiamo lavorando di concerto con gli uffici dell’assessorato regionale all’agricoltura per individuare proposte che siano inserite nel disegno di legge sulla caccia in avanzata fase di stesura e prossima alla sua presentazione in Giunta Regionale. All’assessore abbiamo anche proposto formule che coinvolgono gli imprenditori agricoli nel controllo delle specie, soprattutto quelle che recano maggiori danni all’agricoltura. Inoltre, si sta lavorando per una maggior tutela degli agricoltori di fronte al diritto di vedersi risarciti in tempi ragionevoli per i danni subiti.”

“Fa riflettere comunque l’ammontare complessivo dei danni che annualmente le imprese agricole subiscono. Se quelli stimati e peritati sono 4 milioni, a questi vanno aggiunti quei danni che subiscono il territorio e l’ambiente, senza contare poi il danno e il pericolo alla viabilità, agli automobilisti ed agli incidenti mortali. - aggiun-

gono Paravidino e Moroni - In tempi già così difficili servono risposte coraggiose per ridare fiducia a chi vive sul territorio.” Coldiretti Piemonte, dalle considerazioni dei due maggiori esponenti, imposterà le proposte costruttive in sede di discussione e approvazione della nuova norma.

FIERA REGIONALE DI SUA MAESTÀ IL BUE GRASSO LA MEdAGLIA d’ARGEnTo ARRIVA A SoLERo

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otto gli antichi portici di piazza Carlo Alberto a Moncalvo, lo scorso 12 dicembre si è svolta la 375a “Fiera regionale di sua maestà il bue grasso”. La fiera tra le più antiche in Italia è diventata un tradizionale appuntamento commerciale e folkloristico, la cui importanza è diffusa anche fuori dai confini regionali, con la finalità di promuovere l’allevamento dei bovini di razza piemontese, favorendo il consumo di carni di eccellente qualità. Per la categoria “manzi della coscia di razza piemontese” si è aggiudicato il secondo posto un allevamento alessandrino, l’azienda Agricola Bo Bartolomeo di Solero, che è riuscita a strap-

pare la coccarda a tanti altri allevamenti ed affermare quanto, l’allevamento della razza piemontese, sia un importante linea produttiva anche per la piana alessandrina e, non solo per le più forse conosciute terre di Langa. I complimenti sono da rivolgere, anche alla macelleria Leporati Ezio di San Giorgio Monferrato con punto vendita in paese e a Casale, che si è aggiudicata lo splendido esemplare ed a tutti gli appassionati che riconoscendo il valore sia gastronomico sia sociale di questa tipologia, contribuiscono al mantenimento della razza e conseguentemente della biodiversità.

l’amc di caSale preSenta Gli StUdi per la realizzazione di dUe campi pozzi

FRASSINETO PO E TERRANOVA LE LOCALITA’ COINVOLTE

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Azienda Multiservizi Casalese (AMC), che gestisce il servizio idrico integrato nel casalese. La normativa attuale prevede un iter particolare e soprattutto, per ciò che riguarda le nostre aziende, l’apposizione di un vincolo diverso rispetto alla normativa precedente (D.P.R. 236/88): mentre fino a ieri, infatti, vi era un divieto assoluto di effettuare fertilizzazioni e trattamenti fitosanitari entro un raggio di 200 m da ogni pozzo ad uso potabile, la normativa attuale (Reg.15/R del 2006) prevede che venga effettuato uno studio idrogeologico che evidenzi da un lato le caratteristiche della falda (profondità, direzione) e dall’altro il potere del terreno di proteggere la falda. La risultante di questo studio è un’area di rispetto che non è più circolare (come nel caso del raggio di 200 m), ma è più

probabilmente ovoidale, orientata nella direzione i cui si dirige la falda. In quest’area si distinguono 3 sottoaree: - Una zona di tutela assoluta (è sostanzial mente l’area recintata attorno al pozzo); - Una zona di rispetto ristretta; - Una zona di rispetto allargata. Per le caratteristiche della falda e dei terreni soprastanti, lo studio ha evidenziato le aree nella forma che appare nelle planimetrie. All’interno delle due aree di rispetto (ristretta ed allargata) denominate “aree di salvaguardia” i limiti all’attività agricola non sono più assoluti, come nella normativa precedente, ma sono definiti da un Piano per l’Utilizzo di Fitofarmaci e Fitosanitari

(PUFF), che viene elaborato e proposto da AMC e potrà essere condiviso e sottoscritto dalle aziende interessate (coloro che hanno terreni all’interno delle aree individuate). Nonostante i tempi di entrata in vigore del PUFF siano non brevi, l’iter autorizzativo è avviato e il primo passo, dopo la definizione delle aree di salvaguardia, si compirà con l’approvazione del progetto da parte della Regione. Successivamente saranno i Comuni interessati ad integrare tali aree all’interno dei rispettivi PRG e ad apporre i vincoli del caso. Nelle prossime settimane provvederemo a contattare tutte le aziende interessate al fine di approfondire le tematiche inerenti a questa realizzazione. a cura di Fabio Fracchia

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a cura di Alberto Pansecchi

scheda tecnica

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scheda vite n.25

Il Mal dell’Esca della vite rappresenta oggi una delle malattie più presenti e nel contempo meno controllabili tra quelle in grado di ridurre rapidamente ed in misura anche intensa, la produttività di un vigneto. È una malattia che si evolve all’interno della massa legnosa ed è strettamente correlata alla grande vigoria della vite, all’esiguità dello spazio entro il quale viene allevata ed alle conseguenti continue potature cui viene sottoposta. È indotta dall’azione contemporanea di più funghi differenti che progressivamente e in raggruppamenti successivi, si insediano e determinano una lenta ed inesorabile alterazione dei tessuti. È ultimamente passata in secondo piano a causa della diffusione della Flavescenza dorata.

Sintomi Il Mal dell’Esca, è una malattia caratterizzata da sintomi spesso differenti a carico di legno, foglie e frutti. Sulle foglie compaiono dapprima aree clorotiche, distribuite irregolarmente fra le nervature oppure disposte lungo il margine fogliare. La foglia va via via assumendo un aspetto “tigrato” in cui si alternano aree internervali rosso-brune separate dal verde delle nervature principali. I sintomi compaiono in genere dopo la fioritura. Il disseccamento delle parti necrotizzate subentra poi in seguito.

mal dell’esca e potatura

• Diffusa e frequente • Impatto economico • Ferite di potatura • Alterazione progressiva

I tralci interessati germogliano stentatamente e in tarda primavera vanno incontro ad avvizzimento. I sintomi sugli acini, macchiettature, avvizzimenti ed infine imbrunimenti, possono manifestarsi con differente intensità e frequenza. La malattia può presentarsi in forma cronica, meno grave e progressiva, oppure improvvisamente nella stagione più calda nella sua forma apoplettica.

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10 GENNAIO 2013_Agricoltura Alessandrina 16/01/13 12.35 Pagina 16

a cura di Alberto Pansecchi

scheda tecnica

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La carie del legno

Le viti colpite manifestano una profonda e progressiva carie del legno che viene ridotto ad una massa friabile e spugnosa (da qui il termine francese “esca” per indicare la malattia). La carie, di solito, si origina da una grossa ferita di potatura, e può rimanere delimitata al legno più vecchio o estendersi fino al midollo e, di rado, fino al punto di innesto ed alle radici. A volte le alterazioni si originano dalle ferite provocate in vivaio nella pratica dell’innesto, soprattutto se questo è stato praticato a spacco. In questo caso interessano dapprima il portainnesto e poi la marza.

La potatura

La potatura della vite, in apparenza semplice, richiede attenzioni e conoscenze approfondite, i ripetuti tagli di potatura modificano profondamente struttura e comportamento del sistema legnoso. È fondamentale mantenere la gerarchia tra le strutture legnose tramite un’oculata scelta dello sperone che non deve mai essere dominante sul capo a frutto ma neppure troppo debole per non ridurre le potenzialità future della vite. Lo sperone, se portato alla stessa altezza del capo a frutto, è inutile e dannoso e deve originarsi da legno integro e non da vecchie ferite o residui di potatura. È importante evitare di formare le cosiddette “teste di salice” che porterebbero ad un indebolimento della pianta. Sarebbe inoltre opportuno non effettuare grandi tagli di potatura sulle piante vecchie; in tal caso i tagli andrebbero immediatamente protetti per evitare l’insediamento di funghi e parassiti.

Le ferite

L’avvio delle spaccature è pressoché immediato dopo il taglio, sia in ceppi di dimensioni consistenti, sia per lo schiacciamento operato dai forbicioni, sui tralci più giovani. Le ferite nei ceppi di grandi dimensioni hanno caratteristiche differenti rispetto quelle provocate sui rami più piccoli. Percentualmente nei rami più piccoli i danni maggiori sono a carico della parte centrale del tralcio, mentre minori sono le spaccature eventualmente provocate. Differenti forme di allevamento richiedono entità di tagli di ritorno specifici per ognuna. L’incidenza del Mal dell’Esca è così anch’essa differente.

Il guyot L’espressione e la presenza di Mal dell’Esca nei vigneti potati secondo il sistema Guyot, è correlata all’attenzione, alle capacità ed alle strategie che il viticoltore pone in atto nel corso della potatura invernale. È quindi di primaria importanza: Rispettare la gerarchia tra le singole formazioni; Favorire uno sviluppo adeguato dello sperone e del capo a frutto possibilmente sul medesimo ramo; Potare in modo che la sommità dello sperone non debba mai essere più alta della base del capo a frutto; Mantenere la massa legnosa del ceppo nel corso dell’intero ciclo vitale della pianta. Talvolta capi a frutto e speroni, apparentemente promettenti, possono, all’improvviso non essere più in grado di vegetare: in questo caso è basilare la qualità del legno da cui si originano.

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a cura di Luisa Bo

scheda tecnica

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Notifica delle imprese alimentari. Nuove disposizioni Con la Deliberazione della Giunta Regionale 14 novembre 2012, n.16-4910 sono state definite le nuove procedure di notifica delle imprese alimentari alle ASL, in ragione di una semplificazione nei rapporti tra cittadino e pubblica amministrazione. In particolare è stata ridefinita la procedura di trasmissione alle ASL della notifica di inizio attività delle imprese alimentari soggette alla registrazione ai sensi dell’art. 6 del Regolamento (CE) 852/2004, che ricade, in applicazione dell’art.19 della legge 241/90, nell’istituto giuridico della segnalazione certificata di inizio attività, al fine di adeguare il passaggio dalla precedente. Dichiarazione di inizio attività (DIA) all’attuale SCIA. Questo provvedimento, integrato dalla Determinazione Dirigenziale (DD) n. 799 del 15.11.2012, modifica la precedente DGR n.21-1278 del 23/12/2010, relativa all’applicazione dell’art.6 del Regolamento (CE) 852/2004 sul territorio della Regione Piemonte. Ogni nuova impresa alimentare soggetta all’obbligo di registrazione ai sensi del Regolamento (CE) n. 852/2004 può iniziare immediatamente l’attività dopo aver notificato, per il tramite dei SUAP, la propria esistenza all’ASL territorialmente competente, a condizione di essere in regola con la regolamentazione edilizia/commerciale del proprio Comune e autodichiarando di possedere i requisiti igienico-sanitari previsti dalla vigente normativa sanitaria per il tipo di attività che intende esercitare.

Qual è la procedura? La registrazione avviene a seguito di notifica attestante il possesso dei requisiti generali e specifici richiesti dalla

normativa comunitaria in relazione all’attività svolta, corredata dalla modulistica e dalla documentazione richiesta, da trasmettere in modalità telematica al SUAP. Lo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) è individuato quale unico soggetto pubblico di riferimento territoriale per tutti i procedimenti relativi all’esercizio di attività produttive e di prestazione di servizi; i SUAP possono essere gestiti da Comuni singoli, da Comuni associati o dalle CCIAA delegate dai Comuni; Le domande, le dichiarazioni, le segnalazioni e le comunicazioni nonché gli elaborati tecnici e gli allegati devono essere presentati in modalità telematica al SUAP, che diventa l’interfaccia tra il richiedente e la Pubblica Amministrazione e trasferisce per via telematica la segnalazione certificata di notifica di inizio attività alle amministrazioni interessate, le quali adottano modalità telematiche di ricevimento e trasmissione, anche di eventuali richieste aggiuntive. Per trasmissione per via telematica si intende tramite posta elettronica certificata (PEC) o altre modalità telematiche di comunicazione e trasferimento dei dati, come previsto nell’allegato tecnico al DPR 160/2010. Il SUAP verifica la completezza formale della documentazione presentata. Ai Servizi del Dipartimento di Prevenzione delle ASL spetta: - ricevere, attraverso il SUAP, le SCIA e le comunicazioni; - richiedere all’operatore del settore alimentare, tramite il SUAP, le informazioni mancanti; - effettuare la registrazione dello stabilimento e delle relative attività svolte sui sistemi informativi predisposti dalla Regione Piemonte. Chi è soggetto alla notifica? Sono soggetti ad obbligo di notifica ai sensi del Regolamento (CE) n. 852/2004 gli operatori del settore alimentare (OSA) che eseguano una qualsiasi delle fasi della produzione, trasformazione e distribuzione di alimenti (compresa la vendita/somministrazione), per consentire all’autorità competente di conoscerne localizzazione e tipologia di attività, ai fini dell’organizzazione dei controlli ufficiali previsti dal Regolamento (CE) n. 882/2004. Le procedure approvate con DGR n. 16-4910 del 14.11.2012 si applicano: a) agli stabilimenti che trattano prodotti non di origine animale soggetti a registrazione ai sensi del Regolamento (CE) n. 852/2004; b) agli stabilimenti che trattano prodotti di origine animale esclusi dall’ambito di applicazione del Regolamento (CE) n. 853/2004, ma soggetti a registrazione ai sensi del Regolamento (CE) n. 852/2004; c) agli stabilimenti riconosciuti ai sensi del Regolamento (CE) n. 852/2004 per la produzione, commercializzazione e deposito degli additivi alimentari, degli aromi e degli enzimi alimentari. La norma pertanto riguarda: a) la produzione primaria; b) la produzione e/o la vendita all’ingrosso e/o al dettaglio di alimenti in sede fissa e/o su aree pubbliche; c) il trasporto ed il magazzinaggio; d) l’attività di preparazione ai fini della somministrazione agrituristica; e) la preparazione e/o la somministrazione di alimenti in occasione di manifestazioni temporanee;

nUoVe procedUre di notifica delle impreSe alimentari alle aSl

SChEDA hACCP

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10 GENNAIO 2013_Agricoltura Alessandrina 16/01/13 12.36 Pagina 18

a cura di Luisa Bo

scheda tecnica

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f) l’attività di affittacamere e bed & breakfast con somministrazione di alimenti, anche in forma non professionale. g) la vendita di carni di pollame e lagomorfi, macellate nell’azienda agricola di allevamento, fino a un massimo di 50 Unità Bovine Equivalenti (UBE)/anno complessive di pollame, lagomorfi e piccola selvaggina allevata (1 UBE = 200 polli o 125 conigli), nel rispetto dei requisiti di cui all’allegato II del Regolamento (CE) n. 852/2004, per la fornitura da parte del produttore, direttamente: - al consumatore finale, su sua richiesta; - a laboratori annessi agli esercizi di commercio al dettaglio o di somministrazione che forniscano direttamente al consumatore finale tali carni come carni fresche, posti nell’ambito del territorio della Provincia in cui insiste l’azienda agricola o nel territorio delle Province contermini; h) la vendita diretta di latte crudo al consumatore finale correlata alla produzione primaria (comprendente le operazioni di mungitura e di conservazione del latte in azienda), anche tramite distributori automatici. Qualora l’azienda sia già registrata per la produzione di latte, l’attività di vendita occasionale di piccoli quantitativi di latte direttamente al consumatore finale non è soggetta ad ulteriore notifica; i) la produzione di altri alimenti di origine animale (compresi i prodotti a base di latte): - per la cessione diretta al consumatore finale; - per la cessione da un laboratorio annesso ad esercizio al dettaglio ad altri esercizi di commercio al dettaglio/somministrazione, nell’ambito della stessa Provincia o delle Province contermini e a condizione che non rappresenti l’attività prevalente dell’impresa in termini di volumi, ma costituisca un’attività marginale; l) l’attività di commercio da parte di coloro che effettuano l’attività venatoria e che sono muniti di attestato che dimostri la frequentazione e il superamento di un corso specifico per “persona formata”, così come previsto dalla D.G.R n.13-3093 del 12/12/2011 recante “requisiti per la commercializzazione di piccoli quantitativi di carni di selvaggina selvatica direttamente dal cacciatore al consumatore finale o ai laboratori annessi agli esercizi di commercio al dettaglio o di somministrazione a livello locale, che forniscono direttamente al consumatore e per la commercializzazione delle carni di selvaggina selvatica nei centri di lavorazione della selvaggina”. m) il “centro di sosta” adibito allo stoccaggio temporaneo delle carcasse di selvaggina selvatica cacciata, in attesa di conferimento al “centro di lavorazione della selvaggina”, come da D.G.R n.13-3093 del 12/12/2011; n) i locali adibiti alla lavorazione della selvaggina selvatica cacciata, anche se annessi ad altra attività già notificata ai fini della registrazione, che devono essere registrati ai sensi dell’art.6 del Reg. (CE) n.852/2004; o) la preparazione di alimenti in abitazioni private ai fini della loro commercializzazione deve essere notificata, come previsto nella nota del Settore regionale Prevenzione e Veterinaria n.19232/DB 20.17 del 10.7.2012. Situazioni particolari A) Scuole di cucina e scuole alberghiere è necessaria la notifica, in considerazione della difficoltà di stabilire la destinazione finale delle preparazioni, anche se le stesse vengono esclusivamente prodotte nei laboratori di esercitazione. B) Ristorazione collettiva (produzione in loco - pasti veicolati). Vige l’obbligo di notifica nei casi seguenti: - “mensa con preparazione/cottura finale in loco”: nel caso in cui la mensa produca pasti all’interno della struttura o provveda

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alla cottura finale (con successiva consumazione diretta all’interno della stessa struttura); - “mensa con preparazione/cottura finale in loco” e “pasti veicolati”: nel caso in cui la mensa produca pasti all’interno della struttura, con successiva consumazione diretta all’interno della stessa, ma effettui anche la veicolazione dei pasti in altri refettori (entrambe le voci devono essere contemporaneamente specificate); - “pasti veicolati”: nel caso in cui la mensa riceva pasti preparati e veicolati da un centro cottura esterno o da altra mensa. C) Bed & breakfast e affittacamere qualora somministrino alimenti è sempre necessaria la notifica ex art.6 del Reg. 852/2004, ai fini della loro registrazione. I B&B e gli affittacamere, qualora iscritti alla Camera di Commercio in quanto esercitano attività produttiva e/o prestazione di servizi, presentano la SCIA tramite SUAP; in caso contrario la notifica ex art. 6 del Reg. 852/2004 è trasmessa direttamente all’ASL territorialmente competente. D) Agriturismi che effettuano preparazione e/o somministrazione di alimenti, deve anche farsi riferimento alle norme di settore, come modificate dalla Legge Regionale (LR) 30.12.2009, n.38 (Disposizioni di attuazione della direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai servizi del mercato interno). F) Qualora, nell’ambito di una stessa struttura operino più stabilimenti facenti capo a diversi operatori del settore alimentare, è necessaria una notifica per ogni stabilimento. G) Qualora uno stesso soggetto/impresa svolga la stessa attività o attività collegate (ad esempio, produzione di alimenti e vendita degli stessi) in sedi diverse, dovrà effettuare la notifica per ogni singolo insediamento. Esclusioni dal campo di applicazione Sono esclusi dal campo di applicazione del Regolamento (CE) n.852/2004 e quindi dall’obbligo di notifica, nonché dall’obbligo di dichiarazione del possesso dei requisiti igienico sanitari previsti dal Reg. (CE) n. 852/2004: - la produzione primaria per uso domestico privato; - la preparazione, la manipolazione e la conservazione domestica di alimenti destinati al consumo domestico privato; - la fornitura diretta occasionale e su richiesta di piccoli quantitativi di prodotti primari dal produttore al consumatore finale o a dettaglianti locali (compresi gli esercizi di somministrazione) che forniscono direttamente il consumatore finale, nell’ambito della Provincia e delle Province contermini, a condizione che tale attività sia marginale in termini quantitativi rispetto all’attività principale. L’esclusione dal campo di applicazione del Regolamento e, quindi, dagli obblighi che esso comporta, per il produttore primario che commercializza direttamente piccole quantità di alimenti, non esime tale operatore dall’applicazione, durante la sua attività, delle regole base dell’igiene e delle buone pratiche agricole al fine di ottenere un prodotto sicuro. Sono fatte salve, inoltre, le norme specifiche di settore. In ogni caso, il dettagliante che acquista alimenti da un produttore non registrato, escluso dal campo di applicazione del Regolamento (CE) 852/2004, ha comunque l’obbligo di mantenerne la rintracciabilità (in particolare nel caso di stati di allerta alimentare) e si assume la responsabilità diretta sui prodotti che acquista (Reg.CE 178/2002); - I Gruppi di Acquisto Solidale formalmente costituiti (che si configurano per Statuto quali ONLUS); tali sodalizi sono equiparati al “consumatore finale” in quanto non utilizzano i prodotti alimentari nell’ambito di un’operazione o di un’attività d’impresa.


10 GENNAIO 2013_Agricoltura Alessandrina 16/01/13 12.37 Pagina 19

a cura di Michele Traverso

scheda tecnica

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Negli ultimi 25 anni molte razze locali si sono estinte ed un numero sempre crescente è a rischio di estinzione a causa della diffusione di una zootecnia di tipo industriale basata sull’allevamento di poche razze altamente produttive e dell’abbandono delle aree agricole marginali. Dal punto di vista produttivo, le razze locali non sono competitive nei confronti delle razze industriali, ma hanno caratteristiche di rusticità, di adattamento a clima, malattie e condizioni di allevamento e di qualità dei prodotti che sarebbe utile conservare. La conservazione, tranne che in pochi casi virtuosi, è un costo, e le risorse sono limitate. In queste condizioni bisogna fare delle scelte e definire delle priorità. È a questo punto che la ricerca è intervenuta, pensando attraverso le analisi molecolari delle risorse genetiche di poter contribuire alla ricostruzione della storia evolutiva ed alla caratterizzazione, valorizzazione, gestione genetica e conservazione delle risorse genetiche animali.

Origini storiche Originaria delle zone appenniniche al confine tra le regioni Lombardia, Emilia Romagna,Toscana, Liguria e Piemonte, la Varzese-Ottonese-Tortonese è una razza allevata principalmente in montagna, viste le sue buone capacità di adattamento e di utilizzazione dei foraggi di scarsa qualità, che riveste particolare importanza economica per la sua duplice attitudine produttiva latte e carne. In particolare il latte viene utilizzato per la produzione di formaggi tipici locali quali il “Montebore”, la “Formaggella di Menconico” e il “Nisso” mentre non esistono segnalazioni di particolari prodotti carnei; i documenti fotografici disponibili confermano l’utilizzo della razza per la trazione e i lavori agricoli a testimonianza della originaria triplice attitudine delle razza (latte, carne ed, appunto, lavoro). Le consistenze (numero dei capi allevati) della razza evidenziano come dai circa 20.000 capi del 1940 si sia passati a 334 animali nel 1983 (CNR) e a 39 nel 2001 (FAO DAD-IS). Le consistenze attuali fornite dal R.A.B. (Registro Anagrafico delle razze bovine autoctone a limitata diffusione) riferite ai soli allevamenti iscritti al Sistema Allevatori e sottoposti a controlli ufficiali, riportano 244 capi allevati in 32 allevamenti distribuiti principalmente in Lombardia (province di Milano e Pavia) e Piemonte (provincia di Alessandria) con una minima diffusione in Liguria, Emilia Romagna e Campania.

proSpettiVe fUtUre per la conSerVazione e la GeStione

Premessa

della Variabilità Genetica nella razza boVina aUtoctona VarzeSe - ottoneSe - tortoneSe

scheda zootecnica n.4

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10 GENNAIO 2013_Agricoltura Alessandrina 16/01/13 12.37 Pagina 20

a cura di Michele Traverso

scheda tecnica

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Salvaguardia L’Associazione Italiana Allevatori gestisce su incarico del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf) il Registro Anagrafico delle razze e popolazioni bovine autoctone (RAB) quale strumento per la tutela e conservazione delle razze non sottoposte ad un piano nazionale di selezione. In particolare nel registro sono conservate le informazioni genealogiche dei soggetti iscritti al fine della conservazione delle popolazioni, del mantenimento della variabilità genetica promuovendone allo stesso tempo la valorizzazione economica. Alla gestione del RAB l’AIA affianca altre attività quali il prelievo di materiale seminale di riproduttori iscritti, destinandolo in parte agli allevatori per la gestione degli accoppiamenti aziendali ed in parte come riserva genetica, e la predisposizione annuale dei piani di accoppiamento con l’obiettivo di mantenere più bassa possibile la parentela media della popolazione ed evitare gli effetti negativi ad essa correlati riconducibili ad un peggioramento delle performance produttive, riproduttive e sanitarie. All’attività istituzionale del Sistema Allevatori vanno aggiunte tutte le iniziative adottate a livello regionale e/o provinciale che hanno coinvolto le Associazioni Provinciali Allevatori (APA) presenti sul territorio e gli enti di ricerca (Università ecc.) che hanno contribuito allo studio ed al recupero della razza Tortonese evidenziando in particolare come nell’area di origine (Appennino piemontese e lombardo), la produzione di latte di Tortonese destinato al consumo fresco e alla trasformazione in formaggio siano in grado di garantire la sostenibilità economica dell’allevamento e, al tempo stesso, la salvaguardia della razza mentre nelle aree di pianura di più recente diffusione tale obiettivo può essere perseguito con l’ingrasso e la produzione di carne da vendere prevalentemente sul mercato cittadino o locale (vendita diretta). Un ulteriore elemento che ha favorito il recupero della razza è da ricondurre ai premi assicurati agli allevatori per il mantenimento delle razze bovine autoctone a rischio estinzione previsti dai PSR -Piani di Sviluppo Rurale (Reg. 2078/92, 1257/99 e 1698/05) nelle regioni Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e, a partire dal 1257/99, in Liguria.

Prospettive future L’Associazione Italiana Allevatori e l’Associazione Provinciale Allevatori di Alessandria con il fondamentale sostegno della Fondazione Cassa Di Risparmio di Alessandria hanno avviato il progetto “Applicazione delle tecnologie molecolari di ultima generazione per la conservazione e la gestione della diversità genetica nella razza bovina autoctona Varzese - Ottonese - Tortonese”. L’obiettivo del progetto consiste nell’applicare le più avanzate tecnologie molecolari per la conservazione della diversità genetica della razza autoctona Varzese - Ottonese - Tortonese a forte rischio di contrazione numerica. In particolare il progetto prevede di campionare e genotipizzare, identificando per ogni animale 54.000 marcatori molecolari SNP, un set di animali rappresentativi delle linee genetiche o famiglie che attualmente compongono la popolazione e di confrontarlo con un gruppo storico di animali campionati oltre 10 anni orsono. In questo modo sarà possibile stimare con precisione l’incremento di consanguineità dell’ultimo decennio, rapportando il valore della popolazione attuale con quello della popolazione esistente nel 2000. Inoltre sarà possibile stimare la parentela genomica tra coppie di individui, dato di estrema importanza 20

che, integrato ad approfondite analisi di pedigree permetterà di realizzare accurati piani di accoppiamento programmato con i quali gestire in maniera ottimizzata la popolazione attuale al fine di ridurre quanto più possibile la consanguineità massimizzando la conservazione della variabilità genetica. Un aumento di consanguineità incontrollato con le sue conseguenze negative sulla fertilità e sul benessere degli animali è probabilmente il maggior fattore di rischio per la sopravvivenza della razza Tortonese, importante risorsa genetica della Regione Piemonte e del nostro Paese. Su uno dei prossimi numeri verranno illustrati i risultati del progetto e i risvolti sulla gestione della variabilità genetica della razza.


10 GENNAIO 2013_Agricoltura Alessandrina 16/01/13 12.38 Pagina 21

a cura di Alessandro Albertelli

scheda tecnica

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PREMESSA Il cancro del pesco è una grave malattia causata da un fungo (Fusicoccum amigdali) segnalata in Italia su pesco e mandorlo all’inizio del secolo scorso. Gli organi vegetali soggetti all’attacco della crittogama sono gemme, foglie, rametti, branche, ed in alcuni casi il tronco. Sono molto importanti gli interventi di lotta preventiva con mezzi agronomici e chimici al fine di prevenire eventuali infezioni del patogeno.

AGENTE PATOGENO E CICLO BIOLOGICO • L’agente patogeno è un fungo il Fusicoccum amigdali. • Il fungo sverna in due modi, come corpo fruttifero (picnidio) oppure come micelio a livello a livello dei cancri e dei tessuti legnosi infetti. • L’infezione avviene attraverso diverse vie d’ingresso che sono date da ferite di potatura, e microlesioni nella pianta (es: microlesioni prodotte dal distacco delle foglie e frutti). • I periodi d’infezioni sono in autunno e in primavera con periodi umidi, piovosi e temperature miti. • Gli elementi infettanti sono i conidi formatisi dal micelio o all’interno dei picnidi e da questi fuoriuscenti sotto forma di cirri biancastri mucillaginosi. • I conidi in presenza di un velo d’acqua germinano e sviluppano un micelio che invade il tessuto vascolare e il parenchima corticale.

cancro del peSco

scheda frutticoltura n.24

SINTOMI

• I sintomi della malattia si manifestano nel periodo autunnale e primaverile e si presentano sotto forma di lesioni ellittiche di colore bruno - nocciola depresse in corrispondenza della gemma. • L’area imbrunita in seguito si estende a tutta la circonferenza del ramo, con conseguente avvizzimento delle foglie e della parte distale del ramo stesso. • In seguito possono insediarsi altri microrganismi fungini del genere Cytospora che contribuiscono alla morte dei rami. • Sul tronco e sulle grosse branche compaiono cancri profondi che si espandono fino al tessuto legnoso imbrunendolo. • Sui rami colpiti appaiono delle piccole masse nerastre (picnidi). • Sulle foglie colpite appaiono delle maculature dapprima clorotiche, poi necrotiche spesso contornate da un alone giallo - rossastro. 21


10 GENNAIO 2013_Agricoltura Alessandrina 16/01/13 12.42 Pagina 22

a cura di Alessandro Albertelli

scheda tecnica

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Cirri di conidi su ramo

LOTTA La lotta contro il Fusicoccum amigdali si basa su interventi di tipo agronomico e su diversi interventi chimici da attuarsi soprattutto nei mesi autunnali e primaverili, dove la diffusa presenza di ferite (es: tagli di potatura, microferite dovute alla caduta delle foglie, abrasioni da vento) rende le piante recettive al patogeno. É opportuno iniziare i trattamenti all’inizio della caduta delle foglie per poi ripeterli una due volte fino a completa caduta foglie, in modo da costituire una sorta di barriera all’ingresso del patogeno. I trattamenti andranno ripresi in primavera all’ingrossamento delle gemme, dopo la fioritura e durante la prima fase di sviluppo dei germogli erbacei. I prodotti utilizzati sono: PRODOTTI RAMEICI (nella 214.1 ammessi interventi autunnali e invernali al bruno), DITIANON, TIOFANATE METILE (per il tiofanate metile nella 214.1 sono ammessi al massimo 2 interventi all’anno dopo la raccolta e non oltre la fase di prefioritura previa autorizzazione del tecnico). Son molto importanti anche diversi interventi agronomici a carattere preventivo che consistono in:

Sintomi su foglie

Picnidi su ramo con presenza di cirri mucillaginosi.

Sintomi su foglie

Sintomi su ramo.

Sintomi su foglie

Cancro rameale con essudato gommoso

Cancro rameale

Disseccamento dei rami

• Asportare e distruggere i rami colpiti dal fungo; • Proteggere con mastici o paste cicatrizzanti e disinfettare i tagli di potatura; • Effettuare concimazioni azotate equilibrate; • Ricorrere a sistemi d’irrigazione sottochioma; • Effettuare le potature nei mesi più freddi o nei periodi meno umidi;

• Scegliere cultivar meno suscettibili alla malattia soprattutto nelle zone Bibliografia PONTI I., LAFFI F., (1988) - Edizioni L’informatore Agrario, 40-41. in cui si è già diffusa la malattia;

Siti internet: http://www.agriwww.it/agronomia/malattia.asp?nome=Cancro

• Migliorare le condizioni vegetative Rameale del Pesco della pianta evitando ristagni d’acqua. http.// www.agrimag.com/Malattie_Scheda.asp?IDMalattia=5212 22


10 GENNAIO 2013_Agricoltura Alessandrina 16/01/13 12.43 Pagina 23

scadenze febbraio

a cura di Daniela Colombini

IMPOSTA

ADEMPIMENTI

SOGGETTI OBBLIGATI

04/02/2013

IMU

Presentazione dichiarazione IMU al Comune

Contribuenti tenuti al versamento dell'imposta IMU per l'anno 2012 che devono comunicare agevolazioni al Comune di ubicazione degli immobili

Emissione fattura differita per la cessione di beni spediti o consegnati nel mese precedente, la cui consegna risulti da un DDT o da altro documento idoneo a identificare i soggetti fra i quali è effettuata l’operazione

Soggetti passivi IvA

15/02/2013

IVA

18/02/2013

IVA

Liquidazione e versamento dell’IVA a debito del mese di gennaio 2013

Contribuenti IvA mensili

18/02/2013

Ritenute alla fonte

versamento ritenute alla fonte su: redditi di lavoro dipendente e assimilati redditi di lavoro autonomo provvigioni corrisposti nel mese precedente

Soggetti operanti in qualità di sostituto d’imposta

18/02/2013

IVA

Comunicazione in via telematica dei dati contenuti nelle dichiarazioni d’intento ricevute nel mese precedente

Contribuenti IvA che hanno ricevuto le dichiarazioni d’intento rilasciate da esportatori abituali

25/02/2013

IVA

Invio telematico elenchi INTRASTAT riepilogativi delle cessioni ed acquisti e/o prestazioni di servizi intracomunitari relativi al mese precedente

28/02/2013

IVA

Comunicazione annuale dati IvA comunicazione di tutte le operazioni rilevanti ai fini IVA del 2012

Contribuenti IvA

Comunicazione dei dati delle operazioni intercorse nel mese precedente o trimestre precedente nei confronti di operatori economici aventi sede, residenza o domicilio negli Stati o territori black list

Contribuenti IvA

28/02/2013

IVA

news agricoltura

SCADENZA

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Operatori intracomunitari con obbligo mensile

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10 GENNAIO 2013_Agricoltura Alessandrina 16/01/13 12.43 Pagina 24

news agricoltura

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“costruzione e comPletamento di filiere locali” nuoVa aPertura

bando pUbblico PER LA PRESENTAZIONE DI DOMANDE DI FINANZIAMENTO Mis 312.1 (misura principale) - Mis. 121, 123 az.3 (misure collegate) Nell’ambito dell’elaborazione del PSL “Crescere in rete” sono già state individuate e costituite le sette filiere:

del Giarolo”, secondo i dettami del relativo Disciplinare di Produzione approvato dal rispettivo Consorzio di Tutela

• filiera lattiero-casearia, con riguardo alla produzione, trasformazione, distribuzione e confezionamento di latte vaccino, caprino e ovino, da commercializzare fresco o trasformato per la produzione di formaggi “in purezza” o misti e comunque realizzati nel rispetto dello specifico disciplinare di produzione del P.A.T. “Formaggetta di Montebore”, secondo i dettami del relativo Disciplinare di Produzione approvato dal rispettivo Consorzio di Tutela;

• filiera del miele, limitatamente al prodotto derivante da tutte le fioriture autoctone;

• filiera vitivinicola, limitatamente alla produzione di vini riconosciuti DOC e DOCG; • filiera frutticola, con riguardo alla produzione, trasformazione, distribuzione, confezionamento e commercializzazione della produzione tipica di: Pesca di Volpedo, Fragolina di Tortona, Ciliegia di Garbagna, secondo i dettami dei relativi Disciplinari di Produzione approvati dai rispettivi Consorzi di Tutela; • filiera della carne che provenga da animali allo stato semi-brado secondo l’allevamento tipico della Carne all’Erba del Giarolo - Panà - Ebro, secondo i dettami del relativo Disciplinare di Produzione approvato dal rispettivo Consorzio di Tutela; • filiera del salame con riguardo alla produzione tipica del P.A.T. “Salame nobile

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• filiera della birra, con riguardo all’attività dei piccoli birrifici artigianali. Per ciascuna delle filiere sopra descritte

sono stati individuati, successivamente al bando n.1 pubblicato in data 31 luglio 2010, i progetti e gli accordi relativi: gli operatori che intendono presentare la domanda di aiuto nel presente bando, dovranno pertanto sottoscriverli. Gli investimenti ammessi a finanziamento devono essere localizzati sul territorio del GAL Giarolo e, segnatamente, nei seguenti Comuni:

AVOLASCA

CERRETO GRUE

PASTURANA

ALBERA LIGURE

COSTA VESCOVATO

POZZOLO GROPPO

ARQUATA SCRIVIA

DERNICE

ROCCAFORTE LIGURE

BERZANO DI TORTONA

FABBRICA CURONE

ROCCHETTA LIGURE

BORGHETTO DI BORBERA

FRANCAVILLA BISIO

S. SEBASTIANO CURONE

BRIGNANO FRASCATA

GARBAGNA

SANT’AGATA FOSSILI

CABELLA LIGURE

GAVAZZANA

SARDIGLIANO

CANTALUPO LIGURE

GAVI

SAREZZANO

CAPRIATA D’ORBA

GREMIASCO

SERRAVALLE SCRIVIA

CARBONARA SCRIVIA

GRONDONA

SPINETO SCRIVIA

CAREZZANO

MOMPERONE

STAZZANO

CARREGA LIGURE

MONGIARDINO LIGURE

TASSAROLO

CASALNOCETO

MONLEALE

VIGNOLE BORBERA

CASASCO

MONTACUTO

VIGUZZOLO

CASSANO SPINOLA

MONTEGIOCO

VILLAROMAGNANO

CASTELLANIA

MONTEMARZINO

VOLPEDO

CASTELLAR GUIDOBONO

PADERNA

VOLPEGLINO


10 GENNAIO 2013_Agricoltura Alessandrina 16/01/13 12.43 Pagina 25

filiere locali

MISURA 121 - AMMODERNAMENTO DELLE AZIENDE AGRICOLE Filiere previste: 1. filiera lattiero-casearia; 2. filiera viti-vinicola; 3. filiera frutticola; 4. filiera del salame; 5. filiera della carne; 6. filiera del miele. Limiti di spesa per tutte le filiere: • la spesa minima ammissibile, verificata la compatibilità con i limiti previsti dalla demarcazione, è pari a 10.000,00 €; • la spesa massima ammissibile è pari a 200.000,00 €. Per tutte le filiere individuate sono previste le seguente tipologie di spesa: • costruzione e/o ristrutturazione di fabbricati rurali per attività produttive e/o di vendita; • acquisto di attrezzature e impianti fissi; • acquisto trattrici per uso specifico ed attrezzature per attività agricola; • sistemazioni idraulico agrarie, impianti irrigui, drenaggi, viabilità aziendale, interventi per la gestione delle risorse e del risparmio idraulico,sistemazione del terreno per prevenire smottamenti ed erosioni (nell’ambito del regolamento Health Check; • veicoli stradali attrezzati e/o con caratteristiche di fuoristrada. NEL DETTAGLIO delle singole filiere:

LATTIERO CASEARIA e della CARNE Nello specifico si possono ammettere anche interventi per la fienagione e per l’uso delle aree pascolive con recinzioni e miglioramenti; acquisto di trattrici e attrezzature polivalenti, acquisto di autocarri cassonati a 4 ruote motrici per l’uso in alpeggio, costruzione di locali per la trasformazione e vendita del prodotto. FRUTTICOLA Sono ammessi: sistemazione dei terreni per nuovi frutteti, impianti di irrigazione e difesa attiva dei frutteti da grandine, gelo e brina; acquisto trattici e attrezzature polivalenti e di carri raccolta, macchinari specifici per l’esecuzione dei trattamenti, costruzione di locali per la trasformazione e vendita del prodotto. Nei limiti di spesa specificati nel bando. DEL SALAME Sono ammessi ristrutturazioni di fabbricati, impianti e macchinari per la produzione, trasformazione e vendita del salame; interventi inerenti l’allevamento suinicolo; acquisto di trattrici e attrezzature polivalenti, acquisto di furgoni per il trasporto di piccoli animali. DEL MIELE Interventi che riguardano le strutture aziendali: ammodernamento e razionalizzazione dei laboratori di trasformazione, tettoie e locali per la vendita/confezionamento. Sono esclusi gli acquisti di arnie. vITIvINICOLA Sono finanziabili tutti gli investimenti riconducibili alle attività di coltivazione del vigneto quali: locali e tettorie per scorte e/o riparo macchine, macchinari o attrezzature per le cure colturali e la difesa fitosanitaria; acquisto di trattrici specifiche e attrezzature polivalenti. Sono esclusi gli investimenti relativi a strutture e/o impianti per la vinificazione. MISURA 123 az.3 ACCRESCIMENTO DEL vALORE AGGIUNTO DEI PRODOTTI AGRICOLI

Filiere previste: 1. filiera lattiero-casearia; 2. filiera del salame; 3. filiera della carne; filiera viti-vinicola. 4.

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Il contributo Per le imprese agricole che partecipano alla misura 121 il contributo pubblico a fondo perduto è compreso tra il 25% e il 60%, a seconda dell’età del titolare della localizzazione dell’impresa (pianura - collina - montagna) e della natura dell’investimento realizzato. Per le micro imprese che partecipano alle misure 123.3 e 312.1 il contributo è pari all’ 40%

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Limiti di spesa per tutte le filiere: • la spesa minima ammissibile, verificata la compatibilità con i limiti previsti dalla demarcazione, è pari a 10.000,00 €; • la spesa massima ammissibile è pari a 150.000,00 € Sono ammessi elusivamente investimenti per la trasformazione agroalimentare e/o commercializzazione del prodotto sia per le strutture che per macchinari, attrezzature ed impianti, nonché l’acquisto di veicoli stradali attrezzati: nel caso di veicoli la spesa rendicontabile non può essere superiore al 20 % della spesa totale ammessa. Nella filiera vitivinicola la limitazione, secondo i criteri della demarcazione, riguarda la costruzione di locali/fabbricati e l’acquisto di attrezzature specifiche per la vinificazione; sono invece ammesse le altre forme di investimento multifunzionali e per attività polivalenti dell’azienda agricola viticola. MISURA 312.1 - SvILUPPO DI MICROIMPRESE Filiere previste: 1. filiera lattiero-casearia; 2. filiera del salame; 3. filiera della carne; 4. filiera della birra. Limiti di spesa per tutte le filiere: • la spesa minima ammissibile, verificata la compatibilità con i limiti previsti dalla demarcazione, è pari a 10.000,00 €; • la spesa massima ammissibile è pari a 150.000,00 €. Per i dettagli è opportuno fare riferimento al testo integrale del bando pubblicato sul sito del GAL Giarolo Leader www.giarololeader.it

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a cura iniPa di Emanuele Sconfienza

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programma di Sviluppo rurale 2007-2013 - Misura 111.1 Sottoazione a) Formazione in campo agricolo

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a cura di Emanuele Sconfienza nitrati

LE ZONE VULNERABILI DA NITRATI SARANNO RIVISTE, Ok AL PROVVEDIMENTO SALVA-STALLE

Ogni Regione ha individuato zone vulnerabili e ha stabilito gli obblighi che le aziende devono rispettare per un corretto utilizzo agronomico degli effluenti di allevamento

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ia libera della Camera allo schema di accordo per l’aggiornamento delle zone vulnerabili e l’adeguamento dei programmi di azione previsti dalla direttiva nitrati. Il provvedimento dispone l’obbligo per le Regioni di procedere alla revisione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, prevedendo al contempo, nelle more della pubblicazione della nuova mappa, e comunque per non più di un anno, che nelle attuali zone vulnerabili da nitrati si applichino le disposizioni previste per le zone non vulnerabili. In pratica si riconoscono le buone ragioni portate avanti dalla Coldiretti per la gestione di un problema la cui origine è molto più diversificata rispetto a quella agricola, ma che se non si fosse intervenuti rischiava di mettere in ginocchio la zootecnia del nord Italia (Veneto, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna) con migliaia di aziende destinate a chiudere, con conseguente perdita di posti di lavoro e di produzioni Made in Italy a favore di quelle di altri paesi europei. La Camera, dopo aver esaminato gli ordini del giorno, ha approvato in via definitiva il disegno di legge, già licenziato dal Senato, di conversione del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, recante Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese. In particolare, l’articolo 36, nel testo riformulato al Senato, inserisce i commi 7 ter e 7 quater finalizzati alla soluzione delle problematiche emerse sul ter-

ritorio in materia di nitrati. Le nuove disposizioni, inserite durante l’esame al Senato, prevedono che entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, le Regioni e le Province autonome in conformità all’Accordo concernente l'applicazione della direttiva del Consiglio delle Comunità europee n.91/676/Cee relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole, procedono all'aggiornamento delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, anche sulla base dei criteri contenuti nel medesimo Accordo. Qualora le Regioni e le Province autonome, entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, non abbiano provveduto, il Governo deve esercitare il potere sostitutivo secondo quanto previsto dall'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n.131. La norma prevede, ancora che, nelle more dell’aggiornamento previsto e, comunque, per un periodo non superiore a dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, nelle zone vulnerabili da nitrati si applicano le disposizioni previste per le zone non vulnerabili. La “direttiva nitrati” (91/676/Cee) è stata emanata allo scopo di ridurre e prevenire l’inquinamento delle acque e del suolo causato dai nitrati provenienti da fonti agricole. Gli Stati membri sono stati chiamati ad individuare le Zone Vulnerabili da Nitrati (Zvn) di origine agricola, ossia quelle in cui le acque di falda contengono o possono contenere, ove non si intervenga, oltre 50 mg/l di nitrati, a progettare ed attuare i necessari “programmi d'azione” per ridurre l'inquinamento idrico provocato da composti azotati, prevedendo misure intese a limitare l'impiego in agricoltura di tutti i fertilizzanti contenenti azoto e stabilendo restrizioni specifiche nell'impiego di effluenti zootecnici. La Direttiva 91/676/Cee è stata recepita a livello nazionale

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proVVedimento

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con il D.Lgs. 152/99 successivamente sostituito dal D.Lgs. 152/2006 (c.d. Codice dell’ambiente) e le singole Regioni hanno emanato i provvedimenti necessari per applicare le norme comunitarie e nazionali sui rispettivi territori. Ogni Regione ha individuato le zone vulnerabili ed ha stabilito gli obblighi che ogni azienda deve rispettare per una corretta utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e dei fertilizzanti azotati. Ai sensi dell’articolo 92 del D.Lgs. 152/2006, nelle zone designate come vulnerabili da nitrati devono essere attuati i programmi di azione obbligatori, nonché le prescrizioni contenute nel codice di buona pratica agricola di cui al D.M. politiche agricole e forestali 19 aprile 1999. Con l’Accordo sull'applicazione della direttiva 91/676/Cee, siglato in data 5 maggio 2011, le Regioni e le Province autonome e i Ministeri dell’Ambiente e delle Politiche agricole, hanno convenuto, tra l’altro, sulla necessità di procedere ad uno studio finalizzato all’aggiornamento delle zone vulnerabili da nitrati in relazione ad una serie di indagini indicate nel medesimo accordo, soprattutto al fine di individuare le fonti di pressione e le specifiche cause di inquinamento. Si ricorda, inoltre, che con la decisione 2011/721/Ue, l’Unione europea ha concesso alle Regioni del bacino padano (Piemonte, Lombardia, Veneto ed EmiliaRomagna) la possibilità di operare in deroga alle disposizioni della “direttiva nitrati”.Tale deroga consente agli allevatori ed agli agricoltori, che abbiano avanzato specifica richiesta, di distribuire per la fertilizzazione delle colture una quantità di effluenti zootecnici maggiore di quella prevista per le zone vulnerabili. La deroga permette di incrementare la quantità di effluenti annualmente distribuita, passando dai 170 kg/ha di azoto di origine zootecnica, come previsto dalla “direttiva nitrati”, a 250 kg/ha nel caso di aziende beneficiarie della deroga, nel rispetto dei criteri stabiliti dall’Ue.

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news agricoltura

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a curacamPaGna di Luisa Bo amica

a cura di Luisa Bo

contribUti camerali 2013

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a Camera di Commercio di Alessandria, ha rinnovato solo alcuni dei contributi camerali a favore delle imprese agricole singole o consorziate operanti in provincia con l’apertura dei bandi annuali. Più precisamente saranno incentivati, la partecipazione a manifestazioni fieristiche, l’adozione di sistemi di qualità, saranno concessi contributi alla formazione del personale, per incentivare la ricerca e l’innovazione. PARTECIPAZIONE A MANIFESTAZIONI FIERISTICHE Il contributo è del 50% o 30% del costo rendicontato. Per poter fare domanda occorre aver sostenuto un costo minimo di €1.000 riferito alle spese ammissibili. Le domande dovranno pervenire a fiera conclusa dal 01/01/2013 al 01/07/2013, (si fa riferimento al periodo di svolgimento della fiera, che deve essere compresa nel periodo indicato); solo nel caso in cui la manifestazione si concluda in prossimità di fine semestre, la domanda potrà essere presentata entro il 10/07/2013. La presente iniziativa sarà replicata nel secondo semestre 2013. Per le domande di cui ai successivi punti 1) e 2) è previsto un massimale annuo di contributi erogabili alla stessa impresa di € 5.000. 1) Per le imprese che partecipano per la prima volta o che non partecipano da almeno cinque anni (dal 2008 al 2012) alla fiera per la quale presentano domanda è previsto un contributo del 50% dei costi relativi alla locazione dell’area espositiva, allestimento ed iscrizione a catalogo espositori con esclusione di qualunque altro costo, con i seguenti massimali annui di contributi erogabili alla stessa impresa: a. Fiere all’estero: massimo € 5.000 b. Fiere internaz.li in Italia: massimo €2.000 c. Fiere di carattere nazionale e regionale in Italia: massimo € 500 d. Fiere e manifestazioni che si svolgono presso il Centro Espositivo ExpoPiemonte di Valenza: massimo € 500. 2) Per le imprese che, negli ultimi cinque anni

(dal 2008 al 2012), hanno già partecipato alla fiera per la quale presentano domanda è previsto un contributo del 30% dei costi relativi alla locazione dell’area espositiva, allestimento ed iscrizione a catalogo espositori con esclusione di qualunque altro costo, con i seguenti massimali annui di contributi erogabili alla stessa impresa: a. Fiere all’estero: massimo € 4.000; b.Fiere internaz.li in Italia: massimo €1.500; c. Fiere di carattere nazionale e regionale in Italia: massimo € 500; d. Fiere e manifestazioni che si svolgono presso il Centro Espositivo ExpoPiemonte di Valenza: massimo € 500. Per le imprese che partecipano alle fiere in forma aggregata è previsto un contributo aggiuntivo del 20% su tutti i contributi possibili. FORMAZIONE CONTINUA DEL PERSONALE DELLE IMPRESE Sono ammessi corsi di formazione su tematiche aziendali (comprese lingue straniere); Il contributo è del 50% del costo rendicontato con un massimo di € 1.000 per i nuovi assunti; 50% del costo rendicontato con un massimo di € 800 negli altri casi. Per poter fare domanda occorre aver sostenuto un costo minimo di € 250. Le domande dovranno essere presentate a corso concluso, allegando copia dell’attestato di partecipazione. La data dell’attestato deve essere ricompresa nell’anno 2013. SISTEMI DI GESTIONE DELLA QUALITà E DELLA RESPONSABILITà ETICO-SOCIALE Il contributo è del 30% del costo rendicontato con un massimo di € 500 per lo studio iniziale di fattibilità - obiettivo A; del 30% con un massimo di € 2.000 per l’ottenimento del riconoscimento - obiettivo B. Per poter fare domanda occorre aver sostenuto un costo minimo di € 1.000, riferiti al singolo obiettivo. Sono riconoscibili di contributo: - certificazione di conformità ai sistemi qualità (ad esempio secondo la norma UNI EN ISO 9001);

- certificazione di conformità ai sistemi di gestione ambientale (ad esempio secondo la norma UNI EN ISO 14001); - registrazione dell’organizzazione secondo regolamenti comunitari (ad esempio secondo il Regolamento EMAS); - certificazione dei sistemi di salute e sicurezza sul lavoro (ad esempio OHSAS 18001, SGSL); - certificazione di responsabilità sociale (ad esempio SA 8000); - adozione modello organizzativo ai sensi del “codice etico” - decreto legislativo n.231/2001. CONTRIBUTI PER INCENTIVARE LA REALIZZAZIONE DI INTERVENTI DI RICERCA E INNOVAZIONE Il contributo è del 30% del costo rendicontato, con un massimo di € 3.000. Per poter fare domanda occorre aver sostenuto un costo minimo di € 1.000. I costi ammissibili sono relativi a: a) acquisto di beni materiali ed immateriali (es.: impianti, macchinari, attrezzature e software necessario al loro utilizzo, software migliorativi del prodotto e/o del processo, brevetti e loro diritto d’uso); b) servizi di ricerca, consulenza, progettazione e prestazione d’opera.

Le domande dovranno pervenire dal 01/01/2013 al 31/12/2013 ad eccezione del bando sulle manifestazioni fieristiche per il quale bando sono previste due scadenze il 31/07/2013 e 31/12/2013. Alla domanda occorre allegare copia della fattura quietanzata (la quietanza deve essere dimostrata allegando copia della ricevuta del bonifico bancario in stato “eseguito”). Le domande di concessione dei contributi vanno predisposte utilizzando gli appositi moduli presenti sul sito della Camera di Commercio: www.al.camcom.it - sezione finanziamenti > contributi camerali. Le domande vanno recapitate all’Ufficio Protocollo della Camera di Commercio di Alessandria,Via Vochieri 58, 15121 Alessandria.

convenzione terranostra - Siae mUSica d’ambiente Anche per il 2013 sarà operante l’accordo per le utilizzazioni del repertorio amministrato dalla Sezione Musica che avvengono nelle aziende agrituristiche a mezzo di apparecchi sonori, videosonori o strumenti musicali diffusi come musica d’ambiente. La SIAE tenuto conto del perdurare della grave crisi economica, ha ritenuto di limitare l’aumento dei compensi di musica d’ambiente al solo 1,5%, accantonando la differenza di 3 punti percentuali per le prossime revisioni tariffarie. Vi inviamo in allegato le nuove tabelle ricordandovi che ad esse va applicata la riduzione prevista per Terranostra, pari al 15%. STRUMENTI MECCANICI E UTILIZZAZIONI VARIE AZIENDE AGRITURISTICHE Conpensi in abbonamento per strumenti musicali e apparecchi e strumenti meccanici

COMPENSI Tipo 1, 3

COMPENSI Tipo 2, 8, 9, 13

COMPENSI Tipo 5

COMPENSI Tipo 6

COMPENSI Tipo 7a

COMPENSI Tipo 7b

Aziende fino a 30 posti letto o fino a 30 posti di ristorazione

€ 48,20

€ 111,00

€ 151,60

€ 128,70

€ 303,80

€ 455,40

Aziende con oltre 30 posti letto o con oltre 30 posti di ristorazione

€ 58,20

€ 133,30

€ 188,80

€ 128,70

€ 303,80

€ 455,40

-Tipo 1, 3 Strumenti musicali - Apparecchi radioriceventi tradizionali CONVENZIONE TERRANOSTRA - SIAE -Tipo 2, 8, 9, 13 Apparecchi riproduttori o diffusori audio TRATTENIMENTI DANZANTI (quali: filodiffusione, CD o supporti analoghi, apparecchi multimediali, PC/INTERNET, radio dedicate)

-Tipo 5 -Tipo 6 -Tipo 7a -Tipo 7b

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Apparecchi televisivi Juke-boxes, Juke-boxes digitali Video juke-boxes Videolettori

Così come per le tariffe della MUSICA D’AMBIENTE la SIAE, in considerazione del perdurare della grave crisi economica, ha ritenuto di limitare l’aumento dei compensi per trattenimenti danzanti al solo 1,5%.Alle tariffe va applicata la riduzione prevista per Terranostra, pari al 15%. TRATTENIMENTI DANZANTI A PAGAMENTO (Aziende Agrituristiche) COMPENSI MINIMI € 28,60 Al minimo va applicata la riduzione specifica dell’Associazione di categoria.


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camPaGna amica

a cura di Luisa Bo

Alta Valle

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Una Vacanza in montagna, in Alta Val Borbera

a tranquillità della montagna... se avete bisogno di discoteche, semafori, seggiovie questo posto non fa' per voi, ma il silenzio ed i profumi sono incredibili”... Potrebbero bastare queste poche righe “rubate” tra gli innumerevoli commenti degli ospiti dell’Agriturismo Alta Valle per far comprendere, quanta passione la Famiglia Ferrari abbia riposto in questo angolo di Val Borbera, e sappia trasmettere agli ospiti, che non sono mai clienti ma “di casa”. Radici profonde, quelle dei Ferrari, radicate in queste montagne spopolate dal dopo guerra in poi, costellate di frazioni disseminate tra i boschi come un presepio e animate da pochi abitanti, dove invece Elena e i genitori hanno trovato il coraggio controcorrente, di ritornare e dove la nuova generazione appassionata, credendoci, se ne fa carico. Ma non basta il fascino turistico che queste montagne trasmettono per poter presidiare il territorio e rendere dignitoso vivere a Cabella Ligure, perciò, la sfida che sostiene l’Azienda Agricola Alta Valle è quella di fare sana impresa, con produzioni di reddito, mantenendo la salvaguardia dei luoghi, investendo sul recupero delle coltivazioni tradizionali, sull’allevamento di “bovini all’erba” e sull’allevamento semibrado di suini, in una dimensione “multi prodotto” che arriva sino alla commercializzazione del prodotto “finito”, cioè di salumi e

di carne sia attraverso la vendita al pubblico che con la somministrazione in agriturismo. I venticinque ettari sotto il monte Ebro, coltivati a patate, mais, grano saraceno, pisello proteico e foraggio, uniti all’allevamento di una cinquantina di suini di cinta senese, bovini, polli ruspanti, conigli e qualche alveare per una produzione di miele di circa 50kg/anno tutto con certificazione biologica ICEA, rappresentano la sfida di Alta Valle alla globalizzazione. Gli obiettivi dell’Azienda, sin dall’inizio, sono stati quelli di creare una struttura economicamente sostenibile e sana che abbia però un dichiarato occhio di riguardo al recupero ed alla salvaguardia del territorio e della salute e, di questo possiamo starne ben certi, perché, Claudio Ferrari e la moglie Daniela, medici genovesi, sono una garanzia implicita di quanto, una sana ed equilibrata alimentazione si basi su una buona materia prima, e non su integratori e “pietanze” strane, come molto spesso tanti nutrizionisti cercano di propinarci.

ALTA VALLE S.a.s. di elena Ferrari Fraz. piuzzo Cabella Ligure cell.347-3867270 www.altavalle.org info@altavalle.org

LA RICETTA DEL MESE

Castagnole di riso di Carnevale Ingredienti • 1 litro di latte intero; • 150 g riso originario; • 3 cucchiai di zucchero semolato più quello per spolverare le frittelle; • 3 uova, albumi e tuorli separati; • buccia grattata di 1 limone; • 3 cucchiai di rum; • 3 cucchiai rasi di farina “00”; • ca. 500 ml di olio per friggere.

contribUti all'apicoltUra, aperto il bando proVinciale

news agricoltura

L’AgrITUrIsMO dI CAMPAgnA AMICA

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L

a Provincia di Alessandria ha aperto i termini di presentazione delle domande di contributo a favore di apicoltori per l’acquisto di arnie con fondo a rete (bando provinciale 2012/2013). Potranno presentare domanda i produttori apistici singoli o associati iscritti alla Camera di Commercio e in possesso di partita IVA per attività apistica e del codice identificativo rilasciato dalla Direzione Politiche Agricole della Provincia. Per poter accedere ai benefici, i produttori devono condurre almeno 52 alveari, rilevati dall’ultimo censimento apistico, ed avere la disponibilità di locali di lavorazione dei prodotti dell’alveare (smielatura) in regola con le norme igienico-sanitarie. Per poter accedere al contributo sarà necessario acquistare un numero minimo di arnie pari a 30 e un numero massimo pari a 50, corrispondenti ad una spesa minima di 2.400 euro o una spesa massima di 4.000 euro per ogni domanda, considerando una spessa ammessa per ogni singola arnia pari a 80 euro. Il contributo è pari al 60% della spesa ammessa. Le domande saranno istruite ed ammesse a finanziamento secondo una graduatoria stabilita sulla base delle seguenti priorità: imprenditori agricoli professionali e, a parità di condizioni, giovani che abbiano compiuto 18 anni e che non abbiano ancora compiuto 40 anni al momento della presentazione della domanda (per le società vale la maggioranza dei soci); apicoltori che, nell’ultima denuncia annuale di possesso alveari, abbiano indicato il maggior numero di arnie; apicoltura biologica; aziende che, nel 2012, abbiano denunciato alle autorità competenti danni di avvelenamento. Le richieste di finanziamento dovranno essere presentate entro il 2 aprile 2013 alla Provincia di Alessandria - Direzione Politiche Agricole e Promozione del Territorio. Per informazioni rivolgersi alla Coldiretti-Aspromiele 0131-250368.

LA BRENTA di Simona Canepa Madonna della Villa 15071 - Carpeneto (AL) Tel. 0143-876028

Preparazione la sera prima, versare il latte in una pentola capiente e aggiungere il riso. Cuocere il riso a fuoco molto basso, mescolando spesso con un cucchiaio di legno per almeno 40 minuti, in modo che il riso diventi cremoso e pian piano si disfi. Alla fine della cottura il riso sarà molto morbido e cremoso. Versare il riso in una ciotola, coprirlo con la pellicola trasparente in modo che non secchi e farlo raffreddare completamente prima di metterlo in frigo. il giorno dopo. Aggiungere al riso completamente freddo i tuorli, lo zucchero, la buccia di limone grattata, il rum e la farina, mescolando per amalgamare il tutto. infine, incorporare delicatamente le chiare montate a neve ben ferma. Scaldare almeno 3 dita di olio in una padella per friggere. Quando l’olio raggiunge 180°C versare l’impasto, abbastanza morbido, grazie a due cucchiaini per dosarlo bene. Servile calde cosparse con abbondante zucchero semolato.

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serVizi alle Persone

news agricoltura

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A cura di Marino Ravera

DOMANDA di PENSIONE L

a riforma del sistema previdenziale ha previsto un graduale aumento dei requisiti anagrafici e contributivi per poter ottenere la pensione. Escludendo i trattamenti pensionistici di invalidità, le attuali possibilità di accedere alla pensione sono sostanzialmente di due tipologie: la pensione anticipata che dal 1.1.2012 ha sostituito la pensione di anzianità, e la pensione di vecchiaia. La prima viene erogata

Le regole per il 2013

quando viene raggiunta una certa anzianità contributiva senza considerare l’età del richiedente, mentre per la seconda occorre aver compiuto una certa età anagrafica in aggiunta alla presenza di almeno 20 anni di contributi accreditati presso l’Ente di previdenza. Periodicamente nei prossimi anni i requisiti, sia per la pensione di vecchiaia che per la pensione anticipata (fatti salvi ulteriori interventi legislativi circa le aspettative di

TABELLA A REQUISITI PENSIONE DI VECCHIAIA dal 1/01/2013 al 31/12/3013 CATEGORIA LAVORATRICI DIPENDENTI SETTORE PRIVATO LAVORATRICI AUTONOME (Colt. Dirette artigiane commerc.) e gest. separata LAVORATRICI E LAVORATORI dipendenti SETTORE PUBBLICO LAVORATORI AUTONOMI (Colt. Diretti artigiani commerc.) e gest. separata

REQUISITO CONTRIBUTIVO

REQUISITO ETA’

ALMENO 20 ANNI

62 ANNI E 3 MESI

ALMENO 20 ANNI

63 ANNI E 9 MESI

ALMENO 20 ANNI

66 ANNI E 3 MESI

ALMENO 20 ANNI

66 ANNI E 3 MESI

TABELLA B REQUISITI PENSIONE ANTICIPATA dal 1/01/2013 al 31/12/2013 CATEGORIA

REQUISITO CONTRIBUTIVO

REQUISITO ETA’

Tutte le CATEGORIE UOMINI

42 ANNI E 5 MESI

NON RICHIESTO

Solo DONNE LAVORATRICI AUTONOME (Colt. Dirette artigiane commerc.)

41 ANNI E 5 MESI

NON RICHIESTO

vita) saranno progressivamente ulteriormente aumentati, così come già previsto e riportato nelle tabelle ministeriali che hanno stabilito per un arco temporale che va dal 2012 al 2050 le ulteriori penalizzanti “aggiunte” di età e contribuzione. La decorrenza della pensione anticipata è fissata al primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda, mentre la pensione di vecchiaia viene erogata dal primo giorno del mese in cui l’assicurato ha compiuto l’età pensionabile. Occorre prestare attenzione alla distinzione, poiché per la pensione anticipata, se la domanda viene presentata dopo il perfezionamento dei requisiti, si perdono ratei di pensione. La domanda di pensione deve essere inoltrata esclusivamente per via telematica; per l’espletamento della relativa pratica, presso gli uffici del Patronato EPACA Coldiretti, dove tutti i cittadini possono ottenere assistenza completamente gratuita. Nel riportare di seguito i requisiti richiesti per l’anno 2013 per la pensione anticipata (Tab. B) e di vecchiaia (Tab. A), si evidenzia che per la pensione di vecchiaia, il requisito di età può essere diverso, a seconda del sesso e della categoria alla quale appartiene il lavoratore, tali disparità saranno eliminate a partire dall’anno 2018 quando l’età richiesta, sarà per tutti di 66 anni e 7 mesi. Si ritiene utile altresì riportare una ulteriore tabella (Tab. C) che riguarda i più favorevoli requisiti previsti per le sole donne che intendano optare per il calcolo contributivo. Se si esercita tale opzione che può consentire di ottenere anticipatamente la pensione, (12 mesi dopo i requisiti se dipendenti e 18 mesi dopo i requisiti se autonome) occorre precisare che l’importo della pensione sarà penalizzato.

TABELLA C REQUISITI PENSIONE ANTICIPATA CON OPZIONE AL CALCOLO CONTRIBUTIVO dal 1/01/2013 al 31/12/2013 CATEGORIA REQUISITO CONTRIBUTIVO REQUISITO ETA’ Solo DONNE LAVORATRICI 35 ANNI 57 ANNI E 3 MESI DIPENDENTI Solo DONNE LAVORATRICI 36 ANNI 58 ANNI E 3 MESI AUTONOME (Colt. Dirette artigiane commerc.)

modelli Sollecito red Avviso importante ai pensionati

N

el corso dei mesi di dicembre 2012 e gennaio 2013 ad

un certo numero di pensionati, l’Inps ha inviato una raccomandata ove informa di non aver ricevuto il modello

RED relativo ai redditi dell’anno 2010 e di avere per questo motivo, sospeso le prestazioni aggiuntive reddituali sulla pensione (assegni familiari, integrazione al minimo, maggiorazioni sociali ecc.). Raccomandiamo a tutti coloro che avessero ricevuto

tale comunicazione, di consegnarla tempestivamente agli uffici EPACA Coldiretti, in modo da adempiere alla compilazione e all’invio telematico e ripristinare così le prestazioni sospese. Precisiamo che in caso di coniugi pensionati potrebbero essere pervenute DUE comunicazioni e che in tale eventualità occorrono comunque entrambi gli avvisi.

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dicembre

QUALE 2013?

news agricoltura

A colloquio con il consigliere ecclesiastico

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Si è chiuso il 2012. Dodici mesi all’insegna della paura, della crisi economica, (ma anche sociale), della pressione fiscale, della disoccupazione, della difficoltà da parte della maggioranza delle famiglie italiane di far fronte a questa difficile situazione (cosa succederà quando saranno esaurite le “scorte” e i risparmi dei nonni?). E nessuno sembra avere la soluzione per superare questo momento. Chi ha governato in questo 2012 viene giudicato da una parte degli italiani come il salvatore della patria e dall’altra parte come colui o coloro che ci hanno portato alla miseria. Noi cristiani, che crediamo di essere amati da Dio, siamo tentati di pensare di essere amati decisamente meno dagli uomini. Noi cristiani siamo convinti che le crisi economiche sono la conseguenza di quelle morali. Riaffermiamo la convinzione che non si uscirà dalla crisi senza la rifondazione dei valori fondanti la comunità. Più fiducia nelle persone, nei giovani, piuttosto che nella finanza. Più attenzione alle necessità di chi si trova in difficoltà, attraverso scelte coraggiose: meno spese militari, più abitazioni a prezzi accessibili e più posti di lavoro. Chi vieta di destinare parte del gettito fiscale derivante dagli immobili al sostegno a chi non ha casa? Sembra un manifesto elettorale, ma è solo Vangelo. In una domenica del tempo di Natale proprio il Vangelo ci ha richiamati al significato del nostro battesimo. La nostra condizione è quella di persone amate, chiamate ad amare. Io ho paura non tanto per quelli che chiedono di essere “sbattezzati” quanto per quelli che non solo non ricordano la data del loro battesimo, ma neppure gli impegni che ne derivano. La rinascita della nostra comunità non passa solo attraverso il risanamento dei conti, ma prima di tutto alzando il livello culturale in ogni campo. Don Lorenzo Milani disse: “Io non credo in Dio! Sarebbe troppo poco! Gli voglio bene”. E dopo Dio, quanto bene volle alle persone! Pensiamoci se vogliamo uscire dal tunnel ed essere... un po’ più belli! Don Ivo

riconoScimento all’aVV. caraccio

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MERITATA PENSIONE PER UNO DEI PILASTRI DEL FORO ALESSANDRINO

urante l’ultimo Consiglio provinciale Coldiretti che si è svolto prima della pausa natalizia è stata consegnata una targa di riconoscimento all’avvocato Gherardo Caraccio (nella foto tra il Direttore Simone Moroni e il Presidente Roberto Paravidino) per il proficquo rapporto di collaborazione instaurato con la Federazione alessandrina. L’avvocato Caraccio infatti, è sempre stato al fianco del mondo agricolo in diverse occasioni, per tutelare gli interessi sia degli imprenditori che della stessa Coldiretti. Un “matrimonio” durato diversi decenni che lo ha sempre visto in prima linea. Un doveroso grazie da parte del mondo agricolo alessandrino.

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dicembre

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LUTTI ✟ 15/05/1929 - dicembre 2012 ✟ La Coldiretti alessandrina si unisce al dolore della famiglia Tartara, per la scomparsa del caro

GINO

Socio di San Giuliano Nuovo ✟ 1920 - 2012 ✟ Sentite condoglianze a Giuseppe Lenti per la scomparsa della cara moglie

CLOTILDE LUMANI Socia di Bassignana ✟ 08/07/1929 - 22/12/2012 ✟ La Coldiretti di Alessandria è particolarmente vicina alla famiglia Coppo per la perdita della cara

CARLA Socia di Terruggia ✟ 14/07/1930 - 05/12/2012 ✟ Sentite condoglianze alla famiglia Bordo da parte di tutta la Coldiretti per la perdita del caro

CARLO Socio di Bergamasco ✟ La Coldiretti tutta si unisce al dolore del Sindaco di Montemarzino per la perdita del caro papà

PIERINO fERRARI ✟ La Coldiretti di Alessandria si unisce al dolore di Paolo Poggio, per la perdita del caro papà

DESIDERIO ex sindaco ed ex presidente della sezione del Comune di Brignano Frascata

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