Agricoltura Alessandrina Coldiretti Alessandria

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Coldiretti Alessandria - Anno 62° numero 2 - 19/02/2015 www.alessandria.coldiretti.it Poste Italiane Spa - Spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art.1 Comma 1, DCB - Alessandria

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QUeSto perioDico È aSSociato a UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

Editoriale

Editoriale

agricoltura

le parole chiave della nostra grande

COLDIRETTI Il nostro impegno sarà quello di creare maggiori opportunità per le imprese, in completa sinergia con il contesto territoriale sul quale ci muoviamo. Al centro la ”persona”, portatrice di capacità e apporti migliorativi

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nnovazione e crescita: vogliamo partire da qui, perché queste saranno le due parole ricorrenti durante le riunioni che vedranno la nostra base protagonista, zona per zona. Quando leggerete questo editoriale in molte aree della provincia gli incontri saranno già terminati con l’auspicio di aver chiarito buona parte dei dubbi su molte delle questioni normative che hanno tenuto alta l’attenzione in queste ultime settimane. il riferimento alla vicenda dell’imu è scontato, ma anche il nuovo Psr che tarda a partire e poi la riforma della Pac che, nonostante se ne parli da tanto, ancora non è stata fatta completa chiarezza su molti aspetti. nelle pagine della rivista troverete approfondimenti su tutto questo: il nostro obiettivo è quello di continuare a tenere alta l’attenzione su quelle che sono le priorità del mondo agricolo partendo da uno speciale dedicato alla mobilitazione in difesa della filiera del latte e del settore della zootecnia. La provincia alessandrina non è a carattere prevalentemente zootecnico, è vero, ma non dobbiamo dimenticare che da sempre proprio l’ “andamento” di questo settore rispecchia quello che è l’ “andamento economico” del Paese. e a questo punto non credo serva aggiungere altro! il nostro impegno va oltre: in difesa del vero Made in Italy per creare maggiori opportunità di crescita alle nostre imprese, in completa sinergia con il contesto territoriale sul quale ci muoviamo dove conoscere approfonditamente le condizioni economiche e sociali più caratterizzanti che contraddistinguono lo stesso territorio è una condizione che da tempo riteniamo indispensabile. molti di voi ricorderanno com’era la nostra Organizzazione prima degli anni 2000, cioè prima che il Sistema Coldiretti prendesse forma. il cambiamento è iniziato con la presentazione del “Patto con il Consumatore” da lì in poi sono entrati a far parte del linguaggio comune concetti come: sicurezza alimentare, tracciabilità, etichettatura ed origine, Ogm free, produzioni Km.0, mercati degli agricoltori, vendita diretta, Made in Italy, italian sounding, agropiraterie. in un contesto storico ad alta criticità e di difficile leggibilità, è di notevole interesse osservare come alcuni elementi, quali l’attenzione alla cosiddetta economia “reale” o ancora di più i valori di una razionalità comportamentale degli operatori, siano caratteristiche strutturali dell’agire nell’impresa agricola. agire che si esplicita nelle sue relazioni con bisogni fondamentali di consumo e di qualità della vita delle persone. La cultura competitiva e la necessaria gestione imprenditoriale non possono indurre l’imprenditore agricolo a perdere di vista questi valori strutturali e comportamentali. e’ con tale consapevolezza e senso di responsabilità che Coldiretti, negli ultimi anni, ha elaborato modalità adattative e innovative di rappresentanza, percorrendo strategie di modernizzazione entro un paradigma di “rigenerazione” dello specifico modo di essere dell’agricoltura italiana. Coldiretti si è posizionata per sostenere la qualità dei prodotti e la competitività dei territori e del Made in Italy, contribuendo a rendere l’agricoltura protagonista di un modello di sviluppo basato sulla innovazione e sul rapporto con il territorio. Oggi rappresentiamo una moderna forza sociale, alleata nel Paese e nel territorio con gli attori dello sviluppo, a partire proprio dai cittadini consumatori, ha costruito le premesse politiche, sociali e legislative per riconsegnare all’agricoltura il diritto/dovere di essere sistema di imprese tra le imprese. Forti di tutto questo abbiamo messo al centro la ”persona”. Questa è la Coldiretti che dobbiamo far crescere per essere sempre di più... forza amica del Paese!

simone moroni Direttore

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periodico del mondo agricolo di coldiretti alessandria

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INNOVAZIONE

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Periodico edito da impresa Verde alessandria d i r e t t o r e a m m i n i s t r at i V o simone moroni direttore resPonsabile ilaria lombardi G r a f i c a , i m Pa G i n a z i o n e christian boero H a n n o c o l l a b o r at o a q u e s t o n u m e r o alessandro albertelli, luisa bo, renato delmastro, alberto Pansecchi, andrea Piccaluga, don ivo Piccinini, marino ravera, emanuele sconfienza.

n°2- Febbraio 2015

fotoGrafie

in copertina

archivio coldiretti, christian boero

Papa Francesco a Coldiretti: “Custodiamo la madre terra fonte di vita”

redazione ed amministrazione corso crimea 69 - 15121 alessandria tel. 0131 235891 - fax. 0131 252144

reGistrazione tribunale

Chiuso in redazione il 19 Febbraio 2015

di alessandria n.69 del 21.1.1953

aGenzia

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Quirinale

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COLDIRETTI: CON MATTARELLA EQUILIBRIO PER NUOVA CRESCITA

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on Sergio mattarella arriva al Colle una figura di grande profilo con l’esperienza e l’equilibrio necessari in questi momenti di grande cambiamento. e’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto moncalvo nell’esprimere apprezzamento per l’elezione. “Le doti di esperienza, correttezza e determinazione del nuovo presidente della Repubblica sono fondamentali - ha sottolineato moncalvo - per costruire un clima favorevole ad una nuova e necessaria fase di crescita e di sviluppo del Paese. La sua storia personale - ha concluso moncalvo - è una garanzia di impegno per tutti i cittadini e per le imprese nella lotta all’illegalità che nell’economia italiana vale il 10% del Pil”.

oVada - Via cairoli, 42 tel. 0143 86268 - fax. 0143 833305 tortona - Via s. marziano, 4 tel. 0131 861965 - fax. 0131 863903

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coldiretti alessandria alla mobilitazione per salvare le stalle italiane

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a partecipato anche Coldiretti alessandria all’iniziativa “un giorno da allevatore a Palazzo Reale” che si è svolta venerdì scorso in piazza Castello, nonostante il maltempo. “mungere insieme per non essere munti” e “La nostra carne per il nostro Piemonte” sono stati gli slogan che hanno fatto da leit motiv della mattinata che ha visto susseguirsi sul palco gli interventi dei presidenti delle Federazioni provinciali di torino e Cuneo, zone particolarmente vocate alla zootecnia. a seguire hanno preso la parola i presidenti di alessandria, asti, dell’interprovincia vercelli-Biella e novara-vco. Presente alla manifestazione piemontese anche una delegazione di Coldiretti Liguria e valle d’aosta. un messaggio di solidarietà agli allevatori è arrivato dall’assessore regionale all’agricoltura, giorgio Ferrero: “Pieno sostegno agli allevatori e condivisione della delibera presentata in Regione per sostenere l’origine in etichetta e l’eliminazione della secretazione dei dati sull’importazione del latte e dei suoi derivati”.“mi unisco a quanto ha affermato l’assessore Ferrero per rimarcare come ci sia l’esigenza di estendere l’origine in etichetta, attualmente obbligatoria per il latte fresco, anche al latte uht e a tutte le produzioni lattiero caseari - ha affermato Simone moroni, direttore Coldiretti alessandria - e’ fondamentale, inoltre, rendere noti i dati sulle importazioni al fine di rendere ancora più effi-

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il Presidente nazionale Coldiretti Roberto moncalvo impegnato nella mungitura nel corso della manifestazione.

caci i controlli da parte degli organi preposti. dobbiamo sostenere gli allevamenti da carne, in primis quelli della pregiata razza Piemontese, attraverso adeguati interventi di politica agricola”, ha concluso moroni. il settore zootecnico registra uno stato di profonda sofferenza: i prezzi riconosciuti allo stato attuale sono palesemente inferiori ai costi di produzione del latte sostenuti dagli allevatori e non consentono un’adeguata remunerazione del loro lavoro. Per ogni litro di latte, solo il 17% va all’allevatore. dal 2007 ad oggi il Piemonte ha perso il 16% di allevamenti e l’importazione di latte è pari ad un terzo di quello prodotto. nella nostra regione, nonostante il prezzo del latte sia indicizzato, in seguito all’accordo Compral Latte - inalpi - Ferrero che coinvolge tutte le province piemontesi, ha 260 soci ed una produzione annua del valore

di 45 milioni di euro, si è registrato un calo della remunerazione agli allevatori.alla filiera vengono conferiti 2900 quintali di latte al giorno, 1 milione e 95 mila quintali annui pari all’11% della produzione regionale. tale strumento d’indicizzazione costituisce un riferimento esemplare nello panorama italiano. Rimane, comunque, il problema relativo all’aumento delle importazioni di latte e prodotti caseari per cui l’attuale normativa di riferimento in materia di etichettatura non consente un’adeguata e trasparente distinzione dei prodotti nazionali con il rischio di omologazione e di sostituzione, nella fase di trasformazione, del latte territoriale con latte importato. La mancanza d’informazioni sull’origine del prodotto, infatti, fatta eccezione per il latte fresco ed i formaggi dOP, consente di importare latte dall’estero e trasformarlo magica-


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mente in mozzarelle, grana e altri formaggi “italiani”, rendendo indistinta oltre il 40% della produzione nazionale. in questo scenario, Coldiretti vuole l’intervento del governo, delle Regioni, della Comunità europea per arrivare a rendere obbligatoria l’origine in etichetta per il latte uht e per tutti i prodotti caseari, oltre ad attuare misure di sostegno agli allevamenti previste dal Piano nazionale di Sviluppo Rurale e a promuovere latte e formaggi di qualità italiani, a partire dalle scuole. all’autorità garante della Concorrenza e del mercato, invece, si chiede anche di intervenire contro le forme di concorrenza sleale. inoltre, in un contesto in cui quattro prosciutti su cinque venduti in italia provengono da maiali allevati in Olanda, danimarca, Spagna e Francia e la quasi totalità della bresaola igp valtellinese ha origini da zebù brasiliani, è necessario realizzare un piano nazionale di promozione della carne bovina nata, allevata e macellata in italia. Per far fronte, invece, al calo dei consumi di carne bovina, passati dai 21 kg procapite all’anno ai 17, a causa soprattutto della crisi economica, Coldiretti chiede di promuovere iniziative per il consapevole, corretto ed “educato” consumo di carne bovina italiana, la più controllata al mondo e di mettere in atto, anche attraverso il Programma di sviluppo Rurale, strumenti atti a favorire l’aggregazione della filiera, riequilibrando il rapporto con la gdO. “Parimenti a quanto richiesto per il latte, è opportuno rendere pubblici i dati relativi alle importazioni di carne in italia e recepire, in tempi brevi, a livello nazionale, il regolamento ue 1337 del 2013 riferito alle nuove norme sull’etichettatura delle carni fresche, con l’indicazione obbligatoria dell’origine. - ha aggiunto Roberto Paravidino, presidente Coldiretti alessandria Occorre anche incentivare, attraverso adeguate scelte nella PaC, la linea vacca/vitello che aiuterebbe a rendere l'italia autosufficiente sul settore carne”.a fine mattinata una delegazione di presidenti e direttori delle Federazioni provinciali, unitamente al direttore regionale, antonio de Concilio, ha consegnato in prefettura il dossier “L’attacco alle stalle italiane”. “accogliamo con orgoglio questo segno concreto di solidarietà, vicinanza e sostegno al lavoro che tutti i giorni svolgono gli allevatori italiani, per garantire latte fresco e grandi formaggi Made in Italy ma anche la biodiversità e il presidio del territorio” ha concluso il presidente Coldiretti alessandrina Roberto Paravidino nel sottolineare che “ora bisogna creare le condizioni nella filiera per dare il giusto valore al latte italiano”.

SoSteGno delle IStItuZIonI

aGlI allevatorI

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rande supporto agli allevatori è giunto dalla mobilitazione in piazza Castello. un segno concreto l’hanno dato anche le istituzioni. attraverso l’assessore all’agricoltura giorgio Ferrero, il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, ha dato assicurazione che nella prossima giunta utile adotteranno una delibera a sostegno delle richieste di Coldiretti e daranno vita a tutti gli atti che sono di diretta competenza della Regione per la valorizzazione della zootecnia piemontese. Lo

stesso impegno è stato assunto dal sindaco Piero Fassino, rappresentato alla manifestazione dall’assessore alle attività Produttive domenico mangone e dall’assessore all’ambiente enzo la volta. intanto, il prefetto Paola Balisone ha fatto giungere alla delegazione dei dirigenti delle Federazioni provinciali del Piemonte assicurazione in merito alla trasmissione del manifesto della mobilitazione alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al ministero degli interni ed al garante della Concorrenza e del mercato.

crISI: PreZZo latte moltIPlIca

4 volte da Stalla a tavola

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l prezzo del latte fresco moltiplica piu’ di quattro volte dalla stalla allo scaffale con un ricarico del 328% che è esploso nell’ultimo anno per il taglio del 20 per cento nel compenso riconosciuto agli allevatori mentre il prezzo al consumo tende addirittura ad aumentare. e’ quanto emerge dal dossier “L’attacco alle stalle italiane” presentato dalla Coldiretti in occasione della piu’ grande operazione di mungitura pubblica mai realizzata in italia e nel mondo con ministri del governo, governatori delle Regioni, Sindaci, politici, esponenti della cultura, dello spettacolo e del mondo economico e sociale nelle stalle allestite nelle principali città italiane per mungere, dare da mangiare e custodire gli animali. Sulla base delle elaborazioni Coldiretti su dati ismea il latte viene pagato agli allevatori in media 0,35 centesimi al litro, con un calo di oltre il 20 per cento rispetto allo scorso anno, mentre al consumo il costo medio per il latte di alta qualità è di 1,5 euro al litro, di qualche centesimo superiore allo scorso anno. in altre parole - spiega la Coldiretti - gli allevatori devono vendere tre litri di latte per bersi un caffè al bar, quattro litri per un pacchetto di caramelle, quattro litri per una bottiglietta di acqua al bar mentre quasi 15 litri per un pacchetto di sigarette. ma soprattutto il prezzo riconosciuto agli allevatori - sottolinea la Coldiretti - non copre neanche i costi per l’alimentazione degli animali e

sta portando alla chiusura di una media di 4 stalle al giorno con effetti sull’occupazione, sull’economia, sull’ambiente e sulla sicurezza alimentare degli italiani. una accelerazione favorita anche dall’embargo deciso dalla Russia ai prodotti agroalimentari europei che - sottolinea la Coldiretti - oltre a penalizzare direttamente le esportazioni dei formaggi tipici Made in Italy sta facendo arrivare in italia il latte che gli altri Paesi europei prima esportavano nel paese di Putin.a rischio c’è un settore che rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare italiano con 36 mila imprese di allevamento che producono 11 milioni di tonnellate di latte bovino di produzione complessiva e generano nella filiera un valore di 28 miliardi di euro con quasi 180 mila gli occupati della filiera. Circa la metà del latte consegnato (45,5% per circa 50 milioni di quintali), è destinato alla produzione di ben 48 formaggi dOP. “nella forbice dei prezzi dalla stalla alla tavola c’è spazio da recuperare per consentire ai consumatori di acquistare un prodotto indispensabile per la salute e per dare agli allevatori italiani la possibilità di continuare a garantire una produzione di qualità con standard di sicurezza da record”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto moncalvo nel sottolineare che “a dimostrarlo ci sono gli esempi significativi di gruppi lungimiranti della distribuzione e dell’industria che ci auguriamo possano essere seguiti da tutti”.

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CriSi: STranieri 3 liTri Di laTTe Su 4, eTiCHeTTa inGanna

quote latte

24 milioni di litri di latte

passano ogni giorno le frontiere per diventare italiani

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re cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta. dalle frontiere italiane passano ogni giorno 24 milioni di litri di latte equivalente tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate polveri di caseina per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all’insaputa dei consumatori. Complessivamente in italia - sottolinea la Coldiretti - sono arrivati 8,6 miliardi di chili in equivalente latte (fra latte liquido, panna, cagliate, polveri, formaggi, yogurt e altro) che vengono utilizzati in latticini e formaggi all’insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori perché non è obbligatorio indicare la provenienza in etichetta. ad essere spacciato come italiano è il latte proveniente in cisterne soprattutto da germania, Francia, austria, Slovenia, ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia e Olanda. in particolare si assiste ad un sostanziale aumento dell’import dei Paesi dell’est (+18% Ungheria, +14% Slovacchia, +60% Polonia) e una diminuzione di quello importato dai Paesi dell’Ovest (-7% dalla Germania e -13% dalla Francia), secondo le elaborazioni Coldiretti su dati istat relative ai primi dieci mesi del 2014. Ci sono però anche le cagliate da impiegare nella produzione di mozzarelle che arrivano principalmente dai Paesi dell’est per un quantitativo che ha raggiunto il milione di quintale all’anno ed è diretto per un terzo in Campania. e tra i Paesi esportatori la Lituania negli ultimi 3 anni ha triplicato le spedizioni in italia. un chilogrammo di cagliata usata per fare formaggio sostituisce circa dieci chili di latte e la presenza non viene indicata in etichetta perché non è ancora obbligatoria l’indicazione di origine Oltre ad ingannare i consumatori ciò fa concorrenza sleale nei confronti dei produttori che utilizzano esclusivamente latte fresco. ma sul mercato europeo ed anche in italia sono arrivati anche i similgrana di bassa qualità spesso venduti con nomi di fantasia che ingannano i consumatori sulla reale

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origine che è prevalentemente di Repubblica Ceca, ungheria, Polonia, estonia e Lettonia. una concorrenza sleale nei confronti degli autentici Parmigiano reggiano e grana Padano che devono essere ottenuti nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione. il mercato dei similgrana prodotti nell’unione europea è una operazione che, da calcoli prudenziali, vale sul mercato della distribuzione 2 miliardi di euro e che equivale, in termini di valore, all’export di Parmigiano Reggiano e grana Padano.“in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza e lo stop al segreto sui flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero è un primo passo che va completato con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto moncalvo.

un momento della mobilitazione.

fInIScono QueSt’anno con nuove multe Con la fine del regime delle quote latte è prevedibile un aumento della produzione lattiera italiana

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ell’ultimo anno di attuazione del regime delle quote latte che terminerà il 31 marzo 2015 rischiano di arrivare nuove multe per il superamento da parte dell’italia del proprio livello quantitativo di produzione assegnato dall’unione europea, dopo quattro anni in cui nessuna multa è stata dovuta dagli allevatori italiani. il rischio di superare le quote assegnate nella campagna 2014/2015 è dimostrato - continua la Coldiretti - dal trend di aumento del 3,37 per cento rispetto allo scorso anno registrato dall’agea tra aprile e novembre. La questione quote latte - ricorda Coldiretti - è iniziata 30 anni fa nel 1983 con l’assegnazione ad ogni Stato membro dell’unione di una quota nazionale che poi doveva essere divisa tra i propri produttori.all’italia - conclude la Coldiretti - fu assegnata una quota molto inferiore al consumo interno di latte. il 1992, con la legge 468, poi il 2003, con la legge 119, e infine il 2009, con la legge 33, sono state le tappe principali del difficile iter legislativo per l’applicazione delle quote latte che ha consentito alla stragrande maggioranza degli allevatori di mettersi in regola. Con la fine del regime delle quote latte è prevedibile un aumento della produzione lattiera italiana e comunitaria che potrebbe aumentare del 5%, secondo le stime della Coldiretti, con il rischio di ripercussioni negative sui prezzi del latte alla stalla, con notevoli difficoltà soprattutto per gli allevamenti da latte che risiedono nelle zone più fragili e sensibili del nostro Paese e dell’unione. “Occorre intervenire a livello comunitario e nazionale per preparare con strumenti adeguati un atterraggio morbido all’ uscita del sistema delle quote”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto moncalvo nel sottolineare che è importante che le risorse previste dal “Fondo latte di qualità” vadano agli allevatori.


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la preSenza Della mulTinazionale laCTaliS in iTalia inizia nel 2003 aCQuiSenDo invernizzi

Il latte franceSe “PIGlIatutto”, IntervenGa antItruSt Sul terrItorIo

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Coldiretti e Codacons: chiarezza sulla questione dei prezzi e dei costi di produzione

ultima operazione della multinazionale del latte francese Lactalis è stata l’acquisizione del Consorzio Cooperativo Latterie Friulane annunciata silenziosamente a fine anno e festeggiata con una lettera in cui si annunciava agli allevatori italiani fornitori dei diversi marchi del gruppo un ulteriore taglio a 35 centesimi al litro del prezzo del latte. La Coldiretti e il Codacons chiedono con un esposto di fare luce sugli abusi di dipendenza economica a danno dei produttori di latte fresco all’autorità garante della Concorrenza e del mercato (agCm). La presenza della multinazionale francese Lactalis in italia inizia nel 2003 con l’acquisizione dell’invernizzi, continua con quella della galbani e della Locatelli e poi nel 2011 con la Parmalat ed infine con l’acquisizione del Consorzio Cooperativo Latterie Friulane.a ciò si aggiunge - denuncia la Coldiretti - la strana storia della Centrale del Latte di Roma, che vede coinvolta la multinazionale francese Lactalis. nel marzo del 2010 una Sentenza del Consiglio di Stato ha dichiarato la nullità della vendita della Centrale del Latte di Roma a Cirio da parte del Comune di Roma e tutti gli atti conseguenti, compresa la successiva vendita a Parmalat, pertanto le azioni della Centrale del Latte sono ritornate al Comune di Roma, il quale però, dopo cinque anni, non ha ancora avviato le procedure di recupero delle proprie azioni. intanto il progetto per il recupero della Centrale è chiaro: prevede un ruolo di partecipazione diretto degli allevatori nelle scelte che riguardano l’azienda. il risultato di questa situazione di mercato è - denunciano Coldiretti e Codacons un evidente squilibrio contrattuale tra le parti che determina un abuso, da parte dei trasformatori, della loro posizione economica sul mercato, dalla quale gli allevatori dipendono. i prezzi praticati dagli intermediari della filiera del latte fresco sono iniqui e gli allevatori manifestano ormai evidenti segni di cedimento. La Coldiretti, sostenuta anche dall’intervento di Codacons, hanno chiesto, allora, all’antitrust (agCm) che si faccia chiarezza sulla questione dei prezzi e dei costi di produzione, ar-

il Presidente provinciale Coldiretti Roberto Paravidino durante il suo intervento in piazza Castello a torino gomento ancora troppo poco indagato, e che si individui la situazione di abuso in cui le imprese di trasformazione operano a danno di chi garantisce una materia prima di qualità. La recente legge n. 27 del 2012 - ricorda la Coldiretti - ha disposto interventi urgenti a tutela della concorrenza e dello sviluppo della competitività prevedendo, all’articolo 62, una disciplina specifica in materia di cessione dei prodotti agricoli e agroalimentari nelle relazioni commerciali. La particolare attenzione alle relazioni contrattuali nel settore agricolo è dovuta al riconoscimento della posizione di “debolezza” in cui versa una parte contraente rispetto ad imprese più forti sul mercato. il decreto che ha dato attuazione all’articolo 62 vieta le pratiche commerciali sleali e, in particolare, quelle pratiche che determinano prezzi palesemente al di sotto dei costi di produzione medi dei prodotti oggetto delle relazioni commerciali e delle cessioni da parte degli imprenditori agricoli.

il direttore Coldiretti alessandria Simone moroni sul palco allestito in occasione della manifestazione a palazzo Reale lo scorso 6 febbraio.

dicHiarazione di giorgio Ferrero

la trasparenza del mercato per salvare il latte piemontese

“L

a Regione Piemonte ha ben presente i problemi del settore, e li considera con serietà. e’ questo un po’ il senso della nostra partecipazione all’iniziativa torinese della Coldiretti. il nostro impegno, per il latte come per tutti gli altri prodotti della nostra terra, è nel tentare in tutti i modi di garantire la trasparenza del mercato, sia nel meccanismo della produzione che in quello della vendita, in modo che il consumatore sappia che cosa sta acquistando. in questo senso rendere chiara l’identità del latte piemontese nei prodotti al consumo, attraverso la trasparenza dell’etichetta rispetto al luogo di mungitura, significa esaltarne il valore e la qualità. Solo la trasparenza può rendere giustizia, anche economica, alla nostra produzione di pregio”.

L’assessore all’agricoltura Regionale giorgio Ferrero mentre effettua la mungitura in piazza Castello: rendere chiara l’identità per il latte piemontese

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attuaLità - conto alla rovescia per expo

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eXpo: CHiuSe 60 azienDe al Giorno, moBiliTazione Si eSTenDe

moncalvo: da eXPo occaSIone

ImPortante Per “camBIare verSo”

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La partecipazione di Coldiretti a “Le idee di EXPO 2015 - verso la carta di Milano”

on la chiusura in media di 60 aziende al giorno l’agricoltura italiana si presenta all’expo con 155mila imprese in meno rispetto all’inizio della crisi nel 2007 e non puo’ permettersi dl perdere l’opportunità di rilancio offerta dalla grande esposizione universale. e’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto moncalvo nell’annunciare che, dopo la protesta del latte, si estende la mobilitazione della Coldiretti per difendere l’economia e il lavoro delle campagne dalle importazioni di bassa qualità che varcano ogni giorno i confini per essere spacciate come italiane, in occasione “Le idee di expo 2015 - verso la carta di milano” organizzata dal ministero delle Politiche agricole. L’expo - ha sottolineato moncalvo - rappresenta una occasione imperdibile per cambiare definitivamente verso al sistema agroalimentare in una situazione in cui dall’inizio della crisi è crollato il numero di imprese agricole con l’aumento della dipendenza dai prodotti agricoli che arrivano dall’estero.“La chiusura di un’azienda agricola significa maggiori rischi sulla qualità degli alimenti che si portano a tavola e minor presidio del territorio, lasciato all’incuria e alla cementificazione”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto moncalvo nel sottolineare che “l’appuntamento di milano è .una occasione per combattere concretamente i due furti ai quali è sottoposta giornalmente l’agricoltura: da una parte il furto di identità

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e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio cibo proveniente da chissà quale parte del mondo come italiano; dall'altra il furto di valore aggiunto che vede sottopagati i prodotti agricoli senza alcun beneficio per i consumatori per colpa di una filiera inefficiente”. Per questo è necessario avviare un percorso di collaborazione con tutti i soggetti che hanno a cuore il patrimonio agroalimentare italiano come complesso di prodotti che ne costituiscono la massima espressione qualitativa e dei valori immateriali, a partire dalle associazioni dei consumatori, dell’ambiente e della società civile. contiene materie prime straniere circa un terzo (33%) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in italia ed esportati con il marchio Made in Italy, all’insaputa dei consumatori e a danno delle aziende agricole. “gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali - sottolinea la coldiretti - riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in italia all’insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere”. Con l’expo dobbiamo por-

tare - continua il presidente della Coldiretti Roberto moncalvo - il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti. ma è necessario che siano anche resi trasparenti i flussi commerciali con il superamento del segreto sulle aziende che importano materie prime dall’estero. L’appello di Papa Francesco a ripensare “a fondo il sistema di produzione e di distribuzione del cibo” ci conforta nel nostro impegno per dare un adeguato riconoscimento economico e sociale del lavoro nei campi dove ha sottolineato moncalvo - pesano gli effetti di una globalizzazione senza regole che favorisce lo sfruttamento, la speculazione sul cibo e sottopaga i nostri prodotti”. il risultato - ha precisato moncalvo - è che per ogni euro speso dai consumatori italiani per acquistare alimenti appena 15 centesimi arrivano nelle tasche agli agricoltori. l’italia ha perso negli ultimi venti anni il 15% delle campagne per effetto della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto di 2,15 milioni di ettari la terra coltivata. Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) con il risultato che in italia - sottolinea la Coldiretti - oltre 5 milioni di cittadini si trovano in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni che riguardano ben il 9,8 per cento dell’intero territorio nazionale. Per proteggere il territorio ed i cittadini che vi vivono l’italia - so-


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stiene la Coldiretti - deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle città e dall’abbandono nelle aree marginali con un adeguato riconoscimento dell’attività agricola che ha visto chiudere 1,2 milioni di aziende negli ultimi venti anni. nei cittadini come nella classe dirigente sta pero’ crescendo finalmente la cultura del valore dell'agroalimentare, della salvaguardia del territorio e del cibo che è una delle poche leve per tornare a crescere e lo dimostra anche - continua la Coldiretti - la decisione di mantenere in italia il divieto di coltivare ogm come chiedono quasi otto italiani su dieci è un ottimo biglietto da visita per il Made in Italy alimentare in vista dell’expo ha concluso moncalvo in riferimento alla sentenza del tar e alla recente firma da parte del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, del ministro delle politiche agricole maurizio martina e di quello dell’ambiente, gian Luca galletti del decreto che sancisce il divieto di coltivazione di mais Ogm mOn810 per un periodo di 18 mesi in attesa del via libera finale alla direttiva europea. in questo senso - ha precisato moncalvo - abbiamo accolto con grande favore anche la decisione del ministro delle Politiche agricole maurizio martina di avviare una consultazione pubblica on line per sostenere l’indicazione di origine negli alimenti e spingere a livello europeo per rendere le etichette più trasparenti. una opportunità - ha concluso moncalvo - per accelerare un percorso dal quale dipende la sopravvivenza dell’agricoltura italiana. oggi in italia la metà della spesa è

l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto e dal 1° luglio 2009 l’obbligo di indicare anche l’origine delle olive impiegate nell’olio. ma l’etichetta - precisa la Coldiretti - resta anonima oltre che per gli altri tipi di carne anche per i salumi, i succhi di frutta, la pasta ed i formaggi. L’italia sotto il pressing della Coldiretti è all’avanguardia in questo percorso: il 7 giugno 2005 è scattato l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco; dal 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy per effetto dell’influenza aviaria; a partire dal 1 gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.

anonima, anche se il nuovo regolamento comunitario entrato in vigore il 13 dicembre prevede che a partire dal prossimo 1 aprile 2015 dovranno essere indicate in etichetta luogo di allevamento e di macellazione di carni suine e ovi-caprine. ad oggi, quindi, in europa è in vigore l’obbligo di indicare l’origine della carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca, dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova, a partire dal primo agosto 2004

LA META’ DELLA SPESA DEGLI ITALIANI RESTA ANONIMA Cibi con l’indicazione di provenienza

E quelli senza

Carne di pollo e derivati

Pasta

Carne bovina

Carne di maiale e salumi

Frutta e verdura fresche

Carne di coniglio

Uova

Frutta e verdura trasformata

Miele

Derivati del pomodoro diversi da passata

Passata di pomodoro

Formaggi

Latte fresco

Derivati dei cereali (pane, pasta)

Pesce

Carne di pecora e agnello

Extravergine di oliva

Latte a lunga conservazione

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Concentrato di pomodoro e sughi pronti

nelle foto (in alto) il ministro delle Politiche agricole maurizio martina al fianco di Coldiretti nella battaglia per l’etichettatura trasparente dei prodotti e per mantenere in italia il divieto di coltivate Ogm come chiedono otto cittadini su dieci. Purtroppo oggi metà della spesa resta anonima con gravi conseguenze per la salute e l’economia dei consumatori e del “Sistema Italia”.

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i nostri imprenditori Hanno bisogno di un segnale tangibile e coraggioso

imu agricola LA POSIzIONE DI

COLDIRETTI SULLA NUOvA IMPOSTA

sino al 31 marzo 2015

SENzA SANzIONI SENzA INTERESSI E’ necessario evitare le incongruenze che esistono rispetto alle reali condizioni dei terreni coinvolgendo gli enti territoriali alle multe per chi pagherà l’imu in ritardo e si applichi l’aliquota ridotta: per il pagamento dell’imposta arriva un appello dalla Coldiretti di alessandria che ha incontrato un parlamentare del territorio, il Senatore Federico Fornaro, relatore del provvedimento all’esame della commissione finanze, per saperne di più sulle ultime novità normative approvate dal governo. una riunione alla quale hanno partecipato i vertici dell’Organizzazione per sottolineare le motivazioni per le quali tale imposizione, su un bene strumentale qual è il terreno, appare iniqua e fortemente penalizzante per quelle imprese che hanno, tra l’altro, il grande merito di operare in aree difficili, concorrendo a mantenere lavoro ed occupazione, e svolgendo un ruolo determinante per la difesa permanente del territorio, contrastando il pericolo, sempre presente, di dissesto. Coldiretti, in attesa che si faccia chiarezza e trovare nuovi spazi di manovra per il decreto chiede a tutti i Sindaci che venga ridotta al minimo l’aliquota da applicare ai terreni agricoli nei comuni interessati dall’imu, ma nell’immediato è anche necessario evitare le sanzioni nei casi di ritardato pagamento, quando è dovuto. La tassa è scaduta lo scorso 10 febbraio ma è bene sottolineare la necessità che venga rispettato lo Statuto del contribuente. e’ peraltro necessario evitare le incongruenze che esistono rispetto alle reali condizioni dei terreni coinvolgendo gli enti territoriali. “Queste modifiche necessarie rafforzano la scelta equa e coraggiosa di mantenere l’esenzione per le imprese agricole professionali in tutte le aree svantaggiate ri-

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conoscendo il ruolo economico e di presidio territoriale di chi lavora e vive di agricoltura” ha affermato il presidente provinciale Coldiretti alessandria Roberto Paravidino - al centro il tema della collina svantaggiata, che non è pretestuoso ma reale e quello degli affitti sono solo due degli aspetti sui quali si dovrà verificare la disponibilità del governo”. «Sono state individuate tre categorie diverse di comuni - afferma il presidente provinciale roberto paravidino - utilizzando i parametri istat. La prima categoria è quella dei Comuni totalmente montani, del tutto esenti dal pagamento sia per il 2014 che per il futuro; la seconda categoria riguarda i comuni parzialmente montani dove l’imu non si applica solo se i proprietari dei terreni sono in possesso della qualifica di coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale, oppure se i terreni agricoli sono stati dati in affitto o in comodato, dagli stessi soggetti qualificati di cui sopra, ad altri coltivatori diretti o a imprenditori agricoli professionali. La terza categoria riguarda quelli non montani nei quali l’imu si dovrà pagare nel 2015 su tutti i tipi di terreno a prescindere dalla qualifica del proprietario, fatte salve le specifiche agevolazioni già previste, in via generale, per i coltivatori diretti e iap». nel 2014 la clausola di salvaguardia ha permesso ai coltivatori diretti - iap iscritti all’inPS di non effettuare il versamento per terreni posseduti e condotti nei comuni situati ad un’altitudine compresa tra i 281 e i 600 metri. inoltre, considerato il protrarsi della vicenda imu, caratterizzata dalle molteplici incertezze sulla determinazione dell’imposta del 2014 Coldiretti ha chiesto la non applicazione di sanzioni e interessi a carico del contribuente, per almeno 30 giorni oltre la

scadenza». “Sull’imu agricola, per il 2014, è difficile che si riescano a trovare spazi di manovra per modificare il decreto legge - ha spiegato Federico Fornaro - sempre relativamente al 2014, si sta approfondendo la questione se sia possibile dare una base giuridica alla decisione di quei comuni che hanno deciso autonomamente di rinviare la scadenza del pagamento dell’imposta. Quanto al 2015, invece - ha aggiunto - sono molti i temi emersi e che chiedono risposta. in primo luogo la questione posta da molti comuni, secondo i quali il governo ha sovrastimato il gettito imu, cosa che rischia di creare problemi ai loro bilanci sia per il consuntivo 2014 sia per il preventivo 2015. poi - ha continuato Fornaro - c’è il tema della collina svantaggiata, che non è pretestuoso, ma reale e quello degli affitti”. Per quel che riguarda la circolare istat sulla classificazione dei comuni montani, Fornaro si è detto stupito dai suoi contenuti: “Stanno emergendo una serie di questioni su cui intendiamo verificare la come si comporterà il governo, sulla quale però, al momento, non è dato sapere alcunchè”. e agli imprenditori che esprimono critiche Coldiretti non le manda a dire: “Quando Coldiretti trattava con il governo Confagricoltura e Cia dov’erano? - afferma moroni - È facile criticare, ma difficile assumersi le responsabilità. ed è facile anche non dire niente al tavolo delle trattative e poi, in un secondo momento, fare i paladini. La problematica dell’imu è ben più complessa e articolata di come è stata descritta: prese di posizione di questo tipo rischiano di far percepire ai cittadini italiani che il mondo agricolo non vuole pagare le imposte né contribuire al risanamento del sistema italia, quando invece non ha mai fatto, né farà


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mancare, il proprio contributo. Certo, siamo perfettamente consapevoli che tutto è migliorabile, ma bisogna lavorare con intelligenza, affrontando tutto l’impianto che prevede il pagamento delle imposte e delle tasse nel settore agricolo. Se ci limitiamo ad affrontarne un solo aspetto, rischiamo di penalizzare le imprese agricole sotto altri punti di vista. e non accettiamo lezioni di vita da chi parla solo degli altri e non fa proposte”. a proposito di migliorie, paravidino rilancia: “non c’è soltanto il nodo dell'esenzione dall’imu, ma anche altre questioni di massima importanza, come quella dei valori catastali, delle aliquote imu applicate dai Comuni. È necessario rivedere tutti gli estimi. Spesso vigono valutazioni vecchie, troppo elevante, che non corrispondono più all’effettiva redditività dei terreni e portano a un’imu pesantissima”. Come rilanciare l’economia? “Coldiretti in questi anni ha portato avanti politiche per tutelare e valorizzare il Made in Italy - spiega moroni - tutte le battaglie fatte, in ultimo quella sul latte, sono la dimostrazione di quanto costantemente affermiamo. abbiamo

IMU: APPROvATI EMENDAMENTI PER TROvARE NUOvI SPAzI DI MANOvRA Fornaro: “Tre emendamenti al decreto sull’Imu in discussione al Senato: moratoria sino al 31 marzo sulla base della mini Imu; diritto di rimborso per chi ha già pagato e non doveva; fondo di riequilibrio per la verifica reale del gettito per i comuni rispetto alle stime fatte dal Ministero”

creato un sistema alternativo a quello a quello imposto dalle multinazionali, abbiamo rilanciato il valore dei prodotti italiani, stiamo lavorando per la semplificazione burocratica, abbiamo creato forme di commercializzazione diretta dal produttore al consumatore per ridare valore aggiunto ai nostri prodotti e produttori, abbiamo creato l’osservatorio delle agromafie con a capo l’ex giudice gian-

carlo Caselli. Questo è quello che ha fatto Coldiretti per i nostri produttori e per i nostri cittadini consumatori. dal 30 ottobre 1944 la Coldiretti si batte e sempre si batterà per i nostri imprenditori agricoli. e difenderemo sempre la nostra democrazia e le nostre istituzioni, indipendentemente da chi governa. Saremo, come sempre, al fianco delle nostre aziende”.

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re gli emendamenti presentati dal relatore al Senato, Federico Fornaro.“il primo è una moratoria fino al 31 marzo per il pagamento, sul modello di quello che venne già fatto sulla mini imu, senza modificare la data di scadenza. ma per chi paga entro il 31 marzo non si prevedono sanzioni o interessi”, ha spiegato Fornaro durante l’incontro in sede Coldiretti.“un secondo emendamento riguarda il diritto al rimborso da parte di chi invece avesse pagato in un comune che, successivamente alle modifiche, è diventato esente salvo che sia prevista la forma della compensazione di un regolamento comunale”, prosegue. infine “un terzo emendamento riguarda la costituzione di un fondo di riequilibrio per la verifica del reale gettito dell’imu agricola per i comuni rispetto alle stime fatte dal ministero.

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IL PAPA INCONTRA COLDIRETTI IN OCCASIONE DEL 70° ANNIvERSARIO DALLA FONDAzIONE: “Giusto ripensare la filiera del cibo in grado di assicurare un futuro all’agricoltura”

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l modello di sviluppo che stiamo perseguendo garantisce un sistema di tutela sociale ed economica in grado di assicurare un futuro all’agricoltura e un cibo sicuro e accessibile a tutti, in italia e nei Paesi più poveri” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto moncalvo nel ringraziare il Santo Padre per le parole di sostegno ed incoraggiamento nel corso dell’udienza a cui hanno partecipato in vaticano i dirigenti nazionali e territoriali in occasione del 70° anniversario dalla fondazione. L’appello di Papa Francesco a ripensare “a fondo il sistema di produzione e di distribuzione del cibo" ci conforta nel nostro impegno per dare un adeguato riconoscimento economico e sociale del lavoro nei campi dove - ha sottolineato moncalvo - pesano gli effetti di una globalizzazione senza regole che favorisce lo sfruttamento, la speculazione sul cibo e sottopaga i nostri prodotti.” il risultato - ha precisato moncalvo - che “per ogni euro speso dai consumatori italiani per acquistare alimenti appena 15 centesimi arrivano nelle tasche agli agricoltori”. La salvaguardia dell’identità dell’agricoltura italiana, nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità con l’obiettivo di garantire ai consumatori giusta qualità e quantità, genuinità e sicurezza degli alimenti, L’invito del Santo Padre a trovare forme per produrre cibo custodendo la terra trova una risposta concreta nella campagna italiana che - ha continuato moncalvo - ha conquistato il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario,

la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, ma anche quello nella sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma, senza dimenticare il fatto che l’agricoltura italiana è tra le più sostenibili dal punto di vista ambientale per la ridotta emissione di gas ad effetto serra. Con le parole del Santo Padre torniamo nelle nostre campagne più forti e determinati nel garantire da un lato la giusta qualità e quantità, genuinità e sicurezza

degli alimenti ai consumatori e dall’altro - ha concluso moncalvo - la salvaguardia dell’identità dell’agricoltura italiana, nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità. dalle patate blu alle carote viola, dalla lenticchia rossa al cece nero, dal mais bianco alla mela grigia ma anche radicchio rosa, cavoli viola e sedano rosso sono infatti alcuni prodotti rappresentativi della grande biodiversità dell’agricoltura italiana che il presidente della Coldiretti Roberto moncalvo ha offerto a Papa Francesco. tutti pro-


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dotti che l’intelligente lavoro e l’attenta opera di recupero e conservazione degli agricoltori italiani ha salvato dall’estinzione che dall’inizio del secolo scorso ha colpito ben il 75% delle varietà di frutta. Oltre al vino per le celebrazioni liturgiche e all’olio extravergine d’oliva per la mensa del Papa, nel cesto della Coldiretti per il Santo Padre hanno trovato spazio prodotti “minori” che conservano però proprietà salutistiche e nutrizionali eccezionali a dimostrazione della grande ricchezza che porta la diversità. L’italia infatti - conclude la Coldiretti - può contare su 7000 specie di flora, 58.000 specie di animali e 1200 vitigni autoctoni contro i 222 che dei cugini francesi ma anche su 533 varietà di olive contro le 70 spagnole, grazie al lavoro quotidiano di agricoltori e allevatori.

inteRviSta RiLaSCiata aL QuOtidianO avvenire

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attuaLità - 70° anniversario coldiretti

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Roberto Moncalvo: “Riconoscere il valore del lavoro nei campi” “Lottiamo contro gli sprechi” spronati a tutelare l’identità della nostra cultura agricola

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iò che più mi ha colpito, dal punto di vista umano per chi come me è nato e cresciuto in una famiglia contadina, è stato senza dubbio il richiamo al pane: il simbolo del nostro lavoro. e il Papa ci ha ricordato ancora una volta,“come ci hanno insegnato i nostri nonni”, che “con il pane non scherza”. L’emozione di Roberto moncalvo per l’incontro con Francesco si declina in una gioia discreta ma palpabile. e in un rinnovato impegno alla guida di Coldiretti, di cui è un giovane presidente. come tradurre a livello associativo, concretamente, le parole del papa? Le parole di Francesco ci confortano nel nostro impegno per dare un adeguato riconoscimento economico e sociale al lavoro nei campi. dove pesano gli effetti di una globalizzazione senza regole che favorisce lo sfruttamento, la speculazione sul cibo e sottopaga i nostri prodotti. il risultato è che per ogni euro speso dai consumatori italiani per acquistare alimenti appena 15 centesimi arrivano nelle tasche agli agricoltori. Per questo insisteremo con il nostro progetto “Campagna amica” e cercheremo di portare i nostri prodotti anche nella grande distribuzione. insisteremo in fine nella lotta agli sprechi. come si esprime, invece, il valore sociale dell’agricoltura che Francesco ha più volte richiamato? anzitutto nella salvaguardia dell’identità dell’agricoltura italiana, nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità con l’obiettivo di garantire ai consumatori giusta qualità e quantità di alimenti. e poi nella creazione di posti di lavoro, soprattutto per i giovani, come sta avvenendo negli ultimi anni.

il cibo è il grande tema dell’expo: come “promuovere” questa parola durante l’esposizione? Proponendo e raccontando ai Paesi partecipanti il nostro modello di agricoltura. Che è un modello di sviluppo sostenibile, legato al territorio e alle comunità. La campagna italiana ha conquistato il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario, la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, ma anche quella nella sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma. Senza dimenticare il fatto che l’agricoltura italiana è tra le più sostenibili dal punto di vista ambientale per la ridotta emissione di gas ad effetto serra.

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ORganizzaziOne - incontri zonali 2015

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appunTamenTi miraTi Sulle ulTime noviTà Del SeTTore aGriColo

Al via gli incontri zonali:

Coldiretti incontra la base associata Approfondimenti su normative e scadenze per tutelare e seguire le imprese: il via dalla Zona di Tortona il 18 febbraio

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a riforma della nuova Politica agricola Comune 2014-2020, le novità fiscali per l’anno 2015 e l’imu: sono questi gli argomenti attraverso i quali si stanno snodando gli incontri territoriali Coldiretti che hanno preso il via il prossimo 18 febbraio dalla zona di tortona. La Coldiretti sta incontrando la propria base, zona per zona, con appuntamenti mirati, organizzati per far conoscere in modo più approfondito e con caratterizzazione prettamente territoriale ciò che la federazione provinciale sta facendo per difendere il reddito delle imprese agricole e, soprattutto, far capire che si può e si deve avere fiducia nel futuro. Riunioni che servono ad ascoltare la voce degli imprenditori, per capire quelle che sono le necessità più imminenti e alleviare le preoccupazioni in un momento di crisi generale come quello attuale. incontri costruttivi per “vivere” il territorio e capire dove intervenire con più efficacia. Obiettivo: fare il punto sulle ultime novità in ambito agricolo con un coinvolgimento diretto sugli aggiornamenti tecnici. gli appuntamenti sono organizzati nell’ambito del progetto di informazione per il settore agricolo attivato sulla misura 111 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 e serviranno a presentare agli associati, ai tecnici e ai dirigenti, argomenti di attualità tecnica. La priorità è informare sulle ultime novità tecniche, ricordando importanti scadenze, senza tralasciare il fondamentale capitolo legato alla Riforma della Politica agricola Comunitaria.

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il presidente e il direttore della Coldiretti alessandrina, Roberto Paravidino e Simone moroni, e i responsabili dei vari servizi dell’Organizzazione, stanno incontrando tutti gli associati per fare chiarezza su diversi argomenti e garantire un importante coinvolgimento diretto della base associata in un indispensabile approfondimento delle normative e l’illustrazione della posizione sindacale assunta dalla Coldiretti nel contesto nazionale in merito alle problematiche più urgenti da risolvere che vedono protagonista il settore primario. Le varie relazioni sono tenute dai responsabili di settore che sono a disposizione dei soci per rispondere a domande e illustrare i “percorsi burocratici” da seguire per non commettere errori che possano pregiudicare eventuali richieste di finanziamento. “Per la Coldiretti, gli incontri zonali rappresentano un momento molto importante - hanno affermato Roberto Paravidino e Simone moroni - testimonianza di una “filiera tutta agricola e tutta italiana”, impegnata nel portare avanti battaglie fondamentali per disegnare la “nuova agricoltura”. Per gli agricoltori abbiamo organizzato questi percorsi informativi e formativi perché siano consapevoli dei maggiori oneri a carico delle aziende, ma anche delle nuove opportunità che non mancano. Questi incontri, aperti a tutti gli imprenditori, sono il primo tassello di importanti momenti di assistenza e consulenza che verranno messi in campo nel 2015”.

APPUNTAMENTI DEgLI INCONTRI zONALI alessandria Lunedì 23 FeBBRaiO - ore 9.30 salone 4° piano sede coldiretti provinciale casale monFerrato giovedì 26 FeBBRaiO - ore 9.30 sala parco del po viale lungo po gramsci, 10 cerrina giovedì 26 FeBBRaiO - ore 15.00 ristorante lanterna blu fr. gaminella - mombello m.to tortona mercoledì 18 FeBBRaiO - ore 9.30 sala Fondazione cr tortona via puricelli, 11 castelnuovo scrivia giovedì 19 FeBBRaiO - ore 15.00 sala pessini piazza vittorio veneto novi ligure - ovada giovedì 19 FeBBRaiO - ore 9.30 museo dei campionissimi viale campionissimi, 2 acqui terme venerdì 20 febbraio - ore 9.30 auditorium san guido piazza duomo


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[a cura di Alberto Pansecchi]

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scheda nocciolo n.36

I mutamenti ambientali avvenuti in seguito al progressivo abbandono delle aree collinari più erte e disagevoli precedentemente a coltivo, hanno determinato un costante aumento delle popolazioni di animali selvatici in tutto il territorio regionale. Il cinghiale è una delle specie che ha potuto maggiormente godere di questa rinnovata disponibilità di aree idonee e di risorse trofiche naturali. Un forte contributo alla sua espansione è stato dato dalla ibridazione delle specie autoctone con il maiale domestico, e con razze dell’est Europa. Contrapposte sono le voci degli agricoltori che vogliono la completa eradicazione del cinghiale, dei cacciatori che chiedono di poter soddisfare le proprie esigenze venatorie e degli ambientalisti che auspicano la maggiore biodiversità possibile.

Danni causati per rottura di branche o intere piante

Nocciolo e cinghiali

• Popolazioni numerose • Danni profondi • Difficoltà di raccolta • Efficace la prevenzione

Il peso e la dimensione dei cinghiali e la necessità di pulire il manto da fango e residui vegetali, fa sì che ricerchino superfici, tronchi o altri sostegni rigidi contro i quali sfregarsi. Va da sé che un legno fragile come quello caratteristico di tutto il genere Corylus, cui appartiene il nocciolo, si possa spezzare con facilità. Questo avviene con maggiore frequenza su impianti allevati a cespuglio o vaso cespugliato nei quali le pertiche partono da terra, ma anche nel caso di allevamenti monocaule, a farne, nella migliore delle ipotesi le spese, sono i rami più bassi. Anche intere piante possono essere piegate, scalzate o rotte specie se ancora giovani e relativamente fissate al suolo. Si assiste quindi spesso a rotture nette, scosciature di rami fino a interessare il tronco principale e piegamento di piante al di fuori dall’asse del filare. 15


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[a cura di Alberto Pansecchi]

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Danno per sfregamento al piede delle piante

I danni causati al piede delle piante che si trovano in prossimità di fossi, pozze di acqua e fango in cui i cinghiali si rotolano con il duplice scopo di rinfrescarsi e di procedere alla pulizia del pelo sono generalmente più limitati; una volta che il fango si è seccato sulla pelle, gli animali si strofinano sulle piante per liberarsene e allontanare assieme ad esso gli eventuali parassiti. La mole degli animali, lo spessore e la ruvidità del loro manto e la pressione esercitata sulle superfici ove si sfregano, quando non crea rotture, provoca ferite e decorticazioni nella totalità delle specie arboree.

Danno per rottura del cotico erboso

Di natura diversa, ma non per questo meno importante, è l’impatto che il cinghiale può arrecare al cotico erboso dei noccioleti. Questa attività di scavo (rooting) viene messa in atto dal cinghiale per ricercare rizomi e radici oltre alla microfauna presente nei primi strati di terreno sottostanti. Piccoli mammiferi, larve di insetti, anellidi e altra fauna costituiscono infatti un importante apporto di proteine di origine animale necessari al cinghiale per una alimentazione adeguata alla sua struttura. Questo tipo di danno può avere pesanti ripercussioni sulla gestione della coltura in quanto presupposto irrinunciabile per la coltivazione del nocciolo è l’uniformità e la regolarità del terreno sottostante le piante. Avvallamenti, buchi o depressioni del profilo del suolo rendono impossibile una completa raccolta del prodotto. A questo danno quantitativo nelle rese finali della coltura si somma il problema che le stesse nocciole non raccattate dalle macchine diventano cibo ambito dai cinghiali con ulteriore progressivo aggravamento del problema.

Risposta delle piante

Rotture, scosciature, sfregamenti e piegatura o addirittura scalzatura delle piante, influiscono in modo più o meno accentuato sulla loro vitalità e capacità di conservare inalterato nel tempo il vigore. Molto spesso il funzionamento della pianta ne è compromesso e, la stessa, andrà incontro a un progressivo deperimento che la condurrà via via alla morte. Diventerà quindi necessario operare scelte estreme con l’eradicazione delle piante così devastate e la loro sostituzione.

Prevenzione e ricostituzione

Ogni qual volta un tessuto permanente di una pianta subisce un danno, le reazioni che si innescano tentano di ricostruire la funzionalità dei tessuti lesionati. È indubbio che questo non avviene mai al 100% e la pianta intraprende la via di un lento declino. A rallentare il processo sono tutte le opere di pulizia, disinfezione e “chirurgia” del legno che un abile agricoltore può mettere in atto. Più queste avvengono tempestivamente e sapientemente, meno l’indebolimento della pianta sarà rapido. L’utilizzo di mastici medicati o

di formulati distribuiti per via fogliare che favoriscono una migliore cicatrizzazione delle ferite può fare la differenza per il futuro della pianta di nocciolo. La migliore delle strategie percorribili rimane comunque sempre la prevenzione e, vista l’insufficiente efficacia, per lo meno in questo momento, di prodotti repellenti, l’unica valida alternativa è una difesa di tipo fisico. In quest’ambito le recinzioni elettrificate, i cosiddetti “pastori elettrici” costituiscono la migliore e più economica soluzione.

Bibliografia: Stima dei danni provocati dalla fauna selvatica alle coltivazioni agrarie - M. Moncelli, 2013 - Maggioli Editore Il Cinghiale. Problematiche gestionali e prevenzione dell’impatto sulle attività antropiche - Veneto Agricoltura.

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a cura del servizio di consulenza tecnico-agronomica Coldiretti Alessandria


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SPECIALE PAC 2014 -2020

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APPROFONDIMENTI

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Il nuovo regIme

deI pagamentI dIrettI L’Italia seguirà il modello di convergenza “irlandese”

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ra i pagamenti diretti, quello base è il più importante poichè solo gli agricoltori che ne hanno diritto possono accedere alle altre tipologie di pagamento, ad eccezione di quello accoppiato. I titoli storici scadranno il 31/12/2014 e lasceranno il posto ai nuovi titoli, assegnati sulla base della domanda unica al 15/05/2015. Potranno accedere ai nuovi titoli gli agricoltori che abbiano ricevuto pagamenti diretti o aiuti nazionali in relazione ad una domanda di aiuto nel 2013 e siano agricoltori attivi. Pur in mancanza del requisito 2013, possono richiedere la prima assegnazione gli agricoltori che producevano ortofrutticoli, patate da consumo, patate da seme, piante ornamentali su una superficie minima di 5.000mq o coltivavano vigneti, quelli che hanno avuto assegnati titoli dalla riserva nel 2014 e gli agricoltori che non hanno mai avuto titoli né di proprietà né in affitto e sono in grado di dimostrare che al 15/05/2013 esercitavano attività di produzione e/o allevamento. Il passaggio dal vecchio a nuovo sistema di pagamento seguirà, in Italia, il modello di convergenza “irlandese”, in base al quale, per il pagamento di base: - gli agricoltori che ricevono meno del 90% del valore unitario nazionale otterranno un aumento graduale, pari ad 1/3 della differenza tra il loro valore unitario iniziale e il 90% del valore unitario nazionale nel 2019; - i titoli di ogni agricoltore non potranno diminuire di oltre il 30% rispetto al suo valore unitario iniziale; - all’anno di domanda 2019, nessun titolo avrà un valore unitario più basso del 60% del valore unitario nazionale al 2019, a meno che ciò dia luogo a perdite superiori al 30% per gli agricoltori che “finanziano” il meccanismo; in tal caso il valore unitario minimo sarà fissato al livello necessario al rispetto della soglia del 30%.

Il miPAAF stima che il valore unitario nazionale sarà compreso tre 168 e 192 euro. La nuova PAC ridimensiona l’elenco degli aventi diritto ai pagamenti diretti: nella lista nera degli esclusi dalla categoria di agricoltore attivo finiscono aeroporti, servizi ferroviari, impianti idrici, servizi immobiliari, terreni sportivi e aree ricreative permanenti, banche e finanziarie, persone fisiche e giuridiche che svolgono attività di intermediazione commerciale e la PA, ad eccezione degli enti che effettuano formazione e sperimentazione in campo agricolo e quelli che gestiscono gli usi civici. Agricoltore attivo è quindi, in Italia, chi possiede l’iscrizione all’InPS come CD, IAP, colono o mezzadro oppure il possesso della P.IVA attiva in campo agricolo, con dichiarazione annuale IVA a partire dal 2016 per le aziende non ubicate prevalentemente in montagna e/o zone svantaggiate. Inoltre, sono attivi quegli agricoltori che nell’anno precedente hanno percepito pagamenti diretti inferiori a €5.000, per aziende ubicate in montagna o zone svantaggiate, e €1.250 nelle altre zone.

Il pagamento ecologico, c.d. greening, è concesso solo ai beneficiari del pagamento base che sono tenuti all’applicazione congiunta, su tutti gli ettari ammissibili, delle tre pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente (diversificazione delle colture, mantenimento dei prati permanenti e presenza di un’area di interesse ecologico) o delle pratiche equivalenti. Sono esenti da tali obblighi gli agricoltori biologici, per la parte di azienda sulla quale si pratica l’agricoltura biologica; gli agricoltori che aderiscono al regime semplificato per i piccoli agricoltori; gli agricoltori che, a seguito dell’adesione a misure agro-climatico-ambientali dei PSR, adottano pratiche che danno benefici equivalenti o maggiori rispetto a quelli del greening.

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SPECIALE PAC 2014 -2020 Gli agricoltori le cui aziende sono situate in tutto o in parte nelle zone rientranti nelle direttive Habitat, Acqua e Uccelli, hanno diritto al greening, purché applichino le pratiche agricole benefiche nella misura in cui esse siano compatibili con gli obiettivi di tali direttive. Secondo la nuova PAC sono giovani gli agricoltori che si insediano per la prima volta in un’azienda agricola in qualità di capo azienda o che si siano già insediati nei 5 anni precedenti la prima presentazione di una domanda per aderire al regime del pagamento di base;

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non hanno più di 40 anni. Il pagamento per i giovani sarà calcolato moltiplicando il numero di titoli attivati dall’agricoltore per il 25% del valore medio dei titoli detenuti in proprietà o in affitto dall’agricoltore stesso. L’incremento si applica su una superficie massima di 90 ettari. Il sostegno è concesso per un massimo di 5 anni, calcolati a partire dal primo anno di insediamento. Al pagamento per i giovani è destinato l’1% del massimale nazionale, aumentabile al 2% attraverso la riserva nazionale. Al sostegno accoppiato l’Italia destinerà l’11%

APPROFONDIMENTI del massimale nazionale, pari a circa 429 milioni di euro per il 2015, distribuiti tra 3 macro settori (zootecnia, seminativi e olivicoltura), 10 settori produttivi e a 17 misure di intervento. • Il presente articolo rientra nel progetto “La nuova PAC - Tra sostenibilità e innovazione. Impatti sulle aree rurali” cofinanziato dall’Unione Europea - DG AGRI. I pareri in esso espressi impegnano soltanto l’autore e non possono essere considerati come costituenti una presa di posizione ufficiale della Commissione Europea.

la politica

di sviluppo rurale La nuova programmazione 2014-2020 offre un approccio più flessibile di quella attuale

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a nuova politica di sviluppo rurale è elaborata all’interno di un Quadro strategico comune di programmazione, unico per tutti i fondi strutturali (Feasr, Fesr, Fse e Feamp), elaborato a livello europeo, che ciascun Paese ha declinato, in base alle proprie esigenze, attraverso un Accordo di partenariato. L’Italia ha scelto di attuare la politica di sviluppo rurale attraverso i PSR regionali e un Programma di Sviluppo Rurale Nazionale che si occuperà di 4 linee di intervento: gestione del rischio (1.640 mln di €), infrastrutture irrigue (300 mln di €), biodiversità animale (200 mln di €) e rete rurale nazionale (100 mln di €). La nuova programmazione 2014-2020 offre un approccio più flessibile di quella attuale: non ci sono più gli assi, entro cui sono rigidamente incasellate le misure, ma sei priorità, ulteriormente specificate in 18 focus area, alla cui realizzazione può contribuire contemporaneamente più di una misura. Ciascun PSR dovrà contenere almeno 4 delle 6 priorità che riguardano: il trasferimento di conoscenze, l’innovazione, l’organizzazione delle filiere

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agroalimentari, la gestione del rischio, la tutela degli ecosistemi, il contrasto ai cambiamenti climatici e la riduzione della CO2, l’inclusione sociale e lo sviluppo economico nelle zone rurali. Il nuovo impianto riduce il numero di misure da 40 a 18: alcune sono state accorpate, altre ampliate, altre ancora introdotte ex novo. Particolare rilievo viene dato alla priorità Innovazione, cui contribuiscono le misure “Trasferimento di conoscenze”, “Cooperazione” e “Investimenti in immobilizzazioni materiali”. L’applicazione di tali misure è incoraggiata dai Gruppi Operativi del Partenariato Europeo per l’Innovazione, il cui obiettivo è favorire la cooperazione tra agricoltura e ricerca per accelerare il trasferimento tecnologico. Il modello di governance dei GO sarà concertato tra Mipaaf e Regioni e gli obiettivi di ricerca ed innovazione saranno perseguiti anche con azioni tra Gruppi appartenenti a diverse Regioni e Paesi. Viene, inoltre, rafforzata la misura volta a fornire servizi di consulenza agraria e, sul fronte delle sovvenzioni per ristrutturazione/investimenti/ammodernamento delle aziende, già

previste in passato, è possibile ricevere tassi di finanziamento più alti se connesse ai partenariati europei per l’innovazione o a progetti comuni. Una combinazione di misure è destinata ai Giovani agricoltori, per avviare l’attività (fino a 70.000 €), per investimenti in immobilizzazioni materiali, per servizi di formazione e consulenza. Tre le misure destinate alla gestione dei rischi e prevedono assicurazione e fondi di mutualizzazione per cautelare il raccolto dai rischi derivanti da eventi atmosferici o zoonosi, oltre ad uno strumento per la stabilizzazione dei redditi All’agricoltura biologica è destinata una misura specifica e per i pagamenti agro-climaticoambientali sono previsti contratti comuni, il collegamento a formazione e informazioni, maggiore flessibilità nella proroga dei contratti nazionali.


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Maggiori possibilità sono date al sostegno della cooperazione in ambito tecnologico, ambientale e commerciale, per esempio attraverso lo sviluppo di filiere agroalimentari corte e dei mercati locali. Il Leader è finalizzato a promuovere la flessibilità di operazione con altri fondi a livello locale, per es. la cooperazione urbano-rurale. La formalizzazione del cosiddetto Community-led local development (CLLDSviluppo Locale di Tipo Partecipativo) porterà ad una progettazione e gestione strutturata degli interventi di sviluppo da parte degli attori locali che si associano in una partnership di natura mista (pubblico-privata) e affidano un ruolo operativo (gestionale e amministrativo) al Gruppo di Azione Locale. Spetterà ai GAL elaborare il Piano di Azione Locale per tradurre gli obiettivi

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SPECIALE PAC 2014 -2020

NOVITÀ E APPROFONDIMENTI

in azioni concrete, dotandosi di una struttura tecnica in grado di effettuare tali compiti. I Piani di Azione dovranno concentrarsi su un esiguo numero di ambiti di intervento, in ogni caso non superiore a tre, su cui impostare la progettazione locale 20142020. I GAL sceglieranno gli ambiti tematici di intervento per i rispettivi piani di azione da una lista predefinita. Gli ambiti di intervento scelti dai GAL dovranno essere coerenti con i fabbisogni emergenti e le opportunità individuate per i propri territori. Più fondi possono contribuire al finanziamento di progetti CLLD, in funzione degli ambiti tematici di intervento prescelti e dei territori interessanti. Per assicurare l’utilizzo dello strumento CLLD in forma coerente con le sue potenzialità, i Programmi regionali allocheranno una dota-

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zione minima di risorse finanziarie comunitarie e nazionali allo stesso. Per il FEASR, il regolamento sullo sviluppo rurale impone una riserva minima di allocazione finanziaria del 5 per cento di ciascun PSR. Tra le possibilità, anche l’impiego di più fondi strutturali (approccio multi-fondo) secondo meccanismi di coordinamento a livello nazionale e regionale. • Il presente articolo rientra nel progetto “La nuova PAC - Tra sostenibilità e innovazione. Impatti sulle aree rurali” cofinanziato dall’Unione Europea - DG AGRI. I pareri in esso espressi impegnano soltanto l’autore e non possono essere considerati come costituenti una presa di posizione ufficiale della Commissione Europea.

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2014 -2020 N O V I T À E A P P R O F O N D I M E N T I

CONVERGENZA

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[a cura di alessandro albertelli]

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premessa il deperimento del melo è un fenomeno in costante crescita negli ultimi anni in Piemonte. Si tratta di un problema complesso che può provocare la moria di numerose piante ed è determinato dall’interazione di vari fattori agronomici, parassitari e climatici sfavorevoli. i primi sintomi si manifestano in primavera con l’avvizzimento e il disseccamento dei rami e dei germogli, fino in casi estremi al collasso della pianta colpita. La pianta indebolita può risultare maggiormente suscettibile ad attacchi da altre patologie parassitarie, siano esse di origine fungina o animale, favorendone il deperimento. interessa in modo particolare gli impianti in fase di allevamento ed in alcuni casi anche impianti in produzione.

Fattori predisponenti caratteristiche del terreno terreni sciolti e privi di nutrienti risultano essere più favorevoli all’insorgenza del fenomeno. Questa tipologia di suoli è caratterizzata da una predominante matrice sabbiosa (60%) permeabile all’aria e all’acqua, con maggiore lisciviazione degli elementi nutritivi. in queste situazioni le piante sono maggiormente soggette a stress idrici, tendono a sviluppare vasi di dimensione maggiore e la lignificazione risulta più difficile.

condizioni climatiche Le temperature invernali hanno un ruolo decisivo nel determinare il deperimento del melo. temperature minime inferiori ai - 10 °C danneggiano il tessuto vascolare e determinano ferite sul tronco e rami attraverso le quali possono penetrare diversi patogeni come ad esempio lo Pseudomonas syringae batterio criofilo per eccellenza. autunni piovosi e relativamente caldi mantengono i tessuti molto idratati i quali risultano più sensibili ai freddi invernali favorendo l’insorgenza del deperimento. esiste un’interazione tra gestione della concimazione e dell’irrigazione con i danni determinati da condizioni climatiche avverse.

reimpianto

deperimento del melo

Scheda melo n.43

i problemi maggiori si osservano in quegli appezzamenti nei quali si susseguono più cicli della stessa specie o di specie diverse senza un’adeguata messa a riposo del terreno o avvicendamento colturale. di conseguenza si ha una una riduzione della fertilità del suolo ed un aumento dei patogeni e dei metaboliti tossici nel terreno. in questi casi si ha il fenomeno della stanchezza del terreno, la quale gioca un ruolo determinante nel deperimento in quanto le tossine presenti nel terreno impediscono una corretta crescita degli apparati radicali delle giovani piante.

necrosi e sfogliature nel punto d’innesto

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[a cura di alessandro albertelli]

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le patologie il batterio pseudomonas syringae che ha già causato morie in albicoccheti è risultato in questi ultimi anni un problema ricorrente anche sul melo. L’incidenza della patologia risulta maggiore nelle aree più fredde dove le temperature minime invernali scendono al di sotto dei - 10°C. il batterio provoca la presenza di necrosi superficiali con distacco dell’epidermide e presenza di corteccia spugnosa. in condizioni ambientali favorevoli al patogeno nell’arco di 2-3 anni dalla comparsa dei sintomi la pianta può morire. il batterio Pseudomonas syringae che ha già causato morie in albicoccheti è risultato in questi ultimi anni un problema ricorrente anche sul melo. L’incidenza della patologia risulta maggiore nelle aree più fredde dove le temperature minime invernali scendono al di sotto dei - 10°C. il batterio provoca la presenza di necrosi superficiali con distacco dell’epidermide e presenza di corteccia spugnosa. in condizioni ambientali favorevoli al patogeno nell’arco di 2-3 anni dalla comparsa dei sintomi la pianta può morire.

consigli per aFFrontare il deperimento del melo il deperimento del melo è dovuto a diversi fattori i quali il più delle volte sono contemporanei e si assommano innescando un fenomeno irreversibile. Sono utili una serie di prevenzioni e accorgimenti che possono limitare il fenomeno. e’ utile un’analisi accurata delle condizioni pedologiche, del portainnesto e del sesto d’impianto. nei meleti colpiti si consiglia di realizzare un intervento con induttori di resistenza (fosfiti o fosetyl - al) prima e dopo la fioritura. nei meleti colpiti si sconsiglia di effettuare concimazioni azotate in quanto gli apparati i radicali potrebbero essere stressati ulteriormente e collassare; sono preferibili apporti di elementi nutritivi per via fogliare (alghe acidi umici ecc). Si sconsigliano drastiche potature verdi. e’ utile favorire la lignificazione dei tessuti, ridurre la concimazione azotata nella stagione vegetativa ed eseguire un ciclo di tre trattamenti a base di rame dopo il periodo di raccolta fino a alla completa caduta foglie. e’ inoltre consigliabile realizzare l’imbiancatura del tronco prima dell’arrivo delle temperature fredde. all’impianto in caso di terreni poveri di sostanza organica (<1,5%) a tessitura grossolana soprattutto nei reimpianti è necessario apportare un’adeguata quantità di sostanza organica (letame, compost) senza eccesso di n. all’impianto (soprattutto nei casi di reimpianti) è consigliabile optare per un portainnesto di maggior vigore.

spaccature della corteccia

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disseccamento apicale di un ramo

moria di piante da deperimento

necrosi sottocorticali

necrosi fogliari dovute a deperimento

bibliografia: CReSO - Frutticoltura sostenibile in Piemonte - linee tecniche 2014, 120-121-122-123.


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ORganizzaziOne - donne e giovani impresa

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CorSo Donne impreSa a roma

Quarta edizione all’insegna della formazione e della progettualità

al via le iSCrizioni all’oSCar Green 2015

Strategie per la mission Coldiretti sul territorio

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a quarta edizione del corso di formazione donne impresa 2.0 ha visto coinvolte le regioni Piemonte, Sardegna, Friuli venezia giulia, emilia Romagna e molise: sede corsuale è stata la sala “artemide” dell’hotel diana a Roma. interessata anche la provincia alessandrina: i partecipanti sono stati coinvolti in attività di formazione sia in aula, sia in sottogruppi durante i quali sono stati realizzati progetti e lavori in plenaria. gli interventi si sono alternati tra do-

cenze interne all’Organizzazione e docenze esterne, che hanno saputo creare differenti prospettive. Obiettivo: rafforzare la partecipazione alle attività dell’Organizzazione e formare le nuove leve in un’ottica di condivisione d’intenti per condividere con il territorio la mission Coldiretti e creare un sentiment comune di partecipazione alle strategie messe in campo. in questo modo viene incentivata una maggiore relazione tra gli attori dell’agroalimentare.

l via le iscrizioni all’Oscar green 2015, il premio promosso da Coldiretti giovani impresa che quest’anno è arrivato alla iX edizione. L’obiettivo dell’iniziativa è di valorizzare le giovani realtà imprenditoriali italiane del settore agricolo e alimentare, che sono state capaci di emergere tra le altre grazie a un modello di impresa innovativo e sostenibile. il 2015, l’anno dell’expo di milano che vedrà l’italia sotto i riflettori internazionali, è rivolto al rinnovamento e alla valorizzazione del patrimonio agroalimentare Made in Italy e del lavoro dei giovani agricoltori italiani. nel segno del cambiamento, si rinnovano anche le categorie degli Oscar green.vogliamo puntare i riflettori sull’italia, che produce eccellenze innovative, ma con un occhio di riguardo per le tradizioni. Le categorie dell’edizione 2015 sono: impresa, terra, Campagna amica, Paese amico, We green, Fare Rete. Proprio quest’ultima categoria è la grande novità di questa edizione, con la possibilità di partecipazione anche per aziende non agroalimentari, che hanno però dato vita

a una forte collaborazione con imprese del settore e che si candidano insieme a queste ultime. Più in generale, sarà prestata particolare attenzione alla capacità di utilizzare l’innovazione per dare lustro alle tradizioni e ai prodotti locali, così come il ruolo dell’imprenditore per la tutela e l’arricchimento del territorio, e degli enti che sostengono il loro lavoro. Cibo, agricoltura e innovazione, ma non solo. il mondo agroalimentare ha molte sfaccettature e diramazioni, che vanno a toccare e legarsi a molti altri settori, dal design al turismo. agricoltura italiana, dunque, come punto di forza nazionale, su cui puntare per la ripresa del Paese, facendo rete e sostenendo l’economia locale, per affrontare e superare insieme le difficoltà economiche. Sul sito ufficiale (http://www.oscargreen.it/dotnetnuke/it-it/home.aspx) potete trovare ulteriori informazioni sugli Oscar green e compilare la domanda di partecipazione online. Le iscrizioni sono aperte dal 10 febbraio al 5 aprile 2015, la finale nazionale si terrà a fine settembre all’expo di milano.

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FORmaziOne - inipa

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europa Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’europa investe nelle zone rurali

programma di Sviluppo rurale 2007-2013 - Misura 111.1 Sottoazione a) Formazione in campo agricolo

I N IPA : É b o o m Pe r l’ At t I v It à f o r m At IvA e’ ormai in pieno svolgimento l’attività dei corsi di formazione inipa prevista per questi primi mesi del 2015. il bando regionale che determina una nuova fase di programmazione di corsi di formazione inseriti nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013, misura 111.1, sottoazione a, ha offerto la possibilità di predisporre un’articolata serie di interventi formativi, suggeriti dalle esigenze manifestate nei mesi scorsi dagli associati Coldiretti. alcuni corsi sono già stati portati a termine, altri hanno già preso il via e altri ancora partiranno a breve. ecco l’elenco di tutti i corsi in programma:

Sede prevista: bistagno durata: 15 ore

titolo: “Approfondimenti sulla coltivazione del nocciolo”. Sede prevista: lu monferrato

titolo: “Il lavoro negli ambienti confinati o sospetti di inquinamento”.

durata: 9 ore

durata: 16 ore

titolo: “Avviare, amministrare, gestire un agriturismo”.

titolo: “PAN: applicazione e implicazioni”.

Sede prevista: alessandria

Sedi previste: alessandria, casale monferrato, novi ligure e tortona

Per “ambiente confinato” si intende un qualsiasi ambiente limitato, in cui il pericolo di morte o di infortunio grave è molto elevato, a causa della presenza di sostanze o condizioni di pericolo (ad esempio la mancanza di ossigeno). alcune tipologie di spazio confinato sono facilmente identificabili per la presenza di aperture di dimensioni ridotte, come nel caso di serbatoi, silos, sistemi di drenaggio chiusi, reti fognarie. altri tipi di spazi confinati, non altrettanto facili da identificare ma ugualmente pericolosi, potrebbero essere cisterne aperte, vasche, camere di combustione all’interno di forni, tubazioni e ambienti con ventilazione insufficiente o assente. inipa alessandria ha posto in programma due corsi di questo tipo e ricorda che il corso ha una durata di 16 ore, di cui 8 di parte teorica e 8 di parte pratica addestrativa. il numero massimo di partecipanti per ogni corso potrà essere di 16 persone, per permettere ai docenti di seguire in maniera appropriata ciascun allievo. Le attività pratiche dovranno essere realizzate in area idonea, con riproduzione delle attività tipiche del comparto: per poterlo fare in maniera corretta sarà necessario appoggiarci a una struttura operante in provincia di asti, esattamente il Centro di formazione e addestramento multicorsi di Castagnole Lanze (via Susasco, 62). in considerazione del numero ristretto di possibili partecipanti invitiamo a procedere celermente all’iscrizione, ricordando che non potranno essere accettate ulteriori domande di partecipazione.

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titolo: “Il nocciolo coltivazione del futuro”.

durata: 40 ore titolo: “Aggiornamento della formazione per le fattorie didattiche”. Sede prevista: alessandria durata: 15 ore titolo: “Sistema di autocontrollo e rintracciabilità nelle aziende agricole e agrituristiche”. Sedi previste: acqui terme e alessandria

durata: 9 ore titolo: “Nuovi finanziamenti per l’agricoltura di domani”. Sede prevista: alessandria durata: 6 ore titolo: “Aggiornamento RSPP”. Sedi previste: alessandria durata: 10 ore

durata: 24 ore titolo: “Le erbe spontanee e i frutti di bosco nella ristorazione agrituristica”.

titolo: “Uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (patentino fitofarmaci)”.

Sede prevista: arquata scrivia

Sedi previste: acqui terme, tortona e casale monferrato

durata: 16 ore

durata: 20 ore

titolo: “Tecniche di gestione delle vendite, comunicazione e marketing”.

titolo: “Agricoltura sociale”.

Sede prevista: alessandria durata: 16 ore

Sedi previste: alessandria durata: 16 ore


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FORmaziOne - inipa

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europa Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’europa investe nelle zone rurali

Ricordiamo che tutti i corsi predisposti da inipa Piemonte sono destinati agli imprenditori agricoli regolarmente iscritti al Registro delle imprese della Camera di Commercio e ai loro coadiuvanti aziendali e dipendenti. i corsi che inipa propone sono completamente gratuiti con finanziamento da parte della Regione e potranno essere attivati al raggiungimento del numero minimo di partecipanti previsto dal bando regionale. per ricevere maggiori informazioni riguardo al contenuto dei diversi percorsi formativi e per manifestare il proprio interesse ai temi proposti e la propria volontà a prenderne parte, è possibile contattare: - segreteria inipa piemonte, sede di alessandria, 0131-235891, (int.668) - e-mail: inipa.alessandria@coldiretti.it - fax: 0131-252144 (oppure rivolgersi agli uffici di zona).

programma di Sviluppo rurale 2007-2013 - Misura 111.1 Sottoazione a) Formazione in campo agricolo

regione piemonte

utilizzo sostenibile dei pesticidi

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a Regione Piemonte ha recentemente emanato nuove disposizioni procedurali volte a disciplinare l’applicazione in Piemonte del Piano d’azione nazionale dell’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, relativamente in particolare alle procedure e modalità operative riguardanti il sistema di formazione, obbligatorio per gli utilizzatori professionali, per i distributori ed i consulenti e finalizzato al rilascio ed al rinnovo dei certificati di abilitazione. e’ importante ricordare che anche i nuovi patentini e i certificati di abilitazione alla vendita mantengono una validità quinquennale e dovranno essere rinnovati in base alla loro scadenza. gli enti competenti hanno a disposizione tre mesi per completare il rilascio dei certificati di abilitazione rispettivamente all’acquisto e all’utilizzo nonché alla vendita dei prodotti fitosanitari ai soggetti che abbiano frequentato i corsi istituiti ai sensi della previgente

normativa e richiesto il rilascio del certificato di acquisto “patentino” o di vendita dei prodotti fitosanitari. gli utilizzatori in possesso dei patentini le cui abilitazioni andranno in scadenza dopo l’entrata in vigore del nuovo sistema di rilascio dei certificati (26 novembre 2014) e fino al 31 dicembre 2015 hanno la possibilità di accumulare 12 crediti formativi sostitutivi della frequenza al corso, partecipando alle iniziative formative ed informative organizzate in tale periodo sul territorio. gli stessi potranno presentare la richiesta di rinnovo agli enti di competenza entro il 31 gennaio 2016. Pertanto i patentini scaduti dal 26 novembre 2014 e che scadranno entro il 31 dicembre 2015 sono prorogati d’ufficio e mantengono al loro validità fino al 31/12/2015. Per saperne di più ci si può rivolgere alla sede provinciale Inipa: 0131-235891

Formazione operatori maccHine nell’ambito del settore agricolo data di entrata in vigore dell’accordo 22 febbraio 2012 per gli operatori che utilizzano le macchine nell’ambito del settore agricolo. 1) Lavoratori autonomi/subordinati che sono incaricati a utilizzare per la prima volta a partire dal 22/03/2015 le attrezzature di lavoro citate nell’accordo e che non hanno formazione pregressa o esperienza documentata (neofiti), sono obbligati a conseguire da subito il corso completo (8 ore) per l’abilitazione professionale. 2) Lavoratori autonomi/subordinati che alla data del 22/03/2015 utilizzano già una attrezzatura, ma non riescono a dimostrare una esperienza pregressa almeno pari a 2 anni (negli ultimi 10) o non hanno formazione pregressa, devono effettuare il corso completo (8 ore) di abilitazione professionale entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore dell’accordo (entro il 22/03/2017). 3) Lavoratori autonomi/subordinati che alla data del 22/03/2015 hanno esperienza pregressa documentata pari almeno a 2 anni (negli ultimi 10), sono soggetti al corso di aggiornamento entro cinque anni dalla data di pubblicazione dell’accordo 22/febbraio/2012 (entro il 13/marzo/2017). 4) Lavoratori autonomi/subordinati che alla data del 22/03/2015 hanno formazione pregressa con frequentazione del corso, sono soggetti al corso di aggiornamento entro cinque anni dalla data di entrata in vigore dell’accordo (quindi entro il 22/marzo/2020) 5) Lavoratori autonomi/subordinati che alla data del 22/03/2015 hanno formazione pregressa con frequentazione del corso, sono soggetti al corso di aggiornamento entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore dell’accordo (entro il 22/marzo/2017).

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Nitrati: l’Ispra scagiona gli allevamenti dalla responsabilità di inquinamento Le Regioni dovrebbero proporre una nuova perimetrazione entro la metà del mese di marzo

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stato messo nero su bianco: gli allevamenti non sono più i grandi colpevoli. Lo studio completato dall’ ispra, l’istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale, scagiona definitivamente l’allevamento e accerta finalmente la responsabilità nell’inquinamento delle acque sotterranee di settori diversi e concorrenti dai fanghi di depurazione agli scarichi civili. “L’operazione verità voluta dalla Coldiretti per salvare i salumi e i formaggi Made in Italy oggi viene finalmente confortata da risultati scientifici che abbiamo per anni richiesto. - ha affermato il presidente provinciale Coldiretti alessandria Roberto Paravidino -Plauso ai ministri dell’agricoltura e dell’ambiente che hanno posto le condizioni per rimuovere i vincoli ingiusti che hanno fino ad ora colpito la zootecnia italiana”. Fermo restando la necessità di confermare gli obiettivi e gli strumenti di applicazione della direttiva europea in materia di tutela delle

acque dall’inquinamento dallo studio emerge una rappresentazione diversa da quella storica che assegna alla zootecnia l’unica responsabilità. “a questo riguardo, - ha aggiunto il direttore Coldiretti alessandria Simone moroni viene ribadito come il contributo dell’allevamento non sia superiore mai ad un terzo del totale complessivo dell’inquinamento accertato attraverso un piano di monitoraggio diffuso nelle regioni ad alta vocazione. Rispetto alle scelte strategiche di valorizzazione del settore che la nuova riforma della politica agricola comune richiede si tratta di affrettare l’istruttoria diretta alla revisione del perimetro delle zone vulnerabili a tutela delle migliori produzioni dell’autentico Made in Italy”. Ciascun settore, ora, dovrà farsi carico della propria responsabilità ma sarebbe irresponsabile continuare a chiedere soltanto alla zootecnia di addossarsi oneri e vincoli che dipendono da attività diverse.

Focus sul programma di sviluppo rurale 2014 - 2020

Presentazione, manifestazione d’interesse per progetti integrati di filiera Obiettivo: migliorare la competitività dei prodotti attraverso regimi di qualità e nuove strategie di organizzazione commerciale

I

n attesa dell’approvazione del PSR 2014-2020 da parte della Commissione europea, in particolare nell’ambito della focus area 3a) che prevede di promuovere l’organizzazione della filiera alimentare, comprese la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli, il benessere degli animali e la gestione dei rischi nel settore agricolo, con particolare riguardo al migliorare la competitività dei produttori primari integrandoli meglio nella filiera agroalimentare attraverso i regimi di qualità, la creazione di un valore aggiunto per i prodotti agricoli, la promozione dei prodotti nei mercati locali, le filiere corte, le associazioni e organizzazioni di produttori e le organizzazioni interprofessionali, la Regione Piemonte pro-

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pone la possibilità di presentare delle prime manifestazioni di interesse relative a progetti di filiera integrati (PiF). Sostanzialmente con i PiF l’obiettivo è di integrare la strategia di organizzazione delle filiere, con la stesura e l’applicazione delle diverse misure del PSR, che possono contribuire al raggiungimento degli obbiettivi della stessa focus area 3a). il progetto integrato di filiera (PiF) deve descrivere un progetto collettivo: • presentato da un partenariato (gruppo) di soggetti appartenenti alla medesima filiera produttiva; • finalizzato alla piena riuscita dell’obiettivo di filiera (che deve essere concreto, raggiungibile, misurabile, temporizzabile); • che prevede un accordo tra le parti e si candida a realizzare investimenti attraverso l’utilizzo delle misure presenti nel PSR; • può riguardare sia la filiera lunga che corta.

In termini operativi, il PIF propone una strategia di intervento unitaria e nello stesso tempo raccoglie una pluralità di domande individuali. nell’ambito della programmazione dello Sviluppo Rurale 2014-2020 quindi l’organizzazione della filiera si concretizza nella presentazione di progetti integrati di filiera (PiF) caratterizzati da:

• un approccio bottom up; • la costituzione di un partenariato che sia

disponibile a realizzare una strategia condivisa con un obiettivo specifico di sviluppo della filiera su un periodo pluriennale;

• un uso sinergico e coordinato di diverse

misure finalizzato al raggiungimento dell’obiettivo condiviso; • presenza di una pluralità di soggetti partecipanti collegati tra loro da impegni, obblighi e responsabilità reciproche nella realizzazione del progetto; • obbiettivi chiari, realizzabili ed economicamente sostenibili; • predisposizione di un business plan con individuazione precisa delle azioni e gli investimenti previsti; • individuazione precisa dei soggetti partecipanti, delle rispettive attività ed investimenti; • presenza di un soggetto animatore che svolge il compito di coordinamento del progetto stesso.

La presentazione dei PiF è articolata in due fasi: - quella attuale di presentazione della manifestazione di interesse, ricognitiva per la Regione e propedeutica all’individuazione delle linee di intervento con approccio di filiera nel PSR (linee guida, approvate con Deliberazione della Giunta regionale); - la seconda, in seguito ad approvazione del PSR e delle linee guida, comporterà l’emanazione di bandi da parte della Regione per la presentazione dei progetti di filiera.

La procedura di presentazione della manifestazione d’interesse, a mezzo e-mail, dovrà essere trasmessa entro il 28/02/2015. informazioni in Coldiretti.


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attuaLità- pensionati

alessandrina

l’assemblea elettiva si è svolta lo scorso 11 Febbraio a torino

riconFermato bruno porta alla guida dell’associazione pensionati del piemonte Presente una delegazione alessandrina. Tra i temi “La sicurezza nelle campagne”

É

stato riconfermato alla guida dell’associazione Regionale Pensionati di Coldiretti Piemonte l’astigiano Bruno Porta, al termine dell’assemblea ordinaria elettiva che si è svolta allo Starhotels majestic a torino lo scorso 11 febbraio.“Sono contento di poter proseguire nel mio ruolo di presidente dell’associazione per continuare ad enfatizzare il considerevole ruolo dei pensionati nelle attività agricole. - ha affermato il presidente bruno porta - molto spesso contribuiscono attivamente a portare avanti le aziende, in sinergia con i giovani, nell’ottica di un reale ricambio generazionale”.a rimarcare quanto detto dal presidente Porta sono stati i due giovani neoeletti presidenti di Coldiretti torino, Fabrizio galliati, e di Cuneo delia revelli:“il progetto di Coldiretti si basa anche sull’importante contributo economico che l’associazione pensionati ha dato e darà nel tempo. Per noi i pensionati sono una risorsa fondamentale, d’altronde non potrebbe essere diversamente poiché gli attuali membri del movimento sono proprio coloro che hanno fondato la stessa Coldiretti”. “anche le attività dell’epaca sono volte ad agevolare i servizi per i pensionati. Sono una testimonianza i Centri Servizi alla Persona aperti a Cuneo e a torino. - ha detto il direttore del patronato epaca del Piemonte massimo Fogliato durante il suo intervento in assemblea - Quello di torino, ad esempio, opera nelle case di cura per facilitare le pratiche di cui necessitano i degenti”. Coldiretti, infine, ha invitato alla mattinata il dott. Fabrizio volpato del nucleo di Prossimità del corpo di Polizia municipale di torino per discutere sul tema della sicurezza visto il continuo aumento

nelle foto (in alto) la platea allo “Starhotels majestic”, (sotto) il Consiglio dell’associazione Regionale Pensionati Coldiretti e un primo piano di Bruno Porta riconfermato alla presidenza.

dei furti nelle cascine e nelle abitazioni.“Ci sembra corretto tutelare e fornire i giusti strumenti di prevenzione a chi presidia i territori rurali e spesso si vede vittima di episodi criminosi. e’ bene, dunque, che sappiano come difendersi nei limiti del possibile e quali misure adottare”, ha concluso antonio de concilio direttore di Coldiretti Piemonte. Per Coldiretti alessandria fanno parte del Consiglio giovanni ottonello, presidente provinciale, graziella chiapponi vice presidente provinciale e tarcisio sala nominato revisore dei conti.

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ORganizzaziOne - campagna amica

alessandrina

corso per Formaggi erborinati

strutture bike Friendly

Due giornate dedicate ai Formaggi erborinati

Il turismo su due ruote

D

ue giornate dedicate al formaggio, non si potevano non fare, al caseificio vallenostra di mongiardino, la patria del montebore. Katia Stradiotto e domenico Prola non parleranno però di caseificazione “borberina” ma, di formaggi erborinati, un mondo a se all’interno della caseificazione. il termine “erborinato” deriva dal sostantivo dialettale milanese “erborin”, che significa prezzemolo (tipica erba aromatica color verde ma in realtà dovuta a dei miceti, i microorganismi che generano la fioritura verde o blu tipica di questo tipo di formaggio). un tempo, i formaggi erborinati venivano prodotti solo nei luoghi occupati naturalmente da questi miceti (ad es. alcune grotte della Francia), dato che in tali condizioni i microrganismi si sviluppavano superficialmente e potevano colonizzare l’interno del formaggio solo quando la pasta si crepava o veniva bucata dai pastori con aghi o lame. Con la tecnica dell’erborinatura, infatti, si consente lo sviluppo di muffe nella pasta del formaggio con la conseguente comparsa di caratteristiche striature e chiazze blu-verdi. Saranno proprio queste tecniche il tema cardine delle due giornate di formazione organizzate da terranostra e inipa per approfondire le tecniche di base della produzione dello Stilton, del Castelmagno e del Blu di Capra Piemonte... degustando, però, sicuramente il mitico montebore di grattone! il corso è gratuito e si svolge il 25 febbraio e il 4 marzo 2015 a mongiardino. Per iscrizioni inviare a INIPA il modulo di adesione per email al collega: alessandro.trisoglio@coldiretti.it

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è un nuovo turismo che viaggia forte e... a due ruote, si chiama turismo in bicicletta. e’ sempre più emergente e di tendenza e non solo tra i turisti del nord europa che ne sono stati i precursori. il Piemonte si conferma dopo il trentino alto adige e l’emilia Romagna tra le regioni più richieste, per presenza, di questa tipologia di turisti e, il cicloturismo è una grande risorsa anche per la destagionalizzazione. marzo,aprile e maggio, infatti, sono i mesi in cui viene registrato il maggior numero di presenze legate alla pratica di questo sport e questo significa non solo destagionalizzazione, ma anche effetto-traino per la stagione estiva. il turismo in bicicletta valorizza il territorio alessandrino, sia per l’eccellenza dei paesaggi, sia per la storia legata a Coppi e ai Campionissimi, sia per la recente designazione unesco e per tutte le altre peculiarità quali benessere termale, patrimonio culturale enogastronomia agrituristica. Stefania grandinetti vice presidente alexala e presidente terranostra, forte sostenitrice del ciclo turismo, è da anni impegnata anche con le aziende agricole aderenti a Campagna amica per avviare un percorso di sensibilizzazione, adeguamento strutturale e attivazione in tutte le aziende associate, necessario alla potenziale domanda sul territorio alessandrino.alexala ha da qualche mese avviato un progetto di promozione e comunicazione che è specificamente incentrato sulla fruizione in bicicletta del territorio: per tutti, dai più esperti agli amatori, dai solitari alle famiglie. Parte da una serie di percorsi inseriti nel sito www.piemonteciclabile.com che ricoprono capillarmente tutta la provincia, e che, geomappati, danno indicazioni tecniche dettagliate e proposte di itinerari turistici tematici. Stefania grandinetti è capogruppo per alexala di riferimento, per la costituzione di un primo gruppo di Strutture Bike Friendly e come associazione agrituristica terranostra sta organizzando una giornata formativa ad aprile aperta a tutte le aziende interessate.


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saper vendere

agriturismo il buonvicino corso di cucina il buonvicino di isabella Peverati - Str. Ricaldone di Sotto, 38 15016 Cassine (aL) tel.0144-715228 - ilbuonvicino@libero.it

è il leit motiv del corso di cucina 2015

Q

L’agriturismo che vorrei…

uando ero bambina, a casa mia come in tutte le famiglie contadine la pasta era fatta in casa, il pane era cotto nel forno a legna, i polli e i conigli erano cucinati interi. il brodo non sapeva di dado, il bollito era un piatto prelibato e c’era una stagione per ogni verdura. Saper fare da mangiare era un’arte a cui le massaie si dedicavano con passione. tutto questo appartiene al passato, perché tutto si compra, tutto questo dovrebbe appartenere al presente, quando pensiamo all’agriturismo. Sulla base di questo “am’marcord” si è tracciato il filo conduttore del corso di cucina dal titolo: La valorizzazione dei prodotti locali nella cucina agrituristica, organizzato da terranostra e inipa, e rivolto alle aziende agricole e agrituristiche che si svolgerà presso L’agriturismo il buonvicino a cassine il 9 marzo, il 16 marzo e il 23 marzo con tre grandi chef andrea Ribaldone, tommaso negri e Beppe Sardi. tre grandi chef che ci raccontano “l’agriturismo che vorrei” spogliandosi di quei segreti che fanno grandi il

La RiCetta deL meSe

loro nome e la loro cucina, ripercorrendo, attraverso il loro sapere tra tecnica e organizzazione, i concetti principali e basilari quali la conoscenza della materia prima, la territorialità, la stagionalità. nella società dell’immagine si tende a dimenticare la concretezza del cibo a favore del suo aspetto privilegiando l’apparire, la presentazione e non l’essere. e’ importante che l’agriturismo torni alla sobrietà della tradizione contadina che, pur non rinunciando alla componente estetica, adotti menù appaganti, equilibrati, rivalutando piatti e ingredienti che fino a pochi decenni fa erano rifiutati perché simbolo di povertà ed emarginazione a favore di altri ritenuti più raffinati; è il caso della pasta e fagioli, del pane nero, della polenta, dello stoccafisso, della trippa... Parlare di cucina piemontese, di cucina del territorio, di cucina locale significa addentrarsi in una gastronomia ricca di tantissimi sapori, antichissime ricette nella quale trovano posto di volta in volta tutti i prodotti di questa, non certo povera terra. Ricordiamoci chi siamo per non farci “gnammare” dagli altri!!!

Primo

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ORganizzaziOne - terranostra

[pagine a cura di Luisa Bo]

alessandrina

Corso di marketing e tecniche di vendita

R

oberto della Casa, si potrebbe dire di lui semplicemente parafrasando ayrton Senna: non esiste una curva dove non si possa superare, spesso però sono i centimetri a fare la differenza!! La passione per i dettagli è il fil rouge che guida da sempre il suo sviluppo professionale e su questa linea saranno condotte le due giornate formative il 19 e 23 marzo, in cui gli imprenditori agricoli saranno accompagnati in un percorso per apprendere i principali strumenti organizzativi e gestionali, per una vendita di successo. Studioso d’avanguardia delle filiere dei prodotti alimentari freschi, della Casa professore alla scuola di economia, management e Statistica dell’università di Bologna, già docente al master in agribusiness della scuola di direzione aziendale dell’università Bocconi di milano, partito dall’economia dei mercati agricoli, è passato attraverso le problematiche della gestione aziendale, per arrivare al marketing e al retailing. Sarà coadiuvato da alessandra Conti che ha fatto della rintracciabilità e dell’etichettatura la sua specializzazione agronomica e oggi è da considerarsi tra i professionisti più qualificati in materia. Oggi l’agricoltura ha bisogno di cambiare, di migliorarsi e per fare questo è necessario intraprendere un percorso di crescita professionale per apprendere i principali strumenti organizzativi e gestionali per una vendita diretta di successo. Buone idee senza accurata realizzazione non servono e sono spesso i particolari che fanno la differenza fra una buona e una cattiva applicazione. Il corso è gratuito. Se interessati rivolgersi a: alessandro.trisoglio@coldiretti.it.

tagliatelle al sugo di anatra muta

per la pasta: 1 rosso d’uovo per ogni 100 gr., farina di grano tenero, olio di oliva q.b., 1 pizzico di sale. disporre sulla spianatoia la farina a vulcano, aggiungere al centro i rossi d’uovo, il sale, l’olio e impastare.tirare con il mattarello a seta e tagliare le tagliatelle della dimensione di un centimetro. per il sugo: 1 anatra disossata, tagliata a piccoli pezzetti, olio d’oliva q.b., 1 carota, a costa di sedano, 1 ciuffo di prezzemolo, 1 spicchio di cipolla, pomodori perini o salsa di pomodoro. l sugo di anatra muta con carni disossate è qualcosa che rasenta il divino. Pulire e lavare le verdure, meno la cipolla, tritarle. Porre questo trito in un tegame con l’olio, appena imbiondisce mettere i pezzetti d’anatra e far cuocere un’oretta. a 20 minuti dalla fine della cottura versare il passato di pomodori, mescolare e portare a cottura, sempre a fuoco lento. Quando il sugo è pronto, unire la pasta scolata e servite.

cascina imarisia di Deregibus F.lli - Str. Cellamonte 12 - 15039 Ozzano (aL) tel.0142-488279 - made06_md@libero.it

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[pagina a cura di marino Ravera]

ePaCa - novità previdenziali

alessandrina

penalizzazione per le pensioni

conseguite prima dei 62 anni di età

La nuova norma sterilizza ulteriormente la disposizione originaria per gli anni dal 2015 al 2017

S

i ricorda che la legge n.214/2011, come integrata dalla legge n.216/2011, aveva previsto che alla pensione anticipata (spettante a soggetti in possesso di anzianità contributiva al 31/12/1995), se liquidata prima del compimento di 62 anni di età, venisse applicato un sistema di riduzione percentuale del trattamento pensionistico spettante, la “penalizzazione”.tale regola generale non trova applicazione per i soggetti che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017, qualora la predetta anzianità “derivi esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro, includendo i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l’assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e di

assicurazione sociale per l’impiego aspi

cassa integrazione guadagni ordinaria”. a tale elencazione tassativa erano state aggiunte altre tipologie di situazioni che non comportavano l’applicazione della penalizzazione, rimaneva co-

munque una ampia platea di assicurati che doveva subire la penalizzazione. Con l’entrata in vigore della legge 190 del 2014 (Legge di Stabilità 2015) pubblicata nella gazzetta ufficiale del 29 dicembre 2014 arrivano importanti novità sulle penalizzazioni. il comma 113 dell’art.1 prevede, infatti, che per le pensioni percepite prima dei 62 e con decorrenza dal 1° gennaio 2015 non sarà applicabile la penalizzazione percentuale sull’importo del trattamento sancita dalla legge 214 del 2011 e successive modifiche. La nuova norma sterilizza ulteriormente la disposizione originaria per gli anni dal 2015 al 2017; si precisa che i trattamenti anticipati a partire dal 1° gennaio 2018 saranno nuovamente oggetto del sistema di penalizzazioni.

a chi non spetta

b.

non sono destinatari della indennità di disoccupazione aSpl: i dipendenti a tempo indeterminato delle Pubbliche amministrazioni gli operai agricoli a tempo determinato e indeterminato per i quali continua a trovare applicazione la specifica normativa come modificata dalla stessa legge di riforma i lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale, per i quali resta confermata la specifica normativa.

quando spetta

L

a legge n.92 del 28 giugno 2012 di riforma del mercato del lavoro ha operato una serie di interventi tra i quali si evidenzia quello di revisione degli strumenti di tutela del reddito. Con decorrenza 1° gennaio 2013 è stata istituita l’assicurazione Sociale per l’impiego aspl con la funzione di fornire ai lavoratori che abbiano perdurato involontariamente la propria occupazione un’indennità mensile di disoccupazione. tale nuova assicurazione - che ha sostituito la preesistente assicurazione involontaria - si caratterizza per l’ampliamento della platea dei soggetti tutelati, per l’aumento della misura e della durata delle indennità erogabili agli aventi diritto, nonché per un sistema di finanziamento alimentato da un contributo ordinario nonché da maggiorazioni contributive. in particolare, l’aSpl eroga un trattamento di sostegno al reddito in relazione agli eventi di disoccupazione verificatisi a decorrere dalla data del 1° gennaio 2013, sostituendo le preesistenti indennità di disoccupazione non agricola ordinaria con requisiti normali e l’indennità di disoccupazione speciale edile nonché, a far tempo dal 1° gennaio 2017, l’indennità di mobilità. una ulteriore misura introdotta è la mini aSpl, destinata a sostituire la precedente indennità di disoccupazione non agricola con requisiti ridotti.

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L’indennità è riconosciuta alle categorie di lavoratori che siano in possesso dei seguenti requisiti: a. siano in stato di disoccupazione con dichiarazione rilasciata al Centro per l’impiego (le legge già introdotta dalla legge n.92/2012, prevede che - al fine di semplificare la erogazione delle prestazioni di disoccupazione - il lavoratore disoccupato possa scegliere se rilasciare direttamente all’Inps la dichiarazione di disponibilità al lavoro, al momento della presentazione della domanda di indennità, anziché recarsi al Centro per l’impiego).

Lo Stato di disoccupazione sia involontario, con esclusione, quindi, dei lavoratori il cui rapporto di lavoro cessato a seguito di dimissioni o di risoluzione consensuale. c. Possano far valere almeno due anni di assicurazione, devono essere trascorsi almeno due anni dal versamento del primo contributo contro la disoccupazione (il biennio viene determinato a decorrere dal primo giorno in cui il lavoratore risulta disoccupato). d. Possano far valere almeno un anno di contribuzione contro la disoccupazione, l’interessato deve possedere un anno di contributo (contributo DS e/o contributo ASpl) nel biennio precedente l’inizio del periodo di disoccupazione.

durata della prestazione Le nuove norme prevedono un graduale aumento della durata della prestazione, collegata all’età anagrafica del lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro: nella tabella sono specificati i termini.

ANNO CESSAZIONE

ETA’ ASSICURATI

MESI INDENNIZZATI

2015

Meno di 50 anni

Dieci mesi

Più di 50 anni e meno di 55 anni

Dodici mesi

Più di 55 anni (nei limiti delle settimane di contribuzione negli ultimi due anni)

Sedici mesi

Meno di 55 anni

12 mesi (periodo max)

Più di 55 anni

18 mesi (periodo max)

2016 (a regime)

presentazione della domanda Per fruire dell’indennità i lavoratori aventi diritto devono, a pena di decadenza, presentare apposita domanda, esclusivamente in via telematica, entro il termine di due mesi dalla data di spettanza del trattamento. La prestazione può decorrere dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione dell’ultimo rapporto di lavoro, se la domanda viene presentata entro lo stesso giorno, pertanto è consigliato presentare l’istanza senza ritardo.


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attuaLità - nuove normative

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la reGione Ha manTenuTo l’impeGno preSo

gli uffici epaca di coldiretti alessandria sono a disposizione per l’assistenza relativa alla presentazione delle domande.

avviso importante Il Patronato EPACA ricorda che il termine per inoltrare domanda di indennità di disoccupazione agricola scade il 31 marzo 2015, invitando tutti i lavoratori agricoli a presentarsi gli uffici del Patronato ed usufruire così del servizio gratuito di compilazione ed invio telematico della domanda all’Inps. Sul prossimo numero pubblicheremo un approfondimento dettagliato.

APPROvATA LA NUOvA LEggE SUgLI AgRITURISMI Filiera controllata e garantita: ”Coldiretti approva questo risultato, in linea con il progetto di Campagna Amica per offrire prodotti del territorio”

“A

spettavamo la nuova legge sugli agriturismi da tempo, sicuramente ci saranno ancora problematiche da risolvere ma siamo soddisfatti, la Regione ha mantenuto l’impegno preso. - afferma Simone moroni direttore di Coldiretti alessandria - gli obiettivi della nuova legge? Sostenere il presidio del territorio agricolo e rurale, valorizzare i prestigiosi prodotti dell’agricoltura piemontese e favorire lo sviluppo turistico nelle aree rurali: adesso aspettiamo i regolamenti attuativi per iniziare una nuova e importante fase di crescita del territorio”. La nuova legge punterà a valorizzare le qualità e le eccellenze locali: principi fondamentali per riuscire a confrontarsi, in modo costruttivo, con il mercato agroalimentare e l’offerta turistica.“avevamo ormai una legge troppo vecchia: l’attuale era infatti del 1995 ed il settore chiedeva da anni una nuova normativa. Siamo grati, quindi, al Consiglio regionale, all’assessore all’agricoltura giorgio Ferrero e all’intera giunta per aver abbreviato i tempi di approvazione al fine di dare una risposta al mondo agricolo e alle associazione agrituristiche”, ha aggiunto Stefania grandinetti presidente di terranostra Piemonte e alessandria. La legge aggiunge valore all’agricoltura piemontese: la ristorazione, infatti, deve utilizzare quasi esclusivamente prodotti locali e tipici, garantendo così agli ospiti di assaporare il vero made in Piemonte e di conoscere la provenienza di ciò che viene messo in tavola. inoltre, viene data attenzione anche alle zone svantaggiate, soprattutto quelle montane, dove l’agriturismo rappresenta un ulteriore presidio del territorio. “approviamo questo

stefania grandinetti

decadenza dall’indennità il beneficiario decade dall’indennità nei seguenti casi: a. perdita dello stato di disoccupazione; b. rioccupazione con contratto di lavoro subordinato superiore a 6 mesi; c. inizio attività autonoma senza comunicazione all’inps; d. pensionamento di vecchiaia o anticipato; e. assegnato ordinario di invalidità, se non si opta per l’indennità; f. rifiuto di partecipare, senza giustificato motivo, ad una iniziativa di politica attiva (attività di formazione, tirocini ecc.) o non regolare partecipazione; g. mancata accettazione di un’offerta di lavoro il cui livello retributivo sia superiore almeno del 20% dell’importo lordo dell’indennità.

risultato come terranostra alessandria, in quanto in linea con il progetto Coldiretti di Campagna amica che, con i suoi agriturismi, offre prodotti del territorio, provenienti da una filiera controllata e garantita”, continua Stefania grandinetti. La nuova legge consente anche uno snellimento delle procedure per chi vuole intraprendere un’attività agrituristica: sarà sufficiente, infatti, solo la Scia, segnalazione certificata di inizio attività. “Per l’ottenimento di quest’ultima auspichiamo gli imprenditori agricoli possano avvalersi dei SuperCaa, a cui lo stesso presidente Chiamparino sta fortemente puntando”, ha concluso il direttore moroni. L’obiettivo sarà quello di diventare sempre più un punto di incontro tra impresa agricola e consumatore, una vetrina del mondo rurale in grado di soddisfare le nuove esigenze sociali dell’alimentazione nel contesto più allargato del grande progetto che contraddistingue il Progetto di Coldiretti per “una filiera tutta agricola e tutta italiana.

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attuaLità - macchine agricole

[a cura di Renato delmastro]

alessandrina

Patentini per l’uso delle trattrici agricole Revisione macchine agricole. Ultime novità

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l campo, inteso come zona di lavoro, può rappresentare una postazione a rischio incidenti, specialmente per le difficili e reali situazioni dove ci si trova giornalmente ad operare (collina, montagna, terreno fangoso, sconnesso, innevato, con pendenze di vario tipo, in presenza di carchi non sempre equamente disposti o diversamente collocati rispetto alla trattrice, ecc). in queste situazioni, spesso difficilmente prevedibili, occorre quindi avere una buona conoscenza dei mezzi meccanici utilizzati, insieme ad una più che buona conoscenza delle situazioni operative dove si svolge l’attività lavorativa. già dal 2008, il “d.Lg 81/08”, prende in considerazione questa problematica e richiama più volte la necessità di adottare una corretta informazione/formazione rivolta agli operatori. in particolare all’art.71, comma 7, viene richiamata la necessità, per il datore di lavoro, di adottare misure utili a fornire le indicazioni necessarie per corretto utilizzo delle attrezzature di lavoro mentre all’articolo 73 il legislatore tratta la formazione sull’utilizzo delle macchine, evidenziando le situazioni particolari in cui ci si può trovare sia durante le normali fasi lavorative, sia in situazioni anormali che si possano ragionevolmente presentare durante l’utilizzo delle macchine stesse. Successivamente, nel febbraio 2012, viene pubblicato “l’accordo Stato Regioni” che fornisce informazioni specifiche sulle procedure necessarie per il rilascio delle “abilitazioni alla guida” e individua le categorie di macchine che sono soggette a

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corsi formazione alla guida. Per quanto riguarda le trattrici agricole è “l’accordo Stato Regioni” a trattarle in modo specifico, indicando le condizioni di utilizzo prevedibile ed elencando anche i possibili tipi di collegamento con macchine operatrici che possono essere poste anteriormente, posteriormente e lateralmente, ma anche con macchine trainate ed i caricatori frontali. Le precisazioni sono indotte dalle situazioni di particolare pericolo che il tipo di collegamento trattrice/operatrice può indurre alla trattrice stessa, in quanto la posizione dell’operatrice può provocare problemi di instabilità che possono e devono essere compensati da corrette procedure di aggancio e di guida, specialmente in pendenza, che diventano essenziali per fornire le informazioni indispensabili ad evitare possibili problemi di instabilità. inoltre, il ministero del Lavoro ha pubblicato alcune ulteriori Circolari con lo scopo di chiarire il campo di applicazione dell’accordo Stato/Regioni. La recente uscita della“Circolare n. 45” del 24/12/2013 vede appunto lo scopo di chiarire alcuni passaggi importanti per il settore agricolo. durante gli scorsi mesi numerose strutture si sono attivate per fornire i corsi di abilitazione alla guida, evidenziando alcune lacune normative. al punto 2.1 dell’accordo Stato Regioni vengono riportate le qualifiche che devono obbligatoriamente possedere sia i formatori che i docenti per cui è particolarmente chiaro che, specialmente i secondi devono poter trasmettere le dovute informazioni teoriche, ma ancor più pratiche agli iscritti, al fine di rispettare il comma 1 dell’art.73 del d.lgs 81/08. anche la “Circolare n.21”, del 10.06.2013, pubblicata dal ministero del Lavoro, riprende questo specifico punto ed evidenzia la necessità, per i docenti, di dimostrare una conoscenza pregressa, almeno triennale, dei contenuti teorici e pratici. il recente “decreto del fare” del 21/06/2013 ha spostato i termini di applicazione, per il settore agricolo, al 22/03/2015 per cui si ritiene opportuno suggerire di porre la massima attenzione nel predisporre corsi sufficientemente esaustivi nel fornire le informazioni utili a garantire le conoscenza dovute nell’utilizzo di mezzi agricoli nell’ottica di riuscire a diminuire ulteriormente le situazioni di pericolo.

ultime novità Si porta a conoscenza degli utilizzatori e dei datori di lavoro, nonché delle strutture eroganti i corsi di guida che, in data 23 dicembre 2014 è stata pubblicata la “Circolare n. 34 del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali” che meglio esplicita i contenuti dei corsi e, in particolare, la parte relativa alle pratiche di guida. La Circolare ha come oggetto “istruzioni operative per lo svolgimento dei moduli pratici dei corsi di formazione per i lavoratori addetti alla conduzione di trattori agricoli o forestali” e in essa vengono espressamente trattati i seguenti punti: - Requisiti dell’area di prova - Disponibilità trattori/rimorchi/attrezzature - Modulo pratico trattori a ruote e a cingoli - Esercitazioni di pratiche operative - Guida del trattore in campo Come si nota dai titoli dei vari capitoli, nella circolare vengono prioritariamente trattati i temi legati alle prove di pratica di guida per cui è doveroso, da parte dei docenti, conoscere le procedure ma anche importanti astuzie che permettono di guidare in sicurezza una trattrice nelle svariate condizioni operative in cui il guidatore potrebbe trovarsi ad operare. al riguardo è in fase di realizzazione un nuovo opuscolo, prodotto da CnR-imamoter e assessorato agricoltura e Foreste della Regione Piemonte, che illustrerà, anche tramite appositi filmati, le tecniche di guida di trattrici agricole poste in situazioni operative complesse di campo. revisioni delle maccHine agricole Siamo arrivati a febbraio 2015 e, come prevedibile, non è stato possibile redigere il testo del “Decreto attuativo” necessario per l’entrata in vigore della “Legge 221” del 17 dicembre 2012, che ha previsto le revisioni per il settore delle macchine agricole. il governo ha quindi inserito nel “decreto mille Proroghe” lo spostamento sia della data entro la quale dovrà essere emanato il decreto attuativo citato (30 giugno 2015), che, di conseguenza, della data di entrata in vigore della Legge sulle revisioni (31 dicembre 2015).


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ATTUALITà - tesseramento/consigliere ecclesiastico

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Perché è importante associarsi a Coldiretti? Per dimostrare concretamente di appartenere, consolidare e sostenere il percorso di rigenerazione dell’agricoltura che la più grande organizzazione italiana e leader in Europa sta portando avanti da ormai diverso tempo. Per essere al fianco di un’ Organizzazione in continua crescita che rappresenta un punto di riferimento per gli imprenditori agricoli del territorio, in grado di dare vigore e sostegno alle aziende. Perché insieme abbiamo creato e stiamo facendo crescere un grande Progetto per difendere e tutelare la filiera tutta agricola e tutta italiana: un grande

impegno per continuare a rafforzare con i cittadini un patto di crescita fondato sulla qualità e sulla sicurezza. Tutto questo senza dimenticare i vecchi e nuovi servizi, indispensabili, che da sempre accompagnano e hanno fatto crescere Coldiretti. Insieme ai suoi associati Coldiretti ha realizzato tutto questo ed è diventata una grande forza sociale ed economica, pronta ad affrontare e vincere nuove battaglie. Anche nel 2015.

Questa è l’agricoltura di chi ama l’Italia!

A colloquio con il consigliere ecclesiAstico

AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA

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ExPO 2015 di Milano ha per tema il cibo. Un tema di grandissima attualità. La fame nel mondo è diventata la fame anche nel nostro mondo. Il cibo viene sprecato in percentuali insopportabili e quello non sprecato è mal distribuito. Il papa, intervenendo su questo grave problema ha detto che di cibo ce n’è per tutti (ce ne dovrebbe essere per tutti), ma non tutti possono mangiare. Dice il Papa: chi non mangia non è solo escluso dalla tavola, ma “scartato”. É un “avanzo”, frutto dell’iniquità e dell’ingiustizia. Noi tutti non siamo padroni della terra, ma custodi e giardinieri. La sfida del cibo è una sfida globale, epocale. É necessario mettere tutti nelle condizioni di procurarsi il necessario per vivere anche tagliando qualche privilegio. Penso che oggi più che tavoli di ascolto (solo chi non vuol vedere o sentire può ignorare una situazione che diventa sempre più grave) siano necessari luoghi di solidarietà e scelte radicali a favore di chi ha fame. All’Expo di Milano, riferiscono le cronache, alcuni si sono organizzati per cucinare ciò che gli altri scartano come la buccia di patate. Stranamente, oggi che le necessità alimentari per i poveri sono cresciute, si fanno tagli indiscriminati sulla spesa destinata a chi ha fame. La società più ricca non è solo quella che ha più risorse ma quella che sa distribuirle più equamente. Ci auguriamo che il semestre dell’Expo mondiale di Milano sul cibo alla fine non sia solo una bella esposizione o un “maxi tavolo di concertazione” ma una rivoluzione e inversione di tendenza: nei progetti e nelle scelte che contano. Don Ivo

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ORganizzaziOne - attualità/necrologi

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caseine e caseinati, novità in arrivo. il parlamento europeo voterà in commissione per l’ambiente

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l 24 febbraio prossimo il Parlamento europeo voterà, in Commissione per l’ambiente, il progetto di relazione sulla proposta di direttiva per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle caseine e ai caseinati destinati all’alimentazione umana, progetto presentato dalla Commissione nel marzo dello scorso anno. il progetto è rivolto a sostituire la direttiva 83/417/Cee del Consiglio allo scopo di allinearne le disposizioni che conferiscono alla Commissione competenze di esecuzione alle disposizioni introdotte dal trattato sul Funzionamento dell’ue, ma anche allineare i requisiti di composizione delle caseine e dei caseinati alla pertinente norma del Codex alimentarius. Oltre a ciò, si punta ad aggiornare le disposizioni applicabili alle caseine e ai caseinati tenuto conto della legislazione comunitaria adottata nel frattempo, in particolare quella applicabile ai prodotti alimentari. Per quanto concerne l’adeguamento alle norme internazionali, la Commissione propone in particolare di fissare il tenore massimo di umidità della caseina alimentare al 12% (rispetto al parametro

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del 10% previsto in precedenza) e il tenore massimo di grassi del latte della caseina acida alimentare al 2% (rispetto al 2,25%). Per consentire un rapido adeguamento futuro degli allegati i e iii (norme applicabili alla caseina acida alimentare, alla caseina presamica alimentare e ai caseinati alimentari in termini di composizione, contaminanti, coadiuvanti tecnologici utilizzati, ecc.) alle norme internazionali e al progresso tecnico, la Commissione propone inoltre l’adozione di atti delegati. La proposta va considerata nel contesto della legislazione alimentare generale (regolamento Ce n.178/2002), che mira a garantire la libera circolazione di alimenti sicuri e sani contribuendo così in maniera significativa alla salute e al benessere dei cittadini. in quest’ottica è altresì opportuno assicurare che i consumatori siano adeguatamente informati in merito ai prodotti alimentari da essi consumati. Sebbene i prodotti disciplinati dalla proposta (caseine e caseinati) non siano destinati alla vendita al consumatore finale ma solo alla vendita tra imprese per la preparazione degli alimenti, è importante che gli operatori del

settore alimentare dispongano dei dati necessari per l’etichettatura dei prodotti finiti, in particolare per quanto riguarda gli allergeni. di conseguenza la proposta include disposizioni relative all’etichettatura delle caseine e dei caseinati destinati all’alimentazione umana. Se le informazioni obbligatorie previste non figurano sugli imballaggi, recipienti o etichette, i prodotti interessati non possono essere commercializzati in quanto caseine o caseinati alimentari, né utilizzati per la preparazione di prodotti alimentari. Si ricorda che, con l’entrata in vigore al 1° gennaio 2014 del regolamento (ue) n.1308/13 recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli, sono state soppresse le norme che prevedevano l’ottenimento di un aiuto, previsto dalla precedente Ocm, per la trasformazione di latte in caseina e caseinati, che potevano essere impiegati, su preventiva autorizzazione della Commissione ed entro certi limiti, alla produzione di formaggi; pertanto, il loro impiego non è più normato a livello europeo e si fa riferimento alle sole normative nazionali.

Dio, fonte di perdono e di salvezza, per l’intercessione della Vergine Maria e di tutti i Santi, concedi ai nostri fratelli e parenti, che sono passati da questo mondo a Te, di godere la gioia perfetta nella patria celeste. Per Cristo nostro Signore. Amen.

✟16/03/1930 - 22/01/2015✟ ✟

✟ 25/06/1924 - 03/02/2015 ✟

La Dirigenza e la Struttura di Coldiretti Alessandria si uniscono al grande dolore del Direttore Regionale Antonio De Concilio per la scomparsa del caro

La Coldiretti di Alessandria si unisce al dolore di Vilma Bobbio, per la perdita del caro marito

PAPà

FRANCO RE Socio di Predosa

Sentite condoglianze

La Dirigenza e la Struttura di Coldiretti Alessandria si uniscono al dolore dei familiari del caro

gIUSEPPE bELISONzI Socio di Pontecurone

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✟ 21/03/1920 - 27/01/2015 ✟

✟1929 - 28/01/2015 ✟

Coldiretti Alessandria prende parte al dolore della famiglia Ricagno, in particolare ai figli Piera e Giuseppe, e alla moglie Apollonia Sardi per la scomparsa del caro

Coldiretti Alessandria si unisce al dolore della famiglia Bosso, per la scomparsa del caro

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Socio di Lu Monferrato

Socio di Sezzadio

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