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SPECIALE VILLAGGIO COLDIRETTI, AL CENTRO IL DIALOGO CON IL CONSUMATORE
Numeri record: 800mila presenze all’iniziativa a difesa dell’agroalimentare italiano
VILLAGGIO COLDIRETTI: TUTELARE LA BIODIVERSITÀ, IL RUOLO FONDAMENTALE DELLE NUOVE GENERAZIONI
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Ottocentomila persone hanno visitato dal 30 settembre al 2 ottobre il Villaggio Coldiretti a Milano a sostegno dell’agricoltura italiana, scesa in piazza per far conoscere i primati del Made in Italy messi a rischio dalla grave crisi energetica che pesa su imprese e famiglie. E’ il bilancio stilato dalla Coldiretti a conclusione della più grande festa di popolo mai realizzata in un centro storico di una città con 400 stand tra mercati degli agricoltori, aree del gusto, street food, stalle, agriasili, fattorie didattiche, orti, antichi mestieri, pet therapy, agrichef, laboratori, trattori e nuove tecnologie e workshop, presso i quali è stato possibile degustare, apprendere, giocare e divertirsi al fianco di oltre quarantamila agricoltori, nonostante il difficile momento legato al caro bollette e alla guerra in Ucraina. Oltre 1.200 alessandrini, tra cui molti giovani under 30, hanno preso parte alla grande kermesse con il Presidente Mauro Bianco e il Direttore Roberto Bianco che hanno sottolineato come “il Villaggio di Milano sia stata una grande occasione per far conoscere la biodiversità e la sostenibilità dell’agricoltura italiana, un modello basato sulla distintività e la qualità del Made in Italy agroalimentare ma anche lo spirito imprenditoriale dei giovani agricoltori e le frontiere dell’innovazione. Per la provincia di Alessandria sono state protagoniste le nocciole, la Tonda Gentile Trilobata coltivata nelle colline del Monferrato: dal prodotto in guscio alle torte e creme, dai biscotti alla versione in tostatura salata sino all’olio. I cittadini ancora una volta hanno potuto toccare con mano i primati dell’agricoltura nazionale che dobbiamo ora difendere e sostenere contro la crisi scatenata da guerra e rincari ma anche da modelli alimentari sbagliati e pericolosi come la diffusione del cibo sintetico”.
Al centro il dialogo con il consumatore. Moltissimi alessandrini hanno preso parte all’evento
speciale VillaggiO cOldiretti Numerose le personalità delle Istituzioni, del mondo politico, economico e civile che hanno sottoscritto la petizione contro il cibo sintetico promossa da Coldiretti e Filiera Italia con partner di rilievo internazionale (World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe). La kermesse è partita con la manifestazione dei giovani agricoltori che rappresentano il futuro del settore e che dunque incarnano al meglio la devastazione di questa crisi che parte dall’impennata della bolletta energetica e dai super costi delle materie prime. A rappresentare la provincia di Alessandria Andrea Parodi della zona di Castelnuovo Scrivia (nella foto con il delegato regionale Danilo Merlo) Ai giovani dunque è stato affidato il compito di denunciare una situazione insostenibile che minaccia la sopravvivenza stessa del Made in Italy a tavola a causa dell’esplosione dei costi di produzione e della crisi nei consumi scatenate dalla guerra in Ucraina. I cartelli sbandierati dalle centinaia di under 35 capitanati dalla delegata nazionale, Veronica Barbati, esprimevano in modo colorito, ma efficace il disagio delle imprese. “Senza agricoltura non si mangia”, “Lavoriamo 24 ore per il contatore”, “Fermiamo le speculazioni”, “Mungiamo le mucche, non gli allevatori”, “No Farmers No Food”, “La burocrazia uccide i campi”. Queste alcune delle denunce. E alcuni sbandieravano le bollette monstre con rincari fino al +500%. Ma non solo protesta. I giovani hanno anche presentato le loro produzioni, eccellenze alimentari che non possono essere messe al tappeto travolte dalla crisi. Perché il Villaggio è stato anche un’occasione per presentare ai consumatori il meglio del Made in Italy, il modo migliore per una comunicazione diretta del meglio della Dieta mediterranea. Perché alla protesta come è nella tradizione della Coldiretti si affiancano proposte e quelle dei giovani sono particolarmente ascoltate: rappresentano infatti le aziende più strutturate ed efficienti, lo zoccolo duro dell’agricoltura del futuro. L’Italia viene dunque danneggiata dalla concorrenza sleale e il primo effetto è l’aumento delle importazioni che hanno già raggiunto il +30%. “Torniamo dunque
speciale VillaggiO cOldiretti a chiedere - ha ribadito il Presidente Nazionale Ettore Prandini - interventi urgenti sulla bolletta energetica e sul fronte estero reciprocità perché siamo favorevoli al libero scambio, ma se le nostre imprese rispettano le regole non è possibile che poi i nostri agricoltori devono far fronte all’invasione di prodotti da mercati come la Turchia e la Tunisia dove i costi e le modalità produttive non sono come quelle italiane”. Tra le varie aree, una delle più “gettonate” è stata sicuramente la fattoria degli animali e l’area riservata alla fattoria didattica dove i bambini hanno impastato il pane, pigiato l’uva, zappettato l’orto e hanno imparato a riconoscere le diverse varietà di piante il tutto. In tantissimi hanno apprezzato le lezioni di economia domestica e i rimedi antichi per donne moderne promosse dalle imprenditrici agricole della Coldiretti mentre, per i giovani l’appuntamento clou è stato nello spazio “Generazione Agricoltori” dove sono state presentate le esperienze più originali nate nelle campagne italiane con una spinta all’innovazione che rappresenta ormai la vera caratteristica dell’agricoltura under35. E, ad essere protagonisti nella Giornata dei Nonni, sono stati i Coldiretti Senior che hanno presentato ricette antispreco, consigli per la casa e svelato segreti dell’orto per aiutare a risparmiare e fronteggiare il caro bollette.
GOVERNO: DAL PNRR AI CINGHIALI LE 5 PRIORITÀ SALVA CAMPAGNE
Sfruttare i fondi del Pnrr per garantire la sovranità alimentare ed energetica e ammodernare la rete logistica; istituire il Ministero dell’Agroalimentare e difendere i 35 miliardi di fondi europei oggi a rischio; no al Nutriscore, al cibo sintetico e agli accordi internazionali che penalizzano il Made in Italy: fermare l’invasione di cinghiali; realizzare un piano invasi per garantire acqua in tempi di siccità. Sono le priorità in cinque punti per il nuovo Governo. Fondamentale in questo senso sarà sfruttare i bandi a partire da quelli già pubblicati, dalle filiere al fotovoltaico che apre alla possibilità di installare pannelli fotovoltaici sui tetti di circa 20mila stalle e cascine senza consumo di suolo, fino a quello della logistica per agire sui ritardi strutturali dell’Italia In coerenza con gli impegni del Pnrr, la prossima legge di bilancio dovrà poi sostenere il ruolo dell’agroalimentare nazionale, che oggi rappresenta il 25% del Pil ed è diventata la prima ricchezza del Paese, con misure per tutelare il reddito delle aziende agricole, anche a livello di tassazione. Sulla Politica Agricola Comune occorre superare le osservazioni di Bruxelles e approvare in tempi stretti il Piano strategico nazionale senza il quale non sarà possibile far partire la nuova programmazione dal 1° gennaio 2023. Ma il primo impegno che Coldiretti chiede al prossimo Governo è un decreto legge urgentissimo per modificare l’articolo 19 della legge 157 del 1992, ampliare il periodo di caccia al cinghiale e dare la possibilità alle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette. Siamo davvero fuori tempo massimo per dare risposte alle decine di migliaia di aziende che vedono ogni giorno il proprio lavoro cancellato dai 2,3 milioni di cinghiali proliferati senza alcun controllo e che rappresentano un pericolo per la salute e la sicurezza dei cittadini. Così come va sempre ribadito il principio di reciprocità negli accordi commerciali e non si può accettare il trattato Ue-Mercosur, che rischia di aprire le porte a prodotti che utilizzano più di 200 pesticidi non autorizzati dall’Italia e ad aumentare la deforestazione e l’inquinamento, mettendo in ginocchio le imprese agricole europee. Una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura