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FILIERA DEL LEGNO
DAL PATRIMONIO FORESTALE ARBOREO REGIONALE E PROVINCIALE UNA POSSIBILE SOLUZIONE
FILIERA DEL LEGNO: RISORSA NATURALE E RINNOVABILE, L’ALTERNATIVA PER COMBATTERE LA CRISI ENERGETICA
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Il conflitto russo-ucraino sta avendo importanti ripercussioni sulle bollette di luce e gas, con più di 4 milioni di famiglie in condizioni di povertà energetica e aziende in difficoltà per l’aumento dei costi di produzione e commercializzazione. Due gli effetti negativi che si stanno verificando negli ultimi mesi: la riduzione della capacità di acquisto dei cittadini, e l’aumento dei costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare, con i rincari che si riversano su tutta la filiera, dalla produzione alla trasformazione e distribuzione. Il risultato è che più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è costretta a cessare l’attività, mentre circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque obbligata a lavorare in una condizione di reddito negativo. “Alla luce di questa situazione, sempre più critica dal punto di vita energetico, è necessario valorizzare la filiera del legno a livello territoriale - ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco - anche al fine di evitare un incremento della quota di materiale di importazione, soprattutto rispetto al pellet. La guerra ha messo sotto gli occhi di tutti la necessità di aumentare le risorse energetiche interne per questo puntare su fonti alternative garantirebbe maggiore sicurezza nell’approvvigionamento portando nello stesso tempo al vantaggio di uno sfruttamento responsabile e sostenibile del bosco con salvaguardia essenziale del territorio, oltre alla creazione di nuovi posti di lavoro. Per non parlare, poi, degli effetti positivi che si riverserebbero sulla questione inquinamento e cambiamenti climatici, fattori che al giorno d’oggi non si possono più ignorare”. In Piemonte ci sono quasi 1 miliardo di alberi e sono presenti 52 specie arboree e 40 specie arbustive con una grande variabilità di composizione e struttura. E’ la regione, che a livello nazionale, ha la più ampia superficie forestale arborea con circa 1 milione di ettari, ovvero il 38% del territorio, di cui i boschi coprono 932 mila ettari. La provincia di Alessandria ha una superficie forestale pari a 123.607 ettari suddivisa tra 114.711 di bosco e 8.896 ettari di arboricoltura da legno. “E’ essenziale trovare soluzioni per aumentare l’approvvigionamento interno di energia riducendo la dipendenza dalle importazioni - ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. La guerra ha messo sotto gli occhi di tutti la necessità di aumentare le risorse energetiche interne. Puntare su fonti alternative come la filiera del legno, naturale e rinnovabile, garantirebbe maggiore sicurezza nell’approvvigionamento portando nello stesso tempo al vantaggio di uno sfruttamento responsabile e sostenibile del bosco con salvaguardia essenziale del territorio. Solo i boschi gestiti in modo sostenibile assolvono al meglio funzioni importanti per la società come la prevenzione degli incendi, delle frane e delle alluvioni o l’assorbimento di CO2. Grazie al lavoro ed alla presenza costante delle nostre aziende, è possibile preservare i territori dall’abbandono, svolgendo un insostituibile presidio rispetto all’assetto idro-geologico del territorio, e mantenere un patrimonio naturale che ha una grande valenza turistica ed ambientale”.
INVESTIMENTI PER INCREMENTARE IL POTENZIALE ECONOMICO DELLE FORESTE
Sono ammesse a presentare domanda di sostegno le Micro, piccole e medie imprese (PMI), che operano nel settore forestale. Dotazione finanziaria 4.249.611,36 euro. L’agevolazione ottenibile consiste in un contributo in conto capitale, nella misura del 40% della spesa ritenuta ammissibile. La spesa minima ammissibile per domanda è fissata in 20.000 euro, quella massima in 300.000 euro.
La dotazione finanziaria dell’intervento è di 4.249.611,36 euro. Il termine ultimo per la realizzazione degli interventi ammessi a contributo è fissato al 30 giugno 2024 senza possibilità di richiedere proroghe.
La scadenza per presentare le domande di sostegno è fissata alle ore 12.00 del prossimo 15 novembre 2022.
Presentati i contratti di filiera per la prossima annata agraria
CONTINUA LA PROGETTUALITA’ DEL FRUMENTO “GRAN PIEMONTE”
Nelle scorse settimane si sono svolte sul territorio regionale le ormai consuete riunioni di presentazione dei contratti legati alla progettualità “GranPiemonte”, ovvero il progetto regionale di Coldiretti Piemonte e il Consorzio delle Province del Nord Ovest che vuole dare possibilità a tutte le aziende cerealicole piemontesi di potersi affacciare alla coltivazione del frumento tenero in sicurezza, attraverso contratti mirati, specifici e premianti. All’interno del progetto infatti sono 4 le “voci” a disposizione delle aziende agricole: • Filiera grano “Panificabile superiore”, che propone la semina delle varietà Bologna e Giorgione; • Filiera grano “Miscela GranPiemonte/Piemolino”, che propone la semina del nuovo mix “Gran-
Piemonte”, rinnovato nella composizione; • Filiera grano sostenibile “Barilla”, che propone la semina del nuovo mix “GranPiemonte” e l’ adozione della “carta del mulino di Barilla - Mulino Bianco”; • Filiera grano sostenibile “Harmony”, che propone la semina
in purezza di alcune varietà e del nuovo mix “GranPiemonte” e l’ adozione della “Carta della sostenibilità di Harmony”. Tutti i contratti prevedono ovviamente dei vincoli quali l’ adesione al CAP Nord Ovest, il rispetto integrale del Disciplinare di produzione (concimazioni, trattamenti fungicidi e per la cimice), l’ acquisto di tutti i mezzi tecnici presso le agenzia del CAP Nord Ovest (questo sia per poter garantire la tracciabilità della filiera ma anche per avere un “volano” sui prezzi dei mezzi tecnici) ed il pagamento a metà ottobre 2023 del grano conferito. La determinazione del prezzo invece varia sulla base delle contrattualistiche di cui sopra, ma per tutte le tipologie verranno considerate le medie di luglio ed agosto 2023: • “Bologna Giorgione”, media delle quotazioni massime alla voce 2 “panificabile superiore” delle borse merci di Torino e Milano più un premio di 5 E a tonnellata + IVA (al raggiungimento delle qualità a contratto); • “Miscela GP/Piemolino”, media delle quotazioni massime alla voce 3 “panificabile” della borsa merci di Milano più un premio di
10 E a tonnellata + IVA (al raggiungimento delle qualità a contratto); • “Barilla”, media delle quotazioni massime alla voce 3 “panificabile” delle borse merci di Torino e
Milano più un premio di 30 euro a tonnellata + IVA(al raggiungimento delle qualità a contratto); • “Harmony”, media delle quotazioni massime alla voce 3 “panificabile” della borsa merci di
Milano più un premio di 15 E a tonnellata + IVA (al raggiungimento delle qualità a contratto). In merito al contratto Barilla ed Harmony, ricordiamo che oltre al Disciplinare di produzione, questi contratti, a fronte anche del premio corrisposto a tonnellata richiedono il rispetto della “Carta del Mulino di Barilla” e “Carte della sostenibilità di Harmony”, ovvero delle regole obbligatorie tra le quali le più importanti sono: • Rotazione quinquennale delle colture aziendali; • Dedicare il 3% della superficie coltivata a grano sostenibile alla
“biodiversità” con la semina di essenze adatte a favorire l’attività di insetti pronubi e produttori di miele (extra EFA); • Utilizzo dell’applicativo “Barilla
Farming” per la raccolta dei dati di coltivazione (solo per Barilla). Per questa campagna, alla luce delle analisi e dei campi sperimentali effettuati sul territorio la miscela “GranPiemonte” è stata aggiornata e “potenziata” per offrire ancor di più un prodotto di qualità e duttile.
Il progetto GranPiemonte, grazie alla pluralità di contrattualistiche vuole offrire la possibilità della coltivazione del frumento tenero a tutte le aziende agricole, analizzando attentamente le “potenzialità” aziendali ed il territorio stesso. Invitiamo tutte le aziende a prendere contatto con gli uffici di Coldiretti o presso le Agenzie del CAP per approfondire e scegliere il contratto e prenotare il seme.
approfondimento
Miscela “GranPiemonte”
Si tratta di una miscela di 4 varietà di frumento tenero selezionate ed adatte al nostro areale, già miscelate nel sacco con caratteristiche diverse tra loro, ma che coltivate assieme sono in grado di fornire un’ottima resa produttiva, una buona resistenza alle patologie (riducendo il numero di interventi chimici) ed una farina duttile con una stabilità delle caratteristiche molitorie.
W
Parametro di identificazione e classificazione delle farine. Il W identifica la “Forza panificatoria” del grano, ovvero la capacità della farina stessa di lievitare. Più si ha un valore elevato e più si dice “forte”, ovvero adatta alla produzione ad esempio dei grandi lievitati come panettoni e colombe, mentre più è basso e meglio si adatta alla trasformazione per biscotti e grissini ad esempio.
Prezzi chiusura contratti 2022
Riportiamo i prezzi ottenuti nella campagna appena ultimata: BARILLA SOSTENIBILE 394,00 PIEMOLINO 377,00 BOLOGNA/GIORGIONE 396,75 HARMONY 377,00
UNA NUOVA OPPORTUNITÀ DI CRESCITA PER LE AZIENDE AGRICOLE FILIERA DEL CECE DA GRANELLA
Alla luce delle nuove riforme proposte dalla Comunità Europea in relazione alle future programmazioni della Pac e dei Piani di Sviluppo Rurale, Coldiretti Alessandria propone l’introduzione di una coltura alternativa di notevole beneficio dal punto di vista agronomico che rappresenta una nuova e valida opzione per le realtà produttive del territorio alessandrino: il cece da granella. E' la terza leguminosa più importante al mondo dopo fagiolo e pisello, ottimo alimento di alta qualità, perché ricco di proteine. Inoltre, si tratta di un’ottima pianta azotofissatrice che bene si adatta ai cambiamenti climatici in atto in grado di crescere anche in terreni di scarsa fertilità, con costi di produzione molto contenuti. Per informazioni rivolgersi agli Uffici Zona Coldiretti
CINGHIALI: AL VIA STAGIONE CACCIA, NESSUNA SCUSA, INCREMENTARE NUMERO ABBATTIMENTI
“Nessuna scusa è più ammessa ora che è partita la stagione venatoria: incrementare gli abbattimenti dei cinghiali deve essere la priorità. Va, dunque, data piena attuazione all’Ordinanza n. 61 del Presidente della Giunta regionale del 31 agosto, sia per limitare l’incidenza dei danni alle produzioni agricole, per i quali si registra una costante crescita ed una sempre maggiore condizione di insostenibilità, sia, soprattutto, per evitare la diffusione della PSA e tutelare l’attività delle filiere agroindustriali legate agli allevamenti di maiali che garantiscono reddito, occupazione ed indotto all’Italia, oltre ovviamente a ridurre il rischio di incidenti stradali”.
Così il Presidente Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco, nel ricordare che, ad oggi, gli abbattimenti si aggirano solo sui 7 mila e 700 capi, ma l’obiettivo dei 50 mila è ancora ben lontano.
Vanno concretamente messi in pratica i provvedimenti presi dalla Regione Piemonte, volti a diminuire significativamente la presenza dei cinghiali sul territorio, che introducono delle deroghe allo svolgimento dell’attività venatoria nell’ambito della zone di restrizione, così come la possibilità di esercitare l’attività di caccia di selezione nelle ore notturne. In questo senso, inoltre, è urgente semplificare le procedure ed adottare le disposizioni attuative al Piano Regionale di Interventi Urgenti per il controllo della peste suina africana ed il depopolamento nella specie Cinghiale (PRIU), ormai approvato alla fine dello scorso mese di luglio.
“Non va dimenticato, inoltre, che, a fronte dell’aumento dei costi di produzione causato dalla guerra ucraina, vanno rivisti i parametri
Con aumento costi, adeguare parametri economici per risarcimento danni in ‘tempo reale’
economici utilizzati per quantificare i danni. Se, infatti, la metodologia introdotta con il provvedimento della Giunta regionale, lo scorso dicembre 2021, poteva essere considerata adeguata in una condizione di normalità, adesso è necessario attualizzarla al mercato di oggi, adeguando anche le perizie già predisposte. Questo va ad aggiungersi alla richiesta di semplificare, nel complesso, le procedure per richiedere l’indennizzo dei danni, procedendo con tempi più rapidi ed agendo nella logica del «tempo reale»”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.
DALLA REGIONE 5,4 MILIONI DI EURO PER BIOSICUREZZA ALLEVAMENTI SUINI
La Regione assegna una dotazione finanziaria di 5,4 milioni di euro che permette l’apertura del bando a sostegno delle imprese agricole piemontesi che allevano suini per ridurre il rischio di contatto dei maiali allevati con il virus della Peste Suina Africana e per accrescere il livello di biosicurezza degli allevamenti stessi. Lo ha stabilito oggi la Giunta regionale attuando la misura 5.1.1 del Programma di sviluppo rurale, azione 3 “Prevenzione dei danni da calamità naturali di tipo biotico” volta a ridurre le conseguenze in agricoltura dovute a calamità naturali di natura biotica, comprese le malattie che colpiscono il comparto zootecnico. Nello specifico questo bando fa riferimento alla Peste Suina Africana, malattia infettiva virale trasmissibile che colpisce sia i cinghiali selvatici che i suini domestici. Contributi in difesa degli allevamenti piemontesi di suini, destinati ad aumentare le condizioni di biosicurezza, dall’installazione di recinzioni all’acquisto di attrezzatura per la pulizia e disinfezione dei locali in cui sono tenuti i maiali e i mangimi. Si tratta di criteri sulla biosicurezza stabiliti dal Regolamento europeo sulle misure speciali di controllo della Peste suina africana da applicare su tutto il territorio regionale. Il bando sarà pubblicato sul sito della Regione Piemonte la prossima settimana: sarà coperto l’80% della spesa sostenuta, fino ad un massimo di 100.000 euro di contributo per ciascuna domanda ammessa. Sono ammissibili al sostegno anche le spese già sostenute tra il 7 gennaio 2022 (data di notifica della malattia PSA in Piemonte) e la data di apertura del bando.
È esonerato chi effettua vendita diretta agli utilizzatori finali
PATATE: SCATTA L’ISCRIZIONE AL RUOP PER I PRODUTTORI
Nelle scorse settimane il Sistema Fitosanitario Regionale ha inviato una PEC a tutti coloro che hanno dichiarato l’utilizzo a patate nei loro piani di coltivazione del fascicolo aziendale o che erano iscritti al Registro Ufficiale dei Produttori (RUP) per informare dell’attivazione del servizio di iscrizione al Registro Ufficiale degli Operatori Professionali (RUOP). Ricordiamo che il Decreto Legislativo n. 19/2021 ha abrogato la precedente normativa, in base alla quale i produttori di patate da consumo che svolgono vendita all’ingrosso avevano l’obbligo di iscriversi al RUP operante presso il Servizio Fitosanitario Nazionale, inviando l’apposita documentazione al Settore Fitosanitario della Regione Piemonte. A seguito della revisione comunitaria del regime fitosanitario prevista dal Regolamento UE 2016/2031 e in vigore dal 14 dicembre 2019, nel RUOP erano inizialmente confluiti solo i seguenti soggetti: • gli operatori professionali che introducono o spostano nell’Unione europea piante, prodotti vegetali e altri oggetti per i quali è rispettivamente richiesto un certificato fitosanitario o un passaporto delle piante; • gli operatori professionali autorizzati a rilasciare passaporti delle piante; • gli operatori professionali che chiedono all’Autorità competente di rilasciare i certificati di esportazione o di pre-esportazione; • gli operatori professionali autorizzati ad applicare i marchi su imballaggi ISPM 15 o a rilasciare altri attestati diversi dal marchio per il materiale da imballaggio di legno; • gli operatori professionali, se richiesto da un atto di esecuzione (per esempio contro specifici organismi nocivi da quarantena). Ora, dopo una sorta di limbo di alcuni anni, ma soprattutto a seguito dell’elaborazione del documento tecnico ufficiale n. 4 da parte del Ministero delle Politiche agricole, anche per gli operatori del settore pataticolo è scattata la migrazione dal RUP al RUOP. Pertanto occorre che le aziende che continuano a svolgere l’attività di produzione di patate da consumo commercializzate all’ingrosso (compresi i centri di raccolta) presentino, dopo eventuale aggiornamento del fascicolo, la richiesta di modifica nel caso fossero già state iscritte al RUP, oppure la richiesta di nuova iscrizione nel caso non fossero state precedentemente iscritte al Registro. La procedura di iscrizione al RUOP, tutta informatica e non più cartacea, è possibile attraverso il portale della Regione Piemonte oppure negli Uffici Zona Coldiretti. Gli operatori professionali possono non iscriversi al RUOP se: • producono e commercializzano patate da consumo esclusivamente tramite vendita diretta ad utilizzatori finali; • conferiscono l’intera produzione di patate a magazzini collettivi o a centri di spedizione o a grossisti e se la responsabilità fitosanitaria è acquisita dall’operatore professionale che acquista. Ricordiamo, inoltre, ai produttori che occorre riportare il numero di iscrizione al RUOP anche sui vari documenti amministrativi (carta intestata, bolle di consegna, fatture, DDT, timbri, ecc.) e di consentire al personale del Servizio Fitosanitario Regionale l’accesso ai siti di produzione per l’espletamento delle attività di controllo nei tempi concordati.
Tema dell'edizione 2022 la Rigenerazione, con l'agricoltura più green d'Europa Stand Coldiretti al Salone del Gusto
“Cibo naturale vs cibo sintetico: da che parte stai?" E’ stato questo il fil rouge allo stand Coldiretti organizzato al Salone del Gusto. Il tema di questa edizione è stato "la Rigenerazione" e, proprio i giovani agricoltori di Coldiretti, sono in prima linea per preservare la biodiversità e il patrimonio agroalimentare che rendono l'agricoltura italiana la più green d’Europa.