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INDICARLE IN ETICHETTA
L’indicazione della presenza di farine di insetti con grande evidenza in tutti i prodotti alimentari è importante per tutelare la salute degli italiani dai rischi di reazioni allergiche ma deve essere prevista anche in bar e ristoranti ed occorre garantire sempre la trasparenza dell’informazione sul paese di provenienza.
E’ quanto afferma Coldiretti nel commentare le dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida sull’arrivo di decreti da parte del Governo per imporre di scrivere con evidenza la presenza di farina di insetti sulle confezioni.
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“Una misura per cercare di limitare i pericoli dopo il via libero dell’Ue all’uso di larve del verme della farina minore, grillo domestico, larva gialla della farina e cavallette in una serie di alimenti come pane, panini, cracker, grissini, barrette ai cereali, nei prodotti a base di pasta, pizza o cioccolato ma anche nei preparati a base di carne, di prodotti sostitutivi della carne e nelle minestre. Ed altre domande sono in lista di attesa – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Si tratta peraltro di alimenti che sono stati oggetto di valutazione dell’Efsa, l’autorità alimentare Europea che però nel suo parere scientifico ha rilevato che il consumo di questi insetti può causare reazioni nelle persone allergiche ai crostacei e agli acari della polvere”.
La commercializzazione di insetti a scopo alimentare è resa possibile in Europa dall’entrata in vigore dal primo gennaio 2018 del regolamento Ue sui “novel food” che permette di riconoscere gli insetti interi sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da paesi terzi.
Siamo di fronte ad un’accelerazione che non sembra interessare i consumatori europei e soprattutto gli italiani che, per la grande maggioranza, non porterebbero mai a tavola gli insetti, considerati estranei alla cultura alimentare nazionale: il 54% è infatti contrario agli insetti a tavola, mentre è indifferente il 24%, favorevole il 16% e non risponde il 6%, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe.
“Una corretta alimentazione non può prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale nei Paesi del terzo mondo come in quelli sviluppati e a questo principio non possono sfuggire neanche bruchi, coleotteri, formiche o cavallette a scopo alimentare che, anche se iperproteici, sono molto lontani dalla realtà culinaria nazionale italiana ed europea. Prodotti che nulla hanno a che fare con quelli preparati con la farina di grano e che ben si discostano dai valori che promuoviamo del mangiar sano, portando sulle tavole prodotti di cui è possibile tracciare l’origine. Al di là, quindi, della normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla cultura nazionale, l’arrivo sulle tavole degli insetti solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e traccia- bilità, considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come il Vietnam, la Thailandia o la Cina, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.
Assurdo, quindi, parlare di farina di grillo domestico, allevato in Piemonte, quando solo ad Alessandria abbiamo una vasta produzione di farina da frumento tenero seminati su oltre 34 mila ettari. Inoltre, a livello regionale, Coldiretti porta avanti da anni progetti di filiera agricola del territorio, come Gran Piemonte, lanciato insieme al Consorzio Agrario del Nord Ovest, tramite il quale sono già stati seminati oltre 7 mila ettari, e volto a valorizzare proprio l’oro giallo ed ottenere prodotti da forno veramente prepararti con la farina del territorio per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti.
“Eventuali aggiunte in etichetta che aiutino a fare scelte di acquisto consapevoli sono positive purché siano chiare e ben comprensibili, senza ingenerare confusione. E’ importante però mantenere in etichetta il Termine Minimo di Conservazione riportato con la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro” che indica la data fino alla quale il prodotto alimentare conserva le sue caratteristiche organolettiche e gustative, o nutrizionali”. E’ quanto afferma il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco sulla proposta della Commissione Europea contenuta in una bozza di regolamento delegato di indicare in etichetta la frase “spesso buono oltre” da aggiungere alla dicitura attuale “da consumare preferibilmente entro” con l’obiettivo di ridurre gli sprechi alimentari. Tanto più ci si allontana dalla data del Termine Minimo di Conservazione (TMC) tanto più non sono più garantiti dal produttore i requisiti di qualità del prodotto, quale il sapore, odore, fragranza. Differisce quindi dalla data di scadenza vera e propria che è la data entro cui il prodotto non può più essere posto in commercio.
Quest’ultimo si applica ai prodotti preconfezionati, rapidamente deperibili da un punto di vista microbiologico ed è indicata con il termine “Da consumarsi entro” seguito dal giorno, il mese ed eventualmente l’anno e vale indicativamente per tutti i prodotti con una durabilità non superiore a 30 giorni, dal latte fresco alle uova”.
La giusta esigenza di combattere gli sprechi non deve andare a scapito della qualità soprattutto per un Paese come l’Italia che ha fatto del Made in Italy a tavola il sinonimo di eccellenza con i 5450 specialità sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 320 specialità Dop/Igp/ Stg riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche e la minor presenza di residui chimici negli alimenti.
Nelle case italiane, tuttavia si gettano mediamente ogni anno oltre 27 chili di cibo all’anno per abitante con perdite economiche nei bilanci delle famiglie per quasi 6,5 miliardi di euro, secondo il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna e di Last Minute Market da Borsa Merci Bologna 2023.
“Lo scorporo del provvedimento sugli sprechi potrebbe significare peraltro che la Commissione non intende modificare il pacchetto delle informazioni ai consumatori, come l’ipotesi nutriscore o la possibilità di avvertimenti salutistici sugli alimenti come il vino – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco –. Un risultato importante per l’Italia che ha guidato il fronte dei Paesi contrari ad ipotesi che rischiano di bocciare prodotti base della dieta mediterranea senza tenere conto delle quantità realmente consumate”.
Rinnovo di ATC e CA: è scaduta il 28 febbraio la proroga di 2 mesi del mandato
CACCIA: URGENTE L’INSEDIAMENTO DEI NUOVI
Comitati Di Gestione Degli Ambiti Territoriali
Il 28 febbraio scorso è scaduta la proroga del mandato del periodo di 2 mesi rispetto alla fase di rinnovo dei Comitati di Gestione degli ATC e CA.
“E’ necessario l’insediamento urgente dei nuovi Comitati di Gestione, formalizzando le nomine appena concluse in applicazione e nel rispetto dei criteri di incompatibilità introdotti nel 2018. I nuovi Comitati raccoglieranno necessariamente la pesante eredità dell’anno passato in cui si è avuto il proliferare della Peste dei cinghiali ed il numero degli abbattimenti è stato assolutamente insufficiente, arrivando ad appena 25 mila, cifra inconsistente se paragonata a stagioni precedenti come il 2020/2021 in cui erano stati 25.408 quando, però, non era ancora scoppiata la Psa, mentre l’obiettivo era di raggiungere i 50 mila già nel 2022”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.
La filiera suinicola piemontese conta circa 3 mila aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e 1 milione e 200 mila capi (il comparto suinicolo in provincia di Alessandria conta 400 stalle, con oltre 35.000 capi) destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale, come il prosciutto di Parma e San Daniele. “Serve totalmente un cambio di passo con l’insediamento immediato dei nuovi organi perché qualsiasi ritardo sarebbe un grave atto di
Suinicola
irresponsabilità da parte dell’intera Giunta regionale nei confronti del comparto e della filiera suinicola piemontese e italiana. Quest’ultima genera un fatturato, comprendendo tutta la parte di trasformazione dei salumi di oltre 8 miliardi di euro”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco