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SETTORE VITIVINICOLO

SANZIONI PER VIOLAZIONI SCHEDARIO VITICOLO

OCCORRE, UNA VOLTA EFFETTUATA L’OPERAZIONE SU SIAP, PAGARE ENTRO I 30 GIORNI SUCCESSIVI

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Le sanzioni si applicano a partire dal 21 gennaio 2021, data di pubblicazione della deliberazione e non riguardano le dichiarazione di iscrizione vigneti ante 1987, le dichiarazioni di impianto per consumo familiare, le dichiarazioni di menzioni vigna e le variazioni di schedario. Nel caso di sanzioni è possibile avvalersi del ravvedimento operoso per incentivare il produttore ad un più veloce aggiornamento dello schedario viticolo e per rendere l’azione amministrativa più snella, grazie all’eliminazione delle fasi di verbalizzazione e contestazione dell’illecito. Per consentire una più agile gestione delle sanzioni è stata predisposta apposita procedura sull’applicativo “Grape” del Sistema della Regione SIAP (in caso di necessità rivolgersi agli Uffici Coldiretti). Occorre, una volta effettuata l’operazione su SIAP, pagare entro i 30 giorni successivi. Oltre tale termine la Regione procederà all’accertamento del ritardo con la produzione del verbale a sistema, inviato via PEC all’azienda, che attiverà il pagamento della sanzione. L’importo della sanzione viene calcolato per ettaro e in funzione di fasce di ritardo in cui si trova la pratica (fino a 60 gg; da 61 a 365 gg e in avanti) ed esclusivamente per importi, ante riduzione, di almeno 100 euro. Una volta applicata la riduzione fino a un massimo di un terzo della sanzione l’importo minimo da versare è di 50 euro. Un esempio : se la sanzione ammonta a 99 euro non si applica. Se la sanzione è di 101 euro e in forza del pagamento ridotto /ravvedimento (1/3 dell’importo) si ridurrebbe a 33,66 euro, in sede di ravvedimento si dovranno versare comunque 50 euro. Per richiedere quali pratiche sono oggetto di sanzione e quali no e per avere le tabelle per il calcolo sanzionatorio e del pagamento ridotto vi invitiamo a rivolgervi agli Uffici Coldiretti che restano a disposizione per ogni necessità di chiarimento o per effettuare il ravvedimento operoso.

LOTTA ALLA FLAVESCENZA DORATA 2022: LE LINEE GUIDA DELLA REGIONE

La Regione ha determinato le linee guida 2022 per la lotta alla Flavescenza Dorata, malattia che da anni colpisce i vigneti piemontesi. Ecco le misure obbligatorie previste: • trattamenti insetticidi contro l’insetto vettore; • eliminazione, dopo ogni trattamento insetticida, della vegetazione sintomatica o della capitozzatura delle piante, senza attendere la vendemmia (al termine della stagione vegetativa è poi necessario estirpare le ceppaie comprese le radici); • tempestiva estirpazione delle piante infette nella zona infestata; • impiego di materiale sano di moltiplicazione nei reimpianti; • in qualsiasi tipo di zona, comprese le zone indenni, l’estirpo di tutte le viti o dell’intero appezzamento nel caso di superfici vitate abbandonate, trascurate o viti inselvatichite dove non esistano le condizioni per effettuare un efficace controllo del vettore. Per scongiurare avvelenamenti delle api è vietato trattare con insetticidi in fioritura. In ogni caso occorre attendere le indicazioni su tempi e modalità di intervento che divulgheranno i tecnici Coldiretti con appositi bollettini. La Legge regionale 1/2019 prevede, oltre al divieto di trattamenti insetticidi in fioritura, lo sfalcio e appassimento/asportazione della vegetazione sottostante nel caso di presenza di fioriture spontanee prima di eseguire i trattamenti insetticidi e l’attenzione a fenomeni di deriva (non trattare in presenza di vento). La violazione delle norme e degli obblighi di legge comporta la sanzione amministrativa da 200 a 1.200 euro. Le situazioni a rischio (vigneti colpiti dalla malattia non curati o abbandonati) possono essere segnalate entro il 15 luglio 2022 al Settore Fitosanitario. Per tutte le informazioni sul Piano di lotta alla Flavescenza Dorata, conoscere i Comuni individuati come zone infestate e come zone di contenimento, definire dettagliatamente le azioni preventive contro la malattia in entrambe le zone e specificare come eseguire e registrare i trattamenti , contattare il Servizio Vitivinicolo Coldiretti Alessandria.

GUERRA E CLIMA, PREVISIONE CALO 16% DELLA PRODUZIONE MONDIALE DEI CEREALI NECESSARI

ECONOMIA: +30%, AUMENTO DEI COSTI METTE IN CRISI LA BIRRA ARTIGIANALE MADE IN ITALY

Con la guerra in Ucraina e l’esplosione della spesa per energia e materie prime fanno un balzo del +30% i costi produzione dei birrifici artigianali che rischiano così di dover bloccare l’attività. È l’allarme lanciato dal Consorzio Birra Italiana, promosso dalla Coldiretti, che garantisce l’origine delle materie prime, dal luppolo all’orzo e la lavorazione artigianale creando un rapporto più solido tra produttori di birra e coltivatori di orzo, luppolo e altre materie prime complementari: i dati sono stati raccolti fra le aziende del settore, in riferimento agli effetti del conflitto scatenato dalla Russia con le speculazioni sui mercati mondiali dei prodotti agricoli. Il caro energia, e la mancanza di materia prime, si fanno sentire lungo tutta la filiera insieme all’aumento di costi per imballaggi, bancali, contenitori di plastica, vetro, metallo, etichette e tappi: rispetto al 2020 gli imballaggi hanno segnato un +45%, le bottiglie +30%, le lattine +10%, i tappi +22%, i fusti di plastica +23%, mentre la bolletta energetica di un birrificio artigianale è lievitata del +180%. Una situazione alla quale si aggiunge la previsione di un calo del 16% della produzione mondiale di cereali necessari per la birra a causa del riscaldamento globale. A rischio c’è il comparto della birra artigianale, che offre lavoro a oltre 140mila persone fra occupati diretti e indotto, vale un fatturato di 8 miliardi di euro, con 1.100 attività produttive da nord a sud della Penisola e 55 milioni di litri prodotti ogni anno di cui circa un terzo arriva da aziende agricole che trasformano direttamente i prodotti agricoli per fare birra. In provincia di Alessandria (*), nel 2021 coltivazione di orzo in flessione rispetto al 2020 dove si è passati dai 5.046 ai 3.397 ettari per una produzione pari a 186.410 quintali (277.530 nel 2020); da registrare anche un segno meno anche per quanto riguarda il luppolo dove, nel territorio del Nord Ovest, si è passati dai 18 ettari del 2020 ai 13 ettari nel 2021 per una produzione totale di 171 quintali (erano 255 nel 2020). “Il 2022 doveva segnare il ritorno alla normalità ma ha visto una brusca frenata dovuta all’inizio del conflitto sul territorio europeo dopo il -28% registrato nel 2021 e il -40% nel 2020 rispetto all’ultimo anno prima della pandemia Covid – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Il consumo è diventato negli anni sempre più raffinato e consapevole con specialità altamente distintive e varietà particolari, si stanno creando anche nuove figure professionali come il “sommelier delle birra”.

Si punta all’innovazione e a forme distributive come i brewpub e i mercati di Campagna Amica

Gestione del suolo: la lavorazione

 Contrastare il compattamento  Il benessere delle radici  Adattare la scelta all’ambiente  Rapporto atmosfera-suolo

scheda nocciolo n°69

Per gestione del suolo non ci si riferisce esclusivamente a tutta quella serie di lavori realizzati a partire dall’impianto al fine di controllare lo sviluppo delle erbe infestanti e dei polloni alla base dei noccioli ma anche alle scelte tecniche operate per il benessere della coltura. L'apparato radicale dei noccioli è certamente influenzato dalle variazioni delle proprietà fisico-chimiche e biologiche del suolo, indotte dalle tecniche di gestione soprattutto durante la fase di formazione del frutteto. In relazione all'impatto ambientale, sono evidenti i vantaggi che si possono ottenere con una gestione razionale del suolo sia in termini di gestione delle risorse idriche e nutritive che di maggiore stabilità idrogeologica con particolare riferimento alla prevenzione dell'erosione del suolo, in particolare nei terreni limosi con elevate pendenze.

Una ricetta per ogni esigenza

In un noccioleto vengono distinte due zone: sottofila e interfila, indipendentemente dal fatto che siano asciutte o irrigue, fattore che può condizionare e concentrare lo sviluppo delle radici lungo il filare della piantagione. Per quanto riguarda le modalità di gestione del suolo, si distingue invece tra lavorazioni del terreno, inerbimento, uso di erbicidi e pacciamature naturali o sintetiche. Le strategie sopra riportate non si escludono a vicenda e esistono alternative miste nelle quali si alternano aree gestite in modo differente. Ad esempio, gli interfilari possono essere lavorati oppure inerbiti mentre nelle aree sotto la fila dei noccioli è possibile operare attraverso l’applicazione di erbicidi, sfalci meccanici, pacciamature o inerbimenti. Il miglior sistema di gestione del suolo dipenderà dalle caratteristiche delle varietà (vigore delle cultivar), dalla vigoria del binomio portainnesto/varietà (se i noccioli sono stati innestati su Corylus colurna), dalla tipologia del terreno, dalle condizioni climatiche della zona e dalla disponibilità o meno di irrigazione.

Ancora tanti i noccioleti lavorati

Lavorazione come alternativa all’irrigazione

Nei principali paesi produttori di nocciole la gestione del terreno coltivato viene ancora effettuata con la lavorazione meccanica del terreno, che consente il controllo delle malerbe in particolare nel momento della raccolta, che avviene, nella maggior parte dei casi, con macchine raccoglitrici che aspirano i frutti da terra. Questa tecnica non viene seguita nelle aree caratterizzate da pendii scoscesi fortemente esposti a pericoli di erosione, in particolare a seguito di forti piogge, che causano notevoli perdite di suolo e nutrienti.

La lavorazione del terreno su tutta la superficie del suolo, è attualmente utilizzata, prevalentemente in pianura, nei noccioleti in allevamento e, come pratica di “aridocoltura”, nei noccioleti in produzione localizzati in zone con scarsità di precipitazioni e assenza di irrigazione. Con questa tecnica di gestione del suolo, durante la primavera e l'estate, vengono eseguiti lavori superficiali (fino a 10 cm di profondità), per eliminare le erbe infestanti ed evitare la loro competizione per l'acqua e le sostanze nutritive. A fine estate-inizio autunno, prima che riprendano le piogge, viene aumentata la profondità della lavorazione sia per inglobare eventuali composti organici, sia per favorire un maggiore accumulo di acqua negli strati più profondi del suolo.

Evitare il compattamento

La pratica della lavorazione del terreno lungo i filari è solitamente accompagnata dall'instaurazione di una copertura vegetale tra i filari, soprattutto nei nuovi impianti. Il suo obiettivo principale è quello di eliminare le erbe infestanti e limitare le perdite d'acqua per evaporazione nella zona a più alta concentrazione di radici. Le operazioni devono essere ripetute periodicamente nel corso della stagione vegetativa. La scelta di mantenere l’inerbimento nelle interfila ha come obiettivo quello della riduzione del fenomeno di compattamento del terreno causata ripetuti passaggi di trattrici agricole su terreni lavorati. Questi fenomeni possono causare ristagni e condizioni di asfissia a livello delle radici, provocando gravi danni alle piante.

Attenzione alla “suola di lavorazione”

La lavorazione meccanica viene effettuata con attrezzature di vario tipo (erpici a dischi, erpici strigliatori, fresatrici, ecc.), alcune delle quali utilizzate lungo i filari, in quanto dotate di sensori tastatori per evitare danni ai tronchi. Con la lavorazione superficiale (10 cm di profondità), queste macchine hanno una capacità di lavoro media di 1-1,5 ore per ettaro. Con le frequenti lavorazioni del terreno si elimina il compattamento dovuto al passaggio ripetuto di macchine e attrezzature, lasciando il terreno più o meno fine. Uno dei rischi legati all’utilizzo continuo di queste attrezzature sono la possibile distruzione della struttura del suolo, un consumo eccessivo della sostanza organica presente nel terreno e, a lungo termine, la creazione di uno strato impermeabile al di sotto del livello del suolo raggiunto dalle attrezzature. Con la formazione di una suola di lavorazione si ha un'impermeabilizzazione pressoché totale del terreno, con conseguenze negative per lo scambio idrico e gassoso del terreno, influendo sullo sviluppo, la produttività e la vita utile del noccioleto. Per ritardarne la formazione si consiglia di alternare diversi tipi di macchinari e di variare la profondità di lavorazione fino a determinati limiti consentiti dalla distribuzione delle radici.

LA DEFINIZIONE DEGLI IMPORTI UNITARI SIA PER LA ZOOTECNIA CHE PER LE MISURE A SUPERFICIE.

AIUTI PAC, IMPORTI UNITARI 2021 SOSTEGNO ACCOPPIATO

AGEA Coordinamento ha reso disponibili gli importi unitari del sostegno accoppiato che gli agricoltori riceveranno in riferimento alla campagna 2021 (Domanda Unica 2021), sia per la zootecnia che per le misure a superficie. La definizione degli importi unitari rappresenta un ultimo passo verso il completamento della procedura di pagamento dei pagamenti diretti del 2021. Di seguito si riporta l’elenco degli importi unitari riportati nella circolare AGEA.

ZOOTECNIA Settore latte • Vacche da latte appartenenti ad allevamenti di qualità: 65,86 euro/capo (era 68,56 nel 2020);

Vacche da latte appartenenti ad allevamenti di qualità siti in zone montane: 133,31 euro/capo (nel 2020 era stato di 135,93); Bufale da latte: 36,47 euro/capo (era 34,95 nel 2020).

Settore carne • Vacche nutrici da carne e a du-

plice attitudine iscritte ai libri genealogici o registro anagrafico: 133,08 euro/capo (era 134,97 nel 2020). • Vacche a duplice attitudine iscritte ai libri genealogici o registro anagrafico, inserite in piani selettivi o di gestione razza (per es. adesione al piano IBR per la razza Piemontese): 147,32 euro/capo (era 151,00 nel 2020). • Vacche nutrici non iscritte nei

Libri genealogici o nel registro anagrafico e appartenenti ad allevamenti non iscritti nella BDN come allevamenti da latte: 66,85 euro/capo (era 61,91 nel 2020); • Bovini macellati di età compresa tra i 12 e 24 mesi allevati per almeno 6 mesi: 33,75 euro/ capo (era 53,48 nel 2020). • Bovini macellati di età compresa tra i 12 e 24 mesi allevati per almeno 12 mesi: 54,83 euro/ capo (era 58,33 nel 2020). • Bovini macellati di età compresa tra i 12 e 24 mesi allevati per almeno 6 mesi, aderenti a sistemi di qualità: 54,83 euro/capo (era 58,33 nel 2020). • Bovini macellati di età compresa tra i 12 e 24 mesi allevati per almeno 6 mesi, aderenti a sistemi di etichettatura: 54,83 euro/ capo (era 58,33 nel 2020). • Bovini macellati di età compresa tra i 12 e 24 mesi allevati per almeno 6 mesi, certificati ai sensi del Reg. (UE) n. 1151/2012: 54,83 euro/capo (era 58,33 nel 2020). • Agnelle da rimonta: 23,15 euro/ capo (era 24,54 nel 2020).

SEMINATIVI • Soia (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed

Emilia Romagna): 68,51 euro/ ha fino ai primi 5 ettari, mentre l’importo si riduce al 10% dell’importo unitario per la superficie eccedente i primi 5 ettari aziendali (era 66,90 nel 2020). • Riso: 143,71 euro/ha (era 147,29 nel 2020). • Pomodoro da industria: 151,84 euro/ha (era 170,43 nel 2020).

Gli Uffici Coldiretti sono a disposizione per ulteriori chiarimenti.

IMPORTANTE TENERE AGGIORNATO IL REGISTRO ELETTRONICO DEI TRATTAMENTI

BOVINI: ACCORGIMENTI SU MODELLO 4 E TRATTAMENTI

In fase di compilazione del Modello 4 informatizzato, i trattamenti vengono recuperati automaticamente dal Registro elettronico dei trattamenti del Sistema Informativo di Farmaco- Sorveglianza. È possibile visualizzarli nella pagina web e/o in allegato pdf scaricabile tramite pulsante al termine della compilazione. Pertanto è importante che il Registro elettronico dei trattamenti sia aggiornato costantemente. Eventuali correzioni sul Registro sono visibili nel Modello 4 soltanto il giorno dopo o nello stesso giorno dopo le ore 15. Rimane in alternativa la possibilità di inserire manualmente nel Modello 4 i trattamenti non presenti nel Registro elettronico. Ricordiamo che l’obbligo di registrare i trattamenti animali destinati alla produzione di alimenti esclusivamente tramite il Registro informatizzato presente nell’apposita sezione della Banca Dati Nazionale (BDN) dell’Anagrafe zootecnica è in vigore dal 28 gennaio scorso. Si tratta dell’ultimo passaggio che ha portato a una completa digitalizzazione della filiera del medicinale impiegato negli animali, che ha avuto inizio con l’obbligatorietà della Ricetta Veterinaria Elettronica introdotta il 16 aprile del 2019. Tale sistema permette la completa tracciabilità dei medicinali a uso veterinario, oltre ad un maggior efficientamento dei controlli ufficiali.

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