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SETTORE ZOOTECNICO

OLTRE AI BOVINI SONO SENSIBILI AL CONTAGIO ALTRE SPECIE ANIMALI

IBR/IPV: PREVENZIONE E PIANI DI ERADICAZIONE

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La rinotracheite infettiva dei bovini (IBR) e la vulvovaginite pustolosa infettiva (IPV) sono due forme di una malattia infettiva virale causata da un herpes virus. L’ospite naturale del virus erpetico è il bovino, ma sono sensibili anche altre specie animali domestiche e selvatiche tra cui bufali, capre, pecore, suini e cervi. Il virus non è stato considerato, fino ad ora, né infettivo né patogeno per l’uomo. L’IBR/IPV può essere trasmessa in tre modi: • tramite il contatto diretto tra un animale malato e uno sano; • tramite trasmissione sessuale: fare attenzione alla monta naturale se si ha un toro infetto, perché può trasmettere il virus dell’IBR alla femmina sana durante l’accoppiamento oppure tramite fecondazione artificiale utilizzando un seme contaminato; • tramite il contatto indiretto con superfici, attrezzature, indumenti e qualsiasi altro oggetto, persone o animali contaminati dal virus, che possono fungere da veicoli passivi di trasmissione. I primi sintomi, variabili da caso a caso, cominciano ad osservarsi 2-4 giorni dopo il contatto con il virus. Si possono sviluppare forme respiratorie con lo sviluppo di uno o più sintomi quali: tosse; scolo nasale che da mucoso può diventare mucopurulento o emorragico; mucose nasali arrossate; tachipnea, mantenimento della testa estesa sul collo, difficoltà respiratorie; congiuntiviti; salivazione, febbre, inappetenza e abbattimento. Una caratteristica particolare del virus di questa malattia è che l’animale, dopo essere guarito clinicamente, diventa un portatore asintomatico, in quanto il virus non viene eliminato dall’organismo ma va incontro ad una fase di latenza fino a quando un evento stressante (trasporto, fiere, mercati, ecc.) o immunodepressivo (gravidanza, parto, ecc.) non ne causa la riattivazione e quindi la ricomparsa dei sintomi clinici. Il virus dell’IBR/IPV ha una resistenza ambientale variabile in base a condizioni di luce, umidità e Ph, per esempio è in grado di resistere alle temperature di 22, 37 e 56 C° rispettivamente per 50 giorni, 10 giorni e 21 minuti; tuttavia è sensibile a diversi disinfettanti.

STRATEGIE PER EVITARE L’ESPOSIZIONE ANIMALE

Per evitare l’esposizione degli animali alla malattia occorre prevenire l’ingresso del patogeno in azienda, per esempio tramite l’applicazione di adeguate misure di biosicurezza (per esempio allontanare i capi positivi dall’azienda; evitare i contatti tra capi positivi e negativi; prevedere un periodo di quarantena e isolamento o richiedere un test negativo per i nuovi ingressi; limitare altri contatti a rischio). Tra i sistemi di prevenzione c’è anche la profilassi vaccinale, solitamente adottata come strategia da coloro che hanno capi positivi ad IBR in azienda. A proposito dei vaccini per l’IBR, se ne possono distinguere due tipi: vaccino intero o non deleto o non Marker spesso usato in passato, ma che non consentiva la distinzione dei soggetti positivi infetti da quelli positivi vaccinati; vaccino deleto, meglio noto come vaccino Marker, quello maggiormente utilizzato al giorno d’oggi in caso di necessità. La caratteristica di questo vaccino è che gli manca una particolare glicoproteina (la gE) per cui il sistema immunitario dell’animale vaccinato produrrà tutti gli anticorpi, tranne le IgE. Questa peculiarità consente di poter distinguere gli animali positivi infetti da quelli vaccinati tramite appositi test diagnostici ELISA in grado di rilevare, all’interno di un campione analizzato, da una parte i singoli anticorpi IgE dall’altra gli anticorpi totali.

PREMIO ACCOPPIATO VACCHE NUTRICI RAZZA PIEMONTESE E PIANO IBR

Dal 2017 gli allevatori di bovini di razza Piemontese che hanno aderito al Piano IBR dell’ANABORAPI hanno potuto beneficiare, per la prima volta, della maggiorazione prevista al premio vacche nutrici della PAC. A partire dal 2017, infatti, anche le vacche nutrici di razza Piemontese iscritte a libro genealogico di allevamenti aderenti al piano IBR/ANABORAPI, così come per le razze Chianina, Podolica, Maremmana, Marchigiana e Romagnola, hanno potuto beneficiare del premio aggiuntivo. Per poterne beneficiare anche nel 2022, gli allevatori dovranno proseguire l’impegno del Piano IBR che prevede, entro l’anno, il test su tutti i capi da riproduzione di razza Piemontese di età superiore ai 12 mesi (in caso di allevamenti multi razza, per i capi da riproduzione NON di razza Piemontese il prelievo verrà effettuato solamente su quelli di età superiori a 24 mesi, come prevede il Piano regionale). L’adesione al piano non va rinnovata ogni anno in quanto l’allevatore, al momento della sottoscrizione, si è impegnato ad aderire contestualmente al Piano Regionale IBR e a quello ANABORAPI, quest’ultimo della durata di 6 anni. Nel caso di allevamenti che hanno aderito nel 2017, primo anno ai attività del piano, e che pertanto nel 2022 sono giunti alla sesta e ultima annualità, per poter beneficiare del premio non devono superare il 5% rispetto alla sieroprevalenza del secondo anno (2018), mentre per gli allevamenti sieronegativi nel quarto anno (2020) non è tollerato un aumento delle sieropositività. Si ricorda che i costi a carico degli allevatori, pagati interamente all’ASL, variano a seconda delle casistiche. Infine, Ai fini del riconoscimento del pagamento accoppiato della PAC per l’anno 2022, è necessario che tale piano sia completato nel corso dell’anno e che l’allevamento rispetti gli obiettivi previsti dal piano stesso.

GLI USA VOGLIONO INVADERE L’UE CON FALSI GRANA & C.

IL VALORE DEL MADE IN ITALY TAROCCO SALE A 120 MILIARDI

Gli Stati Uniti vogliono invadere il mercato europeo e italiano con le imitazioni a stelle e strisce delle specialità nazionali, dal grana al parmesan, mettendo in pericolo una Dop Economy Made in Italy che vale oggi 16,6 miliardi di euro. A lanciare l’allarme sono Coldiretti e Filiera Italia al Summer Fancy Food 2022 il più importante evento fieristico mondiale dedicato alle specialità alimentari a New York City presso il Javits Center, con le eccellenze del Made in Italy a tavola protagoniste a Padiglione Italia. Presenti il segretario generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo,e il consigliere delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia. Nel Rapporto 2022 sulle stime del commercio nazionale americano l’Ufficio del rappresentante Usa al Commercio (Ustr) attacca il sistema europeo delle indicazioni geografiche (Dop e Igp) con l’accusa di costituire una vera e propria barriera d’accesso al mercato europeo per i prodotti a stelle e strisce che si basano, al contrario, sui nomi comuni. Gli americani, in pratica, non solo non riconoscono il diritto dei produttori italiani a vedere tutelati dalle imitazioni negli States prodotti come il Parmigiano Reggiano Dop o il Prosciutto di Parma, ma vorrebbero che sui mercati Ue si potessero vendere in piena libertà prodotti con nomi che richiamano esplicitamente le specialità casearie più note del Belpaese senza averci nulla a che fare, dalla mozzarella alla ricotta, dal provolone all’asiago, dal parmesan al romano ottenuto però senza latte di pecora, fino alla mortadella “bologna”, nonostante si tratti con tutta evidenza di imitazioni delle più note specialità italiane. A differenza delle produzioni Dop quelle statunitensi non rispettano peraltro i rigidi disciplinari di produzione dell’Unione Europea che definiscono tra l’altro, le aree di produzione, il tipo di alimentazione e modalità di trasformazione. “Dalla difesa del sistema delle indicazioni geografiche europee dipende la lotta al falso Made in Italy alimentare che nel mondo ha raggiunto il valore di oltre 120 miliardi di euro: la pretesa di chiamare con lo stesso nome prodotti profondamente diversi è inaccettabile e rappresenta un inganno per i consumatori ed una concorrenza sleale nei confronti degli imprenditori.

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AGRICOLTURA DI PRECISIONE

AGRIGENIUS VITE

Il tutor per l’agricoltura

UN PRODOTTO

OBIETTIVO “SEMPLIFICAZIONE” PER AIUTARE LE AZIENDE: DALLA PRODUZIONE DI VINO ALLA RISTORAZIONE COLLETTIVA AGRICOLTURA BIOLOGICA: IN ARRIVO LE NUOVE NORME UE, ECCO LE NOVITÀ

Arrivano le nuove norme dell’Unione Europea sulla produzione bio. E’ stato inviato alla Corte dei conti, per la registrazione, il Decreto relativo all’attuazione del regolamento Ue 2018/848 su produzione biologica ed etichettatura dei prodotti biologici. Il dispositivo abroga il regolamento Ce n. 834/2007 e i regolamenti delegati e esecutivi collegati per quanto riguarda gli obblighi degli operatori e dei gruppi di operatori per le norme di produzione, e i decreti ministeriali 18 luglio 2018 n. 6793, 30 luglio 2010 n. 11954 e 8 maggio 2018, n. 34011. Il decreto ha dovuto dare applicazione a quelle disposizioni del nuovo regolamento che lasciano allo Stato membro un margine di intervento per la loro attuazione. Il provvedimento è stata anche l’occasione per sistematizzare norme contenute in altri decreti e che riguardano alcuni aspetti che generano confusione tra gli operatori della filiera.

Vediamo quali sono le novità per le aziende.

Disposizioni specifiche sono previste per le alghe e la produzione del vino così come per l’acquacoltura e la ristorazione collettiva. In merito a quest’ultimo settore, il Ministero adotta la norma nazionale relativa all’etichettatura ed al controllo dei prodotti provenienti da operazioni di ristorazione collettiva che sarà oggetto di un uno specifico decreto. Nelle more dell’adozione della disciplina nazionale, le eventuali norme private devono essere trasmesse al Mipaaf, il quale, entro 60 giorni dalla ricezione, ne riscontra la conformità ai parametri minimi individuati dal decreto. A tale procedura si applica l’istituto del silenzio assenso. Il Mipaaf rende pubbliche tali norme private sul sito istituzionale www.politicheagricole.it e www.sinab.it. Per quanto concerne le produzioni vegetali, il decreto pone l’accento sull’obbligatorietà delle rotazioni pluriennali delle colture e del sovescio stabilendo norme specifiche per colture seminative, orticole non specializzate e specializzate in pieno campo. In deroga alla norma relativa alle colture sopra indicate, un diverso sistema è stabilito per i cereali autunno vernini, il riso, ortaggi e foglia larga a ciclo breve mente per le colture da taglio si specifica che non succedono a se stesse. A fine ciclo colturale, della durata massima di sei mesi, la coltura da taglio è interrata e seguita da almeno una coltura da radice/tubero oppure da un sovescio. Per quanto riguarda le colture in serra si applica quanto previsto dal reg. 2018/848. Ai fini del calcolo per la verifica di conformità degli impieghi di rame è necessario tenere conto dell›apporto di rame da altre fonti, diverse dai prodotti fitosanitari, qualora l’informazione sia disponibile. Per le api, in riferimento alla scelta di razze autoctone sono state inserite oltre all’Apis mellifera ligustica e apis mellifera sicula, anche la Apis mellifera carnica e Apis mellifera nigra. Per il settore dell’acquacoltura è richiesto il piano di gestione sostenibile presentato dall’operatore o gruppo di operatori all’organismo di certificazione alla prima applicazione del sistema di controllo e comunque prima dell’emissione del certificato. Sulla gestione delle deroghe, ad esse è dedicato un articolo specifico differenziando i diversi casi: il riconoscimento retroattivo di un periodo precedente la notifica, Introduzione di animali non biologici, uso di mangimi proteici non biologici, stabulazione in piccole aziende, uso di cera non biologica. Per quanto concerne il sistema di controllo, l’operatore o gruppo di operatori che ha notificato attività con metodo biologico indipendentemente dall’ubicazione sul territorio delle unità di produzione, dal numero e dal tipo di attività da sottoporre al sistema di controllo, è tenuto ad assoggettarsi ad un unico Organismo di certificazione. La dichiarazione è fornita all’organismo di controllo alla prima applicazione del sistema di controllo e comunque prima dell’emissione del certificato. Le misure pratiche sono le ‘Misure preventive e precauzionali’ così come definite dal Regolamento nonché le modalità di gestione del sospetto di non conformità di un prodotto biologico a causa della presenza di una sostanza o di un prodotto non autorizzato. Se il sospetto è confermato o non può essere eliminato, l’operatore informa senza indugio l’organismo di controllo e coopera con esso, Se il sospetto è eliminato l’operatore tiene le registrazioni e la documentazione delle verifiche svolte. Le operazioni di gestione di centri di raccolta di prodotto biologico e di distribuzione di prodotti biologici a marchio sono da considerarsi attività per le quali è necessario rispettare i requisiti del Regolamento. Affinché i prodotti possano essere considerati venduti «direttamente», al consumatore o all’utilizzatore finale, occorre che la vendita avvenga in presenza, contemporaneamente, dell’operatore o del suo personale addetto alla vendita e del consumatore finale. Un magazzino in connessione al punto vendita, è un magazzino di servizio esclusivo per quello specifico punto vendita. L’operatore o gruppo di operatori che intende affidare lo svolgimento di un’attività a terzi indica tale attività nel modello di notifica di produzione con metodo biologico, a meno che l’esecutore non sia un soggetto a sua volta inserito nell’elenco nazionale

degli operatori biologici. In tal caso il mandatario conserva il certificato del soggetto esecutore. Nel caso in cui l’esecutore non sia un operatore notificato, l’impegno da parte dell’esecutore di rispettare le norme relative all’agricoltura biologica e assoggettare le attività al sistema di controllo di cui al Regolamento, è contenuto, in forma scritta, nel contratto tra operatore ed esecutore. Le piattaforme on-line che vendono prodotti biologici devono essere assoggettate al sistema di controllo. Il produttore o gruppo di operatori di risone biologico è obbligato a dichiarare, in modo distinto le superfici e le produzioni convenzionali, biologiche e in conversione all’agricoltura biologica al proprio organismo di controllo nelle modalità indicate dallo stesso Ente sia nella denuncia resa all’Ente Nazionale Risi che nella denuncia di rimanenza risone al 31 agosto resa allo stesso Ente. Il detentore di risone biologico è obbligato a dichiarare le quantità di risone, riso semigreggio, riso lavorato e rotture di riso distintamente derivanti da produzioni convenzionali, biologiche e in conversione all’agricoltura biologica: a) nella denuncia delle scorte al 31 agosto, resa all’Ente Nazionale Risi; b) nei Registri obbligatori e nelle denunce periodiche delle scorte, rese all’Ente Nazionale Risi entro il 15 di ogni mese, con l’indicazione del proprio Organismo di Controllo, nelle modalità indicate dallo stesso Ente.1 Il certificato rilasciato dall’Ente Nazionale Risi all’atto di ogni trasporto di risone, deve contenere l’indicazione della produzione distinta tra convenzionale, biologica, conversione all’agricoltura biologica. Infine, il decreto stabilisce disposizioni transitorie per quanto concerne lo sviluppo di molluschi vivi. Il provvedimento consente finalmente un’armonizzazione e semplificazione delle disposizioni di settore. Tuttavia, si sarebbe auspicato che il provvedimento avesse introdotto alcune norme di applicazione delle innovazioni presenti nel reg. Ue 2018/848 come le certificazioni di gruppo che, purtroppo, non sono presenti nel testo. Si attende, quindi, che a breve possa essere adottato un ulteriore decreto che compensi tali lacune.

PAGAMENTI ELETTRONICI – SCATTANO LE SANZIONI

Dal 30 giugno 2022 scattano le sanzioni per la mancata accettazione dei pagamenti elettronici da parte dei soggetti obbligati. In particolare, chi effettua attività di vendita di prodotti e di prestazioni di servizi, dovrà dotarsi dal 30 giugno 2022 del Pos e accettare pagamenti elettronici. In caso contrario, sarà applicata una sanzione pari a 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione rifiutata.

CON AMAG ALL’ISTITUTO “ANGELO CUSTODE” GIOCHI E LABORATORI ‘GREEN’ PER CONOSCERE LA NATURA

SCUOLA: AMBIENTE, TERRITORIO, AGRICOLTURA E CIBO. I BAMBINI PROTAGONISTI DELLA ‘RIVOLUZIONE VERDE’

Centinaia di cappellini lanciati in aria per festeggiare la fine della scuola e una nuova tappa della “Rivoluzione Verde” che vede Coldiretti Alessandria partner di Amag Ambiente con il progetto di Educazione alla Campagna Amica per portare all’attenzione di alunni e insegnanti l’importanza di promuovere un modello di sviluppo dove ambiente, territorio e agricoltura lavorano e producono per rispondere al meglio ai principi di economia circolare riducendo al minimo la produzione di rifiuti, risparmiando energia e materiali attraverso processi che tutelano il paesaggio e la natura. Giochi e laboratori ‘green’, organizzati per imparare a rispettare l’ambiente, approfondimento sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e il ciclo del miele con un focus sulla vita e il ruolo fondamentale delle api nell’ecosistema sino a come differenziare i rifiuti nel modo corretto. Questi gli obiettivi che hanno caratterizzano il primo ciclo delle “Mattinate Ecologiche” che si sono concluse oggi alla scuola “Angelo Custode” trasformata per l’occasione in una grande aula all’aria aperta dove centinaia di alunni delle scuole dell’infanzia, delle primarie e delle medie hanno popolato palestra e spazi verdi, dando vita ad un grande laboratorio didattico. Nello spazio istituzionale e didattico di Coldiretti Alessandria, grazie alla partecipazione dell’azienda apistica “Miele di Ozzano” di Giuseppe Mortara, è stato possibile far conoscere ad alunni e insegnanti il ciclo del miele e la vita delle api e poter vedere da vicino, ovviamene in sicurezza, apiario e ape regina. Ad ogni tappa delle “Mattinate ecologiche” i ragazzi hanno così scoperto curiosità legate alle diverse tipologie di miele e perché è importante acquistare un prodotto vero Made in Italy, diffidando del prodotto in arrivo da altri Paesi e poi venduto come italiano.

Una grande aula didattica e focus sulla vita delle api. Partner dell’iniziativa Coldiretti Alessandria

SCUOLA: “ORTANGELO” NON VA IN VACANZA E SI PREPARA A NUOVE PRODUZIONI DI STAGIONE LA SCUOLA È TERMINATA MA NON LA PROGETTUALITÀ E LA LORO PRESENZA AL MERCATO COPERTO DI CAMPAGNA AMICA

“OrtAngelo”, l’orto didattico della Scuola “A. Morbelli” di Alessandria non va in vacanza anche l’anno scolastico è terminato da qualche settimana. Con orgoglio, insegnanti e bambini mostrano le piantine di insalata pronte per essere raccolte, le nespole e le pesche noce che stanno maturando a gran velocità, complici le alte temperature di queste settimane. Da otto anni l’orto didattico rappresenta un esempio virtuoso di produzione a Km0 dove qualità e conoscenza dell’importanza della stagionalità vanno di pari passo. Un grazie speciale a tutte le insegnanti, all’impegno e all’entusiasmo di Cristina Ferrarino, insegnante referente del progetto ”Pollicino verde”, e al comitato genitori per un’esperienza didattica che negli anni è cresciuta entusiasmando quelli che saranno i consumatori di domani e che, al tempo stesso, li sta rendendo più consapevoli dell’importanza della stagionalità e della qualità di ciò che si mangia. Obiettivo del laboratorio didattico è quello di avvicinare, in modo divertente, i bambini alla conoscenza dell’ambiente e della natura, un viaggio alla scoperta dei ritmi delle stagioni, della ciclicità della natura e delle caratteristiche dei suoi prodotti. Un’attività che permette di partire

dalla terra, dai suoi valori e dalle relative opportunità per il futuro rafforzando così il lavoro sinergico che da anni Coldiretti Alessandria avanti con il mondo della scuola, un percorso educativo, virtuoso, per una sempre maggiore divulgazione culturale e operativa sul territorio. “Dall’orto al piatto, non solo chilometro zero ma la certezza di aver seguito passo passo tutte le fasi come suggerisce il progetto di “Educazione alla Campagna Amica” che Coldiretti Alessandria sta portando avanti da diverso tempo nelle scuole della provincia: un laboratorio didattico dedicato al giardino e alla coltivazione dell’orto nato in Coldiretti per far avvicinare, direttamente in campo, i bambini alla natura e all’ambiente. Ospiti graditissimi del Mercato Coperto di Campagna Amica i piccoli coltivatori della “Morbelli” lo scorso 14 giugno sono tornati nei locali di via Guasco ad Alessandria, al Mercato Coperto di Campagna Amica: variegata, ma sempre legata alla stagionalità, l’offerta dei prodotti che hanno proposto con qualche accattivante novità. Sicuramente un trend positivo trainato anche dal fenomeno dei cuochi contadini che, appositamente formati dai corsi che Coldiretti organizza, cucinano i prodotti coltivati in azienda recuperando spesso antiche ricette della tradizione campagnola, diventati un vero e proprio valore aggiunto per le strutture. Alla luce dell’attuale scenario, connotato da una serie di emergenze ambientali, l’impegno di Terranostra è di contribuire a riposizionare l’offerta turistica nell’ottica di una maggiore sostenibilità ambientale e sociale oltre che economica, secondo modelli di sviluppo più equilibrati. Il turismo di qualità è sempre più attento non solo alle bellezze naturali, paesaggistiche, artistiche e archeologiche del nostro territorio ma anche ad un ambiente pulito e salubre e alla riscoperta dei prodotti tipici, della qualità del cibo e del buon mangiare.

ESTATE: 7 ITALIANI SU 10 IN AGRITURISMO. SI CONFERMA SVOLTA GREEN POST PANDEMIA

ASSEMBLEA TERRANOSTRA: AGRITURISMO MODELLO PER L’ITALIA MA PESA LA BUROCRAZIA

Sostenibilità, distintività, ambiente, autenticità, innovazione, esperienza, servizi e reputazione. Sono i pilastri dell’agriturismo che lo rendono un modello unico da esportare in tutto il mondo. Covid, inflazione galoppante e siccità stanno mettendo in ginocchio il settore agricolo. L’agriturismo, nonostante le criticità e l’impatto anche pesante della pandemia, ha mostrato grande resilienza e soprattutto ha ancora grandi potenzialità da esprimere. Le nuove strategie per il settore sono state al centro del convegno organizzato in occasione della XXXIV Assemblea Nazionale Terranostra, su “L’agriturismo sostenibile e di prossimità”. Il sondaggio Coldiretti-Noto Sondaggi ha messo in evidenzia la propensione alla vacanza green che delinea dunque un enorme bacino potenziale. Secondo le previsioni nell’estate 2022 più del 70% degli italiani andrà in vacanza o mangerà in strutture agrituristiche. E il sondaggio ha spiegato che ad attrarre i vacanzieri sono soprattutto natura e cibo. E sono questi i due fattori da cui ci si attendono le maggiori “emozioni”. Sicuramente un trend positivo trainato anche dal fenomeno dei cuochi contadini che, appositamente formati dai corsi che Coldiretti organizza, cucinano i prodotti coltivati in azienda recuperando spesso antiche ricette della tradizione campagnola, diventati un vero e proprio valore aggiunto per le strutture. Alla luce dell’attuale scenario, connotato da una serie di emergenze ambientali, l’impegno di Terranostra è di contribuire a riposizionare l’offerta turistica nell’ottica di una maggiore sostenibilità ambientale e sociale oltre che economica, secondo modelli di sviluppo più equilibrati. Il turismo di qualità è sempre più attento non solo alle bellezze naturali, paesaggistiche, artistiche e archeologiche del nostro territorio ma anche ad un ambiente pulito e salubre e alla riscoperta dei prodotti tipici, della qualità del cibo e del buon mangiare. Nessuna competitività con la ristorazione, l’agriturismo ha un ruolo strategico nel sostegno economico, ambientale e sociale e ha mostrato una grande capacità di reazione nel periodo del Covid con l’implementazione delle attività e dei servizi come per esempio le consegne a domicilio. Bisogna invece evidenziare la funzione rilevante che le aziende agrituristiche svolgono come presidi dei territori soprattutto i più fragili delle aree interne che rischiano abbandono e desertificazione.

PRESENTE UNA NUMEROSA DELEGAZIONE DI COLDIRETTI ALESSANDRIA

BOOM DI PRESENZE ALLA XXIII GIORNATA INTERREGIONALE DEI PENSIONATI

DDopo due anni di stop forzato causa pandemia, è stata Cannobio, sul Lago Maggiore, ad ospitare la XXIII Giornata Interregionale Pensionati Coldiretti di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Decisamente numerosa la delegazione alessandrina che ha preso parte al tradizionale appuntamento per trascorrere una giornata tra riflessione e aggregazione. L’azzurro del lago e il verde delle montagne si sono uniti al giallo delle bandiere e dei cappellini Coldiretti regalando un colpo d’occhio unico e suggestivo in una giornata scandita dalla preghiera e dal ricordo di quelli che sono i principi e gli ideali di un’esistenza dettata dai ritmi della terra, alla quale non hanno fatto mancare il loro caloroso saluto di vicinanza il presidente ed il segretario nazionale di Federpensionati Coldiretti Giorgio Grenzi e Lorenzo Cusimano. Accanto a Monsignor Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara, la Santa Messa è stata concelebrata da Monsignor Ivo Piccinini, Consigliere Ecclesiastico Coldiretti Alessandria. Boom di presenze e grande soddisfazione per la riuscita dell’evento è stata espressa anche dal presidente provinciale Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco, il quale ha sottolineato “la straordinaria capacità dei pensionati di essere soggetti attivi nelle proprie aziende” e come “le conquiste ottenute in passato grazie al loro impegno e alla loro mobilitazione sindacale ci permetta oggi di avere una Coldiretti forte e determinata, con un progetto economico di valorizzazione dell’agricoltura in grado di coinvolgere tutta la società”. “L’importanza e il ruolo dei pensionati, all’interno della famiglia e dell’azienda agricola in questo momento storico, rappresenta un modello di solidarietà e di insegnamento per le nuove generazioni su come affrontare e superare le difficoltà che il comparto agricolo sta vivendo - ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. La nuova agricoltura, che concilia innovazione e tradizione, non può rinunciare ad un così prezioso patrimonio: la società e le imprese non possono fare a meno, infatti, di queste grandi persone che, con la loro esperienza di vita, hanno sempre validi insegnamenti, continuano a dare il loro contributo e a preservare i territori nonostante la pensione”. Ad accompagnare il numeroso gruppo della Coldiretti di Alessandria, il Segretario provinciale dell’Associazione Pensionati, Gianni Mario Stoppini, che ha puntualizzato come “accanto alle tematiche sindacali e sociali che interessano la categoria, l’Associazione, dopo il periodo di interruzione della attività causato dalla pandemia, intende avviare e promuovere momenti di aggregazione e di svago anche a livello provinciale. E’ indispensabile però che le Istituzioni mettano in atto politiche in grado di tutelare seriamente l’autonomia personale anche mediante migliori e più accessibili servizi di assistenza. Non può, quindi, che starci a cuore la salute, la prevenzione e la sicurezza dei nostri pensionati, oltre all’assicurare loro delle pensioni adeguate”.

Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta insieme a Cannobio per un momento di riflessione e aggregazione

COVID-19 È GIÀ RICONOSCIUTA DALLA MAGGIOR PARTE DEGLI STATI MEMBRI COME INFORTUNIO SUL LAVORO

UE: COVID, NUOVA MALATTIA PROFESSIONALE PER SANITARI E LAVORATORI A RISCHIO

DL AIUTI: A LUGLIO BONUS DA 200 EURO

Covid come malattia professionale nei settori dell›assistenza socio-sanitaria e domiciliare nonché, in un contesto pandemico, nei settori in cui sono maggiori le attività con un rischio comprovato di infezione. E’ questo il principio dell’intesa raggiunta il 19 maggio scorso dal Comitato consultivo Ue per la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro (Ccss), che ha chiesto a tutti gli Stati membri Ue, tra cui l’Italia, di aggiornare il proprio elenco nazionale delle patologie legate alle attività lavorative. La Commissione europea ha anche annunciato l’aggiornamento dell’attuale lista delle malattie di origine lavorativa. La decisione Ue in accordo con lavoratori e datori di lavoro arriva pochi giorni prima della pubblicazione in Italia del nuovo report della Consulenza statistico attuariale (Csa) dell’Inail relativo ai contagi sul lavoro da Covid-19, con 260.750 infezioni di origine professionale segnalate all’Istituto dall’inizio della pandemia, in crescita del 6,3% rispetto al monitoraggio precedente. Infatti, Covid-19 è già riconosciuta dalla maggior parte degli Stati membri come malattia professionale o infortunio sul lavoro, ma questa intesa Ue è ora importante per promuoverne il riconoscimento come malattia professionale da parte di tutti gli Stati membri. Secondo quanto dichiarato da Nicolas Schmit, Commissario Ue al Lavoro e diritti sociali, questo accordo invia un segnale politico forte per riconoscere non solo l’impatto del Covid sui lavoratori, ma anche il contributo fondamentale del personale socio-sanitario e degli altri lavoratori esposti ad un rischio maggiore di contrarre la malattia. Una volta che il Covid sarà riconosciuto come malattia professionale in uno Stato membro, i lavoratori dei settori interessati che hanno contratto la malattia sul posto di lavoro potranno acquisire diritti specifici ai sensi delle norme nazionali, come il diritto all’indennizzo. In Italia si potrebbe aprire così la porta al riconoscimento della malattia professionale anche per tutti quei sanitari non iscritti all’Inail (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, odontoiatri liberi professionisti, farmacisti privati, e altri sanitari liberi professionisti) che fino ad oggi non hanno potuto godere del trattamento da infortunio sul lavoro corrisposto invece ai loro colleghi dipendenti iscritti all’Inail. Il report dell’Inail del 24 maggio aggiorna anche le informazioni relative ai contagi da Covid-19 riconosciuti e indennizzati. Alla data del 30 aprile, il 76% di tutte le denunce pervenute dall’inizio della pandemia è stato riconosciuto positivamente dall’Istituto, generando nella

Ein vigore dal 18 maggio 2022 il Decreto-Legge 50/2022 (Cosiddetto “DL Aiuti”) che, agli articoli 31 e 32, disciplina l’erogazione dell’indennità una tantum di 200 euro per lavoratori dipendenti, pensionati, disoccupati, lavoratori domestici, Co.co.co., stagionali turismo e spettacolo, lavoratori intermittenti, autonomi senza partita IVA e, all’articolo 33, dispone un fondo per gli autonomi e professionisti. Tutte le categorie di soggetti diversi dai lavoratori dipendenti, aventi i requisiti di legge, riceveranno l’indennità una tantum dall’INPS, in automatico o previa domanda da inoltrare tramite Patronato. Per i lavoratori dipendenti l’una tantum è riconosciuto (una sola volta anche nel caso di titolarità di più lavori) a chi non percepisce prestazioni pensionistiche o reddito di cittadinanza e, nel primo quadrimestre dell’anno 2022, ha beneficiato della riduzione contributiva di 0,80% di cui alla Legge 234/2021 per almeno una mensilità (quelli che hanno un reddito imponibile mensile inferiore a 2.692 euro). Il lavoratore avente diritto, preventivamente all’erogazione della retribuzione di luglio 2022, deve dichiarare al datore di lavoro di non essere titolare delle prestazioni di cui all’art. 31, comma 1 (prestazioni pensionistiche, assegno sociale, invalidità, accompagnamento alla pensione, con decorrenza entro il 30 giugno 2022) e comma 18 (reddito di cittadinanza) del Decreto-Legge 50/2022. L’indennità non è cedibile, né sequestrabile, né pignorabile e non costituisce reddito né ai fini fiscali (e, quindi, previdenziali) né ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali ed assistenziali. Per il datore di lavoro, la somma costituisce un’anticipazione che verrà portata in compensazione con i contributi di competenza del mese di luglio 2022, secondo le indicazioni che saranno fornite dall’INPS.

TERMINI PER L’AUTOCERTIFICAZIONE PROROGATI FINO AL 31 MARZO 2023

ESENZIONE TICKET PER FASCE DI REDDITO

Su proposta dell’Assessore alla Sanità Luigi Icardi, la Giunta regionale ha confermato fino al 31 marzo 2023 la validità delle autocertificazioni di esenzione per reddito dalla compartecipazione alla spesa sanitaria per la specialistica riguardanti le seguenti categorie: • cittadini di età inferiore a 6 anni e superiore a 65 anni, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo non superiore a 36.151,98 euro (il minore al compimento del sesto anno non potrà più usufruire di tale esenzione); • titolari di assegno (ex pensione) sociale e loro familiari a carico; • titolari di pensioni al minimo di età superiore a 60 anni e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un

reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge e in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico; • per i cittadini in possesso dell’autocertificazione di esenzione: disoccupati e loro familiari a carico, con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge e in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico. All’interno di questa categoria è da considerarsi anche il lavoratore in mobilità e i propri famigliari a carico, solo se il soggetto è iscritto all’ufficio del lavoro e appartiene ad un nucleo famigliare così come previsto per il disoccupato. Il cittadino può presentare l’autocertificazione in via telematica, attraverso il sistema pubblico di identità digitale (SPID) o in alternativa con credenziali di tessera sanitaria con microchip o qualsiasi altra Carta Nazionale Servizi. Si precisa che, in caso di eventuale perdita dei requisiti di reddito che danno diritto all’esenzione, l’assistito è tenuto a darne tempestiva comunicazione all’ASL, anche attraverso la funzionalità telematica, per la cessazione del diritto all’esenzione e, pertanto, a non utilizzare più il certificato di esenzione per reddito. Si ricorda che eventuali abusi di utilizzo del certificato di esenzione, in mancanza dei requisiti prescritti dalla legge, comportano responsabilità amministrative e penali.

ANCHE I LAVORATORI AUTONOMI HANNO TITOLO AD OTTENERE IL RICONOSCIMENTO MALATTIE PROFESSIONALI: COME AVERE UN INDENNIZZO

Torniamo ad occuparci di malattie professionali. Durante lo svolgimento delle proprie attività i lavoratori possono, infatti, essere esposti ad una molteplicità di rischi. Capita spesso di sentire gli interessati lamentarsi per problematiche fisiche che nel tempo sono peggiorate, soprattutto in relazione e/o a causa del lavoro svolto in ambito professionale. Non tutti sanno che questa situazione particolare potrebbe rientrare, a buon diritto, nel riconoscimento della malattia professionale da parte dell’INAIL. Sono in molti a pensare che questo tipo d’indennizzo sia riservato solo ai lavoratori dipendenti, mentre anche i lavoratori autonomi (coltivatori diretti, artigiani, commercianti, ecc.) versando regolarmente la loro quota di contributi infortunistici, hanno titolo ad ottenere, in determinate situazioni, tali indennità. Infatti, a differenza dell’infortunio che viene causato da un evento causale improvviso, violento ed inatteso, la malattia professionale viene definita come una patologia che si realizza in funzione di una causa o concausa lenta nel tempo che sia riconducibile ad una o più attività svolte e ripetute su più anni. Alcune tipologie di attività lavorative (lavorazioni edili, industriali, agricole, ecc.) si esplicitano nella ripetizione di movimenti e nell’esposizione ad agenti che con il trascorrere del tempo possono provocare una patologia.

LA DENUNCIA

Secondo quanto precisato dall’INAIL con circolare n. 10 del 2016, per i lavoratori autonomi agricoli (titolari e coadiuvanti coltivatori diretti) e per i lavoratori subordinati a tempo determinato, la denuncia di malattia professionale dev’essere effettuata dal medico mediante l’invio del certificato medico che funge anche da denuncia. È importante che tali patologie siano denunciate all’INAIL tempestivamente al fine di poter ottenere, dimostrato un nesso con l’attività lavorativa, il giusto indennizzo. A titolo esemplificativo si elencano, nella tabella sottostante, alcune patologie che potrebbero essere ricondotte a malattie professionali.

Viviamo un periodo molto complicato. Lo sperimentiamo ogni giorno. Due anni di Covid con tante chiusure (diciamolo in italiano, visto che siamo in Italia!), tanti provvedimenti anche contestati, tante parole a proposito e a sproposito. Io, da pastore d’anime, fin dall’inizio della pandemia, mi sono chiesto come le comunità ne sarebbero uscite. Me lo chiedo oggi, chiamato come gli altri a riaprire e a ripartire. Tanti di noi hanno conosciuto prove e lutti, il nostro stato d’animo è stato scosso e “andrà tutto bene” si è trasformato in “niente è più come prima”. In questa precisa situazione, come chiesa, siamo chiamati a vivere con fede quanto la Provvidenza ci manda. Senza indugi, urge riaprire le nostre chiese, per prima cosa. Esse sono simbolo e segno. Simbolo di una casa comune e segno di una presenza operosa e determinata. Aprire le nostre chiese in tutte le ore del giorno favorisce la relazione tra i nostri fedeli e nostra con loro. Scaccia la paura e alimenta la fede. Riprendiamo anche le devozioni tradizionali che fanno tanto bene e riscaldano i cuori. Ritorniamo a fare le “Rogazioni” e la processione del “Corpus Domini”. Facciamo sì che la parrocchia ritorni ad essere la “fontana del villaggio”. Una fontana chiusa e senza acqua, in questi tempi di grande siccità, non serve a niente. L’ultima lettera della Presidenza della CEI ci autorizza a ritornare all’acquasantiera con l’acqua benedetta. Se le chiese sono chiuse a che cosa servono le acquesantiere? E non dobbiamo chiudere a causa dei ladri, tanto essi entrano anche a porte chiuse. Non dimentichiamoci che la CEI viene incontro alle parrocchie che ne fanno richiesta per l’installazione di telecamere. I fedeli che chiedono ai loro sacerdoti di tenere aperta la chiesa si organizzino per diventare loro, in solido, i custodi della stessa. I nostri padri hanno fatto tanti sacrifici per dotarsi di un luogo di culto e di preghiera. Noi, superata l’emergenza, siamo chiamati come e più di prima ad essere presenti. Una chiesa aperta non lascia solo il Signore, ed è condizione insostituibile di relazione e di evangelizzazione.

Obiettori per amore e servi dell’umanità.

Don Ivo Piccinini

La Federazione provinciale Coldiretti, in particolare l'Ufficio Zona di Acqui Terme, partecipa al grande dolore della famiglia per la scomparsa del caro WALTER IVALDI

Vice Presidente di Sezione e gIà Presidente di Sezione di Ponzone

giunga alla famiglia la nostra preghiera

La Federazione provinciale Coldiretti di Alessandria ricorda con profondo affetto

In pensione da ormai diverso tempo è stata per anni un punto di riferimento importante per il territorio alessandrino e per le imprese associate.

ANNA CARAZZA

Sentite condoglianze

La Federazione provinciale tutta e, in particolare, l'Associazione Pensionati Coldiretti Alessandria, esprimono sentite condoglianze e partecipano con grande commozione al dolore dei familiari per la perdita del caro GIOVANNI OTTONELLO

Presidente onorario Associazione Pensionati Alessandria

Nel suo mandato alla guida dei pensionati di Coldiretti Alessandria, dal 2002 al 2018, sempre molto partecipe e attivo nelle battaglie dell’Organizzazione, ha saputo trasmettere alle nuove generazioni l’amore per la campagna e l’importanza di saper guardare al futuro senza dimenticare la storia e le tradizioni. grazie Giovanni, che la terra ti sia lieve

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