"Agricoltura Alessandrina" giugno 2022

Page 20

Settore Zootecnico

OLTRE AI BOVINI SONO SENSIBILI AL CONTAGIO ALTRE SPECIE ANIMALI

IBR/IPV: PREVENZIONE E PIANI DI ERADICAZIONE 20

L

a rinotracheite infettiva dei bovini (IBR) e la vulvovaginite pustolosa infettiva (IPV) sono due forme di una malattia infettiva virale causata da un herpes virus. L’ospite naturale del virus erpetico è il bovino, ma sono sensibili anche altre specie animali domestiche e selvatiche tra cui bufali, capre, pecore, suini e cervi. Il virus non è stato considerato, fino ad ora, né infettivo né patogeno per l’uomo. L’IBR/IPV può essere trasmessa in tre modi: • tramite il contatto diretto tra un animale malato e uno sano; • tramite trasmissione sessuale: fare attenzione alla monta naturale se si ha un toro infetto, perché può trasmettere il virus dell’IBR alla femmina sana durante l’accoppiamento oppure tramite fecondazione artificiale utilizzando un seme contaminato; • tramite il contatto indiretto con superfici, attrezzature, indumenti e qualsiasi altro oggetto, persone o animali contaminati dal virus, che possono fungere da veicoli passivi di trasmissione. I primi sintomi, variabili da caso a caso, cominciano ad osservarsi 2-4 giorni dopo il contatto con il virus. Si possono sviluppare forme respiratorie con lo sviluppo di uno o più sintomi quali: tosse; scolo nasale che da mucoso può diventare mucopurulento o emorragico; mucose nasali arrossate; tachipnea, mantenimento della testa estesa sul collo, difficoltà respiratorie; congiuntiviti; salivazione, febbre, inappetenza e abbattimento. Una caratteristica particolare del virus di questa malattia è che l’animale, dopo essere guarito clinicamente, diventa un portatore asintomatico, in quanto il virus non viene eliminato dall’organismo ma va incontro ad una fase di latenza fino a quando un evento stressante (trasporto, fiere, mercati, ecc.) o immunodepressivo (gravidanza, parto, ecc.) non ne causa la riattivazione e quindi la ricomparsa dei sintomi clinici. Il virus dell’IBR/IPV ha una resistenza ambientale variabile in base a condizioni di luce, umidità e Ph, per esempio è in grado di resistere alle temperature di 22, 37 e 56 C° rispettivamente per 50 giorni, 10 giorni e 21 minuti; tuttavia è sensibile a diversi disinfettanti.

STRATEGIE PER EVITARE L’ESPOSIZIONE ANIMALE Per evitare l’esposizione degli animali alla malattia occorre prevenire l’ingresso del patogeno in azienda, per esempio tramite l’applicazione di adeguate misure di biosicurezza (per esempio allontanare i capi positivi dall’azienda; evitare i contatti tra capi positivi e negativi; prevedere un periodo di quarantena e isolamento o richiedere un test negativo per i nuovi ingressi; limitare altri contatti a rischio). Tra i sistemi di prevenzione c’è anche la profilassi vaccinale, solitamente adottata come strategia da coloro che hanno

capi positivi ad IBR in azienda. A proposito dei vaccini per l’IBR, se ne possono distinguere due tipi: vaccino intero o non deleto o non Marker spesso usato in passato, ma che non consentiva la distinzione dei soggetti positivi infetti da quelli positivi vaccinati; vaccino deleto, meglio noto come vaccino Marker, quello maggiormente utilizzato al giorno d’oggi in caso di necessità. La caratteristica di questo vaccino è che gli manca una particolare glicoproteina (la gE) per cui il sistema immunitario dell’animale vaccinato produrrà tutti gli anticorpi, tranne le IgE. Questa peculiarità consente di poter distinguere gli animali positivi infetti da quelli vaccinati tramite appositi test diagnostici ELISA in grado di rilevare, all’interno di un campione analizzato, da una parte i singoli anticorpi IgE dall’altra gli anticorpi totali.

PREMIO ACCOPPIATO VACCHE NUTRICI RAZZA PIEMONTESE E PIANO IBR Dal 2017 gli allevatori di bovini di razza Piemontese che hanno aderito al Piano IBR dell’ANABORAPI hanno potuto beneficiare, per la prima volta, della maggiorazione prevista al premio vacche nutrici della PAC. A partire dal 2017, infatti, anche le vacche nutrici di razza Piemontese iscritte a libro genealogico di allevamenti aderenti al piano IBR/ANABORAPI, così come per le razze Chianina, Podolica, Maremmana, Marchigiana e Romagnola, hanno potuto beneficiare del premio aggiuntivo. Per poterne beneficiare anche nel 2022, gli allevatori dovranno proseguire l’impegno del Piano IBR che prevede, entro l’anno, il test su tutti i capi da riproduzione di razza Piemontese di età superiore ai 12 mesi (in caso di allevamenti multi razza, per i capi da riproduzione NON di razza Piemontese il prelievo verrà effettuato solamente su quelli di età superiori a 24 mesi, come prevede il Piano regionale). L’adesione al piano non va rinnovata ogni anno in quanto l’allevatore, al momento della sottoscrizione, si è impegnato ad aderire contestualmente al Piano Regionale IBR e a quello ANABORAPI, quest’ultimo della durata di 6 anni. Nel caso di allevamenti che hanno aderito nel 2017, primo anno ai attività del piano, e che pertanto nel 2022 sono giunti alla sesta e ultima annualità, per poter beneficiare del premio non devono superare il 5% rispetto alla sieroprevalenza del secondo anno (2018), mentre per gli allevamenti sieronegativi nel quarto anno (2020) non è tollerato un aumento delle sieropositività. Si ricorda che i costi a carico degli allevatori, pagati interamente all’ASL, variano a seconda delle casistiche. Infine, Ai fini del riconoscimento del pagamento accoppiato della PAC per l’anno 2022, è necessario che tale piano sia completato nel corso dell’anno e che l’allevamento rispetti gli obiettivi previsti dal piano stesso.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.